Maybe we found love right where we are

di Gomizzle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Reunion ***
Capitolo 2: *** Just a message ***
Capitolo 3: *** Weaknesses ***
Capitolo 4: *** if you hold me i could die ***
Capitolo 5: *** You. ***
Capitolo 6: *** Just friends ***
Capitolo 7: *** Something new ***
Capitolo 8: *** "i would be the one to make her happy" ***
Capitolo 9: *** the heart wants what it wants ***
Capitolo 10: *** I'M SORRY ***
Capitolo 11: *** Yes,i'm in love ***
Capitolo 12: *** Baby ***
Capitolo 13: *** Rose ***
Capitolo 14: *** "your lips on my lips" ***
Capitolo 15: *** i'm yours ***
Capitolo 16: *** bad feelings ***
Capitolo 17: *** "I don't like him" ***
Capitolo 18: *** Where is she? ***
Capitolo 19: *** interrogation ***
Capitolo 20: *** Who is he? ***
Capitolo 21: *** summary ***
Capitolo 22: *** it's the start of the end. ***
Capitolo 23: *** AVVISO IMPORTANTE ***



Capitolo 1
*** Reunion ***


HEI RAGAZZE SONO TORNATA CON UNA NUOVA FF!!
Ho migliorato un sacco il metodo di scrittura e organizzazione della fanfiction.Questa nuova storia è completamente frutto della mia inventiva(?) haha
-per alcune scene ho richiesto l'aiuto di qualche mia amica.-
Spero vi piaccia e buona lettura.



                                                              

SELENA'S POV.
"Sono le sei!" sbuffai e mi rigirai nel letto.
Era il primo giorno di scuola,il primo giorno del fatidico ultimo anno di superiori.
Volevo dormire altri cinque minuti,ma,puntuale come un orologio,salì mia madre che mi buttò,letteralmente,giù dal letto.
"Mamma,lasciami stare.Mi posso alzare benissimo da sola." dissi con durezza;
"Si Selena,tu ti saresti riaddormentata e di conseguenza avresti fatto tardi anche il primo giorno di scuola." rispose.
Bhè non potevo darle torto,così andai in bagno e mi feci una bella doccia rinfrescante,subito dopo mi cominciai a vestire.
Amavo i vestiti,ci mettevo sempre molta attenzione nel sceglierli.
Per il primo giorno di scuola misi la canotta dei Chicago Bulls,un paio di skinny scuri,le solite vans nere e un capellino,anch'esso,nero .Mi truccai e misi un semplice mascara e un balsamo per le labbra.
In fine scesi a fare colazione.Erano le 6:40 ed ero prontissima per rivedere i miei amici,sopratutto Kylie,la mia migliore amica.
Alle 6:45 ero già fuori casa ad aspettare il bus con i Green Day nelle orecchie.
Arrivai a scuola che erano dopo una ventina di minuti,era molto presto.In lontananza vidi Kendall,la sorella di Kylie,alta,bella e solare come sempre.
"Ehi Kendall!" la salutai agitando la mano e andandole in contro;
"Selena!" mi venne in contro anche lei e mi abbracciò.
Ero felicissima di vederla.
"Ciao Sel!Come sono andate le vacanze? Sei bellissima,wow!" disse con gran foga;
"Ma..grazie mille.Comunque le vacanze sono andate benissimo.Tu invece?" risposi;
"Tutto magnificamente bene." non finì neanche la frase che arrivò Kylie.Mi corse in contro e con un sorriso a 360° mi abbracciò.Era così divina e sexy!
"Kylieee!" avevo un sorriso gigantesco;
"Tesoro mio,come stai?" mi chiese prendendomi a braccetto e fece lo stesso con Kendall.
Mentre le rispondevo e andavamo al bar vedemmo da lontano le altre ragazze del nostro gruppetto: Taylor,la cervellona della situazione,un po' acida,ma pur sempre simpatica che frequentava il corso di canto e recitazione con me;Hailey,la modella,alta e bella, che,appunto,frequentava il corso di fotografia e faceva parte del gruppo 'Sexy Model',poi c'era Shay,simpatica,solare,magnetica e affascinante,tra l'altro un'attrice nata.
"Ehi bellezze!" urlò Kendall;
"Ciao bambole" disse Shay,venendoci in contro insieme alle altre,con un tono seducente.
Ero davvero felice di rivedere le mie amiche,ma in quel momento mi stavo chiedendo dove fossero i ragazzi.
Andammo al bar e cominciammo a parlare del più e del meno,erano solo le 7:40 e avevamo ancora tanto tempo per chiacchierare.
A interrompere le nostre chiacchiere fu lo squillo del mio telefono: era Justin,uno dei miei più grandi amici,bello,affascinante,talentuoso,solare,a volte rompi palle,quando gli gira male,però,meglio non avvicinarsi...l'anno scorso avevo anche una cotta per lui.
--"Ehi" risposi con molta calma;
"Ehi Gomez!Dove siete?" chiese;
"Siamo al bar della scuola,venite qui.Siamo dietro la terza colonna,insomma,al solito posto." risposi con la stessa tranquillità di prima;
"Va bene,allora ci vediamo al solito posto.";
"Ok,a fra poco".--
 Quando attaccai vidi cinque sguardi fissi su di me.
"Cosa c'è?" chiesi con una leggera incertezza;
"Perchè arrossisci?" chiese Kylie con il suo solito sorrisetto malizioso;
"Era Bieber?!" aggiunse Kendall con lo stesso sorrisetto della sorella;
"Ragazze.Non centra nulla il mio rossore con la chiamata di Justin.Insomma quella famosa cotta mi è bella che passata." risposi molto tranquillamente "e poi qui fa caldo.Insomma è settembre e fanno 30°." continuai e molto probabilmente le convinsi perchè subito dopo ripresero a parlare dei fatti loro.
Poco dopo vidi arrivare i ragazzi:Michael con i suoi capelli rosso fluo,Luke,Ryan e Justin.Quando lo vidi la mia reazione fu diversa da quando lo sentii al telefono: il mio cuore batteva all'impazzata e sentivo le mie guance che diventavano bordò.
"Ciao" ci salutarono in coro;
"Buongiorno" rispondemmo.
Ero molto agitata,ma alla fine riuscii a tornare calma e parlammo con i ragazzi fino alle 8:15,poi ci alzammo e andammo ognuno al proprio corso.
Io quella mattina iniziavo con il corso di canto,insieme a Taylor e Justin.
"Ehi Gomez" mi disse Justin mettendomi un braccio attorno il collo.
In quel momento,si..arrossii di nuovo.
"Ehi Bieber" cercai di imitarlo,diciamo,ma non ci riuscii e lui scoppiò a ridere.
Il suo sorriso era qualcosa di favoloso,cavolo!
"Okay,scusami.Comunque..sei pronta per questo nuovo anno?" chiese tornando serio;
"Oh" sospirai "Nuovo e ultimo anno.." aggiunsi "Comunque si sono pronta.E tu?" risposi definitivamente;
"Bhè si,quest'anno voglio fare grandi cose." rispose guardando dritto a sè perso nei suoi pensieri.In quelle parole si poteva percepire determinazione e speranza.
Alla fine io sorrisi e lui ricambiò,dopo di che entrammo nella nostra aula e prendemmo posto.Io mi misi all'ultima fila tra Justin e una ragazza,che aveva degli atteggiamenti più maschili di quelli dei miei amici.
Durante la lezione,a volte,mi giravo per guardarlo e in mente tornavano vecchi ricordi e quando mi accorgevo che anche lui mi fissava,abbassavo lo sguardo arrossendo.
Finita l'ora uscii dall'aula,salutai Justin e mi diressi con Taylor all'aula di recitazione.
Durante il tragitto per fare il cambio di aula incontrai Kylie,Kendall e Hailey che frequentavano insieme i stessi corsi di fotografia e..insomma tutti corsi per modelle e cose varie..Diedi un bacio a tutte e tre e quando entrai in aula trovai Shay intenta a sistemare le sue cose,l'ordine non era un suo forte.
Iniziò la lezione e la professoressa cominciò a parlare in francese.Non capivo nulla!
"Allora ragazzi e ragazze,questo anno per voi sarà molto impegnativo.Durante questi anni abbiamo fatto molto e voi siete una classe davvero meritevole,ma vediamo se durante quest'ultimo riuscirete a recitare anche in lingua straniera,in questo caso in francese.".
Wow,adesso mi toccava anche imparare il francese.Però in fin dei conti non è male come lingua..
***
Si era fatta l'ora di pranzo e per tradizione,se così si può dire, io e i miei amici ci incontrammo ai tavoli esterni della mensa per discutere della nostra mattinata.
Justin si mise vicino a me,ma in quell'istante non mi fece nessun effetto,e cominciò a parlare delle due ore al corso di canto e parlò della caduta della professoressa.
-FLASHBACK-
"Io e la Gomez eravamo seduti vicini,eravamo molto attenti a quello che diceva la professoressa.Ad un certo punto si gira per dire qualcosa a Taylor,ma inciampò nel nulla e BOOM la prof era a terra.
Io scoppiai a ridere,Gomez uguale e Taylor che cercava di tirarla su...Ragazzi è stato davvero  FA VO LO SO!!" disse fra una risata e l'altra;
"Dovevate esserci" dissi sorridendo,ma purtroppo il racconto di Justin non rendeva tanto quanto la scena vissuta due ore fa.
Comunque,finimmo di pranzare e parlare di tutto ciò che avevamo fatto durante quelle 4 ore che non ci eravamo visti,ci alzammo e ci dirigemmo verso l'aula di Spagnolo.
La nostra è un'accademia d'arte dove si possono fare corsi di  Danza,Canto e tutto ciò che riguarda la musica,Teatro,Fotografia e cinematografia,corsi per diventare modelle(...)tutto al livello tecnico e pratico,però poi il pomeriggio ci sono i corsi base,quelli più noiosi, ovvero : Matematica,Spagnolo,Storia,per me da quest'anno anche Francese,Filosofia,Letteratura(...) così la mattina ognuno ha il proprio corso artistico e il pomeriggio,invece,abbiamo tutti quanti lo stesso.
Entrati nell'aula di Spagnolo,seduto alla cattedra,notammo un professore nuovo: Alto,occhi azzurri e capelli neri,molto giovane con una leggera barbetta che aveva il suo perchè.
A dirla tutta era molto attraente.
"Buenos dias chicos" disse introducendo la lezione;
"Buenos dias profesor" rispose la classe.
Aveva un'accento così bello,fluido che gli dava un tocco di sensualità.Tutte le ragazze della classe erano ipnotizzate da lui.
Justin,Ryan e Michael si girarono a guardarci e scoppiarono in una fragorosa risata interrotta dall'accento molto galante del professore.
"Como se llama?" chiese Taylor con un dolce sorriso;
"Oh,yo me llamo Felipe Carlos" rispose con un leggero sorriso.
La lezione andò avanti per un'ora con tutte le ragazze affascinate dal prof,io che ogni tanto lanciavo un'occhiatina a Justin,i ragazzi che si sfottevano a vicenda e Luke che lanciava dei pezzetti di carta al vicino di banco.
Dopo Spagnolo avevamo matematica e poi filosofia,in fine potevamo tornarcene a casa.
Salutai tutte le mie amiche e dissi a Kylie di chiamarmi la sera e mi diressi alla fermata del bus,sempre con i miei Green Day nelle orecchie.
Salii sull'autobus e tornai a casa.
Appena aprii la porta c'era mia madre,pronta a chiedermi come fosse andata la giornata.Ero di buon umore,così decisi di mettermi sul divano a raccontarle della caduta della professoressa,del nuovo prof di Spagnolo,della novità 'teatro in Francese' e anche di Justin..
Finito di parlare percepii un certo languorino e mamma per farmi ancora più felice mi preparò dei pancake salati,cosa che io adoravo alla follia.
Mangiai i pancake e salii in camera,subito dopo preparai la vasca,misi un pò di musica di sottofondo,mi spogliai e mi immersi in quella caldissima e profumatissima acqua.
Chiusi gli occhi e mi rilassai per una mezzora o almeno,pensavo di essere stata lì solo per così poco tempo.
Quando vidi l'orologio mi accorsi che in realtà ero stata nella vasca per un'ora e mezza.
Uscii e mi asciugai.Mi vestii e aspettai,sdraiata sul letto,vagando tra le cose che avevo in testa, la chiamata di Kylie.
Appena mi chiamò le raccontai di come mi ero sentita durante questo primo giorno:
"Sono stata benissimo,è stata un pò stancante,ma in fin dei conti sono felicissima.Mi ha fatto piacere rivedere tutti i miei amici,rivedere te,rivedere Kendall...Insomma sono davvero felice.E poi Bieber..Mi sono trovata davvero bene con lui,però quella cotta che avevo l'altr'anno è totalmente sparita.Si è vero ogni tanto arrossivo quando mi parlava o quando mi sorrideva,ma insomma quale ragazza non lo farebbe?!" dissi tutta presa dai miei pensieri.
Fu una telefonata molto lunga,una delle nostre solite chiamate che durò ben 2 ore.
Quando attaccai ero esausta.Quella giornata era stata davvero bella,ma pesante.
Non feci neanche in tempo a chiudere gli occhi che già dormivo.



LASCIATE UNA RECENSIONE E DITEMI TUTTO CIO' CHE DOVRO' MIGLIORARE O TUTTO CIO' CHE VI E' PIACIUTO PARTICOLARMENTE.Grazie mille in anticipo c:

P.S-cercherò di pubblicare un capitolo ogni fine settimana.

 

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Capitolo 2
*** Just a message ***







(scusate non ho messo gli spazi dopo virgole e punti.)
Buona lettura,spero vi piaccia c: 


SELENA'S POV

Erano di nuovo le sei e la mia sveglia non faceva altro che suonare,vibrare e rompermi i timpani.
Non volevo alzarmi,volevo restare al letto a dormire.
Questa volta mia madre non salì in camera per svegliarmi,probabilmente stava ancora dormendo...Mi alzai dal letto e,strofinandomi gli occhi,mi diressi in bagno.Presi il mio beauty case, la spazzola e cominciai a passarla delicatamente sui capelli,per togliere i terribili nodi.
Dopo essermi lavata,asciugata e vestita,scesi a fare colazione e trovai mia madre che riordinava la posta.
"Buongiorno,mamma!" le dissi accennando un sorriso;
"Giorno Sel" rispose,a testa bassa,senza perdere la concentrazione da ciò che stava facendo.
Presi una mela, quella più rossa,quella più invitante,e la sciacquai,poi presi la borsa e uscii di casa.
"Wake me up when september ends..."
I Green Day erano il mio gruppo preferito.Adoravo ogni loro canzone e ogni mattina,durante il tragitto per arrivare a scuola,li ascoltavo.
Mi trasmettevano un sacco di emozioni positive,grazie alla loro musica mi facevano star bene ed ogni volta che li sentivo entravo in un altro mondo.
L'autobus,quella mattina,arrivò leggermente in ritardo,ma nulla di grave.
Mi sedetti,per poi perdermi nelle parole e nelle melodie delle varie canzoni,dei miei idoli.
D'un tratto il mio cellulare vibrò due volte consecutive.Arrivarono due messaggi:uno di Kylie,con il solito buongiorno,e uno di Justin.
Quando lessi il suo nome,mille domande e mille dubbi sorsero nella mia testa.Non avevo la più pallida idea per la quale mi avesse scritto,ma probabilmente...no non avevo una teoria,perciò,senza stare lì a pensare quale potesse essere stato il motivo ad averlo spinto a scrivermi,aprii il messaggio:
-'Ehi Gomez,oggi ti aspetto alle 7:15 davanti al bar.Fatti trovare lì,mi raccomando.'-
Rimasi un po' perplessa quando lo lessi.Insomma ci sarei comunque andata al bar...Quei mille dubbi che mi sorsero in precedenza,ora erano raddoppiati.
Guardavo,attraverso il finestrino dell'auto,quello splendido paesaggio illuminato dalla,giallissima e limpidissima,luce del sole,l'asfalto era di un nero pece lucente,gli alberi,color verde smeraldo con qualche sfumatura giallognola,per via dell'arrivo del magnifico autunno e i giardini pieni di fiorellini colorati.
Mentre mi perdevo tra quel miscuglio di colori,illuminati dai raggi del sole, notai l'orario ed ero un po' in ritardo,come al solito.
Erano le 7:20 ,andai al bar di corsa.C'era solo Justin lì ad aspettarmi e ciò mi colse di sorpresa,pensavo ci fossero anche Kylie,Kendall e gli altri,ma no,mi sbagliavo.I dubbi si moltiplicavano sempre di più,la mia testa stava scoppiando ed io ero agitata,non lo so perchè...non avevo mai passato del tempo da sola con Justin.
Mai,in 4 anni non avevamo mai fatto una cosa del genere,e a questo punto cominciai a pensare che anche gli altri stessero in ritardo...

JUSTIN'S POV

Selena fece 5 minuti di ritardo,ma era nella sua natura.
Le dissi di arrivare lì per le sette e un quarto per passare un po' di tempo da soli.Non ho mai pensato di stare solo con lei,ma adesso volevo farlo,era l'ultimo anno e,in fondo, ne sentivo anche il bisogno.Caratterialmente mi rispecchiava molto: era semplice,un po' lunatica,fredda con la gente che non conosceva,che le stava antipatica o quando le girava male,ma solare,simpatica, brillante e anche un po' pazza quando si trovava con i suoi amici o,insomma,quando era di buon umore.
Non ho mai avuto,però,la possibilità di conoscerla fino a fondo.Selena era molto introversa e io gli anni precedenti mi divertivo solo a stuzzicarla e a rompergli le scatole,chiamandola con soprannomi che a lei non piacevano o facendole scherzi su scherzi.
"Ma buongiorno Gomez." le dissi sorridendo;
"Ma buongiorno Bieber." rispose con un dolce sorriso che le accese lo sguardo;
"Che programma hai oggi?" chiesi dirigendomi verso il nostro solito tavolo;
"...Dove sono gli altri?" chiese lei come se non avesse sentito ciò che le avevo chiesto in precedenza,mettendosi seduta di fronte a me;
"Che fai Gomez?!Non rispondi alla mia domanda?" risposi ridendo,subito dopo continuai "..Comunque Kendall e Kylie sono bloccate nel traffico,Michael e Luke sono ancora a casa,Ryan sta ripassando per il corso di cinematografia e..poi.." mi fermai a riflettere e mi passai una mano fra i capelli "Ah,Taylor,Shay e Hailey non so dove siano." dissi concludendo con un sorrisetto;
"Ah,okay." disse lei sorridendo e rigirandosi una ciocca di capelli; 
'Probabilmente è nervosa' pensai.
Poi,dopo aver fatto una pausa,continuò "Scusami se ti ho risposto con un'altra domanda,comunque non so..oggi ho  tre ore di teoria musicale,un'ora di canto e poi Francese,letteratura e storia.." concluse pensierosa,mettendo un gomito sul tavolo e sorreggendo la testa con mano;
"Oh..Allora ci vediamo in quarta ora.Voglio proprio sentirti cantare" dissi con un sorriso malizioso.
Lei ricambiò con il suo solito sorrisetto dolce e mi diede una leggera pacca sulla spalla.
Continuammo a parlare,delle nostre vacanze e delle nostre aspettative,fino all'inizio delle lezioni.Ogni volta che sorrideva sentivo un brivido lungo la schiena.
Ho sempre pensato che Selena fosse una bella ragazza,sia dentro che fuori,ma l'ho sempre ritenuta solo un'amica .Però devo ammettere che quando,il giorno precedente,l'ho vista avevo le farfalle allo stomaco,mi sentivo in imbarazzo,un po' agitato e,allo stesso tempo,felice.


SELENA'S POV

La maggior parte dei dubbi non sparirono ma passare la mattinata ,da sola con Justin,mi aveva reso ancora più felice del giorno precedente.Non facevo altro che fissare il suo sorriso luminoso e sgargiante che mi causava un acceleramento cardiaco non proprio normale.
Quella giornata passò molto velocemente,io e Kylie,dopo scuola,andammo a fare un giro per le strade di Los Angeles.Mi piaceva passare del tempo con lei.Lei era quella persona che con delle semplici parole ti tirava su di morale,sapeva 'prendermi' e mi conosceva meglio di ogni altra cosa.Adoravo Kylie anche per il suo modo di essere,era un po' eccentrica,solare,molto estroversa e non aveva problemi a farsi nuove amicizie.In più era una ragazza affidabile e gentile,fra l'altro,molto altruista.
Erano le tre di pomeriggio quando mi passò a prendere con il suo suv nero,laccato.
"Allora?Dove si va a fare shopping?" disse Kylie entusiasta,appena entrai in macchina;
"Non so,scegli tu." risposi con la mia solita tranquillità.
Kylie accese il motore dell'auto e partimmo,dopo una decina di minuti accesi la radio e in quel momento trasmettevano una canzone,che io amavo,di Ed Sheeran: i'm a mess.
Mi piaceva molto per il semplice fatto che ho sempre un po' pensato che fossi un disastro.
Alzai il volume e con Kylie cominciammo a cantare,subito dopo il suv si riempì di una melodia dolce,anche un po' drammatica.Finita quella canzone ne passarono altre cinque,davvero molto belle anche queste,ma non facemmo in tempo a finire di ascoltare l'ultima  perchè eravamo arrivate al 'L.A super mall',uno dei centri commerciali più grandi della città.
Passammo molto tempo lì dentro e,fra una prova vestito e l'altra,Kylie mi chiese della fatidica mattinata con Justin.
"E' stato davvero molto bello stare lì,con lui,da sola.Abbiamo parlato moltissimo."mentre pronunciai l'ultima parola sentii che stavo arrossendo;
"Ma allora quella cotta non ti è passata?" chiese con interesse;
"Ma si,ho solo detto che con lui mi trovo bene." risposi abbassando lo sguardo verso il pavimento con le guance,ormai,bordò.
Kylie mi guardò e con la coda dell'occhio vidi che sorrise,subito dopo aggiunse "secondo 
me ti piace ancora..." concentrata sui due vestitini neri che aveva in mano.
Forse aveva ragione,forse quella cotta non  mi era passata,ma non volevo approfondire la cosa,avrei solo rovinato l'amicizia fra me e Jus.Sapevo che lui non provava nulla per me...lui puntava ad altro.Probabilmente quella mattina mi aveva scritto solamente perchè non c'erano Ryan,Michael e Luke. Probabilmente voleva vedermi,ma solo ed esclusivamente da amici.
Dopo aver vagato un pò tra i mie pensieri,con Kylie,decidemmo di tornare a casa.
Tornammo sul suo suv e passammo tutto il tempo,di nuovo,con la radio accesa a cantare,intonando quelle magnifiche canzoni che venivano trasmesse.
Arrivai a casa e,stanca,salutai mamma molto velocemente per poi dirigermi in camera.
Entrai immediatamente in bagno e aprii l'acqua,tiepida,per riempire la vasca.Presi lo shampoo e il balsamo per il corpo,poi mi immersi nella vasca e mi rilassai.Fare shopping con Kylie era una vera e propria avventura!
Dopo essermi sistemata  mi distesi a peso morto sul letto.Presi il mio iphone e lo sbloccai  per controllare i messaggi e le varie notifiche,mentre controllavo il tutto sentii il mio stomaco brontolare,in effetti avevo molta fame.
Mi alzai dal letto e,trascinando un po' i passi,scesi in cucina.Trovai Brian,il compagno di mamma con la quale si era sposata dopo aver divorziato con mio padre Ricardo,che stava cucinando un piatto messicano.Adoravo la cucina messicana,in più mi faceva tornare alle mie origini perchè mio papà era,appunto,nato in Messico.
Dopo svariati minuti di attesa la cena era in tavola.Avevo un sacco di crampi allo stomaco e  non aspettai un secondo di più per finire tutto ciò che era nel mio piatto.

JUSTIN'S POV

Tornai a casa subito dopo scuola,passai tutto il pomeriggio davanti al pc,ad ascoltare musica e a mangiare schifezze,ripensando a tutto quel tempo trascorso con Selena.
Era stato davvero molto bello,lei era così graziosa e tenera,anche se avvertivo un po' di tensione,ma in fin dei conti penso sia stata bene anche lei.
Come ho già detto,ho sempre pensato che fosse una bellissima ragazza,ma non mi ero soffermato ad osservarla nei minimi dettagli,ad esempio i suoi capelli,boccolosi,color cioccolato,luminosi e vaporosi che le scendevano morbidi sulle spalle,la rendevano raggiante.Il suo viso,dolce e puro mi ispirava fiducia e sicurezza.
Gli occhi,marroni scuro con qualche sfumatura color caramello,le rendevano lo sguardo magnetico e sensuale,ma allo stesso tempo,anch'esso,era dolce.Per non parlare del suo sorriso...Dio,al solo pensiero mi venivano i brividi!
Riflettei a lungo su ogni suo minimo particolare...
 Tempo fa un qualcuno mi disse della sua cotta per me ,probabilmente ora non provava più nulla e ovviamente io,con il mio solito tempismo,cominciavo ad interessarmi a lei al momento sbagliato.Eggià,stavo davvero cominciando ad interessarmi a lei...
Quella mattina fu davvero magica,quando arrivò mi sentii subito a mio agio.Lei aveva  il dono di far star bene le persone con la sua semplicità,secondo me.
Pensavo,pensavo e,ancora,pensavo,ma a rovinare  il mio viaggio fra i pensieri,che mi girovagavano per la testa,è stata la squillante voce di mamma.Era pronta la cena e,super affamatissimo,mi sedetti a tavola insieme ai miei nonni e a mia madre che, subito,cominciarono a chiedermi dei primi giorni di scuola.Non mi annoiai  raccontandogli tutto,anche perchè questo,un po' mi faceva tornare nel mondo dei sogni.Avevo svariati flashback,mentre raccontavo,che contenevano la risata e il sorriso di Selena.Lo stomaco,oltre al cibo,man mano che parlavo si riempiva di farfalle.Passammo una buona mezzora a conversare,poi però,finita la cena me ne tornai in camera.Non ero molto stanco,così accesi un po' la tv,che si trovava appesa alla bianca parete centrale.Si,l'avevo accesa,ma non la stavo guardando,continuai,invece a pensare a Selena e le voci del telefilm comico che c'era in onda,facevano solo da sottofondo.Pian piano cominciai a socchiudere gli occhi,dopo di che caddi in un sonno profondo.



EHI,sono tornata con un nuovo capitolo.Spero vi piaccia e spero,sopratutto,che lo preferiate al primo.
Ho cercato di accogliere tutti i vostri consigli e metterli in pratica,spero d'esserci riuscita almeno in parte.Ho già preparato il terzo capitolo-che se mi convinco lo pubblico o domani o domenica-e vi assicuro che quello è decisamente migliore e io lo adoro particolarmente.
Volevo dirvi,come al solito di lasciare una bella recensione(critiche,complimenti,scleri vari hahaha-NO INSULTI,pls.-) e poi vi piace l'idea delle gif ad ogni inizio capitolo? o preferite un banner? fatemi sapere.
Grazie a tuuutti e alla prossima,
bye,x.




 

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Capitolo 3
*** Weaknesses ***








JUSTIN'S POV
Stavo ancora nel letto quando sentii un tuono rimbombare fra le pareti bianche della mia camera. Ero in dormi veglia, ma al suono di esso spalancai gli occhi come se un fantasma mi fosse, appena, passato davanti. Devo ammettere che mi spaventai abbastanza, ma dopo qualche minuto tornai calmo e decisi di alzarmi e andare in bagno.
Mi sciacquai velocemente il viso con dell'acqua gelida, mi lavai i denti e fonai un po' la mia chioma dorata, dopo di che mi vestii.
Controllai il mio iphone per vedere se, magari, Selena mi avesse scritto qualcosa, ma niente. Fu li che mi venne l'idea.
Corsi in cucina e presi la prima cosa che mi capitò, di commestibile, sotto le mani. Presi le chiavi della macchina e mi diressi verso casa di Selena: volevo portarla io, quella mattina, a scuola. Sarebbe stata un'ottima occasione per passare un'altra mattinata insieme a lei. Ero un pò nervoso, inizialmente, ma ormai mi ero deciso.
Mentre ero in macchina mi guardavo intorno, il paesaggio era bellissimo. Adoravo vedere la pioggia cadere e adoravo anche ascoltarla, a volte di sera, se pioveva, mi concentravo sul suono che le migliaia di goccioline facevano e ciò mi rilassava, adoravo gli alberi che da verdi stavano diventando rossi, gialli, marroni...adoravo l'asfalto bagnato che, sotto quei pochi raggi di sole, luccicava, ma sopratutto adoravo il fatto che stava arrivando l'autunno, la mia stagione preferita.
Dopo una manciata di minuti arrivai sotto il vialetto di Selena, spensi la macchina e di corsa mi diressi davanti la porta. Ad aprirmi fu proprio lei.
"Oh..Hei, ma che ci fai qui?" disse lei perplessa;
"Bhè Gomez, ho pensato che sarebbe stato carino portarti a scuola." risposi con un sorriso umile;
"Ah, ma grazie.."arrossì leggermente;
"Allora sei pronta?" dissi osservandola bene, ero preso nei suoi occhi così dolci e magnetici;
"Certo, andiamo." rispose sorridendo, e lì mi venne, di nuovo, un brivido lungo la schiena.
Non so spiegare bene come mi sentivo in quel momento...mi sembrava tutto surreale.
Le misi un braccio intorno al collo e cominciammo a correre verso la macchina, per evitare di inzupparci. Le aprii lo sportello del passeggero e, lei, dopo avermi ringraziato con un dolce 'grazie' salì.
"Che mi dici Selenur?" le chiesi, dopo essere salito in macchina, usando quel soprannome sapendo che lei lo odiava;
"Metti in moto la macchina e parti. Se devi chiamarmi Seleneur per tutto il tragitto, allora è meglio che non ci parliamo." indurì lo sguardo e si girò dalla parte del finestrino per osservare il paesaggio.
Accesi la macchina e mi diressi verso l'accademia.
"Scusa Gomez, non lo faccio più. Ora rispondi però...come stai oggi?" le dissi porgendole le mie sincere scuse;
"Okay, scuse accettate." rispose accennando un sorriso "Comunque oggi non è una delle mie giornate migliori." continuò facendo sparire il sorriso e abbassando lo sguardo;
Forse non le aveva fatto piacere che io l'ero andata a prendere a casa, forse era successo qualcosa in famiglia, forse con Kylie o forse...mi stavo riempendo la testa di 'forse', senza darmi un'ovvia risposta,così lo chiesi a lei.
"Gomez, che succede?" rimasi con lo sguardo fisso sulla strada;
"Niente di che, ho litigato con mia madre." quando pronunciò quella frase tirai un sospiro di sollievo.
"Comunque, Justin, grazie. E' stato davvero molto carino da parte tua venirmi a prendere." mi disse e dopo aver fatto una pausa sorrise e mi accarezzò la spalla. Un altro brivido attraversò la mia schiena e un sorriso luminescente mi si aprì in viso.
Durante il viaggio parlammo molto, lei mi disse del suo debole per Billie Joe Armstrong e io le dissi del mio debole per American idiot,Wake me up when september ends e altre canzoni della band. Mi raccontò anche della litigata con la mamma, in fin dei conti le solite litigate figlio-genitore.
Poi dopo un po', quasi vicini all'accademia, mi disse del suo debole per l'inverno e l'autunno.
"Amo l'autunno, amo i suoi colori. Devo dire che tutte le stagioni sono belle, ma non so...l'autunno lo adoro particolarmente." disse concentrata sul paesaggio. In quel momento avevo un sorriso che poteva illuminare il mondo. 
"Amo anche l'inverno. Amo i  meravigliosi paesaggi innevati, tipici dell'inverno. Penso che mi rispecchi molto, come stagione. Dietro l'apparenza distaccata, infatti,nascondo un cuore, cioè...sono sensibile, sincera, a volte ingenua...non so come spiegarlo..." disse vagando fra i suoi pensieri.
Anche io la pensavo come lei e ciò mi rendeva felice.
Dopo poco arrivammo a scuola e incontrammo i nostri amici. Kylie e Kendall mi rubarono Selena, mentre Michael e Luke rubarono me.
"Weee Bieber! Come mai stai solo soletto con Sel?!" Mi chiese Michael super eccitato. Non volevo dire che forse, molto probabilmente,avevo una cotta per lei...cioè questo era sicuro,  ma non mi andava di sbandierarlo in giro. Volevo tenere questo segreto con me, solo per me e custodirlo come se non fosse mio.
"Niente Michael, lascia stare." dissi ridendo;
"Dai Bieber, andiamo a fare colazione!" disse Luke trascinandomi verso il bar.
Arrivai al bar, ma non volevo mangiare, avevo lo stomaco pieno di farfalle, decisi così di andare in classe e aspettare l'inizio della lezione. Nel mentre mi abbandonai a qualche flashback. In mente avevo solo il sorriso di Selena, oltre alle varie domande che mi turbavano, del tipo: 'Selena prova ancora qualcosa per me?' o 'Io ho solo una semplice cotta per Selena?'(...) Ero molto confuso, ma allo stesso tempo felice.

SELENA'S POV

Cominciai la giornata con una litigata con mamma, ma poi, quella sorpresa mi ha tirata su di morale.
Mentre ero in macchina con lui ero un pò nervosa, confusa, ma ciò non toglie il fatto che ero felicissima. Ogni tanto sentivo un nodo alla gola e infatti per evitare lo sguardo di Justin, mi giravo a guardare il magnifico paesaggio, quasi autunnale.
Parlammo del più e del meno, come non avevamo mai fatto, prima d'ora. E' stato davvero bello scoprire quel suo lato nascosto, scoprire che ha un debole per le canzoni dei Green Day, che ama l'autunno...ma la cosa più bella, oltre al suo sorriso e ai suoi dolci occhi color caramello, è stato sapere che abbiamo molte cose in comune. Poi, tra una chiacchiera e l'altra io mi sentivo sempre più a mio agio e le parole mi uscivano più facilmente.
Ripensai a tutto il tempo trascorso con lui, sia la mattina precedente che la mattina stessa. Vari dubbi sorgevano nella mia mente, piena di pensieri vari, tra cui: ' provo ancora qualcosa per lui?' o 'perchè mi ha fatto questa sorpresa?' oppure cercavo di convincermi con frasi del tipo: 'No. Non provo più nulla per lui.  Siamo solo amici. Stiamo legando moltissimo, amo il suo sorriso, i suoi lineamenti, i suoi capelli, i suoi occhi profondi e dolci, ma siamo solo amici. Dobbiamo restare solo amici.'.
Tutta la giornata andò avanti così fino a quando, dopo l'ultima ora di Spagnolo io e Shay, la ragazza sensuale, dolce e solare, notammo degli strani atteggiamenti del prof. Carlos, professore di Spagnolo, nei confronti di Taylor.
Notammo che, appena finita la lezione, il giovan uomo, dall'accento spagnolo, aveva attirato l'attenzione di Tay, la ragazza più intelligente che io abbia mai conosciuto, a volte se ne stava  troppo sulle sue, ma in fondo è davvero una brava ragazza ,sincera, sensibile e dolce.
"Professore..." disse Taylor toccandogli la spalla;
"Hei, dimmi tutto, signorina Swift" rispose il professore sorridendo e prendendola, delicatamente, per il polso.
Io e Shay rimanemmo sconvolte, sembravano fidanzati! So che è sbagliato origliare, ma in quell'occasione era impossibile.....
"Non ho capito bene ciò che ha spiegato oggi" disse Taylor, nelle sue parole si poteva percepire quel pizzico di sensualità che lei, di sua spontanea volontà, voleva far percepire al prof;
"Oh bhè, allora signorina Swift, potrei rispiegartelo oggi pomeriggio verso le quattro, al bar all'angolo." non potevamo crederci.
Shay mi guardò e rimase, letteralmente, a bocca aperta. Io neanche sapevo che dire, ma decidemmo di andarcene e di dimenticarci quella storia.
"Andiamo via, magari è solo frutto della nostra immaginazione o meglio siamo noi che fantastichiamo troppo. Lei le ha solo chiesto di rispiegarle l'unità di Spagnolo. Insomma sappiamo com'è fatta Taylor...vuole essere sempre perfetta, in ogni materia." disse Shay tutta d'un fiato trascinandomi verso l'uscita della scuola;
"Ma si...." dissi ancora scandalizzata "Sicuramente è colpa della nostra, troppa, fantasia" continuai con gli occhi punti fissi su delle foglie, adagiate sull'erba bagnata del giardino dell'accademia.
Cercai di togliermi quella scena dalla testa e,dopo aver salutato Shay, tornai a casa con l'autobus, con le cuffiette nelle orecchie e American idiot a palla, una delle canzoni per la quale Justin aveva un certo debole...
Mentre ascoltavo quella canzone avevo un sorriso smagliante e gli occhi che girovagavano in mezzo al paesaggio, l'autobus si fermò e io non mi accorsi che ero arrivata a destinazione, così persi la fermata e dovetti farmi tre isolati a piedi. Però camminare sotto la pioggia, con i Green Day nelle orecchie, con i vari flashback di Justin che mi apparivano ogni tanto in mente, rendeva il tutto, diciamo, romantico e più emozionante...
Arrivai a casa fradicia e mia madre subito cominciò ad urlarmi contro, ma io sembravo ipnotizzata e non ci feci caso, le sue urla le sentivo a stento. Salii in camera e con un grande sorriso mi feci una doccia. Dopo due orette uscii e misi su un pantaloncino nero con una canotta sulla quale c'era scritto 'american idiot', non so...mi sentivo più vicina a Justin.
Mi distesi, poi, sul letto a ragionare sulla scena alla quale avevo assistito, cioè il presunto flirt  fra il prof e Taylor.Mi convinsi del fatto che, davvero, la mia fantasia era la causa di tutti quei dubbi, aveva ragione Shay, Taylor in fin dei conti gli aveva chiesto solo se poteva rispiegarle la lezione...Così chiusi gli occhi e mi misi in testa di non pensare più a quella storia, perchè tanto non avevo bisogno di preoccuparmi. Ad interrompere il silenzio tombale che c'era in camera mia fu la dolce voce di mia madre.
"Hei Sel, posso entrare?" disse bussando;
"Certo mamma" risposi mettendomi seduta, a gambe incrociate, nel centro del letto.
Lei entrò e si mise, a sua volta, seduta, in mano, però aveva un pacchettino ben incartato con una carta oro e argento.
"Allora, questa è un pacchetto regalo" disse porgendomelo;
"Ma dici sul serio?!" dissi ironicamente;
"Dai, non fare la stupida. Questo è un pacchetto regalo, un regalo che ti ha fatto tuo padre." quando pronunciò quella frase cominciai a sorridere;
"Oh mio dio, che bello! Non mi aveva mai fatto un regalo." dissi cominciando a scartare il pacchetto dai colori lucenti.
Quando lo aprii, definitivamente, trovai un bigliettino con su scritto: "Questo è il tuo ultimo anno, stai studiando per realizzare i tuoi sogni e li stai inseguendo con tutto il cuore, lo so. Tienilo sempre con te. Ho pensato che sarebbe stato carino regalartelo, volevo trovare un modo semplice per dirti buona fortuna e che devi credere sempre in te stessa. Spero ti piaccia, ciao amore mio.".
Mentre leggevo qualche lacrima mi rigò le guance. Ero emozionatissima e felicissima, durante l'anno papà lo vedevo solo per due mesi, lui viveva in Messico e io potevo andarci solo d'estate. Diciamo che non è molto bello vedere il proprio papà solo 60 giorni all'anno su 365.
Ma d'altro canto con mamma e Brian mi trovavo più che bene e poi qui, a Los Angeles, c'erano tutti i miei amici.
Dopo aver letto il bigliettino,aprii la scatolina. C'era un magnifico braccialetto in oro bianco, con la sigla 'SMG' incisa sopra, che stava per 'Selena Marie Gomez'. Era un semplice braccialetto, fino, leggero e preziosissimo allo stesso tempo.
Lo indossai subito, facendolo chiudere da mia madre che poco prima, con le sue mani fredde e affusolate, come le mie, mi asciugò le lacrime che mi erano scese. Ero davvero molto contenta e ciò rese la mia giornata ancora meglio di quella che già era.
"Sono contentissima che ti sia piaciuto. Tuo padre è stato davvero gentile...ora vado a preparare la cena." disse, mentre usciva, sorridendo.
Mi distesi di nuovo sul letto e cominciai a fissare il braccialetto. Era una delle cose più belle e preziose che, in quel momento, possedevo...
Dopo svariati minuti mi tornò in mente Justin, così accesi il telefono e gli scrissi:
-"Ciao Jus, volevo solo dirti che questi giorni sono stata molto bene con te. Mi trovo molto a mio agio...non so il motivo per la quale non abbiamo fatto tutto questo prima. Mi ha fatto piacere che oggi mi sia venuto a prendere a casa. Sei davvero un ottimo amico e voglio passare ancora del tempo con te, da soli.Voglio conoscerti fino in fondo. Grazie ancora,ah...non chiamarmi più Seleneur haha. Detto questo, buona notte Jus."- Gli scrissi queste poche righe per ringraziarlo, non mi dilungai troppo per non dare nel'occhio, ecco.
Subito dopo avergli scritto, mi girai verso la finestra che affacciava sul giardino, c'era ancora la pioggia e gli alberi con le foglie che, da verdi, stavano diventando rosse. Sul prato, poi, si intravedevano tante margheritine, bianche, ricoperte dalle goccioline d'acqua e illuminate dalla luce, fioca, del sole. Il cielo era di un color grigio chiaro, mischiato con il blu che mi faceva pensare al ghiaccio, all'inverno...Tutto sommato non faceva freddo, si stava bene e la temperatura tenue, che c'era nella mia camera, era come se mi stesse cullando mentre osservavo quel meraviglioso paesaggio. Distaccai lo sguardo dalla finestra per portarlo, di nuovo, sul mio braccialetto con qualche swarosvki applicato sulla lettera 'S'.
Come al solito, ricominciai a vagare fra i miei pensieri e tra essi c'erano: il regalo di papà, che mi fece sorridere e Justin. Lui, ormai, era un mio pensiero fisso.
Non sentivo di amarlo, o forse lo stavo semplicemente negando a me stessa. Lui non avrebbe mai e poi mai ricambiato, dovevamo rimanere solo amici...grandi amici.
Avevo un nodo allo stomaco, mi misi sotto pancia e chiusi gli occhi.
Avevo il suo sorriso stampato in testa e  dovevo dormire, ma tutti quei pensieri mi turbavano. Si mi piaceva pensare al suo viso con quei lineamenti perfetti,mi piaceva pensare a lui quando era incazzato-con gli occhi magnetici e duri che ti fulminavano con un semplice sguardo.-, amavo il suo sorriso, amavo quando era felice e cominciava a piacermi anche quando mi chiamava 'Seleneur', ma questo a lui non glielo avrei mai detto.
La mia mente era così incasinata che, appena chiudevo gli occhi, i miei pensieri era come se si concretizzavano.
Ero nel letto, mi giravo e mi rigiravo, volevo piangere. Volevo che Justin ricambiasse i miei sentimenti, ma ero convintissima del fatto che lui non l'avrebbe mai fatto e ciò mi faceva stare malissimo. Avevo una voglia matta di baciare le sue rosee labbra carnose, ne sentivo davvero il bisogno, volevo poterci dormire insieme...
Però la cosa che volevo più di tutte era poter dire al mondo intero che lo amavo invece di continuare a sopprimere i miei sentimenti per lui che, giorno dopo giorno, sentivo che crescevano.
'Lui è la mia malattia, ma allo stesso tempo il mio antidoto.' pensai.
Ebbene si, lui era l'unica cosa che amavo e che mi faceva star bene, ma allo stesso tempo che mi distruggeva...


HEII!
Allora,spero che questo capitolo vi piaccia più del primo e più del secondo.

E' uno dei miei preferiti,insieme ad altri che scoprirete più in là (eheheh). :D
Detto questo,che ne pensate? Fa schifo? Lo amate? Che pensate di Justin e Selena? Ditemi tutto con una recensione bella,bella c:
Un bacio gigantesco a tutte le lettrici e alla prossima,bye,x. :D 












 

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Capitolo 4
*** if you hold me i could die ***





HEI,ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO,BUONA LETTURA.

JUSTIN'S POV
 
Era, finalmente, Sabato. Mi svegliai e la stanza era illuminata da un chiaro raggio di sole, aprii gli occhi e mi girai verso l'orologio. Erano le 10:00, decisi così di rimanere ancora un po' nel letto.
Nel mentre mi guardai un po' intorno, puntai lo sguardo sulla parete principale, era bianca e piena di cover plastificate di cd, tra cui: American Idiot e Demolicious dei Green Day, Bad Blood dei Bastille, altre di Rihanna, Nicki Minaj, Usher, Justin Timberlake, Lana del ray e poi tutte le cover dei cd dei miei idoli, ovvero Chris Brawn e Drake.
Dopo aver scrutato ogni singola cover spostai la mia attenzione dalla parte sinistra della parete dove c'era la finestra coperta dalla tenda, dalla quale trapassava la luce del sole. Sotto di essa c'era il termosifone e in più la scrivania, piena di scartoffie varie, cd, quaderni, libri, caricabatterie vari e ovviamente il mio pc.
Girai, poi, gli occhi verso l'armadio sulla quale, da piccolo, avevo attaccato qualche adesivo di giocatori di basket e di hockey. Dopo aver vagato un pò, con gli occhi, per la mia stanza presi il telefono, volevo dare il buongiorno a Selena, ma quando aprii i messaggi ne trovai uno suo.
Lo lessi con molta attenzione e un sorriso, automaticamente, mi spuntò in viso. Sentivo che le farfalle cominciavano a svolazzare nel mio stomaco, la testa cominciò a girarmi leggermente e, come facevo di solito quando ero nervoso,mi mordicchiai il labbro inferiore. Ero felicissimo, Selena voleva rivedermi, le piaceva l'idea di conoscerci fino a fondo e ciò non era da lei, o meglio, permetteva solo a Kylie di vedere il suo 'lato nascosto', ciò mi rendeva davvero pieno di gioia.
Non aspettai un attimo di più per rispondergli, ma cercai comunque di mantenere la foga e le scrissi semplicemente: 
-"Giorno Gomez, ho appena letto il messaggio e bhè...che dire?! Sono pienamente d'accordo con te su tutto ciò che hai detto e poi è stato un piacere accompagnarti a scuola.
Ah...tranquilla, non ti chiamerò più Seleneur, promesso! Adesso devo andare, buona giornata Sel."-
Dopo averle risposto ero un pò in ansia, mi alzai dal letto e mi diressi in cucina, mia madre era uscita e io dovevo prepararmi per andare da mio padre. I miei si separarono quando avevo 10 mesi, circa, ma fortunatamente hanno mantenuto un ottimo rapporto d'amicizia, lui, in oltre, si risposò con un'altra donna, molto bella devo dire, e insieme hanno avuto due splenditi bambini, Jazmin e Jaxon. Feci colazione, andai in bagno e mi sistemai, dopo di che presi le chiavi della macchina e mi avviai verso casa di papà. Accesi la radio e in quel momento trasmettevano Look at me now di Chris Brawn. Adoravo quella canzone!
Alzai il volume e mi persi fra le note di quest'ultima, per di più, mentre guidavo, osservavo ogni singolo dettaglio del paesaggio, come al solito. Era una giornata di sole perciò ogni tipo di colore risaltava ed era luminescente, gli alberi ormai stavano mutando in colori più tenui e scuri e in fine, notai il cielo, era d'un celestino limpido tanto da sembrare trasparente.
A interrompere il mio  viaggio fra il paesaggio fu una chiamata di Ryan:
**
''Hei Justin, oggi hai da fare?'' disse;
"Si, oggi sono da mio padre. Perchè? Che avevi intenzione di fare?" risposi un po' incuriosito;
"No, niente. Kylie mi aveva chiesto di uscire, non mi andava di stare solo con lei e Selena" disse quasi sbuffando;
"Selena?! C'è anche Selena?" dissi entusiasta, quando Ryan pronunciò quel nome il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, volevo uscire con Selena, volevo vederla;
"Si c'è anche Selena. Perchè? Come mai così tanto interesse? Ti piace eh?" stava cominciando a fare troppe domande, ma d'altro canto lui era il mio migliore amico, così decisi di dirgli almeno una parte del mio 'piccolo segreto';
"Basta fare domande, sai che le odio. Comunque..." dissi cercando fra la mia testa le parole adatte, nel frattempo lui aggiunse "Sai che puoi dirmi tutto" con grandissima serietà;
"Ehm...okay. Allora...sono un pò di giorni che ci vediamo, solo noi due. Stiamo legando molto ultimamente, io per lei sono solo un amico..." mi fermai per poi riprendere "ma...ma lei per me non è solo una semplice amica...insomma..." mi fermai, di nuovo cercando di capire che termini usare per rendere bene l'idea, e poi ripresi "...lei per me è molto di più, cioè, sta diventando molto di più. Sento di cominciar a provare qualcosa nei suoi confronti. Lei mi fa sorridere, amo vederla felice e per di più amo renderla felice." dissi sottolineando, con il tono della voce,  'renderla felice'.
Ryan fece una fragorosa risata, pensavo mi stesse prendendo in giro, invece mi disse  "E bene si.Bieber, il ragazzo di ghiaccio comincia a provare dei sentimenti per la ragazza, altrettanto, di ghiaccio.";
"Ryan...non siamo fatti di ghiaccio." dissi con un tono quasi scocciato, nel frattempo mi parcheggiai proprio di fronte il vialetto di casa di mio padre, Jeremy;
"Ma dai su, lo faccio per scherzare." rispose tranquillamente.
Continuammo a parlare fino a quando arrivai davanti la porta, dopo di che gli dissi che gli avrei fatto sapere se il pomeriggio potevo andare o no.
Suonai il campanello e mi venne ad aprire papà che con un caloroso abbraccio mi accolse in casa. Appena entrai notai che sopra il camino c'era una grande cornice con dentro un centinaio di foto, tra le tante ce ne erano alcune mie.
"Da quanto quella cornice è lì?" dissi aggrottando la fronte indicando, girandomi verso mio padre, la cornice;
"Circa una settimana." disse alzando la testa per poi continuare ad apparecchiare la tavola.
Non avevo ancora salutato i miei fratellini così mi diressi in camera loro e cominciai a stuzzicare un pò il piccolo Jaxon. Era bellissimo, biondissimo con gli occhi color caramello, come i miei.
"Hei Jaxon. Mi dai le tue caramelle?" dissi togliendogli il pacchetto dalle mani;
"No. Le caramelle sono mie. Non le do a nessuno. Ne a mamma, ne a papà, ne a te e ne a Jazmin. Sono solo mie." rispose ripredendosele con forza;
"Che caratterino" aggiunsi prendendolo in braccio facendogli un po' di solletico.
Dopo aver stuzzicato il biondino andai dalla mia piccola principessina Jazzy, aveva i capelli raccolti in due codini e indossava un vestitino rosa confetto che la faceva ancora più coccolosa. La salutai con un bacetto e dopo la chiamata di mio padre, per il pranzo, scendemmo tutti e tre.
Come al solito, mio padre e la sua compagna, mi chiesero dei miei primi giorni di scuola e lì ebbi, come al solito, qualche flashback riguardante il sorriso di Selena e la sua risata. Le cose che amavo di più di lei.
Rimasi lì a raccontare di me, dei miei amici e di lei per un'oretta buona e fra un boccone e l'altro finimmo, anche, di pranzare. Ci spostammo, poi, sul divano che si trovava proprio dietro il tavolo e davanti il camino. Si stava benissimo, adoravo il freddo, ma quel calduccio anche non mi dispiaceva. Giocavo con i miei fratelli e parlavo con mio padre contemporaneamente. Ero contentissimo e me lo si poteva leggere benissimo negli occhi.
 
SELENA'S POV
 
Come ogni Sabato mi alzai all'ora di pranzo, la prima cosa che feci fu, ovviamente, mangiare.
In tavola c'era solo un piatto con un po' di pasta, un bicchiere, la onnipresente coca-cola, una forchetta, un fazzoletto e un bigliettino di mia mamma con su scritto:
-'Oggi sarò fuori per tutto il giorno con Brian. Se hai bisogno non esitare a scrivermi e se devi uscire ti ho lasciato dei soldi sotto la biscottiera. Baci, mamma.'-
Dopo aver letto il messaggio mi scaraventai sulla pasta, ero affamatissima. Accartocciai, poi, il bigliettino e con un agile lancio lo buttai nel cestino, dall'altra parte del tavolo, appoggiato alla parete dove c'erano i quadri di famiglia. Mentre mangiavo li osservai uno ad uno, c'erano delle  foto di quando ero piccola, molti ricordi attraversarono la mia mente, in quel momento.
Puntai, poi, lo sguardo su un quadretto con una cornice a specchio, davvero molto bella. In esso c'era una foto mia e di mio padre che mi fece tornare in mente il mio sesto compleanno, l'ultimo passato con tutta la famiglia al completo. La nostalgia cominciò a salire, posai la forchetta e riempii il bicchiere d'acqua. Avevo bisogno di bere perchè mi si formò un nodo in gola e facevo fatica anche a mangiare. Troppi ricordi e troppe emozioni tutte insieme.
Dopo di che spostai l'attenzione verso il braccialetto che, il giorno prima, mio padre mi aveva regalato. Continuavo a ripetermi fra me e me quanto fosse bello, continuavo ad osservarlo nei minimi dettagli, in più avevo costantemente qualche flashback di quel lontano sesto compleanno.
L'atmosfera era bellissima, tutti che ridevano e scherzavano...ora non era più così, ora era tutto diverso, ora, la famiglia, non era più una vera e propria famiglia. Questo miscuglio di ricordi e pensieri mi turbavano molto, avevo bisogno di rilassarmi. Andai in cucina e posai il piatto sporco nel lavandino, insieme alla forchetta e al bicchiere, rimisi la bottiglia d'acqua nel grande frigorifero bianco ricoperto di adesivi e calamite e poi me ne tornai in camera.
Come ho detto avevo bisogno di rilassarmi e quale posto migliore del bagno?
Aprii l'acqua tiepida per riempire la vasca, spensi la luce in modo da far illuminare la stanza dai leggeri raggi di sole che trapassavano dalla finestra, socchiusa. Presi la mia piccola cassa, la collegai al telefono e misi subito un po' di musica soft, nel mentre mi spogliai e mi immersi nel mondo del relax, o almeno così lo chiamavo io.
Presi il telefono e lessi le ultime notizie, fra i miei messaggi però ce n'era uno di Justin.
Mi agitai leggermente prima di aprirlo, le mani mi tremavano anche, ma dopo aver letto cosa aveva risposto sorrisi e tornai, nuovamente, a rilassarmi.
Quando mi trovavo nella vasca, i miei pensieri, insieme ai miei ricordi, era come se si spegnessero. La mia mente era libera e il più delle volte mi addormentavo, infatti dopo neanche cinque minuti crollai.
Restai a bagno per un'oretta, poi mi chiamò Kylie.
"Selena!" disse euforica;
"Kylie" dissi mettendo il vivavoce mentre uscivo dalla vasca;
"Allora alle quattro ti passo a prendere" continuò sempre euforica;
"Ehm...dove si va?" chiesi avvolgendomi in un morbido asciugamano ocra che riprendeva le pareti del bagno beige;
"Andiamo al parco, ci andiamo a fare una passeggiata." rispose;
"Oh bene. Andiamo solo noi due?" chiesi cominciando a pettinare i capelli;
"Ehm..." rispose come se volesse nascondermi qualcosa e io cominciai ad insospettirmi.
Dopo una pausa continuò "..no, non siamo sole. Ho sentito Ryan poco fa e..." fece una pausa e poi riprese "...ci sono anche lui e Justin.".
Justin. Ci sarebbe stato anche Justin. Il cuore cominciò a battere fortissimo e le mie gambe a tremare. Avevo il respiro un po' affannato così mi sciacquai il viso, era assurdo come Justin mi rendeva ansiosa, non mi era mai capitato prima d'ora, con nessuno e neanche quando, tempo fa, avevo una cotta per lui. Questo fu la conferma del fatto che i sentimenti nei suoi confronti stavano crescendo sempre di più, a livello sproporzionato.
"Okay. Va benissimo." dissi dopo essermi calmata, diciamo.
Salutai Kylie e mi diressi in camera, mi distesi sul letto e, ancora con l'asciugamano, fissai il soffitto. Per scaricare l'ansia cominciai a fissare il lampadario e cominciai ad osservarlo nei minimi particolari, era piccolo, ma faceva tanta luce perchè c'erano tre lampadine messe a triangolo, esse erano collegate fra loro da dei tubi bordò che riprendevano le scritte che avevo sul muro, dal lampadario, infatti, passai ad osservare quest'ultime. Erano citazioni di scrittori famosi, che io adoravo da morire, oppure frasi di canzoni dei Green Day o di Ed Sheeran.
Mentre ero presa ad osservare le scritte un brivido di freddo mi attraversò la schiena, così mi cominciai a vestire per l'uscita. Scelsi i vestiti con cura e devo dire che restai molto soddisfatta del risultato.
Misi la maglia dei Nirvana, con dei pantaloncini a vita alta coperti dalla maglietta, le calze a rete, le parigine nere e le creepers, anch'esse nere. Amavo quell'outfit ed ero molto entusiasta per l'uscita.
Anche se ormai, a mal in cuore, mi ero convinta che io e Justin dovevamo rimanere solo amici ero felicissima di vederlo, le farfalle che avevo nello stomaco era impossibile fermarle e d'altro canto anche il mio cuore non smetteva di battere in maniera sovrumana.
Tra una cosa e l'altra le ore passarono velocemente e con Kylie ci dirigemmo al bar vicino l'accademia.
Durante il tragitto, ovviamente, ascoltammo un pò di musica, ma le raccontai anche di Justin.
"Sai Kylie, io penso che Justin sia un grande amico, mi trovo benissimo con lui,mi fa stare bene.Quando sto con lui mi dimentico del mondo esterno, per me ci siamo solo noi due." le dissi giocherellando con la cinta dell'auto;
"Bhè sono cose bellissime queste, perchè sembri triste?" disse con tono materno;
"Kylie...io e lui...dobbiamo rimanere solo amici. Lui non prova nulla per me. Non voglio rovinare l'amicizia e il rapporto che si sta creando fra noi. Voglio distrarmi e pensare ad altro..." risposi spostando lo sguardo fuori dal finestrino.
Kylie mi mise una mano sulla gamba e aggiunse "E' un'ottima idea quella di rimanere amici, ma tu non potrai soffocare i tuoi sentimenti per sempre. Però se vuoi fare così io ti appoggio, come lo farò sempre, sappilo." disse, io risposi semplicemente guardandola negli occhi e sorridendo.
Aveva ragione, non avrei mai sopportato il fatto di negare i miei sentimenti. Non ce l'avrei mai fatta, ma dovevo essere ottimista e nella mia testa continuavo a ripetermi che dovevamo essere solo amici e che questo non avrebbe portato gravi problemi.
"Allora, visto che ti vuoi distrarre da Justin posso parlarti di un mio amico?" mi chiese con il suo bellissimo sorrisetto;
"Va bene " dissi scoppiando in una fragorosa risata;
"Allora...Si chiama Anton, ha 22 anni ed è tedesco, ma vive in America da quando è piccolo. Anche lui è un'artista, è un ottimo dj e il suo nome d'arte è Zedd. Non è molto alto, ha i capelli marroni come gli occhi e ha un po' di affascinante barbetta. E' molto carino nei modi ed è dolce. Ti piacerà sicuramente, magari non ti farà provare lo forti emozioni che ti fa provare Justin, ma fidati è un'ottima distrazione." disse facendomi l'occhiolino e io scoppiai a ridere.
Descritto così non mi incuriosiva molto, ma volevo provare a conoscerlo, magari sarebbe scoppiata la scintilla, io mi sarei dimenticata di Justin e saremmo rimasti solo grandi amici e...no ok, stavo cominciando a dare i numeri così cercai di tenere a bada la mia fantasia, che già in precedenza mi aveva causato qualche problemino.
Arrivammo al bar e seduti ad aspettarci c'erano Justin e Ryan. Quando lo vidi sentii che passo passo diventavo sempre più rossa. Ero agitatissima e quando mi sedetti, di fronte a lui, mi tremavano leggermente le mani. Per fortuna, il più delle volte, riuscivo a mascherare i miei sentimenti e, infatti, dopo esserci salutati riuscii a rendere l'idea d'essere serena e tranquilla.
"Uhm...Justin, scusami per prima se non ho risposto al tuo messaggio." gli dissi sorridendo;
"Tranquilla Gomez" rispose con un occhiolino.
Cavolo mi aveva fatto l'occhiolino, dentro di me cominciarono a scoppiare i fuochi d'artificio, ma non dovevo lasciarmi andare, dovevo rimanere serena e tranquilla.
Eravamo seduti sotto un gazebo, sulle asticelle che sorreggevano il tendone c'erano delle roselline rosse che si trovavano anche sui vari tavolini.
Parlammo del più e del meno per qualche oretta, ridevamo, scherzavamo e ogni volta che Justin mi rivolgeva la parola o sorrideva una scarica elettrica attraversava il mio corpo.
Dopo essere stati al bar, ci alzammo e andammo al parco a fare una passeggiata. Mentre camminavamo Ryan e Kylie si allontanarono per prendere le sigarette. Bene...rimanemmo solo io e Justin.
"Che mi dici, Gomez?" mi chiese dirigendosi verso la panchina passandosi una mano fra i capelli;
"Niente di che..." risposi seguendolo;
"E quel braccialetto?" continuò guardandomi sorridendo;
"Ah, questo me lo ha regalato mio padre, me lo ha mandato ieri pomeriggio. E' un porta fortuna." risposi abbassando leggermente lo sguardo per distoglierlo dal suo che mi toglieva letteralmente il fiato;
"E' bellissimo." disse passando un dito lungo il contorno della 'S';
"Si, davvero molto bello. Adoro le cose così semplici." dissi sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mantenendo sempre lo sguardo basso;
"Anche io le trovo affascinanti. Non amo le cose troppo sfarzose." wow...ci somigliavamo come due gocce d'acqua. Avevamo gli stessi gusti e la pensavamo allo stesso modo su molte cose.
Kylie e Ryan però ci interruppero. Mentre i due fumavano io cercavo di continuare la conversazione con Justin, ma appena mi decidevo ad aprire bocca c'era qualcun'altro che mi precedeva. Alla fine me ne feci una ragione e mi rassegnai anche se un po' mi scocciava.
Dopo un'altra oretta di chiacchiere a Ryan venne la bella idea di fare una cena, programmata per il giorno dopo.
Aveva già organizzato tutto e, grazie alle amicizie di suo padre, prenotò anche il ristorante, aveva fatto tutto lui in meno di cinque minuti. Luke, Michael, Shay, Kendall e Taylor erano già stati avvisati. Era tutto pronto. Rimasi a bocca aperta, ma in fin dei conti era una delle doti, che ammiravo, di Ryan: era sempre super organizzato e appena gli si chiedeva qualcosa lui la faceva. 
Si erano fatte le sette e decidemmo di tornare a casa.
"A domani." disse Kylie ai ragazzi;
"A domani Jenner" risposero in coro.
Adoravo quando la chiamavano per cognome, non so perchè, ma mi piaceva...
Quando mi avvicinai per salutare Justin, lui mi mise un braccio intorno alla vita e mi abbracciò. Rimasi senza fiato, stavo per svenire e la mia testa cominciò a girare. Stavo perdendo i sensi.Inizialmente mi strinsi a lui, ma piano piano allentavo la presa. Avevo la testa poggiata alla sua spalla e potevo sentire il suo odore, anzi il suo profumo. Era delizioso, non saprei descriverlo, ma era qualcosa di davvero buono. Ero talmente su di giri che sarei potuta cadere a terra da un momento all'altro. Il respiro si fece affannoso e le mie gambe sembravano mollicce. Stavo per svenire, ma mi sembrava di stare in paradiso.
Quando sciolse l'abbraccio mi diede un bacio sulla guancia e con la sua voce profonda mi salutò. Il cuore batteva fortissimo e un milione di farfalle spiccarono il volo nel mio stomaco ed ero bordò in viso. Ok...avevo appena rischiato di 'morire' fra le braccia del ragazzo che...amo.
Quando arrivai a casa mi distesi sul letto a fissare, nuovamente, il soffitto.Poi spostai la mia attenzione sul braccialetto e tracciai la 'S' come aveva fatto Justin nel parco, ripensai all'abbraccio e di conseguenza sentii un brivido lungo la schiena. Avevo la testa piena di pensieri, alcuni mi rendevano felice e altri, come al solito, mi turbavano. Tutti riguardavano,poi,la solita persona: Justin.
 
HELLO!
Allora,volevo solo dirvi che vi adoro,grazie per le critiche e grazie per i complimenti,continuate a recensire perchè mi aiutate un sacco.
Sono qui con un nuovo capitolo che spero vi sia piaciuto eheh
Vi regalo anche una gif Jelena così vi faccio morire.....
 

COMUNQUE grazie ancora davvero.
P.S-la storia inizialmente può sembrare già sentita,ma fidatevi non è così.Andando avanti,di capitolo in capitolo,capirete e tante sorpresone(non solo riguardanti i Jelena) vi aspetteranno.Non vi spoilero nulla,ma fidatevi di me,per favore. c: 
Detto questo vi amo,alla prossima.BYE!!


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** You. ***









SELENA'S POV

Mi svegliai molto presto quella mattina. Era domenica e non era da me alzarmi da letto prima delle 10, mi lavai e mi vestii molto velocemente poi scesi in salotto e lì trovai mia madre seduta a tavola che faceva colazione.
"Buongiorno mamma" le dissi dandole un bacio sulla guancia;
"Buongiorno tesoro" rispose sorridendo, amavo il suo sorriso. Era così dolce e sincero.
"Mi potresti prestare la macchina? Mi piacerebbe andare al laghetto, ho bisogno di un po' di pace per pensare." le chiesi gentilmente.
Generalmente non guidavo quasi mai, non mi piaceva e a dir la verità mi metteva ansia stare alla guida, ma nel momento del bisogno, quando volevo andare al laghetto per isolarmi un po', prendevo l'auto senza problemi...
"Certo." rispose per poi mangiare i suoi cereali.
La salutai di nuovo e mi diressi in macchina. Accesi il motore,la radio e partii.
Mi diressi verso il laghetto. Ormai tutti si erano dimenticati di quest'ultimo per via del grande parco,inaugurato quattro anni fa. Anch'esso era bello, ma il laghetto lo era di più. Mille volte meglio, direi!
Per arrivare al bacino d'acqua limpida e gelida bisognava attraversare un vialetto contornato da alberi. Essi erano maestosi, poi d'autunno, quando le loro foglie diventavano rosse fuoco, erano ancora più belli. Ai piedi di essi c'erano sempre dei cespuglietti pieni di bacche rosso sangue e al di sotto dei cespugli tanti fiorellini di campo che s'irradiavano di una bellezza immane sotto la luce del sole. Sembrava di stare in un bosco incantato e a  rendere l'atmosfera ancora più fatata era il canto degli uccellini che volavano da un'albero all'altro. Dopo il vialetto c'era una distesa d'erba verde smeraldo illuminata dai giallissimi raggi di sole, piena, anch'essa, di fiorellini di campo che variavano di colore in colore. Andavano dal bianco al lilla, colori molto chiari e belli da vedere.
Poi c'era il laghetto, la parte più bella. Non era molto grande e d'estate potevi farci anche il bagno. L'acqua era limpida e il più delle volte c'erano delle paperelle che ci nuotavano dentro.
Ripeto, sembrava di stare in un posto fatato ed era così rilassante...
Quando arrivai, dopo mezz'ora di macchina, presi la coperta di plaid che mamma teneva nel porta bagagli e la stesi sulla morbida erba verde per poi sedermici sopra. Portai con me, in oltre, un diario. Su di esso ci disegnavo, ci facevo scarabocchi, ci scrivevo tutto ciò che mi passava per la testa.
Stavo sdraiata sulla coperta a fissare il cielo, era così limpido e l'aria, poi, era fresca e pulita. Facevo respiri profondi per cercare di rilassarmi, ma continuavo ad essere presa dalla mia vita, apparentemente tutta rose e fiori.
Non la odiavo, pensavo solo che fosse troppo difficile da vivere e io non riuscivo a sopportare tutta quella negatività, diciamo. Presi così il mio diario, sulla copertina c'era scritto in grande 'Selena' e sotto, tempo fa, ci attaccai vari adesivi che comprendevano cuoricini neri o rossi, roselline, 'X', scritte varie...poi sulla prima pagina invece scrissi in nero e in grande la parola 'FUCK', la scrissi in un momento di rabbia, infatti anche la scrittura era disordinata e si poteva notare benissimo che avevo calcato moltissimo con la penna.
Sfogliai tutte la pagine per arrivare ad una pulita dove disegnai una nuvoletta e ripassai più volte, in modo disordinato, i bordi. In essa ci scrissi tre nomi: 'Ricardo' mio padre, 'Justin' il ragazzo che rischiava di farmi morire con un semplice abbraccio e 'Mandy' mia mamma.
Scrissi questi tre nomi perchè appartenevano alle persone alla quale pensavo più spesso, vari pensieri su di essi mi rendevano felice, come le uscite con Justin o come i ricordi del mio sesto compleanno, ma altri mi rattristavano, come il fatto che con Justin potevo esserci solo amica e che la mia famiglia, ormai, si era separata...
Dopo aver fatto qualche scarabocchio qua e là chiusi il diario e mi sdraiai nuovamente per poi distendere una mano sull'erba e muoverla su e giù fra i vari filetti verdi smeraldo. Mentre giocherellavo con il prato girai lo sguardo sul mio braccialetto. Era così dannatamente bello e prezioso, in esso c'erano racchiusi una miriadi di ricordi. La mia mente vagava fra ricordi, pensieri e ragionamenti vari.
Avevo nostalgia di mio padre e vari flashback di lui m'apparivano ogni tanto. Mi mancava guardare la tv tutti e tre insieme rannicchiati sul divano, mi mancava fare le passeggiate con la mia famiglia, mi mancava il bacio della buona notte che mio padre ogni sera mi dava, mi mancava 'giocare a carte' con lui, mi mancavano i baci e gli abbracci fra mamma Mandy e papà Ricardo. Mi mancava la mia famiglia unita...
Mi si formò un nodo in gola e varie lacrime rigarono le mie guance. Non amavo piangere, ma in quel momento avevo bisogno di sfogarmi.
Mi misi seduta e portai le ginocchia al petto dopo di che poggiai la fronte su di esse e chiusi gli occhi. Mi concentrai sul canto degli uccellini e ciò mi rilassò moltissimo.
Dopo qualche minuto però tornai a vagare fra i miei pensieri, ma adesso al centro di tutto c'era Justin.
'Dobbiamo essere solo amici, penso sia la cosa migliore. Non voglio rovinare l'amicizia che c'è fra noi due, ci stiamo creando un bel legame e non voglio rovinare tutto. Se io gli dicessi cosa provo e lui, ovviamente, non ricambia potrebbe allontanarsi e così perderei anche la sua amicizia...Fa male, fa tanto male, ma devo riuscire a dimenticarmelo, devo riuscire a far svanire i miei sentimenti nei suoi confronti cercando di distrarmi con altro o con altri. Potrei passare del tempo nello studio di registrazione dell'accademia, potrei trovare uno sport da fare nel pomeriggio, potrei conoscere quel Zedd di cui mi ha parlato Kylie, magari potrebbe interessarmi e magari potrebbe farmi dimenticare di Justin...' dissi a bassa voce tra me e me, sempre con la testa poggiata sulle ginocchia.
Mi sdraiai nuovamente e chiusi gli occhi, feci vari respiri profondi e mi massaggiai le tempie molto delicatamente. Ascoltavo il canto degli uccellini e il rumore del vento. Rimasi così per un quarto d'ora abbondante dopo di che decisi di tornare a casa.
Salii in macchina e scrissi a Kylie:
"Sono curiosa...voglio conoscere quel famoso Zedd." mi sembravo stupida. Probabilmente mi stavo solo illudendo del fatto che lui avrebbe potuto farmi dimenticare Justin...
Dopo un'altra mezz'ora di viaggio arrivai a casa e parcheggiai l'auto in garage. Spensi il motore  mi diressi verso il giardino.
Avevo un certo languorino e dato che si era fatta già l'ora di pranzo mamma mi fece trovare un bel cestino di pollo e patatine fritte. Il mio cibo preferito!
1, 2, 3, 4, 5...alette di pollo. Ne stavo mangiando davvero  molte e, fra una chiacchiera e l'altra con mia madre, a volte puntavo lo sguardo su le vecchie foto di famiglia.
Dopo aver finito di mangiare salii in camera insieme a mia madre e cominciammo a parlare di ciò che mi turbava, non di Justin, ma della nostalgia che ogni tanto avevo ripensando ai bei momenti passati insieme a mio padre.

JUSTIN'S POV

Quella mattina mi ero svegliato davvero molto tardi, a pranzo c'erano i miei nonni e così stetti con loro a parlare delle vacanze estive.
Loro erano canadesi, anche io sono nato in Canada ma sono cresciuto in California. Venivano da Stratford, un piccolo paesino, non che la mia città Natale. Era piccolo, ma molto bello. D'estate era bellissimo andarci, era un bel posto. Un posto molto rilassante e pieno di natura. La nostra casa si trovava  davanti un campetto di basket, intorno ad esso c'erano vari cespugli e piantagioni varie e poi, le donne del vialetto in cui si trovava, ci avevano messo vari vasi con diversi fiori che avevano colori accesi e vivaci, era davvero molto bello esteticamente.
La nostra abitazione, invece, era circondata da una siepe che un giardiniere, pagato dal comune, sistemava ogni due mesi. In più nel nostro bel giardinetto c'erano vari fiorellini qua e la che rendevano il tutto molto grazioso.
A Stratford le case non erano ville singole come qui a Los Angeles o divise in quartieri, ma erano poste una dopo l'altra, tutte con la stessa impostazione: casa, giardinetto e garage.
Ogni estate, quando ero piccolo, di sabato pomeriggio, quando andavamo in Canada era  tradizione andare a teatro tutti insieme: io, mamma, nonno e nonna.
I miei nonni per me ci sono sempre stati e infatti, oltre a portarmi a teatro a vedere spettacoli cominci, mi portavano anche sulla pista di hockey perchè io amavo e amo tutt'ora quel magnifico sport. Era sempre un piacere andare lì, mi sentivo a casa...
Si fecero le tre di pomeriggio e, dopo che i miei nonni andarono a fare il riposo pomeridiano, salii in camera per farmi una doccia.
Mentre ero sotto il getto d'acqua bollente mi venne in mente la cena che si sarebbe svolta quella sera così mi sbrigai e uscii ad asciugarmi.
Fonai i miei capelli e nel mentre scrissi a Ryan:
-"Oggi c'è la cena.Non vedo l'ora di vedere Selena."-
Sistemai i miei capelli, misi un pò di deodorante e mi vestii. Ero impaziente, volevo che arrivassero subito le sette di sera, volevo rivederla, volevo riabbracciarla come avevo fatto il giorno prima, volevo vedere il suo sorriso e volevo sfidare me stesso a resistere ai suoi occhi profondi e dolci.
Cominciai a camminare avanti e indietro per la mia cameretta, poi mi misi sul letto e allacciai, nervosamente, il mio orologio. Mentre guardavo l'orario mi rispose Ryan:
-"Allora oggi fai la grande mossa?"-
Lessi il messaggio e ci riflettei un po' sopra...non avevo intenzione di fare nessuna mossa. Volevo mantenere la nostra splendida amicizia ben salda, se lei non avesse ricambiato i miei stessi sentimenti tutto sarebbe potuto andare a farsi fottere...
-"No Ryan. Rimaniamo amici è la cosa migliore."- risposi.
Poi mi venne una delle mie fantastiche idee.
Corsi in salone e presi le chiavi della macchina che erano in un cofanetto di legno e salii in macchina, volevo andare da Selena, solo che ero un po' in ansia. Non sapevo se era in casa, non sapevo se l'avrei trovata, non sapevo nulla e non l'avevo avvertita, passai così tutto il tempo, in auto, ad incrociare le dita e a sperare di passare un pomeriggio da favola solo soletto con lei, da amici ovviamente.
Arrivai di fronte casa sua, ma prima di scendere dall'auto feci ben due respiri profondi, poi presi coraggio e andai a suonare il campanello...
Il cuore mi batteva fortissimo e cominciai anche, leggermente, a sudare. Prima che aprissero la porta feci altri respiri profondi e poi...
Era bellissima, quando la vidi in me scoppiarono migliaia di fuochi d'artificio, i miei occhi s'illuminarono di gioia e un gigantesco sorriso si espanse sul mio viso.
Ero felicissimo e anche lei lo era, o almeno penso. Sorrideva e il suo sorriso era ciò che illuminava i miei occhi, ciò che fece battere il mio cuore e ciò che mi fece sorridere.
"Ciao Justin, entra pure." disse invitandomi ad entrare;
"Ciao Gomez, grazie" risposi fissandola negli occhi;
"Come mai sei qui?" disse toccandosi l'orecchino di svarowski nero;
"Non avevo nulla da fare e volevo passare un pò di tempo con te." ammisi abbassando lo sguardo sorridendo.
Vidi con la coda dell'occhio che sorrideva e ciò mi sollevò, insomma le faceva piacere e si vedeva che quello era un sorriso spontaneo.
"Menomale. Mi hai salvato dalla noia." disse ridendo, lei rideva e io morivo. Era troppo per il mio cuore!
"Sei pronta per sta sera?" dissi passandomi una mano fra i biondi capelli;
"Oh si. Tu?" disse andando verso le scale;
"..si." risposi seguendola.
Nel frattempo venne la mamma  a salutarmi, era davvero molto bella...proprio come la figlia.
Dopo aver scambiato un saluto con Mandy, Selena m'invitò nella sua camera.
Era bellissima, meglio della mia. Sul muro c'erano citazioni scritte in stampatello bordò, alla sinistra dell'entrata c'era un armadio bianco e gigante e di fronte ad esso, poggiato alla parete di fondo, il letto, matrimoniale, con tanti cuscini sopra, alcuni semplici con qualche ricamo bianco e rosso che riprendevano le pareti, altri tutti rosso sangue, alla sua sinistra un comodino, bianco come l'armadio, con la sveglia e qualche cornice poggiate sopra, alla destra del letto c'era  un'enorme porta-finestre che dava sul giardino e da lì si poteva intravedere un dondolo con dei cuscini colorati, alla sinistra della finestra e di fronte al letto una libreria piena di libri e cd, un termosifone e una scrivania disordinata, più o meno come la mia. Mi ero innamorato della sua cameretta e dei colori freddi-caldi mescolati insieme. In oltre, in camera aveva anche il bagno.
"Wow, è davvero bella la tua camera." dissi guardandomi intorno;
"Niente di che" rispose sorridendo, abbassando lo sguardo e sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio;
"Davvero niente male...la adoro" continuai e lei scoppiò in una dolce risata.
"Allora che mi dici?" disse sedendosi sul letto facendomi cenno di mettermi vicino a lei;
"Niente di che. Tu invece? Che hai da raccontarmi?" le chiesi mettendomi seduto accanto a lei osservando i suoi dolci lineamenti;
"Uhm...fammi pensare...non lo so" rispose perdendosi fra i suoi pensieri.
Sorrisi e non risposi, ero troppo preso dalle sue  labbra rosa, dalla sua pelle luminosa, dai suoi capelli così morbidi solo alla vista...
Inizialmente non ci fu una grande conversazione poi uscimmo nel giardinetto e andammo sul dondolo che s'intravedeva dalla finestra della camera. Era una bella giornata, poi stare all'aria aperta, in pace con Selena rendeva il tutto magico e divino.
"Lo sai che adoro i tuoi tatuaggi?!" disse lei ridendo;
"Ma grazie" risposi gioioso;
"Ho intenzione di farne un altro anche io..." disse guardando il braccialetto che le aveva regalato il papà;
"Un altro?Ti giuro, non ho mai visto i tuoi tatuaggi. Non sapevo nulla" dissi sorpreso;
lei rise e poi rispose "Li ho fatti in punti nascosti. Guarda questo..." si fermò e si raccolse i capelli per mostrarmi il suo collo, aveva tatuato l'anno di nascita della sua mamma in numeri romani, come avevo fatto io sul petto..
"Che bello, anche io ho la data di nascita di mia madre, in numeri romani, tatuata sul petto. Solo che l'ho voluta scrivere in modo diverso, in modo molto strano...lo so sono idiota" dissi scoppiando a ridere;
"Davvero?!" rispose ridendo anche lei, poi continuò "...Comunque ho anche questo sul polso, è molto piccolo..." abbassò lo sguardo e sotto il suo braccialetto c'era una nota musicale che io non avevo mai notato e mi sentivo un pò stupido per questo.
"Ne hai altri?" chiesi passando un dito sul l'ultimo tattoo che mi aveva mostrato;
"Si, ma quelli non posso farteli vedere...sono in posti..bhè...ecco...uno è dietro la schiena e uno sulla coscia." disse sorridendo e arrossì;
"Ah okay" sorrisi.
Le chiesi in fine quale tatuaggio voleva farsi e lei mi rispose:
"Voglio farne uno in onore di mio padre.";
"Come mai?" chiesi curioso;
"Sai...i miei si sono separati quando io avevo sei anni. Mio padre vive in Messico e lo vedo solo due mesi all'anno, d'estate. A volte ho nostalgia di lui e l'unica cosa che ho è il suo braccialetto..." disse fermandosi ricalcando con il dito la sagoma delle lettere del bracciale, poi continuò "...Questo potrei perderlo e ci starei malissimo, potrei romperlo e ci starei ugualmente malissimo...invece un tatuaggio ce l'ho a vita con me." rispose forzando un sorrisetto, nei suoi occhi si poteva percepire, però, tutta la tristezza che provava così cercai di consolarla e da buon amico le raccontai anche la mia di storia.
"Mi dispiace davvero molto per la separazione dei tuoi, ma posso capirti...I miei si sono separati quando avevo solo 10 mesi. Poi mio padre si è sposato con un'altra donna e ha fatto due bellissimi bimbi, Jaxon e Jazmin. Io ora vivo con mia madre, l'unica cosa di cui posso essere contento è che sono rimasti in buoni rapporti." le dissi intrecciando le dita delle mie mani fra loro;
"Mi dispiace anche a me per te" disse alzando lo sguardo.
Passammo tutto il pomeriggio a parlare della nostra infanzia, poi lei mi raccontò delle sue vacanze in Messico e io delle mie vacanze in Canada.
Più ci passavo del tempo insieme più scoprivo di averci molte cose in comune.
Erano ormai le sette e avevamo, entrambe, solo un'ora per prepararci per la cena così tornai a casa.
Ci misi quaranta minuti ad arrivare,a causa del traffico, ma appena entrai in camera mi cambiai velocemente e scrissi a Ryan che lo sarei passato a prendere. In tanto ero su di giri per la serata che avrei passato con i miei migliori amici e con Selena.
Avevo solo venti minuti per prepararmi così misi su una camicia nera e dei jeans con il cavallo basso, altrettanto neri, insomma un look semplice ed efficace. Mi sistemai un pò e tornai in macchina e mi diressi verso casa di Ryan.
Arrivai in un batti baleno e dopo averlo caricato in macchina andammo al ristorante.
Durante il viaggio...
"Ma oggi pomeriggio che hai fatto che non mi hai risposto?" chiese accendendo la radio;
"Perchè mi hai chiamato?" risposi confuso fissando la strada;
"Oh si amico, ben due volte." disse.
"Giuro che non ho sentito il telefono, ma non ho neanche visto le chiamate perse." risposi girandomi verso di lui;
"Va bene fratello." rispose sorridendo per poi continuare "..Ma comunque, cosa stavi facendo?" rise;
"Secondo te?" dissi con il sorriso sotto i baffi;
"Ehm...fammi pensare...sei stato da Selena!" esclamò convinto della risposta;
"Perchè ne sei così sicuro?" chiesi dopo qualche secondo di silenzio;
"Guardati amico. Stai sorridendo come non hai mai fatto e sprizzi gioia da tutte le parti. Insomma mi pare ovvio, nessuno ti fa star bene tanto quanto Selena, ultimamente." rispose;
"Bhè, si. Sono stato da Selena. Sai...abbiamo un sacco di cose in comune e mi piace stare con lei" risposi passandomi una mano fra i capelli e poi continuai "ma insomma questo già lo sai." e sorrisi;
"Justin, dille quello che provi e vedrai che lei ricambierà." disse cercando d'incoraggiarmi.
"No, sul serio Ryan. Preferisco un'amicizia duratura e sincera. Ripeto, non voglio rovinare tutto." ripetei fissando il mio sguardo,ghiacciato,sulla strada.
Chiudemmo lì il discorso e dopo un quarto d'ora arrivammo.
"Ecco Ryan e Bieber" sentii in lontananza.
Scesi dalla macchina e mi diressi all'entrata, lì c'erano Michael, Kendall, Luke, Shay, Hailey e Taylor.
Salutai tutti e insieme ci dirigemmo al tavolo, si trovava ad un angolo del ristorante, la parete era in stile veneziano color grigio, quasi ghiaccio, e aveva delle lanterne rosse che rendevano l'atmosfera calda e molto piacevole.
Mi sedetti tra Ryan e Michael e di fronte a me c'erano due posti liberi...non ci misi molto a collegare il fatto che lì ci si sarebbe messa Selena.
Ero su di giri e in ansia, allo stesso tempo. Cominciai a picchiettare le dita della mano destra sul tavolo, ma, dal viso, non lasciavo trapassare alcun tipo di emozione. Come al solito, però, Ryan mi capì e mi diede una leggera gomitata.
"Justin, non puoi capire. Oggi pomeriggio sono stato da Kendall."  era contentissimo glielo si poteva leggere negli occhi;
"Raccontami tutto" sorrisi cercando di farmi passare l'ansia;
"Allora, sono andato da lei..." e mentre cominciava il discorso entrò la luce dei miei occhi.
Era bellissima, la fissai, lasciando il viso inespressivo. Stavo morendo dentro.
I suoi occhi erano così magnetici che quando si voltò per salutarmi mi perforò e mi sciolse così sorrisi e ricambiai il saluto.
Era dannatamente sexy, la osservai nei minimi dettaglio, ma,comunque, la parte che preferivo di lei era il suo dolce e candido viso.
Si sedette di fronte a me e per dieci interminabili secondi ci fissammo sorridendo. Era tutto così perfetto. 
"Selena, Kylie che avete fatto oggi pomeriggio?" chiese Michael guardandole per poi fare l'occhiolino a Kendall;
"Io sono uscita con mia madre a fare compre" disse Kylie sistemando la giacca sullo schienale della sedia.
Poi Selena mi guardò e sorridendo disse "io...ho passato il pomeriggio con un amico." portandosi un boccolo color cioccolato dietro l'orecchio.
Cominciammo a cenare e, nel gergo adolescenziale, a cazzeggiare.
"Non ti ho mai visto con un vestito colorato." mi rivolsi a Selena ridendo,aveva un vestito rosso fuoco e, davvero, non l'avevo mai vista così bella e brillante;
"C'è una prima volta per tutto." rispose con il suo solito sorrisetto raggiante;
"Giusto" risposi giocherellando con la forchetta;
"E tu invece con questa camicia nera?" disse con lo sguardo basso verso le patatine;
"Ho voluto cambiare, come hai detto tu c'è una prima volta per tutto" risposi ridendo.
Quella sera avevamo bevuto un po', infatti verso le nove eravamo già tutti leggermente brilli e lì, Michael e Kendall, si baciarono.
Erano seduti alla mia sinistra, Kendall con le gambe sopra quelle di Michael e in più avevano le mani intrecciate fra loro. Sembrava che stessero insieme da parecchio, invece no e noi non sapevamo nulla. Forse Michael aveva giocato il mio stesso gioco? Bhè in quel caso era fortunato perchè la sua lei ricambiava...
Dopo un attimo di shock l'alcool ci ha distratti dalla performance dei due piccioncini, ma a dirla tutta a distrarmi, almeno a me, fu Selena.
"Gomez, allora ti stai divertendo?" dissi cercando di tener testa ai suoi occhi dannati;
"Oh si Bieber." rispose sfoggiando il suo caloroso sorriso;
"E tu?" continuò;
"Come faccio a non divertirmi Gomez?!" risposi sorseggiando l'ultimo bicchiere.
Passarono svariate ore e alle undici e mezza ci alzammo tutti da tavolo. Ad un certo punto mi venne addosso Hailey.
"Ehi, che hai?" le dissi sorreggendola mettendole un braccio intorno la vita;
"Oh niente. Lascia stare. Ci andiamo a fare qualche bicchierino in più al locale all'angolo?" disse passandomi una mano fra i capelli;
"Hailey, se vuoi ti ci accompagno,ma non resto." le risposi dirigendomi verso la macchina sempre tenendola stretta a me.
Salii in macchina, insieme a Ryan e Hailey,ma sentivo d'essermi dimenticato qualcosa e non ci misi molto per capire cosa...
"Kylie, Gomez Aspettate!" dissi accennando una corsa verso l'auto della Jenner;
"Dimenticato qualcosa Bieber?" disse Kylie facendomi l'occhiolino...sinceramente non capii il motivo di quel gesto, ma ero troppo preso da Selena che non ci diedi molto peso;
"Che uomo sarei senza dare la buona notte a due ragazze, bellissime tra l'altro, che sta sera mi hanno tenuto compagnia?" risposi poggiando la mano sul finestrino non del tutto abbassato. In quel momento mi sentii molto stupido ed ero stupido, infatti le due si misero a ridere;
"Ok lo so sono idiota...e un po' ubriaco." dissi ridendo girando lo sguardo verso la mia macchina parcheggiata qualche metro più avanti di quella di Kylie;
"Fatti una bella dormita Bieber." disse in fine Selena sorridendo per poi chiudere il finestrino.
Oh wow, era così bella... 
Quando Kylie partì mi diressi verso la mia auto sorridendo e mi avviai verso il locale per accompagnare Hailey. Arrivammo davanti quel posto, aveva un insegna in neon blu e gialla e postati lì davanti c'erano degli uomini enormi, tatuati, con la birra in mano che si passavano uno spinello.
Ciò non mi turbava, ma rimasi perplesso quando vidi che quei ragazzoni alti 1,90 a testa erano amici di Hailey. Non restai lì un minuto di più e non li degnai di uno sguardo, avevano un aspetto orribile.
"Come mai tutta questa gentilezza nei confronti di Hailey?" disse Ryan con quel sorrisetto che non mi piaceva affatto;
"Ryan, non farti film." dissi duramente;
"Ok scusa fratello" rispose ridendo.
La serata passò velocemente, in auto, al ritorno, ero molto in ansia perchè avendo solo 19 anni ed essendo un po' sbronzo non avrei potuto guidare così quando rientrai a casa, verso mezza notte, feci attenzione a non svegliare mia madre e poi mi andai a fare una doccia per poi coricarmi nel letto.
Restai sveglio fino alle quattro a guardare vari show televisivi comici, continuavo a sorridere e a pensare a quanto fosse bella Selena.
Pensavo al suo bellissimo fisico fasciato da quel vestito rosso sangue che la rendeva una principessa,i capelli raccolti in una coda, gli occhi truccati di nero più del solito e le labbra rosse bordò. Era perfetta, era impeccabile, era divina!


EEEHI.
Eccomi con un nuovo capitolo. c:

Premetto,ancora,che questi sono solo i capitoli iniziale che andranno ad introdurre la vera e propria storia.Perciò essi potrebbero non essere molto originali,ma tranquilli il resto lo sarà.
Come al solito DOVETE dirmi se ci sono errori-di qualsiasi genere- o se ci sono cose che vorreste cambiare/modificare/aggiungere.
-----(non si accettano insulti)-----
Ringrazio,poi,tutte le persone che hanno recensito e anche quelle che stanno seguendo la storia.
Adesso mi resta solo che sperare che la storia vi sia piaciuta,grazie ancora,alla prossima.
Bye. C:











 

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Capitolo 6
*** Just friends ***






JUSTIN'S POV.

*Ero in un bosco. Era tutto buio. Sentivo degli ululati e dei passi provenire da lontano, ma piano piano si avvicinavano sempre di più.  Non vedevo nulla e non sapevo dove andare. Sentii una voce, quasi spiritata, pronunciare il mio nome svariate volte. 'Justin, Justin, Justin, Justin' continuava a ripetere. Anch'essa era lontana, ma pian piano si avvicinava sempre di più. 'Justin, Justin, Justin, Justin' sussurrò. Sentii, poi, una presenza al mio fianco, ma l'unica cosa che vedevo era il nulla. Allungai la mano, ma non sentii niente. Ad un certo punto vidi un puntino bianco in lontananza e, anche se non sapevo dove stessi mettendo i piedi, m'incamminai verso d'esso. Si faceva sempre più lontano e cominciai ad aver paura, dietro di me sentii una forte corrente gelida e d'istinto mi voltai. Il nulla. Passarono svariati minuti, dopo di che, precipitai e lanciai un gemito di dolore. Atterrai in piedi e d'un tratto si accesero delle luci. Mi ritrovai al centro di una stanza, essa era circondata da specchi. Stavo sudando e il mio cuore accelerava sempre di più. Sentii una voce, un'altra voce. 'Justin, uccidila'. Pronunciava quella frase più volte con lo stesso tono, con la stessa frequenza. Mi girai verso il settimo specchio alla mia destra. Con un rossetto rosso c'era scritto 'Justin, uccidila.'. Il mio cuore batteva all'impazzata e la mia testa si stava per frantumare. Dopo di che sentii un urlo di dolore atroce. Mi si strinse il cuore. Istintamente mi girai e...la vidi. Era lì, sdraiata a terra, con il viso coperto di sangue, aveva un vestito nero strappato, era scalza e i suoi boccoli color cioccolato legati in una coda. I suoi occhi erano neri, era pallida. Cominciai a piangere e ad urlare. Non potevo credere che le avevano fatto quel che avevo appena visto. Caddi in ginocchio disperato. Tremando avvicinai una mano alla sua. Era così gelida...dopo di che una voce profonda, ma femminile disse 'Justin, dì ciao alla tua bella Selena.'.*
Mi svegliai di soprassalto. Ero sudatissimo e il cuore mi batteva forte, avevo la gola secca ed ero confuso. Capii che era un brutto sogno solo quando riconobbi la mia stanza.
Guardai l'orario e notai che erano le dieci, presi, poi, il mio telefono e lessi i  messaggi di Ryan.
Era preoccupato per me, pensava fosse successo qualcosa di grave, così gli risposi e poi, immediatamente, scrissi a Selena.
--"Buongiorno, Gomez. Sei ancora viva? haha"-- Nel mio caso quel messaggio poteva significare due cose...1:'Sei viva dopo la sbronza di ieri sera?' 2:'Sei ancora viva o sei stata uccisa da un demone in una stanza piena di specchi?'.
Mi sentii un idiota, ma poi ci risi sopra.
Strofinai gli occhi e mi diressi in cucina, era strano che mia madre non mi avesse detto nulla. Mi chiedevo infatti quale fosse la causa di questa sua buona azione...
"Buongiorno mà" dissi mettendomi seduto;
"Giorno Justin" rispose bevendo il suo caffè;
"Allora, dimmi...un alieno si è intrufolato nella nostra bellissima dimora e ti ha minacciata dicendoti di non svegliarmi per non mandarmi a scuola?" dissi ironicamente;
"Justin." rispose con tono di sufficienza;
"Oh, troppo banale?Allora, vediamo un pò..." ripetei per poi continuare "Sono talmente bello, anche quando dormo, che non hai voluto svegliarmi." dissi con un pizzico di modestia,ma sempre mantenendo un tono ironico;
"Oppure ho un figlio che quando dorme è come se fosse morto. Ti avrò chiamato un miliardo di volte e non ti è suonata neanche la sveglia." rispose con un sorrisetto nervoso;
"Dai mamma, adesso vorresti dirmi che non ti fa piacere avermi in casa tutto per te così puoi coccolarmi quanto vuoi?" dissi dirigendomi verso di lei per abbracciarla da dietro,mettendole le braccia in vita e strofinandole il naso sulla guancia;
"Quanto sei idiota!" e scoppiò in una fragorosa risata.
Adoravo il suo sorriso, era così pieno di lucentezza e mi trasmetteva energia e sicurezza. Lei poi era perfetta, bionda come me, bassa, con gli occhioni che cambiavano colore in base al tempo...
Dopo aver fatto il mammone per un po' andai in salone e mi sdraiai sul divano, poi mi risposero Ryan e Selena ai messaggi:
Selena --"Buongiorno Bieber. Comunque si sono ancora viva haha"--
Ryan --"Sei un idiota"--
Risi ad entrambe i messaggi e accesi la tv, ma non riuscivo a concentrarmi. Pensavo ad altro e quell'altro era Selena...
Lasciai stare i programmi televisivi e corsi a farmi una doccia, ne avevo davvero bisogno, poi mi vestii e dopo essermi preparato incitai mia madre a venire con me in un posto molto tranquillo e carino. Avevo bisogno di parlarle, avevo bisogno di sfogarmi e volevo sapere cosa ne pensasse lei della mia situazione. Volevo dei semplici consigli dalla mia bellissima mamma.
Essendo una donna ci mise molto a prepararsi così dopo un'oretta uscimmo e la portai in un posto davvero molto bello.
Arrivammo e c'era una distesa di fiorellini di campo colorati, c'era un piccolo bar, era una vecchia baia di legno, molto romantica, sparse qua e la, poi, cerano delle panchine e un grande albero, dalle foglie giallastre, dietro la baia.
"Ma che bello qui." disse mia madre guardandosi in torno;
"Ti piace?" dissi mettendole un braccio intorno al collo;
"Davvero molto bello, ma come fai a conoscere questo posto?" chiese curiosa, sorridendo;
"Bhè prima ci venivo con i miei amici e infatti, prima, era molto più popolato, diciamo. Adesso per via del parco non ci viene più nessuno, a parte qualche nerd che viene a studiare e...io." risposi ricambiando il sorriso;
"E tu che ci vieni a fare qui?" chiese, di nuovo, sempre con quel suo magnifico sorriso;
"Andiamo al bar" le dissi mantenendo il sorrisetto saltando la domanda. Lei mi conosceva e sapeva che non volevo scendere nei dettagli così mi lasciò stare.
"Cosa prendi?" le chiesi mettendo le mani in tasca;
"Una spremuta d'arancia, grazie" rispose dopo un attimo di riflessione;
"Allora, due spremute d'arancia, grazie" ordinai al cameriere.
Lì era tutto molto calmo e bello, l'aria era pulita e rilassante e la baia molto romantica. Aveva si o no quattro tavolinetti fuori, per i clienti, ma era davvero, davvero, molto carina.
Dopo qualche minuto arrivarono le spremute e lì mi confessai.
"Sai mamma...hai presente Selena?" chiesi serio;
"Si, quanto è dolce quella ragazza" disse sorridendo, sorseggiando la sua bevanda;
"Si..lo so, è davvero dolce." risposi fissando lo sguardo nel vuoto e sorrisi;
"Che devi dirmi Justin?" chiese sorridendo;
"Lo so che già stai insinuando qualcosa, ma lasciami parlare." le dissi tornando a guardarla negli occhi ridendo;
"Allora,è da quando che è iniziato l'anno che comincia ad intrigarmi. L'anno scorso aveva una cotta per me, ma non la conoscevo abbastanza e così tra di noi non è successo nulla. Ora, invece, ci frequentiamo molto, mi piace. Abbiamo un sacco di cose in comune, lei è così dolce, così bella, così magnetica, così strana! Adoro persino quando si arrabbia...è così forte e debole allo stesso tempo. Così fredda  e dolce, allo stesso tempo..." cominciai a blaterare e a viaggiare nei miei pensieri;
"Ma" dissi tornando con i piedi per terra "lei non prova più niente per me."continuai;
"E cosa te lo fa pensare?" mi chiese analizzando il mio sguardo;
"Sono...sensazioni." risposi freddo abbassando lo sguardo verso la spremuta;
"Devi essere meno pessimista" rispose mia madre allungando una mano verso la mia per stringerla;
"Ok, ma per precauzione non le dico nulla perchè non voglio rovinare la mia amicizia con lei per questa mia cotta." dissi riportando il mio sguardo verso il suo;
"Non è una cotta la tua, te lo si legge negli occhi." rispose premurosamente;
"E allora cos'è?" ingenuamente le feci questa domanda, ma già sapevo la risposta;
"E' amore." disse stringendo ancora di più la mia mano. Sapevo che avrebbe pronunciato quella parola e lo sapevo perchè mi conoscevo bene e so che quello che provavo per lei era, davvero, amore.
Sorrisi e lei aggiunse "Comunque è un'ottima cosa quella di rimanere amici, ma Justin, fa attenzione...Se lei si dovesse fidanzare o avvicinare ad un altro ragazzo come reagiresti? Ce la farai a soffocare i tuoi sentimenti?" mia madre era molto saggia e aveva ragione. Sarei mai riuscito a sopprimere i miei sentimenti?
"Secondo te cosa devo fare?" le chiesi con calma;
"Al momento, se proprio non vuoi dirle nulla, restale vicino, da amico. Non allontanarla, legate ancora di più, vedi come si comporta e lì deciderai come agire. Abbi pazienza e gestisci i tuoi sentimenti" disse semplicemente.
Anuii e mi concentrai sulla mia spremuta, rimanemmo in silenzio per una decina di minuti e nel mentre pensai a cosa dovevo fare...
In fine decisi che aveva ragione mia madre, dovevo vedere come si comportava lei, dovevo tenere a bada i miei sentimenti e sperare. Sperare in un futuro 'noi'.
Si era fatta l'ora di pranzo e dopo esserci goduti un pò il paesaggio ci avviammo verso casa. La fame però era tanta, così ci fermammo alla pizzeria dove lavora un'amica di famiglia.

SELENA'S POV

Quelle quattro ore di canto e recitazione furono le più noiose della mia vita e dopo l'ora di pranzo mi sarebbero spettate altre tre ore di cui due di francese e una di letteratura. Fra l'altro Kylie e Justin non erano venuti a scuola, insomma un Lunedì da schifo.
Andai con Shay e Kendall in mensa dove ci ritrovammo con Michael, Luke e Ryan, mancavano solo Taylor e Hailey.
"Giorno" dissi togliendomi il giacchetto per poi mettermi seduta;
"Ciao" dissero Luke e Ryan mangiando un hamburger;
"Ehi tesoro" disse Michael riferendosi a Kendall.
Quei due ci avevano nascosto il loro amore, per quanto tempo? Insomma non è proprio da ottimi amici...ma io non potevo dire nulla a riguardo...
"Da quando siete così intimi?" dissi curiosa mentre condivo le mie patatine con ketchup e maionese;
"Da quando è iniziata la scuola." disse Michael con un sorriso ebete mentre guardava Kendall;
"E già vi chiamate amore, tesoro e cose così?" dissi freddamente mangiando le mie patatine;
"Oh Gomez ci conosciamo da 5 anni, ormai, insomma, ci conosciamo abbastanza. Poi ultimamente è nato qualcosa di più dell'amicizia ed eccoci qui." rispose Michael sorridendo, mentre Kendall lo fissava ipnotizzata;
"Fico" risposi. Non ero di buon umore e anche se loro non centravano nulla risposi male.
Mentre parlavano, aprii il quaderno di letteratura, ma invece di ripassare cominciai a fare vari disegnini senza significato. Mentre stavo disegnando una bellissima ragazza manga Shay si alzò per andare a riprendere il suo quaderno di canto tecnico.
"Shay prendimi anche i colori che ho lasciato sotto il banco per favore" le dissi tenendo la testa bassa sul disegno;
"Non ti avevo mai visto all'opera" disse Luke sorridendo;
"Ti piace?" alzai leggermente lo sguardo e sorrisi;
"Molto" ricambiò il sorriso e poi si rimise a fare quello che stava facendo in precedenza;
"Justin ti ha scritto?" chiese Ryan a Michael, io, nel frattempo, alzai lo sguardo di scatto come se mi avessero appena chiamato;
"No, non mi ha scritto nulla." rispose Michael distogliendo l'attenzione dalla sua nuova ragazza;
"Sai, ieri abbiamo accompagnato Hailey ad un locale. Quella ragazza frequenta gente assurda, c'erano una decina di uomini enormi e ubriachi." raccontò Ryan.
Smisi di disegnare e Luke notò che cominciai ad interessarmi al racconto di Ryan, ma non gli diedi peso.
"Davvero?" chiese Michael stupito;
"Ho sempre pensato che quella ragazza non fosse una delle migliori, non dico che m'impressiono se vedo una ragazza che beve o che fuma, ma cavolo anche una cattiva ragazza, se così si può dire, non uscirebbe mai e poi mai con tipi del genere. Davvero Michael erano davvero orrendi. Non so come descriverteli, ti dico solo che Justin ha scaricato Hailey e se n'è andato subito." continuò ridendo;
"Magari erano i soliti bad boys, ma Bieber che scappa è assurdo" rispose Michael ridendo;
"No Michael, quelli erano spaventosi, davvero, fidati. Avranno avuto cinquant'anni a testa. Sono indescrivibili!" rispose a sua volta Ryan.
Dopo la cena Justin era stato con Hailey e l'aveva accompagnata ad un locale, ciò mi turbava. Con il mio solito pessimismo pensavo al peggio e il mio mal umore aumentò, solo che poi mi venne in mente una delle ultime frasi che aveva detto Ryan 'Justin ha scaricato Hailey e se n'è andato subito.'...insomma se si stavano sentendo,conoscendo Justin, le avrebbe fatto compagnia.
Mi riempii la testa di 'se', 'forse', 'ma', 'però'...
Nel mentre, Shay tornò con i miei colori e subito dopo suonò la campanella. Presi tutte le cose e le radunai nella borsa, mi misi il giacchetto e, salutando in modo generico tutti, andai nell'aula di francese. Durante l'ora, fra un appunto e l'altro, continuai a disegnare e a colorare la mia ragazza manga. La feci non molto alta, con il faccino un po' triste, lineamenti dolci e semplici, aveva le guanciotte rosse e i capelli, corti, boccolosi e neri, i suoi occhi, invece, azzurri come il mare.Era vestita tutta di nero, con un vestitino fino a sopra il ginocchio, delle calze con qualche ricamo qua e la, le parigine e le creepers. Me ne innamorai e dopo averla finita la misi nel mio diario, da una parte rispecchiava me, in un disegno, in quel torrido Lunedì.
"Signorina Gomez, cos'abbiamo spiegato durante quest'ultima ora?" mi chiese la professoressa irritata;
"Ehm...le basi della grammatica" risposi leggendo il titolo dei miei appunti;
"Allora sei stata attenta." disse facendo avanti e indietro davanti la sua cattedra, io risposi con un sorrisetto forzato.
Volevo uscire da quell'aula ma il tempo non passava mai...
In fine, dopo tanto tempo di attesa la campanella suonò e con la scusa di sentirmi male mi feci venir a prendere da mamma, arrivai a casa in un batti baleno e mi andai subito a distendere sul letto. Continuavo a pensare ad Hailey e Justin, continuavo a riempirmi la testa di cose tipo 'Justin e Hailey sono stati insieme dopo la cena. Lo sapevo non gli interesso. Mi vede solo come un'amica.' oppure 'Ma c'era anche Ryan e non è restato con lei quando ha visto quegli omoni.'.
Ero turbata, avevo la gola secca e mi faceva male la pancia.
"Mamma potresti farmi un tè" chiesi a mia madre;
"Certo" rispose.
Aspettai il tè e quando mia madre me lo portò mi chiamò Kylie. 
"Alle quattro e trenta io, Shay e Kendall siamo da te." disse appena aprii la chiamata;
"Ehm, va bene." risposi sorseggiando il mio tè verde;
"Ah e poi ho una grande notizia per te" continuò entusiasta;
"Cosa c'è?" risposi quasi scocciata;
"Tranquilla, poi ti dico, ciao tesoro" e attaccò.
Alle quattro e mezza mancavano si o no due orette così finii il mio tè e mi addormentai, i miei pensieri per fortuna non presero il sopravvento e mi lasciarono in pace...
"Svegliati!" sentii una voce famigliare urlarmi all'orecchio;
"Che cosa c'è?" risposi voltandomi vedendo che erano le ragazze;
"Dai su su. Alzati!" disse Kylie mettendosi sul letto;
"Allora io mi sveglio ma rimango sotto le coperte e restiamo a casa." risposi legandomi i capelli per poi rimettermi sdraiata;
"Agli ordini miss Gomez" rispose Kendall posando la tazza del tè che avevo bevuto prima sulla scrivania;
"Kylie.." dissi sbadigliando "...cosa devi dirmi?" continuai;
"Ti ricordi Zedd?" cominciò sdraiandosi verso di me;
"Si" risposi;
"Bene, martedì prossimo uscirete insieme." disse con tutta tranquillità;
"C..c..che cosa?" risposi mettendomi seduta stupita e incredula;
"Sei felice?" si mise seduta e cominciò a battere le mani mentre Kendall e Shay ridevano come non mai;
"Allora, sono curiosa, ma non pensavo che avessi già fissato l'appuntamento" risposi giustificando la mia reazione;
"Stai tranquilla" continuò e si alzò.
Mi stavo preparando psicologicamente, mancava una sola settimana e io stavo per conoscere la persona che mi avrebbe fatto dimenticare di Justin. Non volevo illudermi, non volevo dare per scontato nulla, ma in fin dei conti ero felice, magari era tutto vero...si ok, sognavo troppo, ma nella vita mai dire mai.
Provai ad alzarmi e non ci riuscii, non avevo forze e voglia per poterlo fare così rimasi nel letto.
"Ragazze! Devo dirvi una cosa...Ascoltatemi" urlò Shay;
"Allora, oggi a scuola, quando stavate in mensa e io sono andata a prendere le cose che avevo dimenticato in classe ho incontrato o meglio incrociato due persone..." disse ridendo e osservandomi, poi continuò "Erano Taylor e il professore sexy di spagnolo. Avevano degli atteggiamenti molto ambigui, ma davvero, davvero, davvero molto ambigui." disse accennando un sorrisetto.
Mi tornò subito in mente la scena di qualche giorno precedente, lei e il professore, in classe, da soli. Che orrore!
"Davvero? Di nuovo?" chiesi con gli occhi sgranati;
"Perchè di nuovo?" chiese Kendall;
"Si, non ti ricordi? Ho raccontato il primo episodio fra i due a te e tua sorella sabato mattina." disse Shay seria gesticolando;
"Ah si, okay ora mi ricordo." rispose Kendall dopo qualche secondo di silenzio;
"Comunque...erano di fronte l'aula dei professori e Tay era molto vicina al prof. Non è successo nulla di particolare, ma secondo me quella ragazza ha una cotta per il signor Felipe" raccontò scoppiando in una risata e noi la seguimmo.
Passammo il pomeriggio a parlare di ragazzi, musica, concerti e dei Green Day, insomma tutte passioni che avevamo in comune. Parlammo anche di Kendall e Michael e del loro appuntamento a lume di candela il giorno prima della cena con tutto il gruppo.
Cenammo insieme e ovviamente mangiammo cinese e continuammo a parlare del più e del meno.
"Ragazze, solo a me sembra che la scuola è iniziata da mesi?" chiesi mangiando i miei involtini;
"No, sono successe talmente tante cose che anche a me sembra che sia iniziata secoli fa." rispose Kylie e le altre, anche, confermarono.
Insomma, non era solo una mia impressione, erano successe talmente tante cose belle in quei giorni che avevo perso la concezione del tempo. La mia testa, poi, era piena di ricordi e pensieri vari che mi turbavano...di certo non potevo dire che la mia vita era una noia.



HEI GIRLS!
Allora,le cose da qui in poi cominciano a farsi interessanti,ma non spoilero nulla.
Prima di tutto vi è piaciuto il capitolo?
<>

Spero che il capitolo vi sia piaciuto,spero che seguirete la storia e grazie a tutte le persone che lo stanno facendo e che lo faranno.
Grazie anche alle persone che hanno recensito con qualche critica,grazie davvero,non potete capire quanto mi siete d'aiuto.
Grazie davvero a tutte quante,alla prossima,bye,X.





 

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Capitolo 7
*** Something new ***







SELENA'S POV

Passò una settimana dall'ultima serata trascorsa con le ragazze. Con Justin,poi durante questi ultimi giorni, ho cercato di avere pochi rapporti, ma mi è stato molto difficile.
Anche la mattina stessa, andai a scuola ma non passammo molto tempo insieme, io sono stata con Shay e Kylie e lui con Ryan e Hailey...
Hailey, prima mi era tanto simpatica, ora invece mi stava andando sulle palle. Insomma lei era bella, affascinante e tutti le andavano dietro e per tutti intendo tutti,anche Justin, sicuramente.
Quella mattina fu dura vederli insieme, ma dopo tutto avevo altro per la testa. Mi stavo preparando psicologicamente all'incontro con Zedd. Ero davvero curiosa e entusiasta, magari poteva essermi molto d'aiuto passare del tempo con lui...ma di ciò non ne ero poi così sicura, ripeto, di questo volevo solo che convincermene così avrei pensato di meno a Justin.
Fu un martedì tempestoso, a scuola era andata malissimo e alla mia prima interrogazione di Letteratura avevo preso 4. Tornai a casa frastornata, pioveva e mi bagnai tutta, così quando arrivai dovetti subirmi la sgridata di mia madre.
"Selena,per la miseria. Ti fanno schifo gli ombrelli?" sputò furiosa;
"Stai calma, sono solo due gocce d'acqua. Non morirò. Tranquilla. Ora mi asciugo e mi cambio." dissi fredda salendo le scale;
"Sbrigati!" rispose abbassando leggermente il tono;
"Comunque...ho preso un votaccio all'interrogazione." dissi sempre fredda, ma con la testa bassa, in cima alla scala;
"E ti pareva." rispose lei entrando in cucina chiudendo con forza la porta alle sue spalle;
"Recupererò, lo prometto,dopo domani mi farò ri-interrogare." dissi entrando nella mia camera, sbattendo, anche io, la porta.
Entrai poi in bagno e presi il mio beauty case, il telefono per chiamare Kylie e il phon.
"Ehi Kylie" dissi con un tono calmo, quasi dolce;
"Tesoro" rispose lei, sempre con quel tono seducente;
"Allora...cosa mi metto?" chiesi arrivando al dunque mentre mi pettinavo i capelli bagnati e intrecciati;
"Ma non pensi di aver fatto una cattiveria parlando di Zedd davanti  a Justin?" rispose come se non avesse sentito quello che le avevo chiesto;
"No. Perchè mai dovrebbe dargli fastidio,scusami?!" risposi con la mia solita freddezza;
"Cavolo, ma non lo hai visto?" disse lei quasi preoccupata per Bieber;
"No..." addolcii le mie parole;
"Sembrava un cane bastonato." disse addolcendo anche lei il suo tono di voce;
"Non ci ho fatto caso, ma sicuramente quel suo momento di depressione non era per me..." risposi tranquillamente, anche un pò scoraggiata;
"Mmmh, se lo dici tu." rispose con un tono materno per poi continuare "Comunque mettiti qualcosa di carino e semplice. O meglio sii te stessa. Però truccati bene, rossetto color mattone e tanto, tanto, ma tanto mascara" riprese poi il suo entusiasmo;
"Okay perfetto." risposi accendendo il phon;
"Ora ti saluto tesoro, mi raccomando, buona fortuna e quando torni studia che se no la prof di letteratura  ti rimette un altro quattro" disse ridendo.
Finimmo la chiamata e io, mentre mi asciugavo i capelli, riflettevo su ciò che mi aveva detto per quanto riguardava Justin, non ho pensato neanche per un secondo che quel suo 'mal umore' era dipeso da me...
Asciugai in fretta i miei capelli e con il ferro delineai bene qualche boccolo qua e là, poi mi truccai e andai a scegliere un vestito da mettere. Optai per qualcosa di semplice, un look total black compresi gli anfibi.
Ero pronta e sinceramente ero molto soddisfatta del risultato.
Scesi le scale e cercai di convincere mamma a lasciarmi prendere la macchina.
"Mama, scusa per prima." dissi avvicinandomi a lei;
"Quel voto va assolutamente recuperato." rispose dandomi un bacio sulla guancia;
"Okay, tranquilla farò di tutto per recuperarlo, ma vorrei chiederti una cosa...potrei prendere la macchina?" le chiesi;
"Eh va bene, le chiavi sono vicino la biscottiera sul tavolo in sala" rispose dopo una frazione di silenzio, spostandosi vicino il lavandino;
"Grazie mama, a dopo" le lanciai un bacetto e corsi in auto.
Accesi il motore, abbassai leggermente il finestrino e presi una sigaretta. Ormai erano due anni che fumavo, agli inizi, ovviamente, fumavo di nascosto e anche se mamma se ne accorgeva e me lo impediva io lo facevo lo stesso, ci avevo preso gusto e così mi lasciò fare, ovviamente non vuol dire che appoggiava la mia scelta.
Dopo aver acceso la sigaretta e l'auto mi avviai verso il luogo dell'appuntamento, nel frattempo per scaricare l'ansia misi su il cd dei Green day ad alto volume.
Più mi avvicinavo,più l'ansia cresceva e più il volume della musica aumentava...
Ero quasi arrivata, non feci neanche in tempo a fare un respiro profondo che eccolo lì.
Lo riconobbi perchè Kylie, precedentemente, mi aveva fatto vedere una foto e devo dire che dal vivo era molto meglio. Parcheggiai la macchina, presi il mio giacchetto di pelle e scesi dall'auto.
"Ciao, tu devi essere Selena" disse venendomi in contro, fortunatamente la pioggia si era calmata;
"Oh si, e tu devi essere Zedd, anzi Anton" risposi sorridendo;
"Già, ma tu chiamami Zedd. Vieni andiamo a metterci seduti" propose porgendomi la mano;
"Oh...ehm...certo" dissi un po' in imbarazzo;
"Allora, raccontami un po' di te." mi disse, dopo esserci messi seduti;
"Oh...bhè. Che vuoi sapere?" chiesi facendo una piccola risatina;
"Mmmh, descriviti, come sei? Cosa ti piace fare? Queste cose qui" rispose ricambiando la risata;
"Ah,okay. Bhè sono una ragazza molto magnetica, se così si può dire e lunatica, purtroppo. Con le persone che conosco sono pazza, solare e piena di gioia, ma sono anche timida e abbastanza introversa. Spesso, quando mi arrabbio o sono triste, sono molto fredda e potrei non parlare e starmene da sola ad un angolo a non fare nulla...insomma sono complicata...un pò strana." risposi, ma le parole non mi uscivano naturalmente e ogni tanto mi fermavo;
"Poi, ovviamente mi piace il canto, la musica, la recitazione, il cinema, la pizza, l'inverno, la primavera, l'autunno e l'estate, amo il freddo. Amo i Green Day e mi affascinano i libri con un tema fantasy mischiato all'amore, non so come spiegarlo...Tipo relazioni e storie d'amore che ti fanno, letteralmente, sognare fra ragazze e vampiri, lupi mannari..." continuai ridendo;
"...Sei una ragazza interessante" rispose lui sorridendo;
"Amo anche disegnare, leggere manga e vedere anime." conclusi abbassando lo sguardo per poi porgergli la stessa domanda che mi aveva fatto;
"Sono un ragazzo solare, a volte anche timido, molto timido. Mi piace la musica house, mi piace fare il dj, mi piace lavorare, mi piace stare anche a casa a vedere film d'azione. Mi piacciono i dolci e amo l'estate." rispose guardandomi dritto negli occhi, deglutii, avevo un grande nodo in gola.
Sinceramente, mentre lo guardavo, non provai nulla. Si era un bel ragazzo, ma non era il mio tipo. Non aveva quegli occhi che ti trafiggono e ti fanno esplodere una miriade di farfalle nello stomaco, non aveva quel sorriso brillante che mi faceva battere il cuore, non aveva i capelli dorati, non aveva le braccia muscolose piene di tattoo, non aveva il carattere adatto per farmi distrarre. Non era la perfezione, era un semplice ragazzo timido e gentile che mi trattava sempre bene e mi dava sempre ragione. Non era quel ragazzo che mi teneva testa, che mi stuzzicava chiamandomi con nomignoli che io odiavo, ma che detti da lui mi facevano impazzire... Provavo ad immaginarmi una futura relazione con lui, ma niente. Però non mi diedi per vinta e pensai che fosse solo questione di tempo e questo mio pensiero mi portò ad andare avanti e fece crescere in me ancora più curiosità.
"Non abbiamo molte cose in comune, ma sono curiosa di conoscerti fino in fondo." dissi in fine sorridendo;
"Si in effetti non abbiamo molte cose in comune, ma tu sei molto affascinante...cioè anche io sono curioso di conoscerti." disse, gli si poteva leggere in faccia che era imbarazzato e che voleva sotterrarsi;
"Andiamo a prendere un gelato?" proposi, si poteva notare un certo imbarazzo nella mia voce;
"Certo...vediamo un pò, qual'è il tuo gusto preferito?" disse alzandosi dalla panchina, in mezzo allo spiazzale verde di fronte la gelateria pieno di viole, sulla quale eravamo seduti;
"Oh...ehm. Mi piace il fiordilatte, quello con cui si fa anche lo yogurt, la menta e il cioccolato, ovviamente al latte." risposi sorridendo;
"Bene, in comune abbiamo solo il cioccolato." rispose ridendo avviandosi verso la gelateria.
Effettivamente non ci somigliavamo neanche un po'...
Prendemmo il gelato e tornammo alla panchina, eravamo in imbarazzo tutti e due fino a quando lui non staccò due violette dal prato e me le porse dicendomi "tieni, prendile e portale con te, conservale così ti ricorderai di questo giorno" fu un gesto davvero molto dolce e io ricambiai con un bacio sulla guancia e come al mio solito arossii.
Aprimmo, poi, un discorso molto delicato per me, la famiglia...
"Scusami, non mi va di parlare della mia famiglia...è un tasto dolente" dissi abbassando lo sguardo giocherellando con il gambo di una delle viole;
"Tranquilla, parliamo d'altro" rispose con un tono dolce e cauto, mi dispiaceva, magari c'era rimasto male, ma non me la sentivo di parlare della mia famiglia con lui. Non ne parlavo con nessuno eccetto le persone più importanti per me...
"Scusami" continuai;
"Tranquilla, davvero" rispose sorridendo;
"Mi fa piacere che non ci sei rimasto male. Sei davvero molto dolce e comprensibile." gli dissi mettendogli una mano sulla spalla, ecco con quel gesto, con la sua comprensione, stava guadagnando punti.
"Di cosa vuoi parlare?" disse, poi lui, sfoggiando il suo sorriso;
"Non saprei..." dissi;
"Parliamo di quanto sei bella?" continuò lui ridendo;
"Oh, ma grazie, sei davvero dolcissimo" dissi arrossendo un pochino;
"Non c'è di che, Selena" passò la sua mano fra i miei capelli, poi si avvicinò e mi stampò un bacio caldo sulla guancia.
Sentii un brivido, ma niente di più...
Era ora di tornare a casa, ci scambiammo i numeri e prima di salire in auto mi accesi un'altra sigaretta. Mentre lo vedevo andar via avevo un sorrisetto stampato in viso e pensavo a tutto ciò che avremmo potuto fare insieme. A primo impatto non mi aveva fatto impazzire, ma poi parlandoci ho visto che era dolce e che era molto comprensivo, non dico che ciò mi abbia fatto cambiare radicalmente idea su di lui, mi convinsi solo che continuando a passarci del tempo insieme avremmo potuto stringere un ottimo legame.

JUSTIN'S POV.

Quella mattina fu davvero una merda. Selena mi aveva rivolto solo un 'ciao' e qualche sorrisetto ogni tanto, non abbiamo passato una giornata insieme come facevamo di solito...
Quando poi ha cominciato a parlare con Kylie di quel Zedd il mio cuore è andato in frantumi. Volevo non pensare al fatto che lei sarebbe dovuta uscire con quello dopo scuola, così restai tutto il tempo con Ryan e Hailey.
La giornata scolastica fu una grande merda, non volevo che anche il mio pomeriggio lo fosse così chiamai Hailey e Ryan e decidemmo di uscire.
Mi vennero a prendere e andammo ad un locale, uno dei tanti che frequentava Hailey.
Arrivammo davanti ad esso ed era circondato da Halrey Davidnson, capii subito che era un ritrovo per i motociclisti e sinceramente non mi faceva impazzire l'idea di essere circondato da dei cinquantenni ubriachi fradici. Entrammo e c'era un odore di alcool pazzesco mischiato a quello del fumo, un modo perfetto per intossicarsi.
"Ragazzi lui è Bieber e lui è Butler" disse Hailey, presentandoci ai suoi amici seduti ad un tavolo dietro una colonna. Non erano ragazzi quelli, mio padre avrà avuto vent'anni di meno;
"Ciao" dissi freddo;
"Allora che fate non vi mettete seduti?" disse uno alto, biondo, super palestrato, con i baffoni  che si stava fumando un sigaro.
Volevo andarmene, ma non lo feci così io e Ryan ci mettemmo seduti senza dire nulla. Improvvisamente Hailey mi si mise in braccio e cominciò a passare la sua mano fra i miei capelli. Ero confuso, molto ma molto confuso.
"Baldwin, ma Bieber è il tuo ragazzo?" chiese un altro omone che stava bevendo una birra;
"No, ma...c'è un ma..." rispose lei dandomi un bacio sotto il collo. Non capii la sua risposta, ma in quel momento mi tornò in mente Selena, appena entrati dentro quel locale non ci pensai molto, il fumo e l'odore di alcool mi distraevano, ma ora la confusione e il mio amore per lei mi portarono a ripensarci.
Mentre Hailey parlava con i suoi amici, ancora in braccio a me, Ryan era paralizzato e io cercavo un modo per non pensare a nulla...volevo avere la mente libera e non volevo farmi condizionare dai sentimenti per Sel.
"Bere per dimenticare" pensai.
"Bieber andiamo a farci qualche bicchierino" disse Hailey come se mi avesse letto nel pensiero.
Senza pensarci un attimo di più mi alzai e vidi Ryan scosso, ma in quel momento volevo davvero non pensare più a un cazzo e godermi il pomeriggio.
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 bicchierini di vodka e stavo sballato. Non capivo più niente e non riuscivo a non ridere. Hailey era messa nella stessa situazione e un po' mi provocava dandomi tanti bacetti sul collo. Ogni bacio corrispondeva ad un brivido dietro la schiena.
Di sicuro in testa non avevo nulla, non riuscivo a fare neanche 2+2.
Tornammo al tavolo e lì un uomo m'incito a fare un tiro dal suo spinello e così feci la cazzata...
Ryan era incazzato così prese e, buttando a terra la sedia sulla quale era seduto, se ne andò. Non riuscivo a reagire,  l'ubriachezza prese il sopravvento e non gli corsi in contro a chiedergli spiegazioni o a chiedergli scusa.
Passai la serata con Hailey e il resto della sua comitiva fino a tarda notte. Passai metà della mia giornata a rovinarmi con fumo, alcool e partite di biliardo, tra l'altro non avevo ancora compiuto 21 anni perciò se mi avessero beccato sarebbero stati cazzi miei.
In quelle condizioni non potevamo guidare così, con Hailey, chiamammo un taxi e tornammo a casa mia insieme.
Appena aprii la porta trovai mia madre seduta su una sedia con il pc acceso e una tazza di caffè in mano. Ero in ansia e non sapevo che dirle,  non sapevo come avrei giustificato l'odore di fumo, di alcool e la presenza di Hailey.
"Ciao mamma." dissi cercando di non far trapassare l'ansia;
"Ciao Justin." disse concentrata sul suo pc, ma dal tono di voce si poteva capire che era avvelenata;
"Vado in camera." dissi prendendo per mano Hailey, portandola con me;
"Si si, vai in camera.Tanto ne riparliamo domani." disse sorseggiando il suo caffè.
In quell'istante non mi preoccupai molto, mi buttai nel letto e fra le mie braccia si mise Hailey. Ero ancora molto ubriaco, fatto e incosciente così mi addormentai senza pensare a niente e a nessuno...
***
Mi svegliai verso le sei del mattino, mi ritrovai ancora Hailey nel letto, ma non ricordavo come ci fosse arrivata.
"Buongiorno" disse mettendomi le braccia intorno al collo, dandomi un bacio sulla guancia.
Ero confuso così le chiesi cos'era successo e lei mi disse tutto, rimasi scioccato e mi allontanai da lei.
Andai in bagno e mi sciacquai la faccia, mi vestii e trascinai Hailey, con freddezza, a scuola.
Ero distrutto e non guardai in faccia nessuno quel giorno, a parte Selena.
Era così felice e spensierata...e a renderla così non ero io, ciò mi distruggeva.
Ryan non mi parlò, sapevo che era incazzato con me per quello che avevo fatto la sera precedente.
In parte lo avevo deluso e avevo deluso sopratutto me stesso...
A fine scuola me ne andai nel parco con Hailey e lì mi sfogai un po'.
"Sono un colgione" dissi dando un calcio ad un sassolino con rabbia;
"No, perchè dici così?" chiese lei mettendo un suo braccio sotto il mio;
"Per quello che ho fatto ieri. Ho fatto una cazzata assurda. Ho deluso il mio migliore amico, mia madre, ma sopratutto me stesso..." risposi freddo;
"Nah,stai tranquillo" rispose lei avvicinando il suo viso al mio. Sentivo il suo respiro sul mio collo, il suo profumo mi faceva vagare...mi piaceva...
"Ci sei tu con me?" le chiesi addolcendo lo sguardo;
"Certo." disse posando la testa sulla mia spalla.
Che cosa stavo facendo?? Prima l'alcool e il fumo, ora Hailey.
Dovevo smetterla, mi stavo facendo del male da solo, solo che vedere Selena felice per un altro ragazzo era ancora più doloroso...


HEII!
Ciao gente,sono tornata con un nuovo capitolo.Spero vi sia piaciuto.
Allora,vi è piaciuto? che cosa ve ne pare? cosa pensate riguardo a quello che ha fatto Justin? cosa pensate dell'appuntamento fra Zedd e Selena?
Fatemi presente tutto che vi è che e non vi è piaciuto.
Grazie mille,poi,per tutte le recensioni e le visualizzazioni.
ora mi dileguo,addio.
Alla prossima,bye,x.

 

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Capitolo 8
*** "i would be the one to make her happy" ***







SELENA'S POV

*dopo due giorni dall'appuntamento con Zedd*
Ero nel letto, con gli occhi spalancati a fissare il soffitto. Erano le sei e la sveglia suonò come sempre, quella mattina non volevo andare a scuola, ma dovevo andarci per forza a causa dell'interrogazione di letteratura.
Mentre mi preparavo pensavo e ripensavo a Zedd e a Justin, contemporaneamente. Ero frustrata e avevo paura, sarei mai riuscita, davvero, a nascondere i miei sentimenti per Justin? No, non ero molto sicura...
Tra una cosa e l'altra si fecero le sette e mi avviai così verso la fermata dell'auto con i Green day, a palla, nelle orecchie.
Stavo ascoltando 'wake me up when september ends'... pensai subito a Justin, volevo piangere ma mi trattenni, passai poi un dito sulla 'S' del mio braccialetto come aveva fatto lui tempo fa.
Ero triste e turbata, non volevo perderlo anche come amico, ma per stare bene, probabilmente, quella era l'unica soluzione.
Arrivai a scuola alle sette e mezza e ad aspettarmi al bar c'erano tutti, anche lui e Hailey.
"Buongiorno" dissi tutto d'un fiato;
"Giorno" dissero gli altri;
"Ciao Gomez" disse Justin, il mio cuore stava per esplodere, ma sorrisi semplicemente cercando di essere distaccata nei suoi confronti...Non so cosa mi stesse passando per la testa quel giorno, anzi quel periodo, ma ero davvero convinta che evitarlo sarebbe stata la cosa migliore e pensare che prima dicevo che volevo restargli amica;
"Allora io vado." disse sempre Justin, era arrabbiato, lo si vedeva dagli occhi. Si alzò e prese per mano Hailey, quella scena non mi fu di grande gradimento.
I ragazzi lo evitarono, non so per quale strano motivo...
"Quello sta andando fuori di testa." disse Ryan a pugni serrati;
"Già..." disse Michael quasi deluso. Non sapevo cosa fosse successo così lo chiesi a Ryan;
"Siamo usciti con Hailey e la sua comitiva. Lui si è ubriacato e si è fatto uno spinello, ha fatto il macello in quel locale e ci è stato fino a tarda notte. Ma a me fa incazzare il motivo per la quale l'ha fatto e so per certo che lo ha fatto per quello." rispose Ryan a denti stretti;
"Oh okay..." risposi a tono basso, adesso nella mia testa altri mille punti interrogativi sorsero. Non mi davo tregua, qualsiasi cosa succedesse a Justin o, insomma, riguardo a Justin cominciavo a vagare tra i pensieri e a farmi mille domande, tutte domande alla quale non sapevo darmi una risposta, ovviamente.
Sentii Kylie chiamarmi da dietro, così mi alzai e andai da lei.
"Allora, con Zedd? Vi siete sentiti?" chiese curiosa;
"Si, ieri abbiamo chiacchierato un pò...di musica." dissi a sguardo basso toccandomi lo stomaco;
"Oi, che succede?" chiese nuovamente;
"Ho un po' di nausea, ma la cosa principale è..." deglutii rumorosamente "Sai quello che ha fatto Justin? Poi passa molto tempo con Hailey..." risposi per poi continuare "Sono una cogliona." dissi stringendo in un pugno la mano che avevo poggiato sulla stomaco;
"Ehi, ehi, calmati. So quello che ha fatto Justin, ma sorvoliamo su questo argomento. Arriviamo al sodo. Tu sbagli ad allontanarlo. Ed è questo che stai facendo, ammettilo." rispose lei prendendomi delicatamente per un braccio;
"Si lo so, ma così soffro di meno." risposi fredda con gli occhi puntati sulla mano di Kylie che stringeva il mio polso;
"Convinta tu" disse in fine andando verso l'entrata.
Io non ero convinta, io volevo avere di nuovo quel legame bellissimo, ma non era possibile...Lui ora si frequentava con Hailey e io con Zedd, diciamo.
Mi convincevo sempre di più che dovevo starle lontana per poter vivere felice.
Iniziarono le lezioni, le prime quattro ore furono molto pesanti e noiose, probabilmente mi annoiai a causa del mio mal umore. Durante le spiegazioni presi il mio diario e, dopo aver trovato una pagina bianca, cominciai a fare disegnini, nuvolette nere, scritte tristi...insomma stavo rappresentando come mi sentivo nero su bianco.
Il tempo sembrava non scorresse e ogni tanto mi giravo per vedere Justin cosa stesse facendo. Era immobile, con gli occhi puntati sul prof e la mascella contratta, ogni tanto picchiettava le dita sul banco...Era arrabbiato, ma con chi? Perchè? 
Mille domande mi sorgevano in testa,poi però mi arrivò un messaggio.
-"Oggi all'uscita ti passo a prendere e andiamo al nostro bel posticino a prenderci un gelato"- Lessi il messaggio di Zedd e automaticamente un sorrisetto mi spuntò in viso.
Vidi Justin voltarsi verso di me, sempre con la sua solita espressione fredda e cupa...Mi si formò un nodo in gola, mi stava facendo impazzire, non so perchè, ma per qualche strano motivo mi sentivo io la causa della sua rabbia. Non volevo rimanere a guardarlo, mi sarei sentita peggio così cercai di svagare e distolsi lo sguardo da lui.
Continuai a farmi i miei soliti lavaggi del cervello: "Non pensare a Justin, lui ora sta con Hailey. Pensa solo a Zedd". Ormai erano giorni che in mente mi ripetevo più o meno sempre le stesse cose.
A distogliere la mia attenzione dai miei pensieri fu la campanella, era finita l'ora così rimisi a posto le mie cose e mi diressi verso la mensa. Prima di uscire dall'aula mi voltai verso Justin ed era fermo proprio come durante la lezione, sembrava una statua, ciò mi faceva preoccupare...
"Eccoci qui" dissi mettendomi seduta al solito tavolino;
"Che mangi oggi?" chiese Luke ridendo;
"Oh...ehm...un'insalata di pomodori" risposi ridendo;
"Ma davvero?" disse Michael sorpreso;
"Ovviamente no. Mangerò le patatine fritte con qualche aletta di pollo." risposi ridendo per la reazione di Michael, per fortuna la nausea mi era passata.
Cominciammo a mangiare e dopo quel momentino di risate tornai con gli occhi bassi.
"Ma cos'ha fatto Justin?" chiese Kendall guardandolo passare di fronte a noi.
Alzai gli occhi e lo vidi, incrociammo gli sguardi. Era triste e arrabbiato, gli si vedevano gli occhi lucidi e rossi, era a pezzi...Ma perchè? Mi si strinse il cuore, non sapevo che fare e mi sentii ipocrita in quel momento perchè non mi alzai.
Il cuore mi diceva "vai da lui" e la testa "resta qui"...ovviamente, come sempre, presi la strada sbagliata.
"Lascialo stare ci pensa Hailey" disse Ryan inforchettando con forza le sue patatine.
Quando pronunciò quella frase deglutii rumorosamente e battei un pugno, senza volerlo, sul tavolino. Quello non fu uno dei pranzi migliori. Io ero di mal umore, Ryan anche, Michael e Kendall che si stuzzicavano, Luke, Shay e Kylie mangiavano senza dire nulla.
Al suono della campanella corsi in aula di spagnolo e lì trovai Taylor, non mi feci venire in mente nessun tipo di domanda. In quell'istante del professore e di lei non mi fregava nulla.
Durante l'ora stetti attenta, ma poi a francese l'ansia cominciò a salire un po' per l'interrogazione, un po' per il fatto che avrei visto Zedd.
Quelle ore, al contrario delle precedenti, passarono molto in fretta.
Dopo che la campana suonò mi diressi verso l'aula di letteratura e lì c'era lui, da solo, con la testa bassa poggiata sul banco. Non sapevo che fare, ma vederlo così mi faceva star malissimo e non poterlo aiutare, o meglio non volerlo aiutare a causa delle mie stupide convinzioni, mi faceva stare peggio.
Però non ce la feci così andai da lui...
"Hei" sussurrai mettendomi al banco vicino al suo;
"Hei." disse alzando lo sguardo freddo come non mai;
"Che succede?" chiesi sempre con un sussurro, avevo un grande nodo in gola, le parole non mi uscivano;
"Questi giorni ho avuto vari problemi." rispose freddo poggiando di nuovo la testa sul banco, dopo di che capii che non voleva parlarne. Stavo malissimo, la testa mi girava e lo stomaco mi ricominciò a far male, mangiare le patatine non fu una scelta intelligente, ma d'altronde io non facevo scelte intelligenti...
Mi voltai e aprii il quaderno per ripassare. Mi sentivo uno schifo, volevo abbracciarlo, magari anche baciarlo...
Ogni tanto, durante l'ora e durante l'interrogazione lo guardavo, ma niente sembrava fatto di ghiaccio. Più lo vedevo e più soffrivo.
Quando mi alzai per andare alla cattedra lo sentii sbuffare, ma non mi voltai anche se volevo farlo. Arrivai dalla prof e lì incrociammo i nostri sguardi, lui era impassibile e io quasi terrorizzata.
Ero molto in ansia e preoccupata, sopratutto per lui, ma l'interrogazione fortunatamente andò bene. Dopo essere usciti dall'aula, però, lo vidi a testa bassa con le lacrime agli occhi. Il mio cuore si frantumava sempre di più e i sensi di colpa aumentavano a dismisura. Non lo avevo mai visto così e i dubbi e le mille domande che mi porgevo non mi aiutavano. Sentivo le mie gambe cedere e la testa girava follemente.
Uscii infuriata, con me stessa, ovviamente. Il mio cuore era diviso a metà, volevo trovare un modo per far tornare Justin quello di una volta, ero ancora convinta però che non potevo parlargli. Ma quanto ero stupida?? Mentre mi avvicinavo all'uscita vidi Ryan e pensai che lui fosse l'unica speranza rimasta, se proprio volevo rimanere lontana da Jus. Gli corsi in contro con gli occhi rossi e lucidi e lo supplicai. Doveva parlare con Justin, doveva farlo ragionare, doveva aiutarlo. Mi faceva davvero male vederlo in quello stato e non sapere il motivo, la causa mi turbava il doppio, poi con il dubbio che  potessi essere io il mio mal umore aumentava. Mi sentivo un'egoista del cazzo, non avevo il coraggio ad avvicinarmici, pensavo solo egoisticamente. Ero turbata e dopo essere andata da Ryan corsi fra le braccia Zedd. Ma che cazzo mi passava per la testa?!
"Ciao Selena" mi salutò abbracciandomi, nel frattempo inviai un messaggio a Kylie dicendole che sarei andata con Zedd;
"Ciao Zedd" dissi sistemandomi il giacchetto;
"Andiamo, vieni con me" disse prendendomi per mano;
"Oggi di che parliamo?" chiesi cercando di cancellare l'immagine di Justin con le lacrime agli occhi dalla mia testa;
"Ti va di andare a casa mia? Così invece di parlare cantiamo" propose ridendo;
"Oh certo" risposi forzando un sorriso, la cosa, in fondo, mi piaceva sopratutto per il fatto che mi sarei potuta sfogare attraverso i testi delle canzoni...
Prendemmo il gelato e subito dopo mi portò a casa sua, appena entrammo notai che era tutta bianca con qualche sfumatura sul panna.
I mobili erano color panna, le cornici dei quadri d'oro, le mura bianche come il divano e aveva un tappeto marroncino chiaro. Era calda e accogliente, sembrava di stare in paradiso.
Mi portò, poi, in camera sua. C'era un grande letto, due scrivanie, sempre bianche, una molto ordinata dove c'erano fogli, quaderni e il computer e una dove c'era la console da dj, ovvio. Al muro c'erano appesi vari dischi in vinile e poi delle cuffie da collezione di tutti i colori.
Era davvero molto bella e semplice la sua stanza, me ne innamorai subito quando la vidi.
"Allora, questa è la mia chitarra" disse indicandomela;
"Suoni tu?" chiesi accennando un sorriso, ero ancora molto turbata a causa della giornata scolastica;
"Sono io e canti tu" disse lui ridendo, il suo sorriso cominciava a piacermi;
"Va bene" risposi scoppiando in una fragorosa risata.
Cantammo varie canzoni, alcune non mi piacevano, ma cantate con la chitarra erano molto più affascinanti.
Mentre suonava lo guardavo e ogni tanto avevo qualche flashback dei giorni precedenti, compreso Justin.
Mi concentrai sul canto e feci uscire tutte le mie emozioni attraverso la mia voce, le si potevano percepire perfettamente, secondo me. Cominciavo a sentirmi a mio agio e riuscii a far uscire fuori anche i vari pensieri che mi turbavano. Mi sentivo molto più 'leggera'...
Passammo ore così, fra una risata e l'altra.
Cominciò a calare il sole e si fece, anche, un po' tardi così mi riaccompagnò a casa, prima di lasciarmi entrare, però, mi lasciò una rosa e mi stampò un bacio in fronte. Ero talmente rilassata che non pensai a nulla. Sorrisi, arrossii e lo salutai, poi girai le spalle e felicissima entrai in casa. Era un ragazzo davvero dolce e sincero, nei suoi confronti stavo cominciando a nutrire un bel po' d'interesse.
Erano le sette e avevo fame, ma prima mi sdraiai sul letto e chiamai Kylie.
"Oggi è andato tutto bene, abbiamo cantato e poi devo dire che lui comincia ad interessarmi." dissi sorridendo;
"Allora bye bye Justin?" chiese lei ridendo;
"Mi prendi in giro?! Justin non riesco a dimenticarlo, penso solo a lui. E poi io sono una cogliona..." risposi annusando la rosa;
"Secondo me devi tornare a parlargli. Fidati, non ignorarlo, ora ha bisogno di te. Oggi stava da schifo e tu stai facendo un po' troppo l'egoista. Devi stargli vicino e continuo ad essere del parere che il suo mal umore glielo stai causando tu...Selena, per me gli piaci." disse con tono materno;
"So di essere egoista, mi sto facendo schifo da sola, ma Kylie non farti film, non sta male per me." risposi fredda;
"Non ti arrabbiare, io la vedo così. Secondo me è così. Fine." rispose fredda anche lei;
"Non devi avere per forza, sempre, ragione!" continuai sempre fredda;
"Selena, cazzo! Ragiona, tu parli di Zedd davanti a lui e lui sta di merda, tu gli stai lontana e lui fa cazzate e poi vogliamo mettere il modo in cui ti osserva?! Mah...fatti due conti." disse in fine;
"Non penso di piacergli, però hai ragione...sto facendo troppo l'egoista. Eravamo ottimi amici prima, avevamo legato un sacco. Con lui riuscivo ad essere me stessa, poi mi manca...devo assolutamente tornare a parlargli." risposi abbassando il tono di voce lasciando qualche lacrima rigarmi le guance;
"Menomale! Almeno un passo avanti lo stai facendo" concluse.
Kylie aveva ragione,n on potevo continuare così. Zedd potevo comunque frequentarlo, ma allo stesso tempo dovevo dare attenzioni a Justin se no non sarei mai riuscita ad andare avanti, in più volevo stargli vicino durante quel periodo, per lui, difficile. Lo avevo visto piangere ed ero stata talmente tanto egoista da pensare solo al fatto che se gli avessi parlato avrei sofferto...Ero stata un'idiota ipocrita, non me lo sarei mai perdonato se avessi continuato ad assumere quest'atteggiamento del cazzo.
Avevo ancora il giacchetto, la rosa fra le mani e mille pensieri che vagavano nella  testa quando mi addormentai.

JUSTIN'S POV

"Amico, che sta succedendo?" chiese Ryan quasi preoccupato, mi meravigliò il fatto che mi parlasse di nuovo, ma in quel momento non mi concentrai molto su quale potesse essere il motivo di questo suo gesto;
"Selena, cazzo. Mi fa girare, letteralmente, la testa. L'altro ieri ho fatto quella cazzata e non me lo perdonerò più. Sono un coglione. Non ce la faccio a stare senza di lei, ma adesso mi evita. Non passiamo più del tempo insieme come prima, non c'è più quell'alchimia fra noi due, lei ora sta con Zedd. Lei ama Zedd, lei pensa solo a Zedd, lei è felice con Zedd e lei è felice per Zedd. Vorrei essere io a renderla felice, ma non è possibile. Fratello, questo mi fa stare malissimo. Sto una merda...neanche immagini." dissi lacrimando leggermente, non era da me, infatti vidi Ryan leggermente preoccupato che poi mi abbracciò fortissimo. Mi fece sentire bene;
"Ma perchè hai fatto quella cazzata? Perchè? E poi che hai intenzione di fare?" chiese sempre con lo stesso tono;
"L'ho fatto per distrarmi, lo so, ho deluso tutti, anche me stesso. Sono un coglione...Comunque continuerò ad uscire con Hailey, è una bella ragazza..." risposi mettendo la testa fra le mani non capendo ciò che stavo dicendo;
"Hailey??" chiese lui quasi scioccato;
"Si Hailey, non mi farò più trascinare in quei ritrovi per motociclisti, ma passare del tempo con lei potrebbe farmi bene." risposi quasi freddo;
"Sei sicuro?" chiese di nuovo preoccupato;
"No. Ma tanto vale provare..." risposi alzando lo sguardo;
"Sii forte" concluse Ryan dandomi una pacca sulla spalla.
Uscì di casa molto preoccupato e nel mentre arrivò Hailey. Mia madre era arrabbiatissima con lei e anche con me, la sera precedente avevamo fatto un casino e dopo una focosa litigata, con mamma, riuscii a mettere le cose a posto, più o meno.
Hailey entrò in casa e salutò educatamente, ma in cambio ebbe una risposta al quanto fredda. Andammo in camera e cominciammo a parlare del più e del meno.
Era una ragazza forte in tutti i sensi, poi era bella, alta, faceva la modella, aveva degli occhi color caramello che ti penetravano e ti travolgevano, era una tosta e questo di lei mi piaceva.
Ogni tanto lanciavo un'occhiata alle cover dei cd dei Green Day e pensavo a Selena, poi però tornavo a guardare negli occhi  Hailey e mi perdevo...Non riuscivo proprio a capire come fosse possibile, non riuscivo, davvero, a capacitarmene.
"Che mi racconti di nuovo?" mi chiese Hailey avvicinandosi;
"Niente di che" risposi restando fermo con la mascella contratta, ero perso fra i miei pensieri;
"A quanto pare non sto molto simpatica a tua madre." continuò lei mettendosi seduta sul letto;
"Ehm...no, ma non darle peso." risposi svagando, un po' mi sentivo in imbarazzo;
"Si, hai ragione" disse lei, sdraiandosi, con un tono quasi di sufficienza;
"Perchè ieri hai detto di essere un coglione?" chiese passandosi le mani fra i capelli;
"Perchè lo sono e basta." risposi freddo. Con lei non riuscivo a parlare di cose mie personali e poi non potevo dirle di Selena, così diedi una risposta secca e fredda, come al solito;
"Secondo me no." si alzò e con il suo passo elegante e sexy si avvicinò, capii subito che voleva provocarmi e io, visto che ero dell'idea che dovevo distrarmi, stetti al gioco. Perchè ero così coglione?!
Si avvicinò e cominciò a baciarmi il collo, come la scorsa volta, ogni bacio corrispondeva ad un brivido.
Mi passò le mani fra i capelli e così la strinsi a me, eravamo una sola persona, sapevo che stavo sbagliando, ma ad una parte di me piaceva. Passò le sue mani calde sulle mie braccia fredde e le fece arrivare alla vita, voleva togliermi la maglietta, ma lì la scostai con forza. Non potevo arrivare a tanto...
"Non giocare" dissi freddo;
"No, tu non giocare con me" disse lei con un tono seducete.
Non mi feci abbindolare dalle sue labbra così con una scusa l'accompagnai fuori la porta e la salutai. In quel momento mi sentivo diviso in due parti: il Justin innamorato perso di Selena e deciso nel continuare a combattere per lei e il Justin che voleva dimenticare Selena buttandosi fra le braccia di Hailey. Mi sentii molto, ma molto stupido e confuso, sopratutto turbato.
Durante la cena non spiccicai neanche una parola, ma mamma non chiese nulla perchè sapeva che il mio mal umore era dovuto a lei...Selena. Quando litigammo, nel pomeriggio, per la serata precedente mi sfogai e piangendo, in fine, dissi tutti i motivi per la quale avevo fatto quella cazzata e lei, anche se un po' arrabbiata per l'accaduto, mi capii e mi abbracciò. Fu un abbraccio fortissimo e caldissimo, volevo svenire fra le sue braccia e non svegliarmi mai più.
Continuavo a pensare a Selena, non facevo altro che pensare e ripensare alle sue bellissime labbra, ai suoi morbidissimi capelli, ai suoi occhi profondi, alla sua risata dolce e contagiosa, al suo sorriso luminoso, alle sue mani fredde e affusolate, alla sua voce semplice e innocente, ai suoi lineamenti dolci e perfetti, al suo fisico mozza fiato, al suo carattere travolgente...a lei...
Mi si formò un nodo in gola, non riuscii a mangiare e senza dire nulla me ne tornai in camera. Ero stanchissimo, ma dedicai un po' di tempo al paesaggio notturno che s'intravedeva dalla finestra.
Il cielo era blu scuro, pieno di stelle e la luna era piena, quest'ultima illuminava tutto ed era affascinante. Mi soffermai sulle stelle, erano così piccole, ma così luminose...erano perfette. Mi ricordavano Selena...
Mi concentrai solo sul cielo, era dannatamente perfetto...Dopo di che mi rigirai e mi coprii fino a sopra le orecchie, avevo sonno, volevo dormire e svegliarmi l'in domani con il sorriso e magari con Selena al fianco. Lì capii che non ero diviso in due parti...l'unica che volevo era lei.

hei ragazze,spero vi sia piaciuto questo capitolo,ditemi tutto quello che vi è e che non ci è piaciuto così che possa rendermi conto c:
Sono soddisfatta di come sto svolgendo il mio 'lavoro' e grazie a tutte le persone che stanno seguendo e che hanno recensito la storia.
In oltre vorrei chiedervi qualche cosa...
Cosa ne pensate del comportamento di Selena? Cosa avreste fatto voi al suo posto?
Del nuovo rapporto fra Justin e Hailey? Siete pro o contro a una possibile relazione fra i due?
Vi piacciono Zedd e Selena insieme?
Detto questo,alla prossima,bye,x.

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Capitolo 9
*** the heart wants what it wants ***






SELENA'S POV

Arrivai a scuola in fretta e furia, salutai tutti in modo molto superficiale per poi correre a destinazione.
Arrivai nel giardino posteriore dell'accademia, dove poche persone si rifugiavano per studiare. Era una bella mattinata, con il sole che illuminava l'erba bagnata dalla rugiada, gli uccellini che cantavano e una leggera brezza autunnale che amalgamava il tutto. Lo vidi lì, seduto su una panchina, molto pensieroso. Aveva la testa fra le mani e Hailey era lì vicino a lui.
Il mio egoismo stava salendo, ma non ci diedi peso e a lunghi passi mi avviai verso di loro.
"Hailey potresti lasciarci soli." dissi con freddezza mettendomici di fronte;
"Stai calma signorina" rispose, ricambiai con un semplice sguardo, come al solito, freddo.
Vidi Justin un po' confuso, mi guardava e con gli occhi sembrava mi stesse chiedendo 'che ci fai qui?'. Mi misi vicino a lui senza dire nulla. Inzialmente ero sempre un po' distaccata, poi mi lasciai andare e gli strinsi forte la mano.
Ero molto agitata e non sapevo che dire, o meglio lo sapevo ma non riuscivo a fiatare. Chiusi così gli occhi e abbassai la testa per evitare il suo sguardo.
"Devi scusarmi." dissi in fine stringendogli la mano sempre di più;
"Selena mi fai male..." disse dopo un attimo di silenzio;
"Oh, scusami..." risposi lasciando lentamente la presa e alzando lo sguardo;
"Comunque...perchè ti stai scusando?" chiese ribaltando la situazione, ora era lui a stringere la mia mano. Mi morsi il labbro e lui, per questo mio gesto, sorrise. Fu un vero sollievo vederlo così rilassato;
"Justin...in questi giorni, per...vari problemi...non siamo stati mai insieme. Ieri eri uno straccio e io, troppo presa dalla mia vita di merda, non ti sono venuta in contro." dissi con la voce tremolante, non riuscivo ad essere tranquilla, ma dopo tutto chi sarebbe riuscito ad essere calmo in una situazione del genere?
"Selena, non scusarti." disse poi passandomi delicatamente un dito sulla guancia. Un brivido attraversò la mia schiena, il suo profumo mi trascinava e mi faceva quasi perdere conoscenza. I suoi occhi poi, così caldi, con quel color caramello immenso, mi travolgevano;
"Devo." risposi dopo qualche secondo di silenzio e abbassai nuovamente la testa.
Non disse nulla, si alzò dalla panchina e lì il panico mi salì fin sopra i capelli. Avevo paura, non sapevo come avrebbe potuto reagire, non volevo immaginare cosa potesse succedere. Strinsi le mani in un pugno e abbassai la testa, non sapevo cosa stesse pensando, non volevo saperlo, magari si era arrabbiato, magari no, ma il dubbio mi fece stringere il petto e non riuscivo a respirare.
D'un tratto, nel silenzio, mi prese per un polso e con forza mi portò verso lui. Questo gesto mi scioccò e i miei occhi si spalancarono come se avessero appena visto un fantasma.
I nostri corpi erano uno attaccato all'altro, i nostri nasi si sfioravano e io potevo sentire l'odore delle sue profumatissime labbra, erano così morbide alla sola vista...volevo baciarle...ma non potevo così per interrompere le mie fantasie mi morsi il labbro.
Il mio cuore batteva fortissimo e il respiro si faceva sempre più affannoso.
"Stai tranquilla." disse dopo avermi uccisa con un solo sguardo.
Le mie gambe stavano per cedere e lì ebbi un flash back. Mi tornò in mente l'uscita con Ryan e Kylie -quando lui mi abbracciò- stavo per svenire anche lì ed era strano. Lo stare a contatto con Justin mi creava una reazione al quanto anormale, non avevo mai avuto ''problemi'' simili con nessun ragazzo prima d'ora, ma "probabilmente questo è quello che tutti chiamano amore..." pensai continuando a fissare le sue iridi d'orate;
"Davvero, stai tranquilla." mi sussurrò poi nell'orecchio. La sua voce...oddio la sua voce!
Tutto accadde si o no in un minuto, ma a me, personalmente, sembrava fosse passata un'eternità.
Di sicuro mi sentivo meglio e di sicuro avevo le idee più chiare...non potevo assolutamente continuare a soffocare i miei sentimenti per lui. Io lo amavo e quando il cuore vuole una cosa fa di tutto per averla...
Andammo via da quel posto isolato, il mio cuore batteva ancora fortissimo così misi una mano sul petto come per farlo smettere. Ero felice e anche lui lo era. Mentre passavamo nel vialetto principale per entrare in classe si girò e mi sorrise. Un colpo al cuore!
Il suo viso era illuminato, i suoi occhi erano raggianti e i suoi capelli dorati riflettevano la luce sotto i raggi di sole. Restai immobile per un secondo, poi ricominciai a camminare, arrossii e sorrisi. Non lo vedevo così sorridente da settimane e ciò mi rallegrò immensamente.
Lo avevo lì davanti e non smettevo di fissarlo, ero abbindolata dalla sua bellezza e dal suo profumo rimasto sui miei vestiti.
Arrivammo uno dietro l'altro davanti la classe e lì ad aspettarci c'erano Kylie, Kendall e Hailey.
Kendall ci salutò con molta semplicità, Hailey mi ignorò e Kylie mi fece un'occhiolino alla quale ricambiai con un sorriso smagliante, ero davvero felice.
A interrompere il mio momento di gloria fu Hailey che appena vide avvicinarmi a lui gli si fiondò, letteralmente, addosso.
"Dai Bieber, ci vediamo dopo, non essere triste." gli disse avvicinandosi all'orecchio.
Kylie mi venne in contro e mi strinse il polso, deglutii rumorosamente più di una volta e tornando fredda come un pezzo di ghiaccio mi liberai dalla sua presa per  entrare in aula.
Lui era ancora sul ciglio della porta a parlare con Hailey, la rabbia e il fuoco crescevano a dismisura dentro di me, le mie mani, strette in un pugno, volevano colpire la faccia di quella ragazza, continuavo a battere i piedi, volevo andare lì e stritolarla. Si vedeva che lo stava facendo apposta. Quella zoccola!
Quando entrò il prof Justin rientrò e venne vicino a me. Mi guardò e mi sorrise dolcemente, ero arrabbiata con Hailey, ma il suo sorriso mi fece dimenticare tutto, anche come mi chiamavo...era così travolgente e rilassante...tutto ciò era davvero sovrannaturale, Justin lo era.
Durante la lezione parlammo moltissimo, in tutti i modi possibili: bigliettini, sms, parole sussurrate, a gesti ecc. Ero al settimo cielo, ogni tanto mi tornava in mente il viso di Hailey e l'ultima frase che le ho sentito pronunciare, ma non volevo rovinarmi la giornata per una figlia di papà  come lei. Quel giorno volevo godermi Justin, volevo stare con lui come non avevo fatto nell'ultimo periodo, volevo parargli di tutto quello che mi stava succedendo, volevo  stare lì a non pensare a nulla, volevo godermi ogni suo minimo gesto ed ogni suo respiro, volevo fissarlo e guardare la sua ipnotizzante bellezza. 

***
Le prime ore passarono molto velocemente.
"Ehi Gomez, andiamo a mensa" disse;
"Si, andiamo...ho davvero molta fame" risposi mettendomi una mano sullo stomaco brontolante;
"Tu hai sempre fame" rispose ridendo;
"Ma cosa dici?!" dissi sorridendo facendo finta di essere offesa.
Lui non disse nulla, mi prese la mano e cominciò a correre. Rimasi spaesata per un momento, fissavo le nostre mani e non riuscivo a capire nulla. Sembrava stessi correndo nel nulla, non sentivo il pavimento, sembrava stessi volando.
Arrivammo davanti il tavolo dove ancora non c'era nessuno e ci mettemmo seduti.
Ero ancora sotto shock, ma allo stesso tempo, come sempre, felicissima.
"Bene, siamo i primi." disse con il respiro leggermente affannato;
"Ehm...si" risposi ancora con la testa fuori dal mondo.
Nel frattempo arrivarono Kylie e Kendall che, con la loro ciotolina piena d'insalata, si misero sedute e cominciarono a parlare della loro professoressa e a fare il terzo grado a Justin.
Presi la mia busta del pranzo e mangiando ascoltai tutto quello che avevano da chiedergli. Ero davvero molto interessata, volevo sapere cosa gli era successo nell'ultima settimana solo che più andavano avanti e più le domande si facevano 'hot'. Non volevo sapere cosa avesse fatto con Hailey così per evitare drammi mi intromisi.
"Basta con queste domande." dissi guardando Kylie;
"Okay, okay" rispose lei sorridendo.
Con la coda dell'occhio vidi Justin fissarmi e sorridere, contemporaneamente mi bagnai le labbra facendo fuori uscire, leggermente,la lingua.
Arrivarono anche Michael, Luke e Ryan che mi scansarono via per mettersi vicino al loro amichetto del cuore. Sbuffando mi alzai e dando uno schiaffo, leggero, sulla spalla di Mickey mi alzai e mi misi vicino a Kylie.
Avrebbe potuto pensare che mi dava fastidio alzarmi perchè volevo stare vicino a Justin, ma non mi preoccupai, visto che mi conosceva avrà pensato sicuramente che non volevo perchè stavo mangiando.
"Sono felicissima" sussurrai avvicinandomi all'orecchio di Ky.
Rispose sfregandomi una mano sulla schiena. In quel momento non facevo altro che viaggiare fra i miei pensieri. Pensavo all' "abbraccio", pensavo alla lunghissima 'chiacchierata' fatta durante le prime quattro ore di lezione, pensavo alla corsa fatta per arrivare al tavolo, ma poi con il suo gran tempismo mi arrivò un messaggio da Zedd:
--"Se oggi non hai nulla da fare ti passo a prendere."--  lessi il messaggio e di conseguenza feci fare lo stesso a Kylie che deglutii rumorosamente.
Non gli risposi e continuai a mangiare, pensando a ciò che avrei dovuto fare.
Nel mentre arrivò Shay che trascinò noi ragazze verso il bar, ma i ragazzi neanche se ne accorsero.
"Allora, okay. Adesso possiamo dire tutto quello che ci pare. Possiamo dire che Tay è innamorata del prof, possiamo dire che è tutta un'illusione, possiamo dire di tutto e di più. Ma dopo quello che ho visto tutto quello che potremmo dire non lo possiamo dire più." disse tutta d'un fiato.
Ristai basita come, d'altronde, le mie compagne. Non riuscivamo a capire e non riuscivamo ad immaginare cosa fosse successo.
"Si sono baciati!" sputò scioccata;
"C-c-che cosa?" balbettò Kendall impietrita;
"Ci stai prendendo in giro." dissi rilassando i miei muscoli facciali. Dopo aver visto la foto che ci aveva mostrato Shay, però, non riuscii a dire nulla.
Quei due si erano baciati.
Taylor aveva una possibile relazione con il nostro professore e noi non ci eravamo accorti di nulla...

JUSTIN'S POV

Fu una delle migliori giornate della mi vita. Stare con Selena, abbracciarla di nuovo, sentire il suo profumo mi aveva rallegrato molto.
La sua bellezza accecante aveva come cancellato il passato, la sua dolcezza non mi faceva pensare a nulla...il mio amore per lei mi faceva vivere in un mondo parallelo.
Dopo sette ore di scuola tornai a casa distrutto.
Mentre ero in macchina ascoltavo la musica e vagavo come sempre, con gli occhi, fra il paesaggio.
In testa avevo in mente solo lei, solo vari flashback di quella mattinata fresca e dolce. Sel, la mia piccola e dolce Sel, si era scusata con me...insomma quel suo gesto mi aveva fatto capire che ci teneva. Ciò mi rese ancora più felice.
Se non fosse stato per quel dj di merda la mia vita sarebbe stata non perfetta, ma quasi.
Entrai in casa e lanciai le chiavi dell'auto sul tavolo, mi tolsi la giacca, andai in cucina a salutare mia madre, presi un pacco di cereali, del latte e mi diressi in camera mia.
Mi misi seduto sulla scrivania, versai il latte nella mia tazza blu opaco e poi ci buttai dentro i cereali. Mentre mangiavo pensavo, facevo ragionamenti su ragionamenti, mi facevo domande su domande...
"Selena ama Zedd? Non lo so...ma questa mattina con il suo dolce gesto mi ha fatto capire che a me ci tiene e non poco. Questo è un ottimo dato per tenere in vita parte delle mie speranze.
Non voglio cedere. Voglio continuare a lottare per lei...forse però dovrò farlo in modo diverso.
Devo assolutamente lasciar stare Hailey e abolire l'approccio 'distraiti e dimentichi'. Non va assolutamente bene, devo cambiare.
Dopo di che devo rimarginare il rapporto con Selena. Dopo aver messo in sesto tutto ciò posso iniziare la mia 'lotta' personale. Deve essere mia." dissi tra me e me.
Ero preso dai miei pensieri ed ero determinatissimo a prendermi Selena. Volevo farla mia, volevo essere io a renderla felice, volevo essere io a darle i baci sul collo, volevo essere io a prenderla in braccio, volevo essere io ad asciugarle le lacrime, volevo essere io a custodirla come un gioiello prezioso...
Stavo finendo di mangiare poi però mi ricordai che dovevo uscire con Hailey. Si lo so, sembrai incoerente, ma volevo utilizzare quell'uscita per mettere in chiaro le cose. Così mi alzai di corsa e mi diedi una sciacquata, sistemai i capelli, poi corsi in cucina, lavai la tazza e posai il latte, dopo di che presi la giacca e le chiavi dell'auto per poi andare verso il luogo dell'appuntamento.
Ogni tanto guardavo lo screen del telefono sperando che Selena mi scrivesse, ma niente...per tutto il viaggio nessun messaggio.
Arrivai davanti il locale dove Hailey mi aspettava, feci un respiro profondo prima di scendere, mi sistemai la giacca di pelle e misi, dentro la maglia, le collane.
Dopo essere sceso dall'auto la vidi sul ciglio della porta. Aveva un mini abito rosso fuoco molto succinto, una scollatura vertiginosa e dei tacchi altissimi.
"Come mai così elegante e...sexy?" chiesi sorpreso;
"Non ti piaccio?" rispose, mettendosi in posa come se stesse facendo un photoshoot, con il suo solito tono seducente e provocatorio;
"No. Stai benissimo." dissi freddo entrando nel locale. Non dovevo cedere ai suoi giochetti.
Entrai nel locale ed era molto raffinato, rimasi basito. Non pensavo frequentasse posti del genere.
Insomma al posto dei soliti tavoli da pub c'erano dei tavolinetti, massimo da quattro posti, apparecchiati con tovagliette bianche in pizzo e le sedie avevano i manici anch'essi avvolti dallo stesso tessuto delle tovaglie. In sottofondo c'era una musichetta rilassante e classica, i quadri avevano tutti una cornice d'oro e i lampadari erano quei candelabri con cristalli pendenti super lussuosi che si trovano nei palazzi reali.
"Non ti facevo così raffinata" dissi mettendomi seduto;
"Tutti hanno un lato nascosto." rispose alla mia affermazione passandomi una mano sul braccio, rabbrividii;
"Si è vero." affermai;
"Presto scoprirò anche il tuo" disse sicura di se toccandosi il pendente d'oro che indossava;
"Solo le persone che dico io possono scoprire il mio lato segreto." risposi guardando verso l'alto pensando a Selena;
"E chi sono queste persone?" chiese cercando di nascondere il fatto che si era offesa, un po' mi dispiacque;
"Sono segrete tanto quanto il mio lato segreto. Nella mia vita per alcune persone tutto è un segreto." quando pronunciai questa frase, piena di giochi di parole, capii che forse stavo un po' esagerando e che stavo facendo lo stronzo con Hailey così alla fine sorrisi per farle capire che non ce l'avevo con lei.
Hailey ricambiò il sorriso e ordinò due bicchieri di champagne. Più passava il tempo e più rimanevo sbalordito della sua classe.
Mentre aspettavamo i due bicchieri lei attaccò a parlarmi della sua filosofia di vita, cosa che a me non interessava perchè non condividevo. Mi sentii molto egoista, ma in testa avevo solo Selena.
"Justin mi stai ascoltando?" chiese quasi irritata dopo una mezz'oretta di chiacchiera continua.
Anuii semplicemente, ma era evidente che non ero interessato al discorso. Poco dopo se ne accorse e mi propose di andare via.
"Senti, andiamocene a casa mia. Ci guardiamo un film, suoniamo un po' il piano, cantiamo, ci divertiamo..." disse alzandosi in piedi. Quando disse quella frase mi sentii sollevato e nervoso allo stesso tempo, non me lo sarei mai perdonato. Non dovevo cedere ai suoi giochi psicologici.
I suoi occhi penetranti, color miele, ti trafiggevano e ti ipnotizzavano.
Mi alzai in piedi continuando a fissarla contraendo la mascella, dopo di che si avvicinò e mi passò una mano sulla spalla, avvicinò il mio corpo al suo, sentivo il calore del suo respiro sul mio collo, il suo profumo era così dolce che mi dava il volta stomaco. Cominciò con il suo solito giochetto, mi baciava il collo, sapeva che lo adoravo, passava le mani delicatamente dietro la mia schiena e avvicinava sempre di più il suo corpo al mio.
Il mio battito cardiaco accelerava, stavo per cadere nella trappola.
Piano piano si avvicinava alle mie labbra, le mani passarono dalla schiena alla nuca, mi faceva solletico e mi provocava varie scariche elettriche che mi passavano lungo la spina dorsale.
Le nostre labbra erano molto vicine e...
Chiusi gli occhi, con forza e freddezza la spostai e le diedi le spalle.
"Sei un coglione." disse dandomi uno schiaffo sulla spalla;
"Non parlare ti prego" avevo ancora gli occhi chiusi, cercavo di rimanere concentrato su Selena;
"Ma stai zitto tu .Vaffanculo! Non so perchè ce l'hai con me, ma visto che non mi vuoi, addio Bieber." sputò furiosa uscendo correndo dal locale.
Avevo lo stomaco sotto spora, il respiro affannato, la mascella contratta e gli occhi strizzati, ero contento però. Mi sentivo uno stronzo perchè effettivamente lei non aveva nessuna colpa, ma dovevo liberarmene.
Presi il mio giubbotto e con un'espressione trasparente uscii dal locale lasciando la mancia sul tavolo. Corsi in macchina e alzai a tutto volume la musica. Dovevo scaricarmi e togliermi tutta la carica negativa che avevo addosso.
Mi diressi a casa e appena entrato controllai se avevo un messaggio dalla persona che più amavo al mondo, ma non c'era nulla. Era pomeriggio presto così senza pensarci due volte la chiamai, avevo bisogno di sentire la sua voce.

***
"Hei Justin" quel suo tono dolce e fragoroso mi faceva perdere i sensi;
"Ciao Gomez" dissi distendendomi sul letto, ero molto nervoso;
"Che mi racconti?" chiese;
"Sai mi è mancato parlare con te, mi è mancato averti vicino...per me sei..." risposi con la paura di sbagliare a dire qualcosa, poi continuai "...per me sei una grande amica." conclusi cercando di tagliare corto per evitare di fare danni;
"Devi scusarmi...questi giorni per me sono difficili, a quanto pare anche a te non va alla grande. Sappi però che ci sarò sempre e scusa ancora se non ti sono stata vicino." disse con la sua solita tranquillità;
"Tu invece che mi racconti?" chiesi sorridendo grazie alle sue dolci parole;
"Uhm...posso dire che mi sto accorgendo di molte cose durante questo periodo, alcune di esse mi...bhè, mi turbano. Altre mi fanno star bene e poi sono felice di aver chiarito con te...non so mi sono sentita molto in colpa per quello che ho fatto." rispose lei sempre molto tranquillamente, tutti la etichettavano come la fredda della situazione perchè si, effettivamente, a volte, le gira male e diventa indifferente e insensibile, ma per me è sempre la Selena raggiante piena di dolcezza;
"Stai tranquilla, già te l'ho detto molte volte." risi, ero molto più rilassato;
"Con Hailey?" chiese esitando un po', non pensavo si interessasse di queste cose infatti rimasi colpito, ma non diedi molto peso al 'gesto' e risposi semplicemente che ci avevo litigato e che avevo chiuso con lei e i suoi amichetti;
"Tu..uhm...con Zedd?" bhè se lei chiedeva di Hailey io potevo chiedere di Zedd;
"Tutto bene, siamo molto amici..." rispose dopo qualche frazione di silenzio;
"Sono contento." dissi abbassando lo sguardo, contraendo la mascella;
"Allora, scommetto che stai giocando alla playstation." disse d'un tratto;
"Hei Gomez, mi stai sottovalutando. Io sono uno di quei ragazzi che sanno ascoltare...che poi non riuscirei a concentrarmi sul gioco se nel mentre parlassi al telefono." risi sdrammatizzando, ma non riuscii a capire il motivo per la quale aveva detto ciò;
"Idiota!" rispose scoppiando in una fragorosa risata. Oh mio dio, la sua risata...!
"Ma perchè hai pensato che stessi giocando?" chiesi curioso;
"Non so,sei così pensieroso e insicuro così ho pensato fossi concentrato a fare altro e la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la playstation" rispose ridendo. Bene, avevo fatto trasparire tutta la mia ansia e il mio nervosismo attraverso le parole, non era da me, di solito ero bravo a nascondere i miei sentimenti e stati d'animo vari...
"C'è qualcosa che non va?" chiese dopo una pausa di silenzio al quanto imbarazzante, ero troppo pensieroso, la sua voce poi non mi aiutava, mi trasportava in mondi fatati pieni di marshmallow e caramelle gelatinose;
"Nono, sono solo un bel po' pensieroso. Non pensavo lo notassi, ma comunque non è niente di che" tornai con i piedi e risposi ridendo per spezzare l'imbarazzo che si era fatto spazio fra noi due;
"Bene" rispose accennando una risatina.
Non ci stavo più con la testa, pensavo solo a lei e a come sarebbe stata una relazione fra noi due, pensavo a quanto potrebbe essere magica. Ero talmente preso dalla mia immaginazione che a volte non capivo ciò che dicevo, la sua voce poi, come ho già detto, mi trascinava in mondi paralleli e mi svantaggiava ancora di più.
Continuammo la chiamata per molto altro tempo, era così piacevole parlare con lei che persi la concezione del tempo. Avevo lo stomaco che brontolava, dovevo andare in bagno e avevo sete, ma niente non mi alzai. Sarei potuto stare lì ore, giorni, mesi...solo io e lei. Mi piaceva sognare e non poco!
Quando riattaccò volevo correre sotto casa sua per prenderla e portarla via con me, ma corsi in bagno se no rischiavo l'allagamento del mio letto.
Dopo aver fatto ciò che dovevo fare, andai in cucina e lì trovai mia madre presa da una ricetta.
"Che prepari sta sera?" chiesi mettendole le mani in vita;
"Oh ciao Justin. Ehm...l'arrosto, tua nonna mi ha dato una ricetta. Sono molto concentrata...ah sta sera vengono anche i nonni." rispose persa fra le righe di quel foglio;
"Perfetto" risposi, guardai l'orologio ed erano le sei e mezza.
Volevo passare un po' di tempo con mia mamma così le diedi una mano a preparare la cena. Presi le carote e cominciai a tagliarle a dischetti, presi poi il sedano e verdure varie e le tritai...
Nel mentre aprimmo una conversazione e le parlai in fine della mia decisione, di ciò che mi ero detto prima di uscire con Hailey e poi le parlai, generalmente, di Selena e di quanto l'amassi.
"Figlio mio, sembri un bambino innamorato del suo cucciolo. Sei così dolce..." mi disse voltandosi con il suo sorrisone smagliante;
"Mamma, ma io sono un bimbo innamorato del mio cucciolo." risposi sorridendo abbassando lo sguardo. Non mi facevo così romantico, ma come ha detto Hailey precedentemente tutti hanno un lato nascosto e a questo mio lato, probabilmente, non tutti potranno accedere.


MACCIAO bellissima gente:3
scusate per il ritardo.

Premetto che il capitolo è stato scritto un pò di fretta,ho avuto molto da fare,così potrebbero esserci vari errorucci di battitura(segnalatemi tutto)
Bene.Vi è piaciuto il capitolo? Cosa ne pensate? Qual'è la vostra parte preferita?
Recensite,come sempre con ciò che vi è e/o che non vi è piaciuto.
-Scusate ancora il ritardo.-
Grazie a tutti coloro che seguono la mia ff,alla prossima,
Bye.



 

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Capitolo 10
*** I'M SORRY ***


                                                   




Hei! Dovete scusarmi per l'assenza. Le giornate si stanno facendo più lunghe, più piene e più pesanti.
Mi scuso tantissimo perchè non riesco a trovare tempo per la scrittura, il capitolo 10 è quasi finito e spero, entro venerdì, di pubblicarlo. Dal 10° cap. in poi comincerò a pubblicare ogni 15 giorni(max. 20). In oltre vorrei aggiungere che questi capitoli come ho sempre detto sono capitoli d'introduzione. 
La vera storia comincerà a "farsi avanti" dal 15°(o 14°, ora non ricordo) in poi, perciò sopportate la banalità dello svolgimento di questi capitoli, prometto che con il fulcro della storia non vi deluderò e cercherò di rendere i capitoli pieni di suspance e sorprese.
Grazie per il tempo e la pazienza.
Alla prossima, grazie ancora, bye. :3

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Capitolo 11
*** Yes,i'm in love ***





 


JUSTIN'S POV

Ero a scuola mentre riflettevo su ciò che avevo fatto nell'ultimo periodo. Per come ero fatto io solo per amore avrei potuto fare una cosa del genere. Amavo una persona e non ero ricambiato, era una delle cose più brutte al mondo, ero molto vulnerabile e il mio mal umore mi divorava sempre di più. Si, divorarmi era ciò che faceva.
Fumare erba, fare nottata, bere fino al vomito... ero caduto in una sotto specie di depressione, mi feci trascinare da Hailey e di questo non ne ero per niente contento. Mentre entravo in classe pensavo e ripensavo ad ogni singola notte passata in bianco a causa delle varie sbronze. Scuotevo la testa e mi pentivo sempre di più, anche se per pentirsi era troppo ormai tardi. "Quel che è fatto è fatto." pensai stringendo la mano in pugno, volevo picchiarmi da solo in quell'istante, ero troppo arrabbiato con me stesso.
Vagai un po' nei ricordi di nottate insonne poi tornai sul pianeta terra e mi feci stregare dalla coinvolgente risata di Selena.
Era seduta sul banco che parlava con Kylie, era così bella...
"Buongiorno Jenner, 'giorno Gomez" le salutai mettendomi al mio posto con un sorriso accennato;
"Ciao Bieber" rispose Ky poggiando una mano sul mio banco;
"Ciao" disse in seguito Selena sistemandosi i capelli dietro l'orecchio.
Ci mettemmo tutti ai nostri posti e lei a sua volta prese la sua agenda personale, cominciò a disegnare. Adoravo i suoi disegni, a volte disegnava dolci ragazze manga, altre volte volti super femminili con qualche sfumatura macabra. La ritenevo una vera e propria artista e questo era uno dei tanti motivi per la quale l'amavo. Era piena di doti, era bellissima e amavo il suo modo di essere, fredda come il ghiaccio, calda come il sangue che ti scorre nelle vene.
"hei" sussurrò dando una botta alla gamba del banco con il piede;
"che c'è?" sorrisi voltandomi verso di lei.
Mi mostrò il disegno che aveva appena prodotto. Rappresentava due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, erano due ombre, sopra alla testa dei due, poi, c'erano due lettere che tra l'altro non riuscivo a mettere a fuoco. Pensai subito che era una rappresentazione sua e di Zedd visto che i due soggetti, nel disegno, erano abbracciati con le labbra quasi che si toccavano. 
"Selena...è davvero bello." dissi mantenendo il sorriso tranquillo steso sul volto;
"Ti piace?" chiese sempre con molto entusiasmo;
"Si,moltissimo" risposi voltandomi, poi, verso il prof che mi richiamò.
Mi sentii vuoto, l'unica cosa che mi rendeva felice era il fatto che con Selena era tornato tutto come prima, di mezzo, però, c'era Zedd ed era questo che mi scoraggiava sempre di più.
Le lezioni quel giorno passarono molto velocemente, per fortuna potevamo tornare a casa. Uscii aspettando Selena sul ciglio della porta, andammo poi, insieme a Ky e Michael dagli altri che ci aspettavano all'uscita dell'accademia.
Arrivammo fuori al grande cancello e lì c'erano tutti gli altri che ci aspettavano tranne Taylor e Hailey, ma non ci feci caso, o almeno, non m'importava più di tanto.
"Hei ragazzi!" disse Luke venendoci in contro;
"Sentite stavamo programmando di andare ad un concerto." continuò guardando Selena con un sorriso malizioso;
"Luke...davvero...stai dicendo che..." rispose Selena in cerca di parole adatte per rispondere;
"Sto dicendo che andremo al concerto dei Green day!" quando pronunciò quella frase Selena si voltò verso di me e mi saltò in braccio. Sembrava una bimba che voleva andare sulle giostre. A quel suo gesto rimasi basito, non sapevo che fare, ero nel caos più totale.
"JUSTIN ANDIAMO AL CONCERTO DEI GREEN DAY!" ripetè più volte entusiasta. Mentre era fra le mie braccia potevo sentire il profumo dolce e delicato della sua pelle, in oltre il suo cuore che batteva all'impazzata. Aveva gli occhi lucidi e si poteva vedere da un miglio che era felicissima.
"E' fantastico!" le risposi stringendola a me. Ero emozionatissimo, non solo per il fatto che avrei visto alcuni dei miei miti musicali in concerto, ma anche perchè Selena era lì fra le mie braccia. Vederla felice e sorridente era ciò che mi riempiva il cuore di gioia. 
"Fortunatamente avevo messo i soldi da parte. Cioè vi rendete conto.... ragazzi è un sogno che si realizza!" si liberò dalla mia presa con delicatezza e si mise le mani fra i capelli, subito dopo guardò Kylie, che era seduta sul cofano del suo suv e, con tutta la sua euforia, le corse in contro.
Vidi che prese il telefono, cambiò espressione da un momento all'altro, non pensai a nulla, ero troppo felice e ancora in extasi, abbassai solo la testa e salutai tutti i ragazzi per poi dirigermi verso la mia auto auto. 
Volevo andare a casa e rilassarmi un po', salii in macchina e da lì cominciai a farmi mini filmini mentali. 
Immaginavo tanto piccole cose che sarebbero potute succedere al concerto, tra tutte queste piccole cose c'era anche un bacio fra me e la mia Sel.
La voce di Billie Joe Armstrong che danzava sulle note di Wake me up when september ends, la bellezza e la dolcezza accecante di Selena, le sue labbra, le mie sulle sue, i nostri nasi che si sfioravano, il suo profumo travolgente e le sue mani gelide e affusolate sul mio collo che mi toglievano il respiro... mentre pensavo a ciò un brivido percorse la mia schiena.
Arrivai davanti casa immaginando ripetutamente quella scena. Più la immaginavo e più mi illudevo, scossi così la testa quando entrai in casa come per farla svanire, ma niente. Mi diressi, poi, in cucina, avevo intenzione di  parlare con mamma pensando di potermi distrarre un po'. 
"Ciao mamma" la salutai posando lo zaino su una sedia;
"Ciao tesoro. Ti ho preparato da mangiare. Togliti il giacchetto, mettiti a tavola e mangia." disse tutto d'un fiato;
"con calma" dissi mantenendo un'espressione indifferente;
"Devo uscire, sono già in ritardo. Scusami Justin ma devo accompagnare tua nonna a fare una visita." continuò sempre d'un fiato;
"Qualcosa di grave?" chiesi giusto per fare conversazione, insomma sapevo che la nonna non aveva nulla e che al massimo avrebbe dovuto fatto fare delle analisi;
"No no, non ha nulla di grave. Deve fare delle analisi di routine." rispose, proprio come mi aspettavo.
Da quel momento in poi rimasi a casa da solo. Avevo ancora voglia d'illudermi, cioè continuavo a pensare a ciò che sarebbe potuto succedere al concerto. Continuavo a pensare a cose sovrannaturali, cose che non si sarebbero mai realizzate neanche a volerlo.
Il modo migliore per distrarsi, pensai, è guardare uno show di Chris D'elia, non che il mio comico preferito.
Mangiai la pasta che mamma mi preparò per poi dirigermi verso il divano con un pacco di patatine. Inizialmente non ero interessato al programma, insomma nella mia testa c'era ancora un film fantasy in corso, poi però alzai il volume, mi rilassai e mi immersi nelle risate.
Amavo quel comico, era davvero forte e sapeva farmi ridere come nessun altro al mondo, togliendo i miei amici, ovvio.
Passarono un paio d'orette, fra battute di Chris, messaggi di mamma del tipo 'scusami Justin non sarò a casa per le sei', messaggi vari da amici vari, pubblicità, patatine e coca cola...
Passai un bel pomeriggio, diciamo. Mi rilassai e non pensai nulla, però...cantai vittoria molto presto.
Suonò il campanello.
"Che palle, chi sarà adesso?!" pensai.
Aprii la porta e la vidi lì, aveva un paio di pantaloni di pelle, una pelliccia bianca, dei tacchi vertiginosi e delle valige...
"Ciao Justin" disse con il suo tono seducente;
"Hailey... che vuoi?" dissi scazzato;
"Ma come non sei felice di vedermi?" chiese;
"Ma hai la memoria corta?" chiesi a mia volta;
"Dai non fare lo stronzo. Dopo tutto io non ti ho fatto nulla, so che mi hai diciamo usata per distrarti dalla tua amata Selena e il suo boy Zedd." disse con sfacciataggine. Rimasi perplesso, come faceva a saperlo?! Pensai che glielo disse Ryan, ma poi ci ripensai di nuovo...insomma non mi avrebbe mai fatto un torto del genere. Non sapevo che dire e, o, che fare;
"Dai Justin stai tranquillo, non me lo ha detto nessuno, l'ho intuito, inizialmente pensavo fosse un'idiozia e che probabilmente mi stavo inventando tutto, ma dopo aver visto la tua reazione sono certa che le cose sono andate così." rispose sempre disinvolta. Rimasi basito.
"Non voglio le tue scuse o altro, voglio darti sono un consiglio. Bene, non arrenderti mai e continua a lottare, quel Zedd non può competere con te, tieni gli occhi aperti e continua a comportarti come hai sempre fatto. Un'ultima cosa, un'agenzia di top model mi ha ingaggiato per vari shooting e adesso devo partire, ma non penso ti interessi, insomma volevo solo salutarti." disse in fine. Rimasi a bocca aperta, non era la Hailey che conoscevo... o meglio, la Hailey che faceva vedere di essere;
"Senti di casini ne ho fatti, ti ho messo in mezzo e ti ho dato la colpa, mi sento uno schifo anche per questo. Non so come scusarmi, però visto che ora stai andando via, non so dove, posso solo che augurarti buona fortuna." risposi addolcendo le parole;
"Tranquillo Bieber, ci vediamo...ah, comunque sto andando a Parigi." disse a sua volta mentre si dirigeva verso la sua macchina.
Ero basito, mi sentivo in colpa per quello che avevo fatto, ma di certo, come mi ero detto la mattina stessa, era troppo tardi per pentirsi. Mi chiusi la porta alle spalle e feci un respiro profondo. Avevo voglia di parlare con qualcuno, di sfogarmi...non sapevo che fare così mandai un messaggio a Ryan, chiedendogli gentilmente di venire a casa per passare un po' di tempo insieme, nel mentre entrai in camera e presi la chitarra che era poggiata sul muro adiacente alla finestra. In quel momento le emozioni mi divoravano vivo: il pentimento per ciò che avevo fatto nell'ultimo periodo era sempre presente, l'entusiasmo per il concerto, l'amore onnipresente che provavo per Selena...
Mi limitai ad arrangiare qualche accordo con la chitarra, poi dopo una mezz'oretta mi spostai al piano che si trovava nella stanza di mia madre e suonai qualcosa per rilassarmi, pensai a quanto sarebbe stato magico cantare e suonare con Selena, per poi concludere con un dolce bacio. Pensai anche che ero un ragazzo romantico,  mi stupivo di me stesso sempre di più!
Ero immerso nella musica, persi così la concezione del tempo e non solo... era come se stessi dormendo ad occhi aperti. Alla dolce melodia della canzone che stavo suonando, di cui neanche ricordavo il nome, si aggiunse il suono stridulo e pimpante del campanello.
Smisi di suonare per poi alzarmi e ancora intontito andai ad aprire la porta.
"Hey bro" mi salutò Ryan dandomi una pacca sulla spalla;
"Ciao Ryan" salutai a mia volta.
Entrò in casa e da buon amico portò un bel film da vedere. Prendemmo birre, patatine e  pop corn, ci buttammo, letteralmente, sul divano e addio mondo.

SELENA'S POV

La giornata scolastica passò molto in fretta e devo dire che fu anche molto "leggera".
Ero a casa, sul mio letto, mentre guardavo il disegno che durante le ultime ore avevo fatto. Avevo disegnato due figure, una maschile e una femminile, come se fossero due ombre che si abbracciavano, le loro labbra si sfioravano e i capelli della ragazza svolazzavano nel vento, in oltre sopra ci avevo scritto due lettere: la 'J', di Justin, sopra il ragazzo, la 'S' di Selena, sopra la ragazza.
Si esattamente, quelle due ombre eravamo io e Justin. Passavo e ripassavo il perimetro della figura maschile con l'indice, infatti si scolorì anche un po'. Mi chiedevo come sarebbe stato quel momento, il momento del bacio, se fosse stato reale. Insomma...mi stavo chiedendo che sapore avessero le labbra del "tenebroso" Bieber.
A farmi distogliere l'attenzione dal disegno fu un messaggio di Ky che mi chiese d'uscire. Non esitai un attimo di più e la chiamai.
"Oi Sel" disse aprendo la chiamata;
"Hei Ky. Dove vogliamo andare?" arrivai al sodo;
"Andiamo da sturbucks. Ci prendiamo un caffè e parliamo un po'." rispose esitante;
"Okay, per me va benissimo. Passami a prendere, io mi do' una sistemata veloce e sono pronta." conclusi in fine.
Chiusi la telefonata e mi diressi in bagno. Presi il mio beauty, la spazzola e cominciai a passarla sui miei boccoli impicciati, poi presi lo struccante e tolsi il mascara colato per poi rimetterlo, il lucidalabbra alla fragola e la crema per il viso. Non impiegai più di dieci minuti per sistemarmi, così per, diciamo, sprecare un po' di tempo mi cambiai la maglia.
Era ancora presto, Kylie non era arrivata e nell'attesa sistemai grossolanamente la camera canticchiando Thinkin out loud di Ed Sheeran. Quando suonò Ky, con il clacson della macchina, posai la scopa che stavo usando sopra la citazione, scritta in bordeux sul muro, di Boulevard of broken dreams dei Green Day. Ebbi un flash con il sorriso di Justin, la voce di Luke che mi diceva che saremmo andati al concerto e le varie fantasie che mi ero fatta io in precedenza... sorrisi automaticamente, rimasi ferma lì a pensare e Kylie, ragazza non molto paziente, suonò nuovamente il clacson. Presi la giacca e come se fossi appena caduta dalle nuvole corsi verso l'auto.
"Ce l'hai fatta." disse facendo la finta scazzata;
"Scusi signorina Jenner, stavo ripulendo la mia camera e poi sono rimasta imbambolata a pensare al mio principe azzurro." risposi facendo la finta principessina;
"Ok adesso dimmi tutto, mi sono persa sai? Sono rimasta al fatto che avete fatto pace, che gli sei saltata addosso quando hai saputo dei Green Day, ma poi c'è altro? Per esempio Zedd?" chiese seria. Bene, mi ero completamente dimenticata della sua esistenza e lui della mia, probabilmente. Non parlavamo più e il nostro rapporto era quasi morto, anzi si era letteralmente estinto. Rimasi un pò a pensare e a guardare il paesaggio ancora autunnale, aspettai prima di rispondere alla domanda di Ky, insomma volevo ragionare bene su ciò che avrei dovuto dire e fare;
"Sai...penso che questi giorni con Justin siano i migliori della mia vita, insomma ho tutto. Ho la felicità, ho i miei amici, la scuola che fortunatamente va bene...non penso di aver bisogno ancora di Zedd, anche perchè l'ho semplicemente usato. A dir la verità mi sforzavo a stare con lui, a ridere alle sue battute, mi sforzavo a parlargli di me, mi sforzavo ad ascoltarlo...mi ero imposta un obbligo. Mi ero detta di dover distrarmi da Justin, ma non ci sono riuscita, perciò non penso di aver bisogno ancora di Zedd. Sai Ky, quando lui mi mandava i messaggi, sorridevo perchè mi stavo illudendo, si mi illudevo, pensavo che tutto quell'affetto mi avrebbe fatto star bene e che mi avrebbe aiutato a lasciar stare Justin una volta per tutte, ma poi ripeto era tutto fumo e niente arrosto. Penso anche che se ne sia un po' accorto, non mi scrive più, non mi cerca più e io mi ero quasi dimenticata della sua esistenza. Dovrei scrivergli e parlargli, ma magari neanche vorrà vedermi. E come biasimarlo?! Però adesso non voglio rattrisitarmi. Voglio pensare al concerto, vedrò i miei idoli e la cosa più bella è che con me ci saranno i miei amici e Justin, sarà uno dei giorni più belli in assoluto, uno di quei giorni da favola. Vorrei tanto stare abbracciata a Justin quando canteranno Wake me up when september ends. Il romanticismo si spreca!" risposi cercando di esprimere ogni mio pensiero. Kylie mi guardò, sorrise e rispose semplicemente "Amore.".
Non sapevo come codificare quella sua espressione, non sapevo se era un "questo è amore" o un "hei amore sei troppo tenera" ma pensai più alla prima per due semplici motivi. Per prima cosa, odiavo essere chiamata 'amore', 'tesoro' o insomma con nomignoli del genere e seconda ed ultima cosa sapevo che ciò che avevo detto l'avevo detto pensando a Justin, era il mio cuore che parlava, il mio cuore ormai perso perchè innamorato del bello e quasi impossibile Justin, così come lo sapevo io lo sapeva sicuramente anche lei.
Non le dissi nulla, mi girai solo verso il finestrino, lo abbassai tutto e misi il viso fuori, per far in modo che i miei capelli svolazzassero liberi. Adoravo l'aria gelida che con delicatezza mi sfiorava la pelle, i miei boccoli che diventavano sempre più intrecciati a causa del forte vento, le mie labbra che si seccavano e i miei occhi che lacrimavano. Ero strana, si lo so, ma quelle sensazioni 'fredde' mi piacevano un sacco.
***
Arrivammo da Sturbucks, Kylie parcheggiò e in meno d'un secondo eravamo dentro.
Ordinammo molto velocemente, presi una cioccolata calda con caramello e panna e Ky una cioccolata calda con vaniglia e cannella, cioè ciò che ci serviva per rilassarci.
"Allora, prima non ti ho risposto con una risposta seria, ma spero di averti fatto capire che anche io penso, fortemente, che ami Justin. Tu lo hai sempre amato, ammettilo. Volevi distrarti? Non ci sei riuscita? Bene, questo lo sapevo già in partenza. Lo sapevo perchè quando lo guardavi, quando mi parlavi di lui, quando lo pensavi... i tuoi occhi sorridevano e s'illuminavano. Sai, i tuoi occhi si schiariscono quando pensi a qualcosa che ti piace o insomma che ti fa star bene. Comunque, adesso scrivi a Zedd, digli che vuoi parlarci e poi pensiamo a Justin e al concerto." quando cominciò a parlare il mio battito cardiaco aumentò e le mie mani diventarono leggermente tremolanti, mi emozionai a tal punto. Non le risposi, le sorrisi e presi il telefono per scrivere a Zedd. Un pò mi sentivo in colpa ma dovevo farlo.
MESSAGGIO:-hei ciao, scusa se questi giorni sono sparita. Ho bisogno di parlarti. Hai un po' di tempo da sprecare per me questa settimana?- 
non riuscii a scrivere il messaggio subito, dovetti pensare bene a tutte le singole parole che avrei potuto utilizzare. Volevo sembrare normale e tranquilla, però ero nel panico perciò fu molto difficile trovare le parole giuste.
Comunque, dopo aver scritto il messaggio continuai a parlare con Kylie, che mi parlò della sua situazione sentimentale. Mi aveva detto che le interessava un ragazzo, ma non mi disse chi era, non voleva dirmelo per superstizione, mi disse. Non insistetti con le domande o cose del genere perchè non era da me, ma insomma mi fidavo di lei e la cosa giusta da fare era aspettare.
Parlammo anche di cose scolastiche varie e anche un po' del nostro futuro nel campo lavorativo. Durante questo discorso uscì fuori una notiziona che mi fece esaltare.
"Hei, ma sai che Hailey è partita per Parigi?" quando mi disse cosi deglutii rumorosamente e spalancai gli occhi. Sorrisi e senza fare altre domande pensai che fosse la cosa più bella al mondo. Forse ero un po' stronza, ma qualsiasi persona se fosse stata al posto mio avrebbe reagito così, forse qualcun altro avrebbe fatto anche di peggio, perciò non mi sentii tanto in colpa.
Mi alzai e trascinai Ky verso l'uscita, avevo bisogno di camminare e nel mentre mi accesi una sigaretta. Continuammo a parlare per ore, parlammo del più e del meno.
Al centro dei nostri discorsi c'era sempre Justin o il concerto dei Green Day, parlavamo di Billie Joe, parlavamo di Trè Cool, di Mike Dirnt, delle varie canzoni che amavamo e tra un discorso e l'altro ridevamo, cantavamo e scherzavamo. Ci prendevamo in giro e ci facevamo qualche filmino mentale sui nostri ragazzi dei sogni, che in quel caso non erano Justin o il ragazzo misterioso, ma Billie Joe e Trè Cool.
***
Arrivai a casa tardissimo, ero stanchissima e avevo fame, mamma come al solito, gentilmente mi lasciò un piatto di pasta al sugo sul tavolo. Presi un bicchiere e una posata e cominciai a mangiare, pensi a tutte le cose che avevamo tirato fuori con Kylie e a tutti gli argomenti trattati. Poi come sempre spostai la mia attenzione sui quadri di famiglia e pensai un po' a papà, pensai al fatto che volevo abbracciarlo, così per smorzare la nostalgia gli inviai una mail. Finii la pasta e posai tutto nel lavandino, quei piatti li avrei lavati poi il giorno dopo, andai in camera mia, mi raccolsi i capelli e presi il mio pc.
Gli scrissi una lunghissima 'lettera'. 
Più o meno conteneva tutte le cose che avevo detto a Kylie, gli parlai di quanto ero felice del fatto che sarei andata al mio primo concerto: "Papà non puoi capire, con i miei amici andremo al concerto dei Green Day! Sai chi sono, si? I tre ragazzi punk che sono su ogni poster della mia camera in Messico. Non vedo l'ora di vedere Billie, non vedo l'ora di ascoltare la loro musica. Papà non puoi immaginare quanto io possa essere felice." poi gli parlai di Justin, ovviamente: "Poi ho trovato l'amore. Cioè io amo lui haha, è un po' triste come cosa...ma siamo grandi amici. Ci vogliamo bene a vicenda e a volte mi ricorda te, ad esempio quando mi abbraccia, non l'ho mai detto a nessuno questo particolare, ma tu devi saperlo." in oltre aggiunsi il fatto che avevo grandi progetti per il futuro: "Hei papi, devo annunciarti anche il fatto che ho molti progetti per il futuro. Non posso dirti troppo perchè non è nulla di sicuro, ma dopo il diploma vorrei andare al college e fare corsi approfonditi per il canto e il piano. Si lo so, già studio a scuola queste cose, ma sai io non mi accontento mai. Non ho mai capito se questo è un pregio o un difetto....ma son dettagli." finii di scrivere la mail con un semplice "mi manchi papà.".
Ero nostalgica, ma allo stesso tempo felice... non sapevo percepire a pieno il mio stato attuale, ma in quel momento non era importante.
Presa dalla mail e dai miei pensieri mi dimenticai del messaggio che inviai a Zedd e solo quando mi rispose ritornai con i piedi per terra.
-Ciao Selena, sinceramente non ho molto tempo da sprecare questa settimana, ma adesso dieci minuti per parlare ce li ho perciò se vuoi chiamami.- lessi il messaggio e deglutii, ero nervosissima e mi sentivo anche un po' in colpa per quello che avevo fatto,  ma dovevo affrontarlo così lo chiamai.
Nel mentre, aspettando che rispondesse, mi morsi le unghie. Mi stavo letteralmente mangiando le dita, così per evitare laghi di sangue mi alzai e cominciai a camminare su e giù per la stanza.
Ad un certo punto sentii la sua voce.
"Ciao Selena" disse tranquillo;
"Hei." dissi a mia volta con la voce un po' tremolante;
"Allora? Arriviamo al dunque, che hai da dirmi?" era diventato più freddo, così il mio sangue di congelò definitivamente. Trattenei l'aria per un istante e poi risposi più nervosa di prima;
"Devi scusarmi, ma questi giorni sono stata molto impegnata e non ho avuto tempo per te. Poi volevo dirti che secondo me è meglio che non ci vediamo più...ho i miei motivi e non riesco a spiegarteli, non posso. Devi scusarmi." risposi impacciata, ero stata una stupida e sembrai una delle tante stronze che a quei giorni giravano molto spesso;
"Mi sta bene. Tu sei innamorata e ora non ti servo più. Meglio così, ci vediamo." chiuse la chiamata e io scoppiai in lacrime. Non riuscii a trattenere i sensi di colpa, avevo il cuore in gola e il respiro affannato, i pensieri mi soffocavano e i flashback delle giornate con Justin si facevano sempre più frequenti.
Ero confusa, mi sentii un'ipocrita e dalla rabbia mi pressai una mano sul viso, lo feci talmente con tanta forza da farmi uscire una goccia di sangue dal naso. Non ero masochista, ero semplicemente arrabbiata con me stessa.
Andai in bagno per sciacquarmi il viso, presi il mio beauty e dopo essermi struccata passai la crema idratante, mi sciolsi i capelli e li pettinai, mi misi il pigiama e mi diressi verso al letto con ancora gli occhi pieni di lacrime dovuti ai sensi di colpa.
In fin dei conti fu la cosa giusta, ora dovevo solo dedicarmi alla mia vita e pensare di più a curare la mia amicizia con Justin, magari con il tempo una delle mie illusioni sarebbe potuta diventare realtà.


Hei!
Scusatemi tantissimo per il ritardo. 
Questo è un capitolo di passaggio, infatti non accadono molte cose interessanti, a parte l'addio di Hailey.
Devo ammettere che non è uno dei miei preferiti, ma presto usciranno nuove cose e spero vi piaceranno!


Se ancora non lo avete fatto cliccate qui e leggete :3 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3100775 


Alla prossima, bye.



 

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Capitolo 12
*** Baby ***





*dopo due giorni*


SELENA'S POV

Come ogni mattina suonò la sveglia, alle sette in punto. Mi alzai senza fare storie-strano ma vero-per poi dirigermi subito in bagno. Aprii l'acqua e la feci scorrere un po', aspettai che diventasse gelida per sciacquarmi il viso perchè amavo quel brivido di freddo che mi procurava e poi l'acqua fredda fa bene alla circolazione.
Mi guardai allo specchio e pensai alla mail di risposta che mi aveva inviato mio padre, aveva scritto delle cose bellissime, mi commossi quando le lessi, ma la cosa che mi fece più felice fu leggere questo piccolo incoraggiamento: "credi sempre nei tuoi sogni, fidati di te stessa e del tuo cuore. Ama con tutta te stessa, soffri, piangi e sfogati. Verrai ripagata, ne son sicuro, ricorda che le vittorie cancellano tutto il dolore che hai avuto in precedenza.".
Al solo pensiero sorrisi, mi persi un po' fra i ricordi, poi quando notai la mia faccia impresentabile accelerai e cominciai a truccarmi. Sistemai in fine i capelli e mi lavai i denti. 
Avevo un po' di mal di stomaco quella mattina, probabilmente mi aveva dato fastidio qualcosa che avevo mangiato il giorno precedente, così non feci colazione. Per andare a scuola dovevo aspettare Kylie che mi disse che sarebbe venuta lei a prendermi, erano le sette e venti, avevo ancora un po' di tempo da dedicare ai miei frastagliati pensieri.
Mi rimisi sul letto a fissare il paesaggio fuori dalla mia finestra, c'era il sole ed era un bella giornata, si sentivano gli uccellini cantare e quando spostai l'attenzione sul dondolo in giardino mi ritornò alla mente un bellissimo pomeriggio passato con Justin. Eravamo lì seduti, parlavamo di tatuaggi e della mia famiglia, fu lì che cominciai a capire di provare, davvero, qualcosa di serio per lui. Quel pomeriggio passò il suo indice sulla 'S' del mio braccialetto e presa dai ricordi lo rifeci anche io. Sentii un brivido sulla schiena, un sorrisetto si espanse sul mio viso e... il campanello stridulo rovinò l'atmosfera.
"ARRIVO" urlai.
Presi velocemente la borsa e mi diressi verso la porta, aprii e c'era Kylie che molto entusiasta mi salutò.
"Ciao tesoro" disse dirigendosi verso la macchina;
"Ciao" risposi con ancora il sorriso sul viso;
"Come mai sorridente?" chiese mettendo in moto l'auto;
"Niente, oggi è una bella giornata. Non trovi?" risposi abbassando il finestrino;
"Si, hai ragione." disse sorridendo, ma guardandomi un po' perplessa;
"Ho un po' di mal di stomaco, vedi di andar piano se no ti imbratto l'auto" dissi ridendo mantenendo lo sguardo fisso sulla strada;
"Selena sei troppo di buon umore stamane." disse a sua volta ridendo;
"Non posso essere felice?" risposi ridendo, però dovevo ammettere che neanche io riuscivo a capacitarmene.
Tralasciammo, comunque, il discorso e aprimmo una parentesi, ovvero il compito per letteratura. Dovevamo scrivere un tema sulla felicità, non sapevo bene cosa scriverci, insomma avevo molte idee per la testa ma non sapevo come descriverle, ho sempre pensato che i sentimenti, a parole, non si possano manifestare. Kylie invece ha sempre avuto le idee chiare e non ha mai avuto problemi a descrivere ciò che prova, anche per questo l'ammiravo molto.
Passammo tutto il viaggio a parlare di ciò, nel discorso aggiungemmo anche qualche presa in giro alla prof o a qualche nostro compagno. Insomma non ci annoiammo.
Arrivammo, poi, a scuola e visto che eravamo in ritardo ci dirigemmo subito nelle rispettive aule, mentre ero nel corridoio vidi Justin appoggiato al muro, con gli occhi chiusi, che ascoltava la musica. Mi fermai e mi morsi il labbro e lui con ottimo tempismo aprii gli occhi in quell'istante. Diventai rossa come un pomodoro, lo potevo sentire, le mie guance andavano a fuoco, volevo sparire.
"Hei Gomez" disse accennando un sorriso pieno di malizia;
"C-c-ciao Bieber" risposi lasciando il mio labbro inferiore quasi sanguinante;
"Che ci fai qui?" chiese;
"Sai oggi non avevo nulla da fare allora per passare il tempo ho deciso di venire a scuola." risposi ironicamente, acquisendo sicurezza;
"Mh mi sembra buona come risposta. Bhè allora andiamo in classe." disse fasciandomi le spalle con il suo braccio. Rimasi impietrita, ma mi piaceva stare abbracciata a lui così dopo una risatina isterica cercai di rimanere tranquilla.
Entrammo in classe con dieci minuti di ritardo, il prof per punizione ci interrogò. Io ero ancora 'abbracciata' a Justin e mentre il prof introduceva l'interrogazione alcuni nostri compagni cominciarono a fare commenti del tipo:
"Bieber il cuore di ghiaccio innamorato della Gomez la lunatica." oppure "Che bella coppia." o "I pezzi di ghiaccio stanno insieme, wow." e per finire "Adesso arriva Stephenie Meyer e scriverà una nuova saga ispirata a questa nuova coppia di vampiri.", insomma tutti quanti ci calcolavano come i freddi della classe. Effettivamente eravamo molto indifferenti a tutto e sempre scazzati con le persone che non ci stavano simpatiche e Justin, poi, incuteva timore perfino a me. Non rispondemmo a queste 'battute', si girò solo Justin che con uno sguardo pietrificò tutti. Ecco in quell'istante gli sarei voluta saltare addosso, amavo l'aria da tenebroso che aveva.
Il professore tuttavia non commentò, ci disse solo di staccarci e ci fece varie domande riguardanti le corde vocali, la gola in generale, il diaframma e la laringe. Fortunatamente erano argomenti vecchi e qualche cosina ce la ricordavamo, così riuscimmo a prendere un bell'otto, uno dei primi otto in tutta la mia vita. Quella giornata era iniziata davvero bene e si stava sviluppando altrettanto.
"Dopo questo otto posso anche non studiare più" disse Justin, tranquillo, mettendosi seduto al suo banco;
"Dopo questo otto posso anche non venire più a scuola" dissi io a mia volta cercando di imitarlo;
"Mi prendi in giro?" chiese cercando di fare io serio;
"No. Come potrei prendere in giro te, Justin Bieber. E poi io chi sono per farlo?! Insomma sono solo Selena Gomez." risposi con la risatina sotto i baffi;
"Gomez non prenderti gioco di me." disse con il sorrisetto malizioso, stavo per sciogliermi. Mi sentivo così bene e avere una conversazione così stupida con lui mi rendeva ancora più gioiosa. 
Anche il prof, con ottimo tempismo, ci sgridò. Justin mi guardò e sempre con il sorriso sotto i baffi mi disse di stare in silenzio, io lo guardai e sorrisi, poi poggiai il viso sul banco e fissai il pavimento. Mi era presa una forte fitta allo stomaco, avevo la nausea e mi girava la testa. Tutto da un momento all'altro, non sapevo cosa mi stesse succedendo e Justin notò la mia ansia. Si alzò dal banco e mi venne vicino. Avevo dei forti crampi e non riuscivo a muovermi, glielo dissi e ad occhi serrati cercai di combattere contro il dolore.
Di solito mi prendevano questi 'malanni' ma mai così all'improvviso.
"Prof Selena si sente male, posso accompagnarla fuori." chiese Justin prendendomi per un polso, le sue mani grandi e fredde mi fecero scorrere un brivido di sollievo dietro la schiena. Mi sentivo in imbarazzo, non mi piaceva stare al centro dell'attenzione, ma in quell'istante avevo altro a cui pensare.
Il prof gli diede il permesso di accompagnarmi fuori, ma non riuscivo ad alzarmi così, Justin, mi prese in braccio. Ero ferma e rigida come una roccia. Ero fra le sue braccia, il respiro già affannato si affaticò ancora di più, i giramenti di testa mi si alleviarono, il suo profumo dolce e delicato mi trascinava in un universo parallelo, mi aiutò in oltre a non pensare al dolore e far si che si alleviasse. Justin era come il mio antidoto. 
Arrivati davanti ai bagni mi mise vicino al muro, per terra. Entrò in bagno e si sciacquò le mani per poi passarmele sui polsi e sulla fronte. Era lì seduto vicino a me che mi fissava dritto dritto negli occhi, era agitato tanto quanto me, le sue iridi erano diventate di un color caramello tendente al rosso, erano così luminosi che mi abbagliavano. 
Avevo le gambe pressate contro la pancia, ero seduta sul pavimento ed ero lì spaesata, un po' accecata da Justin un po' stritolata dal dolore. Non riuscivo a riprendermi e le fitte si facevano sempre più forti, lanciai un piccolo gridolino e subito dopo una mano afferrò il mio polso. Mi prese delicatamente in braccio, io chiusi gli occhi e poggiai la testa al suo petto, potevo sentire il suo battito leggermente accelerato e il respiro affannato. Questo mi fece capire che a me ci teneva e anche tanto. 
Mi concentrai sul rumore del suo cuore, dopo di che non sentii più nulla. Il vuoto più totale.
***
"Selena, svegliati." sussurrò una voce toccandomi delicatamente la fronte.
Avevo gli occhi socchiusi e non riuscivo a mettere a fuoco il viso di questa persona. Notai i suoi capelli folti e disordinati, biondi e lucidi, sembravano fili d'oro, i suoi occhi grandi, le sue labbra ben definite, non riuscivo a vederlo bene, ma mi bastò sentire il profumo della sua mano, che aveva ancora sulla mia fronte, per farmi capire chi era. Era lui, Justin. 
Non riuscivo a collegare, ero spaesata e avevo perso la concezione del tempo.
"Justin..." dissi cercando di prendere la sua mano "Dove sono?" chiesi per poi continuare "Da quanto tempo siamo qui?". Mi ricordai solo i lancinanti dolori alla pancia e il cuore di Justin battere, poi il resto era tutto svanito;
"Siamo nell'infermeria della scuola, siamo qui da un'ora, non è tanto." chiese stringendomi la mano;
"Mmh. Grazie, comunque." risposi ancora con gli occhi socchiusi, potevo sentire la sua mano fredda fasciare la mia, era una sensazione indescrivibile, sarei potuta stare lì per ore, giorni, mesi e anni...
"Figurati, piccola." disse a sua volta poggiando l'altra mano sulla mia gamba fasciata dai miei skinny neri. Ci misi qualche istante per realizzare che mi aveva chiamato 'piccola', quando realizzai sbarrai gli occhi e strinsi fortissimo la sua mano, sorrisi e cercai di abbracciarlo. Inizialmente rimase perplesso poi non disse nulla e ricambiò l'abbraccio.
Mi aveva chiamata piccola. MI AVEVA CHIAMATA PICCOLA! Ero euforica, ma ovviamente cercai di contenermi.
Quando arrivò l'infermiera mi disse che potevamo tornare a lezione e lui da gentiluomo si offrì per accompagnarmi in classe. Questa volta mi mise un braccio in torno alla vita e sull'altra spalla prese la mia borsa che, mentre 'dormivo', era andato a prendere in classe. Ero felicissima e mi sentivo bene, per me era come se non fosse successo nulla. Ero ancora un po' scombussolata, ma durante il cammino verso la classe non feci altro che fissare il suo viso così serio e cupo. Aveva la mascella contratta e gli occhi ben puntati verso la fine dei corridoi, pensavo fosse arrabbiato, così cercai di staccarmi dalla sua presa, ma per mia sorpresa mi strinse ancora più forte.
Rimasi basita e non sapevo cosa pensare...
*durante il pranzo*
"Come stai Gomez?" mi saltò addosso Michael durante l'ora di pranzo;
"Bene." risposi guardando Justin mangiare;
"Che mangi?" chiese sempre sorridente;
"Non so..." risposi continuando a fissare Justin, era così perfetto;
"Dai offro io." rispose Mickey a sua volta;
"Non farle mangiare niente di pesante o che comunque possa farle male." disse con la sua voce roca e profonda, ebbene si Justin si stava preoccupando per me. Mi morsi il labbro, come al mio solito, e abbassai lo sguardo, lui lo notò e con la coda dell'occhio lo vidi sorridere. Era così bello e dolce che mi ispirava tante coccole e devo ammettere che mi ispirava tante altro cose...
"Va bene Justin, agli ordini." rispose Michael all'inizio perplesso.
Quando Michael si alzò arrivarono Ryan, Kylie, Kendall e il resto della 'gang'.
"Allora, biglietti presi!" annunciò Luke mettendosi vicino a me.
Quando pronunciò quella frase mi tornarono in mente tutti i miei pensieri strani e illusionistici che mi ero fatta i giorni precedenti. 
"DAVVERO?" Mi alzai entusiasta;
"Davvero" rispose Luke sorridendo;
"Luke non posso crederci!" dissi abbracciandolo. Ero felicissima, ora mancava solo il countdown e aspettare.
Mentre aspettavamo da mangiare cominciammo ad organizzarci per andare al concerto. 
"Potremmo andare separati e vederci davanti l'arena" propose Luke; 
"Potremmo invece andare tutti insieme" propose Ryan;
"Venite a casa nostra e poi da lì andiamo tutti insieme" aggiunse Kendall guardando Kylie che stava fissando Ryan;
"Per me è un'ottima idea." aggiunse Justin;
"Per me va bene tutto. Basta che andiamo." risposi sorridendo, sembravo una bimba innocente e ingenua;
"Allora ci vediamo tutti a casa delle Jenner. Okay? Okay." concluse Luke.
Nel frattempo arrivò Michael con il mio vassoio, dentro c'erano delle patate lesse e un'insalata di pollo. Guardai quel piatto triste e feci una smorfia di disgusto, poi d'un tratto Justin si alzò e venne vicino a me.
"Dai che è buono" commentò scoppiando a ridere;
"Non scherzare su queste cose" risposi a muso lungo. Ero davvero triste, non volevo mangiare quella roba;
"Allora se non mangi quello, non mangi nulla." rispose ridacchiando;
"Non prenderti gioco di me." risposi secca;
"Dai Selena, mangia quel coso." disse a sua volta sorridendo. Io rimasi ferma a fissare i suoi occhi, le sue iridi così brillanti mi convinsero.
Presi una forchetta e infilzai qualche ciuffo d'insalata, chiusi gli occhi e diressi la forchetta verso la mia bocca, sentii un'odore strano e così, con l'altra mano, mi chiusi il naso. Avevo il volta stomaco, così feci due bocconi e poi rinunciai.
Quando gettai la forchetta sul tavolo tutti risero e Justin stava per morire, ridevano così tanto che mi sentii stupida.
Mi alzai dal tavolo e facendo la finta offesa presi i soldi per ridarli a Michael visto che glieli avevo fatti sprecare, a quel mio gesto Justin smise di ridere e fece un'espressione a me molto familiare: sembrava mio padre quando facevo qualcosa che lo rendeva fiero di me. Lo guardai e sorrisi, poi richiusi la borsa e dopo aver salutato tutti m'incamminai insieme a Kylie verso l'aula di Letteratura.
***
"Ora leggiamo qualche tema sulla felicità" disse la prof facendo avanti e indietro davanti la cattedra. Stavo pregando Dio che non mi chiedesse di leggere il mio, in classe c'era Justin e molti riferimenti erano stati fatti a lui, cioè su tre pagine due erano dedicate solo ed esclusivamente a lui, se lo avessi letto avrebbe sicuramente capito.
"Leggiamone circa una decina, visto che abbiamo tempo." continuò la prof, avevo l'ansia e non sapevo come calmarmi.
Iniziò una mia compagna di classe, la secchiona della classe che scrisse cose del tipo 'leggere un libro' o 'ascoltare Mozart', continuò poi l'incapace, seguito dalla 'vip'.
Ne sentii di tutti i colori, quei ragazzi erano robot. Non sapevano cosa fosse la felicità, o almeno io non condividevo il loro concetto di 'essere felici'. Per loro era fare shopping o vincere una partita di calcio, per me era ben altro! La cosa che mi meravigliò di più è che lì dentro venivo calcolata io la ragazza 'di ghiaccio che non sorride mai'. Queste cose mi facevano incazzare e come.
Tralasciando ciò...
Pregavo, pregavo e pregavo. Non volevo essere chiamata, però ero curiosa di sentire il tema di Justin. Probabilmente tutti avrebbero capito chi era il vero Justin, che aveva un cuore e che anche lui aveva una vita felice e serena... e poi io avrei capito ciò che per lui significasse essere felici.
Mi passai le mani fra i capelli e sospirai.
Non volevo più ascoltare quella gentaccia parlare di cazzate che loro definivano 'felicità'. Suonò finalmente la campanella e deglutii rumorosamente a mia volta, la professoressa interruppe le letture e prese il libro per spiegare. Tirai un sospiro di sollievo e mi girai verso Kylie che sghignazzava, lei sapeva cosa stavo passando in quel momento.
Mentre cercavo il libro nella borsa sentii il mio telefono vibrare, mi era arrivato un messaggio. Non so perchè ma pensai subito a Zedd, ma con mia sorpresa era Justin:
-"non posso dirtelo a voce perchè se no la vecchiaccia ci punisce, ma dopo la scuola ti posso portare in un posto diciamo segreto?"- lessi il messaggio e sorrisi, mi voltai verso Kylie, mi morsi il labbro e fissai Justin che con i suoi occhioni sembrava m'implorasse.
Non risposi con un messaggio, è bastato guardarlo per fargli capire che la risposta era, ovviamente, si.
Passai così tutte le ultime ore con un nodo in gola dovuto all'ansia eppure ero felicissima. Volevo passare del tempo con Justin, avremmo parlato, parlato e parlato. Sentivo il bisogno di dirgli ciò che avevo passato l'ultimo periodo e sentivo il bisogno di capire cosa era successo nel suo ultimo periodo. Ero nervosissima. Ora che Hailey se ne era andata però potevo stare più tranquilla, insomma Justin le dava molte attenzioni e devo dire che mi sentivo molto inferiore a lei. Ora invece che era a Parigi e che il rapporto fra me e Justin era tornato come quello di prima, ero più serena.
Restava il fatto che la curiosità e la fretta di sapere mi si stavano mangiando.
In oltre ero estasiata per la notizia dei biglietti, ero piena di gioia. Non riuscivo a controllarmi e sorridevo come non mai, cosa che non mi succedeva spesso.
***
"Luke, i soldi per i biglietti potresti passare a prenderli questa sera a casa mia?" gli dissi appoggiata all'albero che era vicino il cancello d'uscita dell'accademia;
"Ti mando un messaggio quando sto per arrivare" rispose uscendo insieme a Michael e Kendall;
"Perfetto" non feci in tempo a salutarli che mi corse in contro Shay;
"Hei Selena" disse abbracciandomi;
"Ciao" risposi ricambiando;
"Senti, ho parlato con Taylor, ovviamente ho girato un po' intorno al discorso, ma in poche parole le ho chiesto se fosse interessata al prof o se avesse qualcosa in 'sospeso' con lui, ma niente, ovviamente ha negato tutto." mi annunciò ancora con il fiatone dovuto alla corsa;
"In questo momento non m'interessa. Se lei vuole dircelo ce lo dice, se no son fatti suoi. Negli anni ho imparato a farmi i cazzi miei e si, so che tu lo stai facendo per il suo bene ma le opzioni sono due, uno non è vero nulla e gli 'indizi' che hai raccolto fino ad ora sono solo coincidenze, compresa la foto del bacio, nel senso, potrebbe essere un'illusione ottica, due non vuole dircelo e noi non possiamo intrometterci nella sua vita. Sai che c'è? L'importante è che sia felice. Shay, vivi e lascia vivere, fidati è la cosa migliore." le risposi con tranquillità, forse in quelle parole c'era un po' di egoismo, ma a me non interessava della probabile relazione fra Taylor e il prof, insomma non erano problemi miei;
"Questo è il tuo pensiero, io voglio aiutarla. Insomma voglio almeno cercare di capire cosa sta succedendo. Siamo sue amiche, Selena. Se dovesse succedere qualcosa sarebbe la fine." rispose a sua volta giustificando le sua 'indagini';
"Ok, forse un po' hai ragione, ma non essere così tragica. Cosa può succedere di così tanto brutto? Comunque, scusami, ma al momento non posso stare dietro a questa cosa." risposi indifferente alla situazione, insomma Taylor ci aveva letteralmente abbandonate, non si era più fatta viva e ora io mi sarei dovuta preoccupare per lei? Lei per noi non ha mai fatto nulla, o insomma ha sempre fatto poco e io, con lei, farò lo stesso. Ero stata molto egoista, anche un po' cinica, ma pur troppo faceva parte del mio carattere. 
Un po' innervosita dal discorso trattato con Shay, mi accesi una sigaretta e nel momento esatto che feci il primo tiro arrivò Justin.
Mi prese per un polso, aveva uno sguardo freddo e la mascella contratta. Mi intimoriva, non riuscivo a capire se fosse arrabbiato o semplicemente pensieroso. Non dissi nulla ed evitai di incrociare il suo sguardo ghiacciato. 
Continuavo a fumare la mia sigaretta, poi d'un tratto si girò e fece un sorrisetto che all'apparenza sembrava quasi forzato e gentilmente mi disse di spegnerla se volevo salire in macchina.
Seguii ciò che mi aveva detto ed entrai nella sua auto.
Non so dove eravamo diretti, mentre lui cercava una stazione radio decente mandai un messaggio a mamma dove le dicevo che stavo andando a casa di Kylie, poi ne mandai uno a Ky per dirle di coprirmi. Non volevo dire a mia madre con chi stavo... non so, volevo tenerlo per me.
D'un tratto, dopo una sosta di silenzio imbarazzante, Justin, con lo sguardo fisso sulla strada, sorrise.
"Che hai da ridere?" chiesi fissandolo;
"Sono felice." rispose mantenendo il sorriso;
"Sai, a volte mi metti paura. Penso tu sia bipolare. Prima quando sei uscito da scuola avevi uno sguardo così freddo e duro..." gli confessai guardando fuori il finestrino;
"Anche tu sei bipolare, anche tu fai così. Inizialmente sorridi, poi i tuoi occhi diventano cupi e la tua pelle pallida s'impallidisce ancora di più. A volte mi sembri di pietra." disse a sua volta. Non risposi, ma rimasi a riflettere su ciò che mi aveva detto. Effettivamente, da questo punto di vista eravamo molto simili.

JUSTIN'S POV.

Durante il viaggio non parlammo molto, ci limitammo ad ascoltare un p0' di buona musica, come i Coldplay o i One Republic.
Arrivammo a destinazione dopo una quarantina di minuti. Erano le quattro e lei non sapeva dove fosse.
"Allora ti piace?" le chiesi indicandole con lo sguardo la distesa di prato che avevamo davanti gli occhi;
"E' bellissimo." rispose girovagando con lo sguardo fra gli alberi rosso fuoco che ci circondavano.
"Vieni qui" le dissi prendendole il polso in modo deciso. La portai sotto uno degli alberi più grandi, sotto c'era un piccolo materasso azzurro, le foglie rosse che ci circondavano e il canto degli uccelli che rendevano il tutto ancora più sereno e ... romantico.
"Non ti facevo così" disse lei spezzando il silenzio;
"Così come?" risposi sedendomi sul materasso che io e Ryan avevamo posto lì anni fa, ci venivamo sempre per stare soli e, o, per liberarci la mente;
"Così...così..." cercò di rispondermi non trovando le parole;
"Va bene, tralasciamo." la interruppi ridendo fissando la lunga distesa azzurra sopra le nostre teste;
"No, cioè, davvero, non ti facevo così" continuò imperterrita;
"Compra una vocale" dissi apparentemente serio;
"Ecco. Hai contratto la mascella e sei serio. Mi fai paura quando fai così." disse cambiando argomento, era seria e uno dei suoi boccoli clor cioccolato le scivolarono sulla spalla. Sembrava un bambolina, era così bella e ingenua;
"Ma non lo faccio  a posta." risposi in mia difesa, in realtà lo facevo a posta. Era un modo per trattenermi, un modo per bloccare la voglia di baciarla;
"Sei spaventoso" disse seria giocherellando con il fogliame attorno a noi;
"Sono spaventoso? Davvero? Bhè Gomez allora ora son cazzi tuoi." aggiunsi per poi prenderle i polsi e sdraiarla sul materasso. Mi stavo lasciando andare, ma ne avevo bisogno, le sue labbra erano come ossigeno per me, dovevo sfiorarle, dovevo assaporarle, ma avevo paura...
Non rispose, strizzò gli occhi e sorrise, insomma fece la solita espressione che si fa quando qualcuno fa finta di darci uno schiaffo;
"Non scherzare" disse ridendo, amavo la sua fottuta risata così fragorosa e pulita;
"Non sto scherzando." ero sopra di lei, accennai un sorriso e cominciai a farle il solletico.
Lei rideva e, sdraiata sul materasso, si dimenava. I suoi occhi erano così lucidi e le iridi così chiare e profonde. Le sue labbra così rosee e morbide alla sola vista m'ispiravano troppo...
"Bieber. Stai attento a ciò che fai." disse poi trattenendo la risata afferrandomi il viso fra le sue mani fredde e affusolate.
Ci fu un istante di silenzio, non so perchè ma la paura di baciarla era svanita. Potevo leggere nei suoi occhi che era calma, tranquilla, serena, che i suoi sorrisi erano sinceri, insomma era felice. Le nostre facce erano così vicine, talmente tanto vicine che potevo sentire il profumo della sua pelle candida.
Dovevo però restare fermo e concentrato così sorridendo mi alzai e mi misi seduto, lei fece lo stesso portandosi le gambe al petto e poggiando il mento sulle ginocchia.
"La nostra amicizia è molto speciale." dissi dopo un attimo di silenzio;
"Hai ragione. E' una delle cose più importanti della mia vita." aggiunse lei fissando il prato.
Io annuii semplicemente, aveva pienamente ragione, anche per me era una delle poche cose importanti, una delle poche cose che mi rendeva davvero felice. D'un tratto lei si voltò verso di me e mi chiese una cosa...mi sorprese, devo ammettere, ma prima o poi sapevo che il momento sarebbe arrivato.
"Justin, perchè durante quell'arco di tempo ti sei comportato in quel modo?" chiese, la domanda era un po' imprecisa e qualsiasi altra persona avrebbe potuto divagare facendo domande stupide del tipo 'quale arco di tempo?' oppure 'come mi sono comportato?', ma io sapevo di cosa stava parlando, lo sapevo perfettamente così dopo una frazione di silenzio e di gelo decisi di risponderle, come era giusto fare;
"Selena, so che sono stato un coglione. So che avvicinarmi ad Hailey è stata una gran cazzata, ma lei mi attirava, lei mi stregava eppure il mio cuore apparteneva già ad una persona. Bevevo, fumavo, non dormivo, non venivo a scuola... perchè pensavo fosse il modo migliore per non pensare e per estraniarmi dal mondo. Ho deluso tutti, ho deluso me stesso... tutti a scuola mi credono il fattone della situazione, il 'bad boy' come dicono le ragazzine, le affascino, ma io non sono così e tu lo sai. Ora ho capito il mio errore e non lo ripeterò più." le dissi guardandola dritto negli occhi;
"Sei un ragazzo d'oro. Sei profondo, intelligente e anche bello, hai molte qualità, ma le mostri solo alle persone a cui tieni. Con le persone che non conosci, a scuola, ovunque tu vada assumi un'aria indifferente e fredda, ma poi quando sei con i tuoi amici, con i tuoi famigliari sei un fuoco ardente. Il tuo sorriso fa invidia al mondo e sei dieci volte più bello quando sorridi o fai lo stupido, ma devo ammettere che amo anche il tuo lato freddo e tenebroso, insomma ti ammiro per questo. Il tuo unico difetto è che hai poca fiducia in te stesso, è stato questo che ti ha trascinato nel mondo dei tossico dipendenti." rispose passando l'indice sulle cuciture del materasso;
"Non ero un tossico dipendete." dissi sdrammatizzando;
"Sei un idiota" commentò annunciando un piccolo sorriso;
"Scherzi a parte, grazie per le parole che hai detto. Mi ritrovo molto nella descrizione che mi hai fatto, ma sai vero che anche tu sei così? Cioè sei così bella e solare, ma anche cupa e fredda...anche io ti ammiro molto per questo." aggiunsi serio, praticamente le stavo facendo una dichiarazione d'amore;
"A volte penso sia un gran svantaggio essere così e il mio egoismo mi fa paura, ma ho imparato a dare me stessa solo alle persone di cui mi fido ciecamente e poi mi fa piacere sapere che questa mia caratteristica, diciamo, ti affascina." disse a sua volta sorridendo;
"Comunque anche tu hai avuto un periodo 'no', vero? E non negare perchè ti si leggeva in faccia che non eri felice." aggiunsi guardandomi le punte dei piedi, ero serio, volevo davvero sapere cosa le era successo;
"Si è vero, anche io ho avuto un periodo no." rispose dopo un momento;
"Mi manca la mia famiglia al completo" continuò "poi mi mancava la mia felicità. Insomma non parlavo più con te, non ci guardavamo nemmeno in faccia e ciò faceva male. In quel periodo pensavo di aver perso tutto, pensavo che la mia vita sarebbe stata uno schifo. Avevo bisogno di amore. Avevo bisogno anche io di distrarmi e così mi sono affidata a una persona con la quale non mi trovavo bene..." rispose portandosi nuovamente le gambe al petto;
"Eravamo nella stessa situazione." commentai fissando il vuoto;
"Già." aggiunse lei, si poteva percepire un pizzico di angoscia nella sua voce;
"Ma ora è tutto finito." dissi cercando di addolcire l'atmosfera diventata ormai gelida;
"Hai ragione. Ora siamo tornati insieme...ora andremo al concerto...ora siamo felici." disse sorridendo;
"Ora mi manca solo un pezzo del puzzle per essere felice al completo" risposi voltandomi verso di lei;
"Si...un solo pezzo del puzzle." rispose come se sapesse di ciò che stavo parlando, insomma per me l'ultimo pezzo del puzzle era lei, così feci un respiro profondo sperando che il suo ultimo pezzo fossi io.  
***
"Sei un cretino" disse ridendo;
"Oh adesso mi dici che sono un cretino?" risposi correndole dietro;
"Tanto non puoi prendermi." rispose mettendosi dietro un albero, il sole stava tramontando dietro le colline e io e Selena eravamo ancora lì a giocare e a cazzeggiare;
"Se lo dici tu." le dissi avvicinandomi con cautela;
"Si, lo dico io." commentò;
"Convinta" aggiunsi fermo;
"Convintissima" rispose mettendosi una mano sullo stomaco, capii che dovevamo fermarmi, di solito quando faceva così era perchè non si sentiva bene.
"Dai Selena andiamo" dissi dopo un attimo di silenzio;
"Si forse è meglio." rispose afferrandomi un braccio;
"Non ti preoccupare, a quest'ora non c'è nessuno per strada, arriviamo  a casa in men che non si dica. Te lo prometto." le misi un braccio in torno alla vita e la portai verso l'auto;
"Come sei premuroso" disse ridacchiando entrando nell'auto.
Ero diretto a casa sua, durante il viaggio ascoltammo solo della musica, a basso volume. Lei era seduta sul sedile del passeggero con una mano che le ciondolava fuori il finestrino e con l'altra poggiata sullo stomaco. Non volevo farlo vedere, ma stava letteralmente lottando contro i crampi e la nausea.
Era pallida e i suoi capelli boccolosi, scompigliati dal vento, le incorniciavano quel bellissimo viso dolce e ingenuo. Arrivammo a casa in una ventina di minuti.
L'aiutai a scendere e con permesso entrai con lei.
"Bene, qualsiasi cosa chiamami." le dissi dandole un bacio sulla guancia;
"Grazie. Mi stupisci sempre di più." aggiunse seria, dandomi una pacca sulla spalla;
"Hei Gomez, sai come sono fatto. E poi... anche io ho un cuore." le risposi alzando un'estremità della bocca;
"Si...lo so" ammise scostandosi i capelli dal viso.
Uscii da quella casa confuso, ma le emozioni che in quel momento mi divoravano erano l'ansia, per via del concerto e la felicità, dovuta a Selena.


CIAO GIENTE!
Grazie per le 60 recensioni, per me sono tantissime! WOW.
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Il momento che tutte probabilmente state aspettando sta per arrivare eheheh
Scrivetemi tutto ciò che vi è piaciuto e che non vi è piaciuto.

*potrebbero esserci errori di battitura*
Detto questo, lasciate una recensione, se volete facciamo anche degli scambi eeeee alla prossima, bye. 

 

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Capitolo 13
*** Rose ***


                                 



*domenica*

JUSTIN'S POV

Era Domenica e mancava una sola settimana al concerto. Ero in salone a guardare la tv quando mia madre mi si mise vicino per parlarmi.
"Hei tesoro, tutto bene?" disse portando una mano sulla mia gamba;
"Si, mamma. Perchè?" le risposi concentrato sulla tv, o almeno quella era l'impressione che volevo dare, ma in realtà pensavo a tutt'altro;
"Mi sembri un po' scosso" aggiunse con tono materno;
"In realtà si. Cioè sono nervoso e...pensieroso." ammisi mantenendo un'espressione vitrea;
"Dai, parlamene un po'." disse avvicinandosi, non le risposi subito, ma poi mi 'liberai';
"Essenzialmente non sto male, anzi sono felice. Ma ho paura di non riuscire ad avere Selena. Sembra brutto detto così, insomma sembra che sto parlando di un oggetto, ma quello che voglio è averla. Averla tutta per me, averla vicino a me... non so se mi spiego...insomma le solite cose, mamma." dissi guardando in basso, poi feci una pausa e continuai "Domenica prossima c'è un concerto. Lo sai no? Ecco. Lei è contentissima per questo, non vede l'ora di andarci e anche io lo sono, ma come ogni adolescente ho cominciato a farmi i filmini mentali e ciò che mi innervosisce è il fatto che sia tutta un'illusione." conclusi mettendomi una mano sul viso come per bloccare la rabbia;
"Justin, abbi più fiducia in te. Sei così bello e simpatico, sai anche essere dolce e premuroso, chi non ti vorrebbe? E poi, nella vita non si può mai sapere. Magari i tuoi sogni, se così li possiamo chiamare, diventeranno realtà. Però devi crederci." commentò accarezzandomi il viso. Mia madre aveva ragione sul fatto del crederci e 'nella vita non si può mai sapere', ma il non sapere a volte porta all'esasperazione e io ero al limite. 
Le presi la mano con cui mi stava accarezzando per poi darle un bacio come per ringraziarla, mi alzai dal divano e mi diressi al bagno.
Avevo bisogno di una doccia gelida e di un'uscita con il mio migliore amico.

SELENA'S POV.

Era una giornata calda, ma non umida. Ero fuori nel piccolo spazio di giardino, mi trovavo sopra il dondolo con i cuscini colorati a leggere un libro. Ogni tanto mi fermavo ad osservare le piccole api, che un po' mi facevano paura, volteggiare sui fiori bianchi e gialli sulla staccionata di ferro al fianco del dondolo. Adoravo poi il fruscio leggero delle foglie rosse degli aceri che davano sulla strada, adoravo anche le poche soffiate di vento, calde, sulle mie gambe scoperte.
"Selena c'è Kylie." mi avertì mia madre mentre ero persa fra le righe del libro. Non le risposi anuii, sorrisi e mi diressi in salone dove mi stava aspettando.
"Buongiorno" disse Kylie venendomi in contro;
"Ciao Ky" risposi sciogliendomi lo chignon disordinato che avevo fatto in precedenza;
"Usciamo?" chiese pronta ad uscire;
"Ehi, no Kylie. Stiamo a casa. Andiamo un pò in giardino e parliamo di cose..." risposi ridacchiando;
"Ok, ma prepariamo qualcosa da mangiare o un drink fresco...ne ho troppa voglia." aggiunse dirigendosi verso la cucina dove si trovava mia madre e io la seguii.
Quando andammo in giardino, in mano avevamo due frappè: uno al cioccolato e vaniglia per me e uno cioccolato e fragola per lei. Ci sedemmo sul dondolo dove mi trovavo prima e poggiato su uno dei cuscini colorati c'era ancora il libro che stavo leggendo.
"Selena, devo raccontarti una cosa." disse sorseggiando il suo drink;
"Qualcosa di grave?" chiesi giocherellando con la cannuccia verde che fuoriusciva dal bicchiere;
"No...tranquilla. E' solo che un ragazzo mi ha rubato il cuore." rispose spingendo il dondolo con le gambe per farlo muovere, percepivo nelle sue parole un po' di ansia;
"Ma è una cosa bellissima!" schizzai;
"E' Ryan." disse secca, cercai di trovare qualcosa che non andava nella situazione, ma ero felice per lei e, davvero, non ci trovavo niente di male;
"Ryan Butler. Ma...e lui cosa pensa di te?" chiesi cercando le parole giuste da usare;
"Mi ha baciata." rispose sorridendo, rimasi a bocca aperta. Ero felicissima per lei, non capivo perchè aveva quell'espressione preoccupata;
"Ma non sei arrabbiata?" aggiunse poggiando sul prato il bicchiere ormai vuoto;
"Scherzi? Sono felicissima per te!" risposi quasi basita dalla sua domanda;
"Bene allora mi ero preoccupata per niente." commentò abbracciandomi.
Non capivo perchè "si era preoccupata per niente" ma non le diedi molto peso e cominciammo a parlare, e scendemmo nel dettaglio, del suo bacio con Ryan per un bel po' di tempo, parlammo di ciò che Ky provava ed ero davvero felice per lei. Il suo sorriso era così puro, brillante e m'illuminava il viso più di quanto faceva il sole, i suoi occhi brillavano dalla felicità...era così bella. Mentre raccontava mi misi nei suoi panni e il cuore mi batteva fortissimo, vederla così felice mi rendeva gioiosa. Si vedeva che stava in un altro mondo. Era molto presa da Ryan e io non mi ero mai accorta di nulla; Ky era bravissima a nascondere le cose, ma mi sentii un po' turbata dopo aver realizzato questa cosa perchè capii che nell'ultimo periodo per me esisteva solo la mia vita, o meglio...Justin.
"Selena stiamo parlando solo di me...Justin?" domandò d'un tratto, sinceramente volevo evitare il discorso anche se anch'esso mi riempiva di gioia;
"Ma no, continuiamo a parlare di te, sei così bella quando parli di Ryan e poi parliamo sempre di me..." risposi abbassando lo sguardo;
"No, Selena. Allora, cosa hai deciso di fare?" continuò imperterrita;
sospirai e poi le risposi "Ho deciso di parlargli";
"OH MIO DIO FINALMENTE!" schizzò in piedi;
"Si, ma non so quando." sorrisi;
"E come mai? Cioè quando hai preso questa decisione?" chiese rimanendo in piedi.
Quella domanda fu come un tappo che venne appunto stappato, cominciai a raccontarle dell'ultima volta passata con Justin. Stare lì con lui mi aveva trascinata fuori dal mondo, poi quel posto così sereno e tranquillo...quando era a cavalcioni su di me vidi i suoi occhi più chiari del solito, gli si poteva leggere in faccia che era felice, con me. Le raccontai ogni minima sensazione che provai stando con lui, ogni minimo respiro trattenuto per evitare di baciarlo ed ogni suo minimo sorriso che mi riempiva il cuore di emozioni roventi. Le feci anche qualche paragone con la storia che precedentemente mi aveva raccontato lei per farle arrivare il concetto a pieno. Dopo quella giornata passata con l'amore della mia vita ho capito che potevo liberare e manifestare i miei sentimenti, sapevo che se gli avessi confessato tutto mi avrebbe compresa e sapevo che non mi avrebbe fatto star male...tanto, ormai, per me l'importante era dirgli tutto e rimanergli comunque vicina come amica, come migliore amica...ovviamente speravo ancora in una solida relazione con lui, ma il mio pessimismo in questi casi sovrastava le mie speranze.
Le raccontai tutto e mi sentii libera. Dopo di che ci alzammo e andammo nella mia stanza.
***
"Selena, ma lo sai che Shay ha scoperto altre cose su Tay e il prof sexy?" disse guardando lo screen del suo telefono;
"So solo che vuole a tutti i costi scoprire cosa c'è dietro questa storia e queste coincidenze." le risposi mentre mi sdraiavo sul letto;
"Secondo me stanno insieme." commentò;
"Uhm...forse si...forse no" dissi strofinandomi gli occhi;
"Se stessero insieme cosa faresti? Io rimarrei un po' basita, ma dopo tutto il prof è un gran bel pezzo d'uomo" disse ridendo;
"Io non lo so, non m'interessa. Taylor non si è preoccupata per noi per tutto questo tempo  per stare con il prof, probabilmente. Adesso perchè io dovrei preoccuparmi per lei?! Anche io  ho pensato molto a me stessa, ma sono rimasta vicina ai miei amici, mi sono un po' persa con il tempo, ma insomma....capisci che intendo." risposi alla domanda di Kylie cercando di alleggerire la freddezza nelle mie parole, non volevo sembrare così tanto egoista;
"Si ti capisco" disse ridendo.
Arrivammo da Taylor a le peggiori cazzate. Fu un pomeriggio pieno di risate.
Mentre parlavamo ridevo, ridevo e ridevo. Non riuscivo a non ridere, più parlava e più ridevo. Giocammo a tirarci i cuscini, giocammo a acchiapparella, ovvero ci rincorremmo per tutta casa... sembravamo delle bambine e mia madre mentre ci guardava rideva. Sembravamo davvero delle bimbe dell'asilo, ma non m'interessava. Stavo bene con Ky, mi divertivo e non pensavo a nulla.
In quell'istante pensai che la mia vita era davvero perfetta.
 
JUSTIN'S POV

Quando Ryan mi venne a prendere andammo ad un pub vicino casa di Selena. Entrammo, ci sedemmo dietro delle colonne alte e possenti ricoperte da carta parati verdi militare per parlare in tranquillità. Ordinammo delle patatine fritte e due acque ghiacciate, parlammo un po' di tutto, iniziammo con parlare del basket, il mio sport preferito, e delle varie partite vinte della nostra squadra del cuore. Patatina dopo patatina parlammo anche dei vari progetti scolastici: dovevamo fare un corto metraggio e io dovevo aiutare con la base musicale. Dopo di che arrivammo a parlare del concerto e di Selena...
"Basket e musica a parte, Selena? Che mi racconti?" chiese mangiando una patatina;
"Dopo le voglio fare una sorpresa." risposi ridendo facendogli l'occhiolino, avevo davvero intenzione di passare a fare un pensierino a Selena;
"Ma wow" commentò scoppiando a ridere;
"Non prendermi in giro. La amo. La prima volta che mi innamoro, la prima ragazza che mi fa innamorare davvero, dovrei fargli un monumento." risposi con un tono un po' sarcastico, quelle cose le pensavo sul serio, però;
"La cosa che mi stupisce è che ti sei accorto di lei solo quest'anno" aggiunse sempre con il sorriso in volto;
"Si...anche io mi stupisco di ciò...come ho fatto a non notarla prima?!" ammisi;
"Ma, Ryan... visto che ormai siamo ragazzi molto romantici, con un cuore d'oro, che fanno discorsi da ragazze...come stai messo in amore?" chiesi scoppiando a ridere;
"Ho baciato Kylie." rispose portandosi le mani sulle tempie, il sorriso comunque non gli sparì, rimasi basito. Avevo l'acqua in bocca e rimasi immobile con gli occhi sbarrati;
"K-k-Kylie" aggiunsi "OH MIO DIO AMICO NON POSSO CREDERCI!" continuai saltandogli addosso, mi sembrava strano il fatto che non me ne avesse mai parlato, ma poi realizzai che da quando era iniziato l'anno parlavamo solo di me e di Selena, così con l'occasione gli feci le mie scuse, ma rispose con un semplice "Tranquillo, se no a che servono gli amici."...diciamo che mi sentii un po' sollevato, ma per farmi perdonare mi feci raccontare tutto e dedicai gran parte del tempo dell'uscita ad ascoltarlo. 
Ammise però che non era innamorato sul serio, ma ammise anche che con lei si sentiva davvero bene, che lo rendeva felice, che la sua bellezza lo travolgeva e che sperava di avere una bella e duratura relazione. Sinceramente, da come me ne parlava...non era innamorato, di più.
"E bravo Ryan, adesso anche tu sei diventato uno scudo umano che nasconde alla perfezione i suoi sentimenti." commentai lasciando i soldi sul tavolo e dirigendomi verso l'uscita;
"O forse sei tu che accecato dai tuoi di sentimenti ti sei oscurato dal mondo intero"  rispose, mi sentii un po' colpito;
"Dai, scusami." dissi rallentando;
"Sto scherzando." aggiunse ridendo e sorpassandomi.
***
"Prendo questa, grazie." dissi al fiorai indicandogli la rosa rossa sangue che avevo in mano;
"Ottima scelta, ragazzo" disse, non risposi gli feci l'occhiolino e me ne andai.
Quella serra era gigante piena di fiori bellissimi e profumati, tutti colorati, ma le rose erano le più belle. Erano così fresche, rosse, profonde... erano così belle!
Quando salii in macchina presi il bigliettino che gentilmente Ryan mi aveva comprato e ci scrissi una dolce frase, lo ammetto.
Selena mi aveva davvero rapito, non avevo mai fatto nulla del genere per nessuno. Non avevo mai sfoderato il mio vero essere, non avevo mai fatto vedere il Justin romantico. Io, come ho sempre detto, sono sempre stato classificato il 'bad boy' della situazione dalle ragazzine più piccole. Ero il ragazzo stronzo, arrogante, figo...in realtà mi faceva piacere essere al centro dell'attenzione, ma dopotutto non ero ciò che le persone vedevano.
"Che ci devi fare?" chiese Ryan;
"Vai a casa di Selena" dissi freddo, ero molto concentrato e preoccupato.
Ryan non commentò e stette zitto per tutto il tragitto. Più ci avvicinavamo a casa di Selena e più ero agitato, non volevo avere uno 'scontro' diretto con lei, ma era quella la mia preoccupazione...."come va, va" pensai facendo un sospiro.
Scesi dall'auto e le luci della casa erano accese, incrociai le dita e poggiai la rosa sul tappetino del piccolo portico. Suonai il campanello e corsi in auto, Ryan schiacciò il pedale dell'acceleratore e schizzammo via. Mi voltai e non vidi nulla.... il cuore mi stava uscendo dal petto.
"Sembra una di quelle cose da film" scoppiò a ridere;
"Si lo ammetto, è un po' ridicolo, ma fa niente." ammisi scoppiando a ridere.

SELENA'S POV

Stavo parlando con Kylie e sentii il campanello suonare.
"Mamma vai tu." urlai.
Dopo cinque minuti sentii aprire la porta e vidi mia madre con una rosa in mano, rimasi immobile, non sapevo di chi fosse quella rosa e automaticamente il mio cuore cominciò a battere fortissimo.
"Che hai in mano?" chiesi come se non sapessi che fosse;
"Non so chi l'ha mandata, c'è un biglietto anonimo... però è per te." disse mia madre sorridendo;
"O-o-ok." Kylie mi guardava mentre leggevo ciò che c'era scritto sul quel bigliettino colo cipria.
Notai la scrittura famigliare, molto ordinata e pulita, un po' obliqua, ma molto classica e bella...non sapevo di chi fosse, però.
Oltre alla scrittura, però, mi colpì molto la frase, era così bella e profonda...
-"L'amore può far male, l'amore può ferirti a volte, ma è l'unica cosa che ci fa sentire vivi."-
Era così vera quella frase, così bella. E poi era una delle citazioni di Ed che erano scritte sul mio muro... rimasi davvero colpita.
Il cuore mi era arrivato in gola, non sapevo cosa pensare.
Ero felicissima. Non sapevo chi mi avesse fatto un regalo del genere...
Kylie mi guardò è sorrise "So a cosa stai pensando" disse, la guardai e abbassai lo sguardo ancora in cerca di una risposta;
"So che stai sperando che sia Justin." continuò venendomi vicino. 
La mia mente cominciò a viaggiare nel passato, ogni minimo momento passato con Justin, ogni minimo abbraccio, ogni sorriso condiviso con lui...
Avevo la testa piena di flash back, i miei pensieri mi appesantirono la vista così chiusi gli occhi e mi distesi sul letto facendo un respiro profondo.

ECCOMI QUI CON UN NUOVO CORTO CAPITOLO GIRLS.
Allora, questo è un capitolo di passaggio, forse anche un pò noioso, ma almeno Justin si farà avanti.
Volevo mettere un pò di suspance nel capitolo, ma dopo avrei ovuto cambiare il capitolo che pubblicherò fra un pò di tempo. 
Detto questo, spero vi sia piaciuto.

P.s-non è il genere di ff che mi piace scrivere, questo diciamo è più un esperimento. Però devo dire  che mi sto divertendo ad entrare nei panni dei "miei" Selena e Justin. Come, comunque, già vi ho spiegato agli inizi questa ff sarà molto lunga e con il tempo prenderà una piega totalmente diversa. Molte sorprese vi aspettano e non vedo l'ora di mostrarvi cosa bolle in pentola perciò STAY TUNED. 

Bye.

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Capitolo 14
*** "your lips on my lips" ***


                                             




POV's JUSTIN.

Era il giorno del concerto ed ero agitatissimo, quella mattina mi svegliai prestissimo e mi misi ad ascoltare la musica. Mi calmava, non mi faceva pensare a nulla, ma poi una canzone di Ed mi fece tornare alla mente la rosa, Selena e i commenti che lei faceva a scuola su questo "regalo anonimo". La cosa mi metteva gioia e anche paura, insomma aveva apprezzato moltissimo quel regalo e ogni volta che ne parlava le se illuminava il viso con un sorriso, ma non sapeva chi era stato a mandarglielo. Mi toccai la fronte come per bloccare i pensieri e feci un respiro profondo ripetendomi, fra me e me, di stare calmo. 
Tolsi le cuffie dalle orecchie e mi diressi in cucina, mia madre ancora dormiva, presi un pentolino e riscaldai dell'acqua per farmi un thè caldo. Mentre aspettavo che si formassero le bollicine nel piccolo pentolino chiamò Ryan.
"Ciao Ryan" risposi strofinandomi l'occhio con una mano;
"Scusa l'orario, ti ho svegliato?" chiese quasi dispiaciuto;
"No, no. Dimmi pure." dissi poggiandomi al lavandino ancora un po' stordito dal sonno;
"Oggi, alle quattro, dobbiamo vederci tutti  a casa di Kylie e Kendall. Dopo di che andiamo tutti insieme." mi avvisò;
"Perfetto. Senti, sai se Selena viene con qualcun'altro o è già dalle Jenner?" chiesi alzando leggermente il tono della mia voce;
"No. Non lo so. Ora devo andare, stammi bene, Bieber." dopo aver attaccato, misi la bustina del thè a sciogliere. 
Non ero in me, ero stordito sia dal sonno sia dai miei pensieri petulanti. Non sapevo dove sbattere la testa, le mie illusioni più grandi stavano per sfracellarsi in tanti piccoli brandelli e il mio cuore anche. Pensai alla frase che le avevo scritto sulla rosa "L'amore può far male, l'amore può ferirti a volte, ma è l'unica cosa che ci fa sentire vivi" e al suo sorriso quando ne parlava, un po' mi tranquillizzai ma non avevo nessuna voglia di pensare positivo. 

Mi buttai sul divano con la tazza di thè fra le mani e poi mi voltai verso la finestra. Era una bella giornata, la notte aveva piovuto, ma ciò rendeva l'atmosfera ancora più 'agghiacciante'. Le foglie degli alberi erano piene d'acqua, le goccioline che si trovavano sull'asfalto brillavano e le case di fronte la mia avevano l'intonaco bagnato e così i colori erano più vivaci. Sotto i raggi del sole tutto sembrava più bello. Sentii poi passare il camioncino dei gelati e cominciai, a mia volta, a canticchiare la canzoncina che lo accompagnava, nel mentre immaginavo i sorrisi dei bambini spensierati correre verso d'esso, i quali problemi e drammi erano solo l'imbarazzo della scelta fra ghiacciolo o cornetto al cioccolato. Questa piccola e banale riflessione mi fece tornare alla mente varie cose che da piccolo volevo, facevo, pensavo o dicevo... mi ricordai del fatto che volevo diventare grande, che volevo imparare a guidare, che volevo andare alle superiori come facevano i ragazzi grandi...riflettei su questi miei pensieri infantili e fra me e me mi dissi che da piccolo ero un coglione. Ritenevo che l'infanzia era la cosa più bella, perchè davvero non avevamo drammi o problemi gravi, da piccoli si è spensierati e si può fare ciò che si vuole, quando invece si diventa 'ragazzi grandi' cominciano a crescere anche i problemi e le paranoie ci si avvicinano sempre di più. Non si è più spensierati, ci facciamo mangiare dall'amore, ci facciamo distruggere dalle paure, ci facciamo disidratare dalle lacrime che escono fuori come fiumi...

Ero in bagno a sciacquarmi il viso quando mi arrivò un messaggio dalla persona che mi causava bene e male allo stesso tempo. 
-"Mi serve un favore...potresti passare da me e portarmi da Kylie, alle quattro?"- lessi il messaggio e sorrisi, le goccioline d'acqua ancora erano lì a rigarmi le guance. Non ci pensai due volte e le risposi.
Quel suo messaggio mi aveva tirato un bel po' su di morale.
Sentii poi la porta della camera di mia madre aprirsi, allora mi diressi a salutarla.
"Buongiorno mamma" mi avvinghiai al suo braccio sorridendo;
"E' tardissimo Justin. E' l'una! Non hai fame? Perchè non mi hai svegliata?" cominciò tutto d'un fiato;
"Ssh. Stai tranquilla, mi sono fatto un thè e ho girovagato un po' per casa. Dovevo bruciare l'ansia e non ti ho svegliato perchè ieri ti ho sentita rientrare tardi, allora ho pensato di lasciarti dormire." risposi mettendole un braccio sulle spalle;
"Ohw, grazie tesoro." mi ringraziò poggiando la testa sulla mia spalla.
Andammo in cucina e preparammo qualcosa da mangiare, nel mentre parlammo di ciò che stava passando in quel periodo per via del lavoro e in fine arrivammo a parlare del concerto,  di Selena e della scuola...

Passai molto tempo con mia madre, uscimmo anche a farci una corsetta per i vialetti intorno il nostro quartiere per mantenerci in forma. Più passava il tempo e più il concerto si avvicinava.
Erano le tre e io ero in casa a fare su e giù davanti il letto della mia camera, ovviamente pensavo. Poi mi andò l'occhio all'orologio e con la velocità della luce cominciai prepararmi. Dopo una doccia veloce, un'improfumata, un'ottima selezione per il vestiario e un segno della croce, presi le chiavi dell'auto e mi diressi verso casa di Selena. Le mie supra rosse nuove spiccavano moltissimo e ogni tanto distoglievo lo sguardo dalla strada, ormai asciutta, per osservarle. Avevo la musica a palla, come diciamo noi 'ragazzi grandi', e picchiettavo le dita sul manubrio. Ero in ansia e lo stomaco mi urlava "STAI CALMO OPPURE NE RISENTIRAI"... stavo svalvolando e quando arrivai fuori casa di Selena mi feci un secondo segno della croce. Scesi dall'auto, mi sistemai la maglia e il capello e andai a suonare il campanello.
Aprì la porta e la vidi più bella che mai: capelli sciolti e più mossi del solito, ciglia voluminose e un semplice rossetto color carne, jeans neri, stretti, strappati, a vita alta e un top nero con scritto sopra "Green Day", un paio di stivali bassi e tanta tanta lucentezza nei suoi occhi e nel suo sorriso. Mi salutò e senza esitare si lanciò in auto.
"Hai fretta eh?!" dissi cercando di nascondere le mie preoccupazioni;
"Si muoviti!" rispose alzando leggermente il tono di voce facendomi segno di entrare in auto, il suo sorriso era così SPETTACOLARE;
"Dai scegli una canzone e cantiamola a squarcia gola." dissi ridendo dopo essere salito in auto;
"21 Guns." aggiunse ridendo. Cominciai a cantare e lei si fermò a guardarmi, mi sentii un po' in imbarazzo perchè mi guardava come se avesse appena visto la madonna, inizialmente pensai avessi fatto qualcosa che non dovevo fare, ma poi accennò un sorriso e a bassa voce iniziò a cantare anche lei. Si portò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e piano piano alzavamo sempre di più il tono della voce. Non riuscivo ancora a capire perchè poco prima mi avesse guardato in quel modo, ma non ci pensai poi così tanto a lungo. Finita la canzone scoppiammo a ridere e l'atmosfera che si creò attorno a noi era così dolce e serena.
"Sai, Justin, i Green Day per me sono vita." disse seria guardando fuori dal finestrino. Non dissi nulla mi limitai a guardarla, la lasciai parlare, io volevo solo ed esclusivamente guardarla;
"A volte noi stiamo male, moralmente, ci odiamo e pensiamo a cose che non dovremmo pensare. Poi clicchi 'play' ed ecco qui che il mondo ritorna a sorriderti. Grazie ai Green Day ho capito molte cose della vita..." d'un tratto si fermò come se si fosse appena svegliata da un sogno;
"Ti sto annoiando?" chiese;
"Scherzi? Tu non mi annoi mai." risposi sorridendo, ero più che sincero;
"A te non ti succede mai?" chiese dopo una frazione di silenzio;
"A me succede ogni singolo giorno della mia vita, la musica, per esempio, mi ha fatto capire molte cose sull'amore. Mi ha fatto aprire gli occhi..." risposi, stavo per dirglielo, stavo per farlo, il mio cuore cominciò a battere fortissimo e i miei occhi erano fissi sulla strada, ma potevo percepire che lei mi stava fissando "...mi ha fatto capire che l'amore ci fa male, ci ferisce, ma ci fa sentire vivi." quando pronunciai quella frase contrassi la mascella e fermai l'auto, eravamo arrivati davanti casa delle Jenner e Ryan e Kylie erano fuori il portico, maestoso, ad aspettarci. Avevo paura di incrociare lo sguardo di Selena, ma piano piano mi voltai e la guardai dritta negli occhi.
Aveva una lacrima, una sola fottuta lacrima, che le rigava il viso, gli occhi erano raggianti e aveva un'espressione sull'orlo dello shock. Il mio cuore martellava fortissimo e il respiro si faceva sempre più affannato, mi sentii uno stupido e sentii già una prima crepa formarsi nel mezzo del mio cuore.
D'un tratto lei, un po' tremolante, mi prese una mano e sussurrò "Non ci posso credere." io non fiatai, ma contrassi il muscolo del braccio che lei stava sfiorando. "S-s-sei stato tu." aggiunse stringendo la mano, abbassai lo sguardo e non dissi nulla;
"Justin, ti prego guardami." disse avvicinando una mano al mio viso, potevo percepire che anche lei era un po' in ansia. Non le diedi ascolto, ma quando il suo dorso della mano toccò la mia guancia mi voltai e per mia sorpresa mi baciò.
Accadde tutto in un attimo, sentivo il calore delle sue labbra sulle mie, ghiaccio e fuoco si stavano scontrando. Le sue mani stringevano il mio viso e i nostri cuori andavano in sincro, potevo sentirlo perchè si era buttata letteralmente su di me e i nostri corpi erano diventati un tutt'uno. Inizialmente volevo scoppiare a piangere, poi la strinsi ancora di più a me e contribuii a completare quel bacio che mi riempì di gioia. Quella crepa che mi si era formata si richiuse immediatamente e quando ci staccammo un'ondata di passione rovente travolse l'interno della mia auto.
"Non puoi neanche immaginare quanto abbia aspettato questo momento." sussurrò passandomi un dito gelido sul contorno delle labbra;
"Non sai quanto io ti abbia desiderato in questo periodo" sussurrai a mia volta.
Ero confuso, una miriade di emozioni mi travolsero e i suoi occhi, felici e brillanti, contribuivano al mio acceleramento cardiaco.
Un po' in imbarazzo entrambe, finimmo la nostra "conversazione" con un'abbraccio, ormai, più che amichevole.


Entrati a casa nessuno disse niente a nessuno e continuammo la nostra giornata come se niente fosse accaduto. 
"Siete pronti per questo concerto?" urlò Kendall dalla cima delle scale che portavano alla sua stanza;
"Più che pronti!" rispose Michael andandole in contro;
"Ragazzi ma Shay?" chiese Luke andando verso l'immensa cucina, vidi Selena che lanciò un'occhiataccia a Kylie e subito dopo...
"Dobbiamo dirvi una cosa." annunciò Ky, non sapevo cosa aspettarmi così non dissi nulla, mi sedetti sul divano, insieme a Ryan, e aspettai che iniziassero a parlare;
"Allora...Taylor quest'anno è stata praticamente assente e anche voi penso lo abbiate notato." disse Selena poggiandosi sul bracciolo della poltrona posta vicino il divano sulla quale ero seduto;
"Si è vero. Ma cosa centra con Shay?" chiese, giustamente, Luke;
"Ascolta." disse Selena con tono fermo;
"Tay, si presume, si sta frequentando con il prof di spagnolo. Felipe Carlos, no? Ce lo avete presente? Si, dai ce lo avete presente." continuò Kylie gesticolando;
"Shay sta facendo di tutto per scoprire cosa sta succedendo e ha paura che possa succedere qualcosa di grave." attaccò subito dopo Selena, potevo capire guardandola che non le andava molto a genio questa storia;
"Io penso che Taylor debba fare ciò che vuole. I problemi sono i suoi, non i nostri. E non avrei mai ragionato in questo modo se non ci avesse 'abbandonati in mezzo ad una strada'" concluse facendo il gesto delle aperte e chiuse virgolette;
"Che cuore di pietra Gomez."commentò Michael;
"Stai zitto." gli lanciai un'occhiata furente, odiavo quando le davano della vampira, della 'cuore di pietra' o dell' emo;
"Comunque...ora vi abbiamo detto questa cosa per mettervi al corrente di cosa sta succedendo in questo periodo sia a Taylor che a Shay." concluse Kylie con tono anche lei fermo, in fondo non ci trovavo niente di preoccupante neanche io e così per evitare drammi non dissi nulla a riguardo. 

POV's SELENA.

Il concerto dei Green Day, il bacio con Justin e la sua quasi dichiarazione, il resoconto su Shay e Taylor... non ce la facevo più. Ero felice ma troppi fatti accadevano tutti insieme e troppe emozioni mi si accumulavano all'interno.
Ero di nuovo in macchina con Justin, eravamo diretti all'arena ed eravamo seguiti da Kylie, Kendall e Ryan e Michael e Luke. Inizialmente non fiatammo, io non dissi nulla perchè mi sentivo un po' in imbarazzo per via del bacio e Justin...non lo so, speravo, sinceramente, fosse per lo stesso motivo. D'un tratto, per mia sorpresa mi guardò. Eravamo fermi al semaforo e lui non faceva altro che fissarmi, diventai rossa e lui lo notò perchè accennò un piccolo sorriso.
"Sei così bella quando sei in imbarazzo." disse ridendo ripartendo con l'auto;
"Mmh, se lo dici tu." dissi coprendomi il viso con tono ironico;
"Però non sei bella quanto me, scusami." aggiunse sistemando lo specchietto;
"Oh mio Dio, ma quanto siamo modesti." commentai dandogli una pacca sulla spalla come faceva Ryan;
"Perchè copi Ryan?" chiese fermo, mi sentii sprofondare;
"N-non copiavo Ryan." risposi voltandomi verso il finestrino, lui non rispose ma lo sentii ridere;
"Non ridere Bieber." dissi incrociando le gambe;
"Gomez non sto ridendo" sapevo che stava ridendo perciò mi sentii un po' stupida quando mi voltai per controllare se fosse vero ciò che aveva appena affermato;
"Adesso mi tolgo il reggiseno." dissi seria dopo una frazione di silenzio, in realtà volevo solo vedere la sua reazione;
"Ma che cosa? Perchè?" chiese spalancando gli occhi. Io sbottai a ridere e lui mi guardò come se fossi un'alieno;
"Dai Bieber fattela una risata." continuai ridendo;
"Ma sei stupida?!" disse ridendo, la sua risata così profonda e amichevole mi fece venire le farfalle allo stomaco;
"No, sono cotta." ammisi continuando a ridere tralasciando il dettaglio 'cotta di te' per evitare di fare la solita ragazza sdolcinata;
"Lo so che sei cotta di me, ma dai addirittura toglierti il reggiseno mentre siamo in auto, diretti al concerto dei tuoi idoli...insomma mi sembra esagerato." sogghignò toccandosi il naso "Aspetta almeno che finisce il concerto e che ti porti a letto." continuò, non gli dissi nulla, risi e basta. La cosa più bella era che noi ci piacevamo, anzi ci amavamo, ma prima di tutto eravamo migliori amici e ci prendevamo in giro per ogni cosa. Il nostro era un bel rapporto.
Ogni volta che lo guardavo un brivido mi percorreva la schiena. Eravamo molto affiatati e fra di noi c'era una grande alchimia. I miei occhi brillavano e anche i suoi, d'un tratto dalla mia bocca uscì una frase che non avevo mai detto a nessuno...una piccola e semplice frase che lo fece sorridere come un bimbo.
"Ti amo."

Arrivammo all'arena e ci dirigemmo alla biglietteria, io andai con le ragazze e Justin con i ragazzi, ci dividemmo per poi rivederci tutti in un posto specifico. 
"Che posti avete?" disse Luke leggendo il suo biglietto;
"Luke, abbiamo il parterre." dissi avvicinandomi a lui;
"Oh è vero. Scusa, l'emozione mi da al cervello." si giustificò, potevo capirlo a pieno così lasciai correre.
Mi voltai per vedere l'arena, era enorme, ed era aperta. Si stava facendo buio e il suo colore fluo spiccava a contrasto con il celo. Era ricoperta da bacchette di luce neon di tutti i colori e in cima alla fila di bacchette azzurre c'era la 'bandiera' che sventolava con lo stemma dei Green Day. Il mio cuore batteva fortissimo e la mia vista cominciava ad offuscarsi, causa: lacrime di gioia. 
Sentivo i ragazzi che parlavano dietro di me, Kylie che si congratulava con qualcuno e diceva "Ce l'avete fatta"...frasi del genere uscivano dalla bocca di tutti i miei amici. Non capivo, ma non volevo capire, insomma ero troppo presa da quel 'monumento' maestoso di fronte ai miei occhi e dall'idea che avrei visto i miei idoli. Ero troppo felice, poi mi sentii prendere per i fianchi e poi un dolce bacio sulla guancia. 
"Sei pronta?" Justin mi prese la mano e mi portò verso il cancello;
"Allora? Non mi dici nulla eh!" sogghignò Kylie da dietro dandomi una pacca sul sedere;
"Eh brava la Gomez." aggiunse Ryan prendendo a braccetto Kylie;
"E datevelo un bacetto" dissero abbracciati Kendall e Michael, Justin era preso dai colori dell'edificio e non stava ascoltando, ma senza esitare gli presi il viso fra le mani e lo baciai. Mi voltai verso i ragazzi e feci l'occhiolino. Ormai lo sapevano, non c'era motivo di essere imbarazzati e poi, anche fosse, avevo i Green Day a pochi passi da me, la felicità sovrastava tutte le emozioni possibili e immaginabili.

Il concerto era iniziato già da un pezzo, io e i miei amici saltavamo in mezzo all'arena come dei pazzi scatenati. Avevo le lacrime che uscivano come fiume. Non riuscivo a trattenerle dalla tanta e troppa contentezza.
Mi muovevo, battevo le mani, saltavo a ritmo di musica.
Ogni volta che Billie Joe si avvicinava alla fine del palco io a mia volta cercavo di avvicinarmi a lui. Sapevo che era impossibile, ma ormai il mio cervello e la mia razionalità erano andati a farsi fottere. 
Ogni tanto mi giravo verso di Justin e gli sorridevo, anche lui era molto preso dal concerto. Aveva il sudore che gli colava sul collo e devo dire che ciò lo rendeva più seducente. Luke e Michael invece erano con me a saltare come deficienti davanti il palco. Kylie e Kendall invece erano con Justin e Ryan, saltavano e urlavano. Eravamo davvero tutti felici. Ci sentivamo realizzati, ci sentivamo bambini. In quel momento nessuno pensava a niente, tutti si facevano trascinare dalle note alte della musica. Cantavamo tutti a squarcia gola e alzavamo le mani in aria senza preoccuparci di nulla.
Ero piena di adrenalina, stavo in exstasi ed era una sensazione bellissima. Un sensazione appagante...
Quando le acque si calmarono e partì 21 Guns, andai vicino a Justin, lui mi mise un braccio in torno alla vita e mi fissava. Passammo tutta la durata del brano, abbracciati a cantare. Anche quella era una sensazione appagante. Anche in quell'istante non pensavo a nulla, l'unica cosa che vedevo era Justin ed era l'unica cosa che volevo.
Avere i tuoi idoli a pochi passi da te era una cosa che mi rendeva felicissima e condividere ciò con il ragazzo è ancora meglio!



HEI!
Vi è piaciuto questo capitolo? Io devo dire che ne sono davvero molto soddisfatta. Ammetto di non averlo ricontrollato a fondo, ma insomma il risultato mi piace.
Segnalatemi ogni eventuale errore, mi raccomando e recensite lasciando un vostro parere! VI PREGO.
Spero continuiate a leggere la storia. Da adesso in poi cominceranno ad uscire fuori cose davvero molto intriganti, ve lo assicuro.
ALLA PROSSIMA, BYE.

 

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Capitolo 15
*** i'm yours ***







JUSTIN'S POV.

Selena era sul sedile del passeggero che dormiva, mentre guidavo ammiravo la sua pura bellezza. La sua pelle così candida e profumata mi faceva venir voglia di stringerla a me.
Eravamo diretti a casa mia, mia madre era fuori per lavoro e la sua sapeva che avrebbe passato la notte dalle Jenner.
Ero stanchissimo, ma l'adrenalina ancora in circolo nel mio sangue non mi faceva 'pesare la stanchezza'.
Durante il viaggio accesi lo stereo e a basso volume cominciai ad ascoltare l'ultimo cd dei Green Day, nel frattempo la mia mente cominciò a viaggiare accompagnata da vari flesh back.
Non mi sarei mai immaginato una reazione del genere, non mi sarei mai aspettato un bacio, un dolce bacio. Le sue labbra, sulle mie. Quel leggero tocco, ma intenso che mi ha scombussolato il battito cardiaco. E' stata una delle migliori cose che mi sono successe nella mia vita.
Averla fra le mie braccia, poterla stringere a me e baciarla...è stato tutto come un sogno, infatti non potevo ancora crederci.
Mentre continuavo a pensare a quella magnifica serata accesi una sigaretta. Ogni tiro equivaleva a un nervo che si stendeva, in poche parole mi stavo letteralmente rilassando.
Per un momento m'imbambolai a guardarla e provocai così un concerto di clacson. Ero fermo al semaforo e l'unica cosa che esisteva per me era Selena. Le sue labbra sembravano marshmallow, morbide e dolci...risi al mio pensiero.
Quando mi risvegliai dal 'sogno' eravamo ormai arrivati a destinazione. 
"Selena" cercai di svegliarla toccandole delicatamente la spalla.
Era raggomitolata sul sedile e mugugnò qualcosa, non capii cosa disse, ma le diedi del tempo per riprendere coscienza.
"Mi sono addormentata?" chiese strofinandosi gli occhi;
"No." risposi ridacchiando;
"Justin." mi guardò con un'espressione che stava a significare 'non fare l'idiota e non prendermi per il culo;
"Selena." le risposi cercando di imitare la sua buffa espressione, mi sentii stupido e scoppiai a ridere.
Eravamo entrambe molto stanchi, così scendemmo dalla macchina e ci dirigemmo verso l'entrata di casa.
Mentre cercavo le chiavi di casa lei mi fissava e sorrideva, mi sentivo in imbarazzo...
"Sei giallo." disse sempre con il sorriso stampato in faccia, pensavo mi stesse per dire qualcosa di dolce e non 'sei giallo.';
"Sono giallo?" le chiesi dopo aver realizzato che ciò che mi aveva detto non era affatto una frase romantica;
"Si, la luce del portico ti fa la pelle gialla." rispose avvicinandosi dandomi un bacio sulla guancia. Io risi semplicemente e dopo aver aperto la porta la invitai ad entrare.
"Dov'è la tua stanza?" chiese stringendosi a se;
"Gira qui, aspettami ora arrivo." risposi dirigendomi verso la camera di mia madre.

"E' stata una bella serata." affermò sedendosi sul ciglio del letto;
"Hai ragione." affermai con tono fermo;
"Sei stanco?" chiese strofinandosi le mani;
"Si. E tu hai freddo?" le chiesi a mia volta, la mia voce era roca e i miei occhi si stavano chiudendo;
"Un po', ti prego vieni qui e abbracciami." mi invitò vicino a lei e io non persi l'occasione.
Ci sdraiammo sul letto e la strinsi a me, la sua pelle profumava di...miele e i suoi capelli di mela e fumo. Piano piano i nostri visi si avvicinavano e le nostre labbra si sfiorarono nuovamente. 
Le sue labbra erano così morbide che ad ogni tocco mi provocavano brividi di piacere.
Mi ritrovai sopra di lei senza maglietta, le baciavo il collo e lei con gli occhi socchiusi mi accarezzava le spalle.
I nostri corpi erano complementari.
Eravamo come lo ying e lo yang. 
In quel momento ero con la testa da un'altra parte, il suo odore mi trascinava in mondi paralleli. Affogai lo sguardo nei suoi occhi color cioccolato, così intensi e magnetici. Mi venne la pelle d'oca.
L'adrenalina che ancora mi percorreva le vene mi portò a toglierle la maglia e di conseguenza il reggiseno. Continuavo a baciarla, amavo baciarla.
Ero come drogato, ogni suo bacio equivaleva ad un tiro di coca. 
Ero al settimo cielo. 
"Ormai sei mio." mi sussurrò all'orecchio;
"Diventerò tuo solo  se mi dai tutto l'oro del mondo" dissi sorridendo, vidi lei un po' sorpresa ma poi mi rispose;
"Ma io non ho tutto l'oro del mondo." sogghignò;
"Oh si che ce l'hai." risposi baciandole il collo;
"Davvero?" chiese quasi stupita;
"Sei tu tutto l'oro del mondo." le dissi andando verso il petto, le sue dita rigavano la mia schiena;
"Ma allora già lo hai tutto l'oro del mondo, già te l'ho dato. Io sono tua." rispose baciandomi la mano che avevo poggiato sopra la sua spalla;
"Allora....tu sei mia e io sono tuo." conclusi sorridendo.
Le mie labbra passarono dalle sue al collo, le poggiavo sulla sua candida pelle delicatamente, molto delicatamente.
Un bacio dopo l'altro e arrivai alla sua scapola, dove le lasciai un succhiotto, nel gergo adolescenziale. Sulla sua pelle candida spiccava come un faro nella notte, era violaceo ed era perfettamente circolare. Quando finii la mia opera d'arte, stile Giotto, risi dei miei pensieri e continuai il percorso di baci.
Ero molto eccitato, ma cercavo di mantenere la calma, mentre lei tratteneva a stento i piccoli gemiti.
Arrivai al seno e piano piano scendevo sempre di più.
Quando le diedi un bacio appena sotto l'ombellico alzai la testa e le feci un'occhiolino, eravamo entrambe pronti a farlo e...

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SELENA'S POV.

Mi svegliai quasi di soprassalto, avevo fatto un sogno a dir poco entusiasmante: il concerto dei Green Day, Justin che mi baciava, la mia prima volta con lui e...
Ero ancora un po' assonnata e ci misi un bel po' per accorgermi che non ero nella mia camera.
La luce del sole entrava da una piccola finestra che illuminava tutta la stanza. Non c'erano le citazioni sul muro, ma tutte cover di cd come American Idiot, non c'era il mio bagno personale e c'era una chitarra poggiata vicino il termosifone e io non avevo una chitarra!
Mi strofinai gli occhi e mi risdraiai, pensavo stessi ancora sognando.
Ero felice e confusa, ero al settimo cielo, ma...
Vicino a me c'era qualcuno, me ne accorsi solo perchè toccai inavvertitamente la sua chioma d'orata, non mi ci volle molto per capire chi era. Non mi ci volle molto per capire che quel sogno che avevo fatto in realtà non era un sogno.
Mi sentii svenire. Il mio cuore batteva fortissimo e inizialmente mi sentii un po' stupida, ma dopo aver realizzato che tutto ciò era reale sorrisi e mi rilassai nuovamente.
Mi toccai la fronte come per bloccare i miei pensieri, poi cominciai a ricordare tutto. 
Tu sei mia e io sono tuo. Quella frase mi fece venire le farfalle allo stomaco.
Sorridevo e non riuscivo a smettere, poi mi voltai verso Justin e lo abbracciai.
Potevo sentire l'odore della sua pelle, ricordava quello del muschio bagnato, era un po' sudaticcio, ma potevo immaginare perchè... i suoi capelli erano arruffati, ma non persero la loro luminosità. Come dicono nei libri e nei film, sembravano fili d'oro.
Passai un dito sul contorno dei tatuaggi che aveva sulla schiena e sulla spalla, evidentemente gli piaceva quella sensazione perchè gli venne la pelle d'oca. 
Lui stava dormendo sotto pancia così appoggiai la mia testa sulla sua spalla e dato l'orario mi riaddormentai.

Mi svegliai ancora in quella posizione e anche lui era ancora lì.
Fu la suoneria del mio telefono a 'richiamarmi sul pianeta terra'. 
"Ehi Ky" risposi con la voce ancora un po' impastata;
"Raccontami tutto." disse decisa;
"Tesoro mio, ti racconterò tutto quando ci vediamo, ora ho sonno...sai sta notte ho avuto da fare." dissi a mia volta ridendo, mentre parlavo mi tornarono in mente i dolci baci sul collo. Justin sapeva come stupirmi: tenebroso e cupo fuori, dolce e raggiante dentro;
"Comunque non lo facevo così romantico." scoppiò Kylie;
"Neanche io ci credi, però a volte mi intimorisce. Insomma quelle sue espressioni vitree, quel suo atteggiamento da duro..." cercai di spiegare.
Parlammo per una decina di minuti poi ci organizzammo per vederci la sera.
Mi alzai dal letto e cercai di svegliare Justin che dopo neanche due scrollate si alzò. Mi diede il buon giorno con un bacio sulla fronte, mi offrì poi una tazza di caffè e una sigaretta. 
"Usciamo un po', andiamo a farci una passeggiata così possiamo parlare." aveva di nuovo quell'espressione, vitrea;
"Va bene, dammi il tempo di vestirmi." dissi infilandomi i pantaloni, un po' in imbarazzo.
Non capivo perchè si atteggiava in quel modo, e come avevo detto a Ky, la cosa mi intimoriva, ma non mi aveva mai causato problemi, perciò non me ne creai altri da sola, inutilmente. 

"Allora, ieri ti sei divertita?" chiese serio accendendosi l'ennesima sigaretta;
"Si." sorrisi abbassando lo sguardo;
"Che hai?" chiese dopo qualche minuto di silenzio. Mi sentivo a disagio, ma poi mi voltai per rispondergli e sorrideva, mi si scaldò il cuore;
"N-nulla." balbettai ricambiando il sorriso.
Per uscire avevo messo una felpa che lui stesso mi aveva prestato, non potevo uscire con il top dei Green Day con quel tempo. E poi non mi dispiacque indossare quell'indumento che profumava di...lui. Sorrisi al solo pensiero. 
"E' stato bello." ammise alzandosi il cappuccio nero del giacchetto che portava;
"Indescrivibile." sussurrai tra me e me, ma lui mi sentì e si avvicinò stringendomi a se. Camminavamo spalla-spalla, ogni tanto ci scambiavamo qualche occhiata furtiva o qualche sorrisetto malizioso.
"Parlando di cose serie...con Taylor?" chiese posandomi un braccio intorno al collo;
"Non lo so e non mi interessa." ammisi stringendogli la mano che pendeva dalla mia spalla;
"Secondo me a Shay piace Taylor..." disse alzando lo sguardo al cielo come se non fosse interessato alla conversazione;
"Secondo te cosa?" scoppiai a ridere. Mi sembrava assurda come idea, ma quando vidi la sua espressione estremamente seria ci pensai bene ed effettivamente era una delle poche spiegazioni a tutto, o almeno la più plausibile;
"Senti un po'...saresti in grado di formularmi una teoria per confermare ciò?" gli chiesi assumendo un'espressione piena di curiosità;
"Perchè solo Shay si accorge di ogni minimo particolare della vita di Taylor? Perchè solo Shay sta combattendo per Taylor?" disse, la sua espressione trasparente mi cominciò a piacere, lo rendeva saggio;
"Effettivamente" approvai;
"Comunque...neanche io sono molto interessato." disse baciandomi la fronte;
"No infatti, ammetto che nell'ultimo periodo ero troppo presa da te per dare retta alla vita degli altri, ma insomma Taylor è stata totalmente assente" dissi a mia volta calcando sulla penultima parola, dopo di che realizzai ciò che avevo appena detto e sentii le mie candide guance arrossirsi.
Justin non rispose, ma mi guardò sogghignando. Mi piaceva vedere quell'espressione piena d'orgoglio e fierezza(nei confronti di se stesso) sul suo volto.


CIAO BELLA GENTE!

Scusate, lo so, lo so, si si lo so. Questo capitolo fa pena. Ma è solo un capitolo di passaggio.
tralasciando poi la parte imbarazzante pre-sex hahaha
Spero comunque che un minimo, ma almeno un minimo vi sia piaciuto. 
Fatemi presente qualsiasi errore e per favore recensite.

COMUNQUE, GRAZIE. ;)


p.s- dal momento che mi hanno dato il debito a matematica e che ad Agosto partirò per tutto il mese non avrò molto tempo per scrivere, ma insomma cercherò di fare del mio meglio.

*virtual hug*
LOVE ALL.



 

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Capitolo 16
*** bad feelings ***


                                                                                                                     

                                                                                     
        
                                                                                                                                                                                                                
                                                      





*dopo dieci giorni dal concerto*

SELENA'S POV

Ero nei corridoi di scuola, da sola, non c'erano ne Ky, ne Kendall e Mike, ne tanto meno il resto del gruppo. Presi il mio iPod e mi misi a terra, con le gambe incrociate, a leggere un libro. Mi piaceva leggere e ascoltare la musica contemporaneamente, daltronde a chi non piaceva?
Quella mattina era una delle mie mattinate 'no'. Me ne stavo seduta lì, da sola persa nella lettura.
Indosso avevo ancora la felpa di Justin che mi aveva prestato la sera che ero rimasta a dormire a casa sua e profumava ancora di...lui. Mi strinsi in essa ancora di più senza staccare gli occhi dalle migliaia di righe poste davanti a me.
Stavo passando un'ora di buca, da sola e mi sembrava di stare in paradiso, gli studenti che mi passavano vicino mi guardavano malissimo, ma non mi facevo problemi, non mi sentivo fuori posto, stavo benissimo così come stavo.
"Selena, che fai lì per terra?" sentii una voce ovattata, non riuscivo a capire di chi fosse, così tolsi una cuffia e guardai la figura di sottecchi. Era Ryan;
"Mi rilasso." risposi secca, quella non era esattamente la mia giornata. Avevo un magone interiore, avevo un'ansia che non riuscivo a spiegare e un nervoso che mi stava divorando;
"E' successo qualcosa con Justin?" chiese imperterrito, ma preoccupato;
"No, Ryan. Sono nervosa." risposi mantenendo lo stesso tono deciso di prima.
Lui mi osservò per qualche secondo, poi senza dire nulla se ne andò, sapeva benissimo che quando mi trovavo in quello stato dovevano camminare largo, non dovevano avvicinarsi. Lo so, non era una cosa bella, ma ero fatta così...e lo son tutt'ora.

Entrai in classe con Ky, durante il tragitto non parlammo, avevo il cappuccio della felpa di Justin che mi copriva la visuale, la musica nelle orecchie mi estraniava dal mondo e il profumo di Justin mi rilassava.
Mi misi seduta all'ultimo banco, il professore ancora non era entrato in classe così decisi di tenere le cuffie ancora per un po'. Presi il mio book dei disegni e cominciai a scrivere le frasi di quella canzone che da giorni mi aveva rapita 'And the snakes start to sing' dei Bring me the horizon.
 
I'm just a would've been, could've been,
Should've been, never was and never ever will be.
Well, sharpen your teeth.
Tell yourself that it's just business.
Would've been, could've been,
Should've been, never was, and never ever will be.
Worms come out of the woodwork,
And the snakes start to sing...

Kylie mi guardava perplessa e anche io dopo tutto non riuscivo a capire il mio mal umore, ovvero non riuscivo a capacitarmi quell'ansia che senza motivo mi stringeva un nodo in gola.
I nervi mi salirono a fior di pelle e cominciai a picchiettare le dita sul banco.
D'un tratto entrò il bidello che con voce stanca e roca ci annunciò che il professor Felix era assente. Quelle parole riecheggiarono nella mia mente.
Sbarrai gli occhi e mi tolsi bruscamente il cappuccio dalla testa per poi voltarmi verso Ky e pronunciare delle aspre parole "succederà qualcosa di brutto."
Mi alzai correndo, la mia amica non sapeva che fare e credeva fossi posseduta, forse lo ero...ma era molto improbabile, non avevo gli occhi rossi e la mia voce era normalissima, anzi tremolante e leggermente impaurita.
Corsi in bagno e presi il telefono che avevo posto nella tasca della felpa di Justin. Composi il suo numero e lo chiamai.
 
KYLIE'S POV

Mi aveva lasciata di sasso, non sapevo che fare o dire. Non ebbi neanche la forza di alzarmi e correrle dietro. 
Presi il book che aveva sul banco, nella speranza di trovare qualcosa che magari poteva 'informarmi' dell'accaduto, ma trovai solo disegni a me molto familiari  e una citazione. 
Vedevo i miei compagni di corso uscire dalla classe, così raccolsi le mie cose e quelle di Selena per poi dileguarmi. 
Ero diretta al bar, avevo mandato vari messaggi, uno a Ryan per dirgli di raggiungermi, a Mike, Luke,  Kendall indem e a Selena per dirle che avevo preso io le sue cose.
Cominciai a pensare e a fare ipotesi, insomma perchè si stava comportando così? Ovviamente era da Selena, insomma quando stava con il buon umore sotto i piedi era innavicinabile, ma quando pronunciò quelle parole mi fece correre un intenso brivido lungo la schiena, mi fece paura.
Arrivai al luogo dell'incontro e non mancava nessuno, tranne Shay e Tay che ormai vivevano per conto loro e Justin che era rimasto a casa, causa: influenza. 
"Che succede Ky?" chiese Ryan afferrandomi l'avambraccio, era molto preoccupato, potevo leggerglielo in faccia;
"Sei così scossa e quasi impaurita...che succede?" continuò facendomi accomodare su una di quelle sedie in acciaio;
"Allora...Selena...io non lo so cosa le è preso, ma mi ha fatto davvero impressione. Ha detto che succederà qualcosa di brutto...sembrava quasi posseduta." dissi con il fiato sospeso.
Luke scoppiò in una fragorosa risata e in quel momento volevo tirargli un bicchiere pieno di cubetti di ghiaccio in faccia. PERCHE' CAZZO RIDEVA?
"Non ho capito...com'è andata esattamente la cosa?" chiese Mike alzando un sopracciglio, mi chiedevo come faceva ad alzarne uno solo....
"Stava scrivendo sul suo book dei disegni, aveva la musica nelle orecchie. Poi è entrato il bidello e ha detto che il professore Carlos era assente. Lei ha reagito in modo strano, ha spalancato gli occhi e ha detto quelle parole che ho detto prima e che non voglio ripetere" dissi tra un sorso d'acqua e l'altro. Ero davvero spaventata, non l'avevo mai vista così.

SELENA'S POV

Dopo aver chiamato Justin singhiozzando mi sentii più leggera, ero riuscita a togliermi quel peso dallo stomaco e lui come sempre era riuscito a tranquillizzarmi.
Mi sentivo davvero strana, sentivo che sarebbe successo qualcosa di brutto, mi veniva da piangere e quel groppo alla gola ostruiva la mia respirazione.
Mi sentivo soffocare, ma dopo aver sentito la dolce voce di Justin mi sono sentita vuota, o meglio, libera.
Dovevo, comunque dare delle spiegazioni a Kylie e corsi così alla ricerca della mia migliore amica.
Pensai alla mensa, ma non era lì.
Pensai alla classe di spagnolo, ma non era lì.
Andai poi nello studio dei set fotografici, non era neanche lì.
L'unica chance rimasta era il bar. Mi affrettai e con le cuffie nelle orecchie corsi alla meta.
La trovai lì seduta insieme ai miei amici, appena mi misi di fronte a loro Luke mi guardò in modo strano, Ryan aveva la testa bassa, Mike e Kendall si limitarono a fissarmi con indifferenza e Ky mi schizzò fra le braccia.
Ripeteva "Stai bene, Selena? Stai bene?"...presi un respiro profondo e la scostai dolcemente da me, presi una sedia e mi misi fra le e Mike.
Congiunsi le mani, guardai a terra e feci un altro respiro profondo, dopo di che cominciai a parlare.
"Oggi mi sento strana, sono nervosa e non riesco a capire perchè, ho un groppo alla gola, l'ansia che mi sta divorando viva e non riesco a capacitarmene. Di solito quando sto di mal umore  perchè qualcuno mi ha rotto il cazzo la mattina, perchè non mi funziona l'ipod o perchè non è passato l'autobus...ma questa mattina, mia madre mi ha preparato i pancake e la cioccolata calda, l'auto è arrivato in esatto orario e l'ipod è più carico che mai." spiegai giocherellando con le maniche troppo lunghe della felpa del mio ragazzo "Quando hanno annunciato l'assenza del professor Carlos ho sentito una scossa elettrica percorrermi le vene. E avete presente l'adrenalina che vi sale in corpo tre secondi prima che devi salire su un palco o fare un'interrogazione? E che hai paura che tutto andrà male? Ecco mi sono sentita così." mi girai verso Ky con sguardo colpevole, lei si limitò a sorridere e ad incitarmi a continuare la spiegazione. 
"Bhè, poi sono corsa in bagno piangendo e chi secondo voi ho chiamato? Ovviamente Justin. Gli ho spiegato tutto e lui mi ha tranquillizzata, mentre lui parlava mi convincevo del fatto che tutto sarebbe andato bene, ma sia io che lui sapevamo che non era così. Sapevamo entrambe che infondo pensavo che sarebbe successo qualcosa di davvero brutto." dissi abbassando lo sguardo sulle vans di Michael "Comunque...come si chiamano queste? Sensazioni. Perciò non preoccupatevi, sono solo sensazioni." dissi abbassando il tono della voce quando pronunciai l'ultima parola.
Mi guardarono tutti interessati, nei loro sguardi c'era curiosità anche un po' di preoccupazione, ma per mia fortuna non pensavano fossi un alieno o peggio ancora...posseduta.

Ci dirigemmo verso la mensa, era arrivata l'ora del pranzo e io mi sentivo molto debole. Avevo bisogno di mangiare.
"Michael mi potresti prendere una porzione di patatine fritte?" chiesi al ragazzo.
Abbassai subito lo sguardo, ma vidi con la coda dell'occhi che sorrise e annuì. 
Ero ancora un po' turbata, ma cercai di non pensarci. 
"Come va con Justin?" chiese Ryan spezzando il silenzio;
"Sembra di vivere un sogno." risposi sorridendo, sentii le mie guance avvamparsi;
"YOU MAKE ME FEEL LIKE I'M LIVING A TEENAGE DREAM" cantò Luke a squarcia gola.
Scoppiammo tutti a ridere in una fragorosa risata, poi arrivarono le mie patatine e con loro Mike.
"Grazie" disse afferrando le salse.
Cominciammo a mangiare, inizialmente nessuno parlava, poi cominciammo a discutere dell'argomento Taylor. Ecco di nuovo il groppo alla gola, cominciai a picchiettare il piede per terra a causa del nervoso e mangiai le patatine con foga.
"Secondo me il professore oggi non è venuto a scuola perchè si sta facendo la bella Tay" sogghignò Luke con la bocca piena;
"Stai zitto" bofonchiò Michael;
"Secondo Justin a Shay piace Taylor...dopo tutto sappiamo tutti che Shay è bisessuale." sussurrai sperando che nessuno mi avesse sentito, ma come non detto.
Sentii tutti gli sguardi dei miei amici puntati su di me, facevano quasi male, ma dopo tutto era una spiegazione molto...adatta, oserei dire.
"Io l'ho sempre detto che quel ragazzo è un fottuto genio!" esultò Mike scoppiando a ridere, pensavo fosse ironico invece no. Anche lui condivideva la sua idea.
"Bhè potrebbe aver ragione." affermò Kylie.
Accelerai con il piede, picchiettai per terra sempre più velocemente, non riuscivo a fermarmi e continuavo ad avere un brutto presentimento. 
In mezzo a noi cadde un silenzio di tomba e si udiva solo il rumore della gomma delle mie scarpe contro il suolo.
"Che hai?" sussurrò Mike avvicinandosi al mio orecchio facendomi sobbalzare;
"N-nulla."  bofonchiai tenendo lo sguardo fisso sulle patatine;
"Ok...no, non è vero. E' che ho ancora quella strana sensazione legata alla stomaco." ammisi in tono di resa. 
Non riuscivo a capire perchè avessi questi sbalzi d'umore, se così si posson chiamare. 
Ipotizzavo cose strane, cominciai a pensare al fatto che Justin mi tradisse, pensai al fatto che mia madre avesse potuto fare un incidente fatale, pensai a una miriade di tragedie...non riuscivo a darmi una fottuta spiegazione!

JUSTIN'S POV

Quella mattina non mi sentivo molto bene, così me ne restai al calduccio, sotto il mio soffice piumone, invece di andare a scuola.
Filò tutto liscio, finchè non mi arrivò la chiamata di Selena.
Piangeva e non riusciva a calmarsi, era davvero spaventata e non riuscivo a capire perchè...cercai di tranquillizzarla e inizialmente ci riuscii, ma sapevo che in fondo lei ancora era rapita da questa brutta tentazione.
Decisi così il pomeriggio di prendermi un'aspirina e correre da lei, le avrei fatto compagnia e avrei cercato di capire cosa stesse succedendo.
Arrivato sul portico di casa sua vidi la moto di Mike e l'auto di Kylie...insomma, qualcuno già mi aveva preceduto.
Mi decisi, comunque, a suonare e quando la mia bellissima ragazza mi venne ad aprire vidi una normalissima adolescente, non mi sembrava così tanto turbata, sorrideva e aveva un pacco di pop corn in mano. Mi sentii quasi preso in giro, ma non feci in tempo a formulare questo mio stupido pensiero che lei mi abbracciò e mi sussurrò "sono felice che tu sia qui, ho davvero bisogno di distrarmi e non pensare a nulla.".
Non capivo cosa le succedesse, ma evitai di farle domande. Mi diressi nel grande salone dove tutti i nostri amici, escluse Shay e Taylor, stavano bevendo, mangiando e ascoltando musica.
"Ma ciao, Bieber!" mi salutò Luke;
"Ciao Hemmings" gli risposi strizzando l'occhio.
Mi misi seduto a terra con Selena fra le gambe e cominciammo a parlare del più e del meno.
"Comunque se Shay non fosse stata lesbica, anzi bisessuale, ci avrei provato." affermò Luke serio;
"Puoi sempre provarci, le piace anche i nostri gioielli di famiglia, sai?!" contrabattè Michael prendendolo in giro;
"Si, ma si fa anche le donne. Non lo so...mi fa senso." continuò Luke, io risi guardando i due discutere su questo argomento, o meglio Luke discuteva, Michael lo prendeva solo in giro.
"Luke, il problema è che lei ama Taylor." commentai a mia volta arricciando una ciocca di capelli di Selena;
"Ma allora ne sei proprio convinto?" chiese Ryan con tono ovvio;
"Certo, cazzo. Io non farei mai ciò che sta facendo Shay...no cioè, non fraintendete. Io lo farei, io cercherei di aiutarvi se vi trovaste in una situazione scomoda, ma non con la passione e la determinazione che ci sta mettendo lei." chiarii;
"Si bhè, ma non possiamo provarlo." sussurrò Selena voltandosi non completamente verso di me. In volto aveva un'espressione quasi malinconica, oserei dire. Gli occhi le brillavano e le sue mani cominciarono  ad uccidersi l'un l'altra.
Mi venne spontaneo prendere una di esse e intrecciarla con la mia, le diedi poi un bacio sulla guancia. La sua pelle era così profumata...
Vedevo l'ansia e la preoccupazione nei suoi occhi, il suo sguardo era così magnetico che mi pugnalava lo stomaco. Non riuscivo a vederla così, in quello stato, senza sapere il motivo. 
Mi stava uccidendo e non riuscivo a pensare ad altro.
Decisi così di alzarmi e portarla con me fuori, in giardino...avevo bisogno di parlarle.

"Justin, non so neanche io che mi prende. Sono nervosissima e non riesco a calmarmi." singhiozzò con il viso sul mio petto;
"Selena, cerca di rilassarti." dissi come uno stupido, non sapevo davvero che dire o fare;
"Mi sento morire, ho una bruttissima sensazione. Mi sento come un cane prima di un terremoto." continuò fra una tirata di naso e l'altra;
"Ti prego, stai tranquilla. Vedrai che non succeder nulla." continuai a dirle;
"Non ce la faccio...sto malissimo." le presi il viso fra le mani e vidi i suoi occhi, rossi e irritati, pieni di lacrime. Le sue labbra erano screpolate e distrutte, le usciva anche il sangue. Mi sentivo uno schifo umano.
La strinsi con forza a me e le baciai più volte la fronte "Facciamo che ora ti faccio una cioccolata calda, così che tu possa rilassarti." le dissi "o almeno... provo a fare una cioccolata calda." risi brevemente.
Il suo sguardo era vuoto e l'unica cosa che fece fu annuire come se fosse ipnotizzata.
Eravamo mano nella mano e quando entrammo nella sala dove tutti ci aspettavano feci cenno di stare calmi, che era tutto a posto. Non volevo la pressassero ancora di più.
Ero diretto in cucina quando la porta si spalancò e venne chiusa, subito dopo, bruscamente.
Era Kendall che poco prima era uscita per rispondere ad un chiamata: aveva un'espressione al limite della disperazione. 
Rimasi colpito, sentii poi Selena scoppiare a piangere, nuovamente e non capivo più nulla.
Sembrava di stare sotto l'effetto della coca o ai postumi di una sbronza. Non avevo idea di cosa stesse succedendo e sentii uno strano peso sullo stomaco.
Michael si alzò dal divano di scatto e le corse in contro...le uniche parole che lei riuscì a pronunciare, fissando gli occhi verdi simili al vetro di Mike, furono "Taylor è scomparsa."

CIAO!
Eccomi con un nuovo capitolo e TANTANTAAAAAAN.
Ve lo avevo detto che le cose si sarebbero fatte interessanti! 

Allora, questo capitolo forse è un pò 
malato, ma bho, mi piace molto -spero anche a voi.-
Alcune cose possono sembrar strane, come il comportamento di Selena ma insomma a me una volta è successo (scommetto anche a voi) e così ho deciso di rendere il tutto ancora più strano, appunto.

RECENSITE E FATEMI SAPERE SE VI PIACE, IPOTIZZATE E SEGNALATEMI OGNI EVENTUALE ERRORE.


Byee. 

 

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Capitolo 17
*** "I don't like him" ***


                                                               





JUSTIN'S POV

Ero scioccato, non avevo la forza di parlare, nessuno aveva la forza di farlo. L'unico rumore che si percepiva in quella stanza erano i singhiozzi soffocati di Selena e il respiro profondo di Kendall. 
D'un tratto vidi Michael afferrarla delicatamente per un braccio e portarla verso il suo petto. Sussurrò delle parole alla ragazza, ma non riuscii a percepire nulla.
La mia vista cominciò ad offuscarsi, quando ero nel panico mi succedeva, ma riuscii a vedere Kylie alzarsi e dirigersi con cautela verso la sorella, in volto aveva dipinta un'espressione...vitrea.
"Kendall, spiegaci cos'è successo." le sussurrò all'orecchio, Kylie aveva questa qualità che tutti e tutte le invidiavano, era sicura di se e riusciva a mantenere la calma in situazione più che estreme.
"I-i-io non lo so." cercò di dire Kendall ancora fra le braccia di Mike, "mi ha chiamato Shay e la sua voce era ovattata, piangeva, non riusciva a parlare e-e-e poi mi ha detto che Tay era scomparsa." continuò scoppiando il lacrime.
Tutti volevamo bene a Taylor, lei era parte del gruppo solo che nell'ultimo periodo si era allontanata definitivamente da noi.
Nel mio corpo stava nascendo un senso di colpa abbastanza marcato e a quanto pare anche a Selena.
"Cos'abbiamo fatto? Perchè non le siamo stati vicini?" sussurrò portandosi le mani sul viso.
"Selena, Taylor non ha mai accennato a comportamenti che potevano farci insospettire -esclusa la cotta per il professore-, lei si è allontanata dal nostro gruppo e noi abbiamo continuato a vivere le nostre vite." replicò Ryan con freddezza. Mi stupirono quelle sue parole, o meglio mi stupì il modo che usò per pronunciarle...risultavano così...così crude. E dopo tutto aveva ragione.
Dopo aver preso due profondi respiri rilassai i miei muscoli facciali e mi voltai verso Selena che non disse nulla, mi si avvicinò e mi guardò negli occhi. 

SELENA'S POV

Stavo malissimo, una delle mie migliori amiche era scomparsa, mi sentivo in colpa per non esserle stata vicino e per essermi rifiutata di indagare sulla sua probabile storia con il prof.
In quell'istante però non volevo sprofondare la faccia nel cuscino e piangermi addosso, volevo uscire fuori da quella casa piena di tensione e andare a scoprire di più. Volevo parlare con la sua famiglia e magari anche con Shay.
"Justin, andiamo a casa di Shay, vorrei parlarle." dissi ferma, mentre mi asciugavo le lacrime.
"Che vuoi fare?" chiese Luke alzandosi di scatto.
"Vuoi venire anche tu? Andiamo a scoprire cosa c'è dietro tutta questa merda." replicai bruscamente.
"I-io potrei andare dai suoi genitori, la mia famiglia e la sua sono molto unite..." propose Kendall guardando prima me e poi la sorella.

Ci dirigemmo tutti nelle nostre rispettive auto, durante il viaggio chiamai mia madre per avvisarla dell'accaduto chiedendole gentilmente di non chiamare i genitori di Tay. Ero frustrata e il mio stomaco era sotto sopra, ero arrabbiata con me stessa e...con il mondo. Scesi dall'auto di Justin sbattendo lo sportello in maniera molto rude, ma per fortuna non mi arrivò una delle sue prediche, se lo avesse fatto gli avrei vomitato addosso tutta la mia negatività. 
Bussai svariate volte alla porta di Shay che non si degnava di aprire, continuavo imperterrita quando la signora Mitchell anche lei, abbastanza scioccata, ci invitò ad entrare. 
Non volevo farmi vedere debole, non stavo piangendo, avevo la mascella contratta e pugni serrati. Stavo male, ma non lo davo a vedere, non potevo.
"Shay è in camera sua, se volete andate, ma è ancora sotto shock." ci avvertì la donna. Non risposi, ci pensò Justin a quello.
"Stia tranquilla, signora." disse pacatamente, come faceva ad essere così gentile e tranquillo in una situazione del genere?!
"Shay, apri la porta per favore, siamo noi. Justin, Selena e Luke." dissi bussando delicatamente, cercai di rilassarmi, ma non ci riuscivo. Sentii dei passi felpati avvicinarsi alla porta, probabilmente voleva farci credere che non era in camera, ma poi vidi la maniglia muoversi  e subito dopo Shay si buttò fra le mie braccia.
In quel momento lo scazzo mi passò, mi lasciai travolgere da quella palata di emozioni e la strinsi a me più che potevo cercando di non far uscire una lacrima dai miei occhi.
"Grazie, grazie per essere venuti. Non ce la facevo più a stare da sola, ma non volevo chiamare nessuno perchè non volevo disturbare." farfugliò tutta d'un fiato.
"Stai scherzando? Se hai bisogno di noi chiamaci in qualsiasi momento." a parlare fu Luke, mi stupì, di solito era il coglione della situazione che rideva e scherzava su tutto, ma questa volta era estremamente serio.
"Luke ha ragione." abbozzai un sorriso.
"Grazie, davvero...." sussurrò sedendosi su una delle poltroncine bianche che erano nella sua stanza.
"Te la senti di dirci come stanno le cose? Parti dall'inizio, da quando hai cominciato a sospettare della relazione fra il professore e Tay." chiese, sempre in tono gentile e calmo, Justin.
Mi voltai per scrutare il suo volto, notai che i suoi muscoli facciali erano contratti, i suoi occhi emanavano un bagliore cupo...capii che anche lui in fondo era preoccupato, ma solo dopo averlo osservato arrivai a questa conclusione, se fossi stata cieca avrei dato per scontato che lui era tranquillo e rilassato per via del suo tono di voce. Quel ragazzo mi stupiva sempre di più, ma in quell'istante non era il momento di pensare a lui, così scacciai ogni mio pensiero riguardante Justin e mi voltai verso Shay per ascoltare ciò che aveva da dirci...
"Io, ho cominciato a notare uno strano comportamento da parte di Taylor da quando quel nuovo insegnante si è presentato, il primo giorno di scuola. Nei suoi occhi vedevo una luce, diversa dal solito, quando lo guardava...Poi vari fatti si sono susseguiti, forse voi non ne siete  a conoscenza, ma si sono baciati più di una volta, il pomeriggio uscivano insieme per fare ripetizioni, così diceva Taytay. A volte andavano al parco insieme e anche lì si scambiavano effusioni amorose. Poi pochi giorni fa Taylor mi diceva sempre che si era stufata di stare qui, che non le piaceva questo posto, che voleva crearsi una nuova vita, che voleva dare una svolta alla sua solita routine. Non diedi molto peso alla cosa, insomma chi non vuole cambiare la sua vita?! Che poi quei giorni stava anche male, vomitava molto spesso e perciò ho pensato che queste sue lamentele fossero dovute al suo malanno, ecco. Ma oggi...oggi è arrivata una chiamata dai suoi genitori, mi hanno detto che non tornava a casa da ore e ore, hanno provato a chiamarla, ma il suo telefono era staccato e lo è tutt'ora. Hanno detto che è da ieri notte che non rientra, hanno cercato in biblioteca, al bar, in palestra, al parco...ma l'unica cosa che alla fine hanno potuto fare è una denuncia alla polizia. Una denuncia di smarrimento e a breve cominciano le indagini." sbottò cercando di spiegarci ciò che negli ultimi mesi era accaduto. Rimasi basita più di quanto lo ero in precedenza. Per la testa mi passavano mille cose che mi crearono una confusione immane, i miei pensieri erano così offuscati che se in quel momento mi avessero chiesto 'quanto fa 2+2' avrei risposto 5. 
"Shay, come mai sai tutte queste cose? Noi non ci siamo accorti di nulla." commentò Luke dopo una frazione di silenzio.
"Luke, Selena, Justin...non vi siete accorti di nulla perchè si, è una vostra amica e le volete bene, ma non è la vostra ragione di vita e non la amate." rispose portandosi le gambe al petto.
Bene, un'altra informazione nel cervello che aumentava la mia confusione.
"Okay, Shay, st-stai tranquilla. La ritroveremo." abbozzai in fine cercando di fare chiarezza.
Dopo tutto Justin aveva ragione...

JUSTIN'S POV

Selena era la solita lunatica che con gli amici era sempre solare, felice, simpatica...l'avevo già vista scazzata o triste, ma questa volta, ogni istante che si girava verso di me e che potevo guardarla negli occhi vedevo solo rabbia e tristezza ai livelli estremi. Restai a casa sua a dormire, non proferì parola per tutta la serata. Mi fece star male più del dovuto, non mi parlò, non mi baciò, non mi abbracciò e non mi toccò. L'unico contatto che ebbi con lei fu durante la notte, quando si accoccolò sul mio petto -che stava per essere perforato dal cuore che non smetteva di battere- per cercare di addormentarsi. Anche io ero molto turbato e il sonno era l'ultima cosa che circolava nel mio corpo. 
"Non riesco a dormire..." sussurrò Selena, il suo fiato sul mio collo mi provocò un leggero brivido.
"Neanche io." replicai fermo, con lo sguardo perso nel vuoto.
"Io non capisco, non capisco p-perchè non ci siamo accorti di nulla?!" chiese, ma dal suo tono capii che non voleva una risposta.
"Domani mattina andiamo a prenderci un caffè con gli altri, mettiamo insieme le informazioni che abbiamo raccolto e cerchiamo di ipotizzare cosa potrebbe essere successo. L'unica cosa che possiamo fare ora è cercarla." commentai dandole un bacio sulla fronte.
"Comunque, secondo me c'entra quel professore. Magari hanno fatto una fuga d'amore." suppose.
"Probabilmente. Magari ci stiamo preoccupando per nulla." in effetti poteva aver senso una cosa così, ma nella vita mai dire mai.
Selena non proferì parola, si voltò dall'altro lato e si portò le coperte fin sopra i capelli, non sentii il respiro appesantirsi, perciò non dormiva, non sentii il respiro affannarsi, perciò non piangeva, non sentivo nulla di anomalo, oserei dire. Ai miei occhi appariva tranquilla, ma sapevo che non era così. Volevo fare qualcosa, ma non sapevo cosa. 
"Posso aiutarti?" le chiesi scoprendole leggermente la testa.
"Justin, lasciami stare." rispose secca.
"Ok, capisco la tua frustrazione, ma.." non finii la frase che lei si voltò di scatto verso di me.
"CAPISCI LA MIA FRUSTRAZIONE? DAVVERO? OK, ALLORA LASCIAMI STARE!" sputò furiosa, odiavo quando la persone mi urlavano contro, davvero lo odiavo!
Non riuscivo a capire perchè se la fosse presa con me, ma in quell'istante, lo stress e lo scazzo presero il sopravvento.
"Cazzo!" esclamai "Il mondo non gira tutto in torno a te! Non sei l'unica che sta soffrendo!" replicai con un volume più basso di quello che aveva utilizzato lei per rivolgersi a me. La vidi alzarsi dal letto e dirigersi in bagno, feci lo stesso e appena mi vide mi lanciò un asciugamano.
"Che cazzo fai??" sputai furioso a mia volta.
"Coglione è solo un asciugamano." disse avvicinandosi più del previsto al mio viso.
"Se fosse stato qualcos'altro me lo avresti lanciato comunque." aggiunsi puntando gli occhi nei suoi.
"Justin, non irritarmi ancora di più. Stammi lontano." disse indietreggiando portandosi una mano fra i capelli, vidi i suoi occhi chiudersi, probabilmente per fermare il pianto.
In quell'istante, però ero davvero incazzato. Pensava davvero che solo lei stesse soffrendo? La trovavo abbastanza egoista quando faceva così, non avevo mai avuto il 'piacere' di scontrarmi con una Selena così rude e brusca...non avrei mai voluto litigarci.
"Non posso starti lontano." mi voltai tornando nella sua stanza.
Il silenzio gelò le stanze comunicanti. Il mio sangue ribolliva come un pentolone di brodo, ero incazzato, non mi sarei mai aspettato una risposta del genere, un comportamento così sfacciato.
"I-io...i-io ti chiedo scusa." balbettò ancora nel bagno.
"Sei egoista." sputai freddo, contrassi la mascella e serrai i pugni.
"Lo so..." affermò cominciando a piangere.
"Selena, smettila." dissi secco, commentai ritornando da lei, la presi per un braccio e ancora con i muscoli un po' tesi la portai vicino il mio viso.
"I-i-io so che anche tu stai soffrendo, ma..." cercò di giustificarsi ma non la feci parlare, le tappai la bocca portando una mano sulle sue dolci labbra arrossate.
"La tua reazione è stata esagerata, ma dopo tutto ti capisco. Non parlare adesso e torniamocene al letto." le tolsi la mano dalla bocca e lei rimase impalata a fissarmi, non disse nulla, non fece nulla mentre io me ne tornai sotto le coperte. Poco dopo arrivò anche lei, aveva gli occhi gonfi e rossi così quando poggiò la testa sul cuscino la abbracciai.
"Dovremmo scusarci con tua madre domani mattina." sussurrai accarezzandole i capelli.
"La stanza di mia madre si trova dall'altra parte del corridoio, non avrà sentito nulla...credo." suppose provocandomi un altro brivido. Quella scarica elettrica mi rilassò, il suo profumo mi riempì il corpo di serenità e dolcezza e dopo due respiri profondi "Adesso cerchiamo di dormire, ne abbiamo bisogno." proposi alzando le coperte fino a coprire le spalle.
"Justin...che ore sono?" chiese poco dopo.
"Le 4:15" risposi sbadigliando, dopo di che ci addormentammo entrambe senza più parlare.

*la mattina seguente, al bar*
"Bene, adesso parliamo di Taylor. I loro genitori ci hanno detto che aveva una relazione con il professore, loro inizialmente erano scettici, ma dopo averlo conosciuto hanno cambiato idea e beh...si fidavano di lui, erano contenti per Taylor e per il suo nuovo amore." spiegò Kendall, sorseggiando il suo drink. Anche lei, proprio come me e Selena, sul suo volto presentava profonde occhiaie. Riuscii a prendere sonno molto facilmente, ma il mio sonno fu tormentato dai vari pensieri riguardanti la stupida litigata con Selena e Taylor, ovviamente.
"Shay ci ha detto chiaramente che ha indagato su di lei perchè la ama." spiegai a mia volta sistemandomi gli occhiali da sole.
"Oh Bieber, allora avevi ragione." disse Ryan girandosi i pollici.
Eravamo tutti così stanchi e lo si vedeva ad occhio nudo: Michael ogni tre secondi sbadigliava, io, Kendall e Selena avevamo le occhiaie e Luke e Ryan erano letteralmente fuori dal mondo.
"Comunque, i loro genitori ci hanno invitati a pranzo. Vorrebbero parlare con noi e il pomeriggio la polizia verrà a farci un interrogatorio." aggiunse Kendall poggiando il bicchiere sul tavolo.
Vidi Selena inviare un messaggio, probabilmente il destinatario era la mamma, e subito dopo si voltò verso di Kylie come se si fosse spaventata.
"Ky, da quanto Taylor non rientra a casa?" chiese con un filo di voce.
"Circa 48 ore e più." rispose ferma.
"Oggi ci sono i colloqui con i genitori..." intervenne Michael d'un tratto.
"Non è il momento di pensare alla scuola." rispose Luke in maniera brusca.
"No coglione, Michael ha ragione" replicò Selena togliendosi gli occhiali.
"Oggi ci sono i colloqui e se il professore non c'è vuol dire che non è una coincidenza." continuai la frase come se fosse un testo di una canzone.
"Esatto!" esclamò Mike abbozzando un sorriso.
"Ma non dovrebbero interrogarlo? Insomma penso che la polizia abbia già pensato a questo." disse Luke con tono ovvio.
"Iniziano oggi le indagini, ce lo ha detto la signora Swift perciò il professore ancora non lo hanno interrogato." rispose Ryan in risposta al biondo.
"Okay, adesso andiamo a prepararci per il pranzo. Mia madre questa mattina, sul tardi, andrà a parlare con i prof. Già le ho mandato un messaggio, mi dirà lei se il signor Felipe sarà presente o meno. Se non ci sarà, questa sarà la prima cosa che diremo alla polizia. Che poi di quel Felipe Carlos non è che mi fidi moltissimo. " concluse Selena, alzandosi dal tavolo.
Mi affascinava sempre di più, era così debole ma così forte allo stesso tempo. Era una tipa tosta, un po' egoista e lunatica...ma dopo tutto chi, almeno un po', non lo era?!



YAY!
Ma un capitolo più brutto non lo potevo scrivere? Il bello è che ci ho messo anche tanto...vabè, spero comunque che almeno un po' vi piaccia :D

Siamo ormai entrati nel clu della storia. Che fine ha fatto Taylor? C'entrerà davvero qualcosa il professore come Selena e gli altri pensano? Cosa succederà nel prossimo capitolo? Se volete recensite e lasciate qualche vostro pensiero riguardo ciò, magari ci azzeccate o magari prenderò spunto eheheh

Ringrazio tutti coloro che seguono la storia, anzi le mie storie. Questa a quanto pare è quella che va di più e ne sono davvero felice.
Ringrazio tutti coloro che recensiranno anche questo capitolo.
Ringrazio per le 4000(e più) visualizzazioni.
RINGRAZIO DAVVERO QUALSIASI ESSERE VIVENTE!!

Alla prossima, love all.


 

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Capitolo 18
*** Where is she? ***


                                     

SELENA'S POV

Eravamo da tempo arrivati a casa Swift, l'abitazione era molto accogliente e luminosa. Sulle pareti bianco latte si trovavano appesi diplomi e riconoscimenti -sia rivolti alla mamma di Taylor che al papà-. Noi ci ritrovammo tutti nella sala più grande della casa, il salone. In esso si trovavano due grandi divani in finta pelle rossi disposti uno di fronte l'altro. Nel mezzo c'era un basso tavolinetto da salotto in vetro, con dei rifinimenti d'orati e poi sulla parete principale vi erano -oltre ad altre cornici con diplomi e, o, foto di famiglia- un piccolo camino, una tv e al loro fianco una libreria dove vi erano posti dischi in vinile che come sapevo la famiglia collezionava e vari libri che passavano da romanzi rosa a romanzi gialli, dal fantasy all'horror e poi un'intera fila dedicata ad Oscar Wild, lo scrittore preferito del signor Swift.
Mi trovai subito a mio agio in quella casa, ma la tensione si respirava che era una "meraviglia".
Tolsi il cappuccio della felpa dalla testa e lasciai i miei capelli, per niente curati, cadermi sulle spalle. Eravamo tutti distrutti, le nostre occhiaie erano più che marcate e se anche i genitori di Tay avessero voluto farci stare a nostro agio glielo si leggeva in volto che stavano crollando.
Non osavo immaginare quanto potesse esser brutto perdere un famigliare, per me era già difficile sopportare la mancanza di un'amica.
"Ragazzi, volete qualcosa da bere?" ci chiese la signora Swift, con occhi pieni di tristezza. Ebbi un brivido quando incrociai il suo sguardo.
"No, grazie, stiamo bene così." disse Mike, passandosi una mano fra i capelli mettendoli un po' in disordine. Michael non era uno di quei ragazzi che faceva vedere molto le sue emozioni, dal tronde nel nostro gruppo tutti erano bravi a nascondere i propri sentimenti ad eccezione di qualcuno. Michael però era forte, lo era davvero. Era sempre solare e quando succedeva qualcosa di brutto riusciva a mantenere la giusta lucidità per sorpassare l'ostacolo, anzi per affrontarlo. Un po' come Kylie. Invece Kendall e Luke, per esempio, erano molto emotivi -loro sono le eccezioni menzionate poco fa-. Solo standogli vicino potevi capire cosa provassero, in quell'istante. Quando succedeva qualcosa di brutto si chiudevano un po' in se stessi e spesso si piangevano addosso, solo dopo un po' di tempo aprivano gli occhi e cominciavano a combattere. Io e Ryan eravamo solari quando le giornate andavano nel verso giusto, diventavamo due pezzi di pietra quando qualcosa andava storto. Ma non ci chiudevamo in noi stessi, anzi prendevamo in mano la situazione e facevamo di tutto per farla tornare nel verso giusto, per intenderci. Solo che noi, a differenza di Michael, affrontavamo l'ostacolo con odio, rabbia e disprezzo e questo ci portava ad essere scontrosi con le persone che ci circondavano, non avevamo il suo stesso controllo. Justin, in fine, era un ragazzo che veniva giudicato molto per l'apparenza, sembrava il 'bad boy' -così dicevano- della situazione invece era un ragazzo dal cuore d'oro, anche lui aveva i suoi momenti 'no' e quando ce li aveva per lui non esisteva nessuno. Con il tempo migliorò, riuscì ad acquistare parte della calma e del controllo che avevano Ky e Mike. 
"Va bene." rispose a sua volta la donna, con voce tremolante.

Dopo il pranzo, dopo aver scoperto che Taylor aveva un'effettiva relazione con il professore e che quest'ultimo non poteva essere la causa della scomparsa della ragazza perchè un ragazzo d'oro, un ragazzo davvero premuroso e dolce nei confronti della nostra piccola, arrivarono i poliziotti per il primo interrogatorio. Finalmente aprirono le indagini.
Con loro arrivò anche Shay, il suo viso era scavato, sembrava quasi malata. Aveva un colorito strano e quando la vidi ebbi un sussulto. Mi si strinse il cuore e continuavo a ripetermi che ero stata stupida e come ho fatto a non accorgermi di nulla?? pensai.
"Ragazzi, ci dispiace molto per la vostra amica e ... per vostra figlia." disse il poliziotto più anziano, guardando prima tutti noi e poi i genitori di Tay.
"Faremo del nostro meglio per trovarla, ma adesso dovrete rispondere a delle domande." continuò il secondo poliziotto.
"Oggi faremo delle domande, diciamo, generali. Domani vi porteremo in commissariato per fare un interrogatorio più approfondito e individuale." aggiunsero in fine. Mentre i poliziotti parlavano cercavo di 'leggere' l'espressione di Shay, non le si leggeva rabbia, solo tanta tristezza...non so cosa farei se perdessi Justin pensai incastonando gli occhi in quelli del mio ragazzo, seduto accanto a me.
"Questa domanda è per voi ragazzi." ci avvertì il poliziotto sulla trentina, guardando me, Justin, Mike, Ky e Kendall, Ryan e Luke. Ero nervosa e il mio respiro si fece tremolante, non riuscivo a calmarmi.
"Quand'è l'ultima volta che l'avete vista?" chiesero, contemporaneamente.
Prima di rispondere ci guardammo tutti in cerca di una risposta perchè non sapevamo che dire, era da tanto che non la vedevamo, lei si era allontanata e noi abbiamo continuato a vivere la nostra vita come niente fosse...mi sentii uno schifo.
"Beh, non sappiamo dare una risposta che vi possa aiutare molto perchè nell'ultimo periodo Taylor non era molto presente, non passava più il tempo con noi e non ricordiamo l'ultima volta che l'abbiamo vista." rispose Kylie, intrecciando le dita. La sua voce era piatta, non faceva trapelare emozioni.
"Aveva fatto nuove amicizie?" chiese il giovane, guardando, sta volta, anche Shay e i genitori.
Non mi voltai verso di loro, ma poggiai la mia faccia sulla spalla di Justin, stavo per piangere e dovevo trovare un modo per bloccare le lacrime.
"S-si era fidanzata con un nostro professore, lui era molto giovane e facendo poche ore di lezione passava molto tempo con Taylor. Sia a scuola che fuori." rispose la nostra amica, asciugandosi le lacrime che le scendevano in continuazione sulle guance.
"Questo professore secondo voi può essere una minaccia?" chiese nuovamente il giovane.
"No, è un bravo ragazzo. E' laureato, non ha una famiglia perchè molto giovane, ha accolto nostra figlia fra le sue braccia in maniera molto carina. Son sicuro che lui non c'entra nulla con questa storia." rispose il papà, stanco e disperato, oserei dire.

JUSTIN'S POV

Osservavo ogni singola persona presente in quella stanza. Erano tutti in condizioni pessime, chi era triste ma non lo faceva vedere e chi lo era e piangeva in continuazione. I signori Swift mi fecero salire un angoscia che mai prima avevo provato. I loro volti erano scavati ed esausti. Al solo pensiero di ciò che stavano passando mi venne la pelle d'oca.
"La ragazza potrebbe esser scappata?" chiese il poliziotto dai capelli brizzolati.  
Mi tornò in mente ciò che ci aveva detto Shay il giorno prima, così mi voltai verso quest'ultima per incitarla con lo sguardo a dire ai poliziotti ciò che Taylor le aveva detto. 
Lei incrociò il mio sguardo, dopo un po' d'esitazione sembrava volesse proferire parola. Ma niente...mi voltai verso Luke e lui capì al volo ciò che stavo pensando perchè probabilmente anche lui se ne era ricordato e "Shay, dì ai poliziotti ciò che ci hai detto ieri." le disse, con tono fermo. Vidi la ragazza cambiar espressione, sembrava esser caduta dalle nuvole, ma dopo due respiri profondi parlò.
"M-mi ha detto che voleva dare una svolta alla sua vita." disse, con un filo di voce.
"Che tipo di svolta?" chiesero i poliziotti. A quel punto Selena alzò il viso e "Che tipo di svolta?! Beh se lo avessimo saputo tutto questo casino non sarebbe successo." disse a denti stretti. Cercai di tranquillizzarla strofinandole una mano dietro la schiena, ma il senso di colpa se la stava divorando ed era davvero, ma davvero turbata. Mi faceva male vederla così, dopo tutto come biasimarla?
"O-ok, mi scusi." disse in fine, facendo uscire delle lacrime dai suoi dolci occhi circondati da un colore violaceo.
"Non si scusi signorina, capisco come si sente e non deve preoccuparsi." le rispose il poliziotto per niente scosso, ma chissà quante volte quei pover uomini avessero dovuto assistere a tragedie del genere.

Eravamo a cena, io, Selena, mia mamma e sua mamma. Una bella cena... 
"I poliziotti hanno iniziato le indagini, allora?" chiese Mandy, la mamma di Selena, con tono pacato e dolce.
Selena la guardò ma si limitò ad annuire.
"Domani mattina dobbiamo andare alla centrale...per fare un interrogatorio più approfondito." risposi io, subito dopo.
C'era troppa tensione nell'aria e le nostre mamme, dopo aver regalato del supporto ai genitori di Tay cercarono di tirare su di morale anche me e Selena, ma sapevo che la loro era una battaglia persa. Quando Selena stava male nessuno poteva farla sorridere, lei una volta mi disse che c'erano delle eccezioni che qualcuno poteva aiutarla quando stava male, ma non sapevo chi fosse quel qualcuno. Probabilmente era la mamma, ma le probabilità erano molto basse anche se lei con i suoi genitori aveva un bel rapporto...
"Justin, noi domani andremo dalla mamma e il papà di Taylor. Ci hanno invitate a prendere un thè, ci sarà anche la mamma di Shay." aggiunse mia madre dopo una frazione di silenzio, io annuii e le lasciai un sorriso giusto per scogliere -almeno un po'- la tensione.

Portai Selena fuori il piccolo giardino di casa sua, ci mettemmo sul dondolo e rimanendo in silenzio restammo a guardare il cielo. Pensavo di aver passato già il mio "periodo peggiore", ma mi sbagliavo. Quello che stavo vivendo era indescrivibile, convivere con l'idea di perdere un'amica, con la quale sei cresciuto e hai fatto le migliori e peggiori esperienze, è frustrante e ti spezza il cuore. E' molto peggio di rientrare ubriaco la sera o farsi due o più spinelli al giorno, almeno io la vedo così...
Posai lo sguardo su quello di Selena: totalmente assente.
Con il mio indice cominciai ad accarezzarle i contorni del viso, era così dolce e coccolosa. La sua carnagione chiara mi faceva impazzire, i suoi capelli così fluenti -non molto curati, ultimamente- erano bellissimi...
Le lasciai un bacio sulla fronte a fior di pelle e la vidi subito dopo chiudere gli occhi con un gesto delicato ed elegante, oserei dire. Non era truccata ed era anche molto più bella.
Dopo averla osservata per un po' tornai ai problemi della vita, coloro che ci uccidevano l'anima.
Cominciai a fare ipotesi su ipotesi, ma nessuna di esse erano plausibili.
Non sapevo cosa pensare, quel professore era o non era una minaccia? I genitori dicevano di no, ma era la verità? Chi era quel Felipe Carlos? Che poi Felipe Carlos...che nome. Mi rifiutavo di credere che un uomo così giovane si chiamasse Felipe Carlos, probabilmente dietro c'era dell'altro o probabilmente mi stavo facendo solo dei film.
Non pensavo che lui l'avesse rapita, ma pensavo più ad una cosa da romanzo rosa: una fuga d'amore. Oppure lui non c'entrava nulla e qualcuno che la stalkerava l'aveva rapita...
Troppe idee mi si accumulavano nella testa.
L'unica cosa che si poteva fare era aiutare la polizia a trovare la nostra amica. Dovevamo trovarla e, nel peggiore dei casi, salvarla.

YAY!
Bene, sono qui ad aggiornare anche questa ff carina carina che a voi a quanto pare piace.
Sinceramente questo capitolo lo trovo corto e insignificante, infatti ho deciso di classificarlo come il classico "capitolo di passaggio".
Fra poco inizia la scuola, perciò sto rimettendo le cose in ordine che siano cose a livello uhm...concreto(?) o che siano a livello di idee e robe varie haha


In questo CHAPTER (che classe ragazzi), vediamo l'inizio delle indagine e scaviamo leggermente nell'animo dei personaggi, ovvero vediamo un po' la loro parte oscura. Che poi qui ci sono solo degli accenni, con l'andare avanti ci saranno grandi 'passi marcati' per quanto riguarda questo argomento.
Tutto molto tranquillo fino ad ora.
Fate ben attenzione ad ogni minimo dettaglio.

VA BIEN, non ho molto altro da aggiungere.
Spero però che almeno un minimo vi piaccia e che vi incuriosisca in modo che andiate avanti fino alla fine della storia.
Ringrazio tutti e tutte per le letture/recensioni e nothing.

LOVE ALL, bye.



 

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Capitolo 19
*** interrogation ***


                                                                              




JUSTIN'S POV

Entrai in quel posto così spoglio e freddo accompagnato da due agenti della polizia. Entrambi avevano dei lineamenti duri, non avevano un'aria amichevole il che mi metteva in suggestione. 
Mi fecero accomodare su una fredda sedia di ferro battuto, mi sedetti senza proferir parola. Restai immobile, in attesa, senza dire nulla, senza far attenzione a ciò che mi circondava.
"Ragazzo, potresti toglierti il cappuccio dalla testa?" mi chiesero gentilmente. Io eseguii.
"Cominciamo con le domande." disse l'uomo più giovane, sulla trentina. I suoi occhi erano come due pezzi di ghiaccio, freddi ed impenetrabili.
"Che tipo di rapporto c'era fra te e la vittima?" chiese, poi, l'altro uomo, più paffuto, ma comunque di un certo livello.
"Io e Taylor..." cominciai la frase calcando di più sul nome della mia amica "...eravamo, anzi siamo ottimi amici. Ci siamo conosciuti in accademia, abbiamo un bel rapporto e anche se entrambi abbiamo caratteri differenti riusciamo ad andare d'accordo." risposi, la mia voce era roca, ero esausto e quella notte non avevo dormito per niente e non solo quella notte...
"Lei era una ragazza particolare?" chiese nuovamente l'uomo paffuto.
"Lei è una semplice ragazza, introversa e molto intelligente." risposi freddo.
"Capisco." avevo lo sguardo perso nel vuoto, ma con la coda dell'occhio vedevo che i due agenti non staccavano le proprie penne dalle proprie cartelline di lavoro imbottite di fogli. Dato il mio comportamento avranno pensato sicuramente che io c'entrassi qualcosa, ma...
"Justin, giusto?" chiese il più giovane. Lo guardai, mascella contratta e occhi puntati sulla sua piccola, e possente allo stesso tempo, figura. In fine anuii.
"Bene, Justin, ultimamente hai notato comportamenti strani da parte della tua amica? Secondo te cosa sta succedendo?" chiese in fine, mettendosi seduto. Quando parlava la sua aria minacciosa andava a scemare sempre di più. Mi fece tranquillizzare ciò, ma comunque ero in ansia, pensavo al peggio e le indagini andavano troppo a rilento. Avevano iniziato l'interrogatorio dopo due giorni dalla scomparsa e ancora eravamo in alto mare. Il professore non si presentava alle lezioni e se ne stava  far chissà cosa chissà dove. Secondo me lui c'entrava qualcosa, ma quei fottuti poliziotti non si decidevano ad alzare il culo e andarlo a cercare. 
"Lei è sempre stata un po' sulle sue, ma comunque le piaceva passare del tempo con gli amici. Da quando ha conosciuto quel professore di spagnolo tutto è cambiato. Lei non si faceva più vedere a pranzo, la mattina davanti il bar della scuola...la vedevamo solo a lezione, poi spariva nel nulla. Ovviamente, spariva insieme al prof e tanto so che mi farete questa domanda prima o poi perciò evitiamo giri di parole o di perdere altro tempo..." risposi a denti stretti "Quel Felipe Carlos c'entra qualcosa. Ne sono sicuro." dissi in fine, le mie parole erano piene d'amarezza e odio, odio che non sapevo provassi.
Non avevo nulla contro quel professore, non avevo nessun motivo per avercela con lui, ma lui... Lui era l'unico che frequentava Taylor. Lui sapeva dov'era. Lui doveva sapere.
"Per favore, cercatelo ed interrogatelo." li pregai, poi con un filo di voce. 

SELENA'S POV

Prima Justin, poi Ryan, poi Kendall ed ecco che arrivò anche il mio turno.
Ero tesissima,  non riuscivo a rilassare i muscoli, tutto il mio corpo era testo quanto i fili di una chitarra.
Quel posto era così freddo e privo di colore...non che io amassi le cose colorate, ma quel luogo mi provocava tante piccole scariche elettriche sotto cutanee. Non mi sentivo a mio agio e la cosa mi agitava il doppio.
"Signorina, vogliamo solo sapere cosa sta succedendo secondo lei e che tipo di rapporto aveva con la vittima." mi disse uno dei due poliziotti che mi facevano compagnia in quella piccola stanza, soffocante.
"I-io e Taylor eravamo molto amiche, ma da quest'anno tutto è cambiato e il nostro rapporto è diventato inesistente." risposi, deglutendo rumorosamente. La gola mi si era totalmente seccata. "E poi... tutto è cambiato da quando quel professore l'ha stregata. Forse è solo una fuga d'amore, forse era tutto programmato, ma insomma..." continuai, per poi fare una pausa  bagnarmi le labbra con la lingua "Insomma, quel Felipe Carlos c'entra al 100% con tutta questa storia." finii in fine, fredda.
Presi l'orlo dei miei pantaloncini neri sfilacciati e cominciai a giocarci, ero troppo nervosa e 'liberai' così la mia ansia. Non mi era molto d'aiuto, ma giocherellare con qualcosa, quando ero in quello stato di sotto pressione, mi calmava.
"Tu, la tua compagnia Kendall e Justin avete menzionato questo Felipe Carlos, chi è esattamente? Come si sono conosciuti? Sai dirmi qualcosa in più?" chiese poi il secondo poliziotto, era basso e robusto, aveva i capelli brizzolati e un pizzetto, non era molto giovane e aveva un'aria minacciosa che mi dava un po' sui nervi.
"Non so nulla. O meglio, so solo che si sono conosciuti a scuola, questo professore ci insegnava spagnolo ed era molto affascinante. Questo periodo poi ognuno è stato per fatti propri, ognuno aveva i suoi problemi e il nostro gruppo di amici si è, diciamo, separato. Taylor nel mentre ha preso un'altra strada, si è distaccata del tutto da noi e, per quanto ne so, frequentava questo maledetto Felipe." risposi, dura. Inespressiva.

[...]

Due ore dopo l'interrogatorio, ero a casa di Justin, insieme alle nostre mamme.
Non mi andava di parlare con nessuno, nemmeno con lui. Sentivo un vuoto dentro che nemmeno la sua risata riusciva a colmare. Stavo davvero male e lì capii che si capisce quanto si vuole davvero bene ad una persona solo quando la si perde.
Mi sentivo davvero uno schifo.
"Ragazzi, oggi pomeriggio non andremo più dai signori Swift. I poliziotti stanno perlustrando la casa." disse la mamma di Justin, avvicinandosi a noi. Quella donna era sempre così rassicurante, amavo la sua voce, forse era un dono che tutte le mamme avevano.
Io la guardai e anche se volevo sorriderle non ci riuscii, il mio corpo si rifiutava proprio. Sentii lo sguardo puntato di Justin su di me, capii che era freddo e...vuoto, afferrai così una sua mano, strofinai il pollice sul dorso di essa come per rassicurarlo...
Nella mia testa mille pensieri si facevano spazio l'un l'altro, non erano confusi, riuscivo a mantenere una certa lucidità per ragionare su ciò che stava succedendo.
Mi chiedevo perchè quei poliziotti non si sbrigassero ad indagare su quel professore, l'indiziato principale. La vita reale però è diversa da quella dei film, perciò era tutto "normale"...era normale il fatto che nei film polizieschi dopo due giorni si trova l'assassino, era normale che con dei schizzi di sangue su una parete si riusciva a capire l'arma che era stata utilizzata per far fuori la vittima...
Più facevo paragoni fra realtà e finzione e più mi caricavo di rabbia: perchè non potevano anche loro scoprire tutto in due giorni? PERCHE'??
Più mi innervosivo e più stringevo la mano di Justin, fu proprio quando la stretta si fece quasi insopportabile che la situazione si ribaltò: ora era lui che strofinava il pollice sul dorso della mia mano per rassicurarmi.
Avevo bisogno di una boccata d'aria, ma non avevo le forze per alzarmi perciò decisi di rimanere sul divano, a pensare.
Poggiai la testa sul morbido schienale e chiusi gli occhi.
Cercavo di collegare tutti i vari fatti, ma non sapevo tutta la storia perciò era come se stessi cercando di fare un puzzle senza avere tutti i pezzi.
Mi si strinse il petto, mi stavo innervosendo davvero troppo. Scavallai le gambe e mi alzai di scatto, andai verso la finestra e misi la testa fuori. Feci due bei respiri profondi e lasciai entrare quell'aria fresca e pulita nei miei polmoni. Sentii il mio respiro regolarizzarsi. Sentii anche tre sguardi fissi su di me, così mi voltai e con un'espressione che diceva "cosa volete?" mi rimisi a sedere.
Ero frustrata e stavo realmente andando fuori di testa.
Non sapevo che fare e non volevo pensare a quella storia almeno per dieci minuti. Poi mi venne un'idea: pensai che se forse mi fossi concentrata sui libri di scuola probabilmente sarei riuscita a distrarmi da tutta quella merda.
Mi alzai con cautela dopo aver valutato bene la situazione.
"Vado in camera a fare i compiti. Sono rimasta un po' indietro con il programma e penso sia un buon metodo per non pensare." annunciai, avevo un aria malata... Non stavo affatto bene, mentalmente e fisicamente. Avevo un perenne nodo allo stomaco che mi portava a non mangiare e vogliamo parlare del mio umore? Ogni giorno sempre più cupo. 

Ero presa a studiare, ormai erano ben due ore che avevo staccato il cervello, ero davvero molto concentrata su quegli esercizi di matematica. Cominciavo quasi ad apprezzarla.
Justin e la mamma, dopo avermi salutata andarono via. Lui era turbato, molto pensieroso... Questa storia lo infastidiva e lo faceva star male. Che poi Justin era un ragazzo che aveva e seguiva solo le sue teorie, la maggior parte delle volte tutte giuste. Se una cosa non andava secondo i suoi piani si metteva lì, si concentrava e pensava ad un altro modo per far andare le cose nel verso giusto. Probabilmente, nel momento in cui mi aveva salutata (con un dolce bacio sulle labbra) stava proprio ideano una teoria, i suoi occhi erano assenti...
Mentre scrivevo lo svolgimento di un complesso teorema geometrico il mio telefono prese a vibrare. Era Shay.
"Pronto." risposi, dopo aver preso un respiro profondo.
"S-Selena" balbettò lei con un filo di voce.
"Dimmi tutto" dissi smettendo di fare ciò che stavo facendo per ascoltare tutto ciò che mi doveva dire.
"I poliziotti hanno finalmente iniziato ad indagare sul professore. Le possibilità sono tre..." cominciò a raccontarmi tutto ciò che la polizia le aveva riferito, ma era preoccupata e in ansia perciò ogni tanto si fermava per respirare profondamente.
Io aspettai con pazienza, ma sentivo quel famoso nodo allo stomaco stringersi sempre di più...
"O il professore è stato rapito con lei o il professore è l'artefice di tutto ciò...o sono scappati." finì di dire, sospirando.
Dopo di che, cadde la linea.

HI!
Allora. Eccomi qui.
Questo capitolo non è corto: di più, ma sinceramente ci sono tante piccole informazioni. Fate caso ad ogni minimo particolare, mi raccomando.
Vediamo l'interrogatorio dal punto di vista di entrambe i personaggi e ho cercato, così, di sottolineare un po' il rapporto che avevano con Taylor.
E' stata una mia scelta -per la prima volta- fare il capitolo così. Magari alcuni non lo apprezzeranno e ci sta, ma ok...la storia continua.
Non ho altro da aggiungere. STAY TUNED.


*amo la gif che ho messo all'inizio, omg*
LOVE ALL



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Capitolo 20
*** Who is he? ***


                                               






SELENA'S POV

Le indagini erano iniziate ormai da settimane. Avevano anche iniziato ad indagare sul prof scoprendo cose che io non avrei mai immaginato.
Ero a casa di Shay, con Luke e Justin quando la mamma della nostra amica bussò alla porta insistentemente. Non la sentimmo subito per via della musica alta.
"Che succede mamma?" chiese Shay, sull'orlo della preoccupazione.
La mamma non la degnò di una risposta e si voltò verso Justin "Justin, ti ricordi quando scherzando, giù in salone,  hai tirato fuori il discorso sul nome del professore?" chiese la donna avvicinandosi sempre di più a lui.
Non riuscivo a capire, rimasi seduta sulla mensola di marmo vicino la finestra, con le braccia incrociate per ascoltare ciò che aveva da dire.
"Certo che mi ricordo, signora." rispose Justin, aggrottando la fronte non capendo.
"B-bene." balbettò lei "Mi ha chiamato la mamma di Taylor e i poliziotti..." cercò di spiegare, ma si fermò così prima di riprendere a parlare respirò profondamente "I poliziotti hanno trovato la vera identità della persona che dovrebbe essere il vostro professore di spagnolo." quando concluse, mi alzai di scatto e sbarrai gli occhi, ma non fui l'unica ad avere questa reazione. Chiunque era in quella stanza si fece 'affogare' dalle emozioni e dai pensieri negativi.
Nessuno riusciva a capire cosa stesse succedendo così ecco qui che la tensione salì alle stelle.
Vidi Shay sprofondare nel letto. "Chi è Felipe Carlos?" chiese dopo una frazione di silenzio, lasciando lo sguardo fisso sul pavimento.
"In realtà si chiama Ronald Martìnez." rispose la mamma, mettendosi accanto alla figlia.
"E' un cognome messicano." sussurrai, avevo già sentito quel cognome...
"Si, Selena. Infatti quest'uomo viene dal Messico. Hanno rintracciato la sua famiglia e ora, la polizia di Città del Messico, ci fornirà delle informazioni sul conto del vostro prof." aggiunse la signora Mitchell, puntando lo sguardo sulla finestra dietro le mie spalle. Anche lei ci stava male, era preoccupata e per lei, Taylor, era come una seconda figlia. Tay dormiva più spesso a casa Mitchell che a casa sua...
Vidi Luke e Justin fiancheggiarmi, uno mi mise un braccio in torno alla vita mentre l'altro mi parlò, ma non capii nulla perchè troppo presa da ragionamenti e ipotesi che non avevano ne capo ne coda.
Non sapevo che pensare, come al solito, e l'unica cosa che volevo era uscire e ubriacarmi.

Entrai nella mia dolce camera da letto e a peso morto mi distesi sul letto. Chiusi gli occhi. Cercai di mettere insieme tutti i vari pezzi e crearmi nuove ipotesi, ma non dormendo come si dovrebbe da giorni il sonno si faceva sentire. Chiusi così gli occhi e mi lasciai cullare dal tepore che le mie coperte emanavano.

JUSTIN'S POV

Nessuno sapeva farsi un'idea limpida su ciò che stava accadendo.
Noi, sette adolescenti che affrontano una situazione così grave e delicata. 
Nessuno aveva la più pallida idea di come si potesse rimanere ben saldi, sul pianeta terra, con la  mente chiara e limpida quando si stava percorrendo un percorso così torrido.
Mi sentivo a pezzi.
Ronald Martìnez.
Felipe Carlos.
Tutte balle.
Chi era questa persona? Che cosa aveva fatto alla nostra amica?
Nessun'ipotesi, nessun'idea.
Non riuscivo neanche a pensare al peggio, non riuscivo a rendermi conto a pieno della strana situazione che si era creata attorno a me. Ero stanco. Esausto. Depresso. Disperato.
Sapere che qualcuno potesse aver fatto del male a Taylor faceva male, vedere le persone alla quale volevo un bene dell'anima cadere a pezzi, lentamente, era torturante.
Non potevo sopportare questa bomba di emozioni e notizie negative.
Non riuscivo a farmi un'idea, ero vuoto.
Si, era proprio questo ciò che avevo dentro: il vuoto. Neanche una stecca di erba e tabacco poteva colmare quel 'buco nero'.
Stavo soffrendo come un cane. Soffrivo per una persona che avevo abbandonato. Mi facevo schifo e il senso di colpa, che Selena perennemente assaporava, si stava facendo vivo anche in me.
"Solo quando si perde una persona si capisce a pieno quanto le si voleva bene" quella frase solleticava i miei pensieri. Mi trapassava il cervello come un ago di una siringa fa con la vena. Faceva male, mi dava fastidio.

"Solo quando si perde una persona si capisce a pieno quanto le si voleva bene"

"Solo quando si perde una persona si capisce a pieno quanto le si voleva bene"

"Solo quando si perde una persona si capisce a pieno quanto le si voleva bene"


Mi sentii cedere le gambe. Mi distesi sul divano, vicino la mia dolce mamma, anche lei un po' frustrata per via della scomoda situazione, e fu lì che poggiando il viso sul suo grembo caddi in un sonno profondo.
 
<<<<<<  * >>>>>>

 
Tutti i ragazzi si trovavano in una situazione non molto piacevole. 
Ognuno di loro, da Selena a Justin a Michael e Kendall, aveva i propri sensi di colpa. Non riuscivano a concentrarsi sulla propria vita, sullo studio e sulla scuola in generale, sulla famiglia e sui propri amori... erano troppo presi dalla scomparsa della loro amica Taylor. E comunque la loro era una scelta nobile, ma non faceva bene per la loro salute, sia fisica che mentale.
Ognuno si sentiva colpevole dell'accaduto...
Che poi le notizie che venivano a galla giorno dopo giorno non erano d'aiuto.
La prima in particolare: il loro professore Felipe Carlos non era chi diceva di essere. Si venne a scoprire che quest'ultimo era Messicano. La polizia di Città del Messico fornì varie informazioni sul suo conto ed esse non promettevano bene.
Aveva svariati precedenti. La sua fedina penale era sporca e anche tanto. Nel '94 fu schedato per aver partecipato ad una rissa, nel '96 fu condannato a due mesi di carcere per una rapina a mano armata, nel '97 denuncia per molestie telefoniche (ecc...).
Questi furono solo alcuni dei reati più gravi.
Non era un soggetto molto affidabile e infatti anche la famiglia stessa confermava ciò.

"Mio figlio è sempre stato un ragazzo molto particolare, col crescere è peggiorato, si può dire." confessò la madre dell'uomo, alla polizia.
 "Quando nel '94 fu schedato per aver partecipato ad una rissa aveva solo diciassette anni. Ogni giorno combinava casini." continuò la mamma in lacrime, sicuramente dispiaciuta, ma allo stesso tempo arrabbiata. 
"Mio marito era stufo dei suoi comportamenti, all'età di ventuno anni gli mise mille e cinquecento dollari in tasca e lo cacciò via di casa. Gli disse che lui non lo avrebbe più riconosciuto come figlio e a me faceva male, veramente male..." disse singhiozzando.

Ebbene si quest'uomo che aveva fra le grinfie Taylor non era colui che tutti pensavano fosse.
Fu devastante per la famiglia della ragazza. Fu ancor peggio di prima.
Dove si trovava la loro piccola e adorata Tay? Era con il signor Martìnez? Le avrebbe fatto del male?
Il panico prese il sopravvento.
In Selena.
In Justin.
In Michael.
In Shay.
Nei genitori di Taylor.
In tutti.
Ma c'era solo un piccolo dettaglio. Ogni singolo dato del signor Martìnez combaciava con quelli del signor Carlo, erano la stessa persona. L'unica cosa che faceva pensare il contrario era il volto. 



YAY!
Bonsoir a tout le monde! 
Come ve la passate? Io bene, grazie.
Ok... Dopo secoli di ritardo sono riuscita ad aggiornare, sono riuscita a proporvi questo capitolo che spero apprezziate.
E' molto corposo a livello di informazioni.
Ho aggiunto per la prima volta anche una narrazione in terza persona! -WOW-
Ho poi concentrato l'attenzione solo sul professore, chissà magari è stato lui a rapire Taylor o magari no... Magari la polizia e i ragazzi stanno seguendo la pista sbagliata. Voi che ne pensate?
come al solito non date nulla per scontato.

ADESSO MI DILEGUO, VI AMO.
Grazie per le 104 recensioni! Davvero grazie mille!
Adesso me ne vado.
Au revoir. 

 

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Capitolo 21
*** summary ***


 

                                                         

                                                         

                                                         

                                 Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre la primavera - Eddie Vedder


Passarono giorni dalla scomparsa di Taylor, circa due mesi. Le ricerche vennero ampliate, informazioni su informazioni vennero raccolte sul professore, ma ancora nessuna traccia dei due.
Vennero fatte supposizioni su supposizioni, nessuna era giusta. L'uomo che probabilmente aveva rapito Taylor aveva pensato a tutto... sopratutto a cancellare le tracce e ogni possibile prova che avrebbe potuto aiutare la polizia a ritrovarli. 

I ragazzi in questi due mesi cercarono di concentrarsi sulla scuola pur avendo in mente questo piccolo grande dramma. Come potevano concentrarsi con un grosso peso sulle spalle?
Era impensabile riuscire ad avere un percorso scolastico limpido senza che cadesse in basso a voti che alloggiavano al di sotto dell'insufficienza. Che poi la scuola ebbe uno 'stop'. Ovviamente professori, alunni e impiegati dell'accademia (come baristi, bibliotecari ecc...) vennero sottoposti ad interrogatori approfonditi e per niente superficiali.
Selena, Michael, Justin, Luke, Ryan, Kendall... cercavano di mantenere la giusta lucidità per non farsi abbattere dalle emozioni. Avevano degli esami da portare a fine anno e per avere un diploma di un certo livello serviva passarli con voti più che alti. Di certo non era un gioco da ragazzi, per nessuno, figuriamoci per loro che avevano un carico da 100 di stress sparso in tutto il corpo.
Alcuni di loro riuscivano a mantenere il giusto andamento come Kylie, Ryan, Selena, Michael e Kendall: studiavano giorno e notte, approfondivano argomenti su argomenti, facevano mappe concettuali, progetti e si allenavano anche sulla pratica andando a lezione di canto tre volte a settimana, facendo shooting ogni sabato oppure visitavano musei e gallerie d'arte... Poi c'erano Justin, Shay e Luke che invece facevano più fatica a restare a galla: studiavano giorno e notte anche loro, ma l'emotività gli giocava brutti scherzi. Justin aveva degli alti e bassi, una settimana andava bene, l'altra male. Non riusciva ad acquisire un giusto ritmo e questo, per lui, non era affatto buono. Luke invece si manteneva sulla sufficienza, a lui andava bene, rifiutava di impegnarsi di più rispetto a quanto già lo stesse facendo perchè dava già per scontato che il suo lavoro non avrebbe dato frutti perciò si accontentava. Tutta quella sofferenza, lui, non riusciva a gestirla. In fine, Shay era ormai... un vegetale, oserei dire. Se ne stava a casa e andava a scuola solo quando se la sentiva (ovvero una o due volte al mese). Si era fatta fare un certificato medico per non partecipare alle lezioni di pratica del suo settore "Moda". Per lei era sempre stato un sogno che doveva essere realizzato a tutti i costi, ma dopo quest'accaduto si era lasciata andare e non aveva più voglia di mettersi in gioco, studiare, creare e poi realizzare... Non le andava più di fare nulla, non le andava neanche di mangiare. Per lei fu una perdita a tre uscite: la perdita di una sorella, perchè per lei Taylor era tale, la perdita di una migliore amica, perchè con Taylor lei condivideva ogni cosa proprio come fanno le migliori amiche e poi la perdita dell'amore della sua vita, perchè si... per Shay, Taylor, era l'amore della sua vita.

Ognuno aveva il proprio modo di agire, ma ognuno soffriva allo stesso modo. 
Erano tutti molto legati.
Erano tutti inseparabili.
Erano ognuno la spalla destra dell'altro.

La famiglia della ragazza era ormai distrutta, invece. Sia lei, la signora Swift, che lui, il signor Swift, si erano persi nel vuoto. La signora Swift si prese una grande pausa dal lavoro, si licenziò. Passava le giornate a bere tisane, seduta sul divano a guardare la televisione. Aveva perso tutta la sua bellezza, la sua pelle si era raggrinzita, il suo corpo si era indebolito e la sua mente era offuscata. Non era più quella bella donna di classe che era prima della scomparsa della figlia. Sembrava malata e, in effetti, lo era. Era caduta in una forte depressione, sia la mamma di Shay che la mamma di Justin (ma dopo tutto anche le mamme degli altri ragazzi) cercavano di starle vicine, ma lei rifiutava gli aiuti. Lei voleva lasciarsi morire, ormai dava per scontato che la sua bella figliola, dai capelli biondo cenere e dagli occhi azzurri come l'acqua, fosse andata in paradiso. Voleva, in qualche modo, raggiungerla eppure la certezza ancora non c'era. La speranza non era ancora persa da parte del papà che aveva deciso di portarsi il lavoro a casa, di affiancare i poliziotti e le varie squadre che lavoravano per questo caso, per le ricerche. Riusciva così a distaccare i pensieri dai sentimenti. Lavoro, lavoro e lavoro. 'Lavorava' al caso, insieme alla polizia, pensando che la ragazza che stesse cercando non fosse sua figlia. In questo modo riusciva a mantenere la lucidità  anche se, qualche volta, quando si fermava ad osservare la foto di Taylor perdeva un battito. Entrambe soffrivano, ma anche loro avevano due modi differenti di reagire. Anche loro si facevano entrambi da spalla destra, anche loro erano inseparabili e anche loro misero insieme le forze per continuare ad andare avanti.

Selena, dopo il primo periodo, era riuscita  a trovare una sorta di equilibrio.
Riusciva a studiare e a dedicare del tempo a se stessa... e ai suoi amici. Una volta a settimana uscivano tutti per andare  a ballare o a mangiare una pizza o a fare una semplice passeggiata per la magnifica città di Los Angeles. Passava anche molto più tempo con il padre, che dal Messico quando poteva la andava a trovare, e il suo carattere un po' spigoloso si era 'limato'. Si era addolcita, oserei dire.
Vedeva il mondo con occhi diversi e nel suo cuore la speranza era l'ultima a morire.
Ogni tanto aveva qualche ricaduta: si ritrovava nella doccia a piangere pensando ai bei momenti passati con la sua amica scomparsa ormai da mesi, forse morta, forse ancora viva che cerca di scappare dalle grinfie di quel pervertito con un'anima sporca e lurida. Ma aveva imparato a tirarsi su. Solitamente chiamava il papà o si organizzava con la mamma per vedere un film o fare un giro nel "parchetto incantato" a pochi isolati da casa sua. Stare in famiglia era la cosa che la rilassava di più, le piaceva sentire la voce del padre o parlare con la mamma di cose che solitamente, con una mamma, non vengono argomentate.
Riusciva a dedicare anche del tempo a Justin, il suo gradissimo amore. Lo amava davvero tanto, "Lo amo più di tutta la mia vita" diceva sempre con occhi pieni di gioia alla sua mamma e a Kylie. A volte avevano notti di fuoco, altre si limitavano a guardare film e a scambiarsi qualche coccola come era giusto che fosse.

Justin passava molto tempo con il papà e i suoi due fratellini più piccoli. Il fine settimana andavano sempre a fare escursioni o passeggiate a cavallo, gli piaceva molto imeggersi nella natura e respirare quel profumo che solo se ti trovi nel verde puoi percepire. A volte portava anche Selena con sè, spesso anche la mamma. Gli piaceva vedere i suoi genitori insieme, gli piaceva vedere la sua famiglia nuovamente al completo. 
Quando non era con i suoi genitori però andava a spassarsela con il suo migliore amico in giro per pub o in posti sperduti a fumare qualche spinello per trasferirsi nel mondo della leggerezza.
Justin era un ragazzo dal cuore grande e d'oro, molto sensibile... infatti a volte la mamma lo trovava nella sua camera a strimpellare qualche accordo con la chitarra con qualche lacrimuccia sotto gli occhi. Non riusciva a sopportare la mancanza di una persona alla quale lui teneva molto. E sopratutto, non riusciva a fare mente locale, non accettava il fatto di non sapere dove questa persona si trovasse. Per lui era inconcepibile e assolutamente stressante.

I poliziotti e lo stesso papà di Taylor avevano organizzato le ricerche in modo diverso, ampliandole e aggiungendo all'operazione squadre di alto livello.
A lavorare al caso c'erano le migliori menti e direttamente dal Messico arrivò in aiuto l'ispettore Hernandez. Colui che fornì alla polizia di Los Angeles informazioni sul "professore".
Vennero a scoprire che il signor Martìnez aveva cambiato identità. Aveva fatto un cambio drastico proprio per non farsi riconoscere. Lanciarono, poi, conferenze stampa per mettere al corrente gli interi stati dell'accaduto e la famiglia di Taylor lanciò vari appelli. Scoprirono così che Martìnez aveva lasciato Los Angeles pochi giorni dopo la scomparsa della ragazza. Che con sè aveva portato anche quest'ultima?
Fu solo dopo qualche altra settimana di ricerche che riuscirono a rintracciarlo: si trovava dall'altra parte dell'America. Sulla costa Atlantica. Jacksonville.
E Taylor? Ancora nessuna notizia. 
Vennero messi in allarme anche i corpi federali della città dove attualmente l'uomo si trovava e anche lì partirono le ricerche, ma niente lui era come una sagoma nera nel buio pesto: introvabile. Cancellava le sue tracce come nessun S.I sapeva fare. 
Si trattava di un vero e proprio mostro? Molto probabilmente. 
Pochi giorni prima del compleanno della ragazza successe l'inaspettato. Venne trovato un corpo di una donna sulle rive del fiume Saint John, a Jacksonville.
Una donna al di sotto dei vent'anni, bionda, pelle chiara, ma con il volto sfregiato... 
La notizia arrivò alle orecchie degli abitanti degli altri stati, ai ragazzi e alla famiglia Swift. Fu proprio lì che tutti erano arrivati a lanciare conclusioni. 
Forse inutili? O era davvero la fine?



YAY!

Eccomi qui con il 20° capitolo di questa fanfiction.
Sono felice di essere arrivata fino a qui, grazie a voi, grazie alle critiche. Il ventesimo capitolo segna l'arrivo alla fine di questa storia. Mancano ancora un po' di capitolo, ma insomma ci siamo.
 
COMUNQUE: ho deciso di scriverlo in terza persona perchè mi piaceva l'idea di fare un riassunto generale. Spero apprezziate! 
                    Ho scritto molto, ci sono molte cose dentro questo capitolo (per niente di passaggio) e spero cogliate ogni minimo messaggio che volevo farvi arrivare. Ho giocato con l'argomento "speranza" e all'inizio ho inserito una citazione, a mio parere, molto bella. Sono fiera di questo capitolo, di quello che ne è uscito e spero che vi piaccia. 

 
Ora mi dileguo, recensite, voglio seriamente sapere cosa ne pensate. Lettrici silenziose fatevi sentire! Annotatemi ogni singolo errore, datemi consigli e fate supposizioni. 
Devo andare a ripassare scienze LOL

LOVE ALL.

                    

 

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Capitolo 22
*** it's the start of the end. ***


                                                   
                                                   







POV'S SELENA

Ricordo solo le forti grida della signora Swift e la morsa al petto che non mi faceva respirare.
Era tutto così confuso, non riuscivo a realizzare, sembrava di vivere un sogno... Un incubo.
Justin si trovava accanto a me, mi stringeva la mano per tranquillizzarmi, ma come fai a tranquillizzare una persona se tu per primo non lo sei?
Vedevo i suoi occhi inondati di lacrime, la mascella contratta e la gamba che si muoveva perchè picchiettava il piede ininterrottamente sul pavimento. Era nervoso, come ogni persona presente in quella stanza.
Erano tutti distrutti. 
I nostri cuori si erano ridotti in polvere.
Le nostre speranze si erano spente come le luci dei lampioni durante il giorno.

I ragazzi si trovavano tutti in commissariato. Il dolore che persuadeva i loro corpi era davvero molto forte e incurabile. Ognuno, al proprio fianco, aveva i rispettivi genitori, ma anche loro non stavano vivendo un periodo facile, anche loro stavano soffrendo.
E poi... I genitori della ragazza erano uno spettacolo straziante alla quale nessuno avrebbe mai voluto assistere. Il padre era accasciato a terra e singhiozzava ripetendo più volte il nome della sua adorata figliola. La madre era vicino al padre ed urlava come se una qualsiasi persona la stesse pugnalando più volte, senza fermarsi. 
I poliziotti guardavano questo scenario di sofferenza con un'espressione di dispiacere dipinta in volto. 
La disperazione avvolgeva l'atmosfera...
Mancava ancora una cosa da fare, ovvero riconoscere il corpo, ma era impossibile: il volto della ragazza era totalmente tumefatto e squarciato, era irriconoscibile.


Sentii gli agenti farfugliare qualcosa riguardo il riconoscimento del corpo.  Parlavano di analisi approfondite, di analisi del DNA, parlavano del fatto che c'era una piccola possibilità che quel corpo non appartenesse a Taylor. 
Stentavo a crederci, le coincidenze erano troppe.

POV'S JUSTIN

Dopo due ore in quel posto, decisi di tornare a casa insieme a mia madre, Selena e Mandy. Decidemmo di prendere una pizza e rilassarci, anche se in quelle circostanze non era una delle cose più facili da fare.
Ci sedemmo tutti a tavola, ognuno con il proprio pasto e la propria bevanda. Non sapevamo cosa fare o dire così per rompere la freddezza di quell'atmosfera decidemmo di aprire il discorso "scuola". Un classico quando si è in famiglia.
"Selena, come stanno andando gli studi per gli esami?" le chiese mia madre, sfoggiando il suo solito e bellissimo sorriso.
"Bene, insomma sto facendo letteralmente i salti mortali per mantenere il ritmo, ma comunque non posso lamentarmi." rispose lei, ricambiando il sorriso con uno dolce e delicato, che io amavo.
"Tu su cosa ti stai preparando?" mi chiese Mandy, con un tono di voce pacato e affusolato, oserei dire.
"Sto portando degli approfondimenti che vanno dalle origini alle caratteristiche di tre generi musicali che io personalmente amo molto. Questo per quanto riguarda musica, il resto sto facendo degli schemi su tutto il programma, ma mi resta molto difficile..." risposi, abbassando il tono di voce e lo sguardo mentre pronunciavo l'ultima frase.
Non riuscivo seriamente  a mantenere la lucidità giusta per continuare ad andare avanti, ma ce la stavo mettendo tutta e in fondo ero fiero del mio lavoro.

POV'S SELENA

Eravamo arrivati al dessert,  una semplice torta al cioccolato che mamma si era divertita a fare insieme a Pattie, quando mio padre mi chiamò.
Mi alzai dopo uno "scusate" sussurrato e risposi alla chiamata.
"Hei papà." dissi stampandomi un sorriso in volto.
"Ciao piccola mia, come va?" chiese lui, era felice di sentirmi, lo percepivo, ma capii anche che era davvero molto preoccupato.
"Bene non va, ma ora sono con Justin, Pattie e la mamma a cena. Ci siamo presi un break per respirare e rilassarci, anche se è difficile non pensare alla situazione in cui ci troviamo." spiegai, portandomi una mano sul lobo per giocarci un po'. Lo facevo sempre da piccola prima di addormentarmi, mi piaceva e mi rilassava.
"Salutali, comunque avete fatto bene. Se potessi verrei anche io, ma sai che qui per via del lavoro non posso proprio muovermi." disse lui come per giustificarsi, poi chiese cambiando tono se ci fossero delle novità.
"Si, cioè..." non riuscii a parlare, mi faceva davvero male pensare a ciò. "Stiamo tutti aspettando i risultati del DNA, siamo tutti con l'ansia. Siamo tutti senza speranze ed è bruttissimo, papà. E' davvero brutto e io non ce la faccio a reggere un peso così grande." gli spiegai, trattenendo le lacrime che accennavano a scendere.
In quel momento volevo andare ad abbracciare mio padre, ma non potevo e mi prese un piccolo attacco di nostalgia "Mi manchi tanto, papà." sussurrai.
"Amore mio, stai tranquilla e non perdere mai la speranza. Ricorda, essa è colei che deve morire mai." mi rispose lui, dopo una frazione di silenzio.
"Mi manchi anche, Selena." concluse poi.

Tornai a tavola con il sorriso in volto, ma in realtà la mia mente aveva ricominciato a viaggiare nelle tenebre. Guardai tutti i presenti e con un tono di voce basso gli dissi che mio padre li salutava. Justin e mia madre capirono che c'era qualcosa che non andava, però.
Lui senza farsi vedere mi prese la mano e con il pollice ne accarezzò il dorso. 
"E' arrivato di gustare questa torta!" esclamai dopo una frazione di silenzio imbarazzante.
Fu in quell'istante che riprendemmo a parlare e a scherzare.
Una parte di me però fremeva ancora per sapere la risposta: Il corpo è di Taylor?
Intanto continuavo a ripetermi che "la speranza deve morire mai". Tra un sorriso e l'altro, tra uno scambio di sguardi con Justin e tra uno scambio di battute con le nostre adorate mamme la preoccupazione si alleviò e... Mi sentivo bene.

POV'S JUSTIN

Dopo la cena ci spostammo sul divano a guardare una serie tv che tutti amavamo, mia mamma preparò il thè e Mandy dispose sul tavolinetto del salotto dei cupcake che aveva fatto insieme a mia madre la mattina. 
Diciamo che riuscimmo a staccare la spina per un po', fra chiacchiere e risate riuscimmo ad alleviare il pensiero costante di Taylor.
Dopo tutto era giusto così, dovevamo pensare anche un po' a noi stessi e trovare un po' di pace. 
"Justin questo ti somiglia." disse Selena ridendo, indicando un tipo buffo, basso e tozzo che apparve sullo schermo. Effettivamente somigliava a me, ma... No. Era troppo imbarazzante.
Mia mamma scoppiò a ridere e disse "ottima affermazione, Selena." Mandy invece commentò con un "Povero Justin, si somigliano solo per i lineamenti del viso e la forma delle labbra" e io ero lì che me la ridevo e continuavo a dire che non ero poi così brutto, buffo ed imbarazzante. Forse diventai anche un po' rosso in volto, ma probabilmente nessuno ci fece caso. 
Mi sentivo davvero bene, ero con tre delle persone che amavo di più in tutta la mia vita, mangiavamo, bevevamo e ridevamo. Scherzavamo su ogni piccola cosa e, anche se i segni dello stress e della stanchezza erano scavati sul nostro volto, sorrisi e risate riempirono la stanza. 

Justin, Selena e le rispettive mamme rimasero tutta la sera, fino a tardi, a guardare la televisione e a parlare, riuscendo fortunatamente a rilassarsi e riposare il cervello.
Anche Michael, Luke, Kendall, Kylie e Ryan riuscirono a dedicare un po' di tempo a sè stessi. Chi, come Justin e Selena, passò una serata in famiglia e chi invece optò per un giro nel centro della città degli Angeli.
Furono invece i genitori di Taylor a passare le ultime ore della giornata a pensare e a pregare che quel corpo non fosse della propria figlia. A quanto pare le loro speranze non si erano dissolte come in realtà sembrava che fosse. 
Passarono tutti la notte in modi differenti: chi a fissare il soffitto, chi a dormire dalle tre alle quattro ore e chi a piangere.
Il fatidico giorno era ormai arrivato però, grazie alla scientifica di Los Angeles la polizia aveva ottenuto i risultati del DNA...  Ora la fine poteva essere davvero vicina. 

                                                       
                                                  
YAY!
Eccomi qui con un nuovo e piccolo capitolo di passaggio.

Lo so, è inaccettabile postare un capitolo di passaggio dopo 25 giorni circa, ma il tempo materiale scarseggia e io faccio del mio meglio, seriamente.
Per me, anche se non un vero e proprio "segmento" della storia, è importante. Nel "summary" avevo raccontato la situazione generale, qui invece ho voluto analizzare una giornata tipo di Justin e Selena. Tra preoccupazione e spensieratezza. 
In oltre ho inniettato una bella dose di suspance.

Cosa ne sarà di Taylor?? *accetto ogni tipo di ipotesi*

Diciamo che, ora potrei anche dileguarmi.
Mi scuso tanto per l'enorme ritardo, ma ormia penso che solo dopo 20/25 riesca a pubblicare nuovi capitoli.

Il prossimo capitolo sarà molto carino, ma non voglio spolierarvi nulla, mentre il prossimo ancora sarà davvero una bomba.

Recsenite e fatemi sapere cosa ne pensate.
Fate le vostre considerazioni.
Accettate le mie scuse.
Abbiate pazienza.
Sappiate che vi amo.


Ora mi dileguo.

ALL THE LOVE



 

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Capitolo 23
*** AVVISO IMPORTANTE ***


AVVISO!


Ciao ragazzi/e,
mi trovo qui oggi a scrivere questo avviso per comunicarvi che sospenderò momentaneamente le mie due storie.
Sto scrivendo con il cuore in mano, ma è una decisione che ho dovuto prendere. Non posso andare avanti così...
Ho la mia vita, stressante e faticosa. Non riesco a mantenere un ottimo ritmo tra vita sociale, scuola e hobby vari.
Scrivere mi piace, ma non "vivo per scrivere" perciò ho preferito rinunciare a questo e dedicarmi ad altro, aspettare un po' di tempo, far pace con me stessa e riiniziare il prima possibile.
Non sto qui ad elencarvi tutti i miei vari problemi, ma posso dirvi che soffro davvero tanto di attacchi d'ansia che inficiano sia sulla mia salute che sul mio umore.
Che poi, se avessi continuato a scrivere il prodotto finale sarebbe stato anche scarso, perciò preferisco prendermi una pausa e riprendere appena posso più carica di quando ho iniziato, con idee nuove e chiare. Chiedo sinceramente scusa.
Ho fatto promesse che non sono riusicta a mantenere, ma come dice mia madre "pensa anche a te stessa qualche volta". Così ho fatto...
Tutti hanno dei periodi brutti, tutti hanno dei periodi no. Sono qui oggi, allora, a chiedervi un po' di pazienza. Le storie riprenderanno, voglio continuarle e portarle a termine. 
Voglio anche ringraziarvi per tutto il sostegno che mi avete dato fino ad oggi, tutte quelle belle recensioni, tutti quei bei consigli che mi hanno riempito il cuore di gioia. Io vi ringrazio infinitamente, per tutto.
Ora credo sia ora di andare.
Ci sentiamo presto, un bacio.

Gomizzle. 

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