Incontriamoci a metà fra Terra e Abisso

di ValorosaViperaGentile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il cane e la sedicesima notte ***
Capitolo 2: *** Il demone e la bambina ***
Capitolo 3: *** Il quasi-demone e la donna a metà ***
Capitolo 4: *** Il fratellino e il bastardino ***
Capitolo 5: *** Il Male e la miko ***



Capitolo 1
*** Il cane e la sedicesima notte ***


I

Il cane e la sedicesima notte[1]
 
 
 


 
 
Il grande cane s'era perso nella bellezza della sedicesima notte[2].

Luna tonda, Izayoi Hime[3] esita a muoversi, come dopo la piena[4], pesante per il jūnihitoe[5] dai dodici strati e il cucciolo han'yō che ancora dorme innocente, dentro il suo ventre.

Dal cielo il demone veglia, protegge la seconda sposa adorata, che appartiene al mondo di sotto – ha il respiro di fiori di ciliegio, gli occhi che sono terra baciata dal sole[6].

Col buio va da lei, supina dietro piccole nuvole leggere di seta.

In attesa di dare altro amore
.

 



Note:

[1] La drabble è ambientata prima dell'inizio del terzo film, dove cioè vengono mostrati meglio i genitori di Inuyasha.

[2] 
Significato di Izayoi, nome della madre di Inuyasha. Pare che, per i giapponesi, questa sia la notte più bella.

[3] Hime è un titolo onorifico in uso per le principesse, cioè per le aristocratiche di più alto rango.

[4] Rispetto alla quinta notte, ovvero quella di luna piena, il nostro satellite, nella nottata successiva, si palesa più tardi nel cielo. Izayoi è la forma simbolica di "いざよう (izayo-u)", cioè "esitare a muoversi". 

[5] Tipico kimono lussuosissimo indossato dalle dame di corte a partire dal decimo secolo dopo la nascita di Cristo. Quanto ai dodici strati, si tratta del significato letterale del suo nome: come è facile intuire, limitava al massimo i movimento delle signore e le gravava di un peso medio di venti chili.

[6] Benché la terra possa assumere colori differenti, e ciò dipenda da numerosi fattori, essa è generalmente marrone: si presenta comunque più chiara, proprio come gli occhi della madre di Inuyasha, quando è più secca, meno umida.
 

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Capitolo 2
*** Il demone e la bambina ***


II

Il demone e la bambina
 
 
 


 
 
Le zanne[1] non servono solo a ferire – un pensiero ridicolo, quasi osceno, mentre prende i fiori dalle mani piccole della bambina, così deboli coi suoi inutili artigli corti, buoni solo come rifugio per la terra.

Non sorride, Sesshōmaru, perché non è stolto come Inu no Taishō – nemmeno a lei, ma ucciderebbe per la sua rumorosa cucciola di essere umano.

Si sorprenderebbe se gli dicessero di esser tanto simile a quel suo grande e folle padre – lo stesso sangue, una spada potente e qualcuno di importante da proteggere.

 



Note:

[1] Tenseiga, la spada di Sesshōmaru forgiata da una delle zanne del padre e che, fra le altre cose, è in grado di riportare alla vita. Letteralmente, il suo nome significa "artiglio della vita celeste".
 

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Capitolo 3
*** Il quasi-demone e la donna a metà ***


III

Il quasi-demone e la donna a metà[1]
 
 
 


 
 
Il respiro di Kikyō si fonde col vento leggero che accarezza la terra e musica gli alberi, suonando una triste canzone d'amore – destinata all'infelicità[2].

Nel mare verde che ondeggia dolce è una campanula dai petali di fuoco e neve[3], supera da sola la primavera.

Inuyasha le dà il rossetto di sua madre – hanno lo stesso sguardo gentile, Kikyō e Izayoi, i capelli neri di ossidiana e la pelle di pietra di luna[4].

Spera che per lui si tinga di rosso non solo le labbra, ma anche il cuore.

 



Note:

[1] La drabble è ambientata prima dell'inizio della serie, ma parte della scena è stata mostrata nell'episodio centoquarantasette.

[2] 
L'ultima parte della frase è una citazione dall'anticipazione – narrata da Kaede – della puntata in questione.

[3] Il suo nome significa "campanula cinese" e il costume da sacerdotessa è rosso e bianco, come il fuoco e la neve – elementi che nella serie vediamo legati alla storia di Kikyō.

[4] Altro nome dell'opale. Entrambe le pietre, estratte dall terra, erano già conosciute all'epoca in Giappone.
 

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Capitolo 4
*** Il fratellino e il bastardino ***


IV

Il fratellino e il bastardino[1]
 
 
 


 
 
È davvero un bravo cane, il fratellone di Sōta[2]. Abbaia forte, ma non morde.

Sbuca fuori dalla terra, per andare a trovare la sorellina malata – segue fedele le tracce oltre il tempo, Inuyasha, meglio di un segugio.

L'acqua bolle dentro la pentola, e le erbe e le radici sono ben disposte sul tavolo.

Lo aiuta a preparare la medicina: taglia e sminuzza, col naso tappato; ficca nel frullatore i fegatelli – è disgustoso, e la puzza davvero tremenda; ma una grande, sincera amicizia si vede nel momento del bisogno.

 



Note:

[1] La drabble è ambientata durante l'episodio ottantanove.

[2]
 Così Sōta chiama il mezzodemone.
 

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Capitolo 5
*** Il Male e la miko ***


V

Il Male e la miko[1]
 
 
 


 
 
Bella era stata nella prima penombra della caverna, bella è sotto la luce del suo ultimo giorno.

Innaffierà la terra, Kikyō, col suo sangue scuro e profumato, facendosi più rossa del cielo all'ora del tramonto.

È fiore e amore[2], la miko che il brigante vuole ancora, ma così stupida.

La sua carne perirà, cancellata per sempre dal mondo – come è scomparso in eterno il corpo denso di vermi di Onigumo.
Un sentimento troppo scomodo, quello che ha addosso.

Alla Sfera, sa Naraku, occorre solo impregnarsi del sangue versato nell'odio[3].

 



Note:

[1] La drabble è ambientata prima dell'inizio dell'anime, naturalmente, ma la scena immediatamente successiva a questa da me descritta è stata mostrata in diversi episodi.

[2] Il nome di Kikyō è quello usato per la campanella cinese, che a sua volta simboleggia l'amore immutabile.

[3] Le ultime parole che Naraku riferisce a Kikyō, prima della sua morte.
 

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