Titolo: Quando non saremo
più giovani e belli
Autore: LaSil88
Personaggi: Erwin Smith; Levi Ackerman
Rating: Verde
Genere: Malinconico, Introspettivo
Avvertimenti: possibili spoiler degli
ultimi capitoli del
manga;
Prompt scelto: “Non penso
mai al futuro, arriva così
presto.” (Albert Einstein)
Introduzione: Il tempo passa; le
persone cambiano; il futuro
arriva e se ne va, diventando passato. Non è mai il momento
giusto per iniziare
a pianificare un futuro assieme, quando si è fatti per
accogliere il domani
l’uno al fianco dell’altro.
N.d.A. (se ci sono): Sono due drabble
e una brevissima
oneshot senza pretese che tentano di esplorare il rapporto di Levi ed
Erwin,
sfruttando lo scorrere del tempo e il futuro come temi. La prima parte
è
ambientata durante il manga, mentre le due successive sono ambientate
in un
possibile finale pacifico e vittorioso.
Quando non saremo più giovani e belli
3. Ferite
Il tempo passava e il futuro a cui
non avevano mai pensato
arrivava e diventava passato. I segni della guerra rimanevano sui loro
corpi e
sulle loro menti.
Il moncherino del braccio destro di
Erwin era la ferita più
evidente; a distanza di quindici anni, si svegliava ancora per il male
che gli
procurava, di solito preceduto da un incubo su quel giorno. Ogni volta
che
succedeva si alzava e raggiungeva la piccola cucina, cercando di
prepararsi un
tè. Non voleva fare rumore, ma qualcosa finiva sempre per
scivolare dalla sua
presa instabile e svegliare Levi dal suo sonno agitato.
L’ex Caporale, invece,
reagiva bene alle ferite fisiche; la
gamba che aveva ferito durante lo scontro con Annie mandava brevi fitte
di
dolore, soprattutto durante i cambi di stagione o nelle notti
particolarmente
fredde. Bastava un po’ di tempo davanti al fuoco e il
malessere passava. Gli
incubi, tuttavia, erano qualcosa che lo tormentavano ogni notte; il suo
sonno
era accompagnato dai ricordi dei morti, dalla colpa che ancora provava
per non
essere riuscito a salvare nessuno. Questo aveva peggiorato la sua
insonnia,
obbligando Erwin a ricorrere subdolamente ad infusi medici (consigliati
da
Armin e Hanji) per conciliargli il sonno.
«Domani non aprire il
negozio.»
In una di quelle notti che passavano
entrambi svegli,
tormentati dai ricordi e dal dolore, Erwin aveva fatto quella strana
proposta.
«Perché
dovrei?»
«Possiamo prenderci la
giornata libera e fare… qualcosa di
diverso.»
Erano rimasti in silenzio,
contemplandosi negli occhi e
pensano alle parole che ancora rimanevano sospese nell’aria.
Era la prima volta
che Erwin cercava di programmare qualcosa nella loro vita, forse
pensando
davvero al futuro che li attendeva.
«Qualcosa come?»
aveva domandato alla fine, appoggiando la
tazza vuota sul tavolo.
«Domani ritorna
l’avanguardia.» aveva risposto Erwin, come
se spiegasse così le sue intenzioni all’altro.
«I ragazzi saranno stanchi…»
aveva lasciato in sospeso la frase, lasciandosi andare ad un sorriso. I
ragazzi, Eren, Armin e Mikasa, erano diventati quasi dei figli che
andavano e
venivano, sempre attivi e felici. Li avevano praticamente adottati,
creando una
piccola e strana famiglia in cui si aggiungeva Hanji ogni tanto.
«Una festa a
sorpresa?»
«Anche. Possiamo portarli
su quella spiaggia oltre la
scogliera. Un pic-nic, insomma.»
Levi si era lasciato andare ad un
mormorio di conferma,
accettando quella proposta con gioia. Non che mostrasse sempre che
fosse
felice, ma ormai Erwin notava quel luccichio nello sguardo e come
facesse
fatica a trattenere gli angoli della bocca in una linea dritta.
«Stai tornando a
programmare la tua vita?»
«Non l’ho mai
fatto.» aveva risposto Erwin, avvicinandosi
piano a lui. «Ma non è mai troppo tardi per
decidere cosa fare del nostro futuro
assieme.»
«Stai diventando vecchio,
se ti metti a pensare a queste
cose.» aveva sussurrato Levi, prima di tendersi verso di lui
e sfiorargli le
labbra in un bacio leggero e veloce.
«Anche tu, se mi assecondi
in questo desiderio da vecchio.»
aveva risposto, lasciandosi andare ad una risata tranquilla e profonda.
Non era mai troppo tardi iniziare a
pianificare, ma questo
non voleva dire che stava cercando di pensare al futuro. Tutto quello
sarebbe
accaduto il giorno successivo e presto sarebbe diventato passato,
aggiungendosi
alla lista dei giorni che vivevano con serenità e senza
troppi programmi.
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