Il mio amico Aaron

di MegaLucario2006
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'arrivo precipitoso ***
Capitolo 2: *** Aaron Smith ***
Capitolo 3: *** Domande e Rivelazioni ***



Capitolo 1
*** Un'arrivo precipitoso ***


Premessa: Il titolo non mi convince, cosa mi consigliate?
uesta storia si affianca ad un'altra che sto scrivendo (e che non è ancora finita). Per ora sto tastando il terreno, per vedere se a qualcuno piace il genere. Lo spero veramente.
Che dire? Spero che le mie brevi letture vi appassionano. Idee e altro sono benvenuti, ma niente OC/Gemsona. Per quelli devo vedere come va la mia storia e vedere se ne servono o meno.
♪♫♪ ~Siamo tutti Crystal Gems!~ ♪♫♪
 

~ Beach City - Tramonto ~

Un ragazzo era seduto sulla sabbia di una spiaggia, sospirando e guardando il cielo. Indossava pantaloncini corti, una maglia rosa con una grande stella gialla e un paio di sandali rosa "Perché non riesco a usare la mia gemma?" domandò a nessuno in particolare "Le ragazze sanno usare le loro armi mentre io sono solo d'intralcio". Il ragazzo si distese sulla sabbia con le mani dietro la testa, avendo così una visione più ampia e comoda del cielo. Come il sole continuava a tramontare, apparve nel cielo una stella cadente "UNA STELLA CADENTE!" esclamò il ragazzo con i suoi occhi stellati. Si inginocchiò, congiunse le mani e guardò il cielo "Oh, ti prego stella. Voglio imparare ad usare la mia gemma" pregò il ragazzo, ma non successe niente "Uhm... immagino che una stella non possa aiutarmi" disse mentre si alzò. Quando fu completamente eretto, diede un ultimo sguardo al cielo, notando che la stella sembrasse brillare. Prima di esprimere qualche affermazione, la stella cominciò a cadere letteralmente verso di lui "AAAAH! AIUTO!" disse il ragazzo correndo più velocemente verso casa sua. Riuscì ad arrivare solamente alla collina prima che la stella cadde sulla spiaggia, creando un'onda d'urto che fece cadere il ragazzo.

"Steven!" voci femminili gridarono da dentro la casa. Dall'interno di essa uscirono tre figuri femminili di stature e colori diversi "Qualcosa è caduta dal cielo!" disse Steven abbracciando la più alta delle tre. Tutto il gruppo si avvicinò con cautela al punto di impatto ma il fumo impediva la visione dell'oggetto "Cosa sarà?" chiese la più bassa "Non ne ho idea. Garnet?" chiese la ragazza di mezzo. La ragazza più alta, Garnet, scrollò le spalle "Guardate!" gridò Steven con voce timorosa e sorpresa. Quando il fumo si affievolì abbastanza, videro un cratere di diversi metri di diametro sulla spiaggia "Whoa!" esclamò la ragazza più bassa. Quando il fumo sparì completamente tutti fecero un sospiro di terrore "Presto, portatelo dentro!" gridò Garnet.
 


Dolore. Era tutto quello che sentiva. Anche perché non riusciva ne a sentire il suo corpo ne a muoversi. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo intorno a se, voci ovattate riempivano la sua mente. Gli dava fastidio e dolore, ma a giudicare dai loro toni e dalla velocità delle loro parole poteva capire che chi era con lui erano nel panico. Cercò di riaprire gli occhi, ma lo trovava particolarmente difficile. E doloroso.

Poi sentì qualcosa di bagnato e freddo abbracciare tutto il suo corpo. Molto lentamente sentiva che il dolore stava scomparendo, tanto da riuscire ad aprire un occhio "Perché le lacrime di Rose ci mettono tempo?" chiese una voce femminile "Si sta svegliando" disse un'altra voce femminile, la stessa che lo tiene fermo e che riesce a vedere "Gah..." cercò di parlare ma gli risultò difficile "Non ti muovere" le disse.

Si svegliò parecchio tempo dopo. Non aveva idea di quanto tempo era stato svenuto. Era disteso sul divano, al caldo e al buio, con solo la luce di un lume ad illuminare la casa. Il dolore era quasi scomparso e provò a muoversi "Come ti senti?" disse una voce femminile alla sua destra. Il ragazzo si sforzò a girare la testa. Davanti a lui c'erano quattro persone. Tre ragazze e un ragazzino in pigiama assonnato "Dove mi trovo?" chiese il ragazzo biascicando "Ti trovi a casa mia! Io sono Steven" disse il ragazzino "Chi sei? E da dove vieni? Che cosa ci fai qui?" chiese la ragazza pallida puntandogli una lancia "Rilassati, Perla! Si è appena svegliato" disse una ragazza bassa "Scusa mia... zia. Siamo tutti un po' scossi, visto che sei precipitato dal cielo. E mi hai quasi schiacciato" disse Steven "... cielo?" chiese confuso il ragazzo "Non te lo ricordi?" chiese Steven. Il ragazzo scosse la testa, prima di cominciare a tossire senza controllo "Aspetta, ti porto dell'acqua" disse Steven alzandosi da terra e corse verso il frigo.

Intanto le tre ragazze erano tutte chine a parlare tra di loro "Io non mi fido di lui" disse Perla "Pensi che viene dal'Homeworld?" chiese la più bassa delle tre "Non abbiamo trovato nessuna gemma sul suo corpo, lo escluderei. Ma è strano che le lacrime di Rose non abbiano subito molto effetto, quindi dobbiamo tenerlo d'occhio" disse la più alta delle tre. I loro discorsi furono interrotti dal rumore del ragazzo bere da una brocca d'acqua, portata da Steven "Accipicchia, avevi davvero sete" disse il ragazzo. Poi si ricordò di una domanda che non aveva ancora fatto "A proposito, non ti ho ancora chiesto come ti chiami" disse Steven. Il ragazzo finì la brocca d'acqua "Hmmmm........." sembrava che stesse per rispondere ma il ragazzo d'improvvisamente si bloccò "Non ti ricordi?" chiese Steven "No, no. Ce l'ho sulla punta della lingua" disse il ragazzo. Sembrava concentrarsi molto, perché il suo viso era tutto rosso. Alla fine, dopo molto rimuginare, diede un sospiro di rassegnazione "Non me lo ricordo".
 
E stop! Grazie per aver letto questo capitolo.

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Capitolo 2
*** Aaron Smith ***


Scusate il ritardo per questo capitolo ma sto avendo difficoltà di trama (E anche perché sorprendentemente è davverlo lungo, quindi l'ho diviso in 2 parti)

Steven aveva chiamato la sua amica Connie, riguardo al problema di memoria dello straniero. La ragazza ebbe questa idea di prendere, dalla biblioteca della città in cui vive, dei libri sui nomi per bambini e altri libri di vario genere.

Un gruppo di libri vengono lasciati cadete sul pavimento "E questi sono gli ultimi" disse una ragazza della stessa età di Steven "Grazie dell'aiuto Connie" disse Steven mentre prese uno dei libri "Siete sicuri che questi libri possano servire?" chiese Perla "Certo. La memoria dell'essere umano è come quella di un computer. Bisogna trovare la parola chiave affinché i 'file' che ci servono possano trovati facilmente" disse Connie "Sei incredibile Connie" disse Steven con i suoi occhi stellati, facendo arrossire la ragazza "Va bene, eccone uno. Che ne dici di Bob?" chiese Steven, tenendo in mano un libro sui nomi semplici.

Il ragazzo caduto dal cielo era seduto a gambe incrociate sul letto di Steven "Non mi dice niente" disse al ragazzo con la maglia rosa "Steven, non credo che 'Bob' sia un nome adatto a lui" disse Perla "Per lui credo gli si addica Theodor" disse la gemma, che aveva un libro sui nomi di poeti "Ah-Ah" rispose in modo negativo il ragazzo "Che ne dite di chiamarlo Strambo? Stramboide?" disse Ametista in cucina "Hey, che ne dite di Percival?" chiese Connie, al ché il ragazzo fece una faccia disgustata "No, eh?" chiese Connie ironicamente "È come se per loro fossi un cane" pensò il ragazzo "OH! OH! Che ne dite di Max?!" chiese Steven. Il ragazzo semplicemente scese dal letto e si diresse in cucina a prendere un bicchiere d'acqua "Perché non chiamarlo Steven? O Greg?" disse Ametista "Ametista, qui non si tratta di dare un nome qualsiasi. Stiamo cercando un nome che gli sia familiare" disse Perla. Ametista imitò goffamente la parlantina della gemma, mentre diede un morso al suo sandwich.

"Che ne dite di Benjamin?" chiese Connie.
*CRASH*

Tutti nella stanza guardarono nella direzione del rumore. Videro il ragazzo coprire la mano dove c'era il bicchiere "O CIELO, STAI BENE?!" chiese Perla preoccupata, scendendo dalla stanza di Steven "S- Sì, sto bene" disse il ragazzo con voce tremante tenendosi la mano "Vai a pulirti la mano, io prendo il kit di pronto soccorso" disse Perla. Il ragazzo non discusse e si diresse al bagno.

Era la prima volta, da quando si era svegliato nella casa di Steven, che era solo. Senza il rumore di persone che chiedevano di lui e che gli facevano domande. Non che lo odiasse, anche lui avrebbe fatto a se stesso quelle domande. Si diresse verso il lavandino e tolse la mano dall'altra, per eliminare le schegge. O almeno così pensava, dato che sulla mano c'era sì il vetro ma non era conficcato sulla carne, lasciandolo praticamente illeso. Lanciò uno sguardo allo specchio davanti a se. Era la prima volta che poteva vedere come era fatto. Aveva capelli scuri crespi e secchi, come se fossero stati bruciati. A parte gli occhi neri e una leggera cicatrice lungo l'occhio sinistro sembrava un ragazzo normale.

Con la punta del suo dito indice, sfiorò tutta la cicatrice "Mi chiedo se la cicatrice parta dalla fronte e arriva allo zigomo o parte dallo zigomo e arriva alla cicatrice" si chiese il ragazzo in un momento zen. Notò un filo di lana spuntargli dalla manica del maglione. Aveva indosso un maglione di lana blu e la parte inferiore di un pigiama nero del padre di Steven. Non aveva le scarpe. *Toc* *Toc* Sentì bussare alla porta "Tutto bene li dentro?" chiese Steven "Sto uscendo" disse sciacquandosi il viso e ricontrollando la mano. All'uscita del bagno, trova Steven "Allora? Tutto bene?" chiese Steven "Non era nulla, mi sono spaventato per niente" disse il ragazzo "Perla?" chiese "Abbiamo scoperto che Ametista si era mangiato l'intera scatola del Kit di pronto soccorso e sono andate a comprarlo" disse Steven.

Proprio in quel momento, lo stomaco del ragazzo cominciò a brontolare pesantemente, mentre tutti e due si misero a ridere "Non ho messo niente nello stomaco da ieri" si giustificò il ragazzo imbarazzato "Aspetta qui! " disse Steven eccitato correndo fuori dalla porta di casa. Il ragazzo si sedette accanto a Connie sul letto di Steven "Che guardi?" chiese il ragazzo "Oh, solo lo show più interessante che esiste" disse la Connie guardando 'Sotto ai Ferri', prima di apparire lo sfondo nero con i titoli di coda "E ora non più" disse la ragazza sconsolata "E Steven?" chiese al ragazzo "Non lo so, gli ho detto che avevo fame ed è uscito di casa" disse. Connie rise "Probabilmente sta andando a prendere qualche ciambella" disse la ragazza.

Il ragazzo sbuffò, accasciandosi sul letto a fissare il soffitto "Mi annoio" disse mogio. Non avendo niente da fare si guardò in giro per la 'stanza' di Steven. C'erano molti action figure, poster e videogiochi. Poi notò l'amica di Steven, Connie. Aveva un libro tra le mani e doveva essere qualcosa di molto bello e interessante, perché lo stava leggendo con un incredibile sorriso e senza un attimo di distrazione "Cosa leggi?" chiese incuriosito il ragazzo. Presto si sarebbe pentito della domanda, perché Connie si rivolse a lui con gli stessi occhi stellati di Steven e un sorriso a trentadue denti.

Venti minuti.

Era questo il lasso di tempo che il ragazzo aveva contato esattamente grazie alla sveglia di Steven. Ovviamente qualcosa aveva memorizzato come il nome della protagonista Lisa e del suo amico falco Archimede, ma era come se le parole della ragazza ostruissero le sue orecchie "... blablablabla un solo occhio... blabla... papà di Lisa... blablabla" e Connie parlava, finché non notava che il ragazzo sembrava stesse guardandola con uno sguardo perso nel vuoto e si fermò "Ti sto annoiando?" chiese Connie. Era evidente che era dispiaciuta "Nono, figurati. Ancora devo capire se sei la persona più chiacchierona che io conosca o no" dichiarò il ragazzo poi accortesi che forse l'aveva offesa "Aspetta! Non volevo dire" "No, non scusarti. E che non parlo molto spesso con qualcuno, a parte Steven e le Crystal Gem" disse Connie.

"Crystal Gem?" chiese il ragazzo confuso "Vedi-" proprio quando Connie stava spiegando, Steven tornò "Eccomi qua!" gridò Steven con in mano una grossa scatola di cartone con sopra inciso 'Big Donut' "Che stavate facendo?" chiese Steven notando il ragazzo seduto con Connie sul letto di Steven "Parlavamo di libri" disse il ragazzo scendendo le scale "Sono buone?" chiese aprendo la scatola "Giudica tu" disse Steven con aria fiera. Connie soffocò una risata. Le piaceva vedere 'l'amore' di Steven su tutto e tutti e in particolare sul cibo.

La ragazza tornò alla realtà quando il suo telefono squillò "Sì? Oh, ciao mamma. Sì, ma non si potrebbe spostarla? Ho capito. Ti voglio bene" la ragazza riagganciò "Steven mia madre ha detto che devo tornare a casa. Domani ho gli allenamenti di tennis per il torneo giovanile e mi ha iscritto a degli allenamenti supplementari" disse Connie sconsolata "Awww..." la giovane gemma gemette "Va bene, andiamo da mio padre e-" Steven si bloccò quando vide la scatola di ciambelle completamente vuota e il suo amico con la bocca sporco di glassa "Cosa?".
 


Greg Universe era occupato a lavare i vetri dell'autolavaggio, accompagnato dalla musica che ascoltava con il suo walkman "Papà" Steven lo chiamò invano dato che suo padre continuò a canticchiare e a ballare "PAPÀ!" gridò il più forte possibile, riuscendo a spaventare suo padre e a guadagnare la sua attenzione "Eh? Oh, ciao Steven! Ciao Connie. Ciaoooo....." suo padre rimase senza parole guardando l'adolescente che accompagnava Steven e Connie "Ehm... serve una mano?" chiese Greg "Lui è il ragazzo di cui ti ho parlato qualche giorno fa" disse Steven "Oh! Certo, il ragazzo meteora" disse Greg 'Ragazzo Meteora?' il ragazzo semplicemente rimase stoico dal soprannome datogli.

"Ci serve un passaggio a casa di Connie" disse Steven "Certamente" disse Greg. Poi si avvicinò alle orecchie di Steven e Connie "Deve venire anche lui?" chiese Greg ai ragazzi "Certo!" rispose semplicemente Steven "Non credo sia una buona idea" disse Greg "Non che non mi fidi di lui Steven, è solo che non so come reagirebbero i miei genitori se gli dicessi che un ragazzo caduto dal cielo abita a casa tua e mi accompagna a casa" spiegò Connie "Per favore! Rimarrà nel furgone" chiese Steven. Greg non poté che abbassare le sue difese alla vista dello sguardo da cucciolo di suo figlio "Ah, è va bene. Non riesco proprio a dirti di no con quello sguardo" disse Greg sconfitto accarezzando la testa di suo figlio.

"Lo sapete che posso anche restarmene a casa, vero?" disse il 'ragazzo meteora' "Scherzi? Le gemme sono in missione e potrebbero anche tornare domani mattina. Sarà divertente!" disse Steven "... Ho la sensazione che non lo sarà per niente".
 


* Ding Dong * Il campanello suonò. Pochi minuti dopo una donna aprì la porta "Ciao mamma" disse Connie "Ciao Connie" salutò sua madre "Grazie per avermela portata con così poco preavviso" disse la signora Maheswaran a Greg "Nessun problema, davvero" disse Greg "Beh, saluta Connie, Steven. Dobbiamo andare a casa" disse suo padre "Ciao..." Steven salutò mogio. La madre di Connie vide quanto sua figlia era dispiaciuta "Perché invece non rimanete da noi per dieci minuti?" disse prima che Steven e suo padre potessero arrivare alla porta "Hm, certo" accettò Greg con gioia di Steven, che entrò veloce dentro casa assieme a Connie.

"Non si corre per casa" disse un uomo dentro la casa. Aveva la stessa tonalità di colore di Connie "Papà! Sei già a casa?" chiese Connie a suo padre. Era seduto sul divano "Ciao tesoro" disse suo padre salutando sua figlia "Salve" disse il signor Maheswaran alla vista di Steven e Greg "Vieni, Steven. Andiamo in camera mia" disse Connie correndo con Steven su per le scale "La porta aperta!" urlò il signor Maheswaran "PAPÀ!" gridò Connie dalla sua stanza. Sia lei che Greg erano in imbarazzo (soprattutto perché Greg era leggermente arrossito).

Il signor Maheswaran fece accomodare Greg sullo stesso divano su cui era seduto, mentre la signora Maheswaran si allontanava affermando che sarebbe andata a fare del caffè "Allora, come va con il lavoro? Arrestato qualcuno di recente?" chiese Greg, cercando di instaurare una conversazione "Sono un agente di sicurezza, non faccio arresti" disse il signor Maheswaran "Ah" rispose Greg nervoso. Decise di prendere un bicchiere d'acqua dalla brocca che era sul tavolo assieme a dei bicchieri "E a te come vanno le cose all'autolavaggio? Arrestato qualcuno?" chiese il signor Maheswaran. Lo stesso si mise a ridere alla sua battuta mentre Greg sforzò una risata.
*BEEEP*

"Huh? Cosa è stato?" chiese il signor Maheswaran andando verso la finestra "C- Cosa? Io non ho sentito niente" disse Greg nervoso mentre sorseggiò con ansia il suo bicchiere d'acqua "C'è qualcuno nella tua macchina" affermò il padre di Connie, guardando il 'ragazzo meteora' dentro il furgone di Greg, nel posto del guidatore "È un ladro. Me ne occupo io" disse il padre di Connie mentre prese la sua pistola da un cassetto "Oibò. E adesso che faccio?" si chiese Greg. Era in evidente difficoltà. Ciò se ne deduce guardando Greg che si guardava intorno con nervosità. Non sapeva cosa fare. Non poteva certo dire 'Hey, lo sai che quel ragazzo è caduto dal cielo come una meteora? Forte, eh?'. E quando vide il padre di Connie che stava uscendo dalla casa gli venne il panico "Fermo!" quasi gridò Greg al padre di Connie "Non è un ladro..." disse Greg. Lui cominciava a sudare "Lo conosci?" chiese il signor Maheswaran. Le pulsazioni cominciavano ad aumentare "Beh, ecco... lui è...-"

 "-Mio cugino!" gridò Steven spuntando dalle scale, cercando di dare una mano a suo padre "Tuo... cugino?" ripeté il signor Maheswaran guardando tra Greg è il 'cugino' di Steven, che alla vista del signor Maheswaran lo salutò "È il figlio della figlia di mia cugina. Da parte di mia madre" disse Greg, non sapendo neanche dove gli sia venuto in mente "Non sapevo che avevi un nipote" disse la signora Maheswaran uscendo dalla cucina con una teiera e tre tazzine su un vassoio "Beh, questo perché non me lo avete mai chiesto" disse Greg ridendo e massaggiandosi il collo.

Questa scusa sembrava abbastanza credibile visto che il padre di Connie mise via l'arma "Beh, allora perché non lo facciamo entrare?" disse il padre di Connie andando a raggiungere il cugino di Steven "Sì, magnifica idea!" disse Greg bevendo l'ennesimo bicchiere d'acqua "E adesso che facciamo?" chiese suo figlio "Non ne ho idea!" rispose Greg ancora nel panico.

La signora Maheswaran fece accomodare il giovane ragazzo su di una sedia, mentre gli porse la tazza di caffè "Allora, dimmi. Ho saputo che sei il cugino di Steven" chiese la madre di Connie "Eh? Oh, sì. Certo" il 'cugino' sorrise nervosamente alla situazione in cui si era cacciato 'Non potevo semplicemente starmene fermo?' si chiese "Non sembri essere di queste parti. Da dove vieni?" chiese il signor Maheswaran  "Difficile a dirlo" rispose francamente. Greg e Steven cominciarono a sudare nervosamente "Viaggio molto. Non resto per molto tempo nello stesso luogo" la risposta sembrava tranquillizzare gli Universe.

"Piuttosto" cominciò il ragazzo "Non è molto cortese farmi tante domande senza prima presentarsi" disse il ragazzo, cercando di guadagnare tempo. Per un attimo il signor Maheswaran sembrò sorpreso, prima che il signor Maheswaran emise una piccola risata "Oh, perdonami. Avvolte dimentico che non sono al lavoro. Mi chiamo Douglas Maheswaran, ma puoi chiamarmi Doug " rispose il padre di Connie "E io sono Priyanka Maheswaran" si presentò la madre di Connie "E il tuo nome sarebbe?" chiese lei "Oh cavolo! M'hanno fregato!" imprecò il ragazzo meteora.

"Aaron!" rispose Greg al suo posto "Aaron Smith" la risposta di Greg fece rimanere stoico Aaron "È l'unico nome normale che abbia sentito fino ad oggi"

"Beh, s'è fatto tardi. Non voglio che Steven rimanga alzato fino a tardi" disse Greg mentre spinse il proprio figlio e suo 'cugino' fuori alla porta "Arrivederci" disse Steven prima che Greg chiuse la porta.

Il signore e la signora Maheswaran rimasero a fissare la porta per qualche secondo "Aaron Smith... che nome familiare" disse Doug
 


"HAHAHAHAHA!" Dall'interno del furgone di Greg si potevano sentire delle risate proveniente dallo stesso Greg "HA... Ragazzi, non ho mai sentito così tanto nervosismo in tutta la mia vita" disse Greg asciugandosi una lacrima "Sei stato fantastico" disse Steven a suo padre "A proposito, dove hai trovato quel nome fichissimo?" chiese la giovane gemma "Avevano un disco degli Aerosmith. Non sapevo che gli piacessero quel tipo di musica" disse suo padre.
 
Scusate se avevo detto di volerlo dividere in due parti, ma ho pensato che un capitolo era sufficiente. Scusate per il disagio :P

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Capitolo 3
*** Domande e Rivelazioni ***


È passato molto tempo da quel giorno. Quando Aaron si schiantò sulla spiaggia. Da allora abitava nella casa di Steven. O quanto meno ci dormiva. Passava le intere giornate in giro per la città e per la spiaggia. Sperava di ritrovare la memoria perduta? Nah, semplicemente non aveva niente da fare.

Decise di fare un giro nel porto, poiché era l'unico luogo dove nessuno veniva e dove poteva star da solo e riflettere. Eccetto quei giorni in cui c'era Onion. Quel ragazzino gli dava i brividi. Fortunatamente quel giorno era da solo e quindi poté fare quello che faceva quasi ogni giorno. Sedersi sul bordo del ponte e guardare il mare sconfinato. Questo lo aiutava a riflettere sul tempo passato in questa città in compagnia di Steven e della sua stravagante famiglia.
Famiglia.

Ne aveva una? E se sì, com'era? Era una famiglia felice? O era una famiglia complicata? Ma la domanda che si faceva era "Sono un essere umano?" Certo questa domanda era sia lecita quanto stupida. Cioè, aveva conoscenza di nozioni base di un liceo, una buona conoscenza. Continuava a fissare sotto il pontile il suo riflesso e quello di un gatto "Come butta?" disse il gatto all'improvviso "AAH!" gridò Aaron cadendo in acqua. Quando riemerse vide Ametista distesa sul ponte a ridere come una matta.

"Ametista" ringhiò il ragazzo uscendo dall'acqua tutto bagnato "Piaciuto il bagnetto?" chiese Ametista. Aaron le diede uno sguardo arrabbiato mentre cercava di eliminare la maggior parte dell'acqua dal maglione "Dai, non mettere il broncio" disse Ametista saltando sulle spalle di Aaron, mentre quest'ultimo riuscì a non cadere e a spezzarsi l'osso del collo. Lei era incredibilmente più leggera di quanto immaginava "Ho visto che avevi dei pensieri malinconici e ho provato a lavarli via" disse Ametista. Aaron rispose con un 'Haha' sarcastico mentre si inclinò per far cadere Ametista dalle spalle. Questo la fece solo ridere.

Decidendo che il maglione era troppo zuppo d'acqua, Aaron se lo tolse tutto. Si udirono rumori di tuoni e nuvoloni neri si avvicinavano alla piccola città "Dannazione. Credo si metterà a diluviare" disse Aaron "Oh, a proposito. Steven mi ha mandato a chiamarti perché voleva che vedessimo un film che ha noleggiato. Oh qualcosa del genere" disse Ametista con nonchalance "Passo" disse Aaron allontanandosi via dal ponte e da Ametista.
 


"Hey Aaron!" gridò Steven alla vista di suo 'cugino' entrare in casa "Hey" rispose "Cosa ti è successo?" chiese Perla dietro al bancone della cucina. Aaron non ebbe bisogno di rispondere dato che dopo dietro di lui sbucò la testa di Ametista "Heyo!" salutò la gemma viola *GROAN* "No, non rispondere" disse Perla. Lei e Ametista cominciarono subito a litigare sul comportamento di quest'ultima ma a Steven era concentrato altrove "Hey, papà e io siamo andati a noleggiare un film, Lonely Blade IV! Vuoi vederlo con noi?!" chiese il bambino eccitato "Credo di sì" rispose Aaron "Non credo potrà vederlo con noi" parlò Garnet seduta sul divano "Perché?" chiese Steven.

Improvvisamente si sentì un forte *ETCIÙ* da parte di Aaron "Scusate" disse il ragazzo "VIA DAL MIO BAMBINO!" gridò Perla tirando via Steven ad una velocità pazzesca.

~ Cinque minuti dopo... ~

"È davvero necessario?" disse Aaron disteso sul divano. Con una borsa del ghiaccio sulla fronte. E con un termometro nella bocca. E avvolto in una coperta invernale come un salame. Perla gli tolse il termometro e controllò la temperatura "Certamente. Prima di un peggioramento, devo assicurarmi di tenerti in un ambiente dove il virus non possa proliferare" disse la gemma riposizionando il termometro nella sua bocca.

"Ehm, Perla. Vale anche per me?" chiese Steven, seduto sul suo letto, indossando una mascherina usa-e-getta che copriva sia la sua bocca che il suo naso "Sì, cioè, non ha i poteri di Rose? Forse è immune alle malattie umane. È solo un raffreddore!" chiese Ametista non convinta dell'idea di Perla "Non voglio fare rischi inutili. Meglio prevenire" disse Perla con aria superiore.

Passarono molti minuti. Mentre Steven e le ragazze stavano vedendo il film in televisione, Aaron era intento a fare due cose: cercare di dormire e, se non ci riusciva, cercare di liberarsi dalle coperte. Entrambi un fallimento. Nell'ultimo tentativo di mettersi a dormire, proprio quando stava per entrare in un sonno profondo, un rumore e una luce assordante circondò la stanza per pochi attimi. Aaron si guardò intorno senza trovare nessuno "Potevano almeno liberarmi!" disse Aaron. Denti digrignanti, naso arricciato e occhi sbarrati si potevano vedere sul volto di Aaron mentre cercava di liberarsi, non accorgendosi che il bicchiere posto sul tavolo della cucina stava vibrando "FANCULO!" disse Aaron.

Mentre il bicchiere era sul punto di cadere, la porta di casa si aprì "Salve a tutti!" salutò Greg, interrompendo Aaron di botto, entrambi non accortosi di niente "Ehilà, come sta l'ammalato?" chiese Greg "Mai stato ammalato" rispose Aaron "Un aiutino?" chiese. Greg non sembrò sorpreso, anzi. Mentre cercava di liberare Aaron gli sfuggì una risata "Non è divertente" disse Aaron infastidito "Scusami, ma questo mi ha portato un vecchio ricordo" disse Greg "Ah, sì? Anche tu sei stato avvolto come un salame per un raffreddore?" chiese sarcasticamente Aaron "Oh, sì! Più di una volta" disse Greg "Trovato!" disse Greg riuscendo a liberare Aaron.

"FINALMENTE!" disse Aaron correndo come un matto verso il bagno. Greg rise mentre cercò di ripiegare le coperte, ma il suo buon umore svanì quando vide che alcuni strato delle coperte erano lacerati, come se avessero usato un coltello "Dicevi sul serio sul fatto di essere stato avvolto come un salame?" chiese Aaron improvvisamente uscito dal bagno. Greg si spaventò "Tutto bene? Sembra che hai visto un fantasma" disse Aaron "T- Tutto bene. Perché non ne parliamo fuori?" propose Greg. Aaron accettò molto volentieri.
 


"Aah! Com'è bello muoversi" disse Aaron sgranchendosi le gambe e le braccia. Lui e Greg erano passati a prendere delle patatine fritte e se le stavano gustando sul retro del Van di Greg. Greg guardava divertito il ragazzo mentre lui divorava la sua vaschetta di patatine "Sembra che non ti diano da mangiare" scherzò Greg. Aaron ingoiò la montagna di patatine con soddisfazione "Scusa, e che mi sembra di avere sempre fame" disse Aaron leccandosi le dita.

Dopo che la degustazione finì, Greg e Aaron si distesero sul cofano del Van ad ammirare le stelle. Greg guardò Aaron per qualche minuto, il tempo di formulare le parole. E poi parlò "Dimmi, come va con la cosa della... lo sai..." chiese Greg "La memoria?" chiese Aaron. Greg annuì "Non lo so. Ho come dei flash, ma niente che mi aiuti" disse Aaron con tristezza, sbuffando leggermente "Mi staranno cercando?" si chiese. Greg rispose con un 'Huh?', prima che Aaron continuò "Ho una famiglia, degli amici che mi cercano in questo momento? A volte non mi sento... normale" disse Aaron chiudendo gli occhi.

Greg divenne leggermente nervoso "Non devi preoccuparti" disse Greg poggiando la sua mano sulla spalla del ragazzo "Sono sicuro che ti staranno cercando" rispose Greg "E poi, qui a Beach City la anormalità è la normalità. Lo capirai man mano che vivrai con Steven e le ragazze" disse Greg.

Alla loro menzione, Aaron mostrò repulsione "C'è qualcosa che non va?" chiese Greg "Niente" rispose Aaron. Greg sapeva che c'era qualcosa che lo infastidiva, ma decise di non approfondire troppo. Proprio in quel momento una folata d'aria fredda arrivò da loro *RATTTLE* "Sarà meglio che ti riporti a casa. Sta cominciando a fare freddo" disse Greg.

~ Tempio delle Crystal Gem ~

Aaron aprì la porta del tempio. Era tutto buio, come lo aveva lasciato. Ma con qualche differenza. Steven stava dormendo sul suo letto "Immagino che sia ora che anche io vada a dormire" disse Aaron. Si diresse al frigorifero e prese una bottiglietta d'acqua. Mentre bevve notò un cestino con uovo. Il suo pensiero fu quello di farci una frittata, avendo ancora fame, ma optò nel riporlo nel frigorifero per non svegliare il suo compagno di stanza.

Dopo essersi tolto le scarpe, sì distese sul letto e chiuse gli occhi.

...

...

...
"PERLA!"

"Huh?" Aaron sentì urlare Steven. Aprendo gli occhi si accorse che era mattina presto, ma si sentiva terribilmente stanco. Più del solito "Cosa succede?" chiese Aaron biascicando le parole "Non trovo Perla!" disse Steven cercando in giro. Aaron era troppo addormentato per concentrarsi, così si avvicinò al lavabo della cucina e si sciacquò il volto. Poi il brontolio dello stomaco lo colpì forte come se avesse ricevuto un pugno "Rilassati, bello. Sono sicura che non è andata molto lontana" disse Ametista allontanandosi dal frigo con un mega sandwich.

Alla sua vista, Aaron sbavò. Si diresse subito verso il frigo e lo aprì. Rimase deluso all'evidenza che Ametista lo aveva appena svuotato. Ora Aaron aveva due opzioni: Aspettare che Perla torni e che faccia la spesa, o prendere quel poco che era rimasto nel frigo e creare qualcosa di nuovo e potenzialmente letale per il suo stomaco. Il secondo brontolio dello stomaco rispose per lui "Diamoci da fare" si disse Aaron prendendo quello che c'era: cavolfiori, uova, pecorino e un pepperone (sarebbe una salsiccia piccante a forma di salame).

Cominciò a preparare la base friggendo l'olio e i cavolfiori, aggiungendo qualche fetta a cubetti di pepperoni e i cavolfiori "Amico, che stai cucinando?" chiese Ametista fissando con fame Aaron "Stai alla larga, pozzo senza fondo" disse Aaron guardando male la gemma viola "Scontrosetti, eh?" disse Ametista girando lo sgabello e dando le spalle ad Aaron.

Pochi minuti e la colazione era pronta "Steven! La colazione!" gridò Aaron cominciando a preparare l'occorrente della propria colazione "Ma non ho ancora trovato Perla e-" "E lei ti rimprovererebbe se non facessi la colazione" rispose Garnet con tranquillità "Tu mangia qualcosa, continuerò a cercare io" disse Garnet scompigliando i capelli di Steven.

Mentre Steven si sedette, Aaron versò sul piatto di Steven alcuni cavolfiori fritti "Ecco a te" disse Aaron "Grazie" disse Steven. Appena prese un morso della frittata i suoi occhi assunsero la forma di una stella "Che buonoooo~!" disse Steven con entusiasmo.

"Dai! La voglio anch'io la frittata!" disse Ametista sentendo più fame grazie all'odore della frittata e ai versi di felicità di Steven "Se prometti di farmi mangiare te ne faccio uno anche per te" disse Aaron e, con un 'Aye Aye, Capitano' da parte di Ametista, cominciò a rompere le uova fino a trovare un uovo tutto bianco e grosso 'Deve essere un uovo di oca o qualche altro uccello' pensò. Si accinse a rompere l'uovo. Al primo tentativo niente. Al secondo neanche una crepa. Al sesto cominciava a spazientirsi "Avanti!" sibilò. Mentre Aaron era occupato a cercare di rompere l'uovo, Ametista usò la sua abilità di mutaforma per sgraffignare il salame e cominciò a sgranocchiarlo.

Aaron sbuffò "Quest'uovo deve essere guasto" disse Aaron scontento 'Peccato'. Lo lanciò verso il cestino "Fermo!" gridò Garnet estendendo il suo braccio e afferrando l'uovo. Ametista e Steven guardarono con enorme sorpresa scoprendo che era la gemma di Perla "Eccola!" disse Steven correndo verso Garnet . Ametista sputò il pepperoni dalle risate "Bwahahahah! Amico, stavi cercando di mangiare Perla!" Ametista rise come una pazza, ma Aaron era tutt'altro che tranquillo "COSA CAZZO STA SUCCEDENDO?!" gridò Aaron alla vista del braccio di Garnet allungato "Oops" disse Garnet.  Le Crystal Gem avranno un bel po' da fare nel spiegare tutto.

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