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di _Yozora_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1: Preoccupation ***
Capitolo 2: *** Cap 2: Nightmares ***
Capitolo 3: *** Cap.3: There aren't just dreams ***
Capitolo 4: *** Cap 4: Works ***
Capitolo 5: *** Cap.5: Research ***
Capitolo 6: *** Cap. 6: Truth ***
Capitolo 7: *** Cap.7: Allegations ***
Capitolo 8: *** Cap.8 : Disappearance ***
Capitolo 9: *** Cap.9 : Alone ***
Capitolo 10: *** Cap.10 :Dangerous ***
Capitolo 11: *** Cap. 11 : Rescue ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 : Weakness ***
Capitolo 13: *** Cap. 13 : Choices ***
Capitolo 14: *** Cap. 14 : Heartbeats ***
Capitolo 15: *** Cap. 15 : Clarity ***
Capitolo 16: *** Cap. 16 : Visit ***
Capitolo 17: *** Cap. 17 : Starting point ***
Capitolo 18: *** Cap. 18 : House of memories ***
Capitolo 19: *** Cap. 19 : Start search ***
Capitolo 20: *** Cap. 20: Chatting ***
Capitolo 21: *** Cap. 21: Esitation ***
Capitolo 22: *** Cap. 22: Secrets ***
Capitolo 23: *** Cap. 23: Soffering ***
Capitolo 24: *** Cap. 24: Thinking of... ***
Capitolo 25: *** Cap. 25: Distance ***
Capitolo 26: *** Cap. 26: Suffering ***
Capitolo 27: *** Cap. 27: Fighiting ***
Capitolo 28: *** Cap. 28: Degenerate and quarrels ***
Capitolo 29: *** Cap.29: Big thing ***
Capitolo 30: *** Cap. 30 : Loneliness ***
Capitolo 31: *** Cap. 31: Looks and breath ***
Capitolo 32: *** Cap. 32: The things i never said ***
Capitolo 33: *** Cap. 33: A man from the past ***
Capitolo 34: *** Cap. 34: Facts and suspicions ***



Capitolo 1
*** Cap 1: Preoccupation ***


Mai era ancora sconvolta. Quell'incubo la stava debilitando sia mentalmente che fisicamente e quella era una cosa di cui si stavano accorgendo tutti. La prima notte in cui aveva avuto quello strano sogno si era svegliata spaventatissima tanto che aveva stretto la maglia di Ayako, che l'aveva abbracciata per calmarla, convulsamente. Quella sera solo la comparsa di Naru era riuscita a farla tornare in sé. Era incredibile quanto potere quel ragazzo avesse su di lei. Quando lo spirito di quella donna uccisa aveva abbandonato il suo corpo grazie all'intervento di Masako, aveva creduto che fosse finita. Invece gli incubi continuavano a tormentarla tutte le notti. Quando gliel'aveva chiesto, Masako le aveva assicurato che nessuno spirito dimorava più nel suo corpo...allora perché?
 - Mai....ohi Mai mi stai ascoltando?- le chiese Bou-san.
La ragazza si riscosse e lo guardò confusa – scusami...parlavi con me? -
L'altro sospirò e la guardò apprensivo – sei sicura di sentirti bene? Hai un aspetto terribile – disse preoccupato
- sì tranquillo...sto bene – disse lei e gli sorrise, ma non era il suo solito sorriso spontaneo e sincero, quello era un sorriso stanco.
Intanto un ragazzo moro, in piedi dall'altra parte della stanza, con una cartella di documenti tra le mani, la osservava in silenzio e soprappensiero.
- sei preoccupato per Mai? - chiese una voce proveniente alla sua destra.
Naru si voltò verso il suo interlocutore guardandolo serio – continua a lavorare Rin -
L'altro alzò le spalle e rivolse nuovamente la sua attenzione al computer che aveva di fronte.
- non ha chiuso occhio neanche stanotte – affermò Ayako alle sue spalle.
- mi chiedo se almeno stia mangiando qualcosa in questi giorni...mi pare sia dimagrita ultimamente – questa era Masako.
Il tono di voce preoccupato di quest'ultima lo stupì. Masako non aveva mai dimostrato una particolare simpatia per Mai. A rifletterci bene però era normale che si preoccupasse vedendola ridotta in quello stato. Persino lui si sentiva inquieto osservandola, cosa che non gli era mai successa con nessuno prima.
- Chissà cos'è che la turba così tanto – aveva detto Jhonn che era appena arrivato – buongiorno a tutti – aveva aggiunto poi con uno dei suoi soliti sorrisi.
- sembra che abbia ancora gli incubi – rispose Masako – qualche giorno fa mi ha chiesto se c'era qualche altro spirito che albergava dentro di lei – aveva spiegato notando gli sguardi interrogativi degli altri.
- e...? - aveva chiesto Ayako.
- non ce ne sono – aveva risposto l'esorcista.
Gli altri tornarono ad osservare la ragazza che parlava con il monaco con una domanda in comune nella mente.


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Note dell'autrice: Ciau!!!! Sono _Yozora_....ho visto l'anime di Ghost Hunt qualche tempo fa....e mi sono innamorata di Naru e Mai e così, dato che il loro rapporto mi è apparso poco sviluppato ( sopratutto dal punto di vista di lui XD ) ho deciso di provarci io. Beh che dire...spero che vi piaccia. Se vi va recensite perfavore...si accetano critiche purchè sia costruttive. Grazie e al prossimo capitolo ^^
_Yozora_

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Capitolo 2
*** Cap 2: Nightmares ***


- Mai...puoi tornare in camera per stasera – disse Naru alla ragazza seduta dietro la scrivania che trafficava con dei fogli.
Lei alzò lo sguardo su di lui per poi guardare l'orologio. Le 20.45, era strano che la lasciasse andare così presto.
- come mai di già? -
- per oggi il tuo lavoro qui è finito...se rimani ferma senza far niente mi sei solo di intralcio – rispose il ragazzo con il solito tono freddo.
Mai sospirò, faceva sempre così – Masako e Ayako? - chiese
- sono a svolgere degli esorcismi nella casa – spiegò
- capisco – disse lei alzandosi – allora io vado...buonanotte...buon lavoro Rin-san – aggiunse mentre raggiungeva la porta.
- Notte Mai – rispose l'uomo voltandosi a guardarla.
Una volta che la ragazza fu fuori si rivolse a Naru – potevi anche dirle la verità non credi? -
Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo – non avevi qualcosa da fare tu? -
Rin sospirò, non sarebbe cambiato mai – vado vado...non ti scaldare – rispose per poi uscire anche lui.
Naru era rimasto da solo in quella stanza ad osservare lo schermo che mostrava le varie stanze della casa e il suo sguardo si fermò sulla camera dove era appena entrata Mai.
 
 
Mai proprio non lo capiva. Era vero ormai aveva fatto l'abitudine ai modi distaccati di quel ragazzo, ma come faceva ad essere così freddo in ogni situazione. L'aveva definita un intralcio...ma non era stato lui stesso ad assumerla? Sospirò lasciandosi cadere sul letto. Non poteva farci niente, Naru la irritava terribilmente quando si comportava in quel modo e c'era un solo motivo per cui provava quella sensazione e lei lo sapeva bene. Lo amava e quel sentimento sembrava non voler allentare la presa sul suo cuore nonostante lui sembrasse totalmente indifferente alla ragazza e la trattasse con fare scorbutico.
Scorbutico...
Improvvisamente le tornò alla mente la prima notte dopo che si era svegliata in preda al panico e lui era entrato nella sua stanza porgendole una tazza di the. La sua espressione era così dolce in quel momento da assomigliare incredibilmente a quella del Naru dei suoi sogni e nei suoi occhi aveva visto qualcosa simile alla preoccupazione.
Scosse la testa. Non era possibile che Naru provasse una cosa del genere, a suo parare.
Si rimise a sedere e si guardò attorno. Era sola. In quella stanza grande,composta da tre letti, era completamente sola. Il panico la sommerse tanto da sentirsi soffocare chiuse gli occhi e cercò di regolare il respiro. Doveva calmarsi, non le sarebbe successo niente di niente...quello che vedeva la notte era soltanto il frutto di alcuni stupidissimi incubi. Eppure le sembravano così reali...sentiva le mani di quell'uomo sul suo corpo e persino i suoi occhi. Anche quando si svegliava la sensazione del sangue che colava sulla sua pelle non svaniva, ma ogni volta che controllava del sangue non c'era traccia. Ogni volta che si addormentava si risvegliava appena un ora dopo di soprassalto ed in preda ai brividi per lo spavento, ma non si permetteva di svegliare le ragazze che dormivano con lei per non disturbarle e così rimaneva rannicchiata su se stessa, tremante e in assoluto silenzio, senza più chiudere occhio per tutta la notte. In più erano giorni che non toccava cibo, se solo provava a mettere nello stomaco qualcosa quello si rivoltava come un calzino.
Aveva paura...anzi era terrorizzata. Non voleva rimanere da sola in quel posto, ma andare in giro per la casa le sembrava un idea anche peggiore. Non sapeva che fare.
Naru fu l'unica cosa che riuscì a pensare prima di cadere nell'oblio.

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Capitolo 3
*** Cap.3: There aren't just dreams ***


Aveva distolto lo sguardo dallo schermo solo per un attimo quando, dopo che Jhon,Takigawa ( Bou-san come erano soliti chiamarlo tutti ), Masako,Ayako e Rin erano  tornati per fare rapporto e poi lasciarlo solo, aveva sistemato i macchinari. Quando era tornato a guardarlo aveva notato qualcosa di strano vicino a Mai. Una figura che non riusciva ad identificare aveva allungato una mano verso la ragazza e la stava...accarezzando? Non riusciva a capire...però era sicuro che quella figura non apparteneva ad una delle ragazze che condividevano la stanza con lei e che in quel momento stavano dormendo. Si sedette e controllò i parametri di quella camera...sembrava tutto perfettamente normale. La temperatura non era scesa...nessun suono sospetto...nessun fenomeno sovrannaturale...ma allora che cavolo era quella cosa?
Uno scintillio attirò di nuovo lo sguardo del ragazzo sulla scena...quella figura aveva qualcosa in mano...qualcosa che alla luce luccicava...qualcosa che al contatto con la pelle di Mai fece gocciolare del liquido a terra. No...non poteva essere.
Naru si alzò di scatto dalla sedia e senza esitazione si diresse verso la camera della ragazza correndo. Una volta raggiunta spalancò la porta di botto e........non  c'era nessuno. A parte la ragazza che si era svegliata di soprassalto proprio in quel momento e tremava come una foglia e le altre due che dormivano ignare di tutto, non c'era nessun altro.
- N...Naru – aveva sussurrato con voce tremante la castana guardandolo.
Il ragazzo notò che aveva le lacrime agli occhi e si sentì in colpa per la freddezza con cui stava per fare quello che doveva. Ma doveva assicurarsene.
-Mai, scusami ma devo controllare una cosa – disse avvicinandosi a lei.
Le sollevo la maglia sulla schiena....nessun taglio. Tirò un sospiro di sollievo, stava bene. Sentì la ragazza girarsi verso di lui e abbracciarlo.
- Naru...ho avuto paura – disse la ragazza in preda ai singhiozzi.
Stava piangendo. Piangeva e tremava come una bambina che stringe la madre cercando protezione dopo un incubo.
Naru la cinse stringendola a sua volta – Va tutto bene...è stato solo un brutto sogno – sussurrò dolcemente.
Aveva mentito...quelli che Mai stava facendo in quelle notti non erano solo sogni...e lui lo sapeva benissimo. Per il momento, però, non era necessario che lei sapesse.

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Note dell'autrice: Ringrazio di cuore Sunset per aver recensito. Devo ammetere che....essendo cosciente del fatto che in questa sessione non ci sono molte storie...sapevo che avevo poche possibilità di essere seguita ma ho voluto tentare lo stesso...quindi sono stata davvero contenta di vedere che avevi recensito questa storia...ammetto di aver preso spunto dagli episodi che hai citato ma non sono proprio collegati a quelli...sinceramente non so ancora come si svolgerà la storia in seguito XD Spero comunque che continuerai a seguirmi e recensire ^^ Ringrazio anche chi ha solamente letto e spero di continuare a stimolare il vostro interesse. Al prossimo capitolo
_Yozora_

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Capitolo 4
*** Cap 4: Works ***


Quella mattina alla “ base “, ovvero la stanza in cui lavoravano, regnava un silenzio quasi inquietante. Naru non aveva detto a nessuno di quello che era successo la notte prima e, a quanto sembrava, neanche Mai lo aveva fatto. Il ragazzo le aveva permesso di stare con loro quel giorno solo perché non si sentiva per niente tranquillo a lasciarla da sola, ma di fatto cercava di darle meno carico di lavoro possibile. Era stanca e si vedeva bene, perciò non voleva affaticarla ulteriormente. Il moro la guardò chiedendosi come mai era diventato così premuroso nei suoi confronti, poi si convinse che se Mai si fosse sentita male sarebbe stata una seccatura per lui. Ma qualcosa di estremamente piccolo nel suo cuore gli diceva che lei non sarebbe mai stata una seccatura. Mise a tacere quella sensazione e distolse lo sguardo dalla ragazza per concentrarsi nuovamente sul lavoro. Quando Rin entrò Naru gli andrò incontro.
- devo parlarti di una cosa – sussurrò.
L'altro lo guardò incuriosito. Naru si voltò verso gli altri che aspettavano di ricevere i loro compiti.
- bene...il lavoro di oggi consentirà nello svolgere delle ricerche...perciò Jhon e Bou-san voi vi informerete su eventi particolari che sono accaduti qui partendo da 13 anni fa, non tralasciate neanche il minimo particolare -
I due annuirono e si misero a lavoro immediatamente.
- Hara-san tu prova a fare un altro giro di esorcismi -
La ragazza lo guardò incredula...non aveva mai chiesto così tanti esorcismi nel giro di pochi giorni come da quando erano in quella villa. Comunque assentì e uscì dalla stanza.
- Ayako vorrei che tu restassi qui con Mai e raccogliessi tutte le informazioni che ti verranno riferite – disse infine.
La sacerdotessa annuì senza dire una parola. Si sentì sollevata rendendosi conto che non avrebbe permesso che Mai restasse sola.
- E tu che farai Naru? - chiese Mai che era seduta dietro la scrivania.
Naru pose nuovamente lo sguardo sulla ragazza. I suoi occhi erano spenti e le occhiaie che li attorniavano era diventate talmente profonde che una persona, vedendola per la prima volta, l'avrebbe scambiata per un fantasma. In più era diventata fin troppo magra. Se ne era accorto la sera prima quando le aveva alzato la maglia per controllarle la schiena. Solitamente la ragazza indossava felpe abbastanza larghe perciò la cosa rimaneva piuttosto nascosta.
- Io e Rin dobbiamo fare un controllo....ci vediamo dopo – rispose sempre con il suo tono distaccato che lo caratterizzava poi uscì seguito dall'altro.
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- Allora? - chiese Rin una volta fuori.
Naru si fece, se possibile, ancora più serio del solito – Ho visto qualcosa di strano sullo schermo che inquadrava la camera di Mai ieri notte -
L'altro lo guardò corrugando la fronte – Qualcosa di strano? -
Così il moro raccontò tutto quello che era successo.
Una volta finito di aggiornarlo Rin rifletté un po'
- Ma non era successo già una volta che le telecamere mostrassero immagini che in realtà non stavano avvenendo? -
- Sì...ma quella volta avevamo a che fare con lo spirito di un bambino che voleva tornare da sua madre e che aveva impossessato una bambola...stavolta è diverso – gli fece notare Naru
- Anche se lo spirito non è compatibile con i nostri macchinari sappiamo per certo che è scampato a più di un esorcismo perciò sta diventando sempre più pericoloso...ho anche ragione di credere che non sia da solo...Hara-san ha detto che avverte ancora la presenza di molti spiriti qui dentro...e stanno puntando a Mai -
- Ma per quale motivo attaccare proprio lei? - chiese Rin
- Non lo so...è quello che voglio scoprire...ma prima dobbiamo capire chi è quel tizio -
- Ho capito – rispose l'assistente – com'è che non ne hai parlato con nessuno? -
- Sai come sono fatto...tendo a tenere il lavoro interessante per me fino all'ultimo – aveva risposto il ragazzo.
Ma il vero motivo non era quello.


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Note dell'autrice: Salve a tutti!!!!! Sono tornata =) Chiedo umilmente scusa per l'assenza terribilmente lunga, ma ero a corto di idea e ultimamente la scuola occupa la maggior parte del mio tempo, comunque cercherò di essere più presente. Ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno seguito e chi mi ha recensito nella speranza che lo faccia ancora. Scusatemi ancora e alla prossima.
_ Yozora _

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Capitolo 5
*** Cap.5: Research ***


Un sospiro. L'ennesimo di quella giornata.
- Mai la vuoi smettere? Mi stai innervosendo – le fece notare Ayako
- è che mi annoio – aveva risposto la castana stringendosi nelle spalle.
La verità era che quel genere di compiti le aveva sempre fatto venire sonno...di solito lasciava che l'oscurità la invadesse, anche perché in quelle occasioni, di solito, faceva sogni che poi avrebbero aiutato gli altri a venire a capo del mistero. Adesso, però, era diverso...non aveva nessunissima intenzione di addormentarsi altrimenti avrebbe ancora una volta sognato la stessa cosa.
Ayako la stava osservando come se si aspettasse di vederla cadere dalla sedia da un momento all'altro. Tra tutti i presenti in quella casa lei era tra quelli più preoccupati, o almeno tra quelli che lo davano a vedere. Lei e Bou-san.
- Beh...devo ammettere che ora capisco perché ti troviamo sempre addormentata quando torniamo – disse la rossa
- Visto? - fece l'altra.
Proprio in quel momento rientrarono John e Bou-san, che aveva un'espressione fin troppo seria.
Le ragazze li guardarono.
- Avete scoperto qualcosa? - chiese la sacerdotessa.
John le passò il foglio che aveva in mano, dove aveva scritto tutte le informazioni che erano riusciti a trovare. Ayako lesse e la sua espressione si corrucciava sempre di più man mano che andava avanti.
- Mai...vieni un attimo con me – disse nel frattempo il monaco.
La ragazza lo guardò confusa, ma si alzò e lo seguì.
 
 
 
Naru e Lin avevano passato la giornata ad indagare e interrogare gli abitanti della villa e ciò che avevano scoperto aveva sconvolto entrambi.
- Non posso crederci....non può essere – aveva sussurrato Lin uscendo dalla stanza dove avevano appena finito di parlare con la figlia del proprietario.
Naru era appoggiato spalle al muro e aveva una mano davanti al volto
- Dici che è il caso che sappia? - chiese il suo assistente guardandolo.
Il moro rimase in silenzio per qualche altro minuto prima di rispondere
- No...non ancora...voglio vederci chiaro -
- Ma Naru...prima o poi verrà a saperlo. In fin dei conti anche gli altri stanno indagando potrebbero dirglielo – gli fece notare l'altro
- lo so, ma c'è una possibilità che ancora nessuno sappia niente...non sappiamo ancora con esattezza che legame c'è...e neanche se effettivamente c'è...sono solo leggende tramandate in questa casa...non azzardiamo conclusioni affrettate -
Lin lo guardava serio. In poche occasioni aveva visto Naru con quell'espressione in volto. L'espressione di chi non sa come comportarsi e cerca in tutti i modi di far sembrare che la cosa non lo turbi.
Il ragazzo sapeva benissimo che la possibilità che quello che avevano saputo fosse solo il frutto di pettegolezzi era bassa, dato che la maggior parte degli avvenimenti era avvenuta recentemente e che uno di quelli era simile al racconto di una persona a loro vicina, anche se non dettagliato in quel modo. Ma non poteva comunque rischiare di provocare caos per niente.
Naru si avviò silenziosamente dove si trovavano gli altri seguito da un altrettanto silenzioso Lin.


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Note dell'autrice: Salve a tutti!!! Ho fatto in fretta stavolta! Beh la verità è che adesso che la mia mente si è finalmente sbloccata sono un vulcano di idee che devo assolutamente mettere per iscritto e non vedevo l'ora di aggiornar. Ringrazio immensamente le persone che hanno recensito il capitolo precedente. Sono felicemente colpita dell'entusiasmo che avete dimostrato per la mia storia e spero davvero di non deludervi...miraccomando continuate a farmi sapere cosa ne pensate =). Un grazie anche a chi ha seguito senza recensire, spero tanto che continuerete a farlo. Al prossimo capitolo
_Yozora_

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Capitolo 6
*** Cap. 6: Truth ***


Una volta chiusa la porta alle sue spalle Takigawa si appoggiò al muro di fronte a Mai e la guardò serio. La ragazza ricambiò lo sguardo confusa
- Allora,Bou-san, che c'è di così importante da dovermi parlare in privato? -
La forzata spensieratezza nella voce di lei quasi fece rabbrividire il monaco. Non gli piaceva dover essere lui a portare quel genere di notizie, ma era praticamente il migliore amico di Mai per questo si era proposto di farlo, anche se in quel momento non riusciva a guardarla in faccia.
- Mai...hai detto che i tuoi sono morti in un incidente giusto? -
- Sì – confermò la ragazza – Perchè me lo chiedi? -
- E quanto tempo fa hai detto che è successo? -
Mai riflettè un momento prima di rispondere – Sono quasi tre anni -
Ci fu un attimo di silenzio in cui il ragazzo cercava il modo migliore per dirle la verità e la ragazza cercava di capire dove lui volesse andare a parare.
- Non è stato un semplice incidente .- disse dopo minuti che parvero ore.
Mai non riusciva a capire, di cosa stava parlando? I suoi erano morti in un incidente mentre tornavano a casa dopo una giornata di lavoro...ne era certa.
- Cosa? - chiese guardandolo
Il monaco prese un respiro profondo e si costrinse a guardare la ragazza negli occhi.
- I tuoi genitori non sono morti a causa di quell'incidente. Sono stati uccisi in un secondo momento- disse tutto d'un fiato e senza esitazione.
Lo sguardo di Mai passò dal confuso allo sconvolto.
Non poteva essere. Gli agenti della polizia le avevano detto che la macchina dei suoi era stata ritrovata in fondo ad un burrone, in fiamme, e che l'unica traccia rimasta era il portafogli di suo padre con i documenti. Ricordava quel giorno come se fosse successo in quel momento.
- No...non è vero – sussurrò
Il biondo si avvicinò alla ragazza
- La macchina dei tuoi genitori perse il controllo su quella strada a causa di qualcuno, ma una volta finita giù dal burrone, prima che le fiamme divampassero, sempre quel qualcuno li ha tirati fuori dall'auto e portati via...per l'esattezza sono stati portati in questa villa...e qui sono stati torturati per avere informazioni finchè non sono stati uccisi -
Takigawa disse tutto senza interrompersi, senza dare il tempo a Mai di elaborare ciò che stava dicendo. Sapeva il male che le stava procurando e vederla sconvolta, confusa e impaurita in quel modo feriva lui orribilmente...ma non poteva continuare ad ignorare la verità.
- Tu...come...come fai a saperlo? Come puoi...esserne così sicuro? - sussurrò la castana fissando il pavimento
- Lo abbiamo scoperto facendo le indagini richieste da Naru e poi abbiamo fatto delle ricerche per accertarci della validità delle informazioni – rispose con voce atona
- Io proprio non capisco...perchè loro? Quali informazioni avrebbero dovuto avere? - chiese Mai a nessuno in particolare. La voce rotta dal pianto che cercava di trattenere.
- Beh...ho ragione di credere che, nel corso del loro lavoro, avessero avuto a che fare con qualcosa di pericoloso...tipo un organizzazione segreta a scopi terroristici o...-
- Basta così – intervenne una voce vicino a loro.
I due si voltarono in quella direzione.
- N-Naru...- sussurrò Mai

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Note dell'autrice: Ciau! Anche stavolta ho fatto in fretta!!! Spero che questo capitolo vi piaccia.
rafxsulfusxsempre sì...mi piace lasciarvi con il fiato sospeso =) Infatti in questo capitolo il finale lascia libera immaginazione muhahahhaha Spero che recensirai
Grazie a tutti quelli che mi seguono. Ci vdiamo alla prossima ciaociao
_Yozora_

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Capitolo 7
*** Cap.7: Allegations ***


- Naru! Tu ne eri a conoscenza,vero? - sbottò Takigawa avvicinandosi all'interpellato
- E non ti è passato nemmeno per l'anticamera del cervello di metterci al corrente eh?...Ti rendi conto che è una cosa che potrebbe aiutarci a capire perchè...-
- Ho detto basta così – ripeté Naru con voce piatta, guardando il monaco con sguardo freddo.
Il biondo lo guardava furioso.
Era ovvio che sapeva, avrebbe messo una mano sul fuoco che era venuto a conoscenza dei fatti molto prima di loro.
Che ne sapesse addirittura più di loro.
Nonostante questo, come al solito, aveva tenuto la cosa per sé rischiando che Mai venisse a sapere cose tanto sconvolgenti da un estraneo, mettendo persino a rischio la vita della ragazza. E adesso stava lì di fronte a lui, guardandolo con aria altezzosa. La cosa lo irritava terribilmente.
Stava per aprire bocca quando qualcuno gli afferrò una spalla. Alzò lo sguardo e notò Lin accanto a sé
- Takigawa-san...potresti aiutarmi con una cosa,perfavore? - chiese guardandolo dritto negli occhi.
- Ma...- cominciò il biondo bloccandosi notando lo sguardo dell'uomo.
Sospirò e lo seguì dentro alla “ base “ lasciando soli Mai e Naru.
 
 
- Naru...cosa significa tutto questo? I miei sarebbero stati torturati? Per quale genere di informazioni? -
Dopo minuti di silenzio era stata Mai la prima a parlare travolgendo il ragazzo con una raffica di domande alle quali lei non riusciva assolutamente a dare risposta.
Era sconvolta. Naru non avrebbe neanche avuto bisogno di guardarla per capirlo. La sua voce la tradiva, nonostante cercasse in tutti i modi di trattenersi.
Il ragazzo continuava a fissarla con la solita espressione che non tradiva emozione. Niente traspariva dal suo sguardo. Stava lì immobile a fissare la ragazza che era davanti a lui come se non la conoscesse neanche, come se la cosa non lo toccasse minimamente.
Falso.
Non era assolutamente vero che la cosa non lo toccava. Neanche lui riusciva a spiegarselo, ma vedere Mai ridotta in quello stato, sia fisicamente che mentalmente, lo stava logorando.
Ogni giorno che passava da quando erano in quella villa vedeva lo sguardo della ragazza spegnersi un po' di più, l'aveva vista dimagrire, aveva visto il suo sorriso naturale scomparire piano piano e il terrore impossessarsi della sua persona. Era semplicemente rimasto in silenzio ad osservarla. A vegliare su di lei da lontano, come aveva sempre fatto. Continuava a mentire a sé stesso, negando e soffocando quella piccola sensazione di calore che si affacciava in lui ogni volta che quella ragazza gli si avvicinava o sorrideva.
Anche in quel momento, mentre la disperazione di Mai diventava la sua, continuava a negare ciò che provava.
- RISPONDIMI! PERCHè? PERCHè LORO? PERCHè IO? - esplose la castana di fronte al silenzio prolungato di Naru.
- Non lo so- rispose il ragazzo con il suo caratteristico tono di voce – Volevo scoprirlo prima di parlarne, ma sono stato anticipato -
Mai strinse un pugno e abbassò lo sguardo sorridendo amara
- Già...per te prima vengono le indagini e poi i sentimenti degli altri vero? - sussurrò
- Allora rispondi a questo. Gli incubi che ho ogni notte...sono reali,non è così? -
Naru si stupì. Com'era possibile che da quelle poche informazioni avesse tratto quella conclusione?
- Sì – si limitò a rispondere
- Quindi è me che vogliono? -
- Sì -
- Capisco – disse la ragazza.
Il suo tono era diventato distaccato, stanco. Poi fece una cosa che il moro non aveva previsto
- Vado a letto prima stasera. Buonanotte -
Mai si allontanò passando accanto a Naru che notò una lacrima solcare il volto della ragazza.
Si voltò e la guardò scomparire nel buio.


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Note dell'autrice: Eccomi ancora ^^ Ok devo smettere di aggiornare così in fretta altrimenti poi rimango a corto di capitoli però non sono riuscita a resistere dovevo assolutamente aggiungere un altro capitolo XD Beh ho deciso che per il prossimo capitolo aspetterò un po' di più...non molto prometto giusto il tempo per tenervi sulle spine =). Adesso passiamo alle recensioni:
rafxsulfusxsempre ti ringrazio e sono felice per l'entusiasmo che dimostri ad ogni capitolo. Spero tanto di essere all'altezza delle aspettative andando avanti =)
Killapikkoletta Quante domande =) ne sono contenta perchè è proprio questo che mi spinge ad andare avanti e sviluppare la storia. La curiosità di voi lettori. Spiacente ma probabilmente questo capitolo più che portare chiarimenti porterà altre domande =) =) Diciamo che Naru più di aver fatto male i suoi conti contava sul fatto che ci avrebbero messo più tempo a scoprire la cosa, così non è stato. A sua discolpa voglio dire che non ne aveva parlato con nessuno per non far crescere il panico. In fin dei conti per adesso si tratta solo di voci. Ci sarà del vero? Questo non posso dirlo =)
Spero che continuerete a seguirmi e recensire. Vi ringrazio di cuore per averlo fatto fino ad adesso. Al prossimo capitolo
_Yozora_

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Capitolo 8
*** Cap.8 : Disappearance ***


Naru entrò nella stanza e cadde il silenzio.
Takigawa lo guardava in cagnesco mentre Lin, in piedi accanto a lui, lo teneva sott'occhio. Ayako era a sedere davanti alla scrivania dove era appoggiato John e Masako di fianco a loro.
Non ci voleva molto a capire che stavano parlando della situazione fino ad un attimo prima che il giovane entrasse.
Senza dire una parola cominciò a fare il suo lavoro sotto lo sguardo scrutatore degli altri.
- Mi dispiace, ma non riesco più a tollerarlo – aveva detto il monaco dopo poco.
- Takigawa-san – lo richiamò Lin
- No, mi dispiace ma non puoi continuare a difenderlo in questo modo – aveva continuato rivolgendosi all'uomo
- Mi spieghi che diavolo avevi in mente,Naru? - chiese.
Il tono del biondo era stranamente gelido, ma, rispetto a poco prima, era più calmo.
Naru non rispose. La pura e semplice verità era che neanche lui sapeva cosa avrebbe dovuto fare.
L'unica cosa che non voleva era che Mai venisse a sapere la verità esattamente come poco prima e non era riuscito a impedirlo.
Mentre pensava un'immagine gli balenò nella mente.
Mai davanti a lui a sguardo basso che gli chiedeva
- Quindi è me che vogliono? -
Lui aveva risposto senza neanche pensare. Non era da lui.
Poi lei si era allontanata.
Sobbalzò,capendo
- Dannazione! - sbottò
 
 
 
Quando capirono che Naru non avrebbe risposto alle loro domande e che non li avrebbe degnati di una spiegazione a proposito della sua reazione di poco prima, si rassegnarono ritirandosi ognuno nelle proprie camere.
Tutti tranne Lin che rimase in quella stanza ad osservare il ragazzo che andava su è giù indaffarato da almeno mezz'ora.
Non capiva.
Lin non l'aveva mai visto agitato in quel modo.
Anche quando avevano scoperto la verità sui genitori di Mai non aveva fatto una piega. Non si era lasciato coinvolgere. Allora cos'era che all'improvviso lo turbava così tanto?
- Naru mi vuoi spiegare che è successo? - chiese l'assistente che iniziava a preoccuparsi sul serio.
L'interessato neanche lo sentì.
L'uomo dovette avvicinarsi e afferrargli le spalle per farlo fermare e ottenere la sua attenzione.
- Mi spieghi perchè all'improvviso sei così preoccupato? Da quando ti conosco non ti ho mai visto agitarti tanto -
Naru lo guardò negli occhi e forse fu proprio il suo sguardo la cosa che più stupì Lin.
- Ma tu...sei terrorizzato – affermò lasciandolo andare
Il diciassettenne si lasciò cadere su una sedia chiudendo gli occhi.
Doveva calmarsi, in quelle condizioni non sarebbe riuscito a venire a capo neanche del caso più semplice figurarsi aiutare Mai.
Appena riuscì a ritrovare un po' della sua calma, parlò.
- Mai...credo stia cercando delle risposte -
- Beh...è normale no? Dopo quello che ha saputo è ovvio che voglia saperne di più -
Naru scosse la testa
- Non le sta cercando in un modo convenzionale...vuole mettersi in contatto con chi la sta tormentando – disse serio
 
 
Rientrate in camera sia Masako che Ayako si accorsero subito dell'assenza di una di loro.
- Che fine ha fatto Mai? - chiese Ayako.
- Non lo so – rispose Masako – Ora che ci penso non la vedo da stamattina prima che uscissi per gli esorcismi -
- Io sono rimasta con lei finché Buo-san non le ha chiesto di uscire un attimo con lui, poi non l'ho più vista – disse la sacerdotessa.
Le due si guardarono preoccupate. Normalmente non sarebbe stato così strano che uno di loro andasse per i fatti propri. Ma in quel caso, e nello stato in cui si trovava la ragazza, la cosa non faceva presagire niente di buono.
- Andiamo a chiedergli se sa dove può essere andata -
Così le due ragazze uscirono dalla loro camera e si incamminarono verso la stanza occupata dal monaco e dal giovane esorcista.

**************************************
Angolo autrice: Scusate scusate scusate....chiedo umilmente scusa per la mia assenza inaccettabilmente lunga * si inginocchia pronta ad essere fustigata *...ma mi sto preparando per gli esami di stato perciò non ho molto tempo. Ringrazio infinitamente che mi segue e recencisce e spero con tutto il cuore che...nonostante la mia assenza prolongata...continuiate a farlo. Allora al prossimo capitolo ^^
_Yozora_

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Capitolo 9
*** Cap.9 : Alone ***


Mai si trovava nel seminterrato della villa.
Camminava cercando di non fare rumore e, dato che c'era un buio pesto là sotto, non sapeva dove mettere i piedi.
Era ancora piuttosto irritata dal comportamento di Naru.
Quel ragazzo la faceva diventare matta.
Era sempre così freddo e distaccato, non gli importava di niente e nessuno che non fosse sé stesso o il suo lavoro. Con quell'aria da uomo esperto nonostante avesse appena un anno più di lei.
Come aveva potuto innamorarsi di un ragazzo così?
Doveva ammettere che se lo chiedeva spesso, però ogni volta lui faceva o diceva qualcosa che le faceva ricordare il motivo.
Anche senza che lei volesse succedeva qualcosa che le faceva sentire che era lui il ragazzo che amava...lui e nessun altro.
Sentì un rumore alle sue spalle e questo la fece riscuotere dai suoi pensieri.
Si fermò, poteva quasi sentire i battiti del suo cuore accelerare, ma non avrebbe saputo dire se per l'adrenalina o la paura.
Un odore strano le inondò le narici.
La sua mente in quel preciso momento le urlò di scappare senza guardarsi indietro.
Il suo corpo, d'altro canto, non voleva saperne di obbedire.
 
 
- Come sarebbe a dire che Mai è scomparsa? - esclamò Takigawa una volta avuta la notizia dalle ragazze.
- In camera non c'è e prima di andare in giro per la villa a vuoto volevamo chiederti se sapevi dove poteva essere andata, dato che sei l'ultima persona con cui l'ho vista – spiegò Ayako
- Ma non sono stato l'ultimo a rimanere da solo con lei – disse il monaco
- Quando sono rientrato alla base l'avevo lasciata con Naru -
- Ecco perché eri così furioso poco fa – disse la sacerdotessa.
- E questo che c'entra? - disse il ragazzo punto sul vivo
- Ragazzi non mi sembra il momento adatto per litigare – intervenne John cercando di calmare le acque, stroncando sul nascere il tentativo di Ayako di rispondere.
- Ha ragione. Dobbiamo trovare Mai al più presto, ho una brutta sensazione – disse Masako
 
 
 
Quando rinvenne in un primo momento tutto ciò che vide fu il buio. Quando i suoi occhi iniziarono ad adattarsi alla penombra, guardandosi intorno, capì di trovarsi in una stanza circolare.
Sembrava quasi una stanza d'ospedale e l'odore che emanava era lo stesso.
Non ci mise molto per accorgersi che aveva mani e piedi legati e che chiunque l'avesse portata lì aveva fatto in modo che non potesse chiamare aiuto tappandole la bocca con un cerotto.
Il terrore si impossesso della ragazza castana.
Era da sola. Ancora una volta.
Sola in un posto sconosciuto, tenuta prigioniera da chissà quale maniaco psicopatico.
Per di più non aveva detto a nessuno che se ne sarebbe andata ne dove.
Che cosa stupida aveva fatto.
Presa dalla rabbia e dalla frustrazione del momento non aveva preso in considerazione il fatto che andare in giro per quella villa da sola non era l'idea migliore.
Gli venne in mente la risposta di Naru alla sua domanda.
Quell'unica parola che le confermava che chiunque ci fosse in quel posto voleva lei.
Non le era importato, anzi probabilmente era stata proprio quella consapevolezza ad aumentare la sua motivazione a cercare delle risposte.
Il silenzio di quella stanza stava diventando opprimente.
Chissà se gli altri l'avrebbero trovata.
Non era poi così sicura, neanche lei sapeva dove si trovasse con precisione.
Per quanto ne sapesse poteva anche essere stata portata fuori dalla villa.
 
*****************************************
Angolo autrice: Salve ^^ Stavolta ho fatto presto...in realtà credo che postero presto in questo periodo perchè molti capitoli sono già pronti =) Ringrazio rafxsulfusxsempre e Killapikkoletta che mi seguono fin dall'inizio e hanno sempre recensito nonostante i miei imperdonabili ritardi...Scusatemi tanto! Colgo l'occasione per ringraziare anche chi si limita a seguirmi...grazie davvero. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento.
Ciaociao alla prossima
_Yozora_

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Capitolo 10
*** Cap.10 :Dangerous ***


Dopo quelle che parvero ore qualcuno entrò nella stanza e Mai si appiattì ancora di più al muro che aveva alle spalle.
Un uomo, dall'aspetto piuttosto malato, si avvicinò a lei.
Era pallido come un lenzuolo,scheletrico,i suoi occhi erano infossati e il suo volto scavato.
Le cose erano due o quell'uomo non mangiava ne vedeva la luce del giorno da anni oppure non era più un essere umano. Non poteva esserci altra spiegazione.
Si chinò di fronte a lei e le tolse il cerotto dalla bocca.
Con un sorriso raccapricciante ed una strana scintilla negli occhi, parlò
- Bene...adesso vediamo se hai lo stesso temperamento dei tuoi genitori, o sé parlerai di tua spontanea volontà -
Decisamente la voce di quell'uomo non aveva più niente di umano.
Era così bassa che, se non fosse stato così vicino a lei, la ragazza non l'avrebbe neanche udito e poi era più simile al gracchiare di un corvo che alla voce di un uomo.
- I...io non so di cosa stai parlando...non...non so neanche in cosa fossero coinvolti i miei – disse Mai cercando di mantenere la calma senza riuscirci.
- Non lo sai eh? Vediamo se conosco il modo per rinfrescarti la memoria -
Detto questo l'uomo l'afferrò per un braccio, la sua mano era fredda come il ghiaccio, e la trascinò vicino ad un camino acceso.
Prese un attizzatoio dalle fiamme e sciolse i polsi della ragazza solo per facilitarsi nel toglierle la maglia.
Mai sbarrò gli occhi terrorizzata
- Cosa...cosa vuoi fare? No...sta lontano da me – disse quasi urlando.
- Tranquilla...questo sarà niente in confronto a quello che hanno dovuto subire i miei genitori o i tuoi – sussurrò l'uomo, dopo di che poggiò l'attizzatoio sulla schiena della castana facendole bruciare la pelle sottostante.
Mai lanciò un urlo di dolore allucinante.
 
 
 
Naru si bloccò di colpo nel bel mezzo del corridoio.
Lui e Lin erano stati raggiunti dagli altri ore prima e, dopo la sfuriata del monaco che era stato trattenuto sia dall'assistente che dall'esorcista per evitare che si scagliasse contro Naru che,dal canto suo, non aveva fatto una piega,  avevano iniziato a cercare Mai.
- Che succede? - chiese Lin dietro di lui
- Non avete sentito? -
- Sentito...cosa esattamente? - chiese Ayako.
Il ragazzo guardò le facce dei suoi accompagnatori. Erano confusi. Sembrava che nessuno avesse sentito quell'urlo straziante.
- Niente...devo essermelo immaginato – rispose serio.
Eppure qualcosa dentro di lui gli diceva che non era stato frutto della sua immaginazione.
- Maledizione! - sbottò Takigawa neanche cento metri più avanti.
- Sono due ore che setacciamo la villa e non c'è neanche il più piccolo indizio del passaggio di Mai -
- Non può essersi volatilizzata – disse Ayako
- In realtà c'è un posto che non abbiamo controllato – intervenne John pensieroso.
Gli altri lo guardarono senza capire.
- Il seminterrato ragazzi – disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo
- E perchè non ce l'hai detto prima? - fece Takigawa altamente irritato.
Il giovane esorcista ridacchiò nervosamente
- Ehm...ecco...non ci avevo pensato -
- Non ci avevi pensato eh? - fece l'altro avvicinandosi minacciosamente
- Su Takigawa-san non prendertela...non credevo che Mai-san sarebbe andata da sola in quel posto- rispose il ragazzo tentando di difendersi
- Volete smettere di perdere tempo voi due e venire con noi oppure no? - intervenne ad un certo punto la voce di Masako.
Takigawa raggiunse il gruppo e John tirò un sospiro di sollievo per essersi salvato in extremis per poi seguirli.
 
 
Mai aprì gli occhi e riconobbe immediatamente il posto in cui era.
Uno dei suoi sogni.
Si guardò intorno in cerca di qualcosa, o meglio, di qualcuno che però non trovo.
Ciò che invece si parò all'improvviso davanti ai suoi occhi la bloccò sul posto.
Persone.
Una marea di persone che si avvicinavano a lei con fare minaccioso.
Donne e uomini, alcuni erano solo dei ragazzi.
Tutti dicevano qualcosa che lei non riusciva a capire.
 
È stata colpa loro. Tutta colpa loro e adesso toccherà a te pagarne le conseguenze, proprio com'è successo a noi.
 
Quella voce spettrale raggiunse le orecchie della ragazza che si voltò di scatto.
Tutto a un tratto, senza che se ne rendesse conto, si ritrovò circondata da quelli che ormai aveva capito essere fantasmi e, in mezzo a loro, riconobbe anche quello dei suoi incubi.
Lo spettro con il coltello in mano.
- Si può sapere perchè volete così tanto uccidermi? - urlò la castana in preda al terrore.
L'uomo ridacchiò
 
Perché tu sei la discendente di coloro che hanno portato il male...tu sei destinata a seguire il loro cammino...e dal destino non si può fuggire. Come loro hanno portato il male sui nostri corpi...tu porterai il male sui nostri spiriti, impedendo così il nostro ritorno. Noi non avremo pace fino a quando tu non cesserai di esistere.
 
Finito di dire quelle parole Mai sentì delle mani afferrarla e stringerla.
Cercò di dimenarsi senza riuscire a liberarsi.
Vide l'uomo alzare il coltello e chiuse gli occhi di riflesso, ma il colpo non arrivò mai.
La ragazza sentì la sensazione delle mani sul suo corpo scomparire.
Appena riuscì a tranquillizzarsi almeno un po' aprì lentamente gli occhi.
- N...Naru! - esclamò vedendo il moro davanti a sé.
Il Naru dei suoi sogni le sorrise dolcemente.
- Se ne sono andati – disse
La ragazza cadde in ginocchio.
- Cosa volevano dire? Perchè hanno detto che sono la discendente di coloro che hanno portato il male? Che significa? - chiese quasi in lacrime alzando lo sguardo su Naru.
Lui si inginocchiò davanti a lei per poi afferrarla delicatamente per le braccia e rimetterla in piedi.
- Mai devi promettermi che te ne andrai -
Lei lo guardò confusa
- Andarmene? Da dove? -
- Gli altri sono vicini...quando sarai libera devi andartene dalla villa -
- E rinunciare al caso? Rinunciare a scoprire della morte di mia madre e mio padre? -
- Dovrai farlo...è necessario...non è un posto sicuro per te – disse.
Il suo sguardo era preoccupato
- E poi...è ancora troppo presto perché tu sappia...non sei pronta -
- Pronta per cosa? -
- Andrai via? -
- Ma...-
- Promettimelo -
Mai avrebbe voluto ribattere, ma lo sguardo del ragazzo glielo impedì.
- Te lo prometto -
Il ragazzo sorrise
- Non preoccuparti  si risolverà tutto – le disse mentre piano piano svaniva.
La ragazza si risvegliò.
Era sdraiata sul pavimento gelido, tremante e con la schiena che le bruciava insopportabilmente.
 
*******************************
Angolo dell'autrice: BuonSalve a tutti!!! Anche stavolta ho fatto in fretta =) Quando sono così veloce preoccupo persino me perchè di solito anche l'ispirazione svanisce in fretta T.T vabbuo speriamo bene =).
rafxsulfusxsempre = Beh...ho come l'impressione che Bou-san scoppiera prima XD Anche se non penso che Naru continuerà a fare il finto tonto ancora per molto...o almeno spero, ammetto che nello sviluppo della storia sono già al 15esimo capitolo e non ho ancora capito nemmeno io ancora come andrà a finire =)
Killapikkoletta = Per la tua gioia rieccomi =) Non anticipo niente quindi scusa ma non posso rispondere alla tua domanda, posso solo dirti che lo scoprirai presto =) Sì Mai ce l'ha fatta ora non resta che vedere quanto ci metterà quel testone di Naru a capire.....
Ringrazio moltissimo entrambe e chi mi segue. Spero che il capitolo vi piaccia.
Ciaociao ^^
_Yozora_

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Capitolo 11
*** Cap. 11 : Rescue ***


Stavano camminando ininterrottamente da almeno mezz'ora all'interno del seminterrato. Per fortuna avevano avuto il buon senso di portare con loro delle torce perchè laggiù era buio pesto.
- Credete davvero che Mai sia venuta in un posto del genere? - chiese Ayako mentre svoltavano all'ennesimo angolo.
- è possibile. In fin dei conti erano spiriti quelli che stava cercando e i seminterrati sono tra i posti più infestati – rispose Takigawa.
- Questo posto mette i brividi – disse John guardandosi attorno
- Ci sono un sacco di spiriti qui e sono infuriati – sussurrò Masako preoccupata
- Dobbiamo trovarla al più presto -
Naru non aveva più fiatato da quando aveva chiesto se avevano sentito qualcosa. Si era limitato a stare in testa al gruppo e scrutare ogni angolo del seminterrato in religioso silenzio.
Una porta si parò davanti a lui. Sembrava essere l'unica presente in quel corridoio.
Il ragazzo portò la mano alla maniglia e tentò di aprirla.
Era chiusa a chiave.
Doveva essere quella.
- Lin! È questa – disse con sicurezza
Ci volette del tempo, ma alla fine l'assistente riuscì a sfondare la porta.
Si ritrovarono nella stanzetta circolare.
- Puzza di ospedale – affermò il monaco.
- Mai! - chiamò Ayako.
Nessuna risposta.
- L'ho trovata -
La voce di Naru proveniva da qualche parte in quella stanza.
Il gruppo si voltò dalla parte in cui proveniva la voce e la videro.
Sdraiata vicino ad un camino semi svestita giaceva la ragazza priva di sensi.
- Mai! - esclamarono gli altri in coro avvicinandosi.
Ayako e Masako rimasero senza fiato alla vista della ragazza.
La schiena era completamente coperta di bruciature provocate dall'attizzatoio che si trovava dentro il camino, segno che prima o poi chiunque avesse iniziato quel malsano trattamento sarebbe tornato. Probabilmente era andato a recuperare altra legna da ardere.
Takigawa strinse un pugno tremante di rabbia
- Maledetti! - sibilò
Naru coprì la ragazza con la sua giacca.
La sua espressione era imperscrutabile.
Si mise la castana sulle spalle.
Era più leggera di quanto immaginasse, ad un livello decisamente preoccupante.
- Ce la fai? - chiese Lin affiancandolo.
- Sì, senza problemi -
- Usciamo da qui – sussurrò John.
Il gruppo uscì da quella strana stanza.
Una volta fuori, percorso un breve tratto di strada, Masako si fermò.
- Che succede? - le chiese Ayako che le camminava al fianco.
- Non ci lasceranno andar via facilmente – sussurrò
- Non avendo Mai con noi...non ci permetteranno di portarla via -
- Adesso mi sono stufato – fece Takigawa portandosi in testa al gruppo.
John, che capì, lo affiancò.
Iniziarono a recitare le rispettiva parole usate per gli esorcismi.
Gli spiriti opposero resistenza, ma dopo qualche sforzo riuscirono a uscire dal seminterrato.
Stranamente non furono seguiti.
- è come se non si potessero muovere da lì – disse la medium.
- Il che per noi è una fortuna – aggiunse il monaco.

********************************
Angolo dell'autrice : rafxsulfusxsempre = Eccolo qui come richiesto =) Te lo devo anche perchè mi segui sempre e non ti ho ancora annoiata =) =) grazie tante davvero...lo so che è tutto molto complicato...persino io mi sto intrippando il cervello...no scusa quello è già intrippato di suo altrimenti la storia non sarebbe così contorta XD In realtà il 15esimo l'ho appena finito e devo ammettere di essere piuttosto orgogliosa di come è uscito *.* vabbè basta non spoilero più XD spero che questo capitolo ti piaccia.
alla prossima
_Yozora_

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Capitolo 12
*** Cap. 12 : Weakness ***


Naru adagiò la ragazza sul letto con una delicatezza mai mostrata prima, sotto lo sguardo preoccupato di tutti gli altri.
- Vado a chiamare l'ambulanza – disse Ayako ed uscì dalla stanza.
Nella stanza il silenzio regnava sovrano. C'erano mille domande sospese nell'aria, ma sopratutto la preoccupazione era palpabile. Lin fece segno a Masako,Jhonn e Takigawa di seguirlo fuori.
Aveva notato lo sguardo di Naru seduto sul letto accanto a Mai ed era il caso di lasciarlo solo con lei.
Era uno sguardo che non si sarebbe mai aspettato di vedere in quegli occhi.
Si chiuse la porta alle spalle e sospirò.
- Cosa dovremmo fare adesso? - chiese un Jhonn serio.
- La domanda non è cosa dovremmo...ma cosa possiamo fare – specificò Takigawa – Non mi sono mai trovato in una situazione simile -
- Prima di tutto dobbiamo assicurarci che Mai-san non rimanga qui un attimo di più – intervenne Lin.
- Sono d'accordo – affermò Masako – Questa storia è strana e gli spiriti sono più inquieti e bramosi del solito. Se le permettiamo di restare la cosa potrebbe peggiorare. Ormai è una caccia aperta. -
- Cosa intendi per “ caccia aperta “? - chiese il monaco guardando la medium.
Lei puntò i suoi occhi scuri in quelli marroni di lui.
- Sanno che è qui ed è lei che vogliono. Adesso tenteranno di riprendersela -
La voce della ragazza non aveva mai avuto un tono grave come in quel momento.
Il silenzio cadde nuovamente.
L'atmosfera era pregna della sensazione di pericolo che incombeva.
In quel momento una trafelata Ayako tornò annunciando che l'ambulanza sarebbe stata lì in pochi minuti.
 
 
 
 
Naru sedeva sul letto a fianco di una Mai addormentata.
La osservava pensieroso senza accorgersi che, istintivamente, le aveva preso una mano.
- Sono stato veramente uno stupido – sussurrò senza distogliere lo sguardo dal volto della ragazza.
La voce gli tremava appena.
Aveva fatto lo spavaldo fino a quel momento, e davanti agli altri avrebbe continuato a farlo, ma la verità era che si era spaventato da morire.
E ancora non era passata.
Sapeva che niente era finita.
Non ancora.
Non aveva mai affrontato una situazione simile. Non sapeva come doveva reagire e la cosa lo impensieriva. Ma il pensiero di mettere la sua stessa vita in pericolo non lo spaventava così tanto come la visione che aveva avuto della ragazza in quella stanza poco prima.
Il fatto che lei avesse rischiato la sua vita, e che non fosse ancora completamente in salvo, lo terrorizzava tanto da pietrificarlo.
In un gesto involontario accarezzò il volto della castana.
Perdonami pensò.
Solo nei suoi pensieri gli era concesso di mostrarsi debole.
Con il lavoro che svolgeva e l'immagine di sé che si era costruito, e con la quale ormai aveva imparato a convivere talmente tanto da identificarvisi, non poteva permettersi tanta debolezza.
Perciò lasciò a sé stesso, solo per un attimo, solo per quel momento, di lasciarsi andare alle sue paure ed insicurezze.
Strinse la mano della ragazza che si trovava nella sua e sentì il suo stesso corpo tremare.
Un sorriso amaro si fece strada sul suo volto
- Sono davvero patetico – sussurrò ancora una volta.
Lo era sul serio.
Se non lo fosse stato sarebbe stato in grado di proteggere Mai.
Dentro di sé giurò che non avrebbe più lasciato che le succedesse qualcosa del genere. Mai più.
Qualche minuto dopo gli altri rientrarono e Mai fu portata via dall'ambulanza.
 
*********************************************************
Angolo dell'autrice: Zaoooo!!!! Eccomi con un altro capitolo =) presto tornerò ad essere un po' meno presente...l'ispirazione purtroppo sta scemando di nuovo T.T
Killapikkoletta = Credimi in questa storia ci capisco poco anch'io le idee mi vengono all'improvviso perciò molti punti non sono ancora molto definiti neanche nella mia testa XD però questa cosa mi piace così riesco ad adattare tutto alla trama man mano che la storia si sviluppa =). Come avrai sicuramente notato i miei capitoli passano da essere lunghissimi a coprtissimi...non ho via di mezzo ( mi succede anche con le altre due storie che sto postando ^^ )
Grazie mille per le recensioni e a chi mi segue =)
Al prossimo capitolo
_Yozora_

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Capitolo 13
*** Cap. 13 : Choices ***


Mai aprì gli occhi a fatica. Si guardò attorno,ma non riconobbe la stanza in cui si trovava finchè non si accorse di avere un ago nel braccio che era collegato ad una flebo. Fece correre lo sguardo ancora una volta per tutta la stanza. Cercò di mettersi seduta, ma un dolore improvviso alla schiena glielo impedì.
- Cosa credi di fare, signorina? - chiese una voce maschile.
La ragazza si voltò verso la porta
- Bou-san – sussurrò senza nascondere una nota di sollievo nella voce.
Il monaco le sorrise rassicurante
- Buongiorno -
La ragazza spostò lo sguardo alla finestra. Ormai si avvicinava la sera.
- Per quanto ho dormito? - chiese
- Quasi tre giorni di fila – rispose lui sedendosi sulla sedia accanto al letto.
- Gli altri? -
- Saranno qui presto – esitò poi aggiunse – Avevano delle cose da sbrigare -
La castana lo guardò, aveva notato quell'attimo di insicurezza.
C'era qualcosa che lei non doveva sapere.
Sospirò
Dev'essere stato Naru ad ordinare il silenzio pensò
Il monaco la osservava preoccupato.
Temeva che sarebbe crollata di nuovo da un momento all'altro.
In più non sapeva proprio come dirle che loro stavano continuando a lavorare alla villa e che lei non sarebbe potuta tornare.
Odiava dover fare la parte di quello che non capiva i sentimenti degli altri.
Non c'è altra scelta...è per il suo bene si disse
Prese un respiro profondo e alzò lo sguardo su di lei che era tornata a fissare fuori dalla finestra.
Lo sguardo lontano.
Prima che potesse anche solo aprir bocca la ragazza intervenne, sempre senza guardarlo
- State ancora alla villa?-
Takigawa la guardò stupito, poi sorrise amaramente, doveva aspettarselo da Mai
- Sì -
- Mai...- iniziò lui, ma fu di nuovo interrotto da lei
- Tranquillo...non tornerò – la sua voce era distaccata, poi aggiunse – Per ora -
Il biondo la guardò stupito.
Stava rinunciando al caso spontaneamente?
Che era successo? Forse era ancora scossa dall'accaduto di qualche sera prima.
Poi si fermò a riflettere sulle parole della ragazza.
- Per ora? - chiese – Che intendi? -
Mai lo guardò. Nei suoi occhi era tornata quella scintilla che aveva quando accettava una sfida
- Non tornerò alla villa almeno fino a quando non sarò riuscita a capirci di più su questa storia – disse sicura
- Voglio sapere in cosa si era invischiati i miei -
Le parole dei fantasmi le tornarono alla mente
“ Tu sei la discendente di coloro che hanno portato il male...tu sei destinata a seguire il loro cammino...e dal destino non si può fuggire. Come loro hanno portato il male sui nostri corpi...tu porterai il male sui nostri spiriti, impedendo così il nostro ritorno.”
- Mai è pericoloso intromettersi in questa storia...sopratutto per te -
La voce di Takigawa la riscosse dai suoi pensieri
- Lo so...ma devo sapere...voglio capire – ripetè
- E come pensi di farlo? -
Mai sobbalzò.
Avrebbe riconosciuto quella voce anche se fosse stata coperta da migliaia di altre voci.
Di nuovo si ritrovò a guardare la porta
- Naru – sussurrò
 
 
Naru entrò nella stanza seguito dagl'altri.
Lin, che fu l'ultimo ad entrare, si richiuse la porta alle spalle.
Ayako si precipitò ad abbracciare la ragazza sul letto
- Mai...ti sei svegliata finalmente...ci hai fatto prendere un colpo sai...non sparire più in quel modo -
La castana dovette nascondere una smorfia di dolore quando l'altra le piombò addosso.
Sorrise dolcemente
- Scusa Ayako, hai ragione -
- Come ti senti adesso? - chiese un'altra voce femminile
La ragazza alzò lo sguardo sulla mora
- Meglio, grazie Masako -
- Per fortuna – rispose Jhonn facendosi avanti.
Naru si era appoggiato al muro accanto al letto silenzioso ed a occhi chiusi.
Lin spostava lo sguardo da lui alla ragazza.
Mai posò lo sguardo sul ragazzo.
La sua espressione sembrava quella di sempre.
Fredda e inespugnabile.
Eppure sembrava più stanco del solito.
- Hai scoperto qualcosa? - chiese senza troppi giri di parole.
Naru aprì gli occhi e la guardò.
Nei suoi occhi sembrava essere tornata almeno un po' della loro caratteristica vitalità.
La stessa di quando l'aveva conosciuta.
Quello lo faceva sentire leggermente sollevato, ma non potevano abbassare la guardia.
Non ancora.
- Non molto – rispose
- All'interno della villa sembra non esserci nessuno che conosca la storia fino a tre anni fa nei dettagli – si fermò per osservare la reazione della ragazza.
Lei non cambiò espressione né distolse lo sguardo dal suo così lui andò avanti
- Non più di quello che ne dissero i giornali comunque. Però ho la sensazione che ci sia qualcuno che stia cercando di nascondere qualcosa – confessò
- Chi? - chiese Mai
- Non lo so ancora, ma non credo che sia uno dei membri più anziani della famiglia. Non vivono in quella villa da anni. - si interruppe un momento riflettendo
- Ricordi il figlio dell'attuale proprietaria? Il ragazzo che se ne sta sempre in disparte ed evita le persone? -
Mai annuì
- Takahasu-kun – disse
- Beh...c'è qualcosa che non mi convince – confessò Naru.
 
****************************************************
Angolo autrice : Eccomi con un nuovo capitolo ^^ La cosa si fa sempre più intrigante...talmente tanto che intriga anche me =) =) =)
Grazie a tutti quelli che mi seguono e grazie a rafxsulfusxsempre e killapikkoletta che recenciscono. Sono contenta che il Naru dello scorso capitolo vi sia piaciuto...forse in un capitolo che posterò in futuro vi piacerà ancora di più =)
A presto ^^
_Yozora_

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Capitolo 14
*** Cap. 14 : Heartbeats ***


- Che vuoi dire? - chiese la ragazza.
Era come se i due si fossero dimenticati che in quella stanza non erano soli. Continuavano a parlare del caso tra loro, senza interpellare nessuno.
La ragazza ascoltava attentamente qualsiasi cosa lui le dicesse e lui riferiva tutto ciò che sapeva senza distogliere gli occhi da lei.
- Non ne so molto, ma 10 anni fa sembra che un gruppo di persone fosse stato accusato di crimini gravi e poi ucciso, nei sotterranei di quella villa. Non so cosa c'entrino i tuoi genitori in tutto questo, fatto sta che pare che ci fosse qualcuno all'interno della villa che pensava che ne sapessero qualcosa. In più sembra che tra le persone uccise ci fossero anche il padre ed il fratello di Takahasu-san. Il padre è morto, ma del fratello il corpo non è mai stato ritrovato. La cosa strana è che nessuno poteva fuggire di lì -
Mai era rimasta impietrita.
Com'era possibile?
Allora ecco perchè quella volta quel posto pullulava di fantasmi.
Un momento pensò
- Non è scappato...-sussurrò Mai.
La voce aveva iniziato a tremarle appena.
Stavolta fu Ayako a parlare
- Cosa significa? - chiese guardandola senza capire.
- Lui si trova ancora là sotto. Il suo corpo non è stato ritrovato perchè non è morto – continuò sussurrando sempre più spaventata.
- Lui...lui è...-
Non se ne era accorta ma aveva cominciato a tremare completamente.
- Basta! - sbottò Takigawa che dal loro arrivo era rimasto in silenzio
Gli altri si voltarono verso di lui sorpresi.
Tutti tranne Naru che continuava ad osservare Mai senza dire una parola.
- Adesso basta...è fin troppo sconvolta. Per di più ancora non si è ripresa da ciò che le è successo  come puoi piombare qui e dirle tutto questo? -
La critica era ovviamente rivolta a Naru che non rispose.
Il monaco strinse i pugni, ma prima di poter dire o fare qualsiasi cosa Jhonn lo bloccò.
- Ok,ok restiamo calmi eh? - disse poi spostò lo sguardo alla ragazza sul letto
- Adesso andiamo, lasciamola riposare. Ci vediamo Mai-san riguardati -
La castana si calmò e si rivolse all'esorcista
- Grazie Jhonn -
Lui per tutta la risposta le sorrise, poi uscì.
Gli altri lo seguirono.
- Naru – chiamò Mai
Il ragazzo si fermò sulla porta e si voltò a guardarla
- Potrei parlarti ancora un momento? - chiese
Il moro si voltò verso Lin
- Vai avanti vi raggiungo più tardi -
Detto questo chiuse la porta e si sedette accanto al letto.
 
 
Naru osservava la sedicenne in silenzio.
Avevano soltanto un anno di differenza eppure sembravano molti di più.
Forse perchè lui non sembrava un diciassettenne.
Per qualche minuto in quella stanza d'ospedale regnò il silenzio
- Mi dispiace – sussurrò la ragazza poi
- Per...? - chiese Naru senza capire
- Ciò che ho detto l'altra volta...sul fatto che per te le indagini erano più importanti di qualsiasi altra cosa – gli ricordò la ragazza imbarazzata
- Figurati. In fin dei conti è davvero così – rispose lui con voce piatta.
Era tornato ad essere il Naru di sempre.
Quello freddo e distaccato che non provava niente per nessuno se non sé stesso.
Il tipico narcisista, come lo definivano tutti, e come Mai non aveva tardato a capire fin dal loro primo incontro.
Era tornato ad assumere il comportamento che era abituato a tenere di fronte agli altri, come se i giorni passati in quella stanza da solo a preoccuparsi e le nottate passate in bianco nella speranza che si svegliasse, non fossero esistite.
La ragazza lo guardò.
La mancanza di espressione sul suo volto iniziava davvero a snervarla.
- C'è altro? - chiese il moro dopo un po'.
La castana strinse un pugno sotto il lenzuolo.
Sbuffò.
- Nient'altro – rispose secca.
- Bene – fece lui alzandosi e avvicinandosi alla porta.
Afferrò la maniglia poi si fermò
- Vedi di rimetterti per bene – disse senza guardarla per poi uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Dentro la stanza una Mai piuttosto sorpresa fissava il punto fino a dove un attimo prima c'era stato il suo interlocutore.
Ecco di nuovo uno di quei momenti in cui, ancora una volta con i battiti accelerati, si ritrovava a pensare che era solo lui quello che amava.
 
 
 
Naru si appoggiò alla porta dalla quale era appena uscito.
Le parole erano uscite da sole prima ancora che potesse fermarle.
Avrebbe tanto voluto tenersele per sé.
Nessuno poteva vedere quella parte di lui.
Nessuno.
Nemmeno Mai.
Quel pensiero, stranamente, lo feriva.
Si coprì il volto con una mano.
Da quando gli importava che qualcuno lo vedesse per com'era davvero?
Non si era costruito lui apposta l'immagine di ragazzo freddo e insensibile fin da quando aveva preso il comando della Shibuya Psychic Research per evitare che gli altri vedessero il vero sé?
Non sopportava, forse, il fatto che tutti lo soprannominassero Naru proprio perchè rispecchiava perfettamente l'identità che si era creato?
Lasciava che persino Lin, che lo conosceva meglio di chiunque altro, lo chiamasse in quel modo.
Allora perchè il pensiero che Mai non sarebbe mai riuscita a vederlo per quello che era realmente gli faceva male?
Perchè anche il solo sentir nominare quella ragazzina faceva accelerare i battiti del suo cuore?
 
*************************
Angolo dell'autrice: Salve ^^ Eccomi con un nuovo capitolo =) Ringrazio come sempre le mie due recensitrici e sì lo so che Naru è un po' una testa vuota ma che farci è fatto così =) Spero che apprezzerete anche questo =)
Al prossimo capitolo
_Yozora_

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Capitolo 15
*** Cap. 15 : Clarity ***


Naru tornò alla villa.
Ogni traccia del turbamento avuto appena mezz'ora prima era sparita.
Gli altri si voltarono verso di lui, ma non chiesero niente.
Il moro si sedette alla scrivania e, guardandoli uno ad uno, chiese
- Ci sono novità? -
- Ancora niente – rispose Lin a nome di tutti.
Il ragazzo sospirò
- Bene, per stasera finiamola qui. È tardi quindi non ricaveremo niente stando qui -
- Hai ragione, non c'è molto che possiamo fare ora come ora – acconsentì Jhonn
Così, per quella sera, cenarono e poi si ritirarono ognuno nelle proprie camere.
 
 
 
Naru si lasciò cadere sul letto, esausto.
Si portò un braccio sugli occhi e lasciò che l'immagine di Mai, che aveva tenuta in un angolino fino a quel momento, riprendesse forma invadendogli la mente.
Che gli stava prendendo in quel periodo?
Non si era mai lasciato affascinare tanto da una ragazza.
E ne aveva che gli cadevano ai piedi, facendogli moine pur di conquistarlo.
Forse per quello quella ragazzina lo aveva colpito tanto.
Ormai erano a stretto contatto da mesi eppure lei non sembrava mostrare tutto l'interesse che solitamente lui suscitava.
Lei era diversa.
Gli stava intorno senza invadere il suo spazio.
Lo aiutava senza chiedere niente in cambio.
Aveva accettato di lavorare per lui senza troppe domande.
Non aveva mai tentato di assalirlo quando erano soli.
Si preoccupava per lui senza secondi fini.
Si arrabbiava quando diceva o faceva qualcosa che non andava.
Lo trattava esattamente come trattava gli altri membri del gruppo.
Senza distinzioni.
Come se il fatto che fosse il capo di una grande azienda non contasse.
Il fatto che lui fosse il suo capo per lei non contava.
Sopratutto, lo ascoltava.
C'erano stati momenti, in passato, in cui, per brevi istanti, Naru aveva leggermente abbassato le difese.
Una volta in particolare la ricordava come se non fosse passato un giorno.
Durante il caso alla scuola di Yasuhara-san avevano litigato pesantemente, lei era addirittura arrivata a chiamarlo assassino, perchè lui si era ostinato a non voler spiegare la sua idea e Mai se ne preoccupava. Quando tutto era finito aveva sentito il bisogno di scusarsi con lei. Ricordava ancora l'espressione sul volto della ragazza.
Era rimasta in silenzio ad ascoltare ciò che aveva da dire, senza interromperlo.
Quando aveva finito di parlare e se ne stava per andare, lo aveva fermato dicendogli che era stato ingiusto anticipandola nelle scuse.
Lui le aveva sorriso.
Gli era venuto spontaneo.
Anche ricordando, in quel momento, sorrise.
In quell'istante comprese.
Si rese conto che quella ragazza gli era entrata dentro, facendosi spazio nella sua mente e nel suo cuore con forza, e non ne sarebbe più uscita.
Per quanto lui si sforzasse di soffocare quei sentimenti quelli tornavano a galla, prepotentemente.
Non poteva permetterlo.
Per quanto male gli facesse, non poteva permettersi di buttare giù quella corazza.
Era costretto a mantenerla intatta.
Anche per lei.
Anzi, sopratutto per lei.
Adesso sapeva perchè reagisse in quel modo ogni volta che ne sentiva anche solo la presenza.
Era un motivo in più per allontanarla da sé.
Per quanto dolore si sarebbe procurato non poteva permettere che la cosa venisse fuori.
Doveva proteggerla.
Persino da sé stesso.
Adesso sapeva cos'era che provava per quella ragazza, ma per il bene di lei non poteva farsi scoprire.
Da nessuno.

******************************
Angolo dell'autrice : Ed eccolo qui!!!! Il capitolo che probabilmente molte di voi stavano aspettando!!! Devo confessarvi che vado parecchio orgogliosa di come mi è venuto =) Anche se forse non le penserete come me....non so perchè ma a me piace parecchio quindi spero che sia lo stesso per voi *.*
Grazie ancora a killapikkoletta e rafxsulfusxsempre che mi recenciscono sempre grazie davvero tante ^^ e grazie anche a chi si limita a seguirmi
Ciao a tutti alla prossima e BUONA PASQUA A TUTTI!!! =)

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Capitolo 16
*** Cap. 16 : Visit ***


Era passata una settimana dalla disavventura di Mai e lei era stata dimessa dall'ospedale.
Le bruciature sulla schiena non si erano ancora cicatrizzate del tutto ed ogni tanto le prudevano, ma sopportava.
Le cicatrici, ovviamente, sarebbe rimaste visibili.
Come promesso non era tornata alla villa.
Non vi si era nemmeno avvicinata.
Non che ne avesse avuto neanche il tempo.
Naru l'aveva tenuta occupata in ufficio.
Erano lavori di poco conto, era vero, ma le prendevano gran parte della giornata.
Da quando lei aveva deciso di cercare informazioni per conto proprio fuori dalla villa, lui non le aveva lasciato un minuto per respirare.
Più di una volta si era ritrovata a pensare che lo facesse di proposito, ma conoscendo Naru, smentiva se stessa pensando che doveva trattarsi di una coincidenza.
Solitamente era sola, ma qualche volta qualcuno degli altri andava a farle compagnia ed a riportarle notizie. Anche se non c'erano stati molti sviluppi.
Ogni volta che si avvicinavano ad una pista si rivelava essere falsa.
Strano.
Non è l'unica cosa ad essere strana in questi giorni pensò Mai mentre era seduta sul divano dell'ufficio in un momento di calma piatta.
Naru era l'altra cosa strana.
Si comportava in maniera più indecifrabile del solito.
Passava dai momenti in cui sembrava preoccuparsi per lei ai momenti in cui era più freddo del consueto.
Quando rimanevano soli poi la considerava a malapena.
Proprio non riusciva a capire.
Sospirò.
Tra tutti proprio di una persona complicata come lui dovevo innamorarmi pensò avvilita.
In quel momento un bussare alla porta la distrasse dai suoi pensieri.
Si alzò in piedi pronta ad accogliere qualche cliente.
- Avanti – disse.
- Buongiorno – disse Lin affacciandosi alla porta.
- Lin-san – esclamò Mai sorpresa.
Era l'unica persona che non era ancora riuscita a vedere da quando si era risvegliata in ospedale.
- Entra -
 
 
Lin si accomodò nell'ufficio e si sedette sul divano.
- Posso prepararti una tazza di the? - chiese Mai.
- Sì,grazie -
Il loro rapporto era cambiato molto.
Da quando avevano avuto quella discussione su Cina e Giappone nella quale poi entrambi si erano resi conto di doversi scusare, andavano d'accordo.
Era un rapporto diverso da quello che lo legava a Naru, sarebbe stato sempre la sua priorità, ma era comunque un legame forte.
Con il passare del tempo aveva sviluppato un comportamento paterno verso quella ragazzina.
Sorrise al pensiero.
Non si era mai sentito in quel modo.
La cosa non gli dispiaceva affatto, a dirla tutta, anche se, probabilmente, non lo avrebbe mai confessato.
Aveva una dignità da mantenere.
Poco dopo Mai tornò con il the e posò la tazza sul tavolo per poi sedersi di fronte a lui.
Lin sorseggiò la bevanda poi guardò la castana.
- Allora come te la passi qui da sola? - chiese.
- è una noia mortale – ammise.
Lui era una delle persone, oltre Ayako e Bou-san, con cui riusciva ad essere sé stessa.
Lo rispettava moltissimo.
Sopratutto per la dedizione al lavoro e la sua lealtà verso Naru.
Era ammirevole.
Anche lei si giovava della piega che aveva preso il loro rapporto.
Per lei era diventato come un fratello maggiore.
Anche se, a volte, provava ancora un po' di soggezione nei suoi confronti, adesso le riusciva molto più semplice lasciarsi andare in sua presenta.
Lin rise di quella affermazione.
- Immagino -
Mai sorrise.
Del suo solito sorriso spontaneo e sincero come non ne vedeva da tempo su quel volto.
- Questa è la Mai-san che conosco – disse senza pensarci.
La castana abbassò lo sguardo e arrossì violentemente.
- Devo aver fatto preoccupare anche te. Mi dispiace -
L'altro sorrise
- Non preoccuparti. Non hai niente di cui scusarti. L'importante è che adesso tu stia bene -
A quell'affermazione Mai rialzò lo sguardo su di lui.
I suoi occhi si erano incupiti improvvisamente e Lin se ne accorse.
La ragazza si alzò e si avvicinò alla finestra.

*************************************

Angolo autrice : Scusate scusate scusate scusate scusate!!!! Lo so sono in ritardissimo ma avevo gli esami di maturità a cui pensare perciò non ho proprio avuto il tempo. MI DISPIACE! Comunque li ho finiti ieri così adesso potrò essere molto  più presente =).
rafxsulfusxsempre : Beh....ti dico solo che se almeno Lin l'ha beccato o meno lo scopriremo presto =)
Killapikkoletta : Chissà forse non vuole che lo scopra per orgoglio? A causa della sua famiglia? O forse c'è qualcos'altro dietro di più o compliicato. Potrebbe anche essere come dici tu ed è soltanto un povero scemo. Chi lo sa? =) ( Ok lo ammetto ADORO tenervi sulle spine XD )
Sofy98anime : Grazie mille del complimento lo apprezzato molto, anche perchè a volte ho paura di mancare di fantasia =)
Ringrazio di cuore anche chi mi segue in silenzio e spero che continuerete a farlo e che la mia storia continui a piacervi ^^. A presto!!!

_Yozora_

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Capitolo 17
*** Cap. 17 : Starting point ***


- Qualcosa non va? - chiese
Lei tacque per qualche minuto.
Cosa avrebbe dovuto rispondere?
- Lin-san, ormai non posso più tornare indietro – disse dopo un po'.
L'altro aggrottò le sopracciglia.
Non capiva.
Non disse niente in attesa che Mai continuasse.
- Io devo sapere – affermò.
La sua voce era ferma,sicura,dura.
Fin troppo.
All'improvviso capì a cosa si riferiva.
- Mai – per la prima volta non usò l'onorifico
- Tutto questo è troppo complicato. Potrebbe essere dura da gestire, quasi impossibile. Sopratutto per te. La verità non sempre ci aiuta a sentirci meglio. Molto spesso porta alla luce cose che non vorremmo mai sapere, cose che ci cambiano la vita radicalmente e drasticamente. Potresti non riuscire a sostenerla. Potresti non tornare più com'eri. - disse serio.
- Non posso rimanere con il dubbio – rispose Mai schietta.
- Potrebbe rovinarti la vita – ribatté Lin iniziando a scaldarsi.
- Non ho intenzione di far finta che non sia successo niente – disse la ragazza.
Si voltò verso l'uomo ancora seduto sul divano.
Anche lei si stava scaldando.
- Non posso fingere di non aver visto e sentito niente. Non basterà chiudere le orecchie e gli occhi stavolta -
La sua voce si alzò di tono.
- Queste non spariranno mai – disse voltandosi di schiena e alzandosi la maglia mostrando le ferite al suo interlocutore.
Lin si impietrì.
Non aveva ancora avuto occasione di verificare le condizioni della ragazza da quando l'avevano trovata.
Sapeva delle bruciature, ovviamente, ma non immaginava che ne avesse la schiena piena.
- Voglio sapere cos'è successo. Perchè i fantasmi che ho visto sono convinti che io sia la discendente di chi sa chi e perchè credono che voglia eliminarli tutti. E poi cosa intendevano con il fatto che sarò quella che impedirà il loro ritorno. -
Si fermò per riprendere fiato poi continuò.
- Ma sopratutto voglio scoprire cosa hanno a che vedere i miei genitori con questa storia. Cosa abbiano fatto per imbrigliarsi tanto in qualcosa accaduto 10 anni prima e come questo li abbia portati alla morte. Voglio sapere cosa c'era di più importante per loro da arrivare a morire, invece di occuparsi di loro figlia abbandonandola a soli 13 anni. -
I suo occhi si riempirono di lacrime mentre diceva tutto questo.
Lin la ascoltò in silenzio.
La lasciò sfogare senza interromperla.
Chissà da quanto portava quel peso.
Chissà cosa aveva provato scoprendo che i genitori non erano morti in un semplice incidente d'auto.
Era normale che volesse sapere.
Doveva aspettarselo.
Non avrebbe ascoltato nessuno.
Probabilmente in quel momento nemmeno Naru sarebbe servito.
Per quanto il ragazzo potesse tenerla lì dentro non sarebbe riuscito a fermarla.
L'uomo si alzò e si avvicinò a lei.
Il suo tono si addolcì.
- Lo so – sussurrò
- So che vuoi sapere ad ogni costo e so anche che non posso impedirtelo. Non ne ho il diritto. Sono solo preoccupato. Non voglio che tu ti faccia del male -
Era la prima volta che era così sincero con qualcuno.
E forse anche così sentimentale.
Mai era rimasta stupita.
Nonostante il loro rapporto fosse migliorato molto non si sarebbe mai aspettata di sentire delle parole del genere da lui.
Si asciugò gli occhi.
- Lo so, ma devo farlo – sussurrò.
- Solo...fa attenzione – le raccomandò lui.
 
 
Lin tornò alla villa qualche ora più tardi.
Era rimasto a parlare con Mai dopo il suo sfogo per assicurarsi che si calmasse almeno un po'.
Se ne era andato solo dopo che lei le aveva assicurato di stare bene e che per quel giorno si sarebbe limitata a rimanere in ufficio e tornare a casa, senza fare mosse avventate.
Quando entrò alla “ base “ Naru alzò lo sguardo su di lui.
Erano ancora tutti lì intenti a leggere documenti.
- Trovato niente? - chiese Lin sedendosi su una sedia.
Evitò lo sguardo di Naru.
Non poteva parlare lì.
Non in quel momento.
- Qualcosa, ma ancora niente di chiaro – rispose Jhonn
- Dannazione! Sto diventando matto! Basta fare un passo avanti per farne 100 indietro – esclamò Takigawa esasperato.
Solo a quel punto Lin incrociò lo sguardo di Naru che si alzò.
- Beh...comunque abbiamo un luogo da dove iniziare. La casa abbandonata da 3 anni di cui parlava la cameriera. - disse.
Tutti si voltarono verso di lui attenti.
- Sì, ma è l'unica a conoscere quella storia. Quanto pensi che possa essere attendibile? - chiese Ayako.
Non era una critica solo un'osservazione.
- Non saprei, ma per adesso è l'unica pista che abbiamo e tentare non nuoce -
Gli altri ci pensarono un po' su poi annuirono convenendo che era meglio di niente. Almeno avevano qualcosa come punto di partenza.
- Ci andremo domani mattina per stasera basta così. Si è fatto tardi -
Lin guardò l'orologio.
Aveva ragione, era tardissimo.
 
 
- Allora? - chiese Naru una volta che tutti fossero usciti.
Lin lo guardò.
Era incredibile.
Solo uno sguardo e aveva capito che doveva dirgli qualcosa.
- Riguarda Mai – disse per poi vedere se aveva qualche tipo di reazione.
Niente.
Esitò non sapendo se doveva andare avanti o meno.
- Quindi? - chiese di nuovo il ragazzo nascondendo l'interesse che solo il sentire quel nome aveva suscitato.
- Non si fermerà davanti a niente. È decisa a scoprire cosa è successo e credo che stavolta neanche tu possa impedirglielo -
Naru sospirò.
Certe volte quella ragazza sapeva essere davvero testarda.
Nemmeno metterle i bastoni tra le ruote tenendola occupata in ufficio era servito a cambiare la sua decisione.
- Cosa avrebbe a che fare con me? - chiese senza guardarlo.
- Credi che sia un idiota? - chiese l'altro serio.
Era stanco di dover sopportare quel suo comportamento.
Si comportava come se niente lo toccasse e poi pretendeva anche che gli altri non se ne accorgessero.
Beh...si sbagliava di grosso.
- Puoi darla a bere a chiunque. Forse gli altri avranno creduto alla tua recita da statua ben costruita. Forse c'è cascata anche Mai. Non io. Non puoi nasconderti con me – fece una pausa.
- Io ti conosco -
Naru lo guardò negli occhi e in quel momento capì.
Era stato uno stupido a pensare di poter nascondersi da lui.
Lin l'aveva visto crescere.
Conosceva ogni suo lato.
Ogni suo comportamento.
Ogni significato dietro le sue azioni.
Ogni suo pensiero.
Conosceva tutto.

******************************************
Angolo autrice : Eccomiiiii!!!!! Non potevo farmi aspettare troppo stavolta =) Devo recuperare il tempo perduto perciò eccovi un nuovo cap.!
rafxsulfusxsempre : Spero di aver esaudito la tua richiesta approposito del tempo di pubblicazione *.* E sì anche Naru ogni tanto deve rivelare la sua parte  " umana " anche se poverino è un po' incapace XD
Killapikkoletta : In bocca al lupo!!!!! Non sai quanto ti sono vicina in questo momento =) Comunque non preoccuparti quando abbondo una storia di solito la cancello perciò finchè la vedi non devi temere anche se sono in ritardo =)
Spero che anche questo capitolo vi appassioni. Un saluto a tutti!!
_Yozora_

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Capitolo 18
*** Cap. 18 : House of memories ***


Quella mattina Mai era uscita presto, tanto non riusciva a riprendere sonno dopo essersi svegliata, e aveva deciso di controllare un posto prima di andare in ufficio.
Un posto nel quale non tornava da 3 anni.
Esattamente dalla morte dei suoi genitori.
Era ora di farlo.
Sentiva che era da lì che doveva partire se voleva scoprire qualcosa.
Scese dal taxi che aveva preso e risalì una strada che portava su una collina.
Lì vi erano poche case.
Non più di una decina.
Tra quelle una vecchia casa abbandonata spiccava a causa delle erbacce che avevano cominciato a rampicarsi lungo i muri.
Mai vi si avvicinò.
Si fermò davanti alla porta di legno che iniziava a marcire e la sfiorò.
- Sono tornata – sussurrò.
Ricordava come se non fosse passato un secondo il giorno che aveva lasciato quella casa giurando a sé stessa che non vi avrebbe più rimesso piede.
Non aveva neanche portato niente via con sé a parte i vestiti che indossava e che in seguito aveva gettato.
Non aveva voluto nessun legame e nessun ricordo con quella casa.
Eppure eccola lì.
In piedi proprio di fronte a quella casa che di ricordi ne era piena.
Spinse leggermente la porta, che 3 anni prima non si era neanche presa la briga di chiudere correttamente, e si aprì con un cigolio.
All'interno l'unica cosa ad illuminare le stanze erano i raggi di sole che filtravano dalle finestre.
Tutto era rimasto come lo aveva lasciato.
Le stoviglie nel lavandino ancora da lavare.
Una sedia caduta nella fretta di alzarsi per aprire la porta pensando che erano i suoi.
Il telecomando appoggiato sul tavolino.
Mai riusciva a vedere ogni singola scena ovunque.
Si avvicinò alle scale e vide una ragazzina uguale a lei correre di sopra cercando di nascondere le lacrime prima di arrivare in camera.
Vide quella stessa ragazzina rannicchiarsi in un angolo della stanza e piangere anche l'anima.
Sentì i lamenti disperati trasformarsi in singhiozzi sommessi.
Poi il silenzio.
Si avvicinò a lei e le si inginocchiò davanti.
Allungò una mano come a volerla toccare, ma quella sparì e la scena cambiò.
Adesso attraversava la porta e scendeva le scale come un automa.
Si avvicinò alla porta.
All'improvviso si fermò come se qualcosa avesse attirato la sua attenzione.
Davanti a sè la gigantografia di una foto di famiglia.
Strinse un pugno e con rabbia lo scagliò contro la fotografia rompendo il vetro e tagliandosi la mano.
A quel punto aprì la porta e uscì ignorando il sangue che colava.
Vi erano ancora le macchie sul pavimento.
La porta si richiuse alle sue spalle facendo intravedere la schiena della ragazzina che correva.
Scappava.
Mai tornò al presente.
Come previsto non appena aveva rimesso piede in quella casa i ricordi erano tornati in superficie, dolorosi come un pugno allo stomaco.
Lasciò che quel dolore la invadesse.
Era diverso dal dolore che aveva provato una settimana prima.
Era dolce, malinconico e, in qualche modo, mille volte più distruttivo.
Delle voci la riscossero dai suoi pensieri.
 
 
 
- Dove siamo esattamente? - chiese Ayako a nessuno in particolare.
- Qui è dove vive la cameriera della villa – rispose Naru
- Ha detto che tempo fa ha sentito un anziano raccontare una storia raccapricciante su degli avvenimenti di 3 anni fa avvenuti proprio in quella villa. Il vecchio soffriva di Alzheimer e spesso si inventava storie, perciò inizialmente non vi aveva dato troppo peso.
Fino a poco tempo fa almeno.
Ha anche detto che quello stesso anziano parlò di una famiglia che all'improvviso sparì senza dire una parola. Cosa strana dato che qui le persone sono poche e si conoscono tutti. Fatto sta che senza preavviso, da un giorno all'altro, in casa loro non c'era più nessuno. Non si erano portati niente con sé. Come se fossero scappati in fretta e furia. -
Il moro si interruppe per lasciare che gli altri prendessero il filo.
- Purtroppo il signore non ricordava chi fossero. Disse anche che poco tempo dopo aveva sentito che fossero morti  - terminò.
Cadde il silenzio per qualche minuto, quando Takigawa ruppe il silenzio
- Credo di aver trovato la casa -
 
 
Mai riconobbe le voci.
Quindi le indagini li avevano condotti fino a lì.
Se era vero voleva dire che stava andando nella direzione giusta.
Rimase immobile davanti alla porta aspettando che qualcuno la aprisse.
Sapeva che Naru si sarebbe arrabbiato nel trovarla lì, ma non poteva pensare alle conseguenze in quel momento.
Come previsto la porta si aprì poco dopo.
C'erano tutti.
- Mai! - esclamò Ayako sorpresa.
- Che ci fai tu qui? - chiese Takigawa con lo stesso tono della rossa.
Naru taceva, ma il suo sguardo bastò per farle capire che era contrariato.
La ragazza tenne lo sguardo fisso su di lui e, accennando un sorriso, disse
- Prego. Entrate pure -
Avrebbe lasciato che scoprissero da soli perchè era lì.
 
 
Era strano.
Eppure quella famosa gigantografia nessuno la notava mai subito.
Quella volta neanche l'occhio attento di Naru ci fece caso.
Ma forse solo perchè era troppo preso dal fissare la ragazza immobile nel corridoio.
- Non dovresti essere qui – disse.
La ragazza aveva un espressione fin troppo tranquilla.
- Oh se ci siete voi significa che è proprio qui che devo essere invece – rispose.
Quel tono di voce non le apparteneva.
Lin, che nel frattempo era andato in salotto, sentendo quella affermazione si voltò verso di lei.
- Un momento. Come sai di questo posto? -
Mai sobbalzò.
Era ovvio che qualcuno avrebbe fatto quel genere di domanda.
Allora perchè la cosa la sorprendeva tanto?
No, non la sorprendeva per niente.
Era la risposta che doveva dare che la feriva.
Sospirò.
Distolse gli occhi da quelli di Naru che continuava a guardarla fisso e si avvicinò ad una mensola del salotto sorpassando i ragazzi.
Giunta lì prese una cornice e vi tolse la polvere con le mani.
Senza dire una parola tornò dal moro che era rimasto nell'ingresso.
Voleva che lui fosse il primo a sapere.
In fondo sapeva, e sperava, che una volta vista quella foto avrebbe capito.
Gliela porse.
Il ragazzo prese la cornice continuando a guardarla in volto.
Poi abbassò lo sguardo sull'oggetto.
Mai vide un lampo passare negli occhi di Naru.
Un lampo di comprensione e...stupore.
Lui alzò di nuovo lo sguardo su di lei che, sempre senza dire una parola, gli fece cenno verso la fotografia sul muro con gli occhi.
Naru si voltò e la vide.
Non c'erano dubbi.
Fino a tre anni fa lei abitava lì.
Tornò a posare di nuovo lo sguardo sulla ragazza e, per la prima volta da quando erano entrati, nei suoi occhi vide tutta la sofferenza che essere di nuovo lì le procurava.
Nonostante quello c'era anche fermezza.
Lei voleva sapere.
Niente e nessuno poteva fermarla stavolta.
Neanche lui.
Naru sorrise amaramente e, senza farsi sentire dagli altri, le sussurrò.
- Mi arrendo -
Poi alzò il tono in modo che tutti potessero sentirlo.
- Mai viveva qui. Questa è casa sua -
Mai sobbalzò stupita per ciò che le aveva sussurrato.
Poi gli sorrise.
Un sorriso talmente dolce, che lui non le aveva mai visto.
Sembrava ancora più bella.
- Grazie – mimò lei con le labbra.


*************************************************
Angolo autrice : Ecco a voi un nuovo capitolo =) Se riesco a trovare l'ispirazione per scrivere quello dopo tra oggi e domani pomeriggio probabilmente troverete il prossimo già domani sera...chissà =)
rafxsulfusxsempre : grazie mille perchè davvero non manchi di recensire mai neanche un capitolo nonostante a volte io sia assente per mesi quindi devo davvero ringrazirti con tutto il cuore perchè mi fa molto piacere così come il fatto che aspetti sempre il continuo della mia storia con trepidazione. GRAZIEEEE!!!
Sofy98anime : beh in fin dei conti anche Naru ogni tanto sperimentare un po' di sentimenti altrimenti mi diventerebbe un automa troppo presuntuoso non credi?? =)
Grazie mille anche a tutti quelli che non si sono ancora stancati di seguirmi =) Alla prossima
_Yozora_

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Capitolo 19
*** Cap. 19 : Start search ***


Mai sedeva su quel vecchio divano di quella vecchia casa abbandonata da tempo.
Tutto era rimasto immutato là dentro, esattamente come lo ricordava, come lo aveva lasciato.
Così come gli oggetti anche i ricordi di sé erano stati custoditi all'interno di quella casa gelosamente, esattamente come lo erano nella sua mente.
Pensava di essere riuscita ad imparare a conviverci, ma si era sbagliata.
Non sarebbe dovuta tornare lì.
Lo aveva capito appena ci aveva rimesso piede, ma non poteva più tornare indietro. Quella storia la riguardava in prima persona e lei doveva sapere.
Anche a costo di riaprire vecchie ferite.
Doveva farlo.
- Ricapitolando, il motivo per cui sei venuta qui era capire in cosa erano invischiati i tuoi genitori che poi è anche ciò che ci aiuterebbe ad andare avanti con le indagini alla villa – parlò Bou-san
- Quindi cosa speri di trovare? -
La ragazza riportò l'attenzione al presente
- Non lo so, documenti, rapporti o qualsiasi altra cosa scritta che riguardasse il loro lavoro. Forse troveremo qualcosa nello studio di papà -
- Credi davvero che i tuoi genitori abbiano lasciato cose che tu non avresti dovuto sapere in casa? - chiese Naru
- Non se non fossero stati assolutamente sicuri che io non le avrei potute trovare per caso -
La castana si alzò e si diresse verso la stanza che suo padre usava come studio seguita dagli altri.
Si fermò davanti alla porta chiusa e deglutì.
Una mano le si posò sulla spalla.
Si voltò ed incrociò lo sguardo di Lin.
Era strano, ma più imparava a conoscerlo più si sentiva legata a lui come una figlia ad un padre.
Non provava quella sensazione da tanto.
Prese coraggio ed aprì la porta.
Entrò.
Guardandosi attorno notò che neanche lì niente era cambiato.
A quanto pare persino i gatti avevano lasciato inviolata quella casa.
Si avvicinò alla scrivania e la percorse toccandola con un dito incurante della polvere che vi si era posata.
Gli altri erano in religioso silenzio.
Avevano come la sensazione di essere degli infiltrati in un momento privato di Mai.
La nostalgia, tristezza e malinconia della ragazza era così palpabile da essere opprimente.
La castana rimase immersa nei suoi pensieri ancora qualche minuto poi alzò lo sguardo sugli altri.
- Allora direi di cominciare a cercare. Credo di aver visto papà chiudere una cassaforte da bambina mentre passavo davanti alla porta. All'epoca non ci avevo dato peso ed ero piccola perciò non ricordo di preciso dove fosse -
- Beh allora direi che non ci resta che trovarla – disse Jhonn con il suo solito entusiasmo.
Così cominciarono le ricerche.
 
 
- Trovata! - esclamò Ayako dopo un ora buona di ricerche.
Gli altri si avvicinarono.
In basso dietro a un mobiletto di legno facile da spostare appoggiato alla parete in fondo allo studio, si trovava la cassaforte.
- Ovviamente ci vuole il codice e noi non lo abbiamo – aggiunse sconsolata.
Mai si inginocchiò e fece un tentativo pregando che suo padre avesse usato il suo solito giochetto anche per quella cassaforte.
Si aprì.
La ragazza si lasciò sfuggire un sorriso.
- Mio padre aveva inventato un codice. Aveva associato ogni lettera dell'alfabeto ad un numero, così a volte si divertiva a comporre le password usando i numeri al posto dei nomi. Ho pensato che, forse, questa non avrebbe fatto eccezione. - spiegò mentre né tirava fuori il contenuto che aveva accumulato polvere come il resto della casa.
Passò le pile di fogli agli altri.
- Direi che è giunto il momento di controllare le scartoffie – disse Bou-san ironicamente.
Mentre gli altri si sedevano dove trovavano posto e cominciavano a sfogliare i documenti che avevano in mano, Jhonn stava osservando la libreria.
Ad un certo punto il suo sguardo si fermò incuriosito sugli interruttori.
- Mai, questo a cosa serve? - chiese il biondo indicando un pulsante tondo e rosso vicino a quello che avrebbe dovuto essere della luce.
La castana si avvicinò
- Papà diceva che era per il condizionatore, ma non mi ha mai permesso di premerlo – disse
Poi riflettè aggiungendo
- Quelle poche volte che mi ha lasciato entrare qui dentro -
Il giovane esorcista si strinse nelle spalle e lo premette.
La libreria girò a 90° e si bloccò mostrando dietro di sé un'altra stanza.
- Non sapevo ci fosse una stanza del genere in questa casa – affermò la ragazza.
Naru, che aveva esaminato i suoi fogli fino a quel momento, alzò lo sguardo
- Ovviamente – disse come se fosse una cosa scontata trovare una stanza dietro una libreria
- Avrei dovuto immaginarlo -
Mai lo guardò incuriosita.
Fu Lin a prendere parola.
- Generalmente questo tipo di stanze viene usato proprio come nascondiglio sicuro. Difficilmente chi non sa che esiste pensa a cercare – spiegò poi si affiancò a Mai
- Sopratutto una ragazzina di 12 anni che raramente entrava qui e che era convinta che l'interruttore in più avesse altri scopi – aggiunse poggiandole una mano sulla spalla.
La ragazza sospirò
- Capisco – sussurrò per poi aggiungere in un tono di voce normale
- Quindi se i miei genitori stavano lavorando a qualcosa di pericoloso, qualsiasi cosa legata a quel caso potrebbe essere là dentro -
Incrociò lo sguardo dell'uomo accanto a sé per cercare con ferma.
Lin annuì.
Mai fece un respiro profondo
- Allora non perdiamo tempo -

****************************************************
Angolo autrice:
Salve a tutti!!! Da quanto tempo! Chiedo perdono per la mia assenza prolungata ma mi mancava l'ispirazione e non mi è tornata fino a qualche giorno fa. In più sono stata impegnata. Scusatemi cercherò di farmi perdonare, pregando che il blocco di fantasia tardi a ritornare il più possibile.
rafxsulfusxsempre: Come hai potuto vedere non sono riuscita ad aggiornare prima del tuo ritorno quindi non ti sei persa niente =) Spero che perdonerai questa povera ritardatrice cronica e continuerai a recensire.
Killapikkoletta: Grazie per ciò che hai detto sullo scorso capitolo perchè sinceramente ultimamento temo di star rendendo Naru fin troppo sentimentale, perciò sapere che il fatto che si stia sciogliendo piaccia mi rallegra molto. Spero che, nonostante il ritardo colossale, continuerai a seguirmi.
vibe2115maga: Mi fa piacere che la mia storia ti piaccia e spero tanto che continui a farlo
astro_e_fiocchi: In una mattinata??? WOW! L'hai propio divorata con gli occhi =) Mi fa molto piacere spero che continui ad appassionarti e miraccomando continua a farmi sapere cosa ne pensi
Beh ringrazio tutti quanti per aver letto la mia storia e spero vivamente che continuerete a farlo.
Vi saluto, al prossimo capitolo.
_Yozora_

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Capitolo 20
*** Cap. 20: Chatting ***


 
I ragazzi entrarono nella stanza buia, qualcuno trovò una lanterna e la accese.
Mai esitò sulla soglia dell'entrata.
All'improvviso aveva perso tutta la sicurezza accumulata in quei giorni ed avuta fino a quel momento.
Aveva paura.
Paura di scoprire qualcosa che avrebbe completamente stravolto ogni sua certezza, paura che avrebbe messo in discussione ciò che credeva di sapere sui suoi genitori.
Era terrorizzata dall'idea di scoprire che i genitori che tanto amava in realtà non fossero le persone che aveva sempre creduto che fossero.
Ma sentiva anche il bisogno impellente di sapere la verità.
Aveva passato tutti i suoi 16 anni nell'illusione di conoscere sua madre e suo padre meglio di chiunque altro e, invece, si era rivelato essere l'esatto contrario.
Voleva sapere cosa le tenevano nascosto, cosa gli aveva spinti a sacrificare la loro vita al posto di occuparsi della loro stessa figlia.
Cos'era così importante da non poter dire da farsi assassinare e abbandonare una ragazzina di 13 anni?
Nonostante la sua determinazione, il terrore la teneva inchiodata dov'era, incapace di muovere un muscolo.
Mentre gli altri si guardavano intorno cercando qualsiasi cosa potesse aiutarli e facendo qualche commento ogni tanto, Naru si voltò verso di lei ed incrociò il suo sguardo poi fece una cosa che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato.
Si avvicinò a lei e, con una gentilezza che Mai non gli aveva mai sentito, disse facendo sì che fosse l'unica a sentirlo
- Ti va di fare due passi? -
La castana lo guardò stranita e annuì senza riuscire a pronunciare una parola, grata, in qualche modo, che il momento in cui il suo mondo sarebbe cambiato, subisse qualche minuto di ritardo.
I due si allontanarono.
Dentro la stanza semi buia Lin, che aveva osservato la scena senza farsi notare, sorrise.
 
 
Uscirono dalla casa, trovando una brezza leggera ad accarezzare i loro volti.
Mai prese un respiro profondo, l'odore di quel posto non era cambiato.
Odorava di natura pura e selvaggia.
Da piccola adorava quell'odore, sapeva di libertà.
Ricordava ancora quando correva sui prati di quella collina a piedi nudi.
La sensazione dell'erba morbida e fresca sotto di sé sembrava quella di un sogno.
Non aveva neanche 10 anni allora.
Sorrise al ricordo.
Naru la osservava, in silenzio.
Sembrava stare meglio, ma lui era inquieto.
Aveva la sensazione che avrebbe potuto rompersi da un momento all'altro, ma a pensarci bene quell'impressione gliela dava anche prima dell'inizio dell'ultimo caso.
- Ho paura – disse lei all'improvviso distogliendolo dai suoi pensieri.
Stavano camminando vicino ad un laghetto e la loro immagine veniva riflessa sull'acqua dai raggi del sole.
Si fermò.
La ragazza fece qualche passo avanti poi si voltò a guardarlo.
- Sono venuta fin qui con l'intenzione di scoprire cos'è che mi hanno tenuto nascosto – disse cominciando a rispondere alla tacita domanda che aveva letto negli occhi del ragazzo.
- Non importa quale sia il prezzo da pagare, voglio saperlo. Ne ho il diritto. -
Rabbia e frustrazione trapelavano dalla sua voce.
Naru non la interruppe.
- Non riesco proprio a immaginare cosa potesse esserci di così importante da portarmeli via. Da quando mi sono risvegliata all'ospedale, fino a prima di scoprire la stanza nello studio di papà, non mi sono fermata a riflettere sulle conseguenze. Neanche una volta. Nonostante Lin-san ieri in ufficio abbia cercato di dissuadermi e di farmi ragionare. Non mi importa se cambierà il mio modo di vedere le cose, io ho bisogno di sapere la verità. Ne sono convinta. - si interruppe un istante.
Il ragazzo, continuando a guardarla, attese in silenzio che riprendesse.
- Ma quando abbiamo aperto quella stanza, mi sono pietrificata. Mi sono trovata faccia a faccia con la possibilità concreta di avere tutte le risposte che sto cercando e ho avuto paura. Paura di stravolgere tutto ciò in cui ho creduto fino ad adesso. -
Un sorriso amaro le nacque sulle labbra
-  In fondo sono ancora una bambina – sussurrò
- Tutti fanno i conti con il proprio passato, prima o poi, e lo superano. Io non riesco neanche a non essere terrorizzata all'idea di scoprire il mio -
Quando fu sicuro che la ragazza avesse finito di parlare, si avvicinò a lei e le mise le mani sulle spalle.
Attese che Mai alzasse il volto per guardarlo negli occhi, poi parlò.
- Hai ragione, tutti fanno i conti con il proprio passato, ma non tutti devono affrontare un passato pieno di domande e incertezze. Non tutti devono mettere in discussione tutto ciò che pensano di sapere e, non tutti hanno perso i genitori a soli 13 anni -
Sapeva che quel ricordo la faceva soffrire, e lo faceva star male l'idea di doverlo tirare fuori, ma doveva farle capire che non doveva vergognarsi di avere paura, perchè era del tutto lecito.
Il tono di Naru attutì un po' il dolore che l'impatto di quelle parole provocò nella castana.
Continuò a guardarlo dritto negli occhi, ascoltandolo.
- Mai, tu hai una forza e una volontà d'animo che non credo di aver mai visto in nessun altro. Puoi ottenere tutto ciò che vuoi. Sono sicuro che, se  sei certa della tua scelta, riuscire ad affrontarla e superarla nel migliore dei modi. Ma la scelta è solo tua, puoi continuare la ricerca e scoprire ciò che più ti spaventa, mettendo così in discussione tutta la tua vita, oppure decidere che è troppo da sopportare e tirarti indietro. Nessuno può biasimarti, perchè nessuno ha avuto a che fare con le domande che ti stai ponendo tu adesso. Qualsiasi cosa tu decida ricorda che non sarai sola. -
Mai lo guardò sbalordita, da chiunque si sarebbe aspettate un discorso del genere.
Chiunque tranne che da lui.
D'impulso, senza averlo premeditato, senza poterlo impedire, lo abbracciò.
Naru rimase spiazzato.
La castana si strinse a lui come ad un ancora di salvezza, con gli occhi che le si riempirono di lacrime che a stento riuscì a trattenere.
Dopo qualche secondo che parve essere un'eternità, si allontanò da lui.
- Grazie – disse tornando a guardarlo negli occhi.
Si incamminò nuovamente verso quella che una volta era stata la sua casa, sicura di quella che sarebbe stata la sua scelta.
Naru la seguì con lo sguardo senza accorgersi che stava sorridendo.
Un sorriso vero e dolce.

*********************************
Angolo autrice:
Eccomi con un altro capitolo! Forse qui ho reso Naru un po' troppo sdolcinato, il che va contro ogni logica fatta nei precedenti capitoli, ma diciamo che si è lasciato trasportare un po' da Mai =) Beh spero che comunque il capitolo vi piaccia
rafxsulfusxsempre: Beh diciamo che pensare a scheletri e cadeveri forse è un po' troppo, lo ammetto =) O forse solo troppo presto...vedremo XD Alcune cose non le ho ancora decise e ti confesserò che questa l'unica storia per la quale ancora non mi sono fatta un'idea del finale!!! è tutta una sorpresa =)
Grazie a tutti quelli che mi seguono.
Al prossimo capitolo
_Yozora_

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Capitolo 21
*** Cap. 21: Esitation ***


Quando i due tornarono dagli altri, quest'ultimi alzarono lo sguardo di scatto al sentire i loro passi.
C'era qualcosa di strano nelle loro espressioni.
Stavano fissando la ragazza spaventati.
Mai e Naru si guardarono confusi.
Lin fece un passo avanti, verso Mai.
La guardava in un modo che non aveva mai fatto prima e lei non riusciva a capire le emozioni nei suoi occhi.
- Mai - cominciò.
La sua voce era strana. Come se quello che stava per dire avrebbe potuto scatenare un disastro ambientale.
Come se stesse cercando le parole con una cura oltremodo smisurata.
- Non credo che tu...- si interruppe e chiese
- Sei proprio sicura che sia la scelta giusta? Vuoi davvero sapere tutto? -
Mai spostò lo sguardo da lui alla sua mano che stringeva quello che aveva tutta l'aria di essere un diario.
Guardò di nuovo Naru che stava guardando l'uomo con un espressione seria, poi spostò lo sguardo sui ragazzi.
Nessuno di loro riuscì a sostenere il suo sguardo per più di una frazione di secondo.
Esitanti.
Lei tese una mano verso Lin.
- Non ho altra scelta – disse ferma.
L'uomo chiuse gli occhi e sospirò.
Temeva quella risposta.
Se avesse potuto avrebbe trascinato Mai fuori di lì, se fosse stato necessario l'avrebbe legata e poi avrebbe sigillato la casa in modo che nessuno al mondo, nemmeno lei, potesse più entrare.
Se ce ne fosse stato bisogno vi avrebbe dato fuoco.
Aprì gli occhi e guardò il ragazzo in piedi accanto a lei.
Lui parve capire e scosse la testa.
Persino Naru era rassegnato, il che significava che qualsiasi cosa avesse detto o fatto non sarebbe servita.
Esitante e quasi impaurito porse il diario alla ragazza.
- Sapevo che l'avresti detto -
Poi fece cenno agli altri di uscire.
Passandole accanto si fermò la guardò e sussurrò.
- Mi dispiace -
La castana fissava il diario nella sua mano, tremante.
- Sei ancora in tempo – le ricordò Naru.
Erano di nuovo rimasti soli.
Mai scosse la testa.
- Ho preso la mia decisione. Anche se sto esitando, non tornerò indietro -
Il ragazzo sospirò.
- D'accordo allora. Noi siamo nell'altra stanza se hai bisogno. - disse per poi uscire dallo studio e chiudersi la porta alle spalle.
Era giusto lasciarla sola in quel momento, anche se lo sguardo che gli altri avevano avuto poco prima guardandola non prometteva niente di buono.
Anche se ogni parte del suo corpo voleva tornare al suo fianco immediatamente, non poteva farlo.
Non doveva.
Raggiunse gli altri.
- Parlate -

************************
Angolo dell'autrice: SONO TORNATA!!!!!! Dopo 4 mesi di silenzio sia qui che nella mia testa che non riusciva a partorire un capitolo decente ( la mancanza di ispirazione non aiutava XD ) sono riuscita ad aggiornare di nuovo. Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito e chi ha recensito.
rafxsulfusxsempre: Sei davvero una roccia! =) Grazie perchè nonostante le mie frequenti e prolungate assenze non solo continui a seguirmi ma anche a farmi sapere cosa pensi della mia storia =) Non ti ringraziero mai abbastanza per questo. GRAZIE!
honoka98: Diciamo solo che non è che Naru non se ne sia reso conto, ma per il momento ha deciso di seppellire quel sentimento da qualche parte dentro di lui. Pià avanti chi lo sà? Neanch'io so bene che piega prenderà questa storia, dipende da ciò che mi illumina la mente mentre scrivo =) Sono contenta che ti piaccia come scrivo e spero davvero che continuerai a seguirmi ^^
A_chan90: Grazie a te!!!
Adesso vi lascio. Spero di riuscire ad aggiungere un nuovo capitolo presto.
Alla prossima! ^^
_Yozora_

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Capitolo 22
*** Cap. 22: Secrets ***


- Non credo che dovrebbe leggere quel diario – intervenne Ayako seria dopo qualche minuto di silenzio.

Stava fissando Naru negli occhi intensamente, talmente tanto che il ragazzo cominciava a sentirsi a disagio.

Non per lo sguardo in sé per sé, ma per ciò che significava.

Quelle parole non erano solo segno di preoccupazione, nascondevano qualcosa di più.

Cosa diavolo era successo tre anni prima?

Il moro continuava a guardare la rossa in silenzio, in attesa che continuasse.

- Nessuno dovrebbe venire a conoscenza di una verità del genere. Tanto meno se quel qualcuno ne è in qualche modo coinvolto -

- Non c'è molto che potessimo fare. Conosci Mai, quando si mette in testa una cosa nessuno può farle cambiare idea. L'unico che era riuscito a metterle un freno fino ad ora era Naru, ma immagino che, siccome si tratta della sua famiglia, non ci fosse niente che anche lui potesse fare – disse Bou-san.

Lin, Masako e Jhonn erano seduti sul vecchio divano della casa in silenzio.

Gli sguardi dei due giovani esorcisti erano persi nel vuoto.

- Cosa avete scoperto? - chiese Naru.

Ayako e Takigawa distolsero lo sguardo incapaci di parlare oltre.

Lin si alzò.

- La verità dietro alla morte dei genitori di Mai – disse solenne.

 

 

Il silenzio si era impossessato della stanza a quelle parole.

Insistente e opprimente.

Naru continuava a fissare Lin negli occhi finchè quest'ultimo non si decise a parlare e raccontargli tutto.

- I genitori di Mai stavano svolgendo un' indagine 10 anni fa su persone coinvolte in un caso di omicidi di massa. Probabilmente non ricordi chiaramente, eri un bambino, ma all'epoca se ne parlava parecchio. C'erano state delle sparizione e i corpi venivano ritrovati solo giorni dopo in condizioni inconcepibili e gettati per le strade o nei campi come se fossero state carcasse di animali da macello. Si iniziò a pensare che fosse opera di qualche gruppo satanico, visto che lo stato dei cadaveri ricordava quello di chi era stato sottoposto ad un rito sacrificale – fece una pausa.

Il moro continuava a guardarlo senza dire una parola.

Aveva la sua completa attenzione.

Tutti tacevano.

L'uomo riprese a parlare.

- Il caso ufficiale venne archiviato in quel modo, una volta che gli omicidi cessarono. Le indagini però, furono portate avanti segretamente da un associazione non riconosciuta dallo Stato. Associazione della quale i genitori di Mai facevano parte. Il lavoro di facciata che occupavano gli era stato fornito dai vertici dell'organizzazione stessa, ovviamente la loro priorità era occuparsi del caso. Ciò che scoprirono, naturalmente, non fu reso pubblico e si trova scritto in quel diario. Loro non erano gli unici a lavorare sotto copertura a quel caso. Comunque sia, le indagini li portarono a capire che tutti quegli omicidi non potevano essere il frutto di qualche sadico pazzo. Troppa gente era morta per essere solo la conseguenza di sacrifici, perciò decisero di andare ancora più in fondo a quella storia. L'associazione forniva loro ogni mezzo in loro possesso per permettere che ciò continuasse. In qualche modo hanno ricollegato quegli avvenimenti alla famiglia che attualmente è proprietaria della casa, tra le tante altre che riuscirono a identificare. Non potevano certo accusare famiglie intere di omicidio senza prove concrete, così le indagini continuarono, e fuori dalla case di quelle persone vennero posti degli agenti federali in borghese per controllarli senza essere visti. - di nuovo una pausa.

Naru cominciava ad intuire cosa fosse successo dopo.

Pur non essendo convinto di voler continuare a sapere, non disse niente e attese.

Doveva sentire tutta la storia.

Non importava come si sarebbe conclusa.

- Si scoprì che quel gruppo di persone conduceva esperimenti sulle anime dei morti. Esperimenti su come poterli riportare indietro. Non potevano usare persone decedute da tempo perchè era credenza comune che le anime avessero abbandonato questo mondo, perciò non potevano essere richiamate. Ecco spiegato gli omicidi di massa. Avevano bisogno di anime fresche – usare quell'espressione fece rabbrividire persino Lin.

- Una volta capito quello, riuscirono ad individuare i membri delle famiglie, che tenevano sotto controllo, realmente coinvolti. Ordini dall'alto dell'associazione predisposero che tali persone venissero portate nei sotterranei della villa, che all'epoca era il quartier generale dell'associazione, per essere interrogate con metodi non esattamente convenzionali -

 

Torture specificò mentalmente Naru

 

- Tra gli addetti a quel genere di interrogatori c'erano anche i genitori di Mai. Andarono avanti per settimane, ma nessuno degli accusati cedeva nonostante le pressioni e le sofferenze alle quali erano sotto posti. Tanto che si pensava avessero un capo che cercavano di coprire, se non ancora in libertà sicuramente tra di loro. Fatto sta che ad un certo punto, senza preavviso, i vertici dell'associazione diedero l'ordine di uccidere tutti gli accusati. Così, senza spiegazioni valide. Molti degli agenti si opposero, inclusi i genitori di Mai. Non si spiegavano perchè, oltre a dover sottoporre a sofferenza fisica gli interrogati, dovessero persino ucciderli, e per di più in gran fretta e segretezza. Erano dei criminali, quello era risaputo, ma per i criminali la giustizia prevedeva la pena di morte. Quello che l'associazione voleva che facessero era illegale, dato che non erano criminali riconosciuti dalla legge, perciò avrebbe reso loro esattamente come quella gente. Degli assassini senza scrupoli. Alla fine, però, le loro repliche furono messe a tacere e un centinaio di persone uccise senza che potessero far niente per impedirlo. Questo accadeva sei anni fa -

Lin si fermò per dare il tempo a Naru di assimilare quelle informazioni.

Erano tante e, per quante cose terribili quel ragazzo avesse visto, quello probabilmente le superava tutte.

Infondo aveva solo 17 anni, era dura da digerire persino per lui.

L'uomo lo sapeva.

Nonostante questo il moro non mostrò alcun segno di sconvolgimento.

Rimase qualche minuto in silenzio e osservò i presenti.

Nessuno ancora osava parlare e tanto meno alzavano lo sguardo.

Stavano tutti fissando il pavimento senza vederlo davvero.

Tutti tranne l'uomo di fronte a lui che per tutto il tempo aveva parlato continuando a guardarlo negli occhi.

Attese ancora un po' poi tornò a concentrarsi su di lui e chiese

- Per quanto riguarda la morte dei genitori di Mai? -

Neanche la sua voce, come sempre, tradiva emozione.

Lin non se ne sorprese.

- Di quello siamo riusciti a sapere meno, ma abbastanza da poter ipotizzare cosa sia successo. Se ciò che Mai ha detto è vero, e anche dal diario sembra che lo sia, ci fu un superstite di quella strage -

- Il fratello di Takahasu-san – disse Naru.

Lin annuì.

- Non si sa come abbia fatto, ma a quanto pare riuscì a non rimanere ucciso nonostante si ipotizzi che non abbia lasciato i sotterranei. I genitori di Mai hanno vissuto tre anni nella tranquillità assoluta. Dopo lo sterminio avevano lasciato l'associazione e si erano trasferiti in questa casa. Avevano trovato un lavoro tranquillo come commercianti in città e trascorrevano tutto il loro tempo libero con la figlia. La serenità era all'insegna della loro vita, anche se il senso di colpa non era mai svanito del tutto. Fatto sta che ad un certo punto le cose si erano fatte strane e loro inquieti. Avevano iniziato a credere di essere seguiti. All'inizio avevano pensato che fosse frutto della loro immaginazione, ma poi si erano accorti che non era così. Erano divenuti più cauti e sospettosi delle persone intorno a loro. Il tempo passava, ma non succedeva niente. Fino al giorno dell'incidente di tre anni fa. Ciò che si sa di quel giorno è ciò che ne dissero i giornali. La macchina fu ritrovata in fondo ad un burrone, in fiamme. Una volta che i pompieri riuscirono ad estinguerle, tutto ciò che fu ritrovato fu il portafoglio di suo padre. I corpi non vennero ritrovati, tanto che si pensò fossero carbonizzati. Abbiamo ragione di credere che non sia così. Crediamo che non siano morti nel luogo dell'incidente né a causa di quello, però non sappiamo chi abbia potuto portarli via, né come. Per adesso questo è tutto quello che sappiamo -

Con quelle parole Lin finì il racconto.

 

 

Proprio nel momento in cui Lin finì di parlare, un urlo straziante inondò la casa.

Un urlo disumano, che trasmetteva una sofferenza e un dolore laceranti e inconsolabili.

Rimasero paralizzati tutti.

Tutti tranne Naru, che prima ancora di realizzare quello che stava facendo era corso da Mai.

Quando entrò nella stanza dietro la libreria la vide rannicchiata su sé stessa, le mani che le coprivano il volto e percorsa da tremori incontrollabili.

Senza pensarci su neanche un attimo le si precipitò accanto, la prese tra le braccia e la strinse a sé.

Nonostante avesse giurato a sé stesso di spingerla via con tutte le forze, in quel momento non poteva farlo.

Non voleva.

La cullò e accarezzandole i capelli sussurrò

- Tranquilla. Va tutto bene. Non sei sola -

***********************************
Angolo autrice: Salve a tutti!!! Mi sono rifatta viva presto visto?? Contenti??? Spero di sì. Questo capitolo è lungo, lo so, ma non potevo fare altrimenti. Visto che finalmente è stata svelata gran parte della storia dei genitori di Mai, spezzarla in più di un capitolo non le avrebbe reso giustizia. In più si sarebbero perse le sensazioni dei personaggi perchè cercando di far tornare la fine di un capitolo con l'inizio dell'altro avrei rischiato di perdere il filo di ciò che volevo esprimere davvero. In più anche perchè ormai erano più di 20 capitoli che ci giravo intorno perciò era l'ora di dare qualche chiarificazione =) Spero che non vi dispiaccia.
rafxsulfusxsempre: Grazie ancora per continuare a recensire. Non sai quanto significhi per me! Spero, con questo capitolo, di aver soddisfatto almeno un po' la tua curiosità e spero ti piaccia!
Ci sentiamo al prossimo capitolo...Bye bye
_Yozora_

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Capitolo 23
*** Cap. 23: Soffering ***


C'era voluto del tempo perchè Naru riuscisse a calmare Mai abbastanza da portarla fuori da quella casa e salire in macchina.

Aveva detto agli altri di aspettare lì, mentre lui e Lin la riportavano a casa.

L'uomo aveva preso posto alla guida dell'auto, mentre il moro si era seduto sui sedili di dietro accanto alla ragazza.

C'era voluto poco, invece, perchè questa si addormentasse, probabilmente sfinita dalle emozioni di poco prima.

Una volta arrivati davanti casa di Mai, Lin scese di macchina e aprì la portiera di dietro.

- Ci penso io – sussurrò.

Nella sua voce c'era apprensione, la stessa che aveva quando era preoccupato per Naru.

Il ragazzo annuì, ma in quel momento si accorse che, nel sonno, la ragazza si era aggrappata alla sua camicia.

Gli prese le mani fra le sue e, facendo il più delicatamente possibile per non svegliarla, la staccò da sé.

Lin se la caricò sulle spalle e andarono all'appartamento.

Una volta lì entrarono in camera della ragazza e la misero a letto.

Avevano sempre saputo dove viveva la castana, ma non erano mai stati a casa sua.

Quella era la prima volta, ma non era il momento per guardarsi intorno.

La infilarono sotto le coperte coprendola per bene.

Rimasero a guardarla per qualche minuto in silenzio.

- Deve essere stato uno shock enorme – sussurrò alla fine Lin.

Naru non rispose.

L'immagine che gli si era presentata davanti in quella stanza era ancora vividamente impressa nei suoi occhi.

- Andiamo. Ci stanno aspettando – disse, per poi uscire dalla stanza.

- Hai intenzione di lasciarla sola? - chiese Lin stupito.

- Non c'è altro che possiamo fare, anche se restiamo qui. In più abbiamo del lavoro da finire – detto quello uscì dalla casa e salì in macchina.

L'uomo sospirò.

Aveva assunto il tono che teneva quando non ammetteva repliche, il che significa che stava cercando di ignorare i suoi sentimenti.

Di nuovo.

 

 

Il diciassettenne aveva di nuovo preso posto sui sedili posteriori dell'auto, segno che aveva bisogno di riflettere.

Aveva promesso a sé stesso che non si sarebbe avvicinato ulteriormente a quella ragazza.

Non poteva permetterselo.

Quel giorno, invece, dal momento in cui se l'erano trovata davanti in quella casa, tutto aveva fatto tranne starle lontano.

Non c'era riuscito.

Per la verità, se avesse seguito ciò che voleva davvero, non lo avrebbe fatto nemmeno in quel momento.

Sarebbe rimasto in quella stanza accanto a lei per tutto il tempo necessario, forse anche di più.

Avrebbe voluto dire a Lin di girare la macchina e tornare indietro.

Non lo fece.

Doveva assolutamente evitare di permettersi di avvicinarsi a Mai più di quanto non avesse già fatto.

Era arrivato il momento di tirare su la maschera che gli era costata il suo soprannome, non aveva altra scelta.

Sapeva che così facendo l'avrebbe ferita, ma sarebbe stato niente in confronto a ciò che l'avrebbe aspettata se lui avesse mostrato il vero sé, e niente in confronto a quello che avrebbe provato lui da quel momento in avanti.

L'immagine della ragazza rannicchiata su sé stessa tornò ancora una volta a invadergli la mente, come per fargli notare che il dolore di lui sarebbe sempre stato niente in confronto a quello che provava lei in quel momento.

La sofferenza della sedicenne non voleva abbandonarlo, come a volerlo farlo sentire in colpa per la decisione che aveva preso.

Nonostante quella sofferenza fosse diventata la sua, non poteva lasciare che nessuno lo vedesse, men che meno Mai, continuava a ripeterselo.

Quel dolore sarebbe rimasto con lui, ormai sapeva di non potersene liberare, e lui lo avrebbe sopportato da solo.

Così doveva essere.

Strinse un pugno.

Quella decisione faceva più male di quanto si sarebbe aspettato.

 

 

Mai si svegliò di soprassalto, tremante, sudata e con il fiato corto.

Aveva avuto un altro incubo, ma non si trattava dei soliti incubi che l'avevano tormentata alla villa.

Quello era stato differente.

In quell'incubo si trovava in un posto buio e gelido.

Centinaia di persone erano ammassate a terra, legate.

C'era chi bisbigliava, chi, stremato dalle torture fisiche dormiva, chi aveva lo sguardo perso nel vuoto. Poi entrava un gruppo di altre persone. Bastava il rumore dei passi di queste che si avvicinavano per zittire i mormorii, svegliare gli addormentati e attirare l'attenzione degli assenti.

Tutti guardavano un punto fisso con gli occhi pieni di terrore.

Tra quegli che Mai aveva intuito essere i torturatori, scorse due figure che conosceva fin troppo bene.

Per un momento, soltanto un istante, l'istinto era stato quello di correre verso di loro, di gettarsi tra le braccia dei genitori che amava tanto e che aveva perso da tempo.

Non fece neanche due passi che dovette fermarsi quando notò quello che tenevano fra le mani.

Sgranò gli occhi.

Non era possibile.

Suo padre e sua madre non erano persone da fare cose del genere.

Uno degli uomini che facevano parte del gruppo appena entrato si avvicinò a quello delle persone legate e alzò la frusta.

Era stato a quel punto che si era svegliata.

Sapeva benissimo cosa significava quel sogno e perchè lo avesse fatto.

La sua mente aveva ricostruito gli avvenimenti di sei anni prima, così come li aveva letti nel diario di suo padre.

Ancora stentava a crederci.

Non poteva essere vero.

Doveva esserci qualche errore.

Per forza.

Ma Mai non era così ingenua da credere alle scuse che la sua mente ed il suo cuore stavano cercando di trovare per giustificare quella crudele verità.

Guardò la sveglia.

Erano le 4:00.

Sospirò e si mise a sedere sul letto, solo in quel momento si accorse di essere nella camera del suo appartamento.

Come c'era arrivata?

L'ultima cosa che ricordava era di essere stata alla villa e aver letto il diario di suo padre.

Da cima a fondo.

Ricordava l'ondata di sofferenza che l'aveva travolta mozzandole il respiro in gola e le aveva stretto il petto in una morsa dolorosissima.

Aveva sentito un urlo terribile, ma non poteva essere stata lei ad urlare. O Sì?

Tutto il resto era confuso.

Aveva avuto l'impressione che qualcuno l'avesse tenuta tra le braccia e l'avesse cullata dolcemente, ma non ricordava chi.

Pensava di aver sentito sussurrare parole consolatrici, ma non riusciva a ricordare quali né a chi appartenesse quella voce.

All'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, la nebbia nella sua mente sparì.

 

Naru!
 

*******************
Angolo autrice : Buongiorno cari lettori!! ^^ Ecco un'altro capitolo =) Da ora in poi cercherò di tenere il ritmo di un capitolo a settimana così da non perdere l'ispirazione troppo presto =) Almeno lo spero XD
rafxsulfusxsempre: Ancora una volta grazie ^^ Ti faccio una piccola confessione, neanch'io sapevo quale sarebbe stato il passato dei genitori di Mai almeno finchè non l'ho scritto...o meglio avevo un'idea di fondo quando avevo iniziato a scrivere la FF che poi si era un po' persa nell'andare avanti con la storia. Ho riavuto l'illuminazione rileggendola dall'inizio fino a dove ero arrivata...ovviamente un po' modificata dall'idea originale e più dettagliata, ma ne sono orgogliosa =) Per quanto riguarda il naruxmai ti chiedo scusa in anticipo perchè ti farò soffrire un pochino d'ora in avanti. L'ho addolcito un po' troppo ultimamente XD Però più avanti...chissà....XP
Ringrazio tutti voi che mi leggete e se volete lasciare un opinione ( di qualunque natura sia ) sarebbe più che ben accetto.
Alla prossima ^^
_Yozora_

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Capitolo 24
*** Cap. 24: Thinking of... ***


Erano tornati alla vecchia casa di Mai nel silenzio più assoluto, ognuno immerso nei propri pensieri.

Lin parcheggiò e, prima di scendere, lanciò un'occhiata allo specchietto retrovisore.

Negli occhi del ragazzo seduto dietro poteva leggerci tutto ciò che la sua espressione non mostrava inclusa la decisione che aveva preso.

Sospirò.

Sapeva benissimo perchè si comportasse in quel modo, ma non per questo condivideva la sua scelta.

A suo parere avrebbe finito solo per far del male ad entrambi.

- Siamo arrivati – disse, dato che il ragazzo non dava segno di essersene accorto.

Quello si riscosse dai suoi pensieri e scese di macchina seguito dall'uomo che lo osservò ancora qualche secondo.

Poco prima che potesse aprire la porta di quella casa dove tutti stavano aspettando, lo chiamò

- Kazuya -

Naru si bloccò.

Non lo chiamava mai per nome.

Lo aveva fatto poche volte fin da quando era bambino.

Quando aveva preso le redini della SPR, era come se avessero fatto un tacito accordo di tenere per loro la sua identità.

Persino lui si presentava con quel nome solo con i clienti, quando era strettamente necessario.

Lin lo usava soltanto quando era estremamente serio su qualcosa che riguardava il ragazzo direttamente, il che significava che non lo chiamava per nome da anni ormai.

Si voltò verso di lui ed incrociò il suo sguardo.

E seppe.

Capì che Lin sapeva la decisione che aveva preso ed era a conoscenza anche del motivo, capì che non la condivideva, ma nonostante quello non avrebbe detto né fatto niente, almeno davanti agli altri e Mai, per farlo scoprire.

Capì che era preoccupato perchè sapeva dove quella decisione lo avrebbe portato.

A cosa lo avrebbe portato.

Lesse nei suoi occhi anche un velo di tristezza, perchè sapeva di non poter far niente per fargli cambiare idea.

Si sarebbe ferito e, con sé stesso, avrebbe ferito anche lei.

Disapprovava completamente.

Naru poteva vederlo benissimo.

Non dissero niente.

Pronunciare il suo nome era stato abbastanza.

Si voltò di nuovo in direzione della porta, l'aprì ed entrò.

Lin si prese qualche secondo di tempo prima di seguirlo.

Rassegnato dallo sguardo che il ragazzo gli aveva rivolto.

Risoluto.

Duro.

Non c'era nessuna via di uscita.

Aveva preso la sua decisione e non sarebbe tornato indietro.

Non tanto facilmente, in ogni caso.

Sospirò poi entrò in quella casa colma di ricordi e disperazione.

 

 

Mai aveva passato il resto della notte sveglia ricostruendo i pezzi della giornata precedente.

Ciò che aveva letto nel diario di suo padre l'aveva distrutta a tal punto che aveva urlato con tutto il fiato che aveva in corpo.

Un urlo che non pensava potesse essere il suo, che non credeva neanche potesse essere umano.

Eppure era la sua voce quella che aveva sentito.

Ora ricordava.

Aveva urlato rannicchiandosi su sé stessa in quella stanza buia dietro la libreria.

Tremante.

Si era portata le mani al volto, come se non volesse più vedere niente.

L'eco dell'urlo nelle sue orecchie le impediva di sentire qualsiasi altro rumore, ma non le era importato.

Niente aveva più importanza in quel momento.

Non voleva sentire più niente.

Poi, all'improvviso, un calore aveva circondato il suo corpo e lei si era ritrovata stretta al petto di qualcuno che, accarezzandole i capelli, le aveva sussurrato che non era sola.

Era stato allora che aveva iniziato a piangere, scossa dai tremori e dai singhiozzi, stringendosi convulsamente a quel salvagente che le era stato gettato.

Era rimasta in quella posizione per un po', poi si era sentita sollevare con delicatezza ed essere portata fuori da quella stanza, da quella casa, ed venir fatta salire in un'auto.

Aveva sentito qualcuno sedersi accanto a lei e la macchina partire, per poi cedere alla stanchezza che le appesantiva il corpo e l'anima ed addormentarsi.

Soltanto una volta che si era svegliata nel suo appartamento e aveva riflettuto un po' si era resa conto che la persona che era stata con lei da quando aveva gridato all'auto era Naru.

Da quando si era svegliata però era sola.

Non c'era altri che lei in quel piccolo appartamento che in quel momento le sembrava immenso.

Non aveva trovato né Naru né nessun altro accanto a sé, era comprensibile vista l'ore.

Eppure si sentiva terribilmente sola, come mai lo era stata prima.

Pensare che era stato proprio lui a dirle che non lo era, però non era lì.

Mai si strinse una mano all'altezza del petto.

Faceva male.

Quella solitudine la soffocava.

Lui non c'era e lei moriva.

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Angolo autrice: Salve!!! Come promesso esattamente a distanza di una settimana ecco il nuovo capitolo =) Ed ecco che Naru torna a fare l'apatico XD Poverino cercate di capirlo...
rafxsulfusxsempre: Ci sarà da leggere molto tra le righe...anch'io sono curiosa di vedere fino a quando Naru riuscirà a tenersi tutto dentro e fino a che punto Mai riuscirà a sopportarlo XD Una scrittrice che non sa che piega prenderà la sua storia....sono bizzarra lo so XP Miraccomando continua a seguirmi e goditi il capitolo =) Grazie mille per le tue immancabili recensioni!!!
honoka98: Grazie ^^ Ho dovuto far fare qualche passo indietro a Naru altrimenti mi si ammosciava troppo ed è ancora troppo presto per lasciarlo andare al romanticismo a briglia sciolta XD Spero che il capitolo di piaccia e fammi sapere cosa ne pensi miraccomando =)
Ci rivediamo la prossima settimana...o forse vi farò un regalino per pasqua...vedremo ^^
Ciaociao
_Yozora_

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Capitolo 25
*** Cap. 25: Distance ***


Erano passate due settimane dal giorno della scoperta.

Mai si era buttata su qualsiasi altro lavoro non fosse collegato con il caso che la riguardava direttamente e gli altri ne erano grati.

Aveva subito un duro colpo leggendo quel diario e capivano il motivo per cui non volesse avere niente a che fare con qualsiasi cosa fosse venuta fuori dalle loro scoperte.

Almeno per il momento.

Il gruppo, intanto, continuava ad indagare ed ancora non erano riusciti a trovare una via di uscita.

La scoperta di come i genitori della ragazza fossero coinvolti aveva chiarito dei dubbi e ne aveva portati molti altri.

La cosa si faceva sempre più complicata, più scoprivano più sembrava che si allontanassero dalla conclusione del caso.

Era come cercare l'uscita di un labirinto in costante movimento.

Ogni volta che si avvicinavano all'uscita, quella si spostava, facendoli trovare davanti un vicolo cieco.

Quel giorno erano tutti in ufficio.

Avevano deciso di prendersi un paio di giorni di pausa per riordinare le idee.

Continuare a focalizzarsi su un singolo caso, per quanto urgente potesse essere risolverlo, avrebbe rischiato di peggiorare le cose.

Avevano bisogno di lavorare su qualcosa di semplice per poter tornare a concentrarsi su qualcosa di complicato.

Stranamente, come non volesse farli sfuggire dai pensieri che li assillavano in continuazione, quel giorno c'era la totale calma piatta.

L'aria era pesante e c'era uno strano gelo nell'atmosfera.

La tensione era talmente densa che si sarebbe potuta tagliare con un coltello, ma la causa, in quel caso, non era dovuta al lavoro.

 

 

Il silenzio incombeva.

Mai non poté fare a meno di lanciare uno sguardo di sottecchi a Naru.

In quelle due settimane la situazione tra loro era stata più strana del solito.

Lui la ignorava quasi completamente.

Le uniche volte in cui le aveva rivolto parola era per darle istruzioni sul lavoro ed anche in quasi era stato il più circoscritto possibile.

A malapena la guardava e comunque mai negli occhi, faceva in tutti i modi che non rimanessero mai soli nella stessa stanza, neanche per un secondo.

Era diverso.

Diverso dal comportamento che aveva avuto a casa sua durante la chiacchierata in mezzo al prato, diverso da quando, nonostante lui fosse contrario, l'aveva sostenuta nella sua scelta di scoprire la verità, da quando si era preoccupato per la sua salute alla villa e da quando l'aveva riaccompagnata al suo appartamento quel terribile giorno.

Certo, il moro non era certo conosciuto per il suo carattere caloroso, ma in quei giorni si era comportato stranamente anche per i suoi standard.

Era stato più freddo del solito, aveva costruito un muro tra loro che Mai non era riuscita ad aggirare in nessun modo, diversamente dal solito.

Era sempre riuscita, in un modo o nell'altro, a far breccia nella corazza del ragazzo eppure, stavolta, non sembrava ci fosse modo.

La cosa la faceva star male, sopratutto in quel periodo.

Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma aveva bisogno di lui più di quanto ne avesse mai avuto.

Iniziava a pensare che, in qualche modo, fosse colpa sua.

- Qualcuno vuole da mangiare? - disse alla fine notando l'ora.

- Io sì, grazie – esclamò il monaco.

Ben felice che qualcuno avesse spezzato quella pressione opprimente.

Erano tutti affamati perciò la ragazza scrisse su un pezzo di carta le ordinazioni e si offrì di andare a comprare il cibo.

- Ti accompagno – disse Lin.

Istintivamente, prima che il suo cervello potesse bloccare il suo corpo, Naru alzò lo sguardo su di lui.

Il suo assistente era l'unico a conoscenza di quello che stava cercando di fare, non ne avevano ancora discusso a voce, il diciassettenne evitava accuratamente l'argomento, e sapeva con certezza che Lin non lo appoggiava, perciò aveva il timore potesse rivelare a Mai più di quanto avrebbe dovuto.

Bastò un fugace sguardo dell'uomo, che nessun'altro notò, per fargli capire che non lo avrebbe fatto.

Incrociò per un attimo lo sguardo con quello della castana e vi lesse più di ciò che avrebbe voluto sapere, lo abbassò in fretta.

Una fitta al petto gli ricordò che era stato lui a voler prendere le distanze.

Non poteva tornare indietro.

Per il bene di Mai, non poteva assolutamente permettersi ripensamenti.

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Note autrice: Rieccomi!!!!! Fidatevi queste pause sono estenuanti anche per me....ma l'ispirazione va e viene e in questo periodo sono sommersa dallo studio. Comunque ringrazio prima di tutto tutti voi che continuate incessantemente a seguirmi e chi recencisce...VI ADORO =)
rafxsulfusxsempre : Grazie ancora per la tua immancabile presenza =) Devo ammettere che per quanto Naru sia piuttosto masochista, e anche molto orgoglioso, ha le sue buone ragioni per fare quello che fa....prima o poi le svelerò...con il tempo...forse...XD Lin lo conosce da troppo tempo per fingere di non sapere cosa gli succede ed anche per questo si trattiene, ma chissà prima o poi una lavata di capo ci sta che gliela faccia...in fondo anche la sua infinita pazienza ha un limite XD Scusa per la cortezza del capitolo precedente, e di questo, ma sono esigenze ai fini di rendere la storia il meno pesante possibile. Goditi questo capitolo che spero ti piaccia. =)
honoka98: Grazie =) Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto e spero possa farlo anche questo. Le cose stanno un po' rallentando, ma direi che dopo la svolta che hanno dato le ultime informazioni anche i nostri poveri personaggi abbiano bisogno di un po' di calma. Per quanto possibile. Buona lettura anche a te e fammi sapere cosa ne pensi!
Ciao a tutti quanti lettori e recensori! Ci sentiamo al prossimo capitolo =)

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Capitolo 26
*** Cap. 26: Suffering ***


Due figure camminavano fianco a fianco per la strada affollata.

Un uomo ed una ragazza, impegnati in chissà quali pensieri, erano in silenzio e non si rivolgevano neanche uno sguardo.

- Come ti senti? - chiese, dopo un periodo che era sembrato interminabile, l'uomo.

La ragazza si strinse nelle spalle, sempre senza guardarlo

- Un po' meglio...Credo -

Non stava mentendo.

Fisicamente stava molto meglio. Le cicatrici sulla schiena avevano smesso di prudere e bruciare, era riuscita a recuperare delle ore di sono in quelle rare notti in cui gli incubi le davano pace, aveva ripreso a mangiare ed il lavoro la teneva abbastanza occupata.

Ma emotivamente il discorso si spostava su un piano diverso.

Era ancora scossa per ciò che aveva scoperto sui suoi genitori, per ciò che avevano fatto, per ciò che suo padre aveva scritto.

Ancora non se ne era fatta una ragione, non riusciva a capire il motivo dietro alle loro azioni.

Aveva provato più volte a convincersi che erano stati manovrati ed ingannati.

Pedine nelle mani di chi aveva più potere di loro.

Costretti a fare cose che non erano nella loro natura, senza possibilità di scelta, ma c'era una vocina nel suo cuore che continuava a ripeterle che, nel mondo, esisteva sempre una scelta.

Avrebbero potuto lasciar perdere tutto una volta visto la piega che la situazione stava prendendo, invece avevano creduto nelle ragione della loro “ Organizzazione “, o quel che era, e nei loro metodi, almeno fino ad un certo punto.

Comunque non si erano tirati indietro nonostante le azioni andassero contro i loro principi e la loro morale.

Non poteva accettarlo.

Non poteva, e in fondo forse neanche voleva, giustificarli e questo la stava uccidendo.

Non c'era modo di porre fine alla sua sofferenza.

In più, in quegli ultimi giorni, si era aggiunto il comportamento inspiegabile del suo capo.

All'improvviso, senza averlo premeditato, guardò risoluta l'uomo al suo fianco

- Lin-san, possiamo parlare per un po'? -

Lui la guardò tra lo stupito ed il curioso ed annuì

- Certamente – rispose e notando una panchina poco lontana aggiunse

- Sediamoci -

 

 

Non appena la segretaria e l'assistente erano usciti da quell'ufficio, l'atmosfera, se possibile, si era fatta ancora più pesante.

Naru se ne stava in disparte più silenzioso del solito e gli altri non osavano proferir parola, sopratutto perchè non sapevano di cosa parlare.

- Ok, adesso basta – sbottò Ayako all'improvviso.

Gli altri si voltarono verso di lei leggermente intimoriti.

La rossa non si fece intimidire e si rivolse al diciassettenne

- Si può sapere che sta succedendo tra te e Mai? - chiese seria.

Quasi fossero stati programmati per farlo tutti insieme nello stesso momento, tutti i presenti rivolsero l'attenzione al moro, che alzò lo sguardo su di lei con una lentezza estenuante.

Gelo.

Ecco cosa regnava negli occhi del ragazzo.

Un gelo che avrebbe potuto superare quello dei ghiacciai al polo nord e che fece raggelare chiunque in quella stanza.

Eppure la sacerdotessa non ritirò la sua domanda e sostenne il suo sguardo, quasi con sfida.

- Niente – si limito a rispondere dopo qualche minuto Naru.

- Per favore – sbuffò lei

- Credi che siamo tutti una massa di cretini? Pensi davvero che nessuno di noi si sia accorto di come vi state comportando in questi giorni? Credi che lei non si sia accorta che la stai palesemente evitando? - chiese iniziando ad irritarsi.

Se c'era una cosa che la donna non sopportava era essere trattata come una demente.

Sopratutto da un ragazzino con molti meno anni di lei e l'esperienza nei sentimenti di un pezzo di roccia.

Naru la fulminò con lo sguardo.

- Non è niente che ti riguardi, in ogni caso – disse piatto.

Ayako strinse un pugno.

Il monaco, in piedi accanto a lei, le posò una mano sulla spalla come a volerla trattenere

- Mi riguarda eccome, invece. Ci tengo a Mai – esclamò

- E vederla soffrire per colpa di uno come te, sopratutto dopo tutto quello che deve affrontare, mi manda su tutte le furie -

Gli aveva sputato quelle parole in faccia senza pensarci, prima che, per qualche motivo, fosse stata di nuovo costretta a reprimerle.

Ormai taceva da troppo.

L'espressione di Naru, se possibile, si indurì ancora di più.

Si avvicinò a lei minacciosamente fino ad arrivarle ad un palmo di naso

- Quello che faccio o non faccio non è affar tuo, meno che mai se riguarda come tratto uno dei miei dipendenti – sibilò.

Il veleno che usciva dalla sua voce era qualcosa che nessuno lì dentro aveva mai sperimentato prima.

Ayako rimase in silenzio e Naru si allontanò da lei per tornare alla sua posizione accanto alla finestra.

A quel punto fu Takigawa a prendere le redini.

Ormai la sacerdotessa aveva dato il via ad un argomento che stava a cuore a tutti, ma che nessuno aveva voluto affrontare fino a quel momento.

- Ayako ha ragione, Naru – disse

- Qui non si tratta di come tratti una tua dipendente sul lavoro, ma su come tratti una ragazza che è anche nostra amica – disse con fervore.

Fu il suo turno di ricevere lo sguardo gelido del diciassettenne.

Un sorrisetto amaro si fece strada sulle labbra dell'investigatore e nel suo sguardo balenò qualcosa che ricordava la milizia mista ad un pizzico di...gelosia.

- E tu, monaco – disse quella parola con tutto il disprezzo che riuscì a tirar fuori

- Vorresti farmi credere che ciò che provi per lei è solo pura e semplice amicizia? -

L'insinuazione nelle sue parole era tutto fuorché velata e gli procurò una dolorosa fitta alla bocca dello stomaco tanto da provocargli la nausea, ma nessuno notò la sua razione, tanto erano rimasti pietrificarti.

Il monaco era impallidito e le nocche della mano che stringeva la scrivania erano sbiancate.

Avrebbe voluto tirargli un pugno.

- Che c'è? Sei rimasto senza parole? - lo canzonò il ragazzo.

Quel comportamento non era da lui.

Naru era il primo a rendersene conto.

Di solito non si faceva scalfire e lasciava che le domande e le affermazioni rimanessero in sospeso, ma quella volta non era riuscito a trattenersi.

La desolazione che stava provando dal preciso istante in cui aveva preso la sua decisione, lo stava facendo impazzire.

Vederla ogni giorno, lì davanti a sé, con le occhiaie sotto gli occhi ed impegnata nel disperato tentativo di tenere la mente occupata, senza potere dire né fare niente lo uccideva.

Gli procurava ferite che non pensava fosse possibile gli venissero inflitte.

Aveva messo in conto la sofferenza che avrebbe provato allontanandosi da lei, ma non avrebbe mai pensato potesse essere così distruttiva.

Stava spazzando via tutto, senza lasciare niente dentro di lui.

Lo stava trasformando in un guscio vuoto.

Ciò nonostante continuava a non essere intenzionato a tornare sui suoi passi.

Il stare il più lontano possibile da lei era la cosa migliore da fare.

Non per sé stesso, ma per Mai.

 

**********************
Angolo autrice: Ciaooooo!!!! Stavolta ho fatto presto ad aggiornare contenti? =) Allora inizialmente tutti i vari scontri tra i personaggi dovevano essere espressi in questo capitolo, tranne uno, ma alla fine, vista la piega che sta prendendo il litigio tra Bou-san e Naru ho deciso di spezzare altrimenti sarebbe stato davvero troppo lungo e avrebbe fatto perdere il filo degli avvenimenti. Per questo la chiaccherata tra Lin e Mai è stata momentaneamente sospesa. Spero non vi dispiaccia.
rafxsulfusxsempre : Sono d'accordo con te su tutta la linea. Credo che a Naru una bella lavata di capo servirebbe, anche per fargli capire che, per quanto ci si atteggi, non è un trettenne, ma ha pur sempre solo 17 anni e che ogni tanto deve comportarsi da adolescente qual'è e che il mondo non è nè una sua responsabilità nè tanto meno sotto il suo comando. Non fraintendermi adoro Naru ma a volte lo prenderei volentieri a testate. Grazie per i consigli che mi hai dato sono stati utili e come puoi vedere sto cogliendo la palla al balzo XD Spero ti piaccia come sto sviluppando gli avvenimenti =)
Buona lettura a tutti quanti, adesso devo davvero scappare. Al prossimo aggiornamento.
_Yozora_
 

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Capitolo 27
*** Cap. 27: Fighiting ***


- E tu, monaco, vorresti farmi credere che ciò che provi per lei è solo pura e semplice amicizia? -

 

La tensione in quella stanza era arrivata alle stelle.

Un uomo biondo, 25 anni, fissava in cagnesco il ragazzo che aveva di fronte.

Il suo sguardo emanava odio e ogni muscolo di ogni singola parte del suo corpo urlava che era pronto a scattare.

Il diciassettenne lo fissava, immobile, ignaro del pericolo, con l'espressione di chi sa di aver colpito nel segno, di aver toccato una piaga e di averla aperta.

Lacerata.

Il monaco continuava a reprimere l'istinto di picchiarlo, ma non avrebbe resistito a lungo.

Quell'insinuazione aveva aperto una questione che Takigawa aveva cercato insistentemente di tenere per sé.

- Se anche fosse altro? - chiese con tutta l'amarezza che il suo tono poteva scaturire

- Se anche provassi qualcosa per Mai – e caricò il tono su quel nome

- Questo non avrebbe niente a che fare con te, dico male? In questi ultimi giorni non hai mostrato il minimo interesse nei suoi riguardi. In realtà, non l'hai mai fatto, perciò perchè dovrebbe importati? -

Voleva ferirlo, voleva che quelle parole lo colpissero nel profondo, gli facessero male.

Voleva che soffrisse come mai aveva fatto prima.

Forse solo in quel caso avrebbe capito come si sentiva la ragazza e, forse, solo in quel caso lui si sarebbe sentito soddisfatto.

Non era mai stato un tipo vendicativo, Bou-san, anzi, era quello che cercava sempre di ragionare lucidamente e far ragionare, di capire ogni motivazione dietro le azioni degli altri, di essere comprensivo al massimo delle sue capacità, ma Naru lo mandava su tutte le furie.

Ogni volta.

Non riusciva a capire niente di quello che facesse, ma durante le indagini non gli importava granchè perchè alla fine era grazie al ragazzo se ne venivano a capo.

Su quel campo, invece, in quel preciso momento, parlare con lui di Mai, sentirsi deriso, proprio non riusciva a mandarlo giù.

Ciò che più di tutto lo mandava in bestia era il comportamento che aveva nei confronti della ragazza.

E le cose stavano peggiorando.

Non sarebbe rimasto zitto questa volta.

- Bou-san – sussurrò un John piuttosto sconvolto.

Non lo aveva mai visto in quello stato.

Ma il monaco non ascoltava, non si sarebbe fermato, non stavolta.

Non adesso che ormai il rubinetto era stato aperto.

- Almeno io non la ferisco intenzionalmente. Io le sto accanto e la sostengo, non importa se non si accorge di me e non importa cosa succede -

- Buon per te – disse Naru

Il veleno nella sua voce era aumentato, la sua espressione era cambiata, i suoi occhi dicevano molto più di quello che lui stesso avrebbe mai ammesso.

- Se pensi di essere quello che la capisce meglio di chiunque altro perchè non le dici come stanno le cose. Vediamo se lei prova lo stesso -

Ciò che quella frase insinuava era chiaro a tutti.

Buo-san strinse ancora di più la mano sulla scrivania e un sorrisetto ironico gli spuntò sulla faccia.

- Sei così sicuro dei suoi sentimenti per te, ma lei ti ha mai detto niente? Ti ha mai detto quello che prova? Ti ha mai confermato che c'è di più del semplice affetto amichevole nei tuoi confronti? -

La voce del monaco era piatta, ma la sua espressione non nascondeva una punta di soddisfazione nel vedere negli occhi del moro che aveva colto nel segno.

Non ebbe nemmeno il tempo di rendersene conto che un pugno lo colpì in piena faccia.

 

 

- Allora...di cosa volevi parlarmi? - chiese Lin guardando Mai dopo 10 minuti buoni di silenzio.

La ragazza sembrava fissare interessata un sassolino vicino al suo piede, in realtà cercava solo il modo giusto per cominciare quella conversazione.

L'uomo attese con pazienza.

Aveva capito dalla sua espressione che, qualsiasi cosa fosse, non era un argomento facile da affrontare con lui.

Poi, senza alzare lo sguardo a guardarlo, parlò

- Va tutto bene ultimamente? Intendo...con Naru, sta bene? - chiese titubante.

Lo sguardo di Lin si rattristò e non riuscì più a guardarla.

Fu il suo turno di mettersi a fissare per terra.

Sapeva che prima o poi l'argomento sarebbe stato tirato fuori, non poteva aspettarsi che lei facesse finta di niente, non sarebbe stato da Mai, e poi era lei quella che stava evitando era ovvio che volesse sapere se qualcosa non andava.

Sospirò.

Ancora una volta a lui toccava il compito di giustificarlo, di spiegarsi al posto suo.

Conosceva le ragioni di Naru, le sue paure, e le capiva, ma non le accettava.

- Lui....è Naru. Sai come è fatto – si limitò a rispondere.

Odiava essere così vago con lei.

Quando aveva cominciato a sentirsi in quel modo?

Ciò che sentiva per la ragazzina castana che gli sedeva accanto con lo sguardo basso e l'espressione di chi è stato costretto a crescere troppo in fretta era completamente diverso dal ragazzo che aveva preso sotto la sua ala protettrice molti anni prima.

Era come se fosse la sorella minore che non aveva mai avuto.

Non era stato così fin dall'inizio, ma dopo quasi un anno di conoscenza, le cose tra loro erano cambiate.

L'unica cosa che sapeva era che doveva proteggerla, persino da Naru se ce ne fosse stato bisogno.

Di sicuro dalla sua famiglia.

Sentì l'oggetto dei suoi pensieri sospirare.

- Già, ma ultimamente è diverso. Ha alzato un muro che non riesco né ad abbattere né ad aggirare. Mi ha completamente tagliata fuori. Ogni volta che anche solo osa guardarmi per sbaglio è come se detestasse averlo fatto, come se fossi sporca. Non riesco a capire cosa posso aver fatto, non parliamo da settimane e l'ultimo contatto che abbiamo avuto è stato...- arrossì appena quando ricordò che l'ultima volta che aveva avuto un qualsiasi tipo di relazione con il ragazzo quello la stringeva tra le braccia mentre lei cadeva a pezzi.

Il giorno in cui il suo mondo era crollato come un castello di carte.

Lin tornò a guardarla e le poggiò una mano sulla spalla, quel gesto fece alzare lo sguardo della sedicenne su di lui puntando i suoi occhi castani in quelli dell'uomo.

- Tu non hai fatto niente – disse con il tono più risoluto che gli avesse mai sentito

- Non pensare neanche per un attimo che sia colpa tua. Ci sono...cose, nella vita di Naru, di cui a lui non piace parlare. Persone con cui preferirebbe non avere a che fare, ma che non può evitare, imposizioni contro cui non si può ribellare. Lui non lo ammetterebbe mai, ma è diverso da quando ti ha conosciuta. Tu...l'hai cambiato Mai, l'hai reso una persona migliore. Lo so che in questi ultimi giorni è sembrato l'esatto contrario, ma è così. Non hai idea di quanto sia cambiato. Ma alcune cose restano, cose che neanche lui può rendere diverse -

- Come fai? - chiese la ragazza sotto voce abbassando di nuovo lo sguardo.

- A fare cosa? -

- A difenderlo così, a spada tratta – disse lei mentre la collera iniziava ad impossessarsi della sua voce.

- Qualsiasi cosa lui faccia, tu sei sempre pronto a prendere le sue parti, senza eccezioni. Anche quando è chiaro come il sole che ciò che fa è sbagliato. Ammiro la tua lealtà nei suoi confronti, davvero. Non ho mai avuto una persona come te accanto e lo rimpiango, ma a volte penso che tu sia troppo accecato dalla tua devozione per lui per renderti conto di quello che fa veramente. Non ti sei accorto che con il suo comportamento ferisce le persone? Sta ferendo me, adesso, più di quanto abbia mai fatto da quando l'ho conosciuto. Forse io l'avrò reso una persona migliore, ma lui ha reso me una persona miserabile. -

Lin non ribattè.

Le sue parole lo avevano scioccato e anche un po' ferito nell'orgoglio, ma sapeva che aveva ragione.

Sopratutto sul suo conto.

Anche lui si accorgeva che Naru, molte volte, si comportava come se il mondo fosse ai suoi piedi, come se potesse trattare tutte le persone come se fossero ai suoi comandi.

Era arrivato il momento di fargli capire che non era così.

Doveva ricordare qual'era il suo posto.

Doveva ricordare che, nonostante fosse già a capo dell'azienda di famiglia, era soltanto un adolescente.

- Hai ragione – disse, dopo qualche minuto di silenzio e la ragazza lo guardò stupita e confusa.

Subito dopo aver detto quelle parole se ne era pentita temendo di aver esagerato e di averlo ferito.

Teneva a quell'uomo, ormai era un dato di fatto.

Era come il fratello maggiore che non aveva mai avuto e parlare con lui era facile.

Ci avevano messo del tempo per instaurare quel rapporto e lei non voleva perderlo.

Si aspettava che si arrabbiasse.

Visto che lei aveva molti anni in meno di lui si aspettava che le dicesse che non erano affari suoi, e che non doveva permettersi di dirgli cosa fare o non fare con la sua vita.

Per questo quelle due parole l'avevano presa in contro piede.

- Conosco il motivo per cui si comporta in quel modo, ma tu devi capire una cosa Mai. - disse guardandola dritto negli occhi.

C'era un calore che lei non gli aveva mai visto mostrare per nessuno eccetto Naru.

Ora quello sguardo lo rivolgeva a lei.

- Solo perchè capisco le sue ragioni, non significa che le accetto sempre -

Detto quello si alzò e tese una mano verso la castana che lo guardò sempre più stupita e un sorriso , senza che se ne fosse accorta, le era nato sulle labbra.

- Torniamo indietro – concluse Lin.

Mai afferrò la sua mano e si alzò.

I due si incamminarono in direzione dell'ufficio.

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Angolino considerazioni scrittrice: Ehylà eccomi di nuovo! Ultimamente sono diventata flash XD è che sono particolarmente ispirata perciò appena finisco il capitolo lo pubblico in preda all'eccitazione =) Alloraaaa....che dire, l'atmosfera si sta riscaldando e le cose non sono ancora finite, vediamo un po' se riescono a far entrare un po' di sale in zucca a Naru...mah...sarà XD
rafxsulfusxsempre : La rissa è iniziata XD L'avevo in mente già dal capitolo precedente perciò mi hai proprio letto nella mente XD Senza accorgermene ho usato un'espressione che tu hai usato nella tua recensione " sale in zucca "... beh credo che sia l'ora che qualcuno lo svegli a quel ragazzo. Va bene che è narcisista ma qui stiamo davvero esagerando XD Beh spero che il capitolo ti piaccia e nel prossimo ne capiteranno delle belle....per  così dire. Grazie per recensire sempre ^^ Alla prossima.
Grazie anche a tutti voi che mi leggete, se vi va ogni tanto fatemi sapere che ne pensate. Al prossimo capitolo ciauuuu
_Yozora_

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Capitolo 28
*** Cap. 28: Degenerate and quarrels ***


Quando Lin e Mai rientrarono in ufficio, la scena che gli si presentò davanti fu quella del degenero totale.

Naru e Takigawa si stavano ancora prendendo a pugni nonostante le loro facce fossero già in gran parte coperte di lividi e tagli sanguinanti.

Masako se ne stava a distanza di sicurezza ad osservare la scena in preda al terrore.

John e Ayako cercavo di separare il monaco ed il diciassettenne senza grandi risultati.

Anzi, sarebbe stato meglio dire che i due poveretti stavano avendo la peggio.

Mai fece cadere le buste del pranzo dalla sorpresa e Lin rimase immobile sul posto per non più di mezzo secondo prima di scattare in avanti e frapporsi tra i due.

- Che diavolo sta succedendo qui dentro? - il tono di voce dell'uomo non si era alzato di una virgola, ma vi si poteva sentire chiaramente la collera.

- Non siete dei bambini, sopratutto tu Takigawa-san – aveva aggiunto fulminando il venticinquenne con lo sguardo.

Puntò lo sguardo fisso su Naru

- E tu...non posso allontanarmi un secondo che inizi una rissa. Mi spieghi che cavolo ti è passato per la testa? -

Rimasero tutti in silenzio, trattenendo il respiro.

Lin non si era mai rivolto a Naru in quel modo.

Neanche una volta.

Era passato sempre per l'assistente che eseguiva gli ordini che il ragazzo gli impartiva senza ribattere.

Qualsiasi cosa lui gli dicesse di fare l'uomo la eseguiva senza nutrire il minimo dubbio sulle sue azioni, persino quando erano state fin troppo estreme.

Eppure, in quel momento, stava in piedi di fronte a lui guardandolo così duramente che i ragazzi ebbero l'impressione potesse iniziare a urlagli in faccia da un momento all'altro.

In quel momento il moro sembrava così piccolo in confronto a lui.

Naru lo guardò prima stupito, poi risentito.

Senza dire una parola si voltò di scatto ed uscì dalla stanza, senza degnare di uno sguardo Mai che era rimasta in piedi davanti alla porta e che, istintivamente, lo seguì.

Lin chiuse gli occhi e sospirò.

Sapeva che doveva seguirlo era meglio non lasciarlo solo con Mai in quel momento, non sapeva cosa avrebbe potuto dirle e lei non si meritava di venir ferita oltre.

Si voltò verso gli altri.

- Ayako-san potresti occuparti tu delle ferite di Takigawa-san, per favore? - chiese guardandola.

La sacerdotessa annuì.

- Nessun problema – rispose.

- Grazie – disse l'uomo per poi uscire anche lui dalla stanza nella direzione in cui erano spariti i due ragazzi.

 

 

- Naru...Naru, per favore, fermati – esclamò Mai che gli correva alle spalle.

Il ragazzo si fermò.

Aveva i pugni stretti, lungo i fianchi, tanto che dei piccoli tagli si stavano aprendo sui palmi delle mani.

Tremava.

La ragazza poteva vederlo chiaramente, la sua schiena era percorsa da brividi incontrollabili.

- Si può sapere che ti prende? Voglio dire sei sempre stato freddo e scontroso, ma ultimamente le cose sono precipitate. C'è qualcosa che ti turba? - chiese avvicinandosi di qualche passo.

- Ti prego, parlami – sbottò esasperata

- Sono settimane che mi ignori ed io non ne capisco il motivo. E poi, quella rissa. Perchè te la sei presa con Bou-san? Lui è gentile ed educato e non ha mai fatto niente di male -

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Naru si voltò di scatto verso di lei e lo sguardo che le rivolse era qualcosa che la ragazza non aveva mai visto prima.

La inchiodò sul posto, togliendole il respiro e facendola smettere di parlare.

- Se ci tieni così tanto perchè non vai da lui eh? - stava urlando come un forsennato.

Altro lato del diciassettenne che la sedicenne non aveva mai visto.

Il suo sguardo era pieno di odio e risentimento.

- Visto che sono così scontroso perchè ogni volta che c'è qualcosa che ti da fastidio o ti turba non vai a piagnucolare da lui, invece di venire ad infastidire me? Non sono il tuo consulente -

Continuava a sbraitare e a sputare tutto fuori come se si tenesse quelle parole dentro da mesi.

In realtà non era così, non voleva ferirla e non pensava una singola parola di quello che stava dicendo, ma ormai era fuori controllo.

Non poteva più fermarsi, se lo avesse fatto avrebbe finito per scoppiare davvero.

Purtroppo la persona che era capitata a fare da recipiente per la sua rabbia repressa era Mai.

- Sai, rimpiango ogni singolo giorno di averti chiesto di lavorare per me. Se solo avessi lasciato che quell'episodio alla tua scuola rimanesse l'unico, come faccio sempre. Non avrei avuto niente a che fare con te e non mi sarei mai sentito così. Non sarei a questo punto. Tu sei la mia rovina -

Mai non riusciva a ribattere.

Non riusciva nemmeno a respirare.

Le girava la testa per la mancanza d'ossigeno.

Annaspava nel tentativo di riempire i polmoni d'aria, ma non ci riusciva.

Rimaneva lì a fissare negli occhi quel ragazzo che le vomitava addosso tutta la sua collera, senza più neanche riuscire a sentire la sua voce e capire quello che le stava urlando.

- BASTA! -

L'urlo di Lin sovrastò la voce di Naru, che si interruppe spostando lo sguardo su di lui.

L'uomo lo guardò negli occhi impassibile.

Il ragazzo vi lesse qualcosa di simile all'odio insieme all'ira che colmava i suoi occhi.

- Adesso basta – aggiunse abbassando il tono.

Si avvicinò fino a fermarsi al fianco della ragazza che, quasi incosciamente, alzò lo sguardo su di lui.

Gli occhi colmi di lacrime che non avrebbe versato lì.

- Mai, aspettami nel mio studio. Ti raggiungo tra poco e ti accompagno a casa – disse con voce dolce.

Una dolcezza che il capo della SPR non gli aveva mai sentito in tanti anni che lo conosceva.

La ragazza non disse niente, si voltò semplicemente e se ne andò.

Lin la seguì con lo sguardo fino a quando non sparì dalla sua vista, poi si voltò verso Naru.

Il misto di odio e rabbia era tornato nei suoi occhi e l'espressione sul suo volto era dura come non lo era mai stata.


**********************
Angolo autrice: Eccomi di nuovo! Mamma mia come sono veloce ultimamente è che questi litigi mi stanno dando molto materiale su cui lavorare perciò ne approfitto prima che l'ispirazione vada altrove XD. Come dire sto cogliendo la palla al balzo. Mamma che scene. Bou-san è sbottato, Naru è sbottato, Mai è sull'orlo di una crisi di nervi e Lin sta per sbottare. CHE GRAN MACELLO!!! Ma la cosa mi intriga da morire muhahahaha...chissà Lin come concierà per le feste Naru nel prossimo capitolo...riuscirà  farlo ragionare e fargli fare anche solo qualche piccolo passettino indietro? Continuate a seguirmi e lo saprete =)
rafxsulfusxsempre : Intanto devo ringraziarti davvero di cuore, perchè un po' dell'idea di base su cui sto costruendo questi ultimi capitali me l'hai data tu...quindi grazie mille, hai ritardato il blocco dello scrittore GRAZIE!!! =) Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e non abbia deluso le tue aspettative...so che stai aspettando con ansia la lavata di capo da parte di Lin e fidati non dovrai attendere ancora molto ^^

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Capitolo 29
*** Cap.29: Big thing ***


Naru scrutava Lin.

Lin scrutava Naru.

Il ragazzo constatò che l'uomo che aveva di fronte in quel momento era più imponente di quanto gli fosse mai sembrato.

Si sentiva così piccolo sotto il suo sguardo che, per un attimo, si sentì preso dal panico.

Il corridoio dove si trovavano iniziò a sembrare troppo stretto, poteva sentire le pareti stringersi intorno.

Per la prima volta il suo assistente, la persona più vicina ad un tutore che aveva avuto in tutti quegli anni, gli sembrava un completo estraneo.

L'odio che l'uomo provava nei suoi confronti in quel momento era una cosa nuova tanto per Naru quanto per Lin.

In un certo modo, quell'odio feriva il ragazzo.

- Hai superato ogni limite – sibilò l'assistente dopo minuti di silenzio che parvero ore.

Il diciassettenne distolse lo sguardo con la stessa espressione impassibile di sempre.

- Non ti riguarda – sibilò di rimando.

Lin strinse un pugno.

A stento si tratteneva da lasciargli un altro segno in faccia.

- Mi riguarda eccome invece – disse senza spostare lo sguardo da lui.

- Tu non ti rendi conto di quello che stai facendo. Di quello che hai fatto. Pensi di poter fare ciò che vuoi solo perchè sei il capo, di poter trattare i tuoi dipendi come vuoi perchè ne hai tutto il diritto. Così ferisci, disprezzi e critichi senza farti nessun problema. Credi che non sappia cosa stai cercando di fare con Mai? -

A quella domanda Naru lo guardò di scatto facendo per ribattere, ma Lin non gliene diede l'opportunità.

- Conosco la tua famiglia da tempo. Da prima che tu nascessi. So esattamente come ragionano e so che probabilmente, se si venisse a sapere quello che provi per lei, la ferirebbero molto più di quanto potresti fare tu, ma questo non ti giustifica. Non giustifico il modo in cui ti sei comportato fino ad ora. Le cose che le hai detto. Ti preoccupi tanto del fatto che uscirebbe distrutta da uno scontro con i tuoi, ma non ti rendi conto che quello che la sta uccidendo sei tu. -

A quelle parole il cuore di Naru mancò un colpo e, nel suo suo sguardo, Lin vide passare prima la comprensione poi il dolore.

- Hai preso una decisione che non sta ferendo solo te, ma anche lei e molto probabilmente in maniera maggiore. Ed hai scelto il momento in cui ha più bisogno di te per farlo. Ti sei mai chiesto perchè viene proprio da te quando ha bisogno di qualcosa? Hai mai notato che, quando succede qualcosa, la prima persona di cui si preoccupa, persino prima di sé stessa, sei tu? Davvero non ti rendi conto di quello che prova per te? Sai, Kazuya...-

Il suo nome.

Di nuovo.

In poche settimane aveva usato il suo nome più di quanto avesse mai fatto in quegli anni.

- A volte penso che tu dia troppa importanza al fatto che sei il capo di una grande azienda e troppo poca al fatto che sei un ancora un adolescente, nonostante tutto. Scendi dal piedistallo. Ti stai giocando ogni cosa, e non hai mai avuto così tanto da perdere come in questo momento. -

Si interruppe un momento continuando a fissarlo negli occhi, poi concluse il discorso.

- Non ti giustificherò stavolta. Non ho intenzione di farlo. Non hai scuse, né per la rissa con Takigawa-san, né per come ti stai comportando con Mai. Non mi intrometterò stavolta, non ti difenderò a spada tratta. Mi dispiace, ma non lo meriti. Tocca a te sistemare le cose e spetterà a loro decidere se perdonarti o meno -

Si voltò e fece qualche passo poi si fermò e lo guardò di nuovo.

- E non pensare che non sia una gran cosa, stavolta non sarà così facile -

Con quelle ultime parole se ne andò sotto lo sguardo di Naru che non era riuscito a dire niente.

Solo.

Era così che sentiva in quel momento.

Era così che era.

******************************
Note autrice : Eccomiiiiii!!!! Un po' in ritardo lo so, ma il tempo scarseggia e l'ispirazione comincia ad essere altalenante ( come sempre del resto XD ) Comunque sia....lo so che questo capitolo è piuttosto corto, ma se ci avessi aggiunto altro avrei rovinato l'atmosfera e, data la situazione, non potevo proprio permettermelo. Finalmente qualcuno si è deciso a fare il quadro della situazione a Naru. Diciamocelo era proprio L'ORA ^^

rafxsulfusxsempre : Hai fatto tanto invece, hai ritardato l'avvento catastrofico del blocco dello scrittore con i tuoi consigli...GRAZIE =) Direi che Lin il suo l'ha fatto, e nonostante tutto si è anche trattenuto alla grande. Ora vediamo un po' come reagire il nostro caro Naru a tutto questo. Spero che il capitolo ti abbia soddisfatto e non vedo l'ora di sapere che ne pensi ^^
honoka98 : Spero si stato avvincente anche questo capitolo sebbene corto =) Grazie tante
Grazie a tutti voi che mi leggete in silenzio, se volete fatemi sapere anche voi cosa ne pensate. Un abbraccio a tutti e al prossimo aggiornamento ^^
_Yozora_

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Capitolo 30
*** Cap. 30 : Loneliness ***


Mai aveva aspettato nell'ufficio di Lin come lui le aveva chiesto e quando era tornato se ne era andata senza neanche salutare gli altri.

In quel momento non provava nulla, la sua testa non riusciva neanche a pensare a nulle.

Le parole di Naru continuavano a rimbombarle nelle orecchie e sembravano non volerla lasciare troppo in fretta.

Probabilmente sarebbe rimaste scolpite in lei per sempre.

Il viaggio di ritorno a casa era stato silenzioso, a malapena si riusciva a sentire il respiro dei due.

La ragazza aveva fissato fuori dal finestrino tutto il tempo senza realtà guardare niente e Lin ogni tanto le lanciava uno sguardo senza, però, osare aprir bocca.

Alla fine cosa avrebbe potuto dirle?

Aveva detto a Naru che non aveva intenzione di giustificarlo e non lo avrebbe fatto ed era inutile dirle che se avesse avuto bisogno di qualsiasi cosa lui sarebbe stato lì per lei, perchè era superfluo, in più era una cosa che lei sapeva già.

L'uomo era rimasto con lei fino a quando non lo aveva rassicurato che avrebbe fatto un bagno e si sarebbe infilata a letto.

Quando lo aveva salutato, nonostante gli occhi spenti, gli aveva rivolto un sorriso che non si era aspettato di vederle in quella situazione.

Era un sorriso che gli diceva quanto fosse grata della sua presenza nella sua vita, non solo per quel momento, e che era consapevole che avrebbe sempre potuto contare su di lui.

Quando la porta si richiuse alle spalle dell'assistente, l'espressione di Mai cambiò completamente.

Non c'era altra traccia se non quella della sofferenza ed i suoi occhi erano vuoti come mai prima.

Si portò una mano al petto consapevole che ormai lì non c'era più un cuore, ma una voragine che non si sarebbe più risanata.

Era tutto finito.

Lo aveva perso.

Lo aveva perso per sempre senza nemmeno aver mai lottato davvero per ottenerlo.

Cadde in ginocchio.

Non si era mai sentita in quel modo in tutta la sua vita, forse neanche alla morte dei suoi.

Era un senso di devastazione completamente diverso, totalmente nuovo.

Le lacrime iniziarono a solcarle copiosamente il viso.

Come aveva potuto essere così stupida da pensare che tra loro potesse esserci qualcosa di più?

In fondo lui amava soltanto sé stesso, lo aveva sempre saputo.

Eppure quel dolore le provava che ci aveva sperato e che, nonostante tutto, da qualche parte dentro di lei, continuava a sperarci.

Doveva smettere.

Non c'erano alternative.

Naru la detestava, ormai non aveva più il benchè minimo dubbio.

 

 

Buio.

Solitudine.

Era tutto ciò che il diciassettenne sdraiato su uno scomodo letto a fissare il soffitto, riusciva a vedere e sentire.

Non c'era altro dentro di lui e neanche fuori.

Lin aveva ragione, ciò che aveva fatto, che aveva detto, era imperdonabile, ma era necessario.

No.

Non era vero.

Stava solo cercando di giustificare sé stesso, di convincersi che aveva fatto la cosa giusta, ma non era così.

Lo aveva visto negli occhi di Mai, nella sua espressione quando se ne era andata, nell'odio di Lin e nelle sue parole.

Aveva ragione.

In fondo tutto ciò che costituiva Naru era soltanto una facciata, maschere su maschere indossate per non lasciare che niente e nessuno lo ferisse.

Una volta tolte quelle di lui non rimaneva niente.

Nessun Naru, ma sopratutto nessun Shibuya Kazuya.

Aveva perso sé stesso da così tanto tempo che ormai non riusciva più neanche a ricordarsi com'era.

Poi aveva incontrato lei.

Mai.

E la sua vita era stata travolta e stravolta da un uragano pieno di vita.

Le cose erano cambiate da quando si era unita alla SPR.

Lui era cambiato.

Aveva cominciato a sentire e conoscere sensazioni ed emozioni con cui non aveva mai dovuto far i conti prima.

Era una sensazione meravigliosa.

Ma con quella era arrivata anche la paura, ed era stata quella a tenerlo a freno, bloccato al suo posto.

Era stata quella a fare in modo che lui rovinasse ogni cosa.

Ancora una volta si ritrovò a pensare che Lin aveva ragione.

Stavolta aveva qualcosa che non aveva mai avuto in vita sua, qualcosa da perdere, ed era molto più di quanto avrebbe mai anche solo osato sognare.

Non si era mai sentito così, nemmeno con Lin, che era stato praticamente tutto il suo mondo per molti anni e adesso rischiava di perdere entrambi.

Strinse un pugno e chiuse gli occhi.

Solitudine.

***************************************
Note scrittrice: Ecco qua un'altro capitolo struggentissimo...credo che non mi riprenderò mai più T.T No, dai scherzo, anche se ancora non so come e quanto tempo ci vorrà per sistemare le cose. Ma si sistemeranno....forse....credo....spero XD Volevo avvisarvi che domani parti e non ci sarò per un paio di settimane perciò cercate di non disperarvi troppo e spero che questa pausa mi dia qualche buona ispirazione per continuare =)
rafxsulfusxsempre : Mi sono divertita un sacco a leggere la tua recensione e mi ha piacevolmente stupita la sua lunghezza. Ancora una volta non posso far altro che dirti GRAZIE. Ammetto che Naru dovrà fare molto di più che inginocchiarsi sui ceci secchi stavolta, ma, e qui vado contro ogni buon proposito di Lin XD, devo dire una cosa a sua discolpa se la cosa fosse stata facile da risolvere con il diseredarsi non saremmo mai arrivati a questo punto XD Già mi piace rendere le cose moooooooolto complicate sono malefica XD Per quanto riguarda Mai, già una volta si è messa in un guaio con i fantasmi perchè ha voluto fare di testa sua da sola e le conseguenze non sono state delle migliori, perciò non correrà il rischio di nuovo...però chissà...credo che potrebbe essere capace di tutto in questo momento!
Via vi saluto ci sentiamo al mio ritorno....spero ^^ Un salutone a tutti!!!
_Yozora_

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Capitolo 31
*** Cap. 31: Looks and breath ***


Una figura se ne stava lì ferma nel buio della notte.

In piedi su un marciapiede di fronte ad un complesso di appartamenti, lo sguardo fisso su una porta del secondo piano.

Era andato lì senza neanche pensarci, senza sapere cosa avrebbe fatto dopo.

Era lì da circa mezz'ora e ancora non sapeva se tornare indietro o andare avanti.

Anche se si fosse presentato davanti alla porta di quella casa cosa avrebbe potuto dire?

Si sentiva uno stupido.

Uno stupido per come si era comportato, per quello che aveva detto, per quello che non era mai riuscito a far uscire dalla sua bocca, per essere andato lì, per non riuscire a fare un passo in quella direzione, per non riuscire ad afferrarla.

Rimase lì ancora un po', poi si allontanò.

L'amarezza del non essere abbastanza coraggioso da affrontare la ragazza che viveva in quella casa gli pesava nel petto.

Era sempre stato un tipo orgoglioso, uno che non torna sui suoi passi facilmente neanche quando sa di aver sbagliato.

Per la prima volta nella sua vita, mentre si allontanava inesorabilmente da quella casa e da lei, si chiese a cosa serviva l'orgoglio se feriva soltanto la persona che più avrebbe voluto proteggere al mondo.

Si disse che, forse, quando fosse riuscito a trovare una risposta sarebbe stato in grado di affrontare anche quella ragazza e di sorreggerla.

 

 

Passò una settimana.

Erano di nuovo tutti in ufficio ed il silenzio non era mai stato pesante come in quel momento.

Mai era tornata a lavoro dopo il periodo di pausa.

Aveva deciso che sarebbe dovuta andare avanti con la sua vita in ogni caso.

Aveva anche pensato di licenziarsi, ma il caso dei sui genitori era ancora aperto e lei doveva saperne di più.

Lei e Naru erano a meno di 10 metri di distanza e non si guardavano neanche negli occhi.

Lui fuggiva al suo sguardo, anche se spesso la guardava quando era sicuro che non lo notasse, lei sentiva la sua presenza, ma non riusciva a guardarlo.

Faceva male.

Troppo.

Sapeva che non le sarebbe passata tanto in fretta.

Probabilmente non avrebbe mai smesso di provare quei sentimenti per lui.

Volente o nolente, lei lo amava, anche dopo tutte le cose terribili che le aveva detto.

Visti gli avvenimenti della settimana prima non la stupiva l'atteggiamento dei colleghi nei confronti del capo della SPR, anche se John non era mai rimasto così tanto in silenzio.

A stupirla era il comportamento di Lin.

Se ne stava seduto a braccia incrociate e gli occhi chiusi, da quando Naru era arrivato.

L'espressione dura.

Non gli aveva neanche rivolto parola.

L'uomo aprì gli occhi e li alzò su di lei che lo stava osservando.

Le sorrise.

Quel sorriso dolce che poche volte le aveva rivolto, ma c'era qualcosa che non andava nei suoi occhi.

Erano colmi di tristezza.

Senza pensare a quello che stava facendo si voltò a guardare Naru che fissava il pavimento, poi rivolse nuovamente lo sguardo sull'uomo che aveva di fronte.

Improvvisamente capì.

Non sapeva cosa era successo quel giorno, dopo che lei era andata nell'ufficio dell'assistente per aspettarlo, sapeva solo che lui e il diciassettenne non si rivolgevano parola e Lin non lo aveva difeso.

Non aveva provato a giustificarlo mentre la riaccompagnava a casa.

Lin era arrabbiato con Naru più di quanto non lo fosse mai stato.

Ad osservarlo meglio Mai capì che non era rabbia quella sul volto dell'uomo quando guardava il ragazzo.

Era delusione e quella sarebbe stata molto più difficile da superare.

 

 

Erano bastati pochi secondi per far sentire Naru ancora peggio di come già non stesse.

Aveva incrociato lo sguardo di Lin soltanto un attimo ed aveva sentito un altro po' di sé crollare.

Aveva distolto lo sguardo appena si era che Mai si stava voltando a guardarlo e aveva preso a fissare il pavimento.

Non sarebbe riuscito a reggere anche il peso dello sguardo della ragazza.

Non in quel momento.

Non subito dopo essere stato colpito dalla delusione del suo assistente.

In realtà stava molto attento a non incrociare lo sguardo della castana da giorni.

Si sentiva indegno di guardarla.

Aveva perso ogni diritto di farlo il giorno che le aveva urlato addosso parole che non gli appartenevano.

La guardava solamente quando era sicuro di non essere notato perchè negarsi anche quei piccoli momenti sarebbe stato peggio dell'inferno e la situazione era già soffocante com'era,

Rubare quei pochi minuti per osservarla era l'unico modo in cui riusciva a respirare quel tanto che bastava per rimanere in vita, anche se era doloroso era necessario.


************************************* Ringraziamenti autrice: HO AGGIORNATO!!!!!!! Chiedo davvero scusa è passato più di un anno dall'ultimo aggiornamento me ne rendo conto e mi sento male per questo. Pultroppo ci sono stati molti intoppi il più importante tra tutti la completa mancanza di idee su come andare avanti. Ho ricominciato l'anime per vedere se mi tornava l'ispirazione...vedremo. Per ora un'ideina ce l'ho, quindi incrocio le dita. Lo so che dopo un anno tornare con un capitolo del genere è deludente, ma in realtà lo avevo cominciato senza mai sapere come finirlo perciò appena ho avuto un'idea ne ho approfittato. Comunque sia, le cose cominceranno a smuoversi un po' nel prossimo capitolo, perciò abbiate ancora un po' di pazienza ok? So che chiedo molto =).
rafxsulfusxsempre: Mi scuso sopratutto con te che hai sempre seguito e recensito questa storia con costanza. Un anno di attesa è lungo me ne rendo conto. Ti ringrazio per essere sempre rimasta nonostante tutto e spero che continuera a farlo ( anche se capirei se non lo facessi ^^ ). Rileggendo la tua recensione precedente e anche riguardando l'anime, mi sono resa conto di aver reso Naru molto più testardo e distaccanto di quanto non sia, ma in questa situazione credo che non avrei potuto rappresentarlo diversamente. Un po' mi dispiace perchè sta facendo la figura dello s*****o e non lo è affatto, ma ogni cosa a suo tempo. Arriverà il suo momento di redimersi. Non dimentichiamo che in fin dei conti ha pur sempre solo 17 anni e come tale ragiona, anzi probabilmente in campo sentimentale ha la mentalità di un bambino =).
Grazie anche a fra_shino, muomuoda e chicca 86 per aver recensito. Grazie molte davvero =)
Bene adesso vado. Ci rivediamo al prossimo capitolo, spero.
_Yozora_

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Capitolo 32
*** Cap. 32: The things i never said ***


Aveva di nuovo fatto buio.
Ormai le giornate passavano tutte allo stesso modo.
Da quando erano rimasti bloccati con il caso della villa e dei genitori di Mai ed avevano deciso di fare una pausa per riordinare le idee e concentrarsi su altro, da quando l'atmosfera alla SPR  aveva cominciato a farsi pesante, sembrava che tutti gli spiriti o gli avvenimenti soprannaturali fossero andati in vacanza.
I giorni si susseguivano uno dietro l'altro senza che cambiasse niente.
L'aria in ufficio diventava ogni giorno più irrespirabile e le cose non sembravano voler migliorare tanto presto.
Quella sera, tanto per fare qualcosa di diverso e provare a distrarsi un po', uno dei ragazzi propose agli altri di cenare insieme da qualche parte.
Gli altri accettarono così si prepararono e cominciarono ad uscire.
Fu in quel momento che qualcosa cambiò.
Successe qualcosa che nelle due settimane precedenti non era mai successa.
Mai stava per varcare la soglia ed uscire dall'ufficio insieme agli altri quando una voce alle sue spalle la chiamò
- Mai, potrei parlarti un momento? -
La ragazza si voltò verso il suo interlocutore dimenticandosi per un attimo di tutto quello che era successo da due settimane a quella parte a causa della sorpresa.
Rimase a fissarlo per un po' senza riuscire a dire una parola, poi si voltò verso Lin che si era fermato poco fuori dalla porta sorpreso quanto lei.
L'uomo rivolse la sua attenzione alla ragazza dubbioso.
Era scettico a lasciarla da sola con il ragazzo, Mai poteva benissimo leggerglielo in faccia.
In quelle ultime settimane non si era allontanato da lei neanche un secondo.
Non che ci fossero stati rischi che lei potesse rimanere sola con Naru, ma in ogni caso, vista la situazione generale, non si sentiva tranquillo quando era lontana dalla sua vista.
La ragazza gli sorrise rassicurante.
Dopo due settimane di silenzio e neanche un incrocio di sguardi, voleva sentire cosa aveva da dire.
Non che non fosse spaventata visto come erano andate le cose l'ultima volta che erano rimasti soli.
Le parole che Naru le aveva urlato contro erano ancora ben impresse nella sua mente e la ferivano con la stessa intensità di quando era stata costretta ad ascoltarle, ma era un confronto che prima o poi avrebbe dovuto affrontare perciò tanto meglio farlo subito visto che si era presentata l'occasione.
Lin sospirò e senza staccare gli occhi dai suoi le disse
- Sono qui fuori se hai bisogno di me -
Mai sorrise di nuovo con gratitudine, poi voltandosi si chiuse la porta alle spalle e rivolse tutta la sua attenzione al ragazzo in piedi di fronte a lei.
 
 
 
Era rimasta.
Quella, per quanto ci avesse sperato, era una cosa che, in fondo, non si era aspettato.
Dopo essere rimasto ad osservarla per qualche minuto in silenzio, le voltò le spalle e prese a fissare fuori dalla finestra.
Dopo qualche altro minuto di silenzio la voce di Mai gli arrivò alle orecchie piatta e spenta, ma  senza neanche un briciolo di esitazione.
- Dopo che avrò scoperto cosa è davvero successo ai miei genitori me ne andrò -
Il cuore di Naru mancò un battito.
Sapeva cosa si nascondeva dietro quella frase.
Sapeva che il vero significato era un altro.
 
Quando avrò scoperto cosa è successo ai miei genitori, smetterò di essere un peso e crearti problemi. Tornerai alla tranquillità a cui eri abituato prima di conoscermi e così sarai felice. Per favore sopporta solo ancora un po' e concedimi di sapere la verità.
 
Era quello che la ragazza aveva voluto davvero dire ed era quello a ferirlo anche più del fatto stesso di aver detto che sarebbe andata via.
Non si accorse di essere rimasto in silenzio più del dovuto fino a quando la castana non parlò di nuovo.
- Se non hai niente da dirmi io vado -
Così dicendo si voltò e si avvicinò di nuovo alla porta.
Irritata.
Le aveva chiesto di poterle parlare e poi se ne stava lì in silenzio senza neanche degnarsi di guardarla.
Non aveva ancora toccato la maniglia quando Naru parlò.
- Io non so se sarò mai la persona che tu pensi possa essere -
Il suo tono di voce era basso, stanco e anche un po' malinconico.
Si voltò a guardarlo senza capire e lui le stava ricambiando lo sguardo.
Stavolta la guardava dritta negli occhi e lei  vide qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere negli occhi del ragazzo.
Insicurezza.
Il moro fece qualche passo e si appoggiò alla scrivania senza mai smettere di guardarla.
Mai aveva la sensazione che non avesse finito di parlare così, in silenzio, si mise a sedere davanti a lui e attese.
- Sono cresciuto in una famiglia dove prestigio e denaro contano più di ogni altra cosa. Valori umani, sentimenti, persino più delle persone. I miei genitori mi hanno sempre visto come una fonte di guadagno, più che come un figlio ed è così che sono stato educato. A pensare di me stesso e degli altri come mezzi per far soldi. È il motivo per cui mio padre ha dato vita a questa azienda ed anche a molte altre. La verità, però, è che non sono mai riuscito a guardare le persone nello stesso modo in cui fanno loro e lo sanno benissimo, per questo mi disprezzano. Nonostante questo non ho mai trovato la forza per oppormi ai loro desideri, così loro hanno continuato a spingermi sulla strada che mi avevano preparato già prima che io nascessi. -
Si fermò un momento per lasciare modo a Mai di comprendere a pieno quello che stava dicendo.
Lei non aprì bocca.
Non sapeva perchè all'improvviso le stesse raccontando quelle cose, sopratutto dato che il rapporto tra loro si era spaventosamente incrinato, né sapeva dove volesse arrivare, eppure dentro di sé sentì che doveva esserci un motivo importante se ne stava parlando proprio in quel momento e proprio con lei.
Naru attese ancora qualche secondo poi riprese a parlare.
- Così, appena ho compiuto 17 anni, ho rilevato la SPR. Un po' perchè con questa azienda se creassi problemi sarebbe facile contenerli, come avrai notato il nostro non è un business molto ampio, ed un po' perchè così avrei potuto allontanarmi dai miei genitori a da quella casa. Per questo mi è stato affiancato Lin, il lavoro di assistente è una copertura non solo perchè è un onmyoji, ma anche perchè è una sorta di supervisore. Lavora per la famiglia da anni, praticamente da quando è un ragazzino ed è una persona che gode della loro totale fiducia. -
- Se i rapporti tra lui e la tua famiglia sono così buoni, com'è che anche i vostri lo sono? -
Mai fece quella domanda dimenticandosi di tutto quello successo tra loro, senza neanche pensarci.
Se Naru non vedeva il mondo come facevano i suoi genitori e loro lo disprezzavano e avevano mandato Lin con lui per tenerlo sotto controllo perchè si fidavano ciecamente dell'uomo, com'era possibile che quello stesso Lin nutrisse una lealtà fuori misura verso il ragazzo e che Naru stesso ponesse su di lui una fiducia smisurata?
Il protagonista dei suoi pensieri sorrise dolcemente a quella domanda.
L'innocenza della ragazza era una delle cose che lo avevano conquistato.
- Perchè Lin vede il mondo come lo vedo io è solo stato più bravo di me a non farsene accorgere -
Mai notò una punta di rispetto mista ad invidia nella sua voce.
Non disse altro in attesa che Naru continuasse a raccontare.
Il ragazzo capì che la castana non avrebbe fatto altre domande per il momento così andò avanti.
Aveva passato giorni a raccogliere tutto il suo coraggio per prendere la decisione di parlarle del suo passato, di lui e per nessun motivo al mondo si sarebbe tirato indietro a quel punto.
- Lui riferisce ai miei genitori se ci sono problemi sul lavoro o almeno è quello che dovrebbe fare. In realtà riferisce solo i buoni risultati e se succede qualcosa, come ben sai, mi aiuta a risolverlo e poi lo tiene per sé. Ad ogni modo, nonostante mi sia allontanato dai miei genitori più che potevo, non ho mai tagliato completamente i ponti con loro, per questo sono il presidente dell'azienda. In quanto tale ci sono cose che non posso evitare, richieste che non posso rifiutare, tradizioni che non mi è concesso ignorare. -
Lentamente stava arrivando al punto e, improvvisamente, si sentì spaventato.
Aveva paura di ferirla ancora e del dolore che sapeva avrebbe sentito dicendole quello che era giusto lei sapesse.
Chiuse gli occhi prese un respiro e continuò a parlare.
Non poteva tirarsi indietro.
Non lo avrebbe fatto.
Non più.
- Io non ho mai potuto avere una vita che fosse completamente mia. Amicizie, le persone con cui venivo a contatto, i parenti che incontravo, la scuola, le attività extra scolastiche, i giochi che facevo da bambino, tutto era sotto il controllo dei miei genitori. Così come lo è la mia vita sentimentale. -
Mai sgranò gli occhi, cominciando a capire.
Non riusciva a credere a quello che sentiva con le sue orecchie.
- Non sono libero di scegliere chi amare -
Quella frase fece salire alla ragazza le lacrime agli occhi.
Il moro lo notò e sentì stringerglisi il cuore.
Deglutì.
- Mi dispiace, per ciò che ho detto quel giorno. Ero arrabbiato con me stesso e mi ero innervosito, così me la sono presa con te. So che sono stato crudele e meschino, ma ti assicuro che non pensavo davvero quello che ho detto. Non l'ho mai pensato. Mi dispiace anche di averti evitata in queste settimane e di essere stato più freddo del solito. Volevo proteggerti, credevo che il modo migliore per farlo fosse starti lontano. Sarebbe andato bene finchè fossi stato il solo a soffrire, ero convinto di poter portare quel dolore da solo. Mi sono sbagliato. Non mi sono reso conto che allontanandomi, sopratutto in questo momento, anche tu ne saresti stata distrutta. Mi dispiace. -
Con quelle ultime parole si zittì ed osservò Mai in attesa di una sua reazione.
La castana rimase immobile a fissarlo per qualche secondo, le lacrime avevano preso a solcarle le guance.
Aveva capito perfettamente quello che Naru aveva cercato di dirle e, per quanto impacciato, lei la reputava la miglior dichiarazione di sempre, anche se sapeva che lui avrebbe negato se qualcuno lo avesse saputo.
Fu un attimo, il diciassettenne non ebbe neanche il tempo di rendersi conto di quello che stava succedendo che la sedicenne gli si fiondò tra le braccia.
- Mi dispiace. Io...non lo sapevo e...e...ho pensato...che...che tu mi odiassi- singhiozzò.
Naru si riscosse dallo shock e, sorridendo dolcemente, ricambiò l'abbraccio.
- Va tutto bene. Non è colpa tua. Volevo che tu mi odiassi, ho pensato che sarebbe stato meglio per te. Odiarmi ed andare avanti. -
Mai si allontanò da lui quel tanto che bastava per poterlo guardare.
- Non ci sarei mai riuscita. Non potrei mai odiarti. -
Il moro la guardò stupito, poi il suo sguardo si addolcì e, prendendole il volto tra le mani, le asciugò le lacrime.
Non ebbero modo di aggiungere né fare altro che qualcuno bussò alla porta.
I due ragazzi misero un po' di distanza l'uno dall'altra.
Mai guardò l'orologio.
Le nove e mezzo di sera.
Chi poteva presentarsi in ufficio a quell'ora?
- Avanti – disse Naru.
La porta si aprì mostrando Lin in compagnia di un altro uomo, biondo e sulla quarantina.
- Miyashi-san. Cosa la porta qui a quest'ora? -
La ragazza si voltò a guardare il suo capo confusa.
Lui conosceva quell'uomo?
Lin notò il suo sguardo e spiegò
- Il signor Miyashi lavora come avvocato per la famiglia proprietaria della villa. -
L'uomo entrò e quando Mai riuscì a vederlo bene si pietrificò.
Non sapeva perchè, ma quell'uomo le dava una bruttissima sensazione.
Le sembrava di averlo già visto da qualche parte, ma il ricordo del suo volto continuava a sfuggirgli.
 
 
 

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Capitolo 33
*** Cap. 33: A man from the past ***


- Mai. Mai. -
Naru dovette chiamarla più volte prima che lei riemergesse dallo stato di shock in cui era caduta nel momento in cui quell'uomo aveva varcato la soglia.
La ragazza si voltò a guardarlo.
- Stai bene? - chiese con una punta di preoccupazione nella voce.
Mai attese qualche secondo per assicurarsi di riuscire a tirar fuori la voce.
- S..sì. Sì,sto bene – rispose.
Si accorse che la mano del ragazzo era posata sul suo braccio.
- Puoi portarci una tazza di thè, per favore? - chiese lui.
-Sì, certo. Vado a prepararlo -
Il ragazzo la seguì con lo sguardo finchè non sparì dietro al divisore che li separava dall'angolo cottura.
Non ci fu bisogno neanche che lo guardasse che Lin la aveva già seguita.
Naru si rivolse all'uomo che aveva di fronte indicandogli la poltrona.
- Si accomodi -
 
 
Mai si teneva stretta al piano cottura cercando di riprendere il controllo, mentre la teiera era sul fuoco.
- Sicura di stare bene? -
Si voltò e di fronte a lei trovò Lin.
- Lin-san – sussurrò
- Io...non lo so. Quando quell'uomo è entrato ho avuto una strana sensazione. -
L'assistente la guardò confuso.
- Che sensazione? -
La castana scosse la testa
- Non lo so, ma credo di averlo già visto. Non ricordo dove né quando. È come se il ricordo di quell'uomo fosse ricoperto di burro. Mi sfugge via ogni volta che lo afferrò. -
Lin non riuscì a non farsi sfuggire un sorriso a quella similitudine, poi tornò serio concentrandosi su ciò che aveva detto.
La guardò e sul suo volto ci lesse confusione e stanchezza.
Notò che qualcosa non andava, ma non riuscì a capire cosa.
Si avvicinò alla ragazza e le poggiò una mano sulla spalla.
- Non pensarci adesso. Ricorderai. Ora porta quel thè di là e poi ti riaccompagno a casa. Hai bisogno di riposare. -
Mai alzò lo sguardo su di lui.
Il suo tono era stato dolce e paterno, così non potè far altro che annuire ed ubbidire.
 
 
- Cosa la porta qui, Miyashi-san? -  chiese di nuovo Naru.
- Ho sentito che state indagando su due casi. Uno avvenuto 10 anni fa, legato alla villa e l'altro successo 3 anni fa, che non ha niente a che fare con il primo – disse.
Il tono dell'uomo era assolutamente tranquillo.
Fin troppo.
Naru non si mosse né cambiò espressione, ma lo scrutava attentamente.
- Noi crediamo che siano collegati –
Il biondo assunse un'espressione solenne.
- Capisco, ma non ci sono prove che lo siano. In più il caso di 3 anni fa è stato chiuso. Fu dichiarato un incidente -
Fu solo un secondo, ma il ragazzo avrebbe giurato di aver visto un sorriso aprirsi sulla bocca dell'uomo, ma un battito di ciglia dopo di quel sorriso non c'era più traccia, tanto che credette di esserselo immaginato.
Lin e Mai tornarono e quest'ultima poggiò le tazzine del thè di fronte a Naru ed al suo ospite.
Mentre poggiava la teiera nel centro del tavolo, Miyashi spostò lo sguardo su di lei.
- Mai-chan? Tu sei Mai-chan, non è vero? La figlia di Kyoko e Takumi -
La mano di Mai tremò e per poco la teiera non le sfuggì per la sorpresa.
Guardò l'uomo ed involontariamente fece un passo indietro.
. Lei...- cominciò, ma la sua voce era a malapena un sussurrò.
Si schiarì la gola e riprovò a parlare.
- Lei conosceva i miei genitori? -
 L'avvocato sorrise
- Sì, anche molto bene. Erano dei miei cari amici. Sono venuto spesso a casa vostra. Mi è dispiaciuto molto sentire della loro morte. -
Qualcosa non andava.
Più Naru osservava ed ascoltava quell'uomo, più ne era convinto.
Non gli piaceva il modo in cui guardava Mai, né come, poco prima, aveva parlato del caso di 3 anni prima.
Come per un riflesso condizionato alzò lo sguardo su Lin in piedi accanto a lui e si rese conto che anche lui lo stava guardando.
Era la prima volta da settimane che si scambiavano uno sguardo senza che il ragazzo sentisse l'istantaneo bisogno di fuggire via schiacciato dalla delusione dell'assistente.
Bastò quello per capire che anche lui aveva notato qualcosa di strano.
- Mi dispiace, non mi ricordo di lei – disse Mai cercando di mantenere il controllo su sé stessa e la sua voce.
Non riusciva a capirne il motivo, ma nel momento esatto in cui quell'uomo aveva pronunciato il suo nome, aveva sentito il bisogno di scappare.
Il quarantenne ridacchiò
- Non fa niente. Eri troppo piccola per ricordare. Negli ultimi anni avevamo perso un po' i contatti perciò non ci vedevamo così spesso. Quanti anni hai adesso? -
- Sedici – rispose lei.
- Sedici – le fece eco l'uomo per poi sospirare
- Una bella età -
Parve rimanere immerso nei suoi pensieri per un po'.
Quando si riscosse si rivolse a Naru.
- Sono venuto perchè la signora vuole sapere quando riprenderete il lavoro – disse con un sorriso di circostanza stampato sul volto.
Il ragazzo non si scompose e rispose serio
- Non appena avremo finito di svolgere delle ricerche. Non dovrebbe volerci ancora molto. Tra un paio di giorni torneremo alla villa. -
Miyashi annuì e si alzò
- Bene. Scusate se vi ho fatto fare tardi, adesso vado. - disse stringendo la mano a Naru che si era alzato a sua volta.
Si voltò verso Mai
- è stato un piacere rivederti. A presto – disse sorridendo.
La castana si inchinò educatamente in segno di saluto, sollevata che se ne andasse.
L'uomo ricambiò l'inchino ed uscì chiudendo la porta dietro di sé.
Le tre persone rimaste dentro l'ufficio e attesero di essere sicuri che si fosse allontanato prima di muoversi o parlare.

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Capitolo 34
*** Cap. 34: Facts and suspicions ***


Mai si lasciò cadere sul divano con un sospiro.
Naru le si avvicinò con cautela e si inginocchiò davanti a lei.
- Stai bene? - chiese.
Il suo tono era caldo come poche volte era stato.
La ragazza lo guardò.
- Quell'uomo...- sussurrò
- C'è qualcosa di strano in lui. Qualcosa che non mi piace. -
L'espressione del ragazzo si fece seria
- Sì, l'ho notato anch'io. - disse solenne.
Osservandola si rese conto che era spaventata ed esausta.
Erano stati mesi lunghi, sopratutto per lei, perciò non c'era da sorprendersi.
E non era ancora finita, anzi forse le cose avevano appena cominciato a farsi più serie.
- Adesso và a casa e prova a dormire un po'. Domani ci occuperemo di questa faccenda, va bene? -
Il calore non aveva abbandonato la voce del diciassettenne.
Mai lo guardò per un po' negli occhi poi annuì.
Lin, che aveva assistito a tutta la scena in silenzio, le si avvicinò.
- Ti accompagno – disse.
La ragazza non obiettò, prese la giacca, salutò Naru ed uscì dall'ufficio insieme all'uomo.
 
 
Lin guidò in silenzio per un po'.
Assistendo alla scena tra i due ragazzi di poco prima avrebbe potuto giurare che le cose fossero tornate alla normalità, anzi sembravano addirittura migliorate.
Non sapeva che cosa aveva fatto cambiare idea al ragazzo, ma era contento lo avesse fatto.
Perlomeno Mai sembrava più sollevata.
La guardò di sottecchi.
Aveva lo sguardo perso fuori dal finestrino.
Sembrava che l'incontro con quell'uomo l'avesse turbata più di quanto lui inizialmente avesse pensato.
- Che tipi sono i genitori di Naru? - chiese tutto d'un tratto.
Lin sobbalzò impercettibilmente a quella domanda.
La guardò per un istante prima di tornare a concentrarsi sulla strada.
- Te ne ha parlato? - chiese tentando di tenere un tono di voce neutro.
- Più o meno – rispose.
L'uomo sospirò.
- Non saprei esattamente come definirli. Non so neanche se siano dei bravi genitori o meno. La verità è che non hanno mai pensato a Naru come ad un vero e proprio figlio, ma più come colui che porterà avanti il nome della famiglia. Non vanno per niente d'accordo con la visione che lui ha del mondo, anzi sarebbe meglio dire che la disprezzano con tutte le loro forze. Nonostante questo non gli hanno mai fatto mancare niente. Non so se sia perchè è il loro unico erede o perchè Naru non si è mai completamente ribellato a loro, ma non hanno mai minacciato di toglierli i privilegi di cui gode se non avesse cambiato modo di vedere le cose, così lui non ha mai minacciato di andarsene. -
 
Mi chiedo se le cose non cambierebbero se scoprissero ciò che prova per Mai.
 
Quello fu un pensiero che Lin si tenne accuratamente per sé.
- Capisco- disse lei.
C'era un'altra domanda che Mai aveva a cuore e alla quale le sarebbe piaciuto dare una risposta.
Guardò l'uomo che guidava al suo fianco un paio di volte nervosamente, finchè non fu lui a rompere il silenzio.
- Devi chiedermi altro? -
La voce di Lin era così calma che la castana raccolse il coraggio a due mani e fece la sua domanda.
- Credi che le cose tra te e Naru torneranno mai come prima? -
Il guidatore sorrise impercettibilmente.
Quella ragazzina aveva davvero molto a cuore le persone.
- Lascia che ti chieda io una cosa prima di rispondere. Come sono i tuoi rapporti con lui adesso? -
Mai arrossì violentemente ricordando la conversazione con il ragazzo.
- Beh....direi...direi che siamo riusciti a chiarire – balbettò.
L'uomo non potè far altro che sorridere di nuovo, dolcemente.
- Allora penso che potrebbe succedere presto -
La passeggera lo guardò e sorrise, tranquillizzata.
Arrivati sotto casa della ragazza lei si voltò a salutarlo.
- Grazie per avermi accompagnato anche stasera, Lin-san. Buonanotte. – disse con un sorriso.
Scese dall'auto e notò che l'uomo aveva fatto lo stesso.
- Non c'è bisogno che mi accompagni fino alla porta – disse imbarazzata.
Facevano così da giorni ormai e Mai si sentiva un po' in colpa per approfittare in quel modo della gentilezza dell'assistente.
- Te l'ho già detto no? Non mi crea disturbo e mi sentirei più tranquillo assicurandomi che tu sia entrata in casa sana e salva. -
Così dicendo salirono le scale che portavano al piano dell'appartamento di Mai.
Si fermarono di botto davanti alla porta.
Era accostata.
Eppure Mai era convinta di averla chiusa a chiave prima di uscire.
Lin fece qualche passo avanti, l'espressione cupa, il corpo teso ed ogni senso all'erta.
- Resta dietro di me – bisbigliò.
La ragazza non fiatò e fece come le era stato detto.
L'uomo aprì lentamente la porta.
Da dentro non proveniva nessun rumore sospetto.
Fece qualche passo avanti ed accese la luce, Mai rimase costantemente alle sue spalle seguendo ogni suo passo.
Raggiunto il salotto, lo spettacolo che si presentò davanti ai due fece gelare il sangue nelle vene alla ragazza.
Ogni angolo della stanza era stato messo a soqquadro.
Libri fatti cadere dagli scaffali, cassetti rovesciati, mobili spostati.
Non toccarono niente e controllarono il resto dell'appartamento.
Tutte le stanze erano nelle stesse condizioni.
Non era stato risparmiato neanche il bagno.
Lin afferrò il polso della ragazza e la portò di nuovo fuori.
La fece risalire in macchina e salì affianco a lei.
Mise in moto e partì di nuovo.
Il tutto senza dire una parola.
Sempre nel silenziò più assoluto prese il cellulare, compose un numero, si mise l'auricolare e fece partire la chiamata.
 
 
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Angolo autrice: Ci sono! Sono mancata qualche settimana ma per il momento ci sono =) Non è ancora tempo che sparisca per mesi e mesi e mesi.....vabbe mi sto dilungando troppo XD Comunque come avete potuto vedere le cose si stanno facendo di nuovo tese per quanto riguarda le indagini e molto più rilassate riguardo al rapporto Naru e Mai, durerà? Se avrete la pazienza di seguirmi lo scoprirete =)
honoka98: Grazie per avuto la pazienza di controllare gli aggiornamenti per un intero anno senza mollare nonostante il nulla assoluto. Grazie davvero e mi scuso ancora per la terribile lunga assenza.
rafxsulfusxsempre: Ciaooooo!!!! Immancabile come sempre,  nonostante tutto!!! La tua perseveranza mi commuove e mi da un motivo in più per continuare. GRAZIE INFINITE!!!! Approposito dell'avvocato, temo che neanche la soda caustica sarebbe sufficente figuriamoci appenderlo per i gabbasisi ( il che mi fa nascere una domanda...sei del sud? ). Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Devo ammettere che mi piace la suspence che sono riuscita a creare, ma io sono di parte perciò il mio giudizio non vale =) So che la scelta dell'intrusione a casa di Mai può sembrare affrettata, ma era necessario che avvenisse in quel momento, avevo avuto anche un'altra idea ma non era adeguata. =)
Un saluto, alla prossima e grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi.
_Yozora_
 

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