Lolaehl - il destino in una rosa bianca

di VioletTurner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 2: *** Una rosa per te ***
Capitolo 3: *** Il mio destino ***
Capitolo 4: *** Sei proprio tu ***
Capitolo 5: *** Viaggio verso chissà dove ***
Capitolo 6: *** Non andare via ***
Capitolo 7: *** L'Essere Millenario ***
Capitolo 8: *** Il principe dei sogni ***
Capitolo 9: *** Amico o nemico? ***
Capitolo 10: *** Fuga nei barili ***
Capitolo 11: *** Ho fallito ***
Capitolo 12: *** Salvami ***
Capitolo 13: *** Nella luce delle stelle ***



Capitolo 1
*** Un incontro inaspettato ***


Capitolo 1: Un incontro inaspettato


Un bel sole risplendeva su Rivendell, ero andata a fare una delle mie tante visite a mio padre Elrond, mezz’elfo e alla mia sorella Arwen, che mi accudì come una mamma. Gil, quello era vero nome di mia madre, era invece di razza nanica e purtroppo perì, subito dopo aver sentito il primo mio gemito da neonata. Ho così pochi ricordi di lei, nemmeno il volto. Ascoltavo solo i racconti di mio padre. Un giorno addirittura prese coraggio e tirò fuori un almanacco pieno zeppo di tutti i disegni e ritratti di Gil e, finalmente, la conobbi, se così si può dire.
Sfogliavo quel libro in continuazione, giorno per giorno e rimiravo quel volto. : occhi marron verdi e capelli biondo cenere,come la sua poca barba sugli zigomi e sul mento. Assorta com’ero nella lettura delle sue memorie, nelle sue spedizioni da vera guerriera non mi accorsi dell’arrivo di un gruppo di 13 nani a Rivendell, accompagnati da uno hobbit e uno stregone. Mi alzai dalla panca di marmo e li vidi avvicinarsi attraversando un ponte che proveniva da uno stretto passaggio nelle montagne e proseguiva fino all'entrata di Rivendell. Mio padre era assente con il suo esercito quindi dedussi che il gruppo fosse qui senza ‘appuntamento’ .Nei paraggi non notai nessuno disposto ad accoglierli così provai a farmi avanti scendendo i primi gradini. Sentii una mano bloccarmi da dietro. Lindir scosse la testa “Vado io principessa… voi restate qui, non si sa mai che intenzioni abbiano” disse gelido . “Ma chi sono?” domandai curiosa “Tu li conosci?”
“E’ una compagnia di nani…” Lindir aveva alle volte quel tono così arrogante che odiavo me stessa di far parte per metà, alla sua specie.
“Questo lo vedo anche da me…grazie tante…” risposi fredda “E il modo in cui pronunci la parola nani non mi piace affatto…ti ricordo che ho sangue di una grande donna nano, una grande guerriera, una Piediferro!”
“Vi consiglio principessa di abbassare la voce…voi avete solo letto quelle storie…siete cresciuta fra gli elfi, dimenticate le storie dei nani. Siete figlia di Elrond”
“Io non rinnegherò mai di essere un nano…la mia altezza è quella d’altronde” risposi io acidamente ma Lindir si era già avviato verso il gruppo senza degnarmi di ascolto. Non potevo rinnegare di essere parte della gente che faceva parte di quel gruppo. Come tutti i nani mal sopportavo l’arroganza degli elfi quando questi mi davano un buon motivo per arrabbiarmi. Di elfico avevo le orecchie a punta, non avevo la barba e parlavo la lingua.
L’unico legame veramente forte con gli elfi che sentivo erano mio padre e mia sorella. Lindir scese le scale avvicinandosi ai nani che bisbigliavano diffidenti tra di loro. Lo hobbit in disparte si guardava attorno con una faccia meravigliata e mi venne da sorridere “Mithrandir!” appellò l’elfo di corte e lo stregone si girò appoggiandosi sul suo bastone “Ah…Lindir…!” disse quell’altro piegando appena il capo in cenno di saluto. Sentii l’elfo rivolgerglisi nella nostra lingua“Vi abbiamo sentito attraversare la Vallata”
“Devo parlare con re Elrond” tagliò corto lo stregone
“Il mio signore Elrond non è qui…” rispose Lindir. Mithrandir, o Gandalf così lo chiamavano tutti, guardò con cipiglio sospettoso il consigliere elfo “Non è qui…e dov’è?”. Aveva visto giusto, Lindir non aveva intenzione di essere d’aiuto. Un suono di corno arrivò da ovest seguito dal rumore di zoccoli di cavalli al galoppo. Portai il mio sguardo verso quella direzione e sorrisi “Papà…finalmente!” sussurrai felice per poi scendere le scale. Di nuovo Lindir bloccò il mio passaggio con il braccio. Feci spallucce e lo superai semplicemente piegandomi un pochino. Mi dovetti fermare perché appena si avvicinarono i cavalli ecco che i nani più vicini ai cancelli cominciarono a spaventarsi e a tirare su le proprie asce e i propri martelli per difendersi. Ebbi paura e mi nascosi.
Gli elfi del nostro esercito munito di bandiere alzate circondarono il gruppo nanico
spaventato procedendo al trotto in due file diverse una che andava in direzione opposta all’altra, in circolo. “Gandalf !” salutò mio padre
“Re Elrond! Mellon en! Dove sei stato?”
“Abbiamo cacciato un branco di Orchi che proveniva dal Sud…ne abbiamo uccisi parecchi vicino al Passo Nascosto” disse scendendo da cavallo, dopodichè si scambiarono un abbraccio “Strano gli orchi avvicinarsi tanto ai nostri confini…qualcuno o qualcosa li avrà attirati” commentò mio padre tirando fuori come bottino di guerra un arma da orco “Magari siamo stati noi” disse Gandalf lievemente in imbarazzo. Un nano, il più alto di tutti con occhi azzurri e capelli neri striati di bianco si fece avanti buio in volto.
“Benvenuto Thorin figlio di Thràin” saluto mio padre cordialmente. “Non penso che ci conosciamo…” parlò il nano con una voce profonda.
“Vostro nonno aveva lo stesso portamento, conoscevo Thròr quand’era Re sotto la Montagna…” diceva mio padre scrutandolo.
“Ah si? Non mi hanno mai parlato di voi”
Re Elrond cominciò a parlare in elfico usando un tono un po’ alto nella voce
“Che sta dicendo? Ci sta insultando per caso?” sgridò un nano dalla barba e dai capelli rossi. Cominciai a ridere e il silenzio attorno a me mi fece capire che mi avevano sentito e uscii dal mio nascondiglio.
“No…” dissi sorridendo “Mio padre vi sta solo invitando a fermarvi da noi per trovare ristoro e cibo”.
Fu in quel momento che mio padre mi notò e mi sorrise “Vieni figlia mia…fatti avanti! Da quanto tempo non ti vedo” mi disse in elfico. “Ero venuta a farti visita ma a quanto pare eri impegnato a difendere i confini” lo abbracciai. I nani avevano tutti gli occhi su di me e bisbigliavano tra loro “Piccolina per essere un elfo!” commentò divertito lo stregone “Lolaehl è difatti una mezzosangue, una dwelf… sua madre Gil, mia prima moglie, era una Piediferro dei Colli Ferrosi” dichiarò mio Re Padre. I nani del gruppo cominciarono a mormorare tra loro ancora più rumorosamente, solo uno di loro non partecipò a quella fitta conversazione. Un giovane nano, dai profondi occhi castani e capelli di colore scuro e davvero molto attraente. Il suo sguardo mi fece superare quell’imbarazzo causato dal chiacchiericcio dei nani. Gli sorrisi appena poi mi sentii arrossire e lui rispose al mio sorriso. Il nano biondo vicino a lui, anche lui molto bello lo vide imbambolato “Kili…non sta bene fissare una principessa in quel modo” bisbigliò. “Per me è una novità più unica che rara” mi sorrise Thorin “Principessa” si inchinò. Quando vide che i nani non si erano ancora genuflessi Thorin ordinò a denti stretti “E inchinatevi maleducati!”
“Non v’è bisogno Thorin, davvero…anzi…se volete seguirmi…vi mostro le vostre camere e la sala da pranzo” sorrisi io avviandomi e la Compagnia mi seguì. “La trovo stupenda…mai vista una mezzosangue in vita mia Fili” bisbigliò Kili al fratello “Ma non eri quello attratto dagli elfi femmina tu? Ieri stesso mi hai confessato di essere alquanto curioso di conoscerne una?” “No…non posso dire di gradire gli elfi femmina…hanno gli zigomi altissimi e la pelle cremosa…troppi pochi peli sulla faccia…” disse guardandosi attorno “Anche se…questa che suona la cetra non è male” finì di dire indicando la creatura seduta sulla panchina di marmo vicino alla quale stavamo passando “Quello non è un’elfo femmina” dissi io senza voltarmi, rivelandogli la triste verità. La creatura lo guardò e il giovane nano venne colto dall’imbarazzo. Il fratello seguito dagli altri nani cominciarono a ridere prendendosi gioco di lui “Perfetto, grazie ragazzi,ah… proprio una bella figura davanti alla principessa” si lamentò il bel nano…

Il pranzo che venne offerto loro era accompagnato dalla musica elfica l’unica alla quale ero abituata. La trovavo così noiosa che a volte preferivo ritirarmi in camera mia a cantare gli spartiti nell’almanacco di mia madre, canzoni antiche dei nani. Quella volta però ero piuttosto contenta di rimanere a mangiare a corte, sentivo che mi sarei divertita come non mai…e poi la presenza di quel bellissimo esemplare di nano avrebbe di sicuro allietato le mie giornate.
Mio padre si sedette con Gandalf , Thorin Scudo di Quercia, me e mia sorella Arwen ad un tavolo rotondo molto vicino a dove invece erano i nani che , a ragione , si lamentavano per la totale assenza di carni al banchetto “Ci sono le patatine fritte?” disse uno di loro, Ori.
Kili non toccava cibo, non ne aveva voglia come il resto della Compagnia. Mi fecero molta pena, nemmeno io in tanti anni ero abituata al cibo verde. Come nana sentivo voglia di carne, prosciutto, ossa da spolpare, conigli da arrostire. Quel regime vegetariano non faceva per me, perciò neanche io toccai cibo “Ehy ma…non mangi nulla?” mi chiese Arwen preoccupata “No…non ne ho voglia…più tardi magari andrò come al solito a cacciare” dissi “Nella dispensa ci sono dei cosci di montone…magari più tardi potrai portarli ai nani…non mi sembra gradiscano tanto il cibo offerto” mi suggerì lei. Le sorrisi
“Buona idea” dissi poi guardandoli “Mi domando perché il re padre tenga così tanta selvaggina e non la condivide mai”
Arwen scosse la testa senza rispondere “Sembrano affamati…” disse poi sorride “Specie lui, ma non di cibo…” fece indicandomi appena con la testa da una parte oltre il nostro tavolo.
Il suo sguardo, quello del nano dai bellissimi lineamenti era posato su di me. Le sue labbra si allargarono in un sorriso sensuale ed ammiccò. Distolsi lo sguardo imbarazzata e quello che era un sorriso pieno di malizia come quello di Kili si trasformò in un sorriso divertito. Il fratello, il nano biondo vicino, notò lo scambio di sguardi e quasi scoppiò a ridere. Kili se ne accorse “Che c’è? Non posso nemmeno fare conquiste in pace?” bisbigliò scocciato.
“Certo che puoi fratellino, anzi scusami se ti ho interrotto, ma sei così buffo quando fai quegli occhi da cucciolo!”
“Il mio è uno sguardo sensualissimo…!” protestò Kili tornando con lo sguardo su di me. “Cucciolotto!” scherzò Fili pizzicandogli una guancia con due dita “Oggi ho collezionato due belle figure…grazie ancora!” disse nervoso e si alzò.
“Uhoooo” mormorarono un gruppo di nani vicino a lui. Il principe si ritirò dal banchetto e si avviò da solo per i portici di Rivendell. Non seppi se seguirlo o no…alla fine mi alzai e andai a cercarlo, non conoscendo il luogo magari si sarebbe perso. Forse nel profondo, volevo solo rimanere da sola con lui per conoscerlo.

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Capitolo 2
*** Una rosa per te ***


Capitolo 2: Una rosa per te


Cercai in lungo e in largo quel bellissimo principe finchè non lo trovai. Era assorto e parecchio triste. Si rigirava una pietra tra le sue dita, una pietra di colore scuro. Mi avvicinai e appena lo feci lui mi guardò e la nascose in una delle sue tasche. Non mi azzardai a chiedere cosa fosse e mi limitai a guardarlo, rivolgendogli un sorriso. La sua bocca rispose al mio sorriso, mostrando i denti.
“Principessa…” mormorò con una riverenza. “Non serve…Kili…” risposi
“Conoscete il mio nome Milady?” chiese sorpreso
“Beh ho una certa capacità a ricordarmi i nomi…poi ho sentito vostro fratello che lo pronunciava…” risposi sorridendo di nuovo. “Già…” annuì lui abbassando lo sguardo “Mi dispiace per…” continuò ma lo interruppi “Oh no no…non preoccuparti e comunque sono
una tua pari, anche se per metà quindi…preferirei che tu mi chiamassi Lola” “Lola?” chiese sorpreso il nano e riprese a sorridermi “Mi piace…” sospirò.
Rimasi a guardarlo in silenzio, la profondità di quegli occhi nocciola mi ammutolirono. Poi lui riprese a parlarmi “Sai che non ho mai sentito parlare dei dwelf?”
Alzai un angolo della bocca sorridendo di sghembo “Quindi devo sentirmi onorata di essere la prima che tu abbia conosciuto”
“Oh no…quello onorato in realtà sono io…prin…scusate…Lola” mi rispose Kili pi si guardò attorno “Ho visto che non avete mangiato nulla tu e i tuoi compagni…magari più tardi dopo la mia battuta di caccia potrei…”
“Andate a caccia?” mi chiese il nano stupito “Come mai quel tono sorpreso? Non avete mai visto una donna andare a caccia?”
“A dirti la verità ancora no…che armi usate?”chiese
“Uso l’arco…oh beh…vorrei tanto migliorare, me la cavo meglio con i pugnali…difatti solo abituata a selvaggina di piccola taglia…non sono mai riuscita a…” “Vi aiuterei volentieri Lola…ehm”mi interruppe “magari…” continuò. Sapevo ciò che voleva chiedermi anche se non ci riusciva “Credete che potrei
accompagnarvi?”. Il suo sguardo era troppo tenero e non resistetti a dargli il mio assenso “Ma certo…Kili…”…

Mi ricordo che fu un pomeriggio magnifico, quasi ci dimenticcamo di andare a sfamare tutti gli altri della Compagnia. Mio padre Elrond non si accorse della mia assenza perché impegnato a conversare, anzi meglio a discutere, con Thorin, il nano capo della Compagnia.
Naturalmente stemmo ben attenti a non superare i confini di quelle Terre o ci saremmo di certo imbattuti in qualche pericolo. Già gli Orchi li seguivano e mi ero sempre domandata il perché. Ma non mi permisi di chiedergli nulla della loro spedizione, anche se come al solito ero molto curiosa, e feci solo una domanda “So che non sarò molto discreta ma…come mai di visita a Rivendell?”

“In realtà sarebbe un segreto ma tuo padre ci sta aiutando, Gandalf si fida di lui… per cui…” disse Kili mentre ritornavamo carichi di selvaggina “Conosci la storia di Smaug il terribile?” mi domandò
“Eccome no…” ammisi e dei brividi percorsero le mie viscere “A causa del fumo e del fuoco a Dale mia madre è dovuta fuggire e dopo un lungo viaggio attraversò il confine arrivando a corte. Mio padre Elrond, nonostante il comportamento di re Thranduil che alimentò per sempre l’odio con gli elfi, non intendeva essere scortese con una nana bisognosa e fu così che le offrì una stanza a Rivendell…si innamorarono…e poi beh immagina il seguito” dissi inarcando le sopracciglia.
“E’ nata la più bella dwelf che abbia mai visto…” sussurrò Kili che di sicuro non voleva farsi sentire “Come scusami?” chiesi anche se avevo capito.
“Volevo dire…posso immaginare…” mi rispose lui arrossendo leggermente “Dunque…diciamo che mio zio, Thorin, è qui perché vuole recuperare Erebor e ha bisogno di capire alcune cose…” mi disse Kili

“Ma è una spedizione molto pericolosa… commentai “…e dovrete affrontare Smaug…” “Per questo abbiamo uno scasshobbit…ehm scusa lo Scassinatore…Bilbo ci aiuterà ad aprire l’altra porta ma abbiamo bisogno di sapere perché, quando e come…quella mappa in possesso di Gandalf non è tanto chiara ecco perché siamo venuti qui” mi disse il nano Annuii “Quindi vi serve decifrare meglio la mappa con l’aiuto delle rune lunari…beh ti do una buona notizia…siete fortunati, stanotte brillerà una bellissima falce d’argento…” dissi ammirando il crepuscolo.
“Magari potremmo guardarla insieme…” disse Kili all’improvviso “Oh scusami magari ti sarò sembrato troppo audace” ridacchiò imbarazzato. Mi voltai a guardarlo, sentii le mie guance formicolare e scaldarsi “Oh no invece…sarebbe bello…mi piacerebbe” sospirai “Ora sarebbe meglio rimetterci in cammino prima che ci diano per dispersi, poi i tuoi compagni avranno fame e qui ce n’è per sfamare un intero esercito nanico. Non avevo mai visto così tanta selvaggina” affermai.
“Si affrettiamoci prima che faccia buio pesto” disse Kili sistemandosi il cervo sulla spalla. Dalla sua tasca scivolò la pietra che avevo visto prima tra le sue mani e mi piegai a raccoglierla “Ti è caduta questa…” dissi restituendola al nano
“Oh grazie…caspita, non so che avrei fatto se l’avessi persa…” disse poi. Nel riprenderla sfiorò la mia mano e lo sentii tremare come se fosse stato colto da un brivido, lo stesso che colse me.
Ci guardammo un attimo negli occhi senza parlare
“Dev’essere molto preziosa per te…” gli dissi “E’ un ricordo…una specie di promessa…” spiegò Kili “Alla tua sposa?” scherzai. Kili sorrise “No…mia madre…vuole che torni presto a casa…mi ritiene un po’ spericolato…”
“Perché, vorresti dirmi che non lo sei?” domandai sorridendo divertita
“No, non così tanto…” rispose timidamente Kili “Giusto un pochino…” ritrattò poi guardandomi con occhi sinceri e teneri. “Un pochino tanto… renditi conto che non si tratta di cacciare un cervo per mangiarlo, si tratta di un drago sputa fiamme” dissi io.
“Lo so…ma è un modo di dimostrare a mio zio di che pasta sono fatto” “Sono sicura che l’ha capito dal momento in cui hai accettato di partire per quest’avventura” ammisi. Kili non disse nulla sorrise soltanto e guardò avanti a sé. Finalmente di ritorno portai la cacciagione al gruppo di nani che cenarono tutti insieme gustandosela. Mi unii al loro succoso banchetto ascoltando i racconti di Bofur e i canti dei nani. Bombur, un nano corpulento, mangiò più di tutti gli altri ed era seduto su di un’asta di legno. Kili sedeva assieme al fratello fumando del tabacco che emanava un buonissimo odore, come di eucalipto. Ogni tanto posavamo gli occhi l’uno sull’altra scambiandoci timidi sorrisi. I nani banchettavano e scherzavano per liberarsi dai pesnieri negativi e dalle paure che poteva provocare una spedizione così perigliosa. Bofur tirò una salsiccia al fratello ciccione “Ehy Bombur tieni” e questo la prese; forse per un leggero movimento del nano, forse per quella minuscola salsiccia , l’asta si spaccò sotto il suo fondoschiena facendolo cadere e provocando grosse risate. Mi tappai la bocca anche io un po’ spaventata dal botto e poi divertita mi unii alle risate. Anche Kili rideva e mi guardava ridere di gusto. Smise di ridere e stette ad osservarmi. “Oh poverino!” commentai notando il disagio di Bombur nel rimettersi diritto. Ciononostante non riuscivo a smettere di ridacchiare. Dopo un po’ di burle e scherzi vari Kili mi si avvicinò “Sentite…credo che andrò a riposare…sono molto stanco per il viaggio e per la battuta di caccia di prima…spero di non offendervi se…”
“Ma no, figurati Kili…” risposi interrompendolo. Io non ero affatto offesa anzi, anche io ero stanca e avrei avuto bisogno di una bella dormita. Seguì un silenzio d’imbarazzo ed entrambi dicemmo “Buonanotte” per poi sorridere timidi. “Buon riposo principessa” mi augurò lui prendendo la mano e poggiandoci un dolcissimo bacio. Sostenne lo sguardo su di me per un po’ e in quel mentre sentii i battiti del mio cuore accelerare “Buon riposo a te Kili, figlio di Dis” dissi con voce quasi tremante.

Risalii nelle mie stanze a banchetto finito e incontrai mia sorella intenta a ricamare un velo “Buonanotte sorella mia, riposate bene…” mi disse con un gran sorriso “Altrettanto a te sorella mia” risposi quasi buttandomi sul letto. Cominciai a guardare oltre le tende velate della mia branda elfica e cominciai a rimirare il cielo. Tirai un grande sospiro. “Direi che quei sospiri sono di chi è speranzoso di aver trovato la propria anima gemella sorellina mia…dimmi…è il capo dei Nani o il bel Fili l’erede al trono di Durin?” avanzò Arwen. “Nessuno di questi che tu hai menzionato sorella…” “Presumo allora sia l’altro, quello che oggi ti guardava con quegli occhi furbi…stai attenta…” disse Arwen. “Gli occhi più furbi e… belli che abbia mai visto in vita mia…” commentai quasi sussurrando. Arwen stava sorridendo e riportò lo sguardo sul suo lavoro “Dunque è Kili, il secondogenito di Dis colui che ti fa sospirare in tal modo…” Non risposi. Il mio silenzio rispose per me. Quel principe dei nani, l’arciere della Compagnia aveva trafitto il mio cuore non con una delle sue solite frecce. Ma con un dardo infuocato, quello dell’Amore. Non mi ero mai sentita così prima di quel momento. Chiusi appena gli occhi per cercare di dormire e il viso di Kili mi si parò davanti. Il suo sorriso, i suoi occhi fieri mentre mi parlava della spedizione, le sue mani che tenevano e stringevano la pietra e la sua bellissima immagine mentre prendeva la mira durante la caccia. Sentii le mie labbra muoversi e allargarsi in un sorriso mentre presi il cuscino e lo strinsi con le mani.
Avevo da poco preso il sonno quando sentii un fruscìo e quel rumore lo sentii anche mia sorella. Guardai appena sopra di me, mi ero dimenticata di chiudere quella finestra. Lo sentimmo di nuovo e il fruscìo si fece più chiaro. Non erano le foglie e il vento era solo un richiamo come un “pssst!” Arwen andò alla finestra e guardò dappertutto finchè non mi guardò sorridendo. “Sorella hai delle visite…”mi disse
Mi alzai dal letto perplessa ed accorsi alla finestra, poi guardai mia sorella e lei mi rivolse uno sguardo complice e mi soffiò un bacio sulla fronte, piegandosi appena “Forza vai…hai la mia benedizione”. Tornai a guardare il principe nano che ricambiava il mio sguardo al piano di sotto “Non riesci a dormire Kili?” chiesi sussurrando.
Lui scosse la testa “Avete ancora voglia di osservare la falce d’argento?” chiese a bassa voce. Annuii “Aspettami davanti al cancello del giardino delle rose da lì possiamo rimirarla benissimo, c’è una vista bellissima…” dissi indicando la direzione “Non ti puoi perdere” aggiunsi sorridendogli. “Forse solo nei vostri occhi” sussurrò prima di andare.

Raggiunsi il giardino dove roseti bianchi piantati dai maestri giardinieri elfici crescevano rigogliosi. Mi guardai attorno ma non vidi nessuno. Di nuovo un “pssst” richiamò la mia attenzione. Kili emerse dal buio e mi si avvicinò “Mi scuso per prima…non potevo riposare senza prima avervi rivisto principessa…”. Al suo dire arrossii e guardai altrove per un attimo. Riportai il mio sguardo sul nano
“Ti prego Kili, chiamami solamente Lola” ribadii timidamente.
“Va bene…” poi si guardò attorno “Chi si occupa di questo splendore?” chiese guardando le rose bianche oltre i cancelli “A volte anche io…” risposi cercando con gli occhi le chiavi. Le trovai attaccate al chiodo d’argento piantato alla colonna-elfo sinistra e le presi. Cercai quella giusta e aprii il cancello.
“Seguimi” sussurrai varcando il cancello prima di lui. “Come mai rose? E perché proprio bianche?” domandò curioso il naso guardandole senza toccarle. “Era il simbolo della famiglia di mia madre…la Rosa di Mithril, la gemma, appunto, argentea quasi bianca…Re padre Elrond le ha dedicato questo piccolo giardino, ci troviamo ad Ovest di Rivendell” risposi odorando quelle rose
“E’ più preziosa dell’Arkengemma?” mi domandò Kili
“No…ma comunque un simbolo importante per me e per mio padre” . Mi misi a sedere e divenni malinconica e il nano lo capì dal mio sguardo “Ti deve mancare molto, tua madre Gil…”
“Non ho potuto conoscerla ma mi manca lo stesso visto che mi ha portata in grembo…”. Un brivido di freddo raggiunse il mio corpo, ma non fu il vento. Era solo tristezza.
“Non volevo riportare alla vostra mente questi ricordi, me ne rammarico…” si scusò Kili. Respirai a fondo “Quante altre volte ancora devo dirti di non darmi del voi?” dissi guardandolo “Scusate…ehm…scusami Lola…hai ragione, è che sai noi nani abbiamo la testa dura!” scherzò “Oh lo so..” ridacchiai io. Lui apparve un po’ offeso “Stai parlando con una dwelf…essendo nana, anche se per metà, anche io ho la testa dura” continuai. E la smorfia di Kili si trasformò in un fantastico e aperto sorriso. Il suono della sua risata fu musica, un’armonia certamente migliore di quella che proveniva dalle nostre cetre.
La falce d’argento stava lì luminosa davanti ai nostri occhi. La osservammo in silenzio finchè non notai una delle rose colpite dal suo raggio. Brillava di luce bianco argentata, quasi fosse fatta di mithril.
Sapevo che magari sarebbe stato un dolore per mio padre vedere un rametto di questo roseto spezzato, ma questo giardino era anche mio per cui presi le forbici, tagliai una delle più belle rose dal bulbo quasi schiuso e la donai a Kili che rimase stupito e sconcertato del gesto. “Di solito sono abituato a cogliere i fiori per le dame ma non ne ho mai ricevuta una…” mi disse prendendola fra le dita
“Considerala tua prima volta e…diciamo anche uno strappo alla regola!” ironizzai. “Oggi ci sono state tante prime volte per me Lola…l’aver conosciuto una dwelf… essere andato a caccia con una donna…l’aver ricevuto un fiore…e…” non continuò soffermandosi a guardarmi “E…?” domandai curiosa di quello che mi avrebbe detto.
Kili mi guardava la bocca troppo timido per avvicinare la sua “E osservare che tra tutte queste rose, non ce n’è nessuna paragonabile a te”. Piano piano si avvicinò toccando il mio mento con l’indice e proprio quando stava per toccare le mie sfortuna volle che una voce alquanto famigliare, quella di Re Elrond, mio padre, mi appellò “Lolaehl…” ed io mi allarmai allontanandomi dal nano.“Forse non è il caso di fare una terza brutta figura per oggi” disse Kili arrossendo e sorridendo appena. “Lolaehl!” mi richiamò la voce sempre più vicina “Forse è meglio che ti nascondi” dissi guardandomi intorno; poco più in là vi era un piccolo portico immerso nell’oscurità con pilastri abbastanza alti e ampi da coprirlo “Ecco lì…” dissi a bassa voce indicandogli il luogo. Prima di andare via il nano raccolse il coraggio e premette le labbra contro le mie dopodiché si dileguò a gambe levate e fece appena in tempo per nascondersi quando mio padre fece di nuovo il mio nome e mi venne incontro “Lolaehl…perché figliola, a quest’ora della notte, indugi fra questi roseti?” mi disse in elfico. Io che ancora ero sconvolta e felice per via di quel bacio improvviso rimasi ancora un po’ con lo sguardo perso nel vuoto. “Lolaehl” disse ancora mio padre “Che ti succede?” domandò in elfico. Lo guardai come se la sua domanda mi avesse risvegliato da quel torpore che provavo, abbassai il capo “Non avevo sonno mio Signore Padre…volevo guardare la falce d’argento visto che questo era il giorno giusto” Elrond mi sorrise comprensivo e mi mise una mano sulla spalla “E’ tardi yenya (figlia mia) vai a riposare…ci saranno grandi visite a corte…Lady Galadriel sarà con noi… voleva conoscerti…” mi disse e io sgranai gli occhi “Lady Galadriel, o Padre mio quale onore…” sospirai contenta “Perché questa richiesta da parte sua?” domandai… “Perché hai un grande destino davanti a te…e lei ci teneva a rivelartelo…”…

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Capitolo 3
*** Il mio destino ***



Capitolo 3: Il mio destino


Era il giorno del grande incontro, ero eccitata di sapere il responso di Dama Galadriel sul mio futuro e allo stesso tempo molto spaventata . Cominciai a farmi un sacco di domande, parlavo a voce alta mentre camminavo avanti e indietro nel mio vestito verde smeraldo “Ehy…tutto bene?” sentii quella voce, quella profonda voce, l’unica che volevo sentire in quel giorno così importante. Mi voltai “Buongiorno Kili…sono solo un po’ agitata…” dissi guardandolo e mi agitai ancora di più alla vista di quelle labbra che la notte stessa mi avevano baciata per la prima volta. Nella mia vita quello era il primo bacio in assoluto e avrei tanto desiderato che quell’episodio si ripetesse, dieci, cento mille volte. Lo fissai negli occhi “Per cosa?” mi chiese.
“Oggi verrà in visita Galadriel, mio padre mi ha detto che era curiosa di conoscermi anche perché aveva delle cose da dirmi sul mio destino…io sono…”
“Agitata oltre ogni dire…” disse Kili continuando per me e cercando di infondermi coraggio con il suo bellissimo sorriso. Risposi a quel gesto della sua bocca ma subito mi incupii abbandonandomi sulla panchina di marmo del portico. Kili mi si sedette accanto, la sua vicinanza mi tranquillizzò “Qualunque cosa sia…” mi disse lentamente “Dopo ieri notte…spero di farne parte”. Mi girai a guardarlo senza sapere cosa dire. Kili si frugò nella tasca e entrasse il bocciolo bianco di rosa che gli avevo regalato, era quasi schiuso del tutto “Ho passato tutta la notte a guardarla prima di prendere sonno…ha un nonsochè di magico…come i tuoi occhi”
“Oio naa elealla alasse’” sospirai guardandolo dolcemente, potevo immergermi in quel colore così bello delle sue iridi. Kili mi guardò sorpreso e si grattò la fronte imbarazzato.“Pardon ma non ho capito una sola parola di quello che hai detto” confessò.“La tua vista è sempre una gioia… da ieri a questa parte non mi sono mai sentita legata ad una persona come mi sento legata a te…e” dissi ma venni interrotta dall’arrivo del fratello Fili “Hey fratellino, Thorin ha deciso di fermarsi ancora un giorno in più per sentire cosa diceva Dama Galadriel riguardo la nostra missione, Gandalf parlerà con lei….” “Quindi non partiremo oggi” disse Kili con una certa contentezza nel tono della voce “Ah…che sollievo…” aggiunse. “Sareste dovuti partire oggi?” chiesi io domandandomi perché mai Kili non me l’avesse detto. Trovai la risposta nel suo sguardo; in qualche modo lui sperava che il suo soggiorno a Gran Burrone si sarebbe prolungato e a giudicare dalla dolcezza dei suoi occhi mentre mi fissava ne capii anche il motivo.
Si avvicinò e mi strinse la mano amorevolmente “Lola…non volevo dirtelo anche perché cercavo di non pensarci…” “Pensare a cosa?” chiesi sospirando
“A dover stare lontano da te…” disse sussurrando
“Ok…penso di essere di troppo…” disse il nano biondo indietreggiando. Ad un certo punto trovai due mani a bendarmi gli occhi “Ed’ i’ear ar’ elenea!” esclamai sussultando (Per il cielo e per le stelle!)
“Indovina chi è?” disse una voce, una delle voci che avrei voluto sentire in quel momento di agitazione. Kithriel, mia cugina, una dwelf come me. Mi girai a guardarla, bellissima nel suo vestito rosso cremisi. Le iridi verdi le brillavano di gioia “Cugina mia…Nae saian llumè…Sut naa lle umien (è passato troppo tempo! Come stai?)” dissi abbracciandola contenta
“Nel vederti ancora meglio…ho saputo che la Dama di Lòrien sarà qui oggi!” disse Kithriel “A quanto mi ha detto mio padre sembra proprio di si…oh ehm che maleducata…Loro sono Kili e Fili della stirpe dei Durin, figli di Dis e lei è…Kithriel” finii guardando Fili che aveva una espressione allucinata alla vista di Kithriel. Il nano non riusciva muoversi. Kili si inchinò educatamente “Milady…”. Anche Kithriel era rimasta affascinata dal nano biondo ma rispose comunque con un inchino accennato verso Kili.“Salve…Fili figlio di Dis…” sospirò Kithriel. Fili arrossì lievemente e il fratellino gli si avvicinò bisbigliandogli “E vai fratellone…” poi si girò sorridendo e mostrando la dentatura “Scusate..temo che Milady Kithriel abbia procurato all’erede del trono di Erebor un certo qual shock…”
“Oh ehm….” Fece Kithriel mentre le si colorivano le guance “Mi dispiace…”
Fili si decise a risvegliarsi dal torpore “No affatto non vi preoccupate Milady anzi…Saesa omentien lle (è un piacere conoscerti)… Kithriel” disse Fili inchinandosi. Mia cugina rimase molto colpita dal suo parlare la lingua così fluentemente mentre il fratellino lo guardò esterrefatto. Fili gli rivolse lo sguardo “Da quando conosci il quenya?” chiese Kili. “Da quando ho capito che alle lezioni di Balin non potevo sonnecchiare… come qualcun altro” disse ironico bisbigliando al fratello, ma non servì bisbigliare visto che io e Kithriel avevamo sentito e sghignazzavamo. Kili strinse gli occhi per un secondo offeso “Oh Kili stai tranquillo…puoi recuperare con me…posso insegnarti qualcosa…in cambio tu imi insegnerai qualcosa in khuzdul…affare fatto?” gli dissi. Kili si girò “Quando si comincia?” chiese con un’espressione buffa sul volto, unita alla voglia di restare solo con me. Guardai mia cugina poi Fili “Se vuoi seguirmi…” dissi facendogli un cenno con il capo. Almeno avrei lasciato Fili e Kithriel a conoscersi meglio…

“Quindi Aaye vuol dire salute! Ma nel caso in cui scappa uno starnuto o in caso di saluto vero e proprio?” mi chiese Kili facendomi ridere “Nel primo caso direi” dissi fra le risate.“Invece Mae govannen vuol dire Benvenuto…e…”
“Come si dice…sei stupenda?” mi interruppe Kili avvicinando il proprio viso al mio . Sorrisi appena abbassando lo sguardo poi lo rialzai guardandolo negli occhi “Kili forse…non dovremmo…non sai se ci rivedremo mai…” sospirai ma le sue labbra premettero contro le mie bloccando ogni altra parola da parte mia. Avvolsi con le braccia il suo collo e i suoi lunghi capelli raccolti dietro a mezza coda. Le nostre bocche si carezzarono in un bacio che mi sembrava durasse un’eternità. E di nuovo una voce interruppe quel momento magico “Lolaehl…seler en!” . Arwen si bloccò alla vista mia e di Kili che ci staccavamo “Oh” disse arrossendo “Dimmi sorella cara”… “la Dama di Lòrien chiede di te” mi disse Arwen e il mio sangue si raggelò dalla paura.
“Sei sicura che non vuoi che ti accompagni?” mi chiese Kili
“Me lo chiedi per vedere Galadriel o perché sei semplicemente curioso, come me, di vedere se possiamo stare insieme?” chiesi senza riflettere. Kili mi guardò piuttosto confuso “Per nessuna delle due cose Lola è che…vorrei…”
“Non ti è permesso stare con me quando Galadriel mi farà le sue rivelazioni…per di più è inutile che tu sia presente…”. Ma che cosa diavolo mi era preso? Domandai più a me stessa…perché dopo quel bacio ero diventata all’improvviso così scostante e fredda? Kili non lo meritava ma io avevo paura. L’indomani sarebbe partito e l’insicurezza mi pervase le viscere…chissà se l’avrei incontrato nel mio futuro…chissà se era lui il mio futuro… Kili fermò il passo e mi guardò serio “Lola…” sospirò perplesso “Cosa ti succede? Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato? Perché questo tuo atteggiamento?” chiese. Mi voltai dandogli le spalle e chiusi gli occhi, una lacrima mi rigò il volto “Paura…ecco cosa, Kili, la mia è solamente paura… paura che non ci rivedremo mai, domani tu partirai per una spedizione pericolosa…potresti fare mille incontri, potresti dimenticarmi…”
“Mai…” sospirò il nano “Mai succederà una cosa del genere”
“Non fare promesse che non puoi mantenere, figlio di Dìs…non farlo, ti prego…” dissi continuando a dargli le spalle e la mia voce era spezzata dalle lacrime, tremolante e fioca.Kili stringeva gli occhi sempre più confuso. Lo sentii respirare lentamente, non disse nulla. Sentii i suoi passi avvicinarsi e le sue mani posarsi sulle mie spalle. Le strinse e il il suo viso si avvicinò al mio, posò una guancia contro la mia e inspirò profondamente “Di una cosa non hai tenuto conto, mia principessa dwelf…io non sono così infimo da potermi dimenticare di chi mi ha fatto battere il cuore per la prima volta…non sono così audace e civettuolo Lola…e soprattutto…non importa quanto io sia lontano…verrò a cercarti…e ti giuro che ti troverò…anche se ci vorrà molto tempo”. Strinsi gli occhi ricacciando le lacrime e mi girai a guardarlo “Non giurare…”
“Non giurerei se non fossi certo di quello che provo…”ribadì lui mantenendo le sue pupille fisse su di me. Gli presi la mano “Khila amin Kili…vieni con me…”. Percorremmo i portici di Rivendell fino a che non raggiungemmo la larga piazza circolare, lì a guardare il sole senza distogliere lo sguardo c’era la Dama di Lòrien, Galadriel. Timidamente mantenendo lo sguardo basso in rispettoso saluto, mi avvicinai “Mae govannen Lòrien im Heri…Amin naa tulle (Benvenuta Signora di Lòrien, sono ai tuoi servigi) ” pronunciai inchinandomi. Ella si girò verso di me e Kili e sorrise dolcemente “Veduì Lolaehl Gil yelde…(Salve Lolaehl figlia di Gil)come mai portate un giovane nano con voi…quando proprio voi avete legato questo principe della stirpe di Durin al vostro destino?” chiese parlando nella mia mente. Quello fu il momento in cui la guardai sgranando gli occhi, non riuscivo a capire a cosa si riferisse e guardai Kili che ricambiò il mio sguardo con uno interrogativo. La Dama Bianca mi guardò con occhi pacifici e non aggiunse altro, si voltò e alzò le braccia al cielo pronunciando un incantesimo. Una leggera brezza carezzava il delicato abito della Signora di Galadhrim. Al centro della piazza di marmo si aprì un largo foro e da questo usci una fontana fatta di mithril.
“Mithril…qui a Rivendell?” domandò Kili con voce fioca “Silenzio figlio di Dis…” ordinò la Dama che intanto con movimenti leggiadri riempiva la fontana d’acqua pura e limpida. Non appena questa toccò il fondo del bacile della fontana si cristallizzò rivelando uno specchio. “Fatti avanti Lolaehl…e guarda tu stessa”. Feci come la Dama mi ordinò. Mi avvicinai lentamente al bacile e un turbinio di emozioni , anche contrastanti tra loro. Mi assalì. Prima di guardare in quello specchio d’acqua chiusi gli occhi inspirando l’aria attorno facendomi coraggio. Galadriel cominciò a parlarmi nella mente. La sua voce arrivò sino al profondo del mio cuore e la mia anima ne venne pervasa “ Apri gli occhi Lolaehl non aver paura…il tuo destino non sarà crudele come pensi, tuttavia alcune difficili prove ti verranno messe di fronte…ieri sera tu hai fatto al principe un dono, una rosa bianca che risplendeva alla luna come fosse fatta di mithril. Essa è la Rosa del Destino, e contiene in sé un potente incantesimo. Donandola al principe di Durin hai legato ad essa la sua anima e il suo cuore. E’ lui il tuo destino…”
“E le difficili prove che dovrò affrontare?”
“ Non si tratta di prove di abilità…si tratta di aver fiducia…ogni qualvolta non avrai fiducia che lui mantenga le sue promesse e si dimentichi di te la rosa diventerà gialla…da gialla a rosa…da rosa passerà a diventare rossa e infine nera… e infine per lui sarai solo n ricordo lontano e in quel momento non c’è speranza in un vostro futuro incontro….non ci sarà mai…il trucco è saper aspettare…attendere con pazienza il momento in cui lo rivedrai…lui è il tuo destino ricorda…ma il destino, ovviamente, lo si deve costruire con le proprie mani la propria mente e il proprio cuore” “Ma se non gli avessi mai regalato quella rosa lui…”
“Questo è il punto Lolaehl…era scritto nella tua storia…il dono che gli hai fatto era nel tuo disegno di vita”. Ad un tratto chiusi gli occhi e nelle mie orecchie la parola destino risuonava come una musica dolce e allo stesso tempo dolorosa “Destino”….”Sappi aspettare”… “Pazienza”. Quando riaprii gli occhi non la vidi più…non vidi più Galadriel e con lei nemmeno la fontana di mithril. Kili dietro di me mi guardava sorridendo appena. Risposi al sorriso e gli andai incontro. Colta da un impulso lo abbracciai. Il nano mi strinse a sé. E fuori era notte, una notte stellata…

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Capitolo 4
*** Sei proprio tu ***


(Piccola premessa: ogni qual volta che trovate un link di Youtube messo tra parentesi [...] vuol dire che ho messo della musica o delle canzoni, così da potervi inoltrare meglio nello spirito della narrazione ;) è un modo nuovo di far vivere una storia e spero vi piaccia)



 

Capitolo 4: Sei proprio tu

 

“Lola…”sussurrò Kili continuando a tenermi stretta a sé “Come farò quando con i miei compagni lascerò questo luogo…io voglio rivederti e non so nemmeno se…”
“Shhh” sussurrai poggiando le dita sulle sue labbra “E’ il destino che ci farà rincontrare” “Lo so che è presto per dirlo ma…sento di amarti Lola…” mi disse Kili togliendomi il fiato.
Sorrisi appena e fissai i suoi bellissimi occhi “Non esiste presto o tardi per esprimere a chi ami i tuoi sentimenti…anche io provo la stessa cosa…” sospirai mantenendo lo sguardo su di lui “Tuttavia la lontananza e il tempo ce lo dirà…e anche la Rosa…”finii quasi sussurrando. “Rosa? Di quale rosa stai parlando…non capisco…” mi chiese perplesso il nano. “La rosa che ti regalai stanotte è una rosa incantata…la Rosa del Destino…senza volerlo ti ho legato a me tramite un incantesimo Kili…” dissi stavolta distogliendo lo sguardo e sperando che non fosse deluso
“Lola quello che provo per te è più forte di qualsiasi incantesimo…” mi rassicurò con voce tenue “perché da quando ho posato gli occhi su di te che è accaduto tutto, ben prima che tu mi regalassi quella rosa”
“Kili, non potremmo mai sapere come vanno le cose…noi siamo artefici del proprio destino e come tali possiamo far si che cambi…” dissi razionalmente “Non cambieranno mai i miei sentimenti Lola…” mi rispose lui carezzando la mia guancia e spostando una ciocca dei miei capelli all’indietro. Mantenni lo sguardo su quei suoi occhi così intensi e sinceri e cominciai a cantare [https://www.youtube.com/watch?v=v-jM6TML60k] (Are you the one? The traveller in time who has come…to heal my wounds to lead me to the sun…to walk this path with me until the end of time?...) Kili mi guardava sorridendo mentre cantavo, mi afferrò entrambi le mani e io lo portai con me a passeggiare sui ponti di Rivendell (Are you the one? who sparkles in the night like fireflies) delle lucciole si avvicinarono al viso del nano illuminandolo e lui manteneva lo stesso sorriso (…eternity of evening sky …facing the morning eye to eye…). Mi avvicinai a Kili e afferrai la sua mano incrociando le dita con le sue. L’altra sua mano carezzò la pelle del mio braccio nudo facendomi rabbrividire (Are you the one? Who'd share this life with me…who'd dive into the sea with me?) “Si lo farei…” mi disse lui con la sincerità negli occhi e io abbassai lo sguardo avvicinandomi a lui per stringerlo di nuovo in un abbraccio (Are you the one? Who had enough of pain and doesn't wish to feel the shame, anymore…Are you the one?...) Nel cantare le ultime parole alzai di nuovo lo sguardo. Il principe prese a sfiorarmi una gota con un dito e subito dopo lo portò sotto il mento facendomi alzare lo sguardo. Tirò fuori la Rosa del Destino che brillava bianca alla luce della luna ponendola di fronte a me(Are you the one? Whose love is like a flower that needs rain to wash away the feeling of pain which sometimes can lead to the chain of fear…). Provò a baciarmi ma io mi discostai da lui e gli voltai le spalle. Cominciai a camminare a passo svelto verso il giardino di rose. Il cancello era aperto avevo smesso di cantare anche se la canzone continuava a suonare in sotto fondo. Kili mi raggiunse “Perché hai tutti questi dubbi? Perché ti poni queste domande? Dici di amarmi…” (Are you the one? To walk with me in a garden of a stars, the universe, the galaxies and Mars… the supernova of our love is true)
“Ho paura Kili…ho paura…” confessai io quasi vicino alle lacrime “Paura di aver cambiato la tua vita in un modo che forse tu non avresti mai desiderato”.
Kili era ancora più confuso dalle mie parole e io ricominciai ad utilizzare la voce per esprimermi (Are you the one? Who'd share this life with me…who'd dive into the sea with me?). Si avvicinò a me lentamente custodendo la Rosa fra le mani. Questa cominciò a emettere bagliori color giallo e cominciai ad avere timore. Kili aprì la mano “Perché è così diversa adesso? Perché ha questo colore?”(Are you the one? Who had enough of pain And doesn't wish to feel the shame, anymore…are you the one?...). Con tutti quei dubbi stavo cambiando il mio destino, l’avrei allontanato da me per sempre se continuavo ad avere quelle paure, La Rosa sarebbe diventata nera in poco tempo. Gli corsi incontro, gli buttai le braccia al collo e lo baciai. Le mie labbra premettero delicatamente contro le sue una prima volta poi me ne staccai ma fu lui a riprendersi le mie. Sentii poco dopo la lingua del nano carezzare la mia e io mi abbandonai a quella passione. Le sue mani erano sulla mia schiena. La Rosa era caduta a terra e piano piano stava ridiventando bianca, lucente. Le nostre labbra si staccarono anche se gli occhi di Kili le osservavano ancora desideroso. “Lola…” cominciò a dire ma fermai qualsiasi sua altra parola “Melin lè… Ti amo…” sospirai io. Il nano sorrise come se già si aspettasse quella dichiarazione “Anche io ti amo…” sussurrò avvicinando di nuovo le sue labbra alle mie.
...
“Fili per favore…sai i motivi per cui non possiamo stare qui a lungo…poi non mi piace stare in un posto dove ci sono anche gli elfi” disse Thorin serio
“Non posso lasciare Kithriel così… me ne sono innamorato…non voglio lasciarla, chissà se la rivedrò mai e…” protestò Fili.
“Zio che succede…fratello…” chiese Kili svegliandosi a causa delle urla del fratello biondo. “Partiremo…subito…senza dire nulla lasceremo questo posto…” rispose Thorin al nipote. Kili si alzò di scatto come se fosse stato colto da una scossa di elettricità “No…no… zio non possiamo!” protestò il nano più giovane
“Siete due eredi di Durin dovete riprendervi ciò che vi spetta proprio come abbiamo intenzione di fare…” riprese Thorin severo “Kili…rivedrai la principessa…questa è una promessa che ti faccio io e tu Fili….tu sarai re…lo sai bene…per cui sarà meglio avviarci quanto prima possibile...”
“No!” esclamò Kili scuotendo la testa “Io non mi muovo da qui senza averla vista e averla salutata”
“Non fare il testardo Kili! Non possiamo partire annunciandolo…è una spedizione segreta…” insistette Thorin pensando di poter portare alla ragione i due nipoti
“Gli elfi lo sanno!” disse Fili “Quindi non vedo adesso dove sta questa segretezza”. Le parole del nipote fecero alterare Thorin “Gambe in spalla ragazzi, prendete i vostri effetti e partiamo”.
“Non potremo restare qualche altro giorno?” chiese Bilbo Baggins sperando di fare un piacere ai due giovani nani “E poi non possiamo partire senza Gandalf…è in riunione, in questo momento”. Thorin scosse la testa “Un giorno in più vorrebbe dire un giorno più lontani dalla Montagna…raccogliete le vostre cose, non voglio sentire altre storie!”
Kili e Fili non si mossero e rimasero a braccia incrociate sfidando a brutto muso lo zio. Thorin prese i loro zaini e glieli scaraventò in mano spazientito “Vi bastano due occhi dolci e qualche moina di femmina per rammollarvi così….andiamoci a riprendere ciò che è nostro…per le donne c’è ancora tempo!”. Kili reagì con orgoglio “Permettimi almeno di…” ma non fece in tempo a finire la frase che Thorin gli mise una mano sulla spalla piazzandolo di fronte a sé “Fili davanti con tuo fratello…Andiamo”. Kili infilò la mano in tasca ed estrasse il bocciolo di rosa ancora puro e bianco. I suoi pensieri andarono tutti alla sua amata dwelf e cominciò a sentire l’angoscia che gli pervadeva il cuore e le viscere. Fili anche era rimasto serio e triste e dalla sua espressione stava pensando solamente alla sua Kithriel, o Kitty, come lui aveva preso a chiamarla [ https://www.youtube.com/watch?v=lv6VW4tMZbE ] (Hope is your survival… A captive path I lead…) “Non credevo di poter amare così tanto una persona…” sussurrò Fili al fratello “Neanche io fratello mio” sussurrò invece Kili sempre con gli occhi puntati sul fiore che aveva in mano “Ma non importa dove saranno…noi le ritroveremo…anche se ci vorrà molto tempo…” (No matter where you are…I will find you…if it takes a long…long time…) Trovarono un passaggio per poter uscire da Rivendell senza essere osservati…
(No matter where you are…I will find you…if it takes a thousand years) “Kili…mio principe dove sei…?!” dissi cercandolo in quel luogo dove erano accampati tutti i nani. Non c’era più traccia di loro. Mia cugina Kitriel mi raggiunse “Ma dove sono finiti tutti quanti…Fili…”. Io non le risposi (No matter where you are…I will find you…in a place with no frontiers…).
“Perchè se ne sono andati senza salutarci?” chiese ancora Kithriel senza ricevere da me alcuna risposta. Mi girai a guardare il disordine che avevano lasciato. Il mio occhio ricadde su qualcosa di bianco, un petalo, poggiato sul triclinio, proprio dove dormì Kili. (No matter where you go… I will find you… if it takes a long long time…). Era ancora bianco e la cosa mi tranquillizzava…voleva dire che il destino era quello e non stava cambiando. Andai a raccoglierlo e in quel gesto chiusi gli occhi e vidi me e mia cugina scappare su dei puledri bianchi. Li riaprii subito e mi voltai verso Kithriel “Kit…ritorneranno con noi…non devi disperare…” dissi sicura di me . Lei mi guardò e fece di sì con la testa “ Ma come?” mi domandò “Prepara le tue cose…li seguiamo…”(No matter where you are…I will find you…if it takes a thousand years) appena pronunciai quelle parole sulla superficie del petalo bianco apparve un viso famigliare, quello della Dama di Lorien, Galadriel, che sorrideva. Sorrisi anche io “Ma se superiamo i confini di Rivendell potremmo incontrare degli orchi...” dissi rendendomi conto subito dopo
“Dobbiamo essere abbastanza scaltre da non farci notare…e poi siamo brave con le armi…” mi disse Kitty ammiccando 

Mio padre Elrond e il fratello Elros erano a conversare con Saruman quando all’improvviso videro Lindir senza fiato “Re Elrond i nani sono scappati…” “Lo sospettavo” disse mio padre inarcando un sopracciglio
“E anche Lolaehl e Kitriel….” Aggiunse Lindir. I due fratelli elfi si alzarono dal tavolo e vennero presto raggiunti da Arwen “Tua sorella è scappata insieme a tua cugina…quando è l’ultima volta che le hai viste?” Chiese Elrond ad Arwen. Erano decise a venire a salutare i nani prima della partenza…”
“Avevano detto che sarebbero rimasti qualche altro giorno…perché mai hai informazioni diverse figliola”
“Lolaehl e Kithriel mi hanno confidato la loro imminente partenza…ma non sapevamo quanto fosse imminente…” disse Arwen.
“Mandate delle guardie a perlustrare i confini non devono essere molto lontane…” ordinò Elros “No zio… sicuramente sono partite per seguire i loro amati…lasciatele andare… doveva succedere…”.
Elrond guardò interrogativo prima il fratello poi la figlia e abbassò il capo
“Se la caverà….Lola e Kitty sono state addestrate da voi come me per combattere…sono abili…” disse Arwen cercando di rassicurarli….

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Capitolo 5
*** Viaggio verso chissà dove ***


(Musica presente nel capitolo)



Capitolo 5: Viaggio verso chissà dove

 

“Tutto bene Lola?” mi chiese Kithriel non appena fummo fuori i confini di Rivendell.
“Non potrei stare meglio cugina…” risposi sorridendole “E anche molto ottimista”. Sentii un tuono in lontananza, Kitty si guardò attorno. Dei nuvoloni grigi si stavano addensando sopra di noi “Non vorrei distruggere il tuo ottimismo cugina cara ma credo che dovremo cercare un riparo prima di proseguire” mi disse. “Saranno le solite due goccette passeggere…quanto scommetti?” constatai facendo spallucce. Proprio in quel momento uno scroscio d’acqua piovana cadde sulle nostre teste. Le ultime parole famose.
“Dicevi?” fece Kithriel a denti stretti “Va bene…cerchiamo un riparo dalla pioggia…” dissi guardandomi intorno e trovai con gli occhi un accesso ad un boschetto i cui alberi avevano fronde così ampie da sembrare ombrelli. “Da questa parte” dissi portando il mio pony verso il bosco e Kithriel mi seguì con il suo piccolo destriero. Addentrateci nel luogo non sentimmo nemmeno una goccia cadere sulla nostra pelle “Deve essere un bosco magico” dissi guardandomi attorno. Il mio naso non percepiva odore di umido, solo un buonissimo profumo di muschio bianco e di licheni. Proseguii spronando Artax, il mio pony a muovere i passi avanti. Più andavamo nel folto di quel bosco più gli alberi andavano via via a mancare. Mi guardai attorno perplessa “Che strano fenomeno è questo?” chiesi più a me stessa che alla mia compagna di viaggio. Ad un tratto Artax nitrì spaventato. Davanti a noi una landa desolata offuscata da una strana nebbia “Che cosa…?”domandai inorridita da quella vista
“Vi siete perdute dolci fanciulle?” tuonò un vocione grottesco poco più sulla destra. Guardai Kithriel che aveva gli occhi sgranati dalla paura la stessa che perturbava il mio cuore. Scendemmo silenziosamente dalle selle dei nostri destrieri e ci armammo di pugnali elfici “Chi sei…mostrati!” minacciò Kitty
“Dove ti nascondi?” dissi io voltandomi verso l’unica parete di roccia dalla strana forma nel bosco “Non mi nascondo…basta solo che voi guardiate sopra le vostre teste”. 
Entrambi alzammo il capo. Un enorme testa fatta di roccia sovrastava quel muro e due occhi, due buchi in cui erano incastonati due acquemarine pure ci fissavano. Quella che doveva sembrare una bocca in realtà era un ammasso di pietra che formava un labbro inferiore incurvato sotto un altro superiore di pietra più levigata. Sembrava che quel gigante ci sorridesse pacificamente. Mantenni la calma ma la gola mi bruciava dalla paura “Salve …sono Mordiroccia…” disse il gigante
“Mordi…che?” chiese Kitty armata di pugnale 
“Un mordi roccia…è un gigante buono… un gigante di pietra” le dissi
“Oh beh che sia di pietra lo vedo anche da sola…ma chi ci assicura che sia buono?” disse mia cugina 
“Per il semplice fatto che non mangio carne umana tantomeno vi farò del male…” rispose il gigante alzando le sue massicce mani “Cosa mangi allora?” gli chiesi.
“Mangerei se ci fosse qualcosa da mettere sotto questi denti di argilla…” rispose il gigante con la malinconia nel vocione. Rimanemmo in silenzio “Cosa vuol dire?” chiese Kitty perplessa “Che non è rimasto più nulla…da dove vengo io una volta esisteva un bellissimo lago con tante roccette golose da poter gustare, ma, da quando è arrivata questa nebbia magica, non è rimasto più niente…niente…non una roccia e il lago, puff! scomparso”
“Nemmeno un lago prosciugato?” chiesi preoccupata
“Sarebbe già qualcosa no…nemmeno un lago prosciugato…” rispose Mordiroccia 
“Un buco?” chiese invece Kitty
“Si…un buco…e il Nulla dilaga dilaga….prendendosi tutto…e per prime le mie dolci rocce…”. Mordiroccia cominciò a singhiozzare disperato 
“Ma come si potrebbe fermare tutto questo?” chiesi al gigante.
“Forse solo un grande stregone può rispondere a questo maleficio…ma il suo nome non si può pronunciare senza piangere…” continuò il gigante scosso da singhiozzi più potenti 
“Darken…” dissi a denti stretti, solo alle altre creature poteva fare l’effetto descritto dal gigante ma a noi dwelf non toccava, non provocava nulla se non la rabbia scaturita da un antico odio, ben più antico di quello fra elfi e nani. Appena lo pronunciai Mordiroccia prese a piangere ancora più forte.
“Dove si trova la dimora di Darken?” chiese Kitty.
“Si dice che una parte di lui abiti nella Mo-montagna S-Solitaria…nel regno di E….e….e….e…” disse il gigante scosso dai singhiozzi. “Ok! adesso se non la smetti di piangere ti tiro una…questa… in testa!” fece Kitty un po’ adirata mostrando una pietra . Mi venne un po’ da ridere ma la preoccupazione era troppa “Dicci per cortesia come si chiama il regno che stai farneticando o la tiro sul serio!” minacciò Kitty. 
“Cugina…non gli faresti nulla…”
“EREBOR!” tuonò il gigante ancora piangente.
“Ma non è possibile…sotto la Montagna c’è il terribile Smaug” dissi io “A meno che non sia Darken che controlli il…oh stelle del cielo!” sospirai con una mano davanti alla bocca 
“Dobbiamo fare qualcosa…dobbiamo cercare i nani e avvertirli che sotto la Montagna c’è un doppio pericolo!” disse Kitty agitata…
“Kitty saremo pur guerriere ma…abbiamo solo pugnali e due archi con ben poche frecce…ci servono armi più potenti…”
“L’ Auryn!” disse Mordiroccia d’impulso “L’Amuleto che tutto può…andate presto alla Torre d’Avorio…”
“Da Galadriel?” chiese Kitty. Tirai fuori il petalo e chiusi gli occhi. La Dama di Lorien mi sorrideva con in mano l’Auryn, due serpenti intrecciati uno d’oro l’altro d’argento puro che si mordevano la coda.
“Andiamo alla Torre…non intendo aspettare un secondo di più…se questo Amuleto ci porterà dai nostri amati, vale la pena tentare…” dissi a Kitty. Lei annuì decisa e montò il sella al suo Herystal.
“Buona fortuna amiche!” ci salutò il gigante mentre noi in sella ai nostri fedeli destrieri uscimmo dal bosco. La pioggia aveva cessato di cadere e le nuvole grigie avevano lasciato il posto ad un brillante disco dorato “Hai ancora gli indovinotteri con te?” chiesi a mia cugina. Lei battè orgogliosa sulla sua sacca da viaggio “Sempre con me Lola…sempre”. Frugò dentro per estrarre una sacchetta più piccola dove dentro percepii lo stridio di quegli insetti. Smontammo di nuovo dai nostri pony e ci sedemmo sul prato ancora un po’ umido. Kitty aprì il sacchetto e versò gli indovinotteri sull’erba. Gli insetti cominciavano a contorcersi “Hanno ancora dei bellissimi colori…” commentai notando la colorazione della corazza di quelli che sembravano tanti piccoli scarabei “Vuol dire che sono in forma e possono mostrarci la strada” mi disse Kitty sorridendo “Dunque…cari piccoli amici…noi dovremmo andare alla Torre d’Avorio…da quale parte?”. I piccoli animaletti stridettero ancora più forte e si raggrupparono tra loro. Piano piano si disposero allineati a forma di freccia e camminarono disposti così per poi fermarsi ad indicare la direzione. Guardai sorridente mia cugina che ricambiò il sorriso… Di nuovo in sella partimmo all’avventura.[https://www.youtube.com/watch?v=rvuteGIuAbc]
Durante tutta la cavalcata a passo spedito sui nostri fedeli destrieri con l’occhio seguimmo i piccoli insetti che a forma di freccia ci indicavano la strada svolazzando su di noi. Fu un lunghissimo viaggio ma noi eravamo fiere di quello che stavamo affrontando; per la prima volta avremmo dimostrato alla nostra gente e ai nostri padri di che pasta eravamo fatte, due amazzoni pronte a tutto, per amore. “Vai Artax amico mio, più veloce del vento” sussurrai dolcemente al mio puledrino al galoppo per poi carezzarne la criniera morbida. Con il vento nei capelli e il sole alle spalle percorremmo tutta la strada verso la magnifica Torre d’Avorio.
Rivolsi uno sguardo fiero a mia cugina poi ritornai con gli occhi sulla strada e li chiusi occhi. L’immagine del mio amore si chiarificò di fronte a me…il mio principe dei nani sorrideva mostrando i denti “Kili, amore mio…sto arrivando…”. Estrassi dalle mie tasche il petalo della rosa, ancora bianco “Bene quindi è così che deve andare” dissi a me stessa. La vidi in lontananza…la splendida Torre [ https://www.youtube.com/watch?v=jHcMAlYFn8Y ]…galoppammo fino a che finalmente non eravamo davanti a quell’imponente edificio che sembrava un giglio infossato in una roccia. Ci fermammo ad ammirarla silenziose e sorridenti. Lo stelo era la torre e alla cima di esso un grosso fiore sovrastava una piazza a forma di trifoglio. “Ora il problema sarà accedere…” dissi non notando nessun’uscio alla base della torre. Sembrava che qualcuno ci avesse ascoltato…un aquila reale scese in picchiata e ci prelevò portandoci in alto fino alla dimora a forma di fiore. Il vento soffiò fresco sulla nostra pelle “E tutto così…splendido quassù…”. [https://www.youtube.com/watch?v=cYTQ6GWSJCQ&feature=youtu.be&t=57s]
L’aquila ci fece scendere dal dorso non appena toccò il marmo di quella stupenda piazza. Ci guardammo attorno, non c’era nessuno. “Non è una corte molto frequentata direi” constatò Kitty “Guarda…” dissi indicandole un punto. D’un tratto la porta a forma di petalo della dimora si abbassò e da essa apparve una bella signora che però non era Dama Galadriel. Indossava un lungo abito bianco con cinte di Mithril e teneva le mani chiuse come a custodire qualcosa. I capelli erano neri e ondulati, gli occhi profondi e marroni. Ci accolse sorridendo appena poi scese le scale e venne verso di noi. “Voi dovete essere le fanciulle di Rivendell” parlò, senza aprire bocca. Ci inchinammo rispettosamente verso la dama. “Io sono La sacerdotessa della Rosa del Destino …Dama Galadriel al momento non è presente ma mi ha detto che siete qui per chiedere che vi fosse consegnato l’Auryn…ma devo avvertirvi….solo una di voi lo può tenere…e in questo caso credo sia proprio tu Lolahel figlia di Elrond e di Gil…tu hai regalato a Kili figlio di Dis la Rosa del Destino e quindi l’Auryn è destinato a te…per quanto riguarda te Kithriel figlia di Elros e Sil ti verrà donato questo speciale arco e delle frecce di Mithril in grado di uccidere qualsiasi creatura magica che incontrerete sul vostro cammino…”. La dama diede a Kithriel il suo dono e indosso la faretra con le frecce magiche. “Lolahel avvicinati per favore….” sospirò e io feci come mi venne ordinato. Piano piano mi avvicinai alla sacerdotessa che aprì il palmo della sua pallida mano e mi rivelò il gioiello. Due serpenti uno d’oro l’altro d’argento che si mordevano la coda formavano il Gioiello, il Pantakel…L’Amuleto che tutto può. Delicatamente lo mise al collo e io lo guardai attentamente toccandolo. La sacerdotessa mi alzò il viso con un dito sotto il mento “Ogni desiderio che esprimerai si materializzerà davanti ai tuoi occhi ma…ricorda di non abusare troppo di quel potere…potresti perdere delle cose alle quali tieni molto” mi disse come ultima cosa la sacerdotessa.

Di nuovo in sella ai nostri destrieri e armate di quei doni ritornammo sulla via per ritrovare il nostro destino. “Non vedo l’ora di rivedere Kili cugina”
“Anche io non vedo l’ora di rivedere Fili…”
“Secondo te cosa intendeva la sacerdotessa quando ti ha detto che potresti perdere delle cose alle quali tieni?”
“Non lo so Kitty, ma non abuserò…vorrei solo avere tanta fortuna” 
Allargammo le braccia senza paura “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!” urlammo come due amazzoni contro il sole proprio di fronte a noi… Tante cose ci aspettavano, e forse erano proprio queste le prove che secondo le rivelazioni della Dama di Lorien dovevo affrontare…almeno non l’avrei fatto da sola…

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Capitolo 6
*** Non andare via ***


(Musica presente nel capitolo)



 

Capitolo 6: Non andare via 


Vagammo senza meta fissa e provammo in tutti i luoghi possibili. Avevamo perlustrato le Montagne d’Argento, il Deserto delle Speranze Infrante e la Valle delle Torri di Cristallo ma senza alcun risultato. Nessuno in quei luoghi aveva visto un gruppo di nani aggirarsi per trovare riparo o ristoro. Era rimasta una sola speranza: trovare Morla, l’essere Millenario notacome la creatura più saggia di tutta la Terra di Mezzo, che aveva la propria dimora nel Monte Guscio, disperso nell’ insidiosa Palude della Tristezza.
In quel momento, con i nostri piccoli e fedeli destrieri ci trovavamo nella Valle dei Castelli in Rovina e poco più in là di sicuro avremmo trovato le famose paludi. Si ma da quale parte?
“Non sono poi tanto sicura che i tuoi indovinotteri questa volta abbiano proprio azzeccato la direzione da prendere” osservai guardando la freccia formata dai piccoli scarafaggi color arcobaleno. 
“Come d’altronde neanche nei posti che abbiamo visitato…penso che siano un po’…stanchi…” rispose Kitty
“Sarà meglio rimetterli nel sacchetto e procedere affidandoci all’istinto…ma non so se affidarmi a quello dell’elfo…o a quella del nano…” dissi guardandomi intorno
“Vediamo…quello dell’elfo mi suggerisce da quella parte oltre quella collina laggiù dove c’è la Rocca…invece quella del nano…di procedere sul lato opposto” finii con un mezzo sorriso. “Facciamo così…so che non sarà molto prudente dividerci, ma in fondo non si tratterà che di una centinaia di metri da qui…dovremo perlustrare la zona…che versi di animali sai fare?” mi chiese mia cugina alla fine lasciandomi sorpresa 
“Facciamo una cosa…se senti un verso della civetta ripetuto tre volte vuol dire che l’ho trovata io…e tu invece fai il verso del…del…del lupo!” proposi a mia cugina.
“Ma sei matta? E se incontriamo i Mannari?” disse mia cugina stupita 
“No giusto….adotta lo stesso mio segnale così facciamo prima” le dissi. Kitty annuì e si avviò “Tieni l’orecchio teso…” mi disse e io la vidi allontanarsi. Mi diressi alla parte opposta verso la Rocca detta dei Venti. Percorsi quei cento metri e mi fermai ma non vidi niente al di là di quella collina, niente di niente, solo enormi praterie. Spronai Artax a tornare indietro e non appena mi voltai vidi una nube scura avvicinarsi. Non era una nube normale come le altre. Questa avanzava prorompente verso il luogo dove io e mia cugina ci eravamo separate. Sentii il verso che aspettavo: Kitty aveva trovato la palude. Mi affrettai a raggiungerla ma la nube, praticamente vicina, mi inghiottì violenta. Un forte vento mi spazzò via dalla sella e caddi a terra. Nella tormenta che la nube nera aveva portato con sé cercai di rialzarmi ma mi ritrovai scaraventata contro tronco di albero, non più carico di frutti come quello che avevo visto prima ma spoglio, con il legno nero, morto. Sentii un nitrito di pony. Mi sembrava vicino da dov’ero io e cominciai a gridare il nome di mia cugina “Kitty!!!”. Non sentii niente se non la pioggia che scrosciava inesorabile e forte. La tormenta era troppo potente perché io mi potessi muovere da lì. Finalmente la sentii “Lolaaaaaaa!!!”.
“Kitty dove seii?!” urlai ancora più forte ma la mia voce si confuse con l’ululare potente del vento. Sentii di nuovo la voce di Kitty “Lolaaaaa sono qui!” ma era troppo lontana questa volta. Mi girai a stento rimanendo con il petto contro il tronco dell’albero. Il vento mi annebbiò la vista facendomi lacrimare gli occhi. Non vedevo l’ora che quell’inferno passasse oltre...

Mi risvegliai distesa sulla terra. Il vento era andato via e aveva lasciato posto ad una fioca nebbia. Sentii un nitrito e uno scalpitare di piccoli zoccoli verso di me. I miei occhi ci misero un po’ ad abituarsi a quella nuova atmosfera. Sentii qualcosa di umido sulla faccia e uno sbuffare. Aprii del tutto gli occhi ma ancora ero incredula “Artax…?”. Il pony continuò con la lingua a bagnarmi la faccia e io non potei esserne più felice. “Artax!” esclamai abbracciando il muso del mio destriero. Poi mi ricordai di tutto, così come se avessi avuto uno schiaffo in faccia, mia cugina, la mia adorata Kitty non c’era più. In fondo al mio cuore nacque una speranza, nonostante tutto avevo deciso di essere ottimista. Avrei ritrovato prima lei, poi avrei proseguito la mia spedizione per ritrovare il mio amato Kili. Frugai nella bisaccia e trovai il petalo; bianco, per fortuna: ciò dimostrava che stava andando tutto come previsto. Ad un certo punto dell’avventura mi sarei trovata a vagare da sola.
Mi alzai in piedi e mi guardai intorno….il Nulla, la nube nera aveva inghiottito tutta la bellezza di quel posto. Deglutii nervosamente fissando quegli alberi caduchi e neri, dissipati. Inspirai a fondo e dentro di me si instaurò una carica energica che non credevo possibile, quasi più forte di quando avevo preso la decisione di partire. Montai in sella e con le mani, le cui nocche erano spellate e sanguinanti, mossi le staffe del mio pony spronandolo verso la direzione che aveva preso mia cugina…l’avrei ritrovata lì, non sapevo perché ma in qualche modo sarebbe successo. Artax trottò per cento metri fino a che non riuscì più a procedere con lo stesso passo per via del fango melmoso e degli acquitrini. Era cosa nota che chiunque si fosse abbandonato alla tristezza, sarebbe sprofondato per sempre in quella palude. Capii dunque di essere arrivata alla meta, ero appena entrata nella palude della Tristezza dovevo solo trovare Morla, e mia cugina. ‘Eh…cosa da niente, in pratica’ dissi a me stessa. Artax aveva difficoltà a trottare in quella palude per cui scesi dalla sella e afferrai le sue briglie guidandolo io stessa. Le mie gambe affondavano fino a metà nell’acqua e nel fango, di tanto in tanto trovai qualche punto alto. Camminammo con questo andazzo per una cinquantina di metri. Ogni tanto mi giravo per vedere se il mio destriero stesse bene ma mano mano lo vedevo trasformato…i suoi occhi si stavano svuotando…e io speravo con tutto il mio cuore che come me, non si sarebbe lasciato angosciare da quel posto e dai tristi eventi appena accaduti. Anche io ero triste si ma comunque decisi di rimanere ottimista, anche se quella palude, oltre che schifarmi, stava mettendo malinconia anche a me. “Dai Artax, coraggio, ci siamo quasi, Morla non deve essere così lonta…na…”. Non sentii più le zampe del mio pony farsi strada per quei fanghi. Si era arrestato. Mi voltai a guardarlo. Gli occhi dell’animale erano lucidi di lacrime. “Su…su bello…andiamo!” sospirai. Ma più tiravo le briglie più lui esitava a muoversi. Era come bloccato. “Forza Artax…” gli dissi tirandolo ancora per tentare di farlo camminare “Che cos’hai? Che ti prende?” gli chiesi “Coraggio, io e te ce la faremo, ce l’abbiamo sempre fatta insieme, ricordi?”. Nessun risultato. Anzi, il mio piccolo destriero aveva ancora più di prima uno sguardo vacuo. “Su bello!” dissi ancora fissandolo e smisi di tirare le briglie. Seguì il silenzio durante il quale il mio cuore non capì il perché di quel comportamento, o almeno speravo che non fosse quello che temevo. “Che succede?” chiesi più a me stessa che al mio amico. Sorridi appena, forse cercava di dirmi ‘Aiutami…non trovo punti alti dove poter andare per proseguire’.
“Capisco…” sorrisi teneramente e cercai con il piede uno scalino di fango, trovandolo. Ci salii sopra sempre tenendo le briglie in mano “Forse qui riesci a passare dai vieni…”. Artax non si muoveva, ovvero si, lo stava facendo, ma stava sprofondando nel fango. Cominciai ad agitarmi seriamente “Artax ma stai…stai affondando…su muoviti! Vieni fuori!” esclamai con tutto il fiato che avevo in corpo e cercando con la forza di tirarlo a me “Su Artax forza!”. Cambiai posizione per poter far leva maggiore sulle gambe e la braccia e continuai a tirare. L’agitazione mi rese gli occhi lucidi “ Forza! Artax!!”.
Gli occhi del mio cavallino erano più tristi che mai e magari anche io, con le mie urla, stavo peggiorando il suo umore“Resisti alla tristezza Artax!”.I miei incoraggiamenti non servivano a nulla. Il mio destriero aveva ormai acqua e fango fino al collo. Mi avvicinai piano a lui sussurrando e carezzandogli il muso. La mia voce era interrotta da singhiozzi “Non lasciarti sopraffare dalla tristezza Artax…fai uno sforzo, cerca di reagire…fallo per me…” dissi infine abbracciando il suo tenero e triste muso “Sei mio amico…ti voglio bene…”. Sentii il pianto arrivare ma non potevo permetterlo, dovevo e volevo far uscire Artax da quell’acquitrino, io ci dovevo riuscire!. Mi allontanai a lui e tirai con forza le briglie con entrambi le mani “Artax! Stupido animale! Morirai se non esci!”. Alle mie grida il povero cavallino trovò un po’ di forza per reagire ma ormai rimaneva solo la testa di fuori “Sforzati, ti supplico!” gridavo con tutta la voce che avevo, interrotta dal pianto disperato. Il piccolo destriero nitriva a più non posso ma io non mi arrendevo “Non voglio perderti, resisti! Artax, ti prego!”…
… [https://www.youtube.com/watch?v=M8SCRUteiq0&feature=youtu.be&t=52s
Stetti lì, ad osservare quella pozza di fango e acqua; Artax non c’era più, il mio amico di sempre non c’era più. Portai gli occhi al cielo pregando gli dei che almeno Kili stesse bene, che non corresse nessun pericolo. Rimasi ancora lì ad osservare la pozza con le lacrime agli occhi e ripresi a singhiozzare, calando giù il capo come per vergogna del mio stato. Sporca, i capelli unti e ancora bagnati e sola. Kili aveva almeno suo fratello, e io nella mia angoscia pensai al peggio, pensai che non avrei mai più ritrovato Kitty… Ma dovevo ritrovarla, non potevo arrendermi così…dovevo trovare Morla…e farmi dire tutto ciò che dovevo fare per proseguire il viaggio e ritrovare chi avevo perso sulla strada. Mi alzai ancora con le lacrime agli occhi e guardai avanti a me. Mantenni un passo svelto e felpato quasi fossi un lupo e cercai dappertutto il Monte Guscio…Eccolo finalmente…dopo quattro metri di camminata ancora in quelle pietose paludi “Morla!” sospirai e una lacrima scese.

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Capitolo 7
*** L'Essere Millenario ***


(Musica presente nel capitolo)


 

Capitolo 7: L'Essere Millenario

 

Finalmente avevo davanti il monte Guscio…la seconda tappa del viaggio era quasi completa. Mi affrettai a percorrere quei pochi metri che mi separavano da quella strana collina e cominciai ad aggrapparmi a quei pochi appigli che trovavo arrivando in cima. Mi guardai attorno, la palude era immersa nella nebbia. Rimasi ferma chiedendomi come potessi richiamare l’attenzione dell’Essere Millenario “Morla!” chiamai a gran voce un paio di volte. Alla seconda volta sentii l’eco della mia voce diffondersi per tutta la palude. Non feci in tempo a tenermi ad uno di quegli alberi che avevano messo le radici proprio li che la collinetta cominciò a tremare pericolosamente sotto i miei piedi e scivolai indietro cadendo nel fango. Emisi un verso di disgusto, ne avevo abbastanza di sporcarmi con quella melma. Sentii di nuovo quel terremoto e vidi la collina alzarsi rivelando un’enorme guscio di testuggine. Procedetti camminando a gattoni e salii su una di quegli alberi morti. Piano piano da un grosso buco fuoriuscì una testa con due occhi come fossero di vetro opaco, un naso schiacciato con due grandi narici verticali e una bocca abbastanza grande, ma sdentata, da poterci finire dentro se la bestia avesse avuto intenzione di mangiarmi. Non fu così. Non appena la testa di quella fenomenale tartaruga fu completamente fuori emise un suono simile ad un rantolio, come di quelli che precedono uno starnuto.”Etciù!” Uno spruzzo di chissà che cosa usci da quelle narici, un getto talmente potente da farmi quasi cadere dall’albero “Lo sapevo…deve trattarsi di una giovane creatura se Noi stiamo male in questo modo…” disse l’Essere con voce gracchiante.
“Sei tu Morla? L’Essere Millenario?” chiesi quasi sussurrando
La creatura si riprese dallo starnuto e mi rispose “Non è che ciò interessi granchè però…si…sono io”
“Aiutami Morla! Ehm…lo riconosci questo?” chiesi agitata mostrandogli l’Auryn appeso al mio collo. Morla sgranò gli occhi alla vista del mio Amuleto “Oh si…Noi non vedevamo l’Auryn da lunghissimo tempo…”. Fissai l’Essere Millenario con espressione di sorpresa e cominciai a guardarmi in giro “Noi? C’è qualcun altro qui? Io non vedo nessuno”
“Noi non parliamo con nessuno da qualche migliaio di anni, così abbiamo cominciato a parlare con Noi stessi….” . Di nuovo quel rantolio seguito da un suono acuto. 
La creatura starnutì emettendo uno spruzzo violento che mi fece balzare via dall’albero e cadere nel fango. Mi rialzai arrampicandomi di nuovo “Morla ho bisogno del tuo aiuto…penso che tu conosca la storia di Smaug, il terribile Drago che usurpò il regno di Erebor alla stirpe di Durin” gli dissi sperando che oltre al muco nauseabondo che fuoriusciva da quelle due enormi narici avrei avuto qualche informazione.
“No che ciò interessi granchè però si…la conosco…gran brutta storia eh già…eh già…” mi rispose “Bene…io mi sono innamorata di uno dei nani della stirpe di Durin, Kili, figlio di Dis…e…so che la compagnia di cui fa parte, a cui fa capo lo zio Thorin ScudodiQuercia, è partita per una spedizione per riprendersi il regno…E so che c’è qualcuno che controlla il drago…Darken…”
“Non che ciò interessi granchè però… si…Darken è il potente e oscuro stregone che controlla il drago…per sconfiggere lui bisogna sconfiggere il figlio…Tarabas… ma non ci chiedere come si fa perché, sinceramente non Ci interessa” finì di dire Morla.
Stava cominciando ad innervosirmi il comportamento di quella bestia.
“Ma se non lo faccio Kili morirà, tutti i nani moriranno… e lui è legato a me…e non voglio che muoia… io lo amo! E mia cugina anche…”.
“Oh l’amore….non che ciò ci interessi granchè…Noi non proviamo alcun sentimento nei confronti di nessuno…perché non ci interessa per nulla”.Un altro rantolo della creatura, questa volta fu più acuto. Mi tenni stretta ad uno dei rami nascondendo il viso. Dopo di che, il silenzio. “Ma hai il raffreddore?” gli chiesi ingenuamente “No…è solo allergia alla gioventù…Eeeee-ciùùùù”. Mi ritrovai di nuovo scaraventata giù nel fango “Miseriaccia!” borbottai mentre risalivo sul tronco più sporca di prima. “E questa Nube Nera che proviene da chissà dove, questo Nulla, prima o poi prenderà anche te…anzi Voi…si è già portata via mia cugina…possibile che non ti interessa neanche questo?” urlai adirata verso la creatura “Non ci interessa neanche se ci interessa o no, in effetti!” rispose Morla.
“Ma morirai!”esclamai “Moriranno tutti!”
“Morire? Mmmm beh….sarebbe già qualcosa…”.
“Aiutami! Dammi qualche informazione!” Morla emise un altro suono acuto e poi un altro potente starnuto ma io mi tenni abbastanza forte al ramo. “Siamo stanchi di starnutire vattene , non c’è niente che ci interessi!” bofonchiò Morla.
“Non è vero che non ti interessa…perché se non ti interessasse mi diresti quello che voglio sapere!” dissi sfidandola
Morla emise un suono come fosse una risata “Ah…ah ah ah…sei una furbacchiona!”
“Dimmi qualcosa ti prego!” la supplicai esasperata.
“Noi non lo sappiamo…però potresti andare da Tarabas stesso colui che ha generato questa Nube…a pregarlo di far cessare tutto ciò…e così potrai vivere felice e contenta con il tuo principe dei nani” mi rispose Morla. “E dove si trova il suo regno? Come posso raggiungerlo?” chiesi curiosa, finalmente Morla mi aveva dato una risposta. “Non puoi…è a diecimila miglia da qui”.
Chiusi gli occhi poggiando la testa sul ramo sconsolata più che mai “Ma è troppo lontano…” sospirai quasi in lacrime “Eh si….lascia perdere…rinuncia…sei sempre in tempo”…

[https://www.youtube.com/watch?v=qYPl44RdKI0&feature=youtu.be&t=16s]
Avevo ormai perso tutte le speranze….cominciai a vagare senza alcuna meta per quelle paludi e piano piano sentivo tutte l’angoscia ricadere sulla mia anima. Era tutto finito... Non avrei più rivisto Kili, non avrei rivisto la mia gente, nemmeno mia cugina Kitty. Mi fermai un paio di volte durante il percorso nelle paludi disperata, singhiozzavo. Mi stavo arrendendo, non ce la facevo più…I dolori in tutto il corpo, nel cuore. Le mie gambe sprondavano e mano mano il fango mi stava inghiottendo interamente…più camminavo più ogni pezzo del mio corpo si abbandonava a quella tristezza. Caddi perdendo le forze. Vidi un ramo poco più in là e mi avvicinai ad afferrarlo, ormai avevo l’acqua e il fango alla gola. Quando proprio decisi di lasciarmi morire vidi una luce rossa nel cielo e delle nuvole dividersi: un grosso serpente, o almeno mi sembrava, scendeva giù fluttuando nel cielo. Sembrava di madre perla…un manto bianco con scaglie di madre perla. Non potei ammirare di più perché i miei occhi si stavano per chiudere. Allungai la mano per cercare aiuto da quella creatura e quando ormai stavo per affogare sentiì qualcosa afferrarmi…Poi, più niente.

Dopo essere stata per non so quanto tempo in stato d’incoscienza aprii gli occhi. Constatai con estremo piacere di essere viva. Portai gli occhi altrove e capii che mi trovavo nel folto di un bosco. Il sole brillante filtrava attraverso i rami delle conifere e tutto intorno funghi dalle dimensioni più grosse del normale spuntavano qui e li vicino alle radici di quegli alberi. Guardai il mio corpo e i miei vestiti, ripuliti dal fango e dal sangue. Le mie ferite erano medicate e giacevo su un arto peloso…spalancai gli occhi notando che quell’arto era ricoperto di squame perlate e lo carezzai. Apparteneva ad una specie di drago bianco, ma non un drago come quelli che mi ricordavo disegnati sui libri delle fiabe. Aveva un muso e delle orecchie che lo facevano somigliare ad un tenerissimo cane. Dormiva beatamente per cui decisi di non svegliarlo. Scavalcai la sua zampa e appena fui a pochi metri distante sentii una voce “Te ne vai già via?”. Mi voltai; il drago mi stava parlando. Due grandi ed espressivi occhi marroni mi fissavano “Mmmh?” fece la creatura. Tentai di trovare qualcosa da dire “Io…veramente stavo…stavo cercando di…”
“Stavi cercando di squagliartela…” disse lui aprendo la grossa bocca in un sorriso.
“Si…cioè no no!” dissi io imbarazzata
“Sai a me piacciono i giovani!” disse il drago
“Per colazione?” domandai ingenuamente. La bestia si mise a ridere “Ma no! Sono un fortuna-drago io…mi chiamo Falkor” disse presentandosi
“E io sono…”
“Lolaehl…e sei in missione!”mi interruppe il drago sempre con il sorriso sulla bocca.
“E tu come fai a saperlo?” domandai.
Falkor mi spiegò “Eri in stato di incoscienza cara…e intanto chiacchieravi!” disse ammiccando per poi ridacchiare mostrandomi i suoi denti non tanto appuntiti per essere un drago. “Senti…ti dispiacerebbe darmi una…grattatina dietro l’orecchio destro? Io non riesco mai ad arrivarci!”. La richiesta mi provocò una risatina divertita. Mi avvicinai a Falkor e cominciai a massaggiare e grattare lì dove mi aveva richiesto “Qui?”
“Oh si….uh…oh….che delizia grazie…sei stata davvero dolce e gentile!” mi disse il drago. Tornai a guardarlo negli occhi “Allora…piccola dwelf… vuoi entrare nel regno di Tarabas?”
“Si ma come faccio? E’ troppo lontano!” dissi un po’ sconsolata e mi sedetti su una roccia lì vicina “Oh no…questo non è detto!” mi disse Falkor. Strabuzzai gli occhi “Tu sai come arrivarci?”. Non riuscivo a credere alle mie orecchie “Si e che ci vuole? E’ qui dietro l’angolo!” mi disse il drago indicando la direzione con la testa “E come è possibile?” domandai curiosa “Beh…se uno ha fortuna!” mi rispose Falkor chiudendo uno dei suoi grandi occhi a mò di occhiolino “Mi hai fatto fare diecimila miglia?” chiesi ancora più stupita e contenta “No no…solo novemila ottocento novantuno…a velocità drago”mi rispose Falkor. Sorrisi quasi a bocca aperta “Ma è…è fantastico!” esclamai
“Avere un fortuna-drago con te è il solo modo di andare in missione….andrà tutto bene, non arrenderti e la fortuna verrà da te”. 
Un sorriso amaro sul mio viso sostituì quello entusiasta di poco prima. Mi ricordai di aver perso Artax “Ho di nuovo un amico…” sospirai guardandolo con tristezza.
“Ne hai più di uno…guarda lì quella casetta …vai e bussa pure alla porta!” mi disse Falkor ridacchiando. Io guardai nella direzione indicata. Poco più in là vidi una piccola casetta a ridosso di un grande abete costruita con un tetto fatto di enormi pigne. Mi avvicinai piano alla porta e bussai timidamente
Una signora non tanto anziana e nonostante la veneranda età affascinante, mi aprì con un grande sorriso sulla bocca “Ohhh finalmente ti sei svegliata, sono stata tanto in pensiero!” disse poi diede un occhiata al braccio bendato “Allora cara, ti fa ancora male?” mi domandò gentile.
“Un pochino ma tutto sommato mi sento bene!” risposi io sorridendo. “Oh beh questa mi piace…il paziente dice al dottore ‘Ora sto bene!’. Devi star male per guarire” finì un po’ in modo aggressivo. Io rimasi perplessa da quella sua affermazione. La vecchietta tornò a sfoggiare il suo sorriso amichevole “Ma comunque adesso sei con me e a te ci penso io! Entra…entra pure!” mi invitò sventolando la mano.
Abbassai un po’ la testa per poter entrare attraverso l’uscio di quella casetta. Tutto all’interno era perfettamente in ordine e un pentolone ribolliva sul fuoco. La donna prese un mestolo e versò in una tazza la poltiglia che stava cucinando. La odorò e poi me la porse “Trangugia” . Appena l’odore arrivò al mio naso stetti per sentirmi male, ma non volli commentare perciò mi limitai ad un espressione poco convinta sul mio volto. Avvicinai la bocca e buttai giù la pozione in un batter d’occhio “Buono eh? E’ il mio brodo di pipistrello. Ci sono anche occhi di tritone, cervello di lucertola, muffa e scaglie di serpente marino andati a male…”. 
“Una vera…delizia…per il palato” commentai io ad occhi chiusi pregando che il sapore di quella robaccia scomparisse. “Allora…tu sei Lolaehl, figlia di Gil e di Elrond…”
“E voi come…ah si…già dimenticavo…il drago mi ha detto che parlavo nel sonno!” dissi io
“No no no! E’ da quando sei nata che ti osservo…so tutto di te e so…che hai trovato l’amore…io sono Elinor…” finì guardandomi con tenerezza.
“Bel nome…Elinor…allora sai anche che Kili è partito per una spedizione per la Montagna Solitaria…” dissi io con un tono nostalgico nella voce
“E’ un grande e valoroso guerriero nonostante la sua giovane età…e diciamocelo…anche un gran bel nano…sfido Biancaneve a scegliere di nuovo il principe azzurro!” scherzò la maga. Sorrisi a quella battuta poi ritornai triste e lei capì che stavo pensando non solo a Kili ma anche alla mia cugina scomparsa. Prese a fissarmi poi parlò “Non temere giovane dwelf…Kithriel sta bene…è solo un po’ addormentata”
“Addormentata?” domandai alzandomi dalla sedia di scatto.
“Vorresti sapere dove si trova immagino…”. Elinor andò alla sua palla di vetro e mosse le mani al di sopra di questa chiudendo gli occhi.
“Voglio sapere tutto…come raggiungere Tarabas, salvare mia cugina e ripartire per trovare la compagnia di Thorin”
“Un passo per volta cara…un passo per volta..” sospirò pacatamente la maga, sempre a occhi chiusi. Le sua mani smisero di muoversi “Ecco…lo vedo…vedo…vedo un bel ragazzo…con lunghi capelli e occhi chiari che cammina attorno ad un letto a baldacchino…uh eccola…ecco tua cugina…è così bella e dorme beatamente..”
“E come si fa a risvegliarla?” domandai ma Elinor non mi rispose subito. Aggrottò la fronte e sempre ad occhi chiusi… “Ho la pozione adatta per quest’evenienza non preoccuparti” disse di fretta la maga e io tirai un sospiro di sollievo “Aspetta…aspetta! Vedo qualcun altro…c’è un altro prigioniero da salvare…E’ poco più che un ragazzo…anche lui un guerriero…ma dovrà averci si e no una dozzina di anni…si chiama…si chiama… A…Atr…”. Io ero sempre di più in apprensione e mi avvicinavo alla sfera per cercare di guardare le immagini “Atreyu!...” esclamò Elinor.
Quel nome mi fece sobbalzare; conoscevo quel ragazzo. Mio padre tempo prima gli affidò la freccia nera, quella che avrebbe ucciso Smaug e avrebbe messo fine a tutto il male della Terra di Mezzo. Era un ragazzo pieno di sé e per certi versi anche arrogante. “Perché mai dovrei salvare anche lui?” chiesi un po’ scostante. La maga riaprì gli occhi. Erano vitrei e rossi, non come quelli di prima. Sembrava fosse caduta in ipnosi. Dalla bocca uscì un suono di una voce diversa, più profonda “Perché lui è la vostra unica speranza….”

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Capitolo 8
*** Il principe dei sogni ***


(Musica presente nel capitolo)


 

Capitolo 8: Il principe dei sogni


Il nano Kili era assieme a suo fratello in quel momento, davanti ad un fuoco che scoppiettava “Abbiamo affrontato i Goblin…persino Azog in persona rischiando di non vedere più il nostro caro zio…e il pensiero di non avere Lola con me mi toglieva il fiato…” sospirò mentre con un coltellino intagliava la punta di una freccia. Quandò finì la ripose nella faretra “Anche io fratello…con Kithriel è stato amore a prima vista…un solo sguardo è bastato per desiderarla…vorrei poterla avere accanto a me per tutta la vita…sarebbe troppo sfrontato secondo te, appena faremo ritorno da loro, di chiederla in sposa a Elros suo padre?” chiese Fili. Il fratellino Kili lo guardò negli occhi poi distolse lo sguardo riflettendo “Vorrei poterla sposare anche io…anche domani” sussurrò per poi sorridere “Forse è meglio se vi mettete a dormire…abbiamo ancora tanta strada da fare” disse Thorin ai nipoti. Questi si stesero utilizzando i propri zaini come cuscini e qualche pelliccia come coperta e si addormentarono quasi subito. Erano stremati dai combattimenti e dalle emozioni avute in quelle poche ora che avevano proprio bisogno di entrare nel mondo dei sogni…per poterle incontrare almeno lì.

Elinor si riprese dalla trance avuta poco prima “Accidentaccio…uff! Oh eccoci qua…ehm…dove…dove eravamo rimaste mia cara?” chiese alla fine la maga. “Portatemi da Tarabas…prima finisce questa storia prima ritroverò Kili...” dissi decisa. “Vuoi affrontarlo oggi? Mi serve almeno una giornata per preparare la Pozione del Risveglio cara…”
“Oh…capisco…” dissi sconsolata. Avrei voluto togliermi qualche pensiero ma se così stavano le cose non potevo fare altro che aspettare “Beh credo che andrò a riposare…” dissi facendo per uscire. “Dove vai? Dì là c’è il mio soffice letto…puoi benissimo coricarti lì se hai sonno…” disse la dolce Elinor. Non potei fare a meno che accettare e mi congedai con un timido “Grazie”. Aprii la porta della camera della maga e mi buttai sul letto. Non passò tanto tempo prima che potessi chiudere gli occhi e sprofondare tra le braccia di Morfeo…
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Mi svegliai su una piattaforma di marmo, in un luogo fantastico e tutto intorno a me era illuminato dal sole . Avevo un abito diverso dal solito verde che ero abituata a indossare…il mio era bianco con una cintura a forma di v di Mithril. Guardandomi intorno notai una bellissima fontana a forma di leone e questo animale, ricoperto d’oro, portava in bocca una rosa bianca dalla quale fiottava acqua pura e cristallina.. Cercai di capire dove mi trovassi…tutto era così incantato “Sarà mica il mondo dei sogni?” mi domandai e ad un certo punto senti una voce che mi chiamava speranzosa “Lola…!”. Lo riconobbi…era il mio principe…era lui “Kili!” cominciai a chiamarlo finchè non lo vidi scendere delle scale di marmo, anche lui vestito di bianco e di blu cobalto…i suoi lunghi capelli erano raccolti in una treccia e mi guardava sorridente e felice. Non appena incrociai il suo sguardo sorrisi anche io commossa. Mi venne incontro “Finalmente amore mio!”. Rimanemmo per un po’ a guardarci, poi gli corsi incontro abbracciandolo. Ci staccammo e lui si guardò intorno “Dove siamo?” chiese lui meravigliato dal posto poi mi guardò “Sei meravigliosa…proprio come una sposa…”. Sorrisi “E’ meraviglioso non è vero? Sembra come…un posto speciale solo per noi due…” 
“E’ come un sogno…starai mica dormendo in questo momento come sta accadendo a me?” mi domandò lui tenendo il mio viso fra le mani. 
“Si amore mio” risposi “Sono nel Bosco di Elinor, la maga, sono vicino il regno di Tarabas”
“Perché? Sei scappata di casa?” mi domandò Kili preoccupato prendendomi il viso tra le mani. “Si per venire a cercare te…” dissi. Kili si commosse ancora di più e avvicinò le sue labbra alle mie “Almeno qui ci siamo ritrovati. Non vorrei svegliarmi mai più…” sospirò prima di baciarle. Mi staccai da lui dopo aver ricambiato quel dolce bacio “Io ho perso mia cugina sulla via e so che è rinchiusa nel regno di questo stregone assieme ad un ragazzo…Atreyu…ho perso Artax nella Palude della Tristezza e sono stata salvata da un fortuna drago…stavo per morire…”raccontai guardandolo negli occhi “Tu invece? Come sta andando il tuo viaggio?” gli domandai “Siamo fuggiti dai goblin e ucciso il loro re e poi abbiamo incontrato gli orchi e abbiamo quasi rischiato di morire…ma il tuo pensiero non mi ha lasciato per un attimo…e forse proprio per quello che sono salvo…” mi disse Kili avvicinando di nuovo le labbra “Che gioia immensa saperti viva, sapere che stai bene…” disse poi abbracciandomi.
“Hai ancora la rosa con te?” gli chiesi. Lui la tirò fuori dalla tasca. Il bocciolo era sempre bianco. “L’ho tenuta sempre fra le mani…” mi disse Kili che portò lo sguardo sulla fontana.
“Dici che quest’acqua è come una pozione?Magari ci farà incontrare nelle notti seguenti”. Il nano chiuse me mani a conca e raccolse dell’acqua “Proviamo...magari dovresti bere dalle mie mani e io dalle tue”
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“No non fatelo!” esclamò la voce di una donna. Ella apparve dinanzi a noi circondata di luce. Una lunga e volumizzata chioma bionda copriva i suoi floridi seni. La dama era vestita di sgargiante seta con ricami argentati “Sono Elinor…lo spirito custode della Fonte”.
“Elinor…?” chiesi sorpresa. La donna era molto giovane e affascinante e di certo non mi ricordava la vecchietta che poco prima mi aveva offerto il suo letto per riposare “Sei stata tu a…” feci per dire ma la maga mi interruppe.
“Quella è una pozione molto potente e non può essere bevuta se non vi amate davvero…potreste essere separati per sempre se non fosse così” ci disse parlandoci.
“Ma…mia signora della Fonte certo che è così…” incalzò Kili “Io la amo più di tutto me stesso”
“E tu Lolaehl lo ami allo stesso modo?”. Guardai Kili e poi la Dama sicura del mio sentimento “Certo…altrimenti non starei intraprendendo questo viaggio solo per ritrovarlo” dissi sorridendo poi a Kili.
“E allora se questo sentimento è così puro e sincero bevete pure da questa fonte…potreste sognare l’uno dell’altro e rincontrarvi in questo luogo tutte le volte che vorrete per guardarvi negli occhi e amarvi…” sospirò sorridente Elinor. 
“Come funziona?” chiese Kili “Come posso sognarla di nuovo?”
“Bevi dalle sue mani…poi lei berrà dalle tue Kili figlio di Dis” rispose la maga.
Raccolsi la pozione chiara come l’acqua tra le mie mani per lasciare bere Kili. Lui prima mi guardò poi bevve un paio di sorsi e io feci lo stesso dalle sue mani.
“Siete così belli insieme che potrei commuovermi, qui in questo momento…ma vi lascio a continuare il vostro sogno…fino a che uno dei due non si sveglierà”.La donna fece per andarsene ma si voltò di nuovo “Lolaehl tu hai l’Auryn…esprimi un desiderio… cosa vorresti fare con il tuo principe ora che siete così vicini anche se lontani nella realtà?”
“Non credo serva l’Auryn mia signora Elinor…” dissi per poi avvicinare le mie labbra a quelle di Kili “Melin lè…” sospirò lui prima di toccare le mie… sembrava che quel bacio durasse un’eternità come tutti gli altri con lui… (interrompete la musica)
…Aprii gli occhi ed Elinor mi guardava in modo un po’ troppo ravvicinato. La punta del suo naso toccava quasi la mia; i miei occhi incontrarono quelli di Elinor color verde acido.
“Oh santi numi del firmamento!” esclamai dallo spavento sobbalzando sul letto. La maga rise appena “Mi dispiace di aver interrotto il tuo magico e romantico sogno ma…la pozione è pronta!” annunciò lei “Tu cara ti senti pronta per affrontare Tarabas?” mi chiese infine. Io ripensai al sogno appena avuto in quella meravigliosa radura con Kili e guardai la maga con espressione di chi già si sentiva trionfante “Sono pronta Elinor”. Mi alzai dal letto “Bene!” disse la vecchietta indossando un mantello rosso porpora e prendendo la bacchetta magica dal cassetto del comò. “Forza ti accompagno…”. Mi sentii ancora più sicura con lei al mio fianco. La maga mi condusse in un angolo della casa dove stava un grosso fungo nel cui gambo era incisa una porta “E’ da qui che si entra?” domandai
“Questo è uno degli accessi segreti che ho costruito io stessa…ci sarà da scivolare un po’…” mi rispose la maga “Scivolare?” chiesi stupita. Elinor bussò tre volte sul cappello trapuntato di grossi tondi bianchi e la porticina si aprì “Dopo di te mia cara” disse facendomi accedere per prima. Non appena misi il piede oltre la porta mi sentii come profondare in un enorme buco. “Perdinci!” esclamai. Il mio fondoschiena toccò una parete dura e cominciai a scivolare e la testa cominciò a girarmi. Lo scivolo era composto di grandi curve e grosse volute e per di più sembrava che non mi potessi fermare mai.
Dietro di me sentivo le risate di Elinor che invece pareva divertirsi come una pasqua.
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Finalmente dopo tanti sballottamenti qui e lì atterrai. Finalmente non direi, anche perché capitai in un luogo piuttosto oscuro e cavernoso pieno di puzza e umidità. “Non mi stupirei se Tarabas fosse un brutto e vecchio stregone che non si lava mai” pensai tra me e me. Elinor, arrivata dopo di me, mi parlò come se mi avesse letto nel pensiero “E’ tutto tranne che vecchio e brutto, te lo assicuro” bisbigliò.
“Chi osa entrare nel mio regno così di soppiatto?” tuonò una voce. Sobbalzai per lo spavento e afferrai come per istinto la mano di Elinor che diede una pacchetta sul dorso “Stai tranquilla tesoro, accanto a me non hai nulla da temere” bisbigliò “Ma questo Tarabas è così tanto perfido?” domandai “Dipende da come lo si prende Lolaehl…” mi rispose la maga “Vi ho talmente spaventato da farvi mordere la lingua? Presentatevi!”
Deglutii a fondo e feci per aprire bocca ma Elinor mi precedette “Salve o grande stregone…sono Elinor…vi ricordate di me?” disse la maga parlando ad alta voce. Da una roccia una parete si spalancò e nel fumo rosso che ne uscì fuori vidi un ombra farsi avanti. Un mago affascinante con lunghi capelli castani scuri e occhi verdi come le foglie primaverili apparve da quel fumo. Ci scrutò attentamente quasi con ostilità e incrociò le braccia. Inaspettatamente il bel mago sorrise “Elinor…da quanto tempo…”
“Devo ammettere che ti sei ben mantenuto per tutti questi anni Tarabas” disse Elinor. Il mago sorrise di nuovo mostrando i denti. Dovevo ammettere che sembrava tutto tranne che un mago votato alle forze oscure. Egli mi guardò e sorrise anche a me. “Chi è colei che porti nel mio regno?” chiese. 
“Colei alla quale hai portato via una delle persone che mi sono più care, Tarabas” dissi a denti stretti “Tu…con la tua Nube Nera…Il Nulla” continuai mantenendo lo stesso tono. “Il Nulla non è opera mia, dolce fanciulla…” rispose lui scuotendo la testa e sorridendo di nuovo. Non riuscivo a capire se stesse mentendo, i suoi occhi sembravano sinceri “E’ opera di mio padre Darken…ho rinunciato al male già da tempo ormai…ma immagino che sei qui per…come si chiama? Ah si… Kithriel” disse Tarabas. “E Atreyu…” aggiunsi io “Perché sono qui nel tuo Regno? Che cosa hai fatto loro?” domandai sempre più ostile nei suoi confronti.
“Assolutamente nulla…li ho solamente portati qui…li ho trovati svenuti mentre ritornavo con il mio cavallo…seguimi e ti renderai conto…” mi invitò Tarabas. Guardai Elinor che mi passò la boccetta della pozione “Vai pure…di lui ci si può fidare” mi sussurrò . Annuii ma nonostante tutto avevo paura. Mi feci avanti e il mio sguardo incontro di nuovo quello dell’affascinante mago. Tarabas mi fece strada per tutti i corridoi del suo Regno sotterraneo e finalmente arrivammo in una sala sfarzosamente decorata “Dunque tu sei Lolaehl figlia di Elrond…” mi chiese Tarabas cordiale. “Si è così” risposi sempre indecisa se rivolgergli un sorriso o mantenere uno sguardo torvo e sempre sul chi va là “E so che sei innamorata di un nano…” mi disse, stavolta non rivolgendo i suoi occhi verso me. “Come fai a sapere tutte queste cose su di me e io non so nemmeno se posso guardarti come qualcuno che mi aiuterà o che invece cercherà di mettermi i bastoni fra le ruote?”. 
“Puoi fidarti” disse sorridendo Tarabas . 
Egli aprì la porta e il mio sguardo cadde sul letto a baldacchino dove uno vicino all’altro giacevano Kithriel e Atreyu. Stappai la pozione e posai il liquido sulle bocche di entrambi. Pensavo sarebbe stato più difficile e invece Tarabas non fece nulla per impedirmelo. Forse era veramente buono. E allora perché abitare ancora in quel regno così oscuro e sotterraneo? Forse era prigioniero di qualche maleficio che lo tenesse legato a quel luogo?
Kithriel e Atreyu piano piano aprirono gli occhi. Il ragazzo alla vista di due sconosciuti sobbalzò sul letto “E voi chi accidenti siete?” chiese confuso e spaesato. Kithriel mi guardò e quasi non riusciva a credere ai suoi occhi. Balzò via dal letto e corse ad abbracciarmi “Finalmente cugina mia…ti aspettavo…ho visto tutto…so di Artax…” disse mentre mi teneva il viso tra le mani “E che hai incontrato Kili in un sogno…la fonte…”
“Come fai a sapere tutte queste cose…?” chiesi poi mi voltai verso il mago che mi rivolse un altro sorriso “Sarò lieto di scortarvi per proseguire il vostro viaggio” poi si rivolse al pellirossa che ancora si guardava attorno e domandava cosa ci facesse in quella stanza “Tu ragazzo dove sei diretto?” chiese il mago ad Atreyu “Alla Montagna Solitaria…” disse prendendo la sua freccia nera più grossa di una lancia riposta lì a terra vicino al letto “Anche tu?” chiedemmo io e Kithriel in coro “Certo! E sennò chi lo uccide Smaug?” disse Atreyu sorridendo spavaldo. Questi guardò il mio collo “Hey ma tu hai Auryn!”.
Sorrisi anche io al ragazzo senza dire nulla “Allora la nostra spedizione andrà a meraviglia…me lo sento” concluse ammiccando.
Dopo un banchetto organizzato nel proprio regno, Tarabas ci fornì delle armi e un cavallo per Atreyu. Io e Kithriel avremmo viaggiato su Falkor.
“Vi consiglio di andare a riposarvi, farò preparare dei giacigli qui nel mio regno, all’alba partiremo”. 
Mi stesi dopo aver mangiato abbondantemente su una piccola brandina messa lì nell’enorme salone del regno sotterraneo. Mentre cercavo di prendere sonno aprii un occhio e vidi il mago, a torso nudo, che mi osservava dal suo enorme divano. Dopo un po’ questi distolse lo sguardo. Mi girai dall’altra parte e dopo un po’ mi addormentai placidamente, anche se dentro di me tutto c’era tranne che tranquillità.
Nel buio della notte mi svegliai sentendo degli ululati. Mi misi a sedere sulla brandina e notai il divano dov’era prima il mago. Tarabas non era lì con noi….

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Capitolo 9
*** Amico o nemico? ***


(Musica presente nel capitolo)

Capitolo 9: Amico o nemico?

 

Falkor viaggiava a bassa quota, sopra di lui io e Kithriel bisbigliavamo parlando di Tarabas che era davanti a noi “Non so te, ma io non riesco tanto a fidarmi di lui, anche se alla fine non ha fatto del male né a me né ad Atreyu chi ci assicura che possiamo realmente fidarci?” mi sussurrava Kitty. “Io direi di fidarci…ma fino ad un certo punto…prima o poi ci rivelerà la sua vera natura e a quel punto scapperemo…facciamo buon viso a cattivo gioco cugina, funziona sempre…”. Atreyu e il mago ci precedevamo e quest’ultimo ci stava ascoltando “Se non vi fidate posso sempre ritornare indietro e lasciarvi proseguire, non vi dovete sentire obbligate ad avermi nella vostra compagnia” disse con un tono quasi offeso “Caspita che orecchio lungo” commentai a bassa voce guardando mia cugina “Non volevamo certo offendervi Tarabas, solo che…ecco di questi tempi una persona non sa mai di chi deve fidarsi e di chi no…” dissi per scongiurare una qualsivoglia lite “Su questo non vi do torto” rispose il mago per poi spronare al trotto il proprio destriero e Atreyu fece lo stesso con il suo.
“Stanotte non sono riuscita a sognare Kili…” dissi sconsolata a mia cugina. Lei mi sorrise “Ci saranno altre occasioni Lola, vedrai. Viaggiammo per tutta una giornata fino a che non ci ritrovammo in un punto della foresta dove ci accampammo. Preparammo ognuno il proprio ciaciglio e Tarabas accese un fuoco con la propria magia. “Andrò a vedere se da qualche parte possiamo recuperare qualcosa da mettere sotto i denti” disse il mago “Vengo io” disse Atreyu “Non è prudente secondo me lasciare due donzelle da sole in una foresta” incalzò il mago contro il ragazzo “Resta con Kithriel…Lola, vorresti venire con me? So che sei brava a cacciare…” mi chiese poi. Guardai prima mia cugina alzando un sopracciglio…lei rispose sgranando gli occhi, come per dire di andare. Mi alzai da terra e seguii il mago, tenendomi a debita distanza. Non riuscivo proprio a fidarmi del tutto. Forse era il mio sesto senso.
“In che posto siamo?” chiesi guardandomi attorno. Gli alberi erano piuttosto alti e io non avevo mai visti di quell’altezza “Siamo vicino a Bosco Atro” mi disse Tarabas “Dobbiamo stare attenti a non incrociare quei sentieri…potremmo perderci”
“Ma io non vedo creature da poter cacciare…” dissi ma all’improvviso sentii un rumore e ci mettemmo all’erta. Sentii un fruscio e poi un tonfo. Di seguito un grido…Un grido che riconobbi subito “Kili!” esclamai…
Seguendo le grida del mio principe capii di averlo sempre più vicino “Kili!” sentii le grida del fratello che lo stava cercando. Un’elfo femmina, dai capelli rosso fuoco, mi tagliò la strada ed io la seguii. Kili era intrappolato da un gigantesco ragno che lei uccise subito con uno dei suoi pugnali. Lui si rialzò e vide dietro di lui un altro ragno arrivare. Tarabas mi raggiunse “Andiamo via di qui è pericoloso” disse tentando di spingermi via “Ma quello è Kili…e io lo devo salvare…!” replicai.
“C’è qualcuno che ci sta già pensando!” disse di nuovo Tarabas spingendomi via da lì. Le sue forti braccia non mi permisero di ribellarmi a quel gesto. Gli occhi miei diventarono lucidi
“Lasciami so camminare da sola!” esclamai. Tarabas mi lasciò i polsi e io scappai a vedere che cosa stava succedendo “Lanciami un pugnale, presto!” disse Kili guardando più volte dietro di lui. Il ragno si stava avvicinando “Se pensi che ti dia un arma, nano, ti sbagli di grosso” disse l’elfo femmina dai capelli rossi tirando un pugnale che andò ad uccidere il ragno gigante dietro Kili. I due rimasero a guardarsi. Io stetti per urlare il nome del mio principe ma Tarabas riuscì a tapparmi la bocca prima che potessi emanare un suono e mi portò via con sé “Cocciuta di una dwelf che non sei altra! Se ti avessero sentita avresti potuto attirare l’esercito dei Silvani!” mi disse quando ormai eravamo lontani da lì.
“Chi è quell’elfo che ci ha tagliato la strada?” chiesi a Tarabas
“Lei è Tauriel…il capo della guardia” mi rispose il mago “Forza andiamo…dobbiamo cercare qualcosa da mangiare”. Quel nome, Tauriel, non mi abbandonò per il resto della giornata

Kili era in una delle prigioni degli elfi e teneva la Rosa del Destino in mano accarezzandola ripetutamente. Sognava il momento in cui avrebbe riabbracciato la sua dwelf quando vide un ombra avvicinarsi, poi ritornò con lo sguardo sulla rosa, ancora bianca.
Tauriel si avvicinò alle sue sbarre e lo vide tenere il bulbo in mano e stette a guardarlo in silenzio. Kili si accorse della sua presenza “Il fiore che hai in mano…che cos’è?” gli chiese l’elfa “E’ un talismano… c’è un potente incantesimo in questo bulbo e chiunque lo guardi oltre me sarebbe…eternamente dannato!” finì parandoglielo davanti. Tauriel si spaventò e fece per andarsene “O no! Dipende se credi in quel tipo di cose…è solo un dono” disse Kili sorridendole “E’ la Rosa del Destino…me l’ha donata una dwelf, Lolaehl figia di Elrond…la mia donna… una donna innamorata…ma che forse non rivedrò più…” disse infine triste.
“E tu sei innamorato di lei?” domandò Tauriel
“Si…” sospirò il nano “Si la amo tanto…”. La Rosa gli scivolò dalle mani, andò a finire oltre le sbarre e l’elfa la raccolse osservandola alla luce della luna. Kili si alzò desideroso di riaverla indietro poi sentii dei canti “Sembra che stiate facendo una gran festa lassù” disse Kili guardando in alto “E’ Meleth en Gilith… la festa della Luce Stellare…tutta la luce è sacra per gli Eldar…ma gli Elfi Silvani venerano la luce delle stelle” disse Tauriel trattenendo ancora la rosa fra le sue mani “L’ho sempre trovata una luce fredda…remota e molto lontana…” sospirò Kili
“Essa è memoria…preziosa e pura…come il tuo amore per lei” disse l’elfa sorridendo e restituendo la rosa a Kili “Sono andata lì qualche volta…” continuò poi dando le spalle all’elfo e guardando altrove, su in alto “Oltre le foreste, sulle montagne di notte…ho visto il mondo cadere via…e la luce bianca dell’eternità riempire l’aria…”. Kili cominciò a guardare Tauriel con più simpatia, sorrise mentre la sentiva parlare, in qualche modo gli ricordava la sua amata Lolaehl “Ho visto una luna di fuoco una volta…” disse Kili. Tauriel si sedette ad ascoltare il suo racconto sempre più presa da lui…sopra su una delle scale, Legolas, il figlio del re Thranduil, li osservava e nel suo cuore, un misto di sentimenti fra i quali la gelosia facevano battaglia l’uno contro l’altro…

“Come sarebbe, hai visto Kili?” mi domandò eccitata mia cugina “Hai visto anche Fili? Come stanno? Stanno bene?” 
Con un espressione rabbuiata sul viso e guardando davanti a me mi limitai ad annuire “Sono con gli elfi…spero li scorteranno fino alla Montagna Solitaria” dissi guardando sempre di fronte a me. Non volli rivolgere lo sguardo a nessuno. Tarabas vicino a me mi osservava attentamente “Non credo…si tratta dell’esercito di Thranduil, come ti ho già detto, fra loro e e i nani non corre buon sangue” disse Tarabas.
Mi alzai di scatto “Quindi li tengono prigionieri!” dissi allarmata. “Non temere…il tuo principe ha trovato il modo… ma mi dispiace dirti una cosa…ti ha dimenticata” disse Tarabas guardando nella sua spada. Andai a vedere anche io. Un’immagine che mi spezzò il cuore. Tauriel stava salutando Kili, con un bacio che il nano ricambiava.
Mi si formò un groppo in gola e delle lacrime cominciarono a scendere “Non ci posso credere, ci siamo giurati amore eterno…” sospirai. Il cuore aveva cessato di battere.
“Evidentemente non è il tipo che può mantenere la parola data…” replicò Tarabas. Presi il petalo dalla mia tasca, questo era giallo.
“Mi dispiace Lolaehl” mi disse mia cugina abbracciandomi. “Non…non può essere…ci dev’essere un motivo…magari lui ha persuaso Tauriel a farli uscire di prigione e ha usato questo trucco e…non può essersi innamorato di lei…la conosce da così poco tempo” dissi fra le lacrime. Tarabas fissava la lama della sua spada “La guarda con occhi troppo innamorati per essere un trucco...guarda tu stessa…” disse riavvicinando la lama ai miei occhi. Io la scostai con la mano “Immagino che tu non voglia più andare a cercarlo…” chiese Tarabas.
“No…non mi arrendo così facilmente…” dissi guardando seria Tarabas. Mi sorse un dubbio. Forse era Tarabas con i suoi trucchi di magia voleva farmi credere che Kili era infedele e che mi aveva dimenticata. Questo mi portò a fidarmi ancor meno di lui
“Non mi arrendo…stanotte forse lo sognerò e allora potrò capire se lui è venuto meno alla sua promessa oppure no…” dissi coricandomi per terra…

[Musica: https://www.youtube.com/watch?v=70xXy4N2Wes ]
Correvo scendendo le scale di quell’incantato luogo chiamando a gran voce il mio amore “Kili amore mio! Eccomi qui di nuovo! Sono qui…dove sei?”. Chiamai di nuovo due o tre volte e Kili non arrivava ancora. Mi sedetti sul marmo sconsolata e iniziai a piangere guardandomi attorno “Come è possibile che tu mi abbia già dimenticata Kili…perché?”.Passò il tempo ma ancora non vedevo nessuno, nemmeno lui.
“Non ti ho dimenticata Lola…” disse, ad un tratto, una voce alle mie spalle. Il mio principe discese le scale venendomi incontro e abbracciandomi “Perché dubiti di me? Ti ho giurato amore eterno!”. Ancora incredula presi il suo viso tra le mani e gli sorrisi, prendendo poi a carezzarlo. Le lacrime scendevano ancora, ma si trasformarono in lacrime di gioia “Dove sei?” gli chiesi “Re Thranduil ci tiene imprigionati nel suo regno…non sappiamo come scappare…temo che ci voglia far fuori” mi rispose Kili “Quindi tu e Tauriel non…” feci per dire ma mi fermai e guardai altrove “Io e Tauriel cosa?” chiese confuso Kili
“Non vi siete baciati…” finii la frase guardandolo negli occhi. Il nano abbassò lo sguardo 
“Dubiti di me fino a questo punto?” chiese con gli occhi lucidi “No perché se tu mi dici che non è successo io non crederò a quello che ho visto dalla spada di Tarabas…” gli dissi. Kili rialzò lo sguardo “Tarabas è un potente mago e se si è innamorato di te può essere che voglia farti vedere le cose diverse da come realmente sono…” disse per poi prendere le mie mani “Io amo solo te…e Tauriel lo sa…ha visto la Rosa del Destino…sa di noi due”.
“Ti amo anche io Kili…tantissimo” dissi avvicinando le labbra alle sue. Kili le rapì immediatamente…
(stoppare la musica) Un ululato di lupo mi svegliò da quel sogno. Il ciaciglio di Tarabas era di nuovo vuoto “Quel vile!” sussurrai arrabbiata. Mi alzai dal mio sacco a pelo e scossi mia cugina dal sonno “Kitty! Svegliati cugina”
Kithriel si svegliò di soprassalto “Che c’è? Uff è già ora di ripartire? Stavo sognando Fili” si lamentò provando a riaddormentarsi e abbracciando il proprio sacco a pelo. “E io Kili…” sussurrai sorridendo. Kitty riaprì gli occhi e si alzò con un sorriso in bocca “Ne ero sicura….lo sapevo che non…”. Un altro ululato interruppe quello che stava per dire. Atreyu si svegliò di colpo “Cos’è? Cos’è stato?” domandò l’arco in mano “Ci sono i lupi qui vicino…sarebbe meglio andarcene via di qui…”. 
“Forse hai ragione…” gli dissi sentendo altri ululati “Ma è notte…non è sicuro…nemmeno per te Atreyu”. Il ragazzo mi guardò con aria di sfida “E perché? Sono un uomo…riesco a difenderle due donne!” dichiarò offeso e coricò dandoci le spalle. Kithriel fece spallucce e riprese “Se hai rivisto Kili questo vuol dire che lui ti ama ancora…”
“Lo so cugina…lo so” risposi io sorridendo innamorata “E quello di Tarabas era sicuramente un trucco!” _ “Che si sia innamorato di te?” chiese Kithriel
“Non lo so e non mi interessa…uno così non sa nemmeno il significato della parola amore!”
sbottai arrabbiata verso il mago.
“Mmmmmh amore amore amore…è possibile che voi grandi non sappiate parlar altro che d’amore? Io non vi capisco proprio!” borbottò Atreyu un po’ spazientito. Era evidente che aveva sentito i nostri discorsi. Io mi alzai andandogli vicino e gli posai una mano sulla spalla“Quando crescerai e troverai una ragazza anche tu sono sicura che sarà il tuo argomento preferito”. Atreyu si girò a guardarmi
“Se da grande devo diventare frivolo e stupido come voi…allora preferisco non crescere!” 
“Grazie per la tua sincerità…ora perché non ti rimetti a dormire e lasci noi donne ai nostri ‘stupidi discorsi d’amore’?” gli disse severamente Kithriel. Atreyu di tutta risposta ci voltò di nuovo le spalle e provò a riprendere sonno. Falkor vicino a noi ronfava a più non posso, stanco per aver portato così a lungo sulla schiena me e mia cugina.
“Troverà anche lui una donna che lo amerà ne sono sicura…” commentai io “Parli del mago o del ragazzo?” chiese Kitty
“Di entrambi…oh beh…visto il soggetto Tarabas, sicuramente la troverà…e magari gli farà cambiare idea sul male e sul bene”
“E sull’amore…” sussurrò Kithriel senza farsi sentire da Atreyu.
Un ululato ancora più vicino ridestò l’attenzione di tutti noi. Atreyu balzò in piedi “Questi non sono lupi delle foreste…questi sono mannari …non possiamo rimanere fermi” dissi allarmata poi svegliai il fortuna-drago “Falkor presto…dobbiamo…Falkor…”. Nulla…il drago non accennava a svegliarsi “Proprio adesso che ci serviva fortuna!” farfugliò Kitty. Tirai un orecchio di Falkor “Forza amico svegliati…!” esclamò agitato Atreyu tirando l’altro orecchio del drago “Sembra finito sotto un incantesimo!”. Gli ululati erano ancora più vicini “Li depisto io!” fece Atreyu balzando sulla sella del suo cavallo dopo averlo slegato “No! Sei troppo giovane e quelli sono Mannari di Gundabad, ti raggiungeranno” esclamai io tentando di farlo desistere “E questo è un cavallo di Rhosgobel…vorrei che ci provassero!” disse Atreyu spronando il cavallo al galoppo. Lo guardammo allontanarsi. Mi coprii il viso con le mani disperata e le feci scorrere tra i miei capelli “Rifletti…rifletti rifletti…” dissi a me stessa D’un tratto mi ricordai di avere ancora la pozione di Elinor. Frugai nella mia borsa da viaggio alla sua ricerca e dopo un pò la estrassi dal taschino.
Andai a versarla sul capo di Falkor e questi si svegliò piano “Dove…dove…dove siamo?” 
“Non importa dove siamo…” dissi saltando sulla sua groppa aiutando anche mia cugina… “Via di qui! Portaci nel regno di Thranduil!”

 

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Capitolo 10
*** Fuga nei barili ***


(Musica presente nel capitolo)


Capitolo 10: Fuga nei barili


Kili si svegliò di soprassalto sentendo che qualcuno stava forzando la serratura della sua cella. Si strofinò gli occhi e riconobbe la figura oltre le sbarre “Bilbo!” esclamò una prima volta. Lo hobbit gli fece segno di stare muto e Kili abbassò la voce “Come diavolo hai fatto ad entrare nel Reame Boscoso?”
“Sono lo scassinatore della compagnia o no?” rispose Bilbo ammiccando in direzione del nano. Non appena si aprì la cella Kili uscì fuori mentre Bilbo era intento a svegliare e liberare gli altri nani dalla prigionia “Forza seguitemi ho un’dea per farvi uscire di qui di soppiatto...” disse lo hobbit conducendo la Compagnia di Thorin, ormai liberata, alle cantine. “Dove ci stai portando?” chiese Fili mentre scendevano le scale “Lo sapevo! Siamo nelle cantine!” sussurrò Kili nervoso. “Si si…lo so…venite con me prego”. Sul tavolo due elfi custodi delle prigioni del Reame si erano appisolati con le teste poggiate sul tavolo. Fiaschi di vino e bicchieri quasi vuoti erano vicino alle loro mani affusolate.
Bilbo fece segno ai nani di seguirlo. Su una piattaforma tredici barili erano accatastati su tre file “Entrate nei barili forza!” ordinò Bilbo. “Cosa?!” dissero i nani che si guardarono l’un l’altro non capendo il piano ordito dal mezz’uomo quindi guardarono Thorin, che più di tutti, si fidava di Bilbo e in parte capito quello che aveva in mente.
Ognuno si sistemò in un barile tenendosi bene al bordo, l’unico che rimase fuori era proprio Bilbo. “Tenetevi forte…” sussurrò il mezz’uomo tirando la leva. “Secondo te fratello come faremo ad uscire di qui in questi barili?” chiese Kili al fratello biondo “Kili…siamo in un barile…la mia sapienza si ferma qui…” commentò Fili. Ben presto i nani seppero cosa c’era sotto la piattaforma che sosteneva i barili. Scivolarono giù incontrando l’acqua mentre la tavola di legno si chiudeva sopra le proprie teste. Il povero Bilbo era rimasto lì notando che per lui non c’era nessun barile né nessuna asse di legno sulla quale poter galleggiare . Con i suoi grossi piedi pelosi tastò più volte il legno in cerca di una possibilità di fuga. Da lontano sentì l’allarme e il Capitano delle guardie Tauriel che parlava “ Dov’è il custode delle chiavi”. Ella insieme ad alcuni elfi armati stava scendendo. Bilbo camminò indietro lungo la piattaforma che si alzò da un lato e dall’altro si aprì facendolo precipitare nelle fredde acque sottostanti, dove ancora i nani lo stavano aspettando…questi cominciarono a remare con le mani per dare inizio alla loro fuga…
Nel frattempo in altro, nel cielo me e mia cugina Kitty, parlavamo con Falkor di dove si poteva trovare il Reame Boscoso. Il fortuna-drago cominciò a viaggiare a bassa quota per cercare di trovarlo. Ad un tratto notammo un fiume, le cui acque scorrevano veloci e in quel fiume dei barili venivano spostati qua e là nella corrente. Un corno suonò e due elfi a guardia di un ponte costellato da merli, di una forma mai vista nelle altre fortificazioni, tirarono su una leva e fu bloccato un passaggio ai barili. Dall’altra parte delle strane creature deformi stavano avanzando…uno di questi scoccò una freccia trafiggendo il cuore di una delle guardie elfiche che cadde nel fiume. “Falkor…scendi…quelli sono i nani…” esclamai riconoscendo Kili e Fili dentro le enormi botti di legno “Però…che occhio!” commentò Falkor abbassandosi senza farsi notare dagli orchi. Io e Kitty scendemmo dalla sua groppa e ci nascondemmo dietro uno di quegli alberi “Tieni pronto il tuo arco cugina” le sussurrai afferrando i pugnali elfici attaccati ai miei pantaloni. Da quell’altezza notai Kili uccidere degli orchi che avevano raggiunto il ponte. Tagliò la testa ad un paio di loro, buttandoli nell’acqua e facendosi strada per tirare giù la leva che avrebbe aperto il cancelletto. Sorrisi al vederlo così coraggioso ed energico. Arrivato al punto di prendere la leva in mano Kili venne colpito da una freccia. La sua espressione sul viso era di chi non se l’aspettava misto al dolore. Senti l’urlo del fratello anche a quella di stanza “Kili!”. Mia cugina fece per muoversi ma la fermai. Kitty non mi diede retta e cominciò a scagliare frecce uccidendo gli orchi più vicini e alcuni lo sgozzava con una piccola ascia. Kili cercò di aggrapparsi a quella leva ma cadde a terra tra urla di dolore acuto. Decisi che era quello il momento di agire. Vidi lo stesso orco che l’aveva colpito prendere una freccia dalla sua faretra con l’intenzione di finire il mio principe. Mi feci avanti, scoprendomi agli altri nemici orchi. Focalizzai la mira e tirai anche io una freccia con il mio arco, quella era la prima che tiravo e una volta che andò a segno mi resi conto di aver ucciso quell’orco. Kili si voltò notando la mia presenza “Lola…” sospirò. Io corsi verso gli altri orchi e cominciai a sferrare le lame dei miei e scoccai altre frecce uccidendoli. Nel mio corpo scorreva l’adrenalina, mai mi ero sentita così. In nostro aiuto accorsero Tauriel, il capo delle guardie e Legolas, figlio di Thranduil che uccise un orco trafiggendogli il capo con una freccia. L’elfo femmina si avvicinò uccidendo un orco e mi sorrise “Complimenti piccola dwelf!” Risposi a quel sorriso con uno poco convinto “Attenzione! Un orco alle tue spalle!” esclamò. Non fece in tempo a infilarmi il pugnale nella gola che la freccia,scagliata da Tauriel,fece volare via l'arma dalla mano dell'orco e lo uccise. Mi voltai a ringraziarla ma era già sparita. Il mio principe aveva assistito a tutta la scena e un piccolo sorriso compiaciuto nacque sulla sua bocca. Incontrai il suo sguardo appena un attimo, ricambiando quel sorriso, prima che uccidessi un orco decapitandolo. Con tutte le forze che poteva avere in quel momento Kili si fece coraggio e si alzò a stento aggrappandosi a quella leva e tirandola, permettendo il passaggio ai barili e cadde di nuovo a terra. Mi guardò di nuovo “Scappa amore mio!” gli urlai. Il nano capì le mie parole solo osservando da lontano le mia labbra e saltò nel barile. “Kili!” lo chiamo di nuovo il fratello. La freccia venne spezzata dal bordo del barile e Kili emise un gemito di dolore ancora più acuto che mi fece voltare, vedendolo allontanarsi con gli altri. In quel momento di distrazione un orco mi attaccò ma fu di nuovo ucciso da una freccia dell’elfa dai capelli rossi. Quella volta la ringraziai con un sorriso appena accennato e lei ammiccò. Uno orco stava gridando “Seguiamoli!” nella sua lingua; incontrai lo sguardo di mia cugina poco dopo e lei mi fece segno di continuare ad uccidere gli orchi. Falkor volava su di noi pronto a recuperarci. I barili seguirono la corrente di una piccola cascatella appena dopo il ponte. La corrente era ancora più forte, le altre guardie e gli altri elfi continuarono la battaglia contro i restanti orchi. Io e Kitty continuavamo a correre lungo le altre rocce uccidendo quelli che ci capitavano a tiro. Tauriel mi raggiunse “Tu devi essere Lolaehl”. Io la guardai mentre correvo e prendevo fiato, annuendo soltanto “Sono io…” risposi continuando a correre “Devi scappare…questo è il nostro regno…ci pensiamo noi a difenderlo,te la sei cavata molto bene, ma devi farlo per Kili, fuggi!” mi ordinò. Falkor volando ci aveva raggiunto “Saggio consiglio, seguilo Lolaehl! Salite in groppa” Frenai i miei piedi dalla corsa e insieme a me anche Kitty. Guardammo i barili allontanarsi insieme agli orchi che li inseguivano “Prego l’Auryn che non gli succeda nulla…e che possa sognare di nuovo Kili…almeno saprò che è sano e salvo” dissi sospirando. Kitty chiuse gli occhi e una lacrima scese dai suoi occhi “Che fine avrà fatto Atreyu?” chiesi più a me stessa che a loro…
… “Bard!...” chiamava Atreyu bussando ad una porta più volte “Bard!”
Bard il suo maestro nel tiro con l’arco aprì la porta.Per lui ormai era più di un semplice maestro...era come un fratello.“Atreyu…” sospirò nel vedere il ragazzo e lo abbracciò “Cosa ci fai qui?”
“Ho depistato un gruppo di Mannari di Gundabad…mi serve asilo nella tua casa…”
“Va bene, tranquillo…vieni dentro…io però dovrò andare in giro con la mia chiatta, sai bene che lavoro per il Governatore” disse Bard e il ragazzo annuì “Bada alle mie figlie in mia assenza” aggiunse il chiattaiolo prima di andarsene via…
Sorvolammo quelle terre, ma ormai avevamo perso ogni traccia dei barili e degli orchi “Chissà dove saranno…” domandò Kitty in pensiero e io scossi la testa cercando di trovare una risposta “Puoi chiedere all’Auryn di farti vedere dove sono, non l’hai usato fino ad adesso…” suggerì Falkor. Io strinsi il medaglione nella mia mano, chiudendo gli occhi, ma non funzionò. Riaprii gli occhi “Forse i suoi poteri non fungono in queste terre, siamo ancora in prossimità del Reame Boscoso”. Falkor atterrò in una foresta dove sistemammo i nostri giacigli per riposarci.
Presi sonno quasi subito stanca dall’avventura avuta in quella giornata; tutto ciò fu interrotto da un galoppare di un cavallo in avvicinamento. Mi misi in allerta guardando l’ombra che si avvicinava e subito dopo questa si rivelò a me…
Tarabas era tornato “Tu vile bastardo!” lo aggredii parlando a denti stretti “Questo è il tuo ringraziamento per aver combattuto con i mannari tutta la notte…per proteggervi?” disse il giovane mago con un sorriso sincero e un po’ beffardo
“Ma Atreyu li ha depistati!” gli gridai contro 
“Lo so, grazie al cielo, o sarei morto…e non avrei mai potuto rivederti…” disse Tarabas guardandomi negli occhi “Cosa?” chiesi confusa mentre guardavo Tarabas avvicinarsi a me e mettermi le mani sulle spalle “Non hai capito che mi sono innamorato di te?”
“Hai davvero un modo curioso di dimostrarmi amore, stregone” dissi io allontanandomi da lui “Mi hai fatto credere che Kili mi stava tradendo, sei ricorso ad uno dei più spregevoli trucchi…confondermi la mente…piuttosto…” gli consegnai l’Auryn “Questo medaglione non funziona…vedi di sbloccare l’incantesimo…voglio che mi dica che Kili è vivo” dissi per poi rimettermi stesa sul letto di foglie e provare a prendere sonno. Tarabas fece lo stesso, si preparò un giaciglio più lontano da noi e si mise seduto ad osservare Auryn. “Ti ritroverò Kili…morirei per te…” dissi a me stessa con gli occhi chiusi…
Proprio mentre stava per mettere il cibo in tavola con le figlie di Bard ecco che il chiattaiolo aprì la porta “Buonasera famiglia…abbiamo degli ospiti da nascondere”. Atreyu vide i nani avanzare nella casa e sorrise meravigliato, non ne aveva mai visti prima d’ora
“Atreyu…questa è la compagnia di Thorin Scudodiquercia…potresti trovare delle armi per loro?”. Il ragazzo annuì e guardò uno per uno i nani notando che uno di loro avanzava a stento poggiato al fratello biondo. “Chi è il nano ferito?” chiese
Thorin rispose ad Atreyu “E’ mio nipote Kili…”
Atreyu sgranò gli occhi riconoscendo il nome del nano “Kili…” sospirò “Lolaehl…” disse dopo. Kili alzò lo sguardo “La conosci?” farfugliò scosso dalle fitte alla gamba. Atreyu annuì “Sta combattendo contro ogni male per ritrovare il suo amore”. Kili sorrise debolmente e Atreyu non credeva alle proprie orecchie. Per la prima volta la parola ‘amore’ non gli dava fastidio.

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Capitolo 11
*** Ho fallito ***




Capitolo 11: Ho fallito


Nei giorni dopo, le ricerche non diedero alcun risultato; ormai sentivo nel mio cuore che la mia missione era finita e, per di più, fallita. Non potevo fare uso dell’Auryn, qualche forza oscura fermava il suo potere, Tarabas non era riuscito o meglio, come pensavo, non aveva nemmeno provato ad usare la magia. Mi faceva sentire peggio il fatto che quella notte non ero riuscita a sognare Kili, almeno avrei avuto una possibilità di farmi rivelare dove si erano cacciati tutti loro.
“Lolaehl…” mi appellò Tarabas distogliendomi dai miei pensieri, mentre preparavo l’equipaggio. Non l’avevo nemmeno sentito chiamarmi “Mi dispiace…ma credo che il tuo viaggio debba finire qui…” continuò a parlare il mago. Proprio quella sua affermazione mi fece venire i nervi e mi girai verso di lui “Ho rinunciato a darti retta…tranquillo Tarabas lo sapevo già da me…” gli risposi con un tono freddo e scostante nella voce “Immagino che non vorrai che vi scorti fino a Rivendell…” sospirò il mago.
“No esatto, possiamo fare a meno di te…sei esonerato…ritorna pure nel tuo regno” risposi riprendendo i miei pugnali e sistemandoli negli appositi foderi attaccati ai miei pantaloni. Mi sedetti per sistemare dei piccoli pugnali nei miei stivali . “Bene allora…è un addio…” mi disse Tarabas. Lo guardai di nuovo con un’espressione seria “Si lo è…” risposi. Quando il mago, deluso, si voltò per salire sul suo cavallo continuai a parlare “Se non ti dispiace, vorrei avere indietro Auryn”
“Non mi è stato possibile sbloccare il suo potere…” mi disse Tarabas che aveva la chiara intenzione di tenerlo per sé “Non fa nulla…” dissi facendo segno con la mano di volerlo in quel momento. Tarabas me lo consegnò senza remore. Nel momento in cui incontrai di nuovo il suo sguardo notai una lacrima scendere sulla sua gota scolpita, gli occhi erano tristi.
“Stai piangendo…” sospirai sentendomi un pochino in colpa “Non volevo credere di essere arrivato al punto di farmi odiare…non da te…”. Aprii varie volte la bocca per poter trovare delle parole adatte “Io non ti odio…ma il fatto che tu sia innamorato di me non ti dà diritto di rovinarmi la vita e…cambiare il mio destino…senti…” finii senza trovare altro da dire e gli passai davanti voltandogli le spalle “Io posso offrirti solo la mia amicizia…”
Tarabas mi guardò confuso “Amicizia?Che significa? Una nuova parola di tua invenzione?” chiese confuso. Io mi girai e per la prima volta gli sorrisi
“No…l’amicizia è un altro tipo di amore…un amore diverso”
“Meno forte scommetto…” disse lui abbassando lo sguardo ed io mi avvicinai
“Differente…si diventa amici quando si condividono delle esperienze e si hanno gli stessi gusti, gli stessi sogni…quando si è pronti a dare all’altro il proprio aiuto senza chiedere nulla in cambio…” risposi sorridendo di nuovo e mettendo una mano sulla sua spalla.
Tarabas alzò di nuovo lo sguardo, quei profondi occhi verde foglia ancora lucidi mi fecero tenerezza. Egli si avvicinò al mio viso allungando il suo “Nemmeno un bacio?” chiese ed io mi discostai abbassando lo sguardo “Non come lo intendi tu…” 
“E’ anche proibito toccarsi?” chiese di nuovo il mago poggiando le sue due affusolate mani sulle mie spalle “In alcune occasioni ci si può anche abbracciare…”
“E allora avanti…abbracciami come faresti con un amico” disse lui sporgendosi ancora di più. Prese a stringermi ma io mi allontanai “Non si fa senza motivo…lo si fa in situazioni precise, per esempio quando non ci si vede da tempo…oppure quando uno dei due è triste e cerca conforto…quando piange…” risposi parlandogli con dolcezza
“Se vuoi che pianga…piangerò…chi è più triste di me? Chi ha più freddo nel cuore? Abbracciami, Lola…fammi sentire il calore di questa tua amicizia…” sospirò lui avvicinandosi pericolosamente “Ma non posso farlo…perché tu mi guardi con desiderio… mi ami con passione, senza ragionare…” gli dissi allontanandomi ancora da lui “Con lo stesso amore che tu provi per Kili?” mi chiese rattristandosi. Al pensiero del mio principe sorrisi guardando altrove “Si…”. A quella sillaba il mago si scansò “Ci proverò a soffocare questa passione per te e a diventare tuo amico…ma non posso assicurare che ci riuscirò…intanto permettimi di scortarvi fino al vostro regno…come gesto della mia amicizia”. Non ero poi tanto sicura che avesse capito tutto ciò che gli avevo spiegato ma mi decisi comunque a dargli un minimo di fiducia e annuii accettando la sua offerta. “Cugina allora che hai deciso di…fare? Ehy siete già pronti!” disse Kitty sbucando da un sentiero “Ero andata a lavarmi c’è un lago qui vicino”. Guardai Tarabas poi Kitty. Il mago mi sorrise “Forse possiamo aspettare un alto po’ se vuoi andare a rinfrescarti” mi disse Tarabas, ma il suo sguardo era tutto tranne che amichevoli ed era uno di quelli di chi la sapeva lunga “No grazie…piuttosto vai tu…io sto bene così” risposi arrossendo. Kitty ci guardava un po’ perplessa e sospettosa “Tutto bene tra voi due?” chiese
“Si si…certo…” risposi. “Ebbene…io vado a rinfrescare le idee” rispose il mago scendendo da cavallo e dirigendosi a piedi verso il lago…
…Atreyu ritornò nella casa dove i nani erano ospiti con Bard con delle provviste di cibo e la figlia maggiore del barcaiolo preparò un pranzetto frugale per tutti. Il cibo scarseggiava e la selvaggina era una cosa rara in quella zona. Tutti i nani compreso Kili, si davano da fare per preparare la tavola. “Kili vai a riposarti, ci pensiamo noi qui” gli disse Fili preoccupato per la gamba del fratello. Kili guardò lo zio che ricambiò il suo sguardo “Ascolta tuo fratello Kili…sei ferito hai bisogno di riposo”. Thorin ritornò a rimirare il paesaggio dalla finestra quando il suo sguardo si fermò su di una torretta dove era stanziata un enorme balestra “Una Lancia del vento Nanica” disse a mezza voce, l’espressione sul viso del capo della Compagnia divenne tetra “Sembri uno che ha visto un fantasma” affermò Bilbo notando l’espressione del nano, dopodiché buttò un occhio sulla torretta. Balin, il più saggio di tutti i nani si avvicinò ai due “E’ così…l’ultima volta che abbiamo visto una tale arma…una città andava in fiamme”. Thorin distolse lo sguardo da quella vista per rivolgerlo altrove come se volesse mandare via tutti quei brutti ricordi. Ma dalla sua espressione si capiva che stavano riaffiorando dandogli solamente dolore. 
Balin continuò con il suo racconto e Bilbo rimase ad ascoltare “Fu il giorno in cui venne il drago… il giorno in cui Smaug distrusse Dale…il giorno il cui il suo signore e padrone, Darken…aveva deciso di costruirsi il proprio regno del male a spese di tutti noi… 
Girion il signore della città radunò i suoi più abili arcieri per colpire la bestia ma la sua pelle era dannatamente dura…solo una Freccia Nera partita da una lancia simile poteva trafiggere quella corazza e poche ne erano state fabbricate…la scorta si andava riducendo quando Girion tentò l’ultima resistenza.” Fu Thorin poi a riprendere la parola “Se la mira degli uomini fosse andata a segno molte cose sarebbero cambiate” disse voltandosi di nuovo verso Balin e Bilbo. “Parli come se ci fossi stato!” replicò Bard che stava ascoltando “Tutti i nani conoscono quel racconto” rispose Thorin guardandolo negli occhi. Atreyu si alzò dal tavolo “Allora sai che Girion colpì il drago…gli allentò una squama sotto l’ala destra, ancora un colpo e avrebbe ucciso la bestia”. Quell’arringa di Atreyu in onore di suo padre Girion fece sorridere Dwalin “Quella è solo una leggenda ragazzo, niente di più”
“Ma lui era mio padre!” tuonò Atreyu
“E come tutti i padri raccontano favole ai propri figli per farli addormentare anche lui avrà fatto così con te…” disse Thorin avanzando e il ragazzo si ammutolì per poco tempo voltandosi “Comunque sia io e Bard siamo gli unici della sua stirpe che possono uccidere il drago” disse dopo un po’ guardando da un'altra finestra la stessa torretta, poi rivolse lo sguardo al "fratello" “E giuro sul suo onore…che ce la faremo!”.Bard annuì e gli si avvicinò abbracciandolo.
Tutti i nani tranne Thorin, che era rimasto sorpreso, Balin, Kili che sorrise debolmente ad Atreyu e Fili, cominciarono a ridere divertiti dell’audacia e della sfrontatezza di quel dodicenne che in cuor suo desiderava con tutto il cuore rendere onore al padre.
…Verso sera Thorin si riunì a conversare con Balin e i due nipoti “Domani comincia l’ultimo giorno d’autunno” disse il capo della Compagnia “E il dì di Durin comincia dopo domani…dobbiamo raggiungere la montagna prima di allora” affermò Balin
“E se non ci riusciamo? Se non troviamo la porta prima di quel momento allora…” disse Kili che fu interrotto da Fili “L’impresa sarà stata inutile”. I nani si guardarono l’uno con l’altro “Non è il momento di essere così pessimisti…noi apriremo quella porta”. Atreyu ritornò con un grande e lungo risvolto nel quale del ferro tintinnava e lo posò sul tavolo ormai sparecchiato dalle stoviglie. Aprì la fibbia che lo legata e scoprì il contenuto. Oggetti che potevano sembrare armi ma chi in realtà non lo erano per nulla vennero rivelati davanti agli sguardi perplessi dei nani. Thorin ne prese uno “E cos’è questo?”
“Una gaffa fatta da un vecchio arpione” informò Bard che si mise vicino al ragazzo “E questo?” chiese Kili con un’arma a forma di martello “Una mazza forgiata da un martello di un fabbro” spiegò Atreyu. “Pesanti da maneggiare lo ammetto ma almeno vi saranno più utili di niente”. Gloin cominciò ad innervosirsi “Vi abbiamo pagato per delle armi…spade e asce forgiate in ferro!” urlò “E’ uno scherzo!” si arrabbiò Bofur mollando ciò che aveva in mano sul tavolo. Uno dopo l’altro i nani fecero lo stesso delusi “Non abbiamo che queste… asce, spade ed altre armi le potete trovare nell’armeria della città” disse Bard “Le armi forgiate in ferro sono lì sotto chiave” aggiunse Atreyu.
“Thorin…prendiamo ciò che ci viene offerto e basta” disse Balin cercando di riconciliare gli animi “Mi sono arrangiato con meno e anche tu…Io dico di andarcene ora”
“Non andrete da nessuna parte” replicò Bard “Spie sorvegliano questa casa e forse anche i moli di questa città! Attendete il calare della notte”. I nani si guardarono l’uno con l’altro, era chiaro che non gliene importava nulla del consiglio di Bard. Kili piano piano arrivò poggiandosi su un bastone ad una poltroncina vicina e si sedette toccandosi la ferita. Scorse più su la mano e premette sulla tasca. Infilò la mano ed estrasse la Rosa del Destino; era rimasta bianca. “Ritornerò da te amore mio…te lo prometto…” sussurrò guardando il bulbo. Poco dopo si addormentò profondamente stremato dalle continua fitte che la ferita gli procurava. Bard era fuori dalla porta a riflettere appoggiato alla ringhiera di legno “Thorin” diceva tra sé e sé “Thorin…Durin…”ripetè. Poi si girò a guardare la Montagna Solitaria, di riflesso, come se avesse avuto un’illuminazione.
Atreyu aprì appena la porta richiamando il barcaiolo “Bard…sei qui!” sussurrò. L’altro si avvicinò e guardò il ragazzo “Non farli andar via…” poi se ne andò scendendo le scale.

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Capitolo 12
*** Salvami ***




Capitolo 12: Salvami


Bard corse per tutte le vie della cittadina sul lago in cerca della bottega del rigattiere. Appena ne trovò la porta la aprì di scatto ed entrò, cominciando a guardarsi intorno
“Salve Bard, che cosa vi serve?” chiese l’omino barbuto seduto alla scrivania di legno vicino alla porta. “C’è un arazzo! Dov’è finito?” disse Bard mentre frugava tra i tappeti della bottega e trovò finalmente ciò che cercava. Un arazzo di colore blu con sopra dipinta la stirpe di Durin. Scorse in giù il dito fino al nome di Thorin. Venne per pochi minuti distratto dal chiacchiericcio dei cittadini fuori dal negozio. Una donna anziana parlava a dei pescatori portando del cibo in un cesto “Ho visto degli strani individui poco fa, barbe folte e occhi feroci, mai visto niente di uguale in vita mia!” commentava. “Che ci fanno dei nani qui a Esgaroth?” domandava un altro 
“Per la profezia!” rispose un pescatore che puliva e sistemava le sue reti “La profezia?”
“La profezia della gente di Durin…”
La voce si sparse e in breve ogni persona, ogni bottegaio, ogni pescatore parlava della presenza dei nani e della profezia del dì di Durin che si sarebbe avverata al più presto “Saloni immensi di tesori!” “Può mai essere vero?”. Il barcaiolo tornò a guardare il piccolo arazzo e cominciò a ripetere nella sua testa ogni parola della profezia “Il Signore delle argentee fonti, il Re delle rocce scavate…il re che sta sotto il monte, riavrà le cose a lui strappate…La campana suonerà di allegrezza quando il re sotto la montagna tornerà ma tutto si disferà con tristezza e il lago brillerà e brucerà” sussurrò “Thorin…Re sotto la Montagna…”. Balzò di scatto fuori dalla bottega per tornare a casa propria. Doveva impedire che i nani andassero alla montagna. Non poteva permettere che Smaug, una volta fuorì da lì, distruggesse anche l’intera città di Esgaroth. Salì le scale in fretta e furia e di colpò aprì l’uscio. Atreyu gli andò incontro “Bard ho tentato di tutto per fermarli ma non mi hanno dato ascolto”. Il barcaiolo rispose torvo al ragazzo “Dove sono andati?”
“All’armeria… credo!” 
“Pazzi incoscienti!” tuonò Bard.
…Nel frattempo noi eravamo già sopra Rivendell, casa mia.
Falkor atterrò sul grande piazzale prima del ponte di Rivendell e io scesi seguita da mia cugina. Era calato il crepuscolo e non c’era nessuno, nemmeno i cavalli dell’esercito guidato da mio padre, dedussi che erano andati per rintracciarci e mi sentii in colpa. “Dovevo restare a casa…” dissi in un sospiro a mia cugina “Se veramente è destino, quello di stare insieme a Kili allora lui tornerà da me”. Kitty sorrise comprensiva e mi abbracciò “Ritorneranno da noi…”. Quel momento fu interrotto dal galoppare del destriero di Tarabas che arrivava dal ponte. Entrambe ci girammo e lui frenò il destriero e scese. “C’è una stanza dove puoi riposare…” gli dissi “Grazie…” disse lui pacato “Ma credo che troverò un posto nei pressi e dormirò lì”. Portai uno sguardo al cielo e alla luna, quanto avrei desiderato Kili accanto a me in quel momento, con me, a guardarla e a scambiarci affettuose attenzioni. Era una luna piena e luminosa. Anche lo sguardo del bel mago si spostò sulla luna piena e venne scosso da un fremito “Ah!” gridò accasciandosi a terra con il volto tra le mani. “Tarabas” lo chiamai avvicinandomi “Non mi venire vicino” ringhiò cominciando a strisciare a terra e a contorcersi in maniera preoccupante. Guardai mia cugina che era spaventata quanto me “E’ un…” cominciò a dire Kitty con gli occhi spalancati “Lupo mannaro…” finii io guardando di nuovo la luna piena. "Che brutta idea...che brutta idea ...portarlo con noi è stata davvero una brutta idea" balbettava Kitty spaventata da quella visione.Le tenebre calarono su di noi avvolgendo il piazzale e la luna cominciò a brillare di una luce sinistra. Tarabas si alzò liberandosi del mantello, vidi i suoi vestiti lacerarsi e cominciò a comparire un manto peloso nero e lucido. Il mago ringhiava disperato e scosso dai dolori. Il suo corpo stava cambiando ed ecco spuntargli un paio di orecchi, il volto dette posto al muso di un feroce lupo. "Ti ricordi cosa ci disse il maestro di arti magiche?” mi chiese mia cugina sussurrando mentre il corpo del mago veniva scosso da altri dolori e brividi profondi “Se non risponde quando lo chiamiamo con il suo nome ma ulula…scappiamo…” replicai io sussurrando e la paura mi attanagliò le viscere “Non è proprio il miglior consiglio che ci poteva dare ma essendo disarmate…si…dobbiamo scappare” disse mia cugina. Finita la terribile trasformazione questo si girò verso di noi digrignando le zanne."Bel cagnolino...bel cagnolino" disse Kitty che per infondersi coraggio pensava 'Avanti...è solo un cane' ma che, comunque, nel parlare piagnucolava.Gli occhi di ghiaccio del lupo incontrarono i miei e piano piano quella bestia si avvicinò a noi. Deglutii e chiamai il suo nome “Tarabas…”.Il lupo ringhiò “Tara…bas…” fece anche mia cugina. 
Un ululato scosse l’armonia del luogo “Scappiamo!” disse Kitty che se la diede a gambe. Io rimasi ancora immobile a fissare il mio amico trasformato in lupo ululare. Il lupo stette fermo ringhiandomi contro e avvicinandosi poggiando le zampe anteriori a terra “Tu non mi potrai mai amare… hai guardato la luna insieme a me…e pensavi al tuo nano… 
negandomi il tuo amore mi hai trasformato in quello che non volevo più essere…ora devi…morire…Lolaehl…se non sarai mia non sarai di nessun’altro”. “Tarabas…tu sei mio amico…ti ho già detto che per te non posso provar altro che affetto…” dissi cercando di placare il suo animo “Zitta! Se temi per la tua vita scappa…oppure…vivrai con me nelle tenebre del Nulla”. Le mie game scattarono indietro e cominciai a correre a più non posso nascondendomi dietro una colonna “Dove sei amore…” ringhiò il lupo e sghignazzò. Dall’altra parte del portico dove mi ero nascosta c’era Kitty che tremava di paura. Il lupo emise una risata maligna e gutturale che mi fece venire i brividi “Dove se…oh!” fece il lupo per poi cadere a terra svenuto. “Lolaehl…?” 
Quella voce potevo riconoscerla benissimo…mi rivelai uscendo dal nascondiglio e la vidi. Bella con lunghi capelli rossi e vestita di verde smeraldo… “Tauriel…” dissi sorridendole. Poi vidi il lupo che rantolava a terra…una freccia lo trafiggeva da parte a parte. Appena dissi il nome dell’elfa mia cugina emise un verso come se stesse per sputare a terra. Tauriel la guardò confusa “Scusami è che il rantolio di una persona ferita mi da il voltastomaco” si giustificò Kitty.
“Perché sei qui?” chiesi all’elfa. “Pensavo di trovare Kili…di solito è qui che vengono portati i viandanti con ferite avvelenate giusto?”
“No…non è qui…” disse Kitty “Altrimenti avrei visto Fili, lui non si separa mai dal fratello”
“Perché…lo stai cercando?” chiesi io. A quella domanda Tauriel abbassò lo sguardo e arrossì appena “Allora è vero… tu provi qualcosa” dissi pacatamente.
“Non vedo come questo sia rilevante…lui non lo è…anche se…mi ha…” balbettò Tauriel
“Baciata…” finii io per lei poi guardai Tarabas. Un moto di gelosia era in me ed ero confusa ma qualcosa mi diceva che aveva mentito anche Tauriel.
Lei non rispose e quel silenzio fu una conferma per me, poi ricominciò a parlare.
“Dobbiamo cercarlo” disse Tauriel
“Si ma non ho idea di dove…” dissi ma le mie parole furono interrotte da una visione. Chiusi gli occhi e li riaprii “Ponte Lago Lungo…i nani sono lì…” dissi “Ti accompagniamo…” disse Kitty con fierezza e Tauriel annuì “Quanto ci vuole di viaggio?”
“Due giorni Lolaehl” mi disse Tauriel “Bene…andremo con Falkor”. Facemmo per avviarci poi mi fermai accanto a Tarabas, che stava morendo “Addio...questa volta per sempre” sussurrai per poi andarmene…
Intanto alcuni nani erano nell’armeria a rifornirsi e altri facevano da palo fuori. Presero spade, asce e martelli e Kili, anche se molto debole e con la gamba che gli tremava, le raccoglieva tra le braccia. “Stai bene?” chiese Thorin “Ce la faccio” rispose lui con voce roca. Si mosse appena e la gamba ferita cedette facendolo gemere e cadette dalla prima rampa di scale.I nani fuori sentirono il fragore di armi cadute sul legno e cercarono di scappare. Appena voltarono le spalle una guardia era lì a puntar loro l’arma contro.
Anche dentro le guardie acciuffarono i nani che tentarono di difendersi, ma alzarono le armi troppo tardi.
Furono condotti al cospetto del governatore davanti al suo palazzo. Un uomo corpulento accompagnato dall’inquietante consigliere Alfrid uscirono dalla porte del palazzo e guardarono arrivare il gruppo di nani arrestato dalle guardie”Che significa questo?” urlò il governatore adirato “Li abbiamo sorpresi a rubare delle armi!” disse una delle guardie strattonando Kili. “Ehy metti giù quelle zampacce!” si lamentò lui.
“Ah nemici dello stato?” chiese il governatore con un buffo ghigno stampato in faccia “Un disperato mucchio di mercenari come mai nella vita,signore!” aggiunse il consigliere con la sua voce acuta e nasale. “Frena quella lingua!” minacciò Dwalin con il suo vocione e si fece avanti “Tu non sai con chi parli…lui non è un criminale qualunque…lui è Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thror!”. Thorin si fece avanti e la folla cominciò a mormorare “Noi siamo i nani di Erebor…siamo venuti a reclamare la nostra terra natìa” disse Thorin guardando critto in faccia il governatore che confuso e imbarazzato guardava la folla radunata attorno a loro.
“Ricordo questa città al tempo della sua grandezza…flotte di navi attraccate al porto colme di sete e gemme preziose…questa non era una città abbandonata sul lago, questo era il centro di tutto il commercio del Nord!”. La folla continuò a mormorare e alcuni annuirono aizzati dalle parole di Thorin Scudodiquercia “Io garantirei il ritorno di quei giorni, riaccenderei le grandi fornaci dei Nani…e farei fluire benessere e ricchezza di nuovo dalle Sale di Erebor!”. La folla esultò e il nano si girò di nuovo a guardare il governatore. Una voce si alzò sopra quelle del popolo “Morte!”.Era Bard che si fece avanti tra le guardie e i cittadini “Ecco che cosa ci porterai…il fuoco del drago…e rovina” disse guardando negli occhi Thorin con un misto di paura nella voce “Se risveglierai quella bestia, distruggerai tutti noi”. Scudodiquercia si rivolse di nuovo ai cittadini, poiché alcuni di loro davano ragione al barcaiolo “Potete dare ascolto a questo oppositore, ma io vi prometto una cosa: se riusciremo, tutti condivideranno le ricchezze della Montagna”. Di nuovo si alzò un chiacchiericcio tra la folla entusiasta della proposta “Avrete abbastanza oro da ricostruire Esgaroth dieci volte almeno!” urlò Thorin ai cittadini che esultarono.
“Tutti voi! Ascoltatemi! Dovete ascoltarmi!” gridò Bard alla folla cercando di calmarla “Avete dimenticato quello che è successo a Dale?Dimenticato quelli che sono morti nella tempesta di fuoco?”. Ogni cittadino si guardò con il vicino commentando l’intervento del barcaiolo.
“E per quale motivo?” continuò questo guardando Thorin “La cieca ambizione di un Re sotto la Montagna così preso dall’avidità da non riuscire a vedere oltre il proprio desiderio?”.
Thorin si voltò verso Bard stringendo gli occhi “Via via! Non dobbiamo nessuno di noi essere troppo frettolosi nel dare la colpa!” si mise nel discorso il governatore “Non dimentichiamo che è stato Girion, signore di Dale, tuo antenato, Bard…che fallì nell’uccidere la bestia!”. Il governatore scoppiò a ridere causando l’imbarazzo di Bard “E’ vero signore, tutti conosciamo la storia, freccia dopo freccia ha scoccato, ognuna ha mancato il bersaglio” aggiunse Alfrid, il consigliere. Dalla folla emerse anche Atreyu “Smettetela di insultare mio padre!” urlò il ragazzo. La folla divenne silente a quel grido e il ragazzo si mise davanti al governatore “Posso farlo io…”. La folla cominciò a ridere “Con questa! La riconoscete vero?” urlò Atreyu mostrando la Freccia Nera “Mio padre avrà fallito ma io non fallirò!”. “Sei un insolente ragazzo…come tuo padre…”disse il governatore guardando male Atreyu. “Mio padre era un grand’uomo!” ribattè il ragazzo carico di rabbia
“Tuo padre era un maiale!” lo azzittì il governatore.
Nella folla qualcuno rise qualcuno rimase zitto “Che ci fai qui? Ti avevo detto di rimanere a casa” gli chiese Bard “Non posso lasciarti combattere questa guerra di parole con il governatore da solo” gli sussurrò. Thorin stufo di quei due ormai da tempo roteò gli occhi
“E tu…” disse Bard guardando il nano “Non hai alcun diritto di entrare in quella montagna”
“Io sono l’unico ad averlo!” rispose a tono Scudodiquercia. 
A notte fonda io e Kitty ci accampammo a pochi kilometri da Esgaroth. 
Tauriel accese un fuoco e si mise di guardia. Io non riuscivo a dormire e mi misi ad osservarla. Piangeva guardando le fiamme scoppiettare su quel poco di legna che avevamo preso nelle cantine di Rivendell. Notò che la stavo osservando e si asciugò le lacrime,
poi si stese vicino al fuoco. “Siamo destinati Tauriel…ecco perché non può amarti…”
Tauriel chiuse gli occhi bloccando le altre lacrime “Lo so…ecco perché piango”disse prima di addormentarsi profondamente.

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Capitolo 13
*** Nella luce delle stelle ***


(Musica presente nel capitolo)



Capitolo 13: Nella luce delle stelle


Kili, dopo una succulenta cena nella casa del governatore, si mise steso sul letto e tirò fuori dalla tasca il bocciolo e si mise ad osservarlo con aria malinconica “Amore mio…” sussurrò pensando alla sua Lola “Tornerò…tornerò da te”.
Vicino a lui anche Fili sospirava “Ho paura di non rivederla più” disse al fratellino “Chissà se usciremo illesi dallo scontro con quella bestia”.
“Nel mio cuore spero di si, fratello…” rispose Kili sempre con lo sguardo sul bocciolo “Non ha cambiato colore nemmeno una volta…ciò vuol dire che doveva andare così, ci dovevamo separare per poi ritrovarci”. Fili guardò il fratello e sorrise appena “Le ritroveremo…” disse con un barlume di speranza negli occhi.
“Quando l’ho vista per la prima volta…ho giurato a me stesso che l’avrei avuta ad ogni costo…il suo sguardo, i suoi occhi, mi hanno fatto ritrovare la speranza che avevo perduto…” confessò Kili “Pensa ad una nuova vita con lei fratello, pensa che la avrai sempre al tuo fianco…” gli disse Fili tentando di instillare il coraggio di andare avanti.
“Non voglio perderla come ho perso…Fedileya…”disse Kili tornando triste al solo pronunciare quel nome “Non la perderai…stavolta no!”gli disse il fratello biondo “Ora dormiamo…domani sarà una lunga e dura giornata”. Li si girò da un lato e sussurrò guardando il bocciolo “Spero di sognarti amore mio…”.
Mi svegliai di soprassalto il mattino dopo prima di tutti. Tauriel stranamente ancora dormiva vicino a dove la notte aveva acceso il fuoco, che adesso era solo un mucchietto di cenere. Forse era la paura, forse erano tante emozioni messe insieme, quella notte non ero riuscita a sognare né la fonte né Kili e a dire il vero non ricordavo nulla di quello che avevo sognato.
Nulla…come il male che stava dilagando. Forse era proprio per quel motivo che non riuscivo a ricordare niente. Mi alzai e feci un paio di esercizi per stiracchiarmi poi guardai davanti a me, tutto stranamente tranquillo. Troppo tranquillo. Kitty si svegliò “E’ già ora di partire?”
“Prima partiamo prima li ritroveremo” dissi cominciando a mettere giù qualcosa per la colazione e preparai tre panini imbottiti con la pancetta. Mi avvicinai per svegliare Tauriel e lei sobbalzò puntandomi la lama contro la gola “Panino?” dissi dandoglielo “Oh sei tu…” sospirò sollevata “Grazie” disse prendendo il panino e addentandolo “Ho un po’ di Lembas con me…nel caso ci venisse fame più il là” aggiunse mentre masticava e io rimasi un po’ disgustata “Un solo morso e la fame passa per tutta la giornata”
“Conosciamo il Lembas…lo cuciniamo anche a Rivendell…” disse Kitty strafottente “Perché così ostile? E’ il suo nano che mi ha baciata non il tuo” rispose Tauriel dopo aver ingoiato il boccone. Dopo quella frase tutte e tre rimanemmo zitte rimettendoci in viaggio.
Il sole splendeva a Esgaroth e i nani uscirono dal palazzo del governatore per dirigersi al molo, Kili zoppicava un pochino ma si faceva forza “Lo sai che siamo a corto di uno. Dov’è Bofur?” chiese Bilbo guardandosi intorno “Se non è qui lo lasciamo indietro” rispose secco Thorin “E’ necessario” affermò Balin “Per trovare la porta prima del calare del sole…non possiamo rischiare ulteriori ritardi”. Ori, Nori e Dori salirono sulla barca cominciando a sistemare le armi. Quando fu il turno di Kili lo zio lo fermò “Tu no…”. Il nano moro lo guardò sorpreso e confuso “Dobbiamo andare veloci, ci rallenteresti” disse mentre si faceva passare le altre armi da caricare. Kili pensò che stesse scherzando e sorrise “Ma di che parli? Io vengo con voi” disse ma la sua espressione cambiò quando si accorse che Thorin faceva sul serio “Non ora” disse. Fili li guardava dalla barca e capì al volo le intenzioni dello zio. “Io ci sarò quando quella porta sarà aperta, quando scorgeremo le Sale dei nostri padri, Thorin” disse Kili amareggiato cercando di convincerlo “Kili resta qui” tagliò corto lo zio guardandolo con tenerezza “Riposa, ci raggiungi quando guarisci” disse carezzandogli la testa con affetto poi gli voltò le spalle. Nel cuore e nell’animo di Kili c’erano tante emozioni, maggior parte delle quali negativi; il suo viso si fece triste. “Io resto con il ragazzo, il mio dovere è stare con i feriti disse Oin salendo sul molo. Fu dopo poco che Fili guardò lo zio con amarezza “Zio, siamo cresciuti con le storie della Montagna, storie che tu ci hai raccontato, non gli puoi fare questo!” gli disse arrabbiato. “Fili…” lo chiamò il fratellino con un cenno che voleva dire ‘Lascia perdere’ “Lo porterò in braccio se devo” continuò Fili.
“Un giorno diventerai re e capirai” gli rispose Thorin a bassa voce “Non possiamo rischiare la riuscita di questa impresa per un solo nano…anche se è un parente”. Fili guardò di nuovo il fratello. Oin stava guardando la ferita di Kili tentando si medicarlo e quest’ultimo era dolorante. Convinto del torto che lo zio gli stava facendo, Fili salì di nuovo sul molo “Fili, non essere sciocco” disse Thorin afferrandogli un braccio “Il tuo posto è nella compagnia”
“Il mio postò è con mio fratello!” rispose duramente Fili prima di andarsene.
Bofur intanto si era appena svegliato sotto il tavolo dove avevano mangiato “Oh per la mia barba è già l’ora” disse sbattendo la testa contro il tavolo. Uscì di fretta correndo a più non posso ma le fanfare stavano suonando e la barca era già partita. Kili la guardava con espressione triste “No no!” esclamò Bofur arrivando al molo troppo tardi. Si girò e vide i tre nani rimasti “Anche voi avete perso la barca?”.Bofur si pentì di averlo chiesto dopo aver visto Kili gemere dal dolore. Lo portarono di nuovo a casa di Bard “Oh no…ho chiuso con i nani andate via!” disse chiudendo la porta e Bofur la bloccò “No no, per favore, nessuno ci darà una mano, Kili sta male” disse mostrandogli le condizioni del nano.”Sta molto male”. 
Bard si mosse a pietà e li fece entrare…
Mentre stavamo ancora su Falkor le tenebre calavano di nuovo intorno a noi. Il dì di Durin era arrivato. Eravamo sempre di più vicine alla Montagna “Erebor” sussurrai. Quando dissi quella parola chiusi gli occhi. Vidi Kili steso su un letto che gemeva dal dolore; la gamba gli faceva male ma intanto riusciva a parlare “Non avrei potuto andare lì, aveva ragione…ahhhhh…lo zio!”. Fili accanto a lui cercava di calmarlo stringendogli la mano “Pensa a Lolaehl Kili, pensa a lei…” gli diceva. Riaprii gli occhi “Falkor…” dissi con la gola che mi bruciava “Si…?” mi chiese con il suo solito vocione calmo “Corri, più veloce del vento…ti prego…”. Falkor ascoltò la mia preghiera e aumentò la velocità del suo volo. Sotto di noi non potevo vedere più Tauriel, forse era arrivata prima con la sua veloce corsa. Guardai di nuovo avanti e vidi finalmente Esgaroth, 
Falkor atterrò poco più vicino ed io con mia cugina scendemmo dalla sua lunga schiena. Le mie lame elfiche brillarono d’azzurro “Orchi…”.
“Andiamo!” disse Kitty “Dobbiamo arrivare prima di loro”.
Arrivammo a Esgaroth e cercammo dappertutto poi un urlo mi destò. Tauriel arrivò vicino a me e entrambe esclamammo “Kili!”. L’elfa andò a bussare alla porta e gli aprì Bard “Kili…” disse Tauriel guardandolo sopra la spalla del barcaiolo e lo superò andando al capezzale “Kili…” gli sussurrò “Sono qui…”. Fili la guardava stranito “Lola…Lola….”disse Kili nel delirio“Lola dove sei…?”. Tauriel sentì dire il mio nome e si allontanò guardandomi arrivare dopo di lei insieme a mia cugina. . Fili le andò incontro abbracciandola felice“Temevo di non vederti più…” le sussurrò poi guardandola negli occhi “Sono qui…amore mio” rispose lei avvicinando le labbra. 
“Vedi?” mi disse lei “Nonostante mi abbia baciata vuole te e continuerà a volerti anche se ti ha tradita” continuò. Io non la ascoltai e mi sedetti accanto al capezzale “Amore…” dissi fra le lacrime “Eccomi…sono Lola…”.Strinsi la sua mano “Serve della Foglia di Re…” disse Tauriel “Lo sapevo anche da sola!” le dissi. “Bofur è andato a cercarla” disse Oin. Il mio principe urlò di nuovo scosso dai dolori. “Sei una bugiarda…” le disse Fili “Kili non ti ha mai baciata, è solo una tua fantasia”. Ad un tratto la porta venne buttata giù e un orco entrò in casa ma fu subito abbattuto dall’ ascia di Atreyu piantata sulla sua lurida schiena. Subito altri orchi vennero dopo di lui e cominciò la battaglia. Ne abbattei due o tre e anche Kili, ancora delirante riuscì ad ucciderne uno, ma cadde dal letto per farlo. Finito a terra urlò ancora dal dolore “Ce ne sono altri io li seguo…” disse Tauriel uscendo di casa.“Lo stiamo perdendo!” [https://www.youtube.com/watch?v=kRSGZLsw4yw] disse Oin avvicinatosi a Kili. I suoi occhi erano vitrei. “No…no…” dissi io piegandomi in ginocchio vicino a lui e carezzando il suo viso “Kili non lasciarmi…ti prego…”. “Lola…” disse ancora Kili nel delirio “Sono io…sono qui amore”sussurrai asciugandogli la fronte. Kili gemette di nuovo stringendo la mia mano “Lola vai a cercare Bofur” mi disse Oin “Ci serve la Foglia di Re”. Mi alzai e feci per uscire dalla casa quando, proprio in quel momento sentii Bofur precipitandosi a salire le scale con un mazzo di foglie in mano “Athelas…” dissi prendendogliele “Athelas…” 
“Che stai facendo?” mi chiese Bofur “Io sto per salvarlo…” dissi con un mezzo sorriso “Sai come fare?” mi chiese rientrando in casa dopo di me “Mi serve un pentolino…portate Kili su questo tavolo…”. Subito Fili, Kitty Oin e Bard lo sollevarono da terra per metterlo sul tavolo, poggiando sotto di lui un cuscino di noci. Kili continuava a gridare e a divincolarsi per i dolori . Io sminuzzai in quel pentolino che reggeva Atreyu la Foglia e aspettai un po’ che si mescolasse all’acqua “Tenetelo giù…”. Bofur Oin e Fili bloccarono le spalle e le gambe del mio principe e guardai la ferita…si stava necrotizzando. Presi l’impasto e chiusi gli occhi strofinandolo fra le mani e parlai in elfico. La magia elfica si impossessò della mia anima. Formai un impacco e lo misi sulla gamba sentendolo urlare di nuovo ancora più forte “Forza Kili…” dicevo dentro di me “Forza amore mio”e più lo dicevo più mi facevo coraggio da sola. Continuavo con l’incantesimo fino a che Kili non decise di fermarsi stanco dal divincolarsi e mi guardò come se mi avesse vista la prima volta e spalancò gli occhi in un espressione di sorpresa. I suoi occhi ritornarono normali, lo vidi quietarsi e respirare profondamente. Oin osservava attentamente quello che facevo, stupito e sconcertato. Anche Fili mi guardava speranzoso ma i miei occhi erano solo per lui. Li chiusi di nuovo e vidi passarmi davanti i momenti con lui. Il bacio sotto la falce d’argento, il bocciolo che gli regalai, quando partì di nuovo da Rivendell e in seguito tutto quello che passai. Una lacrima mi scese sulla guancia e lo sentii calmarsi sotto la mia presa . Io ero lì con lui adesso, nient’altro ci avrebbe separati, nemmeno il Nulla. “Ci sono io con te adesso…nessuno ti farà più del male”. Una lacrima cadde sull’impacco messo sulla ferita e Kili cessò di muoversi stremato. “Datemi delle fasce per favore” chiesi e Fili me le portò. Kitty tenne fermo l’impacco e cominciai a fasciarlo “Sei stata bravissima…hai agito con lo stesso spirito di fiducia dell’ultima volta” mi disse. Io la guardai “Avrei potuto fare di più, quella volta…”
“Sei stata comunque in gamba…” mi disse posando la mano sulla mia spalla sopra la quale poggiai la mia “Lolahel…” disse Kili con un filo di voce. Portai lo sguardo su di lui continuando a fasciargli la gamba [https://www.youtube.com/watch?v=-gbWL7MJ_kI&feature=youtu.be&t=1m25s ] “Sta fermo…” gli dissi con tenerezza “Tu non puoi essere lei….”. Sapevo che stava delirando, ma sembrava così lucido “lei è lontana…molto molto lontana da me” continuò a dire Kili,debolmente “…lei cammina nella luce delle stelle in un altro mondo…danza tra le rose bianche, illuminate dalla luna, lei è nei miei sogni ogni notte…anche…anche adesso mi sembra di vederla alla fonte…”.Allungò una mano sfiorando la mia e le nostre dita si incrociarono. Sentii i miei occhi inumidirsi “Credi…che potrebbe amarmi, per tutta…tutta la vita?”. Strinsi la sua mano carezzandola con il pollice e avvicinai il mio viso al suo “Se le fosse qui ti direbbe…che non potrebbe fare a meno di amarti…perché altrimenti sarebbe inutile per lei vivere…” gli sussurrai “Ti amo…e lo farò in questa vita e nell’altra…”. Lo guardai negli occhi per poi posare le labbra sulle sue. Mi staccai e lui spalancò gli occhi “Sei tu…sei qui…allora… non è stato un sogno…” disse Kili con voce fioca “Sono qui…e lo sarò sempre…” risposi sorridendogli.

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