The Loft di YoongiYah (/viewuser.php?uid=811781)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Jin ***
Capitolo 2: *** I - Namjoon ***
Capitolo 3: *** II - Hoseok ***
Capitolo 4: *** III - Jin ***
Capitolo 5: *** IV - Hoseok ***
Capitolo 6: *** V - Jin ***
Capitolo 7: *** VI - Namjoon ***
Capitolo 8: *** VII - Taehyung ***
Capitolo 9: *** VIII - Jin ***
Capitolo 10: *** IX - Hoseok ***
Capitolo 11: *** X - Namjoon ***
Capitolo 12: *** XI - Taehyung ***
Capitolo 13: *** XII - Hoseok ***
Capitolo 14: *** XIII - Jin ***
Capitolo 15: *** XIV - Namjoon ***
Capitolo 16: *** XV - Taehyung ***
Capitolo 17: *** XVI - Jin ***
Capitolo 18: *** XVII - Namjoon ***
Capitolo 19: *** XVIII - Hoseok ***
Capitolo 20: *** XIX - Taehyung ***
Capitolo 1 *** Prologo - Jin ***
Quando Jin
varcò la soglia di quel loft, ritrovandosi davanti
tre ragazzi, capì subito di aver interpretato male
l'annuncio trovato su
internet. Era convinto che i tre coinquilini nominati fossero ragazze,
o che
almeno uno di loro lo fosse (sicuramente quello che lo aveva scritto,
l'annuncio, perché andiamo, "tinte
calde"? "arioso"?
"inondato di luce"? Quale
ragazzo usa termini del genere per descrivere un appartamento? Non
sarebbe mai
venuto in mente nemmeno a lui e beh, non era esattamente un modello di
virilità!)
Non che il
convivere con dei ragazzi non gli andasse a genio,
solo che non gli dispiaceva nemmeno l'idea di avere delle ragazze in
casa, più
per l'ordine e la pulizia che altro in realtà. Ma
considerando la questione
iniziale, forse il fatto che fossero ragazzi non era un problema in
quel senso,
stando anche alle perfette condizioni dell'enorme salone in cui si
trovavano in
quel momento.
Lo fecero
accomodare sul divano e se li ritrovò tutti e tre
dalla parte opposta del tavolino da caffè. Si permise, solo
per un attimo, di
studiarli un po': il primo sulla sinistra, quello che si era presentato
come
Taehyung, era sicuramente il più giovane, viso adorabile,
sorriso inquietante e
rettangolare, e coi capelli viola;
quello al centro, Namjoon gli sembrava di ricordare, era uno spilungone
biondo
platino con una fossetta su cui Jin, se doveva essere proprio sincero,
aveva
immaginato di infilare la lingua (ecco, quello poteva essere un
problema legato
alla convivenza con tre bei ragazzi). Il terzo, quello sulla destra
-non
riusciva a ricordarsi il nome perché si era presentato
mentre lui stava
fantasticando sulla fossetta del biondo- era quello che probabilmente
aveva il
fisico meglio messo; se non fosse stato per quel viso un po' allungato
e quella
voce troppo nasale avrebbe fatto un pensierino anche su di lui.
Fossetta -Namjoon-
fu il primo a rompere quel silenzio imbarazzato "Dunque ehm, Seokjin,
giusto? Vorremo farti delle domande se non ti dispiace, sai giusto per
verificare il livello di compatibilità di convivenza"
Avrebbe voluto
tanto dirgli che sperava di essere compatibile
con la sua fossetta, ma probabilmente quella non era una grande idea;
nonostante le aspettative fossero completamente diverse, in quel
momento aveva
davvero bisogno di un tetto sopra la testa che non fosse quello di
Yoongi.
"Potete
chiamarmi semplicemente Jin e certo che non mi
dispiace rispondere alle vostre domande" sorrise, cercando di sembrare
il
più cordiale possibile e sperando che quei preliminari
finissero presto, non
aveva intenzione di passare un'altra sola notte a casa del suo migliore
amico,
grazie tante per l'ospitalità in ogni caso.
"Ok,
Jin. Allora, ehm-"
"Hai degli
animali domestici?" Sorriso Rettangolare
si intromise, facendo così la prima domanda, che Jin
trovò estremamente sensata
e fu certo che con la sua risposta avrebbe avuto sicuramente una
possibilità in
più "No,
nessun animale" convinzione
che venne subito smontata dalla faccia delusa del ragazzo.
"Tae, falla
finita. Non possiamo tenere animali in casa,
quindi smettila. L'avevo scritto anche sull'annuncio"
E fu
così che si risolse il mistero dell'annuncio. Quindi, la
probabile ragazza nascosta nel corpo di un ragazzo era il tizio senza
nome, quello
che nella sua testa era ancora "Belle Gambe". In effetti, guardandolo
bene, con quei capelli scuri perfettamente acconciati e quei mocassini
dall'aria costosissima ai piedi, il mistero dell'autore dell'annuncio
non era
poi così misterioso.
"Infatti,
sinceramente mi sono interessato al vostro
appartamento anche per questo. Amo gli animali, ma amo di
più vivere in una
casa pulita e senza peli sparsi in giro"
BG -Belle Gambe-
sorrise e con quel bel sorriso a forma di
cuore Jin pensò sinceramente che il problema del viso un po'
allungato poteva
essere risolvibile, ci si poteva fare l'abitudine.
"Questo
è sicuramente un punto a tuo favore, Jin! Non è
contro il regolamento del condominio tenere gli animali, ma
è contro il mio.
Sono un po' maniacale quando si tratta di pulizia, più che
altro perché sono
allergico un po' a tutto, ma al nostro Taehyung piacerebbe tanto avere
una
fattoria libera per casa, probabilmente sperava di trovare un alleato"
Dopo essersi
dato una pacca mentale sulla spalla ed essersi
congratulato, sempre mentalmente, con se stesso per aver fatto colpo su
BG
-poteva contare su un voto su tre a suo favore ed erano solo
all'inizio-
sorrise, di nuovo "Perfetto allora!" La sua attenzione venne
però
attirata dal più giovane nella stanza, che aveva abbassato
lo sguardo e stava
fissando il tappeto sotto ai loro piedi con un broncio davvero carino
-Dio, il
suo istinto da mamma chioccia stava per essere smascherato da un
ragazzetto coi
capelli viola "Mi dispiace
Taehyung, davvero. Se ti interessa però un mio amico fa
volontariato in un
canile qui in città. Più che altro si occupa di
portarli a spasso, dargli da
mangiare e fargli il bagno, potrei presentarvi"
Il sorriso
rettangolare fece ritorno su quel visetto vispo.
"Sentito hyung?!" disse poi, facendo la linguaccia a BG.
Due su tre, stai
andando alla grande Kim Seokjin!
"Taehyung,
cresci. Quello di cui volevo parlarti io sono
le nostre abitudini in casa. Solitamente, ognuno pulisce la propria
stanza,
mentre per quelle in comune facciamo dei turni ad estrazione, anche sa
va a
finire che Hoseok ripulisce anche dove abbiamo pulito io e Tae. Per
cucinare la
cosa è più problematica. Il nostro ex
coinquilino, quello che tu potresti
sostituire, se la cavava ai fornelli quindi ci pensava lui. Da quando
si è
trasferito però stiamo mangiando solo cibo da asporto e la
cosa sta diventando
piuttosto dispendiosa"
A quel punto Jin
ebbe la certezza che era fatta -e che poteva
smettere di chiamare BG in quel modo- "Come ho già detto,
sono il primo a
voler vivere in un luogo più che pulito, quindi per questo
potete stare
tranquilli. E per la cucina non è un problema. Mi piace
cucinare, lo faccio per
lavoro, sono il cuoco di un catering e quando sono a casa spesso cerco
di
ideare piatti nuovi da proporre ai miei clienti e dei pareri in
più sono sempre
utili"
Ma, mentre
Taehyung e l'ormai Hoseok lo guardavano con dei
sorrisi che potevano spaccare loro le guance, Namjoon continuava ad
osservarlo,
poco convinto "Se non ti dispiace Seokjin, vorrei parlare con i miei
coinquilini in privato"
Quando il biondo
si ritirò in una delle stanze, seguito dagli
altri due che
sembravano estremamente perplessi,
Jin non poté resistere: una volta che la porta venne chiusa
si avvicinò,
cercando di origliare quello che gli altri tre stavano dicendo.
"Non
sono convinto"
"Si
può sapere che ti prende? Vuole pulire e
cucinare, senza contare che potrebbe anche trovare una soluzione per il
problema Taehyung, portandolo dove dovrebbe vivere davvero"
"Non
mi dispiacerebbe vivere con dei cani"
"Appunto!
Andiamo, sembra perfetto! Non ti
spaventa la cosa?!"
"Sinceramente
mi spaventi più tu"
E dopo
quest'ultima frase la porta si riaprì e Jin si
ritrovò
faccia a faccia con BG -Hoseok!- e
gli altri due, che lo stavano guardando con le sopracciglia inarcate.
Tanto
prima poi una figuraccia l'avrebbe dovuta fare comunque.
Dopo un
lunghissimo silenzio fatto di sguardi confusi e
imbarazzati, Jin si convinse che gli rimaneva una sola carta da
giocarsi:
quella della sincerità.
"Sentite, ho
bisogno di un posto dove stare. Fino alla
settimana scorsa vivevo con il mio ragazzo -ex
ragazzo- ma dopo essere stato fuori città per il
fine settimana l'ho
sorpreso a letto con un altro, quindi ho cercato di recuperare la
maggior parte
delle mie cose e chiedere asilo al mio migliore amico. Adoro Yoongi,
sul serio,
certo, è uno stronzo la maggior parte delle volte, ma siamo
cresciuti insieme e
sono convinto che sia la mia metà, ma con lui la convivenza
proprio non
funziona. Non esattamente con lui, più che altro con il
resto dei sui coinquilini.
Vive in un appartamentino insieme ad un gruppo di ragazzi che come lui
stanno
facendo il trainee per diventare idol e debuttare nel mondo della
musica e
fidatevi, non è così semplice vivere con dei
ragazzi esauriti e perennemente a
dieta. E sì, forse voi non siete esattamente quello che mi
aspettavo. Ero
convinto di ritrovarmi davanti delle ragazze e non dei ragazzi sui
quali potrei
anche fantasticare. E probabilmente l'andare a vivere con degli
sconosciuti che
hanno messo un annuncio su internet non è neanche la
migliore idea che ho avuto
in vita mia, ma non può essere peggio dell'andare a vivere
con Hyosang e
scoprire, dopo sei anni di relazione, che mi tradiva con un tizio
qualunque,
senza nemmeno un valido motivo perché andiamo, io sono
così e quello non è
nemmeno lontanamente carino quanto me. Dunque, Namjoon, ti spaventa il
fatto
che sono perfetto? Beh, non lo sono, volevo solo sembrarlo per
convincervi.
Sono logorroico, come puoi ben notare, narcisista e al momento anche
emotivamente instabile -sapete, per il tradimento- quindi ti sto
pregando,
fammi venire a vivere qui!"
Probabilmente,
Jin si rese conto solo dopo essersi zittito
che il suo monologo l'aveva spaventato ancora di più; mentre
Taehyung stava
ridendo a crepapelle -il ragazzino doveva essere messo in riga
perché cazzo, vi ho appena
raccontato di aver scoperto
di avere le corna dopo anni di fidanzamento, non puoi ridermi in faccia-
Namjoon lo stava fissando a bocca aperta, chiaramente allucinato e
senza
parole. Era convinto di essersi giocato la carta della
sincerità nel peggiore
dei modi, ma quando sentì Hoseok pronunciare il verdetto
finale "Basta, il
contratto di affitto è a nome mio e decido io! Sei dei
nostri, benvenuto a casa
tua!" pensò che di matti al mondo ce n'erano tanti e lui
stesso ne faceva
parte, ma che al peggio non c'era mai fine.
A quelle parole
Namjoon e Jin, in sincrono,
si girarono di scatto verso Hoseok e in coro chiesero "Come scusa?"
E mentre
Taehyung continuava a ridere -Jin si stava chiedendo
come ancora riuscisse a respirare- sul viso di Hoseok, mentre tornava a
sedersi
sul divano, accavallando quelle belle gambe in maniera piuttosto
femminile -appunto- comparve un
sorriso, e non quel
bel sorriso a forma di cuore che aveva visto prima, ma uno decisamente
più
malizioso "Nam, ha detto che il suo migliore amico è un
futuro idol! Un
futuro idol che convive con altri futuri idol! Sai quanto mi piacciono
gli
idol"
Seokjin,
ringraziando mentalmente Yoongi -non l'avrebbe mai
fatto veramente, quello rischiava di montarsi la testa ancora di
più- esultò
-tanto ormai la sua follia era venuta fuori, poteva anche lasciarsi
andare-
nonostante sentì Namjoon sospirare e sussurrare un "Dannati idol"
Tanto
ormai aveva tempo per conquistare la simpatia di quel
ragazzo e della sua fossetta.
Buonasera a
tutti, miei cari lettori!
In queste note
dovrei dirvi come sia nata
l'ispirazione per questa storia o cose del genere ma la
realtà è che nemmeno io
lo so *cade*
Questo primo
breve capitolo l'ho scritto davvero tanto
tempo fa, prima ancora che finissi di scrivere il l'ultimo capitolo di
Half, ma
l'ho fatto senza una valida ragione. Solo... Così, per
ridere. Poi l'ho
brutalmente accantonato, prima per finire Half e poi per altre cose
-tra cui
anche Monostatos- e me ne sono anche quasi dimenticata, ad un certo
punto.
Dallo scorso fine settimana, però, ho iniziato a stare poco
bene, mi sono
dovuta rinchiudere in casa e, per la noia, mi sono riletta questo
capitolo e ne
ho scritti anche altri e boh, ho iniziato a farmela piacere e
così eccomi qui
xD
Come qualcuno
forse avrà già capito, mi sono
brutalmente rifatta alla sitcom New Girl, che a me piace tantissimo
-almeno per
le prime tre stagioni.
In realtà, le uniche situazioni davvero simili a quelle
del telefilm sono contenute in questo e nel prossimo capitolo, per il
resto me
ne sono quasi completamente distanziata. I personaggi hanno delle
caratteristiche
in comune con quelli della serie, ma solo alcune, le altre sono tutte
frutto
della mia mente poco sana xD
Ora, non so
davvero che altro dire -e probabilmente
non c'è nemmeno altro da dire.
Solo, spero di aver incuriosito qualcuno e di
"rivedervi" al prossimo capitolo^^
YoongiYah ♥
|
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Capitolo 2 *** I - Namjoon ***
II - Namjoon
Più
il tempo passava e più Namjoon si stava convincendo che
l'aver fatto venire a vivere Jin con loro fosse stata una pessima,
pessima
idea. Per svariati motivi. Il primo era sicuramente che il loro divano,
o
meglio il suo divano,
perché quel
divano l'aveva pagato lui quando si era trasferito in quel loft con
Hoseok, ora
era occupato notte e giorno, giorno e notte da quel ragazzo che lo
monopolizzava, sdraiandosi lì per guardare a ripetizione il
dvd de "Le pagine della nostra vita".
E per
piangere. Ok, capiva la sofferenza e la delusione per la rottura dopo
sei anni
di relazione, poteva fargli passare il pianto a dirotto, ma non
riusciva a
giustificare l'occupazione del divano e della tv! Namjoon era un uomo,
un uomo
con dei bisogni, che comprendevano anche il buttarsi sul divano dopo
essere
tornato a casa dal lavoro, poggiare i piedi sul tavolino da
caffè -senza farsi
vedere da quella donnetta che era il suo migliore amico- e guardare la
partita
o un qualsiasi altro programma da maschi,
magari con una bella birra ghiacciata in mano. Ma no! Ovviamente tutto
ciò non
era più possibile perché il nuovo inquilino
doveva piangersi addosso. Quindi
niente divano e niente tv, tranne per Taehyung, che s'incastrava
nell'angolo
che formavano le gambe piegate del ragazzo steso di profilo e a
spezzoni
guardava il film con lui, sparando le sue solite cazzate a raffica
(nessuno di
loro aveva ancora capito se lo facesse per farlo smettere di piangere o
se
fosse serio, ma era Tae quindi non c'era niente di strano nel fatto che
fosse
strano).
Altro motivo che
stava rendendo la vita di Namjoon un
inferno, legato sempre alla nuova presenza, era che quello che fu il
suo
migliore amico, la maniacale donnetta sopracitata, si era trasformato
in un
ragazzino in piena pubertà. A quanto pareva, il caro Seokjin
non aveva mentito
quando disse che il suo amico era un trainee o qualsiasi cosa
combinasse. E
purtroppo era anche vera l'ossessione che Hoseok aveva per gli idol.
Non che
non gli desse ragione, insomma non era cieco, sapeva apprezzare dei bei
corpi
che sanno muoversi, e non era nemmeno sordo, sapeva anche apprezzare
delle
belle voci, ma Hoseok, il più delle volte, andava fuori di
testa. E quel
ragazzo rasentava il ridicolo in condizioni normali, figurarsi quando
entrava
in modalità fanboy -poteva, ad esempio, spalancare le porte
di casa ad uno
sconosciuto senza ascoltare il parere degli altri. Comunque, l'incontro
con
questo fantomatico Yoongi avvenne lo stesso giorno del loro colloquio
con Jin,
che dopo essersi preso la sua copia delle chiavi di casa era andato a
recuperare la sua roba per spostarla tutta nel loft, facendo
così il suo
ritorno con l'amico, che gentilmente si era offerto di dargli una mano. Se ripensava a quel
momento riusciva ancora a
sentirsi in imbarazzo per il suo, di amico: Hoseok lo accolse facendosi
trovare
sul divano, in quella che credeva essere una posa seducente -ci mancava
solo
che si sbottonasse la camicia- e quando vide il nuovo ragazzo,
supponendo che
fosse Yoongi, varcare la soglia d'ingresso dell'appartamento l'accolse
con un
"Ciao splendore. Mi chiamo Hoseok, Jung Hoseok, ma tu puoi chiamarmi
come
più desideri"
In
realtà Hoseok non
si era nemmeno preso la briga di guardarlo veramente, questo ragazzo;
Namjoon
era convinto che volesse solo togliersi uno sfizio e fare colpo su un
futuro
idol. Yoongi era carino, davvero molto carino, ma non era di certo il
tipo di
ragazzo da spettacolo televisivo, una di quelle bellezze sconvolgenti
-sinceramente parlando, a suo parere era molto più bello
Seokjin, piagnistei a
parte. Yoongi sembrava più un tipo... Pulito; con quel
visetto quasi infantile
e la carnagione così pallida faceva davvero fatica ad
immaginarlo in quel
settore, ma poteva anche vedere come stessero lavorando sulla sua
immagine, con
quel taglio di capelli alla moda e l'appariscente tinta rosso fuoco.
Comunque,
tutto questo ad Hoseok non sembrava importare, o meglio, non ci aveva
nemmeno
fatto caso. Yoongi, d'altro canto, al sentire quelle parole, si mise a
fissarlo, occhi spalancati e sopracciglia inarcate -erano quasi
arrivate
all'attaccatura dei capelli- per poi rivolgersi al suo amico "Non ce
l'ha
con me, vero?"
Hoseok, a quel
punto,
decise evidentemente di peggiorare definitivamente la sua situazione
perché si
alzò e con fare "suadente" -il suo migliore amico era un
coglione,
Namjoon non aveva più dubbi a riguardo- si
avvicinò al ragazzo, che per
istinto, giustamente, fece un passo
indietro "Non vedo nient'altro di splendido qui dentro"
Quella che
Namjoon
vide dipinta sul viso di Yoongi fu probabilmente l'espressione
più disgustata
che una persona potesse assumere "Sì. Ci credo, ma non dire
mai più una
cosa del genere. Anzi, non parlarmi proprio più che facciamo
prima, intesi?
Hyung, dimmi dove devo mettere la tua roba così posso
andarmene di qui" e
dandosela a gambe velocemente lasciò Hoseok a fissare
suadentemente il nulla.
Quell'episodio,
poi,
si risolse con Yoongi che non degnò più di uno
sguardo Hoseok, che ovviamente
non si diede per vinto urlandogli "Torna quando vuoi dolcezza" prima
che l'altro uscisse di tutta fretta dal loft -Namjoon fu anche certo di
avergli
sentito dire "Hyung, se cambi idea lo sai che puoi tornare da me, vero?
Non mi convincono questi tizi. Soprattutto l'idiota laggiù"
prima che
Seokjin gli chiudesse la porta alle spalle- e non si degnò
più neanche di
venire a trovare il suo hyung, il suo migliore amico, per una settimana
intera.
Settimana che questo hyung aveva deciso di passare piangendo sul divano
di
Namjoon, appunto.
Fu quando
arrivarono
all'ottavo giorno che Namjoon, sorprendentemente spalleggiato da
Hoseok, decise
che era ora di modificare la situazione.
Hoseok era
appena
tornato a casa dal lavoro quando si unì a lui nel guardare
la scena che, come
ormai d'abitudine, gli si parava davanti: Seokjin era ancora steso su
quel
divano mentre singhiozzava davanti a quel maledetto film con Taehyung
che gli
accarezzava dolcemente i capelli.
"Credo che Tae
si
sia accontentato di Jin hyung come animale domestico"
Namjoon
sospirò,
stanco e spazientito "Hoseok, rivoglio il mio fottuto divano. Voglio
poter
guardare qualcosa di diverso da questa lagna e soprattutto non credo di
volere
quel ragazzo in casa nostra"
"Nam, non puoi
buttarlo fuori. Non possiamo permetterci questo posto soltanto in tre.
E poi mi
serve per poter rivedere Yoongi"
"Dio santo, non
ci riuscirai mai a portartelo a letto Hoseok, te lo vuoi mettere in
testa?"
"Quando tu la
smetterai con questa messa in scena, forse... Ehi, tu hai il turno al
pub
questa sera, vero?"
"Sì,
perché?"
Hoseok gli diede
una
pacca sulla spalla e sorrise "Guarda e impara amico mio"
Si diresse verso
il
divano, prese il telecomando e mise in pausa il film. Seokjin
guaì per protesta
ma Hoseok lo ignorò. Si abbassò in modo da
trovarsi faccia a faccia col più
grande e gli sorrise. Come si sorride ad un bambino di tre anni.
Namjoon
iniziava ad aver paura.
"Ciao hyung"
Jin
tirò su col naso,
forte, e poi tentò di singhiozzare una frase che suonava
tipo
"I-il...fi-ilm" ma Hoseok non gli diede retta "Ti rendi conto
che non è così che si affronta un tradimento,
vero?"
A quel punto Jin
ululò. Taehyung gli accarezzò i capelli
più velocemente. Namjoon era perplesso.
"Ssssh hyung.
Non
volevo turbarti. Quello che voglio io è farti notare che non
puoi continuare in
questo modo. Andiamo! E' una settimana che stai qui a piangere! Quel
tipo non
si merita più neanche una lacrima! Guardati! Sei un fico,
hyung! Dovresti darti
una ripulita e dimostrargli che cosa si è perso!"
I singhiozzi si
calmarono e Namjoon, solo per un attimo, pensò che il suo
amico non era poi un
vero coglione. Non sempre, almeno.
"S-sì.
Hai-hai
ragione"
Hoseok sorrise
raggiante "Certo che ho ragione! Sai cosa dobbiamo fare adesso? Tu ti
vai
a fare una doccia e io ti scelgo qualcosa di carino da indossare! Poi
andremo
tutti insieme al pub di Namjoon e ci divertiremo come non mai!"
Namjoon
sentì di non
poter più controllare la parte inferiore della sua faccia,
probabilmente si
sarebbe ritrovato il mento in mezzo ai piedi, tanto aveva spalancato la
bocca
"Non ti mettere in testa certe stronzate, Jung Hoseok"
Nessuno lo
ascoltò.
Nel frattempo Jin si era alzato, spegnendo addirittura la tv
"Sì. Sì è
questo che devo fare, Hoseok! Io posso avere tutto ciò che
voglio e quel
cretino non può ridurmi così"
Si diresse verso
il
bagno con un passo deciso che se non avessero assistito a quella scena,
nessuno
dei tre avrebbe mai potuto dire che quello fosse lo stesso Seokjin di
qualche
minuto prima. L'espressione di Hoseok era a dir poco trionfante
"Visto?!
Così si fa!"
"Pezzo di
idiota,
non puoi trascinarmelo al lavoro! Ti rendi conto di cosa hai fatto?"
Prima che
l'altro
potesse rispondergli Jin ritornò nel soggiorno per prendere
di fretta il suo
cellulare, la sua postura decisa ufficialmente scomparsa "Devo
convincere
Yoongi a venire con noi. Non posso farcela da solo"
Quando
sparì di nuovo
in direzione del bagno, telefono alla mano per cercare di contattare il
suo
migliore amico, Hoseok ritornò a guardare Namjoon. Il
sorriso era il più
spaventoso che gli avesse mai visto fare.
"Oh, mi rendo
conto eccome di quello che ho fatto"
---
Namjoon, mentre
serviva l'ennesimo drink all'ennesimo cliente, non poteva fare a meno
di
buttare un occhio al tavolo in cui si erano accomodati i suoi amici.
Hoseok era
riuscito a fare in modo di sedersi accanto a Yoongi, buttando
praticamente a
terra l'amico suo e di Jin che si era portato dietro quando li aveva
raggiunti
al pub a costo di non farsi rubare il posto accanto al ragazzo. Ora gli
stava
praticamente seduto addosso e non gli dava tregua. Yoongi, d'altro
canto, aveva
lo sguardo di uno che stava riconsiderando le sue scelte di vita e
diventare un
assassino. Jin, invece, stava facendo in modo che questo loro nuovo
amico, un
ragazzino che doveva avere sì e no l'età del loro
Tae, piccolo di statura e con
un viso adorabile, facesse conoscenza con quest'ultimo, appunto. Da quello che aveva capito
questo ragazzino
-Jimin, forse- era l'amico che faceva volontariato al canile. Quella
poteva essere
la volta buona per zittire i desideri irrealizzabili di Taehyung. Dopo
aver
dato il resto al cliente, Namjoon vide Jin avvicinarsi al bancone.
Sospirò,
temendo il peggio. Non era davvero sicuro di essere disposto a
conoscerlo
davvero.
Una volta
arrivato, si
accomodò con grazia sullo sgabello che si trovava
esattamente davanti a
Namjoon, appoggiò le braccia al bancone e le
incrociò "Mi daresti un'altra
birra?"
Non gli rispose,
si
limitò semplicemente a fare come gli era stato chiesto. Con
la coda dell'occhio
però vide Yoongi allontanare con le braccia Hoseok, che si
stava facendo
incredibilmente sempre più vicino. Si ritrovò a
parlare in automatico "Non
dovresti avere paura per il tuo amico?"
Il
più grande si girò
leggermente, per vedere la scena e capire a cosa si stesse riferendo.
"Non lo so,
dimmelo tu. Sei tu a conoscere davvero Hoseok. Dovrei avere paura?"
Namjoon
sbuffò una
risata "Nah. E' solo molto espansivo ed ha questa ossessione per gli
idol
un po' esagerata, ma in realtà non farebbe del male a una
mosca. Anzi. Potrebbe
avere paura lui delle mosche"
"Allora sei tu a
dover avere paura per il tuo amico"
Rise ancora "Ma
io ce l'ho. Di lui e per lui. E' un mix micidiale, fidati"
Rise anche
Seokjin,
per poi prendere un sorso di birra dalla bottiglia. Namjoon fece finta
di non
essere stato ipnotizzato dalle sue labbra, dando una pulita rapida al
bancone.
Dove era stato già pulito qualche momento prima. Non
alzò lo sguardo nemmeno
quando sentì l'altro riprendere a parlare.
"Senti io... Mi
dispiace per la settimana passata, davvero. Hoseok mi ha detto che non
hai
preso il mio comportamento troppo bene e lo capisco, considerando anche
che non
volevi neanche farmi venire a vivere con voi. Volevo solo farti sapere
che io
non sono sempre così. E' solo un... Momento difficile, ecco"
A quel punto non
poté
fare a meno di riportare la sua attenzione su di lui e in quel momento
rivide
esattamente lo stesso ragazzo che aveva visto il giorno in cui si era
presentato al loro loft, quello che lo aveva folgorato al punto da non
volerlo
in casa per paura di cascarci ancora. Jin era... Troppo. Troppo bello,
troppo
sorridente, troppo carino nei modi, troppo sensibile, troppo fragile,
troppo
perfetto ai suoi occhi.
Tossì,
ignorando quei
suoi pensieri, e poi borbottò "Sì. Non fa niente.
E' tutto ok"
Seokjin sorrise,
allontanando da sé la bottiglia ormai vuota "Dammene
un'altra allora,
servi-birra!"
Non
riuscì a non
ridere anche questa volta e, facendo ancora come gli era stato chiesto
disse
"Lo sai che non sono gratis, vero? E cosa vuoi fare, ubriacarti per
dimenticare?"
Jin
afferrò avidamente
la bottiglia "Certo che lo so, ma così ti stai giocando la
mancia! E non è
così che si fa solitamente?"
"Solitamente
sì.
Ci si ubriaca, si fanno cose imbarazzanti, si va col primo che si
incontra per
passare una squallida notte di sesso insignificante per poi stare
peggio di
prima il mattino dopo"
Fu
Jin a ridere a quel punto "Le cose
imbarazzanti io le ho fatte prima di ubriacarmi, davanti a voi. Eravamo
a casa
ma siete comunque degli sconosciuti, in pratica. Però potrei
andare davvero col
primo che incontro"
Namjoon
servì un altro
cliente, non voleva davvero rispondere a Seokjin, ma comunque lo fece
"No,
non lo farai. Non sei il tipo"
Jin
inarcò le
sopracciglia, sorpreso "E tu che ne sai di che tipo sono io?"
Namjoon si
ritrovò a
rispondere con una mezza verità. O meglio, lo pensava
davvero, ma non era
quella la risposta giusta a quella determinata domanda "Sei stato con
lo
stesso ragazzo per sei anni. Non
puoi
farmi credere che adesso, di punto in bianco, tu possa fare una cosa
del
genere"
"Magari lo ero
prima"
Namjoon
continuò
imperterrito a far finta di fare il suo lavoro, togliendo i bicchieri
sporchi
dal bancone e buttando via le bottiglie vuote, tutto per non dover
guardare
direttamente Jin "Ne dubito"
"Mi conosci
appena!"
"Ho visto
abbastanza" Abbastanza da averlo capito, abbastanza da poterselo far
piacere, abbastanza da poter dire che Jin non era quel tipo di ragazzo
semplicemente perché a lui, quel tipo di ragazzo, non era
mai piaciuto.
Fortunatamente,
la
conversazione venne interrotta da Yoongi che li raggiunse
all'improvviso
"Senti hyung. Se tu te ne devi stare qui da solo con lui io me ne vado
perché quello lì non lo reggo più"
Il ragazzo,
però, non
aveva fatto bene i conti con l'insistenza dell'altro, quello di cui
stava
parlando "Stai tentando di scappare da me, zuccherino?"
Hoseok fece per
abbracciarlo da dietro, portando le sue braccia ai fianchi dell'altro,
ma
questo, esattamente come Namjoon lo aveva visto fare poco prima, lo
spinse via
"Non ti azzardare a darmi ancora un altro nomignolo! Ci siamo visti
solo
per una manciata di minuti una settimana fa e un paio d'ore questa sera
e sono
riuscito a contarne quindici. Quindici!
Falla finita, intesi?"
Dalla faccia che
fece
il suo amico, Namjoon fu convinto che stava per assistere ad un'altra
prova
della sua idiozia "Ma perché? Non ti piace zuccherino?
Scommetto che se mi
permettessi di assaggiarti è di quello che saprebbe la tua
pelle"
Appunto. Yoongi,
che
aveva tutta la comprensione del barista, era esterrefatto "Oddio, ma ti
senti quando parli?"
"Io
sì, sei tu a
non capirmi, altrimenti adesso non staresti cercando di discutere con
me ma
-"
Namjoon
sentì il
dovere morale di interromperlo "Hoseok, ti prego, non continuare
amico"
"Senti, Jin
hyung
mi ha detto della tua...fissa...ma
ti
sei fatto un'idea sbagliata, ok? Non avrai niente da me, niente!
Né ora, né
mai. Quindi smettila, stai diventando patetico. Senza contare quanto
sia triste
il voler provarci con qualcuno solo perché potrebbe
diventare un idol"
A quel punto,
Namjoon,
che conosceva bene il suo amico, sentiva di dover intervenire ancora,
se solo avesse
saputo come. Sapeva quanto Hoseok in realtà fosse un pochino suscettibile e anche quanto
questo, a volte, lo portava
a non sapersi difendere in un diverbio del genere. Il ragazzo,
però, lo
sorprese. Gli rispose, in maniera e con espressione risoluta "Magari
sei
tu ad esserti fatto un'idea sbagliata"
"Ne dubito, hai
iniziato a fare il cretino prima ancora di vedermi"
"E tu a fare
l'acido prima ancora di starmi ad ascoltare"
Namjoon era
pietrificato e Seokjin continuava a far rimbalzare il suo sguardo da
una parte
all'altra, da Yoongi a Hoseok, ad ogni frase detta. Il primo tra i due,
videro,
portò le braccia, conserte, al petto e
assottigliò gli occhi, riducendoli a due
fessure minacciose "Bene allora, dammi una sola ragione per cui dovrei
stare ad ascoltarti"
Hoseok lo
guardò con
aria di sfida, incrociando a sua volta le braccia "Sei uno stronzo che
vuole avere sempre ragione. Mi piace"
Ne
seguì un silenzio
imbarazzante -per Namjoon e per Jin, ovviamente. Yoongi
arricciò le labbra e
Namjoon vide il più grande tra loro trattenere a stento una
risata
-evidentemente il suo amico era stato messo in difficoltà,
avendo avuto una
risposta che non si aspettava. Dopo ancora qualche secondo Yoongi
lasciò andare
le braccia lungo i fianchi e si rivolse direttamente a Jin "Me ne vado.
Jimin ce lo riporto io a casa" e detto questo si allontanò
per davvero,
senza salutare nessuno.
Namjoon
sospirò, per
l'ennesima volta ormai da quando Jin era entrato nelle loro vite "Spero
tu
abbia capito, adesso"
"Che devo
cambiare tattica? Sì. Dio, lo voglio ancora di
più adesso"
Hoseok si
appoggiò al
bancone con un gomito mentre osservava Yoongi uscire dal locale con
Jimin. In
quel momento li raggiunse anche Tae, che esultante disse "Jimin ha
detto
che mi porta dai cani!"
Seokjin
sorrise e
riprese la sua bottiglia di birra, dal quale prese un altro sorso.
Namjoon era
convinto che sarebbe ufficialmente impazzito.
Eccomi
di nuovo
qui, dopo una settimana precisa e con il nuovo, primo, vero capitolo.
Sulla
storia non
c'è ancora molto da dire al momento, più che
altro per evitare eventuali
spoiler, quindi mi limiterò semplicemente a ringraziare di
cuore chiunque abbia fiducia al prologo di The Loft. Io davvero non me
l'aspettavo, sinceramente!
Giuro che mi sono ritrovata a fissare recensioni e numero di persone
che
seguono la storia come una scema, con tanto di occhi sgranati! xD
Sul
serio, grazie
mille a tutti. Sono commossa :'D
Ovviamente,
adesso
ho anche un'ansia da prestazione pazzesca, non essendo affatto convinta
della
validità della mia ff xD
Bene,
detto questo
vado ad agitarmi ancora un po' per conto mio, nella speranza che la
storia per
il momento continui ad interessare e a divertire.
Buonanotte
a tutti!
A presto, spero *-*
YoongiYah
♥
|
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Capitolo 3 *** II - Hoseok ***
Quando fece
ritorno a casa, quella sera, Hoseok non si
aspettava di trovare il loft così tranquillo.
Quel posto non lo era mai e nessuno poteva effettivamente pretendere
che lo
fosse. Insomma, era la dimora di quattro ragazzi, due dei quali non
erano esattamente
silenziosi -il fatto che uno dei due fosse lui non aveva importanza, al
momento.
D'altro canto, si rese conto mentre oltrepassava tutta la zona giorno,
composta
da soggiorno e cucina, per dirigersi verso il corridoio in cui si
trovavano
tutte le camere da letto e il bagno, l'aver fatto trasferire Jin hyung
con loro
era stata un'eccellente mossa per la sua sanità mentale.
Hoseok non riusciva
proprio a tollerare il disordine, gli era fisicamente impossibile e non
gli
importava se questo lo portava a sentirsi chiamare più volte
maniaco del
controllo. Era convinto che l'ordine e l'organizzazione fossero alla
base di
una vita serena e questo era esattamente quello che desiderava. Per
questo non
gli pesava il dover ripulire e rassettare le zone comuni della casa
anche
quando non toccava a lui, ma
doveva
ammettere che da quando il più grande abitava con loro le sue faccende si erano
dimezzate.
Dopo aver
lasciato giacca e ventiquattrore nella sua stanza e
dopo essersi tolto anche la cravatta, riponendola con cura in uno dei
cassetti,
assieme alle altre, fece il suo ritorno in cucina. Il suo intento era
quello di
aprire il frigo e tirarne fuori una lattina di birra ma il suo sguardo
fu
catturato dalla lavagnetta che era attaccata allo sportello. Gli altri
inquilini gli avevano appuntato i loro impegni e Hoseok
riuscì a capire per
quale motivo il loro loft era vuoto, in quel momento: Namjoon aveva il
turno al
pub -il turno dell'orario di cena, valeva a dire che sarebbe tornato a
casa
affamato e nervoso, Tae era in biblioteca a studiare per il suo
prossimo esame
e Jin, invece, lavorava col suo catering per l'inaugurazione di
chissà cosa.
Non che non gli facesse piacere avere il loft per sé, ci
sarebbe mancato altro,
solo che sperava di poter fare quattro chiacchiere con qualcuno. Al
lavoro era
stata una giornata abbastanza dura, non era riuscito ancora una volta
ad
accaparrarsi quel cliente che gli era stato soffiato ancora una volta
da una
delle sue colleghe -sì,
lavorava in
mezzo ad un branco di donne, sapeva molto più di quello che
desiderava sapere e
da quando era stato assunto da quell'agenzia aveva la conferma che non
gli
piacevano, neanche un po'- e tutto questo stava diventando abbastanza
frustrante. Senza contare che aveva fame anche lui. Sperava di potersi
far
preparare qualcosa da qualcuno. Se quel qualcuno fosse stato Jin hyung
sarebbe
stato meglio.
Decise che
avrebbe potuto aspettare almeno il ritorno di Tae
per mangiare, gli altri due probabilmente ci avrebbero messo di
più, essendo al
lavoro, e insieme avrebbero potuto scegliere qualcosa da ordinare da
asporto e
farselo portare direttamente lì. Dopo essersi preso la sua
birra, si accomodò
sul divano accavallando le gambe e accese la tv, in cerca di qualcosa
di
interessante da guardare. Per un attimo quasi sperò che
ripartisse il dvd de
"Le pagine della nostra vita",
era tanto che non riguardava quel film per intero -aveva pensato di
farlo
almeno una volta durante la depressione di Seokjin ma aveva cambiato
idea per
risparmiarsi le prese per il culo da parte di Namjoon- ma poi si disse
che non
era quella la serata giusta per farsi un pianto del genere -perché sì Nam, è
impossibile non piangere a
dirotto con quel film, ok? Non è colpa mia se non hai un
cuore!
Facendo zapping,
riuscì a trovare un nuovo episodio di Project
Runway appena iniziato e, non
essendoci testimoni in casa, optò per quello. Il mentore
aveva appena finito di
spiegare ai concorrenti il tema della sfida della puntata quando
bussarono alla
porta "Tae. Ha di nuovo dimenticato le chiavi, ci scommetto"
Si
alzò e corse verso la porta. Non si aspettava di trovarci
Yoongi dall'altra parte. Non si erano più visti dalla sera
della risurrezione
di Jin e Hoseok non aveva nemmeno esattamente in programma di rivederlo
per il
momento -non credeva di essere pronto e non aveva ancora definito la
sua nuova
strategia d'attacco- per questo non poté fare a meno di
rimanere un attimo
imbambolato, stringendo ancora la maniglia della porta e senza dire una
parola.
Indossava un cappellino che lo copriva praticamente fino agli occhi e
una
sciarpa immensa che invece impediva la vista di naso e bocca. Era
carino.
Strano, perché non faceva freddo fuori, ma comunque carino.
"C'è
Jin hyung?"
La
voce era
leggermente ovattata dalla sciarpa. La domanda comunque lo riscosse dal
suo
stordimento "No. Ha lasciato scritto che questa sera deve lavorare"
Nonostante si
vedessero solo i suoi occhi, Hoseok ebbe la
certezza che la faccia di Yoongi era quella di uno che era appena
rimasto
deluso. Glie ne diede la conferma subito dopo "Oh. Sarà per
questo che non
risponde al telefono"
Avrebbe voluto
potergli dire altro, ma oltre ad un patetico
"Già" non gli veniva in mente niente. Questo era sempre
perché non
era pronto ad affrontarlo ancora. Lo sapeva lui che gli imprevisti non
portavano
mai niente di buono.
"Scusa per il
disturbo, allora"
Fece per
andarsene, dandogli le spalle e iniziando a
camminare nella direzione dell'ascensore che lo avrebbe poi portato al
di fuori
del condominio, ma Hoseok lo fermò "Yoongi aspetta!"
Si
bloccò di scatto e si girò in parte verso di lui,
in modo
da guardarlo, seccato "Che c'è?"
Eccolo, lo
stronzetto che stava cercando "Hai l'aria di
uno che ha bisogno di parlare con qualcuno, non posso lasciarti andare
via in
questo stato"
"E
perché mai dovrei parlare con te?"
Gli sorrise
candidamente "Perché sono sicuro che tu non
voglia farmi sentire in colpa per averti lasciato andare nel momento
del
bisogno. E perché devi permettermi di rimediare a quello che
potrei aver detto
di poco rispettoso l'altra volta"
Lo vide
sospirare, prendendo evidentemente in considerazione
la sua proposta. Gli avrebbe fatto tenerezza se non fosse stato che il
suo
tormento interiore al momento era dovuto dallo scegliere se potersi
fidare di
lui o meno. Sapeva di aver esagerato, ma questo non significava che non
fosse
una brava persona, suvvia!
"Ce l'hai una
birra da offrirmi?"
Si fece da
parte, lasciandogli libero l'ingresso nel loft
"Quanta ne vuoi"
Lo fece
sistemare sul divano con un gentile "Accomodati
pure, fai come fossi a casa tua" mentre lui gli recuperava quella birra
dal frigo. Prima di tornare ad essere visibile agli occhi dell'altro si
diede
una sistemata veloce ai capelli e alla camicia, arrotolando per bene le
maniche
fino ai gomiti, per mostrare almeno un po' di braccia nella speranza
che
all'altro facessero un qualche effetto. La speranza morì
quando, tornando in
soggiorno, lo trovò a guardare
sconcertato la tv, l'episodio di Project
Runway ancora in onda.
"Non lo stavo
guardando, quando sei arrivato stavo
facendo zapping"
L'espressione
sconcertata fu rivolta a lui, a quelle parole
"Ah - ah. Certo"
Si
affrettò a recuperare il telecomando e a spegnere tutto
per poi porgergli la lattina. Lo guardò abbassare la sciarpa
di modo da lasciar
scoperta la bocca senza però togliersela "Non hai caldo?"
"No"
Hoseok
assottigliò le labbra, a disagio. Avrebbe voluto
davvero rimediare al disastro della serata precedente o fare in modo
che
Yoongi, qualsiasi fosse il suo problema, si aprisse con lui. Voleva
dimostrargli di essere una persona affidabile e una valida scelta anche
per...altro, ma Yoongi non gli stava
facilitando le cose "Non sei un tipo di molte parole se non sei
arrabbiato, eh?"
"No"
Fantastico. Si sarebbe
sentito quasi in
imbarazzo, se non avesse vissuto esperienze peggiori "Ok allora, vuoi
che
inizi io?"
Anche se erano
coperte dal cappellino, riuscì a vedere le
sopracciglia di Yoongi inarcarsi "A fare cosa?"
"A parlare" si
sistemò meglio sul divano, facendo
in modo di poter guardare l'altro tranquillamente "Mi dispiace per come
mi
sono comportato. Non avrei dovuto dire certe cose e non avrei dovuto
essere
così insistente, solo che tu sei-"
"Non ci provare,
non sai niente di me"
"Nessuno sa mai
niente di una persona quando cerca di
fare colpo!"
"Tu volevi fare
colpo solo per quello che faccio, non
volevi fare colpo su di me!"
"Ma ora non
è più così e per questo ti sto
chiedendo
scusa"
Yoongi si
limitò a fissarlo. Quegli occhietti erano a dir
poco penetranti, Hoseok era in soggezione. Passarono in silenzio una
manciata
di secondi -o forse minuti, Hoseok non sapeva ben dirlo- quando l'altro
finalmente parlò "Vai sempre in giro vestito
così?"
Il cambio
d'argomento era a dir poco destabilizzante, ma ok,
meglio di niente "Outfit da lavoro, in ufficio dobbiamo essere sempre
abbastanza eleganti, potremmo dover parlare con i clienti in qualsiasi
momento"
Yoongi rise
appena "E mi vuoi far credere che non stavi
guardando davvero quel programma?"
Alla faccia del
non avere testimoni, ne aveva trovato uno
peggio di Namjoon. Il divano non poteva assorbirlo tipo adesso, vero?
Fortunatamente Yoongi ebbe abbastanza pietà di lui in quel
momento da lasciar
perdere.
"Ufficio, eh?
Che lavoro fai?"
"Marketing.
Lavoro per il settore della pubblicità"
Yoongi prese un
altro sorso di birra, lasciandosi andare sul
divano. Era finalmente meno rigido, aveva abbandonato la postura da
difesa
"Sembra noioso"
Gli sorrise. Era
quello che pensavano tutti "No, non lo
è. Mi piace il mio lavoro e mi piace che sia sicuro. Non mi
piacciono le
colleghe ma ci ho fatto l'abitudine"
"Colleghe?"
"Una ventina.
Sono tutte donne, compreso il mio capo. Io
sono pure il più giovane"
Yoongi
scoppiò a ridere, tanto da buttarsi completamente
all'indietro e portare le ginocchia al petto, tirando su la mano con
cui teneva
la birra per non farla cadere. Era buffo. Aveva pure le lacrime agli
occhi
"Oddio, e io pensavo che la mia situazione facesse schifo. Grazie
amico,
mi hai tirato su di morale, sul serio"
Nonostante
quella fosse solo una presa in giro,
probabilmente, gli aveva fatto venir voglia di mettersi a ridere a sua
volta.
Non come stava facendo Yoongi, ma comunque rise un pochino "Prego,
suppongo" Aspettò che l'altro si riprendesse e si
ricomponesse, nonostante
continuasse a sghignazzare sotto i baffi per poi chiedere
"Perché pensi
che la tua situazione faccia schifo?"
Le risate di
Yoongi morirono lì, a quella domanda. Hoseok
vide il suo labbro inferiore sporgersi in un vero e proprio broncio. In
quel
momento lo trovò ancora più buffo di prima.
Doveva ammettere che il ragazzo che
si trovava di fronte a lui in quel momento non era proprio quello che
si era
aspettato quando aveva sentito dire a Jin le parole "trainee" e
"futuro idol". Si era fatto un'immagine di lui completamente diversa
ma comunque non si era lasciato influenzare da questa quando se l'era
ritrovato
in casa. Yoongi poteva essere anche un'altra persona, francamente
parlando, quella
volta.
Non gli interessava,
l'importante era che
riuscisse a combinarci qualcosa. Doveva farlo, per dimostrare a se
stesso e a
chi non aveva creduto in lui prima che poteva avere chiunque volesse.
Quando
però aveva iniziato a rendersi conto di come fosse Yoongi
veramente, un ragazzo
acido a cui bisogna saper tenere testa solo per poter fargli una
semplice
domanda tipo 'come stai?' senza però avere la certezza di
poter essere degno di
una risposta, beh, a quel punto, per quanto lo riguardava, poteva
anche poter
fare il panettiere o un qualsiasi altro lavoro, lui ci avrebbe provato
lo
stesso. Yoongi era diventato la sua sfida, ufficialmente, e la cosa gli
piaceva
parecchio. E per questo, in quell'occasione, occasione che non aveva
previsto
ma che avrebbe sfruttato comunque, si sarebbe dovuto fare in quattro,
per
riuscire ad entrare nelle sue grazie. Non solo in quelle, magari.
"Se sapessi cosa
succede dietro le quinte non credo che
il mio settore ti piacerebbe così tanto"
Era ancora
imbronciato quando gli diede quella risposta. Era
un inizio, comunque. La frase era quasi criptica ma comunque aveva
parlato.
Hoseok ci provò ancora "E' successo qualcosa?"
Yoongi
sospirò. Si buttò all'indietro, rimbalzando
appena
sullo schienale del divano "Sai che non abbiamo il controllo su
niente?" Gli mostro la lattina che stringeva in mano "Io in questo
momento non dovrei nemmeno bere questa, potrebbero farmi il culo se mi
vedessero. Non posso scegliere cosa bere, cosa mangiare e nemmeno come
e quando
poter andare in giro"
Hoseok non
riuscì a trattenere un sorriso "Tu però te ne
freghi di queste cose, vero?"
Quando vide
anche l'altro sorridere appena si sentì trionfare.
Era davvero un sorriso accennato, un leggero spostarsi verso l'alto
degli
angoli delle labbra, ma era comunque la cosa più simile ad
un sorriso che
l'altro gli aveva rivolto.
"Quando posso"
Tentò
ancora "Stavolta perché non puoi?"
Yoongi si
tirò di nuovo su e appoggiò la birra sul tavolino
da caffè. Continuava a fissarla ma, solo per un attimo, lo
vide spostare lo
sguardo nella sua direzione. Sembrava abbastanza tormentato "E' una
cosa
così stupida in realtà, non capisco nemmeno
perché me la stia prendendo così tanto.
Solo che... Sono i miei capelli, capisci? Io credevo volessero solo
tagliarli"
"Che hanno
fatto?"
Sospirò
di nuovo, con fatica, come se quelle piccole spalline
portassero tutto il peso del mondo "Prometti di non ridere?"
Non sapeva per
quale motivo, ma il suo cuore aveva iniziato a
battere freneticamente. Forse la stava prendendo nel modo sbagliato,
forse
stava esagerando ancora, ma non riusciva a smettere di pensare che
Yoongi si
stesse aprendo con lui. Si stesse fidando di lui.
"Non riderei mai
di te"
Continuò
a guardarlo attentamente, anche se non veniva mai
ricambiato. Si tolse con estrema lentezza la sciarpa e, solo dopo che
venne
posata sul divano, portò una delle mani al cappellino.
Hoseok perse un battito
e trattenne il respiro, senza averne un motivo valido, in
realtà. Quando anche
il cappellino fu tolto e posato accanto alla sciarpa, Yoongi chiuse gli
occhi,
quasi non volesse vedere la sua reazione alla vista dei suoi nuovi
capelli rosa.
Hoseok non
riuscì più a controllare le sue azioni. Si
avvicinò, spostando sciarpa e cappello, che
appoggiò con cura sul tavolino, e
si sedette accanto a lui. Con estrema delicatezza, poi,
iniziò a sistemargli i
capelli, che si erano spettinati leggermente. Yoongi, nel frattempo,
aveva
riaperto gli occhi e con la coda di essi si era messo a guardarlo con
stupore.
Probabilmente era proprio per questo che non lo aveva ancora respinto,
pensò.
"Secondo me ti
stanno benissimo"
Se non fosse
stato troppo preso dai capelli, Hoseok
probabilmente si sarebbe imbambolato a guardare le guance dell'altro,
che si
erano arrossate leggermente formando un contrasto a dir poco adorabile
col suo
colorito pallido naturale.
"Sembro uno
scemo"
Passando a
sistemargli la frangia, stando attento a non
mandargli i capelli davanti agli occhi e a non dargli fastidio, fece in
modo
che il volto dell'altro fosse rivolto verso il suo "No, sei molto
carino"
"Non voglio
essere carino"
Hoseok rise
leggermente, stando attento a non far
fraintendere all'altro il perché della sua risata "Beh,
sarà difficile. Lo
sei, a prescindere dal colore dei capelli"
Non
capì esattamente
come arrivarono a quella situazione. Fu tutto estremamente veloce.
Yoongi si
era avvicinato, tanto da far sfiorare i loro nasi e Hoseok, per
riflesso, smise
di carezzargli i capelli, facendo scivolare quelle stesse dita che
prima erano
sulla frangia verso il collo, toccando leggermente orecchio e piercing.
Yoongi,
a quel tocco, fu scosso da un piccolo brivido che gli fece scappare un
sospiro
e per questo aprì leggermente la bocca. Hoseok, a quel
punto, si avvicinò
ancora, incastrando una delle sue ginocchia tra quelle dell'altro.
Yoongi
chiuse gli occhi e lui, dopo aver respirato profondamente, fece lo
stesso e--
--e Yoongi si
allontanò, di scatto, gli occhi spalancati in
uno sguardo angosciato mentre fissavano la porta d'ingresso, dalla
quale provenivano
i rumori della chiave che veniva infilata e girata nella serratura.
Hoseok,
stordito, lo guardò alzarsi e recuperare le sue cose dal
tavolino. Un attimo prima
che la porta venne aperta, Yoongi gli sibilò "Questo
non è mai successo" per poi allontanarsi
definitivamente da lui e andare incontro a Jin, che aveva appena fatto
il suo
ingresso nel loft insieme a Taehyung "Hyung! Guarda cosa mi hanno
fatto!"
"Yoongi, che
cosa ci fai- Oddio i
tuoi capelli!"
Jin lo
afferrò per il polso e se lo trascinò dietro.
Hoseok
sobbalzò quando sentì la porta della camera del
più grande chiudersi con forza.
Taehyung, nel frattempo, dopo aver lasciato la sua borsa con i libri
sul
mobiletto d'ingresso, gli si era avvicinato, sedendosi proprio nel
punto in cui
il cuscino del divano aveva ancora la forma del piccolo e perfetto
sedere di
Yoongi "Che è successo hyung? Hai una faccia"
Hoseok
sospirò, sconsolato, lasciando cadere la testa sulla
spalla del più giovane "Niente, a quanto pare"
Tae si fece
bastare quella risposta, iniziando a raccontargli
di quello che gli era successo mentre tornava a casa dalla biblioteca,
prima di
incontrare Jin hyung per strada. Hoseok non ascoltò una sola
parola e non
prestò attenzione nemmeno a Namjoon, che fece il suo ritorno
a casa
particolarmente nervoso, come aveva previsto -"Non c'è
niente da mangiare,
al solito. E perché hai quella faccia, adesso? Non ti vorrai
mettere a guardare
quello schifo di film anche tu, vero?"- l'unica cosa che riusciva a
sentire erano i gridolini da ragazzina eccitata di Jin e le lamentele
ad alta
voce di Yoongi provenire dalla parte opposta dell'appartamento.
Rivoleva
la tranquillità di prima, quando ancora in casa non
c'era nessuno a parte lui. Lo diceva sempre che le cose vanno
programmate,
altrimenti ci si ritrova solo con una gigantesca delusione in tasca.
Proprio
come quella che sentiva lui in questo momento.
Buonasera!!
^^
Eccomi
qui con il
secondo capitolo e con un giorno d'anticipo!
Questo
fine settimana probabilmente non ne avrò il tempo, per cui
ho deciso di pubblicare stasera
piuttosto che con un imperdonabile ritardo chissà quando -il fatto che questo sia il
primo capitolo di
Hoseok e quindi della mia Yoonseok (♥)
potrebbe aver in parte influito nella mia
decisione, ma non diciamolo
troppo in
giro!
Comunque,
a questo
punto, credo sia giunto il momento di dare qualche spiegazione -sto
morendo, vi
giuro! Mi sta agitando da morire questo capitolo!
Dunque,
chi conosce
New Girl avrà indubbiamente già capito che il
personaggio di Hoseok è ispirato a
quello di Schmidt -ed entrambi sono i miei preferiti (Hoseok in questa
storia e
Schmidt nel telefilm) -così, tanto per informarvi. Dal
personaggio originale ho
deciso di riprendere la fissazione per l'ordine e per la pulizia,
quella per il
proprio aspetto fisico e le manie di controllo, modificandole
però in parte.
Principalmente, ho deciso di modificarne le cause e le conseguenze ed
estremizzare -lo vedremo più avanti- la mania del controllo.
Vi sto dicendo
tutto questo solo per non creare incomprensioni. Forse è
presto per dirlo,
voglio però che ricordiate che il personaggio di Hoseok non
è un compulsivo,
solo uno vagamente fissato.
Ok,
probabilmente
per stasera ho già detto troppo quindi è meglio
che la chiuda qua!
Spero
tanto vi sia
piaciuto anche questo capitolo per il quale io sono già
tanto in ansia -la
Yoonseok sarà la causa della mia morte, l'ho capito- e che
non abbia deluso
nessuno di voi!
Voglio
ancora
ringraziare chi sta seguendo la storia e chiunque abbia recensito i
capitoli
precedenti -lo so, sono noiosa e ripetitiva ma per me è
davvero importante e mi
avete resa davvero felice, per cui ci tengo a dirlo ancora e ancora! :3
Buonanotte
a tutti!
A
presto, spero *-*
Yoongiyah
♥
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Capitolo 4 *** III - Jin ***
II - Namjoon
Per Jin,
svegliarsi per primo e preparare una colazione degna
di questo nome per quattro persone era ormai divenuta parte integrante
della
sua quotidianità. E lo faceva anche con piacere. Quei
ragazzi, a cui si stava
affezionando velocemente, apprezzavano davvero ogni cosa che veniva
preparata
da lui. O preparata in generale, ma non era quello il punto. Lui amava
davvero
cucinare per gli altri, non a caso lo faceva per mestiere, ma, delle
volte,
sentiva anche il bisogno di un minimo di riconoscimento e l'entusiasmo
degli
altri tre lo mandava davvero su di giri. Per Yoongi erano ormai anni
che non
cucinava più perché si era stufato di sentirsi
dire "Hyung, sai che non posso mangiare niente
al di fuori della mia dieta"
anche se poi se lo ritrovava a scolarsi una birra dietro l'altra quando
uscivano la sera; Jimin, purtroppo, non lo vedeva tanto spesso da
potergli
cucinare cene e pranzi in quantità; infine, Hyosang... Beh,
per quanto lo
riguardava sperava proprio che, qualsiasi cosa stesse mangiando o
bevendo in
quel momento, gli andasse di traverso.
Proprio mentre
stava togliendo dal fornello anche l'ultimo
pancake che aveva preparato, fece il suo ingresso nella cucina Hoseok,
annunciandosi con un sonoro sbadiglio. Si appoggiò coi
gomiti all'isola e,
strofinandosi gli occhi con entrambe le mani, bofonchiò un
"Buongiorno
hyung"
Anche questa era
parte della solita routine. Hoseok era
sempre il primo tra gli altri a svegliarsi e gli dava sempre una mano a
preparare la tavola per la colazione. Questa era un'abitudine nuova per
loro,
fare colazione tutti insieme allo stesso tavolo, ma Jin ci teneva
parecchio.
Era una tradizione che sapeva di casa, di famiglia, e lui era un tipo
romantico
e nostalgico. Gli altri probabilmente lo assecondavano solo per il
cibo. Forse
piaceva solo ad Hoseok e per questo gli dava una mano, anche se fingeva
il
contrario.
"Buongiorno
Hoseok"
Notò
che per la prima volta non era uscito dalla sua camera
perfettamente vestito e pronto ad uscire di casa. Era ancora in pigiama
e tutto
spettinato. Erano ormai più di due settimane che viveva in
quel loft e non lo
aveva mai visto in quelle condizioni "Assonnato stamattina?"
Dopo un altro
sbadiglio a bocca aperta -non si era nemmeno
coperto con una mano e per questo Jin lo rimproverò con un
buffetto- gli
rispose "Mmmh. Sì. Non ho dormito bene questa notte"
Detto
ciò, però, si alzò da quella posizione
e iniziò a
portare tutte le cose già pronte da mangiare a tavola "Ehi
hyung, Yoongi
ti ha detto niente di ieri?"
Jin, intento a
recuperare crema al cioccolato e burro
d'arachidi da una delle mensole della dispensa, rise appena "Oltre ad
essersi lamentato per ore del nuovo colore dei suoi capelli? No, niente
in
particolare. Che poi, che avrà da lamentarsi, hai visto
quant'è carino? Ma no,
deve fare il grand'uomo, il nano da giardino"
Aveva ormai
preso tutto quello che stava cercando e per
questo riuscì a vedere l'espressione di Hoseok e qualcosa
gli disse che, quella
sua domanda, non era stata fatta a caso "E' successo qualcosa mentre
non
c'ero?"
Lo
guardò sedersi al suo posto e sospirare, appoggiando la
testa allo schienale della sedia e chiudendo gli occhi "No,
assolutamente
niente"
Jin si
accomodò a sua volta al suo, di posto, che era proprio
accanto a quello del ragazzo e davanti a quello di Namjoon, e gli mise
delicatamente una mano sopra la sua, quella che Hoseok aveva lasciato
cadere
sul tavolo "Senti, se ha fatto o detto qualcosa, non prenderla sul
personale. Quando vuole sa essere un vero stronzo ma in
realtà è un bravo
ragazzo"
"Hyung, non
è successo nulla, sul serio" Si rimise
seduto composto e lo guardò direttamente negli occhi, senza
lasciargli andare
la mano "Però, giusto per ipotesi... Se volessi provarci con
lui, intendo
provarci davvero, cosa dovrei fare?"
Jin, a quella
domanda, strinse leggermente le labbra
"Non credo di volerti aiutare a portarti a letto il mio migliore amico.
Sono leggermente suscettibile a riguardo in questo momento, sai?"
"Non voglio
comportarmi come il tuo ex, hyung!"
"E allora cosa
vuoi fare?"
Corrugò
leggermente le sopracciglia, evidentemente confuso
"Io non... Non lo so ancora, credo"
Jin strinse la
mano che stava ancora tenendo quella del più
giovane, delicatamente e solo per un attimo, prima di lasciarla
definitivamente
"Allora cerca di capirlo e, se
scopri di avere intenzioni serie, sarò disposto ad aiutarti"
In quel momento
li raggiunse anche Namjoon, con passi lenti e
pesanti. Si stava grattando la testa, scompigliandosi ancora di
più di quanto
già non fossero i capelli chiarissimi. Come al solito,
notò inevitabilmente
Jin, non si degnò di coprire la sua mise notturna, composta
da un paio di boxer
larghi blu e una semplice maglietta bianca. Lo sguardo del
più grande non si
posò sulla sua coscia sinistra, coscia che era
più scoperta dell'altra perché
lì i boxer si erano leggermente arrotolati. No,
assolutamente.
Avrebbe voluto
davvero distogliere lo sguardo, ma dopo averci
provato solo per un secondo decise che non era una buona idea, non
quando i
suoi occhi si fermavano sui capezzoli che si mostravano da sotto la
maglietta.
Sarebbe finito
in uno dei gironi più bassi dell'inferno, lo
sapeva.
"Dio santo Nam,
usa quella cazzo di vestaglia che ti ho
regalato per Natale"
Hoseok -sia
fatta lode a quel ragazzo- lo distolse dai suoi
pensieri impuri. Il risultato non fu più il massimo quando
Namjoon gli rispose
per le rime, con quel vocione profondo e sexy ancor più roco
del solito,
probabilmente perché non aveva ancora aperto bocca da quando
si era svegliato
"Quale cazzo di uomo regala ad un altro uomo una vestaglia di flanella?
Una vestaglia celeste di
flanella?"
"L'uomo che si
è stufato di vedere i tuoi gioielli di
famiglia andarsene in giro liberi per casa tutte le mattine"
Jin si sarebbe
messo volentieri in mezzo -tipo per dire che
ehi, non c'è niente di male nell'essere un uomo e nel
possedere una vestaglia
di flanella, lui stesso ne aveva una e se la sarebbe portata volentieri
nella
sua nuova casa se non fosse stato per il fatto che, quella sua stessa
meravigliosa vestaglia, era stata usata dal tizio qualunque che Hyosang
si era
sbattuto nel loro letto per coprire i suoi, di gioielli di famiglia- ma
beh,
non poteva davvero farlo. Non era esattamente d'accordo con Hoseok, la
vista di
un Namjoon mezzo nudo come buongiorno a lui non dispiaceva affatto, ma
questo
non poteva dirlo ad alta voce. Fece finta di niente, lasciandoli
battibeccare
come una coppia di sposini -erano carini a volte, ma la maggior parte
delle altre
erano soprattutto inquietanti- e iniziando a sorseggiare il suo
caffè,
utilizzandolo più che altro come scusa per non dover aprire
bocca e ritrovarsi
a dire cose che non sarebbero mai dovute uscire dalla sua testa.
Per sua gioia e
per la pace del mondo -o almeno quella del
condominio- a spegnere i loro litigi ci pensò il bambino di
casa, Tae, che li
raggiunse di fretta e, senza salutare nessuno, incominciò a
riempirsi la bocca.
Poi, dopo aver mandato giù a velocità disumana
anche l'ultimo, immenso, boccone
e aver bevuto un goccio di caffè si rialzò e
disse "Dio, hyung! Dove
diavolo sei stato nascosto per tutto questo tempo? Scappo o va a finire
che
perdo ancora un'altra lezione! Ah, quando puoi ricordati di dare il mio
numero
a Jimin!" e così, di fretta, se ne andò,
esattamente come era arrivato.
Jin, leggermente
shockato, continuò a sbattere le palpebre
per più volte. Gli altri due, nonostante avessero
effettivamente smesso di
discutere per guardare il comportamento di Taehyung, non si scomposero
più di
tanto. Jin si ritrovò costretto a chiedere "Quel ragazzo
è, uhm...?"
non seppe concludere la domanda ma probabilmente non ne aveva bisogno.
Hoseok,
che aveva ormai iniziato anche lui a mangiare la sua colazione gli
rispose,
come se niente fosse "Eccentrico?
Il più delle volte, sì"
Namjoon, invece,
parlò direttamente con la bocca piena
"Io direi più svitato. Ma è uno svitato che sa
funzionare"
"Sei disgustoso,
sappilo. Merda, è tardi. Devo
prepararmi per andare al lavoro" Hoseok si alzò, ignorando
il suo amico
che rideva di lui "Vai, vai a farti bello per le tue signore che ti
mettono i piedi in testa"
Nel momento in
cui rimasero soli Namjoon e Jin, intorno a
quella tavola scese un silenzio a dir poco imbarazzante. Gli unici
rumori che
si sentivano erano quelli che le loro bocche inevitabilmente
producevano per
bere e mangiare. Era la prima volta che rimanevano soli loro due,
essendo anche
la prima volta che Hoseok doveva lavarsi e vestirsi dopo aver mangiato.
Lo
stesso valeva per Tae, non era ancora mai uscito di casa di mattina
presto, ma
appunto, come aveva detto, era la prima volta che non voleva perdere
una
lezione. Stavano addirittura evitando di guardarsi. Jin si
schiarì
rumorosamente la gola, tanto per fare qualcosa, tipo mettere fine a
quel
silenzio, e provò a chiedere "Non lavori, stamattina?"
Namjoon, questa
volta, aspettò di aver mandato giù tutto
quello che aveva in bocca prima di rispondergli "Lavorando in un pub
no,
direi che di mattina non lavoro mai"
Il
più grande si diede dell'imbecille "Giusto"
Calò
nuovamente il silenzio. Jin stava cercando
disperatamente qualcosa da dire, qualsiasi cosa, per non dimostrare a
se stesso
che no, non era strano convivere con un ragazzo dal quale si
è attratti, ma non
gli veniva in mente niente. Niente che non fosse legato alla sua
fossetta,
quella che si era mostrata nel momento in cui Namjoon aveva iniziato a
bere.
Sorprendentemente
fu l'altro a riprendere la conversazione
"Tu invece?"
Jin si riscosse
"Io? No, oggi non ho niente. Domani sarà
una giornata piena, abbiamo un matrimonio tra due giorni, ma oggi non
ho nessun
impegno"
Namjoon lo
guardò di sottecchi "Bene"
Bene? Cosa
significava quel bene? Poteva avere una miriadi di
significati nascosti. O
essere stata utilizzata in maniera ironica. Perché era un
bene che lui non
lavorasse quel giorno? Perché non riusciva a smettere di
pensare a cosa si
nascondeva a dietro ad una fottutissima parola di quattro lettere, di
sole due
sillabe? Non era normale, si disse. Non potevano essere tutti come lui,
probabilmente Namjoon aveva detto quel bene esattamente per lo stesso
motivo
per cui lui, prima, aveva detto quel giusto. Ma allora
perché non lo stava
guardando? Perché c'era così tanto imbarazzo tra
loro? Perché -
"Io vado, ci
vediamo questa sera"
-Dio,
grazie. Che qualcuno mi aiuti a
spegnere il cervello.
Namjoon si
alzò e dopo aver salutato con un "Ciao
amico" Hoseok, che stava uscendo di casa per andare al lavoro,
iniziò a
portare le stoviglie sporche al lavello. Jin , d'istinto, si
ritrovò a seguirlo
con gli occhi, che si posarono, da soli, senza che nessuno glie
l'avesse
ordinato, sul suo sedere.
No. Si stava
solo prendendo per il culo. La convivenza con un
ragazzo per cui si prova attrazione non era facile, affatto.
---
Jin stava
ricontrollando la lista delle cose da fare per il
matrimonio per cui il catering era stato ingaggiato, quando Namjoon lo
raggiunse, di nuovo. Si erano separati dopo che il più
grande aveva insistito
per rassettare lui da solo la cucina, principalmente per liberarsi
dell'imbarazzante situazione che si era creata tra loro, ma anche per
evitare
la distruzione di un altro dei suoi piatti, quelli che aveva comprato
lui tempo
indietro e che si era portato dietro dalla vecchia casa -aveva scoperto
che
Namjoon poteva essere estremamente maldestro, il che era assurdo
considerando
che il suo lavoro consisteva nel maneggiare bicchieri e bottiglie di
vetro di
ogni dimensione tutte le sere. A quel punto, il più giovane,
se ne era tornato
di là, chiudendosi prima in bagno e poi in camera sua.
Almeno ora era
vestito.
Jin era seduto
sul divano con le gambe accavallate,
sfruttando così quella in alto per tenere in equilibrio i
fogli che stava
leggendo, e una penna in mano, in caso la sua lista necessitasse di
correzioni.
Namjoon si sedette dall'altra parte del divano, senza guardarlo,
prendendo il
telecomando "Ti dà fastidio se accendo?"
Jin rimase
perplesso, più per la formalità che per la
domanda
in sé "Cosa? No, certo che no"
Sospirando
mentalmente, riportò gli occhi sui fogli, senza
però leggere davvero. Namjoon continuava a cambiare canale
senza trovare nulla
da guardare -giustamente, pensò, cosa ci dovrebbe essere di
interessante a metà
mattina? Non sapeva per quale motivo, ma lui era l'unico con il quale
non era
riuscito a stabilire un legame. Certo, il fatto che gran parte
dell'imbarazzo
che c'era tra loro veniva da lui e dall'attrazione che provava per
l'altro era
assodato, ormai, ma era anche convinto di non piacere per niente, a
Namjoon. E
oggettivamente, non ne aveva motivo! Era un tipo adorabile, lui! Ed era
anche
convinto di non aver fatto nulla di male -se non si considerava
l'occupazione
del divano dalla sera stessa in cui si era trasferito lì, ma
da quel momento
erano ormai passati giorni! Non aveva senso, anche Hoseok e Tae
dovevano essere
arrabbiati con lui, se il problema fosse stato solo quello, ma con loro
non
c'era niente che non andasse. In realtà non c'erano problemi
neanche con
Namjoon, ma più ci pensava più usciva fuori di
testa e più sentiva una strana
rabbia crescergli nel petto. E in quel momento ci aveva dovuto pensare
davvero
tanto se si ritrovò a chiedere improvvisamente
"Perché ce l'hai con
me?"
Namjoon, a
quella domanda, strabuzzò gli occhi e, lentamente,
si girò verso di lui "Cosa?"
Oh, faceva anche
finta di niente, tipico "Perché
non ti piaccio? Che ho fatto di male?"
"Si
può sapere di cosa stai blaterando?"
Posò
malamente fogli e penna accanto a sé e l'affrontò
"E'
ancora per quella storia del film? Beh, mi dispiace se ero triste
perché il
ragazzo che credevo fosse l'amore della mia vita mi ha tradito e avevo
bisogno
di un po' di tempo per me per sfogarmi e-"
"Ti prego
fermati!" Namjoon alzò la voce e si girò
completamente verso di lui "Ne avevamo già parlato quella
sera al pub,
ricordi? E' tutto ok, non ce l'ho con te"
"E allora
perché non mi parli?"
Si
passò stancamente le mani sugli occhi e gli rispose
"Ma che vuoi, mi pare che stiamo parlando, no?"
"Vorrei che tu
volessi parlarmi!"
Namjoon
aprì la bocca, ma non ne uscì niente.
Imitò i pesci
per un po' fino a che, con esasperazione, riuscì a dire
"Oddio, tu sei
davvero un egocentrico"
Jin
spalancò occhi e bocca perché... Cosa?
E infatti, fu l'unica cosa che riuscì a dire
"Cosa?"
"Ti rendi conto
che stai facendo tutto da solo, sì? Hyung,
non è vero che non mi piaci, ok? Rilassati!"
Jin
incassò il colpo, chiuse la bocca e si lasciò
andare sul
divano. Continuava comunque a pensare che ci fosse qualcosa che non gli
tornava. Tipo quei frequenti e lunghi silenzi imbarazzanti, che a
quanto pare
tra loro cessavano di esistere quando discutevano. Praticamente
facevano solo
quello.
"Ma allora
perché non... non-?"
Namjoon era
ritornato a guardare la tv ma comunque riuscì a
capire quello che voleva dire e a rispondergli "Perché non
ti racconto
tutta la mia vita e i miei segreti? Beh, hyung, è solo
perché non sono uno che
apre bocca e gli dà fiato come Tae, non ho bisogno di fare
quattro chiacchiere
tra donne mentre ci lacchiamo le unghie come Hoseok e non ho bisogno di
piacere
a tutti come te"
Jin non fece in
tempo ad offendersi che lui riprese "Non
ti sto giudicando, sia chiaro. Ci metto solo un po' ad abituarmi
alle...situazioni nuove, questo non significa che se vuoi sapere
qualcosa io
non ti risponderò"
Jin
s'imbronciò leggermente, come gli capitava di fare quando
si ritrovava a riflettere su qualcosa. Il più giovane gli
aveva dato a tutti
gli effetti il permesso di fargli delle domande. Domande magari anche
personali. Da quando era iniziata quella giornata glie ne erano venute
in mente
parecchie, se doveva essere sincero, ma la maggior parte di esse erano
abbastanza sconvenienti e no, non era il caso. Soprattutto non dopo
quello che
era appena successo. Ce n'era una, però, che ce l'aveva in
mente da più tempo.
Avrebbe potuto farla anche ad Hoseok, in effetti, ma non gli era
sembrato
opportuno. Non lo era nemmeno farla a Namjoon ma...
"Tu e Hoseok
sembrate ehm, intimi"
...ma glie la
fece lo stesso. Non era colpa sua se era un
ragazzo curioso.
Namjoon, d'altro
canto, aveva la faccia di uno a cui avevano
appena detto che avrebbe dovuto sottoporsi ad una colonscopia
"Prego?"
Mise le mani
avanti, facendogli capire che quella sua domanda
non aveva brutte intenzioni "Non sto insinuando niente, volevo solo
dire
che siete affiatati, a modo vostro"
La faccia di
Namjoon, però, non sembrò rilassarsi affatto
"Vorrei sperare! Dio, che schifo.
Non dire mai più una cosa del genere"
"E' solo che...
Si vede che siete amici da tanto, ma lo
siete in maniera diversa da me e Yoongi. Cioè, voi non fate
altro che stuzzicarvi e battibeccare"
Rimase un attimo
in silenzio, studiando Jin per un po'. Poi
sospirò e si passò una mano tra i capelli "Beh,
di sicuro le sai scegliere
bene le domande da fare ad una persona"
-Jin
ignorò tutto quello che gli stava passando per la testa
in quel momento, domande più particolari comprese-
"Io e Hoseok ci
siamo conosciuti al college, eravamo
compagni di stanza, più o meno. Beh, ti basti sapere che se
adesso è un tipo
strano con qualche mania e fissazione è comunque un enorme
miglioramento da
com'era quando l'ho conosciuto. Particolare è dire poco. E
non andava a genio a
molte persone. Si è affidato a me completamente durante il
nostro primo anno
-ti prego, non chiedermi il perché, ogni tanto ancora me lo
domando anche io- e
pian piano è diventata la persona quasi normale che
è adesso. Solo che poi è
capitato qualcosa a me durante il nostro ultimo anno e ha dovuto
ricambiare il
favore. Da allora non abbiamo mai smesso di vivere insieme"
Jin, a quel
punto, avrebbe voluto che scendesse nei dettagli
per saperne di più ma era abbastanza ovvio che non lo
avrebbe fatto. E, se non
avesse fatto già abbastanza la figura del pazzo per quella
mattina, gli avrebbe
dimostrato quanto l'amicizia che li legava l'aveva commosso. E non
solo. Lui
era un ragazzo impressionabile, l'aveva sempre saputo, quindi il
ritrovarsi
affascinato dal mistero dietro le parole di Namjoon e dalla
sensibilità di quel
racconto non era affatto una sorpresa, per lui.
Si morse il
labbro inferiore, pensando che la convivenza,
ora, poteva essere ancora più difficile ma, onestamente,
anche parecchio
divertente.
Buonasera^^
Vi
dirò, avevo
pensato di anticipare l'aggiornamento anche per questa settimana, in
onore del
compleanno di Hoseok, ma poi mi sono detta che sarebbe stato inutile
considerando che questo capitolo con la Yoonseok o con il suo
personaggio in
generale ha ben poco a che fare...
E' anche inutile
dirvi queste cose dato che alla fine sono qui di venerdì
come
di consueto, ma la realtà è che non mi viene in
mente altro da scrivere nelle
note *cade*
Sì,
non sono
normale, lo so, ma qualcosa volevo pur dirvi prima di dileguarmi
così, come se
niente fosse xD
Va
beh, basta
stupidaggini.
Su questo capitolo
non mi pare davvero di avere qualcosa da dire per cui, al solito, passo
a
ringraziare ancora tutti quelli che hanno recensito -♥♥
perché davvero, siete
meravigliosi e io non riesco ancora a crederci ♥♥-
ma anche chiunque
stia seguendo e leggendo questa storia! Grazie, sul serio! Riuscite a
sentirmi
feelsare? Perché lo sto facendo, in maniera disgustosa,
siatene consapevoli!
Bene,
detto questo do la buonanotte a tutti
quanti *-*
Grazie
ancora,
YoongiYah
♥
|
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Capitolo 5 *** IV - Hoseok ***
Hoseok era
nervoso. Come ogni giorno, al lavoro era stato
messo in ridicolo perché beh, era l'unico ad avere le palle
-e non in senso
figurato, purtroppo per lui- ed era ovvio che alla fine, per qualsiasi
cosa, il
capro espiatorio di tutte era lui. In più, la lavanderia gli
aveva mandato un
messaggio per notificargli che i due completi che ci aveva lasciato
qualche
tempo prima erano finalmente pronti e, dopo averli riportati a casa
-era
passato lì proprio dopo l'orario di lavoro- li aveva tolti
dalle buste e appesi
all'anta dell'armadio. Stava per rimetterli a posto quando
notò che i pantaloni
di uno di essi avevano una piega che non avrebbero dovuto avere. Erano
stati
evidentemente piegati e stirati male. Lui non voleva davvero farne una
tragedia
greca, sapeva che non era una cosa necessaria, ma non poteva non
indispettirsi
al pensiero che cavolo, aveva pagato un servizio, non c'era niente di
male nel
pretendere che quel servizio venisse svolto in maniera adeguata ed
efficiente.
La ciliegina sulla torta, però, era la presenza di Namjoon
in camera sua, sul
suo letto, seduto a gambe incrociate, che non faceva altro che guardare
o lui o
la parete. Era entrato senza chiedere il permesso, si era messo
lì e per circa
venti minuti non si era mosso. Aveva fatto finta di niente, lo aveva
lasciato
fare e non si era lamentato, sapeva che se era venuto da lui aveva
qualcosa da
dirgli, quindi aveva optato per lasciargli il tempo necessario e
continuare a
risolvere il problema che erano quei dannati pantaloni piegati male.
Quando
alla fine però gli sentì dire "Hoseok, che
differenza fa? Quando li
metterai si piegheranno comunque, nessuno se ne accorgerà"
non ci vide
più.
Si
girò di scatto e lo affrontò "Lo saprò
io, ok? Il
problema è che io saprò di aver messo un paio di
pantaloni piegati male e mi
porterò dietro un prurito alle gambe e alla testa che
nessuno potrà grattare. E
questo prurito è arrivato già adesso, non posso
semplicemente metterli dentro
l'armadio e aspettare. Lo capisci?"
Namjoon, per
nulla impressionato, rispose tranquillamente
"Il tuo discorso? No. Che sei pazzo? Sì"
Hoseok prese un
respiro profondo. Inspirare ed espirare.
Contò mentalmente fino a dieci e poi, con
calma, chiese al suo amico "Non farai tardi al lavoro?"
"No, attacco
tardi stasera"
Altro respiro
profondo "Bene, buon per me"
"Puoi smetterla
di andare fuori di testa per un secondo?
Devo parlarti di una cosa"
Hoseok lo
guardò male ma ancora, l'altro non ne fu
minimamente impressionato. Cercò di non pensare a quei
maledetti pantaloni,
anche se la cosa era difficile perché gli sarebbero serviti
il giorno dopo
-aveva una riunione importante e quello era il suo completo migliore- e
si
sedette anche lui sul letto "Dimmi"
Namjoon si prese
un altro po' di tempo e Hoseok perse un
altro po' di pazienza. Infatti, quando finalmente parlò,
chiedendo "Cosa
ne pensi di Jin hyung?" non poté fare a meno di rispondere
in malo modo.
Per i suoi standard, almeno.
"Sii
più specifico"
Namjoon
inarcò un
sopracciglio "Come potrei essere più specifico di
così?"
Inspirare
ed espirare "Vuoi sapere
cosa penso di Jin
hyung in generale, del fatto che sembra proprio il tipo di ragazzo che
piace a
te o ancora del fatto che tu sembri essertene reso conto, finalmente?
Oppure
senti questa, credo sia la più appetibile: vuoi parlare del
fatto che te ne sei
reso conto subito e che hai fatto finta di niente fino ad ora?"
Le narici di
Namjoon si fecero esageratamente larghe "Ti
odio" disse, per poi guardarlo con una faccia orribilmente arcigna e
riprendere "La seconda, credo"
Schioccò
la lingua "La meno interessante tra quelle
interessanti. Sei noioso" Si mise comodo, accavallando le gambe e
portando
le mani al ginocchio, allacciando lì le dita "Beh, se sei
qui c'è un
motivo preciso, no? Dimmelo e basta"
"Senti, non sono
il tipo che si mette a raccogliere
margherite per fare m'ama non m'ama, non mettermi fretta! Dio, ci credi
che
pensa che siamo intimi?"
Hoseok
scrollò leggermente le spalle, per niente sconvolto
dalla rivelazione "Beh è vero"
"No che non
è vero"
"Nam, un po'
sposati lo siamo"
"Non
sarò mai tuo marito"
"Accetta il
fatto che una parte di te è sposata con una
parte di me, sarà più facile andare al dunque di
questo discorso"
Stava per
ribattere ancora ma quando notò lo sguardo di
Hoseok -sapeva di aver messo su la sua espressione da 'ho
ragione e so di averla, posso andare avanti all'infinito' lasciò
perdere. Prese un respiro profondo, proprio come aveva fatto l'altro
precedentemente, e disse "Pensava di non piacermi"
"Beh, non sei
mai stato molto simpatico in sua presenza.
Dalla prima volta che l'abbiamo visto"
"Non voglio
piacergli"
Hoseok
iniziò a capire quale fosse il problema. Il passato di
Nam che non riusciva ancora a lasciarsi alle spalle "Non deve essere
per
forza come -"
"Lo
so. Hoseok
davvero, lo so. Ma comunque arriverà il momento in cui io
non andrò più bene
e...non -"
Hoseok lo
fermò, mettendogli una mano sulla spalla e
stringendola appena, con fare rassicurante "Perché
semplicemente non
smetti di pensarci? Prova solo a passarci del tempo insieme senza
essere una
totale testa di cazzo e a conoscerlo meglio, in caso succeda qualcosa
ne
riparliamo a tempo debito. O ne parlerete. E' ancora troppo presto per
avere
paura, no? Magari non c'è niente di cui avere paura"
Namjoon
abbassò lo sguardo, fissandosi le mani. Hoseok
sentì
comunque quella spalla rilassarsi appena "Già, forse hai
ragione. Non mi
rassicura dopo aver visto la follia per i pantaloni, ma comunque"
Hoseok
mollò la presa rassicurante e lo spinse appena
"Ingrato" per poi tornare serio per un istante "Solo, Nam...
Devi davvero vedere come vanno le cose con calma. Lo dico per te, ma
anche per
lui che è appena uscito male da una relazione importante e
per me e per Tae,
che ci stiamo affezionando a lui. Senza contare il fatto che abitate
sotto lo
stesso tetto"
L'altro
sbuffò una risata "Quindi io devo stare attento
per questo ma tu puoi farti il suo migliore amico?"
Rise appena
anche Hoseok "E' diverso!"
"Come fa ad
essere diverso?"
Hoseok
iniziò a tentare di elencare le sue ragioni, che
credeva essere di più, tenendo il conto con le dita di una
mano. Stendendo il
mignolo disse "Per prima cosa lui non abita qui e -" poi si
fermò,
quando stendendo l'anulare non gli venne in mente altro.
Namjoon
trattenne a stento una risata divertita "Ti sto
ascoltando, continua"
Hoseok
lasciò perdere. Agitò quella stessa mano come a
dire
che non glie ne fregava più niente e ridusse poi gli occhi a
due fessure
"Sono io ad odiare te" dopo di che, si mise nella stessa posizione
dell'altro, a gambe incrociate al centro del letto, per guardarlo
faccia a
faccia "Ci siamo quasi baciati"
Gli parve
confuso "Chi?"
"Io e Yoongi"
Lo era ancora "Quando?"
la sua voce si era alzata di almeno un'ottava, come faceva quando non
riusciva
a spiegarsi qualcosa, diventando vagamente stridula -il che era comico,
considerando quanto in realtà fosse profonda.
"Ieri, prima che
tu e gli altri tornaste a casa"
"Che significa quasi?"
la voce era ancora stridula.
Hoseok,
esasperato, gli rispose come se fosse una cosa ovvia
"Che stavamo per farlo ma che siamo stati interrotti" Gli si
avvicinò, portandogli una mano dietro la nuca per
avvicinarlo a sua volta, a mo' di
dimostrazione "Eravamo a tanto così, guarda -"
Namjoon lo
spinse via con forza "Non provarci mai più. Mai.
Più"
Alzò
gli occhi al cielo "Era solo una
dimostrazione" Si ricompose e poi riprese "C'è stato solo
uno
sfiorarsi di nasi ma fidati, è stato la sfiorarsi di nasi
più eccitante mai avvenuto
fino ad ora"
Namjoon,
disgustato, rispose con un "Sì, immagino" fece
finta di avere un conato di vomito per prenderlo in giro e poi,
tornando serio,
gli chiese "Perché me lo dici solo ora? Cioè, non
hai sentito il bisogno
di metterci i bigodini in testa come tuo solito e utilizzarmi come
diario
segreto?"
Hoseok, per
nulla toccato da quei commenti, abbassò le spalle
e sospirò "Volevo farlo, solo che lui mi ha detto di far
finta che non sia
mai successo e io sono confuso perché come può
pretendere che io faccia finta
di niente quando ho quel momento stampato nel cervello? Mi sono agitato
e non
ho dormito e-"
"E sei andato
fuori di testa, sì. Ho notato"
Gli mise
entrambe le mani sulle spalle e disperato annunciò
all'amico "Nam, io devo averlo. Aiutami"
Sapeva che la
risposta che gli stava per dare non era quella
che voleva sentirsi dire e così riprese "Ti ricordi cosa ho
detto quel
giorno, nella nostra vecchia stanza al college? Tutti mi stavano
prendendo in
giro e tu hai detto
che un giorno sarei
diventato un uomo di successo e che avrei avuto tutto quello che volevo"
Namjoon
sospirò "E tu con la tua vocina da ragazzina
vergine e disperata mi hai chiesto 'anche
un idol nel mio letto?'"
Hoseok,
più serio che mai, gli rispose "Esattamente. Tu
mi hai detto che avrei avuto anche quello. E' la mia occasione, non
posso
lasciarmelo scappare"
L'altro
sospirò ancora ma Hoseok seppe, grazie
all'espressione sconfitta che aveva assunto, di aver fatto centro. Non
abbandonò l'espressione bisognosa d'aiuto che aveva messo
su, ma dentro di sé
esulto come non mai.
Il pensiero di
poter avere Yoongi gli fece accantonare quello
dei pantaloni fino al giorno successivo.
---
L'aver parlato
col suo migliore amico aveva sicuramente
tranquillizzato Hoseok. Non solo quella notte era riuscito a dormire
tranquillamente, ma era anche riuscito a sistemare con calma i
pantaloni ed
indossare quel completo, pronto ad affrontare la riunione senza
problemi. E
stando da urlo.
Che poi alla
fine la riunione non gli fosse andata bene e che
come al solito era stato destinato ad essere l'assistente di
una
delle colleghe a cui invece era stata affidata l'intera campagna
pubblicitaria
non era un dato rilevante. Alla fine, anche questo faceva parte della
sua
normalità, quella che aveva riconquistato dopo la giornata
precedente.
Si era
lasciato prendere dalle cose ma, col senno di poi, si disse, non era
colpa sua.
Era colpa di Yoongi e della sua visita inaspettata.
Non era lui ad
essere strano, erano le cose che andavano
pianificate prima. Non c'era altro da fare, era quella la
verità.
Quando
però, dopo essere tornato a casa, ricevette un
messaggio da Namjoon -"Vieni al pub,
Jin hyung e Yoongi sono qui"- non poté non
pensare che lui e la verità
fossero dei grandissimi bastardi.
Era ancora per
strada quando gli arrivò un secondo messaggio,
sempre da parte del suo amico "Vieni
direttamente al bancone da me, non andare da loro"
Lo lesse che era
ormai davanti all'ingresso del locale,
quindi non si prese nemmeno la briga di rispondere, anche se non poteva
fare a
meno di chiedersi cosa diavolo significasse. Perché non
doveva andare da Yoongi
se era arrivato fin lì per lui? In ogni caso, aveva ormai
abbastanza fiducia
nel suo amico per fare come gli era stato detto.
Varcò
la soglia ed entrò, notando che il pub era fin troppo
affollato per essere la sera di un giorno feriale. Fu inevitabile per
lui,
nonostante la gente, individuare subito la chioma rosa di Yoongi,
seduto ad un
tavolo con Jin non troppo lontano dal bancone. Ingoiò a
vuoto e si diresse dal
suo amico, senza però perdere di vista gli altri due
ragazzi. Namjoon stava
riempiendo dei boccali con della birra alla spina ma comunque, quando
lo vide
arrivare, gli fece un cenno con la testa. Quando poi lo raggiunse
disse, come
se niente fosse "Da questo mercoledì in poi faremo la festa
della birra.
Tutti i mercoledì la birra, qualsiasi marca,
costerà meno. Funziona, no? A Yoongi
l'idea è piaciuta tanto, ha costretto Jin hyung a venire
anche se non aveva
voglia"
Hoseok prese
nota dell'informazione, annuendo distrattamente
con la testa -alla fine non è che quello gli interessasse
più di tanto. Quello
che gli premeva sapere, ovviamente, era altro "Perché non
posso andare da
loro?"
Namjoon,
tirò fuori vari bicchieri e boccali dal cesto che si
trovava vicino a lui e iniziò ad asciugarli, con calma.
Hoseok alzò gli occhi
al cielo.
"Sai qual
è il bello del mio lavoro? Puoi capire la
maggior parte delle persone che si trovano dall'altra parte del bancone
senza
nemmeno doverci parlare più di tanto"
"Smettila di
fare il barista vissuto e di mondo e vai al
sodo"
A quel punto,
Namjoon, si degnò di guardarlo. Male. Posò il
bicchiere e il panno e gli si avvicinò, parlando ad un tono
di voce più basso
"Vuoi sapere perché quei due vanno tanto d'accordo?" chiese
indicando
con la testa i ragazzi al tavolo "Hyung ha un patologico bisogno di
piacere agli altri e Yoongi... Beh, Yoongi è una fatina"
Hoseok
inarcò le sopracciglia, pensando che il suo amico
fosse diventato completamente scemo all'improvviso "Una fatina?"
"Sì.
A modo suo, vuole stare al centro
dell'attenzione"
"Ci ho provato e
non mi sembra abbia funzionato"
Namjoon scosse
la testa "No no. Tu l'hai importunato, è
diverso"
A quelle parole
Hoseok capì. I capelli.
Era quasi riuscito a rubargli un bacio perché gli aveva
detto che stava bene con quel colore di capelli, ma che sarebbe stato
carino
comunque, in qualsiasi modo glie li avessero conciati. Namjoon aveva
ragione.
"Che devo fare
allora?"
L'amico
ghignò "Quello che alle fatine non piace. Ignorarlo"
---
Ignorare Yoongi
fu esattamente quello che fece, per quasi
tutta la sera. Lui e Jin, quando il più grande lo
notò, lo raggiunsero al
bancone per salutarlo e per fare quattro chiacchiere -lo hyung si era
ricordato
della riunione che aveva avuto quella mattina e gli aveva chiesto come
fosse
andata e Hoseok, garbatamente, ricambiò la gentilezza
chiedendogli come
stessero andando le cose per il matrimonio a cui doveva lavorare il
giorno
dopo. Al ragazzo coi capelli rosa non rivolse parola, affatto, se non
per
salutarlo con un semplice ciao buttato lì, quando si
aggregarono a lui. In quel
momento si era congedato per andare in bagno e, mentre stava facendo
quello che
doveva fare, non poteva fare a meno di chiedersi se stesse soltanto
sprecando
tempo. Come poteva essere seriamente una buona tattica ignorare
qualcuno?
Namjoon era stato davvero un buon amico ad aver risposto alla sua
richiesta
d'aiuto, come aveva sempre fatto prima d'altronde, ma questa volta,
forse, non
aveva centrato appieno la questione. Dopo essersi lavato le mani
uscì dal bagno
dei maschi e, con sua sorpresa, si ritrovò nell'anti-bagno
faccia a faccia con
Yoongi, appoggiato a sua volta alla porta del bagno delle signore.
"Non mi parli
più?"
Ecco. Quello non
lo aveva previsto. Come doveva comportarsi
ora? Doveva continuare ad ignorarlo? O poteva rispondergli? Con
Namjoon, queste
cose, non l'aveva mai pianificate. Ci
risiamo, pensò.
Si
limitò a fissarlo,
sentendosi anche un po' un idiota ma davvero, che altro doveva fare?
Yoongi, in ogni
caso, non si arrese "Sei offeso per
quello che ho detto l'altro giorno?"
Decise di
lasciar fare le cose a lui, rispondendo in modo
vago. Almeno così avrebbe potuto vedere dove voleva andare a
parare lui
"Perché dovrei?"
Yoongi,
pensò Hoseok, era davvero una fatina -nel senso in
cui lo intendeva Namjoon, almeno. In quel momento aveva messo su una
faccetta
innocente che non gli aveva mai visto. Non che lo conoscesse
così bene, ma era
sicuro che quel ragazzo fosse in grado di ottenere ogni cosa volesse,
in
qualche modo.
"Perché
ti ho detto di fingere che quello che c'è stato
non sia mai successo"
Hoseok
continuò con le domande, sperando che tutto questo lo
portasse a qualcosa di buono "Cosa c'è stato?"
L'attimo di
smarrimento negli occhi di Yoongi fece
riacquistare ad Hoseok una certa sicurezza "Lo sai"
Gli sorrise,
malizioso "Devo essermene dimenticato"
Di nuovo, come
l'altra volta, Hoseok non capì come arrivarono
a quel punto, non riusciva a capacitarsi di come le cose, quando c'era
l'altro
ragazzo di mezzo, continuassero a sfuggirgli di mano, perdendone
totalmente il
controllo. Solo che, questa volta, non riuscì a
lamentarsene, non dopo essere
stato spinto dalla mano di Yoongi che si era posata sul suo petto
nuovamente
all'interno del bagno degli uomini e ritrovandosi l'altro che, con
decisione,
lo afferrò per i capelli, portando le loro bocche alla
stessa altezza. Quando i
loro nasi si sfiorarono e loro erano tanto vicini da non riuscire
più a vedersi
chiaramente, Yoongi sussurrò "Questo ti rinfresca la
memoria?"
Hoseok avrebbe
voluto rispondergli, urlare un 'Dio,
sì. Finalmente' o magari
sussurrargli qualcosa che riscaldasse ancora più
l'atmosfera, come aveva fatto
lui, ma non ne ebbe il tempo. E neanche il bisogno. Le labbra di Yoongi
sulle
sue stavano già facendo abbastanza. Riuscì a
riprendere il controllo di sé e
poi prendere anche quello della situazione qualche istante dopo,
afferrando
Yoongi per i fianchi e incastrandolo tra sé e la porta.
Quando lo sentì gemere
ringraziò il cielo -o Namjoon- e lo sollevò con
forza, facendogli capire che
doveva affidarsi a lui.
In quel
momento, dovette ricredersi. Quella era la prova che
a volte le cose riescono ad andare bene anche quando non vengono
minuziosamente
programmate prima.
Eccomi
qui, in anticipo per la seconda volta!
Sarò
sincera, in parte è perché non vedevo l'ora di
pubblicare questo capitolo *-* Cioè, domani non
avrò davvero occasione di perdere
tempo davanti al computer, ma questa è solo una causa
secondaria xD
Comunque.
L'ultimo era solo un capitolo di passaggio e spero che questo
-un po' più consistente- possa essere considerato come una
scusa degna di
questo nome per riscattarmi come si deve!
Questa
volta ho una minuscola cosa da chiarire. Più persone
mi hanno detto, nelle recensioni, che si aspettavano un capitolo di
Yoongi la
settimana scorsa e questo mi ha fatto venire in mente che mi sono
brutalmente
dimenticata di dirvi una piccola, insignificante cosetta.
Il punto di vista narrativo cambia
di capitolo in capitolo,
come avete potuto già notare, ma non ci saranno capitoli
narrati dal punto di
vista dei personaggi che non abitano all'interno del loft...
*sorride
imbarazzata*
Eh,
potevo dirlo prima. Avete ragione.
Il
perché è molto semplice: mi voglio complicare la
vita. E
anche perché non ho mai scritto una Yoonseok solo ed
esclusivamente dal punto
di vista di Hoseok. Ma soprattutto perché l'idea,
l'ispirazione, il titolo, molto
di quello che riguarda i personaggi della storia, l'intero intreccio
è legato all'ambientazione
in questo appartamento. Con questo però non voglio dire che
Yoongi, Jimin e Jungkook
sono personaggi secondari -ed ecco perché mi sto complicando
la vita xD
E
già che sono in argomento, preciserò anche che
sì, arriveranno
anche i personaggi che non sono ancora stati nominati nella storia,
giuro! Datemi solo un
po' di tempo xD
Ancora,
come sempre, voglio ringraziare chiunque stia
leggendo questa storia, in particolare gli autori delle bellissime
recensioni
che mi fanno andare in giro con un sorriso da scema stampato in faccia ♥
Buonanotte
a tutti^^
A presto, spero!
YoongiYah
♥
|
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Capitolo 6 *** V - Jin ***
Jin era convinto
che ci fosse qualcosa che non andava, da
qualche giorno. Il punto era che non riusciva a capire cosa.
Yoongi lo stava
ignorando. Non c'era altra spiegazione, ce l'aveva con lui. Gli aveva
dato buca
già quattro volte e la sua unica spiegazione era stata un
messaggio del tipo "La compagnia mi sta col
fiato sul
collo, scusa"
Certo, come no.
Era vero che,
essendo nel suo periodo di trainee, non aveva
mai più di tanto tempo libero ma comunque Yoongi non si era
mai fatto mancare
niente, nemmeno se questo gli avesse poi causato problemi. E non era
mai
successo prima che non si sentissero per così tanto. Certo,
non è che
passassero ventiquattro ore su ventiquattro a mandarsi messaggini ma
comunque
si sentivano tutti i giorni, anche per un semplice come stai. Invece,
da un
po', Yoongi non lo cercava più.
La cosa che lo
mandava più ai matti era che non ne capiva il
motivo. Insomma, non credeva di aver fatto qualcosa di male ma se anche
così fosse
stato ne potevano parlare, come fanno le persone adulte e civili, no?
No, a quanto
pareva.
Sospirando, con
in testa solo questo pensiero, uscì dalla sua
camera per andare in cucina a preparare la colazione. Sentì
la porta d'ingresso
chiudersi prima di riuscire ad oltrepassare tutto il corridoio. Quando
lo fece,
poi, trovò Hoseok, con solo un paio di boxer addosso e tutto
spettinato, in
piedi proprio tra l'ingresso e il soggiorno "Che stai facendo?"
Hoseok si
girò di scatto verso di lui "Ehi, uhm, hyung"
sembrò rendersi conto solo in quel momento di essere in
mutande e cercò di
coprirsi come meglio poteva "I-io, ehm-"
Jin, perplesso,
non poté fare a meno di chiedersi perché
accidenti stavano andando tutti fuori di testa, ultimamente. Taehyung,
che lo
affiancò in quel preciso istante, gli diede una parziale
spiegazione "Oh,
me lo sono perso anche stamattina?"
"Cosa?"
"Il ragazzo di
Hoseok hyung!"
Jin e Hoseok
strabuzzarono gli occhi e, allo stesso tempo,
dissero
"Hai
un ragazzo?"
"Non
è il mio ragazzo!"
Tae fece
spallucce "Fa niente, puoi chiamarlo come vuoi.
Sono un po' di notti che hyung fa entrare un ragazzo di nascosto e poi
lui se
ne va la mattina presto. Oggi però è uscito
più tardi del solito, speravo di
riuscire a vederlo"
Jin era sorpreso
"E tu come fai a sapere tutte queste
cose?"
La faccia di
Taehyung si rabbuiò "Le nostre stanze sono
attaccate. Riesco a sentire tutto. Hyung, ti piacciono cose davvero
strane"
Hoseok era
diventato tutto rosso. Tutto "Tae. Ti prego,
stai zitto"
Ad infierire,
poi, arrivò un Namjoon mezzo assonnato che alla
vista della scena sembrò svegliarsi definitivamente "Belle
mutandine,
Hoseok. Hai perso il pezzo di sopra? Vuoi che ti presti la mia
vestaglia?"
Il ragazzo, che
sembrava stesse per prendere fuoco, iniziò a
balbettare qualche fase senza senso; poi, con un verso frustrato e un
"Andrete tutti in un posto molto, molto brutto" se ne tornò
in camera
sua, continuando ancora a cercare di coprirsi.
Namjoon
scoppiò a ridere e Jin si ritrovò a fissarlo. Gli
piaceva quando il ragazzo rideva. Era carino. Non che Namjoon per lui
potesse
essere definito semplicemente carino,
ma quando rideva, in qualche modo, riusciva a metterlo in pace. Anche
se, in
quel momento, l'attenzione di tutti era rivolta altrove "Sai che sta
succedendo?"
Non smise di
sorridere ma comunque si girò verso di lui. La
fossetta era lì, in tutta la sua gloria "No, per fortuna non
sono stato
invitato ad assistere"
Sentì
la manica della sua camicia venire tirata e si girò
verso Tae che, come un bambino, cercava di farsi notare "Hyung, voglio
la
mia colazione. Mi hai viziato, adesso ne devi pagare le conseguenze"
La colazione fu
consumata nel più religioso silenzio
possibile. Solo che, almeno per quella volta, l'imbarazzo era tutto per
Hoseok.
Taehyung e Namjoon continuavano a ridere di lui sotto i baffi e Hoseok
continuava a far finta di niente ma comunque si vedeva quanto fosse
seccato.
Jin cercò di riappacificare gli animi "Sai che puoi dirci
tutto, vero?"
Hoseok si
alzò, portò la sua tazza al lavello e la
posò.
Mentre tornava al tavolo per prendere la giacca, che aveva
accuratamente
lasciato sullo schienale della sua sedia, e la ventiquattrore,
anch'essa
appoggiata lì, disse "Vedendo il livello di
maturità raggiunto dalle
persone in questa stanza direi di no, non posso" Si mise la giacca e
dopo
aver lisciato bene le maniche si avviò verso l'uscita "Ciao
hyung" e
ignorando gli altri lasciò definitivamente il loft.
Namjoon
sospirò "Dio, adesso mi toccherà regalargli dei
fiori"
Jin, a quella
frase, scattò, senza potersi più trattenere
"Mi aspettavo molto di più da voi" ridusse gli occhi a due
fessure e,
appoggiando il gomito al tavolo, si avvicinò a Namjoon,
seduto proprio davanti
a lui "Soprattutto da te"
Registrò
con la coda dell'occhio Taehyung che con una grazia
improvvisa lasciò tavola e cucina, dirigendosi direttamente
verso la porta,
andandosene anche lui. Non distolse comunque lo sguardo da Namjoon,
cercando in
tutti i modi di farlo sentire in colpa.
Il ragazzo
retrocesse appena "Lo lasci andare
così?"
Non gli rispose.
Continuò a fissarlo e basta.
"Hyung. Fai
paura"
A quel punto,
parlò "Bene"
Dopo aver
passato qualche altro secondo a guardarlo male si
alzò, portando tutto quello che c'era da lavare al lavandino
"Rimetti
quello che stava nella dispensa a posto. Non rompere niente"
Namjoon
scattò in piedi, senza fiatare, per fare quello che
gli era stato chiesto.
Jin sorrise, ma
fu ben attento a non farsi vedere dall'altro.
---
Il resto della
mattinata, lo occupò svolgendo le sue mansioni
in casa. Per quella settimana toccava a lui andare a fare la spesa e
così,
essendo libero quel giorno, dopo aver sistemato in cucina -o meglio,
dopo averla
fatta sistemare a Namjoon sotto la sua supervisione- prese i soldi
dalla cassa
comune e lista della spesa, dove erano segnate le necessità
per la casa e
quelle di tutti gli abitanti. Prese tutto quello che doveva senza
chiedersi
nulla -anche se, sul serio, lui poteva capire tutto ma a quale uomo
servono
delle forcine per capelli?- e poi fece ritorno nel loft.
Hoseok,
ovviamente, era ancora al lavoro mentre Tae, da
quando era sparito, o fuggito dall'ira del più grande, non
si era ancora fatto
rivedere quindi era probabile che in casa sarebbero stato solo lui e
Namjoon.
La cosa non lo preoccupava, non più dalla primissima volta
che ci erano
rimasti. Dopo quella piccola discussione in cui era stato appurato che
Jin era
un narcisista che voleva piacergli a tutti i costi e che all'altro la
cosa stava
bene, tutto aveva incominciato ad andare per il verso giusto.
Più o
meno.
Il fatto che
continuasse a fare pensieri impuri su di lui non
era più di tanto rilevante, fintanto che riusciva a
tenerseli per sé.
Lo
trovò seduto al tavolo, fogli, scontrini e ricevute varie
davanti a lui, calcolatrice e penna in mano. Quando era così
concentrato era
ancora più -Non adesso Kim Seokjin!
Cercando di
portare entrambe le buste, piene, della spesa,
provò ad attirare la sua attenzione "No, ce la faccio da
solo,
grazie" nella speranza che cogliesse l'ironia.
Lo vide alzare
lo sguardo lentamente ma, quando capì che la
sua era una richiesta d'aiuto seria, si alzò di scatto
"Attento"
Recuperò
in tempo la busta che stava per far cadere
"Potevi dirmelo, sarei venuto direttamente con te"
Portarono
entrambi le buste sull'isola della cucina e da lì,
insieme, iniziarono a svuotarle e a mettere tutto al proprio posto. Era
una
situazione... Familiare, a modo suo. Gli piaceva. Con Hyosang queste
cose non
l'aveva mai fatte, Jin aveva sempre cercato di lasciargli il tempo che
aveva
libero dal lavoro libero a tutti gli effetti, alle cose di casa ci
aveva
pensato sempre e solo lui.
Non che stesse
paragonando Namjoon al suo ex, chiaramente.
No.
Di nuovo,
cercò di non pensarci "Era il mio turno, non
il tuo. E poi hai altro da fare, finisco io"
L'altro
scrollò le spalle "Non mi pesa, la contabilità
del pub la posso controllare anche dopo. Ti aiuto volentieri"
No, non stava
assolutamente facendo dei paragoni tra il
ragazzo che aveva accanto e quello con cui era stato per sei anni.
Ancora,
ignorò qualsiasi cosa gli passasse per la testa
"Contabilità? Non dovrebbe farlo il proprietario? O una
persona
incaricata?"
Namjoon non
distolse lo sguardo da quello che stava facendo
"In teoria, ma il proprietario è un idiota e io mi diverto"
Jin
inarcò le sopracciglia "Ti diverte?"
"Sì.
Mi piacciono queste cose"
"Il tuo concetto
di divertimento non è di certo quello
comune"
Namjoon si mise
a ridere. La fossetta. Voleva sbattere la
testa da qualche parte.
"Disse quello
che si diverte ad essere necessario agli
altri"
Jin, a quelle
parole, si fermò "Non è vero!"
Si
fermò anche Namjoon e si girò a guardarlo,
sorridendo
ancora. La fossetta.
"Andiamo, sei
qui da quanto? Poco meno di un mese? Sei
già diventato la mamma del loft. All'inizio pensavo fossi
come Hoseok che deve occuparsi di
queste cose, ma invece
non è così, tu vuoi
farlo"
Si
imbronciò leggermente "Che c'è di male?"
Namjoon non
aveva mai smesso di sorridere "Niente"
Poi distolse lo
sguardo e, ritornando a svuotare le buste
disse "Mi piace, è una cosa carina"
I paragoni e
tutte le fantasie che aveva su quella dannata
fossetta iniziarono a vagare senza alcun controllo, ormai.
---
Tentò
di contattare per l'ennesima volta Yoongi, quel
pomeriggio. Non poteva chiamarlo perché, nel caso in cui
fosse stato davvero
impegnato con la compagnia, non gli avrebbe mai risposto, ma un
messaggio prima
o poi avrebbe dovuto leggerlo. Dopo aver digitato un "Degnati
di rispondermi appena puoi, brutto stronzo. Devo parlarti
di una cosa importante" e averlo inviato, lasciò
la chat aperta per
controllarne la visualizzazione. Dopo dieci minuti si arrese e, con un
sospiro,
gettò il cellulare dall'altra parte del divano. Nel momento
in cui puntò il
gomito al cuscino del divano e appoggiò la testa sulla mano
e riportò la sua
attenzione al telefilm che stava guardando, Namjoon fece il suo
ingresso nel
soggiorno e prese posto accanto a lui. Accanto alla sua testa. La sua
faccia
era praticamente a contatto con la coscia dell'altro.
Si
schiarì la gola e, con nonchalance, si tirò su,
riprendendo il cellulare e riaprendo la conversazione col suo suddetto
migliore
amico. Iniziò ad inviargli con insistenza una moltitudine di
faccine
arrabbiate.
"Problemi?"
Jin
spalancò gli occhi, pietrificato -sì,
tu. Ma era una cosa brutta da dire in quel momento,
probabilmente.
E comunque, con
qualcuno aveva bisogno di parlare. Namjoon
non era la persona indicata per parlare della minuscola cotta che
poteva
essersi preso per lui, però poteva parlargli del suo amico.
Sospirò,
più per riprendere coscienza di sé e di quello di
cui poteva parlare con l'altro e per perdere tempo che altro, poi
iniziò
"Io... Credo che Yoongi mi stia evitando"
"Perché?"
"Non lo so,
potrei aver fatto qualcosa di sbagliato ma
non so cosa e lui non ne vuole parlare"
Namjoon sorrise
"No, hyung. Volevo dire, perché lo
credi?"
Aggrottò
le sopracciglia, confuso dalla domanda "Perché
mi ha già dato buca quattro volte e mi dice sempre che ha da
fare. Non è da
lui"
"Magari allora
è davvero così. Magari ha davvero da
fare. O magari è successo qualcosa e lui non ha avuto modo
di parlartene.
Rilassati"
Ok, questo
però non lo aiutava "Sì ma-"
Namjoon lo
fermò, prima che potesse dire altro
"Hyung" gli mise una mano sulla coscia e strinse, non troppo forte ma
comunque in maniera decisa "Smettila di pensare che sia colpa tua"
Aveva uno
sguardo serio. Sicuro. Improvvisamente Jin iniziò a
sentire caldo.
"E se anche tu
avessi fatto qualcosa che lo ha
infastidito sono sicuro che non l'hai fatto apposta, quindi, se
così fosse, se
ne renderà conto anche lui e tornerà tutto come
prima"
Probabilmente
quello che voleva lui era essere rassicurante e
Jin era sicuro che in un altro momento ci sarebbe riuscito
perfettamente, ma
lì, su quel divano, l'unica cosa che riusciva a percepire
era quella mano sulla
sua dannata coscia.
"Davvero Jin,
sono sicuro che tu ti stia facendo troppi
problemi"
Sorrise. La
fossetta. Caldo.
Quando il suo
cellulare iniziò a squillare Jin pensò sul
serio di dover trovare il modo per sdebitarsi con qualsiasi
divinità avesse
deciso di aiutarlo, nonostante i brutti pensieri che stavano affollando
la sua
testa. Sobbalzò per lo spavento -la suoneria era abbastanza
forte e lui davvero
non se lo aspettava in quel momento- e Namjoon lo liberò
dalla presa,
lasciandogli un formicolio proprio sul punto dove si era trovata la sua
mano. Recuperò
il telefono e vide che a chiamarlo era proprio il suo migliore amico
"E'
Yoongi"
Namjoon sorrise,
di nuovo "Visto?"
Continuava a
fissare lui, tenendo ancora in mano il telefono,
che a sua volta continuava a squillare.
"Dovresti
rispondere adesso"
Spalancò
gli occhi "Uh?"
Namjoon
inarcò semplicemente le sopracciglia e lui si
sentì
un grandissimo stupido. Tornò alla realtà e fece
partire la chiamata. Dopo aver
portato l'apparecchio all'orecchio disse un "Era ora!"
Si
alzò, sorridendo appena al ragazzo a mo di scuse e poi,
quasi di corsa -sperando di non essere stato ridicolo agli occhi
dell'altro- si
chiuse in camera sua.
Nel frattempo
Yoongi, dall'altra parte della cornetta, si
stava scusando "Hyung, scusami, ma
questi giorni sono stati davvero un casino. Mi dispiace di essere
sparito così
ma-"
"Yoongi, non me
ne frega un cazzo adesso di quello che
hai dovuto fare tu"
"E'
successo
qualcosa?"
Jin si
spalmò praticamente sulla porta, neanche avesse corso
una maratona, e poi scivolò, fino a che il suo sedere non
toccò la moquette.
Cercò di scegliere con attenzione le parole da usare ma poi,
si rese conto,
quelle spicciole rendevano meglio "Credo di voler saltare addosso ad
uno
dei miei coinquilini"
"Chi?"
Chiuse gli occhi
e fece un respiro profondo
"Namjoon"
"Oh"
Yoongi
sembrava... Sollevato? "Chi altri poteva essere,
scusami? Ti avevo già detto che è carino"
"Trovarlo carino non significa volergli saltare
addosso"
"Non faccio da
nave scuola, solitamente. E non vado
neanche con le donne mancate che si stanno già facendo un
altro -ricordami di
raccontarti anche questa cosa, tra l'altro, stamattina è
stato cooosì
imbarazzante e-"
"Hyung"
"-sì,
scusami" Si passò la mano libera su tutto il
viso e poi, con l'indice e il pollice, strinse il ponte del naso "Che
devo
fare?"
"Non
potresti
saltargli addosso?"
Si
lasciò il naso e riaprì gli occhi di scatto,
urlando solo
uno scandalizzato "Yoongi!"
"Beh,
che ci sarebbe
di male, scusa?"
Rispondendo come
se stesse dicendo qualcosa di ovvio, disse
"Tanto per iniziare potrei non piacergli -"
"Passo"
"- e poi sarebbe
strano! Viviamo insieme!"
L'amico, a quel
punto, rise. Di gusto, pure "Perché
scusa, non è già strana la situazione?"
"Eh" In effetti,
non poteva dargli tutti i torti...
Poi, all'improvviso, ebbe un'illuminazione. Quello poteva essere un
problema
"Yoongi?"
"Mh?"
"Sono passati
più di sei anni. Io mica mi ricordo come
si fa all'inizio"
Silenzio. Yonngi
non fiatò, per un attimo pensò pure che
fosse caduta la linea. Poi realizzò "Fattela questa risata,
dai"
Yoongi
scoppiò a ridere. Forte, tanto che se lo stava
immaginando con quella odiosissima bocca spalancata, lingua biforcuta
in bella
mostra.
E figurarsi che
in giro si dice che è una cosa rara, trovare
un vero amico.
Non si sentiva
molto fortunato in quel momento.
Ed
eccomi qui, in anticipo ancora una volta -sto seriamente
prendendo in considerazione l'idea di spostare definitivamente la
pubblicazione
al giovedì...
Suppongo lo scopriremo solo vivendo.
Comunque.
Spero che anche questo capitolo di Seokjin vi sia piaciuto e
che la storia non stia ancora deludendo nessuno!
Ancora
una volta voglio ringraziare tutti voi lettori,
soprattutto chi recensisce
♥
-il sorriso da scema non mi ha mai
abbandonata,
nemmeno questa volta :D
Prima di salutarvi, volevo
mostrarvi il bellissimo disegno
che il mio caro Jichan ha fatto, ispirandosi ad una delle scenette del
capitolo
precedente -precisamente, quella in cui Hoseok tenta di mostrare a
Namjoon
quanto vicini lui e Yoongi fossero quando si sono quasi baciati nel
secondo
capitolo xD
A
me piace tantissimo e col suo permesso ho deciso di
condividerlo con tutti voi *-*
E
a te, Ji,
vanno un ringraziamento speciale e una standing
ovation -e anche il pupazzetto invisibile di Yoongi che ti mando
virtualmente :D
Detto questo, vi lascio augurandovi una buona serata ^^
Alla prossima settimana,
YoongiYah
♥
|
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Capitolo 7 *** VI - Namjoon ***
Hoseok
rientrò in casa poco dopo che Jin era sparito in
camera sua -impedendo così a Namjoon di sentire una sola
parola della
conversazione col suo migliore amico, a parte qualche gridolino qua e
là.
Comunque, lui era rimasto sul divano e, dopo essersi impossessato del
telecomando per cercare qualcosa di più interessante da
guardare, il suo, di
migliore amico, fece il suo ingresso in scena. Quando vide che nella
stanza
c'era solo Namjoon ridusse gli occhi a due fessure e chiuse la porta
con forza,
sbattendola. Senza smettere di guardarlo torvo s'incamminò
verso il corridoio
-se lo stava immaginando mentre posava valigetta, cravatta e giacca al
loro
posto con estrema cura, quasi come se il mondo fosse cascato se non
l'avesse
fatto- e poi ritornò in soggiorno, il tutto senza mai aver
smesso di guardarlo
male. Si sedette sul divano, all'estremità, il
più lontano possibile da lui, e,
dopo aver messo su una faccia offesa, fece in modo di dargli le spalle.
In
tutto questo, riusciva ancora a sentire i gridolini di Jin.
Namjoon
alzò gli occhi al cielo, esasperato "Dio, mi
sembra di vivere nella casa di Holly
Hobbie"
Come a voler
confermare i suoi pensieri, anche Taehyung
rientrò in casa, praticamente correndo. Chiuse la porta,
sbattendola anche lui
-i signori dell'appartamento di fianco si sarebbero lamentati il giorno
dopo,
ne era sicuro- e gridò -o pianse, non era chiaro "Sono una persona orribile!"
Poi, di nuovo,
corse in camera sua chiudendocisi dentro e
sbattendo ancora la porta, ovviamente. Da lì in poi lo
sentirono emettere solo
un urlo disperato.
Namjoon, ancora,
sospirò "Appunto" e riportò la sua
attenzione allo schermo.
Dopo qualche
minuto di completo silenzio guardò con la coda
dell'occhio Hoseok, che, ostinato, continuava a dargli le spalle
"Dovremmo
andare a controllare?"
A quel punto
l'altro si girò e, con la faccia di uno che era
appena stato offeso a morte e, con tono sdegnato, disse "Quindi se
è lui
ad avere un problema tu corri in suo aiuto ma se io ce l'ho con te non
fai
assolutamente niente?"
Namjoon,
spazientito, praticamente grugnì "Hoseok, ma
che vuoi da me?"
Allargò
le braccia, come a voler dire che la sua domanda era
stupida e che la risposta era ovvia "Il tuo appoggio!"
Si
sforzò, cercò di ricordare quando aveva deciso di
sposarsi
con una donna perennemente mestruata, ma non ci riuscì.
Ovviamente. Non era mai
successo, quindi perché diavolo Hoseok aveva deciso di
comportarsi come se
quella fosse la loro situazione?!
"Sentimi bene,
stupido che non sei altro" fu lui a
ridurre gli occhi a due fessure e, iniziando ad arrabbiarsi,
continuò "Non
è colpa mia se questa mattina vi siete quasi fatti beccare,
ok? Ti ho coperto,
ho detto che non so niente di quello che stai combinando e ho coperto
anche
Yoongi. Non pretendere di più, non è colpa mia se
volete avere una relazione
segreta e non riuscite a farlo!"
Hoseok non gli
rispose, non subito. Conoscendolo bene,
Namjoon sapeva che in quel momento aveva capito di essere dalla parte
del
torto. Si prese internamente il suo attimo di gloria -non gli capitava
troppo
spesso, alla fine.
"Beh, non
è neanche colpa mia. Io non volevo neanche
fosse una cosa segreta"
Non
poté fare a meno di ridere appena a quella dichiarazione,
sapendo che ormai la questione si era già risolta, in parte
"Immagino.
Fosse per te adesso staresti affacciato alla finestra a gridarlo tanto
forte da
farti sentire da tutta la città"
Le sue parole
fecero ridere Hoseok, a sua volta "Ci puoi
giurare. Ho voglia di farlo dalla prima volta, in pratica" poi, ancora,
sospirò pesantemente "Non è solo questo, in
realtà"
Namjoon aveva
capito che era arrivato il momento per Hoseok
di fare la sua chiacchierata tra donne. Chiedendosi come diavolo fosse
possibile un cambio di umore così repentino -ah,
già. Era quel periodo del mese,
giusto- pensò di non potercela fare da solo. Si
alzò, mentre l'altro continuava
a confidarsi, e si prese una lattina di birra.
"Io... E'
carino, sai? Cioè, è acido quasi tutto il
tempo che passiamo insieme -riesce ad essere acido anche mentre
facciamo sesso -"
"I dettagli,
Hoseok. Non li voglio sapere, ti
prego"
"- ma lo
è in maniera carina. Dovresti vedere poi come
gli si illuminano gli occhi quando parla delle canzoni che sta
preparando! E'
davvero..."
"Carino?
Sì, l'hai già detto. Due volte" poi
cercò
di essere il più delicato possibile "Hoseok, ti sei preso
una cotta per
uno che non vuole nemmeno ammettere in pubblico di conoscerti?"
Probabilmente
aveva fallito in quanto a delicatezza. Cercò di
guardare attentamente il suo amico, sperando di non averlo ferito. La
sua autostima
dai tempi del college si era rafforzata ma, delle volte, bastava poco
per
buttarlo giù. Fu sorpreso, però, di non vederlo
affranto.
"Non lo so,
forse? Ma Nam, non mi sto facendo nessuna
illusione, davvero. Sono abbastanza grande ormai da capire certe cose,
so che
per lui non c'è niente di più e io me lo faccio
bastare. Insomma, non è che mi
stia andando male, il sesso è davvero grandioso e mi lascia-"
Si
coprì le orecchie con le mani e iniziò ad urlare
con voce
stridula "Non lo voglio sapere. Non lo voglio sapere. Non lo voglio
sapere"
Vide
Hoseok ghignare e
temette per il peggio. Purtroppo per lui, il suo migliore amico non
aveva tanti
freni inibitori, aveva smesso di vergognarsi per certe cose ormai anni
fa -più
che altro, aveva iniziato a vantarsi dopo essere diventato sessualmente
attivo,
come se lui fosse l'unico al mondo a fare sesso. Certo,
credici Hoseok- e
lui era la sua vittima preferita, quando era in vena di confidenze. Il
più
delle volte anche l'unica.
Jin hyung,
quell'angelo di ragazzo, però, lo salvò in tempo.
Rientrò nel soggiorno e trovandoli così, uno
ghignante e l'altro con le
orecchie chiuse dalle sue stesse mani, non poté fare a meno
di chiedersi
"Che cosa sta succedendo qui?"
Hoseok si
bloccò all'istante, ovviamente. Dalla faccia
sembrava stesse per avere una colica e
Namjoon ne approfittò subito "Niente hyung" lo prese per il
polso e
se lo portò vicino, facendo in modo che si sedesse accanto a
lui sul divano
"Hai risolto con Yoongi?"
Le guance e le
orecchie di Hoseok si tinsero di rosso, al
sentire quel nome. Si alzò e borbottando un qualcosa che
probabilmente doveva
suonare come un "Vado a vedere come sta Tae" si diede alla fuga.
Jin lo
seguì con lo sguardo, stranito dal suo comportamento
"Ma che ha?" -Namjoon scrollò semplicemente le spalle, in
risposta- e
poi riprese "E' tutto risolto, sì. Anzi... Vorrebbe uscire,
questa sera.
Tu al pub ci devi andare dopo cena, vero?"
Non aveva ancora
mollato la presa sul polso del più grande.
Non ne aveva più bisogno, Hoseok se ne era ormai andato e le
sue innocenti
orecchie erano al sicuro ma... Gli stava dando una bella sensazione.
Non era
sicuro di volerci rinunciare ancora. Tanto più che l'altro
non si stava
lamentando, quindi non vedeva perché doverci rinunciare.
Riprese la
lattina dal tavolino, dove l'aveva lasciata per
difendersi dalla linguaccia del suo amico, e, prima di berne un sorso,
disse
"Potete andare al pub anche se io non lavoro, sai?"
Jin gli tolse la
birra dalle mani prima ancora che le sue
labbra riuscissero a toccarla. Namjoon non riuscì a
distogliere lo sguardo. Lo
guardo bere, fissò quelle labbra carnose poggiarsi dove
prima si erano posate
le sue e Jin, in tutto questo, non aveva mai smesso di guardare lui.
Era
strano.
Interessante,
certo, ma comunque strano.
"Lo so, ma senza
di te non sarebbe la stessa cosa"
Dopo avergli
ridato la lattina, Jin si passò una mano tra i
capelli -Namjoon rimase ammaliato dal gesto- e poi si alzò,
sparendo con
estrema lentezza in camera sua. Continuò a fissare la
schiena del più grande
fino a che gli fu possibile. Poi sgranò gli occhi e
inarcò le sopracciglia
"Mi sfugge qualcosa"
Sbuffò
e poi si ributtò sul divano, facendo rimbalzare la
testa sul cuscino dello schienale. Prese quel sorso di birra che aveva
tentato
di bere prima che venisse fermato da Jin. Dopo aver ingerito si
ritrovò a
fissare la fessura della lattina. Si disse che era troppo vecchio per
pensare a
queste cose ma... Era un bacio indiretto quello, giusto?
"Dio, sta
venendo il ciclo anche a me"
---
Il suo turno era
iniziato da circa mezzora quando Jin,
assieme a Yoongi e Jimin, arrivò nel suo locale. Non che
fosse suo, ma più o
meno era come se lo fosse. La contabilità la gestiva lui,
gli ordini li faceva
lui e i turni dei dipendenti li decideva lui. Solo, non si prendeva
legalmente
la responsabilità di nulla. Hoseok lo prendeva sempre in
giro per questo, gli
diceva "Nella vita come nel lavoro", o altre cose del genere. Per lui
andava bene così. Le cose, quando diventavano troppo
complicate, perdevano il
loro interesse. Questo era quello che si diceva, almeno.
Gli stava
andando bene comunque, era convinto che tutto
stesse andando bene. Questo fino a quando non vide Seokjin per la prima
volta.
L'aveva inquadrato subito e ne aveva ogni giorno di più la
certezza: lui era
esattamente il tipo di bravo ragazzo che piaceva a lui. Il problema era
che i
bravi ragazzi, solitamente, sono proprio quelli che le cose, prima o
poi, te le
complicano, cercando stabilità, sicurezza, poche frivolezze
e basi per un
futuro concreto. Namjoon era da anni che aveva smesso di sognare in
queste cose
ed era da anni che aveva smesso di cercare un bravo ragazzo da far
entrare
nella sua vita. Aveva imparato a sue spese che questo tipo di pressione
non
faceva per lui, non la sapeva gestire. Ne ebbe la conferma ancora una
volta
quella sera, quando Jin varcò la soglia dell'ingresso del
pub e lo vide puntare
gli occhi verso il bancone e, dopo averlo individuato, su di lui. Il
più grande
gli sorrise e lui si lasciò sfuggire il bicchiere che teneva
tra le mani,
facendolo cadere a terra.
Appunto. Lui
certe cose non le sapeva gestire.
Quella sera,
comunque, c'era qualcosa che non andava. C'era
qualcosa di diverso, se n'era accorto già a casa ma in quel
momento ne stava
avendo le prove inconfutabili. I tre amici non sembravano essere usciti
per
stare insieme: Yoongi aveva il naso attaccato al telefono, non aveva
mai alzato
lo sguardo dallo schermo, nemmeno una volta, e Namjoon non faceva
fatica ad
immaginare con chi stesse messaggiando -la cosa non poté non
farlo rabbrividire
appena- mentre Jimin aveva un broncio talmente tanto lungo da poter
arrivare a
toccare il tavolo intorno al quale si erano accomodati. Jin hyung, in
tutto
ciò, non aveva mai smesso di bere del vino
rosé -sul serio, nemmeno Hoseok era mai arrivato a
tanto- e di parlare da
solo. Quando poi, arrivati quasi all'orario di chiusura, vide il
più grande
avvicinarsi a lui e gli altri due uscire dal pub, si disse che c'era
davvero
qualcosa di molto strano.
Si
fermò proprio davanti a lui, mise entrambi i gomiti sul
bancone e appoggiò il mento sulle sue mani "Jimin non si
sente bene e
Yoongi lo riporta a casa. Per fargli fare prima gli ho detto che sarei
tornato
a casa con te" si morse il labbro inferiore e Namjoon si
sforzò di non
fissare "Non ti dispiace, vero?"
Ingoiò
a vuoto "N-no" si schiarì la gola e con tono
più sicuro aggiunse "Se a te non dispiace fare un po'
più tardi del
solito"
"Se ci sei tu
per me va bene" gli sorrise ancora
"Me ne dai ancora?"
Cercò
di alleggerire l'atmosfera. O di distrarre la sua
povera mente confusa "Non vorrai ubriacarti con del vino
rosé, vero?"
Il sorriso non
sparì dal viso dell'altro. Ma gli vide
cambiare sfumatura, proprio come successe ai suoi occhi "Il
rosé mi rende
un po' sgualdrina"
Namjoon,
allibito, si ritrovò a fissarlo. Sbatté le
palpebre
più volte e cercò una qualche risposta da poter
dare all'altro ma non gli venne
in mente niente. Come accidenti doveva rispondere ad una frase del
genere?
"...ehm,
sì. No, non credo te ne darò più.
Aspettami qui
e tra poco più di un quarto d'ora ce ne andiamo"
Il sorriso del
suo hyung diventò un leggero broncio
"Ok"
Si
allontanò e, iniziando a preparare il tutto per la
chiusura, non riuscì a smettere di pensare a cosa cazzo
stesse succedendo.
La cosa certa,
in tutto quello, era che il vino, anche se non
lo aveva fatto diventare una sgualdrina, gli aveva fatto dimenticare il
concetto di spazio personale. Erano ormai all'interno dell'ascensore
del
condominio e stavano salendo all'ultimo piano, dove il loro loft si
trovava, e
Namjoon era convinto che, per quanto fossero vicini, poteva avere
addirittura
qualche capello dell'altro nelle narici. Jin non aveva mai smesso di
parlare e
di fare battutine. La situazione, strana di partenza, all'inizio poteva
sembrargli anche divertente ma ora era solo spiazzante.
Sospirò
mentalmente di sollievo quando sentì il ding
dell'ascensore, seguito dalle porte che si aprirono automaticamente.
Con una
sola, grande falcata ne uscì, superando l'altro, e, tirando
fuori le chiavi
dalla tasca della giacca, si fiondò sulla serratura e
aprì velocemente. Una
volta entrato non aspettò l'altro, lasciò la
chiave nella toppa e la porta
aperta "Mh. Bene. Hyung, io vado a letto"
"Aspetta"
Jin chiuse la
porta e ne bloccò la serratura. Poi, con calma,
si girò e, guardandolo negli occhi, gli si
avvicinò, lentamente. Namjoon incominciava
ad esserne spaventato.
"Hyung"
Non
riuscì a finire la frase. In realtà non sapeva
nemmeno
cosa avrebbe dovuto dire. Non riusciva a capacitarsi nemmeno di quello
che gli
stava accadendo, figurarsi il riuscire a formulare una frase di senso
compiuto
idonea alla situazione.
Jin,
semplicemente, continuava a guardarlo. E c'era qualcosa
di profondamente sbagliato nel suo sguardo. In quel momento, non
riusciva
proprio a riconoscere gli occhi di Jin hyung. Non riusciva
più a riconoscere
nemmeno lui, a dire il vero.
Soprattutto
quando, dopo essersi avvicinato troppo, lo prese
per la giacca e strinse con il pugno, fermandolo così anche
dai suoi tentativi
di indietreggiare. Si avvicinò ancora e Namjoon
sentì il fiato mancargli
"Hyung che cosa- "
Jin lo
zittì e, subito dopo, sollevò il mento, quanto
gli
serviva per portare le loro labbra alla stessa altezza e ad una misera
distanza. I loro nasi si sfiorarono e Namjoon pensò che, il
mattino dopo, si
sarebbe dovuto ricordare di dire ad Hoseok che quello
era lo sfiorarsi di nasi più eccitante mai avvenuto fino ad
ora -per poi darsi del completo imbecille per aver pensato ad Hoseok e
Yoongi
in un momento del genere.
Nell'esatto
istante in cui Jin chiuse gli occhi, però,
Namjoon riprese coscienza di sé. Prima che l'altro facesse
in modo che le loro
labbra si toccassero per davvero lo fermò, mettendogli
entrambe le mani sulle
spalle "Jin, fermati"
Il
più grande si bloccò immediatamente, sgranando
gli occhi
"Oddio. Tu non mi vuoi"
Sembrava che si
stesse davvero facendo prendere dal panico.
Si allontanò di scatto e si mise le mani tra i capelli "Dio,
che figura
del cazzo. Io glie l'avevo detto a Yoongi che non avrebbe funzionato.
Non ci
posso credere, no-"
"Hyung!"
cercò di nuovo di prenderlo per le spalle
per farsi ascoltare ma l'atro si divincolò.
Riuscì comunque a prenderlo per un
braccio e se lo fece bastare "Io non voglio che succeda
così!"
"Cosa?"
La sua bocca si
spalancò leggermente e sembrò calmarsi
all'improvviso. Namjoon riuscì anche a vedere il vero Jin
hyung in quegli
occhi. Non poté fare a meno di sorridergli "Non voglio
complicare le cose,
questo è vero, ma non puoi assolutamente dire che io non
voglia baciarti"
sbuffò una risata, rivolta più a se stesso che ad
altro "Credo di voler
baciarti dalla prima volta che ci siamo incontrati"
"E allora
perché non -"
Non aveva
bisogno di sapere il resto della domanda per sapere
che non voleva dargli quella risposta, che non poteva. Non poteva
dirgli che
non avrebbe funzionato, che sarebbero arrivati ad un punto in cui non
avrebbero
fatto altro che litigare perché le cose sarebbero
necessariamente cambiate
mentre Namjoon, di cambiare, non ne aveva intenzione. Non glie lo
poteva dire
anche perché, probabilmente, l'altro non stava cercando
quello. Non quella
sera. Non provandoci con lui.
"E tu
perché l'hai fatto?"
A quanto pareva,
quella sera, il destino non voleva che
Namjoon e Jin avessero delle risposte. Prima che il più
grande potesse anche
solo aprire bocca, la porta della stanza di Hoseok si aprì
all'improvviso e ne
uscì lui con solo una canottiera addosso -abbastanza lunga,
per loro fortuna.
Quando li vide si bloccò all'improvviso. Namjoon voleva
tanto dirgli di
chiudere quella cazzo di porta ma Yoongi lo batté sul tempo,
affacciandosi e
dicendo "Perché ci stai mettendo così tan-"
Quando poi vide
gli altri due evidentemente realizzò quanto
la sua domanda fosse inutile, concludendo con un "Oh"
Namjoon voleva
esplodere. O staccare a morsi la testa di
Yoongi dal suo collo. O uccidere Hoseok lentamente e dolorosamente.
Vide negli
occhi di Jin il passaggio dalla confusione alla realizzazione e ancora
dalla
realizzazione alla rabbia. Li ridusse a due fessure e poi
sibilò "Che cosa
sta succedendo qui?"
Yoongi
uscì dalla stanza -fortunatamente aveva ancora addosso
la maglietta e le mutande- e si avvicinò a suo migliore
amico "Hyung,
posso spiegar-"
"Spiegarmi che
la compagnia che ti sta col fiato sul
collo sarebbe lui? Quello che fino all'altro ieri definivi un idiota?"
"Credo sia il
suo modo affettuoso di chiamarmi"
La testa di Jin
si girò di scatto nella direzione di Hoseok
"Stai. Zitto. Tu"
Namjoon,
nella
speranza di calmarlo, si intromise, facendo così uno dei
più grandi errori
della sua vita. Gli si avvicinò e, dopo avergli preso il
polso, esattamente
come aveva fatto quello stesso pomeriggio, strinse con delicatezza
"Hyung,
non stanno facendo niente di male. Non devi prenderla co-"
"Tu
lo sapevi?"
si divincolò, facendo in modo che Namjoon lo liberasse "Non
ci posso
credere" e detto questo se ne andò, dirigendosi verso la sua
stanza e
lasciando gli altri tre lì. Yoongi provò ad
andargli dietro "Hyung,
aspetta, ti pre-" ma l'altro gli chiuse la porta in faccia.
Namjoon
sentì una
furia cieca prendere possesso del suo corpo. E la voglia di uccidere il
suo
migliore amico farsi più forte di quanto lo fosse
già un attimo prima "Ma
cosa cazzo vi dice il cervello, si può sapere?"
Yoongi, con uno
sguardo vagamente disperato, aprì la bocca
per balbettare un "I-io credevo tornaste più tardi..."
Sbuffò
una piccola risata isterica "Beh, credevi male. Complimenti"
Hoseok si mise
in mezzo, cercando di coprire Yoongi e
prendendo chiaramente le sue parti "Nam"
Namjoon
cercò di calmarsi. Aveva appena rovinato tutto con
Jin hyung, probabilmente non poteva permettersi di fare lo stesso con
il suo
migliore amico solo per insultare la sua scopata, per la quale aveva
una cotta.
Considerando che questa era anche il migliore amico di Jin no, non era
proprio
il caso. Scosse la testa e alzò gli occhi al cielo. Dopo di
che, per evitare di
rovinare ancor più lo schifo di conclusione che questa
serata aveva avuto, si
chiuse a sua volta in camera sua.
Bene. Le
cose si erano complicate lo stesso e lui non aveva
avuto neanche uno schifo di bacio. Se l'avesse saputo prima non
l'avrebbe mai
fermato.
Ok, questa volta
potevo effettivamente aspettare fino a domani per pubblicare ma non ce
l'ho
fatta. La scorsa settimana, dopo aver pubblicato il quinto capitolo,
sono
entrata talmente tanto in crisi che sentivo il bisogno di aggiungere
anche
questo. E' stata una vera tortura dover aspettare in questi giorni, sto
iniziando a dubitare di...tutto, più o meno...
T - T
Va beh, non
voglio annoiare
nessuno, non dopo avervi fatto leggere parte delle risposte alle
domande che in
più mi hanno posto nelle recensioni! Proprio per questo
spero che questo sesto
capitolo non abbia deluso nessuno di voi ^^
Come sempre,
voglio
ringraziare chiunque stia seguendo questa storia, in particolare chi
recensisce
perché siete riusciti a risollevarmi il morale -nonostante
la mia crisi
esistenziale xD
Grazie, davvero ♥
Alla prossima settimana (spero^^)
Buonanotte a tutti,
YoongiYah
♥
|
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Capitolo 8 *** VII - Taehyung ***
Taehyung
provò a chiamare Jimin per l'ennesima volta, quella
mattina. Il ragazzo, quello che ormai considerava un suo grande amico,
lo aveva
ignorato, sempre, dal pomeriggio del giorno prima. Non aveva mai smesso
di
sentirsi una persona orribile ma davvero, non sapeva come comportarsi.
Non era
colpa sua. Non voleva fare niente di male, Jimin non poteva prendersela
solo
perché era stato se stesso e aveva cercato di aiutarlo!
Quando partì la
segreteria decise di lasciargli un messaggio nella speranza che, prima
o poi,
anche solo per sbaglio, l'altro l'ascoltasse "Jiminie ti prego! Sai che
non volevo che finisse così! Io ho cercato solo di rendermi
utile, non avrei
mai fatto nulla se avessi saputo che alla fine Jungkook avrebbe chiesto
il
numero a me! Io... Richiamami,
dai!"
Aspettò
una buona manciata di minuti col cellulare in mano
prima di arrendersi. Gemette frustrato e, buttandosi all'indietro, si
ritrovò
disteso supino sul suo letto. Gemette ancora ed iniziò a
dimenarsi, non
riuscendo a darsi pace. Dopo di che si rialzò e, dopo aver
borbottato tra sé e
sé uno "Stupido Jungkook" uscì dalla sua stanza,
in pigiama e
pantofole. Era ormai tardi e con molta probabilità Hoseok
hyung e Jin hyung
erano già usciti per andare al lavoro. Sperò che
quest'ultimo gli avesse
lasciato qualcosa per colazione. Purtroppo per lui, però, il
loft era vuoto e
la cucina era linda e pulita. Si sedette al suo posto e
fissò la tavola,
desiderando che uno dei deliziosi pasti di Jin hyung comparisse
magicamente lì.
Ovviamente non
successe niente "Non me li merito. Sono
un mostro"
"Dubito che
possa essere come dici tu, ma posso
chiederti per quale motivo saresti un mostro?" non si era reso conto
che
Namjoon hyung aveva fatto il suo ingresso in cucina e che gli aveva
sentito
dire quella frase. Gli porse una busta di Starbucks e un bicchiere per
il caffè
da asporto e, prima di lasciargli il tempo di rispondere disse ancora
"Jin
hyung stamattina è uscito prima di preparare la colazione.
E' arrabbiato con me
e con Hoseok, non mi sembrava giusto ci rimettessi anche tu
così sono andato a
prenderti questi"
Taehyung
aspettò che il suo hyung si sedesse accanto a lui,
come sempre dato che i loro posti erano vicini, e poi
l'abbracciò
"Hyuuuung"
"Sì
sì va bene. Prego. Mollami adesso"
Taehyung fece
finta di mettere il broncio e si allontanò
"Sono triste, dammi un po' d'affetto!"
"Ti ho comprato
un muffin con doppio cioccolato, che
altro vuoi?"
Sorrise
internamente, spesso essere il più piccolo di casa
aveva i suoi vantaggi. Come l'essere coccolato e viziato. O l'avere
sempre uno
degli hyung pronto ad aiutarlo. Ed infatti, Namjoon hyung gli chiese,
di nuovo
"Vuoi dirmi perché sei triste o no?"
Taehyung
sospirò e, dopo aver dato un morso al suo muffin
gigante, disse "Un mio amico ce l'ha con me"
Guardò
Namjoon poggiare la guancia sulla mano, gomito puntato
al tavolo, sguardo puntato su di lui "Come mai?"
Masticò
e mandò giù tutto quello che aveva in bocca "E'
buono, hyung" glie lo porse e glie ne offrì un morso e
quando l'altro
scosse la testa sorridendo, continuò "E' Jimin. Te lo
ricordi, sì?"
quando vide l'altro annuire andò avanti "Sai che fa
volontariato in un
canile? Beh, la prima volta ci è andato soltanto
perché aveva trovato un
cucciolo abbandonato vicino casa sua. Ce l'ha portato perché
non ha trovato
nessun altro che potesse tenerlo e lì ha conosciuto
Jungkook. L'ha conosciuto
per modo di dire, dato che non è riuscito mai a parlarci in
quattro mesi!"
prese un altro morso e, bofonchiando a bocca piena riprese "Ha
continuato
a presentarsi tutti i giorni al canile per fare volontariato, dicendo
che
voleva solo sapere come stava Donut ma -"
"Chi?"
Tae sorrise
"Donut. Il cane che ha trovato. Ce l'ho
chiamato io così. Aspetta ti faccio vedere una sua fo-"
"Dopo, Tae.
Arriva al dunque. E smettila di parlare con
la bocca piena, stai sputando"
Diede
un altro morso,
bevve un goccio di caffè, e poi, guardando il suo hyung e
inarcando le
sopracciglia come a dire 'contento?', ingoiò
e riprese "Il punto è che Jimin ha continuato ad andare al
canile solo per
poter rivedere Jungkook, che ci lavora di pomeriggio. Quando l'ho
capito gli ho
detto che era una cosa brutta ma alla fine Donut si è
affezionato anche a lui
quindi credo gli dispiacerebbe se non ci andasse più. E' che
non ci ha mai
parlato con Jungkook, capisci? Si limitava soltanto a guardarlo da
lontano e io
ieri gli ho detto che non poteva andare avanti così. Giusto?"
Si interruppe e
Namjoon capì che non sarebbe andato avanti
fino a che non gli avrebbe dato il suo assenso, quindi annuì
distrattamente.
Taehyung,
soddisfatto, ricominciò "Ecco. Allora, dato
che lui è troppo timido, mi sono fatto avanti io, l'ho
chiamato e gli ho detto
di unirsi a noi. Ci siamo divertiti e abbiamo passato un bel
pomeriggio, solo
che, prima di andare via, Jungkook ha chiesto il numero solo a me e ha
detto
pure che sperava di risentirmi presto!"
"Ah, quindi
è per questo che ieri sera Jimin aveva quel
muso lungo al pub"
A quel punto
Taehyung si piegò sul tavolo, mettendo le
braccia su di esso e la testa sopra loro, e gemette frustrato, di
nuovo. Dopo
che Namjoon gli carezzò delicatamente la punta dei capelli,
solleticandogli il collo,
gli chiese "Hyung che cosa devo fare?"
Sentì
il più grande sospirare e poi dirgli "Al momento
non credo di essere la persona più adatta per dare consigli
ma...
Probabilmente, avendo proposto tu a questo ragazzo di passare il
pomeriggio con
voi, hai fatto in modo che fraintendesse"
Taehyung a
quella frase alzò la testa e lo guardò shockato.
Namjoon aggiunse velocemente "Involontariamente, chiaro"
Spalancò
la bocca e solo dopo qualche secondo riuscì a dire
"Quindi sono davvero una persona orribile"
"Non sei una
persona orribile, Tae. Le tue intenzioni
erano buone, volevi solo aiutare Jimin e probabilmente lui questo lo sa
già. E'
successo solo ieri, dagli un po' di tempo"
"Ma non posso
solo stare qui ad aspettare! Hyung, il mio
amico è triste per colpa mia!"
Namjoon gli
sorrise e gli diede una piccola pacca sulla
spalla "E tu pensi sul serio di essere un mostro?" Taehyung mise il
broncio e lui scosse bonariamente la testa "Se Jimin non vuole parlarti
perché non provi ad essere chiaro con l'altro ragazzo?"
Taehyung,
mantenendo il broncio, aggrottò le sopracciglia
"Con Jungkook?"
"Sì.
Digli che non sei interessato e che ha capito male.
Fatti da parte, Jimin lo apprezzerà"
A questo non
aveva pensato. Sinceramente, lui era sicuro che
con Jungkook lui non avrebbe proprio più dovuto parlarci. La
notte passata
aveva anche iniziato a disperarsi al pensiero di non poter
più andare da Donut,
aveva incominciato a pianificare modi per portarselo a casa di nascosto
"Potrebbe essere un'idea"
Namjoon hyung
gli diede un'altra piccola pacca affettuosa
sulla spalla e poi aggiunse in tono rassicurante "Vedrai che si
sistemerà
tutto"
Annuì
appena, stringendo le labbra in una linea sottile,
ancora poco convinto che il più grande avesse ragione. Poi,
dopo un sospiro
profondo, ritornò dal suo muffin, dandogli un morso, ancora
sovrappensiero. Era
buono, ovviamente lo era -doppio cioccolato, come non poteva esserlo-
ma ormai
si era abituato alle colazioni preparate in casa da Jin hyung e quella
non era
proprio la stessa cosa "Hyung? Perché Jin hyung è
arrabbiato con te e con
Hoseok hyung?"
L'altro
mugolò e, frustrato anche lui, si passò una mano
sul
viso e sui capelli. Dopo essersi preso un attimo, probabilmente per
cercare le
parole giuste, disse "Gli abbiamo nascosto una cosa"
Taehyung,
continuando a mangiare, chiese "Una cosa
brutta?"
"Eh" La faccia
di Namjoon si fece un po' disgustata
"Dipende dai punti di vista, credo"
Confuso, Tae
provò ancora "Dal punto di vista di Jin
hyung?"
"Brutta? Non lo
so, credo sia più arrabbiato per il
fatto che glie l'abbiamo tenuta nascosta che per la cosa in
sé"
Taehyung non
poté fare a meno di ritrovarsi a pensare che i
suoi hyung fossero degli idioti. Era lui ad avere la reputazione di
quello
strano dell'appartamento ma in realtà era fermamente convinto di essere il
più sano, lì in mezzo. Certo,
stava indossando delle enormi pantofole a forma di coniglio in quel
momento, ma
almeno non andava fuori di testa se la macchinetta del caffè
era inclinata
leggermente più a destra di come Hoseok hyung aveva deciso
che doveva stare. E
non faceva nemmeno finta di essere un orso bruno che non sopportava
nessuno la
maggior parte del tempo quando invece aveva uno spasmodico bisogno di
affetto e
comprensione. E non aveva mai passato una settimana a piangere davanti
al film
più noioso che avesse mai visto.
"Le vostre
intenzioni quali erano?"
A
Namjoon venne da
ridere "Stai davvero utilizzando con me le parole che io ho detto a te,
ragazzino?"
Taehyung
scrollò appena le spalle "Non ci vedo tanta
differenza"
"La differenza
è che se il tuo amico non vuole parlarti
puoi provare a farlo con quell'altro. Io ho solo Jin hyung e lui non
vuole
parlare"
Lo
guardò attentamente, occhi negli occhi, cercando di non
sbattere le palpebre "Io però non ho mai smesso di cercare
di parlare con
Jimin. Ho intenzione di provarci ancora, anche se andrò a
parlare con Jungkook.
Tu hai provato a parlare con lui?"
"Tralasciando il
fatto che hai uno sguardo da pazzo,
riesci ad essere davvero saggio quando vuoi, sai?"
Gli sorrise
felice "Cercate di risolvere hyung. Mi
servi, sei l'unico che può aiutarmi a convincerli a portare
qui Donut"
E detto questo
si alzò e si allontanò, facendo finta di non
sentire le proteste di Namjoon hyung alle sue parole -in fondo dovevano
aspettarselo, non era davvero colpa sua.
---
Quello stesso
pomeriggio, Taehyung aveva deciso di recarsi al
canile da solo. Solitamente ci andava sempre con Jimin, si incontravano
sempre
nello stesso punto e da lì facevano la strada insieme, ma
l'altro non si era
ancora fatto vivo. Gli aveva mandato un messaggio per dirgli che lui ci
sarebbe
stato e aveva provato ad aspettarlo per almeno un quarto d'ora. In quel
lasso
di tempo aveva preso anche in considerazione l'idea di non andarci
affatto, da
solo, ma, alla fine, aveva deciso di seguire il consiglio che il suo
hyung gli
aveva dato. Doveva parlare con Jungkook e doveva farlo al
più presto possibile.
La soluzione migliore, aveva deciso, era quella di farlo direttamente
lì al
canile perché non gli sembrava proprio il caso di dare al
ragazzo un altro
motivo per fraintendere le sue intenzioni mandandogli un messaggio per
dirgli
che si sarebbero dovuti incontrare durante il loro tempo libero.
Una volta
arrivato non perse tempo a fare altro, si recò
subito nell'enorme gabbia dove Donut dormiva tranquillo "Ehi bello"
Non appena lo
sentì, il piccolo cagnolino dal pelo fulvo e
riccio si alzò, scodinzolando ed abbaiando felice. Si
abbassò, piegando le
ginocchia, per ritrovarsi alla stessa altezza del cane, che invece si
era
alzato mettendo le zampe anteriori sulle sbarre della gabbia,
arrampicandosi
"Ti hanno fatto già uscire un pochino?"
La voce di
Jungkook lo sorprese "L'ho fatto uscire io,
gli ho riservato un trattamento speciale prima"
Taehyung si
girò di scatto e se lo ritrovò a pochi centimetri
di distanza. Fece un passo indietro e si ritrovò
praticamente con le spalle al
muro -o alla gabbia. L'altro gli sorrise "Sei in ritardo. Ma sono
contento
che tu sia venuto, volevo chiederti di fare qualcosa insieme, dopo.
Tanto più
che sei anche da solo oggi"
Sicuramente, il
ragazzo era intraprendente. Taehyung non
sapeva se doveva essere più sconvolto o più
scocciato dal fatto che Jungkook
aveva bellamente ignorato il fatto che lui fosse più giovane
non chiamandolo
mai hyung. Non che lui tenesse a queste cose, in realtà, ma
non poteva non
dargli peso, questa volta. Non quando questo era la causa della
probabile
rovina della sua amicizia con Jimin.
Si
schiarì la gola e, senza fare troppe cerimonie, gli
rispose con un secco "No"
Guardò
Jungkook aprire leggermente la bocca e spalancare gli
occhi -occhi che erano già enormi, non poté fare
a meno di notare. Era un bel
ragazzo. Davvero, e poteva capire perfettamente Jimin per essersi preso
una
cotta per lui, ma Taehyung non ci vedeva proprio niente. Era bello,
sì, e anche
molto simpatico, ok, ma la realtà era che a lui, se non
fosse stata quella la
situazione, Jungkook non sarebbe piaciuto comunque. Non era il suo
tipo. Anzi,
era probabilmente il completo opposto dei ragazzi che solitamente
piacevano a
lui, fisicamente e caratterialmente. Quando però lo
sentì chiedergli con tono
deluso "Perché no?" non poté fare a meno di
sentirsi in colpa,
ancora. Strinse appena le labbra e scelse attentamente le parole da
usare,
evitando di creare altri casini o incomprensioni "Mi dispiace se in
qualche modo ti ho fatto credere di essere interessato a te o cose del
genere,
davvero. Non era mia intenzione e non voglio assolutamente che tu ci
rimanga
male. Solo che... Ieri hai frainteso, ecco"
"Che significa?"
Il punto, ora,
era un altro. Non spettava a lui dire le cose
come stavano ma, se non l'avesse fatto lui, non l'avrebbe fatto nessun
altro. E
lui voleva davvero che questa storia si risolvesse alla svelta, non ce
la
faceva più a sentirsi così tanto cattivo -non lo
era mai stato e non voleva
iniziare ora, non con Jimin che era sempre stato tanto carino con lui e
che era
anche amico del suo coinquilino. Quindi, si disse, non spettava a lui,
forse,
ma comunque sentì di doverlo fare "Tu piaci a Jimin, io sono
venuto da te
solo per aiutare lui"
Jungkook
aggrottò le sopracciglia "Il tipo basso che non
parla mai?"
Taehyung,
indispettito, non perse tempo a prendere le difese
del suo amico "Non è basso! E' un po' piccolino ma
è comunque tanto
carino! Ed è solo un po' timido, in realtà
è davvero fantastico! Dovresti
conoscerle le persone prima di giudicare, sai?"
"Io non sto
giudicando nessuno! E perché mi stai dicendo
queste cose se è a te che piace?"
Taehyung, a quel
punto, si ritrovò a corto di parole. Che
cosa cavolo stava dicendo? Che cosa significava quello che aveva appena
detto? Jimin
era un suo amico e lui stava solo facendo il suo dovere in quanto tale,
nient'altro! Aveva sbagliato lui, si era comportato male lui, anche se
non l'aveva
fatto apposta, e ora stava solo cercando di rimediare!
Almeno, lui era
convinto di star facendo questo.
Ne era sicuro.
Al novantanove per cento.
Già.
Beh, poteva
essere un po' strano il fatto che fosse così
sconvolto dall'aver rischiato di mandare a monte un'amicizia nata da
neanche un
mese ma... No, lui era sempre stato così. Non era strano.
Erano solo un tipo
molto amichevole, glie lo dicevano sempre i suoi hyung.
"Non hai la
faccia di uno che ha le idee molto
chiare"
A quel punto,
Taehyung, si ritrovò a gesticolare, nervoso e
frustrato "Senti, non è questo il punto! Tu non mi piaci,
non sono
interessato ad uscire con te e dovresti davvero prendere in
considerazione
l'idea di conoscere meglio Jimin perché lui è
cotto di te e se te lo lasci
scappare allora significa che sei davvero uno stupido! Ora, se non ti
dispiace,
vorrei passare un po' di tempo col mio cane prima di doverlo lasciare
ancora
una volta da solo in questo posto!"
E detto questo
si rigirò, dando le spalle a Jungkook e senza
più dirgli una parola. Aprì la gabbia di Donut e
lo prese in braccio,
allontanandosi il più possibile. Aveva il cuore che batteva
all'impazzata e il
fiato corto, senza averne nessuna valida ragione.
Perché
non c'era una valida ragione. A lui non piaceva Jimin,
se ne sarebbe accorto prima, altrimenti. Che ne poteva sapere Jungkook,
alla
fine?! Non ci aveva parlato per più di due ore in vita sua!
Si rese conto,
una volta tornato al loft, che probabilmente
Jungkook ci aveva visto giusto. Almeno più di quanto aveva
fatto lui. Era
rinchiuso in camera sua e stava facendo finta di studiare quando Jimin
gli
mandò il messaggio "Mi dispiace
averti ignorato Tae. Jungkookie mi ha appena chiesto l'amicizia su
Facebook e
mi ha anche mandato un messaggio! So che è merito tuo, sei
davvero un amico!
Posso chiamarti? Così mi scuso e ti racconto tutto!"
Era sicuro che
non era così che si sarebbe dovuto sentire.
Non come se fosse stato appena investito da una macchina.
Aspettò
almeno una mezzora prima di trovare il coraggio di
chiamare Jimin e comunque, non appena sentì la sua voce
così allegra
raccontargli di come Jungkook gli aveva chiesto di uscire,
pensò che non aveva
aspettato abbastanza.
Jungkook poteva
anche essere simpatico, ma ora era anche
sicuro che dietro a quegli enormi occhi da cerbiatto si nascondeva una
mente fin
troppo astuta che lo aveva appena fregato alla grande.
Avrebbe
tanto voluto poter avere lì con sé Donut per
poterlo
abbracciare, in quel momento.
Eccomi
ancora qui, a condividere con voi la mia
ennesima crisi isterica :D
La
mia idea era quella di sorprendervi inserendo la
maknae line dopo un colpo di scena ma mi sa tanto che ve l'aspettavate
un po'
tutti un capitolo di Tae questa settimana xD in ogni caso, l'avevo
detto che
prima o poi sarebbero arrivati anche loro UU
Comunque,
la mia crisi è abbastanza giustificata
questa volta. Nelle precedenti storie non ho mai, e dico mai, dato
spessore a
nessuno dei miei bambini e adesso che sto scrivendo di loro per la
prima volta
sento di non esserne in grado xD sono i miei cuccioli adorati, mi fa
male
fargli questo torto. Cioè, Tae l'ho a malapena nominato
nelle altre e adesso
eccomi qui a scrivere interi capitoli su di lui e sto fallendo
miseramente, me
lo sento.
Che sto facendo...?
Disperazione
a parte, prima di salutarvi voglio che
sappiate che probabilmente -e con probabilmente intendo quasi
sicuramente-
l'aggiornamento della prossima settimana salterà. Nel caso
in cui fosse
davvero così chiedo scusa in anticipo! Rimedierò
appena mi sarà possibile!
Ringrazio
ancora tutti i lettori, chi ha inserito la
storia tra le preferite e/o le seguite e soprattutto chi recensisce.
Siete
meravigliosi ♥
Alla
prossima, spero *-*
Buonanotte a tutti ^^
YoongiYah ♥
P.S:
Per chiunque se la fosse persa, Jichan ha
scritto un'adorabile OneShot Yoonseok, "Blind
Date" -che
vorrei linkarvi, davvero, ma io e l'html abbiamo
appena combattuto e...beh, ho perso- e consiglio a tutti di leggerla,
assolutamente :D
|
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Capitolo 9 *** VIII - Jin ***
Jin era riuscito
ad evitare gli altri per tutta la giornata
che aveva seguito la sera dell' incidente
con Namjoon e la scoperta di quello che c'era tra quello che credeva
essere il
suo migliore amico ed Hoseok. Era furioso ed era anche convinto di
averne tutto
il diritto. Era in parte anche nauseato dall'immagine mentale che
quella
rivelazione gli aveva provocato, ma quello era un altro discorso. Era
arrabbiato con Yoongi perché tra di loro non c'erano mai
stati segreti, mai, nemmeno quando
entrambi avevano
toccato il fondo nel peggiore dei modi, e non riusciva a spiegarsi
perché,
quella volta, non era stato degno della sua fiducia. Era arrabbiato con
Hoseok
perché gli aveva chiaramente detto che non voleva che si
approfittasse o che
prendesse in giro il suo amico e che doveva farsi da parte se non
avesse avuto
intenzioni serie e, infine, era arrabbiato anche con Namjoon. Il
perché fosse
arrabbiato con lui non ce l'aveva ancora del tutto chiaro,
sinceramente. All'inizio
pensava che fosse perché gli aveva spudoratamente mentito,
dicendogli di non
sapere che cosa Hoseok stesse combinando e anche coprendo Yoongi quando
si era
confidato con lui, quello stesso giorno. Tra l'altro, lui con Yoongi
non aveva
nemmeno alcun tipo di legame, che motivo aveva di coprirlo?
Non che ci fosse
tra di loro, un legame. Chiaramente non
c'era, dato il modo in cui l'aveva rifiutato.
E no, quello non
c'entrava niente con la sua rabbia.
Assolutamente niente. Esattamente come non sentiva il bisogno di
lanciarsi
fuori dalla finestra ogni volta che ripensava a come aveva cercato di
buttarsi
tra le sue braccia. No, era tranquillissimo per quello.
Talmente tanto
tranquillo che non sentiva nemmeno il bisogno
di raccontarlo a Yoongi. L'avrebbe fatto se non fosse arrabbiato con
lui perché
credeva che fossero quel tipo di amici che non si nascondono mai
niente, ma non
di certo perché la riteneva una cosa importante o
perché si stesse rodendo
l'anima al ricordo di quello che Namjoon gli aveva detto. Non gli
importava
proprio che l'altro avesse dichiarato di non volerlo baciare in quel
modo. E
adesso non si stava minimamente chiedendo cosa significasse quella cosa.
Figurarsi.
Ad ogni modo,
indipendentemente da quali fossero le sue ragioni,
era convinto che il torto era stato fatto a lui, da tutti e tre, quindi
era
pienamente giustificato nel voler negare la parola ad ognuno di loro. E
sarebbe
andato avanti davvero molto volentieri con questo suo proposito anche
per il
resto della giornata se, non appena varcata la soglia del loft, una
volta
tornato dal lavoro, non avesse trovato Namjoon che lo stava aspettando
lì,
impalato nell'ingresso e a braccia conserte -la cosa non gli aveva
provocato un
déjà vu della
sera precedente con
tanto di angoscia conseguente, assolutamente- e Hoseok, seduto sul
divano con
la sua solita posa con le gambe accavallate in maniera anche troppo
femminile
-non poté non chiedersi come diavolo facesse Yoongi, ma
decise di ignorare
nuovamente la sua testa- e lo sguardo rivolto verso la porta e quindi a
lui.
"Dobbiamo
parlare, hyung"
Namjoon non
perse tempo, non salutò e non
disse altro. Semplicemente, lo prese per il polso -ancora,
Seokjin avrebbe voluto chiedergli di smetterla di importunare quel
maledetto
polso, per il bene della sua sanità mentale- e lo condusse
verso il divano,
facendolo accomodare lì, tra lui ed Hoseok.
Quest'ultimo
gli sorrise appena. Jin non si rese
minimamente conto delle sue azioni, quel pugno sul braccio all'altezza
della
sua spalla partì da solo. Sul serio, non era sua intenzione
colpirlo. Ma non
poté negare a se stesso di sentirsi molto meglio, dopo aver
visto la sua
stupida faccia contorcersi dal dolore.
"Ahi!
Hyung! Perché l'hai fatto?"
Hoseok
piagnucolò, stringendosi con l'altra mano
il punto dolorante. Namjoon, con fare ovvio, si intromise con un "E te
lo
chiedi pure, imbecille?" ma Jin lo ignorò. Non era quello il
momento di
parlare con lui. Oramai aveva involontariamente deciso di dare la
precedenza alla
rabbia che provava nei confronti di Hoseok e quindi lo
affrontò e non riuscì a
non alzare un po' la voce "Ti avevo detto di lasciar perdere! Ti avevo
detto che ti avrei aiutato io stesso, con lui, se fosse stato il caso!
Perché
diavolo non hai potuto aspettare?"
Hoseok,
tenendosi ancora il braccio e senza
cancellare la smorfia dolorante dal volto, si difese "Hyung,
è venuto lui
da me! E' stato lui che mi ha quasi baciato il giorno in cui eravamo
qui da
soli ed è stato lui a tornare da me due giorni dopo,
saltandomi praticamente
addosso all'interno del bagno del pub di Namjoon!"
Ed
eccola di nuovo, la nausea al pensiero di quei
due "Avete fatto sesso in un bagno pubblico, la prima volta? Davvero?"
"Sì,
lo so. Mi sono dovuto fare la doccia
almeno tre volte dopo e non credo rimetterò mai
più i vestiti che indossavo quella
sera ma ehi, non potete pretendere che gli dicessi di no!"
Vedere
che la faccia di Namjoon era disgustata
quanto la sua mentre tra sé e sé borbottava un
"Dio, io ci lavoro tutti i
giorni lì" non gli era di alcuna consolazione. E comunque,
per quanto
trovasse schifoso quel particolare, non poteva smettere di pensare ad
un altro
dettaglio "Quindi ha iniziato lui?"
Hoseok
sbuffò leggermente "Hyung, io non ho
il controllo su nulla in questa storia -e la cosa mi sta facendo
davvero
impazzire, se devo essere sincero. Però... " si
fermò, gli prese
delicatamente la mano e la strinse leggermente "non essere arrabbiato
con
lui. E' davvero a pezzi in questo momento e vorrebbe tanto parlarti.
Non voleva
che la prendessi così"
A quel punto,
Jin, ritirò la mano velocemente. Certo,
ora era Hoseok a conoscere lo
stato emotivo del suo migliore amico. Prima era stato sempre lui, non
c'era mai
stato nessun ragazzo a venire prima di lui. Non che ci fosse mai stato
un
ragazzo abbastanza importante per Yoongi da fargli sentire l'esigenza
di
tenergli nascosto qualcosa, ma cosa poteva esserci di diverso, ora?
Fu in quel
momento che qualcosa scattò nella sua testa,
qualcosa che gli fece capire quanto la domanda che si era appena posto
fosse
stupida e la risposta altrettanto ovvia. Sgranò gli occhi e
velocemente riportò
tutta la sua attenzione su Hoseok "Perché diavolo non siete
mai stati a
casa sua se voleva tenermelo segreto?"
Lo sguardo
dell'altro si rabbuiò appena ma Jin non poté
farci
più di tanto caso data la velocità con cui si
fece tornare il sorriso e la
risata "Non vuole che ci vada. Ha detto che non vuole vedermi spuntare
lì
a sorpresa" il sorriso si spense appena quando aggiunse "Hyung, non
ti stava nascondendo niente di davvero importante. Non c'è
niente tra noi.
Parlaci" e detto questo, gli diede una leggera pacca sul ginocchio e si
alzò, dirigendosi verso il corridoio, probabilmente con
l'intento di andarsene
in camera sua e lasciarlo da solo per parlare con Namjoon.
Jin, seguendolo
con lo sguardo, pensò che, nonostante tutto,
era ancora l'unico a conoscere davvero lo stato d'animo del suo amico
in quel
momento, anche se non gli aveva più rivolto parola e lui
l'aveva evitato prima.
Per questo sentì il dovere di intervenire "Hoseok"
Quando l'altro
si fermò e si rigirò verso di lui,
continuò
"Fai soffrire il mio amico in qualsiasi modo e io darò fuoco
a tutti i
tuoi vestiti firmati. Nasconderò tutto quello che
c'è di tuo qui dentro. Ti
farò diventare più matto di quanto tu non sia
già. Non sto scherzando"
Hoseok
aggrottò le sopracciglia e storse un poco la bocca.
Prima di rigirarsi e andarsene definitivamente disse "Non credo ci
siano
le basi necessarie tra noi per far in modo che io faccia soffrire lui,
hyung"
E quella per lui
fu la conferma che quel ragazzo non ci aveva
capito proprio un cazzo. Bene. Doveva parlare subito con Yoongi. Doveva
chiarire, dirgli che aveva capito tutto e che era disposto ad
ascoltarlo e
aiutarlo. E non voleva farlo subito solo perché
così avrebbe potuto rimandare
di un altro po' la conversazione col ragazzo biondo che era seduto
accanto a
lui. Conversazione che, in quel momento, non si sentiva ancora pronto
ad
affrontare. Avrebbe preferito lanciarsi davvero fuori dalla finestra -e
il loro
loft si trovava all'ultimo piano del condominio.
"Hyung"
Appunto. La voce
profonda di Namjoon lo fece trasalire. La
mano che invece lo stava delicatamente tirando per la spalla cercando
di farlo
girare nella sua direzione, invece, gli aveva fatto venire un infarto.
Non era
pronto a tutto questo.
"Mi dispiace di
averti fatto arrabbiare, non era mia
intenzione fare niente che potesse indispettirti. Io non te l'ho detto
semplicemente perché non sono affari miei. Credo non siano
neanche tuoi ma -"
Jin ridusse gli
occhi a due fessure e probabilmente fu per
questo che Namjoon si fermò "No. Ehm no, non sono affari
miei, ecco
tutto"
Il
più grande prese un respiro profondo "Va bene, ho
capito. Non sono più arrabbiato per questo. Credo anche di
aver ingigantito
troppo la cosa. E' tutto ok, davvero" e detto questo fece per
andarsene,
cercando di sfuggire alla mano dell'altro che invece si
ancorò ancora più
saldamente alla sua spalla. Namjoon, infatti, non gli permise di
alzarsi "Non
volevo parlarti solo di questo, però"
Seokjin gemette
internamente. Ovvio che non voleva parlare
solo di questo. Diede una sbirciatina alla finestra, tanto per
controllare
quanto fosse distante da lui e valutare l'effettiva
possibilità di darsela a
gambe in quel modo. Non sapeva quanto gli convenisse, comunque. Ci
teneva
ancora alla sua faccia e la sua dignità era già
calata a picco, quindi no,
grazie. Era ancora troppo giovane e bello per morire con
così poco stile. Non
era una buona idea. Decisamente. La soluzione migliore, si disse, era
quella di
fare finta di niente "E di cosa volevi parlarmi?"
"Dell'altra sera"
Jin sorrise,
sperando di essere convincente. A giudicare
dalla faccia di Namjoon non lo era affatto. Tentò comunque
"Non credo ci
sia nulla di cui dobbiamo parlare"
"Non ho detto
che dobbiamo parlarne, ho detto che voglio
parlartene"
Il sorriso gli
si era fossilizzato in faccia, diventando con
ogni probabilità l'espressione più brutta che
avesse mai assunto in vita sua "Sei
sempre così ragionevole, tu?"
Aveva un nodo in
gola che gli fece uscire un tono di voce a
dir poco ridicolo. L'altro gli sorrise e quella dannata fossetta fece
la sua
comparsa anche per quella volta. Non ne sarebbe uscito vivo anche se
non si
fosse buttato fuori dal balcone, lo sentiva.
"Ci provo" si
avvicinò appena e Jin non poté
trattenersi dal ritirarsi un poco. Era quello il momento giusto, era
quello il
momento di scappare di corsa. Se solo l'altro gli avesse mollato quel
maledetto
braccio.
"Hyung"
Il tono di voce
si era fatto decisamente troppo serio. Non
gli stava piacendo. Era una situazione troppo scomoda. Cercò
di soffocare
quella parte del suo cervello che gli stava dicendo che in quella
situazione
scomoda ci si era cacciato da solo. Poi si ricordò che ce
l'aveva messo Yoongi,
con la sua stupida idea di assecondare le sue voglie e di saltargli
addosso
-ovviamente, il suo amico a quanto pareva era un esperto
nell'assecondare le
voglie e nel saltare addosso alla gente. Avrebbe dovuto fargli un bel
discorsetto, non poteva vivere come una donnaccia per il resto dei suoi
giorni.
Si rese conto
che mentre lui si era perso nei meandri della
sua mente Namjoon aveva ripreso a parlare "Dicevo sul serio ieri sera.
Se
all'inizio non ero contento di averti qui era solo perché ho
avuto da subito
voglia di baciarti. Non volevo offenderti o farti andare fuori di
testa. Solo
che non... Non credo sia il caso"
A quelle parole,
Jin strabuzzò gli occhi e aprì la bocca. Poi
però la richiuse, non sapendo cosa dire. Che cosa
significava? Perché non era
il caso? Il caso di fare cosa? Ma soprattutto "Non mi volevi qui
perché
avevi voglia di baciarmi?" e in quel momento vide tutta la
razionalità
abbandonare l'altro ragazzo, che aprì stupidamente la bocca,
proprio come aveva
fatto lui.
"N-non credo
di... Essermi espresso al meglio, sì"
"E allora che
cosa volevi dire?"
"Che non voglio
limitarmi al baciarti!"
Jin era davvero
allibito "Sono circondato da gente che
pensa solo a quello. Meraviglioso"
A quel punto
Namjoon si alzò dal divano e lo fronteggiò,
ancora più serio di quanto era un attimo prima "Per prima
cosa, non osare
paragonarmi a quei due cretini" lo sguardo si fece più
intenso e affilato,
tanto da metterlo quasi in soggezione "E secondo, sei stato tu a
provarci
con me e io non ti sto facendo pesare nulla"
Si
alzò anche Jin, nella speranza di trovare qualcosa di
brillante da dire per difendersi. L'altro, però, non gli
diede il tempo di
farlo -il che poteva essere anche una fortuna dato che di brillante non
gli era
venuto in mente proprio niente.
"Tu ci hai
provato e io ti ho respinto perché con te non
vorrei mai niente che non sia una cosa seria e ieri sera sembravi tutto
tranne
che in te"
Se prima non gli
era venuto niente, adesso la sua mente stava
avendo un vero e proprio black-out. Doveva aver avuto un improvviso
problema di
udito, non c'erano altre spiegazioni, perché non era
possibile che quello che
aveva sentito era quello che Namjoon aveva detto. Non poteva avergli
fatto
una dichiarazione.
Perché quelle parole
suonavano tanto come una specie di dichiarazione. Rimase lì,
immobile, sentendo
di aver perso completamente l'abilità di poter muovere arti
e muscoli facciali.
Probabilmente la sua espressione era passata pure dall'essere brutta al
sembrare quella di uno stitico. D'altro canto, quella di Namjoon, non
era
sicuramente migliore della sua. Nel momento in cui sembrò
aver realizzato
quello che gli aveva appena detto, cominciando ad avere uno sguardo
allucinato,
si allontanò, farneticando parole che suonavano come "E'
tardi" o
"Devo andare al pub, sì"
Un attimo dopo
che la porta si richiuse e Namjoon sparì
dietro di essa, Jin scattò, più veloce di quanto
fosse mai stato in vita sua,
e, quasi inciampando su quello stupidissimo tavolino da
caffè, corse verso la
sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Estrasse velocemente il
cellulare
dalla tasca dei pantaloni e digitò di fretta il numero di
Yoongi, che non lo
fece arrivare nemmeno al secondo squillo "Hyung"
Sentire la voce
del suo migliore amico così sollevata lo fece
stare subito meglio. Non che il panico avesse lasciato il possesso del
suo
corpo. Infatti, mentre l'altro cercava di giustificarsi e di scusarsi,
dicendogli che non voleva farlo arrabbiare e cose del genere, lui
aprì l'anta
del suo armadio, che per sua fortuna era abbastanza grande da poterlo
far stare
comodo, e ci si chiuse dentro. Sì, la cosa poteva anche non
avere senso ma lui
si sentì molto più sicuro di poter parlare
liberamente, lì dentro. Così,
interruppe le infinite scuse e giustificazioni del suo amico, iniziando
a
parlare per la prima volta da quando la chiamata era partita "Yoongi,
va
bene. Cioè no, non va bene. Sono ancora offeso a morte, ma
ho capito"
"Ma
io non volevo
offenderti, è solo che -"
"E' solo che lui
adesso ti piace veramente, hai paura e
hai perso il controllo. Lo so"
"Cosa?"
Jin
sospirò e si accomodò meglio tra una pila di
morbidi
maglioni "Yoongi, ti conosco meglio di quanto possa conoscerti tu
stesso.
Mi sono bastate un paio di parole di Hoseok per capirlo e tu sapevi
perfettamente che sarebbe successo. Non vuoi ammetterlo e per questo
hai
tentato di tenermelo nascosto" sbuffò una piccola risata e
poi riprese
"Puoi raccontargli tutte le stronzate che vuoi, puoi essere cattivo
quanto
ti pare, ma la realtà è che non vuoi che venga a
casa tua perché hai paura che
possa lasciarti perdere per qualche altro futuro idol"
Il silenzio che
seguì le sue parole lo spaventò appena.
Yoongi non era mai stato quel tipo di persona che riesce ad affrontare
questo genere di cose, come le
chiamava lui -sentimenti, Yoongi! Sentimenti,
ed è umano
averne- e dei discorsi così diretti, a volte,
potevano metterlo
estremamente a disagio. Si morse il labbro, pensando a cosa potesse
aggiungere
per far sì che il suo amico si aprisse finalmente con lui
ma, poco dopo, scoprì
di non aver bisogno di aggiungere altro. Sorrise mentre l'altro
iniziò a confidarsi
"Lui mi vuole solo per questo,
hyung! E poi dai, me lo dici sempre anche tu che sarei un pessimo idol!
E
fisicamente non sono esattamente come i ragazzi che vivono con me, io
non -"
Gli diede tutto
il tempo che gli serviva, riusciva a
percepire la sua difficoltà che stava provando
nell'ammettere di sentirsi
insicuro. "E' così complessato, hyung. Io non... Non so dirti perché,
so
solo che è successo e adesso ho una paura folle che possa...
Che possa stancarsi
di me, ecco. Pensavo che se non l'avessi mai detto ad alta voce non
sarebbe
diventato reale. E' stupido, lo so. Mi dispiace"
Quell'idiota
era
riuscito a farlo passare dall'essere offeso all'essere intenerito. Il
suo cuore
era troppo debole e per quel giorno ne aveva subite troppe "E' carino.
Cioè,
è strano che ti piaccia perché è matto
come un cavallo, ma è carino. Ti conosco
da una vita e non ti ho mai sentito parlare così"
Yoongi,
dall'altra parte, rise appena "Già,
non dirlo a me"
Di nuovo,
calò il silenzio tra loro. Era diverso, però.
Questo
era più confortante, quel tipo di silenzio che fece capire a
Jin, che almeno
tra loro, tutto era risolto. Chiuse gli occhi e sospirò
profondamente. Cercò
poi di calmarsi e poi iniziò "Ieri sera, prima che tu e
Hoseok iniziaste a
dare spettacolo, io... Ho quasi baciato Namjoon"
"Mi
dispiace,
hyung, non volevamo interrom-"
"No no, non
siete stati voi. E' stato lui. Si è tirato
indietro"
Yoongi non disse
niente. Jin capì che stava aspettando che
lui continuasse. Inspirò profondamente, quasi avesse paura
che il fiato non gli
bastasse per raccontare tutto "Ha detto che non voleva che succedesse
in
quel modo, io non avevo capito quello che significa ma non è
riuscito a
rispondere ieri, quando glie l'ho chiesto -per colpa vostra,
chiaramente. E
prima, dopo avermi praticamente detto che quello che succede a te non
sono
affari miei, come se questi fossero
affari suoi, ha
aggiunto che non era
così che voleva succedesse perché non sarebbe
stato serio ma che comunque non è
il caso! Che cazzo significa che non
è il
caso?"
Alla fine
ispirò e si ritrovò con il fiatone, data la
velocità con cui aveva parlato. Yoongi, semplicemente, gli
chiese "E tu che gli hai risposto?"
e lui
pensò sinceramente che il suo migliore amico fosse una
persona inutile
"Cosa vuoi che gli abbia detto? Niente!"
"Ehm,
sì. Certo
hyung" era accondiscendenza, quella? Non era solo inutile,
era anche
uno stronzo. Non che quella fosse una novità, comunque. Jin
non doveva esserne
così sorpreso "Ti rendi conto che
ti
ha praticamente detto che vorrebbe avere una storia con te, vero?"
A quel punto,
non poté fare a meno di rispondere in tono
acido "E perché non sarebbe il caso, scusa? Sono una persona
fantastica,
io"
"Magari
perché -"
"Te lo sto
dicendo perché devi stare dalla mia parte, è
così che funziona"
"Non
credo sia
vero"
"Smetterò
di parlarti un'altra volta se non la
pianti"
Buttò
all'indietro la testa, facendola sbattere contro la
parete dell'armadio, chiuse gli occhi e gemette frustrato "Che cosa
devo
fare?"
In qualche modo,
riuscì a percepire il sorriso del suo
migliore amico "Parlarci, credo. E
capire cosa vorresti fare tu" e a quelle parole gli
partì una risata
divertita "Detto da te è ironica la cosa. In maniera a dir
poco
esagerata"
"Sai
cosa? E'
colpa tua, io te l'avevo detto che non dovevi andare a vivere con degli
sconosciuti che hanno messo un annuncio su internet"
Eh, Yoongi non
aveva poi tutti i torti. Vista la situazione
non era stata la sua idea migliore quella, no "Dovevo buttare fuori a
calci in culo Hyosang e tenermi io la casa, avevi ragione"
Guess
who's back?
-scusate,
ma col comeback dei Block B sono in vena di citazioni xD
Eccomi
qui, miei amati lettori, di mercoledì sera -in via
straordinaria- per cercare
di rimediare al mancato aggiornamento della scorsa settimana!
E
qui per voi c'è un Jin paranoico come non mai xD
Comunque.
Ringrazio
infinitamente tutti voi, chiunque stia seguendo questa storia e tutti i
recensori perché davvero, siete fantastici ♥
Io continuo ad avere
mille e mille dubbi ma
voi riuscite sempre
tirarmi su di
morale! :D
In
più, sono a dir poco sorpresa nel vedere che lo scorso
capitolo, il primo di
Tae, abbia suscitato così tanta curiosità xD Io
credevo -e credo ancora- fosse
una schifezza xD xD
Grazie,
grazie, grazie :'D
Detto
questo, vi lascio alla vostra serata.
Prima, però, vorrei invitarvi tutti a
leggere l'ultima storia scritta da Jichan,
"BTS - Bedtime Stories".
E' davvero bellissima, fidatevi di me!
Buonanotte a tutti,
alla prossima settimana ♥
YoongiYah
|
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Capitolo 10 *** IX - Hoseok ***
Hoseok amava il
fatto che lui e Yoongi non dovessero più
nascondersi. O meglio, non dovevano più nascondersi da Jin,
quindi, almeno nel
loft, potevano essere liberi di fare o dire quello che volevano. Non
che fosse
cambiato qualcosa, tra loro. Yoongi arrivava ancora quando voleva e lui
continuava
a non avere alcun controllo sui loro incontri, ma ora non doveva
più farlo
entrare di nascosto, portandolo subito in camera sua e chiudendocelo
dentro. E,
soprattutto, Yoongi non doveva più sgattaiolare via la
mattina presto. Quella,
probabilmente, era la cosa che preferiva più di tutte.
Potevano svegliarsi con
più calma e Yoongi, se ne aveva voglia e se non aveva
fretta, poteva anche
fermarsi a fare colazione con loro. Jin hyung gli aveva addirittura
lasciato il
suo posto a tavola spostandosi a capotavola, tra Namjoon e Yoongi,
appunto. A
Hoseok piaceva davvero averlo intorno. Poteva imparare a conoscere
tante
piccole cose su di lui, cose che non avrebbe potuto di certo scoprire
se non
avessero portato quello che c'era tra loro ad un livello successivo.
Non che
quello fosse un livello successivo, chiaramente. Non era ancora niente,
solo
che, nel niente, ora c'era qualche dettaglio in più. Ad
esempio, aveva avuto
modo di scoprire che, se non aveva impegni urgenti, Yoongi amava
perdersi in uno
stato di dormiveglia, di mattina. Ed era esattamente quello che stava
facendo
in quel momento. La sveglia era suonata ormai da mezzora, Hoseok si era
alzato
subito, come faceva ogni giorno, e dopo averlo salutato con un
buongiorno -un
buongiorno ricambiato solo da un mugolio infastidito- era andato in
bagno a
farsi una doccia. Dopo essere tornato in camera e aver ritrovato
l'altro
esattamente come l'aveva lasciato, spese una manciata di minuti davanti
all'armadio spalancato, scegliendo con attenzione quello che avrebbe
dovuto
indossare per andare al lavoro. Si infilò un paio di boxer
neri e poi si
sedette sul bordo del materasso, vicino a Yoongi, e, piano, lo
chiamò "Ehi
dolcezza, sono già le sette e mezza. Non hai nessun impegno
stamattina?"
La
risposta di Yoongi
fu uno "Stai zitto" borbottato mentre faceva affondare ancora
più la
testa sul cuscino. Era steso su un fianco e gli stava dando le spalle,
Hoseok
poteva ammirare la sua pallida schiena in contrasto con le sue lenzuola
blu, colore
che stava magnificamente bene con i capelli rosa dell'altro, sparsi sul
cuscino
coperto dalla federa della stessa tinta delle lenzuola. No, non c'era
niente di
studiato in tutto quello, ma Hoseok era convinto che quel ragazzo, tra
le sue
cose sistemate in quella stanza secondo il suo ordine logico e
assoluto, ci
stava perfettamente bene. Come se quello fosse esattamente il punto in
cui
doveva stare. Si permise di sorridere appena, tanto l'altro non se ne
sarebbe
accorto, troppo impegnato nel tentativo di ignorarlo per poltrire
ancora un
po'. A quel punto, poi, partì all'attacco. Gli si fece
più vicino, quasi
stendendosi, e, con estrema delicatezza, iniziò a lasciargli
dei morbidi baci,
che dovevano in realtà fargli solo un po' di solletico,
partendo dal collo e
scendendo con calma, seguendo la linea della spina dorsale. Lo
sentì
rabbrividire e subito dopo gli disse "Falla finita. E' tua la regola
del
niente sesso di mattina dopo la doccia, non spingermi ad infrangerla"
La risata che
gli provocò quella frase lo costrinse a
separarsi dalla pelle liscia di Yoongi "No, la regola non s'infrange"
a quel punto si rialzò e, dopo essersi infilato la camicia,
riprese
"Almeno sei riuscito a formulare una frase di senso compiuto di
più di due
parole. Sei sveglio, l'intento era quello"
Lo
guardò mettersi seduto, con estrema calma e stiracchiarsi
pigramente, per poi guardarsi intorno con gli occhi ancora assonnati.
Quando
questi si posarono su di lui, mentre ormai si stava abbottonando i
pantaloni,
ghignò appena "Puoi essere davvero sleale quando vuoi, sai?"
Il fatto che
avesse ancora gli occhi gonfi dal sonno non
rendeva per nulla credibile quel sorriso furbetto. Se le cose fossero
state
diverse, probabilmente Hoseok non si sarebbe limitato a pensare e basta
che
fosse estremamente carino in quel momento e glie l'avrebbe detto senza
farsi
troppi problemi. Lo era sempre, in generale ma così, appena
sveglio e tutto
spettinato, lo era in un modo ancora diverso. Si limitò
semplicemente ad
ignorare ogni suo pensiero, rispondendo alla domanda, anche se
retorica,
dell'altro "Beh, tra meno di mezzora devo uscire e non posso farlo se
il
letto rimane in questo stato, per cui, mio caro, vedi di alzare quel
tuo bel
culetto da lì"
Lo
sentì sospirare, mentre lui gli dava le spalle,
recuperando una cravatta scura dal cassetto. Preferiva non guardarlo
negli
occhi mentre gli diceva certe cose. Il letto doveva rifarlo veramente,
prima di
uscire, altrimenti avrebbe pensato solo al fatto che la sua stanza era
in disordine
mentre avrebbe dovuto lavorare, ma la realtà era che non gli
piaceva dirgli che
doveva andarsene. Non quando era convinto che, se fosse stato suo anche
Yoongi,
probabilmente quel letto non lo avrebbe nemmeno mai rifatto, tanto si
era
convinto che il suo posto nel mondo fosse quello.
Con la coda
dell'occhio lo vide alzarsi e andare subito verso
il comò, dove sapeva avrebbe trovato i suoi vestiti.
Infatti, dopo nemmeno una
manciata di secondi lo sentì ridere e dire "Sono due
settimane ormai che ti
ci vedo e ancora non mi spiego come tu possa alzarti per piegare e
ordinare i
vestiti subito dopo averlo fatto"
"Cosa dovrei
fare? Lasciarli per terra come fossimo in
un campo profughi?"
Glie l'aveva
già spiegato, ormai. L'aveva spiegato a tutti
quelli che glie l'avevano visto fare, in effetti. Non sarebbe mai
riuscito a
dormire con la consapevolezza di avere tutta quella roba sparsa per il
pavimento della camera in quel modo. Non sarebbe mai riuscito nemmeno a
rilassarsi. Yoongi gli sorrise "No" si infilò la maglietta
bianca a
maniche corte che teneva in mano e poi gli si avvicinò,
dandogli un piccolo
bacio sulle labbra "Devi fare quello che ti senti di fare. Va bene,
anche
se non me lo spiego"
Quella era la
differenza tra Yoongi e chiunque c'era stato
prima. Qualcuno l'aveva preso in giro, altri invece gli avevano
semplicemente
detto che era uno strano forte o che, probabilmente, c'era una cura per
le sue
ossessioni. Lui, invece, l'aveva semplicemente guardato, dopo la loro
prima
volta in quella camera, e, dopo avergli chiesto cosa stesse facendo,
aveva
ascoltato la spiegazione, rispondendogli con un ok e un sorriso
stampato in
faccia. Sicuramente quel sorriso era una vaga derisione e quell'ok era
stato un
po' troppo menefreghista, ma gli andava bene sul serio. Non chiedeva
troppo,
non lo prendeva mai davvero in giro e non pretendeva che lasciasse
perdere. E
sì, tutto quello aveva influito sul fatto che Hoseok avesse
iniziato ad
affezionarsi a lui, volendo passarci più tempo ancora, al di
fuori degli
incontri in camera da letto. Pensava che, anche se non si sarebbe mai
abituato
al ritmo frenetico con cui il suo cuore cominciava a battere quando gli
capitavano mementi come quelli, poteva imparare a convivere con quella
sensazione. Yoongi, in un lasso di tempo a dir poco troppo breve, era
riuscito
a stravolgere completamente la sua esistenza e le sue convinzioni.
Erano
piccole cose, certo, ma per lui anche quelle riuscivano a fare
un'enorme
differenza. Il problema era che, tutto quello, all'altro non glie lo
poteva
dire. Non c'era niente, tra loro, e Yoongi sembrava assolutamente
intenzionato
a lasciare le cose così com'erano e Hoseok, di delusioni, ne
aveva avute anche
troppe prima di incontrarlo, quindi non avrebbe mai fatto nulla per
compromettere, cambiare o rovinare quel poco che c'era tra loro.
Così, dopo
aver ricevuto quel leggero bacio, non disse nulla, non rispose,
ignorò il suo
cuore che sembrava essere impazzito e riprese a fare il nodo alla
cravatta,
mentre l'altro se ne ritornava a riprendere le sue cose.
Calò un silenzio
pesante, quasi ingombrante, fra loro. Hoseok non le sapeva davvero
gestire
certe cose e non riusciva a capire come per l'altro tutto quello fosse
normale.
Sospirò internamente e iniziò a rifare il letto
mentre Yoongi, dopo essersi
rimesso anche i pantaloni, aveva iniziato a controllare il telefono.
"Merda"
Hoseok
alzò lo sguardo nella sua direzione "E' successo
qualcosa?"
Lo vide digitare
di fretta un messaggio mentre si mordeva il
labbro inferiore, aggrottando le sopracciglia in un'espressione
accigliata
"No, mi hanno solo anticipato una specie di servizio fotografico a
questo
pomeriggio. Avevo promesso a Jin hyung che sarei stato un po' con lui,
dopo il
modo in cui l'ho trattato mi pareva il minimo. Si arrabbierà
ancora"
"Sarà
una cosa lunga?"
"Non dovrebbe,
solo che lo diventerà sicuramente. Tra
che riuscirò a togliermi tutta quella roba dalla faccia e
raggiungere questo
posto, Jin hyung si sarà comunque già offeso"
Hoseok
sospirò, riportando lo sguardo sulle coperte del suo
letto che cercava di stendere con precisione "Puoi dirgli che potresti
solo fare un po' di ritardo e se vuoi ti vengo a prendere io con la
macchina,
così non dovrai perdere tempo a struccarti ma non dovrai
nemmeno andare in giro
a piedi per la città conciato in quel modo"
Yoongi
lasciò il telefono sul comò e, dopo aver disteso
le
braccia lungo i fianchi, si girò completamente verso di lui,
guardandolo
stupito "Davvero lo faresti?"
Scrollò
semplicemente le spalle, come se quello che aveva
appena detto fosse una cosa da niente "Comunque a casa dal lavoro
dovrei
tornarci, allungare un po' la strada o fare un po' più tardi
del solito non mi
costa nulla"
L'altro
inarcò le sopracciglia storse un po' la testa in una
chiara espressione di chi aveva appena ascoltato una colossale
stronzata.
Hoseok, però, insistette "Dico sul serio" il che era pure
vero, non
aveva problemi a modificare i suoi programmi, non se lo faceva con un
largo
anticipo. La giornata, in quel caso, continuava ad avercela
programmata. Finì
di sistemare il letto e, a quel punto, si rimise in piedi, guardandolo
serio, per
fargli capire che era davvero così che stavano le cose.
Yoongi,
continuando a guardarlo, stavolta in maniera più
scettica, riprese "Lo fai solo perché così questa
sera sarò già qui e non
dovrò perdere tempo a discutere con hyung, vero?"
Fu come se il
suo cuore fosse stato afferrato da entrambe le
estremità e poi tirato senza pietà. No, lui a
quello non ci aveva minimamente
pensato, non c'entrava nulla il sesso. Non quella volta. Forse non
c'entrava
proprio più niente, nonostante ci fosse solo quello. Prese
la sua
ventiquattrore dalla poltrona, posizionata ai piedi del letto, e la
giacca
dalla stampella appesa all'anta dell'armadio e, mentre si stava
dirigendo verso
la porta per uscire dalla camera, mise su un sorriso finto "Beh,
qualcosa ci
dovrò pur guadagnare, no?"
Ancora,
evitò di guardare l'altro negli occhi dicendo quella
bugia, perdendosi così anche la delusione nel volto di
Yoongi.
---
Il fatto che
quella, in ufficio, fosse una giornata
estremamente piena, per Hoseok era una vera e propria benedizione. Il
tempo che
avevano a disposizione per la preparazione della campagna pubblicitaria
prima
della presentazione ai dirigenti e al cliente era ormai agli sgoccioli
e tutte
-tutti Hoseok, ci sei pure tu, anche se
non conti un cazzo- erano estremamente indaffarati per gli
ultimi dettagli
fondamentali, quelli che potevano fare la differenza. In quella maniera
aveva
avuto modo di ignorare quella brutta sensazione che aveva alla bocca
dello
stomaco, come se avesse avuto un brutto presentimento. Era arrivata
mentre
stavano facendo colazione tutti insieme, a casa. Yoongi stava spiegando
a Jin
che avrebbe potuto fare un po' di ritardo, quella sera, al loro
appuntamento,
ma che Hoseok si era offerto di accompagnarlo, così che il
ritardo, se ci fosse
stato, sarebbe stato ridotto al minimo. Namjoon, a quel punto, dopo
aver tenuto
gli occhi puntati sul suo piatto senza dire una parola a nessuno, aveva
alzato
la testa e, guardandolo con espressione fin troppo seria, s'intromise
"Che, vuoi tornare a fare lo zerbino un'altra volta?"
Hoseok lo aveva
semplicemente ignorato, sussurrando anche a
Yoongi di lasciarlo perdere dato che era evidente che fosse il suo
cattivo
umore a parlare, ma quella strana sensazione, quel brutto
presentimento, era
nato lo stesso e ancora non se ne era andato. Certo, era riuscito a far
finta
di niente continuando a svolgere il suo lavoro per la maggior parte del
tempo,
ma era lì e si era pure intensificato quando ricevette il
messaggio da Yoongi
con l'orario e l'indirizzo a cui si sarebbe dovuto far trovare.
Sicuramente,
l'aggiunta di quell'"Aspettami in
macchina" come conclusione del testo, non era di aiuto.
Lui davvero non
si stava facendo alcun tipo di illusione,
proprio come aveva detto al suo amico giorni prima, ed era vero che si
stava
facendo bastare quello che c'era tra lui e Yoongi senza pretendere
altro, ma le
parole di Namjoon l'avevano scosso e non poco. Non voleva tornare ad
essere
l'Hoseok dei primi tempi del college, quello che cercava
irrimediabilmente di farsi
degli amici e che non ci riusciva in alcun modo per via delle troppe
prese in
giro. Era cresciuto, era cambiato ed era riuscito a diventare una
persona di
successo, con un buon lavoro che gli piaceva e che era pure ben
retribuito.
Certo, la sua crescita gli era costata qualche altra piccola mania, ma
aveva
imparato a conviverci. E stava bene. Non poteva negare a se stesso,
però, che
per quanto la compagnia dell'altro ragazzo gli piacesse, facendogli
probabilmente
anche bene da una parte -alla fine aveva accettato di perdere il
controllo su
delle cose e si lasciava trascinare in qualche piccolo imprevisto-
dall'altra,
come aveva detto Nam, poteva rappresentare un rischio, portandolo a
compiere
dei passi indietro. Quella era una cosa che lo terrorizzava a morte. A
lui
piaceva il nuovo e migliorato Hoseok, nonostante non potesse uscire di
casa
sapendo che qualcosa, qualsiasi sua cosa, non fosse al suo posto. Era
una
fissazione, era vero, ma gli dava sicurezza ed era tutto ciò
che gli serviva
per poter andare avanti. Yoongi, invece, era il più grande
punto interrogativo
che avesse mai incontrato in vita sua, era un salto nel vuoto e, dopo
aver
sentito il suo migliore amico dirgli quella cosa, non poteva
più negare di esserne
terrorizzato.
Purtroppo,
Yoongi stava iniziando a piacergli davvero troppo
per farsi bastare come unica certezza da parte sua il non poter entrare
in
alcun modo nella sua vita.
Mentre lo stava
aspettando in auto, come gli era stato cortesemente
richiesto, quella
sensazione era diventata talmente forte che era ormai impossibile far
finta che
non ci fosse. Yoongi era in ritardo, di almeno cinque minuti, e Hoseok
non
riusciva a far tacere quella voce nella sua testa -voce che somigliava
in
maniera sconcertante a quella di Namjoon- che gli ripeteva che, in quel
modo,
stava praticamente facendo da autista al ragazzo che non voleva avere
niente a
che fare con lui nella vita reale, ma che poi si intrufolava nel suo
letto ogni
volta che ne aveva voglia. Continuava a ripetersi che lo sapeva, che
quello tra
lui e Yoongi era solo sesso e che quella proposta di andarlo a prendere
glie
l'aveva fatta lui, spontaneamente, perché era vero che non
gli costava nulla
farlo, ma non riusciva a calmarsi in alcun modo. L'agitazione aveva
preso
possesso del suo corpo, non riusciva a tenere fermi mani e piedi, e
sapeva
perfettamente cosa significava tutto quello. Sarebbe andato presto
fuori di
testa, come simpaticamente diceva Namjoon. E il pretesto per farlo glie
lo
presentò proprio Yoongi, qualche istante dopo. Era appena
uscito dalla porta
dell'edificio in cui il suo servizio fotografico si era svolto, vestito
in
maniera fin troppo diversa da come era abituato a vederlo di solito,
con i
capelli perfettamente pettinati e il trucco pesante sugli occhi. E in
compagnia. L'altro ragazzo, non aveva idea di chi fosse, era vestito in
maniera
molto simile a quella di Yoongi, anche lui perfettamente acconciato e
Hoseok,
guardandolo, pensò che era quello il tipo di ragazzo che si
sarebbe aspettato di
ritrovarsi davanti quando Jin aveva detto di conoscere un futuro idol.
Era
davvero bello. E troppo vicino a Yoongi. Lo vide posargli una mano su
un
braccio, in maniera quasi intima, per poi farla scendere delicatamente
accarezzandolo per tutta la lunghezza fino a sfiorare la mano di Yoongi
e
posarsi lì per qualche secondo, prima di lasciarlo e
allontanarsi da lui.
Yoongi, invece, gli stava sorridendo calorosamente mentre lo salutava.
Hoseok
distolse lo sguardo, puntando gli occhi sul volante dell'auto, mentre
Yoongi
attraversava la strada e lo raggiungeva. Non si girò nemmeno
quando l'altro
aprì lo sportello e ed entrò, salutandolo.
"Grazie per
avermi aspettato. Sono tanto in ritardo? Non
ho perso tempo nemmeno per guardare l'ora quando abbiamo finito"
Mise in moto,
sentendosi ancora sul punto di esplodere. Non
erano affari suoi, Yoongi non voleva metterlo in mezzo alle sue cose e
lo
sapeva, ma non poté non chiedergli "Chi era quello?"
Si permise solo
per un attimo di guardarlo con la coda dell'occhio
e lo vide fare una smorfia seccata che disturbò Hoseok
ancora di più.
"Chi?"
"Il ragazzo che
era con te, mi pare ovvio"
"Un amico. E
collega"
Hoseok rise
appena "E' molto bello. Lui sembra
un vero idol, non c'è che dire"
Riuscì
a percepire quanto Yoongi fosse seccato anche senza
guardarlo in faccia, sentendo solo quel misero "Già"
praticamente
ringhiato. Per l'ennesima volta, Hoseok non seppe come
arrivò a quel punto. Gli
succedeva fin troppo spesso quando era con lui, ma se prima era stato
sempre merito
dell'altro, quella volta, ripensandoci, non avrebbe potuto incolpare
nessun
altro al di fuori di se stesso. E solo di colpa poteva trattarsi, dato
il modo
in cui sbottò "E' un amico come lo sono io, oppure?"
"Scusami?"
Yoongi scandì con estrema lentezza ogni lettera di ogni
sillaba, sottolineando
con grande efficacia quanto la sua domanda lo avesse offeso.
"Non posso
sapere neanche questo?"
Sempre con la
coda dell'occhio, riuscì a percepire Yoongi
girarsi completamente verso di lui per chiedergli arrabbiato "Mi stai
veramente chiedendo se ci vado a letto?"
Hoseok a quel
punto, praticamente incominciò a sputare parole
"Beh, sembravate affiatati" -non
dire per nessun motivo al mondo quello che stai pensando Hoseok, non
farlo-
"Non mi sorprenderebbe se ci fosse qualcun altro visto il modo in cui
hai
iniziato con me"
Ma
perché non si dava
mai retta? Ah,
giusto. Era matto.
Dopo un silenzio
che sembrò infinito Yoongi gli rispose
"Ferma la macchina"
"Ti ho detto che
ti avrei porta-" si interruppe
quando gli ripeté la stessa frase, stavolta alzando la voce,
però. A quel punto
fece come gli era stato chiesto, accostandosi al marciapiede. Una volta
fatto,
fece per girarsi verso l'altro ma questo, invece, non perse tempo.
Aprì lo
sportello e, dopo avergli sibilato cattivo un "Vaffanculo, Jung
Hoseok" scese dall'auto e iniziò ad allontanarsi di corsa.
Hoseok, rimasto
lì, solo a fissare come un imbecille il punto
in cui Yoongi era sparito, si rese conto che quella volta, a follia,
aveva
decisamente esagerato. Alla fine, non credeva fosse da tutti riuscire a
perdere
un niente e dare indirettamente della puttana al ragazzo per cui si
provava
qualcosa. Si era
davvero superato.
Unendo le
mani sulla parte alta del volante e buttandoci
sopra la testa, sospirando e imprecando contro se stesso, si chiese
come
avrebbe fatto a rientrare in casa, più tardi, sapendo che
quella notte e il
giorno dopo non avrebbe trovato Yoongi nel posto che gli aveva
assegnato quella
stessa mattina.
Buon salve a
tutti
quanti voi, miei cari!
Siamo qui
riuniti
questa sera con un capitolo un po' particolare xD
Il tono
è
decisamente differente da quelli precedenti e anche per forza, l'ironia
questa
volta non mi sarebbe stata d'aiuto. Sarò sincera, non
è stato facile scrivere
di Hoseok e del suo stato d'animo. Come avrete sicuramente capito, il
suo
personaggio sente il bisogno di avere tutto sotto controllo e, quando
questo
non succede, anche per la più piccola delle cose, non riesce
più a ragionare. E
Yoongi per lui non fa decisamente parte delle cose di poco valore, la
ragione
questa volta l'ha proprio buttata nel water.
Più o
meno, questo
è quello che volevo trasmettere e lo so che lo dico sempre,
ma questa volta
sono più seria che mai: sono completamente insicura e
totalmente insoddisfatta.
Spero quindi di non
aver deluso nessuno e mi piacerebbe tanto sapere cosa pensate di questo
capitolo, diverso rispetto agli altri.
Detto questo,
ringrazio come sempre tutti quanti! Siete fantastici, davvero ♥
Buonanotte
a tutti,
a presto spero ♥
YoongiYah
(che torna a logorarsi con la sua
disperazione)
|
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Capitolo 11 *** X - Namjoon ***
Prima di
lasciarvi alla lettura, vorrei precisare che i
fatti narrati in questo capitolo seguono direttamente quelli che
concludono il
capitolo precedente, a distanza di poche ore.
Questa volta mi sono ricordata
di dirlo, yay! xD
Namjoon, dopo la
più grande figura da imbecille che aveva
fatto in vita sua, praticamente dichiarandosi a Jin hyung, aveva deciso
di
comportarsi da uomo quale era, scappando e fuggendo da tutto.
Sì, aveva
scoperto di essere un pessimo uomo. A parte quella stessa mattina a
colazione,
in cui Jin era stato comunque troppo impegnato a chiacchierare
amabilmente con
Yoongi e Hoseok che fingevano di comportarsi come una coppietta felice,
Namjoon
aveva sempre evitato di starsene a casa nei giorni passati, in modo da
poter
evitare un altro confronto diretto col più grande. Aveva
addirittura evitato il
suo sguardo, tanto lo terrorizzava il pensiero di parlarci. Avendo
entrambi il
pomeriggio libero, quel giorno, aveva deciso di fuggire uscendo con
Taehyung,
accompagnandolo a fare la spesa dato che era il suo turno quella
settimana.
Poi, quando il più giovane si era avviato di ritorno verso
la strada di casa,
lo aveva abbandonato, dicendogli che avrebbe dovuto attaccare prima al
lavoro,
quel giorno. Il che non era vero e si era ritrovato a dover perdere
tempo per
almeno due ore, ma meglio quello che dover spiegare lo stupidissimo
discorso che
aveva fatto al più grande qualche giorno prima e il
perché se l'era data a
gambe subito dopo.
Il fatto era che
lui quelle cose non glie le voleva proprio
dire, gli erano uscite di bocca e basta. E non era nemmeno colpa sua.
Si era
semplicemente innervosito davanti alle insinuazioni dell'altro, come se
non
fosse stato lui a provarci come un cretino bevendo vino rosé
e poi a cercare di
baciarlo. Era pure stato tanto bravo da tirarsi indietro!
L'essersene
pentito dopo era un altro discorso, ovviamente.
Il punto era che
lui, a quello
-come Jin aveva detto- non ci aveva nemmeno mai pensato, non fino a
quando
l'altro non gli si era avvicinato tanto da far sfiorare qualsiasi parte
dei
loro visi l'una con l'altra, quindi non poteva venir accusato di una
cosa del
genere -che suonava tanto di ipocrisia, considerando come si era svolta
quella
famigerata sera.
La
verità era che Namjoon non era
proprio portato per certe situazioni. I discorsi troppo seri, i
sentimenti e
tutte quelle cose da femminuccia che piacevano tanto ad Hoseok non
facevano più
per lui, non se poi era lui stesso a doverne affrontare le conseguenze.
Probabilmente
erano quelle a terrorizzarlo tanto visto come ora le stesse evitando.
Preferiva
ormai tenersi tutto dentro e non dare peso a nulla, anche se questo
significava
fare la figura dell' antipatico sociopatico e lunatico. Probabilmente,
l'unico con
cui poteva lasciarsi andare (e non sempre, chiaramente) era proprio il
suo
migliore amico perché sapeva che tra loro non c'erano
secondi fini o interessi
di altro tipo, non come potevano esserci con Jin -nonostante l'altro
sostenesse
di essere in parte sua moglie. Sapeva che, comunque sarebbero andate le
loro
vite, Hoseok non gli avrebbe mai voltato le spalle e questa era una
certezza
che nessun altro avrebbe potuto mai dargli, nessuno.
Era ormai quasi
mezzanotte e Namjoon
se ne stava ritornando a casa dal lavoro. A piedi. Molto lentamente.
Sperava di
metterci abbastanza tempo da poter ritrovare tutti gli altri inquilini
del loft
già a letto, al suo ritorno. In realtà gli
sarebbe bastato ritrovarci anche
solo Jin. Hoseok, con buone probabilità, era con Yoongi,
quindi poteva sfuggire
tranquillamente al suo sguardo indagatore anche quella sera -non si
perdeva mai
nulla solitamente, ma l'avere un ragazzo a sua disposizione come
distrazione giocava
anche a favore di Namjoon- mentre Taehyung non avrebbe mai preteso un
discorso
a cuore aperto con lui. Almeno lo sperava. Quando arrivò
davanti alla porta
d'ingresso del loft, con tanto di fiatone causato dall'essersi fatto
tutte le
rampe di scale di tutti i piani del condominio a piedi, ignorando
l'ascensore
-sempre per perdere altro tempo- infilò la chiave nella
toppa. Ricontrollò poi
l'ora un'ultima volta e, dopo essersi accertato di aver fatto passare
la
mezzanotte e di aver concluso ufficialmente quell'infinita giornata, la
girò,
lentamente, senza fare alcun minimo rumore, per evitare di svegliare
qualcuno o
di attirare l'attenzione, nel caso in cui quel qualcuno fosse sveglio.
L'appartamento
era completamente buio
e Namjoon ringraziò chiunque avesse ascoltato le sue
preghiere per averlo
graziato in quel modo. Per poi rimangiarsi tutto quando, dopo aver
definitivamente varcato la soglia d'ingresso in punta di piedi, si
accorse
della sagoma distesa sul divano. A quel punto imprecò
mentalmente, sgranò gli
occhi e si paralizzò, completamente indeciso sul come
comportarsi. Si
tranquillizzò subito dopo, esattamente nel momento in cui
sentì un bisbiglio
sommesso provenire proprio dal divano, che suonava tanto come la voce
di Hoseok
"Nam?"
Dopo aver
sospirato, sollevato almeno
in parte -alla fine non era Jin, poteva andargli peggio- gli si
avvicinò.
Nonostante fosse ancora buio, riuscì a vedere che era ancora
vestito, con tanto
di giacca e cravatta. Recuperò il cellulare dalla tasca dei
suoi jeans e illuminò
leggermente la stanza con l'apparecchio, senza dare però
fastidio al suo amico.
A quel punto riuscì a notare anche la sua ventiquattrore sul
tavolino da caffè.
Aggrottò le sopracciglia, confuso. C'era sicuramente
qualcosa che non andava
"Perché non sei a letto?"
Aveva gli occhi
aperti e lo sguardo
perso nel vuoto. Era parecchio che non lo vedeva in quello stato "Ho
rovinato tutto"
Non era di
aiuto, come risposta.
Strinse le labbra in una linea sottile e poi piegò le gambe,
abbastanza da
ritrovarsi alla stessa altezza della testa del suo amico "Tutto
cosa?"
L'altro non si
mosse "Non mi va
di parlarne" gli diede una rapida occhiata e poi aggiunse "Puoi
togliere le coperta e le lenzuola blu dal mio letto? Così
posso cambiarlo e
riuscire ad andarci? Non voglio farlo, io"
L'assurdità
non aveva più limiti,
ormai "Ti sarebbe...uhm...di aiuto, se lo facessi?"
Hoseok
annuì soltanto e dopo che
Namjoon si fu rialzato lo fermò aggiungendo "Mettile dove
non le posso
vedere. Ci penserò domani"
Non gli fece
nessuna domanda. Era
preoccupato per il suo amico, davvero, ma se non ne voleva parlare
sapeva che
sarebbe stato meglio non insistere. Qualsiasi cosa fosse successa,
qualsiasi
cosa avesse rovinato, era indubbiamente abbastanza grave, ma ormai lo
conosceva
bene, sarebbe venuto lui a cercarlo nel momento che più gli
sembrava adatto,
senza nemmeno farsi pregare più di tanto. Gli diede una
leggera pacca sulla
spalla e si girò, dirigendosi verso la camera di Hoseok.
Solo a quel punto si
accorse della presenza di Jin che in silenzio li osservava, appoggiato
allo
stipite della porta del corridoio che portava alle camere.
Il cuore di
Namjoon perse un battito.
Ingoiò a vuoto e si fece coraggio, riuscendo a passargli
accanto senza però
guardarlo. Lo sentì seguirlo. Dopo averlo superato e si
chiese cosa avesse
fatto di male, nella vita, per essere fottuto dal karma in quel modo.
Una volta
entrati entrambi nella stanza, Jin andò subito dall'altra
parte del letto,
quella opposta da dove si trovava lui "Ti do una mano"
Namjoon, con le
labbra cucite, annuì
soltanto, senza distogliere lo sguardo da quello che stava facendo.
Quando
finirono, il più grande, riprese "Metti queste in lavatrice
e poi vai a
chiamarlo. Io intanto cambio il letto" e a quel punto, non
poté fare a
meno di fissarsi su di lui. Quello che aveva davanti era di nuovo
Seokjin,
quello carino come non mai, quello che amava aiutare tutti e a cui
piaceva
sentirsi indispensabile. Sorrise appena, prima di uscire dalla stanza e
fare
come gli era stato detto. Tornò in soggiorno e
aiutò Hoseok ad alzarsi per poi
accompagnarlo in camera sua, dove il più grande aveva appena
finito di
preparargli il letto. Dopo aver sussurrato un grazie sommesso,
iniziò a
spogliarsi e a quel punto, Namjoon e Jin, lo lasciarono solo. Si
ritrovarono
fuori dalla porta, ormai chiusa, della camera di Hoseok e Namjoon
pensò
seriamente di non essere mai stato tanto in imbarazzo in vita sua.
Sinceramente, da quando Jin si era trasferito da loro questa cosa
l'aveva
pensata un po' troppo spesso. Cercò di allentare la
tensione, facendo una
stupida smorfia e chiedendo con ironia "Strano, eh?" per poi pensare
che non fosse solo la sua smorfia, ad essere stupida. Jin, d'altro
canto, si
limitò a scrollare le spalle "Credo sia successo qualcosa
con Yoongi,
anche lui non era molto in sé"
Ovviamente. Si
chiese come aveva
potuto non capirlo subito. Ora che ci pensava era piuttosto scontata,
come cosa
"Ti ha detto qualcosa?"
Seokjin scosse
la testa e poi si
mordicchiò il labbro inferiore. Seriamente, Namjoon era
convinto che qualcuno
avrebbe dovuto impedirgli di fare cose del genere, per il bene
dell'umanità.
Per il suo, invece, cercò di rilassarsi. Distolse lo sguardo
e provò a
ricomporsi. Si schiarì la gola e poi ricominciò
"Lo so che gli avevi detto
che glie l'avresti fatta pagare se avesse fatto un torto al tuo amico
ma...
Fidati di me, se la farà pagare da solo, qualsiasi cosa sia
successa"
"Dopo aver
parlato con Yoongi
volevo fare qualcosa, ma quando l'ho visto rientrare in casa in quello
stato non
ci sono riuscito. Sono troppo buono per fare certe cose"
Namjoon
sbuffò una risata e, solo per
un attimo, si dimenticò del perché avesse tentato
di stargli lontano da giorni,
ormai. Si rese anche conto che, nonostante tutto, gli era mancato,
almeno un
pochino. Riportò lo sguardo su di lui, puntando gli occhi
nei suoi. Se doveva
essere sincero -almeno con se stesso poteva esserlo- non era affatto
sorpreso
dal fatto che, quel ragazzo, era riuscito a stravolgere la vita di
tutti e tre
i coinquilini del loft in appena un mese. Certo, per certi versi non lo
aveva
fatto direttamente, ma comunque era merito suo e Namjoon pensava che
fosse
inevitabile, quando si aveva a che fare con persone del genere.
Egocentrismo a
parte, ai suoi occhi era davvero il ragazzo perfetto. In
realtà gli piaceva
pure il suo essere egocentrico. Non era mai noioso ed era carino.
Dio,
stava diventando come Hoseok.
Cercò
di non fargli vedere quanto si
fosse spaventato da solo a quel pensiero -l'altro non avrebbe mai
saputo a cosa
stesse pensando, ma comunque era meglio non rischiare in certi casi.
Respirò
profondamente e, dopo aver ripreso il controllo dei suoi pensieri,
decise che
era meglio chiuderla lì prima di peggiorare ulteriormente le
cose, senza
compromettere ancora il precario equilibrio che quella situazione aveva
trovato. Magari, in quel modo, non sarebbe più dovuto
scappare.
"Sarà
meglio andare a letto,
ora"
Fece per andare
in camera sua ma non
riuscì a muovere neanche un piede prima che l'altro lo
fermasse
"Aspetta"
Che cazzo. Tutto
quello era
maledettamente troppo simile a come erano andate le cose l'altra volta.
Non
poteva promettere niente di buono. Namjoon, continuando a pensare ad un
modo
per fuggire da quella situazione emise un solo suono d'assenso, tanto
per
fargli capire che sì, avrebbe aspettato, ma in
realtà non ne aveva tanta
voglia.
Jin fece un
passo avanti,
avvicinandosi e no, non era possibile. Non potevano essere di nuovo a
quel
punto. Proprio nel momento in cui pensò al peggio, il
più grande lo sorprese
"Volevo chiederti scusa"
I suoi occhi si
spalancarono talmente
tanto che quasi li sentì fuoriuscire dalle orbite. Si
sarebbe aspettato di
tutto, nel momento in cui l'altro l'aveva fermato, ma questo proprio
no.
Avrebbe avuto tutta la sua comprensione se avesse preteso delle
spiegazioni,
nonostante non glie le volesse dare. Lo avrebbe capito anche se avesse
voluto
riprendere il discorso da dove l'aveva interrotto, ma delle scuse? No,
quelle
proprio no.
"Hyung, per cosa
ti stai
scusando, esattamente?"
E Jin, a quel
punto, riuscì a stupirlo
ancora di più "Non lo so" alzò le spalle e lo
guardò come se gli
avesse fatto una domanda stupida "Per qualsiasi motivo ti abbia portato
a
scappare l'altro giorno e a evitarmi"
Namjoon non
riuscì a stabilire se
fosse più divertito o più allibito da quella
risposta. In ogni caso non poté
non mettersi a ridere un po', sempre a bassa voce. Jin, invece
continuava a
guardarlo, senza evidentemente capire cosa ci fosse di così
divertente nelle
sue scuse "Che ho detto adesso?"
"Dopo quello che
ci siamo detti
l'ultima volta pensi sul serio di doverti scusare?"
"Io
non... Pensavo che-"
Namjoon non gli
fece finire la frase
"Tu pensi troppo" gli sorrise, stavolta sincero e anche un po'
divertito, convinto che quel costante desiderio dell'altro di piacere a
tutti e
il volersi prendere colpe che non aveva fossero cose assurde ma
comunque
interessanti -cioè,
pensava che si
sarebbe fatto venire un'ulcera prima o poi per questo, ma comunque.
"Non hai nulla
di cui scusarti,
ok? Non mi sono comportato così per colpa tua. Solo
perché non... Non voglio
riprendere quel discorso, ecco"
Jin, allora,
annuì soltanto
"Ok" poi sospirò e, dopo averci pensato un attimo,
continuò "Se
vuoi farò finta di essermene dimenticato"
Namjoon
sentì il mondo crollargli
addosso, a quelle parole. Scoprì solo in quel momento che,
nonostante non
avesse voluto dirgli quello che gli aveva detto e nonostante non fosse
intenzionato a spiegarsi, non voleva che l'altro facesse finta di
nulla. Non
voleva che quello che gli aveva detto venisse ignorato in quel modo. Il
problema era che sapeva benissimo che, se gli avesse detto che no, non
doveva
far finta di nulla, poi si sarebbe dovuto mettere a parlare di nuovo e
quello
non poteva proprio farlo. Nel frattempo Seokjin continuava a guardarlo,
chiaramente in attesa di un qualche suo segno di vita. Il
più grande, riprese a
mordicchiarsi il labbro inferiore e Namjoon incominciò ad
aver voglia di
sbattere la testa contro il muro che aveva a fianco. Cercò
di calmarsi e di
dire qualcosa ma, quando aprì bocca e ne uscì un
misero e strozzato
"Io..." capì di aver fallito e di non essere calmo per
niente.
"Io non vorrei
farlo, se ti può
interessare. Solo che non voglio che la situazione diventi
più strana di quanto
non lo sia già. Mi piace vivere qui, non voglio dover andare
via perché non
siamo riusciti a chiarirci"
A quel punto
Namjoon fu preso
letteralmente dal panico "Nemmeno io voglio che tu te ne vada"
"Allora
dimentichiamoci tutto,
ok? Quello che è successo l'altra sera, quello che ci siamo
detti il giorno
dopo e tutto il resto"
Namjoon non
riusciva a capire perché
non poteva rispondergli con quel sì,
va
bene, dimentichiamoci tutto e continuiamo a scappare, facciamo finta
che non
sia mai successo nulla che gli avrebbe per sempre sistemato
la vita. Era
quello che voleva, in fondo. Niente chiarimenti, niente discorsi seri,
niente
conseguenze e niente complicazioni. Tutto quello da cui stava
scappando, non ci
sarebbe stato più nulla.
O forse lo
sapeva, ma non voleva
ammetterlo. Le cose si erano già complicate da un pezzo.
Probabilmente nello
stesso momento in cui Hoseok aveva deciso di spalancargli la porta e di
lasciargli una copia della chiave di casa. Di discorsi seri ne avevano
già
fatti troppi, anche se non erano riusciti a concluderne neanche uno e
le
conseguenze lo avevano già sommerso. Per non parlare dei
sentimenti. Oppure,
ancora, non voleva ammetterlo perché non sapeva cosa il
più grande volesse. Ed
era consapevole che, chiedendoglielo, si sarebbe esposto ancora di
più, ma non
poté non farlo "Tu che cosa vuoi?"
Jin
inarcò le sopracciglia,
vistosamente sorpreso da quella domanda. Tornò serio subito
dopo, però
"Più di ogni altra cosa?" e quando Namjoon gli rispose con
un cenno riprese,
sicuro "Sapere perché credi non sia il caso"
E ancora,
Namjoon si ritrovò di nuovo
a pensare che l'altro, le domande da fare, le sapeva scegliere
dannatamente
bene, andando dritto ai punti per lui più insidiosi di
qualsiasi questione.
Prima che però potesse anche solo pensare in che modo
rispondere, Jin
ricominciò a parlare aumentando di velocità, come
aveva ormai capito che faceva
quando si agitava per qualcosa "Io vorrei solo capire che cosa ho mai
fatto di male per farti credere che non sia il caso provarci con me!
Non
capisco, non mi sembra di aver mai sbagliato niente con te se si
esclude quella
sera, chiaro, ma non è stata davvero colpa mia, Yoongi mi ha
convin-"
"Oddio
basta!" Namjoon lo zittì e Jin non ebbe nemmeno il
tempo
di rimanerci male. Lo prese per il colletto della maglia che indossava
e se lo
tirò contro. A quel punto gli parlò direttamente
sulle labbra, senza mai
interrompere il contatto visivo "Smettila di pensare che ruoti tutto
intorno a te! Mi piace ma è insopportabile a volte!" E non
gli diede modo
di riprendere a parlare, anche se ce l'aveva scritto in faccia quanto
volesse
rispondergli per dirgli che no, lui non
era affatto una persona insopportabile -come no- perché
fece scontrare le
loro bocche con una forza tale da non sapere nemmeno se poter
effettivamente
definire quello un bacio.
Qualunque cosa
fosse, comunque, nel
momento in cui Jin riuscì a chiudere gli occhi e a
rilassarsi, portando le mani
sei capelli biondi dell'altro, diventò senza dubbio il bacio
più bello che
Namjoon avesse mai dato in vita sua. O ricevuto, se era per quello. Gli
sembrò
durare pochissimo ma comunque era riuscito a togliere il fiato ad
entrambi e
quando si separarono, Namjoon non riusciva a capire dove dover puntare
gli occhi,
se su quelli lucidi dell'altro o se sulle sue labbra umide e gonfie.
Rimasero
lì in silenzio a riprendere
fiato per un tempo indefinito. Poi Seokjin, ancora sconvolto, si
ritrovò a
chiedere "Quindi?" e Namjoon, avendo la mente ancora troppo
annebbiata, non capì a cosa quella domanda si riferisse
"Cosa?"
Lo
guardò inspirare profondamente,
immagazzinando l'ossigeno necessario per riuscire a dire più
di una misera
parola "Ti rendi conto che questo non risponde a nessuna delle
precedenti
domande, vero?" e a quel punto si domandò come accidenti era
possibile che
Jin potesse ancora ricordarsi di tutto quello che si erano detti prima
quando
lui non riusciva a mettere a fuoco nemmeno dove diavolo si trovavano in
quel
momento.
"Tu ti rendi
conto che parli
troppo invece, sì?"
Il
più grande allargò le braccia e lo
guardò come se fosse uno stupido "Certo che me ne rendo
conto, è stata una
delle prime cose che vi ho detto di me!"
Namjoon, a quel
punto, si ritrovò
costretto a rispondergli allo stesso modo "Mi farai venire
l'emicrania"
Jin allora
affilò lo sguardo "Sai
cosa? Basta, lasciamo perdere"
"Bene"
"Infatti"
Nessuno dei due,
però, si mosse.
Rimasero lì, ancora, uno di fronte all'altro a guardarsi in
cagnesco e, nel
giro di un solo istante, si ritrovarono avvinghiati, di nuovo, a
baciarsi,
senza sapere chi o come avesse iniziato, quella volta. Poi ancora,
sempre nel
giro di un secondo, Jin lo spinse via e dopo avergli sibilato un "Non
ti
sopporto più stasera" se ne andò in camera sua,
lasciandolo lì come uno
scemo.
Namjoon,
confuso, aggrottò le
sopracciglia, chiedendosi come fossero arrivati a quello. Come era
possibile
passare dall'evitarlo al non essere più sopportabile nel
giro di due soli baci?
"Penso di
essermi perso qualcosa"
Ma quando
Taehyung si affacciò dalla
porta della sua camera con i capelli viola tutti arruffati, gli occhi
gonfi e
lo sguardo assonnato per dirgli, in tono lamentoso "Hyung, ho dovuto
ascoltare Hoseok hyung e Yoongi hyung fare sesso tutte le notti da non
so
quanto tempo, oggi che non ci sono loro non iniziate tu e Jin hyung, vi
prego!
Voglio dormire!" si costrinse a non pensarci più e, dopo
aver annuito al
più giovane distrattamente, strisciò i piedi
verso la sua stanza, per poi
buttarsi sul letto ancora vestito.
Alla faccia del
voler concludere in
fretta la giornata senza affrontare nessuno.
Aveva
decisamente fallito.
Miseramente. E non aveva capito come.
Buonasera a
tutti
quanti voi! ^^
Potrebbe anche
non
interessarvi, ma oggi pomeriggio ho avuto una paura folle! Il computer
non
voleva saperne niente, aveva deciso di non accendersi e io ho avuto una
paura folle
di aver perso gli ultimi capitoli che ho scritto xD
Ora ci rido su, ma
prima me la sono fatta addosso, non sto scherzando -.-
Comunque, anche
questa volta sono abbastanza insicura. Non perché temo di
non aver reso bene un
concetto o chissà cosa. Questo capitolo, semplicemente, non
mi piace. Mi
dispiace da morire perché è la NamJin, si danno
il loro primo bacio e io non ho
reso giustizia a niente e nessuno :C
Scusatemi :C
Come sempre, ci
tengo tantissimo a ringraziare tutti quanti, i recensori, vecchi e
nuovi
lettori e chiunque dedichi un po' di tempo a leggere la mia storiella e
i miei
deliri. Siete fantastici e io non smetterò mai di ripeterlo
ogni volta ♥
Per
concludere, voglio invitarvi a leggere l'ultimo lavoro di Jichan, "Tutti Pazzi
Per Yoongi". Un titolo, una verità. E' davvero
fantastica, fidatevi!
Alla
prossima
settimana, spero ♥
Buona
notte a tutti,
YoongiYah♥
|
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Capitolo 12 *** XI - Taehyung ***
Taehyung stava
aspettando Jimin davanti all'ingresso del
cinema, con impazienza e il cuore che batteva a mille. Da quando lui e il ragazzino del canile avevano iniziato
a frequentarsi, Taehyung si era sentito un po' escluso -e non solo
perché
poteva avere un minuscolo, insignificante interesse che poteva andare
leggermente oltre la semplice amicizia per Jimin. Il fatto era che
anche a casa
stava iniziando a sentirsi un po' di troppo, con Namjoon e Jin che si
ronzavano
stranamente intorno senza avere le idee chiare su come comportarsi e
con Hoseok
che poteva o non poteva avere una storia con Yoongi, che sembrava quasi
essersi
trasferito da loro, alle volte. Era felice per tutti, sul serio
-sarebbe stato
più felice se tutto quello non avesse più
influito sul suo riposo notturno, ma
andava bene lo stesso- solo che, almeno per quella giornata, si sarebbe
voluto
godere l'appuntamento (che appuntamento
non era) con il suo amico, in completa tranquillità e senza
dover pensare ai
suoi problemi di scuola o ai problemi dei suoi altri amici. E poi non
vedeva
l'ora di passare del tempo con Jiminie e di divertirsi con lui! Avevano
programmato tutto, si sarebbero incontrati al cinema per andare a
guardare
l'ultimo film sui supereroi appena uscito, quello che Jimin aveva detto
di
essere impaziente di vedere, e poi sarebbero andati a cena da qualche
parte
nelle vicinanze. Taehyung aveva pure dato fondo a gran parte dei suoi
risparmi
per poter offrire al suo amico almeno il biglietto del cinema e i
popcorn. Era
talmente tanto entusiasta che non si sentiva nemmeno più di
tanto in colpa per
aver saltato la sua visita giornaliera a Donut. E infatti, quando vide
Jimin
avvicinarsi nella sua direzione, non poté trattenersi dallo
sbracciare
contento, ignorando le persone intorno a lui che avevano iniziato a
guardarlo
male "Jiminie!"
Jimin
incominciò a ridere, quella risata un po' infantile che
non poteva non essere considerata adorabile, non quando ci si accorgeva
che i
suoi occhi sparivano completamente dietro le sue guance, e lo raggiunse
facendo,
un po' di corsa, gli ultimi passi che li separavano "Ciao Tae"
Quando Jimin gli
si parò davanti non perse tempo ad
abbracciarlo calorosamente. Il cuore di Taehyung incominciò
a battere un po'
più veloce e, confuso, ricambiò velocemente la
stretta. Ormai doveva esserci
abituato, lo sapeva che Jimin era sempre più affettuoso del
necessario, non
solo con lui -lo aveva visto comportarsi allo stesso modo anche con Jin
hyung e
Yoongi hyung- ma la realtà era che, da quando aveva capito
che Jimin avrebbe
potuto essere più di un semplice amico per lui, non riusciva
a prendere quelle
effusioni amichevoli solo per quello che effettivamente erano. E per
quanto in
realtà gli piacessero, avrebbe preferito che l'altro ne
facesse a meno, giusto
per non dargli altri motivi per dare credito a quel tarlo che il moccioso gli aveva messo in testa dopo
la loro chiacchierata.
"Mi sembra
passata una vita dall'ultima volta che ci
siamo visti!"
Taehyung
sorrise, sollevato in parte da quelle parole -almeno
non era l'unico ad aver avuto quella sensazione.
"Anche a me" si
tirò indietro dall'abbraccio
dell'altro e, dopo avergli dato un buffetto gentile e scherzoso sulla
testa,
chiese "Andiamo? Se non ci sbrighiamo ci beccheremo i posti peggiori"
L'altro
annuì e così si ritrovarono in coda alla
biglietteria
del cinema, chiacchierando animatamente sul film che era già
uscito un paio di
anni prima, quello che faceva da inizio a quello che avrebbero visto a
breve,
quando il telefono di Jimin squillò dalla tasca dei suoi
jeans. Taehyung guardò
l'amico estrarlo da lì e sbloccarlo, per controllare chi
fosse il mittente del
messaggio "Grazie al cielo, credevo fosse ancora la chat di gruppo che
ho
con Jin hyung e Yoongi hyung. Non ti offendere ma da quando si sono
andati a
confondere con i tuoi coinquilini sono diventati così
pesanti da reggere!"
Taehyung si
imbronciò appena "Non dirlo a me, sono io a
doverci condividere quel loft e a doverli sentire notte e giorno" non
seppe poi come la domanda successiva gli uscì dalla bocca
"E' Jungkook?"
Quando vide
Jimin arrossire un pochino e sorridere felice si
pentì immediatamente di avergli fatto quella domanda.
Davvero, non è che ci
tenesse così tanto a sabotare con le sue stesse mani quel
pomeriggio che tanto
aspettava da giorni ma non riuscì a trattenersi, non quando
si accorse che gli
occhi si erano illuminati in quel modo.
Jimin, ancora
sorridente, si morse appena il labbro inferiore
prima di rispondere "Sì. Mi ha mandato una foto di un nuovo
arrivato al
canile, mi ha detto che l' ha
fatto pensare a
me. Guarda"
Taehyung
aggrottò le sopracciglia, quasi infastidito, fino a
che non vide la foto. Effettivamente, non poteva dar torto a Mefistofele, quel piccolo batuffolo di
pelo era tanto carino da poter ricordare in qualche modo Jimin. Ed era
anche
una cosa tanto dolce questa, secondo lui, ma comunque non poteva fare a
meno di
sentirsi indispettito.
Il vero
problema, in quella faccenda, non era la sua gelosia.
Nonostante ormai avesse capito di poter provare qualcosa per il suo
amico, era
davvero felice di vederlo così contento. Quello che gli dava
fastidio era il
non riuscire a capire le vere intenzioni di Jungkook. Aveva ovviamente
capito
che l'unico motivo per cui all'inizio il più piccolo avesse
contattato Jimin
era per fare un dispetto a lui. Era talmente palese e infantile da
risultare
quasi ridicolo, ma il punto era che non riusciva a spiegarsi
perché la cosa ora
stesse andando avanti così a lungo. Incominciava ad avere
davvero paura che
quel ragazzino lo stesse prendendo solo in giro per colpa sua e se
così fosse
stato non se lo sarebbe mai perdonato. Allo stesso tempo,
però, aveva anche
paura di dire esattamente quello che credeva a Jimin. In quel caso, la
causa
della sua sofferenza non sarebbe stata solo Jungkook, ma anche lui e,
egoisticamente, preferiva poter essere quello che avrebbe poi sistemato
le cose
una volta che Lucifero si fosse
dimostrato per quello che effettivamente era. Nell'esatto momento in
cui questo
pensiero sfiorò la sua mente desiderò di potersi
prendere a calci da solo e
punirsi. Era davvero una persona orribile, Namjoon hyung poteva dirgli
tutto
quello che voleva ma la verità rimaneva quella.
Jimin, comunque,
lo riscosse dai suoi pensieri riprendendo il
cellulare e aggiungendo "Ha anche detto di essersi preso cura di Donut
lui
stesso oggi, puoi stare tranquillo"
Appunto. Era un doppio
gioco a dir poco demoniaco quello. Si sforzò di
sorridere e di aggiungere
un "Ringrazialo" che suonasse vagamente gentile. Probabilmente non
era stato molto credibile ma in ogni caso vide Jimin annuire e
sperò che questo
chiudesse la questione Jungkook lì.
"Oh. Gli ho
detto di raggiungerci per cena. Non ti
dispiace, vero?"
Ma da quando era
diventato così sfortunato, esattamente?
Sospirò
e poi, sempre con quel sorriso forzato, rispose
"Certo che no. Ci divertiremo tutti insieme"
Quando vide che
il loro turno era ormai arrivato lo afferrò
per l'avambraccio e lo tirò verso la biglietteria "Guarda,
tocca a noi!
Sbrighiamoci"
Tanto oramai la
giornata era stata rovinata. Non poteva far
altro che sperare che quello fosse il film più lungo mai
prodotto prima.
---
Purtroppo per
lui, però, non fu affatto così e il film
durò,
come previsto, giusto un paio d'ore. Non appena comparvero i titoli di
coda sul
grande schermo e le luci della sala si riaccesero Jimin
balzò in piedi, tutto
sorridente, e riprese la felpa che aveva lasciato sulla poltrona
"Andiamo?"
Taehyung si era
lasciato scivolare sulla sua, di poltrona,
stando quasi steso e con le braccia conserte portate al petto.
Guardando di
sottecchi Jimin, sbuffò e si imbronciò, comunque
alzandosi e iniziando a
camminare verso l'uscita. Vide l'altro raggiungerlo in un paio di
grandi e
buffe falcate per poi iniziare a camminare normalmente una volta che
furono fianco
a fianco "Non ti è piaciuto il film?"
Avrebbe voluto
rispondergli che sì, il film gli era piaciuto
tanto, esattamente quanto gli piaceva la sua compagnia, e aggiungere
anche
delle scuse per essersi imbronciato in quel modo ed essere stato
sgarbato, ma
quando raggiunsero nuovamente la grande entrata del cinema e vide
lì il demonio ad
aspettarli, appoggiato ad
un angolo della parete con la schiena e le mani in tasca, non
poté fare a meno
di ridurre gli occhi a due fessure e guardarlo, rispondendo a Jimin con
un
"Non più di tanto" praticamente grugnito. Il suo amico fece
per
rispondergli ma si interruppe quando si accorse verso chi il suo
sguardo era
diretto. A quel punto, dalla sua fronte scomparirono le rughette che si
erano
formate a causa delle sopracciglia aggrottate e le sue labbra si
stesero in un
carinissimo sorriso.
Taehyung,
invece, incominciò a chiedersi se in una sua vita
precedente fosse stato un pessimo individuo degno di una qualche
punizione
celeste. Lo guardò corrergli incontro e salutarlo con un
bacio sulla guancia.
Jungkook a sua volta gli sorrise e lo prese per mano. Si
ritrovò costretto a
pensare che insieme, quei due, fossero davvero carini, se non fosse
stato per
la sua convinzione del fatto che Jungkook si stesse solo prendendo
gioco di
Jimin.
All'improvviso,
si ricordò di quello che il suo hyung gli
aveva detto quando tutta quella storia tra loro era appena iniziata. Se
non
poteva parlarne con uno -anche se per ragioni diverse, questa volta-
avrebbe
potuto farlo con l'altro. Non poteva dire a Jimin quello che pensava,
non
voleva spezzargli il cuore, ma avrebbe potuto mettere in guardia
Jungkook e
chiedergli quale il suo gioco fosse effettivamente.
L'occasione gli
si presentò poco dopo, quando si ritrovarono
seduti intorno al tavolo di un pizzeria. Dopo che ognuno di loro aveva
scelto
cosa prendere e dopo averlo riferito al cameriere, Jimin si
congedò per andare
in bagno, lasciando così Taehyung da solo con l'ingannatore. Seguì il suo
amico con lo sguardo, i suoi occhi
rimasero incollati alla schiena di Jimin fino a che questa non
scomparve dietro
l'angolo del corridoio che portava alla toilette. A quel punto, poi,
praticamente scattò, girandosi verso Jungkook e
ringhiandogli contro mentre
tentava di guardarlo minaccioso "Si può sapere cosa
accidenti stai
facendo?"
Quello che
Taehyung non si sarebbe mai aspettato, però, fu
esattamente quello che successe: nello stesso momento in cui lui gli
rivolse
quella domanda, il più giovane, la serpe
infingarda, gli propose un quesito simile con tono ed
espressione
altrettanto simili ai suoi.
Taehyung
strabuzzò gli occhi, sconcertato. Era sicuro che
l'altro ragazzo non fosse proprio nella posizione di rivolgersi a lui
in quel
modo. Non ne aveva il diritto. Né tantomeno il motivo.
"Di cosa stai
parlando?"
Jungkook si
sforzò di ridere per poi rispondergli, con tono
arrogante "Di te che organizzi delle uscite con Jimin!"
Oh, quindi il
diavolo non era solo cattivo, era anche
stupido. Bene, buono a sapersi.
"Da quando non
si possono organizzare serate da passare
in compagnia di un amico, esattamente?!"
"Da quando tu
sei interessato a lui mentre lui è già
impegnato con me!"
Taehyung si
ritrovò a spalancare la bocca per poi richiuderla
subito dopo, non sapendo cosa dire. Gonfiò le guance,
pensandoci, per poi
sbuffare e ritrovarsi a dire "Non è assolutamente
così! Io non ho nessun secondo
fine nei suoi confronti"
Assottigliò
di nuovo gli occhi, cercando di tornare ad
intimorirlo un pochino "Al contrario di te"
Cercò
di mantenere la sua espressione, ma guardando l'altro
fare altrettanto ebbe la sicurezza di non essere minimamente credibile
-il che
era assurdo, visto quanto il viso di Jungkook, in condizioni normali,
fosse
carino, con quei grandi occhioni e tutto il resto.
Non avrebbe mai
potuto nemmeno prevedere il repentino
cambiamento che ci fu nei lineamenti dell'altro, però.
Rimasero duri,
continuava ad essere arrabbiato con lui per nessuna valida ragione, ma
Taehyung
fu certo anche di notare un lampo di smarrimento.
"Cosa significa?"
Taehyung
sbuffò una risata forzata e poi gli rispose
"Falla finita, ok? Non m'interessa se vuoi prendere in giro me o se
vuoi
vendicarti perché ti ho detto di non voler passare del tempo
con te. Fa pure,
dico sul serio, ma lascia in pace Jimin. Lui non c'entra niente in
questa
storia e non si merita un trattamento simile!"
Quando vide il
ragazzino sospirare sconfitto non riuscì a
trattenere un sorriso. Internamente aveva pure esultato -fortunatamente
era
riuscito a reprimerlo, glie lo dicevano sempre i suoi hyung che
esternava
troppo le sue emozioni.
"Ok, lo ammetto"
ad ogni parola da lui pronunciata
il sorriso di Taehyung si allargava sempre di più "La prima
volta ho
chiesto a Jimin di uscire con me solo perché avevo capito
che a te piace e
volevo fartela pagare per avermi rifiutato per lui ma -"
Il sorriso di
Taehyung morì nello stesso momento in cui Jungkook
smise di parlare ed entrambe le cose avevano probabilmente lo stesso
motivo:
Jimin aveva fatto ritorno dal bagno proprio in quell'istante e li stava
guardando con le labbra socchiuse e gli occhi un po' lucidi.
Rimasero
lì, immobili, per quelle che a Taehyung parvero
delle ore, tutti e tre senza dire una parola e senza muovere un
muscolo.
Avrebbe voluto poter andare dal suo amico per assicurarsi che stesse
bene,
anche se chiaramente non era così. Avrebbe voluto
abbracciarlo o fare qualsiasi
cosa, ma non riuscì a muoversi. E non perché si
sentiva in colpa o colto in
flagrante come probabilmente era per Jungkook. Si stava semplicemente
sentendo
nuovamente e ufficialmente
di troppo.
Jimin, nonostante avesse sentito tutto quello che il più
giovane aveva detto,
nonostante sapesse ormai che quello che Taehyung provava per lui, aveva
rivolto
il suo sguardo addolorato solo a Jungkook.
Era lui a non
entrarci niente in quella storia, non Jimin.
Non poteva più fare a meno di sentirsi davvero una persona
orribile e solo
perché sapeva che, anche se fosse riuscito a muoversi e a
raggiungerlo, non
avrebbe potuto fare niente per tirargli su il morale. Non era di sua
competenza.
Cercò
di farsi il più piccolo possibile mentre Jungkook si
alzava dalla sedia per avvicinarsi mentre piano sussurrava "Jiminie io
-"
"E' hyung, per
te" fece un passo indietro e poi,
con voce strozzata, aggiunse "Dimmi... Dimmi solo se è vero"
Guardò
Jungkook avvicinarsi ancora mentre cercava di parlare
"Io... Sì, ok, ma non è -"
Jimin si
ritirò a sua volta e, sul punto di scoppiare a
piangere, riuscì a dire qualcosa che suonò
vagamente ad un "Non
m'interessa" per poi correre fuori dalla pizzeria. A quel punto,
Taehyung,
riuscì finalmente a sentire nuovamente le sue articolazioni
potersi muovere e,
correndo anche lui, si fiondò al di fuori cercando di
raggiungerlo, senza
preoccuparsi di guardare un'ultima volta Jungkook.
Lo
trovò poco più avanti, seduto sul marciapiede
mentre
cercava di trattenere a stento le lacrime. Sentì il suo
cuore spezzarsi ancora
una volta a quella vista.
"Jiminie..."
Quello stesso
giorno, appena qualche ora prima, aveva pensato
di voler aspettare il passo falso di quello stupido per poter avere
l'opportunità di essere la spalla su cui Jimin potesse
piangere e per poter
consolarlo. Il suo desiderio era stato esaudito prima di quanto avesse
mai
potuto immaginare e ora che era lì tutto quello che voleva
era poter ritornare
indietro nel tempo e impedire ad una cosa del genere anche solo di
avvicinarsi
alla sua testa, se solo fosse servito a non far stare così
il suo amico.
Si mise seduto
anche lui su quel marciapiede e svelto
circondò le spalle di Jimin con un braccio, stringendo poi
su quella dove si
era posata la sua mano. Jimin tirò su col naso e poi sussurrò
"Avrei dovuto capirlo
subito. Solo che... Mi piace così
tanto"
Taehyung lo
strinse ancora un po' e poi appoggiò la sua
fronte sui capelli dell'altro "Lo so. Non è colpa tua"
Jimin a quel
punto alzò la testa, costringendolo a fare
altrettanto. Si guardarono negli occhi e poi Taehyung vide l'altro
provare a
sorridere mentre gli diceva "Nemmeno tua. Non ce l'ho con te"
Taehyung si
sorprese per un attimo quando si accorse di non
essere ferito dalle implicazioni di quella frase. Jimin sapeva.
Era ormai chiaro, e sapeva anche che era colpa sua se il
ragazzo che tanto gli piaceva si era approfittato di lui ma, comunque,
non gli
stava dando nessuna colpa. Non riteneva il suo coinvolgimento tanto
importante
quanto quello tra lui e Jungkook. Faceva male, certo, ma continuava ad
essere
più dolorosa la consapevolezza di non poter impedire al suo
amico di soffrire.
"Dì a
Donut che mi dispiace. Non credo che verrò più a
trovarlo"
Lo strinse
ancora una volta prima di lasciare la presa,
rispondendogli con un "Capirà"
A quel punto si
alzò e tese le mani all'altro ragazzo per aiutarlo
ad alzarsi a sua volta "Se vuoi posso addestrarlo e insegnargli a
sbranare
chiunque vogliamo. Lo faremo partire da Jungkook e pian piano
riusciremo a
conquistare il mondo"
Jimin
scoppiò a ridere, buttando indietro la testa "Dovremmo
mettere su un esercito di Donut, allora"
"Sarà
l'esercito più carino e letale del mondo"
Jimin rise
ancora, intrecciando le loro mani insieme e
iniziando a camminare nella direzione di casa.
Taehyung,
guardandolo, riuscì a sorridere a sua volta e a
sentirsi un pochino meno orribile. Non poteva impedirgli di soffrire ma
almeno
era riuscito a farlo ridere e questo bastava a mettere in pace una
parte del
suo mondo, per il momento.
Salve a tutti,
miei
cari ^^
Vi scrivo
direttamente dal mare che le mie lacrime hanno formato in questi giorni
*piange
ascoltando Young Forever e Toy come se non ci fosse un domani* non so voi, ma io da
questo periodo
probabilmente non mi riprenderò mai *muore affogando in
quelle sue stesse
lacrime*
Comunque, non so
a
quanti di voi interessino i miei scleri, quindi ignorateli e andiamo al
dunque.
La maknae line, il secondo capitolo di Tae. La mia più
grande incertezza. Spero
davvero non vi abbia deluso, è inutile ripetervi quanto io
sia insicura su
questi capitoli...
Come
al solito,
devo e voglio ringraziarvi tutti, perché siete davvero
magnifici nonostante
questa storia non meriti affatto tutto questo sostegno! ♥
Le
vostre recensioni mi emozionano sempre
tantissimo, grazie
♥
Prima di
salutarvi,
vi chiedo scusa in anticipo. Probabilmente l'aggiornamento della
prossima settimana
salterà, ma prometto che in qualche modo mi farò
perdonare!
Buonanotte,
al prossimo
aggiornamento spero *-*
YoongiYah ♥
|
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Capitolo 13 *** XII - Hoseok ***
Prima di lasciarvi alla
lettura, vorrei farvi notare
che i fatti narrati in questo capitolo (e anche quelli del prossimo, in
realtà)
si svolgono nella stessa giornata di quello precedente
Quando Hoseok si
svegliò, la mattina dopo quell'orribile
giornata, pensò che tutto quello che era successo fosse
stato solo un
bruttissimo incubo. Quella certezza era dovuta dal fatto che ad averlo
strappato dalle braccia di Morfeo era stata la percezione di un
movimento e di
un corpo accanto al suo, steso sul materasso. Non poteva essere altri
che
Yoongi, pensò, e per questo si girò dalla sua
parte, allungando un braccio per
circondare così la sua figure sottile. Gli si
avvicinò, tanto da affondare il
viso sul corpo caldo dell'altro e inspirare profondamente, riempiendosi
i
polmoni di quello che credeva essere il suo profumo e mugolando
soddisfatto.
Quello stato di beatitudine raggiunto con quei semplici gesti fu
brutalmente
disintegrato dalla voce profonda di Namjoon e dal suo "Ti piacerebbe"
borbottato in malo modo. A quel punto Hoseok si ritrovò
costretto ad aprire gli
occhi con fatica, dopo averli strizzati un paio di volte. Si accorse
così che
il suo braccio non aveva affatto circondato la vita di Yoongi, come
credeva,
bensì era andato a posizionarsi sul cavallo del suo migliore
amico, che non era
steso accanto a lui ma si era messo seduto con la schiena appoggiata
alla
testiera del letto. Disgustato, Hoseok si limitò a guardare
Namjoon con una
faccia stralunata, cercando di pensare al modo migliore per chiedergli
cosa
diavolo stesse facendo sul suo letto, in mutande. Namjoon, a sua volta,
lo
stava guardando con le sopracciglia inarcate, perplesso.
"Se ti sei reso
conto di quello che sta succedendo
perché accidenti non hai ancora spostato quel maledetto
braccio da lì?"
Hoseok,
essendosi appena svegliato, riuscì a metterlo a fuoco
solo dopo qualche istante. Ancora stordito cercò di
rispondergli, con scarsi
risultati. Si schiarì la gola e a quel punto
riuscì a parlare "Sono troppo
sconvolto per muovermi"
La sua voce era
ancora troppo roca. Yoongi qualche giorno
prima gli aveva detto che gli piaceva la sua voce
di mattina, quando era appena sveglio. Cercò di
soffocare ogni pensiero di
quel tipo e di concentrarsi sul suo amico che, con l'estrema grazia che
da
sempre lo caratterizzava, lo prese per il braccio e malamente lo spinse
via,
facendolo tornare dalla sua parte del materasso a due piazze e
aggiungendo
ironicamente "Non c'è di che"
Dopo essersi
ritrovato steso sulla schiena, Hoseok si fece
forza coi gomiti per tirarsi su e mettersi seduto anche lui, proprio
come
Namjoon, appoggiato alla testiera del letto. Ancora confuso da tutta
quella
situazione, si guardò un attimo intorno e poi
ritornò sull'altro e riuscì a
chiedere, stavolta con la sua voce normale "Che ci fai qui?"
Namjoon
sbuffò una risata "Non sei contento di avermi
sul tuo letto?"
"No" Hoseok
sbadigliò e si stiracchiò pigramente e
poi aggiunse "Non mi fraintendere. Platonicamente ti amo, lo sai, ma
averti tra le mie coperte, in mutande, non è esattamente il
sogno della mia
vita"
Vedere l'amico
rimanere impassibile alle sue solite battute
sulla loro immaginaria relazione gli fece capire il perché
si trovasse lì in
quel momento. Non che non gli facesse piacere, era ovvio che gli era
grato per
l'aiuto che gli aveva dato quella notte e gli era grato anche per la
preoccupazione che dimostrava in quel momento, ma questo non cambiava i
fatti.
Era stato un idiota, era vero, ma non aveva ancora voglia di parlarne.
Non
aveva voglia di spiegare a nessuno quello che era successo, l'unico a
cui
doveva e voleva dare delle spiegazioni era Yoongi. Non sapeva ancora
quello che
avrebbe dovuto dirgli ma era certo che lui fosse l'unico con cui doveva
parlarne. Per la sua sanità mentale. Sicuramente, non tirare
fuori la questione
con altre persone lo avrebbe aiutato a mantenere la calma che aveva
ritrovato
dopo aver dormito. Innervosirsi lo portava solo a parlare a sproposito
nei
momenti meno opportuni e a perdere il controllo. Con Yoongi ne aveva
già poco,
non era il caso di peggiorare la situazione solo perché era
pazzo. Non più di
quanto avesse già fatto, almeno. Per questo, quando Namjoon
gli chiese
"Non mi vuoi dire che cosa è successo ieri?" si
ritrovò costretto a
non fiatare e scuotere semplicemente la testa, senza guardarlo e
stringendo le
labbra in una linea sottile.
Namjoon, allora,
sospirò e, proprio come lui, puntò gli occhi
in un punto indefinito davanti a sé "Dimmi solo se
è colpa sua"
Nonostante
tutto, Hoseok si ritrovò a sorridere appena, a
quelle parole "Nah. Colpa mia. Ho dato di matto e non sono stato molto
carino"
E con queste, di
parole, fece ridere il suo amico "Tutto
regolare allora. Sarà solo difficile spiegarglielo"
"Già"
Per evitare di
rovinarsi l'umore cercò di cambiare discorso,
scherzando "Dovrò temere l'ira di Jin hyung secondo te?"
l'esperimento fallì quando l'espressione di Namjoon si
rabbuiò, dicendogli
"Non credo sia tu a dover preoccuparti di questo"
Hoseok
inarcò le sopracciglia, sorpreso. Rimanendo seduto, si
girò, in modo da affrontare e guardarlo e studiarne il volto
"Che hai
combinato?"
La voce di
Namjoon si fece stridula "Niente!"
Hoseok gli
avrebbe riso in faccia se non fosse stato il buon
amico che effettivamente era "Hai proprio la faccia di uno che non ha
fatto niente"
A quel punto
anche l'altro si girò e lo affrontò e, iniziando
a gesticolare freneticamente, sempre con voce stridula,
iniziò "Io non lo
so che diavolo è successo, ok? Prima lo stavo ignorando per
evitare di parlarci,
dopo di che ci siamo baciati un paio di volte e poi se n'è
andato dicendo che
non mi sopporta. Come se lui non fosse insopportabile quando ci si
mette"
Hoseok,
stoicamente, rimase impassibile a quella rivelazione.
In un momento diverso probabilmente avrebbe iniziato ad esultare dalla
felicità,
come la ragazzina che in fondo in fondo era, alla notizia del bacio che
tanto
attendeva tra quei due, ma ora a premergli era altro. Ridusse gli occhi
a due
fessure e chiese "Quindi sei qui perché non vuoi andare di
là ed
affrontarlo da solo, vero?"
Namjoon non gli
rispose. Si limitò a ridurre gli occhi a due
fessure a sua volta e a guardarlo per un po', prima di cedere e
sbottare un
"Ti odio"
"Non attacca
questa volta" si alzò dal letto e si
diresse verso l'armadio e, mentre sceglieva attentamente cosa indossare
quel
sabato, senza dover usare uno dei suoi completi eleganti,
continuò "Ho già
un ragazzo a cui pensare, Jin hyung è tutto tuo. Non me lo
agitare troppo che
gli devo chiedere un favore più tardi"
Mentre si
abbassava per tirare fuori uno dei suoi cardigan
dal ripiano più basso del suo armadio, sentì
Namjoon dirgli "E io come
devo fare?"
"Sii chiaro. O
cambia casa"
Non voleva
essere antipatico col suo amico. Voleva aiutarlo,
voleva stargli vicino o fare qualsiasi cosa di cui avesse bisogno ma il
problema era che, finché Namjoon non si fosse arreso alla
realtà delle cose,
lui avrebbe potuto fare ben poco. L'unica cosa che poteva fare era
quella che
effettivamente aveva già fatto, ovvero cercare di fargli
capire che non serviva
a niente pensare a come tragicamente potesse finire per lui prima
ancora di
sapere cosa c'era da iniziare. E se il modo con cui l'aveva fatto la
prima
volta non era servito a nulla, evidentemente ora servivano le maniere
più
pesanti. Per quanto le sue maniere potessero esserlo, ovviamente "Non
risolverai mai niente continuando a negare o a nasconderti. O ci parli
chiaramente o cambi casa"
Dopo aver preso
dal suo guardaroba tutto quello che gli
serviva, si girò verso il letto e a quel punto vide Namjoon
guardarlo
stralunato "Cacceresti di casa me?"
Hoseok
posò con cura i vestiti sul comò e, dopo averlo
fatto,
mise su una smorfia indifferente e scrollò leggermente le
spalle "Non
posso buttare fuori di casa il migliore amico di Yoongi. E poi lui
cucina.
Adesso esci di qui, devo rifare il letto e poi andare a farmi una
doccia"
"Quindi io devo
aiutare te quando ti trovo mezzo
moribondo sul divano di casa ma tu non puoi
stare dalla mia parte?"
Respirò
profondamente e contò mentalmente fino a dieci,
cercando di portare aventi il suo intento di non innervosirsi "Io sono dalla tua parte. E' per questo che
ti sto dicendo di smetterla di nasconderti. Sono anni che ti vedo
farlo. Non
sei stanco di perdere tutte le occasioni che ti capitano?"
Namjoon si
alzò dal letto e, senza più guardarlo, si diresse
verso la porta della camera, dandogli anche una leggera spallata prima
di
lasciarla definitivamente.
Hoseok lo
guardò allontanarsi e, una volta rimasto solo,
sospirò. Ora avrebbe dovuto sistemare le cose anche col suo
migliore amico ma
la realtà era che non era affatto dispiaciuto. O almeno, non
era dispiaciuto
perché sapeva che quello che gli aveva detto lo avrebbe
fatto riflettere almeno
in parte, proprio come quello che Namjoon gli aveva detto la mattina
precedente
aveva fatto riflettere lui. Sperava solo che il suo migliore amico non
andasse
fuori di testa con la persona sbagliata come aveva fatto lui.
Prese un ultimo
respiro profondo per tentare di rimanere
davvero tranquillo e non mandare a monte il piano che aveva fatto per
il resto
della giornata -piano che conteneva già troppe incognite,
per i suoi gusti -la
prima delle quali era l'informazione che doveva scucire a Jin.
A parlare con
Namjoon ci avrebbe pensato in un altro momento.
---
Non sapeva bene
come aveva fatto a convincere Jin hyung ad
aiutarlo in tutta quella faccenda, davvero, ma comunque non aveva di
certo
intenzione di lamentarsi. Probabilmente era perché il
più grande era troppo
nervoso per quello che era successo con Namjoon e per questo, quando
gli aveva
chiesto "Hyung, puoi darmi l'indirizzo di Yoongi?" lui aveva grugnito
la risposta, diventando violento con il pezzo di carne che stava
cucinando in
quel momento, senza prestargli davvero attenzione. Non si
lasciò nemmeno
impressionare dal suo "Se l'offendi
di nuovo te lo taglio alla base" perché quella era
già la sua seconda
minaccia e ancora non aveva fatto nulla. In ogni caso, sperava proprio
che per il
più grande Namjoon avesse la precedenza e, all'evenienza,
menomasse lui. Soprattutto,
sperava davvero che Jin non avesse motivo di prendersela con lui
perché questo
avrebbe significato che con Yoongi, questa volta, sarebbe andato tutto
esattamente come doveva andare. Il fatto che ancora non sapesse in cosa
consisteva questo “come” non aveva ancora
importanza. L'importante era che
andasse bene, in un modo o nell'altro.
Quando si
ritrovò davanti alla porta dell'appartamento in cui
Yoongi viveva si fece per un attimo prendere dal panico.
Inspirò ed espirò con
calma un paio di volte e, come faceva sempre, dopo, per rilassarsi,
contò
lentamente fino a dieci. Tirò fuori dalla tasca il cellulare
e cercò di
specchiarsi alla meglio sullo schermo per sistemare i capelli. A quel
punto lisciò
cardigan, camicia e pantaloni e, solo dopo aver avuto la certezza di
essere a
posto, bussò con decisione sulla superficie e attese
pazientemente, con occhi
chiusi e un nodo alla gola.
Ad aprirgli non
fu Yoongi, come aveva intensamente sperato,
ma un altro ragazzo. Un altro bellissimo ragazzo che poteva
perfettamente
immaginare sulla copertina di una rivista o sotto i riflettori di un
palco
scenico. Ingoiò a vuoto, realizzando che sarebbe stato
più difficile del
previsto rimanere concentrato sul da farsi. Il ragazzo, invece, si
limitò a
fissarlo con aria di sufficienza e a chiedergli "Sì?"
Hoseok si
ritrovò costretto a respirare profondamente
un'altra volta. Gli faceva venire voglia di mettersi a piangere, tutto
quello. Poco
più di un mese prima avrebbe pagato oro per ritrovarsi in un
appartamento pieno
di ragazzi pronti a fare carriera tra gli idol. Non solo, si sarebbe
messo a
fare lo scemo esattamente come aveva fatto con Yoongi la prima volta
che
l'aveva visto, sperando che almeno un di loro ci sarebbe cascato, nel
tranello
e nel suo letto. In quel momento, invece, tutto quello che voleva era
che
quell'attraente, meraviglioso ragazzo lo portasse da Yoongi e gli
permettesse
di parlare con lui. Non che non si fosse soffermato a guardare lo
sconosciuto,
chiaramente. Era pur sempre un uomo e l'ultima volta che aveva
controllato i
suoi occhi funzionavano ancora perfettamente, solo che, oramai, Yoongi
aveva la
sua esclusiva. Che scopo poteva avere fare il cascamorto con un altro
se tutto
quello che voleva era tornare a casa con lui? A questo pensiero
riuscì a
trovare il coraggio necessario "Dovrei parlare con Yoongi. E' in
casa?"
Il ragazzo,
allora, inarcò le sopracciglia, sorpreso
"Non sarai mica il famoso Hoseok, vero?"
Il suo cuore
iniziò a battere all'impazzata. Sapeva che non
doveva farsi troppe illusioni, sapeva che poteva anche non voler dire
nulla, ma
il fatto che Yoongi avesse parlato di lui ai suoi coinquilini era
innegabile.
Cercò di concentrarsi sul suo braccio sinistro, per avere la
certezza di non
avere un infarto proprio lì, sulla soglia della porta
d'ingresso di casa di un
gruppo di futuri idol -il non volerci più fare l'imbecille
come avrebbe fatto
un tempo non voleva di certo dire poterci fare la figura dell'idiota
malataccio- e poi rispose "In persona"
Quando vide la
smorfia indefinibile sul viso dell'altro,
però, pensò che forse l'infarto non avrebbe
influito più di tanto sulla sua
reputazione all'interno di quell'appartamento. E infatti il "Dai suoi
racconti ti immaginavo diverso. Molto
diverso" dell'altro glie ne diede la conferma. Non sapeva
cosa volesse
dire ma era abbastanza sicuro che non fosse una cosa molto positiva per
lui.
Non se ne curò più di tanto, non quando Bellissimo
aggiunse "Lo vado a chiamare"
Era talmente
agitato che non riuscì a curarsi nemmeno della
porta che gli venne sbattuta in faccia. Cercò di pensare al
modo più brillante
per salutarlo, una qualsiasi battuta per rompere il ghiaccio, ma poi si
diede
del cretino pensando che, una battuta, non era esattamente quello che
ci voleva
dopo l'ultima cosa che gli aveva detto proprio il giorno prima. I suoi
pensieri
furono interrotti, comunque, dalla porta che, lentamente si riapriva.
Yoongi
creò una piccolissima fessura, tanto sottile che Hoseok
riuscì a intravedere
solo uno dei suoi begli occhietti, e non gli diede neanche il tempo di
farla, quella
battuta -se solo ce l'avesse avuta in mente.
"Che
cosa
accidenti ci fai tu qui?"
Hoseok
ingoiò a vuoto un'altra volta. Il suo tono di voce non
prometteva affatto una semplice chiacchierata. Non che fosse quello che
si aspettava,
ovviamente. Insomma, alla fine sapeva di essersi guadagnato tutto il
rancore
che l'altro ragazzo poteva avere a disposizione -e ormai aveva imparato
a
conoscerlo, sapeva che quel rancore poteva anche essere tanto.
"So che non mi
vuoi qui ma è stato Jin hyung a darmi
l'indirizzo. Voglio chiederti scusa, Yoongi"
"Infatti, non ti
voglio qui. Non sprecare il fiato. Ora,
se non ti dispiace, tutti i miei coinquilini mi stanno aspettando in
camera da
letto per un'ammucchiata"
Eh.
Se l'era
cercata, alla fine.
Yoongi fece per
chiudere la porta ma Hoseok, con uno scatto
felino che non sapeva nemmeno gli fosse possibile, lo fermò,
facendo resistenza
col palmo della mano che si era andato a posare su di essa "Yoongi, ti prego. Non volevo dire una cosa del
genere. Sai che non potrei mai pensare una cosa così su di
te"
"No Hoseok, non
lo so"
Stava facendo
forza anche lui e Hoseok dovette ringraziare
che Yoongi non fosse fisicamente molto prestante, altrimenti se la
sarebbe
ritrovata sbattuta in faccia di nuovo, quella dannata porta.
"Allora te lo
dico io adesso! Yoongi, ieri ero davvero
tanto nervoso e a volte mi capita di andare fuori di testa e di dire
cose che
normalmente non direi mai! No-"
"L'hai pensato,
però. Non c'entra niente il nervosismo,
tu pensi che io sia uno che va col primo che gli fa qualche moina,
ammettilo"
No, Hoseok non
aveva mai pensato nemmeno questo. Sapeva che
gli piaceva essere apprezzato ed elogiato, sapeva che quello era il
modo più
semplice per tenerselo buono, ma non credeva di certo che Yoongi fosse
uno
facile. Un bacio dato per dei complimenti sul colore della tinta per
capelli
non avrebbe significato nulla, se ci fosse stato -non erano
più dei ragazzini,
un bacio in una circostanza del genere non aveva grande importanza. E
la prima
volta era dovuto ricorrere all'aiuto di Namjoon e a dei trucchetti
assurdi per
farsi notare.
"Penso tante
cose di te ma fidati, tra queste non c'è
niente del genere"
Quando l'altro
ci mise più forza nel tentare di chiudere la
porta, Hoseok sbottò "Ero geloso,
ok?" e
funzionò, dato che
Yoongi smise di spingere e lui quasi perse l'equilibrio.
"Come?"
Hoseok si
ricompose ma comunque non si allontanò dalla porta,
parlando a bassa voce "Penso che ormai l'avrai capito che non sono
proprio
un campione in fatto di sicurezza e autostima, no? L'averti visto
così...affiatato con un
altro ragazzo, un
ragazzo così bello e sicuramente pieno di talento, come
immagino siano tutti
quelli che vivono con te, mi ha fatto andare fuori di testa" si
fermò un
attimo e quando riprese la sua voce si era fatta ancora più
bassa "E'
tutta la vita che mi sento dire che non valgo niente. Me lo dicevano a
scuola e
me l'hanno detto anche al college. A volte vengo sminuito addirittura
al lavoro
ed è successo anche ieri. Ormai so che non devo dare troppo
peso al parere
degli altri, ma del tuo mi importa veramente e ieri ho avuto
l'impressione che
in realtà la cosa non fosse reciproca"
Dovette fermarsi
e schiarirsi la gola prima di continuare
"Con questo non voglio dire che pretendo che tu mi ricambi o cose del
genere. Voglio solo dirti che non penso affatto quello che hai capito e
che va
bene se vuoi chiuderla qui"
Il silenzio che
seguì fu talmente tanto pesante che Hoseok
pensò di non poter reggere oltre. Sentiva il bisogno di
tornarsene a casa,
svuotare l'armadio e rimettere tutto a posto in maniera maniacale come
sempre
faceva quando si sentiva in quel modo. Distrutto, logorato, un casino
su due
gambe. Gambe che avrebbero ceduto presto, se non se ne fosse andato al
più
presto di lì.
"Ecco. Quello
che dovevo dire l'ho detto e...uhm. Sì. Mi
dispiace, Yoongi"
Si
staccò dalla porta e fece per girarsi e andarsene quando
l'altro la spalancò velocemente, rivelandosi finalmente alla
sua vista. Lo
sguardo di Hoseok fu irrimediabilmente attirato dai capelli di Yoongi,
diventati improvvisamente biondi "Mi farai venire il mal di testa con
tutti questi cambiamenti"
L'altro
però lo ignorò e si avvicinò,
guardandolo negli
occhi. Hoseok non riuscì a decifrare la sua espressione.
Senza dubbio era molto
seria.
"Non volevo
incontrassi i miei coinquilini"
Confuso, non
poté fare a meno di aggrottare le sopracciglia.
Non voleva fare la figura del deficiente proprio ora ma "Cosa
significa?"
Lo
guardò prendere un respiro profondo e mordicchiarsi appena
il labbro inferiore prima di rispondergli "Loro sono tutti
più belli di
me. Sembrano già dei veri idol. Credevo mi volessi solo per
questo e loro sono
tutti migliori di me. Pensavo ti sarebbero piaciuti di più e
che mi avresti
scaricato. E' per questo che ieri ti ho detto di aspettarmi in macchina"
Hoseok, stordito
e col cuore impazzito, sorrise leggermente,
incredulo, e incominciò a scuotere la testa "No Yoongi! Ha
smesso di
essere solo per quello dalla seconda volta che ci siamo incontrati,
quando ho
capito quanto cazzuto e intrigante tu sia! Dio, sono talmente pazzo di
te che
ti ho lasciato infrangere quasi tutte le mie regole! Non m'importa che
tu sia o
no un idol. Te l'ho già detto, io
voglio
te"
Lo vide
arrossire un pochino e Hoseok non seppe davvero cosa
lo frenò dall'avventarsi sulle sue labbra. Quando poi gli
sorrise, chiedendogli
"Ti piacciono anche così i miei capelli?" lo avrebbe
immobilizzato e
spogliato lì seduta stante.
Si
avvicinò e, proprio come aveva fatto il giorno del loro
mancato primo bacio, iniziò ad accarezzarli,
sistemandoglieli dietro le
orecchie "Li adoro. Li adorerei anche se avessero la ricrescita -ed
è una
cosa che solitamente non potrei mai tollerare, per cui fatti due conti"
Quando Yoongi
gli disse "L'ho cambiato ancora perché il
rosa mi ricordava troppo il nostro primo incontro da soli"
pensò che forse
aveva iniziato a credere che le cose si fossero sistemate un po' troppo
presto
ma, quando poi gli si avvicinò a sua volta e, dopo aver
appoggiato
delicatamente una mano sulla sua spalla, salì in punta di
piedi per
sussurrargli all'orecchio "Vuoi entrare?" ebbe la certezza di essere il
ragazzo più fortunato esistente sulla faccia della pianeta.
Gli
circondò la vita con le braccia e mise una delle mani
sulla parte bassa della schiena, facendolo avvicinare ancora un poco,
e, dopo
avergli sussurrato a sua volta un sì direttamente sulle
labbra, lo baciò
profondamente, come aveva desiderato fare da quella fatidica volta in
cui aveva
effettivamente capito chi fosse davvero Min Yoongi.
Si sarebbe dovuto poi
ricordare di chiedere agli altri dove
quelle lenzuola blu fossero finite, una volta tornato a casa. Sapeva
che
sarebbero state bene anche con i nuovi capelli biondi di Yoongi e che
tutto
doveva tornare al suo posto.
Lo
so, avevo detto
che per questa settimana non avrei pubblicato nulla e invece sono qui.
Eh, che ci volete
fare, sono una tipa volubile.
In realtà non è
neanche proprio colpa mia, è che sono letteralmente in balia
dei feels e non so
come gestirli, quindi eccomi qui a straparlare con voi.
Ebbene.
Su
questo capitolo
non ho molto da dire -in realtà ho provato a modificarlo
milioni e milioni di
volte ma più lo leggevo e meno mi piaceva quindi alla fine
mi sono arresa e
questo è il risultato, ma ok, non sto qui ad annoiarvi con
queste inutili
ciance- se non che era mia intenzione fin dall'inizio fare Yoongi
biondo -perché
sì, non contestate. Quando però ho iniziato a
scrivere mi è venuta in mente la
scena del terzo capitolo -quella del semi bacio tra lui e Hoseok- e
nella mia
testa è partito un bellissimo filmino e quindi mi sono
giocata la carta delle
sue innumerevoli tinte così.
L'avevo detto che
avrei straparlato stasera UU
Inoltre,
volevo
farvi una piccola sorpresa -magari a voi non importerà nulla
ma va beh, io mi
ci sono impegnata xD Per questa sera, in onore della ritrovata pace tra
la
Yoonseok, doppio banner!
Comunque,
questa
volta è andata così ma sappiate che prima o poi
una piccola pausa dovrò
prenderla, i capitoli pronti da pubblicare iniziano a scarseggiare :C
Spero
però che
questo non abbia deluso nessuno di voi *-*
Come al solito, vi
ringrazio tutti, infinitamente, perché siete sempre
meravigliosi ♥
Buonanotte
a tutti, alla prossima ♥
YoongiYah
♥
|
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Capitolo 14 *** XIII - Jin ***
Prima
di lasciarvi alla
lettura, vi ricordo che i fatti narrati in questo capitolo seguono
più o meno
direttamente quelli del capitolo precedente
Jin e Yoongi
erano da soli nel loft quella sera, per
recuperare la serata che avrebbero dovuto passare insieme il giorno
prima,
quella che avevano organizzato ma che poi era stata rimandata per colpa
del
battibecco che il secondo ed Hoseok avevano avuto. Jin non era neanche
troppo
in vena di fare qualcosa quel sabato sera. Era ancora arrabbiato con
Namjoon
dal giorno prima e aveva passato tutto il giorno a cucinare, di mattina
a casa
per scaricare i nervi e il pomeriggio al lavoro: era tornato da poco da
un
infinito rinfresco organizzato dal suo catering per la festa di un
qualche anniversario
e tutte quelle coppiette felici, tra festeggiati e invitati, lo avevano
a dir
poco nauseato. Almeno aveva potuto prendersela con qualsiasi cosa
potesse
essere infilzata lecitamente -una ben magra consolazione, in
realtà, ma visto
come stava procedendo tutto il resto non poteva di certo mettersi a
fare il
difficile. Poteva pur sempre immaginare che nel piatto ci fosse qualcun
altro,
piuttosto che le pietanze da lui preparate. Comunque, il suo disgusto
si
ripresentò anche a casa quando, poco dopo il suo rientro, lo
raggiunsero Hoseok
e Yoongi, tutti soddisfatti e sorridenti. Yoongi aveva anche la sua
solita aria
da troietta quindi era certo che avessero fatto pace in maniera
birichina. Non
voleva essere acido, seriamente, ma... No, era una cazzata. Non
importava se
quello fosse il suo migliore amico, il ragazzo con cui era praticamente
cresciuto. Lui era stato prima tradito e poi rifiutato, il tutto nel
giro di
due mesi, aveva tutto il diritto di essere acido. Probabilmente tutto
ciò fu
molto evidente grazie alla sua espressione schifata, conseguenza del
tenero
bacio che quei due si scambiarono dopo che Hoseok ebbe annunciato che
li
avrebbe lasciati soli per andare al pub da Namjoon per fare pace anche
con lui -l'espressione
poteva essere stata anche causata dall'aver udito quel nome, ma
preferì non
soffermarsi più di tanto su quel pensiero. Yoongi lo aveva
poi convinto a
mettersi comodo sul divano, accendere la tv e mettere un film a caso
che
comunque non avrebbero guardato, tirare fuori un paio di birre da
frigorifero e
passare quel dannato resto di serata insieme.
Jin era acido,
nervoso e disgustato dall'amore, era vero, ma
era pur sempre una pettegola e lo sapeva, quindi si ritrovò
costretto a
chiedere al suo amico "Quindi, state insieme adesso?"
Lo vide
paralizzarsi solo per un attimo, con occhi e bocca
leggermente spalancati "Ehm... Non lo so?"
Alzò
gli occhi al cielo, borbottando tra sé e sé cosa
ci
fosse in lui che non andava per essersi circondato spontaneamente da
una manica
di idioti "Come puoi non saperlo?"
Yoongi
alzò un poco le spalle, stringendole, e gli rispose
con voce incerta "Non è stato... Specificato, ecco"
Jin
arricciò le labbra e assottigliò gli occhi
automaticamente ma Yoongi, che ovviamente doveva conoscerlo bene tanto
quanto
lo conosceva lui, non gli lasciò dire nulla "Senti, puoi
smetterla di fare
così e di giudicarmi? Puoi essere solo, non lo so, felice
per me?"
Incassò
il colpo e si ritrovò costretto ad ingerire tutto
quello che avrebbe voluto dirgli -tipo che era ovvio quello che era
stato
specificato, ce l'aveva scritto in fronte a caratteri cubitali, ma che
in quel
modo non sarebbero andati molto lontano e sì,
Yoongi, è sempre bene chiarirle certe cose, tanto per
evitare eventuali
fregature- e a quel punto riportò lo sguardo
sulla tv, senza guardare
davvero le immagini che venivano trasmesse sullo schermo, appoggiando
il gomito
sul bracciolo del divano e sorreggendosi la testa con la mano. Rimase
un po' in
silenzio e poi, sconfitto, sospirò. Continuando a non
guardarlo gli chiese
"Tu sei felice?"
"Adesso
sì"
Fu il tono
sicuro e deciso del suo amico che lo portò ad
abbandonare la sua aria seccata e a rispondergli sinceramente "Allora
lo
sono anche io per te" ma durò solo un attimo. Infatti, non
riuscì a
trattenersi dall'aggiungere "Ma biondo stai da schifo"
"Pensavo ti
piacessero i biondi"
Girò
la testa nella sua direzione talmente tanto in fretta da
farsi male al collo. Lo vide guardarlo con quel suo ghignetto da
stronzo
provocatore e seriamente, ma come se li era scelti lui gli amici in
gioventù? Di
nuovo, cercò di mettere su la sua migliore espressione
minacciosa e, sibilando,
lo avvertì "Non ci provare"
L'altro,
però, sembrò non afferrare il concetto "Oh,
quindi è colpa sua se sembri avere un manico di scopa su per
il sedere"
Tentò
in tutti i modi di fulminarlo con lo sguardo, senza
cancellare quella sua espressione che credeva e sperava essere
abbastanza
impressionante da poter cancellare l'odioso sorrisetto di Yoongi, ma
quando si
accorse che la sua era in realtà una battaglia persa
alzò gli occhi al cielo e,
borbottando sommessamente un "Magari", riportò lo sguardo
nella
direzione del televisore. Il labbro inferiore uscì
addirittura dal suo
controllo, mettendo su un broncio che non voleva proprio che si
vedesse, il
tutto per evitare la domanda che ovviamente il suo amico gli fece. Il
fatto che
non suonasse come una domanda non lo sorprese nemmeno più di
tanto.
"Me ne vuoi
parlare"
L'intonazione
non era esattamente quello di una richiesta.
Tipico di Yoongi, mascherare gli ordini con finto buonismo. Peggio per Hoseok -questa volta non
finse nemmeno di aver pensato di non voler comportarsi come la zitella
che era.
Sbuffò, più per far sembrare all'altro che fosse
seccato che per il fatto che
lo fosse veramente, per poi dire "Se proprio insisti - "
"Non sto
insistendo"
"
- Namjoon ha
detto che non mi sopporta perché parlo troppo dopo che io
gli ho chiesto delle
spiegazioni, ti rendi conto?" Si girò verso di lui per
parlargli faccia a
faccia e lo vide guardarlo con occhi sgranati -ovviamente, non poteva
non
essere shockato quanto lui per una cosa del genere- e riprese "Come se
lui
fosse la persona più gradevole del mondo, si atteggia da
maestro di vita quando
si tratta degli altri, poi si rifiuta di dare una semplice spiegazione
e dopo
ancora mi infila la lingua in gola come se niente fosse!"
Ok,
probabilmente quella di Yoongi era solo una finta
espressione shockata in realtà piena di ironia e lui per il
bene della loro
amicizia aveva fatto finta di nulla, ma quella che aveva in quel
momento era
stupita per davvero.
"Ti
ha
baciato?"
Alzò
e allargò le braccia, gesticolando per far capire meglio
all'amico l'assurdità di tutta quella situazione
"Sì! Così, dal
nulla!"
Ripensandoci,
poi, si ritrovò costretto ad abbassare le
braccia, dubbioso. Ci rifletté un attimo e poi si corresse
"O sono stato
io ad aver baciato lui. Non ne sono sicuro"
L'angolo
sinistro del labbro superiore di Yoongi si era
alzato leggermente, la smorfia era decisamente la più
confusa che gli avesse mai
visto fare "Si può sapere cosa diavolo combinate dentro
questo loft?"
Jin si
alzò di scatto e con grandi falcate cominciò a
percorrere tutto il perimetro del soggiorno. Tutto ciò
continuando a parlare
"Sarò sincero, mi è piaciuto. Lui era
così virile e deciso, come se sapesse
esattamente quello che mi piace! E' stato travolgente e passionale,
nemmeno con
Hyosang ho provato cose del genere durante un bacio - "
"Certo, eravate
una coppia di nonni in pensione"
" - ma questo
non significa che può permettersi di fare
quello che vuole senza prima darmi le spiegazioni che merito!"
In quel momento
si fermò e riprese fiato, girandosi verso
Yoongi. Si guardarono, entrambi in attesa, fino a che Jin non perse la
pazienza
"Beh? Niente da dire?"
Yoongi a quel
punto si riscosse "Oh. Pensavo non avessi
finito, solitamente i tuoi monologhi sono più lunghi"
Jin lo
guardò male, fece finta di ridere e riprese a
guardarlo male.
L'altro
sospirò e poi, con calma, chiese "Hyung, perché
te la prendi tanto?"
Jin, allibito,
spalancò occhi e bocca e solo dopo qualche
istante riuscì a chiedere "Stai scherzando?"
Yoongi, invece,
alzò leggermente le spalle e scosse un poco
la testa, tranquillo "Andiamo, siete due ragazzi ormai adulti, entrambi
attualmente non impegnati in nessun tipo di relazione. Hai pure detto,
e cito,
di volergli saltare addosso e di trovarlo carino. Vi siete baciati, e
allora?
Non capisco quale sia il problema"
"Forse
perché le troppe tinte per capelli ti hanno dato
alla testa" Jin praticamente si ritrovò a sputare quelle
parole. Come
diavolo faceva a non capire dove fosse il problema quando glie lo aveva
spiegato alla perfezione qualche istante prima?!
"Oppure" Yoongi
ripartì, calcando quella prima
parola tanto da impedire al più grande di ripartire in
quarta "Potrebbe
essere perché magari stai iniziando a provare davvero
qualcosa per lui?"
Ora, Jin era
abituato ad essere quello saggio tra i due.
Quello più portato in questo tipo di cose, quello con un
rapporto stabile e
duraturo, quello sensibile e altruista, quello sempre pronto ad
aiutare. Da
quando i ruoli si erano invertiti? Tutto questo gli stava facendo
venire voglia
di colpire un'altra volta Hoseok. Aveva tutto il dritto di essere
turbato, in
fondo. Aveva appena scoperto di essere davvero interessato all'idiota
che si
stava rifiutando di dargli delle semplici spiegazioni.
"Non accetto
paternali da quello che faceva finta di non
provare niente per la matta di casa"
Fu la volta di
Yoongi di guardarlo male. Dopo aver fatto
schioccare la lingua, però, continuò "Beh, io e lui ci siamo quasi persi per non essere
stati sinceri da
subito"
Sul serio, non
gli piaceva questo nuovo Yoongi.
"Hyung, lui te
l'ha detto di essere interessato a te.
Magari se provi ad essere sincero anche tu quella spiegazione che vuoi
così
disperatamente arriverà"
Appunto. Gli
piaceva di più quando era lui a giudicare le
discutibili scappatelle del suo amico con quei discutibili ragazzi.
Comunque,
si ritrovò costretto a sospirare, sconfitto, e ad
abbandonare la sua rigida
posizione di difesa "Suppongo che la prossima volta che mi chiede cosa
voglio
potrei anche andargli incontro piuttosto che chiedere scusa per
qualcosa che
non ho fatto solo per estorcergli le informazioni che pretendo"
Yoongi,
guardandolo, aprì la bocca e la richiuse subito dopo.
Poco dopo aggrottò le sopracciglia e piegò
leggermente di lato la testa
"Mi hai di nuovo raccontato solo quello che ti faceva comodo per far in
modo che ti dessi ragione, vero?"
"Ovvio che l'ho
fatto, lo faccio sempre!"
Ma seriamente,
che problema aveva il suo amico quella sera?
Lo guardò ridurre le labbra in una linea sottile ed estrarre
il telefono dalla
tasca dei jeans dopo averlo sentito vibrare. Una volta controllato il
messaggio
che gli era arrivato riportò lo sguardo su di lui "E'
Hoseok. Lui e
Namjoon stanno tornando qui insieme, se ti interessa"
Jin
sentì chiaramente la sincope arrivare e bloccarlo
fisicamente. La sue mente, d'altro canto, aveva iniziato a viaggiare ad
una
velocità allucinante, rendendosi conto di quanto fosse
paradossale tutta quella
situazione. Nel giro di una sola serata, con un solo scambio di
battute, lui e
Yoongi si erano invertiti i ruoli, passando dall'essere quello
giudicante a
quello giudicato. In un'altra circostanza gli sarebbe potuto andare
anche bene,
sul serio -non troppo, ma comunque non aveva importanza- ma il non
poter dargli
torto proprio perché solo qualche ora prima era stato lui a
voler dire al suo
amico che senza mettere le cose in chiaro sin da subito non si poteva
andare
tanto lontano lo metteva in una posizione a dir poco scomoda. Ma, per
quanto
fosse davvero scomoda, non credeva di essere davvero ancora pronto a
cambiarla
"Credo che andrò a letto"
Yoongi,
semplicemente, alzò gli occhi al cielo e poi si mise
in piedi, abbandonando il divano su cui era stato seduto fino a quel
momento
"Come ti pare, tanto domani mattina comunque sarai costretto ad
incontrarlo. Io me ne vado in camera di Hoseok, voglio vedere che
effetto gli
fa trovare i miei vestiti già piegati dove vuole che stiano"
Jin
sbuffò una risata "Probabilmente ti dirà che hai
sbagliato e li ripiegherà spiegandoti come avresti dovuto
fare" e detto
questo fuggì in camera sua, chiudendocisi dentro e sparendo
sotto le coperte,
pensando intensamente a come avrebbe dovuto agire al suo risveglio
-perché
sapeva che Yoongi aveva ragione, non sarebbe sopravvissuto a lungo
chiuso in
quella stanza e isolato dal resto del mondo per tutta la vita.
Chiuse gli
occhi, sperando che fosse vero quello che si
diceva sulla notte che porta consiglio.
---
Al mattino,
però, scoprì che quella era una grandissima
stupidaggine. Aveva cercato di calmarsi, aveva provato a riposarsi e
dormirci
su, ma lui ancora non aveva idea di come avrebbe dovuto affrontare
Namjoon e
nessuno gli aveva dato quel dannato consiglio che tanto voleva.
Temporeggiare,
poi, vestendosi e pettinandosi con calma era stato completamente
inutile,
perché ancora non riusciva a farsi venire in mente niente
che non fosse il
placcarlo e ordinargli di lasciar perdere qualsiasi cosa gli frullasse
in testa
e di prenderlo come un vero uomo, per realizzare così ogni
sua perversa
fantasia che riguardasse quella dannata fossetta -poteva anche aver
realizzato
di essere davvero interessato al ragazzo, ma questo non cambiava di
certo le
sue voglie. Ad ogni modo, riuscì a ritrovarsi davanti alla
sua porta e a
bussare su quella superficie delicatamente, per non fare troppo rumore
-si
disse che era per non svegliarlo in caso stesse dormendo ma non si era
poi
convinto più di tanto. Quando l'altro gli aprì la
porta, col suo ciuffo biondo
tutto spettinato, gli occhi ancora non completamente aperti, in
canottiera e
pantaloni della tuta, non fu certo di essere stato molto fortunato. Non
completamente -i suoi occhi lo erano stati di sicuro. Si
ritrovò a fissarlo
imbambolato per un attimo, pensando che quell'idea di placcarlo non
fosse poi
tanto male e si riscosse solo quando sentì il più
giovane schiarirsi la gola
"Dovevi dirmi qualcosa?"
Cercò
di mandar giù il nodo che sentiva in gola e poi
cercò
il coraggio di dirgli "Possiamo parlare?" indicò con gli
occhi la
fine del corridoio e quindi la zona giorno dell'appartamento, da dove
provenivano le voci di Tae, Hoseok e Yoongi chiacchierare pigramente, e
aggiunse "In privato"
Namjoon,
semplicemente, scosse le spalle e rientrò in camera,
lasciando dietro di sé la porta aperta. Jin lo prese come un
invito mal
riuscito ad entrare e fu esattamente quello che fece. Era la prima
volta che
metteva piede in quella stanza. Non era troppo ordinata, come potevano
esserlo
la sua o quella di Hoseok, ma non era male. Gli piaceva. I suoi occhi
si
posarono sulla sua enorme collezione di dischi, era inevitabile visto
che
occupava quasi tutta la parete che gli si trovava di fronte. Poco
distante,
poi, notò una grande libreria. Erano almeno sette scaffali
stracolmi di libri,
posizionati addirittura uno sopra all'altro per farceli entrare tutti.
Quella
fu sicuramente la cosa che più lo sorprese. Aveva voglia di
avvicinarsi e
ispezionarla più da vicino, giusto per capire che genere di
libri il ragazzo
leggesse, ma la voce spazientita dell'altro lo fermò.
"Allora?"
Prese un respiro
profondo e, dopo essersi girato verso di lui
per affrontarlo definitivamente, gli sorrise appena, sollevando solo
uno degli
angoli della bocca "Mi dispiace" si affrettò ad aggiungere
anche un
"Sono serio, questa volta" quando vide la smorfia incredula
dell'altro.
Namjoon, allora,
aggrottò le sopracciglia e, confuso, gli
chiese "Per cosa, esattamente?"
Jin
sbuffò appena e ci pensò un attimo prima di
iniziare
"Per aver cercato di costringerti a parlare di qualcosa di cui non vuoi
parlare. E di aver fatto il cretino con te e di essermi poi offeso
fingendo che
fosse colpa tua. Oh, e anche di averti detto che non ti sopporto"
cercò il
suo sguardo e poi riprese "Non è vera quella cosa, tra
l'altro"
Vide
l'espressione dell'altro ragazzo ammorbidirsi un
pochino, per poi sbuffare quasi divertito "Non devi scusarti per queste
cose,
hyung. E' a me che dispiace, ho cercato di far finta di niente per non
complicare le cose quando in realtà si erano già
complicate da un pezzo. Hoseok
ha ragione, mi sono dato un po' troppo alla fuga"
Jin, a quelle
parole, rimase lì immobile, sperando che
l'altro non si accorgesse della fatica che stava facendo per
trattenersi dal
chiedergli ancora cosa diavolo nascondessero quelle sue stupide parole.
La
curiosità lo avrebbe ucciso, ne era certo. Il suo tentativo,
però, fallì
miseramente, scoprendo di essersi morso inutilmente la lingua quando
Namjoon si
mise a ridere "Te lo dirò hyung, smettila di fare quella
faccia"
Gli
sembrò di riuscire a respirare di nuovo dopo una lunga
apnea "Grazie a Dio, pensavo di dover morire prima di riuscire a
capirti"
Namjoon sorrise
divertito, ancora, per poi rabbuiarsi e
sospirare subito dopo. Si mise seduto sul letto ancora sfatto e gli
fece cenno
con la mano di avvicinarsi. Jin, leggermente a disagio, si sedette
proprio
accanto a lui, rigidamente e dritto con la schiena. Cercò di
calmarsi e di
guardare il più giovane, che invece aveva gli occhi puntati
al pavimento e i
gomiti poggiati sulle cosce, curvato in una posizione quasi di
sconfitta. Non
alzò lo sguardo nemmeno quando cominciò a parlare
"Sono come te, sai? Non
ho mai perso tempo con le storielle inutili, se devo legarmi a qualcuno
è
perché voglio davvero quella persona nella mia vita"
Seokjin non
poté fare a meno di sorridere un po'. Lui con
Namjoon di certe cose non ne aveva mai parlato ma comunque l'altro
ragazzo era
riuscito a capirlo sin da subito. Non poteva dargli torto, l'unica
volta che
aveva pensato di andare con qualcuno senza provare niente di serio per
quella
stessa persona era stato proprio con lui e beh, si era appena accorto
che non
era esattamente così, non era vero che non provava niente
per lui. Il sorriso,
in ogni caso, se ne andò proprio come era arrivato. Namjoon
continuava ad avere
quell'espressione un po' malinconica e Jin iniziava ad avere la
certezza che
quello che gli stava per dire non doveva essere qualcosa di troppo
divertente.
"Ai tempi del
college stavo con un ragazzo. Era una cosa
piuttosto seria, avevamo anche progettato di andare a vivere insieme in
un
bell'appartamentino una volta laureati. E' solo che... Non so cosa sia
successo, mi mancava solo un ultimo fottutissimo esame e io non ho
retto più. Lo
stress, tutta quella pressione, le aspettative dei miei genitori. Non
ci sono
riuscito, non mi sono presentato. Non mi sono mai laureato. Ho iniziato
a fare
qualche lavoretto ma mai niente di troppo serio e a Donghyuk questo non
piaceva. Lui nel frattempo è riuscito a laurearsi e a
trovare un vero impiego.
Io invece sono finito al pub e quando gli ho detto che probabilmente
era lì che
volevo rimanere mi ha chiesto se stessi scherzando. Per farla breve, ho
scoperto di non essere il tipo ideale dei ragazzi che piacciono a me e
mi sono
ritrovato a vivere qui con Hoseok"
Solo a quel
punto si alzò per guardarlo "Hyung, credo
che tu mi piaccia davvero. Egocentrismo e chiacchiere inutili compresi.
Solo
che non... Non sono fatto per queste cose, so già che
rovinerei tutto. Io sono
davvero un disastro mentre tu sei così tu.
Ho già perso in partenza. Ecco perché non
è il caso di complicare ulteriormente
le cose"
Jin rimase
semplicemente in silenzio per un po', continuando
a guardare il più giovane che aveva ancora quell'espressione
tormentata. Poi,
all'improvviso, lo afferrò per la canottiera, tirandoselo
addosso mentre lui si
stendeva sulla schiena "Beh, ti è andata male, tu mi piaci e
i casi umani
mi eccitano. Hai già complicato tutto"
Namjoon, mentre
cercava di reggersi in equilibrio con le mani
puntate sul materasso ai lati della testa del più grande,
chiese allucinato
"E' sempre per la questione del voler essere indispensabile per gli
altri,
vero?"
Jin, allibito,
spalancò occhi e bocca "Sul serio? Ha
davvero importanza adesso?" sollevò i fianchi, cercando di
far sentire
all'altro quale fosse la questione per lui importante in quel preciso
momento
"Smettila di pensare e fai qualcosa!"
L'altro
fece per ribattere ancora e Jin decise che il primo
ad agire doveva essere evidentemente lui, allora. Prima che potesse
anche solo
dire un'altra parola fece schiantare insieme le loro labbra, portando
una mano
ai capelli dell'altro e stringendo fino a che non lo sentì
arrendersi e solo a
quel punto si permise di scollegare anche lui il cervello, se non per
pensare
che finalmente, finalmente, quella
dannata fossetta era a disposizione sua e della sua lingua.
Buonasera
a tutti ^-^
Sappiate
che questa per me è
stata una settimana lunghissima! Non vedevo l'ora di pubblicare questo
capitolo, sono sincera!
Probabilmente per la prima volta, posso dire di ritenermi abbastanza
soddisfatta. Questo è uno dei miei capitoli preferiti, non
tanto perché credo
sia un bel capitolo ma perché mi sono divertita tanto a
scriverlo -il fatto che
ora sia Jin quello biondo mi fa un po' ridere ma va beh, l'ho scritto
parecchio
tempo prima di questo comeback xD
Spero di non avervi deluso e che la lettura abbia fatto sorridere
almeno un po'
anche voi *-*
Come
al solito, vi ringrazio
tutti, infinitamente, perché siete fantastici e meravigliosi
con me e con
questa storia. Non me lo merito, davvero. Un grazie particolare, poi,
va anche
a tutti quelli che recensiscono -mi fate emozionare ogni volta ♥
Spero
tanto di riuscire ad aggiornare anche la prossima settimana, ma non
posso effettivamente garantire nulla ancora. Come avete già
notato la settimana
scorsa, comunque, mai dire mai xD
Prima
di salutarvi, vi consiglio di
leggere la carinissima NamJin di Jichan, "Love
Blossoms".
Io l'ho adorata *-*
Buonanotte miei cari,
a presto, spero tanto ^-^
YoongiYah ♥
|
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Capitolo 15 *** XIV - Namjoon ***
Piccolo
avvertimento:
questo capitolo segue direttamente quello precedente.
Buona
lettura ^-^
Io
tornerò ad annoiarvi con
le note finali xD
Namjoon si prese
il suo tempo prima di uscire dalla sua
stanza, una volta rimasto solo. Jin se ne era andato una manciata di
minuti
prima, dopo essersi rivestito mentre blaterava su come avrebbero dovuto
fare
attenzione, per il momento, perché gli altri avrebbero
sicuramente avuto
qualcosa da dire in proposito e lui non era ancora pronto ad affrontare
le
prese in giro, come quelle che era toccate ad Hoseok quando avevano
beccato lui,
e di quanto non fosse pronto a reggerle, non ancora perlomeno. Le sue
parole
erano state qualcosa come "Non che voglia tenere la nostra storia solo
per
noi ma sai, abbiamo saltato qualche passaggio, dovremmo recuperare
prima"
Namjoon, in
tutto quello, era rimasto semplicemente zitto e
immobile contemplando il soffitto, soffitto che non gli era mai
sembrato tanto
interessante in vita sua. Il fatto era che lui qualcosa da dire ce
l'aveva; ad
esempio, avrebbe voluto tanto chiedergli cosa diavolo era appena
successo -non
che non se ne fosse reso conto, ci aveva partecipato attivamente e
volentieri,
solo che gli sarebbe piaciuto sapere come accidenti avevano fatto ad
arrivare a
quel punto. E, soprattutto, avrebbe voluto anche chiedergli in quale
preciso
istante di quella loro folle...cosa...avevano
deciso di avere una storia. Era abbastanza sicuro di non aver mai detto
niente
del genere e sì, poteva benissimo immaginarsi Jin stabilirlo
da solo, perché
dai, era ovvio che il suo parere era
l'unico ad avere importanza, ma rimaneva il fatto che lui la
sua non
l'aveva detta. Comunque, era anche abbastanza certo che dire quelle
cose, in
quella situazione, subito dopo aver fatto quello che avevano fatto, e
soprattutto dirle all'essere più egocentrico che avesse mai
conosciuto, non era
proprio una buona idea e a questo poteva arrivarci benissimo da solo.
Aveva
anche pensato di chiedergli quali fossero i passaggi da recuperare ma
poi, si
disse, probabilmente anche quella che a lui sembrava una semplice
domanda
avrebbe potuto far esplodere una bomba, nella testa dell'altro almeno.
Per
questo decise di rimanersene lì a contemplare quel dannato
soffitto -pensando
anche di doversi ricordare di comprare qualche barattolo di vernice e
ritinteggiare, dopo aver avuto il benestare di Hoseok, chiaramente -gli
ci
sarebbero voluti dei mesi. Poco male, sicuramente avrebbe combinato
solo un
disastro.
Ad ogni modo,
Jin lo lasciò solo dopo avergli dato un bacio
all'angolo delle labbra e dopo aver controllato bene che nessuno lo
vedesse
abbandonare quella camera. Quando la porta si richiuse alle sue spalle,
Namjoon
si permise di sospirare pesantemente, passandosi entrambe le mani su
tutto il
viso e chiedendosi come avrebbe fatto ad alzarsi da quel letto per
uscire ed
affrontare tutto quello che da lì a breve sarebbe potuto
accadere. Soprattutto,
quello che non poteva fare a meno di chiedersi era come sarebbe potuto
riuscire
a guardare Seokjin negli occhi, dopo quella mattina.
Per essere
strano era strano, non poteva essere solo lui a
pensarlo.
Non erano bugie
buttate lì a caso, le sue. Era vero che non
aveva mai avuto avventure fini solo a loro stesse quindi era certo di
essere
legittimato a non sapere come agire, in quel momento. Non che pensasse
che
quello che era appena successo con Jin fosse una cosa fine a se stessa
ma...
Eh, non sapeva nemmeno cosa fosse davvero -indipendentemente da quello
che gli
aveva detto l'altro. La storia sopracitata, insomma.
Dopo essersi
alzato finalmente dal letto e aver incominciato
a rivestirsi, realizzò sul serio che avrebbe dovuto
ubriacarsi già di prima
mattina, quel giorno, per riuscire ad affrontare quella che poteva
essere la
sua unica salvezza. Perché, per quanto Hoseok potesse essere
una donna mancata
e allo stesso tempo il più grande idiota senza speranza che
avesse mai
conosciuto, doveva ammettere che lui, nonostante il suo andare fuori di
testa,
una situazione per certi versi simile l'aveva portata avanti. E pure
egregiamente, visto che alla fine era riuscito a riprendersi Yoongi
dopo averlo
reso partecipe della sua adorabile follia. E beh, non poteva negare che
chiedergli un parere poteva essergli d'aiuto.
"Dio santo, sono
messo davvero male se devo chiedere
consiglio a lui"
E dopo aver
detto questo, sospirò nuovamente mentre posava la
mano sulla maniglia della forza. Gli ci vollero però altri
due sospiri prima di
riuscire ad aprirla e varcarne la soglia definitivamente.
Il dolce sorriso
che Jin gli rivolse uno volta che li
raggiunse, lui e il resto degli inquilini, gli fece pensare che
sì,
probabilmente tutte le inutili ciance di Hoseok che avrebbe dovuto poi
sopportare, prima di avere il dannato supporto che voleva, ne potevano
valere
la pena.
---
Dopo un primo
momento di smarrimento, in cui non poté fare a
meno di chiedersi come facesse il suo hyung a sembrare così
disinvolto,
chiacchierando amabilmente con un biondo Yoongi (aveva deciso di
interpretare
quel cambiamento come un complimento alla sua persona) e con Tae,
Namjoon
riuscì ad adeguarsi, trascorrendo così la prima
colazione in maniera serena e
al contempo allegra, come non avevano più fatto ormai da
giorni. O meglio,
l'atmosfera generale lo era, il sorriso inquietante che Hoseok gli
stava
rivolgendo lo era un po' meno. Cercò di fare finta di nulla
e di ignorarlo,
intromettendosi nel discorso degli altri tre, ma non gli fu affatto
facile.
Quando gli altri iniziarono a sparecchiare e a mettere in ordine le
cose, poi,
Namjoon puntò gli occhi su quelli di Hoseok, che continuava
a sorridere come un
bambino che aveva appena commesso un colpo grosso in un negozio di
caramelle.
Il suo migliore amico faceva paura, l'aveva mai detto? Probabilmente
sì, ma era
sempre bene ricordarlo.
Cercando di non
fissarsi troppo sulle labbra ancora
spaventose dell'altro alzò le sopracciglia, sperando che
cogliesse il messaggio
subliminale che stava cercando di mandargli. Hoseok fece altrettanto.
Ci
riprovò, questa volta arricciando le labbra seccato e a quel
punto, finalmente,
quell'assurdo sorriso scomparve dal volto del suo migliore amico,
facendo
spazio ad un'espressione confusa. Ritentò, cercando di
domare la voglia di
avvicinarsi e dargli una testata. Capì che stava fallendo
quando Hoseok fece
per parlare, rendendo vano il suo tentativo di mantenere un certo
livello di
riservatezza a quella loro muta conversazione a senso unico, quando
qualcuno
s'intromise prima che lui potesse emettere alcun suono "Ma che stanno
facendo?"
A parlare fu
Yoongi, che li stava guardando visibilmente
perplesso. Taehyung gli si affiancò, iniziando a guardarli a
sua volta "Lo
fanno sempre hyung, è normale"
La voce di Jin
li raggiunse, che a sua volta si mise in mezzo
senza però girarsi, rimanendo lì dov'era, occhi
fissi al lavello per lavare i
piatti "Abituatici, il concetto di normalità cambia
radicalmente una volta
che inizi a frequentare questo loft"
Yoongi a quel
punto sollevò le sopracciglia "Immagino
che tu ci abbia messo del tuo, hyung" tornando ad ignorarli per andare
a
buttarsi sul divano e prendere possesso del telecomando. Namjoon lo
seguì con
lo sguardo, aggrottando le sopracciglia, chiedendosi chi gli avesse
concesso
tanta libertà in casa d'altri. E glie l'avrebbe pure chiesto
direttamente se
non si fosse accorto che anche Tae era ritornato a farsi gli affari
suoi,
lasciandoli finalmente liberi di parlare. Hoseok, d'altro canto, aveva
iniziato
a concentrarsi più sul suo ragazzo -o qualsiasi cosa fosse-
che su di lui e per
questo, dopo essersi assicurato di non farsi vedere da Jin, lo
acciuffò,
strattonandolo con forza e portandolo in camera sua. Una volta dentro,
lo
spinse sul letto maniacalmente rifatto, su cui cadde di sedere,
rimbalzando
leggermente sul materasso. Lo spaventoso sorriso tornò
quando disse
"Quanta impazienza, non ti è bastato il round di prima con
Jin
hyung?"
Namjoon,
congelato, si paralizzò di colpo "E tu come fai
a saperlo?"
Lo scemo,
però, continuò a ridacchiare "Premuroso da
parte tua portarmi qui piuttosto che sul tuo letto. Scommetto che non
hai
ancora cambiato le lenzuola"
"Puoi smetterla
di parlare come una moglie tradita? Sii serio
e rispondimi!"
"E dai, sono
solo contento! Io ho Yoongi, tu hai Jin
hyung, le cose ci stanno andando bene! Perché non posso
essere di buon
umore?"
"Dio, Hoseok,
stai zitto un momento" sospirò,
prendendosi il ponte del naso tra indici e pollice della mano destra e
chiudendo gli occhi "Come diavolo fai a saperlo?"
Hoseok,
candidamente, gli rispose senza battere ciglio "Vi
ho sentiti" per poi aggiungere "Solo io, tranquillo. Yoongi si stava
lamentando perché aveva fame e volevo andare a chiamare Jin
hyung per preparare
la colazione ma quando sono passato davanti alla tua stanza ho capito
che aveva
altro da fare in quel momento" quando vide l'espressione tormentata
dell'altro.
Namjoon, allora,
si avvicinò di scatto, mettendosi seduto
accanto a lui e afferrandolo per il colletto della camicia,
avvicinandoselo
ancora "Non ti sei messo a fare il cretino e a dirlo a tutti, vero?"
"Ti vuoi
calmare? Non l'ho detto a nessuno, rilassati!
Solitamente si è di buon umore dopo aver scopato,
perché tu sei così
isterico?"
Mollò
la presa e mugolò pateticamente, coprendosi il viso con
le mani e ingobbendosi tutto, chiudendosi su se stesso. Poi
iniziò a
borbottare, senza liberarsi la bocca, facendo così uscire
solo suoni ovattati
"Non lo so, non lo so! Lui ha appena detto che abbiamo una storia e io
sto
già rovinando tutto perché non so nemmeno cosa
dirgli dopo aver fatto
sesso"
Sentì
Hoseok prendergli i polsi, cercando di spostare le mani
e di tirarlo nuovamente su. Una volta che fu riuscito a riportarlo
dritto con
la schiena, poi, lo lasciò per mettergli le mani sulle
spalle
"Calmati"
Hoseok si fece
serio, come poche volte l'aveva visto prima
"Namjoon, te l'ho già detto ieri, tutti questi problemi che
ti stai
facendo sono solo nella tua testa, lo capisci?"
"Se
così fosse Donghyuk non mi avrebbe mollato!"
Hoseok, allora,
strinse la presa che aveva ancora sulle sue
spalle e lo scosse con forza "Il problema non sei tu, ok? Donghyuk
è stato
uno stronzo, non è riuscito a starti accanto quando ne avevi
bisogno e tu
questo te lo devi mettere in quella testa ossigenata che ti ritrovi. E
ti ci
devi mettere anche il fatto che hyung non è Donghyuk"
Namjoon fece per
ribattere ma l'amico lo fermò ancora
"Se provi a ribattere ti prendo a schiaffi. Più
perché mi piace la
drammaticità della cosa che altro, ma lo faccio"
"Se ci provi te
li ridò più forti"
"Oh, sei tornato
in te. Bene"
Solo a quel
punto Hoseok mollò la presa, liberandolo con
cautela, quasi avesse paura di una ricaduta. Namjoon, però,
si limitò a
sbuffare, alzando gli occhi al cielo "Le minacce funzionano meglio
delle
tue dolci paroline, lo sai"
Chiuse gli occhi
e respirò profondamente -sentiva davvero di
poter raggiungere la follia entro breve quindi, probabilmente, cercare
di
calmarsi come faceva l'altro poteva aiutarlo.
Non lo fece.
Chiaramente aveva ancora molto da imparare,
nonostante fosse circondato da dei pazzi scatenati. In ogni caso, era
lì perché
aveva bisogno di aiuto e ne aveva bisogno subito, perché in
tutta quella
situazione non era sicuro assolutamente di nulla, tranne del fatto che
non
poteva far passare troppo tempo prima di andare da Jin di sua spontanea
iniziativa. Per questo, si disse, doveva pronunciare la frase
più difficile che
avrebbe mai potuto dire in vita sua "Hoseok"
Si
fermò, scrutando l'altro attentamente. Solo quando fu
certo che lo stesse ascoltando sul serio, continuò "Non sai
quanto mi
costi dirlo, davvero, ma mi devi aiutare" sospirò
pesantemente e poi
riprese "A quanto pare, io sono una frana in queste cose mentre tu...
Non
lo sei più di tanto, ecco. Sei riuscito a riprenderti uno
come Yoongi
nonostante tu sia così... Hoseok"
"Nam, ti voglio
tanto bene, davvero, ma credo che tu mi
abbia appena insultato due volte nel tentativo di chiedermi aiuto. O
arrivi al
dunque senza infierire su di me o chiedo il divorzio"
"Io...uhm...che
devo fare adesso, esattamente?"
Si guardarono
negli occhi fino a che Hoseok, confuso,
aggrottò le sopracciglia, spostando di poco lo sguardo "Come
sarebbe a
dire?"
Namjoon,
spazientito e urtato, sbuffò di nuovo, sonoramente
questa volta. Non poteva davvero essere così difficile una
cosa del genere,
giusto?
In teoria,
forse. Quando si ha a che fare con persone normali
-e questa non voleva essere l'ennesima offesa al suo migliore amico, ci
si era
ufficialmente incluso, tra gli strambi.
"Prima abbiamo
discusso, poi l'ho evitato, poi abbiamo
discusso ancora, poi ci siamo baciati, poi ci siamo ignorati e poi
abbiamo
fatto sesso! Che devo fare adesso? Io davvero non lo so come funzionano
queste
cose, ero fermo all''iniziamo ad uscire
insieme e vediamo come va' dei tempi del college"
"Ah" Hoseok
annuì, come se tutto quello fosse
diventato improvvisamente la cosa più ovvia sulla faccia
della Terra
"Credo che dovresti fare proprio questo. Chiedigli di uscire insieme"
Ok,
effettivamente messa così poteva essere davvero una cosa
molto ovvia. E in teoria ci sarebbe potuto benissimo arrivare senza
Hoseok
-stava diventando anche uno scemo, perfetto.
"Sì
credo che... Che possa andare"
"Ora che ci
penso nemmeno io e Yoongi siamo mai usciti
insieme sul serio. Dovremmo uscire in quattro!"
Namjoon,
impassibile, rispose "Scordatelo"
E sarebbe andato
anche oltre dicendogli che lui, con due
depravati come loro, non si sarebbe mai fatto vedere in un luogo
pubblico, ma
dovette fermarsi quando la porta della stanza venne aperta
all'improvviso,
rivelando la faccia seccata di Yoongi dietro di essa.
"Che cosa state
facendo? Mi hai lasciato da solo, non mi
piace essere lasciato solo"
Appunto. Due
depravati, uno fuori di testa e l'altro che
pretendeva di essere sempre il centro dei pensieri di tutti. Namjoon
era sicuro
che sarebbero stati una coppia alquanto disfunzionale.
Guardò
il suo migliore amico allungare un braccio verso il
suo ragazzo -o qualunque cosa fosse-
per tendergli la mano; l'altro l'afferrò e così
Hoseok se lo tirò addosso, in mezzo
alle gambe, facendolo aderire al suo petto. Yoongi gli mise una delle
sue mani
sul collo, guardandolo negli occhi. In realtà, in quello,
Namjoon non riuscì a
vedere niente di meramente sessuale. Potevano anche essere una coppia
disfunzionale, certo, ma erano a loro modo... Carini.
Se doveva essere sincero, quella scena, oltre che avergli
fatto un po' schifo, gli aveva fatto anche provare un pizzico di
invidia. Non
era mai stato un tipo da smancerie, era vero, ma per Jin sarebbe potuto
scendere a compromessi con se stesso.
Si
alzò di scatto, non volendo approfondire quei suoi
pensieri e non volendo nemmeno vedere altre effusioni tra quei due. Li
lasciò
da soli, mentre si stavano ancora guardando come se non ci fosse altro
intorno
a loro, e si chiuse rumorosamente la porta alle spalle.
"Tutto questo mi
sta facendo molto, molto male"
---
Tra il riuscire
a realizzare quello che avrebbe dovuto fare e
il metterlo effettivamente in pratica passò qualche ora. La
scusa era che, una
volta uscito dalla stanza di Hoseok, Namjoon trovò Jin
impegnato nel
controllare quella che riconobbe come la sua agenda di lavoro, quindi
in quel
preciso istante aveva preferito lasciarlo alle sue cose e non
disturbarlo. In
realtà, aveva passato parte di quel tempo chiuso in bagno
davanti allo
specchio, cercando di motivarsi, e l'altra parte in camera, nel
tentativo di
prepararsi un discorso o una proposta degna di questo nome. Voleva fare
le cose
per bene, almeno per quella volta. Era stato tutto così
strano e complicato,
fino ad ora, che non poteva certo fare di peggio, ma comunque non se la
sentiva
proprio di rischiare.
Era ormai
vestito di tutto punto, pronto per andare al pub ad
aprire il locale e iniziare il suo turno -quello della cena, non vedeva l'ora- quando si decise di
parlare all'altro ragazzo. Jin era in cucina, fortunatamente da solo, e
gli
stava dando le spalle, troppo impegnato a preparare la cena per
sé e per gli
altri. Namjoon cercò goffamente di attirare la sua
attenzione schiarendosi
rumorosamente la gola. A quel punto il più grande
sobbalzò sorpreso, per poi
girarsi e tranquillizzarsi quando vide che era lui. Gli sorrise, quello
stesso
bellissimo sorriso che gli aveva già rivolto quella mattina
-probabilmente per
lui quella storia del sesso che equivale al buon umore aveva
funzionato- e lo salutò
con un "Ehi"
Namjoon,
impacciato, si schiarì nuovamente la gola, per poi
rispondergli stupidamente con lo stesso saluto "Mh. Ehi"
Non
riuscì a dire proprio altro, non ancora. Non si era
proprio preparato un discorso prima, ma almeno un'idea generale di
quello che
doveva dire se l'era fatta. Il problema era che, adesso, l'aveva
abbandonato
anche quella sua stupida e generale idea. Seokjin, però, non
fece caso a quanto
fosse in difficoltà. Oppure, era tanto carino da non
farglielo pesare. Non
metteva in dubbio la sua gentilezza, ovviamente, ma sperava comunque
fosse la
prima ipotesi.
"Te ne vai di
già? Almeno non tornerai tardi,
vero?"
"I-io... No,
stacco prima di mezzanotte" ispirò
profondamente, immagazzinando quanto più ossigeno gli fosse
possibile, per
poter riuscire a dire "Domani sera sono libero"
Jin sorrise,
aggrottando allo stesso tempo le sopracciglia,
in una buffa espressione confusa "Lo so, il pub è chiuso di
lunedì"
Namjoon si diede
dell'imbecille, pensando che davvero, come
poteva essersi dimenticato come si fa a chiedere a qualcuno di uscire
"Volevo dire che, ehm... Se sei libero anche tu potremmo fare qualcosa.
Insieme"
Vide tutta la
confusione di Jin lasciarlo, facendo spazio ad
una smorfia divertita "Intendi un appuntamento?"
Ecco la parola
che
stava cercando da tutto il pomeriggio!
"S-sì
io intendevo quello, sì"
Jin sorrise,
ancora. Non era quel sorriso di prima, era un
altro tipo di sorriso, più contenuto ma per questo non meno
bello "Mi
piacerebbe molto"
Namjoon sorrise
a sua volta, inevitabilmente. Non poté
trattenersi, non con quel meraviglioso ragazzo davanti a lui e quel
macigno in
meno sulle spalle "Ok"
Jin si
avvicinò, lentamente, per circondargli le spalle con
un braccio. Il sorriso era ancora lì ad abbellire -se era
possibile- ancora di
più quelle labbra carnose, anche quando gli
sussurrò "Non vedo l'ora"
Namjoon, senza
rendersene conto, si ritrovò a cingergli la
vita con un braccio, avvicinandoselo ancora e il bacio che ne
seguì fu
probabilmente il meno irruento e allo stesso tempo il più
bello che si erano
scambiati fino ad ora. Che poi, ripensandoci, non poteva davvero
stabilire
quale gli fosse piaciuto di più, dato che ogni volta che le
loro labbra si
incontravano l'unica cosa che riusciva a sentire erano i fuochi
d'artificio.
Fuochi
d'artificio che vennero interrotti senza pietà dalla
voce di Taehyung, che all'improvviso si mise in mezzo "La
tranquillità in
questa casa non dura mai per più di cinque minuti"
Si separarono
all'improvviso e Namjoon vide il più grande
guardare in un punto ben definito alle sue spalle. Girò la
testa per vedere Tae
in piedi, davanti all'ingresso del corridoio, guardarli leggermente
imbronciato
"Ditemi solo che non farete tutto il casino che fanno già
gli altri due di
notte" e detto questo se ne andò, ritornandosene da dove era
venuto, senza
aspettare una vera risposta.
Sentì
Jin sbuffare una risata, divertito, e allora riportò
tutta l'attenzione su di lui. Il più grande, sempre ridendo
leggermente, disse
"Beh, almeno adesso è meno imbarazzante di quanto lo sarebbe
stato
stamattina"
"Mh" ci
pensò su un attimo e poi, si disse, che a
quel punto avrebbe dovuto saperlo anche lui "Hoseok ci ha sentiti
questa
mattina"
"Ah. Allora
posso dirti senza aver paura di farti
arrabbiare che l'ho già detto a Yoongi"
Namjoon
aggrottò le sopracciglia "Ma non volevi
aspettare?"
"Non con Yoongi,
gli dico sempre tutto!"
Non ne era
sicuro, ma stava avendo l'impressione che avessero
già ricominciato a discutere. Non era durata molto la
serenità, Taehyung aveva
ragione "Senti, lasciamo perdere. Torniamo a quando ci stavamo baciando
e
dimentichiamoci di tutto il resto"
Jin,
però, aveva ormai smesso di guardare lui. O meglio, lo
stava ancora guardando, solo che i suoi occhi erano puntati sui suoi
capelli
"Perché hai una forcina in testa?"
"Ok, basta. Sto
per uscire. Ci vediamo dopo. O
domani"
Fece per girarsi
ma Jin lo fermò. Lo baciò, di nuovo. Fu un
bacio più veloce, un bacio che voleva essere un saluto, ma
comunque stupendo. Quando
poi si allontanò non lo fece del tutto. Gli rimase
abbastanza vicino da
potergli sussurrare un "Buon lavoro" direttamente sulle labbra. Poi,
all'improvviso, si ritrovò a guardare la sua schiena, data
la velocità con cui
si era girato e aveva ripreso a cucinare. Allora Namjoon, stordito, si
diresse
verso la porta per uscire di casa una volta per tutte.
Alla fine
non era andata tanto male. Non per i loro standard,
almeno.
Buonasera
a tutti ^-^
Sono
tornata, come avevo promesso, e voglio scusarmi per
l'attesa. Mi dispiace, seriamente, ma sappiate che questa piccola pausa
in
parte ha aiutato. Non che sia andata chissà quanto avanti
con la stesura dei
capitoli rimanenti, ma un pochino sono riuscita a scrivere -e
considerando
quanto in questo periodo il mio tempo sia limitato è
comunque un passo avanti.
Inoltre,
mi dispiace ancor di più per avervi fatto aspettare
così tanto per poi ripresentarmi con questo schifo di
capitolo. Seriamente, io
lo detesto e scriverlo è stata una tortura -non so il
perché, sinceramente, ma
così è stato.
Davvero, mi auguro che non abbia fatto così schifo anche a
voi -sono già abbastanza depressa da sola xD
Come al solito voglio ringraziarvi, di cuore, per
l'incredibile sostegno che date a me e a questa storia ♥
siete
meravigliosi ♥
Spero
di potervi "rileggere" presto e che questo
orrendo capitolo non vi porti ad abbandonare "The Loft" xD
Buonanotte,
YoongiYah ♥
P.S.
La questione delle forcine fa riferimento al quinto capitolo, quando
Jin se le ritrova sulla lista delle cose da comprare
*cade*
Ok,
me ne vado sul serio adesso
(~ ̄▽ ̄)
~
|
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Capitolo 16 *** XV - Taehyung ***
Stasera
ho paura.
Uhm. Già.
Ok
me ne vado.
Era
lunedì pomeriggio, il lunedì dopo
quel disastroso sabato sera con Jimin e Jungkook, e Taehyung, come
sempre
faceva a quell'ora, si stava recando al canile per la sua solita visita
a
Donut. Se da una parte non vedeva l'ora di arrivare -in fondo erano due
giorni
che non vedeva il suo cagnolino e ne stava già sentendo la
mancanza- dall'altra
avrebbe preferito gettarsi in mezzo alla strada e farsi prendere in
pieno da
un'auto in corsa pur di non rivedere la
progenie di Satana. Era sicuro di non aver mai odiato tanto
qualcuno come
stava odiando lui in quel momento. Certo, aveva iniziato a vederlo per
il
malvagio demonio che era già da quando aveva contattato
Jimin per la prima
volta, ma ora che aveva spezzato il cuore del suo amico, ora che era la
causa delle
sue lacrime, era addirittura tentato di fargli del male. Come avrebbe
potuto
farlo non lo sapeva ancora, era sempre stato un pacifista convinto e se
doveva
dirla tutta era anche la prima volta che provava antipatia verso
un'altra
persona, ma sapeva per certo che se si fosse ritrovato davanti Jungkook
quel
giorno, un insulto ben poco velato al suo essere cattivo
gli sarebbe scappato di bocca.
Sovrappensiero,
considerando che
probabilmente avrebbe fatto meglio a chiedere a Namjoon hyung come si
potesse
veramente offendere una persona -era abbastanza sicuro che dire alla
personificazione della cattiveria quanto fosse cattivo non sarebbe mai
stato
efficace, neanche un po'- si ritrovò improvvisamente di
fronte all'ingresso del
canile. Deglutì a vuoto, sentendosi strano ad essere
lì per la seconda volta
senza Jimin -e anche la prima aveva come causa l'ingresso di Jungkook
nelle
loro vite, le coincidenze della vita.
Aveva sempre visto quella come una loro
cosa, sua e di Jimin, con Donut che poi completava la più
adorabile delle foto
che la sua mente avesse mai scattato -e anche la fotocamera del suo
cellulare,
dato che una foto del genere esisteva davvero e gli faceva pure da
sfondo e da
screensaver. Invece, ora, Jungkook aveva rovinato tutto. E
sì, si rendeva ormai
conto che per il suo amico non era così. Nonostante volesse
bene al loro
cagnolino, Jimin al canile ci andava solo per poter vedere il
più giovane e
quella che, in realtà, era una cosa sua e di Jungkook, non
l'aveva mai considerata
una cosa sua e di Taehyung. Si era arreso pure all'idea di
essere lui quello di troppo,
ma la consapevolezza di questi fatti non allontanava di certo la
sensazione
strana che l'essere solo in quel momento gli aveva provocato.
Cercò
di non pensarci, per evitare di
imbronciarsi e di farsi vedere da Voldemort
in quello stato, giusto per non dargliela vinta e dargli ulteriore
motivo per
gioire delle loro sofferenze. A quel punto, con in testa solo e
soltanto il suo
adorato Donut, che non vedeva ormai da quasi sessanta
ore, varcò la soglia di ingresso, dirigendosi
senza indugi
verso la grande gabbia dove sapeva che lo avrebbe trovato. Il solo
pensiero di
poterlo finalmente rivedere gli fece tornare il suo solito ed enorme
sorriso,
sorriso che morì quando, una volta giunto a destinazione,
trovò soltanto la
gabbia di Donut. Vuota. Non
morì
soltanto il suo sorriso, ma anche la sensazione strana, e vennero
entrambi
rimpiazzati da un broncio e dal panico. Si diresse in quel giardino sul
retro,
quello in cui i cani venivano lasciato liberi in alcuni momenti della
giornata,
dove lui stesso portava Donut per giocare, e lo chiamò a
gran voce, ma nessun
cane gli venne incontro come aveva invece sperato che accadesse.
Rientrò di
corsa, veloce e disperato, cercando qualcuno che potesse dargli delle
spiegazioni, delle indicazioni, qualsiasi cosa che gli facesse capire
cosa stesse
succedendo e dove accidenti fosse quel cane, fino a che non si
sentì chiamare
da una voce familiare "Taehyung!"
Jungkook.
Era
ovvio che ci fosse il suo zampino in questa storia. L'aveva
già detto che era
cattivo, no? Non c'era altra spiegazione, non gli bastava aver
distrutto Jimin,
il suo amico, ora voleva anche portargli via il suo cane. In un solo
secondo
sentì tutte le convinzioni che si era portato avanti sin
dall'adolescenza
sgretolarsi, l'essere contro la violenza e il voler essere sempre
gentile erano
tutte stupidaggini quando ci si ritrovava davanti esseri del genere. Si
girò di
scatto e con grandi falcate lo raggiunse, avvicinandosi tanto da
ringhiargli
direttamente in faccia nel tentativo di sovrastarlo -l'avrebbe fatto
volentieri, almeno, se non fosse stato tanto alto.
"Che
cosa hai fatto?"
Vide i suoi
enormi occhioni
allargarsi tanto da sembrare quasi innocentemente stupiti -ma certo, quale miglior modo per ingannare la gente!
Non si fece
impressionare, deciso com'era a fargliela pagare una volta per tutte.
"Come puoi
essere così...così...stronzo?"
Ad ogni parola
detta avanzava di un
passo, portando l’altro ragazzo a indietreggiare, fino a che
non lo fece
ritrovare con le spalle al muro "Credi che aver illuso in quel modo
Jimin
non sia abbastanza, vero? Devi rovinare anche la vita del mio cane per
punirmi?
Beh, mettiti bene in testa che se anche quel giorno ti avessi detto di
sì non
sarebbe durata tanto, tra noi. Non vorrei mai avere niente a che fare
con una
persona spregevole come te"
Solo quando vide
la sua testa
sbattere leggermente contro il muro concluse, puntandogli un dito sul
petto
"E adesso dimmi che fine hai fatto fare a Donut, riportamelo e non ti
avvicinare mai più a nessuno di noi!"
Lo smarrimento
di Jungkook, però, non
durò a lungo. Qualche secondo dopo la sua tirata, lo sguardo
del più giovane si
fece più deciso e gli mise entrambe le mani sulle spalle,
spingendolo
leggermente per allontanarselo. Subito dopo essersi staccato da quella
parete,
poi, gli chiese "Ma si può sapere per chi mi hai preso?"
Gli diede
un'altra spinta, non fu
troppo forte ma comunque lo costrinse a fare un altro passo indietro, e
poi
riprese "Non eri tu quello che diceva che le persone vanno conosciute
davvero, prima di giudicarle? E non pensare di essere il centro dei
miei pensieri,
non lo sei mai stato, nemmeno quando ti trovavo carino"
Taehyung
affilò lo sguardo, ancora,
per poi rispondere in tono acido "Beh, mi hai dato motivo di pensare il
peggio di te"
"E
voi non mi avete lasciato finire di parlare!"
Aveva alzato la
voce e il tono si era
fatto decisamente più esigente. Perfino i suoi occhi erano
diventati più lucidi
e Taehyung, in quel momento, non riuscì a trovare la forza
di riprendere a
dargli contro. Sembrava disperato. Dispiaciuto
sul serio. Il problema era che non poteva comunque fidarsi, non sapeva
se
quello che vedeva era reale oppure dettato dalla sua costante voglia di
voler
vedere il meglio nelle persone -voglia messa a dura prova proprio solo
negli
ultimi giorni, in più di vent'anni della sua vita. Come
poteva davvero
credergli adesso?
Abbassò
la voce quando a quel punto
gli chiese "Che vuol dire?"
Lo smarrimento
sembrò tornare di
colpo nell'espressione di Jungkook, come se in realtà non
credesse al cambio
repentino che la loro discussione aveva preso "E' che... Io -"
Balbettò
qualche altra parola
incomprensibile e per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, Tae
riuscì
a vederlo per il ragazzino che in realtà era, senza i suoi
soliti atteggiamenti,
quelli di chi era cresciuto troppo in fretta. Lo guardò
puntare lo sguardo a
terra ed ingobbirsi, per poi sospirare e aggiungere "Lascia stare, non
ha
più importanza ormai"
Taehyung
sospirò a sua volta, alzando
gli occhi al cielo. Non voleva essere insensibile, ma lo stato emotivo
di
Jungkook non era la cosa che in quel momento lo preoccupava di
più "Dov'è
Donut?"
Il
più giovane rialzò lo sguardo -Tae
quasi si dispiacque nel constatare che non riusciva più a
dargli quei graziosi
nomignoli nella sua testa, alla fine era la cosa più
intenzionalmente cattiva
che avesse mai fatto da quando era nato, più o meno- e
iniziò a camminare
"L'ho nascosto"
Probabilmente
aveva smesso troppo
presto di cercargli quei soprannomi "Cosa?"
"L'ho fatto per
un buon motivo,
smettila di saltare subito a conclusioni!"
"E allora tu
spiegati, non dare
la colpa a me se non ti lascio parlare!"
Jungkook si
fermò all'improvviso, per
poi girarsi e tornare ad affrontarlo "Sto cercando di aiutarti
nonostante
tutto, ok? Puoi smetterla solo per un secondo di vedermi come un orco
cattivo?"
Avrebbe voluto
rispondergli che non
aveva mai pensato a lui come un orco -dopo aver visto Shrek era
convinto che
non fossero poi tanto male- ma poi, pensò che di tempo ne
avevano già perso
abbastanza e lui voleva davvero tanto rivedere il suo cane, quindi
annuì,
facendogli anche cenno di poter continuare.
Jungkook riprese
a camminare,
conducendolo in uno stanzino in cui lui non era mai stato prima. Dopo
aver
infilato e girato la chiave nella serratura aprì la porta,
rivelando così il
piccolo Donut che se ne stava lì buono, acciambellato per
terra.
Non
poté fare a meno di regalargli
uno dei suoi enormi sorrisi rettangolari, chiamandolo a gran voce. Il
cane
allora sollevò il musino, per poi alzarsi definitivamente
per andargli
incontro. Tae si abbassò, iniziando ad accarezzarlo e fargli
i grattini sul
collo e dietro l'orecchio "Ciao bello, ciao" poi gli permise di
leccargli il viso mentre lui continuava a ripetergli "Mi sei mancato
così
tanto"
Quando poi
riuscì a prenderlo in
braccio e a portarlo in quel piccolo giardinetto per giocare un po' con
lui,
Jungkook iniziò a spiegarsi "Taehyung, finché
Donut rimarrà qui non puoi
dire che è il tuo cane. Non è tuo solo
perché vieni a trovarlo tutti i giorni.
E' già la terza volta che lo nascondo quando qualcuno viene
a scegliere un cane
da adottare. Posso dirti che continuerò a farlo fino a
quando mi sarà
possibile, ma se mi beccano non ne uscirò bene"
Fu come se una
pila di mattoni gli
fosse caduta sulla testa. Stordito e incredulo, completamente preso
alla sprovvista
dall'inaspettata notizia, chiese "Cosa-come... Che devo fare,
allora?"
"Adottarlo prima
che lo faccia
qualcun altro"
A
quel punto, non furono solo dei mattoni a
cadergli addosso, ma l'intero mondo "Ma-ma-ma-ma
io non... Non posso portarlo a casa mia! Jin
hyung non vuole e Hoseok hyung ha detto di essere allergico al pelo!
Credo lo
abbia detto solo per farmi stare zitto ma non me la sento di rischiare,
e se
poi gli facesse male su serio?"
Le sopracciglia
di Jungkook si erano
alzate di parecchio, durante il suo discorso. Dopo essersi chinato e
aver
raccolto la pallina che Donut gli aveva appena riportato -l'aveva
riportata a
Taehyung ma lui era ancora troppo sconvolto per rendersene conto- gli
disse
"Non ho idea di chi sia questa bella gente e sinceramente non
m'interessa
nemmeno. I fatti comunque non cambiano, se vuoi Donut per te non puoi
più
lasciarlo qui"
Taehyung,
sospirò, sconfitto "Non
puoi darmi qualche altro giorno per parlare con i miei coinquilini?"
"Non conosci
nessuno che
potrebbe tenerlo fino a che non avrai risolto con loro?"
Alzò
leggermente le spalle
"Oltre Jimin non ho nessuno e lui non può tenerlo, sta ai -"
"Ai dormitori
del college, lo
so" sospirò, alzando gli occhi al cielo e facendo con la
bocca la smorfia
di chi stava per dire una cosa disgustosamente tremenda "Questa sera
parlo
con i miei genitori, provo a chiedergli se possiamo tenerlo noi
temporaneamente. Per qualche giorno non penso mi facciano grossi
problemi"
Taehyung
sentì il suo viso
illuminarsi completamente "Davvero lo faresti?"
Jungkook
annuì, quasi controvoglia,
ma per Taehyung quello fu abbastanza. Con uno slancio lo
abbracciò, stringendo
le braccia intorno alle sue spalle e appoggiando il viso su una delle
sue
guance, sorridendo felice ad occhi chiusi. Donut, poi, aveva iniziato a
saltellargli intorno, quasi come a volersi unire a loro. Jungkook,
invece, era
rimasto rigido come un pezzo di legno "Ok, va bene. Basta, ti prego"
Taehyung lo
strinse un po' più forte,
solo per un secondo, prima di lasciarlo andare. Quando si
separò dal più
giovane si accorse di quanto le sue guance si fossero arrossate. Non
voleva
essere un malfidato, davvero, ma quello che più di ogni
altra cosa contava per
lui era non fare un torto a Jimin, nonostante quanto bello fosse quello
che
l'altro ragazzo gli aveva detto che avrebbe fatto per lui. Si
ritrovò costretto
a chiedere dei chiarimenti per poi sentirsi in colpa da morire quando
vide la
faccia dell'altro alla sua domanda "Non lo fai perché ti
piaccio o cose
così, vero?"
Jungkook aveva
strabuzzato gli occhi
e lo stava guardando allucinato, come se si fosse impazzito del tutto.
Di
sicuro non nascondeva quanto fosse offeso.
"Il fatto che
abbia sbagliato
una volta non ti dà il diritto di pensare che ci sia un
secondo fine in tutto
quello che dico, ok? Non sono stupido e non sono così stronzo" sospirò, per poi
abbassarsi e mettersi seduto per
terra, lanciando nuovamente a Donut la sua pallina "Tra l'altro hai
smesso
di piacermi da un pezzo, ormai"
Taehyung lo
imitò, sedendosi accanto
a lui, con le gambe incrociate mentre iniziava a strappare fili d'erba
dal
prato. I suoi occhi erano puntati alle sue mani e ai loro movimenti, le
sopracciglia corrugate per l'attenzione che stava impiegando nello
scegliere le
parole da dire "Io... Mi dispiace per averti detto quella
parola. Non lo sei più di tanto, alla fine"
Jungkook si era
portato le ginocchia
al petto e se le strava stringendo con le braccia. Annuì,
senza convinzione,
quasi come se delle sue scuse gli importasse ben poco. Poi, senza mai
guardarlo, gli chiese "Jimin come sta?"
Si
ritrovò a pensare che quel
ragazzino aveva davvero una bellissima voce. Non era solo una questione
di
timbrica, era per la sua espressività. Poteva anche non
degnarlo di uno
sguardo, poteva fissare il vuoto con occhi vitrei, far finta di averlo
chiesto
così, senza interesse, ma Taehyung era certo che la sua voce
non potesse
mentire. Per questo, a disagio, cercò di fare altrettanto
"Sta bene. E'
solo... Molto triste"
Lo
guardò stringere le labbra in una
linea sottile e chiudere gli occhi, strizzandoli, per poi riaprirli e
chiedergli, con fatica "Puoi dirgli che mi dispiace, per favore?"
Taehyung, mentre
allargava le braccia
dopo aver visto Donut corrergli in contro, pensò che non era
davvero possibile,
una cosa del genere. Era passata poco più di un'ora da
quando, davanti a quel
cancello, stava pensando a come potesse offendere quello che credeva
l'essere
più malvagio esistente sulla Terra, quello che aveva
spezzato il cuore del suo
amico -amico per cui provava dei sentimenti che non erano proprio da
amici, ma
quello non aveva davvero importanza- e ora era lì, a
sentirsi in pena per lui e
a pensare che forse, forse, le cose
non dovevano andare così e che ad essersi sbagliato, in
tutta quella faccenda,
poteva essere stato lui. In parte, almeno. Pensieri, questi, che
diventavano
sempre più convincenti ad ogni nuova frase detta dal
più giovane.
"Avevi ragione,
sai? All'inizio
credevo che quello carino fossi tu. Poi invece, una volta conosciuto
meglio
lui, avrei fatto di tutto per vederlo sorridermi, mentre di te non me
ne frega
assolutamente niente -senza offesa, eh. Adesso però Jimin
è triste per colpa
mia, non vuole parlarmi e io sono costretto a chiedere a te di dirgli
che non
volevo ferirlo. E mi sto sentendo pure un cretino perché se
ci fossi io, al tuo
posto, non lo farei mai. E sono anche convinto che con te starebbe
mille volte
meglio di quanto possa stare con me quindi faresti pure bene a non
dirgli
nulla"
Continuando a
coccolare il cagnolino,
senza mai tornare a guardare l'altro, Taehyung si maledì
mentalmente,
chiedendosi perché, perché
nella vita
non poteva essere lui, quello più furbetto, per una volta.
Non era da lui, non
lo era mai stato, e probabilmente in quei panni ci si sarebbe sentito
malissimo, lo sapeva "Non sono io quello che Jimin vuole quindi direi
di
no, non starebbe meglio con me. Sei fortunato, anche io come te non
voglio
altro che vederlo sorridere"
Si
alzò e, dopo essersi pulito alla
meglio i pantaloni, concluse "Gli parlerò, ma se tu farai
un'altra
stupidaggine io... Io ti farò qualcosa di brutto"
Solo allora
Jungkook finalmente lo
guardò, con un'espressione più confusa che
contenta, come in realtà Taehyung si
sarebbe aspettato di vederlo.
"Sai che hai
molto da imparare
sulle minacce, vero? Non sei mai stato convincente, dalla prima volta
che
abbiamo discusso"
Imbronciandosi,
gli rispose "E'
che a me litigare davvero non piace, con nessuno! Perché
devo rischiare di
rovinare le cose?"
"Per farti
valere. Pensaci,
potrebbe servirti coi tuoi coinquilini" Il più giovane si
alzò in piedi e
alzò le spalle, con non curanza "Appena tornerò a
casa parlerò coi miei,
poi ti farò sapere"
A quelle parole
Taehyung si fermò,
rimanendo immobile a guardare l'altro, che invece fece per andarsene
"I-io
-"
"Lascia stare.
Credo sia ora che
tu vada, se vuoi ci penso io a Donut"
Taehyung
annuì, meccanicamente,
ancora stordito da quello che l'altro gli aveva detto. Non ci aveva mai
pensato
ma... Sul serio non si era mai fatto
valere, in quel loft?
"Ci sentiamo
stasera allora.
E... Grazie, hyung"
A quelle ultime
parole si riscosse e,
dopo un attimo di perplessità, Taehyung riuscì a
sorridergli per la prima volta
da quando l'aveva conosciuto "Farò del mio meglio"
Per strada,
tornando a casa,
nonostante quello che lui e Jungkook si erano detti, non
poté fare a meno di
chiedersi perché, in quella storia, doveva essere proprio
lui a rimetterci. La
sua mente, però, gli impedì di portare oltre quei
pensieri, ricordandogli
quanto fossero carini Jimin e Jungkook insieme, prima che tutto si
rovinasse (se
l'avesse saputo prima, probabilmente, avrebbe aspettato un momento
diverso per
chiedere al più giovane quali fossero le sue vere
intenzioni) e quanto il suo
amico fosse felice, prima. E in fondo era vero, non voleva altro che
rivederlo
in quel modo, non importava quanto potesse rimanerci male lui. Per il
momento
gli sarebbe bastato poter portare Donut a casa.
---
Dopo che
Jungkook gli aveva fatto
sapere che i suoi genitori gli avevano dato il loro benestare, anche se
solo
per qualche giorno, Taehyung aveva ideato un piano a prova di bomba.
Era
infallibile e per questo si era complimentato più volte con
se stesso. Ed era
quello il momento per metterlo in pratica, proprio la sera seguente.
Aveva
chiesto a Jimin di fare qualcosa insieme e, dopo varie insistenze e
preghiere
-il suo amico non se la sentiva ancora di uscire, dopo la grande
delusione- era
riuscito a convincerlo a mettersi qualcosa addosso che non fossero i
pantaloni del
pigiama e a farlo uscire dalla sua stanza al dormitorio. Da
lì, avevano dovuto
prima prendere un autobus e poi proseguire a piedi, per circa una
decina di
minuti. Erano quasi arrivati quando Jimin, spazientito, gli chiese "Si
può
sapere dove stiamo andando? Ci sono solo case, qui!"
Taehyung gli
mise un braccio intorno
al collo e se lo avvicinò al viso, premendo le loro guance
insieme e sorridendo
"Fidati di me, mio piccolo amico"
Quando
finalmente vide il numero
civico che stava cercando dipinto su una targhetta in ceramica,
attaccato
sull'ingresso di un'adorabile villetta con giardino, si
fermò e, continuando a
sorridere, quasi urlò "Eccoci!" lasciandolo e allargando le
braccia,
verso la casa.
Jimin,
evidentemente perplesso,
iniziò a guardarlo come se si fosse ammattito del tutto
all'improvviso
"Tae, dove siam-"
La voce di
Jungkook, però, lo
interruppe prima che potesse finire la frase. Il ragazzo, con Donut in
braccio,
li stava raggiungendo con grandi falcate mentre a sua volta, con tono
abbastanza
alto, diceva "Taehyung! Si può sapere perché
diavolo stai urlando invece
di suonare il -" si fermò di colpo quando, una volta
arrivato davanti al
cancello, vi trovò entrambi e non solo quello con cui aveva
un accordo.
Guardando Jimin, completò poi la frase, a bassa voce, come
se non volesse farsi
davvero sentire, quasi avendo paura di vederlo scomparire "- campanello"
Taehyung,
sorridendo e guardando
prima uno, poi l'altro e infine il suo cagnolino, gridò di
nuovo
"Sorpresa!"
Jimin,
furibondo, si girò verso di
lui di scatto e Tae, nonostante non si fosse lasciato affatto
intimorire dal
visino dell'altro, per un attimo temette il peggio "Mi prendi per il
culo?"
Jungkook,
stringendo ancora Donut tra
le sue braccia, sobbalzò al posto suo, come se quelle parole
pronunciate così
duramente fossero dirette a lui. Taehyung, allora, smise di sorridere e
tornò
subito serio "Jungkookie mi ha chiesto di dirti delle cose ieri ma...
Questa è una faccenda tra voi due, è lui che te
le deve dire. Fidati di me, ok?
Sai che non ti avrei mai portato qui se non fossi sicuro che
è la cosa giusta
per te"
Cercò
di sorridere di nuovo e poi,
rivolgendosi al più giovane, continuò "Adesso,
mentre voi due parlate
civilmente, io e il mio bambino andiamo a fare una passeggiata qui in
giro. Dai,
aprici!" e poi tirò fuori dalla tasca del giacchetto un
collare turchese,
che mise al collo del cagnolino proprio quando Jungkook lo
lasciò libero
permettendogli di andargli incontro, e un guinzaglio dello stesso
colore. A
quel punto, iniziò ad allontanarsi, girandosi solo ogni
tanto per guardare i suoi amici
sedersi sui gradini del
portico di casa Jeon.
Solo dopo aver
girato l'angolo si
permise di sospirare pesantemente. Non era tristezza, la sua. Non
proprio,
perlomeno. Era convinto di aver preso la più giusta delle
decisioni ed era
sicuro che se Jimin fosse tornato ad essere felice, allora lui poteva
esserlo
col suo amico.
Quando poi
tornò indietro, quasi due
ore più tardi, e li trovò ancora lì
seduti, ma molto più vicini e sorridenti,
decise di poter essere davvero orgoglioso di se stesso "Guarda Donut,
hai
visto quanto sono carini gli zii?" poi lo sollevò da terra,
prendendolo in
braccio e avvicinandoselo al viso "Vedrai che tra qualche giorno saremo
carini anche noi due, insieme. Dammi solo il tempo di parlare con quei
matti a
casa".
Ok,
credo che queste siano le note d'autrice più difficili
che abbia mai scritto. Il fatto è che davvero non so da dove
cominciare
-probabilmente dal salutarvi, potrebbe essere una buona idea.
Buonasera
a tutti *-*
Bene,
ora non so come continuare
*cade e rotola via*
No, ok, sono seria.
Come ho detto prima, questo capitolo mi preoccupa particolarmente,
per diverse motivazioni. La vostra reazione, ovviamente è
tra le prime, ma
anche perché, sono sincera, amo questa parte della storia.
Non come sia venuta,
chiaro, poteva essere scritta molto meglio, ma amo l'idea che
c'è dietro, amo il
personaggio di Tae e anche quello di Kookie.
E'
inutile dire che spero davvero non vi abbia deluso, sul
serio, anche se so che probabilmente non sarà
così.
Vi
giuro che sto guardando lo schermo del pc senza sapere
cosa scrivere, sono terrorizzata e sto ridendo di me stessa xD andiamo
bene xD
Ok,
concludo qui, altrimenti rischio di non pubblicare più
*cade ancora*
Grazie
a tutti, infinitamente. Chi legge, chi segue e preferisce
e, soprattutto, chi spende parte del suo tempo per recensire. Vi adoro,
siatene
consapevoli ♥
Buonanotte,
alla prossima, spero!
YoongiYah♥
P.S.
C'è la piccola possibilità che la
prossima settimana vada fuori città per qualche giorno, in
caso non potrei
aggiornare. Se così fosse, vi chiedo scusa in anticipo! (◑﹏◐)
|
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Capitolo 17 *** XVI - Jin ***
Prima
di passare alla lettura, vi prego di fare attenzione a
queste piccole note iniziali.
Mi
è stato fatto notare che questo capitolo è molto
simile ad
un'altra storia, una One Shot di un'altra categoria. Essendo quella una
categoria estremamente frequentata, tengo a dire che questa
è solo una
spiacevole coincidenza. Non ho mai letto fanfiction in quella
particolare
sezione del sito, non sono una fan del telefilm a cui è
ispirata e questa somiglianza
è solo un equivoco.
Io posso solo dirvi quanto sia dispiaciuta per questo, quanto
mi sia arrovellata per trovare una soluzione e che, alla fine, ho anche
fatto
quello che in una situazione del genere mi sembrava più
giusto fare: oltre ad
aver modificato un po' il capitolo (a mio parere rovinandolo) ho anche
contattato l'autrice dell'altra storia, spiegandole la questione e
porgendole
le mie scuse.
A questo punto, mi sembra giusto avvertire anche voi, nel
caso ci fosse qualcuno che, come la persona che in anteprima ha letto
questo
capitolo, abbia letto anche l'altra One Shot.
Ripeto, non è un plagio, è solo un equivoco e io
ci sto uno
schifo da ormai due settimane.
Detto
questo, mi scuso ancora, con l'autrice e con voi, ringrazio
un'altra volta chi mi ha dato la possibilità di spiegarmi e
vi auguro una buona
lettura, nella speranza che la notizia non influisca più di
tanto nel vostro
giudizio.
Seokjin era
fermamente convinto che
se al mondo fosse esistito il premio per il peggior primo appuntamento,
quello
tra lui e Namjoon sarebbe stato il vincitore indiscusso di tutte le
edizioni.
Era anche ormai convinto che, se quel premio non fosse ancora stato
creato, lo
avrebbero di sicuro fatto in onore di quel disastro di cena a cui loro
stavano
partecipando. O meglio, lui ci stava partecipando. L'altro, per la
seconda
volta, era sparito nei meandri delle toilette di quel fin troppo
lussuoso ristorante
dalle minuscole porzioni decisamente troppo care. In realtà,
quello non era
neanche il problema principale, ma solo l'ultimo dei tanti che si erano
presentati. Tutto era iniziato quel pomeriggio, quando Namjoon gli
aveva detto
che si sarebbero dovuti incontrare nelle vicinanze del ristorante
-ristorante
scelto da lui, Jin era rimasto all'oscuro dei piani dell'altro fino al
loro
incontro- perché "Sarebbe strano
uscire insieme dalla stessa casa già dal primo appuntamento,
non credi?".
Per quanto avesse reputato totalmente stupida la motivazione, si
ritrovò
costretto ad acconsentire in quanto un cliente del suo catering aveva
posticipato di un paio d'ore il colloquio che aveva in agenda per quel
pomeriggio. Quindi, decise di prepararsi per la sua serata prima di
incontrarsi
col cliente e da lì, poi, raggiungere direttamente il
più giovane all'indirizzo
che gli avrebbe dato. Non sapendo effettivamente dove questo aveva
intenzione
di portarlo, Jin optò per indossare un pantalone scuro e una
camicia perché beh,
con un abbinamento del genere non si sbaglia mai. E lui era a dir poco
divino
con quella camicia bianca. Questa sua sicurezza e convinzione,
però, morì
nell'esatto momento in cui, una volta concluso l'incontro di lavoro,
scese dal
taxi che aveva preso quando l'autista gli disse che erano arrivati
all'indirizzo
che gli era stato comunicato. Non aveva mai sperato tanto di essere
affetto da
dislessia e di aver letto male il messaggio che Namjoon gli aveva
mandato
perché andiamo, il ragazzo che conosceva e che gli piaceva
non era proprio il
tipo di uomo che al primo appuntamento ti porta in un posto del genere.
E non
lo era nemmeno lui, a dirla tutta. Tantomeno vestito in quel modo,
sicuramente
la divisa del parcheggiatore -perché quel posto sembrava
tanto uno di quelli da parcheggiatori-
era molto
più elegante di quanto lo fosse lui con quella dannatissima
camicia -iniziava
pure a pensare che non gli stesse poi così bene, per poi
dirsi che no, lui
stava bene con tutto, solo che quel tutto non era adatto alla
particolare occasione, non come lui
aveva creduto
fino a qualche minuto prima. Pensò poi che probabilmente non
aveva davvero
motivo di agitarsi, Namjoon non gli sembrava davvero un tipo del genere
ed era
sicuro che fosse solo una coincidenza il fatto che si trovasse proprio
davanti
a quel ristorante dal nome francese, sicuramente il posto dove l'altro
aveva
intenzione di portarlo era poco più avanti e lui non sapeva
di averlo fatto
arrivare proprio là per casualità, con
quell'indirizzo. Tutta la tranquillità
riacquistata, però, se ne andò a farsi fottere
quando vide Namjoon arrivare e
parcheggiare la bella macchina di Hoseok dall'altra parte della strada.
Quando
poi lo vide scendere, riuscì a sentire fisicamente la sua
tranquillità venire
fottuta esattamente lì, accanto a lui. A quanto pareva, il
ragazzo non aveva
preso in prestito dal suo migliore amico soltanto l'auto, ma anche uno
dei suoi
elegantissimi e costosissimi completi griffati. Perché era
impossibile che
Namjoon possedesse una cosa del genere nel suo armadio. L'unica
alternativa
possibile era che non aveva capito proprio nulla di lui e che il
ragazzo che
gli interessava in realtà era una persona completamente
diversa da quella che
credeva.
Ok, doveva
ammettere che così
elegante era decisamente una visione, in un'occasione diversa avrebbe
sicuramente apprezzato di più -magari immaginando come
sarebbe stato poi
spogliarlo, a fine serata- ma lui era sicuro che quel loro primo
appuntamento,
per cui era stato in trepidazione per tutto il giorno dalla sera prima,
fosse
stato tra lui e il vero Namjoon,
non
un suo sosia che fingeva di essere un elegantone. La cosa peggiore fu
che il
disagio del ragazzo era tanto evidente da mettere a disagio anche lui
-ancora più
di quanto già non ci si sentisse, se possibile. Di sicuro ce
l'aveva messo il
finto sorriso estremamente inquietante, che somigliava più
ad una smorfia da
colica, che gli aveva rivolto quando lo raggiunse, una volta
attraversata la
strada. Jin aveva cercato di sembrare il più disinvolto
possibile ma, in tutta
onestà, non avrebbe
mai scommesso nemmeno un centesimo su
se stesso. Sorridendogli, cercando di sembrare meno rigido di quanto
fosse
l'altro, lo salutò con un "Come sei elegante. Non sembri
neanche tu"
camuffando le sue preoccupazioni con quello che poteva passare per un
complimento.
Namjoon,
passando dall'avere una
postura rigida all'essere un vero e proprio pezzo di legno, gli aveva
risposto
incerto "Già. Anche tu stai molto bene"
"Avrei cercato
di essere
altrettanto elegante se mi avessi detto che saremmo venuti in un posto
del
genere"
"Volevo fosse
una sorpresa.
Entriamo?"
E sì,
ok, non poteva non dire che
l'idea della sorpresa fosse stata adorabile da parte sua, davvero, ma
questo
non cambiava le cose. L'unica cosa che riusciva a percepire, nel
ragazzo che
aveva di fronte, del Namjoon che gli piaceva era la voglia di darsela a
gambe
levate. Voglia che era ufficialmente venuta anche a lui, tra l'altro.
La
situazione, poi, precipitò ancora nel momento in cui furono
accompagnati al
tavolo prenotato a loro nome dal cameriere -anch'egli vestito meglio di
Jin,
ovviamente. Vennero subito serviti con una caraffa d'acqua e a quel
punto
Namjoon, con l'intento di riempirsi il bicchiere, rovesciò
metà del liquido
sulla tovaglia. Seokjin finse di non farci caso, continuando a guardare
il menù
cercando una qualche pietanza che non costasse quanto un articolo da
gioielleria. O perlomeno di riconoscerne qualcuna, dato che tutte
avevano un
nome estremamente complicato -e dai, lui
cucinava per professione, chi volevano prendere in giro?!
Comunque
Namjoon, da quel momento in
poi, continuò a combinare disastri, dal cercare di tamponare
e asciugare la
tavola col suo tovagliolo, facendo così cascare a terra le
posate, attirando
gli sguardi di tutti gli ospiti della sala, o ancora poggiando il
gomito dove
era ancora tutto bagnato, inzuppandosi a sua volta. Jin
provò in tutti i modi a
migliorare la situazione, cercò di aiutarlo e di fargli
capire che non faceva
nulla -cosa che in realtà non pensava, data la convinzione
che in quel posto
facessero pagare anche l'acqua a prezzo d'oro. Provò a fare
conversazione e di
alleviare la tensione (la sua era decisamente un nonnulla in confronto
a quella
che l'altro emanava) ma si rese conto, quando il più giovane
annunciò di dover
andare in bagno la prima volta, che non ci sarebbe stato nulla da fare,
la
serata si era rivelata un disastro prima ancora di iniziare.
Quando il
più giovane fece ritorno al
tavolo, il cameriere si avvicinò per prendere le ordinazioni
e Seokjin si sentì
costretto ad ordinare solo un misero antipasto, in barba alla fame che
stava
sentendo. Non sapeva ancora come si sarebbero divisi il conto, in ogni
caso lui
non aveva previsto di cenare in un posto del genere e di certo non
avrebbe mai
costretto l'altro a pagargli una cena che con grande
probabilità non si sarebbe
potuto permettere. Sospirò desolato quando sentì
Namjoon dire che avrebbe preso
anche lui lo stesso, chiedendosi come un'idea del genere gli fosse
venuta in
mente. Nel giro di pochi minuti, poche parole e un'altra caraffa
d'acqua
rovesciata, stavolta per terra e probabilmente in parte anche sulle
scarpe del
più giovane, Namjoon si diresse di nuovo ai bagni e
lì, Jin si immaginò
ritirare quel tristissimo premio per il peggior appuntamento da solo,
sicuro
che Namjoon ci sarebbe caduto, in quel dannatissimo cesso.
Lo vide poi
ritornare in sala e,
quando si fu seduto sulla sedia di fronte a lui, imbarazzato, gli
chiese
"Ti senti bene?" indicando le goccioline che scendevano piano ai lati
del suo viso -sperava vivamente che si fosse semplicemente sciacquato
la
faccia, in bagno.
Namjoon si
schiarì la gola e poi
borbotto "Sì, sì. Sto bene. Tu?"
Jin
alzò un sopracciglio, a quella
domanda "Non sono io ad essere andato già due volte in
bagno, da quando
siamo qui"
"E' che... sono
nervoso, tutto
qui"
Mortificato, non
riuscì a trovare le
parole adatte a rispondere ad una frase del genere. Poteva capire se
avesse
detto di essere agitato, lo era stato anche lui, ma nervoso? Quella era
decisamente una condizione a dir poco sfavorevole, soprattutto se
l'altro la
gestiva distruggendo tutto, neanche fosse l'Incredibile Hulk, e
chiudendosi in
bagno. In ogni caso, non ebbe nemmeno occasione di rispondergli, non
subito almeno,
dato che il cameriere si intromise, servendogli la loro "cena".
Di sicuro, ripensandoci in futuro, avrebbe potuto
trovare addirittura il lato divertente, di tutto quello. In quel
momento di
comico ci vedeva solo il suo ridicolo pensare positivo ma, si disse,
altro di
certo non poteva fare.
Abbassò
lo sguardo, iniziando a
fissare il cibo che gli era stato portato. Non riusciva più
a sentire nemmeno
la fame, era talmente tanto imbarazzato da sentirsi quasi nauseato. A
confronto,
i problemi che si era fatto per i vestiti non troppo eleganti
sembravano solo
una sciocchezza. Quando poi sentì Namjoon chiedergli "Non
mangi?" si
ritrovò a pensare che era proprio vero che al peggio non
c'era mai fine. Si
chiese perché diavolo non riflettesse mai due volte su
quello che gli veniva in
mente, prima di aprire quella maledetta boccaccia che si ritrovava e
parlare a
vanvera. Perché era vero che il più giovane non
era stato proprio in sé, quella
sera, ma lui se la poteva anche risparmiare la sua risposta "E' che
sono a
disagio e mi si è chiuso lo stomaco, tutto qua"
Non solo quelle
parole suonavano
tanto come una presa per il culo al nervosismo dell'altro, ma gli aveva
chiaramente detto quanto male stesse andando quell'appuntamento -era
sicuro che
se ne fosse già accorto ma forse, forse,
poteva anche dirlo diversamente. E ok, continuava a credere fosse tutta
colpa
dell'altro, ma lui aveva decisamente rinunciato a cercare di
risollevare la
situazione.
A quanto pareva,
Namjoon la pensava
esattamente come lui. Lo guardò di sottecchi -troppo
imbarazzato per farlo
direttamente- e lo vide sospirare sconfitto, buttarsi all'indietro,
poggiandosi
scompostamente allo schienale della sedia, e abbandonare la forchetta,
facendola cascare sul piatto rumorosamente, guadagnandosi ancora le
occhiatacce
degli altri clienti. Da lì in poi, calò un
silenzio pesante tra loro, silenzio
che si portarono dietro fino a che non decisero di mettere fine a
quella
sottospecie di cena e uscire da quel posto, discutendo su chi dovesse
pagare il
conto -vinse Namjoon e Jin si sentì quasi morire. Il senso
di colpa, però, non
bastò a farlo tacere quando, una volta arrivati alla
macchina di Hoseok,
Namjoon fece per entrare e lui, guardandolo, si ritrovò a
dire "Sarebbe
strano anche tornare a casa insieme, oppure?"
L'altro,
semplicemente, l'osservò,
assumendo un'espressione infastidita a dir poco ridicola, dilatando le
narici
come l'aveva già visto fare quando battibeccava col suo
migliore amico, per poi
rispondergli "Se siamo sopravvissuti fino ad ora credo che il viaggio
da
qui a casa non sia poi un gran problema"
Ma certo. Ci
mancava solo questa, adesso gli stava pure dando la colpa, come se
fosse stato
lui a comportarsi in maniera a dir poco strana per tutta la cena. Fantastico. Sbuffò, per poi
seguire
l'altro all'interno dell'auto, mettersi seduto sul sedile del
passeggero,
abbassare il capo e non rialzarlo mai -tranne quando si
ritrovò per un attimo a
fissare stranito lo stereo, dal quale partì la riproduzione
di un cd che
riconobbe come uno di quelli di Yoongi- fino a che non arrivarono al
loro
condominio, senza mai rispondergli. Si dovette mordere la lingua per
trattenersi
perché insomma, era oltremodo inconcepibile che fosse sua la
colpa di tutto
quello. Considerando quanto, solitamente, la sua lingua sfuggisse al
suo
controllo, portandolo a parlare a sproposito la maggior parte delle
volte,
quello fu praticamente l'unico successo della serata. Successo che
ovviamente
andò in fumo, perché non poteva proprio fargli
passare anche la risata e la battuta
seguente, una volta che parcheggiò la macchina al posto
riservato al loro loft.
Subito dopo aver tirato il freno a mano, infatti, Namjoon
iniziò a ridere, per
poi dire "Ora ho capito cosa intendevano tutti quando dicevano che
sarebbe
stato un problema uscire insieme al proprio coinquilino" e a quel punto
Jin, come prima, non riuscì a trattenersi dal lanciargli la
seconda frecciata
"Almeno tu non ti sei ritrovato
davanti il clone ancor più disadattato dell'altro tuo
coinquilino, stasera"
Riuscì
finalmente anche ad
affrontarlo, puntandogli con astio gli occhi contro, fissandolo serio.
Namjoon,
allora, sbigottito e con le sopracciglia aggrottate per la confusione
che
probabilmente la sua frase gli aveva creato, fece per rispondere con un
"Che cosa -" ma lui, avendo intuito cosa stesse per chiedergli, lo
fermò, riprendendo a parlare agitato "Oh, non fare il finto
tonto, sai
perfettamente cosa voglio dire! Cos'è tutto questo?"
iniziò a gesticolare,
indicando la macchina e i suoi vestiti "Se avessi voluto uscire con
Hoseok
sarei andato da lui, non credi? Scommetto che anche quel ristorante
è stata una
sua idea, solo lui poteva metterti in testa che questa fosse una buona
mossa! Per
non parlare poi del tuo nervosismo! Tanto per iniziare, si
può sapere per quale
stupidissimo motivo eri nervoso?? E
poi andiamo, come accidenti fai a diventare ancora più
impedito di quanto tu
non sia normalmente??"
Col fiato corto
a causa della
velocità con cui si era ritrovato a sputargli in faccia
quelle parole, continuò
a fissarlo, aspettando una sua qualche reazione. Ora, Seokjin era
convinto di
aver vissuto con quel ragazzo abbastanza a lungo da conoscerne e
decifrare
tutte le sue espressioni -in fondo lo aveva visto in parecchie
situazioni,
compromettenti e non. Quella volta, però, non
riuscì davvero a capire cosa
frullasse in quella testa platinata, e, quando finalmente il
più giovane aprì
bocca, fu lui a ritrovarsi sbigottito e a corto di parole.
"Scendi"
Jin
sgranò gli occhi, sorpreso, e
provò a dire qualcosa, qualsiasi cosa, senza però
riuscirci fino a che,
stupidamente, gli chiese "Come?"
Namjoon
sospirò "Hyung, scendi
dalla macchina" e lui, sconcertato, non capendo se l'altro fosse offeso
o
arrabbiato, entrambi o ancora qualcosa di diverso, non poté
fare altro se non
quello che gli era stato detto. Stupidamente, non avrebbe mai creduto
che lo avrebbe
lasciato in quel maledetto parcheggio, rimettendo la macchina in moto
per
andarsene chissà dove.
---
Dopo essere
rimasto a fissare il
posto auto riservato al loro loft per una buona manciata di minuti,
nell'inutile speranza che Namjoon tornasse dopo essersi calmato col
giretto in
macchina che aveva deciso di fare da solo -aveva stabilito che doveva
essersi
arrabbiato per chissà quale motivo, lui non aveva fatto
proprio niente di male-
decise di tornarsene a casa, imbronciato e spazientito. Una volta
varcata la
soglia d'ingresso dell'appartamento, non si degnò nemmeno di
darsi un'occhiata
intorno per controllare se in casa ci fosse qualcuno, andandosene
diretto in
camera sua, a testa bassa e strisciando i piedi.
Si
buttò a peso morto sul letto,
rimbalzando appena sul materasso e, puntando gli occhi al soffitto,
iniziò a
rimuginare, cercando di capire cosa diavolo potesse essere successo al
ragazzo
più giovane per aver cambiato atteggiamento in maniera
così radicale in
sole ventiquattro ore. Il giorno prima
erano stati così bene, benissimo,
proprio come una normale coppia, non riusciva proprio a spiegarsi come
poteva
essersi ribaltata così radicalmente la situazione.
Evidentemente
era destino per lui
circondarsi di ragazzi inaffidabili e incostanti, non c'era altra
spiegazione.
In realtà, nemmeno questa cosa poteva avere una spiegazione
logica, non se
pensava a che persona adorabile in realtà lui fosse. Forse,
oltre ad essere una
meraviglia di ragazzo, era anche una calamita per gli svitati.
Estraendo con
fatica il cellulare
dalla tasca dei pantaloni, gemette frustrato mettendosi in piedi,
iniziando a
pensare a cosa potesse dirgli per convincerlo a tornare a casa, o
almeno per
convincerlo a starlo ad ascoltare anche solo per telefono -di certo, se
si
trovavano in quella situazione, non era per colpa sua ma, da come aveva
reagito,
Namjoon, aveva la vaga sensazione che comunque ce l'avesse con lui.
Pensò che
forse avrebbe fatto bene a scusarsi, in fondo sapeva di aver detto cose
non
troppo carine -aveva ragione su tutta la linea ma comunque, come sempre
gli
diceva Yoongi, "c'è modo e modo per
dire la verità, i tuoi monologhi il più delle
volte rientrano in quello sbagliato"...
O una cosa simile -forse il suo amico diceva pure che la
verità non era quella
da lui espressa, ma era sicuro che si sbagliasse, il più
delle volte.
E magari, se si
fosse scusato, avrebbero
avuto la possibilità di sistemare le cose e di chiarirsi e,
in quel momento,
era davvero questo tutto quello che desiderava. Nonostante la pessima
serata
Namjoon gli piaceva davvero troppo per arrendersi così.
Solo quando si
ritrovò il numero del
ragazzo davanti agli occhi si rese conto di quello che stava per fare.
Per la
seconda volta da quando tutto quello tra loro era iniziato, si stava
prendendo
la colpa di qualcosa che non aveva fatto per cercare di sistemare la
situazione.
Non voleva che finisse tutto in quel modo, era vero, ma non poteva di
certo
prendersi la colpa per aver reagito male allo strano comportamento
dell'altro!
Insomma, poteva anche ammettere di aver agito male il più
delle volte, con lui,
ma non di certo quella sera! Non del tutto e non per primo, almeno! Era
questo
che doveva dirgli, decise, e per questo fece per premere la cornetta
verde
disegnata sullo schermo del suo telefono ma Namjoon lo batté
sul tempo. Irruppe
nella sua stanza spalancando la porta e Jin, prima ancora di realizzare
il
fatto che avesse in mano un cartone di pizza e che fosse nella sua
tenuta
notturna -maglietta bianca e boxer larghi scuri- iniziò a
sbraitare, buttando
il telefono sul letto "Ah, sei qui! Sappi che ti stavo per chiamare per
scusarmi ma non ho più intenzione di farlo! Non ho
intenzione di prendermi la
responsabilità di nulla, questa volta! Sei stato tu a
mandare all'aria il
nostro appuntamento e poi a lasciarmi da solo nel parcheggio, io non
devo
scusarmi di nulla! Tocca a te mettere a posto le cose, io -"
"E' esattamente
quello che
vorrei fare, se solo tu riuscissi a tenere chiusa quella fogna di bocca
che ti
ritrovi per almeno un minuto, hyung"
Al sentirgli
dire quelle parole, Jin
si riscosse e si rese anche finalmente conto di quei dettagli che prima
gli
erano sfuggiti "Sei in mutande"
Namjoon
scrollò le spalle "Hai
detto che non era con uno vestito come Hoseok che volevi uscire e beh,
io
solitamente giro per casa vestito così" sollevò
poi il cartone di pizza che
aveva in mano e riprese "Prima che me lo chieda tu, questa è
la nostra
cena, visto che la scelta del ristorante non ti è piaciuta e
che non abbiamo
praticamente mangiato nulla"
Jin, cercando di
ignorare i pensieri
poco casti che, come sempre, quel particolare abbigliamento dell'altro
gli
provocava, si sentì finalmente sollevato, sorridendo di
nuovo come aveva fatto
prima all'idea di uscire col ragazzo che gli stava davanti.
"Te l'ho detto,
Hoseok al
college alloggiava nel mio stesso dormitorio ma eravamo in camere
diverse. Non
mi sono reso conto della sua esistenza fino al giorno in cui me lo sono
ritrovato in stanza"
Si erano seduti
per terra, le schiene
di entrambi appoggiate al letto del più grande, le gambe
stese in avanti e il
cartone di pizza -ormai a metà- in mezzo a loro, riuscendo
finalmente a
chiacchierare amabilmente, esattamente come Jin si era immaginato di
fare
quella sera, raccontandosi a vicenda aneddoti delle loro vite passate.
A quelle
parole Jin scoppiò a ridere, buttando indietro la testa per
poi chiedere, una
volta controllata la crisi "Che cosa ci faceva in camera di uno
sconosciuto?"
"Ah non ne ho idea" disse,
scrollando le spalle
come se niente fosse "In ogni caso, una volta iniziato a conoscerlo,
quella non è stata di certo la cosa più strana
che ha fatto"
"Immagino"
sbuffò ancora
una risata e poi chiese curioso "Come ha fatto a diventare il tuo
migliore
amico dopo una cosa del genere?"
Namjoon
sembrò pensarci un attimo e
poi, sospirando, disse "Non lo so. Credo lui sia rimasto
perché non l'ho
trattato male e io l'ho fatto rimanere perché sembrava
avesse bisogno di
qualcuno con cui stare -tu non puoi davvero capire quanto fosse
disadattato,
aveva scritto in fronte 'Non sono mai
riuscito a comunicare con un altro essere umano'" Fece un
attimo di
pausa e poi riprese divertito "E' per questo che è
così ossessionato dagli
idol, guardare quei programmi di Mtv
era tutto quello che faceva durante il tempo libero, l'ha fatti
diventare il
suo sogno erotico"
Jin
arricciò il naso "La cosa da
carina si sta trasformando in disgustosa, sappilo"
Dopo aver
ingoiato un ultimo pezzo di
pizza -pensò seriamente che avrebbero dovuto prenderla
più spesso lì, anche se
non sapeva dove fosse- sorrise leggermente, sollevando solo uno degli
angoli
delle labbra "Era così che avevo sognato andasse la nostra
serata"
"Sul pavimento
della tua stanza
e con me in mutande?"
"No, questa
nella mia testa
doveva essere la conclusione" a quelle parole fu Namjoon a ridere di
gusto
e si ritrovò a guardarlo attentamente e rapito, pensando che
una scena del
genere avrebbe potuto guardarla anche per il resto della sua vita.
Voleva
davvero che fosse una cosa possibile, voleva davvero che tra loro
funzionasse
"Possiamo parlare di quello che è successo?"
L'altro fece per
aprire bocca ma Jin,
come sempre, non gli diede il tempo di emettere alcun suono "Io davvero
non
me lo spiego, riusciamo a stare così bene insieme! A volte
mi sembra di non
aver nemmeno bisogno di parlare, riesci a capirmi solo con uno sguardo
e credo
davvero che questa sia la premessa perfetta per noi, quindi non riesco
proprio
a capire cosa ti sia preso prima! Ok, discutiamo spesso, questo
è vero, ma devi
ammettere che è una maledettamente eccitan-"
"Hyung. Lo stai
facendo di
nuovo"
Si morse la
lingua, per l'ennesima
volta in quella sera, e si impegnò con tutto se stesso per
riuscire a stare
zitto. Riuscì comunque ad implorarlo con gli occhi e a quel
punto, dopo un
sospiro pesante, l'altro iniziò "Ero nervoso, non
c'è davvero molto altro
da dire"
"Ma
perché?? Anche io ero un po' agitato, ma
l'agitazione va
bene!"
Namjoon lo
guardò stralunato
"Che differenza c'è, scusa?"
Jin
allargò le braccia, come a dire
quanto fosse palese la risposta a quella stupida domanda "La mia era
un'agitazione d'aspettativa, il tuo era nervosismo da
mi trasformerò in una bestia verde e distruggerò
tutto quello che mi
capita tra le mani!" lo guardò, ancora, e poi
aggiunse "Non credo
di aver mai fatto così tante figuracce in un luogo pubblico
in una sola
volta"
Il
più giovane sospirò di nuovo,
stavolta sconfitto "Ok, se la metti così potresti anche aver
ragione"
"Certo che ce
l'ho!"
"Ci risiamo" si
guardarono
per un po' fino a che Namjoon non alzò gli occhi al cielo e
si buttò
all'indietro, accasciandosi completamente contro il letto "Hyung, l'hai
capito che questo era il primo appuntamento della mia vita adulta,
sì? Mi sento
come se non sapessi più come comportarmi! Ero totalmente nel
panico, volevo
dimostrarti di avere anche io delle cose da offrirti, volevo poter
competere
con il tuo ex!"
Jin, col cuore
che martellava forte
contro il suo petto e le farfalle nello stomaco, cerco di impegnarsi
con tutto
se stesso di non scoppiare a ridere dopo aver sentito la cosa
più bella che gli
avessero mai detto "Tu invece ti rendi conto che viviamo sotto lo
stesso
tetto ormai da mesi, vero? Non abbiamo bisogno di attraversare la fase
in cui
si finge di essere migliori solo per fare una buona impressione"
Sospirò
e poi, dopo essersi
mordicchiato appena il labbro inferiore, riprese "Ti prego, smettila di
farti tutti questi problemi, ok? So perfettamente chi sei e mi piaci
così, non
voglio altro"
Mentre Namjoon
abbassava lo sguardo,
sussurrando un ok che Jin non avrebbe mai potuto sentire se non gli
fosse stato
così vicino, lui allungò una mano, intrecciando
le dita con quelle dell'altro,
riprendendo a parlare "E per la cronaca, se vuoi competere con Hyosang,
sappi che hai già vinto da un pezzo"
Allora il
più giovane alzò la testa
velocemente, con un sorrisetto divertito e lo sguardo curioso
"Davvero?"
Annuì,
per poi arricciare le labbra,
divertito a sua volta "Ma non ti montare la testa, sei partito
avvantaggiato per la questione del tradimento. Se vuoi un merito devi
darlo
solo alla tua fossetta"
Dopo che
entrambi ebbero riso appena,
Jin, soddisfatto, si ritrovò a chiedere "Ora, se tu e le tue
stupide
paranoie siete d'accordo, vorrei passare alla conclusione che mi ero
immaginato"
E mentre Namjoon
gli si faceva più
vicino, sorridendo e con la sua fossetta in bella mostra, Jin
sperò davvero che
da quel momento in poi le cose sarebbero state più facili,
non ci aveva mai
messo tanto per riuscire a farsi baciare durante un appuntamento.
Almeno il premio per
il peggior primo
appuntamento potevano anche passarlo a qualcun altro, a quel punto.
Buonasera
a tutti ^-^
Io...
Non so davvero cosa
dire. Giuro che non potete rendervi conto di quanto stia male per la
situazione
che vi ho precedentemente spiegato. Mi era passata la voglia di
pubblicare e
non sto scherzando.
Ma,
dopo aver
parlato con una certa personcina (mio caro Ji, non smetterò
mai di ringraziarti
per l'aiuto), mi sono messa in parte l'anima in pace e ho deciso di
provare
nonostante tutto.
Spero davvero che l'errore
venga capito. Non era mia intenzione, non avrei mai fatto una cosa del
genere
intenzionalmente e non lo dico tanto per dire, ci sto male sul serio.
Comunque,
sperando nella vostra
comprensione, mi auguro che il capitolo almeno un po' vi sia piaciuto (∩-∩)
Per
il prossimo aggiornamento non posso garantire
nulla, tutto dipende da quanto riuscirò a scrivere questa
settimana〜abbiate pazienza, questo periodo è un
disastro *cade*
Ovviamente, come sempre voglio ringraziarvi tutti. Chi legge, chi
segue e preferisce e chi dedica parte del suo tempo nel recensire 'sta
roba ♥
Grazie ♥
Buonanotte a
tutti *-*
Alla prossima (spero),
YoongiYah
|
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Capitolo 18 *** XVII - Namjoon ***
Chiaramente, a
causa della mia melodrammatica crisi, la
settimana scorsa mi sono scordata di dirvi che i fatti narrati nel
quindicesimo e
nel sedicesimo capitolo sono più o meno contemporanei.
Forse è inutile
dirlo adesso, ma è una cosa che comunque tenevo a
specificare.
A dopo, se riuscite a
sopravvivere a questa schifezza
di capitolo xD
Namjoon, giorni
dopo il loro primo fallimentare (almeno in
parte) appuntamento, era ormai giunto alla conclusione che la sua nuova
vita di
coppia coabitante gli piaceva, molto più di quanto avesse
mai creduto. Non era
ancora riuscito a mettere da parte nessuno dei suoi dubbi e non capiva
cosa ci
facesse con lui, ma Seokjin era davvero il ragazzo perfetto. Era
gentile,
attraente e divertente, incredibilmente fastidioso e fottutamente
eccitante
allo stesso tempo e per gli stessi motivi -rischiava seriamente
un’emicrania al
giorno, ma alla fine lo hyung sapeva anche farsi perdonare- e il suo
voler
essere indispensabile nella vita del prossimo l'aveva portato a
diventare
molto, molto servizievole nei suoi confronti. Quella mattina, ad
esempio, stava
preparando la colazione per tutti i coinquilini del loft
(più Yoongi,
chiaramente) e ancor prima di alzarsi dal letto, l'aveva svegliato con
un
morbido e dolce bacio sulle labbra per poi chiedergli “Cosa
vuoi che ti
prepari, stamattina?”
Ok, per quanto
gli fossero sempre piaciuti quelli che
definiva “bravi ragazzi”, l'essere un ometto di
casa non era tra i requisiti
più importanti per lui, ma doveva ammettere che dopo tutti
quegli anni passati
da scapolo l'essere viziato in quella maniera gli piaceva. E anche
parecchio. Da
quando stavano insieme, le sere in cui
aveva il primo turno al pub, trovava sempre una squisita cena preparata
solo
per lui, con Jin, se non doveva lavorare a sua volta, che lo aspettava
sorridente, pronto a fargli compagnia, ad ascoltarlo e ad aiutarlo a
calmare i
nervi. Quando invece rientrava in casa tardi, lo trovava sul suo letto,
spesso
addormentato, ma sempre animato dall'intento di aspettarlo sveglio.
Erano
piccole cose, nessuna plateale e smielata romanticheria -come quelle
con cui ad
Hoseok piaceva sorprendere Yoongi- ma queste piccole cose stavano
riempiendo la
sua vita in modo tale da non potersi più immaginare senza
ognuna di esse. O
senza Jin.
Cercò
con tutte le sue forze di reprimere il sorriso che
spontaneamente tentava di nascere sul suo viso a quel pensiero, mentre
osservava il più grande cucinare la prima colazione per
tutti -waffel per loro
due (perché era stata quella la sua risposta) e uova e
pancetta per tutti gli
altri- stando seduto sull'isola della cucina. Più volte, in
quei giorni, si era
ritrovato a pensare di essere in qualche modo… felice... e ogni volta il suo
stupidissimo cuore prendeva a battere
in maniera inutilmente veloce e no, non era proprio il caso di farsi
vedere in
quello stato. Gli piaceva la reputazione del tipo burbero, non poteva
di certo
farsi sorprendere mentre col cuore in mano scriveva stupide poesie
d'amore da
dedicare al suo coinquilino. Per il buon umore poteva benissimo
incolpare il
sesso rientrato prepotentemente a far parte della sua
quotidianità, o quasi
-quello era decisamente un punto a favore dell’avere una
relazione con la
persona che abita sotto il tuo stesso tetto.
Scoprì
presto, però, che il suo tentativo era andato in fumo
quando il più grande, girandosi nella sua direzione per
prendere il sale,
lasciato proprio sull'isola in precedenza, guardandolo, gli sorrise
calorosamente a sua volta, per poi chiedere “Cos'hai da
sorridere?”
Fece finta di
niente, scrollando le spalle e rispondendo vago
“Non sto sorridendo”, sperando che l'altro
chiudesse lì la faccenda. O almeno
che non potesse distogliere ancora a lungo lo sguardo dalla padella che
sfrigolava
sul fornello acceso. Purtroppo per lui, però, la mossa
successiva di Jin fu
quella di spegnere il fuoco, per poi rivolgere tutta la sua attenzione
a lui,
avvicinandosi e poggiando le mani sulle sue cosce semi scoperte dal
pigiama -o
boxer, aveva poca importanza, ci dormiva troppo bene.
“Dovresti
dirlo alla tua faccia, allora”
Cercò
di rimanere impassibile e di portare avanti il suo
intento, anche se le mani del più grande si stavano
rivelando una distrazione
fin troppo difficile da ignorare -seriamente, si stava rammollendo per
qualche
moina e non era tollerabile.
“Dillo
tu alla tua faccia”
“Io
non ho niente da dire alla mia faccia. Ma l'hai vista? È
perfetta!”
Namjoon, a quel
punto, non poté fare a meno di sospirare,
arrendendosi all'evidenza “Dio, non so se sopporto di meno il
tuo narcisismo o
il fatto che tu abbia ragione”
Fu Jin, a quella
sua risposta, a sollevare leggermente le
spalle “Sicuramente la seconda, adori il mio
narcisismo”
“Adoro
di più le tue labbra quando sono impegnate a fare
altro piuttosto che elogiare la tua persona”
“La
mia meravigliosa
persona”
“Seokjin.
Stai zitto e baciami”
La
realtà era che quei piccoli battibecchi lo divertivano,
adorava sul serio l'egocentrismo dell’altro, l'aveva sempre
fatto, era davvero
convinto che una persona come lui non potesse mai essere noiosa, ma
alimentarlo, dirgli quello che davvero pensava -cioè
ammettere di essere
d'accordo con lui- era sicuramente la cosa più dannosa che
avrebbe mai potuto
fare. Aveva anche scoperto, però, che gli piaceva molto
quando diventava
autoritario. Spesso non gli dava udienza solo per stuzzicarlo, ma in
certi
momenti, momenti come quello (in cui si erano già stuzzicati
a sufficienza) non
esitava quasi mai a dargli quello che voleva -più per
assecondare le proprie
voglie che altro ma ehi, chi poteva davvero lamentarsi. In fondo le
voglie di
uno erano molto spesso le voglie di entrambi.
Riuscì,
comunque, a godersi per poco il momento: Jin che,
facendo pressione sulle mani, ancora poggiate sulle sue cosce, si
alzava in
punta di piedi, per arrivare alla sua stessa altezza (era ancora seduto
sull'alto ripiano dell'isola della cucina) e per far incontrare le
proprie
labbra carnose con le sue. Durò solo un attimo, ovviamente,
perché se in quei
giorni aveva avuto modo di scoprire di amare la sua nuova vita con Jin,
aveva
avuto modo di scoprire anche il fatto che, in quel dannatissimo loft,
non si
poteva avere mai, proprio mai, un fottutissimo minuto di privacy.
Infatti, il
loro momento idilliaco, venne interrotto senza alcuna pietà
dall’odiosissima
voce di Yoongi “Sono le sette e mezza di mattina,
praticamente l'alba, è troppo
presto per far vedere ai miei innocenti occhi una cosa così
schifosa. Potreste
evitare di farlo in cucina?”
Namjoon si
voltò di scatto, per guardare il ragazzo biondo
strisciare pigramente sulla sedia della loro
cucina di cui si era appropriato e versarsi del caffè -il loro caffè- su una delle loro
tazze, mentre continuava a parlare “Seriamente hyung, ti
preferivo con Hyosang”
Se Jin si
limitò semplicemente ad alzare gli occhi al cielo,
sibilando uno “Yoongi!”
d’avvertimento, Namjoon non riuscì proprio a
tacere, non quella volta
“Innanzitutto, in quale universo fantascientifico i tuoi
occhi sarebbero
innocenti? E poi, perché diavolo sei ancora qui?”
si girò verso il più grande,
che era ancora incastrato tra le sue gambe, è
ribadì la domanda “Perché è
sempre qui?” Riportò l'attenzione su Yoongi, che
almeno non aveva la faccia
abbastanza tosta da ignorarlo, rispondendo al suo sguardo, e riprese
ancora
“Non ce l'hai una casa tua? Un altro posto dove stare o
qualcosa da fare? Non
sei un fottutissimo trainee? Dovresti passare la vita ad esercitarti
per chissà
cosa, non a fare sesso con Hoseok e a rompere le palle in casa
mia!”
Non fu mai stato
tanto veloce a passare dalla parte del torto
e a rendersene conto. Seokjin si allontanò da lui di scatto,
gli diede le
spalle e prese tutto quello che c'era da portare a tavola. Poi, mise in
malo
modo il piatto coi waffel davanti alla sua sedia e, dopo essersi seduto
-il suo
posto era tra lui e Yoongi, ma spostò la sedia in modo da
stare molto più
vicino al suo amico che a lui- gli disse “Prego,
affogatici”
Sospirando
mentalmente per non farsi sentire, tanto per non
dare al più grande un ulteriore motivo per avercela con lui,
scese dall'isola
per raggiungerli al tavolo, sedendosi scompostamente e fulminando
Yoongi con lo
sguardo, ancora una volta senza farsi vedere da Jin. L’altro,
invece, non
rispose. Con sua enorme sorpresa, distolse lo sguardo, iniziando a
riempire il
piatto di Hoseok per poi versargli del caffè. Namjoon,
guardandolo, alzò gli
occhi al cielo, pensando a quanto gli sarebbe piaciuto andare avanti
con la sua
tirata perché seriamente, non poteva davvero bastare
l'essere gentile col
ragazzo con cui andava a letto se poi pretendeva di stare in casa loro,
a spese
loro e prendendolo anche in giro, sbattendogli in faccia di prima
mattina la
vecchia relazione del più grande. Però, sapeva
anche che una delle regole del
bravo fidanzato era quella di non trattare male gli amici del partner,
per
quanto fastidiosi potessero essere, e, considerando il precedente
augurio di
morte da parte di quest’ultimo, probabilmente lui quel giorno
aveva fatto
abbastanza per una vita intera, quindi, si disse, sarebbe stato meglio
tacere,
per il bene della sua incolumità. Almeno non si era fatto
sentire da Hoseok,
quello sarebbe stato un ulteriore attentato alla sua vita.
Il suo migliore
amico, d’altro canto, sembrava abbastanza
occupato a pensare alla sua, di incolumità. Infatti, li
raggiunse in quel
preciso istante, come sempre vestito in maniera impeccabile, pronto per
l'ennesima giornata di lavoro in ufficio, e, come di frequente era
accaduto
negli ultimi giorni, con Taehyung alle calcagna, che lo supplicava nel
tentativo di parlarci. Entrarono rumorosamente nella stanza, mettendo
fine a
quel silenzio ricco di tensione che si era creato tra loro tre e
rendendoli
partecipe del tentativo di conversazione del più giovane
“Hyung, ti prego,
rispondimi! Voglio solo sapere
se è vero che sei allergico a tutte le cose che mi hai
detto!”
Hoseok, come al
solito, mentre si sedeva accanto al suo
Yoongi, lo liquidò velocemente, senza prestargli davvero
attenzione “Certo che
è vero. Sono allergico a tutto, anche al disordine. Vai a
pulire la tua stanza”
e, una volta accomodato, sistemandosi la giacca per non farla sgualcire
-quando
faceva in quel modo Namjoon aveva solo voglia di prenderlo a sberle, il
più delle
volte- alzò lo sguardo per poi sorridere nella direzione sua
e di Jin per
salutarli con un “Buongiorno ragazzi”, prendendo ad
ignorare Taehyung e il suo
“Hyuuuuuung!” praticamente ululato.
Jin, con la
bocca piena, si limitò a sorridergli. Namjoon,
guardando la scena, alzò per l'ennesima volta gli occhi al
cielo -considerando
l'ora l'aveva fatto e visto fare decisamente troppe volte, di
già- e, meno
educatamente del suo compagno, rispose “Non mi pare proprio,
ma ok”
Vide Hoseok
aggrottare le sopracciglia, perplesso, e girarsi
verso Yoongi. Concentrandosi su di loro, sperando che nessuno
spifferasse
niente e di non dover subire anche il rancore del suo migliore amico,
non vide
arrivare lo schiaffo sul braccio da parte di Jin. Il suo diventare
quasi manesco
quando era di malumore era decisamente una delle poche cose di lui che
davvero
non sopportava. Non ci aveva mai dato peso, non finché le
sue vittime erano gli
altri (vederlo colpire Hoseok era stato bellissimo) ma ora che, per la
prima
volta, era lui quello che veniva colpito, se ne stava rendendo conto.
Si girò
verso di lui, senza dire una parola ma cercando trasmettergli, con la
sua sola
espressione, la voglia di capire cosa cazzo gli fosse preso di punto in
bianco.
Insomma, in quel momento era stato sgarbato col suo amico, lui non
c'entrava
proprio nulla. Il più grande, per tutta risposta, si
limitò a guardarlo male
per un solo secondo per poi far finta che nulla fosse successo. Hoseok,
guardando prima loro e poi Yoongi, che invece stava a testa basta,
giocherellando
con la forchetta col cibo che aveva sul piatto, si decise a chiedere
“C’è
qualcosa che non va?”
Dopo essersi
spostato, garantendosi una distanza di sicurezza
dal braccio di Jin, Namjoon, si premurò di rispondergli
“Ma no, ti pare!”
Taehyung,
comunque, nonostante la scena che gli si era parata
davanti, non si diede per vinto “Hyung, io vorrei davvero
parlarvi di una cosa
importante”
Nessuno gli
rispose, ovviamente. Namjoon era troppo preso dal
borbottare tra sé e sé anche solo per rendersene
conto, in ogni caso. Hoseok,
invece, si alzò di colpo, si diresse verso il corridoio per
poi tornare
indietro. Vedendolo con la sua ventiquattrore e quello che riconobbe
come il
piccolo bagaglio a mano del set da viaggio del suo amico,
capì ovviamente che era
andato a recuperare quella roba in camera sua.
“Ce lo
dirai un'altra volta Tae, sì?”
“Hyung,
sono giorni che mi dici cos-“
Guardò,
ormai rapito da quello scambio di battute, Hoseok
zittire il più giovane con la mano, tendere la borsa a
Yoongi e poi dirgli
“Dolcezza, queste sono le cose che hai lasciato in camera mia
ultimamente, puoi
riportarle a casa. Devo accompagnarti da qualche parte?”
Con la coda
dell'occhio Namjoon vide Jin sgranare gli occhi,
allarmato. Yoongi, d'altronde, si limitò a guardare quello
che probabilmente
era il suo ragazzo impassibile, per poi alzarsi in piedi e dire, dopo
aver
afferrato le cose bruscamente, praticamente strappandole di mano
all'altro “Va
bene, ho ricevuto il messaggio. Tranquilli, me ne vado subito”
E detto questo
se ne andò sul serio, sbattendo con forza la
porta una volta uscito dal loft. Jin, allora, si alzò
velocemente anche lui,
seguendolo e urlando “Siete due cretini!”
Namjoon,
sbattendo le palpebre, allibito, si chiese come
tutti quegli anni di convivenza con la regina del dramma non lo
avessero
comunque preparato ad un inizio di giornata del genere. Avrebbe voluto
fermarlo, sul serio, ma era veramente troppo sconcertato per riuscire a
muovere
un solo muscolo. Evidentemente, comunque, non era il solo ad essere in
quello
stato. Hoseok, con la bocca spalancata, fissava la porta principale,
chiaramente sotto shock. Gli ci volle un po’ per girarsi
verso di lui è
riuscire a chiedere “Ma cosa… Cos'era tutto
quello?”
“Se
non erro, io ho chiesto al tuo ragazzo di andarsene, tu
l'hai praticamente buttato fuori di casa e il mio ragazzo si
è convinto per
questo che siamo cretini”
“Perché
mai avrei dovuto mandare via Yoongi? Gli ho solo
ridato le sue cose, erano in camera mia!”
“E in
camera tua ci devono stare solo le tue cose, giusto?”
Hoseok
allargò le braccia, con fare ovvio, come se quello
fosse abbastanza come risposta. Poi, lo vide illuminarsi, di colpo
“E tu perché
gli avresti chiesto di andarsene?”
Namjoon
sentì chiaramente la sua voce farsi stridula, proprio
nel momento in cui si rese conto di essere fottuto
“È sempre qui, Hoseok!
Sempre! E mi dispiace, capisco che il suo essere stronzo abbia fatto
breccia
sul tuo debole cuoricino, ma io proprio non lo sopporto, ok?”
“Questo
non ti dà il diritto di dirgli di andarsene!” gli
si
avvicinò, assottigliando gli occhi e parlando con calma. Non
era credibile, era
vero, ma era comunque abbastanza pazzo da riuscire a metterlo in parte
in
soggezione “Questa è anche casa mia e lui sta con
me, cerca di fartelo andare
bene. Io adesso vado al lavoro, se la cosa non si risolve entro stasera
sappi
che andrò fuori di testa e sarai tu a doverne subire le
conseguenze” e se ne
andò così anche lui, sbattendo nuovamente la
porta, che questa volta lo fece
sobbalzare dalla sedia su cui era ancora seduto.
Bene, non aveva
infranto solo una delle regole del bravo
fidanzato, ma anche una di quelle del buon amico. Non era proprio
fottuto, come
aveva pensato prima. Si era fottuto con le sue stesse mani.
“Hyung”
Si
ricordò solo in quel momento della presenza di Taehyung in
quella stanza, proprio accanto a lui. Si girò con calma, per
dargli per la
prima volta da quando si era unito a loro quella mattina l'attenzione
che aveva
richiesto più volte. Lo vide imbronciato, chiaramente
scontento “Io volevo davvero
parlarvi di una cosa importante”
“Tae
– “
“E poi
a me piace Yoongi hyung!”
E cosi se ne
andò anche lui, chiudendosi in camera sua e
sbattendo anche lui quella porta.
Fantastico,
aveva fatto strike. Peccato che non c'era alcun
premio per lui per aver fatto arrabbiare tutti i suoi coinquilini.
---
Quello stesso
pomeriggio, Namjoon si rese conto di quanto si
fosse effettivamente rammollito, nell'ultimo periodo. Se prima gli
piaceva
starsene da solo in casa, avere la tv tutta per sé, starsene
seduto sul divano,
mangiandoci sopra e sbriciolando ovunque senza troppi pensieri, con
tanto di
piedi poggiati sopra al tavolino da caffè -immagine che
avrebbe di sicuro
provocato le lamentele di Jin e un infarto ad Hoseok- quel giorno,
invece, non
aveva fatto altro che girovagare per tutte le stanze di casa, sembrando
un'anima in pena, col cellulare sempre a portata di mano nel caso in
cui il più
grande si fosse fatto sentire. Lui, dal canto suo, gli aveva mandato
solo un
messaggio, tanto per non fare la figura del disperato, ma dopo un solo
secondo
se ne era pentito, pensando che una stupida emoticon con le guance
arrossate
non fosse poi un gran messaggio in quel caso. O in qualsiasi caso.
Ma
in cosa diavolo si
era trasformato?
Comunque, era
ormai quasi ora del rientro a casa di Hoseok e
la situazione non sembrava essersi risolta, affatto, considerando il
silenzio
tombale da parte di tutte le persone coinvolte. Per tutta la giornata
il suo
telefono aveva ricevuto una sola chiamata e non era proprio quella in
cui sperava.
O che si sarebbe mai aspettato. E fu proprio quella a fargli trovare un
apparente pace esteriore, o meglio, a stordirlo tanto da farlo mettere
seduto
sul divano, rigido e immobile, e rimanere lì, fino al
rientro a casa del suo
migliore amico. Quest'ultimo, ebbe la gioia di constatare, era
visibilmente
preda della sua follia. Travolse praticamente la porta e, in
contraddizione
alle sue solite abitudini, gettò scompostamente giacca e
valigetta da una
parte; lo raggiunse
con due sole falcate
e gli schiaffò il suo costoso smartphone di ultima
generazione in faccia “Dieci
chiamate, venti messaggi e sette note vocali. Tutti ignorati! Tutti! Alla ventunesima chiamata ha
spento il telefono. Devi fare qualcosa Namjoon, adesso!”
Lo spinse via,
rimanendo seduto e senza metterci troppa forza
“Hoseok, io sarò anche stato sgarbato ma
è con te che Yoongi è arrabbiato”
“Ma io
non ho fatto niente!”
“E io
non posso fare niente, se non cercare di risolvere con
Jin -stanno usando la stessa tattica, tra l’altro”
“Ma io
–“
“Dì
ancora che non hai fatto niente e ti prendo a calci in
culo”
A quel punto,
imbronciatosi, si sedette accanto a lui.
Rimasero in silenzio per un po' fino a che Hoseok non si decise a
parlare
ancora “Quindi non sai neanche tu dove sono andati”
Namjoon, ancora
irritato, mugolò soltanto, sperando che
l’altro capisse tutto quello che c’era di
sottinteso, ovvero che chiaramente
non lo sapeva, era inutile rimarcare l'ovvio, chiudi
quello schifo di bocca. Lo guardò con la coda
degli occhi
accavallare le gambe e, a quel punto, incominciare a battere
freneticamente il
piede poggiato a terra, facendo così muovere tutto il
divano. Nonostante la
voglia di infilzargli una qualsiasi cosa appuntita su quella maledetta
coscia,
lo lasciò perdere, sospirando profondamente prima di
riprendere a parlare “Mi
ha chiamato l'idiota, prima”
Hoseok, con
espressione confusa, si girò verso di lui, solo
con la testa sbattendo ancora velocemente il piede a terra
“Non stai parlando
di me, giusto?”
Quella era la
giornata più difficile che avesse mai dovuto
affrontare, ufficialmente “Lo so che idiota è il
modo in cui più spesso ti
senti chiamare, lo so, ma mi pare scontato dire che adesso non sto
parlando di
te”
“Ok,
l'ho chiesto solo per sicurezza”
Esasperato,
Namjoon decise che sarebbe stato meglio ignorare
tutto quello e ripartire dal principio “Mi ha chiamato il mio
capo, prima. Mi
ha chiesto di tenere in considerazione l'idea di diventare suo socio.
Dovrebbe
trovarne uno comunque ma preferirebbe fossi io”
“Vorrei
dirti che sono felice per te, ma sono troppo
arrabbiato per riuscirci”
Alzò
gli occhi al cielo -di
nuovo- e gli rispose “Non devi essere felice per
me. Cioè, è una
stupidaggine, no?”
Vide Hoseok
stringere le labbra in una linea sottile e capì
che stava arrivando quello che più temeva e allo stesso
tempo voleva -alla fine
era per quello che finiva sempre per raccontargli tutto.
“Io
trovo più stupido il fatto che tu stia per buttare al
vento la tua ennesima occasione solo perché te la fai
sotto”
“Disse
la pazzia fatta a persona”
“Io
no-“
“Siete patetici”
Spuntato fuori
dal nulla, chissà quando, Taehyung si mise in
mezzo, interrompendo Hoseok, guardandoli con occhi arrabbiati, come mai
aveva
fatto prima. Avanzò verso di loro, fino a che non gli si
parò davanti, e a quel
punto riprese a parlare, con astio, sorprendendo Namjoon più
di qualsiasi altra
cosa fosse successa da quando si era svegliato quella mattina. O negli
ultimi
anni. Sul serio, non credeva nemmeno che quel ragazzino potesse
arrabbiarsi.
Indicando Hoseok, cominciò “Tu,
sei
patetico perché hai la fortuna di stare con un ragazzo come
Yoongi hyung e non
ti sei nemmeno accorto di cosa sta passando adesso. E tu”
si voltò nella sua direzione, facendo una smorfia che gli
sembrò quasi disgustata “io davvero non capisco
quale sia il tuo problema. Hai
tutto. Hai un ragazzo fantastico e la possibilità, per la
terza volta da quando
ti conosco, di avere un lavoro migliore e che fai? Rovini ogni cosa e
ti tiri
indietro senza averne un valido motivo?”
Si
fermò e riprese fiato, solo per un attimo, senza dare il
tempo a nessuno di loro di potersi difendere. Non che potessero farlo,
Namjoon
non era mai stato tanto sconvolto in vita sua “Volete sapere
io che cos'ho? Ho
Jimin, che mi considera il suo migliore amico nonostante sappia quanto
mi
piaccia e quanto vorrei stare con lui; ho Jungkook, che sta con Jimin
grazie a
me e che non posso nemmeno odiare perché mi sta aiutando con
Donut e perché è
anche simpatico, accidenti a lui! Poi ho l'esame d'inglese tra una
settimana e
verrò sicuramente bocciato perché non capisco una
sola parola scritta in quel
maledetto libro" si fermò solo per sospirare affranto, e poi
riprese
"E nonostante tutto questo potrei essere la persona più
felice del mondo
se potessi portare qui il mio cane e farlo stare con me! È
tutto quello che
voglio, un cane! E non posso averlo
perché voi due patetici siete troppo occupati ad incasinare
le vostre vite dal
nulla per ascoltarmi!”
Era prevedibile,
alla fine, si ritrovò costretto a pensare.
Non la sfuriata, a quella non riusciva ancora a credere, ma il fatto
che
volesse portare qui quel cagnolino, effettivamente, lo era. Tra
l'altro, lui
già lo sapeva, se gli avesse davvero dato un minimo di
attenzione in più ci
sarebbe potuto arrivare da solo. E in fondo a lui del cane non
importava
davvero nulla, era sinceramente più preso da quello che gli
aveva detto prima
-il non avere un valido motivo per mandare all'aria la sua vita,
insomma. E
anche da un vago senso di colpa -come poteva non essersi accorto di
quanto Tae
fosse giù, nell'ultimo periodo?
“Per
Donut, io sono costretto a dirti che sono d'accordo con
Jin hyung, qualsiasi cosa ti dirà”
“Jin
hyung ha già detto di sì. Sono bastati gli occhi
dolci e
la promessa che avrei aiutato di più a mantenere pulito il
loft, con lui!”
C'era da
aspettarselo, cedere per le ruffianate del bambino
era così da Seokjin. Sorrise appena, ignorando quanto la
cosa avesse fatto
accelerare il battito del suo stupido cuore “Ok. Se vuoi ti
aiuto a studiare
per l'esame, da domani”
Guardandolo
ancora con sguardo truce, incrociando le braccia
al petto, gli rispose “Grazie, sarebbe molto carino da parte
tua”
Considerando
l'adorabile risposta, gli sarebbe scoppiato a
ridere in faccia, se non fosse stato per la sua espressione. O per
Hoseok, che
finalmente prese parola “Se Donut è il cane, dato
che non è stato specificato,
io in casa mia non ce lo voglio”
“Fregato,
hyung” con una smorfia che probabilmente doveva
essere un sorriso beffardo, riprese “Questa è
anche casa mia, non ho intenzione
di arrendermi solo per le tue stupide fissazioni. Siamo tre contro uno,
fattelo
andare bene”
E detto questo,
usando con furbizia le stesse parole che
l'altro aveva usato quella stessa mattina, girò sui tacchi e
se ne andò,
uscendo dal loft e lasciandosi alle spalle un Hoseok completamente
sbigottito.
Namjoon, invece, si ritrovò a ridere sotto i baffi della
cosa “Beh, ci siamo
fatti dare una lezione da Pantofole a
coniglio. Un po’patetici lo siamo sul
serio”
“Non
ho intenzione di aprire le porte di questa casa ad un
cane pronto a distruggere tutto quanto. Il contratto
d’affitto è a nome mio,
decido io”
Sospirò,
spazientito “È da quando abitiamo qui che ti sento
usare questa scusa per far andare le cose come vuoi tu. L'affitto lo
paghiamo
tutti e quattro allo stesso modo, prova ad essere tu a cedere per una
volta”
Si
ritrovò gli occhi del suo migliore amico, ridotti a due
fessure, scrutarlo. L’assurdità di quella giornata
stava diventando ridicola, a
quel punto. Lo diventò sicuramente quando poi l'altro disse
“Siamo in crisi,
Nam. Da adesso è ufficiale”
Lo
guardò poi recuperare le sue cose ed andarsene, spaventato
da quella calma che esteriormente mostrava, anche se era convinto che
in realtà
la crisi, in quel momento, la stava vivendo nella sua testa. Lo
lasciò perdere,
comunque. Hoseok non era il tipo che si teneva tutto dentro,
probabilmente di
lì a poco sarebbe esploso promettendo distruzione. Per
quella sera, comunque,
lui aveva altro a cui pensare.
---
Prima di uscire
per andare al pub, Namjoon aveva mandato un
messaggio a Jin, dicendogli che aveva davvero bisogno di parlargli.
Sperava
che, ad un certo punto del suo turno, il più grande si fosse
presentato al
locale, così da potergli parlare direttamente lì.
Purtroppo, però, così non fu
e si era ritrovato a controllare più volte il telefono, cosa
che al lavoro non
faceva mai, trovandoci i soli messaggi di Hoseok, che si alternavano
tra la
disperazione per quanto il mondo fosse ingiusto con lui e l'ira furiosa
col
sopracitato mondo, avendo in quel modo la certezza che l'esplosione che
temeva
era in realtà avvenuta. Con la nuova speranza di ritrovare
il suo hyung sveglio
a casa (quella sera non doveva lavorare fino a tardi) cercò
di non allarmarsi
troppo -in fondo se c'era qualcosa che tutto quello che era successo
prima tra
loro gli aveva insegnato, era proprio che lui e Jin non potevano
proprio
ignorarsi per troppo tempo -anche in questo caso, stare col proprio
coinquilino
poteva avere i suoi vantaggi. O degli enormi svantaggi, oramai non
sapeva più
dirlo con certezza- riuscendo a sopravvivere fino alle undici e mezzo,
orario
in cui il suo turno finiva. Non avrebbe mai creduto, nonostante tutti i
ragionamenti fatti, di trovarlo ad aspettarlo seduto a tavola, con
tanto di
cena pronta solo per lui. Incredulo, non poté fare altro che
corrergli
incontro, sedersi accanto a lui e prendergli una mano, stringendola
leggermente
mentre gli diceva “Hyung, ti giuro che farò tutto
quello che vuoi, chiederò
scusa anche a Yoongi per te, ma non tenermi ancora il muso, per
favore”
“Quindi
puoi anche supplicare. Bene, mi piace la cosa. Yoongi
aveva ragione, la sua tattica funziona”
Cercò
con tutte le forze di tenere solo per sé l’insulto
che
la sua mente aveva generato per quello stecchino, ignorando anche il
tono
derisorio del più grande “Se vuoi, sono disposto a
chiedergli scusa anche dopo
aver sentito questa cosa. Con fatica e senza pensarlo sul serio, ma lo
farò”
“Non
voglio che tu gli chieda scusa!”
Namjoon,
sorpreso, si ritrovò a fissarlo, mentre lui, al
solito, ricominciava a parlare senza mai fermarsi, prendendo sempre
più
velocità “È stato uno stronzo a tirare
fuori quella cosa su Hyosang e se l’è
cercata -anche se potevi evitare di dire certe cose. Io sono arrabbiato
perché
ancora, nonostante tutto quello che ti ho detto, a te basta una stupida
battuta
per andare in crisi. Sono settimane che Yoongi vive con noi, ma tu ti
sei messo
a fare l’imbecille solo dopo il suo stupido paragone col mio
ex! Vuoi parlare
di paragoni, sai da quanto li faccio io? Ho iniziato a paragonarti a
lui due
settimane dopo che ci siamo conosciuti e hai vinto tu, sempre, e ancora
non mi
piacevi nemmeno sul serio! E sai una cosa, ora come ora non potrei
essere più
felice di averlo scoperto a letto con un altro perché mi ha
dato l’opportunità
di venire a vivere in questo stupido loft con voi stupidi pazzi e di
trovare te
e di potermi innamorare di nuovo, di quello che potrebbe essere quello
giusto,
stavolta!”
Si
fermò per riprendere fiato e, dopo aver notato il suo
sguardo, lo vide sgranare gli occhi a sua volta, come se si fosse
appena reso
conto di quello che aveva detto. Restarono a fissarsi in silenzio e, se
non
fosse stato troppo preso a pensare ad altro, avrebbe detto che
sicuramente,
visti da fuori, dovevano sembrare davvero imbarazzanti. Sapeva che
toccava a
lui parlare, ma davvero, come poteva anche solo iniziare un discorso
dopo aver
sentito quello che aveva appena sentito? Jin, comunque, evidentemente
nel
tentativo di recuperare, si schiarì la gola e poi riprese,
stavolta con tono
più calmo “Non… Non sei costretto a
rispondere, ovviamente. Vorrei solo che
capissi che non hai motivo di dubitare né di te
né di noi”
Namjoon a quel punto, abbassò lo sguardo e
annuì, a corto di parole, stringendo leggermente la presa
sulla mano
dell'altro. Registrò Jin avvicinargli il piatto e dirgli
“Mangia, così possiamo
andare a letto”, senza però dare troppo peso alla
cosa. Prese un respiro
profondo e a quel punto gli disse “Cosa...mh. Cosa
risponderesti se ti dicessi
che il mio capo mi ha chiesto di entrare in società con
lui?”
Jin, confuso,
gli chiese “Tipo diventare co-proprietario del
pub?”
“Tipo,
sì. Sono un sacco di responsabilità, non
credi?”
“Ti
direi che in realtà queste sono responsabilità
che già ti
prendi, solo che non ti pagano per farlo. Quel locale sta in piedi
grazie al
tuo lavoro e alle tue idee. Ma ti direi anche che devi agire come
meglio credi,
io ti appoggerò in qualunque caso”
Ricambiò la stretta, mettendo sopra le loro
mani allacciate insieme anche l'altra e poi aggiunse “Vorrei
solo che riuscissi
a vederti come ti vedo io”
A quel punto,
col groppo in gola, sentendosi come una
patetica ragazzina, lasciò perdere il discorso, decidendo
che ci avrebbe
pensato il giorno dopo a quella storia
“Così… Avremo un cane, eh?”
“Già.
Oddio, so già che mi farà venire voglia di
staccargli
la testa dal collo”
“Chi,
Donut?”
“No,
Hoseok!”
E detto questo
si mise a ridere, divertito dalle sue stesse
parole. Namjoon, lo guardò, affascinato, pensando a quanto
fosse fortunato e
che forse, un giorno, si sarebbe dovuto mettere a cercare questo
Hyosang per
ringraziarlo. Quello stupido si era lasciato scappare la creatura
più perfetta,
anche se alle volte estenuante, esistente al mondo ed ora era
lì, pronto ad
affrontare la vita, in ogni suo aspetto -perché a quanto
pareva questo, con la coabitazione,
era inevitabile- insieme a lui.
“Hyung”
aspettò che il più grande ricambiasse il suo
sguardo
prima di continuare con un semplice “Anche io”,
sperando che l'altro capisse,
senza dover aggiungere altro.
Quella,
probabilmente, era la responsabilità più grossa
che
si era preso in vita sua e la cosa più folle capitatagli un
tutta quell’assurda
giornata ma, quando Jin gli sorrise, si sentì più
deciso che mai, per la prima
volta dopo anni.
Buonasera
a tutti
*-*
Sì,
lo so che è
mercoledì, ma proprio oggi ho scoperto che domani
probabilmente non avrò tempo
nemmeno per respirare e so con certezza che se non avessi pubblicato
adesso per
questa settimana non l'avrei fatto più e non mi andava
proprio farvi aspettare
ancora.
Come
sempre, sento
il bisogno di tenervi informati sulle mie paranoie, quindi vi
dirò che questo
capitolo dove essere di Hoseok, inizialmente. Come molti di voi si
aspettavano,
immagino.
Eh, io volevo
scrivere dal punto di vista di Hoseok ma alla fine Namjoon ha preso
possesso
del capitolo di sua spontanea volontà, e chi sono io per
dirgli di no?
Comunque, nel momento in cui mi sono ritrovata a scrivere su di lui, ho
provato
riprendere, diciamo, un po' di particolari sparsi qua e là
nei vari capitoli
NamJin, per dare una degna conclusione a questa coppia.
La conclusione
c'è, più o meno (mancano ancora due capitoli, non
è proprio tutto finito).
Degna non mi pare, ma c'è.
Per
il prossimo
capitolo, probabilmente dovrò farvi aspettare ancora un po'.
La prima stesura
c'è, ma ancora ci dovrò lavorare. Mi dispiace,
davvero.
Prima
di salutarvi,
voglio ringraziarvi ancora, al solito. Siete sempre fantastici, ma col
capitolo
scorso lo siete stati ancor di più. Siete riusciti a
rincuorarmi tantissimo e
vi sarò sempre grata per le recensioni che mi sono state
lasciate ♥
Alla
prossima, spero.
Buonanotte a tutti *-*
YoongiYah
♥
P.S. Se tra voi
ci
sono fan degli Exo, vi consiglio la lettura dellla nuova storia di Jichan,
"Grow Up". Anzi, ve la consiglio
anche se non siete fan
degli Exo perché è bellissima, seriamente!
|
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Capitolo 19 *** XVIII - Hoseok ***
18
Forse
dovrei scusarmi per
la lunghezza del capitolo, ma non lo farò.
Sono di parte e non me ne
vergogno affatto.
Hoseok,
in balia di un mix di
rabbia e follia, aveva passato tutta la notte a rivoluzionare
interamente il
loft, spostando tutto quello che gli era possibile spostare -le cose
troppo
pesanti erano rimaste dove erano, lui comunque aveva provato anche con
quelle, mettendosi
in ridicolo con chiunque fosse a portata d'orecchio- e tirando fuori
ogni cosa
fosse contenuta in mobili, cassettiere, mensole e armadi. Il tutto,
ovviamente,
fu rimesso a posto subito dopo, esattamente come era prima. Aveva
iniziato a
mezzanotte ormai passata, dopo aver chiamato Yoongi per l'ennesima
volta senza
ottenere alcun apparente risultato, ancora. Subito dopo,
però, gli arrivò un
messaggio dal ragazzo composto da un unica, sola parola: "Idiota".
Poteva anche
credergli, sul serio. Doveva ammettere che da
quando si frequentavano era sempre stato l'altro ad aver ragione e, le
poche
volte in cui sembrava non averla, riusciva sempre ad esporre i fatti in
modo
tale da non poterlo contraddire. O almeno, lui non riusciva a
contraddirlo, ma
come poteva dargli torto quando continuava ad essere sempre
così dannatamente
carino?! Comunque, tornando alla questione principale, poteva anche
credere di
essersi comportato come uno stupido, lo sostenevano anche Namjoon e Jin
-non
che il loro parere contasse qualcosa per lui al momento- ma gli sarebbe
piaciuto sapere cosa esattamente avesse fatto di stupido. Era convinto
andasse
tutto alla grande tra loro e quelle settimane trascorse insieme erano
state a
dir poco le più belle e le più rilassate
che la sua memoria riuscisse a riportare alla luce. Non aveva nemmeno
mai perso
la ragione, non fino a quel momento, quindi gli era proprio impossibile
spiegarsi cosa avesse fatto quella volta per meritare l'appellativo di
idiota,
cosa avesse portato Yoongi ad andarsene in quel modo dopo che gli aveva
semplicemente offerto un passaggio e perché continuasse
ancora ad ignorare le
sue chiamate.
Furono
questi interrogativi a
far scattare quella cosa nella sua
testa e a portarlo ad irrompere nella zona giorno dell'appartamento,
costringendo Namjoon e Jin ad interrompere i loro ricongiungimento
fatto di
sguardi colmi d'amore e a farli rifugiare in camera di uno dei due.
Namjoon
aveva pure provato a parlargli, prima di lasciarlo solo a svuotare la
credenza
della cucina, ma tutto quello che gli fece ottenere fu un secco "No".
Perché se il messaggio di Yoongi e quei quesiti che
continuavano a frullargli
in mente, provocando quel dannato prurito che nessuno poteva grattare,
furono
solo la goccia che fece traboccare il proverbiale vaso, i suoi
coinquilini
(compreso quello che credeva essere la sua anima gemella) erano la
causa
indiscussa di tutto. Quei
tre, infatti,
avevano deciso di rovinargli la vita e di voltargli le spalle tramando
contro di
lui in favore di un accidenti di cane spuntato fuori dal nulla.
Quella
era la vera follia, non di certo il suo comportamento!
E dire che era
stato ben chiaro, quando all'epoca lui e Nam
si erano messi a cercare nuovi coinquilini. L'aveva pure scritto
sull'annuncio
che avevano messo su internet: in quel loft tutto doveva rimanere
esattamente
come era, dall'arredamento alla specie di inquilini che vi abitavano!
Certo,
per non far capire quanto fosse in realtà mentalmente rigido
nei confronti dei
cambiamenti e un tantino fissato
per
l'ordine e la pulizia aveva pure scritto di essere allergico
più o meno a tutto
(inclusi polvere e pelo di qualsiasi tipo di animale), ma una piccola
bugia del
genere non aveva poi tutta questa importanza e, soprattutto, gli altri
non
avevano prove per dimostrare il contrario. Tranne Namjoon, ovviamente,
e lui si
era già rivelato essere uno sporco traditore, solo
perché si era fatto
abbindolare dal suo nuovo fidanzato, neanche fosse il più
grande seduttore di
tutta la città. Traditore anch'egli, considerando come si
era presentato;
sembrava essere il suo alleato perfetto, attento e preciso quasi quanto
lui.
Invece, per un broncio e un paio di occhi dolci, aveva capitolato come
la
peggiore mammina pronta a viziare il figlio ad ogni più
piccolo capriccio.
Così,
spaesato, arrabbiato e
metaforicamente col sedere per terra si era accanito col disordine da
lui
stesso creato, cercando quel controllo che a quanto pareva il resto del
mondo
aveva deciso di sottrargli.
Non
che avesse funzionato,
chiaramente.
Arrivò
così all'alba della
mattina dopo, ancora impegnato a sistemare i suoi vestiti in camera
sua, la
stanza che aveva lasciato per ultima, piegandoli con gesti secchi e
decisi. E
fu esattamente in quello stato che lo trovò Namjoon, mentre
lo guardava dalla
soglia della porta, con una spalla appoggiata allo stipite e le braccia
incrociate al petto. Hoseok si accorse della sua presenza solo quando
lo sentì
dire "Tutto questo fa molto casalinga disperata"
Semplicemente,
si limitò ad
alzare lo sguardo e, senza smettere di piegare la t-shirt che aveva tra
le
mani, a regalargli la più truce delle sue espressioni.
L'altro, visibilmente
senza prenderlo sul serio, sospirò "Non ci hai fatto
chiudere occhio, lo
sai?"
"L'ho
fatto con
piacere" il che non era vero, non era quella la sua intenzione, ma
almeno
così potevano capire una misera parte di tutto quello che
stava provando lui.
Seriamente, doveva esserci qualcosa che non andava in loro se credevano
di
avere il dritto di
infrangere le sue regole così all'improvviso, senza neanche
chiedergli un
parere con largo anticipo -era pur disposto a sentire le ragioni degli
altri
prima di rispondere col suo prevedibile e categorico no. Vide con la
coda
dell'occhio -lui si era rimesso a piegare quelle maledette maglie con
ancora
più energia- l'altro
separarsi dal suo
provvisorio appoggio per pronunciare il suo nome con tono di semi
avvertimento
non troppo convincente.
"Hoseok"
Il
suo, di tono, voleva far
capire quanto fosse pronto alla guerra "Fedifrago"
"Dio
santo, sono troppo
sobrio per una cosa del genere adesso"
A
quanto pareva almeno la prima
battaglia glie l'aveva lasciata vincere: dopo aver pronunciato quella
frase, il
suo amico alzò gli occhi al cielo e se ne andò,
lasciandolo nuovamente solo con
gli ultimi capi da sistemare.
Quando
tutto fu rimesso al
proprio posto, Hoseok cercò di rilassarsi facendosi una
doccia calda, fallendo
ancora una volta, perché era ovvio che una doccia non
potesse lavar via quel
prurito che sentiva. Dopo essersi vestito con uno dei suoi completi
grigi,
abbinando una camicia semplice e una cravatta blu
che aveva deciso di dover assolutamente indossare. A quel
punto, mise su la sua migliore e più convincente espressione
truce e si diresse
a passo di marcia verso il corridoio, attraversandolo fino a ritrovarsi
davanti
i traditori, che stavano facendo allegramente colazione come se niente
fosse
successo.
Ok,
forse le loro facce non
erano troppo allegre, ma in quel momento erano il nemico ed era ovvio
che
qualsiasi cosa facessero non andasse bene. Mentre Namjoon si
limitò a
regalargli il suo sguardo falsamente annoiato, Taehyung lo
guardò col suo
sguardo indifeso, con tanto di broncio e occhi lucidi. Come se lui
potesse
farsi rivoltare come un calzino dai capricci di un bambino. C'era solo
una
persona che poteva riuscire in quell'impresa e non era di certo
Taehyung. In
ogni caso, fece finta di non vederlo neanche, avendo precedentemente
deciso di
ignorare la sua esistenza. Seokjin, invece, aveva evidentemente deciso
di
autonominarsi pacificatore
di animi: gli
sorrise,
calorosamente, augurandogli un buongiorno.
Hoseok,
senza smettere di
guardarlo torvo, gli rispose a suo modo "Delatore"; poi,
salutò
inutilmente anche Namjoon col Fedifrago
di prima, più per far capire al più giovane della
stanza come aveva intenzione
di agire nei suoi confronti che altro.
Namjoon
alzò nuovamente gli
occhi al cielo e Tae aggrottò le sopracciglia, offeso
dall'essere stato escluso
dalla gang dei voltagabbana. Jin, rimanendo fedele al suo nuovo ruolo,
sospirò
paziente "Hoseok, perché non lasci perdere e vieni a fare
colazione con
noi? Guarda, ho preparato i pancake. Ti piacciono, no?"
Come
se una semplice colazione,
per quanto buona potesse sembrare, riuscisse a compensare un tradimento
di
quella portata. Loro volevano distruggere il suo ecosistema e in cambio
gli
offrivano pancake. E poi era lui il folle!
"Non
ho intenzione di
sedermi a questa tavola fino a che voi non ricomincerete a ragionare!"
"Dimmi
che stai scherzando
e che ti rendi conto di essere tu quello che ha smesso di ragionare, ti
prego"
Assottigliò
gli occhi e si girò nella direzione di Namjoon
tanto velocemente da farsi male al collo -cercando di non far vedere
niente a
nessuno, ovviamente "Tu potrai parlarmi solo in presenza del mio
avvocato
divorzista"
"Dimmi quando e
dove, ci sarò"
Quello
probabilmente fu peggio di una pugnalata al cuore e
poteva dargli la stessa valutazione che aveva dato al messaggio che
Yoongi gli
aveva scritto quella notte, se mai avesse fatto un elenco delle cose
che lo
avevano ferito nell'ultimo anno -non che facesse questo genere di cose,
era un uomo adulto ormai. Comunque
non
ebbe il tempo di esternare il suo essere ferito; non subito, almeno.
Tae si
mise in mezzo, cercando di attirare la sua attenzione, guardandolo
supplichevole e chiamandolo "Hyung
-" ma il suo quasi ex migliore amico riprese parola, fermandolo prima
che
potesse farlo lui stesso "Tae, sei l'unico fortunato a ricevere il
trattamento del silenzio. Non cercare di cambiare la tua situazione,
fallo per
me che vorrei essere al tuo posto"
Fu
a quel punto che decise di
andarsene, preferendo passare una mezz'ora in più con le sue
odiate colleghe
che all'interno della sua stessa casa. Almeno nessuna di loro aveva
voglia di
portarsi dietro degli stupidi animali per rovinargli la vita.
"Sappi che mi
stai spezzando il cuore, Nam" e dopo
aver detto questo raggiunse la porta in due sole grandi falcate, la
spalancò e
ne attraversò la soglia. Dopodiché
afferrò la maniglia e strinse forte, facendo
diventare tutte rosse le nocche della mano, e pronunciò
solennemente
"Nessun pelosissimo animale metterà mai piede in casa mia!"
per poi
sbattersi la porta alle spalle e uscendo teatralmente di scena.
Era evidente che
la prima battaglia non l'aveva di certo
vinta lui. Di certo non si sentiva molto vittorioso in quel momento.
---
Ovviamente,
la giornata di
lavoro andò a dir poco uno schifo. La sua concentrazione era
stata risucchiata
interamente dal geniale piano che aveva elaborato per riuscire
finalmente a
parlare con Yoongi, una volta lasciato il suo ufficio. Nei momenti in
cui non
aveva pensato a questo, era troppo preso dal cercare una valida
soluzione alla
questione della salvaguardia del suo habitat dall'invasione canina
-l'unica
cosa che gli era venuta in mente era rinchiudere Tae in una gabbia e di
spedire
lui in un canile. Comunque, tutto aveva fatto tranne che concentrarsi
sull'ennesima presentazione che doveva preparare. Poco male, tanto la
campagna
pubblicitaria non glie l'avrebbero comunque assegnata; almeno questa
volta
poteva dire che la sua capa aveva
un'ottima ragione per non lasciarlo interagire col cliente. Per di
più, aveva
iniziato a prepararsi ben prima del suo orario di uscita e, nel momento
in cui
l'orologio aveva segnato le diciotto in punto, si era precipitato di
corsa
fuori dall'edificio, raggiungendo l'auto alla velocità della
luce per poi
partire subito verso casa di Yoongi. O quella che credeva fosse casa
sua. Una
volta arrivato lì, fu ancora una volta Bellissimo
ad aprirgli e a decidere, evidentemente, di sfidarlo a chi riuscisse a
sorprendere più l'altro, con una serie di sguardi sbigottiti
e stupide domande
come "Che diavolo ci fai tu
qui?". Hoseok, dopo avergli detto di voler ovviamente parlare
con
Yoongi, si vide costretto a nominarlo vincitore della gara quando si
sentì
rispondere "Non viene più qui da quando ha mollato. Non
dovevi ospitarlo
tu per il momento?"
Se
fino ad allora si era
soltanto sentito spaesato, a quelle parole avvertì il peso
dell'intero mondo
cadergli sulle spalle e scendere lentamente fino ad arrivargli allo
stomaco,
esplodendo in un'insopportabile nausea. Le sue seguenti azioni furono a
dir
poco confuse; non si era nemmeno reso conto di essere tornato in auto
che era
già per strada, tornando a casa senza perdere ulteriore
tempo e senza salutare
nessuno. Era evidente che Yoongi non avesse alcuna intenzione di dirgli
dove si
trovasse e la cosa più sensata da fare era estorcere
l'informazione a Jin, perché
lui doveva per forza sapere dove fosse il suo migliore amico. Una volta arrivato
al condominio, si
fiondò fuori dall'auto e ignorò l'ascensore,
iniziando a correre per le rampe
di scale, scontrandosi coi traslocatori che lavoravano al terzo piano e
facendo
quasi cadere gli scatoloni che trasportavano, fino a che non
arrivò al loft
tutto rosso e col fiatone.
"Jin hyung!" lo
chiamò a gran voce mentre si
dirigeva verso la stanza del più grande, non avendo trovato
nessuno né in
cucina né in salotto. Spalancò la porta, per poi
fare lo stesso con quella
della camera di Namjoon e a quella del bagno. Ovviamente, la sua
sfortuna non
poteva avere fine, non così, essendo l'appartamento
completamente vuoto.
"Sono usciti.
Jin hyung sta lavorando e Namjoonie hyung
doveva andare al pub"
O apparentemente
vuoto. Sobbalzò, sorpreso dalla voce di
Taehyung che proveniva da dietro di lui.
Prendendo mentalmente nota del fatto che quei due
perdigiorno avessero
da fare tanto bene quella sera, quando aveva bisogno di loro,
serrò la mascella
e si morse la lingua per evitare di mettersi ad urlare. Sentiva che
stava per
esplodere ma non voleva darla vinta a più giovane,
ammettendo di averlo sentito
e di conseguenza ammettendo la sua esistenza. Si girò e
senza neanche guardarlo
se ne tornò verso l'ingresso a passo svelto, per poi
bloccarsi quando realizzò
di non avere la più pallida idea di dove potesse andare per
cercare Yoongi.
Estrasse il cellulare dalla tasca della giacca e compose nuovamente il
numero
del ragazzo. Non si aspettava una risposta, logicamente; tutto quello
che
voleva era lasciargli un messaggio in segreteria, nella speranza che
l'altro
l'ascoltasse "Yoongi io... Io non so cosa sia successo e non so
perché ti
stia rifiutando di parlarmi ma ti prego, dimmi dove sei. Sono
preoccupato per te. -
"
Mordendosi il
labbro, chiuse lì la chiamata con un lungo
silenzio come conclusione del messaggio. Si buttò sul divano
e ci si accasciò,
gemendo frustrato e chiudendo gli occhi. Almeno ora, pensò,
il prurito e la
rabbia erano finalmente spariti. In compenso, non sapeva nemmeno
più cosa
sentisse. Erano talmente tanti i quesiti, talmente tanta la confusione
che
aveva in testa, che non riusciva più a sentire niente.
"Yoongi hyung
non ti ha ancora richiamato?"
Tranne la voce
di Taehyung, quella purtroppo riusciva a
sentirla ancora. E anche la voglia di strisciarsene a piagnucolare
sotto le
coperte come il vecchio Hoseok faceva quando si sentiva crollare il
mondo
addosso. Era più spaventoso quello della sua mania per il
controllo, Namjoon
aveva torto quando gli diceva il contrario.
"Io... Io non
penso che lui sia arrabbiato con te,
hyung. Forse è offeso, ma credo sia più che altro
spaventato"
Cercò
con tutte le sue forze di non dare a vedere quanto
quelle due semplici frasi fossero riuscite a confonderlo ancor di
più, facendo
aumentare a dismisura le domande a cui non riusciva a trovare risposta.
Ad
esempio, cosa aveva fatto per offenderlo? Da cosa Yoongi era spaventato? Perché Taehyung sapeva tutte quelle
cose e
lui no?
"Hyung, parla
con me. Per favore"
A quella
richiesta non riuscì più a trattenersi e con tono
ricco di amarezza riuscì a sputar fuori "Tu fai tornare
tutto com'era
prima e io ricomincerò a parlarti" e, a dispetto di quello
che aveva
appena dichiarato, non riuscì più a fermarsi. Si
alzò in piedi e ignorando
l'intenzione dell'altro di dire qualcosa, riprese a parlare, iniziando
a
camminare per tutto il salotto -senza impedirsi di toccare e cambiare
l'angolazione degli oggetti che incontrava lungo il suo tragitto- "Un
cane,
Taehyung? Un cane? Sai
perfettamente
quali sono le regole per abitare qui, l'hai sempre saputo e hai
accettato le
mie condizioni prima di trasferirti! Io credevo che le tue fossero solo
le
chiacchiere di un ragazzino eccentrico, non pensavo che alla fine mi
avresti
fatto questo sul serio!"
"Hyung
io non avevo
premeditato niente, posso giurartelo! Ho sempre desiderato un cane ma
non avevo
intenzione di portarne uno qui sul serio, all'inizio! Posso ammettere
di averci
pensato un paio di volte prima di iniziare ad andare al canile insieme
a Jimin,
ma non volevo farlo sul serio e -" si mordicchiò il labbro e
poi riprese
leggermente più incerto "Quando poi ho incontrato Donut
io... Io ho
sentito che doveva stare con me e non ce la faccio più a
lasciarlo tutti i giorni
per tornare qui e chiedermi se anche io manco a lui come lui manca a
me. Non è
solo un cane, è il mio cane!"
Hoseok
a quelle ultime tre
parole si fermò e si girò, riprendendo a guardare
il più giovane dei suoi
coinquilini. Forse poteva non capire di cosa parlasse, non poteva
capire il
legame che si creava tra una persona e un animale quando c'era
affinità tra
loro (anche se ne aveva sentito parlare più volte), ma
poteva percepire quanto
tutto questo non fosse solo un capriccio. E per di più gli
stava anche facendo
tornare in mente la volta in cui, proprio col ragazzo che gli stava di
fronte,
aveva visto il film Hachiko e Dio,
se
aveva pianto quella volta. Ignorò comunque quel pensiero e
cercò di far
ragionare l'altro "Tralasciando il fatto che avresti dovuto parlarmene
prima piuttosto che mettermi contro Jin hyung e di conseguenza Namjoon
- "
"Ci
ho provato hyung, sei
tu che ti sei rifiutato di prendermi sul serio!"
"Io
non posso comunque
permettertelo, ok? Non ce la faccio, non è così
che le cose devono andare. Non
è nei miei piani avere un cane, distruggerebbe tutto"
"Donut
è bravissimo, non
rovinerebbe mai nulla in casa!"
Esasperato,
Hoseok alzò la voce
"Metaforicamente, Taehyung!"
Dopo
aver sospirato pesantemente
si riavvicinò al divano, sedendosi all'estremità
più lontana, mantenendo una
certa distanza dall'altro, e poi cercò di spiegarsi
"L'ingresso di un cane
in casa per me non è altro che un imprevisto, oltre che un
aumento di tempo da
dedicare alle pulizie, lo capisci? Gli imprevisti non portano mai nulla
di
buono, tutto deve rimanere così com'è"
Di
sicuro, non si sarebbe
aspettato quell'espressione stupidamente confusa sul volto dell'altro.
Era
stato abbastanza chiaro, no?
No,
altrimenti non si sarebbe
mai sentito chiedere "Quindi sei un ipocrita". Non gli sembrava
l'intonazione di un quesito, ma decise di interpretarla a quel modo lo
stesso
"Cosa? No!"
"Hyung,
tutto questo è così
stupido. Parli sempre di vivere secondo un piano ben preciso e non ti
rendi
neanche conto di quanto la tua esistenza ruoti intorno a Yoongi hyung,
da
quando l'hai conosciuto. E non provare a dirmi che era tutto
pianificato perché
la tua faccia dice il contrario"
Non
aveva uno specchio per poter
verificare, ma considerando la sensazione della mascella slogata, tanto
la
bocca gli si era spalancata, non se la sentiva proprio di dargli torto.
Anche
perché sapeva perfettamente di non aver mai, mai, avuto il
controllo su quello
che tra lui e Yoongi c'era. Da quando tra loro non c'era niente e lui
voleva
solo tener fede al patto che anni prima aveva fatto con se stesso,
promettendosi che se ne avesse avuto l'occasione avrebbe fatto di tutto
per
portarsi a letto un idol -compreso il far venire in casa uno
sconosciuto senza
rifletterci sopra e senza guardare in faccia chi non era d'accordo con
lui.
E
sì, era anche vero che quel
ragazzo riuscisse a farlo indecentemente capitolare ad ogni sillaba da
quelle
labbra pronunciata. Boccheggiò per un attimo, a corto di
parole, fino a che non
si ricordò del fatto che erano passate ormai più
di ventiquattro ore
dall'ultima volta che l'aveva visto. Allora si rabbuiò
"Considerando che
l'ultima volta che l'ho sentito mi ha insultato e che adesso non so
nemmeno
dove sia direi che tutto dimostra che ho ragione io. Gli imprevisti non
portano
mai niente di buono, solo tanta delusione"
Taehyung
gli si fece più vicino
mentre piano gli diceva "Non è così"
Gli
mise un braccio intorno alle
spalle, poggiando la mano su una di esse e la testa sull'altra. Hoseok,
nonostante tutto, lo lasciò fare "Secondo me questa
è la cosa migliore che
ti potesse capitare. Hyung, io ci sono sempre stato, anche se tu non mi
notavi.
Ho visto e ho sentito tutto" si fermò, piegando le labbra
all'ingiù
"Anche troppo, per i miei gusti". Hoseok pensò per un attimo
che
forse avrebbe dovuto giustificare qualsiasi cosa avesse sentito, ma
comunque l'altro
non glie ne diede il tempo, riprendendo a parlare "Prima di conoscerlo
facevi sempre le stesse cose, uscivi di casa per andare in ufficio e
poi
tornavi coi nervi a fior di pelle e ti mettevi a pulire tutto quanto.
Viviamo
insieme da tre anni e si può dire che il tuo mondo ruotasse
intorno a questo e
a Namjoon hyung. Non ti offendere ma è abbastanza triste"
Hoseok
si girò per guardarlo
attentamente, nonostante la difficoltà data dalla loro
posizione. Lui non
si era mai considerato triste. Era
solo un tipo abitudinario. E andava bene così, era quello il
modo in cui era
riuscito a lasciarsi alle spalle quel passato pieno di derisioni. Era
quella la
strada che doveva seguire per mantenere la tranquillità
agognata. Lasciarsi
andare, perdere il controllo e andare a briglia sciolta non erano di
certo la soluzione
per vivere al meglio. Almeno questo era quello che aveva sempre pensato
fino a
quel momento.
"Ho
visto come Yoongi hyung
riesce a farti uscire dai tuoi schemi, lui è riuscito a
smuoverti ancor prima
di degnarti di uno sguardo e credo tu abbia vissuto più in
questi mesi con lui
che da quando ci conosciamo"
Dalla
sua prospettiva, non
riusciva a dire quanto l'altro avesse ragione. Era innegabile,
però, che Yoongi
riuscisse a rendere sempre tutto più bello, anche quando non
faceva altro che
lamentarsi. Quando poi sentì dire all'altro "Io credo sia
bellissimo. Non
sai quanto ti invidio", Col cuore in gola e gli occhi che bruciavano,
si
ritrovò a pensare di essere perfettamente d'accordo con lui.
Aveva sempre
pensato che la sua vita post-college fosse l'apice del suo successo.
Guardandosi indietro, ora che sapeva com'era la vita con Yoongi, doveva
ammettere che gli sembrava tutto così grigio e non se la
sentiva proprio di
immergersi di nuovo in quel passato -anche se non troppo remoto- dopo
che aveva
scoperto com'era la vita a colori.
"Non
puoi decidere in
partenza come una giornata deve andare. Gli imprevisti capitano
comunque,
piacevoli o meno che siano. Si possono fare incontri che cambiano la
vita, e tu
e lui siete la dimostrazione perfetta di come questo a volte sia il
meglio che possa
capitare" Hoseok, totalmente rapito, lo guardò alzarsi
appena, liberarlo
dalla presa che aveva intorno alle sue spalle e poi dargli una leggera
spintarella "Altrimenti sarebbe come guardare all'infinito quel
noiosissimo film che Jin hyung metteva i primi giorni in cui si
è trasferito
qui"
A
quel punto Taehyung si alzò e
Hoseok, per la prima volta da quando era rientrato si permise di
guardarlo per
davvero, notando che ai piedi portava proprio quelle ridicole pantofole
a forma
di coniglio per cui era decisamente troppo cresciuto "Non ti facevo
così...uhm -"
"Saggio?
Sì, Namjoon hyung
me l'ha già detto. Ma credo sia solo perché non
mi considerate mai più di tanto
voi due"
Spalancò
la bocca, quasi offeso
dalle sue ultime parole "Andiamo Tae, non esagerare adesso!"
Lui,
invece, alzò appena le
spalle e poi fece, quasi indifferente "Non dico che non mi vogliate
bene o
che non vi preoccupiate per me, ma... quelli che credevo essere i miei
vantaggi
in quanto più piccolo di casa si fermano a pasti gratis
quando ordiniamo
qualcosa. Guardati intorno, qui non c'è niente di mio.
Sembra che io abbia solo
la mia stanza in affitto. Prima non m'interessava un
granché, ma
adesso..." e si fermò lì, non avendo bisogno di
aggiungere altro. Hoseok
aveva capito perfettamente dove volesse arrivare e per questo si
ritrovò quasi
a mugolare infastidito. Quasi.
"Yoongi
hyung ha passato la
notte da Jimin. Mi devi un favore, adesso"
Dopo
aver istintivamente
abbracciato forte il suo dongsaeng e averlo ringraziato per avergli
dato
l'informazione che tanto agognava, senza dare troppo peso
all'implicazione che
l'ultima frase da lui pronunciata conteneva, si era precipitato facendo
di nuovo
di corsa le scale e inciampando di nuovo tra gli scatoloni al terzo
piano. Il
viaggio in auto verso i dormitori del college, poi, fu a dir poco
esageratamente veloce. Ci mise un po' a ritrovare la stanza di Jimin
tra quegli
odiati corridoi ma quando alla fine ci riuscì,
iniziò a bussare forte sulla
porta, guadagnandosi le occhiatacce di tutti gli studenti che si
trovavano nei
dintorni. Niente di nuovo alla fine, per lui. Ad aprirgli non fu il
piccolo
ragazzo dai capelli castani come si era immaginato, e nemmeno Yoongi.
Era un
ragazzo decisamente più alto e più giovane, con
un'espressione per i suoi gusti
piuttosto arcigna "Beh? Hai intenzione di buttarla giù?"
Insolente,
pure. Non riuscì
comunque a dargli peso, non quando i suoi occhi incontrarono finalmente
quelli
di Yoongi, che se ne stava seduto sul letto a ridosso della parete di
fondo
della piccola stanza, proprio davanti alla porta, a gambe incrociate e
con un
portatile davanti a sé che gli illuminava un po' il viso e
il broncio che,
Hoseok aveva ormai imparato, metteva su ogni volta che ce l'aveva con
lui.
Jimin, molto velocemente, si mise in mezzo, prendendo l'atro ragazzo
per mano
l'altro, fece per uscire dalla stanza "Andiamo Kookie, lasciamo Yoongi
hyung e Hoseok hyung da soli"; prima che la porta si fosse chiusa del
tutto alle sue spalle, riuscì a sentire il ragazzetto -Kookie- dire "Aaaaah, è
Hoseok. Si spiegano tante cose
adesso"
Fu
Hoseok ad imbronciarsi appena
a quelle parole; Yoongi, d'altro canto, ridacchiò "Jungkook.
Mi piace, è
uno stronzetto"
Certo,
non poteva essere
altrimenti. Già riusciva ad immaginarli intendersela alla
grande con quel loro
modo di fare un po' arrogante. Almeno, Yoongi gli aveva appena rivolto
la
parola. Per apprezzare un'offesa nei suoi confronti, ma aveva parlato;
era
comunque qualcosa. Si avvicinò lentamente al letto con un
passo felpato, quasi
avesse paura di spaventarlo. Voleva evitare di farlo scappare un'altra
volta,
era decisamente stanco di rincorrerlo. L'avrebbe fatto ancora, ovvio,
ma se
avesse potuto evitare e risolvere entro la serata sarebbe stato meglio.
Raggiunto il ragazzo, inspirò ed espirò
profondamente per poi esordire con un
"Io..." ma si bloccò subito dopo, riflettendo un attimo in
più. Era
abbastanza convinto di doversi scusare, altrimenti in quel momento non
si
sarebbero trovati in quella situazione, ma lui davvero non sapeva per cosa dovesse scusarsi "Posso capire
cos'è successo?"
Yoongi,
sorprendendolo, gli fece
spazio accanto a sé, invitandolo con la mano a sedersi sul
materasso. Poi si
morse il labbro inferiore per dire subito dopo "Non volevo farti
preoccupare. Volevo solo farti sentire un cretino e... Farti sentire in
colpa,
ecco"
Destabilizzato,
Hoseok inarcò le
sopracciglia. Non ne era certo, ma sembrava quasi che l'altro volesse
farlo
sentire meglio con quelle parole. Non sapeva dire quanto avesse
centrato il
bersaglio, però "Tranquillo,
ci sei
riuscito perfettamente"
Il
lieve sorriso di Yoongi,
però, ci riuscì perfettamente e non
poté fare a meno di vederlo come la sua
prima vera vittoria della giornata. O comunque fu così che
interpretò quel
minimo sollevato dell'angolo destro delle sue labbra. Si guardarono
ancora per
qualche secondo fino a che non vide l'altro abbassare lo sguardo e
puntare gli
occhi sulle sue gambe incrociate, iniziando a giocherellare con i fili
dei
jeans stracciati che stava indossando "Ho mollato la casa discografica
e l'appartamento
dove stavo, Hoseok. Loro non erano contenti delle mie scelte e io non
sono più
disposto a scendere a compromessi per loro"
Gli
prese delicatamente la mano
con cui tentava di allargare l'enorme strappo che metteva in mostra il
suo
ginocchio e, stringendo appena, cercando di attirare la sua attenzione
e il suo
sguardo, chiese a bassa voce "Quali scelte?"
L'espressione
che Yoongi gli
regalò a quella domanda, non lasciava molto
all'interpretazione. Aveva ancora
intenzione di farlo sentire uno stupido, chiaramente.
"Quella
di tingermi i
capelli di biondo di mia iniziativa. Pezzo
di idiota"
Appunto.
Di
sicuro il romanticismo non
era proprio il suo forte. Poco male, lui lo era abbastanza per
entrambi. Forse
anche troppo emotivo, considerando il groppo in gola che gli si era
appena
formato nonostante l'amabile insulto. Non riuscì
però a non farsi assalire da
una nuova ondata di panico quando la sua mente venne sfiorata
dall'ennesimo
dubbio "Perché non me l'hai detto subito? Non
sarà ancora per quella
storia dell'idol, vero? Perché Yoongi, te l'ho
già detto che no-"
"Non
è per quello! Te lo
volevo dire, davvero, volevo solo aspettare di aver trovato un lavoro.
Credevo
fosse più facile"
A
quelle parole Hoseok si alzò
di colpo, estraendo lo smartphone dalla tasca e iniziando a scorrere
tra i suoi
contatti in rubrica "Posso sentire se in agenzia c'è
qualcosa da fare per
qualcuno che non ha esperienza. Non sarà il massimo,
però - " ma Yoongi lo
fermò, coprendo lo schermo del telefono con la mano "Voglio
farcela da
solo. E'... Carino, da parte tua, ma questa è una cosa mia"
La
decisione che lesse nei suoi
occhi e il tono sicuro da lui utilizzato gli fecero accettare tutte le
sue
condizioni, fiero del ragazzo che gli stava di fronte. Cercò
di rimettere con
fatica il cellulare in tasca, prendendo però la mano che
l'altro gli aveva
prima avvicinato "Avresti però dovuto dirmi di aver bisogno
di un posto dove
stare. Ci saremmo evitati questa splendida giornata"
Piccato,
l'altro lo fulminò,
ritirando di scatto la mano "Non è così facile
ammettere di essere un
senzatetto, ok?" Incrociò le braccia al petto e,
imbronciato, riprese a
difendersi -da cosa Hoseok doveva ancora capirlo- "Sono stato sempre
attento, ho provato a non lasciare nulla in giro per non fartelo capire
ma io
non sono preciso come te e ovviamente te ne sei accorto, mi sono
sentito
sottopressione e me ne sono andato dandoti la colpa"
Beh,
per quanto stravedesse per
lui non poteva negare che Yoongi avesse un qualche grave problema di
comunicazione. E anche d'orgoglio, a quanto pareva. Non se la sentiva,
comunque, di giudicare in alcun modo, non se ripensava alla notte che
aveva da
poco passato. Più che altro, non se la sentiva di rischiare;
sapeva ormai quali
erano le sue reazioni alle critiche e no, ci teneva ancora alle sue
parti
intime. Capì solo in quel momento, però, cosa Tae
volesse dire con quel 'Credo sia solo
spaventato'.
"Ok"
Allungò il braccio,
cercando di districare le sue, ancora allacciate tra loro, per poi
riprendergli
la mano "Capisco il tuo voler fare da solo e tutto il resto ma Yoongi,
io
e te siamo una coppia. Io voglio esserci per te, voglio ascoltarti e
aiutarti
quando hai un problema e sinceramente, oggi avrei voluto tanto averti
con me
per poter affrontare l'Alleanza Ribelle a casa"
"E'
la prima volta che dici
che siamo una coppia"
Hoseok,
ignorando il fatto che
Yoongi non avesse proprio colto il punto del suo discorso, lo
guardò stralunato
"Eh?" e l'altro, per tutta
risposta, scrollò semplicemente le spalle "Non ne abbiamo
mai
parlato"
Bene,
probabilmente erano
entrambi ad avere dei problemi di comunicazione, ma lui era abbastanza
convinto
che fosse scontato come dato di fatto. Era ovvio che fossero una
coppia,
passavano ogni momento libero che avevano insieme!
"Non
credevo ce ne fosse
bisogno visto come stanno andando le cose tra noi ma se vuoi una
proposta
formale posso fartela" e senza mai lasciare la mano di Yoongi si mise
in
ginocchio e con tono solenne iniziò a dire "Min
Yoongi -"
E
quando l'altro si mise a ridere
divertito, Hoseok fu certo che per lui avrebbe potuto comportarsi come
un
pagliaccio per il resto della vita, ogni volta fosse necessario. Quello
era il
miglior programma a lungo termine in cui uno come lui potesse sperare.
Senza
smettere mai di ridere,
Yoongi iniziò a tirarlo per il braccio, dicendogli di
alzarsi; soddisfatto, lo
accontentò, avvicinandolo ancora cingendogli la vita con un
braccio
"Torniamo da me, ti va? Potrei almeno aiutarti a cercare qualche
annuncio
di lavoro"
Yoongi non gli
rispose, non a parole. Allacciò le braccia
intorno al suo collo e si avvicinò ancora, cercando le sue
labbra con le
proprie. Lui, dal canto suo, non poté fare a meno di
accontentarlo.
Almeno questa
storia era ormai conclusa e tanto gli bastava.
Al resto poteva pensarci con l'altro al suo fianco, come doveva essere.
---
Dopo essere
riusciti a salutare velocemente Jimin e il suo fidanzatino
-Yoongi l'aveva fatto, lui era ancora troppo offeso- ripartirono
insieme verso
il loft. Nessuno dei due aveva più detto una parola; Yoongi,
appena entrato in
macchina, aveva acceso lo stereo e, ovviamente, partì subito
uno dei cd gli
aveva fatto lasciare lì. Nonostante fosse ormai tutto
chiarito, Hoseok aveva
ancora una domanda a cui non era riuscito a trovare risposta "Da quando
tu
e Taehyung siete amici per la pelle?"
Non è
che la cosa gli desse fastidio ma... Eh, il suo ragazzo
si era confidato col piccolo traditore che l'aveva fregato per ben due
volte in
due giorni consecutivi anziché con lui. Un po' di gelosia ai
suoi occhi era più
che legittima.
Senza smettere
di cercare la canzone che voleva ascoltare,
l'altro gli rispose come se niente fosse "Da quando abbiamo iniziato a
passare un sacco di tempo insieme. Jin hyung il più delle
volte distraeva
Namjoon per non fargli sapere che stavo da voi anche di giorno e io
uscivo con
Tae" continuò a premere i pulsanti dello stereo della
macchina e poi, cautamente,
aggiunse "E' carino il suo cagnolino, sai?"
Si
girò per un attimo per guardarlo, riportando però
subito
gli occhi sulla strada "Non farai parte della rivolta, vero?"
"Come potrei,
non è mica casa mia quella" e detto
quello si tirò su, aderendo completamente al sedile e
puntando gli occhi sul
finestrino. Hoseok lo vide con la coda dell'occhio rabbuiarsi appena e
decise
di chiudere lì la questione, almeno con le parole. Almeno
finché non arrivarono
a destinazione.
Una volta dentro
l'ascensore, Hoseok fu ben attento a coprire
con la schiena la tastiera, dopo aver premuto il pulsante del piano che
voleva
raggiungere. Yoongi sembrò non farci caso, non
finché la loro salita si fermò
prima di quanto aveva previsto. Lui, senza farsi troppi problemi,
uscì non
appena le porte si aprirono davanti a loro, ignorando l'altro che
diceva
"Dove stai andando? E' il terzo piano questo"
Si
fermò davanti all'appartamento, ormai completamente vuoto,
in cui appena poche ore prima aveva visto lavorare i traslocatori,
quelli che
aveva travolto durante le sue folli maratone. Aspettò che
l'altro lo
raggiungesse e poi, sbirciando dentro, chiese "Che ne pensi?"
"Che non ho
voglia di perdere tempo" lo sentì
sospirare spazientito prima di aggiungere "Non credo tu abbia capito la
situazione. Mi sento umiliato, sono senza un soldo e senza un tetto
sopra la
testa. Mi sono dovuto far ospitare da Jimin nella sua stanzetta al
college, ok?
Quello che vorrei ora è andare di sopra, chiuderci in camera
tua e fare sesso
per sentirmi meglio!"
In un momento
diverso non avrebbe perso tempo e lo avrebbe
accontentato seduta stante, ma lì, in quel preciso istante,
non poteva ignorare
la sua folle testa "Sì
sì, dopo lo
facciamo. Adesso concentrati" si arrischiò, facendo un passo
avanti in
punta di piedi quasi avesse paura di farsi beccare da qualcuno e varcò la
soglia "Credo che i vecchi inquilini
l'abbiano lasciato proprio oggi. Potrebbe essere ancora disponibile"
"Che, devi
controllare anche gli inquilini degli altri
appartamenti adesso?"
Ignorò
la battuta e iniziò a controllare la zona giorno,
composta da una sala abbastanza spaziosa e una piccola cucina collegate
tra
loro "Non se ci venissimo ad abitare noi"
"Oddio"
Era abbastanza
certo che da lì a poco l'avrebbe sentito
dirgli per la prima volta che credeva fosse pazzo. Non perse tempo,
allora, a
fargli capire le sue intenzioni "Pensaci Yoongi, sarebbe la soluzione
perfetta per tutto!"
L'altro, con gli
occhi sgranati e la bocca spalancata, era
visibilmente a corto di parole. Non sapeva dire quanto fosse positivo,
in
realtà.
"Non puoi essere
serio"
Infatti. Lo
raggiunse, prendendolo per mano e portandolo dove
immaginava si trovassero il resto delle stanze, che scoprirono essere
due, non
troppo grandi, più un bagno "Credo di non essere mai stato
tanto serio in
vita mia"
Yoongi,
visibilmente incredulo e con gli occhi sgranati,
iniziò a boccheggiare, fino a che non riuscì a
dire "Ieri mattina ti sei
comportato da stronzo solo perché avevo lasciato un fottuto
caricabatterie in
camera tua e adesso mi vieni a chiedere di venire a vivere qui con te?"
Non pensava di
essere stato uno stronzo (tra l'altro, non si
trattava solo di un caricabatterie, c'erano anche altre cose
lì in mezzo!), ma
ora gli era chiaro perché il giorno precedente Jin hyung lo
avesse chiamato
cretino. E perché Namjoon gli aveva detto di smetterla di
affermare di non aver
fatto nulla. O perché Taehyung credeva che Yoongi fosse
offeso. Ok,
effettivamente di segnali ne aveva avuti tanti, ma le sue intenzioni
erano
buone. E comunque, quella per lui continuava ad essere la soluzione
perfetta.
"Se questa
diventasse la nostra camera" disse,
entrando nella stanza più grande dove
poteva immaginare il suo letto a due piazze stare alla perfezione,
proprio al
centro, e le pareti tinte di un blu delicato "un rischio del genere non
si
presenterebbe più. Devi solo lasciarmi mettere a posto
quando serve, tu non
dovrai muovere un dito"
Yoongi, dopo
averlo guardato, ancora per nulla convinto, si
passò le mani sul viso e poi borbottò un qualcosa
che suonava tanto come un
"Tutto questo è assurdo"
"Più
del rinunciare alla tua carriera per me?
Davvero?"
Lasciando cadere
le braccia lungo i fianchi, riportò lo
sguardo su di lui, gli occhi nuovamente decisi "Io l'ho fatto per me.
L'ho
fatto perché non voglio chiedermi tra qualche anno come
sarebbe andata tra
noi"
"Anche messa
così ai miei occhi rimane comunque la cosa
più bella che potessi fare per me"gli si avvicinò
ancora una e poi riprese
"E comunque, anche io lo sto facendo per me"
Aggrottando le
sopracciglia, l'altro chiese "Perché
pensi sia meglio cambiare casa e vivere con me piuttosto che far
entrare un cane
nel loft, vero?"
Hoseok,
inevitabilmente, gli sorrise "Direi più perché
tu sei l'unico imprevisto che sono disposto a vivere volontariamente"
Non poteva
definire esattamente cosa fosse, ma fu sicuro di
vedere un cambiamento nello sguardo dell'altro. Lo vide concentrarsi,
poteva
vedere quanto velocemente la sua mente aveva iniziato a lavorare fino a
che,
mordicchiandosi il labbro, disse in quello che era poco più
di un sussurro "Ma
tu ami vivere in quel loft con Namjoon"
Già.
Probabilmente, quando la rabbia nei confronti del suo
migliore amico sarebbe scemata, si sarebbe sentito in colpa da morire.
Ma non
poteva più negare che era ormai un'altra la persona che gli
era indispensabile
e per la quale voleva esserlo a sua volta. Senza contare che era anche
abbastanza convinto di lasciare Nam in buone mani.
"Amerei di
più vivere con te"
"Non potrei
comunque permettermi la metà dell'affitto
per adesso"
Sospirò
internamente, sperando che le stupide scuse che
Yoongi si stava sforzando di cercare si esaurissero alla svelta "Con un
appartamento del genere potrei cavarmela da solo per un po'. Tu puoi
ripagarmi
in natura fino a che non avrai uno stipendio tuo"
Yoongi rise, di
nuovo e scosse leggermente la testa. Lui, a
sua volta, non poté non mettersi a ridere, sapendo che le
sue preghiere erano
state ascoltate.
"Solo tu, Jung
Hoseok, hai la capacità di convincermi a
fare cose così stupide"
"Sono nel
settore della pubblicità, è il mio lavoro. Ma
credo che le mie abilità amatorie giochino un ruolo
fondamentale,
ammettilo" lo prese per mano e lo portò fuori
dall'appartamento
"Andiamo a sentire se l'appartamento è ancora disponibile,
non so quanto
tempo Taehyung sia disposto a darmi prima di portare quel coso peloso
in casa"
In verità,
Hoseok era abbastanza convinto che le cose non
stavano come Yoongi aveva detto. Tae aveva ragione, con l'altro al suo
fianco,
lui riusciva ad essere se stesso. Non era né il ragazzetto
ridicolo preso di
mira di un tempo, né il maniaco del controllo di adesso. O
forse era una via di
mezzo di entrambi e per questo continuava a combinare un casino dietro
l'altro.
Ma, si disse, finché Yoongi -qualsiasi cosa sarebbe
diventato- gli avrebbe permesso
di stare bene con se stesso per la prima volta in vita sua, tutto
sarebbe
andato per il verso giusto. Eventi fuori programma compresi.
Buonasera
a tutti *-*
Ah,
stasera sono un po' a corto di parole -evento raro, per
me xD
Questo
è allo stesso tempo l'ultimo capitolo YoonSeok e il
penultimo capitolo di The Loft e boh, forse sono un po' emozionata.
Hoseok è il mio personaggio preferito, gli ho dato tanto di
mio (purtroppo per lui) e probabilmente non sono riuscita a rendergli
giustizia, ma questo non pone alcun freno alla mia trepidazione.
Questa
storia è nata per puro caso, per farmi una risata e
fidatevi, non mi sarei mai immaginata di arrivare a questo punto.
Questa è una
cosa che ho già rivelato a qualcuno ma a questo punto mi
pare giusto
confessarla a tutti: io non avevo idea di quello che stavo facendo xD
Non ho
mai avuto una trama in mente, nemmeno io sapevo cosa sarebbe successo.
Semplicemente, mi mettevo davanti al pc quando ne avevo voglia e
scrivevo tutto
quello che mi veniva in mente. Ogni capitolo ha influenzato l'altro,
chiaro, ma
gli unici capitoli ragionati veramente sono stati questi conclusivi.
Forse è per questo che sento di non aver reso giustizia alla
mia otp, è per questo che non sempre i personaggi si sono
dimostrati fedeli a
loro stessi, ma è anche per questo che, nonostante tutto, mi
sono divertita da
morire.
Inizialmente non avevo
nemmeno intenzione di pubblicarla xD Poi mi sono convinta a provarci e
vedere
un po', ma vi giuro che non avrei mai creduto di arrivare ad oggi e
scrivere le
note del penultimo aggiornamento.
Ovviamente,
è solo merito vostro. E' stato il vostro sostegno
a portarmi sin qui e ad ignorare tutte le mie insicurezze. Le mie
tante,
taaaaante, insicurezze.
Grazie. Ve ne sono grata e non posso fare a meno di ripeterlo
ogni volta perché sul serio non me lo merito. Siete
fantastici ♥
L'ultimo capitolo arriverà. Non so quando, ma vi assicuro
che
arriverà. Promesso.
Buonanotte
a tutti,
da YoongiYah e dal gatto che in barba al caldo ha deciso di
dormirle sulle gambe xD
A
presto, spero ♥
|
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Capitolo 20 *** XIX - Taehyung ***
Quando Taehyung,
non molto tempo prima, aveva detto che in
quel loft la tranquillità non durava mai per più
di cinque minuti, sapeva di
aver ragione. Non sapeva, però, quanto effettivamente avesse
ragione. Su una
cosa però aveva avuto torto marcio. Quella volta, la
fatidica frase l'aveva
detta riferendosi alle strampalate relazioni dei suoi storici
coinquilini con
le loro rispettive dolci metà. Non aveva considerato, in
quelle due diverse
storie, il fatto che l’originaria metà del suo non
troppo dolce primo storico
coinquilino era in realtà il suo secondo storico
coinquilino. A dire il vero,
si stava rendendo conto, che quel non tanto piccolo fattore non l'aveva
effettivamente preso in considerazione nessuno. Sicuramente, non
l'aveva preso
in considerazione Hoseok quando, con tutto il tatto che aveva a
disposizione
annunciò “Dovrete modificare il contratto
d’affitto di questo loft. È inutile
tenerlo a nome mio se tanto andremo a vivere da un'altra
parte”.
Fu quella frase
a scatenare il caos primordiale che in quel
momento regnava sovrano all'interno di uno di quei due loft che si
trovavano
all’ultimo piano di quel condominio. Tutto era iniziato
quella stessa mattina,
che si era preannunciata come un normale inizio di uno dei tanti sabato
vissuti
in quell’appartamento: Jin e Namjoon stavano lavando e
asciugando le stoviglie
utilizzate per la colazione mentre Tae aveva preferito spaparanzarsi
sul divano
e sollazzarsi coi vari social a cui era iscritto, postando le foto di
Donut e
le varie selfie che aveva scattato dal suo repertorio di facce buffe.
Solo una
cosa in quel quadretto familiare in realtà stonava. Hoseok
solitamente, a quel
punto della giornata, sarebbe dovuto
essere già in piedi da un pezzo, forse davanti al suo
portatile mentre rivedeva
o perfezionava un qualcosa per lavoro (del quale ancora Tae, dopo tre
anni di
convivenza, non era riuscito a cogliere la vera essenza), o ancora a
venerare
già di buon’ora il suo ragazzo. In
realtà, non riuscì a vedere l'assenza del
suo hyung come un problema. Aveva sentito perfettamente come lui e
Yoongi si
erano impegnati a far pace più di una volta, di notte,
quindi gli era sembrato
anche normale il fatto che almeno quella mattina avesse deciso di
riposarsi
ancora un po’. Per questo aveva deciso pure di ignorare
l’incredibile voglia
che aveva di piombare nella sua camera e di mettersi a saltare su quel
letto
affinché gli desse la risposta che tanto agognava. Non
dovette attenderla tanto
a lungo, comunque. Era palese che quella frase, buttata lì
come fosse stato un
buongiorno qualsiasi, la sottintendesse efficacemente.
A quel punto, la
questione che negli ultimi giorni aveva
fatto da protagonista nelle vite di tutti loro aveva preso due diverse
direzioni. Il problema, però, era che alla fine di entrambe
poteva trovare solo
un'unica destinazione. Se da una parte c'era Hoseok, che per dargli
quello che
più desiderava aveva rinunciato a vivere con loro,
dall'altra c'era Namjoon,
che non era mai stato tanto offeso e sconvolto in vita sua. Lui,
invece, era la
conclusione. L'artefice e il colpevole. Il vero Oscuro
Signore, la persona orribile. Era a causa sua se in quel
loft non poteva esserci tranquillità.
Il fatto era che
lui non aveva dato solo una sorta di
ultimatum ad Hoseok. Lui era la mente che aveva ideato il
piano, la missione probabile “DonuTae”.
Più o meno. Forse non era stata al cento per cento
una
sua idea, ma questo non cambiava le cose. Nei giorni passati, pregare lo hyung fino
allo sfinimento di starlo ad
ascoltare non aveva funzionato mai e quindi si era lasciato convincere
da
Jungkook che tramare alle spalle sarebbe stato sicuramente
più efficace. Per
questo aveva deciso di innescare nel suo hyung il senso di colpa per
non averlo
mai preso in considerazione in quanto coinquilino; a quel punto, gli
avrebbe
dovuto poi rivelare dove il suo ragazzo si fosse nascosto per
permettergli così
di fare pace, non prima però di avergli anche detto che a
quel modo gli sarebbe
stato debitore. A dire il vero, quest’ultima particolare
chicca era stata
partorita dalla mente dello stesso Yoongi. Seriamente, il fatto che lui
e
Jungkook si fossero prodigati così tanto
nell’aiutarlo sarebbe dovuto essere un
indizio più che sufficiente del fatto che la missione
probabile alla fine si
sarebbe rivelata un vero disastro.
Invece, alle
prime ore di quella che si era preannunciata
come una splendida giornata, col sole che spendeva, Joonie hyung e Jin
hyung
che in cucina si scambiavano le loro moderate ma ai suoi occhi comunque
molto
dolci effusioni e Jimin che lo riempiva di likes ad ogni sua nuova foto
pubblicata, Tae si era pure illuso che le cose fossero andate
esattamente come
lui aveva ideato. Quando poi gli altri due li raggiunsero, tenendosi
per mano,
era sicuro che il DonuTae fosse
riuscito. Non erano mai stati tanto raggianti e il sorriso di Hoseok
non era
mai stato così luminoso, era ovvio che le cose si fossero
ufficialmente e
definitivamente sistemate. Tanto ovvio che lui aveva fatto per alzarsi,
mettendo il cellulare da parte, per mettersi a ballare la sua danza
della
vittoria davanti a tutti. Chiaramente, non fece in tempo. Venne fermato
da
quella frase che ancora non faceva altro che rimbombargli nelle
orecchie,
sbattendogli in faccia la realtà delle cose e infrangendo
ogni sua più piccola
illusione. Era chiaro che lui, a quel punto, era liberissimo di portare
in casa
Donut e qualsiasi altro nuovo amico a quattro zampe avesse voluto;
Hoseok, a
causa loro, aveva preferito andarsene per sempre. La sua espressione, a
quella
realizzazione, non poté fare altro che trasformarsi,
rovesciando completamente
il suo sorriso in un broncio che avrebbe potuto raggiungere i suoi
stessi
piedi. La reazione di Namjoon, dall'altra parte della stanza, non fu
altrettanto contenuta. Lo sentì chiedere, con voce alta,
sorprendentemente
stridula un “Cosa?”
che in realtà
suonò tanto di domanda retorica. Quando poi il suo migliore
amico fece per
ripetersi, o forse ancora per spiegarsi, lui non lo fece parlare oltre.
Buttò
il canovaccio che stava utilizzando per asciugare i piatti a terra e si
rinchiuse in camera sua, ignorando le successive preghiere da parte di
tutti
gli altri di uscire e di parlarne. Fu a quel punto che
quell’orribile
sensazione, dall’amaro retrogusto, nacque in lui. La vera
crisi di coppia,
però, si scatenò poco tempo dopo ancora, quando
Namjoon si decise ad uscire
dalla sua stanza, con intenzioni tutt’altro che buone. Si era
portato dietro la
sua vestaglia di flanella, quella celeste che il suo migliore amico gli
aveva
regalato il Natale passato, e porgendola a Jin disse che glie l'avrebbe
ceduta
volentieri perché “Tanto io non la uso e a lui
non importa nulla della nostra amicizia”. L'altro lo
raggiunse, cercando di
strappargliela di mano e quella che doveva essere una chiacchierata per
spiegarsi vicendevolmente cosa fosse successo diventò una
lite fatta di
recriminazioni e offese, perché uno era fin troppo fuori di
testa e l'altro, a
quanto pareva, si sentiva dato per scontato. Il tutto, ovviamente,
continuando
a giocare a tira e molla con la dannata vestaglia. Jin hyung, poi,
cercò di
mettersi in mezzo e separarli, iniziando ad alzare la voce per
fermarli. E
Taehyung, guardando immobile la scena che gli si era parata davanti, in
cuor
suo sapeva che Yoongi, che a sua volta li guardava con fare sconcertato
-e
forse anche un po’ troppo divertito- aveva ragione quando
disse “Qui dentro
sono seriamente tutti matti”, ma lui non poteva non sentirsi
un verme. I suoi
hyung stavano litigando, per colpa sua, e uno dei due se ne stava
addirittura
andando, sempre per colpa sua.
Ironia della
sorte, tutto quello che aveva guadagnato col suo
piano era quella terribile sensazione che lui, in vita sua, aveva
sempre
cercato di evitare e la consapevolezza che quello che aveva sempre
pensato era
vero. Rovinare le cose faceva schifo.
---
“Io
non ho ancora capito quale sia il problema”
Dopo che furono
riusciti a separare Hoseok hyung e Namjoon
hyung, che avevano iniziato a bisticciare come due donne che
cavalcavano le
imbizzarrite onde degli ormoni impazziti -ci mancava solo che
iniziassero a
tirarsi i capelli- Taehyung, che invece non aveva mai smesso di
sentirsi
peggio, era andato a cercare conforto tra le braccia del suo migliore
amico.
Ovviamente, però, aveva trovato Jimin già tra le
braccia del suo fidanzato, che
lo stringeva a sé neanche fosse stato un polpo con fin
troppi tentacoli. Per
lui andava bene così, sul serio. Aveva accettato ormai che
quei due stessero
felicemente insieme e, nonostante qualche piccolo accenno di gelosia,
credeva
ancora che fossero tremendamente carini. Senza contare, poi, che vedere
il più
giovane dei suoi amici per lui equivaleva ancora poter passare
più tempo con Donut.
Il problema era che lui, in quel momento, aveva bisogno di un
po’ di coccole e
di sentirsi dire che si sarebbe tutto sistemato e non di un ragazzino
che col
suo tono annoiato e la sua espressione impassibile lo faceva sentire
ancor più
scemo.
“Si
chiama empatia, Jongkookie. So che per te è difficile da
capire, ma fai uno sforzo per il nostro TaeTae”
Per fortuna
c'era il suo Jiminie e sapeva perfettamente
l'avrebbe capito al volo, come aveva sempre fatto dalla prima volta che
si
erano incontrati. E che aveva una spalla incredibilmente comoda, aveva
scoperto
quel pomeriggio: infatti, dopo che si erano recati tutti e quattro,
loro e
Donut, al parco, loro due si erano seduto su una delle panchine libere
che
avevano trovato mentre Jungkook si era steso sul prato per giocare col
piccolo
cagnolino. A quella risposta, però, il più
giovane si era tirato su, mettendosi
seduto a gambe incrociate, per poter guardare il suo ragazzo e potergli
fare il
verso, mimando con le labbra la prima frase da lui pronunciata,
scimmiottandolo
con una serie di smorfie. Una volta finito, però,
tornò serio e a quel punto
riprese “Questo l'avevo capito, grazie tante hyung. Quello
che non capisco è
perché si è ridotto così!”
si girò verso di lui e, parlandogli direttamente
riprese “Insomma, non hai fatto niente di male! Se quei due
sono così scemi non
è mica colpa tua!” Poi, prima ancora che Taehyung
potesse rispondergli,
s’imbronciò anche lui “E poi so
perfettamente cos’è l’empatia! Solo che
io mi
preoccupo per le cose davvero importanti”
Aveva capito
perfettamente a cosa si riferisse. Lo aveva
visto star male al solo pensiero di Jimin triste, chiuso all'interno
della sua
stanzetta al college. Orgoglioso del cambiamento del più
giovane, ma allo
stesso tempo un po' invidioso dello sguardo adorante che l'altro gli
aveva
rivolto, alzò la testa, abbandonando il rifugio che le aveva
trovato
nell’incavo del collo di Jimin, e cercò di
riportare il discorso sulla
questione iniziale -più per non avere poi un altro motivo
per sentirsi ancor
peggio che altro. Senza riuscire ad abbandonare quel broncio che da
quella
mattina aveva iniziato a far parte della sua faccia, disse allora
“Tu non
capisci perché non li conosci. Loro sono… Sono
–“
“Amanti
segreti?”
Ignorò
anche la lieve risatina di Jimin alla battuta, per
riprendere il discorso “Loro sono due metà dello
stesso biscotto”. Annuì
convinto, credendo di non essersi mai espresso così bene.
Era ovvio, quella era
la metafora perfetta per i suoi hyung, entrambi all'apparenza un
po’ duri,
anche se per motivi diversi, ma in realtà ripieni di un
cuore cremoso. Come
poteva essere lui la causa della separazione e della lite di un
qualcosa di
così delizioso?!
Jungkook,
però, sembrava non pensarla alla stessa maniera. Si
sentiva il suo sguardo addosso e quando lo ricambiò lo
trovò con le
sopracciglia aggrottate e la bocca spalancata.
“Tu
hai un’insana passione per i dolci, lo sai?”
Certo che lo
sapeva, perché mai avrebbe dovuto chiamare il
suo cane Donut, altrimenti?!
“Dovrò
pur avere dei difetti anche io. E comunque non è
questo il punto!”
Alzò
la voce, attirando l'attenzione del cagnolino, che smise
di giocare con la pallina che l'altro ragazzo stringeva tra le mani e
gli corse
in contro. Non dovette pensarci due volte, lo prese subito in braccio e
si fece
consolare, come solo il suo bambino poteva fare. Non riusciva a
smettere di
credere, suo malgrado, che se non avesse agito in maniera
così egoista, tutto
quello non sarebbe mai successo. Doveva davvero fare come aveva pensato
all'inizio: portarlo a casa di soppiatto e nasconderlo per sempre in
camera sua.
“Tae,
sai che ti
capisco perfettamente. Se Yoongi hyung e Jin hyung dovessero mai
discutere per
un qualcosa che potrebbe dipendere da me anche io mi sentirei morire,
ma… Non
credo sia questo il caso”
Gli occhi di Tae
si allargano e si illuminarono a quelle
parole pronunciate dal suo migliore amico. Era per questo che aveva
sentito il
bisogno di correre da lui per parlarne, sapeva che solo lui avrebbe
potuto
capirlo. Quella era una delle prime cose che avevano scoperto di avere
in
comune. La seconda volta che si erano incontrati (non quella sera al
bar,
quella in cui Jin l'aveva presentati, ma dopo che si erano scambiati i
numeri e
avevano preso accordi per andare insieme al canile) quello fu uno dei
loro
primi argomenti di conversazione. Avevano scoperto che entrambi, anche
se per
situazioni diverse, erano finiti per diventare amici -e a volte la
ruota di
scorta- di un'altra coppia di inseparabili, migliori amici. Jimin era
cresciuto
nello stesso quartiere di Jin e Yoongi e, per una sorta di idolatria
che
provava per i due, aveva fatto di tutto per farsi accettare da loro.
Lui,
invece, trasferitosi in città per entrare al college, aveva
deciso di provare
anche la nuova esperienza di andare a convivere con persone nuove,
piuttosto
che nelle anonime e piccole stanzette che i dormitori offrivano. Tra i
vari
annunci che aveva preso in considerazione, quello che aveva scritto
Hoseok
l'aveva divertito particolarmente e, essendo lui un ragazzo sempre
pronto per
le esperienze più strane, aveva colto la palla al balzo. E
questo, la loro
passione per gli animali e altre confidenze che si erano fatti, tra le
quali
anche l'incredibile cotta di Jimin per il bel ragazzetto silenzioso che
passava
i pomeriggi in quello stesso canile per guadagnare quello che bastava
per
coprire una parte dei suoi studi di musica, l’aveva resi in
poco tempo a loro
volta degli inseparabili, migliori amici. Taehyung, dal canto suo,
aveva
scoperto troppo tardi che il suo interesse nei confronti
dell’altro si spingeva
un pochino troppo oltre. Nonostante quel piccolo particolare, che aveva
ormai
deciso di non prendere più troppo in considerazione -per il
bene di tutti-
aveva ormai capito che Jimin era la sua, di metà. In un modo
o nell'altro, non
aveva importanza il come. Era sicuro che insieme anche loro fossero
buonissimi,
anche se in maniera diversa da quella degli hyung. E per fortuna.
“Non
lo credi?”
Lo chiese con
tono colmo di speranza e Jimin, a quella
domanda, gli sorrise calorosamente, facendo
scomparire completamente i suoi occhietti dietro le sue
morbide guance
“Certo che no! Hai tutto il diritto di portare Donut in
quella casa! E poi tu
Hoseok hyung lo conosci meglio di me, se non fosse stato sicuro al
mille per
cento che andare a vivere con Yoongi hyung non fosse stata la cosa
giusta non
glie l'avrebbe mai chiesto! Anche Namjoon lo capirà
presto”
Taehyung, non
ancora del tutto convinto, sospirò
pesantemente, riprendendo ad accarezzare intensamente il cane che
ancora si
trovava tra le sue braccia “Ne sei sicuro?”
“Ma
certo! E poi vedrai, non sempre tutti i mali vengono per
nuocere. Dai, andiamo a portare le cose che hai comprato per Donut al
tuo loft.
Quando saranno lì inizierai a sentirti meglio, fidati di
me!”
Si fece
così convincere velocemente -non che fosse sicuro che
le cose fossero davvero come gli avevano detto, comunque. Si fermarono
quel
poco che bastava a casa Jeon, giusto per prendere tutte le cose che a
Donut non
sarebbero servite durante le sue ultime ore di permanenza lì
e ovviamente per
lasciare lo stesso cagnolino -per quanto avrebbe preferito portare lui
e non
solo la sua graziosa cuccetta, aveva deciso di dare al suo hyung ancora
il
tempo del trasloco ufficiale. Il tragitto fino al suo condominio, poi,
fu
veloce e ricco di pesanti sospiri. Tutti suoi, ovviamente. Gli altri
due,
invece, sembravano troppo impegnati a confabulare tra loro. Aveva quasi
intuito
stessero discutendo ma lui decise di farsi gli affari suoi. Ne stavano
parlando
a bassa voce, era ovvio che non volessero renderlo partecipe. Comunque,
sapeva
perfettamente che Jimin, in caso di problemi, gli avrebbe riferito
tutto. A
quel punto ci avrebbe pensato lui, in qualche modo -senza suggerimenti
esterni
non era credibile durante una discussione, ma poteva pur sempre aizzare
contro
Jungkook un Namjoon istericamente inferocito. Inoltre, in quel preciso
istante,
era troppo preso dell’immaginarsi quale catastrofe avrebbe
trovato celata
dietro la porta principale del loft. Scoprì, suo malgrado,
che la fantasia che
aveva avuto non si era allontanata troppo dalla realtà.
Hoseok aveva
etichettato ogni oggetto di sua proprietà della zona giorno
con dei post-it
colorati. Uno di questi era anche lo schermo piatto da
chissà quanti pollici
che aveva comprato poco più di un anno prima e che aveva
posizionato lui stesso
davanti al divano del salotto. Da quello che Taehyung poteva capire, la
loro
lite si era indirizzata verso l'apparecchio: mentre il biondo insisteva
in malo
modo, dicendo che non poteva portargli via anche quella, l'altro
continuava a
strillare e piagnucolare “Ma
è mia!”.
Si girò appena, sorridendo tristemente ai suoi amici. Era la
prima volta che li
portava a casa, non avrebbe voluto fosse così.
Pensò poi, però, che in un
giorno diverso la situazione non sarebbe poi cambiata tanto.
Entrò, facendo
loro cenno di seguirli, e andò subito verso Jin e Yoongi,
che se ne stavano
seduti a tavola, ispezionando insieme due diversi giornali, entrambi
nella
sezione degli annunci di lavoro. Si accomodò con loro,
ignorando per il momento
i due litiganti, e fece fare lo stesso a Jimin e Jungkook. Poi, senza
alzare
troppo la voce, chiese “Come va?”
Yoongi non lo
guardò nemmeno. Rimase con lo sguardo puntato
sulla pagina che stava leggendo e borbottò un “A
te come sembra stia andando?”.
Jin, invece, spostò lo sguardo verso il suo compagno e
fissandolo sbraitare,
seriamente disse “Almeno adesso discutono per un qualcosa di
più consistente di
una vestaglia, è comunque un miglioramento. Volete fare
merenda? Ho cucinato
tanto stamattina”
Già.
Non aveva ripensato al fatto che Jin si trasformasse in
una casalinga anni Cinquanta nei momenti di crisi. Sospirò
ancora una volta,
concentrandosi sulla mano di Jimin -non aveva dubbi fosse sua- che si
era
posata delicatamente sulla sua spalla. Le sue, invece, strinsero
leggermente i
manici della busta che conteneva le varie cose di Donut -probabilmente
Kookie
aveva ragione, era già diventato il cane più
viziato del mondo. Il
chiacchiericcio di sottofondo, le lamentele e le accuse che
continuavano a
riempire la stanza, però, non facevano altro che alimentare
il suo sentirsi un
verme, facendogli dimenticare velocemente tutto quello che gli era
stato detto
appena qualche minuto prima. Giusto un paio di giorni fa aveva
annunciato a
quei due che tutto quello che gli sarebbe servito, per essere felice,
era il
poter portare il suo cane a casa con sé. Ma, ora che era ad
un passo dal
realizzare il suo piccolo sogno, si rese conto che, se era questo il
prezzo da
pagare, non lo voleva più. Solo un paio di giorni prima si
era sentito dire, da
una persona a caso, che doveva imparare a tirare fuori le palle. Lui,
in quel
momento più che mai, era convinto che gli attributi
l’avesse sempre tirati
fuori. Aveva sempre preferito il benessere degli altri al suo
perché per lui
vedere le persone a cui voleva bene felici, equivaleva a stare bene.
Regalare
un sorriso ad un amico era ciò che di più bello
al mondo poteva esserci. Per
puro egoismo, invece, quel giorno aveva fatto litigare due delle
persone che
reputava più importanti e per loro era ora deciso a mostrare
tutto il suo
coraggio, più di quanto glie ne fosse servito per urlargli
contro la realtà
delle cose, e fare un passo indietro. Lasciò cadere le buste
a terra, facendo
rumore coi giocattoli sonanti per cani, quel tanto che bastava per
sovrastare
tutto quel vociare ed attirare l'attenzione su di sé. Quando
fu sicuro che gli
occhi di quei due scemi furono su di lui, parlò
“Hyung, dimentica tutto quello
che ti ho detto ieri. Riporterò Donut al canile, non devi
andartene. Smettete
di litigare adesso. Mi dispiace”
A quelle sue
parole calò il silenzio. Per una manciata di
secondi soltanto, ovviamente. Mentre Jimin squittì sorpreso,
sentì la voce di
Jin pronunciare un materno “Oh, Tae!”
e quella di Jungkook dire “Che mammoletta che sei”.
Quelli che però a lui
interessavano maggiormente si limitarono a fissarlo ancora, sbattendo
le
palpebre un paio di volte. Poi, Hoseok si girò verso Namjoon
e di nuovo,
strillando, lo accusò “Ecco, noi litighiamo e il
bambino pensa sia colpa sua!
Sei felice adesso?”
Non sapeva il
perché, ma iniziava ad avere la sensazione di
star assistendo al divorzio dei suoi genitori. Aggrottò le
sopracciglia,
confuso, mentre guardava il suo hyung avvicinarsi a lui e mettergli una
mano
intorno alle spalle “Tae, io non me ne vado per colpa del tuo
cane. Io me ne
vado perché voglio
farlo”
Oh.
Questo cambiava
le cose.
Jimin aveva
ragione. Ovviamente Jimin aveva ragione, perché
non gli aveva creduto sin da subito?! Tentò di fare mente
locale, cercando di
capire cosa ci fosse in tutto quello a sfuggirgli ancora. Fece per
aprire bocca
e chiedere delle spiegazioni di qualcosa che nemmeno lui sapeva quando
Namjoon,
tristemente, chiese al suo migliore amico “Come puoi voler
andare via da –“ -sembrò
mordersi la lingua prima di riprendere -“da qui per andare a
vivere con uno che
conosci da non più di qualche mese? È la cosa
più pazza che tu abbia mai
fatto!”
Fece un passo
indietro, per fare sì che lo hyung lo lasciasse
andare e per lasciargli tutta la privacy
di cui aveva bisogno -e soprattutto per poter assistere meglio e non
perdersi
nemmeno un'occhiata.
“Per
lo stesso motivo per cui tu hai deciso di rischiare
tutto e di fiondarti in una relazione più che seria con uno
con cui convivi da
non più di qualche mese! Pensi davvero sia da
pazzi?”
A quel punto
nessuno fiatò più per davvero. Taehyung,
più
rapito che mai, continuava a fissare i due guardarsi negli occhi fino a
che
Hoseok sospirò “Nam, smetti di cercare di
sabotarmi il trasloco e ammettilo”
“No.
Ti odio”
“Non
attacca neanche stavolta. Non è difficile, siamo in
parte sposati e sarà tremendo non abitare più
sotto lo stesso tetto dopo tutti
questi anni. Dillo”
Probabilmente,
quello era il loro momento più toccante e più
imbarazzante di sempre. Seriamente, avrebbe tanto voluto avere del
popcorn dolce
per poter sedersi sul divano e godersi la scena appieno. Di scambi di
battute
strane tra quei due ne aveva sentiti tanti, ma questo poteva batterli
tutti
tranquillamente. Sapeva che quei due fossero uno la metà
dell'altro, l'aveva
pensato quella stessa mattina e l'aveva detto poco fa a Jungkook, ma
non aveva
proprio pensato al fatto che lui si fosse sentito così male
solo perché quei
due si erano messi a litigare per non dirsi un semplice 'Mi mancherai'.
Quindi era vero,
erano seriamente patetici. Non per come
stavano gestendo i loro rispettivi fidanzati, ma per come si stavano
comportando tra loro. Logicamente, tutto tornava; lui stesso quella
mattina
aveva pensato che la loro strampalata relazione era stata presa
sottogamba in
quegli ultimi due giorni. Seriamente, come aveva fatto lui a prendersi
la
reputazione dell’eccentrico, lì dentro?
Fortunatamente, non era il solo a
pensare che tutto quello fosse tremendamente strano. Yoongi, infatti,
sembrò
riprendere coscienza di quello che lo circondava solo in
all’istante “Oddio, vi
rendete conto o no che ci saranno solo tre piani a separarvi? Sei rampe
di
scale, niente di più!” E detto questo se ne
andò verso il corridoio, seguito a
ruota da Jin hyung che tra sé e sé borbottava
“Incredibile, sono passato dall'essere
il ragazzo di uno con l'amante al fare l'amante di un altro”
Nonostante le
proteste, loro non smisero mai di guardarsi.
Namjoon non disse quello che Hoseok gli aveva chiesto di ammettere, ma
Tae era
sicuro che con quei semplici sguardi si stessero confessando e
confidando
tutto. In fondo, pensò girandosi verso Jimin che con un
semplice sorriso gli
trasmise un “Te l'avevo detto” pieno di
serenità, ora sapeva esattamente cosa
significasse avere qualcuno che potesse capirti al volo.
Qualche minuto,
un altro po’ di sguardi e un paio di lacrime
di Hoseok più tardi, si ritrovarono tutti impegnati ad
inscatolare gli averi di
quest'ultimo secondo il suo rigido e a suo parere pratico schema
perché “Così
sarà più facile mettere tutto in ordine
dopo”. Con la promessa di un buon pasto
abbondante preparato in casa da Jin (con l’inesistente aiuto
di Yoongi, che si
era palesemente offerto solo per non dover lavorare lì con
loro), erano stati
assunti anche Jimin e Jungkook, che con lui si stavano occupando
dell'armadio
dello hyung. Avevano entrambi fatto una faccia strana, una volta
rivelato il
maniacale metodo in cui i vestiti erano stati riposti e suddivisi ma
lui,
facendo di no con la testa, aveva lasciato intendere che non dovevano
porre
alcuna domanda a riguardo.
Namjoon, invece,
aveva ancora un muso a dir poco lunghissimo
“Non posso credere che non ti vedrò più
riordinare questa stanza”
“Non
dire così, ti prego. Potrei rimettermi a piangere da un
momento all'altro”
A quelle parole,
Taehyung vide Jimin sbuffare una piccola
risata. Jungkook, invece, gli si avvicinò di soppiatto e
sussurrò al suo
orecchio “Sei sicuro che non siano amanti
segreti?”. Lui, si limitò ad alzare
gli occhi al cielo ma non riuscì proprio a nascondere un
sorriso. Dal nulla,
però, Jimin chiese ad alta voce, dopo essersi schiarito la
voce, portando il
discorso in tutt'altra direzione “Quindi…
Rimetterete un qualche annuncio per
trovare un quarto coabitante adesso?”
Gli occhi di Tae
andarono inevitabilmente a cercare quelli di
Namjoon che, con sua sorpresa, trovò già puntati
su di sé. Lo hyung gli sorrise
e poi rispose a all'altro “Dovremmo parlarne prima ma penso
proprio che è
questo quello che faremo. Anche se l'annuncio vecchio andrà
modificato per
aggiungere la presenza di un cane e tutto il resto”
Sentì
il suo, di sorriso, allargarsi tanto da sentire male su
tutta la faccia. Il suo cuore, invece, stava per esplodergli nel petto.
Quello,
pensò, sarebbe stato il suo ricordo più bello
all'interno di quel loft. Per la
prima volta, si sentì preso in considerazione sul serio. Il
suo parere, la sua
opinione, il suo
cane, avevano un valore anche per gli altri. Niente,
pensò,
avrebbe potuto superare quel momento.
“Pensavo
che… Poterei venirci io. Se per voi va bene,
chiaramente”
Tranne quello.
Smise di
riempire con finta cura lo scatolone che si trovava
tra le sue gambe divaricate con le camice di Hoseok e, con la bocca
spalancata
dallo stupore, iniziò a fissare il suo amico, a corto di
parole. Quello era
molto di più di quanto avesse mai sperato di ottenere con la
sua missione
probabile. Boccheggiò un paio di volte nel tentativo di dire
un “Sì, sì ti prego”
rivolto a lui, ma anche a Namjoon, ma non ci riuscì. Allora,
si decise a fare
l'unica cosa gli sembrava possibile in quel momento. Si
lanciò su di lui,
rompendo probabilmente la scatola di cartone che aveva schiacciato col
ginocchio, abbracciandolo stretto tanto da togliergli il fiato. Jimin
ricambiò
subito con la stessa intensità, ridendo felice.
Sentì la voce di Hoseok, che in
quel momento suonava tanto lontana, lamentarsi “I miei
vestiti!” ma a quel
punto non glie ne poteva importare più nulla. Non quando
invece, sempre da un
angolo remoto di quella stessa stanza, sentì il suo
coinquilino dire “Se Tae
crede sia una buona idea…”. Non era una risposta
affermativa, ma era chiaro che
si sarebbe fatto andare qualsiasi decisione lui avesse preso. E
diamine, perché
mai far venire il suo migliore amico non doveva essere una buona idea?!
“Beh,
il ragazzo di Jimin non crede che questa sia una grande
idea e glie l'ha già detto più volte”
Questo poteva
essere uno dei perché. Probabilmente non era a
quello che pensava lo hyung, ma era comunque uno di quelli da prendere
in
esame. Probabilmente, realizzò, era anche lo stesso motivo
per cui prima, per
strada, quei due si erano messi a discutere alle sue spalle.
Jimin
lo lasciò andare
e Tae si trovò costretto a fare lo stesso. Lo
guardò poi avvicinarsi a
Jungkook, che li stava guardando imbronciati. Poggiò poi la
fronte sulla sua
tempia e sussurrò “Dai Kookie, non fare
così”
Taehyung,
guardandoli, strinse le labbra in una linea
sottile. Poi, deciso, si alzò anche lui e si
avvicinò, posizionandosi accanto
al più giovane, dalla parte opposta rispetto a quella di
Jimin “Sì, dai Kookie!
Pensa, verrai qui ogni volta che vorrai e noi e Donut potremmo stare
sempre
sempre insieme! Faremo tanti pigiama party!”
Il ragazzo, per
tutta risposta, iniziò a sbracciare, cercando
di allontanare entrambi “Levatevi!”
Fu sicuro,
però, di vederlo cedere per un attimo. Ovviamente,
come poteva resistere con quello sguardo antipatico di fronte agli
occhi dolci
del suo fidanzato. Si guardarono a lungo, tutti e tre, fino a che il
più
giovane sbottò “Aaaah!
Prova a dire
ancora una volta che sono un insensibile adesso!”
Jimin a quel
punto, dopo avergli dato uno schioccante bacio
sulle labbra, e si aggrappò forte al suo collo. E lui, col
cuore traboccante di
gioia, non riuscì a trattenersi, e si tuffò su
entrambi. Nonostante le risate
di uno e le lamentele dell'altro che gli rimbombavano nelle orecchie,
riuscì
comunque a distinguere una seconda risata, molto più
sguaiata dell'altra.
Ricordandosi solo allora della presenza degli altri aprì
solo un occhio, per
cercare la figura di Hoseok che, divertendosi come un matto, prendeva
in giro
Namjoon “Oddio, tutto questo è bellissimo! Io me
ne vado nel mio nido d'amore e
tu ti ritrovi a mettere su famiglia con Jin hyung. Tre bambini e un
cane!
Oddio, mi sto sentendo male! Devo raccontarlo a Yoongi!”
E mentre lui si
alzava, chiamando a gran voce il suo Dolcezza,
continuando ancora a ridere
con le lacrime agli occhi, Namjoon lo seguì iniziando a
borbottare, sostenendo
che niente di tutto quello che il suo amico sosteneva si sarebbe mai
avverato,
chiamando a sua volta Jin hyung in cerca di sostegno -che non
riuscì a trovare,
da quello che Tae poté capire. Lui, d'altro canto, strinse i
suoi amici un po'
di più, nonostante la gomitata allo stomaco che gli
arrivò (sicuramente da
parte del più piccolo).
"Sarà
fantastico"
---
Era incredibile, agli
occhi di Taehyung, come le cose fossero cambiate radicalmente nel giro
di una
manciata di ore. Il contratto d'affitto del nuovo appartamento di
Hoseok e
Yoongi hyung iniziava ad essere valido dal lunedì della
settimana successiva.
Avevano passato la domenica, tutti e sette, a spostare tutto, dalle
cose loro a
quelle di Jimin, che invece aveva fatto carte false per lasciare il
prima
possibile la sua stanza al college, che aveva iniziato ad andargli fin
troppo
stretta, soprattutto da quando Jungkook aveva iniziato a far
ufficialmente
parte della sua vita. Lui, ovviamente, non appena i suoi due hyung si
dichiararono ufficialmente fuori dal loft, iniziò a correre
e scalpitare per
preparare tutto in onore dell'arrivo di Donut, previsto per quella
stessa
mattina. Aveva comprato ben due cucce ultra morbide, una per il
soggiorno e una
per la sua stanza. Aveva ovviamente sistemato anche le ciotole e tutti
suoi
giochi, dalle palline ai pupazzetti. Il cagnolino, poi,
sembrò ambientarsi
subito alla sua nuova casa -senza contare il fatto che fece capire sin
da
subito di preferire il vero divano alla sua stessa cuccia (e non era
colpa di
Tae che, quando i suoi due hyung non guardavano, batteva freneticamente
sul
cuscino della poltrona per farlo salire accanto a lui. No,
assolutamente).
Anche Jimin aveva preso pian piano possesso della vecchia stanza di
Hoseok,
poco preoccupato delle deplorevoli cose avvenute là dentro.
Inoltre, non sembrò
avere problemi ad abituarsi al ritmo della casa e dei suoi nuovi
coinquilini. E
loro, inevitabilmente, si erano subito adeguati al lui. Uno dei due
già lo
conosceva, certo, ma l'altro non poté fare a meno di
capitolare di fronte alla
sua dolcezza (anche se evitava in tutti i modi di darlo a vedere). Jin
hyung,
poi, si impegnò subito a comprare una nuova televisione,
più grande della
precedente, per zittire le lamentale del compagno che ovviamente non si
erano fermate.
Namjoon, infatti, non aveva mai ammesso di non aver preso bene il
trasloco del
suo amico. Non che ne avesse bisogno, chiaro. Ogni occasione, per lui,
era
diventata buona per chiamarlo fedifrago,
proprio come l'altro aveva fatto nel suo ultimo momento di follia. Lui,
comunque, non sembrava prendersela troppo. Ogni volta che si sentiva
denominare
a quel modo gli rispondeva soffiando un bacio in sua direzione per poi
dirgli
che gli voleva bene. Per poi girarsi subito nella direzione di Yoongi e
supplicarlo
di non lasciarlo. Quello, tuttavia, si limitava ad alzare gli occhi al
cielo e
mugolare infastidito. Hoseok, dal canto suo, nonostante si fosse
stabilito
ufficialmente in quello che ormai chiamava il suo nido
d'amore al terzo piano, non si era liberato della chiave
della
porta d'ingresso del loft. Infatti, lui e il suo compagno piombavano
lì nei
momenti più disparati della giornata. Aveva detto che
l'aveva fatto solo per
motivi di sicurezza, ma Tae aveva capito perfettamente che in
realtà nemmeno
lui era riuscito a separarsi del tutto dal suo amico.
Pure Jungkook,
comunque, sembrava trovarsi estremamente bene
in quella casa. Non perdeva occasione di venir a far visita al suo
ragazzo,
ogni volta che i suoi impegni glie lo permettevano e,
nonostante il suo atteggiamento all'inizio poco affabile, era riuscito
a legare
abbastanza velocemente anche con gli altri. Tra
loro due, poi, Tae poteva dire con
orgoglio che le cose si fossero definitivamente chiarite. Lo erano
già, ma
quando, mentre aiutavano Jimin a sistemare la sua stanza, rimasero per
un
momento da soli, lui non riuscì dal trattenersi dal chiedere
"Tra noi non
ci sono problemi per questo, vero?" facendo un cenno con la testa per
fargli capire che si stava riferendo alla sua nuova convivenza con
l'altro.
Jungkook, allora, con tono di resa, gli rispose "Ci teneva tanto a
vivere
con la metà del suo biscotto,
non
potevo dirgli di no. Dopo il modo in cui mi sono comportato con lui
renderlo
felice è il minimo che possa fare"
Soddisfatto
della risposta, Tae lo accecò col suo sorriso
"Grazie. Anche se io e lui non siamo un biscotto. Siamo troppo
carini"
"Sì.
Non capisco una sola parola di quello che
dici" poi, sospirando ancora, con un tono che faceva notare quanto
stesse soffrendo
per aver solo pensato quelle parole, aggiunse "E comunque lo devo anche
a
te. Tu ti sei fatto da parte per me, è giusto che io lo
faccia per te".
Quella volta, si
rese conto pure che, qualunque buonissima
cosa fossero, non aveva una sola metà e insieme, tutti e tre
riuscivano a
comprendersi, completarsi e spronarsi a vicenda.
E ovviamente,
quando in casa c'erano tutti, era letteralmente
una festa continua. Era strano da ammettere, ma Taehyung non aveva mai
sentito
quel posto come casa sua. Mai, se non a partire da quel fatidico
lunedì. Ed
essere circondato da tutti quelli che considerava la sua famiglia
adottiva era
ciò che di più bello potesse esserci al mondo.
Dopo una sola
settimana, Taehyung capì che quello che aveva detto
tempo prima era ancora una verità assoluta. La
tranquillità, in quel loft, non
sarebbe durata per più di cinque minuti. Lo capì
nel momento in cui, non appena
si misero seduti a tavola tutti e sei (chiaramente
Jungkook era lì e chiaramente
Tae
divideva la sua sedia con Donut) per fare una ricca colazione preparata
da Jin,
Hoseok e Yoongi fecero il loro ingresso, irrompendo rumorosamente in un
clima
già movimentato di suo.
"Buongiorno
bambini! Buongiorno genitori! Fateci spazio.
Veloci o faccio tardi. Il passare da un appartamento all'altro mi fa
perdere
troppo tempo" poi, notando anche Donut, aggiunse "Oh buongiorno anche
a te coso peloso"
Jin, allora, si
affrettò a prendere gli altri due piatti -non
l'aveva messi a tavola, ma comunque l'aveva lasciati previdentemente
sull'isola
della cucina già pronti all'evenienza- mentre Namjoon, al
solito, grugniva
"Se perdi tutto questo tempo perché diavolo non rimani nella
vostra
maledetta casa?"
"Nam, siamo
poveri! Dobbiamo andare avanti con un solo
stipendio, aiuta un amico in difficoltà!"
"Sì
beh, ieri sera al pub abbiamo scoperto di dover
assumere qualcuno. Da quando passo più tempo dietro il
sipario il bancone è
spesso scoperto"
Lo disse
guardando Yoongi, facendo malamente capire che gli
stava in realtà facendo una proposta di lavoro. Tae,
sbalordito, si permise di
sbirciare un attimo Jin, vedendo anche lui totalmente sorpreso. Era
chiaro che non
ne avesse fatto parola con nessuno.
Yoongi,
sollevando le sopracciglia, chiese "Mi stai
chiedendo di venire a lavorare con te?"
"Per
me. E no,
ti sto offrendo delle serate di prova"
Così,
mentre il diretto interessato iniziava a lamentarsi,
perché a lui non sarebbe servita nessuna prova e che quel 'per lui' non gli piaceva affatto, Hoseok
riprese ancora una volta
a singhiozzare perché quella era la cosa più
bella che il suo migliore amico
avesse fatto per lui. Namjoon, ovviamente e con poca
credibilità, tentava di
difendersi dalle accuse, sostenendo che la sua non era gentilezza, era
solo un
caso che Yoongi fosse disoccupato nello stesso momento in cui a lui
serviva un
dipendente e che lo faceva soltanto perché era stufo di
vederli svuotare il
loro frigorifero ogni giorno. Jin, in tutto ciò, sembrava
non sentire nessuno:
era già partito per uno dei suoi monologhi, intento a
tessere le lodi del suo
bellissimo e perfetto fidanzato. Jimin e Jungkook, a quel punto, si
girarono
entrambi verso Tae e dopo essersi scambiati uno sguardo d'intesa
-perché sì, i
loro hyung non erano di certo persone normali- iniziarono a ridere
divertiti
fino a che Donut, reclamando la sua attenzione ed un po' di cibo, non
si mise
ad abbaiare leggermente.
Probabilmente,
quando aveva ideato e poi attuato la sua
missione probabile, di fattori da prendere in considerazione ce n'erano
tanti
altri, oltre a quelli che aveva già scoperto prima, dalle
varie relazioni che
c'erano tra loro alle loro più disparate
personalità. Comunque, pensò, ne era
valsa la pena, inutile e orrendo senso di colpa compreso. Guardando
tutti i
suoi amici riuniti lì, intorno a quella tavola, che
vociavano uno sopra
all'altro, col suo cagnolino che grato gli riempiva il braccio di
bacini,
Taehyung era sicuro che le cose non potevano andargli meglio.
In fondo,
la tranquillità era sopravvalutata.
C'era una cosa
però che in quei giorni Taehyung aveva
decisamente sottovalutato. Il giorno dell'esame d'inglese era
ufficialmente
arrivato e lui, dopo sette giorni, ancora non aveva capito una sola
parola
scritta in quel dannato libro. Namjoon hyung, poi, non era riuscito a
mantenere
tutti i giorni la promessa. Non che glie ne facesse una colpa, in fondo
era
stato decisamente impegnato in quel periodo. Tra il nuovo lavoro e il
tentativo
di rallentamento del trasloco dell'amico, di tempo da dedicare a lui ne
aveva
sacrificato. Comunque, un pochino l'aveva aiutato; almeno adesso non
avrebbe
fatto una scena completamente muta.
Era tardi,
mancavano solo due ore all'inizio della prova e
lui doveva ancora portare Donut a fare la sua piccola passeggiata del
primo
pomeriggio. Aveva chiesto agli altri se potevano dargli una mano ma non
aveva
avuto molto successo. Jungkook e Jimin erano già usciti per
andare insieme al
canile, Jin hyung e Namjoon hyung gli avevano detto che doveva imparare
a
gestire meglio i suoi impegni da solo (i patti per avere il cane in
fondo erano
quelli), Hoseok hyung era al lavoro e Yoongi hyung gli aveva riso in
faccia. Si
era ritrovato quindi a dover fare le cose di corsa, prendendo
distrattamente
collare e guinzaglio con una mano e il cagnolino con l'altra,
portandolo
all'interno dell'ascensore. Solo quando fu all'interno si permise di
lasciarlo
a terra, nel tentativo di mettergli il suo collare turchese.
Maledì il nulla,
però, quando l'ascensore si fermò al terzo piano.
Pensò per un attimo che lo
hyung che si era rifiutato di aiutarlo ora volesse pure fargli perdere
tempo.
Si ricredette, però, quando le porte si aprirono di fronte
ad un ragazzo -Tae
avrebbe potuto giurare avesse circa la sua età, forse un
pochino più giovane- a
dir poco appariscente. Aveva i capelli azzurri e ok, i suoi erano
viola, ma
almeno non andava in giro all'interno di un condominio con degli enormi
occhiali da sole in stile diva di Hollywood. Ripensando però
al fatto che
comunque lui l'aveva fatto col pigiama e le pantofole a forma di
coniglio,
probabilmente non si sarebbe mai dovuto permettere di giudicare. Si
mise da una
parte, per fargli spazio e permettergli di entrare liberamente e
velocemente.
Quando però questo fece un passo in avanti, la punta di una
delle sue All Star rosse si
incastrò nella fessura delle
porte scorrevoli. Il ragazzo ovviamente inciampò, cadendogli
letteralmente ai
piedi. Taehyung non fece in tempo a muovere un muscolo per correre in
suo
soccorso che questo si era già rimesso in piedi, girandosi
dalla parte opposta
a testa bassa "Ti prego, dì che non hai visto niente"
Con gli occhi
ancora sgranati, ora più per l'assurdità della
richiesta che per lo spavento, non poté fare a meno di
rispondere "Solo se
mi assicuri di non esserti fatto nulla"
"No, il mio amor
proprio oramai è abituato alle
figuracce che faccio di fronte ai ragazzi carini" e a quelle parole
vide
le sue orecchie tingersi completamente di rosso, creando un contrasto
evidente
con la sua carnagione scura e i suoi capelli colorati "E adesso ne ho
fatta un'altra"
Sforzandosi in
tutti i modi di non ridere, Taehyung si
accorse che i suoi enormi occhiali erano caduti a terra e che
lì erano rimasti.
Si abbassò per raccoglierli, riprendendo poi anche Donut in
braccio
"Riprendi questi, rischi di perderli altrimenti"
A quelle parole
il ragazzo si girò verso di lui,
permettendogli così di guardarlo negli occhi per la prima
volta. C'era
qualcosa, nel suo viso, di tremendamente familiare e allo stesso tempo
di
nuovo. Qualcosa di diverso, che
attirò
Tae in un baleno. Solo in quel momento riuscì a capire le
parole usate dal suo
amico quando, tra le loro iniziali confidenze, gli aveva detto "La prima volta che i nostri sguardi si
sono incrociati ho capito di voler Jungkookie nella mia vita".
Rimase immobile,
non sapendo cosa fare o cosa dire -e mai una
cosa del genere gli era successa, nemmeno con Jimin- guardandolo
allungare una
mano verso la sua, quella che stava ancora stringendo i suoi occhiali.
Il
ragazzo, invece, sembrò notare solo in quel momento anche la
presenza del
cagnolino "E' bellissimo"
Si
avvicinò, senza smettere di guardare lo sconosciuto,
approfittando della scusa che gli si era presentata "Si chiama
Donut". Il ragazzo allora riportò lo sguardo sul suo,
mozzandogli per un
attimo il respiro e chiedendogli il permesso di accarezzare il suo
bambino.
Taehyung annuì freneticamente, sorridendo, e fu
così che passarono gli ultimi
secondi di discesa dell'ascensore. Quando poi arrivarono al pian
terreno, il
ragazzo dai capelli celesti uscì per primo, guardando bene
dove stesse mettendo
i piedi, e poi, si fermò goffamente, aspettando che
uscissero anche loro.
"Quindi... Anche
tu abiti qui?"
Annuì
di nuovo, sentendosi un po' scemo. Dopo aver fatto
mente locale, si decise a rispondere in maniera più consona
"All'ultimo
piano"
"Oh grande! Io
mi sono appena stabilito al terzo piano.
E' l'appartamento di mio fratello, l'ho raggiunto perché tra
poco inizierò ad
andare al college"
"Oh
sì, grande! Al terzo piano ci capito spesso, ci
abitano anche due miei amici!"
Il ragazzo
allora gli sorrise, mostrandogli quanto in realtà,
nonostante quei tocchi un po' esagerati che attiravano troppo
l'attenzione, il
suo viso fosse adorabile.
"Allora ci
rivediamo in giro sicuramente!"
E dopo aver
detto quelle ultime parole lo salutò con la mano,
per poi guardarla e alzare gli occhi al cielo, come se avesse appena
pensato
quanto fosse stato ridicolo quel gesto. Taehyung, d'altronde,
pensò di essere
stato lui, quello stupido. Non era neanche riuscito a chiedergli come
si
chiamasse. Poco male, si disse. Da quel giorno in poi sarebbe passato a
casa di
Yoongi e Hoseok molto più spesso.
Rimettendo Donut
a terra e iniziando a camminare, controllò
l'orario. Si era fatto decisamente tardi, non aveva più
molto tempo a
disposizione per poter fare tutto quanto. Senza contare il fatto che
adesso una chioma
azzurra e un carinissimo sorriso non
l'avrebbero fatto più concentrare un granché
durante l'esame. Ma, come il suo
migliore amico gli aveva detto una volta, non tutti i mali venivano per
nuocere.
E'
un po' che sto fissando la questa pagina in cerca delle
parole giuste da dire. Vi dirò, nonostante il magone al
pensiero di dover
cliccare quel "Completa" per lo stato della storia (cosa che
avrò già
fatto quando voi leggerete tutto ciò, argh), non mi sento
affatto triste o in
vena di sdolcinati piagnucolii -non ora, ho già dato nel
pomeriggio.
Non è mia intenzione quindi fare la melodrammatica come a
mio
solito. In realtà non lo è mai stata, ma essendo
una fan del "complichiamoci la vita da soli"
non ho potuto farne a meno *cade*
Sei
mesi. Venerdì 29 Gennaio ho pubblicato il prologo di
questa storiella, con una sola manciata di capitoli pronti e senza
avere la
minima idea di cosa ne sarebbe poi uscito fuori. Non avrei mai creduto
di
arrivare ad oggi, Venerdì 29 Luglio, e di scrivere le mie
ultime note per The
Loft. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, non di arrivare
al
ventesimo capitolo, di avere tutto questo sostegno da parte vostra o di
affezionarmi
così tanto a questi miei personaggi. Non ci avrei mai
nemmeno sperato. Insomma,
questa storia è semplicemente il frutto dei miei
vaneggiamenti e del mio essere
una Telefilm Addicted! E' anche vero, però, che è
nata perché avevo bisogno di
una distrazione, di qualcosa che mi aiutasse a non pensare troppo e
devo dire
che ha centrato il bersaglio in pieno. Sarebbe impossibile per me non
volerle
bene.
Comunque.
Su questo capitolo in particolare non so quante
cose ci siano da dire. Sicuramente non a tutti sarà piaciuto
il mio espediente,
ma il dare poco spessore al personaggio di Tae all'inizio è
stato un modo per
far capire che è sempre stato lui, in realtà, a
rendersi un personaggio
secondario. Lui è il personaggio più fanfictionesco
della storia ai miei occhi. Non so quante persone al mondo siano
davvero
disposte a farsi da parte in qualsiasi occasione per pura
bontà d'animo. Comunque,
anche lui come tutti gli altri "storici coinquilini" di questo Loft
è
riuscito ad andare oltre il suo solito atteggiamento e capire che, a
volte,
fare qualcosa per se stessi non deve essere per forza un male per gli
altri.
Per
quanto riguarda l'ultimissima scena, sappiate che questo
ragazzetto dai capelli celesti ha effettivamente un'identità
e che è anche vero
che almeno un pochino col nostro TaeTae lo shippo. Ho voluto mantenere
il suo
nome segreto però perché questa è una
cosa tra me ed un'altra persona. Chiamiamola
questione di famiglia xD
Ovviamente, se qualcuno volesse sapere qualcosa in più
può
liberamente chiedere ;)
Ora,
per concludere voglio ringraziare tutti, ognuno di voi,
un'ultima volta ♥
Non
solo chi ha dedicato una parte del suo tempo
per lasciare una recensione ai miei scleri, ma anche chi ha letto e
seguito
silenziosamente questa storia, chi mi ha dato fiducia e chi
è riuscito ad
arrivare sin qui. Seriamente, ma come avete fatto? xD
In
particolare, stasera devo e voglio ringraziare in
particolare _ez_ (omg finalmente
posso citarti) perché mi ha sempre aiutata ed ascoltata,
è stata fantastica. In
più, vorrei invitarvi tutti a leggere la sua bellissima
storia, "Rebus".
Non che abbia bisogno della mia pubblicità *cade*
sicuramente vi sarete già
accorti tutti quanti di quanto sia brava :D
Va beh, adesso basta però. Le note stanno diventando
più
lunghe del capitolo, non mi pare il caso di aggiungere altro. Non
volevo fare
la sdolcinata e invece mi ritrovo a spargere ammore e polvere di fata
ovunque
xD
*cerca
imbarazzata un modo per sfuggire alla tristezza che
incombe*
Buonanotte
a tutti quanti ♥
Grazie ancora, di cuore ♥
YoongiYah
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