The Loft

di YoongiYah
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Jin ***
Capitolo 2: *** I - Namjoon ***
Capitolo 3: *** II - Hoseok ***
Capitolo 4: *** III - Jin ***
Capitolo 5: *** IV - Hoseok ***
Capitolo 6: *** V - Jin ***
Capitolo 7: *** VI - Namjoon ***
Capitolo 8: *** VII - Taehyung ***
Capitolo 9: *** VIII - Jin ***
Capitolo 10: *** IX - Hoseok ***
Capitolo 11: *** X - Namjoon ***
Capitolo 12: *** XI - Taehyung ***
Capitolo 13: *** XII - Hoseok ***
Capitolo 14: *** XIII - Jin ***
Capitolo 15: *** XIV - Namjoon ***
Capitolo 16: *** XV - Taehyung ***
Capitolo 17: *** XVI - Jin ***
Capitolo 18: *** XVII - Namjoon ***
Capitolo 19: *** XVIII - Hoseok ***
Capitolo 20: *** XIX - Taehyung ***



Capitolo 1
*** Prologo - Jin ***













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Quando Jin varcò la soglia di quel loft, ritrovandosi davanti tre ragazzi, capì subito di aver interpretato male l'annuncio trovato su internet. Era convinto che i tre coinquilini nominati fossero ragazze, o che almeno uno di loro lo fosse (sicuramente quello che lo aveva scritto, l'annuncio, perché andiamo, "tinte calde"? "arioso"? "inondato di luce"? Quale ragazzo usa termini del genere per descrivere un appartamento? Non sarebbe mai venuto in mente nemmeno a lui e beh, non era esattamente un modello di virilità!)

Non che il convivere con dei ragazzi non gli andasse a genio, solo che non gli dispiaceva nemmeno l'idea di avere delle ragazze in casa, più per l'ordine e la pulizia che altro in realtà. Ma considerando la questione iniziale, forse il fatto che fossero ragazzi non era un problema in quel senso, stando anche alle perfette condizioni dell'enorme salone in cui si trovavano in quel momento.

Lo fecero accomodare sul divano e se li ritrovò tutti e tre dalla parte opposta del tavolino da caffè. Si permise, solo per un attimo, di studiarli un po': il primo sulla sinistra, quello che si era presentato come Taehyung, era sicuramente il più giovane, viso adorabile, sorriso inquietante e rettangolare, e coi capelli viola; quello al centro, Namjoon gli sembrava di ricordare, era uno spilungone biondo platino con una fossetta su cui Jin, se doveva essere proprio sincero, aveva immaginato di infilare la lingua (ecco, quello poteva essere un problema legato alla convivenza con tre bei ragazzi). Il terzo, quello sulla destra -non riusciva a ricordarsi il nome perché si era presentato mentre lui stava fantasticando sulla fossetta del biondo- era quello che probabilmente aveva il fisico meglio messo; se non fosse stato per quel viso un po' allungato e quella voce troppo nasale avrebbe fatto un pensierino anche su di lui.

Fossetta -Namjoon- fu il primo a rompere quel silenzio imbarazzato "Dunque ehm, Seokjin, giusto? Vorremo farti delle domande se non ti dispiace, sai giusto per verificare il livello di compatibilità di convivenza"

Avrebbe voluto tanto dirgli che sperava di essere compatibile con la sua fossetta, ma probabilmente quella non era una grande idea; nonostante le aspettative fossero completamente diverse, in quel momento aveva davvero bisogno di un tetto sopra la testa che non fosse quello di Yoongi.

"Potete chiamarmi semplicemente Jin e certo che non mi dispiace rispondere alle vostre domande" sorrise, cercando di sembrare il più cordiale possibile e sperando che quei preliminari finissero presto, non aveva intenzione di passare un'altra sola notte a casa del suo migliore amico, grazie tante per l'ospitalità in ogni caso.

"Ok, Jin. Allora, ehm-"

"Hai degli animali domestici?" Sorriso Rettangolare si intromise, facendo così la prima domanda, che Jin trovò estremamente sensata e fu certo che con la sua risposta avrebbe avuto sicuramente una possibilità in più "No, nessun animale" convinzione che venne subito smontata dalla faccia delusa del ragazzo.

"Tae, falla finita. Non possiamo tenere animali in casa, quindi smettila. L'avevo scritto anche sull'annuncio"

E fu così che si risolse il mistero dell'annuncio. Quindi, la probabile ragazza nascosta nel corpo di un ragazzo era il tizio senza nome, quello che nella sua testa era ancora "Belle Gambe". In effetti, guardandolo bene, con quei capelli scuri perfettamente acconciati e quei mocassini dall'aria costosissima ai piedi, il mistero dell'autore dell'annuncio non era poi così misterioso.

"Infatti, sinceramente mi sono interessato al vostro appartamento anche per questo. Amo gli animali, ma amo di più vivere in una casa pulita e senza peli sparsi in giro"

BG -Belle Gambe- sorrise e con quel bel sorriso a forma di cuore Jin pensò sinceramente che il problema del viso un po' allungato poteva essere risolvibile, ci si poteva fare l'abitudine.

"Questo è sicuramente un punto a tuo favore, Jin! Non è contro il regolamento del condominio tenere gli animali, ma è contro il mio. Sono un po' maniacale quando si tratta di pulizia, più che altro perché sono allergico un po' a tutto, ma al nostro Taehyung piacerebbe tanto avere una fattoria libera per casa, probabilmente sperava di trovare un alleato"

Dopo essersi dato una pacca mentale sulla spalla ed essersi congratulato, sempre mentalmente, con se stesso per aver fatto colpo su BG -poteva contare su un voto su tre a suo favore ed erano solo all'inizio- sorrise, di nuovo "Perfetto allora!" La sua attenzione venne però attirata dal più giovane nella stanza, che aveva abbassato lo sguardo e stava fissando il tappeto sotto ai loro piedi con un broncio davvero carino -Dio, il suo istinto da mamma chioccia stava per essere smascherato da un ragazzetto coi capelli viola "Mi dispiace Taehyung, davvero. Se ti interessa però un mio amico fa volontariato in un canile qui in città. Più che altro si occupa di portarli a spasso, dargli da mangiare e fargli il bagno, potrei presentarvi"

Il sorriso rettangolare fece ritorno su quel visetto vispo. "Sentito hyung?!" disse poi, facendo la linguaccia a BG.

Due su tre, stai andando alla grande Kim Seokjin!

"Taehyung, cresci. Quello di cui volevo parlarti io sono le nostre abitudini in casa. Solitamente, ognuno pulisce la propria stanza, mentre per quelle in comune facciamo dei turni ad estrazione, anche sa va a finire che Hoseok ripulisce anche dove abbiamo pulito io e Tae. Per cucinare la cosa è più problematica. Il nostro ex coinquilino, quello che tu potresti sostituire, se la cavava ai fornelli quindi ci pensava lui. Da quando si è trasferito però stiamo mangiando solo cibo da asporto e la cosa sta diventando piuttosto dispendiosa"

A quel punto Jin ebbe la certezza che era fatta -e che poteva smettere di chiamare BG in quel modo- "Come ho già detto, sono il primo a voler vivere in un luogo più che pulito, quindi per questo potete stare tranquilli. E per la cucina non è un problema. Mi piace cucinare, lo faccio per lavoro, sono il cuoco di un catering e quando sono a casa spesso cerco di ideare piatti nuovi da proporre ai miei clienti e dei pareri in più sono sempre utili"

Ma, mentre Taehyung e l'ormai Hoseok lo guardavano con dei sorrisi che potevano spaccare loro le guance, Namjoon continuava ad osservarlo, poco convinto "Se non ti dispiace Seokjin, vorrei parlare con i miei coinquilini in privato"

Quando il biondo si ritirò in una delle stanze, seguito dagli altri due che sembravano estremamente perplessi, Jin non poté resistere: una volta che la porta venne chiusa si avvicinò, cercando di origliare quello che gli altri tre stavano dicendo.

 

"Non sono convinto"

"Si può sapere che ti prende? Vuole pulire e cucinare, senza contare che potrebbe anche trovare una soluzione per il problema Taehyung, portandolo dove dovrebbe vivere davvero"

"Non mi dispiacerebbe vivere con dei cani"

"Appunto! Andiamo, sembra perfetto! Non ti spaventa la cosa?!"

"Sinceramente mi spaventi più tu"

 

E dopo quest'ultima frase la porta si riaprì e Jin si ritrovò faccia a faccia con BG -Hoseok!- e gli altri due, che lo stavano guardando con le sopracciglia inarcate. Tanto prima poi una figuraccia l'avrebbe dovuta fare comunque.

Dopo un lunghissimo silenzio fatto di sguardi confusi e imbarazzati, Jin si convinse che gli rimaneva una sola carta da giocarsi: quella della sincerità.

"Sentite, ho bisogno di un posto dove stare. Fino alla settimana scorsa vivevo con il mio ragazzo -ex ragazzo- ma dopo essere stato fuori città per il fine settimana l'ho sorpreso a letto con un altro, quindi ho cercato di recuperare la maggior parte delle mie cose e chiedere asilo al mio migliore amico. Adoro Yoongi, sul serio, certo, è uno stronzo la maggior parte delle volte, ma siamo cresciuti insieme e sono convinto che sia la mia metà, ma con lui la convivenza proprio non funziona. Non esattamente con lui, più che altro con il resto dei sui coinquilini. Vive in un appartamentino insieme ad un gruppo di ragazzi che come lui stanno facendo il trainee per diventare idol e debuttare nel mondo della musica e fidatevi, non è così semplice vivere con dei ragazzi esauriti e perennemente a dieta. E sì, forse voi non siete esattamente quello che mi aspettavo. Ero convinto di ritrovarmi davanti delle ragazze e non dei ragazzi sui quali potrei anche fantasticare. E probabilmente l'andare a vivere con degli sconosciuti che hanno messo un annuncio su internet non è neanche la migliore idea che ho avuto in vita mia, ma non può essere peggio dell'andare a vivere con Hyosang e scoprire, dopo sei anni di relazione, che mi tradiva con un tizio qualunque, senza nemmeno un valido motivo perché andiamo, io sono così e quello non è nemmeno lontanamente carino quanto me. Dunque, Namjoon, ti spaventa il fatto che sono perfetto? Beh, non lo sono, volevo solo sembrarlo per convincervi. Sono logorroico, come puoi ben notare, narcisista e al momento anche emotivamente instabile -sapete, per il tradimento- quindi ti sto pregando, fammi venire a vivere qui!" 

Probabilmente, Jin si rese conto solo dopo essersi zittito che il suo monologo l'aveva spaventato ancora di più; mentre Taehyung stava ridendo a crepapelle -il ragazzino doveva essere messo in riga perché cazzo, vi ho appena raccontato di aver scoperto di avere le corna dopo anni di fidanzamento, non puoi ridermi in faccia- Namjoon lo stava fissando a bocca aperta, chiaramente allucinato e senza parole. Era convinto di essersi giocato la carta della sincerità nel peggiore dei modi, ma quando sentì Hoseok pronunciare il verdetto finale "Basta, il contratto di affitto è a nome mio e decido io! Sei dei nostri, benvenuto a casa tua!" pensò che di matti al mondo ce n'erano tanti e lui stesso ne faceva parte, ma che al peggio non c'era mai fine.

A quelle parole Namjoon e Jin, in sincrono, si girarono di scatto verso Hoseok e in coro chiesero "Come scusa?"

E mentre Taehyung continuava a ridere -Jin si stava chiedendo come ancora riuscisse a respirare- sul viso di Hoseok, mentre tornava a sedersi sul divano, accavallando quelle belle gambe in maniera piuttosto femminile -appunto- comparve un sorriso, e non quel bel sorriso a forma di cuore che aveva visto prima, ma uno decisamente più malizioso "Nam, ha detto che il suo migliore amico è un futuro idol! Un futuro idol che convive con altri futuri idol! Sai quanto mi piacciono gli idol"

Seokjin, ringraziando mentalmente Yoongi -non l'avrebbe mai fatto veramente, quello rischiava di montarsi la testa ancora di più- esultò -tanto ormai la sua follia era venuta fuori, poteva anche lasciarsi andare- nonostante sentì Namjoon sospirare e sussurrare un "Dannati idol"

Tanto ormai aveva tempo per conquistare la simpatia di quel ragazzo e della sua fossetta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera a tutti, miei cari lettori!

In queste note dovrei dirvi come sia nata l'ispirazione per questa storia o cose del genere ma la realtà è che nemmeno io lo so *cade*

Questo primo breve capitolo l'ho scritto davvero tanto tempo fa, prima ancora che finissi di scrivere il l'ultimo capitolo di Half, ma l'ho fatto senza una valida ragione. Solo... Così, per ridere. Poi l'ho brutalmente accantonato, prima per finire Half e poi per altre cose -tra cui anche Monostatos- e me ne sono anche quasi dimenticata, ad un certo punto. Dallo scorso fine settimana, però, ho iniziato a stare poco bene, mi sono dovuta rinchiudere in casa e, per la noia, mi sono riletta questo capitolo e ne ho scritti anche altri e boh, ho iniziato a farmela piacere e così eccomi qui xD

Come qualcuno forse avrà già capito, mi sono brutalmente rifatta alla sitcom New Girl, che a me piace tantissimo -almeno per le prime tre stagioni.
In realtà, le uniche situazioni davvero simili a quelle del telefilm sono contenute in questo e nel prossimo capitolo, per il resto me ne sono quasi completamente distanziata. I personaggi hanno delle caratteristiche in comune con quelli della serie, ma solo alcune, le altre sono tutte frutto della mia mente poco sana xD

Ora, non so davvero che altro dire -e probabilmente non c'è nemmeno altro da dire.
Solo, spero di aver incuriosito qualcuno e di "rivedervi" al prossimo capitolo^^

 
YoongiYah
 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** I - Namjoon ***


II - Namjoon

 

 

 

 

 

 

 

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Più il tempo passava e più Namjoon si stava convincendo che l'aver fatto venire a vivere Jin con loro fosse stata una pessima, pessima idea. Per svariati motivi. Il primo era sicuramente che il loro divano, o meglio il suo divano, perché quel divano l'aveva pagato lui quando si era trasferito in quel loft con Hoseok, ora era occupato notte e giorno, giorno e notte da quel ragazzo che lo monopolizzava, sdraiandosi lì per guardare a ripetizione il dvd de "Le pagine della nostra vita". E per piangere. Ok, capiva la sofferenza e la delusione per la rottura dopo sei anni di relazione, poteva fargli passare il pianto a dirotto, ma non riusciva a giustificare l'occupazione del divano e della tv! Namjoon era un uomo, un uomo con dei bisogni, che comprendevano anche il buttarsi sul divano dopo essere tornato a casa dal lavoro, poggiare i piedi sul tavolino da caffè -senza farsi vedere da quella donnetta che era il suo migliore amico- e guardare la partita o un qualsiasi altro programma da maschi, magari con una bella birra ghiacciata in mano. Ma no! Ovviamente tutto ciò non era più possibile perché il nuovo inquilino doveva piangersi addosso. Quindi niente divano e niente tv, tranne per Taehyung, che s'incastrava nell'angolo che formavano le gambe piegate del ragazzo steso di profilo e a spezzoni guardava il film con lui, sparando le sue solite cazzate a raffica (nessuno di loro aveva ancora capito se lo facesse per farlo smettere di piangere o se fosse serio, ma era Tae quindi non c'era niente di strano nel fatto che fosse strano).

Altro motivo che stava rendendo la vita di Namjoon un inferno, legato sempre alla nuova presenza, era che quello che fu il suo migliore amico, la maniacale donnetta sopracitata, si era trasformato in un ragazzino in piena pubertà. A quanto pareva, il caro Seokjin non aveva mentito quando disse che il suo amico era un trainee o qualsiasi cosa combinasse. E purtroppo era anche vera l'ossessione che Hoseok aveva per gli idol. Non che non gli desse ragione, insomma non era cieco, sapeva apprezzare dei bei corpi che sanno muoversi, e non era nemmeno sordo, sapeva anche apprezzare delle belle voci, ma Hoseok, il più delle volte, andava fuori di testa. E quel ragazzo rasentava il ridicolo in condizioni normali, figurarsi quando entrava in modalità fanboy -poteva, ad esempio, spalancare le porte di casa ad uno sconosciuto senza ascoltare il parere degli altri. Comunque, l'incontro con questo fantomatico Yoongi avvenne lo stesso giorno del loro colloquio con Jin, che dopo essersi preso la sua copia delle chiavi di casa era andato a recuperare la sua roba per spostarla tutta nel loft, facendo così il suo ritorno con l'amico, che gentilmente si era offerto di dargli una mano.  Se ripensava a quel momento riusciva ancora a sentirsi in imbarazzo per il suo, di amico: Hoseok lo accolse facendosi trovare sul divano, in quella che credeva essere una posa seducente -ci mancava solo che si sbottonasse la camicia- e quando vide il nuovo ragazzo, supponendo che fosse Yoongi, varcare la soglia d'ingresso dell'appartamento l'accolse con un "Ciao splendore. Mi chiamo Hoseok, Jung Hoseok, ma tu puoi chiamarmi come più desideri"

 In realtà Hoseok non si era nemmeno preso la briga di guardarlo veramente, questo ragazzo; Namjoon era convinto che volesse solo togliersi uno sfizio e fare colpo su un futuro idol. Yoongi era carino, davvero molto carino, ma non era di certo il tipo di ragazzo da spettacolo televisivo, una di quelle bellezze sconvolgenti -sinceramente parlando, a suo parere era molto più bello Seokjin, piagnistei a parte. Yoongi sembrava più un tipo... Pulito; con quel visetto quasi infantile e la carnagione così pallida faceva davvero fatica ad immaginarlo in quel settore, ma poteva anche vedere come stessero lavorando sulla sua immagine, con quel taglio di capelli alla moda e l'appariscente tinta rosso fuoco. Comunque, tutto questo ad Hoseok non sembrava importare, o meglio, non ci aveva nemmeno fatto caso. Yoongi, d'altro canto, al sentire quelle parole, si mise a fissarlo, occhi spalancati e sopracciglia inarcate -erano quasi arrivate all'attaccatura dei capelli- per poi rivolgersi al suo amico "Non ce l'ha con me, vero?"


Hoseok, a quel punto, decise evidentemente di peggiorare definitivamente la sua situazione perché si alzò e con fare "suadente" -il suo migliore amico era un coglione, Namjoon non aveva più dubbi a riguardo- si avvicinò al ragazzo, che per istinto, giustamente, fece un passo indietro "Non vedo nient'altro di splendido qui dentro"

Quella che Namjoon vide dipinta sul viso di Yoongi fu probabilmente l'espressione più disgustata che una persona potesse assumere "Sì. Ci credo, ma non dire mai più una cosa del genere. Anzi, non parlarmi proprio più che facciamo prima, intesi? Hyung, dimmi dove devo mettere la tua roba così posso andarmene di qui" e dandosela a gambe velocemente lasciò Hoseok a fissare suadentemente il nulla.

Quell'episodio, poi, si risolse con Yoongi che non degnò più di uno sguardo Hoseok, che ovviamente non si diede per vinto urlandogli "Torna quando vuoi dolcezza" prima che l'altro uscisse di tutta fretta dal loft -Namjoon fu anche certo di avergli sentito dire "Hyung, se cambi idea lo sai che puoi tornare da me, vero? Non mi convincono questi tizi. Soprattutto l'idiota laggiù" prima che Seokjin gli chiudesse la porta alle spalle- e non si degnò più neanche di venire a trovare il suo hyung, il suo migliore amico, per una settimana intera. Settimana che questo hyung aveva deciso di passare piangendo sul divano di Namjoon, appunto.

 

Fu quando arrivarono all'ottavo giorno che Namjoon, sorprendentemente spalleggiato da Hoseok, decise che era ora di modificare la situazione.

Hoseok era appena tornato a casa dal lavoro quando si unì a lui nel guardare la scena che, come ormai d'abitudine, gli si parava davanti: Seokjin era ancora steso su quel divano mentre singhiozzava davanti a quel maledetto film con Taehyung che gli accarezzava dolcemente i capelli.

"Credo che Tae si sia accontentato di Jin hyung come animale domestico"

Namjoon sospirò, stanco e spazientito "Hoseok, rivoglio il mio fottuto divano. Voglio poter guardare qualcosa di diverso da questa lagna e soprattutto non credo di volere quel ragazzo in casa nostra"

"Nam, non puoi buttarlo fuori. Non possiamo permetterci questo posto soltanto in tre. E poi mi serve per poter rivedere Yoongi"

"Dio santo, non ci riuscirai mai a portartelo a letto Hoseok, te lo vuoi mettere in testa?"

"Quando tu la smetterai con questa messa in scena, forse... Ehi, tu hai il turno al pub questa sera, vero?"

"Sì, perché?"

Hoseok gli diede una pacca sulla spalla e sorrise "Guarda e impara amico mio"

Si diresse verso il divano, prese il telecomando e mise in pausa il film. Seokjin guaì per protesta ma Hoseok lo ignorò. Si abbassò in modo da trovarsi faccia a faccia col più grande e gli sorrise. Come si sorride ad un bambino di tre anni. Namjoon iniziava ad aver paura.

"Ciao hyung"

Jin tirò su col naso, forte, e poi tentò di singhiozzare una frase che suonava tipo "I-il...fi-ilm" ma Hoseok non gli diede retta "Ti rendi conto che non è così che si affronta un tradimento, vero?"

A quel punto Jin ululò. Taehyung gli accarezzò i capelli più velocemente. Namjoon era perplesso.

"Ssssh hyung. Non volevo turbarti. Quello che voglio io è farti notare che non puoi continuare in questo modo. Andiamo! E' una settimana che stai qui a piangere! Quel tipo non si merita più neanche una lacrima! Guardati! Sei un fico, hyung! Dovresti darti una ripulita e dimostrargli che cosa si è perso!"

I singhiozzi si calmarono e Namjoon, solo per un attimo, pensò che il suo amico non era poi un vero coglione. Non sempre, almeno.

"S-sì. Hai-hai ragione"

Hoseok sorrise raggiante "Certo che ho ragione! Sai cosa dobbiamo fare adesso? Tu ti vai a fare una doccia e io ti scelgo qualcosa di carino da indossare! Poi andremo tutti insieme al pub di Namjoon e ci divertiremo come non mai!"

Namjoon sentì di non poter più controllare la parte inferiore della sua faccia, probabilmente si sarebbe ritrovato il mento in mezzo ai piedi, tanto aveva spalancato la bocca "Non ti mettere in testa certe stronzate, Jung Hoseok"

Nessuno lo ascoltò. Nel frattempo Jin si era alzato, spegnendo addirittura la tv "Sì. Sì è questo che devo fare, Hoseok! Io posso avere tutto ciò che voglio e quel cretino non può ridurmi così"

Si diresse verso il bagno con un passo deciso che se non avessero assistito a quella scena, nessuno dei tre avrebbe mai potuto dire che quello fosse lo stesso Seokjin di qualche minuto prima. L'espressione di Hoseok era a dir poco trionfante "Visto?! Così si fa!"

"Pezzo di idiota, non puoi trascinarmelo al lavoro! Ti rendi conto di cosa hai fatto?"

Prima che l'altro potesse rispondergli Jin ritornò nel soggiorno per prendere di fretta il suo cellulare, la sua postura decisa ufficialmente scomparsa "Devo convincere Yoongi a venire con noi. Non posso farcela da solo"

Quando sparì di nuovo in direzione del bagno, telefono alla mano per cercare di contattare il suo migliore amico, Hoseok ritornò a guardare Namjoon. Il sorriso era il più spaventoso che gli avesse mai visto fare.

"Oh, mi rendo conto eccome di quello che ho fatto"

 

 

---

 

 

Namjoon, mentre serviva l'ennesimo drink all'ennesimo cliente, non poteva fare a meno di buttare un occhio al tavolo in cui si erano accomodati i suoi amici. Hoseok era riuscito a fare in modo di sedersi accanto a Yoongi, buttando praticamente a terra l'amico suo e di Jin che si era portato dietro quando li aveva raggiunti al pub a costo di non farsi rubare il posto accanto al ragazzo. Ora gli stava praticamente seduto addosso e non gli dava tregua. Yoongi, d'altro canto, aveva lo sguardo di uno che stava riconsiderando le sue scelte di vita e diventare un assassino. Jin, invece, stava facendo in modo che questo loro nuovo amico, un ragazzino che doveva avere sì e no l'età del loro Tae, piccolo di statura e con un viso adorabile, facesse conoscenza con quest'ultimo, appunto.  Da quello che aveva capito questo ragazzino -Jimin, forse- era l'amico che faceva volontariato al canile. Quella poteva essere la volta buona per zittire i desideri irrealizzabili di Taehyung. Dopo aver dato il resto al cliente, Namjoon vide Jin avvicinarsi al bancone. Sospirò, temendo il peggio. Non era davvero sicuro di essere disposto a conoscerlo davvero.

Una volta arrivato, si accomodò con grazia sullo sgabello che si trovava esattamente davanti a Namjoon, appoggiò le braccia al bancone e le incrociò "Mi daresti un'altra birra?"

Non gli rispose, si limitò semplicemente a fare come gli era stato chiesto. Con la coda dell'occhio però vide Yoongi allontanare con le braccia Hoseok, che si stava facendo incredibilmente sempre più vicino. Si ritrovò a parlare in automatico "Non dovresti avere paura per il tuo amico?"

Il più grande si girò leggermente, per vedere la scena e capire a cosa si stesse riferendo.

"Non lo so, dimmelo tu. Sei tu a conoscere davvero Hoseok. Dovrei avere paura?"

Namjoon sbuffò una risata "Nah. E' solo molto espansivo ed ha questa ossessione per gli idol un po' esagerata, ma in realtà non farebbe del male a una mosca. Anzi. Potrebbe avere paura lui delle mosche"

"Allora sei tu a dover avere paura per il tuo amico"

Rise ancora "Ma io ce l'ho. Di lui e per lui. E' un mix micidiale, fidati"

Rise anche Seokjin, per poi prendere un sorso di birra dalla bottiglia. Namjoon fece finta di non essere stato ipnotizzato dalle sue labbra, dando una pulita rapida al bancone. Dove era stato già pulito qualche momento prima. Non alzò lo sguardo nemmeno quando sentì l'altro riprendere a parlare.

"Senti io... Mi dispiace per la settimana passata, davvero. Hoseok mi ha detto che non hai preso il mio comportamento troppo bene e lo capisco, considerando anche che non volevi neanche farmi venire a vivere con voi. Volevo solo farti sapere che io non sono sempre così. E' solo un... Momento difficile, ecco"

A quel punto non poté fare a meno di riportare la sua attenzione su di lui e in quel momento rivide esattamente lo stesso ragazzo che aveva visto il giorno in cui si era presentato al loro loft, quello che lo aveva folgorato al punto da non volerlo in casa per paura di cascarci ancora. Jin era... Troppo. Troppo bello, troppo sorridente, troppo carino nei modi, troppo sensibile, troppo fragile, troppo perfetto ai suoi occhi.

Tossì, ignorando quei suoi pensieri, e poi borbottò "Sì. Non fa niente. E' tutto ok"

Seokjin sorrise, allontanando da sé la bottiglia ormai vuota "Dammene un'altra allora, servi-birra!"

Non riuscì a non ridere anche questa volta e, facendo ancora come gli era stato chiesto disse "Lo sai che non sono gratis, vero? E cosa vuoi fare, ubriacarti per dimenticare?"

Jin afferrò avidamente la bottiglia "Certo che lo so, ma così ti stai giocando la mancia! E non è così che si fa solitamente?"

"Solitamente sì. Ci si ubriaca, si fanno cose imbarazzanti, si va col primo che si incontra per passare una squallida notte di sesso insignificante per poi stare peggio di prima il mattino dopo"

 Fu Jin a ridere a quel punto "Le cose imbarazzanti io le ho fatte prima di ubriacarmi, davanti a voi. Eravamo a casa ma siete comunque degli sconosciuti, in pratica. Però potrei andare davvero col primo che incontro"

Namjoon servì un altro cliente, non voleva davvero rispondere a Seokjin, ma comunque lo fece "No, non lo farai. Non sei il tipo"

Jin inarcò le sopracciglia, sorpreso "E tu che ne sai di che tipo sono io?"

Namjoon si ritrovò a rispondere con una mezza verità. O meglio, lo pensava davvero, ma non era quella la risposta giusta a quella determinata domanda "Sei stato con lo stesso ragazzo per sei anni. Non puoi farmi credere che adesso, di punto in bianco, tu possa fare una cosa del genere"

"Magari lo ero prima"

Namjoon continuò imperterrito a far finta di fare il suo lavoro, togliendo i bicchieri sporchi dal bancone e buttando via le bottiglie vuote, tutto per non dover guardare direttamente Jin "Ne dubito"

"Mi conosci appena!"

"Ho visto abbastanza" Abbastanza da averlo capito, abbastanza da poterselo far piacere, abbastanza da poter dire che Jin non era quel tipo di ragazzo semplicemente perché a lui, quel tipo di ragazzo, non era mai piaciuto.

Fortunatamente, la conversazione venne interrotta da Yoongi che li raggiunse all'improvviso "Senti hyung. Se tu te ne devi stare qui da solo con lui io me ne vado perché quello lì non lo reggo più"

Il ragazzo, però, non aveva fatto bene i conti con l'insistenza dell'altro, quello di cui stava parlando "Stai tentando di scappare da me, zuccherino?"

Hoseok fece per abbracciarlo da dietro, portando le sue braccia ai fianchi dell'altro, ma questo, esattamente come Namjoon lo aveva visto fare poco prima, lo spinse via "Non ti azzardare a darmi ancora un altro nomignolo! Ci siamo visti solo per una manciata di minuti una settimana fa e un paio d'ore questa sera e sono riuscito a contarne quindici. Quindici! Falla finita, intesi?"

Dalla faccia che fece il suo amico, Namjoon fu convinto che stava per assistere ad un'altra prova della sua idiozia "Ma perché? Non ti piace zuccherino? Scommetto che se mi permettessi di assaggiarti è di quello che saprebbe la tua pelle"

Appunto. Yoongi, che aveva tutta la comprensione del barista, era esterrefatto "Oddio, ma ti senti quando parli?"

"Io sì, sei tu a non capirmi, altrimenti adesso non staresti cercando di discutere con me ma -"

Namjoon sentì il dovere morale di interromperlo "Hoseok, ti prego, non continuare amico"

"Senti, Jin hyung mi ha detto della tua...fissa...ma ti sei fatto un'idea sbagliata, ok? Non avrai niente da me, niente! Né ora, né mai. Quindi smettila, stai diventando patetico. Senza contare quanto sia triste il voler provarci con qualcuno solo perché potrebbe diventare un idol"

A quel punto, Namjoon, che conosceva bene il suo amico, sentiva di dover intervenire ancora, se solo avesse saputo come. Sapeva quanto Hoseok in realtà fosse un pochino suscettibile e anche quanto questo, a volte, lo portava a non sapersi difendere in un diverbio del genere. Il ragazzo, però, lo sorprese. Gli rispose, in maniera e con espressione risoluta "Magari sei tu ad esserti fatto un'idea sbagliata"

"Ne dubito, hai iniziato a fare il cretino prima ancora di vedermi"

"E tu a fare l'acido prima ancora di starmi ad ascoltare"

Namjoon era pietrificato e Seokjin continuava a far rimbalzare il suo sguardo da una parte all'altra, da Yoongi a Hoseok, ad ogni frase detta. Il primo tra i due, videro, portò le braccia, conserte, al petto e assottigliò gli occhi, riducendoli a due fessure minacciose "Bene allora, dammi una sola ragione per cui dovrei stare ad ascoltarti"

Hoseok lo guardò con aria di sfida, incrociando a sua volta le braccia "Sei uno stronzo che vuole avere sempre ragione. Mi piace"

Ne seguì un silenzio imbarazzante -per Namjoon e per Jin, ovviamente. Yoongi arricciò le labbra e Namjoon vide il più grande tra loro trattenere a stento una risata -evidentemente il suo amico era stato messo in difficoltà, avendo avuto una risposta che non si aspettava. Dopo ancora qualche secondo Yoongi lasciò andare le braccia lungo i fianchi e si rivolse direttamente a Jin "Me ne vado. Jimin ce lo riporto io a casa" e detto questo si allontanò per davvero, senza salutare nessuno.

Namjoon sospirò, per l'ennesima volta ormai da quando Jin era entrato nelle loro vite "Spero tu abbia capito, adesso"

"Che devo cambiare tattica? Sì. Dio, lo voglio ancora di più adesso"

Hoseok si appoggiò al bancone con un gomito mentre osservava Yoongi uscire dal locale con Jimin. In quel momento li raggiunse anche Tae, che esultante disse "Jimin ha detto che mi porta dai cani!"

Seokjin sorrise e riprese la sua bottiglia di birra, dal quale prese un altro sorso. Namjoon era convinto che sarebbe ufficialmente impazzito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi di nuovo qui, dopo una settimana precisa e con il nuovo, primo, vero capitolo.

Sulla storia non c'è ancora molto da dire al momento, più che altro per evitare eventuali spoiler, quindi mi limiterò semplicemente a ringraziare di cuore chiunque abbia fiducia al prologo di The Loft. Io davvero non me l'aspettavo, sinceramente! Giuro che mi sono ritrovata a fissare recensioni e numero di persone che seguono la storia come una scema, con tanto di occhi sgranati! xD

Sul serio, grazie mille a tutti. Sono commossa :'D

Ovviamente, adesso ho anche un'ansia da prestazione pazzesca, non essendo affatto convinta della validità della mia ff xD

Bene, detto questo vado ad agitarmi ancora un po' per conto mio, nella speranza che la storia per il momento continui ad interessare e a divertire.

Buonanotte a tutti!
A presto, spero *-*

YoongiYah

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Capitolo 3
*** II - Hoseok ***


 

 

 

 

 

 

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Quando fece ritorno a casa, quella sera, Hoseok non si aspettava di trovare il loft così tranquillo. Quel posto non lo era mai e nessuno poteva effettivamente pretendere che lo fosse. Insomma, era la dimora di quattro ragazzi, due dei quali non erano esattamente silenziosi -il fatto che uno dei due fosse lui non aveva importanza, al momento. D'altro canto, si rese conto mentre oltrepassava tutta la zona giorno, composta da soggiorno e cucina, per dirigersi verso il corridoio in cui si trovavano tutte le camere da letto e il bagno, l'aver fatto trasferire Jin hyung con loro era stata un'eccellente mossa per la sua sanità mentale. Hoseok non riusciva proprio a tollerare il disordine, gli era fisicamente impossibile e non gli importava se questo lo portava a sentirsi chiamare più volte maniaco del controllo. Era convinto che l'ordine e l'organizzazione fossero alla base di una vita serena e questo era esattamente quello che desiderava. Per questo non gli pesava il dover ripulire e rassettare le zone comuni della casa anche quando non toccava a lui, ma doveva ammettere che da quando il più grande abitava con loro le sue faccende si erano dimezzate.

Dopo aver lasciato giacca e ventiquattrore nella sua stanza e dopo essersi tolto anche la cravatta, riponendola con cura in uno dei cassetti, assieme alle altre, fece il suo ritorno in cucina. Il suo intento era quello di aprire il frigo e tirarne fuori una lattina di birra ma il suo sguardo fu catturato dalla lavagnetta che era attaccata allo sportello. Gli altri inquilini gli avevano appuntato i loro impegni e Hoseok riuscì a capire per quale motivo il loro loft era vuoto, in quel momento: Namjoon aveva il turno al pub -il turno dell'orario di cena, valeva a dire che sarebbe tornato a casa affamato e nervoso, Tae era in biblioteca a studiare per il suo prossimo esame e Jin, invece, lavorava col suo catering per l'inaugurazione di chissà cosa. Non che non gli facesse piacere avere il loft per sé, ci sarebbe mancato altro, solo che sperava di poter fare quattro chiacchiere con qualcuno. Al lavoro era stata una giornata abbastanza dura, non era riuscito ancora una volta ad accaparrarsi quel cliente che gli era stato soffiato ancora una volta da una delle sue colleghe -sì, lavorava in mezzo ad un branco di donne, sapeva molto più di quello che desiderava sapere e da quando era stato assunto da quell'agenzia aveva la conferma che non gli piacevano, neanche un po'- e tutto questo stava diventando abbastanza frustrante. Senza contare che aveva fame anche lui. Sperava di potersi far preparare qualcosa da qualcuno. Se quel qualcuno fosse stato Jin hyung sarebbe stato meglio.

Decise che avrebbe potuto aspettare almeno il ritorno di Tae per mangiare, gli altri due probabilmente ci avrebbero messo di più, essendo al lavoro, e insieme avrebbero potuto scegliere qualcosa da ordinare da asporto e farselo portare direttamente lì. Dopo essersi preso la sua birra, si accomodò sul divano accavallando le gambe e accese la tv, in cerca di qualcosa di interessante da guardare. Per un attimo quasi sperò che ripartisse il dvd de "Le pagine della nostra vita", era tanto che non riguardava quel film per intero -aveva pensato di farlo almeno una volta durante la depressione di Seokjin ma aveva cambiato idea per risparmiarsi le prese per il culo da parte di Namjoon- ma poi si disse che non era quella la serata giusta per farsi un pianto del genere -perché sì Nam, è impossibile non piangere a dirotto con quel film, ok? Non è colpa mia se non hai un cuore!

Facendo zapping, riuscì a trovare un nuovo episodio di Project Runway appena iniziato e, non essendoci testimoni in casa, optò per quello. Il mentore aveva appena finito di spiegare ai concorrenti il tema della sfida della puntata quando bussarono alla porta "Tae. Ha di nuovo dimenticato le chiavi, ci scommetto"

Si alzò e corse verso la porta. Non si aspettava di trovarci Yoongi dall'altra parte. Non si erano più visti dalla sera della risurrezione di Jin e Hoseok non aveva nemmeno esattamente in programma di rivederlo per il momento -non credeva di essere pronto e non aveva ancora definito la sua nuova strategia d'attacco- per questo non poté fare a meno di rimanere un attimo imbambolato, stringendo ancora la maniglia della porta e senza dire una parola. Indossava un cappellino che lo copriva praticamente fino agli occhi e una sciarpa immensa che invece impediva la vista di naso e bocca. Era carino. Strano, perché non faceva freddo fuori, ma comunque carino.

"C'è Jin hyung?"

La voce era leggermente ovattata dalla sciarpa. La domanda comunque lo riscosse dal suo stordimento "No. Ha lasciato scritto che questa sera deve lavorare"

Nonostante si vedessero solo i suoi occhi, Hoseok ebbe la certezza che la faccia di Yoongi era quella di uno che era appena rimasto deluso. Glie ne diede la conferma subito dopo "Oh. Sarà per questo che non risponde al telefono"

Avrebbe voluto potergli dire altro, ma oltre ad un patetico "Già" non gli veniva in mente niente. Questo era sempre perché non era pronto ad affrontarlo ancora. Lo sapeva lui che gli imprevisti non portavano mai niente di buono.

"Scusa per il disturbo, allora"

Fece per andarsene, dandogli le spalle e iniziando a camminare nella direzione dell'ascensore che lo avrebbe poi portato al di fuori del condominio, ma Hoseok lo fermò "Yoongi aspetta!"

Si bloccò di scatto e si girò in parte verso di lui, in modo da guardarlo, seccato "Che c'è?"

Eccolo, lo stronzetto che stava cercando "Hai l'aria di uno che ha bisogno di parlare con qualcuno, non posso lasciarti andare via in questo stato"

"E perché mai dovrei parlare con te?"

Gli sorrise candidamente "Perché sono sicuro che tu non voglia farmi sentire in colpa per averti lasciato andare nel momento del bisogno. E perché devi permettermi di rimediare a quello che potrei aver detto di poco rispettoso l'altra volta"

Lo vide sospirare, prendendo evidentemente in considerazione la sua proposta. Gli avrebbe fatto tenerezza se non fosse stato che il suo tormento interiore al momento era dovuto dallo scegliere se potersi fidare di lui o meno. Sapeva di aver esagerato, ma questo non significava che non fosse una brava persona, suvvia!

"Ce l'hai una birra da offrirmi?"

Si fece da parte, lasciandogli libero l'ingresso nel loft "Quanta ne vuoi"

Lo fece sistemare sul divano con un gentile "Accomodati pure, fai come fossi a casa tua" mentre lui gli recuperava quella birra dal frigo. Prima di tornare ad essere visibile agli occhi dell'altro si diede una sistemata veloce ai capelli e alla camicia, arrotolando per bene le maniche fino ai gomiti, per mostrare almeno un po' di braccia nella speranza che all'altro facessero un qualche effetto. La speranza morì quando, tornando in soggiorno, lo trovò a guardare sconcertato la tv, l'episodio di Project Runway ancora in onda.

"Non lo stavo guardando, quando sei arrivato stavo facendo zapping"

L'espressione sconcertata fu rivolta a lui, a quelle parole "Ah - ah. Certo"

Si affrettò a recuperare il telecomando e a spegnere tutto per poi porgergli la lattina. Lo guardò abbassare la sciarpa di modo da lasciar scoperta la bocca senza però togliersela "Non hai caldo?"

"No"

Hoseok assottigliò le labbra, a disagio. Avrebbe voluto davvero rimediare al disastro della serata precedente o fare in modo che Yoongi, qualsiasi fosse il suo problema, si aprisse con lui. Voleva dimostrargli di essere una persona affidabile e una valida scelta anche per...altro, ma Yoongi non gli stava facilitando le cose "Non sei un tipo di molte parole se non sei arrabbiato, eh?"

"No"

Fantastico. Si sarebbe sentito quasi in imbarazzo, se non avesse vissuto esperienze peggiori "Ok allora, vuoi che inizi io?"

Anche se erano coperte dal cappellino, riuscì a vedere le sopracciglia di Yoongi inarcarsi "A fare cosa?"

"A parlare" si sistemò meglio sul divano, facendo in modo di poter guardare l'altro tranquillamente "Mi dispiace per come mi sono comportato. Non avrei dovuto dire certe cose e non avrei dovuto essere così insistente, solo che tu sei-"

"Non ci provare, non sai niente di me"

"Nessuno sa mai niente di una persona quando cerca di fare colpo!"

"Tu volevi fare colpo solo per quello che faccio, non volevi fare colpo su di me!"

"Ma ora non è più così e per questo ti sto chiedendo scusa"

Yoongi si limitò a fissarlo. Quegli occhietti erano a dir poco penetranti, Hoseok era in soggezione. Passarono in silenzio una manciata di secondi -o forse minuti, Hoseok non sapeva ben dirlo- quando l'altro finalmente parlò "Vai sempre in giro vestito così?"

Il cambio d'argomento era a dir poco destabilizzante, ma ok, meglio di niente "Outfit da lavoro, in ufficio dobbiamo essere sempre abbastanza eleganti, potremmo dover parlare con i clienti in qualsiasi momento"

Yoongi rise appena "E mi vuoi far credere che non stavi guardando davvero quel programma?"

Alla faccia del non avere testimoni, ne aveva trovato uno peggio di Namjoon. Il divano non poteva assorbirlo tipo adesso, vero? Fortunatamente Yoongi ebbe abbastanza pietà di lui in quel momento da lasciar perdere.

"Ufficio, eh? Che lavoro fai?"

"Marketing. Lavoro per il settore della pubblicità"

Yoongi prese un altro sorso di birra, lasciandosi andare sul divano. Era finalmente meno rigido, aveva abbandonato la postura da difesa "Sembra noioso"

Gli sorrise. Era quello che pensavano tutti "No, non lo è. Mi piace il mio lavoro e mi piace che sia sicuro. Non mi piacciono le colleghe ma ci ho fatto l'abitudine"

"Colleghe?"

"Una ventina. Sono tutte donne, compreso il mio capo. Io sono pure il più giovane"

Yoongi scoppiò a ridere, tanto da buttarsi completamente all'indietro e portare le ginocchia al petto, tirando su la mano con cui teneva la birra per non farla cadere. Era buffo. Aveva pure le lacrime agli occhi "Oddio, e io pensavo che la mia situazione facesse schifo. Grazie amico, mi hai tirato su di morale, sul serio"

Nonostante quella fosse solo una presa in giro, probabilmente, gli aveva fatto venir voglia di mettersi a ridere a sua volta. Non come stava facendo Yoongi, ma comunque rise un pochino "Prego, suppongo" Aspettò che l'altro si riprendesse e si ricomponesse, nonostante continuasse a sghignazzare sotto i baffi per poi chiedere "Perché pensi che la tua situazione faccia schifo?"

Le risate di Yoongi morirono lì, a quella domanda. Hoseok vide il suo labbro inferiore sporgersi in un vero e proprio broncio. In quel momento lo trovò ancora più buffo di prima. Doveva ammettere che il ragazzo che si trovava di fronte a lui in quel momento non era proprio quello che si era aspettato quando aveva sentito dire a Jin le parole "trainee" e "futuro idol". Si era fatto un'immagine di lui completamente diversa ma comunque non si era lasciato influenzare da questa quando se l'era ritrovato in casa. Yoongi poteva essere anche un'altra persona, francamente parlando, quella volta. Non gli interessava, l'importante era che riuscisse a combinarci qualcosa. Doveva farlo, per dimostrare a se stesso e a chi non aveva creduto in lui prima che poteva avere chiunque volesse. Quando però aveva iniziato a rendersi conto di come fosse Yoongi veramente, un ragazzo acido a cui bisogna saper tenere testa solo per poter fargli una semplice domanda tipo 'come stai?' senza però avere la certezza di poter essere degno di una risposta, beh, a quel punto, per quanto lo riguardava, poteva anche poter fare il panettiere o un qualsiasi altro lavoro, lui ci avrebbe provato lo stesso. Yoongi era diventato la sua sfida, ufficialmente, e la cosa gli piaceva parecchio. E per questo, in quell'occasione, occasione che non aveva previsto ma che avrebbe sfruttato comunque, si sarebbe dovuto fare in quattro, per riuscire ad entrare nelle sue grazie. Non solo in quelle, magari.

"Se sapessi cosa succede dietro le quinte non credo che il mio settore ti piacerebbe così tanto"

Era ancora imbronciato quando gli diede quella risposta. Era un inizio, comunque. La frase era quasi criptica ma comunque aveva parlato. Hoseok ci provò ancora "E' successo qualcosa?"

Yoongi sospirò. Si buttò all'indietro, rimbalzando appena sullo schienale del divano "Sai che non abbiamo il controllo su niente?" Gli mostro la lattina che stringeva in mano "Io in questo momento non dovrei nemmeno bere questa, potrebbero farmi il culo se mi vedessero. Non posso scegliere cosa bere, cosa mangiare e nemmeno come e quando poter andare in giro"

Hoseok non riuscì a trattenere un sorriso "Tu però te ne freghi di queste cose, vero?"

Quando vide anche l'altro sorridere appena si sentì trionfare. Era davvero un sorriso accennato, un leggero spostarsi verso l'alto degli angoli delle labbra, ma era comunque la cosa più simile ad un sorriso che l'altro gli aveva rivolto.

"Quando posso"

Tentò ancora "Stavolta perché non puoi?"

Yoongi si tirò di nuovo su e appoggiò la birra sul tavolino da caffè. Continuava a fissarla ma, solo per un attimo, lo vide spostare lo sguardo nella sua direzione. Sembrava abbastanza tormentato "E' una cosa così stupida in realtà, non capisco nemmeno perché me la stia prendendo così tanto. Solo che... Sono i miei capelli, capisci? Io credevo volessero solo tagliarli"

"Che hanno fatto?"

Sospirò di nuovo, con fatica, come se quelle piccole spalline portassero tutto il peso del mondo "Prometti di non ridere?"

Non sapeva per quale motivo, ma il suo cuore aveva iniziato a battere freneticamente. Forse la stava prendendo nel modo sbagliato, forse stava esagerando ancora, ma non riusciva a smettere di pensare che Yoongi si stesse aprendo con lui. Si stesse fidando di lui.

"Non riderei mai di te"

Continuò a guardarlo attentamente, anche se non veniva mai ricambiato. Si tolse con estrema lentezza la sciarpa e, solo dopo che venne posata sul divano, portò una delle mani al cappellino. Hoseok perse un battito e trattenne il respiro, senza averne un motivo valido, in realtà. Quando anche il cappellino fu tolto e posato accanto alla sciarpa, Yoongi chiuse gli occhi, quasi non volesse vedere la sua reazione alla vista dei suoi nuovi capelli rosa.

Hoseok non riuscì più a controllare le sue azioni. Si avvicinò, spostando sciarpa e cappello, che appoggiò con cura sul tavolino, e si sedette accanto a lui. Con estrema delicatezza, poi, iniziò a sistemargli i capelli, che si erano spettinati leggermente. Yoongi, nel frattempo, aveva riaperto gli occhi e con la coda di essi si era messo a guardarlo con stupore. Probabilmente era proprio per questo che non lo aveva ancora respinto, pensò.

"Secondo me ti stanno benissimo"

Se non fosse stato troppo preso dai capelli, Hoseok probabilmente si sarebbe imbambolato a guardare le guance dell'altro, che si erano arrossate leggermente formando un contrasto a dir poco adorabile col suo colorito pallido naturale.

"Sembro uno scemo"

Passando a sistemargli la frangia, stando attento a non mandargli i capelli davanti agli occhi e a non dargli fastidio, fece in modo che il volto dell'altro fosse rivolto verso il suo "No, sei molto carino"

"Non voglio essere carino"

Hoseok rise leggermente, stando attento a non far fraintendere all'altro il perché della sua risata "Beh, sarà difficile. Lo sei, a prescindere dal colore dei capelli"

Non capì esattamente come arrivarono a quella situazione. Fu tutto estremamente veloce. Yoongi si era avvicinato, tanto da far sfiorare i loro nasi e Hoseok, per riflesso, smise di carezzargli i capelli, facendo scivolare quelle stesse dita che prima erano sulla frangia verso il collo, toccando leggermente orecchio e piercing. Yoongi, a quel tocco, fu scosso da un piccolo brivido che gli fece scappare un sospiro e per questo aprì leggermente la bocca. Hoseok, a quel punto, si avvicinò ancora, incastrando una delle sue ginocchia tra quelle dell'altro. Yoongi chiuse gli occhi e lui, dopo aver respirato profondamente, fece lo stesso e--

--e Yoongi si allontanò, di scatto, gli occhi spalancati in uno sguardo angosciato mentre fissavano la porta d'ingresso, dalla quale provenivano i rumori della chiave che veniva infilata e girata nella serratura. Hoseok, stordito, lo guardò alzarsi e recuperare le sue cose dal tavolino. Un attimo prima che la porta venne aperta, Yoongi gli sibilò "Questo non è mai successo" per poi allontanarsi definitivamente da lui e andare incontro a Jin, che aveva appena fatto il suo ingresso nel loft insieme a Taehyung "Hyung! Guarda cosa mi hanno fatto!"

"Yoongi, che cosa ci fai- Oddio i tuoi capelli!"

Jin lo afferrò per il polso e se lo trascinò dietro. Hoseok sobbalzò quando sentì la porta della camera del più grande chiudersi con forza. Taehyung, nel frattempo, dopo aver lasciato la sua borsa con i libri sul mobiletto d'ingresso, gli si era avvicinato, sedendosi proprio nel punto in cui il cuscino del divano aveva ancora la forma del piccolo e perfetto sedere di Yoongi "Che è successo hyung? Hai una faccia"

Hoseok sospirò, sconsolato, lasciando cadere la testa sulla spalla del più giovane "Niente, a quanto pare"

Tae si fece bastare quella risposta, iniziando a raccontargli di quello che gli era successo mentre tornava a casa dalla biblioteca, prima di incontrare Jin hyung per strada. Hoseok non ascoltò una sola parola e non prestò attenzione nemmeno a Namjoon, che fece il suo ritorno a casa particolarmente nervoso, come aveva previsto -"Non c'è niente da mangiare, al solito. E perché hai quella faccia, adesso? Non ti vorrai mettere a guardare quello schifo di film anche tu, vero?"- l'unica cosa che riusciva a sentire erano i gridolini da ragazzina eccitata di Jin e le lamentele ad alta voce di Yoongi provenire dalla parte opposta dell'appartamento.

Rivoleva la tranquillità di prima, quando ancora in casa non c'era nessuno a parte lui. Lo diceva sempre che le cose vanno programmate, altrimenti ci si ritrova solo con una gigantesca delusione in tasca. Proprio come quella che sentiva lui in questo momento.

 

 

 

 

 

 

Buonasera!! ^^

Eccomi qui con il secondo capitolo e con un giorno d'anticipo!

Questo fine settimana probabilmente non ne avrò il tempo, per cui ho deciso di pubblicare stasera piuttosto che con un imperdonabile ritardo chissà quando -il fatto che questo sia il primo capitolo di Hoseok e quindi della mia Yoonseok (♥) potrebbe aver in parte influito nella mia decisione, ma non diciamolo troppo in giro!

Comunque, a questo punto, credo sia giunto il momento di dare qualche spiegazione -sto morendo, vi giuro! Mi sta agitando da morire questo capitolo!

Dunque, chi conosce New Girl avrà indubbiamente già capito che il personaggio di Hoseok è ispirato a quello di Schmidt -ed entrambi sono i miei preferiti (Hoseok in questa storia e Schmidt nel telefilm) -così, tanto per informarvi. Dal personaggio originale ho deciso di riprendere la fissazione per l'ordine e per la pulizia, quella per il proprio aspetto fisico e le manie di controllo, modificandole però in parte. Principalmente, ho deciso di modificarne le cause e le conseguenze ed estremizzare -lo vedremo più avanti- la mania del controllo. Vi sto dicendo tutto questo solo per non creare incomprensioni. Forse è presto per dirlo, voglio però che ricordiate che il personaggio di Hoseok non è un compulsivo, solo uno vagamente fissato.

Ok, probabilmente per stasera ho già detto troppo quindi è meglio che la chiuda qua!

Spero tanto vi sia piaciuto anche questo capitolo per il quale io sono già tanto in ansia -la Yoonseok sarà la causa della mia morte, l'ho capito- e che non abbia deluso nessuno di voi!

Voglio ancora ringraziare chi sta seguendo la storia e chiunque abbia recensito i capitoli precedenti -lo so, sono noiosa e ripetitiva ma per me è davvero importante e mi avete resa davvero felice, per cui ci tengo a dirlo ancora e ancora! :3

Buonanotte a tutti!

A presto, spero *-*

Yoongiyah

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** III - Jin ***


II - Namjoon

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Per Jin, svegliarsi per primo e preparare una colazione degna di questo nome per quattro persone era ormai divenuta parte integrante della sua quotidianità. E lo faceva anche con piacere. Quei ragazzi, a cui si stava affezionando velocemente, apprezzavano davvero ogni cosa che veniva preparata da lui. O preparata in generale, ma non era quello il punto. Lui amava davvero cucinare per gli altri, non a caso lo faceva per mestiere, ma, delle volte, sentiva anche il bisogno di un minimo di riconoscimento e l'entusiasmo degli altri tre lo mandava davvero su di giri. Per Yoongi erano ormai anni che non cucinava più perché si era stufato di sentirsi dire "Hyung, sai che non posso mangiare niente al di fuori della mia dieta" anche se poi se lo ritrovava a scolarsi una birra dietro l'altra quando uscivano la sera; Jimin, purtroppo, non lo vedeva tanto spesso da potergli cucinare cene e pranzi in quantità; infine, Hyosang... Beh, per quanto lo riguardava sperava proprio che, qualsiasi cosa stesse mangiando o bevendo in quel momento, gli andasse di traverso.

Proprio mentre stava togliendo dal fornello anche l'ultimo pancake che aveva preparato, fece il suo ingresso nella cucina Hoseok, annunciandosi con un sonoro sbadiglio. Si appoggiò coi gomiti all'isola e, strofinandosi gli occhi con entrambe le mani, bofonchiò un "Buongiorno hyung"

Anche questa era parte della solita routine. Hoseok era sempre il primo tra gli altri a svegliarsi e gli dava sempre una mano a preparare la tavola per la colazione. Questa era un'abitudine nuova per loro, fare colazione tutti insieme allo stesso tavolo, ma Jin ci teneva parecchio. Era una tradizione che sapeva di casa, di famiglia, e lui era un tipo romantico e nostalgico. Gli altri probabilmente lo assecondavano solo per il cibo. Forse piaceva solo ad Hoseok e per questo gli dava una mano, anche se fingeva il contrario.

"Buongiorno Hoseok"

Notò che per la prima volta non era uscito dalla sua camera perfettamente vestito e pronto ad uscire di casa. Era ancora in pigiama e tutto spettinato. Erano ormai più di due settimane che viveva in quel loft e non lo aveva mai visto in quelle condizioni "Assonnato stamattina?"

Dopo un altro sbadiglio a bocca aperta -non si era nemmeno coperto con una mano e per questo Jin lo rimproverò con un buffetto- gli rispose "Mmmh. Sì. Non ho dormito bene questa notte"

Detto ciò, però, si alzò da quella posizione e iniziò a portare tutte le cose già pronte da mangiare a tavola "Ehi hyung, Yoongi ti ha detto niente di ieri?"

Jin, intento a recuperare crema al cioccolato e burro d'arachidi da una delle mensole della dispensa, rise appena "Oltre ad essersi lamentato per ore del nuovo colore dei suoi capelli? No, niente in particolare. Che poi, che avrà da lamentarsi, hai visto quant'è carino? Ma no, deve fare il grand'uomo, il nano da giardino"

Aveva ormai preso tutto quello che stava cercando e per questo riuscì a vedere l'espressione di Hoseok e qualcosa gli disse che, quella sua domanda, non era stata fatta a caso "E' successo qualcosa mentre non c'ero?"

Lo guardò sedersi al suo posto e sospirare, appoggiando la testa allo schienale della sedia e chiudendo gli occhi "No, assolutamente niente"

Jin si accomodò a sua volta al suo, di posto, che era proprio accanto a quello del ragazzo e davanti a quello di Namjoon, e gli mise delicatamente una mano sopra la sua, quella che Hoseok aveva lasciato cadere sul tavolo "Senti, se ha fatto o detto qualcosa, non prenderla sul personale. Quando vuole sa essere un vero stronzo ma in realtà è un bravo ragazzo"

"Hyung, non è successo nulla, sul serio" Si rimise seduto composto e lo guardò direttamente negli occhi, senza lasciargli andare la mano "Però, giusto per ipotesi... Se volessi provarci con lui, intendo provarci davvero, cosa dovrei fare?"

Jin, a quella domanda, strinse leggermente le labbra "Non credo di volerti aiutare a portarti a letto il mio migliore amico. Sono leggermente suscettibile a riguardo in questo momento, sai?"

"Non voglio comportarmi come il tuo ex, hyung!"

"E allora cosa vuoi fare?"

Corrugò leggermente le sopracciglia, evidentemente confuso "Io non... Non lo so ancora, credo"

Jin strinse la mano che stava ancora tenendo quella del più giovane, delicatamente e solo per un attimo, prima di lasciarla definitivamente "Allora cerca di capirlo e,  se scopri di avere intenzioni serie, sarò disposto ad aiutarti"

In quel momento li raggiunse anche Namjoon, con passi lenti e pesanti. Si stava grattando la testa, scompigliandosi ancora di più di quanto già non fossero i capelli chiarissimi. Come al solito, notò inevitabilmente Jin, non si degnò di coprire la sua mise notturna, composta da un paio di boxer larghi blu e una semplice maglietta bianca. Lo sguardo del più grande non si posò sulla sua coscia sinistra, coscia che era più scoperta dell'altra perché lì i boxer si erano leggermente arrotolati. No, assolutamente.

Avrebbe voluto davvero distogliere lo sguardo, ma dopo averci provato solo per un secondo decise che non era una buona idea, non quando i suoi occhi si fermavano sui capezzoli che si mostravano da sotto la maglietta.

Sarebbe finito in uno dei gironi più bassi dell'inferno, lo sapeva.

"Dio santo Nam, usa quella cazzo di vestaglia che ti ho regalato per Natale"

Hoseok -sia fatta lode a quel ragazzo- lo distolse dai suoi pensieri impuri. Il risultato non fu più il massimo quando Namjoon gli rispose per le rime, con quel vocione profondo e sexy ancor più roco del solito, probabilmente perché non aveva ancora aperto bocca da quando si era svegliato "Quale cazzo di uomo regala ad un altro uomo una vestaglia di flanella? Una vestaglia celeste di flanella?"

"L'uomo che si è stufato di vedere i tuoi gioielli di famiglia andarsene in giro liberi per casa tutte le mattine"

Jin si sarebbe messo volentieri in mezzo -tipo per dire che ehi, non c'è niente di male nell'essere un uomo e nel possedere una vestaglia di flanella, lui stesso ne aveva una e se la sarebbe portata volentieri nella sua nuova casa se non fosse stato per il fatto che, quella sua stessa meravigliosa vestaglia, era stata usata dal tizio qualunque che Hyosang si era sbattuto nel loro letto per coprire i suoi, di gioielli di famiglia- ma beh, non poteva davvero farlo. Non era esattamente d'accordo con Hoseok, la vista di un Namjoon mezzo nudo come buongiorno a lui non dispiaceva affatto, ma questo non poteva dirlo ad alta voce. Fece finta di niente, lasciandoli battibeccare come una coppia di sposini -erano carini a volte, ma la maggior parte delle altre erano soprattutto inquietanti- e iniziando a sorseggiare il suo caffè, utilizzandolo più che altro come scusa per non dover aprire bocca e ritrovarsi a dire cose che non sarebbero mai dovute uscire dalla sua testa.

Per sua gioia e per la pace del mondo -o almeno quella del condominio- a spegnere i loro litigi ci pensò il bambino di casa, Tae, che li raggiunse di fretta e, senza salutare nessuno, incominciò a riempirsi la bocca. Poi, dopo aver mandato giù a velocità disumana anche l'ultimo, immenso, boccone e aver bevuto un goccio di caffè si rialzò e disse "Dio, hyung! Dove diavolo sei stato nascosto per tutto questo tempo? Scappo o va a finire che perdo ancora un'altra lezione! Ah, quando puoi ricordati di dare il mio numero a Jimin!" e così, di fretta, se ne andò, esattamente come era arrivato.

Jin, leggermente shockato, continuò a sbattere le palpebre per più volte. Gli altri due, nonostante avessero effettivamente smesso di discutere per guardare il comportamento di Taehyung, non si scomposero più di tanto. Jin si ritrovò costretto a chiedere "Quel ragazzo è, uhm...?" non seppe concludere la domanda ma probabilmente non ne aveva bisogno. Hoseok, che aveva ormai iniziato anche lui a mangiare la sua colazione gli rispose, come se niente fosse "Eccentrico? Il più delle volte, sì"

Namjoon, invece, parlò direttamente con la bocca piena "Io direi più svitato. Ma è uno svitato che sa funzionare"

"Sei disgustoso, sappilo. Merda, è tardi. Devo prepararmi per andare al lavoro" Hoseok si alzò, ignorando il suo amico che rideva di lui "Vai, vai a farti bello per le tue signore che ti mettono i piedi in testa"

Nel momento in cui rimasero soli Namjoon e Jin, intorno a quella tavola scese un silenzio a dir poco imbarazzante. Gli unici rumori che si sentivano erano quelli che le loro bocche inevitabilmente producevano per bere e mangiare. Era la prima volta che rimanevano soli loro due, essendo anche la prima volta che Hoseok doveva lavarsi e vestirsi dopo aver mangiato. Lo stesso valeva per Tae, non era ancora mai uscito di casa di mattina presto, ma appunto, come aveva detto, era la prima volta che non voleva perdere una lezione. Stavano addirittura evitando di guardarsi. Jin si schiarì rumorosamente la gola, tanto per fare qualcosa, tipo mettere fine a quel silenzio, e provò a chiedere "Non lavori, stamattina?"

Namjoon, questa volta, aspettò di aver mandato giù tutto quello che aveva in bocca prima di rispondergli "Lavorando in un pub no, direi che di mattina non lavoro mai"

Il più grande si diede dell'imbecille "Giusto"

Calò nuovamente il silenzio. Jin stava cercando disperatamente qualcosa da dire, qualsiasi cosa, per non dimostrare a se stesso che no, non era strano convivere con un ragazzo dal quale si è attratti, ma non gli veniva in mente niente. Niente che non fosse legato alla sua fossetta, quella che si era mostrata nel momento in cui Namjoon aveva iniziato a bere.

Sorprendentemente fu l'altro a riprendere la conversazione "Tu invece?"

Jin si riscosse "Io? No, oggi non ho niente. Domani sarà una giornata piena, abbiamo un matrimonio tra due giorni, ma oggi non ho nessun impegno"

Namjoon lo guardò di sottecchi "Bene"

Bene? Cosa significava quel bene? Poteva avere una miriadi di significati nascosti. O essere stata utilizzata in maniera ironica. Perché era un bene che lui non lavorasse quel giorno? Perché non riusciva a smettere di pensare a cosa si nascondeva a dietro ad una fottutissima parola di quattro lettere, di sole due sillabe? Non era normale, si disse. Non potevano essere tutti come lui, probabilmente Namjoon aveva detto quel bene esattamente per lo stesso motivo per cui lui, prima, aveva detto quel giusto. Ma allora perché non lo stava guardando? Perché c'era così tanto imbarazzo tra loro? Perché -

"Io vado, ci vediamo questa sera"

-Dio, grazie. Che qualcuno mi aiuti a spegnere il cervello.

Namjoon si alzò e dopo aver salutato con un "Ciao amico" Hoseok, che stava uscendo di casa per andare al lavoro, iniziò a portare le stoviglie sporche al lavello. Jin , d'istinto, si ritrovò a seguirlo con gli occhi, che si posarono, da soli, senza che nessuno glie l'avesse ordinato, sul suo sedere.

No. Si stava solo prendendo per il culo. La convivenza con un ragazzo per cui si prova attrazione non era facile, affatto.

 

 

---

 

 

Jin stava ricontrollando la lista delle cose da fare per il matrimonio per cui il catering era stato ingaggiato, quando Namjoon lo raggiunse, di nuovo. Si erano separati dopo che il più grande aveva insistito per rassettare lui da solo la cucina, principalmente per liberarsi dell'imbarazzante situazione che si era creata tra loro, ma anche per evitare la distruzione di un altro dei suoi piatti, quelli che aveva comprato lui tempo indietro e che si era portato dietro dalla vecchia casa -aveva scoperto che Namjoon poteva essere estremamente maldestro, il che era assurdo considerando che il suo lavoro consisteva nel maneggiare bicchieri e bottiglie di vetro di ogni dimensione tutte le sere. A quel punto, il più giovane, se ne era tornato di là, chiudendosi prima in bagno e poi in camera sua.

Almeno ora era vestito.

Jin era seduto sul divano con le gambe accavallate, sfruttando così quella in alto per tenere in equilibrio i fogli che stava leggendo, e una penna in mano, in caso la sua lista necessitasse di correzioni. Namjoon si sedette dall'altra parte del divano, senza guardarlo, prendendo il telecomando "Ti dà fastidio se accendo?"

Jin rimase perplesso, più per la formalità che per la domanda in sé "Cosa? No, certo che no"

Sospirando mentalmente, riportò gli occhi sui fogli, senza però leggere davvero. Namjoon continuava a cambiare canale senza trovare nulla da guardare -giustamente, pensò, cosa ci dovrebbe essere di interessante a metà mattina? Non sapeva per quale motivo, ma lui era l'unico con il quale non era riuscito a stabilire un legame. Certo, il fatto che gran parte dell'imbarazzo che c'era tra loro veniva da lui e dall'attrazione che provava per l'altro era assodato, ormai, ma era anche convinto di non piacere per niente, a Namjoon. E oggettivamente, non ne aveva motivo! Era un tipo adorabile, lui! Ed era anche convinto di non aver fatto nulla di male -se non si considerava l'occupazione del divano dalla sera stessa in cui si era trasferito lì, ma da quel momento erano ormai passati giorni! Non aveva senso, anche Hoseok e Tae dovevano essere arrabbiati con lui, se il problema fosse stato solo quello, ma con loro non c'era niente che non andasse. In realtà non c'erano problemi neanche con Namjoon, ma più ci pensava più usciva fuori di testa e più sentiva una strana rabbia crescergli nel petto. E in quel momento ci aveva dovuto pensare davvero tanto se si ritrovò a chiedere improvvisamente "Perché ce l'hai con me?"

Namjoon, a quella domanda, strabuzzò gli occhi e, lentamente, si girò verso di lui "Cosa?"

Oh, faceva anche finta di niente, tipico "Perché non ti piaccio? Che ho fatto di male?"

"Si può sapere di cosa stai blaterando?"

Posò malamente fogli e penna accanto a sé e l'affrontò "E' ancora per quella storia del film? Beh, mi dispiace se ero triste perché il ragazzo che credevo fosse l'amore della mia vita mi ha tradito e avevo bisogno di un po' di tempo per me per sfogarmi e-"

"Ti prego fermati!" Namjoon alzò la voce e si girò completamente verso di lui "Ne avevamo già parlato quella sera al pub, ricordi? E' tutto ok, non ce l'ho con te"

"E allora perché non mi parli?"

Si passò stancamente le mani sugli occhi e gli rispose "Ma che vuoi, mi pare che stiamo parlando, no?"

"Vorrei che tu volessi parlarmi!"

Namjoon aprì la bocca, ma non ne uscì niente. Imitò i pesci per un po' fino a che, con esasperazione, riuscì a dire "Oddio, tu sei davvero un egocentrico"

Jin spalancò occhi e bocca perché... Cosa? E infatti, fu l'unica cosa che riuscì a dire "Cosa?"

"Ti rendi conto che stai facendo tutto da solo, sì? Hyung, non è vero che non mi piaci, ok? Rilassati!"

Jin incassò il colpo, chiuse la bocca e si lasciò andare sul divano. Continuava comunque a pensare che ci fosse qualcosa che non gli tornava. Tipo quei frequenti e lunghi silenzi imbarazzanti, che a quanto pare tra loro cessavano di esistere quando discutevano. Praticamente facevano solo quello.

"Ma allora perché non... non-?"

Namjoon era ritornato a guardare la tv ma comunque riuscì a capire quello che voleva dire e a rispondergli "Perché non ti racconto tutta la mia vita e i miei segreti? Beh, hyung, è solo perché non sono uno che apre bocca e gli dà fiato come Tae, non ho bisogno di fare quattro chiacchiere tra donne mentre ci lacchiamo le unghie come Hoseok e non ho bisogno di piacere a tutti come te"

Jin non fece in tempo ad offendersi che lui riprese "Non ti sto giudicando, sia chiaro. Ci metto solo un po' ad abituarmi alle...situazioni nuove, questo non significa che se vuoi sapere qualcosa io non ti risponderò"

Jin s'imbronciò leggermente, come gli capitava di fare quando si ritrovava a riflettere su qualcosa. Il più giovane gli aveva dato a tutti gli effetti il permesso di fargli delle domande. Domande magari anche personali. Da quando era iniziata quella giornata glie ne erano venute in mente parecchie, se doveva essere sincero, ma la maggior parte di esse erano abbastanza sconvenienti e no, non era il caso. Soprattutto non dopo quello che era appena successo. Ce n'era una, però, che ce l'aveva in mente da più tempo. Avrebbe potuto farla anche ad Hoseok, in effetti, ma non gli era sembrato opportuno. Non lo era nemmeno farla a Namjoon ma...

"Tu e Hoseok sembrate ehm, intimi"

...ma glie la fece lo stesso. Non era colpa sua se era un ragazzo curioso.

Namjoon, d'altro canto, aveva la faccia di uno a cui avevano appena detto che avrebbe dovuto sottoporsi ad una colonscopia "Prego?"

Mise le mani avanti, facendogli capire che quella sua domanda non aveva brutte intenzioni "Non sto insinuando niente, volevo solo dire che siete affiatati, a modo vostro"

La faccia di Namjoon, però, non sembrò rilassarsi affatto "Vorrei sperare! Dio, che schifo. Non dire mai più una cosa del genere"

"E' solo che... Si vede che siete amici da tanto, ma lo siete in maniera diversa da me e Yoongi. Cioè, voi non fate altro che stuzzicarvi e battibeccare"

Rimase un attimo in silenzio, studiando Jin per un po'. Poi sospirò e si passò una mano tra i capelli "Beh, di sicuro le sai scegliere bene le domande da fare ad una persona"

-Jin ignorò tutto quello che gli stava passando per la testa in quel momento, domande più particolari comprese-

"Io e Hoseok ci siamo conosciuti al college, eravamo compagni di stanza, più o meno. Beh, ti basti sapere che se adesso è un tipo strano con qualche mania e fissazione è comunque un enorme miglioramento da com'era quando l'ho conosciuto. Particolare è dire poco. E non andava a genio a molte persone. Si è affidato a me completamente durante il nostro primo anno -ti prego, non chiedermi il perché, ogni tanto ancora me lo domando anche io- e pian piano è diventata la persona quasi normale che è adesso. Solo che poi è capitato qualcosa a me durante il nostro ultimo anno e ha dovuto ricambiare il favore. Da allora non abbiamo mai smesso di vivere insieme"

Jin, a quel punto, avrebbe voluto che scendesse nei dettagli per saperne di più ma era abbastanza ovvio che non lo avrebbe fatto. E, se non avesse fatto già abbastanza la figura del pazzo per quella mattina, gli avrebbe dimostrato quanto l'amicizia che li legava l'aveva commosso. E non solo. Lui era un ragazzo impressionabile, l'aveva sempre saputo, quindi il ritrovarsi affascinato dal mistero dietro le parole di Namjoon e dalla sensibilità di quel racconto non era affatto una sorpresa, per lui.

Si morse il labbro inferiore, pensando che la convivenza, ora, poteva essere ancora più difficile ma, onestamente, anche parecchio divertente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera^^

Vi dirò, avevo pensato di anticipare l'aggiornamento anche per questa settimana, in onore del compleanno di Hoseok, ma poi mi sono detta che sarebbe stato inutile considerando che questo capitolo con la Yoonseok o con il suo personaggio in generale ha ben poco a che fare...
E' anche inutile dirvi queste cose dato che alla fine sono qui di venerdì come di consueto, ma la realtà è che non mi viene in mente altro da scrivere nelle note *cade*

Sì, non sono normale, lo so, ma qualcosa volevo pur dirvi prima di dileguarmi così, come se niente fosse xD

 

Va beh, basta stupidaggini.


Su questo capitolo non mi pare davvero di avere qualcosa da dire per cui, al solito, passo a ringraziare ancora tutti quelli che hanno recensito -
perché davvero, siete meravigliosi e io non riesco ancora a crederci - ma anche chiunque stia seguendo e leggendo questa storia! Grazie, sul serio! Riuscite a sentirmi feelsare? Perché lo sto facendo, in maniera disgustosa, siatene consapevoli!

 

Bene, detto questo do la buonanotte a tutti quanti *-*

Grazie ancora,
YoongiYah

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** IV - Hoseok ***


 

 

 

 

 

 

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Hoseok era nervoso. Come ogni giorno, al lavoro era stato messo in ridicolo perché beh, era l'unico ad avere le palle -e non in senso figurato, purtroppo per lui- ed era ovvio che alla fine, per qualsiasi cosa, il capro espiatorio di tutte era lui. In più, la lavanderia gli aveva mandato un messaggio per notificargli che i due completi che ci aveva lasciato qualche tempo prima erano finalmente pronti e, dopo averli riportati a casa -era passato lì proprio dopo l'orario di lavoro- li aveva tolti dalle buste e appesi all'anta dell'armadio. Stava per rimetterli a posto quando notò che i pantaloni di uno di essi avevano una piega che non avrebbero dovuto avere. Erano stati evidentemente piegati e stirati male. Lui non voleva davvero farne una tragedia greca, sapeva che non era una cosa necessaria, ma non poteva non indispettirsi al pensiero che cavolo, aveva pagato un servizio, non c'era niente di male nel pretendere che quel servizio venisse svolto in maniera adeguata ed efficiente. La ciliegina sulla torta, però, era la presenza di Namjoon in camera sua, sul suo letto, seduto a gambe incrociate, che non faceva altro che guardare o lui o la parete. Era entrato senza chiedere il permesso, si era messo lì e per circa venti minuti non si era mosso. Aveva fatto finta di niente, lo aveva lasciato fare e non si era lamentato, sapeva che se era venuto da lui aveva qualcosa da dirgli, quindi aveva optato per lasciargli il tempo necessario e continuare a risolvere il problema che erano quei dannati pantaloni piegati male. Quando alla fine però gli sentì dire "Hoseok, che differenza fa? Quando li metterai si piegheranno comunque, nessuno se ne accorgerà" non ci vide più.

Si girò di scatto e lo affrontò "Lo saprò io, ok? Il problema è che io saprò di aver messo un paio di pantaloni piegati male e mi porterò dietro un prurito alle gambe e alla testa che nessuno potrà grattare. E questo prurito è arrivato già adesso, non posso semplicemente metterli dentro l'armadio e aspettare. Lo capisci?"

Namjoon, per nulla impressionato, rispose tranquillamente "Il tuo discorso? No. Che sei pazzo? Sì"

Hoseok prese un respiro profondo. Inspirare ed espirare. Contò mentalmente fino a dieci e poi, con calma, chiese al suo amico "Non farai tardi al lavoro?"

"No, attacco tardi stasera"

Altro respiro profondo "Bene, buon per me"

"Puoi smetterla di andare fuori di testa per un secondo? Devo parlarti di una cosa"

Hoseok lo guardò male ma ancora, l'altro non ne fu minimamente impressionato. Cercò di non pensare a quei maledetti pantaloni, anche se la cosa era difficile perché gli sarebbero serviti il giorno dopo -aveva una riunione importante e quello era il suo completo migliore- e si sedette anche lui sul letto "Dimmi"

Namjoon si prese un altro po' di tempo e Hoseok perse un altro po' di pazienza. Infatti, quando finalmente parlò, chiedendo "Cosa ne pensi di Jin hyung?" non poté fare a meno di rispondere in malo modo. Per i suoi standard, almeno.

"Sii più specifico"

Namjoon inarcò un sopracciglio "Come potrei essere più specifico di così?"

Inspirare ed espirare "Vuoi sapere cosa penso di Jin hyung in generale, del fatto che sembra proprio il tipo di ragazzo che piace a te o ancora del fatto che tu sembri essertene reso conto, finalmente? Oppure senti questa, credo sia la più appetibile: vuoi parlare del fatto che te ne sei reso conto subito e che hai fatto finta di niente fino ad ora?"

Le narici di Namjoon si fecero esageratamente larghe "Ti odio" disse, per poi guardarlo con una faccia orribilmente arcigna e riprendere "La seconda, credo"

Schioccò la lingua "La meno interessante tra quelle interessanti. Sei noioso" Si mise comodo, accavallando le gambe e portando le mani al ginocchio, allacciando lì le dita "Beh, se sei qui c'è un motivo preciso, no? Dimmelo e basta"

"Senti, non sono il tipo che si mette a raccogliere margherite per fare m'ama non m'ama, non mettermi fretta! Dio, ci credi che pensa che siamo intimi?"

Hoseok scrollò leggermente le spalle, per niente sconvolto dalla rivelazione "Beh è vero"

"No che non è vero"

"Nam, un po' sposati lo siamo"

"Non sarò mai tuo marito"

"Accetta il fatto che una parte di te è sposata con una parte di me, sarà più facile andare al dunque di questo discorso"

Stava per ribattere ancora ma quando notò lo sguardo di Hoseok -sapeva di aver messo su la sua espressione da 'ho ragione e so di averla, posso andare avanti all'infinito' lasciò perdere. Prese un respiro profondo, proprio come aveva fatto l'altro precedentemente, e disse "Pensava di non piacermi"

"Beh, non sei mai stato molto simpatico in sua presenza. Dalla prima volta che l'abbiamo visto"

"Non voglio piacergli"

Hoseok iniziò a capire quale fosse il problema. Il passato di Nam che non riusciva ancora a lasciarsi alle spalle "Non deve essere per forza come -"

"Lo so. Hoseok davvero, lo so. Ma comunque arriverà il momento in cui io non andrò più bene e...non -"

Hoseok lo fermò, mettendogli una mano sulla spalla e stringendola appena, con fare rassicurante "Perché semplicemente non smetti di pensarci? Prova solo a passarci del tempo insieme senza essere una totale testa di cazzo e a conoscerlo meglio, in caso succeda qualcosa ne riparliamo a tempo debito. O ne parlerete. E' ancora troppo presto per avere paura, no? Magari non c'è niente di cui avere paura"

Namjoon abbassò lo sguardo, fissandosi le mani. Hoseok sentì comunque quella spalla rilassarsi appena "Già, forse hai ragione. Non mi rassicura dopo aver visto la follia per i pantaloni, ma comunque"

Hoseok mollò la presa rassicurante e lo spinse appena "Ingrato" per poi tornare serio per un istante "Solo, Nam... Devi davvero vedere come vanno le cose con calma. Lo dico per te, ma anche per lui che è appena uscito male da una relazione importante e per me e per Tae, che ci stiamo affezionando a lui. Senza contare il fatto che abitate sotto lo stesso tetto"

L'altro sbuffò una risata "Quindi io devo stare attento per questo ma tu puoi farti il suo migliore amico?"

Rise appena anche Hoseok "E' diverso!"

"Come fa ad essere diverso?"

Hoseok iniziò a tentare di elencare le sue ragioni, che credeva essere di più, tenendo il conto con le dita di una mano. Stendendo il mignolo disse "Per prima cosa lui non abita qui e -" poi si fermò, quando stendendo l'anulare non gli venne in mente altro.

Namjoon trattenne a stento una risata divertita "Ti sto ascoltando, continua"

Hoseok lasciò perdere. Agitò quella stessa mano come a dire che non glie ne fregava più niente e ridusse poi gli occhi a due fessure "Sono io ad odiare te" dopo di che, si mise nella stessa posizione dell'altro, a gambe incrociate al centro del letto, per guardarlo faccia a faccia "Ci siamo quasi baciati"

Gli parve confuso "Chi?"

"Io e Yoongi"

Lo era ancora "Quando?" la sua voce si era alzata di almeno un'ottava, come faceva quando non riusciva a spiegarsi qualcosa, diventando vagamente stridula -il che era comico, considerando quanto in realtà fosse profonda.

"Ieri, prima che tu e gli altri tornaste a casa"

"Che significa quasi?" la voce era ancora stridula.

Hoseok, esasperato, gli rispose come se fosse una cosa ovvia "Che stavamo per farlo ma che siamo stati interrotti" Gli si avvicinò, portandogli una mano dietro la nuca per avvicinarlo a sua volta, a mo' di dimostrazione "Eravamo a tanto così, guarda -"

Namjoon lo spinse via con forza "Non provarci mai più. Mai. Più"

Alzò gli occhi al cielo "Era solo una dimostrazione" Si ricompose e poi riprese "C'è stato solo uno sfiorarsi di nasi ma fidati, è stato la sfiorarsi di nasi più eccitante mai avvenuto fino ad ora"

Namjoon, disgustato, rispose con un "Sì, immagino" fece finta di avere un conato di vomito per prenderlo in giro e poi, tornando serio, gli chiese "Perché me lo dici solo ora? Cioè, non hai sentito il bisogno di metterci i bigodini in testa come tuo solito e utilizzarmi come diario segreto?"

Hoseok, per nulla toccato da quei commenti, abbassò le spalle e sospirò "Volevo farlo, solo che lui mi ha detto di far finta che non sia mai successo e io sono confuso perché come può pretendere che io faccia finta di niente quando ho quel momento stampato nel cervello? Mi sono agitato e non ho dormito e-"

"E sei andato fuori di testa, sì. Ho notato"

Gli mise entrambe le mani sulle spalle e disperato annunciò all'amico "Nam, io devo averlo. Aiutami"

Sapeva che la risposta che gli stava per dare non era quella che voleva sentirsi dire e così riprese "Ti ricordi cosa ho detto quel giorno, nella nostra vecchia stanza al college? Tutti mi stavano prendendo in giro e tu hai detto che un giorno sarei diventato un uomo di successo e che avrei avuto tutto quello che volevo"

Namjoon sospirò "E tu con la tua vocina da ragazzina vergine e disperata mi hai chiesto 'anche un idol nel mio letto?'"

Hoseok, più serio che mai, gli rispose "Esattamente. Tu mi hai detto che avrei avuto anche quello. E' la mia occasione, non posso lasciarmelo scappare"

L'altro sospirò ancora ma Hoseok seppe, grazie all'espressione sconfitta che aveva assunto, di aver fatto centro. Non abbandonò l'espressione bisognosa d'aiuto che aveva messo su, ma dentro di sé esulto come non mai.

Il pensiero di poter avere Yoongi gli fece accantonare quello dei pantaloni fino al giorno successivo.

---

L'aver parlato col suo migliore amico aveva sicuramente tranquillizzato Hoseok. Non solo quella notte era riuscito a dormire tranquillamente, ma era anche riuscito a sistemare con calma i pantaloni ed indossare quel completo, pronto ad affrontare la riunione senza problemi. E stando da urlo.

Che poi alla fine la riunione non gli fosse andata bene e che come al solito era stato destinato ad essere l'assistente di una delle colleghe a cui invece era stata affidata l'intera campagna pubblicitaria non era un dato rilevante. Alla fine, anche questo faceva parte della sua normalità, quella che aveva riconquistato dopo la giornata precedente.
Si era lasciato prendere dalle cose ma, col senno di poi, si disse, non era colpa sua. Era colpa di Yoongi e della sua visita inaspettata.

Non era lui ad essere strano, erano le cose che andavano pianificate prima. Non c'era altro da fare, era quella la verità.

Quando però, dopo essere tornato a casa, ricevette un messaggio da Namjoon -"Vieni al pub, Jin hyung e Yoongi sono qui"- non poté non pensare che lui e la verità fossero dei grandissimi bastardi.

Era ancora per strada quando gli arrivò un secondo messaggio, sempre da parte del suo amico "Vieni direttamente al bancone da me, non andare da loro"

Lo lesse che era ormai davanti all'ingresso del locale, quindi non si prese nemmeno la briga di rispondere, anche se non poteva fare a meno di chiedersi cosa diavolo significasse. Perché non doveva andare da Yoongi se era arrivato fin lì per lui? In ogni caso, aveva ormai abbastanza fiducia nel suo amico per fare come gli era stato detto.

Varcò la soglia ed entrò, notando che il pub era fin troppo affollato per essere la sera di un giorno feriale. Fu inevitabile per lui, nonostante la gente, individuare subito la chioma rosa di Yoongi, seduto ad un tavolo con Jin non troppo lontano dal bancone. Ingoiò a vuoto e si diresse dal suo amico, senza però perdere di vista gli altri due ragazzi. Namjoon stava riempiendo dei boccali con della birra alla spina ma comunque, quando lo vide arrivare, gli fece un cenno con la testa. Quando poi lo raggiunse disse, come se niente fosse "Da questo mercoledì in poi faremo la festa della birra. Tutti i mercoledì la birra, qualsiasi marca, costerà meno. Funziona, no? A Yoongi l'idea è piaciuta tanto, ha costretto Jin hyung a venire anche se non aveva voglia"

Hoseok prese nota dell'informazione, annuendo distrattamente con la testa -alla fine non è che quello gli interessasse più di tanto. Quello che gli premeva sapere, ovviamente, era altro "Perché non posso andare da loro?"

Namjoon, tirò fuori vari bicchieri e boccali dal cesto che si trovava vicino a lui e iniziò ad asciugarli, con calma. Hoseok alzò gli occhi al cielo.

"Sai qual è il bello del mio lavoro? Puoi capire la maggior parte delle persone che si trovano dall'altra parte del bancone senza nemmeno doverci parlare più di tanto"

"Smettila di fare il barista vissuto e di mondo e vai al sodo"

A quel punto, Namjoon, si degnò di guardarlo. Male. Posò il bicchiere e il panno e gli si avvicinò, parlando ad un tono di voce più basso "Vuoi sapere perché quei due vanno tanto d'accordo?" chiese indicando con la testa i ragazzi al tavolo "Hyung ha un patologico bisogno di piacere agli altri e Yoongi... Beh, Yoongi è una fatina"

Hoseok inarcò le sopracciglia, pensando che il suo amico fosse diventato completamente scemo all'improvviso "Una fatina?"

"Sì. A modo suo, vuole stare al centro dell'attenzione"

"Ci ho provato e non mi sembra abbia funzionato"

Namjoon scosse la testa "No no. Tu l'hai importunato, è diverso"

A quelle parole Hoseok capì. I capelli. Era quasi riuscito a rubargli un bacio perché gli aveva detto che stava bene con quel colore di capelli, ma che sarebbe stato carino comunque, in qualsiasi modo glie li avessero conciati. Namjoon aveva ragione.

"Che devo fare allora?"

L'amico ghignò "Quello che alle fatine non piace. Ignorarlo"

---

Ignorare Yoongi fu esattamente quello che fece, per quasi tutta la sera. Lui e Jin, quando il più grande lo notò, lo raggiunsero al bancone per salutarlo e per fare quattro chiacchiere -lo hyung si era ricordato della riunione che aveva avuto quella mattina e gli aveva chiesto come fosse andata e Hoseok, garbatamente, ricambiò la gentilezza chiedendogli come stessero andando le cose per il matrimonio a cui doveva lavorare il giorno dopo. Al ragazzo coi capelli rosa non rivolse parola, affatto, se non per salutarlo con un semplice ciao buttato lì, quando si aggregarono a lui. In quel momento si era congedato per andare in bagno e, mentre stava facendo quello che doveva fare, non poteva fare a meno di chiedersi se stesse soltanto sprecando tempo. Come poteva essere seriamente una buona tattica ignorare qualcuno? Namjoon era stato davvero un buon amico ad aver risposto alla sua richiesta d'aiuto, come aveva sempre fatto prima d'altronde, ma questa volta, forse, non aveva centrato appieno la questione. Dopo essersi lavato le mani uscì dal bagno dei maschi e, con sua sorpresa, si ritrovò nell'anti-bagno faccia a faccia con Yoongi, appoggiato a sua volta alla porta del bagno delle signore.

"Non mi parli più?"

Ecco. Quello non lo aveva previsto. Come doveva comportarsi ora? Doveva continuare ad ignorarlo? O poteva rispondergli? Con Namjoon, queste cose, non l'aveva mai pianificate. Ci risiamo, pensò.

Si limitò a fissarlo, sentendosi anche un po' un idiota ma davvero, che altro doveva fare?

Yoongi, in ogni caso, non si arrese "Sei offeso per quello che ho detto l'altro giorno?"

Decise di lasciar fare le cose a lui, rispondendo in modo vago. Almeno così avrebbe potuto vedere dove voleva andare a parare lui "Perché dovrei?"

Yoongi, pensò Hoseok, era davvero una fatina -nel senso in cui lo intendeva Namjoon, almeno. In quel momento aveva messo su una faccetta innocente che non gli aveva mai visto. Non che lo conoscesse così bene, ma era sicuro che quel ragazzo fosse in grado di ottenere ogni cosa volesse, in qualche modo.

"Perché ti ho detto di fingere che quello che c'è stato non sia mai successo"

Hoseok continuò con le domande, sperando che tutto questo lo portasse a qualcosa di buono "Cosa c'è stato?"

L'attimo di smarrimento negli occhi di Yoongi fece riacquistare ad Hoseok una certa sicurezza "Lo sai"

Gli sorrise, malizioso "Devo essermene dimenticato"

Di nuovo, come l'altra volta, Hoseok non capì come arrivarono a quel punto, non riusciva a capacitarsi di come le cose, quando c'era l'altro ragazzo di mezzo, continuassero a sfuggirgli di mano, perdendone totalmente il controllo. Solo che, questa volta, non riuscì a lamentarsene, non dopo essere stato spinto dalla mano di Yoongi che si era posata sul suo petto nuovamente all'interno del bagno degli uomini e ritrovandosi l'altro che, con decisione, lo afferrò per i capelli, portando le loro bocche alla stessa altezza. Quando i loro nasi si sfiorarono e loro erano tanto vicini da non riuscire più a vedersi chiaramente, Yoongi sussurrò "Questo ti rinfresca la memoria?"

Hoseok avrebbe voluto rispondergli, urlare un 'Dio, sì. Finalmente' o magari sussurrargli qualcosa che riscaldasse ancora più l'atmosfera, come aveva fatto lui, ma non ne ebbe il tempo. E neanche il bisogno. Le labbra di Yoongi sulle sue stavano già facendo abbastanza. Riuscì a riprendere il controllo di sé e poi prendere anche quello della situazione qualche istante dopo, afferrando Yoongi per i fianchi e incastrandolo tra sé e la porta. Quando lo sentì gemere ringraziò il cielo -o Namjoon- e lo sollevò con forza, facendogli capire che doveva affidarsi a lui.

In quel momento, dovette ricredersi. Quella era la prova che a volte le cose riescono ad andare bene anche quando non vengono minuziosamente programmate prima.

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui, in anticipo per la seconda volta!

Sarò sincera, in parte è perché non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo *-* Cioè, domani non avrò davvero occasione di perdere tempo davanti al computer, ma questa è solo una causa secondaria xD

Comunque.
L'ultimo era solo un capitolo di passaggio e spero che questo -un po' più consistente- possa essere considerato come una scusa degna di questo nome per riscattarmi come si deve!

Questa volta ho una minuscola cosa da chiarire. Più persone mi hanno detto, nelle recensioni, che si aspettavano un capitolo di Yoongi la settimana scorsa e questo mi ha fatto venire in mente che mi sono brutalmente dimenticata di dirvi una piccola, insignificante cosetta.
Il punto di vista narrativo cambi
a di capitolo in capitolo, come avete potuto già notare, ma non ci saranno capitoli narrati dal punto di vista dei personaggi che non abitano all'interno del loft...

*sorride imbarazzata*

Eh, potevo dirlo prima. Avete ragione.

Il perché è molto semplice: mi voglio complicare la vita. E anche perché non ho mai scritto una Yoonseok solo ed esclusivamente dal punto di vista di Hoseok. Ma soprattutto perché l'idea, l'ispirazione, il titolo, molto di quello che riguarda i personaggi della storia, l'intero intreccio è legato all'ambientazione in questo appartamento. Con questo però non voglio dire che Yoongi, Jimin e Jungkook sono personaggi secondari -ed ecco perché mi sto complicando la vita xD

E già che sono in argomento, preciserò anche che sì, arriveranno anche i personaggi che non sono ancora stati nominati nella storia, giuro! Datemi solo un po' di tempo xD

Ancora, come sempre, voglio ringraziare chiunque stia leggendo questa storia, in particolare gli autori delle bellissime recensioni che mi fanno andare in giro con un sorriso da scema stampato in faccia

Buonanotte a tutti^^
A presto, spero!

YoongiYah

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** V - Jin ***


 

 

 

 

 

 

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Jin era convinto che ci fosse qualcosa che non andava, da qualche giorno. Il punto era che non riusciva a capire cosa. Yoongi lo stava ignorando. Non c'era altra spiegazione, ce l'aveva con lui. Gli aveva dato buca già quattro volte e la sua unica spiegazione era stata un messaggio del tipo "La compagnia mi sta col fiato sul collo, scusa"

Certo, come no.

Era vero che, essendo nel suo periodo di trainee, non aveva mai più di tanto tempo libero ma comunque Yoongi non si era mai fatto mancare niente, nemmeno se questo gli avesse poi causato problemi. E non era mai successo prima che non si sentissero per così tanto. Certo, non è che passassero ventiquattro ore su ventiquattro a mandarsi messaggini ma comunque si sentivano tutti i giorni, anche per un semplice come stai. Invece, da un po', Yoongi non lo cercava più.

La cosa che lo mandava più ai matti era che non ne capiva il motivo. Insomma, non credeva di aver fatto qualcosa di male ma se anche così fosse stato ne potevano parlare, come fanno le persone adulte e civili, no?

No, a quanto pareva.

Sospirando, con in testa solo questo pensiero, uscì dalla sua camera per andare in cucina a preparare la colazione. Sentì la porta d'ingresso chiudersi prima di riuscire ad oltrepassare tutto il corridoio. Quando lo fece, poi, trovò Hoseok, con solo un paio di boxer addosso e tutto spettinato, in piedi proprio tra l'ingresso e il soggiorno "Che stai facendo?"

Hoseok si girò di scatto verso di lui "Ehi, uhm, hyung" sembrò rendersi conto solo in quel momento di essere in mutande e cercò di coprirsi come meglio poteva "I-io, ehm-"

Jin, perplesso, non poté fare a meno di chiedersi perché accidenti stavano andando tutti fuori di testa, ultimamente. Taehyung, che lo affiancò in quel preciso istante, gli diede una parziale spiegazione "Oh, me lo sono perso anche stamattina?"

"Cosa?"

"Il ragazzo di Hoseok hyung!"

Jin e Hoseok strabuzzarono gli occhi e, allo stesso tempo, dissero

"Hai un ragazzo?"

"Non è il mio ragazzo!"

Tae fece spallucce "Fa niente, puoi chiamarlo come vuoi. Sono un po' di notti che hyung fa entrare un ragazzo di nascosto e poi lui se ne va la mattina presto. Oggi però è uscito più tardi del solito, speravo di riuscire a vederlo"

Jin era sorpreso "E tu come fai a sapere tutte queste cose?"

La faccia di Taehyung si rabbuiò "Le nostre stanze sono attaccate. Riesco a sentire tutto. Hyung, ti piacciono cose davvero strane"

Hoseok era diventato tutto rosso. Tutto "Tae. Ti prego, stai zitto"

Ad infierire, poi, arrivò un Namjoon mezzo assonnato che alla vista della scena sembrò svegliarsi definitivamente "Belle mutandine, Hoseok. Hai perso il pezzo di sopra? Vuoi che ti presti la mia vestaglia?"

Il ragazzo, che sembrava stesse per prendere fuoco, iniziò a balbettare qualche fase senza senso; poi, con un verso frustrato e un "Andrete tutti in un posto molto, molto brutto" se ne tornò in camera sua, continuando ancora a cercare di coprirsi.

Namjoon scoppiò a ridere e Jin si ritrovò a fissarlo. Gli piaceva quando il ragazzo rideva. Era carino. Non che Namjoon per lui potesse essere definito semplicemente carino, ma quando rideva, in qualche modo, riusciva a metterlo in pace. Anche se, in quel momento, l'attenzione di tutti era rivolta altrove "Sai che sta succedendo?"

Non smise di sorridere ma comunque si girò verso di lui. La fossetta era lì, in tutta la sua gloria "No, per fortuna non sono stato invitato ad assistere"

Sentì la manica della sua camicia venire tirata e si girò verso Tae che, come un bambino, cercava di farsi notare "Hyung, voglio la mia colazione. Mi hai viziato, adesso ne devi pagare le conseguenze"

 

La colazione fu consumata nel più religioso silenzio possibile. Solo che, almeno per quella volta, l'imbarazzo era tutto per Hoseok. Taehyung e Namjoon continuavano a ridere di lui sotto i baffi e Hoseok continuava a far finta di niente ma comunque si vedeva quanto fosse seccato. Jin cercò di riappacificare gli animi "Sai che puoi dirci tutto, vero?"

Hoseok si alzò, portò la sua tazza al lavello e la posò. Mentre tornava al tavolo per prendere la giacca, che aveva accuratamente lasciato sullo schienale della sua sedia, e la ventiquattrore, anch'essa appoggiata lì, disse "Vedendo il livello di maturità raggiunto dalle persone in questa stanza direi di no, non posso" Si mise la giacca e dopo aver lisciato bene le maniche si avviò verso l'uscita "Ciao hyung" e ignorando gli altri lasciò definitivamente il loft.

Namjoon sospirò "Dio, adesso mi toccherà regalargli dei fiori"

Jin, a quella frase, scattò, senza potersi più trattenere "Mi aspettavo molto di più da voi" ridusse gli occhi a due fessure e, appoggiando il gomito al tavolo, si avvicinò a Namjoon, seduto proprio davanti a lui "Soprattutto da te"

Registrò con la coda dell'occhio Taehyung che con una grazia improvvisa lasciò tavola e cucina, dirigendosi direttamente verso la porta, andandosene anche lui. Non distolse comunque lo sguardo da Namjoon, cercando in tutti i modi di farlo sentire in colpa.

Il ragazzo retrocesse appena "Lo lasci andare così?"

Non gli rispose. Continuò a fissarlo e basta.

"Hyung. Fai paura"

A quel punto, parlò "Bene"

Dopo aver passato qualche altro secondo a guardarlo male si alzò, portando tutto quello che c'era da lavare al lavandino "Rimetti quello che stava nella dispensa a posto. Non rompere niente"

Namjoon scattò in piedi, senza fiatare, per fare quello che gli era stato chiesto.

Jin sorrise, ma fu ben attento a non farsi vedere dall'altro.

 

 

---

 

 

Il resto della mattinata, lo occupò svolgendo le sue mansioni in casa. Per quella settimana toccava a lui andare a fare la spesa e così, essendo libero quel giorno, dopo aver sistemato in cucina -o meglio, dopo averla fatta sistemare a Namjoon sotto la sua supervisione- prese i soldi dalla cassa comune e lista della spesa, dove erano segnate le necessità per la casa e quelle di tutti gli abitanti. Prese tutto quello che doveva senza chiedersi nulla -anche se, sul serio, lui poteva capire tutto ma a quale uomo servono delle forcine per capelli?- e poi fece ritorno nel loft.

Hoseok, ovviamente, era ancora al lavoro mentre Tae, da quando era sparito, o fuggito dall'ira del più grande, non si era ancora fatto rivedere quindi era probabile che in casa sarebbero stato solo lui e Namjoon. La cosa non lo preoccupava, non più dalla primissima volta che ci erano rimasti. Dopo quella piccola discussione in cui era stato appurato che Jin era un narcisista che voleva piacergli a tutti i costi e che all'altro la cosa stava bene, tutto aveva incominciato ad andare per il verso giusto.

Più o meno.

Il fatto che continuasse a fare pensieri impuri su di lui non era più di tanto rilevante, fintanto che riusciva a tenerseli per sé.

Lo trovò seduto al tavolo, fogli, scontrini e ricevute varie davanti a lui, calcolatrice e penna in mano. Quando era così concentrato era ancora più -Non adesso Kim Seokjin!

Cercando di portare entrambe le buste, piene, della spesa, provò ad attirare la sua attenzione "No, ce la faccio da solo, grazie" nella speranza che cogliesse l'ironia.

Lo vide alzare lo sguardo lentamente ma, quando capì che la sua era una richiesta d'aiuto seria, si alzò di scatto "Attento"

Recuperò in tempo la busta che stava per far cadere "Potevi dirmelo, sarei venuto direttamente con te"

Portarono entrambi le buste sull'isola della cucina e da lì, insieme, iniziarono a svuotarle e a mettere tutto al proprio posto. Era una situazione... Familiare, a modo suo. Gli piaceva. Con Hyosang queste cose non l'aveva mai fatte, Jin aveva sempre cercato di lasciargli il tempo che aveva libero dal lavoro libero a tutti gli effetti, alle cose di casa ci aveva pensato sempre e solo lui.

Non che stesse paragonando Namjoon al suo ex, chiaramente. No.

Di nuovo, cercò di non pensarci "Era il mio turno, non il tuo. E poi hai altro da fare, finisco io"

L'altro scrollò le spalle "Non mi pesa, la contabilità del pub la posso controllare anche dopo. Ti aiuto volentieri"

No, non stava assolutamente facendo dei paragoni tra il ragazzo che aveva accanto e quello con cui era stato per sei anni.

Ancora, ignorò qualsiasi cosa gli passasse per la testa "Contabilità? Non dovrebbe farlo il proprietario? O una persona incaricata?"

Namjoon non distolse lo sguardo da quello che stava facendo "In teoria, ma il proprietario è un idiota e io mi diverto"

Jin inarcò le sopracciglia "Ti diverte?"

"Sì. Mi piacciono queste cose"

"Il tuo concetto di divertimento non è di certo quello comune"

Namjoon si mise a ridere. La fossetta. Voleva sbattere la testa da qualche parte.

"Disse quello che si diverte ad essere necessario agli altri"

Jin, a quelle parole, si fermò "Non è vero!"

Si fermò anche Namjoon e si girò a guardarlo, sorridendo ancora. La fossetta.

"Andiamo, sei qui da quanto? Poco meno di un mese? Sei già diventato la mamma del loft. All'inizio pensavo fossi come Hoseok che deve occuparsi di queste cose, ma invece non è così, tu vuoi farlo"

Si imbronciò leggermente "Che c'è di male?"

Namjoon non aveva mai smesso di sorridere "Niente"

Poi distolse lo sguardo e, ritornando a svuotare le buste disse "Mi piace, è una cosa carina"

I paragoni e tutte le fantasie che aveva su quella dannata fossetta iniziarono a vagare senza alcun controllo, ormai.

 

 

---

 

 

Tentò di contattare per l'ennesima volta Yoongi, quel pomeriggio. Non poteva chiamarlo perché, nel caso in cui fosse stato davvero impegnato con la compagnia, non gli avrebbe mai risposto, ma un messaggio prima o poi avrebbe dovuto leggerlo. Dopo aver digitato un "Degnati di rispondermi appena puoi, brutto stronzo. Devo parlarti di una cosa importante" e averlo inviato, lasciò la chat aperta per controllarne la visualizzazione. Dopo dieci minuti si arrese e, con un sospiro, gettò il cellulare dall'altra parte del divano. Nel momento in cui puntò il gomito al cuscino del divano e appoggiò la testa sulla mano e riportò la sua attenzione al telefilm che stava guardando, Namjoon fece il suo ingresso nel soggiorno e prese posto accanto a lui. Accanto alla sua testa. La sua faccia era praticamente a contatto con la coscia dell'altro.

Si schiarì la gola e, con nonchalance, si tirò su, riprendendo il cellulare e riaprendo la conversazione col suo suddetto migliore amico. Iniziò ad inviargli con insistenza una moltitudine di faccine arrabbiate.

"Problemi?"

Jin spalancò gli occhi, pietrificato -sì, tu. Ma era una cosa brutta da dire in quel momento, probabilmente.

E comunque, con qualcuno aveva bisogno di parlare. Namjoon non era la persona indicata per parlare della minuscola cotta che poteva essersi preso per lui, però poteva parlargli del suo amico.

Sospirò, più per riprendere coscienza di sé e di quello di cui poteva parlare con l'altro e per perdere tempo che altro, poi iniziò "Io... Credo che Yoongi mi stia evitando"

"Perché?"

"Non lo so, potrei aver fatto qualcosa di sbagliato ma non so cosa e lui non ne vuole parlare"

Namjoon sorrise "No, hyung. Volevo dire, perché lo credi?"

Aggrottò le sopracciglia, confuso dalla domanda "Perché mi ha già dato buca quattro volte e mi dice sempre che ha da fare. Non è da lui"

"Magari allora è davvero così. Magari ha davvero da fare. O magari è successo qualcosa e lui non ha avuto modo di parlartene. Rilassati"

Ok, questo però non lo aiutava "Sì ma-"

Namjoon lo fermò, prima che potesse dire altro "Hyung" gli mise una mano sulla coscia e strinse, non troppo forte ma comunque in maniera decisa "Smettila di pensare che sia colpa tua"

Aveva uno sguardo serio. Sicuro. Improvvisamente Jin iniziò a sentire caldo.

"E se anche tu avessi fatto qualcosa che lo ha infastidito sono sicuro che non l'hai fatto apposta, quindi, se così fosse, se ne renderà conto anche lui e tornerà tutto come prima"

Probabilmente quello che voleva lui era essere rassicurante e Jin era sicuro che in un altro momento ci sarebbe riuscito perfettamente, ma lì, su quel divano, l'unica cosa che riusciva a percepire era quella mano sulla sua dannata coscia.

"Davvero Jin, sono sicuro che tu ti stia facendo troppi problemi"

Sorrise. La fossetta. Caldo.

Quando il suo cellulare iniziò a squillare Jin pensò sul serio di dover trovare il modo per sdebitarsi con qualsiasi divinità avesse deciso di aiutarlo, nonostante i brutti pensieri che stavano affollando la sua testa. Sobbalzò per lo spavento -la suoneria era abbastanza forte e lui davvero non se lo aspettava in quel momento- e Namjoon lo liberò dalla presa, lasciandogli un formicolio proprio sul punto dove si era trovata la sua mano. Recuperò il telefono e vide che a chiamarlo era proprio il suo migliore amico "E' Yoongi"

Namjoon sorrise, di nuovo "Visto?"

Continuava a fissare lui, tenendo ancora in mano il telefono, che a sua volta continuava a squillare.

"Dovresti rispondere adesso"

Spalancò gli occhi "Uh?"

Namjoon inarcò semplicemente le sopracciglia e lui si sentì un grandissimo stupido. Tornò alla realtà e fece partire la chiamata. Dopo aver portato l'apparecchio all'orecchio disse un "Era ora!"

Si alzò, sorridendo appena al ragazzo a mo di scuse e poi, quasi di corsa -sperando di non essere stato ridicolo agli occhi dell'altro- si chiuse in camera sua.

Nel frattempo Yoongi, dall'altra parte della cornetta, si stava scusando "Hyung, scusami, ma questi giorni sono stati davvero un casino. Mi dispiace di essere sparito così ma-"

"Yoongi, non me ne frega un cazzo adesso di quello che hai dovuto fare tu"

"E' successo qualcosa?"

Jin si spalmò praticamente sulla porta, neanche avesse corso una maratona, e poi scivolò, fino a che il suo sedere non toccò la moquette. Cercò di scegliere con attenzione le parole da usare ma poi, si rese conto, quelle spicciole rendevano meglio "Credo di voler saltare addosso ad uno dei miei coinquilini"

"Chi?"

Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo "Namjoon"

"Oh"

Yoongi sembrava... Sollevato? "Chi altri poteva essere, scusami? Ti avevo già detto che è carino"

 "Trovarlo carino non significa volergli saltare addosso"

"Non faccio da nave scuola, solitamente. E non vado neanche con le donne mancate che si stanno già facendo un altro -ricordami di raccontarti anche questa cosa, tra l'altro, stamattina è stato cooosì imbarazzante e-"

"Hyung"

"-sì, scusami" Si passò la mano libera su tutto il viso e poi, con l'indice e il pollice, strinse il ponte del naso "Che devo fare?"

"Non potresti saltargli addosso?"

Si lasciò il naso e riaprì gli occhi di scatto, urlando solo uno scandalizzato "Yoongi!"

"Beh, che ci sarebbe di male, scusa?"

Rispondendo come se stesse dicendo qualcosa di ovvio, disse "Tanto per iniziare potrei non piacergli -"

"Passo"

"- e poi sarebbe strano! Viviamo insieme!"

L'amico, a quel punto, rise. Di gusto, pure "Perché scusa, non è già strana la situazione?"

"Eh" In effetti, non poteva dargli tutti i torti... Poi, all'improvviso, ebbe un'illuminazione. Quello poteva essere un problema "Yoongi?"

"Mh?"

"Sono passati più di sei anni. Io mica mi ricordo come si fa all'inizio"

Silenzio. Yonngi non fiatò, per un attimo pensò pure che fosse caduta la linea. Poi realizzò "Fattela questa risata, dai"

Yoongi scoppiò a ridere. Forte, tanto che se lo stava immaginando con quella odiosissima bocca spalancata, lingua biforcuta in bella mostra.

E figurarsi che in giro si dice che è una cosa rara, trovare un vero amico.

 

Non si sentiva molto fortunato in quel momento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccomi qui, in anticipo ancora una volta -sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di spostare definitivamente la pubblicazione al giovedì...
Suppongo lo scopriremo solo vivendo.

 
Comunque.
Spero che anche questo capitolo di Seokjin vi sia piaciuto e che la storia non stia ancora deludendo nessuno!

Ancora una volta voglio ringraziare tutti voi lettori, soprattutto chi recensisce -il sorriso da scema non mi ha mai abbandonata, nemmeno questa volta :D

 
Prima di salutarvi, volevo mostrarvi il bellissimo disegno che il mio caro Jichan ha fatto, ispirandosi ad una delle scenette del capitolo precedente -precisamente, quella in cui Hoseok tenta di mostrare a Namjoon quanto vicini lui e Yoongi fossero quando si sono quasi baciati nel secondo capitolo xD


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A me piace tantissimo e col suo permesso ho deciso di condividerlo con tutti voi *-*

E a te, Ji, vanno un ringraziamento speciale e una standing ovation -e anche il pupazzetto invisibile di Yoongi che ti mando virtualmente :D



Detto questo, vi lascio augurandovi una buona serata ^^

Alla prossima settimana,

YoongiYah

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Capitolo 7
*** VI - Namjoon ***


 

 

 

 

 

 

 

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Hoseok rientrò in casa poco dopo che Jin era sparito in camera sua -impedendo così a Namjoon di sentire una sola parola della conversazione col suo migliore amico, a parte qualche gridolino qua e là. Comunque, lui era rimasto sul divano e, dopo essersi impossessato del telecomando per cercare qualcosa di più interessante da guardare, il suo, di migliore amico, fece il suo ingresso in scena. Quando vide che nella stanza c'era solo Namjoon ridusse gli occhi a due fessure e chiuse la porta con forza, sbattendola. Senza smettere di guardarlo torvo s'incamminò verso il corridoio -se lo stava immaginando mentre posava valigetta, cravatta e giacca al loro posto con estrema cura, quasi come se il mondo fosse cascato se non l'avesse fatto- e poi ritornò in soggiorno, il tutto senza mai aver smesso di guardarlo male. Si sedette sul divano, all'estremità, il più lontano possibile da lui, e, dopo aver messo su una faccia offesa, fece in modo di dargli le spalle. In tutto questo, riusciva ancora a sentire i gridolini di Jin.

Namjoon alzò gli occhi al cielo, esasperato "Dio, mi sembra di vivere nella casa di Holly Hobbie"

Come a voler confermare i suoi pensieri, anche Taehyung rientrò in casa, praticamente correndo. Chiuse la porta, sbattendola anche lui -i signori dell'appartamento di fianco si sarebbero lamentati il giorno dopo, ne era sicuro- e gridò -o pianse, non era chiaro "Sono una persona orribile!"

Poi, di nuovo, corse in camera sua chiudendocisi dentro e sbattendo ancora la porta, ovviamente. Da lì in poi lo sentirono emettere solo un urlo disperato.

Namjoon, ancora, sospirò "Appunto" e riportò la sua attenzione allo schermo.

Dopo qualche minuto di completo silenzio guardò con la coda dell'occhio Hoseok, che, ostinato, continuava a dargli le spalle "Dovremmo andare a controllare?"

A quel punto l'altro si girò e, con la faccia di uno che era appena stato offeso a morte e, con tono sdegnato, disse "Quindi se è lui ad avere un problema tu corri in suo aiuto ma se io ce l'ho con te non fai assolutamente niente?"

Namjoon, spazientito, praticamente grugnì "Hoseok, ma che vuoi da me?"

Allargò le braccia, come a voler dire che la sua domanda era stupida e che la risposta era ovvia "Il tuo appoggio!"

Si sforzò, cercò di ricordare quando aveva deciso di sposarsi con una donna perennemente mestruata, ma non ci riuscì. Ovviamente. Non era mai successo, quindi perché diavolo Hoseok aveva deciso di comportarsi come se quella fosse la loro situazione?!

"Sentimi bene, stupido che non sei altro" fu lui a ridurre gli occhi a due fessure e, iniziando ad arrabbiarsi, continuò "Non è colpa mia se questa mattina vi siete quasi fatti beccare, ok? Ti ho coperto, ho detto che non so niente di quello che stai combinando e ho coperto anche Yoongi. Non pretendere di più, non è colpa mia se volete avere una relazione segreta e non riuscite a farlo!"

Hoseok non gli rispose, non subito. Conoscendolo bene, Namjoon sapeva che in quel momento aveva capito di essere dalla parte del torto. Si prese internamente il suo attimo di gloria -non gli capitava troppo spesso, alla fine.

"Beh, non è neanche colpa mia. Io non volevo neanche fosse una cosa segreta"

Non poté fare a meno di ridere appena a quella dichiarazione, sapendo che ormai la questione si era già risolta, in parte "Immagino. Fosse per te adesso staresti affacciato alla finestra a gridarlo tanto forte da farti sentire da tutta la città"

Le sue parole fecero ridere Hoseok, a sua volta "Ci puoi giurare. Ho voglia di farlo dalla prima volta, in pratica" poi, ancora, sospirò pesantemente "Non è solo questo, in realtà"

Namjoon aveva capito che era arrivato il momento per Hoseok di fare la sua chiacchierata tra donne. Chiedendosi come diavolo fosse possibile un cambio di umore così repentino -ah, già. Era quel periodo del mese, giusto- pensò di non potercela fare da solo. Si alzò, mentre l'altro continuava a confidarsi, e si prese una lattina di birra.

"Io... E' carino, sai? Cioè, è acido quasi tutto il tempo che passiamo insieme -riesce ad essere acido anche mentre facciamo sesso -"

"I dettagli, Hoseok. Non li voglio sapere, ti prego"

"- ma lo è in maniera carina. Dovresti vedere poi come gli si illuminano gli occhi quando parla delle canzoni che sta preparando! E' davvero..."

"Carino? Sì, l'hai già detto. Due volte" poi cercò di essere il più delicato possibile "Hoseok, ti sei preso una cotta per uno che non vuole nemmeno ammettere in pubblico di conoscerti?"

Probabilmente aveva fallito in quanto a delicatezza. Cercò di guardare attentamente il suo amico, sperando di non averlo ferito. La sua autostima dai tempi del college si era rafforzata ma, delle volte, bastava poco per buttarlo giù. Fu sorpreso, però, di non vederlo affranto.

"Non lo so, forse? Ma Nam, non mi sto facendo nessuna illusione, davvero. Sono abbastanza grande ormai da capire certe cose, so che per lui non c'è niente di più e io me lo faccio bastare. Insomma, non è che mi stia andando male, il sesso è davvero grandioso e mi lascia-"

Si coprì le orecchie con le mani e iniziò ad urlare con voce stridula "Non lo voglio sapere. Non lo voglio sapere. Non lo voglio sapere"

 Vide Hoseok ghignare e temette per il peggio. Purtroppo per lui, il suo migliore amico non aveva tanti freni inibitori, aveva smesso di vergognarsi per certe cose ormai anni fa -più che altro, aveva iniziato a vantarsi dopo essere diventato sessualmente attivo, come se lui fosse l'unico al mondo a fare sesso. Certo, credici Hoseok- e lui era la sua vittima preferita, quando era in vena di confidenze. Il più delle volte anche l'unica.

Jin hyung, quell'angelo di ragazzo, però, lo salvò in tempo. Rientrò nel soggiorno e trovandoli così, uno ghignante e l'altro con le orecchie chiuse dalle sue stesse mani, non poté fare a meno di chiedersi "Che cosa sta succedendo qui?"

Hoseok si bloccò all'istante, ovviamente. Dalla faccia sembrava stesse per avere una colica  e Namjoon ne approfittò subito "Niente hyung" lo prese per il polso e se lo portò vicino, facendo in modo che si sedesse accanto a lui sul divano "Hai risolto con Yoongi?"

Le guance e le orecchie di Hoseok si tinsero di rosso, al sentire quel nome. Si alzò e borbottando un qualcosa che probabilmente doveva suonare come un "Vado a vedere come sta Tae" si diede alla fuga.

Jin lo seguì con lo sguardo, stranito dal suo comportamento "Ma che ha?" -Namjoon scrollò semplicemente le spalle, in risposta- e poi riprese "E' tutto risolto, sì. Anzi... Vorrebbe uscire, questa sera. Tu al pub ci devi andare dopo cena, vero?"

Non aveva ancora mollato la presa sul polso del più grande. Non ne aveva più bisogno, Hoseok se ne era ormai andato e le sue innocenti orecchie erano al sicuro ma... Gli stava dando una bella sensazione. Non era sicuro di volerci rinunciare ancora. Tanto più che l'altro non si stava lamentando, quindi non vedeva perché doverci rinunciare.

Riprese la lattina dal tavolino, dove l'aveva lasciata per difendersi dalla linguaccia del suo amico, e, prima di berne un sorso, disse "Potete andare al pub anche se io non lavoro, sai?"

Jin gli tolse la birra dalle mani prima ancora che le sue labbra riuscissero a toccarla. Namjoon non riuscì a distogliere lo sguardo. Lo guardo bere, fissò quelle labbra carnose poggiarsi dove prima si erano posate le sue e Jin, in tutto questo, non aveva mai smesso di guardare lui.

Era strano.

Interessante, certo, ma comunque strano.

"Lo so, ma senza di te non sarebbe la stessa cosa"

Dopo avergli ridato la lattina, Jin si passò una mano tra i capelli -Namjoon rimase ammaliato dal gesto- e poi si alzò, sparendo con estrema lentezza in camera sua. Continuò a fissare la schiena del più grande fino a che gli fu possibile. Poi sgranò gli occhi e inarcò le sopracciglia "Mi sfugge qualcosa"

Sbuffò e poi si ributtò sul divano, facendo rimbalzare la testa sul cuscino dello schienale. Prese quel sorso di birra che aveva tentato di bere prima che venisse fermato da Jin. Dopo aver ingerito si ritrovò a fissare la fessura della lattina. Si disse che era troppo vecchio per pensare a queste cose ma... Era un bacio indiretto quello, giusto?

 

"Dio, sta venendo il ciclo anche a me"

 

 

---

 

 

Il suo turno era iniziato da circa mezzora quando Jin, assieme a Yoongi e Jimin, arrivò nel suo locale. Non che fosse suo, ma più o meno era come se lo fosse. La contabilità la gestiva lui, gli ordini li faceva lui e i turni dei dipendenti li decideva lui. Solo, non si prendeva legalmente la responsabilità di nulla. Hoseok lo prendeva sempre in giro per questo, gli diceva "Nella vita come nel lavoro", o altre cose del genere. Per lui andava bene così. Le cose, quando diventavano troppo complicate, perdevano il loro interesse. Questo era quello che si diceva, almeno.

Gli stava andando bene comunque, era convinto che tutto stesse andando bene. Questo fino a quando non vide Seokjin per la prima volta. L'aveva inquadrato subito e ne aveva ogni giorno di più la certezza: lui era esattamente il tipo di bravo ragazzo che piaceva a lui. Il problema era che i bravi ragazzi, solitamente, sono proprio quelli che le cose, prima o poi, te le complicano, cercando stabilità, sicurezza, poche frivolezze e basi per un futuro concreto. Namjoon era da anni che aveva smesso di sognare in queste cose ed era da anni che aveva smesso di cercare un bravo ragazzo da far entrare nella sua vita. Aveva imparato a sue spese che questo tipo di pressione non faceva per lui, non la sapeva gestire. Ne ebbe la conferma ancora una volta quella sera, quando Jin varcò la soglia dell'ingresso del pub e lo vide puntare gli occhi verso il bancone e, dopo averlo individuato, su di lui. Il più grande gli sorrise e lui si lasciò sfuggire il bicchiere che teneva tra le mani, facendolo cadere a terra.

Appunto. Lui certe cose non le sapeva gestire.

 

Quella sera, comunque, c'era qualcosa che non andava. C'era qualcosa di diverso, se n'era accorto già a casa ma in quel momento ne stava avendo le prove inconfutabili. I tre amici non sembravano essere usciti per stare insieme: Yoongi aveva il naso attaccato al telefono, non aveva mai alzato lo sguardo dallo schermo, nemmeno una volta, e Namjoon non faceva fatica ad immaginare con chi stesse messaggiando -la cosa non poté non farlo rabbrividire appena- mentre Jimin aveva un broncio talmente tanto lungo da poter arrivare a toccare il tavolo intorno al quale si erano accomodati. Jin hyung, in tutto ciò, non aveva mai smesso di bere del vino rosé -sul serio, nemmeno Hoseok era mai arrivato a tanto- e di parlare da solo. Quando poi, arrivati quasi all'orario di chiusura, vide il più grande avvicinarsi a lui e gli altri due uscire dal pub, si disse che c'era davvero qualcosa di molto strano.

Si fermò proprio davanti a lui, mise entrambi i gomiti sul bancone e appoggiò il mento sulle sue mani "Jimin non si sente bene e Yoongi lo riporta a casa. Per fargli fare prima gli ho detto che sarei tornato a casa con te" si morse il labbro inferiore e Namjoon si sforzò di non fissare "Non ti dispiace, vero?"

Ingoiò a vuoto "N-no" si schiarì la gola e con tono più sicuro aggiunse "Se a te non dispiace fare un po' più tardi del solito"

"Se ci sei tu per me va bene" gli sorrise ancora "Me ne dai ancora?"

Cercò di alleggerire l'atmosfera. O di distrarre la sua povera mente confusa "Non vorrai ubriacarti con del vino rosé, vero?"

Il sorriso non sparì dal viso dell'altro. Ma gli vide cambiare sfumatura, proprio come successe ai suoi occhi "Il rosé mi rende un po' sgualdrina"

Namjoon, allibito, si ritrovò a fissarlo. Sbatté le palpebre più volte e cercò una qualche risposta da poter dare all'altro ma non gli venne in mente niente. Come accidenti doveva rispondere ad una frase del genere?

"...ehm, sì. No, non credo te ne darò più. Aspettami qui e tra poco più di un quarto d'ora ce ne andiamo"

Il sorriso del suo hyung diventò un leggero broncio "Ok"

Si allontanò e, iniziando a preparare il tutto per la chiusura, non riuscì a smettere di pensare a cosa cazzo stesse succedendo.

 

La cosa certa, in tutto quello, era che il vino, anche se non lo aveva fatto diventare una sgualdrina, gli aveva fatto dimenticare il concetto di spazio personale. Erano ormai all'interno dell'ascensore del condominio e stavano salendo all'ultimo piano, dove il loro loft si trovava, e Namjoon era convinto che, per quanto fossero vicini, poteva avere addirittura qualche capello dell'altro nelle narici. Jin non aveva mai smesso di parlare e di fare battutine. La situazione, strana di partenza, all'inizio poteva sembrargli anche divertente ma ora era solo spiazzante.

Sospirò mentalmente di sollievo quando sentì il ding dell'ascensore, seguito dalle porte che si aprirono automaticamente. Con una sola, grande falcata ne uscì, superando l'altro, e, tirando fuori le chiavi dalla tasca della giacca, si fiondò sulla serratura e aprì velocemente. Una volta entrato non aspettò l'altro, lasciò la chiave nella toppa e la porta aperta "Mh. Bene. Hyung, io vado a letto"

"Aspetta"

Jin chiuse la porta e ne bloccò la serratura. Poi, con calma, si girò e, guardandolo negli occhi, gli si avvicinò, lentamente. Namjoon incominciava ad esserne spaventato.

"Hyung"

Non riuscì a finire la frase. In realtà non sapeva nemmeno cosa avrebbe dovuto dire. Non riusciva a capacitarsi nemmeno di quello che gli stava accadendo, figurarsi il riuscire a formulare una frase di senso compiuto idonea alla situazione.

Jin, semplicemente, continuava a guardarlo. E c'era qualcosa di profondamente sbagliato nel suo sguardo. In quel momento, non riusciva proprio a riconoscere gli occhi di Jin hyung. Non riusciva più a riconoscere nemmeno lui, a dire il vero.

Soprattutto quando, dopo essersi avvicinato troppo, lo prese per la giacca e strinse con il pugno, fermandolo così anche dai suoi tentativi di indietreggiare. Si avvicinò ancora e Namjoon sentì il fiato mancargli "Hyung che cosa- "

Jin lo zittì e, subito dopo, sollevò il mento, quanto gli serviva per portare le loro labbra alla stessa altezza e ad una misera distanza. I loro nasi si sfiorarono e Namjoon pensò che, il mattino dopo, si sarebbe dovuto ricordare di dire ad Hoseok che quello era lo sfiorarsi di nasi più eccitante mai avvenuto fino ad ora -per poi darsi del completo imbecille per aver pensato ad Hoseok e Yoongi in un momento del genere.

Nell'esatto istante in cui Jin chiuse gli occhi, però, Namjoon riprese coscienza di sé. Prima che l'altro facesse in modo che le loro labbra si toccassero per davvero lo fermò, mettendogli entrambe le mani sulle spalle "Jin, fermati"

Il più grande si bloccò immediatamente, sgranando gli occhi "Oddio. Tu non mi vuoi"

Sembrava che si stesse davvero facendo prendere dal panico. Si allontanò di scatto e si mise le mani tra i capelli "Dio, che figura del cazzo. Io glie l'avevo detto a Yoongi che non avrebbe funzionato. Non ci posso credere, no-"

"Hyung!" cercò di nuovo di prenderlo per le spalle per farsi ascoltare ma l'atro si divincolò. Riuscì comunque a prenderlo per un braccio e se lo fece bastare "Io non voglio che succeda così!"

"Cosa?"

La sua bocca si spalancò leggermente e sembrò calmarsi all'improvviso. Namjoon riuscì anche a vedere il vero Jin hyung in quegli occhi. Non poté fare a meno di sorridergli "Non voglio complicare le cose, questo è vero, ma non puoi assolutamente dire che io non voglia baciarti" sbuffò una risata, rivolta più a se stesso che ad altro "Credo di voler baciarti dalla prima volta che ci siamo incontrati"

"E allora perché non -"

Non aveva bisogno di sapere il resto della domanda per sapere che non voleva dargli quella risposta, che non poteva. Non poteva dirgli che non avrebbe funzionato, che sarebbero arrivati ad un punto in cui non avrebbero fatto altro che litigare perché le cose sarebbero necessariamente cambiate mentre Namjoon, di cambiare, non ne aveva intenzione. Non glie lo poteva dire anche perché, probabilmente, l'altro non stava cercando quello. Non quella sera. Non provandoci con lui.

"E tu perché l'hai fatto?"

A quanto pareva, quella sera, il destino non voleva che Namjoon e Jin avessero delle risposte. Prima che il più grande potesse anche solo aprire bocca, la porta della stanza di Hoseok si aprì all'improvviso e ne uscì lui con solo una canottiera addosso -abbastanza lunga, per loro fortuna. Quando li vide si bloccò all'improvviso. Namjoon voleva tanto dirgli di chiudere quella cazzo di porta ma Yoongi lo batté sul tempo, affacciandosi e dicendo "Perché ci stai mettendo così tan-"

Quando poi vide gli altri due evidentemente realizzò quanto la sua domanda fosse inutile, concludendo con un "Oh"

Namjoon voleva esplodere. O staccare a morsi la testa di Yoongi dal suo collo. O uccidere Hoseok lentamente e dolorosamente. Vide negli occhi di Jin il passaggio dalla confusione alla realizzazione e ancora dalla realizzazione alla rabbia. Li ridusse a due fessure e poi sibilò "Che cosa sta succedendo qui?"

Yoongi uscì dalla stanza -fortunatamente aveva ancora addosso la maglietta e le mutande- e si avvicinò a suo migliore amico "Hyung, posso spiegar-"

"Spiegarmi che la compagnia che ti sta col fiato sul collo sarebbe lui? Quello che fino all'altro ieri definivi un idiota?"

"Credo sia il suo modo affettuoso di chiamarmi"

La testa di Jin si girò di scatto nella direzione di Hoseok "Stai. Zitto. Tu"

 Namjoon, nella speranza di calmarlo, si intromise, facendo così uno dei più grandi errori della sua vita. Gli si avvicinò e, dopo avergli preso il polso, esattamente come aveva fatto quello stesso pomeriggio, strinse con delicatezza "Hyung, non stanno facendo niente di male. Non devi prenderla co-"

"Tu lo sapevi?" si divincolò, facendo in modo che Namjoon lo liberasse "Non ci posso credere" e detto questo se ne andò, dirigendosi verso la sua stanza e lasciando gli altri tre lì. Yoongi provò ad andargli dietro "Hyung, aspetta, ti pre-" ma l'altro gli chiuse la porta in faccia.

 Namjoon sentì una furia cieca prendere possesso del suo corpo. E la voglia di uccidere il suo migliore amico farsi più forte di quanto lo fosse già un attimo prima "Ma cosa cazzo vi dice il cervello, si può sapere?"

Yoongi, con uno sguardo vagamente disperato, aprì la bocca per balbettare un "I-io credevo tornaste più tardi..."

Sbuffò una piccola risata isterica "Beh, credevi male. Complimenti"

Hoseok si mise in mezzo, cercando di coprire Yoongi e prendendo chiaramente le sue parti "Nam"

Namjoon cercò di calmarsi. Aveva appena rovinato tutto con Jin hyung, probabilmente non poteva permettersi di fare lo stesso con il suo migliore amico solo per insultare la sua scopata, per la quale aveva una cotta. Considerando che questa era anche il migliore amico di Jin no, non era proprio il caso. Scosse la testa e alzò gli occhi al cielo. Dopo di che, per evitare di rovinare ancor più lo schifo di conclusione che questa serata aveva avuto, si chiuse a sua volta in camera sua.

Bene. Le cose si erano complicate lo stesso e lui non aveva avuto neanche uno schifo di bacio. Se l'avesse saputo prima non l'avrebbe mai fermato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, questa volta potevo effettivamente aspettare fino a domani per pubblicare ma non ce l'ho fatta. La scorsa settimana, dopo aver pubblicato il quinto capitolo, sono entrata talmente tanto in crisi che sentivo il bisogno di aggiungere anche questo. E' stata una vera tortura dover aspettare in questi giorni, sto iniziando a dubitare di...tutto, più o meno...

T - T

Va beh, non voglio annoiare nessuno, non dopo avervi fatto leggere parte delle risposte alle domande che in più mi hanno posto nelle recensioni! Proprio per questo spero che questo sesto capitolo non abbia deluso nessuno di voi ^^

Come sempre, voglio ringraziare chiunque stia seguendo questa storia, in particolare chi recensisce perché siete riusciti a risollevarmi il morale -nonostante la mia crisi esistenziale xD
Grazie, davvero

 
Alla prossima settimana (spero^^)
Buonanotte a tutti,

YoongiYah ♥

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** VII - Taehyung ***


 

 

 

 

 

 

 

 

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Taehyung provò a chiamare Jimin per l'ennesima volta, quella mattina. Il ragazzo, quello che ormai considerava un suo grande amico, lo aveva ignorato, sempre, dal pomeriggio del giorno prima. Non aveva mai smesso di sentirsi una persona orribile ma davvero, non sapeva come comportarsi. Non era colpa sua. Non voleva fare niente di male, Jimin non poteva prendersela solo perché era stato se stesso e aveva cercato di aiutarlo! Quando partì la segreteria decise di lasciargli un messaggio nella speranza che, prima o poi, anche solo per sbaglio, l'altro l'ascoltasse "Jiminie ti prego! Sai che non volevo che finisse così! Io ho cercato solo di rendermi utile, non avrei mai fatto nulla se avessi saputo che alla fine Jungkook avrebbe chiesto il numero a me! Io... Richiamami, dai!"

Aspettò una buona manciata di minuti col cellulare in mano prima di arrendersi. Gemette frustrato e, buttandosi all'indietro, si ritrovò disteso supino sul suo letto. Gemette ancora ed iniziò a dimenarsi, non riuscendo a darsi pace. Dopo di che si rialzò e, dopo aver borbottato tra sé e sé uno "Stupido Jungkook" uscì dalla sua stanza, in pigiama e pantofole. Era ormai tardi e con molta probabilità Hoseok hyung e Jin hyung erano già usciti per andare al lavoro. Sperò che quest'ultimo gli avesse lasciato qualcosa per colazione. Purtroppo per lui, però, il loft era vuoto e la cucina era linda e pulita. Si sedette al suo posto e fissò la tavola, desiderando che uno dei deliziosi pasti di Jin hyung comparisse magicamente lì.

Ovviamente non successe niente "Non me li merito. Sono un mostro"

"Dubito che possa essere come dici tu, ma posso chiederti per quale motivo saresti un mostro?" non si era reso conto che Namjoon hyung aveva fatto il suo ingresso in cucina e che gli aveva sentito dire quella frase. Gli porse una busta di Starbucks e un bicchiere per il caffè da asporto e, prima di lasciargli il tempo di rispondere disse ancora "Jin hyung stamattina è uscito prima di preparare la colazione. E' arrabbiato con me e con Hoseok, non mi sembrava giusto ci rimettessi anche tu così sono andato a prenderti questi"

Taehyung aspettò che il suo hyung si sedesse accanto a lui, come sempre dato che i loro posti erano vicini, e poi l'abbracciò "Hyuuuung"

"Sì sì va bene. Prego. Mollami adesso"

Taehyung fece finta di mettere il broncio e si allontanò "Sono triste, dammi un po' d'affetto!"

"Ti ho comprato un muffin con doppio cioccolato, che altro vuoi?"

Sorrise internamente, spesso essere il più piccolo di casa aveva i suoi vantaggi. Come l'essere coccolato e viziato. O l'avere sempre uno degli hyung pronto ad aiutarlo. Ed infatti, Namjoon hyung gli chiese, di nuovo "Vuoi dirmi perché sei triste o no?"

Taehyung sospirò e, dopo aver dato un morso al suo muffin gigante, disse "Un mio amico ce l'ha con me"

Guardò Namjoon poggiare la guancia sulla mano, gomito puntato al tavolo, sguardo puntato su di lui "Come mai?"

Masticò e mandò giù tutto quello che aveva in bocca "E' buono, hyung" glie lo porse e glie ne offrì un morso e quando l'altro scosse la testa sorridendo, continuò "E' Jimin. Te lo ricordi, sì?" quando vide l'altro annuire andò avanti "Sai che fa volontariato in un canile? Beh, la prima volta ci è andato soltanto perché aveva trovato un cucciolo abbandonato vicino casa sua. Ce l'ha portato perché non ha trovato nessun altro che potesse tenerlo e lì ha conosciuto Jungkook. L'ha conosciuto per modo di dire, dato che non è riuscito mai a parlarci in quattro mesi!" prese un altro morso e, bofonchiando a bocca piena riprese "Ha continuato a presentarsi tutti i giorni al canile per fare volontariato, dicendo che voleva solo sapere come stava Donut ma -"

"Chi?"

Tae sorrise "Donut. Il cane che ha trovato. Ce l'ho chiamato io così. Aspetta ti faccio vedere una sua fo-"

"Dopo, Tae. Arriva al dunque. E smettila di parlare con la bocca piena, stai sputando"

 Diede un altro morso, bevve un goccio di caffè, e poi, guardando il suo hyung e inarcando le sopracciglia come a dire 'contento?', ingoiò e riprese "Il punto è che Jimin ha continuato ad andare al canile solo per poter rivedere Jungkook, che ci lavora di pomeriggio. Quando l'ho capito gli ho detto che era una cosa brutta ma alla fine Donut si è affezionato anche a lui quindi credo gli dispiacerebbe se non ci andasse più. E' che non ci ha mai parlato con Jungkook, capisci? Si limitava soltanto a guardarlo da lontano e io ieri gli ho detto che non poteva andare avanti così. Giusto?"

Si interruppe e Namjoon capì che non sarebbe andato avanti fino a che non gli avrebbe dato il suo assenso, quindi annuì distrattamente.

Taehyung, soddisfatto, ricominciò "Ecco. Allora, dato che lui è troppo timido, mi sono fatto avanti io, l'ho chiamato e gli ho detto di unirsi a noi. Ci siamo divertiti e abbiamo passato un bel pomeriggio, solo che, prima di andare via, Jungkook ha chiesto il numero solo a me e ha detto pure che sperava di risentirmi presto!"

"Ah, quindi è per questo che ieri sera Jimin aveva quel muso lungo al pub"

A quel punto Taehyung si piegò sul tavolo, mettendo le braccia su di esso e la testa sopra loro, e gemette frustrato, di nuovo. Dopo che Namjoon gli carezzò delicatamente la punta dei capelli, solleticandogli il collo, gli chiese "Hyung che cosa devo fare?"

Sentì il più grande sospirare e poi dirgli "Al momento non credo di essere la persona più adatta per dare consigli ma... Probabilmente, avendo proposto tu a questo ragazzo di passare il pomeriggio con voi, hai fatto in modo che fraintendesse"

Taehyung a quella frase alzò la testa e lo guardò shockato. Namjoon aggiunse velocemente "Involontariamente, chiaro"

Spalancò la bocca e solo dopo qualche secondo riuscì a dire "Quindi sono davvero una persona orribile"

"Non sei una persona orribile, Tae. Le tue intenzioni erano buone, volevi solo aiutare Jimin e probabilmente lui questo lo sa già. E' successo solo ieri, dagli un po' di tempo"

"Ma non posso solo stare qui ad aspettare! Hyung, il mio amico è triste per colpa mia!"

Namjoon gli sorrise e gli diede una piccola pacca sulla spalla "E tu pensi sul serio di essere un mostro?" Taehyung mise il broncio e lui scosse bonariamente la testa "Se Jimin non vuole parlarti perché non provi ad essere chiaro con l'altro ragazzo?"

Taehyung, mantenendo il broncio, aggrottò le sopracciglia "Con Jungkook?"

"Sì. Digli che non sei interessato e che ha capito male. Fatti da parte, Jimin lo apprezzerà"

A questo non aveva pensato. Sinceramente, lui era sicuro che con Jungkook lui non avrebbe proprio più dovuto parlarci. La notte passata aveva anche iniziato a disperarsi al pensiero di non poter più andare da Donut, aveva incominciato a pianificare modi per portarselo a casa di nascosto "Potrebbe essere un'idea"

Namjoon hyung gli diede un'altra piccola pacca affettuosa sulla spalla e poi aggiunse in tono rassicurante "Vedrai che si sistemerà tutto"

Annuì appena, stringendo le labbra in una linea sottile, ancora poco convinto che il più grande avesse ragione. Poi, dopo un sospiro profondo, ritornò dal suo muffin, dandogli un morso, ancora sovrappensiero. Era buono, ovviamente lo era -doppio cioccolato, come non poteva esserlo- ma ormai si era abituato alle colazioni preparate in casa da Jin hyung e quella non era proprio la stessa cosa "Hyung? Perché Jin hyung è arrabbiato con te e con Hoseok hyung?"

L'altro mugolò e, frustrato anche lui, si passò una mano sul viso e sui capelli. Dopo essersi preso un attimo, probabilmente per cercare le parole giuste, disse "Gli abbiamo nascosto una cosa"

Taehyung, continuando a mangiare, chiese "Una cosa brutta?"

"Eh" La faccia di Namjoon si fece un po' disgustata "Dipende dai punti di vista, credo"

Confuso, Tae provò ancora "Dal punto di vista di Jin hyung?"

"Brutta? Non lo so, credo sia più arrabbiato per il fatto che glie l'abbiamo tenuta nascosta che per la cosa in sé"

Taehyung non poté fare a meno di ritrovarsi a pensare che i suoi hyung fossero degli idioti. Era lui ad avere la reputazione di quello strano dell'appartamento ma in realtà era fermamente convinto  di essere il più sano, lì in mezzo. Certo, stava indossando delle enormi pantofole a forma di coniglio in quel momento, ma almeno non andava fuori di testa se la macchinetta del caffè era inclinata leggermente più a destra di come Hoseok hyung aveva deciso che doveva stare. E non faceva nemmeno finta di essere un orso bruno che non sopportava nessuno la maggior parte del tempo quando invece aveva uno spasmodico bisogno di affetto e comprensione. E non aveva mai passato una settimana a piangere davanti al film più noioso che avesse mai visto.

"Le vostre intenzioni quali erano?"

 A Namjoon venne da ridere "Stai davvero utilizzando con me le parole che io ho detto a te, ragazzino?"

Taehyung scrollò appena le spalle "Non ci vedo tanta differenza"

"La differenza è che se il tuo amico non vuole parlarti puoi provare a farlo con quell'altro. Io ho solo Jin hyung e lui non vuole parlare"

Lo guardò attentamente, occhi negli occhi, cercando di non sbattere le palpebre "Io però non ho mai smesso di cercare di parlare con Jimin. Ho intenzione di provarci ancora, anche se andrò a parlare con Jungkook. Tu hai provato a parlare con lui?"

"Tralasciando il fatto che hai uno sguardo da pazzo, riesci ad essere davvero saggio quando vuoi, sai?"

Gli sorrise felice "Cercate di risolvere hyung. Mi servi, sei l'unico che può aiutarmi a convincerli a portare qui Donut"

E detto questo si alzò e si allontanò, facendo finta di non sentire le proteste di Namjoon hyung alle sue parole -in fondo dovevano aspettarselo, non era davvero colpa sua.

 

 

---

 

 

Quello stesso pomeriggio, Taehyung aveva deciso di recarsi al canile da solo. Solitamente ci andava sempre con Jimin, si incontravano sempre nello stesso punto e da lì facevano la strada insieme, ma l'altro non si era ancora fatto vivo. Gli aveva mandato un messaggio per dirgli che lui ci sarebbe stato e aveva provato ad aspettarlo per almeno un quarto d'ora. In quel lasso di tempo aveva preso anche in considerazione l'idea di non andarci affatto, da solo, ma, alla fine, aveva deciso di seguire il consiglio che il suo hyung gli aveva dato. Doveva parlare con Jungkook e doveva farlo al più presto possibile. La soluzione migliore, aveva deciso, era quella di farlo direttamente lì al canile perché non gli sembrava proprio il caso di dare al ragazzo un altro motivo per fraintendere le sue intenzioni mandandogli un messaggio per dirgli che si sarebbero dovuti incontrare durante il loro tempo libero.

Una volta arrivato non perse tempo a fare altro, si recò subito nell'enorme gabbia dove Donut dormiva tranquillo "Ehi bello"

Non appena lo sentì, il piccolo cagnolino dal pelo fulvo e riccio si alzò, scodinzolando ed abbaiando felice. Si abbassò, piegando le ginocchia, per ritrovarsi alla stessa altezza del cane, che invece si era alzato mettendo le zampe anteriori sulle sbarre della gabbia, arrampicandosi "Ti hanno fatto già uscire un pochino?"

La voce di Jungkook lo sorprese "L'ho fatto uscire io, gli ho riservato un trattamento speciale prima"

Taehyung si girò di scatto e se lo ritrovò a pochi centimetri di distanza. Fece un passo indietro e si ritrovò praticamente con le spalle al muro -o alla gabbia. L'altro gli sorrise "Sei in ritardo. Ma sono contento che tu sia venuto, volevo chiederti di fare qualcosa insieme, dopo. Tanto più che sei anche da solo oggi"

Sicuramente, il ragazzo era intraprendente. Taehyung non sapeva se doveva essere più sconvolto o più scocciato dal fatto che Jungkook aveva bellamente ignorato il fatto che lui fosse più giovane non chiamandolo mai hyung. Non che lui tenesse a queste cose, in realtà, ma non poteva non dargli peso, questa volta. Non quando questo era la causa della probabile rovina della sua amicizia con Jimin.

Si schiarì la gola e, senza fare troppe cerimonie, gli rispose con un secco "No"

Guardò Jungkook aprire leggermente la bocca e spalancare gli occhi -occhi che erano già enormi, non poté fare a meno di notare. Era un bel ragazzo. Davvero, e poteva capire perfettamente Jimin per essersi preso una cotta per lui, ma Taehyung non ci vedeva proprio niente. Era bello, sì, e anche molto simpatico, ok, ma la realtà era che a lui, se non fosse stata quella la situazione, Jungkook non sarebbe piaciuto comunque. Non era il suo tipo. Anzi, era probabilmente il completo opposto dei ragazzi che solitamente piacevano a lui, fisicamente e caratterialmente. Quando però lo sentì chiedergli con tono deluso "Perché no?" non poté fare a meno di sentirsi in colpa, ancora. Strinse appena le labbra e scelse attentamente le parole da usare, evitando di creare altri casini o incomprensioni "Mi dispiace se in qualche modo ti ho fatto credere di essere interessato a te o cose del genere, davvero. Non era mia intenzione e non voglio assolutamente che tu ci rimanga male. Solo che... Ieri hai frainteso, ecco"

"Che significa?"

Il punto, ora, era un altro. Non spettava a lui dire le cose come stavano ma, se non l'avesse fatto lui, non l'avrebbe fatto nessun altro. E lui voleva davvero che questa storia si risolvesse alla svelta, non ce la faceva più a sentirsi così tanto cattivo -non lo era mai stato e non voleva iniziare ora, non con Jimin che era sempre stato tanto carino con lui e che era anche amico del suo coinquilino. Quindi, si disse, non spettava a lui, forse, ma comunque sentì di doverlo fare "Tu piaci a Jimin, io sono venuto da te solo per aiutare lui"

Jungkook aggrottò le sopracciglia "Il tipo basso che non parla mai?"

Taehyung, indispettito, non perse tempo a prendere le difese del suo amico "Non è basso! E' un po' piccolino ma è comunque tanto carino! Ed è solo un po' timido, in realtà è davvero fantastico! Dovresti conoscerle le persone prima di giudicare, sai?"

"Io non sto giudicando nessuno! E perché mi stai dicendo queste cose se è a te che piace?"

Taehyung, a quel punto, si ritrovò a corto di parole. Che cosa cavolo stava dicendo? Che cosa significava quello che aveva appena detto? Jimin era un suo amico e lui stava solo facendo il suo dovere in quanto tale, nient'altro! Aveva sbagliato lui, si era comportato male lui, anche se non l'aveva fatto apposta, e ora stava solo cercando di rimediare!

Almeno, lui era convinto di star facendo questo.

Ne era sicuro. Al novantanove per cento.

Già.

Beh, poteva essere un po' strano il fatto che fosse così sconvolto dall'aver rischiato di mandare a monte un'amicizia nata da neanche un mese ma... No, lui era sempre stato così. Non era strano. Erano solo un tipo molto amichevole, glie lo dicevano sempre i suoi hyung.

"Non hai la faccia di uno che ha le idee molto chiare"

A quel punto, Taehyung, si ritrovò a gesticolare, nervoso e frustrato "Senti, non è questo il punto! Tu non mi piaci, non sono interessato ad uscire con te e dovresti davvero prendere in considerazione l'idea di conoscere meglio Jimin perché lui è cotto di te e se te lo lasci scappare allora significa che sei davvero uno stupido! Ora, se non ti dispiace, vorrei passare un po' di tempo col mio cane prima di doverlo lasciare ancora una volta da solo in questo posto!"

E detto questo si rigirò, dando le spalle a Jungkook e senza più dirgli una parola. Aprì la gabbia di Donut e lo prese in braccio, allontanandosi il più possibile. Aveva il cuore che batteva all'impazzata e il fiato corto, senza averne nessuna valida ragione.

Perché non c'era una valida ragione. A lui non piaceva Jimin, se ne sarebbe accorto prima, altrimenti. Che ne poteva sapere Jungkook, alla fine?! Non ci aveva parlato per più di due ore in vita sua!

 

Si rese conto, una volta tornato al loft, che probabilmente Jungkook ci aveva visto giusto. Almeno più di quanto aveva fatto lui. Era rinchiuso in camera sua e stava facendo finta di studiare quando Jimin gli mandò il messaggio "Mi dispiace averti ignorato Tae. Jungkookie mi ha appena chiesto l'amicizia su Facebook e mi ha anche mandato un messaggio! So che è merito tuo, sei davvero un amico! Posso chiamarti? Così mi scuso e ti racconto tutto!"

Era sicuro che non era così che si sarebbe dovuto sentire. Non come se fosse stato appena investito da una macchina.

Aspettò almeno una mezzora prima di trovare il coraggio di chiamare Jimin e comunque, non appena sentì la sua voce così allegra raccontargli di come Jungkook gli aveva chiesto di uscire, pensò che non aveva aspettato abbastanza.

Jungkook poteva anche essere simpatico, ma ora era anche sicuro che dietro a quegli enormi occhi da cerbiatto si nascondeva una mente fin troppo astuta che lo aveva appena fregato alla grande.

 

Avrebbe tanto voluto poter avere lì con sé Donut per poterlo abbracciare, in quel momento.

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi ancora qui, a condividere con voi la mia ennesima crisi isterica :D

La mia idea era quella di sorprendervi inserendo la maknae line dopo un colpo di scena ma mi sa tanto che ve l'aspettavate un po' tutti un capitolo di Tae questa settimana xD in ogni caso, l'avevo detto che prima o poi sarebbero arrivati anche loro UU

Comunque, la mia crisi è abbastanza giustificata questa volta. Nelle precedenti storie non ho mai, e dico mai, dato spessore a nessuno dei miei bambini e adesso che sto scrivendo di loro per la prima volta sento di non esserne in grado xD sono i miei cuccioli adorati, mi fa male fargli questo torto. Cioè, Tae l'ho a malapena nominato nelle altre e adesso eccomi qui a scrivere interi capitoli su di lui e sto fallendo miseramente, me lo sento.

Che sto facendo...?

Disperazione a parte, prima di salutarvi voglio che sappiate che probabilmente -e con probabilmente intendo quasi sicuramente- l'aggiornamento della prossima settimana salterà. Nel caso in cui fosse davvero così chiedo scusa in anticipo! Rimedierò appena mi sarà possibile!

Ringrazio ancora tutti i lettori, chi ha inserito la storia tra le preferite e/o le seguite e soprattutto chi recensisce. Siete meravigliosi 

Alla prossima, spero *-*
Buonanotte a tutti ^^

YoongiYah 

P.S: Per chiunque se la fosse persa, Jichan ha scritto un'adorabile OneShot Yoonseok, "Blind Date" -che vorrei linkarvi, davvero, ma io e l'html abbiamo appena combattuto e...beh, ho perso- e consiglio a tutti di leggerla, assolutamente :D

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** VIII - Jin ***


 

 

 

 

 

 

 

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Jin era riuscito ad evitare gli altri per tutta la giornata che aveva seguito la sera dell' incidente con Namjoon e la scoperta di quello che c'era tra quello che credeva essere il suo migliore amico ed Hoseok. Era furioso ed era anche convinto di averne tutto il diritto. Era in parte anche nauseato dall'immagine mentale che quella rivelazione gli aveva provocato, ma quello era un altro discorso. Era arrabbiato con Yoongi perché tra di loro non c'erano mai stati segreti, mai, nemmeno quando entrambi avevano toccato il fondo nel peggiore dei modi, e non riusciva a spiegarsi perché, quella volta, non era stato degno della sua fiducia. Era arrabbiato con Hoseok perché gli aveva chiaramente detto che non voleva che si approfittasse o che prendesse in giro il suo amico e che doveva farsi da parte se non avesse avuto intenzioni serie e, infine, era arrabbiato anche con Namjoon. Il perché fosse arrabbiato con lui non ce l'aveva ancora del tutto chiaro, sinceramente. All'inizio pensava che fosse perché gli aveva spudoratamente mentito, dicendogli di non sapere che cosa Hoseok stesse combinando e anche coprendo Yoongi quando si era confidato con lui, quello stesso giorno. Tra l'altro, lui con Yoongi non aveva nemmeno alcun tipo di legame, che motivo aveva di coprirlo?

Non che ci fosse tra di loro, un legame. Chiaramente non c'era, dato il modo in cui l'aveva rifiutato.

E no, quello non c'entrava niente con la sua rabbia. Assolutamente niente. Esattamente come non sentiva il bisogno di lanciarsi fuori dalla finestra ogni volta che ripensava a come aveva cercato di buttarsi tra le sue braccia. No, era tranquillissimo per quello.

Talmente tanto tranquillo che non sentiva nemmeno il bisogno di raccontarlo a Yoongi. L'avrebbe fatto se non fosse arrabbiato con lui perché credeva che fossero quel tipo di amici che non si nascondono mai niente, ma non di certo perché la riteneva una cosa importante o perché si stesse rodendo l'anima al ricordo di quello che Namjoon gli aveva detto. Non gli importava proprio che l'altro avesse dichiarato di non volerlo baciare in quel modo. E adesso non si stava minimamente chiedendo cosa significasse quella cosa.

Figurarsi.

Ad ogni modo, indipendentemente da quali fossero le sue ragioni, era convinto che il torto era stato fatto a lui, da tutti e tre, quindi era pienamente giustificato nel voler negare la parola ad ognuno di loro. E sarebbe andato avanti davvero molto volentieri con questo suo proposito anche per il resto della giornata se, non appena varcata la soglia del loft, una volta tornato dal lavoro, non avesse trovato Namjoon che lo stava aspettando lì, impalato nell'ingresso e a braccia conserte -la cosa non gli aveva provocato un déjà vu della sera precedente con tanto di angoscia conseguente, assolutamente- e Hoseok, seduto sul divano con la sua solita posa con le gambe accavallate in maniera anche troppo femminile -non poté non chiedersi come diavolo facesse Yoongi, ma decise di ignorare nuovamente la sua testa- e lo sguardo rivolto verso la porta e quindi a lui.

"Dobbiamo parlare, hyung"

Namjoon non perse tempo, non salutò e non disse altro. Semplicemente, lo prese per il polso -ancora, Seokjin avrebbe voluto chiedergli di smetterla di importunare quel maledetto polso, per il bene della sua sanità mentale- e lo condusse verso il divano, facendolo accomodare lì, tra lui ed Hoseok.

Quest'ultimo gli sorrise appena. Jin non si rese minimamente conto delle sue azioni, quel pugno sul braccio all'altezza della sua spalla partì da solo. Sul serio, non era sua intenzione colpirlo. Ma non poté negare a se stesso di sentirsi molto meglio, dopo aver visto la sua stupida faccia contorcersi dal dolore.

"Ahi! Hyung! Perché l'hai fatto?"

Hoseok piagnucolò, stringendosi con l'altra mano il punto dolorante. Namjoon, con fare ovvio, si intromise con un "E te lo chiedi pure, imbecille?" ma Jin lo ignorò. Non era quello il momento di parlare con lui. Oramai aveva involontariamente deciso di dare la precedenza alla rabbia che provava nei confronti di Hoseok e quindi lo affrontò e non riuscì a non alzare un po' la voce "Ti avevo detto di lasciar perdere! Ti avevo detto che ti avrei aiutato io stesso, con lui, se fosse stato il caso! Perché diavolo non hai potuto aspettare?"

Hoseok, tenendosi ancora il braccio e senza cancellare la smorfia dolorante dal volto, si difese "Hyung, è venuto lui da me! E' stato lui che mi ha quasi baciato il giorno in cui eravamo qui da soli ed è stato lui a tornare da me due giorni dopo, saltandomi praticamente addosso all'interno del bagno del pub di Namjoon!"

Ed eccola di nuovo, la nausea al pensiero di quei due "Avete fatto sesso in un bagno pubblico, la prima volta? Davvero?"

"Sì, lo so. Mi sono dovuto fare la doccia almeno tre volte dopo e non credo rimetterò mai più i vestiti che indossavo quella sera ma ehi, non potete pretendere che gli dicessi di no!"

Vedere che la faccia di Namjoon era disgustata quanto la sua mentre tra sé e sé borbottava un "Dio, io ci lavoro tutti i giorni lì" non gli era di alcuna consolazione. E comunque, per quanto trovasse schifoso quel particolare, non poteva smettere di pensare ad un altro dettaglio "Quindi ha iniziato lui?"

Hoseok sbuffò leggermente "Hyung, io non ho il controllo su nulla in questa storia -e la cosa mi sta facendo davvero impazzire, se devo essere sincero. Però... " si fermò, gli prese delicatamente la mano e la strinse leggermente "non essere arrabbiato con lui. E' davvero a pezzi in questo momento e vorrebbe tanto parlarti. Non voleva che la prendessi così"

A quel punto, Jin, ritirò la mano velocemente. Certo, ora era Hoseok a conoscere lo stato emotivo del suo migliore amico. Prima era stato sempre lui, non c'era mai stato nessun ragazzo a venire prima di lui. Non che ci fosse mai stato un ragazzo abbastanza importante per Yoongi da fargli sentire l'esigenza di tenergli nascosto qualcosa, ma cosa poteva esserci di diverso, ora?

Fu in quel momento che qualcosa scattò nella sua testa, qualcosa che gli fece capire quanto la domanda che si era appena posto fosse stupida e la risposta altrettanto ovvia. Sgranò gli occhi e velocemente riportò tutta la sua attenzione su Hoseok "Perché diavolo non siete mai stati a casa sua se voleva tenermelo segreto?"

Lo sguardo dell'altro si rabbuiò appena ma Jin non poté farci più di tanto caso data la velocità con cui si fece tornare il sorriso e la risata "Non vuole che ci vada. Ha detto che non vuole vedermi spuntare lì a sorpresa" il sorriso si spense appena quando aggiunse "Hyung, non ti stava nascondendo niente di davvero importante. Non c'è niente tra noi. Parlaci" e detto questo, gli diede una leggera pacca sul ginocchio e si alzò, dirigendosi verso il corridoio, probabilmente con l'intento di andarsene in camera sua e lasciarlo da solo per parlare con Namjoon.

Jin, seguendolo con lo sguardo, pensò che, nonostante tutto, era ancora l'unico a conoscere davvero lo stato d'animo del suo amico in quel momento, anche se non gli aveva più rivolto parola e lui l'aveva evitato prima. Per questo sentì il dovere di intervenire "Hoseok"

Quando l'altro si fermò e si rigirò verso di lui, continuò "Fai soffrire il mio amico in qualsiasi modo e io darò fuoco a tutti i tuoi vestiti firmati. Nasconderò tutto quello che c'è di tuo qui dentro. Ti farò diventare più matto di quanto tu non sia già. Non sto scherzando"

Hoseok aggrottò le sopracciglia e storse un poco la bocca. Prima di rigirarsi e andarsene definitivamente disse "Non credo ci siano le basi necessarie tra noi per far in modo che io faccia soffrire lui, hyung"

E quella per lui fu la conferma che quel ragazzo non ci aveva capito proprio un cazzo. Bene. Doveva parlare subito con Yoongi. Doveva chiarire, dirgli che aveva capito tutto e che era disposto ad ascoltarlo e aiutarlo. E non voleva farlo subito solo perché così avrebbe potuto rimandare di un altro po' la conversazione col ragazzo biondo che era seduto accanto a lui. Conversazione che, in quel momento, non si sentiva ancora pronto ad affrontare. Avrebbe preferito lanciarsi davvero fuori dalla finestra -e il loro loft si trovava all'ultimo piano del condominio.

"Hyung"

Appunto. La voce profonda di Namjoon lo fece trasalire. La mano che invece lo stava delicatamente tirando per la spalla cercando di farlo girare nella sua direzione, invece, gli aveva fatto venire un infarto. Non era pronto a tutto questo.

"Mi dispiace di averti fatto arrabbiare, non era mia intenzione fare niente che potesse indispettirti. Io non te l'ho detto semplicemente perché non sono affari miei. Credo non siano neanche tuoi ma -"

Jin ridusse gli occhi a due fessure e probabilmente fu per questo che Namjoon si fermò "No. Ehm no, non sono affari miei, ecco tutto"

Il più grande prese un respiro profondo "Va bene, ho capito. Non sono più arrabbiato per questo. Credo anche di aver ingigantito troppo la cosa. E' tutto ok, davvero" e detto questo fece per andarsene, cercando di sfuggire alla mano dell'altro che invece si ancorò ancora più saldamente alla sua spalla. Namjoon, infatti, non gli permise di alzarsi "Non volevo parlarti solo di questo, però"

Seokjin gemette internamente. Ovvio che non voleva parlare solo di questo. Diede una sbirciatina alla finestra, tanto per controllare quanto fosse distante da lui e valutare l'effettiva possibilità di darsela a gambe in quel modo. Non sapeva quanto gli convenisse, comunque. Ci teneva ancora alla sua faccia e la sua dignità era già calata a picco, quindi no, grazie. Era ancora troppo giovane e bello per morire con così poco stile. Non era una buona idea. Decisamente. La soluzione migliore, si disse, era quella di fare finta di niente "E di cosa volevi parlarmi?"

"Dell'altra sera"

Jin sorrise, sperando di essere convincente. A giudicare dalla faccia di Namjoon non lo era affatto. Tentò comunque "Non credo ci sia nulla di cui dobbiamo parlare"

"Non ho detto che dobbiamo parlarne, ho detto che voglio parlartene"

Il sorriso gli si era fossilizzato in faccia, diventando con ogni probabilità l'espressione più brutta che avesse mai assunto in vita sua "Sei sempre così ragionevole, tu?"

Aveva un nodo in gola che gli fece uscire un tono di voce a dir poco ridicolo. L'altro gli sorrise e quella dannata fossetta fece la sua comparsa anche per quella volta. Non ne sarebbe uscito vivo anche se non si fosse buttato fuori dal balcone, lo sentiva.

"Ci provo" si avvicinò appena e Jin non poté trattenersi dal ritirarsi un poco. Era quello il momento giusto, era quello il momento di scappare di corsa. Se solo l'altro gli avesse mollato quel maledetto braccio.

"Hyung"

Il tono di voce si era fatto decisamente troppo serio. Non gli stava piacendo. Era una situazione troppo scomoda. Cercò di soffocare quella parte del suo cervello che gli stava dicendo che in quella situazione scomoda ci si era cacciato da solo. Poi si ricordò che ce l'aveva messo Yoongi, con la sua stupida idea di assecondare le sue voglie e di saltargli addosso -ovviamente, il suo amico a quanto pareva era un esperto nell'assecondare le voglie e nel saltare addosso alla gente. Avrebbe dovuto fargli un bel discorsetto, non poteva vivere come una donnaccia per il resto dei suoi giorni.

Si rese conto che mentre lui si era perso nei meandri della sua mente Namjoon aveva ripreso a parlare "Dicevo sul serio ieri sera. Se all'inizio non ero contento di averti qui era solo perché ho avuto da subito voglia di baciarti. Non volevo offenderti o farti andare fuori di testa. Solo che non... Non credo sia il caso"

A quelle parole, Jin strabuzzò gli occhi e aprì la bocca. Poi però la richiuse, non sapendo cosa dire. Che cosa significava? Perché non era il caso? Il caso di fare cosa? Ma soprattutto "Non mi volevi qui perché avevi voglia di baciarmi?" e in quel momento vide tutta la razionalità abbandonare l'altro ragazzo, che aprì stupidamente la bocca, proprio come aveva fatto lui.

"N-non credo di... Essermi espresso al meglio, sì"

"E allora che cosa volevi dire?"

"Che non voglio limitarmi al baciarti!"

Jin era davvero allibito "Sono circondato da gente che pensa solo a quello. Meraviglioso"

A quel punto Namjoon si alzò dal divano e lo fronteggiò, ancora più serio di quanto era un attimo prima "Per prima cosa, non osare paragonarmi a quei due cretini" lo sguardo si fece più intenso e affilato, tanto da metterlo quasi in soggezione "E secondo, sei stato tu a provarci con me e io non ti sto facendo pesare nulla"

Si alzò anche Jin, nella speranza di trovare qualcosa di brillante da dire per difendersi. L'altro, però, non gli diede il tempo di farlo -il che poteva essere anche una fortuna dato che di brillante non gli era venuto in mente proprio niente.

"Tu ci hai provato e io ti ho respinto perché con te non vorrei mai niente che non sia una cosa seria e ieri sera sembravi tutto tranne che in te"

Se prima non gli era venuto niente, adesso la sua mente stava avendo un vero e proprio black-out. Doveva aver avuto un improvviso problema di udito, non c'erano altre spiegazioni, perché non era possibile che quello che aveva sentito era quello che Namjoon aveva detto. Non poteva avergli fatto una  dichiarazione. Perché quelle parole suonavano tanto come una specie di dichiarazione. Rimase lì, immobile, sentendo di aver perso completamente l'abilità di poter muovere arti e muscoli facciali. Probabilmente la sua espressione era passata pure dall'essere brutta al sembrare quella di uno stitico. D'altro canto, quella di Namjoon, non era sicuramente migliore della sua. Nel momento in cui sembrò aver realizzato quello che gli aveva appena detto, cominciando ad avere uno sguardo allucinato, si allontanò, farneticando parole che suonavano come "E' tardi" o "Devo andare al pub, sì"

Un attimo dopo che la porta si richiuse e Namjoon sparì dietro di essa, Jin scattò, più veloce di quanto fosse mai stato in vita sua, e, quasi inciampando su quello stupidissimo tavolino da caffè, corse verso la sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Estrasse velocemente il cellulare dalla tasca dei pantaloni e digitò di fretta il numero di Yoongi, che non lo fece arrivare nemmeno al secondo squillo "Hyung"

Sentire la voce del suo migliore amico così sollevata lo fece stare subito meglio. Non che il panico avesse lasciato il possesso del suo corpo. Infatti, mentre l'altro cercava di giustificarsi e di scusarsi, dicendogli che non voleva farlo arrabbiare e cose del genere, lui aprì l'anta del suo armadio, che per sua fortuna era abbastanza grande da poterlo far stare comodo, e ci si chiuse dentro. Sì, la cosa poteva anche non avere senso ma lui si sentì molto più sicuro di poter parlare liberamente, lì dentro. Così, interruppe le infinite scuse e giustificazioni del suo amico, iniziando a parlare per la prima volta da quando la chiamata era partita "Yoongi, va bene. Cioè no, non va bene. Sono ancora offeso a morte, ma ho capito"

"Ma io non volevo offenderti, è solo che -"

"E' solo che lui adesso ti piace veramente, hai paura e hai perso il controllo. Lo so"

"Cosa?"

Jin sospirò e si accomodò meglio tra una pila di morbidi maglioni "Yoongi, ti conosco meglio di quanto possa conoscerti tu stesso. Mi sono bastate un paio di parole di Hoseok per capirlo e tu sapevi perfettamente che sarebbe successo. Non vuoi ammetterlo e per questo hai tentato di tenermelo nascosto" sbuffò una piccola risata e poi riprese "Puoi raccontargli tutte le stronzate che vuoi, puoi essere cattivo quanto ti pare, ma la realtà è che non vuoi che venga a casa tua perché hai paura che possa lasciarti perdere per qualche altro futuro idol"

Il silenzio che seguì le sue parole lo spaventò appena. Yoongi non era mai stato quel tipo di persona che riesce ad affrontare questo genere di cose, come le chiamava lui -sentimenti, Yoongi! Sentimenti, ed è umano averne- e dei discorsi così diretti, a volte, potevano metterlo estremamente a disagio. Si morse il labbro, pensando a cosa potesse aggiungere per far sì che il suo amico si aprisse finalmente con lui ma, poco dopo, scoprì di non aver bisogno di aggiungere altro. Sorrise mentre l'altro iniziò a confidarsi "Lui mi vuole solo per questo, hyung! E poi dai, me lo dici sempre anche tu che sarei un pessimo idol! E fisicamente non sono esattamente come i ragazzi che vivono con me, io non -"

Gli diede tutto il tempo che gli serviva, riusciva a percepire la sua difficoltà che stava provando nell'ammettere di sentirsi insicuro. "E' così complessato, hyung. Io non... Non so dirti perché, so solo che è successo e adesso ho una paura folle che possa... Che possa stancarsi di me, ecco. Pensavo che se non l'avessi mai detto ad alta voce non sarebbe diventato reale. E' stupido, lo so. Mi dispiace"

 Quell'idiota era riuscito a farlo passare dall'essere offeso all'essere intenerito. Il suo cuore era troppo debole e per quel giorno ne aveva subite troppe "E' carino. Cioè, è strano che ti piaccia perché è matto come un cavallo, ma è carino. Ti conosco da una vita e non ti ho mai sentito parlare così"

Yoongi, dall'altra parte, rise appena "Già, non dirlo a me"

Di nuovo, calò il silenzio tra loro. Era diverso, però. Questo era più confortante, quel tipo di silenzio che fece capire a Jin, che almeno tra loro, tutto era risolto. Chiuse gli occhi e sospirò profondamente. Cercò poi di calmarsi e poi iniziò "Ieri sera, prima che tu e Hoseok iniziaste a dare spettacolo, io... Ho quasi baciato Namjoon"

"Mi dispiace, hyung, non volevamo interrom-"

"No no, non siete stati voi. E' stato lui. Si è tirato indietro"

Yoongi non disse niente. Jin capì che stava aspettando che lui continuasse. Inspirò profondamente, quasi avesse paura che il fiato non gli bastasse per raccontare tutto "Ha detto che non voleva che succedesse in quel modo, io non avevo capito quello che significa ma non è riuscito a rispondere ieri, quando glie l'ho chiesto -per colpa vostra, chiaramente. E prima, dopo avermi praticamente detto che quello che succede a te non sono affari miei, come se questi fossero affari suoi,  ha aggiunto che non era così che voleva succedesse perché non sarebbe stato serio ma che comunque non è il caso! Che cazzo significa che non è il caso?"

Alla fine ispirò e si ritrovò con il fiatone, data la velocità con cui aveva parlato. Yoongi, semplicemente, gli chiese "E tu che gli hai risposto?" e lui pensò sinceramente che il suo migliore amico fosse una persona inutile "Cosa vuoi che gli abbia detto? Niente!"

"Ehm, sì. Certo hyung" era accondiscendenza, quella? Non era solo inutile, era anche uno stronzo. Non che quella fosse una novità, comunque. Jin non doveva esserne così sorpreso "Ti rendi conto che ti ha praticamente detto che vorrebbe avere una storia con te, vero?"

A quel punto, non poté fare a meno di rispondere in tono acido "E perché non sarebbe il caso, scusa? Sono una persona fantastica, io"

"Magari perché -"

"Te lo sto dicendo perché devi stare dalla mia parte, è così che funziona"

"Non credo sia vero"

"Smetterò di parlarti un'altra volta se non la pianti"

Buttò all'indietro la testa, facendola sbattere contro la parete dell'armadio, chiuse gli occhi e gemette frustrato "Che cosa devo fare?"

In qualche modo, riuscì a percepire il sorriso del suo migliore amico "Parlarci, credo. E capire cosa vorresti fare tu" e a quelle parole gli partì una risata divertita "Detto da te è ironica la cosa. In maniera a dir poco esagerata"

"Sai cosa? E' colpa tua, io te l'avevo detto che non dovevi andare a vivere con degli sconosciuti che hanno messo un annuncio su internet"

Eh, Yoongi non aveva poi tutti i torti. Vista la situazione non era stata la sua idea migliore quella, no "Dovevo buttare fuori a calci in culo Hyosang e tenermi io la casa, avevi ragione"

 

 

 

 

 

 

 

Guess who's back?
-scusate, ma col comeback dei Block B sono in vena di citazioni xD

 

Eccomi qui, miei amati lettori, di mercoledì sera -in via straordinaria- per cercare di rimediare al mancato aggiornamento della scorsa settimana!
E qui per voi c'è un Jin paranoico come non mai xD

 

Comunque.

Ringrazio infinitamente tutti voi, chiunque stia seguendo questa storia e tutti i recensori perché davvero, siete fantastici  Io continuo ad avere mille e mille dubbi ma voi  riuscite sempre tirarmi su di morale! :D

In più, sono a dir poco sorpresa nel vedere che lo scorso capitolo, il primo di Tae, abbia suscitato così tanta curiosità xD Io credevo -e credo ancora- fosse una schifezza xD xD

Grazie, grazie, grazie :'D

Detto questo, vi lascio alla vostra serata.
Prima, però, vorrei invitarvi tutti a leggere l'ultima storia scritta da Jichan, "BTS - Bedtime Stories". E' davvero bellissima, fidatevi di me!

Buonanotte a tutti,
alla prossima settimana

 

YoongiYah

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** IX - Hoseok ***


 

 

 

 

 

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Hoseok amava il fatto che lui e Yoongi non dovessero più nascondersi. O meglio, non dovevano più nascondersi da Jin, quindi, almeno nel loft, potevano essere liberi di fare o dire quello che volevano. Non che fosse cambiato qualcosa, tra loro. Yoongi arrivava ancora quando voleva e lui continuava a non avere alcun controllo sui loro incontri, ma ora non doveva più farlo entrare di nascosto, portandolo subito in camera sua e chiudendocelo dentro. E, soprattutto, Yoongi non doveva più sgattaiolare via la mattina presto. Quella, probabilmente, era la cosa che preferiva più di tutte. Potevano svegliarsi con più calma e Yoongi, se ne aveva voglia e se non aveva fretta, poteva anche fermarsi a fare colazione con loro. Jin hyung gli aveva addirittura lasciato il suo posto a tavola spostandosi a capotavola, tra Namjoon e Yoongi, appunto. A Hoseok piaceva davvero averlo intorno. Poteva imparare a conoscere tante piccole cose su di lui, cose che non avrebbe potuto di certo scoprire se non avessero portato quello che c'era tra loro ad un livello successivo. Non che quello fosse un livello successivo, chiaramente. Non era ancora niente, solo che, nel niente, ora c'era qualche dettaglio in più. Ad esempio, aveva avuto modo di scoprire che, se non aveva impegni urgenti, Yoongi amava perdersi in uno stato di dormiveglia, di mattina. Ed era esattamente quello che stava facendo in quel momento. La sveglia era suonata ormai da mezzora, Hoseok si era alzato subito, come faceva ogni giorno, e dopo averlo salutato con un buongiorno -un buongiorno ricambiato solo da un mugolio infastidito- era andato in bagno a farsi una doccia. Dopo essere tornato in camera e aver ritrovato l'altro esattamente come l'aveva lasciato, spese una manciata di minuti davanti all'armadio spalancato, scegliendo con attenzione quello che avrebbe dovuto indossare per andare al lavoro. Si infilò un paio di boxer neri e poi si sedette sul bordo del materasso, vicino a Yoongi, e, piano, lo chiamò "Ehi dolcezza, sono già le sette e mezza. Non hai nessun impegno stamattina?"

 La risposta di Yoongi fu uno "Stai zitto" borbottato mentre faceva affondare ancora più la testa sul cuscino. Era steso su un fianco e gli stava dando le spalle, Hoseok poteva ammirare la sua pallida schiena in contrasto con le sue lenzuola blu, colore che stava magnificamente bene con i capelli rosa dell'altro, sparsi sul cuscino coperto dalla federa della stessa tinta delle lenzuola. No, non c'era niente di studiato in tutto quello, ma Hoseok era convinto che quel ragazzo, tra le sue cose sistemate in quella stanza secondo il suo ordine logico e assoluto, ci stava perfettamente bene. Come se quello fosse esattamente il punto in cui doveva stare. Si permise di sorridere appena, tanto l'altro non se ne sarebbe accorto, troppo impegnato nel tentativo di ignorarlo per poltrire ancora un po'. A quel punto, poi, partì all'attacco. Gli si fece più vicino, quasi stendendosi, e, con estrema delicatezza, iniziò a lasciargli dei morbidi baci, che dovevano in realtà fargli solo un po' di solletico, partendo dal collo e scendendo con calma, seguendo la linea della spina dorsale. Lo sentì rabbrividire e subito dopo gli disse "Falla finita. E' tua la regola del niente sesso di mattina dopo la doccia, non spingermi ad infrangerla"

La risata che gli provocò quella frase lo costrinse a separarsi dalla pelle liscia di Yoongi "No, la regola non s'infrange" a quel punto si rialzò e, dopo essersi infilato la camicia, riprese "Almeno sei riuscito a formulare una frase di senso compiuto di più di due parole. Sei sveglio, l'intento era quello"

Lo guardò mettersi seduto, con estrema calma e stiracchiarsi pigramente, per poi guardarsi intorno con gli occhi ancora assonnati. Quando questi si posarono su di lui, mentre ormai si stava abbottonando i pantaloni, ghignò appena "Puoi essere davvero sleale quando vuoi, sai?"

Il fatto che avesse ancora gli occhi gonfi dal sonno non rendeva per nulla credibile quel sorriso furbetto. Se le cose fossero state diverse, probabilmente Hoseok non si sarebbe limitato a pensare e basta che fosse estremamente carino in quel momento e glie l'avrebbe detto senza farsi troppi problemi. Lo era sempre, in generale ma così, appena sveglio e tutto spettinato, lo era in un modo ancora diverso. Si limitò semplicemente ad ignorare ogni suo pensiero, rispondendo alla domanda, anche se retorica, dell'altro "Beh, tra meno di mezzora devo uscire e non posso farlo se il letto rimane in questo stato, per cui, mio caro, vedi di alzare quel tuo bel culetto da lì"

Lo sentì sospirare, mentre lui gli dava le spalle, recuperando una cravatta scura dal cassetto. Preferiva non guardarlo negli occhi mentre gli diceva certe cose. Il letto doveva rifarlo veramente, prima di uscire, altrimenti avrebbe pensato solo al fatto che la sua stanza era in disordine mentre avrebbe dovuto lavorare, ma la realtà era che non gli piaceva dirgli che doveva andarsene. Non quando era convinto che, se fosse stato suo anche Yoongi, probabilmente quel letto non lo avrebbe nemmeno mai rifatto, tanto si era convinto che il suo posto nel mondo fosse quello.

Con la coda dell'occhio lo vide alzarsi e andare subito verso il comò, dove sapeva avrebbe trovato i suoi vestiti. Infatti, dopo nemmeno una manciata di secondi lo sentì ridere e dire "Sono due settimane ormai che ti ci vedo e ancora non mi spiego come tu possa alzarti per piegare e ordinare i vestiti subito dopo averlo fatto"

"Cosa dovrei fare? Lasciarli per terra come fossimo in un campo profughi?"

Glie l'aveva già spiegato, ormai. L'aveva spiegato a tutti quelli che glie l'avevano visto fare, in effetti. Non sarebbe mai riuscito a dormire con la consapevolezza di avere tutta quella roba sparsa per il pavimento della camera in quel modo. Non sarebbe mai riuscito nemmeno a rilassarsi. Yoongi gli sorrise "No" si infilò la maglietta bianca a maniche corte che teneva in mano e poi gli si avvicinò, dandogli un piccolo bacio sulle labbra "Devi fare quello che ti senti di fare. Va bene, anche se non me lo spiego"

Quella era la differenza tra Yoongi e chiunque c'era stato prima. Qualcuno l'aveva preso in giro, altri invece gli avevano semplicemente detto che era uno strano forte o che, probabilmente, c'era una cura per le sue ossessioni. Lui, invece, l'aveva semplicemente guardato, dopo la loro prima volta in quella camera, e, dopo avergli chiesto cosa stesse facendo, aveva ascoltato la spiegazione, rispondendogli con un ok e un sorriso stampato in faccia. Sicuramente quel sorriso era una vaga derisione e quell'ok era stato un po' troppo menefreghista, ma gli andava bene sul serio. Non chiedeva troppo, non lo prendeva mai davvero in giro e non pretendeva che lasciasse perdere. E sì, tutto quello aveva influito sul fatto che Hoseok avesse iniziato ad affezionarsi a lui, volendo passarci più tempo ancora, al di fuori degli incontri in camera da letto. Pensava che, anche se non si sarebbe mai abituato al ritmo frenetico con cui il suo cuore cominciava a battere quando gli capitavano mementi come quelli, poteva imparare a convivere con quella sensazione. Yoongi, in un lasso di tempo a dir poco troppo breve, era riuscito a stravolgere completamente la sua esistenza e le sue convinzioni. Erano piccole cose, certo, ma per lui anche quelle riuscivano a fare un'enorme differenza. Il problema era che, tutto quello, all'altro non glie lo poteva dire. Non c'era niente, tra loro, e Yoongi sembrava assolutamente intenzionato a lasciare le cose così com'erano e Hoseok, di delusioni, ne aveva avute anche troppe prima di incontrarlo, quindi non avrebbe mai fatto nulla per compromettere, cambiare o rovinare quel poco che c'era tra loro. Così, dopo aver ricevuto quel leggero bacio, non disse nulla, non rispose, ignorò il suo cuore che sembrava essere impazzito e riprese a fare il nodo alla cravatta, mentre l'altro se ne ritornava a riprendere le sue cose. Calò un silenzio pesante, quasi ingombrante, fra loro. Hoseok non le sapeva davvero gestire certe cose e non riusciva a capire come per l'altro tutto quello fosse normale. Sospirò internamente e iniziò a rifare il letto mentre Yoongi, dopo essersi rimesso anche i pantaloni, aveva iniziato a controllare il telefono.

"Merda"

Hoseok alzò lo sguardo nella sua direzione "E' successo qualcosa?"

Lo vide digitare di fretta un messaggio mentre si mordeva il labbro inferiore, aggrottando le sopracciglia in un'espressione accigliata "No, mi hanno solo anticipato una specie di servizio fotografico a questo pomeriggio. Avevo promesso a Jin hyung che sarei stato un po' con lui, dopo il modo in cui l'ho trattato mi pareva il minimo. Si arrabbierà ancora"

"Sarà una cosa lunga?"

"Non dovrebbe, solo che lo diventerà sicuramente. Tra che riuscirò a togliermi tutta quella roba dalla faccia e raggiungere questo posto, Jin hyung si sarà comunque già offeso"

Hoseok sospirò, riportando lo sguardo sulle coperte del suo letto che cercava di stendere con precisione "Puoi dirgli che potresti solo fare un po' di ritardo e se vuoi ti vengo a prendere io con la macchina, così non dovrai perdere tempo a struccarti ma non dovrai nemmeno andare in giro a piedi per la città conciato in quel modo"

Yoongi lasciò il telefono sul comò e, dopo aver disteso le braccia lungo i fianchi, si girò completamente verso di lui, guardandolo stupito "Davvero lo faresti?"

Scrollò semplicemente le spalle, come se quello che aveva appena detto fosse una cosa da niente "Comunque a casa dal lavoro dovrei tornarci, allungare un po' la strada o fare un po' più tardi del solito non mi costa nulla"

L'altro inarcò le sopracciglia storse un po' la testa in una chiara espressione di chi aveva appena ascoltato una colossale stronzata. Hoseok, però, insistette "Dico sul serio" il che era pure vero, non aveva problemi a modificare i suoi programmi, non se lo faceva con un largo anticipo. La giornata, in quel caso, continuava ad avercela programmata. Finì di sistemare il letto e, a quel punto, si rimise in piedi, guardandolo serio, per fargli capire che era davvero così che stavano le cose.

Yoongi, continuando a guardarlo, stavolta in maniera più scettica, riprese "Lo fai solo perché così questa sera sarò già qui e non dovrò perdere tempo a discutere con hyung, vero?"

Fu come se il suo cuore fosse stato afferrato da entrambe le estremità e poi tirato senza pietà. No, lui a quello non ci aveva minimamente pensato, non c'entrava nulla il sesso. Non quella volta. Forse non c'entrava proprio più niente, nonostante ci fosse solo quello. Prese la sua ventiquattrore dalla poltrona, posizionata ai piedi del letto, e la giacca dalla stampella appesa all'anta dell'armadio e, mentre si stava dirigendo verso la porta per uscire dalla camera, mise su un sorriso finto "Beh, qualcosa ci dovrò pur guadagnare, no?"

Ancora, evitò di guardare l'altro negli occhi dicendo quella bugia, perdendosi così anche la delusione nel volto di Yoongi.

 

 

---

 

 

Il fatto che quella, in ufficio, fosse una giornata estremamente piena, per Hoseok era una vera e propria benedizione. Il tempo che avevano a disposizione per la preparazione della campagna pubblicitaria prima della presentazione ai dirigenti e al cliente era ormai agli sgoccioli e tutte -tutti Hoseok, ci sei pure tu, anche se non conti un cazzo- erano estremamente indaffarati per gli ultimi dettagli fondamentali, quelli che potevano fare la differenza. In quella maniera aveva avuto modo di ignorare quella brutta sensazione che aveva alla bocca dello stomaco, come se avesse avuto un brutto presentimento. Era arrivata mentre stavano facendo colazione tutti insieme, a casa. Yoongi stava spiegando a Jin che avrebbe potuto fare un po' di ritardo, quella sera, al loro appuntamento, ma che Hoseok si era offerto di accompagnarlo, così che il ritardo, se ci fosse stato, sarebbe stato ridotto al minimo. Namjoon, a quel punto, dopo aver tenuto gli occhi puntati sul suo piatto senza dire una parola a nessuno, aveva alzato la testa e, guardandolo con espressione fin troppo seria, s'intromise "Che, vuoi tornare a fare lo zerbino un'altra volta?"

Hoseok lo aveva semplicemente ignorato, sussurrando anche a Yoongi di lasciarlo perdere dato che era evidente che fosse il suo cattivo umore a parlare, ma quella strana sensazione, quel brutto presentimento, era nato lo stesso e ancora non se ne era andato. Certo, era riuscito a far finta di niente continuando a svolgere il suo lavoro per la maggior parte del tempo, ma era lì e si era pure intensificato quando ricevette il messaggio da Yoongi con l'orario e l'indirizzo a cui si sarebbe dovuto far trovare. Sicuramente, l'aggiunta di quell'"Aspettami in macchina" come conclusione del testo, non era di aiuto.

Lui davvero non si stava facendo alcun tipo di illusione, proprio come aveva detto al suo amico giorni prima, ed era vero che si stava facendo bastare quello che c'era tra lui e Yoongi senza pretendere altro, ma le parole di Namjoon l'avevano scosso e non poco. Non voleva tornare ad essere l'Hoseok dei primi tempi del college, quello che cercava irrimediabilmente di farsi degli amici e che non ci riusciva in alcun modo per via delle troppe prese in giro. Era cresciuto, era cambiato ed era riuscito a diventare una persona di successo, con un buon lavoro che gli piaceva e che era pure ben retribuito. Certo, la sua crescita gli era costata qualche altra piccola mania, ma aveva imparato a conviverci. E stava bene. Non poteva negare a se stesso, però, che per quanto la compagnia dell'altro ragazzo gli piacesse, facendogli probabilmente anche bene da una parte -alla fine aveva accettato di perdere il controllo su delle cose e si lasciava trascinare in qualche piccolo imprevisto- dall'altra, come aveva detto Nam, poteva rappresentare un rischio, portandolo a compiere dei passi indietro. Quella era una cosa che lo terrorizzava a morte. A lui piaceva il nuovo e migliorato Hoseok, nonostante non potesse uscire di casa sapendo che qualcosa, qualsiasi sua cosa, non fosse al suo posto. Era una fissazione, era vero, ma gli dava sicurezza ed era tutto ciò che gli serviva per poter andare avanti. Yoongi, invece, era il più grande punto interrogativo che avesse mai incontrato in vita sua, era un salto nel vuoto e, dopo aver sentito il suo migliore amico dirgli quella cosa, non poteva più negare di esserne terrorizzato.

Purtroppo, Yoongi stava iniziando a piacergli davvero troppo per farsi bastare come unica certezza da parte sua il non poter entrare in alcun modo nella sua vita.

 

 

Mentre lo stava aspettando in auto, come gli era stato cortesemente richiesto, quella sensazione era diventata talmente forte che era ormai impossibile far finta che non ci fosse. Yoongi era in ritardo, di almeno cinque minuti, e Hoseok non riusciva a far tacere quella voce nella sua testa -voce che somigliava in maniera sconcertante a quella di Namjoon- che gli ripeteva che, in quel modo, stava praticamente facendo da autista al ragazzo che non voleva avere niente a che fare con lui nella vita reale, ma che poi si intrufolava nel suo letto ogni volta che ne aveva voglia. Continuava a ripetersi che lo sapeva, che quello tra lui e Yoongi era solo sesso e che quella proposta di andarlo a prendere glie l'aveva fatta lui, spontaneamente, perché era vero che non gli costava nulla farlo, ma non riusciva a calmarsi in alcun modo. L'agitazione aveva preso possesso del suo corpo, non riusciva a tenere fermi mani e piedi, e sapeva perfettamente cosa significava tutto quello. Sarebbe andato presto fuori di testa, come simpaticamente diceva Namjoon. E il pretesto per farlo glie lo presentò proprio Yoongi, qualche istante dopo. Era appena uscito dalla porta dell'edificio in cui il suo servizio fotografico si era svolto, vestito in maniera fin troppo diversa da come era abituato a vederlo di solito, con i capelli perfettamente pettinati e il trucco pesante sugli occhi. E in compagnia. L'altro ragazzo, non aveva idea di chi fosse, era vestito in maniera molto simile a quella di Yoongi, anche lui perfettamente acconciato e Hoseok, guardandolo, pensò che era quello il tipo di ragazzo che si sarebbe aspettato di ritrovarsi davanti quando Jin aveva detto di conoscere un futuro idol. Era davvero bello. E troppo vicino a Yoongi. Lo vide posargli una mano su un braccio, in maniera quasi intima, per poi farla scendere delicatamente accarezzandolo per tutta la lunghezza fino a sfiorare la mano di Yoongi e posarsi lì per qualche secondo, prima di lasciarlo e allontanarsi da lui. Yoongi, invece, gli stava sorridendo calorosamente mentre lo salutava. Hoseok distolse lo sguardo, puntando gli occhi sul volante dell'auto, mentre Yoongi attraversava la strada e lo raggiungeva. Non si girò nemmeno quando l'altro aprì lo sportello e ed entrò, salutandolo.

"Grazie per avermi aspettato. Sono tanto in ritardo? Non ho perso tempo nemmeno per guardare l'ora quando abbiamo finito"

Mise in moto, sentendosi ancora sul punto di esplodere. Non erano affari suoi, Yoongi non voleva metterlo in mezzo alle sue cose e lo sapeva, ma non poté non chiedergli "Chi era quello?"

Si permise solo per un attimo di guardarlo con la coda dell'occhio e lo vide fare una smorfia seccata che disturbò Hoseok ancora di più.

"Chi?"

"Il ragazzo che era con te, mi pare ovvio"

"Un amico. E collega"

Hoseok rise appena "E' molto bello. Lui sembra un vero idol, non c'è che dire"

Riuscì a percepire quanto Yoongi fosse seccato anche senza guardarlo in faccia, sentendo solo quel misero "Già" praticamente ringhiato. Per l'ennesima volta, Hoseok non seppe come arrivò a quel punto. Gli succedeva fin troppo spesso quando era con lui, ma se prima era stato sempre merito dell'altro, quella volta, ripensandoci, non avrebbe potuto incolpare nessun altro al di fuori di se stesso. E solo di colpa poteva trattarsi, dato il modo in cui sbottò "E' un amico come lo sono io, oppure?"

"Scusami?" Yoongi scandì con estrema lentezza ogni lettera di ogni sillaba, sottolineando con grande efficacia quanto la sua domanda lo avesse offeso.

"Non posso sapere neanche questo?"

Sempre con la coda dell'occhio, riuscì a percepire Yoongi girarsi completamente verso di lui per chiedergli arrabbiato "Mi stai veramente chiedendo se ci vado a letto?"

Hoseok a quel punto, praticamente incominciò a sputare parole "Beh, sembravate affiatati" -non dire per nessun motivo al mondo quello che stai pensando Hoseok, non farlo- "Non mi sorprenderebbe se ci fosse qualcun altro visto il modo in cui hai iniziato con me"

Ma perché non si dava mai retta? Ah, giusto. Era matto.

Dopo un silenzio che sembrò infinito Yoongi gli rispose "Ferma la macchina"

"Ti ho detto che ti avrei porta-" si interruppe quando gli ripeté la stessa frase, stavolta alzando la voce, però. A quel punto fece come gli era stato chiesto, accostandosi al marciapiede. Una volta fatto, fece per girarsi verso l'altro ma questo, invece, non perse tempo. Aprì lo sportello e, dopo avergli sibilato cattivo un "Vaffanculo, Jung Hoseok" scese dall'auto e iniziò ad allontanarsi di corsa.

Hoseok, rimasto lì, solo a fissare come un imbecille il punto in cui Yoongi era sparito, si rese conto che quella volta, a follia, aveva decisamente esagerato. Alla fine, non credeva fosse da tutti riuscire a perdere un niente e dare indirettamente della puttana al ragazzo per cui si provava qualcosa.  Si era davvero superato.

 

Unendo le mani sulla parte alta del volante e buttandoci sopra la testa, sospirando e imprecando contro se stesso, si chiese come avrebbe fatto a rientrare in casa, più tardi, sapendo che quella notte e il giorno dopo non avrebbe trovato Yoongi nel posto che gli aveva assegnato quella stessa mattina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buon salve a tutti quanti voi, miei cari!

Siamo qui riuniti questa sera con un capitolo un po' particolare xD

Il tono è decisamente differente da quelli precedenti e anche per forza, l'ironia questa volta non mi sarebbe stata d'aiuto. Sarò sincera, non è stato facile scrivere di Hoseok e del suo stato d'animo. Come avrete sicuramente capito, il suo personaggio sente il bisogno di avere tutto sotto controllo e, quando questo non succede, anche per la più piccola delle cose, non riesce più a ragionare. E Yoongi per lui non fa decisamente parte delle cose di poco valore, la ragione questa volta l'ha proprio buttata nel water.

Più o meno, questo è quello che volevo trasmettere e lo so che lo dico sempre, ma questa volta sono più seria che mai: sono completamente insicura e totalmente insoddisfatta.
Spero quindi di non aver deluso nessuno e mi piacerebbe tanto sapere cosa pensate di questo capitolo, diverso rispetto agli altri.

 
Detto questo, ringrazio come sempre tutti quanti! Siete fantastici, davvero

 

Buonanotte a tutti,
a presto spero

 
YoongiYah (che torna a logorarsi con la sua disperazione)

 

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Capitolo 11
*** X - Namjoon ***


 

 

 

Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei precisare che i fatti narrati in questo capitolo seguono direttamente quelli che concludono il capitolo precedente, a distanza di poche ore.

Questa volta mi sono ricordata di dirlo, yay! xD

 

 

 

 

 

 

 

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Namjoon, dopo la più grande figura da imbecille che aveva fatto in vita sua, praticamente dichiarandosi a Jin hyung, aveva deciso di comportarsi da uomo quale era, scappando e fuggendo da tutto. Sì, aveva scoperto di essere un pessimo uomo. A parte quella stessa mattina a colazione, in cui Jin era stato comunque troppo impegnato a chiacchierare amabilmente con Yoongi e Hoseok che fingevano di comportarsi come una coppietta felice, Namjoon aveva sempre evitato di starsene a casa nei giorni passati, in modo da poter evitare un altro confronto diretto col più grande. Aveva addirittura evitato il suo sguardo, tanto lo terrorizzava il pensiero di parlarci. Avendo entrambi il pomeriggio libero, quel giorno, aveva deciso di fuggire uscendo con Taehyung, accompagnandolo a fare la spesa dato che era il suo turno quella settimana. Poi, quando il più giovane si era avviato di ritorno verso la strada di casa, lo aveva abbandonato, dicendogli che avrebbe dovuto attaccare prima al lavoro, quel giorno. Il che non era vero e si era ritrovato a dover perdere tempo per almeno due ore, ma meglio quello che dover spiegare lo stupidissimo discorso che aveva fatto al più grande qualche giorno prima e il perché se l'era data a gambe subito dopo.

Il fatto era che lui quelle cose non glie le voleva proprio dire, gli erano uscite di bocca e basta. E non era nemmeno colpa sua. Si era semplicemente innervosito davanti alle insinuazioni dell'altro, come se non fosse stato lui a provarci come un cretino bevendo vino rosé e poi a cercare di baciarlo. Era pure stato tanto bravo da tirarsi indietro!

L'essersene pentito dopo era un altro discorso, ovviamente.

Il punto era che lui, a quello -come Jin aveva detto- non ci aveva nemmeno mai pensato, non fino a quando l'altro non gli si era avvicinato tanto da far sfiorare qualsiasi parte dei loro visi l'una con l'altra, quindi non poteva venir accusato di una cosa del genere -che suonava tanto di ipocrisia, considerando come si era svolta quella famigerata sera.

La verità era che Namjoon non era proprio portato per certe situazioni. I discorsi troppo seri, i sentimenti e tutte quelle cose da femminuccia che piacevano tanto ad Hoseok non facevano più per lui, non se poi era lui stesso a doverne affrontare le conseguenze. Probabilmente erano quelle a terrorizzarlo tanto visto come ora le stesse evitando. Preferiva ormai tenersi tutto dentro e non dare peso a nulla, anche se questo significava fare la figura dell' antipatico sociopatico e lunatico. Probabilmente, l'unico con cui poteva lasciarsi andare (e non sempre, chiaramente) era proprio il suo migliore amico perché sapeva che tra loro non c'erano secondi fini o interessi di altro tipo, non come potevano esserci con Jin -nonostante l'altro sostenesse di essere in parte sua moglie. Sapeva che, comunque sarebbero andate le loro vite, Hoseok non gli avrebbe mai voltato le spalle e questa era una certezza che nessun altro avrebbe potuto mai dargli, nessuno.

 

Era ormai quasi mezzanotte e Namjoon se ne stava ritornando a casa dal lavoro. A piedi. Molto lentamente. Sperava di metterci abbastanza tempo da poter ritrovare tutti gli altri inquilini del loft già a letto, al suo ritorno. In realtà gli sarebbe bastato ritrovarci anche solo Jin. Hoseok, con buone probabilità, era con Yoongi, quindi poteva sfuggire tranquillamente al suo sguardo indagatore anche quella sera -non si perdeva mai nulla solitamente, ma l'avere un ragazzo a sua disposizione come distrazione giocava anche a favore di Namjoon- mentre Taehyung non avrebbe mai preteso un discorso a cuore aperto con lui. Almeno lo sperava. Quando arrivò davanti alla porta d'ingresso del loft, con tanto di fiatone causato dall'essersi fatto tutte le rampe di scale di tutti i piani del condominio a piedi, ignorando l'ascensore -sempre per perdere altro tempo- infilò la chiave nella toppa. Ricontrollò poi l'ora un'ultima volta e, dopo essersi accertato di aver fatto passare la mezzanotte e di aver concluso ufficialmente quell'infinita giornata, la girò, lentamente, senza fare alcun minimo rumore, per evitare di svegliare qualcuno o di attirare l'attenzione, nel caso in cui quel qualcuno fosse sveglio.

L'appartamento era completamente buio e Namjoon ringraziò chiunque avesse ascoltato le sue preghiere per averlo graziato in quel modo. Per poi rimangiarsi tutto quando, dopo aver definitivamente varcato la soglia d'ingresso in punta di piedi, si accorse della sagoma distesa sul divano. A quel punto imprecò mentalmente, sgranò gli occhi e si paralizzò, completamente indeciso sul come comportarsi. Si tranquillizzò subito dopo, esattamente nel momento in cui sentì un bisbiglio sommesso provenire proprio dal divano, che suonava tanto come la voce di Hoseok "Nam?"

Dopo aver sospirato, sollevato almeno in parte -alla fine non era Jin, poteva andargli peggio- gli si avvicinò. Nonostante fosse ancora buio, riuscì a vedere che era ancora vestito, con tanto di giacca e cravatta. Recuperò il cellulare dalla tasca dei suoi jeans e illuminò leggermente la stanza con l'apparecchio, senza dare però fastidio al suo amico. A quel punto riuscì a notare anche la sua ventiquattrore sul tavolino da caffè. Aggrottò le sopracciglia, confuso. C'era sicuramente qualcosa che non andava "Perché non sei a letto?"

Aveva gli occhi aperti e lo sguardo perso nel vuoto. Era parecchio che non lo vedeva in quello stato "Ho rovinato tutto"

Non era di aiuto, come risposta. Strinse le labbra in una linea sottile e poi piegò le gambe, abbastanza da ritrovarsi alla stessa altezza della testa del suo amico "Tutto cosa?"

L'altro non si mosse "Non mi va di parlarne" gli diede una rapida occhiata e poi aggiunse "Puoi togliere le coperta e le lenzuola blu dal mio letto? Così posso cambiarlo e riuscire ad andarci? Non voglio farlo, io"

L'assurdità non aveva più limiti, ormai "Ti sarebbe...uhm...di aiuto, se lo facessi?"

Hoseok annuì soltanto e dopo che Namjoon si fu rialzato lo fermò aggiungendo "Mettile dove non le posso vedere. Ci penserò domani"

Non gli fece nessuna domanda. Era preoccupato per il suo amico, davvero, ma se non ne voleva parlare sapeva che sarebbe stato meglio non insistere. Qualsiasi cosa fosse successa, qualsiasi cosa avesse rovinato, era indubbiamente abbastanza grave, ma ormai lo conosceva bene, sarebbe venuto lui a cercarlo nel momento che più gli sembrava adatto, senza nemmeno farsi pregare più di tanto. Gli diede una leggera pacca sulla spalla e si girò, dirigendosi verso la camera di Hoseok. Solo a quel punto si accorse della presenza di Jin che in silenzio li osservava, appoggiato allo stipite della porta del corridoio che portava alle camere.

Il cuore di Namjoon perse un battito. Ingoiò a vuoto e si fece coraggio, riuscendo a passargli accanto senza però guardarlo. Lo sentì seguirlo. Dopo averlo superato e si chiese cosa avesse fatto di male, nella vita, per essere fottuto dal karma in quel modo. Una volta entrati entrambi nella stanza, Jin andò subito dall'altra parte del letto, quella opposta da dove si trovava lui "Ti do una mano"

Namjoon, con le labbra cucite, annuì soltanto, senza distogliere lo sguardo da quello che stava facendo. Quando finirono, il più grande, riprese "Metti queste in lavatrice e poi vai a chiamarlo. Io intanto cambio il letto" e a quel punto, non poté fare a meno di fissarsi su di lui. Quello che aveva davanti era di nuovo Seokjin, quello carino come non mai, quello che amava aiutare tutti e a cui piaceva sentirsi indispensabile. Sorrise appena, prima di uscire dalla stanza e fare come gli era stato detto. Tornò in soggiorno e aiutò Hoseok ad alzarsi per poi accompagnarlo in camera sua, dove il più grande aveva appena finito di preparargli il letto. Dopo aver sussurrato un grazie sommesso, iniziò a spogliarsi e a quel punto, Namjoon e Jin, lo lasciarono solo. Si ritrovarono fuori dalla porta, ormai chiusa, della camera di Hoseok e Namjoon pensò seriamente di non essere mai stato tanto in imbarazzo in vita sua. Sinceramente, da quando Jin si era trasferito da loro questa cosa l'aveva pensata un po' troppo spesso. Cercò di allentare la tensione, facendo una stupida smorfia e chiedendo con ironia "Strano, eh?" per poi pensare che non fosse solo la sua smorfia, ad essere stupida. Jin, d'altro canto, si limitò a scrollare le spalle "Credo sia successo qualcosa con Yoongi, anche lui non era molto in sé"

Ovviamente. Si chiese come aveva potuto non capirlo subito. Ora che ci pensava era piuttosto scontata, come cosa "Ti ha detto qualcosa?"

Seokjin scosse la testa e poi si mordicchiò il labbro inferiore. Seriamente, Namjoon era convinto che qualcuno avrebbe dovuto impedirgli di fare cose del genere, per il bene dell'umanità. Per il suo, invece, cercò di rilassarsi. Distolse lo sguardo e provò a ricomporsi. Si schiarì la gola e poi ricominciò "Lo so che gli avevi detto che glie l'avresti fatta pagare se avesse fatto un torto al tuo amico ma... Fidati di me, se la farà pagare da solo, qualsiasi cosa sia successa"

"Dopo aver parlato con Yoongi volevo fare qualcosa, ma quando l'ho visto rientrare in casa in quello stato non ci sono riuscito. Sono troppo buono per fare certe cose"

Namjoon sbuffò una risata e, solo per un attimo, si dimenticò del perché avesse tentato di stargli lontano da giorni, ormai. Si rese anche conto che, nonostante tutto, gli era mancato, almeno un pochino. Riportò lo sguardo su di lui, puntando gli occhi nei suoi. Se doveva essere sincero -almeno con se stesso poteva esserlo- non era affatto sorpreso dal fatto che, quel ragazzo, era riuscito a stravolgere la vita di tutti e tre i coinquilini del loft in appena un mese. Certo, per certi versi non lo aveva fatto direttamente, ma comunque era merito suo e Namjoon pensava che fosse inevitabile, quando si aveva a che fare con persone del genere. Egocentrismo a parte, ai suoi occhi era davvero il ragazzo perfetto. In realtà gli piaceva pure il suo essere egocentrico. Non era mai noioso ed era carino.

Dio, stava diventando come Hoseok.

Cercò di non fargli vedere quanto si fosse spaventato da solo a quel pensiero -l'altro non avrebbe mai saputo a cosa stesse pensando, ma comunque era meglio non rischiare in certi casi. Respirò profondamente e, dopo aver ripreso il controllo dei suoi pensieri, decise che era meglio chiuderla lì prima di peggiorare ulteriormente le cose, senza compromettere ancora il precario equilibrio che quella situazione aveva trovato. Magari, in quel modo, non sarebbe più dovuto scappare.

"Sarà meglio andare a letto, ora"

Fece per andare in camera sua ma non riuscì a muovere neanche un piede prima che l'altro lo fermasse "Aspetta"

Che cazzo. Tutto quello era maledettamente troppo simile a come erano andate le cose l'altra volta. Non poteva promettere niente di buono. Namjoon, continuando a pensare ad un modo per fuggire da quella situazione emise un solo suono d'assenso, tanto per fargli capire che sì, avrebbe aspettato, ma in realtà non ne aveva tanta voglia.

Jin fece un passo avanti, avvicinandosi e no, non era possibile. Non potevano essere di nuovo a quel punto. Proprio nel momento in cui pensò al peggio, il più grande lo sorprese "Volevo chiederti scusa"

I suoi occhi si spalancarono talmente tanto che quasi li sentì fuoriuscire dalle orbite. Si sarebbe aspettato di tutto, nel momento in cui l'altro l'aveva fermato, ma questo proprio no. Avrebbe avuto tutta la sua comprensione se avesse preteso delle spiegazioni, nonostante non glie le volesse dare. Lo avrebbe capito anche se avesse voluto riprendere il discorso da dove l'aveva interrotto, ma delle scuse? No, quelle proprio no.

"Hyung, per cosa ti stai scusando, esattamente?"

E Jin, a quel punto, riuscì a stupirlo ancora di più "Non lo so" alzò le spalle e lo guardò come se gli avesse fatto una domanda stupida "Per qualsiasi motivo ti abbia portato a scappare l'altro giorno e a evitarmi"

Namjoon non riuscì a stabilire se fosse più divertito o più allibito da quella risposta. In ogni caso non poté non mettersi a ridere un po', sempre a bassa voce. Jin, invece continuava a guardarlo, senza evidentemente capire cosa ci fosse di così divertente nelle sue scuse "Che ho detto adesso?"

"Dopo quello che ci siamo detti l'ultima volta pensi sul serio di doverti scusare?"

 "Io non... Pensavo che-"

Namjoon non gli fece finire la frase "Tu pensi troppo" gli sorrise, stavolta sincero e anche un po' divertito, convinto che quel costante desiderio dell'altro di piacere a tutti e il volersi prendere colpe che non aveva fossero cose assurde ma comunque interessanti  -cioè, pensava che si sarebbe fatto venire un'ulcera prima o poi per questo, ma comunque.

"Non hai nulla di cui scusarti, ok? Non mi sono comportato così per colpa tua. Solo perché non... Non voglio riprendere quel discorso, ecco"

Jin, allora, annuì soltanto "Ok" poi sospirò e, dopo averci pensato un attimo, continuò "Se vuoi farò finta di essermene dimenticato"

Namjoon sentì il mondo crollargli addosso, a quelle parole. Scoprì solo in quel momento che, nonostante non avesse voluto dirgli quello che gli aveva detto e nonostante non fosse intenzionato a spiegarsi, non voleva che l'altro facesse finta di nulla. Non voleva che quello che gli aveva detto venisse ignorato in quel modo. Il problema era che sapeva benissimo che, se gli avesse detto che no, non doveva far finta di nulla, poi si sarebbe dovuto mettere a parlare di nuovo e quello non poteva proprio farlo. Nel frattempo Seokjin continuava a guardarlo, chiaramente in attesa di un qualche suo segno di vita. Il più grande, riprese a mordicchiarsi il labbro inferiore e Namjoon incominciò ad aver voglia di sbattere la testa contro il muro che aveva a fianco. Cercò di calmarsi e di dire qualcosa ma, quando aprì bocca e ne uscì un misero e strozzato "Io..." capì di aver fallito e di non essere calmo per niente.

"Io non vorrei farlo, se ti può interessare. Solo che non voglio che la situazione diventi più strana di quanto non lo sia già. Mi piace vivere qui, non voglio dover andare via perché non siamo riusciti a chiarirci"

A quel punto Namjoon fu preso letteralmente dal panico "Nemmeno io voglio che tu te ne vada"

"Allora dimentichiamoci tutto, ok? Quello che è successo l'altra sera, quello che ci siamo detti il giorno dopo e tutto il resto"

Namjoon non riusciva a capire perché non poteva rispondergli con quel sì, va bene, dimentichiamoci tutto e continuiamo a scappare, facciamo finta che non sia mai successo nulla che gli avrebbe per sempre sistemato la vita. Era quello che voleva, in fondo. Niente chiarimenti, niente discorsi seri, niente conseguenze e niente complicazioni. Tutto quello da cui stava scappando, non ci sarebbe stato più nulla.

O forse lo sapeva, ma non voleva ammetterlo. Le cose si erano già complicate da un pezzo. Probabilmente nello stesso momento in cui Hoseok aveva deciso di spalancargli la porta e di lasciargli una copia della chiave di casa. Di discorsi seri ne avevano già fatti troppi, anche se non erano riusciti a concluderne neanche uno e le conseguenze lo avevano già sommerso. Per non parlare dei sentimenti. Oppure, ancora, non voleva ammetterlo perché non sapeva cosa il più grande volesse. Ed era consapevole che, chiedendoglielo, si sarebbe esposto ancora di più, ma non poté non farlo "Tu che cosa vuoi?"

Jin inarcò le sopracciglia, vistosamente sorpreso da quella domanda. Tornò serio subito dopo, però "Più di ogni altra cosa?" e quando Namjoon gli rispose con un cenno riprese, sicuro "Sapere perché credi non sia il caso"

E ancora, Namjoon si ritrovò di nuovo a pensare che l'altro, le domande da fare, le sapeva scegliere dannatamente bene, andando dritto ai punti per lui più insidiosi di qualsiasi questione. Prima che però potesse anche solo pensare in che modo rispondere, Jin ricominciò a parlare aumentando di velocità, come aveva ormai capito che faceva quando si agitava per qualcosa "Io vorrei solo capire che cosa ho mai fatto di male per farti credere che non sia il caso provarci con me! Non capisco, non mi sembra di aver mai sbagliato niente con te se si esclude quella sera, chiaro, ma non è stata davvero colpa mia, Yoongi mi ha convin-"

"Oddio basta!" Namjoon lo zittì e Jin non ebbe nemmeno il tempo di rimanerci male. Lo prese per il colletto della maglia che indossava e se lo tirò contro. A quel punto gli parlò direttamente sulle labbra, senza mai interrompere il contatto visivo "Smettila di pensare che ruoti tutto intorno a te! Mi piace ma è insopportabile a volte!" E non gli diede modo di riprendere a parlare, anche se ce l'aveva scritto in faccia quanto volesse rispondergli per dirgli che no, lui non era affatto una persona insopportabile -come no- perché fece scontrare le loro bocche con una forza tale da non sapere nemmeno se poter effettivamente definire quello un bacio.

Qualunque cosa fosse, comunque, nel momento in cui Jin riuscì a chiudere gli occhi e a rilassarsi, portando le mani sei capelli biondi dell'altro, diventò senza dubbio il bacio più bello che Namjoon avesse mai dato in vita sua. O ricevuto, se era per quello. Gli sembrò durare pochissimo ma comunque era riuscito a togliere il fiato ad entrambi e quando si separarono, Namjoon non riusciva a capire dove dover puntare gli occhi, se su quelli lucidi dell'altro o se sulle sue labbra umide e gonfie.

Rimasero lì in silenzio a riprendere fiato per un tempo indefinito. Poi Seokjin, ancora sconvolto, si ritrovò a chiedere "Quindi?" e Namjoon, avendo la mente ancora troppo annebbiata, non capì a cosa quella domanda si riferisse "Cosa?"

Lo guardò inspirare profondamente, immagazzinando l'ossigeno necessario per riuscire a dire più di una misera parola "Ti rendi conto che questo non risponde a nessuna delle precedenti domande, vero?" e a quel punto si domandò come accidenti era possibile che Jin potesse ancora ricordarsi di tutto quello che si erano detti prima quando lui non riusciva a mettere a fuoco nemmeno dove diavolo si trovavano in quel momento.

"Tu ti rendi conto che parli troppo invece, sì?"

Il più grande allargò le braccia e lo guardò come se fosse uno stupido "Certo che me ne rendo conto, è stata una delle prime cose che vi ho detto di me!"

Namjoon, a quel punto, si ritrovò costretto a rispondergli allo stesso modo "Mi farai venire l'emicrania"

Jin allora affilò lo sguardo "Sai cosa? Basta, lasciamo perdere"

"Bene"

"Infatti"

Nessuno dei due, però, si mosse. Rimasero lì, ancora, uno di fronte all'altro a guardarsi in cagnesco e, nel giro di un solo istante, si ritrovarono avvinghiati, di nuovo, a baciarsi, senza sapere chi o come avesse iniziato, quella volta. Poi ancora, sempre nel giro di un secondo, Jin lo spinse via e dopo avergli sibilato un "Non ti sopporto più stasera" se ne andò in camera sua, lasciandolo lì come uno scemo.

Namjoon, confuso, aggrottò le sopracciglia, chiedendosi come fossero arrivati a quello. Come era possibile passare dall'evitarlo al non essere più sopportabile nel giro di due soli baci?

"Penso di essermi perso qualcosa"

Ma quando Taehyung si affacciò dalla porta della sua camera con i capelli viola tutti arruffati, gli occhi gonfi e lo sguardo assonnato per dirgli, in tono lamentoso "Hyung, ho dovuto ascoltare Hoseok hyung e Yoongi hyung fare sesso tutte le notti da non so quanto tempo, oggi che non ci sono loro non iniziate tu e Jin hyung, vi prego! Voglio dormire!" si costrinse a non pensarci più e, dopo aver annuito al più giovane distrattamente, strisciò i piedi verso la sua stanza, per poi buttarsi sul letto ancora vestito.

 

Alla faccia del voler concludere in fretta la giornata senza affrontare nessuno.

Aveva decisamente fallito. Miseramente. E non aveva capito come.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera a tutti quanti voi! ^^

Potrebbe anche non interessarvi, ma oggi pomeriggio ho avuto una paura folle! Il computer non voleva saperne niente, aveva deciso di non accendersi e io ho avuto una paura folle di aver perso gli ultimi capitoli che ho scritto xD
Ora ci rido su, ma prima me la sono fatta addosso, non sto scherzando -.-

Comunque, anche questa volta sono abbastanza insicura. Non perché temo di non aver reso bene un concetto o chissà cosa. Questo capitolo, semplicemente, non mi piace. Mi dispiace da morire perché è la NamJin, si danno il loro primo bacio e io non ho reso giustizia a niente e nessuno :C
Scusatemi :C

Come sempre, ci tengo tantissimo a ringraziare tutti quanti, i recensori, vecchi e nuovi lettori e chiunque dedichi un po' di tempo a leggere la mia storiella e i miei deliri. Siete fantastici e io non smetterò mai di ripeterlo ogni volta

 

Per concludere, voglio invitarvi a leggere l'ultimo lavoro di Jichan, "Tutti Pazzi Per Yoongi". Un titolo, una verità. E' davvero fantastica, fidatevi!

Alla prossima settimana, spero

Buona notte a tutti,
YoongiYah

 

 

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Capitolo 12
*** XI - Taehyung ***


 

 

 

 

 

 

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Taehyung stava aspettando Jimin davanti all'ingresso del cinema, con impazienza e il cuore che batteva a mille. Da quando lui e il ragazzino del canile avevano iniziato a frequentarsi, Taehyung si era sentito un po' escluso -e non solo perché poteva avere un minuscolo, insignificante interesse che poteva andare leggermente oltre la semplice amicizia per Jimin. Il fatto era che anche a casa stava iniziando a sentirsi un po' di troppo, con Namjoon e Jin che si ronzavano stranamente intorno senza avere le idee chiare su come comportarsi e con Hoseok che poteva o non poteva avere una storia con Yoongi, che sembrava quasi essersi trasferito da loro, alle volte. Era felice per tutti, sul serio -sarebbe stato più felice se tutto quello non avesse più influito sul suo riposo notturno, ma andava bene lo stesso- solo che, almeno per quella giornata, si sarebbe voluto godere l'appuntamento (che appuntamento non era) con il suo amico, in completa tranquillità e senza dover pensare ai suoi problemi di scuola o ai problemi dei suoi altri amici. E poi non vedeva l'ora di passare del tempo con Jiminie e di divertirsi con lui! Avevano programmato tutto, si sarebbero incontrati al cinema per andare a guardare l'ultimo film sui supereroi appena uscito, quello che Jimin aveva detto di essere impaziente di vedere, e poi sarebbero andati a cena da qualche parte nelle vicinanze. Taehyung aveva pure dato fondo a gran parte dei suoi risparmi per poter offrire al suo amico almeno il biglietto del cinema e i popcorn. Era talmente tanto entusiasta che non si sentiva nemmeno più di tanto in colpa per aver saltato la sua visita giornaliera a Donut. E infatti, quando vide Jimin avvicinarsi nella sua direzione, non poté trattenersi dallo sbracciare contento, ignorando le persone intorno a lui che avevano iniziato a guardarlo male "Jiminie!"

Jimin incominciò a ridere, quella risata un po' infantile che non poteva non essere considerata adorabile, non quando ci si accorgeva che i suoi occhi sparivano completamente dietro le sue guance, e lo raggiunse facendo, un po' di corsa, gli ultimi passi che li separavano "Ciao Tae"

Quando Jimin gli si parò davanti non perse tempo ad abbracciarlo calorosamente. Il cuore di Taehyung incominciò a battere un po' più veloce e, confuso, ricambiò velocemente la stretta. Ormai doveva esserci abituato, lo sapeva che Jimin era sempre più affettuoso del necessario, non solo con lui -lo aveva visto comportarsi allo stesso modo anche con Jin hyung e Yoongi hyung- ma la realtà era che, da quando aveva capito che Jimin avrebbe potuto essere più di un semplice amico per lui, non riusciva a prendere quelle effusioni amichevoli solo per quello che effettivamente erano. E per quanto in realtà gli piacessero, avrebbe preferito che l'altro ne facesse a meno, giusto per non dargli altri motivi per dare credito a quel tarlo che il moccioso gli aveva messo in testa dopo la loro chiacchierata.

"Mi sembra passata una vita dall'ultima volta che ci siamo visti!"

Taehyung sorrise, sollevato in parte da quelle parole -almeno non era l'unico ad aver avuto quella sensazione.

"Anche a me" si tirò indietro dall'abbraccio dell'altro e, dopo avergli dato un buffetto gentile e scherzoso sulla testa, chiese "Andiamo? Se non ci sbrighiamo ci beccheremo i posti peggiori"

L'altro annuì e così si ritrovarono in coda alla biglietteria del cinema, chiacchierando animatamente sul film che era già uscito un paio di anni prima, quello che faceva da inizio a quello che avrebbero visto a breve, quando il telefono di Jimin squillò dalla tasca dei suoi jeans. Taehyung guardò l'amico estrarlo da lì e sbloccarlo, per controllare chi fosse il mittente del messaggio "Grazie al cielo, credevo fosse ancora la chat di gruppo che ho con Jin hyung e Yoongi hyung. Non ti offendere ma da quando si sono andati a confondere con i tuoi coinquilini sono diventati così pesanti da reggere!"

Taehyung si imbronciò appena "Non dirlo a me, sono io a doverci condividere quel loft e a doverli sentire notte e giorno" non seppe poi come la domanda successiva gli uscì dalla bocca "E' Jungkook?"

Quando vide Jimin arrossire un pochino e sorridere felice si pentì immediatamente di avergli fatto quella domanda. Davvero, non è che ci tenesse così tanto a sabotare con le sue stesse mani quel pomeriggio che tanto aspettava da giorni ma non riuscì a trattenersi, non quando si accorse che gli occhi si erano illuminati in quel modo.

Jimin, ancora sorridente, si morse appena il labbro inferiore prima di rispondere "Sì. Mi ha mandato una foto di un nuovo arrivato al canile, mi ha detto che l' ha fatto pensare a me. Guarda"

Taehyung aggrottò le sopracciglia, quasi infastidito, fino a che non vide la foto. Effettivamente, non poteva dar torto a Mefistofele, quel piccolo batuffolo di pelo era tanto carino da poter ricordare in qualche modo Jimin. Ed era anche una cosa tanto dolce questa, secondo lui, ma comunque non poteva fare a meno di sentirsi indispettito.

Il vero problema, in quella faccenda, non era la sua gelosia. Nonostante ormai avesse capito di poter provare qualcosa per il suo amico, era davvero felice di vederlo così contento. Quello che gli dava fastidio era il non riuscire a capire le vere intenzioni di Jungkook. Aveva ovviamente capito che l'unico motivo per cui all'inizio il più piccolo avesse contattato Jimin era per fare un dispetto a lui. Era talmente palese e infantile da risultare quasi ridicolo, ma il punto era che non riusciva a spiegarsi perché la cosa ora stesse andando avanti così a lungo. Incominciava ad avere davvero paura che quel ragazzino lo stesse prendendo solo in giro per colpa sua e se così fosse stato non se lo sarebbe mai perdonato. Allo stesso tempo, però, aveva anche paura di dire esattamente quello che credeva a Jimin. In quel caso, la causa della sua sofferenza non sarebbe stata solo Jungkook, ma anche lui e, egoisticamente, preferiva poter essere quello che avrebbe poi sistemato le cose una volta che Lucifero si fosse dimostrato per quello che effettivamente era. Nell'esatto momento in cui questo pensiero sfiorò la sua mente desiderò di potersi prendere a calci da solo e punirsi. Era davvero una persona orribile, Namjoon hyung poteva dirgli tutto quello che voleva ma la verità rimaneva quella.

Jimin, comunque, lo riscosse dai suoi pensieri riprendendo il cellulare e aggiungendo "Ha anche detto di essersi preso cura di Donut lui stesso oggi, puoi stare tranquillo"

Appunto. Era un doppio gioco a dir poco demoniaco quello. Si sforzò di sorridere e di aggiungere un "Ringrazialo" che suonasse vagamente gentile. Probabilmente non era stato molto credibile ma in ogni caso vide Jimin annuire e sperò che questo chiudesse la questione Jungkook lì.

"Oh. Gli ho detto di raggiungerci per cena. Non ti dispiace, vero?"

Ma da quando era diventato così sfortunato, esattamente?

Sospirò e poi, sempre con quel sorriso forzato, rispose "Certo che no. Ci divertiremo tutti insieme"

Quando vide che il loro turno era ormai arrivato lo afferrò per l'avambraccio e lo tirò verso la biglietteria "Guarda, tocca a noi! Sbrighiamoci"

Tanto oramai la giornata era stata rovinata. Non poteva far altro che sperare che quello fosse il film più lungo mai prodotto prima.

 

 

---

 

 

Purtroppo per lui, però, non fu affatto così e il film durò, come previsto, giusto un paio d'ore. Non appena comparvero i titoli di coda sul grande schermo e le luci della sala si riaccesero Jimin balzò in piedi, tutto sorridente, e riprese la felpa che aveva lasciato sulla poltrona "Andiamo?"

Taehyung si era lasciato scivolare sulla sua, di poltrona, stando quasi steso e con le braccia conserte portate al petto. Guardando di sottecchi Jimin, sbuffò e si imbronciò, comunque alzandosi e iniziando a camminare verso l'uscita. Vide l'altro raggiungerlo in un paio di grandi e buffe falcate per poi iniziare a camminare normalmente una volta che furono fianco a fianco "Non ti è piaciuto il film?"

Avrebbe voluto rispondergli che sì, il film gli era piaciuto tanto, esattamente quanto gli piaceva la sua compagnia, e aggiungere anche delle scuse per essersi imbronciato in quel modo ed essere stato sgarbato, ma quando raggiunsero nuovamente la grande entrata del cinema e vide lì il demonio ad aspettarli, appoggiato ad un angolo della parete con la schiena e le mani in tasca, non poté fare a meno di ridurre gli occhi a due fessure e guardarlo, rispondendo a Jimin con un "Non più di tanto" praticamente grugnito. Il suo amico fece per rispondergli ma si interruppe quando si accorse verso chi il suo sguardo era diretto. A quel punto, dalla sua fronte scomparirono le rughette che si erano formate a causa delle sopracciglia aggrottate e le sue labbra si stesero in un carinissimo sorriso.

Taehyung, invece, incominciò a chiedersi se in una sua vita precedente fosse stato un pessimo individuo degno di una qualche punizione celeste. Lo guardò corrergli incontro e salutarlo con un bacio sulla guancia. Jungkook a sua volta gli sorrise e lo prese per mano. Si ritrovò costretto a pensare che insieme, quei due, fossero davvero carini, se non fosse stato per la sua convinzione del fatto che Jungkook si stesse solo prendendo gioco di Jimin.

All'improvviso, si ricordò di quello che il suo hyung gli aveva detto quando tutta quella storia tra loro era appena iniziata. Se non poteva parlarne con uno -anche se per ragioni diverse, questa volta- avrebbe potuto farlo con l'altro. Non poteva dire a Jimin quello che pensava, non voleva spezzargli il cuore, ma avrebbe potuto mettere in guardia Jungkook e chiedergli quale il suo gioco fosse effettivamente.

 

L'occasione gli si presentò poco dopo, quando si ritrovarono seduti intorno al tavolo di un pizzeria. Dopo che ognuno di loro aveva scelto cosa prendere e dopo averlo riferito al cameriere, Jimin si congedò per andare in bagno, lasciando così Taehyung da solo con l'ingannatore. Seguì il suo amico con lo sguardo, i suoi occhi rimasero incollati alla schiena di Jimin fino a che questa non scomparve dietro l'angolo del corridoio che portava alla toilette. A quel punto, poi, praticamente scattò, girandosi verso Jungkook e ringhiandogli contro mentre tentava di guardarlo minaccioso "Si può sapere cosa accidenti stai facendo?"

Quello che Taehyung non si sarebbe mai aspettato, però, fu esattamente quello che successe: nello stesso momento in cui lui gli rivolse quella domanda, il più giovane, la serpe infingarda, gli propose un quesito simile con tono ed espressione altrettanto simili ai suoi.

Taehyung strabuzzò gli occhi, sconcertato. Era sicuro che l'altro ragazzo non fosse proprio nella posizione di rivolgersi a lui in quel modo. Non ne aveva il diritto. Né tantomeno il motivo.

"Di cosa stai parlando?"

Jungkook si sforzò di ridere per poi rispondergli, con tono arrogante "Di te che organizzi delle uscite con Jimin!"

Oh, quindi il diavolo non era solo cattivo, era anche stupido. Bene, buono a sapersi.

"Da quando non si possono organizzare serate da passare in compagnia di un amico, esattamente?!"

"Da quando tu sei interessato a lui mentre lui è già impegnato con me!"

Taehyung si ritrovò a spalancare la bocca per poi richiuderla subito dopo, non sapendo cosa dire. Gonfiò le guance, pensandoci, per poi sbuffare e ritrovarsi a dire "Non è assolutamente così! Io non ho nessun secondo fine nei suoi confronti"

Assottigliò di nuovo gli occhi, cercando di tornare ad intimorirlo un pochino "Al contrario di te"

Cercò di mantenere la sua espressione, ma guardando l'altro fare altrettanto ebbe la sicurezza di non essere minimamente credibile -il che era assurdo, visto quanto il viso di Jungkook, in condizioni normali, fosse carino, con quei grandi occhioni e tutto il resto.

Non avrebbe mai potuto nemmeno prevedere il repentino cambiamento che ci fu nei lineamenti dell'altro, però. Rimasero duri, continuava ad essere arrabbiato con lui per nessuna valida ragione, ma Taehyung fu certo anche di notare un lampo di smarrimento.

"Cosa significa?"

Taehyung sbuffò una risata forzata e poi gli rispose "Falla finita, ok? Non m'interessa se vuoi prendere in giro me o se vuoi vendicarti perché ti ho detto di non voler passare del tempo con te. Fa pure, dico sul serio, ma lascia in pace Jimin. Lui non c'entra niente in questa storia e non si merita un trattamento simile!"

Quando vide il ragazzino sospirare sconfitto non riuscì a trattenere un sorriso. Internamente aveva pure esultato -fortunatamente era riuscito a reprimerlo, glie lo dicevano sempre i suoi hyung che esternava troppo le sue emozioni.

"Ok, lo ammetto" ad ogni parola da lui pronunciata il sorriso di Taehyung si allargava sempre di più "La prima volta ho chiesto a Jimin di uscire con me solo perché avevo capito che a te piace e volevo fartela pagare per avermi rifiutato per lui ma -"

Il sorriso di Taehyung morì nello stesso momento in cui Jungkook smise di parlare ed entrambe le cose avevano probabilmente lo stesso motivo: Jimin aveva fatto ritorno dal bagno proprio in quell'istante e li stava guardando con le labbra socchiuse e gli occhi un po' lucidi.

Rimasero lì, immobili, per quelle che a Taehyung parvero delle ore, tutti e tre senza dire una parola e senza muovere un muscolo. Avrebbe voluto poter andare dal suo amico per assicurarsi che stesse bene, anche se chiaramente non era così. Avrebbe voluto abbracciarlo o fare qualsiasi cosa, ma non riuscì a muoversi. E non perché si sentiva in colpa o colto in flagrante come probabilmente era per Jungkook. Si stava semplicemente sentendo nuovamente e  ufficialmente di troppo. Jimin, nonostante avesse sentito tutto quello che il più giovane aveva detto, nonostante sapesse ormai che quello che Taehyung provava per lui, aveva rivolto il suo sguardo addolorato solo a Jungkook.

Era lui a non entrarci niente in quella storia, non Jimin. Non poteva più fare a meno di sentirsi davvero una persona orribile e solo perché sapeva che, anche se fosse riuscito a muoversi e a raggiungerlo, non avrebbe potuto fare niente per tirargli su il morale. Non era di sua competenza.

Cercò di farsi il più piccolo possibile mentre Jungkook si alzava dalla sedia per avvicinarsi mentre piano sussurrava "Jiminie io -"

"E' hyung, per te" fece un passo indietro e poi, con voce strozzata, aggiunse "Dimmi... Dimmi solo se è vero"

Guardò Jungkook avvicinarsi ancora mentre cercava di parlare "Io... Sì, ok, ma non è -"

Jimin si ritirò a sua volta e, sul punto di scoppiare a piangere, riuscì a dire qualcosa che suonò vagamente ad un "Non m'interessa" per poi correre fuori dalla pizzeria. A quel punto, Taehyung, riuscì finalmente a sentire nuovamente le sue articolazioni potersi muovere e, correndo anche lui, si fiondò al di fuori cercando di raggiungerlo, senza preoccuparsi di guardare un'ultima volta Jungkook.

 

Lo trovò poco più avanti, seduto sul marciapiede mentre cercava di trattenere a stento le lacrime. Sentì il suo cuore spezzarsi ancora una volta a quella vista.

"Jiminie..."

Quello stesso giorno, appena qualche ora prima, aveva pensato di voler aspettare il passo falso di quello stupido per poter avere l'opportunità di essere la spalla su cui Jimin potesse piangere e per poter consolarlo. Il suo desiderio era stato esaudito prima di quanto avesse mai potuto immaginare e ora che era lì tutto quello che voleva era poter ritornare indietro nel tempo e impedire ad una cosa del genere anche solo di avvicinarsi alla sua testa, se solo fosse servito a non far stare così il suo amico.

Si mise seduto anche lui su quel marciapiede e svelto circondò le spalle di Jimin con un braccio, stringendo poi su quella dove si era posata la sua mano. Jimin tirò su col naso e  poi sussurrò "Avrei dovuto capirlo subito. Solo che... Mi piace così tanto"

Taehyung lo strinse ancora un po' e poi appoggiò la sua fronte sui capelli dell'altro "Lo so. Non è colpa tua"

Jimin a quel punto alzò la testa, costringendolo a fare altrettanto. Si guardarono negli occhi e poi Taehyung vide l'altro provare a sorridere mentre gli diceva "Nemmeno tua. Non ce l'ho con te"

Taehyung si sorprese per un attimo quando si accorse di non essere ferito dalle implicazioni di quella frase. Jimin sapeva. Era ormai chiaro, e sapeva anche che era colpa sua se il ragazzo che tanto gli piaceva si era approfittato di lui ma, comunque, non gli stava dando nessuna colpa. Non riteneva il suo coinvolgimento tanto importante quanto quello tra lui e Jungkook. Faceva male, certo, ma continuava ad essere più dolorosa la consapevolezza di non poter impedire al suo amico di soffrire.

"Dì a Donut che mi dispiace. Non credo che verrò più a trovarlo"

Lo strinse ancora una volta prima di lasciare la presa, rispondendogli con un "Capirà"

A quel punto si alzò e tese le mani all'altro ragazzo per aiutarlo ad alzarsi a sua volta "Se vuoi posso addestrarlo e insegnargli a sbranare chiunque vogliamo. Lo faremo partire da Jungkook e pian piano riusciremo a conquistare il mondo"

Jimin scoppiò a ridere, buttando indietro la testa "Dovremmo mettere su un esercito di Donut, allora"

"Sarà l'esercito più carino e letale del mondo"

Jimin rise ancora, intrecciando le loro mani insieme e iniziando a camminare nella direzione di casa.

Taehyung, guardandolo, riuscì a sorridere a sua volta e a sentirsi un pochino meno orribile. Non poteva impedirgli di soffrire ma almeno era riuscito a farlo ridere e questo bastava a mettere in pace una parte del suo mondo, per il momento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, miei cari ^^

Vi scrivo direttamente dal mare che le mie lacrime hanno formato in questi giorni *piange ascoltando Young Forever e Toy come se non ci fosse un domani*  non so voi, ma io da questo periodo probabilmente non mi riprenderò mai *muore affogando in quelle sue stesse lacrime*

Comunque, non so a quanti di voi interessino i miei scleri, quindi ignorateli e andiamo al dunque. La maknae line, il secondo capitolo di Tae. La mia più grande incertezza. Spero davvero non vi abbia deluso, è inutile ripetervi quanto io sia insicura su questi capitoli...

 Come al solito, devo e voglio ringraziarvi tutti, perché siete davvero magnifici nonostante questa storia non meriti affatto tutto questo sostegno!
Le vostre recensioni mi emozionano sempre tantissimo, grazie

 Prima di salutarvi, vi chiedo scusa in anticipo. Probabilmente l'aggiornamento della prossima settimana salterà, ma prometto che in qualche modo mi farò perdonare!

 

Buonanotte,
al prossimo aggiornamento spero *-*

 
YoongiYah

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** XII - Hoseok ***


Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei farvi notare che i fatti narrati in questo capitolo (e anche quelli del prossimo, in realtà) si svolgono nella stessa giornata di quello precedente

 

 

 

 

 

 

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Quando Hoseok si svegliò, la mattina dopo quell'orribile giornata, pensò che tutto quello che era successo fosse stato solo un bruttissimo incubo. Quella certezza era dovuta dal fatto che ad averlo strappato dalle braccia di Morfeo era stata la percezione di un movimento e di un corpo accanto al suo, steso sul materasso. Non poteva essere altri che Yoongi, pensò, e per questo si girò dalla sua parte, allungando un braccio per circondare così la sua figure sottile. Gli si avvicinò, tanto da affondare il viso sul corpo caldo dell'altro e inspirare profondamente, riempiendosi i polmoni di quello che credeva essere il suo profumo e mugolando soddisfatto. Quello stato di beatitudine raggiunto con quei semplici gesti fu brutalmente disintegrato dalla voce profonda di Namjoon e dal suo "Ti piacerebbe" borbottato in malo modo. A quel punto Hoseok si ritrovò costretto ad aprire gli occhi con fatica, dopo averli strizzati un paio di volte. Si accorse così che il suo braccio non aveva affatto circondato la vita di Yoongi, come credeva, bensì era andato a posizionarsi sul cavallo del suo migliore amico, che non era steso accanto a lui ma si era messo seduto con la schiena appoggiata alla testiera del letto. Disgustato, Hoseok si limitò a guardare Namjoon con una faccia stralunata, cercando di pensare al modo migliore per chiedergli cosa diavolo stesse facendo sul suo letto, in mutande. Namjoon, a sua volta, lo stava guardando con le sopracciglia inarcate, perplesso.

"Se ti sei reso conto di quello che sta succedendo perché accidenti non hai ancora spostato quel maledetto braccio da lì?"

Hoseok, essendosi appena svegliato, riuscì a metterlo a fuoco solo dopo qualche istante. Ancora stordito cercò di rispondergli, con scarsi risultati. Si schiarì la gola e a quel punto riuscì a parlare "Sono troppo sconvolto per muovermi"

La sua voce era ancora troppo roca. Yoongi qualche giorno prima gli aveva detto che gli piaceva la sua voce di mattina, quando era appena sveglio. Cercò di soffocare ogni pensiero di quel tipo e di concentrarsi sul suo amico che, con l'estrema grazia che da sempre lo caratterizzava, lo prese per il braccio e malamente lo spinse via, facendolo tornare dalla sua parte del materasso a due piazze e aggiungendo ironicamente "Non c'è di che"

Dopo essersi ritrovato steso sulla schiena, Hoseok si fece forza coi gomiti per tirarsi su e mettersi seduto anche lui, proprio come Namjoon, appoggiato alla testiera del letto. Ancora confuso da tutta quella situazione, si guardò un attimo intorno e poi ritornò sull'altro e riuscì a chiedere, stavolta con la sua voce normale "Che ci fai qui?"

Namjoon sbuffò una risata "Non sei contento di avermi sul tuo letto?"

"No" Hoseok sbadigliò e si stiracchiò pigramente e poi aggiunse "Non mi fraintendere. Platonicamente ti amo, lo sai, ma averti tra le mie coperte, in mutande, non è esattamente il sogno della mia vita"

Vedere l'amico rimanere impassibile alle sue solite battute sulla loro immaginaria relazione gli fece capire il perché si trovasse lì in quel momento. Non che non gli facesse piacere, era ovvio che gli era grato per l'aiuto che gli aveva dato quella notte e gli era grato anche per la preoccupazione che dimostrava in quel momento, ma questo non cambiava i fatti. Era stato un idiota, era vero, ma non aveva ancora voglia di parlarne. Non aveva voglia di spiegare a nessuno quello che era successo, l'unico a cui doveva e voleva dare delle spiegazioni era Yoongi. Non sapeva ancora quello che avrebbe dovuto dirgli ma era certo che lui fosse l'unico con cui doveva parlarne. Per la sua sanità mentale. Sicuramente, non tirare fuori la questione con altre persone lo avrebbe aiutato a mantenere la calma che aveva ritrovato dopo aver dormito. Innervosirsi lo portava solo a parlare a sproposito nei momenti meno opportuni e a perdere il controllo. Con Yoongi ne aveva già poco, non era il caso di peggiorare la situazione solo perché era pazzo. Non più di quanto avesse già fatto, almeno. Per questo, quando Namjoon gli chiese "Non mi vuoi dire che cosa è successo ieri?" si ritrovò costretto a non fiatare e scuotere semplicemente la testa, senza guardarlo e stringendo le labbra in una linea sottile.

Namjoon, allora, sospirò e, proprio come lui, puntò gli occhi in un punto indefinito davanti a sé "Dimmi solo se è colpa sua"

Nonostante tutto, Hoseok si ritrovò a sorridere appena, a quelle parole "Nah. Colpa mia. Ho dato di matto e non sono stato molto carino"

E con queste, di parole, fece ridere il suo amico "Tutto regolare allora. Sarà solo difficile spiegarglielo"

"Già"

Per evitare di rovinarsi l'umore cercò di cambiare discorso, scherzando "Dovrò temere l'ira di Jin hyung secondo te?" l'esperimento fallì quando l'espressione di Namjoon si rabbuiò, dicendogli "Non credo sia tu a dover preoccuparti di questo"

Hoseok inarcò le sopracciglia, sorpreso. Rimanendo seduto, si girò, in modo da affrontare e guardarlo e studiarne il volto "Che hai combinato?"

La voce di Namjoon si fece stridula "Niente!"

Hoseok gli avrebbe riso in faccia se non fosse stato il buon amico che effettivamente era "Hai proprio la faccia di uno che non ha fatto niente"

A quel punto anche l'altro si girò e lo affrontò e, iniziando a gesticolare freneticamente, sempre con voce stridula, iniziò "Io non lo so che diavolo è successo, ok? Prima lo stavo ignorando per evitare di parlarci, dopo di che ci siamo baciati un paio di volte e poi se n'è andato dicendo che non mi sopporta. Come se lui non fosse insopportabile quando ci si mette"

Hoseok, stoicamente, rimase impassibile a quella rivelazione. In un momento diverso probabilmente avrebbe iniziato ad esultare dalla felicità, come la ragazzina che in fondo in fondo era, alla notizia del bacio che tanto attendeva tra quei due, ma ora a premergli era altro. Ridusse gli occhi a due fessure e chiese "Quindi sei qui perché non vuoi andare di là ed affrontarlo da solo, vero?"

Namjoon non gli rispose. Si limitò a ridurre gli occhi a due fessure a sua volta e a guardarlo per un po', prima di cedere e sbottare un "Ti odio"

"Non attacca questa volta" si alzò dal letto e si diresse verso l'armadio e, mentre sceglieva attentamente cosa indossare quel sabato, senza dover usare uno dei suoi completi eleganti, continuò "Ho già un ragazzo a cui pensare, Jin hyung è tutto tuo. Non me lo agitare troppo che gli devo chiedere un favore più tardi"

Mentre si abbassava per tirare fuori uno dei suoi cardigan dal ripiano più basso del suo armadio, sentì Namjoon dirgli "E io come devo fare?"

"Sii chiaro. O cambia casa"

Non voleva essere antipatico col suo amico. Voleva aiutarlo, voleva stargli vicino o fare qualsiasi cosa di cui avesse bisogno ma il problema era che, finché Namjoon non si fosse arreso alla realtà delle cose, lui avrebbe potuto fare ben poco. L'unica cosa che poteva fare era quella che effettivamente aveva già fatto, ovvero cercare di fargli capire che non serviva a niente pensare a come tragicamente potesse finire per lui prima ancora di sapere cosa c'era da iniziare. E se il modo con cui l'aveva fatto la prima volta non era servito a nulla, evidentemente ora servivano le maniere più pesanti. Per quanto le sue maniere potessero esserlo, ovviamente "Non risolverai mai niente continuando a negare o a nasconderti. O ci parli chiaramente o cambi casa"

Dopo aver preso dal suo guardaroba tutto quello che gli serviva, si girò verso il letto e a quel punto vide Namjoon guardarlo stralunato "Cacceresti di casa me?"

Hoseok posò con cura i vestiti sul comò e, dopo averlo fatto, mise su una smorfia indifferente e scrollò leggermente le spalle "Non posso buttare fuori di casa il migliore amico di Yoongi. E poi lui cucina. Adesso esci di qui, devo rifare il letto e poi andare a farmi una doccia"

"Quindi io devo aiutare te quando ti trovo mezzo moribondo sul divano di casa ma tu non puoi  stare dalla mia parte?"

Respirò profondamente e contò mentalmente fino a dieci, cercando di portare aventi il suo intento di non innervosirsi "Io sono dalla tua parte. E' per questo che ti sto dicendo di smetterla di nasconderti. Sono anni che ti vedo farlo. Non sei stanco di perdere tutte le occasioni che ti capitano?"

Namjoon si alzò dal letto e, senza più guardarlo, si diresse verso la porta della camera, dandogli anche una leggera spallata prima di lasciarla definitivamente.

Hoseok lo guardò allontanarsi e, una volta rimasto solo, sospirò. Ora avrebbe dovuto sistemare le cose anche col suo migliore amico ma la realtà era che non era affatto dispiaciuto. O almeno, non era dispiaciuto perché sapeva che quello che gli aveva detto lo avrebbe fatto riflettere almeno in parte, proprio come quello che Namjoon gli aveva detto la mattina precedente aveva fatto riflettere lui. Sperava solo che il suo migliore amico non andasse fuori di testa con la persona sbagliata come aveva fatto lui.

Prese un ultimo respiro profondo per tentare di rimanere davvero tranquillo e non mandare a monte il piano che aveva fatto per il resto della giornata -piano che conteneva già troppe incognite, per i suoi gusti -la prima delle quali era l'informazione che doveva scucire a Jin.

A parlare con Namjoon ci avrebbe pensato in un altro momento.

 

 

---

 

 

Non sapeva bene come aveva fatto a convincere Jin hyung ad aiutarlo in tutta quella faccenda, davvero, ma comunque non aveva di certo intenzione di lamentarsi. Probabilmente era perché il più grande era troppo nervoso per quello che era successo con Namjoon e per questo, quando gli aveva chiesto "Hyung, puoi darmi l'indirizzo di Yoongi?" lui aveva grugnito la risposta, diventando violento con il pezzo di carne che stava cucinando in quel momento, senza prestargli davvero attenzione. Non si lasciò nemmeno impressionare dal suo "Se l'offendi di nuovo te lo taglio alla base" perché quella era già la sua seconda minaccia e ancora non aveva fatto nulla. In ogni caso, sperava proprio che per il più grande Namjoon avesse la precedenza e, all'evenienza, menomasse lui. Soprattutto, sperava davvero che Jin non avesse motivo di prendersela con lui perché questo avrebbe significato che con Yoongi, questa volta, sarebbe andato tutto esattamente come doveva andare. Il fatto che ancora non sapesse in cosa consisteva questo “come” non aveva ancora importanza. L'importante era che andasse bene, in un modo o nell'altro.

Quando si ritrovò davanti alla porta dell'appartamento in cui Yoongi viveva si fece per un attimo prendere dal panico. Inspirò ed espirò con calma un paio di volte e, come faceva sempre, dopo, per rilassarsi, contò lentamente fino a dieci. Tirò fuori dalla tasca il cellulare e cercò di specchiarsi alla meglio sullo schermo per sistemare i capelli. A quel punto lisciò cardigan, camicia e pantaloni e, solo dopo aver avuto la certezza di essere a posto, bussò con decisione sulla superficie e attese pazientemente, con occhi chiusi e un nodo alla gola.

Ad aprirgli non fu Yoongi, come aveva intensamente sperato, ma un altro ragazzo. Un altro bellissimo ragazzo che poteva perfettamente immaginare sulla copertina di una rivista o sotto i riflettori di un palco scenico. Ingoiò a vuoto, realizzando che sarebbe stato più difficile del previsto rimanere concentrato sul da farsi. Il ragazzo, invece, si limitò a fissarlo con aria di sufficienza e a chiedergli "Sì?"

Hoseok si ritrovò costretto a respirare profondamente un'altra volta. Gli faceva venire voglia di mettersi a piangere, tutto quello. Poco più di un mese prima avrebbe pagato oro per ritrovarsi in un appartamento pieno di ragazzi pronti a fare carriera tra gli idol. Non solo, si sarebbe messo a fare lo scemo esattamente come aveva fatto con Yoongi la prima volta che l'aveva visto, sperando che almeno un di loro ci sarebbe cascato, nel tranello e nel suo letto. In quel momento, invece, tutto quello che voleva era che quell'attraente, meraviglioso ragazzo lo portasse da Yoongi e gli permettesse di parlare con lui. Non che non si fosse soffermato a guardare lo sconosciuto, chiaramente. Era pur sempre un uomo e l'ultima volta che aveva controllato i suoi occhi funzionavano ancora perfettamente, solo che, oramai, Yoongi aveva la sua esclusiva. Che scopo poteva avere fare il cascamorto con un altro se tutto quello che voleva era tornare a casa con lui? A questo pensiero riuscì a trovare il coraggio necessario "Dovrei parlare con Yoongi. E' in casa?"

Il ragazzo, allora, inarcò le sopracciglia, sorpreso "Non sarai mica il famoso Hoseok, vero?"

Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata. Sapeva che non doveva farsi troppe illusioni, sapeva che poteva anche non voler dire nulla, ma il fatto che Yoongi avesse parlato di lui ai suoi coinquilini era innegabile. Cercò di concentrarsi sul suo braccio sinistro, per avere la certezza di non avere un infarto proprio lì, sulla soglia della porta d'ingresso di casa di un gruppo di futuri idol -il non volerci più fare l'imbecille come avrebbe fatto un tempo non voleva di certo dire poterci fare la figura dell'idiota malataccio- e poi rispose "In persona"

Quando vide la smorfia indefinibile sul viso dell'altro, però, pensò che forse l'infarto non avrebbe influito più di tanto sulla sua reputazione all'interno di quell'appartamento. E infatti il "Dai suoi racconti ti immaginavo diverso. Molto diverso" dell'altro glie ne diede la conferma. Non sapeva cosa volesse dire ma era abbastanza sicuro che non fosse una cosa molto positiva per lui. Non se ne curò più di tanto, non quando Bellissimo aggiunse "Lo vado a chiamare"

Era talmente agitato che non riuscì a curarsi nemmeno della porta che gli venne sbattuta in faccia. Cercò di pensare al modo più brillante per salutarlo, una qualsiasi battuta per rompere il ghiaccio, ma poi si diede del cretino pensando che, una battuta, non era esattamente quello che ci voleva dopo l'ultima cosa che gli aveva detto proprio il giorno prima. I suoi pensieri furono interrotti, comunque, dalla porta che, lentamente si riapriva. Yoongi creò una piccolissima fessura, tanto sottile che Hoseok riuscì a intravedere solo uno dei suoi begli occhietti, e non gli diede neanche il tempo di farla, quella battuta -se solo ce l'avesse avuta in mente.

"Che cosa accidenti ci fai tu qui?"

Hoseok ingoiò a vuoto un'altra volta. Il suo tono di voce non prometteva affatto una semplice chiacchierata. Non che fosse quello che si aspettava, ovviamente. Insomma, alla fine sapeva di essersi guadagnato tutto il rancore che l'altro ragazzo poteva avere a disposizione -e ormai aveva imparato a conoscerlo, sapeva che quel rancore poteva anche essere tanto.

"So che non mi vuoi qui ma è stato Jin hyung a darmi l'indirizzo. Voglio chiederti scusa, Yoongi"

"Infatti, non ti voglio qui. Non sprecare il fiato. Ora, se non ti dispiace, tutti i miei coinquilini mi stanno aspettando in camera da letto per un'ammucchiata"

Eh.

Se l'era cercata, alla fine.

Yoongi fece per chiudere la porta ma Hoseok, con uno scatto felino che non sapeva nemmeno gli fosse possibile, lo fermò, facendo resistenza col palmo della mano che si era andato a posare su di essa "Yoongi, ti prego. Non volevo dire una cosa del genere. Sai che non potrei mai pensare una cosa così su di te"

"No Hoseok, non lo so"

Stava facendo forza anche lui e Hoseok dovette ringraziare che Yoongi non fosse fisicamente molto prestante, altrimenti se la sarebbe ritrovata sbattuta in faccia di nuovo, quella dannata porta.

"Allora te lo dico io adesso! Yoongi, ieri ero davvero tanto nervoso e a volte mi capita di andare fuori di testa e di dire cose che normalmente non direi mai! No-"

"L'hai pensato, però. Non c'entra niente il nervosismo, tu pensi che io sia uno che va col primo che gli fa qualche moina, ammettilo"

No, Hoseok non aveva mai pensato nemmeno questo. Sapeva che gli piaceva essere apprezzato ed elogiato, sapeva che quello era il modo più semplice per tenerselo buono, ma non credeva di certo che Yoongi fosse uno facile. Un bacio dato per dei complimenti sul colore della tinta per capelli non avrebbe significato nulla, se ci fosse stato -non erano più dei ragazzini, un bacio in una circostanza del genere non aveva grande importanza. E la prima volta era dovuto ricorrere all'aiuto di Namjoon e a dei trucchetti assurdi per farsi notare.

"Penso tante cose di te ma fidati, tra queste non c'è niente del genere"

Quando l'altro ci mise più forza nel tentare di chiudere la porta, Hoseok sbottò "Ero geloso, ok?" e funzionò, dato che Yoongi smise di spingere e lui quasi perse l'equilibrio.

"Come?"

Hoseok si ricompose ma comunque non si allontanò dalla porta, parlando a bassa voce "Penso che ormai l'avrai capito che non sono proprio un campione in fatto di sicurezza e autostima, no? L'averti visto così...affiatato con un altro ragazzo, un ragazzo così bello e sicuramente pieno di talento, come immagino siano tutti quelli che vivono con te, mi ha fatto andare fuori di testa" si fermò un attimo e quando riprese la sua voce si era fatta ancora più bassa "E' tutta la vita che mi sento dire che non valgo niente. Me lo dicevano a scuola e me l'hanno detto anche al college. A volte vengo sminuito addirittura al lavoro ed è successo anche ieri. Ormai so che non devo dare troppo peso al parere degli altri, ma del tuo mi importa veramente e ieri ho avuto l'impressione che in realtà la cosa non fosse reciproca"

Dovette fermarsi e schiarirsi la gola prima di continuare "Con questo non voglio dire che pretendo che tu mi ricambi o cose del genere. Voglio solo dirti che non penso affatto quello che hai capito e che va bene se vuoi chiuderla qui"

Il silenzio che seguì fu talmente tanto pesante che Hoseok pensò di non poter reggere oltre. Sentiva il bisogno di tornarsene a casa, svuotare l'armadio e rimettere tutto a posto in maniera maniacale come sempre faceva quando si sentiva in quel modo. Distrutto, logorato, un casino su due gambe. Gambe che avrebbero ceduto presto, se non se ne fosse andato al più presto di lì.

"Ecco. Quello che dovevo dire l'ho detto e...uhm. Sì. Mi dispiace, Yoongi"

Si staccò dalla porta e fece per girarsi e andarsene quando l'altro la spalancò velocemente, rivelandosi finalmente alla sua vista. Lo sguardo di Hoseok fu irrimediabilmente attirato dai capelli di Yoongi, diventati improvvisamente biondi "Mi farai venire il mal di testa con tutti questi cambiamenti"

L'altro però lo ignorò e si avvicinò, guardandolo negli occhi. Hoseok non riuscì a decifrare la sua espressione. Senza dubbio era molto seria.

"Non volevo incontrassi i miei coinquilini"

Confuso, non poté fare a meno di aggrottare le sopracciglia. Non voleva fare la figura del deficiente proprio ora ma "Cosa significa?"

Lo guardò prendere un respiro profondo e mordicchiarsi appena il labbro inferiore prima di rispondergli "Loro sono tutti più belli di me. Sembrano già dei veri idol. Credevo mi volessi solo per questo e loro sono tutti migliori di me. Pensavo ti sarebbero piaciuti di più e che mi avresti scaricato. E' per questo che ieri ti ho detto di aspettarmi in macchina"

Hoseok, stordito e col cuore impazzito, sorrise leggermente, incredulo, e incominciò a scuotere la testa "No Yoongi! Ha smesso di essere solo per quello dalla seconda volta che ci siamo incontrati, quando ho capito quanto cazzuto e intrigante tu sia! Dio, sono talmente pazzo di te che ti ho lasciato infrangere quasi tutte le mie regole! Non m'importa che tu sia o no un idol. Te l'ho già detto, io voglio te"

Lo vide arrossire un pochino e Hoseok non seppe davvero cosa lo frenò dall'avventarsi sulle sue labbra. Quando poi gli sorrise, chiedendogli "Ti piacciono anche così i miei capelli?" lo avrebbe immobilizzato e spogliato lì seduta stante.

Si avvicinò e, proprio come aveva fatto il giorno del loro mancato primo bacio, iniziò ad accarezzarli, sistemandoglieli dietro le orecchie "Li adoro. Li adorerei anche se avessero la ricrescita -ed è una cosa che solitamente non potrei mai tollerare, per cui fatti due conti"

Quando Yoongi gli disse "L'ho cambiato ancora perché il rosa mi ricordava troppo il nostro primo incontro da soli" pensò che forse aveva iniziato a credere che le cose si fossero sistemate un po' troppo presto ma, quando poi gli si avvicinò a sua volta e, dopo aver appoggiato delicatamente una mano sulla sua spalla, salì in punta di piedi per sussurrargli all'orecchio "Vuoi entrare?" ebbe la certezza di essere il ragazzo più fortunato esistente sulla faccia della pianeta.

Gli circondò la vita con le braccia e mise una delle mani sulla parte bassa della schiena, facendolo avvicinare ancora un poco, e, dopo avergli sussurrato a sua volta un sì direttamente sulle labbra, lo baciò profondamente, come aveva desiderato fare da quella fatidica volta in cui aveva effettivamente capito chi fosse davvero Min Yoongi.

 

Si sarebbe dovuto poi ricordare di chiedere agli altri dove quelle lenzuola blu fossero finite, una volta tornato a casa. Sapeva che sarebbero state bene anche con i nuovi capelli biondi di Yoongi e che tutto doveva tornare al suo posto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo so, avevo detto che per questa settimana non avrei pubblicato nulla e invece sono qui.
Eh, che ci volete fare, sono una tipa volubile.
In realtà non è neanche proprio colpa mia, è che sono letteralmente in balia dei feels e non so come gestirli, quindi eccomi qui a straparlare con voi.

 Ebbene.

Su questo capitolo non ho molto da dire -in realtà ho provato a modificarlo milioni e milioni di volte ma più lo leggevo e meno mi piaceva quindi alla fine mi sono arresa e questo è il risultato, ma ok, non sto qui ad annoiarvi con queste inutili ciance- se non che era mia intenzione fin dall'inizio fare Yoongi biondo -perché sì, non contestate. Quando però ho iniziato a scrivere mi è venuta in mente la scena del terzo capitolo -quella del semi bacio tra lui e Hoseok- e nella mia testa è partito un bellissimo filmino e quindi mi sono giocata la carta delle sue innumerevoli tinte così.
L'avevo detto che avrei straparlato stasera UU

Inoltre, volevo farvi una piccola sorpresa -magari a voi non importerà nulla ma va beh, io mi ci sono impegnata xD Per questa sera, in onore della ritrovata pace tra la Yoonseok, doppio banner!

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Comunque, questa volta è andata così ma sappiate che prima o poi una piccola pausa dovrò prenderla, i capitoli pronti da pubblicare iniziano a scarseggiare :C

 Spero però che questo non abbia deluso nessuno di voi *-*
Come al solito, vi ringrazio tutti, infinitamente, perché siete sempre meravigliosi

 

Buonanotte a tutti, alla prossima

 YoongiYah

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Capitolo 14
*** XIII - Jin ***


 

 

Prima di lasciarvi alla lettura, vi ricordo che i fatti narrati in questo capitolo seguono più o meno direttamente quelli del capitolo precedente

 

 

 

 

 

 

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Jin e Yoongi erano da soli nel loft quella sera, per recuperare la serata che avrebbero dovuto passare insieme il giorno prima, quella che avevano organizzato ma che poi era stata rimandata per colpa del battibecco che il secondo ed Hoseok avevano avuto. Jin non era neanche troppo in vena di fare qualcosa quel sabato sera. Era ancora arrabbiato con Namjoon dal giorno prima e aveva passato tutto il giorno a cucinare, di mattina a casa per scaricare i nervi e il pomeriggio al lavoro: era tornato da poco da un infinito rinfresco organizzato dal suo catering per la festa di un qualche anniversario e tutte quelle coppiette felici, tra festeggiati e invitati, lo avevano a dir poco nauseato. Almeno aveva potuto prendersela con qualsiasi cosa potesse essere infilzata lecitamente -una ben magra consolazione, in realtà, ma visto come stava procedendo tutto il resto non poteva di certo mettersi a fare il difficile. Poteva pur sempre immaginare che nel piatto ci fosse qualcun altro, piuttosto che le pietanze da lui preparate. Comunque, il suo disgusto si ripresentò anche a casa quando, poco dopo il suo rientro, lo raggiunsero Hoseok e Yoongi, tutti soddisfatti e sorridenti. Yoongi aveva anche la sua solita aria da troietta quindi era certo che avessero fatto pace in maniera birichina. Non voleva essere acido, seriamente, ma... No, era una cazzata. Non importava se quello fosse il suo migliore amico, il ragazzo con cui era praticamente cresciuto. Lui era stato prima tradito e poi rifiutato, il tutto nel giro di due mesi, aveva tutto il diritto di essere acido. Probabilmente tutto ciò fu molto evidente grazie alla sua espressione schifata, conseguenza del tenero bacio che quei due si scambiarono dopo che Hoseok ebbe annunciato che li avrebbe lasciati soli per andare al pub da Namjoon per fare pace anche con lui -l'espressione poteva essere stata anche causata dall'aver udito quel nome, ma preferì non soffermarsi più di tanto su quel pensiero. Yoongi lo aveva poi convinto a mettersi comodo sul divano, accendere la tv e mettere un film a caso che comunque non avrebbero guardato, tirare fuori un paio di birre da frigorifero e passare quel dannato resto di serata insieme.

Jin era acido, nervoso e disgustato dall'amore, era vero, ma era pur sempre una pettegola e lo sapeva, quindi si ritrovò costretto a chiedere al suo amico "Quindi, state insieme adesso?"

Lo vide paralizzarsi solo per un attimo, con occhi e bocca leggermente spalancati "Ehm... Non lo so?"

Alzò gli occhi al cielo, borbottando tra sé e sé cosa ci fosse in lui che non andava per essersi circondato spontaneamente da una manica di idioti "Come puoi non saperlo?"

Yoongi alzò un poco le spalle, stringendole, e gli rispose con voce incerta "Non è stato... Specificato, ecco"

Jin arricciò le labbra e assottigliò gli occhi automaticamente ma Yoongi, che ovviamente doveva conoscerlo bene tanto quanto lo conosceva lui, non gli lasciò dire nulla "Senti, puoi smetterla di fare così e di giudicarmi? Puoi essere solo, non lo so, felice per me?"

Incassò il colpo e si ritrovò costretto ad ingerire tutto quello che avrebbe voluto dirgli -tipo che era ovvio quello che era stato specificato, ce l'aveva scritto in fronte a caratteri cubitali, ma che in quel modo non sarebbero andati molto lontano e sì, Yoongi, è sempre bene chiarirle certe cose, tanto per evitare eventuali fregature- e a quel punto riportò lo sguardo sulla tv, senza guardare davvero le immagini che venivano trasmesse sullo schermo, appoggiando il gomito sul bracciolo del divano e sorreggendosi la testa con la mano. Rimase un po' in silenzio e poi, sconfitto, sospirò. Continuando a non guardarlo gli chiese "Tu sei felice?"

"Adesso sì"

Fu il tono sicuro e deciso del suo amico che lo portò ad abbandonare la sua aria seccata e a rispondergli sinceramente "Allora lo sono anche io per te" ma durò solo un attimo. Infatti, non riuscì a trattenersi dall'aggiungere "Ma biondo stai da schifo"

"Pensavo ti piacessero i biondi"

Girò la testa nella sua direzione talmente tanto in fretta da farsi male al collo. Lo vide guardarlo con quel suo ghignetto da stronzo provocatore e seriamente, ma come se li era scelti lui gli amici in gioventù? Di nuovo, cercò di mettere su la sua migliore espressione minacciosa e, sibilando, lo avvertì "Non ci provare"

L'altro, però, sembrò non afferrare il concetto "Oh, quindi è colpa sua se sembri avere un manico di scopa su per il sedere"

Tentò in tutti i modi di fulminarlo con lo sguardo, senza cancellare quella sua espressione che credeva e sperava essere abbastanza impressionante da poter cancellare l'odioso sorrisetto di Yoongi, ma quando si accorse che la sua era in realtà una battaglia persa alzò gli occhi al cielo e, borbottando sommessamente un "Magari", riportò lo sguardo nella direzione del televisore. Il labbro inferiore uscì addirittura dal suo controllo, mettendo su un broncio che non voleva proprio che si vedesse, il tutto per evitare la domanda che ovviamente il suo amico gli fece. Il fatto che non suonasse come una domanda non lo sorprese nemmeno più di tanto.

"Me ne vuoi parlare"

L'intonazione non era esattamente quello di una richiesta. Tipico di Yoongi, mascherare gli ordini con finto buonismo. Peggio per Hoseok -questa volta non finse nemmeno di aver pensato di non voler comportarsi come la zitella che era. Sbuffò, più per far sembrare all'altro che fosse seccato che per il fatto che lo fosse veramente, per poi dire "Se proprio insisti - "

"Non sto insistendo"

 " - Namjoon ha detto che non mi sopporta perché parlo troppo dopo che io gli ho chiesto delle spiegazioni, ti rendi conto?" Si girò verso di lui per parlargli faccia a faccia e lo vide guardarlo con occhi sgranati -ovviamente, non poteva non essere shockato quanto lui per una cosa del genere- e riprese "Come se lui fosse la persona più gradevole del mondo, si atteggia da maestro di vita quando si tratta degli altri, poi si rifiuta di dare una semplice spiegazione e dopo ancora mi infila la lingua in gola come se niente fosse!"

Ok, probabilmente quella di Yoongi era solo una finta espressione shockata in realtà piena di ironia e lui per il bene della loro amicizia aveva fatto finta di nulla, ma quella che aveva in quel momento era stupita per davvero.

 "Ti ha baciato?"

Alzò e allargò le braccia, gesticolando per far capire meglio all'amico l'assurdità di tutta quella situazione "Sì! Così, dal nulla!"

Ripensandoci, poi, si ritrovò costretto ad abbassare le braccia, dubbioso. Ci rifletté un attimo e poi si corresse "O sono stato io ad aver baciato lui. Non ne sono sicuro"

L'angolo sinistro del labbro superiore di Yoongi si era alzato leggermente, la smorfia era decisamente la più confusa che gli avesse mai visto fare "Si può sapere cosa diavolo combinate dentro questo loft?"

Jin si alzò di scatto e con grandi falcate cominciò a percorrere tutto il perimetro del soggiorno. Tutto ciò continuando a parlare "Sarò sincero, mi è piaciuto. Lui era così virile e deciso, come se sapesse esattamente quello che mi piace! E' stato travolgente e passionale, nemmeno con Hyosang ho provato cose del genere durante un bacio - "

"Certo, eravate una coppia di nonni in pensione"

" - ma questo non significa che può permettersi di fare quello che vuole senza prima darmi le spiegazioni che merito!"

In quel momento si fermò e riprese fiato, girandosi verso Yoongi. Si guardarono, entrambi in attesa, fino a che Jin non perse la pazienza "Beh? Niente da dire?"

Yoongi a quel punto si riscosse "Oh. Pensavo non avessi finito, solitamente i tuoi monologhi sono più lunghi"

Jin lo guardò male, fece finta di ridere e riprese a guardarlo male.

L'altro sospirò e poi, con calma, chiese "Hyung, perché te la prendi tanto?"

Jin, allibito, spalancò occhi e bocca e solo dopo qualche istante riuscì a chiedere "Stai scherzando?"

Yoongi, invece, alzò leggermente le spalle e scosse un poco la testa, tranquillo "Andiamo, siete due ragazzi ormai adulti, entrambi attualmente non impegnati in nessun tipo di relazione. Hai pure detto, e cito, di volergli saltare addosso e di trovarlo carino. Vi siete baciati, e allora? Non capisco quale sia il problema"

"Forse perché le troppe tinte per capelli ti hanno dato alla testa" Jin praticamente si ritrovò a sputare quelle parole. Come diavolo faceva a non capire dove fosse il problema quando glie lo aveva spiegato alla perfezione qualche istante prima?!

"Oppure" Yoongi ripartì, calcando quella prima parola tanto da impedire al più grande di ripartire in quarta "Potrebbe essere perché magari stai iniziando a provare davvero qualcosa per lui?"

Ora, Jin era abituato ad essere quello saggio tra i due. Quello più portato in questo tipo di cose, quello con un rapporto stabile e duraturo, quello sensibile e altruista, quello sempre pronto ad aiutare. Da quando i ruoli si erano invertiti? Tutto questo gli stava facendo venire voglia di colpire un'altra volta Hoseok. Aveva tutto il dritto di essere turbato, in fondo. Aveva appena scoperto di essere davvero interessato all'idiota che si stava rifiutando di dargli delle semplici spiegazioni.

"Non accetto paternali da quello che faceva finta di non provare niente per la matta di casa"

Fu la volta di Yoongi di guardarlo male. Dopo aver fatto schioccare la lingua, però, continuò "Beh, io e lui ci siamo quasi persi per non essere stati sinceri da subito"

Sul serio, non gli piaceva questo nuovo Yoongi.

"Hyung, lui te l'ha detto di essere interessato a te. Magari se provi ad essere sincero anche tu quella spiegazione che vuoi così disperatamente arriverà"

Appunto. Gli piaceva di più quando era lui a giudicare le discutibili scappatelle del suo amico con quei discutibili ragazzi. Comunque, si ritrovò costretto a sospirare, sconfitto, e ad abbandonare la sua rigida posizione di difesa "Suppongo che la prossima volta che mi chiede cosa voglio potrei anche andargli incontro piuttosto che chiedere scusa per qualcosa che non ho fatto solo per estorcergli le informazioni che pretendo"

Yoongi, guardandolo, aprì la bocca e la richiuse subito dopo. Poco dopo aggrottò le sopracciglia e piegò leggermente di lato la testa "Mi hai di nuovo raccontato solo quello che ti faceva comodo per far in modo che ti dessi ragione, vero?"

"Ovvio che l'ho fatto, lo faccio sempre!"

Ma seriamente, che problema aveva il suo amico quella sera? Lo guardò ridurre le labbra in una linea sottile ed estrarre il telefono dalla tasca dei jeans dopo averlo sentito vibrare. Una volta controllato il messaggio che gli era arrivato riportò lo sguardo su di lui "E' Hoseok. Lui e Namjoon stanno tornando qui insieme, se ti interessa"

Jin sentì chiaramente la sincope arrivare e bloccarlo fisicamente. La sue mente, d'altro canto, aveva iniziato a viaggiare ad una velocità allucinante, rendendosi conto di quanto fosse paradossale tutta quella situazione. Nel giro di una sola serata, con un solo scambio di battute, lui e Yoongi si erano invertiti i ruoli, passando dall'essere quello giudicante a quello giudicato. In un'altra circostanza gli sarebbe potuto andare anche bene, sul serio -non troppo, ma comunque non aveva importanza- ma il non poter dargli torto proprio perché solo qualche ora prima era stato lui a voler dire al suo amico che senza mettere le cose in chiaro sin da subito non si poteva andare tanto lontano lo metteva in una posizione a dir poco scomoda. Ma, per quanto fosse davvero scomoda, non credeva di essere davvero ancora pronto a cambiarla "Credo che andrò a letto"

Yoongi, semplicemente, alzò gli occhi al cielo e poi si mise in piedi, abbandonando il divano su cui era stato seduto fino a quel momento "Come ti pare, tanto domani mattina comunque sarai costretto ad incontrarlo. Io me ne vado in camera di Hoseok, voglio vedere che effetto gli fa trovare i miei vestiti già piegati dove vuole che stiano"

Jin sbuffò una risata "Probabilmente ti dirà che hai sbagliato e li ripiegherà spiegandoti come avresti dovuto fare" e detto questo fuggì in camera sua, chiudendocisi dentro e sparendo sotto le coperte, pensando intensamente a come avrebbe dovuto agire al suo risveglio -perché sapeva che Yoongi aveva ragione, non sarebbe sopravvissuto a lungo chiuso in quella stanza e isolato dal resto del mondo per tutta la vita.

Chiuse gli occhi, sperando che fosse vero quello che si diceva sulla notte che porta consiglio.

 

 

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Al mattino, però, scoprì che quella era una grandissima stupidaggine. Aveva cercato di calmarsi, aveva provato a riposarsi e dormirci su, ma lui ancora non aveva idea di come avrebbe dovuto affrontare Namjoon e nessuno gli aveva dato quel dannato consiglio che tanto voleva. Temporeggiare, poi, vestendosi e pettinandosi con calma era stato completamente inutile, perché ancora non riusciva a farsi venire in mente niente che non fosse il placcarlo e ordinargli di lasciar perdere qualsiasi cosa gli frullasse in testa e di prenderlo come un vero uomo, per realizzare così ogni sua perversa fantasia che riguardasse quella dannata fossetta -poteva anche aver realizzato di essere davvero interessato al ragazzo, ma questo non cambiava di certo le sue voglie. Ad ogni modo, riuscì a ritrovarsi davanti alla sua porta e a bussare su quella superficie delicatamente, per non fare troppo rumore -si disse che era per non svegliarlo in caso stesse dormendo ma non si era poi convinto più di tanto. Quando l'altro gli aprì la porta, col suo ciuffo biondo tutto spettinato, gli occhi ancora non completamente aperti, in canottiera e pantaloni della tuta, non fu certo di essere stato molto fortunato. Non completamente -i suoi occhi lo erano stati di sicuro. Si ritrovò a fissarlo imbambolato per un attimo, pensando che quell'idea di placcarlo non fosse poi tanto male e si riscosse solo quando sentì il più giovane schiarirsi la gola "Dovevi dirmi qualcosa?"

Cercò di mandar giù il nodo che sentiva in gola e poi cercò il coraggio di dirgli "Possiamo parlare?" indicò con gli occhi la fine del corridoio e quindi la zona giorno dell'appartamento, da dove provenivano le voci di Tae, Hoseok e Yoongi chiacchierare pigramente, e aggiunse "In privato"

Namjoon, semplicemente, scosse le spalle e rientrò in camera, lasciando dietro di sé la porta aperta. Jin lo prese come un invito mal riuscito ad entrare e fu esattamente quello che fece. Era la prima volta che metteva piede in quella stanza. Non era troppo ordinata, come potevano esserlo la sua o quella di Hoseok, ma non era male. Gli piaceva. I suoi occhi si posarono sulla sua enorme collezione di dischi, era inevitabile visto che occupava quasi tutta la parete che gli si trovava di fronte. Poco distante, poi, notò una grande libreria. Erano almeno sette scaffali stracolmi di libri, posizionati addirittura uno sopra all'altro per farceli entrare tutti. Quella fu sicuramente la cosa che più lo sorprese. Aveva voglia di avvicinarsi e ispezionarla più da vicino, giusto per capire che genere di libri il ragazzo leggesse, ma la voce spazientita dell'altro lo fermò.

"Allora?"

Prese un respiro profondo e, dopo essersi girato verso di lui per affrontarlo definitivamente, gli sorrise appena, sollevando solo uno degli angoli della bocca "Mi dispiace" si affrettò ad aggiungere anche un "Sono serio, questa volta" quando vide la smorfia incredula dell'altro.

Namjoon, allora, aggrottò le sopracciglia e, confuso, gli chiese "Per cosa, esattamente?"

Jin sbuffò appena e ci pensò un attimo prima di iniziare "Per aver cercato di costringerti a parlare di qualcosa di cui non vuoi parlare. E di aver fatto il cretino con te e di essermi poi offeso fingendo che fosse colpa tua. Oh, e anche di averti detto che non ti sopporto" cercò il suo sguardo e poi riprese "Non è vera quella cosa, tra l'altro"

Vide l'espressione dell'altro ragazzo ammorbidirsi un pochino, per poi sbuffare quasi divertito "Non devi scusarti per queste cose, hyung. E' a me che dispiace, ho cercato di far finta di niente per non complicare le cose quando in realtà si erano già complicate da un pezzo. Hoseok ha ragione, mi sono dato un po' troppo alla fuga"

Jin, a quelle parole, rimase lì immobile, sperando che l'altro non si accorgesse della fatica che stava facendo per trattenersi dal chiedergli ancora cosa diavolo nascondessero quelle sue stupide parole. La curiosità lo avrebbe ucciso, ne era certo. Il suo tentativo, però, fallì miseramente, scoprendo di essersi morso inutilmente la lingua quando Namjoon si mise a ridere "Te lo dirò hyung, smettila di fare quella faccia"

Gli sembrò di riuscire a respirare di nuovo dopo una lunga apnea "Grazie a Dio, pensavo di dover morire prima di riuscire a capirti"

Namjoon sorrise divertito, ancora, per poi rabbuiarsi e sospirare subito dopo. Si mise seduto sul letto ancora sfatto e gli fece cenno con la mano di avvicinarsi. Jin, leggermente a disagio, si sedette proprio accanto a lui, rigidamente e dritto con la schiena. Cercò di calmarsi e di guardare il più giovane, che invece aveva gli occhi puntati al pavimento e i gomiti poggiati sulle cosce, curvato in una posizione quasi di sconfitta. Non alzò lo sguardo nemmeno quando cominciò a parlare "Sono come te, sai? Non ho mai perso tempo con le storielle inutili, se devo legarmi a qualcuno è perché voglio davvero quella persona nella mia vita"

Seokjin non poté fare a meno di sorridere un po'. Lui con Namjoon di certe cose non ne aveva mai parlato ma comunque l'altro ragazzo era riuscito a capirlo sin da subito. Non poteva dargli torto, l'unica volta che aveva pensato di andare con qualcuno senza provare niente di serio per quella stessa persona era stato proprio con lui e beh, si era appena accorto che non era esattamente così, non era vero che non provava niente per lui. Il sorriso, in ogni caso, se ne andò proprio come era arrivato. Namjoon continuava ad avere quell'espressione un po' malinconica e Jin iniziava ad avere la certezza che quello che gli stava per dire non doveva essere qualcosa di troppo divertente.

"Ai tempi del college stavo con un ragazzo. Era una cosa piuttosto seria, avevamo anche progettato di andare a vivere insieme in un bell'appartamentino una volta laureati. E' solo che... Non so cosa sia successo, mi mancava solo un ultimo fottutissimo esame e io non ho retto più. Lo stress, tutta quella pressione, le aspettative dei miei genitori. Non ci sono riuscito, non mi sono presentato. Non mi sono mai laureato. Ho iniziato a fare qualche lavoretto ma mai niente di troppo serio e a Donghyuk questo non piaceva. Lui nel frattempo è riuscito a laurearsi e a trovare un vero impiego. Io invece sono finito al pub e quando gli ho detto che probabilmente era lì che volevo rimanere mi ha chiesto se stessi scherzando. Per farla breve, ho scoperto di non essere il tipo ideale dei ragazzi che piacciono a me e mi sono ritrovato a vivere qui con Hoseok"

Solo a quel punto si alzò per guardarlo "Hyung, credo che tu mi piaccia davvero. Egocentrismo e chiacchiere inutili compresi. Solo che non... Non sono fatto per queste cose, so già che rovinerei tutto. Io sono davvero un disastro mentre tu sei così tu. Ho già perso in partenza. Ecco perché non è il caso di complicare ulteriormente le cose"

Jin rimase semplicemente in silenzio per un po', continuando a guardare il più giovane che aveva ancora quell'espressione tormentata. Poi, all'improvviso, lo afferrò per la canottiera, tirandoselo addosso mentre lui si stendeva sulla schiena "Beh, ti è andata male, tu mi piaci e i casi umani mi eccitano. Hai già complicato tutto"

Namjoon, mentre cercava di reggersi in equilibrio con le mani puntate sul materasso ai lati della testa del più grande, chiese allucinato "E' sempre per la questione del voler essere indispensabile per gli altri, vero?"

Jin, allibito, spalancò occhi e bocca "Sul serio? Ha davvero importanza adesso?" sollevò i fianchi, cercando di far sentire all'altro quale fosse la questione per lui importante in quel preciso momento "Smettila di pensare e fai qualcosa!"

L'altro fece per ribattere ancora e Jin decise che il primo ad agire doveva essere evidentemente lui, allora. Prima che potesse anche solo dire un'altra parola fece schiantare insieme le loro labbra, portando una mano ai capelli dell'altro e stringendo fino a che non lo sentì arrendersi e solo a quel punto si permise di scollegare anche lui il cervello, se non per pensare che finalmente, finalmente, quella dannata fossetta era a disposizione sua e della sua lingua.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera a tutti ^-^

 Sappiate che questa per me è stata una settimana lunghissima! Non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo, sono sincera!
Probabilmente per la prima volta, posso dire di ritenermi abbastanza soddisfatta. Questo è uno dei miei capitoli preferiti, non tanto perché credo sia un bel capitolo ma perché mi sono divertita tanto a scriverlo -il fatto che ora sia Jin quello biondo mi fa un po' ridere ma va beh, l'ho scritto parecchio tempo prima di questo comeback xD
Spero di non avervi deluso e che la lettura abbia fatto sorridere almeno un po' anche voi *-*

 Come al solito, vi ringrazio tutti, infinitamente, perché siete fantastici e meravigliosi con me e con questa storia. Non me lo merito, davvero. Un grazie particolare, poi, va anche a tutti quelli che recensiscono -mi fate emozionare ogni volta 

 Spero tanto di riuscire ad aggiornare anche la prossima settimana, ma non posso effettivamente garantire nulla ancora. Come avete già notato la settimana scorsa, comunque, mai dire mai xD

 

Prima di salutarvi, vi consiglio di leggere la carinissima NamJin di Jichan,  "Love Blossoms". Io l'ho adorata *-* 

 
Buonanotte miei cari,
a presto, spero tanto ^-^

YoongiYah  

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** XIV - Namjoon ***


 

 

 

 

 

Piccolo avvertimento: questo capitolo segue direttamente quello precedente.

Buona lettura ^-^
Io tornerò ad annoiarvi con le note finali xD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Namjoon si prese il suo tempo prima di uscire dalla sua stanza, una volta rimasto solo. Jin se ne era andato una manciata di minuti prima, dopo essersi rivestito mentre blaterava su come avrebbero dovuto fare attenzione, per il momento, perché gli altri avrebbero sicuramente avuto qualcosa da dire in proposito e lui non era ancora pronto ad affrontare le prese in giro, come quelle che era toccate ad Hoseok quando avevano beccato lui, e di quanto non fosse pronto a reggerle, non ancora perlomeno. Le sue parole erano state qualcosa come "Non che voglia tenere la nostra storia solo per noi ma sai, abbiamo saltato qualche passaggio, dovremmo recuperare prima"

Namjoon, in tutto quello, era rimasto semplicemente zitto e immobile contemplando il soffitto, soffitto che non gli era mai sembrato tanto interessante in vita sua. Il fatto era che lui qualcosa da dire ce l'aveva; ad esempio, avrebbe voluto tanto chiedergli cosa diavolo era appena successo -non che non se ne fosse reso conto, ci aveva partecipato attivamente e volentieri, solo che gli sarebbe piaciuto sapere come accidenti avevano fatto ad arrivare a quel punto. E, soprattutto, avrebbe voluto anche chiedergli in quale preciso istante di quella loro folle...cosa...avevano deciso di avere una storia. Era abbastanza sicuro di non aver mai detto niente del genere e sì, poteva benissimo immaginarsi Jin stabilirlo da solo, perché dai, era ovvio che il suo parere era l'unico ad avere importanza, ma rimaneva il fatto che lui la sua non l'aveva detta. Comunque, era anche abbastanza certo che dire quelle cose, in quella situazione, subito dopo aver fatto quello che avevano fatto, e soprattutto dirle all'essere più egocentrico che avesse mai conosciuto, non era proprio una buona idea e a questo poteva arrivarci benissimo da solo. Aveva anche pensato di chiedergli quali fossero i passaggi da recuperare ma poi, si disse, probabilmente anche quella che a lui sembrava una semplice domanda avrebbe potuto far esplodere una bomba, nella testa dell'altro almeno. Per questo decise di rimanersene lì a contemplare quel dannato soffitto -pensando anche di doversi ricordare di comprare qualche barattolo di vernice e ritinteggiare, dopo aver avuto il benestare di Hoseok, chiaramente -gli ci sarebbero voluti dei mesi. Poco male, sicuramente avrebbe combinato solo un disastro.

Ad ogni modo, Jin lo lasciò solo dopo avergli dato un bacio all'angolo delle labbra e dopo aver controllato bene che nessuno lo vedesse abbandonare quella camera. Quando la porta si richiuse alle sue spalle, Namjoon si permise di sospirare pesantemente, passandosi entrambe le mani su tutto il viso e chiedendosi come avrebbe fatto ad alzarsi da quel letto per uscire ed affrontare tutto quello che da lì a breve sarebbe potuto accadere. Soprattutto, quello che non poteva fare a meno di chiedersi era come sarebbe potuto riuscire a guardare Seokjin negli occhi, dopo quella mattina.

Per essere strano era strano, non poteva essere solo lui a pensarlo.

Non erano bugie buttate lì a caso, le sue. Era vero che non aveva mai avuto avventure fini solo a loro stesse quindi era certo di essere legittimato a non sapere come agire, in quel momento. Non che pensasse che quello che era appena successo con Jin fosse una cosa fine a se stessa ma... Eh, non sapeva nemmeno cosa fosse davvero -indipendentemente da quello che gli aveva detto l'altro. La storia sopracitata, insomma.

Dopo essersi alzato finalmente dal letto e aver incominciato a rivestirsi, realizzò sul serio che avrebbe dovuto ubriacarsi già di prima mattina, quel giorno, per riuscire ad affrontare quella che poteva essere la sua unica salvezza. Perché, per quanto Hoseok potesse essere una donna mancata e allo stesso tempo il più grande idiota senza speranza che avesse mai conosciuto, doveva ammettere che lui, nonostante il suo andare fuori di testa, una situazione per certi versi simile l'aveva portata avanti. E pure egregiamente, visto che alla fine era riuscito a riprendersi Yoongi dopo averlo reso partecipe della sua adorabile follia. E beh, non poteva negare che chiedergli un parere poteva essergli d'aiuto.

"Dio santo, sono messo davvero male se devo chiedere consiglio a lui"

E dopo aver detto questo, sospirò nuovamente mentre posava la mano sulla maniglia della forza. Gli ci vollero però altri due sospiri prima di riuscire ad aprirla e varcarne la soglia definitivamente.

 

Il dolce sorriso che Jin gli rivolse uno volta che li raggiunse, lui e il resto degli inquilini, gli fece pensare che sì, probabilmente tutte le inutili ciance di Hoseok che avrebbe dovuto poi sopportare, prima di avere il dannato supporto che voleva, ne potevano valere la pena.

 

 

---

 

 

Dopo un primo momento di smarrimento, in cui non poté fare a meno di chiedersi come facesse il suo hyung a sembrare così disinvolto, chiacchierando amabilmente con un biondo Yoongi (aveva deciso di interpretare quel cambiamento come un complimento alla sua persona) e con Tae, Namjoon riuscì ad adeguarsi, trascorrendo così la prima colazione in maniera serena e al contempo allegra, come non avevano più fatto ormai da giorni. O meglio, l'atmosfera generale lo era, il sorriso inquietante che Hoseok gli stava rivolgendo lo era un po' meno. Cercò di fare finta di nulla e di ignorarlo, intromettendosi nel discorso degli altri tre, ma non gli fu affatto facile. Quando gli altri iniziarono a sparecchiare e a mettere in ordine le cose, poi, Namjoon puntò gli occhi su quelli di Hoseok, che continuava a sorridere come un bambino che aveva appena commesso un colpo grosso in un negozio di caramelle. Il suo migliore amico faceva paura, l'aveva mai detto? Probabilmente sì, ma era sempre bene ricordarlo.

Cercando di non fissarsi troppo sulle labbra ancora spaventose dell'altro alzò le sopracciglia, sperando che cogliesse il messaggio subliminale che stava cercando di mandargli. Hoseok fece altrettanto. Ci riprovò, questa volta arricciando le labbra seccato e a quel punto, finalmente, quell'assurdo sorriso scomparve dal volto del suo migliore amico, facendo spazio ad un'espressione confusa. Ritentò, cercando di domare la voglia di avvicinarsi e dargli una testata. Capì che stava fallendo quando Hoseok fece per parlare, rendendo vano il suo tentativo di mantenere un certo livello di riservatezza a quella loro muta conversazione a senso unico, quando qualcuno s'intromise prima che lui potesse emettere alcun suono "Ma che stanno facendo?"

A parlare fu Yoongi, che li stava guardando visibilmente perplesso. Taehyung gli si affiancò, iniziando a guardarli a sua volta "Lo fanno sempre hyung, è normale"

La voce di Jin li raggiunse, che a sua volta si mise in mezzo senza però girarsi, rimanendo lì dov'era, occhi fissi al lavello per lavare i piatti "Abituatici, il concetto di normalità cambia radicalmente una volta che inizi a frequentare questo loft"

Yoongi a quel punto sollevò le sopracciglia "Immagino che tu ci abbia messo del tuo, hyung" tornando ad ignorarli per andare a buttarsi sul divano e prendere possesso del telecomando. Namjoon lo seguì con lo sguardo, aggrottando le sopracciglia, chiedendosi chi gli avesse concesso tanta libertà in casa d'altri. E glie l'avrebbe pure chiesto direttamente se non si fosse accorto che anche Tae era ritornato a farsi gli affari suoi, lasciandoli finalmente liberi di parlare. Hoseok, d'altro canto, aveva iniziato a concentrarsi più sul suo ragazzo -o qualsiasi cosa fosse- che su di lui e per questo, dopo essersi assicurato di non farsi vedere da Jin, lo acciuffò, strattonandolo con forza e portandolo in camera sua. Una volta dentro, lo spinse sul letto maniacalmente rifatto, su cui cadde di sedere, rimbalzando leggermente sul materasso. Lo spaventoso sorriso tornò quando disse "Quanta impazienza, non ti è bastato il round di prima con Jin hyung?"

Namjoon, congelato, si paralizzò di colpo "E tu come fai a saperlo?"

Lo scemo, però, continuò a ridacchiare "Premuroso da parte tua portarmi qui piuttosto che sul tuo letto. Scommetto che non hai ancora cambiato le lenzuola"

"Puoi smetterla di parlare come una moglie tradita? Sii serio e rispondimi!"

"E dai, sono solo contento! Io ho Yoongi, tu hai Jin hyung, le cose ci stanno andando bene! Perché non posso essere di buon umore?"

"Dio, Hoseok, stai zitto un momento" sospirò, prendendosi il ponte del naso tra indici e pollice della mano destra e chiudendo gli occhi "Come diavolo fai a saperlo?"

Hoseok, candidamente, gli rispose senza battere ciglio "Vi ho sentiti" per poi aggiungere "Solo io, tranquillo. Yoongi si stava lamentando perché aveva fame e volevo andare a chiamare Jin hyung per preparare la colazione ma quando sono passato davanti alla tua stanza ho capito che aveva altro da fare in quel momento" quando vide l'espressione tormentata dell'altro.

Namjoon, allora, si avvicinò di scatto, mettendosi seduto accanto a lui e afferrandolo per il colletto della camicia, avvicinandoselo ancora "Non ti sei messo a fare il cretino e a dirlo a tutti, vero?"

"Ti vuoi calmare? Non l'ho detto a nessuno, rilassati! Solitamente si è di buon umore dopo aver scopato, perché tu sei così isterico?"

Mollò la presa e mugolò pateticamente, coprendosi il viso con le mani e ingobbendosi tutto, chiudendosi su se stesso. Poi iniziò a borbottare, senza liberarsi la bocca, facendo così uscire solo suoni ovattati "Non lo so, non lo so! Lui ha appena detto che abbiamo una storia e io sto già rovinando tutto perché non so nemmeno cosa dirgli dopo aver fatto sesso"

Sentì Hoseok prendergli i polsi, cercando di spostare le mani e di tirarlo nuovamente su. Una volta che fu riuscito a riportarlo dritto con la schiena, poi, lo lasciò per mettergli le mani sulle spalle "Calmati"

Hoseok si fece serio, come poche volte l'aveva visto prima "Namjoon, te l'ho già detto ieri, tutti questi problemi che ti stai facendo sono solo nella tua testa, lo capisci?"

"Se così fosse Donghyuk non mi avrebbe mollato!"

Hoseok, allora, strinse la presa che aveva ancora sulle sue spalle e lo scosse con forza "Il problema non sei tu, ok? Donghyuk è stato uno stronzo, non è riuscito a starti accanto quando ne avevi bisogno e tu questo te lo devi mettere in quella testa ossigenata che ti ritrovi. E ti ci devi mettere anche il fatto che hyung non è Donghyuk"

Namjoon fece per ribattere ma l'amico lo fermò ancora "Se provi a ribattere ti prendo a schiaffi. Più perché mi piace la drammaticità della cosa che altro, ma lo faccio"

"Se ci provi te li ridò più forti"

"Oh, sei tornato in te. Bene"

Solo a quel punto Hoseok mollò la presa, liberandolo con cautela, quasi avesse paura di una ricaduta. Namjoon, però, si limitò a sbuffare, alzando gli occhi al cielo "Le minacce funzionano meglio delle tue dolci paroline, lo sai"

Chiuse gli occhi e respirò profondamente -sentiva davvero di poter raggiungere la follia entro breve quindi, probabilmente, cercare di calmarsi come faceva l'altro poteva aiutarlo.

Non lo fece. Chiaramente aveva ancora molto da imparare, nonostante fosse circondato da dei pazzi scatenati. In ogni caso, era lì perché aveva bisogno di aiuto e ne aveva bisogno subito, perché in tutta quella situazione non era sicuro assolutamente di nulla, tranne del fatto che non poteva far passare troppo tempo prima di andare da Jin di sua spontanea iniziativa. Per questo, si disse, doveva pronunciare la frase più difficile che avrebbe mai potuto dire in vita sua "Hoseok"

Si fermò, scrutando l'altro attentamente. Solo quando fu certo che lo stesse ascoltando sul serio, continuò "Non sai quanto mi costi dirlo, davvero, ma mi devi aiutare" sospirò pesantemente e poi riprese "A quanto pare, io sono una frana in queste cose mentre tu... Non lo sei più di tanto, ecco. Sei riuscito a riprenderti uno come Yoongi nonostante tu sia così... Hoseok"

"Nam, ti voglio tanto bene, davvero, ma credo che tu mi abbia appena insultato due volte nel tentativo di chiedermi aiuto. O arrivi al dunque senza infierire su di me o chiedo il divorzio"

"Io...uhm...che devo fare adesso, esattamente?"

Si guardarono negli occhi fino a che Hoseok, confuso, aggrottò le sopracciglia, spostando di poco lo sguardo "Come sarebbe a dire?"

Namjoon, spazientito e urtato, sbuffò di nuovo, sonoramente questa volta. Non poteva davvero essere così difficile una cosa del genere, giusto?

In teoria, forse. Quando si ha a che fare con persone normali -e questa non voleva essere l'ennesima offesa al suo migliore amico, ci si era ufficialmente incluso, tra gli strambi.

"Prima abbiamo discusso, poi l'ho evitato, poi abbiamo discusso ancora, poi ci siamo baciati, poi ci siamo ignorati e poi abbiamo fatto sesso! Che devo fare adesso? Io davvero non lo so come funzionano queste cose, ero fermo all''iniziamo ad uscire insieme e vediamo come va' dei tempi del college"

"Ah" Hoseok annuì, come se tutto quello fosse diventato improvvisamente la cosa più ovvia sulla faccia della Terra "Credo che dovresti fare proprio questo. Chiedigli di uscire insieme"

Ok, effettivamente messa così poteva essere davvero una cosa molto ovvia. E in teoria ci sarebbe potuto benissimo arrivare senza Hoseok -stava diventando anche uno scemo, perfetto.

"Sì credo che... Che possa andare"

"Ora che ci penso nemmeno io e Yoongi siamo mai usciti insieme sul serio. Dovremmo uscire in quattro!"

Namjoon, impassibile, rispose "Scordatelo"

E sarebbe andato anche oltre dicendogli che lui, con due depravati come loro, non si sarebbe mai fatto vedere in un luogo pubblico, ma dovette fermarsi quando la porta della stanza venne aperta all'improvviso, rivelando la faccia seccata di Yoongi dietro di essa.

"Che cosa state facendo? Mi hai lasciato da solo, non mi piace essere lasciato solo"

Appunto. Due depravati, uno fuori di testa e l'altro che pretendeva di essere sempre il centro dei pensieri di tutti. Namjoon era sicuro che sarebbero stati una coppia alquanto disfunzionale.

Guardò il suo migliore amico allungare un braccio verso il suo ragazzo -o qualunque cosa fosse- per tendergli la mano; l'altro l'afferrò e così Hoseok se lo tirò addosso, in mezzo alle gambe, facendolo aderire al suo petto. Yoongi gli mise una delle sue mani sul collo, guardandolo negli occhi. In realtà, in quello, Namjoon non riuscì a vedere niente di meramente sessuale. Potevano anche essere una coppia disfunzionale, certo, ma erano a loro modo... Carini. Se doveva essere sincero, quella scena, oltre che avergli fatto un po' schifo, gli aveva fatto anche provare un pizzico di invidia. Non era mai stato un tipo da smancerie, era vero, ma per Jin sarebbe potuto scendere a compromessi con se stesso.

Si alzò di scatto, non volendo approfondire quei suoi pensieri e non volendo nemmeno vedere altre effusioni tra quei due. Li lasciò da soli, mentre si stavano ancora guardando come se non ci fosse altro intorno a loro, e si chiuse rumorosamente la porta alle spalle.

 

"Tutto questo mi sta facendo molto, molto male"

 

 

---

 

 

Tra il riuscire a realizzare quello che avrebbe dovuto fare e il metterlo effettivamente in pratica passò qualche ora. La scusa era che, una volta uscito dalla stanza di Hoseok, Namjoon trovò Jin impegnato nel controllare quella che riconobbe come la sua agenda di lavoro, quindi in quel preciso istante aveva preferito lasciarlo alle sue cose e non disturbarlo. In realtà, aveva passato parte di quel tempo chiuso in bagno davanti allo specchio, cercando di motivarsi, e l'altra parte in camera, nel tentativo di prepararsi un discorso o una proposta degna di questo nome. Voleva fare le cose per bene, almeno per quella volta. Era stato tutto così strano e complicato, fino ad ora, che non poteva certo fare di peggio, ma comunque non se la sentiva proprio di rischiare.

Era ormai vestito di tutto punto, pronto per andare al pub ad aprire il locale e iniziare il suo turno -quello della cena, non vedeva l'ora- quando si decise di parlare all'altro ragazzo. Jin era in cucina, fortunatamente da solo, e gli stava dando le spalle, troppo impegnato a preparare la cena per sé e per gli altri. Namjoon cercò goffamente di attirare la sua attenzione schiarendosi rumorosamente la gola. A quel punto il più grande sobbalzò sorpreso, per poi girarsi e tranquillizzarsi quando vide che era lui. Gli sorrise, quello stesso bellissimo sorriso che gli aveva già rivolto quella mattina -probabilmente per lui quella storia del sesso che equivale al buon umore aveva funzionato- e lo salutò con un "Ehi"

Namjoon, impacciato, si schiarì nuovamente la gola, per poi rispondergli stupidamente con lo stesso saluto "Mh. Ehi"

Non riuscì a dire proprio altro, non ancora. Non si era proprio preparato un discorso prima, ma almeno un'idea generale di quello che doveva dire se l'era fatta. Il problema era che, adesso, l'aveva abbandonato anche quella sua stupida e generale idea. Seokjin, però, non fece caso a quanto fosse in difficoltà. Oppure, era tanto carino da non farglielo pesare. Non metteva in dubbio la sua gentilezza, ovviamente, ma sperava comunque fosse la prima ipotesi.

"Te ne vai di già? Almeno non tornerai tardi, vero?"

"I-io... No, stacco prima di mezzanotte" ispirò profondamente, immagazzinando quanto più ossigeno gli fosse possibile, per poter riuscire a dire "Domani sera sono libero"

Jin sorrise, aggrottando allo stesso tempo le sopracciglia, in una buffa espressione confusa "Lo so, il pub è chiuso di lunedì"

Namjoon si diede dell'imbecille, pensando che davvero, come poteva essersi dimenticato come si fa a chiedere a qualcuno di uscire "Volevo dire che, ehm... Se sei libero anche tu potremmo fare qualcosa. Insieme"

Vide tutta la confusione di Jin lasciarlo, facendo spazio ad una smorfia divertita "Intendi un appuntamento?"

Ecco la parola che stava cercando da tutto il pomeriggio!

"S-sì io intendevo quello, sì"

Jin sorrise, ancora. Non era quel sorriso di prima, era un altro tipo di sorriso, più contenuto ma per questo non meno bello "Mi piacerebbe molto"

Namjoon sorrise a sua volta, inevitabilmente. Non poté trattenersi, non con quel meraviglioso ragazzo davanti a lui e quel macigno in meno sulle spalle "Ok"

Jin si avvicinò, lentamente, per circondargli le spalle con un braccio. Il sorriso era ancora lì ad abbellire -se era possibile- ancora di più quelle labbra carnose, anche quando gli sussurrò "Non vedo l'ora"

Namjoon, senza rendersene conto, si ritrovò a cingergli la vita con un braccio, avvicinandoselo ancora e il bacio che ne seguì fu probabilmente il meno irruento e allo stesso tempo il più bello che si erano scambiati fino ad ora. Che poi, ripensandoci, non poteva davvero stabilire quale gli fosse piaciuto di più, dato che ogni volta che le loro labbra si incontravano l'unica cosa che riusciva a sentire erano i fuochi d'artificio.

Fuochi d'artificio che vennero interrotti senza pietà dalla voce di Taehyung, che all'improvviso si mise in mezzo "La tranquillità in questa casa non dura mai per più di cinque minuti"

Si separarono all'improvviso e Namjoon vide il più grande guardare in un punto ben definito alle sue spalle. Girò la testa per vedere Tae in piedi, davanti all'ingresso del corridoio, guardarli leggermente imbronciato "Ditemi solo che non farete tutto il casino che fanno già gli altri due di notte" e detto questo se ne andò, ritornandosene da dove era venuto, senza aspettare una vera risposta.

Sentì Jin sbuffare una risata, divertito, e allora riportò tutta l'attenzione su di lui. Il più grande, sempre ridendo leggermente, disse "Beh, almeno adesso è meno imbarazzante di quanto lo sarebbe stato stamattina"

"Mh" ci pensò su un attimo e poi, si disse, che a quel punto avrebbe dovuto saperlo anche lui "Hoseok ci ha sentiti questa mattina"

"Ah. Allora posso dirti senza aver paura di farti arrabbiare che l'ho già detto a Yoongi"

Namjoon aggrottò le sopracciglia "Ma non volevi aspettare?"

"Non con Yoongi, gli dico sempre tutto!"

Non ne era sicuro, ma stava avendo l'impressione che avessero già ricominciato a discutere. Non era durata molto la serenità, Taehyung aveva ragione "Senti, lasciamo perdere. Torniamo a quando ci stavamo baciando e dimentichiamoci di tutto il resto"

Jin, però, aveva ormai smesso di guardare lui. O meglio, lo stava ancora guardando, solo che i suoi occhi erano puntati sui suoi capelli "Perché hai una forcina in testa?"

"Ok, basta. Sto per uscire. Ci vediamo dopo. O domani"

Fece per girarsi ma Jin lo fermò. Lo baciò, di nuovo. Fu un bacio più veloce, un bacio che voleva essere un saluto, ma comunque stupendo. Quando poi si allontanò non lo fece del tutto. Gli rimase abbastanza vicino da potergli sussurrare un "Buon lavoro" direttamente sulle labbra. Poi, all'improvviso, si ritrovò a guardare la sua schiena, data la velocità con cui si era girato e aveva ripreso a cucinare. Allora Namjoon, stordito, si diresse verso la porta per uscire di casa una volta per tutte.

 

Alla fine non era andata tanto male. Non per i loro standard, almeno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera a tutti ^-^

Sono tornata, come avevo promesso, e voglio scusarmi per l'attesa. Mi dispiace, seriamente, ma sappiate che questa piccola pausa in parte ha aiutato. Non che sia andata chissà quanto avanti con la stesura dei capitoli rimanenti, ma un pochino sono riuscita a scrivere -e considerando quanto in questo periodo il mio tempo sia limitato è comunque un passo avanti.

Inoltre, mi dispiace ancor di più per avervi fatto aspettare così tanto per poi ripresentarmi con questo schifo di capitolo. Seriamente, io lo detesto e scriverlo è stata una tortura -non so il perché, sinceramente, ma così è stato.
Davvero, mi auguro che non abbia fatto così schifo anche a voi -sono già abbastanza depressa da sola xD

 
Come al solito voglio ringraziarvi, di cuore, per l'incredibile sostegno che date a me e a questa storia
siete meravigliosi

 
Spero di potervi "rileggere" presto e che questo orrendo capitolo non vi porti ad abbandonare "The Loft" xD

 
Buonanotte,
YoongiYah

 

 P.S. La questione delle forcine fa riferimento al quinto capitolo, quando Jin se le ritrova sulla lista delle cose da comprare
*cade*

Ok, me ne vado sul serio adesso

(~ ̄▽ ̄) ~

 

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Capitolo 16
*** XV - Taehyung ***


Stasera ho paura.
Uhm. Già.

Ok me ne vado.

 

 

 

 

 

 

 

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Era lunedì pomeriggio, il lunedì dopo quel disastroso sabato sera con Jimin e Jungkook, e Taehyung, come sempre faceva a quell'ora, si stava recando al canile per la sua solita visita a Donut. Se da una parte non vedeva l'ora di arrivare -in fondo erano due giorni che non vedeva il suo cagnolino e ne stava già sentendo la mancanza- dall'altra avrebbe preferito gettarsi in mezzo alla strada e farsi prendere in pieno da un'auto in corsa pur di non rivedere la progenie di Satana. Era sicuro di non aver mai odiato tanto qualcuno come stava odiando lui in quel momento. Certo, aveva iniziato a vederlo per il malvagio demonio che era già da quando aveva contattato Jimin per la prima volta, ma ora che aveva spezzato il cuore del suo amico, ora che era la causa delle sue lacrime, era addirittura tentato di fargli del male. Come avrebbe potuto farlo non lo sapeva ancora, era sempre stato un pacifista convinto e se doveva dirla tutta era anche la prima volta che provava antipatia verso un'altra persona, ma sapeva per certo che se si fosse ritrovato davanti Jungkook quel giorno, un insulto ben poco velato al suo essere cattivo gli sarebbe scappato di bocca.

Sovrappensiero, considerando che probabilmente avrebbe fatto meglio a chiedere a Namjoon hyung come si potesse veramente offendere una persona -era abbastanza sicuro che dire alla personificazione della cattiveria quanto fosse cattivo non sarebbe mai stato efficace, neanche un po'- si ritrovò improvvisamente di fronte all'ingresso del canile. Deglutì a vuoto, sentendosi strano ad essere lì per la seconda volta senza Jimin -e anche la prima aveva come causa l'ingresso di Jungkook nelle loro vite, le coincidenze della vita. Aveva sempre visto quella come una loro cosa, sua e di Jimin, con Donut che poi completava la più adorabile delle foto che la sua mente avesse mai scattato -e anche la fotocamera del suo cellulare, dato che una foto del genere esisteva davvero e gli faceva pure da sfondo e da screensaver. Invece, ora, Jungkook aveva rovinato tutto. E sì, si rendeva ormai conto che per il suo amico non era così. Nonostante volesse bene al loro cagnolino, Jimin al canile ci andava solo per poter vedere il più giovane e quella che, in realtà, era una cosa sua e di Jungkook, non l'aveva mai considerata una cosa sua e di Taehyung. Si era arreso pure all'idea di essere lui quello di troppo, ma la consapevolezza di questi fatti non allontanava di certo la sensazione strana che l'essere solo in quel momento gli aveva provocato.

Cercò di non pensarci, per evitare di imbronciarsi e di farsi vedere da Voldemort in quello stato, giusto per non dargliela vinta e dargli ulteriore motivo per gioire delle loro sofferenze. A quel punto, con in testa solo e soltanto il suo adorato Donut, che non vedeva ormai da quasi sessanta ore, varcò la soglia di ingresso, dirigendosi senza indugi verso la grande gabbia dove sapeva che lo avrebbe trovato. Il solo pensiero di poterlo finalmente rivedere gli fece tornare il suo solito ed enorme sorriso, sorriso che morì quando, una volta giunto a destinazione, trovò soltanto la gabbia di Donut. Vuota. Non morì soltanto il suo sorriso, ma anche la sensazione strana, e vennero entrambi rimpiazzati da un broncio e dal panico. Si diresse in quel giardino sul retro, quello in cui i cani venivano lasciato liberi in alcuni momenti della giornata, dove lui stesso portava Donut per giocare, e lo chiamò a gran voce, ma nessun cane gli venne incontro come aveva invece sperato che accadesse. Rientrò di corsa, veloce e disperato, cercando qualcuno che potesse dargli delle spiegazioni, delle indicazioni, qualsiasi cosa che gli facesse capire cosa stesse succedendo e dove accidenti fosse quel cane, fino a che non si sentì chiamare da una voce familiare "Taehyung!"

Jungkook. Era ovvio che ci fosse il suo zampino in questa storia. L'aveva già detto che era cattivo, no? Non c'era altra spiegazione, non gli bastava aver distrutto Jimin, il suo amico, ora voleva anche portargli via il suo cane. In un solo secondo sentì tutte le convinzioni che si era portato avanti sin dall'adolescenza sgretolarsi, l'essere contro la violenza e il voler essere sempre gentile erano tutte stupidaggini quando ci si ritrovava davanti esseri del genere. Si girò di scatto e con grandi falcate lo raggiunse, avvicinandosi tanto da ringhiargli direttamente in faccia nel tentativo di sovrastarlo -l'avrebbe fatto volentieri, almeno, se non fosse stato tanto alto.

 "Che cosa hai fatto?"

Vide i suoi enormi occhioni allargarsi tanto da sembrare quasi innocentemente stupiti -ma certo, quale miglior modo per ingannare la gente! Non si fece impressionare, deciso com'era a fargliela pagare una volta per tutte.

"Come puoi essere così...così...stronzo?"

Ad ogni parola detta avanzava di un passo, portando l’altro ragazzo a indietreggiare, fino a che non lo fece ritrovare con le spalle al muro "Credi che aver illuso in quel modo Jimin non sia abbastanza, vero? Devi rovinare anche la vita del mio cane per punirmi? Beh, mettiti bene in testa che se anche quel giorno ti avessi detto di sì non sarebbe durata tanto, tra noi. Non vorrei mai avere niente a che fare con una persona spregevole come te"

Solo quando vide la sua testa sbattere leggermente contro il muro concluse, puntandogli un dito sul petto "E adesso dimmi che fine hai fatto fare a Donut, riportamelo e non ti avvicinare mai più a nessuno di noi!"

Lo smarrimento di Jungkook, però, non durò a lungo. Qualche secondo dopo la sua tirata, lo sguardo del più giovane si fece più deciso e gli mise entrambe le mani sulle spalle, spingendolo leggermente per allontanarselo. Subito dopo essersi staccato da quella parete, poi, gli chiese "Ma si può sapere per chi mi hai preso?"

Gli diede un'altra spinta, non fu troppo forte ma comunque lo costrinse a fare un altro passo indietro, e poi riprese "Non eri tu quello che diceva che le persone vanno conosciute davvero, prima di giudicarle? E non pensare di essere il centro dei miei pensieri, non lo sei mai stato, nemmeno quando ti trovavo carino"

Taehyung affilò lo sguardo, ancora, per poi rispondere in tono acido "Beh, mi hai dato motivo di pensare il peggio di te"

"E voi non mi avete lasciato finire di parlare!"

Aveva alzato la voce e il tono si era fatto decisamente più esigente. Perfino i suoi occhi erano diventati più lucidi e Taehyung, in quel momento, non riuscì a trovare la forza di riprendere a dargli contro. Sembrava disperato. Dispiaciuto sul serio. Il problema era che non poteva comunque fidarsi, non sapeva se quello che vedeva era reale oppure dettato dalla sua costante voglia di voler vedere il meglio nelle persone -voglia messa a dura prova proprio solo negli ultimi giorni, in più di vent'anni della sua vita. Come poteva davvero credergli adesso?

Abbassò la voce quando a quel punto gli chiese "Che vuol dire?"

Lo smarrimento sembrò tornare di colpo nell'espressione di Jungkook, come se in realtà non credesse al cambio repentino che la loro discussione aveva preso "E' che... Io -"

Balbettò qualche altra parola incomprensibile e per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, Tae riuscì a vederlo per il ragazzino che in realtà era, senza i suoi soliti atteggiamenti, quelli di chi era cresciuto troppo in fretta. Lo guardò puntare lo sguardo a terra ed ingobbirsi, per poi sospirare e aggiungere "Lascia stare, non ha più importanza ormai"

Taehyung sospirò a sua volta, alzando gli occhi al cielo. Non voleva essere insensibile, ma lo stato emotivo di Jungkook non era la cosa che in quel momento lo preoccupava di più "Dov'è Donut?"

Il più giovane rialzò lo sguardo -Tae quasi si dispiacque nel constatare che non riusciva più a dargli quei graziosi nomignoli nella sua testa, alla fine era la cosa più intenzionalmente cattiva che avesse mai fatto da quando era nato, più o meno- e iniziò a camminare "L'ho nascosto"

Probabilmente aveva smesso troppo presto di cercargli quei soprannomi "Cosa?"

"L'ho fatto per un buon motivo, smettila di saltare subito a conclusioni!"

"E allora tu spiegati, non dare la colpa a me se non ti lascio parlare!"

Jungkook si fermò all'improvviso, per poi girarsi e tornare ad affrontarlo "Sto cercando di aiutarti nonostante tutto, ok? Puoi smetterla solo per un secondo di vedermi come un orco cattivo?"

Avrebbe voluto rispondergli che non aveva mai pensato a lui come un orco -dopo aver visto Shrek era convinto che non fossero poi tanto male- ma poi, pensò che di tempo ne avevano già perso abbastanza e lui voleva davvero tanto rivedere il suo cane, quindi annuì, facendogli anche cenno di poter continuare.

Jungkook riprese a camminare, conducendolo in uno stanzino in cui lui non era mai stato prima. Dopo aver infilato e girato la chiave nella serratura aprì la porta, rivelando così il piccolo Donut che se ne stava lì buono, acciambellato per terra.

Non poté fare a meno di regalargli uno dei suoi enormi sorrisi rettangolari, chiamandolo a gran voce. Il cane allora sollevò il musino, per poi alzarsi definitivamente per andargli incontro. Tae si abbassò, iniziando ad accarezzarlo e fargli i grattini sul collo e dietro l'orecchio "Ciao bello, ciao" poi gli permise di leccargli il viso mentre lui continuava a ripetergli "Mi sei mancato così tanto"

Quando poi riuscì a prenderlo in braccio e a portarlo in quel piccolo giardinetto per giocare un po' con lui, Jungkook iniziò a spiegarsi "Taehyung, finché Donut rimarrà qui non puoi dire che è il tuo cane. Non è tuo solo perché vieni a trovarlo tutti i giorni. E' già la terza volta che lo nascondo quando qualcuno viene a scegliere un cane da adottare. Posso dirti che continuerò a farlo fino a quando mi sarà possibile, ma se mi beccano non ne uscirò bene"

Fu come se una pila di mattoni gli fosse caduta sulla testa. Stordito e incredulo, completamente preso alla sprovvista dall'inaspettata notizia, chiese "Cosa-come... Che devo fare, allora?"

"Adottarlo prima che lo faccia qualcun altro"

 A quel punto, non furono solo dei mattoni a cadergli addosso, ma l'intero mondo "Ma-ma-ma-ma  io non... Non posso portarlo a casa mia! Jin hyung non vuole e Hoseok hyung ha detto di essere allergico al pelo! Credo lo abbia detto solo per farmi stare zitto ma non me la sento di rischiare, e se poi gli facesse male su serio?"

Le sopracciglia di Jungkook si erano alzate di parecchio, durante il suo discorso. Dopo essersi chinato e aver raccolto la pallina che Donut gli aveva appena riportato -l'aveva riportata a Taehyung ma lui era ancora troppo sconvolto per rendersene conto- gli disse "Non ho idea di chi sia questa bella gente e sinceramente non m'interessa nemmeno. I fatti comunque non cambiano, se vuoi Donut per te non puoi più lasciarlo qui"

Taehyung, sospirò, sconfitto "Non puoi darmi qualche altro giorno per parlare con i miei coinquilini?"

"Non conosci nessuno che potrebbe tenerlo fino a che non avrai risolto con loro?"

Alzò leggermente le spalle "Oltre Jimin non ho nessuno e lui non può tenerlo, sta ai -"

"Ai dormitori del college, lo so" sospirò, alzando gli occhi al cielo e facendo con la bocca la smorfia di chi stava per dire una cosa disgustosamente tremenda "Questa sera parlo con i miei genitori, provo a chiedergli se possiamo tenerlo noi temporaneamente. Per qualche giorno non penso mi facciano grossi problemi"

Taehyung sentì il suo viso illuminarsi completamente "Davvero lo faresti?"

Jungkook annuì, quasi controvoglia, ma per Taehyung quello fu abbastanza. Con uno slancio lo abbracciò, stringendo le braccia intorno alle sue spalle e appoggiando il viso su una delle sue guance, sorridendo felice ad occhi chiusi. Donut, poi, aveva iniziato a saltellargli intorno, quasi come a volersi unire a loro. Jungkook, invece, era rimasto rigido come un pezzo di legno "Ok, va bene. Basta, ti prego"

Taehyung lo strinse un po' più forte, solo per un secondo, prima di lasciarlo andare. Quando si separò dal più giovane si accorse di quanto le sue guance si fossero arrossate. Non voleva essere un malfidato, davvero, ma quello che più di ogni altra cosa contava per lui era non fare un torto a Jimin, nonostante quanto bello fosse quello che l'altro ragazzo gli aveva detto che avrebbe fatto per lui. Si ritrovò costretto a chiedere dei chiarimenti per poi sentirsi in colpa da morire quando vide la faccia dell'altro alla sua domanda "Non lo fai perché ti piaccio o cose così, vero?"

Jungkook aveva strabuzzato gli occhi e lo stava guardando allucinato, come se si fosse impazzito del tutto. Di sicuro non nascondeva quanto fosse offeso.

"Il fatto che abbia sbagliato una volta non ti dà il diritto di pensare che ci sia un secondo fine in tutto quello che dico, ok? Non sono stupido e non sono così stronzo" sospirò, per poi abbassarsi e mettersi seduto per terra, lanciando nuovamente a Donut la sua pallina "Tra l'altro hai smesso di piacermi da un pezzo, ormai"

Taehyung lo imitò, sedendosi accanto a lui, con le gambe incrociate mentre iniziava a strappare fili d'erba dal prato. I suoi occhi erano puntati alle sue mani e ai loro movimenti, le sopracciglia corrugate per l'attenzione che stava impiegando nello scegliere le parole da dire "Io... Mi dispiace per averti detto quella parola. Non lo sei più di tanto, alla fine"

Jungkook si era portato le ginocchia al petto e se le strava stringendo con le braccia. Annuì, senza convinzione, quasi come se delle sue scuse gli importasse ben poco. Poi, senza mai guardarlo, gli chiese "Jimin come sta?"

Si ritrovò a pensare che quel ragazzino aveva davvero una bellissima voce. Non era solo una questione di timbrica, era per la sua espressività. Poteva anche non degnarlo di uno sguardo, poteva fissare il vuoto con occhi vitrei, far finta di averlo chiesto così, senza interesse, ma Taehyung era certo che la sua voce non potesse mentire. Per questo, a disagio, cercò di fare altrettanto "Sta bene. E' solo... Molto triste"

Lo guardò stringere le labbra in una linea sottile e chiudere gli occhi, strizzandoli, per poi riaprirli e chiedergli, con fatica "Puoi dirgli che mi dispiace, per favore?"

Taehyung, mentre allargava le braccia dopo aver visto Donut corrergli in contro, pensò che non era davvero possibile, una cosa del genere. Era passata poco più di un'ora da quando, davanti a quel cancello, stava pensando a come potesse offendere quello che credeva l'essere più malvagio esistente sulla Terra, quello che aveva spezzato il cuore del suo amico -amico per cui provava dei sentimenti che non erano proprio da amici, ma quello non aveva davvero importanza- e ora era lì, a sentirsi in pena per lui e a pensare che forse, forse, le cose non dovevano andare così e che ad essersi sbagliato, in tutta quella faccenda, poteva essere stato lui. In parte, almeno. Pensieri, questi, che diventavano sempre più convincenti ad ogni nuova frase detta dal più giovane.

"Avevi ragione, sai? All'inizio credevo che quello carino fossi tu. Poi invece, una volta conosciuto meglio lui, avrei fatto di tutto per vederlo sorridermi, mentre di te non me ne frega assolutamente niente -senza offesa, eh. Adesso però Jimin è triste per colpa mia, non vuole parlarmi e io sono costretto a chiedere a te di dirgli che non volevo ferirlo. E mi sto sentendo pure un cretino perché se ci fossi io, al tuo posto, non lo farei mai. E sono anche convinto che con te starebbe mille volte meglio di quanto possa stare con me quindi faresti pure bene a non dirgli nulla"

Continuando a coccolare il cagnolino, senza mai tornare a guardare l'altro, Taehyung si maledì mentalmente, chiedendosi perché, perché nella vita non poteva essere lui, quello più furbetto, per una volta. Non era da lui, non lo era mai stato, e probabilmente in quei panni ci si sarebbe sentito malissimo, lo sapeva "Non sono io quello che Jimin vuole quindi direi di no, non starebbe meglio con me. Sei fortunato, anche io come te non voglio altro che vederlo sorridere"

Si alzò e, dopo essersi pulito alla meglio i pantaloni, concluse "Gli parlerò, ma se tu farai un'altra stupidaggine io... Io ti farò qualcosa di brutto"

Solo allora Jungkook finalmente lo guardò, con un'espressione più confusa che contenta, come in realtà Taehyung si sarebbe aspettato di vederlo.

"Sai che hai molto da imparare sulle minacce, vero? Non sei mai stato convincente, dalla prima volta che abbiamo discusso"

Imbronciandosi, gli rispose "E' che a me litigare davvero non piace, con nessuno! Perché devo rischiare di rovinare le cose?"

"Per farti valere. Pensaci, potrebbe servirti coi tuoi coinquilini" Il più giovane si alzò in piedi e alzò le spalle, con non curanza "Appena tornerò a casa parlerò coi miei, poi ti farò sapere"

A quelle parole Taehyung si fermò, rimanendo immobile a guardare l'altro, che invece fece per andarsene "I-io -"

"Lascia stare. Credo sia ora che tu vada, se vuoi ci penso io a Donut"

Taehyung annuì, meccanicamente, ancora stordito da quello che l'altro gli aveva detto. Non ci aveva mai pensato ma... Sul serio non si era mai fatto valere, in quel loft?

"Ci sentiamo stasera allora. E... Grazie, hyung"

A quelle ultime parole si riscosse e, dopo un attimo di perplessità, Taehyung riuscì a sorridergli per la prima volta da quando l'aveva conosciuto "Farò del mio meglio"

 

Per strada, tornando a casa, nonostante quello che lui e Jungkook si erano detti, non poté fare a meno di chiedersi perché, in quella storia, doveva essere proprio lui a rimetterci. La sua mente, però, gli impedì di portare oltre quei pensieri, ricordandogli quanto fossero carini Jimin e Jungkook insieme, prima che tutto si rovinasse (se l'avesse saputo prima, probabilmente, avrebbe aspettato un momento diverso per chiedere al più giovane quali fossero le sue vere intenzioni) e quanto il suo amico fosse felice, prima. E in fondo era vero, non voleva altro che rivederlo in quel modo, non importava quanto potesse rimanerci male lui. Per il momento gli sarebbe bastato poter portare Donut a casa.

 

 

---

 

 

Dopo che Jungkook gli aveva fatto sapere che i suoi genitori gli avevano dato il loro benestare, anche se solo per qualche giorno, Taehyung aveva ideato un piano a prova di bomba. Era infallibile e per questo si era complimentato più volte con se stesso. Ed era quello il momento per metterlo in pratica, proprio la sera seguente. Aveva chiesto a Jimin di fare qualcosa insieme e, dopo varie insistenze e preghiere -il suo amico non se la sentiva ancora di uscire, dopo la grande delusione- era riuscito a convincerlo a mettersi qualcosa addosso che non fossero i pantaloni del pigiama e a farlo uscire dalla sua stanza al dormitorio. Da lì, avevano dovuto prima prendere un autobus e poi proseguire a piedi, per circa una decina di minuti. Erano quasi arrivati quando Jimin, spazientito, gli chiese "Si può sapere dove stiamo andando? Ci sono solo case, qui!"

Taehyung gli mise un braccio intorno al collo e se lo avvicinò al viso, premendo le loro guance insieme e sorridendo "Fidati di me, mio piccolo amico"

Quando finalmente vide il numero civico che stava cercando dipinto su una targhetta in ceramica, attaccato sull'ingresso di un'adorabile villetta con giardino, si fermò e, continuando a sorridere, quasi urlò "Eccoci!" lasciandolo e allargando le braccia, verso la casa.

Jimin, evidentemente perplesso, iniziò a guardarlo come se si fosse ammattito del tutto all'improvviso "Tae, dove siam-"

La voce di Jungkook, però, lo interruppe prima che potesse finire la frase. Il ragazzo, con Donut in braccio, li stava raggiungendo con grandi falcate mentre a sua volta, con tono abbastanza alto, diceva "Taehyung! Si può sapere perché diavolo stai urlando invece di suonare il -" si fermò di colpo quando, una volta arrivato davanti al cancello, vi trovò entrambi e non solo quello con cui aveva un accordo. Guardando Jimin, completò poi la frase, a bassa voce, come se non volesse farsi davvero sentire, quasi avendo paura di vederlo scomparire "- campanello"

Taehyung, sorridendo e guardando prima uno, poi l'altro e infine il suo cagnolino, gridò di nuovo "Sorpresa!"

Jimin, furibondo, si girò verso di lui di scatto e Tae, nonostante non si fosse lasciato affatto intimorire dal visino dell'altro, per un attimo temette il peggio "Mi prendi per il culo?"

Jungkook, stringendo ancora Donut tra le sue braccia, sobbalzò al posto suo, come se quelle parole pronunciate così duramente fossero dirette a lui. Taehyung, allora, smise di sorridere e tornò subito serio "Jungkookie mi ha chiesto di dirti delle cose ieri ma... Questa è una faccenda tra voi due, è lui che te le deve dire. Fidati di me, ok? Sai che non ti avrei mai portato qui se non fossi sicuro che è la cosa giusta per te"

Cercò di sorridere di nuovo e poi, rivolgendosi al più giovane, continuò "Adesso, mentre voi due parlate civilmente, io e il mio bambino andiamo a fare una passeggiata qui in giro. Dai, aprici!" e poi tirò fuori dalla tasca del giacchetto un collare turchese, che mise al collo del cagnolino proprio quando Jungkook lo lasciò libero permettendogli di andargli incontro, e un guinzaglio dello stesso colore. A quel punto, iniziò ad allontanarsi, girandosi solo ogni tanto per guardare i suoi amici sedersi sui gradini del portico di casa Jeon.

 

Solo dopo aver girato l'angolo si permise di sospirare pesantemente. Non era tristezza, la sua. Non proprio, perlomeno. Era convinto di aver preso la più giusta delle decisioni ed era sicuro che se Jimin fosse tornato ad essere felice, allora lui poteva esserlo col suo amico.

 

Quando poi tornò indietro, quasi due ore più tardi, e li trovò ancora lì seduti, ma molto più vicini e sorridenti, decise di poter essere davvero orgoglioso di se stesso "Guarda Donut, hai visto quanto sono carini gli zii?" poi lo sollevò da terra, prendendolo in braccio e avvicinandoselo al viso "Vedrai che tra qualche giorno saremo carini anche noi due, insieme. Dammi solo il tempo di parlare con quei matti a casa".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, credo che queste siano le note d'autrice più difficili che abbia mai scritto. Il fatto è che davvero non so da dove cominciare -probabilmente dal salutarvi, potrebbe essere una buona idea.

Buonasera a tutti *-*

Bene, ora non so come continuare
*cade e rotola via*
No, ok, sono seria.
Come ho detto prima, questo capitolo mi preoccupa particolarmente, per diverse motivazioni. La vostra reazione, ovviamente è tra le prime, ma anche perché, sono sincera, amo questa parte della storia. Non come sia venuta, chiaro, poteva essere scritta molto meglio, ma amo l'idea che c'è dietro, amo il personaggio di Tae e anche quello di Kookie.

E' inutile dire che spero davvero non vi abbia deluso, sul serio, anche se so che probabilmente non sarà così.

Vi giuro che sto guardando lo schermo del pc senza sapere cosa scrivere, sono terrorizzata e sto ridendo di me stessa xD andiamo bene xD

Ok, concludo qui, altrimenti rischio di non pubblicare più *cade ancora*

Grazie a tutti, infinitamente. Chi legge, chi segue e preferisce e, soprattutto, chi spende parte del suo tempo per recensire. Vi adoro, siatene consapevoli

 
Buonanotte,
alla prossima, spero!

 YoongiYah

 

P.S. C'è la piccola possibilità che la prossima settimana vada fuori città per qualche giorno, in caso non potrei aggiornare. Se così fosse, vi chiedo scusa in anticipo! ()

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** XVI - Jin ***


Prima di passare alla lettura, vi prego di fare attenzione a queste piccole note iniziali.

 

Mi è stato fatto notare che questo capitolo è molto simile ad un'altra storia, una One Shot di un'altra categoria. Essendo quella una categoria estremamente frequentata, tengo a dire che questa è solo una spiacevole coincidenza. Non ho mai letto fanfiction in quella particolare sezione del sito, non sono una fan del telefilm a cui è ispirata e questa somiglianza è solo un equivoco.
Io posso solo dirvi quanto sia dispiaciuta per questo, quanto mi sia arrovellata per trovare una soluzione e che, alla fine, ho anche fatto quello che in una situazione del genere mi sembrava più giusto fare: oltre ad aver modificato un po' il capitolo (a mio parere rovinandolo) ho anche contattato l'autrice dell'altra storia, spiegandole la questione e porgendole le mie scuse.
A questo punto, mi sembra giusto avvertire anche voi, nel caso ci fosse qualcuno che, come la persona che in anteprima ha letto questo capitolo, abbia letto anche l'altra One Shot.
Ripeto, non è un plagio, è solo un equivoco e io ci sto uno schifo da ormai due settimane.

Detto questo, mi scuso ancora, con l'autrice e con voi, ringrazio un'altra volta chi mi ha dato la possibilità di spiegarmi e vi auguro una buona lettura, nella speranza che la notizia non influisca più di tanto nel vostro giudizio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Seokjin era fermamente convinto che se al mondo fosse esistito il premio per il peggior primo appuntamento, quello tra lui e Namjoon sarebbe stato il vincitore indiscusso di tutte le edizioni. Era anche ormai convinto che, se quel premio non fosse ancora stato creato, lo avrebbero di sicuro fatto in onore di quel disastro di cena a cui loro stavano partecipando. O meglio, lui ci stava partecipando. L'altro, per la seconda volta, era sparito nei meandri delle toilette di quel fin troppo lussuoso ristorante dalle minuscole porzioni decisamente troppo care. In realtà, quello non era neanche il problema principale, ma solo l'ultimo dei tanti che si erano presentati. Tutto era iniziato quel pomeriggio, quando Namjoon gli aveva detto che si sarebbero dovuti incontrare nelle vicinanze del ristorante -ristorante scelto da lui, Jin era rimasto all'oscuro dei piani dell'altro fino al loro incontro- perché "Sarebbe strano uscire insieme dalla stessa casa già dal primo appuntamento, non credi?". Per quanto avesse reputato totalmente stupida la motivazione, si ritrovò costretto ad acconsentire in quanto un cliente del suo catering aveva posticipato di un paio d'ore il colloquio che aveva in agenda per quel pomeriggio. Quindi, decise di prepararsi per la sua serata prima di incontrarsi col cliente e da lì, poi, raggiungere direttamente il più giovane all'indirizzo che gli avrebbe dato. Non sapendo effettivamente dove questo aveva intenzione di portarlo, Jin optò per indossare un pantalone scuro e una camicia perché beh, con un abbinamento del genere non si sbaglia mai. E lui era a dir poco divino con quella camicia bianca. Questa sua sicurezza e convinzione, però, morì nell'esatto momento in cui, una volta concluso l'incontro di lavoro, scese dal taxi che aveva preso quando l'autista gli disse che erano arrivati all'indirizzo che gli era stato comunicato. Non aveva mai sperato tanto di essere affetto da dislessia e di aver letto male il messaggio che Namjoon gli aveva mandato perché andiamo, il ragazzo che conosceva e che gli piaceva non era proprio il tipo di uomo che al primo appuntamento ti porta in un posto del genere. E non lo era nemmeno lui, a dirla tutta. Tantomeno vestito in quel modo, sicuramente la divisa del parcheggiatore -perché quel posto sembrava tanto uno di quelli da parcheggiatori- era molto più elegante di quanto lo fosse lui con quella dannatissima camicia -iniziava pure a pensare che non gli stesse poi così bene, per poi dirsi che no, lui stava bene con tutto, solo che quel tutto non era adatto alla particolare occasione, non come lui aveva creduto fino a qualche minuto prima. Pensò poi che probabilmente non aveva davvero motivo di agitarsi, Namjoon non gli sembrava davvero un tipo del genere ed era sicuro che fosse solo una coincidenza il fatto che si trovasse proprio davanti a quel ristorante dal nome francese, sicuramente il posto dove l'altro aveva intenzione di portarlo era poco più avanti e lui non sapeva di averlo fatto arrivare proprio là per casualità, con quell'indirizzo. Tutta la tranquillità riacquistata, però, se ne andò a farsi fottere quando vide Namjoon arrivare e parcheggiare la bella macchina di Hoseok dall'altra parte della strada. Quando poi lo vide scendere, riuscì a sentire fisicamente la sua tranquillità venire fottuta esattamente lì, accanto a lui. A quanto pareva, il ragazzo non aveva preso in prestito dal suo migliore amico soltanto l'auto, ma anche uno dei suoi elegantissimi e costosissimi completi griffati. Perché era impossibile che Namjoon possedesse una cosa del genere nel suo armadio. L'unica alternativa possibile era che non aveva capito proprio nulla di lui e che il ragazzo che gli interessava in realtà era una persona completamente diversa da quella che credeva.

Ok, doveva ammettere che così elegante era decisamente una visione, in un'occasione diversa avrebbe sicuramente apprezzato di più -magari immaginando come sarebbe stato poi spogliarlo, a fine serata- ma lui era sicuro che quel loro primo appuntamento, per cui era stato in trepidazione per tutto il giorno dalla sera prima, fosse stato tra lui e il vero Namjoon, non un suo sosia che fingeva di essere un elegantone. La cosa peggiore fu che il disagio del ragazzo era tanto evidente da mettere a disagio anche lui -ancora più di quanto già non ci si sentisse, se possibile. Di sicuro ce l'aveva messo il finto sorriso estremamente inquietante, che somigliava più ad una smorfia da colica, che gli aveva rivolto quando lo raggiunse, una volta attraversata la strada. Jin aveva cercato di sembrare il più disinvolto possibile ma, in tutta onestà, non avrebbe mai scommesso nemmeno un centesimo su se stesso. Sorridendogli, cercando di sembrare meno rigido di quanto fosse l'altro, lo salutò con un "Come sei elegante. Non sembri neanche tu" camuffando le sue preoccupazioni con quello che poteva passare per un complimento.

Namjoon, passando dall'avere una postura rigida all'essere un vero e proprio pezzo di legno, gli aveva risposto incerto "Già. Anche tu stai molto bene"

"Avrei cercato di essere altrettanto elegante se mi avessi detto che saremmo venuti in un posto del genere"

"Volevo fosse una sorpresa. Entriamo?"

E sì, ok, non poteva non dire che l'idea della sorpresa fosse stata adorabile da parte sua, davvero, ma questo non cambiava le cose. L'unica cosa che riusciva a percepire, nel ragazzo che aveva di fronte, del Namjoon che gli piaceva era la voglia di darsela a gambe levate. Voglia che era ufficialmente venuta anche a lui, tra l'altro. La situazione, poi, precipitò ancora nel momento in cui furono accompagnati al tavolo prenotato a loro nome dal cameriere -anch'egli vestito meglio di Jin, ovviamente. Vennero subito serviti con una caraffa d'acqua e a quel punto Namjoon, con l'intento di riempirsi il bicchiere, rovesciò metà del liquido sulla tovaglia. Seokjin finse di non farci caso, continuando a guardare il menù cercando una qualche pietanza che non costasse quanto un articolo da gioielleria. O perlomeno di riconoscerne qualcuna, dato che tutte avevano un nome estremamente complicato -e dai, lui cucinava per professione, chi volevano prendere in giro?!

Comunque Namjoon, da quel momento in poi, continuò a combinare disastri, dal cercare di tamponare e asciugare la tavola col suo tovagliolo, facendo così cascare a terra le posate, attirando gli sguardi di tutti gli ospiti della sala, o ancora poggiando il gomito dove era ancora tutto bagnato, inzuppandosi a sua volta. Jin provò in tutti i modi a migliorare la situazione, cercò di aiutarlo e di fargli capire che non faceva nulla -cosa che in realtà non pensava, data la convinzione che in quel posto facessero pagare anche l'acqua a prezzo d'oro. Provò a fare conversazione e di alleviare la tensione (la sua era decisamente un nonnulla in confronto a quella che l'altro emanava) ma si rese conto, quando il più giovane annunciò di dover andare in bagno la prima volta, che non ci sarebbe stato nulla da fare, la serata si era rivelata un disastro prima ancora di iniziare.

Quando il più giovane fece ritorno al tavolo, il cameriere si avvicinò per prendere le ordinazioni e Seokjin si sentì costretto ad ordinare solo un misero antipasto, in barba alla fame che stava sentendo. Non sapeva ancora come si sarebbero divisi il conto, in ogni caso lui non aveva previsto di cenare in un posto del genere e di certo non avrebbe mai costretto l'altro a pagargli una cena che con grande probabilità non si sarebbe potuto permettere. Sospirò desolato quando sentì Namjoon dire che avrebbe preso anche lui lo stesso, chiedendosi come un'idea del genere gli fosse venuta in mente. Nel giro di pochi minuti, poche parole e un'altra caraffa d'acqua rovesciata, stavolta per terra e probabilmente in parte anche sulle scarpe del più giovane, Namjoon si diresse di nuovo ai bagni e lì, Jin si immaginò ritirare quel tristissimo premio per il peggior appuntamento da solo, sicuro che Namjoon ci sarebbe caduto, in quel dannatissimo cesso.

 

Lo vide poi ritornare in sala e, quando si fu seduto sulla sedia di fronte a lui, imbarazzato, gli chiese "Ti senti bene?" indicando le goccioline che scendevano piano ai lati del suo viso -sperava vivamente che si fosse semplicemente sciacquato la faccia, in bagno.

Namjoon si schiarì la gola e poi borbotto "Sì, sì. Sto bene. Tu?"

Jin alzò un sopracciglio, a quella domanda "Non sono io ad essere andato già due volte in bagno, da quando siamo qui"

"E' che... sono nervoso, tutto qui"

Mortificato, non riuscì a trovare le parole adatte a rispondere ad una frase del genere. Poteva capire se avesse detto di essere agitato, lo era stato anche lui, ma nervoso? Quella era decisamente una condizione a dir poco sfavorevole, soprattutto se l'altro la gestiva distruggendo tutto, neanche fosse l'Incredibile Hulk, e chiudendosi in bagno. In ogni caso, non ebbe nemmeno occasione di rispondergli, non subito almeno, dato che il cameriere si intromise, servendogli la loro "cena". Di sicuro, ripensandoci in futuro, avrebbe potuto trovare addirittura il lato divertente, di tutto quello. In quel momento di comico ci vedeva solo il suo ridicolo pensare positivo ma, si disse, altro di certo non poteva fare.

Abbassò lo sguardo, iniziando a fissare il cibo che gli era stato portato. Non riusciva più a sentire nemmeno la fame, era talmente tanto imbarazzato da sentirsi quasi nauseato. A confronto, i problemi che si era fatto per i vestiti non troppo eleganti sembravano solo una sciocchezza. Quando poi sentì Namjoon chiedergli "Non mangi?" si ritrovò a pensare che era proprio vero che al peggio non c'era mai fine. Si chiese perché diavolo non riflettesse mai due volte su quello che gli veniva in mente, prima di aprire quella maledetta boccaccia che si ritrovava e parlare a vanvera. Perché era vero che il più giovane non era stato proprio in sé, quella sera, ma lui se la poteva anche risparmiare la sua risposta "E' che sono a disagio e mi si è chiuso lo stomaco, tutto qua"

Non solo quelle parole suonavano tanto come una presa per il culo al nervosismo dell'altro, ma gli aveva chiaramente detto quanto male stesse andando quell'appuntamento -era sicuro che se ne fosse già accorto ma forse, forse, poteva anche dirlo diversamente. E ok, continuava a credere fosse tutta colpa dell'altro, ma lui aveva decisamente rinunciato a cercare di risollevare la situazione.

A quanto pareva, Namjoon la pensava esattamente come lui. Lo guardò di sottecchi -troppo imbarazzato per farlo direttamente- e lo vide sospirare sconfitto, buttarsi all'indietro, poggiandosi scompostamente allo schienale della sedia, e abbandonare la forchetta, facendola cascare sul piatto rumorosamente, guadagnandosi ancora le occhiatacce degli altri clienti. Da lì in poi, calò un silenzio pesante tra loro, silenzio che si portarono dietro fino a che non decisero di mettere fine a quella sottospecie di cena e uscire da quel posto, discutendo su chi dovesse pagare il conto -vinse Namjoon e Jin si sentì quasi morire. Il senso di colpa, però, non bastò a farlo tacere quando, una volta arrivati alla macchina di Hoseok, Namjoon fece per entrare e lui, guardandolo, si ritrovò a dire "Sarebbe strano anche tornare a casa insieme, oppure?"

L'altro, semplicemente, l'osservò, assumendo un'espressione infastidita a dir poco ridicola, dilatando le narici come l'aveva già visto fare quando battibeccava col suo migliore amico, per poi rispondergli "Se siamo sopravvissuti fino ad ora credo che il viaggio da qui a casa non sia poi un gran problema"

Ma certo. Ci mancava solo questa, adesso gli stava pure dando la colpa, come se fosse stato lui a comportarsi in maniera a dir poco strana per tutta la cena. Fantastico. Sbuffò, per poi seguire l'altro all'interno dell'auto, mettersi seduto sul sedile del passeggero, abbassare il capo e non rialzarlo mai -tranne quando si ritrovò per un attimo a fissare stranito lo stereo, dal quale partì la riproduzione di un cd che riconobbe come uno di quelli di Yoongi- fino a che non arrivarono al loro condominio, senza mai rispondergli. Si dovette mordere la lingua per trattenersi perché insomma, era oltremodo inconcepibile che fosse sua la colpa di tutto quello. Considerando quanto, solitamente, la sua lingua sfuggisse al suo controllo, portandolo a parlare a sproposito la maggior parte delle volte, quello fu praticamente l'unico successo della serata. Successo che ovviamente andò in fumo, perché non poteva proprio fargli passare anche la risata e la battuta seguente, una volta che parcheggiò la macchina al posto riservato al loro loft. Subito dopo aver tirato il freno a mano, infatti, Namjoon iniziò a ridere, per poi dire "Ora ho capito cosa intendevano tutti quando dicevano che sarebbe stato un problema uscire insieme al proprio coinquilino" e a quel punto Jin, come prima, non riuscì a trattenersi dal lanciargli la seconda frecciata "Almeno tu non ti sei ritrovato davanti il clone ancor più disadattato dell'altro tuo coinquilino, stasera"

Riuscì finalmente anche ad affrontarlo, puntandogli con astio gli occhi contro, fissandolo serio. Namjoon, allora, sbigottito e con le sopracciglia aggrottate per la confusione che probabilmente la sua frase gli aveva creato, fece per rispondere con un "Che cosa -" ma lui, avendo intuito cosa stesse per chiedergli, lo fermò, riprendendo a parlare agitato "Oh, non fare il finto tonto, sai perfettamente cosa voglio dire! Cos'è tutto questo?" iniziò a gesticolare, indicando la macchina e i suoi vestiti "Se avessi voluto uscire con Hoseok sarei andato da lui, non credi? Scommetto che anche quel ristorante è stata una sua idea, solo lui poteva metterti in testa che questa fosse una buona mossa! Per non parlare poi del tuo nervosismo! Tanto per iniziare, si può sapere per quale stupidissimo motivo eri nervoso?? E poi andiamo, come accidenti fai a diventare ancora più impedito di quanto tu non sia normalmente??"

Col fiato corto a causa della velocità con cui si era ritrovato a sputargli in faccia quelle parole, continuò a fissarlo, aspettando una sua qualche reazione. Ora, Seokjin era convinto di aver vissuto con quel ragazzo abbastanza a lungo da conoscerne e decifrare tutte le sue espressioni -in fondo lo aveva visto in parecchie situazioni, compromettenti e non. Quella volta, però, non riuscì davvero a capire cosa frullasse in quella testa platinata, e, quando finalmente il più giovane aprì bocca, fu lui a ritrovarsi sbigottito e a corto di parole.

"Scendi"

Jin sgranò gli occhi, sorpreso, e provò a dire qualcosa, qualsiasi cosa, senza però riuscirci fino a che, stupidamente, gli chiese "Come?"

Namjoon sospirò "Hyung, scendi dalla macchina" e lui, sconcertato, non capendo se l'altro fosse offeso o arrabbiato, entrambi o ancora qualcosa di diverso, non poté fare altro se non quello che gli era stato detto. Stupidamente, non avrebbe mai creduto che lo avrebbe lasciato in quel maledetto parcheggio, rimettendo la macchina in moto per andarsene chissà dove.

 

 

---

 

 

Dopo essere rimasto a fissare il posto auto riservato al loro loft per una buona manciata di minuti, nell'inutile speranza che Namjoon tornasse dopo essersi calmato col giretto in macchina che aveva deciso di fare da solo -aveva stabilito che doveva essersi arrabbiato per chissà quale motivo, lui non aveva fatto proprio niente di male- decise di tornarsene a casa, imbronciato e spazientito. Una volta varcata la soglia d'ingresso dell'appartamento, non si degnò nemmeno di darsi un'occhiata intorno per controllare se in casa ci fosse qualcuno, andandosene diretto in camera sua, a testa bassa e strisciando i piedi.

Si buttò a peso morto sul letto, rimbalzando appena sul materasso e, puntando gli occhi al soffitto, iniziò a rimuginare, cercando di capire cosa diavolo potesse essere successo al ragazzo più giovane per aver cambiato atteggiamento in maniera così radicale  in sole ventiquattro ore. Il giorno prima erano stati così bene, benissimo, proprio come una normale coppia, non riusciva proprio a spiegarsi come poteva essersi ribaltata così radicalmente la situazione.

Evidentemente era destino per lui circondarsi di ragazzi inaffidabili e incostanti, non c'era altra spiegazione. In realtà, nemmeno questa cosa poteva avere una spiegazione logica, non se pensava a che persona adorabile in realtà lui fosse. Forse, oltre ad essere una meraviglia di ragazzo, era anche una calamita per gli svitati.

Estraendo con fatica il cellulare dalla tasca dei pantaloni, gemette frustrato mettendosi in piedi, iniziando a pensare a cosa potesse dirgli per convincerlo a tornare a casa, o almeno per convincerlo a starlo ad ascoltare anche solo per telefono -di certo, se si trovavano in quella situazione, non era per colpa sua ma, da come aveva reagito, Namjoon, aveva la vaga sensazione che comunque ce l'avesse con lui. Pensò che forse avrebbe fatto bene a scusarsi, in fondo sapeva di aver detto cose non troppo carine -aveva ragione su tutta la linea ma comunque, come sempre gli diceva Yoongi, "c'è modo e modo per dire la verità, i tuoi monologhi il più delle volte rientrano in quello sbagliato"... O una cosa simile -forse il suo amico diceva pure che la verità non era quella da lui espressa, ma era sicuro che si sbagliasse, il più delle volte.

E magari, se si fosse scusato, avrebbero avuto la possibilità di sistemare le cose e di chiarirsi e, in quel momento, era davvero questo tutto quello che desiderava. Nonostante la pessima serata Namjoon gli piaceva davvero troppo per arrendersi così.

Solo quando si ritrovò il numero del ragazzo davanti agli occhi si rese conto di quello che stava per fare. Per la seconda volta da quando tutto quello tra loro era iniziato, si stava prendendo la colpa di qualcosa che non aveva fatto per cercare di sistemare la situazione. Non voleva che finisse tutto in quel modo, era vero, ma non poteva di certo prendersi la colpa per aver reagito male allo strano comportamento dell'altro! Insomma, poteva anche ammettere di aver agito male il più delle volte, con lui, ma non di certo quella sera! Non del tutto e non per primo, almeno! Era questo che doveva dirgli, decise, e per questo fece per premere la cornetta verde disegnata sullo schermo del suo telefono ma Namjoon lo batté sul tempo. Irruppe nella sua stanza spalancando la porta e Jin, prima ancora di realizzare il fatto che avesse in mano un cartone di pizza e che fosse nella sua tenuta notturna -maglietta bianca e boxer larghi scuri- iniziò a sbraitare, buttando il telefono sul letto "Ah, sei qui! Sappi che ti stavo per chiamare per scusarmi ma non ho più intenzione di farlo! Non ho intenzione di prendermi la responsabilità di nulla, questa volta! Sei stato tu a mandare all'aria il nostro appuntamento e poi a lasciarmi da solo nel parcheggio, io non devo scusarmi di nulla! Tocca a te mettere a posto le cose, io -"

"E' esattamente quello che vorrei fare, se solo tu riuscissi a tenere chiusa quella fogna di bocca che ti ritrovi per almeno un minuto, hyung"

Al sentirgli dire quelle parole, Jin si riscosse e si rese anche finalmente conto di quei dettagli che prima gli erano sfuggiti "Sei in mutande"

Namjoon scrollò le spalle "Hai detto che non era con uno vestito come Hoseok che volevi uscire e beh, io solitamente giro per casa vestito così" sollevò poi il cartone di pizza che aveva in mano e riprese "Prima che me lo chieda tu, questa è la nostra cena, visto che la scelta del ristorante non ti è piaciuta e che non abbiamo praticamente mangiato nulla"

Jin, cercando di ignorare i pensieri poco casti che, come sempre, quel particolare abbigliamento dell'altro gli provocava, si sentì finalmente sollevato, sorridendo di nuovo come aveva fatto prima all'idea di uscire col ragazzo che gli stava davanti.

 

 

"Te l'ho detto, Hoseok al college alloggiava nel mio stesso dormitorio ma eravamo in camere diverse. Non mi sono reso conto della sua esistenza fino al giorno in cui me lo sono ritrovato in stanza"

Si erano seduti per terra, le schiene di entrambi appoggiate al letto del più grande, le gambe stese in avanti e il cartone di pizza -ormai a metà- in mezzo a loro, riuscendo finalmente a chiacchierare amabilmente, esattamente come Jin si era immaginato di fare quella sera, raccontandosi a vicenda aneddoti delle loro vite passate. A quelle parole Jin scoppiò a ridere, buttando indietro la testa per poi chiedere, una volta controllata la crisi "Che cosa ci faceva in camera di uno sconosciuto?"

"Ah non  ne ho idea" disse, scrollando le spalle come se niente fosse "In ogni caso, una volta iniziato a conoscerlo, quella non è stata di certo la cosa più strana che ha fatto"

"Immagino" sbuffò ancora una risata e poi chiese curioso "Come ha fatto a diventare il tuo migliore amico dopo una cosa del genere?"

Namjoon sembrò pensarci un attimo e poi, sospirando, disse "Non lo so. Credo lui sia rimasto perché non l'ho trattato male e io l'ho fatto rimanere perché sembrava avesse bisogno di qualcuno con cui stare -tu non puoi davvero capire quanto fosse disadattato, aveva scritto in fronte 'Non sono mai riuscito a comunicare con un altro essere umano'" Fece un attimo di pausa e poi riprese divertito "E' per questo che è così ossessionato dagli idol, guardare quei programmi di Mtv era tutto quello che faceva durante il tempo libero, l'ha fatti diventare il suo sogno erotico"

Jin arricciò il naso "La cosa da carina si sta trasformando in disgustosa, sappilo"

Dopo aver ingoiato un ultimo pezzo di pizza -pensò seriamente che avrebbero dovuto prenderla più spesso lì, anche se non sapeva dove fosse- sorrise leggermente, sollevando solo uno degli angoli delle labbra "Era così che avevo sognato andasse la nostra serata"

"Sul pavimento della tua stanza e con me in mutande?"

"No, questa nella mia testa doveva essere la conclusione" a quelle parole fu Namjoon a ridere di gusto e si ritrovò a guardarlo attentamente e rapito, pensando che una scena del genere avrebbe potuto guardarla anche per il resto della sua vita. Voleva davvero che fosse una cosa possibile, voleva davvero che tra loro funzionasse "Possiamo parlare di quello che è successo?"

L'altro fece per aprire bocca ma Jin, come sempre, non gli diede il tempo di emettere alcun suono "Io davvero non me lo spiego, riusciamo a stare così bene insieme! A volte mi sembra di non aver nemmeno bisogno di parlare, riesci a capirmi solo con uno sguardo e credo davvero che questa sia la premessa perfetta per noi, quindi non riesco proprio a capire cosa ti sia preso prima! Ok, discutiamo spesso, questo è vero, ma devi ammettere che è una maledettamente eccitan-"

"Hyung. Lo stai facendo di nuovo"

Si morse la lingua, per l'ennesima volta in quella sera, e si impegnò con tutto se stesso per riuscire a stare zitto. Riuscì comunque ad implorarlo con gli occhi e a quel punto, dopo un sospiro pesante, l'altro iniziò "Ero nervoso, non c'è davvero molto altro da dire"

"Ma perché?? Anche io ero un po' agitato, ma l'agitazione va bene!"

Namjoon lo guardò stralunato "Che differenza c'è, scusa?"

Jin allargò le braccia, come a dire quanto fosse palese la risposta a quella stupida domanda "La mia era un'agitazione d'aspettativa, il tuo era nervosismo da mi trasformerò in una bestia verde e distruggerò tutto quello che mi capita tra le mani!" lo guardò, ancora, e poi aggiunse "Non credo di aver mai fatto così tante figuracce in un luogo pubblico in una sola volta"

Il più giovane sospirò di nuovo, stavolta sconfitto "Ok, se la metti così potresti anche aver ragione"

"Certo che ce l'ho!"

"Ci risiamo" si guardarono per un po' fino a che Namjoon non alzò gli occhi al cielo e si buttò all'indietro, accasciandosi completamente contro il letto "Hyung, l'hai capito che questo era il primo appuntamento della mia vita adulta, sì? Mi sento come se non sapessi più come comportarmi! Ero totalmente nel panico, volevo dimostrarti di avere anche io delle cose da offrirti, volevo poter competere con il tuo ex!"

Jin, col cuore che martellava forte contro il suo petto e le farfalle nello stomaco, cerco di impegnarsi con tutto se stesso di non scoppiare a ridere dopo aver sentito la cosa più bella che gli avessero mai detto "Tu invece ti rendi conto che viviamo sotto lo stesso tetto ormai da mesi, vero? Non abbiamo bisogno di attraversare la fase in cui si finge di essere migliori solo per fare una buona impressione"

Sospirò e poi, dopo essersi mordicchiato appena il labbro inferiore, riprese "Ti prego, smettila di farti tutti questi problemi, ok? So perfettamente chi sei e mi piaci così, non voglio altro"

Mentre Namjoon abbassava lo sguardo, sussurrando un ok che Jin non avrebbe mai potuto sentire se non gli fosse stato così vicino, lui allungò una mano, intrecciando le dita con quelle dell'altro, riprendendo a parlare "E per la cronaca, se vuoi competere con Hyosang, sappi che hai già vinto da un pezzo"

Allora il più giovane alzò la testa velocemente, con un sorrisetto divertito e lo sguardo curioso "Davvero?"

Annuì, per poi arricciare le labbra, divertito a sua volta "Ma non ti montare la testa, sei partito avvantaggiato per la questione del tradimento. Se vuoi un merito devi darlo solo alla tua fossetta"

Dopo che entrambi ebbero riso appena, Jin, soddisfatto, si ritrovò a chiedere "Ora, se tu e le tue stupide paranoie siete d'accordo, vorrei passare alla conclusione che mi ero immaginato"

E mentre Namjoon gli si faceva più vicino, sorridendo e con la sua fossetta in bella mostra, Jin sperò davvero che da quel momento in poi le cose sarebbero state più facili, non ci aveva mai messo tanto per riuscire a farsi baciare durante un appuntamento.

 

Almeno il premio per il peggior primo appuntamento potevano anche passarlo a qualcun altro, a quel punto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera a tutti ^-^

Io... Non so davvero cosa dire. Giuro che non potete rendervi conto di quanto stia male per la situazione che vi ho precedentemente spiegato. Mi era passata la voglia di pubblicare e non sto scherzando.

Ma, dopo aver parlato con una certa personcina (mio caro Ji, non smetterò mai di ringraziarti per l'aiuto), mi sono messa in parte l'anima in pace e ho deciso di provare nonostante tutto.
Spero davvero che l'errore venga capito. Non era mia intenzione, non avrei mai fatto una cosa del genere intenzionalmente e non lo dico tanto per dire, ci sto male sul serio.

Comunque, sperando nella vostra comprensione, mi auguro che il capitolo almeno un po' vi sia piaciuto (∩-∩)

Per il prossimo aggiornamento non posso garantire nulla, tutto dipende da quanto riuscirò a scrivere questa settimana〜abbiate pazienza, questo periodo è un disastro *cade*

 
Ovviamente, come sempre voglio ringraziarvi tutti. Chi legge, chi segue e preferisce e chi dedica parte del suo tempo nel recensire 'sta roba ♥ Grazie ♥

 

Buonanotte a tutti *-*

 
Alla prossima (spero),
YoongiYah

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** XVII - Namjoon ***


Chiaramente, a causa della mia melodrammatica crisi, la settimana scorsa mi sono scordata di dirvi che i fatti narrati nel quindicesimo e nel sedicesimo capitolo sono più o meno contemporanei. Forse è inutile dirlo adesso, ma è una cosa che comunque tenevo a specificare.

A dopo, se riuscite a sopravvivere a questa schifezza di capitolo xD

 

 

 

 

 

 

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Namjoon, giorni dopo il loro primo fallimentare (almeno in parte) appuntamento, era ormai giunto alla conclusione che la sua nuova vita di coppia coabitante gli piaceva, molto più di quanto avesse mai creduto. Non era ancora riuscito a mettere da parte nessuno dei suoi dubbi e non capiva cosa ci facesse con lui, ma Seokjin era davvero il ragazzo perfetto. Era gentile, attraente e divertente, incredibilmente fastidioso e fottutamente eccitante allo stesso tempo e per gli stessi motivi -rischiava seriamente un’emicrania al giorno, ma alla fine lo hyung sapeva anche farsi perdonare- e il suo voler essere indispensabile nella vita del prossimo l'aveva portato a diventare molto, molto servizievole nei suoi confronti. Quella mattina, ad esempio, stava preparando la colazione per tutti i coinquilini del loft (più Yoongi, chiaramente) e ancor prima di alzarsi dal letto, l'aveva svegliato con un morbido e dolce bacio sulle labbra per poi chiedergli “Cosa vuoi che ti prepari, stamattina?”

Ok, per quanto gli fossero sempre piaciuti quelli che definiva “bravi ragazzi”, l'essere un ometto di casa non era tra i requisiti più importanti per lui, ma doveva ammettere che dopo tutti quegli anni passati da scapolo l'essere viziato in quella maniera gli piaceva. E anche parecchio.  Da quando stavano insieme, le sere in cui aveva il primo turno al pub, trovava sempre una squisita cena preparata solo per lui, con Jin, se non doveva lavorare a sua volta, che lo aspettava sorridente, pronto a fargli compagnia, ad ascoltarlo e ad aiutarlo a calmare i nervi. Quando invece rientrava in casa tardi, lo trovava sul suo letto, spesso addormentato, ma sempre animato dall'intento di aspettarlo sveglio. Erano piccole cose, nessuna plateale e smielata romanticheria -come quelle con cui ad Hoseok piaceva sorprendere Yoongi- ma queste piccole cose stavano riempiendo la sua vita in modo tale da non potersi più immaginare senza ognuna di esse. O senza Jin.

Cercò con tutte le sue forze di reprimere il sorriso che spontaneamente tentava di nascere sul suo viso a quel pensiero, mentre osservava il più grande cucinare la prima colazione per tutti -waffel per loro due (perché era stata quella la sua risposta) e uova e pancetta per tutti gli altri- stando seduto sull'isola della cucina. Più volte, in quei giorni, si era ritrovato a pensare di essere in qualche modo… felice... e ogni volta il suo stupidissimo cuore prendeva a battere in maniera inutilmente veloce e no, non era proprio il caso di farsi vedere in quello stato. Gli piaceva la reputazione del tipo burbero, non poteva di certo farsi sorprendere mentre col cuore in mano scriveva stupide poesie d'amore da dedicare al suo coinquilino. Per il buon umore poteva benissimo incolpare il sesso rientrato prepotentemente a far parte della sua quotidianità, o quasi -quello era decisamente un punto a favore dell’avere una relazione con la persona che abita sotto il tuo stesso tetto.

Scoprì presto, però, che il suo tentativo era andato in fumo quando il più grande, girandosi nella sua direzione per prendere il sale, lasciato proprio sull'isola in precedenza, guardandolo, gli sorrise calorosamente a sua volta, per poi chiedere “Cos'hai da sorridere?”

Fece finta di niente, scrollando le spalle e rispondendo vago “Non sto sorridendo”, sperando che l'altro chiudesse lì la faccenda. O almeno che non potesse distogliere ancora a lungo lo sguardo dalla padella che sfrigolava sul fornello acceso. Purtroppo per lui, però, la mossa successiva di Jin fu quella di spegnere il fuoco, per poi rivolgere tutta la sua attenzione a lui, avvicinandosi e poggiando le mani sulle sue cosce semi scoperte dal pigiama -o boxer, aveva poca importanza, ci dormiva troppo bene.

“Dovresti dirlo alla tua faccia, allora”

Cercò di rimanere impassibile e di portare avanti il suo intento, anche se le mani del più grande si stavano rivelando una distrazione fin troppo difficile da ignorare -seriamente, si stava rammollendo per qualche moina e non era tollerabile.

“Dillo tu alla tua faccia”

“Io non ho niente da dire alla mia faccia. Ma l'hai vista? È perfetta!”

Namjoon, a quel punto, non poté fare a meno di sospirare, arrendendosi all'evidenza “Dio, non so se sopporto di meno il tuo narcisismo o il fatto che tu abbia ragione”

Fu Jin, a quella sua risposta, a sollevare leggermente le spalle “Sicuramente la seconda, adori il mio narcisismo”

“Adoro di più le tue labbra quando sono impegnate a fare altro piuttosto che elogiare la tua persona”

“La mia meravigliosa persona”

“Seokjin. Stai zitto e baciami”

La realtà era che quei piccoli battibecchi lo divertivano, adorava sul serio l'egocentrismo dell’altro, l'aveva sempre fatto, era davvero convinto che una persona come lui non potesse mai essere noiosa, ma alimentarlo, dirgli quello che davvero pensava -cioè ammettere di essere d'accordo con lui- era sicuramente la cosa più dannosa che avrebbe mai potuto fare. Aveva anche scoperto, però, che gli piaceva molto quando diventava autoritario. Spesso non gli dava udienza solo per stuzzicarlo, ma in certi momenti, momenti come quello (in cui si erano già stuzzicati a sufficienza) non esitava quasi mai a dargli quello che voleva -più per assecondare le proprie voglie che altro ma ehi, chi poteva davvero lamentarsi. In fondo le voglie di uno erano molto spesso le voglie di entrambi.

Riuscì, comunque, a godersi per poco il momento: Jin che, facendo pressione sulle mani, ancora poggiate sulle sue cosce, si alzava in punta di piedi, per arrivare alla sua stessa altezza (era ancora seduto sull'alto ripiano dell'isola della cucina) e per far incontrare le proprie labbra carnose con le sue. Durò solo un attimo, ovviamente, perché se in quei giorni aveva avuto modo di scoprire di amare la sua nuova vita con Jin, aveva avuto modo di scoprire anche il fatto che, in quel dannatissimo loft, non si poteva avere mai, proprio mai, un fottutissimo minuto di privacy. Infatti, il loro momento idilliaco, venne interrotto senza alcuna pietà dall’odiosissima voce di Yoongi “Sono le sette e mezza di mattina, praticamente l'alba, è troppo presto per far vedere ai miei innocenti occhi una cosa così schifosa. Potreste evitare di farlo in cucina?”

Namjoon si voltò di scatto, per guardare il ragazzo biondo strisciare pigramente sulla sedia della loro cucina di cui si era appropriato e versarsi del caffè -il loro caffè- su una delle loro tazze, mentre continuava a parlare “Seriamente hyung, ti preferivo con Hyosang”

Se Jin si limitò semplicemente ad alzare gli occhi al cielo, sibilando uno “Yoongi!” d’avvertimento, Namjoon non riuscì proprio a tacere, non quella volta “Innanzitutto, in quale universo fantascientifico i tuoi occhi sarebbero innocenti? E poi, perché diavolo sei ancora qui?” si girò verso il più grande, che era ancora incastrato tra le sue gambe, è ribadì la domanda “Perché è sempre qui?” Riportò l'attenzione su Yoongi, che almeno non aveva la faccia abbastanza tosta da ignorarlo, rispondendo al suo sguardo, e riprese ancora “Non ce l'hai una casa tua? Un altro posto dove stare o qualcosa da fare? Non sei un fottutissimo trainee? Dovresti passare la vita ad esercitarti per chissà cosa, non a fare sesso con Hoseok e a rompere le palle in casa mia!”

Non fu mai stato tanto veloce a passare dalla parte del torto e a rendersene conto. Seokjin si allontanò da lui di scatto, gli diede le spalle e prese tutto quello che c'era da portare a tavola. Poi, mise in malo modo il piatto coi waffel davanti alla sua sedia e, dopo essersi seduto -il suo posto era tra lui e Yoongi, ma spostò la sedia in modo da stare molto più vicino al suo amico che a lui- gli disse “Prego, affogatici”

Sospirando mentalmente per non farsi sentire, tanto per non dare al più grande un ulteriore motivo per avercela con lui, scese dall'isola per raggiungerli al tavolo, sedendosi scompostamente e fulminando Yoongi con lo sguardo, ancora una volta senza farsi vedere da Jin. L’altro, invece, non rispose. Con sua enorme sorpresa, distolse lo sguardo, iniziando a riempire il piatto di Hoseok per poi versargli del caffè. Namjoon, guardandolo, alzò gli occhi al cielo, pensando a quanto gli sarebbe piaciuto andare avanti con la sua tirata perché seriamente, non poteva davvero bastare l'essere gentile col ragazzo con cui andava a letto se poi pretendeva di stare in casa loro, a spese loro e prendendolo anche in giro, sbattendogli in faccia di prima mattina la vecchia relazione del più grande. Però, sapeva anche che una delle regole del bravo fidanzato era quella di non trattare male gli amici del partner, per quanto fastidiosi potessero essere, e, considerando il precedente augurio di morte da parte di quest’ultimo, probabilmente lui quel giorno aveva fatto abbastanza per una vita intera, quindi, si disse, sarebbe stato meglio tacere, per il bene della sua incolumità. Almeno non si era fatto sentire da Hoseok, quello sarebbe stato un ulteriore attentato alla sua vita.

Il suo migliore amico, d’altro canto, sembrava abbastanza occupato a pensare alla sua, di incolumità. Infatti, li raggiunse in quel preciso istante, come sempre vestito in maniera impeccabile, pronto per l'ennesima giornata di lavoro in ufficio, e, come di frequente era accaduto negli ultimi giorni, con Taehyung alle calcagna, che lo supplicava nel tentativo di parlarci. Entrarono rumorosamente nella stanza, mettendo fine a quel silenzio ricco di tensione che si era creato tra loro tre e rendendoli partecipe del tentativo di conversazione del più giovane “Hyung, ti prego, rispondimi! Voglio solo sapere se è vero che sei allergico a tutte le cose che mi hai detto!”

Hoseok, come al solito, mentre si sedeva accanto al suo Yoongi, lo liquidò velocemente, senza prestargli davvero attenzione “Certo che è vero. Sono allergico a tutto, anche al disordine. Vai a pulire la tua stanza” e, una volta accomodato, sistemandosi la giacca per non farla sgualcire -quando faceva in quel modo Namjoon aveva solo voglia di prenderlo a sberle, il più delle volte- alzò lo sguardo per poi sorridere nella direzione sua e di Jin per salutarli con un “Buongiorno ragazzi”, prendendo ad ignorare Taehyung e il suo “Hyuuuuuung!” praticamente ululato.

Jin, con la bocca piena, si limitò a sorridergli. Namjoon, guardando la scena, alzò per l'ennesima volta gli occhi al cielo -considerando l'ora l'aveva fatto e visto fare decisamente troppe volte, di già- e, meno educatamente del suo compagno, rispose “Non mi pare proprio, ma ok”

Vide Hoseok aggrottare le sopracciglia, perplesso, e girarsi verso Yoongi. Concentrandosi su di loro, sperando che nessuno spifferasse niente e di non dover subire anche il rancore del suo migliore amico, non vide arrivare lo schiaffo sul braccio da parte di Jin. Il suo diventare quasi manesco quando era di malumore era decisamente una delle poche cose di lui che davvero non sopportava. Non ci aveva mai dato peso, non finché le sue vittime erano gli altri (vederlo colpire Hoseok era stato bellissimo) ma ora che, per la prima volta, era lui quello che veniva colpito, se ne stava rendendo conto. Si girò verso di lui, senza dire una parola ma cercando trasmettergli, con la sua sola espressione, la voglia di capire cosa cazzo gli fosse preso di punto in bianco. Insomma, in quel momento era stato sgarbato col suo amico, lui non c'entrava proprio nulla. Il più grande, per tutta risposta, si limitò a guardarlo male per un solo secondo per poi far finta che nulla fosse successo. Hoseok, guardando prima loro e poi Yoongi, che invece stava a testa basta, giocherellando con la forchetta col cibo che aveva sul piatto, si decise a chiedere “C’è qualcosa che non va?”

Dopo essersi spostato, garantendosi una distanza di sicurezza dal braccio di Jin, Namjoon, si premurò di rispondergli “Ma no, ti pare!”

Taehyung, comunque, nonostante la scena che gli si era parata davanti, non si diede per vinto “Hyung, io vorrei davvero parlarvi di una cosa importante”

Nessuno gli rispose, ovviamente. Namjoon era troppo preso dal borbottare tra sé e sé anche solo per rendersene conto, in ogni caso. Hoseok, invece, si alzò di colpo, si diresse verso il corridoio per poi tornare indietro. Vedendolo con la sua ventiquattrore e quello che riconobbe come il piccolo bagaglio a mano del set da viaggio del suo amico, capì ovviamente che era andato a recuperare quella roba in camera sua.

“Ce lo dirai un'altra volta Tae, sì?”

“Hyung, sono giorni che mi dici cos-“

Guardò, ormai rapito da quello scambio di battute, Hoseok zittire il più giovane con la mano, tendere la borsa a Yoongi e poi dirgli “Dolcezza, queste sono le cose che hai lasciato in camera mia ultimamente, puoi riportarle a casa. Devo accompagnarti da qualche parte?”

Con la coda dell'occhio Namjoon vide Jin sgranare gli occhi, allarmato. Yoongi, d'altronde, si limitò a guardare quello che probabilmente era il suo ragazzo impassibile, per poi alzarsi in piedi e dire, dopo aver afferrato le cose bruscamente, praticamente strappandole di mano all'altro “Va bene, ho ricevuto il messaggio. Tranquilli, me ne vado subito”

E detto questo se ne andò sul serio, sbattendo con forza la porta una volta uscito dal loft. Jin, allora, si alzò velocemente anche lui, seguendolo e urlando “Siete due cretini!”

Namjoon, sbattendo le palpebre, allibito, si chiese come tutti quegli anni di convivenza con la regina del dramma non lo avessero comunque preparato ad un inizio di giornata del genere. Avrebbe voluto fermarlo, sul serio, ma era veramente troppo sconcertato per riuscire a muovere un solo muscolo. Evidentemente, comunque, non era il solo ad essere in quello stato. Hoseok, con la bocca spalancata, fissava la porta principale, chiaramente sotto shock. Gli ci volle un po’ per girarsi verso di lui è riuscire a chiedere “Ma cosa… Cos'era tutto quello?”

“Se non erro, io ho chiesto al tuo ragazzo di andarsene, tu l'hai praticamente buttato fuori di casa e il mio ragazzo si è convinto per questo che siamo cretini”

“Perché mai avrei dovuto mandare via Yoongi? Gli ho solo ridato le sue cose, erano in camera mia!”

“E in camera tua ci devono stare solo le tue cose, giusto?”

Hoseok allargò le braccia, con fare ovvio, come se quello fosse abbastanza come risposta. Poi, lo vide illuminarsi, di colpo “E tu perché gli avresti chiesto di andarsene?”

Namjoon sentì chiaramente la sua voce farsi stridula, proprio nel momento in cui si rese conto di essere fottuto “È sempre qui, Hoseok! Sempre! E mi dispiace, capisco che il suo essere stronzo abbia fatto breccia sul tuo debole cuoricino, ma io proprio non lo sopporto, ok?”

“Questo non ti dà il diritto di dirgli di andarsene!” gli si avvicinò, assottigliando gli occhi e parlando con calma. Non era credibile, era vero, ma era comunque abbastanza pazzo da riuscire a metterlo in parte in soggezione “Questa è anche casa mia e lui sta con me, cerca di fartelo andare bene. Io adesso vado al lavoro, se la cosa non si risolve entro stasera sappi che andrò fuori di testa e sarai tu a doverne subire le conseguenze” e se ne andò così anche lui, sbattendo nuovamente la porta, che questa volta lo fece sobbalzare dalla sedia su cui era ancora seduto.

Bene, non aveva infranto solo una delle regole del bravo fidanzato, ma anche una di quelle del buon amico. Non era proprio fottuto, come aveva pensato prima. Si era fottuto con le sue stesse mani.

“Hyung”

Si ricordò solo in quel momento della presenza di Taehyung in quella stanza, proprio accanto a lui. Si girò con calma, per dargli per la prima volta da quando si era unito a loro quella mattina l'attenzione che aveva richiesto più volte. Lo vide imbronciato, chiaramente scontento “Io volevo davvero parlarvi di una cosa importante”

“Tae – “

“E poi a me piace Yoongi hyung!”

E cosi se ne andò anche lui, chiudendosi in camera sua e sbattendo anche lui quella porta.

Fantastico, aveva fatto strike. Peccato che non c'era alcun premio per lui per aver fatto arrabbiare tutti i suoi coinquilini.

 

 

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Quello stesso pomeriggio, Namjoon si rese conto di quanto si fosse effettivamente rammollito, nell'ultimo periodo. Se prima gli piaceva starsene da solo in casa, avere la tv tutta per sé, starsene seduto sul divano, mangiandoci sopra e sbriciolando ovunque senza troppi pensieri, con tanto di piedi poggiati sopra al tavolino da caffè -immagine che avrebbe di sicuro provocato le lamentele di Jin e un infarto ad Hoseok- quel giorno, invece, non aveva fatto altro che girovagare per tutte le stanze di casa, sembrando un'anima in pena, col cellulare sempre a portata di mano nel caso in cui il più grande si fosse fatto sentire. Lui, dal canto suo, gli aveva mandato solo un messaggio, tanto per non fare la figura del disperato, ma dopo un solo secondo se ne era pentito, pensando che una stupida emoticon con le guance arrossate non fosse poi un gran messaggio in quel caso. O in qualsiasi caso.

Ma in cosa diavolo si era trasformato?

Comunque, era ormai quasi ora del rientro a casa di Hoseok e la situazione non sembrava essersi risolta, affatto, considerando il silenzio tombale da parte di tutte le persone coinvolte. Per tutta la giornata il suo telefono aveva ricevuto una sola chiamata e non era proprio quella in cui sperava. O che si sarebbe mai aspettato. E fu proprio quella a fargli trovare un apparente pace esteriore, o meglio, a stordirlo tanto da farlo mettere seduto sul divano, rigido e immobile, e rimanere lì, fino al rientro a casa del suo migliore amico. Quest'ultimo, ebbe la gioia di constatare, era visibilmente preda della sua follia. Travolse praticamente la porta e, in contraddizione alle sue solite abitudini, gettò scompostamente giacca e valigetta da una parte;  lo raggiunse con due sole falcate e gli schiaffò il suo costoso smartphone di ultima generazione in faccia “Dieci chiamate, venti messaggi e sette note vocali. Tutti ignorati! Tutti! Alla ventunesima chiamata ha spento il telefono. Devi fare qualcosa Namjoon, adesso!”

Lo spinse via, rimanendo seduto e senza metterci troppa forza “Hoseok, io sarò anche stato sgarbato ma è con te che Yoongi è arrabbiato”

“Ma io non ho fatto niente!”

“E io non posso fare niente, se non cercare di risolvere con Jin -stanno usando la stessa tattica, tra l’altro”

“Ma io –“

“Dì ancora che non hai fatto niente e ti prendo a calci in culo”

A quel punto, imbronciatosi, si sedette accanto a lui. Rimasero in silenzio per un po' fino a che Hoseok non si decise a parlare ancora “Quindi non sai neanche tu dove sono andati”

Namjoon, ancora irritato, mugolò soltanto, sperando che l’altro capisse tutto quello che c’era di sottinteso, ovvero che chiaramente non lo sapeva, era inutile rimarcare l'ovvio, chiudi quello schifo di bocca. Lo guardò con la coda degli occhi accavallare le gambe e, a quel punto, incominciare a battere freneticamente il piede poggiato a terra, facendo così muovere tutto il divano. Nonostante la voglia di infilzargli una qualsiasi cosa appuntita su quella maledetta coscia, lo lasciò perdere, sospirando profondamente prima di riprendere a parlare “Mi ha chiamato l'idiota, prima”

Hoseok, con espressione confusa, si girò verso di lui, solo con la testa sbattendo ancora velocemente il piede a terra “Non stai parlando di me, giusto?”

Quella era la giornata più difficile che avesse mai dovuto affrontare, ufficialmente “Lo so che idiota è il modo in cui più spesso ti senti chiamare, lo so, ma mi pare scontato dire che adesso non sto parlando di te”

“Ok, l'ho chiesto solo per sicurezza”

Esasperato, Namjoon decise che sarebbe stato meglio ignorare tutto quello e ripartire dal principio “Mi ha chiamato il mio capo, prima. Mi ha chiesto di tenere in considerazione l'idea di diventare suo socio. Dovrebbe trovarne uno comunque ma preferirebbe fossi io”

“Vorrei dirti che sono felice per te, ma sono troppo arrabbiato per riuscirci”

Alzò gli occhi al cielo -di nuovo- e gli rispose “Non devi essere felice per me. Cioè, è una stupidaggine, no?”

Vide Hoseok stringere le labbra in una linea sottile e capì che stava arrivando quello che più temeva e allo stesso tempo voleva -alla fine era per quello che finiva sempre per raccontargli tutto.

“Io trovo più stupido il fatto che tu stia per buttare al vento la tua ennesima occasione solo perché te la fai sotto”

“Disse la pazzia fatta a persona”

“Io no-“

Siete patetici

Spuntato fuori dal nulla, chissà quando, Taehyung si mise in mezzo, interrompendo Hoseok, guardandoli con occhi arrabbiati, come mai aveva fatto prima. Avanzò verso di loro, fino a che non gli si parò davanti, e a quel punto riprese a parlare, con astio, sorprendendo Namjoon più di qualsiasi altra cosa fosse successa da quando si era svegliato quella mattina. O negli ultimi anni. Sul serio, non credeva nemmeno che quel ragazzino potesse arrabbiarsi. Indicando Hoseok, cominciò “Tu, sei patetico perché hai la fortuna di stare con un ragazzo come Yoongi hyung e non ti sei nemmeno accorto di cosa sta passando adesso. E tu” si voltò nella sua direzione, facendo una smorfia che gli sembrò quasi disgustata “io davvero non capisco quale sia il tuo problema. Hai tutto. Hai un ragazzo fantastico e la possibilità, per la terza volta da quando ti conosco, di avere un lavoro migliore e che fai? Rovini ogni cosa e ti tiri indietro senza averne un valido motivo?”

Si fermò e riprese fiato, solo per un attimo, senza dare il tempo a nessuno di loro di potersi difendere. Non che potessero farlo, Namjoon non era mai stato tanto sconvolto in vita sua “Volete sapere io che cos'ho? Ho Jimin, che mi considera il suo migliore amico nonostante sappia quanto mi piaccia e quanto vorrei stare con lui; ho Jungkook, che sta con Jimin grazie a me e che non posso nemmeno odiare perché mi sta aiutando con Donut e perché è anche simpatico, accidenti a lui! Poi ho l'esame d'inglese tra una settimana e verrò sicuramente bocciato perché non capisco una sola parola scritta in quel maledetto libro" si fermò solo per sospirare affranto, e poi riprese "E nonostante tutto questo potrei essere la persona più felice del mondo se potessi portare qui il mio cane e farlo stare con me! È tutto quello che voglio, un cane! E non posso averlo perché voi due patetici siete troppo occupati ad incasinare le vostre vite dal nulla per ascoltarmi!”

Era prevedibile, alla fine, si ritrovò costretto a pensare. Non la sfuriata, a quella non riusciva ancora a credere, ma il fatto che volesse portare qui quel cagnolino, effettivamente, lo era. Tra l'altro, lui già lo sapeva, se gli avesse davvero dato un minimo di attenzione in più ci sarebbe potuto arrivare da solo. E in fondo a lui del cane non importava davvero nulla, era sinceramente più preso da quello che gli aveva detto prima -il non avere un valido motivo per mandare all'aria la sua vita, insomma. E anche da un vago senso di colpa -come poteva non essersi accorto di quanto Tae fosse giù, nell'ultimo periodo?

“Per Donut, io sono costretto a dirti che sono d'accordo con Jin hyung, qualsiasi cosa ti dirà”

“Jin hyung ha già detto di sì. Sono bastati gli occhi dolci e la promessa che avrei aiutato di più a mantenere pulito il loft, con lui!”

C'era da aspettarselo, cedere per le ruffianate del bambino era così da Seokjin. Sorrise appena, ignorando quanto la cosa avesse fatto accelerare il battito del suo stupido cuore “Ok. Se vuoi ti aiuto a studiare per l'esame, da domani”

Guardandolo ancora con sguardo truce, incrociando le braccia al petto, gli rispose “Grazie, sarebbe molto carino da parte tua”

Considerando l'adorabile risposta, gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia, se non fosse stato per la sua espressione. O per Hoseok, che finalmente prese parola “Se Donut è il cane, dato che non è stato specificato, io in casa mia non ce lo voglio”

“Fregato, hyung” con una smorfia che probabilmente doveva essere un sorriso beffardo, riprese “Questa è anche casa mia, non ho intenzione di arrendermi solo per le tue stupide fissazioni. Siamo tre contro uno, fattelo andare bene”

E detto questo, usando con furbizia le stesse parole che l'altro aveva usato quella stessa mattina, girò sui tacchi e se ne andò, uscendo dal loft e lasciandosi alle spalle un Hoseok completamente sbigottito. Namjoon, invece, si ritrovò a ridere sotto i baffi della cosa “Beh, ci siamo fatti dare una lezione da Pantofole a coniglio. Un po’patetici lo siamo sul serio”

“Non ho intenzione di aprire le porte di questa casa ad un cane pronto a distruggere tutto quanto. Il contratto d’affitto è a nome mio, decido io”

Sospirò, spazientito “È da quando abitiamo qui che ti sento usare questa scusa per far andare le cose come vuoi tu. L'affitto lo paghiamo tutti e quattro allo stesso modo, prova ad essere tu a cedere per una volta”

Si ritrovò gli occhi del suo migliore amico, ridotti a due fessure, scrutarlo. L’assurdità di quella giornata stava diventando ridicola, a quel punto. Lo diventò sicuramente quando poi l'altro disse “Siamo in crisi, Nam. Da adesso è ufficiale”

Lo guardò poi recuperare le sue cose ed andarsene, spaventato da quella calma che esteriormente mostrava, anche se era convinto che in realtà la crisi, in quel momento, la stava vivendo nella sua testa. Lo lasciò perdere, comunque. Hoseok non era il tipo che si teneva tutto dentro, probabilmente di lì a poco sarebbe esploso promettendo distruzione. Per quella sera, comunque, lui aveva altro a cui pensare.

 

 

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Prima di uscire per andare al pub, Namjoon aveva mandato un messaggio a Jin, dicendogli che aveva davvero bisogno di parlargli. Sperava che, ad un certo punto del suo turno, il più grande si fosse presentato al locale, così da potergli parlare direttamente lì. Purtroppo, però, così non fu e si era ritrovato a controllare più volte il telefono, cosa che al lavoro non faceva mai, trovandoci i soli messaggi di Hoseok, che si alternavano tra la disperazione per quanto il mondo fosse ingiusto con lui e l'ira furiosa col sopracitato mondo, avendo in quel modo la certezza che l'esplosione che temeva era in realtà avvenuta. Con la nuova speranza di ritrovare il suo hyung sveglio a casa (quella sera non doveva lavorare fino a tardi) cercò di non allarmarsi troppo -in fondo se c'era qualcosa che tutto quello che era successo prima tra loro gli aveva insegnato, era proprio che lui e Jin non potevano proprio ignorarsi per troppo tempo -anche in questo caso, stare col proprio coinquilino poteva avere i suoi vantaggi. O degli enormi svantaggi, oramai non sapeva più dirlo con certezza- riuscendo a sopravvivere fino alle undici e mezzo, orario in cui il suo turno finiva. Non avrebbe mai creduto, nonostante tutti i ragionamenti fatti, di trovarlo ad aspettarlo seduto a tavola, con tanto di cena pronta solo per lui. Incredulo, non poté fare altro che corrergli incontro, sedersi accanto a lui e prendergli una mano, stringendola leggermente mentre gli diceva “Hyung, ti giuro che farò tutto quello che vuoi, chiederò scusa anche a Yoongi per te, ma non tenermi ancora il muso, per favore”

“Quindi puoi anche supplicare. Bene, mi piace la cosa. Yoongi aveva ragione, la sua tattica funziona”

Cercò con tutte le forze di tenere solo per sé l’insulto che la sua mente aveva generato per quello stecchino, ignorando anche il tono derisorio del più grande “Se vuoi, sono disposto a chiedergli scusa anche dopo aver sentito questa cosa. Con fatica e senza pensarlo sul serio, ma lo farò”

“Non voglio che tu gli chieda scusa!”

Namjoon, sorpreso, si ritrovò a fissarlo, mentre lui, al solito, ricominciava a parlare senza mai fermarsi, prendendo sempre più velocità “È stato uno stronzo a tirare fuori quella cosa su Hyosang e se l’è cercata -anche se potevi evitare di dire certe cose. Io sono arrabbiato perché ancora, nonostante tutto quello che ti ho detto, a te basta una stupida battuta per andare in crisi. Sono settimane che Yoongi vive con noi, ma tu ti sei messo a fare l’imbecille solo dopo il suo stupido paragone col mio ex! Vuoi parlare di paragoni, sai da quanto li faccio io? Ho iniziato a paragonarti a lui due settimane dopo che ci siamo conosciuti e hai vinto tu, sempre, e ancora non mi piacevi nemmeno sul serio! E sai una cosa, ora come ora non potrei essere più felice di averlo scoperto a letto con un altro perché mi ha dato l’opportunità di venire a vivere in questo stupido loft con voi stupidi pazzi e di trovare te e di potermi innamorare di nuovo, di quello che potrebbe essere quello giusto, stavolta!”

Si fermò per riprendere fiato e, dopo aver notato il suo sguardo, lo vide sgranare gli occhi a sua volta, come se si fosse appena reso conto di quello che aveva detto. Restarono a fissarsi in silenzio e, se non fosse stato troppo preso a pensare ad altro, avrebbe detto che sicuramente, visti da fuori, dovevano sembrare davvero imbarazzanti. Sapeva che toccava a lui parlare, ma davvero, come poteva anche solo iniziare un discorso dopo aver sentito quello che aveva appena sentito? Jin, comunque, evidentemente nel tentativo di recuperare, si schiarì la gola e poi riprese, stavolta con tono più calmo “Non… Non sei costretto a rispondere, ovviamente. Vorrei solo che capissi che non hai motivo di dubitare né di te né di noi”

Namjoon a quel punto, abbassò lo sguardo e annuì, a corto di parole, stringendo leggermente la presa sulla mano dell'altro. Registrò Jin avvicinargli il piatto e dirgli “Mangia, così possiamo andare a letto”, senza però dare troppo peso alla cosa. Prese un respiro profondo e a quel punto gli disse “Cosa...mh. Cosa risponderesti se ti dicessi che il mio capo mi ha chiesto di entrare in società con lui?”

Jin, confuso, gli chiese “Tipo diventare co-proprietario del pub?”

“Tipo, sì. Sono un sacco di responsabilità, non credi?”

“Ti direi che in realtà queste sono responsabilità che già ti prendi, solo che non ti pagano per farlo. Quel locale sta in piedi grazie al tuo lavoro e alle tue idee. Ma ti direi anche che devi agire come meglio credi, io ti appoggerò in qualunque caso” Ricambiò la stretta, mettendo sopra le loro mani allacciate insieme anche l'altra e poi aggiunse “Vorrei solo che riuscissi a vederti come ti vedo io”

A quel punto, col groppo in gola, sentendosi come una patetica ragazzina, lasciò perdere il discorso, decidendo che ci avrebbe pensato il giorno dopo a quella storia “Così… Avremo un cane, eh?”

“Già. Oddio, so già che mi farà venire voglia di staccargli la testa dal collo”

“Chi, Donut?”

“No, Hoseok!”

E detto questo si mise a ridere, divertito dalle sue stesse parole. Namjoon, lo guardò, affascinato, pensando a quanto fosse fortunato e che forse, un giorno, si sarebbe dovuto mettere a cercare questo Hyosang per ringraziarlo. Quello stupido si era lasciato scappare la creatura più perfetta, anche se alle volte estenuante, esistente al mondo ed ora era lì, pronto ad affrontare la vita, in ogni suo aspetto -perché a quanto pareva questo, con la coabitazione, era inevitabile- insieme a lui.

“Hyung” aspettò che il più grande ricambiasse il suo sguardo prima di continuare con un semplice “Anche io”, sperando che l'altro capisse, senza dover aggiungere altro.

Quella, probabilmente, era la responsabilità più grossa che si era preso in vita sua e la cosa più folle capitatagli un tutta quell’assurda giornata ma, quando Jin gli sorrise, si sentì più deciso che mai, per la prima volta dopo anni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera a tutti *-*

Sì, lo so che è mercoledì, ma proprio oggi ho scoperto che domani probabilmente non avrò tempo nemmeno per respirare e so con certezza che se non avessi pubblicato adesso per questa settimana non l'avrei fatto più e non mi andava proprio farvi aspettare ancora.

Come sempre, sento il bisogno di tenervi informati sulle mie paranoie, quindi vi dirò che questo capitolo dove essere di Hoseok, inizialmente. Come molti di voi si aspettavano, immagino.
Eh, io volevo scrivere dal punto di vista di Hoseok ma alla fine Namjoon ha preso possesso del capitolo di sua spontanea volontà, e chi sono io per dirgli di no? Comunque, nel momento in cui mi sono ritrovata a scrivere su di lui, ho provato riprendere, diciamo, un po' di particolari sparsi qua e là nei vari capitoli NamJin, per dare una degna conclusione a questa coppia.
La conclusione c'è, più o meno (mancano ancora due capitoli, non è proprio tutto finito). Degna non mi pare, ma c'è.

Per il prossimo capitolo, probabilmente dovrò farvi aspettare ancora un po'. La prima stesura c'è, ma ancora ci dovrò lavorare. Mi dispiace, davvero.

Prima di salutarvi, voglio ringraziarvi ancora, al solito. Siete sempre fantastici, ma col capitolo scorso lo siete stati ancor di più. Siete riusciti a rincuorarmi tantissimo e vi sarò sempre grata per le recensioni che mi sono state lasciate

Alla prossima, spero.
Buonanotte a tutti *-*

 
YoongiYah

P.S. Se tra voi ci sono fan degli Exo, vi consiglio la lettura dellla nuova storia di Jichan, "Grow Up". Anzi, ve la consiglio anche se non siete fan degli Exo perché è bellissima, seriamente!

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Capitolo 19
*** XVIII - Hoseok ***


18

Forse dovrei scusarmi per la lunghezza del capitolo, ma non lo farò.
Sono di parte e non me ne vergogno affatto.

 

 

 

 

 

 

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Hoseok, in balia di un mix di rabbia e follia, aveva passato tutta la notte a rivoluzionare interamente il loft, spostando tutto quello che gli era possibile spostare -le cose troppo pesanti erano rimaste dove erano, lui comunque aveva provato anche con quelle, mettendosi in ridicolo con chiunque fosse a portata d'orecchio- e tirando fuori ogni cosa fosse contenuta in mobili, cassettiere, mensole e armadi. Il tutto, ovviamente, fu rimesso a posto subito dopo, esattamente come era prima. Aveva iniziato a mezzanotte ormai passata, dopo aver chiamato Yoongi per l'ennesima volta senza ottenere alcun apparente risultato, ancora. Subito dopo, però, gli arrivò un messaggio dal ragazzo composto da un unica, sola parola: "Idiota".

Poteva anche credergli, sul serio. Doveva ammettere che da quando si frequentavano era sempre stato l'altro ad aver ragione e, le poche volte in cui sembrava non averla, riusciva sempre ad esporre i fatti in modo tale da non poterlo contraddire. O almeno, lui non riusciva a contraddirlo, ma come poteva dargli torto quando continuava ad essere sempre così dannatamente carino?! Comunque, tornando alla questione principale, poteva anche credere di essersi comportato come uno stupido, lo sostenevano anche Namjoon e Jin -non che il loro parere contasse qualcosa per lui al momento- ma gli sarebbe piaciuto sapere cosa esattamente avesse fatto di stupido. Era convinto andasse tutto alla grande tra loro e quelle settimane trascorse insieme erano state a dir poco le più belle e le più rilassate che la sua memoria riuscisse a riportare alla luce. Non aveva nemmeno mai perso la ragione, non fino a quel momento, quindi gli era proprio impossibile spiegarsi cosa avesse fatto quella volta per meritare l'appellativo di idiota, cosa avesse portato Yoongi ad andarsene in quel modo dopo che gli aveva semplicemente offerto un passaggio e perché continuasse ancora ad ignorare le sue chiamate.

Furono questi interrogativi a far scattare quella cosa nella sua testa e a portarlo ad irrompere nella zona giorno dell'appartamento, costringendo Namjoon e Jin ad interrompere i loro ricongiungimento fatto di sguardi colmi d'amore e a farli rifugiare in camera di uno dei due. Namjoon aveva pure provato a parlargli, prima di lasciarlo solo a svuotare la credenza della cucina, ma tutto quello che gli fece ottenere fu un secco "No". Perché se il messaggio di Yoongi e quei quesiti che continuavano a frullargli in mente, provocando quel dannato prurito che nessuno poteva grattare, furono solo la goccia che fece traboccare il proverbiale vaso, i suoi coinquilini (compreso quello che credeva essere la sua anima gemella) erano la causa indiscussa di tutto.  Quei tre, infatti, avevano deciso di rovinargli la vita e di voltargli le spalle tramando contro di lui in favore di un accidenti di cane spuntato fuori dal nulla.

Quella era la vera follia, non di certo il suo comportamento!

E dire che era stato ben chiaro, quando all'epoca lui e Nam si erano messi a cercare nuovi coinquilini. L'aveva pure scritto sull'annuncio che avevano messo su internet: in quel loft tutto doveva rimanere esattamente come era, dall'arredamento alla specie di inquilini che vi abitavano! Certo, per non far capire quanto fosse in realtà mentalmente rigido nei confronti dei cambiamenti e un tantino fissato per l'ordine e la pulizia aveva pure scritto di essere allergico più o meno a tutto (inclusi polvere e pelo di qualsiasi tipo di animale), ma una piccola bugia del genere non aveva poi tutta questa importanza e, soprattutto, gli altri non avevano prove per dimostrare il contrario. Tranne Namjoon, ovviamente, e lui si era già rivelato essere uno sporco traditore, solo perché si era fatto abbindolare dal suo nuovo fidanzato, neanche fosse il più grande seduttore di tutta la città. Traditore anch'egli, considerando come si era presentato; sembrava essere il suo alleato perfetto, attento e preciso quasi quanto lui. Invece, per un broncio e un paio di occhi dolci, aveva capitolato come la peggiore mammina pronta a viziare il figlio ad ogni più piccolo capriccio.

Così, spaesato, arrabbiato e metaforicamente col sedere per terra si era accanito col disordine da lui stesso creato, cercando quel controllo che a quanto pareva il resto del mondo aveva deciso di sottrargli.

Non che avesse funzionato, chiaramente.

 

Arrivò così all'alba della mattina dopo, ancora impegnato a sistemare i suoi vestiti in camera sua, la stanza che aveva lasciato per ultima, piegandoli con gesti secchi e decisi. E fu esattamente in quello stato che lo trovò Namjoon, mentre lo guardava dalla soglia della porta, con una spalla appoggiata allo stipite e le braccia incrociate al petto. Hoseok si accorse della sua presenza solo quando lo sentì dire "Tutto questo fa molto casalinga disperata"

Semplicemente, si limitò ad alzare lo sguardo e, senza smettere di piegare la t-shirt che aveva tra le mani, a regalargli la più truce delle sue espressioni. L'altro, visibilmente senza prenderlo sul serio, sospirò "Non ci hai fatto chiudere occhio, lo sai?"

"L'ho fatto con piacere" il che non era vero, non era quella la sua intenzione, ma almeno così potevano capire una misera parte di tutto quello che stava provando lui. Seriamente, doveva esserci qualcosa che non andava in loro se credevano di avere il dritto di infrangere le sue regole così all'improvviso, senza neanche chiedergli un parere con largo anticipo -era pur disposto a sentire le ragioni degli altri prima di rispondere col suo prevedibile e categorico no. Vide con la coda dell'occhio -lui si era rimesso a piegare quelle maledette maglie con ancora più energia-  l'altro separarsi dal suo provvisorio appoggio per pronunciare il suo nome con tono di semi avvertimento non troppo convincente.

 "Hoseok"

Il suo, di tono, voleva far capire quanto fosse pronto alla guerra "Fedifrago"

"Dio santo, sono troppo sobrio per una cosa del genere adesso"

A quanto pareva almeno la prima battaglia glie l'aveva lasciata vincere: dopo aver pronunciato quella frase, il suo amico alzò gli occhi al cielo e se ne andò, lasciandolo nuovamente solo con gli ultimi capi da sistemare.

 

Quando tutto fu rimesso al proprio posto, Hoseok cercò di rilassarsi facendosi una doccia calda, fallendo ancora una volta, perché era ovvio che una doccia non potesse lavar via quel prurito che sentiva. Dopo essersi vestito con uno dei suoi completi grigi, abbinando una camicia semplice e una cravatta blu che aveva deciso di dover assolutamente indossare. A quel punto, mise su la sua migliore e più convincente espressione truce e si diresse a passo di marcia verso il corridoio, attraversandolo fino a ritrovarsi davanti i traditori, che stavano facendo allegramente colazione come se niente fosse successo.

Ok, forse le loro facce non erano troppo allegre, ma in quel momento erano il nemico ed era ovvio che qualsiasi cosa facessero non andasse bene. Mentre Namjoon si limitò a regalargli il suo sguardo falsamente annoiato, Taehyung lo guardò col suo sguardo indifeso, con tanto di broncio e occhi lucidi. Come se lui potesse farsi rivoltare come un calzino dai capricci di un bambino. C'era solo una persona che poteva riuscire in quell'impresa e non era di certo Taehyung. In ogni caso, fece finta di non vederlo neanche, avendo precedentemente deciso di ignorare la sua esistenza. Seokjin, invece, aveva evidentemente deciso di autonominarsi pacificatore di animi: gli sorrise, calorosamente, augurandogli un buongiorno.

Hoseok, senza smettere di guardarlo torvo, gli rispose a suo modo "Delatore"; poi, salutò inutilmente anche Namjoon col Fedifrago di prima, più per far capire al più giovane della stanza come aveva intenzione di agire nei suoi confronti che altro.

Namjoon alzò nuovamente gli occhi al cielo e Tae aggrottò le sopracciglia, offeso dall'essere stato escluso dalla gang dei voltagabbana. Jin, rimanendo fedele al suo nuovo ruolo, sospirò paziente "Hoseok, perché non lasci perdere e vieni a fare colazione con noi? Guarda, ho preparato i pancake. Ti piacciono, no?"

Come se una semplice colazione, per quanto buona potesse sembrare, riuscisse a compensare un tradimento di quella portata. Loro volevano distruggere il suo ecosistema e in cambio gli offrivano pancake. E poi era lui il folle!

"Non ho intenzione di sedermi a questa tavola fino a che voi non ricomincerete a ragionare!"

"Dimmi che stai scherzando e che ti rendi conto di essere tu quello che ha smesso di ragionare, ti prego"

Assottigliò gli occhi e si girò nella direzione di Namjoon tanto velocemente da farsi male al collo -cercando di non far vedere niente a nessuno, ovviamente "Tu potrai parlarmi solo in presenza del mio avvocato divorzista"

"Dimmi quando e dove, ci sarò"

Quello probabilmente fu peggio di una pugnalata al cuore e poteva dargli la stessa valutazione che aveva dato al messaggio che Yoongi gli aveva scritto quella notte, se mai avesse fatto un elenco delle cose che lo avevano ferito nell'ultimo anno -non che facesse questo genere di cose, era un uomo adulto ormai. Comunque non ebbe il tempo di esternare il suo essere ferito; non subito, almeno. Tae si mise in mezzo, cercando di attirare la sua attenzione, guardandolo supplichevole e chiamandolo "Hyung -" ma il suo quasi ex migliore amico riprese parola, fermandolo prima che potesse farlo lui stesso "Tae, sei l'unico fortunato a ricevere il trattamento del silenzio. Non cercare di cambiare la tua situazione, fallo per me che vorrei essere al tuo posto"

Fu a quel punto che decise di andarsene, preferendo passare una mezz'ora in più con le sue odiate colleghe che all'interno della sua stessa casa. Almeno nessuna di loro aveva voglia di portarsi dietro degli stupidi animali per rovinargli la vita.

"Sappi che mi stai spezzando il cuore, Nam" e dopo aver detto questo raggiunse la porta in due sole grandi falcate, la spalancò e ne attraversò la soglia. Dopodiché afferrò la maniglia e strinse forte, facendo diventare tutte rosse le nocche della mano, e pronunciò solennemente "Nessun pelosissimo animale metterà mai piede in casa mia!" per poi sbattersi la porta alle spalle e uscendo teatralmente di scena.

Era evidente che la prima battaglia non l'aveva di certo vinta lui. Di certo non si sentiva molto vittorioso in quel momento.

 

 

---

 

 

Ovviamente, la giornata di lavoro andò a dir poco uno schifo. La sua concentrazione era stata risucchiata interamente dal geniale piano che aveva elaborato per riuscire finalmente a parlare con Yoongi, una volta lasciato il suo ufficio. Nei momenti in cui non aveva pensato a questo, era troppo preso dal cercare una valida soluzione alla questione della salvaguardia del suo habitat dall'invasione canina -l'unica cosa che gli era venuta in mente era rinchiudere Tae in una gabbia e di spedire lui in un canile. Comunque, tutto aveva fatto tranne che concentrarsi sull'ennesima presentazione che doveva preparare. Poco male, tanto la campagna pubblicitaria non glie l'avrebbero comunque assegnata; almeno questa volta poteva dire che la sua capa aveva un'ottima ragione per non lasciarlo interagire col cliente. Per di più, aveva iniziato a prepararsi ben prima del suo orario di uscita e, nel momento in cui l'orologio aveva segnato le diciotto in punto, si era precipitato di corsa fuori dall'edificio, raggiungendo l'auto alla velocità della luce per poi partire subito verso casa di Yoongi. O quella che credeva fosse casa sua. Una volta arrivato lì, fu ancora una volta Bellissimo ad aprirgli e a decidere, evidentemente, di sfidarlo a chi riuscisse a sorprendere più l'altro, con una serie di sguardi sbigottiti e stupide domande come "Che diavolo ci fai tu qui?". Hoseok, dopo avergli detto di voler ovviamente parlare con Yoongi, si vide costretto a nominarlo vincitore della gara quando si sentì rispondere "Non viene più qui da quando ha mollato. Non dovevi ospitarlo tu per il momento?"

Se fino ad allora si era soltanto sentito spaesato, a quelle parole avvertì il peso dell'intero mondo cadergli sulle spalle e scendere lentamente fino ad arrivargli allo stomaco, esplodendo in un'insopportabile nausea. Le sue seguenti azioni furono a dir poco confuse; non si era nemmeno reso conto di essere tornato in auto che era già per strada, tornando a casa senza perdere ulteriore tempo e senza salutare nessuno. Era evidente che Yoongi non avesse alcuna intenzione di dirgli dove si trovasse e la cosa più sensata da fare era estorcere l'informazione a Jin, perché lui doveva per forza sapere dove fosse il suo migliore amico. Una volta arrivato al condominio, si fiondò fuori dall'auto e ignorò l'ascensore, iniziando a correre per le rampe di scale, scontrandosi coi traslocatori che lavoravano al terzo piano e facendo quasi cadere gli scatoloni che trasportavano, fino a che non arrivò al loft tutto rosso e col fiatone.

"Jin hyung!" lo chiamò a gran voce mentre si dirigeva verso la stanza del più grande, non avendo trovato nessuno né in cucina né in salotto. Spalancò la porta, per poi fare lo stesso con quella della camera di Namjoon e a quella del bagno. Ovviamente, la sua sfortuna non poteva avere fine, non così, essendo l'appartamento completamente vuoto.

"Sono usciti. Jin hyung sta lavorando e Namjoonie hyung doveva andare al pub"

O apparentemente vuoto. Sobbalzò, sorpreso dalla voce di Taehyung che proveniva da dietro di lui.  Prendendo mentalmente nota del fatto che quei due perdigiorno avessero da fare tanto bene quella sera, quando aveva bisogno di loro, serrò la mascella e si morse la lingua per evitare di mettersi ad urlare. Sentiva che stava per esplodere ma non voleva darla vinta a più giovane, ammettendo di averlo sentito e di conseguenza ammettendo la sua esistenza. Si girò e senza neanche guardarlo se ne tornò verso l'ingresso a passo svelto, per poi bloccarsi quando realizzò di non avere la più pallida idea di dove potesse andare per cercare Yoongi. Estrasse il cellulare dalla tasca della giacca e compose nuovamente il numero del ragazzo. Non si aspettava una risposta, logicamente; tutto quello che voleva era lasciargli un messaggio in segreteria, nella speranza che l'altro l'ascoltasse "Yoongi io... Io non so cosa sia successo e non so perché ti stia rifiutando di parlarmi ma ti prego, dimmi dove sei. Sono preoccupato per te.  - "

Mordendosi il labbro, chiuse lì la chiamata con un lungo silenzio come conclusione del messaggio. Si buttò sul divano e ci si accasciò, gemendo frustrato e chiudendo gli occhi. Almeno ora, pensò, il prurito e la rabbia erano finalmente spariti. In compenso, non sapeva nemmeno più cosa sentisse. Erano talmente tanti i quesiti, talmente tanta la confusione che aveva in testa, che non riusciva più a sentire niente.

"Yoongi hyung non ti ha ancora richiamato?"

Tranne la voce di Taehyung, quella purtroppo riusciva a sentirla ancora. E anche la voglia di strisciarsene a piagnucolare sotto le coperte come il vecchio Hoseok faceva quando si sentiva crollare il mondo addosso. Era più spaventoso quello della sua mania per il controllo, Namjoon aveva torto quando gli diceva il contrario.

"Io... Io non penso che lui sia arrabbiato con te, hyung. Forse è offeso, ma credo sia più che altro spaventato"

Cercò con tutte le sue forze di non dare a vedere quanto quelle due semplici frasi fossero riuscite a confonderlo ancor di più, facendo aumentare a dismisura le domande a cui non riusciva a trovare risposta. Ad esempio, cosa aveva fatto per offenderlo? Da cosa Yoongi era spaventato? Perché Taehyung sapeva tutte quelle cose e lui no?

"Hyung, parla con me. Per favore"

A quella richiesta non riuscì più a trattenersi e con tono ricco di amarezza riuscì a sputar fuori "Tu fai tornare tutto com'era prima e io ricomincerò a parlarti" e, a dispetto di quello che aveva appena dichiarato, non riuscì più a fermarsi. Si alzò in piedi e ignorando l'intenzione dell'altro di dire qualcosa, riprese a parlare, iniziando a camminare per tutto il salotto -senza impedirsi di toccare e cambiare l'angolazione degli oggetti che incontrava lungo il suo tragitto- "Un cane, Taehyung? Un cane? Sai perfettamente quali sono le regole per abitare qui, l'hai sempre saputo e hai accettato le mie condizioni prima di trasferirti! Io credevo che le tue fossero solo le chiacchiere di un ragazzino eccentrico, non pensavo che alla fine mi avresti fatto questo sul serio!"

"Hyung io non avevo premeditato niente, posso giurartelo! Ho sempre desiderato un cane ma non avevo intenzione di portarne uno qui sul serio, all'inizio! Posso ammettere di averci pensato un paio di volte prima di iniziare ad andare al canile insieme a Jimin, ma non volevo farlo sul serio e -" si mordicchiò il labbro e poi riprese leggermente più incerto "Quando poi ho incontrato Donut io... Io ho sentito che doveva stare con me e non ce la faccio più a lasciarlo tutti i giorni per tornare qui e chiedermi se anche io manco a lui come lui manca a me. Non è solo un cane, è il mio cane!"

Hoseok a quelle ultime tre parole si fermò e si girò, riprendendo a guardare il più giovane dei suoi coinquilini. Forse poteva non capire di cosa parlasse, non poteva capire il legame che si creava tra una persona e un animale quando c'era affinità tra loro (anche se ne aveva sentito parlare più volte), ma poteva percepire quanto tutto questo non fosse solo un capriccio. E per di più gli stava anche facendo tornare in mente la volta in cui, proprio col ragazzo che gli stava di fronte, aveva visto il film Hachiko e Dio, se aveva pianto quella volta. Ignorò comunque quel pensiero e cercò di far ragionare l'altro "Tralasciando il fatto che avresti dovuto parlarmene prima piuttosto che mettermi contro Jin hyung e di conseguenza Namjoon - "

"Ci ho provato hyung, sei tu che ti sei rifiutato di prendermi sul serio!"

"Io non posso comunque permettertelo, ok? Non ce la faccio, non è così che le cose devono andare. Non è nei miei piani avere un cane, distruggerebbe tutto"

"Donut è bravissimo, non rovinerebbe mai nulla in casa!"

Esasperato, Hoseok alzò la voce "Metaforicamente, Taehyung!"

Dopo aver sospirato pesantemente si riavvicinò al divano, sedendosi all'estremità più lontana, mantenendo una certa distanza dall'altro, e poi cercò di spiegarsi "L'ingresso di un cane in casa per me non è altro che un imprevisto, oltre che un aumento di tempo da dedicare alle pulizie, lo capisci? Gli imprevisti non portano mai nulla di buono, tutto deve rimanere così com'è"

Di sicuro, non si sarebbe aspettato quell'espressione stupidamente confusa sul volto dell'altro. Era stato abbastanza chiaro, no?

No, altrimenti non si sarebbe mai sentito chiedere "Quindi sei un ipocrita". Non gli sembrava l'intonazione di un quesito, ma decise di interpretarla a quel modo lo stesso "Cosa? No!"

"Hyung, tutto questo è così stupido. Parli sempre di vivere secondo un piano ben preciso e non ti rendi neanche conto di quanto la tua esistenza ruoti intorno a Yoongi hyung, da quando l'hai conosciuto. E non provare a dirmi che era tutto pianificato perché la tua faccia dice il contrario"

Non aveva uno specchio per poter verificare, ma considerando la sensazione della mascella slogata, tanto la bocca gli si era spalancata, non se la sentiva proprio di dargli torto. Anche perché sapeva perfettamente di non aver mai, mai, avuto il controllo su quello che tra lui e Yoongi c'era. Da quando tra loro non c'era niente e lui voleva solo tener fede al patto che anni prima aveva fatto con se stesso, promettendosi che se ne avesse avuto l'occasione avrebbe fatto di tutto per portarsi a letto un idol -compreso il far venire in casa uno sconosciuto senza rifletterci sopra e senza guardare in faccia chi non era d'accordo con lui.

E sì, era anche vero che quel ragazzo riuscisse a farlo indecentemente capitolare ad ogni sillaba da quelle labbra pronunciata. Boccheggiò per un attimo, a corto di parole, fino a che non si ricordò del fatto che erano passate ormai più di ventiquattro ore dall'ultima volta che l'aveva visto. Allora si rabbuiò "Considerando che l'ultima volta che l'ho sentito mi ha insultato e che adesso non so nemmeno dove sia direi che tutto dimostra che ho ragione io. Gli imprevisti non portano mai niente di buono, solo tanta delusione"

Taehyung gli si fece più vicino mentre piano gli diceva "Non è così"

Gli mise un braccio intorno alle spalle, poggiando la mano su una di esse e la testa sull'altra. Hoseok, nonostante tutto, lo lasciò fare "Secondo me questa è la cosa migliore che ti potesse capitare. Hyung, io ci sono sempre stato, anche se tu non mi notavi. Ho visto e ho sentito tutto" si fermò, piegando le labbra all'ingiù "Anche troppo, per i miei gusti". Hoseok pensò per un attimo che forse avrebbe dovuto giustificare qualsiasi cosa avesse sentito, ma comunque l'altro non glie ne diede il tempo, riprendendo a parlare "Prima di conoscerlo facevi sempre le stesse cose, uscivi di casa per andare in ufficio e poi tornavi coi nervi a fior di pelle e ti mettevi a pulire tutto quanto. Viviamo insieme da tre anni e si può dire che il tuo mondo ruotasse intorno a questo e a Namjoon hyung. Non ti offendere ma è abbastanza triste"

Hoseok si girò per guardarlo attentamente, nonostante la difficoltà data dalla loro posizione.  Lui non si era mai considerato triste. Era solo un tipo abitudinario. E andava bene così, era quello il modo in cui era riuscito a lasciarsi alle spalle quel passato pieno di derisioni. Era quella la strada che doveva seguire per mantenere la tranquillità agognata. Lasciarsi andare, perdere il controllo e andare a briglia sciolta non erano di certo la soluzione per vivere al meglio. Almeno questo era quello che aveva sempre pensato fino a quel momento.

"Ho visto come Yoongi hyung riesce a farti uscire dai tuoi schemi, lui è riuscito a smuoverti ancor prima di degnarti di uno sguardo e credo tu abbia vissuto più in questi mesi con lui che da quando ci conosciamo"

Dalla sua prospettiva, non riusciva a dire quanto l'altro avesse ragione. Era innegabile, però, che Yoongi riuscisse a rendere sempre tutto più bello, anche quando non faceva altro che lamentarsi. Quando poi sentì dire all'altro "Io credo sia bellissimo. Non sai quanto ti invidio", Col cuore in gola e gli occhi che bruciavano, si ritrovò a pensare di essere perfettamente d'accordo con lui. Aveva sempre pensato che la sua vita post-college fosse l'apice del suo successo. Guardandosi indietro, ora che sapeva com'era la vita con Yoongi, doveva ammettere che gli sembrava tutto così grigio e non se la sentiva proprio di immergersi di nuovo in quel passato -anche se non troppo remoto- dopo che aveva scoperto com'era la vita a colori.

"Non puoi decidere in partenza come una giornata deve andare. Gli imprevisti capitano comunque, piacevoli o meno che siano. Si possono fare incontri che cambiano la vita, e tu e lui siete la dimostrazione perfetta di come questo a volte sia il meglio che possa capitare" Hoseok, totalmente rapito, lo guardò alzarsi appena, liberarlo dalla presa che aveva intorno alle sue spalle e poi dargli una leggera spintarella "Altrimenti sarebbe come guardare all'infinito quel noiosissimo film che Jin hyung metteva i primi giorni in cui si è trasferito qui"

A quel punto Taehyung si alzò e Hoseok, per la prima volta da quando era rientrato si permise di guardarlo per davvero, notando che ai piedi portava proprio quelle ridicole pantofole a forma di coniglio per cui era decisamente troppo cresciuto "Non ti facevo così...uhm -"

"Saggio? Sì, Namjoon hyung me l'ha già detto. Ma credo sia solo perché non mi considerate mai più di tanto voi due"

Spalancò la bocca, quasi offeso dalle sue ultime parole "Andiamo Tae, non esagerare adesso!"

Lui, invece, alzò appena le spalle e poi fece, quasi indifferente "Non dico che non mi vogliate bene o che non vi preoccupiate per me, ma... quelli che credevo essere i miei vantaggi in quanto più piccolo di casa si fermano a pasti gratis quando ordiniamo qualcosa. Guardati intorno, qui non c'è niente di mio. Sembra che io abbia solo la mia stanza in affitto. Prima non m'interessava un granché, ma adesso..." e si fermò lì, non avendo bisogno di aggiungere altro. Hoseok aveva capito perfettamente dove volesse arrivare e per questo si ritrovò quasi a mugolare infastidito. Quasi.

"Yoongi hyung ha passato la notte da Jimin. Mi devi un favore, adesso"

 

Dopo aver istintivamente abbracciato forte il suo dongsaeng e averlo ringraziato per avergli dato l'informazione che tanto agognava, senza dare troppo peso all'implicazione che l'ultima frase da lui pronunciata conteneva, si era precipitato facendo di nuovo di corsa le scale e inciampando di nuovo tra gli scatoloni al terzo piano. Il viaggio in auto verso i dormitori del college, poi, fu a dir poco esageratamente veloce. Ci mise un po' a ritrovare la stanza di Jimin tra quegli odiati corridoi ma quando alla fine ci riuscì, iniziò a bussare forte sulla porta, guadagnandosi le occhiatacce di tutti gli studenti che si trovavano nei dintorni. Niente di nuovo alla fine, per lui. Ad aprirgli non fu il piccolo ragazzo dai capelli castani come si era immaginato, e nemmeno Yoongi. Era un ragazzo decisamente più alto e più giovane, con un'espressione per i suoi gusti piuttosto arcigna "Beh? Hai intenzione di buttarla giù?"

Insolente, pure. Non riuscì comunque a dargli peso, non quando i suoi occhi incontrarono finalmente quelli di Yoongi, che se ne stava seduto sul letto a ridosso della parete di fondo della piccola stanza, proprio davanti alla porta, a gambe incrociate e con un portatile davanti a sé che gli illuminava un po' il viso e il broncio che, Hoseok aveva ormai imparato, metteva su ogni volta che ce l'aveva con lui. Jimin, molto velocemente, si mise in mezzo, prendendo l'atro ragazzo per mano l'altro, fece per uscire dalla stanza "Andiamo Kookie, lasciamo Yoongi hyung e Hoseok hyung da soli"; prima che la porta si fosse chiusa del tutto alle sue spalle, riuscì a sentire il ragazzetto -Kookie- dire "Aaaaah, è Hoseok. Si spiegano tante cose adesso"

Fu Hoseok ad imbronciarsi appena a quelle parole; Yoongi, d'altro canto, ridacchiò "Jungkook. Mi piace, è uno stronzetto"

Certo, non poteva essere altrimenti. Già riusciva ad immaginarli intendersela alla grande con quel loro modo di fare un po' arrogante. Almeno, Yoongi gli aveva appena rivolto la parola. Per apprezzare un'offesa nei suoi confronti, ma aveva parlato; era comunque qualcosa. Si avvicinò lentamente al letto con un passo felpato, quasi avesse paura di spaventarlo. Voleva evitare di farlo scappare un'altra volta, era decisamente stanco di rincorrerlo. L'avrebbe fatto ancora, ovvio, ma se avesse potuto evitare e risolvere entro la serata sarebbe stato meglio. Raggiunto il ragazzo, inspirò ed espirò profondamente per poi esordire con un "Io..." ma si bloccò subito dopo, riflettendo un attimo in più. Era abbastanza convinto di doversi scusare, altrimenti in quel momento non si sarebbero trovati in quella situazione, ma lui davvero non sapeva per cosa dovesse scusarsi "Posso capire cos'è successo?"

Yoongi, sorprendendolo, gli fece spazio accanto a sé, invitandolo con la mano a sedersi sul materasso. Poi si morse il labbro inferiore per dire subito dopo "Non volevo farti preoccupare. Volevo solo farti sentire un cretino e... Farti sentire in colpa, ecco"

Destabilizzato, Hoseok inarcò le sopracciglia. Non ne era certo, ma sembrava quasi che l'altro volesse farlo sentire meglio con quelle parole. Non sapeva dire quanto avesse centrato il bersaglio, però  "Tranquillo, ci sei riuscito perfettamente"

Il lieve sorriso di Yoongi, però, ci riuscì perfettamente e non poté fare a meno di vederlo come la sua prima vera vittoria della giornata. O comunque fu così che interpretò quel minimo sollevato dell'angolo destro delle sue labbra. Si guardarono ancora per qualche secondo fino a che non vide l'altro abbassare lo sguardo e puntare gli occhi sulle sue gambe incrociate, iniziando a giocherellare con i fili dei jeans stracciati che stava indossando "Ho mollato la casa discografica e l'appartamento dove stavo, Hoseok. Loro non erano contenti delle mie scelte e io non sono più disposto a scendere a compromessi per loro"

Gli prese delicatamente la mano con cui tentava di allargare l'enorme strappo che metteva in mostra il suo ginocchio e, stringendo appena, cercando di attirare la sua attenzione e il suo sguardo, chiese a bassa voce "Quali scelte?"

L'espressione che Yoongi gli regalò a quella domanda, non lasciava molto all'interpretazione. Aveva ancora intenzione di farlo sentire uno stupido, chiaramente.

"Quella di tingermi i capelli di biondo di mia iniziativa. Pezzo di idiota"

Appunto.

Di sicuro il romanticismo non era proprio il suo forte. Poco male, lui lo era abbastanza per entrambi. Forse anche troppo emotivo, considerando il groppo in gola che gli si era appena formato nonostante l'amabile insulto. Non riuscì però a non farsi assalire da una nuova ondata di panico quando la sua mente venne sfiorata dall'ennesimo dubbio "Perché non me l'hai detto subito? Non sarà ancora per quella storia dell'idol, vero? Perché Yoongi, te l'ho già detto che no-"

"Non è per quello! Te lo volevo dire, davvero, volevo solo aspettare di aver trovato un lavoro. Credevo fosse più facile"

A quelle parole Hoseok si alzò di colpo, estraendo lo smartphone dalla tasca e iniziando a scorrere tra i suoi contatti in rubrica "Posso sentire se in agenzia c'è qualcosa da fare per qualcuno che non ha esperienza. Non sarà il massimo, però - " ma Yoongi lo fermò, coprendo lo schermo del telefono con la mano "Voglio farcela da solo. E'... Carino, da parte tua, ma questa è una cosa mia"

La decisione che lesse nei suoi occhi e il tono sicuro da lui utilizzato gli fecero accettare tutte le sue condizioni, fiero del ragazzo che gli stava di fronte. Cercò di rimettere con fatica il cellulare in tasca, prendendo però la mano che l'altro gli aveva prima avvicinato "Avresti però dovuto dirmi di aver bisogno di un posto dove stare. Ci saremmo evitati questa splendida giornata"

Piccato, l'altro lo fulminò, ritirando di scatto la mano "Non è così facile ammettere di essere un senzatetto, ok?" Incrociò le braccia al petto e, imbronciato, riprese a difendersi -da cosa Hoseok doveva ancora capirlo- "Sono stato sempre attento, ho provato a non lasciare nulla in giro per non fartelo capire ma io non sono preciso come te e ovviamente te ne sei accorto, mi sono sentito sottopressione e me ne sono andato dandoti la colpa"

Beh, per quanto stravedesse per lui non poteva negare che Yoongi avesse un qualche grave problema di comunicazione. E anche d'orgoglio, a quanto pareva. Non se la sentiva, comunque, di giudicare in alcun modo, non se ripensava alla notte che aveva da poco passato. Più che altro, non se la sentiva di rischiare; sapeva ormai quali erano le sue reazioni alle critiche e no, ci teneva ancora alle sue parti intime. Capì solo in quel momento, però, cosa Tae volesse dire con quel 'Credo sia solo spaventato'.

"Ok" Allungò il braccio, cercando di districare le sue, ancora allacciate tra loro, per poi riprendergli la mano "Capisco il tuo voler fare da solo e tutto il resto ma Yoongi, io e te siamo una coppia. Io voglio esserci per te, voglio ascoltarti e aiutarti quando hai un problema e sinceramente, oggi avrei voluto tanto averti con me per poter affrontare l'Alleanza Ribelle a casa"

"E' la prima volta che dici che siamo una coppia"

Hoseok, ignorando il fatto che Yoongi non avesse proprio colto il punto del suo discorso, lo guardò stralunato "Eh?" e l'altro, per tutta risposta, scrollò semplicemente le spalle "Non ne abbiamo mai parlato"

Bene, probabilmente erano entrambi ad avere dei problemi di comunicazione, ma lui era abbastanza convinto che fosse scontato come dato di fatto. Era ovvio che fossero una coppia, passavano ogni momento libero che avevano insieme!

"Non credevo ce ne fosse bisogno visto come stanno andando le cose tra noi ma se vuoi una proposta formale posso fartela" e senza mai lasciare la mano di Yoongi si mise in ginocchio e con tono solenne iniziò a dire "Min Yoongi -"

E quando l'altro si mise a ridere divertito, Hoseok fu certo che per lui avrebbe potuto comportarsi come un pagliaccio per il resto della vita, ogni volta fosse necessario. Quello era il miglior programma a lungo termine in cui uno come lui potesse sperare.

Senza smettere mai di ridere, Yoongi iniziò a tirarlo per il braccio, dicendogli di alzarsi; soddisfatto, lo accontentò, avvicinandolo ancora cingendogli la vita con un braccio "Torniamo da me, ti va? Potrei almeno aiutarti a cercare qualche annuncio di lavoro"

Yoongi non gli rispose, non a parole. Allacciò le braccia intorno al suo collo e si avvicinò ancora, cercando le sue labbra con le proprie. Lui, dal canto suo, non poté fare a meno di accontentarlo.

Almeno questa storia era ormai conclusa e tanto gli bastava. Al resto poteva pensarci con l'altro al suo fianco, come doveva essere.

 

 

---

 

 

Dopo essere riusciti a salutare velocemente Jimin e il suo fidanzatino -Yoongi l'aveva fatto, lui era ancora troppo offeso- ripartirono insieme verso il loft. Nessuno dei due aveva più detto una parola; Yoongi, appena entrato in macchina, aveva acceso lo stereo e, ovviamente, partì subito uno dei cd gli aveva fatto lasciare lì. Nonostante fosse ormai tutto chiarito, Hoseok aveva ancora una domanda a cui non era riuscito a trovare risposta "Da quando tu e Taehyung siete amici per la pelle?"

Non è che la cosa gli desse fastidio ma... Eh, il suo ragazzo si era confidato col piccolo traditore che l'aveva fregato per ben due volte in due giorni consecutivi anziché con lui. Un po' di gelosia ai suoi occhi era più che legittima.

Senza smettere di cercare la canzone che voleva ascoltare, l'altro gli rispose come se niente fosse "Da quando abbiamo iniziato a passare un sacco di tempo insieme. Jin hyung il più delle volte distraeva Namjoon per non fargli sapere che stavo da voi anche di giorno e io uscivo con Tae" continuò a premere i pulsanti dello stereo della macchina e poi, cautamente, aggiunse "E' carino il suo cagnolino, sai?"

Si girò per un attimo per guardarlo, riportando però subito gli occhi sulla strada "Non farai parte della rivolta, vero?"

"Come potrei, non è mica casa mia quella" e detto quello si tirò su, aderendo completamente al sedile e puntando gli occhi sul finestrino. Hoseok lo vide con la coda dell'occhio rabbuiarsi appena e decise di chiudere lì la questione, almeno con le parole. Almeno finché non arrivarono a destinazione.

Una volta dentro l'ascensore, Hoseok fu ben attento a coprire con la schiena la tastiera, dopo aver premuto il pulsante del piano che voleva raggiungere. Yoongi sembrò non farci caso, non finché la loro salita si fermò prima di quanto aveva previsto. Lui, senza farsi troppi problemi, uscì non appena le porte si aprirono davanti a loro, ignorando l'altro che diceva "Dove stai andando? E' il terzo piano questo"

Si fermò davanti all'appartamento, ormai completamente vuoto, in cui appena poche ore prima aveva visto lavorare i traslocatori, quelli che aveva travolto durante le sue folli maratone. Aspettò che l'altro lo raggiungesse e poi, sbirciando dentro, chiese "Che ne pensi?"

"Che non ho voglia di perdere tempo" lo sentì sospirare spazientito prima di aggiungere "Non credo tu abbia capito la situazione. Mi sento umiliato, sono senza un soldo e senza un tetto sopra la testa. Mi sono dovuto far ospitare da Jimin nella sua stanzetta al college, ok? Quello che vorrei ora è andare di sopra, chiuderci in camera tua e fare sesso per sentirmi meglio!"

In un momento diverso non avrebbe perso tempo e lo avrebbe accontentato seduta stante, ma lì, in quel preciso istante, non poteva ignorare la sua folle testa  "Sì sì, dopo lo facciamo. Adesso concentrati" si arrischiò, facendo un passo avanti in punta di piedi quasi avesse paura di farsi beccare da qualcuno e varcò la soglia "Credo che i vecchi inquilini l'abbiano lasciato proprio oggi. Potrebbe essere ancora disponibile"

"Che, devi controllare anche gli inquilini degli altri appartamenti adesso?"

Ignorò la battuta e iniziò a controllare la zona giorno, composta da una sala abbastanza spaziosa e una piccola cucina collegate tra loro "Non se ci venissimo ad abitare noi"

"Oddio"

Era abbastanza certo che da lì a poco l'avrebbe sentito dirgli per la prima volta che credeva fosse pazzo. Non perse tempo, allora, a fargli capire le sue intenzioni "Pensaci Yoongi, sarebbe la soluzione perfetta per tutto!"

L'altro, con gli occhi sgranati e la bocca spalancata, era visibilmente a corto di parole. Non sapeva dire quanto fosse positivo, in realtà.

"Non puoi essere serio"

Infatti. Lo raggiunse, prendendolo per mano e portandolo dove immaginava si trovassero il resto delle stanze, che scoprirono essere due, non troppo grandi, più un bagno "Credo di non essere mai stato tanto serio in vita mia"

Yoongi, visibilmente incredulo e con gli occhi sgranati, iniziò a boccheggiare, fino a che non riuscì a dire "Ieri mattina ti sei comportato da stronzo solo perché avevo lasciato un fottuto caricabatterie in camera tua e adesso mi vieni a chiedere di venire a vivere qui con te?"

Non pensava di essere stato uno stronzo (tra l'altro, non si trattava solo di un caricabatterie, c'erano anche altre cose lì in mezzo!), ma ora gli era chiaro perché il giorno precedente Jin hyung lo avesse chiamato cretino. E perché Namjoon gli aveva detto di smetterla di affermare di non aver fatto nulla. O perché Taehyung credeva che Yoongi fosse offeso. Ok, effettivamente di segnali ne aveva avuti tanti, ma le sue intenzioni erano buone. E comunque, quella per lui continuava ad essere la soluzione perfetta.

"Se questa diventasse la nostra camera" disse, entrando nella stanza più grande dove poteva immaginare il suo letto a due piazze stare alla perfezione, proprio al centro, e le pareti tinte di un blu delicato "un rischio del genere non si presenterebbe più. Devi solo lasciarmi mettere a posto quando serve, tu non dovrai muovere un dito"

Yoongi, dopo averlo guardato, ancora per nulla convinto, si passò le mani sul viso e poi borbottò un qualcosa che suonava tanto come un "Tutto questo è assurdo"

"Più del rinunciare alla tua carriera per me? Davvero?"

Lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, riportò lo sguardo su di lui, gli occhi nuovamente decisi "Io l'ho fatto per me. L'ho fatto perché non voglio chiedermi tra qualche anno come sarebbe andata tra noi"

"Anche messa così ai miei occhi rimane comunque la cosa più bella che potessi fare per me"gli si avvicinò ancora una e poi riprese "E comunque, anche io lo sto facendo per me"

Aggrottando le sopracciglia, l'altro chiese "Perché pensi sia meglio cambiare casa e vivere con me piuttosto che far entrare un cane nel loft, vero?"

Hoseok, inevitabilmente, gli sorrise "Direi più perché tu sei l'unico imprevisto che sono disposto a vivere volontariamente"

Non poteva definire esattamente cosa fosse, ma fu sicuro di vedere un cambiamento nello sguardo dell'altro. Lo vide concentrarsi, poteva vedere quanto velocemente la sua mente aveva iniziato a lavorare fino a che, mordicchiandosi il labbro, disse in quello che era poco più di un sussurro "Ma tu ami vivere in quel loft con Namjoon"

Già. Probabilmente, quando la rabbia nei confronti del suo migliore amico sarebbe scemata, si sarebbe sentito in colpa da morire. Ma non poteva più negare che era ormai un'altra la persona che gli era indispensabile e per la quale voleva esserlo a sua volta. Senza contare che era anche abbastanza convinto di lasciare Nam in buone mani.

"Amerei di più vivere con te"

"Non potrei comunque permettermi la metà dell'affitto per adesso"

Sospirò internamente, sperando che le stupide scuse che Yoongi si stava sforzando di cercare si esaurissero alla svelta "Con un appartamento del genere potrei cavarmela da solo per un po'. Tu puoi ripagarmi in natura fino a che non avrai uno stipendio tuo"

Yoongi rise, di nuovo e scosse leggermente la testa. Lui, a sua volta, non poté non mettersi a ridere, sapendo che le sue preghiere erano state ascoltate.

"Solo tu, Jung Hoseok, hai la capacità di convincermi a fare cose così stupide"

"Sono nel settore della pubblicità, è il mio lavoro. Ma credo che le mie abilità amatorie giochino un ruolo fondamentale, ammettilo" lo prese per mano e lo portò fuori dall'appartamento "Andiamo a sentire se l'appartamento è ancora disponibile, non so quanto tempo Taehyung sia disposto a darmi prima di portare quel coso peloso in casa"

In verità, Hoseok era abbastanza convinto che le cose non stavano come Yoongi aveva detto. Tae aveva ragione, con l'altro al suo fianco, lui riusciva ad essere se stesso. Non era né il ragazzetto ridicolo preso di mira di un tempo, né il maniaco del controllo di adesso. O forse era una via di mezzo di entrambi e per questo continuava a combinare un casino dietro l'altro. Ma, si disse, finché Yoongi -qualsiasi cosa sarebbe diventato- gli avrebbe permesso di stare bene con se stesso per la prima volta in vita sua, tutto sarebbe andato per il verso giusto. Eventi fuori programma compresi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera a tutti *-*

Ah, stasera sono un po' a corto di parole -evento raro, per me xD

Questo è allo stesso tempo l'ultimo capitolo YoonSeok e il penultimo capitolo di The Loft e boh, forse sono un po' emozionata.
Hoseok è il mio personaggio preferito, gli ho dato tanto di mio (purtroppo per lui) e probabilmente non sono riuscita a rendergli giustizia, ma questo non pone alcun freno alla mia trepidazione.

Questa storia è nata per puro caso, per farmi una risata e fidatevi, non mi sarei mai immaginata di arrivare a questo punto. Questa è una cosa che ho già rivelato a qualcuno ma a questo punto mi pare giusto confessarla a tutti: io non avevo idea di quello che stavo facendo xD Non ho mai avuto una trama in mente, nemmeno io sapevo cosa sarebbe successo. Semplicemente, mi mettevo davanti al pc quando ne avevo voglia e scrivevo tutto quello che mi veniva in mente. Ogni capitolo ha influenzato l'altro, chiaro, ma gli unici capitoli ragionati veramente sono stati questi conclusivi.
Forse è per questo che sento di non aver reso giustizia alla mia otp, è per questo che non sempre i personaggi si sono dimostrati fedeli a loro stessi, ma è anche per questo che, nonostante tutto, mi sono divertita da morire.
Inizialmente non avevo nemmeno intenzione di pubblicarla xD Poi mi sono convinta a provarci e vedere un po', ma vi giuro che non avrei mai creduto di arrivare ad oggi e scrivere le note del penultimo aggiornamento.

Ovviamente, è solo merito vostro. E' stato il vostro sostegno a portarmi sin qui e ad ignorare tutte le mie insicurezze. Le mie tante, taaaaante, insicurezze.
Grazie. Ve ne sono grata e non posso fare a meno di ripeterlo ogni volta perché sul serio non me lo merito. Siete fantastici

 
L'ultimo capitolo arriverà. Non so quando, ma vi assicuro che arriverà. Promesso.

 

Buonanotte a tutti,
da YoongiYah e dal gatto che in barba al caldo ha deciso di dormirle sulle gambe xD

 A presto, spero

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** XIX - Taehyung ***


 

 

 

 

 

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Quando Taehyung, non molto tempo prima, aveva detto che in quel loft la tranquillità non durava mai per più di cinque minuti, sapeva di aver ragione. Non sapeva, però, quanto effettivamente avesse ragione. Su una cosa però aveva avuto torto marcio. Quella volta, la fatidica frase l'aveva detta riferendosi alle strampalate relazioni dei suoi storici coinquilini con le loro rispettive dolci metà. Non aveva considerato, in quelle due diverse storie, il fatto che l’originaria metà del suo non troppo dolce primo storico coinquilino era in realtà il suo secondo storico coinquilino. A dire il vero, si stava rendendo conto, che quel non tanto piccolo fattore non l'aveva effettivamente preso in considerazione nessuno. Sicuramente, non l'aveva preso in considerazione Hoseok quando, con tutto il tatto che aveva a disposizione annunciò “Dovrete modificare il contratto d’affitto di questo loft. È inutile tenerlo a nome mio se tanto andremo a vivere da un'altra parte”.

Fu quella frase a scatenare il caos primordiale che in quel momento regnava sovrano all'interno di uno di quei due loft che si trovavano all’ultimo piano di quel condominio. Tutto era iniziato quella stessa mattina, che si era preannunciata come un normale inizio di uno dei tanti sabato vissuti in quell’appartamento: Jin e Namjoon stavano lavando e asciugando le stoviglie utilizzate per la colazione mentre Tae aveva preferito spaparanzarsi sul divano e sollazzarsi coi vari social a cui era iscritto, postando le foto di Donut e le varie selfie che aveva scattato dal suo repertorio di facce buffe. Solo una cosa in quel quadretto familiare in realtà stonava. Hoseok solitamente, a quel punto della giornata, sarebbe  dovuto essere già in piedi da un pezzo, forse davanti al suo portatile mentre rivedeva o perfezionava un qualcosa per lavoro (del quale ancora Tae, dopo tre anni di convivenza, non era riuscito a cogliere la vera essenza), o ancora a venerare già di buon’ora il suo ragazzo. In realtà, non riuscì a vedere l'assenza del suo hyung come un problema. Aveva sentito perfettamente come lui e Yoongi si erano impegnati a far pace più di una volta, di notte, quindi gli era sembrato anche normale il fatto che almeno quella mattina avesse deciso di riposarsi ancora un po’. Per questo aveva deciso pure di ignorare l’incredibile voglia che aveva di piombare nella sua camera e di mettersi a saltare su quel letto affinché gli desse la risposta che tanto agognava. Non dovette attenderla tanto a lungo, comunque. Era palese che quella frase, buttata lì come fosse stato un buongiorno qualsiasi, la sottintendesse efficacemente.

A quel punto, la questione che negli ultimi giorni aveva fatto da protagonista nelle vite di tutti loro aveva preso due diverse direzioni. Il problema, però, era che alla fine di entrambe poteva trovare solo un'unica destinazione. Se da una parte c'era Hoseok, che per dargli quello che più desiderava aveva rinunciato a vivere con loro, dall'altra c'era Namjoon, che non era mai stato tanto offeso e sconvolto in vita sua. Lui, invece, era la conclusione. L'artefice e il colpevole. Il vero Oscuro Signore, la persona orribile. Era a causa sua se in quel loft non poteva esserci tranquillità.

Il fatto era che lui non aveva dato solo una sorta di ultimatum ad Hoseok. Lui era la mente che aveva ideato il piano, la missione probabile “DonuTae”. Più o meno. Forse non era stata al cento per cento una sua idea, ma questo non cambiava le cose. Nei giorni passati, pregare lo hyung fino allo sfinimento di starlo ad ascoltare non aveva funzionato mai e quindi si era lasciato convincere da Jungkook che tramare alle spalle sarebbe stato sicuramente più efficace. Per questo aveva deciso di innescare nel suo hyung il senso di colpa per non averlo mai preso in considerazione in quanto coinquilino; a quel punto, gli avrebbe dovuto poi rivelare dove il suo ragazzo si fosse nascosto per permettergli così di fare pace, non prima però di avergli anche detto che a quel modo gli sarebbe stato debitore. A dire il vero, quest’ultima particolare chicca era stata partorita dalla mente dello stesso Yoongi. Seriamente, il fatto che lui e Jungkook si fossero prodigati così tanto nell’aiutarlo sarebbe dovuto essere un indizio più che sufficiente del fatto che la missione probabile alla fine si sarebbe rivelata un vero disastro.

Invece, alle prime ore di quella che si era preannunciata come una splendida giornata, col sole che spendeva, Joonie hyung e Jin hyung che in cucina si scambiavano le loro moderate ma ai suoi occhi comunque molto dolci effusioni e Jimin che lo riempiva di likes ad ogni sua nuova foto pubblicata, Tae si era pure illuso che le cose fossero andate esattamente come lui aveva ideato. Quando poi gli altri due li raggiunsero, tenendosi per mano, era sicuro che il DonuTae fosse riuscito. Non erano mai stati tanto raggianti e il sorriso di Hoseok non era mai stato così luminoso, era ovvio che le cose si fossero ufficialmente e definitivamente sistemate. Tanto ovvio che lui aveva fatto per alzarsi, mettendo il cellulare da parte, per mettersi a ballare la sua danza della vittoria davanti a tutti. Chiaramente, non fece in tempo. Venne fermato da quella frase che ancora non faceva altro che rimbombargli nelle orecchie, sbattendogli in faccia la realtà delle cose e infrangendo ogni sua più piccola illusione. Era chiaro che lui, a quel punto, era liberissimo di portare in casa Donut e qualsiasi altro nuovo amico a quattro zampe avesse voluto; Hoseok, a causa loro, aveva preferito andarsene per sempre. La sua espressione, a quella realizzazione, non poté fare altro che trasformarsi, rovesciando completamente il suo sorriso in un broncio che avrebbe potuto raggiungere i suoi stessi piedi. La reazione di Namjoon, dall'altra parte della stanza, non fu altrettanto contenuta. Lo sentì chiedere, con voce alta, sorprendentemente stridula un “Cosa?” che in realtà suonò tanto di domanda retorica. Quando poi il suo migliore amico fece per ripetersi, o forse ancora per spiegarsi, lui non lo fece parlare oltre. Buttò il canovaccio che stava utilizzando per asciugare i piatti a terra e si rinchiuse in camera sua, ignorando le successive preghiere da parte di tutti gli altri di uscire e di parlarne. Fu a quel punto che quell’orribile sensazione, dall’amaro retrogusto, nacque in lui. La vera crisi di coppia, però, si scatenò poco tempo dopo ancora, quando Namjoon si decise ad uscire dalla sua stanza, con intenzioni tutt’altro che buone. Si era portato dietro la sua vestaglia di flanella, quella celeste che il suo migliore amico gli aveva regalato il Natale passato, e porgendola a Jin disse che glie l'avrebbe ceduta volentieri perché “Tanto io non la uso e a lui non importa nulla della nostra amicizia”. L'altro lo raggiunse, cercando di strappargliela di mano e quella che doveva essere una chiacchierata per spiegarsi vicendevolmente cosa fosse successo diventò una lite fatta di recriminazioni e offese, perché uno era fin troppo fuori di testa e l'altro, a quanto pareva, si sentiva dato per scontato. Il tutto, ovviamente, continuando a giocare a tira e molla con la dannata vestaglia. Jin hyung, poi, cercò di mettersi in mezzo e separarli, iniziando ad alzare la voce per fermarli. E Taehyung, guardando immobile la scena che gli si era parata davanti, in cuor suo sapeva che Yoongi, che a sua volta li guardava con fare sconcertato -e forse anche un po’ troppo divertito- aveva ragione quando disse “Qui dentro sono seriamente tutti matti”, ma lui non poteva non sentirsi un verme. I suoi hyung stavano litigando, per colpa sua, e uno dei due se ne stava addirittura andando, sempre per colpa sua.

Ironia della sorte, tutto quello che aveva guadagnato col suo piano era quella terribile sensazione che lui, in vita sua, aveva sempre cercato di evitare e la consapevolezza che quello che aveva sempre pensato era vero. Rovinare le cose faceva schifo.

 

 

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“Io non ho ancora capito quale sia il problema”

Dopo che furono riusciti a separare Hoseok hyung e Namjoon hyung, che avevano iniziato a bisticciare come due donne che cavalcavano le imbizzarrite onde degli ormoni impazziti -ci mancava solo che iniziassero a tirarsi i capelli- Taehyung, che invece non aveva mai smesso di sentirsi peggio, era andato a cercare conforto tra le braccia del suo migliore amico. Ovviamente, però, aveva trovato Jimin già tra le braccia del suo fidanzato, che lo stringeva a sé neanche fosse stato un polpo con fin troppi tentacoli. Per lui andava bene così, sul serio. Aveva accettato ormai che quei due stessero felicemente insieme e, nonostante qualche piccolo accenno di gelosia, credeva ancora che fossero tremendamente carini. Senza contare, poi, che vedere il più giovane dei suoi amici per lui equivaleva ancora poter passare più tempo con Donut. Il problema era che lui, in quel momento, aveva bisogno di un po’ di coccole e di sentirsi dire che si sarebbe tutto sistemato e non di un ragazzino che col suo tono annoiato e la sua espressione impassibile lo faceva sentire ancor più scemo.

“Si chiama empatia, Jongkookie. So che per te è difficile da capire, ma fai uno sforzo per il nostro TaeTae”

Per fortuna c'era il suo Jiminie e sapeva perfettamente l'avrebbe capito al volo, come aveva sempre fatto dalla prima volta che si erano incontrati. E che aveva una spalla incredibilmente comoda, aveva scoperto quel pomeriggio: infatti, dopo che si erano recati tutti e quattro, loro e Donut, al parco, loro due si erano seduto su una delle panchine libere che avevano trovato mentre Jungkook si era steso sul prato per giocare col piccolo cagnolino. A quella risposta, però, il più giovane si era tirato su, mettendosi seduto a gambe incrociate, per poter guardare il suo ragazzo e potergli fare il verso, mimando con le labbra la prima frase da lui pronunciata, scimmiottandolo con una serie di smorfie. Una volta finito, però, tornò serio e a quel punto riprese “Questo l'avevo capito, grazie tante hyung. Quello che non capisco è perché si è ridotto così!” si girò verso di lui e, parlandogli direttamente riprese “Insomma, non hai fatto niente di male! Se quei due sono così scemi non è mica colpa tua!” Poi, prima ancora che Taehyung potesse rispondergli, s’imbronciò anche lui “E poi so perfettamente cos’è l’empatia! Solo che io mi preoccupo per le cose davvero importanti”

Aveva capito perfettamente a cosa si riferisse. Lo aveva visto star male al solo pensiero di Jimin triste, chiuso all'interno della sua stanzetta al college. Orgoglioso del cambiamento del più giovane, ma allo stesso tempo un po' invidioso dello sguardo adorante che l'altro gli aveva rivolto, alzò la testa, abbandonando il rifugio che le aveva trovato nell’incavo del collo di Jimin, e cercò di riportare il discorso sulla questione iniziale -più per non avere poi un altro motivo per sentirsi ancor peggio che altro. Senza riuscire ad abbandonare quel broncio che da quella mattina aveva iniziato a far parte della sua faccia, disse allora “Tu non capisci perché non li conosci. Loro sono… Sono –“

“Amanti segreti?”

Ignorò anche la lieve risatina di Jimin alla battuta, per riprendere il discorso “Loro sono due metà dello stesso biscotto”. Annuì convinto, credendo di non essersi mai espresso così bene. Era ovvio, quella era la metafora perfetta per i suoi hyung, entrambi all'apparenza un po’ duri, anche se per motivi diversi, ma in realtà ripieni di un cuore cremoso. Come poteva essere lui la causa della separazione e della lite di un qualcosa di così delizioso?!

Jungkook, però, sembrava non pensarla alla stessa maniera. Si sentiva il suo sguardo addosso e quando lo ricambiò lo trovò con le sopracciglia aggrottate e la bocca spalancata.

“Tu hai un’insana passione per i dolci, lo sai?”

Certo che lo sapeva, perché mai avrebbe dovuto chiamare il suo cane Donut, altrimenti?!

“Dovrò pur avere dei difetti anche io. E comunque non è questo il punto!”

Alzò la voce, attirando l'attenzione del cagnolino, che smise di giocare con la pallina che l'altro ragazzo stringeva tra le mani e gli corse in contro. Non dovette pensarci due volte, lo prese subito in braccio e si fece consolare, come solo il suo bambino poteva fare. Non riusciva a smettere di credere, suo malgrado, che se non avesse agito in maniera così egoista, tutto quello non sarebbe mai successo. Doveva davvero fare come aveva pensato all'inizio: portarlo a casa di soppiatto e nasconderlo per sempre in camera sua.

 “Tae, sai che ti capisco perfettamente. Se Yoongi hyung e Jin hyung dovessero mai discutere per un qualcosa che potrebbe dipendere da me anche io mi sentirei morire, ma… Non credo sia questo il caso”

Gli occhi di Tae si allargano e si illuminarono a quelle parole pronunciate dal suo migliore amico. Era per questo che aveva sentito il bisogno di correre da lui per parlarne, sapeva che solo lui avrebbe potuto capirlo. Quella era una delle prime cose che avevano scoperto di avere in comune. La seconda volta che si erano incontrati (non quella sera al bar, quella in cui Jin l'aveva presentati, ma dopo che si erano scambiati i numeri e avevano preso accordi per andare insieme al canile) quello fu uno dei loro primi argomenti di conversazione. Avevano scoperto che entrambi, anche se per situazioni diverse, erano finiti per diventare amici -e a volte la ruota di scorta- di un'altra coppia di inseparabili, migliori amici. Jimin era cresciuto nello stesso quartiere di Jin e Yoongi e, per una sorta di idolatria che provava per i due, aveva fatto di tutto per farsi accettare da loro. Lui, invece, trasferitosi in città per entrare al college, aveva deciso di provare anche la nuova esperienza di andare a convivere con persone nuove, piuttosto che nelle anonime e piccole stanzette che i dormitori offrivano. Tra i vari annunci che aveva preso in considerazione, quello che aveva scritto Hoseok l'aveva divertito particolarmente e, essendo lui un ragazzo sempre pronto per le esperienze più strane, aveva colto la palla al balzo. E questo, la loro passione per gli animali e altre confidenze che si erano fatti, tra le quali anche l'incredibile cotta di Jimin per il bel ragazzetto silenzioso che passava i pomeriggi in quello stesso canile per guadagnare quello che bastava per coprire una parte dei suoi studi di musica, l’aveva resi in poco tempo a loro volta degli inseparabili, migliori amici. Taehyung, dal canto suo, aveva scoperto troppo tardi che il suo interesse nei confronti dell’altro si spingeva un pochino troppo oltre. Nonostante quel piccolo particolare, che aveva ormai deciso di non prendere più troppo in considerazione -per il bene di tutti- aveva ormai capito che Jimin era la sua, di metà. In un modo o nell'altro, non aveva importanza il come. Era sicuro che insieme anche loro fossero buonissimi, anche se in maniera diversa da quella degli hyung. E per fortuna.

“Non lo credi?”

Lo chiese con tono colmo di speranza e Jimin, a quella domanda, gli sorrise calorosamente, facendo  scomparire completamente i suoi occhietti dietro le sue morbide guance “Certo che no! Hai tutto il diritto di portare Donut in quella casa! E poi tu Hoseok hyung lo conosci meglio di me, se non fosse stato sicuro al mille per cento che andare a vivere con Yoongi hyung non fosse stata la cosa giusta non glie l'avrebbe mai chiesto! Anche Namjoon lo capirà presto”

Taehyung, non ancora del tutto convinto, sospirò pesantemente, riprendendo ad accarezzare intensamente il cane che ancora si trovava tra le sue braccia “Ne sei sicuro?”

“Ma certo! E poi vedrai, non sempre tutti i mali vengono per nuocere. Dai, andiamo a portare le cose che hai comprato per Donut al tuo loft. Quando saranno lì inizierai a sentirti meglio, fidati di me!”

 

 

Si fece così convincere velocemente -non che fosse sicuro che le cose fossero davvero come gli avevano detto, comunque. Si fermarono quel poco che bastava a casa Jeon, giusto per prendere tutte le cose che a Donut non sarebbero servite durante le sue ultime ore di permanenza lì e ovviamente per lasciare lo stesso cagnolino -per quanto avrebbe preferito portare lui e non solo la sua graziosa cuccetta, aveva deciso di dare al suo hyung ancora il tempo del trasloco ufficiale. Il tragitto fino al suo condominio, poi, fu veloce e ricco di pesanti sospiri. Tutti suoi, ovviamente. Gli altri due, invece, sembravano troppo impegnati a confabulare tra loro. Aveva quasi intuito stessero discutendo ma lui decise di farsi gli affari suoi. Ne stavano parlando a bassa voce, era ovvio che non volessero renderlo partecipe. Comunque, sapeva perfettamente che Jimin, in caso di problemi, gli avrebbe riferito tutto. A quel punto ci avrebbe pensato lui, in qualche modo -senza suggerimenti esterni non era credibile durante una discussione, ma poteva pur sempre aizzare contro Jungkook un Namjoon istericamente inferocito. Inoltre, in quel preciso istante, era troppo preso dell’immaginarsi quale catastrofe avrebbe trovato celata dietro la porta principale del loft. Scoprì, suo malgrado, che la fantasia che aveva avuto non si era allontanata troppo dalla realtà. Hoseok aveva etichettato ogni oggetto di sua proprietà della zona giorno con dei post-it colorati. Uno di questi era anche lo schermo piatto da chissà quanti pollici che aveva comprato poco più di un anno prima e che aveva posizionato lui stesso davanti al divano del salotto. Da quello che Taehyung poteva capire, la loro lite si era indirizzata verso l'apparecchio: mentre il biondo insisteva in malo modo, dicendo che non poteva portargli via anche quella, l'altro continuava a strillare e piagnucolare “Ma è mia!”. Si girò appena, sorridendo tristemente ai suoi amici. Era la prima volta che li portava a casa, non avrebbe voluto fosse così. Pensò poi, però, che in un giorno diverso la situazione non sarebbe poi cambiata tanto. Entrò, facendo loro cenno di seguirli, e andò subito verso Jin e Yoongi, che se ne stavano seduti a tavola, ispezionando insieme due diversi giornali, entrambi nella sezione degli annunci di lavoro. Si accomodò con loro, ignorando per il momento i due litiganti, e fece fare lo stesso a Jimin e Jungkook. Poi, senza alzare troppo la voce, chiese “Come va?”

Yoongi non lo guardò nemmeno. Rimase con lo sguardo puntato sulla pagina che stava leggendo e borbottò un “A te come sembra stia andando?”. Jin, invece, spostò lo sguardo verso il suo compagno e fissandolo sbraitare, seriamente disse “Almeno adesso discutono per un qualcosa di più consistente di una vestaglia, è comunque un miglioramento. Volete fare merenda? Ho cucinato tanto stamattina”

Già. Non aveva ripensato al fatto che Jin si trasformasse in una casalinga anni Cinquanta nei momenti di crisi. Sospirò ancora una volta, concentrandosi sulla mano di Jimin -non aveva dubbi fosse sua- che si era posata delicatamente sulla sua spalla. Le sue, invece, strinsero leggermente i manici della busta che conteneva le varie cose di Donut -probabilmente Kookie aveva ragione, era già diventato il cane più viziato del mondo. Il chiacchiericcio di sottofondo, le lamentele e le accuse che continuavano a riempire la stanza, però, non facevano altro che alimentare il suo sentirsi un verme, facendogli dimenticare velocemente tutto quello che gli era stato detto appena qualche minuto prima. Giusto un paio di giorni fa aveva annunciato a quei due che tutto quello che gli sarebbe servito, per essere felice, era il poter portare il suo cane a casa con sé. Ma, ora che era ad un passo dal realizzare il suo piccolo sogno, si rese conto che, se era questo il prezzo da pagare, non lo voleva più. Solo un paio di giorni prima si era sentito dire, da una persona a caso, che doveva imparare a tirare fuori le palle. Lui, in quel momento più che mai, era convinto che gli attributi l’avesse sempre tirati fuori. Aveva sempre preferito il benessere degli altri al suo perché per lui vedere le persone a cui voleva bene felici, equivaleva a stare bene. Regalare un sorriso ad un amico era ciò che di più bello al mondo poteva esserci. Per puro egoismo, invece, quel giorno aveva fatto litigare due delle persone che reputava più importanti e per loro era ora deciso a mostrare tutto il suo coraggio, più di quanto glie ne fosse servito per urlargli contro la realtà delle cose, e fare un passo indietro. Lasciò cadere le buste a terra, facendo rumore coi giocattoli sonanti per cani, quel tanto che bastava per sovrastare tutto quel vociare ed attirare l'attenzione su di sé. Quando fu sicuro che gli occhi di quei due scemi furono su di lui, parlò “Hyung, dimentica tutto quello che ti ho detto ieri. Riporterò Donut al canile, non devi andartene. Smettete di litigare adesso. Mi dispiace”

A quelle sue parole calò il silenzio. Per una manciata di secondi soltanto, ovviamente. Mentre Jimin squittì sorpreso, sentì la voce di Jin pronunciare un materno “Oh, Tae!” e quella di Jungkook dire “Che mammoletta che sei”. Quelli che però a lui interessavano maggiormente si limitarono a fissarlo ancora, sbattendo le palpebre un paio di volte. Poi, Hoseok si girò verso Namjoon e di nuovo, strillando, lo accusò “Ecco, noi litighiamo e il bambino pensa sia colpa sua! Sei felice adesso?”

Non sapeva il perché, ma iniziava ad avere la sensazione di star assistendo al divorzio dei suoi genitori. Aggrottò le sopracciglia, confuso, mentre guardava il suo hyung avvicinarsi a lui e mettergli una mano intorno alle spalle “Tae, io non me ne vado per colpa del tuo cane. Io me ne vado perché voglio farlo”

Oh.

Questo cambiava le cose.

Jimin aveva ragione. Ovviamente Jimin aveva ragione, perché non gli aveva creduto sin da subito?! Tentò di fare mente locale, cercando di capire cosa ci fosse in tutto quello a sfuggirgli ancora. Fece per aprire bocca e chiedere delle spiegazioni di qualcosa che nemmeno lui sapeva quando Namjoon, tristemente, chiese al suo migliore amico “Come puoi voler andare via da –“ -sembrò mordersi la lingua prima di riprendere -“da qui per andare a vivere con uno che conosci da non più di qualche mese? È la cosa più pazza che tu abbia mai fatto!”

Fece un passo indietro, per fare sì che lo hyung lo lasciasse andare e per lasciargli tutta la privacy di cui aveva bisogno -e soprattutto per poter assistere meglio e non perdersi nemmeno un'occhiata.

“Per lo stesso motivo per cui tu hai deciso di rischiare tutto e di fiondarti in una relazione più che seria con uno con cui convivi da non più di qualche mese! Pensi davvero sia da pazzi?”

A quel punto nessuno fiatò più per davvero. Taehyung, più rapito che mai, continuava a fissare i due guardarsi negli occhi fino a che Hoseok sospirò “Nam, smetti di cercare di sabotarmi il trasloco e ammettilo”

“No. Ti odio”

“Non attacca neanche stavolta. Non è difficile, siamo in parte sposati e sarà tremendo non abitare più sotto lo stesso tetto dopo tutti questi anni. Dillo”

Probabilmente, quello era il loro momento più toccante e più imbarazzante di sempre. Seriamente, avrebbe tanto voluto avere del popcorn dolce per poter sedersi sul divano e godersi la scena appieno. Di scambi di battute strane tra quei due ne aveva sentiti tanti, ma questo poteva batterli tutti tranquillamente. Sapeva che quei due fossero uno la metà dell'altro, l'aveva pensato quella stessa mattina e l'aveva detto poco fa a Jungkook, ma non aveva proprio pensato al fatto che lui si fosse sentito così male solo perché quei due si erano messi a litigare per non dirsi un semplice 'Mi mancherai'.

Quindi era vero, erano seriamente patetici. Non per come stavano gestendo i loro rispettivi fidanzati, ma per come si stavano comportando tra loro. Logicamente, tutto tornava; lui stesso quella mattina aveva pensato che la loro strampalata relazione era stata presa sottogamba in quegli ultimi due giorni. Seriamente, come aveva fatto lui a prendersi la reputazione dell’eccentrico, lì dentro? Fortunatamente, non era il solo a pensare che tutto quello fosse tremendamente strano. Yoongi, infatti, sembrò riprendere coscienza di quello che lo circondava solo in all’istante “Oddio, vi rendete conto o no che ci saranno solo tre piani a separarvi? Sei rampe di scale, niente di più!” E detto questo se ne andò verso il corridoio, seguito a ruota da Jin hyung che tra sé e sé borbottava “Incredibile, sono passato dall'essere il ragazzo di uno con l'amante al fare l'amante di un altro”

Nonostante le proteste, loro non smisero mai di guardarsi. Namjoon non disse quello che Hoseok gli aveva chiesto di ammettere, ma Tae era sicuro che con quei semplici sguardi si stessero confessando e confidando tutto. In fondo, pensò girandosi verso Jimin che con un semplice sorriso gli trasmise un “Te l'avevo detto” pieno di serenità, ora sapeva esattamente cosa significasse avere qualcuno che potesse capirti al volo.

 

 

Qualche minuto, un altro po’ di sguardi e un paio di lacrime di Hoseok più tardi, si ritrovarono tutti impegnati ad inscatolare gli averi di quest'ultimo secondo il suo rigido e a suo parere pratico schema perché “Così sarà più facile mettere tutto in ordine dopo”. Con la promessa di un buon pasto abbondante preparato in casa da Jin (con l’inesistente aiuto di Yoongi, che si era palesemente offerto solo per non dover lavorare lì con loro), erano stati assunti anche Jimin e Jungkook, che con lui si stavano occupando dell'armadio dello hyung. Avevano entrambi fatto una faccia strana, una volta rivelato il maniacale metodo in cui i vestiti erano stati riposti e suddivisi ma lui, facendo di no con la testa, aveva lasciato intendere che non dovevano porre alcuna domanda a riguardo.

Namjoon, invece, aveva ancora un muso a dir poco lunghissimo “Non posso credere che non ti vedrò più riordinare questa stanza”

“Non dire così, ti prego. Potrei rimettermi a piangere da un momento all'altro”

A quelle parole, Taehyung vide Jimin sbuffare una piccola risata. Jungkook, invece, gli si avvicinò di soppiatto e sussurrò al suo orecchio “Sei sicuro che non siano amanti segreti?”. Lui, si limitò ad alzare gli occhi al cielo ma non riuscì proprio a nascondere un sorriso. Dal nulla, però, Jimin chiese ad alta voce, dopo essersi schiarito la voce, portando il discorso in tutt'altra direzione “Quindi… Rimetterete un qualche annuncio per trovare un quarto coabitante adesso?”

Gli occhi di Tae andarono inevitabilmente a cercare quelli di Namjoon che, con sua sorpresa, trovò già puntati su di sé. Lo hyung gli sorrise e poi rispose a all'altro “Dovremmo parlarne prima ma penso proprio che è questo quello che faremo. Anche se l'annuncio vecchio andrà modificato per aggiungere la presenza di un cane e tutto il resto”

Sentì il suo, di sorriso, allargarsi tanto da sentire male su tutta la faccia. Il suo cuore, invece, stava per esplodergli nel petto. Quello, pensò, sarebbe stato il suo ricordo più bello all'interno di quel loft. Per la prima volta, si sentì preso in considerazione sul serio. Il suo parere, la sua opinione, il suo cane, avevano un valore anche per gli altri. Niente, pensò, avrebbe potuto superare quel momento.

“Pensavo che… Poterei venirci io. Se per voi va bene, chiaramente”

Tranne quello.

Smise di riempire con finta cura lo scatolone che si trovava tra le sue gambe divaricate con le camice di Hoseok e, con la bocca spalancata dallo stupore, iniziò a fissare il suo amico, a corto di parole. Quello era molto di più di quanto avesse mai sperato di ottenere con la sua missione probabile. Boccheggiò un paio di volte nel tentativo di dire un “Sì, sì ti prego” rivolto a lui, ma anche a Namjoon, ma non ci riuscì. Allora, si decise a fare l'unica cosa gli sembrava possibile in quel momento. Si lanciò su di lui, rompendo probabilmente la scatola di cartone che aveva schiacciato col ginocchio, abbracciandolo stretto tanto da togliergli il fiato. Jimin ricambiò subito con la stessa intensità, ridendo felice. Sentì la voce di Hoseok, che in quel momento suonava tanto lontana, lamentarsi “I miei vestiti!” ma a quel punto non glie ne poteva importare più nulla. Non quando invece, sempre da un angolo remoto di quella stessa stanza, sentì il suo coinquilino dire “Se Tae crede sia una buona idea…”. Non era una risposta affermativa, ma era chiaro che si sarebbe fatto andare qualsiasi decisione lui avesse preso. E diamine, perché mai far venire il suo migliore amico non doveva essere una buona idea?!

“Beh, il ragazzo di Jimin non crede che questa sia una grande idea e glie l'ha già detto più volte”

Questo poteva essere uno dei perché. Probabilmente non era a quello che pensava lo hyung, ma era comunque uno di quelli da prendere in esame. Probabilmente, realizzò, era anche lo stesso motivo per cui prima, per strada, quei due si erano messi a discutere alle sue spalle.

 Jimin lo lasciò andare e Tae si trovò costretto a fare lo stesso. Lo guardò poi avvicinarsi a Jungkook, che li stava guardando imbronciati. Poggiò poi la fronte sulla sua tempia e sussurrò “Dai Kookie, non fare così”

Taehyung, guardandoli, strinse le labbra in una linea sottile. Poi, deciso, si alzò anche lui e si avvicinò, posizionandosi accanto al più giovane, dalla parte opposta rispetto a quella di Jimin “Sì, dai Kookie! Pensa, verrai qui ogni volta che vorrai e noi e Donut potremmo stare sempre sempre insieme! Faremo tanti pigiama party!”

Il ragazzo, per tutta risposta, iniziò a sbracciare, cercando di allontanare entrambi “Levatevi!”

Fu sicuro, però, di vederlo cedere per un attimo. Ovviamente, come poteva resistere con quello sguardo antipatico di fronte agli occhi dolci del suo fidanzato. Si guardarono a lungo, tutti e tre, fino a che il più giovane sbottò “Aaaah! Prova a dire ancora una volta che sono un insensibile adesso!”

Jimin a quel punto, dopo avergli dato uno schioccante bacio sulle labbra, e si aggrappò forte al suo collo. E lui, col cuore traboccante di gioia, non riuscì a trattenersi, e si tuffò su entrambi. Nonostante le risate di uno e le lamentele dell'altro che gli rimbombavano nelle orecchie, riuscì comunque a distinguere una seconda risata, molto più sguaiata dell'altra. Ricordandosi solo allora della presenza degli altri aprì solo un occhio, per cercare la figura di Hoseok che, divertendosi come un matto, prendeva in giro Namjoon “Oddio, tutto questo è bellissimo! Io me ne vado nel mio nido d'amore e tu ti ritrovi a mettere su famiglia con Jin hyung. Tre bambini e un cane! Oddio, mi sto sentendo male! Devo raccontarlo a Yoongi!”

E mentre lui si alzava, chiamando a gran voce il suo Dolcezza, continuando ancora a ridere con le lacrime agli occhi, Namjoon lo seguì iniziando a borbottare, sostenendo che niente di tutto quello che il suo amico sosteneva si sarebbe mai avverato, chiamando a sua volta Jin hyung in cerca di sostegno -che non riuscì a trovare, da quello che Tae poté capire. Lui, d'altro canto, strinse i suoi amici un po' di più, nonostante la gomitata allo stomaco che gli arrivò (sicuramente da parte del più piccolo).

"Sarà fantastico"

 

 

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Era  incredibile, agli occhi di Taehyung, come le cose fossero cambiate radicalmente nel giro di una manciata di ore. Il contratto d'affitto del nuovo appartamento di Hoseok e Yoongi hyung iniziava ad essere valido dal lunedì della settimana successiva. Avevano passato la domenica, tutti e sette, a spostare tutto, dalle cose loro a quelle di Jimin, che invece aveva fatto carte false per lasciare il prima possibile la sua stanza al college, che aveva iniziato ad andargli fin troppo stretta, soprattutto da quando Jungkook aveva iniziato a far ufficialmente parte della sua vita. Lui, ovviamente, non appena i suoi due hyung si dichiararono ufficialmente fuori dal loft, iniziò a correre e scalpitare per preparare tutto in onore dell'arrivo di Donut, previsto per quella stessa mattina. Aveva comprato ben due cucce ultra morbide, una per il soggiorno e una per la sua stanza. Aveva ovviamente sistemato anche le ciotole e tutti suoi giochi, dalle palline ai pupazzetti. Il cagnolino, poi, sembrò ambientarsi subito alla sua nuova casa -senza contare il fatto che fece capire sin da subito di preferire il vero divano alla sua stessa cuccia (e non era colpa di Tae che, quando i suoi due hyung non guardavano, batteva freneticamente sul cuscino della poltrona per farlo salire accanto a lui. No, assolutamente). Anche Jimin aveva preso pian piano possesso della vecchia stanza di Hoseok, poco preoccupato delle deplorevoli cose avvenute là dentro. Inoltre, non sembrò avere problemi ad abituarsi al ritmo della casa e dei suoi nuovi coinquilini. E loro, inevitabilmente, si erano subito adeguati al lui. Uno dei due già lo conosceva, certo, ma l'altro non poté fare a meno di capitolare di fronte alla sua dolcezza (anche se evitava in tutti i modi di darlo a vedere). Jin hyung, poi, si impegnò subito a comprare una nuova televisione, più grande della precedente, per zittire le lamentale del compagno che ovviamente non si erano fermate. Namjoon, infatti, non aveva mai ammesso di non aver preso bene il trasloco del suo amico. Non che ne avesse bisogno, chiaro. Ogni occasione, per lui, era diventata buona per chiamarlo fedifrago, proprio come l'altro aveva fatto nel suo ultimo momento di follia. Lui, comunque, non sembrava prendersela troppo. Ogni volta che si sentiva denominare a quel modo gli rispondeva soffiando un bacio in sua direzione per poi dirgli che gli voleva bene. Per poi girarsi subito nella direzione di Yoongi e supplicarlo di non lasciarlo. Quello, tuttavia, si limitava ad alzare gli occhi al cielo e mugolare infastidito. Hoseok, dal canto suo, nonostante si fosse stabilito ufficialmente in quello che ormai chiamava il suo nido d'amore al terzo piano, non si era liberato della chiave della porta d'ingresso del loft. Infatti, lui e il suo compagno piombavano lì nei momenti più disparati della giornata. Aveva detto che l'aveva fatto solo per motivi di sicurezza, ma Tae aveva capito perfettamente che in realtà nemmeno lui era riuscito a separarsi del tutto dal suo amico.

Pure Jungkook, comunque, sembrava trovarsi estremamente bene in quella casa. Non perdeva occasione di venir a far visita al suo ragazzo, ogni volta che i suoi impegni glie lo permettevano e, nonostante il suo atteggiamento all'inizio poco affabile, era riuscito a legare abbastanza velocemente anche con gli altri.  Tra loro due, poi, Tae poteva dire con orgoglio che le cose si fossero definitivamente chiarite. Lo erano già, ma quando, mentre aiutavano Jimin a sistemare la sua stanza, rimasero per un momento da soli, lui non riuscì dal trattenersi dal chiedere "Tra noi non ci sono problemi per questo, vero?" facendo un cenno con la testa per fargli capire che si stava riferendo alla sua nuova convivenza con l'altro. Jungkook, allora, con tono di resa, gli rispose "Ci teneva tanto a vivere con la metà del suo biscotto, non potevo dirgli di no. Dopo il modo in cui mi sono comportato con lui renderlo felice è il minimo che possa fare"

Soddisfatto della risposta, Tae lo accecò col suo sorriso "Grazie. Anche se io e lui non siamo un biscotto. Siamo troppo carini"

"Sì. Non capisco una sola parola di quello che dici" poi, sospirando ancora, con un tono che faceva notare quanto stesse soffrendo per aver solo pensato quelle parole, aggiunse "E comunque lo devo anche a te. Tu ti sei fatto da parte per me, è giusto che io lo faccia per te".

Quella volta, si rese conto pure che, qualunque buonissima cosa fossero, non aveva una sola metà e insieme, tutti e tre riuscivano a comprendersi, completarsi e spronarsi a vicenda.

E ovviamente, quando in casa c'erano tutti, era letteralmente una festa continua. Era strano da ammettere, ma Taehyung non aveva mai sentito quel posto come casa sua. Mai, se non a partire da quel fatidico lunedì. Ed essere circondato da tutti quelli che considerava la sua famiglia adottiva era ciò che di più bello potesse esserci al mondo.

 

 

Dopo una sola settimana, Taehyung capì che quello che aveva detto tempo prima era ancora una verità assoluta. La tranquillità, in quel loft, non sarebbe durata per più di cinque minuti. Lo capì nel momento in cui, non appena si misero seduti a tavola tutti e sei (chiaramente Jungkook era lì e chiaramente Tae divideva la sua sedia con Donut) per fare una ricca colazione preparata da Jin, Hoseok e Yoongi fecero il loro ingresso, irrompendo rumorosamente in un clima già movimentato di suo.

"Buongiorno bambini! Buongiorno genitori! Fateci spazio. Veloci o faccio tardi. Il passare da un appartamento all'altro mi fa perdere troppo tempo" poi, notando anche Donut, aggiunse "Oh buongiorno anche a te coso peloso"

Jin, allora, si affrettò a prendere gli altri due piatti -non l'aveva messi a tavola, ma comunque l'aveva lasciati previdentemente sull'isola della cucina già pronti all'evenienza- mentre Namjoon, al solito, grugniva "Se perdi tutto questo tempo perché diavolo non rimani nella vostra maledetta casa?"

"Nam, siamo poveri! Dobbiamo andare avanti con un solo stipendio, aiuta un amico in difficoltà!"

"Sì beh, ieri sera al pub abbiamo scoperto di dover assumere qualcuno. Da quando passo più tempo dietro il sipario il bancone è spesso scoperto"

Lo disse guardando Yoongi, facendo malamente capire che gli stava in realtà facendo una proposta di lavoro. Tae, sbalordito, si permise di sbirciare un attimo Jin, vedendo anche lui totalmente sorpreso. Era chiaro che non ne avesse fatto parola con nessuno.

Yoongi, sollevando le sopracciglia, chiese "Mi stai chiedendo di venire a lavorare con te?"

"Per me. E no, ti sto offrendo delle serate di prova"

Così, mentre il diretto interessato iniziava a lamentarsi, perché a lui non sarebbe servita nessuna prova e che quel 'per lui' non gli piaceva affatto, Hoseok riprese ancora una volta a singhiozzare perché quella era la cosa più bella che il suo migliore amico avesse fatto per lui. Namjoon, ovviamente e con poca credibilità, tentava di difendersi dalle accuse, sostenendo che la sua non era gentilezza, era solo un caso che Yoongi fosse disoccupato nello stesso momento in cui a lui serviva un dipendente e che lo faceva soltanto perché era stufo di vederli svuotare il loro frigorifero ogni giorno. Jin, in tutto ciò, sembrava non sentire nessuno: era già partito per uno dei suoi monologhi, intento a tessere le lodi del suo bellissimo e perfetto fidanzato. Jimin e Jungkook, a quel punto, si girarono entrambi verso Tae e dopo essersi scambiati uno sguardo d'intesa -perché sì, i loro hyung non erano di certo persone normali- iniziarono a ridere divertiti fino a che Donut, reclamando la sua attenzione ed un po' di cibo, non si mise ad abbaiare leggermente.

Probabilmente, quando aveva ideato e poi attuato la sua missione probabile, di fattori da prendere in considerazione ce n'erano tanti altri, oltre a quelli che aveva già scoperto prima, dalle varie relazioni che c'erano tra loro alle loro più disparate personalità. Comunque, pensò, ne era valsa la pena, inutile e orrendo senso di colpa compreso. Guardando tutti i suoi amici riuniti lì, intorno a quella tavola, che vociavano uno sopra all'altro, col suo cagnolino che grato gli riempiva il braccio di bacini, Taehyung era sicuro che le cose non potevano andargli meglio.

In fondo, la tranquillità era sopravvalutata.

 

 

 

 

 

 

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C'era una cosa però che in quei giorni Taehyung aveva decisamente sottovalutato. Il giorno dell'esame d'inglese era ufficialmente arrivato e lui, dopo sette giorni, ancora non aveva capito una sola parola scritta in quel dannato libro. Namjoon hyung, poi, non era riuscito a mantenere tutti i giorni la promessa. Non che glie ne facesse una colpa, in fondo era stato decisamente impegnato in quel periodo. Tra il nuovo lavoro e il tentativo di rallentamento del trasloco dell'amico, di tempo da dedicare a lui ne aveva sacrificato. Comunque, un pochino l'aveva aiutato; almeno adesso non avrebbe fatto una scena completamente muta.

Era tardi, mancavano solo due ore all'inizio della prova e lui doveva ancora portare Donut a fare la sua piccola passeggiata del primo pomeriggio. Aveva chiesto agli altri se potevano dargli una mano ma non aveva avuto molto successo. Jungkook e Jimin erano già usciti per andare insieme al canile, Jin hyung e Namjoon hyung gli avevano detto che doveva imparare a gestire meglio i suoi impegni da solo (i patti per avere il cane in fondo erano quelli), Hoseok hyung era al lavoro e Yoongi hyung gli aveva riso in faccia. Si era ritrovato quindi a dover fare le cose di corsa, prendendo distrattamente collare e guinzaglio con una mano e il cagnolino con l'altra, portandolo all'interno dell'ascensore. Solo quando fu all'interno si permise di lasciarlo a terra, nel tentativo di mettergli il suo collare turchese. Maledì il nulla, però, quando l'ascensore si fermò al terzo piano. Pensò per un attimo che lo hyung che si era rifiutato di aiutarlo ora volesse pure fargli perdere tempo. Si ricredette, però, quando le porte si aprirono di fronte ad un ragazzo -Tae avrebbe potuto giurare avesse circa la sua età, forse un pochino più giovane- a dir poco appariscente. Aveva i capelli azzurri e ok, i suoi erano viola, ma almeno non andava in giro all'interno di un condominio con degli enormi occhiali da sole in stile diva di Hollywood. Ripensando però al fatto che comunque lui l'aveva fatto col pigiama e le pantofole a forma di coniglio, probabilmente non si sarebbe mai dovuto permettere di giudicare. Si mise da una parte, per fargli spazio e permettergli di entrare liberamente e velocemente. Quando però questo fece un passo in avanti, la punta di una delle sue All Star rosse si incastrò nella fessura delle porte scorrevoli. Il ragazzo ovviamente inciampò, cadendogli letteralmente ai piedi. Taehyung non fece in tempo a muovere un muscolo per correre in suo soccorso che questo si era già rimesso in piedi, girandosi dalla parte opposta a testa bassa "Ti prego, dì che non hai visto niente"

Con gli occhi ancora sgranati, ora più per l'assurdità della richiesta che per lo spavento, non poté fare a meno di rispondere "Solo se mi assicuri di non esserti fatto nulla"

"No, il mio amor proprio oramai è abituato alle figuracce che faccio di fronte ai ragazzi carini" e a quelle parole vide le sue orecchie tingersi completamente di rosso, creando un contrasto evidente con la sua carnagione scura e i suoi capelli colorati "E adesso ne ho fatta un'altra"

Sforzandosi in tutti i modi di non ridere, Taehyung si accorse che i suoi enormi occhiali erano caduti a terra e che lì erano rimasti. Si abbassò per raccoglierli, riprendendo poi anche Donut in braccio "Riprendi questi, rischi di perderli altrimenti"

A quelle parole il ragazzo si girò verso di lui, permettendogli così di guardarlo negli occhi per la prima volta. C'era qualcosa, nel suo viso, di tremendamente familiare e allo stesso tempo di nuovo. Qualcosa di diverso, che attirò Tae in un baleno. Solo in quel momento riuscì a capire le parole usate dal suo amico quando, tra le loro iniziali confidenze, gli aveva detto "La prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati ho capito di voler Jungkookie nella mia vita".

Rimase immobile, non sapendo cosa fare o cosa dire -e mai una cosa del genere gli era successa, nemmeno con Jimin- guardandolo allungare una mano verso la sua, quella che stava ancora stringendo i suoi occhiali. Il ragazzo, invece, sembrò notare solo in quel momento anche la presenza del cagnolino "E' bellissimo"

Si avvicinò, senza smettere di guardare lo sconosciuto, approfittando della scusa che gli si era presentata "Si chiama Donut". Il ragazzo allora riportò lo sguardo sul suo, mozzandogli per un attimo il respiro e chiedendogli il permesso di accarezzare il suo bambino. Taehyung annuì freneticamente, sorridendo, e fu così che passarono gli ultimi secondi di discesa dell'ascensore. Quando poi arrivarono al pian terreno, il ragazzo dai capelli celesti uscì per primo, guardando bene dove stesse mettendo i piedi, e poi, si fermò goffamente, aspettando che uscissero anche loro.

"Quindi... Anche tu abiti qui?"

Annuì di nuovo, sentendosi un po' scemo. Dopo aver fatto mente locale, si decise a rispondere in maniera più consona "All'ultimo piano"

"Oh grande! Io mi sono appena stabilito al terzo piano. E' l'appartamento di mio fratello, l'ho raggiunto perché tra poco inizierò ad andare al college"

"Oh sì, grande! Al terzo piano ci capito spesso, ci abitano anche due miei amici!"

Il ragazzo allora gli sorrise, mostrandogli quanto in realtà, nonostante quei tocchi un po' esagerati che attiravano troppo l'attenzione, il suo viso fosse adorabile.

"Allora ci rivediamo in giro sicuramente!"

E dopo aver detto quelle ultime parole lo salutò con la mano, per poi guardarla e alzare gli occhi al cielo, come se avesse appena pensato quanto fosse stato ridicolo quel gesto. Taehyung, d'altronde, pensò di essere stato lui, quello stupido. Non era neanche riuscito a chiedergli come si chiamasse. Poco male, si disse. Da quel giorno in poi sarebbe passato a casa di Yoongi e Hoseok molto più spesso.

Rimettendo Donut a terra e iniziando a camminare, controllò l'orario. Si era fatto decisamente tardi, non aveva più molto tempo a disposizione per poter fare tutto quanto. Senza contare il fatto che adesso una chioma azzurra e un carinissimo sorriso non l'avrebbero fatto più concentrare un granché durante l'esame. Ma, come il suo migliore amico gli aveva detto una volta, non tutti i mali venivano per nuocere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' un po' che sto fissando la questa pagina in cerca delle parole giuste da dire. Vi dirò, nonostante il magone al pensiero di dover cliccare quel "Completa" per lo stato della storia (cosa che avrò già fatto quando voi leggerete tutto ciò, argh), non mi sento affatto triste o in vena di sdolcinati piagnucolii -non ora, ho già dato nel pomeriggio.
Non è mia intenzione quindi fare la melodrammatica come a mio solito. In realtà non lo è mai stata, ma essendo una fan del "complichiamoci la vita da soli" non ho potuto farne a meno *cade*

Sei mesi. Venerdì 29 Gennaio ho pubblicato il prologo di questa storiella, con una sola manciata di capitoli pronti e senza avere la minima idea di cosa ne sarebbe poi uscito fuori. Non avrei mai creduto di arrivare ad oggi, Venerdì 29 Luglio, e di scrivere le mie ultime note per The Loft. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, non di arrivare al ventesimo capitolo, di avere tutto questo sostegno da parte vostra o di affezionarmi così tanto a questi miei personaggi. Non ci avrei mai nemmeno sperato. Insomma, questa storia è semplicemente il frutto dei miei vaneggiamenti e del mio essere una Telefilm Addicted! E' anche vero, però, che è nata perché avevo bisogno di una distrazione, di qualcosa che mi aiutasse a non pensare troppo e devo dire che ha centrato il bersaglio in pieno. Sarebbe impossibile per me non volerle bene.

Comunque. Su questo capitolo in particolare non so quante cose ci siano da dire. Sicuramente non a tutti sarà piaciuto il mio espediente, ma il dare poco spessore al personaggio di Tae all'inizio è stato un modo per far capire che è sempre stato lui, in realtà, a rendersi un personaggio secondario. Lui è il personaggio più fanfictionesco della storia ai miei occhi. Non so quante persone al mondo siano davvero disposte a farsi da parte in qualsiasi occasione per pura bontà d'animo. Comunque, anche lui come tutti gli altri "storici coinquilini" di questo Loft è riuscito ad andare oltre il suo solito atteggiamento e capire che, a volte, fare qualcosa per se stessi non deve essere per forza un male per gli altri.

Per quanto riguarda l'ultimissima scena, sappiate che questo ragazzetto dai capelli celesti ha effettivamente un'identità e che è anche vero che almeno un pochino col nostro TaeTae lo shippo. Ho voluto mantenere il suo nome segreto però perché questa è una cosa tra me ed un'altra persona. Chiamiamola questione di famiglia xD
Ovviamente, se qualcuno volesse sapere qualcosa in più può liberamente chiedere ;)

Ora, per concludere voglio ringraziare tutti, ognuno di voi, un'ultima volta Non solo chi ha dedicato una parte del suo tempo per lasciare una recensione ai miei scleri, ma anche chi ha letto e seguito silenziosamente questa storia, chi mi ha dato fiducia e chi è riuscito ad arrivare sin qui. Seriamente, ma come avete fatto? xD

In particolare, stasera devo e voglio ringraziare in particolare _ez_ (omg finalmente posso citarti) perché mi ha sempre aiutata ed ascoltata, è stata fantastica. In più, vorrei invitarvi tutti a leggere la sua bellissima storia, "Rebus". Non che abbia bisogno della mia pubblicità *cade* sicuramente vi sarete già accorti tutti quanti di quanto sia brava :D

 
Va beh, adesso basta però. Le note stanno diventando più lunghe del capitolo, non mi pare il caso di aggiungere altro. Non volevo fare la sdolcinata e invece mi ritrovo a spargere ammore e polvere di fata ovunque xD

*cerca imbarazzata un modo per sfuggire alla tristezza che incombe*

 

Buonanotte a tutti quanti
Grazie ancora, di cuore

YoongiYah

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