Harry Potter e l'improbabile settimo libro

di Dorothea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Avviso importante dell’autrice: Questa versione del settimo libro ( decisamente improbabile e soprattutto fuori di testa ) è pura opera della mia fantasia e non verrà in alcun modo influenzata dagli avvenimenti che saranno descritti in Harry Potter and the Deathly Hallows e men che meno verranno inseriti spoilers.
Potrebbe però essere che, casualmente, alcune delle vicende narrate in questa fanfiction assomiglino a quelle del vero settimo libro. Non credo, primo perché sono scarsa in Divinazione e secondo perché questa versione è decisamente poco seria, ma non posso essere certa di non prenderci in alcuni casi, magari quelli più ovvi.
Anche se non l’ho ancora del tutto stesa, ho però ben chiaro quale sarà la trama, il finale è perfino già scritto, questo per assicurarvi che la fanfiction non rimarrà incompiuta. Magari ci metterò un’eternità, ma non la lascerò di certo a metà ^^
Buona lettura.

---Harry Potter e l’improbabile settimo libro---

Capitolo 1
Chi ben comincia è a metà dell’opera,
se ne deduce che Harry, Ron, Hermione e l’autrice siano ancora all’inizio

    Per l’ultima volta in vita sua, Harry Potter stava passando le vacanze estive a casa degli odiati zii, i Dursley, i quali a loro volta odiavano Harry. Il nostro cosiddetto “eroe” era tornato a casa da solo un paio di giorni, ma la vita a Privet Drive era talmente schifosa che a Harry sembrava fossero passati due anni; a confondere ulteriormente il maghetto ci pensava pure il calendario del 1999 che zia Petunia aveva comperato per mettersi avanti con il lavoro (?).
    Le vacanze erano però in procinto di migliorare, infatti Ron e Hermione, i migliori amici di Harry nel caso non lo sapeste, come promesso al funerale di Silente, sarebbero dovuti andare a casa del loro amico sfigato. Harry non vedeva l’ora che fossero arrivati. “Devo far riparare questo coso” si disse mentalmente dando un’occhiata al suo orologio rotto e sperando che gli amici non si fossero dimenticati della promessa fatta.
    Una mattina verso le otto, Harry faceva quello che in genere le persone fanno quando sono in vacanza, ovvero dormiva. All’improvviso, con uno schiocco assordante, Hermione Granger si materializzò in camera sua. Svegliatosi di soprassalto, Harry saltò fuori dal letto urlando come un ossesso e mettendosi a lanciare calzini usati contro l’amica.
    « Ehi, sono io! » esclamò Hermione riparandosi con le braccia dai proiettili puzzolenti.
    « Hermione » sospirò Harry sollevato « Mi hai spaventato! »
    Passi affrettati e pesanti e pure minacciosi rimbombarono per le scale rimbombanti. Zio Vernon, logicamente attratto dalla confusione, stava salendo a controllare che diavolo combinava quel depravato del nipote.
    « Si può sapere che stai combinando?! » sbraitò lo zio aprendo la porta « E quella chi è? » chiese alla vista di Hermione.
    « Già, chi sei? » la aggredì Harry fingendo di non conoscerla « Chi ti ha dato il permesso di entrare in camera mia?! Vattene intrusa! » e la fece rovesciare al suolo colpendola in faccia con la gabbia di Edvige, che al momento era in bagno che si faceva una doccia.
    Zio Vernon se ne andò borbottando improperi, perché alla televisione stava per iniziare la nuova edizione del grande cadavere, ovvero quel programma televisivo che segue trentadue ore al giorno le vicissitudini di un corpo dalla morte alla decomposizione, e lui non poteva perderselo per niente al mondo, figuriamoci quindi per osservare l’odiato nipote che prendeva a gabbiate sulla faccia una tipa che nemmeno conosceva.
    « Accidenti Harry » borbottò Hermione rialzandosi e massaggiandosi la faccia « Mi hai quasi rotto la mascella. »
    « Scusami, ma non potevo dirgli così senza preavviso che c’era una strega in casa sua » spiegò Harry «Ho dovuto fingere. »
    « Capisco, ma ti toccherà avvertirli che io e Ron veniamo a stare da qui durante le vacanze estive. »
    « Yuppie! » esultò Harry ballando il samba per la gioia « E quando arrivate? Mi sono rotto di star qui ad aspettarvi. »
    « Domani pomeriggio » lo informò Hermione « Giusto il tempo di finire di preparare i bagagli e siamo da te. »
    « Sai cosa mi piacerebbe Hermione? » le chiese Harry con aria sognante « Che domani, quando arrivate, tu mi corra incontro a braccia aperte. Sarebbe una cosa carina. »
    « Come vuoi, ma ora devo andare, devo finire di legare mamma e papà nello sgabuzzino. »
Harry la guardò con aria interrogativa.
    « Non vogliono farmi passare le vacanze con te e Ron » spiegò la ragazza « Dicono che una volta tanto dovrei passarle con loro, sono proprio iperprotettivi. » Detto questo si smaterializzo con un pop.
    Partita Hermione, Harry scese in salotto per mettere al corrente gli zii che il giorno dopo due maghi sarebbero arrivati in casa loro. Trovò gli zii in salotto, intenti a guardare la televisione.
    « Zio – »
    « Taci! »
    « Zio – »
    « Taci! »
    « Ehm, dovrei dirvi… »
    « Taci! »
    « Si, ma… »
    « Ho detto taci! »
    « E che palle! » esclamò Harry « In questo modo non andremo mai da nessuna parte! Invoco l’autrice e il suo potere divino per risolvere la situazione. »
    All’autrice non piace fare i favori ai personaggi, in particolar modo a Harry, ma in questo caso è costretta altrimenti non sa come mandare avanti la narrazione.
    All’improvviso un gibbone impellicciato armato di spugna decapitò lo zio Vernon.
    Uhm… forse si tratta di una soluzione un po’ troppo drastica…
    Come non detto, non è mai apparso nessuno gibbone, se lo avete visto allora dovete essere ricoverati insieme all’autrice; all’improvviso lo show del grande cadavere venne annullato perché, grazie ad un paradosso spazio-temporale, l’uomo di cui avevano usato il cadavere arrivò dal passato ( dove era ancora vivo ), fregò il cadavere di se morto e lo portò nel futuro per farselo visitare. Per stare più tranquilli, l’autrice stessa scavalcò il davanzale del salotto e si portò via il televisore dei Dursley.
    « Mannaggia, il mio televisore! » esclamò arrabbiato zio Vernon mentre Dudley era in preda a un collasso « Ora per passare il tempo sarò costretto a leggere. Purtroppo non possiedo libri, mi toccherà trastullarmi con le istruzioni del forno a microonde. »
    « Zio, devo parlarti » disse Harry tornando all’attacco.
    « Che vuoi? »
    « Volevo avvisarti che domani pomeriggio vengono qui due miei amici. »
    « Che genere di amici? » chiese preoccupato lo zio mentre Petunia sbiancava.
    « Due amici che frequentano la scuola con me. »
    « Vuoi dire… » tuonò zio Vernon trattenendo con difficoltà la rabbia « Vuoi dire come te? »
    « Si, ma non così famosi » precisò Harry.
    « Mai e poi mai! » tuonò lo zio balzando in piedi, mentre zia Petunia inorridiva e tremava dalla paura « Dovrai passare sul mio cadavere! »
    « Beh, si può fare, se proprio ci tieni » disse Harry con sguardo sadico estraendo una mannaia dai pantaloni.
    « Ehm, va be’, lascia perdere, ho cambiato idea » disse zio Vernon preoccupato « Che vengano pure, tanto io, tua zia e Dudley ce ne andiamo in vacanza.» Detto questo corsero a preparare i bagagli.
    Quello stesso pomeriggio durante la siesta, Ron e Hermione comparvero all’improvviso nel salotto di casa Dursley, facendo venire un coccolone agli zii e a Dudley, che non si aspettavano che arrivassero con ben un giorno di anticipo. Non avendo ancora passato l’esame, Ron era dovuto venire tramite materializzazione accompagnata avvinghiandosi a Hermione, cosa che al ragazzo non era dispiaciuta per nulla. E nemmeno a Hermione se è per questo.
    « Harry, ciao! » strillò Hermione « Hai visto siamo arrivati prima del previsto! » e corse ad abbracciarlo come su richiesta. Harry si scansò all’ultimo momento e la ragazza si schiantò contro la vetrinetta della cristalleria, facendo impallidire zia Petunia che, insieme al marito e al figliolone, si era rintanata in un angolo della stanza.
    « Ah ah! Ci è cascata! » rise Harry.
    « Accidenti » biascicò Hermione cercando di liberarsi dai frammenti di vetro « In effetti mi sembrava una richiesta un po’ strana la tua. »
    « Come stai Harry? » lo salutò amichevolmente Ron dandogli un fraterno pugno sulla spalla. Harry cadde a terra urlando e contorcendosi dal dolore « Stavo meglio prima » si lamentò con voce rotta dal pianto.
    « Ma ti ho appena toccato » disse Ron guardando il suo pugno con apprensione « Non volevo farti male. »
    « Ron, sei sempre il solito violento » lo rimproverò Hermione che si era infine rialzata e adesso era china sull’amico per vedere in che condizioni era « Guarda che gli hai fatto, gli hai rotto una spalla. »
    « Me misero! » pianse Harry « Rimarrò storpio e paralizzato per tutta la vita! »     « Ma no » lo tranquillizzò la ragazza « Ci vuole un attimo a risistemarla » così dicendo Hermione aveva estratto la bacchetta e si stava arrotolando le maniche. Con un appropriato incantesimo risistemò come nuova la spalla di Harry.
    « Wow, Hermione, sei stata fenomenale! » esclamò Harry balzando in piedi e flettendo il braccio « Funziona alla perfezione » come se il concetto non fosse chiaro, per far vedere a tutti che riusciva a riutilizzare l’arto, il maghetto afferrò un prezioso vaso cinese della dinastia Ming e lo gettò contro un muro, facendo impallidire ulteriormente zia Petunia che se ne stava ancora nell’angolino insieme alla famiglia.
    « Però » esclamò Ron guardandosi intorno « Chi l’avrebbe mai detto che sarei finito per passare le vacanze in una casa babbana. Papà era molto invidioso » Si interruppe facendo un balzo indietro « Non posso crederci! »
    « Che cosa? » chiese Hermione allarmata.
    « Hanno un feletono! » e senza aggiungere altro afferrò la cornetta e cominciò ad urlarci dentro « Pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto… »
    « Ron, smettila » Hermione gli strappò la cornetta di mano « Non si usa così un telefono. »
    « Ma papà mi ha detto che si dice pronto. »
    « Si, ma solo quando si risponde. »
    « Ah. »
    « Piuttosto » disse Hermione rimettendo a posto il feletono, cioè il telefono « Come stai Harry? Quando sono venuta questa mattina non c’è stato il tempo per un appropriato scambio di chiacchiere. »
    « Be’, a parte il fatto che tutte le persone a cui voglio bene sembrano morire, che il mago che ha assassinato i miei genitori mi vuole morto, che ho dovuto lasciare la mia ragazza e che non disputerò più una partita di Quidditch a Hogwarts, sto abbastanza bene. »
    « Ti sei lasciato con mia sorella?!? » urlò Ron « Ma io e Hermione non ne sapevamo nulla! »
    « A dire il vero io lo sapevo » confessò Hermione « Ginny mi ha detto tutto mentre tornavamo a casa dopo il funerale di Silente. »
    « E perché io non sono stato informato? » chiese Ron pieno di rabbia.
    « Be’, Ginny ha preferito che tu non sapessi nulla, temeva che avresti avuto reazione violente » tentennò Hermione guardandolo ansiosa.
    « E ha pensato bene! Perché adesso a Harry una bella lezione non gliela leva nessuno » arrotolatosi le maniche tirò fuori un cosciotto di maiale dalla tasca interna del giubbotto « Come hai osato trattare in questo modo mia sorella?! Sedurla e poi abbandonarla! Prendi questo! » e si gettò all’inseguimento dell’amico.
    « Aiuto! E’ pazzo! » Harry fuggì terrorizzato e corse per tutta la casa con Ron alle calcagna, inseguito a sua volta da Hermione che cercava di calmarlo strillando spaventata.
    « Ron! Fermati per l’amor del cielo! » urlò disperata seguendolo su per le scale.
    « Harry, ti ammazzo! »
    « Aiuto, vuole trucidarmi con un cosciotto di maiale! » gemette Harry salendo in soffitta in fretta e furia « Hermione fai qualcosa! »
    « Ron, non fare stupidaggini! » urlò Hermione « Ti sembra normale uccidere qualcuno a colpi di cosciotto di maiale? »
    Ron però ignorò le suppliche di Hermione, così Harry tentò la via di fuga buttandosi da un abbaino e atterrando su un cespuglio di petunie che zia Petunia aveva curato con tanto amore.
    « Maledetto! » Ron fece dietro front per tornare al pian terreno travolgendo Hermione che cercava di fermarlo. Uscito in giardino cominciò a guardarsi intorno. Harry sembrava sparito.
    « Dove sei? Vieni fuori se ne hai il coraggio! » urlò cercando l’amico nelle aiuole di fiori, ignorando l’orrendo spaventapasseri dalla faccia familiare. Hermione uscì di corsa e si fermò con una scivolata sul vialetto di casa vedendo lo spaventapasseri.
    « Oh mio dio! » urlò scioccata coprendosi la bocca con le mani « Ron, che hai fatto, hai impalato Harry! »
    « Ma se non sono ancora riuscito a prenderlo » disse Ron con aria interrogativa. Solo a quel punto si accorse dell’orrendo spaventapasseri « Ehi, ma quello spaventapasseri è uguale a Harry! »
    « Ci credo sono io! » disse Harry smettendo di fare l’idiota e scendendo dal bastone, più che altro per far smettere a Hermione di preoccuparsi inutilmente.
    « Oh, Harry, mi hai spaventato! » disse Hermione sospirando di sollievo.
    « Perché facevi lo spaventapasseri? » chiese Ron.
    « Per sfuggire a te e alla tua follia » gli spiegò Harry.
    « Ah, è vero che ti stavo dando la caccia! » disse Ron dandosi una pacca sulla fronte « Me la pagherai Harry! » imbracciato nuovamente il cosciotto riprese a inseguire Harry.
    « Aiuto! » Harry cominciò a correre intorno alla casa inseguito da Ron.
    « Ron, fermati, per l’amor di Merlino! » strillava Hermione.
    « Schiantalo, schiantalo! » urlava Harry ogni volta che passava davanti a Hermione.
    « Harry, qui all’aperto posso essere vista dai babbani » gli rispose Hermione mentre Ron le passava davanti roteando il cosciotto sulla testa. Presa da un colpo di genio, non appena gli amici le passarono nuovamente davanti, Hermione allungò il piede e fece lo sgambetto a Ron. Ron cadde a terra e senza perdere tempo la ragazza lo immobilizzò gettandogli addosso la sequoia che Zio Vernon era riuscito a far crescere in giardino.
    « Lasciami, Hermione, devo fargliela pagare » urlò Ron dimenandosi nel tentativo di liberarsi.
    « Tieni e lasciami in pace » disse Harry allungandogli una manciata di galeoni.
    « Non ti basteranno dei galeoni per cancellare le tue turpi azioni nei confronti di mia sorella! »
    « Ma sei hai detto tu che dovevo pagare! » disse Harry « Santo cielo, vorrei tanto che ti decidessi una volta tanto. »
    « Smettetela! » strillò Hermione « Ron, piantala, adesso entriamo in casa e con tutta tranquillità Harry ti spiegherà come stanno esattamente le cose, così forse la smetti di dare di matto. »
    Non appena entrati in salotto qualcuno suonò alla porta. Ad un più attento esame ( ovvero aprendo la porta ) si potette constatare che si trattava dell’autrice stessa con il televisore dei Dursley tra le braccia « Ho riportato questo coso » disse allegra.
    « Ehi, l’autrice non dovrebbe intervenire nella fanfiction stessa sotto forma di personaggio! » protestò Harry.
    « Senti, vuoi che ti sottoponga a una lobotomia? » gli chiese “gentilmente” Dorothea « Potere della fantasia, dell’immaginazione o della fantascienza, come preferisci chiamarla, piuttosto fammi entrare che devo sottoporre Ron ad una operazione di apprendimento veloce. »
    « Cos’è che vuoi farmi? » chiese Ron leggermente preoccupato mentre Dorothea rimetteva il televisore al suo posto.
    « Fare in modo che tu apprenda tutto senza che te lo spieghi Harry, i lettori lo sanno già, poi va a finire che si annoiano » detto questo schioccò le dita davanti al naso del ragazzo che rimase per un paio di secondi con la faccia da ebete ( ovvero la faccia di sempre ).
    « Ehi, ora capisco perché Harry ha lasciato Ginny! » esclamò infine Ron « E comprendo anche che si tratta di una mossa piuttosto inutile, dal momento che non la rende di certo più al sicuro, senza contare che Tu-Sai-Chi sarà già stato informato da Piton e Draco. »
    « Ehi, è pure diventato più intelligente! » esclamò Hermione sorpresa.
    « Beh, più scemo non poteva di certo diventare » disse l’autrice soddisfatta « Ora vi saluto, devo completare l’odioso capitolo sul matrimonio, maledetta sia la Rowling e il momento in cui ha deciso di far sposare Bill e Fleur » così dicendo Dorothea uscì, salì in auto e andò verso casa seminando il panico tra i pedoni.
    « Allora Harry » disse Hermione dopo alcuni minuti « In attesa che tu diventi maggiorenne io e Ron staremo qui a casa dei tuoi zii, sarà un piccolo momento di vacanza prima di partire alla ricerca degli Horcrux. »
    « Prima c’è il matrimonio di Bill e Fleur » precisò Ron « Dobbiamo andare lì prima di tutto. »
    « Stai calmo Ron, me lo ricordo » disse Hermione « Il matrimonio è il cinque di agosto, quindi il trentun luglio dovremo trasferirci perché la protezione che Silente ha messo sulla casa cesserà di funzionare quando Harry compirà diciassette anni. »
    Stanco di questi discorsi seri Ron si interessò al televisore « Che cos’è quel bagaglio che l’autrice ha riportato? »
    « E’ un televisore, Ron, serve per guardare cose che avvengono a chilometri di distanza da qui » spiegò Hermione « Accendiamola così puoi vedere da te. »
    « Bisogna darle fuoco per farlo funzionare? » chiese Ron dubbioso.
    « Ma no! » sospirò Hermione mentre Harry si rotolava dal ridere « Si usa il telecomando… ecco » trovato il telecomando Hermione accese il televisore sul primo canale che in quel momento trasmetteva il telegiornale « Questo programma è un telegiornale, mostra le cose reali che succedono nel mondo, ovvero da le notizie » spiegò Hermione prima di rivolgersi a Harry « Come ci sistemiamo per dormire? »
    « Beh, tu puoi dormire nella camera degli ospiti e Ron nella mia » disse Harry.
    « E tu dove dormi? » chiese Hermione.
    « Nel letto dei miei zii. »
    « E i tuoi zii? »
    « Oh, loro partono per le vacanze » spiegò Harry con un alzata di spalle. In quel momento i Dursley sfrecciarono fuori dalla porta trasportando le valigie, si catapultarono in automobile e partirono sgommando.
    « Anche questa roba è reale? » chiese Ron che aveva girato canale. Hermione si volse verso di lui     « Ehm, no Ron, quello è un’opera di fantasia » aggiunse alla vista di un’immagine di un film dei Muppet.
    Lasciando che Ron si trastullasse con il televisore ( o sarebbe meglio dire rincretinisse ) Hermione si sedette in poltrona rivolgendosi a Harry « Allora che intenzioni hai? Voglio dire, da dove partiamo con le nostre ricerche per gli Horcrux? »
    « Allora, prima di tutto andiamo a Godric’s Hollow a portare i fiori alle tombe dei miei vecchi, già che siamo lì diamo un’occhiata alla casa e vediamo se è ristrutturabile, non mi dispiacerebbe avere un posto dove vivere quando sta storia sarà finita. »
    « Se mai sarà finita. » precisò Hermione.
    Harry fece un veloce gesto scaramantico « E dai Hermione, non portare sfiga! »
    « Non sto portando sfiga, esaminavo le varianti possibili » spiegò la ragazza.
    « Poi non so, dobbiamo dare un’identità a quel R.A.B. e cercare di capire dove possano essere nascosti gli altri Horcrux e poi distruggerli. Alla dovremo cercare Voldemort così potrò farlo fuori » Harry fece una pausa e rimase pensieroso per un paio di minuti « Pensando a tutta sta roba che devo fare mi viene male. »
    « Immagino » disse Hermione comprensiva « Viene male anche all’autrice al pensiero di doverla scrivere. Ma basta parlare di argomenti deprimenti! » esclamò poi alzandosi con slancio « Per adesso siamo in vacanza, divertiamoci! Facciamo una ricerca antropologica sulla semi sconosciuta popolazione di indigeni della foresta di pruni situata nel sud dell’Inghilterra. »
    Harry la guardò male « E questo ti sembra divertimento? Piuttosto preferisco fare tutti i compiti del settimo anno. »
    « Buona idea » esclamò estasiata Hermione « Voglio dire, dal momento che non torniamo a Hogwarts è meglio se cominciamo a istruirci da soli, non sarà certo come se frequentassimo le lezioni, ma un’educazione autodidatta è comunque sempre meglio che – » si interruppe nel sentir il telefono squillare.
    « Ehi, suona! » esclamò Ron estasiato distogliendo la sua attenzione dalla pubblicità del detersivo per piatti.
    « Si, bisogna rispondere » spiegò Hermione mentre Harry si incamminava verso l’apparecchio.
    « Aspetta, voglio farlo io » lo fermò Ron. Harry lo lasciò fare. Il ragazzo agguantò il ricevitore e si mise a urlare dentro « Pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto… »
    « Ron! » lo rimproverò Hermione « Una sola volta! Lascia parlare anche l’altra persona. E non urlare »
    Ron seguì il consiglio dell’amica e lasciò parlare anche la persona all’altro capo del telefono « Si… si… un momento… Hermione è per te » aggiunse poi voltandosi verso di lei.
    « Per me? » chiese Hermione stupita « Ma chi è? »
    « Chi sei? » chiese Ron al ricevitore poi si rivolse nuovamente alla ragazza « Pare sia tua madre. »
    « Cosa?! E’ uscita dallo sgabuzzino? » Hermione era esterrefatta.
    « Hermione chiede se sei uscita dallo sgabuzzino » disse Ron alla madre di Hermione.
    « No Ron… dille che non si sono. »
    « Senti mamma di Hermione, Hermione mi ha detto di dirti che non c’è. »
    « Ma no, Ron stai incasinando tutto! » Hermione si era già messa le mani nei capelli.
    « Dice che non ci crede che non ci sei » spiegò Ron a Hermione, che ora si rivolgeva a Harry sussurrando « Parlaci tu. »
    « Io? » chiese Harry senza capire.
    « Si… fai finta di essere me. »
    Harry annuì e prese la cornetta che Ron gli porgeva. Con voce contraffatta rispose al telefono « Si, pronto sono me… cioè volevo dire sono Hermione. »
    Hermione si coprì gli occhi con le mani mentre Harry continuava la farsa « Si mamma sto bene… no, non voglio passare le vacanze con te e il babbo… si, sono a casa di Harry… come sarebbe a dire “lo stupido occhialuto”? » Harry si interruppe e coprì il ricevitore con una mano guardando Hermione trucemente « Le hai detto che sono uno stupido occhialuto? » bisbigliò irritato.
    « Certo che no, è lei che lo pensa » gli bisbigliò in risposta Hermione « Continua a recitare. »
    « Pronto mamma… si, Harry è quello che tu chiami “lo stupido occhialuto”, anche se non lo è intendiamoci… si sto qui fino al trentuno di luglio… no, dopo non posso venire al mare con te e il babbo, devo andare con Harry a dar la caccia agli Horcrux… no mamma, l’Horcrux non è un animale in via d’estinzione… »
    « Prima c’è il matrimonio di Bill e Fleur » gli ricordò Ron.
    « Scusa mamma, Ron mi sta ricordando che prima di cacciare gli Horcrux dobbiamo andare al matrimonio di suo fratello… si, Ron, esatto il mio ragazzo… un momento, il che cosa?! » Harry si rivolse agli amici senza preoccuparsi di bisbigliare o di coprire il ricevitore « Non me lo avevate detto che vi eravate fidanzati! »
    « Shh, se urli capirà che non sei me » bisbigliò Hermione allarmata.
    « Voi due vi siete messi insieme e non mi venite a dire nulla?!? Cattivi! » e scappò via piangendo.     « Oh santo cielo » gemette Hermione preoccupata. Ron intanto aveva agguantato nuovamente la cornetta e si era rimesso a parlare con la madre di Hermione « Senti mamma di Hermione, hai fatto un gran casino, non dovevi dire a Harry che io e Hermione stiamo insieme, doveva essere una sorpresa… no, quella con cui hai parlato non era Hermione, ma Harry che faceva finta di essere Hermione… »
    « Ron ma che stai combinando! » lo rimproverò la ragazza.
    « Senti mamma di Hermione, comincio a scocciarmi di te, mi deprime sapere che sarai la nonna dei miei figli… no, Hermione non aspetta un bambino, almeno, credo di no… » Ron si voltò verso la ragazza « Non sei incinta, vero? »
    « Ma no! » urlò esasperata la ragazza strappando la cornetta di mano a Ron e cominciando finalmente a parlare con la madre « Senti hai finito di rompere? Ti ho già detto che non ci vengo in vacanza con te e il babbo, adesso sono da Harry, poi andiamo da Ron per il matrimonio, dopo siamo impegnati a salvare il mondo, quindi capisci da te che non ne ho il tempo! E soprattutto la voglia! » Hermione sbattè il telefono in faccia a sua madre ( uh, che dolore ) sbuffando arrabbiata.
    « Mi ha dato del depravato e dell’imbecille » cominciò Ron accigliato « Mi sa che non andremo tanto d’accordo, il che sarà un problema per i pranzi domenicali… »
    « Si, va be', non pensiamo a questo adesso » disse Hermione affranta « Occupiamoci di Harry piuttosto. »
    I due cercarono l’amico per tutta la casa finché non lo trovarono rinchiuso in bagno che piangeva disperato. Hermione si avvicinò alla porta e bussò delicatamente « Harry, sei qui? »
    « Certo che è lì, chi è che piange altrimenti ? » le fece notare Ron.
    Hermione si voltò a guardarlo esasperata prima di voltarsi nuovamente verso la porta con voce dispiaciuta « Oh, Harry, sono mortificata, non volevamo tenertelo nascosto, sul serio, te lo avremmo detto da un momento all’altro, volevamo solo farti una sorpresa. »
    « Tua madre lo sapeva! » protestò Harry con voce rotta dal pianto da dietro la porta « Lo hai detto prima a lei che a me! »
    « Ho dovuto farlo » si giustificò Hermione affranta « Non voleva lasciarmi venire, ho dovuto darle delle spiegazioni. »
    La chiave girò nella toppa e Harry aprì la porta « Quando vi siete messi insieme? » chiese tirando su con il naso.
    « Il giorno del funerale di Silente » disse Hermione tutto in un fiato.
    « Proprio l’occasione adatta » commentò sarcasticamente.
    « Beh, se Tonks ha avuto il buon gusto di partecipare al funerale coi capelli rosa shocking, noi potevamo anche ufficialmente metterci insieme, non credi? » gli fece notare Ron.
    « Non hai tutti i torti » ammise Harry « Perché non me lo avete detto subito? »
    « Durante il funerale ci sembrava fuori luogo, così pensavamo di farlo dopo la cerimonia funebre, durante il viaggio sull’espresso, ma poi ho convinto Ron a rimandare la buona favella con la scusa di riferirtelo come sorpresa quando saremmo venuti qui, in realtà è che non mi sembrava carino annunciartelo quando tu ti eri appena smollato con Ginny, così… » Hermione si interruppe in quanto Harry aveva appena richiuso la porta con un tonfo e si era rimesso a piangere nel bagno. « Harry, che c’è adesso? » chiese preoccupata.
    « Dove lo trovi il coraggio di ricordarmi che io e Ginny non stiamo più insieme? Buuh! » pianse Harry.
    Hermione sospirò esasperata « Scusa Harry, non volevo farti star male. Adesso esci per piacere » lo implorò.
    « Ti faccio una tazza di tè » si offrì Ron. Hermione si voltò a guardarlo con aria interrogativa « La mia mamma lo fa sempre quando qualcuno è sconvolto, devo averlo già detto qualche libro fa » le spiegò con un sussurro.
    Alla felice prospettiva di prendere una tazza di tè, Harry aprì la porta del bagno e si diresse in cucina insieme agli amici. Ron, con l’aiuto della magia, si diede da fare per preparare la bevanda e apparecchiare la tavola; Hermione intanto allungava dei fazzoletti a Harry, dato che sommessamente piangeva ancora e i fazzoletti erano troppo corti per le proporzioni delle sue lacrime.
    « Ecco qui » annunciò allegro Ron facendo roteare per aria la teiera « Tè al sambuco alla Weasley. »
    « Ron, stai attento, stai schizzando dappertutto » disse Hermione riparandosi dalle gocce bollenti che già avevano corroso il piano di marmo « Cosa è che lo rende diverso dagli altri tè se preparato alla Weasley? »
    « Il fatto che l’ho preparato io » rispose Ron come se la cosa fosse ovvia.
    I tre si gustarono allegri il tè alla Weasley, accompagnandolo con dei biscottini zuccherosi della zia Petunia.
    « A i tuoi l’avete detto che state insieme? » chiese Harry mangiucchiando il suo biscotto.
    « No, faremo un annuncio ufficiale il giorno del matrimonio » disse Ron.
    « Però credo che già sospettino qualche cosa » aggiunse Hermione « Almeno, Ginny sembra averlo intuito. »
    A sentir pronunciare il nome di Ginny Harry scoppiò in lacrime amare.
    « Santo spogliarello Harry, non è possibile che ogni volta che senti dire Ginny cominci a piangere! Controllati per merlino! »
    Finito il tè Hermione sparecchiò con un colpo di bacchetta.
    Ron intanto esaminava la cucina « Cos’è questo? » chiese facendo partire il frullatore.
    « Lascia stare, è il frullatore » spiegò Hermione spegnendo l’apparecchio.
    « E questo cos’è ? » chiese aprendo il frigo « Brr ! Non sapevo che i babbani avessero l’inverno portatile »
    « E’ un frigo, serve per tenere fredde le cose » spiegò Hermione, ma Ron era già partito all’esplorazione di un altro apparecchio.
    « Cos’è questo? » e fece partire la lavastoviglie « Cos’è questo? » e tirò fuori gli attrezzi da cucina dai cassetti « Cos’è questo? » e si mise a scuotere il tostapane.
    « Ron! » urlò Hermione esasperata « Smetti di mettere a soqquadro la cucina! » afferrandolo per le spalle lo portò di forza sul divano e lo mise davanti al televisore, dove Ron andò in catalessi ammirando l’entusiasmante pubblicità di un sugo pronto.
    All’ora di cena convennero che forse era ora di pensare al mangiare, siccome pensarne solo non sfama, Harry si assunse l’arduo compito di ordinare tre pizze, alimento che non ci sta a dire una fava in una storia ambientata in Gran Bretagna, ma tanto ormai tutto il mondo è paese, c’è la globalizzazione e comunque questa storia non si chiama “improbabile” senza un motivo. Dopo aver composto il numero di una pizzeria di Rimini, Harry attese che qualcuno rispondesse fischiettando tra se l’inno di Hogwarts . Alla fine rispose una persona dalla voce stridula.
    « Pronto, qui “Pizzeria pizza a pezzi, ma non dai prezzi pazzi”, desidera? »
    « Salve, vorrei ordinare tre pizze. »
    « Bene, come? »
    « Vorrei ordinare tre pizze. »
    « Come? »
    « Ho detto che vorrei ordinare tre pizze! »
    « Ok, come? »
    « Santo Merlino azzoppato, ma sei sordo? Ho detto che voglio ordinare tre pizze! »
    « Ho capito, stia calmo! »
    « Se ha capito allora perché continua a chiedere come? Vuoi farmi uscire pazzo? »
    « E’ che volevo sapere a che gusto le voleva. »
    « Allora, per me alle quattro stagioni, senza le mezze perché i tempi sono quelli che sono, invece per i miei amici non so, aspetti che vado a chiedere. »
    Il pizzaiolo sospirò rassegnato mentre Harry tornava in salotto dove Ron continuava a guardare la pubblicità e Hermione intrecciava cestini di vimini « Come la volete la pizza? »
    « Per me ai peperoni » rispose subito Hermione.
    « E tu Ron? »
    « Uh? » chiese Ron ancora in catalessi.
    « Come la vuoi la pizza? »
    « Cos’è la pizza? »
    « E’ una cosa da mangiare » spiegò Hermione « Devi dire a Harry a che gusto la vuoi, così le può ordinare. »
    « Ah, la voglio alla fragola. »
    « Che schifo » fu il commento unanime di Harry e Hermione « Scegli un altro gusto. »
    « Allora… alla crema. »
    « Harry, prendigliela alla margherita » sospirò Hermione.
    « Ma dai! » protestò Ron « Perché devo averla con dei fiori sopra? »
    Mentre Hermione spiegava a Ron in che cosa consisteva la pizza margherita, Harry tornò al telefono « Eccomi qua. »
    « Alla buon’ora, ma non si preoccupa della bolletta? »
    « Tanto pagano i miei zii » rise Harry « Comunque le altre due pizze sono ai peperoni e alla margherita. Portale dove abito e fai in fretta. » detto questo mise giù.
    Fischiettando e saltellando Harry raggiunse gli amici in salotto, dove Ron continuava a guardare la pubblicità in televisione.
    « Ma non danno nient’altro? » chiese Harry sedendosi di peso sul divano.
    « Immagino di si, ma lui vuole vedere la pubblicità » sospirò Hermione. Proprio in quel momento Ron si mise a ridere e si voltò verso Harry recitandogli uno slogan pubblicitario.
    « Hermione » la chiamò Harry preoccupato « Sta imparando gli slogan a memoria, forse è meglio se la spegniamo. »
    « Ci ho provato, ma dopo si mette a piangere e scalciare. »
    Mezz’ora dopo suonarono alla porta « Dev’essere il pizzaiolo » disse saggiamente Harry afferrando i soldi che aveva fregato dal salvadanaio a forma di Dudley di suo cugino porcellino… forse era il contrario, fatto sta che andò ad aprire alla porta e dopo alcuni minuti tornò con le pizze « Ecco qui, tre belle pizze fumanti. »
    « Non devono! » esclamò Ron voltandosi verso di lui « Fumare fa male! L’hanno detto poco fa alla televisione, era una pubblicità regresso o trasgresso, non ricordo bene. »
    Harry e Hermione sospirarono esasperati maledicendo mentalmente l’autrice e il momento in cui aveva riportato il televisore.
    Finita la cena Hermione annunciò che avrebbero giocato a un gioco di società.
    « Ma io voglio vedere la televisione » protestò Ron.
    « Che stress con 'sto televisore! E’ da quando siamo arrivati che non fai altro che startene li davanti a guardare la pubblicità, ti si friggerà il cervello. »
    Spaventato Ron spense l’apparecchio.
    « A che gioco giochiamo? » chiese Harry sedendosi sul tappeto.
    « A Risiko » disse allegra Hermione con gli occhi che le brillavano per l’eccitazione.
    « Che sarebbe? » chiese Ron sedendosi a sua volta.
    « Devi conquistare i territori indicati dalla tua carta » spiegò la ragazza portando il gioco ed aprendo la scatola « Contrastando le mosse degli altri giocatori che… » si interruppe nel vedere che Ron sembrava non aver capito.
    « Sei sicura che sia un gioco? » le chiese perplesso « Non so se gli abitanti siano contenti che gli conquisti il territorio. »
    « Ron, è per finta » sospirò Hermione « Si combatte attraverso il lancio di dadi… ma iniziamo, capirai le regole giocando » Hermione preparò il tabellone e cominciò a distribuire i carri armati.
    « Io li voglio rosso Grifondoro! » esclamò Harry.
    « No » protestò Ron « I rosso Grifondoro li voglio io. »
    « Tu prendi i verdi » disse Harry spingendo verso di lui i suddetti carri armati.
    « Come i Serpeverde? Giammai! »
    « Santo stufato con le patate! » esclamò Hermione esasperata come non mai « Chi se ne importa del colore! Ron, pigli i neri che non hanno nessuna relazione con le case di Hogwarts. »
    « Si, ma il nero è il colore di Tu-Sai-Chi. Gasp, quella è l’armata dei Mangiamorte! »
    « Che stress. Facciamo così » disse infine Hermione mettendo fine alla discussione assurda « I rossi li prendo io, così la smettete di litigare, Ron usa i viola che tanto non indicano nulla e Harry i verde, visto che è il tuo colore preferito » aggiunse guardando l’amico.
    « E’ vero che è il mio colore preferito, però è pur sempre il colore delle Serpi… » smise di ribattere quando incrociò lo sguardo omicida di Hermione.
    Trovato finalmente un accordo i tre giocatori sistemarono i loro carri armati sul tabellone e iniziarono la partita.
    « Bene » disse Hermione soddisfatta « Inizia tu Ron. »
    « Che cosa devo fare? »
    « Quello che vuoi, ad esempio puoi attaccare Harry. »
    Ron prese un tubetto di colla e cominciò a spalmarlo sui vestiti dell’amico.
    « Ehi, che fai? » urlò Harry scansandosi.
    « Ron, attacca nel senso di aggredisci. »
Ron saltò addosso a Harry e prese a menarlo.
    « No, coi dadi ! » urlò Hermione al limite della pazienza.
    Ron prese i dadi e li scagliò in faccia a Harry, procurandogli un livido a far da compagnia alla cicatrice.
    « Ahio! » pianse Harry.
    « Ron, aggredisci non significa fargli del male » spiegò Hermione ormai prossima alle lacrime « Si tratta di un gioco! »
    « Allora non capisco un accidenti, potresti spiegare meglio? » chiese Ron.
    « Devi semplicemente tirare i dadi. »
    Ron prese i dadi e li scagliò fuori dalla finestra.
    Hermione rimase due minuti impassibile a fissare Ron, poi si alzò sbuffando « Ci rinuncio, io vado a letto. »
    « Ma… ma… l’hai detto tu di lanciarli, porco boia, che ho fatto di male adesso? »
    Harry alzò gli occhi al cielo sospirando rassegnato prima di seguire su per le scale gli amici che ancora discutevano e bisticciavano come loro solito.

***

Ecco qui il primo capitolo di una fanfiction che erano mesi che volevo iniziare a postare ( questo capitolo era pronto già ad aprile 2006 ), cosa che però non facevo dal momento che la trama sembrava un molliccio da quanto spesso cambiava forma. Memore di quanto sia difficile e stressante completare una fanfiction priva di trama, ho preferito prima lavorarci un altro po’ e trovarne una.

Vi avviso subito che non sono un’autrice che aggiorna in fretta, mediamente posto una volta al mese/mese e mezzo, non chiedetemi di fare più in fretta perché non ci riesco ^^ E anche se ci riuscissi anziché dei capitoli sfornerei degli obbrobri in grado di far impallidire un analfabeta.

Per chi avesse letto la mia scorsa fanfic, ovvero Harry Potter e il mistero della panna montata, avviso che:
-in questa fiction non ucciderò i professori dei lettori, quindi non commissionatemene ^^
-il personaggio di Angela non ci sarà
-non ci saranno i commentini scemi dei personaggi a interrompere la narrazione. Al massimo potrei inserire qualche dialogo assurdo alla fine del capitolo, ma non ne sono sicura.

Per chi invece non l’avesse letta e volesse farlo, ricordo che la fanfiction è in correzione, sto rivedendo e riscrivendo alcune parti, quindi potrebbero esserci dei passaggi logicamente disconnessi tra loro ( senza contare che la logica era già piuttosto scarsina ). Vado un po’ a rilento con questa correzione perché preferisco concentrarmi sulle fanfiction che ho in corso ^^
A proposito di fanfiction in corso, il dodicesimo e ultimo capitolo della parodia del principe mezzo-sangue arriverà tra breve ^^ Non impazzite dall’impazienza ^^

I personaggi sono di proprietà di J.K.Rowling e non li uso a scopo di lucro, Muppet e Risiko appartengono a chi ne deteniene i diritti. Il grande cadavere è stato preso pari pari da un’altra fanfiction, ma l’autrice di quella fanfiction sono sempre io, quindi chi se ne frega. Il nome Pizzeria pizza a pezzi, ma non dai prezzi pazzi è di mia creazione, ho quasi la tentazione di aprire una pizzeria solo per darle questo nome.

Vi ringrazio per aver trovato un po’ di tempo da dedicare a questo primo capitolo e soprattutto spero via sia piaciuto, personalmente trovo che il secondo sia meglio, a tempo debito potrete verificare se ho ragione o no ^^ . Fatemi sapere come avete trovato questo capitolo, non vale rispondere “navigando in rete” e cose simili ^^ Sul serio, mi farebbe molto piacere sapere il vostro parere, sia che sia positivo sia che sia negativo, quindi non siate restii a recensire ^^
Un bacione a tutti quanti!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Capitolo 2
Attacco a Privet Drive
( e non è che il trio stia facendo lavori con la colla )

    I giorni passavano tranquilli e felici, il triumsvitato trascorreva le sue giornate godendosi le vacanze, le mattinate erano spesso dedicate al gioco degli indiani. Harry interpretava il capo indiano Fronte Deturpata mentre Ron e Hermione erano rispettivamente Fuoco Fedele e Cespuglio Saggio; al pomeriggio invece ingaggiavano spesso cruente guerre a base d’acqua e pomodori. Quando invece non erano impegnati in questi giochi ricreativi(?) trascorrevano tranquille ore di relax a coltivare i loro hobby: Hermione studiava qualche voluminoso tomo, Ron guardava le pubblicità in televisione mentre Harry, scemo com’era, passava il suo tempo nell’orto a domandarsi come mai i sui hobby non facessero frutti.
    Alla vigilia del compleanno di Harry, Hermione venne svegliata da Ron che, sotto la doccia, cantava “Quando i mangiamorte fanno oh” con voce stonata. Si rigirò sonnolenta nel letto quando un urlo di Harry la destò facendola cadere dal letto.
    La ragazza si rimise in piedi allarmata, afferrò la bacchetta che teneva sul comodino e corse in aiuto dell’amico.
    « Resisti Harry, vengo a salvarti! » gridò cercando di imboccare la porta che dava sul corridoio, ma imboccando invece quella che dava allo sgabuzzino delle scope. Uno spazzolone dalla consistenza robusta la colpì forte sulla testa facendola cadere a terra.
    « Ahio! » gemette massaggiandosi il punto in cui era stata colpita « Mi sfugge il motivo per cui abbiano costruito lo sgabuzzino in camera… » borbottò alzandosi e correndo verso la porta giusta. Una volta in corridoio andò a sbattere con violenza contro Ron che, ancora gocciolante, era uscito di corsa dal bagno stringendosi un asciugamano in vita con una mano e reggendo una spazzola nell’altra. I due rovinarono a terra in un groviglio unico.
    « Ron, sta attento a dove vai! » lo rimproverò Hermione.
    « Ehi, ero io quello che aveva la precedenza, venivo da destra! » ribattè Ron alzandosi in piedi.
    « Si, ma la tua era una strada secondaria! » protestò la ragazza alzandosi a sua volta « Dovevi lasciar passare prima me. »
    « C’è qualcuno che ha visto la scena è può fungere da testimone? » chiese Ron guardandosi intorno.
    « Io fungo! » si offerse un porcino dall’aria velenosa.
    « Lascia perdere i testimoni e andiamo ad aiutare Harry » e ripresero a correre in direzione della camera dell’amico lasciando che il fungo si lamentasse per essere stato chiamato per nulla.
    « Che succede Harry? » chiese appoggiandosi allo stipite per riprendere fiato, stremata per aver fatto tre lunghissimi metri di corsa.
    Harry era in un angolo della camera indicando con dito tremante Edvige nella sua gabbia « Credo che abbia una qualche rara malattia » biascicò con voce tremante « C’è della roba nella sua gabbia che ieri sera non c’era. »
    « Non è che devi semplicemente pulirla? » ipotizzò Hermione avvicinandosi all’animale « Ma Harry! Non ha nulla che non vada » disse sorridendo sollevata quando ebbe guardato nella gabbia « Ha semplicemente avuto le uova. »
    Harry e Ron si avvicinarono alla gabbia con occhi meravigliati. Edvige se ne stava appollaiata nella sua gabbia covando felicemente otto uova bianche.
    « Ma dai, questa si che è una sorpresa » esclamò allegro Ron facendo cadere l’asciugamano per la meraviglia. Harry si schermò gli occhi intimando a Ron di ricoprirsi e informandolo che se avesse voluto vedere gli elefanti sarebbe andato allo zoo.
    Quando Ron si fu coperto Harry si rivolse all’amica con aria perplessa « Ma come è possibile che Edvige possa aver fatto le uova? Ci troviamo di fronte a qualche cosa di innaturale. »
    « Perché mai? » gli chiese Hermione non capendo che blaterasse l’amico « E’ normale che un uccello femmina faccia le uova. »
    « Mi stai dicendo che Edvige è una femmina? » urlò Harry sorpreso « Mamma mia, non si smette mai d’imparare. »
    « Scusa, ma pensavi fosse un maschio? Se è così perché le hai dato un nome femminile? »
    « Mi stai dicendo che Edvige è un nome femminile? » urlò nuovamente « Accidenti, non si smette davvero mai d’imparare. Piuttosto, sapete cosa implica l’avere uova di civetta in casa? » chiese poi guardando gli amici.
    « Che fra circa trentadue, trentaquattro giorni, ovvero il tempo di incubazione alla quale come cita Storia di Hogwarts, prende parte solo la femmina, nasceranno dei pulcini a cui entrambi i genitori provvederanno per cinquanta, sessanta giorni? » provò a rispondere Hermione dando sfoggio delle sue enciclopediche capacità.
    « No… significa frittate per colazione ! » esclamò gioioso Harry estraendo una padella dalle mutande.
Mezz’ora dopo il triumsvitato sedeva al tavolo della cucina gustandosi le frittate di uova di Edvige.
    « Però, sono buone » commentò Ron con la bocca piena.
    « Ne vuoi un altro po’ ? » gli chiese Harry porgendogli la padella.
    « Si, perché no » Ron prese la padella che Harry gli porgeva e si verso un’altra dose generosa di frittata nel piatto.
    « Non so se abbiamo fatto bene… » disse Hermione rimestando tristemente la sua porzione con la forchetta « Dopotutto erano le uova di Edvige, non di un pollo qualunque. »
    « Già, forse non avremmo dovuto » disse Harry aggrottando leggermente le sopracciglia « Magari quelli dell’Emporio del Gufo me li pagavano bene i pulcini… del resto però non abbiamo il tempo di allevare piccoli di civetta » concluse infilandosi in bocca un boccone dalle dimensioni ragguardevoli.
    « Certo che non hai nessun rispetto per la tua civetta » lo riprese Hermione severamente.
    Finita la speciale colazione, Hermione con un colpo di bacchetta fece volare nell’acquaio i piatti sporchi.« Bene » esordì una volta lavato il lavabile « Se stasera vogliamo fare una cena per concludere degnamente le nostre vacanze estive e allo stesso tempo approfittarne per festeggiare Harry, dal momento che domani non ne abbiamo il tempo, bisogna fare la spesa. A questo ci penserò io » aggiunse prima che Ron ed Harry potessero dire qualche cosa « Harry non può certo mettere il naso fuori di casa, sarebbe pericoloso, mentre Ron non potrebbe di certo accollarsi una responsabilità così grande, con la conoscenza che ha del mondo babbano va a finire che torna a casa fra tre mesi con una scorta di granchi da corsa. »
    « Quindi noi che facciamo? » chiese Harry mentre Ron si domandava se il discorso di Hermione non sottointendesse una scarsa fiducia in lui.     « Voi intanto potete preparare il budino, ho visto che nella credenza c’è un preparato facile da fare. »
    « Sicura che sia facile? » chiese Ron ansioso.
    « Certamente, basta seguire le indicazioni riportate sul retro della scatola, anche un idiota ci riuscirebbe » lo tranquillizzò la ragazza « Cosa devo prendere al supermercato? »
    « Salame? » propose Ron.
    « No Ron, niente salame, non voglio un ragazzo cannibale. »
    « Il pollo » disse Harry mentre Ron rifletteva sulle parole di Hermione « Ho sempre desiderato mangiare del pollo arrosto ma la zia mi ha sempre e solo dato le ossa. »
    « Insalata russa » disse Ron rinunciando a capire le oscure e enigmatiche parole che ogni tanto Hermione pronuncia « A meno che gli altri alimenti del frigo non preferiscano dormire in pace. »
    « Vino » aggiunse Harry « Una festa non è una festa senza dell’alcool. »
    Alcuni minuti dopo, partita Hermione, i due amici si diressero in cucina pieni di così tanta buona volontà che se la McGranitt li avesse visti sarebbe svenuta per la sorpresa. Trovata la scatola del budino si misero al lavoro.
    « Ci vogliono mezzo litro di latte » lesse Harry sulla confezione.
    « Bene » disse Ron dirigendosi verso il frigo. Ne tirò fuori un litro di latte che poi tagliò in due con la motosega « Poi? »
    « Aggiungere il composto. »
    I bravi fessi, che hanno delle capacità culinarie inferiori perfino a quelle dell’autrice ( il che è tutto dire ), avevano una delicatezza pari a quella di un dinosauro nel rimestare il composto che in pochi minuti si riempì di grossi grumi.
    « E con tutti questi agglomerati di cioccolato che si fa? » chiese Ron guardando sconsolato i grumi.
    « Boh » rispose Harry « Freghiamocene. »
    « Bravo, così poi Hermione non si lascerà fuggire l’occasione per ribattere che non facciamo le cose con serietà » lo riprese Ron.
    « Sarebbe ingiusto da parte sua, non stiamo facendo il budino raccontando barzellette. »
    « Li scioglierò con la magia » decise Ron estraendo la bacchetta.
    « Sei sicuro che sia una buona idea? Non so quanto sia saggio mischiare magia e composti babbani. »
    « Non temere, so quello che faccio » cercò di tranquillizzarlo Ron.
    « E’ proprio questo che mi preoccupa. »
    Ignorando Harry e i suoi timori, Ron immerse la punta della bacchetta nel liquido mescolando lentamente. All’improvviso la miscela prese a ribollire furiosamente crescendo sempre di più.
    « Ron, che diamine hai fatto?! »
    « Niente! »
    « Come niente? L’immagine dimostrativa sulla scatola mi sembra ben diversa dal nostro budino » esclamò Harry impanicato tendendogli la confezione.
    « L’immagine è a puro scopo dimostrativo » disse Ron indicando la dicitura « Non rappresenta la realtà. »
    « Si, ma guarda quella reale di realtà » gemette Harry indicando il budino che ormai straboccava dalla pentola e aveva raggiunto le dimensioni di un canotto a sei posti.
    « Possono esserci tracce di noci » lesse Ron prima di alzare gli occhi dalla scatola. Sbattè gli occhi sorpreso guardando l’enorme budino che troneggiava sul fornello, spostò lo sguardo sulla scatole e poi tornò a guardare il budino « Ma non dovevano essere tre/quattro porzioni al massimo? »
    In tutta risposta il budino ruggì.
    « Oh mamma aiuto! » gemette Harry « Non voglio concludere la mia vita finendo in pasto a un budino gigante! »
    « Lo fermo io! » esclamò Ron tornando dalla rimessa con un remo della barca di zio Vernon. Quando ha avuto il tempo di andare nella rimessa?Va be’, chi se ne frega di questi futili particolari.
    « Prendi questo, bruto » lo colpì Ron con potenza « Io ti ho creato e io posso distruggerti. »
    Il budino però non sembrava avere molta intenzione di farsi distruggere da Ron dal momento che saltò addosso al ragazzo e lo inglobò in pochi istanti.
    « Oh no Ron, che dirò ora a tua madre? Mi spiace signora Weasley, ma suo figlio è stato inglobato dal mio budino di compleanno? » gemette Harry guardando la mano di Ron, unica parte del ragazzo a non essere alla mercé del mostro, che ancora colpiva furiosamente il budino con il remo.
    In quell’istante tornò Hermione, al cui confronto Flash è un bradipo « Eccomi, ho fatto in fretta, non c’era per niente file e… » si interruppe nel vedere Harry che si chiudeva nel frigo per la paura e Ron ( o quello che di lui ancora si vedeva ) che combatteva contro una massa enorme e gelatinosa « Oh santo cielo, possibile che non possa lasciarvi soli alcuni minuti che combinate dei disastri? » protestò la ragazza. Estratta la bacchetta Hermione gettò un fuoco lilla contro il budino che gemette con voce stridula lasciando andare il ragazzo e scappando dalla finestra per la paura.
    « Ron stai bene?» chiese accorrendo dal ragazzo che sputacchiava e si puliva la faccia dai resti di budino.
    « Sono stato meglio » biascicò Ron « Però, non capita tutti i giorni di essere aggrediti da un budino gigante, ne avrò di cose da raccontare ai nostri nipotini. »
    « Fossi in te non le racconterei, non mi sembra una gran cosa dimostrare ai nostri nipotini che hanno un nonno scemo » fu il commento di Hermione.
    « Dov’è Harry? » chiese Ron non vedendo l’amico in giro.
    « Si era rinchiuso nel frigo. »
    Aperto il frigo trovarono l’amico che era ormai ridotto ad un pezzo di ghiaccio ( complimenti alle capacità congelative del frigo di zio Vernon ) e dovettero metterlo al sole in giardino per far si che si sciogliesse, raccontando ai vicini curiosi che si trattava di un uomo primitivo ritrovato di recente nei ghiacciai dell’Himalaya.
    Quella sera, dopo esser riusciti a scongelare il protagonista, i tre amici organizzarono una cenetta prima di lasciare Privet Drive una volta per tutte. Harry, Ron e Hermione si stavano sbafando un lauto banchetto, che deduco sia stato cucinato da Hermione, dal momento che, viste le avventure con il budino, dubito possa essere opera di Ron o di Harry. I tre scemi avevano deciso di dedicarsi al lusso e avevano utilizzato le suppellettili più preziose di zia Petunia per apparecchiare la tavola. Ci credo che le suppellettili siano più preziose, non mi è mai parso che Petunia fosse ricoperta d’oro o incastonata di gioielli.
    « Harry » chiese Ron con la bocca piena « Mi passi l’insalata russa? »
    « Di’ la parola magica » disse Harry.
    « Ah, già. Mi passi l’insalata russa per favore? »
    « Non intendevo quello » spiegò Harry «Voglio dire, sei maggiorenne, puoi prendertela da solo con l’incantesimo d’appello. »
    « Hai ragione » ammise Ron estraendo la bacchetta con entusiasmo; un entusiasmo che urtò uno dei bicchieri di cristallo di zia Petunia e lo frantumò in mille pezzi. « Accio insalata russa! »
    La magia però è una scienza esatta e se vuoi combinare qualche cosa devi dire le cose con precisione, altrimenti finisci come quel mago che si ritrovò un bufalo sullo stomaco. Fatto sta che all’ordine di Ron il piattino non si mosse, ma tutto il suo contenuto schizzò in faccia al ragazzo.     « Ron, ma questi sono errori da maghi dilettanti » lo rimbeccò Hermione porgendogli un tovagliolo. Harry nel frattempo rideva come un ossesso per la scena a cui aveva appena assistito.
    « Harry, vacci piano con il vino » lo mise in guardia Hermione.
    « Non preoccuparti Hermione, lo bevo da fermo » e si scolò un altro bicchiere colmo.
    « Ehi, lasciane un po’ anche a me! » protestò Ron « Accio vino! »
    Allo stesso modo di prima la bottiglia rimase immobile e il vino inondò il ragazzo. Harry cadde dalla sedia in preda agli spasmi delle risa, pochi istanti dopo si risedette in lacrime in quanto si era appena reso conto che tutto il vino era finito e non per merito della sua sete.
    Ron si asciugò la faccia e borbottò irritato perché non era riuscito a berne nemmeno una goccia, mentre Harry si, e tanto pure, a giudicare da come era sbronzo. Hermione tentò di rassicurarlo « Dai Ron, non tenere il muso, mangia qualche cosa prima che si freddi tutto. Magari dopo potremmo scassinare il mobiletto degli alcolici dei Dursley » propose facendo saltellare Harry di gioia.
    Deciso a seguire il consiglio dell’amica, Ron puntò la bacchetta verso il volatile arrosto « Accio pollo! » All’improvviso Harry si alzò in volo e atterrò di peso sopra l’amico facendolo ribaltare a terra; nella caduta Ron si aggrappò nella tovaglia e sparecchiò completamente la tavola.
    « Devi specificare che è arrosto » sospirò Hermione guardando sconsolata la tavola vuota. I due ragazzi intanto cercavano di districarsi dalla tovaglia, dalle stoviglie miseramente rotte e dai cibi non ancora gustati lanciando maledizioni e, nel caso di Harry che aveva bevuto troppo vino, ridendo stupidamente.
    Finita per modo di dire la cena, Hermione si prese l’incarico di far passare la sbornia ad Harry, nel frattempo Ron guardava estasiato la pubblicità in televisione. Quando finalmente Harry fu tornato normale, sempre per modo di dire, Hermione si accorse con orrore che mancava solo mezz’ora allo scoccare della mezzanotte.
    « Aaaaahhhh!» strillò allarmata « Abbiamo poco tempo a disposizione per abbandonare la casa prima che la protezione cessi, bisogna affrettarsi! Muoversi muoversi muoversi! » e con urla imperiose intimò ad Harry di preparare i suoi bagagli.
    Harry stava riponendo in valigia i calzini che puzzano se lavati quando Hermione fece capolino nella sua stanza con un elmetto militare in testa « Forza Harry, non abbiamo ancora molto tempo! » lo incitò ansiosa.
    « Abbiamo ancora dieci minuti » le fece notare Harry mettendo in valigia la corda per saltare « E poi non è che a mezzanotte in punto la casa di auto distrugge. »
    « Sei scemo allora » lo aggredì la ragazza dandosi una sistemata all’elmetto « Se io fossi Voldemort farei appostare i mangiamorte intorno alla casa per poterla attaccare non appena svanisce la protezione. »
    « Comunque sono pronto » disse Harry afferrando il proprio baule trascinandolo giù per le scale.
    Mentre scendeva rapido gli scalini sentì il legno rompersi e la gamba sprofondare all’interno della scala. Ricordandosi che lo scalino che scompare c’è solo a Hogwarts, capì allora che i Dursley dovevano aver fatto economia sui materiali per la scala, che a quanto pare si era rotta e lo aveva fatto nel momento meno opportuno.
    « Ma porc… aiuto, liberatemi! »
    « Oh no, proprio adesso devono accadere queste cose! » gemette Hermione dalla cima delle scale.
    « Ti libero io, Harry » disse pronto Ron sbucando dal salotto « Incendio! » Il legno prese subito fuoco.
    « AHA! » strillò Harry mentre le fiamme lo circondarono immediatamente.
    « Ron, ma che ti salta in testa?! » strillò a sua volta Hermione.
    « Volevo far bruciare il legno intorno a lui » si giustificò Ron.
    « Ma così finisci per bruciare pure Harry! »
    « Credevo che l’incendio bruciasse solo il materiale legnoso » disse Ron perplesso.
    « Ti sei bevuto il cervello? Quello brucia qualsiasi cosa! »
    « Cosa significa “bevuto il cervello”? Che immagine schifosa. »
    « E’ un modo di dire. »
    « Sentite voi due, avete intenzione di chiacchierare finché non vado arrosto o pensate di liberarmi? » li interrupe Harry ancora circondato dalle fiamme e con la gamba imprigionata.
    « Oh scusa Harry, ci eravamo dimenticati di te! » disse Hermione.
    « E’ confortante saperlo » sospirò Harry mesto mentre l’amica spegneva le fiamme con un estintore trovato chissà dove.
    Pochi minuti dopo essere riusciti a liberare Harry dalla scala bastarda, un orologio in lontananza batté dodici rintocchi, al che la carrozza di Harry tornò ad essere una zucca e la protezione di Lily cessò di operare. Subito bussarono alla porta. I tre si fissarono l’uscio immobili e con occhi sgranati. Bussarono nuovamente.
    « Secondo voi chi è? » chiese Harry con un sussurro.
    « Uno scocciatore » rispose Ron a sua volta sussurrando « Data l’ora. »
    « Per me non è nulla di buono » sussurrò Hermione « Facciamo finta di non esserci. »
    Bussarono nuovamente.
    « Va via! » urlò Ron « Non ci siamo! »
    « E allora chi ha parlato? » chiese una voce mentre Hermione in preda all’esasperazione singhiozzava con la faccia nascosta nelle mani.
    « Ehm… nessuno. »
    « E chi altri ci sono con te? Il “siamo” implica un numero di persone maggiori di uno. »
    « Ehm… niente e nulla. »
    Dopo alcuni minuti di attonito silenzio il misterioso visitatore si rivolse a delle altre persone che evidentemente erano lì con lui « Nessuno dice che Nulla e Niente sono in casa. »
    « Sei scemo? Muoviti a farci aprire. » gli ordinò un compagno.
    « Senti Nessuno puoi aprire? » chiese infine.
    « Perché? »
    « Perché perché… perché vogliamo entrare. »
    « Entrare a far che? »
    « A rapir… cioè volevo dire a consegnare la colazione in camera » mentì.
    « Tutto a posto, Harry » disse Ron rivolgendosi all’amico « E’ solo la colazione. »
    « Tutto a posto che? » sussurrò irata Hermione « A me sembra solo una scusa per entrare. »
    « Hai ragione, meglio controllare » convenne Harry prima di rivolgersi al misterioso visitatore « Cosa mi hai portato? »
    « Brioche e succo di pesca. »
    « Ehi, ma io volevo toast e succo d’arancia. »
    « Infatti questa non è la tua colazione. »
    « E per chi è allora? »
    « Ehm » pensò l’uomo « Per nessuno. »
    « E allora perché la porti? »
    « Harry, sono io Nessuno ricordi? » si intromise Ron.
    « Ah già » convenne Harry « E per me cosa hai portato? »
    « Nulla » rispose l’uomo.
    « Non raccontare balle, Nulla è qui con me » sbottò irato adocchiando Hermione.
    « Mi confondono » piagnucolò l’uomo rivolto ai compagni.
    « Questo perché sei scemo! » lo rimproverò uno « Come ieri quando hai buttato il panino e ti sei mangiato l’incarto. »
    « Esagerato, mi sono solo confuso, dopotutto nessuno è perfetto » tentò di giustificarsi.
    « Avete sentito? » chiese Ron agli amici « Mi ha definito perfetto. »
    « Allora ci muoviamo? » urlò una voce che, con orrore, il trio riconobbe come appartenente a Bellatrix « Sono secoli che siamo qui. »
    « Ma no, sono soli pochi minuti » la corresse un altro mangiamorte.
    « Crucio! » rispose amichevolmente lei « Siete degli incapaci, ci credo che le missioni falliscono con degli idioti come voi. Adesso ci penso io ad occuparmi della questione: portatemi un ariete. »
    « Io sono dei gemelli » disse un Mangiamorte.
    « Io sono dei Pesci » disse un’altro Mangiamorte « E Beppe è del capricorno, mentre Branzone mi sembra sia dello scorpione. »
    « Crucio, crucio, crucio! » ruggì Bellatrix « Basta, entriamo dalla finestra. »
    Un rumore di vetri infranti fece capire al triumsvitato che i mangiamorte stavano cercando di entrare dalla finestra del bagno.
    « Scappiamo! » urlò Hermione strattonando Harry.
    « In televisione ho visto quello che si fa quando persone sgradite ti entrano dalla finestra » disse Ron con voce sapiente « Si chiama la pulizia » e si diresse al telefono.
    I Mangiamorte nel frattempo imprecavano perché il primo a tentare di entrare dalla finestra era stato Joe il Grassone che si era incastrato e aveva bloccato l’accesso, Hermione approfittava del tempo guadagnato per trovare un posto dove nascondere Harry.
    Ron, trovato il numero della “pulizia” sull’elenco, aveva telefonato a “Impresa di Pulizia Stracci e Strofinacci, la risposta a qualsiasi tipo di schifezza” e ora stava parlando con un uomo che pareva decisamente scocciato.
    « Ma come si permette? » brontolò l’uomo assonnato « E’ la mezzanotte passata! »
    « Se era solo per l’ora davo semplicemente un’occhiata all’orologio mica feletonavo a lei » disse Ron « Ho chiamato per dirvi di venire subito, è un’emergenza! »
    « Cosa è successo? » chiese l’uomo allarmato.
    « Niente è in grave pericolo, anche se Nulla lo sta aiutando! »
    « Ma sei scemo? »
    « No sono Nessuno, venite subito a Privet Drive numero quattro più in fretta che potete » riattaccato si precipitò da Hermione che cercava di convincere Harry a nascondersi nel sottoscala.
    « Di nuovo qui dentro no! » gemette Harry « E poi non voglio nascondermi come un coniglio » aggiunse gettando via la carota.
    « Se non ti nascondi rischi che i Mangiamorte ti acciuffino e ti taglino le dita!» lo avvertì Hermione « Poi ti tortureranno graffiando la lavagna con le unghie, ti staccheranno una tibia e ci giocheranno a golf, ti estrarranno il fegato e lo daranno da mangiare al cane del vicino, ti distruggeranno il castello di lego e giocheranno a tris incidendoti la pelle con una forchetta arrugginita. »
    « Mi hai convinto » concluse Harry preoccupato « Ci ho messo mesi a finire quel castello » ed entrò nell’odiato sottoscala.
    Hermione aveva appena finito di chiudere la porta ed appoggiarci la schiena insieme a Ron quando i Mangiamorte uscirono dal bagno.
    « Proprio dalla finestra del bagno dovevamo entrare » brontolava Bellatrix « Se scopro chi ha lasciato il cesso aperto prima gli faccio ripagare la scarpa che ci immerso dentro e poi lo ammazzo. »
    Ron deglutì preoccupato.
    « Tornando a noi » aggiunse mentre i suoi compagni circondavano i due ragazzi « Dov’è Harry Potter? »
    « Non c’è » rispose Hermione con tono di sfida.
    « E’ morto » aggiunse Ron.
    « Accidenti Bellatrix » esclamò un mangiamorte « Siamo stati preceduti. E pensare che il Signore Oscuro si era raccomandato di recapitarglielo ancora vivo e vegetale. Avevo perfino portato il concime. »
    « Smetti di dire scemenze Branzone, per punizione ti sequestro la bambolina delle Superchicche. In quanto a voi due » aggiunse rivolgendosi a Ron e Hermione mentre Mangiamorte Branzone piangeva disperato « Non cercate di ingannarmi, non ci casco. »
    « E se ti facessimo lo sgambetto? » propose Ron.
    Bellatrix lo guardò male « Hai la lingua troppo lunga ragazzo » disse con voce minacciosa.
    « Uh, devo averla fatta allenare troppo con quella di Hermione » ipotizzò Ron pensieroso.
    « Cosa nascondete dietro quella porta? » chiese infine la donna adocchiando la porta del sottoscala.
    « Nulla! » rispose in fretta Hermione appoggiandocisi ancora di più.
    « Ma no Hermione » la corresse Ron « Sei tu Nulla, Harry è Niente. »
    « Levatevi di lì » ordinò Bellatrix, ma prima che qualcuno avesse potuto fare un solo movimento, la porta del sottoscala si aprì con uno scatto che fece capitombolare Hermione per terra e Harry ne uscì puntandosi la bacchetta alla fronte.
    « Così il signore oscuro mi vuole vivo, eh? » disse con aria di sfida « Fate un solo passo e mi Avada Kedavrizzo. »
    « Che nessuno si muova! » ordinò Bellatrix in panico.
    « Domanda » si intromise Mangiamorte Logico alzando la mano « Il Signore Oscuro vuole Harry vivo in modo da poterlo uccidere, ma se si uccide da solo il risultato non è uguale? »
    « Certe cose vuole farle di persona » rispose Bellatrix impaziente.
    « Si, ma è alquanto illogico e senza senso » continuò imperterrito Logico « Visto che è importante che Harry muoia perché rischiare che possa poi sfuggire al suo destino come è già successo in passato? »
    « Smettila di fare domande!» ruggì Bellatrix « Siamo in una fanfiction demenziale, non mettere in imbarazzo l’autrice con questioni intelligenti! Santo cielo, dopo questa missione mi ci vorrà una vacanza e bella lunga anche. »
    « Bene » disse infine Harry « Ora voglio che mi procuriate un elicottero con cui possiamo fuggire e una valigia contenente un milione di dollari. »
    « Non sei nelle condizioni di poter trattare » gli fece notare Bellatrix « Se cerchi di andartene uccidiamo i tuoi amici » e così dicendo puntò la bacchetta contro Hermione, al che Ron puntò la propria bacchetta contro Bellatrix mentre Hermione puntava la sua contro Branzone che si mise a piangere nuovamente perché non capiva cosa dovesse fare.
    Passarono così dieci minuti di stallo in cui i Mangiamorte non si muovevano per paura che Harry si ammazzasse e Harry non osava muoversi per paura che uno dei suoi amici venisse ucciso. Se fosse successo il fantastico trio sarebbe diventato il fantastico duetto o, nel peggiore dei casi il fantastico assolo. Come se non bastasse l’autrice stessa non si ricordò più in che diamine di ordine si stanno puntando la bacchetta e quindi si ritrovò impossibilitata dallo sgarbugliare la situazione. Al che la porta d’ingresso si aprì ed entrarono i Dursley.
    « Siamo a casa » disse zio Vernon posando le valige « Abbiamo deciso di cambiare atteggiamento nei tuoi confronti Harry e cominciare a volerti bene. »
    « Che stronzi, proprio quando me ne sto andando per sempre » fu il commento di Harry.
    « Dei babbani! » Urlò bellatrix indicandoli « Non possiamo farci scappare l’occasione di trucidarli selvaggiamente! Il grassone con i baffi lasciatelo a me, scommetto che è lui che ha fatto costruire il cesso proprio sotto la finestra. »
    In men che non si dica i cinque Mangiamorte si gettarono sui Dursley e cominciarono a farli a pezzi con una mannaia arrugginita. Approfittando della distrazione dei loro avversari, i tre ragazzi afferrarono i bauli cercando di evitare gli schizzi di sangue e fuggirono uscendo dal camino.
    La stessa fine dei Dursley la fece l’operatore di pulizia giunto pochi minuti dopo come su richiesta di Ron. Ops, scusate, volevo dire di Nessuno.

***

Non ho giustificazioni per averci messo un mese e mezzo a preparare un capitolo dove tutto quello che dovevo fare era solo togliere gli errori di battitura e correggere gli orrori ortografici, quindi molto logicamente non mi giustifico, stendiamo un velo pietoso e passiamo oltre.
Ringrazio dal profondo del cuore Tonks78, Emma, Strekon, MaryPotter92, Hermione93 e LoveLife per aver recensito il capitolo scorso, un caloroso ringraziamento anche al vasto popolo dei solo lettori ^ ^
Tutti personaggi sono di J.K.Rowling e non li uso a scopo di lucro, alcune situazioni descritte in questo capitolo possono essere pericolose ed è quindi sconsigliato ripeterle a casa, come ad esempio l’uscire dal camino, chiudersi nel frigorifero, creare budini giganti, essere dei babbani, dare fuoco alle scale, ma soprattutto telefonare alle persone dopo che è passata la mezzanotte.
Se questo capitolo vi è piaciuto non dimenticate di farmelo sapere con una recensione. Se invece vi ha fatto schifo, fatemi sapere perché e segnalatemi i difetti tramite una recensione. Se invece avete forti dolori in tutto il corpo e vi sentite come se doveste morire da un momento all’altro niente paura, sono io che faccio i riti voodoo, basta lasciare una recensione e tutto passerà ^ ^
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Capitolo 3
Approdo alla Tana più varie ed eventuali

    I tre pazzi pazzoidi, detti anche Harry, Ron, Hermione, ma conosciuti pure come triumsvitato, erano appena riusciti a scappare da un ridicolo attacco dei Mangiamorte e ora vagavano per vicoli oscuri. Non volendo attirare troppo l’attenzione prendendo il nottetempo, fecero l’autostop, trovando così un simpatico camionista che li scortò fino a Grimmauld Place raccontando loro i particolari di quella volta che, investito un bisonte, era stato da questi citato in giudizio. Per la cronaca, la causa fu vinta da un contadino armeno che per caso si trovava lì e che non centrava nulla con la vicenda.
    Giunti a destinazione alle prime luci dell’alba, e pagata un’ingente somma al camionista che in realtà era un tassista sotto false spoglie, i tre si rifugiarono nella vecchia casa d’infanzia di Sirius.
    « Ueeeh, io non voglio stare qui! » pianse Harry risvegliando la signora Black che si mise a bestemmiare in elfico.
    « Piantala Harry! » lo rimproverò Hermione allungandogli una pala « Questo è il posto più sicuro che ci sia. »
    « Si, ma mi riporta alla mente ricordi dolorosi » spiegò Harry asciugandosi le lacrime con il dorso della mano e soffiandosi il naso nella maglia di Ron « Come quella volta che Kingsley girava da sonnambulo ed è finito per pestare e distruggere il mio trenino. »
    « Me la ricordo quel trenino!» esclamò Ron « Era troppo bello, mi divertivo un sacco a giocarci, soprattutto quando mettevamo i Mangiamorte pupazzini sui binari e li facevamo investire. »
    In quella Lupin scese le scale trasportando uno scatolone pieno di cianfrusaglie « Oh, buongiorno ragazzi » li salutò allegro.
    « Salve professor Lupin, che cosa sta facendo con quello scatolone a quest’ora mattutina? » chiese Hermione curiosa.
    « Mi sono svegliato presto per via di un sogno tremendo dove un brufolo gigante cercava di rubarmi le calze a rete. Non riuscendo a riprendere sonno ho deciso di alzarmi ed organizzare un mercatino dell’usato nella piazzetta qui di fronte » spiegò « Venderò alcune vecchie cianfrusaglie lasciatemi dai miei genitori prima della loro fuga in Australia, già che ci sono pensavo di vendere pure il ciarpame rimasto in questa casa. »
    « Ehi, sarà anche ciarpame, ma si tratta di roba mia! » protestò Harry contrariato.
    « Ti sbagli Harry, me l’hanno lasciata i miei genitori, quindi è roba mia » lo corresse Lupin.
    « Mi riferisco a quello che ha raccolto in questa casa, tra quello che ha fregato Mundungus e quello che lei vuole vendere non ci rimarrà più nulla! E poi potrebbero esserci cose che mi interessano. »
    « Oh già, a questo non avevo pensato » ammise Lupin « Beh, allora perché non dai un’occhiata se c’è qualche cosa che desideri tenere? Nel frattempo vado in cucina a farmi una cioccolata calda » e così dicendo se ne andò in cucina facendo salti mortali.
    I tre ragazzi presero gli scatoloni e si accomodarono in salotto ad esaminarne il contenuto. Trovarorono dei vecchi fumetti di Diabolik, un servizio da tè decisamente bruttino, un costume da Zorro mangiato dalle tarme ( quello mangiato dalle tarme non è il costume, ma Zorro che il costume rappresenta! ), un paio di abiti alla moda del pleistocene, una mazza da baseball rotta, un barattolo di marmellata scaduta, un dado da venti con trenta facce(?), un vestito che puzzava di gatto, un gatto che puzzava di vestito, bombe a mano difettose, un puzzle con la metà di pezzi previsti, la tessera della biblioteca di Dorothea, un’ascia bipenne incrostata di sangue, dei pattini senza ruote e altri oggetti che non avrebbero di certo sfigurato in un mercatino dell’usato. Poi, con sua grande sorpresa, Harry trovò perfino lo specchio gemello di quello che Sirius gli aveva donato poco prima di passare a miglior vita.
    « Ehi, lo specchietto di Sirius! »
    « Uh? » chiesero Ron e Hermione che mai avevano sentito parlare di specchi di Sirius. Velocemente Harry spiegò loro di che diamine si trattava.
    « Potrebbe tornarci utile » disse Hermione esaminandolo « Hai ancora l’altro? »
    « E’ ridotto in mille pezzi sul fondo del baule » rispose Harry dopo aver controllato nel quinto volume delle sue avventure.
    « Possiamo sempre ripararlo » disse saggiamente Hermione.
    Così il triumsvitato si dedicò al restauro e riparò lo specchio che Harry aveva rotto durante il suo quinto anno, operazione che richiedette circa quattro secondi grazie all’utilizzo delle loro arti magiche. Riparato lo specchio e ripostolo al sicuro insieme al compagno, Hermione tediò gli amici per il resto della mattinata costringendoli a ripassare pesanti volumi che parlavano della smaterializzazione. Nel primo pomeriggio, infatti, Harry e Ron avrebbero dovuto sostenere l’esame. Mentre il triumsvitato si impegnava nella smaterializzazione, Lupin organizzò il suo mercatino dell’usato, era però riuscito a vendere solo il gatto che puzzava di vestito e a riconsegnare all’autrice la sua adorata tessera della biblioteca, quando dei balordi diedero fuoco al suo banchetto per divertirsi un po’.
    Quella sera Harry, Ron e Hermione erano su un pullman che arrancava su una stradina contorta e conpasticcini in direzione del villaggio di Ottery San. Catchpole, sede della dimora della nostra famiglia di Pel di Carota preferita.
    Harry e Ron erano seduti uno al fianco dell’altro, mentre Hermione se ne stava da sola, nel sedile posteriore al loro, a braccia incrociate, lo sguardo omicida e fumo e lapilli che le uscivano dalle narici. Chissà quale sarà mai il motivo, considerato che dovevano sostenere l’esame di materializzazione.
    « Dai Hermione, non fare il muso » le disse Harry voltandosi verso di lei « Dopotutto può capitare a chiunque di sbagliare. »
    « In quel “chiunque” tu non dovevi essere compreso! » ruggì lei « Eri già riuscito a smaterializzarti il giugno scorso, perfino accompagnando Silente con te! » urlò furiosa.
    « Calmati Hermione » si intromise Ron voltandosi a sua volta « Devi considerare il ruolo giocato dall’ansia durante l’esame. »
    « Tu non osare parlare, non dopo esserti fatto bocciare per la seconda volta! » lo zittì Hermione.     « E dai, a quanto pare Wilky ce l’ha con me » si giustificò.
    « Ce l’ha con te? » urlò incredula « Non credi piuttosto che il motivo sia l’aver lasciato indietro un orecchio, una gamba e il dito medio? »
    « E’ stato il dito medio che mi ha fregato » sospirò Ron tornando a voltarsi « Altrimenti non si sarebbe mai accorto che me ne ero andato facendogli i gestacci. »
    Personalmente trovo che il motivo del fallimento vada ricercato nel fatto che nessuno di loro era andato a riposare dopo aver passato tutta la notte a fuggire, comunque sia i tre scemi continuarono il viaggio senza particolari intoppi, finché non arrivarono alla fermata più vicina alla casa di Ron. Giunti alla Tana, ad accoglierli ci pensò mamma Weasley che, come al solito, non perse l’occasione di servire un po’ di cibo ad Harry.
    « Per l’amor di Merlino, mangia, che se no non cresci, Harry caro! » disse amorevolmente ficcandogli in bocca un cucchiaio colmo di pappina per poppanti « Guarda come sei denutrito! Mangia ancora un po’. »
    Con un casino degno del mio vicino quando taglia legna alle sei del mattino, Bill scese di corsa le scale e si gettò felice su Harry facendogli le feste come nemmeno Thor sa fare.
    « Bill, sta giù! » lo rimproverò mamma Weasley « Cerca di controllarti e saluta come le persone normali! »
    Con gran sforzo di volontà Bill si acquietò e si sedette sul pavimento « Ciao Harry, è un piacere vederti. »
    « Bravo Bill, tesoro mio, adesso vai un po’ in giardino a rilassarti » mamma Weasley gli lanciò una pallina colorata fuori dalla porta e il figlio maggiore si lanciò al suo inseguimento guaendo di gioia.
    « Sono gli effetti collaterali delle ferite subite » sussurrò Molly in risposta allo sguardo interrogativo di Harry.
    « Ehm… credevo fosse stato ferito da un lupo mannaro, non da un cane mannaro » disse dubbioso Harry « Nemmeno Sirius si comportava in modo così canino » aggiunse reprimendo un singhiozzo al ricordo del padrino defunto.
    « Ne abbiamo discusso con Remus » spiegò mamma Weasley cominciando a preparare la cena « Sembra che l’essere stato morso senza che ci fosse la luna piena lo abbia reso un lupo addomesticato più che mannaro.»
    « Oh, santo scielo, sto per sposciare un cane! » esclamò Fleur entrando in cucina « Ma non ha importanza, io sciono abbastanza normale per tutti e due » aggiunse sistemando alcuni bouquet in posti strategici. Harry, nel frattempo, dalla finestra osservava Bill, che in quel momento si stava rotolando allegramente nell’erba.
    Pochi minuti dopo anche Ginny giunse in cucina, alla sua vista Harry sussultò per l’emozione, ma preferisco tralasciare la descrizione dei tormenti d’amore del protagonista, perché io per prima non ho la minima voglia di pensarci.
    « Ciao » li salutò la ragazza « Com’è andato l’esame di smaterializzazione? » chiese loro.
    « Lasciamo perdere » ringhiò Hermione con occhi rossi dalla rabbia.
    « Mmh, qualcosa mi dice che non sono passati » dedusse Ginny.
    « Ah, ah, che scemi, non sono passati! » vennero presi allegramente in giro dai gemelli appena giunti anch’essi in cucina, che ormai comincia ad essere un po’ stretta.
    « Ehi » protestò George leggendo la riga precedente « Basta essere chiamati “gemelli” in tutte le fanfiction! »
    « Giusto » gli fece eco il fratello « Abbiamo dei nomi di battesimo anche noi! »
    Siccome nessuno dei personaggi può permettersi di mettere in discussione il giusto e lungimirante operato dell’autrice, i gemelli vennero prontamente portati via da cinque agenti della A.R.P.I.A., l’Accademia per la Rieducazione dei Personaggi Irrispettosi verso l’Autrice.
    « I miei bambini, dove li portate? » gemette la signora Weasley.
    « Non si preoccupi signora » la tranquillizzò il capo degli agenti « Non faremo loro del male » disse con uno sguardo sadico brandendo un gatto a nove code. Per esigenze narrative da questo momento in poi i gemelli verranno sostituiti dai fratelli Rigurgito e Conato, famosissima(?) coppia comica, le cui battute fanno decisamente vomitare.
    « Cosa fanno i galli in miniera? » chiese Rigurgito.
    « La galleria » rispose Conato e insieme scoppiarono a ridere come dei deficienti.
    « Siamo troppo spiritosi! » rise Rigurgito.
    « Gia… » convenne Arthur ( anche lui giunto in cucina ) guardandoli allucinato « Meglio se andate al Polo Nord a prendere un po’ di ghiaccio per il giorno del matrimonio » e così dicendo diede loro il cestello per il ghiaccio e li spedì via.
    Tolti dai coglioni Rigurgito e Conato i coniugi Weasley poterono presentare a Harry la madre e la sorella di Fleur, che comunque il nostro eroe conosce già. Il resto dei parenti di Fleur sarebbero arrivati il giorno del matrimonio, in occasione, guarda che coincidenza, proprio del matrimonio. Personalmente questo matrimonio mi ha già rotto le scatole. Harry diede un’occhiata in giro alla ricerca dei fratelli Weasley mancanti.
    « Charlie, non viene? » chiese.
    « Certo che viene, è il testimone » spiegò Arthur « Ma deve ancora arrivare, ha detto che aveva alcuni problemi a trovare un baby sitter per Fabiola. »
    « Non sapevo Charlie avesse una figlia » disse Harry colto alla sprovvista da questa notizia.
    « Cosa?! Charlie ha una figlia?! Ma allora sono nonno! Perché nessuno non mi ha mai detto nulla? » chiese Arthur scioccato.
    « Ehm, ma se è stato lei a parlarmi proprio adesso di Fabiola. »
    « Ah, ma lei non è la figlia! » rise Arthur rendendosi conto dell’equivoco « Fabiola è uno dei suoi draghi, tutto qui. »
    « E Percy? »
    A sentire nominare il terzogenito la signora Weasley scoppiò in lacrime mentre Arthur cominciò a distruggere uno dei regali di nozze, l’orrendo set per la toletta personale tempestato di conchiglie e che cambia colore a seconda del tempo atmosferico. E tutti, in particolare gli sposi, lo ringraziarono per questo.
    « Percy non viene » si prese la briga di spiegare Ginny « E’ stato rapito dai contrabbandieri di diamanti ed ora è ridotto in schiavitù in una miniera del Sud Africa. »
    Nei giorni seguenti, gli abitanti della Tana si dedicarono ai preparativi del matrimonio, che sono una delle cose più stressanti del mondo. Fortunatamente per quei poveracci dei Weasley, alle spese ci pensa la famiglia della sposa, la quale, dopo aver rinchiuso il futuro marito nel canile, dedicava la maggior parte del tempo agli ultimi ritocchi all’abito della sposa e a quello delle damigelle, esperienza che provocò una crisi di nervi a Ginny.
    Ma anziché parlare di quello che fecero nei giorni seguenti, occupiamoci di quello che accadde il giorno dopo l’arrivo del Triumsvitato, che, sconvolgimenti temporali a parte, viene cronologicamente prima. Ad essere sinceri non accadde praticamente nulla, l’evento più emozionante fu l’arrivo di Charlie in groppa a un drago sputafuoco.
    « Ehilà, ragazzi! » salutò tutti bonariamente mentre il drago si dedicava a incendiare il gazebo dell’orchestra.
    « Il mio bambino! » lo stritolò la madre « Mangi sempre abbastanza, vero? Sembri così dimagrito. »     « Sto bene, mamma, non preoccuparti, mi lavo sempre i denti e dico le preghierine alla sera » la tranquillizzò sorridendo.
    « Cosa faceva un prete su una Harley-Davidson? » gli chiese Rigurgito tirandolo per la manica destra.
    « L’ha messa in moto! » rispose Conato tirandogli la manica sinistra e insieme al suo degno compare cominciò a ridere con un cretino. Charlie spostò lo sguardo da uno all’altro con il sorriso che gli si era gelato sulle labbra « E questi chi sarebbero? » chiese con un gemito.
    « Porco demone, sono già tornati! » imprecò Arthur accorrendo allarmato « Bisognerà trovare loro un altro incarico. »
    « Ehm, i gemelli sono stati portati via dall'A.R.P.I.A., loro sono i sostituti » spiegò Mamma Weasley sottovoce « Tu piuttosto, perché ti sei portato dietro quel lucertolone? » chiese apprensiva adocchiando il drago che ora ripuliva il giardino da tutti i nani.
    « Non sono riuscito a trovare un baby sitter e non potevo certo lasciarla sola » Spiegò Charlie « Ma non preoccuparti, è molto ben educata, non fa i bisognini in casa e non si fa le unghie sul divano. »
    Nel frattempo Arthur stava dando un nuovo incarico a Conato e Rigurgito « Ragazzi, andate in fondo al sentiero e state lì finché non giunge Orlando Bloom, non conosce bene la strada per casa nostra e potrebbe perdersi » Rigurgito e Conato partirono di corsa « Che scemi! » rise Arthur quando i due rompiscatole furono spariti all’orizzonte « Orlando Bloom non deve venire a casa nostra! »
    Purtroppo Orlando Bloom venne effettivamente e soprattutto senza nessun motivo a casa dei Weasley, così tutti quanti dovettero sorbirsi Conato e Rigurgito e le loro barzellette sceme. In compenso Fleur e Bill ebbero il discutibile piacere di avere il signor Bloom al loro matrimonio.
    Avendo l’autrice le tasche piene di narrare dei preparativi del matrimonio, dirigiamo l’attenzione per un po’ verso Voldemort e i suoi temibili(?) Mangiamorte.
    In un lugubre sotterraneo, illuminato da luci lugubri, che gettavano al posto un’atmosfera lugubre, Voldemort stava seduto su di un alto scranno lugubre. Accidenti che frase lugubre. Comunque sia, davanti a lui Bellatrix si stava inginocchiando invocando la clemenza del proprio padrone.
    « Bellatrix hai fallito! » la rimproverò Voldemort guardandola arcigno.
    « Perdono padrone, perdono! » supplicò Bellatrix prostrandosi ai suoi piedi.
    « Per punizione non ti permetterò di dare fuoco alle ciabattine di pelo rosa vaporoso di Branzone. »
    « Nooo! »
    « E vai! » esultò Branzone.
    « E tu non esultare, siamo in una situazione drammatica, cavolo! » ruggì Voldemort « Crucio! »     « Ahi, che dolorino » gemette Branzone contorcendosi un po’.
    Finito di torturare il Mangiamorte, Voldemort si appoggiò allo schienale del suo scranno sospirando di stanchezza « Che stress dover avere a che fare con dei deficienti del genere » disse flebilmente « Codaliscia, vammi a prendere un cappuccino » ordinò.
    « Subito padrone » squittì Codaliscia precipitandosi fuori dalla porta.
    « Mi raccomando, che sia senza schiuma! » gli urlò dietro Voldemort.
    Pochi istanti dopo Piton e Draco entrarono nel sotterraneo « Vostra maleficenza » lo salutarono i due inclinando il capo.
    « Piton, sei il mio uomo migliore! » lo elogiò Voldemort alzandosi e dandogli un vaso di peonie come premio « Hai fatto la spia a Hogwarts per anni e hai fatto fuori quella palla al piede di Silente. »
    « Credevo avesse fatto fuori Silente, non la sua palla al piede » si intromise Branzone con aria scettica.
    Voldemort alzò gli occhi al cielo « Bellatrix, occupatene tu. »
    Senza farselo ridire un’altra volta, Bellatrix si armò di trinciapollo e si gettò su Branzone ridendo sadicamente.
    « Sono molto soddisfatto del tuo operato » continuò seriamente Voldemort ignorando le alte grida di Branzone « Così come sono molto impressionato dalle tue capacità, Draco » aggiunse voltandosi verso il ragazzo « Non capisco perché molti siano convinti che finirò con l’ucciderti, dopotutto ti avevo assegnato quella missione nella speranza che tu schiattassi, non mi immaginavo minimamente che avresti potuto avere successo. E invece sei riuscito a trovare un modo per far penetrare i Mangiamorte al castello e hai quasi ucciso tu stesso quel bietolone di Silente, sono impressionato, davvero tanto. »
    « Ehm, grazie padrone » lo ringraziò Draco inginocchiandosi goffamente.
    « Sei molto meglio di quel fallito di tuo padre » aggiunse Voldemort posandogli una mano sulla spalla.
    « Mio marito non è un fallito! » protestò Narcissa entrata in quel momento per portare le divise fresche fresche di bucato.
    « Vuoi dire che Lucius è il padre di Draco? » chiese Voldemort voltandosi sorpreso verso di lei « Ma… non era figlio di Guascone, quell’artista di strada che si esibiva a Diagon Alley alla fine dei settanta? »
    « Cosa?! » chiese Draco non credendo alle proprie orecchie « Io, illustre altolocato, generato da un comune pitocco?! »
    « Ehm, c’erano stati solo un po’ di dubbi in principio, ma poi con l’esame del dna abbiamo appurato che Draco è figlio di Lucius » spiegò Narcissa imbarazzata. Draco tirò un sospiro di sollievo, che nella caduta si fece male.
    « Questa non la sapevo » disse Voldemort « Però Draco, ti conveniva essere figlio di Guascone, anche se fallito era molto meno fallito di Lucius » aggiunse rivolgendosi al ragazzo.
    Draco si depresse ancora di più. Nel frattempo Bellatrix squartava Branzone non prestando orecchio né attenzione a quello che accadeva intorno a lei.
    « Uh, interessante scoprire come è fatto il corpo umano » esclamò infine sollevando il fegato dell’ormai maciullato Branzone. Lo esaminò un po’ prima di rendersi conto dell’arrivo della sorella « Oh, brava Narcissa che hai portato le divise pulite, la mia è un po’ intrisa di sangue. »
    Dopo che Bellatrix si fu cambiata d’abito, Voldemort chiamò a raccolta i Mangiamorte per una riunione straordinaria, nel frattempo Narcissa si mise a lavare il pavimento, irrimediabilmente insozzato dalle interiora di Branzone.
    « Bene » esordì Voldemort quando tutti i presenti ebbero preso posto intorno al grande tavolo rotondo « Oggi dobbiamo discutere del fallimento del piano per la cattura di Potter e, non meno importante, dare gli ultimi ritocchi al progetto per la costruzione della mia torre da cattivo. »
    « Padrone, manca Codaliscia » gli fece notare Mangiamorte Beppe alzando la mano.
    « Come osi interrompermi?! » ruggì Voldemort lanciando palle di neve contro lo sfortunato Beppe « Chi se ne frega di Codaliscia, è in missione a procurarmi un cappuccino. Stavo dicendo, il nostro ultimo tentativo di mettere le mani su Potter è miserabilmente fallito » e così dicendo lanciò un’occhiataccia a Bellatrix « Ma non possiamo perdere tempo a correre dietro a quel ragazzino malefico, è di massima importanza che ci dedichiamo alla conquista del mondo e alla costruzione della mia torre. »
    « Quindi rinunciamo a mettergli le mani addosso? » chiese Pironzolo.
    « Come osi solo pensare una cosa del genere?!? » urlò Voldemort lanciandogli contro un passino per verdure « Ovvio che no, deve morire quel lurido bastardo, e voglio essere io a dargli la morte. Quello che intendo è che, visto che non riusciamo a mettere le mani su Potter, faremo in modo che Potter venga da noi di sua spontanea volontà » disse Voldemort sorridendo maligno.
    « Mi permetta di farle notare, vostra maleficenza, che questo piano manca di originalità » disse Mangiamorte Criticone con voce seria.
    « Avada Kedavra » gli rispose simpaticamente Voldemort. E, grazie al signore oscuro, la fanfiction fu libera dalla scomoda e pericolosa presenza di Criticone.
    « Come faremo a convincere Potter a venire da noi? » chiese Bellatrix che, come antistress, torturava un criceto infilandogli stuzzicadenti nelle orecchie.
    « Accidenti non lo so » ammise Voldemort pensieroso « Non fai in tempo a risolvere un problema che subito te ne se presenta un altro. Ma non possiamo passare il nostro tempo a pensarci, abbiamo le nostre malvagità da compiere » disse spiccio « Quindi assegnerò ad uno di voi il compito di trovare un modo di attirare Potter. »
    A queste parole tutti i Mangiamorte cercarono di non dare nell’occhio, chi guardando ostentatamente da un’altra parte, chi fingendo di star guardando qualche cosa sul diario, chi chinandosi e nascondendosi sotto il tavolo, chi chiedendo di andare in bagno, chi facendosi piccolo piccolo. Voldemort passò lo sguardo su ognuno di loro.
    « La prego, non in ordine alfabetico! » non si trattenne Mangiamorte Abaco.
    « Come osi pregarmi, crucio! » lo punì il Signore Oscuro.
    Finito di punire Abaco, Voldemort riprese ad esaminare i presenti, finché i suoi occhi non si fermarono su Draco « Sarai tu, Draco, ad occuparti di questa faccenda » disse solenne « Hai dimostrato grandi capacità nel tuo ultimo incarico e ora ti do la possibilità di dimostrarle nuovamente. »
    « Vostra maleficenza » si intromise Piton alzandosi dalla sua sedia « Draco è già abbastanza provato dalla sua ultima missione, forse sarebbe meglio se me ne occupassi io, non sia mai che i suoi capelli perdano lucidità a causa dello stress. »
    « No Severus, voglio che tu stia al mio fianco ad aiutarmi e consigliarmi nei miei piani più malefici. »
    « Come ordinate vostra maleficenza » disse Piton inchinando il capo e risedendosi.
    « Bene, è deciso » disse Voldemort « Tu Draco, sotto il nome in codice di Biondo Lord, nome che trovo molto affascinante e alla moda, escogiterai un modo per portare Potter a me. Gli altri Mangiamorte invece si occuperanno della costruzione della mia torre da malvagio sul monte più alto d’Inghilterra, sono stufo di dover nascondermi in queste gallerie inutilizzate della metropolitana » aggiunse guardando scocciato i soffitti curvi del loro nascondiglio.
    « Padrone, in quanto a monti alti, l’Inghilterra non offre molta scelta » lo informò Joe il Grassone esaminando l’atlante.
    « Va be’, ci accontenteremo » sospirò Voldemort « L’importante è che la mia torre oscura si trovi al centro di un labirinto, ogni cattivo che si rispetti ha un labirinto. »
    La riunione venne aggiornata e Voldemort si ritirò con i suoi fedelissimi ad esaminare i disegni per la torre e il labirinto, scoprendo che il progetto presentava qualche pecca, ovvero mancavano i bagni. Mangiamorte Architetto venne punito per questo.
    Narcissa tornò a Malfoy Manor con le divise da rammendare, mentre Draco lasciò il rifugio nella metropolitana per ritirarsi nel suo studio segreto a riflettere sulla missione che il signore oscuro gli aveva affidato. Partito Draco tornò Codaliscia, tenendo per mano un frate cappuccino. Per qualche arcano motivo Voldemort non gioì alla vista di Fra Parentesi, il frate dalle gambe storte, ragion per cui Codaliscia venne mandato a letto senza cena.

***

Mi dispiace di averci messo tanto, ma mi sono nate un po’ di idee nuove che mi hanno portato a ricontrollare la trama ed a modificarla un po’, così per evitare casini ho preferito scrivere alcune scene future prima di postare questo capitolo.
Ho notato qualche settimana fa correggendo la Panna Montata che già in quella fanfiction c’era una microscena dove Ron finiva in un budino gigante o_O Devo aver subito qualche trauma da piccola con i budini o molto più probabilmente avrò visto troppe volte Il Dormiglione.
Mi sono dimenticata di dirlo fin dal primo capitolo, è molto probabile che di alcuni termini ( più che altro quelli introdotti nel sesto libro ) usi la dizione inglese anziché quella italiana, del sesto libro della Salani ho letto giusto qualche pagina prima di venir affetta da convulsioni e isterismo.
Scusate se i Mangiamorte cominciano ad avere nomi simili a quelli dei puffi -__- Purtroppo non ricordo mai i loro nomi e se sono in prigione oppure no, ripurtroppo sono troppo pigra per ricordarmi di controllare.
E dopo le chiacchiere inutili ringraziamo i meravigliosi recensori (mi domando perché stia parlando al plurale O__o ) ovvero markozaric, Rik Bisini, Love Life, Anakina, MaryPotter92 ed Hermione93.
Tutti i personaggi appartengono a J.K.Rowling e non vengono usati a scopo di lucro a parte Rigurgito e Conato ovviamente.
Prima di salutarvi vi ricordo che, come dice il saggio, “recensire tempra lo spirito e il corpo”, quindi non dimenticate di digitare qualche vostro parere sul capitolo. E magari, oltre a digitarlo, lasciarlo pure nello spazio recensioni.
Ciao ciao!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4


Questo capitolo è vagamente ispirato al film Signs. Non è necessario aver visto il film per comprendere il capitolo.
Il capitolo può però essere fonte di spoiler per chi non avesse visto il film.

Capitolo 4
Ultimatum all’intelligenza

    La vigilia del matrimonio però, accadde un fatto che turbò tutta la famiglia. Il signor Weasley si era alzato presto per fare corsa e aveva trovato dei segni strani nel suo campo di grano. La Rowling non ha mai accennato a campi di grano di proprietà dei Weasley, la logica quindi suggerirebbe di continuare a non parlarne, ma l’obiettivo primario di questa fanfiction e quello di fregarsene della logica e del buon senso, quindi si parlerà del campo di grano dei Weasley. Non mi toccherà mettere AU per questo, vero? In realtà con il campo di grano non ci facevano un bel niente, ma c’era comunque e soprattutto c’erano stati tracciati dei cerchi e altri simboli strani.
    Tutta la famiglia era riunita nel campo ad osservare lo strano disegno domandandosi cosa diamine potesse significare.
    « Per me sono stati gli alieni » disse Harry senza esitazioni « So tutto sull’argomento. »
    « Non potrebbe semplicemente trattarsi dello scherzo di alcuni balordi? » ipotizzò Hermione.
    « Certo, degli alieni balordi » convenne Harry.
    « E perché sono venuti a far disegni sul nostro campo? » chiese Molly apprensiva « Non avevano dei fogli su cui farli? »
    « Sono simboli per comunicare con gli altri alieni » spiegò Harry.
    Tutti quanti si scambiarono delle occhiate preoccupate in silenzio. Esistono anche occhiate preoccupate rumorose e fanno un baccano d’inferno, ma mai quanto è in grado di farne il diavolo.
    Fleur gemette in modo molto melodrammatico, ovvero in modo drammatico come un melo « Scianto scielo! Gli alieni vogliono mandare all’aria il mio matrimonio! »
    « Scusa Fleur » le si rivolse Ginny mentre gli altri si scambiavano occhiate dubbiose « Cosa dovrebbe fregargliene agli alieni del tuo matrimonio? »
    « Ah, non chiedere a me come funsciona la loro testolina aliena. »
    « Torniamo in casa » ordinò Arthur « Faremo esaminare questa roba da un auror competente. »
    Dopo colazione Tonks se ne stava carponi nei cerchi di grano annusando il terreno in cerca di tracce.
    « Allora Tonks, cosa ne pensi? » le chiese Arthur che, insieme ai ragazzi, attendeva ansioso il responso dell’auror competente.
    « Mah » disse la ragazza alzandosi e spolverandosi la veste « Mi sembrano simboli tracciati nel grano. »
    « Accidenti Tonks » esclamò Ginny sarcastica « Tu si che sei un genio, complimenti per l’intuito. »
    « Grazie Ginny, ma non darmi del genio, non vorrei che qualcuno mi strofinasse forte. »
    « Per me sono stati gli alieni » ribattè Harry.
    « Probabile, probabile » convenne Tonks.
    « Non potrebbero essere stati semplicemente dei balordi? » insistette Hermione.
    « Ne dubito, ne dubito. »
    « Perché? »
    « Troppo semplice, troppo semplice. »
    « Perché ripeti tutto due volte, Tonks? » le chiese Ron.
    « Credevo mi desse l’aria da investigatore scaltro e infallibile » spiegò Tonks.
    « A me ha dato l’idea di un rapper scemo » fu il commento di Ginny.
    « Ragazzi, andate in casa ad aiutare la mamma » ordinò loro Arthur « Anche tu Harry » aggiunse vedendo che il ragazzo non dava segno di volersi avviare.
    « Non è mica mia madre! »
    « Fai finta che lo sia. »
    Harry corse in casa a scassare l’anima alla signora Weasley perché non gli davano abbastanza paghetta.
    « Non volevo chiedertelo davanti ai ragazzi » disse Arthur quando lui e Tonks furono soli « C’è da preoccuparsi? »
    « Sinceramente si Arthur, e molto anche » spiegò Tonks seria « Forse vogliono impedire il matrimonio. »
    « E perché? »
    « Ah non so. Quello che ti consiglio è di far distrarre i ragazzi. »
    « Già, sono fin troppo angosciati da questa storia » convenne Arthur serio.
    « Portali in paese e passate un po’ di ore svagate senza parlare di alieni e queste cose qui » gli suggerì Tonks «     Vi farà bene non pensarci per un po’. »
    Arthur annuì e tornò in casa. Harry, Hermione, Ron e Ginny erano seduti al tavolo in silenzio. E certo, avete mai visto un tavolo che parla? Se si fatevi ricoverare o diminuite l’uso di sostanze stupefacenti. Comunque una volta io stessa ho visto un tavolo parlante.
    « Bene ragazzi » disse allegro il signor Weasley battendo le mani « Che ne dite di andare a divertirci in città? Possiamo fare un salto alla fiera dell’elettronica ( potrei trovare delle spine per la mia collezione ) e poi andare al cimena a vedere un bel film babbano. »
    « Si » esultarono tutti quanti « Andiamo a vedere quel film dove i marziani arrivano e distruggono la terra? »
    Arthur sospirò rassegnato, il programma non era esattamente quello che aveva in mente. Informata Molly del responso dell’auror competente e raccomandatosi di non aprire a nessuno e nel caso farlo con un fucile in mano, mise il guinzaglio a Bill e insieme ai ragazzi si diresse in paese. Quel giorno c’era la rassegna cinematografica dedicata al cinema di fantascienza e il gruppetto passò buona parte della giornata a guardare film come “La cosa da un altro mondo”, “Ultimatum alla terra” e “Gli invasori spaziali”, film che fecero crescere l’ansia, peraltro già piuttosto discreta, del signor Weasley.
    Usciti dal cinema presero un gelato e si fecero un giretto alla fiera dell’elettronica per far star buono Arthur. Mentre il signor Weasley ammirava estasiato alcune valvole fulminate, Harry si mise ad esaminare alcune cianfrusaglie.
    « Guardate che ho trovato » disse agli amici tirando fuori un paio di walkie talkie vecchi come il cucco.
    « Wow, feletoni! » esclamò Ron prendendone uno e portandoselo all’orecchio « Pronto, pronto, pronto, pronto, pronto, pronto… »
    « E dai Ron, smettila » lo sgridò Hermione strappandogli l’apparecchio di mano « Che cosa hai intenzione di farci, comunque? » chiese poi rivolgendosi a Harry.
    « Provare a contattare gli alieni » rispose Harry serio.
    Hermione lo fissò per alcuni secondi « Con dei Walkie Talkie? » chiese dubbiosa.
    « Certo, con cosa se no? »
    « Prima di tutto ti ricordo che gli apparecchi elettronici non funzionano in prossimità della magia, secondo ti faccio notare che ‘sti due cosi avranno almeno vent’anni, terzo dubito fortemente che quei simboli nel campo di Ron siano dovuti ad un intervento alieno. »
    « E secondo te a cosa sono dovuti? » le chiese Harry con aria scettica.
    « L’ho già detto, per me si tratta dello scherzo di alcuni cretini che non hanno niente di meglio da fare se non ideare delle buffonate dementi » rispose Hermione.
    « Accidenti Hermione » la schernì Harry « Con la fantasia che hai potresti scrivere libri di fantascienza. »
    « Sono d’accordo con Harry, secondo me si tratta di alieni » si intromise Ron « Del resto anche Tonks è di questo parere. »
    In quella vennero raggiunti da Ginny « Che fate di bello? » chiese sbrodolando gelato all’amarena sulla veste del fratello.
    « Compriamo questo apparecchio in modo da riuscire a captare qualche segnale alieno e impedire così che distruggano la terra » le spiegò Harry mostrandole il Walkie Talkie.
    « Buona idea » si congratulò Ginny.
    Harry ebbe un mancamento a sentirsi elogiato dalla sua amata.
    « A parte l’idiozia dei tuoi intenti, ti ricordo che gli apparecchi elettronici non funzionano in prossimità della magia! » lo riprese Hermione sempre più scocciata.
    « E io ti ricordo che nel titolo di questa fanfiction è presente la parola “improbabile” quindi possiamo anche fregarcene delle leggi naturali della magia » ribattè Harry con vocetta infantile.
    « In effetti è anche abbastanza improbabile che nel settimo libro ci sia un capitolo del genere » convenne Hermione sospirando rassegnata « Ma del resto in certe fanfiction è successo pure di peggio. »
    Finita l’allegra giornata alla fiera dell’elettronica, i sei tornarono alla Tana, dove trovarono Charlie che cercava di non impazzire per le battute idiote di Rigurgito e Conato.
    « Qual è il colmo per un pasticcere? » chiese Conato.
    « Andare in treno da Cremona a Tortona » rispose Rigurgito ridendo a crepapelle.
    « Aiuto, qualcuno mi uccida! » supplicò Charlie.
    « E’ accaduto niente di sospetto qui? » chiese Arthur apprensivo guardando a destra e a sinistra « Nessun’ altra manifestazione aliena, vero? »
    « No, qui è stato tutto normale » lo tranquillizzò Charlie « A parte questi due » aggiunse mesto indicando con un cenno Rigurgito e Conato, che ancora si rotolavano al suolo per la battuta orrenda di poco prima. « A voi invece come è andata la giornata? »
    « Bene, siamo stati al cimena » rispose Ron.
    « Spero vi siate seduti nell’ultima fila » disse Rigurgito riprendendosi dalle risate.
    « Perché avremmo dovuto? » gli chiese Ginny.
    « Perché ride bene chi ride ultimo! » spiegò Conato ricominciando a ridere a crepapelle insieme al fratello.
    I presenti si scambiarono occhiate sconvolte « Comunque non abbiamo un visto un film comico, ma di fantascienza » specificò Hermione.
    « Ovvero un film dove alcune bibite gasate studiano biologia » la interruppe Rigurgito prima di mettersi a ridere come un deficiente per la battuta altrettanto deficiente.
    Lasciato solo Charlie, impegnato a dannarsi per aver acconsentito a fare compagnia a Rigurgito e Conato, i ragazzi entrarono in casa e Bill corse subito a marchiare la poltrona del salotto.
    I coniugi Weasley erano ancora piuttosto scossi da quella storia degli alieni, quindi proibirono ai ragazzi di uscire all’aperto. Interessante notare che quello che i Weasley temono sono dei presunti alieni che si sono messi a tracciare cerchi nel loro campo di grano e non che stando all’aperto i loro figli rischierebbero di venire rapiti e rapinati dai Mangiamorte. Ma questa è una fiction improbabile del resto.
    Ovviamente Harry, Ron ed Hermione, per rimanere in canon con il loro personaggio, disubbidirono subito agli ordini dei coniugi Weasley. Rinchiusa Ginny in un baule per impedirle di andare con loro, si diressero nel centro del cerchio più grande armati di walkie-talkie.
    « Allora, capti qualche cosa?» chiese Ron ammirando affascinato Harry che muoveva l’apparecchio in cerca di segnale.
    « Certo che no » sbuffò Hermione « Al massimo capterà il segnale di qualche piccola stazione radio. »
    « Ah, ecco perché sentivo suonare il mambo » disse Harry « Comunque vedrai Hermione, prima che il giorno muoia avrò captato un segnale alieno. »
    Il sole era ormai tramontato da un pezzo e i nostri eroi(?) erano ancora in mezzo al campo .
    « Forse è meglio rinunciare » propose Ron masticando un pezzo di pollo freddo che si era portato dalla cucina.
    « Non “forse”, di sicuro è meglio rinunciare » disse Hermione alzandosi dal sasso su cui era stata seduta tutto il pomeriggio « Che giornata sprecata. Avrei potuto leggere quell’interessantissimo volume sulla storia delle ante d’ armadio. Comunque è meglio rientrare, restare fuori di notte risulta pericoloso anche per via dei Mangiamorte. »
    « Ma io non ho ancora captato nulla! » ribattè Harry con tono isterico « Forse questi apparecchi non sono abbastanza potenti. »
    « Fa un po’ vedere » disse Hermione allungando la mano. Preso il Walkie- talkie lo esaminò un po’ « Ma Harry! Non ci hai messo le batterie! »
    « Perché, servivano? »
    Hermione si mise a singhiozzare coprendosi il volto con le mani.
    « Se volete in cantina abbiamo la vecchia batteria di Charlie » si intromise Ron gettandosi alle spalle l’osso del pollo « tanto lui non la suona più. Volendo abbiamo anche una chitarra, il basso invece è stato portato via da Percy, ma possiamo sempre sostituirlo con uno dei nani. » Finito di dire queste parole il ragazzo tirò fuori da non si sa dove una chitarra di cartone e si mise a suonarla cercando di imitare Jimi Hendrix.
    « Un momento, prima però funzionavano, sono riuscito a captare il mambo! »
    « Questo è vero » ammise Hermione pensierosa.
    « Ma certo, ovviamente funzionavano » disse Harry con voce saputa « da che mondo è mondo, le batterie hanno solo un valore puramente estetico, come ben so dai miei lunghi e appassionati studi di elettronica, ma poi le influenze magiche devono aver compromesso questo delicato equilibrio, mi stupisco che tu, Hermione, non abbia ricordato che gli apparecchi babbani non funzionano adeguatamente in prossimità della magia. Ecco, se stamane tu me l’avessi ricordato avremmo risparmiato tempo prezioso. »
    « Come sarebbe a dire “se tu me lo avessi ricordato”?! » urlò Hermione con occhi che brillavano di rabbia « E’ tutto il giorno che non faccio altro che dirtelo! Spiegami poi come ti è saltata in mente che le batterie abbiano un valore puramente estetico, ma più di ogni altra cosa mi piacerebbe sapere quando mai tu hai studiato elettronica! »
    « Duh, come sempre non vuoi ammettere quando hai torto » disse Harry con un’alzata di spalle.
    « Ma… ma… » balbettò Hermione scioccata dai discorsi deliranti dell’amico, che comunque spiegano perché sia riuscito a captare il mambo « Ron, di qualche cosa! » supplicò poi rivolgendosi a quest’ultimo che ancora fingeva di suonare la chitarra.
    « Qualche cosa » disse Ron smettendo di fare lo scalmanato.
    « Santo cielo, questa situazione sta diventando assurda » sospirò Hermione scuotendo la testa.
    In quella un rumore di fruscii e di passi giunse alle orecchie del fantastico trio. Dalla paura Ron saltò in braccio a Hermione. Sembrava che qualcuno stesse camminando nella loro direzione facendosi strada attraverso la piantagione. In breve tempo i passi si fecero sempre più vicini.
    « Sta venendo nella nostra direzione » sussurrò Ron spaventato.
    « Gli alieni! Sono loro, quei luridi bastardi, sono sicuro » sussurrò a sua volta Harry con aria determinata.
    « Ancora con ‘sti alieni! » esclamò Hermione esasperata.
    Quando il misterioso essere notturno fu loro vicino, Harry gli si scagliò addosso con violenza, capitolando insieme a lui sul terreno duro. Quando Hermione e Ron giunsero alzando in alto le bacchette accese, si rese conto che si trattava semplicemente di Ginny, uscita facilmente dal baule dal momento che questi era privo del fondo.
    « Scusami Ginny, credevamo fossi un alieno » si scusò Harry rialzandosi.
    « Già, ogni scusa è buona per saltare addosso a mia sorella » disse Ron arcigno.
    « Che ci fai qui? » le chiese Harry accigliato « Mi sembra di averti intimato di non uscire di casa. »
    « Si, ma mi ero rotta di star lì a guardare Charlie che impazzisce a causa delle barzellette di Rigurgito e Conato. Il resto della famiglia se ne è andata a portare Bill alle lotte clandestine, mentre Orlando Bloom è uscito a cercare un venditore di cartoline » spiegò lei « E voi avete avuto successo con gli alieni? »
    « Non esiste nessun alieno » sbuffò Hermione prima che Harry avesse il tempo di rispondere. All’improvviso voci rauche che inneggiavano alla demenza si alzarono nel campo. I quattro da perfetti coraggiosi Grifondoro scapparono in casa in preda alla fifa. Chiusa la porta a doppia mandata e sbarrata la stessa con una pesante asta di ferro, i ragazzi si scambiarono occhiate piene di terrore.
    « L’avete sentita anche voi? » chiese Ron con la voce ansimante per la corsa.
    « Si… era terrorizzante » disse Ginny.
    « Dovevano essere gli alieni! » esclamò Harry risoluto.
    « E basta con ‘sti alieni! » gemette Hermione « Harry, perché sei così fissato? »
    « Se giudichi me fissato, allora avresti dovuto vedere quel chiodo maledetto che mio zio ha impiegato ben tre anni per togliere dal muro » rispose Harry « Comunque stai parlando con un esperto di alieni, nessuno è altrettanto ferrato sull’argomento, nemmeno un cavallo appena uscito dal fabbro. »
    Hermione lo guardò scettica, come sono sicura chiunque avrebbe fatto « Visto che sei così informato, cosa dovrebbero venire a fare gli alieni? »
    « Ad invadere la terra, è ovvio » le spiegò Harry. A queste parole Ron e Ginny si coprirono la bocca con le mani in preda al terrore.
    « E per quale motivo? » continuò Hermione con tono scettico.
    « Ah, saperlo, si saranno svegliati male questa mattina. »
    Hermione emise un profondo sospiro d’esasperazione « Ed esiste un modo per neutralizzarli? »
    « Come ogni essere che si rispetti hanno anche loro dei punti deboli » disse Harry serio « In genere possono essere combattuti con l’acqua, elemento a loro tossico. »
    « Mi stai dicendo che questi presunti alieni sono idrosolubili?! » urlò Hermione incredula « E allora per quale arcano motivo devono invadere un pianeta dove l’acqua ricopre il 71% della superficie terrestre?! »
    « Mica colpa mia se sono scemi » rispose Harry con un’alzata di spalle.
    Come se cose abbastanza deliranti non stessero accadendo, le finestre della Tana vennero colpite ripetutamente da ortaggi maturi, probabilmente rubati dall’orto dei Weasley. E si scopre così che i Weasley sono orticoltori. I quattro ragazzi si spaventarono ancora di più e, in preda al panico, scapparono ai piani superiori evitando Charlie, che giaceva svenuto ai piedi delle scale, ed evitando Rigurgito e Conato, rei delle condizioni del dragologo, che ridevano come scemi poco più in là.
    Veloci come anguille i ragazzi corsero fino al piano più alto della Tana, già che c’erano fecero prima un giro intorno alla vasca da bagno urlando “viva Manchester”, poi si nascosero sotto il letto di Ron.
    « Oh mammina ho paura! » gemette Ron stringendo al petto Zuccherino, il suo vecchio ippogrifo di peluche.
    « Oh no, a quanto pare gli alieni hanno già circondato la casa! » imprecò Harry.
    « Se prima della fine del capitolo riesco a vedere anche un solo alieno, giuro che mi metto a correre nuda per il campo di grano! » sbottò Hermione.
    « Hermione, devi però ammettere che c’è qualcuno qui » le disse Ginny con fare logico « E che sempre qualcuno ha fatto i cerchi nel grano, non puoi negarlo. »
    « No, ma chi ci assicura che siano stati proprio gli alieni? » rispose lei « Sono del parere si tratti tutto di uno scherzo, magari qualche boiata goliardica fatta in occasione del matrimonio. »
    « Come sempre tu, Hermione, hai visto troppi film introspettivi » le disse Harry.
    « E cosa diamine c’entrano adesso i film introspettivi?!? » urlò lei, ma prima che qualcuno potesse risponderle, la porta di casa venne tempestata di violenti colpi.
    « E adesso chi sarà? » gemette Ron « Ho paura! » e si ficcò il pollice in bocca.
    « Lasciamo aprire Charlie, così se è qualche cosa di pericoloso ci rimette lui e non io » propose Harry.
    « Charlie è svenuto » gli ricordò Ginny « Ma non può essere niente di buono, chi è di casa anziché bussare si fa riconoscere con il nostro codice segreto, ovvero urlare a squarciagola il verso della gallina sgozzata. Si tratterrà di sicuro di un intruso. »
    « Ci penso io » si offrì Ron con coraggio non da lui. Uscito da sotto il letto, si diresse verso la finestra e la spalancò con decisione « Chi è che rompe le scatole? » urlò nella notte « Sappi che ti ucciderò, chiunque tu sia! »
    Si scoprì pochi istanti dopo che il visitatore notturno altri non era che Orlando Bloom di ritorno con le cartoline acquistate. Purtroppo a Ron piace mantenere la parola data, così il signor Bloom venne prontamente trucidato a colpi di mannaia.
    Più tardi quella sera, mentre Ron stava ripulendo la mannaia di famiglia, i coniugi Weasley, Fleur e Bill tornarono a casa.
    « Come vanno le cose qui a casa? » chiese Arthur mentre Bill correva in bagno ad abbeverarsi nel water « Ron, perché hai tirato fuori la mannaia di famiglia? Lo sai che la usiamo solo per aprire le noci. »
    Velocemente i ragazzi raccontarono loro degli strani fenomeni della serata, culminati con l’uccisione di Orlando Bloom.
    « Oh, beh, è una fortiuna in fonto » disse Fleur ammirandosi nel retro di una padella « Non esciendo previsto non avevamo preparato una bomboniera anche por lui, ed è meglio esciere morti che restare sciensa bomboniera. »
    « Uhm, le tue priorità sono un pelino discutibili » commentò Harry pensieroso « Comunque sia siamo letteralmente circondati dagli alieni, io suggerisco di tirare fuori il disco volante e partire per un pianeta più sicuro. »
    « Non è male come idea » acconsentì Arthur « Peccato che l’unico disco che possedevamo, un vinile di Sheer Heart Attack dei Queen, ci è stato rubato da un tasso con le emorroidi proprio l’estate scorsa. »
    « Che famiglia di sfigati » commentò Harry esasperato « Ma ho in mente un altro piano: se offriamo agli alieni qualche cavia per i loro esperimenti, forse loro decideranno di risparmiare la terra e ci lasceranno in pace. »
    « Ehi, mi sembra una buona idea » acconsentì Arthur « Ma chi offriamo? »
    « Non vorrete sul serio donare qualcuno di noi agli alieni? » chiese Hermione scioccata «  E poi non c’è nessun alieno, sono sicura si tratti solo dello scherzo di qualche buontempone. »
    In quella Rigurgito e Conato entrarono in salotto reggendosi l’un l’altro e ridendo a crepapelle « Abbiamo fatto della battute così buone che se stavamo giocando a qualche sport a quest’ora eravamo già campioni mondiali! » rise Rigurgito.
    « Peccato che il tipo di là, il signore dei draghi o come diavolo si chiama, sia svenuto e non le abbia ascoltate » si rammaricò Conato « Ma ne abbiamo già inventate delle altre, così quando riprenderà conoscenza potremo raccontargliele! »
    « Già come: “Che cos’è un’orchestra?” »
    « Un complesso composto da orchi » rispose Conato prima di gettarsi a terra in preda alle risate.
    Arthur ed Harry si scambiarono una significativa occhiata « Pensi anche tu quello a cui sto pensando io? » chiese Arthur.
    « Penso proprio di si » rispose Harry.
    Pochi minuti dopo Rigurgito e Conato erano stati legati schiena contro schiena e portati in giardino, pronti per essere offerti agli alieni in cambio della salvezza della terra.
    « Non si fanno queste cose! » protestava scandalizzata Hermione « Non si sacrificano i membri della propria famiglia! »
    « Non fanno mica parte della mia famiglia » le fece notare Ron trasportando un mucchio di legna secca « E per fortuna, direi. »
    « Si, ma fanno le veci di Fred e George, tecnicamente sarebbero i tuoi fratelli » spiegò la ragazza con tono pratico « Piuttosto, che fai con quella legna? »
    « Preparò un falò, così nel caso gli alieni dovessero disprezzare il nostro dono –cosa, tra l’altro, decisamente comprensibile –possiamo dare loro fuoco e arrostire le castagne sulle fiamme » e così dicendo si affrettò a portare i rami secchi ai piedi di Rigurgito e Conato.
    « Questa famiglia si sta imbarbarendo sempre di più » commentò Hermione scuotendo la testa.
    Dopo una lunga attesa nessun alieno si era ancora presentato a reclamare Rigurgito e Conato, la cosa preoccupava enormemente la famiglia, non solo per il timore che la terra venisse distrutta dagli alieni, ma più che altro per la paura di doversi tenere Rigurgito e Conato. Avevano infatti appena scoperto che i due rompiscatole erano inspiegabilmente ignifughi e che quindi il brillante piano di Ron non era possibile da attuare.
    « Non posciamo tenerli! » protestò Fleur « Rovinerebbero la festa nusiale! E non voglio nemmeno che gli alieni distruggano la terra, non riusciremmo di scicuro a rimettere tutto in ordine prima della scerimonia. »
    In quella tutti i presenti vennero raggiunti dal suono di risa provenienti dal campo di grano, dal quale pochi istanti dopo uscirono Fred e George, camminando a fatica per le troppe risate.
    « Che scemi! » rise Fred « Credevano sul serio si trattasse degli alieni! »
    « Mai conosciuti dei pirla più pirla di così! » ululò George con le lacrime che gli rigavano il viso.
    « E voi che ci fate qui? » chiese Ginny sorpresa « Non eravate state arrestati dall’A.R.P.I.A.? »
    « Si, ma non ti tengono lì a lungo » spiegò George « Dopo qualche giorno di atroci torture poi ti rimandano a casa. »
    « Siamo tornati ieri notte e abbiamo pensato di farvi uno scherzetto, chi avrebbe mai immaginato che ci sareste caduti in questo modo! » rise Fred piegandosi in due.
    « Ah, quindi siete stati voi? » disse Molly guardandoli arcigna con le mani sui fianchi « Ci avete fatto stare in pensiero tutta la giornata! Senza contare che Tonks si è fatta pagare profumatamente per il suo responso, e voi sapete quanto costano i profumi oggigiorno! »
    « Cosa vi avevo detto? » sbottò Hermione « Lo sapevo, si trattava dello scherzo idiota di qualche balordo! »
    « Ah, quindi tu lo sapevi che erano stati loro e non ci hai detto nulla? » chiese Harry irritato « Proprio una bell’ amica, non c’è che dire. »
    Hermione fissò con sguardo allucinato l’amico, senza riuscire a trovare la forza di controbattere a simili deliri.
    « Su su, non litigate ragazzi » disse Arthur bonariamente « Dopotutto tutto è bene quel che finisce bene, la terra non è stata distrutta e nessun alieno manderà a monte il matrimonio. »
    « Però vi siete scagazzati addosso, eh? » rise Fred.
    « Certo che no » ribattè Harry offeso « Immaginavo ci fosse una spiegazione razionale, so benissimo che gli alieni non esistono. »
    Tutti i presenti presero in considerazione l’allettante idea di menare Harry. Come se abbastanza cose idiote non fossero già accadute in questo capitolo, all’improvviso un disco volante discese dal cielo e atterrò sul gazebo dell’orchestra, da poco ricostruito dopo che Fabiola il drago gli aveva dato fuoco nel capitolo scorso. Dal disco volante scesero due alieni verdi dalla pelle giallastra e dall’aria non troppo felice.
    « Chi è quel fetente che sostiene che noi non esistiamo? » chiese arrabbiato il primo alieno.
    « E stato lui » disse prontamente Harry indicando Ron.
    « Ma dai Harry, perché dai la colpa a me? » pianse Ron « E poi perché stiamo ricreando le stesse situazioni che già sono state usate per l’altra fanfiction di Dorothea? »
    « Mmh, scarsità di idee da parte dell’autrice? » ipotizzò Harry pensieroso.
    « Shh, Harry, manco pensarle queste cose! » lo mise in guardia George.
    « Già, non sai quanto può essere doloroso stare all’A.R.P.I.A. » continuò Fred con una smorfia di dolore al ricordo delle torture subite.
    « Beh, come potete vedere noi esistiamo e grazie tante! » continuò il secondo alieno.
    « Por favor » li supplicò Arthur « Non distruggete la terra proprio adesso! Non riusciremmo mai a ricomporla in tempo per il matrimonio. »
    « Sei demente o cosa? » gli chiese il primo alieno « Perché mai dovremmo distruggere la terra? Noi siamo pacifisti » e così dicendo indicarono le loro collanine con il simbolo della pace.
    « Beh, è che credevo… vedete Harry mi aveva detto che… »
    « Io?! Guardi che si sta confondendo con qualcun altro » lo contraddisse Harry veementemente.
    « Già che siete qui perché non portate con voi questi due “simpaticissimi” giovanotti? » propose loro Molly indicando Rigurgito e Conato « Vi terranno allegri durante il viaggio. »
    Non sapendo a cosa andavano incontro, i due alieni caricarono a bordo Rigurgito e Conato, poi partirono alla volta del loro pianeta natale. Purtroppo non arrivarono mai a destinazione in quanto precipitarono su Saturno dopo che i due fratelli li ebbero condotti alla demenza con le loro battute idiote.
    Finita l’allegra giornata, durante la quale la madre e la sorella di Fleur non si sa bene che fine abbiano fatto, tutti quanti avevano il loro bel daffare nel cercare di far riprendere i sensi a Charlie in tempo per la cerimonia della mattina dopo. Nel frattempo Arthur, armato di lanciafiamme, si occupò personalmente di radere al suolo il campo di grano, non prima però che Hermione ci ebbe fatto la sua corsetta senza vestiti.

***

Ecco qua il quarto capitolo!
Questo capitolo in origine non era previsto, anche se esisteva una bozza per una fanfiction a se stante con Harry e Co. alle prese con i cerchi nel grano. L’idea di questa fanfiction è stata poi accantonata, ma mi dispiaceva cestinare tutte le scemenze che avevo già scritto, così ecco che le ho integrate qui. Poi magari facevo meglio a cestinarle, non saprei XD
Grazie di cuore per le recensioni ^^
Fruittella110: mi fa piacere tu ti sia scompisciata dalle risate ^^ Uhm, il cosciotto ha ricevuto consensi da parecchi lettori, non me l’aspettavo un così successo per quella parte ^^ Mi spiace per il contatto troppo ravvicinato con il muro, a quanto pare ha voluto pure lui prendere parte alle “battute”. Alla fin fine non è che mi preoccupino tanto i nomi dei mangiamorte, è solo che rileggendoli ero rimasta un po’ shockata ^^ Spero questo capitolo abbia ripagato la tua impaziente attesa^^ Grazie per i complimenti e la recensione! Ciao!
Anakina: Grazie mille! Spero sia stata bella anche l’uscita di Orlando Bloom ^^ ( per lui forse un po’ meno… ) I mangiamorte hanno un potenziale comico notevole, devo schiavizzarli di più ^^ Grazie per la recensione, ciao!
Hermione93: Non ho aggiornato proprio in fretta, ma nemmeno troppo in ritardo questa volta ^^ ( considerati certi miei ritardi che spero di non rifare più O__o ) Beh, la trama non è continui molto in questo capitolo, ma spero comunque ti sia piaciuto ^^ Grazie mille per i complimenti e la recensione, ciao!
Marki: Grazie per i complimenti! Ad essere sincera la morte di Branzone ha dispiaciuto un po’ anche me ( quella di Criticone un po’ meno chissà perché… ), però non ho mai apprezzato particolarmente l’arte della resurrezione… è anche vero però che questa in fin dei conti è una fanfiction demente… tutto ‘sto discorso per dire che, boh, non lo so se Branzone tornerà ^^ Tieni d’occhio i prossimi capitoli per scoprirlo ^^ ( bella scusa per costringere a leggere il resto -___- ) Comunque sia ti ringrazio molto, spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento ^^ Ciao!

Ed ora un po’ di disclaimer che in questo capitolo ce ne sono parecchi, tanto per cominciare la solita solfa che i personaggi appartengono a J.K.Rowling e non li uso a scopo di lucro, a parte Rigurgito e Conato che sono opera mia, Orlando Bloom che in teoria non dovrebbe appartenere a nessuno a meno che non sia stato fatto schiavo, gli alieni verdi dalla pelle giallastra che sono i cugini degli alieni verdi dalla pelle verdastra appartenenti all’altra mia fanfiction, allo stesso modo appartiene all’altra mia fanfiction la scena di Harry che incolpa Ron delle cose dette da lui ( me ne sono resa conto solo in seguito di averla già utilizzata -___- )
L’idea di base di questo capitolo, così come alcune situazioni, sono tratte dal film Signs, lui e il resto dei film nominati in questo capitolo, così come l’album dei Queen, appartengono ai relativi proprietari e a chi ne detiene i diritti; la frase con cui Ron firma la condanna a morte di Orlando Bloom ( ti ucciderò chiunque tu sia ) è tratta pari pari dal film Nightmare, quella scena nel film suscitò parecchi commenti ilari tra gli spettatori -__- ma mai quanti ne ha suscitati la visione di HP e la pietra filosofale O__o
Non so se riuscirò a postare il prossimo capitolo prima del 21 luglio ( non credo comunque, conoscendomi… ) quindi vi ricordo di fare attenzione e non inserire spoiler nelle recensioni.
A proposito di recensioni… se non recensirete questo capitolo una mandria di bisonti imbizzarriti abbatterà la vostra casa, verrete condannati alla sedia elettrica per non aver pagato la bolletta della luce, troverete Jack lo Squartatore ad attendervi in salotto, la testa vi prenderà fuoco senza un motivo apparente, la Rowling vi apparirà in sogno e vi svelerà tutta la trama del settimo libro rovinandovi irrimediabilmente la lettura, ma soprattutto disimparerete ad andare in bicicletta.
E dopo queste allegre previsioni vi saluto ^^
Ciao ciao!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 4


Capitolo 5
Aranci di fiore ( o era il contrario? )

    La mattina del matrimonio, in casa Weasley c’era un casino infernale. Tutti i presenti erano impegnati con gli ultimi preparativi, ma il casino più infernale di tutti lo facevano i diavoli, che correvano indiavolati sbattendo tra loro coperchi, gioiosi di vederne per la prima volta in vita loro. La signora Weasley era così presa dagli ultimi preparativi da dimenticarsi di servire la colazione a Harry, cosa inaudita e mai successa.
    Charlie era infine stato fatto rinvenire, anche se ancora versava in stato confusionale. E proprio per questo versava male, infatti aveva rovesciato in terra il caffé anziché centrare la tazzina. La mamma e la sorellina di Fleur, miracolosamente ricomparse dopo l’inspiegabile assenza dal capitolo scorso, accoglievano in casa e presentavano agli altri i parenti francesi, che uno dopo l’altro giungevano alla Tana.
    Bill accoglieva tutti con un’annusatina nelle chiappe, una leccata sulle mani e, nei casi peggiori, marchiando le eleganti scarpe del malcapitato. Siccome Harry è considerato da tutti un semidio, a lui vennero presentati un casino di persone; dopo aver conosciuto il cugino, gli zii, due trisnonni, un cognato, tre nipoti, un cugino di terzo grado, quattro figli delle sorelle della madre della madre di Fleur, dieci amici di famiglia e uno che non si sapeva chi fosse, il nostro eroe aveva le idee un po’ confuse ed uscì di casa con il capogiro.     In giardino trovò Ron ed Hermione che chiacchieravano amabilmente, seduti vicino ad un baobab, che non so dire perché stia nella proprietà dei Weasley.
    « Proprio con te volevamo parlare » disse Hermione quando lei e Ron vennero raggiunti dall’amico « Quando partiamo? Stasera o domani mattina? »
    « E’ meglio domani mattina, non ci saranno più gli ospiti e daremo meno nell’occhio, meno gente sa dove stiamo andando, meglio è » rispose Harry « Tua madre però forse merita di sapere qualche cosa; le hai detto che non torneremo a scuola? » chiese poi rivolgendosi a Ron.
    « Ehm, no, non ancora. »
    « Sarà meglio che tu lo faccia » gli disse Hermione apprensiva.
    In quella Mamma Weasley uscì di casa e li raggiunse ansiosa « Ah, eccovi ragazzi, ormai non manca molto, siete pronti vero? »
    « Certo signora Weasley, abbiamo indossato i nostri abiti migliori » la rassicurò Harry girando su se stesso per permetterle di ammirare la sua nuova veste rossa a pois bianchi con le maniche a sbuffo. Per fortuna che è il suo abito migliore.
    « Se siete pronti, allora perché tu Ronnie caro indossi solo i boxer e una canottiera sporca di sugo? » chiese guardando apprensiva gli abiti del figlio minore.
    « Abiti migliori, no? » disse Ron allargando le braccia con fare ovvio.
    « Si beh, forse è meglio se metti la stessa veste che hai indossato alla comunione di tuo cugino » propose mamma Weasley.
    « Quella di pelo di pulce? » Ron la guardò stralunato « E poi i peli sono caduti tutti, ricordi? »
    « Oh non preoccuparti Ronnie, gli ho riattaccati con la colla uno per uno. »
    Sbuffando peggio dell’espresso di Hogwarts, Ron si diresse in casa a cambiarsi.
    « Appena Ron sarà tornato sarà meglio che vi incamminiate verso la chiesa che si trova al villaggio a pochi passi da qui. Prendete posto insieme agli altri invitati, fra poco verremo anche noi con gli sposi, i testimoni e le damigelle. »
    Alla parola “damigelle” Harry ebbe un sussulto e cominciò a torturarsi al pensiero di Ginny, tanto per fare qualche cosa di (non) diverso.
    Gli invitati si erano ormai incamminati tutti quando Ron fece finalmente ritorno. Chiacchierando allegramente i tre amici si incamminarono verso il paesino di Ottery San Catchpole.
    « E’ una fortuna che sia una bella giornata di sole » sospirò Hermione scrutando allegra il cielo « Con il tempo pazzerello Inglese non si può mai stare tranquilli, se avesse piovuto il pranzo all’aperto che tua madre ha preparato in giardino sarebbe stato rovinato. »
    « Il pranzo è il momento che attendo con più ansia » disse Ron massaggiandosi lo stomaco.
    « Santo cielo, pensi solo al mangiare! » sbuffò Hermione.
    « Il mangiare è una importante componente della vita » precisò Ron con voce sapiente. Rimasero alcuni momenti in silenzio prima che Ron parlasse nuovamente « Sai Hermione, stavo pensando… »
    « Vedi, te lo avevo detto che se ti impegnavi ci saresti riuscito! » esclamò deliziata.
    Ron la ignorò « Dicevo, stavo pensando alle ciambelle che mia madre ha preparato per il banchetto, le ciambelle hanno il buco, no? Bene, allora mi è sorto il dubbio, ma di cosa è fatto un buco? Di nulla si direbbe, quindi se ne deduce che i buchi in realtà non esistano! »
    « Ma… » ribattè Hermione interdetta « Come è possibile che non esistano? Voglio dire, se i buchi non esistessero, allora non potresti mai cadere in un buco. »
    « Però tu non cadi veramente dentro qualche cosa, cadi semplicemente in un buco, voglio dire, se il buco era formato da qualche cosa di solido mica ci cadevi dentro! »
    « Non hai tutti i torti » ammise la ragazza pensierosa « Però per far si che un buco esista deve esserci per forza qualche cosa intorno, altrimenti manca anche il buco. Tanto per fare un esempio, prova a mangiare una ciambella se non esiste la ciambella intorno al buco! »
    « Morirei di fame, non credo i buchi siano molto nutrienti. Quindi per avere una ciambella con il buco devo avere prima di tutto una ciambella. O una ciambrutta. »
    « Esattamente » annuì Hermione ignorando la ciambrutta « Il buco esiste solo in dipendenza di qualcosa d’altro. »
    « Vuoi dire che il buco è un drogato? »
    « No! Quello che voglio dire è che il buco, praticamente, è la mancanza di qualche cosa all’interno della cosa stessa » spiegò la ragazza.
    « Cioè qualche cosa che non c’è, anche se in realtà poi c’è? » chiese Ron accigliato.
    « In un certo senso. »
    « Capisco, un po’ come l’isola di Peter Pan, che si chiama “Isola che non c’è”, ma poi in realtà c’è perché ci vanno » annuì Ron « Un momento, ma Harry è ancora con noi ? » chiese poi, allarmato dal continuo silenzio dell’amico e dalla sua inspiegabile non partecipazione alla discussione delirante.
    « Si, è lì alla tua destra, come il cambio è alla destra dell’autista » Hermione indicò Harry che camminava con le mani dietro la schiena, lo sguardo basso e l’aspetto di uno che ha la mente rivolta ad altri e soprattutto mesti pensieri.
    « Animo amico! » esclamò Ron colpendolo con una manata sulla schiena « Togli dal viso quella triste espressione di tetra malinconia! Dopotutto stiamo andando ad un matrimonio. »
    « Oggi si tratta di un matrimonio » biascicò Harry « Ma domani potrebbe trattarsi benissimo di un funerale. »
    « Accidenti che ottimismo » disse Ron scostandosi da Harry. Hermione guardò severamente Ron con espressione che significava chiaramente “Sei proprio insensibile come un pezzo di alluminio” prima di rivolgersi a Harry con tono comprensivo « Stai pensando a Ginny, vero? »
    « Ehi, mica carino praticare la Legilimanzia senza avvertire! » protestò Harry con rabbia.
    « Non ho praticato la Legilimanzia » si difese la ragazza.
    « E allora come fai a sapere a che cosa sto pensando? »
    « Scusami sai, ma era abbastanza intuibile, non ci vuole certo un Corvonero per capire che quello a cui stai pensando non è di certo l’aumento del prezzo dei calderoni portatili. »     « Mi sfugge la connessione tra “Ginny” e il fatto che Harry pensi ai funerali » disse Ron accigliato.
    « Ma è ovvio, no? » disse Hermione impaziente « Stiamo andando ad un matrimonio, giusto? E come ad ogni matrimonio che si rispetti l’amore è nell’aria come lo sono i bacilli, infettato da questa atmosfera romantica Harry non può fare a meno di pensare a Ginny, ma con lei fa capolino nella sua mente anche la paura che possa accaderle qualche cosa, allo stesso modo in cui lei può rimanere uccisa, può però esserlo qualsiasi altra persona, da qui nasce lo sconforto e la rassegnata consapevolezza che tutto prima o poi dovrà piegarsi al sonno eterno » concluse Hermione con voce saggia.
    « Ammazza, che ragionamento astruso e deprimente per una fanfiction comica » commentò Ron « E io che pensavo semplicemente al pranzo di nozze. »
    « L’ho sempre detto che hai la sensibilità di un cucchiaino. »
    « Tornando a noi, Harry » gli si rivolse Ron ignorando l’ultimo commento di Hermione « Mi ha davvero riempito di stupore sapere che stavi pensando a mia sorella, ero sicuro riflettessi sull’aumento del prezzo dei calderoni portatili. Spero comunque non si trattasse di pensieri lascivi. »
    « Dai piantala Ron » protestò Hermione.
    « Piantala un corno, lo so come va a finire con i pensieri! Parti con quelli innocenti poi, senza renderti conto del come, ti ritrovi per la testa certe immagini che provocherebbero un infarto alla McGranitt. »
    « Un infarto alla McGranitt? » chiese Harry senza capire « Cioè finisci con il pensare a trasfigurazioni eseguite male? »
    « Ma no, intendo cose immorali, acciderba! Anche se devo ammettere che eseguire male una trasfigurazione può essere deleterio per la salute della McGranitt » spiegò Ron « Prova tu a immaginare come reagirebbe la McGranitt se si trovasse di fronte Hermione in pose che non sono ambigue per il semplice fatto che sono ormai ben oltre l’esplicito, cose come… »
    « Ehm, perché non cambiamo discorso e manteniamo certi particolari all’interno della sfera privata? » lo interrupe Hermione imbarazzata.
    « Ma Harry deve essere istruito! » ribattè stizzito Ron « Deve sapere come vanno queste cose, o non potrà mai sconfiggere Tu-Sai-Chi, poffarbacco! »
    « Ehm, non credo di aver ben chiaro il collegamento tra pensieri libidinosi e la sconfitta di Voldemort. Tuttavia ormai so bene come va a finire con le fantasie » sospirò Harry « è proprio incredibile come prima tu stia pensando a Ginny con indosso l’abito da damigella e poi, puff, senza renderti conto del come l’abito da damigella miracolosamente sparisce e – »
    « Che cosa?! » urlò furioso Ron cercando il tagliapizza nella veste.
    « Cioè… voglio dire… non c’è più e al suo posto c’è un abito molto più castigato, come è giusto che sia » si corresse velocemente Harry spaventato dalla reazione dell’amico « Ehi, guardate, siamo arrivati alla chiesa » aggiunse con finta disinvoltura cercando di distrarre Ron.
    « Perché poi sapere queste cose dovrebbe poi aiutare Harry a sconfiggere Voldemort? » chiese Hermione curiosa.
    « Ma come, non voleva portarlo alla caduta coinvolgendolo nella gara di chi racconta cose più sconce? » chiese Ron sorpreso.
    Harry e Hermione si scambiarono un’occhiata perplessa « Ehm, Ron, hai brindato agli sposi prima del dovuto? Harry non ha nessunissima intenzione di sconfiggere Voldemort in codesto modo. »
    « Ah, eppure mi era sembrato di si » concluse Ron con una alzata di spalle « L’importante è che Harry non si eserciti nei pensieri sconci usando mia sorella. »
    « Non preoccuparti, nel caso userò Fierobecco l’Ippogrifo » disse sarcasticamente Harry.
    « Beh, non… Fierobecco l’ippogrifo?!? » esclamò Ron fermandosi in mezzo alla strada « Urgh, questo si che è inquietante, come ti è venuta in mente? »
    « Vi prego, smettiamola qui con questi discorsi, va bene? » chiese Hermione con voce implorante « La conversazione sta prendendo una brutta piega, non vorrei avere gli incubi stanotte. »
    Ben felice di togliersi dalla mente l’immagine di Harry in atteggiamenti compromettenti in compagnia di Fierobecco, Ron puntò la sua attenzione sulla piccola chiesa.
    « E’ carina, no? Pensa che io e tutti i miei fratelli siamo stati battezzati qui, Ginny compresa. »
    « Si però lo fai apposta! » esclamò Harry esasperato « Non vuoi che pensi a tua sorella però la nomini ogni due secondi. »
    « Ehi, voi! » i gemelli li stavano chiamando dalla porta della chiesa « Forza muovetevi, tutti gli altri ospiti hanno già preso posto, mancate solo voi » urlò Fred prima di rientrare seguito dal fratello.
    « Forza andiamo, fra poco il corte nuziale sarà qui » disse Hermione sospingendo gli amici verso la porta. All’improvviso un vecchio dalla lunga barba grigia uscì da un cespuglio e si avvicinò con mano tesa rivolgendosi a Harry « Tu… »
    « Fermo, Harry, non rivolgergli la parola! » esclamò allarmata Hermione allontanando l’amico con un portentoso strattone alla sua veste.
    « Perché? » chiese Harry « Forse vuole solo il mio autografo. »
    « No è solo un’idea balorda dell’autrice! » lo mise in guardia la ragazza « Un vecchio che ti rivolge la parola mentre ti stai dirigendo a un matrimonio in compagni di altri due invitati… gasp e doppio gasp! Questa non è altro che una parodia – riuscita male, tra l’altro – de “La ballata del Vecchio Marinaio” di Samuel J. Coleridge! »
    « De che? »
    « E’ la storia di un tizio che, mentre si dirige a un matrimonio con altri due invitati, viene fermato da un vecchio che, dopo averlo ipnotizzato, comincia a raccontargli di tutte le sue assurde avventure capitatigli per mare, compresa la caccia di frodo agli albatross e l’incontro con la nave dei morti! » urlò angosciata Hermione scuotendo violentemente Harry per le spalle « Evidentemente l’autrice vuole riservarti la stessa sorte! »
    Dalla preoccupazione Harry si percosse il petto.
    « Veramente io volevo solo… » incominciò il vecchio, ma Hermione lo interruppe lanciandogli contro i sassolini del vialetto.
    « Scappiamo Harry, scappiamo! » Harry, Ron e Hermione schizzarono verso l’entrata della chiesa strillando spaventati.
    « Ehi fermatevi ! » urlò il vecchio scuotendo un pugno in aria.
    Il prete, alla vista di quei tre scalmanati che correvano verso la sua chiesa urlando come degli indemoniati, chiuse velocemente i portoni.
    « Cosa fate, aprite subito! » urlò angosciata Hermione tempestando di pugni il portone della chiesa.
    « Vade retro! » rispose il prete da dietro la porta « Lungi da me, o esseri posseduti da chissà quale spirito immondo! »
    « Ma noi non siamo posseduti » replicò Ron « L’unica nella mia famiglia ad essere stata posseduta è mia sorella Ginny, ma è stato parecchi anni fa. »
    « Allora insisti! » ribattè stizzito Harry « Continui a parlarmi di lei, poi non lamentarti se le penso! »
    « Harry, Ron, presto fuggiamo, quello ci è quasi addosso! » le grida di Hermione li riportarono al presente e si accorsero che il vecchio era ormai a pochi passi da loro. Urlando spaventati fuggirono verso il cimitero.
    « Fermatevi, accidenti, fermatevi! » urlò il vecchio, ma i tre corsero a perdifiato finché non si trovarono al sicuro dietro ad alcune lapidi.
    « In questo cimitero è stato sepolto il mio prozio Bilius » disse Ron accucciandosi dietro una lapide « E’ morto poco prima che io nascessi, nemmeno Ginny l’ha mai conosciuto »     « E basta! » urlò scocciato Harry « Smetti di nominare Ginny una buona volta! »
    Nel frattempo il vecchio era appena giunto nel cimitero e si guardava intorno, evidentemente alla ricerca dei tre fuggitivi « Lo so che siete nascosti qui, venite fuori! » urlò « Anzi, vedo pure quello con i capelli rossi, dal momento che si è nascosto dietro l’unica lapide costruita in vetro. »
    Hermione e Harry rivolsero a Ron uno sguardo esasperato.
    « Vi devo parlare, venite fuori! » aggiunse l’uomo.
    Il triumsvitato venne fuori, ma non per ascoltare quello che l’uomo aveva da dire, bensì per fuggire nuovamente.
« Non fuggite! Non voglio farvi nulla! »
    « Si, vallo a raccontare a Donato, il cavallo dai denti storti » lo schernì Harry cercando di arrampicarsi su per un cipressi insieme agli amici.
    « A Donato non racconto un bel niente, è un gran pettegolo, non mi fido di lui » disse l’uomo avvicinandosi all’albero su cui i tre avevano trovato rifugio « Invece ho delle cose da raccontare a voi, venite giù! »
    « Si certo, si tratta sicuramente di chiacchiere con cui vuoi disorientarci, è ovvio che l’autrice ti ha mandato qui con il chiaro intento di confonderci le idee! » lo aggredì Hermione reggendosi con fatica alla pianta.
    « Ma io non sono una creazione dell’autrice, io sono Silente! »
Harry scambiò un’occhiata dubbiosa con gli amici prima di colpire il vecchio con un lancio di gazzozzole « Bugiardo! A chi vuoi darla a bere, Silente è morto! »
    « Ma non quel Silente! » spiegò.
    « Ah, intendi silente come aggettivo, beh, non mi sembra neppure quello, fai un chiasso infernale! » ribattè Harry.
    « Ma che diamine hai capito! » urlò esasperato l’uomo « Io sono Silente, Aberforth Silente! »
    I tre ammutolirono all’istante e si guardarono con sguardo interrogativo. Hermione invece si rivolse al cosiddetto “Silente” « Vuoi dire che sei il fratello del preside Silente? »
    « Finalmente avete capito » sospirò sollevato Aberforth.
    « Ehi » esclamò Harry all’improvviso rammentando un episodio durante il suo quarto anno « Sei quello che faceva cose strane con le capre? »
    « Si, ma tralasciamo la mia relazione con Billie, per adesso. »
    « Billie? » chiese Harry gettandosi giù dal cipresso e presto seguito dagli amici « E chi sarebbe Billie? »
    « Billie è un essere leggiadro » spiegò Aberforth con occhi sognanti stringendosi le mani al petto « E’ la mia ragazza » aggiunse tornando normale.
    « E cosa c’entra ? » chiese Ron.
    « Nulla, per questo ho detto che al momento possiamo tralasciare la mia relazione con lei. »
    « Nel senso, che c’entra con le capre. »
    « Oh, beh, lei è una capra » spiegò Aberforth con un sorriso.
    « E’ fidanzato con una capra? » chiese Hermione scioccata.
    « Oh no, ecco che torniamo al discorso di prima » gemette Ron « Però devo ammettere che Harry con Fierobecco era più agghiacciante. »
    « Ehi, non c’è niente di male, è maggiorenne e pure consenziente » precisò Aberforth.
    « Va be’, dopotutto è sempre amore » disse Hermione con un’alzata di spalle « Che cosa vuole da Harry? »
    « Voglio dargli una mano. »
    « Non serve, ne ho già due » disse Harry.
    « Nel senso di un aiuto » specificò Aberforth.
    « Ah, beh, quello può sempre tornare utile » ammise Harry pensieroso.
    « Si, ma possiamo fidarci? » disse Hermione mettendo in guardia gli amici.
    « Dopotutto è il fratello di Silente » disse Ron con un’alzata di spalle come se quello fosse abbastanza.
    « Non è una garanzia quella » gli rispose Hermione « Anche Caino era fratello di Abele e Romolo fratello di Remo, eppure ognuno ha ucciso il proprio fratello.»
    « Silente è stato ucciso da Piton, non da suo fratello » le ricordò Harry.
    « Romolo aveva un remo per fratello ? » le chiese Ron sorpreso « E sua madre chi era? Una barca? »
    « Son sempre così deficienti? » chiese Aberforth rivolgendosi a Hermione.
    « In genere son peggio » rispose lei con un sospiro.
    « Resisterò » disse semplicemente Aberforth « Dopotutto ho promesso ad Albus che avrei aiutato il suo cocco. »
    « Aveva detto che voleva aiutare Harry » disse Ron accigliato « E Harry non mi sembra un cocco, per lo meno, non credo sia cresciuto su una palma. »
    « Santo cielo » sospirò Hermione alzando gli occhi al cielo prima di immergersi in una fitta conversazione con Ron nel tentativo di spiegargli il corretto significato dell’espressione “essere il cocco”.
Harry invece si rivolse verso il presunto Silente con fare sospettoso « Perché mai vorresti aiutarmi? »
    « Sono un membro dell’ordine, dovresti fidarti. »
    « Anche Piton era un membro dell’ordine, ma non per questo mi è sembrato degno di fiducia. »
    « Anche questo è vero. Beh, a dirla tutta Albus mi ha chiesto di vegliare su di te » spiegò burbero « Temeva di non riuscire a vivere abbastanza a lungo da leggere l’ultimo libro, così ha incaricato me di aiutarti nella tua missione di salvatore del mondo. Mi ha detto “Se dovesse succedermi qualche cosa, ti prego, aiuta Harry nella sua missione.” Mi ha detto anche di lucidare il suo set di coltelli miracol blade di tanto in tanto, ma non credo questo ti interessi. »
    « E sai per caso in cosa consiste la mia missione? » chiese Harry curioso di vedere fin dove arrivava la conoscenza di Aberforth.
    « Sconfiggere Voldemort immagino, ci arrivano pure i piccioni » rispose Aberforth « Dubito che il tuo salvare il mondo si riferisca all’ecologia e ai problemi ambientali. »
    « Si, certo, ma sai quello che devo fare per sconfiggere Voldemort? »
    Aberforth si grattò la barba pensieroso « Mmh, boh, su questo Albus non si è espresso, forse acquistare un revolver e dei proiettili? »
    « Non esattamente, ma se tuo fratello ha preferito non informarti, allora non sarò certo io a dirtelo. »
    « Insomma, come faccio ad aiutarti se non so quello che hai intenzione di fare? » chiese stizzito.
    « Ehi, mica posso fidarmi del primo venuto, chiunque sia il suo illustre fratello » spiegò Harry allargando le braccia « Ma non temere, se avrò bisogno di aiuto ti farò un fischio. »
    « Dubito di riuscire a sentire un fischio da casa mia » obiettò Aberforth « Ma se volessi contattarmi basta che vieni alla Testa di Porco, oppure mandami un gufo, io e Billie correremo in tuo aiuto senza esitazioni. A proposito, devo andare, ho promesso a Billie che l’avrei portata a pranzo fuori oggi, se non l’accontento poi bela tutto il giorno per protesta. »
    Salutato Harry e anche Ron ed Hermione che finalmente avevano finito di dibattere, il vecchio se ne andò con passo svelto. Harry riferì prontamente agli amici quello che si erano detti durante la loro discussione.
    « Quindi non sa degli Horcrux » commentò Hermione pensierosa « Beh, sarà meglio non parlargliene per il momento. »
    « Però potrebbe sapere qualche cosa sui fondatori e sulle loro reliquie » obiettò Harry « Voglio dire, non abbiamo la più pallida idea di che cosa possa essere la reliquia di Corvonero, senza contare che nemmeno sappiamo chi si celi dietro lo pseudonimo di R.A.B. »
    « Questo è vero, sono tante le informazioni che ci servirebbero per rintracciare adeguatamente tutti gli Horcrux e distruggerli, ma non possiamo certo chiederle al primo che arriva. Forse sarebbe opportuno fare ritorno a Hogwarts, lì di sicuro potremmo trovare informazioni importanti. »
    « Questo è fuori discussione, se torniamo a Hogwarts perdiamo tempo prezioso nella lotta contro Voldemort » disse Harry categorico.
    « Senza contare che poi ci toccherebbe andare a lezione e studiare » aggiunse Ron.
    « Magari potresti andare tu a Hogwarts, Hermione, a cercare informazioni importanti mentre io e Ron procediamo con la missione » propose Harry.
    « Non se ne parla nemmeno! » protestò Hermione arrabbiata « Io vengo con voi, senza contare che senza il mio saggio consiglio finirete male nel giro di un capitolo. »
    « Si, ma senza informazioni facciamo fatica a procedere con la missione » disse Ron dicendo per la prima volta una cosa sensata.
    « Sentite, ne parliamo più tardi, adesso è meglio se entriamo in chiesa, la cerimonia sarà ormai iniziata » constatato che Hermione aveva ragione ( come sempre ), Ron ed Harry la seguirono un po’ tristi perché avevano perso l’inizio della cerimonia, ma pure un po’ più saggi perché avevano infine capito che se prima non trovavano delle adeguate informazioni non avrebbero di certo concluso un accidente.
    Quello che accadde in seguito ve lo potete anche immaginare, Bill e Fleur finalmente vennero dichiarati segugio e moglie, cioè volevo dire marito e moglie, mamma Weasley pianse per la gioia e si soffiò il naso nella veste della madre della sposa, tutti lanciarono il riso compresi i lettori che spero che fin qui abbiano “riso” un po’ ( ma di sicuro non per questa battuta orrenda ), Harry si strusse alla vista di Ginny e infine tutti quanti se ne andarono a far cagnara a casa dei Weasley, dove era stato organizzato un rinfresco in giardino.
    Al ricevimento tutti facevano baccano, saccheggiando adeguatamente il tavolo del buffet, mentre Bill e Fleur rimasero a digiuno essendo impegnati a salutare e ringraziare uno per uno tutti gli invitati. Ron venne presto sequestrato dall’ “adorata” zia Muriel.
    « Il mio bellissimo nipotuccio! » lo salutò la zia sbaciucchiandolo a più non posso « Tieni ancora la mia foto sotto il cuscino, nevvero? »
    « Blah, zia, non mi sbavare dentro il colletto! Comunque non tengo più la tua foto sotto il cuscino, ormai sono grande e sono passato a baciare cose più interessanti. »
    Zia Muriel scoppiò in un pianto disperato « Sob sob, il mio nipotino è cresciuto, fra poco perderemo pure lui, metterà su famiglia e poi chi lo rivedrà più! Si farà vivo solo nei fine settimana per portare alla sua mamma gli abiti da lavare. Poi invecchierà e morirà, al che bisognerà organizzargli un funerale » gemette singhiozzando sulla spalla di Molly.
    « Su su, zia Muriel non fare così » Molly le dava leggeri colpetti consolatori sulle spalle « Piuttosto sai che il nostro Ronnino è un prefetto? Magari potrebbe diventare caposcuola quest’anno. »
    « Dubito mamma, noi tre non torniamo a scuola a settembre » le rivelò il figlio indicando Harry e Hermione.
    « Che cosa?! » sbiancò la signora Weasley attirando l’attenzione degli ospiti vicini « E perché mai non tornate a scuola?! »
Harry e Hermione gli lanciarono un’occhiata significativa a dire “Non fare la cazzata di dire che andiamo a sconfiggere Voldemort davanti a tutta questa gente”.
    « Ehm » titubò Ron guardandosi intorno ansioso « Noi… noi… abbiamo fondato un gruppo, ecco. Partiamo domani per il nostro primo tour europeo » e per dare maggiore enfasi alle sue parole tirò fuori nuovamente la sua chitarra di cartone e prese a fare il pirla.
    Hermione si passò una mano sugli occhi imbarazzata. Harry invece venne aggredito dalle domande di mamma Weasley, che giravano libere senza nemmeno la museruola « Cosa sarebbe questa storia? Sul serio partite per un tour abbandonando l’istruzione? »
    « Già » rimase al gioco Harry « Ci hanno offerto un contratto, io sarò il cantante. »
    « Harry, ma tu sei stonato » gli fece notare la signora Weasley con voce flebile.
    « Ah già, ma questi sono futili particolari, intendiamo puntare tutto sull’immagine. »
    Zia Muriel li squadrò da capo a piedi « Mi sa che avete ancora molto da lavorare sull’immagine » disse adocchiando le scarpe rotte di Ron.
    « Non preoccuparti per quelle zia, è solo che sono di seconda mano » spiegò Ron gettando la chitarra che venne presa al volo da Bill e poi sotterrata nell’orto.
    « Sarebbe meglio dire di secondo piede » commentò Ginny che aveva assistito perplessa a tutta la chiacchierata. Nessuno rise a questa battuta orrenda a parte Harry che si rotolò a terra dalle risate.
    « Ehm, ridi per la battuta in se o per il fatto che è stata Ginny a farla? » gli chiese Hermione.
    « Perché l’ha fatta Ginny, è ovvio! » rispose indispettito alzandosi e spolverandosi la veste.
    « Io sono ancora perplessa da questa storia » disse debolmente la signora Weasley sconvolta « Mi sembra inverosimile questa storia del gruppo. »
    Per distrarre la madre, Ron cambiò discorso alla velocità della luce « Ehi mamma, lo sai che io ed Hermione stiamo insieme? » annunciò passando un braccio sulle spalle della ragazza.
    « Oh, finalmente, era ora che vi decideste, che bello potrò organizzare un nuovo matrimonio! » Molly si asciugò le lacrime versate per l’emozione, completamente dimentica della faccenda del non tornare a scuola.
    « Non è che il matrimonio sia una cosa così consequenziale » cercò di obiettare Hermione, ma la signora Weasley ignorò le parole di Hermione preferendo sequestrare la ragazza per presentarla come futura nuora al resto dei parenti.
    Rimasti senza cervello, ovvero senza Hermione, Harry e Ron si diressero a procurarsi qualche liquido da bere. Agguantati un paio di calici dall’aria alcolica, i due terzi del triumsvitato se ne andarono a sorseggiarlo in una zona tranquilla del giardino. Qui vennero presto raggiunti da Viktor Krum, invitato dalla sposa in persona, che ricordava con piacere le lunghe partite a scala quaranta giocate in compagnia del bulgaro.
    « E un piacefe federe foi » li salutò il ragazzo che, vuoi per l’occasione festaiola o perché era diventato scemo, indossava una vaporosa gonnellina a pieghe rosa e stivali dello stesso colore.
    « Oh no » gemette Ron « Ora mi toccherà diventare nuovamente geloso. »
    « Tu non defe essere geloso » lo tranquillizzò il bulgaro « Io e Hermioninny essere solo bvoni amici. »
    « Eh già, anche Harry lo diceva di Ginny » disse Ron sarcastico prima che un calcio di Harry lo intimasse al silenzio.
    « Pvopvio con te io folere parlare » disse Krum rivolgendosi a Harry « Dedico me stesso e le mie capacità ad aiutarti a combattere il male » disse serio inginocchiandosi di fronte a Harry « Immagino tu foglia distruggere l’oscuvo signove, io folere aiutarti. »
    « Ehi, non stare inginocchiato, che attiri l’attenzione dei curiosi » Harry rimise in piedi il bulgaro lanciando occhiate sospettose verso i presenti « Non posso certo lamentarmi della mancanza di aiuto, sarebbe un piacere per me accettarlo, ma come posso sapere se sei degno o meno della mia fiducia? »
    « Dubbio compvensibile » ammise Krum « Se può aiutarti nel riporre la tua fiducia in me, sappi che mi sono unito, pvoprio l’inverno scorso, all’ordine dei cavalieri sailor, con il nome in codice di Sailor Krum » disse serio assumendo una posa da malato mentale « Questo ordine prefede lo schieravsi sempve dalla parte dei buoni e mai da quella dei cattivi, pev questo oggi ti offro i miei serfigi; l’aiutave i deboli e gli indifesi, l’indossare sempre la difisa d’ordinanza » e così dicendo allargò la gonnellina rosa che indossava « Ma sopvatutto prefede il celibato e la castità. »
    « Sai, devo dire che questo ordine mi piace molto » disse Ron compiaciuto di non dover diventare geloso per un ulteriore libro.
    « Tu folere unirti? » chiese Krum.
    « Ehm, no » rifiutò Ron « Non mi piace particolarmente quella parte sul celibato. »
    « Se è così allora sei il benvenuto » si congratulò Harry « Devo proprio partire per un viaggio lungo e pericoloso, il tuo aiuto è più che ben accetto, però scusami se non ti illustro i particolari, ho giurato di non parlarne con nessuno. »
    « Allora tu defe manteneve la pvomessa. Qvando partiamo? »
    « Presto, prima devo però recarmi alla mia vecchia casa di famiglia » lo informò Harry con le lacrime agli occhi « Ma sarò presto di ritorno, diamoci appuntamento fra una settimana ad Hogsmeade. »
    Krum annuì eseguendo la mossa segreta dei Sailor, ovvero imitare la gallina che depone l’uovo; salutati infine i ragazzi si allontanò.
    Pochi istanti dopo arrivò la McGranitt, anche lei invitata al matrimonio « Oh, ave a voi, Potter e Weasley » li salutò la professoressa « Sono felice di potervi annunciare in esclusiva che la scuola riaprirà a settembre » disse compiaciuta « E’ stata una dura lotta con i consiglieri della scuola, ma alla fine l’abbiamo spuntata. »
    « Buon per chi ci andrà, certamente non io, Ron ed Hermione » disse Harry.
    « Che cosa?! » urlò scioccata la professoressa « Non avete intenzione di tornare a Hogwarts?! Ma in questo modo ci saranno pochissimi Grifondoro nel settimo anno: la signorina Patil e il signor Finningan non hanno intenzione di venire neppure loro, Dean Thomas si è arruolato nella legione straniera per lenire i dolori sentimentali, ci toccherà far caposcuola Neville Paciock e Lavanda Brown! »
    « Uh, caduto in basso Grifondoro » commentò Harry « Mi dispiace professoressa, ma abbiamo una missione da compiere, che non si tratta di andare in tour con la band, come potrebbe sentir dire da qualcuno. »
    « Proprio così » aggiunse Ron « Siamo in missione per conto di Dio. »
    « Beh, adesso, considerare Silente un Dio mi sembra eccessivo » commentò Harry voltandosi verso di lui.
    « Siete in missione su ordine di Silente? » chiese la McGranitt curiosa « E di che missione si tratterrebbe? Ha per caso a che fare con la gitarella che tu, Potter, hai fatto insieme a lui la notte in cui morì? Dove siete andati, di grazia? »
    « Ohi, insiste? Le ho già detto che Silente mi ha fatto promettere di non dirlo né ad anima viva né ad anima morta, non vedo quindi perché dovrei dirlo a lei » si rifiutò Harry.     La McGranitt se ne andò borbottando irritata.
    Lasciato per i fatti suoi Ron, avvicinato da uno zio di terzo grado che voleva sapere quando sarebbe stato pubblicato il loro primo album, Harry si avvicinò al tavolo del buffet desideroso di assaggiare qualcuno di quelle invitanti tartine.
    Intento a ponderare su quale dei due tipi assaggiare, indeciso se scegliere quelli alla crema di funghi o quello al fango, non sia accorse che una figura vestita con un abito dorato gli si era avvicinata.
    « Harry » gli bisbigliò Ginny « Vediamoci fra cinque minuti in camera mia, dobbiamo urgentemente parlare. E scegli quelli al fango, quelli ai funghi sono immangiabili » detto questo si allontanò nuovamente.
    A Harry si mozzò il fiato dalla gioia, gli sarebbe scocciato molto dover mangiare una tartina non di suo gradimento.
    Cinque minuti dopo Harry saliva le scale diretto in camera di Ginny. Arrivato al primo piano entrò di soppiatto nella camera che la ragazza divideva con Fleur. Non aveva ancora fatto in tempo a chiudere la porta dietro di se, che un vaso di peonie lo colpì sulla fronte.
    « Ahio! » pianse Harry.
    « Cos’è questa storia del tour europeo? » chiese minacciosa brandendo una fiocina.
    « Ecco… vedi » titubò Harry massaggiandosi il bernoccolo « Come diceva prima Ron abbiamo fondato un gruppo e – »
    « Piantala, ho capito che è una balla, mica sono così idiota, voglio sapere dove avete intenzione di andare in realtà! »
    Harry trapiantò la peonia fischiettando allegramente poi rivolse nuovamente la sua attenzione alla ragazza « Andiamo a sconfiggere Voldemort una volta per tutte. Io, Ron ed Hermione abbiamo intenzione di partire domani con il sorgere del sole » le rivelò.
    « Che cosa?! E a me non mi portate? »
    « Certo che no! » rispose Harry scandalizzato.
    « Allora siete proprio dei bastardi! Cosa ho frequentato l’ES a fare? A che diamine mi serve il diploma che ho conseguito seguendo le tue lezioni del cavolo?! »
    « Ehi, ma noi non abbiamo mai consegnato dei diplomi » le fece notare Harry interdetto.
    « Infatti il mio me lo sono fatta da sola con il cartoncino e i pennarelli » precisò Ginny.
    « Non ha importanza Ginny, non puoi venire con noi, è troppo pericoloso! Ci siamo lasciati apposta perché tu non corra pericolo, se ti lascio venire con noi sarebbe un bel controsenso non pensi? »
    « Potrei riferirti esattamente quello che penso di ‘sta storia a suon di calci nel culo » rispose arcigna « Ma non capisci che è frustrante doversene stare qui senza poter fare nulla per cambiare le cose, senza poter dare un misero, piccolo, aiuto? » gemette portandosi una mano alla fronte con fare melodrammatico.
    A udir la parola “aiuto”, Harry ebbe un’illuminazione. Non nel senso che qualcuno gli aveva puntato addosso una torcia elettrica, ma nel senso che gli venne un’idea. E già per se è una cosa sconvolgente.
    « Uhm, forse c’è qualche cosa che puoi fare » disse pensieroso.
    « Oh, davvero? » chiese speranzosa Ginny.
    « Si, aspetta solo un attimo » e così dicendo corse in camera sua, ovvero quella di Ron, e cominciò a rovistare nel baule alla ricerca dello specchietto di Sirius da poco recuperato. Trovato il monile, corse nuovamente nella camera di Ginny e porse lo specchietto alla ragazza.
    Ginny guardò impassibile lo specchietto e poi Harry « Mi stai prendendo per il culo? »
    Al che Harry le spiegò che cos’era quell’affare e come funzionasse.
    « Carino da parte tua trovare un modo per mantenerci in contatto, ma non capisco che modo ti possa essere d’aiuto a sconfiggere Voldemort » disse Ginny cominciando a perdere la pazienza.
    « Quello che devi fare, una volta tornata a scuola, è cercare tutte le informazioni che riesci a trovare sui fondatori di Hogwarts e su eventuali loro reliquie, se scopri di qualche loro reliquia degna di nota cerca qualsiasi informazione in proposito, dai poteri particolari, agli usi che se ne possano fare, già che ci sei cerca in tutti gli archivi di Hogwarts una persona le cui iniziali del nome compongano la parola R.A.B, concentrati sulle persone che potessero avere un qualche collegamento con Voldemort, se trovi questa persona cerca qualsiasi cosa su di lui e cerca di scoprire dove possa essere adesso. »
    « E un bel lavorone, per cosa ti servono esattamente tutte queste informazioni? » chiese curiosa.
    « Sono importantissime per sconfiggere Voldemort, ma non posso dirti esattamente in che modo, si tratta di un argomento su cui Silente mi ha fatto promettere di non parlarne con nessuno. »
    « Ma io non sono nessuno » gli fece notare la ragazza.
    Al che la porta della camera si aprì all’improvviso ed entrò Ron « E certo, io sono nessuno! » precisò riferendosi alle avventure deliranti del capitolo due.
    Ginny lo guardò senza capire « Ron, capisco tu sia insignificante, ma da qui a considerarti nessuno ce ne passa. Dopotutto mamma e papà un nome te l’hanno dato. »
    Ma Ron non la stava ascoltando « Un momento, Silente si era raccomandato di non parlarne con nessuno, ma tu Harry ne hai parlato con me, quindi hai disubbidito ai suoi ordini » stava dicendo dubbioso all’amico.
    « Si, va be’, lascia perdere Ron, tu non sei veramente nessuno, quella era solo una copertura per i Mangiamorte » gli spiegò impaziente Harry.
    « Ah. Peccato però, mi sarebbe piaciuto andare a far visita ai Ciclopi » disse con un’alzata di spalle. « Ehi » esclamò all’improvviso guardando truce Harry e Ginny « Che fate voi due da soli in una camera da letto? » chiese sospettoso.
    « Che vuoi che possiamo combinare » sbuffò impaziente Ginny « Il rating di questa fanfiction e PG13, l’autrice non può scrivere certe cose. »
    « Ah, per fortuna » disse Ron sollevato « Ora vado, c’è giù di sotto Ulisse che mi aspetta per discutere dell’uso improprio che ho fatto del suo nome d’arte » e così dicendo se ne andò chiudendo la porta alle sue spalle.
    Harry riprese il discorso di prima, come se nessun Ron o nessun nessuno che dir si voglia li avesse disturbati « Forse è meglio se ti fai dare una mano dai membri dell’ES rimasti, non vorrei che anche loro si sentissero esclusi, poi va a finire che i loro fan si lamentassero perché non sono presi in considerazione e scatenassero così un gran putiferio. E nessuno sa scatenare putiferi come i fan arrabbiati. »
    « E’ una buona idea » riconobbe Ginny « Insieme sbrigheremo più lavoro in metà tempo. Se non vado errato della ventina che eravamo sono rimasti solo Luna e Neville. »
    « Già » convenne Harry mesto.
    « Oh, ma non ha importanza, faremo comunque un ottimo lavoro » disse Ginny abbracciandolo « Sei un vero tesoro a permettermi di dare una mano. »
    « Oh, suvvia Ginny, non esagerare, dopotutto non sono fatto d’oro e diamanti. »
    I due, fregandosene, molto giustamente, dei divieti di Ron, ma fregandosene anche, e questo molto meno giustamente, di quelli dell’autrice che ha selezionato il rating, cominciarono a baciarsi con foga, trasferendosi in breve tempo sul letto ( di Fleur ).
    Sia per il rating, ma più che altro per evitare di dover scrivere di scene troppo sdolcinate che non ci stanno a dire una fava in una fanfiction comica e che tra l’altro non sa nemmeno scrivere, l’autrice fece comparire dal nulla e soprattutto senza motivo, Dobby l’elfo domestico.
    « Harry Potter signore! » urlò gioioso l’elfo.
    Harry alzò gli occhi al cielo spazientito « Crepa Dobby! » esclamò, irritato per essere stato interrotto in attività ben più interessanti che parlare con un elfo idiota.
    Prendendo le parole di Harry per un ordine, Dobby corse verso la finestra urlando di dolore e si buttò giù. Allarmato Harry si fiondò giù per le scale, uscì in giardino, si precipitò sotto la finestra di Ginny e prese al volo Dobby, evitando così che l’elfo si sfracellasse, ma soprattutto evitando di essere selvaggiamente maciullato da Hermione in nome del C.R.E.P.A.

***

Mi ci è voluto un po’, ma alla fine ecco qua anche il quinto capitolo.
Mi dispiace averci messo così tanto, ma come imaginavo la lettura del vero settimo libro mi ha distratto parecchio, senza contare che mi ci è voluto del tempo per riprendermi dallo shock per la fine della saga ç__ç
In compenso il libro mi è piaciuto molto, il che alza notevolmente le probabilità di un’eventuale parodia… ma non voglio pensarci per adesso, prima voglio concludere questa fanfcition, poi si vedrà ^__^
A proposito del settimo libro, vi ricordo di fare attenzione e non inserire spoiler nelle recensioni! Se non potete fare a meno di commentare il fatto che abbia azzeccato qualche cosa, che so, il colore delle scarpe della McGranitt, o di come invece la storia sia diversa dall’originale ( il che è assai più plausibile ) non usate le recensioni, ma mandatemi una mail o contattatemi su messenger ( anche se lì mi si becca poco, ho una connessione piuttosto schifida e spesso non funziona ).
Le recensioni servono per le recensioni appunto e vi ringrazio enormemente per quelle lasicatemi al capitolo scorso ^^

Giuly94: ti ringrazio molto, non preoccuparti la proseguirò di sicuro ^^ Grazie per la recensione!
Serecanie: per continuare continuo, il problema è che spesso ci metto un po’ troppo tempo é__è ( forse “un po’” è perfino riduttivo… ) Ti ringrazio molto per la recensione!
Anakina: ah ah, grazie mille, in effetti ero piuttosto soddisfatta della demenzialità del capitolo scorso, mi fa piacere ti sia piaciuto! Grazie mille per la recensione e i complimenti!
Nikoletta: mi fa piacere che ti abbia divertito, l’intento era quello ^__^ Grazie!
Marki: grazie per i complimenti, mi dispiace molto non essere riuscita a postare il capitolo prima della tua partenza, ma immagino che Londra sia stata abbastanza consolatoria ^__^ Almeno trovi il capitolo per il tuo ritorno ^^ Spero tu abbia fatto buon viaggio! Grazie per la recensione!
Arya: ti ringrazio per tutte le recensioni e anche per i complimenti al Prnicipe Mezzo-Scemo, mi fa piacere che ti sia piaciuto! Sono contenta ti piacciano le mie battute non volgari, personalmente non mi piace fare ricorso alle parolacce per far ridere, una ogni tanto ci può anche stare, ma sinceramente non ho mai trovato particolarmente comico l’uso di volgarità eccessive. Uhm, si forse Ron è un po’ troppo tonto, ogni tanto mi scappa un po’ la mano con lui ( saranno i film che mi influenzano -__- ), ti ringrazio comunque di avermelo fatto notare, è sempre di gran utilità sapere i pareri dei lettori anche su queste cose qui ^^ Lo so, non sono molto brava rendere la parlata di Fleur ( ma anche quelle di Krum non è che mi riesca tanto meglio… ) Snape è un gran personaggio, uno di quelli riusciti meglio a mio parere e anch’io adoro Bellatrix, è una dei miei personaggi preferiti, anche perché ci ha liberato di Sirius ( ho una certa profonda antipatia per Sirius ^^ ) Mi dispiace averti fatto attendere così tanto, purtroppo non sono tra gli autori più rapidi -__- Grazie mille per tutti i complimenti e le recensioni!
Giuly Potter: Ogni tanto mi viene il timore che qualche lettore si faccia male sul serio leggendo i capitoli ^^ Oh beh, io rischio spesso di cadere dalla sedia mentre scrivo, ma questo perché mi muovo in continuazione ^^ Quei tre sono senza speranza in quanto a cretinaggine ^^ Forse Hermione risulta un pochino normale ogni tanto, ma non si nota poi molto, circondata com’è da personaggi scemi XD ( ovvero tutti gli altri ) Grazie mille per i complimenti e la recensione!

Tutti i personaggi appartengono a J.K.Rowling e non vengono usati a scopo di lucro, Peter Pan, Miracle Blade, Ulisse appartengono ai relativi proprietari, così come La Ballata del vecchio Marinaio.
Il nome e il vestito di Sailor Krum credo sia chiaro a cosa si ispirino, per il resto nient’altro del suo ordine ha e avrà a che vedere con Sailor Moon, tra l’altro ne so particolarmente poco al riguardo. Il delirio sui buchi è vagamente tratto da una discussione con poca logica fatta insieme a degli amici una sera che avevamo mangiato troppo diversi anni fa, purtroppo ho dimenticato i particolari di quella discussione ed è un peccato perché portava alla conclusione che i buchi delle ciambelle fossero dei portali per dimensioni parallele.
Lo so, la parlata di Krum fa un po’ schifo, ma del resto questa è una fanfiction improbabile ( però, si sta rivelando decisamente versatile questa scusa! )
Non faccio previsioni sulla data di pubblicazione del prossimo capitolo, che poi porta male, per adesso invece spero che questo capitolo vi sia piaciuto, personalmente l’ho letto troppe volte per poterne dare un giudizio obiettivo, quindi sta a voi lasciare una recensione con i vostri pareri ^__^
Ciao ciao!


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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6



AVVISO IMPORTANTE:


Questo è il primo capitolo da me scritto dopo la pubblicazione di Harry Potter and the Deathly Hallows ( il precedente nonostante pubblicato dopo il 21 luglio era però stato scritto in precedenza). Voglio ribadire e sottolineare per bene quello che già avevo avvisato all’inizio del primo capitolo.

In questa fanfiction non ci sono e non vogliono esserci spoiler intenzionali.

Tutto quello che deve accadere, in che modo deve accadere e dove deve accadere me lo sono segnato per benino prima dell’inizio della pubblicazione, proprio per avere ben chiaro cosa volessi narrare e non rischiare di farmi influenzare dal vero settimo libro.

Il problema sorge con la questione degli spoiler inconsapevoli. Vuoi che certe cose erano scontatamente prevedibili o che ho una capacità di divinazione fuori dal comune o che si tratti di puro caso, non vi garantisco che alcune idee non siano casualmente simili a quelle del vero settimo libro.

Siccome non ho nessuna intenzione di modificare la fanfiction ( senza contare che se lo facessi quel poco di trama e di logica che c’è andrebbe a farsi friggere ) non posso fare altro che avvisarvi nuovamente di questa eventualità e lasciare a voi la decisione se leggere o meno la fanfiction.

Vi ripeto, i casi si similarità non sono intenzionali e non verrò di certo a dirvi quali sono ( tanto vale dirvi che succede nel libro altrimenti ^^ ) se però credete che vi possano rovinare la lettura del settimo volume, allora non proseguite oltre e accantonate questa fanfiction fino a che non avrete letto il libro.


Capitolo 6
Prima fermata: Godric’s Hollow

La mattina seguente al matrimonio, Harry, Ron e Hermione erano nell’ingresso di casa Weasley zaini in spalla e pronti a partire. Mamma Weasley piangeva sommessamente nel suo fazzoletto di stagno, alla fine Ron le aveva svelato che non stavano partendo per una tour musicale, ma che andavano a far vedere i sorci verdi a Voldemort, tacendole però qualsiasi riferimento agli Horcrux.
    « Fate i bravi » singhiozzò mamma Weasley « Soprattutto tu, Harry » disse abbracciandolo e spaccandogli qualche costola « Mi raccomando, state lontano dai pericoli. »
    « Ehm, mamma, guarda che stiamo andando a far fuori Voldemort » le ricordò Ron.
    « Non si contraddice la mamma! » lo rimproverò Molly voltandosi verso di lui « Tu, Ronnie caro, lavati sempre le orecchie dopo i pasti e indossa la maglia di lana se dovesse fare freddo. » Ron annuì con un grugnito scocciato.
    Mentre la signora Weasley passava a scassare l’anima a Hermione, Ginny si avvicinò a Harry « Harry, io ti aspetterò mentre sarai impegnato con i tuoi doveri di eroe » disse in modo così sdolcinato da far venire un attacco di diabete alla stessa autrice, quindi figuriamoci agli altri.
    « Spacca il culo a Voldemort anche da parte mia, se non ti spiace » continuò Ginny.
    « Per te questo e altro, mia adorata » disse Harry facendole il baciamano « Per te sarei disposto perfino a morire. »
    « Beh, non è detto che non ti capiti mentre spacchi il culo a Voldemort » gli fece notare la ragazza prima di scoppiare a ridere come una scema.
    « Grazie per il sostegno morale » la ringraziò Harry mestamente « Cambiando discorso, ti ho preparato un regalo per il tuo compleanno » e così dicendo le porse una scatola infiocchettata.
    « Oh, grazie Harry, sei proprio dolce » lo ringraziò prendendo il pacchetto.
    « Eppure non mi sembrava di essermi dolcificato » disse Harry esaminandosi le vesti in cerca di granelli di zucchero.
    Quello che c’era nel pacchetto viene bellamente ignorato dalla narrazione, tanto del regalo di Ginny non gliene frega nulla a nessuno, men che meno all’autrice, che ha scritto questa scena solo per poter ficcare la alquanto discutibile battuta sull’ “essere dolce”.
    Finalmente il triumsvitato riuscì a partire e, camminando nella foschia mattutina, si diresse alla fermata dell’autobus. Alla fermata dell’autobus fecero una brutta scoperta: la tabaccheria era chiusa per ferie, i tre dovettero così rinunciare a comprare i biglietti dell’autobus. Per nulla preoccupati della mancanza del biglietto Harry e Hermione si addormentarono nei loro sedili, mentre Ron fissava il paesaggio che scorreva veloce al di là dei finestrini, esperienza che gli dava ispirazione per la composizione dei suoi poemi pastorali.
    Ovviamente il giorno in cui non hai il biglietto dell’autobus è anche lo stesso in cui i controllori salgono a dare un’occhiatina. I controllori erano tre: uno che controllava i passeggeri partendo dal fondo dell’autobus, uno che controllava i passeggeri partendo dalla cima e un terzo che o vagava per l’automezzo intralciando i colleghi o parlando con l’autista, ignorando bellamente il cartello che vieta a te di parlare all’autista, ma non vieta all’autista di parlare a te.
    « Biglietti » disse imperioso un controllore con i baffi rivolgendosi a Ron, dal momento che sia Harry che Hermione ronfavano come locomotive.
    « Uh? » chiese Ron impanicato.
    « Mi dia il biglietto signore » ripetè il controllore muovendo la mano leggermente impaziente.
    « Lei non può chiedermi il biglietto » rispose pratico Ron.
    « Eccome se posso chiederglielo, anzi, mi sembra di averlo appena fatto. »
    « Lei non può perché da che mondo è mondo il biglietto non esiste » spiegò con fare ovvio. Il controllore lo fissò senza capire se sembrasse stupido o lo fosse sul serio. « Proprio così » continuò Ron « Nessuno è mai riuscito a dimostrarne l’esistenza, quindi, fino a prova contraria, continuerà ad essere un’entità metafisica. Quindi, come vede, non posso proprio soddisfare questo suo segreto e perverso desiderio di possedere un biglietto. »
    « Una bella multina potrebbe forse essere una prova abbastanza consistente sull’esistenza dei biglietti?» chiese malefico il controllore aprendo il libretto delle multe.
    « Uh, altrochè! Lei è proprio bravo a convincere la gente, lei è un convincitore nato! E’ già, perché se non fosse nato lei non potrebbe essere qui e non esisterebbe proprio come il biglietto di poco fa, e per farla esistere qualcuno dovrebbe arrivare e fare una multa. » Ron si voltò a guardare a destra e sinistra come si aspettasse l’arrivo di un controllore di controllori.
    « Ora che ha delirato a piacimento, mi da questo biglietto? » sospirò il controllore ormai vicino a una crisi di nervi.
    « Ah, ok, ma lei quanto me lo paga? » chiese Ron.
    « Eh? »
    « Si, insomma, non si aspetterà che le doni un preziosissimo biglietto! » esclamò oltraggiato.
    « Signore, crede di essere divertente? Mi faccia vedere il suo biglietto. O devo dedurre che non ce l’ha? »
    « Ehi, ma questo è un legilimens! » esclamò sconvolto voltandosi verso Harry, che ovviamente non gli rispose, dato che dormiva.
    « Legili che? Per caso mi sta offendendo?! » chiese il controllore effettivamente offeso.
    « Oh, no, non mi permetterei mai! » si difese Ron d’improvviso servizievole, chinandosi a baciare le scarpe del controllore « Quindi non vorrà di certo multare un giovine fanciullo educato come me? »
    « Basta! Mi faccia vedere questo biglietto. »
    Ron gli porse il biglietto del cinema di due giorni prima.
    « Sta facendo lo spiritoso? » sbuffò il controllore.
    « Le sembra che stia raccontando barzellette? » sbottò Ron irritato.
    « Orazio, abbiamo un problema » disse esasperato rivolgendosi al collega, che ora cercava di raggiungerlo evitando il terzo che saltava la corda nel corridoio.
    « Che succede Gianni? Un altro senza biglietto? » chiese Orazio.
    « Probabilmente è anche senza biglietto, ma più di ogni altra cosa manca di cervello. Credo sia scappato dal manicomio. »
    « Ma no! Non sono matto! Guardi, lo chieda ai miei amici » e così dicendo si affrettò a svegliare Hermione « Hermione, digli che non sono pazzo! »
    « Eh? » chiese la ragazza strofinandosi gli occhi assonnata. Sussultò quando vide i due controllori guardarla arcigni.
    « Il suo amico ci sta rendendo la giornata degna di essere dimenticata » le disse il controllore Gianni con le mani sui fianchi anziché all’estremità delle braccia « E non sono nemmeno le dieci di mattina. »
    « Oh no, i controllori! » gemette Hermione « Proprio oggi che non siamo riusciti a comperare i biglietti! »
    « Lo dicevo io che non avevano i biglietti » disse Orazio sorridendo malizioso e aprendo il taccuino delle multe.
    « Accidenti, confundo!» esclamò la ragazza movendo rapida la bacchetta. I due controllori assunsero per un attimo un’espressione vitrea « Grazie per averci mostrato i vostri biglietti » disse Gianni riconsegnando il biglietto del cinema a Ron. Detto questo i due controllori corsero a fondare la chiesa del Sacro Biglietto, dimenticando il terzo collega che rimase a saltare la corda nel corridoio fino alla fine dei suoi giorni.
    « Wow, sei stata fantastica Hermione! » esclamò Ron soddisfatto « Già mi vedevo intrappolato in una camicia di forza sulla strada del manicomio. »
    « Dobbiamo assolutamente procurarci dei biglietti » disse Hermione ansiosa « Non possiamo confondere tutti i controllori che incontriamo. »
    « Però anch’io stavo facendo un bel confundus, e senza bacchetta per di più » disse compiaciuto Ron lustrandosi le unghie.
    « Ma non stavi per essere portato al manicomio? » gli fece notare Hermione.
    « Quisquilie » sorvolò Ron, cercando di coinvolgere la ragazza in quell’azione che la Salani chiamerebbe “pastrugnare”.
    Per sua sfortuna in quella si svegliò Harry che voleva giocare a Uno « Dai dai, giochiamo a Uno che oggi mi sento fortunato! »
    Sospirando rassegnati Ron ed Hermione accontentarono l’amico e per il resto del viaggio non fecero altro che fare emozionanti partite a Uno, partite in cui Harry perse sempre, come se non bastasse Harry perse pure il portafoglio e l’autrice un altro neurone.
    Godric’s Hollow si trovava nel Galles. Questo per pura mia decisione, dal momento che, nel primo libro, quando Hagrid lo porta nel Surrey dai Dursley, Harry si addormenta mentre sorvolano Bristol, quindi come posto di provenienza il Galles è abbastanza plausibile.
    Dopo questa inutile lezione di geografia, i tre amici scesero alla stazione delle corriere di Londra per poi prendere un treno che li portasse in Galles. Sfortuna vuole, o meglio vuole l’autrice che di proposito ha cambiato tutti i cartelli alla stazione dei treni, che i tre scemi sbagliassero treno e finissero in Belgio. Come questo sia possibile però non so. Tornare indietro fu un po’ problematico, in quanto all’improvviso e soprattutto senza motivo venne indetto uno sciopero dei treni, degli aerei, delle barche e degli autostoppisti. E ovviamente non potevano usare la smaterializzazione accompagnata, primo perché è un metodo di viaggio che non si addice alle grandi percorrenze, secondo perché Hermione non sapeva come Godric’s Hollow fosse fatto, quindi non poteva visualizzare nella sua mente il luogo di destinazione.
    Una volta che l’autrice ebbe finito di plasmare le leggi magiche a suo piacimento e una volta che lo sciopero ebbe termine, il triumsvitato giunse finalmente al paese natale di Harry.
    « Che faticaccia » sospirò Hermione « Tutto questo casino solo perché l’autrice approfitta di qualsiasi espediente per far passare i giorni, in modo tale che la fine della storia coincida con giugno, il periodo dei casini e della resa dei conti. »
    « Poco importa, quel che conta, oltre al pallottoliere è che siamo infine giunti! » esclamò gioioso Harry « Terra Natale, finalmente sono da te! » e così dicendo si inchinò a baciare il terreno.
    « Dai, ma che fai! » lo rimproverò Hermione « Ti sembra igienico? »
    « Di sicuro più del metodo di Ron di lavarsi i denti, ovvero con lo scopino del water. »
    « Oh dio che schifo » gemette Hermione coprendosi la bocca con la mano voltandosi a guardare Ron, che ora mangiava con gusto delle noccioline scadute.
    I tre si incamminarono fino a giungere al cimitero, da ormai sedici anni nuova residenza di James e Lily. Al cimitero fecero una brutta scoperta: qualcuno aveva profanato le tombe e imbrattato le lapidi con lo spray rosso.
    « Oh no! » gemette angosciato Harry mettendosi le mani tra i capelli « Vandali e teppisti, profanatori e insudiciatori! » urlò arrabbiato scagliando in aria il pugno con fare minaccioso.
    « Proprio una cosa immorale » disse Ron scuotendo la testa disgustato « Ormai nessuno mostra più rispetto » aggiunse prima di prendere una bottiglietta spray e scrivere “vandali con i sandali” e “teppisti macchinisti” sulla tomba più vicina.
    « Harry calmati » gli disse Hermione « Queste non sono le tombe dei tuoi genitori. »
    « Ah, ecco perché sopra c’è scritto Guascone il Furbacchione e Genziana la vecchi anziana. » disse Harry sollevato « Ma Genziana la vecchia anziana come veniva chiamata da giovane? Genziana la giovane anziana? » chiese Harry quando scese dalla gru che lo teneva sollevato.
    Riflettendo su questa domanda, che sono sicura d’ora in poi tormenterà tutti i vostri sonni, Harry Ron ed Hermione continuarono a girare per il cimitero finché le tombe dei genitori non vennero individuate. Le tombe di James e Lily non erano né profanate né imbrattate, in compenso erano state scambiate tra loro le foto dei due coniugi, James era venuto con gli occhi rossi e Lily era inquadrata da dietro.
    Con gli occhi pieni di lacrime Harry depose un mazzolino di fiori appassiti sulle tombe « Mamma, papà » disse con voce rotta dall’emozione « Vedrete, vi renderò orgoglioso di me. »
    « Questo si che darà una svolta alle loro vite » disse Ron sarcastico prima di ricevere delle manganellate da Hermione. Quando Harry ebbe finito di prosciugare le proprie ghiandole lacrimali, i tre se ne andarono finalmente a visitare le rovine rimaste della vecchia dimora dei Potter.
    Ignorando il cartello che avvisava di pericolo di crollo, i tre superarono il nastro protettivo e si diressero a quel che rimaneva della casa. Il piano terra sembrava non aver riportato ingenti danni, ma il piano superiore era completamente distrutto. Ne rimaneva in piedi solo un pezzo di parete annerita su cui era ancora appeso un manifesto della sagra della zucchina marcia.
    Il triumsvitato entrò nella casa diroccata e quello che Harry scoprì non gli fece tanto piacere. Già non gli era molto piaciuto scoprire, tre anni prima, che suo padre era davvero arrogante come Piton gli aveva sempre detto, ora gli piaceva anche meno trovare ammassi di bottiglie di alcolici vuote, a indicare che suo padre era davvero un ubriacone come zia Marge sosteneva da sempre. Come se non bastasse scoprirono che Lily doveva essere svitata anche più di quello che sosteneva zia Petunia, a giudicare dalla sua collezione di code di procioni investiti e gli appunti su orrende canzoncine deliranti scritte da lei stessa per onorare un gufo di ceramica che teneva su una mensola in camera da letto. Girovagando per la casa e ficcanasando tra gli effetti personali, Harry si rese conto che in effetti suo padre era disoccupato come diceva sempre zio Vernon e che tutto l’oro conservato nella camera blindata l’aveva vinto con una giocata fortunata al superenalotto.
    « Non voglio crederci, i miei genitori erano esattamente come i miei zii li hanno sempre descritti » gemette Harry distogliendo lo sguardo dai libri di James, che andavano dalla storia di Batuffolino il coniglietto morbidino a un manuale per migliorare la propria tecnica al gioco del lupo mangia frutta.     « Ehi, Harry, hai visto nella credenza? » gli chiese Hermione dalla cucina « A quanto pare tua madre possedeva un orrendo servizio di piatti con sopra stampate le foto di cibo in putrefazione. »
    « Oh mio dio! » gemette Harry.
    « E tuo padre aveva una collezione di sonaglini per infanti davvero notevole » aggiunse Ron guardando in una cassapanca « Questo è il resto dei quello che abbiamo visto mi da l’idea che tuo padre fosse un tipo un po’ infantile. »
    « Basta, è meglio se ce ne andiamo » sbottò Harry esasperato « Preferire non venire a scoprire altro sui i miei genitori » aggiunse avviandosi verso l’ingresso.
    Ron lo seguì scavalcando la casetta rosa di Barbie di James rimasta sul pavimento del soggiorno, ma Hermione si fermò avendo scorso una porta in cui non erano entrati.
    « Ehi, Harry, qui non abbiamo guardato » lo richiamò indietro Hermione.
    Harry fece dietro front e raggiunse l’amica « Spero che dentro non ci siano album di foto oscene. »
    Dentro c’erano effettivamente album di foto oscene, ma oltre a questo c’era anche qualche cosa di molto più allettante: una grossa spada bastarda.
    « Capperi » esclamò Harry afferrando l’elsa compiaciuto « Il babbo sarà anche stato infantile, ma sapeva anche il fatto suo. Mi sarà utilissima, la userò per far rotolare qualche testa. »
    Caricatosi la spada in spalla, Harry e i suoi compari uscirono dalla casa e se ne andarono a prendere il treno per tornarsene a Londra, a Grimmauld Place, per preparare le ultime cose prima del viaggio per distruggere gli Horcrux.
    Nel frattempo, dopo aver lasciato Voldemort, Draco era giunto nel suo ufficio. E ci ha messo due capitoli per farlo? Si, perché Draco non aveva un ufficio, aveva quindi dovuto affittarne uno in uno scantinato puzzolente di Nocturn Alley, sotto il falso nome di Pomezio Cippirimerlo, in modo da evitare che il ministero lo localizzasse.
    Trovato l’ufficio aveva poi dovuto portarci la sua amata scrivania in mogano stile liberty, la poltrona imbottita ereditata da zia Carmela, lo schedario ammaccato vinto alla pesca della parrocchia due anni prima e soprattutto la sua collezione di fumetti dei fantastici quattro.
    In seguito aveva dovuto affrontare l’arduo compito di trovare una segretaria che si occupasse di tenere in ordine le sue scartoffie e lo aiutasse ad attuare i diabolici piani che il signore oscuro gli aveva affidato. Mise un annuncio sulla Gazzetta del Profeta, indicando il suo vero nome e la via dell’ufficio perché era un po’ pirla, ma il ministero era ancora più pirla di lui quindi non se ne accorse.
    Draco aveva indicato alle aspiranti segretarie di presentarsi da lui quel pomeriggio per un colloquio di lavoro. All’ora stabilita il ragazzo si accomodò dietro la scrivania e intimò alla prima di entrare. Un aspirapolvere fece il suo ingresso nella stanza.
    Draco la fissò per un attimo prima di alzare gli occhi al cielo esasperato « Proprio spiritoso » disse sarcasticamente « Un’aspirante segretaria, ah ah ah, sarebbe anche ora che l’autrice la smettesse con queste battutine idiote che non fanno ridere. E soprattutto riciclate » aggiunse dando un’occhiata alle fanfiction precedenti dell’autrice.
    Offesa per essere stata chiamata battutina riciclata, l’aspirapolvere se ne andò con il naso per aria, non prima però di aver spettinato l’accurata acconciatura del ragazzo, reo di aver insultato l’autrice.
    « Ma porca di quella miseria! » imprecò Draco sistemandosi la chioma davanti allo specchio « Ci avevo messo ben tre ore per pettinarmeli! E poi non mi garba che la mia chioma lucente venga toccata da un aspirapolvere plebea qualunque. »
    « Se vuoi ci penso io a pettinarti, trottolino amoroso » disse Pansy con voce zuccherosa entrando nell’ufficio.
    « Oh no, e tu da dove salti fuori? »
    « Sono una delle aspiranti segretarie » spiegò lei.
    « Ah, preferivo l’aspirapolvere! » esclamò scioccato Draco correndo alla porta e dando un’occhiata a destra e sinistra per vedere se l’aspirapolvere era ancora nei paraggi.
    « Io sono molto meglio di quella vecchia aspirapolvere scassata, ciccino » disse Pansy mettendo il broncio « Vedrai, sono bravissima a tenere organizzati i documenti e faccio anche un ottimo caffé, mi basta andare a prenderlo al bar qui all’angolo. »
    « Beh, vedremo se sarai meglio anche delle altre candidate » le disse Draco maligno.
    Per sfortuna del mangiamorte nessun’altra desiderava avere quel lavoro, così dovette assumere Pansy e con lei pure Fiocchetto, il disgustoso barboncino dai denti storti della ragazza.
    « Bene, mettiamoci al lavoro » esordì Draco sedendosi dietro la sua scrivania « Dobbiamo fare in modo che Potter vada di sua sponte nell’antro del signore oscuro. Avevo pensato ad un imperius, ma poi mi sono ricordato che lo sfregiato è in grado di contrastarlo. »
    « Perché non gli mandiamo un invito per partecipare alla sfilata di moda organizzata del Signore Oscuro? » propose Pansy spazzolando il pelo immacolato di Fiocchetto.
    Draco la guardò esasperato « Dubito che possa funzionare. Tu ce lo vedi il signore oscuro ad organizzare sfilate di moda?! »
    « Ma non ha importanza, mica deve organizzarle sul serio, è solo una scusa per attirare Potter » disse Pansy « Dracherello, ogni tanto dimostri l’intelligenza di una mangusta pazza. »
    « Lascia perdere la sfilata, pensiamo a qualcos’altro » tagliò corto Draco alzandosi e cominciando a camminare per la stanza « Bisogna trovare qualche idea… » aggiunse pensieroso misurando la stanza con lunghi passi « …senza insospettirlo però, altrimenti il piano va a rotoli… tu cosa mi consigli Pansy? » chiese alla ragazza.
    « Che dovresti cambiare la carta da parati » rispose guardando disgustata quella che già c’era appesa alle pareti « Sul serio, questa qui con le mele marce è davvero brutta. Io ti consiglio di metterla rosa con i pallini bianchi, il rosa è sempre così caruccio mentre i pois sono molto di moda ultimamente. »
    « Chi se ne frega della carta da parati! » ruggì Draco rabbioso.
    « Ma Drachino tenerino, per essere rilassati e in pace con se stessi è bene che gli ambienti in cui si sta siano piacevoli e confortevoli. Infatti tu sei già bello stressato, è deciso, cambieremo la carta da parati. »
    Così Draco dovette accompagnare Pansy per tutti i negozi di Diagon Alley alla ricerca della carta da parati rosa che lei amava tanto, indossando baffi finti e lenti bifocali per non farsi riconoscere. Dopo solo sei ore di ricerca trovarono la tanto agognata carta, tornati all’ufficio passarono il resto del pomeriggio ad attaccarla. Non ancora soddisfatta del risultato ottenuto, Pansy costrinse Draco a cambiare l’arredamento e quindi a trasportare graziosi mobiletti bianchi, tappeti rosa vaporosi, quadretti di ameni scorci campagnoli e vasi di rose. Finita la ristrutturazione l’ufficio di Draco assomigliava terribilmente a quello della Umbridge, ovvero rischiavi un attacco di diabete ogni volta che ci mettevi piede.
    Esausto da tutto il lavoro, Draco si stravaccò di peso sulla poltrona « Sono sfinito! E devo ancora ideare un piano per l’oscuro signore » mormorò strofinandosi gli occhi « Ora mi devo occupare di quella faccenda e non voglio dover pensare ad altro finché non avrò trovato un modo per catturare Potter! »
    « Dracherello, secondo te su questo tavolino ci sta meglio il vasetto di ceramica o la cornice di stucco? »
    Draco la guardò stancamente « Bruciali entrambi » rispose con voce piatta.
    Tornando ai nostri eroi, detti anche Harry, Ron ed Hermione, bisogna dire che tra un imprevisto e un’altro riuscirono ad arrivare a Grimmauld Place nel primo pomeriggio di un non precisato giorno di metà agosto. In cucina trovarono Tonks piangente come un salice seduta al tavolo e Remus in piedi dietro lei che le dava leggeri colpi consolatori sulle spalle.
    « Su su, Tonks castoro, non fare così. »
    « Castoro?! » chiese Ron non credendo alle sue orecchie « Perché la chiami in codesto nome? Manco avesse i denti grossi, giusto Hermione, fino al quarto anno, veniva chiamata così alle sue spalle. »
    « Volevo dire “tesoro” » si corresse in fretta Lupin mentre Hermione si rammaricava nello scoprire certe cose « Un semplice errore di battitura da parte dell’autrice. »
    « Castoro o meno, si può sapere che accade? » chiese Harry curioso « Perché Tonks piange? Ha per caso aperto qualche fanfiction ed ha scoperto che tu, Remus, hai avuto lunghe relazioni non-platoniche con Sirius? »
    « Eh? » chiese Tonks alzando lo sguardo verso Harry e poi girandosi a guardare Lupin scioccata.
    « Non dargli credito, cara, sono solo deliri dei fan » le spiegò Remus tranquillamente « E sai che in quanto a deliri i fan di Harry Potter non li batte nessuno. Tieni, prendi un cioccolatino. »
    « Cosa è successo? » chiese Hermione prendendo posto al tavolo.
    « Nessuno ha fatto domanda per il posto di Difesa Contro le Arti Oscure » cominciò a spiegare Lupin mentre Tonks ricominciava a piangere sommessamente con il volto nascosto tra le braccia « La professoressa McGranitt ha gentilmente chiesto che si offrisse qualcuno dell’ordine, così abbiamo fatto a chi estraeva la paglia più corta. E Tonks ha avuto un po’ di sfortuna » disse Lupin stringendo la spalla della ragazza « Sarà la nuova insegnante di difesa. »
    « Condoglianze » dissero in coro Ron, Harry ed Hermione.
    « Vedrete che andrà tutto bene » disse Lupin tranquillo « Io non ho riportato danni particolari. Su cara, adesso ci facciamo una cioccolata calda e vedrai che tutto s’aggiusterà. »
    « E chi saranno gli insegnanti di Pozioni e di Trasfigurazione? » chiese Hermione curiosa.
    « Di pozioni rimarrà Slughorn » disse Lupin trafficando ai fornelli.
    « Avrei creduto che se ne sarebbe andato » esclamò Harry sorpreso.
    « A dire il vero era quello che voleva fare » Lupin prese il cacao e cominciò a scioglierlo nel latte « Ma poi ha scoperto che Silente gli ha fatto firmare un contratto che più o meno lo costringeva a restare a Hogwarts finché Silente in persona non lo avesse congedato. »
    « Quindi è costretto a rimanere ad Hogwarts ad insegnare fino alla fine dei suoi giorni? » chiese Hermione scandalizzata. Lupin si strinse nelle spalle.
    « E trasfigurazione chi la insegnerà? »
    « L’uomo sconosciuto. » rispose pronto Lupin.
    « E chi sarebbe? »
    « Ah non so, un po’ tutti se lo chiedono, » E con un’alzata di spalle Lupin mise sul fuoco la sua amata bevanda. Hermione sospirò e scambiò un’occhiata con i due amici.
    « Noi andiamo nel salone » disse Hermione dopo alcuni minuti « A… ehm… sistemare alcune nostre faccende. »
    « Ah, preparate la scaletta dei concerti? » chiese Lupin d’improvviso interessato.
Harry, Ron e Hermione lo guardarono senza capire.
    « Ma si, il concerto, l’altro giorno al matrimonio si andava dicendo che sareste partiti per un tour europeo. Badate bene che, appena esce, dovrete autografarmi il disco. »
    « Ehm, a dire il vero non c’è e non ci sarà nessun concerto » rivelò Hermione « Era solo una copertura per confondere le acque, partiremo per sconfiggere Voldemort in realtà. »
    « Sul serio? Ma… in che modo pensate di riuscirci? » chiese scettico.
    « Di questo non possiamo parlare » si intromise Harry « E’ una questione tra Silente e me, ho promesso di non rivelare i particolari. »
    « Capisco » sospirò Lupin « Qualsiasi cosa abbiate intenzione di fare comunque, vi servirà tutta la fortuna possibile. »
    « Già, ma non quanta ne servirà a Tonks per superare indenne l’anno scolastico! » rise Harry facendo piangere ancora più forte la ragazza.
    Lasciata Tonks nell’impresa di imitare Mirtilla Malcontenta e Lupin che ormai stava indossando l’impermeabile, il triumsvitato si ritirò in salotto a fare il punto di quello che avrebbero portato con se.
    « Bene » esordì Hermione non appena ebbero preso posto al tavolo circolare « Vediamo di fare un inventario di tutti gli oggetti che abbiamo, poi li riporremo negli zaini che per l’occasione ho munito di incantesimo alleggerente. »
    « Munirli anche di incantesimo allargante magari? » propose Harry.
    « Non ce ne è bisogno, sono zaini prodotti dalla ditta Mary Poppins S.p.A., sigla che sta per spaziali, quindi hanno tutto lo spazio che serve. Ebbene, che oggetti abbiamo con noi? »
    « Tra gli oggetti più importanti » esordì Harry « Ci sono le bacchette, lo specchietto per comunicare con Ginny e ripeterle allo sfinimento quanto la amo, il mantello dell’invisibilità e le formine per infornare biscotti. Non si sa mai. »
    « Bene » disse Hermione segnandoli su un rotolo di pergamena « Che altro? »
    « Uno spioscopio portatile regalatomi da Ron che non funziona. »
    « Ehi, ve’ che funziono benissimo! Hermione può confermarlo. »
    « Intendeva che lo spioscopio non funziona » gli spiegò Hermione arrossendo « Altre cose? »
    « I detonatori non ricordo come si chiamano regalatimi da Fred e George. »
    « Marmellata d’albicocche fatta in casa dalla mia mamma. »
    « Il flauto regalatomi da Hagrid e la spada bastarda di mio padre. »
    « Una corda da saltare. »
    « Sapone di Marsiglia. »
    « Pongo blu. »
    « Cibo per piccioni. »
    « Rotolo di carta igienica, e nessuno venga a dirmi che è inutile. »
    « Vocabolario di latino. »
    « Un fischietto che non funziona. »
    « Bavagli. »
    « I fumetti di Martin Higgs il babbano matto, un po’ di letture ricreative ci vogliono sempre. »
    « Sale e pepe. »
    « Tonno in scatola. »
    « Marionette. »
    « Una gomma già masticata. »
    « Estintore vuoto, dal momento che l’abbiamo usato due capitoli fa. »
    « Un pacco di quattro salti in padella Findus. »
    « Un ghiacciolo alla menta sciolto. »
    « Il volante di una Volvo. »
    « Un pezzo di libreria Ikea dal nome impronunciabile. »
    « Un cd dei Maroon Five che potremmo anche distruggere, per quel che vale. »
    « Un perizoma di Ginny. »
    « Un che di mia sorella ?! »
    « Ignora quello che ho detto, Ron. »
    « Ah ok. »
    « E last, but non least, detto in inglese che così fa più figo, il medaglione falso di R.A.B. »
    « Harry, è falso » gli fece notare Hermione.
    « Lo so, ma lo teniamo non come amuleto, ma come ricordo di quello che è costato è di quello che resta ancora da fare. »
    « Come preferisci » Hermione aggiunse il medaglione alla lista, posò la penna e diede un’occhiata al pezzo di pergamena « Accidenti, mi sa che battiamo il record di oggetti inutili. »
    « Ti ricrederai Hermione, quando il tonno in scatola ci avrà salvato la vita » disse Harry con voce seria.
    « Sarà. Ad ogni modo la prima cosa che dobbiamo fare è capire chi si celi dietro lo pseudonimo di R.A.B. »
    « Accidenti Hermione, non abbiamo fatto altro che romperci il cervello su questo alla fine del libro scorso » si lamentò Ron alzandosi ed dirigendosi verso l’arazzo con l’albero genealogico dei Black.
    « Ma a quanto pare non ce lo siamo rotto abbastanza perché ancora non sappiamo che pesci pigliare » ribattè stizzita Hermione.
    « Io voto per il salmone » disse Ron esaminando l’albero genealogico « Cotto al forno è una prelibatezza. »
    « Che diamine c'entra il salmone io proprio non capisco… » cominciò Hermione, ma Ron la interruppe con uno strillo.
    « Ehi, ma avete visto?! Qui, sull’albero genealogico della famiglia di Sirius! Il filo con cui è intrecciato è d’oro! Potremmo sfilarlo e guadagnarci un bel gruzzoletto. »
    « Ron, non sarebbe una cosa carina da farsi! » lo rimproverò Hermione « E poi Harry non approverebbe, vero Harry? »
    « Ad essere sinceri approverei eccome, purtroppo deve esserci un incantesimo anti-sfilacciatura, perché quando ho tentato di farlo io tre anni fa non mi è riuscito. »
    Hermione sopirò stancamente « Lasciate perdere il filo d’oro, piuttosto concentriamoci su R.A.B. »     I tre ragazzi passarono così il resto della giornata a spremersi le meningi su chi potesse celarsi dietro lo pseudonimo di R.A.B, Ron a dire il vero si impegnava poco, occupato com’era a ridere per la strana pronuncia dei nomi degli antenati di Sirius.
    Ore più tardi i tre ragazzi erano ancora nel salone senza aver cavato un ragno dal buco. Hermione pensava strenuamente con le la fronte aggrottata, Harry si dondolava sulle gambe posteriori della sua sedia e Ron continuava ad ammirare l’arazzo dei Black, sgranocchiando un biscotto ai cereali.
    « Non saprei proprio chi potrebbe essere » sospirò Hermione passandosi stancamente una mano tra i capelli « Non mi viene in mente nessuno il cui nome abbia queste iniziali. »
    « Ehi, ehi, ho trovato! » urlò Ron all’improvviso lasciando cadere il biscotto dalla sorpresa « Non potrebbe essere che R.A.B stia per “rubo ai bastardi”? »
    Hermione lo guardò stancamente « Dubito Ron. »
    « Beh, perché no? Del resto il nostro uomo ruba e di certo Voldemort è un bastardo. »
    « Si, ma che senso avrebbe? Uno firma con il suo nome, non con le iniziali della sua professione, sempre che di professione si possa parlare… » Hermione continuava a blaterale, ma Ron ormai non le prestava più attenzione, essendosi voltato nuovamente ad ammirare l’arazzo dei Black.
    « Forse dovremmo rimandare la questione R.A.B. per il momento » propose Harry « Focalizziamoci su qualcosa d’altro in attesa che magari a Hogwarts Ginny trovi qualche cosa su di lui. »
    « A Hogwarts ho già guardato ovunque » ribattè Hermione « E’ assai improbabile che possa trovare– »
    « Ehi, avevate mai notato? » la interruppe Ron pappandosi uno yogurt alla vaniglia « Le iniziali del nome del fratello di Sirius sono anch’esse R.A.B.! Guarda te che coincidenza. »
    Harry ed Hermione sobbalzarono così forte che il nostro eroe cadde dalla sedia già in precario equilibrio.
    « Cosa hai detto? » balbettò Hermione trattenendo a fatica l’emozione « Il fratello di Sirius fa R.A.B di nome? »
    « Beh, non esattamente, non si chiama Rab, ma Regulus Alphard Black. »
    Harry e Hermione dalla gioia presero a fare il girotondo intorno al tavolo, facendo versi di giubilo e urlando come indemoniati, mentre Ron li guardava stralunato « Uh? Che vi piglia? Colpa della salsa che c’era negli hot dog che abbiamo preso in Victoria Station? Fortuna che non li ho mangiati ed ho preso il tramezzino alle cimici. »
    « Ron ma non capisci? » gli chiese Hermione con un sorriso che andava da un orecchio all’altro « il fratello di Sirius altri non era che R.A.B! In effetti Sirius ci aveva detto che era un mangiamorte! »
    « Cosa?! E chi l’avrebbe mai detto! Quindi Regulus con R.A.B. non ha in comune solo le iniziali, ma anche l’identità! Le coincidenze non smettono di stupirmi! »
    « Harry, se Regulus è R.A.B. allora il vero medaglione potrebbe essere qui in casa » esclamò Hermione.
    « Hai ragione. Nessuno ne ha mai visto uno per caso? »
    « Ricordo di averne visto uno quando abbiamo fatto le pulizie due anni fa… il professor Lupin ha fatto il mercatino con le cianfrusaglie di questa casa, però… » cominciò pensierosa Hermione, ma prima che potesse finire il suo monologo Harry corse con furia verso la porta « Lupin, quel maledetto, scommetto che se l’è intascato lui! » urlò uscendo dalla sala e correndo verso la cucina.
    Giunto a razzo in cucina balzò sul professor Lupin e lo prese per il collo « Parla cane, parla! Dove lo hai messo? » urlò minaccioso sbattendo l’agonizzante professore contro il piano del tavolo.
    « Harry, no! » gridò Hermione giungendo in cucina con una scivolata « Stai sbagliando tutto! »
    « Ah giusto, parla lupo, parla! » si corresse Harry.
    In tutta risposta il lupo… ehm il professor Lupin rantolò. Nel frattempo Tonks era rimasta a piangere sulla sua sedia non degnando di attenzione il tentato omicidio del suo compagno.
    « Cheff.. coffa ho fatto… » boccheggiò il professore cercando di liberarsi dalla stretta del ragazzo.
    « Il medaglione che c’era di là?! Che ne hai fatto?! A chi l’hai venduto?! »
    « Harry smettila! » urlò Hermione colpendo l’amico con un’abile mossa di tae-kwon-do che lo spedì nel caminetto (s)forunatamente spento.
    « Serata movimentata » disse Ron entrando in cucina e rovesciando il resto dello yogurt alla vaniglia in testa a Tonks che continuò bellamente a piangere « Non era un granché » spiegò con un’alzata di spalle allo sguardo interrogativo di Hermione.
    « Si può sapere che succede? » chiese irato il professor Lupin sistemandosi la veste « Sapete, non è che gradisca particolarmente l’essere strozzato così senza un motivo. Ma anche con un motivo! »
    « Dov’è il medaglione di Serpeverde?! » urlò Harry brandendo l’attizzatoio in modo minaccioso « Era di là, prima che tu facessi il tuo pulcioso mercatino delle pulci! »
    « Harry, il professor Lupin non può averlo venduto! » disse Hermione trattenendolo per un braccio « Abbiamo esaminato gli scatoloni quella mattina, ricordi? E non c’era! »
    « Ah, giusto » ammise Harry riponendo l’attizzatoio.
    « Credo che qualcuno qui debba scusarsi » disse Lupin incrociando le braccia.
    « Già » disse Harry con faccia dispiaciuta « Hai sentito Ron?! Scusati subito con Tonks per averle rovesciato lo yogurt in testa! » e accompagnò le sue parole con un calcio negli stinchi dell’amico.
    « Se il medaglione non è stato venduto allora deve essere ancora qui in casa » disse saggiamente Hermione ignorando le alte grida di Ron che piangeva stringendosi la gamba « Faremo meglio a cercarlo.»
    Rimesso in sesto Ron ( non poteva essere rimesso in quinto per qualche oscuro motivo ), i tre ragazzi si misero d’impegno nel buttare sottosopra la casa nel tentativo di ritrovare il tanto agognato medaglione di Serpeverde. Dopo ore di infruttuose ricerche Hermione si buttò a sedere su un vecchio divano polveroso « Oh no, sta a vedere che l’abbiamo gettato insieme alla spazzatura » gemette.
    « Io a cercare nella discarica non ci vengo » disse categoricamente Ron massaggiandosi la schiena dolorante.
    In quella entrò Lupin reggendo una tazza di camomilla e con una sciarpa intorno al collo « Come va ragazzi? » chiese con voce flebile. I ragazzi lo guardarono esasperati « Uh, immagino male. Non ho mai visto un medaglione in questa casa, e si che l’ho esaminata bene quando ho fatto il mercatino » portò la tazza alle labbra e bevve un sorso di liquido fumante « Accidenti che mal di gola, hai proprio una stretta ferrea Harry, in effetti Mundungus me l’aveva detto, ma mai avrei immaginato di provarlo sulla mia pelle. »
    « Mundungus! » urlò Harry balzando in piedi così all’improvviso da far sobbalzare il professor Lupin che gettò per aria la tazza con la camomilla e fuggì via strillando di terrore.
    « Quello non era Mundungus, era Lupin » gli fece notare Ron.
    « Voglio dire, Mundungus quel bastardo, ha svaligiato più volte questa casa! Se lo sarà intascato lui! »
    « Harry, hai ragione! » disse Hermione alzandosi a sua volta « Bisogna rintracciarlo, chiediamo al professor Lupin se sa dov’è. »
    Harry, Ron ed Hermione corsero giù per le scale, Ron in realtà si lasciò scivolare dalla balaustra, ma tant’è che arrivarono di sotto ed entrarono in cucina. In cucina Tonks stava indovinate facendo cosa? No, non stava piangendo, finalmente aveva smesso e ora cercava di rilassarsi intrecciando cestini di vimini. Ogni tanto però le scappava ancora qualche singhiozzo. Lupin invece, per riprendersi dallo spavento, stava preparando le zucchine ripiene per cena.
    « Sapete dov’è Mundungus? » chiese Hermione.
    Lupin si tolse il cappello da chef e si mise una zucchina dietro l’orecchio sinistro « E’ ad Azkaban. »
    « Cosa, ancora per quella storia del travestimento da Infero? »
    « Eh già, poveraccio, in realtà stava venendo ad una festa in maschera che avevo organizzato io, ma gli Auror non gli hanno creduto » spiegò rimettendosi il cappello in testa.
    « Tonks poteva intercedere per lui » disse contrariato Harry.
    Per la prima volta da quando è iniziato il capitolo Tonks si mise a sghignazzare « Ih ih ih, è stato troppo divertente! Io ero lì quando lo hanno arrestato e Dung continuava a implorarmi di dire che si trattava della festa in maschera di Remus e io facevo lo gnorri e dicevo: “Remus? Remus… Remus… non conosco nessuno con questo nome.” Dovevate vedere la sua faccia! Era uno spettacolo quando lo trascinavano via! » e si mise a ridere di gusto.
    « Non facevo Tonks così bastarda » commento Ron.
    « Già, neanch’io » ammise Lupin guardando la ragazza allucinato.
    Mentre Tonks rideva di gusto, Harry fece alcuni passi verso il tagliere del pane « Sapete che cosa ci tocca fare, vero? » chiese afferrando il coltello e rigirandoselo tra le mani « Andare ad Azkaban! » così dicendo si voltò di scatto e lanciò il coltello centrando in pieno il cappello da chef di Lupin, il quale si mise a strillare spaventato e fuggì a gambe levate.
    E con questo finale ad effetto e pure un po’ assurdo, per non dire inutile, si conclude il capitolo.

***

Perdono, perdono, perdono!
Lo so, sono in un ritardo inammissibile -___-
Guardate però il lato positivo: adesso che lo avete aspettato così a lungo, vi godrete di più la lettura di questo capitolo ^__-
Sono comunque felice di essere riuscita a postare perché sono tre giorni che ci provo e non ci riuscivo per colpa della connessione lenta è__é
Ma bando alle ciance e passiamo alle vostre bellissime recensioni!

Hermione93: ti ringrazio moltissimo per la recensione, sia per i complimenti al capitolo scorso che a quello ancora precedente. Rigurgito e Conato mancheranno a tutti tranne che alla famiglia Weasley XD Beh, in un qualche modo dovevo far uscire Orlando dalla storia ^__- E’ sempre colpa di Harry, qualsiasi sfiga accada è merito suo ^__^ Grazie ancora!

Anakina: ma allora delirare sulle ciambelle è una cosa comune ^^ Io sono così fissata con i buchi che mi hanno perfino regalato un libro ( serio!, però) sull’argomento! Non prima che io sia andata a cercarlo in biblioteca con risultati tragicomici però… Quel “crepa dobby” erano secoli che lo volevo usare, doveva stare nel mezzo-scemo, ma poi per qualche motivo è stato eliminato ( mmh, forse perché Dobby c’entrava poco? Ma anche qui comunque ci sta come i cavoli a merenda… ) Ti ringrazio tantissimo per i complimenti e la recensione! A presto ^__-

Giuly Potter: Forse un bel disclaimer all’inizio che avvisa che la fanfiction “nuoce gravemente alla salute” dovrei mettercelo ^^ Ehm, non so se sia una buona idea fare la mossa segreta dei sailor in pubblico, credo sia segreta proprio per non mettere troppo in imbarazzo la propria dignità XD Grazie mille per i complimenti, spero questo capitolo ti abbia divertito, risultando però meno nocivo ^^ Da parte mia ho cercato di non metterci noci ( uh, questa si che è brutta -___- )

TonksGiuly: Ti ringrazio molto, anch’io non apprezzo mai molto l’uso di volgarità eccessiva per far ridere ( una volta ogni tanto ci può anche stare, ma in genere tendo ad evitarlo ). Grazie anche per aver letto il mezzo scemo. Ehm, si, ci metto un po’ ma poi alla fine il capitolo nuovo arriva sempre, spero la tua impazienza sia stata ripagata ^^

Elena: mi fa piacere che ti diverta! Fino al capitolo scorso è materialmente impossibile che mi sia fatta ispirare, perché fin lì l’ho scritta prima di leggere il libro, quanto ai seguenti… beh, cerco di evitarlo ^^ Poi è inevitabile che in qualche cosa ci abbai preso ( certo che se proprio devo prenderci in qualche cosa preferirei fossero i numeri del superenalotto piuttosto che Harry Potter XD ) In quanto alla parodia del settimo… posso sbilanciarmi a dire che ci sono mooolte probabilità che possa farla. Più avanti però ^^ Grazie mille per la recensione e i complimenti!

Sara: beh, qualcuno doveva morire, ma soprattutto mi serviva qualcuno che distraesse i mangiamorte XD Sembra sul serio che mi stia antipatica la coppia Bill/Fleur? Perché in realtà non mi dispiace per niente ^^ A me invece la coppia Harry/Ginny piace abbastanza, ma non preoccuparti, non avranno molte occasioni per pomiciare in questa fiction ^^ E si, sono in parecchi a voler aiutare Harry, non è detto che non ci sia chi abbia i suoi interessi… ma non dico altro ^^ Per quanto riguarda gli spoiler, vale quello che ho scritto nell’avviso di inizio capitolo e di inizio fiction, di sicuro comunque non verrò a dirvi a chiare lettere quello che succede o non succede nel settimo libro. Ti ringrazio moltissimo per la recensione e i complmenti!

Yavanna92: ti ringrazio moltissimo, ci tengo che anche la scrittura non sia del tutto “da buttare via” Insomma, è vero che un lettore leggendo una fanfiction comica presta più attenzione al contenuto che alla forma, ma non per questo ritengo debba essere del tutto trascurata ^^ Grazie mille per i complimenti!

Per quanto riguarda i disclaimer ricordo che tutti i personaggi non mi appartengono e non li uso a scopo di lucro, il gioco Uno è un noto gioco di carte ed è proprietà di non so chi perché non ho più la scatola sulla quale controllare, i Fantastici Quattro appartengono alla Marvel comics, Findus Volvo e Ikea sono marchi registrati dai rispettivi proprietari. I Maroon Five appartengono a se stessi, ultimamente ce l’ho con loro perché li sento ovunque e mi rimangono in testa contro la mia volontà >__<
L’espressione “Vandali è teppisti” appartiene a mia sorella che adora dirla quando le smonto i palazzi di cartone durante le partite a Hotel. Il fatto che Godric’s Hollow possa essere in Galles l’ho letto da qualche parte, non ricordo esattamente dove, forse sul Lexicon o qualche sito simile. Per il secondo nome di Regulus ho deciso di dargli quello di suo zio Alphard, mentre Pansy non è tanto una parodia della Pansy dei libri, ma più che altro della Pansy che spesso mi è capitato d’incontrare nelle fanfiction.
In attesa del prossimo capitolo ( che non vorrei metterci una vita a preparare ) potete dare un senso alla vostra vita visitando il mio blog/sito personale/archivio di scemate, ogni tanto ci posto qualche idiozia che non può essere pubblicata qua sul sito, come ad esempio il vecchio Libro delle Ovvietà, che qualche lettore di vecchia data forse ricorderà ^^
Il link c’è nella mia pagina autore, ma ve lo metto pure qua nel caso siate pigri come me QUI
Detto questo vi saluto, ricordate di recensire altrimenti vi cadranno le orecchie ^^
Ciao ciao!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 4


Capitolo 7
Il capitolo più tardone nella carriera di Dorothea

    Per la seconda volta in vita sua l’autrice si mette a scrivere il capitolo sette di questa fanfiction, in quanto la versione precedente è andata perduta in un crash del disco rigido, crash che l’ha fatta andare fuori di testa e l’ha costretta a delirare in marziano antico per ben tre giorni di seguito.
    L’autrice inizia a scrivere questo capitolo alle cinque e mezzo di un pomeriggio di dicembre pensando alla polenta che mangerà più tardi quella sera e ascoltando un cd degli Aerosmith a volume così alto da far lamentare un sordo. E lo finirà il maggio seguente, stendiamo un velo pietoso. Ma siccome ai lettori di queste informazioni non gliene frega un bel nulla (e vorrei anche vedere!), passiamo a vedere cosa combinano i nostri tre personaggi preferiti.
    Harry, Ron ed Hermione avevano appena appreso che colui che aveva buone probabilità di avere con se il medaglione era Mundungus, e che questi era rinchiuso in una cella di massima sicurezza alla prigione di Azkaban, per un crimine che non aveva commesso.
    Ron ed Hermione sedevano su di un paio di sedie nella cucina di Grimmauld Place osservando Harry che camminava avanti e indietro.
    « Andremo ad Azkaban » disse poi fermandosi e fissando gli amici con aria risoluta.
    « Hai infine deciso di costituirti? » gli chiese Ron.
    « Andiamo lì a parlare con Mundungus, non a farci arrestare » gli spiegò Hermione « E poi per quale crimine dovrebbe costituirsi Harry? Non ha fatto nulla! »
    « Come non ha fatto nulla? Ma era o non era lui il vandalo misterioso che imbrattava i corridoi di Hogwarts con la scritta “Viva Milan”? E non è sempre stato lui a mettere quel candelotto di dinamite nella sala insegnanti? E non è stato lui che si è intrufolato in cucina per aggiungere la marijuana al tè al gelsomino? »
    Hermione si voltò a fissare Harry sconvolta.
    « Ehm, solo voci di corridoio » spiegò Harry sorridendo affabile.
    Più che altro per allontanare il pensiero dalle dicerie di Ron, Harry decise che era ora di partire subito per Azkaban. Riempito lo zaino coni panini al prosciutto e un termos di tè al gelsomino, salutarono Lupin e partirono nella notte.
    Ammantellati come dei Mangiamorte o come l’autrice quando fa l’imbecille con la sua mantella, i nostri eroi giunsero ad Azkaban nel cuore della notte. La prigione si trovava su di un isolotto roccioso in mezzo al mare del nord, isolotto che Harry Ron ed Hermione raggiunsero a bordo di un traghetto che minacciava di affondare ogni tre secondi. Dopo i primi due minuti di viaggio divenne chiaro che le sue erano solo minacce a vuoto, così il triumsvitato si rilassò e cercò di godersi la traversata. Ron ed Harry si misero perfino il costume e cercarono di prendere il sole sul pontile, ma, vuoi perché era bravo a non farsi prendere o perché la giornata era decisamente schifosa, pioveva tirava vento e c’erano due gradi sopra lo zero, i due più che abbronzarsi si presero il raffreddore.
    Giunti alla prigione vennero accolti da un carceriere gobbo che si era aggiudicato il posto dopo che i dissennatori erano stati licenziati. Comunicando a gesti e smorfie (il carceriere era infatti, sordo, muto e cieco all’occhio sinistro), Harry riuscì finalmente a far capire che voleva fare visita a Mundungus. Il carceriere afferrò una lanterna e li condusse lungo i corridoi, sorpassando una ad una tutte le porte delle celle, dalle quali i prigionieri lanciavano improperi e bestemmie.
    All’improvviso una paio di braccia spuntarono tra le sbarre di una cella poco illuminata ed afferrarono il lembo della veste di Harry.
    « Ah, mi ha preso! » cominciò a strillare il ragazzo « Mozzategli gli arti prima che mi attacchi qualche malattia! »
    « Aiutami, ti prego aiutami! » implorò Lucius Malfoy stringendo sempre più convulsamente le vesti di Harry « Aiutami ad uscire da questo posto orribile! »
    « Ah, sei tu, brutto pezzente! » esclamò Harry una volta che ebbe riconosciuto l’aggressore « Perché mai dovrei aiutarti ad uscire? Mica son così deficiente! »
    « Si sta male qui! Non mi servono mai il caviale, non ho lenzuola di seta nel letto, neppure ho il letto e come se non bastasse mi costringono a mettere questo abito a righe bianche e nere che non mi dona per niente! »
    « T’arrangi! » e ridendo sguaiatamente Harry fece cenno al carceriere di continuare il cammino. Finalmente giunsero alla prigione di Mundungus, che se ne stava rannicchiato in un angolo della cella buia e muffita.
    « Ehi, testa di rapa, voltati! » lo apostrofò Harry.
    « Harry! » sibilò Hermione scandalizzata « Ti sembra il modo? Si più gentile! »
    « Hai ragione, scusa. Ehi, testa di rapa, voltati per favore! »
    Mundungus o non diede segno di aver sentito o era infine morto di stenti perché non fece il minimo movimento. Per nulla scoraggiato Harry prese una grossa pietra e gliela scagliò in testa.     « Ahio! » pianse il mago svegliandosi di soprassalto « Non basta essere imprigionati in una cella putrescente senza luce e senza cibo all’infuori delle croste di pane, dove ogni dieci secondi il carceriere ti tira un petardo acceso o un secchio di letame, ora ti lanciano perfino le pietre quando ti addormenti! »
    « Mundungus, siamo noi, Hermione, Ron ed Harry » gli disse Hermione sforzando gli occhi per vedere nell’oscurità.
    « Ragazzi! » esclamò Mundungus d’improvviso eccitato. In fretta e furia attraversò la cella e si aggrappò alle sbarre « Che gioia vedervi! Siete venuti a liberarmi? »
    « Oh Mundungus, mi dispiace, ma non abbiamo il potere di cambiare la decisione dei giudici… » cominciò dispiaciuta Hermione.
    « Allora non voglio vedervi! » disse Mundungus incrociando le braccia e voltando loro la schiena.
    « Ehi ciccio, rivoltati da questa parte che ci devi dire dove hai messo un certo medaglione! » lo richiamò Harry.
    « Io non vi dico un bel niente se prima non mi liberate. »
    « Se non parli riveleremo agli Auror dove… dove… dove si trova il tuo nascondiglio segreto con tutta la refurtiva da te rubata, così rimarrai qui dentro per altri trent’anni! »
    « Che cosa?» farfugliò Mundungus voltandosi a guardare Harry con occhi spaventati « Mi state dicendo che avete scoperto che tengo tutta la refurtiva in quel capanno da pescatori sulla costa della Cornovaglia? »
    « Ah perché è lì che la tieni? Io in realtà stavo bluffando, ma ora posso fare benissimo sul serio » disse Harry.
    « Ti prego no! Se scoprissero quello che ci tengo lì dentro, mi condannerebbero all’ergastolo! »
    « Allora rispondi: hai per caso messo le tue sudice mani su un medaglione con inciso un Serpente durante i tuoi saccheggi a Grimmauld Place? »
    « Parli di quel maledetto aggeggio impossibile da aprire? Altroché se l’ho preso, immaginavo sarebbe dovuto venire una fortuna, solo che poi nessuno lo voleva comperare per quel difetto di non aprirsi. »
    « Quindi non l’hai venduto e l’hai ancora tu? » si intromise Ron.
    « Che son scemo? Nella mia filosofia tutto si può rubare e tutto si può vendere, pensa che una volta sono riuscito a convincere due babbani ad acquistare un biglietto per uno spettacolo teatrale che era stato messo in scena già da tre anni e in un continente diverso! » rise Mundungus con gusto.
    « Chi se ne frega di ‘sta storia, dicci a chi hai venduto quel medaglione » lo interruppe Harry.
    « Eh, ricordarselo, mica posso tenere a mente tutti gli acquirenti di tutta la roba che rubo! E vi assicuro che ne rubo tanta. »
    « Di questo non dubitavamo » sospirò Hermione « Cerca di fare uno sforzo, si tratta di un medaglione importantissimo! »
    « Vuoi dire che avrei potuto venderlo a di più che a un boccale di Whisky Incendiario? »
    « Se l’hai scambiato per un bicchiere di Whisky Incendiario allora dovevi essere in un pub! » disse Hermione logicamente.
    « Adesso che me lo dite è vero. Vediamo, chissà dove mi trovavo… di sicuro non ai Tre Manici di Scopa perché è un posto troppo rispettabile per me, non al Paiolo Magico perché in quel periodo era chiuso per disinfestazione… potevo solo essere alla Testa di Porco. »
    « Vuoi dire che l’hai venduto ad Aberforth Silente? » chiesero i ragazzi stupefatti.
    « Mi sa proprio di si. Anzi, credo di esserne proprio sicuro, adesso che ci penso mi sembra lo volesse regalare alla sua fidanzata. »
    « A Billie? La fantomatica capra? »
    « Mi state dicendo che la sua fidanzata è una capra? » chiese Mundungus a occhi spalancati « Se lo avessi saputo prima avrei cercato di vendergli anche del sale. »
    « Scusa, ma non eri stato bandito dalla Testa di Porco? » gli chiese Hermione.
    « Mi sono presentato travestito! Sembravo una adorabile bambina di sette anni.»
    Il triumsvitato si domandò come avesse fatto Mundungus a passare per un’adorabile bambina di sette anni e come avesse fatto Aberforth a non insospettirsi vedendo una bambina entrare nel suo pub e ordinare un bicchiere di Whisky Incendiario, ma preferirono non approfondire. Salutato Mundungus, i tre si precipitarono a Hogsmeade sfruttando la materializzazione accompagnata. Corsero per le strade fino a che non incontrarono Victor Krum che se ne stava accampato nel crocevia del villaggio.
    « Victor, che ci fai qui in mezzo alla strada alle quattro di mattina? » gli chiese stupita Hermione.
    « Harry a me avere detto di aspettave lui qui » spiegò il bulgaro.
    « Ah, è vero! » si ricordò improvvisamente Harry « Beh, per fortuna sei qui, ci potresti sempre essere utile d’ora in poi. »
    « Il mio impegno e obiettivo è aiutave te a sconfiggeve le fovze del male » disse solennemente Krum alzandosi e facendo la mossa della gallina che depone l’uovo.
    « Ti prego, smetti di fare quella mossa imbarazzante tutte le volte » implorò Ron.
    « Io dovere fare, quella essere mossa segveta dei cavalieri sailor. »
    « Si, ma se è segreta ci sarà un motivo no? » ribatté Ron con voce ovvia.
    « Sentite, è molto piacevole stare qui a chiacchierare e tutto il resto, fosse per me imbastirei una tavola con te e pasticcini, ma dobbiamo andare da Aberforth a recuperare quel maledetto medaglione! » disse stizzito Harry.
    « Oh Harry, hai ragione! » disse a sua volta Hermione « Mi fa piacere vederti prendere seriamente la tua missione e impegnarti al massimo per portarla a termine. »
    « E certo, prima la porto a termine e prima Voldemort si leva dai coglioni, e prima Voldemort si leva dai coglioni e prima io posso vivere una vita in pace e portarmi finalmente a letto Ginny. »
    « La Ginny di cui stai parlando è per caso mia sorella? » chiese Ron minaccioso estraendo una mazza da golf dal borsone che si portava sempre sulle spalle.
    « Ehm, certo che no! » si frettò a rispondere Harry « E’… è… è la sorella di tuo fratello Bill. »
    « Ah, ok » disse Ron sollevato e riponendo la mazza « Allora è un problema di Bill proteggere le virtù di sua sorella » e rise di gusto.
    « Ma Ron, se la Ginny di cui parla Harry è la sorella di Bill e Bill è tuo fratello, allora per la proprietà invariantiva è anche tua sorella. »
    « Eh? » chiese Ron mentre Harry malediva Hermione e le sue spiegazioni « Mi stai dicendo che Bill è mia sorella?! Ma allora Bill è una donna! Chissà se Fleur se ne è mai accorta! »
    « Ma no, che hai capito! » ricominciò Hermione, ma Harry la interruppe prontamente.
    « Ora basta con ‘sti discorsi, chi capisce bene, chi non capisce si arrangia! »
    « Cevto che a stave con voi non ci si annoia » disse Krum che per tutto il tempo aveva ascoltato i discorsi deliranti sgranocchiando pop-corn.
    Lasciato solo Krum, i tre si catapultarono come furie dentro il pub. Il pub era vuoto, fatta eccezione per Aberforth che, in piedi sul tavolo, con la camicia aperta e con una bottiglia di tequila in mano, ballava sulle note dei Village People, applaudito da una capretta estasiata.
    « Aberforth, spegni ‘sta roba, è importante! » gli urlò Harry afferrando la radio e gettandola fuori da una finestra.
    « Ehi, ti sembra il modo? » protestò Aberforth fermandosi a metà di una mossa danzante.
    « Dove hai cacciato il medaglione che ti ha venduto Mundungus? » gli chiese Harry. Aberforth lo fissò con sguardo interrogativo.
    « Mundungus ci ha detto di averti venduto un medaglione con sopra un serpente, un medaglione che tu avevi intenzione di regalare a Billie » spiegò Hermione.
    « Ah, quello! Ehi, mi state dicendo che quell’adorabile bambina bionda era Mundungus? Ecco perché imprecava peggio di uno scaricatore di porto! »
    « Lascia perdere le miracolose capacità del travestimento di Mundungus e concentrati sul medaglione! » lo riprese Harry.
    « Vediamo, chissà che fine avrà fatto… » disse Aberforth pensieroso « a Billie non piaceva, lo trovava troppo vistoso così alla fine le ho regalato un paio di pendenti d’oro e smeraldi » così dicendo indicò Billie che scosse graziosamente il capo per mettere in mostra gli orecchini che le penzolavano dalle orecchie.
    « Sono felice per Billie, anch’io ho sempre desiderato orecchini così » disse Harry con impazienza « Ma preferirei tu ricordassi una buona volta dove hai ficcato quel maledetto medaglione. »
    « Mhhh, vediamo… » Aberforth si strinse il mento in una mano e rimase dieci minuti pensieroso fissando il soffitto « Ah si, la sera stessa in cui regalai gli orecchini a Billie siamo andati a mangiare fuori al ristorante cinese, solo che al momento di pagare il conto mi sono reso che avevo lasciato a casa il portafogli. »
    « E allora? »
    « Allora ho pagato la cena con il medaglione » concluse Aberforth allargando le braccia.
    « Questo medaglione si sta rivelando sfuggente come un fantasma » sospirò Harry « Suvvia Mundungus, conducici a questo benedetto ristorante. »
    « Come vuoi Harry, ma ti avverto che di sicuro non è benedetto, non credo il prete ci abbia mai messo piede » lo mise in guardia Aberforth « Ma ti accompagno volentieri, al ristorante del signor Quan Ching fanno degli involtini primavera favolosi » continuò leccandosi i baffi e massaggiandosi lo stomaco « Datemi solo il tempo di correre al castello a prendere l’auto, è là che la tengo. »
    « Perché, a Hogwarts c’è un parcheggio? » chiese Harry.
    « Certo Harry » disse Hermione alzando gli occhi al cielo mentre Aberforth usciva di corsa dal pub « C’è scritto in storia di Hogwarts! Nel 1527, l’allora preside aveva in progetto di ampliare il castello aggiungendoci una zona commerciale. Quando però il preside morì per indigestione di ostriche l’idea venne accantonata, solo che ormai il parcheggio era stato costruito. Adesso lo usano per riporre le carrozze trainate dai Thestral, il carro armato di mastro Gazza e, a quanto pare, l’auto di Aberforth. »
    « Ah, e io che pensavo che tutte le carrozze vagassero per la foresta proibita come la mia vecchia auto! » esclamò Ron.
    Non appena Aberforth fece ritorno con la sua Porsche, il triumsvitato si strinse sul sedile posteriore ( Billie infatti, con indosso occhiali da sole e un foulard rosso intorno al capo, si era appropriata del sedile passeggero ) e partirono sgommando in direzione di Londra, dove il signor Quan Ching aveva il suo ristorante. Dopo nemmeno due metri però, investirono Krum che era rimasto in mezzo alla strada a riporre la tendina.
    « Grande Abe! » esultò Ron.
    « Oh no, abbiamo investito Krum! » gemette Hermione.
    « Chi, il pirla con il gonnellino rosa che è accampato lì da tre giorni? » chiese Aberforth facendo retromarcia e investendo nuovamente il povero bulgaro. Caricato in auto Krum ancora privo di sensi, il gruppetto riuscì infine a partire a tutta birra (ubriaconi).
    Mentre i nostri eroi sfrecciavano a tutta velocità, prendendo più multe di un pirata della strada, Draco pensava ad un piano per catturare Harry, erano giorni che non pensava ad altro, ormai se lo sognava perfino la notte. Del resto mi sembra giusto, nel sesto Harry era fissato in modo sconveniente con Draco, nel settimo i ruoli saranno invertiti.
    Draco camminava avanti e indietro nel suo ufficio in preda all’ansia e all’esasperazione. Fortunatamente c’era Pansy a dargli conforto morale. In quello stesso momento, infatti, la ragazza si stava dando lo smalto alle unghie.
    All’improvviso la ricetrasmittente di Draco cominciò a suonare. Stupiti che Draco abbia la ricetrasmittente? E lo credo bene, ne sono stupita pure io che ho scritto ‘sta roba. Il misterioso chiamante altri non era che Mangiamorte Beppe.
    « Pronto, Draco? »
    « Beppe, che minchia vuoi? » gli rispose sgarbatamente Draco, scocciato per essere stato interrotto dal suo ponderare.
    « Dracuzzo, non usare questo linguaggio da scaricatore di porto! » lo rimproverò veemente Pansy richiudendo la boccetta dello smalto « Che figura ci fa l’autrice se parli così, soprattutto dopo che tanti lettori le hanno fatto i complimenti per il linguaggio poco volgare! »
    « Dell’autrice e della sua reputazione me ne frega meno che zero! » sbottò Draco voltandosi dall’altra parte. E fu così inspiegabilmente il barattolo dei funghetti sott’aceto, posato sulla scrivania, si svitò da solo e si ribaltò, rovesciando tutto il suo contenuto sui pantaloni di Draco.
    « Oh no, come minimo sono diecimila galeoni di tintoria! » gemette Draco « Proprio sui miei preziosissimi calzoni di lamine d’oro! »
    « Senti Draco, non ti ho chiamato per sentirti parlare della tintoria e dei tuoi pantaloni d’oro » gli disse Beppe un po’ spazientito « Tra l’altro i pantaloni d’oro devono essere piuttosto duretti, mi domando come fai a starci comodo. »
    « Già, gli invidiosi dicono sempre così » ribatté Draco sedendosi sulla sua sedia e poggiando i piedi sulla scrivania « Allora, che hai di così importante da dirmi? »
    « Una delle nostre spie ha scoperto che Potter, proprio oggi, si troverà in posto ben preciso. E, dato che sei il responsabile della sua cattura, immagino ti piacerebbe saperlo. »
    « Cosa?! » esclamò incredulo Draco « E dove si troverà? Dimmelo, presto! »
    « No, prima mi devi cantare con accento austriaco la canzoncina della sveglia birichina. »
    Draco alzò gli occhi al cielo prima di cominciare a cantare con voce vagamente stonata. Finalmente soddisfatto Beppe rivelò a Draco che Harry si stava dirigendo in un famoso ristorante cinese di Londra. Draco fremette per l’emozione. Avvisato il mangiamorte che sarebbe giunto al quartier generale nel giro di pochi minuti, chiuse la conversazione e fece tre capriole per la gioia.
    « Yuppie! Ora che so dove si troverà Potter potrò tendergli un agguato e, una volta catturatolo, godermi gli onori e i complimenti del signore oscuro! »
    « Ma Drachetto, il signore oscuro si era raccomandato di trovare un modo per far si che Potter si facesse catturare, non un modo per catturare Potter » gli fece notare Pansy.
    « E che differenza c’è? »
    « Se ci pensi bene le due cose sono leggermente diverse. »
    « Si, ma non si può far tanto i pignoli in una fanfiction comica, lo dice anche la guida ai migliori ristoranti d’Italia. Questa è un’ottima occasione per catturare il pivello sfregiato, non posso lasciarmela sfuggire! » e così dicendo Draco indossò i suoi baffi finti, prese Pansy e insieme si diressero al quartier generale dei mangiamorte, dove Draco venne accolto con urla di giubilo e abbracci affettuosi, in particolar modo da sua madre.
    « Bene, sono stato informato dei movimenti di Potter. Ho già in mente un piano per catturarlo » disse allegro prendendo posto al tavolo rotondo.
    « Non bisognerebbe aspettare il ritorno del signore oscuro? » chiese apprensiva Narcissa « E’ andato con mangiamorte architetto e altri fedeli a supervisionare i lavori di costruzione della torre da cattivo. »
    « Madre, sono stato incaricato dal signore oscuro in persona di occuparmi di Potter proprio perché lui non ci dovesse perdere il suo tempo e i suoi neuroni, che senso avrebbe aspettarlo? »     « Beh, lui ti aveva incaricato di trovare un modo per far si che Potter si lasciasse catturare, non di un modo per catturalo » spiegò Narcissa « Visto che i tuoi progetti differiscono leggermente da ciò che ti è stato ordinato, non è meglio chiedere prima consiglio a lui? »
    Draco spostò lo sguardo da sua madre a Pansy « Vi siete messe d’accordo o siete entrambe pignole di natura? Non possiamo aspettare il ritorno di Tu-Sai-Chi, per quel tempo sarebbe troppo tardi. E non possiamo nemmeno chiamarlo mentre è impegnato in altro, lo irriterebbe parecchio essere interrotto. Ricordate cosa è accaduto quando Mangiamorte Pulzello lo ha disturbato durante la visione di Candy Candy? »
    Nel rammentare la propria punizione, Mangiamorte Pulzello prese a strillare dal terrore e corse a gettarsi sotto un treno.
Narcissa sospirò affranta « Come preferisci, ma mi sembra un’azione un po’ azzardata. »
    « Non devi preoccuparti, madre, sento che sarà un successo. E del resto chi dorme non pesca appigli. »
    « Si dice chi dorme non piglia pesci » lo corresse la madre.
    « Quello che è. Allora, Potter è partito da Hogsmeade alle prime luci dell’alba diretto al ristorante cinese del signore Quan Ching, situato a Londra » lesse Draco dall’appunto che era stato inviato da una delle loro spie « Bene, quanto dista Londra da Hogsmeade e quanto ci vuole per arrivarci? » chiese sfilandosi gli occhiali da miope.
    « Da Edimburgo a Londra ci sono 600 km » disse Logico esaminando la guida Michelin « Facciamo un po’ di più dal momento che Hogsmeade si trova più a nord… se vanno a centoventi all’ora ci impiegherebbero circa cinque ore, ma secondo il mio modesto parere ce ne metteranno di più, bisogna tener conto del traffico e degli imprevisti. »
    « Nessuno ti ha chiesto il tuo parere » sbottò Draco « Non possiamo fare troppo affidamento sugli imprevisti, meglio andar lì subito. Il piano sarà questo: una volta giunti al ristorante sopraffaremo il padrone e alcuni dipendenti per poi prenderne il posto, quando Potter arriverà gli offriremo del cibo al sonnifero, cosicché cadrà addormentato e al suo risveglio sarà nostro prigioniero! » concluse Draco ridendo come un malvagio.
    « Non posso crederci Draco » disse sua madre guardandolo con tanto d’occhi « Non concepisci più i piani balordi e assurdi che ideavi all’età di cinque anni. »
    « E lo credo bene, madre. »
    « Peccato, perché quelli erano di gran lunga migliori di questo. »
    Draco la ignorò « Bene, il posto dei camerieri e del padrone verrà preso da dei mangiamorte che Potter non conosce, per ovvi motivi; gli altri si nasconderanno con me pronti a saltar fuori al momento più opportuno. »
    « Noooo! » strillò Narcissa alzando le braccia al cielo « Tu non puoi andare! Metti che si avverino le previsioni di Logico e Potter arrivi all’ora di cena piuttosto che all’ora di pranzo! Sarebbe già calata la sera, non voglio che il mio bambino rimanga in giro di notte! » e così dicendo corse ad abbracciare stretto il suo pargolo, facendo sghignazzare tutti i presenti.
    « Madre, devo andare, altrimenti chi guida la spedizione? » chiese Draco esasperato mentre la madre gli accarezzava con enfasi i capelli.
    « Oh, non preoccuparti, a questo ci penserà la zia » disse Bellatrix emergendo dall’angolo buio dove era stata fino a quel momento.
    « Lo so dove vuoi andare a parare, mi vuoi fregare tutta la gloria! » l’aggredì Draco scrollandosi di dosso la madre.
    « Non parlare in questo modo a tua zia » lo rimproverò Narcissa. Poi si gettò ai piedi di Bellatrix baciandole la veste « Grazie Bella, è così gentile da parte tua farti avanti ed evitare così che il mio bimbo corra pericoli pericolosi. »
    « E’ un piacere per me, Narcissa » rise sadicamente Bellatrix « Bene » urlò poi rivolta ai mangiamorte « Tu, tu e tu, non vi ho mai visti in vita mia, ne deduco che nemmeno Potter vi conosca, vi occuperete di prendere le sembianze dei camerieri e del padrone del ristorante, invece Beppe e Joe il grassone staranno nascosti con me pronti ad intervenire. Forza muoviamoci! »e così dicendo tutti quanti presero i loro mantelli e uscirono dal nascondiglio, lasciando Draco profondamente scocciato e immusonito.
Bellatrix e il suo gruppo di Mangiamorte salirono velocemente le scale ed uscirono dalla metropolitana, qui rubarono un taxi e, messo Mangiamorte Beppe alla guida, si diressero verso il ristorante del signor Quan Ching.
    « Beppe, che diamine è ‘sto silenzio, metti su un po’ di musica! » lo rimproverò Bellatrix dandogli uno scappellotto. Beppe sbandò un attimo, tirando sotto un rappresentante Mondo Libro, poi mise su un disco con i maggiori successi di Topo Gigio.
    « Bellatrix, mai avrei creduto che volessi prendere il comando di una missione azzardata come questa » le disse stupito Joe il Grassone.
    « Hai ragione, ma vedi » gli disse Bellatrix con aria confidenziale « Se la missione va a buon fine mi prenderò gli elogi del signore oscuro, se invece dovesse fallire, beh, dopotutto l’ha ideata Draco » concluse ridendo sadicamente e stupidamente.
    Dopo aver sbagliato strada ad un incrocio e preso una multa per senso vietato, i mangiamorte arrivarono finalmente al ristorante.
    « Fuori tutti, il ristorante chiude! » urlò Bellatrix entrando senza tante cerimonie. Tutti i clienti interruppero i loro masticamenti e si voltarono a guardarla come se fosse una pazza furiosa. Il signor Quan Ching arrivò di corsa dalla cucina.
    « Signora, non urli in questo modo, se desidera mangiare possiamo trovare benissimo un tavolo per lei e i suoi amici » le disse adocchiando il resto di tizi vestiti strani che stavano entrando nel suo ristorante.
    « Come osi solo pensare che loro possano essere miei amici?! » strillò Bellatrix offesa « C’è differenza tra amici e colleghi di lavoro! »
    « Ma come » si intromise Beppe con le lacrime agli occhi « Io credevo fossi mia amica! Mi avevi detto che lo eri quella volta che ho lasciato a te il merito dell’uccisione di quella famiglia di babbani! »
    « Beppe, per favore, non ora che siamo in missione » lo rimproverò Bellatrix prima di rivolgersi nuovamente ai clienti « Ascoltatemi bene, marmaglia, questo ristorante da ora è chiuso, uscite in fretta se non volete che mi arrabbi! »
    « Uh, fate come dice » disse Joe il Grassone « Quando si arrabbia diventa veramente pericolosa! »
    « Senta signora, sta disturbando i miei clienti, le dispiacerebbe uscire e non farsi più vedere? » le disse Quan Ching contrariato spingendola verso la porta.
    In tutta risposta Bellatrix gli lanciò un avada kedavra e lo guardò cadere a terra con sguardo annoiato « Ragazzi, come da programma. »
Senza farselo ripetere i mangiamorte afferrarono il corpo senza vita del signor Quan Ching e, dopo aver avada kedavrizzato anche il cuoco e il cameriere, li rinchiusero tutti quanti nella cella frigorifera. Nel frattempo, con simpatiche minacce, Bellatrix aveva infine convinto i clienti ad abbandonare il ristorante una volta per tutte.
    « Bene, tu » disse poi rivolgendosi ad uno dei tre Mangiamorte che mai aveva visto prima, evidentemente erano un acquisto recente « Come ti chiami? »
    « Gruggio, signora. »
    « Che cazzo di nome è? »
    « Non so, me l’ha dato l’autrice. »
    « Beh, questo spiega molte cose. Ok Gruggio, tu impersonerai il signor Quan Ching, quando Potter e i suoi amici arriveranno farai in modo che si seggano a tavola e che ordinino qualche cosa. Tutto chiaro? »
    « Signorsì signora! » urlò Gruggio e corse via a prepararsi.
    « E uno, tu invece » continuò Bellatrix rivolgendosi al secondo mangiamorte « Chi sei? »
    « Cretino. »
    « Ho chiesto chi sei, non cosa sei, troglodita! » lo rimproverò dandogli un ceffone.
    « Cretino è il mio nome! » pianse il mangiamorte.
    « Ma Cretino è proprio un nome da cretini! Comunque sia, tu starai in cucina e preparerai da mangiare. »
    « Ma io non so cucinare! » pianse nuovamente cretino « E se dopo a Potter non piace quello che ho preparato e non ritorna più? Non so se riuscirei a sopportare simile insuccesso. »
    « Certo che il nome ti si addice proprio. Chi se ne importa se non sai cucinare, quel che importa è che tu riempia i piatti di qualche cosa di commestibile e soprattutto che il cibo sia pieno di sonnifero. E ora muoviti! » Cretino corse in cucina senza aggiungere altro. « Tu invece sei? » chiese poi rivolgendosi al terzo e ultimo mangiamorte sconosciuto.
    « Sputacchino. »
    « Lasciami indovinare, il nome te l’ha dato l’autrice? »
    « Già, era indecisa tra Sputacchio e Sputacchino, poi alla fine ha scelto quest’ultimo. »
    « Eh già, una scelta ardua. Sputacchino tu darai una mano a Cretino che, detto tra noi, oltre a parlare e a comportarsi come un cretino, mi sembra sia proprio un cretino. »
    Quando anche Sputacchino fu sparito in cucina Bellatrix si rivolse agli altri due compagni, che ora stavano facendo i pirla con le bacchette per mangiare « Beppe, Joe, piantatela di far finta di tirare di scherma con quei pezzi di legno! Voi ed io ci nasconderemo sotto questi tavoli e staremo pronti ad intervenire se le cose dovessero mettersi male. »
    « Uh, spero che Potter impieghi poco ad arrivare e che non si avverino le previsioni di Logico » disse Joe il grassone .
Sfortunatamente per Joe, ma anche per gli altri mangiamorte che desideravano sbrigarsi in fretta per poi tornare a casa a vedere la finale di curling, Logico non ha questo nome per caso e ci aveva beccato in pieno con le sue previsioni.
    Harry e i suoi compari infatti, dopo essere partiti alle prime luci dell’alba, erano rimasti fermi sette ore in fila in autostrada, avevano bucato una ruota dalle parti di Birmingham, poi in un autogrill avevano dovuto aspettare che Krum si occupasse dei suoi doveri di cavaliere Sailor e facesse il bene del mondo, ovvero martoriare di botte l’insegnante di analisi di Dorothea.
    Giunti infine a Londra Aberforth fece quattro volte il giro del palazzo dove era situato il ristorante prima di ammettere che non c’era posto dove parcheggiare.
    « Per la miseria » imprecò Aberforth accostando davanti all’ingresso « Voi andate, io e Billie vi aspettiamo qui con il motore acceso. »
    Detto fatto Harry, Ron, Hermione e Krum entrarono nel ristorante cinese. All’interno vennero subito accolti da un uomo sorridente tutto servizievole.
    « Benvenuti, benvenuti. » disse prendendoli per le maniche e trascinandoli verso un tavolo.
    « Lei è il signor Quan Ching? » gli chiese Harry.
    « Si, essele io, essele io » rispose l’uomo distrattamente spingendo Hermione su una sedia e ficcandogli in mano un menù « Cosa voi volete? Involtino cinese? » chiese spingendo anche Ron ed Harry a sedere.
    « Non siamo qui per cenare » disse Harry togliendosi il tovagliolo che Quan Ching gli stava infilando nel colletto « Siamo degli amici di Aberforth, vorremo solo indietro il medaglione che lui vi ha dato l’anno scorso. »
    « Mangiale, mangiale » ripeté l’uomo non prestando attenzione a Harry e fece bene, perché Harry è sbadato e gliela restituirebbe tutta rovinata.
    « Ehi Harry » Ron gli diede una gomitata e gli mostrò il menù « Che ne dici di questo riso alla cantonese? Sembra buono. »
    « Ron, non ti ci mettere pure tu, per diana! Non siamo qui per mangiare » rispose stizzito Harry prima di rivolgersi nuovamente al signor Quan Ching « Non vogliamo mangiare, magari un’altra volta, ci interessa solamente quel medaglione! »
    « Plima mangiale, poi io pallale » disse Quan Ching con fare categorico « Io poltale voi liso cantonese, si? »
    « Pevché voi non avere occhi a mandovla? » chiese Krum aggrottando la fronte.
    « Eh… io essele cinese solo pel moda, in lealtà sono figlio di pescatoli nolvegesi » spiegò velocemente prima di sparire dietro ad una porta che con ogni probabilità portava alla cucina.     I quattro, rimasti soli, si scambiarono delle occhiate dubbiose.
    « Accidenti, ci tocca perfino mangiare, volevo sbrigarmela in pochi minuti e invece! » si lamentò Harry.
    « Spera piuttosto che abbia ancora lui il medaglione e che non se ne sia sbarazzato » gli disse Hermione « Piuttosto, non vi sembra strano che non ci sia nessuno oltre a noi? »
    Tutti quanti diedero un’occhiata alla stanza guardando i tavoli miseramente vuoti.
    « Mmh, questo non va a favore della qualità del cibo » disse Ron « Però vorrei lo stesso provare il gelato fritto. Chissà come fanno a farlo! Secondo voi mettono direttamente il gelato nella friggitrice o semplicemente bussano al congelatore presentandosi come la polizia e dichiarandolo in arresto? »
    In quella la porta si aprì con uno scampanellio e Cho Chang entrò nel ristorante « Quan sono arrivata, scusami per il ritardo! »
    « Ehi, ma quella è Cho Chang! » esclamò Ron.
    « Cho, che ci fai qui? » le chiese Hermione.
    « Ehi ragazzi, che piacere vedervi » sorrise Cho avanzando verso di loro « Che sorpresa trovarvi qui a cenare nel ristorante dello zio. »
    « Il signor Quan Ching è tuo zio? » le chiese sorpreso Harry.
    « Già, è il marito della sorella del figlio di mio nonno paterno. Vengo a dargli una mano con il ristorante il sabato sera, sapete com’è, è sempre pieno di gente. »
    « Oggi non sembra » commentò Ron.
    Cho si guardò intorno « Accipicchia, è così deserto che sembra il Sahara » esclamò adocchiando i cammelli legati nel guardaroba e la sabbia sparsa sul pavimento.
    In quella il signor Quan Ching fece ritorno dalla cucina reggendo quatto ciotole pieno di riso « Ecco qui, Quan Ching vi avele poltato liso cantonese! »
    « Ehi, ma questo non il signor Quan Ching! » esclamò Cho « Conosco bene mio zio e, a meno che non si sia fatto una plastica, questo non è lui. »
    « Che cosa?! » urlò Hermione alzandosi all’improvviso ed estraendo la bacchetta dalle vesti « Chi siete allora? Perché ci avete mentito? »
    Il falso signor Quan Ching li fissò senza sapere che dire. Harry, Ron e Krum si alzarono a loro volta.
    « Questa situazione non mi piace » disse Harry « Chi siete voi? E che ne avete fatto del Quan Ching vero? »
    « Adesso basta! » esclamò il finto Quan Ching gettando a terra il riso « Arrenditi Harry Potter, sei circondato! Uh, che bellezza ho sempre desiderato dire una cosa ad effetto come questa » mentre Gruggio si compiaceva per la sua uscita, da sotto i tavoli saltarono fuori Bellatrix, Joe e Beppe che, afferrate un paio di spade cinesi che stavano appese come decorazioni ai muri, circondarono Harry, Ron, Hermione, Krum e Cho.
    « Oh no, era una trappola! » gemette Hermione.
    « E non solo, tutto il riso è andato sprecato » si rammaricò Ron.
    Harry guardò con apprensione le spade in mano ai mangiamorte « Sentite, cerchiamo di risolvere la faccenda in modo razionale ed evitiamo inutili spargimenti di sangue. »
    « Chi dice che sono inutili? » chiese Bellatrix malignamente.
    « Sai » sussurrò Ron ad Harry « Contro una logica così ferrea è difficile controbattere.
    All’improvviso, con una prontezza degna di nota, Hermione agitò la bacchetta e gettò uno stupeficium a un mangiamorte, approfittando del momento di confusione Harry ne mise fuori un altro gettandogli in testa la tovaglia, mentre Ron tramortì Bellatrix con una mossa di Kung Fu che aveva imparato non so dove. Krum invece diede un calcio a un tavolo e lo fece volare via, così tanto per fare qualche cosa.
    « Presto Harry fuggiamo! » urlò Hermione tirandolo verso la porta d’ingresso.
    « Mai se prima non abbiamo trovato il medaglione! » ribatté Harry.
    « Oh Harry, hai ragione » ammise Hermione « Forza, sbrighiamoci » ed evitando Beppe che girava alla cieca con la tovaglia sulla faccia, varcarono una porta che dava su un lungo corridoio.     « Da quella parte c’è la cucina, dalla quale si può raggiungere la cella frigorifera e l’ufficio dello zio, mentre in fondo al corridoio ci sono i bagni » spiegò loro Cho.
    « Guardiamo nell’ufficio » disse Harry e spinse la porta che dava alla cucina. Qui trovarono due mangiamorte che discutevano su come si lavassero le padelle.
    « Accidenti, ce ne sono altri qui! » imprecò Harry alla vista di Sputacchino e Cretino.
    « Ehi, ma quello è Potter! » urlò Sputacchino « Prendiamolo, presto! »
    « Lo tvattengo io, tu cevcave quello che devi cecvave! » si offerse Krum estraendo la propria bacchetta. Senza farselo ridire Harry afferrò Cho e la trascinò con se verso lo studio di Quan Ching « Cho viene a darmi una mano, dato che sa vita morte e miracoli di suo zio, voi due date man forte a Krum! » ordinò a Ron e Hermione.
    Una volta entrati nello studio dello zio di Cho Harry cominciò a buttare tutto all’aria nel tentativo di trovare il medaglione di Serpeverde. Fortunatamente Cho sapeva dove si trovavano tutti i nascondigli segreti, sfortunatamente però nessuno di essi era stato usato per nascondere il medaglione.
    Nel frattempo gli altri tre combattevano cruentamente contro i Mangiamorte rimasti, Krum era impegnato in uno scontro all’ultimo respiro contro Cretino, mentre Ron ed Hermione se la vedevano con Sputacchino, che era più bravo del previsto e maneggiava lame e coltelli con perizia micidiale tramite l’utilizzo di una sola mano, mentre nell’altra reggeva la bacchetta con la quale lanciava maledizioni a raffica. Sopraffatti dall’abilità del loro avversario, i due furono costretti ad indietreggiare, finché non cercarono fuga attraverso una porta in metallo a fianco del fornello. Si accorsero troppo tardi che quella era la porta della cella frigorifera.
    « Ah ah, broccoli, buon congelamento! » rise malignamente Sputacchino chiudendoli dentro.
    « Oh no, è la cella frigorifera! » gemette Hermione « Moriremo congelati! »
    « Non ci resta altro che scaldarci a vicenda » disse Ron cercando subito di sfruttare la situazione.
    « Facciamo un po’ di luce, non si vede nulla » così dicendo Hermione accese la sua bacchetta e cominciò a scrutare il fondo della cella.
    « Aaaah! » strillò Hermione quando il fascio di luce cadde sopra un uomo evidentemente morto.
    « Che c’è, che succede? » si allarmò Ron.
    « C’è un uomo congelato! » pianse Hermione rifugiandosi tra le braccia del ragazzo.
    « Ehi, anch’io lo voglio il gelato! »
    « No, non nel senso che mangia un gelato, ma che è morto congelato! E non solo, ce ne sono anche altri due nelle stesse condizioni! »
    « Bleah, cadaveri pieni di microbi! » urlò schifato Ron « Usciamo di qui prima di prenderci qualche malattia! »
    « E’ proprio questo il problema Ron, uscire da qui » gli ricordò Hermione « Un momento » aggiunse notando un brillio proveniente dal cadavere di uno dei tre uomini. Si avvicino con circospezione alzando la bacchetta per fare più luce « Ehi, ha al collo il medaglione! »
    « Uh, che culo, possiamo vantarci di aver trovato il medaglione poco prima di esser morti di freddo. »
    « Cerchiamo di prenderlo » Hermione allungò esitante una mano, ma la ritirò quasi subito « Ehm, mi fa un po’ schifo, potresti prenderlo tu Ron? »
    « Bleah, no! » protestò Ron « Aspetta, proviamo a sfilarlo con la bacchetta. »
    Ron prese la sua bacchetta e la infilò tra la catena e il collo del cadavere, poi cercò di sfilare il medaglione facendolo passare dalla testa.
    « Piano piano Ron… piega di più la bacchetta se no ti si sfila… attento attento, con calma… »
    « Accidenti Hermione puoi tacere un attimo? » sbraitò Ron spazientito « Mi deconcentri! Comunque mi sa che era meglio se lo facevamo passare dai piedi… » così dicendo Ron diede un forte strattone e la catena del medaglione segò di netto il collo del povero Quan Ching, mandandone la testa a rotolare sul pavimento del frigorifero.
    « Aah, che schifo! » urlarono saltellando da una parte e dall’altra nel tentativo di evitare la testa rotolante.
    In quella la porta della cella frigorifera venne fatta saltare in aria da Krum armato di candelotto di dinamite « Voi stave bene, si? » chiese prima di accorgersi della testa che ancora rotolava lentamente « Uhm, di sicuvo “bene” non si addicere a lui. »
    « Oh, grazie Victor » sospirò Hermione « Che ne hai fatto dei due mangiamorte? »
    « Pvimo esseve pvopvio un cvetino ed essevsi inciampato nei suoi piedi e aveve sbattuto testa su lavandino » disse indicando il corpo privo di sensi di Cretino « L’altvo eva un osso duro, ma io aveve fatto mossa segveta dei cavalieri sailor e lui stvamazzato dalle risate. Così io potuto colpive lui con padella » concluse mostrando una padella tutta contorta.
    « Bene, raggiungiamo Harry e andiamocene. »
    Fecero il loro ingresso nell’ufficio di Quan Ching dove trovarono Harry che, in preda alla rabbia, prendeva a calci una cassettiera « Porca di quella miseria! Dove diavolo è finito quel maledetto medaglione?! »
    « Calmati Harry, lo abbiamo trovato eccolo! » disse allegro Ron allungando la bacchetta alla quale era ancora appeso il medaglione.
    « Grande Ron! » e così dicendo afferrò il medaglione e cominciò a sbaciucchiarlo dalla gioia.
    « Ehm, forse dovresti sapere che si trovava al collo di un cadavere » lo informò Hermione. Harry corse a vomitare nella pentola più grossa della cucina.
    « Cadavere? » chiese Cho con voce tremante.
    « Si, nella cella frigorifera » le spiegò Hermione.
    Cho corse alla cella frigorifera e, dopo averci dato un’occhiata all’interno, urlò di disperazione « Ah! Il mio povero zio! Maledetti, non vi è bastato portarmi via Cedric! Harry » aggiunse voltandosi verso di lui con rabbia « Voglio la mia vendetta! Voglio venire con te a sconfiggere Tu-Sai-Chi e il suo regno di terrore. »
    Harry fece spallucce « Come vuoi, è un po’ l’hobby di tutti ultimamente. »
    Arruolata anche Cho, il gruppetto decise infine di fuggire, ma una volta tornati al corridoio, dei rumori fecero loro capire che Bellatrix e gli altri tre mangiamorte stavano ritrovando i sensi.
    « Accidenti e ora come scappiamo? C’è la finestra nel bagno? » chiese Ron a Cho.
    « No, l’abbiamo murata dopo che i clienti hanno preso l’abitudine di uscire di lì per non pagare il conto. »
    Nel frattempo, in sala da pranzo, Bellatrix imprecava a più non posso « Idioti, soprattutto tu che sei lì che giri con una tovaglia in testa! » urlò.
    Joe si alzò e tolse la tovaglia dalla faccia di Beppe.
    « Oh, che tu sia lodato Joe! » lo ringraziò Beppe « Credevo di essere rimasto cieco per il resto della mia vita! »
    « Crucio! » lo punì Bellatrix « E ora troviamo quei ragazzini malefici » così dicendo i quattro mangiamorte varcarono le porte e si trovarono di fronte Harry e i suoi amici che ancora erano in corridoio.
    « Arrenditi Potter! » urlò Gruggio.
    « Mai e poi mai! » rispose Harry, consapevole però che le cose si stavano mettendo male per loro, si trovavano letteralmente con le spalle al muro e non c’era nessuna via di fuga evidente, a meno che non accadesse il miracolo. E il miracolo arrivò, sotto forma di Aberforth che arrivò alle spalle dei mangiamorte colpendoli alla testa con un badile.
    « Mi sembrava ci fosse qualche cosa che non andava, non tornavate più » disse Aberforth gettando il badile « Ormai ho alzato notevolmente il livello di smog di Londra a star fuori con il motore acceso. Fortuna che porto sempre con me il badile, non si sa mai chi puoi investire e aver poi bisogno di seppellire. »
    « E l’auto dove l’hai lasciata? » chiese Harry sollevato nel vederlo.
    « Billie sta continuando a fare il giro del palazzo. »
    « Perché, Billie sa guidare? » chiese stupito Ron.
    « No, ma questo non le impedisce di farlo » spiegò Aberforth con un’alzata di spalle.
    « Andiamo forza » li incitò Hermione « Mi sembra che ora stiano ritrovando i sensi i mangiamorte di là in cucina. »
    I sei corsero fuori dal locale e saltarono nell’auto. Erano a malapena saliti tutti quando Billie partì con una sgommata. Pochi istanti dopo i mangiamorte uscirono a loro volta e, rubato un ape da un tizio di passaggio, si diedero al loro inseguimento.
    « Ci inseguono » gemette (per l'ennesima volta) Hermione.
    « Bisogna seminarli! » disse Harry.
    « Andiamo in campagna allora! » disse Ron.
    « Non dire fesserie, Ron » lo rimproverò Harry « Quello che ci serve è del tonno in scatola! »
    « Harry, sei pazzo?» gli chiese Hermione.
    « Non discutere Hermione e dammi il tonno in scatola. »
    Basita Hermione aprì il suo zaino e allungò la scatoletta di tonno ad Harry. Harry la prese, ne tolse il coperchio di metallo e lo gettò sulla strada. I mangiamorte lo presero in pieno e forarono una gomma, la quale scoppiando li fece letteralmente volare nel Tamigi.
    « E vai! » esultò Harry « Visto Hermione, te l’avevo detto che il tonno in scatola ci avrebbe salvato la vita. »
    « Se è per questo sarebbero bastati un paio di chiodi » disse Hermione. In quella un urlo di Aberforth li fece sobbalzare.
    « No, Billie, a destra a destra! » le urlava Aberforth cercando di prenderle il volante « La destra è quella con cui si scrive! Ops, dimenticavo che sei mancina » gemette quando Billie puntò l’auto contro un muro dalla consistenza robusta.
    Ad ogni modo i nostri eroi riuscirono a fermarsi.
    Finendoci contro.

***

E con grande colpo di scena si apprende che Dorothea non era morta, né era stata rapita dagli alieni (ma almeno in questo caso avrei avuto una giustificazione -__- )

Come molti sanno la causa principale di questo ritardo (e “ritardo” è riduttivo ) è il crash che ha colpito il mio disco rigido il novembre scorso ( dopo il quale la voglia di scrivere un capitolo che già si era scritto era al minimo storico ), poi come se non bastasse la trama ha avuto la bella pensata di incagliarsi e ho dovuto sbrogliare pure lei. Senza contare che non posso dedicare ventiquattr’ore al giorno alla scrittura (magari).

Non so quante persone siano rimaste a seguire questa fanfiction e soprattutto quanto interesse possa ancora suscitare ora che il vero settimo libro è stato pubblicato anche in italiano, ma continuerò imperterrita a postarla fino all’ultimo capitolo ^^ ( non vi liberete di me così facilmente XD ) Magari non proprio a velocità degna di nota… ma spero comunque di non raggiungere più simili picchi di ritardo ( anche perché se posto capitoli alla velocità di sei mesi l’uno finisco per rimanere qui per l’eternità O__o )

Tanto per ripagarvi della lunga attesa vi lascerò qualche indiscrezione sul futuro… non solo ci sarà un finale ( e nel mondo delle fanfiction un finale assicurato non è cosa da poco ), ma ci saranno ben tre finali! Così se non dovesse piacervene uno potete sempre sceglierne un altro. Ovviamente saranno uno più idiota dell’altro! Ma prima di pensare al finale forse è meglio preoccuparsi dei capitoli intermedi… ma prima ancora meglio pensare alle anime pie (?) che sono state così gentili da recensire il capitolo scorso: ovvero Anakina, Sara, Nikoletta, Tonksgiuly, Giuly Potter, LyraPotter, Elena e Yavanna92; vi ringrazio tutti con immenso affetto! E un grosso grazie anche a tutti i lettori!

Come se non lo sapeste già tutti i personaggi, nomi e luoghi appartengono a J.K.Rowling, a parte il Milan, gli Aerosmith, Topo Gigio, il rappresentante Mondo Libro, i Village People e una manciata di mangiamorte dai nomi scemi. Non riesco a trovare mangiamorte, oltre a Bellatrix, Piton, Draco e Codaliscia, che non siano stati imprigionati alla fine del quinto o del sesto libro (fatta eccezione per i Carrow e Greyback che non ricordo e non ho mai voglia di controllare ), quindi mi vedo costretta a coniarne di nuovi.
La battuta dell’uomo congelato appartiene a mia madre, anche se normalmente non fa battute del genere ( anche perché non fa proprio battute di partenza ).

Lo so che sarà dura farmi il favore di una recensione dopo questo ignobile ritardo, ma cercate lo stesso di lasciare qualche commento, eh? ^__^ Le recensioni fortificano l’ego dell’autore, che poi si monta la testa e crede di essere chissà chi, finendo per sopravvalutarsi e sopravvalutare il suo lavoro, che ne risentirà inevitabilmente perdendo tutta la sua bellezza. Mmmh, mi sa che quest’ultima cosa non dovevo scriverla XD


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8


Capitolo 8
Il capitolo più tardone nella carriera di Dorothea – Il ritorno
(anche lo scorso capitolo si chiamava così, ma questo ne ha decisamente battuto il record!)

    Come ben ricorderete, nonostante sia successo circa due secoli fa, lo scorso capitolo si è chiuso con un bel botto contro un muro. Fortunatamente Hermione è una strega rapida con la bacchetta e esattamente pochi istanti prima dello scontro era riuscita a gettare un incantesimo attutente tra loro e il muro, facendo si che ne uscissero tutti indenni. Tutti a parte Aberforth che, inspiegabilmente, si era rotto tutti gli arti, il naso, la scatola cranica e l’orologio comprato al mercato nero.
    La mattina dopo lo schianto, il capraio giaceva completamente ingessato, a parte due minuscoli forellini per gli occhi, in un letto del San Mungo, mentre Billie lo vegliava seduta al suo fianco. Il triumsvitato sedeva su alcune seggiole (tre presumo, visto che in questa quantità sono essi) a fianco del letto.
    « Oh, Aberforth, mi dispiace così tanto » sospirò Hermione ricacciando indietro le lacrime « Ma i dottori sono ottimisti, tornerai perfettamente come prima! »
    « Che non so se sia una gran fortuna » disse Ron smangiucchiando un kinder cereali donatogli tre natali prima dal professor Lupin.
    Aberforth, non potendo ribattere, gettò al ragazzo un’occhiata molto eloquente e così carica d’odio che Ron venne improvvisamente colto da forti dolori allo stomaco.
    « Se non altro siamo riusciti a recuperare quello che volevamo » disse Harry stringendo il medaglione che teneva in tasca ed ignorando l’amico che si contorceva a terra « Se non è troppo dispiacere per te, mentre te ne stai qui in panciolle noi continuiamo con la nostra missione, ma troveremo qualche tempo morto per venirti a trovare di tanto in tanto. »
    Aberforth non fece una piega (e grazie), ma alla parola “panciolle” emise dei mugugni strani che assomigliavano vagamente a certe bestemmie che avrebbero fatto arrossire un diavolo.
    « Ehm, è meglio se andiamo » borbottò Hermione alzandosi imbarazzata « Ciao Billie. »
    « Già » concordò Harry alzandosi a sua volta ed evitando Ron che stava vomitando l’anima « Saluti anche da parte mia, Billie. Spero di rivederti ancora, una volta passata la pasqua. » Billie lo mandò allegramente a fanculo con un belato.
    « Uh, quel kinder cereali doveva essere davvero avariato » disse Ron ammirando quello che aveva appena vomitato « E l’autrice andava pensando che mi sentissi male per colpa di non ben definite capacità voodoo dello sguardo di Aberforth! Che siema! »
    Ron non fece in tempo a mettere piede fuori dalla stanza che venne investito da due goblin che facevano le gare in carrozzella. Rimesso in sesto Ron, i tre eroi (bwuahahah, scusate non resisto! ) si avviarono verso il bar dell’ospedale, dove Krum e Cho si erano recati per un’allegra tazza di tè.
    « Ci è andata fatta bene a quel ristorante » commentò Hermione mentre salivano le ripide scale « Però ancora non capisco come facevano i Mangiamorte a sapere che ci saremmo recati lì. »
    « Culo? » ipotizzò Ron.
    « Ma dai Ron » disse Hermione « Mica possono essere entrati in un ristorante a caso e averci beccato! Non esistono tali coincidenze! »
    « Eppure leggendo i libri precedenti mi era sembrato di si. »
    « Si, ma solo quando portano vantaggi a me » precisò Harry fermandosi a metà gradino « Per gli altri nisba, soprattutto se sono Mangiamorte. »
    « Quello che temo, Harry » continuò Hermione preoccupata fermandosi a sua volta « E’ che ci sia una spia tra noi. »     « Per me si tratta di Piton » disse Harry risoluto.
    « Harry, sappiamo già che Piton non è dalla nostra parte e di certo non lo informiamo di cose su cui possa fare la spia. »
    « Ah già, è vero! » convenne Harry « Sai, sono sei libri che incolpo sempre lui, ormai ci avevo fatto l’abitudine » spiegò prima di mettersi a deridere un agonizzante abitante di un quadro ritraente i sintomi della peste bubbonica.
    « Harry ascoltami per favore » incalzò Hermione « E’ una cosa seria, se c’è veramente una spia tra di noi allora tu sei in grave pericolo! E, soprattutto, potrebbe andare a monte tutto se Voldemort dovesse venire a scoprire di quello che stiamo facendo. »
    « Cioè salire le scale? » chiese Ron.
    « No, rintracciare gli Horcrux. »
    « Hai ragione!» convenne Harry « Uccidiamo subito la spia e gettiamone i resti in pasto ai pesci! »
    « Ma Harry, non sappiamo chi sia la spia! » gli fece notare Hermione.
    « Uffa, sempre qualche intoppo ai nostri piani » sbuffò Harry.
    « Però… » continuò Hermione esitante.
    « “Però” che? » la incitò Ron.
    « Beh, ecco… vedete, quello che pensavo è che... metti il caso, insomma che…»
    « Entro ‘sta sera, vuoi? » sbuffò impaziente Harry.
    « E se la spia fosse più vicina di quel che pensiamo? » sputò fuori Hermione tutto d’un fiato « Voglio dire, possiamo ciecamente fidarci di Aberforth e Billie? »
    « Ma dai Hermione, è stato lui a salvarci da quei Mangiamorte, no? » ribatté Harry.
    « Si, è vero, ma se lo avesse fatto per mantenere la copertura? »
    « E a che gli serviva mantenere la copertura se tanto saremmo stati trucidati da Bellatrix? E’ alquanto improbabile, non trovi? »
    « Beh, in linea con la fanfiction. »
    « Su questo ha ragione » ammise Ron.
    « E poi, ammesso che Aberforth ci stia veramente aiutando, possiamo dire lo stesso di Billie? » tornò all’attacco Hermione « La conosciamo appena! E che dire di Cho? »
    « Beh, Cho non può essere, è stato il suo arrivo a smascherare i Mangiamorte. »
    « Non dimenticare che la fanfiction è improbabile! »
    « Si, va be', ma è sempre stata dalla nostra parte. »
    « Sempre? La storia di Marietta non ti dice nulla? »
    « Ma in quel caso era Marietta di cui non ci si poteva fidare, non di Cho direttamente – »
    « Chissà che direbbe Ginny a sentirti difendere Cho in questo modo » sbuffò Hermione amareggiata.
    « E questo che c’entra adesso? Allora vogliamo parlare di Krum? »
    « Un punto a favore di Harry » disse subito Ron.
    « Ma… Krum appartiene ad un’associazione benefica senza scopo di lucro! Non può volere il male. » lo difese Hermione.
    « L’unico al mondo da cui abbia mai sentito parlare dei Cavalieri Sailor è lui, per quel che ne sappiamo potrebbe benissimo esserselo inventato. »
    « E poi lo abbiamo lasciato solo in mezzo alla High Street di Hogsmeade per un sacco di tempo mentre parlavamo con Aberforth » aggiunse Ron.     « Ma ancora non aveva idea di dove volessimo recarci » disse Hermione alzando gli occhi al cielo.
    « Magari non era indispensabile, quello lo avrebbero potuto scoprire anche i Mangiamorte da soli, e comunque abbiamo accennato davanti a lui che cercavamo un medaglione! »
    « I Mangiamorte non sapevano che stavamo cercando un medaglione, visto come lo hanno ritenuto privo di interesse. »
    « Forse semplicemente non gliene fregava nulla, non avevano compreso appieno quale importanza avesse. Un momento! » esclamò Harry facendo sobbalzare gli amici « Lupin! Lui sapeva benissimo che eravamo alla ricerca di Mundungus! Potrebbe averlo detto ai mangiamorte e poi loro, dimostrando un’intelligenza che non avrei mai immaginato, sono arrivati da soli alla conclusione che andavamo da Aberforth e poi al ristorante cinese! »
    « Dai Harry, non mi dirai che ora sospetti di Lupin? » disse Hermione guardandolo scettica.
    « Anche il meno sospettabile può rivelarsi una spia » disse Harry con aria saggia « E fossi in te prenderei un po’ più seriamente le mie parole. Ricordi l’anno scorso come non credevate che Draco fosse un mangiamorte? Eppure avevo ragione. »
    « Si, ma adesso stai facendo accuse a destra e a manca senza uno straccio di fondamento! Perché ora non accusi anche me? »
    Harry la guardò sospettoso « Cos’è, una specie di confessione la tua? » Hermione alzò le braccia al cielo esasperata.
    « Amico, se accusi la mia donna, allora accusi anche me » disse serio Ron.
    « Come preferisci. »
    « No, aspetta, non dovresti rispondere così » lo corresse Ron stringendosi pensieroso il mento tra le dita « Dovresti scusarti ed essere rammaricato di aver recato offesa alla donna del tuo migliore amico e – »
    « Si si, va bene Ron, ma ora riprendiamo a salire che son tre ore che parliamo su questa rampa di scale » lo interruppe Hermione.
    « Già, io sono perfino rimasto tutto il tempo a metà salita di un gradino, fra poco non sento più la gamba. »
    « Perché parla? »
    Dopo quest’ultima uscita scema di Ron i tre finalmente raggiunsero la sala da tè dove Cho rideva come una matta per via di una storiella che Krum le aveva raccontato, storiella che comprendeva Krum stesso, un orso con le pustole e una ricevuta di prelievo al bancomat.
    « Ehi, è bello vederti così allegra » commentò Harry prendendo posto vicino a Cho.
    « Oddio, non dovrei! » si riscosse la ragazza assumendo un’espressione preoccupante « Non dopo che mio zio è appena morto e dato la fine che ha fatto Cedric » e così dicendo scoppiò a piangere.
    Dato che il tè rimasto era stato irrimediabilmente annacquato dalle lacrime di Cho, i cinque uscirono dal San Mungo e presero una stanza in uno squallido alberghetto, dato che non potevano certo tornare al quartiere generale dell’ordine della fenice: Cho e Krum non potevano metterci piede e il triumsvitato ora era paranoico e temeva che lì potesse esserci qualcuno che potesse fare la spia a Voldemort oppure alla C.I.A.

    Tanto per staccare un po’ e non restare sempre a parlare di Harry, passiamo ai Mangiamorte. Voldemort stava rimproverando i suoi uomini per l’insuccesso al ristorante cinese.
    « Siete degli incapaci! » urlava il signore oscuro colpendoli ripetutamente con una copia della Gazzette del Profeta « Avevate Potter lì e ve lo siete lasciati sfuggire! »
    « Potter era più forte! » piagnucolò Cretino tirando su con il naso « Ed era pure aiutato. »
    « Si, da una babbana, un traditore del sangue, una cinese piagnona e un bulgaro idiota! Sai che roba! » urlò Voldemort « E poi, che cavolo vi è saltato in mente di andare alla sua cattura senza la mia benedizione? » chiese furioso voltandosi verso Bellatrix « E’ già la seconda volta che mi deludi Bellatrix! Mi stupisco di te. »
    « Le chiedo perdono padrone, ma non è stata certo una mia idea quella di tendere questo discutibile agguato a Potter » rispose Bellatrix con freddezza « La colpa è solo di Draco, mio signore. »
    Voldemort si voltò lentamente verso Draco, posando su di lui uno sguardo gelido. Draco rabbrividì e corse a mettersi un golfino.
    « Mi sembrava di averti dato un compito ben preciso, Draco » disse Voldemort accomodandosi sul suo scranno, senza mai smettere di fissare Draco con astio.
    « S…si, padrone » balbettò Draco.
    « E allora perché non ti occupi di quello, anziché fare cose che non ti sono state richieste? »
    « Ma era proprio per quello che ideato quel piano! Avendo saputo che Potter sarebbe stato là ho pensato che fosse l’occasione buona per catturarlo e –»
    « Non ti ho ordinato di catturarlo, ma di trovare un modo per far si che Potter si faccia catturare! » sbraitò Voldemort balzando nuovamente in piedi « Non capisci la differenza?! »
    Draco voltò lo sguardo fino ad incontrare quello di Pansy che aveva la tipica espressione del “te lo avevo detto io”. Draco la mandò mentalmente a fanculo.
    « Ora, grazie al tuo brillante piano, Potter sarà più allerta che mai! E poi guarda qui cosa pubblica la gazzetta del profeta! » e così dicendo Voldemort spalancò il giornale davanti alla faccia di Draco.

Dalla Cina con terrore!

Ieri sera, alcuni mangiamorte non identificati hanno fatto irruzione nel ristorante cinese del signor Quan Ching, uccidendo i commessi e, non paghi, distruggendone la mobilia. Probabilmente si è trattata di un’intimidazione da parte di Voi-Sapete-Chi nei confronti dei ristoratori orientali: gli Auror infatti suppongono che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato abbia intenzione di intraprendere affari nella ristorazione cinese, forse come mezzo di conquista del mondo o forse solo per sfizio personale.
Interrogato in proposito il ministro Scrimgeour ha cercato di tranquillizzare la popolazione magica con le seguenti parole: “Non si può sempre essere i campioni mondiali di Cricket. Quest’anno è andata male, ma ci rifaremo al prossimo torneo”; dimostrando così di non aver capito la domanda.
L’articolo prosegue a pagina 2.

    « Ti pare? » incalzò Voldemort quando Draco ebbe finito di leggere il trafiletto « Ora il mondo magico penserà che voglia aprire una catena di ristoranti! Io voglio essere temuto, non deriso! »
    « Perché aprire dei ristoranti dovrebbe portare gli uomini alla derisione? » chiese Logico.
    Voldemort rimase cinque minuti pensierosa fissare un punto nel vuoto « E che ne so » sbuffò infine « Io mi attengo alle battute della fanfiction, vallo a chiedere all’autrice se ci tieni tanto a saperlo! »
    Per quanto curioso potesse essere Logico non ci pensò nemmeno ad andare a rompere le scatole al’autrice, dal momento che ci teneva particolarmente alla salute delle sue ossa e dei suoi organi interni.

    Siccome in un qualche modo il tempo deve pur trascorrere, in men che non si dica i giorni passarono e ci si ritrovò al primo di settembre. Dal momento che non avevano niente di meglio da fare, nel primo pomeriggio, approfittando di un’assenza di Cho e Krum, che erano andati alle giostre nella piazzetta di fronte; Harry estrasse il suo specchietto in modo da contattare Ginny ed augurarle buon viaggio. Ron ed Hermione si strinsero di fianco ad Harry per poter guardare a loro volta sulla superficie riflettente, volgarmente chiamata anche specchio.
    « Ginny? Mi senti? » disse Harry guardando il suo riflesso. Pochi istanti dopo l’immagine cambiò fino a trasformarsi nel volto di Ginny.
    « Harry, che bello sentirti! » esclamò gioiosa « Ciao Ron, ciao Hermione » aggiunse vedendo anche loro.
    « Ciao Ginny, siete ancora in viaggio? » chiese Hermione.
    « Si, mi trovo in uno degli scompartimenti in compagnia di Neville e Luna » a queste parole i visi dei due amici fecero capolino dai lati dello specchio.
    « Oh, che bello vedervi » disse Luna raggiante.
    « Ehi Harry! Questa estate ho fatto parte di una squadra amatoriale di calcio e per la prima volta in vita mia ho quasi fatto goal! » disse eccitato Neville.
    « Ehm, bravo Neville, complimenti » si congratulò Harry.
    « Che peccato non siate qui sul treno insieme a noi » disse Luna « La signora del carrello è impazzita è ci ha donato tutti i dolci. E poi quest’anno non c’è neppure più Draco a rompere. Anche Pansy non è tornata a scuola! E neppure Lavanda e Calì, quest’anno si sta decisamente bene. »
    « Io sono perfino stato nominato Caposcuola » aggiunse Neville non trattenendo l’eccitazione.
    « E grazie, non c’era nessun altro che potesse farlo! » disse Ron. Neville cominciò a piangere e sparì dallo specchio.
Hermione lanciò un’occhiata esasperata a Ron « Dove è a andato Neville? » chiese poi.
    « E’ qui in un angolino a piangere » rispose Ginny « Sapete com’è facile da ferire. »
    « Altroché! Non oso immaginare se invece delle parole Ron avesse usato un coltello a serramanico » disse Harry « Comunque, dispiace molto anche a me non essere lì con voi. Non poter venire a Hogwarts, non poter partecipare al torneo di Quidditch, non poter imboscarmi con Ginny in qualche aula vuota… » è così dicendo tirò su con il naso in modo molo rumoroso.
    « Oh anch’io » sospirò Hermione con gli occhi lucidi.
    « E no, tu non saresti venuta con noi in un’aula vuota, grazie tante! » la rimbeccò Harry.
    « Voglio dire anch’io sento la nostalgia della scuola. Non poter seguire tutte le lezioni, non poter fare i compiti, non poter passare i pomeriggi a studiare qualche voluminoso tomo, non poter fare le ore piccole per finire qualche ricerca… »
    « Solo io non sento nostalgia della scuola? » chiese Ron.
    « Ehm, a dire il vero sta passando pure a me » disse Harry schifato all’idea di dover fare tutto quello detto da Hermione.
    « Passando a cose più importanti » sussurrò Ginny con aria cospiratrice « Ho informato Neville e Luna della nostra missione. E sono entusiasti di poter aiutare. »
    « Proprio così » esclamò Luna « Anche Neville è felice di poter dare una mano, non ve lo dice solo perché è troppo impegnato a cavarsi gli occhi dal troppo piangere. »
    « Bene, ho piena fiducia in voi » disse Harry « Ah, prima che mi dimentichi, abbiamo già scoperto la vera identità di R.A.B., quindi non c’è più bisogno che cerchiate di scoprirla voi. »
    « Ah. E chi era? » chiese curiosa Ginny.
    « Il fratello di Sirius » disse Harry trionfante.
    « Ma dai? » disse Ginny « Che coincidenza, proprio la prima persona a cui ho pensato quando mi hai parlato di R.A.B. »
    « Sul serio? E perché non me l’hai detto? »
    « Beh, mi è sembrato così scontato che davo per certo non fosse lui, ad ogni modo pensavo avessi già pensato tu ad un’ipotesi tanto ovvia. »
    « Geniale la mia sorellina, eh? » disse Ron compiaciuto.
    « Già, ora credo di capire che fine ha fatto la razione di intelligenza che spettava a te » commentò Harry.
    « Uh? » chiese Ron « Non ho mica capito quello che vuoi dire, sai? »
    « Va be’, chi se ne frega Ron » lo zittì Harry prima di rivolgersi nuovamente a Ginny « Ok, dolcezza mia, stammi bene ok? Studia anche per me. »
    « Ma anche no » disse Ginny.
    Finalmente conclusa la conversazione tra Harry e l’intelligence segreta, il triumsvitato raggiunse Krum e Cho e tutti insieme si misero a giocare a palla avvelenata nel cortile.
    Giorno dopo giorno i giorni passarono (e grazie!) e settimane dopo settimane passarono le settimane (e grazie ancora!) finché non passarono i mesi. Il trio non è che in questo tempo se ne stesse con le mani in mano, solo non sapeva dove metterle: né Harry, né Hermione, né Ron avevano la minima idea di dove fossero i rimanenti Horcrux, gli altri due manco sapevano che dovessero cercare degli Horcrux quindi potete immaginare. L’unica cosa che potevano fare era aspettare che l’intelligence segreta scoprisse qualche cosa, pagando nel frattempo un fracco di soldi per l’alloggio all’hotel.
    Purtroppo Ginny e gli altri due non avevano ventiquattro ore al giorno da dedicare alle ricerche, ma dovevano anche andare a lezione, studiare e fare i compiti e poi, diciamoci la verità, mica sempre avevano voglia di fare ricerche per Harry, molte volte avevano disertato il compito per andare a divertirsi per i fatti loro.
    Finalmente, una sera in cui Harry si esercitava con la sua corda per saltare, Ron sfogliava alcune riviste che la signora Weasley non avrebbe di certo approvato e Hermione studiava un librone sulle implicazioni teologiche e filosofiche della potatura dei cespugli, Ginny si mise in contatto con loro.
    A dire il vero questa non era una cosa poi tanto strana, tutte le sere, tramite gli specchi, Harry e Ginny si scambiavano sdolcinate effusioni amorose che l’autrice si guarda bene dal riportare. Quello che questa volta c’era di sensazionale è che Ginny aveva delle novità per loro.
    « Harry, forse abbiamo trovato qualche cosa » disse raggiante non appena Harry prese lo specchio.
    « In relazione alla nostra missione spaccaculavoldy? » chiese Harry facendo un salto di tre metri per l’emozione e sbattendo la testa nel soffitto della camera.
    « Proprio così. »
    « Oh, ma è meraviglioso! » disse Hermione che insieme a Ron aveva raggiunto Harry allo specchio « E di cosa si tratta? »
    « Beh, non abbiamo capito bene a dire la verità » disse Ginny esaminando i suoi appunti « Non siamo nemmeno sicuri che c’entri veramente, ma sembra che Voldemort, durante i primi periodi in cui predicava la purezza di sangue, poco dopo essere tornato dai suoi viaggi, si sia preoccupato di finanziare un bar babbano chic in uno dei quartieri più eleganti di Brighton. C’è un articolo al riguardo su una vecchia Gazzetta del Profeta, sembra che il locale, chiamato Terra, sia un comunissimo locale babbano, cosa che scandalizzò non poco i sostenitori di Voldemort. »
    « Mmh, non mi sembra molto un’azione alla Voldemort » commentò Hermione.
    « No nemmeno a me » disse Ron.
    « A me neppure » disse Harry finendo di fasciarsi la testa « Probabilmente si è trattato di un momento di pazzia di Voldemort e non è una cosa di grossa importanza. A reliquie appartenenti ai fondatori come siamo messi? » chiese poi a Ginny.
    « Nada per ora. »
    « Quelle sono le cose più importanti da scoprire a mio parere. Non tanto le follie di gioventù di Voldy. Questo non toglie che abbiate fatto un ottimo lavoro, mia confettina glassata » concluse con vocetta sdolcinata.
    Dieci minuti dopo, finito di scambiarsi effusioni diabetiche e salutata la sua amata, Harry ripose lo specchio nel suo zaino. Non aveva ancora finito che Hermione gli si rivolse con urgenza.
    « Lo so che la ritieni una cosa senza importanza, ma sono del parere che dovremmo fare un salto a questo Terra. »
    « Se vuoi saltare puoi farlo benissimo anche qui » disse Harry.
    « Voglio dire che dovremmo dare un’occhiata a questo locale! E’ molto strano che Voldemort si dedichi a cose di questo genere, soprattutto quando un’azione del genere avrebbe potuto mettere a rischio la sua credibilità davanti ai suoi sostenitori. La cosa a mio parere è sospetta, secondo me questo Terra ci riserva delle sorprese. »
    « Secondo me Hermione ha ragione » disse Ron « Dovremmo fare come dice lei. »
    « Grazie Ron, tu almeno sei ragionevole » sorrise Hermione.
    « Ma che ragionevole e ragionevole » sbuffò Harry « Ti sostiene solo perché teme che tu possa rifiutarti di dargliela per ripicca. Io invece continuo a pensare che non sia una buona idea, ci toccherebbe sacrificare tempo prezioso per seguire una pista che può rivelarsi infruttuosa, mi seccherebbe perdere tempo per nulla. »
    « Quale tempo hai paura di perdere? » gli domandò Hermione allibita « Sono settimane che ce ne stiamo qui a grattarci la pancia, se non altro impieghiamo il tempo per fare qualche cosa. »
    « Anche questo è vero » ammise Harry « Peccato però, mi piaceva stare tutto il giorno in panciolle a grattarmi la pancia.Ok, andremo a questo locale, magari ci divertiamo pure. »
    Detto fatto i cinque partirono. Forse vi state domandando dove fossero Krum e Cho durante la chiacchierata con Ginny… beh non lo so, erano sfuggiti alla suprema e onnipotente controllo dell’autrice. Facciamo che erano a mangiarsi un anguria in un chioschetto lì vicino.
    La mattina seguente, in un’oretta di treno, i nostri eroi giunsero a Brighton e, appena scesi, si diressero nel quartiere più chic della cittadina. In una larga piazza guarnita di fiori rossi faceva bella mostra di se un enorme locale molto tirato e ricco di tavolini di bambù che occupavano almeno metà della suddetta piazza, impedendo così ai poveri bambini di giocarci, costringendoli a restare in casa a rincitrullirsi davanti alla tv con i programmi di Maria De Filippi.
    Al primo tentativo di entrata al Terra i nostri vennero cacciati via a colpi di miscelatore per aver osato avvicinarsi senza l’adeguato abbigliamento, così dovettero andare in un negozio di alta moda e spendere un fracco di soldi per degli abiti praticamente identici a quelli che avevano prima, ma con la differenza che qualcuno di rinomato ci aveva affisso il suo autografo.
    Fattisi belli e profumati vennero infine accolti con numerosi inchini e salamelecchi dal cameriere in livrea, a parte Harry, che l’unica cosa che ricevette fu un’occhiataccia dal momento che, abito bello o meno, aveva sempre una faccia da poco di buono. Krum invece aveva deciso di aspettarli fuori seduto su una panchina, per niente al mondo avrebbe barattato la sua divisa da cavaliere con un abito.
    I rimanenti eroi vennero fatti accomodare a un tavolino nella saletta interna e lasciati in compagnia di quattro menù. Non appena il cameriere si fu allontanato Hermione si chinò subito verso gli amici.
    « Direi che dovremmo dare un’occhiata in giro » bisbigliò « E vedere se c’è qualche cosa di interessante. »
    « Buona idea » disse Cho « Ma interessante in che senso? »
    Hermione Ron ed Harry si scambiarono qualche occhiata non sapendo che risponderle senza rivelarle tutti i dettagli della missione « Beh, interessante nel senso che… che… che attira la tua attenzione, ecco » spiegò Hermione.
    « Ah. »
    « Magari resta al tavolo e guardati intorno, noi andiamo a curiosare in giro » propose Harry.
    « Come vuoi, sei tu il capo. »
    « Uh, capo, che bello sentirsi apostrofare così! » gioì Harry rabbrividendo per la gioia « Bene » aggiunse poi rivolto ai suoi best friends « Con la scusa che cerchiamo il bagno ficcanasiamo un po’ dappertutto, occhi aperti per la prima cosa sospetta. »
    « Agli ordini! » esclamarono Ron ed Hermione saltando sull’attenti e facendosi per questo guardare strano da un paio di clienti seduti al tavolo a fianco.
    I tre guardarono dappertutto, ma proprio dappertutto. Ron si lanciò in un’accurata ispezione dei cessi, dei lavandini e dei vasi di fiori; Hermione, sostenendo di essere un’ ispettrice sanitaria, controllò tutte le cucine e stanze riservate al personale; Harry, facendo finta di essere un demente (non che gli riesca difficile), si ficcò a guardare sotto i tavoli facendo scappare indignati tutti i clienti.
    Quando la pazienza del proprietario era ormai quasi giunta al limite per le azioni di Harry, il triumsvitato tornò sconsolato al tavolo. Non avevano trovato niente che potesse avere un qualche legame con Voldemort.
    « Nulla » sospirò Harry « Abbiamo solo perso tempo venendo qui. »
    « Beh, tempo da perdere ne avevamo comunque » commentò Hermione con un’alzata di spalle.
    « Già che siamo qui, che ne dite di prenderci qualche cosa di buono? Che so, una bella coppa di gelato, di quelle con il cioccolato fuso sopra, le ciliegine e tante altre schifezze! » propose Ron con la bava alla bocca.
    « Non te lo consiglio » disse subito Cho « Qua la roba ha dei prezzi assurdi! In particolare questo gelato servito in coppa d’oro: viene 18.000,07 euro! Ma dico io, chi lo prenderà mai? Soprattutto per quei 0,07 centesimi! »
    Ron si allungò per guardare nel menù e all’improvviso cominciò a saltellare e sputacchiare emozionato indicando la pagina con dito tremante.     « Hermione, mi sa che il tuo ragazzo ha un attacco o qualche cosa del genere » disse Harry con voce annoiata.
    « Ron, per l’amor del cielo, capisco tu sia una persona golosa, ma contieniti! » e così dicendo gettò a sua volta un’occhiata al menù e anche lei cominciò improvvisamente a balbettare e a strabuzzare gli occhi.
    « Ma che ha quel gelato di tanto sconvolgente? » chiese Harry guardando Cho stupito.
    « Boh, mi pare un gelato come un altro. Si, è particolarmente grosso e schifosamente costoso, ma a parte questo non vedo che abbia di strano » e porse il menù ad Harry perché anche lui potesse vedere. A Harry si mozzò il fiato, poi svenne scivolando sotto il tavolo.
    « Mi sa che mi sto perdendo qualche cosa » mugugnò Cho guardando attentamente l’immagine.
    « N –non è il gelato… ma la coppa! » esclamò Hermione che finalmente aveva ritrovato l’uso della parola « Guarda: ha un tasso inciso! »
    « E allora? »
    « Dobbiamo averla! » urlò Harry riemergendo con il pugno scagliato per aria e facendo sobbalzare Cho.
    « Che, un tasso inciso? » chiese Ron guardando meglio « Ohi! Mica me ne ero accorto sapete? »
    « E allora perché eri tanto emozionato? »
    « Ma per il gelato! Guarda lì che roba gustosamente e schifosamente calorica » e così dicendo venne colto da una nuova e improvviso attacco di salivazione.
    « Ordiniamolo subito » disse Harry risoluto.
    « Aspetta Harry, non possiamo » lo fermò Hermione.
    « Alla linea penserai un’altra volta » le disse brusco Harry.
    « No, voglio dire, con cosa lo paghiamo? Abbiamo speso quasi tutti i nostri risparmi per gli abiti e quello viene 18.000 euro! »
    « E 0,07 centesimi, non dimenticarlo » puntualizzò Cho.
    « Uhm, bella domanda. Forse possiamo metterci qui fuori a chiedere l’elemosina, oppure Krum potrebbe dare spettacolo in cambio di qualche spicciolo. Oppure possiamo derubare tutti i presenti. »
    « Non per fare la difficile, ma dubito che qualsiasi di queste risoluzioni sia fattibile, soprattutto in breve tempo » protestò Hermione con voce scettica.
    « Io ancora non capisco a che vi serve ordinare questo gelato » disse Cho debolmente.
    « Non preoccuparti, fa parte del piano e tu ben sai che non posso rivelare nulla per una promessa da me fatta in tempi passati » le spiegò Harry con tono solenne.
    « Ok, però mica è facile lavorare senza sapere nulla » e così sbuffando Cho uscì dal locale e andò a raggiungere Krum che stava insegnando la salsa cubana ai piccioni, ovvero uno degli impegni fissi di un cavaliere sailor.
    « Per prima cosa chiederei informazioni al cameriere » disse Hermione con aria pratica « Poi escogiteremo un piano per averlo » e con queste parole fece un cenno ad un cameriere di passaggio.
    « I signori desiderano ordinare? » chiese l’uomo gentilmente.
    « Possiamo anche ordinare di desiderare? » chiese Ron. Il cameriere lo guardò strano.
    « Ron, per la grazia di Dio » lo rimproverò Hermione sottovoce.
    « Hermione, ma come parli? » le chiese Harry « “Per la grazia di Dio”? Mai ti ho udita usare questo vocabolario! »
    « Sono parole che mi mette in bocca l’autrice. »
    « Bello che nemmeno l’autrice parla mai così » osservò Harry.
    « Allora, ordinate o no? » chiese il cameriere dando evidenti segni di impazienza.
    « Oh giusto » esclamò Hermione con vocetta leziosa e sorriso fasullo sulla faccia « Bene, desideravamo ordinare una fetta di torta alle bacche della Siberia appena colte, una spremuta di papaya arrostita guarnita con foglioline di menta essiccata… e poi ci incuriosiva questa coppa di gelato qui. »
    « Ah, la nostra preziosissima coppa Sfarzosa Bontà! Si tratta di una generosa porzione di gelato composto da ventotto qualità di cacao, di cui quattordici tra le più esotiche e costose del mondo, il tutto arricchito da cinque grammi di oro commestibile da ventitré carati! »
    « Interessante… e mi dica, da dove la curiosa idea di usare questa coppa come contenitore? »
    « Vede, quasi trent’anni or sono, un galante ha fatto dono al proprietario di un ricco assegno e di questa preziosa coppa, dal momento che questo luogo aveva per lui grande importanza, anche se ignoro quale sia. Anzi, è stato proprio lui ha volere che venisse usata per servire una porzione di gelato davvero lussuosa e ha lasciato le direttive che ora vedete sul menù. »
    « Ovvero che il coperto costasse otto euro a testa? » chiese Harry.
    « No signore, ma che la coppa contenesse gelato composto da ventotto qualità di cacao, di cui quattordici tra le più esotiche e costose del mondo e che il tutto fosse arricchito da cinque grammi di oro commestibile da ventitré carati. »
    « Ne vogliamo una » disse subito Harry. Hermione lo guardò con tanto d’occhi, non avevano ancora escogitato un modo per pagare.
    « Siete il primo cliente che ne ordina una! » esclamò gioioso il cameriere.
    « Non faccio fatica a crederlo » commentò Harry « E mi dica, data la mia particolare natura di primo cliente merito uno sconticino, nevvero? »     « Cadesse il cielo se fosse così! » esclamò il cameriere scandalizzato « Noi non facciamo mai sconti » e così dicendo si diresse in cucina.
    « Harry, come facciamo a pagarla? » gli bisbigliò Hermione preoccupata dopo alcuni minuti.
    « Ci penseremo quando sarà il momento » disse Harry.
    « Mi sa che il momento è già abbastanza vicino per pensarci » ribatté Hermione.
    « Ve’ che io non voglio andare a lavare i piatti » precisò Ron.
    In quella vennero interrotti dal cameriere che faceva ritorno con le loro ordinazioni, tra cui un’elegante coppa di gelato « Ecco a voi signori » disse posandola sul tavolo « Vi auguro un buon e prezioso appetito. »
    « Possiamo tenere il vuoto? » chiese Harry speranzoso.
    « Ma nemmeno per sogno! Ci serve nel caso un nuovo cliente ordinasse un’altra porzione. »
    « Ovvero mai. »
    « Mai dire mai, del resto lei ne ha appena ordinata una » precisò il cameriere tornando ai suoi alloggi.
    « Ora abbiamo due problemi » disse Hermione sconsolata « Come pagare il conto e come intascarci la coppa. »
    « Senza contare come faremo a ingerire tutto il gelato, è una porzione assurda » disse Harry.
    « Mai un problema mangiare qualche cosa » disse Ron con voce sapiente.
    « E comunque possiamo sempre non finirlo » disse Hermione pratica.
    Ron ebbe una mezza paralisi facciale a sentire idee come far avanzare del cibo.
    « Non sia mai! » esclamò Harry risoluto « ‘Sta coppa ci costa un occhio della testa, mica ne sprechiamo il contenuto in questo modo! »
    « Va bene, prego mangiate allora » sbuffò Hermione incrociando le braccia scocciata. I due ragazzi non se lo fecero ripetere e si gettarono a divorare il gelato.
    Dopo un’ora Ron si infilò finalmente in bocca l’ultimo cucchiaio. Ingurgitato il gelato lasciò cadere la posata sul piattino e si accasciò stravolto a fianco di Harry, che già da un po’ aveva rinunciato all’impresa e ora si trovava in uno stato simile al coma.
    « Mamma mia » non sono mai stato così pieno » biascicò il ragazzo con sguardo stravolto.
    « Burp » gli fece eco Harry.
    « Siete soddisfatti ora? » chiese arrabbiata Hermione « Quando vi mettete in testa qualche cosa non c’è verso di farvi cambiare idea! Che bisogno c’era di mangiarlo tutto, dico io? Guardate che pance vi son venute! »
    « Questione di principio » precisò Ron con voce fievole « E lascia stare le nostre pance, voi donne non pensate ad altro che alla linea. »     « Ma chi se ne frega della linea, il nostro problema ora è: come portiamo via la coppa? » chiese Hermione seria.
    « La prendiamo in mano e la portiamo via con noi? » ipotizzò Ron.
    « Non essere stupido, noi abbiamo pagato per avere il gelato, mica la coppa! »
    « Ecco, e poi ti arrabbi perché lo abbiamo mangiato » protestò Ron.
    « Potremmo trafugarlo e al suo posto metterci un oggetto simile, in modo che il cameriere non noti la differenza » propose Harry.
    « E’ una buona idea » convenne Hermione « Hai con te qualche cosa di simile a questa coppa? »
    « No, in genere non vado in giro con modellini della Coppa di Tassorosso » disse sarcastico Harry.
    « Abbiamo del pongo blu » disse Ron rovistando nello zaino « Possiamo modellarlo a forma di coppa e scambiarla con quella vera. »
    « Scusa se ti sembro dubbioso, ma penso che il cameriere sappia riconoscere la differenza tra oro e pongo » disse Harry.
    « Invece potrebbe proprio funzionare » ribatté Hermione eccitata « Basta darle vagamente la forma e poi, con un incantesimo, darle le sembianze della Coppa di Tassorosso! Il cameriere è un babbano, non se ne accorgerà di certo. »
    « Ok, facciamolo » disse risoluto Harry.
    Cercando di non dare nell’occhio (ovvero Ron gettò il bicchiere colmo di spremuta di papaya attraverso la stanza, in modo che l’attenzione generale fosse rivolta da quella parte) Hermione estrasse la bacchetta e velocemente tramutò la coppa di pongo, che Harry aveva modellato, in una copia esatta della Coppa Di Tassorosso. Aveva appena riposto la bacchetta e la coppa vera nella veste quando il cameriere giunse furibondo al loro tavolo.
    « Signore, cosa le salta in mente di comportarsi come una volgare scimmia qualunque? » chiese arrabbiato rivolgendosi a Ron.
    « Ehi, ci vada piano con le offese, mica mi son messo a mangiare banane e a dondolarmi sulle liane! » ribatté Ron offeso.
    « Lei e i suoi amici siete pregati di lasciare il locale e non farvi più ritorno. »
    « Non desideravo sentire altro » disse Ron alzandosi e dirigendosi verso l’uscita, seguito in fretta da Harry e da Hermione, anche se questa aveva un vago aspetto colpevole scolpito in faccia.
    « Ehi, dove credete di andare? » li richiamò il cameriere raggiungendoli di corsa.
    « Lasciamo il locale per non metterci mai più piede, proprio come ci ha detto lei » spiegò Harry.
    « Nessuno lo gradisce più di me, ma prima dovete pagare il conto. »
    « Quale conto? »
    « Quello per aver mangiato qui da noi, ovviamente! »
    « Ah, quel conto! » disse Harry fingendo sorpresa « Credevo dovessimo pagare un conto, ovvero un conte tonto. »
    « Ma è scemo? » chiese il cameriere.
    « No, è tonto, l’ho appena detto! » ribatté stizzito Harry.
    « Senta, paghi il conto e basta » disse il cameriere esasperato.
    « Facciamo domani. »
    « Macché domani, ora lo paga! »
    « Ah, se lo paga Ora allora non devo pagarlo io » concluse Harry.
    « Senta, paghi subito il conto o mi vedrà costretto a chiamare quel vigile laggiù » minacciò il cameriere indicando un vigile baffuto che faceva la ronda nella piazza gettando occhiate strane a Krum e al suo gruppo di piccioni studenti.
    « Le andrebbe di patteggiare? » gli si rivolse allora Harry con fare cospiratorio « Lei non ci fa pagare e noi in cambio le doniamo un fischietto che non funziona » propose tirando fuori dallo zaino la prima cosa capitatagli in mano.
    In tutta risposta il cameriere chiamò il proprietario.
    « Cavoli, siamo nei guai, fagli un incantesimo di memoria e chiudiamola qui! » disse Ron ad Hermione.
    « Non posso mica, ci sono decine di babbani testimoni » protestò indicando i numerosi clienti del locale.
    « Modificala pure a loro. »
    « Non è una cosa così semplice da farsi, ci sarebbe bisogno di altri maghi che ci diano una mano, noi siamo troppo pochi! Ormai credo che l’unico modo di fuggire sia con la forza. »
    « E allora forza sia! » esclamò Harry risoluto « Mano alle bacchette e facciamoci largo a suon di schiantesimi! » E così dicendo tirò fuori la bacchetta e schiantò due bambini che bevevano un frullato al bancone.
    In seguito, oltre ad altre persone che non c’entravano nulla, i tre schiantarono anche i camerieri e il proprietario, per poi uscire a gambe levate dal locale. Un po’ lentamente a dire la verità, dato che Ron ed Harry erano ancora piuttosto appesantiti dal gelato.
    « Presto presto, via di corsa! » urlò Hermione rivolta a Krum e Cho, ma attirando anche l’attenzione del vigile che, intuito che c’era qualche cosa che non andava, stava intimando loro di fermarsi.
    « Penso io a fermare il vigile babbano! » disse Krum risoluto. E senza aspettare oltre alzò le braccia al cielo facendo una piroetta pronto a sferrare il suo mortale attacco sailor. Purtroppo durante l’esecuzione della piroetta si inciampò nei suoi piedi e cadde rumorosamente a terra battendo la testa su un tombino.
    « Ho capito, dovrò occuparmi io del puliziotto » disse Ron infilando una mano nello zaino. Ne estrasse un sacchetto di cibo per piccioni che gettò prontamente contro il povero uomo che venne improvvisamente aggredito da tutti i volatili della piazza. Approfittandone i cinque scapparono via attraverso vicoli tortuosi, cercando di mettere più distanza possibile tra loro e il locale.

***

Salve a tutti :) Sempre che sia rimasto qualcuno a seguire la fanfiction -__- Non avevo mai fatto un tale ritardo (e, sinceramente, spero di non rifarne più), non so nemmeno spiegare come sia successo, un po’ per la mia pigrizia cronica, un po’ che la giornata è fatta solo di ventiquattro ore, un po’ per colpa di facebook e un po’, mi duole dirlo, perche c’è stato un grosso periodo in cui il mio interesse per questa fanfiction era pari a zero. Non so se fosse dovuto di più al fatto che con la pubblicazione del settimo libro fosse calato in generale il mio interesse per la saga o al fatto che avevo molto più stimoli a scrivere altre cose… fatto sta che per mesi non ci ho proprio messo mano é__è
Poi un po’ di interesse è tornato e quindi eccomi qui ^^ Devo dire che ormai mi è tornato anche un po’ d’interesse per la saga di Harry Potter in generale, anche se la cosa che più mi stimolerebbe al momento sarebbe scrivere la parodia del settimo, ma cercherò di non farmi distrarre troppo e portare prima a termine questa fanfiction qui ^^
L’idea della coppa di Tassorosso come contenitore di un gelato costoso è ispirata ad una coppa di gelato realmente esistente praticamente identica a quella descritta qui ed entrata nel guinness dei primati un paio di anni fa. Però la trovate a New York, non a Brighton ^^ Sempre che abbiate voglia di fare follie, s’intende XD
Ringrazio tutti i lettori è in particolare Hermione93, Anakina, Illidan e Fay, che hanno recensito il capitolo scorso ^^
Baci a tutti!


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