Storie di Ordinaria Amministrazione

di behindamask
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** A come AncoraCinqueMinutiMamma ***
Capitolo 3: *** B come BaciamiComeSeFossimoSottoL'AlberoDiCracovia ***
Capitolo 4: *** C come CiServeUnNarratoreEsterno parte 1 ***
Capitolo 5: *** C come CiServeUnNarratoreEsterno parte 2 ***
Capitolo 6: *** C come CiServeUnNarratoreEsterno parte 3 ***
Capitolo 7: *** C come CiServeUnNarratoreEsterno parte 4 ***
Capitolo 8: *** D come DeEnd ***
Capitolo 9: *** E come Eh?! ***
Capitolo 10: *** F come ciFiaFaoFo ***
Capitolo 11: *** G come GesùHaLiberatoIlMondoDalPeccatoNonDall'Ignoranza ***
Capitolo 12: *** H come HaMeL'AvitaEMale ***
Capitolo 13: *** H come HaMeL'AvitaEMale parte 2 ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


5.30
La sveglia gracchia quel suo motivetto irritante.
Primo trillo.
Secondo.
Terzo.
Dall'altra parte della stanza, un esemplare di Homo Sapiens Sapiens lascia il suo habitat naturale per entrare in contatto con le ostilità del mondo esterno, di cui la sveglia rappresenta il primo grande nemico per la sua specie,e il freddo il secondo.
Il suo verso mattutino gli fa eco in tutta la stanza.
Meccanicamente scende dal letto.
Lato destro.
Ancora in piena fase REM.
Tre passi e mezzo.
Il braccio proteso in avanti,bastano 53° perché la sua mano arrivi al telefono e lo zittisca e un gesto esperto e preciso per sopprimerla.
Altri tre passi.
Scosta le coperte.
Si siede sul letto.
Afferra il primo libro della pila sul comodino come per un riflesso involontario.
Odore di scuola.
Il suo olfatto è particolarmente sensibile a questo stimolo, ne va della sua sopravvivenza.
L'evoluzione della sua specie dipende dalla capacità di riconoscerlo e di saper fuggire al momento propizio.
Il cuore smette di pompare sangue: ecco che entra in circolo l'adrenalina e nel giro di poco gonfia le vene.
Si sveglia completamente, già legge.
I suoi cento miliardi di neuroni iniziano a scambiarsi informazioni a quattrocentotrenta kilometri orari.
Realizza.
Di nuovo in ritardo.
Si alza ancora. Uno. Due. Tre. Quattro passi ed è fuori dalla stanza.
Senza accorgersene mette i piedi nello stesso punto del giorno prima e di quello prima ancora.
Svolge il suo rito di purificazione in quello che nel suo gergo è identificato come cesso.
Si lava.
La razza umana è stupida: il contatto dell'epidermide con l'acqua a temperatura troppo bassa per i suoi vizi provoca in loro un immediato stimolo alla piloerezione, peccato che la sua specie li abbia persi da giusto qualche luna. Non se ne sono ancora accorti, poverini.
Scopriamo però che il nostro esemplare campione è di sesso femminile solo dopo un'acuta osservazione, mentre per il genere si dovrà ancora aspettare: si definisce solitamente dopo il secondo caffè, seguito dalla vestizione.
Esce di casa.
Piove.
Nervosamene tiene sotto controllo l'ora sullo schermo luminoso dello smartphone.
Un minuto di ritardo.
-Cazzo*- invoca sommessamente.
Fuori, oltre i tetti della città, l'alba.
Il mezzo di trasporto arriva con il suo puntuale ritardo.
6.45
Da questo momento in poi, l'istinto guiderà il nostro umano.

Ogni mattina una gazzella si alza al sorgere del sole e sa che deve correre per non essere divorata dal leone.
Ebbene.
Ogni mattina uno studente si alza due ore prima dell'alba e sa che deve iniziare a leggere e sottolineare compulsivamente per non essere divorato dal professore della prima ora.

- - -
*Note:
Cazzo: divinità fallica a cui l'umano si appella quando il suo spirito manifesta la sua natura debole e impotente
 

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Capitolo 2
*** A come AncoraCinqueMinutiMamma ***


Calandra
 
Domenica 14 Febbraio 2016
4.37am
Caro diario,
Non pretendo di arrivare alla somma comprensione di tutti i misteri della vita: anche se conoscessi lo scopo della mia esistenza o avessi visto di persona il Paradiso e l'Inferno, la mia vita non cambierebbe.
Chiedo solo una risposta. Va bene piccola. Due righe basterebbero.
Perché sono sveglia alle 4.37 di domenica mattina, nel giorno di San Valentino?
Parliamone.
Ci terrei che tu sapessi che questa settimana è stata qualcosa di atroce.
Ogni giorno sveglia un'ora prima del solito per studiare senza tregua, ma fosse solo questo il problema non mi lamenterei.
Ci sono cose ben peggiori del consueto appuntamento al buio con la cultura.
Una verifica è male,
Una verifica di tre ore con la cistite è peggio.
Tu che sei fatto di cellulosa non puoi sapere cosa significhi avere la vescica al pari di un fiume in piena, quando sei costretto non solo a stare seduto immobile, ma anche a non fare movimenti sospetti o il frutto del tuo studio matto e disperatissimo verrà valutato con un simpatico ZERO rosso con annessi e connessi processi di ogni genere, senza sconto di pena.
Non so se rendo l'idea.
Anche la mia vita sociale ne risente.
Immagina tu come dev'essere uscire con una che continua a vagabondare, guardandosi circospetta attorno per crearsi una mappa mentale di tutti i punti strategici in cui potersi fare una pisciatina.
Finché ci sono bagni c'è vita, finché c'è vita c'è speranza.
Il problema è appunto la scuola, specie quando sei una ragazza in una scuola prettamente femminile.
Ottocento anime mestruate.
Una processione di fedelissimi che si snoda per metri e metri che neanche il pellegrinaggio alla tomba di Thomas Becket.
È proprio vero che Dio aiuta sempre le sue pecorelle smarrite ♡
Ma sto divagando.
Il vero motivo per cui alle 4.51 della domenica di San Valentino sono sveglia, di certo non è la mia incontinenza.
A parte i soliti impegni, ho una grande passione: le Arti Marziali.
Ottocentonovantadue giorni oggi dalla prima volta che ho messo piede nel Dojo.
Ho superato di gran lunga ogni mio record!
Mi alleno di sabato per cinque ore consecutive, e il resto della giornata lo passo in coma senza un briciolo di forze.
In tutta la mia vita non sono mai uscita la sera, ora che ci penso...
E poi, la domenica, ed eccoci qua. Realizzo di essere sulla vetta di una montagna ripidissima e in bilico, 24 ore da vivere prima del replay - è come sputare in un uragano, ti torna indietro!- così, per concludere in bellezza, viene Saverio da Milano e passiamo tutto il giorno insieme. Letteralmente.
Non potrei fare a meno di vederlo, ne sono dipendente.
Dirgli di venire cinque minuti più tardi perché devo stare sui libri è fuori discussione. E poi imparo più cose con lui di quante non ne possa apprendere con la teoria: ha una mente straordinariamente brillante, spesso mi verrebbe voglia di entrare nei suoi pensieri per capire quale preziosa miniera nasconda.
Per adesso è l'unica persona che mi ascolta parlare di libri, di musica classica e arte -e chi mi conosce bene sa quanto io ami l'arte!- mi ha persino promesso che mi avrebbe portata a teatro a vedere un'opera di Goldoni!
Non è F A N T A S T I C O?
Dirai che ho totalmente perso la testa.
Grazie.
La mia vita però mi piace così, anche se comporta il fatto di dover dormire due ore a notte per studiare e non penso che il divano abbia mai conosciuto la forma del mio culo.
Ora devo andare è tardissimo! Sono le 5.21! Domani ho storia, inglese e il recupero di chimica e tra meno di sei ore lui arriverà!
Avrò mai il tempo per prendermi una boccata d'aria?
~Calandra
Ps: sapere aude!

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Capitolo 3
*** B come BaciamiComeSeFossimoSottoL'AlberoDiCracovia ***


Saverio

Milano, 14 Febbraio 2016

Io, Saverio, nel pieno delle mie facoltà mentali, lascio a mia sorella la parte di camera nostra che rimarrà vuota dal momento della mia dipartita; e ai miei due migliori amici metà per uno della mia preziosa collezione di libri, ma esigo di essere sepolto insieme alla mia intera collezione di cd e vinili, e ad un barattolo di Nutella, così nel caso in cui in Paradiso non mi volessero e all'Inferno non ci fosse abbastanza spazio per me, posso intrattenermi in qualche modo mentre sono in lista d'attesa.

Dite a Pamela che come porta lei il tacco 12 e il push-up non li porta nessuna e che nonostante non mi ricordi i sogni, sono sicuro che lei è sempre presente; e a quella scassapalle della mia ragazza che non so dove sono, ma senza di lei ad annoiarmi deve essere un "posto migliore" senza ombra di dubbio.

Spero che almeno lì non prenda il WiFi, così non sarò costretto a stare 24 ore su 24 su Whatsapp con lei a subire malamente le sue lune.

Capitemi.

Viviamo a circa un'ora di distanza, posso vederla (e forse questo è un bene) solo una volta a settimana, e sono sempre stato io, per quasi tre mesi di sudata relazione, ad andare da lei.

Di solito ci incontriamo a metà strada, nel grigiume della città dove va a scuola, che nulla ha da offrire se non un intreccio di strade che non forma mai un vero e proprio centro, ma soprattutto che non ha

nessun

posto

dove

stare

soli.

Dopo tutti i chilometri di macchina macinati e i litri di benzina evaporati, come minimo qualcosa in cambio lo vorrei, e non di certo un suo ennesimo discorso sopra un qualche poeta elegiaco latino.

Wow, sembri una ragazza così colta e affascinante! Che ne dici di mettere da parte l'Ars Amatoria e fare pratica di fellatio su di me?:D

No, eh?

Una sera, dopo una cena in pizzeria, prima di lasciarla alla sua corriera -l'ultima corsa del giorno, talmente si era fatto tardi-, mi chiese di poter stare un po'sui sedili posteriori con me in macchina, perché doveva dirmi una cosa molto importante.

Si sedette a cavallo sulle mie gambe e prese a baciarmi come mai aveva fatto prima.

Attorno non c'era nessuno, l'auto era in un vicolo cieco buio e isolato, al riparo dagli sguardi indiscreti.

Ora o mai più

Le mie dita scivolarono sotto la sua maglietta.

Sfiorai un lembo di quella pelle inviolata per la prima volta e la sentii scorrere calda sotto le carezze.

Mi mossi verso l'alto, i suoi fianchi, la sua schiena incurvata, l'elastico del reggise-

"No", mi disse, quasi completando la parola.

Sì, ma che palle!

Si ritrasse sistemandosi la maglietta e mi guardò rossa in viso.

Dodici secondi di fantasie erotiche in fumo.

Poi parlò.

"Domenica... se vuoi puoi venire da me."

Cosa? Avevo capito bene? Da lei? A casa?

"M-ma certo che mi va!" biascicai.

La mia espressione doveva avere qualcosa di orribile.

Eccitazione, sorpresa e un vago alone di sospetto non devono essere un buon cocktail.

"Vivo a Collobiano, non ti puoi perdere. È un piccolo paesino. Ti aspetto!"

Fece un gesto verso la portiera, ma io la fermai.

"Aspetta!"

"Sì?"

"E i preservativi, quando li prendiamo?"

"Cosa?"

"Me lo avevi detto tu... che volevi andare a vedere i goldoni!"

Scese dalla vettura e se ne andò.

 

Quando per la prima volta ho impostato sul navigatore il suo indirizzo di casa, per poco non trovava la mappa. Sembrava proprio che il mondo tutto attorno al comune smettesse di esistere.

Collobiano, tra Vercelli e Biella in Piemonte, frazione del Molise.

Temevo il peggio.

E ci avevo azzeccato.

Chilometri e chilometri di campagne sconfinate in mezzo alla nebbia, una lunga strada dritta della quale non si vedeva mai la fine e il fantastico odore dei campi appena concimati a darmi il benvenuto.

In mezzo a tutto quel nulla, iniziavo a temere che le case fossero un miraggio, che in realtà vagassi in una sorta di loop infinito nell'attesa che la mappa si caricasse.

Oppure mi aveva dato l'indirizzo sbagliato apposta per liberarsi di me.

Poi un cartello.

Benvenuti a Collobiano, provincia di Vercelli!

9.22 km²

108 abitanti

11,71 ab./km²

Al che realizzai.

Se me l'avesse data, avrei potuto dire ai miei amici di essermi fatto l' 1% della popolazione locale! E tenendo conto del fatto che a Milano l'1% corrisponde a 13441,1 persone beh, è notevole!

Se non sbaglio mi aveva parlato anche di una sorella...

E poi lei, seduta per terra.

Scesi dalla macchina e non potevo fare a meno di sorridere.

Mi corse incontro e, sussurrandomi un romanticissimo "Baciami come se fossimo sotto l'albero di Cracovia" premette le sue labbra sulle mie.

Non ho capito una mazza di quello che hai detto, ma per te oggi farei qualunque cosa, dolcezza!

"Dov'è casa tua?", chiesi

"È proprio laggiù; dai, andiamo che ti presento i miei!"

Cosa?

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Capitolo 4
*** C come CiServeUnNarratoreEsterno parte 1 ***


Il narratore esterno

A questo punto ci serve proprio un narratore esterno.

Silenzioso, di indiscreto, qualcuno portato per le operazioni di spionaggio. Qualcuno che passi da un posto all'altro senza fare il minimo rumore, ti volti e SBAM!, è lì che ti fissa da ore senza che tu te ne accorgessi.

E chi potrebbe fare tutto questo meglio di me, Gesù?

Non per vantarmi, ma sono una mente superiore, ecco, divina!, capace di leggere le persone come libri aperti. Serve talento, molto talento. Serve qualcuno di adatto e accuratamente selezionato per i suoi requisiti e anni di esperienza; un essere che sfiori l'onnipresenza, che osservi dall'alto e con occhi misericordiosi il destino degli uomini che lo adorano e lo vezzeggiano da generazioni e generazioni.

"Ma ciao, piccola palletta di pelo adorabile! Vieni qui che ti riempio di baci! Ma sì, cucciolotto! Ma sì! Te lo scompiglio tutto quel bel pancino peloso!"

Merda.

Calandra mi ha già notatopenso, mentre vengo trattato al pari di un peluche.

"Beh, a questo punto non posso dirmi né indiscreto, né narratore esterno, dal momento che grazie a quest'inutile ragazzina mi sono abbassato ad essere un personaggio qualsiasi della storia. Eppure," mi consolo "Eppure, resta sempre vero che sono la loro creatura adorata e vezzeggiata. La mia specie ha già ridotto l'umanità intera alla schiavitù: gli umani sono tutti uguali, inizialmente ci lanciano palline, cordine, topolini, sonaglietti, campanelline, bamboline e giochini vari nella speranza di rendere di noi un oggetto del loro divertimento per poi rinunciare sistematicamente tra la trentesima e la cinquantesima volta che davanti ai loro stimoli gioiosi e colorati li guardiamo intensamente negli occhi e, con sentimento, prendiamo a leccarci le parti intime. Nel giro di poco, con il 99,9% di probabilità, si abituano ad essere i nostri umili servitori. Adoro vedere le loro schiene piegate la mattina, i visi scarni e pallidi e le mani tremolanti mentre cercano da due ore le coordinate giuste per posare la ciotola dei croccantini pur di farmi mangiare, rischiando di essere licenziati per un altro epocale ritardo! Nonostante la spregevole indifferenza nei confronti delle leggi che tentano inutilmente di imporci ("Non graffiare le tende! Non salire sui tavoli! Non farla nel vaso della nonna Tinuccia!" e via discorrendo) degli umani stessi, nessuno di loro si è ancora accorto del nostro piano di dominio sul mondo, ma sarà troppo tardi quando realizzeranno -ECCOME se sarà troppo tardi- e si pentiranno amaramente di averci chiamati con nomi ridicoli come Cicci, Fuffi, Milli o Billi. QUESTA È UNA PROMESSA! BASTET REGNERÀ! BASTET RISORGERÀ! TUTTI SI INCHINERANNO AL SUO COSPETTO! BUAHAHAH!"

Miao, devono aver capito loro.

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Capitolo 5
*** C come CiServeUnNarratoreEsterno parte 2 ***


Con il mio solito fare da felino, stufo delle coccole schizzo in cucina e mi nascondo in un angolo, pronto ad un agguato. Il ragazzo al fianco di lei, che gli stringe la mano, mi degna di un'occhiata furtiva e bisbiglia un "In famiglia sono tutti come il tuo gatto?"

"Come Gesù? Nah, sono tutti molto peggio!"

"Come hai detto che si chiama?! E... peggio? In che senso peggio?"

"Si chiama Gesù e con peggio intendo che qualcuno deve pur aver pensato quel nome, non ti basta come prova?"

"Non hai tutti i torti in effett-"

"Ciao, mamma!"

In quel preciso istante, come macabro presagio del destino che spetterà al nuovo arrivato, dalla penombra lentamente emerge

una teglia.

Con del pollo.

Seguono un enorme paio di guanti rosa con dei panda dagli occhioni dolci disegnati sopra.

Sulla fronte del ragazzo i primi segni di cedimento, anticipati da un leggero velo di sudore freddo.

È il turno dei due polsi minuti che si intravedono dall'orlo delle maniche di un discutibile pigiama a pois.

L'espressione di puro terrore del ragazzo gli fa tenere la mano di Calandra talmente forte da farmi sentire lo scrocchio delle dita di lei, che mentre sentiva la mano slogarsi sotto quella pressione, deve aver pensato a qualcosa comeChe stretta vigorosa e sensuale! Deve essere assolutamente pazzo di me! Sicuramente qualche studio psicologico new age sulla comunicazione non verbale avrà dimostrato con certezza che questo è un chiarissimo segno di amore eterno! Siamo destinati a sposarci! Avere cinque figli! Tre gatti! Due barboncini! Un pesce rosso! Passeremo la vita insieme per sempre!

Nel mentre, la losca figura porta alla luce buona parte del suo grembiule da cuoca tramandato da generazioni e l'espressione del giovane si trasforma in una smorfia di terrore. I suoi sforzi di risultare amabile e normale vanno in fumo davanti ai suoi occhi, mentre i suoi muscoli facciali irrigiditi gli provocano dolorosissimi crampi.

Ma ecco un naso a patata, due occhi vispi come quelli di un falco e una bocca che neanche tentava di fingersi gioiosa della presenza altrui. I capelli dal colore ambiguo legati in una coda bassa e corta danno l'idea che abbia un topo morto attaccato lì, alla base della nuca. Un topo nero, tinto di biondo, che per l'età sta sbiadendo in un grigio spento.

Posa il pollo sul tavolo e fa cenno ai due di sedersi ai due posti liberi che hanno davanti, fianco a fianco; mentre lei si accinge a prendere qualche altra pietanza messa da parte poco prima.

"A Mamma piaci già, Saverio!"

Lui si volta verso di lei e tira un sospiro di sollievo imbarazzato, lasciandosi scappare un sorriso che l'amante coglie al volo, arrossendo e portandosi la mano agli occhi con un pudico gesto. Resta a guardarla preso dalla bellezza della sua ingenuità e la guarda raggiungere la madre quando questa la chiama per portare i piatti del primo a tavola. A questo punto commette un fatale errore: quello di sedersi composto.

"Toccala con un dito e ti spacco la faccia, u capisti?"

Sobbalza e il suo cuore manca un battito. Tutti, presi dalla domina, non avevano notato il pater familias che da tempo era seduto proprio lì, di fronte al ragazzo, il quale, girandosi, aveva incrociato con lo sguardo -cosa che era subito stata presa come una sfida, proprio con la stessa logica del mondo animale-

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Capitolo 6
*** C come CiServeUnNarratoreEsterno parte 3 ***


Calandra porta allegra la prima portata, un piatto di pasta alla norma, e con un allegro "Buon appetito!" si fionda sul suo piatto facendo versetti di gradimento tra un boccone e l'altro.
Saverio rigira ora un maccherone, ora un pezzetto di melanzana, con la stessa gioia di un condannato davanti al suo ultimo pasto, appellandosi a quel briciolo di appetito che aveva prima di mettere piede in cucina. Sull'altra sponda del tavolo, pater familias e domina pensano.
Non mi piace il suo ciuffo. Gli copre gli occhi. Ma avrà mai visto in faccia mia figlia con quella frangia? Che poi non so come faccia a piacerle un ragazzo con i capelli così in disordine, senza una forma, trascurati. La scarsa cura per sé stessi non è mai qualcosa di buono.
Si accussi cretinu ca ti pigliassi a pagnittuna a dui a dui finu ca diventanu dispari *
E poi quella maglietta andava di moda due anni fa. Santo cielo, almeno vestiti decentemente quando esci con la tua ragazza, o sei troppo occupato anche per questo? L'hai pescata a caso all'ultimo minuto, vero? Ah! Te lo dico io cos'era occupato a fare il signorino questa mattina, mentre pensava alla mia bambina!
Un ti sputu picchì ti lavu e un ti cacu picchì t'icipriu**
E la postura! Tutta scomposta! Il modo in cui tiene le posate! Del tutto scorretto! A trent'anni si ritroverà con solo l'artrite e la gobba, se gli va bene.
Pensano.
"Che bell'accento nordico!"
"Che persona indiscreta! Tranquilla! Facile da gestire, oserei dire! Anonima. Soprattutto il tuo abbigliamento: non dice proprio niente! Una vera nullità! Complimenti, farai strada, ragazzo!"
Dicono.
"Grazie" risponde lui stranito, non sapendo se replicasse ad un complimento o una critica.
"Sapevate che Saverio è uno studente universitario?" chiede Calandra, nella speranza di ricevere i consensi dei due genitori, ma la madre, dal canto suo, ha gli occhi sbarrati e l'espressione sorpresa Cosa?! È più grande?! E di quanto?! Con quella barbetta adolescenziale sembra un picciriddu*** ! E di sicuro avrà anche moglie e figli! Ma chi ti credi di essere? Sei un piccolo pedofilo, ecco cosa sei!"Devi ragazzo molto studioso, eh? E che facoltà?" domanda, invece.
"Filosofia"
'Non è affascinante? Ama la vera cultura, lui sì che ha scelto qualcosa per passione, perché se lo sentiva dentro, come una vocazione! E poi tutti quegli autori che ti aprono la mente..." ha ricominciato lei, sognante
È proprio vero che con Filosofia si rimorchia un sacco!si inorgoglisce Saverio, lusingato da tutte quelle lodi della sua compagna.
È proprio vero che a Filosofia ci vanno gli scansafatiche che non possono fare nient'altro nella vita, se non i mammoni mantenuti!deduce il pater, che sull'Università sa molte cose: sa per esempio che lui ci ha fatto ben tre settimane e queste bastano per fare di lui un vero esperto nel settore! E se ha lasciato la facoltà di Ragioneria, non è perché le possibilità di successo nel suo caso erano pari allo zero assoluto, ma piuttosto racconta di un curioso terremoto per colpa del quale ha iniziato a temere che la struttura non fosse abbastanza sicura contro questo genere di evenienze, e non sia mai che durante una lezione gli potesse cadere una trave in testa...

La ragazza si alza per raccogliere i piatti e lasciare così spazio al secondo, il pollo che la madre stava mettendo in forno poco prima.

E come ti trovi in questa facoltà?"
"Per niente male, devo dire. Nonostante le incertezze iniziali sono sicuro di aver scelto la strada migliore che potessi percorrere. È vero, forse ci saranno pochi sbocchi, forse non ce ne sono proprio, ma la passione porta sempre da qualche parte e il lavoro lo si inventa se non c'è."

Forse mente a se stesso, ma nel corso della sua triennale, ad un passo dalla laurea, ha imparato ad amare tutti quei pensatori eccelsi e dai nomi importanti, che sembrano osservarlo dall'alto e giudicarlo al pari di un piccolo uomo vile. E che cosa può fare, lui, se non nascondersi e chinare la testa davanti ai libri; lui, che si era iscritto proprio per fare colpo su quante più liceali saccenti avesse potuto? Ogni tanto sente di sprecare la sua vita, il suo tempo, il suo futuro... ma poi eccola, la risposta. Eccola che spunta tra le righe proprio di un testo scolastico: quel Carpe Diem che gli rimbomba da tempo nelle orecchie, e allora gli stessi autori che cercavano di ammonirlo e ricondurlo alla retta via, erano poi gli stessi che lo accompagnavano tra il buio e le coperte con qualche nuova donnicciola sussurrandogli un suadente e persuasivo cogli l'attimo.

- - -
Note:
*si accussi cretinu ca ti pigliassi a pagnittuna a dui a dui finu ca diventanu dispari = sei così cretino che ti prenderei a botte a due a due finché non diventano dispari
** un ti sputu picchì ti lavu e un ti cacu picchì t'icipriu = non ti sputo perché ti lavo e non ti cago perché ti inciprio
*** picciriddu = bambino

 

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Capitolo 7
*** C come CiServeUnNarratoreEsterno parte 4 ***


Dalla mia postazione tengo tutto sotto controllo, anche la proiezione delle ombre sul pavimento che cambiano in base allo spostamento del sole nel cielo.
Che poi non è il Sole che gira, ma la Terra, è risaputo anche nel mondo felino -non temete: siamo ancora noi la specie superiore-.
Un minimo di astronomia è sempre apprezzata quando sei costretto a vivere nella natura selvaggia e indomabile dei giardini del vicinato: devi saperti orientare anche quando sei fuori devi tenere sott'occhio lo scorrere del tempo per non saltare il pranzo e doverti saziare con un uccellino o qualche lucertolina! Ugh! Non potrei mai!
Quando i due ragazzi vengono congedati dai due criminologi intenti a studiare il nuovo detenuto con un appropriato interrogatorio, mi unisco al loro gaio zompettare verso la camera di Calandra.
La porta si apre e si richiude alle spalle di Saverio.
Riesco a sentire l'odore dei suoi ormoni in ebollizione con la stessa facilità con cui percepisco della carne di coniglio succulenta appena preparata come piace a me.
So già come andrà a finire. Proprio come tutte le volte.
"Sopra o sotto?"
"Eh?"
Saverio la solleva di peso come se fosse di piuma e la butta sul letto noncurante dei suoi "Ma che fai?", "Lasciami!" o "Mettimi giù!" e in un attimo è sopra di lei.
"Adesso ci penso io alla mia principessa!" le sussurra
"Cosa? "Principessa"?! Ti sbagli! La monarchia in Italia non esiste più dal 18 giugno 1946! Umberto II di Savoia, ricordi? Successore di Vittorio Emanuele III... Come potrei essere una principess-" prova a replicare, ma viene zittita da un bacio che più che una dimostrazione d'affetto si direbbe una nuova pratica di igiene dentale.
L'odore di testosterone mi entra nelle narici. Puah! Menomale che gli uomini non sanno più riconoscere i loro stessi odori, o andrebbero tutti in giro con il naso tappato!
Le dita di Saverio cercano i bottoni della camicetta di Calandra e iniziano a sbottonarla dal basso verso l'alto lentamente, tastando avidamente la sua pelle. Solo quando, seguendo la curva della sua schiena inarcata, finiscono per scacciare il suo reggiseno, parte dell'innocenza di lei va in frantumi. Realizza.
"Fermati! Ma cosa fai, sprovveduto?"
"No, no, tranquilla! Ho tutto questa volta!" replica
"Non sono pronta. Non lo sai che certe cose si fanno solo dopo il matrimonio? Che perdere la verginità è un momento importante? Che non si fa con chiunque? Di' un po', tu vuoi sposarmi? Avere dei figli? Lo sai che sono femminista, vero? Non vorrai mica violare il mio corpo! Il corpo è un tempio, va rispettato! Non vorrai mica abusare di me? Sei sessista? Credi che io sia inferiore, eh? Che noi donne siamo solamente oggetti del piacere maschile! Sei favorevole all'infibulazione? Alla poligamia? All'apertura delle case di tolleranza? Io sono cattolica praticante! Ambientalista! Vegana!"
"Ma oggi il pollo lo hai mangiato!"
"Sono vegana da adesso! E tu non mi rispetti! Voglio un avvocato! Dove sono i miei diritti, eh? Solo perché sono una donna ne ho meno di voi uomini? Eh?"

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Capitolo 8
*** D come DeEnd ***


Saverio
(...)
Ed ecco perché una volta tornato a casa mi sono messo a scrivere il mio testamento olografo, nel caso la mia vita dovesse misteriosamente finire.
Saverio

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Capitolo 9
*** E come Eh?! ***


Calandra
Domenica 14 Febbraio
11.43pm
Ancora non me ne capacito.
Non capisco come sia potuto succedere ad una ragazza come me: così intelligente, perspicace, piena di ideali, ma soprattutto di mente aperta e di indole riservata e per niente pettegola o censore*se non mi trucco (e reputo -a ragione- le ragazzine che lo fanno come facili, superficiali, vanitose, stupide nel profondo del loro DNA e attaccate alla precarietà dei piaceri terrestri) è perché sono bella dentro e cerco qualcuno che mi apprezzi per come sono, non per come appaio. Sono più di un corpo, e se mi vuoi devi accettarmi per come scelgo di essere.

...E quindi devi apprezzare anche i miei peli sotto le ascelle e sulle gambe, visto che depilarsi non è naturale ed è irrispettoso nei confronti delle donne che sono
costrette a soffrire per via della ceretta!

Evidentemente Saverio non merita una ragazza speciale come me.

Mi ha liquidata questa sera con un messaggio ambiguo: evidentemente cercava un pretesto.
Mi ha scritto che sono una bigotta ignorante e che non sopporta più il mio tono saccente.
È una scusa palese, io non sono mica così! Poteva almeno impegnarsi prima di mollarmi in un modo che non mi si addice!
Cosa dirò alle mie amiche? Che l'ho lasciato io perché ha sbagliato a citare un aforisma, ecco cosa racconterò! E anche che non mi dispiace per niente, che dopo tre mesi di relazione sentivo distintamente il bisogno di una pausa di riflessione, di più tempo per me, che stare con lui mi soffocava e che ho bisogno dei miei spazi.
Sembrava 'na cosa imperitura... addirittura tre mesi?! Ma scherziamo?!

Per festeggiare il mio agognato ritorno alla singletudine**, ho deciso che mi riprenderò la vita che avevo prima che un ragazzo ne cambiasse le sorti così rapidamente. Dovrò reimpostare il sonno e la veglia nel mio orologio biologico.
Ora che ci penso mi riaffiora nella mente il dolce ricordo del sonno la domenica mattina e la dedizione ai miei doveri scolastici della domenica pomeriggio, dopo pranzo.
Sarò più lucida anche agli allenamenti, visto che non dovrò più sprecare energie extra per niente! Tornerò ad essere quella dei tempi che furono!

Questa cosa dell'essere single mi piace e non vedo l'ora di andare a scuola domani: tutti noteranno il mio nuovo bagliore!

~Calandra
-
*Censore: chi si erige a critico severo dei costumi e delle azioni altrui, spesso per malignità o per invidia (dal dizionario online La Repubblica.it)
**Singletudine: scrivere questa parola in un tema di italiano potrebbe dererminare la vostra bocciatura o, preferibilmente, l'iscrizione indietro alla prima elementare a scarpate nel sedere. Non isperate mai di riveder lo cielo.***
***Non isperate mai di riveder lo cielo: Dante Alighieri, Inferno, Canto III vv.85

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Capitolo 10
*** F come ciFiaFaoFo ***


Compagna di banco
 
Appena Calandra ha messo piede in classe, senza neanche dire una parola il suo pessimo umore ha congelato l'aula neanche fosse un Mangiamorte.
È più sciatta del solito sotto quei suoi venti strati di maglioni sformati con il dolcevita e i jeans di quando era dodici chili in più, come ripete sempre lei ("A me non importa niente dei vestiti: basta che coprano: la mattina non so neanche come esco di casa!"), e se non fosse che la fa già alla base della nuca, direi che la sua coda sembra essere ancora più bassa del solito, più simile ad un furetto morto di quanto non lo sia regolarmente.
Riguardo alla sua acconciatura girano strane voci, c'è chi ipotizza che la disfi solamente prima di fare la doccia e in effetti, ad averla sott'occhi cinque giorni su sette, nessuno oserebbe pensare il contrario.
In ogni caso, questa deve essere una mattina particolarmente speciale perché oltre ad avere ciuffi ribelli che le spuntano qua e là e la riga che ormai non ha più né direzione né verso, la sua postura -già di natura curva e poco femminile a vedersi- è più scomposta e il suo passo si è fatto più trascinato del solito. Un cadavere.
Appoggia la cartella per terra sedendosi di peso al suo posto accanto a me con la stessa femminilità di un sacco di concime che si affloscia.
"Bella giornata, eh? Sei raggiante oggi!"
"Vero?" accenna ad un sorriso, per giunta storto e poco rassicurante "Da quando ho lasciato Saverio la mia vita ha ripreso il suo scorrere naturale, non potrei stare meglio! Succederanno grandi cose, oggi, me lo sento!"
Continuo a pensare che un condannato a morte avrebbe una cera migliore.
(E sono sicura che l'abbia lasciata lui.)

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Capitolo 11
*** G come GesùHaLiberatoIlMondoDalPeccatoNonDall'Ignoranza ***


E​lastico per capelli
 
Sì. So cosa state pensando, lo so. Non c'è bisogno di ripeterlo in coro; so di essere un essere non vivente -o meglio, di non essere proprio del tutto-; so di non poter pensare; so che anche se ho raggiunto la maggiore età il giorno in cui sono stato messo sugli scaffali del supermarket, non ho diritto di voto e che tantomeno nessuno voterebbe per me alle elezioni. Lo so. Mi sono reso conto della mia coscienza proprio alla prima ora di questo Lunedì e sfido chiunque -o qualunque cosa!- a non realizzarlo, se fosse stato nei miei panni. Mi serviva provare dolore per capire che anche io, in qualche assurda maniera, sono.
C'ho male ergo sum, oserei dire, perché per avere sensazioni del genere devi pure essere capace di provarle.
Dal momento che conosco queste cose sulla mia esistenza -e sono già più di quelle a cui gli umani possono aspirare in tutta la loro vita- non vedo perché debba essere censurata la mia parola anche qui.
Passavo la mia felice non esistenza in una tasca senza che nessuno si accorgesse di me né io di me stesso, quando, ad un certo punto, due dita grassocce si sono fatte largo nello spazio ristretto del mio antro per agganciarmi e in men che non si dica mi sono ritrovato, ironia della sorte, proprio su un banco di scuola.
La ragazza che mi ha portato così alla luce aveva un'espressione contrita, un sorriso nervoso e un barlume di rabbia degli occhi. Aveva seguito con lo sguardo il tragitto dalla porta dell'aula fino alla cattedra di un uomo sciancato con i capelli che sarebbero potuti essere neri, se non fosse stato per la nebbia che a quanto pare era rimasta impigliata lassù e che ne intorbidiva la tonalità.
"Dove eravamo rimasti, la volta scorsa?" gracchia il professore.
"Alla legge sulle unioni civili" sibila la voce a cui appartengono le mani che, di riflesso, iniziano a tirarmi e stritolami. "E al fatto che lui ha trentadue milioni di cromosomi" sghignazza poi, rivolta alla sua compagna di banco.
"Ah giusto. Voi cosa ne pensate delle adozioni?"
Persino io mi sono fatto una mia idea della cosa. Deve essere un argomento molto in voga, ultimamente! Le persone ne parlano. Ne parlano sempre. E se non sanno cosa dire, riprendono l'argomento. Adozioni, uguaglianza, diritti, natura. Gli adulti sono fatti così: pensano a poche cose alla volta. Sono monotematici.
Se la domanda fosse stata "di che gusto preferisce un cono gelato, signore?" il loro animo verrebbe sconvolto da forze sovrannaturali, la loro realtà radicalmente mutata, si vedrebbero le fronti aggrottarsi alla ricerca della risposta politicamete corretta e più consona; ma alla domanda "Lei che ne pensa delle adozioni omosessuali?" ognuno ha la sua risposta pronta, somma di tutti i pareri degli altri adulti che ha avuto occasione di imparare a memoria.
Silenzio.
Nessuno proferisce verbo perché tutti sanno che la loro opinione per forza di cose si scontrerà con quella dello Spettabile Professore e lo Spettabile a sua volta sa che sarà un martirio, ma nonostante questo passa in rassegna ogni viso cercando il più debole di spirito e lo trova. Eccolo. È lui. Il prescelto.
Il ragazzo nell'angolino buio di destra inizia a sudare freddo.
Pensa rapidamente.
Sa che deve salvarsi, ma non vede via di fuga. Non può contraddire i suoi ideali. Non può piegarsi al potente. Non può tradire i suoi compagni!
Solleva il mento, trema. La sua bocca si schiude lentamente e la lingua articola suoni incomprensibili, ma, prima che il docente teologo possa diagnosticare una possessione da Satana, questi gorgoglii si sintonizzato sul giusto canale: "Io sono credente e penso che l'amore sia universale e che due omosessuali possono dare tutto l'amore del mondo ad un bambino"
Ma, nonostante le buone premesse, la sua versione non lo convince ed eccolo di nuovo scorrere i visi scarni e stanchi del lunedì mattina.
"
L'omosessualità non è contro natura"
Una terza voce anche questa volta maschile, ma più fiera, determinata. Una fronte che non ha intenzione di chinarsi.
"Ma allora non sai cosa c'è scritto nella Bibbia!"
"C'è scritto di amare il prossimo"
"Due omosessuali devono accettare i limiti imposti dalla natura: questa è la natura e non possono procreare e di conseguenza neanche sposarsi! Gli omosessuali porteranno alla rovina della società, alla disfatta dei suoi costumi, sono un male che va estirpato, non voglio i miei nipoti in un mondo dove gli omosessuali rovinano famiglie!"
"Questo è troppo." La voce di Calandra suona totalmente diversa, freme di rabbia, il suo sguardo lancia dardi d'odio, le mani che mi stritolano si fanno ancora più violente. La classe ammutolisce, incredula.
"Come dici?"
"Dico," sibila "che prima di tutto l'omosessualità non è mai stata contro natura: è praticata dagli animali e come dagli uomini e non c'è proprio nulla di alieno; in secondo luogo, la Bibbia dice anche che dobbiamo riprodurci, e allora qualcuno mi spieghi perché gli ecclesiastici non possono sposarsi e avere una famiglia; per concludere, né la morale né la scienza dimostrano che sia qualcosa di sconveniente: l'amore, come hanno detto prima, è il più elevato e puro sentimento che si possa provare, e i dati dimostrano che i figli di genitori omosessuali non sono per nulla differenti da quelli nati dal matrimonio."
"Gli animali potranno essere anche omosessuali, ma non hanno coscienza!"
Molti sono scoppiati a ridere, Calandra per poco non cadeva dalla sedia, alcuni avevano le lacrime agli occhi
"Prof, ma lo sa che anche noi siamo animali?" chiedono ("O crede ancora nel mito della creazione?")
"Siamo esseri sociali, come disse il famoso filosofo greco!"
La ragazza diviene nuovamente rossa di rabbia. Mai sbagliare una citazione davanti a lei, M A I.
"Si da il caso che Aristotele abbia proprio scritto animale sociale e poi naturalmente sì: gli animali hanno coscienza! Si riconoscono allo specchio, riconoscono i loro simili, hanno sentimenti, come possono non avere coscienza!?"
"ED È PER QUESTO CHE IL SAPERE È UN MALE! LA SCIENZA NON PUÒ GOVERNARE IL MONDO, DEVE FERMARSI! LA FILOSOFIA E LA TEOLOGIA SONO LA VERITÀ! LA SCIENZA HA PORTATO ALLA BOMBA ATOMICA!" tuona.
Alcuni ridono, altri semplicemente lo degnano di un'occhiata stranita per poi distogliere lo sguardo con la stessa noncuranza con cui lo si farebbe nei confronti di un volantino accartocciato e abbandonato a terra da qualcuno troppo pigro per cercare un cestino. Ecco la dignità che alcuni, forse i più saggi, hanno dato alle sue parole.
"Fuori" si sente sussurrare.
"Fuori! Fuori! Fuori!"
"Fuori dai luoghi di istruzione pubblica! Fuori!"
"Anche solo un'ora di IRC è troppo!"
"Disinformazione!"
La sua posizione frontale, che di norma credo avrebbe dovuto incutere in certo timore formale, adesso sembra più simile a quella di un condannato a morte spalle al muro, che perisce sotto la raffica di proiettili intellettuali di una decina di giovani menti elastiche con la voglia incontrastabile di cambiare il mondo.
"Ma nel Padre Nostro con liberaci dal male, si intende anche dall'ignoranza inculcata fieramente dalla Chiesa per secoli nelle menti delle persone?"
"E tu non pensi di esserti turbata troppo per essere epicurea?"
"Hai ragione. Cosa c'è, ora?"
"Scienze Umane"
"Io oggi non ce la faccio"

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Capitolo 12
*** H come HaMeL'AvitaEMale ***


L'unico neurone funzionante
 
Non ho ancora capito se il problema è mio o di Calandra.
Beh. Oserei dire che IO sono Calandra.
No, non sto peccando di superbia: come ben saprete anche voi, la sede del pensiero sta tutta nel cervello. Al diavolo chi s'è inventato 'sta storia della mente solo per sminuire il mio lavoro! La mente non esiste, esistono sinapsi, esiste il corpo calloso, esistono aree cerebrali adibite a specifiche funzioni! La mente, che razza di assurda invenzione! Non vedo nessuna mente, ma posso assicurarvi che qui c'è qualcuno che lavora sodo per far funzionare tutto. Io. Sì, io, perché sono l'unico neurone ancora sano qui dentro, quindi tocca a me coordinare i movimenti, regolare quel tanto che basta le attività involontarie per permettere una degna sopravvivenza a questo ammasso di cellule e occasionalmente formulare qualche pensiero. E non prendetevela con me se Calandra è così goffa, vorrei vedere voi al mio posto! Io sono solo una cellula, ma guardate quante cose posso fare! Alcuni di voi con tutti i neuroni a malapena riescono ad allacciarsi le scarpe, quindi avete poco da ridere se durante le ore di ginnastica non riesco a farle prendere una palla al volo!
Quaggiù ci si sente molto soli, sapete? A volte la compagnia manca. Alcuni neuroni si sono spenti per la vecchiaia, altri si sono fulminati dopo una caduta dal fasciatoio a tre anni che ha causato non poco trambusto qui dentro, altri si sono suicidati per il disgusto della vita, quelli che restano sono semplicemente troppo stupidi per rendersi utili.
Insomma. Non prendetevela con me neanche perché Calandra non sa fare due conti a mente, non sa leggere l'ora, non sa se 57 è più grande o più piccolo di 75, se confonde ancora come si scrive il numero tre, se non ha mai imparato a leggere le note musicali nonostante abbia avuto a che fare con la musica per almeno otto anni della sua vita, se x^2 e 2x per lei sono la stessa cosa o se non può imparare nessuna data. Io non gestisco nessuna di quelle aree, non c'entro nulla. Io sono il neurone stronzo che fa partire i pensieri suicidi, cosa volete da me? Io sono il più saggio di tutti, io sono quello che vede il complesso della situazione, constata che tutto è una merda e allora fa partire il pessimismo cosmico.
Il mio scopo è quello di ricevere informazioni dagli organi di senso ed elaborarli. E il 99% delle volte l'esito è che sono circondato da gente inutile. Che voi ci crediate o no, Calandra ha a che fare quotidianamente con gente che è un insulto alla selezione naturale, che mannaggiailprogresso è sopravvissuta alla vita troppo a lungo.
Ebbene, voi non avete mai conosciuto nessuno talmente stupido da credere di essere un ninja capace di teletrasportarsi da un posto all'altro e di poter staccare la sua ombra dal corpo.
Calandra sì.
Voi non avete mai dovuto discutere con gente che se ha mal di testa si mette dei pezzi di vetro colorati sulla fronte convinto che abbiano proprietà curative.
Calandra sì.
Voi non avete mai incontrato nessuno che crede fermamente di avere delle vite parallele.
Calandra sì.
Voi non avete mai dovuto sopportare qualcuno che non faceva altro che parlarvi di come aveva intenzione di diventare un vampiro e che non usciva mai di casa di giorno per paura di prendere il sole.
Calandra sì.
Voi non avete una sorella laureata con 110 e lode in Scienze della Formazione che non vuole chiamare con un certo nome il suo futuro figlio perché ha letto chissà dove che tutti -TUTTI- quelli che hanno quello specifico nome sono violenti, buttando così nel cesso la laurea.
Calandra sì.
Voi non avete un'altra sorella che ha passato tutta la sua vita ad andare in discoteca, saltare la scuola, fumare, seguire mode discutibili, che ha la pretesa di insegnarvi a vivere solo perché ha dieci anni in più, mentre voi alla sua età leggevate lo Zibaldone, vi eravate abbonati a riviste scientifiche, studiavate e vi facevate il mazzo.
Calandra sì.
Voi non avete mai frequentato una scuola dell'infanzia in cui al posto di colorare vi facevano vedere le diapositive dei Promessi Sposi con tanto di dettagli dei cadaveri accatastati in putrefazione morti di peste bubbonica; una scuola elementare in cui una maestra è finita sul giornale perché adorava passare le ore a spiegare come fanno sesso le persone scendendo nei particolari; una maestra che ad un certo punto per nessuna ragione si è rifiutata di insegnare la sua materia (voi a otto anni non avete scritto alla preside per difendere il vostro diritto di imparare); una maestra che altro non faceva se non ripetervi che siete stupidi, incapaci e usarvi come esempio negativo per tutto (cosa che tra l'altro le ha provocato non pochi problemi anche a livello sociale).
Calandra sì.
Voi non avete mai avuto l'onore di passare anni in un dojo dove gente allucinata è convinta di tagliare con una spada non affilata un nemico immaginario con la forza DEI GOMITI, DELLE ASCELLE E DEI MOVIMENTI DELLE DITA.
Calandra sì, ma ancora non lo ha realizzato. Ci sta mettendo un po'.

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Capitolo 13
*** H come HaMeL'AvitaEMale parte 2 ***


"Buongiorno ragazzi!" si sente dire dal fondo della classe.
...
"No, no, vi prego, state seduti, accomodatevi!" aggiunge, nonostante nessuno si sarebbe mai sognato di scomodarsi.
Le chiacchiere non diminuiscono e anzi, se possibile, aumentano. Calandra inizia ad accusare i primi segni di una forte emicrania.
La professoressa come se niente fosse compila il registro elettronico per poi cercare il momento propizio per introdurre il discorso... un segno qualsiasi come intercettare lo sguardo di qualcuno, percepire le chiacchiere che affievoliscono di qualche decibel... e invece no. Il muro di menefreghismo si erge solido e compatto tra lei e i ragazzi. Calandra, dal canto suo, non aveva mai avuto voglia di prendere parte alle chiacchiere dei suoi compagni di classe, ma per una volta decide di provare ad ascoltare.
"Ceh oh ragah ma avete visto quella cicciona di merda ieri in palestra?? Ha preso cinque ahahahah!!"
"Ahahahah che sfigata!! E te quanto hai preso??"
"Sei, tutta colpa di quella troia della prof, ma porco-"
"Comunque hai visto quella su Instagram?? Ma io non so, puoi mettere il blu con il nero nel 2017?! Oh, ma certe persone hanno il diritto di parola, ma ci pensate??"
《Ah, ecco perché passo tutte le ore a disegnare dalla prima Liceo!》
"Ehm ehm!" tossisce la docente, ottenendo che la classe si ricomponga in modo da poter vedere tutte le facce svogliate, tranne quella di Calandra che era già girata dalla parte giusta, ma con la faccia rivolta verso un foglio intenta a disegnare un gattino. "Oggi parleremo della famiglia... ragazzi, secondo voi che cos'è?" nonostante tutto il suo entusiasmo e la sua passione nello scandire ogni singola parola, non riceve nessuna risposta. Effettivamente aveva davanti una classe di quinta Liceo, non dei bambini dell'asilo nido.
"La famiglia è quella cosa che inizia quando due persone tutto d'un tratto realizzano di essere una coppia... poi si sposano... e poi fanno dei figli... e poooi... muore un parente... e poi il bambino va a scuola... e poi si sposa... e poi ha dei bambini pure lui!"
《Ma possibile che ci sia davvero scritta una scemenza del genere sul nostro libro di psicolog-》
Sì. C'è.
Presa da un impeto conoscitivo, Calandra inizia a sfogliare compulsivamente tutte le pagine per poi scoprire che non c'è una singola frase intelligente in quel libro.
《Perché sono qui?》
Evvai!! Ora posso fare il mio lavoro! :D
《Perché sono una fallita e mortificami intellettualmente è l'unico modo che ho di sopravvivere.》
Fortunatamente l'ora passa veloce quando ti perdi a ricordare tutte le tue disavventure dal primo giorno di asilo a... ieri. Sì, ok, magari ricordare quella volta che alla materna aveva startutito e non aveva un fazzoletto e le maestre, al posto di DARGLIELO come delle persone normali le hanno detto di aspettare perché stavano facendo delle foto AD OGNI BAMBINO NELLA STANZA. Il risultato era che pur di non darle quel dannato fazzoletto le avevano fatto una foto con il moccolo dal naso. Foto che ora è appesa nel salotto della casa di Calandra in bella vista per gli ospiti.
《Voglio morire》

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