Sviste, imprevisti, decisioni &...

di lolli89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiamenti ***
Capitolo 2: *** Incerti & Infelici ***
Capitolo 3: *** Scelte ***
Capitolo 4: *** Sorprese ***
Capitolo 5: *** Reazioni impreviste ***
Capitolo 6: *** BRUTTE sorprese ***
Capitolo 7: *** Andare avanti ***
Capitolo 8: *** Finalmente il sereno ***
Capitolo 9: *** Prove ***
Capitolo 10: *** Team ***
Capitolo 11: *** Lezioni ***
Capitolo 12: *** Giochini piccanti e fratelli impiccioni ***
Capitolo 13: *** Oliver e MiniPhelps ***
Capitolo 14: *** Guai in vista ***
Capitolo 15: *** Il MOMENTO ***
Capitolo 16: *** Boy or Girl? ***
Capitolo 17: *** Questione di priorità ***
Capitolo 18: *** Tornare in sella ***
Capitolo 19: *** 48 ore ***
Capitolo 20: *** Le cose da non dire ***
Capitolo 21: *** Simone e Ashley ***
Capitolo 22: *** E adesso... che fare? ***
Capitolo 23: *** BOOM ***
Capitolo 24: *** Problemi e... ***
Capitolo 25: *** Vortici ***
Capitolo 26: *** Tornare a casa ***
Capitolo 27: *** Novità ***
Capitolo 28: *** Domande & Risposte ***
Capitolo 29: *** Richieste ***
Capitolo 30: *** Si comincia ***
Capitolo 31: *** Preparativi- fase 1 ***
Capitolo 32: *** Preparativi- fase 2 ***
Capitolo 33: *** Crash ***
Capitolo 34: *** Baratro ***
Capitolo 35: *** Pugnali nel cuore ***
Capitolo 36: *** 36.Apnea ***
Capitolo 37: *** Amore e sogni indecenti ***



Capitolo 1
*** Cambiamenti ***


 << Ehi, amore, sono a casa! >>, salutò James una sera, rincasando.

<< Ciao amore. Ordiniamo una pizza? Non… non sono molto in vena di cucinare stasera >>, fece Xx, ma sembrava che qualcosa la turbasse.

<< Ok, nemmeno io ho molta voglia di cucinare >>, disse lui, andandola a salutare con un bacio, e lei lo trattenne sulle sua labbra.

James si stupì non poco: sentiva qualcosa di strano in quel bacio, ma non le disse nulla, pensando di esserselo solo immaginato.

<< Le pizze saranno qui tra mezz'ora, quaranta minuti… cos'è questo? >>, domandò mettendo giù il telefono: aveva notato solo in quel momento una piccola scatolina incartata, messa sopra al piatto nel posto dove di solito sedeva lui.

<< Stai bene? Mi sembri… preoccupata per qualcosa… agitata... >> le domandò lui, sedendosi accanto a lei sul divano con il pacchetto ancora in mano, osservandola.

<< Cosa? Io, si la solita pizza… No. Scusa… apri il pacchetto >>, gli disse indicandolo con la testa, cercando di controllarsi.

<< Xx, sei sicura che vada tutto bene? Puoi parlarmene se hai qualche problema o… o sei nervosa per qualsiasi cosa, lo sai vero? >>, lui la guardava, un po' in ansia.

<< Lo so James, ormai stiamo insieme da un anno e qualche mese… un anno meraviglioso, aggiungo io >>, gli disse, addolcendosi un pochino, e il ragazzo si rilassò un poco.

<< Un anno fantastico >>, continuò lui con il sorriso, e le diede un bacio, e lei rispose… con una certa urgenza, notò James, che di nuovo sentiva qualcosa di strano.

<< Allora… cosa aspetti ad aprire il pacchettino? >>, incitò Xx, torcendosi le mani, sperando che il gesto passasse inosservato, e finalmente James scartò la scatola.

<< E queste? Qualcuna che conosciamo è incinta? >>, domandò lui sempre più perplesso, sollevando le scarpine bianche per vederle più da vicino.

<< In effetti si… >>, gli rispose piano lei.

<< A chi dobbiamo fare le congratulazioni? Comunque sono molto carine >>, disse lui.

<< Ehm… a- amore… io… James, io sono incinta >>, disse, le ultime tre parole molto velocemente, come si fa quando si strappa un cerotto: si parte piano alzando un angolino, e poi si da un unico strappo finale.

James rimase paralizzato li dov'era, un braccio ancora sollevato con le scarpine in mano. Si girò di scatto verso Xx, una espressione indecifrabile sul viso: guardava la ragazza, ma era come se non la vedesse veramente.

La ragazza gli diede un po' di tempo per riprendersi, ma dopo quasi dieci minuti era ancora immobile li dov'era, bloccato, e non dava segni di vita, così iniziò a preoccuparsi.

<< Oh… >>, era l'unica cosa che era riuscito a dire, completamente disorientato.

<< Vuoi un bicchiere d'acqua? >>, gli domandò lei ansiosa. James annuì, lei riempì un bicchiere e glielo mise in mano: il ragazzo bevve in un sorso tutta l'acqua e sembrava essersi un po' ripreso.

<< C- come… come è… è successo? >>, chiese stupidamente.

<< Credo che entrambi sappiamo come sia successo … >>, gli rispose, calcando sulla parola “come”, guardandolo con un espressione eloquente.

<< Yes… right… domanda idiota >>, disse, più a se stesso che a lei.

<< S- sei… ehm… s-sicura? >>, domandò speranzoso.

<< Avevo un ritardo di tre settimane. Sono andata in farmacia e ho preso un test di gravidanza… solo che… solo che ero talmente nervosa che nonostante abbia letto due volte come si faceva l'ho sbagliato… così ne ho preso un altro e l'ho fatto oggi pomeriggio… poi temendo di aver sbagliato qualcosa ne ho preso un terzo… comunque sono positivi. Dovrò… dovrò fare le analisi del sangue per avere la certezza totale… ma sono abbastanza affidabili… e da quando uso la pillola sono puntuale… >>, gli disse d'un fiato: sembrava non vedesse l'ora di dirglielo, tenere per se quell'informazione l'aveva logorata.

Lei gli porse i due test che si stava rigirando tra le mani, lui li prese e li osservò.

<< Potevi… dirmelo >>, le disse, continuando a guardarli.

<< Hai ragione ma… sai, non volevo farti preoccupare per una cosa che magari… magari era solo un ritardo enorme e.. all'inizio pensavo fosse lo stress, sai, tra il lavoro, il trasloco nella nuova casa, e il fatto che nell'ultimo mese sei stato spesso va per il tuo lavoro… ma non arrivava niente, così ho pensato fosse il caso di fare il test… e… e… >>, ma non sapeva bene come continuare, o cosa dire.

<< Tranquilla… ho capito cosa vuoi dire >>, la rassicurò James.

<< Bene… e…? >>, gli chiese con un filo di voce.

<< E… e non so che dire, really. Non… non me l'aspettavo proprio, non lo vedevo come una cosa che potesse succedere in questo momento. Io… stavo benissimo così come stavano le cose… mi ha… colto di sorpresa, impreparato. Mi… dispiace non essere stato presente quando hai fatto il test… lo avremmo affrontato insieme… non so se essere contento della notizia o no >>, disse infine con sincerità, e per Xx quelle ultime parole furono come un pugno nello stomaco, ma reagì.

<< James… neanche io ero preparata a una cosa del genere… non ci pensavo nemmeno… ma adesso… adesso stiamo parlando di qualcosa di reale, di vivo, non possiamo certo ignorarlo o… o fare finta di niente… >>, gli disse lei, ma sentiva un groppo in gola: aveva la netta sensazione che James si stesse allontanando da lei.

<< No, certo, non possiamo ignorare… il fatto >>, disse lui, ma ancora fissava i due test di gravidanza, da cui non aveva mai staccato gli occhi da quando lei glieli aveva porsi.

<< Ma… lo so come è successo… tu non prendi la pillola? >>, domandò, calcando bene anche lui sul “come”.

<< Yes, James… ma sai anche tu che nulla ti da il 100 per cento di protezione. E quando mi devo fermare con quelle usiamo i preservativi… ma neanche quelli sono affidabili completamente… c'è sempre un margine di rischio… Per non correre rischi dovremmo praticare l'astinenza >>, disse lei un po' aspra: era come se la stesse accusando fra le righe, ma non poteva esserne certa. James cercò di fare un sorriso stiracchiato a quel tentativo di battuta sull'astinenza, ma non gli riuscì molto bene.

<< My love … non ti sto accusando di niente, se è questo che stai pensando: quando facciamo l'amore siamo in due… se dobbiamo parlare di colpa, e non sto dicendo che ci sia but… non mi viene la parola in italiano, è mia quanto tua… >>, le disse, leggendole quasi nel pensiero, e Xx si sciolse un po', tentando di fare un sorriso, ma senza riuscirci del tutto.

<< Cosa dobbiamo fare? >>, domandò Xx in ansia.

<< Non lo so… non è una scelta facile… ci cambierà la vita… we speak of a child… my… your… Our… Siamo sicuri di essere pronti a una responsabilità come questa? Non lo so, veramente… Tu cosa vorresti fare? >>, James sembrava… smarrito, indifeso e a Xx si strinse il cuore vederlo così, le sembrava che avesse gli occhi lucidi.

<< Oh… James… >>, sussurrò lei abbracciandolo forte, cercando di confortarlo, e lui si aggrappò a quell'abbraccio, stringendola forte tra le sue braccia, affondando il viso tra i suoi capelli.

<< Amore… io… io sono contraria all'aborto >>, disse la ragazza timorosa quando si separarono.

<< Ho capito… io invece no… non sono contrario. Se due persone non vogliono un figlio… o non hanno la possibilità di mantenerlo… o non si sentono pronte per questo… e sono state poco… attente? Prudenti?… non credo sia giusto che si ritrovino con un figlio, che forse per questo non sarà amato… o non avrà la vita e le attenzioni che si merita ogni bambino… >>.

<< Giusto… ma non è neanche corretto togliere la vita a qualcuno per poca attenzione… o per uno sfortunato caso… o perché ci si è divertiti senza pensare alle conseguenze >>.

<< Vero… ma comunque lo puoi partorire e dare in affidamento… >>, suggerì James.

<< Si… ma non credo che ce la farei a lasciare il mio bambino nelle mani di qualcun altro, per quanto possano essere delle brave persone… Mi stai forse suggerendo di dare via il nostro bambino? >>, domandò, iniziando ad arrabbiarsi.

<< No… non sul serio, almeno… però i bambini piccoli stanno con i genitori di solito! Io sono via spesso ultimamente, e anche tu lavori tutto il giorno e sei a casa solo la sera! >>, continuò James.

<< Esiste a lavoro una cosa chiamata maternità, e i bambini sotto i due anni viaggiano gratis! Si faranno dei sacrifici! >>, sbottò Xx alzandosi dal divano.

<< Si, ma un figlio non deve per forza arrivare a ventisei anni! >>, sbottò anche lui, alzandosi dal divano, solo che era molto più alto di lei, e la sovrastava senza volerlo.

<< A parte che tu ne hai quasi trenta… e io quasi ventisette, se avessi potuto scegliere, avrei fatto in modo che non capitasse così! Forse avrei aspettato ancora qualche anno… due o tre magari. Ma è capitato in questo momento! Non l'ho chiesto io! E non alzare la voce con me! >>, Xx stava andando su tutte le furie.

<< Neanche tu! E poi scusa, il sogno di andare a fare un corso di specializzazione a New York nel tuo ambito, dove lo mettiamo? >>, esclamò lui.

<< Ci saranno altri posti qui in zona, ho sentito dei buoni nominativi >>, disse decisa.

<< Mettiamo il caso che tu lo trovi qui, magari non troppo vicino. Il bambino con chi starebbe, se tu stessi via e tornassi per il week end? >>, domandò lui.

<< Lo porterei con me >>, rispose con semplicità.

<< E in quel caso dovrei perdermi la crescita di mio figlio, se decidessimo di tenerlo? >>, domandò sarcastico.

<< Ma se tu neanche lo vuoi! E in ogni caso non ho ancora deciso niente, a questo si può trovare soluzione. Potrei semplicemente non fare il corso, ad esempio! Il mio lavoro mi piace anche così >>, ribadì acidamente Xx.

<< E il nostro sogno di viaggiare per il mondo? Io voglio farti vedere questo pianeta meraviglioso! >>, continuò lui.

<< Potremmo portarci dietro il bambino, quando sarà un po' più grande. Inoltre tu potrai andare lo stesso a fare tutte le conferenze, le interviste, partecipare ai gala, e girare tutti i film che vuoi, dovunque servirà. Non ti ho mai fermato, e non comincerò ora >>, gli fece lei, ragionevole.

<< E se io volessi divertirmi ancora senza la responsabilità di un figlio? Ho ventinove anni, non cinquanta, la trovo una cosa normale. E… poi… stiamo insieme da appena un anno e qualche mese… >>, aggiunse il ragazzo, ben sapendo che l'argomentazione non avrebbe retto.

<< Quella che stiamo insieme da un anno e qualche mese è una scusa bella e buona, lo sai anche tu, potresti inventarti di meglio, almeno. In ogni caso non conta quanto tempo, ma l'amore che proviamo tra noi… questo dovrebbe importare. Quanto all'altra tua obiezione non so cosa risponderti, certo che hai ancora il diritto di divertirti… e anche se avessimo questo bambino non ti obbligherei a stare a casa con lui… potresti comunque uscire con i tuoi amici, andare a vedere le partite, andare al pub eccetera. Ce l'ho anche io il diritto a divertirmi… e che cavolo! Guarda mia cugina, ha la mia età e un paio di anni fa ha avuto un bimbo, ma non per questo ha rinunciato alle uscite con gli amici e il resto… io non riuscirei ad abortire >>, concluse mesta.

<< … Ascolta, James… dobbiamo calmarci. Continuando a urlarci dietro non arriveremo da nessuna parte. Dobbiamo pensare e ragionare a seconda delle nostre possibilità e dei nostri desideri… partendo dal fatto, almeno da come mi è sembrato di capire, che… io vorrei tenerlo e tu invece no >>, gli disse lei.

<< Io lo sto già facendo… sei tu che ti stai facendo prendere dall'istinto materno! Non è che io non voglio avere figli… mi piacerebbe averne… solo che ora, secondo me, non è il momento giusto… >>, le disse James, sforzandosi di essere delicato… di solito lo era di natura, ma dopo i toni usati quella sera, gli sembrava strano tornare ai suoi soliti modi.

<< Oh, scusa! >>, fece all'improvviso Xx portandosi le mani alla bocca per non vomitare a terra, mentre correva verso il bagno.

<< Che hai? >>, domandò preoccupato seguendola, tenendole i capelli indietro e asciugandole i sudori sulla fronte, mentre la ragazza era china sul water.

<< Nausea credo… e vomito di sicuro. Vattene, non c'è niente da vedere >>, disse a fatica cercando di allontanarlo.

<< Non dire sciocchezze. Ti porto un bicchiere d'acqua? >>, le domandò, e Xx annuì.

<< Stai meglio? >>, le domandò dopo un po'.

<< Si, grazie… mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a questa scena pietosa >>.

<< Non fa niente, non preoccuparti… >>, le disse accarezzandole il viso.

<< Ascolta… io non voglio privarti di niente… della tua libertà, della tua voglia di divertirti o di nient'altro, ma forse una soluzione si può trovare. Prendiamoci un paio di settimane per rifletterci con calma… >>, propose Xx, la testa ancora appoggiata al gabinetto.

<< D'accordo… anche se una decisione credo tu l'abbia già presa… >>, disse lui.

<< Anche tu, ma… James… ti prego… non farmi scegliere tra te e il bambino… non lo sopporterei proprio >>, fece lei guardandolo implorante, gli occhi leggermente lucidi.

<< Chi sceglieresti? >>, le domandò a bruciapelo, gli occhi che ardevano.

Xx non rispose, James la guardò dritto negli occhi, ma non disse niente.

<< I do not know… I just know that I would be halved >>, gli disse alla fine, quando lui era di spalle e se ne stava andando: si fermò per un secondo, ma non rispose.

<< Come on, the pizzas arrived >>, disse invece, dandole una mano ad alzarsi.

<< Do you want a cup of tea? >>, le chiese James più tardi: erano sul divano, ma non seduti vicini e abbracciati come di solito… erano ai lati opposti, e sembravano divisi da un muro.

<< Yes, thanks >>, fece lei, ma era irrequieta e si agitava sul divano.

<< A cosa pensi? >>, gli chiese dopo qualche altro minuto di silenzio, mentre sorseggiavano il tè.

<< A… alla situazione >>, le rispose, rigirandosi la tazza tra le mani fissandone il contenuto, e la ragazza annuì.

<< Non… riesco a togliermi dalla testa quello che mi hai detto >>, continuò lui dopo un po', e Xx annuì di nuovo, fissando anche lei il suo tè.

<< Io non voglio incastrarti qui… contro la tua volontà. Se mi conosci dovresti saperlo bene >>, disse con calma, ma la voce vibrava di delusione e amarezza.

<< E… se pensi questo… forse è arrivato il momento… di separarsi… >>, disse lei, la voce incrinata cercando di trattenere le lacrime: solo dirlo era come ricevere una pugnalata al cuore.

James sbiancò.

<< Non dire assurdità. Lo so che non vuoi… e non faresti una cosa del genere. Sono stato preso alla sprovvista. Ma il p… la questione rimane >>, e le guardò la pancia, dove ancora non si vedeva niente.

<< Stavi per dire problema, James Andrew Eric? >>, scattò Xx, profondamente delusa.

James esitò.

<< Certo che stavi per dirlo. Non ci posso credere! E ora magari tirerai fuori la storia che ti sto incastrando con un bambino solo per avere i tuoi soldi?! >>, domandò sarcastica, ma gli occhi mandavano lampi.

<< Sai che non l'ho mai pensato, e di certo non ho cominciato ora >>, James sembrava offeso.

Xx si calmò un pochino alla sua reazione.

<< Hai ragione, scusa… è stato un colpo basso questo >>, Xx avrebbe tanto voluto avvicinarsi a lui, poterlo stringere e scusarsi meglio: sapeva di aver detto una cattiveria, ma era arrabbiata e voleva solo ferirlo, e questo pensiero la feriva… ma non riusciva ad avvicinarsi a lui.

<< Mi dispiace molto… non volevo dirlo davvero >>, disse ancora, e si avvicinò alla porta d'ingresso.

<< Va bene… dove stai andando? >>, le chiese preoccupato.

<< Io e il problema >>, disse indicandosi la pancia, << Non vogliamo stare qui. Non stanotte… James, ci stiamo solo ferendo a vicenda, al momento, e non voglio continuare. Chiederò a un amica di poter stare da lei, o al massimo andrò in un hotel Non dormirò sotto un ponte, starò bene, vedrai… staremo bene >>, si corresse abbassando lo sguardo sulla sua pancia, ma avevo uno sguardo triste e addolorato.

<< Non posso convincerti a restare? >>, domandò lui: avrebbe voluto correre da lei, avrebbe voluto chiudere la porta a chiave pur di non farla uscire in quello stato, ma rimase inchiodato dov'era.

<< No. Ci… vediamo James. Buonanotte >>, fece le un po' impacciata.

<< Si… ci vediamo. Buonanotte anche a te >>, fece lui mesto, e la ragazza si voltò e si chiuse la porta alle spalle.

Quando Xx se ne fu andata, James crollò in ginocchio sul pavimento e cominciò a piangere senza riuscire a trattenere le lacrime, passandosi le mani tra i capelli.

“ Come ho potuto reagire così? Sono stato un bastardo! Xx sarà stata spaventata dalla notizia… probabilmente non vedeva l'ora di dirmelo per sfogarsi… e io come reagisco? Come un cretino! Ma che mi è preso? Sono solo… spaventato dall'idea, come lei? Se dovessi perderla per questo non potrei perdonarmelo! Questa… questa casa sembra così vuota senza di lei… e così grande… “, si era ritrovato a pensare il ragazzo, ma si addormentò sul divano poco dopo, sfinito da quello che era successo.

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Capitolo 2
*** Incerti & Infelici ***


 << Ma che diavolo è questo rumore? >>, borbottò tra se James prima di aprire gli occhi e sentirsi spaesato: dov'era finito?

<< Ah, già… >>, borbottò ancora, ricordandosi della sera precedente.

Era sul divano con una coperta, e si era ritrovato con le scarpine che Xx gli aveva impacchettato per dargli la notizia in mano, e il suo cellulare incastrato tra i cuscini che suonava.

<< Oliver >>, rispose vedendo il nome.

<< Hi James! >>, fece allegro il fratello.

<< Che ti serve? >>, gli chiese spiccio: non aveva nessuna voglia di starsene al telefono.

<< Ehi! Che modi? Volevo solo chiederti a che ora avevi il volo, così passo a prenderti dopo >>, rispose Oliver.

<< Il volo? Oh… si, l'avevo dimenticato >>, rispose, rendendosi conto di non essere stato molto carino con il fratello, in fondo non era certo colpa sua, e non sapeva niente.

<< Ma che ti prende? Sembri strano. Domani abbiamo l'incontro con quegli ambasciatori per l'associazione… >>.

<< Si, si. Ora mi ricordo. Il volo ce l'ho verso le tre del pomeriggio >>, fece James sbrigativo.

<< Ok… ci vediamo più tardi >>, fece Oliver perplesso mettendo giù il telefono.

<< Merda, è tardi, devo ancora preparare le cose >>, fece balzando su dal divano, e per un po' riuscì a non pensare a quello che era successo.

Prima di uscire aveva scritto un biglietto a Xx, avvisandola che sarebbe stato via qualche giorno, lo lasciò sul tavolo e uscì di corsa.

 

Xx quel giorno si era data malata a lavoro: non aveva voglia di stare in mezzo alla gente e alla confusione… voleva solo starsene in pace. La sera precedente aveva detto a James che avrebbe chiesto a un amica di stare da lei, ma già sapeva che non l'avrebbe fatto, che sarebbe andata direttamente in un hotel, e li si sarebbe sfogata liberamente, e infatti non appena si era chiusa la porta della camera alle spalle, si accasciò con la schiena contro la porta e pianse… non sapeva nemmeno lei se per la frustrazione, la rabbia, la delusione, l'incredulità o per altro.

In qualche modo era riuscita a trascinarsi sul letto, e li i pensieri non le avevano lasciato tregua: era distrutta per il litigio con James, uno dei rari che succedevano tra loro… ma di sicuro il più grosso. Si chiese perché il ragazzo aveva reagito così: era stato colto alla sprovvista… non voleva figli… o come aveva detto, per lui non era il momento giusto? Eppure nella sua testa prese forma l'immagine di lui con un neonato in braccio… e la trovò un immagine molto dolce e molto bella, naturale. Vero, non ne avevano mai parlato, non c'era mai stata occasione… ma perché aveva reagito così male? Anche lei era rimasta scioccata dalla notizia, quando aveva visto il test, me dopo un po' si era ripresa, perché in fondo al suo cuore sapeva che prima o poi sarebbe successo con James, sapeva che avrebbe formato una famiglia con lui, se lo sentiva. Certamente non avrebbe voluto che avvenisse per “caso” - non si sentiva certo di dire per “errore”-, e aveva cominciato ad accettare l'idea, ad immaginarsi un bambino che somigliasse a James…

E poi era arrivata la doccia fredda: magari non si era aspettata i salti di gioia… ma neanche quel distacco, non era da lui. Si era sentita… allontanata bruscamente, rifiutata.

“ Che cosa devo fare? “, era stata la domanda che si era posta quella notte, e quella mattina era tornata a farsi sentire ancora, dopo aver dormito poco e male. Avrebbe dovuto, per così dire, cedere ed abortire? Ma lei come si sarebbe sentita dopo? Come gli aveva detto era contraria, non sarebbe mai riuscita a uccidere il suo bambino, il bambino di James… e se lui non avesse voluto… suo figlio… lei ce l'avrebbe fatta da sola? Sarebbe stata abbastanza forte per entrambi? Separarsi da James… era doloroso solo pensarlo, ne sarebbe stata capace?

Per l'ora di pranzo era tornata a casa, e aveva trovato il biglietto di James:

 

“ Ciao amore, sono volato a Londra, me ne ero dimenticato, ma io e Ollie abbiamo un incontro con un associazione benefica, domani. Dovrei tornare venerdì pomeriggio.

Ti amo, James “

 

Xx si sorprese a sorridere al biglietto, nonostante tutto: lui teneva a lei… questo lo sapeva già, ma dopo il litigio che avevano avuto, ricordarselo le era di conforto.

 

<< James, mi vuoi dire che hai? Da quando sei arrivato sei strano! >>, sbottò Oliver alla fine: erano andati in un pub quella sera per bersi qualcosa e stare insieme, a chiaccherare come un tempo.

<< Problems with Xx? >>, domandò, ancora, e dall'espressione che fece il fratello capì di aver indovinato.

<< Vuoi parlare o devo indovinare di nuovo? >>, domandò ancora qualche minuto dopo, irritato dal mutismo del gemello.

<< Non indovineresti >>, fece infine James.

<< Then tell me >>, rispose sollevando un sopracciglio, bevendo un sorso di birra.

<< Ok… but non dirlo a nessuno, ancora. Xx… is pregnant >>, confessò infine, tirando fuori le scarpette bianche che si era portato dietro tutto il giorno.

Oliver spalancò la bocca, sconvolto, e fissava quelle scarpine che aveva James, prendendole in mano.

<< C- come è successo?? >>, domandò.

<< È la stessa domanda che ho fatto io a lei. E ora mi rendo conto di quanto sia idiota, come domanda. Secondo te come è successo? >>, sbottò ironico.

<< Oh, yes. Right >>, fece Oliver dopo due secondi.

<< E…? Non… sei felice? >>, continuò, vedendo lo sguardo del gemello.

<< Io… non lo so, in verità. Io vorrei dei figli… ma non so se è il momento… e se poi viene fuori che non sono capace? A quel punto sono responsabile di una vita, e se cresce male a causa mia? Non è un gioco! >>, si sfogò James.

<< And if you had just afraid? >>, suggerì semplicemente Oliver.

<< Maybe >>, rispose l'altro.

<< E Xx che dice? >>, chiese: quella sera doveva cavargli tutte le parole di bocca.

James fece un sorriso amaro.

<< Lei… è contraria all'aborto, quindi vuole tenerlo. E così, ieri sera quando me l'ha detto, abbiamo litigato, non so che mi è preso >>, disse James, e raccontò al fratello cosa si erano detti lui e la sua fidanzata.

<< Hai detto a Xx… che vostro figlio è un problema?!? Ma… James!! >>, Oliver era scandalizzato.

<< Beh… non esattamente. Non volevo, comunque. È stato un errore… >>, tentò di difendersi l'altro.

<< Che tu l'abbia detto o quasi, non fa differenza, James. Lei l'ha capito, e non posso immaginare niente di peggio che tu potessi dire… andiamo! Come fai a dire che tuo figlio è un problema? >>, Oliver si scaldò, prendendo le difese di Xx.

<< Lo so che ho sbagliato, va bene?!? Me ne sono pentito mezzo secondo dopo di averlo solo pensato, ok? >>, James era distrutto, e alzò la voce sfogando la sua frustrazione e la sua rabbia contro il fratello: aveva gli occhi lucidi, dava l'idea di poter crollare da un momento all'altro.

A vederlo, il gemello si rese conto che il fratello “minore” era più che pentito, e cercò di confortarlo.

<< D'altra parte i fratelli “ maggiori “ a che servono, se non per dare consigli e sostegno? >>, chiese sarcastico, mettendo le virgole con le dita sulla parola maggiori, e James fece un vago sorriso, imbarazzato per come si era appena comportato.

<< Mi… dispiace, sorry. Non dovrei prendermela con te >>, si scusò.

<< James, e da ieri sera non l'hai più sentita? >>, domandò Oliver sorpreso, quando il fratello glielo confidò.

<< Le ho lasciato un biglietto sul tavolo e basta. Dovevi vederci ieri sera: sembravamo due estranei… tra noi c'era il gelo >>, fece James abbattuto, e Oliver annuì dispiaciuto.

<< E cosa aspetti a chiamarla, o mandarle almeno un messaggio? E poi… cosa sperate di risolvere con queste due settimane di riflessione? Non concluderete nulla, dovete parlarvi subito, quando tornerai da lei >>, osservò Oliver, convinto.

<< Ma… >>, fece James.

<< Niente ma. Sarai un bravo papà, la tua è solo paura. E poi non sarai solo, avrai anche Xx al tuo fianco… e voi due vi amate, è un idea folle e stupida quella di dividervi! Senza contare l'aiuto dei suoi genitori e dei nostri, i consigli… aspetta quando verranno a sapere che diventeranno nonni! I vostri amici… lo zio fico, che sarei io, zia Katie… sua sorella… tutti i parenti… tutti vi aiuteremo, se sarà necessario >>, concluse Oliver.

<< Tu non vedi l'ora di diventare zio, vero? >>, chiese James guardando il fratello “ maggiore “.

<< Esatto! >>, confermò allegro lui.

<< E tu e Katie? Siete sposati, avete fatto la luna di miele…. Un bel bimbo? >>, chiese sorridendo.

<< Per ora ci godiamo la vita da sposini, e poi vedremo. Voglio prima vedere che cosa combinerai tu con un neonato! >>, disse scoppiando a ridere, e James gli tirò un calcio sotto il tavolo, ma sorrise anche lui, e bevve un sorso della sua birra.

<< In ogni caso, se ti azzardi a piantare in asso Xx e tuo figlio, giuro che ti prendo a calci nel sedere, e non scherzo >>, fece Oliver più serio.

Più tardi chiamò Xx, ma rispose la segreteria, e lasciò un messaggio.

 

<< Ciao amore… sono io. Volevo solo dirti che non ti ho abbandonata, non sono scappato dopo una lite… ma sono qui per una cosa importante. Scusa se non mi sono più fatto sentire, dovevo pensare. Ci sentiamo, ok? Buonanotte… ti amo… nonostante quello che è successo ieri>>.

Poi si accorse che lei, poco prima, gli aveva lasciato a sua volta un messaggio in segreteria e lo ascoltò con attenzione.

 

<< Ciao James. Volevo dirti che sto bene. Ieri sera sono andata in un hotel, alla fine… e mi dispiace per alcune cose che ho detto, volevo solo ferirti, in quel momento, e questo non lo posso sopportare, perché io ti amo, e non dovrei dirle, certe cose. Comunque ci vediamo tra qualche giorno… spero tu stia bene. Salutami Oliver, Katie e i tuoi >>. James sorrise… dopotutto se si preoccupava di dirgli che stava bene e che non voleva ferirlo… non tutto era perduto.

 

Xx era da poco arrivata a casa dal lavoro, era stata una giornata faticosa e così andò subito a farsi una doccia.

<< Ora piccolino andiamo a mangiare qualcosa, la tua mamma ha molta fame >>, disse più tardi uscendo dal bagno con l'accappatoio, dopo la doccia.

<< Ciao amore >>, salutò James che l'aveva sentita parlare al bimbo, e Xx sussultò per la sorpresa, stringendosi un po' di più l'accappatoio addosso: il ragazzo notò il gesto, ma non disse nulla.

<< Ciao… che ci fai già a casa? Credevo tornassi domani >>, domandò lei: non voleva essere così brusca e fredda, ma non le riusciva diversamente, era la prima volta che si vedevano dopo il litigio.

<< Abbiamo finito prima… e così ho preso l'aereo oggi pomeriggio. Tutto bene? >>, domandò lui avvicinandosi di un piccolo passo. Rimasero fermi, a poca distanza l'uno dall'altra.

<< Si… Io… stavo uscendo a cena con delle amiche, vado a prepararmi >>, inventò lei, e si defilò.

James era… distrutto, c'era ancora tensione tra loro, e si poteva tagliare l'aria con un coltello.

Andò in camera per disfare la valigia che si era portato in viaggio, e trovò la ragazza solo con l'intimo, mentre sceglieva cosa mettere, e quando si accorse che la stava guardando, lo sguardo era caduto sulla sua pancia, si rimise l'accappatoio, cercando di farlo passare per un gesto per coprirsi dal freddo, invece che dalla sua vista, ma James lo notò di nuovo.

<< Cos'è, ti vergogni adesso? Con me? O non posso più guardarti? Ti ho vista nuda molte volte… >>, il tono gli era uscito più accusatorio di quanto non volesse in realtà.

<< Ho solo freddo >>, rispose lei piccata.

<< Mph >>, sbuffò il ragazzo.

<< Come… è andato l'incontro con quell'associazione? >>, domandò lei, cercando di smorzare i toni della loro “ conversazione “, se così si poteva chiamare.

<< È andata bene, verrà fuori una buona collaborazione, e delle cose interessanti >>, rispose lui, lieto che avesse portato la conversazione su un piano neutro.

<< Mi fa piacere. Se riuscirete a dare una mano agli altri sarà una bella cosa. Io… vado. Dovrebbe esserci della carne in frigo, se vuoi… ci vediamo >>, disse velocemente.

<< Davvero, invece che stare con me, preferisci uscire a mangiare da sola? Guarda che lo so, che ti sei inventata quella scusa prima >>, James non riuscì a trattenersi.

<< Io ho davvero una cena! >>, protestò, ma divenne tutta rossa, segno che si stava tradendo da sola.

<< Si, e quella delicata sfumatura pomodoro da dove esce? >>, domandò sarcastico, e lei non seppe rispondere: dopotutto la conosceva meglio di chiunque altro.

<< Sul serio… invece di parlare del nostro litigio, del perché… te ne vai? Dovremmo parlarne prima o poi, lo sai? >>, fece James, che era un po' deluso.

<< Certo che lo so, ma parleremo in un altro momento del problema >>, sputò fuori l'ultima parola, quasi con cattiveria, ancora ferita e risentita da quando lui l'aveva usata, alcuni giorni prima… o meglio, quasi usata.

James indietreggiò di un passo: solo adesso si stava rendendo veramente conto di quanto quella singola parola l'aveva ferita e delusa… e se ne rendeva conto perché ora feriva anche lui. Come diavolo gli era venuto in mente, anche solo per mezzo secondo, di paragonare suo figlio, il suo bambino, sangue del suo sangue... a un problema??

<< Ho delle amiche che mi aspettano >>, continuò lei ostinata non accorgendosi del cambiamento in lui, ma era più per non dargliela vinta: sapeva che stava facendo una magra figura.

<< Come vuoi. Divertiti >>, ribattè lui alzando le mani in segno di resa.

 

La sera, quando tornò a casa, James era già a letto, fermo sul suo lato, e Xx lo guardò per un po' prima di mettersi il pigiama ( lui invece dormiva quasi sempre in boxer e maglietta, in estate come in inverno) e andare verso la sua parte di letto con un magone alla gola. Non si era comportata affatto bene quella sera, e vederlo li vicino ma non riuscire ad avvicinarsi per accoccolarsi accanto a lui e amarlo la faceva soffrire, così si addormentò, piangendo lacrime silenziose.

 

Il mattino dopo, si svegliarono quasi nello stesso momento, ancora ai due capi opposti del letto, e questa era per loro una cosa insolita: di solito si svegliavano vicini o stretti insieme. Ma quella mattina il loro umore si rispecchiava nel loro risveglio, cercavano di essere cordiali e gentili, ma non sempre ci riuscivano.

 

Andò avanti così per quasi cinque giorni: ogni volta che provavano ad affrontare l'argomento gravidanza finivano per litigare, anche se nessuno dei due lo voleva in realtà, ma si rinfacciavano solo le cose dette giorni prima, ed erano per questo di pessimo umore.

 

Dieci giorni dopo la “ scoperta ”, Xx tornò a casa sfinita dal lavoro e dalla situazione che si era creata con il suo fidanzato, chiedendosi se non fosse il caso di andarsene, almeno finché non si fossero chiariti: quelle liti non facevano bene al bambino.

<< Ciao James >>, fece stanca, rientrando in casa.

<< Ciao Xx… e quelle occhiaie?>>, domandò preoccupato lui, scrutandola. Erano di nuovo in piedi, a due metri di distanza, e si squadravano.

<< Dormo poco e male da quando… non dormo bene se non sono con te >>, ammise lei, e James, se pur preoccupato, era contento di sentirglielo dire: neppure lui dormiva un granchè bene se litigavano tra loro, o se non dormivano insieme.

<< Andiamo… non ce la faccio più in questa situazione. Prendiamo una decisione… James, io ti amo, ti amo come non pensavo si potesse amare… così profondamente… e totalmente. Amo tutto di te: i tuoi nei, la tua piccola cicatrice, il tuo accento… non li cambierei per niente al mondo. E io mi sono comportata male in questi giorni, e mi dispiace… ma mi sentivo persa… e si è stravolto tutto. Quel calore… quelle tenerezze tra noi… sono sparite, e io… io le rivoglio indietro. Mi manchi… mi manca l'abbracciarti quando arrivi a casa, baciarti… fare la doccia insieme...la tua barba che mi graffia il viso, fare l'amore insieme… darti il bacio della buonanotte e del buongiorno… il solletico che mi fai a volte quando cucino… la tua allegria, il tuo entusiasmo… mi manca addormentarci abbracciati ascoltando il battito del tuo cuore che mi rilassa così tanto. Mi mancano i tuoi meravigliosi occhi verdi che mi guardano con amore...mi manca guardare dentro di loro… e quando sembra che mi leggano dentro. Mi manchi tu, con ogni tuo gesto, sguardo o parola, dalla mattina quando ti svegli fino alla sera quando vai a dormire… ed entrambi sappiamo perché >>, cominciò lei con gli occhi lucidi, guardandolo improvvisamente.

<< Amore… la cosa che voglio di più al mondo è tornare a come eravamo prima, questa situazione di incertezza e di freddo che si è creata non la sopporto più nemmeno io… io ti amo tantissimo… e anche tu mi manchi da impazzire… mi manca quella luce nei tuoi occhi quando stiamo insieme, tu credi che non la noti, ma la vedo eccome, e voglio che torni a brillare… ma non essere d'accordo sul bambino ci ha portato ad essere due che sembra si conoscano appena. Quindi ora ci sediamo e ne parliamo, la notizia è ormai digerita, e cerchiamo di ragionare, anche se… questo potrebbe portare a decisioni che… fanno male… come… come l-lasciarci… >> disse, ma aveva la faccia che esprimeva un immenso dolore al solo pensiero.

<< N-non dirlo… neanche per scherzo… >>, disse allarmata lei.

<< Io non voglio costringerti ad abortire o a fare qualcosa che non vuoi… però ci troviamo di fronte a delle scelte importanti. Pensandoci in questi giorni sono arrivato alla conclusione che abbiamo ragione entrambi: io sul piano razionale, tu su quello emotivo… ognuno di noi ha delle tesi sia a sostegno che contro quello che pensiamo... >>, fece James.

<< Riflettendoci sono arrivata alla tua stessa conclusione… ma questo non risolve il nostro problema… in pratica siam fermi al punto di partenza >>, gli rispose affranta, avvicinandosi di qualche passo, le sue mani piccole che si perdevano in quelle grandi di lui come non accadeva da quando aveva scoperto di essere incinta.

Dopo dieci minuti che parvero eterni, James alzò lo sguardo, rimasto fermo sulle loro mani intrecciate.

<< Può… può darsi che dirò la più grande sciocchezza della mia vita… e da questo il nostro futuro sarà influenzato per sempre, ma…

 

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Capitolo 3
*** Scelte ***


 << Io dico… di tenere questo bambino! Il cuore ha vinto sulla ragione… sarò pazzo, ma non voglio rischiare di perderti ora che ti ho trovata! E… credo di non aver mai voluto perdere neanche il nostro bambino. Forse avevo solo paura di una responsabilità così grande… e ho reagito così. Certo qualche sacrificio si dovrà fare, ma per non perdervi sono disposto a farli tutti. Scusa se ti ho lasciata da sola ad affrontare tutto… potrai perdonarmi? >>, disse James, finalmente sereno, appoggiando le mani sulla pancia ancora piatta della ragazza.

<< Dici sul serio?! Oh, amore mio! >> fece lei saltandogli al collo dalla felicità con le lacrime agli occhi. In un attimo tutta la tensione che si era creata nei giorni precedenti era sparita, come se non fosse mai esistita.

<< Certo che ti perdono… dispiace a me essermi comportata così male in questi giorni… e di averti ferito >>, gli disse, scusandosi, baciandolo.

<< Ma… sei sicuro? >>, gli domandò prendendogli il viso tra le mani, portandolo vicino al suo.

<< Si. Voglio tenere nostro figlio. Dicono che le cose più belle sono quelle inaspettate, no? Eccola! La luce nei tuoi occhi è tornata… >>, disse osservandola bene, stringendosela ancora di più al petto, i piedi di lei che penzolavano a svariati centimetri da terra, finalmente sorridente e felice.

La ragazza sorrise e lo baciò a lungo, affondando le dita nel suoi capelli e scompigliandoli tutti: un bacio dolce e delicato, le lingue che si toccavano, si sfioravano e giocavano l'una con l'altra, recuperando il tempo perso in quei giorni.

<< Eccolo qui… il profumo che preferisco al mondo… il tuo bacio, le tue labbra… e anche la tua barba! Le tue grandi mani su di me… ti ho mai detto quanto le adoro? Mi sei mancato da morire >>. gli disse Xx abbracciandolo forte e riempiendosi le narici del suo profumo.

<< Anche tu sei qui, finalmente… ora posso stringerti di nuovo. Siamo stati più lontani in questi giorni che quando parto per qualche viaggio… >>, rispose James, il viso affondato nei suoi capelli.

<< Hai ragione… sono stati i dieci giorni più brutti della mia vita… stare nell'incertezza… ma ora è passato >>, gli disse più tardi, a letto, a coccolarsi ed abbracciarsi sotto le coperte.

<< Sono stati terribili anche per me, era… come se si fosse creato un muro tra noi… la sola idea di perderti era insopportabile >>, le disse stringendola ancora più vicino a se.

<< Era inconcepibile anche per me quest'idea, non credo ce l'avrei fatta a lasciarti andare… sapendo quanto ci amiamo… non potevo neanche pensarci… il solo pensiero era folle >>, rispose lei, scossa da un brivido al solo pensiero.

<< Per fortuna abbiamo trovato una soluzione senza arrivare a separazioni… nemmeno io ce l'avrei fatta a lasciarti andare >>, disse dandole un bacio sulle labbra, carezzandole il viso.

<< James… amore… io direi di aspettare i tre mesi prima di dirlo a tutti.. parenti e amici… sai, sono i mesi più critici… o tu vuoi già dare la notizia? >>, gli domandò guardandolo per studiarne la reazione.

<< Io lo potrei urlare dalla gioia… ma aspettiamo, va bene. Solo… io… ne ho parlato a Oliver, quando sono stato a Londra. Avevo bisogno di sfogarmi e parlare… e lui mi ha suggerito per primo l'idea che avevo solo paura di una responsabilità del genere… Gli ho chiesto di non dirlo a nessuno, e non lo farà… mi dispiace… >>, ammise James arrossendo.

<< No… non ti dispiacere. Non importa, va bene lo stesso… è il tuo gemello, era normale che ne volessi parlare con lui. Che ti ha detto? >>, lo rassicurò.

<< In pratica che ero un cretino che aveva paura e ti aveva abbandonata dopo una notizia bomba che probabilmente aveva scosso anche te. Mi ha detto anche che mi avrebbe preso a calci nel sedere, se me ne fossi andato lasciandoti da sola con mio figlio >>, riassunse.

<< È perspicace. E non credo che scherzasse, nella parte in cui ti diceva di prenderti a calci >>, ridacchiò Xx, che aveva notato come Oliver avesse centrato in pieno il problema.

<< Credo anche io… e non vede l'ora di diventare zio >>, la mise in guardia James ridendo, e Xx ridacchiò insieme a lui.

<< A proposito di aspettare… sai per cosa non dobbiamo aspettare, invece? >>, fece Xx.

<< Non saprei, per cosa? >>, domandò James disorientato.

<< Per questo >>, gli disse, un secondo prima di posargli le mani dietro la testa e spingerlo verso il basso, dove ad aspettarlo c'era la sua bocca.

Le loro labbra si scontrarono voraci, le loro lingue si cercavano, si intrecciavano, i loro denti mordevano le loro labbra. Le mani di Xx correvano dal collo di James fino ai suoi capelli, passandoci le dita in mezzo, cosa che lui adorava, e poi scendevano sulle guance, ad accarezzarlo. Il ragazzo era famelico: voleva toccare e baciare ogni centimetro della fidanzata, staccò le sue labbra da quelle di lei, e scese a baciarle il profilo della mascella, e poi andò al collo, alternando baci ardenti a piccoli morsi audaci: Xx aveva gli occhi chiusi, le labbra semiaperte ad assaporare queste sensazioni.

Quando James arrivò alla pancia della ragazza, però, la sua bramosia si placò un po', sostituita da una dolcezza infinita. Alzò la maglietta che aveva Xx e le tolse il reggiseno, le guardò la pancia con uno sguardo carico di venerazione, e prese ad accarezzare tutta quanta la superficie ancora piatta dell'addome di lei, non tralasciandone neanche un centimetro, dopodichè fece con le labbra lo stesso percorso fatto dalle mani, lasciando una scia di baci gentili e delicati. Xx guardava la scena intenerita, con il sorriso sulle labbra, mentre le mani gli carezzavano le spalle, e poi il ragazzo fece una cosa che la lasciò senza parole.

<< Hi little baby… I'm dad… and… ehm… welcome among us… >>, disse James incerto, le labbra a un millimetro dall'ombelico, e poi guardò in su verso Xx, che gli fece un sorriso radioso di incoraggiamento.

<< I can speak in English to our son, sometimes? >>, domandò.

<< You may not… you have to. All'italiano penso io >>, gli disse lei, e il ragazzo annuì.

James sfilò la sua maglietta in un unico rapido gesto, mettendo in mostra il suo corpo, le sue grandi spalle, e i muscoli delle braccia, e quella visione accaldò Xx, accendendo il desiderio ancora più in profondità dentro di lei. Il ragazzo tolse anche la sua maglietta, impaziente di ammirarla, e Xx sollevò le braccia per aiutarlo. James percorse il corpo di lei con gli occhi, famelico: non ne aveva mai abbastanza, ne voleva sempre: ancora e ancora, sempre di più, incapace di resistere.

Le mani di James risalirono dal ventre sui fianchi, e su, tra le costole, poi si spostarono sui seni di lei, che già avevano la pelle d'oca e bramavano quel contatto. Nel frattempo Xx aveva preso di nuovo possesso della sua bocca, baciandolo esperta, come sapeva che lo faceva impazzire e con la lingua segnò il contorno delle sue labbra, piano, facendolo eccitare.

James scese con le labbra fino ai seni di lei, i capezzoli già turgidi e ben diritti, eccitati per lui… da lui. Con la lingua faceva dei cerchi, su uno di loro, mentre le mani si occupavano dell'altro seno, per poi darsi il cambio, e Xx si inarcò contro di lui, il respiro accelerato, mentre con le mani carezzava sempre più forte le sue spalle e i muscoli delle sue braccia, poi la lingua di James tornò all'improvviso a introdursi sfacciata nella sua bocca. Anche le mani di Xx si fecero più sfrontate, e scesero giù, passando sul suo petto, stringendo un po' la leggera peluria che aveva, per poi scendere ancora, dove la peluria diventava più scura, arricciandosi sul dito qualche pelo un po' più lungo, vicino al bordo dei boxer neri, ma infilando subito le mani dentro, senza esitazione, togliendoglieli un secondo dopo.

James gemette al contatto con le sue mani fredde, e lei sorrise nel bacio, compiaciuta dalla sua reazione. Gli passò una mano sulla lunghezza dell'asta, carezzandolo con le dita, facendo dei piccoli cerchi con un dito, mentre l'altro mano era scesa a carezzare i testicoli, e quando il ragazzo sentì la mano di lei lì, trattenne bruscamente il fiato, staccandosi un millimetro dalle sue labbra e iniziando a respirare pesantemente: Xx lo stava facendo impazzire con quelle carezze.

James sentì che stava per arrivare, così prese la ragazza per i polsi, spostandole le mani.

<< Non voglio avere l'orgasmo così oggi… >>, le sussurrò roco, e Xx fremette davanti a lui e a quelle parole. Il ragazzo si chinò tra le gambe di lei, allargandole le cosce, e con la lingua partì dal ginocchio, diretto al centro della femminilità di lei, già umida e pronta ad accoglierlo.

Con i denti le afferrò le mutandine, e aiutandosi con le mani le tolse di mezzo. La lingua del ragazzo affondò in lei decisa, sicura, e a Xx sfuggì un gemito piuttosto sonoro, mentre James continuava quella dolce agonia, frugando ed esplorando dentro di lei, il suo posto preferito nel mondo: era come tornare a casa, ma ogni volta non sapeva che aspettarsi, era nuovo ed eccitante.

Xx continuò a gemere senza posa, alzando il bacino contro la sua lingua, e James gemette soddisfatto: << Yes Xx… così… lasciati andare… >>, le sua voce era gonfia di desiderio.

La ragazza aprì ancora di più le gambe, mentre lui si alzava, schioccando le labbra soddisfatto, e premeva la punta del suo membro contro la femminilità di lei, ma prima che potesse entrare completamente, la ragazza si girò, erano entrambi inginocchiati sul letto, i respiri affannosi, gli occhi bramosi e i corpi che chiedevano di placare il loro desiderio.

James la guardava interrogativo, lei gli avvicinò la bocca all'orecchio, e gli sussurrò nel modo più sensuale e provocante chi gli riuscì: << Wait… voglio farlo così… >>, e si girò, le spalle attaccate al suo petto, gli prese una mano e se la mise su un seno, mentre portò l'altra tra le sue gambe. Poi prese l'eccitazione di lui con la mano libera, e la avvicinò al suo ingresso.

<< Si… esattamente così… ora puoi farmi quello che vuoi… >>, sussurrò ancora roca lei, provocante, baciandogli la mandibola e portando una mano ai testicoli di lui, che punzecchiò ancora.

James era ammirato ed eccitato dal momento e da quello che gli aveva detto la fidanzata, che gli aveva anche mostrato esattamente cosa voleva, e lui fu ben felice di accontentarla. James la penetrò con una sola spinta violenta, per poi fermarsi dentro di lei, baciarle l'angolo della bocca, mentre una mano stringeva i seni, e l'altra era salita alla sua bocca, infilandole un dito sulle labbra, e lei lo succhiò piano, languidamente, mentre lui le baciava il collo e le spalle.

James cominciò a muoversi piano dentro di lei, con una lentezza devastante: sembrava che la facesse apposta, più lei non resisteva e gli implorava di continuare, e più prolungava quel contatto.

Poi una spinta più energica, più profonda, che riempì Xx.

<< Oh… James… yes… >>, riusciva a rantolare lei, presa da un turbinio di emozioni e da un fuoco che ardeva dentro di lei, il petto che si alzava e abbassava convulsamente

<< Yes? Così? >>, fece lui affannato, aumentando ancora di più il ritmo del bacino e delle sue spinte, le labbra gonfie di baci, i capelli che perdevano qualche gocciolina di sudore, che scendeva tra le sue spalle, e lungo il suo collo, rendendolo più sexy e desiderabile che mai.

<< Così… >>, sussurrò Xx, più a se stessa che a James, che però la sentì lo stesso, e sfregò con più energia la mano sul suo clitoride e strinse di più un seno. Alla ragazza mancò il fiato. Il sangue scorreva impazzito nelle sue vene, affluendo tutto in un punto, tra le sue gambe, e arrivò: un piacere inarrestabile, che prendeva vita nel suo ventre ed esplodeva, diffondendosi ovunque nel suo corpo, facendola tremare da capo a piedi Un grido uscì incontrollato dalla bocca di Xx, un grido che invocava James, e a quel punto l'orgasmo raggiunse anche il ragazzo, con un gemito animale a fianco all'orecchio della fidanzata.

<< Sei ancora più bello ora >>, si trovò a dire Xx, con un sorriso stampato in viso, senza riuscire a fermarsi in tempo.

<< Questo fa molto bene al mio ego >>, rispose lui ridacchiando, baciandole il collo, e anche la ragazza sorrise.

Dopo qualche secondo uscì da lei, si sdraiarono, e lei gli appoggiò la testa nell'incavo della spalla.

<< Anche tu sei molto bella dopo l'amore >>, le disse lui baciandole i capelli.

Erano ancora nudi, avvinghiati l'uno all'altro, e la mano di James finì sulla pancia di lei, subito raggiunta da quella di Xx, che intrecciò le dita della propria mano con quelle del ragazzo.

<< Questo fa bene alla mia autostima >>, lo imitò lei, e scoppiarono a ridere insieme, felici.

 

<< James io… ti devo dire una cosa. In questi dieci giorni sono andata dal medico, ho fatto gli esami del sangue, che hanno confermato che sono incinta. Mi ha consigliato di prendere acido folico, ferro, calcio e proteine, anche se più che un consiglio era un ordine. Poi mi ha mandato a parlare con la mia ginecologa… che voleva fissare la prima ecografia… non subito! Ha detto che la prima si fa tra la undicesima e la tredicesima settimana, di solito, e io sono di quattro settimane appena… quasi cinque in verità. Comunque il punto è: io vorrei… ehm… che ci fossi anche tu >>, disse Xx d'un fiato. Stavano facendo colazione, il giorno dopo che avevano deciso di tenere il loro bambino, ma la ragazza aveva un po' d'ansia nella voce, e James la guardò, trovandola più attraente che mai.

<< Hai paura che ti dica di no, che non posso esserci? >>, le domandò lui, osservandola bene.

<< Si, sai, se hai degli altri impegni fissati non è un problema, ci vado da sola… >>, disse lei velocemente.

<< Vuoi scherzare? Non me la perderei per niente al mondo! >>, le disse lui, capendo dove volesse andare a parare la ragazza.

<< Oh, bene!! >>, fece lei tirando un sospiro di sollievo.

<< Non ho grossi impegni al momento. Tu prenota quando vai meglio, e io mi adatto, se dovesse venire fuori qualche impegno, lo posso sempre spostare. Tu e il nostro bambino venite prima di tutto >>, disse lui, facendo sedere Xx sulle sue gambe, dando un bacio a lei e alla pancia.

La ragazza si commosse.

<< Ehi! Amore mio, non piangere, è la verità! >>, esclamò, asciugandole le lacrime con le dita.

<< S- scusa. Sono gli ormoni. Ho cominciato a leggere un sito dove ti danno consigli e dove si spiega cosa accade al bambino settimana in settimana, sia al bambino che alla mamma, e dicono che potrei avere sbalzi d'umore, essere ipersensibile e cose così. Magari te lo farò leggere, parla anche dei papà >>, disse lei sorridendo.

<< Va bene, allora, sono curioso di leggerlo >>, disse lui sorridente baciando la sua ragazza.

<< James, prima che me ne dimentichi. Il dottore mi ha dato una lista di cibi da non poter mangiare, in gravidanza, e ha detto che tu potresti farmi compagnia, sai per non farmi cadere in tentazione, ed essere più partecipe >>, riferì allegra lei.

<< Cosa?? >>, James faceva finta di essere sconvolto, la bocca mezza aperta.

<< Sei proprio un bravo attore >>, disse lei ridacchiando vedendo la scena, tirando fuori la lista e mostrandogliela. James la guardò sorridente, anche per quell'allusione alla recitazione, e lesse il foglio.

<< Mmm… dopotutto non sarà così difficile >>, disse leggendo attentamente.

<< Certo, quando sei alle partite con gli amici, mangia pure quello che vuoi >>, gli disse lei alzandosi, baciandolo leggera sulle labbra.

<< D'accordo allora >>, le sorrise, alzandosi anche lui.

 

<< Sei nervosa? >>, le chiese James guardandola con la coda dell'occhio: stavano andando a fare la prima ecografia.

<< Si… insomma, so che non c'è motivo per esserlo, ma sono tesissima >>, confidò, torcendosi le mani.

<< Andrà bene, non ti preoccupare. Sono sicuro che troveranno che tutto è regolare >>, le disse cercando di infonderle coraggio.

<< Si, finalmente conosceremo il nostro piccolino… o piccolini. Sai, avendo tu un fratello gemello, ho letto, e poi mi ha confermato il medico, che le possibilità di avere a tua volta dei gemelli è più alta, rispetto le altre coppie >>, gli disse cauta Xx, per non spaventarlo.

James rimase immobile per qualche secondo. Non ci aveva minimamente pensato all'ipotesi gravidanza gemellare, il pensiero non l'aveva neanche sfiorato… e a pensarci era assurdo! Lui aveva un fratello gemello, doveva per forza venirgli in mente!

<< Ora non cadere in uno stato di shock, per favore >>, fece Xx, vedendolo: era come quando gli aveva detto di essere incinta, stessa espressione.

James fece un respiro profondo e si riprese: << Ok, se sono gemelli ce la faremo. I miei ce l'hanno fatta, ce la fanno tutti. Sono stato solo colto alla sprovvista, nella mia testa, ogni volta che ci penso, mi figuro un solo bambino, ma sono stato sciocco a non pensarci neanche! >>, disse lui, e Xx aveva tirato un sospiro di sollievo: non aveva reagito poi male a quella possibilità.

<< In ogni caso, non vedo l'ora di conoscerlo, o conoscerli >>, disse, sfoderando quel sorriso timido a cui lei non sapeva resistere, e Xx arrossì.

<< Speriamo sia tutto ok, insomma… non c'è stato quasi giorno in cui non avessi le nausee, che poi mi chiedo: perché mai le chiamano nausee mattutine, se durano tutto il giorno?? >>, sbottò lei, e James ridacchiò, vedendola.

<< Non è divertente! >>, esclamò, ma non riusciva a stare seria vedendo James che rideva, e alla fine cedette anche lei, ridacchiando con lui.

<< E ti ricordi quando ti è toccato dare via il gelato alla liquirizia, perché non ne sopportavo l'odore, anche se a me piace quel gusto? >>, fece lei passandogli una mano tra i capelli.

<< Si, o quando mi hai detto che se volevo starti vicino non dovevo più usare quel profumo per il resto della gravidanza, perché ti infastidiva! >>, ricordò James, continuando a ridacchiare.

<< Amore mio, non riuscivo a stare a meno di un metro da te, per quell'odore! Vedi un po' te… e poi lo sai, no? Il profumo che preferisco è il tuo, quello naturale che emana la tua pelle >>, gli disse baciandogli il collo.

<< Mph, adulatrice >>, fece lui sorridendo.

<< Se funziona >>, fece spallucce, e il ragazzo le scompigliò i capelli.

<< A parte gli scherzi, sono un po' preoccupata soprattutto per il fatto che ho vomitato spesso, a causa anche della nausea, non so quanto possa andare bene, dicono che è normale, almeno all'inizio, che per ogni donna è diverso, però voglio sentirmelo dire dal medico. E tu sei un perfetto gentiluomo in questi casi, perché mi tiri indietro i capelli, mi fai stendere e bere un bel bicchiere d'acqua, e poi a te tocca sistemare >>, continuò in tono amorevole, guardandolo.

<< You don't worry about these things, you understand? Io lo faccio senza problemi, si tratta di nostro figlio >>, le disse lui.

<< Sai, James? Quando parli del bambino ti si illuminano gli occhi… hai notato? >>, domandò.

<< Really? Non l'avevo notato… sarà perché sono emozionato… >>, fece lui timido, abbassando un poco lo sguardo, arrossendo.

<< Lo credo anche io, più di quanto tu non lo dia a vedere >>, fece lei, felice.

<< Non ti si può nascondere niente, eh? Mi conosci troppo bene… >>, disse lui sfoderando il suo sorriso timido.

<< È più di un anno che stiamo insieme, conosco bene il mio pollo. Come farei a vivere con due o più Phelps e mezzo in casa? >>, gli chiese sorridente.

<< Ho detto qualcosa di strano? >>, chiese subito dopo, guardando l'espressione di lui.

<< No, anzi… solo che sentire “ due o più Phelps e mezzo in casa “ mi ha fatto pensare, mi ha fatto un certo effetto… bello sicuramente! Non ci avevo pensato che avrà il mio cognome… aspetta, chi sarebbe il mezzo? >>, domandò, ricordandoselo solo ora.

<< Oliver. Quando l'hai chiamato per dirgli che avremmo tenuto il bambino, e poi me l'hai passato, mi ha detto che era molto contento, e che non vuole perdersi la crescita di suo nipote per niente al mondo, e che verrà spesso a farci visita, anche prima della nascita. Ogni tanti mi manda dei messaggi, per chiedermi come sta suo nipote, come sto io e se procede bene. Vorrebbe che gli mandassimo una foto del “ Phelps Minion “, come lo chiama lui. >>, gli disse allegra lei.

<< Hai capito mio fratello! Ce lo ritroveremo spesso in giro >>, fece lui ridacchiando, stringendole la mano un po' più forte.

<< Forse dovremmo tenere sempre pronta la camera degli ospiti per lui. Non oso immaginare quando sarà Katie quella incinta, cosa farà! >>, fece lei pensierosa., e James si disse d'accordo.

<< Comunque, amore, hai ancora qualche mese per abituarti all'idea del cognome. Intanto scopriamo se sono uno o più. Stavo penando anche… Natale potrebbe essere il giorno giusto per rivelare la gravidanza… sarà una specie di regalo per tutti… o preferisci in un altro momento? >>, domandò.

<< Natale? Si va bene, mi ero dimenticato che non lo sa nessuno tranne noi… e Oliver >>, fece James distratto: nelle ultime settimane era come se avesse vissuto solo con Xx dentro una specie di bolla dorata privata, e si era completamente dimenticato del resto del mondo.

<< D'accordo allora… siamo arrivati, comunque >>.

<< Buongiorno signori Phelps >>, disse la dottoressa cordiale, stringendo la mano a entrambi.

<< Buongiorno >>, le risposero i due, un po' tesi.

<< Prego, accomodatevi, siete nervosi? >>, domandò gentile, cercando di metterli a proprio agio.

<< Un po' si… >>, rispose James per entrambi.

<< Si vede, ma non dovete aver paura, ora vi spiego alcune cose prima di cominciare, se poi avrete altre domande non esitate a chiedere. Questa è la vostra prima ecografia, e serve per datare la gravidanza. Possiamo arrivare a stabilire la data del concepimento, con un margine di errore di tre o quattro giorni, e possiamo stabilire la data presunta del parto, sempre con un margine di errore di qualche giorno. Serve per prendere tutte le dovute misure, controllare che sia correttamente impiantato nell'utero, prendere la sua lunghezza e peso, e riuscirete anche ad ascoltare il suo cuoricino che batte, e si possono vedere eventuali malformazioni gravi >>, spiegò la dottoressa.

All'ultima parte della frase James e Xx sbiancarono.

<< Ma non dovete preoccuparvi, siete giovani e sani, il rischio è limitato. Mi avete detto che lei, signor Phelps, ha un gemello, e le sue probabilità di avere dei gemelli sono più alte degli altri, quindi ovviamente vedremo se è uno solo o sono due. Avete domande, prima di cominciare? >>.

<< Io si, ma non c'entra con quello che ha appena detto. Da quando ho scoperto di essere incinta, ho spesso nausea, anche se nelle ultime due settimane è diminuita… e ho vomitato più di qualche volta, senza contare qualche macchiolina di sangue di tanto in tanto, e mi sono un po' preoccupata >>, fece Xx, stringendo la mano di Xx.

<< Non si deve preoccupare Xx, è normale nel primo trimestre. Alcune sono soggette più di altre, ma se i disturbi continuano anche nel secondo trimestre, faremo esami più approfonditi, per ora è nella norma. Ora, venga, la faccio stendere sul lettino, così farete la prima conoscenza con vostro figlio >>, disse la dottoressa, indicando il lettino e facendola alzare.

<< Si avvicini anche lei, signor Phelps, non vorrà perderselo? Li a fianco c'è una sedia. Ora, Xx, le metto questo gel sul ventre, così assicuriamo una buona trasmissione degli ultrasuoni, poi userò una sonda, collegata al monitor, dove compariranno le immagini del piccolo >>, spiegò.

“ Sbrigati, voglio vedere mio figlio “, si era trovato a pensare James.

Xx ebbe per un secondo un brivido, e il fidanzato le accarezzò la fronte.

<< Ed… eccolo qui >>, indicò nel monitor la dottoressa, e sia Xx che James spalancarono gli occhi, meravigliati.

Dopo qualche secondo in cui la dottoressa li lasciò ammirare al monitor, proseguì: << Dunque, da quello che mi ha riferito circa l'ultima mestruazione, e da quello che vedo a monitor, posso dirvi che la data presunta del concepimento è intorno il venti agosto, mentre la data del parto è da collocare intorno la terza settimana di maggio, tra il diciotto e il ventidue circa. Il vostro bambino è decisamente uno, quindi niente gravidanza gemellare, è bene impiantato nell'utero, e non si vedono malformazioni, è tutto perfettamente normale. È grande quasi sette centimetri, la media all'undicesima settimana è tra i quattro e i sei e mezzo, quindi ci siamo, ho notato che il signor Phelps è piuttosto alto, per cui va benissimo la lunghezza. Pesa circa dieci grammi e mezzo, e questo va bene, nella media. Vedete quella? Ha appena mosso una manina… oh, anche la seconda. Il battito è regolare, ora ve lo posso far sentire il cuoricino… eccolo qui >>, e i due ragazzi poterono ascoltare per la prima volta, commossi, il battito del loro bambino.

La dottoressa stava parlando di altro, ma i due sembravano non aver ascoltato una sola parola, talmente erano presi nella contemplazione del loro piccolo bambino, e allungarono contemporaneamente le mani, per avvicinarle allo schermo, per avere l'impressione di poter toccare il loro bambino.

<< Si… ehm, ci scusi, abbiamo capito >>, disse James alcuni minuti dopo, tornando in se.

<< Non vi preoccupate, la prima ecografia fa a molti questo effetto. Ora vi stampo un paio di foto >>, fece la dottoressa comprensiva.

<< Ora, la seconda ecografia, la morfologica, per sapere il sesso del bambino, sempre se sarà posizionato bene, va fatta tra la ventesima e la ventiduesima settimana, verso la metà circa di febbraio, o poco dopo. Si ricordi di tenere nota anche del peso, per non rischiare di prenderne troppo e poi fare fatica a perderlo. L'ideale sarebbe circa un chilogrammo per ogni mese di gravidanza. Se dovesse avere dubbi o avere sintomi strani, non esiti a chiamare me o il medico di base, che nel frattempo le prescriverà le altre analisi del sangue eccetera. Buona continuazione >>, fece cordiale, congedandoli.

<< Grazie infinite, arrivederci >>, dissero uscendo dalla stanza.

<< James, guardalo...è perfetto! Sono i quasi sette centimetri più incredibili che abbia mai visto! Ora abbiamo la prova che il nostro bambino esiste veramente! Fin'ora avevamo solo un idea astratta di lui, e invece guardalo, ora lo vediamo concretamente! >>, fece Xx euforica entrando in casa.

<< Hai ragione, è assolutamente perfetto, e lo abbiamo creato proprio noi! It is unique in the world! In lui c'è un po' di te e un po' di me… non ti so spiegare cosa sto provando in questo momento, fortissime emozioni… so solo che sono felice >>, disse prendendo la foto e avvicinandosi per guardarla meglio, e Xx si commosse, mentre lui le asciugava le lacrime.

<< Comunque… signori Phelps suonava bene… no? >>, continuò lui poco dopo, facendo finta di niente.

<< Sai che hai ragione? Io sarei Mrs. Phelps… non suona male. Ma mi sento ancora un filino giovane per questo >>, disse appoggiandosi al bancone della penisola della cucina.

<< Però non ti senti troppo giovano per avere figli >>, obbiettò lui, avvicinandosi a lei, posando le mani ai due lati della ragazza, stendendo le braccia.

<< Non è la stessa cosa. Questo… è capitato senza volere. Invece diventare la signora Phelps non piove dal cielo, c'è un “ Yes, I do “ e tutta una serie di preparativi che vengono prima… >>.

<< Giusto… e se io ti facessi la domanda fatidica? >>, domandò lui, guardandola, il viso a pochi centimetri da quello di lei.

<< Ehm… intendi proprio ora? In questo caso probabilmente mi prenderebbe un colpo! Non che non voglia, però! Mi piacerebbe sposarmi un giorno, con un bell'abito bianco… solo che adesso ci sarebbero troppe novità insieme. La gravidanza e il bambino… sono sufficienti! E poi non voglio che tu me lo chieda solo perché abbiamo un figlio insieme… dev'essere perché sei sicuro che io sia la donna giusta per te… o ci accontenteremo l'uno dell'altra, e poi inizieremmo a cercare distrazioni altrove e poi è già come se fossimo sposati, e… >>, ma James la baciò prima che potesse aggiungere altro, mordicchiandole le labbra.

<< Non te lo volevo chiedere adesso, magari un giorno… però di una cosa sono sicuro: tu sei la donna giusta per me, l'ho sempre pensato, anche prima della gravidanza. Ti amo >>.

Xx era al settimo cielo, e gli mise le mani sul viso, con un filo di barba come piaceva a lei, e lo avvicinò, guardandolo intensamente nei suoi grandi occhi espressivi, vicinissimi ai suoi.

<< Ti amo James >>, e lo baciò.

<< In ogni caso, per una proposta come si deve, avresti dovuto inginocchiarti, e fare una proposta romantica e convincente. Un piccolo anello non avrebbe guastato, niente di appariscente, però, sai che non mi piacerebbe… una cosa discreta >>, disse lei ridendo, a due centimetri dalla sua bocca.

<< Lo terrò a mente >>, disse lui, riprendendo a baciarla.

<< Soprattutto l'inginocchiarti, ricordatelo >>, ridacchiò Xx tra un bacio e l'altro.

<< Ci siamo regalati per il nostro anniversario le fedine in argento con i nostri nomi incisi, non ti bastano? >>, fece James ridendo, facendole il solletico.

<< Ma… sai… che… le cose… luccicanti… alle ragazze… piacciono! >>, riuscì a dire tra le risate, cercando di fermare le sue mani che continuavano, ma anche lui rideva.

<< Comunque sono bellissimi già gli anelli che abbiamo, non me ne servono altri >>, gli disse ancora, guardando sia il suo che quello di James.

All'improvviso Xx alzò gli dalle loro mani, incrociando lo sguardo di lui, per poi scendere sulle sue labbra, fissandole per qualche secondo, e come se una forza invisibile la spingesse, si protese verso di lui, afferrandogli il viso e baciandolo come se ne dipendesse la sua vita: con passione, con ardore, passandogli un braccio dietro il collo. James rispose al bacio con voglia, appropriandosi delle sue labbra, stringendola a se con un braccio, mentre con l'altra mano, accarezzava la mascella, alzandole poi il mento, e a questo lieve contatto, Xx premette le labbra più forte sulle sue, la lingua che avida cercava e si intrecciava con la sua.

<< James, I want you. Now >>, disse con una voce roca che lei stessa quasi non riconosceva, e il ragazzo cedette subito, perché anche lui la desiderava: l'addome e i fianchi appena più rotondi del solito costituivano per lui un eccitante naturale, la trovava estremamente sexy e seducente. La prese con le mani per i fianchi, la alzò e la mise sul piano della penisola, continuando a baciarla con forza, rimarcando il fatto che lui la possedeva.

<< You are mine >>, fece, prima di spingerla verso il centro della penisola, sollevarsi con le braccia e raggiungendola. Lei era seduta, e lui, una gamba per lato, la sovrastava, baciandola ancora, costringendola a stendersi: l'eccitazione di entrambi era già alle stelle. James le sfilò con decisione la maglia, togliendole rapido anche il reggiseno, poi si fermò per guardarla, un ghigno stampato in viso, ma subito si rituffò su di lei, sfiorandole la mascella con le labbra, scendendo lentamente verso il collo, baciandone ogni millimetro, mentre con una mano torturava il seno, e l'altra dava attenzioni alla pancia di lei, carezzandola con amore.

Xx aveva già il cervello annebbiato, e salì con le mani a slacciare il primo bottone della camicia, senza riuscirci. Provò ancora, ma era incredibilmente impacciata in quel momento, così, presa dalla foga, tirò i due lembi della camicia, facendo saltare quattro o cinque bottoni.

James ridacchiava: << Siamo impazienti? >>, fece sarcastico.

<< Si vede? >>, domandò arrossendo. Invece di rispondere, però, scese con le labbra a baciarle un seno, e lei già andava a fuoco, a quel contatto, spingendo il bacino verso l'altro, facendo scontrare la sua femminilità con la sua eccitazione.

<< Io impazzisco per il tuo seno, è così… soft… e pieno >>, disse facendo scivolare la mano nell'incavo, accarezzandolo delicato, poi la baciò dietro l'orecchio, in un punto sensibile, talmente tanto che la sua lingua li le fece arrivare una scarica di desiderio lungo la spina dorsale: se fosse stata in piedi le ginocchia si sarebbero piegate. Probabilmente lo aveva fatto apposta, perché osservò attentamente la sua reazione, gli occhi lucidi di desiderio. Con la mano che le carezzava il seno scese lentamente, fino a entrare nei jeans e nelle mutandine, mentre l'altra mano aveva annodato i suoi lunghi capelli, e la avvicinava a se, tirandoli con gentilezza.

Tutto questo era per Xx incredibilmente erotico, non sapeva neanche lei spiegarsi il perché.

Con le dita ancora tremanti, sentendo il fuoco dentro di lei, soprattutto nel basso ventre, iniziò a slacciargli i jeans, abbassandoli fino a quasi le ginocchia, stando per un momento a guardare la sua eccitazione, ancora rinchiusa nei boxer, e allungando un braccio per accarezzarla.

James, che ancora la sovrastava, sembrava che la stesse divorando con gli occhi, e appena le punte delle sue dita sfiorarono il suo membro, chiuse gli occhi, avvicinando la testa al suo seno, che reagì sentendo il suo respiro molto vicino, e Xx sentì il capezzolo irrigidirsi.

La ragazza, senza neanche rendersene conto, aveva cominciato a gemere, aprendo istintivamente di più le gambe, per facilitargli l'accesso, e per sentirlo più profondamente, e lui le tolse i jeans, lasciandoli cadere a terra, sfilando contemporaneamente anche le mutandine.

Anche Xx gli aveva abbassato i boxer, e si era avvicinata a leccargli l'eccitazione, mentre lui con una mano ancora teneva i capelli, mentre con l'altra le aveva preso i polsi, e li teneva bloccati dietro la schiena, mentre con la mano che teneva i capelli riusciva a guidare un po' i suoi movimenti.

Il respiro di James era pesante, e sentiva che il suo battito accelerava bruscamente, e si sentì sfuggire dei gemiti, rochi, intensi: era molto eccitato, ed era quasi al culmine.

Dopo ancora un minuto, la allontanò dalla sua erezione, e riprese possesso delle sue labbra, mentre la mano che le teneva i polsi era scesa a stringergli il sedere, e quella che le teneva i capelli era ferma sui suoi fianchi, carezzandoli con bramosia.

<< James, I want to feel you inside me. Adesso >>, disse lei autoritaria, e senza aspettare risposta afferrò la sua erezione e la avvicinò alla sua apertura, inarcando le sopracciglia, e guardandolo, invitandolo a continuare. Il ragazzo allora spinse, affondando dentro di lei, calda e pronta ad accoglierlo, riempiendosi del suo profumo.

Xx alzò il busto, ma lui la spinse indietro, abbassandosi a sua volta, pelle contro pelle, ma senza pesarle addosso: sentivano l'uno il calore che emanava l'altra, e continuarono a baciarsi, a mordicchiarsi le labbra e a sorridersi, guardandosi. James alternava una spinta lenta ad una più veloce, e Xx inarcava la schiena, annullando la poca distanza che li separava, gettando indietro la testa.

<< Apri gli occhi, voglio che mi guardi Xx >>, fece sensuale lui, mettendole una mano dietro la testa e incatenando i loro sguardi, e lei lo fece, tornando a passargli le braccia dietro al collo. I loro gemiti se mescolavano insieme, aumentando sempre di più mano a mano che l'orgasmo si avvicinava, e lei gli avvinghiò le gambe attorno alla vita, spingendo verso l'alto, e dopo qualche altro minuto i due vennero devastati da un orgasmo, che arrivò come un fiume in piena, travolgendoli.

<< Xx >>, invocò lui, tremando da capo a piedi, ma non aveva chiuso gli occhi, aveva ancora lo sguardo posato su di lei, che si sentì scuotere due secondi dopo, e guardarlo avere l'orgasmo fu una delle cose più belle che avesse fatto in vita sua, e gli sorrise radiosa, carezzandogli il viso.

<< Avevi proprio voglia, eh? >>, domandò lui alcuni minuti dopo, rivestendosi.

<< Già, sono gli stupidi ormoni della gravidanza. Mi fanno venire voglia di fare tanto sesso >>, fece lei, avvicinandosi a lui carezzandogli il petto ( la parte superiore, dove i bottoni saltati della camicia, che non erano arrivati a togliere, facevano intravedere i suoi muscoli ) , solo con le mutandine addosso.

<< Mi piacciono questi stupidi ormoni della gravidanza >>, ridacchiò lui, avvolgendola tra le braccia.

<< E poi… non riesco a resisterti, ti desidero troppo… il mio sexy fidanzato >>, ridacchiò, baciandogli il petto e stringendogli il sedere tra le mani.

<< Tu piccolo non ascoltare questi discorsi, mi raccomando >>, disse James divertito alla pancia di lei.

<< Ma… ti sei resa conto, che… è come se avessimo fatto una cosa a tre! >>, fece notare lui, spalancando gli occhi, a enfatizzare le sue parole.

<< James! >>, rispose lei scandalizzata, mentre lui si rotolava dalle risate.

<< No… a parte gli scherzi, ora siamo in tre, anche adesso, non siamo più solo tu ed io… e non mi ero mai fermato a pensarci prima… >>, fece più serio.

<< Hai ragione… ora ci sono tre cuori che battono >>, gli disse lei, abbracciandolo più forte.

 

 

 

 

 

 

 

 

Bene, James e la fidanzata tengono il bambino (uno solo, ma d'altra parte c'è un perché, e magari più in la arriveranno per il piccolo Phelps – o la piccola Phelps- una coppia di fratellini, o sorelline), ma non può mica filare tutto liscio! Cosa accadrà ai nostri fidanzatini, o al mini Phelps? Bah, nella mia testa è già tutto chiaro, non mi rimane che scrivere, (e sto già scrivendo il prossimo)!

In ogni caso ho fatto e sto facendo delle ricerche sulla gravidanza, ecografie, cambiamenti vari, anche dal punto di vista dei papà, e la maggior parte delle info le ho trovate pescando dal sito universo mamma. Il capitolo l'ho scritto prendendo spunto e pensando alla nuova foto del profilo instangram di James, per chi vuole andare a vedere, mentre quando parla in Italiano, me lo immagino un po' come quando lo parla Mika, il cantante, se volete lo trovate su youtube. Poi mi guardo uno dei video recenti di James, magari interviste, anche con il fratello, per immaginare la sua voce, e per guardarlo muoversi: tutto questo mi aiuta a scrivere figurandomelo meglio,così mi faccio un'idea più reale di lui, me lo figuro meglio e me lo immagino meglio mentre scrivo, o come lo descrivo scrivendo. Provateci anche voi a fare queste cose, magari funziona! Ci vediamo al capitolo 4! Spero che vi piaccia quanto scritto fin'ora, baci baci! lolli89

p.s. vi metto la foto di cui parlavo prima!

 

 

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Capitolo 4
*** Sorprese ***


 << Questa sera conoscerai i miei più vecchi amici… ci conosciamo fin dai tempi delle scuole >>, stava dicendo James a Xx: erano seduti in veranda, su una sedia a dondolo a casa dei suoi genitori. Ci avevano trascorso parecchio tempo, in quei giorni di festa, e poi James l'aveva portata in giro per la sua Birmingham, per farle conoscere i posti che preferiva e i quelli più turistici, mentre spesso veniva circondato dai fan, che chiedevano foto o autografi.

Ogni volta che succedeva, Xx cercava di starsene in disparte, magari guardando la vetrina di un negozio: non erano i suoi momenti preferiti, ma il fidanzato era famoso, e doveva accettarlo… anche se avrebbe volentieri sotterrato quei fan che gli facevano domande inopportune, o che chiedevano un bacio sulla guancia o un abbraccio: possibile che certe persone fossero così sfacciate?

James invece cercava di tenerla stretta a se, gli dava sicurezza averla accanto… senza contare che non voleva separarsi da lei per niente al mondo, neanche cinque minuti: ultimamente c'erano state delle aggressioni ai danni di giovani ragazze, e lui non voleva assolutamente le capitasse qualcosa del genere: probabilmente ne sarebbe morto.

<< Non vedo l'ora di conoscerli, chissà quanti aneddoti avranno da raccontarmi su di te >>, gli fece lei, posandogli la testa sul petto: il luogo in cui si sentiva più al sicuro e più protetta al mondo.

<< Io ero u n bravo ragazzo a scuola! >>, protestò scherzando.

<< Tutti lo credono, fino a quando non arrivano gli amici a raccontare cose imbarazzanti >>, ridacchiò lei, sporgendosi per bacialro.

<< Rimarrai delusa, mia cara, io non ho scheletri nell'armadio >>, continuò lui candidamente.

<< Vedremo… >>, gli fece lei, sfiorandogli il collo con due dita.

<< Mmm… non vedo l'ora di restare da solo con te >>, rispose lui, reagendo subito al suo tocco.

<< A chi lo dici… Ho tanta voglia di fare l'amore con te, James. E non vogliamo certo che miniPhelps nasca con una voglia di sesso, vero? >>, fece lei innocente, e il ragazzo la guardò per un secondo prima di scoppiare a riderle in faccia.

<< Beh… secondo me questa voglia non dipende dalla gravidanza ma dal tuo affascinante fidanzato >>, scherzò lui, che ancora stava ridendo per prima.

<< Siamo modesti eh >>, lo prese in giro lei.

<< E anche se sono piuttosto convinto che una voglia a forma di sesso non esista… sono ben felice di soddisfarla… sai com'è, giusto per stare tranquilli. Mi piacciono queste voglie… >>, le sussurrò seducente, avvicinandosi alla sua bocca, tirando appena fuori la lingua e passandogliela sulle labbra.

<< Ehi, ragazzi, io esco. Dovrei tornare tra un ora al massimo. Più tardi passano a salutarci anche Oliver e Katie, prima della partenza di domani. Tuo padre è dovuto uscire, James >>, riferì Susan mettendosi il cappotto.

<< Ok mom, see you later >>, salutò.

Quando sentirono la porta d'ingresso chiudersi, il ragazzo prese subito Xx rea le braccia: un ghigno malizioso stampato sul suo viso da bravo ragazzo. La ragazza si aggrappò al collo di lui, colta alla sprovvista da quel gesto improvviso.

<< Jamie! >>, protestò spaventandosi.

<< Non mi chiamo Jamie! >>ringhiò lui, ma dalla luce brillante dei suoi occhi Xx capì che non si era arrabbiato sul serio.

<< Giusto per curiosità, che hai intenzione di fare? >>, si informò, muovendo i piedi a penzoloni avanti e indietro.

<< Fare tanto sesso per soddisfare le tue voglie, amore mio >>, la informò rientrando in casa con lei ancora tra le braccia.

<< Sei uno sporcaccione! >>, gli disse ridendo, ma già gli stava sbottonando la camicia sotto il suo maglione: non voleva perdere neanche un minuto.

<< What is sporcaccione? >>, domandò aggrottando le sopracciglia, guardandola curioso.

<< Sul serio? >>, gli domandò lei perplessa.

<< Yes! >>, confermò lui, che intanto era arrivato davanti la porta della sua vecchia camera e l'aveva messa giù per aprire.

<< Sporcaccione is… una persona un po' viziosa, diciamo >>, cercò di spiegargli.

<< In ogni caso secondo me a te piace questa storia della voglia di sesso, e la usi per soddisfare la tua >>, fece lei sorridendo, mentre lui la faceva entrare nella camera: l'aveva già vista in quei giorni, e le piaceva molto; c'erano molte foto di lui, da solo, con il fratello, gli amici o la famiglia, e adorava guardarle… già si immaginava che il loro bambino fosse uguale a lui.

<< Può darsi… >>, fece lui misterioso alle sue spalle.

Xx si girò verso di lui, lo guardò per un momento negli occhi… poi, presa da un incontrollabile desiderio, gli afferrò la cintura attirandolo a se: cominciò a slacciarla, mentre lui con le mani le accarezzava il volto dolcemente. Xx lo prese per i fianchi, lo fece voltare mettendolo spalle al muro, e cominciò a strusciare la sua intimità contro quella di lui, entrambi ancora vestiti, mentre con le mani lei gli accarezzava e gli stringeva le forti braccia… e lui la guardava esterrefatto. Finì di slacciargli la cintura dei jeans, li sbottonò e abbassò la zip, levandoglieli completamente, continuando a guardarlo negli occhi… a loro non servivano parole: si capivano con lo sguardo.

<< Now, dear James… ti farò gemere forte… godere così tanto che ti si piegheranno le ginocchia e che urlerai... >>, gli disse, completamente seria, con una traccia di malizia nella voce e nel lampo di luce dei suoi occhi. James stentava a credere alle sue orecchie e deglutì, già eccitato… le iridi degli occhi che si inscurivano, diventando di un colore più intenso.

Lei gli levò il maglione e finì di aprirgli la camicia, senza però toglierla: con il naso partì dalla clavicola, respirando piano sulla sua pelle, sfiorandolo con la punta, passando le dita tra la sua leggera peluria, coprendogli il capezzolo con le labbra, leccandolo, bagnandolo e tirandolo, passandoci la lingua attorno. Una volta torturati entrambi i capezzoli, le sue labbra proseguirono il loro cammino, mentre una mano, posizionata sul suo fianco, lo teneva fermo al muro e l'altra aveva preso, da sopra la stoffa dei boxer, ad andare su e giù sulla sua erezione… alternando dei tocchi appena accennati a carezze che andavano più a fondo.

<< Vuoi vedermi morto, ammettilo >>, rantolò lui, la voce quasi irriconoscibile tanto era colma di desiderio.

<< No amore mio, mai…. Io voglio vederti godere >>, gli rispose, con totale sincerità nella sua voce roca.

<< I think…. Credo che tu ci sia vicina >>, sospirò.

<< Allora sta zitto e goditi il momento >>, gli rispose lei, stringendo contemporaneamente con più decisione alla base del suo “ animale “.

Arrivò al bordo dei boxer, risalì con la lingua fino all'ombelico e scese poi lentamente, sfiorandogli la pelle anche con i denti, arrivando poi di nuovo al borde dei boxer neri, abbassando con le labbra la parte centrale, dove già c'era la punta della sua eccitazione pronta per lei.

<< Ciao mio sexy amico >>, soffiò lei, a un centimetro dalla sua erezione… leccando appena, con la lingua appena fuori dalle labbra, la base del suo “ amico “, che era ancora coperta dai boxer, e James cercò di soffocare un gemito chiudendo gli occhi e stringendo i pugni.

Era estremamente erotico per Xx stare li e guardarlo gemere: con i denti andò prima sul fianco destro, poi sul sinistro per finire di abbassargli i boxer, mentre lui provava a venire in avanti con il bacino per assecondarla, ma lei lo prese per la vita e lo spinse di nuovo contro il muro, tenendolo fermo con le mani.

<< Vuoi stare fermo? >>, fece lei ironica.

Gli prese l'erezione tra le mani, circondandola, mentre gli lanciava uno sguardo ammaliante, e rimaneva li a guardare l'effetto che gli faceva: schiuse le labbra e si morse piano il labbro inferiore, provocandolo, mentre sentiva sotto le sue mani la sua eccitazione che si induriva ancora di più. Cominciò piano ad andare su e giù, dalla punta fino alla base, alternando strette energiche a lievi tocchi con le dita… era in ginocchio, e si abbassò ancora di più per arrivare ai suoi testicoli, leccandoli piano e carezzandoli con le dita.

James emise un sibilo a denti stretti, passandosi la lingua tra le labbra, chiudendo di nuovo gli occhi. Xx prese la sua erezione in bocca, dopo qualche minuto, e iniziò a succhiare forte, tormentandolo con la lingua, passandoci attorno, mordicchiandogli piano la punta.

<< Mmm... >>, rantolò lei, spostandosi un momento, prima di tornare a occuparsi dell' “ animale “ di James, continuando quella dolce agonia, nascondendo i denti sotto le labbra, andando a fondo, fino alla base, e tornando indietro molto lentamente. James gemeva senza più freni: si stava godendo quelle attenzioni, quel momento per lui solo.

<< Oddio… >>, gemette, la voce roca, riaprendo gli occhi per assistere alla scena: sentirla così… vederla così… era il ragazzo più fortunato del mondo.

<< It's fantastic! >>, quasi ringhiò, stringendole forte le spalle, lasciandole dei graffi e i segni rossi della stretta delle dita, e Xx gli prese i testicoli in mano, scoprì i denti, tornando verso l'alto, mordendolo con delicatezza lungo tutto il tragitto.

<< Oh my God!! >>, soffiò James, la voce profonda, mentre cercava di trattenersi, ma era arrivato al limite… un'ultima leccata sulla punta, e su tutta la sua lunghezza, e il ragazzo esplose.

<< Xx! >>, gridò forte, di piacere, sommerso dall'intensità dell'orgasmo, le ginocchia che cedettero, tremanti… come tutto il resto del suo corpo, e lui scivolò con la schiena attaccata al muro, incapace di rimanere lucido per qualche minuto.

<< Te lo avevo detto che ti avrei fatto gridare… che avresti urlato… e che le ginocchia ti avrebbero ceduto… Ho vinto >>, disse soddisfatta, passandosi la lingua tra le labbra.

James aveva ancora il respiro pesante e il battito accelerato, ma alzò un braccio, che tremava ancora, appena, e con pollice e indice le sfiorò labbro e mento, mentre l'altra mano scattò dietro la sua nuca, tirandola a se. La baciò con passione, con trasporto… la sua lingua si insinuò a forza tra le labbra di lei, aprendosi un varco: le mordicchiò le labbra famelico, e Xx si abbandonò completamente a lui, non pensando più a niente.

Nessuno dei due sapeva quanto tempo rimasero li a scambiarsi baci di fuoco: Xx si levò la maglia, era attaccata a lui, i suoi seni schiacciati sul suo petto, le braccia intrecciate al suo collo, e gli stavano arricciando i capelli tra le dita.

<< Xx… ti prego… >>, ansimò tra un bacio e l'altro.

<< James… ne ho bisogno come dell'aria… >>, lo implorò la ragazza.

<< Agli ordini… signora con le voglie >>, sorrise sulle sue labbra, ma lei gliele morse.

<< Signora non credo proprio >>, fece scherzando.

Si guardarono negli occhi per un attimo e si capirono all'istante: era questo il bello tra loro, non avevano bisogno delle parole per capirsi, come in quel momento; nessuno dei due voleva che fosse una cosa tenera e romantica, quella volta… avevano la passione che scorreva nelle loro vene e la percepivano nell'aria, tra loro… volevano darle sfogo, volevano una cosa rude, veloce… quasi animale. Xx inarcò un sopracciglio guardandolo, gli occhi che ardevano, e James la tirò su, alzandosi a sua volta, spingendola verso il bordo del letto.

Le sfilò i jeans impaziente, infilando una mano nelle mutandine di lei… che era già eccitata, e a quel contatto inarcò la schiena. James continuò il suo assedio, guardando ogni sua reazione, osservandola dimenarsi sotto di lui: con i denti, prese il ferretto del reggiseno e lo tirò verso l'alto, scoprendole parzialmente i seni, tirandoli piano con le labbra, bagnandoli, mentre lei aveva afferrato con le mani la camicia di lui, stringendone i lembi.

<< James… >>, era l'unica parola che riusciva a gemere di tanto in tanto.

Avevano completamente perso la cognizione del tempo: nessuno dei due sapeva da quanto erano in quella stanza… sapevano solo che il loro desiderio aumentava, e che la temperatura attorno a loro era bollente.

<< James… non resisto più… >>, gli disse, cercando di allungare le mani e prendere la sua erezione: non aveva intenzione di aspettare oltre. Lui però la vide, e le prese il polso portandolo al lato della sua testa, mentre con l'altra mano uscì dalle sue mutandine e le spostò di lato: le divaricò le gambe con le ginocchia, si prese l'eccitazione in mano e cominciò a strusciarla sulla sua femminilità… avanti e indietro, lentamente.

James aveva il respiro roco e pesante, e Xx dimenava i fianchi sotto di lui, impaziente: era sicura che lo stesse facendo apposta, a girarci intorno. Continuò così per qualche altro minuto, incurante delle proteste di Xx, che era estremamente bagnata ed eccitata, e la zona diventò ipersensibile.

<< James! >>, urlò più forte, cercando di liberare il braccio dalla stretta di lui, che si fece più salda. Un ghigno si dipinse sul suo viso, e allora, finalmente, indirizzò la sua erezione verso l'apertura di lei: pronta per accoglierlo, pronta per lui: entrò di appena un paio di centimetri…

<< Siamo a casa! >>, annunciò sua madre dal piano di sotto: parlava con qualcuno e James riconobbe la voce del fratello e della cognata.

<< Fuck! >>, imprecò, mentre Xx sgranava gli occhi.

<< James, Xx, dove siete? Alla fine ho fatto prima del previsto >>, chiamò Susan a gran voce.

<< Yes, veniamo >>, urlò di rimando: o non avrebbe smesso di chiamarle o di andare a vedere dove erano finiti, altrimenti.

Xx sorrise al doppio senso e spinse il bacino contro di lui, facendolo entrare di un altro centimetro.

<< Jamie? Dove ti sei cacciato? >>, tuonò Oliver, e sentì i suoi passi risalire per le scale:entro massimo due minuti lui sarebbe entrato nella camera.

<< Fuck again >>, si ritrovò a imprecare, uscendo di malavoglia da lei, che gli lanciò uno sguardo di protesta.

<< Conoscendolo verrà qui a sbirciare… apposta >>, disse, rivestendosi in un lampo, l'erezione che pulsava quasi dolorosamente, in attesa di essere placata, mentre passava i vestiti a lei che, di pessimo umore, si rivestì, svogliata e insoddisfatta.

Aveva appena fatto in tempo a chiudersi l'ultimo bottone, che suo fratello entrò, spalancando la porta e irrompendo in camera.: guardò tutti e due, entrambi sembravano irritati e infastiditi da qualcosa: poi, vedendo la zip dei jeans di lui abbassata, e la maglia stropicciata di lei, intuì qualcosa.

<< Che fate qui sopra? >>, domandò, con un ghigno piuttosto malcelato.

<< Le stavo mostrando le foto >>, gli rispose, indicando i quadri fatti a collage sulle pareti, mentre dietro di lui, Xx lo fulminava con gli occhi.

<< Certo… giorni che siete qui… e adesso gliele fai vedere >>, ghignò lui, non ci era cascato.

<< Stavamo per scendere >>, fece candidamente James.

<< Se volete… venire >>, gli disse il gemello, indicando il piano di sotto.

<< Veniamo subito >>, gli rispose l'altro, stando al gioco.

<< D'accordo, dopo di voi >>, disse segnando la porta.

Xx incredibilmente era riuscita a non arrossire a quello scambio di battute: era sicura che Oliver avesse capito perfettamente cosa avesse interrotto… sul più bello.

<< A proposito… tirati su la zip dei jeans, James… le foto… >>, sghignazzò tra se.

<< Ti devo un orgasmo >>, sussurrò James all'orecchio di Xx, che fremette alla sola idea… ma con tutta probabilità Oliver lo sentì, perché un ghigno identico a quello di James si allargò sul suo volto.

<< Andiamo… sesso nella cameretta che avevamo da piccoli? >>, continuò ridendo, e James divenne di un acceso color pomodoro.

<< Come credi che lo abbiamo fatto questo bambino? >>, gli chiese tagliente Xx, anche per togliere James dall'imbarazzo per lo sguardo di Oliver e il suo tono sorpreso.

<< Oh… beh… ecco… >>, balbettò, diventando rosso come il fratello.

<< Esatto. Tu e Katie la vostra prima notte da sposati, non credo abbiate lavorato all'uncinetto, e chissà quante prima e dopo… >>, continuò lei, e lui diventò più rosso che mai.

<< Quindi si, ci hai interrotti sul più bello. Ora sparisci dalla mia vista, sono piuttosto seccata con te >>, lo intimò lei, e Oliver si dileguò.

<< Stasera, quando saremo soli nella nostra casa qui, senza scocciatori in giro, mi farò perdonare >>, continuò l'altro una volta rimasti soli.

<< Non vedo l'ora >>, commentò Xx.

<< Anche io non vedo l'ora di strapparti di dosso questi vestiti >>, confermò, e la sua voce era carica di promesse e aspettativa.

 

Xx aprì piano gli occhi, sbattendo le palpebre: si girò verso James, che dormiva rivolto dalla sua parte, il lenzuolo che lo copriva fino al sedere… e aveva dormito senza maglia, quella notte: con un braccio le cingeva la vita, e respirava profondamente. Sorrise, radiosa e felice, non credendo a quanta felicità riuscisse a provare: sentiva ancora sulla sua pelle il profumo della notte trascorsa insieme. Provò a spostarsi un po', ma lui rafforzò la presa sul fianco di lei, impedendole di andare da qualsiasi altra parte.

<< Non 'ndartene… 'ncora cinque minuti… >>, biascicò con la voce impastata dal sonno, mentre con il braccio con cui la teneva provava a tirarla a se. Xx gli carezzò lieve il braccio, non voleva svegliarlo, ma quando si girò verso di lui, lo vide che la guardava con occhio vispo.

<< Goodmorning, bell'addormentato… non volevo svegliarti, scusa >>, gli diede il buongiorno, baciandolo sulle labbra e sulla spalla, stendendosi su un fianco, il viso a pochi centimetri dal suo.

<< Non importa… io sto bene qui dove sto, e anche tu, no…? >>, le sussurrò a mò di buongiorno.

<< Sul serio… hai bisogno di una conferma? >>, gli domandò, accoccolandosi più vicina a lui.

<< Sono un ragazzo timido e insicuro, dopotutto… ho bisogno di essere rincuorato >>, fece lui, semiserio.

Xx sorrise: << Non andrò da nessuna parte. Mi avrai tra i piedi ancora per tanto tempo… se mi vorrai >>, gli sussurrò baciandolo, e James si rilassò.

<< Chi ha bisogno di rassicurazioni ora? >>, le domandò.

<< Sai… io sono una comunissima ragazza… potresti stancarti tu di me, dopotutto. Sei famoso, magari ci sono cose che non posso darti o capire… magari vorrai una persona del tuo stesso mondo, un giorno… che parli la tua lingua… >>, fece lei abbassando lo sguardo.

<< Che fai? >>, gli chiese dopo un secondo.

<< Controllo che ieri sera tu non abbia sbattuto la testa da qualche parte… stai dicendo un sacco di scemenze, non si sa mai… ne abbiamo parlato anche ieri sera… pensavo che quello che è successo dopo avesse dissolto i tuoi dubbi… >>, disse lui, e Xx sorrise debolmente.

<< Ti sei divertita ieri sera? >>, le domandò lui, dandole un bacio e stringendola più forte: capì che quelle domande l'avrebbero sempre assillata… lui non poteva farci niente, poteva solo rassicurarla, quando succedeva.

<< Quando? Con i tuoi amici o dopo, quando abbiamo fatto un incontro a porte chiuse io e te soli? >>, gli chiese ingenua.

James assottigliò gli occhi e sollevò la testa per guardarla bene in faccia, una strana espressione in viso.

<< Non ho alcun dubbio sull'eccellente, favolosa, riuscita del secondo tempo. Mi riferivo alla prima parte >>, disse convinto.

<< Sei molto modesto, eh?… si, sono simpatici i tuoi amici. Quel Matt, poi, mi ha raccontato certe cose di te, mentre eri al bagno… >>, fece lei soave, e James si alzò di scatto: era piuttosto geloso di lei.

<< Non devi credere a quello che dice. Ci prova con tutte. Ti sei accorta di come ti fissava la scollatura della maglia ieri sera? Io ti avevo detto che era troppo, ma tu non mi dai mai retta! E come ti guardava il sedere poi! Quando eravamo in quel bar con il dj e stavamo ballando… non ti scollava gli occhi di dosso! >>, protestò lui, un fiume in piena.

<< Ah! Allora te ne eri accorto? >>, indagò lei, che non riusciva a capire se lui aveva fatto finta di niente o non lo aveva notato.

<< Certo che l'ho visto! E non ha smesso neanche dopo la notizia della gravidanza! >>, si indignò.

<< Quindi è per questo che al bar non mi hai mollata un attimo? Pensavi mi avrebbe invitato a ballare e ne avrebbe approfittato? >>, gli domandò, baciandolo: dopotutto quel Matt le era sembrato un po' viscido, non era sicura le piacesse del tutto. Le aveva fatto delle domande strane, ma era meglio non dirlo a James, o avrebbero litigato di brutto: non voleva che perdesse gli amici, e poi lei aveva già chiarito la situazione, con lui.

<< Tra le altre cose. Dovrò scambiare due paroline con lui >>, borbottò, baciandole il collo.

<< Non era male… >>, buttò li lei: dopotutto era un bel ragazzo, anche se viscido.

<< Ehi! >>, protestò lui, guardandola, riemergendo dal suo collo.

<< Amore, lascia perdere. Non era male, ma tu sei molto più bello, sexy, romantico, intelligente e divertente di lui… senza contare che è di te che sono innamorata persa >>, gli disse lei adulatrice.

<< Così va meglio >>, ridacchiò lui.

Rimasero in silenzio per un po', a coccolarsi, ripensando entrambi, senza saperlo, alla notte precedente.

 

 

Avevano appena oltrepassato la porta di casa, dopo la serata con alcuni dei più vecchi amici di James: purtroppo non si vedevano molto spesso, ma quando lui era a Birmingham cercavano di organizzare almeno un'uscita.

<< Riprendiamo da dove mio fratello ci ha interrotti >>, fece James, e non era una domanda: Xx non fece neanche a tempo a togliersi la sciarpa, che lui si era già avventato su di lei e sulla sua bocca, spingendola contro il muro dietro di lei, a fianco la porta d'ingresso.

<< Mi piace questo agguato… non vedo l'ora di riprendere da dove ci hanno interrotti >>, fece lei, prendendogli il viso tra le mani.

Le sfilò il cappotto, lasciandolo cadere per terra, poi le prese la borsa e la lanciò sul divano… qualche altro passo, e anche il suo cappotto finì a terra, poco più avanti.

<< Un assalto erotico alla mia ragazza >>, confermò lui, togliendole guanti e sciarpa, lanciandoli chissà dove, mentre Xx si toglieva le scarpe scalciandole via, e James la imitava. Xx gli tolse il cappello, guardandolo attraverso le lenti degli occhiali da vista.

<< Amore? Con questi sei estremamente attraente, sai? Ci credo che le ragazze non ti staccavano gli occhi di dosso >>, sbuffò lei corrucciata, togliendogli gli occhiali, posandoli su un tavolino.

Lui le carezzò il contorno del viso, delicato e leggero: << Non dirmi… sei gelosa? Non ti preoccupare, io ti appartengo… sono tuo, non potrei stare con nessun'altra >>, fece lui serio: di tanto in tanto le venivano delle ridicole crisi di gelosia, e lui la rassicurava sempre.

<< Si, ma… tra qualche mese avrò un pancione enorme! Inoltre… questo bambino potrebbe essere una peste, e piangere tutto il giorno e tutta la notte… sarà facile per te cercare dist… >>, ma non riuscì a terminare la frase: lui le aveva tappato la bocca con un dito.

<< Neanche per sogno. So quello che stavi per dire, e non ci provare mai più. Io ti amo, e la sola idea di andare a letto con un altra o di svegliarmi con una sconosciuta di fianco non mi attira per niente… lo trovo sbagliato… come una forzatura… per nulla interessante. A me piace questo corpo… ne conosco ogni minimo dettaglio, ogni neo… ogni curva e lineamento… >>, fece, baciando sul corpo di lei i nei visibili, facendole trattenere il fiato.

<< Ogni punto sensibile… ogni cosa che lo fa eccitare… so esattamente come prendermi cura di lui… e del tuo cuore >>, continuò, sfiorandola con le labbra dietro l'orecchio.

<< E quando questa pancia crescerà, per fare spazio a mio figlio… o mia figlia, penso sarà la cosa più bella che io abbia mai visto… e l'atto di amore più grande che qualcuno potesse fare per me. Perciò, tu non ti devi preoccupare di nulla, perché sei l'unica per me… e l'unica che abbia mai amato davvero… te lo ripeterò sempre, se ne avrai bisogno >>, le disse dolcemente: Xx era commossa.

<< Comunque, sei molto bella quando dai di matto e ti vengono queste idee ridicole >>, le disse sorridendo, battendole il palmo della mano in fronte… e anche Xx sorrise.

<< Vogliamo riprendere da dove ci siamo interrotti? >>, gli domandò lei, avvicinandolo, tirandolo per la fibbia dei jeans.

<< Questa si che è un idea magnifica >>, le rispose, prendendole il viso tra le mani, baciandola con trasporto.

Xx si alzò sulle punte dei piedi provando ad avvicinarsi, e lui la sollevò, portandola all'altezza del suo viso, schiacciandola ancora contro il muro: la ragazza sentiva già la sua erezione che chiedeva di essere liberata, ed esultò. Lei gli levò la maglietta impaziente, continuando a baciarlo, staccandosi solo il tempo di fare passare la testa dal buco della maglia, gettandola da parte, e quella rimase impigliata nel corrimano delle scale.

Salirono al piano di sopra un gradino alla volta, lentamente: anche lui cominciò a sbottonarle la camicetta, aprendo i bottoni con i denti, passando la lingua nel solco tra i seni, e lei inspirò rumorosamente, sopraffatta dalle sensazioni, inarcando il bacino contro di lui, trattenendogli la testa. Da li passò a baciarle e tormentarle prima un seno e poi l'altro, spostando il reggiseno verso il basso con i denti.

<< James… oh… >>, riuscì a rantolare lei, gli occhi chiusi, tirandogli un po' i capelli.

Quando smise, lo guardò, niente affatto contenta, e cominciò a slacciargli la cintura dei jeans, passando con la mano sull'erezione, e lui chiuse gli occhi per un secondo, godendosi il contatto.

James, mentre con braccio la sorreggeva, con la mano libera le sbottonò i jeans e abbassò la zip, e Xx lo aiutò a levarli: arrivarono alla camera solo con l'intimo e i jeans di lui addosso, mentre il resto dei loro vestiti era disseminato in giro per la casa.

Xx aprì la porta impaziente, lui la mise sopra il letto, al centro, e si allontanò un momento.

<< Aspetta un attimo >>, le disse.

<< Again?? È tutto il pomeriggio e la sera che aspetto! >>, protestò.

Lui si girò verso di lei con due cravatte in mano, lei parve capire e si mosse sul letto, in attesa. James si avvicinò al letto, facendole scivolare le cravatte lungo il corpo, mentre Xx gli abbassava i jeans insieme ai boxer, toccandogli appena la punta dell'erezione, facendolo sussultare. Lui si abbassò baciandola, facendola stendere: le loro bocche si cercarono e si trovarono, mordicchiandosi le labbra… Xx prese a baciargli il profilo della mascella, fino ad arrivare all'orecchio, tirandogli con le labbra il lobo, sussurrandogli sensuale: << Che hai intenzione di fare con quelle cravatte? >>, e lo guardò, in attesa della risposta. Nei due secondi di tempo che ci mise per rispondere, lei gli prese una delle cravatte e ci avvolse la sua erezione, passando anche attorno ai testicoli, stringendo e allentando, facendogli delle carezze con quel tessuto liscio come seta: lui trattenne il fiato e gettò la testa indietro. Andò avanti così per ancora qualche minuto, alternando le carezze con la cravatta ai tocchi delle sue dita, o delle sue labbra e della lingua, che lo tormentava, ma proprio quando stava per venire… Xx si fermò, allontanandosi.

James la guardò contrariato.

<< Beh, amore. Anche tu oggi mi hai lasciata li, così, sul più bello >>, gli disse prendendolo in giro.

James assottigliò gli occhi: << Vuoi una sfida a colpi di orgasmi? No problem >>, fece lui, prendendo la cravatta che aveva in mano, bendandole gli occhi.

Prese la seconda, legò tra loro i polsi, e assicurò l'altra estremità della cravatta alla testiera del letto, poi sentì James alzarsi, e dopo qualche altro secondo lo sentì toccarle piano la caviglia, baciarla e legarla, assicurandola a un angolo, poi passò alla seconda caviglia e fece altrettanto.

Si fermò a guardarla: era immobilizzata e completamente vulnerabile: poteva farle quello che voleva, era alla sua mercè.

<< James? >>, fece incerta: non aveva idea di dove fosse andato, anche se sapeva che non era sul letto, perchè non ne sentiva il peso.

<< James…? >>, ripetè più forte, dopo un paio di minuti, non avendo ricevuto risposta.

Ancora niente, ma sentì le sue mani sui fianchi e il materasso sprofondare un po': sentì dei movimenti e lui che si spostava… le sue gambe, sentì, erano ai suoi lati.

Strattonò gambe e braccia, mosse i fianchi… voleva toccarlo, andargli incontro, ma non riusciva a muoversi un granchè.

Sentì le sue mani che correvano verso l'alto, toccandola lievemente, fino a risalire sulle braccia e stringerle le mani: sentiva il suo dolce respiro sul collo, la leggera barba che le sfiorava la mandibola… girò la testa per incontrare le sue labbra, ma lui si spostò subito.

<< Uffa! >>, sbuffò lei, e James ridacchiò.

<< Neanche un bacio? >>, brontolò ancora, e due secondi dopo sentì le labbra di lui posarsi lievi sulle proprie, e sorrise.

<< Basta chiedere >>. ridacchiò James, mentre Xx si scioglieva.

<< Allora ne voglio un altro >>, disse subito.

<< Mmm… siamo impazienti eh? >>, sussurrò piano, poi le diede un secondo bacio, più intenso, mettendoci dentro molta più passione: mordicchiò piano il labbro inferiore, e lei schiuse la bocca, passando con la lingua sul suo labbro superiore.

I due stavano già andando in fiamme, la loro pelle bruciava, bramosa del contatto l'una dell'altra: James infilò la lingua nella bocca di lei, carezzandola e rincorrendola, posandole una mano sul collo, mentre l'altra era dalle parti del fianco e lo carezzava. Xx percepì che lui si alzava, e avvertì il suo sguardo che esplorava ogni parte di lei, ogni minimo centimetro di pelle… e questo le provocò delle piccole scosse sotto la pelle… che la eccitavano. da morire

<< Hai intenzione di lasciarmi qui appesa come un salame? O posso toccarti anche io…? >> domandò sarcastica, strattonando braccia e gambe.

<< Sei la mia marca preferita di salame, allora… più ne mangio e più ne ho voglia… Ora, puoi startene in silenzio? >>, domandò spiritoso: Xx stava per rispondere, ma si morse le labbra, e il ragazzo sorrise.

<< Now… I have a idea for you. Devi solo lasciarti andare… al resto ci penso io >>.

<< Mmm… miniPhelps? Che dici? Ci vogliamo fidare? >>, chiese alla sua pancia, con un sorriso.

Le sue labbra calde e umide si posarono su quelle di lei, e scesero lente sul collo… Xx sentiva la sua barba contro la sua guancia, sul seno, contro l'ombelico… e li se fermò, carezzando la pancia che cominciava a intravedersi un po', la baciò ancora e chiese, guardando Xx in viso: << MiniPhelps… ti fidi, si?… mmm… ok. Ha detto che si fida, mi ha dato il permesso di farti mia >>, annunciò, e Xx sorrise. James ridacchiò, e senza aspettare risposta, tornò con le labbra sulla sua bocca, con la barba che la solletica, la punge e la tormenta: aveva voglia di lei, si sentiva dai suoi baci famelici...questi baci, infatti, non avevano nulla a che fare con quelli dolci di prima, questi baci trasmettevano desiderio, passione… voglia. Le labbra si scontravano, mentre James aveva le mani sui suoi seni e li massaggiava, tirando piano i capezzoli con le dita, mentre con la bocca seguiva la linea del collo, della spalla… per poi tornare sul profilo della mascella, mordicchiandole l'orecchio…

Xx respirava rumorosamente, le sensazioni amplificate dalla momentanea perdita della vista: sentiva il dolce peso di lui ancora su di lei, sulla zona dell'inguine. Con le mani James scese sui suoi fianchi e li strinse, lasciando i segni delle dita sulla sua pelle… scese a baciarla con le labbra, prima tormentando un seno, poi il secondo, facendole venire i brividi e inarcare la schiena. Le baciò tutta la pancia, soffiandoci sopra piano e carezzandola: voleva che miniPhelps avesse un contatto anche con lui… il suo papà, e questo era uno dei pochi modi per riuscirci.

<< Oh, mi sono dimenticato di toglierle… >>, fece sovrappensiero, una volta arrivato alla sua femminilità, ancora coperta dalle mutandine in pizzo.

<< Te le strapperei di dosso… >> cominciò lui, e Xx senza neanche rendersene conto alzò il bacino come invitandolo a farlo.

<< Ma sono così belle… >> continuò, passando la punta del naso tra le sue gambe, inspirando il suo odore, facendo fremere Xx. Con le mani scese ancora sui fianchi, afferrando le mutandine alle due estremità, abbassandole appena…

Xx inspirò bruscamente, mentre lui alzava lo sguardo per guardarla: passò la punta della lingua li, tra le grandi e piccole labbra, baciando… succhiando…

La ragazza aveva perso il controllo e ansimava senza freni, alzando il bacino verso quella bocca che la stava mandando in paradiso.

<< James… James… >>, riusciva solo a gemere piano con la voce che vibrava, il cervello che non riusciva a mettere insieme nessun pensiero… la sola cosa a cui riusciva a pensare era James, e a quanto la stava mandando in estasi in quel momento.

Il ragazzo con una mano le strinse il sedere, mentre l'altra era sulla sua femminilità, e con il pollice e il medio divise le labbra, e con l'indice entrava appena in lei, già bagnata, calda e aperta per lui.

Sostituì l'indice con la punta della lingua, e lei sentì i muscoli delle gambe irrigidirsi, le dita dei piedi arricciarsi, e dei brividi che partivano dalla spina dorsale irradiandosi ovunque in lei. Ancora qualche secondo e avrebbe avuto un orgasmo potente… ci era quasi… ma lui si fermò, sistemandole le mutandine, ben consapevole di quello che faceva.

Xx rimase di sasso.

<< James! Ancora?? Non ti azzardare sai! Due volte in un giorno! >>, lo sgridò lei infastidita, anzi, infuriata: insoddisfatta due volte in un giorno.

Sentì lui che si alzava e avvertì che si stava muovendo: << Dove stai andando?? >>, domandò piuttosto contrariata, ma nessuna risposta.

<< James! >>, ringhiò, ma lui non rispose: era quasi sicura che fosse uscito.

Dopo quella che a lei parve un'eternità sentì dei passi, e di nuovo il suo peso sopra di lei, e percepì tutto il calore che il suo corpo trasmetteva.

Sentì una sua mano che le carezzava il viso, il pollice che premeva sul labbro inferiore… e poi qualcosa che non si aspettava: sentì che gli poggiava qualcosa sulle labbra, e le disse di mordere quello che le aveva messo vicino la bocca… sorrise tra se quando capì cos'era: le stava facendo assaggiare una fragola immersa nel cioccolato.

<< Mmm… >>, mugolò lei: era davvero buona, e mangiata così lo era ancora di più… era molto eccitante. La seconda fragola James la poggiò sulle sue labbra, e Xx capì: aprì sensualmente la bocca, o almeno sperava fosse così… e prima di morderla succhiò la punta, sporcandosi le labbra di cioccolato… e lui, vedendola, d'istinto la baciò, per togliere l'eccesso.

Xx lo trattenne per il labbro inferiore: << Sei perdonato >>, gli sussurrò, lasciandolo andare, e James ridacchiò dolcemente, prima di prendersi anche lui un pezzettino di fragola e darle il resto.

<< Meno male >>, sussurrò di rimando.

La terza la passò sul seno e sul collo, succhiando via la cioccolata, baciandola languidamente, senza fretta. La quarta gliela passò sulla pancia… ma la quinta fu il colpo di grazia, per Xx: la prese e la passò sulla sua femminilità, spostando a lato le mutandine, avvicinandosi poi per leccare via la cioccolata… poi tornò sulle sue labbra, mordicchiandole e facendole assaggiare un pezzettino di quella fragola, le tolse la benda, e Xx potè vedere che quella stessa fragola era finita sulle sue labbra, e lui la mangiava soddisfatto.

La ragazza non credeva di essere mai stata tanto eccitata in vita sua; lui le rimise la benda e poi scese deciso tra le sue gambe, cominciando a baciare e leccare la zona,divise di nuovo le labbra e vi infilò la lingua dentro, penetrandola appena. Questo fu la goccia che fece traboccare il vaso: l'orgasmo la investì intenso, potente come l'esplosione di un vulcano, facendola ardere e tremare da capo a piedi, il respiro accelerato… si dimenava sotto di lui, strattonando gambe e braccia ancora bloccate, il petto che si alzava e abbassava convulsamente: gemeva forte, senza neanche provare a controllarsi, mentre gettava la testa indietro, persa in un vortice di lussuria.

<< James… >> era l'unica parola che era riuscita a dire, come se fosse tutto il suo mondo, l'unica cosa che le importava nella vita… e in effetti era così: lui e il suo bambino non ancora nato erano indispensabili come ossigeno, ormai.

<< Bentornata >>, le disse togliendole la benda a un centimetro dal suo viso, sfoderando il suo sorriso timido e irresistibile.

Si sporse per baciarlo: << Credo di non aver mai apprezzato le fragole con il cioccolato come ora… dammene una >>, gli sussurrò baciandogli uno zigomo. Lui la prese e stava per mettergliela tra i denti, ma lei agitò la mano, lui capì e gliela mise tra le dita, e intuendo cosa volesse fare la mangiò piano, un pezzettino alla volta.

<< Pensi che potresti slegarmi? >>, gli chiese lei. James si avvicinò a una sua caviglia slegandola, riuscendo anche a togliere le mutandine,che finirono alla caviglia della gamba ancora legata.

Lei lo osservava rapita, guardando la sua eccitazione ben dritta… che chiedeva di essere soddisfatta.

Lui si accorse del suo sguardo e sorrise tra se: << Ready? >>, le chiese.

<< Non vedo l'ora di averti dentro di me amore >>, rispose di slancio.

Lui la penetrò con decisione, spingendosi a fondo, immergendosi completamente: uscì velocemente per poi affondare ancora in lei, sentendo i suoi muscoli si adattavano perfettamente a lui, avvolgendolo. James aveva tutti i muscoli che si tendevano, mentre le baciava il collo languidamente: Xx con la gamba libera avvolse il ragazzo per i fianchi, stringendolo e spingendolo ancora di più dentro di lei, gemendo per questo contatto così intimo e ravvicinato. Anche James gemeva, alzandosi e abbassandosi su di lei, con delle goccioline di sudore che gli scendevano dalle tempie e sui muscoli definiti delle braccia, facendo scontrare le proprie intimità.

Ad un tratto il ragazzo le prese la gamba che aveva attorno a lui, e con la mano sulla coscia la aprì di lavo, formando un angolo di circa novanta gradi con le sue gambe.

<< Oh… James… >>, rantolò Xx: in quel momento la sua femminilità, così esposta a lui, era ipersensibile, e lo sentiva più a fondo che mai.

Inarcò la schiena mentre lui le baciava ancora il collo, provocandole la pelle d'oca, continuando il suo assalto, mentre una mano era salita sul braccio, per intrecciarsi e stringere le sue dita, e l'altra era ferma sulla coscia per tenerle la gamba aperta…

La velocità delle spinte aumentava, e Xx seguiva i suoi movimenti con il corpo… era inebriante sentirlo li, dentro di lei.

James gemette di gola, un suono rude, quasi animalesco, che sprigionava un intensa lussuria, e Xx lo sentiva, sentiva che lui era quasi all'apice… e con un ultima spinta gemettero entrambi, colti dall'ondata dell'orgasmo che li investì in pieno, facendoli tremare, i corpi sudati, mentre James era intrecciato a lei.

Il ragazzo, dopo essersi ripreso un po', le slegò l'altra gamba, le mani, e infine tolse la benda dai suoi occhi, poggiando la testa sul petto di lei, abbracciandola rilassato e felice.

<< Amore? >>, chiese Xx dopo qualche minuto.

<< Mmm? >>, mugugnò lui: si era quasi addormentato.

<< Non volevo svegliarti. Buonanotte… ti amo >>, gli sussurrò all'orecchio, carezzandole i capelli.

<< I love you too >>, le rispose, prima di addormentarsi.

 

 

<< James… sai bene che rimarrei qui tutto il giorno… ma dobbiamo andare. Tra un po' partiamo per Londra… >>, cominciò lei dopo un po', avendo rivissuto nella mente tutta la notte precedente… senza però muoversi di un millimetro da dove stava. James aveva ragione, lei li vicino era in paradiso. Vide il cestino delle fragole sul comodino accanto, e la cioccolata a fianco: allungò una mano, prendendo la fragola e immergendola nel barattolo, avvicinandosi a lui, che aveva di nuovo chiuso gli occhi, posandogliela sulle labbra. Lui sorrise e la addentò. Prese una seconda fragola, se la mise tra i denti tenendone un pezzettino, e si avvicinò a lui, baciandolo, mentre la fragola andava dall'uno all'altra finché non la spezzarono, prendendone un pezzetto ciascuno.

<< Ti ho sporcato di cioccolata >>, fece lei ridendo, pulendolo con un dito.

<< Dovrebbero essere tutti così i risvegli… e se restassimo su questo letto fino all'arrivo del nuovo anno? >>, propose James stringendola a se.

<< Non mi tentare… >>, pigolò lei.

<< Pensaci, non dovremmo neanche metterci degli stupidi vestiti addosso… saresti tutta only for me >>, continuò lui sorridendo tra i suoi capelli.

<< Questi inutili vestiti… saremmo più comodi tutti nudi… fare cose con i vestiti addosso… assurdo… che noia. Chissà perché tutti li mettono >>, fece lei, e James le scoppiò a ridere in faccia.

<< I love you so much >>, fece lui allegro, e anche lei si unì alla risata.

<< Dai, al tre ci alziamo o faremo tardi… >>, fece lei dopo un po'.

<< Se insisti >>, sbuffò divertito.

<< Uno… due >>, e si alzò di scatto.

<< Tre, il bagno è mio >>, urlò con la mano già sulla maniglia della porta, dopo aver recuperato una coperta.

James osservò la sua fidanzata scuotendo la testa, consapevole che lei l'avesse appena fregato.

<< Amore, tu intanto potresti raccogliere i vestiti di ieri sera >>, fece ridendo: erano ancora disseminati in giro per casa.

 

 

Era il trentun Dicembre, e si stavano preparando per la festa, ma non appena Xx apriva la bocca per parlare o chiedergli qualcosa, lui la zittiva baciandola.

<< Mi vuoi dire dove andiamo?? >>, scrisse alla fine su un foglio, arrendendosi.

<< Surprise. Neanche Katie lo sa. Io e Ollie vi faremo una sorpresa >>, le disse, aprendo l'armadio e scegliendo.

<< Devo vestirmi elegante o no? >>, scrisse ancora.

Lui non rispose, se la rideva sotto i baffi, così lei aspettò che lui si vestisse, per vedere cosa si metteva.

<< Ingegnosa >>, commentò lui, prima di avviarsi verso il bagno, e lei vedeva che aveva un papillon in mano.

 

Dopo la cena in un bel ristorante, la serata cambiò tono: James si tolse il papillon e Ollie la cravatta sottile che aveva, e andarono in un lounge bar molto carino di un ragazzo che conoscevano, e quella sera li avrebbero fatto musica dal vivo: si sarebbero alternate con diverse band musiche pop e rock, fino ai successi più commerciali. Alla fine Xx aveva scelto un vestito nero, un po' largo, che scendeva a campana e arrivava circa a metà coscia, e aveva degli inserti in pizzo e trasparenze sulle maniche, sui fianchi e sulla schiena, dove l'abito creava una V in pizzo semitrasparente, mentre per quella sera aveva riposto i tacchi, i piedi un po' gonfi, per cui aveva scelto degli stivaletti bassi.

<< Sei molto rock'n'roll amore… hai azzeccato senza sapere. Brava >>, si complimentò lui, che aveva jeans scuri, una camicia chiara e una giacca non troppo elegante.

<< Grazie amore >>, gli rispose baciandolo.

Mancava un minuto alla mezzanotte

<< Quest'anno sei stato lontano per un po'… ed è stata dura. Per fortuna ci siamo ritrovati, e ora siamo addirittura in tre! Siamo una piccola famiglia… e se lo vorrai staremo con te anche per quest'anno… e i prossimi! I love you! >>, urlò Xx sopra il frastuono.

<< Io vi adoro entrambi! Staremo insieme! Vi amo! >>, urlò di rimando lui.

<< Dieci… nove… otto… sette… >>, lo speaker faceva il conto alla rovescia.

<< EHI YOU! IMMEDIATELY REMOVE HANDS FROM THE SEAT OF MY GIRL! >>, ringhiò James minaccioso a uno sconosciuto, lanciandogli uno sguardo assassino.

( traduzione: EHI TU! TOGLI SUBITO LE MANI DAL SEDERE DELLA MIA RAGAZZA! )

<< Sei… cinque… quattro… tre… due… uno… Happy new year!! Scatenatevi ragazzi! >>, urlava il dj. Intorno a loro era pieno di persone e coppie che si baciavano e si scambiavano auguri, e anche loro quattro furono travolti dall'onda della felicità.

Cantavano, ballavano e ridevano: si stavano divertendo, e Xx ballò anche con Oliver, che le fece fare delle piroette, mentre ridevano come matti, e quando alla fine arrivò una canzone più lenta, Xx e James ballarono abbracciati, vicini, mentre lui le avvolgeva le vita.

 

<< Amore, vado al bagno, mi scappa un sacco di pipì da quando sono incinta! >>, lo avvisò, era quasi l'una del mattino, erano ancora li che si divertivano.

<< Vuoi che ti accompagni? >>, le chiese, stava bevendo qualcosa dal bicchiere.

<< No, stai qui tranquillo a divertirti, torno subito… e poi cosa vuoi che mi capiti andando al bagno?! >>, fece lei divertita.

<< D'accordo allora, ci vediamo tra un po', sperando non ci sia troppa coda! >>, le disse lui sorridente, dandole un bacio leggero.

<< Sei adorabile quando minacci la gente di starmi alla larga >>, gli disse allegra, prima di allontanarsi.

<< Perchè sei splendida! >>, le urlò dietro, ma non era sicuro avesse sentito.

 

<< Oh, sorry… I thought I saw the sign ladies >>, fece entrando, vedendo un uomo sulla quarantina uscire da uno dei bagni.

( trad: Mi sembrava di aver visto il cartello delle signore ).

<< Miss, I'm afraid it was me to be wrong >>, le rispose.

( trad: signorina, temo di essere stato io a sbagliare ).

<< Oh, do not worry. it can happen… Well, good evening >>, le disse la ragazza, girandosi per uscire.

( trad: oh, non si preoccupi. può capitare. beh, buona serata ).

<< She is very pretty >>, disse improvvisamente l'uomo, avvicinandosi.

<< Even my boyfriend thinks so >>, disse lei, un po' turbata.

( trad: anche il mio fidanzato la pensa così ).

<< I do not see anyone whom. He wants to escape? Look, I do not want them nothing >>, disse lui, avvicinandosi velocemente verso di lei.

( trad: Io non vedo nessuno qui. Vuole scappare? Guardi che non voglio farle niente ).

<< Sure. I do not doubt it. In a crowded place ... it would be stupid. Now I have to go though >>, fece quasi vicina alla porta, ma prima che lei potesse aprirla, lui le afferrò il braccio e la spinse contro il muro.

( trad: Sicuro. Non lo metto in dubbio. In un posto pieno di gente... sarebbe da stupidi. Ora devo proprio andare però ).

<< I think I'll enjoy with you >>, fece l'uomo con voce agghiacciante.

( trad: credo che mi divertirò con te ).

<< Not me. Let me now! >, urlò lei tentando di divincolarsi, ma lui aveva molta più forza.

( trad: Io no. Mi lasci subito! ).

 

...

 

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Capitolo 5
*** Reazioni impreviste ***


Si stava avvicinando Natale, e James e Xx, una volta passati i tre mesi, decisero di annunciare la gravidanza, anche se, per il momento, solo ai genitori e parenti di lei: James lo voleva dire di persona alla sua famiglia che sarebbe diventato papà.

I signori Phelps, poi, li avevano invitati da loro per Natale, quindi decisero di attendere quel momento, per rivelarlo alla famiglia di lui.

<< Oliver mi ha chiesto se vogliamo passare il capodanno con lui e Katie, quest'anno, a Londra. Che ne dici? >>, chiese James ad Xx, una sera di inizio Dicembre.

 

Avevano battibeccato un po' quel giorno perché James si preoccupava fin troppo di lei, non lasciandole portare neanche la spesa o fare altri sforzi, e quella sera, dopo che era tornata a casa fradicia per aver dimenticato l'ombrello in ufficio, si era agitato un po' più del necessario.

<< James, sono incinta, non malata! >>, gli aveva risposto lei un po' irritata, ma si rese conto subito di aver esagerato: << Scusami, amore. Non volevo risponderti male. Lo so che ti preoccupi per me e miniPhelps, e ti amo per questo. Mi dispiace >>, gli disse avvicinandosi per baciarlo.

<< Ho sentito che le donne in gravidanza hanno spesso sbalzi d'umore, e noi uomini ci dobbiamo solo abituare… miniPhelps è al sicuro li con te >>, le disse, sciogliendosi un po': si era irrigidito alla sua risposta.

 

<< Capodanno con loro a Londra? Per me va bene, digli pure di si… se per te va bene >>, gli rispose lei, accoccolandosi a lui sul divano: fuori infuriava un brutto temporale.

<< Certo, dopo chiamo mio fratello. Prima di tutto però… vorrei parlarti di una cosa. I primi di Febbraio ci sarà la prima dell'ultimo film a cui ho partecipato, e dovrei andare. La faranno a Birmingham… e mi piacerebbe mi accompagnassi >>, fece James.

<< Quel film in cui hai dovuto fare la scena di sesso? >>, chiese lei, cercando di fare l'indifferente.

<< Ehm, si, ma… amore, era lavoro, niente altro. Se venissi con me te la presenterei, la ragazza… e anche lei ha un fidanzato… so che non ti piace metterti in mostra in questo modo, ma sarei felice se venissi...>>, fece lui, che aveva intuito il suo stato d'animo, e le strinse più forte la mano, carezzandole il dorso.

<< Lo so, ma comunque la cosa non mi fa impazzire. Voglio dire, so che non avete fatto veramente sesso eccetera, ma la cosa non mi piace molto… anche se vi siete dovuti baciare davvero. Detto questo, tu puoi di scegliere di fare tutti i film con scene un po' spinte che vuoi, non voglio impedirtelo >>, fece Xx, cercando di dargli l'appoggio che il fidanzato si meritava.

<< Sei un amore >>, le disse baciandola, stringendole le dita tra le sue.

<< Senza contare che i baci di cui mi importa, sono solo i tuoi >>, le disse, e lei arrossì compiaciuta.

<< Ma… se vengo devo mettere un vestito elegante? In questo caso non ho nulla di adatto >>, fece lei, un po' preoccupata.

<< Ne prenderemo uno, e poi balleremo insieme al gala che si terrà subito dopo >>, le disse, cercando di rallegrarla.

<< È fatta allora… non so quanto crescerà miniPhelps fino ad allora, però, la pancia potrebbe cominciare a vedersi come no, sicuro che vuoi farti vedere in giro con me in questo stato? >>, gli chiese: dopotutto lui era famoso, magari non come Brad Pitt, ma non voleva metterlo a disagio, e se lui non voleva far sapere della gravidanza, tenerlo per se, non lo avrebbe obbligato… lui alla sua privacy ci teneva, e anche lei.

James parve leggerle nel pensiero: << Sono orgoglioso di portarti, sia che la pancia cominci a vedersi, che nel caso contrario. Se faranno domande, noi risponderemo… non ti preoccupare >>, le disse baciandole la testa.

 

<< Xx, amore, lo so che ho fatto tardi, dovevo essere qui un ora fa almeno, scusa. In agenzia c'era gente, e mi sono fermato a vedere per il regalo di Natale ai miei… comunque ho preso i biglietti! Partiamo il ventitre, stiamo a Birmingham fino al ventinove, poi andiamo a Londra, anche con Katie e mio fratello, stiamo li fino al tre di Gennaio, poi torniamo a Birmingham dai miei fino al quattro e il cinque torniamo a casa >>, disse entrando in casa: erano quasi le otto della sera del dodici Dicembre, ma solo guardandosi attorno, dopo essersi tolto il cappotto, il cappello e la sciarpa, cominciò a notare qualcosa di strano, che prima per la fretta non aveva visto: c'era il profumo di alcuni dei suoi piatti preferiti nell'aria, inoltre la tavola era apparecchiata con una lunga tovaglia rossa, c'erano i calici del servizio buono, i piatti che tiravano fuori quando avevano ospiti… e le candele, non solo sul tavolo, ma anche in salotto e sulla penisola della cucina.

<< Xx, where are you? >>, domandò a voce alta, non vedendola, ma nessuna risposta.

Cominciò a cercarla per tutta la casa, e quando lei vide che si allontanava, si avviò verso la cucina, per finire di preparare il dolce: si vergognava un po', in effetti, per com'era… ma si disse che ne sarebbe valsa la pena: sarebbe bastato vedere la faccia del fidanzato.

James nel frattempo era uscito anche in giardino, in garage, dappertutto, ma non riusciva a trovarla e gli mancava da guardare solo la loro camera da letto.

Stava cominciando a preoccuparsi sul serio quando entrando di nuovo in cucina la vide e il fiato gli si mozzò in gola: era bellissima.

Si avvicinò silenziosamente, non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso neanche per un secondo: Xx si era messa per lui la guepière in pizzo nero, con del tessuto trasparente ai lati, e dei disegni neri, ed era chiusa dietro con dei lacci. Scendendo con lo sguardo, vide un perizoma quasi trasparente, che lasciava molto poco all'immaginazione, anch'esso in pizzo nero con dei ghirigori, vide poi dei gancetti a cui stavano attaccate le calze a rete che indossava, e scendendo ancora di più vide che aveva messo le scarpe con i tacchi alti… nere. Con lo sguardo fece il percorso a ritroso, lei stava finendo si mettere la crema sul dolce... e James non credeva di aver mai visto niente di così sexy, erotico e sensuale insieme in vita sua: sicuramente finiva nella Top tre, e tutti e tre erano momenti vissuti con lei.

Non riusciva a dire altro, gli si era seccata la gola, così avanzò piano, senza mollare lo sguardo su di lei, che non si era accorta di averlo alle spalle, e le baciò il collo, sfiorandolo appena, ma la ragazza trovò quel lieve contatto tremendamente sensuale, e sorrise tra se.

<< Welcome home >>, gli disse lei: avrebbe riconosciuto quelle braccia che la stringevano tra mille, perciò non si era scomposta, per non averlo sentito arrivare.

<< Wow… you are fantastic… >>, le sussurrò all'orecchio, stringendola a se e poggiandogli poi le mani sulle spalle.

Lei prese un po' di crema avanzata con l'indice, si voltò e per un secondo lo guardò, interiormente esultante per l'effetto provocato: lo vedeva nei suoi occhi verdi che lampeggiavano maliziosi e famelici.

Con il dito gli sporcò le labbra, schiudendole con l'indice ancora sporco di crema, e lui lo succhiò piano, guardandola negli occhi…. e lei fremette, schiudendo a sua volta le labbra.

Sempre guardandola, lui si abbassò lentamente, fino a baciarle le labbra, all'inizio piano, assaporandone millimetro dopo millimetro, ma poi, alla visione della sua ragazza che si era “ vestita ” così provocante per lui, non riuscì a resistere, a trasformò il bacio in qualcosa di più intenso, passionale, sporcandole un po' le labbra di crema. Si staccò dopo qualche minuto, guardandola anche davanti, dato che prima l'aveva vista solo da dietro: la guepièrre le alzava e schiacciava il seno, e la fantasia continuava anche sulla parte davanti, e sulla parte frontale del perizoma... era troppo seducente. Si avvicinò ancora a lei di un passo, si abbassò inspirando il profumo della sua pelle, mettendogli le mani dietro al sedere scoperto, stringendolo.

<< Come mai… questa bella sorpresa? >>, domandò lui, baciandole il collo.

<< Mi andava… e poi… anche se tra qualche mese avremmo un bambino, possiamo ancora farle queste cose… volevo solo… ricordarti… quanto potessero... essere piacevoli... >>, disse piano lei, mordicchiandogli l'orecchio.

<< Giusto… aspetta. MiniPhelps non sarà troppo schiacciato dentro questo? >>, gli chiese, improvvisamente preoccupato.

<< Amore, tranquillo. Non ho stretto tanto, sta benone. Ora pensiamo a noi >>, disse allacciandogli le braccia dietro il collo, si diede una leggera spinta e saltò, così lui la prese e la tenne da sotto il sedere, stringendolo ancora.

<< Vai in camera nostra >>, gli disse piano Xx, e lui obbedì, baciandola, appropriandosi della sua bocca e della sua lingua.

Quando aprì la porta della loro camera rimase senza parole e sgranò gli occhi: anche li Xx aveva posizionato molte candele, e sparso un po' di petali rossi sul letto.

Senza mollarla la guardò, chiudendosi la porta dietro con un calcio, avviandosi verso il letto e depositandola sopra, mettendosi su un fianco al suo lato, una mano passata dietro la schiena.

<< It is… very, very beautiful… but so you are more >>, le disse a un centimetro dalle labbra, mentre con la mano dietro iniziava a slacciare il nastro della guepère.

<< You are a true gentleman >>, gli fece lei, mettendogli le mani sul petto, accarezzandolo da sopra la maglia che indossava.

Nel frattempo, James stava finendo di slacciare dietro la schiena di lei, e continuava a passarle lo sguardo su tutto il corpo, che, a parer suo, la gravidanza non aveva fatto altro che valorizzare e rendere più sensuale e attraente… quantomeno per lui.

Preso da una incontenibile voglia di lei, all'improvviso si alzò, la prese per le caviglie e la tirò, fino a farla arrivare con il sedere sul bordo del letto. Staccò quasi con violenza i gancetti che reggevano le calze, che strappò letteralmente le, riducendole a brandelli.

Iniziò ad accarezzarle le gambe, con un tocco leggero partendo dalle caviglie, fino a diventare carezze più forti, più spinte, mano a mano che arrivava vicino la sua femminilità, che schiaffeggiò piano, delicato come solo lui sapeva essere.

<< You like it? >>, domandò lui, osservando la sua reazione.

<< Yes, James… più forte! >>, ansimò: la testa le girava, i sensi stavano cedendo uno a uno, persi nel tormento erotico del momento.

La accontentò, ma dopo qualche altro tocco, spostò la sua attenzione altrove. Fece alzare Xx con il busto, in modo che si trovasse seduta sul letto, le andò dietro, e con i denti finì di sciogliere i lacci che le tenevano stretto quel corpetto, sfiorandole la pelle chiara con le labbra, massaggiandole le spalle con le mani.

<< Ancora… non fermarti… >>, lo implorò, e lui continuò il suo torbido gioco, baciandole la schiena, il collo, mordicchiandole l'orecchio… mentre le toglieva quell'indumento, lentamente, carezzandola piano con le mani aperte… e Xx, con le mani, cercò il bordo della sua maglietta e glielo alzo, lui capì perfettamente e se la sfilò.

Abbassò una mano, fino a infilarla dentro quel perizoma striminzito che lei aveva indossato, entrando con un dito dentro di lei. Xx aveva James ancora dietro di lei, e si aggrappò alle sue spalle, mentre lui la portava, consapevolmente, allo sfinimento: il suo corpo si dimenava, sussultava senza freni, mentre gemeva senza inibizioni, al culmine della sua eccitazione. Lui spingeva, sempre più forte, baciandole il collo, la clavicola... e lei sentiva la sua erezione premerle sul sedere, insistente, la sentiva aumentare… e poi si sentì mentre gemeva più forte, un urlo roco, che la fece crollare sotto le sue dita, mentre lei inarcava violentemente la schiena contro il suo petto e l'orgasmo s'impadroniva di lei, scuotendola, facendole ribollire il sangue.

<< James… >> riuscì a dire piano, quando si riprese, voltandosi verso di lui, mettendogli le mani sul viso e perdendosi nel profondo dei suoi occhi.

Lo baciò senza aggiungere altro, la sua lingua che premeva arrogante per aprirsi un varco tra i denti, irrompendo nella sua bocca. Lo spinse giù, verso il letto, e lui obbedì: in quel momento Xx lo trovò bellissimo… le labbra gonfie e arrossate per via dei baci, lo sguardo carico di amore e desiderio, la barba appena accennata come piaceva a lei…

<< I love you, James >>, gli disse di slancio, prima di abbassarsi a sua volta, accarezzargli e baciargli il petto, tutti i suoi piccoli nei sparsi un po' qua e un po' la... alternando baci e carezze appena sfiorate a piccoli morsi audaci. Gli leccò piano il collo, la mandibola, mentre con le mani lo prendeva per i fianchi, stringendolo vicino a lei.

Xx si alzò in piedi, era tra le sue gambe, e attenta a non cadere si tolse lentamente, sensualmente, quel minuscolo, inutile pezzettino di stoffa che ancora aveva, se lo girò tra le dita, sotto lo sguardo di James, e le lanciò a fianco a lui sul letto.

<< Mi piace quando fai questi spogliarelli privati… solo per me >>, le disse con un sorriso malizioso sulle labbra. Xx gli sorrise di rimando, si portò i lunghi capelli dietro le orecchie, e si abbassò, puntando sull'eccitazione di lui.

La prese tra le mani, sentendo come si induriva secondo dopo secondo, guardandolo, gli occhi torbidi dal desiderio che la divorava. Si abbassò e lo sfiorò con la lingua, lo sentiva pulsare e crescere ancora: il suo sapore era agrodolce. Continuò a leccare tutta la lunghezza dell'eccitazione di James, chiudendo le labbra sulla sua punta lucida, ruotando con la lingua, gettandogli un occhiata di tanto in tanto, e vedere come chiudeva gli occhi, e sentirlo ansimare e gemere con la bocca semiaperta, la lingua tra le labbra e i pugni stretti non era uno spettacolo concesso a tutti: solo a lei, e questo era motivo di orgoglio, euforia e soddisfazione personale; far godere James Phelps, il suo fidanzato.

Lo prese in bocca quasi completamente, facendo dei cerchi con la lingua, mentre con una mano gli sollecitava i testicoli, mentre l'altra gli carezzava il petto.

Il ragazzo non resistette ancora a lungo: dopo poco, gettò la testa indietro, afferrando forte il polso della ragazza che stava andando ancora su e giù, e venne: travolto da un ondata di orgasmo che cresceva dentro di lui, fino a farlo esplodere…

Ci mise qualche minuto a riprendersi, il petto si alzava e abbassava velocemente, e Xx gli aveva posato il capo sopra, aspettando che il suo battito tornasse regolare, cospargendolo di languidi baci, mentre con le mani gli carezzava le cosce.

<< Se continui così, il mio cuore non si calmerà tanto presto >>, fece James ridacchiando. Lei gli diede uno schiaffo giocoso sul braccio, e fece una smorfia che lo fece ridere ancora di più.

<< Non ne ho abbastanza di te, ancora >>, gli soffiò su un orecchio, prima di alzarsi, posizionarsi in piedi davanti a lui e tirarlo per le caviglie, facendolo arrivare, come aveva fatto lui prima, sul bordo del loro letto.

Xx gli passò le mani tra i capelli, mentre si posizionava a cavalcioni su di lui, e lentamente abbassava la sua testa, facendo avvicinare le loro labbra. James le mordicchiò il labbro superiore, mentre con la lingua le stuzzicava quello inferiore, e Xx, in risposta, gemeva nella suo bocca, provocando così in lui dei ringhi di piacere.

Con una mano la ragazza gli stava disegnando dei cerchi sul petto, che si rimpicciolivano mano a mano che si avvicinavano al suo capezzolo, l'altra stava alla base del collo, e gli passava la mano sulla nuca, spettinandogli tutti i capelli.

James, dal canto suo, non era neanche lontanamente immune a quello che lei gli stava facendo: aveva abbandonato la sua bocca, e aveva preso a baciargli e leccargli con la punta della lingua il profilo della mascella, l'orecchio, ed era salita, fino ad arrivare al sopracciglio e alla zona dei suoi occhi… così lui le strinse più forte il braccio attorno alla sua schiena, mentre con l'altro la prendeva da sotto le natiche, si alzò, la spinse contro la parete, affondando i palmi più a fondo nel suo sedere. Xx sussultò un po', le sue labbra erano ora sulle spalle di lui: sentiva già le pulsazioni aumentare di nuovo, il suo respiro che accelerava, e il desiderio che le cresceva ancora dentro… ed era più che sicura che lo stesso accadesse a James in quell'istante. Il ragazzo le strinse più forte il braccio attorno alla schiena, schiacciandole così i seni sul suo petto, facendola aderire a lui ancora di più, sollevandola un po' con l'altro braccio. Xx non si aspettava questo gesto, così avvolse ancora di più il braccio attorno alla nuca, aumentando la presa:ormai i capelli di James erano completamente spettinati, andavano in tutte le direzioni, rendendolo illegalmente sexy e provocante… ma forse contribuiva anche il fatto che lui fosse tutto nudo e avesse avuto da poco un orgasmo… e in ogni caso, lei era di parte, anche se era pronta a scommettere che le sue fan avrebbero dato qualunque cosa pur di trovarsi al suo posto, ma lui era suo!

<< I love you >>, le respirò dentro l'orecchio, ma la voce grondava desiderio, poi scese a baciarle i seni, tirandole un po' i capezzoli, bagnandoli con la suo lingua, indurendoli. I loro respiri si sintonizzarono, e il piacere e il desiderio bruciava come fuoco nei loro corpi sudati e avvinghiati.

James le sprofondò dentro, facendosi spazio con spinte esperte, a fondo, senza fretta, e Xx inarcò la schiena, la testa piegata indietro, contro la parete, e affondò le unghie di una mano nella spalla, mentre l'altra gli tirava i capelli. Lui continuò il suo assalto, esperto, e la guardò con il suo sorriso timido, anche se tanto stonava con quello che stava succedendo in quel momento: avrebbe voluto dirglielo… lo trovava perfetto anche così, in ogni caso, ma era persa in un turbine di gemiti, sempre più affannosi, graffi, sospiri… a cui si unì anche James. Si udiva solo il rumore delle loro bocche, dei loro baci, e delle loro intimità che si scontravano. Qualche altra spinta e Xx si avvicinò al suo petto, poggiando la fronte nell'incavo del suo collo, leccandolo piano, mentre entrambe le mani gli passavano sui capelli, sfiorandogli la barba, le labbra… e l'orgasmo si accese, esplodendo dentro di lei, violento e implacabile, invadendola, gemette, ansimò forte contro il suo orecchio, contro la sua mandibola, le labbra semiaperte, e spingendo la sua testa contro il suo collo… e lui si riempì del suo profumo, dell'orgasmo che la contagiava, e crollò, ansimando, un suono che arrivava dal profondo della sua gola, un turbine di emozioni…

Poco dopo erano sdraiati per terra, troppo stanchi persino per raggiungere il letto a due passi.

<< Sai… quello che abbiamo fatto… com'eri vestita… wow >>, fece lui baciandole la schiena, e Xx arrossì di colpo, borbottando qualcosa di incomprensibile.

<< Ehi, hai sedotto un fidanzato consenziente, non è un reato capitale! Tantomeno una cosa per cui vergognarsi >>, le disse, girandole la testa, in modo che lo guardasse dritto negli occhi.

Xx a quello sguardo ravvicinato si sentì più nuda che mai, e tentò di coprirsi, ma lui le prese i polsi e la fermò.

<< Ti sto guardando, Xx, ovunque… e non vedo niente per cui tu debba vergognarti, non piacerti o coprirti >>, fece James, osservando con attenzione ogni minimo dettaglio. Xx si sentiva, in quel momento, incredibilmente esposta, ma piano piano, sostenendo lo sguardo di lui, e vedendo come la guardava, cominciò a sentirsi meno in imbarazzo, e non cercava più di divincolarsi dalla sua stretta, così James allentò la presa, fino a lasciarla andare, e lei non tentò di nuovo di coprirsi… il ragazzo le sorrise, incoraggiante, quel suo sorriso timido che la mandava in confusione.

<< Io e miniPhelps abbiamo fame, amore… >>, disse lei poco dopo: erano rilassati a coccolarsi, e a sussurrarsi parole di amore.

<< Adesso andiamo, amore. Volevo scusarmi con miniPhelps prima >>, disse, voltandosi a guardarla negli occhi.

<< Perchè? >>, domandò lei perplessa.

<< Ho letto che i bambini sentono se sono rifiutati, o se c'è tensione tra i genitori… >>, cominciò lui.

<< Ma… amore, a parte la paura dell'inizio, non… a meno che non ci sia qualcosa che non so… >>, disse iniziando ad agitarsi, ma lui le chiuse le labbra con un dito.

<< Esatto. Ho chiesto scusa a te, ma non a miniPhelps, perciò… >>, fece, avvicinandosi alla pancia di lei.

<< Ciao amore di papà. Volevo chiederti scusa… se all'inizio sono stato un po' cattivo con te e la mamma… e non ti ho accettato subito… il tuo papà aveva solo una gran paura… perdonami >>, disse, continuando ad accarezzare il ventre, appena più rotondo di lei, dandole qualche bacio.

<< James… sarai un papà meraviglioso… >>, fece lei, il cuore che scoppiava di felicità, gli occhi leggermente umidi.

<< Ehi… prima di andare a magiare, perché non ci suoni qualcosa con la chitarra? È da un po' che non la usi… >>, gli chiese, vedendo il suo strumento dietro le spalle.

<< Mmm… d'accordo >>, le rispose dandole un bacio veloce e alzandosi per andarla a prendere.

James iniziò a suonare qualcosa, canticchiando, e lanciando delle occhiate alla fidanzata, che lo guardava e ascoltava rapita la sua voce profonda, e lui sorrise, semplicemente felice.

<< Questo è il tuo papà, miniPhelps… >>, disse rivolta alla sua pancia, posandogli sopra le mani.

 

<< Merry Christmas James! >>, Xx lo svegliò con un bacio la mattina di Natale.

<< Goodmorning… Merry Christmas to you too! >>, rispose baciandola, stropicciandosi gli occhi, sbadigliando.

<< Cos'hai li? >>, gli domandò, vedendo che stava prendendo qualcosa.

<< La colazione, ma non ti ci abituare troppo! >>, disse ridendo, mettendogli davanti un vassoio, e James sorrise, fece quel sorriso a cui lei non sapeva resistere.

<< Grazie amore! Ma vieni, facciamo colazione a letto insieme, le disse, spostandosi un po' perché si avvicinasse al vassoio.

<< Ma qui c'è anche qualcun altro a cui dobbiamo fare gli auguri, non è vero?! Tanti auguri di buon Natale miniPhelps! >>, fece allegro, baciandole la pancia, mentre Xx gli accarezzava i capelli.

<< Buon Natale miniPhelps >>, aggiunse lei, carezzandosi la pancia.

<< Oggi è il giorno della notizia bomba… chissà come reagiranno i tuoi… >>, fece Xx pensierosa tra un biscotto e l'altro.

<< Non lo so, ma credo bene… immagino che staremo a vedere, comunque >>, le rispose stringendole la mano.

<< Vieni, andiamo sotto l'albero, dovrebbe esserci un pacchetto per te >>, le disse prendendola per una mano e tirandola un po'.

<< Anche uno per lei, Mr. Phelps >>, fece lei, allegra.

<< Xx… wow!! Una macchinetta fotografica professionale! Così potremmo farci un sacco di foto e di video a noi, e al nostro bambino quando nascerà! Possiamo inaugurarla già ora, vieni qui >>; fece entusiasta prendendola per mano e scattando la prima foto.

<< Ti lamentavi perché quella che avevi era vecchia e non funzionava bene, così abbiamo risolto! E potrai continuare a fare il tuo reportage sulla gravidanza >>, gli disse, baciandolo.

<< Mi sembra una buona idea, fotografarti una volta a settimana, per vedere i cambiamenti… e anche tutto il resto, i lavori che stiamo facendo a casa per sistemare… >>, le rispose, continuando a baciarla.

<<È un idea magnifica >>, confermò lei.

<< Oh, aspetta, c'è qualcos'altro… ma Xx!! Questo è il mio gioco preferito alla playstation! >>, disse lui sgranando gli occhi.

<< Ti piace? Il commesso mi ha detto che è una versione più recente, e ci sono delle modifiche, così si può giocare anche in due… e quando Oliver verrà a trovarci, ci potrete giocare insieme >>, gli spiegò: era contenta di aver fatto centro con i regali.

<< Amore, sono bellissimi!! >>, disse, stringendola a se.

<< Ora apri il tuo >>, la incitò, e lei annuì.

<< Oh… James! Sono bellissimi! Non dovevi… >>, gli disse, guardando i suoi regali: le aveva regalato uno di quei ciondoli lunghi, con una pallina alla fine, di quelle che fanno un leggero suono, e che spesso portano le mamme in gravidanza, e tutto attorno era stata incisa la parola “ Love “.

<< Così tu e miniPhelps mi avrete sempre vicino >>, aveva detto lui, e poi le aveva regalato un paio di orecchini, con la collana uguale, identici al bracciale che le aveva comprato per il Natale precedente.

<< Indosserò tutto oggi! >>, fece lei: adorava tutto quello che le aveva regalato.

<< Ok amore… ora vestiamoci, dobbiamo andare tra un po', passano Oliver e Katie a prenderci e andiamo dai miei >>, le disse, tendendole la mano, aiutandola ad alzarsi.

Oliver e Katie quando li videro li abbracciarono, soprattutto Oliver, il cui sguardo cascò sulla pancia di Xx, sorridendo.

<< Non vedo l'ora che lo diciate, oggi, così potò parlarvi liberamente >>, sussurrò all'orecchio di Xx, ma anche James lo sentì.

<< Non l'hai detto neanche a lei? >>, domandò il fratello indicando con lo sguardo Katie, che era distratta dal guardare le foto di James.

<< No. Ti avevo detto che non lo avrei detto a nessuno, e così ho fatto >>, fece lui aggrottando la fronte, come se la risposta fosse ovvia.

<< Grazie, fratellone >>, gli disse James, prendendolo per le spalle.

<< Ora andiamo >>, fece Oliver, scrollandosi di dosso il braccio del fratello, ma James lo conosceva bene, e lo aveva visto sorridere orgoglioso, prima di liberarsi di lui.

 

Fu un pranzo molto tranquillo e piacevole, parlarono di moltissime cose, dai prossimi progetti, al lavoro, ai viaggi in programma, ma Oliver continuava a lanciare occhiate al fratello e alla fidanzata, chiedendosi cosa aspettassero ad annunciare la gravidanza… secondo lui, più aspettavano e più sarebbe stato difficile annunciarlo con naturalezza: ma d'altronde James era diverso da lui, sotto questo aspetto.

<< Il prossimo anno ci piacerebbe che venisse anche la tua famiglia da noi, Xx… oppure noi verremmo da voi. Il Natale si passa in famiglia, e ci piacerebbe conoscere meglio la tua… li abbiamo visti in velocità solo una volta!Senza contare che ti devono mancare oggi... >>, fece Susan, a un certo punto.

<< Oh, sarebbe bello riunire tutte e due le famiglie, per il prossimo Natale >>, le rispose Xx.

<< Momento regali! >>, annunciò Martyn, dopo il pranzo e prima del dolce.

James e Xx si guardarono: era arrivato il momento.

Ci fu un gran trambusto di sedie spostate, piatti alzati e portati in cucina, e stoviglie che cadevano a terra e, quando tornò la moglie, il marito cominciò a distribuire i regali a tutti.

<< Ehm… >>, fece James schiarendosi la voce, quando tutti ebbero scartato i loro regali.

<< Io e Xx abbiamo un annuncio importante da fare >>, disse, attirando l'attenzione di tutti.

“ Finalmente! “, pensò Oliver.

<< What do you mean? >>, domandò la madre, curiosa.

<< You get married? >>, domandò Katie.

<< No… >>, le rispose Xx, cercando sostegno negli occhi di James: perché era così difficile dirlo a loro? Si sentiva un po' strana.

<< E cos'altro può essere, di importante? Non l'avrai mica messa incinta, James! Vero? >> domandò burbero e sarcastico suo padre.

I due ragazzi non risposero, ma arrossirono, leggermente imbarazzati.

<< W- what?? Really? James, she is pregnant? >>, domandò Susan senza parole: era molto sorpresa.

<< Yes.Xx is pregnant of about sixteen weeks >>, rispose il ragazzo.

<< It's fantastic!! Congratulations! >>, fece Katie, andando ad abbracciarli.

Anche Oliver li abbracciò e si congratulò con loro, dando una carezza alla pancia di Xx, ma non poteva fare a meno di essere rimasto interdetto dalla reazione dei suoi genitori.

<< E ce lo dite solo ora? >>, chiese Susan, ancora senza parole.

<< Volevamo aspettare di superare i mesi più critici >>, le spiegò Xx.

<< And… ma… quindi avete intenzione di tenerlo? >>, domandò il padre di lui, che non aveva ancora aperto bocca.

<< Yes, dad. Abbiamo valutato tutti gli aspetti, prima di decidere… e vogliamo tenere il nostro bambino >>, concluse.

<< Ma… ragazzi miei, non siete troppo giovani per un figlio? Voglio dire, dovreste uscire a divertirvi, non stare a casa e accudire un bambino! >>, fece la madre di James.

Oliver spalancò la bocca, sconcertato.

<< Ci sono un sacco di coppie giovani che hanno figli ed escono e si divertono… e se James vuole uscire a divertirsi, o deve fare uno dei suoi viaggi, non l'ho mai fermato, e non inizierò ora >>, si difese Xx, che si sentiva lo sguardo dei genitori di James addosso. Il ragazzo le strinse la mano più forte, vedendola imbarazzata e in difficoltà.

<< A me, per essere felice, basta stare dove sta Xx, non mi serve nient'altro. Quindi stare a casa sul divano, piuttosto che in qualche locale affollato o rumoroso non fa differenza per me, purché ci sia anche Xx con me >>, disse James un po' duro: non credeva di dover difendere la notizia anche davanti ai suoi, era piuttosto sicuro che l'avrebbero presa bene. Xx lo guardò grata: era sottinteso quando parlavano tra loro, ma non lo aveva mai sentito dirlo ad alta voce, e le riempì il cuore.

<< Proprio non vi capisco, ma se avete deciso così, non saremo noi a riuscire a fermarvi, quindi congratulazioni ragazzi! E non esitate a chiamarci per qualsiasi cosa! Ci fate diventare nonni molto giovani!! >>, fece la madre, gli occhi un po' lucidi, andandoli ad abbracciare entrambi, carezzando anche lei, come Oliver e Katie prima, la sua pancia. Era preoccupata, ma sapeva, nel suo cuore, che suo figlio e Xx se la sarebbero cavata, ne era certa, ed era felice per loro.

James si sciolse: sua madre aveva accettato la cosa, aveva avuto solo bisogno di qualche minuto per digerire, ed ora era emozionata all'idea di diventare nonna.

<< L'anno prossimo, a Natale, ora sicuramente lo passeremo insieme alla tua famiglia, Xx. Non vogliamo perderci niente, fateci vedere ecografie, e venite qui più spesso, chiamateci per aggiornamenti! >>, fece, andando veloce come un treno.

<< Abbiamo la foto della prima ecografia qui, dopo ve la mostro. Ne abbiamo fatta una copia anche per voi, e per te e Katie, Ollie >>, fece Xx, passato il momento di imbarazzo.

<< Bravissima >>, le disse Oliver, mettendole le mani sulle spalle, e anche Katie le sorrise.

<< E il suono del suo cuoricino… ci è rimasto in testa per settimane, anche ora. Era una piccola pulsazione veloce, come il battito d'ali di una farfalla >>, fece James sorridendo, raccontando alla sua famiglia cosa aveva provato.

James cercò suo padre, l'unico che non era vicino a lui e Xx per chiedere tutti i particolari di come l'avevano scoperto, se era andato tutto bene ecc. Lo trovò e il sorriso che gli illuminava il viso sparì.

<< Dad… you've got? >>, domandò il ragazzo, prendendo la mano di Xx, che sorrideva timida alla suocera e rispondeva al bombardamento di domande che lei, Oliver e Katie le stavano facendo.

( traduzione: Papà, che hai? )

<< Well… I can not say I'm really happy >>, cominciò in inglese, con il chiaro intento di escludere Xx dalla conversazione, visto che non lo parlava benissimo.

( traduzione: beh, non posso dire di essere proprio felice )

<< Why? >>, fece James, irrigidendosi.

<< You are still young, perhaps you do not realize what it means to take care of a child >>, cominciò il padre.

( traduzione: siete ancora giovani, forse non vi rendete conto di cosa vuol dire prendervi cura di un bambino )

<< Dad, in two months it makes thirty years, and she makes twenty-seven in March, we are no longer kids!How much longer must we wait? >>, rispose il ragazzo, un po' aspro.

( traduzione: Papà, tra due mesi compio trent' anni, e lei ne compie ventisette a marzo, non siamo più ragazzini! Quanto ancora dovremmo aspettare? )

<< And then. we've been together how long? One year? A year and a few months? Come on! And then you are not even married! They do not do things as well! >> si accaldò il padre.

( traduzione: E poi. state insieme da quanto? Un anno? Un anno e qualche mese? Andiamo! E poi non siete neanche sposati! Non si fanno così le cose! )

<< We do not need a piece of paper that says that we love and are committed among us! >>, sbottò James, mentre Xx diventava sempre più rossa di vergogna, facendosi piccola piccola, nascondendosi, o almeno provandoci, dietro a James.

( traduzione: Non ci serve un pezzo di carta che dice che ci amiamo e ci impegniamo tra di noi! )

Oliver era sconcertato, con lo sguardo andava dal fratello al padre e viceversa.

<< And then, it seems to me thou moving away from us, you actually moved to Italy! Because? >>, fece il padre, risentito.

( traduzione: E poi, mi sembra tu ti stia allontanando da noi, ti sei addirittura trasferito in Italia! Perchè? )

<< She is away I? But come on! I come here very often at home, and she urges me to come here more often than I would do! In addition, I moved halfway around the world! Or does it bother you something else? She is not English, for example >>, rispose arrabbiato James.

( traduzione: Lei mi sta allontanando? Ma andiamo!Vengo qui a casa molto spesso, e lei mi esorta a venire qui più spesso di quanto farei io! Inoltre, non mi sono trasferito dall'altra parte del mondo! O ti da fastidio qualcos'altro? Che lei non è inglese, ad esempio. )

<< How absurd! >>, rispose scioccato.

( traduzione: che assurdità )

<< Since you're talking nonsense you never know >>, fece in cagnesco il figlio.

( traduzione: Visto che stai dicendo assurdità non si sa mai ).

<< Do not use that tone with me! >>, si arrabbiò suo padre, alzandosi per fronteggiare il figlio, poi uscì dalla stanza e James lo seguì: non aveva intenzione di lasciar perdere.

Nella stanza rimasero Xx, Katie, Oliver e la madre dei ragazzi: Xx tremava di vergogna, imbarazzo e si sentiva ferita… era vicina alle lacrime.

<< Ehm… >>, fece Oliver: non sapeva quanto aveva capito, e stava per chiedersi se era il caso di indorarle la pillola.

<< Mi dispace, cara. Non pensa davvero quello che ha detto… ti si è affezionato… >>, tentò la madre mettendole una mano sulla spalla, uscendo poi per raggiungere marito e figlio. Xx annuì e uscì fuori, aveva bisogno di aria.

Oliver e Katie la seguirono preoccupati, e la trovarono in giardino, che camminava avanti e indietro in mezzo la neve in giardino, piangendo lacrime silenziose.

<< Ehi… cos'hai? >>, cominciò Oliver incerto.

<< Non serve, Ollie, che tu cerchi di tradurre quello che è successo… alleggerendolo. Ho capito tutto… ma grazie di averci provato >>, fece lei, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano, ancora prima che lui ci provasse: dopotutto era il fratello di James, e lui avrebbe fatto così… erano immancabilmente galanti, due Signori.

Il ragazzo non riuscì a trattenersi, e la abbracciò di slancio, cercando di confortarla, stringendola a se.

<< Shh… va tutto bene >>, le disse piano, e lei lo lasciò fare, trovando sostegno in quell'abbraccio, e stringendolo a sua volta, cercando di ringraziarlo.

<< Mio padre tornerà in se e ti chiederà scusa, vedrai… >>, la confortò, mentre anche Katie si avvicinava, poggiandole una mano sul braccio, dandole anche lei il suo conforto e sostegno.

<< Si… può darsi >>, rispose Xx, che non aveva nessuna voglia di discutere.

Oliver si abbassò, all'altezza della pancia, e la accarezzò, dandole un bacio.

<< Hi baby… ehm… how are you? Sono lo zio Ollie… tu non ti devi preoccupare di quello che succede qui fuori, ok? Tuo nonno è felice di te… solo non se lo aspettava… vedrai che non vedrà l'ora di tenerti in braccio… e anche io >>, disse Oliver, e Xx sorrise tra le lacrime.

<< Andiamo dentro, o tu e mio nipote prenderete freddo >>, fece Oliver, e lei e Katie lo seguirono.

Nel salone trovarono Susan che aveva cominciato a sparecchiare per far spazio al dolce, e Xx andò subito con Katie ad aiutarla.

<< Non vi preoccupate, state sedute tranquille >>, fece lei, spingendole verso il divano.

<< Mi dispiace di aver rovinato il Natale… Pensavamo che fosse una bella sorpresa, un bel regalo per tutti… ma ci siamo sbagliati >>, si scusò Xx.

<< Non sei tu che ti devi scusare, ma mio marito. Lui ti vuole bene, sei parte della nostra famiglia… non abbiamo mai visto James così felice con una ragazza… così innamorato… lo vediamo da come ti guarda… ha occhi solo per te, e una mamma questo lo nota… lo capirai anche tu. Non c'entra nulla che tu sia Italiana invece che Inglese, dove vivete o chissà cos'altro. È stato colto di sorpresa, e non reagisce sempre bene alle novità… a lui piacciono le cose programmate. Dovevi vederlo quando gli ho detto che ero incinta! O quando gli ho detto che erano due gemelli >>, le disse Susan, ricordando quei momenti, e Xx fece un sorriso tirato: se aveva reagito come James, già si immaginava la sua faccia.

<< Ad ogni modo, io sono contenta di diventare nonna. Se hai bisogno di qualsiasi cosa non esitare a chiedere, vogliamo essere aggiornati e presenti per nostro nipote >>, le disse con calore.

<< Ho qui l'ecografia >>, fece Xx tirandola fuori e mostrandola ai tre: Oliver l'aveva già vista, ma un gran sorriso si fece strada sul suo volto comunque, mentre Katie e la signora Phelps ammiravano per la prima volta il loro nipotino.

<< È per voi… ne abbiamo fatte delle copie. Doveva essere una specie di regalo in più >>, disse alla madre di James, quando tentò di restituirgliela.

<< E noi? >>, protestò Oliver.

<< Ce l'ho qui… ma volevo darvela con James presente, non così >>, sospirò Xx.

Quasi un'ora dopo, James ricomparve seguito dal padre. Xx alla vista del suocero diventò viola, sentendosi avvampare ed evitando il suo sguardo.

James le si sedette accanto, circondandole con un braccio le spalle, dandole un bacio sulla tempia.

<< Tutto ok >>, le sussurrò all'orecchio, in modo che solo lei potesse sentire.

Gli sguardi di tutti, nella sala, andavano da Xx a Martyn e viceversa, e infine lui si schiarì la voce.

<< Mi… dispiace. Per tutto quello che ho detto… non lo pensavo davvero. Solo non reagisco troppo bene alle sorprese, anche se sono belle… sono felice per voi, e sono pronto a fare il nonno… spero potrai perdonarmi, anche se ci vorrà un po', forse… >>, le disse, ed era sinceramente dispiaciuto.

<< Certamente >>, fece Xx, e lui l'abbracciò, anche se un po' impacciato.

<< Vieni, Martyn… i ragazzi ci hanno portato la foto della prima ecografia >>, gli fece, indicandogli il posto accanto a lei nel divano: lui la guardò e sorrise orgoglioso.

<< Quando sapremo se è un boy o una girl? >>, domandò Oliver: il fratello gli aveva dato la sua copia, e lui la guardava da sopra le spalle di Katie.

<< Oh… ehm… >>, tentennò Xx, guardando James in cerca di aiuto.

<< Beh… lo saprete al momento della nascita. Io e Xx vogliamo la sorpresa finale >>, disse.

Quattro paia di occhi li stavano fissando.

<< È per questo che lo chiamiamo miniPhelps… perché è neutro. E lo chiameremo così fino a quando, durante il parto, non vedremo se è un boy o una girl >>, gli andò in aiuto Xx.

Tutti continuavano a fissarli come se fossero alieni, o gli fossero spuntate delle braccia aggiuntive in posti improbabili.

<< Really? >>, fece Oliver preso in contropiede, assottigliando lo sguardo.

<< Really >>, gli risposero i due in coro.

<< Ma… io non resisto! Ancora più di quattro mesi senza saperlo! Voi come fate? Non siete curiosi? >>, domandò Oliver.

<< Certo che lo siamo, ma vogliamo che sia la sorpresa finale… la ciliegina sulla torta, ecco >>, gli rispose James

<< E se qualcuno vuole farvi regali? >>, insistè Oliver.

<< Colori neutri… giallo, verde, bianco… cose così >>, gli rispose Xx con semplicità.

<< E i nomi? Ci avete già pensato? >>, domandò Katie.

<< Non ancora… prima di fare progetti, abbiamo aspettato che passassero i mesi più critici… ma sarà una sorpresa anche questa, quando vedrete MiniPhelps saprete se è un boy o una girl e come si chiamerà >>, le rispose James con orgoglio.

<< Ma… >>, obbiettò testardo Oliver.

<< Basta così. Se hanno deciso così, dobbiamo adeguarci… Io trovo bello il fatto che vogliano saperlo alla fine… non insistere Oliver!>>, fece Susan prima che il fratello ribattesse, e anche il marito annuì.

<< Sono i quasi sette centimetri e dieci grammi e mezzo più belli dai tempi di Oliver e James >>, fece il padre dei ragazzi, guardando la foto.

<< ormai, Martyn, sarà diventato più lungo, e peserà un po' di più >>, lo corresse dolcemente la moglie.

<< Cioè… è grande come il tuo… animale? >>, ghignò Oliver al fratello, in modo che lo sentisse solo lui.

<< Cretino >>, soffiò James all'orecchio del fratello, e Oliver ridacchiò.

Lo aveva sentito però anche Xx, che si avvicinò al suo orecchio, sussurrandogli: << Allora… Ollie, anche il tuo… ehm…. arnese è lungo uguale, dopotutto siete gemelli… >>, Oliver diventò tutto rosso, e Xx ridacchiò.

<< Ma non è vero! >>, balbettò poi lui.

<< Ollie, non devi vergognarti delle tue misure… e se dici che l'animale di James è lungo quasi sette centimetri, il tuo è uguale, ma tutto dipende dalla bravura del proprietario, e io non mi lamento. O forse stai mentendo? >>, domandò candidamente lei, mentre Oliver passava tutte le sfumature del rosso e James ridacchiava piano.

Oliver alla fine borbottò qualcosa che somigliava molto a un: << Scusa, Jamie >>.

James lo sentì, e dovette chiudersi la bocca con la mano per non scoppiare a ridere sonoramente.

<< Grazie >>, le disse dandole un piccolo bacio, sorridendo felice.

<< Ha fatto tutto Ollie >>, rispose lei allegra, tornando a guardare la foto del suo bambino, mentre Oliver le scompigliava i capelli, sorridendo.

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Capitolo 6
*** BRUTTE sorprese ***


Lo sconosciuto le tappò la bocca con una mano, iniziando a far scorrere un dito dell’altra lungo il profilo del collo, passando sopra la stoffa tra i seni, scendendo ancora verso l’ombelico… provando ad andare ancora più giù, sotto la gonna, guadagnandosi una ginocchiata sui testicoli… che non lo smosse di un millimetro; contemporaneamente Xx gli morse un dito della mano che le aveva premuto sulla bocca e lui la ritrasse di scatto.

<< AIUTATEMI!! PLEASE! HELP ME! >>, urlava lei con tutto il fiato che aveva.

<< Beating the girl, eh? Let’s see if you like the violent things!>>, fece lui con un ghigno cattivo, chiudendo a chiave la porta. ( trad: Mena la ragazza, eh? Vediamo se ti piacciono le cose violente! ).

Avanzò verso di lei, che però lo sorpassò, correndo verso la porta, battendo i pugni e cercando di attirare l’attenzione dei passanti, ma nessuno sembrava sentirla o vederla.

<< There is, no one sees you? Even your boy comes to see? >>, domandò crudele. ( trad: Che c’è, nessuno ti vede? Neanche il tuo ragazzo viene a vedere? ).

<< James!! Aiutami… >>, urlava lei terrorizzata, mentre lo sconosciuto la prendeva dalle spalle e la allontanava dalla porta.

<< James? Wait a bit… i jeard the guys say that there was James Phelps and his brother, the wife of this and his girlfriend… are you? >>, domandò l’uomo, ma Xx non gli rispose. ( trad: James? Aspetta un secondo… ho sentito dei ragazzi dire che c’era James Phelps con il fratello, la moglie di questo e la sua ragazza… sei tu? ).

<< Answer me! >>, le urlò in faccia, prendendole il viso tra le mani e stringendolo. ( trad: rispondimi! ).

<< Then?? >>, le gridò: Xx sentiva che doveva proteggere James da quel pazzo, e l’istinto le diceva di tacere. Lui in risposta le diede uno schiaffo in faccia così forte da lasciarle ben visibile il segno delle dita. ( trad: allora? ).

<< Do not answer, eh? Fine, but we'll find out. If he is going to be fun to take revenge: me and my twin brother had auditioned to play the Weasley twins, but at the last moment chose them. My brother has never digested it, years of therapy and self-esteem issues as a kid for that. You know how much suffering?? >>, urlò ancora. ( trad: Non rispondi, eh? Bene, ma lo scopriremo. Se è lui sarà un piacere vendicarsi. Io e mio fratello gemello avevamo fatto le audizioni per interpretare I gemelli Weasley, ma all’ultimo scelsero loro. Mio fratello non ha mai digerito la cosa, anni di terapie e problemi di autostima da ragazzino. Hai presente quanto soffriva? ).

<< And he and his brother got to do what? You should blame those who made the cast! >>, urlò di rimando per difendere entrambi, ma si rese conto che involontariamente aveva confermato che era con lì con lui. ( trad: E lui e il fratello cosa c’entrano? Dovresti prendertela con quelli che hanno fatto il cast! ).

<< It will be a nice revenge see him suffer ... if I'm lucky his brother suffer, without him, but better than nothing >> fece, stringendole ancora il viso. ( trad: Sarà una bella vendetta vederlo soffrire... se sono fortunato anche il fratello soffrirà, meno di lui, ma meglio di niente ).

Xx sperava solo che quel pazzo non si accorgesse della pancia e capisse che era incinta… o si sarebbe sfogato anche sul suo bambino… suo e di James, e lei non poteva permetterlo: avrebbe sopportato qualsiasi cosa… ma se le toccavano miniPhelps non avrebbe risposto di se.
Sperava solo che James arrivasse per controllare perché ci metteva tanto… Perché non si era fatta accompagnare? L’aveva sempre trovata un’idea ridicola farsi accompagnare al bagno, ma ora capiva perfettamente il motivo.

Quando l’uomo tentò di baciarla sulla bocca lei cercò di girare la testa per evitarlo… lui la trattenne tirandola per i capelli, e premette le labbra sulle sue, tentando di aprirle, ma lei gli diede un morso talmente forte da farlo sanguinare.

<< We do this? so you do with James? >>, domandò lui: non urlava più, ma il suo tono basso suonava minaccioso. ( trad: ci si comporta così? Fai così con James? ).

<< Answer me! >> ordinò, tirandole i capelli più forte, piegandole la testa indietro.

Lui le fissò il collo e le si avvicinò di più, leccandolo e mordendolo: Xx aveva i brividi per la repulsione e il terrore, era schifata da lui.
Provò a spingerlo via, ma lo sconosciuto era alto quasi quanto James ed era ben piazzato: non ottenne un granchè, tranne una sua risata fredda che le fece venire la pelle d’oca: niente a che vedere con il calore coinvolgente di quella del suo James…

 << Please, let me… >>, gemette lei, e lui rise più forte di prima. ( trad: per favore, mi lasci ).

 Ancora ridendo prese la parte superiore del vestito e tirò con le mani in due direzioni opposte, strappandolo: affondò la testa tra i seni di lei, baciandoli e toccandoli, lasciandole i segni dei suoi morsi, così diversi da quelli delicati, giocosi e sensuali del suo fidanzato…

Stava ancora provando in tutti i modi ad allontanarlo da sè, ma non ci riusciva: le veniva quasi da piangere, ma cercava di resistere, di non dargli questa soddisfazione, e in cuor suo pensava solo a James e al loro bambino.

 “ MiniPhelps, non aver paura, il tuo papà verrà a salvarci… lui è un uomo buono, ci ama, e non lascerà che ci succeda niente di cattivo, non preoccuparti… arriverà presto... e scusami, se ci siamo cacciati in questa brutta situazione… la tua mamma cercherà di proteggerti…“, pensava, cercando di regolarizzare il respiro, trasmettendo calma anche al piccolo: agitarsi non andava bene per il bimbo: aveva fatto solo una lezione del corso preparto al momento, e le avevano spiegato questo; certo era un po' in anticipo per cominciare, ma non voleva trovarsi all’ultimo momento.

L’uomo la stava toccando dappertutto: il seno, le strinse il sedere tra le dita mentre si abbassava per morderlo… le toccò anche la pancia e lei si irrigidì ancora di più: era abituata alle mani di James, era come essere a casa con lui… quello sconosciuto le dava solo ribrezzo.

Stava per avvicinare la bocca alla sua femminilità, ma lei gli diede una ginocchiata che lo colpì sotto il mento, facendolo indietreggiare di qualche passo.

 << HELP ME! PLEASE! >>, continuava ad urlare lei.

 << But ways! Learn some manners! It is useless to scream, it will not come to help anybody, hussy! >>, urlò lui, sputando ovunque, dandole un secondo schiaffo così violento da tagliarle il labbro inferiore e farle sanguinare il naso. ( trad: Ma che modi! Impara le buone maniere! È inutile che urli, non verrà nessuno ad aiutarti, sgualdrina! ).

La prese per un braccio strattonandola, e la spinse dentro una delle cabine dove c’erano i gabinetti così forte che lei perse l’equilibrio e cascò a terra, finendo inginocchiata.

Lo sconosciuto si abbassò jeans e mutande, cercando di bloccarla contro le fredde mattonelle della parete, provando a infilarle in bocca l’erezione.
 << Do not be squeamish! Come on! >>, urlò in preda alla collera. ( trad: non fare la schizzinosa! Muoviti! ).

La ragazza, rimasta in intimo e calze, non osava aprire la bocca con l’erezione appoggiata alle labbra, e continuava a girare la testa a destra e a sinistra per evitarlo.
Lo sconosciuto lasciò perdere e si abbassò su di lei, strappandole le calze e iniziando a leccarle l’interno coscia, affondando le unghie nei suoi seni e sulle braccia, lasciandole i segni delle strette.

L’uomo ghignava cattivo, mentre lei tremava sempre di più di paura e continuava a gridare e chiedere aiuto.

 << You’re not eving? Did not you like it? I’m good at this… other than the British men… are so boring to bed… tou should begging me to continue… >>, sussurrò all’orecchio di lei, terrorizzandola ancora di più, e riuscì solo a scuotere la testa. ( trad: Non ti stai divertendo? Non ti è piaciuto? Sono bravo in queste cose… altro che gli uomini inglesi, sono così noiosi a letto… dovresti implorarmi di continuare ).

 << Perhaps you would like to tell me that James is good in bed? >>, fece scettico. ( trad: forse vorresti dirmi che James è bravo a letto? ).

 << He is very good. Much more than you anyway >>, fece lei lanciandosi in difesa del fidanzato… e in ogni caso, per lei almeno, era così. ( trad: lui è molto bravo, molto meglio di te ).

L’uomo proruppe in una risata sguaiata a quell’affermazione, che la infastidì talmente tanto da tirargli un ceffone in piena faccia.
 << Do not you dare insult him! >>, abbaiò lei. ( trad: non osare insultarlo! ).

 << This did not have to do it >>, disse lui cattivo, tirandole un terzo schiaffo in viso. ( trad: questo non dovevi farlo ).

Cominciò a leccarle di nuovo il profilo del collo, succhiandole i seni, lasciando i segni anche li, prendendo alcune dita della mano di lei e succhiandole, facendole poi scendere verso la sua erezione, anche se lei tentava di resistere e opporsi… e con la seconda mano libera lui le schiacciò forte la testa sul pavimento: a Xx scese una lacrima solitaria, che si perse tra i suoi capelli.

 “ James… dove sei? Ti prego… “, era l’unica cosa a cui riusciva a pensare lei, disperata.

 << Come here, before to fuck you, i want to do one thing. You will like see… >>, le disse spingendola di malagrazia fuori dalla cabina, tirandola per i capelli, assestandole un forte calcio sulla schiena, riempiendola di botte li, sulle braccia, sulle gambe, sul viso… dandole ceffoni e calci quando non riusciva a farle fare quello che voleva, urlandole dietro che era una troia, una sgualdrina… e che uno come James non avrebbe mai salvato una come lei; e la cosa peggiore fu che lei per un secondo gli credette. ( trad: vieni qui, prima di scoparti vorrei fare una cosa, ti piacerà, vedrai ).

 << You are wrong! He loves me, i know, and will save us! >>, gli urlò, ma si rese conto che aveva parlato al plurale, e sperò con tutta sè stessa che non ci avesse fatto caso. ( trad: ti sbagli! Lui mi ama, lo so, e verrà a salvarci ).

 << Then… just… do… not… understand! He… does… not… care… about… you! >>, fece, dandole un calcio o uno schiaffo a ogni parola. ( trad: allora proprio non capisci! A lui non importa di te! ).

 Prese un sacchettino che aveva in tasca e glielo svuotò sull’addome tirando su con il naso, e la ragazza capì: cocaina… quindi, oltre ad essere ubriaco, ( sentiva la puzza dell’alito ), era pure drogato
.
 << You have to make diet, sweetness! It does not make you do enough exercise? I’ll handle that… wait… >>, fece, bloccandosi di colpo. ( trad: devi fare dieta, dolcezza. Non ti fa fare abbastanza esercizio? Ci penso io… aspetta ).

 << He loves us… round belly… you’re pregnant, right? Here is the son of the miserable! Suffering double then! >>, ghignò eccitato dal provocare tutto quel dolore. ( trad: Lui ci ama… pancia tonda… sei incinta, vero? Qui c’è il figlio di quel miserabile! Sofferenza doppia, allora! ).

 La schiaffeggiò in viso ancora, scoppiando in una risata fredda e senza gioia, poi mise una mano sull’addome di lei e cominciò a schiacciare, lasciando i segni delle unghie e dei graffi, mentre con un dito dell’altra mano stava entrando dentro di lei…

 << NO! >>, urlò lei, e riuscì a spingerlo via, allontanandolo.

 << Leave my baby! >>, ringhiò, con una forza che non sapeva neanche da dove arrivasse. ( trad: lascia stare il mio bambino! ).

 << Ollie, i’m going to see where Xx… is away for a while, now… >>, fece James preoccupato: aveva una sensazione strana, ed era in bagno da più di venti minuti, ormai. ( trad: Ollie, vado a vedere dov’è Xx, è via da un po' ormai… ).

 << Ok, we wait here >>, gli fece il fratello. ( trad: Ok, noi aspettiamo qui ).

Lo sconosciuto alzò bruscamente la ragazza da terra, facendole sbattere la schiena contro il muro a fianco la porta di entrata, e con sguardo da folle, con una mano la prese per il collo, inclinando la testa all’indietro, mentre con la seconda tentava di infilare la sua erezione dentro di lei.
Proprio in quel momento arrivò James, che appena vide la scena dal piccolo oblò della porta d’ingresso del bagno, scattò come una furia, con il sangue che gli salì al cervello.

 << XX!! >> urlò preso dal panico, sbattendo i pugni sulla porta: “ Perché nessuno, passando, aveva urlato per richiamare l’attenzione? Non lo vedevano quello che succedeva? “, si era trovato a pensare infuriato.

Provò ad aprire la porta ma era chiusa a chiave dall’interno: allora fece qualche passo indietro, prese la rincorsa e si scagliò contro la porta con la spalla, dandole un colpo molto forte, e quella si aprì con un colpo secco contro l’uomo, che mollò la presa dalla ragazza.

James incontrò lo sguardo vuoto e terrorizzato di Xx, e fu come essere trafitto da mille pugnali.
Le si avvicinò guardandola bene… un groppo che gli si era formato in gola, e un’ira che non aveva mai provato lo attraversò.
Le posò una mano tremante dalla rabbia sulla guancia, carezzandola con la delicatezza che quell’animale non aveva usato su di lei…e lei vi si aggrappò, a quella mano, cercando la sicurezza e l’amore che i suoi occhi sapevano trasmettere… ma ci trovò solo rabbia e voglia di vendetta.

Lo sconosciuto si mosse, alzandosi dopo la botta presa, e James si girò di scatto verso di lui.

 << Filthy worm! What the fuck did you think you do to MY girlfriend? Bastard!! >>, urlò lui con la sua voce profonda, vibrante di un odio e un’ira che non aveva mai provato così intensamente prima, che non gli appartenevano. ( trad: Verme schifoso! Che cazzo credevi di fare alla mia fidanzata? Bastardo! ).

 << Oh, you were right sweetness. It came at the end >>, ghignò lo sconosciuto. ( trad: Oh, avevi ragione dolcezza. È venuto, alla fine ).

Le mani di James tremarono per la collera, e gli diede uno spintone che lo fece finire contro le fredde piastrelle del muro.
 << Finally we meet again, James >>, ghignò l’uomo. ( trad: finalmente ci incontriamo di nuovo, James ).

 << I’ve never see you >>, sputò fuori in risposta. ( trad: Io non ti ho mai visto ).

 << I imagined, you’re so full of yourself that not even know me >>. ( trad: lo immaginavo, sei così pieno di te che neanche mi riconosci ).

 << It’s not true! He is a good and kind man, leave him alone! >>, si infervorò Xx. ( trad: non è vero! Lui è un uomo buono e gentile, lascialo stare! ).
James le lanciò un’occhiata e le si parò davanti, dato che quel pazzo aveva fatto un passo verso di lei.

 << What, are you one of those cowards that they take it with women? >>. ( trad: cos’è, sei uno di quei codardi che se la prendono con le donne? ).

 << I would not say. I blame those who blows me the role under his nose >>, si sfogò, e raccontò a James quello che aveva detto anche a Xx poco prima. ( trad: non direi. Me la prendo con chi mi soffia il ruolo da sotto il naso! ).

  << Not their fault! >>, li difese Xx, ancora. ( trad: non è colpa loro! ).

  << Shut up whore! >>, urlò. ( trad: sta zitta sgualdrina! ).

  << Do not you dare call it that! >>, ringhiò James. ( trad: non ti permettere di chiamarla così ).

L’uomo si scagliò contro James buttandolo a terra, poi si lanciò su Xx, facendole sbattere la testa contro lo spigolo di un muro, e lei sentì qualcosa di caldo scivolarle tra i capelli.
  << How dare you touch her? Remove them hands of scum off! >> urlò James. ( trad: come osi toccarla? Toglile le mani di dosso feccia! ).

Lo sconosciuto, allora, fissò James per un secondo, e con una mano le strinse forte il seno, mentre l’altra si avvicinava alla sua femminilità, sfiorandola, mentre lei tentava di allontanarlo.
 << NO! >>, James era disgustato e livido di rabbia, si rialzò spingendolo via, assestandogli un calcio sull’addome che lo fece finire a terra, piegato in due dal dolore: era una furia.
Lo sconosciuto era steso a terra e si stava rialzando, ma appena James lo vide gli tirò un altro calcio, e questo ricadde a terra.

 << You disgust me >>, gli urlò contro, prendendolo per il colletto della maglia, schiacciandogli con forza la faccia contro lo specchio del lavandino: gli tirò un pugno in faccia, ma quello all’ultimo spostò la testa a lato, e la mano di James urtò così il vetro che si crepò leggermente. ( trad: tu mi disgusti! ).

 << James… James… >>, chiamava Xx senza forze: era terrorizzata per lui, ma il fidanzato sembrava non sentirla, accecato dall’odio e dal desiderio di vendetta.

Intanto tutto il frastuono aveva attirato una folla di curiosi.

L’uomo approfittò di un momento di distrazione di James, rimasto sorpreso di aver colpito e crepato lo specchio, e lo spintonò via, tirandogli due pugni in faccia e uno sullo stomaco, prendendolo per il collo e schiacciandogli la testa dentro il lavandino, aprendo il rubinetto dell’acqua e tentando di annegarlo, mentre il ragazzo provava a liberarsi dalla presa.
Xx tremava di paura per James, e con le ultime forze rimaste corse verso lo straniero, cercando di spingerlo via da lui, o di allentarne la presa.

 << NO!! JAMES! >>, urlava, il viso rigato dalle lacrime, disperata.

Lo sconosciuto però fu più rapido e forte e le diede uno spintone con brutalità sulla pancia, tanto che per qualche secondo le mancò il fiato, e la fece cadere a terra, battendo di nuovo la testa.

In quel momento arrivarono Oliver e Katie, che videro la scena.

 << Oliver!! Lo ammazza! Aiutalo! >>, gracchiò Xx nel panico: Oliver sgranò gli occhi e per un secondo rimase paralizzato dalla paura, ma si riprese subito e corse verso quel pazzo, lo prese per le spalle e lo allontanò di forza dal fratello, mentre Katie correva verso Xx.

Aiutò il gemello a rimettersi in piedi, preso da qualcosa di più forte della paura: << Are you ok? >>, gli chiese terrorizzato, mentre James si aggrappava a lui come a un’ancora di salvezza.

 << And You?? You have been watching them?!? >>, urlò Xx arrabbiata alla folla, che non aveva mosso un dito per aiutarli. ( trad: e voi? State lì a guardare? ).

 << More or less >>, rispose James gocciolante dopo essersi ripreso, le mani sulle ginocchia… ma stava ancora tremando.

Vide l’uomo che ancora si rialzava e si scagliò su di lui, tirandogli calci e pugni, con tutta la forza che gli era rimasta: Oliver tentò di fermarlo, ma il fratello se lo scrollò di dosso.

 << James, stop! Finirai nei guai, e Xx ha bisogno di te! >>, tentò il gemello: se non lo fermava lo avrebbe ammazzato di botte, non che non se lo meritasse, ma avrebbe avuto problemi con la legge… e non ne valeva la pena per un essere del genere.
Anche se lo avrebbe ammazzato volentieri anche lui… aveva ancora davanti gli occhi la scena del fratello con la testa schiacciata nel lavandino che tentava di essere annegato… non l’avrebbe mai dimenticato… e Xx che cercava di aiutarlo e veniva spintonata a terra, il suo grido di terrore… e il suo nipotino, sperava davvero che stesse bene…

 << Accursed! >>, gli urlava contro, sembrava non avesse sentito il fratello, continuando a colpirlo con forza: faccia, stomaco, schiena, e i “ gioielli di famiglia “. ( trad: maledetto! ).

Stava per tirargli un altro violento calcio in faccia, quando uscì da quella specie di stato di trance nel quale era caduto, e sentì la voce di Xx che urlava disperata il suo nome.

 << James! >>, era l’unica cosa che diceva, accucciata a terra.

Oliver e Katie erano lì a fianco di lei a osservare la scena, preoccupati. Oliver stava tentando di calmare Xx carezzandole la testa, ma quando sentì che era bagnata ritrasse la mano e vide che era sporca dal sangue di lei.

 << Xx, devi andare in ospedale! >>, le disse cercando di mantenere un tono tranquillo, mostrando la mano insanguinata solo a James che si spaventò a morte.

 << My God… amore? C- come stai? Sei ferita? Ti… ti fa male qualcosa? Che cosa ti ha fatto? Come è successo? Cosa…? >>, James sembrava impazzito, si inginocchiò per terra a fianco a lei e l’abbracciò forte, stringendola a sè più che poteva, mentre l’acqua continuava a scendere dal lavandino, uscendo oltre il bordo e bagnando il pavimento.

 << Go away! Out! >>, gridò Oliver seccato alla piccola folla lì attorno che li osservava: lui e Katie si misero davanti a James e Xx, per coprirli un po' da occhi indiscreti. ( trad: Andatevene! Fuori! ).

 << You go to call security! >>, rincarò poi. ( trad: andate a chiamare la sicurezza! ).

A James importava solo di Xx, tutto il resto del mondo non lo interessava minimamente.

 << M- mi dispiace… n- non sono venuto qui subito… mi dispiace che… tu abbia dovuto vedere… e… e subire tutto questo. Io… q- quando l’ho visto tenerti per il collo ho… sono impazzito. Avrei dovuto evitarlo. Amore… hai tanti lividi e tanti tagli… stai sanguinando… >>, le disse osservandola per bene, carezzandola con tutta la delicatezza e la dolcezza di cui era capace.

 << A- amore mio…n- non è colpa tua… non arrabbiarti con te stesso… a- avrei dovuto accettare e farmi accompagnare. James… tesoro… anche tu sei pieno di tagli e di lividi… sembra che tu abbia delle schegge di vetro sulla mano… >>, osservò, prendendo una sua grande mano tra le sue.

 << Amore… lui… ha tentato di affogarti!! >>, disse agitandosi all’improvviso, la voce piena di panico e di isteria, come se, sotto shock com’era, se ne fosse resa conto solo ora… i suoi occhi erano dilatati dalla paura e dall’angoscia.

 << Shh… Xx, io sto bene, vedi? Tutto intero, non devi preoccuparti… amore, sei spaventatissima, tremi come una foglia… va tutto bene ora, ci sono qui io… anche se sono arrivato un po' tardi… >>, ammise sconsolato.

 << Ma sei arrivato. Lui cercava di convincermi del contrario… e quel che è peggio… per un secondo gli ho creduto. Mi dispiace, sono stata una stupida, non lo avresti mai fatto… >>, ammise guardando il pavimento.

 << No, non lo avrei mai fatto… ma amore, non importa se l’hai pensato, quello che conta è che tu ti sia resa conto da sola che era una follia. Mi dispiace… se lui non ce l’avesse avuta a morte con me… con me e mio fratello… forse non se la sarebbe presa con te… >>, fece lui tetro.

 << No, James. Aveva iniziato già prima che mi scappasse chi era il mio ragazzo… lo avrebbe fatto comunque… >>, lo confortò lei.

 << Wait… lo conosci James? >>, domandò Oliver esterrefatto.

James annuì e gli raccontò in breve la storia.

 << Che razza di… bastardo >>, commentò Oliver, alla fine.

 << Xx, vado a prenderti il cappotto e una coperta, sarai piena di freddo, poi ce ne an… >>, ma non riuscì a terminare la frase: lo aveva trattenuto per la manica.

 << NO! Non lasciarmi… please! >>, il tono era implorante, lo stava supplicando.

 << Tesoro… devi coprirti… Katie, potresti…? >>, domandò guardandosi intorno, vedendola lì accanto.

 << Certo, vado subito >>, rispose capendo al volo.

 << Xx… è… quello schifoso è riuscito a… ha terminato quello che… >>, James non riusciva nemmeno a terminare la frase talmente era scosso.
Oliver poggiò la mano sulla spalla del fratello, tentando di consolarlo, o almeno essergli di supporto… non lo aveva mai visto in quello stato.

 << No, James… sei arrivato in tempo. Non è iniziato proprio bene l’anno nuovo, eh? Oh, amore… io… io spero che il nostro bambino stia bene! Ho cercato di… evitare i colpi diretti sulla pancia… ma non ci sono riuscita del tutto… >>, gli disse preoccupata, mostrandogli i segni che aveva.

 << Sono sicuro che sta bene, noi Phelps siamo ossi duri… ma dopo andiamo a fare un controllo, per sicurezza, così siamo più tranquilli… ti senti strana, nella zona della pancia? >>, le chiese.

 << No, non mi sembra almeno… amore, ti prego, tienici stretti a te. Io… ho bisogno di sentire l’abbraccio dell’uomo che amo, e… e forse questo tranquillizzerà anche miniPhelps >>, disse con una vocina flebile.

 << Certo… miniPhelps non ti preoccupare… la tua mamma è al sicuro ora… e anche tu… siete con il papà, e non vi succederà più niente di brutto… >>, disse lui tentando di essere rassicurante, ma era molto spaventato per Xx e per suo figlio, temeva che potesse essergli successo qualcosa: diede un delicato bacio sulla pancia della ragazza, e come lei prese ad accarezzare il ventre.

Nel frattempo era arrivata anche la sicurezza, che aveva fatto sloggiare i curiosi, trascinando via lo sconosciuto violentatore, e contemporaneamente era arrivata Katie con il cappotto e la coperta per Xx: nel bagno ora c’erano solo loro quattro.

 << Grazie, Katie. Ragazzi noi… andiamo a casa. Grazie per avermi salvato da quel tipo, Ollie… se voi volete restare, noi prendiamo un taxi… >>, stava dicendo James.
 << Uno così non merita neanche la definizione di uomo… >>, fece Katie, spaventata e preoccupata, anche per Oliver.

 << Già… veniamo anche noi comunque, non c’è più lo spirito allegro di prima… >>, fece Oliver.

James annuì, poi prese Xx in braccio avviandosi verso l’uscita, e in quella stretta lei si aggrappò per essere più forte, perché sentiva che il peso di tutto quello che era successo stava crollando su di lei, sulle sue spalle… ma doveva essere forte; per lui e per miniPhelps.

 << Ollie… grazie di averlo salvato… sapevo che poteva contare su di te… io non ci riuscivo… ti sarò debitrice per sempre… >>, fece Xx a Oliver a fianco a lei.

 << Non lo avrei mai abbandonato >>, confermò, guardando il fratello di sbieco, sorridendole incoraggiante.

 << Lo so… comunque stai molto meglio con i capelli tutti tirati così indietro, che con la tua solita piega… >>, fece lei sorridente tentando di alleggerire la tensione: provò a ridacchiare ma le facevano male le costole.

 << Ah sì? >>, fece lui ridacchiando.

 << Assolutamente. Mi dispiace se offendo i tuoi sentimenti così, ma è la verità, sembri mì nonno! >>, continuò lei, e tutti e quattro ridacchiarono, dimentichi per un secondo di quanto accaduto.

 << Beh, grazie allora >>, le disse dandole un lieve bacio sulla guancia.

 << Non c’è di che >>, gli sorrise.

 << Mi vuoi dire di preciso quello che è successo? >>, le chiese James piano, poco prima di uscire dalla porta del bagno.

 << Solo se mi prometti che rimani calmo… finirai nei guai se lo aggredisci un’altra volta >>, fece Xx, e James ci pensò su per qualche secondo.

 << Allora magari più tardi, quando sarò molto lontano da lui. Adesso non posso promettere niente >>, ammise.

Xx si strinse a lui, cercando di confortarlo.

Uscirono dal bagno, ma appena superata la soglia trovarono che li stavano guardando tutti: Xx arrossì di imbarazzo e vergogna e nascose la testa nell’incavo del collo del fidanzato, mentre James vide più di qualcuno con il cellulare in mano e sbottò: << At least have the decency… not to make videos and photos. They tried… to rape my girlfriend… some respect, at least >>, fece amaro e deluso dal comportamento. ( trad: abbiate almeno la decenza… di non fare video e foto. Hanno tentato di… violentare la mia fidanzata… un po' di rispetto, almeno ).

Nel frattempo Katie e Oliver, che erano andati a prendere le loro cose e quelle di James e Xx, tornando verso gli altri due videro e fulminarono con gli occhi quelli che ancora avevano in mano i cellulari e ci provavano.

Oliver spinse James verso la porta di uscita: << Andiamo, fratellino >>.

Il viaggio in macchina fu silenzioso: Xx si stava chiudendo in sè stessa sempre di più, guardando per tutto il tempo fuori dal finestrino, cercando di controllarsi… mentre James guardava lei senza sapere bene come comportarsi.

 << Noi torniamo domani… per vedere come state… ok?  >>, fece Oliver, quando li ebbe accompagnati sotto casa.

 << Ok… Thank you >>, gli rispose James, rivolgendosi anche a Katie.

 << A domani >>, salutò Oliver abbracciando Xx… ma lei si irrigidì un po' a quel contatto: il ragazzo se ne accorse, anche se non fece commenti… mentre Xx faceva un cenno con il capo come saluto e ringraziamento: non ce la faceva a parlare… sarebbe crollata.

 << Xx… ehm… mi… mi dispiace che tu… che tu abbia dovuto vedere il mio lato peggiore… più violento. Ma io… io quando l’ho visto l’avrei ammazzato. Non ho mai avuto un istinto del genere… così forte… per nessuno. Ma nessuno può toccare la mia famiglia, mai, per nessun motivo. Avevo… miliardi di pensieri in testa… uno peggiore dell’altro… e ammazzarlo è stato il mio primo impulso… e lo so che non si dovrebbero dire o pensare cose del genere… >>, confidò James, una volta entrati in casa.

 << Non importa… questo… questo era un caso estremo. Io e miniPhelps eravamo in serio pericolo… lo so che normalmente non sei così… pensa che addirittura ha sniffato quella che credo sia cocaina sulla mia pancia… sopra il nostro bambino… >>, rispose lei schifata, senza però riuscire a guardarlo.

 << Che essere disgustoso… se me lo immagino mi sento male. Xx… guardami. Non hai detto quasi una parola da quando siamo usciti da quel bagno… quasi non mi guardi in faccia… lo so che me lo merito, dopotutto sono arrivato tardi… ma dimmi qualcosa… per favore… urlami contro se ti fa stare meglio… come ti senti? >>, domandò lui, gli occhi lucidi.

 << Sto bene, James… non… non ce l’ho con te, non sei arrivato tardi… non saresti dovuto arrivare affatto, perché quel folle non avrebbe dovuto fare… tentare… >>, gli rispose lei con voce tremula, singhiozzando.

 << S- sono gli ormoni…scusa… >>, disse tra le lacrime, cercando di trattenerle il più possibile, dandogli ancora le spalle.

 << No. Tu non stai bene. Non venire a raccontarmi bugie solo per farmi sentire meno in colpa per non essere venuto a cercarti prima… o per non farmi preoccupare… perché non smetterò mai di esserlo, per te e per miniPhelps. E so che hai risposto così solo per questo, ti conosco. Sei ancora impaurita… spaventata a morte. Ho ragione? O… hai forse paura di me? Dopo aver visto il mio lato più brutto non avresti tutti i torti… >>, fece lui serio voltandola per le spalle.

 << Non da te… non potrei mai avere paura di te, o avercela con te… non è colpa tua. Anzi, tu mi hai salvata, non smetterò mai di ringraziarti. Ma…se tu non fossi arrivato, cosa sarebbe successo? Avrebbe terminato la sua violenza… e io non sono stata capace di difendermi! E quel che è peggio… non ho difeso il nostro bambino! E neanche quando nascerà io… sarò in grado di difenderlo! >>, si sfogò lei, piangendo lacrime amare, tirando fuori quello che la tormentava.

 << Non… non dire così. Tu sei capace di difenderti quando serve, solo… ti hanno presa alla sprovvista, in un momento vulnerabile >>, cercò di confortarla lui, sollevato almeno di aver capito cosa la faceva stare male.

 << E se capitasse di nuovo in un momento come questo e tu non ci fossi?!? E se capitasse con il bambino?!? >>, domandò in tono isterico: stava per avere un attacco di panico; James sembrò accorgersene, si avvicinò e le prese il viso dolcemente tra le mani… ma Xx stava per sottrarsi a quel tocco, aveva troppo impresso nella mente quello di quell’animale… però si disse che lui era il suo James, che non doveva reagire così a lui… così fece un respiro per calmarsi.

Il ragazzo si accorse di quella reazione, e un’ombra gli attraversò lo sguardo…
 
 << Amore, ascoltami… io lo so che tu sei capace di difenderti, e so che saresti capace di proteggere anche il nostro bambino. Sei intelligente… e trovi sempre un modo per cavartela. Sei in gamba, ma devi credere di più nelle tue capacità >>, le disse incoraggiante, ma in verità era molto più che spaventato.
 
 << Si, è facile parlare per te! Hai buttato giù la porta e picchiato quell’uomo: anche io sarei tranquilla se fossi alta più di un metro e novanta e avessi fatto questo >>, ribattè lei sconfortata.
 
 << Non essere sciocca. Quando ho visto quell’essere che… ti violentava… e faceva del male anche al nostro bambino… pensavo di morire. Non aveva mai provato tanta paura e tanta rabbia… tanto odio come in quel momento. Ero terrorizzato. Mi si è gelato il sangue nelle vene… ma è stato questo a darmi la forza di buttare giù quella dannata porta… io dovevo entrare li, a qualunque costo… e con la scarica di adrenalina che ho sentito ho trovato la forza che non sapevo di avere… ho sudato freddo. Dopo il primo momento di panico, però, le vene i pulsavano, e sentivo il sangue che mi ribolliva dentro… >>, tentò di spiegarsi lui, la voce ancora tremante al ricordo.
 
 << Deve essere stato terribile per te vedere quella scena… mi dispiace tantissimo… I love you James… >>, gli disse dolcemente asciugandogli una lacrima solitaria che stava scendendo sulla sua guancia.
Lui la strinse piano a sè con un braccio, cercando di infonderle la tranquillità di cui aveva bisogno.
 
 << Posso darti un bacio? >>, le chiese cauto James: visto come aveva reagito prima al suo tocco era meglio andarci piano.
 
 << Certo >>, rispose lei, come se la cosa fosse ovvia… quello che non era ovvio era la sua reazione.
 
James si avvicinò a lei piano, dandole il tempo per rendersi conto di quel che stava accadendo, e di spostarsi, se voleva…
Posò leggero le labbra su quelle di lei, che un po' tremante cercava di restituirgli il bacio per non farlo preoccupare ancora di più… ma il suo ragazzo ormai la conosceva come le proprie tasche, e non ci era minimamente cascato, così si scostò da quel “ bacio forzato “.
 
 << Non serve che tu lo faccia. Io rimango comunque preoccupato, ma soprattutto non voglio farti fare qualcosa che ti turba, al momento... >>, le disse con il suo sorriso timido, che gli increspava un po' la pelle vicino agli occhi, e che lei adorava.
Xx annuì, e si rilassò un poco, ancora vicino a lui.
 
 << Amore… cosa dici? Andiamo in ospedale… ok? Così controlliamo che miniPhelps stia bene, e così possono curare anche te… e poi io vorrei andare alla Polizia, così da denunciare quel tipo >>, disse convinto James.
 
 << James… possiamo andarci domani? N- non me la sento di uscire ora… dormiamo qualche ora… e domani mattina andiamo, va bene? Io sento che miniPhelps sta bene… lo so, non so spiegarti perché, eppure ne sono certa… quindi non dobbiamo andarci subito… >>, fece lei, terrorizzata all’idea di uscire da li.
 
 << Ne sei sicura? E tu? Potresti avere… che so, qualche lesione interna… o qualche frattura… >>, cercò di convincerla lui.
 
 << Credo di non avere niente del genere. Se starò male stanotte, potrai portarmi di corsa in ospedale, se vuoi… >>, gli disse lei.
 
 << D’accordo… cosa dici? Facciamoci un bagno, così posso lavarti via il sangue e disinfettarti un po' i tagli, almeno… >>, fece lui prendendola per mano.
 
Xx annuì, ma sobbalzò subito dopo: << Cos’è stato?? >>.
I vetri delle finestre avevano vibrato, ed era come se qualcuno stesse cercando di forzare la maniglia della porta d’ingresso.
 
 << Amore… non è niente… sarà stato il vento… >>, le disse lui cercando di calmarla.

 << E se fosse quel pazzo che ci ha trovati e vuole finire quello che ha cominciato? >>, Xx era terrorizzata, e aveva negli occhi uno sguardo perso nel vuoto.

 << Non può essere lui… ma controllo per sicurezza, così puoi dormire tranquilla… >>, fece avvicinandosi alla porta.

 << Stai attento! >>, gli disse lei tremando.

 << Visto? Non c’è nessuno qui… ora chiudo… tranquilla, qui dentro ci siamo solo noi due e miniPhelps >>, le disse chiudendo la porta.

 << Ok… scusa, mi sono spaventata per niente… che sciocca >>.

 << Non fa niente. Sei ancora molto scossa da quello che è successo… vieni, facciamoci il bagno e poi riposiamo un po' >>, le disse lui, prendendola per mano.
 

 << Katie io… non posso credere a quel che è successo! Ero terrorizzato per mio fratello, per Xx e per miniPhelps… io… spero che stiano bene tutti e tre… se dovesse succedergli qualcosa… e se dovesse succedere a te?? >>, Oliver abbracciò Katie stretta, una volta arrivati a casa loro: il panico che aveva cercato di contenere in presenza del gemello e della fidanzata era dilagato, e non riusciva a contenersi.

 << Ollie… io sto bene, non ti devi preoccupare per me >>, fece lei cercando di confortarlo, stringendolo a sua volta.

 << Yes… per fortuna. Se dovesse succedere a te… avrei reagito come James, lo avrei ammazzato. E la reazione delle persone li! Sono sconcertato! Non hanno alzato un dito!... Non ci voleva proprio… ma come si fa ad aggredire una ragazza?! Per di più incinta! Non riesco a spiegarmelo… e speriamo che il mio nipotino stia bene… che Xx non abbia perso il bambino, che non abbia avuto traumi o che so io… e James! Deve sentirsi impotente e arrabbiato… non oso immaginarlo… >>, fece Oliver.

 << Povera Xx… è così dolce e gentile… e con quella piccola pancia è ancora più bella del solito… non riesco a pensare che qualcuno le abbia fatto questo… e se il suo bambino dovesse avere qualcosa che non va le crollerebbe il mondo addosso… e tutto per cosa?? Un provino andato male… e James… non lo avevo mai visto ridotto a questo stato… ma pensa se quel pazzo avesse aggredito anche te!! Non lo avrei sopportato! >>, gli fece Katie con lo sguardo spaventato.

 << Tranquilla, solo un livido… comunque voglio stare ancora più vicino a mio fratello ora… non deve essere facile per lui… >>, fece Oliver.

 << Certamente… conta pure su di me… dobbiamo stare vicini a tutti e tre… >>, fece lei, ancora scossa dagli avvenimenti.
 
 
Intanto James aveva riempito la vasca di acqua calda, ma Xx non accennava a volersi spogliare.

 << Vuoi che ti do una mano? >>, le chiese, anche se intuiva che il vero motivo era un altro.

 << No solo… amore… non ti sconvolgere, ok? >>, fece lei, e lui capì il perché: quando si tolse la coperta di dosso, i lividi, i tagli, i graffi e i segni che le aveva lasciato l’uomo erano più evidenti che mai… aveva dei segni quasi dappertutto. James strinse le nocche delle mani, che sbiancarono, per calmarsi: vederla in quello stato era straziante.

 << Lo so, amore, sono orribile… forse è stata una cattiva idea… >>, disse cercando di rivestirsi: si vergognava a farsi vedere così da lui.

 << No! Solo che… fa male vedere certe cose… ma guarda >>, disse spogliandosi a sua volta, mostrando anche le sue ferite della sera, diventate anch’esse più evidenti… soprattutto per provare a toglierla dall’imbarazzo.

 << Oh… James… mi dispiace >>, disse lei avvicinandosi, sfiorando tutti i lividi, i tagli e le chiazze violacee… era straziante anche per lei vederlo così.

 << Non sei tu quella che dovrebbe dispiacersi, ma quell’essere… >>, fece lui, poi la aiutò ad entrare nella vasca, e si sedette di fronte a lei.

 << Posso? >>, le chiese, facendole vedere una spugna: si era accorto che se le chiedeva il permesso, o la avvisava prima di toccarla, non si irrigidiva… o almeno non tanto, era come se avesse il tempo per prepararsi.

Xx annuì, prese a sua volta una spugna e cominciò a lavarlo anche lei, passando sopra le ferite e lavando via il sangue, ormai secco.

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Capitolo 7
*** Andare avanti ***


 << Xx! Xx, svegliati! >>, James tentava si svegliare la ragazza, scrollandola per le spalle.
 
 << Che succede?? Oh, James… buongiorno… >>, fece lei, svegliandosi parecchio intontita.
 
 << Buongiorno anche a te… amore, sei madida di sudore… e stanotte ti sei sempre agitata nel sonno. Non sei stata tranquilla un momento… hai avuto incubi? >>, le domandò.
 
 << Si… non sono riuscita a dormire bene per niente… e ho un gran mal di testa >>.
 
 << Il medico dopo ti prescriverà qualcosa adatto a donne in gravidanza… qui a casa non credo abbiamo nulla possa andare bene per te ora come ora… >>.
 
 << Yes… conviene andare subito. James… non mi sento bene questa mattina Ho dolori dappertutto… >>, gli disse lei, che a malapena riusciva a muoversi per il dolore, e si rifugiò sotto le coperte del loro letto, tirandosele fin sopra la testa.
 
James sorrise a quel gesto, e la raggiunse.
 
 << Fammi vedere un po'… >>, le disse alzandole la maglia e abbassandole i pantaloni, per vedere dove lei gli indicava… e gli venne una stretta al cuore, che sembrò paralizzarsi e mancare qualche colpo.
 
 << Che succede? >>, domandò lei turbata.
 
 << Amore… è inutile che te lo nasconda… lo vedresti subito. Hai enormi chiazze violacee e lividi sulla… sulla maggior parte del corpo… e hai numerosi tagli, quelli che ti ho disinfettato ieri… stanno guarendo ma… sono molto visibili… >>, le disse cauto, cercando di non farla spaventare.
 
 << COSA?!? >>, Xx corse, con una certa fatica, a guardarsi nello specchio… ed effettivamente James aveva ragione: erano più le zone violacee di quelle sane.
 
 << Amore, non guardarmi in queste condizioni! Orribile è dir poco! Ho i lividi anche sulle labbra… sono tutte gonfie… e anche vicino agli occhi… Non guardarmi! >>, gli disse lei, molto scossa dalla sua immagine riflessa e molto dolorante.
 
 << Non essere ridicola, Xx. Io ti provo comunque la ragazza più bella di tutte… >>, le disse con un gran sorriso, cercando di confortarla.
 << Immancabilmente galante e gentile… però James… anche tu non scherzi. Guardati… hai un sacco di lividi e di tagli… dopo ti visiti anche tu! Sei comunque irresistibile… >>, le disse lei seria, avvicinandolo allo specchio, carezzandogli il braccio.
 
 << Oh my God! >>, disse toccandosi il labbro tagliato, ritraendo subito la mano per il dolore.
 
 << Mi dispiace molto James… cosa posso fare per aiutarti? >>, gli domandò vedendolo cupo.
 
 << Niente amore, non preoccuparti. Abbiamo fatto quello che potevamo con quello che avevamo a casa… ora ci vestiamo e andiamo in ospedale. Li ci daranno sicuramente qualcosa >>, le disse sfiorandole una guancia delicato, e lei annuì incoraggiante.
 
 << Good Morning… I wish… my girlfriend shouuld do a check up… She is pregnant… is an emergency >>, chiese cordiale, ma con una certa fermezza nella voce, James all’infermiera alla reception… e quella guardò entrambi con aria di rimprovero e disgusto a causa dei numerosi tagli e lividi. ( trad: Buongiorno… vorrei… la mia fidanzata dovrebbe fare una visita di controllo. Lei è incinta… è un emergenza ).
 
 << Good Morning to you. I call the doctor right away, which will also make an ultrasound to the lady. >>, disse la donna un po' annoiata. ( trad: buongiorno a voi. Vi chiamo subito il medico , che farà anche un ecografia alla signora ).
 
 << Ok. Thanks >>, rispose James.
 
 << A doctor for him, please >>, aggiunse Xx.
 
 << Non fare quella faccia, devi essere visitato anche tu >>, aggiunse, vedendo l’espressione di lui.
 
 << Here, it is coming >>, disse loro l’infermiera della reception. ( trad: eccolo, sta arrivando ).
 
 << Ma come si è conciato? >>, bisbigliò Xx all’orecchio di James: vedendolo da lontano sembrava che avesse diversi lividi.
 
 << Never mind. He fell down the stairs and collapsed upon a library. Poor man, he does not deserve it… it’s so nice! >>, fece l’infermiera, che evidentemente aveva sentito quel che Xx aveva detto a James. ( trad: Non fateci caso. È caduto dalle scale e gli è crollata addosso la libreria.  Pover’uomo, non se lo merita… è così gentile! ).
 
A mano a mano che il medico si avvicinava, però, a James sembrava avesse una faccia vagamente familiare, e quando fu a pochi passi, al ragazzo ribollì il sangue nelle vene, e si strinse d’istinto più vicino a Xx, parandosi davanti a lei
 
 << Doctor Green. This girl should pay a visit and a control ultrasound. It can take care of her? >>, gli disse l’infermiera. ( trad: Dr. Green. Questa ragazza dovrebbe fare una visita e un’ecografia di controllo. Può occuparsene lei? ).
 
 << Oh… James… lui… lui è… >>, fece spaventata Xx riconoscendolo, nascondendosi ancor di più dietro James, stringendogli il braccio.
 
 << Not talked about either. The doctor did not even rise to almost a finger my girlfriend >>, la voce glaciale, ferma… ma che faceva trasparire tutto il suo disprezzo, la rabbia e l’odio verso quell’uomo. ( trad: Non se ne parla neanche. Il dottore non sfiorerà neanche con un dito la mia ragazza ).
 
 << But… I’m sorry! He just told me… >>, cominciò l’infermiera, scocciata. ( trad: ma… mi scusi! Lei mi ha appena detto… ).
 
 << Yes, I know, but there’s someone else? >>, domandò cercando di restare calmo. ( trad: si, lo so, ma non c’è qualcun altro? ).
 
Il medico nel frattempo aveva riconosciuto i due ragazzi e sembrava piuttosto a disagio e in imbarazzo.
 
 << Ehm… allow two words, genleman? >>, fece lui avvicinandosi, mentre i due indietreggiavano. ( trad: permettete due parole, signori? ).
 
 << Ehm… you know… i’m really sorry for what happened last night… >>, cominciò piano, cercando di non dare nell’occhio. ( trad: come dire… mi dispiace molto per quanto accaduto la scorsa notte ).
 
 << You’re sorry?!? YOU’RE SORRY?!? You raped my girlfriend who is also pregnant, DAMN YOU BASTARD!! And NOW you’re sorry?!? >>, James era fuori di sè, aveva quasi urlato… non era riuscito a controllarsi.            ( trad: Ti dispiace? Ti dispiace?? Hai violentato la mia ragazza, che è anche incinta, maledetto bastardo!! E ora ti dispiace? ).
 
 << I know… i’m mortified. I was not myself… i was drunk… and i poured years of frustation on her, that had nothing to do… do not usually act like that >>. ( trad: Lo so, sono mortificato. Non ero in me, avevo bevuto… e ho versato anni di frustrazione su di lei che non c’entrava niente… di solito non mi comporto così ).
 
 << I hope so, because it is also a doctor! In addition to having been drinking and had tried to rape me,  he also snorted… i do not know what abaut me! Buti t is not ashamed?? >>, scattò Xx raccogliendo un po' di coraggio. ( trad: Lo spero bene dato che è anche un medico! Oltre ad aver bevuto e aver provato a violentarmi, ha anche sniffato… non so cosa su di me! Ma non si vergogna? ).
 
 << Cocaine… I would say excellent >>, rispose il medico distratto dal ricordo, e i due fecero una faccia inorridita. ( trad: cocaina, ottima direi ).
 
 << If i can do something to make it up… I can visit it… >>, fece toccandole il braccio. ( trad: se posso fare qualcosa per farmi perdonare… posso visitarla… ).
 
 << Do not touch it! Seriously he believes that it is enought so little to solve the problem?? And then he goes around saying that you fell down the stairs! >>, sibilò James incredulo, afferrandolo per il camicie e buttandolo contro il muro… e intanto l’infermiera aveva chiamato la sicurezza. ( trad: Non la tocchi! Crede sul serio che basti così poco per risolvere il problema? E poi va in giro a dire che è caduto dalle scale! ).
 
 << Ok, ok… but i remember that almost all doctors of this hospital are at home today. I’m the only one who can visit. By the way… i have to grt you  a compliments, friend, your girlfriend is really beautiful… silky smooth skin… last night i explored centimeter by centimeter… i touched and kissed her just anywhere… even in the most hidden and intimate places… she can confirm it, right? For a little bit it was just MY… more refused and more i enjoyed… i aroused… >>, lo stava provocando il medico. ( trad: ok, ok… ma vi ricordo che quasi tutti i medici di questo ospedale sono a casa oggi… sono l’unico che può visitarla… in ogni caso devo farti i complimenti amico, la tua ragazza è veramente bella… pelle liscia come seta… la scorsa notte l’ho esplorata centimetro per centimetro… l’ho toccata e baciata proprio dappertutto… anche nei posti più nascosti e intimi… lei può confermarlo, vero? Per un po' è stata solo MIA… più si rifiutava e più mi divertivo… mi eccitavo… ).
 
 << Shut up! >>, sibilò James furente, le mani che tremavano.
 
 << James, lascialo stare… lo sta facendo apposta, non ascoltarlo >>, gli disse tenendogli stretta la mano per cercare di calmarlo.
 
 << I licked between the legs… i squeezed the the breasts… and she like squirming! And where were you at the time? The entertaining you while she had fun with me? And i kiss her on the lips… also left me his memory… a nice bit, so do not forget about her… i dreamed last night, you know? You want me to tell you what we were doing? Better not, stupid kid… things are not within your reach… but you do not know how much me enjoyed her >>. ( trad: la leccavo tra le gambe e le stringevo i seni… e lei come si dimenava! E tu in quel momento dov’eri? Ti divertivi mentre lei su divertiva con me? Mentre la baciavo sulle labbra mi ha anche lasciato un suo ricordo… un bel morso, così non mi dimenticherò di lei… ieri notte l’ho sognata, sai? Vuoi che ti racconti quello che facevamo? Meglio di no stupido ragazzino… non sono cose alla tua portata… ma non sai quanto godeva lei ).
 
 << I told you to shut up! >>, ringhiò ancora James ( trad: ti ho detto di stare zitto! ).
 
 << James, andiamocene >>, lo implorò Xx, cercando di trascinarlo via.
 
 << We went ahead hours and hours… you will never be able to do what we did in my dream… never be able to satisfy it fully  as i could do myself… because i did not pay for a few days? I colud teach you things that you  do not even dream… do not look so… we both know tou do not you will never give that you’ve given me… i not like i’ll ever have i had last night… ah… and when i opened my legs and i blocked? You know… i was going to finish what i had started… then i thought… why not have fun again with this slut? >>, continuò imperterrito con un sorrisino di trionfo stampato in faccia appositamente per provocarlo.
 ( trad: siamo andati avanti ore e ore… e tu non riuscirai mai a fare quello che abbiamo fatto nel mio sogno… non riuscirai mai a soddisfarla appieno come potrei fare io… perché non me la presti per qualche giorno? Potrei insegnarle cose che tu nemmeno ti sogni… non fare quella faccia… sappiano entrambi che tu non le potrai mai dare quello che le ho dato io… non la potrai MAI avere come l’ho avita io la scorsa notte… ah… e quando le ho aperto le gambe e le ho bloccate? Sai… stavo per finire quel che avevo cominciato, poi mi sono detto… perché non divertirsi ancora con questa troia? ).
 
  << YOU…  do not try to provoke me with you bullshit! You disgust me. How dare you talk that about her? Eh? Do not try to offend her… You make me sick, you’re a squalid, that’s what you are! You can never have her as I have it… we love each other! That’s the difference! Your violence is just, our love! You do not understand… yours is only envy, because I can have it when and how I want, however you will never going to touch ever again, you have left  only the memory of her. I pit you. You do not know nearly as much you hurt Xx… she is full of bruises and cuts… not to mention the psychological wounds and trauma… and we hope that our children are well, or you are in trouble you >>, sibilò James tenendo il medico ancora schiacciato contro il muro.
 (trad: TU… non provare a provocarmi con le tue stronzate… mi fai schifo. Con che coraggio parli così di lei? Eh? E non provare a offenderla… mi fai vomitare, sei uno squallido, ecco cosa sei! TU non potrai mai averla come ce l’ho io… noi ci amiamo! È questa la differenza! La tua è solo violenza, il nostro è amore! Ma questo tu non lo puoi comprendere… la tua è solo invidia perché io posso averla quando e come voglio, tu invece non la sfiorerai mai più… ti rimane solo il ricordo di lei. Mi fai pena. Tu non sai neanche lontanamente quanto hai ferito Xx… è piena di contusioni e tagli… per non parlare delle ferite psicologiche e del trauma subito… e spera che il nostro bambino stia bene, o saranno guai seri per te ).
 
Nel frattempo era arrivata la sicurezza, che con brutalità spinse via ragazzo, liberando il dottore dalla sua presa, ma prima di andarsene riuscì a tirargli un pugno in faccia.
 
 << Andiamo via, ti prego… >>, scongiurò Xx che tremava come una foglia, gli occhi di nuovo in lacrime.
 
 << Si, andiamo via… come stai? >>, le domandò preoccupato.
 
 << Avrei preferito non vederlo, ma sto bene… >>, disse lei piano, e lui la baciò tra i capelli, stringendola a lui per confortarla.
 
 << Amore… io voglio denunciare quel tizio, se te la senti… >>, le disse determinato.
 
 << C-cosa?!? Questo… questo vuol dire che… dovrò andare alla polizia… e… loro dovranno documentare… i miei lividi e tagli…e i tuoi… dovremmo rivivere tutto da capo? >>, Xx era già nel panico alla sola idea.
 
 << Credo sia la cosa migliore da fare… così non farà più del male a nessuno, e io ti rimarrò vicino sempre… solo se sei d’accordo... >>, continuò vedendola sbiancare.
 
 << Si… hai ragione… io… ci posso provare, ma non ti prometto che reggerò tutto questo… >>, sussurrò appena lei.
 
 << Ti aiuterò io, non temere… >>, le disse lui incoraggiante, e lei annuì
 
 
 << Ollie… io… sono molto preoccupato per Xx. Non… non credo che stia reagendo molto bene >>, confidò James al fratello. Stavano guardando la ragazza dalla porta socchiusa di una stanza, e lei stava dormendo raggomitolata nel letto: era passato qualche giorno dall’aggressione, e ancora lei e James recavano i segni sul corpo, ma erano le ferite psicologiche che più lo spaventavano.
 
 
Avevano deciso di andare lo stesso a Birmingham dopo l’accaduto, perché i genitori di lui si sarebbero insospettiti se non fossero passati a salutarli, ma Xx decise di non dire niente alla sua famiglia, o si sarebbero agitati… e lei aveva bisogno di stare tranquilla, e la famiglia di lui, se pur orripilata da gesto di quel pazzo e molto preoccupata, offrirono sostegno e aiuto.
 
Per fortuna dall’ecografia era emerso che il bambino stava bene e non aveva arrecato nessun tipo di danno: era sano e in perfetta salute, non aveva la più piccola anomalia, e questo fu già per i due fonte di enorme sollievo; l’altra buona notizia era che anche Xx non aveva recato danni seri o preoccupanti, per lei e per miniPhelps, almeno non a livello fisico.
 
Xx, saputo che lei e il bambino stavano bene, rifiutò il ricovero in ospedale per rimanere almeno un giorno in osservazione, dicendo che voleva solo andare a casa e curarsi lì. James non era proprio d’accordo sulla questione, dicendo che in ospedale l’avrebbero certamente seguita meglio di come poteva fare lui, nonostante l’aiuto della famiglia, ma Xx non voleva sentire ragioni.
 
 << James… io… al momento ho un rifiuto per gli ospedali e per i medici, soprattutto. Da quando abbiamo scoperto che quel… quella specie di… è un dottore, sono terrorizzata all’idea che mi si avvicinino. Senza contare che, nonostante la denuncia, le nostre prove e il resto... al momento lui lavora ancora, in attesa di indagini o eventuale processo. Rischierei di vederlo… il fatto che si trovi in un luogo pubblico non pare fermarlo… in ogni caso se mi dovessi sentire male, sei autorizzato a portarmi in ospedale all’istante >>, si spiegò lei, tremando, cercando di alleggerire la fine del discorso.
 
 << D’accordo… ti amo >>, le sorrise lui incoraggiante, uno di quei sorrisi radiosi che le facevano dimenticare tutti i problemi e le preoccupazioni, e lei gli posò una mano sulla guancia, sfiorandogli il labbro con il pollice, guardandolo dritto in quei suoi occhi accesi e luminosi nonostante tutto.
 
 << Grazie… non ce l’avrei fatta da sola >>, gli disse.
 
 << E io chi sono? >>, fece Oliver, cercando di smorzare i toni.
 
 << Ollie… non essere geloso, grazie anche a te! >>, fece lei un po' più allegra, abbracciandoli forte tutti e due: Oliver le voleva molto bene, e lo faceva stare male vederla in quello stato, e cercava di tirarla un po' su di morale… e neanche osava immaginare cosa potesse provare James.
 
Dopo quel piccolo momento però, Xx si era chiusa sempre più in sé stessa, diventando più silenziosa che mai, e questo non era da lei: lui riusciva a malapena a sfiorarla, e il suo era uno dei pochi tocchi che riusciva a sopportare; persino quando il signor Phelps l’aveva abbracciata si era irrigidita, paurosa di quel contatto, tremando come una foglia: << M- mi scusi, ma io… io non… >>, tentò di scusarsi, ma il suocero liquidò la faccenda con un: << Non preoccuparti >>.
 
 
 << Devi darle del tempo… è passato appena qualche giorno >>, gli rispose Oliver, sapendo di non essere di grande aiuto e conforto.
 
 << E se la portassi da uno psicologo? O un terapista, non so… >>
 
 << Jay non lo so proprio… io proverei a lasciarle del tempo… e se tra qualche settimana ancora non migliora, allora chiederei aiuto a uno specialista. Ma sei tu a conoscerla meglio di chiunque altro… a sapere cosa è meglio per lei. Le… le hai parlato di questo? >>, domandò.
 
 << No… non saprei come dirglielo. Non posso più abbracciarla a sorpresa… o sfiorarla… non posso più toccarle la pancia e il nostro bambino…  se non la avverto prima. E lo so che non lo fa volontariamente… e che la logora… ma questo mi distrugge. Tutto mentre quel maledetto è ancora a piede libero! Quando alla polizia ci hanno fatto le foto per documentare la… tentata violenza, era mortificata… e quei poliziotti non hanno avuto neanche un po' di tatto! >>, si sfogò James, colpendo con la mano il muro.
 
 << È in gamba, se la caverà, vedrai…. Ne uscirete tutti e due, più forti e uniti di prima >>, lo incoraggiò Oliver fiducioso.
 
 << Si… io lo spero, oppure questo ci dividerà sempre di più >>, fece James abbattuto.
 
 << Sicuramente no. Tu e il vostro bambino le darete la forza necessaria a reagire. Ha solo bisogno di un po' di tempo per capire come fare… e anche tu >>, disse la signora Phelps arrivata dietro di loro.
 
 << Thanks, mom >>, fece lui, abbracciandola per un minuto.
 
 << Xx non esce neanche più di casa… se ne sta lì tutto il giorno… non so cosa fare per aiutarla >>, continuò abbattuto lui.
 
 << Stalle vicino… ti farà capire lei di cosa ha bisogno, anche se non se ne renderà conto… ma tu tesoro devi essere forte, non è detto che sarà facile o che si sistemerà tutto in poco tempo… ma noi vi staremo vicini >>, consigliò ò la madre, e James annuì, prima di entrare in camera.
 
 << Amore… come stai? Scusa, non volevo svegliarti. Posso… stare qui, vicino a te e a miniPhelps per un po'? >>, le domandò piano, facendo dei movimenti lenti, per non spaventarla… e Xx annuì, rannicchiata ancora su sé stessa.
 
 << Ti abbraccio… ok? >>, fece, mettendosi sotto le coperte vicino a lei.
 
Dopo due secondi lei annuì ancora, ma lui sentì che si era irrigidita un po'.
 
 << O anche no… posso stare solo qui, a parlare un po' con te… >>, fece lui piano.
 
 << Mi dispiace James! >>, singhiozzò forte lei dopo un minuto.
 
 << Io… non vorrei respingerti così! È più forte di me… e io non so cosa fare per… per non farlo più! Aiutami James! Per favore, aiutami! >>, singhiozzò lei disperata, implorandolo.
 
Oliver, che era rimasto ancora alla porta per vedere come se la cavava il fratello, aveva gli occhi lucidi, addolorato per lei e il fratello.
 
James sentì come dieci diverse pugnalate trapassargli il petto: vedeva nei suoi occhi il dolore e il tormento, la paura… paura anche di deluderlo con questo comportamento; vedeva che avrebbe voluto stringersi a lui, ma qualcosa la bloccava. Un moto di disprezzo e di odio nei confronti dell’animale causa di tutto questo lo travolse, e il dolore nella voce di lei era straziante… così cedette: dopo giorni in cui cercava di essere forte per lei, quella supplica lo spezzò. Pianse: lucide e calde lacrime gli solcarono le guance, rendendogli gli occhi lucidi.
 
Xx se ne accorse, e all’improvviso l’impulso di toccarlo, di confortarlo… di stringerlo tra le braccia fu più forte di qualsiasi altra cosa: gli mise le braccia attorno al collo e lo strinse con tutta la forza che aveva, si aggrappò a lui, cercando di trasmettergli il suo amore… di infondergli tranquillità, di scusarsi per averlo fatto preoccupare, per il suo comportamento… e per la prima volta da giorni, non si irrigidì, anzi, si rilassò tra le sue braccia, sentendosi nel posto più felice della Terra.
 
Anche James sentì che lei si stava lasciando andare… e la strinse più forte, se la strinse al petto, le lacrime che non si fermavano più, felice che avesse fatto un primo passo per riprendersi.
 
 << Scusa James… se in questi giorni non mi sono comportata molto bene… e ti ho fatto preoccupare e… >>, tentò lei.
 
 << Sshh… amore, non dire niente, non scusarti di nulla. È passato, questo conta >>, fece lui, posandogli un leggerissimo bacio sulle labbra.
 
Bussarono alla porta, e fece capolino la testa di Oliver.
 
 << Xx! Sono molto felice di vedere che stai meglio! >>, fece allegro, osservando la scena.
 
 << Vieni qui un momento, per favore >>, fece la ragazza, e lui si avvicinò, sedendosi al lato opposto del fratello, sul letto.
 
 << Volevo ringraziarti… sai, per aver aiutato e… salvato James quando io non ci riuscivo… il mio amore… il padre del mio miniPhelps… e anche suo, in effetti >>, aggiunse ridacchiando piano, stringendo le loro mani tra le sue, e i due fratelli sorrisero guardandola, e misero entrambi una mano sulla piccola pancia che cominciava a intravedersi.
 
 << E grazie anche per aver aiutato me… e questo bambino, che ancora non ha fatto niente, e già ha dovuto subire questa cosa… mi dispiace se sono stata distaccata, o non sono sembrata riconoscente… >>, continuò.
 
 << Xx, sul serio non devi… >>, stava per ribattere, mai lei lo abbracciò stringendolo forte: gli voleva molto bene, e anche lui la strinse a sua volta, dandole un bacio sulla tempia, e uno sulla pancia.
 
 << Oh, scusate >>, fece James, che sentì squillare il suo telefono.
 
 << Katie dove l’hai lasciata? >>, chiese Xx a Oliver, mentre James era al telefono.
 
 << A lavoro. Ti manda tanti saluti, ha detto che cerca di passare stasera. Sarà molto felice di sapere che ti stai riprendendo, due giorni fa quando è venuta a trovarti ha detto che ti vedeva molto giù >>, fece lui.
 
 << Ringraziala, e dille che l’aspetto, stasera o quando può venire… James, che hai? >>, gli domandò lei, vedendolo rientrare con una faccia strana.
 
 << Era il commissariato di Polizia. Chiedono se posso passare di li... >>, fece perplesso.
 
 << Hanno detto perché? Vuoi che ti accompagno? >>, gli domandò.
 
 << No, tesoro, hanno detto che non serve che ci sia anche tu, solo qualche domanda... Chiedo a mia mamma se ti prepara un the mentre siamo via, vuoi? Tu stai qui e pensa a riprenderti. Ollie… mi accompagneresti? >>, domandò.
 
 << Certo >>, gli rispose subito.
 
 << D’accordo, ma fate attenzione. Ok per il the… ma… amore? Mi prenderesti, tornando indietro, anche un po' di quei biscottini che mi piacciono tanto? >>, fece lei con gli occhioni dolci.
 
 << Va bene >>, rispose sorridendo, le piccole rughe che gli increspavano la zona attorno agli occhi.
 
La baciò delicato, e poi baciò la pancia: << Papà torna subito >>, disse felice, prima di uscire.
 
 
 << Mr. Phelps… and Mr. Phelps, good evening. I’m Brian Morris and I am following the investigation of the attack to damage of his girlfiend. There is one thing you should see… I preferred to show it now, because if you come to the process is very likely to be shown… at least tou will not be surprised. I thought that miss Xx were to recover, and that itwould be indelicate to show them what i’ll show you shortly. We found that there were small hidden cameras in the bathroom, as a matter of securety, but are never controlled or watch from the owners, and… have taken almost everything that has happened >>, spiegò l’agente.
 ( trad: Signor Phelps… e signor Phelps, buonasera. Sono Brian Morris e sto seguendo le indagini ai danni dell’aggressione della sua fidanzata. C’è una cosa che dovreste vedere… ho preferito mostrarvela ora, perché se si arriverà al processo è molto probabile che venga mostrata… almeno non rimarrete sorpresi. Ho pensato che la signorina Xx dovesse riprendersi, e che sarebbe indelicato mostrarle quello che vi farò vedere a breve. Abbiamo scoperto che c’erano delle piccole telecamere nascoste nel bagno, per questione di sicurezza, ma non vengono mai controllate o guardate dai proprietari, e… hanno ripreso quasi tutto quello che è successo).
 
 << Oh… >>, riuscì a dire James, non particolarmente entusiasta all’idea di vedere cosa era successo, mentre gli ritornavano alla mente i momenti vissuti il primo giorno, dopo essere andati all’ospedale e alla polizia, quando tornarono a casa:
James provò ad abbracciarla, a stringerla… voleva darle tutto il suo amore e sostegno, ma qualcosa non andava, lei aveva allungato le braccia davanti a sè, e lo teneva a distanza.
 
 << Stai lì, non ti avvicinare! N-non toccarmi >>, fece lei, improvvisamente spaventata.
 
 << A-amore… sono io, sono James… >>, fece lui, ferito.
 
 << Lo so, scusami… ma i-io… non ce la faccio >>, disse iniziando a tremare.
 
 << Xx, su, non preoccuparti… sai che facciamo? Proviamo così… ascoltami, ok? Ora ti vorrei prendere le mani… e stringerle con le mie, d’accordo? >>, fece lui, e Xx annuì, anche se rimaneva piuttosto rigida.
 
Dopo un minuto si era abituata a quel contatto, così il ragazzo proseguì: << Ok… ora, posso toccarti la spalla? Non la stringo… >>, e dopo aver ricevuto risposta affermativa, spostò le mani.
 
 << Ricordati… quando vuoi, quando senti che è troppo… sposta le mani, va bene? >>, fece lui gentile e premuroso.
 
 << Ok… grazie >>, gli aveva risposto.
 
 
 << Mr Phelps? Then? You want to see the video or…? >>, domandò l’uomo di fronte a lui, e il fratello gli tirò una gomitata. ( Trad: Signor Phelps? Allora? Vuole vedere i video o…? ).
 
 << Eh? Oh, yes… sorry. I want to see the video >>, rispose all’agente.
 
 << Ok, come with me >>, disse l’uomo, facendogli segno di seguirlo.
 
 << Jay, vuoi che esca? Forse è troppo privato perché ci sia anche io… >>, disse Oliver, che non voleva imbucarsi in una situazione del genere.
 
 << No, Ollie, resta. Potresti dover trattenermi dall’andare di corsa da quell’animale a rompergli il naso >>, fece il fratello.
 
L’agente fece partire il video, era già al momento in cui Xx stava entrando nel bagno delle ragazze, e c’era anche l’audio, quindi poterono sentire tutto quanto. Mano a mano che il video continuava e sentivano e vedevano cosa era successo, ai due fratelli si gelò il sangue nelle vene. Ascoltarono come li aveva difesi da subito, di come aveva resistito, si era rifiutata di assecondarlo… non aveva ceduto neanche per un secondo, e aveva protetto anche il suo bambino.
 
James, vedendo la scena, quasi si commosse, e quando quell’essere aveva capito che lei era incinta, e quello che aveva detto dopo… sbiancò di colpo, immaginando come potessero essere stati per lei momenti terribili… quasi poteva sentire i suoi pensieri. Quando poi sentì lei che urlava il suo nome… il suo cuore andò in frantumi: non si era reso conto, in quel momento, quella sera, con quanto dolore e disperazione lei lo aveva pronunciato…
 
Il video terminò, e James e il fratello rimasero immobili, sopraffatti dalla crudezza di quello che avevano visto e sentito: James stringeva i pugni, le nocche delle dita ormai sbiancate, mentre tremava di rabbia.
 
 << Ehm… there’s more? >>, domandò James.  ( trad: c’è altro? ).
 
 << No… you can go >>, gli rispose. ( trad: no, potete andare ).
 
 << Che hai James? >>, domandò Oliver una volta in macchina.
 
 << Non riesco a levarmi dalla testa quello che ho visto e sentito >>, rispose, guardando fuori dal finestrino.
 
 << Cerca di farlo. Quando saremo a casa, devi tentare di essere come prima. Xx ha iniziato a riprendersi, e tu non puoi andare da lei in questo stato. Certo, dovrai dirle che hai visto il video… non devi fare i salti di gioia mentre lo dici, ma neanche ricordarle, raccontandole, quello che hai visto e sentito. Se devi dire qualcosa, dilla a me >>, gli disse saggiamente Oliver.
 
 << Si, ma intanto che te lo dico, ricordati che devo prenderle i biscotti >>, borbottò James.
 
 << Sai… io credo di amarla più di prima, ora… lei e miniphelps >>, fece James all’improvviso, dopo parecchi minuti di silenzio, dopo che si erano fermati a prendere i biscotti per Xx.
 
 << Sono molto felice per voi >>, sorrise Oliver di rimando, dandogli una pacca sulla spalla.

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Capitolo 8
*** Finalmente il sereno ***


 << James… avrei voglia di un bel cheeseburger con patatine… >>, fece Xx al fidanzato, avvicinandosi a lui da dietro le spalle.
Erano tornati a casa loro dopo un’altra settimana passata a Birmingham, e Xx stava sempre meglio, stava tornando quella che era prima degli avvenimenti dell’ultimo dell’anno.
 << Cheeseburger e patatine, eh? >>, ridacchiò James.
 
 << Esattamente >>, sorrise lei, baciandolo, infilandogli le dita tra i capelli ancora umidi di doccia, mentre il ragazzo rispondeva al bacio, rincorrendo la sua lingua, e inspirando tutto il suo profumo.
 
 << E vorresti che andassimo fuori a mangiare… o che lo mangiassimo qui a casa? >>, domandò lui, spostandosi appena dalle sue labbra, mentre la avvolgeva con le braccia.
 
 << Ma a te va bene? O preferisci qualcos’altro? Pizza magari… >>, domandò lei, con una mano sempre infilata tra i suoi capelli, mentre con l’altra vagava sul suo petto, dove ancora qualche gocciolina d’acqua scendeva solitaria.
 
 << Sei tu che sei incinta, quindi sono le tue le voglie da soddisfare… non vorrai che il nostro bambino nasca con una voglia di cheeseburger e patatine fritte, vero?? >>, scherzò lui, mentre con una mano era sceso a stringerle il sedere.
 
 << Che scemo >>, ridacchiò lei, scendendo con la mano a slacciargli il nodo dell’asciugamano che teneva in vita.
 
 << Io mangerei qui a casa… >>, fece lei, mordicchiandogli piano il labbro inferiore, mentre, sul divano, lui la faceva stendere piano.
 
 << Amore? >>, chiamò James.
 
 << Mmm? >>, gli rispose, mentre gli baciava un angolo delle labbra.
 
 << Che ci fai con la mia camicia addosso? >>, le domandò, mentre la sbottonava.
 
 << Avevo caldo… e la camicia era sopra al letto… così l’ho presa… sai quanto mi piace questa camicia a quadri, stile boscaiolo! Comunque sono sicura che se dovessi avere freddo, ci sarebbero le tue braccia a scaldarmi… no? >>, fece lei maliziosa.
 << Con molto piacere… per non parlare che quando la toglierai, questa camicia saprà di te… >>, rispose, passando una mano sopra le mutandine di lei… che fremette a quel contatto.
 
Le dita di James scorrevano rapide sulle sue gambe, mentre i due continuavano a baciarsi e a toccarsi… e lui le apriva completamente la camicia, scendendo a baciarle il collo… mentre con una mano carezzava la pancia di Xx, e con l’altra risaliva dalle gambe al seno, carezzandolo piano.
 
 << Sei sicura…? Dopo… quello che ti è successo, non abbiamo più… non sarà troppo? >>, domandò James preoccupato: era consapevole che poteva essersi tirato da solo la zappa sui piedi, ma non gli andava neanche di farle fare qualcosa per cui, dopo l’aggressione, non era pronta.
 
 << Io lo voglio James… mi manchi moltissimo, e mi manca la nostra intimità. Se sento che è troppo giuro che sarai il primo a saperlo >>, fece lei dolcemente, guardandolo negli occhi, e James annuì, sorridendo a quella battuta, rituffandosi subito sulle sue labbra: era impaziente, ma non voleva fare le cose di fretta per rischiare di spaventarla o farle venire alla mente brutti ricordi… questo doveva essere il suo momento.
 
La mano di James si insinuò lasciva nelle mutandine di Xx, muovendosi piano, con calma… mentre lei si staccava dalle sue labbra, inspirando forte, godendosi quel contatto fino in fono, con gli occhi chiusi, mentre un brivido la percorreva da dentro…
 
Il ragazzo le sfilò le mutandine lentamente, facendole cadere a terra, divaricandole le gambe con lentezza…
 
 “ Questo non ha niente a che vedere con quell’animale… tutto un altro pianeta, questo è amore, e lui è il mio James “, si disse Xx, quando solo per un secondo si sentì sopraffatta dal ricordo del suo aggressore, così si strinse più forte al fidanzato e passò tutto… c’erano solo loro due…
 
James si accovacciò un po' davanti a lei, e piano avvicinò la sua bocca alla femminilità della ragazza, in un bacio che si faceva sempre più famelico: succhiando, assaporando e leccando la parte più intima, più privata di lei… che sopraffatta da quel tormento inarcò la schiena, spingendo inconsapevolmente verso il suo viso, le sue labbra, che continuavano con la loro dolce agonia.
 
 << N-non ti fermare… please… s-sono molto sensibile per questo… >>, lo supplicò lei, mentre una scarica di brividi di piacere la attraversava.
 
James la guardò per un attimo, incurvando le labbra in un sorriso, per poi tornare alla sua femminilità con la sua lingua, mentre gli occhi rimanevano incollati a quelli di lei.
 
 << J-James… la tua bocca li… le tue mani che mi stringono le cosce… il tuo sguardo che mi osserva così… wow… q-questo è il paradiso della lussuria… tutte le donne vorrebbero essere qui al mio posto… >>, ansimò lei, mentre iniziava a tremare da capo a piedi, e un incendio si propagava in lei sempre di più…
 
James si rendeva conto che Xx era ormai quasi all’apice, e così si spostò da lei, salendo con i baci e le carezze, baciandole ogni centimetro di pelle sulla sua pancia, i fianchi, i seni, il collo… mentre lei si inarcava e gemeva al passaggio della sua bocca, sotto il tocco delle sue mani…
 
Come se avesse vita propria, il suo braccio si mosse, e la sua mano trovò l’erezione di lui, che premeva impaziente sulla coscia, per entrare dentro di lei…
 
 << X- Xx… >>, gemette lui sulle sue labbra, le mani ai lati del suo viso… mentre la ragazza scese giù, leccandogli l’erezione e la punta del membro, continuando avanti e indietro, senza fermarsi, baciandolo qua e la.
 
 << Ok, stop >>, fece James, che stava per esplodere e bloccò il suo polso, guardandola per un attimo ancora negli occhi, come a volerle chiedere il permesso… ma non fu necessario, perché Xx sapeva già quello che lui stava per chiederle, e lo zittì posando un dito sulle sue labbra, aprendo di più le sue gambe… un esplicito invito a continuare.
 
Lui capì, e baciandola cominciò ad entrare in lei, senza fretta… d’altronde quello era il suo posto preferito, e voleva gustarselo fino in fondo.
 
 << Mmmm… Jamie… >>, rantolò lei, persa nel turbinio di emozioni che provava… mentre lui la fulminava con gli occhi.
 
 
 << Non… >>, e una spinta più decisa.
 
 << Mi… >>, seconda spinta più energica e veloce.
 
 << Chiamo… Jamie! >>, rantolò, rendendosi conto che lei stava sorridendo.
 
 << Ah… così lo avresti fatto apposta, eh? >>, domandò, baciandole il collo, sorridendo anche lui.
 
 << Beccata >>, ridacchiò lei, avvolgendo i fianchi di lui con le sue gambe.
Ridacchiò anche lui, mentre scioglieva la presa di lei, e la girava mettendosi dietro di lei, mentre con una mano indirizzava il suo pene verso la sua apertura, e con l’altra le carezzava il seno.
 
James riprese a muoversi con energia, dietro di lei, mentre le riempiva di baci il collo, e con la mano libera le carezzava la piccola pancia, che cresceva piano piano… mentre lei gli stringeva il sedere e con l’altra mano si aggrappava al suo collo.
 
 << James! >>, gemette Xx all’apice del piacere, mentre l’orgasmo la invadeva, e lei reclinava la testa all’indietro, contro la sua spalla… e poco dopo lui la raggiunse, lanciando un urlo profondo. 
 
Se ne stavano lì, ancora accoccolati sul divano, del tutto dimentichi della cena mentre continuavano a baciarsi e accarezzarsi dolcemente, con una coperta addosso a ripararli dal freddo, mentre fuori pioveva a dirotto.
 
 << James… ti devo dire una cosa. Prima ho messo la tua camicia perché era sul letto e avevo caldo… ma anche perché inizia a starmi un po' stretta la maggior parte delle mie cose… >>, confessò lei, guardandolo, la mano che raggiungeva quella di lui, che carezzava distrattamente la piccola pancia.
 
 << Xx… è normale, perché mai non volevi dirmelo? Speravi di andare in giro con le mie camicie per altri 5 mesi circa senza che me ne accorgessi? >>, la guardò inarcando le sopracciglia, ma la sua espressione era così buffa che la ragazza scoppiò a ridere.
 
 << Forse era essere troppo speranzosi… ma sai, tutte le cose che ho visto per future mamma hanno degli odiosi colori pastello chiaro, e hanno i fiorellini, i pois, e un sacco di fru fru che io detesto! Non ho nessuna intenzione di vestirmi fino a maggio con cose del genere! >>, fece lei, orripilata alla sola idea… e stavolta fu James a scoppiare a ridere.
 
 << Ti aiuterò a cercare qualcosa di… ehm… normale, diciamo così… non è possibile che non ci sia altro! >>, si propose James, sempre molto contento di fare qualcosa di più per la gravidanza della sua ragazza, visto che, a parte carezzare e baciarle la pancia… non poteva fare molto.
 
 << Lo faresti? Sei un amore… non ho nessuna intenzione di vestirmi come un lampadario… o assomigliare alla carta da parati floreale che hanno certe vecchiette >>, disse lei, mettendo su un piccolo broncio.
 
 << Io voglio che la mia fidanzata si senta bella, anche adesso, e se ti posso aiutare, lo faccio con molto piacere… anche se per me sei bellissima anche con addosso un sacco della spazzatura>>, fece lui, passandole una mano tra i lunghi capelli.
 
 << Ma secondo me c’è dell’altro >>, continuò dopo un secondo, guardandola bene.
 
Lei lo guardò, poi si alzò dal divano e si avvicinò allo specchio che avevano in entrata, mettendosi di profilo, per vedere come il suo corpo cambiava per accogliere quella nuova vita.
 
 << Sei bellissima >>, le disse James, che si era alzato e l’aveva seguita.
 
 << Dici? Non è che poi fai il galletto con le altre perché tra tre o quattro mesi avrò una pancia così grande da non vedermi i piedi? >>, fece scettica.
 
 << Sai che non potrei farlo. C’è un piccolo Phelps lì dentro… o una piccola Phelps. Io amo la sua mamma tantissimo, e la amerò anche quando avrà una pancia enorme, o quando al momento del parto mi insulterà e mi manderà a quel paese più volte…. Eh, mi hanno detto che succede molto spesso >>, disse infine, in risposta ad uno sguardo curioso di lei.
 
 << Dicono così, eh? Quindi non mi trovi cicciona… devo dedurre che verresti a farti un bel bagno caldo insieme a me, dopo…? Non occupo molto spazio più di prima… e non ti arrabbierai se ti insulterò un pochino durante il parto? Se la testa di tuo figlio fosse grande e facesse più male del necessario… espellerlo? >>, si informò lei sorridendo.
 
 << No, non ti trovo cicciona, e si, un bagno con te lo farei anche subito, scema che non sei altro! Tu ti preoccupi che io non ti trovi attraente, ora che aspetti un bambino, ma io ti trovo sexy ed irresistibile comunque! E prometto di non arrabbiarmi se in sala parto mi insulterai e mi tratterai… un po' male >>, fece lui, circondandola con le braccia.
 
 << Affare fatto… e io prometto che cercherò di insultarti il meno possibile durante il travaglio e al momento del parto, e cercherò di trattarti bene. Ehm… questo vuol dire che… intendi entrare anche tu in sala parto? >>, fece lei, un po' preoccupata per quel momento.
 
 << Ti prometto che ci sarò. Niente e nessuno potrà impedirmi di assistere alla nascita di nostro figlio. E se avrò degli incontri per il lavoro o la beneficienza li sposterò. Non voglio rischiare di essere in giro, da qualche parte lontano da te, in quel periodo… oppure ci andrà solo Ollie. Ma tu non devi cominciare a preoccuparti di questo già da ora, intesi? Goditi questo periodo, e quando sarà il momento difficile, lo affronteremo insieme >>, le disse bacandola, infondendole tranquillità.
 
 << Questo vuol dire che entrerai anche tu! Meno male… tanti svengono alla sola idea… e si, mi conosci, sono già preoccupata per il parto, ma se ci sarai anche tu, mi calmerò un po'… e mi impegnerò a non pensarci troppo >>, disse lei, alzandosi sulle punte per baciarlo.
 
 << Allora… cheeseburger e patatine? >>, domandò poco dopo, rivestendosi: stavano entrambi morendo di fame.
 
Xx sorrise.
 
 << Va bene… torno tra poco >>, disse lui sorridendo, dandole un ultimo bacio, mentre lei si infilava di nuovo la sua camicia da boscaiolo.
 
 
 << Amore, ho una sorpresa per te >>, fece James dopo cena, arrivando da chissà dove.
 
 << Sono curiosa, avanti, spara >>, fece Xx, che era sul divano a guardare la televisione.
 
 << Vieni, però chiudi gli occhi. Ti faccio strada io >>, le disse, aiutandola ad alzarsi.
 
 
 << Oh… James… è magnifico! >>, disse lei spalancando gli occhi: aveva riempito la vasca con acqua calda e schiuma, acceso un po' di candele, e sparso qualche petalo di rosa qua a là.
 
 << Te l’avevo detto che con te il bagno l’avrei fatto subito >>, fece lui, contento di averla sorpresa.
 
 << Oh… è perfetto! Ti amo… >>, fece lei, gettandogli le braccia attorno al collo.
 
 << Ti amo anche io… e vorrei che tu ora lasciassi tutte le preoccupazioni, i dubbi, le incertezze o altro fuori dalla porta, ok? Voglio che ti rilassi… mi prenderò cura io di te >>, continuò a un centimetro dalle labbra.
 
 << Mmm, d’accordo >>, fece lei, molto entusiasta.
 
 << Aspettami qui, mi sono dimenticato un paio di cose >>, le disse, lasciandola per cinque minuti.
 
 << Ecco qui… >>, fece di ritorno, mettendo della musica rilassante di sottofondo, e Xx sorrise.
 
 << E… ciliegina sulla torta… >>, disse girandosi con due calici in mano.
 
 << James… è tutto perfetto, ma… sai, non posso bere alcolici… bevilo tu! >>, disse la ragazza dispiaciuta.
 
 << Lo so, amore… questo è succo di frutta >>, fece con un sorriso enorme, dandogli uno dei due calici.
 
Xx scoppiò a ridere, brindando con lui e sorseggiando il succo.
 
 << Almeno tu potevi prendere il vino amore… >>, fece lei sorridente.
 
 << Ti ricordi che la dottoressa diceva che devo seguire anche io la dieta? Beh, ecco qui… non è un problema, per me >>, disse lui felice, facendo tintinnare di nuovo il bicchiere.
 
 << Oh, allora va bene >>, fece lei, tornando a sorseggiare il succo fresco.
 
 << Vieni qui >>, le disse, prendendola per mano e avvicinandola a sé.
 
Prese i suoi lunghi capelli e li raccolse in alto, facendo una specie di chignon spettinato; iniziò a slacciarle di nuovo la sua camicia, dandole un piccolo bacio ad ogni bottone sbottonato.
 
Xx lo avvicinò prendendolo dai fianchi, levandogli piano i pantaloni della tuta che aveva addosso e sfilandogli la felpa con un unico gesto fluido.
 
  << Sei bellissima… >>, sfuggì a James, che la guardava e la scrutava in ogni millimetro: per fortuna i segni dell’aggressione erano quasi scomparsi del tutto, a quasi tre settimane dall’accaduto.
 
 << Anche tu sei bellissimo, amore mio… anche con questi occhiali… ti danno un’aria molto sexy >>, fece lei di slancio, passandogli il dorso della mano sulla guancia.
 
 << Really? >>, domandò lui.
 
 << Yes… la faresti una cosa per me? Lo so, tutta questa sorpresa è magnifica… ma manca un piccolo dettaglio… >>, tentò lei, avvicinandosi a lui, disegnando dei cerchi sul suo petto.
 
 << Quale? >>.
 
 << Suoneresti per me qualcosa con la tua chitarra? Sai… tu con gli occhiali, in boxer, a sorseggiare succo di frutta accanto a una vasca con acqua calda e schiuma, su uno sfondo di candele accese e petali di rosa… manca solo che tu suoni qualcosa e la serata sarebbe memorabile e perfetta… >>, iniziò lei, baciandogli il petto.
 
 << Se me lo chiedi così non posso certo dire di no… >>, soffiò al suo orecchio, mentre con le mani le slacciava il reggiseno e le sfilava le mutandine, respirando il profumo della sua pelle.
 
 << Qualche preferenza? >>, domandò con in mano la chitarra, mentre si sedeva su uno sgabello.
 
 << Carta bianca >>, rispose lei.
 
 << Che c’entra la carta? Aspetta, ti aiuto a entrare >>, le disse, lui, tenendola perché non scivolasse inavvertitamente entrando nella vasca.
 
 << Grazie. Scusa, parli così bene l’italiano che a volte dimentico che sei Inglese… carta bianca è un modo di dire fai quello che vuoi, scegli tu >>, gli spiegò, posando gli avambracci e le mani sul bordo, poggiandoci sopra il mento.
 
 << Ho imparato una cosa nuova! Ok allora, carta bianca… >>, fece lui, mordendosi il labbro inferiore mentre pensava a cosa poteva suonare.
 
 << Ci sono! >>, esclamò dopo un paio di minuti, e si mise a suonare una canzone, canticchiando il testo.
 
<< James… sei bravissimo >>, si complimentò Xx quando finì il pezzo che stava suonando.
 
 << Grazie, ma non era nulla di speciale… >>, fece il ragazzo, tutto rosso in faccia.
 
 << Non importa, a me è piaciuto molto… e non fare sempre il modesto, amore! Mi piace sentirti cantare e suonare >>, ribadì lei, e James arrossì.
 
 << Ora… che dici di raggiungermi qui nella vasca? Così accendiamo anche l’idromassaggio >>, gli disse Xx, spostandosi un po’ per fargli spazio.
 
 << Assolutamente si >>, disse James, che portò la chitarra al suo posto, agguantò i due calici e li mise su un ripiano a fianco la vasca, si levò i boxer ed entrò dietro di lei, rilassandosi immerso nell’acqua calda.
 
 Xx arretrò un po’, per stargli più vicino, e si appoggiò a lui, semisdraiata con la schiena contro il suo petto, agguantando i due calici e passandogli il suo.
 
 << Brindiamo alla serata perfetta… e promettiamo che serate così le avremmo ancora, anche quando miniPhelps sarà nato… o nata >>, fece lei, facendo tintinnare i due calici.
 
 << Alla nostra serata, prometto che serate come questa ci saranno anche dopo che avrai partorito… diciamo…almeno una a settimana? O una sera ogni due, tutta per noi, per amarci e mantenere la nostra intimità >>, confermò James, bevendo dal suo calice.
 
 << Andata >>, fece lei sorridendo.
 
 << Ma… non sarà mica l’unica volta in cui faremo l’amore… no? >>, gli chiese lei dopo un po’.
 
 << Certo che no. Lo faremo ogni volta che ne avremo voglia… come ora. Solo che probabilmente i primi mesi, con un neonato, sarà un po’ più difficile. Dovremmo seguire i suoi orari e badare a lui, che dipenderà da noi completamente… e dopo il parto probabilmente tu dovrai riprenderti, ma troveremo il tempo per noi, don’t worry >>, fece James, sfiorandole il collo con le labbra, mentre con la spugna le massaggiava le spalle, scendendo poi verso i seni, prendendone uno per mano, massaggiandoli.
 
  << Mmm… o-ok… s-sono d’a-accordo… >>, balbettò lei, che si stava godendo quei massaggi eccitanti, aggrappandosi al bordo della vasca.
 
 << Se ti tieni a me non mi dispiace… >>, sussurrò sensuale lui, mentre lui metteva le caviglie tra i suoi piedi chiusi, e le allargava le gambe, fino quasi a toccare con ognuna di esse un bordo della vasca.
 
 Xx con le mani gli afferrò le cosce, piantando le sue unghie nella carne, gli occhi chiusi, il respiro già accelerato, mentre lui risaliva sulle spalle, scendendo sulle sue braccia, risalendo poi fino al collo.
 
James continuava il suo lento assalto erotico, mentre Xx muoveva sempre più i fianchi, senza nemmeno rendersene conto, reclinando la testa contro il suo petto, lasciandosi sfuggire rochi gemiti, che non facevano altro che aumentare l’eccitazione del ragazzo.
 
 << Così… godi fino all’ultimo Xx… lasciati andare amore… >>, fece lui, mordicchiandole un lobo dell’orecchio, mentre una mano scendeva dai suoi seni fino alla sua femminilità, soffermandosi prima ad accarezzare piano la pancia di lei che conteneva il suo bambino, mentre con l’altra saliva sulla sua bocca socchiusa, e con il pollice ne definiva il contorno, sfiorandole il profilo della mascella.
 
Con la mano che era scesa, James alternava carezze più intense a movimenti leggeri, appena accennati, nell’interno coscia, lì dove la pelle era più sensibile, evitando accuratamente anche di sfiorare la sua parte più intima e profonda, facendole venire la pelle d’oca nonostante l’acqua calda.
 
Le mani, ancora ben piantate nelle sue cosce, Xx si spostò verso l’interno e scese più giù, fino ad incontrare la sua erezione, percorrendo tutta la sua lunghezza, stuzzicandolo, scendendo con entrambe le mani fino alla base, prendendo uno dei due testicoli per mano, cominciando ad accarezzarli con delicatezza, facendolo gemere e sussultare dalla sorpresa.
 
Xx stava facendo impazzire James, che chiuse gli occhi, sopraffatto da quelle scariche di piacere che lo attraversavano, mentre lei tornava verso la punta della sua eccitazione, carezzandolo con maggiore decisione, fin quasi a stringerlo nelle sue mani, andando su e giù, sentendolo duro e ben eretto tra le sue mani…
 
Anche lui si era deciso, e portò entrambe le mani tra le gambe di lei, mentre con un dito cominciava ad entrare dentro di lei, e con l’altra mano e le altre dita la carezzava e pizzicava dall’esterno.
 
 << Ohh… James… mmm… >>, riusciva a rantolare lei a fatica, troppo sopraffatta dalle sue sensazioni e distratta da quello che lui le stava facendo, mentre con le mani continuava ad andare su e giù la sua erezione, aggiungendo anche movimenti circolari, tormentando la punta del membro, dove sentì che una gocciolina uscì, perdendosi tra le sue dita… e inaspettatamente si portò il dito che aveva raccolto il suo liquido alla bocca, succhiandolo piano.
 
Il ragazzo la guardava con la bocca semiaperta, l’eccitazione che ormai era alle stelle, e si fiondò sulle sue labbra, dandole un bacio da togliere il fiato, passando sul contorno delle labbra con la punta della lingua, mordicchiandole poi con i denti, e più il bacio si faceva intenso, più lui si spingeva dentro di lei, prima con una, poi con due dita…
 
 << J-James…. >>, riuscì a dire, quando lui si spostò appena per riprendere fiato.
 
 << Si? >>, domandò lui, facendo il finto tonto, ma la sua voce era sempre più roca…
 
 << Ti prego… >>, continuò lei, quando si staccarono per la seconda volta per riprendere fiato: gli unici rumori che si sentivano erano quello della musica rilassante che James aveva riacceso dopo aver suonato e quello dell’idromassaggio: sembrava che avessero chiuso fuori dalla porta tutto il resto del mondo, potevano esserci tuoni e fulmini da far tremare i vetri, e loro non se ne sarebbero accorti.
 
 << Ti prego… cosa? >>, domandò lui continuando a fare l’ingenuo, prima di impossessarsi di nuovo della sua bocca, riprendendo con più energia ad andare dentro e fuori di lei, seguendo l’intensità dei baci che si davano, mentre con il pollice della mano carezzava la zona attorno alla sua apertura, e con l’altra mano risaliva, tormentava prima un capezzolo e poi l’altro…
 
 << Oh, lo sai… >>, miagolò, mordicchiandogli le labbra, fissandolo negli occhi, mentre anche lei, con la mano, seguiva il ritmo dei loro baci.
 
 << No, non credo >>, disse lui, sfoderando il suo angelico sorriso irresistibile, dando un affondo inaspettato con le dita dentro lei, che non se lo aspettava e trattenne il fiato.
 
 << Vuoi giocare, eh? >>, fece lei maliziosa, staccandosi per riprendere fiato, mentre con la mano stringeva più forte la sua erezione, quasi come una morsa, e lentamente fece un movimento verso il basso e uno verso l’alto, sentendo un’altra gocciolina uscire da lui.
 
James inspirò di botto, chiudendo gli occhi, ma Xx vide lo stesso un lampo malizioso e giocoso passare nei suoi occhi, e sorrise trionfante, con la schiena ancora appoggiata al suo petto, la testa rivolta verso l’alto, per incontrare il suo viso.
 
 << Non so di cosa parli… >>, ghignò lui, imperterrito, aprendole un altro po’ le gambe con le sue.
 
 << È un vero peccato… sai, volevo farti arrivare all’apice del tuo orgasmo, e continuare ancora e ancora, fino a quando anche l’ultima gocciolina non… viene… fuori. E baciarti le labbra, il collo, il petto… fino a che l’acqua non diventa fredda e fino a quando le tue labbra non si saranno consumate. Piantarti le unghie nella carne, e perdermi in te fino a non ricordarmi neanche come mi chiamo. Farti godere fino a urlare, fino a farti tremare e tendere i muscoli… ma certo, se non sai di cosa parlo… >>, lei cambiò strategia all’ultimo, ed era l’ultima cosa che lui si aspettava dicesse e facesse, e fu preso in contropiede, rimanendo a fissarla come uno stupido, a bocca aperta, eccitato ancora di più alle sole sue parole…
 
 << Ti ricorda qualcosa, ora? >>, domandò lei candidamente, baciandogli il profilo della mascella, segnandone il contorno con la punta della lingua.
 
 << Uhm… no… >>, continuò dopo essersi ripreso.
 
 << No dici… eppure il “ piccolo James “ mi suggerisce tutt’altro >>, fece lei assottigliando lo sguardo, stringendo più forte la sua erezione, andando su e giù lungo la sua lunghezza un paio di volte, mentre con un dito della mano libera gli tormentava la punta.
 
A James uscì un lungo gemito di piacere che non riuscì a controllare, e Xx ghignò vittoriosa, mentre con la mano prendeva più velocità.
 
 << Oh… Xx… Dio… sei fantastica… >>, gemette sonoramente James, senza più cercare di trattenersi, mentre sentiva che l’onda dell’orgasmo lo stava investendo in pieno, facendolo tremare…
 
 << Guardami >>, ordinò lei decisa, e lui si perse nei suoi occhi luminosi, resi allo stesso tempo torbidi dall’eccitazione e dal desiderio, e esplose nel suo orgasmo, che lo travolse completamente, facendogli inarcare la schiena e spingere i fianchi in avanti e verso l’alto…
 
 << Sei mia… >>, le disse dopo essersi ripreso, avventandosi sulla sua bocca, riprendendo a tormentarle i seni, mentre ricominciava ad entrare e uscire da lei, allargandole le cosce al massimo, in modo che fosse il più aperta possibile per lui, rendendola più sensibile…
 
I suoi baci le davano appena il tempo di respirare, mentre con le mani lasciava il ” piccolo James “, e risaliva lungo i suoi fianchi, fermandosi ad accarezzare il suo collo, giocando con i suoi capelli: era completamente alla sua mercè, esposta a lui e in balia di lui e di quello che le faceva, e aveva tutta l’intenzione di godersi appieno il momento.
 
E arrivò, dopo ancora qualche minuto di quella eccitante tortura, mentre lui le toccava e stuzzicava il clitoride affondando in lei centimetro dopo centimetro, sempre di più, più a fondo…  Xx sentì che stava arrivando, mentre lui continuava a tormentarle i capezzoli ormai turgidi e abbandonava le sue labbra per scendere a baciarle il collo… lei sentì le dita dei piedi arricciarsi, allungò le gambe, mentre inarcava la schiena spingendo contro la sua mano, e gemeva forte, incapace di contenersi e di fermarsi…  e venne gemendo e sospirando sonoramente, affondando le mani nei suoi fianchi.
 
 << Bentornata amore mio >>, le disse sorridente lui alcuni minuti dopo, mentre lei si stava riprendendo, tornando alla realtà.
 
 << Ciao Mr. Orgasmo >>, fece lei sorridente, rannicchiandosi a lui, che la strinse con le braccia al suo petto.
 James ridacchiò sonoramente.
 
 << Addirittura? >>, le chiese, stringendola più vicino a sè, notando che tremava appena.
 
 << È un complimento. In realtà volevo chiamarti Signor orgasmi fantastici… ma era troppo lungo, e non vorrei ti montassi la testa >>, continuò lei, semiseria, e James scoppiò di nuovo a ridere.
 
 << Mr. orgasmo va bene… Miss bomba sexy per James. Tu… ogni volta è fantastico, diverso… nuovo >>, fece lui, baciandole il naso.
 
 << Bomba sexy eh? >>, fece lei, gli occhi brillanti, abbracciandolo.
 
 << Assolutamente. Hai freddo? >>, le domandò, visto che si stava rannicchiando sempre di più contro di lui.
 
 << Un po’ >>, ammise.
 
 << Ormai l’acqua è fredda, siamo qui da parecchio. Vieni, ti aiuto a uscire >>, e la aiutò, avvolgendola in un accappatoio.
 
 << Grazie… ti amo. Tu… mi fai sentire speciale, e con te è sempre tutto una sorpresa, anche il sesso con te ha tutto un altro sapore… >>, fece lei, dandogli un altro bacio.
 
 << Un buon sapore, spero >>, fece lui scherzando.
 
 << Un sapore eccellente… Mr. Orgasmo. Aspetta, ti aiuto a sistemare >>, disse lei, vedendolo tentare di prendere tutto insieme per fare un giro solo a mettere via le cose.
 
 << Grazie amore… e ricordati, tu sei speciale. Soprattutto per me e miniPhelps >>, fece lui, e Xx si sentì ancora più felice e amata.
 
 << James… anche tu sei importante… per me e miniPhelps… sai, senza metà dei tuoi cromosomi, non esisterebbe nessun miniPhelps… o almeno, non esattamente questo >>, gli disse, prendendogli la mano libera e appoggiandola sulla pancia.
 
 << Oh, beh, allora ti ringrazio per l’altra metà >>, fece lui, ed entrambi scoppiarono a ridere.
 
Quando però entrambi si furono ripresi dalle risate, James notò che Xx aveva una faccia disgustata.
 
 << Che c’è? >>, le chiese.
 
 << Oh, ripensavo ai cromosomi… e mi stavo immaginando tu che facevi sesso con un’altra, una qualsiasi…e… mi immaginavo tu che, con questa qualunque, facevi quello che abbiamo appena fatto noi, e concepivi un altro miniPhelps, con altri cromosomi che non sono i miei… e… oddio, mi sembra così sbagliato… e orribile, e… >>, fece lei, improvvisamente allarmata, ma non terminò la frase.
 
 James la baciò con passione, sollevandola fino a farla sedere sul basso mobile del bagno, in modo che fossero alla stessa altezza, e la baciò fino a che non sentì che si rilassava tra le sue braccia…
 
 << Questo è quello che voglio, non mi interessa fare bambini con altre sconosciute, tantomeno fare del sesso con loro. Sono i tuoi cromosomi che mi piacciono, la tua pancia che adoro vedere crescere… i nostri miniPhelps gli unici che posso immaginare. I tuoi Ti amo che voglio sentire…  solo i tuoi gemiti che mi fanno impazzire, i tuoi orgasmi che sono interessato a stimolare, le tue gambe le uniche che voglio aprire >>, disse con decisione.
 
 << Wow, tu si che sai come far innamorare una donna >>, fece lei, intrecciandogli le mani dietro il collo e baciandolo, tirandolo verso di sè.
 
 << E… beh… anche tu sei l’unico per me. Il solo che voglio >>, continuò, perché sentiva che quello era il momento giusto per ricordarglielo; a James si scaldò il cuore, e la baciò con tutta la passione e l’amore che aveva.
 
 
 << Xx, sei in vena di tenerezze stasera? >>, le domandò lui: erano nel loro letto abbracciati stretti, e Xx teneva la testa poggiata sul suo petto, sul lato del cuore, come le piaceva fare, carezzandogli il dorso della mano distrattamente.
 
Fuori non aveva smesso di piovere neanche per un secondo, e tirava un forte vento, e loro se ne stavano accoccolati vicini, sotto un grosso piumone, a scambiarsi piccoli baci e ad accarezzarsi, chiaccherando di loro, raccontandosi le novità dei loro amici e familiari, e dei loro impegni.
 
 << Si, credo proprio di sì. È stato tutto perfetto oggi… e magnifico, e non vedo l’ora che ci sia un'altra giornata come questa >>, gli disse lei.
 
 << Ma? >>, continuò James: aveva assottigliato lo sguardo, e si era accorto che c’era una piccola nota stonata.
 
 << Non ti posso nascondere nulla, vero? >>, chiese retorica, arricciando il naso.
 
 << Difficile… comunque dovresti impegnarti di più >>, le rispose con il sorriso, girandosi su un fianco, in modo da trovarsi faccia a faccia, a pochi centimetri di distanza dal suo viso.
 
 << Lo terrò a mente. È solo… James, appena scoperto della gravidanza ero molto, molto felice… beh, quando hai accettato la cosa. Comunque il punto è… che ora sono terrorizzata! Mano a mano che passano le settimane io… ho sempre paura di sbagliare, o che sbaglierò qualcosa. Ora che abbiamo sentito il suo cuoricino meraviglioso che batte… l’ecografia… ora che lo abbiamo detto a tutti… si, mi sono liberata, ma sento come un peso, perché tutti si aspettano che noi saremo all’altezza della situazione, e… e io non vorrei deludere nessuno. Pannolini, poppate, notti in bianco… un piccolo bambino che ha bisogno di noi… sapevo a cosa andavo incontro, certo, ma ora sento che tutto è molto più concreto… anche se non avrei fatto una scelta diversa, e nemmeno ora, solo… n-non so se sono pronta, quindi forse avevi ragione tu, all’inizio… scusami… >>, si sfogò lei, tirando appena su con il naso.
 
James la guardò per dieci secondi, sfiorandole il viso con una carezza, prima di risponderle.
 
 << Non devi preoccuparti… non sei la sola ad essere terrorizzata da questo grande cambiamento. Anche io ho una paura enorme di fallire… di non essere all’altezza per il ruolo di padre… tra qualche anno sentiremo qualcuno chiamarci mum and dad, ti rendi conto? Ma, amore… non ci sono libri che ti dicono cosa dobbiamo fare per non fallire, e noi abbiamo fatto insieme questo bambino, ci aiuteremo, non sei sola. I nostri amici, la nostra famiglia non ci giudicheranno, perché sanno che faremo del nostro meglio per miniPhelps… e poi possiamo sempre chiedere consigli, no? Non siamo da soli… credo che le tue siano le paure di tutte le mamme al primo figlio, ma abbiamo tempo per prepararci ancora, ok? >>, disse cercando di confortarla.
 
 << Grazie amore, avevo bisogno di queste parole >>, gli disse sorridendo.
 
 << Lo sospettavo. Posso fare una cosa? Però tu non ridere >>, domandò James.
 
 << Certo >>, gli rispose Xx, facendogli segno di procedere con le mani.
 
 << Ok… ehm… Hi miniPhelps! My beautiful baby… how are you dentro la pancia di mamma? Chi sono io mi chiedi!? I am daddy… non vedo l’ora di conoscerti… io e anche la mamma! E ci sono tante altre persone che sono curiose di vederti… >>, parlò rivolto alla pancia di lei, carezzandola come se fosse qualcosa di fragile.
 
Xx scoppiò a ridere.
 
 << Ma… ehi!! Traditrice! Avevi detto che non ridevi! >>, protestò James, serio solo per metà.
 << Lo… so… scusa ma… eri troppo… buffo… ma… anche… incredibilmente… dolce… >>, fece lei, sghignazzando a ogni parola, quasi piegata in due.
 
James assottigliò gli occhi, e senza preavviso si avventò su di lei, facendole il solletico nei punti più deboli.
 
 << N-no! O-ok stop! B-basta! >>, Xx si divincolava e rideva come una bambina, e James con lei: erano felici e spensierati, senza un problema al mondo, in quel momento.
 
 Xx riuscì dopo vari minuti a bloccargli le mani e a baciarlo, prendendolo in contropiede: era un bacio carico di amore, ma anche di passione e divertimento.
 
 << Ok, stop solletico… ho trovato qualcosa di meglio >>, fece James divertito, tornando a baciarla, sempre sotto il piumone del letto.
 
 << I love you >>, le disse James tra i baci.
 
 << I love you too >>, gli rispose sorridente lei.

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Capitolo 9
*** Prove ***


<< Allora, mio piccolo miniPhelps… la mamma si siede un momento, che dici, ci facciamo uno spuntino? Si eh? Un po' di frutta ti piacerà sicuramente… e intanto, ho una sorpresa per te, sai? Ho preso una cosa da papà, anche se lui non lo sa ancora… eccoci qua >>, Xx parlava al bambino, massaggiandosi la pancia con una mano, mentre con l’altra stava prendendo e sciacquando della frutta.
 
Si sedette sulla poltrona del salotto, prese un libro per sè, mise le cuffie sulla sua pancia, una per lato, e attaccò la musica, dall’i-pod del fidanzato.
 


 << Amore, sono tornato! >>, annunciò James rincasando, alcune ore più tardi.
 
 << Ehi… ci sei? Dov, oh… >>, si interruppe: Xx si era addormentata sulla poltrona, la testa a penzoloni, la musica che usciva dalle sue cuffie poggiate sulla pancia. E un libro incastrato a lato della poltrona.
 
James sorrise tra sè, quel sorriso spontaneo e timido che gli faceva increspare le piccole rughe ai lati degli occhi, e che scaldava il cuore. Prese la macchinetta fotografica cercando di fare meno rumore possibile, e scattò una fotografia; da quando era incinta le scattava molte foto, una alla settimana di profilo, per monitorare la crescita della pancia, e molte altre di lei o loro due insieme, in modo da poter creare un album per miniPhelps.
 
Si avvicinò a Xx cercando di metterle un cuscino sotto la testa per farla stare più comoda, ma questa a causa del movimento si svegliò.
 
 << Ma che… oh, sei tu. Bentornato a casa amore >>, gli sorrise, gli occhi ancora impastati di sonno, dandogli un bacio.
 
 << Grazie… sono stato via tre giorni appena… anzi, neanche, due e mezzo, e mi sei mancata da morire… anzi, mi siete mancati. Non volevo svegliarti però, stavo provando a metterti questo cuscino sotto la testa, così stavi più comoda, scusa >>, gli disse, sedendosi sul bracciolo della poltrona, mentre lei gli avvolgeva i fianchi con le braccia.
 
 << Non fa niente. Sono contenta che sei tornato, mi sei mancato molto anche tu… o meglio, ci sei mancato >>, gli sorrise, correggendosi.
 
 << Che facevi? >>, le domandò lui curioso.
 
 << Facevo ascoltare Mozart a miniPhelps, l’ho trovato sul tuo i-pod, dicono che fa bene ai bambini ascoltare musica classica, perché sviluppano capacità di apprendimento. Avevo letto qualcosa a riguardo su una rivista, in tempi non sospetti >>, gli spiegò lei.
 
 << Ora che mi ci fai pensare, forse ho letto qualcosa anche io, ma non ne sono sicurissimo. Comunque propongo di far ascoltare a miniPhelps anche altra buona musica… tipo i The Beatles, Bon Jovi, Elvis Presley, i Muse, i Coldplay… >>, cominciò James.
 
 << Il buon vecchio rock, anche se io vorrei aggiungere anche qualche cantante italiano. Sono d’accordo con te, comunque e… >>, disse lei, e quando la musica terminò, attaccò con una canzone dei The Queen.
 
 << Ottima scelta >> approvò, annuendo soddisfatto.
 
 << Però, Jay, va bene tutto, ma gli AC/DC no! >>, decretò guardandolo risoluta.
 
James storse il naso e Xx chiuse ancora di più gli occhi a fessura.
 
 << Anche perchè, pancia mia, decisione mia >>, continuò lei con una alzata di spalle.
 
 << Sai essere dispotica quando vuoi  >>, fece notare lui prendendola in giro.
 
 << Si è vero. L’ho imparato sul manuale per essere una brava fidanzata, subito dopo la pagina che dice di essere sempre gentili e accomodanti >>, scherzò lei, ed entrambi scoppiarono a ridere.
 
 << D’accordo, niente AC/DC. Però guarda, ho preso una cosa >>, disse tirando fuori un pacchettino.
 
 << Posso aprire? >>, domandò lei, sorpresa, e James annuì.
 
 << M-ma… James… è bellissima! >>, fece Xx emozionata, gli occhi lucidi.
 
 << Che fai, piangi? >>, fece lui sarcastico, stringendola per le spalle.
 
 << È stupenda! E, James… credo sia la prima cosa in assoluto che prendiamo a miniPhelps! >>, esclamò Xx: James aveva preso una tutina bianca, abbastanza grande, così che potesse andare bene al loro bambino una volta nato, e sopra c’era scritto: I love mum & dad, e al posto della parola love un cuore.
 
 << Sono contento che ti piaccia… e anche Ollie ha preso una cosetta >>, disse lui felice, porgendole il secondo pacchetto.
 
 << Non avevo dubbi >>, sorrise, aprendo il pacchetto: c’era una seconda tutina con scritto: I love my uncles Ollie & Katie this much, con anche qui un cuore al posto della parola love, e un bambino stilizzato con le braccia aperte a mostrare quanto.
 
 << L’ha fatta personalizzare >>, sorrise James.
 
 << L’avevo notato, però è molto simpatica >>, ironizzò Xx.
 
 << Dopo li chiamo per ringraziarli. James… oh mio Dio! M-ma… ci ho pensato solo ora… siamo a fine gennaio ormai… e, e… non abbiamo ancora preso niente per miniPhelps! Una culla, una carrozzina, un seggiolino, un fasciatoio… zero biberon, ciucci… quell’affare per sterilizzare…  zero tutine, e bavaglini, e dobbiamo ancora preparare la stanza! Siamo dei pessimi genitori, il bambino nasce a metà maggio! >>, Xx fu presa dal panico per un momento.
 
 << Xx, tranquilla, ok? Una cosa alla volta prenderemo tutto quello che ci servirà, vedrai, per maggio sarà tutto pronto per il suo arrivo >>, la calmò lui, e l’effetto della sua voce e delle sue parole fu istantaneo.
 
 << Ok, si, ce la faremo >>, si tranquillizzò lei con dei bei respiri profondi.
 
 
 
 << James? Che cerchi? >>, domandò Xx vedendolo rovistare tra alcune scatole: lei era a letto, con la schiena appoggiata alla testiera, e stava facendo ascoltare ancora della musica a miniPhelps: dopo Mozart e i The Queen, adesso stava ascoltando i Coldplay.
 
 << Trovato! >>, esclamò, riemergendo da quel caos.
 
 << Cos’hai? >>, domandò curiosa.
 
 << Io… ecco… ho letto che leggere fiabe o racconti ai bambini fa bene, perciò, beh, m-mi chiedevo se posso leggere queste a miniPhelps. È un libro di mia madre, che a sua volta le ha lasciato sua madre… sono fiabe e racconti, in inglese, perciò… >>, James era un po' in imbarazzo: voleva farlo per essere più partecipe alla gravidanza, ma si sentiva anche strano, nel frattempo.
 
 << Vieni a leggere le fiabe al tuo bambino, dai! Tu gliele leggerai in inglese, io in Italiano, così ci dividiamo i compiti >>, fece lei, allungando un braccio nella sua direzione, felice che lui si fosse proposto.
 
 James le sorrise, la baciò appassionatamente, la leggera barba che solleticava il viso alla ragazza, e le sussurrò all’orecchio: << Quando ho finito, dedicherò tutte le mie attenzioni alla mamma >>, prima di stendersi sul letto, il viso appoggiato al pancione con il libro in mano, pronto a leggere.
 
Xx fremette a quell’allettante proposta, mise la musica da parte, e con una mano carezzava la pancia, mentre con la seconda carezzava il viso di James, scompigliandogli di tanto in tanto i capelli, mentre lui iniziava a leggere:  << Once upon time… >>.
 
 

 << James… è stato stupendo! È stato un bel momento tra te e miniPhelps… e sono sicura che ti ha ascoltato tutto il tempo >>, fece Xx più tardi, quando James terminò la favola.
 
 << Lo spero, mi sentivo meno stupido ogni momento che passava >>, disse lui.
 
 << Sono felice per te, e non devi sentirti uno stupido, hai letto una favola a tuo figlio, non c’è nulla di strano in questo >>, gli rispose baciandolo.
 
 << A parte che il bambino deve ancora nascere >>, puntualizzò James.
 
 << Sottigliezze. Stai instaurando un legame con lui già da ora, e io sono molto contenta per questo. Se gli altri non lo fanno è un loro problema, io resto convinta che ti abbia ascoltato. In più… è piaciuto anche a me ascoltarti, mi sono rilassata con la tua voce  >>, lo incoraggiò.
 
James si avvicinò al suo viso, e infilandole le mani tra i capelli, avvicinò il suo viso per baciarla con delicatezza, passando il contorno delle labbra di lei con la punta della sua lingua.
 
 << Non potrei chiedere un papà migliore di te for this baby, sei affettuoso e attento ai suoi bisogni già da ora… >>, sussurrò lei, scostandosi appena dalle sue labbra.
 
 << Thanks… cerco di fare del mio meglio, ma anche tu diventerai una brava mamma. This baby is very lucky ad averci come genitori >>, annuì lui, riprendendo a baciarla appassionatamente.
 
 << Sicuramente vivrà in una casa piena di amore… >>, continuò Xx, infilandogli anche lei una mano tra i corti capelli, mentre con l’altra gli carezzava la guancia e il collo, mentre la leggera barba di lui la mandava già in estasi.
 
Continuando a baciarsi, Xx si distese sul letto, mentre James le andava dietro, non staccando le labbra dalle sue neanche per un secondo, stendendosi sopra di lei, reggendosi sugli avambracci per non pesarle.

 << I am also very lucky to have you as a boyfriend >>, fece lei, gli occhi che si dilatarono quasi impercettibilmente, mentre iniziava a sbottonarsi la camicia –ovviamente una di quelle di lui-.
 
James rimase li a fissarla come un ebete, affascinato da quel semplice movimento, nonostante lei lo avesse ripetuto tantissime volte da quando stavano insieme.
 
 << I have to be very lucky. You are so sexy, anche ora… ho sempre voglia di essere dentro di te, incinta o no >>, disse lui, rituffandosi sulle sue labbra, mentre con le mani le sfiorava i seni attraverso il reggiseno, facendole venire la pelle d’oca.
 
 << Anche io vorrei sempre averti dentro di me >>, ansimò lei, mentre con le mani scendeva sui suoi fianchi, prendendo il bordo della maglietta per sfilarla, mostrando così i suoi muscoli definiti, e la leggera peluria sul suo petto.
 
 << Ah yes, eh? >>, fece lui retorico, sorridendo nel bacio, mentre le sue dita si fecero più esigenti, stringendo un po’ più forte i seni, con più decisione, abbassando la coppa del reggiseno con un dito, senza levarlo del tutto, mentre con un altro le tormentava un capezzolo, scendendo poi con le labbra ad avvolgerlo e baciarlo.
 
  << Q-questa è la parte della giornata che preferisco >>, rantolò lei al suo orecchio, mentre gli scompigliava ancora di più i capelli con le mani.
 
 << I agree >>, sussurrò James, risalendo con i baci lungo il collo, prendendole saldamene i fianchi con le mani, mentre lei aveva gli occhi chiusi, le labbra socchiuse, assaporando quelle sensazioni.
 
Con le mani Xx si spostò sulle sue spalle, carezzandolo e massaggiandolo, mentre lui le baciava il profilo della mascella in modo possessivo: solitamente non era un tipo troppo geloso, ma Xx gli aveva sconvolto la vita, e quando erano in giro insieme e si accorgeva che altri ragazzi la guardavano con sguardi carichi di apprezzamento, anche ora che era incinta, diventava geloso e possessivo, e la avvicinava a lui.
 
Con una mano Xx salì a carezzargli le labbra, mentre scendeva a baciargli il petto, mordicchiandogli piano il capezzolo: prima uno poi l’altro, senza fargli veramente male.
 
Dalla bocca di James uscì un suono roco di apprezzamento, che proveniva direttamente dalla gola, e Xx sorrise tra sé, fiera di essere ancora capace di fargli quell’effetto.
 
 << Mi sembra tu stia apprezzando, non è così? >>, lo punzecchiò, scendendo ancora con la bocca fino al bordo dei jeans.
 
 << Hai… wow, hai ragione >>, riuscì a dire a fatica, perché proprio in quel momento lei gli aveva infilato a tradimento una mano direttamente dentro i boxer, senza che lui se lo aspettasse.
 
 << C-così non v-vale >>, balbettò lui, mentre lei iniziava a stuzzicargli la punta della sua erezione, sbottonandogli i jeans con la mano libera.
 
 << Vuoi che smetta? >>, domandò lei innocentemente guardandolo, arrossendo un po’, iniziando a sfilare la mano da dentro i suoi boxer, ma lui la bloccò subito, riportandola dov’era.
 
 << Direi di no >>, ghignò lui.
 
 << Lo immaginavo >>, fece lei furba, dando una stretta più decisa che fece trattenere a James il respiro.
 
 << Bad girl >>, soffiò lui divertito, baciandole la clavicola.
 
 << Io, eh? Chi è che mi ha preso la mano infilandola dentro le sue mutande? >>, domandò allusiva, alzando involontariamente il bacino per farlo scontrare con il suo.
 
 << E chi è che si è sbottonata sensualmente la camicia, sapendo l’effetto che mi avrebbe fatto? >>, continuò lui, tornando a spostarle la coppa del reggiseno, facendo dei disegni circolari sul seno con un dito.
 
 << Ma io ho la scusa degli ormoni in gravidanza. La tua qual è? >>, sorrise lei, alzando lo sguardo per guardarlo.
 
 << Che ho una fidanzata attraente e sexy anche quando è incinta… and… i’m a boy con dei bisogni, non un santo votato alla castità >>, fece lui, guardandola negli occhi, non trattenendo una risata.
 
 << Quindi sei esattamente come gli altri ragazzi, sotto questo punto di vista, nonostante la faccia da angioletto e quel sorriso timido? >>, domandò lei allegra.
 
 << Temo di si >>, confermò lui, sfoderando il suo sorriso tipico.
 
 << Uno a zero per te, allora >>, si arrese ridendo, non trovando altro da ribattere e troppo occupata, in ogni caso, a godersi le sue attenzioni.
 
 << Mi piace quando arrossisci >>, le confidò lui, il suo respiro che le solleticava il collo, prima di tornare a baciarla.
 
 << Anche io adoro quando fai il tuo sorriso timido e diventi rosso… mi fai innamorare una volta di più >>, disse lei, abbassandogli un po’ i jeans e stringendogli le gambe attorno ai fianchi, guardandolo intensamente negli occhi: doveva ammetterlo, era proprio fortunata ad avere un fidanzato come James.
 
 << I love you >>, gli uscì spontaneo, spostandole i capelli che le coprivano il viso.
 
 << Ti amo >>, gli disse anche lei, tornando a giocherellare con la sua erezione.
 
James si spostò da sopra di lei, sdraiandosi al suo fianco per levarsi completamente i jeans, per poi tornare su di lei, togliendole lentamente i leggins che indossava, sfiorando con la punta del naso la sua femminilità, baciandole l’interno coscia, mentre Xx già si dimenava sotto di lui, aggrappandosi alle lenzuola del letto, stropicciandole.
 
I due ragazzi erano stretti uno all’altra, baciandosi con foga, carezzando l’uno il corpo dell’altra in ogni centimetro disponibile, poi Xx alzò la schiena dal letto, senza spostarsi dalle labbra di lui, e ribaltò le posizioni, finendo lei sopra di lui, sorridendo maliziosa, mentre James, i capelli tutti spettinati, si godeva quello spettacolo privato, solo per lui.
 
Xx si abbassò su di lui, la punta della lingua a sfiorargli il profilo della mascella, le labbra a baciargli il collo, mentre inspirava tutto il suo profumo, e James, solo per un secondo, le circondò le spalle, bloccandola sul suo collo, baciandole la testa per poi lasciarla proseguire.
 
Lei passò le sue mani sul suo petto, mentre intrecciava le dita alla leggera peluria che aveva, scendendo fino all’ombelico in una linea retta, sostituendo le sue dita con le labbra, alternando dei baci delicati a piccoli morsi ai suoi fianchi, mentre sentiva l’erezione crescere sempre di più premerle sull’interno coscia.
 
 << Qui il mio amico chiede di poter uscire, che dici? Lo facciamo venire fuori? >>, domandò lei, innocente, prima di baciarlo sulle sue labbra morbide di nuovo.
 
 << Facciamolo venire fuori. Gli sei mancata molto >>, sussurrò lui sensuale, la sua lingua che scivolava leggera sul suo collo…
 
Xx si drizzò un po' meglio, come a prepararsi a svolgere un compito importante, levandogli i boxer con un unico gesto impaziente: << ciao piccolo James >>, fece lei, a un centimetro dalla sua erezione.
 
 << Ehi! >>, protestò.
 
 << Scusa, non intendevo in quel senso, ovviamente… non mi sono mai lamentata >>, gli sorrise, prima di bagnarsi le labbra, e baciare la punta della sua eccitazione.
 
Xx lo afferrò alla base, tendendo la pelle con il pollice e l’indice, mentre con la mano libera gli carezzava l’interno coscia e i testicoli. Lo leccò due volte, prima di iniziare a succhiarlo piano…
 
James quasi inconsapevolmente poggiò le mani sulla testa di lei, cominciando a scivolare avanti e indietro nella sua bocca, assecondando il suo oscillare.
 
Xx sentiva crescere la sua eccitazione nella sua bocca, fece qualche torsione con la testa, e poi si concentrò completamente sull’estremità, toccando i suoi punti sensibili con la punta della lingua.
 
 << Oh, yes Xx… così >>, gemeva lui, incapace di trattenersi.
 
Xx lo guardò: aveva gli occhi e la bocca socchiusi, ed era tremendamente eccitante… inoltre, sapere che riusciva a ridurre James Phelps, un personaggio conosciuto e famoso, un ragazzone di oltre un metro e novanta a un grumo di piacere… beh, la faceva sentire potente.
 
A un certo punto James si lasciò sfuggire un gemito più forte, e Xx sentì che stava venendo, lo sentiva fremere di più… e qualche istante dopo lui esplose, rantolando il suo nome.
 
James le fece segno di alzarsi con un sorriso enorme, estremamente rilassato, la prese tra le braccia e la baciò con passione, rigirandosi nel loro letto, fino a quando non fu di nuovo sopra di lei.
 
James si alzò in piedi, rimanendo al bordo del letto, la prese sotto le ginocchia e la avvicinò bruscamente al bordo: la prese da sotto il sedere e la sollevò, mentre lei si avvicinava a lui il più possibile che il pancino le permetteva.
 
 << James… sicuro che ce la fai? >> domandò.
 
 << Non hai messo su tanto peso ancora, amore >>, le sorrise, e prima di alzarla le diede una pacca sul sedere.
 
La sollevò e la sbattè -con una certa delicatezza- contro il muro: lei aveva ancora la camicia aperta e il reggiseno abbassato quasi completamente.
 
Si avventò sui suoi seni, baciandoli con urgenza, come se ne dipendesse della sua vita, mentre con la mano che la sorreggeva dalle natiche strinse un po', e la mano che aveva dietro la sua schiena la avvicinava a lui, mentre lei con una mano gli scompigliava i capelli come non mai, e con l’altra passava sulle sue braccia muscolose, godendosi il contatto della barba di lui sulla sua pelle.
 
Con la mano sotto le sue natiche, James scostò con cautela, di lato, le mutandine che si era scordato di togliere, e Xx si spalancò per accoglierlo, con un sorriso radioso, come un bambino che ha appena scoperto che Natale è arrivato in anticipo, chiudendo le gambe attorno ai suoi fianchi.
 
Era inebriante per lei sentirlo dentro, sentirlo muoversi: lui entrava ed usciva con un ritmo regolare, aumentando piano piano, mentre i fianchi di lei si muovevano per accompagnare e seguire il suo movimento.
 
Xx gettò la testa indietro, perdendosi, dopo alcuni minuti di quel ballo privato, in un orgasmo potente, gemendo il suo nome sulla sua pelle sudata.
 
 << James… >>, rantolò lei, stringendosi a lui e baciandolo, mentre tornavano a letto ancora così avvinghiati.
 
 
 << Ehi… sei sveglio? >>, sussurrò piano lei, più tardi.
 
 << Mmm? >>, mugugnò lui, nel dormiveglia.
 
 << Scusa, non volevo svegliarti, torna a dormire >>, fece lei, accoccolandosi di più con la testa sul suo petto, ascoltando il ritmo lento e regolare del suo cuore, che tanto le piaceva e la calmava.
 
 << No, dai… dimmi >>, gracchiò lui, aprendo gli occhi.
 
 << Non è nulla di che… volevo dirti solo che io sto bene qui con te. Mi sento… libera, ma molto amata, coccolata, protetta… credo di non essermi mai sentita così bene con nessuno, come se fosse da sempre che ti aspetto… come se sapessi che ora che ti ho trovato non potrei stare con nessun’altro. Poi questo bambino… è si frutto del caso, ma soprattutto del nostro amore, e avrà un po’ di te e un po’ di me, e io sono onorata ed orgogliosa di questo, nonostante tutte le insicurezze e le paure. Ti amo tanto… >>, tentò di spiegarsi, per quanto possibile alle quattro del mattino.
 
James sorrise tra sè, stringendola di più, baciandola: << Xx… anche io non sono mai stato così felice. Tutte… tutte le relazioni che ho avuto prima di te, mi sembrano così insignificanti ora, come se avessi fatto solo le prove generali per la nostra. Ti amo da impazzire, non ho mai provato nulla di così travolgente ed intenso, e non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, dovrai sopportarmi ancora tanto tempo. Sento tutto l’amore che hai per me, mi arriva dalle parole, dai gesti e dagli sguardi, e mi sento amato, con tutti i difetti e i pregi. Farei di tutto per fare felice te e il nostro miniPhelps >>, gli disse, con il cuore in mano, e Xx lo trovò così bello e indifeso, in quel momento, che lo strinse a sè, come a dirgli che non l’avrebbe persa, che non sarebbe andata da nessuna parte.
 
  << Basta continuare così >>, fece lei, dandogli un bacio a fior di labbra, prima di sistemarsi di nuovo con la testa sul suo petto, addormentandosi.
 
 
 
Era un sabato mattina di inizio Febbraio, e James entrò nella camera da letto con il vassoio della colazione in mano, mentre Xx ancora dormiva, e la svegliò con un bacio.
 
 << Buongiorno >>, fece lei sorridendo, gli occhi ancora chiusi.
 
 << Buongiorno a te. Come facevi a sapere che ero io e non un intruso? >>, domandò curioso, poggiando il vassoio sul letto e sedendosi accanto a lei.
 
 << Chi altri mi sveglierebbe con un bacio? Non credo un ladro o un malintenzionato avrebbero fatto nulla del genere. Inoltre… il tuo profumo, quell’odore che emani che mi attrae come una calamita… senza contare che riconosco le tue morbide labbra, quando mi baciano… e questa barbetta appena accennata? Non scherza in quanto a scariche di erotismo.. >>, gli spiegò a occhi ancora chiusi, alzando un braccio per carezzargli il viso con la mano.
 
 << Dici eh? Sherlok, guarda che ti ho portato >>, scherzò lui.
 
 << Ehi! >>, protestò lei, tirandogli una piccola botta sulla gamba.
 
 << Ti amo anche io >>, continuò lui ridendo sotto i baffi.
 
 << Uhm. E cosa avrei fatto, di grazia, per meritarmi la colazione a letto? >>.
 
 << Esisti, e porti in grembo mio figlio >>, rispose con una sincerità disarmante nella voce.
 
 Xx lo guardò fisso per un po'.
 
 << Ci ero quasi cascata. Che ti serve? >>, domandò lei ridacchiando.
 
 << Niente! >>, fece lui offeso.
 
Xx alzò le sopracciglia, continuando a fissarlo.
 
 << Non è proprio un favore… >>, farfugliò sconnesso.
 
 << Ha! Lo sapevo. Continua >>, fece lei trionfante.
 
 << Beh… la settimana prossima, a Birmingham c’è la prima del mio ultimo film. Ora, avevi detto che mi avresti accompagnato, ma… se non te la senti, dopo quello che è successo l’ultima volta, beh, ti capirei… >>, cominciò a spiegarsi.
 
 << Quello che è successo… eravamo a Londra, ma non ho intenzione di non tornarci più… per lui. Quindi non ti libererai di me così facilmente in modo da… amoreggiare con quell’altra >>, soffiò fuori.
 
 << Who else? >>, fece lui, sinceramente disorientato.
 
 << La tua amica con cui hai girato quella scena >>, sputò.
 
 << Non abbiamo fatto sesso davvero >>, puntualizzò.
 
 << Lo spero bene! >>, fece lei scandalizzata.
 
 << Ho l’impressione che Amber non c’entri >>, fece notare lui.
 
 << Certo che sì. Senti, lo so, mi hai detto che non c’è stato niente, che lei ha un fidanzato eccetera. Io ti credo. E so che durante i film gli attori non fanno veramente sesso, sarebbe sconcertante, soprattutto per chi non ha fidanzati o mogli nel settore. Però io voglio essere lì per te, fare il tipo, se serve. Inoltre voglio controllare questa Amber, fidanzato o no. A meno che tu non abbia cambiato idea, certo, per via della gravidanza o qualcos’altro >>, insistè.
 
 << Fingere è il mio lavoro, e so quando qualcuno lo fa, me ne accorgo. Comunque, quando sarai pronta a dirmi tutto lo farai; ti porto con me volentieri, te l’ho chiesto io! Se faranno domande su miniPhelps risponderemo >>, disse infine, avvicinandosi a lei ancora di più, osservandola.
 
 << Quindi devo dedurre che tu fingi, a volte, senza che io me ne accorga? >>, domandò lei sospettosa, più per sviare il discorso, che perché lo pensava veramente.
 
 << Non ci casco, in ogni caso dovresti sapere che con te non fingo mai >>, calcò lui sull’ultima parola, immaginando dove lei volesse andare a parare.
 
 << Certo, si >>, annuì , sentendosi piuttosto in colpa.
 
 << Ma non eravamo partiti bene con questa colazione? Ora basta con questi discorsi >>, aggiunse, data la piega che aveva preso la loro conversazione.
 
 << Certo, ora fai colazione, e dopo andiamo a fare shopping, prendiamo un vestito per te per la prima, e cerchiamo un negozio che venda cose per donne incinte, come ti avevo promesso >>, fece lui, riacquistando il buonumore, lieto che avesse cambiato argomento.
 
 << E tu niente colazione? >>, fece lei guardando il vassoio.
 
 << Già fatta >>, rispose baciandola.
 
 << Ma qui c’è cibo per due! >>, protestò.
 
 << Appunto >>, sorrise lui, dando un rapido sguardo alla pancia di lei.
 
Xx sorrise, seguendo i suoi occhi: << Almeno mi fai compagnia? >>, domandò, accoccolandosi nell’incavo del suo collo con la testa.
 
 << Certo >>, sorrise anche lui.
 
 
 << Ascolta… non è che non mi fidi di Amber o di te. Di te mi fido ciecamente, mi dispiace se prima ho insinuato qualcosa di strano, non volevo assolutamente. E lo so che non fingi, me ne accorgerei, anche se non faccio l’attrice, ti conosco come le mie tasche. Però… cerca di metterti nei miei panni: mi rendo conto che il tuo lavoro ti piace, e io sono contenta per te, e che a volte può capitare di girare scene del genere, ma, vedi, è difficile accettare tutto. Nonostante io mi fidi eccetera, probabilmente mi verrà voglia comunque di staccarle la testa, quando vedrò il film. In più… da quando sono incinta, è cambiato qualcosa in me. Tu mi rassicuri sempre che mi ami, mi trovi bella eccetera, e io non voglio essere una di quelle ragazze che ha bisogno di rassicurazioni ogni minuto, e in ogni caso ti credo… me lo dimostri, quindi non è questo. Non so spiegartelo… ma è qualcosa dentro di me. Voglio dire, tra qualche mese sarò mamma, e io devo riuscire a trovare un compromesso tra essere mamma ed essere donna, senza togliere troppo a una delle due parti. Poi sono la tua ragazza, e devo essere sempre all’altezza del ruolo, diciamo, anche perché dietro di me c’è la fila che arriva fino oltre oceano… e so che tu non lo puoi neanche immaginare, e neanche io, ma potrebbe succedere. Quindi si, ti accompagno, lo faccio per te, perché sai quanto non sia proprio il mio ambiente, e non mi interessa proprio apparire nelle foto su internet, ma lo faccio anche per me… >>, raccontò lei all’improvviso poco dopo, in macchina, quando stavano andando a fare shopping.
 
 << Lo sapevo che c’era qualcosa sotto, ma amore, perché non me l’hai detto subito? >>, domandò lui, prendendole la mano.
 
 << Non è stato facile ammetterlo neanche a me stessa, figuriamoci dirlo ad alta voce >>, fece lei mogia.
 
 << Va bene. Posso riuscire a capirti, almeno fino a un certo punto, e mi dispiace che tu ti senta così. Se c’è qualcosa che posso dire a fare per aiutarti… >>.
 
 << Non credo. Continua così e prima o poi non avrò queste paranoie. Nel caso cambiassi idea te lo dirò. Mi dispiace aver rovinato la sorpresa stamattina >>, ammise.
 
 << Non hai rovinato niente, non preoccuparti >>, le sorrise incoraggiante.
 
 << Però sono stata una sciocca, e mi dispiace >>, si scusò, stringendogli la mano.
 
 << Allora vuol dire che te la porterò un’altra volta, la colazione a letto >>, le assicurò con il sorriso.
 
 << Che hai? >>, domandò subito, vedendo il cambiamento repentino nel viso di lei, che si portò le mani alla pancia.
 
 << N-non lo so. Ho sentito… come delle bolle d’aria nello stomaco, non saprei. È una sensazione strana, non mi era mai capitato >>, disse lei, stringendosi la pancia, e anche lui ci mise la mano sopra, massaggiandola.
 
 << Ti è passato? >>, le domandò.
 
 << Un pochino, forse ho mangiato troppo… o qualcosa che mi ha portato aria nella pancia >>, tentò.
 
 << Può darsi. Quando abbiamo la prossima ecografia? >>, le chiese, per cercare di distrarla.
 
 << Un paio di settimane. Hai impegni in quel periodo? >>, gli domandò.
 
 << No, nessuno, sono tutto per te >>, le sorrise, baciandola al rosso di un semaforo.
 
 << Perfetto >>, rispose lei allegra.
 
 << E… James, tu e Oliver che avete intenzione di fare per il vostro compleanno? >>, si informò.
 
 << Ne abbiamo parlato quando ci siamo sentiti un paio di giorni fa, ma niente di sicuro. Volevamo essere a casa qualche giorno, per quel periodo… ed organizzare una festa con gli amici… che ne pensi? >>.
 
 
 <<È una bella idea, e i tuoi saranno felici di avervi di nuovo per casa >>.
 
 << Ma ovviamente verrai con me >>, fece lui ovvio: avvertiva qualcosa di strano nel tono in cui lo diceva.
 
 << Devo vedere se ho ancora ferie a disposizione, James, non ho un lavoro elastico come il tuo, da questo punto di vista >>, gli fece notare.
 
 << Ma… c’è forse qualcosa che non va? Mi sembri piuttosto strana >>.
 
 << No James… solo che a volte, tu dai questo genere di cose per scontate. Troppo. Intendiamoci, sono felice che tu ti stia organizzando e che veda la tua famiglia, ma… se io non te lo avessi chiesto, me lo avresti detto il giorno prima di partire? E se io avevo altri programmi? Mi hai tagliata fuori dall’argomento! Sono i tuoi trent’anni! E che diamine! >>, si infuriò.
 
 << M-ma, Xx! Che ti succede oggi? Certo che te ne avrei parlato prima, ma avrei aspettato che la cosa fosse sicura. Sei la mia fidanzata e la mamma del nostro bambino, non mi sono dimenticato di te. Non credevo di doverti chiedere il permesso >>, sbottò lui.
 
 << Non devi, infatti, e a pensarci è il tuo compleanno e quello di Oliver, era quasi scontato che tu tornassi a casa. Solo… potevi almeno dirmi che avevi quell’idea, anche se potevo arrivarci da sola >>, continuò.
 
 << Forse sì… ho dato per scontato il fatto che tu ci fossi senza chiederti niente. Lo so che a volte può essere complicato starmi vicino, scusa… >>, disse mesto.
 
 << Oh… James. Non lo so che mi prende oggi. Sono un fascio di nervi, e ho questa aria nella pancia che non mi dà tregua. Sono io che dovrei scusarmi, non certo il contrario. Ci sarò al tuo compleanno, non me lo perderei mai. Tu fai così tanto per me… in realtà sospettavo che tornavi a casa tua, e… >>, ma non finì la frase perché James la zittì con un bacio: aveva appena parcheggiato e Xx manco se ne era accorta.
 
 << Torniamo, a casa nostra. Amore tu sei la mia famiglia, ora.  Mi dispiace se ti sei sentita tagliata fuori, non era mia intenzione, e neanche di Ollie, ma anche lì è un po' casa tua, come mio fratello e la mia famiglia ti ricordano sempre… e poi Xx, sei stata troppo brava fin’ora, pochi sbalzi d’umore in gravidanza, prima o poi doveva succedere >>, minimizzò lui.
 
 Xx si emozionò a quelle parole, così si avvicinò a lui e lo baciò con trasporto, la mano dietro il collo per tenerlo li vicino.
 
 << Grazie per quello che hai detto. E scusami ancora. Andiamo a prendere un bel vestito? >>, domandò più allegra.
 
 << Certo >>, sorrise di buonumore.
 
 
 << Amore… questo vestito ti sta benissimo! >>, decretò James due ore dopo alzandosi dalla poltroncina e avvicinandosi a Xx quando uscì dalla cabina di prova con probabilmente il trecentesimo vestito.
 
 << Sul serio? >>, gli domandò specchiandosi: aveva le maniche in pizzo bianco, salendo il pizzo formava sul petto una scollatura a V non troppo pronunciata sul seno una fascia con svariati brillantini, e appena sotto la fascia, partiva la gonna svolazzante, tutta svasata, che davanti arrivava al ginocchio, mentre dietro il vestito era lungo: la pancia non si notava per niente.
 
 << Si. È il migliore che hai provato, ti valorizza la figura, inoltre non si nota che sei incinta, con un vestito così >>, sorrise lui.
 
 << Io non sono mai andata ad un evento del genere, dici che è adatto all’occasione, o sarò un pesce fuor d’acqua? Il vestito mi piace, ma non vorrei fare una figuraccia>>, gli chiese lei titubante.
 
 << Non potresti fare una figuraccia neanche venendo con un sacco di patate come vestito. Il vestito ti sta molto bene, fidati >>, disse James, avvicinandosi ancora, a mezzo passo da lei.
 
 << Ok, mi fido. E tu cosa ti metterai? >>, domandò lei alzando il viso verso il suo.
 
 << Ho uno smoking nell’armadio, nero. Quindi io e te staremo benissimo insieme… come se ci fosse bisogno di una conferma del genere >>, sussurrò baciandola, e Xx lasciò che la lingua di lui si insinuasse prepotentemente nella sua bocca, cercando di non farlo passare come un bacio pieno di lussuria, ma come un bacetto da nulla.
 
 << J- James… >>, soffiò lei, sorridendo sulle sue labbra, lambendogli la lingua con la propria.
 
 << Si? >>, le domandò soave, staccandosi appena da lei, spingendola piano verso la cabina armadio.
 
 << Niente… >>, si arrese lei, guardandolo negli occhi: voleva ricordargli che erano in un luogo pubblico, e che FORSE certi slanci non era il caso di farli in luoghi del genere, no, certe cose andavano fatte a casa propria, senza occhi troppo curiosi e uditi esageratamente sensibili; certo, voleva dirgli tutto questo… ma era bastato un suo sguardo e si era dimenticata anche come si chiamava.
 
 << Credo che ti strapperò di dosso questo vestito >>, annunciò chiudendosi la porta del camerino alle spalle.
 
 << Devo ancora pagarlo… >>, annaspò lei, già in scarsità d’ossigeno dopo il suo bacio.
 
 << Gli diremo… che era difettoso… >>, sussurrò al collo della ragazza.
 
 << Ho giusto qualcosa da mostrarti…. >>, disse sensuale al suo orecchio, mordendogli il lobo.
 
 << Vuoi farmi impazzire, vero? >>, fece lui voltandola verso lo specchio, mentre lui era ancora dietro di lei.
 
Xx sorrise a quella domanda retorica, ma a disagio cercò di voltarsi verso di lui.
 
 << Stai una favola, non ti voltare e guarda quanto sei bella >>, le disse, mentre le carezzava il sedere nudo, intrufolando le mani sotto il vestito.
 
 << Dovremmo aspettare… può… entrare chiunque… >>, gemette Xx senza troppa convinzione, tenendo chiusi i denti mentre lui provava premere con la lingua su di loro per entrare e baciarla.
 
James non si perse d’animo, e mentre con una mano si avvicinava al punto della sua femminilità, con l’altra entrava nella scollatura sul seno.
 
Xx gemette e senza rendersene conto schiuse le labbra, e lui ne approfittò per entrare con la sua lingua, rincorrendo quella di lei.
 
 “ Sei stato furbo, James “, fu quello che pensò lei, non appena il ragazzo raggiunse il suo intento.
 
 << Cosa devi mostrarmi? >>, le chiese roco, mentre Xx sentiva l’eccitazione premerle sulle natiche.
 
 << Guarda tu stesso >>, rispose lei a fatica, cercando di non cadere in quel vortice di passione in cui si stavano addentrando.
 
James intuì e le alzò la parte davanti del vestito, rimanendo sbalordito: Xx aveva messo un perizoma di pizzo nero, con degli inserti in pelle… mooolto provocante.
 
 << E poi dici a me che non si fanno queste cose? >>, ringhiò lui piano, quasi dolcemente, mentre si avvicinava allo specchio di un passo, e infilava una mano dentro quel tanga striminzito, mentre con l’altra mano teneva sollevata la parte davanti della gonna, nonostante lei cercasse di abbassarla.
 
La presa di James era salda, e Xx rinunciò quasi subito, spostando invece le mani dietro, iniziando a slacciare la cintura dei jeans, abbassando la cerniera…
 
James spostò improvvisamente entrambe le mani, e Xx guardò il suo riflesse nello specchio con espressione corrucciata, mentre lei era ancora indaffarata con il bottone dei suoi jeans.
 
James ridacchiò a quella reazione: << Ma… mi pare avessi detto non era il posto giusto… >>, cantilenò, mentre le sbottonava alcuni bottoni del vestito, passando con le sue mani, talmente leggero che sembrava una carezza.
 
Xx non rispose, ma finalmente, abbassando appena i jeans di lui, intrufolò una mano dei suoi boxer, cominciando a carezzare la sua erezione.
 
James finì di sbottonarle i primi bottoni, e riuscì a spostare un po' la fascia con i brillantini, e intrufolare la mano su un seno, mentre le faceva alzare una gamba per poggiarla sullo sgabello all’angolo del camerino, a fianco lo specchio.
 
Con la mano libera, le sfiorò il collo, i fianchi, la pancia, per poi insinuarsi di nuovo nelle mutandine di lei.
 
Xx stava già gemendo: era tutto incredibilmente erotico, la situazione era fuori controllo, non avrebbe più trovato la forza di opporsi e resistere a quell’assalto... “ come se volessi farlo sul serio “, mormorò una vocina fastidiosa nella sua testa.
 
James le bacia il collo, passando la punta della lingua sulla pelle ipersensibile di lei, che inarcava la schiena, spingendosi più contro la sua mano, baciandogli il collo o qualsiasi altra zona dove riusciva ad arrivare, non mollando la sua erezione, scendendo con una mano a giocare con i suoi testicoli, schiacciando la schiena contro il suo petto, strusciandola contro di lui, giù e su… a tempo delle sue dita…
 
Con la mano che era sul seno, afferrò il sedere di Xx, allargando appena la sua apertura, e lei capì cosa volesse fare e lo assecondò, indirizzando la sua erezione verso di lei.
 
James restò immobile per qualche secondo, come per farle assaporare la sua voglia, e poi cominciò a muoversi… dentro e fuori, dentro e fuori… lentamente… prendendo un certo ritmo…
 
Xx stava morendo di piacere. Era un’agonia che non voleva far smettere mai, mentre James, ormai a meno di trenta centimetri dallo specchio, le girò la testa con una mano verso lo specchio, mentre guardavano assieme i loro corpi che si univano, le loro anime che si mescolavano…
 
Qualcosa in Xx risalì lungo la sua schiena, fino alla testa, e gemette, incapace di trattenere oltre quell’esplosione di godimento.
 
 << Shh >>, fece lui, chiudendole con un dito la bocca, mentre continuava a baciarle il collo, il profilo della mascella… a mordicchiarle il lobo dell’orecchio… tutto con gli occhi rigorosamente puntati allo specchio.
 
Toc Toc
 
 << Signorina… come le sta il vestito? L’ha provato? Se esce lo posso dare un consiglio >>, la voce della commessa arrivò da molto lontano, quasi fosse di un altro continente.
 
 << Rispondile >>, bisbigliò James, dopo 2 secondi di sangue freddo.
 
 << Oh… s-si. L’… l’ho p-provato. Credo prenderò questo, grazie >>, squittì lei, cercando di mantenere la calma… ma era difficile con James che entrava e usciva da lei, apparentemente ignaro della ragazza dall’altra parte della porta.
 
 << Posso entrare? Così magari le do un consiglio >>, insistè.
 
 << NO! >>, quasi urlò vedendo la maniglia della porta abbassarsi, mentre James aveva deciso proprio in quel momento si prenderle un seno con la mano libera - l’altra sempre sulla coscia a tenerla aperta, mettendo “ in mostra “ la loro unione – e stringerlo, irrigidendo il capezzolo.
 
 << M-mi scusi. Ma il mio f-fidanzato mi ha già consigliata al meglio… e mi f-fido del suo giudizio >>, rantolò lei: era allo stesso tempo incredibilmente imbarazzata e assurdamente eccitata dalla situazione.
 
 << Oh… d’accordo. A proposito lui dov’è? Sa, è proprio un gran bel ragazzo, peccato che sia fidanzato >>, si lasciò scappare la commessa, mentre James tentava di non sghignazzare troppo forte, mentre Xx gli tappava la bocca con la mano.
 
 << Si, beh, sarà andato a provare qualcosa per lui, perché non prova nel reparto uomo? >>, fece lei ironico – aggressiva.
 
 << Certo, mi scusi. Si sente ben? La sento un po' strana >>.
 
 “ Ancora qui? Perché non te ne vai? “, pensò Xx.
 
 << Non si preoccupi, non potrei stare meglio >>, rispose a fatica, trattenendo un gemito, mentre guardava il suo ragazzo.
 
 << D’accordo, buona giornata >>, si congedò la commessa.
 
James la penetrò con una spinta più forte delle altre, e Xx gemette più di prima, ormai non riuscendo più a staccare gli occhi dalle loro intimità.
 
Un nuovo, famelico, dolce tormento crebbe dentro di lei, che la fece sussultare in preda a scosso profonde: non esisteva più niente altro, sentiva arrivare l’orgasmo scomposto e sfrenato.
 
Il respiro accellerò , il cuore andava all’impazzata, e senza riuscire a controllarsi Xx quasi urlò: un urlo rauco e potente, mentre James le tappa la bocca, e lei continua ad urlare nel suo palmo, che attutisce la sua voce e i suoi gemiti.
 
James tremò anche lui da capo a piedi, la vista annebbiata, e gemette forte, mentre anche Xx gli metteva una mano alla bocca, per non farsi scoprire, e lui continuò quel lungo gemito cavernoso contro le dita di lei, sprofondando di più dentro Xx, poggiando la fronte allo specchio, respirano affannosamente.
 
Xx e James rimasero ancora un po' così, a regolarizzare il respiro, fin quando lui non uscì da lei, voltandola e baciandola dolcemente, a occhi chiusi, mentre piano piano i rumori del negozio: il vociare dei commessi e dei clienti, le porte della cabina che si chiudono sbattendo, la musica di sottofondo, e i messaggi degli spot pubblicitari non riemergono. Si erano del tutto scordati di dove si trovavano.
 
James le rimise in ordine le mutandine… o almeno ci provò: si rese conto che nella foga le aveva strappate, e le lisciava la gonna, mentre lei gli riabbottonava i jeans: stavano sorridendo tutti e due, divertiti ed eccitati da quanto successo.
 
 Xx lo guardò sconcertata.
 
 << Peccato. Mi piacevano… ma stai bene anche senza >>, le disse lui.
 
 << Allora prendo questo? >>, fece lei diventano rosso pomodoro, alzando gli occhi al cielo.
 
 << Direi di sì >>, fece lui baciandola, dandole un piccolo morso alla fine del bacio.
 
 << Ti rendi conto… tra tre mesi e mezzo diventerò mamma… e sto andando in giro senza mutande! >>, gli soffiò, staccandosi dal bacio.
 
James non rispose, ma scoppiò a ridere di gusto.

Ho provato in tutti i modi a mettere le foto, ma non ci riesco, comunnque trovate in google le foto, sulla prima pagina! Le cuffie sono quelle esterne, grandi... e trovate anche le tutine! Besos!

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Capitolo 10
*** Team ***


 << Xx, sei pronta? Dobbiamo anda… wow >>, riuscì a dire, in cima le scale.
 
 << Wow, dovrei dirlo io… stai una favola, Jay! >>, fischiò lei, colta alla sprovvista: si erano preparati per la serata della prima in due stanze diverse, come aveva chiesto lei.
 
 “ James, se ci prepariamo in un'unica camera, sai anche tu che andrà a finire che non ci infileremo neanche le scarpe, figuriamoci il vestito. E poi così avrò l’effetto wow al completo, quando ti vedrò “, aveva detto saggiamente Xx quando si erano divisi per prepararsi alla serata, e lei gli aveva dato un bacio per salutarlo.
 
 << James… in smoking sei uno schianto! Molto Wow! >>, continuò la ragazza, guardandolo da vicino, quando lui arrivò all’ultimo gradino.
 
 << Grazie amore, ma sei tu ad essere beautiful! Guardati! >>, fece ammirato: aveva il vestito che avevano comprato pochi giorni prima, tacchi alti, una piccola pochette, un po' di trucco, e i capelli raccolti a lato, in un’acconciatura molto semplice e morbida.
 
 << Tesoro, ce la fai con i tacchi? >>, le domandò premuroso.
 
 << Credo di si, nel caso ho un paio di scarpe di riserva, ma spero non mi servano >>, gli disse lei raggiante.
 
Prima di uscire, si guardarono allo specchio, e ad entrambi venne in mente quando, nei giorni precedenti, avevano comprato il vestito… ed entrambi arrossirono. Non era una cosa da Xx, e ancora meno da James, che solitamente era timido e riservato, e teneva per sé certe… faccende; eppure, in quel momento l’avevano trovata una cosa estremamente naturale, quasi normale, come se facessero sveltine nelle cabine di prova dei negozi tutti i giorni.
 
 << Ho una sorpresa per te >>, disse Xx come se niente fosse, a circa metà viaggio.
 
 << Cos’è? Sai che non resisto, sono curioso! >>, fece lui tutto allegro.
 
 << D’accordo. Ti faccio vedere, ma poi dovrai aspettare la fine della serata per… scartare il regalo. Intesi? >>, domandò lei… un po' scettica sulla sua capacità di resistere.
 
 << Ok >>, promise lui.
 
Xx allora si alzò la gonna lentamente – James già si stava pentendo di aver promesso -, e mostrò lui….
 
 << Ma… è il tuo perizoma dell’altro giorno! >>, esclamò subito.
 
 << Si. Beh… visto che hai apprezzato ho pensato di prenderne un altro. Ma stavolta in abbinato avrai anche la parte sopra >>, buttò li Xx; non aveva visto la parte superiore, l’altra volta, troppo occupati nella loro sveltina per cincischiare in cose come togliersi i vestiti che potevano lasciarsi addosso senza che creassero intrigo.
 
L’espressione di James era la stessa che aveva un bambino quando gli dicono che a Natale ha ricevuto una montagna di regali, e continuò a lanciarle occhiate fameliche per tutto il resto del tragitto, borbottando cose come: “ crudele “, “ ti pareva “, “ mai promettere niente se non sai di che si tratta “.
 
 << Sai, credo che tu lo abbia fatto apposta, ma te ne pentirai >>, le sorrise lui, un sorriso furbo che non prometteva nulla di buono.
 
 << Oh, amore… lo sai come si dice… bisogna avere pazienza per le cose belle. Se ti annoierai in certi momenti potrai pensare a qualcosa di bello che ti aspetta dopo >>, sorrise lei baciandolo, mentre lui scuoteva la testa ridendo, guardando la strada.
 
 << Penso che succederà anche in momenti poco opportuni >>, brontolò, ma gli occhi erano scintillanti.
 
 << Metteremo alla prova la tua resistenza >>, ridacchiò lei, passandogli una mano sulla coscia.
 
 << Mph >>, sbuffò.
 
Xx ridacchiò.
 
 << Sono contento che ti diverti, ma dopo sarà peggio per te >>, “ minacciò “ lui, avvicinando la mano alla sua femminilità, sfregando le dita sulle mutandine, mentre Xx tratteneva il fiato: non si aspettava certo una mossa del genere.
 
 << Beh, se io devo soffrire in silenzio… anche tu devi sapere quello che ti perdi, amore >>, ghignò, mentre Xx gli afferrava il polso, per trattenerlo.
 
 << Pronta? >>, domandò James a una Xx sempre più tesa, dieci minuti dopo, quando stavano per scendere dalla macchina.
 
 << No, ma prima è, meglio è >>, decretò lei, scendendo dalla macchina.
 
Il tempo di raggiungere la passerella con il tappeto rosso, e furono investiti da molti flash che li fotografavano da tutte le parti in tutte le angolazioni, e da centinaia di ragazzine urlanti che si sbracciavano, per attirare l’attenzione di James – “come se ce ne fosse bisogno “, ironizzò tra sé Xx -, per un autografo o una foto… o tutte e due le cose.
 
Xx cercava di allontanarsi con nonchalance da tutto ciò, ma il suo ragazzo l’afferrò per la mano e la avvicinò a sé, sorridendo gentile a tutti, salutando i fan e scambiando qualche parola con loro, firmando autografi e facendo foto, rispondendo alle domande dei giornalisti, sul film e su di lei, Xx.
 
 << Yes, she is my girlfriend >>, rispondeva a tutti.
 
Xx non poteva giurarlo, per via del bagliore dei flash, ma era quasi sicura di aver visto una nota di delusione e disappunto negli occhi di molte sue fans, e qualche sguardo perplesso da parte di alcuni giornalisti, mentre altri avevano più l’espressione di chi scopre un grosso pettegolezzo, e Xx poteva quasi scommetterci, tempo qualche giorno e avrebbero scoperto fin troppo, su di lei.
 
Quella tortura, almeno secondo Xx, finì dopo un’ora e mezza circa, dopodichè James le presentò Amber, quando entrarono della grande sala d’ingresso dell’edificio dove si teneva la prima.
 
 << Nice to meet you >>, la salutò sorridente, dopo che James la presentò, e anche lei presentò il suo ragazzo, Jordan, che sembrava scosso almeno quanto lei da quel trambusto.
 
Doveva ammettere che Amber era piuttosto carina e gentile come persona, e sembrava davvero innamorata del suo ragazzo, ma quando, a circa metà film, arrivò quella scena, come previsto Xx le avrebbe volentieri staccato la testa, e Jordan sembrava pensare lo stesso su James, perché gli lanciò un’occhiataccia.
 
Per Xx fu piuttosto strano vederlo in quella situazione, vederlo fingere, e anche piuttosto bene, quella scena di sesso, ma forse fu ancora più strano vedere, in altre scene ancora, gli sguardi e la complicità che i due protagonisti del film si lanciavano, che trasmettevano una carica di erotismo davvero alta.
 
James di tanto in tanto lanciava uno sguardo di sbieco a Xx, tentando di capire la sua reazione e le sue emozioni a vedere certe scene, e lei se ne accorse, ma si era ripromessa di non fare scenate di gelosia, di non prendersela con lui, o con Amber, e di cercare di mantenere un atteggiamento distaccato; non poteva certo rodersi il fegato a ogni film che lui faceva in cui andava con una donna. Il ragazzo però riuscì a notare che Xx stava stringendo inconsapevolmente i pugni, le nocche delle dita ormai bianche, così le aprì il pugno un dito alla volta, stringendole a sé la mano: poteva immaginare cosa volesse dire per lei vedere quelle scene, se ne era reso conto solo in quel momento, e cercava di darle conforto… e scusarsi. Certo, non era successo niente per davvero, e non l’aveva deciso lui il copione, ma per Xx non doveva essere una passeggiata.
 
 << Thanks >>, gli sussurrò Xx all’orecchio.
 
 << Sono stanchissima… >>, sbadigliò Xx: erano in macchina, e stavano tornando dal ricevimento che si era tenuto dopo la proiezione del film, dove James la presentò alle persone della sala che conosceva –praticamente quasi tutti - dicendo orgoglioso ai quattro venti: << She is XX, my girlfriend >>.
 
 << Mi sembra che i primi commenti dopo la proiezione erano positivi… no? >>, gli domandò subito dopo.
 
 << Al momento pare di sì, ma nei prossimi giorni ne verranno fuori delle altre… vedremo >>, le sorrise.
 
 << Nel film mi sei piaciuto molto. Hai fatto la tua parte molto bene. Era un ruolo completamente diverso da quello che avevi in Harry Potter, ti sei distaccato da quel personaggio. Questo era più… maturo, diciamo, e l’hai affrontato bene. Ti sei calato molto in questo personaggio piuttosto complicato, e hai reso bene l’idea di tutto il suo caos interiore. Bravo >>, si complimentò lei, incoraggiante.
 
 << Grazie amore. Vuole dire molto questo supposto.  Che tu sia dalla mia parte >>, la ringraziò: era un po’ strano parlare con lei di certi argomenti, non era mai successo, ma, per quanto bizzarro, gli piaceva molto. Lei stava dando un giudizio – positivo - al suo lavoro, e la cosa lo stimolava.
 
 << Credo tu volessi dire supporto, ma avevo capito lo stesso. Ovviamente non sono un critico, quindi il mio giudizio conta fino a un certo punto, e forse è un po’ di parte, anche se nel caso non mi fossi piaciuto non avrei avuto problemi a dirtelo, ma devo farti i complimenti >>, si congratulò ancora, carezzandogli una guancia.
 
 << E che ne pensi delle persone che hai conosciuto stasera? >>, domandò lui curioso.
 
 << Devo dire che mi sembrano tutti dei professionisti. Simpatici, e molto gentili… compresi Amber e fidanzato. Faceva tutti gli occhioni dolci da Bambi al suo ragazzo >>, gli disse alla fine.
 
 << Te lo avevo detto >>, ridacchiò James.
 
 << Meglio essere sicuri >>, fece lei, con un mezzo sorriso.
 
 
 << Quanto sei stanca da uno a dieci? >>, domandò James aiutandola a levare il cappotto e appendendolo all’attaccapanni in entrata: erano appena arrivati a casa.
 
 << Mmm… tra il cinque e il sei. Facciamo sei, con tutti i pizziconi di pancia che ho ancora >>, gli disse.
 
 << Ce li hai da una settimana ormai… sicura che sia tutto ok? >>, le domandò preoccupato.
 
 << Mi sento bene… quindi immagino di si >>, rispose Xx con un’alzata di spalle.
 
 << D’accordo. Ma se continuano ancora vorrei che andassimo dal dottore >>, insistè James.
 
 << Va bene, affare fatto >>, sbuffò lei dirigendosi in cucina, scalciando via le scarpe con il tacco alto: aveva resistito tutta la sera, ma ora ne aveva abbastanza.
 
 << Dove vai? >>, le domandò, seguendola.
 
 << Voglio farmi una tazza di thè, ne vuoi una anche tu? >>, gli chiese, iniziando a tirare fuori l’occorrente.
 
 << Si… grazie >>, rispose sedendosi sullo sgabello della penisola, osservandola girovagare per la stanza.
 
Xx mise l’acqua a bollire, poi si avvicinò a lui, abbracciandolo da dietro le spalle, posandogli la testa sulla spalla baciandogli il collo.
 
 << Mmm >>, gemette lei, inspirando il suo profumo a pieni polmoni, inebriandosi della sua essenza.
 
 << I love you >>, gli sussurrò, baciandogli ancora il collo.
 
 << I love you too >>, gli rispose lui di rimando, prendendole le mani, che gli stringevano il torace, e carezzandole il dorso con movimenti circolari.
 
 << Sai… è stata una bella serata. Mi sono divertita, a parte tutte le fotografie >>, gli disse, continuando a baciargli il collo e scendendo anche sulla spalla, sopra la camicia.
 
 << Questa è la mia? >>, domandò improvvisamente, osservandola meglio.
 
 << No, amore. Questa è la mia, che tu hai usato fino a qualche giorno fa >>, precisò senza convinzione: dopotutto la cosa gli piaceva.
 
 << Quanto sei pignolo >>, ridacchiò Xx.
 
 << Ollie lo è di più… ti è andata bene >>, sorrise al pensiero.
 
 << Povera Katy. Ma certe volte tu sei peggio di Ollie, fidati >>, sottolineò Xx sghignazzando, spostandosi un po’ da lui.
 
 << Dove credi di andare? >>, domandò retorico, trattenendola per un braccio.
 
 << Avrei un po’ di fame… volevo prendere dei biscotti >>, sorrise lei.
 
Peccato che la mensola era vuota, e il nuovo pacco di biscottini era piuttosto in alto.
Xx si alzò sulle punte e provò ad allungarsi il più possibile con scarsi risultati – la mensola era ancora molto lontana dalla sua portata, - mentre James se la rideva sotto i baffi.
 
 << Non serve che ti guardi… so che stai gongolando, tesoro, ma non è che potresti darmi una mano? >>, gli domandò ironica, mentre stava tentando di salire sulla sedia per prendere quei biscotti.
 
 << Tu intanto scendi da quella trappola, non voglio che ti fai male o che scivoli >>, fece lui severo aiutandola a scendere, ma la tenne contro il banco, schiacciata tra lui e il banco di marmo, sollevandola fino a farcela sedere sopra, mentre allungava un braccio per prendere la scatola.
 
Sensualmente, guardandola, prese un biscotto dalla scatola, se lo portò alla bocca e ne staccò un pezzetto con i denti, poi lo porse alla ragazza, che lo imitò.
 
All’improvviso Xx afferrò il collo di James, avvicinandolo a lei e baciandolo con bramosia: sembrava non lo vedesse da giorni, mentre apriva le gambe per avvicinarlo a sé.
Il bollitore fischiò, e a malincuore si dovettero staccare.
 
 << Vuoi ancora il thè? >>, domandò trattenendo a stento un sorrisetto.
 
 << Certo >>, rispose lei, afferrando il pacco dei biscotti.
 
James si tolse la giacca che ancora indossava, si levò la cravatta, versò l’acqua in due tazze, e vi immerse due bustine.
 
 << Cin – cin >>, James fece scontrare le due tazze.
 
 << Jay… siamo passati a brindare con il succo a brindare con del thè… >>, disse prima di scoppiare a ridere di gusto.
 
James la guardò per un secondo, ma poi scoppiò a ridere anche lui, preso dal momento di stravaganza che stavano vivendo.
 
Finirono il thè ancora così, chiaccherando allegri sulla serata appena trascorsa, e poi fu il turno di James di perdere il controllo, attirandola a lei e baciandola ancora e ancora, spostandosi sul collo, prendendole con forza il viso tra le mani, affondando la lingua nella bocca di lei, che si godeva le sue labbra voraci sulla sua pelle.
 
 << Non sono più molto stanca >>, sussurrò appena lei, le labbra gonfie per via dei baci di fuoco che si erano scambiati, mentre lui aveva le mani sulle sue cosce, negli occhi uno sguardo che non prometteva niente di buono.
 
 << Very well >>, sorrise lui, alzandole ancora la gonna del vestito.
 
 << Amore… sei una meraviglia con questo vestito… ma senza lo sei di più >>, gemette lui, iniziando a slacciare i bottoni lungo la schiena, mentre lei gettava la testa indietro, la bocca semiaperta a godersi quelle attenzioni.
 
James soffiò delicatamente sui suoi seni, succhiandoli e baciandoli, mentre i capezzoli già si stavano irrigidendo, iniziando a massaggiarla con le sue dita morbide intorno al collo, scendendo lungo i fianchi… disegnando tanti piccoli cerchi sulla colonna vertebrale, per tornare alla fine sui seni con una mano, e con l’altra l’accarezzava in mezzo alle gambe, scivolando su e giù, come se dovesse accendere e spegnere un interruttore, mentre il corpo di Xx veniva percorso da un’ondata di brividi.
 
 << Hai un profumo così buono… >>, le sussurrò mentre il suo naso le sfiorava l’incavo del collo, sostituito dalla sua lingua rovente che accese all’istante il sangue di Xx nelle vene, facendola impazzire di desiderio.
 
Con le mani tremanti – le ricordava la prima volta che avevano fatto l’amore -, stava tentando di sbottonargli la camicia, ma James non era d’accordo, perché scese all’improvviso, mordendo vorace e baciandole la femminilità attraverso il perizoma con gli inserti di pelle, mentre la ragazza intrecciava le dita ai suoi capelli, continuando a gemere senza sosta.
 
James ancora non era soddisfatto: voleva farla impazzire di piacere, voleva che lo supplicasse di entrare in lei, così con una mano saliva a tormentarle un capezzolo, mentre lei si divincolava cercando di contenere i gemiti… con scarsi risultati, notò lui.
 
In un impeto di bramosia, quasi senza pensarci James le strappò – di nuovo – le mutandine, e Xx trattenne il fiato: le piaceva molto il James dolce e romantico… ma le piaceva anche il James un po' più rude e carnale: sarà che, a vederlo dall’esterno, non se lo immaginava così… o forse era solo vittima del pregiudizio per cui gli uomini inglesi a letto sono un pochino… noiosi e prevedibili.
“ Caro il mio studioso, - o forse dovrei dire cara la mia donna insoddisfatta? - vorrei proprio sentire cosa diresti ora vedendo Mr. British Man così. Mi vuole con un ardore che non ho mai conosciuto con nessun’altro… uno a zero per gli Inglesi “, pensò tra sé Xx prima di essere riportata bruscamente alla realtà: James aveva preso a leccarle lentamente la femminilità, dal basso alla cima, aprendosi la strada verso il clitoride.
 
 << James… P- please…. >>, ansimava lei a fatica.
 
 << Please… what? >>, ghignò, appena prima di dare un altro affondo con la lingua in lei.
 
Xx ebbe delle difficoltà a rispondere subito, troppo concentrata sulla sua lingua e sulle sue mani.
 
 << Ti prego… prendimi >>, riuscì a gemere, mentre la testa prendeva ad annebbiarsi, cancellando ogni cosa che non fosse James.
 
La sua lingua si spinse più a fondo, insaziabile, mentre piantava le dita nelle cosce di lei…talmente scossa da fremiti di piacere e convulsioni da non ricordarsi neanche più dove fossero.
 
James si liberò velocemente dei vestiti, guardandola con occhi carichi di desiderio, i muscoli del petto in tensione, mentre lei aveva ancora gli occhi chiusi, e si riprendeva da quelle scosse di piacere… ma non aspettò oltre, penetrandola con una spinta vogliosa ed impaziente, iniziando a muoversi con un ritmo serrato, sfiancante, a tratti violento, ansimando.
 
 << You are mine, Xx >>, disse lui, divorandola con uno sguardo carnale, spingendo ancora e ancora, quanto bastava per accendere la miccia dell’orgasmo, che iniziò a montare in lei sempre più velocemente e in maniera sempre più travolgente: urlò senza riuscire a fermarsi, sentendo fremere ogni muscolo… e James la seguì, tenendola stretta e imprigionandola tra le sue braccia, mentre la guardava e la trovava perfetta, con gli occhi brillanti e le guance rosse, soddisfatta.
 
Xx rimase rannicchiata lì per un po' contro il suo petto, i talloni ancora sul bordo del marmo – non si era neanche accorta che James le aveva piegato le gambe in modo da avere accesso libero in lei -, respirando il suo profumo intenso ed inebriante, e James le passò un dito sul naso, guardandola compiaciuto, mentre lei lasciava scivolare distrattamente le dita sui peli del suo petto.
 
 << Ti aiuto a scendere? >>, domandò lui dopo un po', il mento posato sulla cima della testa di lei… completamente rilassato ed appagato.
 
 << C-cosa? >>, fece lei confusa, ridestandosi da quello stato di torpore nel quale era caduta.
 
 << Vieni. Andiamo a letto >>, le sorrise, e Xx scese dalla mensola, chinandosi a raccogliere i loro vestiti sparsi in giro.
 
 << Ferma, li prendo io >>, disse lui bloccandola, sgridandola con lo sguardo, mentre li raccoglieva lui.
 
Xx alzò gli occhi al cielo, e lui rialzandosi diede un bacio al centro della pancia, lì dove c’era il suo bambino che non vedeva l’ora di conoscere… o sapere se era un boy o una girl.
 
La ragazza scoppiò a ridere improvvisamente, e a uno sguardo curioso di lui indicò il gas, dove erano finiti i boxer di lui e le mutandine – rotte – di lei.
 
 << Intimo in padella >>, sorrise, recuperando i loro indumenti – era meglio evitare che Oliver o i genitori di James vedessero certe cose -, e avevano detto che il giorno dopo sarebbero passati a trovarli.
 
James sorrise, immaginando cosa avrebbero detto i suoi o suo fratello a vedere i loro indumenti intimi sopra il gas, probabilmente sarebbero diventati rossi tutti e tre, cercando di ricomporsi o di non farci caso… o meglio, i suoi avrebbero fatto così, Oliver invece avrebbe preso subito le loro mutande e li avrebbe fatti vergognare al momento meno opportuno, facendo allusioni e ridacchiando sotto i baffi ogni volta che li avrebbe visti insieme, soprattutto se li beccava a baciarsi.
 
 << Dai, andiamo… stasera è il mio turno di leggere una favola a MiniPhelps… e sto ancora pensando a quale. Gliene abbiamo raccontate un bel po’, ormai >>, fece Xx, baciandogli il petto mentre salivano le scale.
 
 << Troveremo qualcosa vedrai >>, le sorrise lui.
 
 
 
Quella mattina, Xx decise di fare ascoltare a MiniPhelps Elvis Presley, e munita di cuffie sulla pancia e i-pod – ormai aveva sequestrato queste cose a James, perché faceva ascoltare la musica tutti i giorni al piccolo, e il suo ragazzo aveva riempito l’i-pod della musica che avevano scelto per lui… o lei -, si aggirava per la cucina facendo colazione, e “ canticchiando “ tra sé: “ bel bambino… nananana… bel bambino… “, mentre James assisteva alla scena allegro.
 
Il giorno prima Xx era andata a farsi gli esami del sangue per controllare che tutto fosse in ordine, e lo era, e oggi avevano la seconda ecografia: quindi avrebbero visto di nuovo il loro bambino, e avrebbero ascoltato di nuovo il suo cuoricino battere veloce; avrebbero visto MiniPhelps cresciuto, e scoperto quanto pesava e quanto si era allungato… ma non il sesso: avevano concordato mesi prima che volevano la sorpresa… ma resistere era dura. Molto dura. Almeno per James, a cui piaceva molto l’idea della surprise finale… ma era terribilmente curioso, e in più ci si era messo anche Oliver a dargli il tormento: voleva sapere se sarebbe diventato zio di un maschietto o di una femminuccia.
 “ Lui, vuole saperlo. Io no che sono il padre “, aveva borbottato a mezza voce più volte.
Senza contare il fatto che si era aperto un giro di scommesse: i loro amici e familiari avevano cominciato clandestinamente a puntate per il sesso del bambino. Avevano addirittura preparato un tabellone segnapunti, metà celeste e metà rosa e lo facevano girare tra loro.
Al momento c’era una situazione di parità, anche se forse c’era qualche punto in più per il “ team boy “, ma si parlava di uno scarto di due o tre voti. Del tutto recuperabile.
Il “ tabellone “, dopo aver colto con le mani nel sacco alcuni loro amici, ce l’avevano loro appeso al frigorifero della cucina, e ogni volta che qualcuno decideva di che team fare parte, loro segnavano.
 
Oliver era assolutamente convinto che fosse maschio – senza una ragione precisa, in realtà -, così come il loro padre. La loro madre invece era più propensa per una femmina… e Katy non si era ancora segnata sul tabellone, per cui era ancora indecisa.
Anche la famiglia di lei pendeva per il team boy, anche se qui entrava in gioco la “ scienza “. Tutti i primogeniti nati, nella parte di lei, infatti, erano maschi, nessuno escluso – a parte Xx -, per cui secondo loro per logica doveva avere anche lei un maschio.
Cugini, nonni e zii vari erano ben mischiati, e anche i loro amici: spaccati quasi a metà, le crocette nel tabellone ne erano la prova.
 
 << E tu cosa ne pensi? Sei del team boy o del team girl? >>, gli domandò Xx in macchina, alzando un sopracciglio, mentre andavano a fare l’ecografia.
 
 << Io… non lo so, è una sensazione, ma… che hai? >>, domandò vedendola portarsi le mani alla pancia.
 
 << Sono queste bolle d’aria nella pancia, è quasi due settimane che vanno avanti. Ma continua, secondo te? >>, gli domandò curiosa: non ne avevano mai parlato fin ora… a parte la volta in cui avevano deciso di non voler sapere il sesso.
 
 << Mmm, però vorrei che domandassi alla dottoressa, dopo. Secondo me… è… una femmina. Non lo so perché, so solo che ho questa… sensazione. Quando me la immagino tra le braccia… non so, credo sia una girl. Mi immagino un piccolo fagottino rosa… >>, tentò di spiegarsi, ma era difficile, perché erano sensazioni “ di pancia “, e non riusciva a spiegarsele neanche lui.
 
Xx sorrise: lui era emozionato e gli brillavano gli occhi, e da come ne parlava… amava già miniPhelps.
 
 << Tu invece? Sensazioni particolari? >>, domandò, curioso anche lui.
 
 << Io… Io ho sensazioni discordanti. In certi momenti sono sicura che sia maschio, altri sono certa che sia una femmina. È una sensazione strana. Non c’è una logica precisa, ma a volte sono sicura ci sia un bel maschietto… un piccolo te, magari quando ascolto musica, e mi dico “ehi, James farebbe esattamente così, gli piace questo genere “… invece quando gli leggi una favola propendo per una femmina. Sono fortemente insicura su questo, non ci metterei la mano sul fuoco >>, gesticolò lei.
 
 << Immagino che lo sapremmo tra qualche mese >>, fece allegro lui.
 
 << Credo tu abbia ragione >>, ridacchiò Xx.
 
 
 
 << Buongiorno dottoressa >>, salutarono entrando nello studio.
 
 << Buongiorno. Vi trovo bene >>, li accolse lei, facendoli accomodare.
 
 << Si, stiamo bene, e siamo molto felici. Sa, dopo quello che è successo a capodanno… è andata bene, non è più successo niente >>, raccontò Xx.
 
Avevano parlato dell’aggressione subita alla dottoressa, che l’aveva subito visitata per ulteriore controllo.
 
 << Bene, questo va molto bene. È un’ottima cosa che tra voi sia tutto ok, e che siate felici… che ci sia armonia e amore. Il bambino lo percepisce >>, disse lei incoraggiante.
 
 << Si… e sa, gli facciamo ascoltare musica, buona musica… musica classica, i The Queen, i Coldplay… stamattina Elvis Presley. E gli leggiamo una favola a turno, la sera… lei in italiano, io le leggo in inglese. Sa, vogliamo che impari bene tutte e due le lingue >>, fece James orgoglioso.
 
 << Si, e James suona la chitarra, e un paio di volte ha suonato e canticchiato per me e lui >>, fece indicandosi la pancia.
 
 << Già… ci parliamo molto, canticchiamo con lui… e gli facciamo molte carezze >>, continuò lui, raggiante.
 
 << Benissimo! Queste sono tutte ottime cose, sapete, molti studi dicono che il bambino riconosce e sente le carezze della mamma, sono molto sensibili al tocco materno, li stimola, e anche quello del padre… potrà capitare che si muoverà quando ci parlate o lo accarezzate… anche a seconda del ritmo che usate voi…diciamo che vuole essere partecipe. E poi, alla nascita, se il papà ha stabilito un legame, come state facendo voi, lo riconoscerà, distinguerà le vostre voci. Inoltre fate bene a parlargli anche in inglese, vi sembrerà di no, ma riconoscerà le parole, i bambini iniziano ad apprendere il linguaggio già nell’utero materno, perciò continuate così.
Anche la musica va bene, studi dicono che se la ricorderà, una volta nato, o può stimolare alcune aree del cervello. Mi fa molto piacere che vi stiate impegnando così, e il clima che avete creato tra voi favorisce tutto ancora di più: sapete, pensieri negativi, stress o emozioni non felici turbano il bambino, mentre ottimismo e pensare positivo sono importanti, lo aiutano per la sua crescita e il suo sviluppo, perché entra in circolo l’ossitocina, che favorisce tutto ciò… percepisce l’amore e cresce sereno >>, concluse lei, sorridendo ai due.
 
 << Le ho portato gli esami che mi ha chiesto di fare, a proposito >>, disse Xx, tirando fuori dalla borsa una cartellina.
 
 << Mmm, si… si. Vanno tutti bene, sono tutti nella norma. Devo dire che lei è fortunata: sta facendo insieme al suo fidanzato già ottime cose per il bimbo in arrivo, i suoi esami sono a posto, pressione compresa, e a parte qualche momento di nausee, capogiro o crampi… non ne ha sofferto in maniera eccessiva, se non sbaglio, o di altri malesseri che si possono avere in gravidanza. Non ha messo su neanche troppo peso in eccesso, sette kilogrammi, va molto, molto bene >>, sorrise la dottoressa.
 
 << Non ho avuto nemmeno troppi sbalzi d’umore… qualche voglia, quelle si. Comunque cerco di mangiare di tutto, bere molta acqua, come mi aveva detto… evitare l’alcool, e fin ora ci sono riuscita senza particolare fatica, poi James mi da una mano in questo. Cerco di non rinunciare a tutto, perché, come ha detto lei, poi i kili in più eccessivi sono faticosi da perdere, ma mi concedo degli sfizi. E sto usando il prodotto per le smagliature che mi aveva consigliato lei >>.
 
 << Fa bene, deve togliersi gli sfizi, ci mancherebbe! È incinta, dopotutto! E non sono certo uno o due kili in più che prende il problema, ma quando sono molti, molti di più. In ogni caso ognuna di noi ha il suo metabolismo, e tende a gonfiarsi o meno in certi punti piuttosto che altri, o a prendere più o meno peso, indipendentemente, a volte, da quello che mangia. Lei è tra le fortunate, sembra. Solo pancia! Si trova bene con quel prodotto che le ho consigliato? Ora, vogliamo vedere questo bambino? E… dovete dirmelo: se il bambino è nella giusta posizione, volete sapere il sesso? >>.
 
 << No! >>, dissero i due precipitosamente, in coro.
 
 << Sa… vogliamo la sorpresa… e mi trovo molto bene, con quel prodotto, grazie del consiglio. Mi sono dimenticata di dirle: da un paio di settimane circa ho molta aria nella pancia, come. All’inizio succedeva di tanto in tanto… ma si fa sempre più insistente >>, disse Xx, dopo un’occhiataccia di James.
 
 << Ora diamo un’occhiata, si sdrai. Questa ecografia, come sapete, si chiama morfologica, serve per vedere se il cuore batte normalmente, quanto è diventato grande e quanto pesa il bambino… se ci sono dei movimenti, che indicano che il bambino è sano e in salute. Controlleremo la placenta, la qualità del liquido al suo interno, che è un altro segno di salute. Poi prenderemo le misure: circonferenza e diametro della testa, il femore e gli altri arti, controlleremo la colonna vertebrale, tutti gli organi, e se ci sono malformazioni di qualche tipo, ma state tranquilli, non capitano spesso >>, fece la dottoressa, facendola accomodare sul lettino.
 
 
 << Ecco qui, ora le metto il gel, e poi vi spiegherò passo passo quello che andremo a verificare >>, cominciò la dottoressa, prendendo il macchinario e accendendo lo schermo.
 
 << Si è già iscritta a un corso pre- parto? >>, domandò lei.
 
 << Si, ho iniziato un paio di mesi fa, e nei prossimi giorni inizieranno anche le lezioni con i papà >>, spiegò Xx.
 
 << Ottimo. È utile anche per loro il corso. E… ecco qui il vostro bambino >>, indicò la dottoressa allo schermo, e James e Xx, come la prima volta, rimasero incantati a contemplare quell’immagine.
 
 << Ora sentiamo il battito >>, continuò, e la stanza si riempì del rumore di un piccolo cuoricino che galoppava veloce.
 
I due futuri genitori avevano gli occhi lucidi, mentre si tenevano per mano.
 
 << Questo è il cuoricino, e questa la colonna vertebrale… vedete? Ha già mani e piedi formati… il naso, le orecchie, questa è la bocca… sembra tutto esattamente come deve essere, nessuna anomalia o stranezza >>, fece la dottoressa, indicando lo schermo, e anche la pancia.
 
 << Oh… ha sentito le bolle nella pancia, come mi diceva prima? >>, domandò la dottoressa.
 
 << Si! Proprio ora! >>.
 
 << Allora la informo che non si tratta di bolle d’aria… è il suo bambino che si muove >>, sorrise.
 
Xx e James rimasero a bocca spalancata.
 
 << Non… non ci avevo pensato che il motivo poteva essere quello >>, mormorò Xx, anche se, ora che glielo dicevano, era piuttosto ovvio.
 
 << Non deve preoccuparsi. Soprattutto se è al primo figlio, e quindi non ha termini di paragone, molte mamme non riconoscono da subito che sono i movimenti del bebè, è del tutto normale. Guardate… >>, indicò la dottoressa, e in quel momento, il bambino si mosse di nuovo, e Xx potè sentirlo e vederlo con precisione… e le scese una lacrima di commozione.
 
 << È… meraviglioso >>, si trovò a dire, carezzando la pancia.
 
 << Guardate: aveva le mani unite, e ora invece si sta succhiando un ditino. Provi a carezzarlo >>, disse la dottoressa, e Xx obbedì… e rimase di stucco: il bambino, infatti, a sentire quella carezza mosse la testa, come a voler esprimere apprezzamento per quelle coccole.
 
James, senza neanche rendersene conto, aveva gli occhi lucidi di emozione, e carezzò anche lui la pancia di lei… e inaspettatamente, anche con lui il bambino si mosse, per prendere tutte le carezze del suo papà.
 
Dopo avergli lasciato quel momento privato con il suo bambino, anche lei cominciò a carezzarlo contemporaneamente a lui, e il bambino sembrò percepirlo e si agitò come mai: forse intuiva che entrambi i genitori lo stavano coccolando?
 
Xx distolse gli occhi dallo schermo, e guardò il fidanzato… nei suoi occhi c’era solo felicità e amore.
 
 << Allora… vi informo che il vostro bambino, oltre ad essere piuttosto scatenato, è lungo circa diciannove centimetri e pesa all’incirca duecentonovanta grammi. Sono dati leggermente superiori alla media, ma come vi dicevo la scorsa volta, lei è piuttosto alto, quindi non è una cosa così strana >>, fece la dottoressa, dopo avergli lasciato qualche minuto per godere di quella prima esperienza.
 
 Poi la dottoressa prese tutta una serie di altre misure, e li informò della circonferenza della testa, e della lunghezza degli arti.
 
 << È tutto perfettamente nella norma, potete stare tranquilli >>, concluse infine, dando alla ragazza un pezzo di carta per ripulirsi del gel, anche se lei sarebbe rimasta li a guardare lo schermo e ascoltare il piccolo cuoricino fino al momento del parto.
 
 << Ora, deve stare attenta ad eventuale carenza di ferro, che può presentarsi in questo periodo. Se non sente il bambino muoversi tanto spesso, sappia che è normale, possono dormire anche venti ore al giorno, e anche questo aiuta la loro crescita, quindi stia tranquilla. Continuate come avete fatto fin ora, creando un legame con il vostro bambino, che, ripeto, se lo ricorderà. La terza ecografia la faremo tra la trentesima e trentaquattresima settimana, per prendere le ultime misure e vedere come si presenta, ma ne riparleremo. Nel frattempo per qualsiasi dubbio non esitate a contattarmi. Ci sentiamo per prendere appuntamento per l’ultima ecografia. Segua anche lei il corso preparto e vedrà che le sarà utile >>, aggiunse infine, rivolta a James, prima di congedarsi.
 
 
 << James… l’hai sentito anche tu? Prima… il nostro bambino che si muoveva… e poi, quando si stava succhiando il dito… era bellissimo! >>, Xx sorrise al solo pensiero, carezzandosi di nuovo la pancia, un gesto che ormai faceva automaticamente.
 
 << L’ho sentito… e se ci penso mi sembra incredibile! Il miracolo della vita… >>, fece il ragazzo, ancora meravigliato.
 
 << Si… quando andremo a casa tua, la settimana prossima per il tuo compleanno, portiamo la copia della foto a Oliver e i tuoi, o ci staccheranno la testa. Dobbiamo ricordarcelo >>, fece Xx.
 
 << Si, sarà meglio. A questo proposto… I miei genitori vorrebbero regalarci la culla, e Oliver la carrozzina… o il passeggino, quindi ci trascineranno in giro a fare acquisti. Te lo volevano dire loro… ma ho pensato che fosse meglio anticipartelo >>, fece James guardandola di traverso.
 
 << Ma James… come facciamo a portare a casa questa roba? Cioè… andiamo e torniamo in aereo… >>, Xx era perplessa.
 
 << Li possono spedire in aereo. Io ho detto che è una follia, che sarebbe molto più comodo che prendessimo qui quello che ci serve, e se proprio insistono ci mandano i soldi, o quando vengono a trovarci andiamo a scegliere qui… ma insistono >>, fece James con un’alzata di spalle.
 
 << Ma… che spreco di soldi >>, sbuffò lei.
 
 << Non ti preoccupare… a loro fa piacere farlo. Vogliono farlo. Non riuscirai a fargli cambiare idea >>.
 
 << Se insistono… e dopo, tu, sarai capace a montare tutto, in modo che non sia una trappola mortale per miniPhelps? >>, lo sfidò.
 
James la guardò storto.
 
 << Sei proprio sarcastica >>, borbottò.
 
 << Amore mio… quando hai montato la libreria, metà delle mensole sono cadute dopo che ci abbiamo messo sopra i libri. Non vorrei la culla crollasse. Soprattutto con miniPhelps dentro >>, fece lei alzando le spalle.
 
 << Prenderò precauzioni. Voglio almeno provarci, e se non ce la faccio chiamerò aiuto. Non sono proprio un disastro con i lavori manuali. Il tavolo che ho montato regge ancora. Anche te >>, fece lui neutrale, ma entrambi sapevano cosa era successo su quel tavolo… e infatti Xx arrossì.
 
 << Staremo a vedere come te la caverai. Io ti amo lo stesso, anche se sei imbranato in queste cose >>, lo baciò Xx.
 
 << Sei proprio generosa >>, fece sarcastico, e lei gli tirò una manata sul braccio.
 
 << Allora: dai tuoi abbiamo la culla e carrozzina. I miei vogliono regalarci il fasciatoio. Ci rimane il passeggino e l’ovetto per la macchina, come cose grandi. Poi abbiamo tutte varie tutine e bavaglini da prendere… i ciucci, quintali di pannolini… le creme per la pelle delicata dei bimbi…  quell’affare per sterilizzare il latte… e quell’altro che serve per tirare il latte dal seno… >>, Xx stava tenendo il conto delle cose che mancavano.
 
 << Andiamo a prendergli qualcosa, allora >>.
 
 << Eh? >>, Xx era… non era pronta a questo. Troppe emozioni in un giorno.
 
 << Si. Dato che siamo in giro. E poi… oggi lo abbiamo visto, mi sembra il giorno perfetto. Probabilmente altri della famiglia ci regaleranno qualcuna di queste cose, e anche i nostri amici… ma qualcosa la dovremmo pur prendere anche noi! >>, disse James.
 
 << Già… qualcosa. Andiamo… prendiamo l’ovetto per l’auto, che ne dici? >>, domandò, rianimandosi.
 
 << D’accordo >>, fece lui.
 
 
 << Amore… oggi mi sembra la giornata giusta. Voglio dire… abbiamo visto il nostro bel bambino… gli abbiamo preso l’ovetto con cui potarlo a casa, o in giro… potremmo prendere LA decisione. Importantissima. Primaria. Vitale. Influenzerà il suo futuro. TUTTO >>, fece James, teatrale la sera, a letto.
 
 << Jay… di che parli? >>, domandò lei, brancolando nel buio.
 
 << Non ti viene in mente niente? >>, continuò lui, come se nulla fosse.
 
 << Direi di no. Domani ricordati che abbiamo la riunione del corso preparto alla sera >>, fece Xx.
 
 << Ma come? Io ti parlo di decisione importante… e tu della riunione di domani? >>, James era indignato, si fa per dire.
 
 << Scusa, ma me ne e sono ricordata ora. Ok. Ci sono, decisione super importante… ma quale? >>.
 
 << Il suo nome! >>, rispose come se fosse ovvio.
 
 << Oh… >>, Xx rimase colpita: erano talmente abituati a chiamarlo miniPhelps – anche parenti e amici lo chiamavano così, ormai - … che la faccenda del nome non l’aveva neanche sfiorata.
 
 << Che ne dici? >>, domandò lui.
 
 << Certamente! Quando nascerà lui o lei avrà bisogno di un nome >>, Xx si riprese dal momentaneo shock.
 
 << Sono d’accordo >>, disse lui, ed entrambi ridacchiarono.
 
 << Mi fa piacere che concordiamo su questo >>, rise lei.
 
 << Ora, parlando di cose serie: in Inghilterra come funziona con i nomi? Perché ho notato che sia tu che Oliver ne avete tre… e tantissima altra gente Inglese ne porta più di uno. Visto che sarà un bambino Italo – Inglese, mi piacerebbe capire come funziona da voi… e magari rispettare questa tradizione. Soprattutto se tu e la tua famiglia ci tenete, degli altri Inglesi del mondo non mi interessa >>, fece lei sedendosi sul divano, accoccolandosi accanto a lui, prendendo il libro dei nomi, che aveva recuperato da uno scatolone impolverato, imboscato chissà dove.
 
 << Xx… mi farebbe molto piacere se la tradizione venisse rispettata, e sono convinto che anche la mia famiglia apprezzerebbe, soprattutto perché l’idea viene da te, non da me. Ma se non vuoi, non siamo obbligati… e non è proprio una tradizione da rispettare per forza. Non è neanche una tradizione, in realtà… ci sono tanti Inglesi che hanno un solo nome >>, fece lui, avvolgendole le spalle con un braccio.
 
 << A te farebbe piacere? >>, domandò lei secca.
 
 << Io… beh… mi importa molto di più che nasca sano e forte >>, fece lui, svicolando la domanda.
 
 << Quindi ti farebbe piacere. A me va bene che abbia più di un nome… ma limitiamoci a uno, massimo due in più, ok? >>, fece lei.
 
 << Sono d’accordo. Troppi sarebbero di cattivo gusto >>, annuì lui.
 
 << E… come funziona? Si da il nome del genitore a seconda se è maschio o femmina? >>, chiese curiosa.
 
 << Mmm, non necessariamente.  Di solito si da il nome di un qualche antenato, per commemorarlo, soprattutto dopo le due guerre mondiali, o di un qualche parente a cui si è particolarmente legati… o semplicemente perché piace >>, spiegò lui.
 
Xx gli baciò dolcemente la piccolissima cicatrice che aveva James sul sopracciglio sinistro.
 
 << D’accordo. Mmm… che ne dici, diamo un nome italiano… e uno o due inglesi? Così saranno rappresentate, per così dire, entrambe le nazioni. E magari non si offenderà nessuno >>, propose.
 
 << Sei troppo convinta preoccupata per questa storia del nome. Sul serio. Nessuno se la prenderà per questo… l’importante è che stia bene e sia felice. Crescerà tra due culture, si, ma tutti lo accoglieranno come se fosse un inglese al cento per cento… o un italiano al cento per cento, invece che metà e metà >>.
 
 << Lo so questo… ma ci tengo a fare questa cosa >>, gli disse lei.
 
 << Ok… basta che non diventiamo matti per questo. L’importante è che i nomi piacciano a noi… e a miniPhelps, naturalmente >>.
 
 << Giusto. Ehm… a te che nomi piacciono? >>, domandò.
 
 << Mmm… per una girl… Lexie…  Phoebe…  Jessica… Lucy… Chloe… Emily… >>, cominciò lui.
 
 << Lexie, Phoebe e Lucy si… Jessica non mi piace proprio, e gli altri due ni… ma forse Phoebe Phelps è troppo uno scioglilingua >>, commentò Xx pensandoci su un po’.
 
 << Forse hai ragione su Phoebe. A te che nomi piacciono, invece? >>.
 
 << Allora… Giorgia… Amelia… Rachele…Rebecca… Agata… Isabella e Ginevra >>, fece lei, dopo un po’.
 
 << Si per Agata, Giorgia e Amelia… Rachele e Rebecca non mi piacciono molto… Isabella e Ginevra sono indeciso… >>, sorrise James.
 
 << D’accordo… erano anche i miei preferiti. Anche se mi dispiace un po’ per Ginevra e Isabella, devo dire… ma posso sopravvivere >>, gli sorrise baciandolo.
 
 << Che ne dici… Agata Lucy Phelps? >>, fece lui improvvisamente, come se fosse stato folgorato.
 
 << Si! O anche mi piace come suona Amelia Lexie Phelps >>, fece lei allegra.
 
 << Piace molto anche a me, come suona >>, disse James dopo un po’, pensandoci su.
 
 << Per quale propendiamo? >>, domandò lei, che non stava più nella pelle.
 
 << Sono belle entrambe le idee… e se decidessimo quando vedremo miniPhelps? Se sarà una girl, guardandola, capiremo il nome giusto per lei >>, sorrise James, carezzandole la pancia, mentre Xx sentì il movimento del bambino che si muoveva, e si chiese se rispondeva alle carezze del ragazzo.
 
 << D’accordo… se sarà una girl, sceglieremo guardandola. Passiamo alla versione boy di miniPhelps, ora… a me come nomi piacciono Enea, Christian… Sebastiano… Riccardo Elia e Tommaso >>, fece pensandoci un po' su lei.
 
 
 << Mmm… Christian mi piace, e anche Enea… Sebastiano sì, ma Sebastiano Phelps nono suona molto bene, Elia si… gli altri non mi piacciono molto… >>, fece lui storgendo il naso.
 
 
<< Ok… dimmi i tuoi >>, lo invitò.
 
 
 << Ehm… Bradley… Cody… Cristopher, che è molto simile a Christian… Derek, Evan e Samuel >>, rispose dopo un po'. Xx aveva una faccia piuttosto orripilata.
 
 
 << Amore… Bradley è figo solo se ti chiami Bradley Cooper. Cody assolutamente no! Non voglio chiamare mio figlio con un nome da sfigato che viene sempre preso in giro. Cristopher ni, mi piacerebbe di più Christian, anche se non lo scarto. Samuel così così… Evan e Derek si >>.
 
 << Sul serio? Solo due?? >>, domandò James.
 
 << Ho scartato i nomi che preferivi? >>, gli chiese timidamente.
 
 << No… eppure ero abbastanza sicuro ti sarebbero piaciuti! >>.
 
 << Mi spiace deluderti >>, fece lei con un’alzata di spalle.
 
 << E Wyatt… Lucas… o Henry? >>, continuò James.
 
 
 << Stai già migliorando di molto >>, approvò Xx.
 
 << Ok. What do you think of… Sebastiano Wyatt Phelps? >>, propose lui.
 
 << C’è la S all’inizio e alla fine, come avevi detto anche tu… non mi convince. Forse… Wyatt Enea Phelps? >>.
 
 
 << Mi piace come suona! Oppure… Elia Cristopher Phelps? O preferisci Christian? >>, domandò lui allegro.
 
 
 << Mmm… Elia Cristopher Phelps… Elia Christian…. no. Suona meglio Elia Cristopher. Ma Cristopher mi piace! >>, approvò Xx.
 
 
 << Rimaniamo su questi due? Poi decidiamo quando lo vedremo. Qui abbiamo o una Amelia Lexie, una Agata Lucy… oppure un Wyatt Enea o un piccolo Elia Cristopher… sono molto soddisfatto di queste scelte >>, gongolò lui, baciando la pancia di Xx.
 
 
 << Si. Devo dire che abbiamo trovato delle bellissime combinazioni, anche con il tuo cognome >>, sorrise lei soddisfatta, poggiando la testa sul suo petto, e alzò lo sguardo per incrociare quello di lui… ma il tempo di girarsi e lo aveva trovato con gli occhi chiusi, il respiro profondo. La giornata doveva averlo stancato.
 
 
 << Buonanotte amore mio… ti amo >>, gli sussurrò piano, senza svegliarlo, prima di dargli un piccolo bacio e posare la testa sul suo petto come prima, addormentandosi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Lezioni ***


<< Happy birthday amore! >>, Xx svegliò James così, gettandogli le braccia al collo non appena aprì gli occhi la mattina del 25 febbraio.
 
 << E tanti auguri per i tuoi trent’anni anche da miniPhelps >>, continuò dopo averlo baciato.
 
 << Grazie a te, e a miniPhelps >>, sorrise, baciando la pancia di lei.
 
 << Ti senti diverso, in qualche modo? >>, domandò Xx curiosa, poggiandosi su un gomito e guardandolo.
 
 << Mmm… no, direi di no >>, rispose allegro, baciandola di nuovo.
 
Xx rispose al bacio con molta passione, cercando di trasmettergli tutto il suo amore.
 
 << Io so come poter iniziare al meglio questa giornata… >>, iniziò lei, levandogli la maglietta del pigiama.
 
 << Show me >>, rispose, guardandola e sfoderando il suo sorriso timido.
 
 << Ok >>, sorrise lei trionfante, mordendosi il labbro inferiore con la i denti, mentre si spostava sopra di lui… provando a chinarsi per baciargli il petto, quel tanto che la pancia ormai ben evidente glielo permetteva… con scarsi risultati. Non riusciva a raggiungerlo, neanche lontanamente, senza sembrare ridicola o impacciata.
 
Xx si rialzò, rossa in faccia e piena di vergogna, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia, gli occhi pieni di lacrime che a stento tratteneva.
 
 << I- io vado… da qualche parte >>, borbottò impacciata cercando di filarsela.
 
James la trattenne per il polso, alzandosi dal letto, avvicinandola a sé – ancora lei non riusciva a guardarlo – cercando i suoi occhi.
 
 << Spero che tu non stia tentando di scappare per quello che penso. Amore… doveva per forza accadere prima della fine della gravidanza, non è un problema… almeno non per me >>, le disse, fermandole la testa con le mani, mentre gli occhi di lei guardavano dappertutto tranne che in quelli di James.
 
 << Mi fai sentire ancora più sciocca >>, mormorò lei, fissandogli con interesse le dita dei piedi.
 
 << In questo caso un pochino lo sei. Amore… io ti trovo bella e attraente anche così, non cercare di fare cose che la pancia ti impedisce di fare al momento… possiamo sempre farlo in un altro modo >>, le sorrise incoraggiante, alzandole il mento con due dita.
 
 << Si, beh… visto che è il tuo compleanno volevo fare qualcosa di speciale… >>, fece lei, un sussurro appena udibile, guardandolo negli occhi, diventando ancora più rossa per la vergogna.
 
 << Non importa. Sarà comunque speciale, come sempre >>, sorrise lui, prima di impossessarsi delle sue labbra, baciandola con ardore, chiedendole il permesso di entrare.
 
 
Qualche giorno prima, James aveva partecipato alla sua prima lezione al corso preparto, questa volta dedicata solo ai futuri papà, dove si erano confrontati sulle loro paure ed insicurezze, sulle cose che si vergognavano un po' ad affrontare con le compagne incinte. E l’ostetrica che teneva il corso, ad un certo punto, aveva detto loro che sarebbe arrivato un momento in cui la loro donna avrebbe avuto delle difficoltà a gestire la pancia, che ci sarebbe stato un momento in cui sarebbe stato un intralcio… e aveva detto agli uomini che non dovevano assolutamente permettere che le loro donne la pensassero così, che dovevano aiutarle a superare il momento, di continuare a farle sentire belle e desiderate.
 
 “ Grazie tante, non ci voleva un genio “, si era trovato a pensare James sarcastico tra sé, quando la donna lo disse ai futuri papà in sala.
 
 
Le mani di Xx sul suo torace lo fecero tornare al presente, sorridendo sulle labbra di lei.
 
James la fece stendere con delicatezza sul loro letto, levandole la maglia – sua – che usava come pigiama, abbassandole piano i pantaloni della tuta – sempre suoi -, lanciandoli chissà dove nella stanza.
 
Il ragazzo la stava osservando e baciando come se lei fosse una dea: le leccò e succhiò prima un seno e poi l’altro, slacciando il reggiseno di Xx che finì tra i cuscini del letto, mentre strofinava la sua erezione, ancora rinchiusa nei boxer, contro la sua femminilità e percorreva con una mano il corpo di lei, fino ad arrivare alla sua apertura: calda… scivolosa ed invitante… e con la mano libera la carezzava dietro l’orecchio, la linea del collo… tutti punti che sapeva essere sensibili per lei.
 
James sentì le labbra di lei baciarlo, stringersi sui suoi capezzoli, mentre chiudeva gli occhi per assaporare quelle sensazioni.
 
Xx prese a salire lungo il collo, baciandogli il profilo della mascella con avidità, per poi salire ancora e raggiungere le labbra di lui, strofinandosi sulla barba rossiccia sfatta di un paio di giorni che aveva.
Le mani della ragazza presero direzioni apposte: una salì a spettinargli i capelli, passando prima a strofinarsi sulla sua barba, mentre la seconda partiva dai muscoli delle braccia, scendendo lungo i fianchi con carezze leggere, arrivando al bordo dei suoi boxer, iniziando a levarli con calma.
 
James prese ad aumentare il ritmo e l’insistenza delle sue dita in lei, mentre con la lingua rincorreva quella di Xx, mordicchiandole il labbro inferiore di tanto in tanto.
 
La ragazza, nel frattempo, era riuscita a liberarsi con la mano dei suoi boxer, e con gli occhi vide la sua erezione lucida e gonfia, pronta ad esplodere da un momento all’altro, e con le dita prese a carezzarla, su e giù, dalla punta fino alla base, sfiorando anche i suoi testicoli… mentre Xx si estraniava dal suo corpo, diventato sensibile ai suoi stimoli: per lei esistevano solo le sue mani, la sua lingua e le sue labbra, nient’altro.
 
James sentiva che Xx stava per arrivare al culmine, ma si bloccò, non aveva intenzione di renderle facile quell’orgasmo.
 
 << Questo è giocare sporco >>, miagolò lei, staccandosi per un momento dalle sue labbra, dando una stretta più forte alla base della sua eccitazione, e James trattenne il fiato guardandola negli occhi, che Xx trovò brillanti ed accesi di desiderio… era bellissimo in quel momento.
 
Senza che ci fosse il bisogno di parlare, solo guardandosi, James agguantò la sua mano, che era vicina a fargli avere un orgasmo, e insieme all’altra la portò ai lati del viso di lei, intrecciando le loro dita, mentre con la sua erezione la riempì, la spinta conosciuta, la sua eccitazione in tensione… e Xx la sentiva tutta… farsi strada in lei, pelle contro pelle…
 
Tutto il corpo di Xx si stava preparando a un lacerante, catastrofico piacere… il suo corpo e quello di James erano affamati, si mischiavano, si cercavano… si possedevano, si bramavano l’un l’altra… e James la tenne inchiodata al letto, con le dita che ancora stringevano quelle di lei, che con il busto provava ad alzarsi per andargli incontro… ma senza riuscirci: lui la teneva ferma, mentre ancora spingeva.
 
Arrivò quasi contemporaneamente l’orgasmo, potente come un fiume in piena che esonda e che travolge tutto quello che incontra.
 
 << James! >>, quello di Xx fu quasi un ringhio, che proveniva direttamente dalla gola… mentre tutto il suo corpo era in tensione, dalla punta delle dita dei piedi che si arricciarono, ai muscoli delle gambe che si tesero… mentre con il bacino assecondava i movimenti di lui.
 
 << Xx >>, gemette lui rauco alcuni secondi dopo, tremando da capo a piedi, estasiato… arrendendosi all’orgasmo che travolse anche lui… arrendendosi a quel groviglio di corpi, di gemiti e di sensazioni che erano diventati.
 
 << Dici che è stato… bello lo stesso? >>, fece lui dopo un po', mentre erano ancora sdraiati sul letto a riprendersi.
 
 << Si… carino >>, commentò ironica, soffocando una risata.
 
 James la spiò con la coda dell’occhio: << Mi stai prendendo in giro? >>.
 
 << … no… >>, disse lei, cercando di restare seria.
 
 << Guarda che dopo, quando saremo in macchina, potrei scaricarti alla prima piazzola di sosta che troviamo >>, minacciò lui scompigliandole i capelli.
 
 << Vorrei proprio vedere con che coraggio >>, rise lei.
 
 << Ehi! >>, protestò lui, iniziando a farle il solletico.
 
  << Vieni con me, ti mostro il nostro regalo per te >>, fece Xx indicandosi la pancia, una volta smesso di ridere per il solletico.
 
 << Oh… ma… it’s fantastic! >>, fece James entusiasta: gli aveva regalato un aggeggio che Xx non ricordava neanche come si chiamasse, ma che comunque serviva a lui per la sua chitarra.
 
 << Sono contenta che ti piaccia…. E… ehm… amore… per la cronaca… prima sei stato… come dite voi? Fantastic… o Fabulous, quello che preferisci >>, gli sussurrò lei all’orecchio, mentre lui arrossiva.
 
 << Ora si che si ragiona >>, scherzò James baciandola.
 
 << Viva la modestia >>, sorrise Xx mettendogli le braccia al collo.
 
 << Sono contenta il tuo regalo ti piaccia, comunque… così quando torniamo a casa potrai suonarmi di nuovo qualcosa >>, continuò allegramente Xx.
 
 << Molto volentieri >>, le disse, baciandole il collo.
 
 
 << Happy birthday Oliver! >>, salutò Xx poco più tardi, quando andarono a casa dei suoi genitori, abbracciando anche lui. James e Oliver quando si videro fecero due sorrisi identici e si corsero incontro abbracciandosi, tirandosi pacche sulla schiena e sulle spalle, per poi essere raggiunti dai loro genitori.
 
 << Thanks Xx. Oh, guardati! Sei enorme! >>, commentò Oliver, e Katy gli tirò subito una manata sul braccio, mentre i suoi genitori e James lo guardarono storto.
 
 << Non farci caso. Io ti trovo benissimo invece! >>, salvò la situazione Katy, andando ad abbracciarla.
 
 << Non intendevo enorme enorme. Intendevo che hai una bella pancia, ora si vede proprio, non puoi più nasconderla… ma è normale, tra tre mesi partorirai >>, tentò di specificare Oliver, gesticolando furiosamente.
 
 << Oliver… sul serio, non fa niente, va bene così >>, fece Xx, prima di essere investita dai signori Phelps, e quando si girò, James gli diede una botta sulla nuca.
 
 << Avete le foto? >>, domandò subito sua madre.
 
 << Si, anche stavolta ve ne abbiamo fatta una copia. Una per voi, e una per te e Katy, Oliver. Sono diciannove centimetri e duecentonovanta grammi. Ma probabilmente ora sarà un po' di più… abbiamo sentito il suo cuoricino anche questa volta… ed era proprio scatenato! Si stava succhiando il dito di una mano… poi la dottoressa mi ha detto di carezzarlo… e ha mosso la testa… come se rispondesse alle coccole… e anche con James l’ha fatto… l’abbiamo visto fare! E poi quando lo abbiamo carezzato insieme… sembrava molto felice, si dimenava da matti! Quindi ora mi è chiaro quando si muove o sento colpi, lo fa spesso… >>, stava raccontando Xx entusiasta.
 
 << I can? >>, fece Oliver, avvicinando la mano, e Xx annuì.
 
 << Hi baby… I’m uncle Oliver... >>, fece lui, e poi si bloccò di colpo guardando Xx.
 
 << Era… lui ha…? >>, era piuttosto emozionato.
 
 << Si, ha appena dato un colpo in risposta >>, concluse la ragazza per lui, e Oliver sorrise, felice.
 
 
Quel giorno toccare la pancia di Xx era il passatempo preferito di tutta la famiglia Phelps, nessuno escluso: i loro nonni, zii, cugini, i loro genitori, - Oliver tornava circa ogni ora - … tutta la famiglia, riunita per il compleanno di James e Oliver, voleva vedere la foto dell’ecografia, si facevano raccontare tutto nel dettaglio… e si presentavano al bambino. Non ce n’era uno che non l’avesse fatto… e a Xx non dispiaceva, dopotutto, ma quando arrivò tardo pomeriggio iniziava a diventare veramente snervante.
 
Poi, verso l’ora del thè, Oliver si decise a fare la domanda che tutti quanti, Xx ci avrebbe messo la mano sul fuoco, morivano dalla voglia di fare.
 
 << You have chosen the names? >>, domandò, e ci fu un momento di silenzio totale, tutti gli occhi puntati su lei e James, che arrossirono violentemente.
 
Si guardarono per un secondo, incerti se tenere il segreto anche sui nomi, ma un’occhiata alla stanza bastò a farli desistere subito: li avrebbero tormentati fino allo sfinimento per farsi dire almeno quelli.
 
 << Ehm… yes. If you will be male, will be named Elia Cristopher or Wyatt Enea. If you will be female, will be named Amelia Lexie or Agata Lucy. We are trying to decide between these. Xx wanted the baby had a middle name, as is customary here, and she wanted at least one of them was English, to represent both nations… England and Italy >>, spiegò James.
 
 ( trad: si, se sarà maschio si chiamerà Elia Cristopher o Wyatt Enea. Se sarà femmina si chiamerà Amelia Lexie o Agata Lucy. Siamo indecisi tra questi. Xx voleva che il bambino avesse un secondo nome, come è di consuetudine qui, e voleva che almeno uno dei due nomi fosse inglese, così da rappresentare entrambe le nazioni, l’Inghilterra e l’Italia ).
 
 << Are very beautiful names >>, sorrise Oliver, e tutti gli altri annuirono, molto soddisfatti per i nomi scelti… e per il fatto che fossero due, e che almeno uno dei due fosse inglese.
 
La madre dei ragazzi corse ad abbracciarla: << Are very, very beautiful names… Thanks… it was important for James… and also for us >>, fece Susan, in modo che solo lei e James potessero sentire, dato che il chiacchericcio era ripreso: non servì che aggiungesse altro, Xx aveva capito tutto, e scossò a James un occhiata che stava a dire “ te lo aveva detto io “, anche se poi gli sorrise.
 
 << Ehm… si figuri. Non è stato un peso, ma un piacere per me >>, gli rispose, quando la lasciò andare.
 
 
Tutti avevano portato un regalo per James e per Oliver, ma inaspettatamente tutti avevano portato un regalo anche per miniPhelps: alla sera si trovarono carichi di tutine da neonato, bavaglini, due biberon, varie lenzuola e copertine per la culla e un paio di ciucci.
 
 << Domani dobbiamo andare a scegliere la culla e la carrozzina >>, si avvicinò il padre: stavano andando via, quella sera Oliver e James festeggiavano con i loro amici, e dovevano prepararsi.
 
 << Certo, va bene… ci vediamo domani >>, salutò James, seguito da Oliver, Xx e Katy
 
 
 
 << Ti stai divertendo, amore? >>, domandò Xx sopra il casino della musica e del vociare degli amici di Oliver e James.
 
 << Io si, tu amore? >>, le rispose James, ma senza aspettare risposta la avvicinò a sé, e cominciò a ballare a ritmo di musica con lei, mentre entrambi ridevano come dei bambini, subito seguiti in pista da Oliver e Katy e qualche altra coppia di amici: erano in una specie di Wine bar, e quella sera c’era anche il dj.
 
 << James, vado a sedermi... ho i piedi gonfi, non ce la faccio! Balliamo dopo ancora >>, gli disse lei sfinita dopo il quarto ballo di fila.
 
 << Ti accompagno? >>, domandò James, baciandola.
 
 << Non serve, sono lì sui divanetti, mi vedrai dalla pista. Resta ancora per qualche ballo >>, gli sorrise lei incoraggiante, spingendolo piano verso la pista.
 
 << Ok… faccio un paio di balli e arrivo. Ma… sul serio, non allontanarti da sola… per favore >>, fece più serio: nessuno dei due aveva dimenticato cos’era successo l’ultima volta in un locale del genere, a capodanno.
 
 << Non ti preoccupare, non ho intenzione di ripetere l’esperienza. Se ho bisogno di qualcosa ti chiamo. E comunque se rimani su questa zona della pista mi puoi vedere >>, gli ricordò Xx, baciandolo di nuovo e avviandosi verso i divanetti poco lontani.
 
Xx si tolse le scarpe, che le facevano proprio male – per fortuna aveva quelle di ricambio -, e si stava massaggiando i piedi, bevendo un po' del succo di pesca che avevano ordinato per lei.
 
 << Hi Xx! All right? >>, domandò Matt, un amico di James e Oliver poco dopo, sedendosi accanto a lei.
 
 << Hi Matt. Yes, it’s ok >>, gli rispose un po' a disagio: per tutta la sera non le aveva scollato gli occhi di dosso, e ora era decisamente troppo vicino a lei, per essere inglese e per essere la terza o quarta volta che si vedevano.
 
 << And you, Matt? >>, gli domandò cercando di rimanere distaccata, spostandosi appena sul divano senza dare nell’occhio.
 
 << It’s ok. What are you doing here alone? >>, le domandò.
 
 << I’m a little tired, I rest >>, rispose irrigidendosi, perché Matt aveva allungato un braccio dietro la sua schiena, sul bordo del divanetto.
 
 << Pregnancy how are you? >>, continuò in un tono che non le piaceva per niente.
 
 << Very well, thanks >>, continuò lei, quasi sul punto di alzarsi.
 
 << Where are you going? >>, domandò, prendendole il polso delicatamente, quasi facendolo passare come un gesto casuale.
 
 << I come back from James >>, disse, alzandosi, ma lui la trattenne.
 
 << Come on, give me a little company here >>, fece avvicinando il viso al suo.
 
 << Leave me alone >>, ringhiò cercando di dimenarsi, mentre lui stava quasi per baciarla.
 
 << Have you heard? She said to leave her alone >>, intervenne Oliver, allontanandolo bruscamente da Xx.
 
 << We were not doing anything >>, si giustificò Matt.
 
 << Begone >>, sibilò Oliver.
 
 << Thanks Ollie >>, Xx lo abbracciò
 
 << Stai bene? >>, le domandò premuroso.
 
 << Si… pensavo… pensavo di aver chiarito la situazione con lui già la prima volta che l’ho visto. Faceva domande e aveva atteggiamenti strani… infatti poi era normale… e invece stasera è tornato come la prima volta >>, spiegò Xx.
 
 << Mi dispiace… però non è successo niente >>, fece incoraggiante
 
 << Per fortuna! >>, confermò Xx.
 
 << Che succede? >>, domandò James, arrivando, e Xx passò dall’abbraccio di Oliver a quello del suo ragazzo.
 
 << Matt ci stava provando con lei >>, riassunse Oliver, versandosi qualcosa da bere.
 
 << What?? >>, James era sconcertato, e guardava Xx e poi il fratello, che annuirono, e così Xx gli spiegò cos’era appena successo, di come era arrivato Oliver, e della prima volta in cui si erano visti, in cui aveva fatto domande strane a lei.
 
 << Matt… non ci posso credere! È mio amico da anni! >>, James era esterrefatto.
 
 << Per questo non volevo dirtelo all’inizio… pensavo la situazione fosse risolta… di aver chiarito. Non voglio che tu litighi o perda un vecchio amico a causa mia >>, disse Xx, che lo aveva preso per mano e gli carezzava il dorso.
 
 << Non ti preoccupare. Stai bene tu, si? >>, domandò osservandola.
 
 << Si, non è successo niente >>, rispose, baciandolo.
 
 << Dov’è Matt ora? >>, domandò in un tono che non gli si addiceva molto.
 
 << Non lo so, gli ho detto di andarsene >>, rispose Oliver guardandosi in giro.
 
 << Amore… lascia stare ok? Godiamoci la serata >>, fece Xx, cercando di spingerlo verso la pista da ballo.
 
 << Ma… >>, cercò di protestare.
 
 << Niente ma. Non è successo niente, è il tuo compleanno… finiamo di festeggiare, ok? A Matt penseremo domani >>, continuò Xx imperterrita, cominciando a ballare ancora con lui.
 
 << Non posso lasciarti sola un secondo, in questi posti, eh? Il pancione non ferma nessuno… vedi? Sei bella anche così, cadono tutti ai tuoi piedi >>, sorrise James, provando a recuperare il buonumore.
 
 << Pare di sì >>, gli sorrise Xx allacciandogli le braccia al collo.
 
 << I love you >>, le disse lui, baciandola sulla tempia, e Xx chiuse gli occhi, godendosi il momento.
 
 << Sono molto fortunata James >>, Xx gli baciò il petto sopra la camicia bianca.
 
 
 
 << Buonasera futuri mamme e papà. Siete molto numerosi voi papà, e questo mi fa molto piacere. Questa sera voglio affrontare un tema molto importante… parlo del parto… o meglio della fisica del parto, di quello che accade veramente in quella grande stanza chiamata sala parto. Inoltre vorrei iniziare a spiegarvi gli esercizi di respirazione che vi torneranno utili quando arriverà il momento, e anche voi, futuri papà, dovreste aiutare le vostre fidanzate a farli, questi esercizi… certo, a meno che non siate svenuti prima >>, fece ironica l’ostetrica al corso preparto, un paio di giorni dopo il loro rientro a casa – con culla, carrozzina, passeggino e un piccolo borsone aggiuntivo dove mettere tutte le cose che avevano regalato a miniPhelps -.
 
 
 
 << Beh, fino a pochi giorni fa ero terrorizzata all’idea che ci mancasse tutto per lui… e ora siamo pieni di roba, ci hanno regalato praticamente tutto quello che servirà >>, aveva commentato Xx, il giorno dopo la festa di Oliver e James, la sera, di ritorno da una seduta di shopping prenatale.
 
 << E non sei contenta? Hanno insistito parecchio… >>, domandò James, spingendo dentro casa uno scatolone.
 
 << Tieni giù le mani >>, fece severo subito dopo, quando Xx aveva provato ad aiutarlo.
 
 << Certo, mi piace tutto quello che abbiamo preso >>, sorrise lei, lanciandogli un’occhiataccia, prendendo una borsa da terra.
 
 << Stop. Se ti vede James ti taglia le mani, e io lo aiuterei >>, fece Oliver, che aveva dato una mano al fratello con gli scatoloni, e aveva visto Xx chinarsi per raccogliere la borsa – che prese lui.
 
 << Ricordo a tutti e due che non sono portatrice di handicap. Sono solo incinta, e fino a che la pancia me lo lascerà fare, voglio arrangiarmi >>, fece lei riprendendosi la borsa, ma entrambi i fratelli poterono notare un sorriso spuntare sulle labbra di lei, mentre si girava per entrare in casa.
 
 
 
Qualche futuro papà riuscì a fare un sorriso stiracchiato, ma i più erano terrorizzati.
 
Xx guardò di traverso James, ma le sembrava tranquillo… almeno per il momento.
 
 << In questi casi, credo che un approccio veritiero sia il più utile per voi, per prepararvi. Perciò ora vi mostrerò questo video, è una donna che ha partorito e ha accettato di essere ripresa per scopi accademici. Vi avviso, non è oscurato niente, e vedrete tutto. Questo è un parto naturale… spero che abbiate cenato leggeri >>, concluse allegra, facendo partire il video.
 
Xx guardò di nuovo verso James, e notò che ora era leggermente impallidito, così gli strinse le mani tra le sue, cercando di dargli supporto.
 
 << Andrà tutto bene >>, gli sussurrò all’orecchio, dandogli un piccolo bacio sulla guancia prima dell’inizio del filmato.
 
 << Bene… ci sono domande? >>, chiese l’ostetrica alla fine del video.
 
Xx lanciò una terza occhiata a James, che era impallidito sempre di più a mano a mano che il video andava avanti, e aveva cominciato a sudare freddo.
 
 << Tutto ok? >>, gli sussurrò all’orecchio. James annuì, anche se a scoppio ritardato.
 
 << Voi… avete domande? >>, domandò l’ostetrica, fissando lei e James, che si sentirono improvvisamente osservati. Xx aveva cercato di non farsi vedere, ma aveva evidentemente fallito.
 
 << Ehm… no, tutto ok >>, fece lei in imbarazzo.
 
 << E lei? È il marito? Tutto bene? >>, domandò rivolta a James.
 
 << Oh… yes, cioè sì. Cioè… lei è la mia fidanzata, non siamo sposati… non ancora. Sono… solo un po'… ehm… come dite? >>, James cercò il sostegno di Xx, diventato tutto rosso per l’imbarazzo; anche Xx era tutta rossa, anche se per ragioni diverse… soprattutto per l’allusione di James al fatto di essere sposati.
 
Un signore poco lontano intanto se la rideva sotto i baffi per l’imbarazzo di James e per la sua momentanea incapacità di parlare bene italiano.
 
 << Sentite questo… >>, sussurrò a qualcuno li vicino, e la moglie che gli diede subito una gomitata.
 
 << Senta un po' ha qualche problema lei? È inglese, e allora? Parla bene la nostra lingua, al momento è solo in imbarazzo, e se gli sfugge qualche termine pazienza! >>, sbottò Xx rivolta al signore poco lontano che si fece piccolo piccolo.
 
 << La signorina ha ragione, Pietro. Qui non prendiamo in giro nessuno, men che mai un futuro papà che lo diventa per la prima volta. Anche tu eri così, al tuo primo figlio, se non sbaglio, visto che il corso l’hai fatto con me. Ora chieda scusa al signore >>, si intromise l’ostetrica, riportano la situazione alla calma.
 
 << M-mi scusi >>, fece mesto l’uomo, rivolto a James e Xx.
 
 << Ok, riprendiamo. Come si chiama lei? >>, domandò l’ostetrica a James.
 
 << James. Dicevo del video… è tutto ok, e… ehm… sapevo come avviene, solo… non l’avevo mai visto così… un video vero senza parti oscurate. Sono rimasto… come dite… spiazzato >>, si riprese James, sempre tenendo la mano di Xx.
 
 << Ok. È stato un bene esprimere le sue sensazioni, e probabilmente non sarà l’unico in questa stanza. Qualche altro futuro papà si sente così? >>, chiese l’ostetrica, e parecchie mani si alzarono.
 
 << Molto bene. Ora… credo che abbiate capito, anche attraverso il video, che al momento del parto la donna fa tutta la parte difficile, e deve sobbarcarsi del dolore, e della responsabilità del parto, che tutto vada bene. Responsabilità… lasciamo il termine fra virgolette… di quella se ne occupano le ostetriche… ma siete voi mamme qui stasera che dovrete spingere… o dire alla dottoressa se sentite qualcosa che non va. Di solito tengo questa lezione anche con i papà, per far vedere loro il lavoro che fate… ma anche per ricordare loro che possono fare qualcosa per voi, in quel momento. Certo, non potete dividere a metà il dolore con loro, o non potranno partorire al posto vostro… ma possono tenervi la mano – a proposito, senza anelli o altro, perché più di qualche volta è successo che l’anello di lui, quando lei gli stringeva la mano, gli segava la pelle, e fa piuttosto male…-, o aiutarvi durante il travaglio con gli esercizi di respirazione che tra poco proveremo. In ogni caso non voglio terrorizzare voi mamme… il dolore è sempre soggettivo, c’è chi è fortunata e non ne prova molto, chi invece lo sente eccome… ma li intervengono poi i farmaci. E voi donne… ricordatevi che i vostri compagni non sono fatti di acciaio: voi tirerete fuori una forza che non sapevate neanche di avere… e con ogni probabilità la scaricherete sui vostri compagni che saranno in sala parto con voi, per quelli che assisteranno. Ecco quindi, cercate di ricordarvelo, non sono di acciaio, e potreste anche fargli male. Ora iniziamo con gli esercizi di respirazione… >>, disse l’ostetrica.
 
 
 
 << Come ti è sembrata l’ostetrica? >>, domandò Xx a James in macchina, un’ora più tardi: avevano trascorso l’ultima parte della lezione a provare con gli esercizi di respirazione, e l’insegnante aveva dato come “ compito “, quello di continuare a casa.
 
 << La prossima volta riprenderemo da qui, e poi parleremo del bambino, come cambiargli il pannolino, cosa fare in caso di coliche, come riconoscere il pianto… e l’ultima lezione, invece, vi porteremo a vedere la sala parto, vi spiegheremo cosa mettere nella borsa dell’ospedale e altre cose… alla prossima! >>, fece l’ostetrica, congedandoli.
 
 << Mi sembra che sappia quello che fa… in gamba >>, annuì lui.
 
 << E del video? C’è altro che vorresti dire a riguardo? >>, gli chiese noncurante.
 
 << Ehm… bè… è stata la cosa più sconvolgente che abbia mai visto! Cioè… hai guardato? Tutto? It is… extraordinary that you women can do everything that we saw in the video, during childbrith! Sapevo come funzionava, but seeing… wow >>, fece James, eccitato e sconvolto al tempo stesso.
 
 << Credo di capire quello che vuoi dire. È stato emozionante e terrificante al tempo stesso! Vedremo quando toccherà a miniPhelps >>, fece lei, dando un colpetto alla pancia.
 
 << Già >>, sorrise James, carezzando anche lui la pancia.
 
 
 
 << Xx… hai qualcosa da fare? >>, domandò tranquillo James.
 
 << Mmm… no, pensavo di mettere il pigiama e di starmene tranquilla sul divano… ho dimenticato qualcosa? >>, domandò subito avvicinandosi.
 
 << No, niente… avevo io una proposta da fare per il resto della serata >>, fece neutro.
 
 << Spara >>.
 
 << Sex >>, rispose semplicemente, avvicinandosi, abbassandosi per baciarla, con un sorriso malandrino.
 
 << Tu proponi sesso… sesso o serata sul divano a guardare un film? Che scelta difficile… >>, fece ironica Xx, rispondendo al bacio, tirandogli piano il labbro inferiore, spingendolo verso la loro camera da letto.
 
 << Lo so, faccio domande difficili, alle volte… >>, sorrise lui tra un bacio e l’altro, prendendole il viso tra le mani: erano fermi di fronte alla porta della loro stanza, tutti presi a baciarsi con una passione travolgente, poi i loro sguardi si incrociarono… e Xx si sciolse, perdendosi nel suo sorriso e nei suoi caldi occhi verdi pieni di amore.
 
James aprì la porta dandole una leggera spintarella, e Xx finì contro il muro, mentre le loro lingue continuavano a rincorrersi, le loro labbra a cercarsi e le loro dita ad intrecciarsi.
 
James dopo alcuni minuti le prese le mani e la tirò verso il loro letto, dove la fece stendere dolcemente, quasi fosse una cosa da maneggiare con cura perché estremamente fragile.
 
Con le dita percorse lentamente la curva del fianco di Xx, perdendosi sotto la camicia -la sua, come spesso accadeva da quando era incinta-.
 
 << Credo che dovresti toglierla >>, le sussurrò lui all’orecchio: Xx stava giocando con il bordo della camicia, e lui la stava fissando.
 
 << Tu credi? >>, soffiò Xx, sfiorandogli il petto con la punta delle dita, al di sopra della camicia che indossava.
 
 << Oh… yes. I think so >>, replicò lui, slacciandole i bottoni.
 
 << Ok >>, sorrise, iniziando a sbottonarsi la camicia dall’alto, e incontrando a metà le mani di lui, partite dal basso.
 
Il ragazzo le tolse la camicia, gettandola da qualche parte nella stanza, e prese a osservare Xx: ne contemplava ogni centimetro… i suoi occhi percorrevano il suo corpo, come se potesse vivere di quello.
 
Xx era un po' imbarazzata da questo suo modo, e cercò di coprirsi, ma James le prese le braccia portandogliele in alto, bloccandogliele con una mano, continuando a guardarla… e poco a poco Xx smise di essere imbarazzata, e iniziò a sentire invece una sensazione meravigliosa percorrerla, attraversanrla…
 
 << Vedi? Non ti devi vergognare… non con me >>, le sorrise, notando che si stava rilassando, e riprese a baciarla, levandole il reggiseno, sfiorandole la schiena nuda con le dita… respirando sul suo collo…
 
James, sempre tenendole le braccia ferme sopra la testa, scese baciandole il collo, leccandolo in certi punti… andando ancora più giù, fino a baciarle e succhiarle i seni: prima uno e poi l’altro, mentre con la mano libera andava su e giù lungo il fianco: la sua bocca continuò la sua discesa, sorridendo al pancione di Xx, cominciando a baciarlo e accarezzarlo, le dita delle mani allargate.
 
 << Come sta il mio miniPhelps? O la mia… >>.
 
 << Sta ballando >>, rise Xx.
 
 << Ballando? Oh… yes…wow. Lo sento >>, James fece un sorriso enorme, mentre suo figlio -o sua figlia -, faceva le capriole dentro la pancia di Xx.
 
 << Probabilmente le piace già fare l’amore >>, buttò li Xx.
 
 << Non se ne parla proprio, almeno per altri vent’anni >>, disse lui seccamente, avvicinando le labbra alla pancia, e Xx ridacchiò.
 
La ragazza si alzò in piedi e James con lei, erano vicini ma solo il pancione di Xx arrivava a toccare il ragazzo (James andò di corsa a prendere la macchinetta per immortalare quel preciso momento): lei, sorridendo felice a quella scena, gli tolse la camicia, baciandogli il petto, mentre le sue sita scivolarono verso i jeans.
 
James gettò la testa indietro, e Xx ne approfittò, per carezzargli il collo con la lingua, per scendere poi di nuovo verso i piccoli ciuffi di pelo sul petto.
 
 La ragazza si inginocchiò davanti a lui, levandogli la cintura e abbassando i jeans e i boxer insieme, alzando poi lo sguardo per guardarlo: la stava fissando, lo sguardo torbido, le labbra socchiuse mentre inspirava bruscamente.
 
Xx prese a leccare la sua erezione, alternando carezze con la lingua a movimenti con le mani, che andavano su e giù, al ritmo del suo respiro accelerato, fino a poi prenderlo in bocca, nascondendo i denti sotto le labbra, succhiando… all’inizio piano, poi sempre più forte, mentre le mani gli carezzavano la base dell’eccitazione e i testicoli, dove la pelle era molto sensibile.
 
James si stava arrendendo al su tocco, mentre dalla sua bocca uscivano dei gemiti bassi, gutturali, e lei continuava ad accarezzarlo con la lingua. Continuò così ancora per qualche minuto, James stava quasi per scoppiare, quando…
 
 << Fermati. Non voglio venire così >>, e la fece alzare, facendola sedere sul bordo del letto.
 
Le sue dita partirono dal centro del pancione di Xx, muovendosi verso il basso in cerchio, levandole con uno strattone i pantaloni e le mutandine, scivolando dentro di lei con due dita. Xx si lasciò andare a un gemito di passione.
 
Le dita di James scivolarono dentro e fuori di lei, andando a toccare ripetutamente quel punto dolcissimo, mentre con la mano libera le tormentava ancora prima un seno e poi l’altro.
 
Le sue dita erano delicate e seducenti e le facevano ribollire tutto il corpo. Xx sentiva l’ondata del piacere che stava arrivando andare fino quasi al centro del suo corpo, e quando James sostituì la sua bocca alle dita, succhiando, leccando e baciando piano il centro della sua femminilità, Xx gettò indietro la testa, spingendo così il capezzolo ancora più contro la sua mano, ansimando forte il suo nome, travolta dall’orgasmo.
 
Dopo un minuto, senza che lui se ne rese conto, Xx si abbassò di nuovo sulla sua erezione, e guardandolo con aria di sfida riprese da dove si era interrotta, succhiando la sua erezione, baciandola, tormentandola con le dita delle mani… e poco dopo venne anche lui, gridando forte il suo nome, mentre affondava le mani tra i capelli di lei.
 
Quando si fu ripreso, fece sedere di nuovo Xx sul bordo del letto.
 
 << Mettimi le gambe attorno alla vita >>, ordinò lui, che era ancora in piedi, e chinò il busto verso di lei, riprendendo a baciarla, una mano tra i suoi lunghi capelli, l’altra sotto la sua schiena, mentre dolcemente entrava dentro Xx.
 
 << Wonder >>, bisbigliò lei, chiudendo gli occhi, godendosi il momento.
 
La stava possedendo piano, lentamente, quasi avesse paura di disturbare il suo bambino.
 
 << It’s ok? >>, domandò lui, guardandola.
 
 << Yes… again >>, lo incitò lei, stringendo di più le gambe attorno a lui, spingendo anche lei contro James, afferrandogli le braccia, sentendo i muscoli in tensione.
 
 << Harder, please. Do not hurt me >>, supplicò lei, guardandolo negli occhi, per poi dargli un bacio lascivo, invadendo la sua bocca con la lingua.
 
James grugnì iniziando a muoversi sul serio, un colpo dopo l’altro, affondando in lei, con determinazione, perdendosi tra i suoi baci, la sua lingua che giocava con la propria, le sue labbra che mordicchiavano piano il labbro inferiore, le sue spinte con il bacino, una mano affondata nei suoi capelli, scompigliandoli tutti, l’altra che saliva e scendeva sul suo collo… fuori dalla porta della loro camera poteva scoppiare una guerra e non se ne sarebbe accorto.
 
I due sentirono quasi contemporaneamente l’orgasmo montare dentro di loro per la seconda volta, ed esplosero gridando, ansimando e gemendo, perdendosi l’uno nell’altra.
 
James, dopo un po', si ritrovò a sonnecchiare con la testa appoggiata al petto di lei – dal lato del cuore -, mentre un braccio circondava il pancione di lei, e Xx gli scompigliava i capelli, con una mano: ormai erano completamente per aria, senza più nessun ordine preciso.
 
 << Xx… credo di aver preso il tuo vizio. Dormire con la testa appoggiata sopra il cuore >>, le sorrise.
 
 << È vero, peccato solo che non possiamo farlo in contemporanea >>, confermò Xx.
 
James si girò su un fianco, puntellandosi su un gomito, le mani che sorreggevano la testa, il lenzuolo che arrivava a malapena a coprirgli il sedere, e si mise immobile a contemplarla.
 
 << What are you thinking abaut? >>, gli domandò, osservandolo, guardando con attenzione tutti i suoi nei e le sue lentiggini sparse nel corpo, tracciandoli con la punta di un dito
 
 << How you are beautiful >>, le rispose, guardandola con quei suoi occhi verdi così magnetici.
 
 << Mai quanto te >>, fece lei, avvicinandosi a baciarlo.
 
 << I tuoi baci sono come una droga. Ne voglio sempre di più… >>, gemette lui, una mano lungo il collo di lei.
 
 << James? >>, si fermò Xx, a due millimetri dalle sue labbra.
 
 << Mmm? >>.
 
 << Perché sento che mi stai per dare una notizia che non sono sicura mi piacerà? >>.
 
 << Perché… è così. Devo assentarmi per parecchi giorni… credo una decina. E non credo tu possa viaggiare, a questo stato della gravidanza >>, fece lui abbattuto.
 
 << No, infatti… senza contare che sarebbe una stancata, per me, inizio a essere un po' limitata nei movimenti, e la sera la pancia mi pesa, soprattutto sulla schiena… comunque, dove vai di bello? >>.
 
 << Mi dispiace lasciarti da sola… ma credo sarà l’ultimo, o il penultimo viaggio di lavoro prima della nascita di MiniPhelps >>, fece lui, sinceramente dispiaciuto che non potesse venire.
 
 << Non ti preoccupare. Poteva capitare… senza contare che non devo partorire domani, c’è ancora del tempo per quello. Mi dispiace solo che sarò qui da sola, ma sul serio, nulla di cui preoccuparsi >>, gli sorrise, baciandogli il collo.
 
 << Va bene… devo andare a Londra, per una partita di beneficienza e una raccolta fondi, e poi abbiamo un’altra serata di beneficienza, pochi giorni dopo, sempre per raccolta fondi… e poi Oliver mi ha ricordato che tempo fa avevamo preso i biglietti per una partita di rugby dell’Inghilterra del torneo sei nazioni, e mi ha chiesto se volevo ancora andarci… >>, fece incerto dell’ultima parte.
 
 << Ti ricordi si, che all’inizio della gravidanza ti avevo detto che potevi ancora uscire con gli amici, con tuo fratello, a vedere le partite o a fare viaggi di lavoro? Non ho cambiato idea, non intendo rinchiuderti in questa casa, quindi vai e divertiti… e magari la prossima volta verremo anche io e miniPhelps >>, gli sorrise sincera, intuendo dove volesse arrivare.
 
 << Sarebbe bello se veniste anche voi il prossimo anno! E mi piacerebbe portarvi anche a questi eventi e gala di beneficienza >>, si entusiasmò James.
 
 << Anche a me farebbe piacere accompagnarti, la prossima volta. Ma… quando dovresti partire? >>, gli chiese.
 
 << Fra cinque giorni… aspettavo il momento giusto per dirtelo >>.
 
 << Che è sempre molto vicino alla data di partenza. Guarda che non ti mangio mica >>, osservò divertita.
 
 << Riuscirai a stare tranquilla per qualche giorno? A non fare lavori pesanti eccetera? O ti devo legare a letto con le provviste necessarie di acqua e cibo? >>, fece lui guardandola severo.
 
 << Si, riuscirò a stare ferma, non preoccuparti. Parola di scout >>, rispose lei con una smorfia.
 
 << Posso chiederti solo una cosa? >>, domandò, continuando a tracciare la linea dei suoi nei.
 
 << Certo >>, rispose, carezzandole la pancia.
 
 << Suoneresti per me un paio di canzoni con la chitarra? >>.
 
 << Certo, anche subito se vuoi >>, rispose entusiasta.
 
 << Sarebbe magnifico >>, gli sorrise, e mentre lui era andato a prendere la chitarra, lei, senza che lui se ne accorgesse, accese sul cellulare l’app. per registrare.
 
 << Pronta? >>, sorrise felice James.
 
Xx annuì, e lui cominciò a suonare.

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Capitolo 12
*** Giochini piccanti e fratelli impiccioni ***


 << James! Dai! Non ridere! Non è divertente! >>, protestò Xx al telefono.
 
 << S-scusa amore! Ma mi fa morire dal ridere >>, sghignazzò lui, cercando di trattenersi: era a Londra da circa una settimana, e lei gli aveva mandato la foto della sua pancia, ( ogni settimana le facevano una foto per vederne i progressi ), e poi gliene aveva appena mandata una seconda… con un piccolo problema tecnico. Lei non ci stava più dietro al volante: era abbastanza piccoletta, e quindi doveva tirare il sedile del guidatore piuttosto avanti, solo che… non ci stava. Niente da fare. Aveva provato in tutti modi a passare e non c’era stato verso… e ovviamente non poteva tirare un po' più indietro il sedile, o non sarebbe arrivata ai pedali. Quindi aveva mandato a lui la foto di lei incastrata dietro il volante, e delle faccine.
 
 << Sei veramente simpatico. Dì a Oliver di ridere più piano, lo sento da qui >>, sbuffò Xx, e James diede una gomitata al fratello.
 
 << Scusaci Xx >>, le disse Oliver al telefono, ricominciando a ridere -più piano - dopo due secondi.
 
 << Si, scusaci amore. Ma è cresciuta parecchio in questi giorni che non c’ero >>, osservò James, tornando un po' più serio, anche se stava ancora ridendo sotto i baffi.
 
 << La dottoressa ha detto che è abbastanza normale che verso la fine cresca di più >>, gli disse lei.
 
 << Ma… dove stavi andando con la macchina? >>.
 
 << A fare la spesa, o morivo di fame >>.
 
 << Ma… non ti aveva chiesto di non fare lavori pesanti? >>, domandò James, con un filino di rabbia nella voce.
 
 << Non credo che fare la spesa rientri nella categoria >>, obbiettò lei.
 
 << Non normalmente, ma probabilmente dopo la spesa avrai avuto delle borse pesanti da portare. A proposito… come ci sei andata senza macchina? >>, le domandò curioso.
 
 << Ho chiesto un passaggio a un’amica, e lei mi ha portato dentro le borse e aiutato a sistemare la spesa >>, raccontò Xx.
 
 << Ok… sai, amore… io mi preoccupo per te e il bambino. Anche la dottoressa ti aveva detto di limitare gli sforzi e i lavori pesanti >>, le ricordò.
 
 << Lo so… è solo che mi sento così… inutile, in certi momenti. Tutti gli altri attorno a me si danno da fare, e io resto a guardare >>, si confidò.
 
 << Lo so che non è nella tua natura, ma ormai non manca molto al parto, e poi potrai riprendere a fare le tue cose normalmente >>, la rincuorò.
 
 << Si… beh, sono contenta che la foto vi abbia fatto ridere. Ci sentiamo stasera e per messaggi. Ti amo >>.
 
 << Va bene. Ti amo… mi mancate molto. A stasera >>.
 
 
 
Era tardo pomeriggio, e Xx stava stirando l’infinità di camicie che James indossava – e poi lei lavava e stirava -.
 
Gli capitò tra le mani una delle sue preferite – quella blu -, che le ricordava moltissimo un capodanno che avevano trascorso loro due soli a Helsinki… quando avevano fatto l’amore per la prima volta: era sempre un ricordo dolcissimo per lei, che le faceva spuntare un sorriso sulle labbra.
 
Afferrò il cellulare, e inviò un messaggio a James.
 
 “ Ho voglia di sentire il tuo respiro sulla mia pelle… le tue mani sul mio corpo… le tue labbra sulle mie. Vorrei tanto che tu fossi qui per fare l’amore con te… con addosso la camicia blu “.
 
E inviò il messaggio: si sentiva un po' stupida, non gli aveva mai mandato messaggi del genere prima… ma era anche vero che erano quasi dieci giorni che James era via, e aveva dovuto ritardare il rientro di qualche altro giorno.
 
 
 
James, ricevette il messaggio – era appena uscito da un incontro con alcune persone dell’associazione che lui e Oliver sostenevano da qualche anno -, e vedendo che era di Xx lo aprì subito.
 
Leggendolo… rimase di sasso. Dapprima incredulo che la sua Xx, un po' timida, gli avesse mandato davvero quel messaggio… poi però si ritrovò a sorridere entusiasta… digitando sul telefono la risposta:
 
 “ Vorrei essere lì con te per stringere le mani alle tue, intrecciare le nostre dita… sentire il tuo dolce peso su di me, sentire la tua voce gemere e vedere il tuo viso godere… “, e premette invio, sorridendo tra se, rimettendosi il cellulare nella tasca dei jeans.
 
 << Che hai? >>, gli chiese Oliver, guardandolo.
 
 << Oh, niente >>, continuò lui, sorridendo.
 
 
Xx stava ancora stirando e quando ricevette la risposta di lui, lesse avidamente il messaggio.
 
 << Ah, James… cosa ti farei >>, disse tra sé, pensando a una risposta adatta da scrivere…  e poco dopo le venne l’idea.
 
 “ Ti accarezzerei con le mani e con le labbra. Un bacio intenso… profondo e proibito, per poi scendere sul tuo petto e seguire la scia per arrivare alla tua eccitazione, e… “, e inviò, sorridendo per la sua audacia, anche se in fondo non aveva scritto niente di troppo esagerato.
 
 
 James, in auto con il fratello, ricevette il messaggio e lo aprì subito, curioso di vedere la sua risposta.
 
Quel giochino che stavano facendo a distanza gli stava piacendo molto – anche troppo -, e le risposte che lei gli mandava lo intrigavano, lasciandolo con la voglia di scoprire fin dove si sarebbero spinti.
 
 “ And…? “, James digitò subito la risposta.
 
 << Ma che hai che guardi sempre il telefono? >>, sbuffò Oliver.
 
 << Niente, Xx mi ha scritto >>, cercò di fare l’indifferente per non farsi beccare.
 
 << Sai, fratellino, tu non me la racconti giusta >>, fece Oliver, guardandolo, gli occhi a fessura.
 
James fece finta di niente guardando fuori dal finestrino.
 
 
Xx lesse il messaggio di James, e per qualche minuto valutò la possibilità di non rispondere… almeno non subito: ma si stava divertendo troppo a stuzzicarlo, anche se le stava venendo una voglia matta di fare sesso con lui… che era molto, molto lontano da lei.
 
 “ E… fino a farti esplodere di piacere… assaggiarti un centimetro alla volta… leccandoti… stringendo tra le mie mani la tua erezione… su e giù… “, inviò Xx sorridendo tra sé, immaginando la reazione del suo ragazzo.
 
 
 Quando arrivò il bep che annunciava il messaggio, Oliver fu talmente veloce che afferrò il telefono di James in meno di un secondo.
 
 << Ehi! Give it to me >>, stava protestando James.
 
 << No, no now… oh… but… James! I did not think you were doing things well… >>, disse sorpreso dopo aver dato un’occhiata all’ultimo messaggio, alzando e abbassando le sopracciglia in direzione del fratello, che nel frattempo stava diventano viola per la vergogna e non riusciva a guardarlo in faccia.
 
  << I can answer? >>, fece all’improvviso.
 
 << What?? No!! >>, James era indignato.
 
 << I do not know what’s written! >>, continuò.
 
 << No problem. E… fino a farti… >>, stava iniziando a leggere Oliver.
 
 << Stop! Stop! >>, lo bloccò subito, mentre il fratello ridacchiava.
 
 << Hai capito il mio fratellino... e mia cognata… >>, gongolò Oliver.
 
 << Beh, non era mai successo prima >> si confidò James.
 
 << Forse perché non siete mai stati tanto tempo lontani? >>, domandò l’altro.
 
 << Probably >>, gli rispose.
 
 << Che fai?? >>, si allarmò James, vedendo Oliver digitare velocemente sulla tastiera.
 
 << E… invia >>, concluse Oliver.
 
 << Fermo! >>, ma era troppo tardi, il messaggio era partito.
 
 << What the hell did you write? >>, domandò indignato, ma in risposta ricevette solo un sorriso sbilenco.
 
 
 Xx ricevette il messaggio di James e arrossì di botto.
 
 “ Vorrei sentire le tue labbra sulle mie, i tuoi piccoli morsi… le nostre lingue che si cercano, si intrecciano… le mani percorrere i nostri corpi… vorrei levarti le mutandine con i denti e perdermi dentro di te… “
 
Xx aveva momentaneamente lasciato perdere il ferro da stiro, si era seduta sul divano e si era messa comoda a pensare a cosa avrebbe potuto scrivere, poi, pensando a una delle ultime volte in cui avevano fatto l’amore prima che lui partisse, le venne l’idea…
 
 “ Voglio leccare il tuo orecchio… continuare su tutto il tuo corpo… denti sul collo, affondare le mani sulla tua pelle… far scorrere le dita su tutto il tuo corpo… tracciando con un dito i tuoi nei… sussurrarti quanto ti amo… sentirti ringhiare e gemere per l’orgasmo… prendere la tua eccitazione tra le labbra e farti arrivare al limite… scompigliare i tuoi capelli… “, e Xx inviò.
 
 << Ah… così tu ringhi e gemi durante l’orgasmo? >>, ghignò Oliver al fratello, che arrossì di nuovo.
 
 << Perché, tu rimani muto? >>, gli domandò l’altro, e anche Oliver arrossì.
 
James approfittò di quel momento per riprendersi il cellulare.
 
 << Scusa, ma non mi piace proprio che tu scriva questo genere di messaggi alla mia ragazza >>, fece sarcastico, rileggendosi i messaggi che si era perso.
 
 << Non dirle che ho scritto io gli ultimi messaggi, o mi stacca la testa quando mi vede. E poi… Jay, io stavo scherzando! Sono sposato e amo Katy… senza contare che se anche non lo fossi, non farei mai una cosa del genere a mio fratello. Soprattutto perché lui e la sua ragazza si vede che si amano da lontano un miglio… e poi aspettano un bambino >>, Oliver sembrava indignato.
 
 << Lo so che non lo faresti mai >>, lo tranquillizzò subito il gemello, che non aveva alcun dubbio in proposito.
 
 << Well >>, rispose, un po' più tranquillo.
 
Poco dopo, nella tranquillità di casa sua e dopo aver dato appuntamento al fratello per il giorno successivo, si distese sul suo letto – che gli appariva troppo grande senza Xx -, e digitò la sua risposta.
 
 “ Vorrei strapparti le mutandine – l’ho già detto? -, baciarti dappertutto… e farti gemere, mentre con la lingua vado dentro e fuori di te… e tu ti inarchi, afferrandomi i capelli e tirandoli… “, e inviò il messaggio: sentiva che i pantaloni iniziavano a tirargli un po'.
 
XX ricevette il messaggio, ma non riuscì a contenersi, sentiva qualcosa di caldo montarle dentro… così gli rispose con un messaggio vocale, cercando di fare la voce più seducente che riusciva:
 
 “ Jay… oh my God… vorrei che tu fossi qui… a fare esattamente quello che scrivi… e io te lo prenderei tra le labbra…  succhiandolo e stringendolo… carezzandolo… mentre tu con un dito entri ed esci da me… facendomi avere un orgasmo incredibile… “.
 
 James ascoltò il messaggio vocale e per poco non venne lì, solo per aver ascoltato un audio sexy della sua fidanzata.
 
 “ Xx… dopo essere entrato dentro di te con una… due dita, risalirei sul tuo corpo, afferrerei i tuoi seni, stringendoli con le mie mani… e poi finalmente entrerei dentro di te… centimetro dopo centimetro… perdendomi in te…spingendo prima lentamente… poi più forte… poi di nuovo piano… fino al momento in cui tu mi imploreresti di farti tua… e stringeresti le gambe sui miei fianchi facendomi capire che ci sei… che posso spingere più forte, afferrarti le gambe e aprirle ancora… mentre tu diventi ipersensibile… e ti sfioro ancora con due dita… e con la mano libera ti stringo un fianco… “, James sentiva la sua erezione tirare sempre di più… mentre nella sua testa ripeteva come un mantra “ ancora due giorni e la rivedo “.
 
Xx era un grumo di piacere… e sentire la voce di James che sussurrava piano ma con autorità quelle cose… era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, non resisteva più.
 
 “ James… solo a sentire l’audio sono arrivata quasi all’orgasmo… lo confesso “, gli scrisse.
 
 “ I thought i was the only “, gli rispose sorridendo, mettendo una faccina imbarazzata.
 
 “ Me too “, gli rispose subito.
 
 “ I love you “, si scrissero quasi contemporaneamente.
 
 
 
 << È stata una partita fantastica! >>, fece James entusiasta al fratello, mentre stavano andando verso un pub vicino allo stadio.
 
 << Si, l’Inghilterra è stata molto brava, ha segnato delle mete spettacolari >>, rispose Oliver.
 
 << La prossima volta vorrei portarci anche Xx… e quando sarà il momento anche MiniPhelps >>, fece l’altro sorridendo.
 
 << È un indizio per dirmi che sarà un maschio? >>, si informò subito Oliver.
 
 << No. Non lo sappiamo neanche io e Xx se è un boy o una girl. Ma voglio portarcelo… o portarcela comunque. Non ti sei ancora arreso a sapere il sesso? >>, gli domandò curioso poco dopo, in mano una birra.
 
 << Ni. Non so come facciate a non morire dalla curiosità. Rispetto la vostra scelta, e non voglio sapere davvero il sesso di mio nipote… lo faccio per essere fastidioso >>, ridacchiò Oliver, bevendo un sorso di birra.
 
 
 << Carino da parte tua >>, fece sarcastico James.
 
 << Scherzi a parte… nessun ripensamento sulla scelta? >>, gli chiese più serio il fratello.
 
 
 << Nessuno. Sono felice della scelta che ho fatto… non riuscirei più a immaginarmi senza un bambino in arrivo >>, gli rispose James sorridendo senza neanche rendersene conto.
 
 
 << Sono felice per te… e sarei stato dalla tua parte in ogni caso. Magari prendendoti a calci nel sedere, ma sarei stato con te >>, gli sorrise.
 
 
 << Grazie >>.
 
 
 << E sul fronte paura come andiamo? Fra circa 3 mesi dovrai prenderti cura di un altro essere vivente… non è una cosa da poco. Il mio fratellino diventa papà… dad. O comunque tu voglia essere chiamato >>, domandò ancora Oliver.
 
 
 << Tu si che sai dare fiducia alla gente. Ho paura di fallire, di combinare guai, di non essere all’altezza di essere il papà che questo bambino si merita… e se gli mettessi il pannolino al contrario, prendesse la febbre o al posto del latte adatto gli dessi qualcos’altro? E se ha le coliche… e io non so che fare? E se mi scivola mentre gli faccio il bagnetto? E se… >>, James era un fiume in piena.
 
 
 << Ok, stop. Stai diventando sempre più fantasioso. Ti sei mai fermato a pensare invece: e se gli metto il pannolino giusto al primo colpo? Se lo cullo e si addormenta? Tu hai paura… e credo sia normale, più si avvicina il momento più sei terrorizzato… e credo sia normale, specialmente al primo figlio, ma ricordati che non sei da solo, hai anche Xx al tuo fianco, e insieme troverete la strada. Diventerete dei bravi genitori >>, lo incoraggiò.
 
 
 << Da quando sei così saggio? >>, fece spiritoso James, ma ricevette uno scappellotto sulla nuca.
 
 
 
Era quasi l’una quando James stava aprendo piano la porta d’ingresso, per non svegliare Xx…
 
 
 << James! >>, Xx gli corse incontro a tutta la velocità che la pancia in lievitazione le permetteva, e quasi lo travolse nel suo abbraccio, mentre gli agguantava il collo e lo avvicinava a sé.
 
 
 << Xx! >>, James la accolse tra le sue braccia, stringendola a lui più forte che poteva: le era mancata terribilmente in quei giorni… molto più di quanto era disposto ad ammettere, ed era più che felice all’idea di poterla stringere di nuovo tra le braccia.
 
 
Si guardarono negli occhi per un secondo, trasmettendosi le mille emozioni e sensazioni che stavano provando in quel momento… poi James abbassò lo sguardo verso il pancione che era tra loro e il sorriso si fece ancora più largo… era il suo sorriso timido, quello che Xx preferiva… prima di tornare a posarsi di nuovo su di lei.
 
 
 << Welcome home, love >>, fece con calore prima di alzarsi in punta di piedi e baiarlo lì dov’era, ancora sulla soglia di casa.
 
 
Quel bacio era… straordinario: sapeva di casa, di dolcezza, di amore… ma anche di passione… di trasgressione: si stavano dicendo molte cose, mentre James aveva preso a spingerla piano verso il salotto, dopo aver chiuso la porta con un calcio e mollato la valigia e il borsone da qualche parte in corridoio.
 
 
James le teneva il viso con le mani, scendendo con una sul collo, mentre lei aveva le mani poggiate ai suoi polsi, ai suoi avambracci…
 
 
 << Thanks… che accoglienza calorosa! Non vedevo l’ora di rivederti… di riabbracciarti… mi sei mancata tantissimo >>, fece James, che non smetteva di toccarla, di carezzandole le labbra, come per accertarsi di non stare sognando.
 
 << Anche tu ci sei mancato molto… no, non mi sei mancato molto, mi sei mancato moltissimo… non vedevo l’ora di poterti riavere a casa, tutto per me >>, sorrise lei carezzandolo, tracciando i lineamenti del suo viso con le dita: non riusciva a credere di quanto le fosse mancato quell’uomo… il suo uomo… aveva un posto d’onore nella sua vita e nel suo cuore. Se ripensava a come si erano conosciuti, in quella fredda e temporalesca notte a Venezia… le venivano i brividi, ma anche in quell’occasione lui era stato un gentiluomo… e ora eccoli, a distanza di pochi anni… innamorati e felici, in attesa del loro primo bambino. Chi l’avrebbe mai detto?
 
 
Nel frattempo i due piccioncini erano arrivati al divano, urtandolo e facendo cadere alcuni dei cuscini a terra, e James si sedette sopra questi, aiutando Xx ad abbassarsi – con cautela -, e lei si mise cavalcioni su di lui, che aveva la schiena appoggiata al divano, afferrandogli il collo e baiandolo come se non ci fosse un domani: intensamente… con trasporto e passione. Voleva recuperare tutto il tempo che avevano perso.
 
 
Il suo fidanzato comunque doveva pensarla allo stesso modo, perché la prese saldamente, affondando una mano tra i suoi capelli… mentre l’altra era scesa a stringerle il sedere.
 
 
 << Non… dovremmo… perdere… tanto tempo… lontani… >>, stava dicendo James tra un bacio e l’altro, spostando appena le labbra dalle sue.
 
 
 << Hai… ragione… >>, annuì vagamente lei, troppo impegnata a baciarlo.
 
 
James si fermò per un secondo ad ammirare la sua ragazza, che già gli stava togliendo la camicia con un sorriso birichino sulle labbra.
 
 << Vorrei riprendere quello che avevamo cominciato via messaggi… >>, gemette Xx baciandogli il collo.
 
 
 << Non potrei essere più d’accordo… ma prima fammi salutare mio figlio… o mia figlia >>, le sorrise, mordicchiandole il labbro inferiore… scendendo a leccarle piano il collo con la punta della lingua…
 
 
James si abbassò fino ad arrivare al livello del pancione: << Ciao amore di papà… Dad is at home… i love you so much >>, fece rivolto alla pancia di lei: l’impaccio e l’imbarazzo delle prime volte in cui parlava al suo bambino erano spariti, sostituiti da una completa naturalezza.
 
 
Si allungò ancora un po' per ricoprire il pancione di baci… e potè sentire forte e chiaro il suo bambino dimenarsi sotto le sue mani e i suoi baci, come a volergli dare il bentornato.
 
 
 << H- hai sentito? >>, domandò entusiasta lui.
 
 
 << Certo! Anche miniPhelps è contento di vederti! Dammi una mano ad alzarmi… ti devo far sentire una cosa. Torno subito, aspetta qui >>.
 
 
Xx arrivò dopo qualche minuto, ed in mano aveva il suo cellulare e un paio di cuffie.
 
 
 << Senti >>, fece lei, rimettendosi – con cautela – a cavalcioni su di lui.
 
 
Aveva attaccato la musica, e James la riconobbe subito: era lui che, poco prima della partenza, aveva cantato e suonato con la chitarra.
 
 
Xx gli prese la mano rimettendola sul suo pancione… e il ragazzo potè sentire il suo bambino muoversi tantissimo.
 
 
 << Non lo fa con nessun’altra canzone. Credo che siano le sue preferite… ti riconosce… e gli piace >>, gli sorrise lei radiosa; James era… al settimo cielo.
 
 
 << È… magnifico! >>, James aveva gli occhi brillanti, mentre avvicinava anche la seconda mano, per sentire ballare di più il suo bambino.
 
 
 << Questa era la sorpresa che aveva per te >>, gli sorrise Xx, baciandolo.
 
 
 << Grazie… è una sorpresa perfetta, amore mio >>, le sorrise, rispondendo al bacio con passione, mentre la musica usciva ancora dalle cuffie.
 
 
 << Figurati… se vengo ricompensata così poi! Ordinerò a miniPhelps di ballare la samba così ogni volta! >>, radacchiò Xx, seguita dal ragazzo.
 
 
 << Ora però voglio dedicarmi totalmente a una donna bellissima… >>, soffiò nel suo orecchio.
 
 
 << E chi è? La conosco? Oh, lo sapevo… a furia di stare tra le tue fans hai perso la testa per una di loro… >>, sbuffò Xx stando al gioco.
 
 
 << Si… è alta, bionda, occhi azzurri… si chiama Eva >>, scherzò James.
 
 
 << E a questa… Eva – quasi ringhiò il nome -, non importa che tu stia per diventare padre? >>, continuò Xx leccandogli piano il profilo della mascella.
 
 
 << No… lo trova estremamente sexy ed eccitante… >>, riuscì a dire a stento, deglutendo rumorosamente.
 
 
 << Non mi dire… >>, Xx continuava a provocarlo, sensuale e leggera.
 
 
 << Già… e poi a Eva piacciono i bambini >>, le sorrise… ma Xx sentì di colpo le viscere contorcersi: la prospettiva che lui potesse un giorno innamorarsi di un’altra… e la prospettiva che questa altra potesse crescere il suo bambino… il loro miniPhelps… era terrificante.
 
 
 << Non è più divertente >>, riuscì a sussurrare piano XX per paura di tradirsi.
 
 
James però parve capire e la rassicurò… lui la capiva sempre… e la tranquillizzava.
 
 
 << Scusami… sono stato uno sciocco. Me ne sono uscito con l’ultima frase… era fuori luogo. In ogni caso… quale Eva e Eva… l’unica che voglio sei tu. Sei sempre stata solo tu da quando ti ho conosciuta. E sarai tu la mamma di questo bambino… qualsiasi cosa dovesse succedere tra noi >>, disse, baciandola con forza.
 
 
 << Ok… I love you >>, gli sussurrò rilassandosi, stretta tra le sue braccia forti e protettive.
 
 
 << I love you too >>, le disse guardandola, riprendendo a baciarla.
 
 
Xx sorrise, e finì di sbottonargli la camicia, mentre James le levò la maglia – ovviamente sua - con un gesto violento, deciso. I suoi occhi erano così brillanti, accesi e famelici… che sembrava la vedessero per la prima volta.
 
 
 << You are incredibly beautiful… e le tue forme più rotonde dono dannatamente eccitanti >>, le disse lui fiero guardandola negli occhi… mentre una mano scendeva dalle sue labbra al collo e ancora più giù, passando in mezzo ai seni… carezzandone prima uno e poi l’altro, e con l’altra mano le teneva il fianco.
 
 
 << Sei un adulatore. E a nome di tutte le tue fans voglio fare tanto sesso con te. Non mi perdonerebbero mai di averti qui, innamorato e mezzo nudo e di non approfittarne. Dove eravamo rimasti nei messaggi? Non ricordo… forse dovremmo partire dal principio… >>, fece Xx sensuale.
 
 
 << Oh, Xx… >>, gemette James, premendo le mani sulla sua schiena, e schiacciando l’erezione che già si faceva sentire su di lei… lui la voleva, lei poteva sentirlo attraverso le mutandine.
 
 
Ripresero a baciarsi con forza, mentre Xx gli toglieva la camicia che aveva aperto, e la faceva scivolare lentamente sulle braccia, scendendo a baciargli la clavicola... mentre con le mani scendeva ancora più giù, slacciando la cintura dei pantaloni.
 
 
James la lasciò fare, poi, con molta delicatezza, ribaltò la situazione, in modo che potesse essere sopra di lei: le tolse con un secondo gesto secco i pantaloni, mettendole le mani sulle ginocchia, divaricandole.
 
 
Posò l’indice sulle labbra di lei, facendosi strada nella sua bocca, e lei succhiò il dito intensamente, osservandolo… poi James scese con quello stesso dito sempre più giù, spostandole il bordo delle mutandine, entrando dentro di lei…
 
 
Xx gemette sorpresa, inclinando indietro la testa, mentre inconsapevolmente apriva ancora le gambe, e prendeva la mano di James, spingendo dentro di lei un secondo dito.
 
 
Questa volta era James ad essere sorpreso, e le sorrise complice, mentre avvicinava la mano libera al suo viso e lo avvicinava per baciarlo, mordicchiandole le labbra.
 
 
Xx si sentiva come una ragazza che faceva l’amore con il fidanzato per la prima volta… era incredibilmente eccitata e felice: allungò le mani verso di lui, finendo di slacciargli i jeans che indossava e abbassandoli un poco.
 
 
Sentì l’erezione sotto le sue dita e la accarezzò con dolcezza e avidità insieme.
 
 
Abbassò subito anche i boxer, e finalmente potè dedicarsi a lui. Prese ad andare su e giù con la mano, facendo torsioni… sfiorando con le dita casualmente anche i testicoli una… due… tre volte. La mano libera invece andava su e giù sul suo petto.
 
 
 << Finalmente sento il respiro sulla tua pelle… >>, sospirò James dopo qualche minuto.
 
 
 << Non vedevo l’ora… e finalmente posso… leccarti l’orecchio… mordicchiarti il lobo… intrecciare le dita alle tue…  sentire il tuo profumo… >>, sospirò Xx al suo orecchio.
 
 
 << Adesso però alzati… io non riesco a chinarmi, mi pesa la pancia >>, fece Xx a un James molto perplesso.
 
 
 << Avanti su >>, lo incoraggiò, e quando si alzò lei gli afferrò il sedere e lo avvicinò a sé, sorridente, leccando piano il James numero due.
 
 
 << Ma… Xx… >>, tentò lui, ma la ragazza lo zittì.
 
 
Con la punta della lingua andava su e giù, lungo tutta la lunghezza della sua erezione, sfiorandolo con le labbra, baciandolo lentamente…
 
 
James stava iniziando a perdere il controllo d sé, talmente eccitato era, e le prese la testa con le mani, aiutandola nei movimenti, spingendole piano la testa, o piegandola… e quando Xx gli prese l’eccitazione tra le labbra, andando su e giù… James chiuse gli occhi, gemendo roco… e venne, stringendole le mani sulla testa, continuando a godere…
 
 
Quando si riprese si abbassò, un sorriso beato a illuminarlo, la fece stendere a terra sui cuscini e le levò le mutandine, mentre le baciava le gambe… e quando le levò le gettò in un angolo della stanza.
Risalì baciandole le labbra, per poi scendere di nuovo sul collo, sul seno… sull’altro… e scendere ancora giù, fino ad arrivare all’apertura tra le sue gambe… La baciò con forza, con passione… leccando piano, come sapeva la faceva impazzire… entrando con la lingua dentro di lei, mordicchiandola con i denti…
 
 
Xx stava tremando: gettava la testa indietro, mentre con le mani si aggrappava ai suoi capelli, tirandoli con forza… passandoci le dita in mezzo…
 
 
 << J-  James… oh… >>, stava gemendo lei, alzando il bacino per andargli incontro.
 
 
Xx venne dopo qualche altro minuto di quella lenta, dolce tortura, tremando da capo a piedi, sentendo i muscoli delle gambe irrigidirsi…
 
 
James diede un altro bacio alla ragazza tra le gambe e poi risalì, reggendosi sugli avambracci, baciandola, riempiendola di attenzioni.
La aiutò a rimettersi seduta, ed entrò subito dentro di lei, con irruenza, con veemenza… e Xx ne rimase così sorpresa che si girò di scatto, osservandolo… ma poi gli strinse le gambe attorno alla vita, avvicinandosi, stringendosi a lui il più possibile…
James si muoveva dentro di lei… e lei si sentì a casa… piena della sua pelle, del suo odore… del suo amore… mentre anche lei si muoveva al ritmo del ragazzo, avvolgendogli le braccia al collo, gemendo e ansimando insieme a lui…
 
 
 << Xx! >>, ringhiò James, all’apice dell’orgasmo, seguito poco dopo da Xx, che si sentiva fremere dalla testa ai piedi, e si avvinghiò ancora di più a lui, che la strinse a sé forte, inspirando il suo profumo.
 
 
 << Questo sì che è un bentornato amore! >>, sorrise dopo un po', quando si furono ripresi da quel secondo orgasmo travolgente.
 
 
 << Sì eh? Ricordatelo quando partirai la prossima volta >>, gli sorrise di rimando lei, che non aveva la minima intenzione di muoversi da dov’era.
 
 
 << Andiamo a letto? >>, fece dopo un po' ancora James.
 
 
 << Non se devo spostarmi da qui >>, ridacchiò lei.
 
 
 << Dovrai spostarti… ma per qualche minuto, dopo sarò tutto per te. Voglio tenerti stretta a me tutta la notte… >>, sussurrò sensuale.
 
 
 << Vedo che abbiamo un piano comune. Dai allora… andiamo a letto, sarai stanco… ma domani mi racconti per bene com’è andato il viaggio >>, acconsentì lei, alzandosi e prendendo le sue cose.
 
 
 << Affare fatto >>, approvò lui.
 
 
 << James… si può sapere dove hai lanciato le mie mutande?? >>, domandò Xx quasi ridendo.
 
 
 << Non le trovi? Fa niente, domani le cerchiamo. Vengo anche io a letto così allora >>, fece lui ridendo, aprendo le braccia e mostrandosi tutto nudo.
 
 
Xx arrossì: ancora si imbarazzava di tanto in tanto a vederlo così disinvolto nella sua nudità.
 
 
 << Oh… beh… io… mi sentirei più tranquilla se… >>, balbettò lei, ma James la zittì con un bacio.
 
 
 << Lasciamo tutto così, domani mattina per prima cosa sistemiamo… e cerchiamo le tue mutandine >>, le sorrise lui, trattenendo a stento una risata, e alla fine scoppiò a ridere anche lei.
 

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Capitolo 13
*** Oliver e MiniPhelps ***


 << Com’è quel libro sui bambini? >>, chiese dolcemente Xx a James: erano tutti e due sul divano, qualche sera dopo il rientro del ragazzo dal lungo viaggio, e lui era tutto intento a leggere le ultime pagine del libro.
 
 
 << È… è la cosa più spaventosa del mondo >>, le disse sinceramente, chiudendo il libro che aveva appena finto.
 
 
Xx lo guardò per qualche secondo, prima di esprimersi: << Sono sicura che tu sarai un bravissimo papà. Vedrai che te la caverai alla grande. E questa è una cosa che so con certezza perché… beh, sono una donna, e noi sappiamo sempre tutto >>, gli sorrise.
 
 
 << Grazie >>, le disse osservandola bene: emanava una tale luce, una tale fiducia e una tale felicità da essere contagiosa.
 
 
 << Prego >>, gli sorrise, sporgendosi per baciarlo.
 
 
 << Tu invece cosa stai leggendo? >>, domandò curioso, sporgendosi dalla sua spalla, baciandole il collo e leggendo sullo schermo del pc, circondandola con le braccia, mentre gli carezzava il pancione.
 
 
 << Donna getta il figlio di poche settimane dal secondo piano… Giovane madre mette il figlio in lavatrice… Tragedia famigliare: coppia di quarant’anni soffoca il figlio di due anni, il fratellino trovato in condizioni di denutrizione… giovane picchia violentemente il suo bambino e gli dà fuoco… Xx! Non dovresti leggere queste cose! >>, esclamò lui, chiudendo di scatto il pc.
 
 
 << Lo so… guarda, ho i brividi al solo pensiero! È che oggi al telegiornale hanno parlato di un bambino abbandonato nell’immondizia, e di un altro che aveva subito abusi… ed è orribile! Mi stavo chiedendo come sia possibile per una madre fare una cosa così atroce a suo figlio… dopo averlo portato dentro di sé per nove mesi! Così stavo facendo delle ricerche… e ho trovato questi articoli di giornale… sono spaventosi! >>, fece Xx, la voce piena di paura.
 
 
 << Per questo non voglio che tu li legga, ok? Sul serio, non credo proprio che sia il caso che tu continui a leggere queste cose, ora come ora… ti turbano, mentre tu dovresti stare serena >>, la ammonì James.
 
 
 << Si… sarà meglio… >>, concluse anche lei, mentre un brivido la attraversava… così si accoccolò sul suo petto, mentre carezzava la pancia – gesto che ormai era automatico -, con le dita intrecciate a quelle di James.
 
 
 << Prima miniPhelps era agitato… si muoveva come un matto… ora invece pare essersi calmato… come fosse rilassato >>, notò Xx alcuni minuti più tardi, mentre ancora continuavano quel gesto, che ormai era diventato una routine, e James le sorrise, baciandola sulla tempia.
 
 
<< Would you like a cup of tea? >>, le domandò dopo un po’ James.
 
 
 << Oh… yeah. Thank you >>.
 
 
Non appena si alzò dal divano, spostando le mani dal pancione, il bambino riprese a scalciare.
 
 
 << Pare che miniPhelps pretenda la tua attenzione >>, ridacchiò Xx, seguendolo in cucina, abbracciandolo da dietro.
 
 
 << Davvero? >>, domandò incuriosito e compiaciuto insieme, mettendo l’acqua a bollire.
 
 
 << Direi di sì. Appena hai spostato la tua mano ha ripreso a scalciare come un matto >>, gli spiegò.
 
 
 << Mmm… >>, fece lui, inginocchiandosi a terra, in modo da trovarsi all’altezza dell’ombelico.
 
 
 << Amore di papà… I must take also care of your mom… but back to you shortly >>, gli disse, e stampò un grande bacio al centro del pancione.
 
 
Fatto il the, James riprese ad accarezzare la pancia – che stava lievitando -… e Xx faceva le fusa, rilassata a quel contatto, ed era certa di non essere la sola: sentiva dei leggeri movimenti del bambino, come se andasse incontro la mano di lui.
 
 
Più tardi a James venne un’idea: si alzò e andò a prendere la sua chitarra.
 
 
Xx lo guardava incuriosita: << Ti informo che si sta già agitando di nuovo >>, gli disse indicando la pancia.
 
 
 << Vediamo se così si calma >>, fece lui, sedendosi su un tavolino di fronte a Xx.
 
 
 << Concerto dal vivo! >>, fece lei entusiasta, pronta per ascoltarlo, mettendo giù il libro di favole che stava leggendo a miniPhelps.
 
 
James cominciò a suonare, canticchiando alcune canzoni: alcune lente e romantiche, altre più movimentate, mentre Xx lo ascoltava attentamente, osservando i suoi movimenti, cantando sottovoce i pezzi che conosceva e le piacevano di più.
 
 
 << Non ci credo… si è calmato! >>, Xx era sbalordita, e il ragazzo con lei.
 
 
 << Pare che miniPhelps abbia una debole per il suo papà… e d’altra parte non posso dargli torto, la mamma soffre della stessa malattia >>, scherzò la ragazza.
 
 
 << Scema >>, rise James, colpendola leggero sulla fronte.
 
 
 << Sto dicendo la verità! Io ho la Jamestite, e ho trasmesso al bambino il morbo! Che si è mutato geneticamente, rafforzandosi e trasformandosi in papite! >>, fece Xx, inscenando un dramma.
 
 
James scoppiò a ridere: << Non sei male come attrice >>, le disse, continuando a sghignazzare.
 
 
 << Grazie, ma siccome sono un’anima caritatevole lo lascio fare a te>>, ridacchiò lei.
 
 
 << Ma che gentile >>, ridacchiò ancora James, e Xx lo baciò.
 
 
 << Oh, ma se sei così malata devo portarti subito dal medico! >>, fece all’improvviso il ragazzo.
 
 
 << Ci sono già stata… purtroppo è una malattia degenerativa… può solo peggiorare >>, disse Xx sconvolta.
 
 
 << Non ci voleva… ti ha dato una cura con cui arginare il problema? >>, James recitava bene la parte della persona sconvolta.
 
 
 << Si… ha detto che devo baciare più spesso possibile un ragazzo che si chiama James… tu lo conosci? E farmi fare tante coccole da lui… e con il tempo svilupperò delle difese… ma ci vorrà una lunghissima cura >>, fece Xx, continuando a ridere.
 
 
 << E allora che aspetti? Non vorrai disobbedire al medico! Lo dice per il tuo bene. Sei fortunata, conosco un ragazzo che si chiama così… >>, fece James, avvicinandosi alle sue labbra con lentezza, baciandola avidamente.
 
 
 << Questo bambino avrà una predilezione per entrambi… e nascerà in una casa piena di amore. Non posiamo chiedere altro >>, continuò lui, a pochi centimetri dalle sue labbra.
 
 
 << Sì… siamo dei genitori fortunati >>, confermò lei riprendendo da dove si erano interrotti.
 
 
 << Andiamo a letto? >>, gli domandò civettuola lei
 
 
 << Certo… e… amore… Oliver vorrebbe venire qui tra qualche settimana, e stare un po' da noi, così ci aiuterebbe a imbiancare la cameretta di miniPhelps, montare gli ultimi mobili… è da un po' che non passa a trovarci, e non ti vede da un pezzetto. Ti dispiace? >>, le domandò mentre salivano in camera.
 
 
 << Ovviamente no, può venire quando vuole. Se ha così tanta voglia di vedermi con il pancione, digli che può venire in questi giorni… e poi tornare poco prima del parto, così ti aiuta a sistemare la stanza. In questo modo non potrà dire che lo abbiamo invitato solo per lavorare. E digli di venire anche con Katy, se vuole >>, fece Xx ridendo.
 
 
 << Sei un genio! Magnifico! Allora domani mattina lo chiamo >>, fece  James entusiasta.
 
 
 << Mmm, diciamo che ho imparato a conoscerlo >>, gli rispose, facendo una smorfia buffa.
 
 
 
 
 << Ciao Ollie! Benvenuto >>, gli sorrise Xx, andandogli incontro, abbracciandolo: James era appena andato a prenderlo all’aeroporto, circa una settimana dopo la chiamata del fratello.
 
 
 << Ciao Xx! Guardati, sei splendente! Il pancione ti dona molto >>, le sorrise, dandole un bacio sulla guancia, stringendola.
 
 
 << Grazie, molto gentile. Ti vedo bene anche io… Katy non è potuta venire? >>, gli domandò, mentre andava a baciare il fidanzato.
 
 
 << No purtroppo… causa lavoro, ma ha detto che farà di tutto per venire la prossima volta, quando torno per dare una mano al mio fratellino a sistemare la stanza di miniPhelps… così ci dà una mano anche lei. In ogni caso starò qui una settimana, non di più >>, spiegò.
 
 
 << D’accordo… stai quanto vuoi, non preoccuparti >>, gli rispose, prendendogli la piccola valigia per portarla nella camera degli ospiti.
 
 
 << Fermati subito! >>, esclamò Oliver.
 
 
 << Che c’è? Mi hai fatto prendere un colpo! >>, domandò la ragazza.
 
 
 << La dottoressa ti ha ordinato riposo e non sollevare pesi o simili, tu che fai? Mi porti la valigia >>, la rimproverò Oliver.
 
 
 << Oliver… ti ringrazio, sei molto gentile a preoccuparti… ma è leggerissima!... Il che, ora che ci penso, è molto strano per te che ti porti dietro tutto il guardaroba… >>, fece perplessa, guardandolo sospettosa.
 
 
 << Si… ehm… Katy credeva che stessi esagerando, e ha tolto un sacco di cose dalla valigia… e mi ha controllato a vista perché non la riempissi di nuovo. Ha detto che non dovevo stressarti con il mio guardaroba >>, fece prendendo una leggera sfumatura rossa.
 
 
Xx scoppiò a ridere: << Le manderò un messaggio per ringraziarla >>.
 
 
 
 << Abbiamo preso anche la cena! >>, fece James, sollevando tre cartoni di pizza.
 
 
 << Si, scusa, glielo chiesto io. Come la fanno qui non la fanno da nessun’altra parte >>, disse Oliver facendo spallucce.
 
 
 << Hai fatto bene. Dai, mangiamo o si fredda >>, fece Xx, spingendoli verso la tavola che aveva apparecchiato.
 
 
 << Come sta il mio nipotino? >>, domandò dopo cena, sporgendosi per carezzare il pancione.
 
 
 << Molto bene. Nell’ultima visita che ho fatto hanno detto che cresce sano e forte… e noi non potremmo essere più felici >>, sorrise Xx, prendendo la mano di James.
 
 
 << Well done >>, approvò Oliver.
 
 
 
Più tardi Oliver andò a sistemare la valigia in camera, e quando tornò in salotto trovò I due colombi intenti ad amoreggiare un po’ sul divano: James aveva un braccio stretto attorno alla schiena di lei, e stava disegnano dei cerchi, schiacciandole i seni sul petto, facendola aderire a lui quasi completamente, mentre il braccio libero era sotto le natiche, e la avvicinava trascinandola sul divano.
 
 
Xx non si aspettava una mossa del genere, e strinse il braccio che aveva dietro al suo collo, aumentando la presa… scompigliando i capelli di James, ormai un caos totale di ciuffi che andavano in tutte le direzioni.
 
 
 << Oh mio Dio… >>, fece Oliver, facendo finta di essere scandalizzato, coprendosi gli occhi.
 
 
James e Xx sobbalzarono: si erano quasi dimenticati di lui, e si staccarono – anche se non del tutto -.
 
 
 << S- scusaci Ollie… >>, fece imbarazzata la ragazza.
 
 
 << Si, beh… sarà meglio che vada finchè siete ancora vestiti. Ci vediamo domani mattina… buonanotte… >>, fece Oliver, con l’aria di uno che la sapeva lunga…
 
 
 
 << D’accordo… buonanotte >>, gli fecero James e Xx, entrambi viola in faccia.
 
 
 
 << Andiamo anche noi? >>, sussurrò James, mordicchiandole la mascella.
 
 
 << J-James… c’è tuo fratello! E di solito ci becca sempre >>, fece Xx, ricordando le varie occasioni in cui erano stati interrotti da lui.
 
 
 << Chi se ne importa… >>, fece lui distratto, quasi non ascoltandola, continuando il suo assalto erotico, infilandole la mano sotto la maglietta, mentre una mano scendeva tra le sue gambe, sfiorandola da sopra i leggins…
 
 
 << Così non vale… >>, gemette lei, che stava chiudendo gli occhi per assaporare quelle sensazioni… e che sapeva già stava per cedere.
 
 
James si alzò dal divano continuando a baciarla, mentre con le mani prendeva quelle di lei e la faceva alzare, trascinandola verso il piano superiore, verso la loro camera…
 
 
Arrivati alla soglia, Xx che camminava davanti a lui, sentì la sua mano sulla spalla che la girava all’improvviso attirandola a sé, circondandola impetuoso con le braccia, affondando la lingua tra le sue labbra… come se non si vedessero da giorni.
 
 
Xx non provò neanche a resistere, baciandolo con trasporto, poggiando le mani sul suo petto…
 
 
 << Oh… Xx >>, sospirò James guardandola con occhi accesi, inondandola con il suo calore.
 
 
 << Sei una tentazione troppo forte per me… provo a resistere… ma non so come si fa >>, continuò, mentre le gambe di lei tremavano, e si sentiva contorcere dall’ombelico in giù… lo voleva anche lei: il suo corpo lo voleva, il suo cuore lo voleva… la sua testa, la sua anima… lo voleva con ogni più piccola parte di sé. Non gli sarebbe importato neanche se avessero avuto una casa piena zeppa di tutti i loro parenti.
 
 
James la spinse verso il letto, mentre le toglieva rapido la maglietta, accarezzando i seni da sopra il reggiseno: il suo respiro era forte... erano come due magneti che si attiravano a vicenda.
 
 
Il desiderio di Xx per James le infiammava il sangue… vedeva le sue reazioni riflesse in lui; nei suoi occhi che ardevano in quelli di lei.
 
 
James le alzò una gamba allacciandola alla sua… lei sentiva la sua erezione dura, dominante premerle contro, mentre i suoi capezzoli ritrovavano il contatto con le sue mani e il suo tocco familiare: eccitante e rassicurante insieme.
 
 
James la baciò selvaggiamente, mettendosi a cavalcioni sopra di lei, mentre le sue dita si facevano strada tra i suoi capelli, scendendo rapide sul viso, scivolando di nuovo sui suoi seni.
Xx lo afferrò per la nuca… voleva sentire le sue labbra che stringevano e succhiavano i suoi seni fino a farla gemere di piacere.
 
 
 << Voglio leccarli… voglio leccarti tutta… >>, mormorò ansimando… e Xx gemette nella sua bocca.
 
 
Con fermezza le infilò una mano sotto le mutandine, scivolando dentro di lei… sostando per qualche istante in quel luogo caldo, muovendoci dentro le dita, mentre la sua lingua cercava quella di lei: il suo respiro era sempre più affannoso e potente nella bocca di Xx.
 
 
Con un gesto quasi violento le strappò via i leggins e le mutandine, togliendosi i pantaloni a sua volta.
 
 
Xx allungò le mani per togliergli la maglietta, ma lui le afferrò entrambe, portandole in alto sopra la sua testa, bloccandole li. Si tolse la maglia con un gesto secco,  e sempre guardandola, senza distogliere gli occhi dai suoi, le allargò le gambe penetrandola con una spinta decisa.
 
 
Xx si avvinghiò al suo collo, chiudendo gli occhi, assaporando quella pienezza… quella folle, inebriante sensazione di essere posseduta da lui.
Lo sentiva pulsare dentro di lei… ne assaporava ogni centimetro… scivolava piano, dentro e fuori… e ogni movimento era un gemito, un’onda di fuoco che la attraversava… le sue gambe si tendevano sotto di lui, mentre il respiro si spezzava…
 
 
Oliver si svegliò: doveva andare al bagno, ma non si immaginava certo di trovarsi di fronte a una scena del genere! Per andare al bagno doveva passare di fronte la camera di James e Xx… che in preda alla passione e al desiderio non si erano accorti di aver chiuso la porta solo per metà.
 
 
 << Oh my God!! Almeno chiudete la porta… o appendete un calzino sulla maniglia! >>, esclamò un imbarazzatissimo Oliver, che per fortuna non aveva visto quasi niente, data la luce fioca della abat-jour… ma aveva sentito chiaramente i due gemere…
Si coprì con una mano gli occhi, e cercò a tentoni la maniglia, sbattendo la porta della loro camera, correndo verso il bagno. Non era certo sua intenzione beccarli così… ma non potè fare a meno di ridere dell’accaduto.
 
 
Xx e James si girarono di scatto guardandosi negli occhi, immobili, imbarazzatissimi e vergognandosi a morte per quanto successo.
 
 
 << Beh… ormai siamo stati beccati… inutile fermarsi adesso, no? >>, buttò li James, le guance e il collo che intanto andavano a fuoco.
 
 
 << Si… inutile… >>, rispose lei, che aveva tutta l’intenzione di scavarsi una buca e rimanere li in eterno.
 
 
 << Continuate pure, non fate caso a me. Non voglio rovinarvi il divertimento! >>, disse Oliver ad alta voce, passando di fronte la porta chiusa tornando nella sua stanza, ridendo sotto i baffi.
 
 
 << At your comand >>, gli urlò James in risposta.
 
 
Xx e il fidanzato si guardarono, scoppiando a ridere, sciogliendo il momento di tensione che si era creato.
 
 
James riprese a muoversi dentro di lei… e Xx si abbandonò, dimenticandosi di tutto quanto: non contava più niente per lei, solo loro due, chiusi in quella stanza, i loro corpi uniti e pulsanti, che si davano piacere l’un l’altro, come nessun’altro sapeva fare… Il fidanzato la guardava, trapassandola con uno sguardo rovente.
 
 
Xx tentava di stendere le braccia e liberare le mani dalla sua presa salda, ma non ci riusciva, e intanto James era chino su di lei, a baciarla, a scendere con la lingua sul suo collo… mordicchiandole la spalla… scendendo sui seni, leccandole i capezzoli, prima uno e poi l’altro… prendendoli tra le labbra e tirandoli…
 
 
 << J- Jay… >>, stava ansimando Xx, persa in un mare di lussuria: lui le aveva preso il mento, baciandola con trasporto, affondando la sua lingua infuocata nella sua bocca… era un bacio impaziente, la reclamava… ne reclamava il possesso. La ragazza era senza fiato.
 
 
Era un orgasmo potente, disperato, rabbioso… tutto il suo corpo era in tensione sotto di lui, tutto il suo corpo era percorso da ondate di fuoco selvaggio, bruciava al suo tocco… pelle contro pelle… e lei lo cercava disperatamente, più dell’aria… era vitale per lei.
James la seguì dopo qualche secondo, mentre la inondava con il suo seme, e stringeva più forte la mano sui suoi polsi, fin quasi farle male, mentre con la mano libera le carezzava una guancia, sfiorandole le labbra gonfie di baci con il pollice… sussurrando il suo nome, mentre anche lui sentiva infiammare il fuoco dell’orgasmo che lo attraversava colpendolo in pieno, portandolo alla deriva… e crollò, la testa sulla spalla di Xx.
 
 
Xx lo guardò: era ancora sopra di lei… dentro di lei, gli occhi chiusi, il respiro che tornava regolare… rilassato… i capelli tutti per aria che perdevano goccioline di sudore che le finivano nell’incavo tra i seni… con le mani cercava quelle di lei, che ora erano libere ed erano scese per circondargli le spalle, e le strinse.
Lo trovava bellissimo… e in quel momento di tenerezza lo trovava molto sexy e provocante. O forse il fatto di averlo li tutto nudo e di aver appena avuto un orgasmo contribuiva? Probabilmente no… lo trovava bellissimo anche quando era di ritorno dal jogging mattutino, tutto sudato e con la tuta. Sorrise felice.
 
 
 << Buonanotte amore mio… >>, gli sussurrò, carezzandogli la testa… ma non ricevette risposta, James si era addormentato.
 
 
 
 << Allora… com’è andata ieri sera? >>, domandò ghignando Oliver: era andato a correre con il fratello quella mattina, e stavano tornando verso casa, stavano respirando pesantemente, sfiniti dalla corsa di sette chilometri.
 
 
 << Very well >>, rispose l’altro, che sapeva perfettamente dove voleva andare a parare il fratello.
 
 
 << Guarda che so come si fa… non serviva che mi facessi una dimostrazione >>, sghignazzò.
 
 
 << Haha. Non l’abbiamo fatto apposta >>, fece ironico James.
 
 
 << Me lo auguro! Comunque mi sembra di avere visto e sentito che vi siete divertiti parecchio! >>, gli rispose, affondando la steccata.
 
 
 << Si, direi di sì >>, disse vago James… ok che si raccontavano tutto, ma c’erano dei limiti!
 
 
 
 << Mio adorato miniPhelps… te lo sto dicendo da quando eri un piccolo puntino, e continuerò a dirtelo sempre… ma il tuo papà è proprio un gran figo. He is very, very, very beautiful… and you... you sei molto fortunato… o fortunata? Chissà… comunque, sei molto fortunato ad averlo come papà, sai? E hai moltissime persone che ti amano già… hai zio Ollie… vedrai, ti piacerà. Assomiglia molto a papà, ma con il tempo capirai quanto sono diversi… e ti avverto, a volte ti farà diventare matto… o matta, ma sappi che è una delle persone che ti vuole più bene in assoluto… credo che farebbe di tutto per te… e sono sicura ti insegnerà a combinare un sacco di guai. Non è che potresti spostare il tuo bel piedino dallo stomaco della mamma, eh? >>, parlò alla pancia, facendo il solletico al piedino che era piantato sullo stomaco, mentre apparecchiava per la colazione.
 
 
Oliver e James erano entrati silenziosamente in cucina, e avevano visto e sentito tutta la scena senza che lei li vedesse o sentisse, e si guardarono, sorridendo molto felici: James era sempre più innamorato e legato alla sua fidanzata, e Oliver sentiva che le voleva un bene dell’anima… la considerava quasi una sorella.
 
 
Si avvicinarono a lei, arrivandole alle spalle, uno a destra e l’altro a sinistra, e si abbassarono contemporaneamente sulla pancia, ciascuno per lato, riempiendola di baci.
 
 
 << Buongiorno ragazzi >>, fece Xx, sorpresa e divertita.
 
 
<< Buongiorno! Ehi, miniPhelps, It’s Oliver uncle speaking! Se ci sei batti un colpo >>, e, per puro caso – ma Xx era certa che Oliver non la pensasse così-, il bambino diede un calcio in risposta.
 
 
 << Ehi! È già abbastanza scatenato di suo, non gli serve il tuo incitamento! Inoltre aveva appena spostato il piede dal mio stomaco! >>, sbuffò la ragazza, senza arrabbiarsi davvero.
 
 
 << Allora… mio piccolo nipotino, che ne dici? Sei un boy o una girl? Un colpo per boy, due per girl >>, continuò Oliver ridendo, ma il piccolo non si mosse, e Xx e James risero sotto i baffi.
 
 
 << Ancora ci provi? Mancano due mesi ormai! >>, fece James esasperato.
 
 
 << Vedi? Al contrario di te, miniPhelps rispetta quello che io e Jay abbiamo deciso! >>, lo “ rimproverò “ Xx.
 
 
 << MiniPhelps, fai il bravo e sposta il piedino dallo stomaco di mamma >>, fece James, trovando il punto – si vedeva proprio come una piccola protuberanza… ed era la prima volta che si notava così bene- e facendogli il solletico.
 
 
 
Anche Oliver si unì allegramente al solletico, così che c’erano sei mani sul pancione, e miniPhelps si agitò come un matto, cominciando a muoversi… e si vide bene per la prima volta, tutte le protuberanze formate dai suoi movimenti: la testa, le manine, i piccoli piedi… era uno spettacolo meraviglioso sa contemplare.
 
 
 << James, Oliver! Cosa vi siete dimen… Mattia? >>, la ragazza era perplessa, con la mano ancora sulla maniglia della porta d’ingresso. Era sicurissima che a bussare fossero stati James e Oliver: il fidanzato si era proposto di accompagnare Oliver a fare il giro della città, ed erano partiti da dieci minuti… quindi pensava avessero lasciato li qualcosa.
 
 
 << Ciao amore… posso entrare? >>, fece il ragazzo.
 
 
<< Hai perso il diritto di chiamarmi così tre anni fa >>, gli rispose fredda.
 
 
 << Sul serio? Io credo di averne ancora il diritto… oh, ma abbiamo delle novità >>, disse, facendo un passo per entrare, notando il pancione di lei.
 
 
 << Non ho detto che puoi entrare. E poi, come mi hai trovata? >>, Xx era impietrita.
 
 
 << Beh, io entro lo stesso, siamo in un paese libero >>, fece beffardo.
 
 
 << Si, ma questa è proprietà privata, vattene >>.
 
 
 << Allora… amore… devo dedurre che hai trovato un altro ragazzo?  >>, domandò, facendo un passo verso di lei, che arretrò.
 
 
 << Si, James. Stiamo insieme da circa due anni. Perché sei tornato? >>, domandò brusca.
 
 
 << Mmm… in verità io sono tornato qui per te. Sono qui per riprenderti… voglio tornare con te >>, le rispose, guardandola.
 
 
Xx non battè ciglio. << Non mi hai ancora detto come mi hai trovata >>.
 
 
 << Non ti interessa sapere altro? >>, fece Mattia, quasi deluso dalla sua freddezza.
 
 
 << Solo come mi hai trovata >>, ripetè per la terza volta.
 
 
 << Ho seguito qualche tua amica che passava di qua >>, le rispose.
 
 
 << Devo ricordarti che mi hai lasciata tipo tre anni fa? Senza una vera motivazione per di più… ah no, come avevi detto? “ Ormai ti voglio bene come a una sorella, dopo dieci anni che stiamo insieme, questo non basta a formare una coppia “. Te lo sei forse dimenticato? >>, inveì lei.
 
 
 << Certo che no. Ma ho sbagliato… mi sono reso conto di amarti ancora follemente… e vorrei che ci dessimo una seconda possibilità… abbiamo condiviso tante cose… >>.
 
 
 << Mi sembra che ti sei accorto di amarmi ancora un po’ in ritardo. Io ti amavo tantissimo! E ho sofferto come un cane quando mi hai lasciata, per settimane! E ora dovrei dimenticarmi di tutto perché arrivi qui tutto prepotente, come se fossero passati tre giorni appena? Non funziona così. Ma la cosa più importante di tutte non è questa. La cosa che conta di più è che ora sono fidanzata con un altro uomo, e sono molto innamorata di lui… mi completa. Io sono amata e felice con lui, per cui non ho nessuna intenzione di lasciarlo. Hai avuto la tua occasione e l’hai sprecata gettandola alle ortiche. Non provo niente per te, ora >>, gli disse schiettamente lei.
 
 
 << Lasciami almeno provare a riconquistarti almeno… >>, disse, avvicinandosi di un passo: ora tra loro c’erano dieci centimetri di distanza, ma proprio in quel momento tornarono James e Oliver, che sicuramente si erano dimenticati qualcosa… e il sorriso si spense sui loro volti.
 
 
 << Tu chi sei? >>domandò glaciale James al ragazzo. Xx e Mattia si allontanarono subito: Xx aveva la faccia colpevole, nonostante non fosse successo nulla.
 
 
 << Cosa ci fai a casa mia con la mia fidanzata? >>, domandò, senza quasi lasciargli il tempo di spiegarsi.
 
 
 << James… lui… è Mattia… il mio ex ragazzo… ti ho parlato di lui. Ho aperto senza guardare, pensavo fossi tu… eri appena andato via con Oliver, credevo avessi dimenticato qualcosa >>, gli spiegò timida improvvisamente timorosa del suo sguardo duro… che si spostava da lei al ragazzo.
 
 
 << Lui… è lui il tuo ex? >>, domandò incredulo.
 
 
 << Proprio io… in carne ed ossa… il suo grande amore… io le ho fatto scoprire molte cose… tra cui una cosetta chiamata sesso >>, rispose strafottente, e Xx arrossì di colpo.
 
 
Oliver alzò un sopracciglio, mentre James sentiva la mano prudere.
 
 
 << Mattia… per favore. Non ti ricordavo così arrogante >>, borbottò la ragazza, anche se sentirono chiaramente tutti.
 
 
 << Il suo… ex primo grande amore. Certo… sei stato il primo, non certo quello attuale, o più grande. E non preoccuparti, anche con me ha imparato molte cose in materia di sesso, non ha bisogno di altre tue perle di saggezza >>, rispose infastidito James, mettendo l’accento sulla parola ex.
 
 
 << Certo… ma l’addestramento… diciamo di base, è opera mia. Sono stato il primo che l’ha istruita, e… >>, cominciò senza fare una piega.
 
 
 << Ehi, io sono qui! E poi non sono un cane che devi addestrare >>, lo bloccò Xx, vergognandosi.
 
 
James e Oliver incurvarono appena le labbra in un sorriso, a quelle parole.
 
 
 << Te l’ho detto anche prima: abbiamo avuto la nostra possibilità, e l’hai buttata via. Fine della storia. Io ora sto con James, e lo amo… lui mi rende felice. Non voglio stare con nessun’altro >>, disse Xx, come se dovesse spiegare qualcosa di molto semplice a un bambino molto testardo.
 
 
 << Vedi? Te lo ha detto anche lei. Senza contare che tra un paio di mesi diventeremo genitori >>, gli disse James, con una punta di acidità e di orgoglio nella voce che non sfuggì alla ragazza.
 
 
 << E allora? Tu sei solo il padre biologico… colpire il bersaglio con uno spermatozoo non ti rende padre al cento per cento. Qualsiasi uomo le stia accanto potrebbe diventare il padre di quel bambino, un uomo che lo alleva e lo cresce come se fosse suo figlio… perché è comunque parte della donna che ama… >>, gli rispose.
 
 
Xx, James e Oliver rimasero per un attimo ammutoliti.
 
 
 << Ma senti questo! Di un po', sei impazzito per caso? E in ogni caso lui rimarrebbe sempre e comunque il padre del bambino, anche se non stessimo più insieme. Hai capito? Non verrà mai sostituito da nessun’altro. Ci sarà per sempre un legame tra noi due… e questo niente e nessuno potrà mai cambiarlo >>, puntualizzò Xx esasperata.
 
 
 << Ovviamente no. Voglio solo riprendermi quello che è mio. Io so che nel profondo del tuo cuore tu mi ami ancora… si tratta solo di far tornare a galla quei sentimenti… e sono qui per questo >>, insistè Mattia.
 
 
 << I… I really.I have no words. Non l’hai sentita? Vuole stare con me! Ha scelto me! E se la ami come dici dovresti rispettare questa decisione, se è quella che la rende più felice! >>, sbottò James.
 
 
 << No, no. Lei non ti ha scelto, Sei capitato nel momento giusto. Se non fossi stato tanto stupido da lasciarla staremo ancora insieme e forse quel bambino sarebbe il mio! >>, disse deciso Mattia, il fuoco negli occhi.
 
 
<< Questo è tutto da vedere. In ogni caso si tratta di scelte mie che tu non devi provare a giudicare. Da quando sei così insistente? >>, replicò Xx.
 
 
 << Quindi, se lei dovesse scegliere me, tu l lasceresti libera stando a quello che hai appena detto? >>, domandò Mattia, prendendo James in contropiede, ignorando del tutto Xx.
 
 
 << Io… lotterei per lei. Ma se stare con un altro la rende più felice… alla fine la lascerei andare… >>, fece James mesto.
 
 
 Xx e Oliver avevano la bocca spalancata, inorriditi.
 
 
 << Quindi capirai il mio desiderio di lottare per lei… >>.
 
 
 <<… si >>, dovette arrendersi.
 
 
 << Scusate un momento. Qui nessuno lotterà per nessuno. Io sto con James, e lo amo. Dovresti essere felice per me, dato quello che hai appena detto al mio ragazzo. Fine dell’argomento >>, si intromise Xx.
 
 
 << Sarà meglio che tu te ne vada. Se hai intenzione di portarmi via la felicità non sei il benvenuto qui >>, replicò gelido James.
 
 
 << Non finisce qui… ti riconquisterò! Quel bastardo potrebbe essere mio figlio! >>, urlò Mattia.
 
 
James e Oliver strinsero i pugni, per poco non lo prendevano per il collo, ma Xx li bloccò.
 
 
 << Farò finta di non aver sentito. Vattene subito >>, gli urlò dietro, piena di rabbia.
 
 
 << Mi dispiace… non so cosa dire… >>, Xx abbracciò James.
 
 
 << Non è colpa tua… ma posso capirlo. Si è accorto di quello che ha perso e tenta di rimediare… >>, tentò di sorriderle.
 
 
 << Può tentare quello che vuole, è un suo problema. Il mio cuore è solo tuo >>, gli sorrise timidamente.
 
 
 << Non getterà la spugna facilmente >>, continuò lui pensieroso.
 
 
 << Prima o poi si stancherà. Le due persone più importanti per me e che amo di più sono in questa stanza. Una sei tu… l’altra deve ancora nascere >>, gli disse, baciandolo.
 
 
 
 << Non potete fare niente per lui? È lì fuori a stamattina >>, fece Oliver, osservando la macchina di Mattia, parcheggiata poco lontano. Era quasi mezzanotte, e la sua auto non si era spostata per tutto il giorno.
 
 
 << N- non credo… se domani è ancora lì chiamerò i carabinieri… tu che dici Jay? >>, gli domandò, incerta sul da farsi.
 
 
 << Per me va bene. Tu sei tranquilla, si? >>, le domandò: era tutto il giorno che la vedeva strana… irrequieta.
 
 
 << Benone >>, fece distratta lei, mentre sceglieva un brano da far ascoltare a miniPhelps con le cuffie.
 
 
 << Noi andiamo a dormire… buonanotte Ollie >>, fece James poco dopo.
 
 
 << SI… scusami, stasera non sono stata molto di compagnia >>, fece Xx mesta.
 
 
 << Non preoccuparti, c’è sempre domani >>, le sorrise, augurando loro la buonanotte e andando a letto poco dopo.
 
 
 
Erano le quattro di mattina, e James si svegliò sentendo dei rumori provenire dal piano inferiore.
Si girò verso Xx per assicurarsi che stesse bene, ma nono la trovò e si spaventò.
 
 
Scese di corsa dal letto, e nel piccolo corridoio trovò Oliver, svegliato anche lui da quei rumori.
 
 
 << Who is? >>, domandò assonnato Oliver.
 
 
 << I don’t know >>, disse, stropicciandosi gli occhi, scendendo di sotto.
 
 
 << Ma… Xx! Che stai facendo? >>, borbottò James sbadigliando, gli occhi ancora impastati dal sonno, e Oliver dietro di lui.
 
 
 << Oh, ehm… ciao. Scusate, non volevo svegliarvi. Io… io non riuscivo a dormire, così mi sono alzata per farmi un thè caldo, poi ho visto il barattolo di nutella e ho pensato che potevo fare delle crepes… volete favorire? >>, domandò la ragazza ai fornelli.
 
 
 << Ehm… io prendo solo il thè >>, fece Oliver.
 
 
 << Ne vuoi una tazza anche tu Jay? >>, gli chiese.
 
 
 << Si, grazie >>, gli rispose, andando dietro ai fornelli, abbracciandola da dietro, baciandole il collo e carezzandole la pancia.
 
 
 << Perché non dormi? >>, le domandò, mentre Oliver si sedeva su uno degli sgabelli della penisola.
 
 
 << Non saprei… forse non ho sonno. Ultimamente non faccio che riposare… ma è una noia! Così arrivo la sera che sono più attiva che durante il giorno >>, tentò di spiegarsi.
 
 
 << Ho capito… e non è che magari centra anche il tuo ex? >>, gli domandò più serio.
 
 
 << Forse mi preoccupa un po'… >>, ammise alla fine.
 
 
 << D’accordo… domani vado a parlarci ancora, ok? E lo so che tu eri abituata a fare mille cose prima e che ora non riesci… ma abbi pazienza, sistemeremo tutto. Ora finiamo il nostro thè e poi torniamo tutti a dormire, va bene? >>, fece James, e Xx annuì, così poco dopo, mentre Oliver metteva le tazze nel lavandino, James le prese la mano, e salutando il fratello tornò a dormire.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** Guai in vista ***


Il giorno successivo Xx si svegliò abbastanza presto: era preoccupata che Mattia potesse infastidire lei e James ancora, e non aveva intenzione che succedesse; voleva andare a parlargli in modo che se ne andasse una volta per tutte.
 
 
Si sentiva intorpidita, così si stiracchiò, cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare James, le gambe a penzoloni giù dal letto.
 
 
Il ragazzo arrivò dietro di lei senza fare il minimo rumore, avvolgendola con le sue braccia, carezzandole il pancione, baciandole il collo e mordicchiandole l’orecchio. Era una cosa che faceva tutte le mattine e tutte le sere da quando era incinta: salutava il suo bambino carezzandolo… e molto spesso la abbracciava da dietro, baciandole il collo, specialmente ora che il pancione le cresceva molto.
 
 
<< Mooorning >>, le sussurrò con voce sensuale, sedendosi dietro di lei sul letto, mettendo le gambe anche lui a penzoloni, a fianco le sue, scendendo con le mani verso l’interno coscia, ipersensibile negli ultimi giorni, allargandole appena le gambe.
 
 
 << A perfect morning >> sorrise lei, gli occhi chiusi, mentre lui le infilava una mano dentro i leggings, carezzando e stimolando la sua femminilità… mentre Xx continuava ad aprire le gambe il più possibile, per dare miglior accesso a lui: Mattia era completamente sparito dalla sua mente.
 
 
Xx gettò la testa indietro, verso la sua spalla, baciandogli il collo e mordicchiandogli il lobo dell’orecchio e la mascella… poi aprì gli occhi e si accorse che era tutto sudato.
 
 
 << Jogging? >>, gli domandò, alzando un braccio per accarezzargli la guancia.
 
 
 << Yes, with Oliver >>, le rispose, prendendo la mano che aveva sulla guancia e baciandola.
 
 
 << Non mi ero accorta che ti eri già alzato. Non vedo l’ora che nasca… così qualche volta potrò venire a correre con te, come facevamo prima >>, gli sorrise lei, baciandogli l’angolo della bocca.
 
 
 << Sarebbe bello >>, le rispose, baciandole l’interno del polso.
 
 
 << Sai cosa sarebbe bello, anche? >>, domandò maliziosa.
 
 
 << Del gran bel sesso mattutino >>, le rispose lui sicuro: stava pensando la stessa cosa.
 
 
 << Esatto! >>, confermò lei, sorridendo languidamente.
 
 
Xx si alzò dal letto, controllò che la porta fosse ben chiusa, dati i recenti avvenimenti, e James si alzò andandole dietro: sentiva le sue mani sulla sua femminilità, e la sua eccitazione dietro di lei, che scivolava sulla linea delle natiche.
 
 
Un bacio violento sul collo… un piccolo morso che le trasmise una specie di scossa elettrica… Un suo ginocchio la accarezzò tra le gambe…  la sua femminilità già bruciava, mentre un brivido la attraversava dal ventre alla testa.
 
 
Le avvicinò la testa e iniziò a baciarla con prepotenza, mentre la spogliava con gesti sicuri: Xx era nuda di fronte a lui, il suo corpo scaldato dai suoi occhi che bruciavano più del sole di luglio. La guardava come se non desiderasse altro nella vita… e questo accendeva il suo desiderio.
 
 
 << Potrei rimanere tutto il giorno a guardarti >>, affermò con sicurezza… e guardandolo Xx non aveva nessun dubbio.
 
 
James le prese una mano e la appoggiò sulla sua erezione, facendole sentire attraverso la stoffa dei boxer la voglia che aveva di lei.
 
 
Xx lo osservò con attenzione: aveva un’aria giovanile, spensierata e spaventosamente sexy; guardava tutta la linea dei suoi muscoli definiti… tutti i nei e le lentiggini, dall’alto in basso, e quando arrivò all’altezza dei boxer li tolse, gettandoli sopra il mucchio dei suoi vestiti, e si avvicinò al suo corpo nudo e sudato.
 
 
Il profumo della sua pelle sudata era più inebriante che mai: le sorrise con i suoi magnetici occhi verde scuro e risero anche le rughette ai lati, che da sempre la facevano impazzire.
 
 
Con dolcezza James la spinse sul letto, facendola stendere sopra il groviglio di lenzuola: quel letto sapeva ancora di loro, del loro profumo, della notte appena trascorsa…
 
 
Si mise sopra di lei, facendo attenzione a non schiacciarle la pancia, e le fissò le braccia sopra la testa, stringendole le cosce tra le ginocchia.
 
 
 << Hai idea dell’effetto che mi fai? >>, mugugnò in un sospiro.
 
 
 << No >>, ansimò lei, mentre si tendeva tutta sotto di lui.
 
 
 << E invece sì che lo sai >>, le sorrise, intercettando uno sguardo di lei in direzione della sua eccitazione: lasciò scivolare due dita tra le sue gambe, mentre con l’altra mano premeva contro la bocca.
 
 
Xx iniziò a gemere contro la sua mano, sotto i colpi profondi delle sue dita esperte: pensò che la volesse già far venire così… senza penetrarla.
 
 
Stava già perdendo il controllo… ma non voleva godere così: non solo così e non adesso: voleva lui, aveva bisogno di sentire la sua erezione dentro di sé.
 
 
Xx lo stava accarezzando, le mani sulle sue spalle, sul suo collo… e poi scesero ancora, a piantargli le unghie sui fianchi, lasciando un segno di lei… del suo passaggio, della sua appartenenza a lei.
 
 
Era quasi allo stremo, quando James spostò la mano, distendendosi meglio che poteva su di lei e il pancione, riempiendola della sua voglia bollente: fece scivolare una mano intorno alla sua vita, la bloccò, e sollevandola appena, tenendola stretta a sé, spinse dentro con più forza.
 
 
Spingeva con ritmo straziante: il suo respiro era un tutt’uno con quello di lei e diventava sempre più ruvido e spezzato.
 
 
Xx sentiva quel familiare calore che le risaliva il ventre, la contraeva e la stordiva, annullando tutto ciò che avveniva fuori dal suo corpo.
 
 
James non chiedeva il permesso: si appropriava di lei, la faceva sua senza incontrare resistenze… e lei non riusciva più a pensare a nient’altro.
 
 
Xx si muoveva sotto di lui, accompagnando il suo ritmo.
 
 
 << Continua… ti prego, non fermarti >>, gli sussurrò sempre più eccitata, reclamando l’orgasmo che le stava promettendo.
 
 
James ghignò, ma ad un tratto si fermò e la trascinò giù dal letto: ora lei era appoggiata al bordo del materasso, e stringeva con le dita le lenzuola.
 
 
Lui era dietro di lei, e quasi la schiacciava, inchiodandola lì dov’era, con il suo peso e la sua forza.
 
 
La prese da dietro, Xx non aveva scampo, era prigioniera del suo desiderio: era quasi violento e la voleva così, in quel momento… mentre con un braccio le circondava i seni, e l’altro raggiungeva una sua mano che stringeva le lenzuola… stringendole insieme a lei.
 
 
Xx si lasciò andare completamente, gemendo sotto i suoi colpi… mentre James sussurrava roco il suo nome: non riusciva a dire altro… o a concentrarsi su nient’altro che fossero loro due in quel momento; sentiva l’orgasmo montare dentro di lui… finchè vennero insieme, gemendo eccitati, inebriati dal reciproco piacere.
 
 
 << God, Xx… >> mormorò James dopo qualche minuto, indugiando dietro di lei… riempiendola con dei piccoli, dolci baci sulle spalle.
 
 
 << Dopo tutto questo tempo che stiamo insieme… sei ancora come una droga: perdo il controllo con te… come non mi era mai successo prima… e mi vengono certi pensieri… non posso, non riesco a resisterti… o a fare a meno di te >>, disse piano, il respiro ancora un po’ irregolare.
 
 
Xx lo guardò, girando appena la testa: erano ancora nella precisa posizione in cui si trovavano quando avevano avuto l’orgasmo, e nessuno dei due accennava a volersi spostare.
 
 
 << Non devi farlo. Non devi resistermi… anche io non ti resisto. È… è più forte di me… ma mi piace, mi piace che dopo tutto questo tempo siamo ancora così. Non vorrei fosse diverso… alterniamo momenti dolci e romantici a momenti in cui… wow, siamo rudi e veloci… e lo adoro. E… questa cosa dei pensieri che ti vengono non mi dispiace neanche un po’ >>, gli disse baciandolo sulle labbra, e James le sorrise complice.
 
 
 
 
 << Good mornig Oliver >>, fece Xx allegra entrando in cucina per la colazione, tenendo James per mano.
 
 
 << Good morning to you >>, le rispose: osservava lei e il fratello che si tenevano per mano, ridacchiavano sussurrandosi qualcosa che non sentiva e cercavano sempre un contatto tra loro. Immaginava qualcosa, ma non disse nulla, continuando a guardarli di sottecchi, ridendo dentro la tazza del thè.
 
 
 << Quali sono i vostri piani per oggi? >>, domandò Xx.
 
 
 << I don’t know… James? >>.
 
 
 << Non so… facciamo il giro che non abbiamo fatto ieri? Xx, ti dispiace? O dato che c’è quel tipo in giro…>>.
 
 
 << No, andate pure. Non credo sia davvero pericoloso … basta che non rimorchiate troppe ragazze >>, rise Xx.
 
 
 << Ci proveremo >>, sorrise Oliver.
 
 
 
 
 
 << La vuoi finire di pedinarmi? >>, sbottò Xx verso Mattia, tre giorni dopo, dopo l’ennesima volta che la seguiva… o seguiva James e Oliver.
 
 
 << No. Almeno fino a quando non mi dirai che ho ragione, che provi ancora qualcosa per me, e che mi dai una seconda possibilità >>, rispose lui testardo.
 
 
 << Allora hai molto da aspettare. Te l’ho detto mille volte! Non provo niente per te, quindi non ti do nessuna seconda possibilità! Ehi fermati subito! Che fai?? >>, lo bloccò lei: stava entrando, seguendola, dal cancello di casa.
 
 
 << Aspetto che cambi idea. Lo so che sei innamorata di me in fondo… solo che non vuoi ammetterlo per non far soffrire quel James… >>, continuò lui testardo.
 
 
 << Hai davvero molta fantasia, ma tu mi devi lasciare in pace. Chiaro? Sei talmente ossessionato da me che ti immagini le cose e vedi solo quello che vuoi vedere. Te lo ripeto, io amo James, e non ho nessuna intenzione di lasciarlo, hai capito? Io e James siamo stati pazienti con te, ma se continui a seguirmi… ad aspettarmi sotto casa… a preparare biscotti o altro, ti denunciamo alla polizia! Hai capito bene?? >>, abbaiò Xx, arrabbiata e infastidita.
 
 
 << Non sei convincente mia cara >>, le disse, avvicinandosi, prendendole un braccio, stringendolo con forza, con il braccio libero le avvicinò prepotentemente la testa per baciarla.
 
 
 Xx provò a dimenarsi e a sciogliersi da quella stretta forzata.
 
 
 << Toglimi le mani di dosso! >>, gridò, e proprio in quel momento arrivarono James e Oliver, che non appena videro la scena corsero verso di lei: James prese Mattia per il colletto della camicia, strattonandolo lontano da lei, e Oliver era corso ad allontanare Xx, che ora tremava, e cercava di calmarla.
 
 
 << Adesso basta! Hai passato veramente il limite! Vattene subito, e se ti rivedo ancora qui a ciondolare aspettandola ti denuncio per molestie!! >>, James era fuori di sé, in preda a una rabbia devastante: Xx era sua, sua e di nessun’altro.
 
 
 << Io non rinuncio a lei così >>, ribadì Mattia.
 
 
 << Basta! Mattia, basta! Trovati una brava ragazza e vai avanti con la tua vita… e lasciami in pace! Mi stai spaventando, non lo vedi? Una persona innamorata non lo farebbe >>, urlò Xx: James era davanti a lei, Oliver dietro… la stavano proteggendo, e provò un moto di gratitudine e di amore nei loro confronti… anche se l’amore per James era ben diverso dall’affetto fraterno per Oliver.
 
 
Forse per qualche cosa che aveva appena detto, i tre videro una luce diversa negli occhi di Mattia: non aveva più quello sguardo folle e quell’atteggiamento strafottente che aveva prima… sembrava essersi reso conto di quello che aveva fatto.
 
 
 << Oh… Xx… s-scusami… io… non capivo più niente… perdonami. Ti prego. Hai ragione… ti sto solo spaventando… ti auguro tutta la felicità del mondo… te lo meriti… e anche voi due. Scusatemi, davvero… James… prenditi cura di lei… e del vostro bambino >>, disse infine con sincerità.
 
 
James e Oliver annuirono: << D’accordo… buona fortuna anche a te >>, fece il fidanzato della ragazza, prima che Mattia se ne andasse.
 
 
 << Stai bene Xx? >>, domandò Oliver.
 
 
 << Cos…? Io… si. Sto bene. Voglio solo entrare in casa >>, annuì la ragazza, entrando, seguita dai due.
 
 
 
 
Era l’ultima sera del soggiorno di Oliver, e lui e il fratello erano usciti per andare a comprare il gelato per il dopocena: Xx si era superata, preparando alcuni dei loro piatti preferiti, per l’occasione, così Oliver si era proposto di pensare al dolce… e James aveva suggerito il gelato.
 
 
 << MiniPhelps, amore di mamma, mi ha appena chiamato la dottoressa. Mi ha dato l’appuntamento per l’ultima ecografia… così vedremo se sarai nella giusta posizione per uscire… e vedremo quanto sei diventato grande, quanto pesi… e sentiremo di nuovo il tuo cuoricino battere. Non vedo l’ora… e anche papà non sta nella pelle >>, raccontò alla propria pancia, la radio in sottofondo che andava.
 
 
 << Oh! Questa… questa canzone! Mi fa impazzire! >>, disse Xx ascoltando l’inizio della canzone di Pitbull, Fireball… e prima che potesse rendersene conto, si era già lanciata a ballare la canzone dietro ai fornelli, un cucchiaio di legno in mano a fare finta di cantare.
 
 
Trenta secondi dopo, entrarono i due fratelli con la vaschetta del gelato, e rimasero increduli e divertiti a guardarla scatenarsi: non si era accorta di loro data la musica molto alta.
 
 
Un minuto dopo, quando loro stavano ridendo divertiti, lei si girò e li vide: gettò subito via il cucchiaio nel lavandino, come per eliminare la prova di chissà quale reato, diventando viola in faccia… ma i due si avvicinarono a lei, cominciando a ballare a ritmo di musica… e dopo un momento di esitazione, continuò anche lei, riprendendo il cucchiaio, e facevano finta di cantare a turno.
 
 
Alla fine della canzone a Xx cadde di mano il cucchiaio: si chinò per riprenderlo, ma Oliver la bloccò.
 
 
 << Faccio io >>, le disse, chinandosi.
 
 
 << Ok… grazie. Io… vado… ehm… in bagno… a finire di vergognarmi >>, farfugliò, ma James la bloccò.
 
 
 << Sei bellissima… ed eri molto carina mentre ballavi >>, le disse con gli occhi pieni di amore.
 
 
 << Si, sì. Lei è sempre bellissima per te… >>, borbottò Oliver, per prenderli in giro.
 
 
James lo guardò male, alzando un sopracciglio.
 
 
 << Non che tu non sia molto bella… >>, disse Oliver precipitosamente.
 
 
 << Sei proprio gentile >>, rise Xx, dandogli una piccola botta sul braccio.
 
 
 << Oh, sentite… sta ballando anche miniPhelps con noi! >>, fece lei, e i due fratelli poggiarono entrambi la mano per sentire.
 
 
 << It’s wonderful >>, commentò Oliver
 
 
 << Hai proprio ragione >>, approvò James, dando un bacio a Xx.
 
 
Dopo cena erano tutti e tre sul divano a chiaccherare mangiando il gelato… e Xx aveva poggiato la sua coppetta in cima al pancione: James e Oliver rimasero imbambolati per un bel pezzo ad ammirare la scena della coppetta che si muoveva, facendo dei piccoli movimenti, sotto i colpi di miniPhelps che si muoveva.
 
 
James aveva già potuto vedere una scena simile con il telecomando qualche giorno prima… anche se rimaneva ogni volta affascinato a guardare… ma Oliver non l’aveva mai visto, e per lui quello era il più bel spettacolo del mondo.
 
 
 << Sul serio, Ollie… dovresti fare un bambino. Sei incantato da qualsiasi cosa lo riguardi! Se non sai come si fa ti posso fare uno schema >>, disse Xx prendendolo in giro.
 
 
 << Haha. Sei molto divertente… beh, ci penseremo >>, le rispose lui sorridendo, mentre James si rotolava dalle risate.
 
 
 << Allora aspettiamo un cuginetto o una cuginetta per miniPhelps >>, continuò James soave, e Oliver arrossì.
 
 
 << Ollie su… non c’è niente di scandaloso o vergognoso in una cosa come questa! La trovo una cosa normale… >>, continuò Xx, eliminando l’ironia nella voce, notando il suo disagio.
 
 
 << No, questo no… >>, farfugliò lui.
 
 
 << Comunque queste sono cose tue e di Katy. Parlatene tra di voi…e sarà quando sarà… ma se aveste bisogno dello schemino fatemelo sapere >>, sorrise Xx, e Oliver le scompigliò i capelli ridacchiando: era grato che avesse cambiato argomento… ed era quasi certo lo avesse fatto perché notava il suo imbarazzo.
 
 
 
 
 
 << Cosa?!? Ma, James! Sei impazzito per caso?? >>, Xx era scioccata.
 
 
 << Amore mio… si tratta di lavoro… >>, tentò di consolarla lui.
 
 
 << Dovrei stare meglio secondo te? >>, lo provocò.
 
 
 << … no… >>, ammise lui.
 
 
 << Cioè… stanno attaccando l’Europa… e tu dove vai?!? In uno dei punti più sensibili!! >>, strepitò Xx: era quasi isterica.
 
 
 << Starò via appena tre giorni… non è detto che attacchino… o che attacchino dove sto io… Bruxelles è grande… Xx, ti prego… >>, James cercava di farla ragionare, e la prese per le spalle.
 
 
 << Ti prego cosa?! Ti aspettavi che facessi i salti di gioia per caso? O che non mi sarebbe importato di vederti andare verso il pericolo? >>, si scaldò lei.
 
 
 << No… però… >>.
 
 
 << Non c’è nessun però, Jay! Io non accetto questo viaggio! Corri un serio pericolo… e se ti succedesse qualcosa cosa dovrei dire a nostro figlio, eh? Avanti, rispondi! >>, lo esortò: era arrabbiata e spaventata insieme… ma James non sapeva cosa rispondere; era terrorizzato dalla prospettiva che lei gli stava mostrando.
 
 
 << Lo sapevo. Katy cosa dice a riguardo? >>, fece Xx guardandolo preoccupata.
 
 
 << Sono sicuro che andrà bene >>, provò lui, evitando la domanda: da quello che gli aveva detto Oliver al telefono prima, aveva reagito più o meno come Xx.
 
 
 << No, James. Non puoi saperlo. Sono solo inutili parole di circostanza… io non… non voglio perdere il mio fidanzato… il papà del mio bel bambino… per uno stupido contratto… per lavoro… e s-se q-qualc… >>, tentò ancora, ma cominciò a singhiozzare, gli occhi lucidi
 
 
James la prese e la strinse forte a sé: gli si spezzava il cuore a vederla così… e la cosa che più avrebbe voluto al mondo era giurarle che sarebbe andato tutto bene, che sarebbe tornato a casa da lei e dal loro bambino, ma in fondo al cuore sapeva che rischiava ad andare a Bruxelles… ma era anche fiducioso che tutto andasse liscio.
 
 
 << Questo è l’ultimo viaggio prima del parto, e anche per un po' dopo la nascita. Ma… senti, amore… se… se dovesse succedermi qualcosa… tu… l’avvocato ha tutte le... >>, tentò di dire James, ma non ci riusciva, aveva un groppo in gola.
 
 
 << Shh, no… James, non voglio saperlo. Tu devi tornare da noi, mi hai capito bene? Avevi promesso che ci saresti stato durante il parto, ti ricordi? >>, le zittì lei, sfiorandogli con le dita i contorni del viso, come se non avesse mai visto niente di più bello.
 
 
 << Certo che me lo ricordo… e ti giuro che manterrò questa promessa… ma… amore… ho bisogno che tu stia dalla mia parte >>, le disse, stringendola a sé il più possibile: cercava di apparire tranquillo per non preoccuparla e spaventarla più di quanto non fosse già… ma doveva ammettere di essere un po' preoccupato.
 
 
 << Jay… io sono sempre dalla tua parte… lo sai, e posso capire perché tu me l’abbia detto il giorno prima della partenza. Ma stavolta non appoggio questo tuo viaggio >>, gli rispose, prima di baciarlo con passione.
 
 
Lui la guardò per un momento… per poi immergersi nelle sue morbide labbra, che sembravano fatte apposta per lui, per accenderlo… per farlo sentire in paradiso.
 
 
Poco dopo, Xx entrò nel bagno: voleva farsi una doccia e schiarirsi un po' le idee.
 
 
 
 << Speravo di trovarti nella doccia! >>, esclamò James poco dopo, andando in bagno: Xx si era appena infilata le mutandine e il reggiseno, quando dallo specchio vide James comparire sulla soglia guardandola con aria viziosa, un sorrisino famelico disegnato sulle labbra.
 
 
Xx gli lanciò uno sguardo interrogativo, ma sapeva benissimo cosa voleva lui: glielo dicevano quegli occhi carichi di desiderio, il suo fiato sul collo… le sue dita che le sfioravano i capezzoli.
 
 
 << Posso sempre farne un’altra. Vuoi fare sesso per fare pace… anche se in realtà non abbiamo litigato? O vuoi fare sesso per calmarmi? >>, domandò a bruciapelo, una nota di ironia latente.
 
 
 << Funzionerebbe? >>, domandò sorridendo.
 
 
 << Può darsi >>, Xx rimase sul vago.
 
 
 << L’una e l’altra… e poi tu non mi basti mai, ti pare possibile? >>, domandò retorico, ma prima che lei potesse rispondere la afferrò, spingendola contro la parete: le sue mani erano sulla sua pelle; erano come due magneti che si rincorrevano.
 
 
La sua bocca reclamava quella di lei, insaziabile.
 
 
Xx lo bloccò: voleva essere lei a condurre il gioco, quella volta: aveva bisogno di farlo suo.
 
 
La mano di lei scivolò rapida sul suo sedere, e lei d’istinto premette il suo bacino contro il suo.
James la voleva, lo sentiva: il suo desiderio fremeva impaziente sotto i pantaloni.
 
 
Xx era stordita ed eccitata mentre si rendeva conto del suo bisogno impellente di lei.
 
 
Le dita della ragazza affondarono nei capelli di James tirandoli forte, per tenerlo stretto a lei: non voleva che partisse.
 
 
 << Anche tu non mi basti mai >>, ansimò Xx contro il suo viso: glielo dicevano anche i suoi occhi, mentre il sangue le bruciava nelle vene.
 
 
Xx gli aprì la cerniera dei pantaloni e cercò la sua erezione, dura e bollente: lo vide piegare la testa all’indietro, mentre con le mani si appoggiava al muro dietro di lei.
 
 
Xx scivolò piano con la schiena contro le mattonelle, fino ad accovacciarsi davanti a lui, sfiorandolo appena con la lingua. Lo lasciò poi entrare tra le sue labbra, gustando il suo sapore… sentiva che James stava fremendo di piacere, gli accarezzò le gambe e gli strinse le natiche… succhiandolo lentamente.
 
 
Procurargli quei brividi che gli scorrevano sotto la pelle la appagava; James le accarezzò i capelli, poi li tirò, facendole quasi male… la spinse contro di sé, voleva che lo facesse godere… ma era quasi all’apice dell’orgasmo quando si spostò con delicatezza, baciandola… baciando il suo sapore, il suo piacere, mentre la teneva ancora per i capelli.
Le allontanò poi la testa quanto bastava per guardarla negli occhi, minaccioso e arreso allo stesso tempo: << Tu mi farai impazzire >>.
 
 
La tirò su, affondandole i denti nel collo… lasciandole un segno di lui: un segno di appartenenza a lui.
La prese per un braccio spingendola dentro la doccia, dove l’acqua continuava a scorrere.
 
 
Premette leggero la sua faccia contro il muro e poi, posseduto da una foga quasi animalesca, le afferrò i fianchi, costringendola a inarcare la schiena.
 
 
James entrò in lei senza preamboli: ruvido, brusco, e tremendamente eccitante.
Si muoveva dentro di lei ansimando, il suo bacino contro quello di lei… il suo petto contro la schiena di Xx… mentre l’acqua continuava a scrosciare su di loro, senza riuscire a spegnere il fuoco che avevano dentro.
 
 
Le dita di lui cercarono la bocca di lei, che si aprì arrendevole: giocarono con la sua lingua, facendole emettere dei suoni che non sapeva neanche di poter emettere.
 
 
 << Avanti, Xx! Voglio sentirti urlare! >>, le ringhiò nell’orecchio.
 
 
Come un docile strumento al suo comando, tutto il corpo di Xx produsse un orgasmo devastante, che le riempì l’anima… e fuoriuscì dalla sua gola, con un urlo rauco e profondo… subito seguito dal ringhio animalesco di lui, che godeva, invocando il nome di Xx.
 
 
 << Ha funzionato? >>, domandò James poco dopo: erano a letto, e lei era rannicchiata vicino a lui, la testa sul suo petto mentre lui la stringeva tra le braccia.
 
 
 << Si e no. Saranno giorni difficili questi… e qualsiasi cosa tu possa dire o fare non riuscirai a non farmi essere preoccupata >>, gli disse, baciandolo vicino al capezzolo.
 
 
 << Mi dispiace… >>, le disse sincero: vederla così lo tormentava.
 
 
 << Lo so… non preoccuparti. Tu cerca solo di stare attento, d’accordo? >>, gli disse guardandolo negli occhi.
 
 
 << Certo. Domani mattina mi devo alzare presto… non svegliarti, d’accordo? Mi arrangio >>, le disse, e Xx annuì.
 
 
 
 
Erano passati i tre giorni, e James sarebbe tornato a casa verso il primo pomeriggio: si sentiva una sciocca, ora, per quella piccola discussione che avevano avuto il giorno prima della partenza… e aveva cominciato a rilassarsi, a dirsi che forse aveva ingigantito la questione eccessivamente.
 
 
Poi la notizia: aveva la televisione accesa, quando un’edizione straordinaria del telegiornale aveva interrotto il programma che stava guardando. La giornalista annunciava un attacco al cuore dell’Europa… a Bruxelles c’era stato un attentato terroristico.
 
 
Le cadde di mano la tazza con il latte e i cereali dentro, infrangendosi al suolo e spaccandosi, ma non ci fece caso, e corse ad afferrare il telecomando per alzare il volume.
 
 
Dalle prime indiscrezioni sembrava che due kamikaze si fossero fatti esplodere all’interno dell’aeroporto…
 
 
Xx era nel panico più totale: una cieca paura le invadeva le viscere, mentre il sangue le si gelava nelle vene e il cuore sembrava volesse uscirgli dal petto.
 Si ricordava che James le aveva detto che aveva il volo all’incirca verso quell’ora, ma non ne era affatto sicura.
 
 
Provò a calmarsi e a fare dei respiri profondi: in fondo… quanti aeroporti aveva Bruxelles? No… non si ricordava neanche questo, aveva la mente vuota in quel momento.
 
 
Afferrò il cellulare e digitò il numero di James: uno squillo… due squilli… tre… quattro… segreteria. Non rispondeva, e cercò di non andare ancora più nel panico.
 
 
Provò con Oliver, le dita che iniziavano a tremare… ma neanche lui rispondeva.
 
 
 << Ok… le linee telefoniche saranno in tilt… >>, si disse, cercando di respirare.
 
 
Provò a chiamare Katy: magari lei sapeva da che aeroporto partivano… o a che ora avevano il volo… o era riuscita a contattarli.
 
 
 << K- katy… s-sono Xx… hai… hai sentito? >>, la voce le tremava e faceva fatica a parlare.
 
 
 << Ciao Xx… si… ho provato a chiamarli… ma non mi rispondono… ma non vuol dire niente, no? >>, le disse, la voce appena udibile… ma carica di paura.
 
 
 << Si… n-non vuol dire… tu ti ricordi da quale aeroporto partivano? O… l’orario del volo…? >>, chiese lei, cercando di rimanere calma.
 
 
E poi… Katy mentì: riteneva che fosse meglio, dato che era incinta e sicuramente sotto stress.
 
 
 << No, non me lo ricordo… ma se mi viene in mente… o se per caso riesco a contattarli ti chiamo subito… ok? >>, domandò: in verità lei sapeva che l’aeroporto dove c’era stato l’attentato era… era lo stesso da cui loro dovevano partire… e che come orari potevano coincidere… e stava piangendo calde lacrime silenziose.
 
 
 << Va bene… grazie… c-ci sentiamo… >>, riuscì a sussurrare lei, prima di chiudere la chiamata.
 
 
 << Ti prego… ti prego… ti prego… fai che non gli sia successo niente… ti prego… fai che stiano bene… per favore… >>, Xx pregava, Dio… o chiunque fosse in ascolto…
 
 
Provò a chiamare a intervalli brevi sia James che Oliver, ma ogni volta il telefono squillava a vuoto…
 
 
Poi al telegiornale arrivarono le immagini dei video che avevano registrato tutta la scena: improvvisamente non riusciva più a respirare, si sentiva soffocare… come se un macigno le fosse crollato addosso… era in iperventilazione, mentre calde lacrime le colavano sulle guance, rigandole il viso; sentiva il cuore che galoppava, talmente batteva veloce e forte… quasi da farle male…
 
 
Provò ad andare ad aprire la finestra mentre provava per la millesima volta a chiamare James… ma perse i sensi, cadendo a terra, senza rialzarsi.
 
 
 
 
Si svegliò dopo non sapeva quanto tempo, attorniata da macchinari… al suo fianco la sua migliore amica.
 
 
 << Ehi… ciao… che… cos’è successo? >>, domandò confusa.
 
 
 << Ciao… come ti senti? Sei in ospedale… >>, le rispose dolcemente.
 
 
 << E come ci sono finita qui? >>, domandò in un sussurro, la testa pesante.
 
 
 << Ehm… avevo sentito la notizia dell’attentato a Bruxelles… ed ero venuta a vedere come stavi… sai… sapevo che… insomma sapevo che si trovavano li… e ti ho trovata a terra, svenuta… perdevi sangue, devi esserti tagliata con qualcosa… allora ho chiamato un’ambulanza. Per fortuna avevo le chiavi di riserva che mi avevi lasciato in caso di necessità… >>, le spiegò lei con cautela.
 
 
 << Grazie… e James?? Si sa qualcosa? Ha chiamato? Da quanto tempo sono così?? >>, domandò, ripiombando nel terrore: il monitor che segnava i suoi battiti sembrava impazzito.
 
 
 << Sshh… Xx, tranquilla… credo tu abbia avuto una specie di attacco di panico… ma non averne un altro, eh? James non ha chiamato… e nemmeno il fratello… ma sono sicura che ci sarà una spiegazione. Sono passate circa due ore da quando sono arrivata da te… ma non ho idea di quanto temo sei stata incosciente… forse le linee sono in tilt… >>, suggerì cauta.
 
 
 << E il mio bambino? Sta bene, vero? >>, domandò in ansia.
 
 
 << Ehm… tra poco arriva il medico dato che sei sveglia… ti spiegherà meglio di me… è un dottore >>.
 
 
 << Cosa è successo al mio bambino?? >>, Xx era fuori di sé.
 
 
 << Si è svegliata! Buongiorno >>, fece la dottoressa entrando.
 
 
 << Buongiorno. Come sta il mio bambino? >>, chiese subito Xx.
 
 
 << Nel complesso sta bene. Ma… il suo attacco di panico e la caduta hanno provocato un parziale distaccamento della placenta. Una minima parte per fortuna, sia chiaro, quindi non è necessario fare un cesareo d’urgenza… ma ora faremo controlli più serrati, in questo ultimo mese di gravidanza… e se qualcosa dovesse farci sospettare che il suo bambino è in pericolo la faremo partorire immediatamente. La sua amica mi ha detto del suo fidanzato… e questo le ha causato un forte stress psico- fisico improvviso… e l’attacco di panico. Per il momento le consiglio solo riposo quasi assoluto… il che vuol dire niente sforzi, di nessun genere, niente movimenti strani… può camminare un paio d’ore al giorno, tre al massimo, per il resto letto e divano… o il suo bambino potrebbe essere seriamente in pericolo… e faremo una visita alla settimana, per monitorare l’andamento… >>, le disse la dottoressa con gentilezza.
 
 
 << Potrei anche perdere il mio bambino? >>, Xx era sbiancata.
 
 
 << Non siamo ancora vicini a quel punto, dato che il distaccamento è solo in minima parte, ma deve riguardarsi. La terremo qui per qualche giorno in osservazione, comunque… al momento comunque il suo bambino non ha riportato danni, continua a stare bene e a crescere sano e forte. In ogni caso, se sente qualcosa di strano… qualcosa che non va o dolori, venga subito in ospedale >>, le disse incoraggiante.
 
 
 << Ok… grazie dottoressa >>, soffiò appena: faceva fatica a deglutire… e si accarezzava la pancia sentendosi in colpa.
 
 
 << Scusami miniPhelps… sono crollata… proprio quando dovevo essere più forte per te… m-ma sapere che al tuo papà p-potrebbe e-essere successo qualcosa… >>, ma non riuscì a finire la frase, perché lacrime silenziose avevano ripreso a solcarle il viso.
 
 
 << Xx… su… non fare così… non l’hai certamente fatto apposta! Non potevi prevederlo… quello che è successo a Bruxelles è qualcosa di molto più grande di te… tutti sarebbero crollati al tuo posto… >>, cercò di consolarla l’amica, abbracciandola forte.
 
 
 << Mi faresti un favore? Se devo stare qui ho bisogno di alcune cose… biancheria e vestiti puliti… e non so… spazzolino… poi… >>, Xx non riusciva a pensare con lucidità, e si era resa conto solo ora che aveva ancora addosso il “ pigiama “, ovvero un paio di vecchi leggings e una maglietta troppo grande di James.
 
 
 << Non ti preoccupare, vado a prenderti un po' di cose e vedo quello che ti può servire. Faccio presto… >>, le disse, dandole un bacio sulla guancia e uscendo.
 
 
 << Ma… non devi andare a lavoro? Non vorrei crearti problemi… >>, disse flebile.
 
 
 << Mi sono presa un giorno di ferie per starti vicina. Il capo capirà >>, le sorrise uscendo.
 
 
La sua amica tornò circa un’ora dopo, con un piccolo borsone contenente tutte le cose che potevano esserle utili, e anche dei libri e delle riviste per distrarla.
 
 
Poco dopo squillò il telefono: ormai era mezzogiorno, e in tutto quel tempo lei aveva pregato, supplicato, che le cose andassero per il meglio… per James, Oliver e il suo bambino. L’avevano contattata anche i signori Phelps in preda all’agitazione, per sapere se era riuscita a parlare con uno dei due… ma niente. Le avevano detto di riguardarsi e di non farsi prendere dal panico – “ un po' tardi “, aveva pensato ironicamente -, che doveva essere forte anche per il suo bambino… ma non aveva avuto cuore di dire loro cosa era successo a lei: erano già in pena per i loro figli, e non voleva aggiungere altri problemi.
 
 
Era un numero che non conosceva, ma decise di rispondere lo stesso.
 
 
 << Pronto? >>, domandò titubante.
 
 
 << Amore! Sono io! Finalmente riesco a contattarti! >>, era la voce di James… del suo James, sollevato di essere riuscito a parlare con lei e felice di sentirla.
 
 
 << James! Grazie a Dio stai bene! Ero terrorizzata che… ma come stai? >>, Xx era incredibilmente felice e sollevata nel sentirlo.
 
 
 << Scusami se ti chiamo solo ora… ma qui c’era il caos… c’è anche adesso. Linee intasate e non so cos’altro. Qui regna il panico al momento. Io e Ollie stavamo per entrare nell’aeroporto dove è successo… se ci ripenso ho i brividi. Siamo stati trattenuti da un gruppetto di fans, per foto e qualche autografo… ci è mancato davvero poco. Io e Oliver stiamo bene, comunque… abbiamo qualche graffio e qualche botta, ma niente di grave, anche se ci hanno comunque fatti visitare >>, la rassicurò: sentiva che era spaventata.
 
 
 << Per fortuna amore mio! Li com’è la situazione? >>, gli domandò: ora che lo aveva sentito si era tranquillizzata molto.
 
 
 << C’è il disastro… anche dopo la seconda bomba esplosa vicino alla metro. Ci sono feriti che vagano senza sapere dove andare… ambulanze che vanno avanti e indietro… vigili del fuoco, medici e volontari che curano le persone in una specie di ospedale da campo improvvisato. Ti sto chiamando da un telefono pubblico… il mio era scarico. Mi dispiace non averti chiamata subito… so quanto ti sei preoccupata e spaventata… posso immaginarlo. Alla fine avrei dovuto darti ascolto e non andare… ti amo amore >>.
 
 
 << Amore… sei tu che sei stato quasi vittima di un attentato. Non preoccuparti per me. Ma sei sicuro di stare bene? Paura a parte… >>, Xx lo conosceva, e sapeva che si era spaventato molto.
 
 
  << Si, amore… sono solo spaventato. Io e Oliver comunque stiamo bene, e questo è già di conforto >>, le spiegò, ma le mani gli tremavano sulla cornetta.
 
 
 << Per fortuna >>, sorrise al telefono, anche se lui non poteva vederla: stava cominciando a rilassarsi, sapendo che James e Oliver stavano tutto sommato bene.
 
 
 << Amore… dove sei? Sento voci… >>, domandò James curioso.
 
 
 << Io sento un frastuono di sottofondo… siamo pari >>, scherzò Xx. Non voleva accollargli anche il peso di sapere del suo attacco di panico… non ora, almeno.
 
 
 << Si, lo so, scusa. Ed è uno dei posti più calmi della città, al momento >>, sorrise James.
 
 
 << Non importa. L’importante è che tu sia al sicuro… per quello che vuol dire in questo momento. Quando riuscirai a tornare? >> gli domandò.
 
 
 << Prima possibile… non so se per oggi sarò a casa. Qui c’è un viavai di persone, di turisti incredibile… scappano tutti. Cercherò di fare il possibile per tornare presto >>.
 
 
 << Non ha importanza, l’importante è che tu stia in qualche luogo sicuro… e che tu e tuo fratello viaggiate in sicurezza, se ci vorrà un giorno in più non preoccuparti >>, gli disse comprensiva.
 
 
 << Il caffè delle macchinette fa schifo. Xx, è James? Sta bene? >>, le domandò: era uscita qualche minuto e non aveva sentito quello che si erano detti.
 
 
 << Xx? >>, domandò interrogativo.
 
 
 << SI, James? >>, gli chiese, colta alla sprovvista.
 
 
 << Gliel’hai già detto? >>, le domandò.
 
 
 << Detto cosa? >>, si insospettì James.
 
 
 << Oh… ehm, niente di serio >>, improvvisò, e la sua amica la guardò storto.
 
 
 << Come sarebbe niente di serio?? Un ricovero in ospedale è niente? >>, si arrabbiò l’altra.
 
 
 << Hospitalization?!? >>, James si spaventò, e a quelle parole anche Oliver, che aveva appena finito di parlare con Katy, si avvicinò preoccupato.
 
 
L’amica di Xx le afferrò il cellulare dalle mani.
 
 
 << Ciao James. Si, la ricoverano per qualche giorno. Quando ha saputo di quello che era successo a Bruxelles e non è riuscita a contattare né te né Oliver, non sapeva se stavate bene o cos’altro… ha avuto un forte attacco di panico, è scivolata ed è svenuta. Quando ho saputo della notizia, conoscendola, sono andata subito a vedere come stava… l’ho trovata a terra e perdeva sangue, così ho chiamato un’ambulanza. Aveva la pressione alle stelle e una forte tachicardia… la dottoressa ha detto che ha avuto un forte stress psico- fisico, insieme a questo attacco di panico… e le ha ordinato per il resto della gravidanza riposo quasi assoluto… può camminare per tre ore al massimo al giorno…nessun tipo di sforzo o movimento strano… si, esatto… ha avuto un parziale, piccolo distaccamento della placenta, ma al momento il vostro bambino sta bene… ora però la sua gravidanza è considerata a rischio… e deve fare un controllo a settimana, e… >>, gli spigò l’amica.
 
 
 << Smettila! Lo stai spaventando! >>, le inveì contro Xx, riprendendosi il cellulare.
 
 
James dall’altro capo del telefono era sbiancato: gli occhi sbarrati dalla paura, mentre Oliver, che aveva sentito tutto, lo consolava… ma anche lui era molto preoccupato per Xx e suo nipote.
 
 
 << James? >>, fece incerta.
 
 
 << Xx! Quando pensavi di dirmelo?? >>, si arrabbiò
 
 
 << Sicuramente non quattro ore dopo aver sventato un attacco terroristico! Te lo avrei detto quando saresti tornato a casa >>, gli spiegò, guardando arrabbiata la sua amica.
 
 
 << How are you? >>, le domandò.
 
 
 << Bene. Mi tengono qui tre giorni per precauzione… hanno già controllato, e il bambino sta bene… e anche io >>, lo rassicurò.
 
 
 << Ok… mi hai fatto spaventare più delle esplosioni… >>, le disse alla fine.
 
 
 << Mi dispiace Jay… volevo evitartelo, almeno oggi >>, gli disse lei: poteva immaginare la sua dolce espressione al telefono…
 
 
 << Amore non è colpa tua. Ascolta, vado a vedere di trovare un modo per arrivare prima possibile da te, d’accordo? Poi quando torno mi spiegherai per bene >>.
 
 
 << Va bene… ti aspetto, ma fai attenzione. Saluta Oliver da parte mia e digli che gli mando un bacio e un abbraccio… Ti amo >>.
 
 
 << Va bene, ora glielo dico. Tu riguardati… ti amo, a presto >>, e riattaccò.
 
 
Una volta messo giù il telefono, James si voltò verso il fratello “ più grande “ e iniziò a piangere per sfogarsi, senza nemmeno rendersene conto: aveva gli occhi lucidi e rossi.
 
 
 << James… mi dispiace… fatti forza… ora devi tornare da lei prima possibile… ok? Casomai io e Katy possiamo anticipare il nostro arrivo, così vi diamo una mano a fare quello che serve… >>, lo consolò il fratello, turbato da quello che aveva sentito.
 
 
James si sfogò un po', ma poi si passò le mani tra i capelli, asciugandosi le lacrime, e si fece forza.
 
 
 << Ok… devo andare a vedere come posso fare per tornare a casa >>, disse risoluto, ma c’era un fondo di angoscia nei suoi occhi.
 
 
 
 
 James era riuscito a trovare un posto in un volo partendo da un altro aeroporto per il tardo pomeriggio, mentre il volo di Oliver partiva la sera. Ricaricarono i cellulari, e James decise di guardare su internet notizie riguardanti il distacco della placenta… così da essere un pochino più ferrato sull’argomento, quando avrebbe parlato con la dottoressa, e trovò le informazioni su un sito che Xx guardava ogni tanto: pianeta mamma.
 
 
Cominciò a leggere, e Oliver con lui: “ Grave complicazione della gravidanza che richiede trattamento immediato “
 
 
 << Come sarebbe a dire grave? >>, sbottò ansioso con Oliver, che però fece spallucce scuotendo la testa: lui non ne aveva idea.
 
 
 << Keep reading >>, lo esortò.
 
 
Continuarono: “ Si tratta di un grosso coagulo di sangue che si forma improvvisamente tra la placenta e l’utero. Un ematoma che causa la perdita di aderenza della placenta con l’utero e quindi un suo distacco. I sintomi del distacco possono essere perdite di sangue… dolori addominali… mal di schiena, contrazioni uterine… movimenti ridotti del bambino… malessere generale. È importante chiamare subito il medico o andare subito al pronto soccorso, perché il distacco può rappresentare un’emergenza ostetrica assoluta: il distacco può impedire il passaggio di ossigeno tra madre e bambino e il feto può andare in ipossia e morire. In genere viene eseguito un cesareo di urgenza “
 
 
 << Oh my God >>, James sbiancò ancora di più, atterrito da quanto aveva letto e sempre più preoccupato.
 
 
 << Ehi, wait. La sua amica parlava di distacco parziale… quindi queste cose non si sono verificate… o lo avrebbero già fatto nascere, non credi? >>
 
 
 << I hope >>, sussurrò appena, prendendosi la testa tra le mani.
 
 
 
 
 
La sera stessa, la prima cosa che fece dopo essere uscito dall’aeroporto, fu quella di chiamare Xx e farsi dire dove era ricoverata, in che stanza e reparto e andò subito lì, senza neanche passare per casa a lasciare la borsa o darsi una ripulita: non gli interessava nient’altro che andare a trovarla.
 
 
Le infermiere in guardiola protestarono un po', ma lui spiegò la situazione e disse loro che era il fidanzato, così si addolcirono e gli fecero strada.
 
 
Xx era distesa a letto, intenta a fare un cruciverba quando James bussò piano ed entrò.
 
 
 Xx alzò lo sguardo e incrociò subito il suo: stava per alzarsi ma James le corse incontro, bloccandola dov’era.
 
 
 << Xx! Oh Xx! >>, esclamò un po' troppo forte: fortuna che in quel momento non c’era nessun’altro paziente ricoverato nella stessa camera.
 
 
 << James!! >>, singhiozzò Xx, piangendo dal sollievo di vederlo sano e salvo, e per quello che era successo.
 
 
I due si strinsero fortissimo… forse più di quanto non avevano mai fatto prima. Sembrava che volessero entrare l’uno nella pelle dell’altra: James la stringeva a sè con tutta la sua forza, baciandole la tempia, e scendendo a baciare e carezzare il pancione con miniPhelps.
Xx stava piangendo, e anche James aveva gli occhi lucidi e rossi – di nuovo -. Si guardarono, carezzandosi il viso e asciugandosi le lacrime a vicenda
 
 
 << J-james… mi dispiace… mi sono talmente spaventata oggi… >>, singhiozzò Xx sulla sua camicia.
 
 
 << I’m sorry too… for all. Amore, ascolta… facciamo che adesso dormiamo un po', ok? È stata una giornata orribile e pesante per tutti e due… E domani mi racconti cosa ti ha detto il medico… ok? Tu stai bene, sì? E anche miniPhelps? >>, si informò, continuando a carezzarle la testa, guardandola bene.
 
 
 << SI, stiamo bene noi. D’accordo… domani ti racconto tutto… ma anche tu. James, sei stremato, si vede… hai mangiato qualcosa? >>, gli domandò, osservandolo: aveva dei cerchi sotto gli occhi e l’aria sfinita.
 
 
 << Si, un panino all’aeroporto… adesso che ti ho vista mi sto davvero rilassando, e posso tranquillizzarmi un po' >>, le sorrise, baciandole le labbra, sfiorandole appena.
 
 
Xx annuì: era lo stesso per lei.
 
 
 << Tu come stai? Deve essere stato terribile essere lì… e Oliver sta bene? È tornato a casa? >>, gli chiese.
 
 
 << Domani ti racconto tutto. Oliver dovrebbe atterrare tra poco. Ha detto che vuole venire un po' prima della data che aveva deciso, così lui e Katy possono darmi una mano con la casa e la sistemazione della camera. Se a te va bene, però >>, le disse.
 
 
 << Si, va bene >>, annuì.
 
 
 << Ti lasciano stare qui questa notte? >>, gli chiese: erano abbracciati sul letto, e lei era terrorizzata all’idea che si allontanasse.
 
 
 << Ho corrotto le infermiere… si >>, le sorrise: con quel sorriso dolce che avrebbe fatto sciogliere chiunque.
 
 
 << Domani mi dirai come hai fatto. Sono felicissima che tu sia qui… buonanotte amore >>, fece Xx.
 
 
 << Io sono contento di essere tornato a casa… sono stato fortunato. Buonanotte amore mio >>, le disse, e si addormentarono tutti e due qualche secondo dopo, mentre James la teneva vicino a sé, abbracciandola teneramente. Non era mai stato più spaventato in vita sua.
 
 

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Capitolo 15
*** Il MOMENTO ***


Mancavano circa due settimane alla data del parto: per fortuna il distacco parziale della placenta non aveva portato altri danni, e Xx si sentiva piuttosto bene, e gli ultimi controlli dicevano che il bambino stava bene e continuava a crescere e ricevere tutto quello di cui aveva bisogno; insomma, non c’erano state altre complicazioni.
 
 
James si era ripreso dallo shock dell’attentato, e i tagli e i lividi delle botte erano scomparsi.
 
 
Era sera, e il giorno dopo sarebbero arrivati Oliver e Katy, per sistemare finalmente la cameretta di miniPhelps, e per dare una mano in tutto quello che c’era da fare. Avevano detto che sarebbero andati in un hotel, per non disturbarli e sconvolgere troppo la loro routine, ma non appena Xx e James lo avevano saputo si erano arrabbiati moltissimo: insomma, venivano per dargli una mano, il minimo che potevano fare era ospitarli a casa loro.
 
 
Xx e James stavano sistemando le foto di quei nove mesi: avevano creato un album con tutte le foto che avevano fatto nel corso della gravidanza: foto di loro due, del pancione ( ad esempio della volta che si era quasi incastrata dietro al volante ), foto con amici, foto con le loro famiglie. E avevano lasciato alla fine tutta la cronologia, tutti gli scatti fatti di settimana in settimana messi uno di seguito all’altro, in cui si vedeva lo sviluppo del pancione. Le foto che non ci stavano dentro l’album – già grande di suo -, sarebbero state appese nella cameretta, dentro a un'unica grande cornice, una volta dipinti i muri.
 
 
 << Lo sai che adoro guardarti con il pancione? >>, le domandò: lui stava sistemando i video che avevano fatto in quei nove mesi, mettendoli in ordine e salvandoli sul pc.
 
 
 << Lo sai che se dici bugie ti cresce il naso? >>, gli disse a metà tra il serio e il divertito.
 
 
 << Si, ma non è una bugia >>, le disse, dandole un bacio, scendendo poi a darne uno al pancione.
 
 
 
 
 
 << Ben arrivati! >>, esclamò Xx, accogliendo in casa Oliver e Katy: James era andato a prenderli all’aeroporto.
 
 
 << Hi Xx! >>, la salutò Katy, andando ad abbracciarla.
 
 
 << Look at you! Yu’re beautiful! >>, esclamò la ragazza, guardandola bene.
 
 
 << You are very kind, ma mi sento una balena, altro che bellissima! >>, le rispose, arrossendo.
 
 
 << Non dire sciocchezze! Katy ha ragione, sei uno splendore con il pancione >>, la salutò Oliver, andando ad abbracciarla, dando un bacio al nipote.
 
 
 << Ok, mi arrendo! >>, ridacchiò, alzando le mani in segno di resa.
 
 
 << Ma tu cosa ci fai in piedi? Dovresti stare seduta! >>, la “ rimproverò “ Oliver, portandola verso il divano.
 
 
 << Guarda che posso stare in piedi cinque minuti >>, fece stizzita: per lei era una vera tortura stare a non fare niente tutto il giorno.
 
 
 << Guarda che James ci ha detto tutto >>, le rispose, e Xx lanciò un’occhiataccia nella direzione del fidanzato… che da quando erano tornati dall’ospedale non le lasciava fare niente.
 
 
Ma proprio niente di niente.
 
 
Certe volte era snervante, ma capiva anche che lui era in ansia e preoccupato, e agiva nell’unico modo in cui poteva aiutarla, non potendo fare molto altro: quindi cercava si sbollire la rabbia senza litigare con lui.
 
 
 << Allora, da dove cominciamo? >>, domandò Katy.
 
 
 << Ma… siete appena arrivati. Non volete risposarvi un po' prima? O disfare le valigie? >>, domandò Xx: le sembrava di sfruttarli proprio, così.
 
 
 << Non siamo stanchi, e vogliamo renderci utili. Le valigie le sistemiamo stasera con calma >>, fece Oliver, così James e Xx mostrarono loro la cameretta di miniPhelps, che era piena di scatoloni, con la culla ancora da montare, così come il fasciatoio e la carrozzina.
 
 
 << Forza, mettiamoci a lavoro. Tu Xx vai a riposarti >>, fece Oliver.
 
 
 << Mpf >>, sbuffò, tornando verso il salotto… ma le venne un’idea per strada.
 
 
 
 
 << Ferma!! Che fai?? >>, la bloccò Oliver, entrando in cucina con Katy e James per una pausa nel tardo pomeriggio.
 
 
 << Dai Ollie, sto solo alzando questa teglia. Ho preparato il tiramisù… so che vi piace, così dato che mi avete cacciato dalla stanza, ho pensato di farvi un dolce. Non è pesante >>, disse rassegnata.
 
 
 << Ti ringraziamo… ma metti subito giù. Non puoi affaticarti o alzare pesi… non vorrai creare problemi al mio nipotino, vero?? >>, fece Oliver in buona fede.
 
 
Xx esplose: mise giù la teglia con eccessiva forza, quasi sbattendola sul ripiano della cucina, e si allontanò senza dire una sola parola, guardando con rabbia i tre, le mani che le tremavano.
 
 
James la seguì, ma lei entrò in camera e chiuse la porta a chiave per non avere visite.
 
 
 << Xx… apri, per favore >>, le disse: aveva provato ad aprire la porta ma senza risultati.
 
 
 << Non posso. Dovrei alzarmi, e questo comporterebbe troppa fatica, a quanto pare >>, sbottò arrabbiata.
 
 
 << Non fare così… dai, Oliver lo diceva per te… >>, tentò lui.
 
 
 << Oh lo so. Lo dite tutti per me. Però pare che tutti vi dimentichiate che la dottoressa mi ha detto sì di stare a riposo, ma anche che posso camminare e muovermi per due- tre ore al giorno, e che anzi, devo farlo >>, gli urlò, piangendo silenziosamente per la rabbia e la frustrazione.
 
 
 << Probabilmente non lo sapeva… dai, esci, così ne parliamo >>, fece dolcemente, la fronte appoggiata sulla porta.
 
 
 << Tu oggi non hai mai preso le mie difese con tuo fratello. Io capisco che è tuo fratello gemello… ma credi che metterei volontariamente in pericolo la vita del nostro bambino? Eh? So cosa posso o non posso fare. Alzare una teglia di tiramisù rientra tra quello che posso fare, e lo sai anche tu. Per cui non credo che parleremo. Prenditi pure delle coperte nell’altra stanza: stanotte starai sul divano >>, Xx calcò sul plurale della parola parlare: era proprio arrabbiata; tutta la rabbia e la frustrazione represse nelle ultime settimane era esplosa.
 
 
James ci riflettè su per un po': << Hai ragione Xx… oggi non ti sono mai venuto in aiuto. Mi dispiace moltissimo… sono stato uno stupido. Ma ho pensato che lui lo faceva per te… anzi, sono sicuro che lo fa per te e miniPhelps, quindi non ho dato peso alla cosa. Ha esagerato un po' oggi… e la storia del tiramisù è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso… >>, ammise James.
 
 
 << Lo sapevo già, questo. Sul serio, James, non ho voglia di parlarne… vai via, per favore >>, fece lei, rannicchiata a letto: voleva bene a Oliver come a un fratello… perciò ci stava male per quello che era successo. Capiva anche la posizione di James, comunque… e si rendeva conto di comportarsi da stupida, ma in quel momento voleva stare da sola.
 
 
James sospirò piano: << D’accordo… torno di là… ti lascio un po' da sola… il tiramisù lo mangiamo dopo, quando esci… ok? >>, le disse mesto, tornando verso la cucina.
 
 
 << Come vi pare >>, disse brusca.
 
 
 
Tornato in cucina, trovò Oliver un po' strano, e Katy che provava a consolarlo: parlò un po' con lui, spiegandogli bene la situazione e cosa era successo.
 
 
 << James… i’m sorry… I… i have not idea. I have’t done it on purpose… certo che so che non metterebbe mai a rischio il vostro bambino… accidenti >>, Oliver era mortificato.
 
 
 << Can i talk to her? >>, gli domandò.
 
 
 << If she open the door >>, fece James, seguendo il fratello verso il corridoio, dietro di lui Katy.
 
 
 << Xx… I’m Ollie. You… you can open the door? Vorrei parlarti… >>, le disse, bussando piano.
 
 
 << Non lo so. Dimmi tu se alzarmi dal letto è un lavoro troppo faticoso per me >>, ribadì ironica, ma ancora arrabbiata.
 
 
Oliver, Katy e James sorrisero.
 
 
 << Lo sai… hai ragione. Sono stato uno stupido… ti ho detto delle cose senza sapere bene la situazione… situazione che tu invece conosci molto meglio di me. Lo so che tu ami il tuo bambino moltissimo… e che non faresti mai nulla per metterlo in pericolo, non era quello che intendevo, prima… la frase mi è uscita male… ma sai, non sono tanto abituato a parlare italiano. Prometto che non ti dirò più di non fare certe cose… sai tu se le puoi farle o meno… e io mi fido di te. E… non arrabbiarti con James… lui non c’entra niente… pensava di agire per il meglio. Per favore… esci? Non vedo l’ora di assaggiare il tuo tiramisù >>, sorrise alla fine.
 
 
Xx aveva ascoltato tutto, e si sentì una sciocca a essersi comportata così, come una bambina. Ci pensò su per qualche secondo, poi andò a aprire la serratura.
 
 
James aprì, e Xx si trovò davanti tre facce che le sorridevano contente.
 
 
Xx e Oliver si abbracciarono: avevano fatto pace.
 
 
 << Andiamo a mangiare il tiramisù? >>. Fece Oliver, dando un bacio sulla testa a Xx.
 
 
   
 
 
 
 << L’hai montata tu? >>, domandò Xx a James, che si era appena seduto sulla sedia a dondolo nella cameretta di miniPhelps: in soli due giorni lui, Oliver e Katy avevano ridipinto la camera, montato tutti i mobili e le cose che mancavano e fatto le pulizie della stanza… ora era pronta per accogliere un bambino.
 
 
 << Si… due volte. La prima non ero sicuro >>, le sorrise timido.
 
 
 << È perfetta… hai fatto un grande lavoro >>, gli sorrise di rimando.
 
 
 << Ecco… provala. Ora sono sicuro che regga >>, le disse, alzandosi per lasciarle il posto.
 
 
Xx si sedette e dondolò un po': la camera era venuta molto bene, e quella sedia era perfetta.
 
 
 << Sei stato molto bravo. Con la sedia… la culla… la stanza e tutto il resto >>, gli disse felice, alzandosi.
 
 
 << Grazie >>, fece lui, e si avvicinò a baciarla, tenendola vicina a sé: era un bacio dolce e romantico… che non voleva avere una fine.
 
 
 << Ma voi due state sempre ad amoreggiare e a toccarvi? Anche ora che è molto incinta? Guarda che è proprio per questo che lei è >>, e fece il segno con la mano del pancione. Oliver era appoggiato allo stipite della porta e li guardava ridacchiando.
 
 
James gli tirò dietro un peluche di miniPhelps, che gli arrivò in piena faccia… e scoppiarono a ridere tutti e tre.
 
 
 << Vieni, andiamo in salotto >>, fece James, trascinandola un po': come concordato con Katy e le sue amiche, l’aveva tenuta sott’occhio per un’ora circa, - aiutato da Oliver - in modo che non andasse nella zona soggiorno, ma che rimanesse verso le camere.
 
 
 << SORPRESA! >>, urlarono le sue amiche: avevano preparato tutto per un baby- party, proprio sotto il suo naso, e lei non se n’era neanche accorta.
 
 
 << Visto che non puoi muoverti molto… abbiamo portato la festa da te! >>, le sorrise Katy, prendendola per mano e facendola sedere.
 
 
Xx si portò le mani alla bocca, felice e sorpresa di quella piccola festa.
 
 
 << Beh… ehm… io e James togliamo il disturbo, ci vediamo più tardi… ciao ciao >>, disse Oliver, trascinandosi dietro il fratello; ovviamente a quella festa non potevano partecipare: erano affari di donne.
 
 
<< Ma no… potete restare se volete >>, fece Xx guardandoli.
 
 
 << Oh, no, no! Io ho dato il mio contributo, per uno che non era neanche stato invitato, ora tolgo il disturbo e vi lasciamo alle vostre faccende di ragazze >>, scherzò Oliver, e tutti ridacchiarono.
 
 
 << E sappi che abbiamo avuto l’approvazione di James per tutto quello che succederà, i premi in palio eccetera, non puoi contestare! >>, le sorrise un’altra amica.
 
 
 << Perché dovrei contestare qualcosa? >>, domandò Xx allarmata, guardando in direzione del fidanzato.
 
 
 << Non ti preoccupare, amore. Buon divertimento… io, Oliver e alcuni dei vostri fidanzati andiamo a berci una birra >>, salutò James, dando un ultimo bacio a Xx e uscendo.
 
 
 
 
 
 
 << Xx… sei sicura? >>, le domandò Oliver.
 
 
 << Certo! Posso camminare un paio d’ore al giorno, e posso fare anche una passeggiata se sto attenta... l’ha detto anche la dottoressa! L’ho sentita, ha detto proprio così >>, lo pregò Xx.
 
 
 << Non so… forse è meglio chiedere a James. È appena uscito per andare a prendere i miei all’aeroporto… potrebbe prendere lui quello che ti serve >>, propose, un po' insospettito.
 
 
 << Ma Ollie… lui fa già molte cose per me, è molto stanco ultimamente perché deve pensare a tutto lui, e per fortuna che tu e Katy siete qui e gli date una mano… andiamo… non voglio dirgli, magari quando arriva a casa, che deve uscire di nuovo a comperare delle cose… ti prometto che sarò un vero fulmine, velocissima, dentro e fuori il centro commerciale, lo giuro… ma ci sono delle cose che devo comperare io, cose di cui James non capisce niente! >>, cercò di ammorbidirlo Xx.
 
 
 << Ad esempio? >>, le domandò, sedendosi a fianco a lei.
 
 
 << Mi sono accorta che abbiamo pochi pannolini, ci serve una copertina in più, una vasca per il bagnetto che ci siamo dimenticati, degli asciugamani, una crema per l’arrossamento e… ah, una cosa che James non può comperare al posto mio, perché non ne sa niente: un reggiseno per l’allattamento >>, fece l’elenco Xx contando sulle dita.
 
 
All’ultima parola Oliver si tappò le orecchie, come se avesse detto chissà quale stranezza.
 
 
 << Andiamo… manca ancora una settimana al parto, e giuro che prenderò l’ascensore o la scala mobile, così non dovrò affaticarmi. Potrai farmi scendere proprio davanti alla porta del centro commerciale, se vuoi. Ehi, ma dov’è Katy? >>, domandò all’improvviso.
 
 
 << È andata con James. Sospetto che voglia prendermi un regalo e abbia bisogno della sua consulenza >>, fece Oliver con fare cospiratorio.
 
 
 << E perché dovrebbe farti un regalo? >>, gli domandò Xx, imitando il suo tono di voce.
 
 
 << Questo ancora non lo so… forse per l'anniversario del nostro matrimonio >>, fece lui pensieroso.
 
 
 << Il vostro matrimonio è stato meraviglioso... eravate bellissimi tutti e due >>, gli sorrise, ricordando.
 
 
 << Grazie... hai preso nota per quando toccherà a te e mio fratello? >>, sorrise, facendo allusioni neanche troppo velate.
 
 
 << Guarda che non mi ha ancora chiesto un bel niente. E forse non lo farà… avremmo un figlio tra pochi giorni… magari crederà che a confronto un matrimonio sia una sciocchezza. E poi, verso l’inizio della gravidanza, era saltato fuori un mezzo argomento… gli ho detto che non ero ancora pronta, che stavano succedendo troppi cambiamenti insieme… e lui non ha più detto una parola in merito. Forse adesso pensa che non voglia più sposarmi… >>, si confidò lei.
 
 
 << Xx… da come conosco mio fratello – e credimi, lo conosco -, io penso che lui voglia sposarsi. Forse sta solo aspettando che passi la gravidanza… e i primi mesi dopo la nascita di miniPhelps, che saranno i più difficili. Magari aspetta il momento giusto >>, fece lui incoraggiante, mettendole un braccio sulle spalle.
 
 
 << Si… magari… >>, fece Xx sovrappensiero.
 
 
 << Non buttarti giù, eh? Io so che sei la donna giusta per lui, e lo sa anche lui. È solo questione di tempo >>, continuò Oliver.
 
 
 << Tu sai qualcosa che io non so? >>, domandò Xx sospettosa, notando uno sguardo di lui.
 
 
 << No! Probabilmente quando ti chiederà di sposarlo lo saprai prima di me >>, fece evasivo Oliver.
 
 
 << Non ne sono così convinta >>, continuò, assottigliando lo sguardo nella sua direzione.
 
 
 << Non dovevamo uscire? >>, sviò il discorso Oliver.
 
 
 << Allora, mi porti?! >>, domandò Xx facendo gli occhi dolci.
 
 
 << E va bene, visto che anche la dottoressa ti ha dato l’ok >>, si arrese alla fine… anche per non dover subire il terzo grado: certo che sapeva qualcosa, ma non aveva intenzione di vuotare il sacco!
 
 
 << SI! Evviva! Grazie, grazie, grazie! >>, esultò, stampandogli un bacio sulla guancia.
 
 
 
 
 << Che ne dici di questa? >>, fece Xx rivolta a Oliver, mostrandogli una tutina per neonati verde chiaro.
 
 
 << Si. È carina >>, approvò osservandola: lui si trascinava dietro di lei, guardandosi intorno, con il carrello della spesa, riempito di alcune cose tra pannolini, vaschetta per il bagnetto, bavaglini, la crema per l’arrossamento e il reggiseno per l’allattamento, che Xx aveva messo sotto di tutto per togliere Oliver dall’imbarazzo ( era diventato tutto rosso solo a vederlo appeso ).
 
 
 << Ehi, ti piace questo coniglietto giallo? Vorrei fare un regalo a miniPhelps >>, le domandò, mostrandole un peluche.
 
 
 << Si, è molto simpatico… ma gli hai già fatto altri regali… >>, gli disse Xx, carezzando il coniglietto.
 
 
 << Si, vestiti. Non gli ho mai preso un peluche fino ad ora >>, obbiettò Oliver.
 
 
 << Come ti pare. Comunque è molto carino >>, fece Xx.
 
 
 << Mi scusi, dove trovo le copertine per bambini? >>, domandò Xx a un commesso.
 
 
 << Di sopra, al reparto biancheria. Se vuole l’accompagno con suo marito >>, fece gentile il commesso.
 
 
 << A-ah, sì, molto gentile, ma lui non è mio marito >>, fece Xx in imbarazzo, mentre Oliver dietro di lei diventava rosso, inarcando le sopracciglia e facendo una faccia strana.
 
 
 << Non ha importanza, marito, fidanzato, padre, non importa, siamo felici che siate venuti qui da noi >>, continuò il commesso.
 
 
 << N- no no no. Lei ha frainteso. Questo è mio cognato… vede? Lui ha la fede, e anche io, cioè ho una fedina, ma non la porto in questi giorni perché ho le dita gonfie >>, farfugliò Xx, iniziando a seguire l’uomo che faceva loro strada fino all’ascensore.
 
 
 << Davvero! >>, esclamò, vedendo la faccia poco convinta del commesso.
 
 
 << Scusate… l’ascensore è nuovo e a volte fa i capricci >>, disse l’uomo: aveva sbagliato piano, nonostante avesse schiacciato il tasto giusto, e le porte si erano aperte e poi richiuse, e per farlo salire di piano aveva dovuto schiacciare più volte il pulsante.
 
 
Xx e Oliver si scambiarono un’occhiata perplessa, ma niente di più.
 
 
 << Eccoci qua, copertine per neonati >>, fece il commesso, portandoli fino al reparto giusto
 
 
 << Grazie >>, fecero i due.
 
 
 
 
 << Sto bene, Oliver. Oggi mi sento come se potessi conquistare il mondo! E poi abbiamo ancora tempo, siamo via da poco più di un’ora, posso camminare dalle due alle tre ore >>, disse Xx a Oliver, che la guardava di traverso.
 
 
  << Non voglio far arrabbiare James per averti tenuta in giro tutto questo tempo. Ti sei alzata e sei uscita dopo un lungo periodo… inoltre i miei arriveranno tra poco a casa vostra… >>, fece Oliver, era il loro turno alla cassa, e Xx pagava mentre Oliver imbustava gli acquisti.
 
 
 << Ehi, il peluche è il mio regalo, non pagarlo tu >>, la ammonì.
 
 
 << Come vuoi >>, fece Xx, pagando la sua roba e lasciando il posto a Oliver, mettendosi al suo fianco.
 
 
 << Se stai bene, te la senti di fermarci in gioielleria? Vorrei prendere un regalo a Katy >>, le disse.
 
 
 << Ma non avevi fretta di andare a casa? >>, domandò con un sorrisetto lei.
 
 
 << Ehm… >>, balbettò Oliver.
 
 
 << Dai! Andiamo! >>, fece Xx: Oliver prese le buste e si incamminarono verso la gioielleria, che era qualche negozio più in là di quello per bambini.
 
 
 
 
Improvvisamente… Xx si sentì un po' strana, e guardò in giù, sbiancando. Poi alzò gli occhi, una strana espressione in viso, come quando qualcuno veniva scoperto a combinare un guaio.
 
 
Guardò Oliver: << Oh- Oh >>.
 
 
 << Si, mi sbrigo, non preoccuparti >>, fece Oliver, che aveva un problema: aveva provato un anello per vedere come stava vicino alla fede – un anello per Katy -, ma aveva qualche difficoltà a toglierlo: forse era troppo stretto.
 
 
 << N-no. Un più forte oh- oh >>, fece Xx, con una vocina tremula.
 
 
Oliver la guardò e lei abbassò gli occhi: lui fece altrettanto e la sua espressione cambiò in un secondo, tornando a fissarla.
 
 
 << Oh- oh >>, fece anche lui, lasciando perdere i tentativi di togliere l’anello.
 
 
 << Non sta a te dire questo! Io posso dirlo… James potrebbe dirlo, dovrebbe essere qui per dirlo >>, si agitò la ragazza.
 
 
 << Dobbiamo correre all’ospedale, adesso >>, fece Oliver risoluto
 
 
 << Oh >>, fece, e poi si girò per andare verso l’ascensore.
 
 
Oliver la seguì, ma dopo due passi si ricordò dell’anello, tornò indietro, e con uno strattone riuscì a levarlo, lasciandolo sopra il banco, prese le borse e seguì Xx, accompagnandola con un braccio.
 
 
 << Ok, respira… capito? Respira… bene, così >>, fece Oliver chiamando l’ascensore, cercando di rimanere calmo, mettendole le mani sulle spalle.
 
 
 << Ma non avevi detto che mancava una settimana?! >>, domandò Oliver isterico, vicino a una crisi di nervi.
 
 
 << Infatti doveva essere così! O- Oliver… non sono pronta. Tra una settimana sarò prontissima, ma non oggi! D-devo ancora fare delle c-cose! >>, Xx si stava facendo prendere dal panico, mentre Oliver continuava a dirle di respirare, facendolo lui stesso.
 
 
 << Xx, sei prontissima! Fra una settimana ti sarai già dimenticata che credevi di non essere pronta, e sarai felice di stringere miniPhelps a te. Ci siamo… tu respira, eh? Brava, così… >>, diceva Oliver, tenendole le mani sul viso, cercando di rassicurarla.
 
 
Xx annuiva, e continuava a respirare, come diceva Oliver.
 
 
  << Ok, ci sei, mantieni la calma, eh? miniPhelps è in arrivo, e sapremo se sarà maschio o femmina, non sei curiosa?? >>, face Oliver, con una venatura di isteria nella voce, gesticolando come un matto, mentre salivano in ascensore e lui schiacciava il pulsante per andare al parcheggio.
 
 
 << Si, sono curiosa… e anche felice! Non vedo l’ora di vederlo… o vederla! >>, gli sorrise Xx, e lui le sorrise incoraggiante.
 
 
Poi l’ascensore vibrò, la luce che andava e veniva. Oliver la tenne per un braccio per assicurarsi che non cadesse.
 
 
Si guardarono tutti e due, le espressioni tese e incerte, poi guardarono verso il pulsantino che segnava i piani… ed era bloccato. Oliver schiacciò più volte i pulsanti ma non succedeva niente.
 
 
 << O- ok… rimani calma, è successo anche prima… la porta adesso si aprirà, sono sicuro. Deve aprirsi, ok? >>, e le fece il cenno della respirazione, soffiando fuori l’aria anche lui, mentre ancora schiacciava i pulsanti, con maggior forza.
 
 
Xx respirava e guardava verso i cerchi che indicavano i piani: erano ancora bloccati, e intanto Oliver diventava sempre più nervoso, gesticolando con la mano, facendole ancora i segni della respirazione.
 
 
 << Ok, ora proviamo con il pulsante d’emergenza. Tu continua a respirare… stai andando alla grande!  Tranquilla, in un minuto saremo fuori di qui, farò del mio meglio perché accada >>, fece Oliver.
 
 
 << Mi dica, qual è il problema? >> domandò loro una voce metallica.
 
 
 << Ah, senta, il problema è che siamo bloccati nell’ascensore del centro commerciale, e c’è qui Xx, che è mia cognata, e le si sono rotte le acque! >>, sbottò Oliver, irritato dalla calma della voce dell’uomo, mentre lui iniziava a sudare freddo.
 
 
 << Mandiamo subito un tecnico, deve essere un guasto elettrico. Potrebbe volerci un po': il nostro centro non è vicino a voi, e tutti i nostri tecnici sono fuori >>, continuò come se nulla fosse la voce.
 
 
 << C-cosa?? Qui c’è una ragazza che potrebbe partorire! Non ha la precedenza?? >>, Oliver era scandalizzato.
 
 
 << Cerchiamo di fare prima possibile >>, concluse.
 
 
 << Andiamo male… >>, fece Xx, respirando stranamente, guardando Oliver.
 
 
 << Calmati… abbiamo ancora tempo prima di andare all’ospedale… >>, gesticolò lui.
 
 
 << Come fai a saperlo? >>, gli domandò, non convinta.
 
 
 << Eh, perché… perché… lo so e basta >>, fece lui annuendo.
 
 
 << Sai che facciamo ora? Chiamiamo il centodiciotto… manderanno un’ambulanza, e intanto ci diranno cosa fare, ok? >>, propose Oliver per calmarla.
 
 
 << Un’ambulanza?! >>, si spaventò Xx.
 
 
 << Potremmo… trovarci in una situazione che richiede l’ambulanza… solo per precauzione, nel caso dovessimo andare all’ospedale velocemente >>, le disse, cercando di rassicurarla.
 
 
 << Ma tu ha detto che ci avrebbero tirati fuori subito! Le c-… ahh >>, si tenne la pancia, appoggiandosi alla parete, scivolando fino a sedersi.
 
 
 << Che hai?? Respira. Ok? F- forza, continua così… respira >>, fece Oliver, inginocchiandosi al suo fianco, sorridendo incoraggiante… continuando a gesticolare, mentre Xx respirava… ma in realtà era spaventato.
 
 
 << I-io non voglio andare in ospedale con un’ambulanza. I- io odio le ambulanze. V- voglio andarci in auto. Con James. Lui dovrebbe portarmi all’ospedale, perché, sai, nove mesi fa mi ha messa lui in questa situazione! >>, fece perentoria, e Oliver ridacchiò.
 
 
 << D’accordo… ma se non ci fosse il tempo, dovrai andarci in ambulanza. Ora chiamiamo il centodiciotto… >>, fece Oliver.
 
 << Aspetta. P-prima di chiamare… loro… chiama James… d-devo dirgli do-dove siamo >>, disse a fatica mentre sentiva una fitta.
 
 
 << Va bene… ora lo chiamo. Che fortuna! Qui prende il telefono! >>, disse, componendo il numero e passandole il cellulare.
 
 
 << J- James… a- amore, dove… ahh… dove sei? >>, Xx cercava di non urlare dal dolore, per non spaventarlo, facendo respiri sempre più brevi.
 
 
 << Sono appena arrivato a casa. Stavo per chiamarti… dove sei? Ti sento strana… >>, le disse, ma non era tranquillo.
 
 
 << Perfetto. Ora… v- voglio che n- non ti preoccupi, ma… ah… sono c- chiusa in un ascensore g-guasto con Oliver. S- siamo al centro commerciale… e… beh… h- ho rotto le acque >>, fece Xx, un risolino isterico.
 
 
 << WHAT?!?! >>, James quasi urlò.
 
 
 << Si… J- James, calmati. C- ci sono già io a- agitata. Ora… n- non voglio c- che tu f- faccia qualche sciocchezza. Hai capito? Vieni qui… e portami la b- borsa per l’ospedale. È s- sopra la sedia in c- camera nostra >>, riuscì a dire, prima di essere travolta da un’altra fitta.
 
 
 << Dai a me… James? >>, chiamò Oliver, prendendo il cellulare.
 
 
 << What the hell happened? >>, James era fuori di sé.
 
 
 << Yes… beh… ehm… l’ho accompagnata al centro commerciale, siamo via da un’ora e mezza! Le servivano delle cose, diceva che non potevi andarle a comperare tu… e diceva che sei stanco da quando ti devi occupare di tutto, che non voleva caricarti ancora… comunque, stavamo quasi per tornare a casa, stavamo guardando una cosa che le si sono rotte le acque. Così abbiamo preso l’ascensore… e… ora siamo bloccati qui. Ho chiamato l’assistenza tramite il pulsante emergenza… dicono che è un problema elettrico, e manderanno qualcuno prima possibile… ma siamo qui da minuti, e ancora niente. Volevo chiamare il centodiciotto… magari hanno suggerimenti per alleviarle il dolore… ma ha voluto chiamare prima te >>, gli fece il riassunto Oliver, mentre Xx urlava il meno possibile dai dolori.
 
 
 << È lei che grida in sottofondo? Passamela. Amore? Sono io. Ora prendo la borsa e vengo subito da te. Si risolverà tutto per il meglio… tu non ti agitare, ok? Ti ricordi gli esercizi di respirazione al corso pre- parto? Sì? Brava… cerca di metterli in pratica. Io arrivo prima possibile >>, gli occhi lucidi mentre cercava di mantenere la calma, camminando su e giù per la cucina, mentre i suoi genitori e Katy lo guardavano.
 
 
 << Va bene… amore? Sbrigati… per favore. Noi qui abbiamo bisogno di te… e… mi avevi promesso che ci saresti stato, ti ricordi? Dobbiamo… ahh… vedere se è un maschietto o una femminuccia… Anche se sono sicura che presto le porte si apriranno e potremmo andare in ospedale… >>, cercò di sorridere e di essere ottimista per non farlo andare nel panico, continuando a urlare il meno possibile, per non spaventarlo.
 
 
 << SI, amore… certo che me lo ricordo. Non preoccuparti… vedrai che farò in tempo. Anche io non vedo l’ora di sapere se è un boy o una girl… ora però chiamate il centodiciotto, ok? Loro vi daranno una mano… a tra poco, ti amo >>, gli tremava la mano.
 
 
 << Va bene… ti aspettiamo. Non comincio senza di te. Ti amo >>.
 
 
 << Come ti senti? >>, le domandò Oliver.
 
 
 << Non tanto bene. Non riesco a capire se seno contrazioni o fitte… aahh >>
 
 
 << Oliver… non posso… partorire in un ascensore… e non dirmi… che una volta… le donne partorivano… a casa… da sole >>, Xx stava sudando.
 
 
 << Non succederà. Tra poco ci tireranno fuori >>.
 
 
 << Ok… a- ascolta. Che succede se non riescono ad aprire le porte dell’ascensore quando arriva l’ambulanza? Come ci arriviamo all’ospedale se non possiamo uscire di qui e salire sull’ambulanza? Te lo sei chiesto?? >>, Xx gesticolava e aveva un tono isterico, mentre Oliver seduto accanto a lei andava nel panico.
 
 
 << Già… >>, disse improvvisamente.
 
 
 << Ahh… >>, Xx aveva un'altra contrazione, e si aggrappò alla mano di Oliver lì vicino: la stava stritolando.
 
 
 << Ah! >>, fece Oliver strabuzzando gli occhi, ma dal dolore non riusciva a emettere un suono.
 
 
 << Respira, respira. Ora chiamo il centodiciotto >>, le disse, dopo essersi ripreso.
 
 
 << Pronto? Mi chiamo Oliver. Sono bloccato nell’ascensore di un centro commerciale con mia cognata, Xx e… le si sono rotte le acque. Abbiamo chiamato l’assistenza… dicono che ci vorrà un po’. Si… è successo circa venti minuti fa… Xx ha forti dolori… non riesce a capire se sono contrazioni o fitte. Si, la metto in vivavoce >>.
 
 
 << Xx? Salve… io Sono Elisa, un’infermiera. Mando subito un’ambulanza. Come sta andando? >>, le domandò cortese.
 
 
 << Bene >>, rispose Oliver.
 
 
 << Malissimo >>, soffiò Xx, guardandolo storto.
 
 
Elisa sorrise: << Questo è il primo figlio? >>.
 
 
 << Si >>, le rispose Xx.
 
 
 << Va bene. Che tipo di dolore sente? >>, si informò.
 
 
 << Non so… non riesco a spiegarlo! Sono sudata, credo di avere il respiro e il battito accelerati. Ho un dolore che mi parte dalla parte bassa della schiena e arriva sulla pancia. E… circa un mese fa ho avuto un parziale distacco della placenta… molto lieve… e poi non ho avuto più problemi. Sono stata a riposo tutto il tempo. Starà bene il mio bambino, vero?!? >>, Xx era terrorizzata.
 
 
 << Ha fatto bene a dirmelo. Noi cercheremo di fare del nostro meglio… ma anche lei dovrà fare la sua parte. La avverto: sarà difficile e doloroso, soprattutto perché lì non hai nessun analgesico, antidolorifico o anestetico da prendere… e se i soccorsi ritardano, in prossimità del parto non potrà più prendere niente >>, spiegò Elisa.
 
 
 << Non la faccia agitare ancora di più! >>, sbottò Oliver.
 
 
 << No… va bene Oliver. Aahh… >>, un’altra fitta, e Xx strinse di nuovo la mano di Oliver, che si sentì le dita stritolare ancora, e si girò dall’altra parte, per non farle vedere la smorfia di dolore.
 
 
 << Ok. Oliver: lei deve misurare il tempo che intercorre tra una contrazione e l’altra. Più il tempo si accorcia e più siamo vicini al momento in cui Xx dovrà spingere. Può farlo? Ha un cronometro? Le spiegherò come fare. E se ha degli asciugamani o qualcosa di simile, glieli posizioni un po’ sotto il sedere quando Xx le dirà che sente che deve spingere… in modo che, se dovesse nascere lì il bambino, raccolgano i liquidi che usciranno… poi serviranno ai medici. Se ha dei guanti sarebbe meglio >>, disse pratica Elisa.
 
 
 << Ok, ma non ho guanti >>, Oliver sudava freddo.
 
 
 << Io ho un disinfettante per mani in borsa >>, disse Xx.
 
 
 << Bene, servirà dopo >>, fece Elisa.
 
 
 << Come faccio a cronometrare? >>, domandò Oliver, piuttosto agitato, ma anche determinato a fare del suo meglio per il bene di Xx e del bambino.
 
 
 << Ok. Quando Xx ti dirà che sente un dolore più acuto inizia a cronometrare, quando le passa stoppa. Scusa, ti do del tu. E devi segnare anche il tempo che corre tra una e l’altra… su un foglio o qualcosa di simile. All’inizio le contrazioni durano qualche secondo, venti, o venticinque. Poi più il tempo tra l’una e l’altra si accorcia, più sono lunghe, arrivano anche a sessanta, novanta secondi. Quando sono molto ravvicinate, è il momento in cui avrà il picco di dolore, e come dicevo dovrà spingere. Ma speriamo che per allora sarà in ospedale. Potrebbero volerci ore… alcune sono fortunate e partoriscono in un’ora… questo è variabile. Cerca di rilassarla, se sente di camminare può farlo… se sente di dover cambiare posizione, lascia che lo faccia, è questione di istinto. Coprila se sente freddo… cerca di farla stare il meglio possibile. Per ora non posso aiutarvi di più… io ho il vostro numero di telefono, voi richiamate quando l’intervallo tra le contrazioni non supera i tre minuti… e se stiamo al telefono la batteria del cellulare si scaricherà più in fretta. Vi chiamerò comunque tra un po’, ok? Buona fortuna >>, disse Elisa.
 
 
 << Ci ha piantati in asso?? >>, Oliver era esterrefatto, una punta di panico nella voce.
 
 
 << Non poteva fare molto altro… e non siamo gli unici che hanno bisogno di aiuto >>, fece ragionevole lei: era madida di sudore.
 
 
 << Giusto… ma noi ce la caveremo alla grande, tu e il tuo bambino starete benissimo >>, fece Oliver sicuro.
 
 
 
 
James camminava avanti e indietro, imprecando piano in inglese, contro la guardia, passandosi le mani tra i capelli: visibilmente agitato. I suoi genitori e Katy lo seguivano preoccupati con lo sguardo, ma ad un certo punto sua madre lo bloccò per le spalle.
 
 
 << Calm down. You can’t go to her so agitated. Non la aiuti così, e la agiteresti di più >>, fece sua madre, preoccupata per la situazione.
 
 
James la guardò e annuì, poi tornò a rivolgersi alla guardia.
 
 
 << Mi spieghi subito come posso raggiungere la mia fidanzata! >>, James si stava scaldando.
 
 
 << Lei non può entrare! >>, fece subito questa.
 
 
 << Ehi! Li fuori… sento rumori. C’è qualcuno? Sbrigatevi a tirarci fuori, Xx sta avendo una crisi di panico! >>, urlò Oliver da dentro l’ascensore.
 
 
 << Ha sentito? Lei forse non si rende conto, ma la ma fidanzata sta per partorire dentro un ascensore! Io so che c’è un modo per arrivarci, tramite la tromba dell’ascensore o non so cosa. Lei mi dirà come >>, James si stava arrabbiando.
 
 
 << Ok, ma sarà pericoloso >>, si arrese la guardia.
 
 
 << Non mi importa! Se arrivano i tecnici, gli dica di aspettare che io sia entrato. Non ci vorrà molto >>, disse James, perentorio.
 
 
 
 
 << Ok… Xx… che dici? P- prima della prossima contrazione ci esercitiamo nella respirazione? >>, domandò Oliver, rosso in faccia: gli aveva appena stritolato di nuovo la mano per una contrazione.
 
 
 << Sei impazzito? P-provaci tu a guardare il bel coniglietto, e r- respirare mentre soffri. Provaci tu, dai, come va Ollie? >>, sbottò Xx, stritolandogli ancora le dita: Oliver aveva pensato di tirare fuori il coniglietto per distrarla un po', e le aveva proposto di provare a concentrarsi su quello.
 
 
 << O- ok! Coraggio Xx, ormai manca poco… a breve dovrai spingere >>, balbettò Oliver
 
 
 << Xx, prenditi le gambe, e quando dovrai spingere ricordati: mento sul petto. Sarà più facile. Oliver… devi guardare la dilatazione, per vedere a che punto è >>, fece Elisa al telefono: aveva richiamato da poco.
 
 
 << CHE COSA?! >>, urlarono i due in coro.
 
 
 << Dobbiamo vedere quando la dilatazione arriva al massimo, Ti spiegherò io come fare >>, fece Elisa.
 
 
Oliver guardò molto in imbarazzo Xx.
 
 
 << S- scusa Ollie… sono molto imbarazzata. È tutta colpa mia se siamo qui… >>, Xx era rossa per il dolore e la vergogna.
 
 
 << Ehi… Xx, guardami. Tranquilla… ok? Non importa. Quello che conta è che tu e il tuo bambino usciate sani e salvi da qui >>, fece Oliver in imbarazzo totale, dato che stava guardando… beh, , le parti più intime della ragazza di suo fratello, che stava a gambe aperte davanti a lui: per fortuna quel giorno si era messa un bel vestito largo, e non le aveva dovuto togliere i pantaloni!
 
 
 << Vorrei… non averti convinto. Senza offesa >>, fece Xx.
 
 
 << Nessuna offesa, sul serio. Xx… abbiamo fatto quasi sesso per messaggi… a proposito, James non lo sapeva che stavo scrivendo al posto suo, gli ho preso il cellulare di mano, era solo uno scherzo. Ti ho intravista nuda mentre facevi sesso con mio fratello… vi ho quasi beccati altre volte… e ora ti sto guardando… beh, nelle parti intime. Direi che l’imbarazzo lo abbiamo superato. Ora pensiamo solo a te e a miniPhelps che sta per uscire. Non vedo l’ora di vederlo, anche tu, vero? >>, domandò retorico, per distrarla.
 
 
 “ Dio, ti prego, ti prego, fa che vada tutto bene “, pensava lui intanto.
 
 
 << Certo. Voglio vederlo, conoscerlo… tenerlo in braccio. Sapere se è un boy o una girl, finalmente… Oh, Signore… ti prego! Questo bambino non c’entra niente… non ha fatto niente… fa che vada bene… che stia bene… ti prego! >>, pregò Xx.
 
 
 << Credo… ehm… che ci siamo >>, fece Oliver, guardando.
 
 
 << Ok, quando senti arrivare il dolore devi spingere, ok Xx? Questo è il momento in cui ti devi impegnare di più, spingere con tutta la forza che hai. Hai una grande responsabilità, devi far nascere una vita, lo so che è dura, soprattutto in queste condizioni, ma devi avere coraggio >>, cercò di incoraggiarla l’infermiera.
 
 
 << No… sentite, io non ce la faccio… ahh… non ci riesco! >>, ansimò, andando in crisi.
 
 
 << Andiamo Xx! Pensa che c’è in ballo la vita del tuo bambino! >>, cercò di esortarla Oliver, preoccupato dalla piega che stavano prendendo gli eventi.
 
 
 << Hai almeno una vaga idea di come fare?? >>, Xx era isterica e stremata.
 
 
 << Ehm… mi è capitato di guardare ventiquattro ore in sala parto, qualche volta >>, ammise Oliver, che stava perdendo sensibilità alla mano, stretta costantemente da Xx.
 
 
Un’altra violenta contrazione.
 
 
 << Xx, non puoi aspettare ancora. Metti seriamente a rischio la vita di tuo figlio, oltre che la tua >>, fece Elisa risoluta.
 
 
 << Ma… J- James dov’è? Non so se riesco a farlo senza di lui… aveva promesso che ci sarebbe stato… e lui mantiene le promesse. Non come te, Ollie, che mi avevi promesso che saremmo usciti di qui prima di partorire! >>, sbottò Xx.
 
 
 << Scusa… non volevo >>, continuò, sentendosi in colpa: lui si stava facendo in quattro per aiutarla, e lei gli rispondeva male.
 
 
 << Tranquilla. Comunque non te l’avevo promesso. Ho detto che ci avrei messo tutto il mio impegno per farlo >>, scherzò Oliver, per distrarla, e funzionò: Xx ridacchiò per qualche secondo.
 
 
 << True >>, disse senza fiato, prima di un’altra contrazione.
 
 
 << Xx, Oliver… sono Susan >>, disse la signora Phelps, accostandosi alle porte dell’ascensore.
 
 
 << Mom? >>, domandò Oliver.
 
 
 << S- signora Phelps… welcome! C’è James lì con lei? Non sarà svenuto… vero? Era scioccato vedendo il video del parto al corso… >>, fece Xx.
 
 
 << Si, Xx. È qui con me… tra poco lo vedrai. Xx stai andando bene, tieni duro! >>, la esortò.
 
 
 << Grazie >>, le rispose Xx, prima di avere un’altra contrazione.
 
 
Proprio In quel momento James spostò il pannello sul tetto dell’ascensore e si calò dentro.
 
 
 << James! >>, esclamò la ragazza tra il sollevato e lo scioccato
 
 
 << Thanks God! >>, fece Oliver sollevato.
 
 
 << Amore! Sono qui, sono arrivato! Non mi sarei perso questo momento per niente al mondo! >>, fece lui, prendendo tra le mani il viso della ragazza, dandole un bacio sulla fronte.
 
 
 << Sei impazzito per caso? Potevi… rimanere schiacciato se l’ascensore ripartiva! Tra le sciocchezze di cui parlavo al telefono c’era anche questa! >>, sbraitò Xx.
 
 
 << Dopo ti spiego. Ma dovevo essere qui, con te. Questo è il mio posto, specialmente ora. Dopotutto nove mesi fa ho contribuito anche io. Stavo impazzendo là fuori… e ora sono qui, appoggiati a me… adesso pensiamo a te e al nostro bambino. Ciao Ollie >>, salutò il fratello, ma stava farneticando.
 
 
 << Sei arrivato finalmente! >>, squittì lui.
 
 
James poi si accorse dove stava guardando Oliver, e molte emozioni ed espressioni passarono sul suo viso.
 
 
 << Dovevo farlo, me l’ha detto Elisa. Comunque Xx e io abbiamo già affrontato l’argomento, nell’ora in cui siamo stati chiusi qui >>, fece Oliver, capendo al volo.
 
 
 << Aaahh >>, Xx afferrò la mano di James, e la stritolò: lui diventò viola.
 
 
 << Ahhh >>, fece anche lui, staccando le dita una alla volta dalla sua mano.
 
 
 << Se questo è il massimo del dolore che sopporti, amore, non avremmo questo o altri bambini futuri, in casa >>, fece Xx, madida di sudore, con una punta di ironia nella voce.
 
 
 << H- hai ragione. Ma ora siamo insieme, stringi quanto vuoi e non preoccuparti >>, fece James, Xx che appoggiava la fronte contro la sua spalla, offrendole la mano.
 
 
 << Ehi chi è Elisa? >>, domandò James improvvisamente.
 
 
 << L’infermiera che ci aiuta >>, rispose Oliver.
 
 
 << Salve, grazie tante, è stata molto gentile >>, fece James.
 
 
 << Grazie >>, fece Elisa.
 
 
 << Ehi, posso guardare? >>, fece James, e si affacciò con Oliver, dicendo qualcosa che Xx non poteva capire.
 
 
 << Ehi! Qui c’è una donna che sta partorendo! Ditemi cosa sta succedendo o me ne vado a casa! >>, richiamò l’attenzione Xx, sventolando una mano nella loro direzione.
 
 
 << Si, scusa >>, disse subito James.
 
 
 << James, hai lo svenimento facile quando si tratta di queste cose, lascia perdere >>, suggerì Xx.
 
 
 << Ehi! Chi è che ha appena guardato senza svenire? >>, disse cercando di farla sorridere, e funzionò.
 
 
 << Accidenti, è caduta la linea con Elisa >>, fece Oliver.
 
 
 << Elisa l’infermiera? >>, domandò stupidamente James.
 
 
 << No, Elisa che vende i biglietti per entrare al cinema! Proprio di lei abbiamo bisogno! >>, fece Xx.
 
 
 << Sei spiritosa eh? >>, la prese in giro James, baciandole la tempia.
 
 
 << È una delle mie qualità. No… sul serio, non posso farcela >>, sputò fuori Xx dopo un’altra contrazione, guardando James.
 
 
 << Cosa ti fa paura? >>, le domandò James, rassicurante.
 
 
 << Che tu non mi ami… del dolore di questo momento… di fare una figuraccia… di tutti i liquidi che stanno venendo fuori di cui mi vergogno molto… di essere orribile ora… di non piacerti più come prima… che non mi troverai più attraente, ora che sarò mamma… di tutto >>, gli disse, tutta sudata, stringendogli ancora la mano per il dolore della contrazione.
 
 
 << Xx… io ti amo tantissimo… e lo so che sei tu che devi spingere… i- io non posso sentire il dolore, e anche se potessi non lo sopporterei… ma io ti starò vicino, spingeremo insieme. Sei bellissima, e non sarai meno bella o attraente ora che diventerai mamma… ma ora devi spingere >>, fece James, il sudore che gli imperlava la fronte.
 
 
 << Lo so, sono una stupida >>, fece Xx.
 
 
 << Ragazzi… come procede? >>, domandò la madre dei due fratelli.
 
 
 << Mom! Potrebbe andare meglio, se aprissero le porte e ci facessero uscire! Xx dovrebbe partorire in ospedale! >>, le rispose Oliver, asciugandosi la fronte con il braccio.
 
 
 << Stai calmo tesoro, stai facendo un buon lavoro, sono sicura. Il tuo nipotino è in buone mani. Ogni quanto sono le contrazioni? >>, gli rispose la madre.
 
 
 << Credo ogni due minuti >>, rispose Oliver.
 
 
 << Xx, stai andando bene, vedrai che tutto andrà per il meglio, e tra poco stringerai tra le braccia un bel bambino sano e forte. Li hai i miei ragazzi che ti aiutano, cos’altro potresti volere? >>, cercò di ironizzare, e tutti e tre dentro l’ascensore sorrisero.
 
 
 << Oltre a un’anestesia, un posto più pulito e sterile, adatto a far nascere un bambino, un dottore se qualcosa andasse storto e strumenti per monitorare che tutto vada bene? Assolutamente niente! >>, commentò sarcastica, mentre James e Oliver ridacchiarono.
 
 
 << Vedo che non hai perso il senso dell’umorismo, molto bene. Lo so che fa male… molto male, e che sei stanca, ma devi resistere e fare un ultimo sforzo. Quando le contrazioni sono vicine e sentirai l’impulso di spingere, fallo. Appoggia il mento allo sterno, avrai più forza, tieni le gambe, appoggiati da qualche parte e spingi con tutta la forza che hai >>, l’aiutò Susan.
 
 
 “ Ti prego, ti prego, fai che non ci siano complicazioni “, pregava la signora Phelps.
 
 
 << Dio… se ci sei… non ti ho mai chiesto niente, ma… per favore, fai che Xx e il nostro bambino stiano bene… che vada tutto bene… >>, implorò James.
 
 
 << Xx, sei pronta a spingere? >>, fece Elisa: Oliver doveva averla richiamata.
 
 
La ragazza guardò James: << Si, sono pronta >>, annuì.
 
 
 << Bene, ora si concentri su un punto >>, fece Elisa.
 
 
Oliver fece per dire qualcosa, ma Xx lo bloccò: << Se ti azzardi a ripetermi che devo guardare quel coniglietto stacco le orecchie a tutti e due >>, fece perentoria: Oliver prese il peluche e lo spostò.
 
 
 << Grazie >>.
 
 
 << Oh… oh, miniPhelps sta scendendo, sento che sta arrivando >>, quasi urlò Xx, che si era aggrappata alla spalla di James.
 
 
 << Allora spingi! >>, fece Oliver.
 
 
 << Se può esserti utile, di a James di mettersi dietro di te, può aiutarti >>, disse Elisa.
 
 
 << Ok, proviamo >>: Xx fece segno a James di mettersi dietro di lei, e lui obbedì.
 
 
Xx aveva la schiena appoggiata al suo petto, lui le teneva le gambe e lei era aggrappata alle sue mani.
 
 
 << Ok, puoi farcela, lo so, sono con te >>, le disse.
 
 
 << Vai, spingi! >>, la incitò Oliver, mettendole sotto gli asciugamani.
 
 
 << Aahh… Oddio! >>, Xx cercava di non urlare troppo, per non spaventare tutti.
 
 
 << Si, brava! Vedo la testolina! È incredibile! >>, annunciò Oliver entusiasta, disinfettandosi le mani, avvicinandole all’apertura, per sostenere la testolina che stava venendo fuori.
 
 
 << Coraggio amore, ultime spinte, te lo prometto! >>, James la incitava.
 
 
 << Jay, vai a guardare, su >>, gli disse Xx, che notava che era in ansia.
 
 
 << Ma… >>, cercò di obbiettare.
 
 
 << VAI! Ma lasciami le tue mani >>, quasi urlò.
 
 
 << Oh, amore, sei bravissima! La testa è piena di capelli… sta uscendo la spalla, forza, è quasi fatta! >>, James era su di giri.
 
 
 << Aahh… Dio… >>, la ragazza era stremata, mentre stringeva tutte e due le mani di James per darsi forza… o forse era meglio dire stritolava.
 
 
 << ECCOLO!! >>, urlarono Oliver e James, mentre il primo prendeva il bambino con delicatezza aiutandolo a uscire e a non toccare terra.
 
 
Ci furono cinque secondi di silenzio, in cui nessuno si mosse, poi…
 
 
Un piccolo pianto, squillante, forte.
 
 
Oliver aveva il bambino, lo ripulì con un asciugamano e lo avvolse in un altro pulito.
 
 
 << Molto bene ragazzi. Avvolgetelo con qualcosa in modo che stia al caldo, e provate a sentire se il cuoricino batte normalmente… o se il respiro sembra difficoltoso, se le vie aeree sono libere. Legate a qualche centimetro dal bambino il cordone ombelicale… con un laccio o qualcosa di simile, ci penseranno i medici dopo al resto >>, disse Elisa.
 
 
 << Ok… sembra tutto a posto, è bello vitale! >>, fece Oliver, ascoltando con attenzione.
 
 
 << Ottimo ragazzi, complimenti, anche ai neo genitori, siete stati bravi >>, si congedò Elisa.
 
 
 << Grazie >>, le risposero in coro.
 
 
 << Come stai? Sei stata bravissima amore… sono molto, molto fiero di te >>, gli disse orgoglioso James baciandola leggero sulle labbra: aveva gli occhi lucidi, accesi dall’emozione e dall’entusiasmo.
 
 
 << Sono stanca… ma anche tanto felice. Ce l’abbiamo fatta >>, Xx gli stava accarezzando il viso.
 
 
 << E allora? >>, si girarono poi verso Oliver, che stava finendo di pulire miniPhelps, per presentarlo a mamma e papà.
 
 
 << Ok, siete pronti? Avete fatto un… >>, stava per dire... era molto felice.
 
 
 << NO! Aspetta! Voglio che me lo dica James >>, lo bloccò Xx, guardando il suo fidanzato, che era tutto sudato e agitato.
 
 
Oliver mostrò il fagottino che aveva in braccio a suo fratello, che lo guardò pieno di meraviglia, gli occhi brillanti che si spalancarono vedendolo… un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
 
 
 << È… Xx, It’s a… >>.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** Boy or Girl? ***


 << È… it’s a Girl!! >>, fece euforico, mentre dai suoi occhi scendeva qualche piccola lacrima di commozione.
 
 
 << Una bambina… >>, fece Xx felice, mentre si commuoveva anche lei.
 
 
 << Controlla tu stessa, sei stata brava! >>, le disse Oliver, dandole la bambina in braccio con delicatezza.
 
 
 << Ciao… ciao bellissima! Oh, guardati… Jay, avevi ragione tu, è una femminuccia… >>, gli disse radiosa: trovò molto naturale mettere le mani al posto giusto, senza esitazioni, iniziando a cullarla appena.
 
 
 << Ciao piccola miniPhelps… sono la mamma. È stata dura, ma finalmente sei arrivata. James… è nostra veramente? L’abbiamo creata noi?>>, gli sussurrò sfiorandole una guancia paffuta, dandole un bacio sulla fronte, guardando James, gli occhi che brillavano.
 
 
 << È nostra, si… non ce la porterà via nessuno >>, le disse James, carico di amore.
 
 
James e Oliver si commossero.
 
 
 << And i’m daddy… ciao piccola mia… sei bellissima >>, le sussurrò sfiorandole anche lui la guancia, mentre era perso nella contemplazione della sua bambina paffuta.
 
 
 << Concordo in pieno >>, fece Oliver, che non riusciva a smettere di sorridere.
 
 
 << James, guardala… guarda cosa abbiamo messo al mondo. È perfetta.  Cosa… cosa dici? Eravamo indecisi sul nome… ma ora che la vedo ne sono sicura. Però cambierei qualcosa, ascolta, e poi decidiamo insieme >>, gli disse bisbigliandogli qualcosa all’orecchio: Oliver era troppo occupato a guardare sua nipote per stare ad ascoltarli.
 
 
 << Sarebbe un grande regalo… è perfetto. Ma ne sei sicura? Poi è per sempre >>, le sorrise James.
 
 
 << Sicurissima. È quello giusto. Suona bene… e poi le si addice, guardala! >>, confermò Xx incantata.
 
 
 << Cosa borbottate? Comunque, com’era il nome? Amelia Lexie? O Agata… qualcos’altro. Le si addicono entrambi >>, fece Oliver.
 
 
 << Certo. Ma sarà per la prossima girl. Lei è Amelia Hollie Susan Phelps >>, fece James fiero.
 
 
Oliver li guardò e cominciò a registrare l’informazione dopo qualche secondo.
 
 
 << Amelia… Hollie… Susan… Hollie… >>, borbottò.
 
 
 << Ma… ma… >>, stava cominciando a capire.
 
 
 << Si. Tu l’hai aiutata a nascere. Mi sei stato vicino… non ce l’avrei mai fatta da sola, non hai mai permesso che mollassi, e mi hai tenuta su di morale. Meriti un posto speciale nella sua vita. Inoltre tu non lo sai, ma sarai il suo padrino al battesimo. Mi sembra il minimo che potessimo fare darle un nome in tuo onore, e in onore di tua madre, che ci dava suggerimenti su cosa fare da fuori l’ascensore… anche lei ha contribuito, vogliamo omaggiare anche lei. E quando poi sarà più grande… molto più grande, le racconteremo della sua nascita, e capirà da dove arrivano i suoi nomi >>, gli sorrise Xx.
 
 
 << Ma… sul serio, non è necessario. Io le vorrò molto bene anche con un nome diverso… le voglio già molto bene. Avete deciso p… >>, balbettò imbarazzato, ma anche orgoglioso.
 
 
 << Noi vogliamo farlo. E poi guardala… le dona molto, e ha già una faccia da birichina. Suona molto bene >>, lo interruppe James.
 
 
 << Oh… allora grazie. È una bambina bellissima… l’ho già detto?  Complimenti… >>, sorrise ai tre Oliver.
 
 
 << E ha un bellissimo nome >>, aggiunse di cuore Xx.
 
 
 << Amelia Hollie Susan Phelps… è un nome molto dolce. Do you like it? >>, domandò James alla bambina, rannicchiata tra le braccia della mamma: e in risposta lei si mosse.
 
 
 << Credo che sia d’accordo con noi >>, fece Xx radiosa, nonostante la stanchezza, il dolore, i capelli appiccicati alla faccia e tutto il sudore che si sentiva addosso.
 
 
James avvicinò una mano tremante ad accarezzare la testolina di sua figlia.
 
 
 << Vuoi prenderla in braccio? Dopotutto nella pancia aveva un debole per te… >>, gli domandò dolcemente.
 
 
 << C- cosa? Io? Oh, no, n- non so come si fa! >>, rispose, terrorizzato di farle male: si era dimenticato di tutto il corso pre- parto, in quel momento.
 
 
 << Amore… ti verrà naturale, fidati. Devi mettere la mano sotto la testolina… >>, gli disse passandogli la bambina, che prese un po’ goffamente… ma si riprese subito.
 
 
 << Wow >>, fece piano: intanto Oliver era intento a scattare un sacco di foto di quei momenti.
 
 
 << Per il vostro album >>, diceva.
 
 
 << Hello love of daddy… you’re beautiful. Benvenuta al mondo… Sapete, stavo pensando che dovrò iniziare ad appostarmi fuori casa con il fucile molto presto, per tutti I ragazzi che oseranno uscire con lei, toccarla, baciarla… o peggio spezzarle il cuore >>, disse James… che si rese conto che sua figlia gli stava stringendo un suo dito tra le sue piccole manine… e gli sembrava il gesto più dolce del mondo.
 
 
 << Addirittura? Credo che abbiamo ancora qualche anno per prepararci a quello… >>, gli rispose sorridendo la ragazza.
 
 
 << Io non ci conterei troppo: guardala! È già così carina! Comunque ovviamente, in qualità di zio e padrino, mi apposterò a fianco a James con il bazuca, per dargli manforte >>, annunciò Oliver, mentre tutti ridacchiavano.
 
 
 << Chissà cosa pensa… cosa prova… >>, borbottò James, guardando la sua bambina.
 
 
 << Chi lo sa. È bella paffuta comunque >>, sorrise Oliver.
 
 
 << Ho partorito un piccolo tacchino >>, fece Xx distratta, facendoli ridere tutti.
 
 
 << Il nostro tacchino sembra abbia preso il tuo naso >>, osservò James.
 
 
 << Si… e prima, quando aveva gli occhi aperti, sembrava il tuo colore degli occhi. Speravo tanto lo prendesse… è così bello… mi auguro lo mantenga, e guarda quanti capelli… anche io ce li avevo così chiari da piccola >>, affermò, osservandola rapita.
 
 
 << La perfetta metà di te e di me… >>, le sorrise James, baciandola.
 
 
 << Oh… ma, James! Lei è una bambina italo- inglese… non ci avevo mai pensato! Cosa dovremmo insegnarle prima? Quale cultura? E… se le tradizioni italiane e inglesi non coincidessero? Come… cosa… a quale dovremmo dare maggior peso? Come facciamo con la cultura inglese e quella italiana? Le nostre famiglie si offenderebbero? Oddio… non ci avevo mai pensato, che stupida! >>, Xx si agitò improvvisamente.
 
 
 << Amore, calmati! >>, fece James, quasi spaventato da quell’improvviso cambio di rotta di Xx.
 
 
 << Come faccio a calmarmi! Abbiamo avuto nove mesi, e ci è venuto in mente solo ora! >>, esclamò di nuovo lei.
 
 
 << Xx… tranquilla. Tu e Jay convivete da tanto tempo, e rispettate le tradizioni reciproche. Fate lo stesso con Amelia ed andrà tutto bene >>, rispose saggiamente Oliver.
 
 
 << Ha ragione il mio gemello brutto… andrà bene, vedrai >>, le sorrise James.
 
 
 << Ehi! Non ti picchio solo perché hai una bambina in braccio! >>, protestò Oliver, ma sia lui che il fratello ridacchiarono.
 
 
 
 
 
Da fuori sentivano qualcuno chiedere come andava.
 
 
 << Stiamo bene tutti e quattro >>, disse Oliver, e da fuori Susan, il signor Phelps e Katy tirarono un sospiro di sollievo, abbracciandosi.
 
 
 << Molto bene. Sono il tecnico. Noi siamo pronti per aprire le porte. Ci siete? >>.
 
 
 << Si, aspetti solo un secondo >>, disse James, e raccolsero le cose, mettendo da parte, come aveva detto Elisa, le cose usate per il parto, aiutando Xx a tirarsi in piedi.
 
 
 << Ok signori. La nuova famiglia è pronta per uscire. I neo genitori sono pronti… lasciate spazio, così può passare la barella >>, fece il direttore del centro commerciale alla piccola folla che si era radunata lì fuori.
 
 
Le porte si aprirono e scoppiò un applauso.
 
 
Arrivarono i sanitari dell’ambulanza, e stesero subito Xx sulla barella, controllando che stesse bene, poi si occuparono della bambina.
 
 
Si avvicinò il direttore del centro commerciale.
 
 
 << Siamo felici che sia andato tutto bene, e ci dispiace enormemente per l’accaduto. Faremo in modo che lei abbia tutto quello che le serve… qualsiasi cosa le serva qui in negozio è sua >>, fece gentile.
 
 << La ringrazio molto >>, fece Xx, e James annuì.
 
 
 << Lui è il mio fidanzato e il papà della mia bambina >>, disse Xx rivolta al commesso che li aveva accompagnati al piano prima: sembrava una vita fa.
 
 
James la guardò incuriosito, e anche Katy.
 
 
 << Il signore lì credeva che Oliver fosse mio marito, e non era affatto convinto che fosse mio cognato, come gli avevo detto >>, spiegò loro Xx.
 
 
James guardò di nuovo il commesso: << Si, sono io il fidanzato di questa bellissima ragazza e il papà di questa bella bambina >>, confermò orgoglioso.
 
 
 << E io sono sua moglie >>, fece Katy indicando Oliver, stringendolo a sé, mostrandogli la fede.
 
 
 << Oh… ehm… si, congratulazioni! >>, balbettò il commesso, imbarazzato.
 
 
 
 
 
 
Si avvicinarono i genitori di James e Katy, consegnando la borsa dell’ospedale a James.
 
 
Katy abbracciò Oliver: << Sei stato bravissimo >>, gli disse con amore.
 
 
 << Si, siete stati bravissimi tutti e tre! >>, fece la signora Phelps abbracciandoli, e il signor Phelps fece lo stesso.
 
 
 << La mia bambina è nata anche grazie a me, e non sono svenuto! >> gongolò James.
 
 
 << Sei stato molto bravo >>, gli sorrise Xx accarezzandogli la mano.
 
 
Tutti e tre guardavano la bambina.
 
 
 << It’s a girl. She names is Amelia Hollie Susan Phelps. Abbiamo deciso che le sta a pennello… abbiamo voluto omaggiare chi ci ha aiutato >>, fece James, guardandoli.
 
 
Susan arrossì, e Katy guardò Oliver con orgoglio.
 
 
 << Ha un nome bellissimo >>, fece il padre, e Katy confermò.
 
 
 << Grazie >>, disse Susan commossa, guardandoli, e poi guardando la nipote.
 
 
 << Signorina, ora dovremmo portarla all’ospedale >>, fece uno dei sanitari.
 
 
 << Certo. Può… venire anche il mio fidanzato? >>, domandò.
 
 
 << Certamente, ci segua >>, rispose l’altro.
 
 
 << Ok… vi aspettiamo dopo in ospedale! >>, fece James alla sua famiglia, che annuì.
 
 
 
 << Ti ho massacrato la spalla e le dita delle mani prima… mi dispiace molto, non mi rendevo conto di scaricare tutta quella forza… >>, gli disse Xx, con in braccio la bambina, mentre erano in ambulanza.
 
 
 << Mi hai massacrato, è vero, ma lo rifarei ancora e ancora, se è questo il risultato finale >>, disse sorridendo alla figlia, gli occhi pieni di amore.
 
 
 
 
 << Amore, ti raggiungo subito, devo andare al bagno >>, fece James a Xx, una volta scesi dall’ambulanza ed entrati in ospedale.
 
 
 << D’accordo >>, annuì lei, mentre i sanitari la portavano verso il reparto.
 
 
Non appena Xx si fu allontanata, corse al bagno più vicino e vomitò… solo per metà dentro al water: tutta la tensione, la paura, il nervosismo, l’angoscia, il sollievo e tutte le mille sensazioni che aveva provato erano uscite insieme: in più vedere nascere la sua bambina gli aveva dato il colpo di grazia… troppe emozioni in poco tempo.
 
 
Aveva cercato di resistere anche per tutto il viaggio in ambulanza, ma sbiancava sempre di più.
 
 
SI lavò la faccia con acqua fresca e si sciacquò la bocca, andò dalle infermiere a chiedere un secchio con dell’acqua e un mocio per pulire, scusandosi per cosa aveva combinato.
 
 
Un’infermiera lo riconobbe: << Ma lei è il papà dell’ascensore! Congratulazioni davvero. Coraggio, vada dalla sua bambina e dalla sua fidanzata, sistemiamo noi in bagno, non si preoccupi >>, sorrise la ragazza, dandogli una pacca sul braccio.
 
 
 << G- grazie >>, sorrise, e si avviò, chiedendo dove le avevano portate.
 
 
 
Quando lo vide, ancora pallido, Xx capì subito cosa era successo.
 
 
 << Come stai Jay? Mi dispiace per tutto quello che è successo. Per averti fatto preoccupare… per il parto difficile… e tutto il resto. Ho obbligato io Oliver a portarmi in quel centro commerciale >>, si scusò.
 
 
 << Ero solo teso, non preoccuparti. E non è certo colpa tua se l’ascensore si è bloccato, e sei stata molto brava, sono fiero di te, lo sai? Te l’ho detto anche prima… fare tutto senza un aiuto qualificato, senza anestesia, in un posto come quello… sei stata forte >>, le sorrise James.
 
 
 << Grazie. Scusa se non ti ho badato molto >>, gli disse baciandolo.
 
 
 << Eri occupata a far nascere la nostra bambina. Dov’è? >>, domandò.
 
 
 << La stanno visitando e lavando per bene, e poi la portano qui. Hanno detto, le infermiere del reparto, che ci insegneranno a farle i massaggi rilassanti, il bagnetto, e molte altre cose! >>, gli disse entusiasta.
 
 
 << A proposito: James, Andrew Eric Phelps, sei stato un incosciente ad entrare, prima! Se l’ascensore ripartiva? Ci hai pensato?? Cosa avresti fatto? E noi?? >>, gli domandò arrabbiata.
 
 
 << Avevo detto al tecnico che gli avrei fatto un cenno quando fossi arrivato, così poteva riprendere a sistemare. Non è successo niente… ero troppo in ansia per te e Amelia, non potevo stare lì furi come uno scemo sapendo che eravate così vicine >>, le disse.
 
 
 << Va bene, ma non farlo più. Mai più >>.
 
 
 << Tu non partorire più in un ascensore >>, le sorrise.
 
 
 << Promesso >>, lo baciò.
 
 
 << Ti hanno visitata? >>, le domandò.
 
 
 << Si, e sto bene. Non ho contratto nessuna infezione o altro. Mi hanno dovuto mettere dei punti… beh… lì, ma è una cosa normale >>, gli sorrise.
 
 
 << Ti ha fatto male? >>, le domandò.
 
 
 << Un pochino, ma dopo aver provato i dolori del parto, non credo che mi lamenterò più per queste cose >>, ridacchiò, e anche James seguì il suo esempio.
 
 
 << Ecco qui la vostra bambina >>, fece l’infermiera, entrando.
 
 
 << Sta molto bene, non ha niente che non vada, è in ottima salute. L’indice di Apgar è di otto, quindi molto buono, anche se avremmo dovuto farlo appena nata, ma non preoccupatevi. La piccoletta ha fame però, è arrivato il momento. Allora, appoggi la schiena ai cuscini… ecco così… se la tenga vicino… esatto, e ora vediamo se si attacca… oh, sì! Molto bene! Si è attaccata subito e correttamente. Vede: se è attaccata nel modo corretto, si sentirà sfiorare dal nasino. E deciderà lei quanto mangiare, d’accordo? Se sente che non tira più, provi a cambiare seno, ma se ancora sente che non tira, sappia che i bambini si autoregolano in questo senso >>, approvò l’infermiera, sotto gli occhi di un meravigliato James.
 
 
 << Posso restare? >>, domandò lui, che non riusciva a fare a meno di guardare quello spettacolo.
 
 
 << Certo, si sieda lì vicino. Passo tra un po' a vedere come sta andando, e poi ho un compito anche per lei >>, fece rivolta a James, che annuì entusiasta.
 
 
 << Posso farti una foto? >>, le chiese James, completamente rapito.
 
 
 << Si, la metteremo nel suo album. L’album di Amelia… fa strano non chiamarla miniPhelps, non credi? >>, gli sorrise.
 
 
 << Un po' si in effetti >>, rispose: non riusciva a staccare gli occhi dalla bambina.
 
 
 << Ci pensi? Abbiamo una bambina! Quello che era un puntino appena nove mesi fa, ora è una bambina perfetta… >>, continuò James.
 
 
 << Si… ora è reale. E mi sento terrorizzata, ma anche molto felice >>, sorrise: non poteva farne a meno.
 
 
 << Siamo in due… ma insieme saremo meno terrorizzati ogni giorno >>, disse fiducioso.
 
 
 << Assolutamente >>.
 
 
 
 << Come sta andando? >>, domandò l’infermiera circa mezz’ora dopo.
 
 
 << Credo bene… ha appena finito, non tirava più niente… >>, fece Xx.
 
 
 << Ok… ora momento ruttino. Sappiate fin da subito che i bambini si dividono in principini… o principesse in questo caso, e camionisti >>, fece l’infermiera, una ragazza sulla trentina: i due risero.
 
 
 << E che questo nome deriva dal fatto che non tutti fanno il ruttino… ma ci vorrà qualche settimana per capire la vostra a quale categoria appartiene. Ora, signor papà, a lei l’onore del primo ruttino. Si metta un asciugamano sulla spalla… o qualcosa, insomma, e appoggi la bambina… ecco si, le tenga la testa. Provi a darle dei leggeri colpetti, e a dondolare un po'… così >>, fece l’infermiera.
 
 
 << Domani vedremo il primo bagnetto e i massaggi per rilassarla… per oggi la signorina ne ha già passate tante. Ora, se fa il ruttino, ma anche se non lo fa, venite al nido, faremo il cambio pannolino, e poi probabilmente si addormenterà, anche se prima che si addormenti, se facciamo a tempo, altrimenti lo faremo più tardi, vorrei che lei, signor papà, facesse anche un’altra cosa importante, ma le spiego dopo. Vi lascio soli, a più tardi >>, disse l’infermiera.
 
 
 
 << Jay, come procede? >>, domandò Xx dopo qualche minuto.
 
 
 << Sai, devo dire che mi piace tenerla in braccio e occuparmi di lei… anche se al momento l’unica cosa che ho fatto è tentare di farle fare il ruttino >>.
 
 
Xx gli stava facendo la foto, sempre per l’album dei ricordi: lui sembrava molto felice di quel compito… felice in generale.
 
 
 
 << Oh, l’ha fatto! L’ho sentita! >>, si entusiasmò, dopo un’altra decina di minuti.
 
 
 << Eh sì, l’ho sentita… andiamo al nido allora, ci aspetta la prova pannolino >>, gli disse X, mettendogli un braccio intorno la vita >>.
 
 
James intanto stava cullando Amelia, che se ne stava pacifica tra le sue braccia.
 
 
 << Vuoi tenerla tu? >>, le domandò.
 
 
 << Siamo arrivati, la tengo dopo >>, gli sorrise.
 
 
 << Eccovi qui! Signor papà, ha fatto il ruttino la bambina? >>, domandò la giovane infermiera.
 
 
 << Si >>, rispose orgoglioso.
 
 
 << Molto bene. Primo pannolino, lasciamo cimentare la mamma? Poi ho un’altra cosa da farle fare con sua figlia, che la sua fidanzata ha già fatto >>.
 
 
 << Va bene! Avrò occasioni per cambiarle il pannolino, intanto osservo >>, rispose James, mettendo la bambina sul fasciatoio.
 
 
 
Dieci minuti dopo, la bambina era pulita e profumata… e ancora vispa.
 
 
 << Ecco. Ora lei, signor papà, si sieda li nella poltrona, starà bene, c’è il riscaldamento. Vedo che ha la camicia, dovrebbe sbottonarsi qualche bottone, e tenere la sua bambina per un po', bastano anche dieci minuti, pelle contro pelle con lei. Vi aiuterà a stabilire un legame, con il tempo. Ed è anche un gesto molto dolce, intimo e profondo, che la farà sentire più partecipe. Inoltre questo contatto fa molto bene al bambino, lo rilassa e lo fa sentire protetto. Se volete a questo momento potete aggiungere qualche seduta di massaggio infantile, che vi insegnerò domani. Per oggi potete limitarvi a qualche carezza. Se eravate soliti leggergli una favola o fargli ascoltare musica, potete farlo >>, li incitò l’infermiera.
 
 
 << Va bene, molto gentile >>, sorrise Xx.
 
 
 << Mangerà ogni tre ore circa, ok? Se avete dubbi o domande chiedete a me o a qualche collega >>.
 
 
 << Ok. Posso chiederle… questi massaggi infantili… qual è la loro funzione? >>, domandò James interessato.
 
 
 << Certo. Con questa tecnica stabilirete una sorta di tipo di comunicazione con il bambino, rafforzerà il processo di attaccamento reciproco e la conoscenza tra voi. Vi renderete familiari a lei, e conquisterete la sua fiducia… ascolterà il vostro battito o il vostro respiro, e vi inizierà a conoscere. Alcuni studi dimostrano anche come abbiano effetti benefici sulla maturazione e sviluppo del bambino… aiutino a proteggere e stimolare la sua crescita e il suo sviluppo. I bambini piccoli elaborano più facilmente gli stimoli sensoriali, che contribuiscono nello sviluppo cerebrale. Il contatto pelle a pelle favorisce la maturazione dell’area limbica, dove ha sede l’autostima, e facoltà emotive… capacità di sentirsi amati ed apprezzati. Migliora la qualità del suo sonno, e a essere consapevole, e liberarsi, delle tensioni del corpo… inoltre promuove la conoscenza delle varie parti del corpo, acquisendo una equilibrata immagine di sé e della propria consapevolezza. Percepisce così di essere sostenuta e amata, anche perché questo vi aiuterà a leggere tutti i segnali che vi manderà e a capirli meglio. Inoltre può aiutare a prevenire e dare sollievo alle coliche gassose. Stimola, regolarizza e fortifica il sistema circolatorio, respiratorio, muscolare, immunitario e gastrointestinale >>.
 
 
 << Wow >>, fecero Xx e James.
 
 
 << Si… scusate. È che ho fatto la tesi di laurea su questo… è un tema che mi appassiona! >>, si scusò.
 
 
 << Beh… è stato molto utile e istruttivo, non sapevo tutte queste cose! Domani la aspettiamo a insegnarci il massaggio infantile >>, le disse grata Xx.
 
 
 << Certo. Ora vi lascio soli >>, disse, e chiuse la porta alle sue spalle.
 
 
James prese la bambina e la mise appoggiata al suo petto, pelle contro pelle come aveva detto l’infermiera, - Xx appoggiò sopra di loro una copertina - e la sensazione fu… meravigliosa.  Si sentì sommerso di amore e di calore, e sentiva che per la sua bambina… per Amelia, era lo stesso… glielo diceva il suo istinto.
 
 
Cominciò a canticchiarle qualcosa senza neanche rendersene conto, una di quelle canzoni sue che le cantava quando ancora non era nata, mentre Xx li guardava, innamorata e felice.
 
 
 << I love you, Amelia >>, sussurrò all’orecchio della bambina James.
 
 
 << I love you anche a te >>, le disse James.
 
 
 << Ti amo Jay… e ti amo, Amelia… >>, sorrise a entrambi, la testa appoggiata alla spalla del ragazzo.
 
 
 
 
 << Ehi… vi aspettavamo ieri >>, fece James, accogliendo la sua famiglia, quella di Xx e alcuni loro amici il giorno dopo, quando andarono a trovarli all’ospedale.
 
 
 << Si, ma abbiamo pensato che magari preferivate passare un po’ di tempo voi tre da soli ieri, il primo giorno della vostra famiglia. Come sta Amelia? >>, sorrise Katy.
 
 
 << Amelia Hollie Susan Phelps, nata il diciotto maggio alle quindici e cinquantatre sta benissimo! È perfettamente sana, nonostante il parto avvenuto in condizioni non ottimali. Non ha contratto nessuna infezione, niente di niente. Tre chili e novecentonovanta grammi di dolcezza racchiusi in quarantatrè centimetri >>, fece orgogliosa Xx.
 
 
 << E come è andata la prima notte in tre? >>, domandò Oliver.
 
 
 << Oh, direi bene. Ho corrotto un’infermiera perché potesse restare almeno per la scorsa notte, anche se non è stato difficile, lo adorano. L’hanno soprannominato il papà dell’ascensore. L’abbiamo cambiata tre volte a testa, James ha voluto provare. E poi il bagnetto… è stato un bel momento, e stasera vuole provare a farlo lui… ogni cosa è una scoperta, una novità… >>, rispose Xx entusiasta.
 
 
 << Confermo. Anche io sono molto, molto felice! Non mi stanco mai di guardarla… e cerco di aiutare come posso, mi sono messo a cambiare pannolini! A proposito, Oliver, ce l’ho fatta al primo tentativo >>, disse al fratello, che capì che si stava riferendo a una loro conversazione, e alzò i pollici in segno di vittoria.
 
 
 << Visto? Te l’avevo detto! >>, gli sorrise.
 
 
 << Avevi ragione. Io… io mi sono perdutamente innamorato della mia bambina da quando è nata… da quando mi ha stretto il mignolo poco dopo il parto con la sua manina, quando eravamo ancora in ascensore… e quando stanotte ho tenuto il suo fragile corpicino per un po' pelle contro pelle sul mio petto… le infermiere ci hanno spiegato tutti i benefici che questo contatto porta… e lei aveva una manina aperta sopra il mio cuore, mentre con l’altra stringeva un dito di Xx… è incredibile, amore puro… ho sentito da subito il bisogno di proteggerla… io… le ho donato il mio cuore. Ora appartiene a lei… e alla sua mamma >>, fece James orgoglioso, guardando entrambe.
 
 
 << Oh… James, sono delle parole bellissime! >>, fece Xx, baciandolo e abbracciandolo con un braccio, mentre con l’altro teneva Amelia.
 
 
 << Fermi così, vi faccio una foto! >>, fece Oliver.
 
 
 << Hai ragione Xx… sono proprio delle belle parole. Oh… il mio bambino si è fatto grande ed è diventato papà… >>, si commosse la signora Phelps.
 
 
 << Oh, mummy… >>, fece James andando ad abbracciarla.
 
 
 << Ehi, Oliver… vuoi tenere in braccio tua nipote? >>, fece Xx: Oliver si era avvicinato per dare un bacio sulla testolina di Amelia.
 
 
 << Oh, yes… volentieri >>, fece emozionato.
 
 
Xx le passò la bambina tra le braccia, e lui la prese, facendole un gran sorriso, e Katy scattò una foto.
 
 
 << Per l’album dei ricordi >>, sorrise.
 
 
 << Hi sweet niece. I’m uncle Oliver. Sai, sei la bambina più dolce e carina del mondo >>, le sussurrava Oliver.
 
 
 << Sapete? Il direttore del centro commerciale è passato oggi pomeriggio per vedere se stavamo bene, e mi ha portato una scatola di cioccolatini. Ed è passata anche Elisa, l’infermiera del centodiciotto che è stata con noi al telefono e ci guidava. Ti saluta, Oliver, dice che sei stato in gamba… ha detto che è molto contenta che sia andato tutto bene >>, raccontò loro Xx, mentre guardava la bambina in braccio allo zio.
 
 
 << Si, sono stati molto gentili a voler passare. Comunque oggi ci hanno insegnato molte altre cose le infermiere, da come fare i massaggi, come rendere speciale il momento del bagnetto, come riconoscere i suoi pianti, e capire quali sono i suoi bisogni… e tante altre cose, è stato davvero interessante >>, continuò James.
 
 
 << Oliver, you’re monopolizing Amelia, let her also to grandparents >>, fece la signora Phelps, prendendo in braccio la bambina.
 
 
 << Oh, sei un toro, piccola di nonna >>, la signora Phelps era al settimo cielo.
 
 
 << James, Xx, io e Oliver da stasera andiamo in albergo. Domani Xx torna a casa con Amelia, quindi vogliamo lasciarvi un po' di spazio e di tranquillità per gestire la nuova arrivata… comunque staremo qui qualche altro giorno, se doveste avere bisogno di una mano >>, fece Katy ai due neogenitori.
 
 
 << Si, anche io e tua madre staremo in albergo qualche altro giorno, così da lasciarvi spazio e un po' di privacy >>, fece il signor Phelps, mentre guardava la sua nuova nipotina tutto orgoglioso.
 
 
 << Ma… >>, tentò James, la subito lo bloccarono.
 
 
 << È giusto così, non preoccupatevi >>, fece Oliver battendogli una mano sulla spalla.
 
 
 
 
Quella sera, Xx e James non erano riusciti a convincere le infermiere a lasciare lì James, anche perché nella stanza dell’ospedale erano arrivate altre due mamme, e non potevano fare un altro strappo alla regola.
 
 
 << Altri cinque minuti, poi deve uscire >>, fece un’anziana infermiera rivolta a James, che annuì mesto.
 
 
 << Non mi piace lasciarvi qui… mi mancherete a casa stasera. Ma non vedo l’ora di portarvi a casa, domani >>, le sorrise James.
 
 
 << Anche a me non piace stare lontana da te, ma è solo per questa notte, e poi domani verremo a casa >>, gli sorrise lei di rimando, Amelia in braccio.
 
 
 << Ok, sarà meglio che vada prima che torni l’infermiera. Ciao piccola mia, ci vediamo domani mattina >>, fece rivolto ad Amelia, dandole un bacio sulla testolina.
 
 
 << Ciao amore mio, a domani >>, disse rivolto a Xx, dandole un bacio sulle labbra.
 
 
 << Si, a domani. Ti amo James. Ehi, Amelia, saluta papà… >>, fece Xx che non aveva voglia di lasciarlo andare… e neanche James aveva voglia di spostarsi da dov’era.
 
 
 << È ora >>, passò l’anziana infermiera,
 
 
 
 
Il giorno seguente, nel primo pomeriggio, Xx e Amelia avevano avuto il via libera per lasciare l’ospedale, e James era entusiasta: era andato a prenderle, aveva firmato anche lui i documenti, aveva voluto ringraziare tutte le infermiere che in quei giorni li avevano aiutati e avevano insegnato loro tante cose.
 
 
Quando arrivò il momento di caricare Amelia nell’ovetto della macchina, entrambi sentirono che stava cominciando davvero una nuova vita per loro… che ora sono erano più solo James e Xx, ma erano James, Xx e Amelia: dovevano prendersi cura di lei, amarla, e sostenerla per tutta la vita: erano ora veramente responsabili di lei.
 
 
 << Let’s go home? >>, le sorrise dopo aver fissato bene l’ovetto di Amelia sul sedile dell’auto.
 
 
 << Yes, let’s go home >>, annuì, avvicinandolo per dargli un bacio.
 
 
 
 << Oh… ma è bellissimo! Garda quanti fiocchi rosa!! Hai fatto tutto tu? E quando? >>, gli domandò Xx guardando la loro casa: c’erano fiocchi rosa su tutto il cancello, sulla porta d’entrata, e dentro la cameretta di Amelia.
 
 
 << Mi hanno aiutato Oliver, Katy e i miei. Ieri sera quando sono tornato a casa >>, fece James entrando in casa con l’ovetto, appoggiandolo sul tavolo e slegando Amelia, che si stava quasi svegliando: mangiava circa ogni tre, massimo quattro ore.
 
 
 << Welcome home, Amelia >>, fece Xx prendendola in braccio, mentre facevano il giro della casa.
 
 
 << Welcome home >>, ripetè James fiero, seguendo Xx.
 
 
 << Ecco qui, questa sarà la tua cameretta Amelia, e questa la tua culla… la vogliamo provare, si? >>, fece Xx, mettendola li, osservandola con James a fianco che la teneva per i fianchi.
 
 
 << È bellissima >>, sfuggì a Xx.
 
 
 << Yes… our girl is perfect >>, confermò James.
 
 
Amelia si stava svegliando, allungando le gambe dentro la sua tutina verde chiaro, e quando aprì gli occhietti, fissava i volti dei due genitori, vicini a lei: poi James fece suonare il carillon con i pupazzi che avevano messo sopra la culla, e l’attenzione della bambina si spostò verso quel rumore. 

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Capitolo 17
*** Questione di priorità ***


Erano le quattro del mattino, e Amelia si svegliò piangendo per la poppata.
 
 
Xx si svegliò subito: non era riuscita a dormire un granchè, era in uno stato di perenne dormiveglia da diversi giorni, troppo occupata a controllare che la bambina dormisse bene o non avesse problemi di nessun genere.
 
 
 << Xx… ti serve una mano? >>, le domandò James, svegliandosi anche lui, stiracchiandosi.
 
 
 << Potresti farle fare tu il ruttino e cambiarla? >>, sbadigliò, prendendo in braccio la bimba: avevano messo la culla nella loro camera, per i primi tempi.
 
 
 << Certo, arrivo subito >>, acconsentì, infilandosi una vecchia maglietta sopra ai boxer.
 
 
 << Grazie, non so come farei a fare tutto da sola, se non ci fossi tu >>, gli disse lei, andando nella cameretta di Amelia: le piaceva allattarla lì, sulla sedia a dondolo che James aveva costruito… per loro.
 
 
 << Oh, probabilmente faresti tutto lo stesso, combinando meno casini >>, fece lui seguendola: qualche giorno prima, mentre le metteva il borotalco, quello era volato per aria, e quello stesso giorno, il rigurgito di Amelia era finito inspiegabilmente per terra.
 
 
Xx lo aveva guardato entrambe le volte, e lui si era aspettato un’esplosione da parte sua, ma tutte e due le volte era scoppiata a ridere.
 
 
I due neogenitori cercavano di occuparsi di Amelia in maniera equa: lei gli dava la poppata, e a turno le facevano fare il ruttino, cambiavano il pannolino o le facevano il bagnetto… a volte anche insieme.
 
 
La signora Phelps e Katy, fino a che erano state in città, l’avevano aiutata andando a fare la spesa, o facendo il bucato e stendendo la biancheria… e ora lei e James si erano divisi una parte di quei compiti.
 
 
James era andato qualche volta a fare la spesa, o stendeva il bucato, lei cucinava, e altre volte si scambiavano i compiti o li facevano insieme. Erano abbastanza equilibrati: era una fortuna per lei che James avesse così tanto tempo da dedicare a loro due, con il lavoro e gli impegni benefici che promuoveva, ma lui non aveva orari o giorni fissi da dover seguire.
 
 
 << Sono molto contenta che tu ti sia sentito da subito partecipe e non tagliato fuori da tutto >>, fece Xx guardandolo, mentre allattava Amelia.
 
 
 << Si… anche merito tuo, che mi lasci fare e non ti preoccupi che possa combinare troppi guai… o farle del male per sbaglio. E mi hai coinvolto da subito anche durante la gravidanza, magari anche questo ha aiutato… il fatto che quando è nata già ero partecipe e non passivo… >>, disse lui pensieroso.
 
 
 << Si… magari ha aiutato anche quello >>, gli sorrise.
 
 
 
 << Ecco fatto, il nostro tacchino ha mangiato, ed è sazia, non è vero piccolina? Ora sei tutta di papà… >>, fece Xx sbadigliando, dandole un bacino sulla guancia paffuta.
 
 
 << Oh yes. Dai, Amelia, facciamo un bel ruttino >>, sorrise alla bambina, che lo guardava con interesse.
 
 
 
Una volta cambiata e messa nella culla, James tornò a letto… peccato che fosse da solo. Si guardò attorno, e tornò nella cameretta di Amelia, e lì trovò Xx che si era addormentata sulla sedia a dondolo: ultimamente si addormentavano dovunque, approfittando di ogni momento buono per riposare: una volta si erano addormentati tutti e due sul divano, le teste appoggiate vicine, solo il giorno prima lei l’aveva trovato seduto sul gabinetto, appisolato, e lui l’aveva trovata, tre giorni fa, intenta a dormire con il piatto del pranzo a fianco… occuparsi di tutto era estenuante… per entrambi.
 
 
 << Xx… svegliati, andiamo a letto >>, la chiamò piano, scuotendola leggero per le spalle.
 
 
 << Mmm… >>, mugulò lei.
 
 
 << Dai… ti sveglierai tutta indolenzita, e domani mattina abbiamo la visita dal pediatra. Vieni a dormire >>, insistette lui, prendendo una mano di lei, tirandola un po'.
 
 
 << Si, sì. Mi sto alzando >>, sbuffò, mentre, con gli occhi semichiusi, arrancava – o meglio, veniva trascinata -, verso la loro camera, raggomitolandosi sul letto: James era vicino a lei, voleva darle il bacio della buonanotte, ma Xx non sembrava molto propensa… quindi le diede un piccolo bacio sulla guancia.
 
 
La ragazza fece finta di niente, troppo stanca per iniziare quel genere di conversazione: le dispiaceva molto come lo stava trattando, dopo la nascita di Amelia… lui spesso cercava di avere un contatto con lei, non necessariamente di tipo sessuale, - ci sarebbe voluto almeno un mese prima che le cicatrici e le ferite del parto guarissero per bene, e lei doveva fare ginnastica tutti i giorni, per non avere problemi, anche di leggera incontinenza, dopo il parto, e per ritornare in forma -, ma anche semplici carezze, abbracci o piccoli baci… in quel momento la facevano rabbrividire, e non certo di piacere.
 
 
Aveva letto che poteva succedere che dopo il parto il desiderio calasse un po', e questo era dovuto anche alla produzione di estrogeni, legati all’allattamento e alla prolattina, e poi c’era il ruolo diverso, non più solo di fidanzata, ma anche di mamma… senza contare che di energia non ne aveva proprio: il sesso al momento era molto in fondo alla lista delle sue priorità.
 
 
 
 
 << Ehi, amore… Amelia dorme, che ne dici se ci facciamo un bel bagno per rilassarci un po'? Dormirà per almeno le prossime tre ore… >>, fece James premuroso: erano passati circa venti giorni dalla nascita di Amelia, e se la stavano cavando abbastanza bene, e cosa più importante, lei cresceva bene ed era vispa e sana.
 
 
Ormai avevano preso il ritmo di questa loro nuova vita, e riuscivano a gestire bene la bambina, la casa e il resto.
 
 
 << Mmm… sei molto gentile, ma devo stirare un po' >>, fece Xx vaga.
 
 
 << Stirerai più tardi… avanti, ci meritiamo tutti e due una piccola pausa, non credi? >>, continuò lui.
 
 
 << Certo… ma perché non lo fai prima tu? E quando hai finito… vado io. E se la bambina… >>, disse lei, in ansia.
 
 
 << Mi vorresti dire cosa non va? >>, le domandò poi, cambiando tono, avvicinandola al divano.
 
 
 << Niente >>, rispose subito, tradendosi.
 
 
 << Guarda che ti conosco. A me puoi dire qualsiasi cosa… troveremo una soluzione insieme >>, il suo tono era dolce.
 
 
 << Si beh… James, io non ho voglia di fare l’amore con te >>, ammise lei vergognandosi a dire una cosa del genere.
 
 
 << Cosa centra questo con fare un bagno? >>, le domandò confuso.
 
 
 << Beh… di solito, quando facciamo un bagno insieme… >>, fece lei, ancora più imbarazzata.
 
 
 << Non intendevo arrivare a fare l’amore con te. Tu non sei pronta… sembra che ti infastidiscano anche i miei baci e gli abbracci… o le carezze. E forse anche io devo capire meglio il mio nuovo ruolo di papà… >>, confessò lui.
 
 
 << Oh… comunque questo era solo il primo problema. Il secondo è che… mi vergogno >>, sospirò.
 
 
 << Why? >>: James era perplesso.
 
 
 << Beh… dopo il parto… non sono più come prima >>, dovette cedere lei e ammetterlo: aveva gli occhi lucidi.
 
 
 << Vuoi dire la forma fisica? >>, domandò con tatto.
 
 
 << Anche… ma se non ti piacessi più? Se quello che vedi… magari qualche rotolo in più, o un po' di… probabilmente non avrò più la forma di prima… sarò un po' più rotonda, e… >>, non riusciva neanche a finire la frase, le lacrime agli occhi, una mano tra i capelli.
 
 
James la guardò qualche secondo prima di rispondere, costringendola a voltarsi verso di lui e a guardarlo.
 
 
 << Amore mio… io ti amo. Mi piaci come sei. Quando eri incinta e avevi il pancione la cosa non mi dava nessun fastidio, e se ci sono dei rotolini in più probabilmente neanche li noterei, perché tu mi piaci nell’insieme. E poi datti ancora tempo… hai partorito da appena venti giorni… può darsi che tu sia ancora gonfia… ma senti, se questo ti crea malessere, possiamo fare ginnastica insieme, andare a correre… che ne dici? >>, le sorrise: non era proprio sicuro che una proposta del genere fosse il caso di farla, probabilmente Xx gli avrebbe detto che allora lui la vedeva grassa… incrociò le dita.
 
 
Xx abbozzò un mezzo sorriso: << Mi piacerebbe >>, acconsentì.
 
 
 << Molto bene. Quindi devo dedurre che… il tuo… ehm… scarso apprezzamento per le coccole dipendesse da questo? O dal fatto che credevi che avrei voluto subito fare l’amore con te? >>, le domandò più sollevato.
 
 
 << In parte… >>, ammise lei.
 
 
 << Tesoro… al sesso ci arriveremo per gradi e con calma…con i nostri tempi, va bene? Le coccole vogliono dire solo coccole, in questo momento… un bacio vuol dire solo un bacio… non che voglio portarti subito a letto, anche se mi piacerebbe… ma non siamo pronti ora… abbiamo molte altre cose per la testa, altre priorità e dobbiamo capire come incastrare la nostra intimità con la vita in tre… quali sono i nostri ruoli, come fidanzati e come genitori… e poi io sono stanco morto >>, le disse sincero, sorridendole
 
 
 << Va bene… pensavo di essere l’unica! Grazie di aver capito >>, sorrise anche lei.
 
 
 << Quando saremo di nuovo pronti ce lo faremo sapere… però tu promettimi una cosa: ora che sai che se ti accarezzo, o se ti bacio… non è per un secondo fine diciamo, potresti provare a non nasconderti e ad accettarli? È un modo per dirti che sono qui, che ti amo e che ti sono vicino… ah, giusto, e anche che ti trovo very beautiful >>.
 
 
Xx ridacchiò: << Ti prometto che ci proverò… che ne dici di iniziare… facendo un bagno? >>, propose lei, anche se ancora intimorita dal giudizio di lui.
 
 
 << Va bene… con piacere >>, le sorrise lui, felice che avesse fatto un passo verso di lui, e che si fosse un pochino tolta dall’isolamento in cui sembrava stesse andando, non comunicando con lui.
 
 
 
James aveva riempito la vasca e messo molto sapone, che aveva fatto tanta schiuma, così se lei si vergognava ancora poteva sempre essere riparata dagli occhi di lui.
 
 
Aveva acceso delle candele – anche se erano le quattro del pomeriggio -, e preso la radiolina per sentire Amelia.
 
 
Xx entrò, con una vestaglia addosso: “ ok, non fare la codarda ora “, si ripeteva… dopotutto era stata lei a proporre di nuovo l’idea del bagno.
 
 
 << Posso? >>, le domandò, slegandogliela, aprendola… e lei annuì rigida.
 
 
 << Sei bellissima >>, le disse semplicemente: voleva starle accanto e sostenerla, e certo, era ancora un po' gonfia a causa del parto, ma la trovava una cosa normale… per lui era bella comunque.
 
 
 << Grazie >>, disse lei: si stava imponendo di accettare i complimenti senza sbuffare.
 
 
James finì di spogliarsi ed entrò nella vasca, aiutando anche Xx.
 
 
 << Come si sta allora? Meglio che stirare? >>, le domandò con ironia: era seduto dietro di lei.
 
 
 << Decisamente >>, gli sorrise, cercando la sua mano a tentoni, stringendola.
 
 
James allungò un braccio, cingendole la vita, e trascinandola contro di sé, in modo che appoggiasse la sua schiena al suo petto: Xx era un po' rigida, ma si sciolse un poco alla volta, chiudendo gli occhi, godendo di quel lieve contatto.
 
 
 << Ti sembra tanto male? >>, le domandò lui, sarcastico.
 
 
 << Humorous. Certo che mi piace… come potrebbe essere il contrario? La gravidanza ha cambiato il mio corpo, ma non il mio cervello, non sono mica diventata stupida improvvisamente >>, ridacchiò lei, allungando una mano per carezzargli una coscia, mentre l’altra era salita sul suo collo.
 
 
James rise di gusto: tutto il suo petto si contrasse, e lei si mosse con lui.
 
 
 << Giusto per essere sicuro >>, le sorrise, avvicinandosi piano a baciarle lievemente il collo… e questa volta Xx accettò quel bacio.
 
 
Visto che non si sottraeva, James continuò, baciandole tutto il collo e la linea della spalla, prima a destra e poi a sinistra, lentamente… mentre con le mani le accarezzava le braccia.
 
 
Xx si stava rilassando sempre di più: soprattutto quando lui le fece un piccolo massaggio alle spalle…
 
 
La ragazza si spostò, e James rimase interdetto per un momento, pensando che avesse fatto qualcosa di male, o avesse esagerato, ma poi la vide girarsi verso di lui e sorridere: si avvicinò prendendogli il volto tra le mani e lo baciò, cercando di trasmettergli tutto l’amore e la gratitudine per lui e per quello che stava facendo.
 
 
Si staccò dopo quella che parve una vita, e si guardarono negli occhi: erano entrambi radiosi, e stavano facendo dei piccoli passetti per recuperare l’intimità di coppia.
 
 
 << Anche tu hai bisogno di rilassarti, spostati un momento, mi siedo dietro di te >>, gli disse facendogli segno con le mani.
 
 
Si scambiarono di posto, e Xx prese a massaggiargli con delicatezza le spalle, soffermandosi a guardare la sua amplia schiena e le sue forti spalle… arrossendo leggermente, disseminando le parti con dei dolci baci: James stava sorridendo… ma improvvisamente si sentì trascinare indietro.
 
 
Xx gli aveva fatto poggiare la testa su di lei, mentre l’accarezzava e la baciava, stringendogli il petto, facendogli dei cerchi con un dito attorno al capezzolo… e lui le carezzava le caviglie con le mani con lentezza: su e giù… sapeva quanto era sensibile per lei quella zona… i loro respiri e i loro gesti si sincronizzarono.
 
 
Dopo un po' uscirono da lì – l’acqua era quasi fredda e buona parte della schiuma scomparsa -: entrambi erano molto rilassati, così decisero di rimandare tutto quello che avevano da fare a più tardi, e concedersi il tempo che rimaneva loro prima che si svegliasse Amelia per coccolarsi ancora.
 
 
 << Questa è la prima volta in cui, dopo la nascita di Amelia, ci prendiamo un po' di tempo per noi… >>, sussurrò Xx piano, accoccolata vicino a James che, dietro di lei, la stringeva a sé con le braccia: erano a letto, e stavano guardando verso la culla, dove ancora dormiva beata la loro bambina.
 
 
 << You’re right >>, confermò James, stringendo di più le mani alle sue.
 
 
 << Sai… I think taht non dovremmo far sì che capiti a volte, a caso… dovremmo cercare di far capitare questi momenti di intimità… di impegnarci a crearli… come facevamo prima, forse sarebbe meno strano così… >>, ragionò lui.
 
 
 << Forse… ci possiamo provare comunque, no? In fondo abbiamo fatto una figlia… l’intimità non è una cosa nuova >>, ridacchiò Xx, baciandogli le mani, stringendosi più vicina a lui.
 
 
Anche James ridacchiò: << Già… abbiamo fatto un capolavoro >>, sorrise, baciandole piano il collo, guardando rapito la sua bambina dormire.
 
 
 << Sono d’accordo… ci siamo proprio impegnati, quella volta lì >>, gli rispose ridacchiando, girandosi verso di lui: scoppiarono a ridere, cercando di fare piano, mentre Xx si avvicinava a lui per un caldo bacio.
 
 
Si appisolarono, fino a quando Amelia non si svegliò piangendo per la fame: scattarono in piedi tutti e due, e James prese in braccio la piccoletta, mentre Xx gli faceva segno che andava a prepararsi per la poppata.
 
 
 << Do not cry daddy’s love. Mum gives you to eat >>, cercò di calmarla James, dondolandola, andando nella stanza dove Xx era pronta, le braccia tese ad aspettarli.
 
 
 << Sai Xx… I never get tired of looking at you while you feed Amelia >>, le disse guardando le sue due ragazze preferite.
 
 
 << Non lo trovi noioso? >>, domandò curiosa.
 
 
 << Never. It is the best show in the world >>.
 
 
Xx sorrise timida, abbassando lo sguardo sulla bimba… e James catturò l’attimo con una fotografia.
 
 
 
 
 
 << Buon primo mese di vita amore >>, esordì Xx, prendendo in braccio Amelia: era l’ora del bagnetto.
 
 
James era andato a preparare la vaschetta con l’acqua calda: ci aveva messo dentro dei sali naturali, e qualche petalo di fiore colorato, per rendere il momento del bagnetto un momento speciale per Amelia ( le ostetriche avevano consigliato loro di farlo qualche volta ).
 
 
 << Hi princess >>, accolse la sua piccola bambina paffuta, mentre Xx la metteva sul fasciatoio, togliendole la tutina e il pannolone puzzolente.
 
 
Amelia guardò entrambi, in piedi di fronte a lei, e fece quella che sembrava una specie di smorfia, ma che i due neogenitori erano sicuri fosse un sorriso, mentre la bambina agitava le braccia e le gambe.
 
 
 << Il mio tacchino preferito compie il suo primo mese oggi, lo sai, si? >>, fece James piegato in avanti per parlare alla sua bambina, dandole un bacio sulla pancia: ogni tanto la chiamavano tacchino, veniva loro naturale, dopo il momento del parto in ascensore.
 
 
Amelia tirò i capelli del suo papà, che era ancora intento a darle tanti baci… ma non riusciva a fare a meno di sorridere; qualsiasi cosa la riguardasse lo entusiasmava.
 
 
Le fecero il bagnetto, e la piccolina sembrò apprezzare i colori dei petali, e i sali profumati… aveva un’espressione beata, e i due ragazzi erano molto felici, stare con lei era fantastico.
 
 
 
 << Tu me lo diresti se qualcosa non andasse, Jay? >>, domandò lei più tardi, mentre lo guardava preoccupata.
 
 
 << Certo… ma di cosa stai parlando? >>, lui era perplesso.
 
 
 << Niente… va tutto bene. Solo che… mi chiedevo… insomma, parlo di questo! >>, fece indicandolo con le mani.
 
 
 << Questo cosa? >>, James non riusciva a capire dove volesse andare a parare.
 
 
 << Jay… guardati! Giravi il mondo un mese fa, facevi interviste, film… andavi ai convegni e alle inaugurazioni eccetera… e ora hai una maglietta sporca di vomito e un pannolino puzzolente in mano. Questa non è la tua vita… >>, fece lei triste.
 
 
 << Questa è la mia vita! Mi piace fare il papà! >>, esclamò lui.
 
 
 << Io non voglio che ti trasformi in una specie di papà casalingo, non è da te. Voglio dire… a confronto con la tua vita di prima sei passato dalle stelle alle stalle. E intendiamoci, io ti amo, e amo la nostra bambina… e so che ci ami anche tu… ma… non vorrei che ti dovessi pentire…  ti stancassi di questa vita casalinga… o ti sentissi in gabbia >>, cercò di spiegarsi Xx.
 
 
 << Ok, Xx… a me piace fare queste cose per te… con te… per voi. Mi piace prendermi cura di Amelia… voglio dire, ho dato il mio contributo dieci mesi fa, è parte di me… non potrei mai separarmene >>, cercò di confortarla.
 
 
 << Lo so questo… lo so che tu la ami moltissimo… neanche io mi immagino una vita senza di lei… solo non vorrei che ti dovessi pentire di questo… della tua vita sedentaria. Delle notti in bianco… del vomito, dei pannolini… di questo >>.
 
 
 << Non posso pentirmene: mi basta guardarla e mi sciolgo… e poi non durerà per sempre, no? È solo un periodo… >>, disse lui senza pensarci.
 
 
Xx arretrò di qualche centimetro senza neanche accorgersene, impietrita.
 
 
James si rese conto che lei poteva aver frainteso le sue parole, e aggiunse subito: << Io intendevo pannolini e rigurgiti… lo sai, vero? Non mi stancherò di te e di Amelia… >>, le si avvicinò, prendendole il viso tra le mani.
 
 
Xx annuì, non troppo convinta.
 
 
 << Come potrei stancarmi delle cose più preziose che ho? >>, continuò.
 
 
Lei sorrise, prese Amelia in braccio, e trascinò James dietro di se: si mise a letto, appoggiò Amelia a fianco a lei, e James dietro di loro; lui sorrise, si avvicinò di più a Xx, passandole una braccio sopra, arrivando a prendere anche Amelia, mentre anche Xx allungava un braccio e stringeva la sua bambina… e si addormentarono tutti e tre.
 
 
Alcuni giorni dopo, Xx stava facendo la lavatrice nella piccola lavanderia che avevano: James aveva appena fatto addormentare Amelia, e andò da lei, abbracciandola da dietro, mentre la barba di qualche giorno le graffiava dolcemente il collo.
 
 
Le baciò il collo, mentre con una mano la stringeva in vita, e con l’altra le accarezzava l’altro lato del collo.
 
 
Xx chiuse gli occhi, mentre si godeva quel contatto: il desiderio di farlo suo, di averlo dentro di lei aveva iniziato poco alla volta a impossessarsi di lei.
 
 
James sentì che poteva continuare, che anche lei lo voleva… e che non lo avrebbe respinto, come era successo all’inizio, poco dopo il parto… ma non voleva fare le cose in fretta, e quello non era ancora il momento giusto… per andare fino in fondo, ma lo era per iniziare a farsi un po’ strada, e Xx sembrava pensarla allo stesso modo.
 
 
Si appoggiò al suo petto, mentre James infilò una mano, lentamente, sotto la maglietta della sua fidanzata, salendo sul suo corpo, fino ad abbassare una coppa del reggiseno, scostandolo per stuzzicarla, e con l’altra mano le sbottonava i jeans, sfiorandola da sopra le mutandine.
 
 
 << Do you like it? >>, le domandò sensuale, e lei in risposta mugolò.
 
 
 << Where i’m touching you… can i continue? Or i move… >>, continuò sexy, e lei, in risposta, mise ognuna delle sue mani sopra una di quelle di lui… un chiaro invito a rimanere dov’era.
 
 
 << Agree >>, sorrise, leccandole il collo con la punta della lingua, mentre la sfiorava con le labbra.
 
 
 << Jay… >>, gemette lei, le labbra socchiuse, mentre si mordeva appena il labbro inferiore: aveva le gambe molli, ed era quasi sicura avrebbero ceduto.
 
 
 “ La sua bocca… mio Dio, la sua bocca… e le sue grandi e potenti mani… “, pensò lei, mentre lui aveva preso a mordicchiarle le labbra, come stava facendo lei.
 
 
 << Sono mie… >>, mormorò, prima di impossessarsene.
 
 
 << Jamie! >>, le sfuggì.
 
 
Lui aveva stretto più forte un seno tra le mani, e aveva fatto più pressione con due dita sulla sua femminilità.
 
 
 << Jamie a chi? >>, ringhiò, senza prendersela davvero.
 
 
Xx trattenne il fiato, stringendo in automatico le mani sulle sue, spingendo il bacino in avanti.
 
 
James cominciò a muovere due dita, infilandole dall’alto, senza toglierle l’intimo: su e giù, destra e sinistra… aprendole appena l’apertura… mentre Xx già stava tremando.
 
 
La ragazza spostò le mani da quelle di lui, slacciandogli i pantaloni, e senza rendersene conto, iniziava a strusciarsi su e giù contro di lui.
 
 
Gli abbassò i pantaloni: con una mano gli stringeva il sedere, e l’altra l’infilò direttamente dentro i boxer, a contatto con l’erezione di lui, che sussultò… Xx era andata diritta al sodo.
 
 
 << Non perdi tempo… >>, mormorò lui facendole un sorrisetto.
 
 
 << Amelia potrebbe svegliarsi… e l’altro James mi è mancato… >>, sorrise lei sul suo collo, inspirando il suo profumo, unico al mondo…
 
 
 << Ti è mancato, eh? >>, la prese in giro lui.
 
 
 << Lo confesso. Ma sono una bad girl… lo sai… >>, sospirò lei, scesa a sfiorargli i testicoli con le dita delicate.
 
 
James le tolse le mani da dove si trovavano, la prese per le spalle e la mise sopra la lavatrice in funzione.
 
 
La avvicinò al bordo prendendola per le cosce, mentre lei afferrava i bordi con una mano, e poi gli metteva l’altra attorno al collo.
 
 
Si guardarono negli occhi per qualche secondo: Xx vide negli occhi del suo fidanzato il suo desiderio… la devozione, il suo profondo bisogno di lei: e tutto questo le accendeva dentro un fuoco che poco alla volta diventava un vero incendio.
 
 
Cercò la sua lingua e gli sfilò la maglietta con foga: lasciò scivolare la sua mano sull’erezione di lui, accarezzandolo stavolta sopra il tessuto dei boxer… solo per qualche secondo. Subito dopo infilò le dita sotto l’elastico, facendosi spazio tra i peli di quella zona, stringendolo forte: James emise un gemito gutturale, e in un lampo si liberò dai boxer. Riprese a percorrere il corpo di lei con la lingua: il collo fino alle spalle fino a scendere giù, arrivando tra le sue gambe, baciandola, le labbra umide.
 
 
Xx aveva i brividi: sentiva delle piccole scosse percorrerla da capo a piedi, mentre con le mani afferrava i suoi capelli, tirandoli, e intanto le mani di James erano sopra i suoi polsi, stringendoli.
 
 
La sua lingua si muoveva appena dentro e fuori di lei, succhiando, baciando e mordicchiando quella zona molto sensibile, inspirando il suo odore… spostandosi sull’interno coscia e tornando poi sempre li… la sua lingua scorreva dappertutto, aveva libero accesso in lei… ed era sempre un’onda di piacere, sentirla.
 
 
 Xx quasi annaspava: respirava rumorosamente, mentre il bacino si spostava per andare incontro alla sua lingua, e il sobbalzo dovuto alla lavatrice in funzione rendeva il tutto più eccitante, come se fossero dei quattordicenni che si erano nascosti, e dovevano pure fare in fretta, per paura di venire scoperti.
 
 
James infilò un dito dentro di lei… con cautela, per evitare di farle male, se ci fossero stati ancora i punti… vide che non la infastidiva, e vi infilò un secondo dito, muovendoli dapprima con calma, poi sempre con maggiore insistenza, baciandole la zona, leccandola piano… Xx venne così, inarcando la schiena, il battito accelerato, stringendo le mani sulla sua testa, sibilando il suo nome.
James si alzò soddisfatto, fissandola con un sorrisino in volto, le mani appoggiate ai bordi della lavatrice, avvicinandosi per baciarla.
 
 
Xx lo baciò con passione travolgente, non preoccupandosi di niente, se non di lui, e di regalargli tutto l’amore e la passione che riusciva a trasmettergli.
Si trascinò in avanti e scese da sopra la lavatrice, inginocchiandosi di fronte a lui, prendendo tra le mani la sua erezione e osservandola: era turgida e pronta a godere.
Iniziò a leccarlo, mentre lui le afferrò i capelli, come per spingersi sempre di più nella bocca di lei… che lo assaporava lentamente, e scendeva a leccargli con delicatezza anche i testicoli, muovendo la lingua anche su di loro.
 
 
James chiuse gli occhi, sopraffatto da quel turbine di sensazioni, di emozioni.
 
 
 << Xx… >>, riuscì a rantolare, a fatica, gli occhi chiusi, mentre Xx andava su e giù con la lingua lungo la sua eccitazione, seguendo i movimenti anche con le dita… aumentando sempre il ritmo, ancora, ancora, ancora… finchè non sentì le gambe di lui cedere, il suo bacino che spingeva nella sua bocca, la sua erezione che vibrava, vicina alle sue labbra… James arrivò all’orgasmo quasi ringhiando, le mani che si erano spostate ai lati del viso di Xx: si inginocchiò davanti a lei, carezzandole il viso, mentre Xx lo baciava ancora con voglia insaziabile.
 
 
 << Wow… >>, fu il commento di James poco dopo, mentre si rivestivano, con due sorrisi beati stampati in faccia.
 
 
 << Wow credo sia la parola giusta, si. Mi era mancato da morire tutto questo >>, fece lei, avvicinandosi languidamente a lui, passandogli le mani sul torace, sotto la maglietta, baciandogli il petto attraverso la stoffa.
 
 
 << Per fortuna dovevamo arrivare al sesso per gradi >>, ridacchiò James, sollevandola da sotto le natiche, mentre lei gli scompigliava i capelli, infilandoci le dita in mezzo.
 
 
 << L’abbiamo fatto: prima niente, poi qualche carezza e qualche bacio, ora questo… >>, sorrise lei, molto felice.
 
 
 << Si… forse. Ora ci manca solo un passaggio, se sei pronta >>, fece James malizioso.
 
 
 << Aspettiamo ancora qualche giorno. Prima… avevo qualche fastidio… ma niente di serio. Vorrei andare dal medico e vedere se è tutto ok >>, confessò lei, in enorme imbarazzo.
 
 
 << Non me ne ero reso conto… scusa. Certo, abbiamo tutto il tempo del mondo, non c’è fretta >>, le rispose con amore, baciandola, mentre ancora la teneva stretta a lui.
 
 
 << Non era un dolore insopportabile, stai tranquillo… più un fastidio acuto. Nel frattempo possiamo continuare con le carezze e i baci, però… e anche il sesso orale >>, gli sorrise.
 
 
 << Sicuro >>, confermò lui, mentre la teneva stretta a sé, schiacciandola al muro, avventandosi sul suo collo, baciandolo.
 
 
Xx aveva di nuovo il respiro irregolare, mentre stringeva le gambe ai fianchi di James, carezzandogli le spalle, gli occhi socchiusi, la testa reclinata all’indietro: oltre due mesi di astinenza – in pratica l’ultimo mese di gravidanza l’aveva passato tra letto e divano, e lui quasi non l’aveva sfiorata a causa di quello che aveva avuto e per cui era stata in ospedale – si facevano sentire: era come se volessero rifarsi di tutto quel tempo, ora che avevano ricominciato.
 
 
James la spinse piano fuori dalla stanza, mentre intrecciava le dita alle mani di lei mordicchiandole il labbro inferiore, sorridendo sulle sue labbra.
 
 
S fermarono nel corridoio, accanto alla porta della loro camera, dove c’era Amelia che dormiva serenamente.
 
 
 << No... aspetta… mi sentirei strana con nostra figlia a fianco… >>, fece Xx a James, che la stava portando in camera.
 
 
 << Si… hai ragione. Anche io… >>, borbottò lui, e Xx lo trascinò di nuovo in corridoio, spingendolo contro il muro, mentre gli strofinava la mano sul rigonfiamento dei pantaloni.
 
 
James sorrise, mentre lei gli faceva allargare le gambe, in modo che fossero quasi alla stessa altezza, così potè baciargli la mandibola e il profilo del collo: lei gli stava per infilare di nuovo la mano sotto l’elastico dei boxer, poteva sentire la punta delle sue dita… quando Amelia pianse; si era svegliata.
 
 
Xx sorrise, poggiandogli la fronte sul petto, mentre sfilava la mano da lì.
 
 
Anche James sorrise, baciandole la testa: essere interrotti dalla figlia era ben diverso che essere interrotti da Oliver.
 
 
 << Rimandiamo? >>, fece lui.
 
 
 << Certo >>, sorrise Xx allontanandosi, andando verso il bagno per lavarsi le mani, prima di prendere la sua bambina in braccio, seguita da James.
 
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** Tornare in sella ***


 << Andiamo >>, fece James una mattina presto, mentre Amelia si stava addormentando beata tra le sue braccia.
 
 
 << Where? >>, domandò Xx perplessa.
 
 
 << Al mare… solo qualche ora questa mattina, prima che faccia troppo caldo. Così Amelia lo vede >>, disse lui.
 
 
 << Ma… non so se è il caso. Non ha neanche due mesi >>, Xx era titubante.
 
 
 << Due mesi li fa domani. Sono le sei di mattina, per le sette siamo li e verso le dieci, dieci e mezza torniamo a casa… non chiamano un caldo afoso oggi, ma ventilato… non farti pregare >>, continuò lui.
 
 
 << E va bene >>, acconsentì lei, e poco dopo, preparato il necessario, partirono.
 
 
 
Arrivarono in spiaggia e misero ad Amelia il cappellino e la protezione solare più alta che avevano trovato in farmacia, e il costume sopra il pannolino: la misero sopra il lettino, sotto l’ombrellone, mentre anche loro si spogliavano e rimanevano in costume.
 
 
Xx stava mettendo la crema a James sulle spalle e sulla schiena, e intanto lui stava facendo le linguacce ad Amelia, seduto di fronte a lei sul lettino: la bambina si guardava intorno agitando braccia e mani, curiosa del posto nuovo. Intanto Xx era persa, come spesso capitava ultimamente, nella contemplazione del suo ragazzo, delle sue spalle e delle sue forti braccia… continuando a massaggiarlo anche quando la crema era ormai stata assorbita.
 
 
James doveva essersene reso conto, perché le prese le mani, la fece spostare e sedere sulle sue gambe, dandole un bacio appassionato: Amelia li guardava, e fece quello che aveva tutta l’aria di essere un sorriso.
 
 
Una volta messa la crema a Xx sulla schiena, James prese Amelia e si avvicinò alla riva del mare.
 
 
 << Amelia, amore, ti presento il mare >>, le sussurrò James, dandole un bacino sulla guancia: si abbassò, fino ad immergere le gambe della figlia nell’acqua, e sembrò che gli occhi della bimba si accendessero, e che stesse trattenendo il respiro… non c’erano dubbi, le piaceva, lo confermavano quelle specie di fossette sulle guance… uguali a quelle del papà.
 
 
Xx e James si guardarono sorridendo, orgogliosi: Xx prese con le mani a coppa un po’ d’acqua, e la spruzzò sulle braccia di Amelia, che se la godeva da morire, dimenandosi tra le braccia del papà.
 
 
James poi diede Amelia in braccio a Xx e andò a largo, dove si tuffò facendo una nuotata, e la ragazza fece qualche passo più in là, arrivando con l’acqua quasi alle cosce, mentre faceva salire e scendere Amelia, bagnandole le gambe: la bambina si stava divertendo.
 
 
Dopo un po', Xx andò sul lettino sotto l’ombrellone, asciugando Amelia, mettendole giù i piedini, a contatto con la sabbia: era una cosa nuova per lei, e si vedeva che la bimba era un po' diffidente, nei confronti della sabbia.
 
 
Guardando verso il mare, poco dopo, vide James riemergere, tutto bagnato, con le goccioline dell’acqua che gli scendevano lungo tutto il corpo… mentre lui si metteva le mani tra i capelli bagnati, tirandoli indietro e grattandosi il mento, la barba sfatta di alcuni giorni, i muscoli delle braccia che si tiravano… Xx si sentì svenire: era bello come un Dio.
 
 
James le prese il viso tra le mani e la baciò appassionatamente: << I love you >>, le sussurrò, dandole un secondo bacio, se possibile più passionale del primo, mentre la stendeva sul lettino e si inginocchiava sulla sabbia, accanto a lei.
 
 
A Xx in quel momento non importava che fossero in una spiaggia piena di gente che li osservava: rispose al bacio, la sua bimba in braccio, che guardava la mamma e il papà che si baciavano… e se solo fossero stati soli, pensò Xx, gli avrebbe strappato di dosso il costume e avrebbe fatto l’amore con lui.
 
 
 << Dobbiamo fermarci… >>, riuscì a rantolare lei, mentre Amelia aveva alzato una manina in direzione dei loro visi vicini.
 
 
 << Dobbiamo? >>, domandò James, spostandosi appena dalle sue labbra, aprendo gli occhi per guardarla, e riprendendo subito a baciarla.
 
 
 << Yes… altrimenti non riuscirò più a fermarmi >>, ammise lei… anche se di fermarsi non ne aveva proprio nessuna intenzione.
 
 
 << I do not want you to stop >>, mormorò lui, mentre, ancora molto vicino alle sue labbra, le carezzava i capelli.
 
 
 << Adesso non possiamo >>, svicolò lei, ma le stava venendo in mente una sorpresa per lui.
 
 
 << Okay >>, fece lui rassegnato, poi si voltò sorridendo ad Amelia, che era intenta a fissare i genitori.
 
 
 << Andiamo? Sono quasi le dieci e mezza… inizia a fare troppo caldo per lei, qui… e tra poco devo allattarla >>, fece Xx, dispiaciuta per il tono di voce funereo del fidanzato... ma non si aspettava mica che potessero farlo li sulla spiaggia in pieno giorno, vero? E davanti a una montagna di persone…
 
 
 << Are you ok, Jay? >>, gli domandò, mentre tornavano alla macchina.
 
 
 << Of course. I’m with my favorite girls >>, le sorrise: il tono le sembrava normale… forse aveva sognato tutto.
 
 
 
 
 
Per sua fortuna, quel pomeriggio, verso le cinque, Xx gli aveva chiesto se poteva badare ad Amelia per due o tre ore: doveva fare delle commissioni, e portarsela dietro l’avrebbe rallentata.
 
 
 << Non farò tardi… ok? >>, gli aveva promesso.
 
 
 << Fai con comodo, io e Amelia ce la caveremo, non è vero piccola? >>, le aveva risposto guardando la bambina, che sorrise: prese così la palla al balzo, e quando Xx sparì dalla sua vista aveva cominciato a fare le telefonate che gli servivano.
 
 
 << Stasera farò una sorpresa alla mamma… cosa dici, ti piace come ho preparato qui fuori? Credi che le piacerà? Sarà una serata speciale… >>, domandò alla sua bambina, prendendola in braccio e mostrandole come aveva sistemato fuori, sotto il porticato che avevano.
 
 
 << Yes. I also believe >>, mormorò tra sé.
 
 
La fortuna quel giorno assisteva James: alle sette e mezza, passarono a consegnarli quello che aveva ordinato al telefono, e la sua ragazza ancora doveva arrivare, per cui riuscì a finire di preparare la sua sorpresa per lei abbastanza tranquillamente.
 
 
 << Ehi, Amelia, come sto? >>, le domandò dopo essersi cambiato, e la sua bimba sorrise di nuovo, come a dargli la sua approvazione… o almeno lui la interpretò così.
 
 
Erano quasi le otto di sera, e decise di uscire per aspettarla fuori: gli aveva mandato un messaggio, scusandosi del ritardo e che stava per tornare.
 
 
 << Scusa, scusa! Ci ho messo più del previsto ma… James… >>, Xx era entrata come una furia dal cancello, ma si era bloccata di colpo vedendo lui e come aveva sistemato: era a bocca aperta.
 
 
 << Surprise! >>, esclamò, una bottiglia di champagne in mano, mentre si avvicinava.
 
 
 << Che bella sorpresa… e tu sei bellissimo! >>, gli si avvicinò, baciandolo.
 
 
 << Ne vuoi un sorso? >>, le domandò, versandole lo champagne nel calice.
 
 
 << D’accordo… è bellissima la tavola così >>, gli sorrise: aveva sistemato un tavolo rotondo, abbastanza grande perché ci si potesse cenare, lo aveva pulito, ci aveva messo una bella tovaglia e due candelieri al centro – ok che era luglio, e che alle otto di sera era ancora chiaro, ma le candele creavano atmosfera comunque -, tirato fuori i calici e i piatti e le stoviglie per le occasioni speciali.
 
 
 << Grazie, anche Amelia ha dato la sua approvazione… alla tavola e a me >>, le sorrise, indicando la carrozzina con Amelia dentro, che aveva in mano un pupazzo fatto a coniglietto, giallo, - era il suo preferito, quello che le aveva regalato zio Ollie (cosa di cui lui si vantava )-.
 
 
 << Oh… sei stata molto brava, tesoro, davvero buon gusto >>, le sorrise lei, a anche Amelia sorrise
 
 
 << Ma… hai cucinato tu? >>, gli domandò sorpresa, guardando la tavola apparecchiata.
 
 
 << Mmm, non esattamente >>, fece lui, un sorriso furbo in viso.
 
 
 << Non importa, è stato un bel gesto ordinare fuori >>, gli sorrise ancora di più.
 
 
 << Ma aspetta! Anche io ho una sorpresa per te! Ascolta, do il latte ad Amelia, e tu la prepari per andare a dormire mentre mi cambio e mi preparo per questa serata, va bene? Così le prossime tre ore saranno per noi. E poi mi dirai per cosa è questa serata…>>, gli domandò.
 
 
 << Affare fatto >>, le sorrise.
 
 
Xx prese la borsetta con gli acquisti del pomeriggio e la portò in camera: erano parte della sorpresa, non voleva che vedesse cosa c’era dentro prima del tempo.
 
 
 
 << Ok. È il momento. Ma l’ho già fatto molte altre volte… non deve essere difficile, no? Ok forse l’inizio sarà imbarazzante… ma poi basta! Coraggio, vai fuori di qui! >>, si sussurrò Xx da sola, guardandosi allo specchio: fece un profondo respiro, e dopo la doccia, era pronta.
 
 
James ea seduto fuori su una delle sedie, ma quando la vide rimase a bocca spalancata: la mascella in pratica era arrivata in due secondi al pavimento.
 
 
 << S- sorpresa! >>, fece Xx, avvicinandosi a lui: Aveva dei tacchi alti, delle calze autoreggenti finissime, molto chiare, lingerie supersexy e semitrasparente, un babydoll tutto pizzi e seta, tenuto chiuso davanti solo da un laccetto in raso… e sopra di tutto aveva una vestaglia corta, appena sotto il sedere, che gli aveva regalato lui stesso tempo prima… di seta, se non ricordava male.
 
 
 << W- wow… You are fantastic! >>, esclamò, ritrovata la capacità di parola.
 
 
 << Thanks. Anche tu te la cavi >>, sorrise lei, avvicinandosi per mordicchiargli il labbro.
 
 
 << Stai cercando di sedurmi? >>, le domandò.
 
 
 << Chi io?... Funziona? >>, gli si avvicinò
 
 
 << Decisamente >>, ammiccò.
 
 
 << Cosa offre il menù della serata? >>, domandò poi, mentre si serviva un calice di champagne e ne versava anche a lui.
 
 
 << Eh? Ah, sì. Oh, aspetta! >>, disse all’improvviso, facendola accomodare, spostando la sedia dal tavolo così che si potesse sedere.
 
 
 << Che galante… non mi hai ancora detto cosa festeggiamo! >>, fece lei, guardandolo mentre si sedeva di fronte.
 
 
 << Noi. Il nostro amore… la nostra bambina che domani fa due mesi… la nostra storia. Il nostro essere sia una famiglia, con Amelia, che una coppia… la nostra intimità… tutto quello che ci riguarda >>, spiegò lui.
 
 
 << E cosa prevede il menù? >>, domandò curiosa, sbirciando.
 
 
 << Dunque, abbiamo un’insalata di avocado, poi come primo abbiamo le fettuccine con ostriche, gamberi e rucola… poi abbiamo un’aragosta con delle ostriche un po' piccanti… e il dolce è un tortino di cioccolato… che ne dici? >>, elencò lui.
 
 
 << In pratica mi vuoi portare a letto con questo menù composto solo da cibi e bevande afrodisiache. Beh, era anche la mia intenzione: ora sono pronta. E la ginecologa ha detto che quei fastidi che sentivo sono dovuti a qualche stiramento di un muscolo durante il parto… e che il rimedio è fare tanto sesso, e poi farne ancora di più. Probabilmente dovemmo provare a darle retta >>, sorrise audace, alzando il calice per brindare.
 
 
 << Eh sì… dovremmo. I dottori hanno sempre ragione. M-ma… cosa dovrei dire di fronte alla tua spavalderia? >>, balbettò: era stato fregato, non che non si aspettasse che lei capisse quali erano le sue intenzioni.
 
 
 << Niente. Godiamoci la cena, che sembra davvero ottima e squisita… il resto verrà dopo… >>, sussurrò lei sicura di sé, mentre gli strusciava un po' la gamba contro: da dove le usciva fuori tutta quella sicurezza, quella sera?
 
 
 
 
 << James, la cena era… sensuale e… piccante al punto giusto… >>, lo guardò lei più tardi, lanciandogli uno sguardo alla Bambi, scegliendo con cura le parole, alzandosi poi dal tavolo e sedendosi a cavalcioni su un James sempre più ammaliato dalla sua fidanzata.
 
 
Xx prese il suo cucchiaino, lo affondò nel tortino al cioccolato, e lo imboccò, le labbra aperte appena, la punta della lingua che fuoriusciva di poco: si era messa, prima, il rossetto rosso fuoco, che faceva un contrasto incredibile con i suoi capelli castani e la pelle candida… James non riusciva a fare a meno di guardarla, preso in contropiede dalla sua fidanzata che non aveva fatto altro che sedurlo e provocarlo, quella sera.
 
 
Xx avvicinò il pollice – smaltato anche quello di rosso- all’angolo delle sue labbra per prendere un po' di cioccolato sfuggito, sfiorandogli con l’indice il collo e la mascella… avvicinando il pollice alla bocca di lui… alla sua lingua… che leccò via quel poco di cioccolato che era rimasto.
 
 
La ragazza rimase lì con la mano sospesa, continuando a sfiorargli il collo, mentre la mano libera vagava tra i suoi capelli: a un certo punto lei si avvicinò così tanto da potergli sfiorare il naso con il suo, si mordicchiò il labbro inferiore, fissandolo nei suoi intensi occhi verde scuro, chiuse gli occhi e lo baciò; il bacio era dolce e delicato, James rispose subito, intrufolando la lingua nella sua bocca dapprima timidamente, ma con sempre maggiore intensità.
 
 
James la strinse a sé, prendendola saldamente, schiacciandola sul suo petto e si alzò così, la ragazza aggrappata a lui, andando in direzione della loro camera.
 
 
SI sedette a bordo letto, Xx seduta sulle sue gambe, e prese a slacciargli la vestaglia, aprendola, senza levarla ancora, mentre una mano si spostava sulla pancia di lei, e risaliva sui seni, e la seconda si spostava, infilandosi nelle mutandine di lei, da un lato, iniziando ad accarezzare piano la parte più intima di lei… riservata a lui solo.
 
 
James le baciò il collo, la spalla… per poi risalire…
 
 
 << M- mi fa male qui… >>, fece lei languidamente, indicando un punto appena sotto l’orecchio, e lui la baciò.
 
 
 << Oh… e anche… anche qui >>, continuò lei, indicandogli la clavicola.
 
 
James sorrise stando al gioco, e la baciò ancora.
 
 
 << Qui… >>, indicò, il punto di congiungimento tra i seni: James così spostò le mani, la prese per i fianchi e la fece stendere delicatamente sul letto, mentre lui la sovrastava, standole sopra, poggiato sui polpacci e sugli avambracci… completamente vestito.
 
 
 << I don’t understand. Where? >>, fece lui, corrucciando la fronte e le sopracciglia.
 
 
 Xx gli sorrise maliziosa, indicando di nuovo l’ultimo punto… e lui baciò.
 
 
Risalì, indicando appena sotto il labbro inferiore, e lui la accontentò… poi lei indicò il centro delle sue labbra, e James, un sorriso ancora più grande, la baciò… la baciò come se quello dovesse essere il loro ultimo bacio, lasciandola senza fiato, facendole alzare il bacino…
 
 
XX respirava a fatica, dopo quel bacio focoso, il cuore in gola, gli occhi brillanti… ma continuò ancora, indicandogli un punto sotto l’ombelico, sul bordo del suo perizoma… e poi ancora più giù, al centro della sua femminilità, e aprì leggermente le gambe, per dargli più accesso, chiudendo gli occhi, per cercare di sovrastare il mare delle emozioni che provava…
 
 
Erano ancora nella stessa posizione di prima, quando Xx iniziò a sbottonargli la camicia bianca, lentamente, baciandogli il petto mano a mano che veniva scoperto.
 
 
Gliela sfilò, poi si alzò lentamente, andandogli incontro… appoggiandogli le mani sulle spalle, spostandolo appena da lei, e facendolo stendere a pancia in giù sul letto.
 
 
 << Rilassati… ok? Questa notte sarai tutto per me… ho appena cominciato con te… >>, gli sussurrò all’orecchio, la voce roca, mentre lei alzava il petto, e, partendo dalla parte bassa della schiena, appena sopra i jeans, iniziava a massaggiarlo.
 
 
 << Sarò tutto tuo… se tu sarai completamente mia >>, disse lui sussurrando… la voce tremendamente sexy.
 
 
 << Completamente… totalmente… ogni più piccolo centimetro… soprattutto quelli che non si vedono con i vestiti addosso… all night long >>, rispose lei, la voce sensuale carica di aspettativa, mentre continuava a massaggiarlo, salendo lentamente dal fondoschiena, con ampli cerchi e pressioni: James ascoltò e sorrise, scuotendo la testa e appoggiandosi la fronte sulle braccia… sorrise e sorrisero anche le rughette che aveva vicino agli occhi, che Xx trovava belle e affascinanti
 
 
Xx dietro di lui stava esultando: la serata stava procedendo proprio come aveva programmato, e anche meglio! La cena di James era stata favolosa, la partenza perfetta per quello che aveva in mente.
 
 
 << Sai… io adoro tutto di te, lo sai. Non cambierei neanche il tuo neo più piccolo… ma… la tua schiena. Wow… è amplia… possente… forte… potrei stare qui per ore. È forte e protettiva… e le tue spalle grandi, le… le tue braccia muscolose e forti? Possono sollevarmi e sbattermi sul muro, ma essere lo stesso delicate… possono tenermi ferma mentre facciamo l’amore, fino quasi a far male… ma sono lo stesso le più dolci e protettive… passionali braccia che mi abbiamo mai stretta… >>, gli disse lei sincera dopo un po', mentre era risalita nel suo massaggio, arrivando alla zona delle braccia e delle spalle, tempestandola di baci, lasciando una piccola scia umida con la punta della lingua.
 
 
James era incredibilmente rilassato, eccitato e felice: era molto, molto contento che avessero ritrovato la serenità, la complicità e l’armonia di coppia, dopo la nascita della loro bella bambina… ed era divertito dal fatto che avessero scelto la stessa sera, per riaccendere la passione e il romanticismo, un pochino trascurati ultimamente… ma era comprensibile: la gravidanza ormai alla fine che comportava un “ ingombro “ sempre maggiore per Xx e maggior stanchezza,  l’attentato a Bruxelles e le conseguenze che aveva portato su di lui e su Xx, ex fidanzati riapparsi, la nascita difficoltosa di Amelia, e i primi tempi subito dopo, cercando di trovare l’equilibrio in quella nuova vita a tre… non ne avevano avuto il tempo, ma ora sembrava che stessero “ riprendendo “ da dove si erano interrotti.
 
 
Ad un certo punto non sentì più le mani di Xx su di lui e si voltò corrucciato: lei lo guardava sorridente.
 
 
Con l’indice gli fece cenno di alzarsi, e lui obbedì, così lo fece sedere su una sedia della loro stanza; James era perplesso, quando poi lei gli prese le braccia, carezzandole, e le portò dietro la sedia… improvvisamente si sentì le manette ai polsi: era legato a quella sedia, e lei lo aveva talmente sedotto che non se ne era neanche accorto!
 
 
 “ Che pollo! “, pensò tra sé.
 
 
 << Fidati, ti piacerà >>, gli assicurò lei in risposta a un suo sguardo, camminando avanti a lui, ancheggiando vistosamente di proposito: James si stupiva sempre di più, quella sera... e sentiva i jeans – che ancora indossava -, tirare sempre di più.
 
 
Non se ne era accorto, ma Xx aveva abbassato l’intensità della luce della lampada, ed era andata allo stereo, facendo partire una canzone, che lui riconobbe dalla prima nota: era la famosa canzone del film nove settimane e mezzo, il momento dello spogliarello
 
 
Xx fece un respiro, ancora di spalle, ma voleva farlo guardandolo, vedendo la sua reazione: non era proprio da lei una cosa del genere, ma ormai aveva deciso.
 
 
Iniziò un lento spogliarello, avvicinandosi sensuale a lui, facendo roteare in mano il nastro della vestaglia, che finì attorno al suo collo: era abbastanza vicina da sfiorarlo, di tanto in tanto, ma non abbastanza da far sì che lui potesse toccarla.
 
 
Xx lasciò scivolare via leggera la vestaglia sulla pelle candida.
 
 
Si avvicinò a lui, passandogli le mani dietro il collo, le gambe ai lati della sedia, e iniziò a ballare seducente, muovendo i fianchi e il sedere, in piedi, sopra di lui, mordicchiandosi il labbro inferiore, sorridendogli maliziosa… girò attorno alla sedia, dandogli le spalle, continuando a muoversi.
 
 
James si stava dimenando sulla sedia: avrebbe tanto voluto strapparsi quelle manette, sbatterla sul letto e fare l’amore con lei, entrarle dentro e possederla… farla sua in tutti i modi che conosceva… tutta la notte… e ancora e ancora.
 
 
Intanto la canzone andava a ripetizione, mentre lei iniziava a tirare piano un nastrino del baby doll, sfiorandosi i seni, la pancia e i fianchi volontariamente… mentre vedeva i suoi occhi illuminarsi, e farsi più scuri e torbidi, colmi di desiderio.
 
 
Xx gli lanciò addosso il baby doll: si sedette su una sua gamba, dandogli un po' la schiena, e si strofinò su e giù, contro di lui, che stava letteralmente impazzendo a non poterla toccare.
 
 
 << Ooohh… >>, rantolò James, che non riusciva a contenere i gemiti di apprezzamento.
 
 
 << Te lo avevo detto che ti sarebbe piaciuto… e lo spettacolo non è ancora finito >>, gli sussurrò all’orecchio: posò un piede – ancora con la scarpa con il tacco -, sulla sua coscia… molto in alto, vicino al punto in cui ormai era ben visibile un rigonfiamento dei pantaloni, che quasi faceva male a James, strofinando attentamente il tacco e il piede lì… non voleva certo fargli male!
 
 
Xx con studiata lentezza, abbassò le autoreggenti, tirando il nastro della vestaglia che ancora aveva al collo il ragazzo per avvicinarlo alla sua coscia, così che anche lui potè, con i denti, abbassare quelle calze… mentre con il naso sfiorava Xx proprio lì, facendole avere i brividi.
 
 
Xx si allontanò mettendosi di fronte a lui, appoggiando l’altro piede sul letto, chinandosi per abbassare l’altra calza… mentre gli occhi di James si facevano sempre più famelici e vogliosi.
 
 
La ragazza si spostò sul mobile di fronte al letto, sempre ancheggiando a ritmo di musica, e prese un tubetto che James non aveva notato prima: cioccolata, uno di quei barattoli che si spremono, come il nesquik chocolate.
 
Si spremette un po' di cioccolato sull’indice, e guardando bene James se lo portò alla bocca e succhiò: ripetè poi il gesto, e avvicinandosi a lui portò il dito alle sue labbra… lui le aprì e succhiò il dito di lei, leccandolo… come se non esistesse niente di più buono al mondo… voluttuosamente.
 
 
Xx già si sentiva mancare il fiato e percorrere da una scarica di brividi in tutto il corpo.
 
 
 << Hai intenzione di far morire il padre della tua bambina? >>, domandò lui sarcastico.
 
 
 << No… ho intenzione di sedurlo, di farlo impazzire di desiderio… e di tenerlo sveglio tutta la notte. Inoltre mi serve la sua attrezzatura da riproduzione: ho intenzione di fare altri bambini con lui… la prima è venuta fuori bene >>, gli sorrise Xx, e James non potè fare a meno di ridere di gusto.
 
 
Dopo quelle battute, l’atmosfera tornò a farsi densa, erotica e carica di aspettative: Xx gli girò piano attorno, bagnandosi più volte il dito di cioccolata, facendoglielo leccare… poi si mise davanti a lui, sporcandogli le labbra… e baciandolo, finalmente! Lo baciò con forza, con passione, con sentimento, leccandogli le labbra per poi aprirle, creandosi un passaggio, così che le loro lingue poterono incontrarsi, rincorrersi e scontrarsi. Xx gli succhiò piano le labbra, e dopo quello che parve un tempo interminabile si staccò da lui, rimanendo con il viso vicino, le labbra che si sfioravano…  si potevano sentire i cuori di entrambi pulsare forte, emozionati.
 
 
 << Se tu mi togliessi queste manette… >>, le bisbigliò all’orecchio allusivo.
 
 
 << Non mi puoi corrompere… >>, gli rispose lei, radiosa.
 
 
 << Sei sicura? Sai, io avevo qualche idea… >>, continuò James.
 
 
 << Mmm… >>, mugulò lei, sfiorandogli il petto nudo: prese di nuovo il barattolo di cioccolata e ne spremette un po' sul suo collo, leccandola via subito, mordicchiandogli un po' quella zona. Fece lo stesso con un capezzolo, e poi scese ancora, un po' più sotto l’ombelico: James si stava muovendo, tendendo le spalle e i muscoli delle braccia, tentando ancora, ma invano, di togliersi le manette.
 
 
Xx si spalmò con della cioccolata un lato del collo, così che anche James potesse “ assaggiarla “, poi un seno… James provò a trattenerla, senza molto successo… e un fianco.
 
 
Si allontanò di nuovo, e iniziò a far scendere la spallina del reggiseno, sfiorandosi la pelle con leggerezza… prima una e poi l’altra: stava per sganciare i ferretti… che Amelia pianse: era arrivata l’ora di mangiare per lei.
 
 
Xx si rimise le spalline e si allontanò, andando verso la porta.
 
 
 << Ehi! E mi lasci qui?! Almeno slegami, che ti do una mano! È anche mia figlia! >>, esclamò James.
 
 
 <>, gli disse lei, prima di uscire.
 
 
 << Oh, la mia bambina ha fame, eh? Vieni… >>, fece Xx, prendendola in braccio, andando verso la camera.
 
 
James le vide entrare e sorrise: gli veniva naturale e non poteva farne a meno, ogni volta che le guardava… Xx si sedette sulle sue gambe, spostò la coppa del reggiseno e iniziò a darle il latte.
 
 
 << Sei… o meglio, siete bellissime >>, le sussurrò, baciandole il collo: Xx aveva la schiena appoggiata al suo petto, e sorrideva, mentre Amelia guardava i due genitori, una manina poggiata sul seno della mamma, mentre con l’altra provava a prenderle i capelli, ma lo sguardo era fisso sui visi vicini di mamma e papà che le sorridevano.
 
 
 << Se mi sleghi ti do una mano a cambiarla e metterla a letto… e noi poi possiamo continuare >>, sorrise James, quel suo sorriso così sexy che non lasciava scampo a nessuna.
 
 
<< Va bene >>, acconsentì lei: posò la bambina sul loro letto, slegò le manette e riprese la bimba in braccio, mentre James si massaggiava i polsi, seguendola.
 
 
Prese Amelia in braccio e le fece fare il ruttino: la cambiò e la fece addormentare, canticchiandole una canzoncina, sotto lo sguardo innamorato di Xx, che li guardava felice.
 
 
Uscirono dalla cameretta di Amelia e chiusero la porta.
 
 
Non arrivarono neanche alla metà del corridoio che li separava dalla loro stanza che James la fermò per un braccio, girandola, afferrandole il sedere, tirandola a sé… facendole sentire tutta la sua voglia sul suo ventre: aveva quello sguardo acceso di chi sta per ottenere quello che vuole… ed erano in due a volerlo.
 
 
Si baciarono: un bacio quasi violento, che preannunciava cosa sarebbe venuto dopo…
 
 
James si piegò sulle ginocchia, cingendole le gambe e sollevandola tra le braccia… affondando la faccia nel seno di lei… mordendolo attraverso la stoffa.
 
 
Xx gli mise le mani dietro il collo, sfiorandogli, tirandogli i corti capelli dietro la nuca, mentre stringeva convulsamente le gambe ai fianchi di lui.
 
 
James fece qualche altro passo, entrando nella loro stanza, e la mise a sedere sulla cassettiera che avevano sotto lo specchio della camera, e senza che lei potesse rendersene conto, afferrò con entrambe le mani un lembo del perizoma succinto che aveva indossato per lui… e con uno strattone lo strappò via.
 
 
Xx si lasciò sfuggire un sussulto e un piccolo gemito di sorpresa, quando sentì subito dopo la sua lingua contro di lei, tra le sue gambe, come un’onda di piacere che la stava travolgendo.
 
 
Mentre succhiava, James le accarezzava il seno, solleticando la sua pelle ipersensibile, specie dopo l’allattamento… la lingua di James scorreva dappertutto, dalle cosce al clitoride, mentre le sue dita spostavano il reggiseno, liberandole i capezzoli, mentre con la mano libera andava su e giù sulle cosce di lei, stringendole, carezzandole…
 
 
Xx non riusciva a fare altro che gemere e tremare, per tutte quelle sensazioni ed emozioni che stava provando… sopite da un po'… a volte i loro sguardi si incrociavano, e i loro occhi sorridevano: complici.
 
 
Le sue mani e le sue labbra si scambiarono di posto e James le prese una coscia, aprendola un po'… Xx non fece niente per fermarlo, e lasciò entrare le sue dita dentro di lei, mentre lei arricciava le dita dei piedi, e James risaliva dai suoi seni alla sua bocca, baciandola avidamente.
 
 
Il fidanzato si staccò, quasi colto da un raptus improvviso, e con un impeto le sollevò le gambe, obbligandola così a stendersi sulla schiena.
 
 
 << James! >>, sospirò Xx: era senza fiato, una voglia trascinante le scorreva dentro le vene, mentre il corpo veniva scosso da forti fremiti.
 
 
 << Devo averlo… deve entrare dentro di me… o impazzirò >>, pensò Xx, ma poi, quando vide James sorriderle con la sua espressione birichina e maliziosa, si rese conto che oltre ad averlo pensato lo aveva anche detto ad alta voce… e lui ovviamente aveva sentito tutto.
 
 
 << Questa è la mia vendetta per prima… >>, le sussurrò lui, e in un attimo le fu addosso, la prese e la mise per terra, mettendole sotto un paio di cuscini.
 
 
Con un gesto implacabile le prese le braccia alzandole sopra la testa, prese le manette che lei aveva usato con lui prima e la ammanettò: poi prese uno spago che aveva recuperato poco prima e legò le manette ai piedi del letto; non poteva quasi più muoversi.
 
 
James la osservò: << Potrei rapirti… non sarebbe una cattiva idea. Potrei tenerti qui e approfittare di te ogni volta che ne ho voglia >>, sorrise lui, in maniera troppo sexy per non essere considerata non adatta ai minorenni… e per un folle momento, Xx fu sicura che non stesse scherzando poi tanto, e tentò di divincolarsi con scarsi risultati.
 
 
Il ragazzo posò una mano aperta sul suo viso, poi la lasciò scorrere giù, sul collo, e ancora più giù, afferrandole i seni, abbassando ancora le coppe del reggiseno: diede un piccolo morso ai suoi capezzoli e li strizzò tra pollice e indice, scatenando scintille di piacere che costrinsero Xx a mordersi le labbra per non urlare.
 
 
James le diede un rapido bacio passandosi la lingua sui denti, come ad assaporare meglio il suo sapore, e si sfilò jeans e boxer insieme, così sensualmente che Xx dovette trattenere il fiato.
 
 
Le afferrò le cosce e le divaricò, tirandola verso di lui: il contatto tra la sua erezione durissima contro la sua apertura la fece sussultare e fremere: il corpo di Xx si infiammava di desiderio, mentre lei inarcava la schiena: … era pronta ad accoglierlo, era il momento.
 
 
Lui la guardò scuotendo il capo: si stava vendicando… facendosi attendere.
 
 
Non la penetrò subito: si strofinò contro di lei in un languido, straziante corteggiamento.
 
 
Tenendosi l’erezione con una mano le tormentava le labbra: aprendole, esplorandole, accarezzandole… non arrivando mai fino in fondo.
 
 
Xx credeva di impazzire: lanciò un gemito quasi disperato di protesta, agitando le gambe per ribellarsi, mentre lui sorrideva… non trattenendo un ghigno.
 
 
 << Non essere impaziente, amore >>, fece lui, e mentre lo diceva con una spinta improvvisa le entrò dentro… solo per un momento, solo per il tempo di far intuire a Xx cosa le stava negando… per poi uscire, lasciandola stordita e inappagata.
 
 
James continuò la sua tortura per un altro po' di volte ancora, entrando in lei per poi uscire subito.
 
 
 << James! >>, protestò Xx in un gemito rabbioso, mentre lui ridacchiava forte.
 
 
La penetrò con un’altra spinta, ancora più violenta… un’altra e un’altra ancora, sempre più in profondità.
 
 
Xx quasi urlò, tanto gemette forte: finalmente era invasa da quel piacere che bramava disperatamente… da lui.
 
 
Ora James non rideva più: gli occhi accesi, la bocca contratta… il corpo un fascio di muscoli tesi nello sforzo.
 
 
Xx lo sentiva vibrare contro di lei… dentro di lei: sentiva confondersi il desiderio di lei con il suo. Ancora prima di raggiungere l’orgasmo erano già straziati dall’intensità del loro godimento: lui spinse forte, completamente dentro di lei, annullando la distanza tra loro… come se volesse diventare una sola cosa con lei.
 
 
La ragazza venne con un grido strozzato, scossa da capo a piedi da una tempesta sensoriale… godendo di luicon lui.
 
 
 << Xx! >>… gemette lui, raggiungendo l’apice del piacere pochi istanti dopo, crollando sul corpo di lei inerme, svuotato… abbandonando la testa sul suo seno, il respiro ancora accelerato, i battiti che ancora impazzivano… era travolto da quel genere di piacere intenso e totale che lei sola sapeva regalargli… che non aveva mai provato con nessun’altra.
 
 
 << Siamo proprio sicuri che è venerdì 17? Perché è stato proprio fortunato, per me, come giorno! >>, le domandò James, slegandole, baciandole e massaggiandole i polsi delicatamente, dove si vedeva lieve il segno delle manette.
 
 
 << SI… ma ormai è quasi sabato 18 >>, gli sorrise lei.
 
 
James la aiutò ad alzarsi e la baciò dolcemente: niente a che vedere con il James che l’aveva appena fatta sua in un modo che… WOW, era l’unica cosa che le passava per la mente.
 
 
 << Vieni >>, le disse prendendola per mano mentre si mettevano a letto, accoccolati insieme a scambiarsi romantici e teneri baci.
 
 
 << Com’è dopo tre mesi di astinenza? >>, le domandò, mentre lui si appoggiava alla spalliera del letto con la schiena, e lei gli poggiava la testa tra la spalla e l’incavo del collo, abbracciandolo: era luglio inoltrato ma non riuscivano proprio a stare lontani tra loro.
 
 
 << Sei sempre stato così focoso e appassionato? Non me lo ricordavo… >>, scherzò lei, prendendolo in giro.
 
 
 << Ehi! Lo sono sempre! >>, protestò, e Xx ridacchiò.
 
 
 << Lo so, Jay. Tu mi soddisfi sempre. Sono sempre appagata, molto felice e di buon umore, dopo le tue entusiasmanti performance >>, gli assicurò, baciandolo con passione, le mani dietro al collo mentre lo trascinava sul materasso, con lei.
 
 
James stava sopra di lei, le mani tra i suoi capelli, immergendosi nel suo profumo… leccandole e mordicchiandole le labbra.
 
 
 << Again? >>, le sussurrò all’orecchio, sfiorandole il collo con una mano, la voce roca di desiderio.
 
 
 << Yes, bello. Dobbiamo recuperare tre mesi, non te la caverai con poco >>, fece lei, e il ragazzo ridacchiò, divertito.
 
 
 << Ma… se sei troppo stanco… >>, continuò lei come se nulla fosse.
 
 
 << Io non sono mai stanco, per questo. Never >>, fece lui, un’espressione a metà tra il serio e il divertito, gli occhi verdi vicini a quelli di lei che parlavano da soli.
 
 
 << Meglio così, Mr. Phelps >>, gli disse, girandosi in modo da finire sopra di lui, sovrastandolo.
 
 
 << Che ne pensi dello strip poker? >>, le domandò improvvisamente mentre la baciava, guardandola… le labbra più rosse e gonfie per i tanti baci.
 
 
 << Mmm… che per giocarci dovremmo essere vestiti, e noi non lo siamo >>, commentò sarcastica, dopo averci pensato qualche secondo, le mani posate sulle spalle di lui che lo massaggiavano.
 
 
James scese con lo sguardo, fermandosi sul suo reggiseno… che non erano arrivati a togliere, prima, e alzò un sopracciglio, facendo un sorriso sghembo.
 
 
Xx abbassò lo sguardo: << Oh, giusto >>, fece, togliendoselo sotto lo sguardo divertito di lui.
 
 
 << Ora sei senza vestiti… e posso dirti che la tua osservazione era giusta >>, scherzò baciandola, mettendole le mani dietro la schiena, le dita calde che la solleticavano, mentre la avvicinava a lui.
 
 
 << Streapteese, strip poker… ti piace vedermi spogliare, eh? >>, lo prese in giro lei, baciandogli il petto.
 
 
 << Certo che sì! Potremmo vestirci e poi spogliarci di nuovo >>, ammiccò James, baciandole il collo, mordicchiandole il lobo dell’orecchio.
 
 
 << Jay, amore… io sono imbranata a poker, e tu lo sai >>, gli disse, cercando di rimanere seria.
 
 
 << Il bello è proprio questo! >>, ridacchiò lui.
 
 
 << Ma sentilo! >>, rise anche lei, dandogli una pacca giocosa sulla spalla… scendendo a mordicchiarla piano.
 
 
 << Are you afraid of losing? >>, la sfidò.
 
 
Xx lo guardò con il miglior sguardo da cerbiatta che riuscì a sfoderare.
 
 
 << No. Will you lose >>, gli sussurrò sensuale, sfiorandogli il naso con il suo, facendo scontrare le loro labbra per qualche secondo, succhiandogli il labbro inferiore.
 
 
James, con una spinta si girò, tornando sopra di lei: << Vedremo >>, ammiccò lui, sporgendosi a baciarla.
 
 
 << Questo si chiama confondere l’avversario, amore. Non si fa >>, gli sorrise, spostandosi per evitare il bacio… mentre lo spingeva di lato e si alzava, passandogli davanti nuda.
 
 
 << Anche questo si chiama confondere l’avversario. Più precisamente fargli perdere la testa >>, gli sorrise, lanciandole la sua roba.
 
 
 << Che ne dici… rendiamo questo gioco più interessante? >>, le domandò all’improvviso, mentre si vestivano.
 
 
 << Hai qualcosa in mente? >>, gli domandò.
 
 
 << Si. Due giorni di obbedienza totale. Chi vince, per due giorni potrà far fare all’altro tutto quello che vuole… di qualsiasi genere. Cucinare, stirare, lavare, occuparsi di Amelia… e a letto. Qualsiasi cosa… ci stai? >>, le domandò allungando una mano come a sancire il patto.
 
 
 << Ci sto >>, rispose lei stringendogli la mano, lasciando trasparire una sicurezza che non aveva affatto: era sicura che avrebbe perso… non giocava bene, e contro di lui aveva sempre perso, ma non voleva dargliela vinta così facilmente.
 
 
 << Ok. Conosci le regole, si? >>, le domandò quando entrambi si furono vestiti, ed erano pronti a giocare: che fosse mezzanotte passata non sembrava interessare a nessuno dei due.
 
 
 << Certo >>, replicò soave lei.
 
 
 
Inspiegabilmente, quasi un’ora dopo, James era rimasto praticamente in boxer e camicia, e Xx era ancora vestita: non sapeva come – probabilmente una botta di culo gigante -, ma aveva sempre vinto, battendo lui che era molto, molto più bravo di lei… ma non se ne vantava troppo per non ferirlo nell’orgoglio… solo un pochino.
 
 
 << E ora che sei rimasto senza niente… >>, iniziò lei, fingendosi ingenua, un sorrisetto dipinto in volto.
 
 
 << Cosa succede? >>, continuò, sfilandogli i boxer e risalendo con le mani, passando sopra l’erezione… e James gemette.
 
 
 << You won >>, fece lui, trattenendo un secondo gemito, cercando di mettere su una faccia da poker.
 
 
 << And… what i have won? >>, domandò sensuale, avvicinandosi a lui come un gatto.
 
 
 << Myself >>, le rispose lui semplicemente, mettendosi dietro di lei, sbottonandole la camicetta e lasciandola scivolare a terra… mentre erano di fronte allo specchio a figura intera e lui le sfiorava la pelle con le mani, facendole venire i brividi.
 
 
 << I won the first prize >>, continuò, mentre il respiro si faceva irregolare, sfilandosi i pantaloncini e le mutandine assieme.
 
 
 << Questo me lo devi dire tu >>, le sorrise, guardandola interessato attraverso il riflesso dello specchio: questa audacia non la vedeva spesso, ultimamente, complice anche la maternità e la gravidanza, con i problemi e le insicurezze degli ultimi mesi.
 
 
 << Ne sono convinta. Tu sei il mio primo premio… lo so a cosa stai pensando, ma tu mi rassicuri sempre, a volte sei bravo a non rimproverarmi perché mi pongo gli stessi problemi, sei sempre gentile e amorevole. Io devo avere un po' più di fiducia in me… se stiamo ancora insieme, ci deve pur essere qualcosa di forte che ci unisce, no? E io lo sento… il tuo amore per me… il mio amore per te, che spero ti arrivi… il legame profondo che abbiamo… che abbiamo costruito insieme >>, fece lei, sfilandosi sicura il reggiseno, mentre si allontanava un pochino da lui con i tacchi alti, appoggiandosi alla cassettiera.
 
 
 << Quello che ho sempre detto. Amore… mi arriva tutto, il tuo amore per me, ne sono immerso, è tutto attorno a me… ed è magnifico >>, le rispose lui, guardandola incantato.
 
 
 << Ne sono felice. Tra noi c’è amore, passione, complicità, attrazione, rispetto, fiducia… per cui mi sono detta: fallo e basta >>, gli disse avvicinandosi di nuovo a lui sorridente, mettendogli le braccia dietro al collo.
 
 
 << Fallo e basta… i like it >>, approvò lui, sorridendole, facendo quel suo sorriso timido che la faceva sciogliere, abbassando lo sguardo, mentre lei ammirava la bellezza del suo fidanzato, e gli sfiorava gli occhi e le lunghe ciglia con una mano.
 
 
James la prese da sotto le natiche, la sollevò e la schiacciò al muro: i loro corpi erano praticamente attaccati: lui sentiva i seni di lei sul suo petto, il suo addome contro quello di lei, le mani che la sorreggevano… le gambe di lei stavano avvinghiate ai suoi fianchi, sentiva l’erezione di lui sul fianco.
 
 
Xx baciò con passione James, e James baciò Xx, rispondendo al bacio con altrettanta voglia e passione, poi lui si spostò sotto il lobo dell’orecchio, spostando una mano da dove si trovava e stringendo la presa sui suoi capelli, inclinandole così la testa di lato esponendole il collo… mentre Xx gemeva a labbra socchiuse… e lui risaliva il collo, mordicchiandolo, sorridendo sulla sua pelle, mentre baciava e leccava la linea della mascella.
 
 
La spostò, posizionandosi dietro di lei, prendendole le mani, palmi contro dorsi: le passò sul ventre di lei, cominciando con una mano a risalire sul seno… le infilò una gamba tra le sue, facendole divaricare i piedi, e con la mano libera scese tra le gambe di Xx: aveva ancora la mano sopra la sua e ne guidava i movimenti.
 
 
Xx sentiva il suo desiderio premerle contro la schiena… era terribilmente sensuale ed erotico, quello che stavano facendo. Si girò verso di lui, spingendolo verso il letto, levandogli i boxer: si cercavano con la stessa voglia di sempre, ma i loro corpi erano attraversati da un’energia diversa, nuova.
 
 
 << Visto che ho solo quarantotto ore per farti fare quello che voglio… inizio subito >>, gli sorrise, e anche James ridacchiò, alzando le mani in segno di resa.
 
 
James era sul letto sotto di lei: Xx si girò dandogli la schiena, gli fece piegare un po' le ginocchia e vi infilò sotto, nello spazio creatosi i polpacci. Gli prese le mani e le mise sui suoi fianchi… e lei allungò un braccio indietro, a massaggiare i testicoli con la mano.
 
 
Iniziò a muoversi su di lui, e lui seguiva il tempo che lei imponeva… fino ad arrivare quasi all’orgasmo.
 
 
 << Voglio guardarti negli occhi >>, fece lui, prima di capovolgerla, facendola finire sotto di lui: il respiro di entrambi era affannoso, la loro pelle era calda, le loro mani scivolavano come seta sui loro corpo… James riprese a baciarla, e dovunque andassero, qualunque parte del corpo toccassero, la facevano bruciare, tanta era l’intensità del bacio.
 
 
I respiri si fondevano tra loro, i loro corpi nudi e sudati si legavano e slegavano… i sospiri sommessi di Xx lo facevano impazzire, mentre lui sentiva tutta la potenza di quello che provava per lei: Xx si mordeva il labbro inferiore e sospirava, a causa del corpo di James sopra il suo… e i suoi movimenti decisi la facevano sentire viva e amata… non ne avrebbe mai avuto abbastanza.
 
 
Quasi impiantò le unghie nella schiena di lui, graffiandolo e lasciandogli i segni addosso… e questo non fece che inebriare di più lui.
 
 
Xx allargò le gambe più che poteva, inarcandosi contro di lui: << S-si… James… spingi… più forte… >>, gemette… avvertiva ogni singolo millimetro dell’erezione del fidanzato, che si stava muovendo sempre più veloce dentro di lei: era persa in un baratro di eccitazione allo stato puro…
 
 
La fece voltare ancora, penetrandola da dietro: Xx sentì la sua erezione dura e straordinariamente lunga affondare in lei, centimetro per centimetro, portandola in uno stato di estrema eccitazione. Strinse così più forte il letto sotto di lei, mentre i loro gemiti diventavano quasi vere urla.
 
 
James la girò ancora, quasi brusco nei movimenti, riprendeva a entrare dentro di lei e a baciarla con forza: si muoveva frenetico in lei, con lei, mentre Xx gli avvolgeva le gambe attorno ai fianchi, il sedere rialzato con un cuscino posizionato sotto, e sentiva il martellante bisogno di sentirlo sprofondare sempre di più in lei.
 
 
 << J- James… ohh… >>, Xx gemeva senza contegno, sopraffatta da tutte quelle emozioni e sensazioni: quella loro danza non sembrava voler avere fine… quando entrambi esplosero insieme in un violento orgasmo… appagati.
 
 
Il ragazzo rimase chino su di lei, mentre entrambi cercavano un po' di ossigeno, ansimanti dopo quei baci roventi e l’orgasmo travolgente… ma lui le teneva le dita affondate nei fianchi, e non dava segno di volerla mollare.
 
 
 << M-ma… Jay… non dovevo… decidere io per quarantotto ore? >>, domandò lei sorridente, mentre gli avvolgeva le spalle con le braccia.
 
 
James sorrise: << Si… hai ragione. Ma hai deciso tu… per un po' >>, disse, voltando il viso verso di lei.
 
 
 << Mmm… no, no. Amore, questa me la pagherai >>, gli sorrise, prendendolo ai lati del viso e baciandolo.
 
 
 << Se devo pagarla così… non vedo l’ora >>, disse lui, prima di continuare a baciarla.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 19
*** 48 ore ***


 
 << Mmm… buongiorno >>, sbadigliò Xx, rigirandosi tra le braccia di James, il mattino seguente.
 
 
 << Goodmorning to you >>, fece lui, gli occhi ancora chiusi, ma le braccia ben strette al corpo di lei.
 
 
Rimasero un po' in silenzio, immersi nel profumo della pelle l’uno dell’altra, ripensando a tutto quello che era successo la sera prima… e la notte appena trascorsa: avevano entrambi un gran sorriso in volto.
 
 
 << Sai… serate come quella di ieri dovrebbero essere più frequenti >>, fece lui, spostandole con dolcezza i capelli dagli occhi.
 
 
 << I totally agree >>, gli rispose, poggiandogli la testa sul petto, sopra il suo cuore… arricciandogli i radi peli del petto con un dito.
 
 
Amelia si svegliò, e Xx andò a prenderla e la portò nella stanza sua e di James: erano un paio di sere che provavano a lasciarla lì a dormire.
 
 
 << Buongiorno principessa >>, la salutò Xx, dandole un bacio, cullandola mentre tornava dal ragazzo.
 
 
 << Hi love… felici due mesi >>, fece James prendendo la bimba in braccio, dandole un bacio e mettendola sul letto accanto a lui, e Xx si mise dal lato opposto della bambina, che stava in mezzo ai due genitori e faceva dei gran sorrisi.
 
 
 << Non oso pensare ai miei genitori come facevano con due bambini piccoli! Gestire lei è già difficile… dovrei farglielo sapere e scusarmi per tutte le volte che io e Ollie li abbiamo fatti impazzire >>, sorrise James, guardando la sua bambina, carezzandole la pancia con dei cerchi, mentre lei provava a prendergli un dito della mano, riuscendoci.
 
 
 << Si, per quanto sia tutto sommato buona, non è facile gestire tutto >>, confermò lei, guardandoli entrambi.
 
 
 << Well… le tue quarantotto ore si sono un po' ridotte: cosa posso fare per te oggi? >>, domandò James, a metà tra il serio e il divertito.
 
 
 << Sul serio? Mmm… potresti andare a preparare la colazione, per iniziare >>, gli sorrise lei, baciandolo, sfiorandogli appena le labbra.
 
 
 << Va bene >>, le sorrise, uscendo dalla stanza solo con i boxer e una vecchia maglietta.
 
 
 << Amelia, lascia che la mamma ti sveli un segreto: il tuo papà è l’uomo più gentile e buono del mondo >>, le disse lei, mentre la bambina guardava il padre uscire dalla stanza.
 
 
 
 << Colazione in arrivo >>, sorrise, entrando con il vassoio dopo qualche minuto.
 
 
 << Xx, dove sei? >>, domandò.
 
 
 << Jay, sono in bagno, sto cambiando Amelia… arriviamo subito >>, urlò lei, mettendo la pomata sul sederino della bimba.
 
 
 << Prova a farla addormentare… Non ha fame, aveva solo il pannolino puzzolente >>, gli disse, dandogliela in braccio, mentre lei si sedeva per la colazione.
 
 
James si distese sul letto, posandosi la bambina sopra il petto, la testolina sopra il suo cuore… e bastò quello, unito a qualche canzoncina cantata per farla addormentare.
 
 
Xx prese il cellulare e scattò una foto: era un momento tenerissimo tra padre e figlia.
 
 
 << In questo ti somiglia >>, le sussurrò James, continuando a fare carezze alla bambina.
 
 
 << Mm? >>, fece lei, poggiando anche lei la testa sul suo petto.
 
 
 << Anche a te piace addormentarti con la testa sopra il mio cuore >>, continuò lui, scattando un’altra foto di loro tre così.
 
 
 << Sì… hai ragione >>, ammise.
 
 
 << E pensare… poco meno di un anno fa neanche la volevo… che stupido. Ora non riuscirei a fare a meno di lei… sono molto felice di aver cambiato idea… alla fine >>, le sorrise James.
 
 
 << Anche io sono felice che si sia risolto tutto… non mi immagino una vita senza di lei >>, rispose Xx, baciando la testa della figlia.
 
 
 << Andresti a metterla nella sua culla? >>, gli domandò.
 
 
 << Subito >>, fece lui, tenendo la bambina e alzandosi: aveva imparato in fretta dove mettere le mani, o come fare per cullarla… quando l’aveva presa in braccio la prima volta, un po' goffamente, sembrava una vita fa.
 
 
 << Ehi, amore, ora che vuoi… wow >>, fece lui, rimanendo con la bocca aperta come uno scemo: Xx si era fatta trovare nuda, sul letto, la schiena appoggiata alla testiera…
 
 
 << Dicevi? >>, domandò, sensuale, mentre si accarezzava una gamba con fare provocante, e l’altra la faceva vagare sopra le lenzuola stropicciate.
 
 
 << Eh? Io… cosa? >>, James era nel pallone, e non faceva che guardarla fisso.
 
 
 << Mi sembrava che mi stessi domandando qualcosa… giusto? >>, fece innocente.
 
 
 << I-io…? Eh… sei… you are fantastic >>, balbettò, avvicinandosi.
 
 
 << Sei molto gentile. Vorrei che ora tu ti rimettessi la bella camicia di ieri sera, e andassi a sistemare il tavolo giù… sai, ieri non abbiamo più sparecchiato. Siamo stati distratti da… altro >>, fece lei con un ghigno: voleva farlo cuocere per un po' nel suo brodo.
 
 
James rimase interdetto per un momento, prima che il suo cervello cominciasse ad elaborare quell’informazione.
 
 
 << Oh… s-si. Nessun… problema >>, fece lui, deglutendo, mentre ancora il suo sguardo scorreva su tutto il corpo di lei.
 
 
James si avvicinò al letto per recuperare la sua roba, quando Xx lo tirò per la maglietta, lui si voltò sorpreso e lei lo baciò intensamente, succhiandogli le labbra, facendo irruzione nella sua bocca con la sua lingua, le mani tra i capelli.
 
 
Veloce come era iniziato, quel bacio finì, con un James sempre più interdetto, il respiro irregolare.
 
 
 << Questa è una minima parte della tua… ricompensa, ci vediamo dopo. Io ti aspetto… tutta nuda… anzi >>, fece lei, la voce roca di desiderio: prese la vestaglia della sera prima e se la mise addosso, uscendo dalla stanza seguita da James, si mise comoda distesa sul divano, e si tolse quell’indumento.
 
 
 << Ti aspetto qui… magari con qualche incentivo farai più in fretta >>, fece lei, ammiccando… mentre James rimaneva imbambolato a fissarla.
 
 
 << James… stai bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma… >>, continuò lei spostandosi appena, in modo da poterlo vedere… ed essere vista.
 
 
 << W- what?... Yes… vado a… di là >>, farfugliò, infilandosi la camicia.
 
 
James non ci mise molto a sistemare, e ogni volta che tornava dentro con qualcosa le lanciava un’occhiata di desiderio e sentiva i pantaloni tirare… accidenti a Xx!
 
 
 << Tutto sistemato >>, fece James avvicinandosi al divano, sedendosi sul tavolino che stava di fronte.
 
 
 << Sei stato bravissimo… e molto veloce >>, gli sorrise Xx: lo afferrò per la camicia e lo tirò a sé… sopra di sé, mentre lo guardava, insinuando le mani sotto la camicia.
 
 
 << Merito della ricompensa >>, sorrise James beffardo, senza darle modo di poter dire altro: le circondò la guancia con una mano e ci strofinò sopra il pollice.
 
 
Xx prese fuoco… come ogni volta che lui la toccava, o semplicemente la sfiorava.
Questa volta, però, a stordirla non era solo il contatto così ravvicinato, o quei suoi occhi verdi... di un verde così caldo, chini su di lei… o le labbra di lui, schiuse, a un soffio dalle sue: no… era il profumo della sua pelle. Le invadeva i polmoni a ondate regolari, stordendola, rendendola incapace di pensare.
Sapeva di buono… un profumo unico, che la attraeva come un magnete: e poi odorava ancora della fantastica notte passata insieme.
 
 
James la baciò con irruenza, con forza: reclamava quello che era suo.
Xx non se lo aspettava proprio, e quando James si spostò, l’unica cosa che ancora riuscì a sentire era l’impronta delle labbra di lui che ancora bruciava, lì dove si erano posate.
Lo spinse lungo disteso sul divano, e come un gatto fu sopra di lui, iniziando a sbottonargli la camicia.
 
 
 << Ehi, piano Xx! >>, esclamò, lasciandosi andare alla sua classica risata aperta e contagiosa… di cuore: le accarezzò la guancia che divenne calda al suo tocco… cosa le succedeva quel giorno? Era ipersensibile a lui.
 
 
James poggiò le labbra sul lobo dell’orecchio di lei, cominciando a mordicchiarlo… facendole provare anche un po' di solletico.
Si spostò verso il collo, che cominciò a baciare e succhiare dolcemente: ogni punto sfiorato da quelle labbra ribolliva di piacere.
 
 
Tracciò con la lingua la linea del collo, arrivando al mento, provocandole leggeri sussulti….
 
 
Xx provava a trattenersi, ma James notò l’effetto che le faceva e proseguì in quel modo, spostando la lingua nell’incavo tra il collo e l’orecchio.
 
 
 << Jay… oh… >>, gemette forte, non riuscendo a trattenersi oltre, mentre James si alzava e le faceva poggiare la schiena sui cuscini, tornando a occuparsi delle sue labbra.
La sua mano cominciò a percorrere delicatamente tutto il corpo di lei, posando quella libera su un fianco, mentre la prima, quella che aveva vagato sul corpo di Xx, si insinuava delicatamente tra le sue cosce.
 
 
Xx sentì le sue dita affusolate insinuarsi lentamente nella sua intimità, e un brivido di piacere le percorse la schiena quando il ragazzo cominciò a muoverle al suo interno, affondandole poco alla volta, sempre di più…
 
 
Il respiro e il battito di entrambi accelerarono bruscamente, le loro lingue si intrecciavano e si rincorrevano in una danza di passione, mentre le dita di lui continuavano a farsi delicatamente strada in lei, tra le sue gambe: << James! >>, ansimò Xx più forte di prima, quando lui arrivò a stuzzicarle il clitoride.
 
 
I jeans di James diventavano sempre più stretti, notò Xx con un sorrisetto di trionfo: stava per allungare le sbraccia sbottonandogli i jeans, quando improvvisamente lui si spostò da sopra di lei, e senza dire una parola la prese in braccio, portandola nella loro camera.
 
 
 << Ma che…? >>, cominciò Xx perplessa, ma lui la posò a terra, a fianco del loro letto, le prese il polso e la avvicinò a sé, sfiorandole il naso dolcemente con il proprio.
 
 
 << Ti amo… adoro le tue curve e le tue provocazioni… il tuo modo inconsapevolmente sexy di fare. Sento di poter essere libero di essere come sono con te, senza fingere… e so che tu mi rimarresti accanto, se dovessi averne bisogno, se dovessi cadere. Di te amo tutte le sfumature, da quella dolce a quella focosa, da quella timida a quella sfacciata… e tutto il tuo corpo, naturalmente… >>, le sussurrò all’orecchio.
 
 
Xx chiuse gli occhi e sorridendo felice, pregustando l’attimo prima del bacio: sentiva il respiro di James vicinissimo al suo viso.
Sentì il suo cuore fare le capriole dall’eccitazione: dopo più di due anni e una figlia, ancora sentiva il petto esplodere ogni volta che James incrociava lo sguardo con il suo, complice… o ogni volta che la sfiorava in un certo modo… o le sussurrava qualcosa in tono sensuale.
 
 
 << I love you James… sei… tutto quello che ho sempre cercato in un ragazzo. Sei spaventosamente bello e sexy… hai uno sguardo che scioglierebbe un igloo. Le tue mani… le adoro: mi sento protetta, ma sanno anche regalarti momenti di fuoco e passione… e il tuo essere dolce e comprensivo, contrapposto al tuo lato possessivo… qualche volta rude e un filino arrogante… sei solo mio, e ti amo tanto >>, gli disse Xx. E lui le sorrise, il suo sorriso timido: insinuò la sua lingua lentamente tra le labbra di Xx, prendendole il viso tra le mani… mentre Xx gli circondava il busto, lasciandosi trasportare da quel bacio intenso.
 
 
James la trascinò sul letto, spostando le sue labbra sul collo, carezzandole i fianchi con le dita sinuose, con fare possessivo…
 
 
 << Questo lato possessivo? >>, mugugnò lui, lascivo.
 
 
 << Tra le altre cose… >>gemette Xx, sorridendo: un altro brivido le percorse la schiena… sentire le mani di James che la sfioravano la facevano andare in estasi.
 
 
Lui si spostò sui suoi seni, e Xx sorrise ancora di più tra sé, concentrandosi sul piacere immenso che le procuravano quelle labbra ogni volta che la lambivano.
 
 
 “ Quanto è bella… e dolce, e passionale… e i suoi baci, Dio, mi mandano in estasi… e le sue dita che mi accarezzando… che mi stringono… sono in paradiso. Dove la nasconde tutta questa passione, minuta com’è? Questa ragazza io me la sposo “, pensava James mentre la baciava, ma fu improvvisamente richiamato alla realtà dalle sue mani che gli stavano sfilando i jeans – senza che se ne rendesse conto -, e ora gli sfilava con lentezza i boxer… la camicia sbottonata solo per metà ancora indossata.
 
 
James la attirò tra le sue gambe baciandole il ventre, e lei gli infilò le dita tra i capelli: aveva le guance arrossate.
 
 
 “ La voglio… sotto di me, ora, a gemere per l’orgasmo, a urlare il mio nome… a graffiarmi la schiena “, pensò ancora James, trascinandola sopra di lui sul letto, mentre la stanza si riempiva della loro eccitazione e dei loro gemiti e sospiri… mentre le loro intimità entravano in contatto, sfiorandosi appena, vogliose.
 
 
Xx lo baciò come se fosse una cosa necessaria alla sua sopravvivenza, e lui la ricambiò con la stessa necessità… come se quel bacio fosse tutto per lui.
 
 
Jmaes spinse il corpo minuto Xx in modo che fosse ben distesa sul materasso, mentre lui, sopra di lei, la bloccava con le gambe, il busto ben diritto, mentre la osservava con uno sguardo carico di amore, sfiorandola con le dita dappertutto… come seta che scivola sul corpo.
 
 
Scese a baciarle e mordicchiarle il collo, lasciando il segno del suo passaggio… della sua appartenenza a qualcuno, più precisamente a lui.
 
 
Xx gemette inarcando il corpo sotto quello di lui, con le braccia che salivano in alto ad afferrare i cuscini… e questa reazione di lei lo invitò a scendere ancora più in basso… tra le sue gambe, mentre con le mani le faceva divaricare le cosce.
 
 
Iniziò piano, con la punta della lingua ad assaggiarla: era calda e pronta per lui.
 
 
 << James! >>, urlò, senza riuscire a trattenersi oltre, soffocando un secondo grido contro il cuscino.
 
 
Il ragazzo continuò questa intima, dolce tortura con la lingua… e con calma aggiunse un dito… e poi un secondo… cominciando a muoverle ritmicamente: le sue dita erano perfettamente avvolte… come un guanto che calzava alla perfezione.
 
 
Xx era scossa da spasmi: le gambe si allungarono e irrigidirono, le dita dei piedi si arricciarono… e lei apriva di più le gambe, per dargli maggior accesso: in quel momento, durante l’orgasmo, era alla sua mercè… avrebbe potuto farle qualsiasi cosa.
 
 
James risalì il suo corpo, imperlato da goccioline di sudore, baciandolo… fino ad arrivare alle labbra di lei che lo accolsero con un sorriso, baciandolo con forza, con passione… gemendo su di loro.
 
 
Xx lo tenne stretto a sé per qualche secondo, poi la sua mano scese a cercare l’erezione di lui, iniziando a strofinarla contro di lei, contro la sua apertura.
 
 
 << Sei insaziabile >>, commentò James ridacchiando, parlando dopo un lungo lasso di tempo in cui non si sentirono altro che gemiti e sospiri.
 
 
 << Senti chi parla >>, lo prese in giro Xx, ridacchiando insieme a lui.
 
 
Il fidanzato cominciò a entrare in lei… e Xx si rilassò, sotto le sue spinte, afferrandolo dietro al collo per tenerlo vicino a sé e baciarlo con tutta la passione che aveva.
 
 
James aumentò la velocità: credeva di impazzire dentro di lei, il suo corpo lo avvolgeva e lo copletava… si sentiva come a casa.
 
 
 << Amore… >>, gemette lei sulle sue labbra, mentre con una mano gli carezzava il petto, alzando appena il sedere per andargli incontro.
 
 
 << Xx… >>, quasi urlò lui: non resistette più, ed esplose in un orgasmo potente e totale.
 
 
Lei lo raggiunse pochi secondi dopo, mentre annullava la piccola distanza che li separava, gemendo nell’orecchio di lui, perdendo il controllo del proprio corpo scosso da nuovi brividi e spasmi…
 
 
James le crollò addosso esausto, ma appagato e felice, e Xx gli accarezzò i capelli con dolcezza.
 
 
 << No… resta qui. Mi piace sentire il tuo corpo contro il mio >>, fece Xx bloccandolo, quando provò a spostarsi di lato.
 
 
 << Sono pesante… >>, le sorrise, dandole un lieve, casto bacio a fior di labbra.
 
 
 << Non è vero. Sto bene, così… mi sento protetta… coccolata… felice. Resta qui… ti prego >>, lo implorò, stringendogli le braccia intorno la schiena.
 
 
James sorrise ancora di più, restando sopra di lei a farsi accarezzare, mentre lui cospargeva il viso di lei di teneri baci.
 
 
 << Non posso dire di no, se me lo chiedi così… >>, le rispose, carezzandole il viso con una mano.
 
 
 << Era esattamente quello che speravo >>, gli sorrise, rilassandosi sempre di più sotto il suo dolce peso.
 
 
 << Quello che resta delle prossime quarantotto ore sarà così? >>, le domandò dopo qualche minuto.
 
 
 << Mmm… può darsi. Tu tieniti pronto a tutto >>, ghignò.
 
 
 << io sono sempre pronto per questo! Dovremmo giocare più spesso a poker… e dovrei perdere sempre >>, ridacchiò James.
 
 
 << Non sarebbe una cattiva idea >>, rise Xx.
 
 
Poco dopo sentirono Amelia piangere, e James dovette spostarsi, mentre Xx si infilò il primo vestito che le capitò tra le mani – senza intimo -, notò James, e andò dalla sua bambina.
 
 
 << Non vieni? >>, gli domandò, guardandolo.
 
 
 << Si… ora arrivo >>, le sorrise, continuando a guardarla innamorato.
 
 
 
 
 << Ehi, amore… che fai? >>, domandò Xx a James più tardi, nel pomeriggio, entrando nella stanza che avevano come “ studio “.
 
 
 << I reply to an email… work >>, le rispose, spostando lo sguardo su di lei, e riposandolo poi sul pc.
 
 
 << Travel in sight? >>, gli domandò, massaggiandogli le spalle.
 
 
 << Not now >>, le rispose rilassandosi al suo tocco.
 
 
 << Va bene… ma questa volta, per favore, mi potresti avvisare per tempo? Così mi organizzo con Amelia e il lavoro >>, gli disse, in piedi dietro di lui, baciandogli il collo.
 
 
James parve spiazzato.
 
 
 << La maternità non dura in eterno >>, gli sorrise, leccandogli e mordicchiandogli il lobo dell’orecchio.
 
 
 << Ero così abituato a vederti qui per casa… Facciamo un altro bambino allora, no? Visto che ci vengono così bene… >>, disse James, un po' scherzando e un po' no.
 
 
 << What? >>, domandò Xx, presa alla sprovvista.
 
 
 << Non eri tu che dicevi di volere tanti bambini? E io sono d’accordo! >>, fece lui.
 
 
 << Si… ma non uno dietro l’altro. O meglio… non così tanto uno dietro l’altro. Mi sono appena ripresa dal parto! >>, esclamò.
 
 
 << Ok… però intanto possiamo fare tanta pratica, no? Così ci verranno sempre meglio >>, fece lui furbo, inarcando un sopracciglio.
 
 
 << Tutta la pratica che vogliamo >>, acconsentì Xx.
 
 
James si alzò di scatto dalla sedia, e con una mossa rapidissima le afferrò i polsi facendole fare mezzo giro su sé stessa, imprigionandola tra le sue braccia, premendole la schiena contro il suo petto, coprendole la bocca con una mano, per impedirle di dire qualsiasi cosa: Xx aveva il respiro grosso, il cuore che batteva impazzito.
 
 
Lui posò il viso tra i suoi capelli, inspirando il loro profumo: la mano che le teneva la bocca scese sopra il vestito, lungo il fianco… mentre l’altra mano ancora la teneva per i polsi.
 
 
Arrivò al bordo del vestito, sollevandolo… facendo scivolare la mano lentamente sulla coscia: Xx aveva i brividi…
 
 
 << Questo genere di pratica? >>, le domandò, la voce bassa e profonda.
 
 
Il tocco familiare di James le faceva girare la testa: i muscoli del basso ventre si contrassero in un coagulo di desiderio, mentre la sua mano continuava a risalire tra le sue gambe, fino a che le sue dita non arrivarono , e lui notò che non aveva messo le mutandine: era già umida.
 
 
Xx voltò la testa e James la baciò, muovendosi impunemente sulle sue labbra, mentre una vampata di piacere le salì al cervello, infrangendo ogni possibile resistenza, buon senso… o forza di volontà: era molto difficile, per lei, resistere a quelle mani calde… esperte…
 
 
 << Ti voglio… ti desidero, lo senti? >>, bisbigliò lui.
 
 
Le sfilò il vestito in un unico gesto, e lei gli sfilò la maglietta e i boxer e i pantaloni insieme, gettandoli sul pavimento sopra al suo vestito.
 
 
James le infilò un dito dentro, e Xx gemette sonoramente, chiudendo gli occhi per assaporare quelle sensazioni, la bocca semiaperta.
 
 
 << Guardami >>, ordinò, aggiungendo un secondo e un terzo dito.
 
 
Xx aprì gli occhi e lo guardò, le gambe molli, il corpo in balia di quelle dita che la stavano facendo impazzire: per fortuna che lui la sorreggeva, o sarebbe finita per terra.
 
 
Lentamente stava arrivando l’estasi che lui sapeva regalarle… ma non le bastava: lo spinse per terra, e lei lo seguì, sovrastandolo.
 
 
 << Dimmi un po'… Jamie… chi è che ha vinto ieri sera? >>, gli domandò sensuale.
 
 
James ringhiò: odiava il nomignolo Jamie, e affondò in lei una vola, con foga, fulminandola con lo sguardo.
 
 
 << Yes… I. Perciò conduco io… almeno per questa volta >>, disse, prima di abbassarsi e baciarlo con tutta la passione che aveva: lo graffiò sulla schiena, circondandogli la vita con le gambe, mentre lei si girava, finendo sotto di lui.
 
 
 << Ma… non dovevi… condurre tu? >>, ansimò, ghignando insieme: era grandioso trovarsi avvolto da lei:
 
 
 << Posso farlo anche da qui >>, gli sorrise maliziosa, dando una spinta forte, verso l’alto, con il suo bacino, facendolo affondare completamente in lei, inarcandosi… continuando a baciarlo e toccarlo, pelle contro pelle, assaggiandosi l’un l’altra, leccandosi… baciandosi e mordicchiandosi, mentre lui affondava sempre più dentro, sempre con più impeto.
 
 
I graffi che si facevano tra loro aumentavano con l’aumentare dei loro gemiti e delle loro spinte frenetiche: ancora, ancora e ancora…
 
 
 << Jay! >>, esplose Xx, mentre arrivava all’orgasmo, subito seguita da lui.
 
 
 << Sei sempre bella… ma dopo questi momenti lo sei di più >>, le sorrise lui, baciandole i polsi e sistemandosi al suo fianco, mentre Xx gli appoggiava la testa al petto, afferrando una coperta leggera da sopra la sedia e avvolgendo entrambi.
 
 
 << Anche tu sei molto bello… sempre. Ma… le previsioni meteo hanno chiamato un’ondata di caldo anomalo per quarantotto ore? >>, scherzò lei, rilassandosi vicino a lui.
 
 
 << Si… l’ho sentito anche io, lo hanno detto ieri sera. Sarà solo su alcune zone… e hanno detto che quello che abbiamo sentito fin ora non è niente in confronto a quello che ci aspetta domani… o stanotte, hanno chiamato caldo torrido e afa >>, rispose lui semiserio, stando al gioco.
 
 
 << Mmm… dovremmo chiuderci in casa e chiamare i pompieri, allora >>, gli sorrise, guardandolo per vedere se aveva colto l’allusione, ma se lo fece non lo diede a vedere.
 
 
 
 << Questa sera potresti preparare la cena, che dici? >>, buttò li lei, mentre andava a prendere Amelia che si era svegliata, e stava giocando con uno dei suoi pupazzi, dentro la culla.
 
 
 << Ciao amore di mamma! >>, le sorrise radiosa, prendendola in braccio e dandole un bacino, mentre lo sguardo della bimba andava dalla mamma al papà, regalando loro dei grossi sorrisi.
 
 
 << Chi c’è? Oh… c’è papà qui! >>, fece Xx, voltandosi e vedendo James dietro di lei, che faceva delle facce buffe per far sorridere la sua bambina.
 
 
 << Scusa, cosa dicevi? >>, le domandò poi: Xx era scesa in salotto con la bambina e steso una coperta a terra, l’aveva messa lì, e la stava facendo giocare, facendole anche il solletico, mentre James guardava la scena… felice, non c’erano altre parole per descrivere quello che provava.
 
 
 << Dicevo, potresti pesare tu alla cena, stasera >>, gli rispose, guardandolo, ma lui era impegnato a scrivere qualcosa sul cellulare, e Xx non era molto sicura lo avesse sentito.
 
 
 << James! Mi stai ascoltando? >>, fece più forte.
 
 
 << Cosa? La cena, si… vale anche se la ordino fuori? >>, le sorrise, stendendosi anche lui insieme a loro sulla coperta, giocando con la bambina.
 
 
 << Sarebbe carino la preparassi tu… io e Amelia ti diremo cosa fare >>.
 
 
 << Va bene allora… prepara la lista della spesa allora, vado a prendere l’occorrente e poi quando torno ci mettiamo a cucinare insieme… che ne dici Amelia? >>, fece lui, così Xx andò a prendere carta e penna per scrivere cosa doveva comperare.
 
 
 << D’accordo… vado e torno, a dopo >>, le disse, dandole un bacio a fior di labbra, e dando un bacio anche alla sua bambina.
 
 
 
 
 << Non male la cena, chef >>, si complimentò Xx, Amelia nella carrozzina vicino a loro.
 
 
 << Merito delle mie due aiuto cuoche, che mi davano istruzioni >>, rispose, sorridendo a entrambe, carezzando Amelia sulla pancia, da sopra la tutina che indossava.
 
 
 << Si… può darsi >>, ridacchiò.
 
 
Dopo cena James sparecchiò la tavola, e Xx andò nella sua camera con Amelia, la posò a letto e cominciò a leggerle una favola, mentre Amelia la guardava, mangiandosi una manina, e facendo dei piccoli gorgoglii, muovendo le piccole gambe.
 
 
 << Dov’è l’incendio? >>, esordì James, entrando nella camera con indosso un paio di pantaloni da vigile del fuoco, le bretelle – senza maglietta -, e il caschetto.
 
 
Xx strabuzzò gli occhi, rimanendo con la bocca aperta a guardarlo: allora l’aveva sentita! Amelia guardò il padre sorridendo, muovendo braccia e gambe nella sua direzione.
 
 
 << Oh, qui abbiamo due belle ragazze in difficoltà da salvare >>, continuò, entrando nella stanza, prendendo Amelia in braccio e mettendola nella carrozzina, tornando da Xx, che aveva ancora la bocca aperta, e baciandola.
 
 
 << Oh, è proprio qui l’incendio da domare >>, disse, ma lei provò a spostarsi.
 
 
 << N- no James… c’è Amelia sveglia qui… >>, fece a disagio.
 
 
 << Tu mi dici no… ma il tuo corpo mi dice un’altra cosa… e Amelia è troppo piccola, non si ricorderà un bel niente >>.
 
 
 << Si, ma… >>, provò a opporsi ancora.
 
 
 << Niente ma. L’ho letto anche su quel sito che mi hai consigliato tu, tanti neo genitori come noi hanno dei rapporti con i neonati nella culla a fianco al letto >>.
 
 
 << SI, ma… almeno possiamo portare la carrozzina nella sua stanzetta? Io mi sentirei a disagio >> insistè Xx, non troppo convinta.
 
 
 << Ok, ci penso io >>, fece James, spostando la carrozzina, notando che Amelia si era addormentata.
 
 
 << Oh mio Dio, aiuto pompiere! Sto andando a fuoco! Sento bruciare! >>, fece lei, non appena lo vide apparire dalla porta.
 
 
James le posò le mani sulle spalle: << Non si preoccupi… me ne occupo io >>, fece con una voce di velluto.
 
 
Il contatto della pelle di James con la sua era insostenibile, per Xx: il tocco di lui si espandeva lungo le sue braccia, arrivando fin sotto la sua pelle, surriscaldandola… nessuno l’aveva mai toccata come faceva lui.
 
 
Xx lo guardò negli occhi, e un brivido le percorse la schiena, un’improvvisa voglia di calore che le percorse le viscere, arrendevole.
 
 
James le afferrò il mento, catturandole le labbra, baciandola, e Xx gli sfiorò le guance con mani esitanti, facendo scorrere le dita sulla poca barba pungente che aveva.
 
 
 << Cosa dovrei fare… signore? >>, gli domandò lei impotente davanti a lui.
 
 
 << Devi arrenderti a quello che vuoi >>, le sussurrò, mentre le mani di Xx cercavano i capelli, sotto il casco.
 
 
Il loro desiderio stava bruciando: le lingue si cercarono, consumandosi a vicenda, e i loro respiri affannosi si fusero in un tutt’uno.
 
 
James infilò le mani sotto la corta camicia da notte in raso che portava, che passarono rapide sui suoi fianchi fino a scivolare sul suo sedere, stringendolo rapaci: nei suoi occhi una scintilla pericolosa.
 
 
La alzò, sbattendola contro il muro, schiacciandola con il suo corpo… e Xx sentì la sua erezione: era gonfia di voglia… e lui era pronto a liberarla.
 
 
Le prese i polsi, portandoglieli in alto, sopra la testa, mentre con la mano libera affondava un dito in lei, spostando le mutandine: lo sentiva esplorare in profondità, e a ogni suo tocco la pelle le cedeva, aprendosi al passaggio di quella mano familiare ed esperta.
 
 
Xx si lasciò sfuggire un gemito, poi liberò una sola mano dalla sua stretta, e gliela infilò dentro i pantaloni e i boxer, afferrando l’erezione, iniziando a muovere la mano su e giù, sfiorando delicatamente la punta… mentre abbassava la testa, fino a trovare un suo capezzolo e baciarlo… succhiarlo…
 
 
 << Tu mi vuoi, Xx… lo sento >>, sussurrò all’improvviso.
 
 
 << E tu vuoi me >>, fece lei: la voce di Xx lo inebriò, inondandolo di calore, mentre gli occhi di lei, il suo sguardo… lo inchiodavano dov’era; il desiderio di entrambi entrò in circolo nei loro corpi, invadendo ogni loro centimetro.
 
 
Xx intanto continuava a torturarlo con le mani, stringendogli i testicoli, e lui era arrivato quasi all’orgasmo quando all’improvviso spostò una mano da dentro di lei, sbottonandosi e abbassandosi i pantaloni e i boxer, slacciando le bretelle, e si mise tra le gambe di Xx, che ancora aveva un braccio bloccato dalla sua stretta.
 
 
La bocca di James invase la sua, insaziabile, con la mano libera gli prese la mano che aveva liberato, e la portò sopra la sua testa, insieme all’altra, e con la mano strinse più forte la presa sui polsi: le faceva quasi male, quasi conficcandogli le unghie nella pelle.
 
 
Senza che Xx potesse controllarsi, i suoi fianchi andavano incontro a lui: James era dappertutto, sulla sua pelle, sul suo cuore… le toglieva il respiro, la divorava con la lingua e con le mani, e il suo corpo gli rispondeva avvolgendolo.
 
 
 << Ti voglio dentro di me. Così, spietato e brutale… voglio che sprofondi in me >>, gli disse, guardandolo dritto negli occhi… e lui la guardò, con quello sguardo dolce ma carico di passione che la disarmava sempre.
 
 
James non rispose, sorrise, e con un’unica, rude spinta la riempì: Xx lo sentiva, sentiva ogni centimetro di lui, la sua pelle scorrerle dentro… era inebriata, e il suo profumo intenso, il profumo della sua pelle, arrivava forte e chiaro alle sue narici.
 
 
 << Jay… Dio… si… >>, biascicò, il respiro già spezzato.
 
 
 << Xx… oh… >>, rantolò lui.
 
 
 << Io eseguo quello che mi dici >>, sorrise, baciandole l’angolo della bocca, spingendo ancora e ancora dentro di lei, che aveva le gambe molli, e stava in piedi solo perché lui la teneva schiacciata al muro con il suo corpo: gli occhi di James erano così accesi che quasi bruciavano sulla sua pelle, e poi… un orgasmo duro, violento per entrambi esplose in loro, nei loro corpi… fino a che non barcollarono sul letto, le gambe che a malapena resistevano in piedi.
 
 
 << Jay… wow. Incendio domato >>, gli sorrise dopo un po', mentre era sdraiata su di lui e lo guardava, riprendendosi, il respiro ancora pesante.
 
 
 << Wow… >>, sorrise, togliendosi il casco da pompiere e mettendolo a Xx.
 
 
 
Era notte fonda, quando Xx si svegliò di soprassalto, agitata e sudata.
 
 
 << Jay… James, svegliati! >>, lo scrollò, tentando di svegliarlo.
 
 
 << Mm… che succede? >>, biascicò assonnato, steso a pancia in giù.
 
 
 << Ho fatto un sogno bruttissimo… aspetta >>, fece nervosa, la voce che tremava di paura, alzandosi dal letto per andare a controllare Amelia.
 
 
 << Xx! Dove vai? >>, fece James, alzandosi e crollando di nuovo sul letto.
 
 
Xx tornò con la bambina in braccio, tutta agitata, mettendola nel letto in mezzo a loro: Amelia carezzo le guance del papà, sorridendo.
 
 
 << Ha qualcosa che non va? >>, si preoccupò James, alzandosi subito.
 
 
 << No… sta bene, grazie al cielo. Ho… James, ho fatto un sogno orribile. Ho fatto degli incubi con bambini neonati che avevano metà testa, o la testa schiacciata… o metà cervello a causa di una qualche malattia. Ho ben impressi i loro visi nella mia mente >>, disse con un filino di voce, quasi tremando.
 
 
 << Amore… era solo un incubo. La nostra bella bambina sta benissimo, sana come un pesce >>, la rassicurò, stringendo entrambe in un abbraccio, baciandole la testa, tra i capelli.
 
 
 << Si… ma mi sono spaventata a morte >>, borbottò.
 
 
 << Lo immagino… mi dispiace. Vieni qui >>, le disse, facendola sedere sulle sue gambe, prendendo in braccio Amelia, cullandola.
 
 
 << Va un po' meglio? >>, le domandò dolcemente dopo un po'.
 
 
 << Si… scusa, sono stata una stupida >>, gli rispose, la testa appoggiata alla sua spalla.
 
 
 << Non è vero. Ora poi sei una mamma… sei più sensibile a queste cose. Non ti preoccupare >>, le sorrise, dandole un tenero bacio.
 
 
 << Già… la riporto nella sua culla >>, fece lei, alzandosi.
 
 
 << No… aspetta. Può dormire qui, per stanotte… e probabilmente tra poco dovresti andare a prenderla per allattarla >>, le disse, prendendola, strofinando il naso con quello di Amelia, che sorrise, facendo dei gorgoglii, prendendogli le orecchie con le manine.
 
 
 << Siete bellissimi da vedere insieme >>, sorrise lei, più tranquilla rispetto a poco prima.
 
 
 << In tre lo siamo di più >>, affermò, sdraiandosi di nuovo sul letto, facendo un po’ di solletico alla bimba, che fece dei gran sorrisi.
 
 
 << Buonanotte James… e buonanotte anche ad Amelia >>, sorrise, dando un bacio a entrambi.
 
 
 << Buonanotte a te amore… e buonanotte Amelia. Guarda di non abituarti troppo bene, a dormire nel lettone di mamma e papà >>, fece James, prima di addormentarsi felice, con due delle persone che amava di più al mondo accanto a lui… le sue ragazze.
 
 
 
 
Era pomeriggio inoltrato, il giorno successivo, e le quarantotto ore stavano per finire: Xx se ne stava comodamente stesa sul letto, a pancia in giù, intenta a leggere un giallo, posato sui cuscini, mentre James stava pulendo il bagno ( Xx aveva usufruito abbastanza delle sue quarantotto ore di ordini a cui lui doveva obbedire ).
 
 
James entrò e si stese accanto a lei.
 
 
 << Hai finito? >>, gli domandò, senza staccare gli occhi dal libro.
 
 
 << Finito >>, rispose, sfiorandole un ciuffo di capelli.
 
 
 << Hai intenzione di distrarmi, così non ti darò altro da fare? >>, domandò sarcastica, continuando a leggere.
 
 
 << Può darsi >>, rispose lui, enigmatico: quel giorno non era andato bene come il precedente, gli aveva fatto fare un sacco di lavori in casa e in giardino.
 
 
 << Non funzionerà >>, fece sicura.
 
 
 << Perché non dovrebbe? Molte ragazze vorrebbero passare del tempo con me: sono molto bello… sexy, seducente, affascinante… >>, disse, cercando di non scoppiare a ridere.
 
 
 << Aggiungi anche modesto >>.
 
 
 << Un focoso amante >>, continuò, come se non l’avesse interrotto.
 
 
 << Ti stai decantando lodi da solo. Forse dovremmo chiedere qualche conferma >>, lo prese in giro lei, stando al gioco.
 
 
 << Va bene. Ti assicuro che chiuderai il libro entro qualche minuto. La tua attenzione sarà diretta altrove >>, ghignò.
 
 
 << Se vuoi perdere anche questa scommessa, fai pure. È un libro piuttosto interessante, e sto per scoprire chi è l’assassino >>, rispose lei.
 
 
 << Vedremo >>, fece lui, ma con la coda dell’occhio Xx vide spuntare sul viso di James un sorrisetto che non prometteva nulla di buono… così tornò a leggere, provando a ignorarlo.
 
 
Lui le toccò lievemente la schiena, e lei sentì un brivido attraversarla, quando le dita di lui sfiorarono una parte di schiena scoperta… le dita di lui erano tiepide.
 
 
 << Non funziona >>, gli disse… ma in realtà funzionava eccome.
 
 
 << È solo l’inizio… >>, rispose pungente: si era messo comodo su un lato, una mano sulla schiena di lei, sotto la camicietta che indossava.
 
 
 << Solo qualche minuto e quel libro finirà per terra >>, sussurrò all’orecchio di Xx, baciandole il lobo, e poi mordicchiandolo.
 
 
 << Non ci conterei troppo >>, disse orgogliosa, sfoggiando una sicurezza che non aveva affatto.
 
 
 James sorrise, notando l’incertezza nella voce di lei: << Se ne sei così sicura… >>, iniziò, baciandole il collo…
   << Continua a leggere… io continuo qui… >>, la sfidò, la voce sensuale e vellutata, mordendole il collo, e poi baciandolo.
 
 
Xx lesse per la quarta volta la stessa frase, non capendone neanche il senso: vedeva solo parole messe a casaccio una di seguito all’altra.
 
 
James risalì con le mani la schiena di lei, sotto la camicetta, fino ad arrivare al gancetto del reggiseno, dove si bloccò.
 
 
 << Ormai qualche minuto è passato… io sto ancora leggendo >>, lo provocò.
 
 
 << Non è proprio comoda come posizione >>, borbottò lui.
 
 
 << Vuoi che ti renda le cose più facili? >>, gli domandò sarcastica, guardandolo.
 
 
 << Non prendermi in giro… non ti conviene provocarmi >>, fece lui, mettendole una mano dietro la nuca, spingendola a sé, baciandola: insinuò la lingua tra le sue labbra socchiuse, accarezzandole il palato… mordendole il labbro, riprendendo a baciarla… era deciso a farla cedere a tutti i costi.
 
 
La mano che aveva avvicinato la nuca di Xx scese sulla sua vita, e scivolò sotto di lei, sulla pancia: con una piccola pressione si trovò la schiena di lei contro il suo petto.
 
 
James interruppe il bacio, spostandosi sul collo di lei: Xx scosse la testa, riprendendo a leggere.
 
 
 “ James si sta dando da fare per distrarmi, lo ammetto… ma non gli lascerò vincere facilmente “, pensò.
 
 
Lui continuava a carezzarle la pancia, con la mano che era lì, mentre la baciava sul collo senza sosta... e cominciò poi a sbottonarle la camicetta, bottone per bottone… e a Xx ci volle tutta la forza di volontà che aveva per reprimere un sospiro, rileggendo la stessa riga per la nona volta… rinunciando e girando pagina: lo sentì ridere con le labbra sulla sua pelle.
 
 
 << Arrenditi… quel libro finirà a terra >>.
 
 
James finì di aprirle la camicetta, guardandola di sottecchi: aveva il reggiseno che lui le aveva regalato pochi giorni prima, insieme a un paio di mutandine sexy… il completo era semitrasparente.
 
 
Xx fece un sorrisetto: lo aveva lasciato a bocca aperta.
 
 
James si riprese e scosse la testa divertito, mentre una mano le stringeva il seno, da sopra il reggiseno… carezzandolo e baciandolo, da sopra la stoffa.
 
 
Xx non aveva intenzione di cedere così facilmente, e spostò il libro, in modo da poter continuare a leggere… ma si tradì quando le sfuggì un gemito sommesso: James le aveva appena abbassato la coppa del reggiseno, iniziando a baciarla e mordicchiarla, prima di prenderle il capezzolo, già turgido, tra le labbra e succhiarlo.
 
 
Il ragazzo cominciò a tormentare anche l’altro seno, scendendo con le mani a carezzarle la pancia, sempre più giù, fino ad arrivare ai jeans, che sbottonò rapidamente: la ammirò nella sua bellezza.
 
 
 << Il viola ti dona molto >>, le disse, contemplando il completo intimo.
 
 
 << Grazie. Hai scelto bene… e poi è sempre utile avere un completo in più, no? >>, rispose lei, arrossendo sotto il suo sguardo.
 
 
 << Si... ma fidati di me, tra poco sarà inutile… e fastidioso >>, ghignò.
 
 
 << Non ci contare troppo >>, lo sfidò lei.
 
 
James inarcò un sopracciglio, e si insinuò con le dita della mano, in modo quasi febbrile, sotto la stoffa delle mutandine, trovandola già bagnata.
 
 
 << Oh… credo che qualcuno stia mentendo. Tu potrai anche raccontare cavolate… ma il tuo corpo non mente… e ti tradisce >>, fece soddisfatto, con aria di trionfo.
 
 
Entrò con due dita dentro di lei, che sussultò, stringendo ancora di più la copertina del libro tra le mani, fino a quando le nocche non diventarono bianche.
 
 
 << Rilassati. Continua a leggere… >>, la prese in giro lui, muovendo le due dita di nuovo, stavolta più a fondo.
 
 
Xx si inarcò un po’, istintivamente, piegando una gamba a lato, per lasciargli più spazio: si stava mordendo le labbra pur di non gemere e dargli soddisfazione.
 
 
 << Xx… Xx… >>, cantilenò lui, con una tale dose di passione e di erotismo nella voce, che si stupì di non essere arrivata all’orgasmo solo sentendolo pronunciare il suo nome.
 
 
La ragazza aveva il respiro frenetico, il petto si alzava e abbassava velocemente, e stava ora stringendo le gambe, in modo da bloccarlo con le dita lì.
 
 
 << Xx… lasciati andare… >>, continuò lui sensuale.
 
 
 << Sto… leggendo… >>, continuò lei.
 
 
 << Mmh… Se mi fai il riassunto ti credo e ti lascio subito in pace >>, fece, scoppiando a ridere, avvicinandosi di più a lei, muovendo le dita senza sosta, sentendola ormai vicina all’orgasmo… e notando il suo impegno a non cedere, in quel momento.
 
 
James si abbassò su di lei, sfiorandole il collo con le labbra, respirando sulla sua pelle, salendo poi a baciarla, giocando con la lingua, riuscendo a strapparle un gemito… le dita che ancora lavoravano.
 
 
Xx aveva il respiro sempre più affannoso, le guance rosse, il corpo che era tutto un tremito: James si allontanò un po’, per lasciarle spazio, ma lei rinunciò ai suoi tentativi di resistenza, lasciando andare il libro sopra i cuscini del letto, allungando le braccia verso di lui… accarezzandolo sulle braccia muscolose e sul viso, tirandolo giù, verso di lei, per baciarlo sulla bocca.
 
 
 << Mi sembra che qualcuno abbia lasciato il libro >>, ghignò soddisfatto.
 
 
 << Stai zitto… e baciami >>, fece lei, afferrando il bordo della maglietta, tirandola verso l’alto per levarla di mezzo, e abbassandogli la cerniera dei jeans, notando soddisfatta l’erezione che premeva nei boxer.
 
 
James la tirò su, facendola sedere, facendole scivolare via la camicetta e sganciando il reggiseno, mentre le sfiorava le braccia con le mani grandi: la fece stendere, tirando via in un unico gesto impaziente i jeans e le mutandine insieme.
 
 
Xx era nuda sotto di lui: stava tremando sotto il suo sguardo… e allungò le mani, sfiorando con una l’erezione da sopra i boxer, e con la seconda gli prese un fianco, stringendolo.
 
 
James gemette, e lei approfittò del fatto che lui era “ distratto “, per ribaltare le posizioni: lo spinse con la schiena sul materasso, e si sedette sul suo addome, chinandosi a baciargli il petto.
 
 
Il ragazzo portò le mani tra i capelli di lei, prendendole il viso e portandolo di fronte il suo, baciandola con passione, in un gioco di lingue ormai familiare tra loro… respirando l’uno sulla bocca dell’altra.
 
 
Lei si staccò dal bacio, scendendo a baciargli ancora il petto, mentre con le mani gli sfilava prima i pantaloni e poi i boxer, sfiorandogli l’erezione senza più intralci: scendendo a baciarla e leccarla lungo la sua lunghezza… prendendola in bocca, su e giù, due, tre colte… facendolo gemere sonoramente, leccandogli prima un testicolo e poi l’altro, lentamente…
 
 
 << Resta così >>, gli sussurrò, poggiandogli le mani aperte sul petto, guardandolo.
 
 
 << Dove vuoi che vada? >>, gemette, molto eccitato, la voce roca super sexy, e Xx sorrise, dondolando sopra di lui.
 
 
Si alzò un poco da sopra lui, lasciandosi penetrare completamente… e i loro respiri si bloccarono: lei era stretta e calda… e gli calzava perfettamente, come un guanto.
 
 
Le mani di lui corsero sui suoi fianchi, stringendoli fin quasi piantargli le unghie nella carne… scendendo poi sul sedere, stringendolo fino a farlo diventare rosso.
 
 
Cominciarono a muoversi insieme; Xx lenta e decisa, mentre James la stringeva deciso al suo petto, baciandola con forza, con languidi baci, altrimenti avrebbe gridato di piacere.
 
 
Con un colpo di reni cambiò le posizioni, trascinandola sotto di sé, allargandole quasi con forza le cosce, entrandole dentro ancora più a fondo, mentre lei lo stringeva a sé, inarcandosi contro di lui, lasciandogli i segni dei graffi sulle spalle e sulla schiena.
 
 
 << Jay… J- James… >>, sospirò con forza, il corpo in fiamme, avvolto da lui.
 
 
 << Xx… God… Xx… >>, gemette lui, tra un bacio focoso e un altro, non staccandosi mai del tutto da lei, circondandola con le sue braccia.
 
 
Xx gli mise le mani dietro il collo, portandole poi tra i suoi capelli sudati, scompigliandoli tutti, mentre lui era sceso a baciarle un seno, poi l’altro, tirandogli i capezzoli con le labbra… mentre dava spinte decise e poderose, affondando dentro di lei con vigore crescente… ancora… ancora e ancora.
 
 
 << Xx… Xx… >>, stava gemendo, non riuscendo a dire altro, come se da lei dipendesse il suo mondo: i loro respiri erano ormai sincronizzati, e non riuscivano a trattenere i gemiti, persi in un vortice di lussuria tutto loro.
 
 
I baci si facevano sempre più passionali, e James raccoglieva con le labbra e con la punta della lingua le goccioline di sudore sul corpo di Xx…
 
 
Lei gli prese la testa tra le mani, spostandogli i capelli dalla fronte sudata, baciandolo, mordendogli le labbra, quasi ansimando…
 
 
Si guardarono negli occhi, baciandosi, stringendosi tra loro, i corpi uniti quasi in un tutt’uno, aggrovigliati insieme in un mare di passione: James affondava sempre di più in lei, centimetro dopo centimetro, annullando qualsiasi distanza tra loro, e lei lo accoglieva, facendogli spazio, aprendo le gambe sempre di più, gemendo sulla sua bocca… mentre lui le sollevava appena il sedere per avere un accesso ancora maggiore…
 
 
La stanza era piena di loro, dei loro gemiti, del calore che sprigionavano, del loro amore… i corpi sudati, quasi appiccicati l’uno all’altro: Xx si inarcò, al limite, stremata, sollevandosi dal materasso, e così facendo offrì il seno a lui, che prese a baciare e accarezzare con una mano, mentre l’altra era alla base della schiena di Xx, per sorreggerla…
 
 
I muscoli di James si stavano irrigidendo, e Xx sentiva il suo corpo scosso da forti spasmi, e arrivò per entrambi l’orgasmo totale, quasi violento, che li invase entrambi, travolgendoli, lasciandoli senza forze…
 
 
Poco dopo, quando si furono un po’ ripresi, si sdraiarono, ancora nudi, l’una a fianco all’altro, su un fianco, stretti vicini, baciandosi: ma questi baci non avevano nulla a che fare con quelli focosi e passionali di prima: erano teneri e romantici.
 
 
I due si stavano sorridendo, complici… felici: avevano le rispettive mani sinistre strette tra loro, e sugli anulari di entrambi spiccava la fedina che si erano regalati molti mesi prima… e James baciò quella di lei, che baciò quella di lui.
 
 
James posò lo sguardo sul libro dimenticato tra i cuscini: << Alla fine hai lasciato il libro >>, disse piuttosto soddisfatto.
 
 
 << Si… ma tu ti vantavi che sarebbe finito a terra. Invece è in mezzo ai cuscini del letto >>, rise sulle labbra di lui.
 
 
 << Pignola >>, borbottò lui, dandole un casto bacio.
 
 
 << Sarà meglio vestirsi… >>, fece lui, staccandosi di malavoglia… ma Xx lo trattenne: non aveva voglia di lasciarlo andare da nessuna parte.
 
 
James sorrise a quel gesto e la trascinò sopra il suo petto, avvolgendola con le sue forti braccia, mentre lei aveva il mento appoggiato al suo sterno, le mani ai lati del viso.
 
 
 << Se restassimo qui… così? Diciamo per tutta la vita… potremmo vivere qui dentro con Amelia >>, gli sorrise dolce, baciandogli il petto.
 
 
 << Non sarebbe una cattiva idea, sai? >>, sorrise lui, baciandole la tempia.
 
 
Il ragazzo vide il completo intimo di lei incastrato tra la testiera e il materasso, e lo recuperò, facendoglielo penzolare davanti agli occhi: << Te l’ho detto che alla fine sarebbe stato inutile >>, ghignò.
 
 
  << Si, si, complimenti >>, rispose lei, alzando gli occhi al cielo, riprendendoselo: appoggiò la testa al suo petto, l’orecchio sopra al cuore, che ancora batteva veloce.
 
 
Si alzarono dopo qualche minuto, iniziando a raccattare i loro vestiti sparsi in giro per la stanza, e ogni volta che incrociavano gli sguardi si sorridevano timidi… nonostante tutto quello che era successo… nonostante come si erano appena visti.
 
 
 << I love you… >>, le disse James, con quel suo sorriso timido e quelle fossette che la facevano impazzire.
 
 
 << I love you too… ma devi lo stesso darmi una mano con la cena >>, gli disse allegra, e James scoppiò a ridere, uscendo dalla stanza.

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Capitolo 20
*** Le cose da non dire ***


 << Oh, guarda qui chi c’è! My beautiful niece! >>, esclamò Oliver, quando James, Xx e Amelia uscirono dall’aeroporto: erano andati a Birmingham per qualche giorno, a trovare la famiglia di lui.
 
 
 << I am also happy to see you, fratellone >>, commentò James sarcastico, dandogli una pacca sulle spalle.
 
 
 << Yes, yes, me too >>, lo liquidò Oliver, avvicinandosi alla nipotina, facendole un gran sorriso, toccandole la punta del naso con un dito, facendola sorridere… poi si girò verso il fratello e lo abbracciò.
 
 
 << You really belived that I would have greeted so? >>, gli domandò allegro.
 
 
 << For a second >>, gli sorrise James.
 
 
 << Hi Oliver >>, lo salutò anche Xx, quando si allontanò dal fratello.
 
 
 << Hi Xx! I find you very well >>, le sorrise abbracciandola.
 
 
 << Thanks. Also you’re okay. Ti trovo… non so, diverso… >>, gli disse dopo averlo osservato bene.
 
 
 << Yes? Beh, andiamo a casa, così staremo comodi e potremmo raccontarci tutto. Vi stanno aspettando tutti, specie la star  del momento >>, sorrise guardando Amelia, che lo guardava incuriosita.
 
 
 << I can? >>, domandò Oliver, indicando l’ovetto dove stava Amelia.
 
 
 << Certo >>, gli rispose James, passandoglielo, mentre Oliver li precedeva alla macchina.
 
 
Li aveva a casa dei genitori, , e ad aspettarli c’erano Katy e i signori Phelps, che li salutarono abbracciandoli.
 
 
 << Oh, Amelia has grown so much! >>, fece la signora Phelps, prendendo in braccio la nipote.
 
 
 << She is very, very beautiful >>, commentò il signor Phelps poco dopo, mentre aveva la piccola in braccio.
 
 
 << E sta bene, si? >>, domandò loro Susan.
 
 
 << Si… ha avuto qualche colichetta, ma la pediatra ha detto che è normale. Sta benissimo… ed è molti vispa, per una bambina di poco più di due mesi >>, rispose Xx fiera.
 
 
  << E voi come state ragazzi? >>, chiese il signor Phelps.
 
 
 << Well, dad. We’re a little tired, let’s take some time for us >>, fece James.
 
 
 
 << This is important, good >>, approve la signora Phelps.
 
 
Amelia intanto era arrivata in braccio allo zio Oliver e tentava di prendergli con le sue manine paffute il naso, e lui la faceva ridere… o qualcosa di simile.
 
 
 << Questo pupazzo le piace proprio >>, commentò Katy, guardando e facendo il solletico alla bimba, che carezzava con una mano il pupazzo a forma di coniglietto giallo che Oliver le aveva regalato.
 
 
 << Si, è uno dei suoi preferiti >>, sorrise James, che notò il fratello e Katy scambiarsi uno sguardo strano… la lasciò correre.
 
 
Oliver a un certo punto fece una faccia strana: << Cos’è questa puzza? >>, domandò con una smorfia.
 
 
 << Solo Amelia che ha fatto i bisogni. Signora Phelps, posso…? >>, cominciò Xx.
 
 
 << Certo, vieni. Andiamo in bagno, lì è più caldo >>, disse Susan, facendole strada.
 
 
 << Mia nipote è così puzzolente? >>, domandò Oliver, e Katy gli tirò subito una gomitata.
 
 
 << Ehi! Stai parlando di mia figlia. Tu credevi di fare i bisogni profumati? >>, domandò retorico James.
 
 
 << Calmati. I was joking >>, si difese Oliver, alzando le mani in segno di resa.
 
 
 << Yes… soorry, i’m tired. Ho esagerato >>, fece James, rendendosi conto di aver ingigantito la questione.
 
 
 << Perché tu e la tua famiglia non andate a casa a sistemarvi e riposare un po’? Cos’ sarete pronti e freschi per la cena di stasera… ci saranno tutti, compresi i vostri nonni >>, suggerì Katy.
 
 
 << Si… forse è meglio, Amelia deve anche mangiare. Ci vediamo più tardi, ok? Così potete stare un po’ con lei… e poi dobbiamo anche parlare del suo battesimo >>, disse James.
 
 
 << Certo, abbiamo tutto il tempo, starete qui per un po’ di giorni >>, annuì Oliver.
 
 
 << Se volete potete riposarvi un po’ nella vecchia stanza tua e di tuo fratello… guardiamo noi Amelia, intanto >>, propose il signor Phelps.
 
 
 << Thanks dad, ma dobbiamo disfare anche le valigie. Sicuramente approfitteremo di voi nei prossimi giorni, però >>, sorrise James, e tutti nella stanza ridacchiarono.
 
 
 << Why are you laughing? >>, domandò la signora Phelps, rientrando.
 
 
 << Anything >>, rispose Oliver, ancora sorridente.
 
 
 << Xx mi ha lasciata cambiare il pannolino di Amelia. Era dai tempi di Oliver e James che non ne cambiavo uno! >>, fece allegra Susan, mentre i due fratelli arrossivano.
 
 
 << A proposito: vorrei scusarmi con voi, mamma e papà. È già difficile occuparsi di una sola bambina, della casa e del resto… non oso pensare con due bambini piccoli insieme… non deve essere stato facile. Quindi scusate per i danni fatti… e per le volte che vi abbiamo fatto impazzire >>, disse James, e Oliver annuì.
 
 
 << Oh… thanks >>, rispose la madre, colta alla sprovvista.
 
 
 << Beh… ci vediamo più tardi. Oliver? Potresti accompagnarci a casa…? Altrimenti chiamo un taxi >>, domandò James.
 
 
 << No, vi accompagniamo io e Katy. CI vediamo stasera >>, salutò Oliver, e uscirono tutti e cinque.
 
 
 << Jay… Xx… devo dirvi una cosa. Voglio che siate i primi a saperlo… Amelia avrà presto un cuginetto, o una cuginetta… Katy è incinta! >>, fece euforico, e Katy annuì radiosa.
 
 
 << Ollie… it’s fantastic! I’m  very happy for you! >>, esclamò James entusiasta, abbracciando prima il fratello e poi la cognata.
 
 
 << Si! È meraviglioso! Congratulazioni ragazzi! >>, si congratulò Xx felice, abbracciando forte entrambi, posando una mano sulla pancia di Katy.
 
 
 << Di quanto sei? >>, le domandò.
 
 
 << Un mese e mezzo oggi. Io avrei aspettato ancora per dirlo, mi sembra presto… ma Ollie non riusciva più a trattenersi, doveva dirlo a qualcuno! >>, sorrise lei.
 
 
 << Hai avuto nausee o altri disturbi? >>, domandò Xx.
 
 
 << Negli ultimi giorni ho qualche nausea, e mi sento sottosopra… ma per il resto sto bene >>, le rispose.
 
 
 << Alla fine non ti è servito il mio schema, eh? >>, bisbigliò Xx a Oliver, alludendo a una vecchia conversazione di alcuni mesi prima: il ragazzo afferrò il senso, e scoppiò a ridere, scuotendo la testa:  << No, conosco bene come funziona e cosa devo fare >>, ridacchiò ancora.
 
 
Katy e James li guardarono interdetti per qualche secondo, poi il ragazzo si rivolse alla figlia: << Hai sentito Amelia? Presto avrai compagnia… ragazzi, sono veramente felice per  voi! >>, disse allegro, prendendo in braccio la figlia.
 
 
 << Grazie… al momento siete gli unici a saperlo >>, fece Oliver orgoglioso, abbracciando Katy.
 
 
 << Ok, allora non diremo niente >>, assicurò Xx, che non riusciva a smettere di abbracciare entrambi… e anche Amelia, ancora in braccio al padre, guardava gli zii e sorrideva; così Katy la prese in braccio radiosa, cullandola un po’… forse pensando al momento in cui avrebbe tenuto in braccio il suo bambino.
 
 
 << Mom and dad andranno fuori di testa: due nipoti in un anno… quando pensate di sganciare la bomba? >>, chiese James al fratello.
 
 
 << I don’t know… vorremmo aspettare ancora un po’. Con te è diverso, sei il mio gemello… e Xx aveva già notato che ero strano… e poi è la tua fidanzata, l’ho aiutata a partorire… la vostra bambina ha come secondo nome Hollie… dovevo dirglielo. E dirlo a te in primis, naturalmente >>, fece Oliver, sorridendo a lui ma soprattutto a Xx… e James fece una faccia strana, ma nessuno ci badò.
 
 
 << A questo proposito: Katy, mi raccomando, non prendere ascensori in prossimità del parto >>, fece Xx alla ragazza con fare esperto, con l’aria di chi la sapeva lunga… e scoppiarono a ridere tutti e quattro.
 
 
 << Amelia, non metterti le manine in bocca >>, disse Xx alla figlia, ancora in braccio a Katy, che sorrise… e le vennero due fossette sulle guance uguali a quelle che aveva James quando rideva… e Xx non sapeva resistere a nessuno dei due, in questi casi.
 
 
 
 
Erano passati due giorni dal loro arrivo a Birmingham, ed erano stati assediati da tutta la famiglia di James, che voleva vedere e passare più tempo possibile con la nuova star di casa Phelps: << Non l’avevamo mai vista… solo in foto >>, aveva detto orgogliosa la nonna di lui.
 
 
 << Ti dispiace? >>, aveva chiesto Xx al fidanzato, quella sera, mentre erano a letto, rannicchiati vicini.
 
 
 << Non proprio… non sul serio >>, rispose, avvolgendola per le spalle.
 
 
 << Abbiamo baby sitter gratis tutto il giorno… cos’ possiamo stare un po’ soli. Era inevitabile, comunque… non possono vederla sempre, e ne approfittano quando siamo qui >>, disse lei ragionevole.
 
 
 << Si… solo che mi chiedevo come sarebbe se abitassimo qui. Nel senso: mi dispiace che la mia famiglia perda la crescita di Amelia, anche se noi mandiamo foto e video… ma sarebbe la stessa cosa con la tua famiglia, se stessimo qui… mi dispiacerebbe anche in quel caso. Non sarebbe bello per nessuno comunque… >>, riflettè James.
 
 
 << Lo so amore… è la penale che dobbiamo pagare. Ora che poi anche Oliver avrà un bambino mi dispiace che non possano crescere insieme… l’unica cosa che possiamo fare è venire a trovarli più spesso. Non è proprio la stessa cosa, ma meglio di niente… >>, continuò lei.
 
 
 << Noi cerchiamo di fare del nostro meglio… non possiamo fare più di così >>, concluse James.
 
 
 << Già… buonanotte Jay… ti amo >>, sbadigliò Xx, sporgendosi per dargli il bacio della buonanotte.
 
 
 << Buonanotte anche a te amore mio… i love you >>, le disse dolcemente, rispondendo al bacio: si sistemò sul fianco, la schiena di Xx appoggiata al suo petto, mentre lui la abbracciava tenendola stretta a sé: fuori aveva appena iniziato a piovere.
 
 
 
 << Ehi, James… andiamo da tuo fratello? Lui e Katy ci aspettano pe colazione >>, lo svegliò Xx il mattino seguente.
 
 
 << E se invece restassimo qui a letto? >>, propose trattenendola.
 
 
 << Non mi tentare… sarebbe una proposta indecente? >>, ridacchiò lei.
 
 
 << Sarebbe una bella proposta. Improvvisamente non abbiamo più tempo per noi… >>, si lamentò un po’.
 
 
 << Non è vero! Siamo qui  solo pochi giorni, dovremmo approfittare del tempo per stare con la tua famiglia… specialmente tu >>, obbiettò lei.
 
 
 << Si, certo… ma una cosa non esclude l’altra, no? >>, insistè.
 
 
 << No, certo… ma ora dobbiamo andare. Stasera staremo un po’ soli, e sarò tutta per te… ok? >>, promise.
 
 
 << D’accordo >>, acconsentì, anche se non del tutto soddisfatto.
 
 
 << Perfetto >>, gli sorrise, dandogli un bacio appassionato.
 
 
 << Goodmorning >>, salutarono Oliver e Katy.
 
 
 << Goodmorning >>, li salutarono James e Xx.
 
 
 << Qualcosa non va? >>, domandò Katy guardandoli.
 
 
 << What? No… it’s ok >>, rispose James, un po’ troppo meccanicamente.
 
 
 << Really? >>, insistette Oliver, mentre Xx gli dava in braccio la nipote.
 
 
James non potè fare a meno di notare un certo sguardo tra la fidanzata e il fratello… uno sfiorarsi di mani quando Oliver prese in braccio Amelia… ma non disse nulla e piantò lo sguardo sul listino, battendo nervosamente il piede.
 
 
 << Stai bene, Jay? >>, gli domandò Xx vedendolo, posandogli le mani sopra le sue.
 
 
 << Yes >>, rispose secco… un sorriso forzato in viso: Xx lo guardò scettica per un momento, ma decise di non indagare oltre… almeno non in quel momento.
 
 
 << Ehi, stasera c’è il gala di beneficienza per la fondazione che sosteniamo… potremmo andarci insieme, che dite? Mollate la piccola ai nonni per qualche ora… i nostri genitori sarebbero felicissimi di fare da baby sitter! >>, fece Oliver più tardi, quando stavano per separarsi.
 
 
 << Non possiamo… abbiamo altri impegni >>, rispose subito James, ma Xx lo guardò con aria interrogativa: che impegni avevano?
 
 
 << Non possiamo rimandare? Sembra importante… >>, tentò la ragazza.
 
 
 << Anche questo impegno lo è, ma vuoi rimandare? Rimandiamo, tanto non facciamo altro. Ci saremo, a stasera >>, sbottò irritato.
 
 
 << James, mi vuoi dire che diavolo ti prende? >>, si arrabbiò Xx quando rimasero soli: Amelia stava dormendo nella carrozzina, e i due stavano facendo una passeggiata nel parco.
 
 
 << Niente >>, continuò a proclamare.
 
 
 << Beh, se davvero non hai niente cerca di essere un po’ più gentile. Stasera hai una serata importante, non vorrei la rovinassi a tutti con il tuo buon umore così contagioso >>, fece indispettita: si dicevano tutto… perché improvvisamente da una settimana non era più così?
 
 
 
Quella sera, al gala, l’umore di James non era molto migliorato, ma almeno con gli altri sembrava comportarsi quasi normalmente: solo con lei era freddo… non le dava la mano, non la sfiorava nemmeno… non la guardava… e non capiva perché… cosa aveva fatto per meritarsi questo comportamento?.
 
 
 
 
 << Ora mi sono stancata: è da giorni che sei freddo e distante con me, e oggi abbiamo toccato l’apice. Ora noi parleremo, e non mi importa se è notte >>, si impuntò Xx parandosi davanti a lui, ancora con il vestito da sera che aveva indossato al gala.
 
 
 << Vuoi parlare? Parliamo >>, sbottò James, lo sguardo scuro, mettendosi a braccia conserte davanti a lei.
 
 
 << Sei tu quello che è impazzito e deve spiegarsi >>, aggiunse lei.
 
 
 << Ok: cosa c’è tra te e mio fratello? Mio fratello, dannazione! >>, le parole uscirono con rabbia e una forza spaventose.
 
 
 << What? Oliver?? Niente! Santo cielo, è sposato e sta per avere un bambino! Ed è tuo fratello gemello! Non farei mai una cosa così squallida! Dovresti conoscermi! Che ti salta in testa? >>, Xx era quasi offesa.
 
 
 << Ah no? Ne sei sicura? Guarda che ho viso che vi siete scambiati molti messaggi e audio, specie in questa ultima settimana! Oggi poi è stato il massimo: sguardi incrociati, mani che si sfioravano…  abbiamo iniziato così anche noi, stesso sguardo! >>, urlò.
 
 
 << Me lo ricordo benissimo com’è iniziata tra noi, ma forse dovresti metterti gli occhiali! Mi stava chiedendo aiuto femminile perché vuole organizzare una sorpresa a Katy! E sapevo, ero sicura che avevi qualcosa! >>, sbraitò Xx.
 
 
 << E non c’è un’amica, che abiti anche più vicino magari, a cui chiedere? >>, rincarò lui.
 
 
 << Certo, ma crede che, dato che ho appena avuto una figlia, sia più esperta in certe cose! Senza farmi capire che era incinta, mi aveva chiesto delle cose riguardo la gravidanza e altro… >>, si difese lei: non riusciva a credere alle sue orecchie.
 
 
 << E gli sguardi? Le mani che si sfiorano? È da quando siamo arrivati che va avanti questa storia! E vi punzecchiate a vicenda, ridete di battute tra voi… tagliate fuori gli altri! >>, urlò ancora James.
 
 
 << Non è vero! Katy non ha questi problemi… e non vuol dire niente, comunque! Inoltre credevo che ti facesse piacere che andassimo d’accordo! >>, gridò di rimando.
 
 
 << Non se mio fratello vuole portarsi a letto la mia fidanzata >>, fece velenoso.
 
 
 << Da come lo dici sembra che io andrei volentieri a letto con lui >>, rispose Xx ferita.
 
 
 << Non è così? Siamo gemelli… immagino non sarebbe poi tanto diverso >>, disse crudo James: non riusciva più a controllarsi.
 
 
Xx indietreggiò di un passo, schifata: << Spero… James, spero che tu non lo stia dicendo seriamente ma solo perché vuoi ferirmi. Ci sarebbe tutta la differenza del mondo! Io amo te, non lui! >>, provò con delicatezza, avvicinandosi a lui.
 
 
 << … Ma cosa te lo dico a fare se vedi solo quello che vuoi? >>, domandò amareggiata e delusa, non vedendo nessuna reazione.
 
 
 << Da quando siamo arrivati gli stai sempre vicino, sei d’accordo con lui su ogni cosa! Anche stasera: doveva essere la nostra sera, o te lo sei dimenticata? Me lo avevi promesso stamattina >>.
 
 
 << Me lo ricordo! Poteva essere la nostra sera adesso, ora. O domani: non abbiamo un gala al giorno mi sembra! >>, inveì lei arrabbiata.
 
 
 << Comunque io mi sento trascurato, da quando è nata Amelia. Non la incolpo, la amo e non potrei vivere senza di lei, lo sai… ma noi siamo cambiati >>, continuò James.
 
 
 << Per fortuna avevi detto che mi capivi! Mi sembra che la settimana scorsa abbiamo passato quarantotto ore di fuoco… e anche altre volte, da allora! Sembra che non ti importi di altro, ultimamente! Non possiamo più pensare solo a noi, Amelia dipende da noi in tutto… e mi sembra che lo avessi detto anche tu! >>, si arrabbiò Xx ancora di più.
 
 
 << Certo, ma non cambia come mi sento! Soprattutto da quando siamo qui! E sai bene che si, il sesso è importante, ma non è tutto quello che voglio! >>, ringhiò lui.
 
 
 << James, è la tua famiglia! È normale passare del tempo con loro, soprattutto perché  non li possiamo vedere tutti i giorni! Mi dispiace se ti senti trascurato, non l’ho fatto apposta, ma pensavo ci saresti arrivato! >>, ringhiò anche lei.
 
 
 << Si, beh, non solo ora, anche a casa! E non c’entra solo Amelia… il tuo rapporto con Oliver è cambiato da quando ti ha aiutata a partorire! E da allora mi sembri diversa >>.
 
 
 << James, era l’unico che poteva aiutarmi, in quel momento… fino a quando non sei arrivato tu. Non potevo certo ignorarlo, non credi? Per non parlare del fatto che eravamo in un buco di ascensore! Sarebbe stato un po’ difficile non averci a che fare! >>.
 
 
 << Questo non cambia il fatto che lui sembra molto importante per te! Sarà anche il padrino di Amelia! >>.
 
 
 << Mi pare proprio che lo avessimo deciso insieme prima del parto! Ora sei ingiusto. Dannazione, sarebbe importante comunque, è il tuo gemello! Ma tu sei più importante! >>.
 
 
 << Ah si? Non direi >>, James era arrabbiato e deluso: si tolse la fedina, sbattendola sul tavolo con forza… Xx a quel gesto  non riuscì a trattenersi e si avvicinò a lui, tirandogli un ceffone in piena faccia; stava tremando.
 
 
 << James… tu mi hai ferita stasera: sei uno dei pochi che ha questo potere, e l’hai usato tutto. Non posso fare finta di niente… mi accusi di non amarti… e addirittura di amare il tuo gemello… come  se fosse possibile. Non… io ti ho amato… ti amo come non avevo mai fatto con nessuno: mi sono resa vulnerabile aprendoti il mio cuore, la mia anima… e tu osi dire che non è così! Non bastano delle scuse… James, abbiamo una figlia insieme, maledizione! >>, Xx era distrutta, mentre le lacrime iniziavano a solcarle il viso.
 
 
James sembrava essersi reso conto per un secondo di quello che aveva fatto, mentre si portava la mano al viso… ma non disse niente.
 
 
 
Xx aspettò che dicesse qualcosa… ma quando capì che non sarebbe successo si allontanò, andando a prendere Amelia e la carrozzina.
 
 
 << Dove stai andando con Amelia? >>.
 
 
 << Via di qui. Avrai notizie dal mio avvocato per quanto riguarda nostra figlia >>, Xx era amareggiata, non riusciva a guardarlo negli occhi.
 
 
 << Non puoi prenderla e andartene! >>, si arrabbiò lui.
 
 
 << Non lascio la città. Vado in un hotel, non dormiremo certo sotto un ponte >>, rispose quasi meccanicamente.
 
 
 << Ma… >>.
 
 
 << Non credo che tu possa allattarla al posto mio. Lasciaci passare James, potrai vederla domani >>, Xx tremava di rabbia, delusione e dolore.
 
 
James si allontanò, Amelia era sveglia e lo guardava andarsene in un'altra stanza, senza dire altro: Xx vide la sua fedina sbattuta sul tavolo, e in un gesto di dolore, ma anche di amore profondo, la prese, mettendola nella sua borsa.
 
 
La ragazza prese alcune cose di Amelia e alcune sue, preparò due borse e uscì di casa, nel freddo della notte, senza aggiungere altro… e senza salutare James.
 
 
Per fortuna lì in zona c’era un hotel, quindi non doveva camminare per molto: oltretutto Amelia aveva cominciato a piangere, e lei moriva di freddo.
 
 
 “ Possibile che a Katy vengano le voglie a l’una e mezza di notte? “, pensava Oliver, che stava guidando in direzione di un negozio aperto ventiquattro ore, vicino a casa di James.
 
 
 << Ehi, ma quella è… >>, borbottò tra sé, vedendo Xx camminare sul marciapiede, in direzione opposta alla sua.
 
 
Oliver accostò: << Xx! Ehi, Xx! >>, la chiamò.
 
 
Xx si girò e vide Oliver agitare il braccio, così si avvicinò.
 
 
 << Ciao Oliver >>, lo salutò con una vocina lieve.
 
 
 << Ciao… che ci fai a piedi a quest’ora… e tutta sola? >>, le domandò preoccupato.
 
 
 << Io… stavo andando all’hotel qui poco più avanti. Ho… io e James abbiamo avuto un brutto litigio… e ho pensato che camminare un po’ mi avrebbe schiarito le idee >>, gli rispose mogia, la vocina che tremava, mentre altre lacrime incontrollate le solcavano il viso.
 
 
 << Che è successo? Prima eravamo insieme e andava tutto bene… >>, Oliver era un po’ perplesso.
 
 
 << Non andava tutto bene… Ascolta, ne possiamo parlare domani? Sono stanca, e Amelia ha freddo qui fuori. Ci vediamo eh? Ciao >>, Xx si stava allontanando di nuovo.
 
 
 << Wait. Sei sconvolta… non posso lasciarti andare in giro così. Ascolta, mi fermo a prendere dei dolci per Katy e le sue voglie e poi ci sediamo in un posto caldo e mi racconti quello che è successo, ok? E lascia perdere l’hotel, starai da me e Katy >>, fece lui.
 
 
 << Ma… non so se è il caso… non vorrei disturbare… >>, cominciò Xx: dopotutto avevano litigato anche per “ causa sua “.
 
 
 << Niente ma. Se mia cognata è in difficoltà io voglio aiutarla, anche perché c’è la mia nipotina insieme >>, fece lui sicuro, e quando Amelia lo vide fece un gran sorriso, agitando le braccia.
 
 
Xx non riuscì a ribattere altro, così Oliver la aiutò a caricare la carrozzina in macchina e partirono, Amelia in braccio a Xx, dato che non aveva preso il seggiolino da auto.
 
 
 << Faccio in un minuto, ok? Vuoi entrare? >>, domandò Oliver.
 
 
 << No, ti aspetto qui >>, fece lei.
 
 
Prese dalla borsetta un fazzoletto, e si trovò la fedina di James in mano: se la rigirò tra le mani… non sapeva neanche lei perché l’aveva presa. Sobbalzò quando Oliver aprì la portiera della macchina e salì in auto.
 
 
 << Ti porto a bere qualcosa di caldo… così mi racconti, ok? Dirlo a qualcuno a volte aiuta… >>, cercò di sorridere incoraggiante, la fedina di lui ancora in mano… Oliver lo notò, ma non disse nulla e cominciò a guidare.
 
 
Arrivarono in un piccolo bar dall’atmosfera calda e intima… molto “ coccolo “, vicino a casa di Oliver, e ordinarono due tazze di thè.
 
 
Oliver sorrideva ad Amelia e le faceva il solletico, e quando arrivarono le tazze del thè, dondolò la carrozzina, incalzando Xx: << Allora… vuoi dirmi che succede? Se è possibile… altrimenti staremo qui a scaldarci con questo thè caldo, non è un problema. Decidi tu >>, le disse Oliver: le stava dando la possibilità di scegliere cosa fare, non le imponeva nulla.
 
 
 << Beh… centri anche tu in qualche modo… quindi non vorrei creare tensioni tra te e tuo fratello… è l’ultima cosa che voglio… >>, Xx era titubante.
 
 
 << Non preoccuparti per questo… nel caso in cui dovessimo discutere, alla fine faremo pace, come sempre >>, le sorrise: era curioso di sapere, ora.
 
 
 << Ok… ti spiego il quadro generale prima, e poi arriverò a quello che è successo poco fa >>, e Xx cominciò a sfogarsi, era un fiume in piena… le si potevano leggere le espressioni di rabbia, dolore, delusione nel viso mentre gli raccontava cosa si erano detti… le lacrime le solcavano il viso… e lei non riusciva a fermarle.
 
 
Oliver era… incredulo, deluso da suo fratello e a tratti furioso con lui: come diavolo era possibile che pensasse certe cose?
 
 
 << E così me ne sono andata… non riuscivo a stare nella stessa stanza con lui… e quel che fa ancora più male… è che lui mi ha lasciata andare senza fiatare… senza dire una parola… o senza provare a fermarmi! Non l’avrei fatto, ma avrebbe significato qualcosa… così invece… è come se non volessi dire niente per lui… e forse è così >>, concluse tetra, scossa dai singhiozzi.
 
 
Oliver era impallidito: non sapeva cosa dire per giustificare il comportamento da stupido di suo fratello: era indifendibile.
 
 
 << Xx… non so cosa dire. Non provo neanche a giustificarlo o trovare una qualsiasi spiegazione per difenderlo: non ce ne sono. E mi sento in parte responsabile… e molto arrabbiato con lui, perché mi crede capace di una cosa del genere… lui, che mi conosce meglio di chiunque altro! È offensivo >>, sbottò Oliver su tutte le furie.
 
 
 << E a farci le spese siete voi due! Scusami… non serve che ti dica che ti considero mia sorella, vero? >>, continuò.
 
 
 << No, perché anche io ti considero un fratello >>.
 
 
Oliver le circondò le spalle, mentre Xx piangeva tutto il suo dolore.
 
 
 << P- perché? >>, balbettò tra i singhiozzi.
 
 
 << Non so cosa gli sia preso… ma ho intenzione di parlargli, e di tirargli le orecchie, come minimo >>, fece Oliver.
 
 
 << No… per favore. È una questione tra me e lui. Se sa che te l’ho detto si arrabbierà ancora di più >>, lo scongiurò Xx.
 
 
 << Anche il mio nome è saltato fuori… quindi sono coinvolto. E poi qualcuno deve farlo ragionare: non potete stare così… non fa bene a voi e meno ancora a vostra figlia >>, disse convinto guardando la nipote.
 
 
 << Si… io posso sopravvivere a questo, ma non è giusto per Amelia. Lei adora il suo papà >>, commentò.
 
 
 << Tu puoi… ma non devi. Vi amate voi due, e ti ama così tanto che, contro ogni logica, James ha perso la testa… anche se per niente. Questo si vede da lontano… siete una bella coppia… non rovinate tutto per l’orgoglio >>, le disse Oliver.
 
 
 << Io lo amo da morire… ma quello che mi ha detto… dovevi vederlo. Aveva un reale odio e rancore… non so se posso dimenticare… non tanto presto o facilmente… >>, sospirò Xx, le lacrime che ancora uscivano incontrollate.
 
 
 << Non dico che sarà facile… o che lui non abbia da implorare il perdono… ma provateci, almeno. È una cosa che dovete essere disposti a fare entrambi… non ne vale la pena? >>.
 
 
 << Certo che ne vale la pena! >>, Xx era indignata che lui le avesse fatto quella domanda.
 
 
 << Lo vedi? Come hai reagito… tu lo ami >>, Oliver fece un sorrisetto.
 
 
 << Certo che lo amo… o non starei cos’ male… e non sarei tanto delusa. Lui è un ragazzo fantastico… tutto quello che ho sempre cercato, e anche di più >>, Xx fece un sorriso amaro, tirando un po’ su con il naso.
 
 
 << Allora tutto si sistemerà. C’è tanto amore… per cominciare non serve altro >>, disse Oliver incoraggiante.
 
 
 << Lo spero… grazie Oliver >>, gli sorrise.
 
 
 << Non c’è di che. Dai, ora andiamo. C’è Katy con le voglie che mi aspetta >>.
 
 
 << Sei sicuro? Forse dovresti chiamarla e chiederle se è troppo disturbo… sai, ora è incinta, e potrebbe infastidirla… e in questo caso io andrei in hotel senza esitare >>, suggerì Xx.
 
 
 << E va bene, ma è solo per farti contenta >>, disse Oliver alzando gli occhi al cielo.
 
 
 << Amore… ciao. Scusa se ho fatto tardi, ma sto tornando a casa… e ho trovato Xx con Amelia… ha litigato con James… stava andando in hotel, ma ho detto che può stare da noi, se non è un problema per te… >>.
 
 
 << Certo! Di loro che non lascerei mai che vadano in un hotel. Sistemo subito la camera degli ospiti >>, disse Katy senza esitare.
 
 
 << D’accordo… arriviamo tra poco. Ti amo >>, Oliver sorrideva al telefono… gli occhi praticamente a forma di cuore.
 
 
 << Ti amo anche io >>, rispose Katy, sorridendo anche lei.
 
 
 << Forse… se James avesse visto questa scena… si vede… si sente che tu e Katy vi amate… magari non… >>, tentò Xx, ma le lacrime scesero di nuovo.
 
 
 << Vedrai che lo vedrà… e capirà di aver commesso un errore grave >>, la consolò lui, salendo in auto.
 
 
 << Ollie… credi che dovrei dire a Katy il vero motivo della lite con James? Voglio dire, io non ho niente da nascondere e neanche tu… ma è incinta, la cosa potrebbe turbarla… o crearle malessere… potrebbe diventare paranoica come James… e io non voglio creare problemi al vostro rapporto o alla sua gravidanza… dovrebbe godersi tutto questo periodo senza pensieri >>, disse dopo un po’ Xx.
 
 
 << Le diremo la verità. Come hai detto anche tu non abbiamo nulla da nascondere… e non abbiamo fatto niente di male. Ma sicuramente quando parlerò con James salterà fuori il discorso, e se non glielo diciamo ora, penserà che nascondiamo sul serio qualcosa >>, riflettè Oliver.
 
 
 << Giusto… cerchiamo almeno di tenere fuori la festa a sorpresa, ok? >>.
 
 
  << Va bene… dopo tutto quello che ci è costata >>, fece dispiaciuto, guardandola.
 
 
 << Non preoccuparti. Avrebbe trovato altro per cui litigare… non è stato l’unico motivo >>, lo rassicurò.
 
 
 << D’accordo… >>, fece Oliver continuando a guidare.
 
 
 << Katy… siamo qui >>, fece Oliver entrando, seguito da Amelia e Xx.
 
 
 << Scendo subito >>, disse la voce di Katy, da qualche parte al piano superiore.
 
 
 << Ciao amore >>, fece Oliver, abbracciandola quando lei gli corse incontro, baciandolo: Xx si sentiva già di troppo e in imbarazzo… si percepiva solo guardandoli l’amore che univa i due… Amelia invece guardava gli zii e sorrideva.
 
 
 << Xx… mi dispiace che tu e James abbiate litigato, ma vedrai che sistemerete le cose! >>, disse fiduciosa Katy, abbracciando la ragazza.
 
 
 << Si… speriamo. Intanto grazie per l’ospitalità, domani mattina me ne vado, cos’ vi lascio tranquilli >>, le disse, rispondendo all’abbraccio.
 
 
 << What? No, tu rimani qui fino a che non risolvi con James. Non lasceremo che tu stia in un hotel tutta sola con Amelia >>, disse subito Katy.
 
 
 << Grazie mille allora >>, Xx era commossa.
 
 
 << Come mai avete litigato…? Se posso saperlo… >>.
 
 
 << Si è fatto tardi… che ne dici se te lo racconto domani mattina? Sono stanca… e vorrei solo dormire e schiarirmi un po’ le idee… >>, rispose.
 
 
 << Certo, non preoccuparti! Ora riposati, e stai tranquilla con la tua bambina… Oliver, mostrale la stanza sua e di Amelia. Noi ci vediamo domani mattina… buonanotte >>, salutò Katy.
 
 
 << Buonanotte… saluta zia Katy, Amelia! >>, fece Xx, prendendo una manina della bimba e salutando la ragazza, che sorrise.
 
 
 << Vieni, ti accompagno >>, fece Oliver, prendendo le borse di Xx e Amelia.
 
 
 << James non mi ha chiamata… neanche un messaggio… per sapere almeno di Amelia >>, fece in pena Xx controllando il cellulare.
 
 
 << Sa che non faresti sciocchezze, meno ancora con una bambina di due mesi e poco più >>, disse Oliver.
 
 
 << Già… beh, grazie. Ci vediamo domani mattina, buonanotte… >>, salutò Xx.
 
 
 << Si… buonanotte >>, Oliver la strinse, diede un bacio ad Amelia e uscì, lasciandola sola con i suoi pensieri.
 
 
 << Amore della mamma… per stanotte dovrai accontentarti di me. Lo so che tu adori il tuo papà, e non posso darti torto…sai, lo adoro anche io, anche se mi ha fatto molto male. Io e papà abbiamo litigato, ma tu non ti devi preoccupare, il tuo papà ti vuole molto, molto bene… speriamo che riprenda la ragione. Ma se così non fosse noi ce la caveremo lo stesso, non è vero? Siamo due ragazze forti e in gamba! >>, stava dicendo Xx alla sua bimba, che la guardava e sorrideva, cercando di afferrarle qualche ciocca di capelli: da dietro la porta, Oliver e Katy stavano origliando.
 
 
 << Lo so che non si fa… ma è così triste! Loro due sono perfetti insieme, e fa male vederli lontani… >>, bisbigliò sottovoce Katy, allontanandosi dalla porta.
 
 
Oliver sospirò, dispiaciuto per quanto stava accadendo al fratello e a Xx.
 
 
 << Tu… tu sai perché hanno litigato? Te ne ha parlato prima? >>, domandò Katy, anche se sapeva già la risposta.
 
 
 << Si… mi ha raccontato. Era distrutta, l’ho lasciata sfogare. Ma ha detto che te lo dirà domani… mi sembra giusto sia lei a dirtelo >>.
 
 
 << Certo… ma in base a quello che ti ha detto… pensi che riusciranno a risolvere e superare? Sembra piuttosto giù Xx… >>, gli domandò, mentre si stavano mettendo a letto.
 
 
 << Le ha detto cose piuttosto pesanti… ma si amano, o non soffrirebbero in questo modo, perché sono convinto che anche James stia soffrendo. Credo che alla fine ce la faranno… ma ci vorrà del tempo… se si impegnano entrambi. L’amore c’è >>, Oliver strinse Katy al suo petto, e le carezzò la pancia con la mano libera.
 
 
Katy alzò la testa verso quella di lui e lo baciò, la barba che la punzecchiava piacevolmente.
 
 
 << Sai… mi piace questa barbetta. Sei molto sexy >>, gli sorrise sulle labbra.
 
 
 << Ah si? Di solito non mi trovi sexy, quindi? >>, fece Oliver interessato, sorridendo a sua volta.
 
 
 << Tu lo sei sempre, solo che ora lo sei… in modo diverso >>, sorrise Katy.
 
 
Il bacio si fece più passionale, più intenso… entrambi volevano di più.
 
 
Le mani di Oliver scivolarono sui fianchi di lei, alzandole la canotta di raso lucido che indossava, il respiro di lei era caldo sul suo collo.
 
 
Katy prese l’iniziativa e si issò sopra di lui, le loro parti intime a contatto, e Katy gli levò in un solo gesto la maglietta, rivelando i muscoli di lui… quelli delle braccia, che la stringevano, e quelli del petto.
 
 
Gli portò le mani ai lati del viso, riprendendo a baciarlo con passione…
 
 
Le mani di Oliver si mossero lungo i fianchi, scendendo fino a stringerle il sedere: si diede una spinta e in un secondo fu sopra di lei.
 
 
 << Wow… >>, commentò, dopo aver notato il pigiama succinto di raso lucido che indossava.
 
 
 << Ti piace? >>, chiese innocente.
 
 
 << Si… ma potresti metterti quello che vuoi… e io te lo strapperei di dosso lo stesso >>, sorrise lui, liberandosi di tutto quello che indossava: Katy arrossì, passandogli le mani sul petto scolpito, prendendo a baciarlo lungo il collo, mentre le mani scendevano ancora, fino a levargli i pantaloni e i boxer insieme.
 
 
Oliver entrò in lei a sorpresa… e Katy gemette, accogliendolo, cingendogli il bacino con le gambe: il ragazzo le sollevò appena il sedere, per avere più accesso, e con la mano libera le stringeva e stuzzicava i seni.
 
 
La stanza diventò subito satura di loro: i corpi nudi, madidi di sudore, uniti e appiccicati tra loro.
 
 
Katy si inarcò sotto di lui, sollevandosi dal materasso, e Oliver scese baciandola lungo il collo, tra i seni… soffermandosi sulla pancia ancora piatta, baciandola e carezzandola quasi con venerazione, sorridendole.
 
 
 << I love you Katy… and I love you little baby… >>, sussurrò, tornando sulle labbra di lei.
 
 
 << I love you Oliver >>, sospirò baciandolo, spingendolo a sedere sul materasso, tronando a cavalcioni sopra di lui, iniziando a muoversi, conducendo il ritmo del gioco… infilandogli una mano tra i capelli, sfiorandogli con l’altra la barba che si era fatto crescere.
 
 
Lui la prese dietro la schiena, schiacciandola così al suo petto… mentre ogni muscolo del corpo si irrigidiva.
 
 
 << O- Ollie… >>, gemette Katy, gli occhi chiusi, mentre la mente si scollegava da tutto il resto.
 
 
 << Katy… Oh, Katy! >>, ansimò Oliver, non riuscendo più a controllarsi…
 
 
E alla fine esplosero insieme, in un orgasmo agognato, improvviso… ma totale, che li travolse anima e corpo.

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Capitolo 21
*** Simone e Ashley ***


 << Ehi… buongiorno Xx >>  fece Oliver il mattino seguente.

<< E buongiorno a questa bella principessa! Siamo arrabbiate stamattina? >> > disse, dando un bacio ad Amelia, e prendendola in braccio.

<< Le manca il papà, credo…  buongiorno Katy >>  salutò Xx.

<< Ciao ragazze… come avete dormito? >>  domandò assonnata… ma felice dopo la notte passata con il marito.
 
<< Eh… non abbiamo dormito. Amelia ha pianto e fatto i capricci per quasi tutta la notte… vuole James. Sapete, lui spesso le suona qualcosa con la chitarra per farla addormentare… e stavolta non è successo, lei era irrequieta e ne aveva bisogno. Ho provato di tutto, ma non sono riuscita a farla addormentare… sono una pessima mamma, oltre che una pessima fidanzata >>  disse giù di corda Xx.
 
<< No… non dire così. Non sei una pessima mamma… Amelia sorride sempre, ed è una bambina sana e felice, non abbatterti. In quanto a mio fratello… non credo tu sia una pessima fidanzata, anche James era… è felice, con te. Sicura che non vuoi che parli con lui? >>  fece Oliver, testardo.

<< Si… ma grazie. Se non mi crede, se non ha fiducia in me… in noi… abbiamo un grosso problema >>  rispose Xx, di nuovo sull’orlo delle lacrime.

<< Oh… Xx, vieni qui >>  le disse Oliver, abbracciandola forte.

Ma in quel momento qualcun altro vedeva la scena… e non erano Amelia o Katy.


<< Ma che… allora avevo ragione! >>  sbottò James: era andato dal fratello per parlare con lui, ma non sapeva che li ci fosse anche Xx e la loro bambina.
<< Aveva detto che sarebbe andata in un hotel! >>  imprecò a mezza voce, continuando a guardarli dalla finestra del salotto… il cuore pieno di dolore.

<< E io… io che mi ero pentito! Io che volevo scusarmi e chiarire con lei! Io che pensavo che forse avevo ingigantito la cosa… >>  James stava soffrendo, un dolore che arrivava direttamente dal cuore e che si sprigionava in tutto il corpo… che quasi non lo lasciava respirare e lo soffocava.

Strinse forte i pugni, fin quasi a conficcarsi le unghie nella pelle e farsi uscire il sangue.

Corse fino alla macchina, si chiuse dentro, e battè forte, con una mano, il vetro del finestrino: si riprese e partì veloce… non sapeva neanche lui dove era diretto, sapeva solo che era sopraffatto dal dolore per ciò che aveva visto e per ciò che era successo.

Piangeva senza neanche rendersene conto: “ Mio fratello… come può lui! La persona più importante per me… e Xx! Io volevo sposarla, dannazione! Le due persone di cui mi fidavo di più al mondo… mi hanno fatto questo… non posso crederci. Mai… mai nessuna donna ha potuto farmi tanto male… “ James si fermò, non riuscendo quasi a guidare talmente era scosso e turbato da questi pensieri.

Si avviò a un supermercato li vicino per comprare qualche bottiglia di vodka, e se ne andò subito a casa, chiudendosi dentro.

Sentì il cellulare vibrare: era Xx che gli aveva mandato un messaggio: << Ciao… possiamo parlare di quello che è successo? Amelia ha bisogno di te, stanotte non ha dormito perché sente la tua mancanza… e perché non le hai suonato la sua canzone preferita. Si guarda in giro e ti cerca… ti prego, manchi molto anche a me… ti giuro che non è come credi con Oliver… non ti farei mai del male. Per favore… non buttiamo tutto all’aria… Xx >>.

James sorrise sprezzante e amaro, e rispose solo con un misero messaggio: << Vedremo. Bacia Amelia per me >> prima di tornare a riempirsi il bicchiere di vodka.
 
“ Io credevo in noi Xx… credevo nel nostro amore, dopo tutte le difficoltà che avevamo passato… credevo nel mio amore totale per te… e poi abbiamo avuto una bambina… e ho conosciuto un altro tipo di amore… e mio fratello! La sua è una pugnalata al cuore che brucia… “  pensava tra sé James.


<< E ora sai cosa è successo ieri sera… e guardate come ha risposto! >> Xx aveva appena finito di raccontare a Katy della lite con James, e aveva mostrato a lei e a Oliver, rimasto lì, il messaggio che aveva mandato a James e come lui le aveva risposto.

<< Ma… è ridicolo! Voi dovete fare pace! Lo sa, nel profondo, che tu non gli faresti mai una cattiveria simile… e neanche Oliver lo farebbe! Con nessuno, men che meno a lui! Andiamo! Vi amate, è lampante… e sa che io e Oliver siamo sposati… adesso vado a parlarci io! >>  Katy si stava già alzando, ma Xx la bloccò.
 
<< Grazie Katy… sei molto gentile… ma non serve, sul serio. È una cosa che dobbiamo risolvere… o almeno provarci, tra noi. Se non ci riusciamo eventualmente potrete intervenire, ma come ho detto anche a Oliver, se non mi crede, se non si fida di me… abbiamo un problema ancora più grave >>  fece Xx triste.

<< Ti posso capire… ma Xx, non puoi stare così. Per te… ma anche per Amelia. Devi pensare anche a lei ora… ha… momentaneamente perso il padre… non può perdere anche la sua mamma >> Katy cercava di darle conforto, stringendola per le spalle.
 
<< Lo so… devo resistere per lei >> Xx tirò su con il naso.

<< Si… vedrai che si aggiusterà tutto. James non getterà via il vostro amore. Sarebbe uno stupido… e lui non lo è >>  continuò Katy.

<< Lo spero… io lo amo ancora… nonostante il male che mi ha fatto ieri. Non voglio arrendermi con lui… non senza lottare >>  disse Xx, un po’ più sicura, asciugandosi le lacrime.

<< Si, è così che si parla! >>  approvò Oliver, sollevato nel vederla reagire.

<< Esatto! E se non lo farai ragionare tu, ci penseremo noi! >>  disse Katy convinta.

<< E ora preparo la colazione per tutti. Sono attorniato da tre splendide ragazze, quindi la galanteria ci vuole .>>  disse Oliver, guardando Katy, Amelia e Xx, e facendole sorridere tutte e tre.

<< Grazie ragazzi… per tutto quello che state facendo… davvero. >>  fece Xx un po’ più seria, rivolta ai due.
 
<< Non ti preoccupare…  lo facciamo volentieri. La famiglia serve a questo, no? Ad appoggiarti quando ne hai bisogno… >>  ribadì dolcemente Katy: Oliver la guardò e la baciò con trasporto.

<< Si, Katy ha proprio ragione.>>  sorrise Oliver, tenendola stretta a sé.


James era uno straccio: aveva passato tutta la mattina a bere vodka, finendo la bottiglia che si era comprato al supermercato… ma non era sicuro di sentirsi meglio.

Non aveva fatto altro che pensare a Xx, ad Amelia e anche a Oliver; si sentiva tradito, deluso e colpito nel profondo dalle persone di cui più si fidava e amava al mondo… e questo gli faceva molto male, sentiva un buco enorme al posto del cuore.

Xx non gli aveva mandato altri messaggi, o cercato di parlare con lui in qualche altro modo: “ Forse è delusa dalla mia risposta… beh, non le farebbe male “  pensò cattivo… e non era affatto da lui.

<< Che vadano tutti al diavolo >>  quasi ringhiò, facendo cadere la bottiglia a terra, che si frantumò.

Si diresse verso l’uscita, e vide su una mensola una foto sua, di Xx e di Amelia che aveva scattato Oliver in ospedale, il giorno dopo la nascita della bimba… James tremava, sentimenti contrastanti si mescolavano dentro di lui: odio e amore erano ormai una cosa sola.

Mise la cornice in modo che la foto fosse rivolta verso il basso e uscì di casa. 

Era tardo pomeriggio, e si avviò a piedi lungo la strada… non sapendo di preciso dove andare, fin quando non lo vide: il wine bar poco lontano da casa sua.

Entrò e ordinò un vodka tonic: era seduto al banco del bar, che era discretamente affollato: a quanto ne capiva c’era stata una esibizione… o qualcosa del genere.

Quasi alla fine del secondo vodka tonic James tornò in sé: non era da lui bere così tanto, non era da lui “ affrontare “ i problemi e le situazioni bevendo… ma poi gli ricomparve alla mente il viso della sua bella Xx, e l’immagine di loro due abbracciati stretti… e quando Amelia aveva dormito in mezzo a loro, ed erano felici… e ancora molte immagini di momenti che aveva condiviso con il suo gemello…

Sentì qualcosa montargli dentro: stava per crollare, e qualunque cosa era meglio di questo, di sentirsi quella voragine nel petto… buttò giù quello che restava del bicchiere e ne ordinò un altro. 

<< Lo sai che non si beve da soli? >> James sentì una voce di donna avvicinarsi e poi sedersi accanto a lui: per un secondo aveva quasi sperato che fosse Xx, anche se non sapeva se ne sarebbe stato felice o no; in ogni caso rimase un po’ deluso.

<< Lo sai che non si parla con gli sconosciuti? >>  rispose lui, guardandola appena.

<< It’s true. My name is Simone… and she’s my friend Ashley. >>  fece, indicando una seconda ragazza, che si sedette dall’altra parte di James.

<< Hi, I’m Ashley. Now we are not longer strangers. >>  si presentò la ragazza.

James diede un’occhiata a entrambe: si sentiva effettivamente un po’ a disagio… non gli succedeva da tantissimo tempo; con Xx stavano insieme da due anni e poco più… e lei l’aveva conosciuta in circostanze completamente diverse.

Le due ragazze erano comunque obbiettivamente molto belle: Simone era alta, circa un metro e ottanta, mora, con i capelli ricci e la pelle appena olivastra… e aveva degli occhi color nocciola davvero espressivi.

Ashley invece era più bassa di qualche centimetro ( comunque molto più alte entrambe di Xx, pensò lui ), i capelli castani che diventavano più chiari scendendo verso le punte: aveva i fianchi un po’ larghi, ma della giusta misura per essere presi e stretti tra le mani, e due belle gambe… e i suoi occhi erano di un bel verde brillante.

<< Hi, girls. >>  salutò James tornando al suo vodka tonic.

<>  chiese Ashley, avvicinandosi un po’ di più.

James sospirò: << What do you want to order? >>  domandò loro.

<< Quello che prendi tu.>>  fece Simone sicura.

<< Two vodka tonic, please. >>  fece cenno al cameriere.

<< Allora… che ci fa un bel ragazzo come te qui da solo al bar? >>  domandò Ashley, stringendo la cannuccia tra le labbra con fare sensuale.

<< Bevo, non si vede? >>  rispose brusco, anche se non era sua intenzione.

<< Si… e si vede che hai molta tensione accumulata, sei tutto rigido qui. >>  disse Simone, sfiorandogli le spalle.
 
<< Ho avuto due brutte giornate. >>  rispose vago, irrigidendosi un po’ di più a quel contatto estraneo.

<< Vuoi parlarne? >>  domandò Ashley, sfiorando il suo avambraccio.

<< No. Vorrei solo… dimenticare. Salute! >>  alzò il bicchiere per brindare, e le altre due lo imitarono.

<< E che ci fanno due belle ragazze da sole al bar a quest’ora? >>  domandò James.

<< Noi abbiamo finito di lavorare. C’era una sfilata e siamo venute a rilassarci un po’. >>  spiegò Simone.

<< Giornaliste? >>  domandò James.

<< Modelle. >>  lo corresse Ashley.

<< Complimenti. >>  si congratulò lui.

<< Grazie. Tu come ti chiami? >>  domandò Simone.

<< James >>   rispose.

<< Piacere, James. >>  fece Ashley, schiudendo appena le labbra carnose, di un bel colore rosa.

James sentì delle mani posarsi sulle sue spalle e massaggiarlo… delle mani estranee, e il suo primo istinto fu quello di allontanarle: non erano quelle della sua Xx… o le piccole manine paffute di Amelia… ma non le fermò, lasciò che lo sfiorassero e massaggiassero… che lo liberassero da tutti i problemi e le discussioni…

Senza rendersene conto, le sue mani si posarono su quelle di Simone, si voltò e si trovò faccia a faccia con quegli occhi da cerbiatta.

Ashley si spostò: ora James aveva i visi delle due ragazze di fronte al suo: una mano restò in quella di Simone, e l’altra si posizionò intorno alla vita di Ashley… che era così diversa da quella di Xx, si ritrovò a pensare… ma scacciò subito quel pensiero.

James agì d’impulso: senza pensare alle conseguenze, agendo a causa dell’alcool… o forse no, forse era solo molto arrabbiato, e voleva ferire chi lo aveva ridotto così, non avrebbe saputo dirlo, sapeva di aver agito senza pensare; si sporse in avanti a baciare le labbra rosse di Simone.

All’inizio vi posò appena le labbra sopra… poi si fece spazio muovendole  su quelle di lei, succhiando piano il labbro inferiore, aprendosi un varco con la lingua… e Simone lo accolse nella sua bocca, rispondendo al bacio con passione.

In contemporanea stringeva anche la vita di Ashley, avvicinandola a lui: non avrebbe saputo dire perché, o magari la vodka tonic c'entrava qualcosa, ma era attratto da entrambe allo stesso modo… così le sue labbra lasciarono quelle di Simone per raggiungere quelle di Ashley, che si schiusero per lui: lei disegnò con la punta della lingua il contorno delle sue labbra, alzando una mano e sfiorandogli il viso… trattenendolo vicino al suo, mentre la sua lingua e quella di James giocavano a rincorrersi.


In quel momento passò Oliver, che vide la scena e per poco non tamponò la macchina di fronte a lui.

<< Ma che diavolo… James?? >> Oliver era scandalizzato: il fratello baciava un’altra, probabilmente appena conosciuta, per di più abbastanza in vista fuori dal bar… mentre la sua fidanzata – almeno in teoria -, si disperava a casa sua per lui, con la loro figlia piccola, a cui mancava il papà.

Oliver accostò e scese dalla macchina: magari era solo uno che somigliava a James… ma poi lo riconobbe… era sicuro fosse il fratello, quello che pagava qualcosa al bar.

Oliver era indeciso: entrare e litigare con James… eh si, perché era sicuro che avrebbero discusso, oppure vedere cosa succedeva? D’altro canto non erano affari suoi, e data la situazione avrebbe potuto accusarlo di essere geloso o di stare a spiarlo… ed entrambe le ipotesi non erano vere. Non voleva incrinare neanche il rapporto con James ancora di più, anche se lui con il fratello non ci aveva ancora parlato, e ciò che sapeva  lo sapeva da Xx.

Vide James che si avviava verso l’uscita del bar da solo, così decise di lasciare la faccenda in sospeso per un momento, in attesa di capirci meglio qualcosa… anche se di sicuro gli avrebbe tirato le orecchie e strigliato a dovere, per quel bacio.


<< Ehi… volevamo solo dirti che è stato davvero un piacere conoscerti… e se tu dovessi cambiare idea… qui ci sono i nostri numeri .>>  fece Ashley, raggiungendo James all’uscita, porgendogli un biglietto da visita.

James lo prese: << Beh… grazie. È stato un piacere conoscervi. >>  sorrise: in un momento di lucidità si era reso conto di quel che stava facendo e si era tirato indietro.

<< Anche per noi… ci si vede in giro. >>  lo salutò Simone, posandogli una mano sul braccio.

<< Già… ci vediamo. >> Ashley gli diede un piccolo bacio innocente sulla guancia… soffermandosi qualche secondo più del necessario.

Quel bacio, però, combinato al tocco del braccio da parte di Simone, disintegrarono ogni sua lucidità: voleva solo stare bene e dimenticare le sofferenze… e quelle due ragazze gli facevano quell’effetto.

Il suo braccio scattò e afferrò con la mano la nuca di Ashley, impedendole di allontanarsi,  tenendola con forza, mentre la sua bocca si  spostò su quella di lei, baciandola quasi con rabbia, mordicchiandole il labbro inferiore, facendosi spazio a forza con la lingua per schiudere le labbra di lei.

Ashley non si fece pregare, e posò una mano sul suo collo, percorrendolo con un dito, avvicinandosi ancora un po’ a lui.

Simone si spostò dietro di lui, le mani posate sulle spalle che scesero piano sul suo petto, mentre lei gli baciava il collo… per fortuna erano nascosti da occhi indiscreti, o li avrebbero arrestati per atti osceni in luogo pubblico.

Le labbra di Ashley furono sostituite da quelle di Simone, mentre le mani di entrambe prendevano confidenza con le braccia di lui… e le mani di James finirono una su ciascun sedere, stringendo entrambi.

Senza pensarci oltre, i piedi di James cominciarono a muoversi verso casa sua, e le due ragazze lo seguirono, fortemente attratte da quel ragazzo: per strada non parlarono molto, non avevano bisogno di parole o spiegazioni per ciò che tutti e tre sapevano stava per succedere.

James aprì la porta di casa facendo entrare le due estranee, chiudendo la porta e lasciando la ragione e il cervello al di fuori.

<< Volete bere qualcosa? >>  domandò James, entrando in salotto.

<< Si, grazie. >>  rispose Ashley per entrambe.

<< Quello che prendi tu andrà bene. >>  annuì Simone.

<< D’accordo. >>  disse James, che però in cuor suo pensava che le due ragazze non avessero poi così tanta fantasia: era tutta la sera che ordinavano quello che prendeva lui.

 “ Xx mi avrebbe sfidato anche in questo… non faceva… non fa, mai niente di scontato “  pensò ancora il ragazzo, ma scacciò subito quel pensiero: possibile che ogni cosa le ricordasse lei… il suo grande amore? Non riusciva a non pensare a lei, e le mancava, c’era poco da fare: poi ripensò a Xx abbracciata a Oliver quella mattina e il sangue gli ribollì nelle vene.

Porse loro due bicchieri e vuotò il suo in un solo sorso, e mentre aspettava che le ragazze terminassero il loro, se ne versò un secondo bicchiere… ma stavolta lo sorseggiò.

Simone appoggiò il bicchiere a fianco a quello di James, e senza dire una parola poggiò le mani sul viso di lui e lo baciò.

Le loro labbra si scontrarono con energia e passione… mentre un altro paio di labbra, morbide e sensuali, questa volta di Ashley, si posarono sul suo collo.

James girò la testa per baciare anche Ashley, la sua lingua contro quella di lei, mentre le labbra di Simone prendevano il posto di quelle dell’amica.

Il ragazzo aprì gli occhi per un momento e incontrò lo sguardo languido di Simone, le cui labbra ora gli mordicchiavano con dolcezza il lobo dell’orecchio: lui le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio… il suo sguardo era di fuoco, carico di passione.

James si spostò un poco tirandole leggermente: voleva arrivare alla camera da letto, ma loro non potevano sapere la strada, così lo seguirono.

Appena il tempo di entrare e Ashley riprese possesso delle sue labbra: il bacio era vorace, lussurioso; le mani di lei scesero lungo i fianchi e si insinuarono sotto la maglietta. 

A contatto con le mani della ragazza, però, James ebbe un secondo di esitazione: non le conosceva e le sentiva estranee… ma dopo qualche minuto il contatto gli sembrò più naturale.

Ashley gli tolse la maglietta e si chinò a baciargli il petto, mentre Simone gli slacciava i bottoni dei jeans e gli abbassava la zip lentamente.

James era rimasto in boxer davanti a due sconosciute: le spinse entrambe sul letto… ora erano una a fianco all’altra e lo guardavano maliziose.

Si abbassò, chinandosi su di loro: baciò prima Ashley, e scese sul suo collo, sfiorandola anche con la punta del naso, passandole la punta della lingua sul profilo della mascella… mentre con una mano andava sotto la maglietta di Simone, abbassandole la coppa del reggiseno… e stringendole un seno tra le mani.

Simone chiuse gli occhi, gettando la testa all’indietro, e godendo di quel contatto.

Si tolse la maglietta e scese, inginocchiandosi vicino al bordo del letto e divaricando le gambe di James, che stava ancora baciando Ashley con trasporto: baciò da sopra i boxer l’erezione di James, mordicchiandone piano la punta, mentre con le mani saliva e scendeva sul suo petto.

James tolse la maglietta di Ashley e lei si sganciò il reggiseno, lanciandolo chissà dove nella stanza: afferrò la testa di James e la avvicinò a lei, baciandogli il collo, poi invertì le posizioni: fece cenno a Simone di spostarsi e lo spinse sul letto, mentre lei si mise a cavalcioni sopra di lui, e Simone riprendeva da dove si era interrotta, levandogli in un gesto secco i boxer, e iniziando a passare la lingua sull’erezione del ragazzo, lungo tutta la lunghezza… mentre Ashley scendeva baciandogli il petto, e una volta arrivata all’altezza dell’eccitazione di lui, prese a leccarlo dalla parte opposta di Simone, mentre con una mano gli carezzava il petto e con l’altra giocava con uno dei suoi testicoli.

James credeva di impazzire: riceveva mille sensazioni, mille brividi e mille scariche di piacere da ogni direzione… era estremamente eccitante, anche solo guardare quelle due ragazze che si dedicavano a lui.

Simone salì sulla punta… e lo accolse completamente nella sua bocca, mentre Ashley giocava con la lingua con i suoi testicoli.

Simone si spostò, baciandogli il petto e lasciandogli una scia rovente sulla pelle… fino ad arrivare alle sue labbra, prendendone possesso, mordicchiandole…

Le fece segno di girarsi e lei obbedì, seguendo le sue indicazioni: si ritrovò a baciare ancora l’erezione di lui, mentre lui prendeva confidenza con la sua femminilità, leccando piano e baciando tutta la zona… e quando James si avvicinava molto a darle quello che voleva, per reazione lei stringeva di più la sua erezione…

Anche Ashley si spostò, carezzando con una mano morbida e delicata il petto di James, e con l’altra il corpo sottile di Simone: il ragazzo alzò una mano verso la prima ragazza, afferrandole un seno e stringendo…

Diede una pacca sul sedere di Simone per farle segno di spostarsi e badò ad Ashley.

Le loro labbra si mescolavano umide, le lingue si intrecciavano, le mani forti di James scendevano lungo tutto il suo corpo, stuzzicandole con la lingua prima un seno e poi l'altro, scendendo sempre più giù, fino ad arrivare alla femminilità di lei, aprendole le gambe in modo da avere più libertà di movimento iniziando a baciare e leccare la zona.

Ashley aveva scariche di piacere che le attraversavano tutto il corpo a ondate, mentre inarcava la schiena afferrando con la mano la testa di lui.

Simone, intanto, era dietro James intenta a baciargli il collo scendendo lentamente verso le spalle...per poi spostarsi a succhiare il seno di Ashley.

James si scostò da lei quando sentì che stava per arrivare all'orgasmo e infilò prima un dito e poi un secondo nella sua eccitazione mentre baciava Simone e la spingeva sul letto, baciandola tra le gambe e succhiando e leccando la sua femminilità, per poi sostituire la sua bocca con le dita della mano libera, mentre baciava prima l'una e poi l'altra ragazza.

La sua erezione era gonfia e lucida, poteva esplodere da un momento all'altro per l'eccitazione.

Simone ed Ashley arrivarono all'orgasmo, i loro corpi tremarono, mentre inarcavano entrambe la schiena, offrendogli i seni.

James spostò le mani e prese per i fianchi Ashley, la fece voltare a pancia in giù, mentre piano entrava in lei abbassandosi fino ad afferrarle i seni, mentre baciava con ardore Simone.

Uscì da Ashley, fece alzare Simone e la spinse contro il muro. Senza preavviso, e in maniera rude, entrò in lei, che trattenne il respiro, prima di lasciarsi sfuggire un gemito.

<< Oh...James! >>  mugolò.

Il ragazzo continuò con forza, dentro e fuori di lei, baciandole e succhiandole le labbra.

La prese per i fianchi per poi spostarla brutalmente dal muro, stringendole i polsi e continuando ad affondare in lei, mentre Ashley gli carezzava i muscoli delle braccia, baciandolo mentre con una mano stringeva i seni di Simone, e James affondava le mani nel suo sedere.

Qualche altra spinta e Simone arrivò all'orgasmo, esplodendo, sentendo le gambe molli, mentre sbatteva il bacino sul muro, travolta da un mare di emozioni.

James uscì da lei e si girò verso Ashley prendendola da sotto il sedere, solleticandole e schiacciondole la schiena contro la parete, mentre la ragazza gli allacciava le gambe alla vita.

James entrò dentro di lei baciandole il collo, scendendo prima su un seno e poi sull'altro, mentre la ragazza gli passava le mani tra i capelli, tirandoli con forza.

James, prendendola in braccio, la spostò verso il letto, dove si stese. Ashley prese l'iniziativa prendendo a muoversi su di lui, e a dettare i tempi.

James era quasi al limite, sentiva che l'orgasmo tanto atteso stava per travolgerlo...e dopo qualche altra spinta, entrambi vennero travolti dall'orgasmo che lasciò entrambi appagati, con due sorrisi in volto.

Simone si avvicinò a James per baciarlo posandogli la mano sul petto e così fece anche Ashley. Le loro lingue e le loro salive si mescolavano così come i loro respiri e desideri.


Era paracchio tardi, poco prima di mezzanotte,  Oliver era a letto con Katy, che dormiva beata al suo fianco; Oliver la guardò e sorrise: Aveva ancora una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Era piuttosto irrequieto da quando aveva visto James al bar, anche se non ne aveva fatto parola con Katy e men che meno con Xx.

Provò a chiamarlo sul cellulare, ma non rispondeva, e dopo aver passato la maggior parte del tempo in ansia per lui, decise di andare a verificare personalmente come stesse il gemello.

Xx era, da poco, riuscita a far addormentare la piccola Amelia e, Oliver senza far rumore, s'infilò la tuta e uscì piano di casa.

Oliver guidò verso l'abitazione di James un po in ansia: probabilmente era uscito ubriaco dal bar. E se gli fosse successo qualcosa nel tragitto? E se a casa fosse  scivolato e avesse sbattuto la testa? Ok, si era comportato da stupido, ma era lo stesso preoccupato.

Parcheggiò e scese dall'auto. Provò a bussare, ma non ottenne risposta.

Provò ad abbassare la maniglia e la porta si aprì facilmente. In quel momento si preoccupò ancora di più.

E se fossero entrati dei ladri in casa? Se suo fratello era in pericolo? 

Entrò senza pensarci due volte. Guardò in salotto, in cucina, nella sala da pranzo...ma niente, non c'era traccia di James o di eventuali ospiti indesiderati. 

Salì al piano superiore, dove sentiva, però, delle voci sussurrate. Prese un ombrello trovato lungo il tragitto, appoggiato al muro. Non era molto, anzi, ma era meglio di niente.

La porta della camera era semichiusa, ma Oliver vedeva della gente muoversi. Entrò di colpo pensando che James potesse sentirsi male o che dei ladri lo stessero aggredendo, ma quello che vide lo lasciò a bocca aperta.

James era a letto con due ragazze! Probabilmente le aveva anche appena conosciute.

Una delle due gli stava baciando e leccando l'erezione, mentre lui baciava lascivamente i seni dell'altra.

La ragazza che era impegnata con James si accorse subito di lui e gli si avvicinò con fare sensuale.

<< Stammi lontana puttana! >>  ringhiò Oliver. Il sangue gli ribolliva nelle vene. Suo fratello a divertirsi e la sua fidanzata a casa sua disperata.

James e l'altra ragazza, Ashley, sentirono la voce e subito guardarono nella sua direzione.

<< Andatevene! >> Oliver era livido.

<< Ollie... >> James era in imbarazzo.

<< Ollie cosa eh...cosa?  E voi due cosa non avete capito?  Dovete uscire fuori di qui, cazzo! Fuori! >>  urlò di nuovo, rosso in volto. Sentirlo usare quelle espressioni era molto raro.

<< Sono mie ospiti, non puoi buttarle fuori. >>  si arrabbiò James infilandosi un paio di boxer e alzandosi per fronteggiare il fratello: erano a pochi centimetri di distanza e sembravano più alti che mai.

<< Ah si? E le tue meravigliose ospiti sono al corrente del fatto che hai una ragazza e una figlia, che sono momentaneamente a casa mia, che si disperano per la tua assenza? >>  domandò ironico Oliver.

Questo colpì James, ma lo fece anche arrabbiare di più. Stava per ribattere, ma intervenne Ashley.

<< James, io vado, è stato bello. Ci sentiamo ok? Simone? >>  fece rivolta all'amica.

<< Si, vengo anche io. Chiamaci se hai bisogno di divertirti ancora. >>  disse l'altra ragazza rivestendosi. 

Pochi minuti dopo si sentì la porta d'ingresso sbattere. Le ragazze se n'erano andate.

<< Grazie tante! >>  sbottò James contro il fratello.

<< Dovresti ringraziare il cielo che ti abbia trovato io e non Xx. Non fa altro che piangere per te e continuare a dire ad Amelia che ritornerai in te perchè le ami. Credi si meriterebbe una cosa del genere? >> Oliver cercava di trattenersi, ma era infuriato.

<< E io merito di essere tradito? Per di più con mio fratello?! >> James sbottò e diede uno spintone ad Oliver.

<< Come hai potuto farmi questo? >> James diede un altro spintone al fratello, pieno di rabbia e delusione.

<< Ma come diavolo ti viene in mente? Non ti farei mai una cattiveria simile! >> Oliver era offeso e spintonò James.

<< Ho visto come vi guardavate in questi giorni. Stavate sempre per conto vostro a parlare o a scambiarvi sms. >>

<< Si, mi stava aiutando a fare una sorpresa a Katy! Hai presente? Mia MOGLIE! >>  sottolineò la parola moglie.

<< Xx è la madre di mia figlia! >>  urlò James.

<< Piantala di spingere! Io voglio bene a Xx come ad una sorella, ma amo Katy, per la miseria! E dovresti saperlo, non potrei mai fare una cazzata simile. >>

<< Lo hai fatto però .>>  e prima di rendersene conto, la sua mano partì verso lo zigomo di Oliver. Non erano mai arrivati a quel punto, neanche lontanamente, in tutti quegli anni.

Oliver era sconcertato, guardò James con espressione strana in viso.

<< Jay, sei ubriaco, e forse hai assunto qualche sostanza insieme a quelle due ragazze. Vattene a dormire e ne riparliamo domani. >>  fece Oliver calmo, ma James si avventò ancora contro di lui tirandogli un secondo pugno.

<< Io la amo! La amo dannazione. E guardami ora, è tutta colpa tua! >>  gridava James disperato scagliandosi ancora contro Oliver, che però fu più rapido e lo atterrò con un pugno, sentendosi male per ciò che aveva fatto.

<< Adesso basta! Ora mi stai a sentire! >>  urlò ancora Oliver schivando un colpo da James, ma assestandogliene uno allo stomaco.

James reagì, negli occhi la rabbia e la delusione, lo afferrò per le spalle e lo buttò per terra, sovrastandolo e scaricandogli una serie di pugni.

In un momento di poca lucidità di James, i movimenti erano resi difficili a causa dell'alcool, Oliver riuscì ad invertire le posizioni e a sovrastare il fratello. Deluso gli tirò due pugni.

<< Tu ora mi ascolti, dannazione! Xx voleva chiederti di sposarla. Mi ha raccontato che volevate aspettare a dopo la nascita di Amelia, ma non avendone più parlato pensava che tu avessi cambiato idea. Ha chiesto aiuto a me perchè sa che ti conosco meglio di chiunque altro. Ed io volevo fare una sorpresa a Katy, e Xx mi sembrava la persona giusta dato che ha partorito da poco! >>  sbottò Oliver mettendosi accanto al gemello. Avevano entrambi il fiatone, le mani macchiate del sangue dell'altro e parecchi lividi.

James lo guardò incredulo.

<< Spiegami tutto...per bene. >>   soffiò James cercando qulcosa per riuscire a fermare il sangue che scorreva dal labbro inferiore.

Oliver cominciò a spiegare dal principio, da quando avevano iniziato a sentirsi più spesso per la sorpresa a Katy, alle confidenze che Xx gli aveva fatto sulla proposta di matrimonio che voleva organizzare.

<< Per questo ci sentivamo spesso, chiaro? Tutto qui. Quegli sguardi che hai detto di aver notato sono solo sguardi di complicità nel tenere l'uno il segreto dell'altro. E se sapesse che te l'ho detto...mi ucciderebbe. Anche se probabilmente ucciderà te dopo che le avrai detto cosa hai fatto stasera. Perchè si, glielo dirai. E' come una sorella per me, niente di più e niente di meno...e tu non hai creduto nè a me e nè a lei. Come diamine hai potuto? Dici di averci visti stamattina dalla finistra di casa mia, ma era un abbraccio di consolazione. Per la miseria, c'era Katy con noi! E tu sei saltato alla conclusione sbagliata senza chiedere nemmeno spiegazioni. Figuriamoci, hai ben pensato di ubriacarti e portarti a letto le prime due sconosciute che ti sono passate davanti. Ma che ti dice il cervello? Mi hai molto deluso, sappilo, non me lo aspettavo da te un comportamento simile. >>  concluse Oliver.

James era senza parole, si sentiva uno stupido, un gigantesco stupido. Non aveva creduto al suo gemello, la parte migliore di lui, e alla sua ragazza. Un senso di colpa grande come un macigno si era posato sul suo petto, fin quasi a togliergli il respiro.

Aveva rovinato tutto. Da solo. E per niente.


Forse tutto questo si leggeva nei suoi occhi che diventavano lucidi e si spalancavano man mano, comprendendo. Si portò le mani tra i capelli e si inginocchiò.

<< Alla fine sei stato tu a tradirla, lei non ha fatto nulla, se non cercare di renderti felice. E bada, o glielo dirai tu o lo farò io. >> Oliver era arrabbiato, nonostante vedere il fratello in quelle condizioni gli suscitasse tenerezza.

<< O..ollie, io...mi dispiace, Scusa, sono stato un idiota. >> James si stava pian piano rendendo conto di quel che aveva fatto.

<< Sai che ti dico? Lei al momento non ti merita, e ancora meno tua figlia. Io...beh, sono tuo fratello, ma non meriti la mia fiducia ora. >>  si leggeva delusione a amarezza in Oliver.

<< Aspetta. Mi dispiace, possiamo fare pace? Non avrei dovuto...avrei dovuto credervi, lo so, ma siete le persone più importanti della mia vita. Come posso rimediare? >> James era disperato, le lacrime iniziavano ad inondargli gli occhi.

<< Non bastano delle semplici scuse stavolta. Non a me, e meno ancora a Xx, se la conosco solo un pò. Io ora me ne torno a casa da mia moglie, metti del ghiaccio su quei lividi. >>  fece Oliver andando verso la porta.

<< Oliver, possiamo parlare? Chiarire? Mi sono reso conto che ho tradito la tua fiducia, e so che ci vorrà tanto tempo, sforzo e sacrificio per tornare come eravamo, ma possiamo iniziare? Lo so che è colpa mia, ma dammi una possibilità. >> James era implorante.

<< James, sono le due del mattino. A casa ho una moglie, incinta, che non sa nemmeno che sono qui. Se si dovesse svegliare già sarà difficile spiegarle perchè non ero al suo fianco, figuriamoci spiegarle i lividi e il sangue che ho in faccia. Sono stanco. Voglio solo darmi una ripulita e riposare. Chiariremo e parleremo, ma non ora. Tu devi riflettere sul casino che hai combinato e su come dirlo a Xx. Buonanotte, ci sentiamo. >>  fece Oliver uscendo dalla stranza, lasciando James, disperato, sul pavimento.

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Capitolo 22
*** E adesso... che fare? ***


Erano passati un paio di giorni dall’accaduto: James era caduto in un mare di disperazione e autocommiserazione tutto suo, si era chiuso in sé a pensare a quello che aveva combinato, non rispondendo alle chiamate o ai messaggi di Xx o di Oliver, probabilmente facendoli preoccupare dopo quello che era successo prima con una e poi con l’altro… ma aveva bisogno di stare da solo a riflettere e cercare di trovare un modo per farsi perdonare… perché sapeva benissimo che Oliver aveva ragione; non bastavano delle semplici scuse per quello che aveva fatto.
 
 
Oliver, nonostante tutto, era preoccupato per il fratello, e pensava quasi che potesse fare qualche sciocchezza… poi vedeva Xx triste e in ansia, e la sua nipotina che si guardava continuamente intorno… e si arrabbiava di più con James.
 
 
La sera della scazzottata, una volta tornato a casa, si era messo del ghiaccio e della pomata sui segni del suo “ scontro “ con il fratello: Katy e Xx non si erano accorte che era uscito di casa, quella sera, ma avevano notato eccome i suoi lividi, per quanta pomata e ghiaccio ci avesse potuto mettere.
Aveva raccontato loro che era scivolato dalle scale, ma nessuna delle due era troppo convinta: Katy meno di Xx, che aveva ben altri problemi a cui pensare, e quando cercava di spogliarlo per fare l’amore con lui, a malincuore si defilava: aveva lividi dappertutto, ma non abbastanza da giustificare una “ caduta “… accidenti a James!
 
 
La sera dopo la sua “ discussione “ con James, Katy lo aveva beccato in bagno, con solo un paio di boxer e una magliettina addosso, e aveva chiuso la porta a chiave, bloccando la via di fuga.
 
 
 << Sai, amore… Xx può anche aver creduto alla caduta… ma io no. Ora voglio che tu mi dica cosa è successo davvero >>, cominciò Katy decisa, avvicinandosi a lui.
 
 
 << Te l’ho detto… sono c… >>, fece lui testardo.
 
 
 << Ollie, ci conosciamo da anni. Non mentirmi >>, continuò Katy, cercando di sollevargli la maglietta, facendo venire a Oliver delle scariche di piacere lungo la schiena: le sue mani su di lui avevano sempre quell’effetto.
 
 
Katy si avvicinò ancora, alzandosi in punta di piedi per sfiorargli le labbra… sapeva che il marito stava per cedere, e voleva… persuaderlo a vuotare il sacco.
 
 
 << Avanti… puoi dirmelo… >>, sussurrò Katy al suo orecchio, mentre con la mano sfiorava il rigonfiamento tra le sue gambe.
 
 
 << Oh, e va bene! >>, rinunciò alla fine Oliver, dopo aver baciato con un misto di passione e dolcezza le labbra della moglie.
 
 
 << Io… non ne vado fiero. Ma io e James ci siamo presi a pugni >>, disse infine, mesto.
 
 
 << Che cosa?!? >>, Katy ara incredula.
 
 
 << SI. Vedi… ieri pomeriggio tardi l’ho visto in un bar, dalla finestra… e sembrava ubriaco. Poi la scorsa notte non riuscivo a stare tranquillo, avevo la sensazione che non stesse bene… e sono andato a casa sua… mentre dormivi. Era effettivamente ubriaco… e ha continuato con questa storia di io che mi porto a letto Xx… e non ci ho più visto. Ero arrabbiato e deluso, abbiamo iniziato a spintonarci… e siamo finiti a questo >>, spiegò, indicandosi la faccia: non aveva proprio mentito… più che altro omesso qualche pezzo qui e lì… ma era assolutamente certo che spettasse a James sganciare la bomba.
 
 
Katy intanto si era portata le mani alla bocca, gli occhi lucidi: sapeva che Oliver e il fratello si adoravano, e mai, mai nella vita, per nessun motivo, erano arrivati a tanto. Poteva solo immaginare quanto dolore provasse il suo Oliver, in quel momento, al di là di quello fisico…
 
 
 << Mi dispiace che le cose stiano così, tra voi… James è impazzito >>, Katy abbracciò il marito, mostrandogli il suo amore e il suo appoggio, e Oliver si beò di quel conforto, facendosi piccolo piccolo tra le sue braccia, lasciandosi un po’ andare…
 
 
 << Thanks >>, disse semplicemente, baciandole la tempia.
 
 
 
Xx, dal canto suo, cercava di reagire come poteva: era arrabbiata con James perché era sparito da due giorni, chiedendo a malapena di Amelia, ed era profondamente delusa… risentiva di continuo nella sua testa alcune delle frasi che James le aveva rivolto, e rivedeva sempre la sua espressione…
 
 
Cercava di essere forte per Amelia: non poteva cedere, e dato che momentaneamente il padre era… disperso, doveva fare per due, e non farle percepire nulla.
 
 
 << Oh, no! Maledizione, ancora la segreteria! >>, sbottò irritata quel pomeriggio, quando per l’ennesima volta provava a chiamare James.
 
 
 << Ciao, sono io. Di nuovo. Lo so che sei arrabbiato con me, anche se non credo arriverai ai livelli della mia rabbia verso di te. Ti ripeto, comunque, che io non ho fatto niente… anche se non mi crederai. Amo solo te, e solo con te ho fatto l’amore da quando stiamo insieme. Ti vorrei ricordare che qui con me c’è anche tua figlia… se non vuoi vedermi quando vieni a trovarla… ok… ma lei ti cerca! Fallo per lei >>, il suo tono era quasi implorante, alla fine, e si detestò per questo: insomma… doveva implorarlo di vedere la loro bambina??
 
 
Due secondi dopo suonarono il campanello.
 
 
 << Vado io! >>, disse Xx, che era la più vicina alla porta: la spalancò, e fuori c’era James, completamente bagnato dal temporale estivo di quel pomeriggio.
 
 
 << James… vieni dentro, forza >>, Xx si spostò, facendolo entrare, tirandolo per un braccio: quel semplicissimo contatto, dopo quello che era successo, risuonava come una cannonata tra loro.
 
 
Xx guardò James: aveva delle emozioni contrastanti in lei… era felice, perché lo amava profondamente, con tutta la sua anima, nonostante tutto, anche se l’aveva ferita… e lo odiava per lo stesso motivo.
 
 
 << Che cosa hai fatto?? >>, domandò spaventata guardandolo, dopo che fu entrato: forse James non aveva messo tanto ghiaccio o tanta pomata, o forse semplicemente le aveva prese solennemente da Oliver… sta di fatto che stava peggio del fratello.
 
 
Non fece in tempo a rispondere che subito arrivarono Oliver e Katy, per vedere chi era arrivato.
 
 
Katy sgranò gli occhi, quando lo vide: era preso piuttosto male… anche se ce l’aveva con lui per quello che credeva Oliver avesse fatto… ma gli faceva anche una gran pena; vedeva come soffriva per tutta la situazione, e le dispiaceva.
 
 
Oliver dal canto suo si irrigidì un po' quando lo vide, e lo osservò per bene: anche lui come Katy aveva notato la sua sofferenza e il suo tormento.
 
 
 << Allora? Mi dici quello che hai combinato? >>, domandò di nuovo Xx: non era riuscita a trattenersi, e si era avvicinata a lui, sfiorandogli i grossi lividi e segni neri, sfiorandoli con la mano… per vedere la loro gravità.
 
 
 << Ehm… dopo te lo spiego. Prima vorrei chiederti due cose… poi… poi parleremo. Vorrei chiederti se posso abbracciarti… >>, James era impacciato e insolitamente timoroso.
 
 
Xx comprese, e lo abbracciò… anche se si vedeva da chilometri che non era un abbraccio spontaneo e sereno… ma lui ne aveva bisogno, e anche lei: potersi stringere tra le sue braccia, per quanto assurdo potesse essere in quel momento, era di conforto per entrambi… e di sollievo, sollievo nel constatare che nonostante tutto… erano ancora lì l’uno per l’altra.
 
 
James però sapeva che poteva essere l’ultimo abbraccio con Xx, dato quello che le avrebbe detto di lì a poco, e cercò di imprimerlo nella sua memoria: il posto dove era stato più felice rispetto a qualsiasi altra parte del mondo.
 
 
 << Cos’altro volevi chiedere? >>, domandò Xx.
 
 
 << Can… can i see Amelia? >>, domandò quasi commosso.
 
 
 << Certo… vado a prenderla >>, Xx si sciolse di fronte alla sua reazione.
 
 
 << Ehm… perché non entri? Accomodati… in salotto >>, lo invitò Katy, e James accettò.
 
 
Quando il fratello gli passò accanto, Oliver sentì qualcosa muoversi dentro: la rabbia, che prima era una montagna dentro di lui… ora era ridotta a una piccola collina. Lui sapeva che James stava per dirle cosa era successo… e per un momento fu tentato di dissuaderlo, perché così forse Xx l’avrebbe perdonato più facilmente… ma non era giusto nasconderlo a lei… anche se non era affatto sicuro l’avrebbe perdonato… e lui stava vedendo il fratello soffrire come non aveva mai fatto in vita sua.
 
 
Xx arrivò con Amelia in braccio, che appena vide il padre cominciò ad agitare le braccia e a sporsi verso di lui, facendogli dei gran sorrisi: prenderla in braccio, baciarla e stringere la figlia a sé… solo ora si rendeva conto di quanto le fosse mancata, anche se erano passati solo due giorni, ora si rendeva conto dell’importanza di quei gesti… e di quanto profondamente amava quella bambina.
 
 
 << Hi love of dad. I love you so much… >>, mormorava ad Amelia, che aveva poggiato le manine sul suo viso e continuava a sorridergli, felice.
 
 
 << Ehm… Oliver… forse dovremmo lasciare che parlino tra loro… >>, tentò Katy, commossa da quella scena.
 
 
 << No… Katy. Devo delle scuse anche a Oliver… e forse anche a te. Rimanete, vi prego >>, fece subito James, mentre cullava la figlia.
 
 
 << Se è questo che vuoi… ok >>, disse infine Oliver: non aveva molta scelta.
 
 
James spostò un cuscino mettendolo sul bordo del divano e posò a malincuore la figlia sul lato interno del sedile del divano, così che non cadesse, e Amelia fece una smorfia: voleva stare ancora in braccio a papà!
 
 
 << Xx… io sono venuto a chiederti scusa. Scusa perché non ti ho creduta… scusa perché era chiaro che mi stavi dicendo la verità… ora lo so. Ti voglio chiedere scusa perché so che ti ho delusa… ti ho ferita con i miei comportamenti… Scusa per tutto quello che ho detto. Io ti amo… amo la nostra piccola famiglia… e non ho avuto fiducia in te. Mi dispiace enormemente… lo so che ho fatto uno sbaglio enorme… e che ci vorrà tempo… ma ti chiedo di darmi la possibilità di rimediare, di dimostrarti che ho fiducia in te e nel nostro amore… >>, James stava parlando con il cuore umano: la sua voce, i suoi occhi… tutto lasciava traspirare verità in lui e nelle sue parole.
 
 
 << Io… apprezzo quello che hai detto. Mi fa piacere… ma perché non mi hai creduta da subito? Cosa ti ha fatto cambiare idea in questi due giorni? Cosa hai fatto per ridurti così?? E perché mai non mi hai neanche fatto una telefonata almeno per chiedere come stava tua figlia? Eh? Mi chiedi scusa… mi chiedi di fidarmi ancora… non è così facile, soprattutto quando sei stato tu il primo a non fidarti di me! >>, Xx si era avvicinata a lui, ma a malapena tratteneva le lacrime.
 
 
 << Lo so che non ti sto chiedendo una cosa facile… lo so bene… >>, anche James si avvicinò a lei, prendendole le mani.
 
 
 << Cosa ti ha fatto cambiare idea? Come mai hai deciso che non ti ho mai mentito? >>, gli domandò.
 
 
 << Io lo so che mi ami... e che non potresti mai ferirmi così… l’ho sempre saputo, ma… ad un certo punto do dubitato, e me ne vergogno moltissimo. Ho dubitato perché ti vedevo spesso parlare, ridere, scherzare, giocare o chiedere aiuto a Oliver… sono stato geloso del vostro rapporto. Ho pensato che tu avresti potuto innamorarti di lui, dato che è così simile a me per certi versi, anche fisicamente… mentre per altri è l’esatto opposto. Da quando è nata Amelia soprattutto… lui era lì con te in un momento fondamentale… ti ha aiutata e sostenuta… e io non c’ero, sono arrivato solo dopo. E questo mi ha fatto stare male… >>, confidò James: non ne aveva mai parlato.
 
 
 << James… ma tu eri lì con me. Hai visto anche tu nascere la nostra bellissima bambina… e nel momento in cui non ci sei stato… io ti sentivo vicino lo stesso. Non eri andato a divertirti, eri a prendere i tuoi genitori… e non mi hai mai lasciata sola, eri sempre nei miei pensieri… non puoi fartene una colpa se non ci sei stato per tutto il tempo. Oliver non ti ha sostituito in quel momento: mi ha solo aiutata ad essere forte e a non crollare… anche lui, come me, parlava di te e non vedeva l’ora che arrivassi… eri lì con noi, e davi forza a entrambi >>, gli disse XX, commossa: finalmente iniziava a capire dove fosse l’origine di tutto il problema.
 
 
 << Sorry… >>, mormorò James.
 
 
 << L’importante è che tu ci creda ora… il resto si può risolvere >>, fece Xx, un po' più serena: certo, erano ancora lontani dal fare pace, ma almeno iniziava ad aprirsi uno spiraglio di luce lontano.
 
 
 << Mi hai chiesto cosa ho fatto all’occhio… beh… ho avuto uno scontro… ho fatto a pugni con Oliver >>, disse infine: i suoi occhi andavano da Xx, al fratello a Katy.
 
 
Xx non credeva alle sue orecchie: non aveva abboccato neanche per un secondo alla storia raccontata da Oliver… ma addirittura questo?
 
 
 << Why? >>, domandò semplicemente… orripilata, guardando da James a Oliver e viceversa.
 
 
 << Ehm… ecco… ti spiego dall’inizio. Ieri mattina sono venuto qui… perché mi ero reso conto che forse avevo esagerato la sera precedente… volevo chiedere aiuto a Oliver, parlare con lui… solo che… che io vi ho visti abbracciati dalla finestra. Il mio cuore si è frantumato… era… era come la conferma che avevo ragione, che c’era qualcosa tra voi… me ne sono subito andato, non ho chiesto spiegazioni, niente. Ma… io stavo davvero soffrendo molto… come se mi avessero strappato il cuore, e al suo posto fosse rimasto solo un buco enorme. Sono andato al supermercato, e ho preso una bottiglia di vodka. Verso tardo pomeriggio… beh, la bottiglia era finita da un pezzo, e avevo dato fondo agli alcolici della casa: volevo… volevo solo non sentire questo dolore, almeno per un po'. Sono andato al bar vicino casa… e lì sono rimasto per un po', forse un paio d’ore… e… lì… ho conosciuto… due ragazze… >>, James deglutì: faticava ad andare avanti nel racconto… e ora veniva la parte peggiore; guardò Xx negli occhi, i suoi erano lucidi, quelli di lei… spaventati.
 
 
 << And…? >>, Xx immaginava vagamente come continuasse il racconto… e già le veniva da vomitare.
 
 
 << Xx… mi dispiace… >>, James era implorante, mentre le lacrime iniziavano a rigargli il viso.
 
 
 << E… cosa, James? >>, la voce di Xx stava vibrando di delusione e di tristezza, gli occhi lucidi mentre provava a ricacciare indietro le lacrime.
 
 
 << Io passavo di lì per caso… e dalla vetrina del bar l’ho visto… baciare una ragazza… >>, concluse mesto Oliver, per lasciare riprendere fiato per un secondo al fratello.
 
 
 << Io… forse avrei dovuto fermarlo, e riportarlo a casa tirandolo per le orecchie… ma non l’ho fatto. Me ne pento molto, ora… non sono intervenuto… credevo che la cosa andasse risolta tra voi, non volevo mettermi in mezzo. Comunque quando è uscito dal bar era da solo >>, continuò Oliver, una faccia colpevole stampata in volto.
 
 
 << Non è colpa tua, Oliver >>, disse triste, tornando poi a guardare James, aspettando che continuasse: si rendeva conto che questo per il suo ragazzo era peggio di una tortura… ma voleva sentirselo dire da lui… voleva punirlo in qualche modo, e voleva che vedesse quanta sofferenza e quanto dolore le causava.
 
 
 << Avanti, James… sei uscito dal bar… poi? >>, la voce le tremava.
 
 
 << Ti prego… non… farmi continuare… >>, James era in ginocchio di fronte a lei, e piangeva e singhiozzava forte, le mani sopra le gambe di Xx.
 
 
 << Continua, James… sei uscito dal bar… e poi? >>, Xx deglutì forte, mentre dentro di lei si sentiva attraversata da un’ondata di gelo.
 
 
 << Mi… mi sono reso conto, in un momento di lucidità… di quello che stavo facendo… e mi sono tirato indietro. Ho pagato e sono uscito dal bar… mi sentivo uno schifo, per quello che ti avevo fatto con quei baci. Mi sentivo… strano, fuori posto… come se le labbra fossero state quelle sbagliate… e le loro mani… provavo quasi repulsione, perché non erano le tue… >>, James era disperato, lo si vedeva chiaramente.
 
 
Xx era… profondamente triste e delusa… si sentiva tradita… aveva il cuore che ad ogni parola del ragazzo veniva frantumato, calpestato… e la sua amina si era lacerata dal dolore…
 
 
 << Xx… ti prego… >>, Oliver la implorò: non sopportava la vista di suo fratello così: non l’aveva mai visto soffrire a quel modo… era straziante vederlo in quello stato.
Anche Katy stava lì ad ascoltare… e le si stringeva il cuore mano a mano che il racconto di James continuava… aveva anche lei gli occhi lucidi, ma ce l’aveva anche un po' con Oliver: non le aveva detto tutta la verità.
 
 
 << Io posso immaginare quello che deve succedere… ma voglio sentirglielo dire. Così si renderà conto del dolore che provocano sugli altri le sue azioni >>, Xx era irremovibile, anche se la voce continuava a tremare.
 
 
 << Le… le due ragazze sono uscite. Mi hanno dato un biglietto con il loro numero…  e una delle due mi ha dato un piccolo bacio sulla guancia. Pensavo fosse finita lì… ma nella mia mente continuavo a rivedere l’immagine alla finestra di Oliver che ti abbraccia… continuavo a rivedere i sorrisi e gli sguardi che vi scambiavate… e non ci ho più visto. Non è una giustificazione… volevo solo non soffrire, non chiedevo altro. In quel momento non mi importava delle conseguenze… Ho stretto la presa su quelle due… e le ho tirate verso… casa… nostra. Li abbiamo bevuto ancora… e poi… mi dispiace… >>, James era disperato, totalmente pentito.
 
 
 << James… sul… sul nostro letto dove noi… dove tante volte abbiamo… dove ha dormito anche nostra figlia?! Dove abbiamo dormito… tutti e tre insieme?? Mi fai schifo >>, Xx era disgustata, si portò le mani alla bocca, scossa dai singhiozzi e dalle lacrime che scendevano abbondanti.
 
 
 << M- mi dispiace… n-non so che… altro dire… non avrei dovuto. Avrei dovuto ascoltarti e crederti. Non mi sono fidato di due delle persone più importanti della mia vita… scusami… >>, gli occhi di James imploravano il perdono, mentre guardavano Xx.
 
 
 << Come arriviamo a te e Oliver ridotti così? >>, domandò brusca Xx cercando di farsi forza.
 
 
<< Io… ehm… Oliver… era preoccupato per me, da quando mi aveva visto al bar. È venuto a casa mia per controllare che stessi bene… che non mi fosse successo niente… la porta d’ingresso non era chiusa a chiave… è salito, sentendo dei rumori… e… >>, James si vergognava troppo di quello che aveva fatto per guardarla.
 
 
 << E ti ha trovato a letto con due semisconosciute. A quanto pare stavi benissimo. Ma continua pure >>, Xx allontanò di malagrazia le mani di James dalle sue gambe, e si alzò: voleva mettere una certa distanza tra loro.
 
 
James rimase interdetto a quel gesto… e disorientato: non si aspettava una pacca sulla spalla… ma quello addirittura? Anche se forse se l’era meritato…
 
 
 << Oliver… mi ha trovato con queste due. Sono andate via. Oliver mi ha sgridato… ma io non volevo sentire ragioni. L’ho accusato di avermi tradito… e siamo arrivati alle mani. Oliver… mi dispiace… e scusami anche tu, Katy. Quando poi…ci siamo fermati… mi ha spiegato tutto… lo so che ti ho deluso profondamente Xx. Mi rendo conto della terribile stronzata che ho fatto… e del dolore che ti ho causato. Merito anche che tu… >>, cominciò James.
 
 
CIAFFF
 
 
Le sue parole vennero interrotte da uno schiaffo sonoro, dato in piena faccia da Xx, che tremava visibilmente.
 
 
 << Meriti? Usi addirittura questa parola? Tu non meriti niente, James. Hai… hai idea di come stavo io? Ti sei preoccupato di Amelia? Hai pensato a lei mentre ti scopavi quelle due? NO! Non mi hai creduta… non hai avuto fiducia in me. Dopo tutto quello che abbiamo passato… pensavo che almeno la fiducia fosse scontata. Io… io non riesco neanche a guardarti! Spero che almeno ne sia valsa la pena e ti sia divertito >>, fece Xx cruda: dentro si sentiva morire, ma non voleva dargli questa soddisfazione… era un colpo basso ferirlo così… e si sentiva orribile per questo.
 
 
Prese la fedina di James, che aveva al dito insieme alla sua, e gliela lanciò contro. Poi fece lo stesso con la sua.
 
 
 << Credo che siano inutili >>, fece velenosa.
 
 
James le prese in mano e le guardò, mentre altre lacrime scendevano.
 
 
 << Sei un barbaro. Guarda come hai ridotto tuo fratello! E guardati tu! Guarda come sto io! Non toccarmi! >>, Xx si spostò, evitando la mano di James che cercava di toccarle il braccio.
 
 
 << Mi conosci Xx… sai che Oliver è sempre stata la persona più importante della mia vita. Poi siete arrivate tu ed Amelia… siete tutti al primo posto per me… pensi che sarei mai stato in grado di picchiarlo, se non ti amassi più della mia stessa vita?!? >>, quasi urlò l’ultima frase, talmente era tanta la disperazione e la consapevolezza che probabilmente stava per perderla… e tutto per colpa sua.
 
 
Xx lo guardò senza rispondere, combattuta.
 
 
 << Io ti amo >>, fece James con rabbia, dato che lei non rispondeva.
 
 
 << Ti amo, Xx… amo Amelia… amo la nostra famiglia… >>, James continuava a ripeterlo, nella speranza di sortire qualche effetto in lei.
 
 
 << Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata… e ho rovinato tutto, lo so. Da solo e per cose che erano solo nella mia testa… e Amelia… non… non credo di aver mai fatto niente di meglio in vita mia… per favore… parlami, almeno… >>, continuò James, dato che Xx ancora non rispondeva.
 
 
Xx continuò a stare zitta, e si mosse verso la stanza, prese una cosa dalla borsa e tronò dagli altri. Lanciò a James una scatolina, e lui la afferrò al volo.
 
 
 << Apri >>, gli ordinò, e lui obbedì: dentro c’era un anello, una mezza via tra una fede e una fedina. Era in platino, lucido e un po’ piatto. C’era incisa sopra una frase: “ James, ti amo. Vuoi sposarmi? “, e c’era un piccolissimo bigliettino, all’interno, che diceva “ Per sempre tua, con immenso amore, Xx “.
 
 
Al ragazzo si strinse il cuore ancora di più. Era un anello bellissimo... e la proposta era molto originale. Quasi immaginava il momento in cui lei glielo avrebbe dato, infilandogli l’anello al dito… lo conosceva bene, e questa ne era la prova… e lui aveva rovinato tutto.
 
 
 << Xx… è bellissimo >>, mormorò James.
 
 
 << James… io ti amo… nonostante tutti i colpi che mi hai dato in questi tre giorni. Ti amo profondamente… ma mi hai fatto male… molto male. Nessuno come te mi ha mai causato tutto questo dolore… ma io non posso. Non posso rendermi così vulnerabile. Per te, che hai abusato della mia fiducia… del mio amore… tu hai una figlia alla quale quasi non hai pensato… e non ci hai pensato poi tanto prima di farti due sconosciute nel nostro letto. Li dove io mi sono aperta… resa fragile per te, con te. Li dove ci siamo spinti così in fondo per conoscerci… e dove ci siamo detti che ci amavamo con le parole e con i gesti… e tu hai buttato via tutto. Forse non era abbastanza per te… forse io non sono abbastanza. Vattene… non voglio più vederti. Anzi… me ne vado io, dopotutto questa è la casa di tuo fratello, chissà cosa penseresti altrimenti. Puoi buttare quegli anelli… non mi interessa >>, ma non era proprio vero: solo dire la frase le provocava una fitta lancinante al cuore.
 
 
 << Xx… ti prego… non vedi come sta? È più che pentito… dagli una possibilità… >>, si intromise Oliver: vedere i due così era una scena che gli spezzava il cuore.
 
 
 << E come sto io? Non lo vedi? È tuo fratello, lo capisco… ma ora devo prendermi cura di me. Devo curarmi le ferite che James mi ha inferto… devo capire se l’amore può superare tutto questo dolore… e non posso farlo qui. Con lui che mi guarda come un cane bastonato e implora perdono >>, sbottò Xx.
 
 
 James aveva sentito… ma non riuscì a controbattere: aveva combinato un macello da solo… e ora ne stava pagando tutte le conseguenze.
 
 
Prese Amelia in braccio, che stava guardando corrucciata cosa stava succedendo attorno a lei.
 
 
<< Amore di papà… andrà tutto bene, te lo prometto. La mamma e il papà ti vogliono un mondo di bene… d’accordo? Non dubitare… I love you >>, fece James cercando di sorridere alla figlia, ma la voce gli vibrava.
 
 
 << Ci… metteremo d’accordo per lei. Quando potrai vederla eccetera >>, disse Xx, mostrando una sicurezza che però non aveva.
 
 
James la guardò… cercò di incrociare gli occhi di lei, che invece cercava di evitare i suoi: era troppo doloroso anche solo guardarlo… o immaginarlo con altre due donne… sentiva la sua anima, il suo cuore, fatto a brandelli e calpestato.
 
 
 << Posso darle un ultimo bacio? >>, domandò James, rinunciando ai suoi propositi di incrociare il suo sguardo: Xx annuì semplicemente.
 
 
 << Hi Amelia… >>, disse baciandole la testolina.
 
 
 << Quando posso vederla? >>, chiese a Xx.
 
 
 << Non so domani… ci sentiamo. Per lei. Grazie Oliver… grazie Katy per la vostra ospitalità >>.
 
 
 << Ma… te ne vai davvero? >>, Oliver era stupefatto.
 
 
 << Si… grazie ancora >>, Xx si avvicinò a James per prendere Amelia, cercando di evitare qualsiasi contatto con lui… ma non funzionò: le loro mani si sfiorarono… e Xx per la prima volta provò ribrezzo a quel contatto.
 
 
 << Ma dai, aspetta… non serve che tu te ne vada >>, insistè Oliver.
 
 
 << Oliver… non posso pensare con lucidità se sono nella stessa casa del fratello gemello del mio… di… James >>, Xx non sapeva se definirlo fidanzato o ex fidanzato.
 
 
 << Ma… io non ti parlerei di lui… è solo per te, per essere più comoda >>, continuò.
 
 
 << Oliver… davvero. So che lo faresti, magari anche inconsapevolmente… per quanto tu dica che ha sbagliato… è sempre tuo fratello, e saresti dalla sua parte… è normale. Inoltre siete due giovani sposi… e Katy è incinta… saremo di troppo >>, spiegò Xx, con tutta calma.
 
 
 << E va bene… ma promettimi che passerai di qui qualche volta, per farci vedere la nostra nipotina >>, fece Oliver, sorridendo ad Amelia.
 
 
 << D’accordo >>, gli sorrise Xx.
 
 
 << Dove… andrai? >>, chiese mogio James.
 
 
 << Non lo so… credo prenderò una camera in affitto. Ti darò l’indirizzo, così potrai venire a vedere Amelia. Non voglio che stia senza padre… e potrai vederla quando vuoi… se le cose tra noi non si aggiusteranno. O in questo periodo… >>, fece Xx un po' titubante.
 
 
 << Ti ringrazio. Vuoi una mano con i bagagli? >>, domandò James.
 
 
 << No, grazie. Ho solo un borsone qui. E un po' alla volta verrò a prendere le cose mie e di Amelia a casa nos… tua >>.
 
 
 << Quella è casa nostra >>, disse triste James.
 
 
 << Tra pochi giorni avremmo il biglietto per tornare in Italia. Dovremo parlare di cosa fare, e quando sarò lì come fare per Amelia >>, fece Xx.
 
 
 << Cosa?? >>, James era scioccato, non credeva che lei potesse parlare addirittura di partire.
 
 
 << Ne parleremo. Ok? Ma non ora. Non vado da nessuna parte prima di averne discusso con te >>, lo rassicurò Xx.
 
 
 << Va bene… ci vediamo. Ciao Amore di papà >>, disse, avvicinandosi per dare un bacio ad Amelia, e Xx si irrigidì un po'.
 
 
 
James uscì molto triste qualche minuto dopo da casa del fratello: Xx aveva rifiutato la sua proposta di accompagnarla almeno all’hotel in cui avrebbe alloggiato : << Sul serio… oggi non mi serve, ma grazie >>, aveva detto gentile ma decisa… voleva evidentemente prendere le distanze da lui… e questo gli faceva un male cane.
 
 
Era purtroppo consapevole di aver rovinato tutto… che poteva aver mandato in pezzi la sua famiglia da solo e per niente, questo era un pensiero che lo tormentava. Lui aveva fiducia in Xx… e allora perché era diventato così geloso? Di suo fratello poi… non riusciva neanche a capacitarsene.
 
 
 << Ciao Jay >>, una voce di donna lo distrasse dai suoi pensieri, fuori dalla porta di casa.
 
 
 << Chi c’è? Oh… ciao, Simone >>, fece lui.
 
 
 << Volevo solo sapere come stavi… >>, continuò la ragazza.
 
 
 << Io sto bene, grazie. Senti… per l’altro giorno… mi dispiace. Non avrei dovuto, ero parecchio giù di morale… e avevo bevuto. Forse non era il caso… >>, fece James in imbarazzo, rigirandosi le chiavi di casa in mano.
 
 
 << Di fare l’amore in modo così eccezionale? >>, concluse lei, sognante.
 
 
 << … di finire a letto insieme. Anche con Ashley. Io… in quel momento soffrivo, e volevo solo stare un po’ meglio… spero che tu questo lo abbia capito. Io ho una figlia e una fidanzata… più o meno, ma spero di riconquistare la sua fiducia, il suo amore e il suo rispetto con il tempo. Devo pensare alla mia famiglia ora >>, fece deciso, non voleva illuderla.
 
 
 << Non ti sei divertito? >>, gli domandò: sperava reagisse in tutt’altro modo, vedendola.
 
 
 << È stato… bello. Ma è stata anche l’avventura di una notte. Voglio essere chiaro, non capiterà ancora… io amo la mia fidanzata. Sono una persona migliore con lei al mio fianco… e spero che un giorno torneremo a essere felici come prima di questa… situazione. Mi dispiace se ti sei illusa >>.
 
 
<< Questa tua fidanzata è molto fortunata ad averti tutto per lei… in tutti i sensi. Spero che lo sappia, e che per te valga la pena lottare per lei >> , fece piuttosto freddina.
 
 
 << Certo che ne vale la pena… io la amo. Arrivederci, Simone… spero che anche tu troverai la felicità >>, fece James, voltandosi e rientrando in casa. Non aveva però visto lo sguardo della ragazza, che non prometteva nulla di buono…
 
 
Una volta rientrato in casa, prese la foto che era sulla mensola, che aveva girato sottosopra qualche giorno prima, quella che ritraeva lui, Xx e Amelia in ospedale il giorno dopo la nascita della bimba: erano così felici li…
 
 
Si sedette sul divano con la foto stretta al petto, e dalla tasca tirò fuori le due fedine, sua e quella di Xx, e la scatolina che conteneva l’anello con il quale Xx voleva chiedergli di sposarla: al momento erano gli oggetti più preziosi che possedeva.
 
 
Strinse anche gli anelli in una mano, come se così facendo Xx potesse essere più vicina a lui, e come se li con loro ci fosse anche Amelia, che li guardava sorridente come sempre.
 
 
Qualche lacrima di rabbia, soprattutto verso se stesso, scivolò dai suoi occhi… e alla fine si addormentò, sfinito.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 23
*** BOOM ***


<< Xx… per favore. Dammi un’altra possibilità… io sono pentito… non succederà mai più… >>, stava implorando James: erano passati dieci giorni dalla loro discussione, e Xx aveva ancora molto dubbi, e in lei prevaleva soprattutto rabbia e delusione.
 
 
 << James… per favore. Sei venuto qui per Amelia… e così deve rimanere. Non posso stare con te per pietà… non sarebbe giusto per nessuno. E devo fare chiarezza nei miei sentimenti… non insistere >>, fece stanca Xx: ogni volta che James era venuto a trovare la figlia, attaccava con questo discorso.
 
 
<< Dimmi solo una cosa: provi ancora qualcosa per me? >>, domandò secco.
 
 
 << Io… è una domanda difficile, per ora >>, gli rispose, ma sapeva che gli stava dando una pugnalata al cuore… e infatti la faccia di James sbiancò, irrigidendosi.
 
 
 << Stanotte posso prendere Amelia e portarla a casa… nostra? Vorrei stare un po’ con lei >>, le domandò, fingendo che non gli importasse della risposta ricevuta.
 
 
 << Certo. Ti ho detto che non ti avrei impedito di vederla e di stare con lei… e ho intenzione di mantenere la parola >>, disse Xx.
 
 
 << Ok allora. Stasera passo a prenderla, se non è un problema. Mi potresti preparare una borsa con le cose che le serviranno? >>, fece James, più freddamente di quanto in realtà volesse.
 
 
 << Va bene. Te la faccio trovare pronta >>, acconsentì la ragazza, sorpresa dal cambiamento di tono.
 
 
 << Ok. A stasera >>, fece sbrigativo James, dando un bacio alla figlia, che gli sorrise, e cercando di evitare di sfiorare Xx… non riuscendoci: si sfiorarono, e come spesso accadeva, sentirono una scossa, quando le loro mani si toccarono.
 
 
Nel primo pomeriggio Xx andò a casa di Oliver e Katy, dato che aveva promesso che avrebbero potuto continuare a vederla senza problemi.
 
 
 << Come va la gravidanza Katy? >>, domandò Xx, mentre Oliver sbaciucchiava la nipotina.
 
 
 << Abbastanza bene. Quasi non me ne rendo conto… sai, niente pancia, niente movimenti strani… solo qualche voglia e poche nausee. Però se mi fermo a pensare che c’è un piccolo bambino dentro di me… mi sento riempire di gioia… e piena di amore >>, Katy sorrideva con gli occhi, era raggiante.
 
 
 << Me lo ricordo… ti senti strana. Senti che non sei sola… ma non puoi toccare o abbracciare chi sta insieme a te. È una sensazione meravigliosa… e straordinaria… goditela >>, le sorrise incoraggiante Xx.
 
 
 << Sarà fatto. Almeno posso abbracciare e baciare la metà dei suoi geni, intanto >>, fece Katy allegra, riferendosi a Oliver.
 
 
 << Oh… scusa. Sono stata indelicata >>, si scusò subito, vedendo Xx abbassare gli occhi.
 
 
 << No… non ti preoccupare. Sono felice che tra voi vada tutto a gonfie vele >>, le disse sincera.
 
 
 << Potreste tornare così anche tu e James >>, buttò li Oliver.
 
 
 << Ollie… please >>, lo interruppe Katy: si erano già beccati un po’ sull’argomento.
 
 
 << Dicevo solo… a lei manca James, si vede per quanto cerchi di nasconderlo. Amelia adora il papà… e James è sinceramente pentito! Hai viso anche tu com’era dieci giorni fa, e ora: distrutto. Lui ti ama più della sua vita, e lo stesso vale per Amelia. Dovresti tenere conto di questi elementi quando deciderai >>, fece Oliver, come se nulla fosse.
 
 
 << Oliver… sai quanto ti voglio bene eccetera. Ma continuando a ripetermi queste cose quando vengo qui non mi aiuti. Se chiudo gli occhi, io mi immagino James nella nostra camera con… quelle due. E non posso sopportare questa immagine. Per quanto lui sia pentito e affranto dal dolore >>, rispose Xx decisa: ogni volta che portava Amelia dagli zii era la stessa storia.
 
 
 << So che soffri, e lui merita la lezione che gli stai dando. Dico solo che quando sarà il momento… dovresti tenere conto di queste cose >>, insistette lui.
 
 
 << Quando sarà il momento non prenderò la decisione alla leggera: penserò al bene di Amelia, al mio e anche a quello di James, anche se non sembra >>, disse a denti stretti: inconsapevolmente, forse, e indirettamente era come se la accusasse… e la stesse facendo sentire in colpa.
 
 
 << Lo so. Senti, non lo sto giustificando, ma… >>, continuò Oliver, ma non riuscì a finire la frase.
 
 
 << Ma cosa? C’è anche un ma nel tuo discorso? James non si è fidato di quello che ho detto, ha dovuto sentirselo dire da te per esserne sicuro. Mi ha tradito con due ragazze… cos’altro manca? Io lo so che è dispiaciuto, credimi, ma non mi basta per perdonarlo in due minuti. Io voglio arrivare al nocciolo della questione, al perché >>, sbottò Xx
 
 
 << Ma ora lo sai il perché! >>, si scaldò Oliver.
 
 
 << Si, ora lo so, ma non sono sicura che sia tutto. Io non mi fido più di lui, ora, ed è tremendo da dire, specie dopo quello che abbiamo passato io e James >>, fece la ragazza, che sentiva di nuovo il cuore strapparsi in mille pezzi.
 
 
 << Oliver, smettila ora. Soffre anche lei, cosa credi?? >>, intervenne Katy in difesa di Xx.
 
 
 << Lo vedo che soffre, ma potrebbe perdonarlo e tornare con lui >>, disse Oliver testardo.
 
 
 << Non è così facile! Non sono neanche sicura di amarlo ancora! Ed è doloroso da morire dirlo, cosa credi? Io amavo tuo fratello più della mia vita! Ma ora… sento solo rabbia e delusione. Forse l’amore c’è ancora, sotto tutto questo… ma devo scoprirlo, prima di tornare con lui per pietà. Lo renderei infelice, e io voglio che lui sia felice invece, e credo lo voglia anche tu >>, si infervorò Xx.
 
 
 << Si… >>, fece Oliver facendosi piccolo piccolo.
 
 
 << E per fortuna che se rimanevo qui non provavi a convincermi. Senti, non voglio continuare a discutere con te, o finiremo per litigare anche noi. Sinceramente tutto questo… è una questione tra me e lui, e non credo dovresti metterti in mezzo, se non per dare qualche consiglio, cosa che hai fatto, con me. Katy… parleremo un'altra volta. Posso… posso lasciarvi Amelia per un paio d’ore al massimo? Devo fare la spesa e sbrigare altre due faccende… e poi devo preparare le sue cose, stasera sta con James >>, fece Xx, che quasi non aveva fatto a tempo a togliersi la giacca.
 
 
 << Certo, ci mancherebbe >>, rispose Katy.
 
 
 << Grazie, a dopo. Ciao amore di mamma >>, le diede un bacio, e la bambina fece un gran sorriso, e uscì di corsa.
 
 
Katy si girò verso di lui alzando le sopracciglia: << Hai visto? Così non aiuti James, spero che tu lo sappia >>, disse seccata.
 
 
 << Io le stavo spiegando le motivazioni per cui dovrebbe perdonarlo >>, si difese lui.
 
 
 << Forse. Tu la stavi giudicando. Ha ragione da vendere quando dice che è una questione tra lei e James. Non metterti in mezzo >>, lo sgridò.
 
 
 << Quei due sono innamorati! Sarebbe una follia lasciarsi! >>, si indignò Oliver.
 
 
 << Non è una questione dove puoi mettere bocca! Non puoi sapere quali sono i sentimenti di Xx o di James, non del tutto. E continuando a pressare lei, non fai che allontanarla da tuo fratello, e anche da noi, perché si sentirebbe come in gabbia. Lascia a entrambi lo spazio di cui hanno bisogno! >>, si arrabbiò Katy.
 
 
 << E se questo spazio li allontanasse? >>, Oliver era determinato.
 
 
 << Non è un tuo problema. Non puoi dire loro cosa devono fare… non funziona così con i sentimenti. E io… posso capire Xx. Si sente tradita dall’uomo che amava più di sé stessa, non ha fiducia in lui… è delusa da quello che ha detto e fatto. E una cosa dietro l’altra, non si digerisce in una settimana tutto questo. E meno ancora non si persona una cosa del genere in due minuti. Lasciala in pace, chiaro? >>, fece, puntano il dito contro suo marito.
 
 
 << Quindi stai dalla parte di Xx? >>, domandò Oliver.
 
 
 << Non sto da nessuna parte, e neanche tu dovresti. Voglio bene a James, e quello che ha fatto è terribile. Mi metto anche nei panni di Xx, a cui voglio bene, ed è stata una mazzata enorme per lei. Non è facile. Io mi immagino se succedesse a me una cosa del genere… sarei devastata. Xx deve rimettersi in sesto… anche perché con lei ha Amelia. So anche io che quei due testoni si amano, ma non puoi decidere tu per loro se faranno pace, o quando >>, disse un po’ più forte Katy.
 
 
 << A te non succederà mai una cosa del genere >>, disse perentorio Oliver, avvicinandosi di un passo, aprendo di più gli occhi: dopo tutto quel tempo… credeva ancora che avrebbe potuto amare un’altra.
 
 
 << Dici? Sembrava impossibile che succedesse a James e Xx, eppure… >>, fece lei titubante: alla fine dei conti, anche Katy era insicura.
 
 
 << Non ti preoccupare…  io ti amo, Katy >>, Oliver si avvicinò ancora, avvolgendola con le sue braccia, alzandole il mento con un dito e dandole un bacio appassionato, mordicchiandole il labbro.
 
 
 << I love you Oliver >>, sorrise lei.
 
 
 << Per fortuna… perché ti amo anche io >>, sorrise anche lui, carezzandole la guancia con il pollice.
 
 
 << Che ne dici se portassimo Amelia da suo papà? Ho una mezza idea di cosa potremmo fare… e non sono cose adatte ai bambini… >>, fece malizioso Oliver, stringendola di più a sé, baciandola con passione.
 
 
 << Oh… Oliver. Xx ci ha affidato Amelia… non possiamo portarla in giro come un pacco postale, anche se la tua idea mi piace parecchio… >>, sorrise Katy, riprendendo a baciarlo, infilandogli le dita tra i capelli, tirandoglieli piano.
 
 
 << Mmm… così non vale. Non puoi farmi questo… e dire che non possiamo >>, si lamentò Oliver con dolcezza, posando le mani sul sedere della moglie, stringendolo.
 
 
 << Non tentarmi, Mr. Phelps >>, lo ammonì sorridente, slacciandogli la cintura dei jeans, birichina.
 
 
Oliver la guardò di sottecchi: da quando era incinta era diventata più… audace, in certe cose. Non che prima non lo fosse… ma non così spesso.
 
 
Intanto lei gli aveva sbottonato i jeans e abbassato la cerniera, e con la mano scivolava su e giù il rigonfiamento del marito, guardandolo fisso negli occhi.
 
 
Con il poco barlume di lucidità che gli era rimasto, riuscì a rantolare a fatica solo una parola: << Amelia… >>.
 
 
 << Quando nascerà il nostro bambino come faremo? >>, gli domandò lei, sorridente, oltrepassando anche l’elastico dei boxer… ed Oliver ebbe un sussulto.
 
 
 << Sarà diverso… nostro.  Lei è la nostra nipotina…  magari James e Xx l’hanno fatto con lei che dormiva, ma intanto dormiva e non vedeva… anche se probabilmente non si ricorderebbe o renderebbe conto di niente… e poi loro sono i genitori. Noi siamo i suoi zii >>, le spiegò, ma aveva cominciato a slacciarle la camicetta, respirando rumorosamente.
 
 
Katy lo spinse verso il divano, mettendosi a cavalcioni sopra di lui, sfilandogli la maglietta in un gesto impaziente, mentre le mani percorrevano vogliose il petto del marito, e lei si avvicinava, baciandogli e leccandogli il collo con la punta della lingua.
 
 
Oliver la prese per le spalle, stendendola sul divano, mettendosi sopra di lei, levandole la camicetta e divaricandole le gambe, per farsi spazio.
 
 
Stava per scendere a baciarle i seni… quando si accorse degli occhi vispi di Amelia – identici a quelli di James -, che li guardavano curiosi.
 
 
Si rimise in fretta la maglietta, abbottonandosi i jeans, e passò la camicetta a Katy, che seguì i suoi occhi fino ad arrivare ad Amelia, e si rivestì, arrossendo.
 
 
 << Chiamo James. Gli restituiamo la figlia >>, fece perentorio Oliver.
 
 
 << Io chiamo Xx, per avvertirla, ok? >>, chiese Katy, e Oliver le fece cenno di si con la testa, mentre già parlava con James.
 
 
 << Ok. James mi ha chiesto se gli porto la polpetta, non è a casa sua, ma è qui in zona. La porto da lui, e quando torno… preparati a un pomeriggio rovente. Non dovrei metterci molto, vado a piedi così intanto faccio una passeggiata con la mia bella nipotina >>, sorrise Oliver, baciandola.
 
 
 << Vuoi che ti accompagni? >>, domandò Katy, mentre metteva la giacchina ad Amelia, che stava facendo dei gran sorrisi alla zia.
 
 
 << No… tranquilla. Tu rilassati, e preparati al mio assalto di dopo >>, disse Oliver giocoso, baciandole il collo.
 
 
 << D’accordo… ciao Amelia >>, salutò la ragazza, dandole un bacio sulla guancia.
 
 
Oliver la prese in braccio, prese quello che aveva lasciato loro Xx e uscì.
 
 
Doveva trovarsi con James in un bar, a dieci minuti da casa sua: voleva parlargli di Xx, per cui non lo aveva fatto andare a casa sua… Katy lo avrebbe strozzato.
 
 
 << Allora tesoro di zio, dobbiamo fare un piano per far tornare insieme mamma e papà, sei d’accordo? >>, chiese in inglese alla piccola, che gli sorrise.
 
 
 << Certo che sei d’accordo! Tu adori mamma e papà! >>, le sorrise, mentre la piccola gli carezzava con le manine la faccia, prendendogli le orecchie all’improvviso… e Oliver sorrise: adorava quella bambina, e non vedeva l’ora di avere un bambino tutto suo da coccolare e amare.
 
 
 << Sai Amelia, presto avrai un cuginetto con cui giocare… o una cuginetta. Chissà… >>, fece pensieroso.
 
James vedeva il fratello e Amelia dall’altro lato della strada e lo salutò, facendogli segno che era lì: aveva un gran sorriso, nonostante tutto… era contento di vederli. Con Oliver non era ancora tutto come prima, ma pian piano si stavano riavvicinando… e stavano tornando al loro rapporto di sempre: James sapeva che doveva ancora chiedergli scusa e farsi perdonare, dimostrare che era pentito e non pensava più a suo fratello come un traditore…  e forse non lo aveva mai fatto completamente… ma era più che disposto a farlo. Voleva un gran bene a suo fratello, e glielo avrebbe dimostrato.
 
 
Oliver lo vide e fece cenno di averlo visto, e Amelia iniziava già ad agitarsi tra le sue braccia, forse avendo visto il suo papà che la stava aspettando.
 
 
 << Keep calm, Amelia, ora andiamo! >>, sorrise Oliver.
 
 
Si posizionarono sulle strisce, e una volta controllato che non passasse nessuno, attraversò… o forse no.
Da una curva appena prima delle strisce, sbucò fuori una macchina sportiva a tutta velocità, al volante un giovanissimo ragazzo, che proprio non si accorse in tempo dei pedoni che attraversavano: provò a inchiodare, ma perse il controllo della macchina, cominciando a zigzagare… e alla fine il giovane al volante sentì una botta sorda, qualcosa colpire la macchina.
 
 
Scese spaventatissimo dall’auto, e sbiancò quando vide cosa aveva combinato: per terra c’erano un ragazzo con una bimba in braccio, che evidentemente aveva provato a proteggere facendole scudo con il proprio corpo… ma erano entrambi incoscienti in una pozza di sangue.
 
 
James era… pietrificato dal terrore. L’urlo di disperazione non gli uscì neanche dalla gola: era impalato al suo posto, troppo spaventato per guardare… poi improvvisamente tutti i suoni della città tornarono a farsi sentire, e le urla dei passanti rimbombarono nelle sue orecchie.
 
 
 << Permesso, via, spostatevi!! >>, James si riscosse, spostando le persone di malagrazia, precipitandosi dal fratello e dalla sua bambina. Con mano tremante provò a sentire il polso a entrambi, era debolissimo.
 
 
 << Call an ambulance! >>, urlò, le mani sporche del sangue di Oliver e Amelia: Non osava spostarli per non causare ulteriori danni, magari alla colonna vertebrale o peggio.
 
 
 <<  Ollie… please… resisti… n- non puoi lasciarmi… >>, piangeva James disperato, carezzando con dolcezza e amore Oliver e Amelia. Era terrorizzato anche per lei: era così piccola: Oliver le aveva fatto da scudo e la stringeva ancora a sé, ma anche lei era priva di conoscenza.
 
 
 << Amelia… love of dad… i love you so much… resisti, ok? Vengono subito a prendere te e zio Ollie, starete benissimo tutti e due… adesso chiamo anche mamma, d’accordo? >>, la voce gli tremava, cos’ come le mani: si stava odiando per non poter prendere tra le braccia la figlia e stringere il fratello, ma aveva la sensazione forte che se li avesse spostati da li, anche se di poco, avrebbe causato più guai che bene.
 
 
Nel frattempo ara arrivata l’ambulanza, e James pretese di salire insieme con Amelia.
 
 
 <<  I’m her dad! >>, sbottò. Si fece dare il nome dell’ospedale e chiamò.
 
 
 << Xx… a- ascolta… devi v- venire subito in o- ospedale. Oliver e Amelia… li hanno… i- investiti… i- io sono in ambulanza con l- la n- nostra bambina… >>, balbettò James, ancora terrorizzato: l’urlo di dolore di Xx, così simile al suo urlo muto di prima, gli spezzò e trafisse il cuore di altro dolore… ancora non credeva possibile fosse successo al suo fratellone e alla sua dolce e sorridente bambina innocente… aveva appena tre mesi…
 
 
 << No… no, no, no… la mia bambina e Ollie no!! >>, continuava a piangere Xx, disperata e incredula, ma terrorizzata al tempo stesso: si fece dire il nome dell’ospedale e si precipitò lì, lasciando la spesa impiantata a metà, il carrello nel mezzo della corsia.
 
 
A James venne in mente Katy e impallidì ancora di più: era incinta… e non voleva essere lui a doverglielo dire… ma non poteva fare il codardo, doveva chiamarla… o non se lo sarebbe mai perdonato, e non lo avrebbe fatto neanche Oliver.
 
 
 << Katy… ciao. Dovresti venire in ospedale… c’è stato un incidente… >>, cominciò, e l’urlo di terrore di Katy gli gelò il sangue nelle vene: aveva cercato di darle la notizia il più calmo possibile, per non agitarla di più visto il suo stato, ma non credeva di esserci riuscito proprio del tutto… corse anche lei in ospedale, più che terrorizzata: mille pensieri le passavano per la testa, ma voleva essere positiva : Oliver… il suo Ollie non avrebbe mai lasciato lei e il loro bambino in arrivo. MAI.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 24
*** Problemi e... ***


James era terrorizzato: durante il viaggio in ambulanza non sentiva neanche cosa gli infermieri stavano dicendo: tutto quello che vedeva e di cui gli importava era la sua bellissima bambina che era li, immobile e pallida davanti a lui.
 
 
Gli infermieri stavano trafficando attorno a lei, facendo le dovute valutazioni, e prendendo i parametri: l’unica cosa che gli era permesso di fare era accarezzarla, stringerle la mano… mentre lui avrebbe voluto stringerla a sé, baciarle la testolina, e farle sentire che il suo papà era lì con lei. Altre lacrime continuavano a scorrere incessantemente sul suo viso, e ancora non aveva smesso di tremare, mentre la paura per lei e il fratello lo divoravano vivo.
 
 
Arrivato in ospedale e sceso dall’ambulanza non voleva lasciare la sua bambina e suo fratello da soli, e li accompagnò fino all’entrata: lì quasi contemporaneamente arrivarono Katy e Xx, bianche come lenzuola e spaventate a morte.
 
 
Xx si precipitò subito da Amelia, il cuore a mille per la paura, e accarezzava la sua bambina con delicatezza: gli infermieri però la portarono subito dentro la stanza delle visite… e lei non poteva entrare lì: rimase fuori, spaventata e tremante… portandosi le mani alla bocca per cercare di calmarsi. La sua Amelia aveva solo tre mesi… e vederla lì, immobile, con varie ferite e sporca di sangue… la trovava ancora più piccola e indifesa… e lei si sentiva male a non poter fare niente. Vide solo con la coda dell’occhio Oliver, mentre veniva portato nella sala visite a fianco: era impaurita anche per lui.
 
 
Katy corse da Oliver, ancora privo di conoscenza, e quello che vide la spaventò a morte: aveva diverse ferite e lacerazioni… perdeva molto sangue.
 
 
 << Ollie… a- amore… resisti… i love you >>, era riuscita a dirgli, prima che lo portassero di corsa nella stanza.
 
 
Katy quasi cadde in ginocchio: non poteva crederci… Oliver… il suo Ollie… ma James e Xx corsero subito verso di lei, e la sorressero, accompagnandola a sedersi nella sala d’aspetto.
 
 
 << How… how… come è successo? >>, domandò una tremante Katy, con un filo di voce.
 
 
James spiegò a Xx e alla cognata come erano andate le cose, tremante, mentre nella sua testa riviveva quella scena agghiacciante.
 
 
Xx era stata zitta, fissando James: era distrutto, un incidente aveva colpito due delle persone più importanti della sua vita… e lui aveva assistito.
 
 
Quando ebbe finito di spiegare, d’istinto lo abbracciò: un abbraccio talmente improvviso che James non si accorse che lei si stava avvicinando… ma in quell’abbraccio ci si perse, sostenuto da Xx che capiva il suo dolore e cercava di confortarlo, per quanto anche lei fosse devastata. Era un abbraccio sincero, caloroso, come non se ne davano da qualche settimana: Dio, quanto gli mancavano quegli abbracci.
 
 
James si sciolse, piangendo, tremante, e si aggrappò a lei come un naufrago a uno scoglio, stringendola forte, posandole una mano dietro la testa, lasciando che anche lei si sfogasse, versando lacrime amare di dolore.
 
 
 << James… andrà tutto bene, ok? >>, fece Xx vicino al suo viso, tenendogli le mani ai lati della testa, asciugandogli le lacrime con i pollici: e lei ne era convinta, che sarebbe andato tutto bene… non riusciva a immaginare una vita senza Amelia, le si spezzava il cuore. James le prese i polsi e annuì… avrebbe voluto dire qualcosa per rassicurarla… ma proprio non ci riusciva, aveva un magone alla gola.
 
 
 << Ehi… non è colpa tua. Capito? Non voglio che inizi con i sensi di colpa… la colpa non è tua, né di Oliver o Amelia… ma solo dell’automobilista. Ok? Ora dillo ad alta voce… >>, lo incoraggiò Xx.
 
 
James la guardò dritto negli occhi per qualche secondo: non c’era nulla da fare, lei lo conosceva benissimo… e non le sfuggiva nulla… sapeva di cosa aveva bisogno.
 
 
 << N- non è c- colpa… mia >>, sussurrò, continuando a guardarla e a tenerla stretta a sé.
 
 
 << Esatto. Voglio che continui a ripeterlo. Vedrai… tra poco usciremo di qui con Amelia e Oliver… >>, gli disse Xx, accarezzandogli la guancia.
 
 
Dopo dieci minuti uscì il medico: << Voi siete la famiglia di Oliver e Amelia Phelps? >>.
 
 
 << Si. I- io sono la m- moglie di Oliver… e loro sono i genitori di Amelia… e James è il fratello di Oliver >>, fece Katy tremante.
 
 
 << Ok. La… la situazione non è delle migliori. Oliver ha fatto da scudo ad Amelia per attutirle il colpo, ma le è crollato addosso, provocandole una cosa simile ad un trauma da schiacciamento, dato che Amelia è molto piccola. Hanno entrambi qualche ossa rotta… e un trauma cranico. Ora li portiamo in sala operatoria, per vedere meglio la situazione e intervenire. Sospettiamo che Oliver abbia anche una emorragia interna… ci serve la vostra firma… >>, fece il medico: cercava di mantenere un tono neutro e rassicurante per non spaventarli, ma aveva anche una certa urgenza; ogni minuto contava.
 
 
 << Ce la faranno? >>, domandò d’istinto Xx, che era rimasta pietrificata dalla paura.
 
 
 << Faremo tutto quanto in nostro potere, signora Phelps. Vi terremo aggiornati. Ora vado in sala operatoria, ci sarà il mio collega che si occuperà del signor Phelps >>, si congedò.
 
 
Katy, Xx e James si guardarono per qualche secondo, prima di crollare: avevano cercato di essere ottimisti e di pensare che tuto sarebbe andato per il meglio, poi era arrivato il medico e in un minuto aveva infranto le loro speranze.
 
 
 << Dovresti chiamare i tuoi genitori… >>, suggerì flebile Xx, mentre teneva una mano a James e l’altra a Katy: dovevano essere forti… per Amelia e per Oliver.
 
 
Il ragazzo sbiancò ancora di più: il medico gli aveva dato la mazzata finale, con quella notizia… e non aveva proprio pensato a chiamare i genitori.
 
 
 << Ce la puoi fare… io sono con te >>, disse con forza, dandogli ancora il calore e il sostegno di cui aveva bisogno.
 
 
James la guardò ancora: come aveva potuto non crederle, quando gli stava dicendo la verità? Come aveva potuto farla soffrire così, e allontanarla da sé? Lei era tutto per lui, e non meritava quello che le aveva fatto…
 
 
 << Xx… io… mi… >>, ma non riuscì a terminare la frase.
 
 
 << Io ti amo, James Phelps. Nonostante quello che mi hai fatto… sei rimasto ancorato al mio cuore. Ti ho odiato e detestato in questi giorni… ma non è bastato per cacciarti da me. Non sto dicendo che sarà tutto come prima da subito… ci dobbiamo lavorare… ma ti sto dicendo che ti amo. Se tu provi ancora lo stesso… potremmo provare a ricominciare… ma dobbiamo essere sinceri, come abbiamo sempre fatto… e… >>, ma non riuscì a finire la frase: James la baciò, un piccolo bacio, che durò appena qualche secondo… ma per loro voleva dire tutto.
 
 
 << Ti amo amore mio. Quello che è successo… mi dispiace immensamente. Sono stato uno stupido idiota. Era tutto un periodo di stress, anche con il lavoro e la beneficienza… e sono scoppiato. Quelle due… non hanno nessuna importanza. L’unica che voglio sei tu… e, vediamo, ecco… >>, tirò fuori dalla tasca dei jeans i loro anelli, che portava praticamente ovunque da quando lei glieli aveva tirati dietro, e infilò – di nuovo -, l’anello al suo dito… e lei fece altrettanto con il suo, sorridendogli.
 
 
 << Ora devi chiamare i tuoi, però… >>, gli disse Xx tornando alla realtà: si erano isolati in un mondo tutto loro per qualche minuto, e ora si trovavano davanti alla cruda verità, con Oliver e Amelia in sala operatoria.
 
 
James annuì, e compose lentamente il numero: << Mom… I’m James… >>, cominciò, mentre Xx gli stringeva la mano… e cercava di consolare Katy.
 
 
 << Xx… se O… Ollie n-non… >>, non riusciva nemmeno a pensarci, figuriamoci a dirlo.
 
 
 << Katy… Oliver è un uomo forte, non si farà abbattere da una macchina! E poi, entusiasta com’è, non si perderebbe la tua gravidanza per niente al mondo! Non vede l’ora di fare il papà! È un tipo tosto… lo sai anche tu >>, cercò di farle coraggio.
 
 
 << Si… ma tu, devi essere devastata per Amelia, e io sto qui a piangere per Oliver, quando dovrei farti forza! >>, disse Katy, come risvegliandosi all’improvviso, mettendole una mano sulla spalla.
 
 
 << Non preoccuparti… siamo devastate entrambe. E consolando te, mi consolo un po’ anche io… >>, disse, cercando di ricacciare indietro le lacrime, ma il labbro le tremava.
 
 
 << Mamma e papà stanno arrivando. Non gli ho detto quanto grave era… per non… >>, ma la frase gli morì in gola, e Katy e Xx si strinsero vicino a lui.
 
 
Venti minuti dopo arrivarono i signori Phelps di corsa, e quasi travolsero gli infermieri che passavano davanti al loro cammino: erano stravolti.
 
 
Si precipitarono da James e lo strinsero forte, un abbraccio stritolatore.
 
 
Susan prese la testa del figlio, avvicinandola alla sua, carezzandogli i capelli, baciandogli la fronte, osservandolo: aveva gli occhi gonfi, lucidi… smarriti nel vuoto, e probabilmente erano lo specchio dei suoi, di occhi.
 
 
Martyn e la moglie strinsero forte anche Katy e Xx, che si erano fatte piccole piccole dietro a James – i signori Phelps ancora non sapevano che Katy era incinta, e che stava arrivando il loro secondo nipotino.
 
 
 << How…? >>, domandò sconvolta e tremante Susan, guardando il figlio implorante: quasi si aspettava che le dicessero che era uno scherzo – di pessimo gusto, ma uno scherzo -; non riusciva neanche a pensare che a uno dei suoi “ bambini “ e alla sua dolcissima nipotina potesse capitare qualcosa di brutto.
 
 
Martyn, al suo fianco, se ne stava in silenzio, gli occhi lucidi mentre cercava di controllarsi per non crollare… ma era molto difficile: tutto quello che avrebbe voluto fare era chiudersi in una stanza, urlare, piangere e battere i pugni sul muro; l’idea di suo figlio e della sua piccola Amelia in sala operatoria gli gelava il sangue… ma doveva essere forte e resistere, per Susan, per James, per Katy e per Xx.
 
 
James capì al volo cosa la madre volesse chiedergli e la bloccò, raccontando, per la milionesima volta come era successo, e ogni volta era una tortura, perché si chiedeva se lui avrebbe potuto fare qualcosa per evitarlo… riviveva la scena: non riusciva a non ritenersi, almeno in parte, responsabile, nonostante nessuno lo stesse incolpando.
 
 
Xx si avvicinò a James, prendendogli la mano con delicatezza, come non accadeva da tanto tempo, e facendo dei piccoli cerchi con il pollice sul suo dorso, in maniera discreta… permettendogli almeno di non tremare. Anche lei, comunque, era rincuorata da quel piccolissimo gesto: nonostante cercasse di rassicurare tutti, lei era dilaniata dentro, in procinto di crollare da un momento all’altro.
 
 
 
Rimasero lì in sala d’aspetto per ore, in silenzio, alzando gli occhi ogni volta che vicino a loro passava un camice, e tornando a fissare il pavimento quando questo andava da qualcun altro nella sala d’aspetto, o non si fermava affatto.
 
 
Solo verso le sette della sera arrivarono due medici che si fermarono da loro.
 
 
 << You are the family of Oliver Martyn John and Amelia Holly Susan Phelps? >>, domandò uno dei due.
 
 
 << Yes >>, James scattò in piedi, in ansia.
 
 
 << I’m doctor Hill, and he is doctor Brice. I have played Amelia, and Dr. Brice has worked Mr. Phelps. Amelia slammed stronger head, has a slight concussion; Oliver's body, however not protect from other shots and more severe damage, it has also caused a shock by crushing his bones are still fragile, and more likely to break, but are also faster to heal and ... the real problem is not some small broken bone. The greatest damage is near the spine, should we subject it to a delicate surgery to deflate the hematoma and blood clot dry and s' is stopped there, compressing the vertebrae, before it causes irreparable damage. Only that ... also being so small, there is the fifty, sixty percent probability that survive, because of the many complications that can arise. I recommend the surgery anyway ... as soon as possible ... >>, e il dottor Hill si fermò: aveva cercato di essere il più delicato e ottimista possibile, parlando con un linguaggio che i due giovani genitori potessero comprendere, ma senza sminuire la gravità della situazione… ma i due ragazzi non potevano sopportare altro… lo vedeva nei loro occhi e nelle loro reazioni.
 
 ( Io ho operato Amelia, e il dottor Brice ha operato Mr. Phelps. Amelia ha sbattuto forte la testa, ha una lieve commozione cerebrale; il corpo di Oliver, per quanto l’abbia protetta da altri colpi e danni più gravi, le ha anche provocato un trauma da schiacciamento, le sue ossa sono ancora fragili, e più soggette a rottura, ma sono anche più veloci a guarire… e il problema vero non è qualche piccolo osso rotto. Il danno più grave è vicino alla spina dorsale: dovremmo sottoporla ad un delicato intervento per sgonfiare l’ematoma e il grumo di sangue secco che s’ è fermato lì, comprimendo sulle vertebre, prima che questo provochi danni irreparabili. Solo che… essendo anche così piccola, c’è il cinquanta, sessanta per cento di probabilità che sopravviva, a causa delle molte complicazioni che possono insorgere. Io consiglio l’intervento in ogni caso… il prima possibile… )
 

Xx, che aveva cercato di consolare e dare sostegno a tutti, crollò: si afflosciò a terra, tremante e singhiozzante, non riuscendo più a controllarsi… la sua dolce bambina…
 
 
 << A… A- Amelia! N- non è… p- pos- possibile! Nooo! >>, quasi urlò, in preda da un dolore e una disperazione che non sembrava avessero intenzione di placarsi, piangendo lacrime amare.
 
 
James era altrettanto devastato, si inginocchiò accanto a lei e la abbracciò forte infischiandosene di quello che poteva pensare il resto del mondo, lascando che lei si aggrappasse a lui… sfogando insieme il loro dolore.
 
 
 << S- sorry… and… O- Oliver? >>, domandò Katy timidamente, angosciata e terrorizzata sia per Amelia che per il marito.
 
 
 << Mr. Phelps ... has a strong head injury, caused by the received blow, and a few bruises. We could see if there are other brain damage when she wakes up. Has a leg and a broken arm, it will take some 'of physiotherapy, when will remove chalk >>, spiegò il dottor Brice.

  ( Mr Phelps… ha un forte trauma cranico, causato dalla botta ricevuta, e qualche contusione. Potremmo verificare se ci sono altri danni cerebrali quando si sveglierà. Ha una gamba e un braccio rotti, ci vorrà un po' di fisioterapia, quando toglieremo il gesso ).
 
 
 << W- what… h- head t- trauma? >>, balbettò Katy, più che impaurita.

 ( C- co- come… t- trauma c-cranico ).
 
 
 << By the loud bang ... you. May have suffered injury ... that can lead to consequences at the cerebral level. But we'll know more when he wakes up! It is now on morphine, in a light coma. Less moves because of the pain and the better it is, will facilitate the healing process >>, spiegò.
 
 ( Dalla forte botta… si. Potrebbe aver subito delle lesioni… che possono portare a conseguenze a livello cerebrale. Ma ne sapremo di più quando si sveglierà! Ora è sotto morfina, in un leggero coma indotto. Meno si muove a causa del dolore e meglio è, faciliterà il processo di guarigione ).
 
 
Katy iniziò a piangere silenziosamente: << Can… can i see my husband? >>.
 
 
 << Okay, follow me, but now asleep >>, le disse il dottor Brice.
 
 
 << I… I w- wa… want to see the same >>, singhiozzò.
 
 
Nel frattempo Xx era corsa fuori dalla sala d’aspetto: non riusciva più a respirare lì dentro, le sembrava di soffocare… aveva bisogno di aria.
 
 
 << XX! Wait! >>, James le corse dietro, dopo essersi scusato con il medico che aspettava ancora una loro risposta per quanto riguarda l’intervento sulla loro bambina.
 
 
La ragazza si fermò, aveva iniziato a scendere una pioggerellina leggera, e lei si stava bagnando… ma almeno poteva staccare la spina per un momento… essere spensierata solo per un minuto, prima di tornare alla sala d’aspetto, e al dramma che stava cercando di affrontare.
 
 
 << James… è… troppo. Amelia… l’intervento, Oliver… Katy in quelle condizioni ora che è incinta… cosa dobbiamo fare? Non lo so proprio… >>, fece Xx cominciando a piangere di nuovo, ma le lacrime si confondevano con la pioggia: non voleva scappare abbandonando tutti… voleva solo un po' di tregua, da settimane ormai non faceva che esserci un problema dopo l’altro, ed era stremata.
 
 
James la raggiunse sotto la pioggia, la strinse forte e la baciò: erano settimane che non si baciavano più in quel modo… così appassionato, le loro lingue giocavano a rincorrersi, lei succhiava piano il suo labbro inferiore… mentre James mordicchiava quello di Xx. Dopo tempo era tornata la passione e l’amore… e tanto bastava, in quel momento, per farsi forza.
 
 
SI staccarono da quel lungo bacio, si guardarono negli occhi e sorrisero appena: ora erano pronti per tornare dentro, e affrontare tutto quello che li aspettava.
 
 
 << Excuse us, doctor Hill. do what he must for our little girl >>, disse James deciso, sempre tenendo vicino a lui la sua Xx.

 
 ( CI scusi dottore. Faccia quello che serve per la nostra bambina ).

 

 
Il dottore fece cenno di sì con la testa, e promise di andare da loro non appena finito l’intervento, per aggiornarli.

 

 

 
 << Amore mio… mi… mi dispiace tantissimo! Sono qui per te… ok? Ti starò accanto tutto il tempo che ti servirà per guarire… de- devi pensare s- solo a questo… non puoi lasciarmi sola… c –con il no- nostro b- bambino in arrivo… non so immaginare una vota senza di te… >>, singhiozzò Katy, prendendo la mano di Oliver, posandola sulla sua guancia, bagnandola di calde lacrime…
 
 
 << Xx… vado da Oliver… ok? >>, domandò dopo mezz’ora James, che era angosciato anche per il gemello.
 
 
 << Certo, vai… se arriva il dottore ti chiamo >>, fece Xx, sciogliendosi dall’abbraccio del ragazzo, che annuì.
 
 
James domandò all’infermiera, che gli indicò la strada giusta: una volta trovato la stanza, vide Katy seduta al suo fianco, immobile, che lo guardava piena di amore, mentre gli carezzava la testa con una mano, mentre l’altra teneva ancora la mano di Oliver vicino alla sua guancia, e le dava dei dolci baci.
 
 
 << Katy… come sta? >>, domandò avvicinandosi.
 
 
 << Stabile. Ma vederlo così… pallido… fermo… neanche quando dorme è così tranquillo… è una pugnalata… >>, disse piano la ragazza, che aveva ricominciato a piangere.
 
 
 << Lo è anche per me… ti posso capire. Dobbiamo essere forti… fargli sentire che siamo qui, che gli vogliamo bene… e che non vediamo l’ora che torni a tediarci con i suoi discorsi e con l’infinità dei suoi completi >>, disse James, che si sforzava di tirarsi su di morale.
 
 
 << Già… vi lascio un po’ soli, ok? >>, Katy fece un piccolo sorriso, alzandosi e lasciando James da solo con il gemello.
 
 
 << Grazie >>, le sussurrò, prima che uscisse.
 
 
Katy gli poggiò una mano sulla spalla, stringendola a mò di conforto, e uscì.
 
 
 << Oliver… che ti hanno fatto? Mi dispiace… forse… non so se avrei potuto fare qualcosa per evitarlo… scusami… lo sai, sarei finito sotto la macchina al tuo posto, pur di non farti questo…  potrai perdonarmi? Non si può tornare indietro… quindi riprenditi, ok? Che qui è pieno di gente che ti vuole bene, che non vede l’ora di vederti sveglio, pronto a ridere e scherzare… svegliati… coraggio… >>, supplicò James.
 
 
Uscì dopo parecchi minuti, stravolto, per lasciare spazio ai genitori, che avevano gli occhi rossi e gonfi, mentre lui tornò da Xx, rimasta da sola in sala d’aspetto: James la vide, e la trovò piccola piccola, mentre cercava di non crollare, e di tenere insieme tutti i pezzi della sua anima, stringendo le braccia alle ginocchia, tenendole al petto.
 
 
James si avvicinò silenziosamente a lei, abbracciandola, baciandole la tempia, stringendola a lui…
 
 
 
Tre ore dopo circa, intorno alle dieci e mezza della sera, James e Xx videro il dottore di Amelia venire verso di loro: i signori Phelps e Katy si erano allontanati un momento per mangiare qualcosa, e per prendere un po’ di aria.
 
 
Quando il dottore fu vicino a loro, potevano vedere che aveva un sorriso stampato in faccia: << E’ andato tutto bene. L’intervento è riuscito, e Amelia si rimetterà completamente. Siamo intervenuti subito, e non ci sono state complicazioni. Direi che è andato molto bene. Ora l’abbiamo messa sotto sedativi leggeri, così non si muove, ed è quello che serve dopo un delicato intervento vicino alla spina dorsale, ma da domani mattina alleggeriremo la dose, così si sveglierà naturalmente >>, spiegò il dottore.
 
 
 << Oh… Thanks… thanks a lot! >>, fece XX, scoppiando in lacrime di felicità, facendo il primo vero sorriso del giorno: scoppiava di felicità.
 
 
Anche James ringraziò il dottore, poi abbracciò stretta XX… la sua ragazza, finalmente poteva dirlo ancora, sorridendo felice, sentendosi più leggero. Non aveva dimenticato Oliver naturalmente,  ma almeno la metà della sua angoscia era svanita, sapendo che sua figlia stava bene.
 
 
I signori Phelps e Katy tornarono, e si rallegrarono della notizia di Amelia, gioendo insieme ai genitori.
James e Xx  andarono insieme a trovare la bambina, che era ferma, mentre dormiva tranquilla, anche se la visione di lei attaccata a mille tubicini li turbò un po’… ma stava bene, e questo era l’importante.
 
 
Stettero un po’ con lei, carezzandola, baciandole la testolina, ripetendole quanto la amavano, finchè l’infermiera non li fece uscire, dicendo loro di andare a casa e di riposarsi.
 
 
Anche ai signori Phelps e Katy fu suggerito di andare a casa a riposarsi un po’, e il medico promise loro di chiamarli se ci fossero state novità.
 
 
James e Xx si guardarono, quando ebbero salutato Katy e i genitori di lui: al momento non abitavano insieme… e loro si imbarazzarono un po’; dove dovevano andare? Cosa dovevano fare?
 
 
 << Allora… >>, cominciarono, entrambi nello stesso momento: si fermarono e si sorrisero… cosa gli prendeva? Perché tutto quell’imbarazzo?
 
 
James prese un respiro profondo e la prese per mano: << Andiamo a casa nostra >>.
 
 
 << Nella casa dove tu… no. Forse è meglio di no, almeno per stasera. Ma non voglio lasciarti da solo. Vieni tu da me… passiamo per casa se ti devi prendere qualcosa, e poi andiamo… >>, Xx non voleva entrare nella loro stanza, e rivedersi le scene di lui e le altre due… lo aveva – quasi – perdonato, ( stava lavorando sul quasi ), l’amore che provava per lui andava oltre a quello che era successo, e non voleva rinfacciargli la cosa a vita, non sarebbe stato giusto, per cui, data la loro recentissima riappacificazione, non voleva vedere niente che avesse a che fare con il suo tradimento. Voleva entrare lì quando tutte le immagini di lui e delle due ragazze fosse scomparsa dalla sua mente.
 
 
 << Va bene. Se non te la senti ancora… non c’è problema >>, le sorrise, mentre entravano in auto: aveva intuito più o meno cosa la turbasse, e lui voleva metterla a suo agio, specie dopo la giornata pesante che avevano passato.
 
 
 << Grazie >>, gli sorrise.
 
 
Quando arrivarono dove alloggiava Xx erano entrambi sfiniti, mentre si stendevano sul divano.
 
 
 << Vado a fare una doccia >>, gli disse Xx dopo qualche minuto: entrò, e sotto il getto dell’acqua calda si rilassò, sciacquando via alcune delle sue angosce, dei suoi pensieri, e un po’ del suo dolore.
 
 
James era indeciso: voleva raggiungerla… ma non era proprio sicuro che fosse la cosa migliore da fare; avevano appena fatto pace, dopotutto… e suo fratello e sua figlia erano in ospedale… ma lui aveva bisogno di stare con Xx, di sentirla vicina a lui… così prese una decisione d’impulso.
 
 
Xx era seduta sulla tazza del water, piena di dubbi: era lecito... le era concesso provare quello che sentiva, dopo tutto quello che era successo tra loro? Dopo tutto il dolore di quella giornata infernale, e dopo aver fatto pace da neanche ventiquattro ore? Si guardò allo specchio: aveva l’aria stravolta, gli occhi lucidi, gonfi con due occhiaie da paura, i capelli che le ricadevano flosciamente sulle spalle, in quella che quella mattina era una coda.
 Così non ci pensò, forse era meglio così, si alzò di scatto e andò verso la porta, spalancandola: li vi trovò James, fermo sulla soglia, con la stessa espressione indecisa che aveva lei, la mano ferma sulla maniglia.
 
 
 << James… io… >>, ma non terminò la frase, le parole in quel momento sembravano così inutili… i loro volti erano vicinissimi, i loro occhi si fusero in un unico sguardo.
 
 
Lo spazio tra loro rimase fermo per secondi interi, poi cominciò a rimpicciolirsi a una velocità impressionante, tanto che Xx non si accorse nemmeno dell’attimo in cui la bocca di James si appoggiò alla sua: lui le prese entrambe le mani in una delle sue, tenendole strette sopra la sua testa, inchiodandola al vetro della doccia con i fianchi.
 
 
Con la mano libera le sciolse i capelli, affondandola poi in mezzo a loro, tirandoli con dolcezza, facendole sollevare il viso; la baciò delicatamente, spostando la mano dai capelli al suo volto, carezzandolo, spostando le labbra, che inseguirono il percorso fatto dalle sue dita.
 
 
La sua bocca scese sul suo collo, i denti che scorrevano sulla pelle sottile di quella zona: il bacio, i suoi modi di fare… erano dolci e selvaggi al tempo stesso.
 
 
Tornò ad impossessarsi della bocca di lei, il suo respiro dentro quello della sua ragazza: la mano che ancora vagava sul viso di lei scese, un dito le percorse il collo, si aprì sullo sterno, e si fece strada sotto la maglietta e il reggiseno di lei, stringendole il seno sinistro forte… così forte da farle quasi male: sembrava volesse prenderle il cuore con la sua mano e carezzarlo, consolarlo fino a farlo guarire del tutto.
 
 
Xx dimenò i polsi fino a liberarli, afferrandogli il viso con entrambe le mani: stavano sorridendo tutti e due, un po' imbarazzati, un po' impacciati dopo tutto quello che era successo, forse sentendosi in colpa per il momento, magari poco opportuno, in cui stava succedendo… ma loro avevano bisogno di sentirsi vicini, di voltare pagina, di ricominciare… e di affrontare insieme quel momento difficile… di dimostrarsi il loro amore… e di non pensare, almeno per un po', a quanto accaduto: volevano ritrovarsi.
 
 
James la avvolse tra le sue braccia, e lei riuscì a respirare tutto il suo profumo, che le era mancato tantissimo, anche se un po' di quel dolce aroma era in Amelia.
 
 
Lui la sollevò, e lei si aggrappò al suo collo, poi James entrò nella doccia e aprì il getto caldo dell’acqua: erano entrambi vestiti.
 
 
Le sfilò la maglietta che indossava, slacciandole il reggiseno in un colpo secco, poi le slacciò i jeans che indossava, levandoglieli, gettando tutto fuori dal box doccia: era rimasta solo con le mutandine, e lui si prese qualche minuto per osservarla bene, da cima a fondo centimetro per centimetro, alla ricerca di un qualche cambiamento, e per guardarla e ammirarla. Sapeva che era bella, ma non ricordava fino a che punto arrivasse la sua bellezza: era incantato.
 
 
Con il dito di una mano prese a passare sul bordo delle mutandine di lei, e, aprendole un po' le gambe passò, da sopra la stoffa bagnata, sopra la sua femminilità… e Xx trattenne il respiro, tremando.
 
 
Si ridestò, aprendo gli occhi, e cominciò a spogliarlo anche lei: era come ritornare a casa dopo tanto tempo, non aveva dimenticato cosa gli piaceva.
 
 
Fece scorrere le sue mani sul petto di lui, sempre più giù, fino ad arrivare al bordo della maglietta, che afferrò, e portò lentamente verso l’alto, sfilandogliela, gettandola fuori dal box doccia, e ammirando il petto d lui; fece scorrere le dita lì sopra, facendo cerchi sui suoi addominali, e avvicinandosi, baciandogli il collo, leccandogli il bordo della mascella con la punta della lingua, impossessandosi delle sue labbra, mordicchiandole.
 
 
James gemette: come aveva potuto essere così stupido… così cieco? Tutto quello di cui aveva bisogno era lei… non aveva nessun senso andare a cercare altrove, nessun’altra reggeva il confronto… e lui era stato un cretino a non vedere più tutta la devozione di lei a lui.
 
 
Riaprì gli occhi: Xx gli stava baciando il petto, tenendogli fermi i fianchi con le mani, che piano, insieme, si avvicinarono alla chiusura dei suoi jeans. Quasi glieli strappò di dosso, e risalendo, gli sfiorò con la mano l’erezione, stringendo un po' più forte sulla punta.
 
 
James l’attirò a sé, avvolgendole i fianchi con un braccio, mentre scendeva ad occuparsi del seno destro, baciandolo e leccandolo con amore… e intanto Xx gli tratteneva la testa, per impedirgli di spostarsi altrove, divaricando le gambe quasi inconsapevole. James prese quel gesto come un invito, e fece scendere la mano libera su tutto il suo corpo, infilandola dentro le mutandine.
 
 
Xx sussultò vistosamente, spalancando gli occhi, e abbassandosi le mutandine con le mani: non voleva più aspettare.
 
 
Abbassò i boxer di James con impazienza, e fece un sorriso a veder l’erezione di lui puntare dritta su di lei: l’afferrò con la mano, cominciando a scorrere con le dita su e giù, mentre lui la afferrava dietro al collo, e baciandola con impeto, con passione… con forza.
 
 
Xx spostò le mani a stringergli il sedere, e lui, in un attimo, entrò in lei: all’improvviso tutto si fermò, e rimasero lì, fermi, l’uno dentro l’altra, per un istante che sembrò eterno… i corpi uniti in uno solo.
 
 
All’inizio si mosse piano, quasi impercettibilmente, e lei aprì di più le gambe, senza neanche pensarci, come un riflesso involontario, per lasciargli più spazio… per aprirsi alle sue spinte.
 
 

I due ragazzi si guardarono negli occhi, stupiti di loro stessi, innamorati, ubriachi di desiderio e storditi dal piacere: in quel momento non esisteva nessun’altro, e anche i cattivi pensieri, e le immagini del suo James a letto con qualcuna che non fosse lei, svanirono dalle loro menti.

 
 
L’unione della loro carne, della loro anima non era mai stata così intensa e perfetta: James cominciò ad aumentare il ritmo delle spinte, mentre Xx gli allacciava una gamba in vita, piantandogli le unghie nella pelle, graffiandogli le spalle e la schiena, mentre si perdeva in un vortice di lussuria, baciandogli il collo, passando la punta della lingua sulle sue labbra…
 
 
Un orgasmo violento, necessario… inevitabile, esplose in loro, a pochissimi minuti di distanza, mentre i loro respiri si affannavano e si acceleravano, gemendo di piacere… godendo l’uno nell’altra disperatamente, fino all’ultimo respiro.
 
 
 << Jay… io ti amo >>, gli sussurrò, guardandolo negli occhi, dopo un minuto, ancora con il fiato corto, mentre se ne stavano abbracciati sotto la doccia, stretti, quasi fossero fusi tra loro.
 
 
 << Ti amo anche io >>, le labbra di lui sussurrarono quelle parole, che scaldarono il cuore di Xx, che risuonarono dentro di lei, fino a farle vibrare ogni fibra della sua anima: si… ora era finalmente, di nuovo, felice… e ogni suo dubbio era evaporato.
 
 
I due, senza aggiungere altro, decisero finalmente di fare quello per cui erano entrati: una doccia. Si lavarono a vicenda, sorridendosi, scambiandosi solo dei dolci, romantici baci, e quando si misero a letto, stanchi ma sereni e felici, rimasero abbracciati, come per trattenersi l’un l’altro. Amelia aveva superato l’intervento e sarebbe guarita completamente, e nel giro di qualche giorno magari avrebbero potuto portarla a casa… e James, ma anche Xx, in cuor loro erano convinti che anche Oliver se la sarebbe cavata senza danni... presto sarebbe stato tutto solo un brutto incubo.
 
 
 
Ciao!! Scusate l’enorme periodo di attesa, ma è stato un periodo superfull! Ora Dovrebbe essersi un po' calmato, e spero proprio di non far passare un lasso di tempo così lungo, per il prossimo capitolo.
 
Vorrei ringraziare Simona per l’aiuto, la consulenza, i consigli, le dritte e le ispirazioni che mi da! Grazie mille davvero! E… anche se in ritardo di qualche giorno, buon compleanno! Spero il regalo ti piaccia!
A presto!

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Capitolo 25
*** Vortici ***


Innanzitutto voglio scusarmi con tutte quelle persone che stavano leggendo il mio racconto. Tutti questi mesi di assenza sono una cosa imperdonabile, lo so, da lettrice di efp lo posso comprendere.
 
Onestamente avevo un po' perso l’ispirazione, e ho avuto un calo di interesse nei confronti dei due protagonisti, Oliver e James Phelps, e non mi sembrava corretto né per me né per voi scrivere di una cosa che non mi appassionava e per cui avevo uno scarso entusiasmo. Non lo avrei fatto nel modo giusto, e non mi piaceva, e non mi piace tutt’ora l’idea di finire la storia in fretta e furia per mancanza di stimoli, non lo trovo giusto, anche perché il proseguo della storia è, più o meno, nella mia testa. E anche nella testa della mia amica, diciamo di penna, Simona, che mmi da di tano in tanto dei consigli, quando c’è un momento di intoppo narrativo.
Oltre a questo, alla quasi soglia dei 30 anni (mancano tipo 5 mesi), avevo tante altre cose per la testa, e questa storia non era la mia priorità.
Ora però le cose sono cambiate: l’interesse per i gemelli è ritornato, e, dato che non mi piace lasciare le cose a metà, sono tornata. Ce la metterò tutta per non deludervi e dare il degno finale a questa storia.
 
 
 
Xx era sveglia da un po', girata su un fianco a guardare il suo fidanzato che ancora dormiva beato. I capelli gli erano cresciuti nelle ultime settimane, e dietro gli accarezzavano il collo, mentre davanti ricadevano a ciocche, anche se di solito li portava tirati indietro… era molto sexy, e lei era grata di averlo al suo fianco. Almeno di norma, dati gli avvenimenti delle ultime settimane.
 
 Ma ci stava lavorando, lo amava, e di questo era più che sicura, il dolore e la rabbia non avevano smosso di un millimetro quello che sentiva per lui; ieri avevano chiarito, avevano fatto pace, e lei non voleva tornare sopra l’argomento, non era una di quelle persone che dicono di perdonarti, e poi al litigio successivo tirano fuori storie vecchie come il cucco, una volta che aveva chiarito una questione per lei era chiusa, morta e sepolta. Questo però comporta che per perdonare ci metteva più tempo.
 
 
Osservava James, che indossava solo i boxer, mentre tutte le coperte e il lenzuolo erano dalla sua parte. Vederlo così pacifico, il petto muoversi ritmicamente su e giù, il respiro leggero, le riempiva il cuore. Solo per un secondo le passò davanti gli occhi l’immagine di lui stretto ad altre due donne, i corpi avvinghiati e le mani che andavano dappertutto. Cacciò subito l’immagine dalla sua testa, non voleva neanche pensarci, e cercò di sostituire quella immagine con immagini di loro due la notte appena passata, mentre si baciavano e si accarezzavano… sentì dei brividi di piacere al solo pensiero, e un sorriso le si dipinse in volto.
 
 
Quando si rigirò verso James lo trovò che la guardava, le braccia incrociate dietro la testa, evidentemente divertito.
 
 
  << Buongiorno principessa >>, soffiò lui, sfiorandole la schiena con le dita.
 
 
 << Stai pensando a qualcosa di bello? >>, continuò con un ghigno, sfiorandole la schiena con le labbra.
 
 
Xx fremette, ma cercò di contenersi, non voleva cedere subito e così facilmente!
 
 << Forse. Ho fatto un bel sogno, sarà per quello >>, balbettò, facendo un sorrisetto.
 
 << E cosa hai sognato? >> le domandò lui, mettendosi a sedere sul letto di scatto. Si girò verso di lei, spostò una gamba dietro di lei, posandola sulla sua schiena, e l’altra la portò davanti di lei, intrappolandola a lui.
 
 Non avrebbe detto la verità neanche sotto tortura, giusto per dispetto, perciò fu costretta a inventarsi qualcosa su due piedi.
 
 << Mmm… ho… mmm… sognato che… uhm… sai, è difficile… è un po' imbarazzante, ma ecco… o sognato di entrare in un negozio di dolci, e di ingozzarmi di dolci, pasticcini, torte… di tutto, senza ingrassare chiaramente. È il sogno proibito di ogni donna dopotutto >>, finì facendo spallucce.
 
James la fissò per due secondi: nell’ultimo periodo faceva sport più assiduamente del solito, e i risultati si vedevano eccome; aveva tutti i muscoli ben definiti, il viso magro, anche se leggermente incavato. Il tutto però risultava armonioso, e diciamolo, maledettamente eccitante.
 
 << … Bugiarda >>, le sussurrò all’orecchio con voce roca, poi scoppiò in una fragorosa risata.
 
 << Non le sai proprio dire le bugie >>, continuò con gli ultimi strascichi della risata.
 
 << Ha ha ha >>, lo schernì lei, arricciando il naso, dandogli un colpetto sulla spalla.
 
 
Lui la lasciò fare, poi però le prese velocemente il polso, bloccandolo a lato della sua testa, e guardandola intensamente.
 
Xx face altrettanto, lo guardava negli occhi, che erano vicinissimi ai suoi, li osservava cogliendone ogni piccolo cambiamento o sfumatura, vide passarci dentro una miriade di emozioni, e questa era una cosa tremendamente intima tra loro.
 
Xx gli si avvicinò piano, continuando a guardarlo negli occhi, e gli depositò un caldo bacio sulle labbra, premendo le sue labbra su quelle di lui per qualche secondo, ma godendo della loro morbidezza e del loro calore; si stava per staccare, ma lui le agguantò di nuovo le labbra, mordicchiandole piano, con delicatezza.
 
 << Sai, mi ero accorta che non ti avevo dato il buongiorno ancora >>, disse lei con fare innocente.
 
James le sorrise complice, carezzandole il viso con una mano, molto teneramente.
 
 << Dobbiamo andare da Amelia, ha bisogno della mamma e del papà >>, fece lei dopo qualche secondo di quelle coccole, sarebbe stata lì tutto il giorno, ma dovevano andare in ospedale dalla loro bambina, sapere come stava, vederla, e magari prenderla in braccio e coccolarla.
 
 << Si, dobbiamo andare, ma lascia che ti spieghi cosa ho intenzione di farti questa sera… nel dettaglio >>.
Le si avvicinò, e con voce roca e molto sensuale le sussurrò, con particolari espliciti, come le avrebbe dato piacere… tanto piacere.
 
Xx arrossì brutalmente nel giro di un nanosecondo, un improvviso calore generale la pervase dappertutto, soprattutto tra le gambe e nel basso ventre.
 
James osservò compiaciuto la razione della sua ragazza: gli piaceva giocare così con lei, e lasciarla un po' sulle spine; era anche un modo per tenere accesa la fiamma tra loro.
 
Xx lo guardò assottigliando gli occhi.
 
Lui deglutì, iniziando a balbettare: << A- amore? >>.
 
Xx continuò a guardarlo, sembrava gli stesse facendo i raggi x, e alzò un sopracciglio, alzando un dito, e battendoglielo sul petto a ogni parola: << James Andrew Eric Phelps, ti ricordavo più intraprendente >>, bisbigliò lei: quello che lui le aveva detto ovviamente l’aveva già fatta impazzire, ma non voleva dargli quella soddisfazione; e si alzò, andando in direzione del bagno.
 
James, rimasto a bocca aperta, si riprese, avendo intuito il gioco di lei e decise di giocare. In due falcate la raggiunse, e con forza, ma senza aggressività, le prese un braccio portandoglielo dietro la schiena, spingendola contro il muro, mentre con la mano libera le prese l’altro braccio sollevandoglielo sopra la testa, bloccandoglielo al muro.
 
Xx, che non se lo aspettava, fremette, mentre era percorsa da brividi di eccitazione. Senza dire neanche una parola, James le fece scivolare il braccio che aveva dietro la schiena insieme all’altro, bloccandole entrambe le braccia con una mano.
 
Con l’altra scese, percorrendo con la mano tutto il profilo della ragazza, mordicchiandole l’orecchio e morsicandole piano il collo.
 
Con la mano che ora era libera, con prepotenza si insinuò sotto la maglietta, stringendole prima un seno poi l’altro, massaggiandoli fino a farle venire il sottile strato di pelle ultra sensibile, e i capezzoli turgidi.
 
Xx per non gemere si stava premendo la bocca contro il braccio: dopotutto era lei ad averlo sfidato, non voleva dargliela vinta… anche se, in cuor suo, sapeva già che alla fine sarebbe andata così.
 
Nel frattempo James stava continuando con la sua dolce tortura, ed era passato con la bocca nel lato del collo che ancora non aveva preso a mordicchiare e leccare. Scese con la mano sui suoi fianchi e sulla pancia della ragazza, accarezzandola con la sua mano infuocata. Le diede un piccolissimo schiaffo che la fece sobbalzare e tremare; aveva preso molto sul serio la sfida.
 
James spostò la mano davanti, oltrepassando la barriera dei pantaloni e delle mutandine in un'unica volta: Xx si morse più forte il braccio, gli occhi chiusi, piegando la testa ancora più a lato, lasciando a James più spazio di azione. Dapprima James la pizzicò lievemente lì, tra le gambe, poi iniziò, con la mano, ad andare su e giù a ritmi diversi, alternando movimenti intensi ad altri in cui la sfiorava appena.
 
I ciuffi che lui aveva tirato indietro le ricaddero sul viso, e quando le sfuggì un gemito, che non riuscì a trattenere, la lasciò libera, dandole un ultimo colpetto sul sedere.
 
 << Ecco… diciamo che è solo l’assaggino >>, le sussurrò sulle labbra, che si sfioravano senza baciarsi.
 
Xx fu pervasa dall’odore di James, quello che lei amava tanto, e credette di chiudere gli occhi, poi sentì lui baciarle il collo, e fu quasi certa, lo sentiva, che stesse sorridendo.  Poi andò al bagno, lasciandola lì impalata, ancora scossa. Ma lui era almeno un po' consapevole del fuoco ardente che scatenava in lei tutto questo? Anche se, a essere onesti, bastava che lui la sfiorasse appena…
 
Sentire la sua intera mano lì… aveva le gambe molli al solo pensarci. Si incrociarono con lo sguardo prima che lui chiudesse la porta, e una scarica da 200 volt le attraversò il corpo: decisamente non si sarebbe mai abituata a tutto questo… lui la eccitava così tanto.
 
Si prepararono velocemente ed andarono di corsa all’ospedale. Trovarono Katy all’ingresso, e le andarono incontro.
 
 << Hi, news? >>, domandò James appena Katy terminò la chiamata.
 
 << Hi. Di Amelia non mi hanno detto niente, mentre Oliver è ancora in coma farmacologico. Sono sempre più preoccupata per lui. Voglio dire, nessun tipo di miglioramento, neanche lieve, da ieri… >>, Katy tremava.
 
 << No, no. Non devi dire così, Oliver non mollerebbe te e il vostro bambino così, un’automobile non lo fermerà di sicuro. E poi, come diciamo in Italia, nessuna nuova, buona nuova. Devi avere fiducia in lui. E nei medici, ma in lui prima di tutto. Combatterà per tornare dalla sua famiglia. E poi, non fa bene al bambino avere tutta questa tensione intorno. Sei andata a casa? >>, Xx cercò di infonderle coraggio, anche se era preoccupata e soffriva… ma non sapeva quanto poteva mostrarlo.
 
 In fin dei conti lui era stato uno dei motivi della grossa lite con James. Era consapevole che erano tutte macchinazioni e folli fantasie della mente di James, e della sua gelosia fuori controllo in quel periodo, e né lei né Oliver avevano il benchè minimo interesse amoroso, o tantomeno sessuale l’uno nei confronti dell’altra: non era passato loro mai neanche per l’anticamera del cervello. Si volevano bene, si aiutavano al momento del bisogno… erano quasi come fratello e sorella, nulla più. Ma… a James era veramente passata completamente? O era rimasto ancora qualche briciola di gelosia? Nella teoria no, loro due si erano spiegati, e a fatica perdonati… e non voleva ricadere di nuovo a litigare per lo stesso argomento. Quindi rimaneva un po' distaccata, anche se dentro stava male anche per questo: ormai era un circolo vizioso. Si mostrava dispiaciuta, ma non mostrava tutta la sua sofferenza.
 
 << No, alla fine sono rimasta qui. Mi fa sempre uno strano effetto rientrare in casa da sola, e se poi mi si scaricava il cellulare? O se mi addormentavo così profondamente da non sentire la chiamata al cellulare dei medici?!? Quindi alla fine sono rimasta, per sicurezza. Ho dormito nella poltrona che c’è nella stanza di Oliver. Fortuna che avevo il caricabatterie >>, Katy aveva la voce che tremava.
 
 << Katy, devi andare a casa e riposarti, come si deve, su un letto vero. E magari mangiare qualcosa. Immagino che tu abbia lo stomaco chiuso, ma ti devi sforzare un po'. Se Oliver si sta sforzando a restare qui con noi, tu puoi sforzarti a mangiare, anche se poco >>, le disse Xx materna, e James al suo fianco confermava, muovendo appena la testa ma con sguardo incoraggiante.
 
 << Ok… ma se c’è anche la più piccola novità, chiamatemi >>, acconsentì Katy, anche se un po' controvoglia.
 
 << I promise >>, disse James.
 
Xx e il suo ragazzo andarono alla ricerca Del dottore che aveva in cura Amelia.
 
 << Goodmorning >>, borbottò James, che voleva vedere la sua bambina a tutti i costi.
 
 << Signori Phelps, buongiorno. La vostra bambina ha superato bene la notte, e non ci sono state altre complicazioni. Guarirà completamente, e non avrà ricordo dell’accaduto. Se volete potete vederla, ma per prenderla in braccio dovrete aspettare. È meglio se sta completamente ferma, per una guarigione migliore. >>, spiegò loro il dottore.
 
Xx e James accusarono il colpo, volevano poterla stringere a loro e coccolarla… ma a quanto sembrava dovevano aspettare.
 
 << Possiamo andare da lei allora? >>, domandò la ragazza impaziente.
 
 << Certo, vi accompagno >>, disse loro il dottore, facendo strada.
 
Quando entrarono furono colpiti da una valanga di emozioni contrastanti: gioia, paura, felicità, angoscia… vederla era una gioia incredibile, ed erano grati per questo, ma vederla sotto sedazione, anche se leggera, era un'altra cosa.
 
Si avvicinarono cauti, Amelia era attorniata da mille tubi e macchinari, e loro non volevano spostarne neanche uno, per timore che questo potesse ripercuotersi in Amelia. Quando furono vicini, la accarezzarono e ognuno le teneva una mano, era il massimo che potevano fare, al momento.
 
 << Hi Amelia… I’m dad. I’m here. Non avere paura, noi siamo qui >>, le sussurrò dolcemente James, mentre calde lacrime silenziose solcavano il viso di Xx.
 
 << Amore di mamma… riposati e guarisci. Mamma e papà ti terranno la mano per tutto il tempo, ti staranno vicino, e ti porteranno a casa il prima possibile, così sarai coccolata >>, sussurrò Xx, senza rendersi conto che James, dall’altra parte del lettino, la stava guardando.
 
Rimasero lì tutta la mattina, in silenzio, sussurrando solo qualche parola ad Amelia, non spostando le loro mani da quelle di lei neanche per un secondo.
 
James si era allontanato per un po' per andare da Oliver, ma non c’era ancora nessun tipo di cambiamento: i medici avevano assicurato che era fuori pericolo, e che avevano alleggerito la sedazione, quindi era solo questione di tempo prima che si svegliasse.
 
 << Forza Oliver… tra un mese è Natale, non puoi farmelo passare da solo. E poi presto ci sarà il battesimo di Amelia… ricordi che sei il padrino? E la nascita del tuo bambino... non puoi piantarci in asso così tutti quanti… >>, James cercava di scuoterlo, ma il fratello non si era mosso.
 
Dopo un po' tornò da Amelia e Xx; << Andiamo a mangiare qualcosa Xx? Così prendiamo anche una boccata d’aria >>, domandò James, dietro alla ragazza, poggiandole le mani sulle spalle.
 
 << Ok >>, acconsentì, e prima di allontanarsi diede un piccolo bacio sulla manina di Amelia.
 
Andarono a magiare in un piccolo bar vicino all’ospedale, e decisero di fare una piccola passeggiata nel parco, per respirare un po' d’aria fresca e per sgranchirsi le gambe. Si tenevano la mano, e si guardavano, sorridendosi a vicenda.
 
 << TI rendi conto? Amelia ha già sei mesi, vola il tempo, eh? >>, fece Xx, soprappensiero.
 
 << It’s true. Ci ha cambiato completamente la vita… ma non potrei immaginarmela più senza di lei >>, le sorrise.
 
 << Si… se ancora penso alla sua nascita! Ora mi viene quasi da ridere, ma in quel momento… >>, Xx rabbrividì.
 
James le mise un braccio attorno la spalla, stringendola a sè.
 
 << Me lo ricordo come fosse ieri. Quanta paura in quel momento… ti ricordi? Ho quasi minacciato il tipo della sicurezza perché mi dicesse da dove potevo accedere per raggiungervi >>, lo sguardo di lui era perso nel vuoto, mentre le immagini di quel giorno si susseguivano nitide nella sua testa.
 
 << Si, e io ti ho sgridato, perché l’ascensore poteva ripartire da un momento all’altro >>, Xx ridacchiò al pensiero.
 
 
 << La prossima volta speriamo che sia un parto un po' più tranquillo e… ordinario >>: James finì la frase e guardò la reazione della ragazza, dall’alto del suo metro e novanta.
 
Un sorriso si dipinse sul voto di Xx in modo quasi automatico: << Si? >>, fece, non riuscendo a trovare qualcosa di meglio da dire.
 
 << Certo! Non vedo l’ora di avere un altro bambino! O… magari altri tre >>, fece James, gli occhi che brillavano di amore ed entusiasmo.
 
 << Vorresti quattro bambini? >>, domandò Xx, lievemente allarmata.
 
 << Vorrei tutti i bambini che arriveranno. Uno, cinque, tre… l’importante è che stiano bene e siano felici e circondati di amore. E poi… vorrei fare tanta pratica per avere quei bambini. Sai, tipo questa mattina… >>, le sussurrò divertito.
 
Xx arrossì violentemente, tirandogli una gomitata, ma era divertita.
 
 << Sai, anche a me sono sempre piaciute le famiglie numerose, quindi speriamo arrivino questi altri tre o quattro bambini. Non mi tirerei indietro >>, gli disse più seria.
 
A James gli occhi brillarono ancora di più: quanto amava quella ragazza!
 
Al ragazzo suonò il cellulare, ma prima di rispondere guardò chi era: << E’ per lavoro… devo rispondere >>, face, e Xx si allontanò; a James non dava nessun fastidio che lei rimanesse ad ascoltare, ma voleva lasciargli il suo spazio, così ne approfittò per chiamare sua madre… anche se notò da lontano un corposo gruppo di ragazze che stavano osservando James da lontano.
 
Non appena il ragazzo terminò la chiamata, cercò con lo sguardo Xx, e fece appena in tempo a trovarla che una vera e propria folla di ragazzi, ma soprattutto ragazze, quasi lo travolse: ovviamente lo avevano riconosciuto. Tutti volevano una foto con lui, poter stringergli la mano, fare due parole con lui o anche solo un autografo.
 
James rimase spiazzato: era l’ultima cosa che si aspettava, soprattutto così, all’improvviso e in un luogo del genere, ma aveva fatto i conti con questo aspetto della notorietà da tempo ormai: lui era abbastanza famoso, e questo grazi ai suoi fans, che seguivano sia la sua carriera, i suoi progetti di beneficienza o i prodotti e i marchi a cui prestava il volto, che quello che lui decideva di condividere della sua vita privata… e onestamente non era tantissimo. Preferiva di gran lunga tenere per sè tante cose, soprattutto cose riguardanti sua figlia e la sua ragazza, e anche lei lo preferiva.
 
 Però il suo successo lo doveva anche ai fan che lo seguivano, quindi scambiava sempre qualche parola con loro, o firmava autografi o faceva foto con loro… lo faceva volentieri, ma quel giorno, con sua figlia e suo fratello in ospedale non era dell’umore. Ma loro non potevano saperlo, quindi cercò di non far trasparire il suo stato d’animo, si ricompose facendo un gran sorriso a tutti, e iniziarono le foto, gli autografi, e qualche parola.
 
 
Xx si era allontanata un po' di più, lo faceva sempre quando riconoscevano James. Non voleva che venisse fuori qualche sua foto con lui, sarebbe stata sempre “ la ragazza di”, e voleva evitarlo: un po' perché si vergognava, ovviamente non dii James, un po' perché non voleva essere bersaglio di critiche, e anche perché, se proprio doveva essere famosa, cosa che già non la interessava minimamente, non voleva esserlo appunto per “ la ragazza di “, ma per suoi meriti.
 
Incrociò lo sguardo di lui, che la cercava con discrezione, e i suoi grandi occhi verde scuro stavano dicendo
 “ scusami “: lei gli sorrise, sedendosi su una panchina a qualche metro ancora da dove si trovava, guardando distrattamente il cellulare.
 
Di tano in tanto lanciava un’occhiata in tralice nella direzione di James, ma sembrava che la piccola folla attorno a lui non si sfoltisse mai, anzi: era passata quasi mezz’ora, e sembrava ci fosse più gente di prima. Intanto sui social c’erano già le foto delle sue fan; non facevano a tempo a fare le foto che erano già sui social media. Si girò per guardarlo, e vide che le sue fan si facevano sempre più intraprendenti, ne vide un paio che gli gettarono spudoratamente le braccia al collo, e qualcun’altra che addirittura si arrischiava a dargli un lieve bacio sulla guancia.
 
James era a disagio: alcune fan erano più disinvolte di altre, e andava tutto bene, e in questi casi non si sentiva troppo tranquillo. Sorrideva comunque, ma quando qualche fan gli gettava le braccia al collo o gli sfiorava la guancia con le labbra, lui si irrigidiva.
 
 Era un po' troppo, per quanto lo riguardava. In più Xx stava guardando verso di lui… si sentiva morire.
 
James si irrigidì, e, con certo savoir-fair si allontanò, mettendo una distanza, per così dire, di cortesia.
 
In quel momento notò una ragazza in particolare: gli ci volle qualche minuto, ma poi gli tornò alla mente tutto… per sua sfortuna, e gli si gelò il sangue.
 
Era una delle due con ragazze con cui lui… beh, non aveva tanta voglia di rivederla, onestamente.
 
La ragazza notò che lui l’aveva riconosciuta, e ne approfittò subito, avvicinandosi, e per fare la foto gli mise la mano dietro la schiena… un po' troppo in basso.
 
James era fortemente a disagio, e lanciò delle occhiate veloci verso Xx, che al momento sembrava non avesse notato nessun cambiamento.
 
 << E’ lei? >>, gli bisbigliò.
 
Il sorriso di lui durante la foto era appena accennato, e comunque non si avvicinava neanche un po' agli occhi.
 
James non rispose, ma almeno finalmente la piccola folla si stava sperdendo, tutti avevano avuto una foto, un autografo e avevano scambiato qualche parola con lui, così i suoi fans erano contenti.
 
 << Carina. Ma mi immaginavo che ti saresti scelto una donna molto più bella… In effetti con una gravidanza alle spalle… ma immagino non si possa avere tutto. >>, continuò.
 
 Sentì il telefono vibrare, era un messaggio di Xx: << Ho visto che ti stai liberando. Inizio ad avviarmi all’ospedale, ci vediamo lì. I love you >>.
 
James sorrise, ma quando guardò in direzione di Xx lei si stava già incamminando: quando era attorniato ed era con lei facevano sempre così, in modo che lei potesse andare via indisturbata. A lui non avrebbe dato fastidio che l’avessero fotografato insieme a lei, ma Xx non era proprio dello stesso parere, a meno che non fosse un’occasione speciale, o un evento benefico. Diceva che non si sentiva all’altezza, ma lui non la pensava così, e l’avrebbe protetta da eventuali critiche. Comunque stavano lavorando anche su quel fronte…
 
 << Lei è splendida. Credo sia bellissima, lo era prima della gravidanza, durante e dopo, e la amo così esattamente com’è. Ogni giorno di più, e per tua informazione, è tornata a com’era prima della gravidanza, e queste cattiverie su di lei mi fanno incazzare, e non sono una buona partenza, se devi domandarmi qualcosa >>, rispose poi con rabbia; quando qualcuno attaccava Xx ingiustamente e gratuitamente era sempre così.
 
 
<< Sai, dopo la notte che abbiamo passato potresti anche degnarmi di una risposta >>, fece lei, con un tono fintamente dolce, ignorando completamente cosa le aveva detto.
 
James sbiancò: cosa aveva in mente?
 
 << What do you want? >>, le domandò brusco.
 
<< Nothing. Passavo di qui e ti ho visto attorniato da una folla. Sai, quella notte non ti avevo riconosciuto. Avevo altro a cui pensare, sai… >>, rispose lei, vagamente allusiva.
 
<< Se volevi solo salutarmi, lo hai fatto. Ora devo and… >>, ma non riuscì a terminare la frase, che Simone lo bloccò.
 
 << Non mi hai più richiamata >>, fece notare.
 
 << Lo so. Ma quando ti ho incontrata sotto casa mia, ti avevo anche detto che non ti dovevi illudere. Che era stata solo una sbandata che non si sarebbe ripetuta >>, le fece notare.
 
Simone si erse in tutto il suo metro e ottanta, sembrava vagamente offesa.
 
 << Certo, lo avevi spiegato bene, ma potevamo vederci o sentirci lo stesso. Dopotutto è stata una splendida nottata >>, e gli piantò i suoi occhi nocciola addosso, sfidandolo a dire il contrario.
 
 << Yes, but, come ho detto, è stato un errore enorme. Ho una fidanzata, e ho intenzione di sposarla. Non voglio rovinare tutto di nuovo. Ora se non ti dispiace dovrei andare… >>, e si avviò, facendo un cenno di saluto con la mano.
 
 << Sai, potrei usare questa cosa contro di te >>, buttò lì lei, per richiamare la sua attenzione. James si bloccò e si voltò.
 
 << What? >>, era senza parole.
 
 << Ora che so chi sei. Sai… non si sa mai >>, continuò enigmatica.
 
 << Non credo alla gente interessi la mia vita sessuale >>, sbottò, stringendo i pugni così forte da conficcarsi le unghie nei palmi.
 
 << Questo lo credi tu. Saresti sorpreso di sapere quanta gente ti immagina fare del gran sesso con loro. In ogni caso, la gente ahimè giudica… e di solito, anche se è da bigotti, non vede di buon occhio una cosa a tre… sai, nelle foto e nei video sei venuto benissimo >>, continuò.
 
 
 James era allibito. Tanto per cominciare non aveva notato che stessero registrano o facendo foto, ma d’altronde aveva bevuto e non era molto lucido, quindi non poteva escludere la cosa a priori… ma addirittura che potessero usare questa cosa contro di lui… mai ci avrebbe pensato.
 
 << What the hell do you want? >>, sibilò.
 
 << Potremmo incontrarci una volta e discutere con calma della questione. So dove abiti… mi farò viva io, o… se preferisci, questo è il mio numero >>, gli passò un biglietto da visita e si allontanò, ondeggiando i suoi ricci mori al vento.
 
James era… furioso! Prima di tutto con sé stesso e la sua idiozia, in secondo luogo con quella Simone! Ma… come era possibile che al mondo esistessero delle persone così cattive? Voglio dire, usare una cosa del genere ai danni di qualcuno… come… cosa… non riusciva neanche a pensarci. Neanche se ne rese conto, ma stava praticamente correndo in direzione dell’ospedale: Xx… era riuscita, con fatica, a perdonarlo, stava iniziando di nuovo a fidarsi di lui. Se per caso fossero uscite delle foto di quella notte… non osava immaginare a come avrebbe reagito. E Amelia? Ora era piccola e ignara, ma quando sarebbe diventata grande… cosa avrebbe detto vedendo suo padre in quelle foto?
 
Arrivò in ospedale, ma non sapeva che fare: doveva parlarne a Xx? Ne avrebbe parlato con Oliver… ma al momento lui aveva una battaglia più seria da affrontare: mai come allora avrebbe tanto voluto parlare con suo fratello e chiedergli consiglio…
 
 
 << Com’è andata? >>, gli domandò Xx sorridente.
 
 << Oh, bene. C’era tanta gente >>, rispose, cominciando a raccontarle tutto… esclusa la parte riguardante Simone.
 
 << Sai, sui social girano già le foto >>, fece notare con noncuranza.
 
 << Sono contento! >>, rispose facendo il finto tonto.
 
 << E dimmi… la signorina che ti sta strapazzando di baci come si chiama? >>, dissimulare diventava sempre più difficile.
 
 << Mmm… Nicole? Jessica? Quale intendi? >>, sogghignò lui.
 
Xx lo guardò a bocca spalancata: << James! Ma… ma… >>, era sconvolta, e James ridacchiava
 
 << Amore mio, non ho idea di come si chiamino! Qualcuna mi ha dato un bacio sulla guancia, ma sul serio, erano solo fans, le disse, sedendosi di fronte a lei. Con il lettino con le sponde di Amelia.
 
 << Beh, mi pare che più di qualcuna sia tornata più volte. Piuttosto espansive le tue fan >>, commentò, a occhi semichiusi.
 
Lui le lanciò uno sguardo così ardente e carico di desiderio che avrebbe fatto sciogliere i ghiacciai di mezzo mondo: a Xx andò in pappa il cervello.
 
 << Sei gelosa per caso? >>, James sorrideva, la punta della lingua spuntava dalle labbra
 
 Quello bastò a far evaporare in lei ogni barlume di ragione.
 
 << Io? No, figuriamoci >>, blaterò, diventando viola.
 
 << Lo sai si, che non le sai dire le bugie? >>, James si passò di nuovo la lingua sulle labbra, lanciandole un’altra occhiata di fuoco: stavano flirtando in ospedale.
 
 << Amelia, mum is jealous >>, disse divertito alla figlia.
 
 << Non sono gelosa! >>, bisbigliò, non poteva certo mettersi a urlare in una stanza di ospedale.
 
 << Tesoro, non potevo impedirglielo… ma a parte qualche bacio sulla guancia, qualche foto, qualche autografo e due parole è finita lì. Neanche me le ricordo. Gli unici baci che mi interessano e che ricordo sono i vostri >>, e indicò Amelia e Xx.
 
XX era… era semplicemente innamorata. Lo guardava con una faccia da pesce lesso, gli occhi a cuore… quanto amava quell’uomo?
 
 << Xx, vado a vedere come sta Oliver >>, sussurrò: Amelia era ancora sedata, per poterle permettere di guarire per il meglio.
 
Entrò in stanza accolto dai bep del monitor e dei macchinari. Oliver era sempre lì, sempre immobile.
 
 << Fratellone… come stai? Oggi è una bellissima giornata fuori… sai, non mi pare di averti ancora ringraziato abbastanza per aver protetto la mia Amelia. Probabilmente… si, probabilmente senza di te… n-non s-so se… se sarebbe ancora qui… >>, James tirò su con il naso, emozionato e terrorizzato al tempo stesso; un mondo senza la sua bambina era inconcepibile per lui, ormai… un mondo in cui lui non sarebbe voluto stare.
 
 << Comunque, lei sta bene… o meglio, starà bene. È ancora sotto sedativi così può guarire meglio, ma sarà come nuova, senza alcun ricordo dell’accaduto. Ma ci penseremo io e Xx a raccontarle di come lo zio le abbia salvato la vita >>, fece un piccolo sorriso.
 
 << Non ci crederai, ma in questo momento vorrei che tu mi potessi dare dei consigli. Partiresti dicendo che sono un idiota, ma non fa niente, pur di sentirti te lo lascerei dire… Ti ricordi… ehm, quella notte dove ho sbandato con… ehm, sì… ecco le due ragazze. Beh… una di loro dice di avere foto e video di quella notte… io non lo so se è vero oppure no, ma se fosse vero potrebbe decidere di vendere o pubblicare quelle foto… credo sia una specie di ricatto, solo che non so ancora cosa vuole in cambio. A… a Xx non ho detto niente… come me ne esco, con: ” ehi amore, ti ricordi quella notte dove ti ho tradita? Potrebbero esserci delle foto… eccetera.”. Non mi sembra sia il caso… almeno finchè non ne saprò di più… I have no idea how it would react… e stavolta, giuro, seguo il tuo consiglio. Vedi? Il tuo fratellino è perso senza di te… >>, raccontò James, che aveva bisogno di dirlo a qualcuno… anche se in quel momento non poteva rispondere.
 
 << Ne riparleremo, in ogni caso. Oh, Mum and dad >>, James si alzò ber abbracciarli.
 
 << Siamo stati da Amelia >>, disse la signora Phelps.
 
 << Oliver is always the same. Abbiamo detto a Katy di andare a riposarsi a casa, e che l’avremmo chiamata in caso di sviluppi >>; e suo padre annuì.
 
 << I leave you alone >>, fece, e uscì
 
Il suo cellulare vibrò, un messaggio di Xx: << Come, wake up Amelia >>.
 
Si precipitò nella stanza, quasi atterrando un’infermiera che svoltava l’angolo: << Sorry! >>, si scusò alzando la mano, continuando a correre.
 
 << You don’t t run into a hospital! >>, lo sgridò l’infermiera.
 
 
Quando arrivò, iniettarono qualcosa nella flebo, e piano piano, gradualmente, si svegliò.
 
Amelia iniziò a frignare un po', e a muoversi, cercando di prendersi i piedi con le manine, scalciando un po' e agitando le braccia, portandosi una manina alla bocca.
 
Per Xx e James vederla finalmente sveglia e vivace… era una felicità incredibile, e lacrime silenziose scesero dai loro occhi.
 
Le accarezzarono il piccolo viso, si fecero stringere un dito nelle sue manine, che poi mise in bocca di nuovo, ma in quel momento non importava a nessuno dei due; vederla li era già un regalo grandissimo: aveva le ciglia lunghe, e con gli occhi che aveva ereditato dal papà, aveva uno sguardo da Bambi.
 
 << Mamma e papà sono qui Amelia, presto verrai a casa con noi >>, le sussurrò.
 
 << Ma- ma-ma >>, balbettò la bimba.
 
Xx e James si guardarono: sapevano entrambi che non aveva davvero chiamato mamma, ma che iniziava a pronunciare le prime sillabe e ripeterle di seguito… iniziava a sviluppare il linguaggio, anche se era qualche settimana ormai che aveva iniziato con i la-la.
 
In ogni caso era un momento emozionante per entrambi.
 
 << Yes. Mamma. Lui è papà, pa-pa, proviamo su >>, incoraggiò Xx
 
Amelia guardò verso James, torno a Xx e ancora a James: << Pa-pa-pa >>, balbettò, poi si mise di nuovo a giocare, prendendosi i piedini, facendo un sorriso enorme, dove due fossette si formarono ai lati della bocca: anche gli occhi sorridevano, e le uscì un piccolo accenno di risata.
 
 
Il cuore di James stava galleggiando: era emozionante poter assistere a quei momenti, quando, anche se sapeva che non era proprio così, si sentiva chiamare dalla sua Amelia.
 
 
 << Stop for today. Meglio non esagerare. Domani la sveglieremo dalla mattina, e proviamo a toglierle la flebo e darle da mangiare un po' di frutta in vasetto. Piccoli passi. Ha iniziato lo svezzamento? >>, domandò il dottore che seguiva Amelia
 
 << Yes >>, risposero in coro.
 
 << Da poco, forse un paio di settimane >>, aggiunse Xx.
 
 << Ok. Domani porti magari qualche vasetto… un gusto che le piaccia più degli altri. Deve stare qui, almeno non sarà del tutto sgradevole. Vi consiglio di andare a casa ora, è quasi sera. Andate a casa a riposare, ci vediamo domani mattina >>.
 
 << Ok. Thanks doctor >>, fecce James: diede un ultimo lieve bacio sulla fronte di Amelia, seguito da Xx, e uscirono. Katy passò a salutarli, prima di tornare da Oliver; le dissero della loro bambina, e la zia era felicissima: << Fantastic! >>, commentò, poi abbracciò entrambi.
 
 << Do you want us to take a pizza? >>, le chiese James una volta arrivati quasi a casa.
 
 << Ok >>, annuì.
 
 << Ehm… non credo si possa portare la pizza nella tua stanza. Mangiamo a casa nos… nostra? >>, era un po' incerto se definirla “ nostra “ era il termine più corretto. Certo, era la loro casa, ma forse lei non la sentiva più così.
 
 << Ehm… ok. Poi per dormire magari ci spostiamo >>, gli rispose: non era ancora sicura di reggere la camera da letto, era ancora zona pericolosa.
 
Mentre mangiavano la pizza, Xx decise di sollevare un argomento un po' spinoso.
 
 << Jay…ehm… >>; non sapeva che pesci pigliare.
 
 << Avanti, non ti mangio mica. Magari dopo si… >>, buttò lì quasi per caso James, e Xx nascose la faccia dietro un pezzo di pizza particolarmente grande, per nascondere l’imbarazzo.
 
 << SI, ehm… si tratta di Oliver. Non so come tu possa prenderla a riguardo, so che con lui ti sei chiarito e anche con me… io te lo dico, in virtù del fatto che ci siamo detti di essere onesti… poi vediamo. È da… da quando c’è stato l’incidente che mi trattengo. Mi trattengo per quanto riguarda Oliver… sono stata un po' fredda e distaccata quando si parlava di lui in ospedale. Sai, la tua gelosia infondata nei suoi confronti è stato uno dei motivi per cui abbiamo litigato. Né io né Oliver proviamo qualcosa di diverso dal bene fraterno che si può avere tra fratello e sorella. E ci sto molto più male di quanto non dimostri… e mi sento un po' stronza a fare la distaccata… lui mi ha aiutato tanto, mi ha dato tanti consigli… e io? Neanche vado a trovarlo praticamente, per paura della tua reazione. Non voglio litigare ancora per te per questo, né voglio perderti… quindi ecco, te l’ho detto. Ho pianto di nascosto per lui chiusa in bagno, e mi sento una stupida! Non so se questa tua gelosia sia passata del tutto, o se con me hai ancora qualche briciola di rabbia che ti rimane… io te l’ho detto. Ora se vuoi urlarmi addosso, litigare, rompere qualcosa fai pure, ma non nasconderò ancora come mi sento, e non farò finta che non i importi di lui >>, terminò Xx: le sembrava di aver fatto un discorso importante, tipo quelli che fa la Regina ai suoi sudditi.
 
Vide diverse espressioni passare sul viso di James; si era costretta a guardarlo negli occhi per tutto il tempo, anche se, soprattutto dato l’argomento, avrebbe tanto voluto esaminare con cura tutte le fughe delle piastrelle del pavimento della cucina.
 
James le prese il volto con tutte e due le mani, alzandole lo sguardo, portandolo all’altezza del suo: << Tu non devi nascondere niente di quello che provi. Lo so, sono stato uno stupido… ma ho capito il mio errore e ho chiesto il perdono. Fortuna che l’ho ottenuto da entrambi… o non so davvero cosa avrei fatto… come avrei potuto vivere. Ora so… anche se in fondo l’ho sempre saputo, che non mi fareste mai del male… non così. Io sono felice che vi vogliate bene come fratello e sorella, e spero che questo non cambi mai nel tempo. Puoi mostrare… anche a me… quanto soffri per lui. Quella stupida e insensata gelosia è passata >>, la guardava, gli occhi leggermente lucidi… e Xx cedette, gli avvolse le braccia intorno alla vita, nascondendo il viso sul suo collo, e pianse le lacrime di dolore che ancora aveva dentro. James le carezzò piano la testa, con gentilezza, baciandole piano la nuca.
 
 << Grazie… ora mi sento meglio >>, gli disse Xx, asciugandosi gli occhi umidi, riemergendo dopo alcuni minuti. Lui le depositò un caldo bacio sulle labbra.
 
 << Scusami tu. Tenerti dentro tutto deve averti fatto male >>.
 
 << Ora è passato, è quello che conta >>.
 
James accese un po' di musica, e la prima canzone che capitò era The Keeper, di Bonobo.
 
Si guardarono, lui si avvicinò, carezzandole di nuovo il viso. A quel tocco lei inclinò la testa di lato, verso la spalla… come un gatto. Si muovevano piano, ballando, o meglio dondolando sul posto, avvicinandosi sempre di più. I loro nasi si sfioravano appena… James sentiva il ritmo del suo respiro aumentare…
 
Una mano di Xx risalì lenta, carezzandogli l’accenno di barba che gli spuntava sul mento, mentre l’altra mano saliva fino ad arrivare alla nuca, nascondendo le dita sotto i lunghi capelli, tirandolo verso di lui.
 
Si scambiarono un bacio all’inizio lieve, sfiorandosi appena con le labbra, poi il loro ritmo si intensificò con il ritmo della musica che cresceva. La lingua di Xx era morbida, i movimenti lenti, si riassaporavano a vicenda dopo tanto: le loro labbra si aprivano e chiudevano insieme, in un gioco di sincronia, incastri e forme.
 
James le cinse i fianchi, spingendola delicatamente con le spalle al muro: busto, pube e gambe aderirono completamente, strofinandosi l’un l’altro; non c’era più esitazione, non potevano più fermarsi.
 
Xx sollevò le mani, cercando di farsi strada sotto la camicia di lui. James la morse piano, facendo scorrere la lingua ovunque su di lei; dal collo… alle labbra, fino all’orecchio, dove il respiro di lei si faceva più forte, mentre piano gemeva.
 
James la voltò, tenendola sempre per i fianchi: Xx inarcò la schiena, e questo provocò il contatto del suo sedere contro l’erezione di lui, che si faceva sempre più gonfia, chiusa e intrappolata ancora dentro i pantaloni.
 
Le accarezzò con le mani la pelle del ventre, salendo fino al reggiseno; Xx andava già a fuoco, e poggiò la fronte al muro, gli occhi chiusi, nella speranza di un po' di refrigerio.
 
James la voltò di nuovo, sbottonandole la camicia, aprendola completamente. Sganciò il reggiseno, e mantenne il contatto visivo mentre si avvicinava ancora a lei, abbassandosi a leccarle i capezzoli, succhiandoli anche, alternando la morbidezza della lingua alla durezza dei denti. Il ventre di Xx si contrasse, e lei respirava sempre con più affanno…
 
Si premette di più contro di lui, sbottonandogli la camicia: il petto muscoloso di lui era a contatto con i suoi seni; Xx vide chiaramente le iridi del suo ragazzo scurirsi, lo sguardo farsi più torbido… i loro corpi erano roventi. Senza smettere di baciarla, lui la spostò, facendola sedere sul bracciolo del divano; aveva come l’impressione che non sarebbero arrivati al letto.
 
Xx brontolò di disapprovazione quando James si spostò dalle sue labbra.
 
 << Rilassati… non lamentarti, o mi fermo >>, ghignò, anche se sapeva che non avrebbe potuto farlo; si tolse la camicia che ancora indossava, e la sfilò anche a lei, lanciandole dietro di sé.
 
Tornò ad avvicinarsi a lei, bloccandole le mani dietro la schiena, inclinandole la testa e baciandole voracemente il collo.
 
Il corpo di Xx sembrava strombazzare come una fanfara quanto voleva James, quanto lo desiderasse ardentemente: si liberò dalla lieve stretta di lui, e con le mani iniziò a slacciargli la cintura dei jeans, mentre lui continuava a soffocarla di baci e di piccoli morsi.
 
James si fece leggermente indietro, senza fiato, aiutandola a slacciargli i pantaloni: Xx doveva proprio ammetterlo, James a torso nudo, con quel lieve accenno di barba… e i jeans sbottonati e con la zip abbassata… beh, era un orgasmo anche per gli occhi.
 
James in un attimo fu sopra a Xx, mentre si baciavano con passione sempre crescente.
 
Xx ribaltò le posizioni in un secondo, ergendosi sopra di lui; lo baciò sul collo, risalendo sul mento, dove il suo accenno di barba la graffiava appena… gli mordicchiò il labbro, per poi scendere di nuovo, sul petto, giù dritta fino all’ombelico, e poi scese ancora, mordicchiandogli l’erezione attraverso i boxer.
 
James si tirò su di colpo, la prese per mano e la condusse di sopra… non in direzione della loro camera, cosa di cui lei gli fu grata, ma in quella degli ospiti, e la spinse dentro, chiudendo la porta. Accese l’abat-jour, da lì si sentiva ancora un po' di musica. Alla fine ci erano arrivati, al letto.
 
James sollevò il mento, si raddrizzò, e andò verso di lei con fare autoritario, mentre Xx faceva un passo indietro, trovandosi contro il muro.
 
Con voce profonda e altezzosa, resa roca dal desiderio, andò verso di lei: << Continua a sfidarmi così e verrai punita. E dato che sono un po' perverso me la godrò pure >>, era estremamente serio, e dannatamente sexy; poggiò entrambe le mani sul muro, a lato del viso di Xx, osservandola con espressione di sfida.
 
Xx annuì piano, ammaliata da lui, e guardò la sua bocca magnetica che sembrava chiamare la sua.
 
 
 << Sai, posso essere dolce come un agnello… o selvaggio come un lupo >>, soffiò nel suo orecchio.
 
James tornò a posarle una mano sulla vita, tenendola con fermezza, prendendole la bocca con una ferocia tale da farle girare la testa.
 
 
Xx con le mani toccava tutto il corpo del ragazzo, ogni centimetro, ridendo quasi dalla soddisfazione: quell’uomo bellissimo e affascinante era tutto suo.
 
James la rigirò contro il muro, scendendo con le mani sui suoi fianchi, stringendoli fino a quasi conficcare le unghie nella carne… mentre la baciava lungo la spina dorsale.
 
Con le mani si spostò in avanti, e con lentezza le abbassò la zip dei jeans, sbottonandoli, sorridendo sulla pelle di lei.
 
Questa vicinanza, francamente indecente tra loro, con il corpo di lui premuto contro la schiena di lei, le riempì la mente di immagini lussuriose… un’ondata di calore la pervase, le sembrava quasi di bruciare, controllarsi era impossibile… le sfuggirono dei gemiti di piacere.
 
Si voltò, guardando James negli occhi: si scambiarono uno sguardo consapevole, sorridendo.
 
Su Xx si dipinse in volto uno sguardo sornione: James lo riconobbe subito; lo sfoggiava quando stava per dire o fare qualcosa di… beh, sconcio.
 
Lo spinse verso il letto, facendolo stendere, sfilandosi i jeans per poi fare lo stesso con i suoi: erano rimasti solo con l’intimo.
 
Xx si abbassò per baciarlo, una cascata di capelli scese, nascondendoli alla vista del mondo; si baciarono e strofinarono senza tregua.
 
James si alzò e con uno scatto ribaltò le posizioni: era una lotta divertente dove non perdeva nessuno.
 
Le passò le mani lungo tutto il corpo, la parte interna delle cosce di lei era caldissima.
 
Se il tempo si fosse fermato, a Xx non sarebbe dispiaciuto per niente, tra le sue braccia il tempo era sospeso… come se fossero dentro una bolla di sapone, isolati da tutto e tutti; si potevano sentire solo i loro respiri e il suono delle loro carezze… in sottofondo c’era ancora la musica, ma sembrava venire da un altro pianeta.
 
James le poggiò una mano dietro al collo: Xx sentì dei brividi di piacere al contatto con le sue mani, inspirò dolcemente, inarcando la schiena, così James lasciò scivolare l’altra mano tra lei e il materasso.
 
Si baciarono ancora, un’esplosione di piacere invase i loro corpi, che vibravano quasi al contatto l’uno dell’altro. Xx sfiorò i suoi capelli con la mano, spingendolo a baciarla più appassionatamente: la lingua di James girava intorno a quella di lei, mentre gli occhi di lui diventavano sempre più avidi, più ardenti…  Xx gemette di piacere.
 
Xx era così… vogliosa. Aveva fame di lui, delle sue labbra voraci, delle sue grandi mani premute contro di lei, del corpo di lui premuto contro il suo…
 
I loro respiri accelerarono ancora di più, diventando sempre più irregolari: volevano entrambi molto di più.
 
La ragazza immaginò i percorsi delle mani di James lungo il suo corpo, i suoi baci… quella sera non avevano nessuna fretta, quella sera era tutta per loro.
 
James si spostò: erano sudati entrambi, e perfino il sapore del sudore di lei aumentò la sua voglia di possederla.
 
Le sue dita scesero, carezzandole il monte di Venere, sorvolando il tessuto dei suoi slip, di pizzo nero come il reggiseno: James sorrise.
 
 << Uno strato così sottile… meno di un millimetro ci divide >>, le mormorò.
 
Xx rispose appena, con una specie di mugolio, immersa com’era in una trance di eccitazione tutta sua.
 
James le baciò le gambe, fino ad arrivare al pube, e Xx gemette ancora di più, riaprendo gli occhi, guardando dritto in quelli di lui.
 
Gli occhi di lui cambiarono ancora colore, diventando sempre più scuri, più profondi, in una altalena di emozioni, di sensazioni…
 
Con grande calma, lui si sistemò meglio sopra di lei, sovrastandola, fissandola con evidente brama: senza distogliere lo sguardo da lei le sfilò le mutandine.
 
Le passò un dito lungo la fessura delle labbra, avanti e indietro con delicatezza: l’intensità del suo respiro era la sua bussola per orientarsi nella mappa del suo piacere. Trovò il punto giusto, e lì si concentrò, mentre se ne stava lì a osservare soddisfatto il busto di lei che si contorceva dolcemente.
 
Xx fece salire le mani lungo i suoi fianchi, quasi piantandogli le unghie sulla carne, e poi scese giù, iniziando a sfilare i suoi boxer: James con il dito indice della mano libera le carezzava le labbra, alzandole il mento… mentre lei con la lingua si bagnava le labbra, succhiandogli l’indice, facendogli roteare la lingua intorno.
 
I gemiti di lei si facevano sempre più intensi e frequenti: James si abbassò, leccandole piano prima un seno poi l’altro, mettendole una mano sulla bocca, per fermare i suoi gridolini di piacere.
Una mano di lei era rimasta ancorata ai suoi fianchi, mentre l’altra si aggrappò al polso della mano di lui che le tappava la bocca.
 
Scese ancora più giù con la bocca sfiorandole la pelle con i denti: la sentiva bollente. Con la punta della lingua la assaggiò tra le gambe, dandole un lieve bacio proprio lì… la sua barba la solleticava, facendole inarcare la schiena.
 
Con una mano James le teneva la coscia, mentre l’altra era sempre sulla bocca di lei, mentre le mani di Xx andarono tra i suoi capelli, tenendogli la testa proprio lì: questo gesto eccitò James da morire.
 
Il ragazzo la desiderava con ogni centimetro del suo corpo, con ogni impulso che il cervello stava mandando ai muscoli, con ogni sua cellula: rimase li finchè non lo spostò lei, mordendogli la mano che lui aveva alla sua bocca e le conteneva i gemiti, chiudendo le gambe tremanti…
 
 << Ti voglio dentro >>, lo intimò, quando si riprese, spostandogli la mano dalla bocca, mentre con un gesto secco gli sfilò i boxer, gettandoli a terra: l’erezione di James era così vigorosa che stava per esplodere. Xx si alzò, inginocchiandosi sopra il letto, e lui la seguì. Baciò il suo ragazzo con ardore, mettendogli le mani sul sedere, stringendolo, avvicinandolo sempre di più a lei. Scese a baciargli il ventre, seguendo la scia di radi peli sul petto, che la portarono dritti alla sua erezione.
 
Con la punta della lingua lo sfiorò, leccandolo leggera lungo tutta l’asta; lui emise un suono gutturale, quasi selvaggio, che la fece trionfare. Le mise le mani sulla nuca, incastrandole le dita tra i capelli, così lei strinse di più le dita sul suo sedere, aggrappandosi a lui.
 
Quando era quasi al limite di non ritorno, la fece spostare, facendola stendere su un fianco. Lui la seguì, e guardandola dritta negli occhi entrò secco dentro di lei, con un’unica spinta, azzerando ogni spazio tra loro. Xx trattenne il fiato, posandogli una mano sulla guancia: James la sentiva contrarsi, muoversi… agitarsi contro di lui.
 
Lui la teneva stretta a sé per i fianchi, graffiandola con le unghie, lasciando il segno del suo passaggio… del suo possesso, scendendo sulla coscia e poi risalendo con la mano, dandole due dolci schiaffi su una natica.
 
James alternava un ritmo lieve e incostante a improvvisi slanci, muovendosi con più forza: Xx con la mano libera stava stringendo il copriletto, vibrando sotto i suoi colpi.
 
James si avvicinò al suo orecchio: << Ti desidero… ti voglio con tutto me stesso >>, sussurrò.
 
Xx lo baciò ancora, mordicchiandogli il labbro inferiore, tirandolo piano.
 James venne, tremando, sbuffando dalle narici come un toro, gemendo forte, prendendo il viso di lei con entrambe le mani, baciandola con passione. L’orgasmo che lo colpì era qualcosa di potente, di totale… che lo travolse in pieno, cancellando qualsiasi altra cosa dalla sua testa.
Sentirlo così pieno, così totale e penetrante dentro di lei, così avvolgente… era qualcosa che prendeva sempre alla sprovvista Xx, come se ogni volta non fosse mai uguale, come se ogni orgasmo avesse qualcosa di diverso dal precedente… di unico e irrepetibile; era una cosa totalizzante. Poco dopo anche lei raggiunse l’orgasmo, lasciandosi sfuggire un piccolo grido sommesso di piacere, tremando dalla punta dei capelli alle dita dei piedi, nascondendo la testa tra il collo e la spalla di lui.
 
 << Don’t hide >>, le sussurrò, ma sembrava più un ordine: le prese il viso tra le mani, voleva guardarla, studiare ogni smorfia, ogni suo gemito… voleva imprimersi tutto nella memoria. Vederla arrivare all’orgasmo era la più bella opera d’arte che potesse e volesse guardare.
 
Si guardarono per un po' in silenzio, immersi nei loro pensieri: il coinvolgimento tra loro era totale, erano in completa sintonia. La camera era diventata un ambiente immateriale, una dimensione in cui non importava altro che la congiunzione dei loro corpi e le loro anime.
 
Xx gli spostò la ciocca di capelli che era scivolata sul suo viso, ricacciandola indietro.
 
 << Sei bellissimo >>, gli sussurrò, accoccolandosi più vicino a lui, carezzandogli il petto. Tremò leggermente.
 
 << Sei bellissima anche tu. Hai freddo? >>, le domandò lui, la voce ancora roca.
 
 << Un po' >>, gli rispose, stringendosi più a lui, per prendere un po' del calore che emanava.
 
La coprì con il lenzuolo e il copriletto, strofinandole le braccia, per scaldarla ancora.
 
Xx si addormentò subito dopo, respirando il profumo della pelle di James talmente era vicina al suo corpo.
 
James la guardò in silenzio: il corpo era candido e immobile sotto le coperte, vicinissimo al suo, cosa che non gli dispiaceva per niente. Il viso sprofondato nel cuscino, la bocca semiaperta e il respiro pesante e regolare; le pupille in nevrotico movimento sotto le palpebre chiuse. Una mano sotto il cuscino, l’altra ancora sulla sua guancia.
 
 << You’re beautiful >>, le sussurrò, prima di addormentarsi anche lui, sfinito.
 
 
Erano passati tre giorni dall’incidente di Oliver e di Amelia.
 
 << Can I take her in my arms? >>, aveva chiesto subito James quella mattina, una volta arrivati in ospedale: lo chiedeva ai medici e agli infermieri almeno tre volte al giorno, ma non gli avevano ancora dato il permesso, “ meglio non spostarla più di tanto “, gli avevano detto.
 
 << Yes >>, gli rispose a sorpresa il dottore.
 
 << Really? >>, domandò stupito il ragazzo, colto alla sprovvista.
 
 << Yes >>, ripetè il medico, sorridendo alla scena.
 
James non se lo fece ripetere una terza volta, e finalmente potò prendere in braccio la sua bambina.
 
 << Hi Amelia… I’m daddy, Sorry… I love you so much >>, le sussurrò quasi piangendo di commozione, mentre la stringeva con tutta la delicatezza del mondo e la cullava.
 
Xx si avvicinò, lasciandogli il suo momento, lasciando che cullarla, che sentirla tra le sue braccia, che sapere che stava bene, spazzasse via tutta l’angoscia e il dolore di quei giorni di incertezza. Lui doveva sentire di riuscire a proteggerla di nuovo. E lei lasciò che lui facesse questo… anche se fremeva per poterla tenere tra le braccia.
 
 << Vai dalla mamma ora >>, le sussurrò James dopo un po', dandola in braccio alla ragazza.
 
Un misto di emozione percorse Xx: sollievo, gioia, felicità, preoccupazione… ma per fortuna lei stava bene e non avrebbe ricordato nulla.
 
 << Oh… piccola mia. Quanto ti vuole bene la tua mamma >>, sorrise, tirando un po' su con il naso, carezzandola e dandole dei piccoli baci dappertutto; Amelia rideva.
 
Dopo un po' James la riprese in braccio, stringendola ancora a sè, baciandola e facendole un po' il solletico: le piaceva così tanto.
Era stato così vicino a perderla… non sarebbe successo mai, mai più.
 
La sera prima si era finalmente svegliato anche Oliver, con grande gioia di tutta la sua famiglia.
 
Quando si svegliò Katy, che era lì e avvisò i medici di corsa, pianse dalla commozione: << Olly!! >>, quasi strillò, stringendogli forte la mano, carezzandogli il viso e stampandogli un bacio sulle labbra.
 
 << Katy… it’s… it’s ok! >>, le rispose sorridendole, ancora un po' intontito, posando una mano sul ventre della ragazza, che ancora celava il segreto di un nuovo Phelps in arrivo.
 
Fortunatamente l’incidente non aveva causato gravi danni irreversibili, e con un po' di riposo e di fisioterapia si sarebbe rimesso in sesto perfettamente.
 
 << Andiamo a trovare zio Oliver? >>, fece James, chiedendo prima il permesso per portare Amelia per qualche minuto a trovare suo fratello.
 
Lì trovarono Katy, che si era tranquillizzata dopo che i dottori visitarono Oliver rivoltandolo come un calzino, assicurando che non cii sarebbero stati danni permanenti.
 
 << Oliver… ho avuto così tanta paura… >>, gli disse, carezzandogli i capelli.
 
 << Mi dispiace di averti fatta preoccupare… ora più che mai >>, le rispose dolce, stringendole la mano, accarezzandole con il pollice il dorso della mano, con delicatezza e amore.
 
 << Non importa. L’importante è che ora tu sia sveglio e che ti rimetterai senza aver subito danni permanenti… Altrimenti chi correrà dietro al nostro bambino, o gli cambierà il pannolino puzzolente? >>, sorrise Katy, asciugandosi le guance, e Oliver ridacchiò.
 
 << Non lo farei mai fare a nessuno al posto mio. Mi devo rimettere per forza! >>, le disse allegro, guardandola con amore.
 
 << I love you… and I love our baby >>, continuò, mettendole una mano sulla pancia, carezzandola.
 
 << Oh… I love you too >>, gli rispose commossa, avvicinandogli piano, senza fargli male, e baciandolo.
 
 << È permesso? >>, bussò James, entrando con Amelia in braccio e Xx dietro di lui.
 
 << Hi! >>, sorrise felice Oliver vedendoli, soprattutto vedendo che Amelia stava bene.
 
 << How are you today? >>, gli domandò il fratello.
 
 << Fine, fine. We were talking about changing smelly diapers >>, sorrise.
 
 << I would really like to see you >>, gli rispose ridacchiando James.
 
 << Yes, me too >>, gli disse Oliver, allegro.
 
 << I can? >>, domandò, facendo cenno ad Amelia.
 
<< Of course >>, gli rispose, avvicinandosi al letto per poterla dare al fratello.
 
 << Sure it does not hurt you holding her in your arms? >>, gli domandò Xx.
 
 << Naaa. Dillo anche tu alla mamma Amelia. Noi due siamo dei duri, dei tipi tosti. Neanche una macchina ci abbatte >>, le rispose sorridente.
 
 << Oh Oliver. Sono così felice che tu stia bene. Eravamo tutti in pena per te >>, si lasciò andare Xx, avvicinandosi, passandogli una mano intorno la spalla, dandogli un piccolo bacio sulla guancia.
 
 << E… grazie. Grazie davvero per averla protetta, attutendole il colpo. Io e James non ti ringrazieremo mai abbastanza. Non so come avremmo fatto a superarlo se lei… >>, continuò, senza finire la frase, guardando verso il suo ragazzo, che annuì. Tirarono entrambi un po' su con il naso: non volevano piangere, era andato tutto bene alla fine, e questo era la cosa che contava.
 
 << Voi avreste fatto lo stesso per il mio bambino >>, disse sicuro.
 
 << Of course >>, risposero entrambi, facendo sorridere Oliver e Katy.
 
 << E poi, se sono ancora il padrino, avrete modo di sdebitarvi con il mio regalo al suo Battesimo >>, scherzò Oliver, per alleggerire l’atmosfera facendo la linguaccia ad Amelia: risero tutti, anche la bambina.
 
James e Xx si guardarono per un secondo: << Certo che sei ancora il suo padrino. E Katy la madrina >>, rispose.
 
 
Dieci giorni più tardi Oliver e Amelia uscirono dall’ospedale. Lui non la smetteva più di scusarsi con il fratello e Xx per l’incidente.
 
 << Smettila Oliver! Non l’hai fatto apposta, lo sappiamo. Non è colpa tua. Ora pensa solo alla fisioterapia e a riprenderti >>, gli disse decisa Xx.
 
Ogni volta che lui provava a scusarsi ancora, Xx e James lo guardavano alzando le sopracciglia.
 
 << Ok, ok. Stop >>, si arrese alla fine, alzando le braccia.
 
 << Che ne dite di una bella festa? Per festeggiare il ritorno a casa di Oliver e di Amelia… e la serenità ritrovata >>, propose allegra Katy, specie dopo il periodo buio che avevano attraversato tutti: la gelosia di James, la scazzottata con il fratello, la grossa lite tra lui e XX e infine l’incidente. Non era stato un periodo facile per nessuno di loro.
 
 << Sii! Una bella festa per buttarci alle spalle questo periodo nero. Ce lo meritiamo. E poi, oggi è il primo dicembre, inizia il periodo del Natale… e a Natale siamo tutti più buoni. Non è vero Amelia? >>, sorrise alla figlia: iniziava a tirarsi su sulle mani e sulle ginocchia, spingendosi avanti e indietro, gattonando un po', e le piaceva particolarmente andare a nascondersi dietro le tende della casa, ma soprattutto essere ritrovata, perché lei e James quando la acchiappavano le facevano sempre il solletico… e lei rideva tanto, e il suono della sua risata riempiva loro di allegria.
 
 << Potrebbe essere anche il momento giusto per fare l’annuncio di un altro Phelps in arrivo >>, fece Oliver alla moglie.
 
 << Si… ora sono pronta, e i mesi più critici passati >>, sorrise di rimando al marito.
 
 << Allora mettiamoci all’opera! >>, esultò Xx, e James annuì.
 
 << Vado a cambiarle il pannolino >>, disse James a Xx, che lo seguì, a sua volta seguita da Oliver e Katy.
 
 Quando il ragazzo le tolse il pannolino e l’odore gli arrivò al naso, spalancò gli occhi, tirandosi leggermente indietro: << Oh my God! What does your mom feed you? >>, fece, sventolando esageratamente la mano per aria, per disperdere l’odore. Dietro di lui Oliver, Katy e Xx scoppiarono a ridere, e lui si unì a loro.
 
 << Ti avevo detto che volevo proprio vederti a cambiare pannolini >>, si strinse nelle spalle Oliver, a mò di spiegazione.
 
 << Do you want to smell? >>, ridacchiò James, pronto a lanciargli il pannolino incriminato: aveva notato che lui stava particolarmente indietro per via dell’odore.
 
 Oliver alzò le mani: << They played at the door >>, disse dileguandosi.
 
James intanto se la rideva sotto i baffi: lavò per bene il sederino di sua figlia, asciugandola e mettendole la pomata per il rossore.
 
 << You're a very good dad >>, fece Xx orgogliosa, guardandolo con gli occhi che brillavano.
 
 << You’re a very good mum >>, le rispose, finendo di chiudere il pannolino, e di rivestire Amelia, baciando Xx.
 

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Capitolo 26
*** Tornare a casa ***


 << Jingle bells, Jinge bells, Jingle all the way >>, stava canticchiando XX: aveva messo dei biscotti nel forno, e il loro profumo stava invadendo tutta la casa.
 
Amelia stava gattonando per terra mentre James stava montando l’albero di Natale.
 
 << Credevo che ieri ai tuoi venisse un colpo alla festa. Un altro nipote con l’anno nuovo, erano felicissimi >>, gli disse Xx: la sera prima avevano fatto la festa per brindare alla fine del periodo buio che avevano attraversato un po' tutti. C’erano gli amici e la loro famiglia, e Oliver aveva fatto il suo bell’annuncio.
 
 << Ladies and gentlemen… ho una notizia da dare. Presto avremo un altro piccolo Phelps che gira. Katy e io aspettiamo un bambino! >>, annunciò Oliver entusiasta.
 
 << Si, hai ragione >>, ridacchiò James, alzatosi dalla sedia per correre dietro ad Amelia, che stava gattonando e mettendo le mani dove non doveva.
 
 << L’albero è pronto per essere addobbato >>, annunciò il ragazzo poco dopo, mentre finiva di girargli attorno appendendoci le luci.
 
 << E i biscotti sono pronti >>, annunciò Xx tirando fuori la teglia dal forno: James andò subito ad assaggiarne uno, era parecchio goloso.
 
Imprigionò Xx con le braccia contro il ripiano, mentre aveva il biscotto in bocca, e la guardava con sguardo divertito.
 
 << Sono buoni? >>, gli sorrise divertita Xx, facendo scorrere le mani sui capelli di lui.
 
 << Very >>, borbottò lui, il biscotto ancora tra i denti.
 
 << Sono contenta >>, gli mormorò all’orecchio, avvicinandosi a lui.
 
 << Presto potrebbe esserci qualcosa tra i miei denti… come tu ora fai con il biscotto >>, lo provocò, posandogli le mani fredde sotto la maglietta, sui suoi fianchi… mentre gli morsicava leggermente il collo.
 
James sussultò e quasi il biscotto gli andò di traverso: Xx non avrebbe saputo dire se per le mani fredde o il piccolo morso.
 
Xx stava decorando l’albero di Natale aiutata anche dal ragazzo: Amelia era affascinata da tutte le lucine che si accendevano e spegnevano, o che cambiavano giochi di luce.
 
 
Xx stava tentando di mettere la punta sull’albero: provò a mettersi in punta di pieni, quasi si arrampicò con scarso successo, quando sentì James ridacchiare dietro di lei. Era andato a cambiare il pannolino ad Amelia, e quando Xx si voltò lui aveva ancora la figlia in braccio.
 
 << Need help? >>.
 
 
Xx non rispose: stava già andando in cucina a prendersi una sedia, quando arrivò lui, soffiandole il puntale dell’albero da sotto il naso e mettendolo in cima senza difficoltà.
 
 
 << Tu giochi sporco. Non è leale! Da quanto mi stavi guardando tentare di mettere quella dannata punta là in cima? >>, Xx voleva fare la seria, ma scoppiò a ridere dopo due secondi, e James la seguì.
 
 
 << Sorry… mi diverto troppo a prenderti un po' in giro >>, rispose lui ancora tra le risatine, avvicinandosi per baciarla.
 
 
Finirono di addobbare tutta casa, e data la giornata di sole decisero di uscire a fare una corsetta. James spingeva la carrozzina, mentre Amelia guardava il paesaggio e faceva dei sorrisi enormi. Xx riusciva a stare quasi al passo; dopotutto James aveva gambe molto più lunghe delle sue, e due sue falcate corrispondevano a quattro di quelle di lei, ma lui la aspettava sempre: << Muoviti lumaca! >>, fece a un certo punto, facendole un sorriso a trentadue denti. Xx si corrucciò, fece uno scatto e lo sorpassò, non prima di dargli una piccola pacca sul sedere.
 
 
Quando rientrarono erano sfiniti, erano stati fuori più di un’ora.
 
 
 << Vai prima tu in doccia, ok? >>, gli disse Xx, mentre spogliava Amelia: si girò di scatto, dandogli le spalle e colpendolo in piena faccia con la sua coda di cavallo.
 
 
James arricciò gli occhi facendo una smorfia buffa, alzando le mani per proteggersi e spostarle i capelli.
 
 << Ha- ha, Molto spiritoso >>, lo prese in giro la ragazza.
 
 
James quasi non le fece finire la frase che la prese per la cosa, facendola arretrare, avvicinandola a sé, baciandola con passione.
 
 
Amelia, ancora in braccio alla madre, sorrise battendo le mani.
 
 
 << Ah, ti piace che mamma e papà si siano i bacini eh? >>, fece James alla sua bambina, dandole un bacio e stringendole tutte e due in un abbraccio.
 
 
 << Le mie ragazze >>, fece ancora, prima di lasciarle andare.
 
 
Erano tutti e tre in bagno: James si faceva la doccia mentre Xx faceva il bagnetto ad Amelia, la situazione era irreale. Il ragazzo si insaponava, mentre Xx lo guardava attraverso il vetro della doccia, come imbambolata. Vedeva tutti i suoi muscoli delineati che si muovevano sotto la pelle, le gocce d’acqua corrergli lungo tutto il corpo e i capelli… era una visione. Le bastava guardarlo per risvegliare nella sua mente la nitida la sensazione di stare tra le sue braccia… era una droga, come se lei fosse drogata del suo ragazzo, e ogni volta che non lo poteva toccare era come una crisi di astinenza.
 
 
A un certo punto sentì un “ toc toc ” e si riprese dal suo sogno a occhi aperti, James aveva battuto sul vetro e le stava indicando Amelia. Era da un pezzetto ormai che la stava lavando sullo stesso punto.
 
 
Se riprese, e finì di lavare la sua bambina, mentre James si voltava dall’altra parte ridendo sotto i baffi.
 
 
 << Jay, mi sono dimenticata di prendere alcune cose prima che siano usciti. Torno subito, ok? Lascio a casa Amelia, così sono più veloce >>, gli disse appena uscito dal bagno.
 
 
 << Ok >>, le rispose James, e la ragazza sparì.
 
 
 << Che dici amore? Facciamo una sorpresa alla mamma? >>, domandò ad Amelia, e preso dall’ispirazione si alzò.
 
 
A un certo punto ebbe quasi la sensazione di essere controllato: si affacciò alle finestre della cucina e del salotto, ma non notava niente di strano; chissà…
Ovviamente non aveva dimenticato Simone e la sua minaccia di distruggere la sua vita e la sua famiglia, ma non aveva ancora avuto l’occasione di parlarne con Oliver… e ancora non aveva detto niente a Xx. Si sentiva una specie di impostore a mentirle: dopo che si erano ritrovati, si erano promessi che sarebbero stati sinceri completamente… ma non voleva agitarla e farle perdere quella fiducia in lui che aveva riconquistato a fatica.
 
 
 << Scusa, scusa, scusa! C’è un traffico terribile per strada, non pensavo di fare così tardi, ora met… to >>, Xx era piombata in casa come una furia, ma si bloccò a metà frase.
 
 
 << James? >>, Xx avvampò. Mise sopra il tavolo tutte le borse che aveva: il suo ragazzo era in cucina, intento a tagliare dei pomodori, e aveva solo l’asciugamano legato in vita.
 
 
 << Che combini? >>, gli domandò, avvicinandosi, avvolgendogli la vita con le braccia.
 
 
 << Preparo la cena. Sono anche a buon punto, sai? Così mettiamo Amelia a letto presto e speriamo che dorma, così io e te ci divertiamo… >>, le rispose allusivo, sfoderando uno dei suoi disarmanti sorrisi timidi, che gli creavano quelle rughe così sexy intorno agli occhi…
 
 
 << Questo programma per la serata mi piace molto. Speriamo che Amelia dorma però. Che non faccia come ieri che ci ha fatto passare la notte in bianco per via dei denti >>, rispose lei con entusiasmo.
 
 
Lo aiutò a finire di cucinare, lo lasciò preparare la tavola mentre lei dava da mangiare ad Amelia: James aveva pensato anche a lei, preparando una specie di crema di riso con le patate, e aveva fatto anche una specie di crema di zucchine e carote… gli piaceva cucinare per la sua bambina.
 
 
 << Dove hai imparato a cucinare? >>, gli domandò, mentre Amelia sembrava impaziente di venire imboccata: aveva la faccia sporca perchè aveva messo la mano dentro alla crema di riso, e in un nanosecondo se l’era portata sul viso; Xx e James neanche l’avevano vista.
 
 
 << Guardo su internet, leggo e provo. E poi mia mamma mi ha insegnato le basi >>, rispose lui noncurante, preparando la tavola.
 
 
 << Ricordami di ringraziarla >>, gli sorrise.
 
 
Dopo cena erano sul divano a giocare con Amelia: a loro piaceva molto passare più tempo possibile con la loro bambina, giocare e ridere con lei: << Sarà grande troppo presto, poi passerà tutto il tempo con gli amici e le amiche >>, diceva sempre James, e si vedeva lontano un miglio che era orripilato da questo… o meglio, dal fatto che Amelia crescesse e che loro, i genitori, non sarebbero più stati il centro del suo mondo.
 << Non possiamo farla rimanere così piccola per sempre? No, è? >>, aggiungeva poi.
 
 
 << Aspetta un po' >>, disse James all’improvviso, alzandosi e uscendo dalla stanza.
 
 
Tornò con in mano la sua chitarra: si era anche messo gli occhiali, ultimamente la sera aveva gli occhi stanchi, stare dietro a una bambina di sei mesi non era una passeggiata.
 
 
 << Oh, che bello, un bel concerto solo per noi Amelia! >>, fece Xx battendo le mani, e la bambina la imitò, battendole a sua volta.
 
 
James fece un inchino prima di iniziare, poi attaccò con i pezzi classici che gli piacevano e suonava sempre; per Xx era sempre una gioia sentirlo e vederlo, la rilassava molto, come se venisse rapita dalla musica che le sue mani producevano pizzicando le corde dello strumento.
 
 
Allattava ancora Amelia, solo la sera o la mattina, era un momento per loro, di coccole… e queste coccole unite alla musica di James ebbero un effetto soporifero sulla bambina, che si addormentò cullata dalla musica che suo padre suonava.
 
 
 << In questo mi somiglia, anche lei è rapita dalla tua musica, come la mamma >>, sorrise Xx, parlando sottovoce: James aveva appena messo Amelia sulla culla e la copriva con una copertina, la bambina dormiva beata a pancia in su con le sue braccia piccole piegate verso l’alto.
 
 
James si voltò verso Xx dandole un bacio sulle labbra: una sensazione di benessere le avvolse il cuore, quasi fosse un antidoto a tutti i mali e le stanchezze del mondo… strinse la presa su di lei; Xx si sentiva così piccola tra le sue braccia, poggiata al suo petto…
 
 
Restarono così per un po'; Xx lo stringeva a sé quasi fosse questione di vita o di morte… un sorriso le dipingeva le labbra. A vedere la scena da fuori forse sarebbe parsa un po' strano: una ragazza di appena un metro e sessanta, o forse addirittura un paio di centimetri meno, stringeva a sè un ragazzo di un metro e novantuno… ma a loro non importava.
 
 
Xx si stava allontanando, ma le sue braccia la tennero stretta ancora qualche minuto: lei adorava quel senso di protezione e di virilità che sentiva nei suoi abbracci… e lo baciò di nuovo, con forza. SI allontanarono dalla culla, accendendo una piccola luce sul comodino della stanza di Amelia, chiudendo la porta solo a metà.
 
 
James le mise una mano lungo il fianco, facendola risalire lungo la vita, senza mai smettere di baciarle il collo… sentire le sue ferme e soffici dita accarezzarla faceva andare Xx fuori di testa… poi la prese alla sprovvista bacandola con brutale e selvaggia passione, a cui lei rispose senza tirarsi indietro: l’odore di James, quello che lei tanto amava la pervase, facendole perdere ogni contatto con la realtà.
 
 
 James le sussurrò in un orecchio: era almeno un po' consapevole dell’effetto che le faceva? Probabilmente si, e lo faceva apposta… questo fece sorridere Xx sulle labbra di lui.
 
 
 << Perché sorridi? >>, le chiese lui curioso, passandole le mani su tutto il corpo… le sue mani così calde, grandi… mentre la guardava con quei suoi occhi… affamati, non avrebbe potuto descriverli altrimenti.
 
 
 << Anything >>, gli rispose sussurrando, riprendendo a baciarlo
 
 
James si era messo una camicia e non aveva continuato a girare per casa con solo l’asciugamano, anche se a Xx non dispiaceva… ma era poco pratico.
 
 
 << Come >>, gli sussurrò, stringendogli il lembo della camicia, tirandolo leggermente.
 
 
Lui bofonchiò qualcosa che somigliava molto a un: << Immediately >>.
 
 
Lui la seguì senza dire altro, mentre il cuore di Xx saltava diversi battiti: il suo modo di fare ultra sexy non era qualcosa di studiato a tavolino… era solo se stesso.
 
 
Arrivarono alla loro camera, e lui piombò su di lei così, senza preavviso, con un solo passo, afferrandole i polsi delle mani per poi premerli ai lati della testa, contro la parete. Xx barcollò un po', eccitata ed intimorita dalle intenzioni dell’uomo che aveva di fronte.
 
 
Quando lui la baciò era come se la stesse prendendo completamente… e Xx aveva la sensazione di essere completamente sua, di appartenere a lui solo… era come se lui stesse reclamando improvvisamente i suoi diritti su di lei.
 
 
Il suo torso si schiacciò contro quello di lei, mentre la sua lingua girava e giocava con sua… mentre le sue mani ancora bloccavano la ragazza con fermezza: la pelle di lui contro la sua, il suo profumo che la avvolgeva… era una fortuna che lui la schiacciasse al muro, o lei sarebbe caduta, tanto aveva le gambe di burro.
 
 
James infilò una coscia tra le sue gambe, in modo da avere più possesso ancora su di Xx… era quasi… brutale, selvaggio… e maledettamente eccitante.
 
 
Xx gli lasciò prendere quello che voleva, lasciandosi andare al suo ritmo diabolico, seguendo la sua onda… la ragazza non aveva ma provato una intensità così forte tra le braccia di nessun’altro uomo finora. Aveva la capacità di far scomparire ogni cosa attorno a loro, immergendola in un vortice di sensazioni dove era lui ad avere la padronanza su lei… e basta.
 
 
Il corpo di Xx stava tremando a questa intensità e a questo suo assalto erotico… tremava per lui, come fosse stata creata appositamente per stare tra le sue braccia forti: lei lo voleva, lo voleva dal profondo e completamente.
 
 
La lingua di James la stava facendo impazzire con profonde e sensuali carezze, le sue mani dominanti che non la mollavano neanche per un secondo, il suo corpo sodo che premeva e schiacciava quello di lei spietatamente… a Xx sfuggì un gemito, mentre inarcava la schiena, in modo da cancellare ogni più piccolo spazio tra loro.
 
 
Xx sentì il corpo di lui tendersi contro di lei, mentre stringeva sempre più la presa, fino quasi a farle male… si sentiva solo il suono elle loro bocche fuse insieme e dei loro respiri sempre più affannati…
 
 
Amelia pianse. James mollò di malavoglia la presa su Xx, quasi imprecando per il tempismo della figlia, poggiando la fronte contro il muro.
 
 
Lo stato di torpore in cui l’aveva condotta James, in un mondo in cui non esisteva nessun’altro se non lui, andò in frantumi quando sentì sua figlia piangere.
 
 
Chiuse per un secondo gli occhi, poggiando la testa dietro di lei, diede un veloce bacio a James e andò dalla figlia.
 
 
 << Amelia, tesoro, che succede? >>, la prese dalla culla, tenendola tra le braccia, cullandola con dolcezza.
 
 
Arrivò anche James, che carezzò la testa di Amelia.
 
 
 << Posso aiutarti? >>, le chiese.
 
 
 << Si, per favore prendi una pezzetta pulita e bagnala con acqua fredda. Sono i denti, guarda >>, Xx aprì la bocca di Amelia, dove si vedevano un paio di puntini bianchi spuntare.
 
 
 << Vado subito >>.
 
 
Tornò dopo qualche minuto, e porse la pezzetta di stoffa a Xx, che con delicatezza la massaggiò piano sulle gengive, per rinfrescarle un po' e darle sollievo… almeno secondo quanto aveva sentito dalle altre mamme.
 
 
L’effetto calmante fu quasi istantaneo, così Xx si mise a camminare, cullando Amelia e facendo segno a James di andare fuori.
 
 
 << Se ti vede non dorme più >>, gli bisbigliò.
 
 
James era steso a letto, caviglie incrociate che guardava il soffitto, immerso nei suoi pensieri, e neanche si accorse di Xx che era entrata in stanza: si schiarì la voce per segnalare la sua presenza, e il ragazzo si voltò verso di lei sorridente
 
 
 << Si è addormentata? >>, le domandò, tirandosi su.
 
 
 << Si si, ora dorme. Speriamo che non si svegli di nuovo >>, gli rispose, sedendosi a fianco a lui.
 
 
 << Dove eravamo rimasti? >>, domandò Xx in tono furbo, avvicinandosi alla sua bocca.
 
 
James sorrise, tirandosi completamente su: nessuno dei due sapeva spiegare come, ma Xx  si trovò contro il muro, le gambe avvinghiate ai suoi fianchi, mentre lui la sorreggeva, baciandola avidamente.
 
 
Finirono sul letto, Xx era sopra di lui, e gli sfilò velocemente la camicia, levandogli in un gesto secco anche i pantaloni e i boxer.
 
 
Prese a baciargli il petto, i fianchi, le spalle… memorizzava ogni dettaglio, anche il più piccolo dei nei. Seguì la loro scia con la punta delle dita, mentre continuava a scendere mordicchiandolo e baciandolo, facendogli uscire un gemito, anche se somigliava di più a un ringhio.
 
 
Arrivò alla sua erezione e la prese tra le mani, iniziando ad accarezzarla… prima piano, con solo due dita… poi sempre con più insistenza. Scese a leccare tutta la lunghezza dell’asta, succhiando piano la punta, che stava diventando lucida.
 
 
James strinse le lenzuola, mentre i suoi gemiti erano sempre più frequenti. Xx si fermò per un secondo, guardandolo negli occhi: << Ti prego… continua >>, la stava praticamente implorando.
 
 
Xx gli sorrise, e continuò, prendendo in bocca la sua eccitazione, per poi solleticare anche la base, e i testicoli del ragazzo…
 
 
James venne dopo qualche minuto di questa dolce tortura, aggrappandosi al lenzuolo, mentre Xx sentiva che tutti i muscoli di lui si tendevano per rincorrere l’orgasmo…
 
 
Xx lo guardò, soddisfatta del suo lavoro… senza che se ne accorgesse James la prese e la portò sotto di lui:                                  << Vorrei restituire il favore… e sarebbe egoista da parte mia ricevere piacere e non darlo… >>, le sorrise, ammiccante.
 
 
Le sue mani le tolsero la maglietta con un gesto impaziente, e poi andarono a posarsi sulle spalline del suo reggiseno, che abbassarono con gentilezza. Glielo sfilò, e poi tolse in un gesto secco i pantaloni e me mutandine di lei insieme. Le baciò il collo con avidità, con voglia… poi salì alla bocca mordicchiandole il labbro inferiore, e scese giù fino ai seni di lei, che cominciò a leccare e mordere piano. Xx era già eccitata, e inarcava la schiena con violenza, stringendo con una mano i capelli di lui, scompigliandoli tutti.
 
 
Scese ancora più giù, baciandole la pancia e i fianchi… fino ad arrivare alla sua eccitazione. Xx quasi urlò quando sentì la sua lingua li, che la solleticava e la stuzzicava. Sostituì la lingua con un dito, iniziandolo a far andare su e giù lentamente… mentre lui con la bocca risaliva fino ai seni di lei, bacandolo e leccandolo con voracità. James la guardò, inarcava sempre più la schiena, mentre con una mano afferrava il cuscino e con l’altra continuava a stringergli i capelli forte: era bellissima in ogni suo movimento.
 
 
 “ Solo con un suo dito arrivo all’orgasmo “, pensò Xx, mentre altri gemiti sommessi di piacere uscivano incontrollati dalla sua bocca… James intensificò i suoi movimenti e Xx esplose, un orgasmo incontrollato la fece tremare completamente, mentre perdeva momentaneamente l’uso delle gambe e del cervello, travolti dall’ondata del piacere… ma non era ancora finita.
 
 
 << Ti prego, Jay… >>, fece, gemendo ancora.
 
 
 << Cosa? >>, domandò facendo il finto tonto.
 
 
 << Prendimi >>, disse quasi in un sussurro.
 
 
 << Come potrei dire di no >>, le disse lui, e la cosa fece sorridere entrambi: Xx lo guardò, era così dannatamente bello, tutto nudo e sudato sopra di lei, mentre si reggeva con un avambraccio per non pesarle sopra, e con la mano libera le accarezzava i fianchi, baciandola.
 
 
Iniziò a muoversi su e giù, mentre Xx lo assecondava con i movimenti del suo bacino, e con una mano gli carezzava la schiena, pianandogli le unghie nella carne, lasciandogli dei segni rossi.
 
 
 << J- Jay >>, Xx era quasi al culmine, sentiva l’orgasmo salire di nuovo in lei; si sentiva come se tutto in lei dovesse esplodere da un momento all’altro.
 
 
James alternava movimenti lenti a scatti di velocità, continuando a baciare la sua ragazza, che aveva portato una mano sul suo viso, e lo accarezzava…
 
 
James esplose in un orgasmo forte, che lo fece tremare: aveva una mano infilata tra i capelli di Xx, e al momento del culmine tirò forte, fino quasi a farle male… mentre con la testa crollava sopra il suo seno.
 
 
Xx venne pochi secondi dopo, gemendo forte, chiudendo le gambe attorno ai fianchi di James, come a volerlo intrappolare in quell’istante…inarcò ancora di più la schiena, contorcendosi fino alle dita dei piedi…
 
 
 << Wow >>, sussurrò dopo un po' James: erano ancora fermi nella stessa posizione, troppo esausti per muoversi.
 
 
 << Wow… >>, ripetè lei, mentre gli carezzava i capelli con la mano, sorridendo.
 
 
 << Amore? >>, fece lui dopo un po', sollevando la testa per guardarla: da un po' infatti non la sentiva più, e il suo respiro si era fatto regolare. Sorrise, si era addormentata.
Uscì piano da lei, le mise le mutandine e poi la coprì con il lenzuolo e la coperta. Si mise i boxer anche lui e si infilò al suo fianco, spegnendo la luce della abat-jour, addormentandosi in pochi secondi, sfinito.
 
 
 
 << Questo senza dubbio. Non stare in pena, appena possibile torno dalle mie girls >>, le disse James sorridendo dall’altra parte del telefono: XX ridacchiò.
 
 
James era dovuto andare via per qualche giorno con Oliver a causa di impegni lavorativi e di impegni con il centro di cure che sostenevano. Xx aveva sbuffato un po', era metà dicembre, e lei stava facendo le corse per tutti i regali che ancora dovevano prendere – fin’ora non ne avevano preso manco uno -, era tornata a lavoro, per cui il suo tempo era limitato, e in più Amelia non stava molto volentieri con la baby sitter che avevano dovuto scegliere in fretta e furia; l’aiuto di James in quel momento le avrebbe fatto molto piacere.
 
 
 << Qui noi non vediamo l’ora. Sei via da una settimana appena, ma ci sembra un’eternità. Ci manchi. E… qualcuno ha preso il tuo posto nel letto, e mi scalda in queste fredde serate invernali… mi tiene parecchio sveglia, e mi fa fare tanto movimento. Quindi quando torni forse dovrai dormire sul divano. >>, buttò lì Xx.
 
 
 << What?? Who?? Ma, che stai dicendo?? >>, James strabuzzò gli occhi allarmato: non si era accorto del tono ironico della ragazza.
 
 
 << Si, sai com’è. Ti giri un secondo e ti fregano il posto da sotto il naso. Ho controllato, è un bestione di circa sessantasette centimetri, e pesa circa sette chili. Il suo nome completo è Amelia Holly Susan Phelps. Forse devi averla intravista qualche volta>>, Xx scoppiò a ridere al telefono, e fu seguita da James.
 
 
 << Very witty >>, fece James, ridacchiando ancora.
 
 
 << Very… che? >>, domandò Xx.
 
 
 << Scusa, vuol dire spiritosa >>, le spiegò.
 
 
 << È la realtà delle cose amore. Così la prossima volta impari a partire per i monti della luna con preavviso pari a zero e poco prima di Natale >>, continuò lei sogghignando.
 
 
 << A… what?? >>, James era perplesso.
 
 
 << Oh, mi è scappato. È un modo di dire italiano. Vuol dire partire per un viaggio molto lungo, verso un luogo favoloso ma difficile da raggiungere. Almeno per me al momento. Lo so che è lavoro e che non era previsto… ma in questo momento è così che mi sento >>, gli spiegò.
 
 
 << Sarebbe più favoloso con te e Amelia >>, fece lui sorridendo, anche se lei non poteva vederlo, e quindi sorrideva al suo smartphone.
 
 
<< Adulatore sfacciato >>, borbottò Xx. << Ti passo Amelia, vuoi? >>, gli domandò.
 
 
 << Of course >>.
 
 
 << Amelia, c’è papà al telefono. Parla Jay >>, disse Xx; aveva messo il telefono vicino all’orecchio della figlia.
 
 
 << Ehi, Amelia! I’m dad. I miss you so much, lo sai? Fai compagnia alla mamma, io sarò a casa da voi tra pochi giorni. E quando sarò a casa io e te parleremo di questa storia del letto, si hai capito bene >>, scherzò James, sentendo che la sua bambina aveva fatto dei versi strani.
 
 
 << Princess, i love you >>, disse alla piccolina, che sentiva ridere ora.
 
 
 << Ha afferrato il telefono. Si sta guardando intorno per vedere dove sei >>, Xx gli stava raccontando la scena.
 
 
 << Amore di papà >>, stava sorridendo James sciogliendosi un po': ultimamente stare lontano da casa senza di loro diventava sempre più difficile; gli mancavano loro e quei momenti allegri e divertenti che passavano assieme.
 
 
 << Ha appena stretto di più il telefono. Deve aver capito che la tua voce viene da qui. Forza Amelia, chiama pa-pà >>, la incoraggiò.
 
 
 << Pa- pà. Dai Amelia, su, fai felice papà >>, insistette Xx.
 
 
 << Pa- pa- pa >>, fece Amelia, prendendosi il piedino con la mano che aveva il telefono, buttando a terra con l’altra il gioco che aveva in mano: Xx prese al volo il telefono, raccolse il gioco e lei lo buttò di nuovo a terra.
 
 
 << Ma, Amelia! Non si fa così! >>, la riprese Xx: intanto James sorrideva immaginandosi la scena.
 
 
 << Sai, lei ti adora. Ti adorava quando ancora stava nella pancia e doveva nascere… te lo ricordi? >>, gli chiese Xx, mentre le tornavano alla mente le scene della gravidanza.
 
 
 << Come fosse ieri >>, le rispose dolcemente, ripensando a come si agitava Amelia quando lui accarezzava la pancia di Xx o suonava qualcosa.
 
 
 << E pensare che tra qualche anno qualcuno potrebbe portarcela via >>, continuò lui.
 
 
 << Che intendo dire? >>, Xx era presa in contropiede, non capiva a cosa lui si riferiva.
 
 
 << Beh, qualche ragazzo. Potrebbe farla soffrire, farla piangere… e io non posso permetterlo! >>, si accalorò lui.
 
 
 << Ah, ecco cosa intendevi. Amore, noi possiamo solo starle vicino, e darle tutto il nostro amore e sostegno… non possiamo fare molto di più. E… Jay, pensa la prima volta che farà l’amore con un ragazzo. Come reagirai? >>, scherzò lei.
 
 
  << Non è divertente! >>, quasi gridò lui, avrebbe voluto spezzare fin ora le gambe a quel fortunato.
 
 
 << L- lo so. Ma dovresti sentirti! James, abbiamo diversi anni ancora per abituarci alla cosa >>, Xx stava ridacchiando, il ragazzo sbuffò.
 
 
 << Ciò non toglie che noi, se dovesse rivelarsi necessario, potremmo riempire i ragazzi che la faranno soffrire di mazzate, dandogliele di Santa ragione >>.
 
 
 << Questo mi piace di più >>, disse James convinto.
 
 
 << Mi raccomando, fai attenzione. Non sopporterei che ti succedesse qualcosa… pensavo di morire quando non eri raggiungibile a Bruxelles >>, gli disse dopo un altro po' che erano al telefono, rabbrividendo al solo pensiero.
 
 
 << Starò attento, non preoccuparti. Non ho alcuna intenzione di lasciarvi >>, assicurò James sicuro, e Xx si rincuorò.
 
 
 << Va bene. Buonanotte... no, aspetta. Mi sa che da voi è ora di pranzo. Buon pranzo allora… I love you >>, fece Xx sbadigliando leggermente.
 
 
 << I love you too. Ci sentiamo domani. Buonanotte. Da un bacio ad Amelia da parte mia. Non vedo l’ora che passino questi tre giorni >>, le rispose.
 
 
 << A chi lo dici. Ciao… Jamie >>, disse apposta.
 
 
 << Ma! >>, James non ebbe neanche il tempo di protestare per quel nomignolo che Xx aveva già riagganciato. Sentì la vibrazione dei messaggi, era Xx: gli aveva mandato una emoticon con la faccina furba e una con la faccina che mandava il bacio. Poi gli aveva mandato un messaggio: “ Ciao amore… James “, con il nome in grassetto.
Preso da un momento di spregiudicatezza, le rispose: “ Vedrai. Quando vengo a casa te ne pentirai “, e le mandò la faccina con il mezzo sorriso.
 
 
 “ Non vedo l’ora “, gli rispose Xx, mandandogli un selfie sue e di Amelia: Xx faceva la linguaccia, e Amelia rideva, anche lei con la lingua di fuori.
 
 
Il ragazzo sorrise scuotendo la testa, poi andò verso il fratello, che stava salutando Katy al telefono.
 
 
 << Hi Katy… See you soon. Take care of yourself and our child. I love you >>, e Oliver riattaccò.
 
 
Dove stavano loro era praticamente ora di pranzo, per cui andarono a piedi verso un ristorante lì vicino: Oliver gli tagliò un paio di volte la strada camminando a fianco a lui, e James lo tirava da parte con un braccio, e poi il contrario… si divertivano come un tempo, quando erano ragazzini.
 
 
 << Oliver, you're married and with a son coming! >>, lo prese in giro James.
 
 
 << I know. I'm your big brother himself, and I can torture you when I want to >>, lo prese in giro Oliver.
 
 
 << Thirteen minutes >>, borbottò James.
 
 
Si sedettero e ordinarono da mangiare.
 
 
 << How are Katy and the baby? >>, domandò James.
 
 
 << Well. Just before Christmas we have an ultrasound. I can’t wait! >>, Oliver era elettrizzato.
 
 
 << Do you want to know if it is male or female when it will be now? >>, domandò l’altro.
 
 
 << Of course! >>, gli rispose Oliver, come se la risposta fosse ovvia.
 
 
James prese il portafogli, e tirò fuori da una tasca nascosta tutte le foto delle ecografie di Amelia… e c’era una foto sua e di Xx.
 
 
 << Qui non sapevamo ancora se fosse maschio o femmina. Mi sembra impossibile ora! Adesso è ovvio… ma allora era una cosa quasi straordinaria, inverosimile. Della serie: “ Come, non sapete se è maschio o femmina? “ . Mi ricordo benissimo quando potevamo sentire il suo cuoricino battere. Era così… irreale! Ora lo possiamo sentire quando vogliamo, senza dover aspettare settimane intere >>, fece James, sorridendo al ricordo. Oliver gli diede un colpetto sulla spalla.
 
 
 << Puoi sempre farne un altro. Così proverai ancora… tutto questo >>, buttò lì, vedendo come il fratello si inteneriva al ricordo.
 
 
 << Si… con calma. Intanto mi esercito nella pratica >>, ghignò.
 
 
 << Stupid >>, mormorò Oliver, ma già stava ridacchiando.
 
 
 << Come vanno le terapie? >>, domandò il più piccolo.
 
 
 << Bene. Per Natale dovrei anche togliermi il gesso >>, gli rispose, mentre la cameriera portava le ordinazioni del bere.
 
 
James notò un biglietto nel portafogli, era quello di Simone, così lo tirò fuori cogliendo la palla al balzo: era da un po' che lui e il fratello non passavano un po' di tempo da soli e non facevano una bella chiaccherata.
 
 
 << Ehm... Ollie, io… dovrei parlarti di una cosa. Vorrei un consiglio. >>, cominciò, un po' in ansia.
 
 
 << Tell me >>, fece il fratello, bevendo un po' di acqua.
 
 
 << Beh… hai presente Simone? >>, domandò, ma Oliver fece una faccia un po' strana, come a dire: “ E chi è questa? “, così aggiunse: << Quella con cui… ehm… sono stato… a letto >>, gli rispose, vergognandosene ancora.
 
 
 << Oh, si, quella con cui hai tradito Xx. Anzi una delle due >>, si ricordò il fratello, e James lo guardò storto.
 
 
 << È vero >>, fece Oliver.
 
 
 << Sfortunatamente lo so. Mi è quasi costato la mia famiglia >>, rispose scontroso.
 
 
 << Sorry >>, fece Oliver, forse aveva esagerato un po'.
 
 
 << Ehm, allora. Questa… Simone? Che è successo? >>, continuò, prestando attenzione al fratello.
 
 
 << Allora, quando tu e Amelia eravate ricoverati in ospedale, io e Xx eravamo li tutto il giorno, come è normale. Un giorno siamo andati a mangiare al bar qualcosa, e siamo andati a fare due passi nel parco vicino all’ospedale. Avevamo bisogno di un po' d’aria. A un certo punto un gruppetto di fan mi si è avvicinata, e Xx si è allontanata. Sai quanto non le piaccia essere riconosciuta solo come la ragazza di, e non per il suo lavoro >>, cominciò James, e Oliver annuì.
 
 
 << Ok. Tra queste persone c’era anche Simone, e mi si è avvicinata. Mi ha detto che lei avrebbe delle foto e dei video di quella notte… e che le darebbe in pasto ai media, se solo lo volesse, che ci metterebbe un secondo a distruggermi, che la gente giudica, anche se sono cose private… soprattutto se sono cose un po' insolite come… beh, una cosa a tre >>, continuò mogio, mentre Oliver si sedeva meglio, per ascoltare con più attenzione.
 
 
 << Mi… ha dato un biglietto con il suo numero. Mi pare faccia la modella, ma non me lo ricordo. Questa cosa le si potrebbe ritorcere contro… e… non so che fare. Devo chiamarla? Far chiamare l’avvocato? Sentire prima che vuole? È successo quando eri in coma… non ho mai desiderato tanto un tuo consiglio come allora >>, terminò James.
 
 
 << Xx lo sa? >>, gli domandò.
 
 
 << No. già la situazione era brutta, non volevo aggiungere anche questo. E poi… non so cosa vuole, volevo capire questo prima. Non so se dirglielo o risolvere la cosa da solo. Io… Ollie, l’ho quasi persa per questo. Non voglio che accada di nuovo. Ma ci siamo anche promessi che ci saremmo detti sempre la verità… e io non le dico di questo >>, fece James mesto.
 
 
 << Lo so, e vedrai, non la perderai… è forte abbastanza da sopportare. Ma… devi proteggerla, Jay, lei e Amelia. Se venisse fuori… non le darebbero tregua. Il mondo di internet è spietato qualche volta… quindi io glielo direi, almeno sarà preparata se accadesse il peggio. Comunque… chiama questa Simone, ma non partire con l’avvocato, magari a parlare con lei riesci a farle cambiare idea. Chiamala e senti che vuole intanto… poi vedi quello che ti dice… >>, gli rispose Oliver con praticità.
 
 
 << Maledizione! Io… mi ci sono cacciato da solo in questo guaio. E me ne pento sempre di più… spero che questo incubo finisca il prima possibile >>, James stava stringendo i pugni così forte… quasi da conficcarsi le unghie nella carne.
 
 
 << Ehi… ormai è fatta. È inutile che continui a pensarci su >>, gli disse il fratello, dandogli un colpetto sulle spalle.
 
 
D’impulso James compose il numero di Simone, nervoso… quasi sospirò di sollievo quando partì la segreteria.
 
 
 << Ciao… Simone. Sono James. Ti chiamo perché… beh, per quella storia di cui mi hai parlato. Ora sono fuori città, ma quando torno possiamo trovarci e parlarne. Aspetto una tua risposta, bye >>, disse James, lasciando il messaggio… non restava che aspettare che lei lo richiamasse.
 
 
 
James entrò in in casa, Xx stava dando da mangiare ad Amelia, che dava le spalle alla porta di ingresso.
 
 
Quando Xx lo vide le si illuminarono gli occhi, e gli fece un gran sorriso, felice di vederlo; anche James le sorrise, il suo disarmante sorriso timido che era dolcissimo: la stanchezza delle ore del viaggio e del jet lag era sparita.
 
 
Si avvicinò piano ad Amelia, non la vedeva da dieci giorni… gli sembravano un’enormità di tempo.
 
 
 << Amelia, guarda chi c’è qui >>, fece Xx alla sua bambina, e il viso di James sbucò da un lato del seggiolone, mentre con la mano andava a cercare quella di Xx, stringendola forte.
 
 
 << Hi princess! I’m daddy >>, la salute lui, con un sorriso enorme, il viso vicinissimo al suo.
 
 
Amelia sussultò, non avendolo sentito, ma poi riconobbe il padre e iniziò ad agitare le mani e a scalciare con i piedi per essere presa in braccio, facendo dei versi e dei gorgoglii, con un sorriso.
 
 
James la accontentò e la tirò su dal seggiolone prendendola in braccio, stringendola forte, scoccandole un bacio sulla guancia.
 
 
 << Pa- pa- pa >>, disse lei, colpendolo sulle guance con le manine, afferrandogli una ciocca di capelli, tirandola, James rise di gusto.
 
 
 << Ti ha sporcato con la sua pappa >>, gli disse Xx, che si era avvicinata ai due, mostrandogli un po' di bave miste ai resti della pappetta che stava mangiando, che erano finiti sulla maglietta di lui.
 
 
 << Non fa niente. Sono felice di essere a casa. >>, le rispose, guardando la macchia sulla spalla.
 
 
 << Posso avere un bacio anche io? >>, domandò la ragazza dopo un po', divertita: Amelia continuava ad avere le mani sul viso di James e colpiva, erano le sue carezze.
 
 
 << Anche due >>, le disse allegro.
 
 
 << Ma che generoso >>, lo prese in giro lei: James la strinse con il braccio libero e si abbassò. Lei si alzò in punta di piedi e si scambiarono un bacio, che subito divenne più intenso.
 
 
 << I missed you >>, gli disse spostandosi un po', ma il ragazzo la avvicinò di nuovo a sé, e subito le prese le labbra per un altro bacio.
 
 
Xx lo strinse in vita, mentre gli mordicchiava piano il labbro inferiore: le loro lingue si stavano rincorrendo, ritrovandosi dopo diversi giorni.
 
 
 << Anche tu amore mio. Ti amo >>, le disse, allontanandosi appena dalle sue labbra, non prima di avergli posato sopra uno sguardo incandescente.
 
 
 << Hai visto Amelia? Papà è a casa! >>, fece entusiasta alla figlia Xx, e intanto James ridacchiava.
 
 
 << Forza, chiamalo! Fagli sentire quanto brava sei. Pa- pa- pa >>, la incoraggiò.
 
 
 << Pa- pa- pa >>, chiamò di nuovo Amelia.
 
 
 << Ma… you’re very good! >>, si entusiasmò James.
 
 
Si sedettero sul davano, Xx si accoccolò vicino a James, che la strinse tra le braccia.
 
 
 << Hai mangiato? Vuoi che ti prepari qualcosa? >>, gli domandò lei, ma James scosse la testa.
 
 
 << Non ti preoccupare, ho mangiato qualcosa in aeroporto. Oh, ma aspettate, ho dei regali per voi >>, fece James alzandosi dal divano, mettendo Amelia per terra sul suo tappetone: andò verso la valigia e ne tirò fuori due pacchetti.
 
 
 << Jay, a Natale manca ancora qualche giorno >>, gli fece notare Xx.
 
 
Lui la ignorò: << Uno alla mia principessa >>, disse, chinandosi a dare il pacchetto ad Amelia.
 
 
 << E uno per l’amore della mia vita >>, disse piuttosto serio: Xx sorrise, sentendo improvvisamente caldo a quell’affermazione, e prese il pacchetto che le porgeva.
 
 
Amelia si divertiva a scartare il pacchetto… o forse a sentire il rumore della carta, non potevano saperlo, ma James la aiutò, sentendosi per terra accanto a lei.
 
 
 << Guarda Amelia! Guarda che belle cose ci ha portato papà! >>.
 
 
James aveva portato a entrambe un cappello morbidissimo con il pon pon in cima, e i guanti in coordinato.
 
 
 << E guardate >>, mettendosi anche lui il cappello: ora avevano tutti e tre lo stesso cappello e gli stessi guanti.
 
 
 << Sono bellissimi >>, gli disse Xx, e anche Amelia parve apprezzare.
 
 
 << Da a papà un bacino per dire grazie. Guarda, così >>, fece Xx avvicinandosi al ragazzo e posandogli un bacio sulla guancia.
 
 
Amelia gattonò verso il padre, che si abbassò quasi sdraiandosi sul tappeto, e sbavò un po' sulla guancia di lui, ma per lui era abbastanza. La sollevò dandole un enorme bacio, poi stese le braccia, Amelia tra le mani, e le fece fare una specie di aeroplano; Xx stava ridendo, accarezzando i capelli del suo ragazzo.
 
 
 << Vado a metterla a letto >>, fece James dopo un po': Amelia stava sbadigliando… era tenerissima, e lui la guardava con uno sguardo pieno di dolcezza e di amore.
 
 
 << Ok, ti aspetto qui >>.
 
 
Un violento acquazzone esplose all’improvviso, e Xx dovette correre fuori per recuperare alcune cose sparse per il giardino e i panni sullo stendino: tornata dentro era fradicia.
 
 
 << Non mi sembrava di averti vista nella doccia con me >>, fece James quasi ghignando, uscito dal bagno.
 
 
 << Spiritoso >>, fece lei, ma il suo cuore accelerò. James a petto nudo era già indecente di suo… ma un James nudo e bagnato era la tentazione in persona! Anche la mela di Adamo ed Eva sembrava insulsa al suo confronto.
 
 
Si avvicinò, arruffandosi leggermente i capelli, e alcune gocce di acqua gli scesero sul viso: lui le sorrise.
 
 
Xx arrossì violentemente: in tutta la sua vita non aveva mai visto qualcosa, o qualcuno, di più eccitante! Questo bell’uomo di fronte a lei rappresentava il concetto di virilità… nessuna donna al mondo sarebbe riuscita a resistergli.
 
 
Le gambe di Xx tremarono, il cuore che le batteva furiosamente… se solo lui glielo avesse chiesto si sarebbe gettata ai suoi piedi in quel momento.
 
 
Lui si avvicinò ancora. La stava divorando con gli occhi, la testa inclinata leggermente di lato. Con il dorso della mano le sfiorava le forme, che i vestiti zuppi avevano reso ancora più evidenti.
 
 
L’intero corpo di Xx tremava: era in fiamme.
 
 
James allungò il braccio, premendo il palmo della mano contro la sua nuca per attirarla a lui e poggiare le sue labbra su quelle di lei.
 
 
Il bacio era tenero e allo stesso tempo intenso; i loro corpi sembravano avere un incontenibile bisogno di possedersi.
 
 
 << Sei davvero una bambina cattiva. Sai… non mi sono dimenticato… Jamie >>, le ricordò lui tra le sue labbra, un sorrisetto beffardo dipinto in viso… e quella stessa bocca scese a baciarla lungo il collo. Xx lo sentì trattenere una risata, sempre sul suo collo… evidentemente il ricordo doveva averlo divertito.
 
 
La ragazza alzò un sopracciglio, e James riemerse dal suo piccolo angolo di paradiso, guardandola con tenerezza.
 
 
 << Un bicchiere di vino? >>, le domandò, e Xx annuì.
 
 
James tornò dopo qualche minuto con due bicchieri in mano, si sedette vicino a lei con un lieve sorriso. Passandole il suo, le loro dita si sfiorarono, e i loro occhi si incontrarono… il cuore di Xx quasi scoppiò.
 
 
 << Come è andato il viaggio? >>, gli domandò, sorseggiando il suo vino.
 
 
 << Bene. Molto bene. Abbiamo dei progetti interessanti in ballo… staremo a vedere >>, le rispose. Sentì il suo telefono squillare… quasi non voleva rispondere, ma poi ci ripensò, e anche se controvoglia si alzò: era un numero che non conosceva.
 
 
 << Pronto? >>, rispose, un po' scortese forse.
 
 
 << James? Sono Simone >>, rispose la ragazza all’altro capo del telefono.
 
 
 << Ciao. Hai sentito il mio messaggio? >>, le domandò, facendo finta di camminare avanti e indietro, allontanandosi così dalla stanza senza sospetti.
 
 
 << Si. Sono fuori anche io per il periodo Natalizio. Mi ha fatto piacere che tu mi abbia chiamata. Come stai? >>, gli chiese; James era basito, lei si comportava con lui come fossero amici da tanto, come se lei non lo avesse velatamente minacciato…
 
 
 << Tutto bene >>, rispose secco, non aveva intenzione di fare il teatrino al telefono… aveva di meglio da fare.
 
 
 << Sono contenta. Che dici, ci vediamo dopo le feste con il nuovo anno? >>, chiese lei come se nulla fosse.
 
 
 << Ottimo. Fammi sapere quando sei in città. A presto >>, concluse in fretta.
 
 
 << Ok. Buon Natale James >>, rispose lei zuccherosa, lui non rispose e riagganciò.
 
 
 << Scusa, seccature di lavoro >>, fece, rientrando in salotto.
 
 
 << Va bene >>, gli rispose tranquilla: al ragazzo si strinse il cuore, lei non aveva nessun dubbio che lui le dicesse la verità… quando, solo in questo caso, non era proprio così… si sentiva un po'… uno stronzo, non trovava altre parole.
 
 
Si sedette di nuovo vicino a lei, sporgendosi verso di lei per asciugarle qualche goccia di vino ferma sul labbro inferiore: nonostante il tocco innocente a Xx venne la pelle d’oca.
 
 
James si leccò innocentemente il dito che aveva preso le gocce del vino… questo gesto diede alla ragazza i brividi: il suo modo di essere sexy anche senza volerlo era semplicemente irresistibile per lei. Lui poteva trasformare un qualunque gesto quotidiano in qualcosa di completamente indecente, semplicemente perché a farlo era lui…
 
 
Il ragazzo succhiò il suo labbro inferiore soprappensiero… ma in un modo tale che Xx dovette prendere un profondo respiro per mantenere il controllo.
 
 
 << La vuoi piantare? >>, gli bisbigliò, osservandolo. Lui la guardò senza capire.
 
 
 << Di essere così… sexy. Qualunque cosa tu faccia >>, ammise.
 
 
Improvvisamente la baciò. Il contatto era delizioso, il calore delle sue labbra contrastava con la freschezza del liquido… Xx chiuse gli occhi, concentrandosi sul gusto del vino mescolato con il sapore di lui.
 
 
 << Prima che riprenda a baciarti, ci sono altre questioni urgenti di cui dovremmo parlare prima di domani mattina? >>, le domandò suadente, mentre la accarezzava… baciandole il collo.
 
 
 << Sai che ti dico? Tu parli troppo. Mi aspettavo un po' più di azione >>.
 
 
James la fissò: a Xx piaceva provocarlo, e il giochetto evidentemente piaceva anche a lui.
 
 
 << Devo pensare che sia un no? >>, continuò lui, la ragazza annuì.
 
 
 << Oh… e quindi la signorina vuole dell’azione? >>, sembrava un predatore che ipnotizzava la preda.
 
 
 << Hmm… provo ad essere più esplicita >>, gli rispose alzandosi: senza pensare afferrò i bordi della maglietta sfilandola velocemente dalla testa, gettandola sul divano. Arrossì quando gli occhi di James si scurirono a mano a mano che lui li faceva vagare lungo il corpo di lei… che credette di perdere l’equilibrio dall’intensità dello sguardo.
 
 
Alzandosi anche lui, la afferrò con velocità avvolgendola con le braccia intorno alla vita, portandola contro di sè. Xx si ritrovò faccia a faccia con il ragazzo, il respiro pesante… era ancora fradicia, ma si sentiva il fuoco dentro.
 
 
Senza smettere di baciarla la spostò giù verso il divano, iniziando a liberarla dai jeans bagnati, che però avevano deciso di rimanere appiccicati alla pelle di lei, rendendo le cose più difficoltose del solito.
 
 
Xx ci provò… ma non riuscì a trattenere una risatina di fronte ai suoi sforzi per toglierle i jeans, che a quanto pare le si erano affezionati tanto da rimanerle incollati sulla pelle.
 
 
Alla fine tirò uno strattone e riuscì a spogliarla, ma quando tornò a guardarla negli occhi, Xx smise di ridere: i suoi occhi erano febbrili, scuri… si perse completamente dentro di loro.
 
 
 << So esattamente come cancellare quel sorrisetto dal tuo bel viso >>, le disse lui.
 
 
 Un’ondata di calore si diffuse in tutto il corpo di lei, sapeva esattamente cosa significava quella promessa. Rotolò di colpo su un fianco, e si mise a cavalcioni sopra di lui, così da poter toccare come voleva ogni centimetro del suo corpo…
 
 
Iniziò a baciargli gentilmente il collo, per poi scendere lentamente verso i suoi addominali: Xx sentì il suo corpo tendersi, ed emettere un gemito sonoro mentre toccava i suoi punti sensibili… voleva dargli tutto ciò che lui riusciva a dare a lei, e aveva tutta la notte per farlo…
 
 
 << Sicuro che non sei troppo stanco? >>, lo stuzzicò lei. Gli occhi di James le fissavano le labbra, e diventavano sempre più scuri.
 
 
 << Non avevamo detto meno chiacchere e più azione? >>, le rispose a tono, distogliendo l’attenzione dalla bocca di lei.
 
 
James tese i muscoli delle braccia e della schiena, alzandosi dal divano e sollevandola nello stesso istante: lei gli allacciò le gambe intorno la vita, mentre lui la trascinava via dal divano senza smettere neanche per un secondo di baciarla, andando verso la loro camera da letto. La depose a centro del materasso, mentre lui si sedeva sul bordo. Xx lo guardò: non c’era nulla in quel momento che lei voleva di più di lui…
 
 
Il ragazzo le sorrise con tenerezza, le prese la mano e vi depositò un lieve bacio, per poi tirarla piano verso di lui e avvolgerla amorevolmente con le sue forti braccia: Xx si trovava nel posto più confortevole del mondo. Le braccia di James erano come un bozzolo che la proteggevano da tutto e tutti.
 
 
Lui fece scivolare gentilmente le mani sulla sua schiena, bloccandole a tradimento le braccia: un sorriso feroce gli si formò sul viso, e un senso di piacere lo invase per l’impotenza della ragazza.
 
 
Xx riuscì a liberarsi facilmente, allontanandosi un secondo per osservarlo bene, Voleva fare le cose con calma, lentamente, dopo il loro periodo di lontananza… ma non riuscì a mantenere la calma, non ne aveva neanche l’intenzione. Vederlo così aveva scatenato tutta una serie di emozioni e sensazioni lussuriose che difficilmente sarebbe riuscita a contenere…
 
 
Si chinò verso di lui, mettendogli una mano sulla coscia, sospirando di impazienza. Vide il suo petto muoversi velocemente su e giù, anche lui evidentemente stava provando le stesse cose… Xx trattenne il fiato di fronte al suo uomo, che la guardava come se fosse la cosa più appetitosa del mondo…
 
 
A volte le parole non erano necessarie tra loro: quando si intendevano così, semplicemente guardandosi negli occhi, come in quel momento… entrambi erano sicuri di provare la stessa tensione, la stessa attrazione l’uno per l’altra.
 
 
I suoi occhi colmi di tenerezza la guardarono da capo a piedi, osservandone ogni più piccolo dettaglio, ogni neo, ogni dettaglio… era magnifico, e Xx si congratulò con se stessa per la scelta dell’intimo di pizzo nero, che era tra i preferiti, non a caso, di lui.
 
 
Avevano entrambi solo l’intimo addosso, e Xx vide James avvicinarsi pericolosamente a lei, sembrava un predatore pronto ad assaltare la sua preda.
 
 
Lui fece scivolare le mani sulle sue gambe, risalendo sulle cosce, sui fianchi, sul seno, sulle spalle… Xx era in iperventilazione.
 
 
 << Sei… tu sei un gioiello. Che solo io ho la fortuna di ammirare. E non cederei questo onore a nessuno al mondo >>, le disse suadente. Le sue labbra poi si schiantarono su quelle di lei, e quel bacio era come una ventata di aria fresca in una giornata afosa: essenziale… desiderato. La sua bocca scese, baciandole i seni da sopra il pizzo nero, Xx trattenne il fiato, e fece scivolare le mani lungo il suo petto, oggetto del suo desiderio, per poi scendere, per liberarlo dell’unico indumento, e anche superfluo, che aveva.
 
 
Quando finalmente troneggiò nudo di fronte a lei il suo cuore saltò qualche battito, sovraeccitato da tutta quella bellezza. Passò avidamente le mani sui suoi muscoli pettorali, per poi farle vagare più in basso, verso gli addominali… la morbidezza della sua pelle contrastava con la durezza dei muscoli. Lo fissò per un momento con commozione: era così intenso quel momento che aveva un po' paura di perdere il controllo e di non goderselo appieno.
 
 
Xx accoglieva il suo profumo, così unico nel mondo… il tocco della sua pelle, i movimenti del suo corpo… era ubriaca di James, in quel momento il suo corpo esisteva solo per vibrare sotto le sue carezze. Inarcò la schiena per premersi maggiormente contro di lui, per andare incontro a quelle carezze così avvolgenti… lui scese a baciargli il collo…  lei voleva sentire la sua pelle sotto le sue dita, voleva accarezzarne ogni muscolo, ogni centimetro del suo corpo.
 
 
Xx lo attirò vicino a lei, avvolgendogli le mani dietro al collo. Voleva annullare tutta la distanza tra loro: le mani scendevano lentamente dal collo alle spalle, baciandolo come se fosse questione di vita o di morte, segnando e baciando ogni suo neo… spinse delicatamente i suoi pettorali con le mani, facendolo stendere.
 
 
Salì di nuovo cavalcioni su di lui, ogni loro scambio, ogni loro carezza era infinitamente dolce e passionale. Si guardavano con tenerezza, consapevoli di ciò che stava per accadere. Xx vide così tante emozioni passare nei suoi occhi… James non aveva bisogno di usare le parole per farsi capire da lei: si sentivano allo stesso modo.
 
 
James le mise una mano sulla schiena, trascinandola verso di lui: la pelle di Xx reagì quasi immediatamente, le venne la pelle d’oca sulle braccia. James portò di nuovo le labbra su quelle di lei, era insaziabile. Si stavano reciprocamente offrendo, anima e corpo, l’uno all’altra… la ragazza sentiva che per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa. Il cuore di Xx strabordava di amore e dolcezza… sentiva che per James provava un amore e una attrazione più forte di qualsiasi cosa avesse mai provato per qualsiasi altro uomo… semplicemente era l’uomo della sua vita, lo sentiva in ogni sua cellula.
 
 
James la spinse indietro sul materasso, le abbassò la coppa del reggiseno, succhiando ciò che nascondeva, mentre con la mano cominciò ad accarezzare l’altro seno, facendole venire i brividi. James risalì baciandole il petto, salendo ancora il collo, e ancora sulla mascella… le mordicchiò l’orecchio, mentre con una mano scese sui fianchi, e sulle cosce, andando su e giù.
 
 
La fece girare a pancia in giù, massaggiandole ma schiena, baciandole le spalle, scendendo lungo la spina dorsale… arrivò alle natiche, e gliele strinse con le mani; Xx inspirò bruscamente, non se lo aspettava… la fece alzare a quattro zampe, e le infilò la mano sotto il pizzo delle mutandine, carezzando la sua femminilità, mentre con la mano libera le massaggiava prima un seno e poi l’altro… Xx si stava mordendo il labbro inferiore, gemendo piano, il corpo in balia delle sue mani. Con una mano risalì, carezzandole le labbra, mentre lei gli mordicchiava il dito.
 
 
James stava gemendo forte, le mani di lei ancorate al suo sedere che lo stringevano al ritmo delle sue carezze. Le abbassò le mutandine, girandola un’altra volta, stendendola sul materasso. Le divaricò le gambe, e scese a leccarle piano la femminilità. 
 
 
A Xx sfuggì un gemito sonoro, mentre gli stringeva forte le spalle, chiudendo le gambe sul suo viso. Xx lo allontanò per un secondo: James era un po' confuso, ma poi capì, e si stupì della sua ragazza. Xx si alzò, girandosi verso l’erezione di lui, che leccò piano all’inizio… mentre lui faceva lo stesso con la femminilità di lei.
 
 
Era la prima volta che praticavano la posizione del sessantanove, e sentire i gemiti di entrambi era… sexy.
 
 
James le diede un piccolo morso sul sedere, stringendole con le mani i fianchi forte, affondandoci le unghie dentro. Xx sentì che l’erezione di James pulsava sempre di più, così si spostò, girandosi a guardarlo. Il suo sguardo era così sexy… la guardava quasi con venerazione.
 
 
Si mise di nuovo sopra di lui, girandosi di spalle, e iniziando a muoversi su e giù… sentiva tutta la potenza di James in quel momento, lo sentiva in tutto il suo essere… completamente. La riempiva di lui… era una cosa così totalizzante, così travolgente…
 
 
 << Aspetta. Non voglio… voglio guardarti >>, la bloccò James. Xx si girò e gli sorrise, baciandolo dolcemente sulle labbra. Riprese a muoversi sopra di lui, stavolta guardandolo.
 
 
 << Molto meglio >>, le sorrise lui.
 
 
 << Si… hai ragione >>, concordò, in effetti guardarlo era tutta un’altra cosa. Lei si abbassò, aderendo completamente al suo corpo, mentre gli stringeva le gambe sui fianchi.
 
 
Xx si muoveva a ritmo diverso, alternando movimenti veloci ad altri più lenti, mentre lui la seguiva… poi lui la bloccò di nuovo, ora era il suo turno di dettare il ritmo: Xx sorrise.
 
 
 << Sempre il solito che comanda >>, lo prese in giro, una mano infilata nei suoi capelli, l’altra sulla sua spalla.
 
 
 << Mi sembravi un’amazzone… e sono loro a comandare di solito >>, le sorrise.
 
 
Xx sentì che l’orgasmo stava montando dentro di lei, si sentì tremare completamente… ed esplose. L’orgasmo la travolse come uno tsunami, mentre Xx perdeva ogni controllo su di sé, tremando con forza.
 
 
 << J- Jay… >>, gemette lei forte…
 
 
Lui la raggiunse dopo pochi secondi, stringendola più forte tra le sue braccia. Xx sentiva vibrare il suo petto sotto di lei, e gli baciò il capezzolo, con dolcezza.
 
 
 << Xx >>, quasi ringhiò lui, gemendo con forza… travolto anche lui dall’orgasmo.
 
 
Rimasero per qualche secondo così, Xx gli appoggiò il mento sul petto, guardandolo.
 
 
 << Che c’è? >>, le domandò curioso, mentre le carezzava distrattamente la schiena.
 
 
 << Niente. Sto solo guardando l’uomo migliore del mondo >>, gli rispose allegra, baciandolo, e stendendosi al suo fianco, dandogli un bacio sulla spalla.
 
 
 << Esagerata >>, le sorrise, girandosi sul fianco per guardarla.
 
 
 << Buonanotte amore >>, gli sorrise, vedendolo sbadigliare.
 
 
 << Buonanotte >>, rispose piano lui: stava crollando. Chiuse gli occhi, e Xx lo sentì respirare profondamente… si era addormentato.

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Capitolo 27
*** Novità ***


 << I'm at home! >>, annunciò James rincasando la sera. Era fuori dalla mattina tra i suoi allenamenti e altri incontri che aveva programmato per quel giorno.
 
 
Xx lo raggiunse, salutandolo con un bacio: << Bentornato >>, gli disse, ma lui la sentiva un po' strana.
 
 
 << Tutto ok? >>, fece, guardandola.
 
 
 << Poi ti dico >>, gli rispose.
 
 
Sentirono un rumore, e girandosi videro che Amelia stava gattonando verso il papà, tutta felice. James si abbassò, la prese stringendola a sé e sollevandola in aria, facendola ridere.
 
 
 << Hi princess >>, la salutò, baciandola sulla testa, raggiante.
 
 
La mise di nuovo a terra, e Amelia tornò a gattonare verso i suoi giochi.
 
 
 << Sta diventando sempre più veloce >>, fece James, togliendosi il giubbotto pesante e il cappello e appendendoli.
 
 
 << Si, e poi siamo noi a doverle correre dietro! >>, sorrise Xx, sorridendo alla figlia.
 
 
 << Ma… where is Amelia? >>, fece James dopo un pò, andando verso una piccola montagna di coperte sul divano, trattenendosi dal ridere.
 
 
 << Non lo so >>, gli rispose da finta tonta Xx, avvicinandosi al divano anche lei.
 
 
 << Eccola qui! >>, rise James, alzando la coperta di scatto e rivelando Amelia, che rise un sacco: adorava giocare con i genitori, con i nonni, e con zio Oliver e zia Katy a nascondersi e farsi trovare.
 
 
Si tirò su di nuovo le coperte sopra la testa e lui la scoprì di nuovo, ridacchiando. Le faceva troppo ridere la figlia quando faceva così. Gattonò verso la tenda, e si nascose dietro; James e Xx stavano morendo dal ridere.
 
 
 << Fa sempre così >>, ridacchiò James.
 
 
 << Bu! >>, fece Xx, spostando la tenda di scatto, con Amelia che batteva le mani.
 
 
 << A mangiare tacchino! >>, fece, prendendola in braccio e sedendola sul seggiolone, e James le mise il bavaglino.
 
 
 << Tonight we eat with dad >>, esordì lui, sfregandosi le mani, sedendosi davanti a lei con il suo piattino.
 
 
Per un soffio riuscì a bloccarle le mani prima che Amelia facesse un disastro sparpagliando cibo ovunque.
 
 
 << No! It’s not done! >>, fece serio, alzando il dito indice: a lui parve che la figlia lo guardasse un po' storto. Era strano per lui vedere i suoi stessi occhi che lo guardavano così… così seri e attenti. Ma era strano anche quando quegli occhi ridevano… ancora non ci aveva fatto l’abitudine, ma era felicissimo che lei avesse preso, tra le altre cose, quello da lui.
 
 
Xx non disse niente, guardando solo la scena: Amelia era una bravissima bambina, e fino ad ora non aveva combinato grossi malanni o fatto tanti capricci. Ma di solito quella che la riprendeva era lei, un po' perché James era via spesso ultimamente, anche se il più delle volte per pochissimi giorni, un po' perché era lei a pescarla con le mani nel sacco. Con James perlopiù giocava e rideva… ma non le dispiaceva che anche lui prendesse in mano la situazione, non voleva fare solo lei il poliziotto cattivo.
 
 
 << Dai, ora mangiamo >>, fece lui, prendendo un cucchiaio della pappetta.
 
 
 << Open your mouth >>, le disse, con il cucchiaino sulle labbra, che però erano chiuse.
 
 
Xx continuava a guardarli di tanto in tanto senza intervenire, mentre cucinava e preparava la tavola: voleva vedere come si comportava lui.
 
 
James provò ad aspettare qualche secondo, poi spinse più forte, fino ad aprirle la bocca e farla mangiare.
 
 
 << Guarda che sta arrivando un aereo, diretto dal JFK di New York con un volo diretto… eccolo che atterra! >>. Fece lui facendole l’aeroplano, e Amelia aprì la bocca: Xx stava ridacchiando tra sé.
 
 
 << Volo speciale in arrivo da Sydney per la signorina Amelia Holly Susan Phelps. Apra la bocca, che l’aereo sta per atterrare… ecco che esce il carrello con le ruote… atterrato! >>, esultò James, mentre imboccava sua figlia.
 
 
Continuò così fino a che il piatto di Amelia non fu spazzolato del tutto: le pulì la bocca e la mise a terra, così Amelia gattonò verso i suoi giocattoli, che erano ancora sparsi a terra.
 
 
James andò a posare il piatto sul lavello, dove c’era Xx che stava finendo di preparare le ultime cose per la cena.
 
 
 << Ingegnoso >>, commentò lei quando lui le fu accanto. James non rispose subito, ma la abbracciò da dietro, in vita, baciandole il collo.
 
 
 << I know >>, esultò, schioccando la lingua: Xx scosse la testa, divertita.
 
 
Xx dopo cena era sul divano con James accanto a lei e Amelia a terra sopra un grande tappeto con tanti giochi proprio di fronte a loro.
 
 
 << Allora, mi vuoi dire che hai? >>, la incoraggiò a esprimersi lui.
 
 
 << È che… sono stata licenziata oggi. Il mio contratto era in scadenza… e l’azienda ha deciso di non rinnovarmelo. Ma la cosa che più di tutte mi ma imbestialire è il motivo. Mi hanno detto che è a causa di Amelia. Sai cosa mi hanno detto? “ E’ un tuo problema, non dell’azienda. Non ci potevo credere. >>, gli spiegò giù di morale.
 
 
 << Cosa?!? Ma… possono farlo? >>, James era sconcertato.
 
 
 << A quanto pare… ma, voglio dire. Anche se ho una figlia? Che problema c’è? Sono rientrata prima dalla maternità perché avevano bisogno… e questo è il ringraziamento. Come se il fatto di avere una bambina possa in qualche modo farmi diventare incapace nel mio lavoro!! >>, sbottò Xx.
 
 
 << Questo io lo so. E non lo metto in dubbio. Avrai parlato con uno stupido >>, cercò di consolarla lui.
 
 
 << Ehm… come… dite in Italia? Rincalionito? >>, fece lui strappandole un piccolo sorriso.
 
 
 << Rincoglionito >>, gli sorrise, ma poi tornò ad accalorarsi.
 
 
 << Voglio dire, c’è Amelia. E allora? Ok, può darsi che sia uscita prima qualche volta per portarla a fare i vaccini o a qualche visita… ma a parte queste occasioni ci sono sempre! Sono in grado come chiunque altro! Forse meglio, lavoro lì da molto, conosco tutto e tutti lì, ogni pratica, ogni… tutto! Ma fatalità, proprio ora dovevano cambiare la direzione. A quanto pare questi nuovi arrivati sono per i giovani che non hanno ancora intenzione di avere una famiglia. Che gran bel Natale! >>, si infuriò, prendendo il cuscino e colpendolo forte.
 
 
 << Senza contare che non sei sola, ci sono io. A parte quando sono via ho orari piuttosto flessibili >>, le disse James ragionevole, ben sapendo che doveva ritenersi molto fortunato.
 
 
 << Esatto! Io glielo detto a quello stupido, ma era come parlare con il muro. La trovo una cosa molto sessista e discriminatoria. Ok che dovevano fare dei tagli al personale, ma la maggior parte dei tagli sono andate alle donne con figli… o in una fascia di età in cui potrebbero pensarci! Voglio dire… come se dovessi sentirmi in colpa perché ho una figlia, e un giorno forse potrei averne un altro. Non esiste proprio! È la cosa più bella e perfetta che abbia mai fatto in vita mia… non potrei mai rinunciarci! È una delle due persone che amo di più al mondo… >>, continuò imperterrita, guardando con amore la figlia.
 
 
 << Mmm… two? E chi sarebbe l’altro persona fortunata? >>, domandò, carezzandole il viso con le dita.
 
 
 << Tu >>, gli rispose con semplicità disarmante, sorvolando sull’italiano, girandosi a guardarlo: James non resistette, sfoderò il suo sorriso timido disarmante e la baciò.
 
 
 << Amore… tu… volevo dirti che non ti devi preoccupare troppo per il lavoro. Sai che… beh… non abbiamo problemi, e… po- possiamo vivere tutti e tre bene con quello che… se tu… puoi prendertela con calma… >>, James era piuttosto impacciato. A Xx non piaceva l’idea di non lavorare e vivere con i soldi di lui, si era sempre ostinata in questo, nonostante sapesse che potesse permettersi il lusso di non lavorare… e questo James lo sapeva bene. Non sapeva di preciso quanti soldi lui avesse, ma non lo voleva neanche sapere in verità, lei aveva sempre guadagnato e si era mantenuta, non voleva smetterla proprio ora, soprattutto perché avevano una figlia; magari erano briciole in confronto a lui, ma le voleva a tutti i costi.
 
 
 
 << Jay… sai cosa penso. Non smetterò di lavorare… però magari posso iniziare a guardarmi intorno dopo le feste… con il nuovo anno >>, concesse… anche perché dubitava di trovare molte aziende aperte in quel periodo: James parve un po' più sollevato, e, riprese a baciare la sua ragazza. SI stavano ancora baciando quando lui prese a farle il solletico dappertutto.
 
 
Xx stava ridendo a crepapelle, e James con lei: Amelia lasciò perdere i giochi guardando la scena; il suo viso andava dal padre alla madre e viceversa, e si mise anche lei a ridere, imitandoli. I due genitori si voltarono verso di lei, incitandola a gattonare verso di loro.
 
 
 << Come here Amelia! >>, fece James allungando le braccia verso di lei.
 
 
 << Vieni qui, su! Con mamma e papà >>, la incitò anche Xx.
 
 
Amelia parve pensarci un po' su, poi gattonò fino al bordo del divano, aggrappandosi alla stoffa, tentando di tirarsi su… ma cadde sul sedere.
 
 
 << Dai Amelia forza! >>, le disse Xx con entusiasmo.
 
 
 << Forza principessa! Vieni qui con noi >>, la incoraggiò.
 
 
Amelia provò, cadendo ancora di sedere.
 
 
 << Ce la fa, ce la fa >>, sussurrò James, più a se stesso che a qualcun altro.
 
 
Amelia provò per una terza volta, e questa volta riuscì a stare in piedi, anche se solo per pochi secondi.
 
 
 << Bravissima! >>, le disse James prendendola in braccio, e sollevandola prima che cadesse di nuovo.
 
 
La mise a sedere sul divano tra lui e Xx.
 
 
 << Abbiamo una bambina testarda e determinata pare >>, sorrise Xx, guardandolo.
 
 
 << It seems so >>, le sorrise, depositandole un bacio sulla fronte prima di alzarsi dal divano.
 
 
Andò a prendere la macchinetta fotografica e il cellulare, tornò sul divano dalle sue ragazze, come le definiva lui, e riprese a fare il solletico, questa volta a tutte e due: stavano ridendo come matte.
 
 
James stava facendo video e foto del momento: lo faceva spesso per ricordare momenti particolarmente belli e divertenti. In quel momento James non avrebbe potuto essere più felice di così; solo a sentire la sua bambina e la sua ragazza che ridevano… anche lui si unì alle risate.
 
 
Xx quando si fu ripresa gli fece il solletico, e Amelia rideva divertita mentre con la sua manina prendeva un dito di James.
 
 
 << Sono probabilmente il ragazzo più fortunato del mondo >>, fece lui, cingendo con un braccio le spalle di Xx, mentre con l’altro teneva Amelia vicino a lui.
 
 
 << Ho una bambina bellissima, sana e felice >>. E diede un bacio sulla testa della figlia.
 
 
 << Una ragazza stupenda che amo tanto e che, incredibile, mi ricambia >>, continuò baciando Xx con trasporto.
 
 
 << Un lavoro che adoro, una famiglia unita… non mi manca niente! >>, James era al settimo cielo.
 
 
 
 << Dai Amelia, è ora di andare a nanna. Dai un bacino a papà e andiamo >>, fece Xx più tardi, Amelia iniziava a chiudere gli occhi, assonnata.
 
 
 << Buonanotte principessa >>, le disse il ragazzo, dandole un bacio sulla guancia, poi Xx si diresse verso il bagno, per cambiarla e lavarla.
 
 
La cullò un po', entrando in camera, poi la mise sul lettino, si mise di fianco a lei e prese un libro di favole, leggendone una: non erano favole qualsiasi però, avevano scelto un libro che parlava di cento donne reali, vere, e raccontavano la loro vita, e di come ce l’avessero fatta ad essere donne forti, indipendenti, importanti e di successo. Era quello che Xx voleva trasmettere alla figlia. Accese poi la luce che aveva che proiettava delle piccole stelline sul muro, e che suonava alcuni tipi di musica rilassante, come musica classica o jazz… si addormentò subito dopo.
 
 
James intanto aveva acceso il caminetto in salotto e si era steso sul tappeto lì davanti; come la vide tornare sfoderò un dei suoi bellissimi sorrisi, che in due secondi netti le fecero perdere il controllo di sé… si sarebbe mai abituata a tutto questo?
 
 
Quando lei gli arrivò vicino si alzò: le mise una mano sulla coscia senza levare gli occhi dal fuoco… e questo gesto, per quanto innocente potesse sembrare, rese Xx febbrile.
 
 
 << Vado a fare una doccia >>, le sussurrò all’orecchio: Xx si sentì fremere.
 
 
La ragazza sentì lo scrosciare dell’acqua della doccia, e, come in trace, fisso il fuoco davanti a lei facendo vagare l’immaginazione a briglia sciolta: si stava immaginando il suo James nudo sotto il getto dell’acqua, con le goccioline che gli scendevano lungo tutto il corpo…
 
 
 << Ma che sto facendo? È qui… posso sempre andare di là a fargli compagnia >>, pensò tra sé con un sorrisetto… stava per alzarsi che sentì l’acqua chiudersi, e dopo qualche minuto sentì la porta aprirsi.
 
 
Finse di fissare il fuoco, dall’esterno poteva sembrare estremamente rilassata, ma dentro si sentiva ardere.
Ascoltò il rumore dei suoi piedi nudi sul pavimento di legno mentre la raggiungeva… Xx stava trattenendo il fiato. Si voltò, ostentando una grazia naturale, ma il suo cuore saltò qualche battito, e fu certa che la mandibola le fosse caduta a terra.
 
 
Ci volle tutta la sua forza di volontà per guardarlo senza battere ciglio: era a petto nudo, con indosso solo i suoi boxer neri e un paio di pantaloni di una tuta, ancora qualche gocciolina di acqua che camminava lungo i suoi muscoli… era davvero, davvero, bellissimo… la sua pelle sembrava lucida come l’oro sotto il chiarore del fuoco.
 
 
 << Posso intrufolarmi? >>, le sorrise: Xx si spostò un po', dandogli la possibilità di sedersi accanto.
 
 
 << Lo sai si che questa tua tendenza ad andare in giro senza… cose… è un po' fuori stagione? Sai, se ti fosse sfuggito siamo quasi al venti Dicembre >>, gli fece notare, indicando la maglietta mancante: sperò che lui scambiasse il rossore che si sentiva salire con la vicinanza al caminetto. Vide che si morse il labbro inferiore, forse per trattenere una risata o qualcosa che stava per dire… anche se Xx era più propensa alla prima, perché vide delle fossette formarsi sulle guance… uguali a quelle di Amelia.
 
 
 << Sai com’è… tra le altre cose c’è anche una minorenne in casa >>, lo prese un po' in giro.
 
 
 << Ecco cos’era quella cosa paffuta e adorabile che gira a quattro zampe per casa! >>, scherzò lui, ed entrambi scoppiarono a ridere.
 
 
James prese due cuscini grandi dal divano e una coperta, e mise tutto vicino al fuoco, sopra il tappeto: lui si distese completamente, allungando braccia e gambe: “ Con un Dio greco così al mio fianco potrei trovarmi solo con un babydoll addosso in mezzo alla tundra siberiana e sentirmi comunque ardere come il fuoco… “, pensò lei, osservandolo… ma forse lo aveva bisbigliato, perché lui aprì gli occhi per guardarla, con un sorrisino stampato in faccia.
 
 
 << What did you say? >>, domandò sornione.
 
 
 << Who? I? Anything. You will have dreamed >>, blaterò lei, maledicendo, mentalmente, almeno sperava che fosse così stavolta, la sua capacità di mandarle in tilt il cervello.
 
 
Lui le sorrise, fissandola dritta negli occhi, che in quel momento erano colmi di lussuria.
Si tirò su con i gomiti, sollevando leggermente il busto, lasciando le gambe stese… girandosi con il petto verso di lei, spostandole con una mano una ciocca di capelli dietro l’orecchio; le fissò per tutto il tempo le labbra.
 
 
Xx si appoggiò con il petto contro il suo torace, cosa che lo fece ricadere sulla schiena. Gli fece scivolare una mano sulla nuca e si sistemò sopra di lui, con le cosce attorno alla sua vita: James sorrise malandrino.
 
 
Con la punta dell’indice Xx sfiorò lentamente il contorno della sua bocca, senza mai distogliere gli occhi dai suoi. Rimase immobile seduta sopra di lui, banchettando con gli occhi con l’uomo magnifico che tremava sotto il suo tocco.
 
 
James attorcigliò intorno al suo dito una ciocca dei capelli di Xx, mentre con gli occhi seguiva la scia delle sue curve. Improvvisamente strinse la sua presa e la spostò di lato, per poi mettersi sopra di lei. Sorridendo le accarezzò dolcemente i capelli, fissandola negli occhi: il fuoco illuminava gli occhi di lui, facendoli luccicare intensamente.
 
 
Il riflesso dorato del fuoco metteva in evidenza il suo corpo e i suoi muscoli definiti… mostrandole la reazione della sua pelle alle carezze che gli faceva.
 
 
A Xx passarono per la mente ricordi dolorosi, e il suo sguardo si spense un po': lui se ne accorse.
 
 
 << What’s up? >>, le domandò preoccupato.
 
 
 << Niente… solo che… tu… tu sei l’unico…l’unico uomo… con cui… mi sia mai sentita al sicuro. L’unico che p- possa stringermi senza che mi senta sopraffatta o presa dal panico… sai… la sera che ci siamo conosciuti… in c- cui mi hai salvato da Fabrizio…il mio ex… e ciò che ti ho raccontato dopo… dei suoi a- abusi… della sua violenza. Dopo di lui non s- sono mai riuscita a lasciarmi andare… il mio corpo ricordava solo il trauma, l’intrusione f- forzata… la violenza… sua e dei s- suoi amici. Con te invece… è come se avessi spazzato via tutto. Non credevo sarebbe mai stato possibile. Avevo rinchiuso questo pensiero molto lontano nella mia mente… non ci penso più… solo che… non lo so, mi è venuto in mente… >>, si confidò: dopo la sera del loro incontro non avevano più parlato di quello che Xx gli aveva raccontato del suo ex… ogni volta che James provava a chiederle qualcosa lei schivava l’argomento.
 
 
 << Sono contento che tu me l’abbia detto >>, le sorrise, continuando a carezzarle dolcemente i capelli.
 
 
 << Naturalmente, se me lo trovassi davanti lo ammazzerei di botte. Senza sentirmi tropo in colpa… se c’è una cosa che non tollero è chi abusa delle donne e dei bambini… che li violenta o li picchia. Non… non posso sopportarlo >>, disse, stringendo il pugno della sua mano.
 
 
Xx notò come lui si stava innervosendo: << Shh… Jay, è tutto passato. Ok? Non volevo farti innervosire… alla fine ho incontrato te, e, come dicevo, hai spazzato via tutto. Ora non roviniamo questo bel momento… ok? >>, gli disse dolcemente, prendendogli il viso tra le mani; fece un respiro profondo e parve calmarsi un po'.
 
 
Quando le labbra di lui si schiacciarono contro quelle di lei, Xx inarcò la schiena così da premersi contro di lui.
 
 
James lasciò andare un gemito così sexy tra le labbra della ragazza che il suo intero corpo tremò di piacere. Lui si sollevò, facendo scivolare le sue mani sulla pelle di lei, baciandole tutto lo stomaco.
 
 
 << La tua pelle è così soffice… >>, sussurrò… mentre le baciava un punto molto sensibile tra la vita e i fianchi: Xx ridacchiò.
 
 
James la sollevò, facendola sedere sulle sue cosce e togliendole i vestiti da sopra la testa con preoccupante facilità: Xx lo fissò per un istante.
 
 
 << Jay… tu… tu potresti avere così tante belle ragazze tra le tue braccia… >>.
 
 
 << Xx… io ho già la più bella tra le mie braccia >>.
 
 
 << Mmm… no. Io n… >>, fece lei.
 
 
 << Dicevo, io ho già la più bella >>, le disse senza possibilità di replica.
 
 
Le sue labbra avvolsero l’ardente corpo nudo di Xx; quando la abbracciò si sentì completa, intera… chiuse gli occhi mentre la sua bocca esplorava le sue curve con deliziosa lentezza…
 
 
Xx gli si schiacciò ancora di più contro, voleva che ogni singolo millimetro della sua pelle fosse a contatto con il suo corpo. Gli mise le mani dietro al collo, facendole scendere lungo la sua schiena, mentre lui saliva a baciarle il profilo del collo… facendola ridacchiare piano per il solletico.
 
 
Lui sorrise insistendo su quel punto, mentre Xx ridacchiava ancora: << Smettila Jay! >>, gli disse senza troppa convinzione.
Ridacchiò anche James, girandosi, facendola scivolare sotto di lui, che le tolse i pantaloni della tuta e le mutandine in un unico gesto, mentre la baciava, e con una mano saliva dai suoi fianchi fino a un suo seno, massaggiandolo e stringendolo tra le sue grandi mani…
 
 
Xx trattenne il fiato, piegando inconsciamente una gamba: James ne approfittò per scendere di nuovo con la mano fino al sedere di lei, e risalire sulla sua coscia, facendola scivolare avanti e indietro, stringendola e portandosela alla vita.
 
 
Scese con la bocca, baciandole il profilo della mascella, scendendo sul collo e ancora più giù, sull’altro seno, baciandolo e succhiandolo piano… a sorpresa, con un dito entrò dentro di lei.
 
 
Xx per la sorpresa piantò le unghie nei suoi fianchi. Aprì gli occhi e trovò gli occhi di James che la guardavano sorridenti.
 
 
 << Are you ok? >>, le domandò furbo.
 
 
 << Sei spiritoso, lo sai? >>, lo prese in giro, mentre lui usciva con il dito, e faceva scorrere la mano su e giù, tra le sue gambe, facendole venire dei piacevoli brividi.
 
 
Lo fissò, aveva nei suoi occhi dei riflessi del fuoco che scoppiettava a fianco a loro… era terribilmente sexy e seducente. Con l’indice tornò dentro di lei, mentre con il pollice continuava ad accarezzarla su e giù.
 
 
Xx aveva preso ad accarezzare con la mano il suo torace, passandola tra i radi peli del suo petto tirandoli piano, scendendo fino ai suoi capezzoli… quando senza preavviso lui si spostò, baciandola lungo il suo addome, e afferrandole le cosce con entrambe le mani, divaricandole le gambe.
 
 
Passò prima le labbra tra le sue gambe, baciandole tutto il pube, scendendo fino alla sua apertura… e infilando la lingua dentro di lei…
 
 
A Xx sfuggì un gemito piuttosto sonoro, e si tirò su sui gomiti, alzando il busto, inclinando la testa indietro…
 
 
James osservò la reazione della ragazza, e sentì i suoi pantaloni tirare: continuò, facendola impazzire con i movimenti della sua lingua…
 
 
 << J- Jay… oh… si… co- così… >>, riusciva a rantolare lei tra i gemiti…
 
 
Arrivò al clitoride, e Xx ricadde con la schiena sul tappeto, inarcandola: << N- non… fermarti >>, lo implorò tra i gemiti. Per tutta risposta lui sembrò intensificare l’intensità dei suoi movimenti, andando ancora più in profondità, risalendo con entrambe le mani sui seni, massaggiandoli e accarezzandoli con insistenza.
 
 
Xx gli afferrò i polsi con le mani, stringendoli forte, mentre sentiva dentro di lei nascere e ingrandirsi un grumo indistinto nel basso ventre.
 
 
La ragazza aveva perso ogni contatto tra il suo cervello e il resto del suo corpo, che agiva secondo ciò che gli diceva l’istinto ed era guidato solo dal desiderio e dalla fame di lui… era incredibilmente erotico.
 
 
Sentiva che quel grumo di piacere diventava sempre più grande, sempre più intenso…
 
 
 << J- Ja… James… si… >>, stava miagolando tra i gemiti sempre più intensi, la testa piegata all’indietro, i capelli sparpagliati sulla coperta, stringendogli sempre di più i polsi.
 
 
James sentiva che stava arrivando, ormai conosceva ogni sfumatura del suo piacere, era una cosa che lo inebriava e lo eccitava; sapere come farla godere in questo modo… gli piaceva un mondo, e per nessun motivo avrebbe smesso di farlo. E infatti…
 
 
L’orgasmo di Xx esplose potente, come l’esplosione di una bomba, dal centro del suo corpo fino alle punte dei capelli e alle dita dei piedi: il bacino di lei parve agire di propria iniziativa e spingersi in alto e in avanti, verso le sue labbra e la sua lingua. La schiena di lei si inarcò bruscamente, mentre sentiva tutto il suo corpo tremare violentemente sotto l’eco del suo piacere che si irradiava, facendole perdere ogni contatto con il resto del pianeta: l’unica cosa che sentiva e che la manteneva ancorata al mondo erano le mani di James che stringevano i suoi seni e la sua lingua, che ancora si muoveva per regalarle un orgasmo da favola.
 
 
 << J- Ja… mmm… James… >>, gemette roca, non riuscendo a trattenersi, mentre sentiva ancora i muscoli contrarsi, il cuore che batteva all’impazzata, il sangue che scorreva veloce: James era trionfante.
 
 
Quando lui sentì la presa sui suoi polsi diminuire di intensità, e il bacino di lei scendere a terra si fermò, risalendo con il viso fino ad arrivare all’altezza di quello di lei: aveva gli occhi chiusi, la bocca semiaperta, era bellissima così immersa nel piacere… James sorrise, carezzandole le labbra con il dito indice, appoggiando la testa sull’altra mano, tenuta in piedi dal gomito appoggiato a terra.
 
 
 << Watch me >>, le sussurro con voce rosa e profonda: lei obbedì trovandosi di fronte il suo ragazzo con un sorriso compiaciuto.
 
 
 << Sei soddisfatto, non è vero? >>, gli domandò: il cuore stava tornando ad un ritmo accettabile, il respiro si regolarizzava, il rossore alle guance si affievoliva poco a poco.
 
 
 << Molto >>, gongolò, alzando le sopracciglia, la punta della lingua tra le labbra: Xx scoppiò a ridere.
 
 
 << Stai ridendo di me? >>, domandò facendo il finto offeso.
 
 
 << I love you too Mr. Phelps >>, gli rispose sorridendo, tirandogli indietro i ciuffi che erano scivolati in avanti.
 
 
James sorrise, dandole un veloce bacio sulle labbra, e si distese: Xx notò come la sua erezione fosse evidente e premesse per uscire.
 
 
 << Non sarai mica imbarazzata? >>, le domandò stupito, notando dove era finito lo sguardo di lei.
 
 
 << No >>, rispose, ma si coprì gli occhi, imbarazzata. Lui gliele tolse.
 
 
 << Non ci posso credere. Non è la prima volta che la vedi >>, continuò sorpreso.
 
 
 << Lo so. Lo so >>, fece lei, rimettendosi le mani sugli occhi, rossa in faccia. Lui le spostò di nuovo le mani, così lei si arrese.
 
 
James si girò a pancia in sù, pensieroso, e vide lo sguardo di lui guizzare per un secondo sul suo sedere.
 
 
 << Mi stai guardando il sedere? >>, gli domandò, facendo finta di non averlo visto.
 
 
 << I? No absolutely >>, mentì con nonchalance.
 
 
 << Con questa bocca da bugiardo baci tua figlia, che è ancora un’anima innocente e le insegni l’onestà! >>, lo prese in giro, tirandosi su sui gomiti.
 
 
 << Si, la stessa che ho usato poco fa per farti tremare e godere >>, le rispose lui piccato, prendendola in contropiede. Xx arrossì bruscamente.
 
 
 << If you want, i will don’t it anymore >>, la sfidò, con il sorriso sulla faccia di chi ha già vinto.
 
 
Xx non rispose, si era fregata da sola ma non voleva dargli la soddisfazione di dargliela vinta.
 
 
Decise di dirigere la sua attenzione altrove e si spinse verso il suo bacino
 
 
 << Lo sai che il tuo silenzio è come una vittoria? >>, la provocò apposta.
 
 
Xx gli lanciò uno sguardo imperscrutabile: << Hai vinto tu questo round >>, dovette ammettere alla fine, a denti stretti.
 
 
 << Ora hai intenzione di distrarmi ancora? O mi lasci fare? >>, gli domandò, fulminandolo con gli occhi.
 
 
James rimase zitto, mentre lei si metteva a cavalcioni sopra i suoi polpacci, e lentamente gli sfilò i pantaloni, guardandolo con attenzione, pronta a interrompersi se lui avesse fatto ancora qualche commento sulla faccenda della bocca.
 
 
Era rimasto in boxer, e Xx notò con un certo piacere che erano ben tirati: l’erezione stava per esplodere.
 
 
 << Ora non ti imbarazza più? >>, le domandò apposta.
 
 
Camminando verso di lui sulle mani e sulle ginocchia, salì a baciargli le labbra, tirando leggermente il labbro inferiore, scendendo a mordicchiandogli il collo. Non serviva rispondere alla domanda. Lui le poggiò le mani sui fianchi.
 
 
 
Xx scese ancora, baciandogli le spalle e il petto, lasciando una scia fiammeggiante dietro di sé: i capelli, che erano tutti scompigliati, facevano a James un po' di solletico, quando lo “ frustavano “, al passaggio delle labbra di lei.
 
 
Arrivata all’elastico dei boxer si fermò a guardarlo per un secondo, e con cautela, prendendo la stoffa tra i denti, li sollevò appena: notò che James lanciò un mezzo sospiro. Lei infilò le mani nel piccolo spazio che aveva creato, e sempre lentamente li fece scendere, accompagnandoli fino alle caviglie, massaggiandogli con le mani tutte le gambe. Risalì, e questa volta gli piegò la gamba destra, iniziando a baciarlo dal ginocchio fino a risalire all’interno coscia… e al pube.
 
 
Quando arrivò lì James trattenne il fiato. Xx cominciò piano a sfiorargli il pube con le dita, poi l’inguine… con il dito di una mano andò su e giù sulla sua erezione, toccandogli la punta e facendoci dei piccoli cerchi, mentre con l’altra mano andò a prendergli con delicatezza i testicoli, massaggiandone la parte inferiore con movimenti lenti e circolari, aumentando di poco la pressione.
 
 
Scese ancora con una mano, che si spostò fino alla giuntura centrale dello scroto: li c’era una specie di linea con tante terminazioni nervose, ed era un punto che sapeva essere per lui molto sensibile… fece scorrere un dito, bagnandolo un po' della sua saliva, su e giù…
 
 
Vede James stringere i pugni e piegare la testa indietro. A stento tratteneva i gemiti che gli stavano risalendo dal petto.
 
 
Xx si abbassò con il viso, e seguì con la punta della lingua lo stesso percorso che aveva appena fatto con il dito; sentì gli addominali di James contrarsi, così come i muscoli delle gambe.
 
 
Risalì per la lunghezza della sua erezione sempre con la punta della lingua, mentre con una mano teneva i testicoli a coppa, e l’altra li accarezzava lentamente, stringendoli con delicatezza… Xx fece cambio, con le mani racchiuse la sua erezione, cominciando ad andare su e giù, mentre con l’indice faceva dei cerchietti sulla punta del suo pene, mentre con la lingua iniziò a leccare prima un testicolo e poi l’altro, tutto attorno… gli sfiorò con le unghie l’eccitazione, facendolo impazzire, per poi fare ancora cambio, sostituendo la sua lingua calda con i polpastrelli delle dita fredde, e con le unghie, alternandoli… I gemiti sempre più forti di lui sembravano quasi un ringhio, totalmente perso in quel mondo di lussuria e di estasi in cui era immerso.
 
 
Con la bocca prese ad andare su e giù lungo la sua asta, che diventava sempre più gonfia ad ogni secondo: << J- Jay… >>, si lasciò sfuggire dei gemiti sensuali pronunciando il suo nome, succhiando piano… poi salì, facendo pressione con la lingua sulla punta del suo pene, guardandolo negli occhi, poi fece schioccare le labbra, baciandogli la lunghezza, fino ad arrivare alla base del pene.
 
 
 << Xx… oh… continua… >>, James gemeva, dei profondi, rochi gemiti gli risalivano dal petto, mentre anche lui gettava la testa indietro: lei gli prese il pene, appoggiandoci una mano sopra l’altra e ruotandole piano in direzioni opposte, mentre con la lingua continuava ad accarezzargli la punta…
 
 
Xx quasi potè sentire la sua esplosione: James irrigidì involontariamente i muscoli delle gambe e dell’addome, l’erezione pulsò più forte sotto le mani di lei… mentre quelle di lui le afferrò la vita, quasi conficcandogli le dita nella carne… sentiva che anche i muscoli delle braccia erano coinvolti in quell’esplosione di piacere… quell’orgasmo era come uno tsunami che lo travolse, investendolo con la sua potenza, sommergendolo fino a fargli perdere il senso del tempo e dello spazio; si aggrappò a Xx per non perdersi in quell’oceano di lussuria… per la ragazza vederlo così era pura estasi, sapere di essere stata l’artefice del suo piacere, che sotto il suo tocco lui tremava e vibrava in quel modo… la inebriava.
 
 
Xx aspettò che si riprendesse, rilassando i muscoli e aprendo gli occhi: la guardò e le sorrise, un senso di pace e di beatitudine che lo attorniava.
 
 
Xx si spostò mettendosi a fianco a lui, coprendosi con la coperta.
 
 
 << Hai freddo? >>, le domandò: il caminetto ormai aveva ancora poche fiammelle che guizzavano.
 
 
 << Un po'. Tu non hai freddo? >>, gli chiese, rabbrividendo. Lui non rispose, raccolse i loro indumenti e, a sorpresa, la prese in braccio. Xx si era alzata per aiutarlo a sistemare, e lui la prese da sotto le ginocchia, poggiandole una mano sulla schiena, sollevandola senza sforzo.
 
 
 << Ti porto a letto >>, le sorrise, baciandole il naso: Xx si beò stretta alle sue braccia, accoccolandosi contro il suo petto e inspirando il suo profumo.
 
 
Erano nel loro letto: Xx stava seduta tra le sue gambe, la testa abbandonata sul suo petto, mentre lui aveva la schiena appoggiata alla testiera del letto, e la abbracciava da dietro, tenendola per i fianchi. Stavano leggendo un libro… o sarebbe meglio dire che lei leggeva e lui faceva finta, guardandola ogni tanto pensando di non essere visto.
 
 
 << Mi sento un po' osservata. Mi sembri pensieroso… qualcosa non va? >>, gli chiese dolcemente, girandosi verso di lui.
 
 
 << Ti sei anche messo gli occhiali per meglio fare finta di leggere >>, gli sorrise, e lui ridacchiò.
 
 
 << Eri così concentrata… non volevo distrarti >>, le rispose, baciandole il naso, e poi le labbra, poi di nuovo il naso.
 
 
 << Mi risulta difficile rimanere impassibile al momento >>, scherzò lei, la concentrazione che svaniva ad ogni bacio sempre di più.
 
 
Mise da parte il libro sul comodino, e posò le labbra su quelle di lui, baciandolo con entusiasmo.
 
 
James sorrise sulle sue labbra, stringendo la presa sui suoi fianchi, mentre Xx gli posava una mano sul petto e l’altra tra i suoi capelli; senza volerlo lei arrotolò una gamba alla sua, facendo scontrare i loro bacini.
 
 
Il ragazzo gemette: era così bello per Xx sentire fremere di piacere il suo ragazzo sotto di lei solo facendo pressione sulla sua erezione.
 
 
 << Amore… mi piacerebbe fare di nuovo l’amore con te… ma prima dobbiamo parlare >>, le rispose mesto, resistendo all’impulso di farla sua... seppur con grandissimo dispiacere.
 
 
 << Oh Oh… non è mai un buon segno quando qualcuno se ne esce con questa frase >>, fece lei, mettendosi seduta più comoda, per prestargli attenzione.
 
 
 << Xx non preoccuparti. Non è niente di grave >>, la rassicurò subito, carezzandole una guancia con amore continuando con l’altra a vagare sulla sua spalla nuda.
 
 
 << Meno male. Dimmi tutto, ti ascolto >>, gli disse incoraggiante, sistemandosi meglio le coperte, accoccolandosi vicino a lui.
 
 
 << Ehm… si tratta… di lavoro. Non è una cosa che devo fare domani, nell’immediato… ma te lo dico per tempo. Io… ho delle proposte interessanti… e degli affari da seguire… a Santa Monica, in California… e poi a Londra >>, cominciò, ma Xx all’inizio non parve preoccuparsi.
 
 
 << Ok… e starai via… quanto? Un paio di settimane? Posso organizzarmi. Non preoccuparti. Va e conquista il mondo! >>, fece lei, guardandolo piuttosto serena.
 
 
 << N… no amore. Parliamo di diversi mesi. Mi hanno contattato per una parte in un film interessante a cui mi piacerebbe partecipare… e a Londra per uno spettacolo teatrale. In più con l’anno nuovo ci saranno diverse iniziative per le associazioni che io, e in questo caso anche Oliver, sosteniamo… e tra le varie prove in teatro, il calendario degli spettacoli, il tempo di produzione del film e tutto il resto… >>, si spiegò meglio.
 
 
 << Oh… >>, ora cominciava a capire dove stava il problema.
 
 
 << Ma siccome tanto tempo fa, quando stavamo insieme da poco, ti ho fatto una promessa… ora ne sto parlando con te. Ti avevo promesso di tenerti in considerazione e di trovare una soluzione a problemi del genere. Ora più che mai, con la nostra Amelia così piccola >>, le disse convito.
 
 
 << Si… me lo ricordo. E tu che hai risposto? >>.
 
 
 << Che li ringraziavo davvero tanto per questa opportunità grandiosa. Che sarei stato felicissimo di prendere parte e partecipare a tutti questi progetti… ma che dovevo parlane prima con la mia ragazza. Ho spiegato che abbiamo una bambina piccola, e non voglio separarmi da voi. Si sono detti comprensivi, e mi hanno lasciato con un po' di tempo per decidere. Entro la fine dell’anno devo dare una risposta >>, spiegò.
 
 
 << Xx… io… vorrei che tu e Amelia veniste con me. Che vi trasferiste lì… prima in California e poi a Londra. Non sopporterei di non vedervi per tutto questo tempo >>, gli occhi di James ardevano.
 
 
 << M- ma… Jay. Stiamo parlando di mesi! Non di poco! Come faremo? Io… come faccio con il lavoro? Lo sai che voglio lavorare e non discuto su questo. Ok che sono al momento senza… ma non potrei neanche lavorare! Come faccio? Due mesi qua, due mesi altrove? >>, Xx era un po' preoccupata.
 
 
 << Amelia è piccola e magari non ne risente… ma quando inizierà la materna, ad esempio? >>, domandò in ansia.
 
 
 << Xx… lo sapevamo che saremmo andati incontro a questi problemi… o almeno io lo sapevo. Li affronteremo uno alla volta… non sei d’accordo? >>. Era rimasto un po' deluso dalla reazione di Xx.
 
 
 << Si, certo. Ma il problema più grande sarà lavorare, per me almeno… questi… questi ruoli che interpreteresti, ti interessano davvero? >>, gli domandò osservandolo. Lui annuì.
 
 
 << Si… sono… sono storie incredibili, vere, forti… reali. Sono… ho fatto delle ricerche su queste persone… è… è una cosa grandiosa, importante. Ma tu e Amelia siete molto più importanti. So che ti sto chiedendo tantissimo… non voglio ris… >>, James si era entusiasmato.
 
 
 << Se è così importante… veniamo con te. A Santa Monica, a Londra o dove servirà >>, gli sorrise, bloccandolo.
 
 
 << Davvero?! >>, James era felicissimo, e vedeva anche in lei quell’entusiasmo che prima cercava.
 
 
 << Davvero. Ma a due condizioni. Dovrai aiutarmi a migliorare il mio inglese, e poi a preparare i documenti per essere in regola per poter lavorare… e magari a cercare un lavoro per me insieme >>, e gli tese la mano.
 
 
 << Queste sono tre condizioni. Ma accetto >>, le rispose tutto contento, stringendola, poi portò la mano alle sue labbra, baciandola dolcemente.
 
 
 << Ora non fraintendermi… io sono felicissimo… ma onestamente pensavo che avrei dovuto insistere di più per convincerti… essere più persuasivo. Invece mi hai detto di si quasi subito. Non… non me lo aspettavo >>, tentò di spiegarsi.
 
 
 << Intanto ti chiedo scusa per il poco entusiasmo che ti ho mostrato quando mi hai detto della notizia. In realtà sono davvero fiera e orgogliosa di te, non vedo l’ora di vederti all’opera! Mi devi raccontare tutto, della trama dei ruoli che interpreterai… tutto! Tu… hai così tanto talento, ci metti così tanto amore e dedizione nel tuo lavoro… sei così buono… così umile… che sono contenta che tu abbia queste opportunità >>, fece lei sincera, stringendogli le mani… ed era curiosa ed interessata all’argomento; James fu molto felice di sentile dire quelle cose… del fatto che lei credeva in lui così tanto da sconvolgere la propria vita.
 
 
 << E poi… io ti amo Jay. Se non lo facciamo ora, quando? Amelia è piccola ancora, e per lei non sarà un problema spostarsi. Io sono stata appena licenziata, e magari questa potrebbe essere un’opportunità anche per me, per dare una svolta al mio lavoro. Sembra cada a fagiolo questo trasferimento… per iniziare un nuovo capitolo della nostra vita insieme. E poi… qui ho dei bellissimi ricordi… ma anche tanti ricordi dolorosi. La nostra lite di qualche tempo fa a causa della tua gelosia infondata… e il tradimento, l’incidente di Amelia e Oliver… lo scorso capodanno e la quasi violenza… credo mi farà bene allontanarmi per un po'. Senza contare che non potrei mai stare mesi senza vederti… e non ti farei mai stare tutto questo tempo senza farti vedere tua figlia >>, gli spiegò sorridente.
 
 
 << Che cosa c’entra cadere a fagiolo? >>, gli domandò James perplesso.
 
 
 << E’ un modo di dire italiano… vuol dire al momento giusto >>, gli disse allegra.
 
 
 << Sono felicissimo che hai accettato di venire con me! >>, fece poi, stingendola a sé, avvolgendole le spalle e la schiena con le sue calde braccia, baciandola con trasporto.
 
 
 << Quando dovremmo partire? >>, si informò Xx, spostandosi dalle labbra di lui solo lo stretto spazio necessario a parlare.
 
 
 << Non subito. Mi sono preso con un certo anticipo perché pensavo di metterci più tempo a convincerti. Tra qualche mese, circa maggio o giugno >>, le rispose.
 
 
 << Ammazza. Avevi paura che ti dicessi di no eh? E che ci avresti messo mesi a strapparmi un si >>, lo prese in giro ridacchiandogli in faccia. James inarcò le sopracciglia, un sorrisetto furbo gli si formò sul viso, passò per un secondo la lingua tra le labbra come faceva spesso, le rughette attorno agli occhi gli davano un ‘aria così sexy, e gli occhiali poi…
 
 
 << N-no… Andrew Eric, non ci provare >>, lo minacciò, tentando invano di avere un tono autoritario mentre alzava il dito indice delle mani e si allontanava piano, e lui si avvicinava… aveva già capito cosa voleva fare.
 
 
 James continuava ad avanzare, con la parte inferiore delle gambe sul letto, e le afferrò una caviglia, trascinandola vicino a lui, iniziando a farle il solletico: si stava contorcendo e ridendo per provare a liberarsi; ci riuscì e scappò verso il bagno, ma prima di chiudersi dentro lui bloccò la porta ed entrò, bloccandole l’uscita.
 
 
L’atmosfera era cambiata e improvvisamente era carica di elettricità e tensione: << Andrew Eric fammi uscire da questo bagno! >>, gli disse avvicinandosi.
 
 
 << Dopo >>, fece lui tentando di restare serio.
 
 
 << After what? >>.
 
 
 << Dopo che ti avrò fatta arrivare all’orgasmo solo muovendo un dito >>, le disse roco, mangiandola con gli occhi.
 
 
 << Lo sai che quando dici così non sembri per niente quel timido ragazzo che dici di essere? >>, lo prese in giro, arrossendo.
 
 
 << Io sono un ragazzo molto timido >>, le rispose, avvicinandosi a lui e mettendole la mano sul fianco.
 
 
In pochi secondi si trovò intrappolata tra lui e il lavabo, la prese per le cosce facendola sedere sul ripiano del lavandino, sfilandole le mutandine con un movimento veloce; gemette al freddo contatto con il marmo, e lui sorrise. Lei gli sfilò la maglietta dei Led Zeppelin, e lui con le mani la spinse con il sedere un po' più verso di lui, iniziando a baciarla avidamente, con bramosia.
 
 
Xx rispondeva ai suoi baci e alle sue carezze con ardore, baciandogli il collo e le spalle, passandogli le mani sui muscoli del torace… e come una promessa, lui le infilò dentro un solo dito. Lei per la sorpresa trattenne il fiato, aggrappandosi al suo collo, infilzandolo con le unghie.
 
 
Fece scendere le mani fino ad abbassargli i boxer, mentre lui andava su e giù con il dito, e intrometteva la mano libera sotto la maglietta che aveva, scostando il reggiseno. Xx inarcò la schiena gemendo, mentre si teneva con le mani stretta sul bordo del ripiano.
 
 
Quando era quasi al limite, quando sentiva come se gli organi interni dovessero esploderle da un momento all’altro… lui si fermò.
 
 
Xx lo guardò malissimo.
 
 
 << Non così in fretta >>, le disse: voleva tenerla sulle spine.
 
 
La prese dalle cosce e la sollevò, lei gli intrecciò le gambe alla vita, tenendosi sul suo collo e riprendendo a baciarlo. James aprì la porta, e camminò in direzione del letto, sempre baciandola e mordicchiandole il labbro inferiore. La mise sul letto, rimanendo sopra di lei. Le loro labbra continuavano a cercarsi, brucianti di desiderio, vogliose di avere molto di più.
 
 
Entrò dentro di lei senza preavviso, con una spinta decisa, gemendo piano. Alternava movimenti rapidi, ad altri movimenti più lenti, entrando e uscendo senza lasciarle tregua.
 
 
 << J- Jay… >>, gemette, in preda a un uragano interiore che si ingrandiva sempre di più, intrecciandogli le gambe intorno alla vita.
 
 
Xx gli afferrò la mano, succhiandogli l’indice piano, con lentezza, guardandolo negli occhi… James notò come fosse bellissima in ognuno di quei movimenti che faceva quando erano impegnati nell’amore.
 
 
Tolse il dito dalle sue labbra, baciandola, prendendole il viso con le mani. Xx inclinò la testa all’indietro, iniziando a vibrare dal piacere, portandogli le mani sulle spalle… sentiva ogni cellula di lui, ogni fibra del suo essere… sentiva solo lui, riempita nl corpo e nell’anima.
 
 
 << Xx… >>, gemette roco, iniziando a sentire i muscoli che si irrigidivano, lo tsunami dell’orgasmo che sentiva arrivare.
Vennero entrambi dopo pochi minuti, quasi nello stesso istante
 
 
Si sorrisero… complici, appagati e rilassati.
 
 
 << E questo? >>, gli domandò quando si riprese.
 
 
 << Mi hai praticamente riso in faccia >>, gli disse allegro, scherzando
 
 
 << Inoltre non mi piace quando mi chiami Andrew Eric >>, continuò,
 
 
 << Preferisco chiamarti James… o Jay >>, gli assicurò lei.
 
 
 << Vedrò anche la casa che hai a Santa Monica? >>, gli domandò curiosa, rimettendosi sotto le coperte.
 
 
 << Certo. Pensavo di stare lì >>, le sorrise, rivestendosi.
 
 
 << Domani chiamo e do la mia disponibilità a partecipare >>, era al settimo cielo.
 
 
 << Tutto bene? >>, gli domandò lei toccandogli il braccio, e lui si girò verso di lei: stava guardando il soffitto pensieroso.
 
 
 << Si. Stavo solo penando. Sono fortunato ad avere una famiglia che mi appoggia e mi sostiene in quello che faccio >>, le sorrise, rubandogli un bacio. Ma stava anche pensando che avrebbe dovuto dirle di Simone, dato il momento delle confidenze, ma non aveva cuore, e decise di aspettare dopo Natale, come si era prefissato-
 
 
Anche Xx gli sorrise. Sbadigliò, e si accoccolò vicino a lui, appoggiandogli la testa sul petto. Lui aveva una mano tra i suoi capelli e l’altra sul fianco, e lo accarezzava distrattamente, pensieroso.
 
 
 << Buonanotte Jay >>, gli disse con una vocina, gli occhi chiusi.
 
 
 << Buonanotte Xx >>, le sorrise, dandole un bacio tra i capelli.
 
 
 
Quando Xx si svegliò si stropicciò gli occhi con una mano, stiracchiandosi e sospirando.
 
 
Si girò verso la luce che penetrava dalle finestre, e i suoi occhi incontrarono quelli di James. Lui le accarezzò la schiena con una mano, passando l’altra tra i suoi capelli arruffati, baciandola dolcemente sulla testa.
 
 
Xx aveva la guancia poggiata contro la sua pelle e poteva annusarlo, era il profumo che più amava al mondo… il suo e quello di Amelia.
 
 
James la baciò gentilmente sul naso: << Goodmorning >>. Si sollevò per alzarsi dal letto.
 
 
 << Goodmorning >>, sbadigliò lei. Lo guardò seduto sul bordo del letto mentre afferrava la sua maglietta. Socchiuse gli occhi per esaminarlo in controluce.
 
 
Sobbalzò al tocco di lei e si voltò a guardarla. Xx levò di scatto la mano, come se si fosse appena bruciata, portandosi la mano alla bocca.
 
 
 << Pensi davvero di stare così, mezza nuda, e parlarmi come se fosse perfettamente normale? >>, le domandò, piuttosto serio.
 
 
Xx ebbe appena il tempo di alzare gli occhi al cielo, lui era già sopra di lei, sorridente sulla sua pelle e riempiendole il collo di piccoli baci: lei rise, divincolandosi.
 
 
 << Volevo fare colazione prima… ma c’è qualcosa di molto più appetitoso qui davanti ai miei occhi! >>, rise lui, tornando a baciarla.
 
 

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Capitolo 28
*** Domande & Risposte ***


 << Xx, sei pronta? >>, domandò James.
 
 
 << Si, due minuti >>, gli rispose lei da dietro la porta: James alzò gli occhi al cielo.
 
 
 
 << Guarda che anche se non ti vedo so cos’hai appena fatto >>, continuò lei sicura, sempre dietro la porta.
 
 
 << E come fai? >>, gli domandò lui, curioso da un lato, ma anche un po' destabilizzato dall’altro.
 
 
 << Perché ti conosco magari? E poi le donne sanno sempre cosa succede >>, gli rispose, come se fosse una cosa ovvia.
 
 
 << Certo, certo. Ma… Xx, sono tre ore che stai lì. Sta per arrivare la baby-sitter e tra poco Katy e Oliver saranno qui… ed è mezz’ora che mi dici che tra due minuti esci! >>, James aveva un tono tra il divertito e l’esasperato.
 
 
 << Saresti in ogni caso la più bella della sera, non ti servono tre ore per… >>, ma non terminò la frase.
 
 
 << Centodiciotto, centodiciannove e centoventi secondi. Vedi? Sono uscita in due minuti >>, gli sorrise Xx uscendo dal bagno, con Amelia in braccio: l’aveva preparata per andare a dormire.
 
 
 << Sei bellissima >>, le disse subito James, ammirandola, sgranando gli occhi.
 
 
Era il ventidue Dicembre, e James, Xx, Oliver e Katy stavano andando a una cena di beneficienza, a cui sarebbe seguita una serata a suon di balli. Era per una delle fondazioni che loro sostenevano e aiutavano, era una cosa importante, perciò Xx decise di andare con lui. E questo voleva dire tanto per James: sapeva della tendenza della sua ragazza a eclissarsi quando c’erano i fotografi o i giornalisti. Lei voleva mantenere la sua privacy e il suo anonimato, per quanto possibile, e tutto sommato la cosa non dispiaceva neanche a lui.
 
 
 << Amore, sai, la gente dovrebbe fare delle donazioni stasera, non morire di infarto appena ti vede. Sei favolosa, ma dovrò nasconderti fino a fine serata, se vogliamo salvare qualcuno da morte certa >>, fece lui prendendo Amelia in braccio, mentre lei metteva le scarpe.
 
 
 << Ha- ha. Sei molto spiritoso >>, commentò sarcastica.
 
 
 << Dopo tutti questi anni, io non smetto di guardarti, qualche volta ancora a bocca aperta… non finisci mai di stupirmi… di chi è questa canzone? >>, domandò lui, guardando il vestito da dietro.
 
 
 << Di Ligabue. Guarda che ti entrano le mosche >>, gli rispose Xx ancheggiando volontariamente verso di lui, tirandogli su con un dito il mento, carezzandogli i capelli.
 
 
Xx aveva un vestito blu notte: sotto aveva una gonna con uno spacco enorme che partiva da più su di metà coscia, un velo leggerissimo di tulle sopra il tessuto. Il corpetto aveva una scollatura profonda tra i due seni, e lasciava la schiena ricoperta solo di un leggerissimo strato di tessuto praticamente trasparente. Aveva una cintura in vita e tacchi alti, senza calze; si era fatta un trucco leggero, molto naturale, -non le piacevano i trucchi troppo pesanti o marcati-, e uno chignon basso laterale.
 
 
 << Hai aiutato tu mamma a pettinarsi e a scegliere il vestito? >>, domandò James ad Amelia, che ancora era in braccio.
 
 
 << Sei… sul serio, un incanto >>, James non smetteva di guardarla e ammirarla.
 
 
 << Anche tu stai benissimo così. Non ti vedo così elegante in molte occasioni >, gli sorrise, avvicinandosi a James, lisciandogli una piccola piega della giacca del suo smoking nero.
 
 
 Lui aveva il completo con la camicia bianca e il papillon nero con le scarpe lucide, anch’esse nere. Aveva tutti i capelli tirati indietro, e per l’occasione si era rasato completamente la barba, che solitamente portava appena accennata.
 
 
 << Grazie >>, fece lui, tutto orgoglioso. Amelia guardava i genitori e batteva le mani.
 
 
 << Sono belli mamma e papà? Si? >>, fece Xx, sorridendo alla figlia.
 
 
Sentirono suonare al campanello, e Xx andò ad aprire.
 
 
 << Ciao ragazzi! Entrate, entrate! La baby-sitter sta arrivando, mi ha appena mandato un messaggio >>, salutò Xx Oliver e Katy, facendoli entrare.
 
 
 << Siamo un po' in anticipo. È da qualche giorno che non vediamo Amelia, siamo passati a salutarla >>, spiegò Katy.
 
 
 << State benissimo! >>, continuò, osservandoli mentre entravano nel salotto. Oliver aveva uno smoking praticamente uguale a quello di James, mentre Katy aveva un bellissimo vestito color argento, con delle spalline sottili e una scollatura a cuore, che scendeva morbido fino ai piedi, e nascondeva il piccolo pancino che si intravedeva appena. Anche lei aveva la schiena scoperta.
 
 
 << Anche voi siete bellissimi! >>, face James. Amelia stava guardando tutti e quattro, ma soprattutto girava la testa dal padre allo zio e viceversa, forse un po' spiazzata da tanta somiglianza, anche nel vestito. Posò una manina sulla guancia del padre, e l’altra su quella dello zio, sorridendo: << Pa- pa- pa >>, poi si gettò su James, mettendogli le braccia vicino al collo.
 
 
 << Allora? Non c’è niente che volete dirci? >>, domandò Xx curiosa.
 
 
 << Anche voi dovreste dirci qualcosa >>, fece Oliver, il sorriso furbo.
 
 
 << Il battesimo di Amelia è il ventiquattro gennaio. Padrino e madrina tenetevi liberi per quella data, e poi per qualche sera.  Ci sono degli incontri >>, fece Xx.
 
 
Oliver e Katy trattenevano a stento un sorriso.
 
 
 << Daii, avanti! >>, li incitò Xx.
 
 
 << Voi due >>, fece Oliver, indicando con il dito prima Xx e poi James.
 
 
 << Ci avete fatto aspettare nove mesi! >>, continuò minaccioso.
 
 
 << Dai Oliver, lo sappiamo che sei una pettegola e che non vedi l’ora di dircelo! E che mai e poi mai resisteresti ancora tutti questi mesi >>, lo prese in giro Xx, e James ridacchiò.
 
 
 << It’s a girl! >>, esplose Oliver dalla gioia, arrendendosi, e Katy confermò con la testa, felicissima, mettendosi le mani sul pancino.
 
 
James lo abbracciò felice per il fratello: era un abbraccio fraterno, caldo… erano bellissimi da vedere.
 
 
 << I’m happy for you >>, gli sussurrò James, dandogli una pacca sulla schiena.
 
 
 << Me too >>, fece Oliver commosso.
 
 
Xx abbracciò Katy, con fare quasi materno, con delicatezza: ci si rivedeva un po' in lei, viveva di nuovo tutte le emozioni che stava vivendo ora Katy, le ricordava attraverso lei… sapeva esattamente come si sentiva Katy, e le mille preoccupazioni e gioie che la attraversavano a ogni secondo, probabilmente erano le stesse che aveva vissuto lei, quando era incinta, e ancora chiamava Amelia miniPhelps.
 
 
 << Sono tanto felice per voi >>, le disse, tenendole le mani, sorridendo.
 
 
 << Grazie. Noi… siamo tanto felici. Tanto >>, fece Katy abbracciandola ancora.
 
 
Xx poi si rivolse a Oliver, abbracciandolo stringendolo per i fianchi, e lui la avvolse nel suo abbraccio.
 
 
James andò a congratularsi con Katy, stringendola.
 
 
 << Congratulazioni. Sarà una bambina bellissima. E tanto amata >>, fece Xx allontanandosi da Oliver.
 
 
 << Si, lo sarà. Grazie >>, le sorrise.
 
 
 << E mi raccomando Katy, niente ascensori per almeno due settimane prima della data del parto! >>, fece Xx, e scoppiarono a ridere tutti e quattro.
 
 
 << Amelia! Avrai una cuginetta con cui giocare, sei contenta? >>, fece zio Oliver, prendendola in braccio.
 
 
 << Ai vostri lo diremo il giorno di Natale, non lasciatevelo scappare >>, fece Katy, che era radiosa, e James e Xx annuirono.
 
 
 << Hanno suonato alla porta, deve essere Hannah, la baby-sitter >>, fece Xx, avviandosi alla porta.
 
 
 << Lascia, vado io >>, fece James, che era il più vicino.
 
 
 
Lasciarono Amelia alla baby-sitter, anche se a malincuore, e salirono in auto.
 
 
Hannah aveva distratto la bambina, che si era messa a piangere quando vide i quattro andare via, con un gioco con tante lucine, e poi Xx aveva messo su un cd con gli audio dei pezzi suonati da James con la chitarra… era una cosa che la calmava sempre.
 
 
 << Mi si stringe il cuore ad averla lasciata li che piangeva. Sono una mamma orribile >>, fece Xx pensierosa, guadando dal finestrino.
 
 
 << Si stava già calmando. Hannah poi le darà il biberon e quello con il cd la farà dormire come un ghiro. Non ti preoccupare. Sei una mamma bravissima, avevi pensato anche al cd >>, fece James incoraggiante, anche se nemmeno a lui il ricordo dell’immagine e il suono della sua bambina che piangeva piaceva molto. Per niente. Non lo sopportava. Forse Amelia pensava che l’avevano abbandonata?
 
 
James scacciò questi pensieri, scuotendo la testa.
 
 
 << E poi, se la situazione fosse così grave da non riuscire a calmarla, vi chiamerà >>, disse Katy, una mano sopra quella di Xx, e anche Oliver fece lo stesso, confortando lei e il fratello.
 
 
 << Siete sicuri di essere Inglesi voi? Tutto questo toccare, abbracciarsi, stare fisicamente vicini alle persone anche quando parlate… è più da noi Italiani. Non mi dà fastidio si intende. Forse ormai James si è abituato… ma voi? >>, fece Xx in un tono fintamente scandalizzato.
 
 
 << Che simpatica. Certo che siamo inglesi, ma ci siamo abituati ad alcune caratteristiche vostre stando con te. Si vede che ci hai contagiato, tipo con i virus >>, la prese in giro Oliver.
 
 
 << Ha- ha- ha >>, commentò Xx, e scoppiarono a ridere tutti.
 
 
 
 << Pronta? >>, domandò James alla sua Xx. Stavano per uscire dalla macchina, c’erano già alcuni giornalisti, invitati all’evento per promuoverlo e pubblicizzarlo, pronti con le fotocamere. Oliver e Katy erano già fuori dall’auto, e James aveva richiuso la portiera, per concedere alla sua ragazza qualche secondo in più.
 
 
Xx fece un respiro profondo, gli strinse la mano più forte e annuì.
 
 
 << You’re so beautiful… andrà bene, vedrai. La serata ti piacerà. Poi torneremo a casa, nella nostra privacy, guarderemo Amelia che dorme beata e tranquilla e poi… non vedo l’ora di spogliarti >>, le sorrise malandrino. Xx arrossì.
 
 
 << A chi lo dici… ora usciamo, posso farcela. Soprattutto se la ricompensa alla fine sei tu >>, sorrise sorniona e ammiccante. James ridacchiò e scosse la testa.
 
 
 << Andiamo >>, fece lui, le diede un lieve bacio a fior di labbra e aprì la portiera.
 
 
Uscì per primo, poi tese la mano a Xx, per aiutarla a scendere.
 
 
Non le sarebbe servito, ma la prese, era come un’ancora di salvezza in quel momento. Intrecciarono le dita delle loro mani e si guardarono negli occhi per qualche secondo, James le sorrise, il suo sorriso timido, per darle coraggio.
 
 
Quando Xx spostò lo sguardo da lui al resto del mondo attorno a loro fu investita da un’ondata di flash, un rumore assordante che contrastava di netto con la loro bolla di intimità che avevano avuto fino a un secondo prima nella macchina.
 
 
James salutava e dispensava sorrisi a tutti, tenendo Xx vicino a sé. Anche Xx sorrideva, anche se più nervosa, e salutava timidamente con la mano.
 
 
Il ragazzo parlava con alcuni giornalisti, che gli chiedevano informazioni della serata e dell’associazione che sostenevano, e di eventuali progetti futuri per il suo sostegno. Stavano per andare avanti ed entrare dove si sarebbe tenuta la cena, quando una giornalista gli pose una domanda: << We’re asking all of you. Is she your girlfriend? >>, domandò, porgendogli il microfono.
 
 
Xx era scioccata. Che invadente la giornalista! E poi, non doveva promuovere la cena di beneficenza?
 
 
La ragazza guardò con discrezione la reazione di James: come si sarebbe mosso?
 
 
Lui la guardò sorridente, come a cercare, forse, il consenso di dare la risposta che lui voleva dire a tutti da tempo. Gli occhi di Xx brillavano.
 
 
 << Yes. She is my girlfriend >>, rispose con semplicità alla giornalista.
 
 
 << Usually she has always been accompanied by blonde American girls. She is not blonde, and does not look American. Did you change tastes? >>, domandò ancora, piuttosto sfacciatamente, la giornalista.
 
 
James si accigliò prima di rispondere: << The main reason for the evening is not gossip. In the past I had blond girls, yes, but now I'm in love with her, of the kind she is, and I do not care if she's brunette and Italian. I would have fallen in love with her even if she was French and with black hair. Or English with red hair. Now we have closed the gossip moment >>, rispose secco, prima di allontanarsi.
 
 
Xx era contenta della risposta che gli aveva dato James… ma le diede da pensare.
 
 
James non se ne accorse subito, e continuò a parlare con i giornalisti o con altri ospiti invitati alla serata, mentre Xx diventava sempre più silenziosa.
 
 
Durante la cena il ragazzo aveva iniziato a notare l’improvviso semi- silenzio di Xx, che di solito parlava e chiaccherava con tutti… ma quella sera sembrava persa nei suoi pensieri.
 
 
 << Tutto ok? >>, le domandò a un certo punto, un po' preoccupato.
 
 
 << Yes >>, bisbigliò, senza aggiungere una parola in più.
 
 
Oliver e Katy parvero notare il cambiamento, e guardarono James come a chiedere spiegazioni, ma lui alzò appena le spalle, come a dire: << Non ne ho idea >>: Xx in fondo parlava, anche se pochissimo, e non gli sembrava fosse successo niente di così grave da giustificare un simile comportamento.
 
 
Dopo cena gli ambasciatori della fondazione dovevano aprire le danze.
 
 
 << Scherzi? >>, domandò allarmata Xx.
 
 
 << No. Coraggio, solo un ballo, poi arriveranno in pista gli ospiti. Andrà bene, tu segui me. Prometto di non pestarti i piedi >>, le sorrise incoraggiante.
 
 
 << Jay, non so ballare! >>, disse così piano che James dovette avvicinarsi per sentire.
 
 
 << Una volta ti ho fatto una lezione, non ti ricordi? Non ti farò fare brutta figura, promesso >>, continuò, sfoderando quel sorriso timido a cui Xx proprio non sapeva resistere.
 
 
 << Sarà meglio per te! >>, sorrise anche lei, prendendo la mano di lui, ripensando alla loro “ lezione “ di ballo.
 
 
Attaccò la musica e loro due, Oliver e Katy e un altro paio di coppie iniziarono a volteggiare nella pista da ballo: Xx si sentiva centinaia di occhi puntati addosso, ma riuscì a non badarci troppo… aveva occhi solo per James, ed era meglio che non si guardasse i piedi, o sarebbe inciampata.
 
 
Al primo ballo seguì il secondo, in modo molto naturale, e poi iniziarono ad arrivare tutte le coppie di ospiti, e la ragazza si sentì meno al centro dell’attenzione.
 
 
 << È così male? >>, le domandò James, stringendola appena più forte.
 
 
 << Non è male. Anche se sono convinta che tu c’entri qualcosa >>, gli sorrise ammiccante, e lui ridacchiò.
 
 
 << Scusa, ma voglio rubarti la ragazza per il prossimo ballo >>, Oliver piombò dietro al fratello, che non lo aveva visto arrivare.
 
 
James annuì: << Ok. E io mi godo tua moglie per il prossimo e siamo pari >>, rispose lui, prese la mano di Xx e la mise tra le mani del fratello: Xx e Katy scossero la testa divertite.
 
 
 << A tra poco >>, le sussurrò, prima di prendere la mano di Katy.
 
 
 << Ti avviso che sono una pessima ballerina >>, annunciò subito Xx al ragazzo.
 
 
 << Don’t worry >>, le rispose Oliver.
 
 
 << Stai bene? >>, le domandò invece.
 
 
 << Mmm? Si, non preoccuparti >>, rispose distratta.
 
 
Oliver e Xx non stavano così vicini come Xx e James, si postavano di poco: la ragazza provò a cercare con lo sguardo il suo ragazzo, ma non lo trovò.
 
 
 << Si vede che qualcosa non va. Se è per Amelia è in ottime mani lo sai, e se non ti ha ancora chiamata la baby-sitter vuol dire che va tutto bene, no? Tra qualche ora sarai a casa, e potrai vederla tu stessa >>.
 
 
 << Lo so che Amelia sta bene… stavo pensando ad altro… mi dispiace se sto rovinando la serata >>, fece mogia.
 
 
 << Non stai rovinando proprio niente >>, assicurò lui, sorridente.
 
 
 << Allora, come sta andando il tuo percorso per diventare papà? >>, domandò per cambiare argomento.
 
 
 << Benissimo! È tutto così nuovo, così… intenso. Accarezzare e baciare la pancia di Katy è diventata la mia parte preferita della giornata >>, sorrise lui.
 
 
 << Piaceva tanto anche a James >>, sorrise Xx, e le immagini di quando aveva il pancione le tornarono in mente.
 
 
 << E vedrai, man mano che cresce avrai la sensazione di avere sempre un maggiore contatto con tua figlia. Crescerà e la sentirai muoversi e rotolarsi nella pancia di Katy, ora è piccola ancora… ne riparleremo quando accadrà >>, sorrise la ragazza… e anche Oliver.
 
 
 << Non vedo l’ora di poterla vedere e stringere a me >>, continuò Oliver.
 
 
 << Ci credo >>, gli rispose.
 
 
 
Poco più tardi erano tornati ai loro tavoli, e i due fratelli stavano parlando con diverse persone, stringendo mani e spiegando qualcosa.
 
 
 << Katy vado al bagno >>, fece Xx e la ragazza, rimasta seduta, annuì.
 
 
Una volta entrata nel bagno, Xx si fissò nello specchio, inspirando profondamente. Sfortunatamente era uno specchio parecchio grande, tutto illuminato, che metteva in luce ogni minimo difetto che lei sentiva di avere.
 
 
Si osservò: non era bionda, non era alta, non era americana… tutte qualità che James pareva apprezzare.
 
 
 Sbirciò sul suo smartphone, alla voce ex ragazze di James Phelps; non lo aveva mai fatto, e un po' si vergognava di farlo in quel momento… ma la giornalista l’aveva messa un po' in crisi.
 
 
 Lei sapeva che lui la amava, lo sentiva, ne era certa. Avevano fatto una figlia insieme… anche se, in effetti, era stato involontario… come potevano venirgli in mente queste idee?
 
 
Ma le immagini parlavano da sole.
 
 
Mise via il telefonino scoraggiata, e riprese a guardare la sua immagine riflessa: vedeva una giovane donna… spaventata. Spaventata di non essere una buona mamma, spaventata di non essere all’altezza del ruolo che aveva nella vita di James, spaventata di non essere abbastanza per lui… per quanto lui la rassicurasse. Spaventata anche di poterlo perdere, per una americana alta e bionda… che lui un giorno si sarebbe stancato di lei, e sarebbe ritornato ai suoi standard di bellezza… si sentiva inadeguata.
 
 
 A un certo punto delle sue follie mentali, quando iniziò a pensare seriamente che le dispiaceva non essere bionda, americana eccetera, ma che poteva farsi la tinta e chiedere la cittadinanza americana, sentì la porta aprirsi, e vide entrare la giornalista.
 
 
 << Tu sei la ragazza di James Phelps >>, la riconobbe.
 
 
Xx storse il naso, essere etichettata solo come la ragazza di James Phelps era uno dei motivi per cui non voleva farsi fotografare con lui quando erano in mezzo la gente: lei era molto altro!
 
 
 << Stai pensando a quello che ho detto prima? Qualcosa da aggiungere? >>, si informò subito.
 
 
 << No. Buona serata >>, continuò secca, prima di uscire.
 
 
 << Guarda che ti ho solo aperto gli occhi. Succederà ancora. Così sarai preparata >>, continuò maligna: Xx si fermò ma non rispose, e quando finì di parlare lei continuò per la sua strada.
 
 
Sgattaiolò in terrazza, a godersi un po' di aria fresca, seduta sulla sedia di un tavolino in disparte.
 
 
 << Lo sai che prenderai freddo così? >>, domandò una voce alle sue spalle. Xx sorrise, riconoscendolo immediatamente.
 
 
 << Lo sai che pensavo di essere riuscita a passare inosservata ad arrivare fin qui? >>, continuò lei.
 
 
James sospirò, avvicinò una sedia a quella di lei, si tolse la giacca del suo smoking e gliela posò sulle spalle, accomodandosi a fianco a lei.
 
 
 << Prenderai freddo >>, gli disse Xx, che si stava togliendo la giacca per restituirgliela, ma lui la bloccò, rimettendogliela.
 
 
 << Grazie >>.
 
 
 << Perché te ne stai qui tutta sola? Sei stata taciturna tutta la sera. Ti stai annoiando? >>, James si preoccupò, prendendo le mani di lei tra le sue.
 
 
 << No Jay, non preoccuparti… solo pensieri che mi attraversano la mente. La serata è bellissima. Siete riusciti a raccogliere delle donazioni? >>, provò a sviare il discorso.
 
 
 << E da quando non puoi dirmi quello che pensi? >>, si informò lui, guardandola dritto negli occhi, serio: Xx si fece piccola piccola.
 
 
Lei non rispose subito, e rimasero entrambi in silenzio per qualche istante, mano nella mano.
 
 
 << James io… non lo so. Quella giornalista a inizio serata mi ha messo in crisi. Sai, quella che faceva insinuazioni sulle tue ex tutte alte, bionde e americane. E, come penso tu abbia notato, io sono bassina, castana e italiana… praticamente l’opposto >>, ammise Xx, vuotando il sacco delle sue ansie, senza però avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
 
 
 << Io lo so che tu mi ami. Lo so che mi dirai che abbiamo anche una bambina, che è il frutto del nostro amore. Lo so che la ami sopra ogni cosa e che oggi non potresti stare senza di lei… ma so anche che è un frutto involontario, non programmato… non voluto all’inizio. Ma… non lo so. Mi sento inadeguata, non mi sento all’altezza di tante cose, di essere alla tua altezza, tra le mie principali preoccupazioni. Di non essere all’altezza di essere una brava mamma per la nostra Amelia… >>, continuò, fissandogli i bottoni della camicia, il cuore in gola, temendo la reazione di James alle sue parole.
 
 
 << Stronzate >>, le rispose lui, quasi ringhiando.
 
 
Xx sgranò gli occhi, sentendo il suo battito cardiaco accelerare bruscamente: James sembrava esserci rimasto davvero male.
 
 
Aveva provato più volte a convincerla che non gli importava più di nessun’altra, da quando l’aveva conosciuta. Glielo aveva dimostrato, ma non ci era mai riuscito fino in fondo, visto che di tanto in tanto riemergevano in lei queste paure. A volte non riusciva a capire Xx…  ed era nervoso quando lei non riusciva a confidarsi e parlare con lui di quello che la preoccupava o la faceva stare male. Le alzò il viso, fino a che gli occhi di lei non incontrarono quelli di lui.
 
 
 << Io… a volte non riesco a capirti. Non sono mai stato così tanto felice in vita mia. Vorrei che lo sapessero tutti… ma mi rendo conto che tu voglia mantenere la tua privacy, ed entrambi vogliamo proteggere Amelia. Ma… almeno tu dovresti saperlo che mi rendi l’uomo più felice del mondo. Non sono mai riuscito a convincerti completamente che tu sia la donna della mia vita… perché? Ne abbiamo parlato tante volte… Non mi importa niente che tu sia italiana, americana, cinese, tedesca o inglese. E non mi importa di che colore sono i tuoi capelli. A me piacciono i tuoi, il tuo colore, i tuoi riflessi… e sai? Non me ne importa niente neanche di quanto tu sia alta. Che tu sia un metro e ottanta o uno e cinquanta. Riesco a tenerti stretta e a prenderti in braccio. A sollevarti per tenerti schiacciata tra me e il muro quando facciamo l’amore… a me non serve altro. Non voglio altro. È vero, le mie ex ragazze avevano tutte alcune caratteristiche in comune… ma sono ex, e non era una cosa fatta volutamente. Sei tu la mia ragazza. Ho scelto te, non loro. Ho fatto una figlia con te, non con loro. Magari non era programmato in quel momento… ed è vero che non ho reagito bene all’inizio, ma mai e poi mai, con nessun’altra ho pensato di costruire una famiglia, come stiamo facendo io e te. Non mi passava neanche per la testa. Hai detto che non ti senti alla mia altezza, che ti senti inadeguata… ma tu non sai che le altre… mi davano ragione perché pensavano di farmi contento, anche se non erano d’accordo con me. Anche se uscivamo a cena ad esempio, loro ordinavano solo quello che mangiavo io. Non mi rispondevano a tono, non mi sfidavano neanche… queste sono cose che fai solo tu con me. Le altre quando scoprivano che sono più o meno famoso… perdevano ogni tipo di personalità per adattarsi a me. Non mi davano contro, non mi rispondevano… Anche se serviva. Con te invece non ho di questi problemi, e non ti importa che sia famoso o no. Loro si che non erano alla mia altezza. Ma tu… tu lo sei eccome >>, le sorrise. Il suo tono si era un po' addolcito rispetto la reazione che aveva avuto poco prima.
 
 
 << E Xx… io ti amo così esattamente come sei. Per questo non mi interessa nessun’altra oltre te. Sei bellissima… sei ironica, sei divertente ed intelligente… mi fai ridere tanto, e neanche te ne accorgi. Sei così allegra, positiva… senza contare che sei una brava mamma per Amelia. Le trasmetti tutto il tuo amore Cosa posso chiedere ancora? >>, continuò lui.
 
 
Xx aveva gli occhi lucidi: in quel momento sembrava che tutte le sue paure e le sue preoccupazioni si stessero sgretolando una alla volta... che lui le stesse distruggendo. Si sentiva così sciocca… lui le dimostrava tutti i giorni il suo amore… come poteva dubitare?
 
 
 << Se ti capita di trovare altre persone come questa giornalista, dimmelo. Loro non ci conoscono, non conoscono il nostro rapporto. E non sanno niente del nostro amore >>, le sorrise lui, guardandola dritto negli occhi.
 
 
 << Senza contare una cosa >>, disse una voce alle loro spalle. Xx e James saltarono sulla sedia: erano talmente concentrati l’uno sull’altra che avevano lasciato fuori il resto del mondo.
 
 
La testa di Oliver, seguita da quella di Katy, spuntarono da dietro una tenda.
 
 
 << Oliver! Che ci facevi lì? Origliavi?? >>, gli domandò il fratello.
 
 
 << Macchè. Siamo venuti a cercarvi. James, dobbiamo fare il discorso conclusivo della serata tra poco. >>, fece spiccio Oliver.
 
 
 << Xx, ascoltami e fidati di me, che lo conosco come le mie tasche da trent’anni. Lui non ha mai, mai, guardato nessuna di quelle bionde americane nello stesso modo in cui guarda te. Neanche lontanamente. Neanche una volta. Sei speciale per lui, e non ti farebbe mai del male, soprattutto ora che ha sperimentato la sua vita senza di te, sai… quando avete litigato di brutto. Era un cane bastonato… era come se gli mancasse l’aria per respirare. Per lui non esiste neanche il solo remoto pensiero di abbracciare qualcuna che non sia tu… figurati di baciarla. Fidati, non si stancherà così facilmente >>, sorrise Oliver incoraggiante, e Katy annuiva a fianco a lui.
 
 
Xx e James lo guardarono, poi James avvolse il fratello in un caldo e lungo abbraccio.
 
 
Xx era piuttosto in imbarazzo, non solo perché Oliver e Katy avevano sentito una conversazione piuttosto privata tra loro, soprattutto Oliver, almeno per quello che la riguardava, ma lui aveva “ difeso “ il fratello…
 
 
 << Mi sento così stupida ora >>, mormorò Xx, alzandosi e dirigendosi verso di James. Lui la prese per la mano e la attirò tra le sue braccia, tirandola leggermente, avvolgendola a lui.
 
 
Xx inspirò il suo profumo dal suo petto, riempiendosi le narici di lui.
 
 
 << Sorry >>, gli bisbigliò.
 
 
 << Non ti devi scusare >>, le rispose.
 
 
 << Andiamo a fare questo discorso? >>, domandò a Oliver, che annuì con forza.
 
 
James era abbastanza timido, a dispetto di come si comportava in pubblico, o anche con lei… quindi parlare di fronte a una sala piena di gente non doveva essere facile per lui… Oliver invece risultava più sciolto e a suo agio. Anche per questo motivo era tanto fiera e orgogliosa di lui in quel momento, e applaudì forte, quando si levò dalla sala uno scroscio di applausi… e fu l’ultima a smettere, sorridendogli.
 
 
Era parecchio tardi quando James e Xx rientrarono in casa, ringraziando la baby-sitter di essersi intrattenuta fino a quell’ora. Xx aveva ancora addosso la giacca del ragazzo, e lui aveva il papillon tutto slacciato che gli pendeva dal collo.
 
 
 << Vuoi un the? >>, le domandò.
 
 
 << Solo se mi fai compagnia >>, gli rispose.
 
 
Xx lo guardò armeggiare dietro al bancone della cucina, senza parlare.
 
 
Prese il suo cellulare, trovò quello che cercava e alzò il volume. Era una canzone di Little Richard, “ Good Golly Miss Molly “, si intitolava.
 
 
James mise l’acqua sul bollitore e accese il fuoco, poi sentì la canzone partire e si girò curioso: sorrise subito.
 
 
Xx stava ballando a ritmo di musica, muovendo il busto, le spalle e i fianchi, invitandolo a ballare con un dito.
 
 
Ridendo divertito si avvicinò a lei, iniziando a muovere un po' le gambe e il petto, lei si tolse le scarpe alte e lo seguì: muovevano entrambi le spalle, e se lui andava indietro con il busto, lei lo seguiva, andando avanti, e quando era lei ad andare indietro, lui si muoveva andando avanti: stavano ridendo come matti, poi lui le fece fare delle giravolte, e lei, una mano sulla sua spalla a tenerlo fermo ( ahimè, alla sua testa non aveva speranze di arrivare se stava in piedi ), gli girò intorno a ritmo di musica, muovendo i fianchi e il busto.
 
 
A quella canzone ne seguì una seconda, “ Great balls of fire “ di  Jerry lee Lewis, mentre loro continuavano a ridere e ballare.
 
 
Il bollitore fischiò, e James andò a spegnerlo, mentre Xx si sedeva sul divano, stanca ma allegra: ballando le erano scappati un po' di capelli dallo chignon basso, e ora le ricadevano sulle spalle.
Il ragazzo la raggiunse, porgendole la tazza e sedendosi, ancora ridacchiava.
 
 
 << È stato divertente >>, le disse lui, soffiando sul suo thè, osservandola senza che lei se ne rendesse conto.
 
 
 << I agree >>, gli rispose, sorseggiando dalla tazza.
 
 
 << Xx… è tutto ok? Per la storia della giornalista e delle bionde americane? >>, domandò lui dopo un po', poggiando la tazza sul tavolino di fronte al divano.
 
 
Xx non rispose, e sorseggiò il suo thè guardandolo di sottecchi. Lo finì e posò la tazza sul tavolino di fronte a lei, girandosi verso di lui.
 
 
 << Jay… è così tanto difficile per me. È come se vivessi costantemente la vita di un’altra… una vita da favola. E vivo sempre con l’angoscia di svegliarmi e scoprire che è tutto un sogno, che devo andarmene e lasciare il posto a una vera principessa, che arriva dal to mondo e che si adatta meglio di me al tuo tipo di vita. Come se… >>, gli rispose lei, un po' timorosa di quello che avrebbe potuto risponderle.
 
 
Ma non finì la frase: James si avvicinò a lei, posandole una mano sulla bocca. Quando i loro sguardi si incrociarono una scarica da mille volt la attraversò. Il cuore le batteva forte nel petto… le sembrava quasi di soffocare… si sentiva in trappola.
 
 
 << Ti mostrerò qui e ora come posso baciare le tue labbra, in modo da cancellarti ogni dubbio, ogni perplessità… ogni pensiero che ti faccia pensare di non essere adatta a me, anche solo per un secondo >>, disse lui: il suo sguardo si addolcì un po', ma Xx non capiva a cosa lui stesse pesando; le mancava quasi l’aria.
 
 
Al tono della sua voce e alla promessa di quello che sarebbe avvenuto, Xx rimase senza fiato, e se fosse stata in piedi le gambe le avrebbero ceduto: guardò in successione i suoi occhi e le sue labbra, eccitata e un po' intimorita da quello che sarebbe successo.
 
 
La baciò: un bacio ardente, passionale, a cui lei rispose con molto entusiasmo. Xx schiuse le labbra, e lui ne approfittò per entrare con la lingua, rincorrendo quella di lei. Le succhiò il labbro, mordicchiandolo piano, mentre le mani si spostavano sul collo, sfiorandolo leggere. Una mano scese sul ginocchio, risalendo tutta la coscia in modo seducente.
 
 
Durò diversi minuti, e quando James si spostò il suo largo petto si alzava ed abbassava velocemente, come se avesse difficoltà a respirare.
 
 << Io manderò sempre via i tuoi dubbi. Ma sul serio… non devi angosciarti per niente. D’accordo? >>, le disse incoraggiante, riprendendosi a poco a poco.
 
 
 Vide Xx saltargli al collo felice, e riprese a baciarlo: non si stancava mai di questo.
 
 
 << Cosa c’è adesso? >>, domandò lui scocciato, quando lei si allontanò: si stava divertendo, e aveva intenzione di continuare per tutta la notte.
 
 
 << Come è andata la raccolta fondi? >>, gli domandò lei, a un centimetro dalle sue labbra.
 
 
 << Pfff >>, sbuffò lui, fissandola: Xx arrossì di colpo, distogliendo lo sguardo.
 
 
 << È andata bene. Ora, nei prossimi giorni ci daranno meglio l’importo. Te lo dirò non appena ce lo faranno sapere >>, le sorrise.
 
 
 << Grazie >>, gli rispose. Si alzò ed andò a posare le tazze che avevano usato nel lavello in cucina.
 
 
Si stava stiracchiando, quando all’improvviso James piombò su di lei, premendola sulla penisola della cucina, assalendola con passione selvaggia, quasi disperata: non si era neanche accorta che lui si era alzato e l’aveva raggiunta.
 
 
L’intero corpo di Xx si rilassò, e tutte le sue paure sembrarono svanire nel nulla: sentiva solo la morbidezza delle sue labbra, il calore della sua pelle, e il suo respiro che le accarezzava il viso.
 
 
Gli restituì il bacio divorandogli le labbra: le sembrava di respirare di nuovo, senza le sue angosce, e con James così… così James, si sentiva parte di lui, in quel momento, ed era il posto migliore del mondo.
 
 
Immerse le sue piccole mani tra i suoi capelli, accarezzandogli dolcemente la nuca, passandosi le sue ciocche di capelli tra le dita.
 
 
James senza smettere di girare la sua lingua attorno a quella di lei, le passò le braccia intorno alla vita, premendola meglio contro di lui: i loro corpi si cercavano più che mai.
 
 
 Lui la sollevò tra le sue braccia senza sforzo, un braccio attorno alla sua schiena, e l’altro a sollevarla dal sedere, e si diresse verso la loro camera, spostandosi appena dalle sue labbra, tenendo la fronte appoggiata a quella di lei, i nasi che si sfioravano.
 
 
James non accennava a metterla a terra, e una volta arrivati velocemente nella loro camera, aprì la porta con un calcio.
 
 
La spinse contro la porta, sollevandole la coscia, quella dove aveva lo spacco che si apriva e gli mostrava quasi interamente la gamba.
 Xx sentiva il corpo di lui teso sul suo, mentre le sue labbra le divoravano il collo. Le sentì risalire, baciarle il profilo della mascella e trovare le sue labbra… lo prese per i lati del papillon che ancora portava slacciato, come per reggersi a tutte quelle sensazioni.
 
 
Stavano bruciando entrambi di passione, di desiderio, di amore, di voglia l’uno dell’altra, di unirsi in tutti i modi possibili.
 
 
Come le sue labbra si levarono da quelle di lei, la dovette sostenere per la vita per non farla crollare: Xx era senza fiato. James sorrise, soddisfatto… il suo bel sorriso timido.
 
 
Le prese la mano e la condusse vicino al letto. Prendendola per la vita, la sollevò sulla cassettiera, premendosi contro di lei.
 
 
Le slacciò rapidamente la cintura del vestito, e le sfilò la sua giacca, che ancora indossava, facendo cadere tutto a terra.
 
 
 << È da quando sei uscita dal bagno che voglio toglierti questo vestito >>, fece lui avido, impaziente, prendendole il viso tra le mani per baciarla.
 
 
L’ardente desiderio che Xx vedeva nei suoi occhi la eccitò da morire, lo tirò di nuovo per il papillon slacciato, attirandolo a lei, baciandolo con desiderio.
 
 
James le afferrò la vita e scese a baciarle il collo, lasciando dietro di sé una scia incandescente dove le sue labbra passavano. Il suo corpo spingeva contro quello di Xx, provocandole di gemiti che non riuscì a trattenere: il legno della cassettiera scricchiolava ad ogni loro movimento.
 
 
Xx sentiva tutto il corpo di lui su di lei, tutti i vestiti che indossava… si sentiva così piccola tra le sue braccia, e così affamata di lui… iniziò a spogliarlo tirandogli da un lato il papillon, sfilandoglielo.
 
 
Gli sbottonò i primi bottoni della camicia, ma lui afferrò la sua mano mettendola contro il muro sopra la sua testa, per poi succhiarle le labbra con preoccupante brutalità.
 
 
Xx non si era mai sentita così… non era mai stata così incredibilmente affamata di un uomo.
 
 
 << Jay… >>, soffiò, ma lui non la lasciava parlare, continuando a baciarla con forza.
 
 
 << Mmm? >>, mugolò lui.
 
 
 << Mi fai impazzire… >>, fece, a fatica.
 
 
 << È ciò che vuoi? >>, le domandò, guardandola negli occhi, il fuoco che gli bruciava dentro.
 
 
 << Sei tu quello che voglio >>, mormorò sicura lei. Impercettibilmente gli occhi di lui si fecero più grandi, più ardenti.
 
 
 << Jay… ho tanto bisogno di te… >>, gli disse sincera, carezzandogli il viso.
 
 
  << Sono io che ho bisogno di te… >>, fece lui con una dolcezza incredibile, che contrastava un po' con la nota di brutalità che aveva messo nel baciarla.
 
 
 << Allora siamo a posto così >>, ridacchiò lei, e il ragazzo si unì alla risatina.
 
 
 << TI darò ciò che vuoi >>, aggiunse, prima di rituffarsi nelle sue labbra.
 
 
 << Solo se lo vuoi anche tu >>, fece più seria lei.
 
 
James alzò un sopracciglio, scettico: << Stai scherzando, sì? >>, le domandò.
 
 
 << No… >>, ammise, prendendo una sfumatura rossa.
 
 
 << Non c’è momento in cui non voglia fare l’amore con te, stringerti a me, spogliarti, baciarti… sentirti gemere… >>, le sorrise malizioso.
 
 
Xx strinse maggiormente le cosce attorno a lui, in modo da premersi sempre di più contro il suo ragazzo, a sottolineare quello che lui le stava dicendo… non voleva lasciare il minimo spazio tra loro.
 
 
James la sollevò con facilità, facendola girare e stendendola sul letto. La afferrò con fare possessivo per la vita e tirò Xx verso di lui: la parte inferiore del vestito si sollevò violentemente verso la parte superiore delle cosce, mentre lui premeva il suo corpo su quello di lei, con le mani sulla sua schiena.
 
 
Xx riprese a sbottonargli la camicia con molta calma, voleva godersi ogni istante di lui: arrivata a metà dovette però fermarsi, scossa da dei leggeri brividi; chiuse gli occhi, mordicchiandosi il labbro.
 
 
 James, una volta tolta la cintura, fece scivolare delicatamente le sue mani lungo le cosce di lei, prendendo il vestito sollevandoglielo fin sopra il collo. Per un secondo abbandonò il tessuto sulla sua faccia, baciandole la pancia attraverso il babydoll che aveva indossato per l’occasione.
 
 
Sorrise a vederglielo addosso: era piuttosto trasparente e scollato, infatti non lo aveva notato per tutta la sera… la parte dietro era praticamente inesistente.
 
 
 Xx aveva la sensazione di starsi offrendo a lui, e questo la inebriava e le faceva girare la testa.
 
 
Con le sue grandi mani le sfilò il vestito dalle braccia, gettandolo a terrà. Xx riaprì gli occhi, desiderosa di vederlo. Il tessuto sottile e trasparente del suo babydoll rivelava le forme del suo corpo, caldo e vibrante per lui.
 
 
Senza smettere di baciarla, James infilò le mani sotto quell’indumento: erano mani grandi, morbide, passionali… potenti. Xx trattenne il fiato, mentre lui le mordicchiava un orecchio, sussurrandole: << E’ così bello toccarti… hai un corpo fatto per essere accarezzato… baciato… amato… >>.
 
 
La ragazza avvampò: era pazzesco come delle semplici parole potessero essere così sexy solamente per il fatto che era lui a pronunciarle. Osservava quell’uomo così potente e magnifico… ma anche così vulnerabile e sensibile, che si stava chinando verso di lei. Si rendeva conto di ciò che le faceva? La sua presenza, tutto ciò che lui è… nessuno l’aveva mai fatta sentire così.
 
 
James finì di slacciarsi la camicia, levandosela e gettandola a terra insieme al vestito di lei, rivelando così il suo corpo scandalosamente sexy.
 
 
Xx trattenne il fiato, ammirandolo… sorridendo leggermente. In quel momento ebbe la certezza che lui sapeva esattamente come la faceva sentire.
 
 
James si avvicinò a lei, mentre la ragazza gli stava slacciando i pantaloni, facendoli scivolare lungo le sue gambe, e con un calcio anche quelli e i calzini finirono a terra. Lui posò una mano su entrambi i lati del seno di Xx, baciandolo attraverso la stoffa, mordicchiando e leccandole i capezzoli, che si indurirono quasi all’istante: le sfuggì dalle labbra un gemito prima che potesse fermarlo.
 
 
Lui sorrise, piuttosto soddisfatto, poi risalì con il viso, portandolo a un soffio da quello di lei: Xx sentì il suo fiato caldo accarezzarle le labbra… e protestò quando lui si spostò dai suoi seni.
 
 
 << Un po' di pazienza… >>, ridacchiò lui. I suoi occhi si fissarono sulle labbra di lei, mentre i suoi fianchi scivolavano con delicatezza tra le sue cosce.
 
 
Con una mano risalì il suo corpo, afferrando una spallina sottile del babydoll e facendola scivolare sul suo braccio, scoprendo parzialmente il seno, poi fece lo stesso con l’altra spallina, osservando ogni più piccola reazione di lei ai suoi movimenti.
 
 
 << Questo completino che hai messo è molto sexy e provocante >>, le sussurrò all’orecchio, baciandone la parte posteriore poi.
 
 
 << Allora lo devo mettere più spesso >> gli rispose, sorridendo al suo collo.
 
 
 << Certo >>, assicurò lui subito, facendola ridacchiare.
 
 
Xx faceva vagare le sue mani sul suo petto, carezzandolo, alzando e spingendo inconsapevolmente il suo bacino contro di lui, senza quasi accorgersene.
 
 
Lui invece se ne accorse eccome, e dovette trattenere a fatica l’impulso di entrare dentro di lei: voleva di più, molto di più, quella notte.
 
 
 << James, prendimi… >>, lo implorò quasi.
 
 
 << SShh… abbiamo tutta la notte davanti… >>, le sussurrò sensuale, e maledettamente erotico.
 
 
Le sue labbra si premettero contro quelle di lei con determinazione: Xx poteva solo seguire il ritmo che imponeva. Tremava tutta, ora era solo un corpo che voleva essere soddisfatto e completato.
 
 
James scese a baciarle il profilo del collo e delle spalle, Xx si muoveva sotto di lui sempre più impaziente, sempre più irrequieta.
 
 
 << Qualcuno qui si sta agitando >>, le sorrise, ridacchiando.
 
 
Xx sbuffò, ma dentro di lei era al settimo cielo, dentro di lei si diceva che era semplicemente impossibile dimenticarsi di un uomo del genere… un uomo come James, il suo James. Una volta che entrava nella tua vita, che marchiava la tua pelle, il tuo corpo, la tua anima… diventava una parte di te, alla quale sarebbe stato impossibile rinunciare… sarebbe stato come dover rinunciare u un organo vitale, non si poteva fare e basta.
 
 
James scese sempre di più, soffermandosi sui suoi seni, caldi sotto le sue mani e la sua bocca: sentiva la pelle d’oca che le provocava, e questo lo faceva impazzire
 
 
Con una mano Xx scese fino al bordo dei suoi boxer, strofinando l’erezione, che premeva per uscire, al di sopra della stoffa, mentre l’altra si insinuò sotto la stoffa, stringendole il sedere, quasi conficcandogli le unghie nel sedere.
 
 
James si dovette bloccare, gli occhi chiusi, le labbra ferme sul suo seno, e inspirare profondamente: non se lo aspettava, e ne rimase sorpreso.
 
 
Alzò i suoi occhi verdi su di lei, lo sguardò così intenso che avrebbe potuto bruciare ogni cosa, il mento appoggiato al suo seno; la guardava sorridente.
 
 
 << Dimmi >>, gli disse lei sorniona, posandogli una mano nei capelli, carezzandoli con dolcezza.
 
 
 << Ti sto guardando >>, le rispose sorridente.
 
 
 << Questo lo vedo >>, gli rispose, posando la testa meglio sul materasso scendendo, senza nemmeno accorgersene, a formare dei cerchi e delle figure immaginarie sulle sue spalle con le dita.
 
 
James riprese a baciarle la pancia, mentre con le mani le massaggiava entrambi i seni.
 
 
Con la bocca scese più giù, fino a passare con la punta della lingua tra le sue gambe, sulla sua femminilità, da sopra il sottile tessuto del tanga: era talmente sottile e trasparente che era quasi come non indossarlo. La sentì respirare bruscamente.
 
 
Continuò, e con una mano scese infilando un dito al di sotto del tanga, sfiorandola leggera, provocandole dei brividi lungo tutto il corpo: Xx gli strinse più forte le spalle, mentre le dita dei piedi si arricciavano.
 
 
All’improvviso James la prese per i fianchi e si girò sulla schiena, portandola sopra di lui, sorridendo sornione: le sciolse tutta la pettinatura, ormai quasi completamente sfatta, liberandole i capelli che le ricaddero morbidi sulle spalle.
 
 
Xx si tolse il babydoll sfilandolo da sopra la testa, con una sicurezza che non era completamente sua: lui lo notò, le pupille che si ingrandirono impercettibilmente, mentre la guardava.
 
 
La ragazza si chinò su di lui, baciandolo con forza, con passione, con possesso: lui era suo, e ne andava estremamente fiera.
 
 
Scese fino al petto, continuando a baciarlo e a lasciargli una scia di fuoco dove passavano le sue labbra, poi con uno strattone gli levò i boxer, lanciandoli sopra al resto dei loro vestiti.
 
 
 << Sei bellissima >>, mormorò James, guardandola china su di lui, mentre lei gli sfiorava l’erezione con un dito.
 
 
 << Anche tu >>, gli rispose lei.
 
 
 << Tu di più >>, le disse allegro.
 
 
 << No, tu di più, e basta così >>, fece lei, vedendo che stava per aprire bocca, baciandolo per chiudergliela.
 
 
James non si lamentò, anzi: rispose con entusiasmo. Mordicchiandole il labbro inferiore, stringendole forte le mani attorno ai fianchi, lasciandole i segni delle dita addosso.
 
 
Xx si chinò su di lui di nuovo, mentre le dita scorrevano intorno ai suoi fianchi, al bacino per arrivare al pene e infine allo scroto, dove si fermarono ad accarezzarlo con delicatezza. Si chinò ancora, e sostituì le mani con la punta della lingua. La punta della lingua arrivò a sollecitargli la punta dell’erezione.
 
 
Appoggiò la bocca delicatamente sulla cappella. Dando dei piccoli colpi con la lingua: era come se stesse assaggiando il suo gusto di gelato preferito.
 
 
 
La lingua scese su tutta l’asta, fino alla base, mentre con un dito continuava a stuzzicargli la punta. Xx andò ancora più giù, succhiandogli piano prima un testicolo e poi l’altro.
 
 
Con la mano libera prese a risalire lentamente dal ginocchio alle cosce, passando per l’inguine fino al petto, tirandogli piano i radi peli che c’erano. James la stava guardando con occhi pieni di desiderio, cercando di respirare normalmente, mentre scariche di piacere lo attraversavano: aveva l mani tra i suoi capelli, li stringeva e li tirava, quasi a volerle bloccare la testa lì.
 
 
La bocca di Xx andò più su, coprendosi i denti con le labbra iniziò a mordicchiare tutta l’asta, arrivò alla punta e alzò lo sguardo, fissandolo negli occhi: poi lo prese in bocca, fin dove lei riusciva ad arrivare, andando su e giù, strofinandolo e continuando a muovere la lingua… mentre con una mano gli prendeva prima un testicolo e poi l’altro, massaggiandoli con lentezza, e la mano libera risaliva, graffiandogli il fianco.
 
 
 << Oh… s-si. Non fermarti… dai… oh… >>, James tentava di rimanere con gli occhi aperti, ma non era così facile, era inondato da mille scariche elettriche di piacere.
 
 
 << Continua… vai… ti prego… oh… yeah… >>, non riusciva a trattenersi, e alzava in continuazione il bacino e il pube per andare verso di lei, per spingerla a continuare, ad andare più a fondo…
 
 
Xx alternava un ritmo più veloce e sostenuto a uno più lento: lo stava facendo impazzire, e questo le provocava una ondata di orgoglio… in quel momento era solo suo.
 
 
James esplose, le venne dentro la bocca, mentre la guardava, gli occhi dilatati dalla voglia di lei; si sentì tremare dalla testa fino alle dita dei piedi, come se gli fosse esplosa una bomba atomica dritta nello stomaco, e si fosse irradiata tutta dentro di lui, facendolo tremare e vibrare, mentre con il bacino andava inconsapevolmente su e giù, verso la bocca di lei.
 
 
Gemeva forte, si poteva quasi dire che stesse ringhiando: << Xx! >>, urlò il suo nome, preso da un’estasi selvaggia e avvolgente, uno tsunami che non lasciava nulla in piedi dopo il suo passaggio.
 
 
Xx si spostò un poco, guardandolo e schioccando la lingua, piuttosto orgogliosa di quell’orgasmo.
 
 
Il respiro di James si regolarizzò poco alla volta, e fece segno a Xx di avvicinarsi a lui: le prese il viso dolcemente tra le mani e la baciò con trasporto, mordicchiandole le labbra, inseguendo la sua lingua…
 
 
 << I love you >>, le disse, guardandola negli occhi, i volti vicinissimi.
 
 
 << I love you so much >>, gli rispose, avvolgendogli una mano dietro la nuca.
 
 
James si spostò dietro di lei, abbracciandola: le baciava il collo, stringendole i seni con le mani, facendola impazzire, era una dolce tortura. Lui spostò una mano, andando a stringere possessivamente i fianchi della ragazza, e poi scendendo verso le natiche.
 
 
Passò e accarezzò la parte posteriore della coscia di Xx e poi, da sotto, le aprì la gamba con forza: era impaziente.
 
 
Xx sorrise, le risultava davvero difficile non farlo: lui le baciò il collo, mordicchiandolo piano, dandole i brividi sfiorandole l’orecchio…
 
 
Lambì di nuovo le sue labbra, prendendosi la sua lingua: il profumo di Xx gli dava alla testa, facendolo impazzire, e la strinse ancora di più al suo corpo, mentre si spostava con la testa, affondando il naso nei capelli di lei.
 
 
Xx era attratta istintivamente dal calore che il suo James emanava, e con le mani salì sulle cosce di lui, fino ad aggrapparsi ai suoi fianchi.
 
 
James inspirò bruscamente, poi, senza preavviso, con prepotenza, con voglia, spostò la mano libera tra le gambe della sua ragazza, che si contorse appena quando lui la sfiorò con un dito, mentre tornava a baciarla con foga.
 
 
Gli occhi di James brillavano, mentre Xx aveva il cuore che stava esplodendo dalla gioia: il suo basso ventre si contraeva, mentre il desiderio di entrambi si amplificava ogni volta che i loro corpi si incontravano… la lingua di James sapeva di amore, e la loro eccitazione era sul punto di esplodere.
 
 
James si spostò di scatto da dietro lei, una mano sulla sua coscia, per tenerla aperta il più possibile, la guardò per qualche istante e lentamente si abbassò su di lei, mantenendo il contatto visivo, fino a che la sua bocca non trovò quello che cercava.
 
 
Xx si aggrappò alle lenzuola non appena sentì la bocca di lui tra le sue gambe che la baciava. All’inizio era un bacio talmente lieve e delicato che sembrava la sfiorasse solo, ma diventò via via più intenso, la lingua di James che entrava insolente dentro di lei, mentre con una mano le teneva aperta una gamba, e l’altra risaliva fino ad arrivare al seno.
 
 
Il ragazzo si stacco a fatica, soffiando piano con le labbra, per poi riprendere a baciare lentamente tutta la zona inguinale.
 
 
Xx si stava contorcendo sotto i suoi tocchi, sentiva che l’orgasmo stava montando dentro di lei, e quando James entrò piano con un dito dentro di lei, non riuscì a trattenere un gemito, che le sfuggì dalle labbra.
 
 
James sorrise, lanciandole un'altra occhiata veloce: prese a muovere il dito in senso orario, andando ad aumentare via via il ritmo dei movimenti. SI avvicinò di nuovo con le labbra, e con i movimenti leggeri della lingua accarezzò la parte che sporge tra le piccole labbra, che sentì gonfiata ed irrigidita…
 
 
Continuò così ancora un po', Xx stava gemendo forte sotto il suo tocco, mentre si muoveva seguendo il ritmo che lui aveva imposto con i suoi movimenti.
 
 
 << Jay… mmmm… ti… t-ti prego… oooh >>, gemeva lei: e questa era musica per le orecchie del ragazzo.
 
 
Istintivamente lei mosse il bacino verso di lui, quasi a volerlo invitare a continuare ancora, a non smettere… con una mano gli afferrò il polso della mano che stava sui suoi seni, stringendolo forte, mentre l’altra mano era scesa tra i capelli di lui, quasi spingendo la sua testa a una maggiore intensità.
 
 
James non aspettava altro, e con più intensità muoveva la lingua e dito, ancora dentro di lei: finchè la sentì, tutti i muscoli di lei si contrassero velocemente, e l’orgasmo esplose forte, potente, uno tsunami che cancellò ogni pensiero, qualsiasi cosa che non fosse piacere: solo le mani di lui la tenevano ancorata alla realtà.
 
 
 << James! >>, ringhiò quasi, al culmine di quella sfrenata lussuria.
 
 
 << Bentornata amore >>, fece un James sorridente, quando lei riaprì gli occhi dopo qualche minuto di quella goduria, di quell’orgasmo che l’aveva travolta.
 
 
Aprì gli occhi, un sorriso beato sulle labbra, e davanti di sè trovò il viso di James, che la guardava felice.
 
 
 << Amore mio… vorrei… se sei d’accordo, provare a fare una cosa… >>, fece un po' titubante lui.
 
 
 << Dimmi >>, fece lei, piuttosto tranquilla, ancora in uno stato di beatitudine, carezzandogli i capelli lascivamente.
 
 
Vedendo che non rispondeva subito, lo guardò interrogativa.
 
 
 << Amore, coraggio. Sai che possiamo parlare di qualsiasi argomento. Sono io, non una qualsiasi, puoi dirmi tutto >>, lo incoraggiò dolcemente.
 
 
 << Ok. Beh… ehm… ci penso da un po'… vorrei, se vuoi, provare a fare… del… anal sex >>, disse alla fine, svuotando il sacco, ma era piuttosto in imbarazzo.
 
 
Xx non rispose subito, ma non smise di carezzargli la testa con dolcezza: lei non ci aveva mai pensato in verità, e il fatto che lui glielo stesse chiedendo la stupì non poco. Lo guardò con la coda dell’occhio, e vide che la stava fissando, piuttosto rosso in faccia, attendendo una risposta. Non gli era mai passato per la testa, e non ne sapeva tantissimo sull’argomento: sapeva che c’era a chi piaceva da impazzire, che diceva che era una cosa potente da provare, e a chi non piaceva per niente, che lo considerava doloroso e umiliante. Ma si disse che era il suo James a chiederglielo… dopotutto tentare qualche volta non le costava nulla…
 
 
 << Xx, a me piace da impazzire anche il sesso tradizionale con te, come l’abbiamo sempre fatto, quindi se non vuoi non fa niente, l’ho detto solo per sperimentare qualcosa di nuovo insieme, non preoc… >>, ma Xx non gli lasciò terminare la frase, posandogli l’indice sulle labbra.
 
 
 << Proviamoci, ti chiedo solo di andarci con calma. Io mi fido di te e di lasciarti il controllo… ma piano >>, gli sorrise incoraggiante; a James si illuminarono gli occhi, non era affatto sicuro che lei gli dicesse di si, ma non voleva neanche farlo all’improvviso, senza dirle niente… la zona era delicata, non voleva spaventarla entrando in lei e basta, soprattutto senza il suo consenso.
 
 
 << Sicura? Non lo stai dicendo solo per farmi contento? >>, indagò, osservandola: voleva esserne più che sicuro.
 
 
 << Sicuro. Non ti farei mai entrare da… beh, da … solo per farti contento. Fosse stato un altro avrei già rifiutato… ma mi sento sicura con te. E ho massima fiducia di quello che farai. Soprattutto perché potrebbe fare male. Proviamo questa nuova esperienza insieme… se va bene sarà una novità, se va male… vedremo come comportarci >>, sorrise Xx, un po' tesa.
 
 
James la baciò dolcemente prendendole il viso tra le mani: aveva tutta l’intenzione di farla rilassare… anche se il solo pensiero che quella parte sarebbe stata “ solo sua “, che nessun altro si era mai avventurato lì prima… lo eccitava da morire. Lo rendeva ancora più speciale, e faceva ancora più sua Xx.
 
 
 << Voglio che mi prometti che se ti dovesse fare tanto male mi fermi, ok? >>, le disse serio.
 
 
 << Jay, se mi dovesse fare tanto male ti butto giù dal letto, non preoccuparti >>, gli sorrise lei, e lui si rilassò un po', sorridendo di rimando. La baciò, e il suo bacio cancellò ogni timore in Xx, proprio come faceva tutte le altre volte in cui era in ansia o preoccupata: la baciava e lei si scordava tutto.
 
 
Lasciò che la sovrastasse con il suo corpo e con il suo calore: le diede dei baci languidi sul collo che diedero i brividi a Xx. Con un braccio si reggeva sollevato sopra di lei, mentre l’altra mano le accarezzava un fianco, per poi scendere sulla coscia, sempre più avidamente.
 
 
 << L’entrata è dall’altra parte >>, gli sussurrò Xx divertita all’orecchio dopo pochi minuti: si erano talmente persi tra i loro baci da dimenticarsi qualsiasi cosa, anche quello che stavano per fare. James scoppiò a ridere, una risata allegra, contagiosa.
 
 
 << Hai ragione. Ma vedi… quando siamo così vicini… il bisogno di entrare dentro di te è così forte da farmi male, da cancellare tutto il resto dalla mente >>, le rispose con sincerità, quando si calmò la risata: la sua risposta accese un fuoco dentro Xx che non si sarebbe spento con facilità. Lo guardò per un attimo, sorridendogli radiosa, poi mise le mani attorno al suo collo e lo tirò verso di lei, baciandolo con forza, con prepotenza, cercando la sua lingua e trovandola, cercando di metterci nel bacio tutto il suo amore per quell’uomo straordinario.
 
 
James la fece stendere a pancia in giù, posizionandosi sopra di lei, a cavalcioni sulle sue gambe. Le spostò i capelli di lato, baciandole lentamente il collo, centimetro dopo centimetro, senza fretta… mentre con le mani le carezzava i fianchi, facendo dei cerchi sulla sua pelle: Xx aveva i brividi di piacere che le risalivano dalla spina dorsale, dove la sua lingua aveva lasciato una scia di fuoco dietro di sé, e si irradiavano in tuto il corpo… la bocca di lui si spostò verso l’alto, mordendole con malizia una spalla, accarezzandola poi con una mano.
 
 
 “ È così bella “, pensò James, mentre la guardava e la accarezzava. In quel momento il viso di Xx si voltò a guardarlo, e il sorriso che gli regalò fece di colpo accelerare il battito del suo cuore: le sorrise anche lui, era come se si stessero parlando anche senza dire una sola parola a voce alta.
 
 
Xx era abbastanza tranquilla. A parte la prospettiva del dolore, ma pensò che quello sarebbe poi passato. Quanto poteva fare male? Dopotutto aveva partorito in un buco di ascensore senza nessun tipo di aiuto medicinale o anestetico, quello si che aveva fatto un male del diavolo. Poteva essere peggio? Lo avrebbe scoperto presto… Sarebbe stato strano? Probabile, almeno all’inizio… dopotutto lei gli stava lasciando libero accesso al suo corpo… ma quello che le dava più da pensare era l’aspetto psicologico della faccenda. Era come se lui la dominasse, come se lei, spontaneamente si stesse sottomettendo a lui e a quel potere che lei gli dava… era un po' strano, soprattutto perché avevano avuto sempre un rapporto alla pari, e ora, in questo momento c’era un netto squilibrio… o magari lei doveva solo lasciarsi andare e non pensare a niente. Si fidava totalmente di lui, si sentiva protetta e al sicuro tra le sue braccia… si fidava tanto da lasciargli il controllo totale, si fidava tanto da mettersi completamente nelle sue mani… si sentiva di appartenere a qualcosa… a lui. Era una sensazione meravigliosa.
 
 
Nel frattempo le era sfuggito il fatto che lui fosse sceso sulle sue natiche e le stesse baciando, mentre con le mani risaliva dalle sue ginocchia fino alle cosce, con carezze che la fecero vibrare ancora di piacere: ogni cellula che entrava in contatto con lui, con la sua pelle, si infiammava…
 
 
Con un dito James sfiorò delicatamente la zona interessata, carezzandola dolcemente, baciandone i contorni esterni.
 
 
Xx sentì James che si allontanava da lei: << Dove vai? >>, gli chiese, prima di poter fermare la sua bocca; c’era una lieve nota di disappunto nella sua voce.
 
 
 << Non vado da nessuna parte senza di te. Prendo solo una cosa >>, le sorrise lui, che aveva colto in quella domanda qualcos’altro.
 
 
Quando lo sentì tornare vicino a lei, Xx si rilassò… per poco. Sentì qualcosa di freddo all’ingresso dell’ano, e sentì che le dita di James stavano spalmando qualcosa. La sensazione di freddo svanì quasi subito, sostituita invece da una di calore e morbidezza.
 
 
 << È lubrificante. Ho letto che aiuta… in questi casi >>, le spiegò, prima che lei potesse chiederglielo: sapeva che lo stava per fare, anche se sentiva sotto le sue mani che i muscoli si erano rilassati.
 
 
 << Qualcuno ha fatto i compiti. E aveva già pianificato tutto >>, sorrise Xx, un tono lievemente divertito nella voce.
 
 
 Anche James sorrise: << Ho pensato a te. E che ti sarebbe servito >>, borbottò, dandole un bacio sulla spalla.
 
 
Il ragazzo, facendo più piano possibile, iniziò appoggiando la punta del dito su quell’apertura ancora inviolata della sua ragazza. Sentendo che non si era irrigidita, sempre con molta calma, si spinse più dentro, senza muoverlo.
Vide una spalla di lei contrarsi lievemente, e rimase lì, aspettando che si abituasse a quell’intrusione: non aveva nessuna fretta.
Si abbassò a baciarle la tempia, poi raggiunse il collo, che prese a lambire con la sua bocca e la sua lingua: Xx sentì i suoi capelli solleticarle la guancia.
Con la mano libera le stava accarezzando un fianco, disegnando cerchi invisibili, per poi risalire e sfiorarle il seno, la spalla, il braccio… e raggiungere la sua mano.
 
 
Con la bocca stava scendendo lungo la spina dorsale, il naso che le sfiorava la pelle, respirando e riempiendosi le narici con il suo profumo; era solo suo, non ne esisteva un altro di uguale in tutto il mondo.
 
 
La sentì sospirare, e provò ad entrare un altro po' dentro di lei: questa volta non si irrigidì, gli strinse solo le dita della mano tra le sue… e lui lo prese come un segnale che poteva continuare.
 
 
Uscì piano con quel dito, ma non del tutto, e quando riprese la risalita, questa volta le dita erano due.
 
 
Xx pensò che dovesse aver messo altro lubrificante, perché non sentì particolari resistenze, e scivolò dentro di lei abbastanza agevolmente. Voltò leggermente la testa all’indietro ad osservarlo, era chino su di lei, concentrato e impegnato a farla rilassare. Sorrise a quella scena, lui non si era accorto di essere osservato.
 
 
 << It’s ok? >>, mormorò sulla sua pelle.
 
 
 << Yes >>, gli rispose solo: aveva iniziato a muoversi con tutte e due le dita, facendo piccoli movimenti circolari… e andando un po' avanti e indietro.
 
 
Stava andando per gradi, e lo stava facendo lentamente, controllando le sue reazioni, assicurandosi che non provasse dolore: gli era molto grata, anche se non aveva dubbi in merito, sapeva che non sarebbe mai entrato di prepotenza.
 
 
 << Alza un po' il bacino >>, le sussurrò languidamente lui, e lei obbedì senza neanche pensarci.
 
 
La mano di James lasciò le dita di Xx, percorsero tutto il suo addome e andarono tra le sue gambe: sorrise quando Xx trattenne un sospiro.
 
 
 << Grazie Jay di questa trovata che mi distrarrà >>, ghignò lui divertito sul suo collo, dandole un bacio sulla guancia, e Xx ridacchiò.
 
 
 << Sei molto spiritoso >>, lo prese in giro, e per vendicarsi, contemporaneamente, entrò in lei… beh, da entrambe le angolature, anche se più piano da quella dell’ano.
 
 
A Xx sfuggi un gemito roco, ma James lo sentì benissimo: si sentiva straordinariamente potente in quel momento, come se avesse nelle sue mani un potere incredibile… era esaltato: essere dentro di lei così… completamente, e totalmente, lo faceva sentire euforico. Continuò a muovere le dita contemporaneamente, prima in senso circolare e poi avanti e indietro.
 
 
Xx stava gemendo piano, non sapeva da dove arrivassero, ma era attraversata da mille scariche elettriche: le dita dietro di lei erano tollerabili, non le facevano così male, e dopo un po' erano anche piacevoli…e beh, quelle davanti… Xx sorrise, non continuando il suo pensiero.
 
 
James fece scivolare piano le dita fuori, e le sussurro piano, ma con una voce carica di denso desiderio, una voce maledettamente erotica, si trovò a pensare lei: << Pronta? >>. Lei annuì.
 
 
Con la sua erezione era tutta un’altra storia: quando iniziò a entrare con la punta subito si irrigidì un po'.
 
 
Fece dei respiri profondi, e le dita di lui che si muovevano tra le gambe erano una bella distrazione dal dolore. Anche i suoi baci, e la lingua sul suo corpo lo erano. Si trovò a sorridere, e a tornare a rilassare i muscoli.
 
 
Lui era rimasto fermo, entrando solo un po', aspettando che lei si abituasse a quella nuova intrusione.
 
 
La mano di lei raggiunse quella che lui aveva tra le gambe, stringendola piano, e lo prese come un segnale di via libera. Spinse piano, entrando lentamente: nonostante il fastidio iniziale… era maledettamente eccitante… era estremamente intenso: mai se lo sarebbe aspettato così.
 
 
Xx si voltò di nuovo per guardarlo: aveva la bocca semiaperta, gli occhi chiusi a godersi quel momento: era bellissimo, e lo trovava molto erotico… e doveva ammettere che il sesso anale non era male… o forse lo pensava perché lui la stava stimolando in tutti i posti possibili.
 
 
La mano libera di James le massaggiava la schiena… per poi scendere su un suo seno, e iniziare a tormentarlo, mentre con la bocca le baciava e le mordicchiava il collo con bramosia…
 
 
 << Oh… J- Jay… James… >>, Xx stava gemendo con voce roca: era un piacere travolgente, era come se qualcuno avesse buttato una tanica di benzina in lei e ora stesse andando a fuoco… era incredibilmente potente.
 
 
James intanto continuava a muoversi piano: il passaggio era stretto, e le sensazioni erano amplificate, era come se le sentisse più intensamente… e il fatto che poteva disporre del corpo di Xx in tutta la sua interezza… era una fantasia estremamente eccitante; e il fatto che lei avesse accettato di provare, anche se sapeva che non sarebbe stato così piacevole all’inizio… il fatto che era stata disposta a quel dolore per lui… era la ciliegina sulla torta.
 
 
James stava gemendo sul collo di Xx, il suo petto che aderiva alla schiena di lei: la ragazza lo sentiva gemere quasi sul suo orecchio, e il suo respiro caldo sulla pelle la stavano mandando in estasi… la mano che era sul suo seno salì a tenerla per un fianco, quasi conficcandole le unghie nella pelle… in un momento di lucidità vide i segni dei graffi che le stava lasciando, e spostò la mano sul suo seno…
 
 
 << Xx… oh… >>, riuscì a malapena a rantolare, la voce roca dal desiderio: lo sentiva, l’orgasmo che stava arrivando, improvviso e forte come uno tsunami… era travolgente. Sentì i muscoli delle gambe tremare, strinse più forte quasi d’istinto il seno di Xx, come se dovesse aggrapparsi a lei per non perdersi, per rimanere ancorato al mondo… stava tremando, il cuore che sembrava impazzito, palpitava a un ritmo forsennato, i gemiti di lei che rimbombavano nelle sue orecchie… sentiva il sangue bruciare nelle vene…
 
 
Venne, travolto da quell’orgasmo che lo stava investendo in pieno, eliminando qualsiasi cosa non fosse piacere…
 
 
 << Xx >>, gemette, la voce colma di lussuria, mentre riusciva ad aprire gli occhi e a guardarla…
 
 
Anche Xx si voltò a guardarlo, gli occhi vicinissimi, che si persero in quelli di lui, nel loro verde intenso, facendole vibrare l’anima… erano così vispi, così intensi e profondi… vide una scintilla attraversarli quando lo sentì al culmine del suo orgasmo… gli sorrise radiosa, posandogli dolcemente una mano sulla guancia, accarezzandolo.
 
 
Xx lo sentiva: James la stava trascinando con i suoi movimenti in un’altra dimensione, vedeva tutto sfocato attorno a sé, l’unica cosa che vedeva con chiarezza, in modo nitido, era lui… era lui tutto ciò di cui aveva bisogno, era più indispensabile dell’ossigeno per lei.
 
 
 Xx gemette… non riusciva a controllarsi, aveva fame di lui e di quello che le stava facendo. Lo desiderava alla follia… e lo sentì. Sentì, poco dopo, l’orgasmo salire da dentro di sé, come un grumo, una matassa indistinta di desiderio che si stava sbrogliando, irradiandosi in tutto il suo corpo… il suo corpo iniziò a tremare, invaso da mille sensazioni… era quasi stordita dall’esplosione dei sensi dentro di lei… la sua pelle, là dove era a contatto con quella di James scottava talmente era calda… stava quasi ansimando.
 
 
 << Jay! >>, riuscì a rantolare, e lui riuscì a strapparle un gridolino, che lei soffocò tra le labbra di lui, che le mordicchiavano il labbro inferiore.
 
 
Xx non riuscì a resistere oltre, e l’orgasmo in lei esplose forte, potente, facendola tremare dalla testa ai piedi… era così erotico… era così divino… così coinvolgente da spazzare via tutto il resto.
 
 
Le sue gambe cedettero, e lei tornò distesa a pancia in giù, il respiro affannoso, gli occhi ancora chiusi.
 
 
Dopo qualche minuto, quando iniziava a regolarizzarsi il suo respiro e il suo battito, sentì James sorridere sulla sua fronte: non aveva bisogno di vederlo, lo percepiva. Si sentì anche sollevata e spostata. Non si prese la briga di aprire gli occhi, si fidava di quello che faceva.
 
 
Si sentì avvolta, e finalmente aprì gli occhi e lo guardò: l’aveva spostata per metterla sotto le coperte, e le sue braccia l’avevano avvolta con calore.
 
 
 << Ehi >>, gli sorrise: all’improvviso era stanchissima.
 
 
 << Ehi >>, le rispose lui, sorridendo: era appoggiato con un gomito sul cuscino e si reggeva la testa con la mano, e le baciava il collo con delicatezza, accarezzandole la testa con la mano libera.
 
 
Xx si accoccolò più vicina a lui, e il suo respiro caldo lo fece rabbrividire… aveva ancora tutti i sensi molto allerta a percepire qualsiasi cosa.
 
 
 << Come ti è sembrato? >>, le domandò, sinceramente curioso, riprendendo a baciarle il collo e le spalle, mentre con la mano libera le accarezzava la schiena, coccolandola un po'… il desiderio, la voglia e la bramosia avevano lasciato il posto solo alla dolcezza e alla tenerezza.
 
 
 << Devo dire… che è stato pazzesco. Non lo so se sia dipeso dal fatto che avevo tutti i punti sensibili stimolati da te… o se dipendesse solo dalla penetrazione da dietro. Sta di fatto che è stato intenso. Molto… >>, poi si rese conto che aveva parlato con troppa scioltezza e arrossì.
 
 
 << Dopo tutto quello che è successo ti vergogni ora per delle parole? >>, la prese un po' in giro lui, ridacchiando rilassato.
 
 
Xx borbottò qualcosa che somigliava molto a un: << Ma cosa dici! >>, ma James non indagò oltre.
 
 
 << Anche a me è piaciuto. Sai… è qualcosa di molto intimo e profondo… qualcosa di totale… >>, cercò di spiegarsi, e fu certo che Xx avesse capito cosa intendeva.
 
 
La vide sbadigliare piano, tentando di tenere gli occhi aperti, mugolando solo un: << Mmm >>.
 
 
 << Dormi… buonanotte XX >>, le baciò una tempia.
 
 
 << Buonanotte James >>, gli sorrise: lui si distese meglio, e lei gli poggiò la testa sul petto, cullata dal battito del suo cuore, mentre lo stringeva a sé. James sorrise, e la avvolse di più tra le sue braccia, addormentandosi subito dopo.
 
 
 
 
 
 << James? >>, mormorò Xx. Erano a letto, sotto il loro piumino e fuori stava nevicando abbondantemente, ma era molto presto, ancora l’alba non era sorta.
 
 
 << Mmm? >>, mormorò lui ancora addormentato, gli occhi chiusi.
 
 
 << Ti amo >>, gli sussurrò a un orecchio, e lo vide sorridere, il suo bellissimo sorriso timido.
 
 
Con l’indice della mano Xx seguì il profilo della sua mascella, mentre con l’altra risaliva il fianco, arrivando fino alle sue spalle, al collo, ai capelli… tirandoli piano.
 
 
Gli mordicchiò piano il lobo dell’orecchio, poi scese a mordicchiargli il labbro inferiore, premendo dolcemente le sue labbra su quelle di lui, che ancora si ostinava a far finta di dormire.
 
 
Xx sbuffò piano, un po' impaziente, ma decise di non rinunciare tanto facilmente. Si mise a cavalcioni su di lui, sollevandogli piano piano la maglietta che indossava, sfiorandogli la pelle calda con le sue dita molto più fredde, respirando piano sulla sua pelle, mordicchiandogli un fianco lentamente.
 
 
Il ragazzo cominciò a gemere senza fiato, piano, cercando di non farsi sentire. Aveva i brividi che già solo così gli attraversavano tutto il corpo.
 
 
Xx raggiunse con estrema lentezza la sua bocca, rischiando di farlo impazzire: aveva le mani sul suo collo, mentre lo baciava piano, il naso che sfiorava il suo.
 
 
 << Niente, non riesco a svegliarti. In letargo come gli orsi. Fa niente, andrò a prepararmi del caffè >>, fece lei, fingendo di non averlo sentito gemere e spostandosi da sopra di lui.
 
 
Le sue mani scattarono sui fianchi della ragazza, afferrandola e rimettendola esattamente dov’era, gli occhi ancora chiusi, ma stava sorridendo apertamente.
 
 
 << Ho un ragazzo orso e pure sonnambulo >>, lo prese in giro lei. << Forse dovevo sceglierne uno migliore. O più giovane, magari la vecchiaia fa questo effetto >>, tentò, anche se non risuonò tanto convincente, e dovette mordersi le labbra per non ridere.
 
 
James aprì gli occhi di scatto, fulminandola con gli occhi, stringendole di più i fianchi.
 
 
 << Non ti azzardare >>, ghignò, anche se la voce era ancora un po' impastata dal sonno.
 
 
 << L’orso è sveglio allora! >>, lo prese in giro ancora.
 
 
 << Buongiorno anche a te Xx >>, soffiò.
 
 
Poi, improvvisamente scattò in avanti, facendola cadere con la schiena sul letto, sovrastandola con il suo corpo: << Vedi, non sono poi così vecchietto da non riuscire a fare queste cose >>, disse beffardo.
 
 
Non le lasciò il tempo di rispondere: la baciò intensamente, aprendosi quasi a forza uno spazio nella bocca di lei, che lo accolse con gioia, passandogli le braccia sulle spalle, avvicinandolo al suo corpo.
 
 
James avrebbe potuto perdersi in quei baci: erano unici, speciali e mai uguali tra loro; il profumo di Xx lo avvolgeva completamente, il sapore del suo bacio, della sua bocca… mandavano in frantumi ogni sua piccola resistenza, gli mandavano in tilt il cervello: non si sarebbe accorto neanche se una bomba fosse caduta a fianco al loro letto. Esisteva solo lei.
 
 
Si staccò di malavoglia, ma sorridendole, la voce resa roca dal desiderio che si stava impadronendo di lui: la voleva, la desiderava: << Ti amo >>, le sussurrò, a un millimetro dalla bocca.
 
 
Xx gli carezzò il viso, non aveva fatto la barba, perciò si vedeva un po'… e pizzicava, ma lei la adorava.
 
 
 << Non potevo scegliere un vecchietto orso sonnambulo migliore di te. Non lo cambierei per nessun motivo al mondo con nessuno. Neanche per il Principe Harry >>, gli sorrise rassicurante.
 
 
James ridacchiò: << La smetti di prendermi in giro? >>, domandò, mordendole il labbro inferiore.
 
 
 << Neanche per il Principe William? >>, aggiunse poi, divertito.
 
 
 << Neanche per l’intera famiglia reale inglese. Sei il mio bellissimo giovane ragazzo, e non ti libererai di me così facilmente >>, gli sorrise, passandogli di nuovo le mani sul collo.
 
 
 << Sarebbe una promessa o una minaccia? >>, domandò lui ridacchiando.
 
 
Xx alzò le sopracciglia, uno sguardo eloquente: << Una minaccia naturalmente >>, sbottò, fingendosi offesa.
 
 
 << Ti amo amore mio >>, le sussurrò James, lo sguardo così dolce e divertito che avrebbe sciolto qualsiasi cosa.
 
 
 << Meno male. Perché ti amo anche io >>, gli rispose sorridente.
 
 
Con una mossa a sorpresa, Xx si spostò, spinse la schiena di James contro la testiera del letto, e si sedette sopra di lui.
 
 
Lo sguardo di lui cadde fuori dalla finestra, vedeva ancora buio.
 
 
 << Ma… che ore sono? >>, domandò incerto.
 
 
 << Presto. Al massimo le cinque >>, disse così piano che a malapena la sentì.
 
 
James strabuzzò gli occhi, poi scosse la testa divertito.
 
 
 << Non avevo sonno >>, borbottò lei per giustificarsi.
 
 
James ridacchiò, richiudendo gli occhi, abbandonando la testa all’indietro per seguire i movimenti della mano di lei tra i suoi capelli, mentre con l’altra mano Xx scendeva sulle sue cosce, arrivando al ginocchio, stringendo, disegnando cerchi con le dita lungo le sue gambe… risalendo di nuovo verso l’elastico dei boxer, tirandolo leggermente di lato: James gemette ancora più forte.
 
 
Anche Xx ridacchiò, tornando a baciare il suo ragazzo. Le loro labbra erano perfette le une sulle altre, facevano movimenti decisi, erano brucianti di passione e di amore: le loro lingue giocavano e si rincorrevano. Nessuno dei due voleva porre fine a tutto questo, non avevano bisogno dell’ossigeno per respirare. O forse sì.
 James si spostò appena, concedendole qualche secondo per riprendere fiato, la fronte appoggiata su quella di lei, il respiro un po' affannoso; ma quando si avvicinò di nuovo e Xx si ritrasse ridacchiando, il ragazzo sfoderò un’espressione da cucciolo ferito: << Ehi! >>, protestò, riaprendo gli occhi.
 
 
Xx sorrise divertita, posandogli l’indice sulle labbra. James le prese la mano, schiudendo le labbra, baciando e mordicchiando ogni singolo dito, mentre con l’altra mano le cingeva un fianco con forza, salendo poi a sfiorarle la schiena… la stava guardando negli occhi, che erano a pochi centimetri dai suoi.
 
 
La ragazza si sentì trapassata da quello sguardo, era come se lui la stesse spogliando con gli occhi, come se, solo guardandola, potesse sapere cosa passava nella sua mente, sentire i suoi pensieri, conoscerla nel profondo… era una sensazione incredibilmente potente.
 
 
A Xx sfuggì un gemito di piacere dalla bocca prima che potesse trattenerlo: prese a baciare il profilo della sua mascella, lasciando una scia infuocata dietro di sè, e gli mordicchiò piano l’orecchio.
 
 
Con voce bassa e roca, piena di lussuria, si avvicinò al suo orecchio e gemette in modo sexy ancora più forte, appositamente per provocarlo: non era affatto sicura di riuscire a farlo.
 
 
 << Jay, my God. Mi piace da impazzire questa tua barbetta appena accennata… è scandalosamente sexy >>, concluse a fatica, il respiro accelerato, la voce profonda e languida: la mano che le cingeva il fianco diede una stretta molto più decisa.
 
 
All’improvviso anche l’altra mano di James scese sui suoi fianchi, la sollevò di peso e la avvicinò a sé ancora di più. Xx sussultò per il movimento repentino: si era addormentata la sera prima indossando la camicia che lui aveva indossato quel giorno, e la sua cravatta, molto allentata.
 
 
Lei gli diede un piccolo morso sulla spalla, poi un bacio subito dopo, proprio in quel punto. Si guardarono negli occhi, andando solo con quello sguardo nella profondità delle loro anime… e dopo qualche secondo di quel contatto così intenso, lui la attirò a sé usando quella cravatta, un sorriso malizioso stampato nel suo viso. La baciò, come se non succedesse da mesi, come se la sua vita dipendesse da quel bacio.
 
 
Lei gli sfilò via la maglietta con un unico gesto impaziente e deciso, spingendolo di nuovo contro la testiera del letto, avvicinandosi ancora di più, come un gatto: guardò un solo secondo verso il basso, la sua eccitazione era ben visibile e premeva per uscire.
 
 
Xx si tolse la cravatta, slacciando poi con deliberata lentezza la camicia, interrompendosi e ricominciando da capo ogni volta che lui si avvicinava.
 
 
James sbuffò, ma aveva gli occhi spalancati e brillanti, osservando con desiderio e bramosia la sua ragazza: alzò le mani come in segno di resa: << I can? >>.
 
 
 << Sono tua >>, gli rispose con decisione, osservando la sua reazione, mordendosi un labbro, consapevole di quanto quel gesto lo facesse impazzire
 
 
Lui fece un ghigno, ma la guardò con i suoi profondi occhi verdi e rassicuranti, così accesi e pieni di seducente allegria: << Sicura? Potrei farti di tutto… qualsiasi cosa >>, le disse, quasi a volerla sfidare, inarcando un sopracciglio. O forse gliela voleva far pagare per averlo svegliato prima dell’alba.
 
 
 << Sono tua >>, ripetè con decisione, in un sussurro lieve al suo orecchio: << Jamie >>, aggiunse poi, ben sapendo che quella sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.
 
 
 << Well done >>, rispose, dopo averla fulminata con gli occhi per quel nomignolo che lui odiava.
 
 
Prese la cravatta abbandonata sul letto, e con un solo movimento si girò a sovrastarla, facendo finire Xx sotto di lui. Le sbottonò gli ultimi tre bottoni della camicia, le alzò le braccia legandogliele sulla testiera del letto con quella stessa cravatta, poi ne prese una seconda bendandole gli occhi.
La ammirò per due secondi, poi ci pensò su, e con le sue calze trovate nel cassetto di lei, le legò le caviglie ai piedi del letto, lasciando le sue gambe completamente divaricate.
 
 
 << … Jay?... >>, fece incerta: si sentiva completamente inerme e vulnerabile, in balia totale di lui e di ciò che decideva e voleva farle.
 
 
James non rispose, ma la ammirava attentamente con uno sguardo di fuoco: se la mangiava con gli occhi.
 
 
 << Jay… sei qui? >>, domandò lei ancora, titubante.
 
 
 << Sei splendida. Torno subito >>, fece lui, trattenendo a stento una risatina divertita: le diede un rapido bacio sulla fronte e uscì.
 
 
 << No! Jay, no! Dove stai andando?! James!... James Andrew Eric Phelps torna subito qui! Non lasciarmi da sola! E se entra un ladro e mi uccide?? >>, protestò Xx a gran voce: ora si che si sentiva più indifesa che mai.
 
 
 << Quanto sei tragica >>, ridacchiò James qualche minuto dopo, rientrando in stanza, con un secchiello e qualche ghiacciolo dentro. Xx aveva continuato a elencare tutta una serie di situazioni critiche che potevano accadere mentre lei era li immobilizzata a letto, e lui l’aveva ascoltata per tutto il tragitto, sforzandosi di restare serio.
 
 
Si sedette accanto a lei e la baciò, facendole dimenticare ogni preoccupazione. Ogni lamentela stava per muovere nei suoi confronti, qualsiasi cosa stesse per ribattere… venne tutto cancellato dalle sue labbra, così seducenti, così cariche di passione, così invitanti…
 
 
Si spostò con enorme sforzo, mettendo fine a quel bacio focoso e terribilmente appassionato, che rischiava di mandare a monte i suoi piani per lei.
 
 
Senza aggiungere altro, prese uno dei ghiaccioli dal secchiello e lo posò sulle sue labbra, facendolo scorrere su di loro: Xx rabbrividì a quel tocco ghiacciato, per poi trovarsi a gemere piano quando le calde labbra di lui lo sostituirono sulle labbra.
 
 
Continuò quella lenta ed estenuante tortura ancora per qualche minuto, facendole scivolare il ghiaccio in tutto il corpo, dalle dita delle mani a quelle dei piedi, mentre Xx si dimenava sotto di lui, strattonando le sue “ catene “.
 
 
James si beava di quella visione, sorridendo a vederla così, in totale balia di lui…
Mise da parte il giaccio, sostituendolo con le proprie mani, attraversandola tutta, carezzandola, stringendola… nei punti più delicati, sul seno, sui fianchi, sulle cosce, sul collo… la morse piano, inumidendola con la lingua, baciandola e lasciando scie di fuoco su di lei, provocandole ondate di piacere che lei non riusciva a trattenere e celare…
 
 
Xx pensò che le mancasse poco all’autocombustione: credeva di andare letteralmente a fuoco… era maledettamente erotico quello che le stava facendo, ma per nessuna ragione al mondo avrebbe voluto che smettesse.
 
 
James baciava ogni centimetro di pelle, inspirava il suo profumo a pieni polmoni: discese sul suo ventre, baciandolo e sfiorandolo con il naso, e arrivò tra le sue gambe. Xx strattonò con più forza le mani e le gambe, ma il suo ragazzo l’aveva stretta bene. Con le mani James le carezzava il sedere, salendo lentamente sulla schiena per poi scendere sui suoi seni, massaggiandoli, stuzzicandoli fino a farli diventare ultra sensibili al tocco… poi scese sui suoi fianchi, stringendoli forte, fino quasi a farle male, lasciando i segni del suo tocco, quasi fosse un avvertimento per il mondo: lei apparteneva a lui solo.
 
 
Xx aveva tutti i muscoli in tensione. Inarcò lascivamente la schiena, si aggrappò con le mani alle cravatte che la immobilizzavano… aveva il respiro accelerato, il battito del suo cuore era a mille, pensò mancasse veramente poco prima che si creasse un varco nel suo petto e si lanciasse direttamente nelle mani di quell’uomo buono, timido, ma che sapeva essere tremendamente sensuale ed erotico, che aveva la fortuna di poter definire il suo ragazzo, e il padre della sua bambina. Lui ne avrebbe avuto cura per sempre, questo lo aveva finalmente capito.
 
 
 << Jay… n- non… fermarti… >>, implorò, tra un gemito e l’altro: lo sentiva, sentiva l’orgasmo crescere dentro di lei, pronto a inondarla fino alla radice dei capelli; iniziava a sentire i muscoli tendere e tremare, irrigidendosi fino alle dita dei piedi… ma lui si spostò, lasciandola in bilico, poteva precipitare in un orgasmo travolgente o stare lì.
 
 
 << NO! >>, le scappò un grido di protesta, prima che riuscisse a ricollegare il cervello con la bocca.
 
 
 << Shh! >>, la ammonì lui, tappandole la bocca con la mano. James si spostò, osservandola: la voleva, i suoi occhi scintillanti non mentivano, e neanche il suo respiro affannoso. Sentì Xx che dimenava la testa per togliersi quel “ bavaglio “, così spostò la mano prima che potesse mordergliela.
 
 
 << James! >>, tuonò: era quasi arrabbiata con lui per non aver continuato. Lui pensò, senza dire una parola, che fosse bellissima anche così.
 
 
 << Così non vale! Non è affatto giusto! Non puoi vendicarti di me così perché ti ho sve… ohh >>, non terminò la frase, trattenne bruscamente il respiro: non se lo aspettava proprio.
 
 
Aveva preso un altro cubetto di ghiaccio, e lo stava strofinando sulla sua femminilità, facendolo scivolare avanti e indietro… su e giù…
 
 
Il petto di Xx si alzava e abbassava velocemente, stava cercando di non esplodere di piacere: la benda sugli occhi, l’impossibilità di muoversi, l’essere consapevole di essere alla sua mercè… stavano amplificando tutte le sue sensazioni…
 
 
 << James… ti… ti prego… >>, miagolò Xx, che lo pregava, lo supplicava di continuare…
 
 
 << È una supplica dolcissima la tua >>, le disse James, togliendole la benda dagli occhi: finalmente poteva ammirarlo e vedere il suo bel sorriso che si allargava sul suo volto.
 
 
 << Ciao bellissimo >>, gli sorrise Xx, tornata a vederlo.
 
 
 << Ciao stupenda >>, le sorrise baciandole il naso, poi lentamente slegò mani e piedi. O quasi. Riuscì a slegarle subito i piedi, ma aveva qualche difficoltà con una mano… forse aveva stretto un po' troppo, e ora si era formato un nodo.
 
 
 << Non ci credo… >>, mormorò Xx alzando gli occhi al cielo: non sapeva se ridere o prenderlo in giro. O entrambe le cose. Ma immaginò che gliel’avrebbe fatta pagare rimandando ancora il suo orgasmo, e decise che quest’ultimo vinceva di netto la partita, per cui si limitò a mordersi la lingua e non commentare, lasciandosi sfuggire solo un sospiro.
 
 
Riuscì finalmente a liberarla e la guardò: il suo sorriso imbarazzato venne sostituito all’istante da uno più consapevole, più sicuro e audace. SI guardarono negli occhi; stavano bruciando della stessa passione e dello stesso ardente desiderio di aversi e di amarsi, la stessa bruciante voglia di unirsi il più intimamente possibile.
 
 
Guardandolo negli occhi, Xx gli tolse i boxer con un gesto impaziente, liberando la sua erezione: si morse sensualmente il labbro inferiore, poi si mise alle spalle di James, baciandogli languidamente il profilo del collo, le spalle… con un dito seguì tutta la linea dritta della spina dorsale, mentre gli mordeva piano una spalla e poi tornava a sfiorargli con piccoli baci la parte posteriore del collo…
 
 
Con le mani gli graffiò i fianchi, continuando fino ad arrivare alle cosce e poi tornando indietro piano, fino ad arrivare alla sua erezione…
 
 
Passò un dito sulla punta che divenne lucida, mentre con l’altra mano andava su e giù, sfiorandogli con le dita i testicoli…
 
 
James si aggrappò forte alle cosce di lei, poteva sentire i suoi muscoli tendersi al suo tocco… aveva gli occhi chiusi, come per assaporare meglio quegli attimi, il busto disteso sul petto di lei, la testa abbandonata all’indietro sulla sua spalla e la bocca semiaperta: era una sensazione esaltante quella di poter ridurre un uomo come James a un grumo di desiderio come era ora…
 
 
All’improvviso un brivido di freddo. Si destò da quello stato di trance e si girò di scatto per guardare Xx, che innocentemente stava sfiorando con uno dei ghiaccioli rimasti la sua erezione.
 
 
 << Vuoi la guerra? >>, quasi ringhiò lui, ma prima che lei potesse rispondere si girò di nuovo, sedendosi sul letto, la prese per la vita trascinandola sopra di sé ed entrò in lei con forza, con irruenza. Lei trattenne quasi il respiro per quella improvvisa brutalità, ma quando lo sentì dentro di lei si rilassò, godendosi quel contatto profondo.
Gli avvolse le braccia intorno al collo, stringendo le gambe più forte attorno ai suoi fianchi: iniziarono a muoversi in sincronia, sul loro tempo, baciandosi con una dolcezza che era nettamente in contrasto con le loro spinte selvagge, mentre i loro gemiti morivano l’uno sulla bocca dell’altro.
 
 
Con una mano James era sceso a toccarle il sedere, per poi risalire la schiena e avvolgerla nel suo braccio, mentre con l’altra mano le carezzava una guancia con tenerezza.
 
 
 << Guardami >>, le mormorò James, la voce roca.
Xx aveva gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, la testa inclinata contro la sua mano, come a voler prolungare quella coccola… ma aprì gli occhi, puntandoli dritti nei suoi.
Con una mano si spostò dal collo di lui andando ad appoggiarsi sopra a quella che lui aveva sulla sua guancia, mordicchiandogli e leccandogli sensualmente un dito alla volta…
 
 
James strinse di più la presa sulla sua schiena, graffiandola, come a volerla avvicinare a lui il più possibile, come se volesse che ogni millimetro della sua pelle entrasse in contatto con quella di lui…
 
 
 
Xx trattenne il fiato, sorpresa da tanta foga, e guardava il suo ragazzo, i suoi occhi brillavano… sentì l’impulso di baciarlo, l’esigenza di unire le loro labbra… gli succhiò piano il labbro inferiore, poi lo baciò, trovando la sua lingua e giocandoci insieme, la mano libera che gli avvolgeva il collo…
 
 
L’orgasmo travolse entrambi con la forza di un tornado, travolgendo i loro corpi sudati e intrecciati, le loro pupille dilatate, il respiro affannoso, il cuore che sembrava pronto a esplodere…
 
 
Si staccarono dopo un po', quando i respiri tornarono a un ritmo accettabile, non volendo dividere quell’intreccio di corpi e anime: si sorridevano teneramente.
 
 
La fece stendere sul letto, e, reggendosi sopra di lei con gli avambracci la baciava con amore, mentre lei aveva una mano tra i suoi capelli e l’altra gli carezzava quella barbetta sexy… lo osservò.
 
 
 << Sai, tutta la palestra e l’esercizio fisico che stai facendo sta dando i suoi risultati…  complimenti >>, gli sorrise, un po' sorniona un po' complice.
 
 
 << Grazie >>, mormorò contento, baciandole una tempia.
 
 
 << Ora però potremmo dormire un altro po'? Non sono neanche le sei di mattina… >>, sbadigliò lui, spostandosi e rimettendosi sotto le coperte. Le sollevò dal lato di Xx, invitandola a seguirlo.
 
 
 << Orso pigrone >>, borbottò prendendolo in giro. Gli sorrise, prendendogli il viso tra le mani e sfiorandogli leggera le labbra. Poi si girò dandogli le spalle, aderendo al corpo di lui, che la sentì, e sorridendo, a occhi chiusi la avvolse nel suo abbraccio, addormentandosi.
 
 
 
 
 << Mooorniing >>, le bisbigliò all’orecchio meno di tre ore dopo, quando Xx si svegliò.
 
 
La ragazza sbadigliò sorridendo, stropicciandosi gli occhi e voltandosi verso di lui: era steso su un fianco, il gomito ad appoggiarsi sul cuscino, la testa appoggiata alla mano.
 
 
 << Mooorniing. Da quanto sei sveglio? >>, gli domandò, stiracchiandosi le braccia, mettendosi anche lei sul fianco, baciandolo leggera.
 
 
 << Non ne hi idea. Ho perso il conto. Ti stavo guardando… sei bellissima >>, gli rispose. Le sfiorò le spalle con le dita, facendole quasi il solletico; Xx ridacchiò.
 
 
 << Ma non stavi morendo di sonno neanche tre ore fa? >>, lo provocò lei.
 
 
 << Si… ma è più interessante guardarti >>, le rispose, talmente serio che Xx arrossì un po'.
 
 
 << Sai… vorrei che il tempo si potesse fermare qui. In questo preciso momento. I’m… happy. I’m very happy. There is a lot of snow outside… tu sei quì accanto a me… nell’altra stanza c’è la nostra bella bambina, le nostre famiglie vanno d’accordo… Oliver adora fare lo zio, è innamorato della sua nipotina. E tra un po' anche lui avrà una bambina tra le sue braccia da crescere >>, sorrise tra sè, immaginandosi suo fratello a cambiare pannolini e scaldare biberon. Anche Xx sorrise, ma non lo interruppe.
 
 
 << I love you. Io… non credevo che sarei riuscito a provare qualcosa di così grande… così travolgente per qualcuna. Non mi era mai successo… e non avrei mai sperato in tanta fortuna. So di essere ricambiato, lo sento nel profondo, in ogni mia cellula… sento tutto il tuo amore, e sento quello di Amelia… sento nella mia anima questa ondata di sentimenti… ed è bellissimo. È come una droga. Ne ho costantemente bisogno… ne sono immerso. E… beh, nostra figlia è uno splendore: la perfetta parte di te e di me, mi riempie le giornate di gioia… di amore, di divertimento… e ne vado orgoglioso, lo sai anche tu. Io sono orgoglioso delle mie donne, mi danno amore e tanta allegria… XX… >>, James si spostò, anche se con malavoglia da lei, la fece alzare in piedi e si inginocchiò.
 
 
Xx sgranò gli occhi, che diventarono subito lucidi: era emozionata, una gioia selvaggia si stava aprendo in lei… le guance le diventarono subito rosse, e si portò le mani tremanti alla bocca: dovette asciugare una lacrima solitaria e silenziosa che aveva deciso di scendere dai suoi occhi.
 
 
James si girò verso il comodino, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una piccola scatolina e l’aprì davanti a lei… Xx vedeva che lui era emozionato tanto quanto lei, quasi tremava.
 
 
Il ragazzo non si era preparato nessun discorso speciale, ma sapeva che le parole gli sarebbero uscite fuori, era lei ad ispirarlo. Per mezzo secondo chiuse gli occhi, pregando chiunque fosse all’ascolto che l’anello le piacesse, ma soprattutto che lei gli dicesse di sì… era nervoso.
 
 
 << Xx… io sono l’uomo più felice del mondo con te accanto. Tu mi completi… mi capisci, mi fai sentire una persona migliore, e sono molto fortunato… mi lasci libero. Libero di fare, di sperimentare… in tutti i campi, anche con Amelia, e in questa libertà io scelgo di tornare da te… con te. E sai quanto voglia dire per me. Non mi hai mai imposto niente, non ti interessa che io sia famoso o benestante, ti infastidisce se spendo troppo per te, non vuoi dipendere da me, vuoi essere indipendente. Vuoi stare bene da sola, ma stare meglio con me. E questo è bellissimo… non dai mai niente per scontato, meno ancora le persone… ti sei guadagnata quello che hai con la fatica e il sacrificio… e io ti ammiro. Mi sfidi, mi tieni testa, non sei mai scontata… anche con il lavoro che faccio, non mi tarpi le ali, mi sproni a fare di più e fare meglio… e sei disposta a mollare la tua vita così come è oggi per venire con me, per non farmi stare lontano da te e Amelia... o preoccupato per voi. Ringrazio ogni giorno chiunque ti abbia messa sul mio cammino, anche se il nostro primo incontro è stato frutto del caso… anche se è avvenuto in una situazione difficile. Come allora, io ti chiedo di fidarti di me… Dal canto mio, io non potrei chiedere di meglio. Non voglio di meglio. Ce l’ho già il meglio per me… e io voglio solo te. Sei bellissima, sei così intelligente e divertente… sei così forte e coraggiosa… neanche tu immagini fino a che punto. Non mi serve altro per essere felice. A parte qualche altro fratellino o sorellina per Amelia, ma a quello penseremo… e magari provvederemo >>, aggiunse sorridendo, con una nota di nervosismo: stava parlando con il cuore in mano, e sorrise del sorriso di Xx.
 
 
Lei dal canto sua alla parola qualche alzò un sopracciglio divertita: gli avrebbe chiesto più tardi di quantificare più precisamente.
 
 
James continuò prendendo coraggio: << Io ti amo, e voglio passare tutto il mio tempo con te, tutti i giorni della mia vita… perciò… sposami. Sposami, e fammi l’onore di farmi diventare tuo marito. È la cosa che mi renderebbe più felice al mondo… oh, aspetta, non era una domanda! Xx… will you marry me? >> le chiese un po' impacciato: era emozionato, era nervoso, era trepidante… era un groviglio di emozioni. Aveva preso il suo cuore in mano e glielo stava donando, le aveva rivelato ogni cosa, anche quelle che non le diceva mai… ma erano tutte vere quelle parole, dalla prima all’ultima.
 
 
Xx aveva le lacrime agli occhi, non riusciva a trattenerle: << Che stupida, lui mi fa una dichiarazione così bella, sincera ed emozionante… e io piango >>, pensò per un attimo tra sé.
 
 
Xx si inginocchiò in modo da essere alla sua stessa altezza, aveva gli occhi lucidi e le guance umide di lacrime, le labbra tremavano leggermente, e la sua voce era soffocata dall’emozione: << Ti sei ricordato di inginocchiarti, eh? Una volta avevamo scherzato su questa cosa… Oh, James, amore mio… anche io sento come te questo amore… questo sentimento così grande, così immenso… così totale… sincero e potente… quasi mi spaventa. Perché non saprei che fare se un giorno mi venisse portato via. Non saprei come sopravvivere senza… è più indispensabile dell’aria stessa. Tu e Amelia siete le cose migliori che potessi avere, le più belle… non potrei mai rinunciarci. Sai… quando scopri com’è essere felice… che sapore ha la felicità… poi è dura lasciarla andare. Non so che farei senza di voi. Farei qualunque cosa per te… per vederti felice… per vederti anche solo ridere. Non credevo sarei mai riuscita a trovare un uomo come te, con cui aprirmi così… con cui poter parlare di qualsiasi cosa, condividere i miei pensieri… e non sentirmi mai derisa, non essere mai considerata una stupida per questo, mai presa in giro… Hai usato la dolcezza e la tenerezza dove prima… beh… dove non c’erano. Hai spazzato via tutto il male, tutto il dolore che avevo dentro, e mi hai presa per mano e portata in un mondo bellissimo, fatto di amore sano una relazione felice… non una malata e contorta com’era prima. Mi hai fatto capire che dovevo meritare di meglio… e io ti ho creduto. Mi sono fidata, e mi hai portata via con te… allora presi la decisione migliore della mia vita. Non credevo possibile si potesse amare così profondamente e totalmente… sono così grata che tu abbia scelto me… che tu oggi scelga me. Sei così bello, così genuino… così buono e gentile… pensi sempre agli altri, a chi è meno fortunato, e ti dai da fare perché queste differenze non ci siano più. Sei talmente divertente e intelligente… così sexy… che non sempre ho pensato di essere alla tua altezza… o all’altezza dell’amore che mi dai. Ma so anche che non vorrei nessun’altro, che un altro sarebbe sbagliato per me. La persona giusta sei tu, sei sempre stata tu, e lo sarai per sempre. Mi ritengo incredibilmente fortunata ad essere così tanto amata da te. E sei un papà così meraviglioso con la nostra bambina… così attento a lei e ai suoi bisogni… così premuroso e divertente… anche lei è fortunata ad avere te come papà. Ci proteggi sempre, ci metti davanti a tutto il resto… e non era così scontato accadesse. A volte sembri un leone, pronto a ringhiare contro chiunque abbia cattive intenzioni… altre volte sei così dolce e romantico… mi stupisci sempre, qualsiasi cosa tu faccia. Sai, trovare qualcuno che senta quello che provo per lui… quello che gli trasmetto… trovare l’amore… non è così facile, anche per questo devo dire grazie. So quanto tu ami la tua libertà… ed io amo la mia… e non te ne priverei mai. Sta proprio nella libertà l’amore… ci siamo trovati in questo. Decidere si seguirti a Santa Monica e poi a Londra… non avrei mai resistito senza di te tutto quel tempo, e ancor meno Amelia… quindi è stato un po' anche egoismo, da parte mia… ma non me ne importa di questo stupido egoismo, se possiamo stare insieme. Io ti amo tantissimo… amo tutto di te… mi completi, mi sento al settimo cielo quando siamo insieme… mi sento riempita da te rendi il mio tempo migliore ridendo, giocando e scherzando con me… e io vorrei fare altrettanto con te… e l’unica cosa che mi farebbe più felice sono altri bambini, ma abbiamo tempo per quelli… anche se dovremmo parlare bene di quanti. Poi abbiamo avuto degli ottimi risultati con Amelia, quindi siamo bravi a fare anche quelli >>, gli sorrise lei, scherzandoci un po' su… lo vide ridacchiare, era molto teso ancora… ma non aveva ancora capito?
 
 
 << Io sono la ragazza più fortunata del mondo ad averti, a trasmetterti tutto quello che provo. E non avrei mai immaginato di ricevere una proposta di matrimonio dopo un risveglio così focoso… con indosso solo la tua camicia tutta spiegazzata. E non avrei mai immaginato che tu indossassi solo i boxer, con i capelli tutti spettinati e all’aria… a proposito, sei molto sexy così. Ma io dico che è perfetta così, il momento è perfetto. Yes, i do. Lo voglio… voglio sposarti >>, i suoi occhi brillarono, tanta erano i sentimenti in gioco e le emozioni.
 
 
James ci mise qualche secondo a realizzare che aveva detto di sì…
 
 
 << Si, voglio diventare Mrs Phelps. Voglio diventare tua moglie con tutta me stessa. Sarebbe per me un onore enorme… Non fare così James! Se ti mordicchi così il labbro e mi fai il tuo sorriso timido, è ovvio che ti dico che ti sposo! Non potrei dirti di no neanche volendo >>, scherzò lei ridacchiando nervosamente; era così sensuale…
 
 
Xx gli prese il viso tra le mani e lo baciò, sciogliendo così la tensione e il nervosismo nell’aria.
 
 
James era stato così nervoso, così in ansia… così preoccupato che lei potesse rifiutare per un motivo qualunque… che non aveva reagito subito quando lei gli aveva detto di sì.
 
 
 << Can… can you repeat? Please… Voglio che questo ricordo sia bene inciso nella mia mente… >>, quasi balbettò, dentro di lui era come se fossero esplose dieci casse di fuochi d’artificio.
 
 
 << Yes, I do, James. Lo voglio. Voglio sposarti… voglio diventare tua moglie… e voglio che tu diventi mio marito >>, gli sorrise radiosa, gettandogli le braccia al collo, facendo cadere entrambi sul pavimento.
 
 
James la stringeva forte, facendola aderire a lui, ma non era ancora abbastanza, non si avvicinava neanche lontanamente alla felicità che voleva trasmetterle; la baciò, con passione, con amore, con desiderio, con romanticismo… voleva farle sentire tutto quello che provava lui
 
 
Dopo un po' si separarono, entrambi più calmi… James visibilmente meno nervoso. Avevano ancora entrambi gli occhi lucidi di emozione.
 
 
 << Allora ci sposiamo! >>, fece lui, non riuscendo a trattenersi: era felice, solo questo
 
 
Xx annuì forte,ì sorridendo intenerita: << Pensavi che ti dicessi di no? >>, lo prese un po' in giro lei. Questo non sarebbe mai cambiato tra loro.
 
 
 << Poteva succedere. Diciamo… che è stata la mezz’ora più lunga, più intensa, più emozionante della mia vita… e anche quella in cui sono stato più nervoso. Questa e quando è nata Amelia >>, confessò. Xx si addolcì.
 
 
 << Tra l’altro… tu lo fai. Ridere, scherzare e giocare con me… rendendo il mio tempo migliore. Non avere dubbi su questo >>, le sorrise lui furbo, rispondendo a qualcosa che lei aveva detto quando stava rispondendo alla sua domanda.
 
 
Xx sorrise felice, non serviva chiedergli spiegazioni: lo guardò, aveva uno sguardo completamente innamorato.
 
 
 << Oh, quasi dimenticavo! >>, esclamò all’improvviso. Le prese la mano sinistra, baciandola, e, con mano un po' tremante, ma estremamente orgoglioso, le infilò l’anello al dito.
 
 
 << Jay… è… è bellissimo >>, fece commossa, ammirandolo da vicino… la sua mano brillava.
 
 
 << Ora posso chiamarti la mia fidanzata. Lo sei >>, sorrise lui: non riusciva a smettere.
 
 
 << Ti sta molto bene, ma sei più bella tu >>, le disse dopo un po': era molto fiero della sua scelta.
 
 
 << Ora posso usare anche io la parola fidanzato. Finalmente… >>, gli disse dopo un po' lei, mentre guardava il suo bellissimo anello da ogni angolazione. Lo adorava già.
 
 
 << E’… favoloso >>, gli assicurò di nuovo.
 
 
 << La mia fidanzata è favolosa >>, la contraddisse lui.
 
 
 << E spero di poterla chiamare moglie molto presto >>, aggiunse guardandola di sottecchi: Xx sorrise.
 
 
 << Anche io non vedo l’ora di chiamarti marito >>, Xx era elettrizzata.
 
 
 << Non oso immaginare in una giornata di sole… dovrò andare in giro con gli occhiali da sole! >>, rise lei, mentre ammirava i riflessi di luce e i luccichii che già solo così faceva il suo anello, facendoglieli vedere.
 
 
James ridacchiò, era molto contento che le piacesse… e che la misura fosse perfetta.
 
 
 << Da quant’è che te ne vai in giro con questa scatolina? >>, gli domandò poi curiosa.
 
 
 << Mmm… circa dieci giorni Ma era questo il momento perfetto. Fuori c’è anche la neve, e noi adoriamo la neve >>, le rispose con sincerità.
 
 
 << Hai ragione. Sulla neve e sul momento perfetto. Non lo cambierei per nessun’altro >>, gli sorrise, incoraggiante e felice.
 
 
 << Anche se… di la verità. TI bruciavano un po' quelle tasche, vero? >>, lo provocò, un sorriso sornione in volto.
 
 
 << Ma sentila! >>, la canzonò lui, spingendola piano con la mano sulla spalla.
 
 
 << Si, un po' si >>, ammise dopo un po' con una smorfia. << Ma io volevo un momento perfetto… non sapevo come, sapevo solo che l’avrei riconosciuto. E stava tardando ad arrivare. Se te lo avessi dato dieci giorni fa ti avrei già sposata a quest’ora >>, rivelò, un po' scherzando e un po' no.
 
 
 << Tutta questa fretta? >>, mormorò piano, anche se pure lei non vedeva l’ora.
 
 
 << SI. Non vedo l’ora >>, le rispose, baciandola.
 
 
 << Dieci giorni magari sono pochini… ma vorrei sposarti appena possibile. Se vuoi anche prima di partire per Santa Monica >>, le disse con totale convinzione, e lei annuì.
 
 
 << Se è fattibile… dobbiamo vedere se ci sono date libere. Lo faremo già domani >>, rispose eccitata nell’iniziare i preparativi.
 
 
 << E dimmi… è tutta farina del tuo sacco? >>, domandò divertita, assottigliando gli occhi per scrutarlo… James arrossì lievemente.
 
 
 << Beccato! >>, rise la ragazza.
 
 
 << Beh… in verità io l’avevo già adocchiato, e in pratica già deciso per quello. Ho pensato subito a te, quando l’ho visto >>, sorrise al ricordo lui.
 
 
 << E…? >>, lo incitò a continuare.
 
 
 << E poi… volevo sentire un secondo parere. Ti ricordi quando, un paio di settimane fa, sono stato via con Amelia tutto un pomeriggio? Appena dopo tornato dal viaggio di lavoro. Ecco, è venuta ad approvarlo anche lei. Ha sorriso quando l’ha visto, ha detto che era perfetto per la sua mamma >>, raccontò James.
 
 
 << Ho dovuto girare più di qualche gioielleria. L’ho trovato sull’ultima… Oliver mi ha accompagnato nell’ultima, dove lo avevo già visto. Più che altro per fare da baby-sitter ad Amelia. E in parte per un suo parere, dato che ci era già passato con Katy >>, ridacchiò lui.
 
 
 << Devi aver messo a dura prova la capacità di sopportazione di tuo fratello >>, ridacchiò lei.
 
 
 << Un po'. Essere trascinato per la città dal suo gemello non è la cosa che gli piace fare di più. Ma fidati, mi sono fatto perdonare >>, ammise lui, sorridendo.
 
 
 << Lo immagino. Le tue tecniche di persuasione e di perdono sono note >>, sorrise ammaliante e beffarda, James sbuffò divertito.
 
 
 << La commessa mi aveva tirato fuori un sacco di anelli, ma io avevo già notato questo, e mi era rimasto in testa >>, sorrise lui, ricordando perfettamente la scena:
 
 
 
 << Buongiorno signorina. Sono qui con mio fratello… vorrei vedere un anello di fidanzamento >>, disse James, la voce sicura ma carica di emozione pronunciando quelle parole.
 
 << Ottimo, e congratulazioni allora. Aveva già visto qualcosa… o le faccio una panoramica di quello che abbiamo…? >>, domandò la commessa.
 
 
 << Si, ne avevo visto uno in vetrina qualche giorno fa >>, le rispose, dondolando il passeggino di Amelia avanti e indietro.
 
 
 << Se non mi ricordo male dovrebbe essere di Tiffany >>, aggiunse, sperando di dare alla commessa qualche indicazione in più.
 
 
 << Ok, forse ho capito. Vado a prendere quelli che abbiamo, attenda un momento >>, fece lei, e sparì.
 
 
Intanto Amelia si era svegliata, così James la prese in braccio, camminando avanti e indietro.
 
 
 << Ohh, che bella bambina! >>, squittì un po' leziosa la commessa.
 
 
 <<   Grazie. Si, era questo >>, le disse indicandolo tra quelli che lei aveva portato: lo aveva riconosciuto subito tra gli altri, e anche a Oliver scappò un: << Wow >>.
 
 
La commessa lo lucidò e glielo porse: << E’ di Tiffany, della collezione Setting Pavè. È stato progettato alla perfezione. La montatura a sei griffe permette al diamante taglio a brillante di elevarsi al di sopra della scintillante fedina di pavè di diamanti. La pietra centrale può variare da uno virgola cinque a sei carati. La montatura è di platino, e questa è di due carati >>, spiegò la commessa, molto tecnicamente.
 
 
 << È molto… luccicante. Bellissimo >>, commentò Oliver con sincerità.
 
 
 << Si. Già così si vedono le mille sfaccettature del diamante centrale. In più c’è una cascata di piccoli diamantini ai lati. Dovreste vederlo alla luce del sole… è fenomenale >>, fece la commessa entusiasta. Con occhi quasi sognanti: forse aspettava anche lei di riceverne uno…
 
 
James aveva ascoltato attentamente, avvicinandolo e guardandolo da ogni angolatura. Voleva che fosse perfetto per – sperava- la sua futura moglie, ma doveva sentire…
 
 
 << Amelia, ti piace? Per la mamma, che dici? Va bene? Secondo papà è l’anello giusto >>, domandò alla sua bambina, come se potesse rispondergli sul serio. Amelia sorrise battendo le mani, ed emise un suono strano, che però James prese per un sì.
 
 
 << È l’ultimo rimasto di questa collezione. Ce ne sono anche altri della stessa linea, ma hanno carati più grandi. Se vuole glieli faccio vedere, o ne prendo al… >>, ma la commessa non terminò la frase.
 
 
 << No. Mi piace questo. È l’anello giusto >>, disse convinto.
 
 
 << Ottimo allora, ha fatto un affare. La sua fidanzata rimarrà a bocca aperta. Voleva vedere altro? >>.
 
 
 << Grazie. No, non mi serve altro >>, rispose educatamente.
 
 
 << E lei? >>, fece rivolta a Oliver.
 
 
 << Io? Oh, no, ho già dato. Ora tocca a lui >>, ridacchiò Oliver.
 
 
 << Peccato… oh, mi scusi! >>, alla commessa era scappato il commento a voce alta, e diventò subito rossa, defilandosi andando a prendere la confezione dell’anello.
 
 
 << Come with uncle Amelia while dad pays >>, fece Oliver prendendo la nipote in braccio.
 
 
 << Xx lo adorerà, fidati. Hai superato te stesso >>, gli sorrise il fratello.
 
 
 << Lo spero… soprattutto spero che mi dica di sì >>, commentò James, leggermente preoccupato.
 
 
 << Ma certo che ti dirà di sì! Certo, ha scelto la mia brutta copia, quindi magari qualche problemino potrebbe averlo… >>, lo prese in giro lui: i due fratelli si guardarono e ridacchiarono per quanto aveva detto Oliver.
 
 
 << Comunque, io non ho nessun dubbio in merito la risposta che riceverai. Hai già pensato a come darglielo? >>, gli domandò poco dopo, uscendo dal negozio.
 
 
 << Neanche una. So solo che voglio sposarla >>.
 
 
 << Mi sembra che tu abbia le idee chiare >>, commentò Oliver spingendo il passeggino.
 
 
 << Forse… in un momento in cui non se lo aspetterebbe. Insolito. Non voglio la solita cena con l’anello dopo il dessert. O dentro la torta. Che poi uno deve stare attento che non lo ingoi. Voglio stupirla >>, di questo James era assolutamente sicuro.
 
 
 << Tu come l’hai chiesto a Katy? >>, era curioso: non lo aveva mai chiesto al fratello.
 
 
 << Eravamo in vacanza al mare. Stavo andando in giro con quell’anello da due settimane… poi un giorno al tramonto, lei era lì, in mezzo all’oceano, che stava ridendo per degli schizzi che un gruppetto di bambini stavano facendo vicino a lei. Il rosso del tramonto era riflesso sul mare… era bellissimo da vedere. Ho pensato subito che doveva essere lì, in quel preciso momento. Ho fatto una corsa nella nostra stanza, quando è uscita mi sono inginocchiato… l’ispirazione mi è venuta lì, ma ancora mi ricordo ogni parola >>, raccontò, un sorriso gli si aprì sulle labbra al ricordo.
 
 
 << Beh, bello! Magari ci penserò su >>.
 
 
 << No. Quando uno ha l’ispirazione lo fa, non un secondo prima. È come se te lo sentissi dentro, una vocina che ti dice: Now. Fidati >>, gli rispose lui, restituendo il passeggino e Amelia al padre.
 
 
 
 
 << Ehi? Jay? Ci sei? >>, Xx lo ridestò dal suo sogno a occhi aperti.
 
 
 << What? Oh, yes. Stavo solo pensando >>, le rispose lui tornando al presente.
 
 
 << Quasi me ne stavo dimenticando. Buon Natale James >>, gli sorrise, baciandolo dolcemente, le mani dietro il collo.
 
 
 << Buon Natale Xx >>, rispose lui, rispondendo al bacio con passione… poi sentirono attraverso la radiolina che Amelia era sveglia, e andarono da lei.
 
 
 << Jay? >>, fece più tardi Xx: avevano scartato i regali, Amelia si stava divertendo molto, anche se tentava di mangiarsi la carta dei pacchi. Si coprirono per bene e uscirono; era la prima volta che Amelia vedeva la neve, e sembrava quasi che avesse gli occhi più grandi, per guardare meglio tutto quel bianco attorno a lei. Avevano indossato tutti e tre lo stesso cappello e gli stessi guanti che James aveva portato a casa come regalo da uno dei suoi ultimi viaggi.
 
 
 << Dimmi >>, le rispose sereno: aveva in mano una piccola pallina di neve, tolse il guanto alla figlia e gliela fece toccare. Amelia ritrasse subito la manina, ma sorrideva al padre, e non mollava lo sguardo da quello che lui le mostrava in mano.
 
 
 << I love you >>, gli sorrise per distrarlo, poi a tradimento gli tirò una palla di neve: James scoppiò a ridere.
 
 
 << Sarà meglio andare dentro ora, o Amelia prenderà freddo, Possiamo tornare più tardi e fare un bel pupazzo di neve, anche dai tuoi dopo pranzo, con Oliver e Katy >>.
 
 
 << Si, meglio entrare >>, fece James precedendola per aprirle la porta… tirandole anche lui una palla di neve. Amelia rideva un sacco…
 
 
 
 
 
 
 
 
Note:
 
Ciaoo!
 Chiedo Venia, è passato un pezzo dall’ultima pubblicazione, lo so. Ma tra Natale e svariati altri impegni non ho mai avuto moltissimo tempo. Però mi sono fatta perdonare (spero), con un capitolo lunghissimo! E ho voluto renderlo denso e ricco di avvenimenti e di novità per James e Xx. Spero vi piaccia, fatemi sapere!! Quindi non mi sono dimenticata della mia storia, tutt’altro, non temete! Ora, volevo inserire le foto dell’anello che James ha regalato a Xx, la descrizione l’avevo presa direttamente dal sito di Tiffany, se andate li lo trovate alla pagina anelli di fidanzamento, magari con le immagini andate meglio a visualizzarlo… e vivolevo mettere anche la foto di James. C’è un punto in cui lei gli dice che gli allenamenti stanno dando i loro risultati, o una cosa simile. Ora se seite curiosi/e andate sul  suo instagram, l'ultima foto è quella che intendo… almeno, a me aiutano tanto le immagini nel processo di visualizzazione, spero valga lo stesso per voi e vi possa aiutare. Volevo inserirle qui, ci ho messo un'ora ma non ci sono riuscita!
Per chi ancora mi leggerà alla prossima! Per chi mi ha letto per caso… grazie di averlo fatto.
 
Grazie della pazienza, a presto!

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Capitolo 29
*** Richieste ***


 << Dove ti piacerebbe andare in luna di miele? >>, le domandò James più tardi: erano tutti e tre sul divano a rilassarsi, e lui stava facendo il solletico ad Amelia, che rideva un sacco.
 
 
 
Al pranzo di Natale erano andati dai genitori di lui, e praticamente appena arrivati lui sventolò la mano di Xx sotto il naso dei suoi genitori, di Oliver e di Katy, trascinandola con sé, esplodendo con un: << Ha detto si! Lei mi ha detto di sì… ci sposiamo! >>, che più felice e sincero non poteva essere… non stava più nella pelle.
 
I primi a raggiungerli per le congratulazioni furono Oliver e Katy: << Ben fatto, fratello! >>, approvò sorridendo e abbracciando James e poi Xx.
 
 << E’ un anello bellissimo! >>, fece Katy, osservandolo da vicino, e abbracciando anche lei entrambi.
 
Poi arrivarono i genitori di lui, anche loro felicissimi della notizia, abbracciarono il figlio e poi la sua futura moglie: << Non potevamo sperare e desiderare una ragazza migliore di te per lui. È così felice da quando state insieme… e il merito è tuo. Grazie >>, le disse la signora Phelps, facendola quasi commuovere.
 
 << Beh, dato che sembra il momento dei grandi annunci, ne abbiamo uno anche noi: << It’s a girl! >>, fece Oliver entusiasta, appoggiando la mano sulla pancia di Katy, che iniziava ad intravedersi.
 
 << Oh! It’s a fantastic news! >>, fecero I signori Phelps, correndo ad abbracciarli.
 
 << Questa famiglia si sta riempiendo di donne! Katy, Xx, Amelia e ora questa nuova bambina! >>, brontolò scherzosamente il signor Phelps, ma la moglie gli diede un colpetto.
 
 << Non lamentarti Martyn Io sono stata tutti questi anni in minoranza con te e i ragazzi >>, fece Susan tutta allegra.
 
Prese in braccio Amelia: << Ciao amore di nonna! Hai visto? Qui c’è la tua nuova cuginetta… >>, fece Susan prendendola in braccio e dandole un bacio, per poi avvicinarsi al pancino di Katy.
 
I temi di discussione del giorno erano stati quindi il matrimonio, la futura bambina, il matrimonio, il nome della futura bambina, i fiori del matrimonio, il regalo da parte dei nonni per la nuova arrivata…
 
 
 
 
 << Devo ammettere che il pranzo è stato monotematico >>, gli sorrise Xx, poi le venne in mente una cosa e si alzò dal divano, diretta nella loro stanza.
 
 << Dove vai? >>, le domandò lui curioso, mentre giocava con Amelia.
 
Xx tornò con una scatolina in mano: << Mi… mi sembra giusto che anche tu abbia un segno del nostro impegno. Questo anello bellissimo dice che appartengo a te… che sono tua. Questo dice che tu sei mio >>, gli disse lei, infilandogli l’anello al dito. Era l’anello con cui lei voleva chiedergli di sposarla, anche se poi era successo quel che era successo.
 
 << James Andrew Eric, io sono tanto felice con te. Il mio cuore è tuo… vuoi tu sposarmi e prendermi con te come tua moglie? >>, gli sorrise Xx.
 
 << E me lo chiedi? Certo che si! >>, le rispose lui baciandola.
 
 << Ora siamo pari >>, scherzò Xx.
 
 << Allora, luna di miele. Io credo che la domanda giusta non sia dove mi piacerebbe andare. Sai il viaggio è tuo al cinquanta percento, quindi credo che sarebbe meglio chiedersi dove vorremmo andare >>, gli rispose, poco dopo Xx porgendogli una tazza di thè fumante in mano.
 
 << Grazie. Questo è vero… ma… tra noi quella che ha viaggiato e visto di meno del mondo sei tu. Vorrei rimediare… farti… anzi, farvi, vedere il mondo >>.
 
Xx sorrise, e il suo sorriso si allargò ancora di più a vederlo con la loro bambina.
 
 << E noi lo vogliamo vedere insieme a te. Lo faremo. Ma mi piacerebbe andare in un posto nuovo anche per te >>.
 
 << Mm… si può fare, ci penseremo. Principessa, che dici tu? Dove dovrebbero andare mamma e papà in viaggio di nozze? >>, domandò a sua figlia, che gli fece un sorriso enorme, poi prese a giocare con lei con una pallina piena di lucine che si accendevano.
 
 
 << Oh sì, hai proprio ragione Amelia Holly Susan. New York sarebbe un bel posto >>, fece James, guardando la reazione di Xx, a cui, senza volerlo, si illuminarono gli occhi.
 
 << Poi? Cuba? Polinesia? Maldive? Tu si che hai tante idee amore di papà >>, continuò ancora, scrutando la reazione di Xx.
 
 << La vuoi smettere? Non possiamo andare in tutti questi posti! Dobbiamo scegliere. Tu a New York ci sei già stato molte volte, qui… >>, ma non finì la frase.
 
 << Tu invece no. E lo so che ti piacerebbe andare. Ascolta, possiamo fare qualche giorno li e poi spostarci da un’altra parte. Magari Cuba… o la Polinesia se ci piace di più. O un altro posto ancora >>, insistette lui; sapeva quanto lei desiderasse New York, ci dovevano andare, avevano organizzato tutto, ma era arrivata la notizia della gravidanza, e i problemi di salute che lei aveva avuto verso la fine l’avevano costretta a rinunciare… perciò voleva che New York fosse inserita nel loro viaggio.
 
 << Va bene, possiamo fare così. Grazie >>, gli sorrise, accoccolandosi a lui.
 
Amelia si sporse verso di lei, voleva un po' di attenzioni e di coccole anche dalla sua mamma.
 
 << Vuoi sposarti qui o in Italia? >>, le domandò lui ancora, sistemandosi meglio le gambe sul divano, appoggiando il mento al ginocchio, gli occhiali che si appannavano un po' per il calore del thè ancora fumante.
 
 << Oddio… non lo so. Non ci ho pensato. Però… potremmo fare due cerimonie. Di sicuro tutti i miei parenti e amici in Italia vorranno partecipare, ma non tutti potranno venire… spostare così tanta gente è complicato… e lo stesso vale per chi abita qui. Magari… potremmo sposarci prima qui e poi in Italia, o il contrario, così possono partecipare tutti. Che ne dici? È un’idea sciocca? >>, gli domandò lei, un po' in ansia.
 
 << Dico che è un’idea perfetta! Così tutti i nostri amici e familiari potranno esserci quel giorno. E poi, niente mi renderebbe più felice che sposarti due volte >>, le sorrise lui, baciandola.
 
 << Sai, Jay… tua madre mi ha fatto vedere delle tue foto da bambino oggi. Lei ti somiglia sempre di più >>, gli disse, osservando sua figlia e il suo papà.
 
 << Gli occhi sono i tuoi. Per forma, grandezza e colore… e poi hanno la stessa vivacità ed espressività. Ma anche la forma del viso… e quando sorride, sembra la tua fotocopia >>, sorrise Xx.
 
 << Dici? Io trovo che somigli tantissimo anche a te. Ha il tuo naso per esempio, Le tue labbra carnose, anche se la forma sembrerebbe più la mia. È molto ben equilibrata. È sicuramente una testarda come la mamma >>, ridacchiò lui alla fine.
 
 << Ehi! >>, protestò lei, dandogli un piccolissimo pugno sulla spalla.
 
 << Non ho mica detto che la cosa mi dispiace. Io la adoro così com’è >>, rispose lui con sincerità.
 
Lui riprese Amelia in braccio e le fece fare l’aeroplano e la mise per terra, sul suo tappetone.
 
 << Vado a fare una doccia >>, le sorrise, e la ragazza annuì.
 
Quando tornò in salotto, trovò Xx che stava allattando la bambina: aveva ancora latte, anche se ormai la allattava solo la sera e la mattina, era quasi più un momento di intimità… di coccole tra loro: le rilassava.
 
 << Siete bellissime >>, disse James rientrando in salotto, mentre guardava le “ sue ragazze “.
 
 << Grazie >>, rispose lei radiosa: si era persa nella contemplazione della sua bambina, e quasi non lo aveva sentito arrivare.
 
 << Oliver chiede se abbiamo impegni per l’ultimo dell’anno. Fa una piccola festa a casa sua. Non vogliono andare tanto in giro o fare troppo tardi… per via di Katy e della bambina in arrivo. Dice che se non abbiamo impegni possiamo unirci >>, le lesse il messaggio dal cellulare.
 
 << Tu avevi altre idee in mente? >>, gli domandò.
 
 << Onestamente non avevo pensato proprio a niente. Tutti i miei pensieri erano fermi sulla proposta di oggi >>, le sorrise. << È il primo Capodanno che passiamo con Amelia… volevo solo starmene a casa noi tre >>, ammise.
 
 << Sarebbe un bel capodanno. Ma so che tu vuoi andare alla festa di Oliver… possiamo andare a festeggiare a casa sua, e poi tornarcene a casa presto per festeggiare… privatamente >>, fece lei ammiccante; James sorrise sornione, capendo al volo cosa lei intendesse.
 
 << Si può fare >>, approvò allegro, sistemandosi meglio gli occhiali. Si avvicinò a Xx, dandole dei lievi baci sul collo, mordicchiandolo lentamente… le fece venire i brividi, mentre con una mano lui risaliva sul collo di lei, sulla nuca… scompigliandole i capelli.
 
 << Mmm… >>, si lasciò scappare la ragazza, gli occhi chiusi a godersi quelle carezze.
 
James sorrise sulla sua pelle, soddisfatto… e lo sguardo gli cadde sull’anello che gli aveva appena infilato lei al dito… sorrise istintivamente ancora di più.
 
Scese a baciarle la spalla, sempre senza alcuna fretta, con estrema lentezza e sensualità.
 
 << J- James… >>, miagolò lei, incapace di resistergli a lungo.
 
 << Yes? >>, fece lui, con una mano gli sfiorava il collo e il petto con le lunghe dita.
 
 << N- non… f- fermarti… >>, riuscì a dire, in un sussurro appena percettibile.
 
 << Non mi devo fermare? >>, mormorò lui: anche se era alle sue spalle Xx sapeva benissimo che se la godeva un mondo a vederla così.
 
 << Preferirei di no… >>.
 
James continuò con le sue lievi coccole, alternando dei piccolissimi morsi a dei baci talmente leggeri che sembrava non appoggiasse neanche le labbra sulla pelle di lei.
 
 << CI stanno osservando… >>, le mormorò poco dopo all’orecchio, divertito.
 
 << Eh?? >>, XX aprì improvvisamente gli occhi guardandosi attorno, poi guardò verso la sua bambina, due occhi uguali a quelli di James li stavano guardando interessati: Amelia non stava più mangiando.
 
 << Amore! Scusa, è tutta colpa del tuo papà >>, borbottò Xx, sistemandosi la maglietta e alzandosi con Amelia per andare a lavarla e farle fare il ruttino.
 
 << Faccio io stasera, ok? Tu aspettami… sveglia >>, ridacchiò lui: l’ultima volta che aveva fatto il bagnetto ad Amelia prima di metterla a nanna, qualche giorno prima, e Xx lo aveva “ aspettato “, si era addormentata sul divano.
 
 << Sei proprio un simpaticone >>, gli fece lei il verso, ridendo sotto i baffi.
 
 << Come Amelia >>, fece il padre prendendola e avviandosi verso il bagno, poi la mise giù in modo che gattonasse un po', e tentò di farsi seguire da lei, che gattonando aveva preso un'altra strada.
 
 << No, nò, di qua Amelia >>, fece, prendendola al volo, e rimettendola a terra verso la giusta direzione.
 
 
 
Xx guardava la scena sorridendo: non avrebbe potuto chiedere di meglio, neanche impegnandosi. Andava tutto oltre ogni sua più rosea aspettativa; James, Amelia, come si comportava lui con lei… il matrimonio… era al settimo cielo, da quando lo conosceva era quasi sempre felice.
 
Al ricordo del bacio di lui sentì i brividi per tutto il corpo, adorava quando lui era cos’ audace e la provocava… come se si volesse prendere ciò che gli apparteneva. Sorrise tra sé pensando a quella mattina, avevano fatto l’amore in un modo così…. Speciale, unico. Poteva quasi sentire le dita di lui sul suo corpo, mentre creavano costellazioni immaginarie… i lor cuori che battevano insieme, il suo profumo che le solleticava le narici… il suo sorriso… i suoi baci sulle labbra, i suoi morsi… le sue mani ovunque su di lei… il suo abbracciò così stretto…
 
Xx aprì gli occhi di scatto: i suoi stessi ricordi di qualche ora prima riuscivano, in un certo senso, a darle piacere.
 
Andò a vedere come il suo fidanzato se la stava cavando, e da una piccola fessura vide che lui stava canticchiando qualcosa ad Amelia, mentre finiva di farle il bagnetto; era davvero un papà bravissimo, e l’aiutava molto, non poteva certo negarlo! Mai se lo sarebbe immaginata, soprattutto all’inizio, quando lui non aveva reagito benissimo alla notizia della gravidanza… anche se, ora lo sapevano entrambi, la sua era solo paura. Paura che a quanto pareva affrontava benissimo, non si sarebbe mai detto, a vederlo ora come era con sua figlia, che ormai più di un anno prima aveva quasi proposto l’idea fi abortire.
Era solamente spaventato dalla responsabilità di un bambino.
 
Si spostò andando verso la loro camera, non voleva interromperli: era giusto che anche lui, come lei, avesse del tempo esclusivo con Amelia, che avessero dei ricordi solo loro da creare.
 << Che dici Amelia? Mamma e papà si devono sposare in quale stagione? Con la neve? Con il sole? Le foglie che cadono dagli alberi? Che ne pensi? >>, domandò James a sua figlia, mentre la asciugava e le metteva il pigiama.
 
 << Papà ti svela un segreto. Non mi importa niente in che mese la sposerò, Se potessi la sposerei anche domani, sai? Non vedo l’ora che arrivi quel giorno. Papà gliel’ha chiesto solo stamattina, ma già vorrebbe essere lì ad aspettarla all’altare, vederla camminare verso di me… abbiamo aspettato troppo. Papà vuole solo che sia una bella giornata e che mamma sia felice… tutto qui.  Oh >>, sentì il cellulare suonare lievemente, gli era appena arrivato un messaggio. Quando lesse chi lo mandava quasi rabbrividì.
 
 << Spero tu stia passando un buon Natale, caro James. CI vediamo dopo capodanno come da accordi. Marry Xmas, Simone >>.
 
Sospirò, mettendo via il cellulare. In quella giornata perfetta si era quasi scordato di lei e della sua minaccia che aleggiava su di lui; più ci pensava e più non capiva, cosa pensava di ottenere con quella mossa? Soldi? Non era del tutto sicuro… o almeno non solo. Ma cos’altro poteva volere? Da quel che si ricordava faceva già la modella, quindi non poteva volere che lui la facesse, in qualche modo, entrare nell’ambiente dello spettacolo… ma anche volendo non avrebbe saputo come fare, non frequentava molto quell’ambiente, e non aveva amicizie così altolocate da poterla aiutare. Forse era solo un modo per avvicinarsi a lui? Assolutamente fuori discussione. Non le avrebbe mai permesso di intromettersi tra lui e Xx, lo aveva già fatto una volta, e aveva quasi perso tutte le persone che più amava; la voleva il più lontano possibile da lui, da Xx, da Amelia, da Oliver e Katy e da tutta la sua famiglia.
Xx… ancora non le aveva detto niente, e già per questo si sentiva uno schifo. Ma non voleva farla preoccupare prima del previsto, ancora non era sicuro, non aveva le prove che quelle foto esistessero davvero. Ma, nel caso… come poteva iniziare a parlarne con Xx evitando che si chiudesse a riccio o andasse su tutte le furie?
 
 << Dai, dad reads you a story >>, fece alla sua bambina, che stava muovendo le manine, poggiandole sul suo viso.
 
Dopo qualche pagina James si rese conto che Amelia dormiva beata, la coprì e andò verso il salotto. Lei stava leggendo delle e-mail, e non si accorse subito di lui, che si fermò a scrutarla dallo stipite della porta: aveva i capelli che le uscivano disordinati dallo chignon che si era fatta, lo scollo della maglia largo che pendeva da una parte, e la spallina del reggiseno che era scivolata da una spalla… era bellissima così, tutta concentrata.
 
James si avvicinò con passo felpato, sfilandole il telefono dalle mani senza dire una parola e posandolo sul tavolino a fianco il divano. Xx si girò, guardandolo divertita; lui si sedette a fianco a lei, trattenendo a fatica una risata.
 
Xx alzò un sopracciglio: << Amelia dorme? >>, gli domandò, sistemandosi improvvisamente a cavalcioni su di lui, le braccia attorno al suo collo.
 
 << Dorme come un ghiro >>, le rispose sorridente, ricacciando in un angolo della sua mente il pensiero di Simone.
 
Lei lanciò uno sguardo a James che appiccò un fuoco improvviso nel suo petto: questa ragazza, “ la mia futura moglie “pensò, mi fa impazzire con un solo sguardo.
 
Xx lo baciò, come se non lo facesse da settimane, con una passione così travolgente da far dimenticare a entrambi qualsiasi cosa non fosse quel bacio: le loro lingue si rincorrevano, giocando l’una con l’altra, le loro labbra si cercavano… le mani correvano sui loro corpi, stringendosi sempre di più, sempre più vicino…
 
Lei sentiva le grandi mani di lui andare su e giù sulla sua schiena, stringendola a lui… poi improvvisamente si alzò, come se lei non pesasse niente, reggendola. Le fece posare la schiena sul muro, continuando a baciarla imperterrito, come se non ci fosse niente di più importante al mondo… Xx sospirò, stretta a lui: non avrebbe voluto essere da nessun’altra parte. Fece scivolare una mano lungo il colletto della sua maglietta, infilandoci sotto la mano, sentendo i suoi muscoli tendersi e contrarsi a ogni minimo tocco.
 
 << Posso dirti una cosa? >>, gli domandò lei.
 
 << Spara >>.
 
 << Ti ho mai detto che adoro le tue mani? Mi sono sempre piaciute… Sono grandi, mi danno un senso di protezione, di sicurezza, di forza… ma sanno anche di amore, di dolcezza e di tenerezza… e di passione >>, disse improvvisamente Xx, mentre con una mano lui le sfiorava una guancia e con l’altra la stringeva più forte per tenerla su… e a quelle parole la strinse ancora più forte.
 
 << Ci sono altre questioni che richiedono la nostra attenzione? Perché io avrei altro da fare per questa serata ora >>, le disse divertito.
 
 << E che devi fare di così urgente? >>, domandò lei stando al gioco.
 
 << Amare la mia fidanzata >>, le rispose lui, prendendola in contropiede.
 
 << Allora non ci sono altre cose. Del matrimonio parleremo domani >>, confermò lei, baciandolo di nuovo.
 
 << Questa mi sembra un’ottima idea >>, le rispose lui, mordicchiandole il labbro inferiore, e prendendo a camminare in direzione della loro camera da letto.
 
James non sembrava volerle lasciare il tempo di respirare, continuando a baciarla ininterrottamente; i loro nasi si sfioravano, le piccole mani di lei scorrevano sulla sua nuca, e tra i suoi capelli, le loro bocche si staccavano per poi cercarsi spinte da più desiderio di quando si erano lascate.
 
Il ragazzo cadde insieme a lei sul materasso. Si sfilò la maglia che indossava con gesti rapidi e impazienti, e  Xx potè godere ancora una volta di quella vista meravigliosa del suo futuro marito… a pensarci aveva i brividi.
 
 << Perché ridi? >>, le domandò curioso, il suo sorriso timido stampato in volto.
 
 << Oh niente. Pensavo solo che sono molto fortunata ad averti con me. Ora non montarti la testa >>, aggiunse divertita subito dopo, allungando il mento verso di lui, e gli posò un morbido bacio sul collo.
 
James però non sembrava avesse voglia di scherzare, e la zittì con un bacio sulle labbra.
 
 << Sono io ad essere fortunato >>, le sorrise poi. L’ampia mano di lui percorse la sua gamba lentamente, arrivò all’orlo della maglietta di lei e la sfilò dalla testa.
Era sopra di lei, e si fermò per un secondo a guardarla; aveva i capelli castani sparsi sul cuscino, era bella da togliere il fiato, risplendeva di luce propria… e i suoi occhi… i suoi occhi brillavano per lui.
 
Le mise le mani ai lati del viso, passandole poi tra i suoi capelli: era sorprendente la delicatezza con cui la sfiorava e la toccava; Xx gli mise le mani sul petto, avvicinandolo a sé.
 
James aveva i gomiti puntati sul materasso per tenersi su e non schiacciarla, le baciava il collo con lentezza studiata per farla impazzire. Le baciò il seno, dove la pelle era super sensibile, e continuò, senza mai fermarsi, passando la lingua sul suo capezzolo, sfiorandolo con una mano…
 
La pelle di Xx si surriscaldò immediatamente a contatto con lui: gli fece alzare il viso, e lo baciò sulle labbra, intrappolandolo tra le sue braccia: << Ti amo >>, gli sussurrò, staccandosi di solo qualche millimetro, inspirando il suo profumo.
 
 << Ti amo da morire >>, le sorrise lui, baciandola con più passione, mentre con una mano riprendeva a massaggiarle un seno.
 
 << James… >>, sospirò. Sentirla sospirare il suo nome lo fece fremere ancora di più.
 
Le accarezzava ogni centimetro di pelle disponibile, mentre lei piegava una gamba intorno ai suoi fianchi. Il ragazzo aprì gli occhi per un secondo; lei lo guardava con palese desiderio, le labbra un po' gonfie per i tanti baci che si erano dati. Il suo petto muscoloso andava su e giù velocemente, come se gli mancasse l’aria per respirare.
 
Xx si sfiorò appena le labbra con le dita… il bacio di lui persisteva, era insistente e prepotente, profumava di James… lo sentiva anche se in questo momento non aveva le sue labbra sulle proprie. Il cuore le palpitava nel petto, aveva le farfalle allo stomaco, nonostante fossero passati diversi anni dal loro primo bacio...
 
Il ragazzo poggiò la fronte sulla sua, catturando il suo sguardo: solo questo bastò a Xx per farle sentire un brivido lungo tutto il corpo… lui la faceva sentire viva.
 Lo baciò di nuovo, infilando le mani nei suoi capelli e avvicinandolo ancora un po' a sé. Schiuse le labbra piano, sentendo la punta della lingua di James insinuarsi senza nessuna fretta e nessuna foga, voleva assaporarla lentamente: tutto questo amplificava tutte le sensazioni che provavano: erano incredibilmente forti, intense…
A Xx mancò quasi l’aria e aveva la sensazione che la testa le girasse; se fossero stati in piedi avrebbe rischiato di cadere, anche se era certa che lui non l’avrebbe permesso, che mai l’avrebbe lasciata andare.
 
Una mano di lui era tra i suoi capelli, l’altra si era intrufolata tra la sua schiena e il materasso, l’accarezzava e la stringeva a sé.
Dovettero interrompere il bacio solo per necessità d’aria, anche se entrambi stavano cercando di respirare il più a fondo possibile.
Le sorrise ancora, senza dire niente e senza nessun motivo, solo non poteva farne a meno quando lei era così vicina. Le accarezzò il viso con un dito, con delicatezza… l’unico rumore nella stanza era quello dei loro battiti accelerati.
Il viso di Xx andava a fuoco a quel lieve contatto, era emozionata e maledettamente eccitata; i loro corpi fremevano, e la voglia di aversi cresceva secondo dopo secondo.
Con le labbra James scivolò sul collo, baciandone la pelle con le labbra: Xx sospirò beata, questi momenti di intimità con lui le facevano sempre girare la testa da quanto erano intensi. Sarebbe stato sempre così? Lei credeva proprio di sì.
Con estrema bravura lui scese sempre più in giù, baciandole i seni, i fianchi, la pancia… fu costretto a fermarsi a causa della stoppa dei leggins che indossava. Glieli sfilò, finendo di spogliarla, riempiendosi gli occhi della sua ragazza quasi completamente nuda davanti a lui.
Xx invertì le posizioni, ora era lei che gli era addosso. Poggiò il viso sul suo petto, respirando a fondo quel profumo che era tutto suo e che lei adorava. Gli baciò il punto in cui si trovava il cuore, godendo di ogni suo singolo e più piccolo ansimo.
James mugugnò qualcosa, senza alcun successo. Xx non ci badò, e lo baciò sempre più in alto, fino ad arrivare al suo collo, per poi sollevare lo sguardo e guardarlo negli occhi, baciandolo ancora: di questo non si stancava mai.
 
Lui invertì di nuovo le posizioni, sovrastandola: sotto di sé aveva una splendida e bellissima ragazza, che era la mamma della sua bambina e che presto, finalmente, sarebbe stata sua moglie… lei gli apparteneva, ne era assolutamente convinto: la sentiva terribilmente sua, e niente e nessuno poteva cambiare questo fatto.
 
James iniziò a strusciarsi lentamente su di lei. Ad ogni movimento Xx si lasciava andare a un profondo sospiro, e la sua erezione le sfregava contro la gamba. Si rese conto che il ragazzo la stava guardando con desiderio, come se davanti agli occhi non avesse mai avuto niente di più bello.
 
Respirò pesantemente prima di chinarsi di nuovo sul suo seno, lasciando una scia di baci, lambendole i capezzoli con la lingua, e poi scendendo più giù.
 
Xx gli conficcò le unghie nella carne, non riuscendo a trattenere dei gemiti piuttosto forti.
Una volta che la scia di baci arrivò alle mutandine di lei, ne afferrò gli elastici, togliendoli in un unico gesto deciso. Sgranò appena gli occhi, come spesso gli capitava guardandola così, e la sfiorò con due dita, sentendola sussultare al suo tocco.
 
La toccò di nuovo, stavolta con più decisione, anche se le sue dita erano gentili mentre si muovevano abili e sapienti dentro di lei. Xx quasi inarcò la schiena, andando con il bacino incontro ai movimenti di quelle dita, stringendo la maglietta di James che era stata gettata sul materasso.
 
James si interruppe divertito: vederla contorcersi e gemere sotto di lui era sempre, per lui, fonte di gioia e di soddisfazione; sapere di essere la causa del suo piacere lo inorgogliva molto.
 
Xx strusciò un po' sul materasso, fino ad arrivare ai pantaloni della sua tuta: tirò con calma l’elastico per slacciarli, mentre lo osservava. Lo spinse gentilmente sul materasso, mettendosi sopra di lui come un gatto. Gli baciò il petto, lasciando dietro di sé, sulla sua pelle, una scia di fuoco, che arrivò fin sotto l’ombelico, al livello dei pantaloni. Li afferrò da entrambi i lati, e li tirò via insieme ai boxer: non voleva più aspettare.
 
Si abbassò sulla sua erezione, circondandola prima con dei lievi baci; lui stava già sospirando pesantemente.
 
La leccò poi piano, quasi fosse un gelato del suo gusto preferito, assaporandolo fino in fondo… poi lo prese tra le sue labbra, facendo dei piccoli movimenti circolari con la lingua.
 
 << X… X-Xx… >>, sentirlo gemere il suo nome così, in quel modo così erotico e dolce allo stesso tempo, le fece quasi perdere il contatto con la realtà… ma il ragazzo non voleva arrivare così all’orgasmo.
 
Si mise a sedere sul letto, facendola stendere nuovamente: senza aspettare ancora, lentamente iniziò a entrare dentro di lei… mano a mano che entrava e la carne di lei avvolgeva la sua erezione, era più difficile per lui mantenere il controllo. Si stava reggendo sulle braccia, e Xx avvicinò la fronte alla sua, mordicchiandogli un po' il labbro inferiore.
 
Iniziò a muoversi piano, i loro respiri erano vicini, mentre le pupille dei loro occhi si dilatavano impercettibilmente.
 
 << J- Jay… continua… >>, stava gemendo lei piano, non riuscendo a controllarsi, mentre si sentiva invadere da un calore piacevole.
 
 << Amore… proviamo… da dietro? >>, le domandò un po' in imbarazzo lui, ma lei acconsentì.
 
 << Sdraiati su un fianco… e piega le gambe in avanti >>, le indicava lui.
 
 << Qualcuno ha studiato qui >>, lo prese in giro lei, e lui sorrise, arrossendo parecchio, un sorriso pieno di tenerezza… le sciolse in cuore.
 
 << Studiare mi è sempre piaciuto >>, la provocò lui, malizioso.
 
Xx non commentò oltre, mettendosi come lui le suggeriva, poi lui si posizionò dietro di lei, era una specie di cucchiaio.
 
La distrasse baciandole il collo e le spalle, mentre con due dita passava avanti e indietro lungo il braccio di lei e il suo fianco… voleva rilassarla, prima di “ invaderla “.
 
Xx lo lasciò fare, girando solo la testa per baciarlo; lui le mordicchiava il lobo dell’orecchio, per poi scendere sulle labbra… mentre con una mano le carezzava il seno, facendole staccare completamente il cervello dalla realtà.
 
Iniziò con calma ad entrare dentro di lei: all’inizio era molto stretta, e lei era un po' rigida, ma piano piano iniziò a rilassarsi… era una sensazione magnifica per lui, il suo corpo era invaso da un’ondata di calore e di brividi che lo attraversavano all’impazzata.
Xx allungò un braccio fino a toccargli il sedere, e dargli un piccolo colpetto; lo sentì respirare rumorosamente… doveva essergli piaciuto.
 
Sentiva James che, sempre con delicatezza, andava sempre più a fondo dentro di lei, muovendosi con cautela per non farle male.
 
 << J-Jay… vai… ancora >>… non sembrava più in grado di controllarsi, mentre aveva iniziato a muovere il sedere assecondando le sue spinte.
 
Xx lo avvertì: un grumo di piacere sul suo basso ventre che le provocò intensi brividi lungo il corpo che si irrigidì… e l’orgasmo esplose, intenso, sconvolgente… così forte da lasciarla quasi senza fiato.
 
Poco dopo Xx sentì la sua erezione dentro di lei contrarsi, lo sentì serrare più forte, fino quasi a farle male, la mano sul suo seno…
 
 << Xx… Oh… >>, rantolò, in preda a un tremore che aveva preso a muoverlo in tutto il corpo… non riusciva a trattenersi. Affondò le labbra e i suoi denti sulla sua spalla per impedirsi di urlare a causa dell’orgasmo che lo attraversava.
 
Quando l’onda dell’orgasmo fu passata, James uscì da lei, lasciando cadere la testa sul cuscino, un sorriso di beatitudine stampato in viso.
 
 << Sorry >>, fece poi rivolto alla fidanzata, indicando i segni del suo morso inciso sulla sua pelle chiara.
 
 << Non fa niente… anzi, mi è piaciuto. Ha tirato fuori il tuo lato animale >>, sorrise lei sorniona, voltandosi verso di lui… che arrossì.
 
 << Amore? >>, lo chiamò dopo un po' lei, la testa poggiata sul suo petto.
 
 << Si? >>, le domandò, avvolgendola di più con le sue braccia.
 
 << A volte… sai, mi vergogno un po'. Mi dico che forse facciamo troppo spesso l’amore… quasi ne fossimo dipendenti… mi domando… è consentito? >>, era molto in imbarazzo. Non credeva di dover tenere il conto delle volte in cui facevano l’amore, ma a sentire le sue amiche… loro non lo facevano così spesso, o facendo sempre qualcosa di nuovo.
 
 << Scherzi? Amore… noi facciamo l’amore quando ne abbiamo voglia… a volte capita spesso, altre volte, ed è successo, non lo facciamo per un po', ma non c’è niente di male in questo. Una sana vita sessuale fa bene alla salute… e poi, amore, tu seduci un fidanzato consenziente, non è un crimine capitale >>, le fece notare lui ridacchiando piano, facendo sussultare il suo petto muscoloso, e anche Xx.
 
 << Giusto >>, fece lei arrossendo di botto, nascondendosi di più sul petto del suo fidanzato, sentendosi una stupida per averlo solo pensato.
 
 << E poi… io ti desidero sempre >>, continuò lui con voce roca.
 
 << Perché ti è venuta in mente una cosa simile? >>, le domandò curioso.
 
 << Non so… sentendo le amiche… o la gente che chiacchera. Dicono che avere un figlio cambia… anche il sesso. Sembrava quasi che fossimo destinati, dopo Amelia, a farlo una volta a settimana forse, e in maniera monotona… io la trovavo una sciocchezza, ma boh… magari sbagliavo io… >>, gli spiegò.
 
 << Lascia perdere questi discorsi. Io dico che dovremmo farlo quando, quanto e come vogliamo… senza numeri o statistiche >>, fece lui.
 
 << Hai ragione >>, gli sorrise, baciandolo.
 
 << Xx… io… sometimes… mi chiedo cosa ho fatto di così buono per meritarti. E per meritarmi il tuo perdono dopo… sai… quello che è successo >>, fece lui, pensando tra sé, piuttosto serio.
 
 << Cosa è quello che è successo? >>, domandò apposta lei, un po' irrigidita al ricordo.
 
 << Lo sai >>, rispose secco, evidentemente a disagio.
 
 << Certo che lo so. Ma dirlo lo renderà più reale, e pensare alle conseguenze non ci farà ripetere lo stesso sbaglio >>, fece lei piuttosto brusca.
 
 << Dopo la mia momentanea… perdita della testa… e va bene, dopo il mio tradimento >>, aggiustò, dopo un’occhiataccia di lei, << Non lo so se al tuo posto ci sarei riuscito… la sola idea di te a letto con un altro uomo mi fa andare fuori di testa. Mi provoca un dolore che mai avrei immaginato. Penso… che, se fosse successo, avrei ammazzato di botte l’altro >>, disse un po' crudo, ma completamente sincero… Xx non faceva fatica a credergli, data la serietà del suo sguardo.
 
 << Quindi… mi dispiace per tutto il dolore che ti ho provocato. Ero arrabbiato, deluso e ferito… ma questo non giustifica niente. Volevo dirtelo… sai, tra pochi giorni inizierà il nuovo anno, e volevo lasciarci la questione alle spalle. Il prossimo anno ci sposeremo, e non volevo intaccare quest’anno che verrà con una brutta cosa come questa >>, le sorrise.
 
 << Solo io voglio poter fare questo. Nessun’altro >>, aggiunse, baciandola con trasporto, stringendole il sedere con una mano.
 
 << Grazie per queste belle parole Jay. È stato molto doloroso…  ancora oggi, se mi immagino la scena mi sento morire. Non ero sicura di avere la forza per perdonarti e andare avanti con la nostra vita insieme… ma io ti amo… e questo amore ha vinto sul dolore e sulla rabbia. Mi ci è voluto un po'… ma alla fine ti ho perdonato… anche se non è stato facile. Perciò non ne parliamo più, ok? >>, disse incoraggiante << Basta che non lo rifai ancora >>, aggiunse poi minacciosa.
 
 << Promesso, non lo rifarò più… hai la mia parola >>, disse assolutamente sicuro… poi tentennando aggiunse: << Però… ti devo dire una cosa >>, e le spiegò della minaccia di Simone… tutto quanto, senza omissioni. Non voleva avere segreti con lei, e non voleva perdere di nuovo la sua fiducia… sarebbe stata difficile da riconquistare una seconda volta.
 
 << Che cosa?!? Ma… James!! >>, Xx si mise a sedere di colpo, era… spiazzata.
 
 << Scusa se non te l’ho detto subito… ma tra Amelia e Oliver in ospedale… e poi volevo esserne sicuro prima di allarmarti. Ma ora è venuto fuori l’argomento… non potevo dirti che non ne avremmo più parlato e poi tornare sull’argomento più avanti. E poi volevo farti passare in serenità queste feste >>, fece mesto.
 
 << Io… capisco il perché tu non me l’abbia detto… ma la cosa non mi rende affatto felice >>, disse poi.
 
 << Lo so. Non rende felice neanche me >>, borbottò lui abbassando lo sguardo. Xx lo notò.
 
 << Ehi… tu… tu non c’entri stavolta. Non è con te che sono arrabbiata. Lo sono con quella… donnaccia. Vuole rovinare la nostra felicità, ecco che vuole fare. E soprattutto ti vuole ricattare. Tu… sai già cosa farai ora? >>, domandò, carezzandogli dolcemente una guancia.
 
 << Immagino che, tanto per cominciare, ci incontreremo. Voglio delle prove di quello che sta dicendo. E poi… cercherò di farla ragionare anche se non so ancora come >>, borbottò lui piuttosto demoralizzato.
 
 << Cosa credi che voglia? >>, domandò lei, carezzandogli una mano con dolcezza.
 
 << Avevo pensato a tante cose. Soldi, agganci nel mondo del cinema o del teatro… ma veramente, non lo so >>.
 
 << Non credi potrebbe essere un modo per avvicinarsi a te? >>, domandò Xx dopo un po'.
 
 << Ci ho pensato. Ma che razza di modo è? Un ricatto per avvicinarsi a una persona… partiamo già molto male >>.
 
 << Forse… ma non lo escluderei del tutto. La gente per questo tipo di infatuazioni fa cose folli. Si sentono tutti i giorni, purtroppo, storie di persone che per “ amore “ o per un’ossessione pedinano e poi danno fuoco ai propri compagni o compagne. Neanche loro credono di fare qualcosa di sbagliato… >>, fece Xx, più spaventata di quanto stava mostrando.
 
 << Non mi succederà niente. Starò attento… parleremo e basta, se vuoi in un luogo pieno di gente >>, cercò di rassicurarla.
 
 << Io voglio venire con te quel giorno >>, fece lei all’improvviso.
 
 << Cosa? No! Non credo sia una buona idea. Potrebbe interpretare questo gesto come un segnale di allarme. Io voglio che la cosa si risolva in maniera pacifica, e al più presto possibile. Non mi farò abbindolare da lei, mi farò mostrare le foto, se ci sono, e le domanderò cosa vuole. A seconda di quello che mi risponderà saprò se avrò bisogno di un avvocato. Non voglio metterti in mezzo a questa storia. E soprattutto non voglio che ti si avvicini >>, le rispose con fermezza.
 
 << Tu non mi stai mettendo in mezzo. Sto scegliendo io di farlo. Magari un discorso tra donne potrebbe farle cambiare idea… non voglio che ti accada niente o che rovini quello che hai costruito in questi anni di lavoro >>, la voce di Xx tremava un po'.
 
 << Amore… no. Ti ringrazio per quello che vorresti fare per me… lo apprezzo davvero tanto. Ma io ho fatto il casino, io lo devo risolvere >>, le disse con un sorriso tenero.
 
 << Ma… almeno posso accompagnarti? Non mi avvicinerò, ma vi guarderò con discrezione da lontano… >>, insistette Xx.
 
 << E va bene >>, consentì lui, più che altro perché era sicuro che Xx non avrebbe mollato.
 
 << Grazie >>, sorrise lei, contenta di averla spuntata.
 
 << Buonanotte amore >>, sbadigliò James, poco dopo, sistemandosi meglio sotto le coperte.
 
 << Buonanotte. Ti amo Jay >>, gli rispose lei, mettendosi al suo fianco, tirandosi le coperte fin sotto il mento.
 
 << Ti amo >>, le sussurrò lui all’orecchio, poco prima di addormentarsi.
 
 
 
 
 << Mamma mia Amelia, abbiamo corso un sacco >>, fece James rientrando in casa: era andato a correre e si era portato la figlia dietro sul passeggino, era una cosa che faceva spesso, era del tempo che passava con Amelia, e intanto lei stava all’aria aperta e si guardava intorno. Solitamente anche Xx andava con loro, ma quella mattina era uscita per delle commissioni, e poi si trovava con delle sue amiche.
 
Si era offerto volontario per stare con sua figlia, e lasciarle un po' di tempo tutto per sé: lei faceva lo stesso con lui di tanto in tanto… e comunque lui adorava stare con la bambina.
 
 << Ora papà ti prepara il latte >>, le stava dicendo, mettendolo a scaldare.
 
Era completamente sudato, avevano corso per parecchio, e non vedeva l’ora di farsi una doccia; era il trentun dicembre, e nel pomeriggio dovevano andare a casa di Oliver e Katy per aiutarli con gli ultimi preparativi.
 
 << Ecco qui piccola mia >>, fece tutto allegro, tirandola su dal passeggino e sedendosi con lei in braccio per darle il latte con il biberon.
 
Amelia lo guardava incantata mentre beveva: era come se lo scrutasse e lo osservasse, e quegli occhi coì uguali ai suoi lo mettevano sempre in difficoltà, era si bellissimo specchiarsi in quegli occhi… ma allo stesso tempo ne temeva il giudizio. Ora era certamente troppo piccola, ma crescendo chissà come sarebbe stato...
 
Aveva acceso la radio prima di sedersi, e in quel momento passò una canzone di Ligabue, “ A modo tuo “… sentì gli occhi inumidirsi involontariamente, non riusciva a non pensare alla sua piccola bambina ascoltandola… e Amelia mosse una manina verso il suo viso in quel momento, come se lo volesse accarezzare, rassicurando il papà che sarebbero stati felici insieme.
 
 
 
 
La festa da Oliver e Katy era un successo: c’erano vari loro amici, c’era musica, c’era da mangiare e da bere… tutto quello che si poteva desiderare.
 
 << Seven, six, five, four, three, two, one… Happy New Year!! >>, era partito il conto alla rovescia, e già gli uomini erano pronti con le bottiglie di spumante in mano a brindare al nuovo anno.
 
 << Happy new year! >>, si dissero quasi in contemporanea James e Xx, baciandosi, e poi Xx prese Amelia in braccio, e le augurarono buon anno, stampandole un bacio ciascuno sulle guance, e rimettendola a terra, dove era stato messo un tappetone con tanti giochi per i bambini che c’erano.
 
 James tirò Xx per un braccio avvicinandola a sé, stringendola tra le braccia, in mezzo a tutto quel trambusto di gente. La baciò, accarezzandole la bocca e gli zigomi con le dita, senza dire una parola, baciandola con ardore, come se attraverso quel bacio dovesse esprimere tutto quello che provava per lei.
Lei aveva il collo allungato per raggiungere il metro e novanta di lui, e James con un braccio attorno alla sua vita e una mano tra i suoi capelli… un po' incurvato su Xx.
Sul finire il bacio divenne tenero, ma carico di promesse per ciò che sarebbe avvenuto in privato, a porte chiuse…
 
James quella sera era un po' allegro, era senza freni ed era divertente vederlo così. A ridere e scherzare con tutti, senza problemi o preoccupazioni… Xx pensò che gli ci voleva, con tutte i pensieri per il matrimonio, il battesimo di Amelia, e le preoccupazioni date da quella Simone… almeno per una sera era libero da tutto e poteva veramente godersi il momento senza pensare a niente.
Qualcuno tirò fuori il karaoke: James aveva provato a trascinarla con lui a cantare, ma era stonatissima a cantare in italiano, in inglese avrebbe fatto sicuramente una figuraccia, per cui tentò di dileguarsi… fortunatamente venne salvata da Oliver, che si offrì di andare al suo posto…
 
I due fratelli si misero a cantare qualche canzone, e Katy e Xx stettero ad ascoltarli e fare il tipo per loro, applaudendoli…
 
 << Katy è una bellissima festa >>, fece Xx a fianco alla ragazza.
 
 << Grazie, anche se l’idea è stata di Oliver >>, le rispose lei allegra.
 
 << Come procede la gravidanza? >>, le domandò la cognata.
 
 << Benissimo! Sai, mai in vita mia avrei immaginato di poter provare così tante emozioni in così poco tempo… avere una vita che cresce dentro di te è un regalo prezioso… e credo indimenticabile… ma questo te lo saprò dire tra qualche mese >>, ridacchiò Katy, e Xx si unì a lei.
 
Si erano distratte per qualche minuto, e Oliver e James non erano più i soli a cantare e a seguire il testo rock della canzone, si erano aggiunti un altro paio di loro amici, e ora tutti e quattro stavano saltellando, le braccia sulle spalle di chi avevano a fianco, mentre tenevano il ritmo con la testa, buttando la schiena indietro sul finale; i capelli di James erano tutti scompigliati, mentre lui saltava e si muoveva come il componente di una banda rock.
Xx scoppiò a ridere a vederlo così, anche se era bello da vedere così spensierato…
 
Poco dopo si misero a cantare una canzone decisamente più lenta, e i quattro amici, a cui se ne erano aggiunti degli altri, presero a dondolarsi a destra e sinistra, sempre tenendosi sulle spalle…
 
Xx e Katy decisero di intrufolarsi tra di loro, almeno a muoversi lentamente da un piede all’altro… James sorrise quando se la vide spuntare sulla sua destra, che era vuota, mentre lei si dondolava come lui.
 
 
 
 << E’ stata una festa bellissima! >>, fece Xx tutta allegra, tornando a casa con James e Amelia.
 
 << Si, e l’idea del karaoke era fantastica, è stato divertente >>, confermò James allegro.
 
 << Ho visto che ti sei divertito parecchio. Sono contenta che per una sera i pensieri e le preoccupazioni siano rimasti fuori dalla porta. TI ci voleva >>, gli sorrise, entrando in casa con il passeggino, Amelia che dormiva beata.
 
 << Una volta che avremmo fatto il battesimo ad Amelia e che ci saremmo sposati, i miei pensieri diminuiranno drasticamente >>, fece lui, chiudendo il passeggino mentre Xx cambiava Amelia.
 
 << Vuoi dire che io e Amelia ti diamo solo preoccupazioni? >>, scherzò la ragazza, che in verità aveva capito cosa intendesse.
 
 << Certo che no! Siete la mia fonte di felicità personale >>, stette al gioco lui.
 
 << Mmm… tipo proprietà privata? >>.
 
 << Beh… Amelia è nostra, l’abbiamo fatta noi, e anche piuttosto bene >>, disse lui guardandole il visino con amore.
 
 << Questo è vero >>, confermò lei, mettendola sulla culla, mentre James le rimboccava le coperte… la loro bambina era proprio bellissima.
 
 << Per quanto ti riguarda… >>, continuò James, uscendo dalla cameretta di Amelia, passandole le mani sulle spalle.
 
 << Si? >>, fece lei, era in piedi sul piccolo corridoio, lui era dietro di lei, con le mani sulle spalle che le baciava il collo.
 
 << Io… sento che mi appartieni, sento che sei mia, mia e di nessun’altro >>, disse, camminando in direzione della loro camera.
 
 << Non di Matt? O Paul? >>, lo provocò lei, che si stava rilassando.
 
 << Mai. Devo dire a Oliver di depennarli dalla lista degli invitati alla prossima festa >>, borbottò lui.
Matt e Paul erano due loro amici, e alla festa continuavano ad avvicinarsi a Xx per parlarle, per chiederle di ballare o di bere qualcosa. Loro sapevano che lei era la fidanzata di James, ma la cosa non sembrava preoccuparli o farli desistere più di tanto. Non era successo assolutamente niente di preoccupante o di grave… ma James era geloso. Lo si vedeva dal suo sguardo, dai toni che aveva avuto, o dai modi di comportarsi che aveva attuato.
 
 << Sono così simpatici >>, lo prese in giro Xx.
 
 << Non sei simpatica >>, protestò lui.
 
Xx si voltò e gli buttò le braccia intorno al collo, baciandolo quasi con disperazione: aveva un bisogno disperato di lui e di nessun’altro, e aveva tutta l’intenzione di farglielo capire.
 
James la strinse a sé, voltandola e bloccandola contro la parete, baciandole il collo con irruenza e desiderio, incollando le sue labbra alla pelle di lei: non aveva mai avvertito un bisogno così radicato ed esasperato di avere con sé una donna, di averla in tutto e per tutto… almeno fino a quando non aveva incontrato Xx, ed era sicuro che tra loro sarebbe stato sempre così.
 
Lentamente arrivarono nella loro camera, continuando a baciarsi languidamente: Xx sbattè con le gambe contro il letto, cadendoci sopra, trascinandosi dietro il fidanzato. Ridacchiando lui le sfilò il vestito in un unico gesto fluido, lanciandolo lontano… tanto non le sarebbe più servito per quella sera.
 
James le tese la mano per aiutarla a rialzarsi, e la spinse con dolcezza contro il muro. Le baciò con impeto le labbra, scendendo lungo la mandibola e poi il collo, con quella sua adorabile e incredibilmente sexy barba…
 
 << A- ancora… >>, sussurrò lei con la voce roca, rotta dal mare di piacere che lui le dava anche così.
 
James la guadò negli occhi, abbassandole sensualmente una spallina del reggiseno, facendogliela scivolare lungo il braccio.
 
Il ragazzo già stava respirando pesantemente, completamente avvolto e in balia della sua futura moglie: si chinò a baciarle la spalla, mentre con una mano andava su e giù sul braccio di lei, accarezzandola leggero, e con l’altra mano le stringeva un fianco.
 
Le sfiorò ancora la spalla con le labbra, e le lanciò uno sguardo da quella posizione con la testa inclinata che le fece esplodere dentro un fuoco dirompente: era uno sguardo così caldo ed eccitante…
 
Xx inclinò la testa contro il muro: poteva quasi avere un orgasmo solo guardando quegli intensi occhi verdi… lo vide fare un sorrisetto malizioso e divertito dal vederla così in balia di lui.
 
Lei non ebbe bisogno di dire niente: facevano conversazione con lo sguardo, intendendosi completamente.
 
Lo spintonò piano verso il letto, sbottonandogli la camicia e levandogliela con un gesto secco, poi passò a slacciargli i pantaloni, abbassandogli la cerniera.
 
Finirono di nuovo sul letto, Xx stava a cavalcioni sopra di lui e si abbassò per baciarlo con forza, e lui la lasciò fare. Strinse le dita tra i capelli di lui, osservandolo per qualche secondo, beandosi della sua vista.
 
Tornò di nuovo a baciarlo, partendo dal bordo dei suoi boxer, risalendo all’ombelico, al suo addome, al suo petto, baciandolo dappertutto, lasciando una scia di fuoco dietro le sue labbra.
 
Risalì alle spalle, al collo e seguì la linea della mandibola, James si godeva quelle attenzioni e le sfiorava il braccio con la sua mano… stava quasi per raggiungere la sua bocca, il ragazzo l’aveva schiusa appena, che cambiò idea, rifacendo il percorso a ritroso.
 
Lui ridacchiò.
 
 << Si? >>, domandò lei innocente, un pizzico di malizia nella voce.
 
 << Niente di che, volevo solo distrarti >>, scherzò lui avvicinando la testa di lei e baciandola all’improvviso.
 
 << Per fare questo. Se tu non mi baci lo devo fare io >>, commentò divertito, e anche la ragazza ridacchiò insieme a lui.
 
Si baciarono ancora, le loro lingue si assaggiavano lentamente, come se fosse il loro primo bacio.
 
James face scivolare anche la seconda spallina del reggiseno con sensualità lungo il suo braccio, scendendo a baciare l’incavo tra i suoi seni.
 
Xx sospirò, le mani di nuovo tra i suoi capelli, quasi a tenere ferma la testa: non voleva che smettesse troppo presto.
 
Le mani di James risalirono con una carezza lenta lungo la schiena di lei, slacciandole il reggiseno, facendole venire la pelle d’oca per quel contatto tanto lieve quanto carico di desiderio.
Ridiscese, mettendole le mani strette attorno ai fianchi, avvicinandola: i capezzoli di lei, già turgidi, che sfregavano contro il suo petto.
 
 << J-… Jay… >>, sussurrò Xx, la voce roca, le mani che erano scese per finire di togliere i pantaloni al suo futuro marito, sfiorandogli accidentalmente l’erezione, che già pulsava per uscire.
 
Fu la goccia che fece traboccare il vaso: preso da una frenesia ceca, capovolse le posizioni, e la sovrastò.
 
Scese subito sul suo collo, e poi si fermò sul suo seno, prendendolo tra le labbra, leccandolo piano, con sapienza… mentre con le dita di una mano di divertiva a stuzzicare l’altro, e con la mano libera scese tra le gambe di lei… come erano abili e sapienti le sue dita…
 
Per Xx era come ricevere continue scariche di brividi di piacere da tutte le parti del suo corpo, era in balia di lui.
 
Vide la testa di James scendere ancora e affondare la testa tra le sue gambe: avvertì la lingua di lui insinuarsi in lei, lentamente le lambiva la carne, spostandosi sul clitoride… una mano era rimasta sul suo seno, l’altra le carezzava la coscia, su e giù…
 
<< Oh… si… please… >>, rantolava a stento qualche parola, troppo presa dalle sensazioni che lui le dava: i muscoli le si erano irrigiditi e aveva molto caldo, il suo corpo era scosso da brividi di estasi che non accennavano a calmarsi.
 
 << J- Ja… James? >>, balbettò con difficoltà.
 
 << Mh? Vuoi che mi fermi qui? >>, domandò lui, spostandosi appena.
 
 << Oh no. Ma non voglio avere un orgasmo così in questo momento >>.
 
Lui obbedì e si spostò, guardandola con fare adorante per qualche secondo, rimettendole a posto le mutandine che aveva spostato.
 
Lei ribaltò le postazioni, mettendosi in piedi a fianco il letto: James la guardò incuriosito, e lei, muovendosi piano, incatenando lo sguardo a quello di lui, si tolse le mutandine, rimanendo nuda davanti a lui; lo stava deliberatamente seducendo, e ci stava riuscendo maledettamente bene.
 
Si liberò dei suoi boxer, abbassandosi per passare le labbra su tutto il suo petto… e quando sentì la sua erezione premerle contro la coscia, la prese tra le mani, stringendola, stuzzicandola… sentì il respiro di lui farsi irregolare.
 
James la stava mangiando con gli occhi, e questo era tremendamente eccitante per lei; si avvicinò, accarezzando le labbra di Xx con le sue, esplorando con le mani tutto il corpo della ragazza.
 
Xx scivolò con le labbra attorno alla sua erezione, assaggiandone con la punta della lingua la punta…
 
Il ragazzo gemette con forza, senza riuscire a trattenersi, stringendo le dita sul corpo di lei, affondandovi con le unghie. Intanto lei continuava lentamente a muoversi con la lingua sulla sua eccitazione, scendendo giù, fino alla base, succhiando piano i testicoli, mentre con due dita andava su e giù sulla sua erezione…
 
 << X- Xx… oh… ti p- prego… oh… >>, riusciva appena a dire, la voce roca.
 
Con una mano poi James le afferrò gentilmente la testa, asciugando quelle labbra che tanto amava con la punta della lingua: Xx lo lasciò fare, era incredibilmente erotico, e lei sentiva come se si stesse surriscaldando velocemente.
 
 << Ti voglio >>, le sfuggì, gli occhi semichiusi, assaporando quelle sensazioni che lui le regalava.
 
 << I want you too >>.
 
La ragazza si sedette su di lui; i due si guardarono per qualche istante, perdendosi l’uno negli occhi dell’altro.
 
James la penetrò lentamente, incatenando il suo sguardo a quello di lei. Xx iniziò a muoversi con calma, assaporando la sensazione di essere un’unica cosa con lui, sentendolo fino in fondo.
 
Le mani di lui vagavano sui suoi seni, stuzzicandoli, facendole venire dei brividi di piacere lungo il corpo, mentre con il bacino dava spinte assecondando i movimenti di lei.
 
Xx poggiò le mani sul suo petto, per aggrapparsi a lui e non farsi travolgere da quelle onde di piacere che la attraversavano. Il suo corpo era scosso dai fremiti.
 
 << Ancora… di più >>, sussurrò lei, graffiandogli il petto con le unghie.
 
James obbedì volentieri alla sua ragazza, muovendo i fianchi in avanti, sempre più velocemente, afferrandole il busto e avvicinandola a lui.
 
Le baciò il collo, scendendo sui suoi seni, succhiandoli piano, dolcemente, mentre con le mani era sceso a stringerle il sedere con forza, lasciandole il segno delle sue dita.
 
Il contatto della sua pelle surriscaldata e ipersensibile con la barba di lui le dava i brividi; portò le mani tra i suoi capelli, stringendoli con forza, baciandolo sulla fronte.
 
James si lasciò andare, raggiungendo l’orgasmo con forza, scosso da brividi di piacere che lo fecero tremare dalla testa ai piedi, liberandosi in un profondo sospiro roco, completamente rilassato.
 
Xx lo raggiunse dopo qualche secondo: sentiva i muscoli bruciare, il corpo attraversato da lingue di fuoco, la testa leggera, senza alcun pensiero se non quello dell’orgasmo imminente. Sentiva un groviglio di piacere che si stava irradiando in tutto il suo corpo, iniziò a tremare senza neanche rendersene conto, stringendosi di più attorno ai suoi fianchi; esplose in un orgasmo liberatorio, gemendo forte.
 
 
Xx rimase immobile per qualche secondo, poi si spostò lentamente a fianco a James, piuttosto felice.
 
Non si accorse subito che James la stava guardando, poi quando si girò anche lei e incontrò i suoi occhi arrossì di colpo a causa dell’intensità e dell’intimità di quello sguardo: James ridacchiò beato, e anche lei si sciolse e sorrise.
 
 << Perché stiamo ridendo? >>, fece poi lei incuriosita.
 
 << Per il tuo arrossire per un mio sguardo. Soprattutto dopo che non sei arrossita per quello che abbiamo appena fatto >>, ridacchiò ancora. Xx arrossì ancora di più.
 
James si fece più serio, e le carezzò il viso con delicatezza: << E’ stato fantastico >>.
 
 << E’ stata una notte indimenticabile >>, disse sicura, carezzandogli un fianco.
 
 << Assolutamente vero >>, le sorrise con quel suo sorriso dolce.
 
Xx si avvicinò per un altro bacio: non ne aveva mai abbastanza delle sue labbra premute sulle proprie, e della sua lingua.
 
 << Sei insaziabile >>, commentò divertito lui, stringendola di più contro di sé.
 
 << È tutta colpa tua >>, sorrise radiosa, poggiandogli una mano sul collo.
 
Sentirono Amelia piangere: Xx si stava alzando, ma James la bloccò: << Lascia, vado io >>, le sorrise, infilandosi una maglietta e i boxer.
 
 << Ehi Amelia. What happens? >>, fece James, sollevandola in braccio: la sua bambina aveva i lacrimoni agli occhi, e questo gli strappava il cuore. La cullò dolcemente, dandole un bacio sulla fronte, Amelia piangeva ancora e dimenava le gambe, ma aveva una mano sul viso del padre, e non voleva lasciarlo andare.
 
Si incamminò verso la camera sua e di Xx, provando ad annusarle il pannolino per vedere se sapesse da puzza, ma era pulito. Prese una copertina e la avvolse attorno alla sua bambina, nel caso avesse avuto freddo.
 
 << Scotta? >>, gli domandò Xx, alzandosi e avvicinandosi ai due: ma niente, non aveva la febbre, e non erano nemmeno i denti che uscivano.
 
 << Magari ha fatto un brutto sogno… o si è spaventata per qualcosa. Proviamo a metterla qui tra noi >>, fece James dopo un po': Xx mise un cuscino a forma di salsicciotto nel mezzo del letto, James la mise al centro, e poi entrambi si sdraiarono su un lato, Amelia piangeva ancora, ma molto meno rispetto a prima.
 
 << Hai capito la signorina, vuole solo un po' di attenzioni >>, sorrise Xx guardandola.
 
 << Ta- taa- ta >>, fece lei, che ora non piangeva più.
 
 << Beh, è capitato pochissime volte fin’ora, che si svegliasse e dormisse con noi. Forse due o tre. Siamo stati fortunati >>, dovette ammettere James: già non sentire piangere la sua bambina e non vederla piangere era un gran sollievo per lui.
 
Xx iniziò a massaggiarle la pancia con un tocco leggero e circolare, mentre James delicatamente le carezzava la testolina: Amelia nel giro di qualche minuto era completamente rilassata, gli occhi andavano dalla mamma al papà, sorridenti.
I due si guadarono per un secondo, e senza dire niente iniziarono a canticchiare molto piano una ninna nanna, che la fece riaddormentare nel giro di poco.
 
 << La teniamo qui con noi? Solo per stanotte, passeremo l’inizio dell’anno tutti insieme >>, domandò James, guardandola dall’altra parte del cuscino.
 
 << Va bene, per stanotte. Non possiamo abituarla >>, gli rispose, ma stava sorridendo.
 
 << Buonanotte amore. Ti amo >>, le disse, allungandosi per baciarla.
 
 << Buonanotte Jay. Ti amo >>, rispose lei: si sistemarono la coperta e si addormentarono.
 
 
 
 
 << Xx, vedrai, non ci metterò molto >>, le disse James, non proprio convinto delle sue parole.
 
 << Lo spero >>.
 
Avevano lasciato Amelia da Oliver e Katy, e stavano andando sul luogo dell’incontro con Simone; si era fatta viva qualche giorno dopo l’inizio del nuovo anno, per parlare con James.
 
Il ragazzo, come promesso, anche se controvoglia, portò anche Xx con lui, ma sarebbe stata a distanza, come avevano stabilito.
 
 << Mi raccomando. Non ti voglio vedere nei paraggi, non voglio che lei ti veda. Voglio lasciarti fuori da questa storia >>, le ripetè James: era abbastanza nervoso.
 
 << Te lo prometto. Sta attento tu piuttosto. Non voglio che ti si avvicini oltre una certa soglia. Ma soprattutto cerca di capire cosa vuole. Non vorrei mai che tutto quello che hai costruito con impegno e sacrifici vada in mille pezzi >>, gli disse; anche lei era nervosa.
 
 << Avrei sempre te e Amelia >>, ribattè, per cercare di sdrammatizzare la tensione, poggiandole le mani sulle spalle.
 
 << Di questo non devi dubitare >>, rispose lei seria, guardandolo negli occhi: gli posò le mani ai lati del viso e lo baciò.
 
 << Buona fortuna >>, continuò lei poco dopo, sciogliendo il bacio, ma James le bloccò la testa: non aveva fretta di spostarsi e smettere di baciarla; Xx sorrise sulle labbra di lui.
 
 << Thanks. Vado, a dopo >>, fece lui, e si voltò per entrare in un bistrot dove avevano appuntamento, ma ancora Simone non era arrivata.
 
Xx andò in un bar li vicino, si sedette sui tavolini fuori, e ordinò qualcosa al cameriere.
 
Stava usando il cellulare, quando vide un’ombra per terra ferma davanti a lei: alzò lo sguardo e vide una ragazza ferma lì di fronte che la guardava incuriosita.
 
 << Posso aiutarla? >>, domandò cortese.
 
Simone non rispose subito, ma la guardò fisso per qualche secondo.
 
 << It’s… ok? >, rispose Xx, guardandola, pensando che avesse un comportamento un po' strano.
 
 << Yes. Sorry. Stavo andando via, devo incontrare il mio ragazzo… o almeno spero lo diventerà >>, cinguettò lei, poi lo sguardo le cadde sull’anulare di lei, dove brillava l’anello con cui James le aveva chiesto di sposarla… lo sguardo di Simone si indurì.
 
 << È bellissimo, vero? Me l’ha chiesto il mio fidanzato a Natale. Sa che è un periodo dell’anno che adoro. Non me lo aspettavo per niente, ormai ci avevo quasi perso le speranze, sa, abbiamo una figlia insieme, più sposati di così! Oh, ma scusi. Di solito non racconto tutti i fatti miei a persone che non conosco, ma sono così elettrizzata! >>, Xx si rese conto di quel che stava dicendo e si bloccò, imbarazzata.
 
 << La posso capire, anche io non starei nella pelle se fossi in te. E quello è un anello bellissimo. Deve essergli costato una fortuna >>, le rispose tagliente.
 
 << In verità… non ne ho idea… >>, Xx era nell’imbarazzo più totale: non si era fermata a pensare neanche per un secondo a quanto poteva essere costato a James quell’anello… si vergognò per questo.
 
 << Beh, magari succederà anche a lei. Magari con la persona che sta per incontrare >>, rispose Xx, per uscire dall’argomento del suo anello di fidanzamento.
 
 << Speriamo. Oh, scusi >>, fece con un tono falso Simone, facendo cadere “ per sbaglio “ delle foto dalla sua borsa >>.
 
Xx si chinò per darle una mano a raccoglierle… sbiancò di colpo.
Quelle erano le foto di James… quella notte. Si capiva perfettamente che era lui, anche se erano abbastanza scure come foto. Quella era la loro camera; le veniva quasi da vomitare. Lui sembrava… un po' assente, se doveva dire la verità, e la cosa la rincuorò un po'.
 
Non cambiava però il fatto che vedere quelle foto le facesse male.
 
Simone non si prese la briga di togliergliele dalle mani tanto presto, voleva che le guardasse e che gli rimanessero bene impresse nella memoria.
 
Xx senza neanche rendersene conto le stava guardando una ad una: era incredibilmente doloroso farlo, una pugnalata al cuore: gli occhi le si riempirono di lacrime, anche se le ricacciò indietro con tutta la forza che aveva: non avrebbe pianto di fronte a lei.
 
Vide la foto di James tra le due ragazze, e baciava prima una e poi l’altra, le spogliava, le toccava…
 
Smise di guardarle e le porse le foto: buttarle non sarebbe servito a niente, di sicuro aveva delle copie.
 
<< Cosa vuoi da lui? >>, le chiese invece con schiettezza: tentò di mantenere la calma, ma la sua voce quasi vibrava dalla collera.
 
 << Lo conosci? >>, le rispose facendo la finta tonta.
 
 << Certo che sì. Ma immagino tu lo sappia già. Cosa diavolo vuoi da lui? Ma non ti vergogni? Lui… non stava attraversando un bel momento. Te ne sei approfittata, ti sei divertita e ora lo minacci pure? Cosa speri di ottenere? >>, la rabbia montava sempre di più.
 
 << Ehi ehi, guarda che lui era consenziente e partecipava. Non l’abbiamo costretto a fare niente >>, si difese Simone.
 
 << Era ubriaco. Non te ne sei neanche accorta? >>, fece maligna.
 
 << Non l’ho obbligato a bere, e nemmeno a baciarmi o invitare me e la mia amica a casa sua. Ha scelto lui di fare ogni singola cosa quel giorno. Io l’ho assecondato perché mi andava di farlo e di divertirmi con lui. Mi è piaciuto. Se quando è ubriaco è così, me lo immagino quando è sobrio che gran Dio del sesso che è… magari lo scoprirò presto >>, rispose Simone, appositamente per farla arrabbiare ancora di più.
 
Xx strinse i denti: non voleva darle la soddisfazione di farle ammettere quello che già si immaginava, e che James a letto fosse incredibilmente bravo e fantasioso.
 
 << Ok. Se quello che hai detto è vero… perché ora lo ricatti? A quanto pare è stata una bella notte per te, ho capito, ma pensi che ricattandolo lui scelga te? Non pensi poi a sua figlia? Se pubblichi quelle foto, quando sarà grande tutti potrebbero deriderla, o peggio >>; in effetti doveva ammettere che quella Simone era una bella ragazza: era alta quasi quanto lui, un corpo snello, degli occhi intensi e profondi…
 
 
 “ No, Xx smettila! Lui ha chiesto a te di sposarlo, non a lei. È me che ama, non questa modella qui… con cui ha avuto una storia di una notte di sesso a tre… no, no, basta! Non posso sempre ricadere sulle stesse paure, come a quel gala con le domande della giornalista. Io mi fido di James, lo amo, e non voglio tornare ancora su questa storia. È stato solo un momento no, lo abbiamo superato “, dentro la sua testa, i pensieri di Xx stavano combattendo una guerra aperta gli uni con gli altri.
 
 << Sai… mi domandavo: come mai lui è finito in un bar ad ubriacarsi da solo? Con una ragazza e una bambina piccola… >>, fece subdola.
 
 << Ora sono la sua fidanzata. Non nominare mia figlia. E comunque non sono affari tuoi questi >>, rispose secca.
 
 << Quindi immagino sia colpa tua se era li >>, la attaccò.
 
Xx rimase di sasso: non si aspettava questa accusa, e non l’aveva mai vista in questo modo… non sapeva che rispondere.
 
 << Ti ripeto che non sono affari tuoi. Lascialo in pace, o verrò personalmente a cercarti e ti strapperò a uno a uno tutti quei bei capelli e quelle belle unghie curate >>, rispose minacciosa: era disposta a qualsiasi cosa pur di non fare andare James nei guai.
 
 << Minacci ora? Da brava, non sei migliore di me se ti comporti così. Cosa gli hai fatto per ridurlo così quella sera? Comunque ti devo ringraziare. È merito tuo se l’ho incontrato e ci sono finita a letto insieme. È stata una notte indimenticabile. Scusa, ma ora devo andare a incontrare James. Tanti saluti, e un bacio a vostra figlia a da parte mia >>, si voltò senza attendere risposta e sculettando andò verso il bistrot.
 
Xx rimase allibita lì in piedi, la mano le prudeva da morire, l’avrebbe schiaffeggiata volentieri quella… beh, quella stronza. Le tornarono alla mente le immagini viste su quelle foto: sentiva la bile risalirle l’esofago fino ad invaderle la bocca: stava tremando.
 
Nel frattempo, dentro al locale, James guardava continuamente l’orologio, quella Simone era in ritardo di diversi minuti ormai, ma non era il ritardo in sé a infastidirlo; voleva sbrigarsi in fretta e chiudere questa faccenda una volta per tutte.
 
 << Ben ritrovato James >>, fece una voce femminile alle sue spalle: si voltò e vide Simone in piedi dietro di lui.
 
Non riuscì a dire una parola né tantomeno a risultare cordiale, le fece solo un cenno con il capo e la invitò a sedersi di fronte a lui.
 
 << Suvvia, potresti essere un po' più garbato. Dopotutto abbiamo condiviso una splendida nottata >>, gli sorrise lei, tutta uno zuccherino.
 
 << Nemmeno la ricordo, non dev’essere stata tanto splendida. O forse abbiamo degli standard diversi, chissà. Comunque sia me le ricordo tutte le splendide notti che ho passato… quindi non è un problema di memoria >>, esordì tagliente: non era proprio da lui essere così cattivo e maligno con qualcuno, ma quella ragazza stava minacciando di portargli via e di rovinare ciò a cui lui teneva di più.
 
Simone incassò il colpo senza battere ciglio.
 
 << Volevi parlarmi, giusto? Bene, eccomi qui, parliamo >>, le indicò ancora la sedia, ma lei sedette a fianco a lui, anziché davanti; James si irrigidì, allontanandosi di qualche centimetro.
 
Xx lo vide; da dove stava poteva intravederlo, dato che era molto vicino alla vetrina del locale: si sentì un po' meglio. Probabilmente lui si era seduto lì appositamente per farla stare più tranquilla, si trovò a pensare… sorrise tra sé per questo.
 
Simone non si fece scoraggiare, e si tese in vanti verso di lui, mettendo le mani sulle sue.
 
 << Non voglio che tu fraintenda il motivo del nostro incontro. Siamo qui solo per parlare di quella minaccia che mi hai fatto. Sono un uomo impegnato sentimentalmente, e con la mia fidanzata sto bene, non sono interessato a fare dei cambiamenti. Ora vogliamo parlare di quelle foto? >>, fece freddo, spostando le sue mani da quelle di lei.
 
 
Xx sorrise ancora al gesto di James.
 
 << Si, eccole >>, rispose brusca, e tirò fuori le foto dalla borsa; a James si ghiacciò il sangue.
Erano fotogrammi di un video, ma si distinguevano benissimo tutte le persone… le guardò: come aveva potuto non accorgersi che lo stavano filmando? E non era un fotomontaggio, ne era certo.
 
Sentì i brividi lungo la schiena: se Xx avesse visto quelle foto… si sentì morire al solo pensiero, e provò disgusto verso sè stesse per averle fatto una cosa simile.
 
 << Ora ti ricordi la nostra nottata? >>.
 
 << Che dice l’altra ragazza di quello che stai facendo? È d’accordo? Dopotutto si vede anche lei, potrebbe non starle bene che tu le pubblichi >>.
 
 << Non ti preoccupare per Ashley, le parlerò >>.
 
<< Sai, voi siete due modelle se non ricordo male. Non è visto di buon occhio una modella che si fa strada così, il tuo nome potrebbe essere associato a uno scandalo, e i vari marchi per cui potresti lavorare potrebbero non gradire una associazione simile >>, fece lui cercando di farla ragionare.
 
 << Ti preoccupi per me. Gentile da parte tua >>, Simone si illuminò.
 
 << È più un dato oggettivo. Mi dici cosa vuoi? >>, fece spazientito.
 
 << Vorrei conoscerti meglio. E vorrei che tu mi presentassi a qualche tuo amico che conta. Poi vorrei cinquecento mila dollari >>, gli rispose come niente fosse.
 
 << Che cosa?!? Sei impazzita per caso?? Tanto per cominciare non ho tutti questi soldi >>, James si era innervosito parecchio.
 
 << Secondo alcuni giornali di gossip il tuo patrimonio è ben più alto >>, lo bloccò subito.
 
James era sconvolto, si portò le mani sulla faccia, incredulo.
 
 << Non ho amici così importanti nell’ambiente dello spettacolo, mi spiace >>, rispose secco.
 
 << Ah no? Emma Watson ad esempio, i registi che vi hanno diretti in Harry Potter… se pensi bene c’è qualcuno di importante sicuramente >>.
 
James era incredulo: non credeva possibile che la cattiveria di alcune persone arrivasse così lontano.
 
 << E perché vorresti conoscermi meglio? >>, domandò, ma in realtà sapeva la risposta.
 
 << Mi piaci, stiamo bene insieme, anche a letto, potrebbe esserci qualcosa di più tra di noi… voglio vedere se è così >>, Simone era piuttosto sicura di sé.
 
 << Per come sono fatto io non mi piacciono questi giochetti. Uscire con te così sarebbe un ricatto, e un pessimo modo di cominciare un rapporto, almeno per quanto mi riguarda. Inoltre sono fidanzato, come ti ho già spiegato, e non ho nessuna intenzione di lascarla. Quella notte è stato solo frutto di un mio gigantesco errore, e di un enorme equivoco. Ne pagherò le conseguenze se sarà necessario >>.
James era sconvolto: credeva davvero che tra loro potesse nascere qualcosa, specie con l’uso di quei mezzucci?
 
 << E se togliessi i soldi e le conoscenze e provassimo a uscire e vedere come va? >>, Simone sembrava proprio non capire che non ci poteva essere niente tra loro: aveva lo sguardo da folle.
 
 << No, Simone. Ascolta… sei una bella ragazza, sei giovane… dovresti trovare qualcuno che voglia stare con te non perché è stato ricattato, ma perché lo vuole veramente. Non saresti felice se io uscissi con te perché sono costretto >>, James provò a farla ragionare, un po' più dolcemente.
 
Simone sembrava non aver capito niente, si alzò di scatto avvicinandosi a lui per baciarlo: il ragazzo riuscì a schivarla per un pelo, colto alla sprovvista.
 
 << No, te lo ripeto. Quella notte non avrebbe dovuto esserci. Io non provo niente per te, e non mi piaci abbastanza da poter uscire con te >>, provò a essere più diretto e un po' più duro, ma stava cominciando a spazientirsi.
 
 << Vuoi dire che preferisci la tua ragazza a me? L’ho guardata bene, ma onestamente non la trovo così bella o interessante da monopolizzarti così >>, rispose velenosa.
 
 << Cos… quando l’avresti vista? >>, domandò, a un tratto preoccupato.
 
 << Poco fa. A proposito, congratulazioni per il matrimonio >>.
 
James sgranò gli occhi: come diavolo sapeva del loro matrimonio?
 
 << Oh, non preoccuparti. L’ho incontrata prima. Sai, ho visto come vi baciavate prima che tu entrassi qui, sembrava passabile come bacio, anche se sono convinta che quelli che ci siamo dati noi erano molto meglio. Io l’avevo già vista, ma lei ovviamente non sapeva chi ero io, e quando ho notato il suo costoso anello… beh, le è sfuggito che si sarebbe sposata presto. Ovviamente si è scusata dicendo che di solito non racconta i fatti suoi agli estranei, ma non riusciva a trattenere la felicità. Che cosa romantica, devo dedurne che ti piacciono le principessine delicate tutto zucchero e miele? >>.
 
James strinse i denti, infastidito dall’atteggiamento della ragazza di fronte a lui, e dal modo in cui parlava della sua fidanzata. E seriamente preoccupato: li aveva spiati prima… cosa doveva aspettarsi?
 
 << Non che siano affari tuoi, ma non è solo una principessina delicata. È anche una guerriera tosta, che è pronta a lottare con le unghie e con i denti per la sua famiglia o per ciò in cui crede. O quando ritiene che sia necessario >>, la difese.
 
 << Si… forse hai ragione. Sai, quando ha viso queste foto mi ha minacciato. Verrà personalmente a cercarmi, se le pubblico e tu finisci in mezzo a questo scandalo. Vorrà ancora sposarti, se pubblico prima le foto e tu finisci al centro di un caso mediatico? Magari lo scopriremo >>, continuò maligna.
 
James sbiancò: quindi Xx aveva visto le foto… e anche prima di lui. Si sentì morire al pensiero della sua Xx che vedeva quelle immagini.
 
 << Lo sai che, non essendo stato avvisato che stavi registrando, potrei anche denunciarti? È violazione della privacy, e manca il mio consenso >>.
 
 << La questione è controversa in realtà. Comunque se vuoi possiamo provare >>, replicò serafica.
 
 << Mi vuoi dire una volta per tutte che cosa vuoi? >>, domandò brusco, perdendo completamente la pazienza.
 
 << Te l’ho detto. O cinquecento mila dollari, delle presentazioni che contano e delle uscite con te. Oppure seicento mila dollari e le uscite con te. Si intende chiaramente uscite serie, come negli appuntamenti >>, rispose lei, come se le avessero appena chiesto del tempo meteorologico.
 
 << Beh, le presentazioni te le puoi anche scordare. Non ho nessuna referenza di te, non ho idea di come lavori e non ti presenterò a nessuno sotto ricatto, rischiando di metterci la faccia con qualcuno per cui non vale la pena. >>, rispose lui acido.
 
 << Benissimo. Allora rimaniamo sui seicentomila e gli appuntamenti >>, disse come se stessero facendo una contrattazione di mercato.
 
 << Non ho tutti quei soldi a disposizione. Per chi mi hai preso? Non sono ricco sfondato, e non vivo in una villa, ma in una comunissima casa >>.
 
 << Lo so >>, si fece sfuggire lei.
 
 << Si, lo so che lo s… aspetta >>, James percepiva nello sguardo di lei che non si riferiva solo a quella notte in cui era stato lui a portarla… ma c’era dell’altro.
 
Simone tentava di apparire tranquilla.
 
 << Tu… tu mi hai spiato! Hai spiato me, la mia famiglia… come… come diavolo hai potuto?! >>, James era infuriato: lei aveva guardato cosa succedeva in casa, guardato i loro spostamenti… i suoi, quelli di Xx e di Amelia con loro per tutto quel tempo; era raccapricciante pensarlo.
 
 << Tu… sei malata, sei fuori di testa… >>, era inorridito: tra tutte le ragazze di quella sera, doveva capitargli una psicopatica?!?
 
 << Non hai prove. Tu non capisci comunque… io e te siamo fatti per stare insieme. Molla quella Xx, vendi l’anello che le hai regalato. Cresceremo insieme Amelia, le vorrò bene come fosse figlia mia, le daremo delle sorelline o dei fratellini, noi… >>.
 
 << Non esiste nessun noi! Sei completamente uscita di testa! Io crescerò Amelia con Xx, e con lei farò dei fratellini o sorelline per nostra figlia. Sei folle se pensi che succederà qualcosa tra noi. E ti denuncerò per molestie se ti avvicini ancora a me e alla mia famiglia. Avrai notizie dal mio avvocato, non temere >>, James era incredulo, arrabbiato… ma anche preoccupato. Preoccupato per l’incolumità delle persone che amava di più al mondo. Iniziò a gesticolare: era una cosa che aveva preso da XX, quando era arrabbiata gesticolava più del consueto.
 
 
Pagò il conto ed uscì senza voltarsi a guardarla. Non vide che lei lo salutava tutta radiosa, come se avessero fatto una piacevole chiaccherata tra amici.
 
Vide solo in quel momento un messaggio di XX di circa venti minuti prima: << Jay, io devo sbollire un po' la rabbia che provo per quella St****@, torno a casa e vado a correre un po'. Mi spiace non aspettarti, ma ho visto come sei stato carino a metterti dove potevo vederti. Non credo ti farà del male, almeno non oggi e non in un posto pubblico, quindi vado via un po' più tranquilla. Passi tu da Olly a prendere Amelia? Io vi aspetto a casa. A dopo, love you >>.
 
James sorrise al messaggio: non poteva farci niente… ed effettivamente lui si era messo su quel tavolino per rassicurarla.
Poi però si preoccupò: se quella Simone li aveva spiati… potevano essere in pericolo, ed essere spiati ancora? Poteva davvero diventare pericolosa?
 
 
 << Olly? Ciao, sono appena uscito dall’incontro con quella psicopatica. Passo a prendere Amelia, ok? >>, lo aveva chiamato al cellulare.
 
 << Ehi, Jay. Com’è andata? Non viene Xx anche a prendere Amelia? >>.
 
 << No, è andata a correre, doveva sbollire un po'. Ma ora sono preoccupato >>.
 
 << Perché? Ascolta, vieni a prendere Amelia, ordiniamo una pizza, ci raggiunge anche Xx così ci racconti >>, gli propose, e guardò Katy, che annuì.
 
 << Ok… ora chiamo Xx. Arrivo tra poco comunque >>. Mise giù e compose il numero di Xx, restando in ansia fino a quando non rispose: lei aveva il fiatone.
 
 << Ehi, amore. Allora? Com’è andata? >>, gli rispose, fermandosi un momento.
 
 << Insomma. Ascolta, Oliver mi ha chiesto se vogliamo andare a mangiare la pizza da lui, così vi racconto quello che è successo… >>, disse cercando di rimanere neutrale.
 
 << Ok. È andata proprio così male? >>, rispose un po' irrequieta.
 
 James non le rispose subito, e lo sentì fare un profondo sospiro.
 
 << Diciamo che speravo andasse meglio… e di farla ragionare. Ad un certo punto ho perso le staffe però >>, mormorò abbattuto.
 
 << Cosa facciamo ora? >>, domandò alla fine lei, scoraggiata.
 
 << Credo andrò per vie legali. Ma ne parliamo dopo insieme, ok? >>, domandò, camminando piano, passandosi la mano tra i capelli, preoccupato.
 
 << Se non ci sono altre soluzioni… dopo mi spiegherai per bene. Ascolta, corro qualche altro minuto, poi vado a casa, mi faccio una doccia, prendo le cose per dare la pappa ad Amelia e vengo da Oliver >>, rispose lei: le stava montando una rabbia dentro per quella Simone…
 
 << Va bene… ma sta attenta, ok? A dopo amore >>, continuò, ma era ancora teso.
 
 << Certo. Sono al parco vicino casa. A tra poco, ti amo >>, gli rispose, contenta di sentirlo: le sembravano passate ore da quando si erano parlati l’ultima volta.
 
 
Poco dopo James suonò al campanello della casa del fratello, e Katy andò ad aprirgli la porta.
 
 << Ciao Jay! Vieni, entra pure >>, lo salutò allegra.
 
 << Ciao Katy. Come stai? Come sta la mia nipotina? >>, domandò entrando.
 
 << Bene, grazie. La tua nipotina cresce, si fa sentire sempre di più… ma non vediamo l’ora che nasca! >>.
 
 << Ciao Amelia! Vieni qui da papà >>: fece un sorrisone alla figlia che era arrivata gattonando fino al corridoio d’entrata.
Si era fermata, aveva visto il suo papà, aveva fatto un gran sorriso e aveva gattonato veloce verso di lui, che si era piegato sulle gambe quasi completamente e aveva teso le braccia in avanti, pronto a prenderla.
 
 << Mi sei mancata >>, le disse prendendola in braccio, dandole un bacio: non la vedeva da appena un paio d’ore, ma a lui erano sembrati due giorni.
 
 << paa- paa- pa >>, gli “ rispose “, battendo le mani
 
 << Ehi, ciao Jim. Tua figlia è una piccola teppista >>, gli sorrise Oliver, andandogli incontro: James scoppiò a ridere forte, dopo il pomeriggio appena passato era liberatorio.
 
 << Perché? Cosa ha fatto? >>, domandò più allegro, Amelia ancora in braccio che si faceva coccolare dal suo papà.
 
 << Allora, le abbiamo dato il vasetto di frutta per merenda che ci aveva portato Xx, mi sono girato due secondi e già ci aveva infilato le dita dentro e si era sporcata la faccia. La mettiamo giù, va a giocare dietro la tenda per nascondersi, e la trovo che la stava colorando con un pennarello che per errore era a terra. Senza tappo, non preoccuparti, non ha rischiato di soffocarsi neanche per mezzo secondo. Katy ce l’aveva in braccio, tira un filo della sua maglia, e si è ritrovata la maglia che mancava mezza cucitura >>, elencò, provando a fare il drammatico, anche se in realtà era fiero della sua nipotina.
 
 << Poi abbiamo qui qualcuno dei giochi che ci lasciate nei casi di emergenza. Ce n’era uno con la musichetta, e voleva ascoltarne solo una! Abbiamo provato a mettergliene un’altra, ma non c’è stato verso. A momenti lo lanciava >>, continuò divertita anche Katy.
 
 << Si, poi le abbiamo messo quella che voleva lei, ed è tornata a fare i sorrisi. Comunque è una scheggia quando gattona >>, continuò Oliver.
 
 << Hai fatto diventare matti gli zii? >>, domandò James divertito a Amelia.
 
 << Daa- da- daaa >>, fece lei.
 
 << Scusateci. Vi ripaghiamo di tutti i danni. Fateci sapere solo quanto è >>, continuò il padre.
 
 << Ma sei impazzito? Neanche per scherzo. >>, dissero Oliver e Katy in coro.
 
 << Lo sai che la adoriamo e lo facciamo più che volentieri >>, continuò Katy.
 
 << Si, e poi è un modo per fare le prove per quando toccherà a noi >>, concluse Oliver.
 
In quel momento suonarono al campanello, e James aprì, dato che era il più vicino.
 
Era Xx: d’istinto l’abbracciò con ancora Amelia in braccio, era sollevato di vederla, sentiva che un macigno sullo stomaco era stato dissolto in due secondi.
 
Xx ricambiò l’abbraccio con trasporto, inspirando il profumo di James mischiato con quello di Amelia, erano i profumi che preferiva al mondo, sapevano di buono, sapevano di amore.
 
 << Amelia! È arrivata la mamma, hai visto? >>, fece James, e subito sua figlia allungò le braccia in direzione della mamma, che la prese, passando la borsa con le sue cose a James.
 
Fin da piccola Amelia si era dimostrata una bambina vivace, che giocava e sorrideva sempre, ma era anche una bambina a cui piaceva essere coccolata, e che aveva bisogno del contatto per essere rassicurata, nonostante fosse una tipetta indipendente.
 
 << Ciao Amelia! Mi sei mancata molto. Hai fatto la brava con gli zii? >>, domandò, mentre si avviavano tutti verso la sala da pranzo.
 
 << A quanto pare abbiamo cresciuto una teppista >>, ridacchiò James, e anche Xx, come lui poco prima, scoppiò a ridere.
 
 << Cosa ha fatto? >>, domandò poi, curiosa, ridacchiando ancora.
 
 << Te lo raccontiamo dopo. Intanto scegli la pizza >>, fece Oliver, che stava morendo di fame.
 
 << Io prendo quella con l’ananas >>, fece subito James, scorrendo il menù.
 
XX strabuzzò gli occhi, non riuscendo a reprimere del tutto un brivido di orrore al solo pensiero, lanciandogli una veloce occhiata allarmata.
 
 << Lo so. Tu sei italiana, e questa pizza per voi è improponibile. Ma è buona, sul serio! Te la faccio assaggiare dopo >>, ridacchiò lui, notando la sua reazione.
 
 << Non serve. Sul serio. >>, bocciò subito l’idea.
 
 << Sicura? >>, continuò, non riuscendo a stare serio.
 
 << Davvero. È un pensiero gentile, ma a posto così >>, rispose lei facendo una smorfia.
 
 
 << Ehi Jay… tutto bene? >>, fece poco dopo, mentre aspettavano le pizze: James era seduto sulla poltrona del divano, le gambe stese, la testa indietro, le mani sui capelli; si era messo anche gli occhiali, cosa che faceva se era al limite delle energie.
 
 << Sembri sfinito >>, continuò dopo, avvicinandosi per una carezza sul viso.
 
 << Io… non mi aspettavo una cosa del genere da Simone. Non… mi sento uno stupido. Un coglione che si è fatto fregare >>, fece abbattuto, ed effettivamente senza più forze.
 
 << Questo perché tu sei una persona troppo buona. E non ti aspetti mai che a volte gli altri possano non esserlo. Pensi sempre bene delle persone >>, gli sorrise lei, cercando di tirarlo su di morale, passandogli le dita sopra la barba e tra i capelli.
 
Avvicinò il seggiolone di Amelia, così poteva stare con James intanto che le dava da mangiare.
 
 << So che hai visto le foto… sono… desolato. Mi vergogno davvero tanto. Ho provato nausea io guardandole, non oso immaginare come ci sei rimasta tu… >>, le disse atterrito.
 
 << James… devo ammettere che mi ha fatto male. Tanto male, guardarle. A ogni foto mi sembrava di ricevere una pugnalata al cuore… ero schifata. Giuro, ce ne sono un paio che continuo ad avere davanti ai miei occhi, per quanto mi sforzi di cancellarle e di non pensarci. So che non eri in te però, e questo mi dà un po' di sollievo. Preferirei non rivederle mai più… >>, fece lei, rattristita.
 
 << Non avrei mai voluto che tu le vedessi. Sono sicuro anche che l’abbia fatto apposta… volevo tenerti fuori da questo casino, ma non ci sono riuscito molto bene… >>, si scusò, abbastanza triste.
 
 << Mi dispiace così tanto Xx. Io… non avrei dovuto fare questo errore. Non avrei dovuto dubitare di te per niente al mondo. Non capiterà più. E anche con te, Oliver. Davvero… scusate >>, continuò piuttosto abbattuto.
 
 << Jay, basta. Mi conosci, una volta che ho perdonato una persona non torno sulla questione. Le foto… mi passerà, dammi solo un po' di tempo, ok? So che sei pentito… certo, tutta questa situazione poteva essere evitata facilmente, ma ormai ci siamo dentro, tanto vale affrontarla. SI può sapere che vuole quella pazza? >>, sbottò alla fine Xx.
 
 << Sì, che vuole? >>, domandò Katy: lei e Oliver si erano appena seduti nel salone con Xx e James.
 
 << Aspettate… ho registrato >>, fece James trafficando con il cellulare, facendo partire la registrazione, e tutti si misero ad ascoltare con atenzione.
 
 << No… Jay, no. Questa è... è una pazza. Non voglio che tu la veda mai più, specialmente da solo. Ma come può pensare a delle cose del genere?! >>, sbottò Xx alla fine: non le era piaciuto per niente quello che aveva sentito.
 
 << Infatti Jim. È fuori controllo. Non credo riuscirai a farla ragionare onestamente… maledizione >>, imprecò Oliver, piuttosto turbato da quello che aveva sentito.
 
 << Non lo credo nemmeno io >>, fece mesto, rimettendo in tasca il cellulare.
 
 << James… ma… certo che sei sfortunato. Tra tutte le donne possibili, sei andato proprio con questa qui >>, si fece sfuggire Katy, arrossendo violentemente quando si rese conto di quel che aveva detto.
 
 << Scusami. Non intendevo… beh, hai capito, no? >>, continuò.
 
 << Si Katy, tranquilla >>, le rispose, facendole un mezzo sorriso.
 
 << Come hai intenzione di procedere?... Non… non sembra intenzionata a lasciar perdere. Non so se andare per vie legali possa essere utile. Voglio dire… potrebbe prendersela e per ripicca mettere le foto su internet… o venderle ai giornali, non so…  >>, continuò Xx, guardandolo dritto negli occhi: la situazione non era splendida, ma lei non si sarebbe arresa facilmente.
 
 << Si… ci avevo pensato anche io. Ma non ho molte alternative. Non voglio uscire con lei per degli appuntamenti >>, fece subito James, allarmato che quest’idea folle potesse saltare in mente a qualcuno.
 
 << Neanche per sogno. Non voglio che lei ti si avvicini. Mi da l’idea che è una che farebbe qualsiasi cosa pur di avere quello che vuole. Anche se è qualcosa di pericoloso… sul serio, Jay. Mi devi promettere che non la rivedrai per discutere ancora di queste foto. Almeno non da solo, o non senza dire dove vai a qualcuno di noi. >>, Xx era piuttosto spaventata, anche se cercava di nasconderlo.
 
 << Te lo prometto Xx. Non ho intenzione di rivederla tanto presto in ogni caso. Voi che mi consigliate? La via pacifica ormai credo sia persa per sempre… >>.
 
 << Non saprei Jim. Come diceva Xx forse andare per vie legali non è una mossa saggia, potrebbe vendicarsi. Ha lei il coltello dalla parte del manico. Ma ti direi anche di non assecondarla nella sua follia… >>, fece Oliver, passandosi le mani sul viso, stanco.
 
 << Mi dispiace avervi messi in questa situazione… >>, disse James poco dopo: li guardò uno ad uno, i visi di tutti i presenti erano tirati, in uno stato di costante preoccupazione.
 
 << Non dire sciocchezze James >>, lo ammonì subito Katy, guardandolo con severità, come se avesse appena detto una parolaccia gigantesca.
 
 << Appunto. Noi siamo solo preoccupati >>, fece Xx, prendendogli una mano tra le sue, stringendola quasi a dargli forza, e Oliver annuì.
 
 << Jim… noi ti stiamo vicino. Ti aiutiamo se necessario, ma non preoccuparci è impossibile. Questa Simone non ti ha dato un limite di tempo comunque. Tra pochi giorni c’è il battesimo di Amelia, concentriamoci su questo, e vediamo se lei si rifà viva o che. Poi decideremo sul da farsi. Per ora pensa alla tua bambina >>, fece Oliver, dandogli una pacca sulla spalla.
 
 << Oh, le pizze >>. Fece Katy, andando ad aprire la porta >>.
 
 << Andrà tutto bene Jay, vedrai >>, fece Xx dandogli un lieve bacio a fior di labbra, sorridendogli.
 
 
 
Lo so, lo so! Chiedo umilmente scusa a tutte quelle persone che ancora stanno leggendo questa mia storia! Ho avuto un periodo parecchio indaffarato, e il tempo per scrivere era molto risicato, ma non mi sono mai dimenticata di questa storia! Ho cercato di scrivere un po' ogni volta che potevo… per cui eccomi qui! Già dai prossimi giorni inizierò ad essere più libera, e quindi, spero, di riuscire a scrivere di più e aggiornare più spesso! Grazie ancora a tutti quelli che ancora avranno voglia di leggere quel che scrivo..
 

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Capitolo 30
*** Si comincia ***


 << Come fai a dire che andrà tutto bene? Non… non ne sono così sicuro nemmeno io >>, domandò mesto: stavano rientrando a casa dopo la serata con Oliver e Katy, e Amelia dormiva in braccio a XX, che la stava cambiando cercando di non svegliarla.
 
 << Perché… lo so e basta. Istinto da mamma. Ma soprattutto perché tu sei una persona buona, e non può succedere questo a una persona come te >>, gli rispose semplicemente, chiudendo il pannolino ad Amelia.
 
 << Tu credi troppo nella bontà delle persone, anche in quelle che non se lo meritano >>, fece secco: non era da lui essere così negativo.
 
 << Forse. Ma credo ci sia più buono che cattivo in questo mondo, e voglio credere che sia così, anche per nostra figlia. Non voglio che cresca in un mondo pieno di rancore, vendette, meschinità e cattiverie. Credo che le persone e il mondo possano essere migliori di così. E tu sei sempre stato d’accordo con me, ora hai qualche ripensamento? >>, gli disse con calore.
 
 << No… è solo che… appena riesco a distrarmi per un secondo l’incubo di quella Simone mi ripiomba addosso. Lei ci ha spiati! Io… io davvero non riesco a crederci. È una cosa da pazzi, oltre che inquietante. Ci conosce, conosce i nostri spostamenti, i nostri orari… e non me ne sono mai accorto! >>, continuò.
 
 << Sicuramente non aveva un cartello con su scritto: sto spiando James. >>, fece ovvia.
 
 << Ha- ha. Very very funny >>, fece lui, distendendo appena le labbra in un mezzo sorriso.
 
 << Almeno ti ho fatto fare una smorfia di divertimento >>, lo prese in giro lei.
 
 << Forse… forse dovremmo rimandare il matrimonio. A quando questa storia sarà finita >>, disse dopo un po' tetro.
 
XX sbarrò gli occhi: << C- cosa? Jay… >>.
 
 << Solo in via precauzionale. Non vorrei mai ci facesse qualche brutto scherzetto >>.
 
 << No. Mi rifiuto di farmi condizionare la vita da quella… quella. Se è una scusa per annullare tutto e rimanere come siamo, ecco, puoi riprenderti questo >>, continuò lei, gli occhi lucidi mentre si sfilava l’anello di fidanzamento.
 
 << Ferma! Che fai?!? >>, domandò allarmato, fermandola prima che lo sfilasse: la guardò e i suoi occhi pieni di dolore gli fecero male, era come una pugnalata al cuore.
 
 << Io voglio sposarti. Mettitelo in testa, non ti libererai di me così facilmente. Te lo ripeto. Io voglio sposarti, Ok? I want to marry you. Il prima possibile. Solo che con questo clima di tensione… non mi sembra il clima giusto, tutto qui >>, si spiegò lui guardandola negli occhi.
 
Xx guardò i suoi occhi verdi per qualche istante, poi si rilassò, sistemandosi l’anello.
 
 << Ho capito quello che intendi… ma no. Non voglio che lei condizioni le nostre vite. Abbiamo deciso di sposarci prima di partire per Santa Monica, e per quanto mi riguarda lo faremo. Se lei ci condiziona è un po' come se avesse vinto: lo sa che ci sposiamo, gliel’ho detto non sapendo chi fosse. Se non lo facciamo canterà vittoria, o penserà che ha una chance. A prescindere da lei, in ogni caso, voglio sposarti anche io: può fare quello che vuole, tutto quello che mi importa è che quel giorno tu mi aspetti all’altare >>, sorrise, radiosa al solo pensiero.
 
Anche sul viso di James spuntò un sorriso pensando alla scena, e tutta la tensione scivolò via, lontano da loro e dalla loro casa.
 
 << Voglio tutto. Voglio ridere insieme, essere felici e innamorati. Parlare di tutto e viaggiare, crescere Amelia, sposarci… tutto >>, fece lui all’improvviso.
 
 << Vogliamo le stesse cose, e non è poco quello che chiediamo >>, sorrise Xx, mettendo Amelia nella sua culla e tornando nel bagno dove era rimasto lui a sistemare le cose della loro bambina.
 
 << Ce lo meritiamo. Va bene, sposiamoci prima di partire >>, cedette alla fine lui, sollevandola per i fianchi e facendole fare una giravolta.
 
Xx presa dalla foga e dall’entusiasmo lo attirò a sé, premendo le labbra sulle sue, rubandogli un bacio pieno di passione; lui ricambiò sorpreso, portando le mani tra i capelli di lei.
 
Si guardarono negli occhi, e ripresero a baciarsi con la stessa foga e la stessa passione di poco prima, senza riuscire a fermarsi: avvertivano il bisogno viscerale di aversi, di toccarsi, di godere delle reciproche carezze e attenzioni… di avere un momento spensierato solo per loro, senza che Simone si insinuasse tra loro.
 
James la sfiorò con dolcezza, accarezzando quel corpo e quell’anima che erano soltanto suoi: ne era così orgoglioso.
 
Le posò delicatamente un bacio sul collo, mentre Xx, che già fremeva a quel contatto, si levò la maglietta, gettandola a casaccio nel pavimento del bagno.
 
 << Oohh… >>, iniziò ad ansimare, i brividi che le attraversavano il corpo.
 
Tolse impaziente anche la maglietta di lui, strusciando delicatamente il viso sul suo petto: somigliava a un gatto mentre fa le fusa.
 
Si tirò su, carezzandogli con una mano la parte del petto dove stava il cuore, depositandogli un bacio casto e carico di amore.
 
James giocava con le ciocche dei suoi capelli, sorridendo, poi le sganciò il reggiseno, gettandolo via.
 
All’improvviso lui la prese in braccio, reggendola sotto le ginocchia e dietro la schiena: Xx non si era neanche accorta di quel movimento. La portò dentro la doccia: erano ancora mezzi vestiti, e accese l’acqua.
 
Erano completamente avvolti dal tepore dell’acqua e dalle carezze e baci reciproci.
 
La sollevò, tenendola da sotto il sedere, baciandole il seno.
 
 << J- Jay… >>, mormorò lei: aveva iniziato a solleticarle un capezzolo anche con una mano, stringendolo piano tra pollice e indice, mentre con le labbra e con la lingua succhiava piano l’altro… le sue labbra erano così abili ed esperte, cosi dolci… e sentirsi avvolta dalle sue braccia era una sensazione superlativa…
 
Xx reclinò la testa indietro, stringendosi più forte che poteva con le mani sulla sua schiena: Xx gli fece capire che voleva scendere, così finì di spogliarlo con impazienza: aveva tutti i jeans appiccicati, e questo rallentava l’operazione. Si levò anche lei i jeans, stava per levarsi anche le mutandine ma lui la bloccò.
 
Si chinò, infilando le mani sotto quella stoffa, e lentamente si abbassò, baciandole le gambe… e risalendo, fino ad arrivare tra le sue gambe.
 
La ragazza trattenne un respiro: lui vi depositò qualche leggero bacio, ma poi risalì, riprendendola tra le sue braccia.
 
Xx gli avvolse le gambe attorno alla vita, baciandolo sulle labbra: era semplicemente felice.
 
Si spostò per un momento, guardandolo: si rese conto che nessuno l’aveva mai guardata prima come faceva lui, con uno sguardo talmente innamorato da essere perso.
 
 << I love you >>, gli sussurrò.
 
 << I love you too >>, le sospirò appena sulle labbra. << Voglio sentirti. Ho bisogno di unirmi a te, adesso, in tutti i modi possibili… >>.
 
 << Fallo. Ti prego… non resisto più… >>, lo supplicò, la voce spezzata, mentre il petto si alzava ed abbassava rapidamente.
 
 << Come posso rifiutarmi di esaudire una simile richiesta? >>, la sbeffeggiò, guadagnandosi un piccolo morso sulla spalla.
 
Xx risalì sulla clavicola, baciandogli e mordicchiandogli poi il collo…
 
Molto lentamente, ridacchiando, lui entrò dentro di lei, che aveva allargato le gambe il più possibile, e ora le stringeva di nuovo, per accogliere meglio la sua erezione.
 
Si irrigidì, e senza accorgersene gli piantò le unghie nella carne, sulla schiena…
 
James poggiò la fronte sulla sua spalla, aumentando di poco la velocità delle spinte.
 
Le loro carni, i loro corpi si cercavano, strisciandosi l’un l’altro, con passione, senza fretta… si sentivano solo i loro gemiti e lo scrosciare dell’acqua.
 
Xx inarcò la schiena, assecondando quelle spinte con dei colpi di bacino.
 
James le baciò il seno morbido, stringendo piano i denti attorno ad esso. La fece scendere, un luccichio gli brillava negli occhi: la fece voltare con il petto schiacciato sulle mattonelle. Le baciò la spina dorsale, fino ad arrivare all’osso sacro.
 
Xx divaricò un po' le gambe, intuendo dove lui volesse arrivare…
 
L’erezione di James quasi pulsava: entrò di nuovo in lei, con lentezza, centimetro dopo centimetro, assaporando ogni singolo istante.
Colpiva perfettamente tutti i suoi punti più sensibili consapevolmente. Le aveva fatto poggiare la braccia sopra la testa, lungo il muro, e le sue braccia si erano sovrapposte a quelle di lei, le dita intrecciate…
 
Il piacere arrivava ad ondate intense: senza pensarci, spinse in furi il sedere, in modo che lui avesse pieno potere su lei… era una sensazione travolgente.
 
James le mordicchiava piano la spalla, salendo e succhiandole il collo, scendendo a baciarle il profilo della mascella… Xx aveva gli occhi chiusi, la bocca semiaperta, mentre l’acqua le scorreva addosso: era come in trance, non percepiva altro al di fuori di lui.
 
 << Ancora… please… non… non fermarti… oh… >>, il respiro di Xx era accelerato, il petto si alzava ed abbassava velocemente.
 
Era sicura che le gambe le avrebbero ceduto da un momento all’altro: poi lui scese con una mano, tracciandole tutto il profilo del collo con due dita, sfiorandole la spalla…
 
Xx getto la testa indietro, poggiandola sulla sua spalla, il respiro affannoso, gocce d’acqua rimaste impigliate sulle labbra…
 
Il ragazzo fece scendere ancora la mano, fino ad arrivare al centro di Xx: le sfiorò la sua femminilità, per poi risalire il suo corpo, stringerle e fianchi e afferrarle un seno, massaggiandolo con decisione, mentre con una mano tentava di tenersi saldo appoggiandosi al muro.
 
 << You are beautiful >>, le sussurrò all’orecchio…
 
Xx sciolse la stretta che lui aveva sui suoi polsi: con una mano gli strinse saldamente una natica, mentre con l’altra si aggrappò quasi con disperazione al suo collo.
 
 << Jay… >>, sospirò: sentiva il piacere irradiarsi in ogni minuscolo angolo del corpo… fino a che non si lasciò travolgere da un orgasmo intenso e totale, che partiva dalla testa e arrivava fino alla punta dei piedi: iniziò a sentire tutti i muscoli vibrare, pulsare e stringersi attorno a lui.
 
 << Xx… >>, esplose il ragazzo poco dopo, sentendo un grumo di piacere invaderlo dalla testa ai piedi, scorrendo dentro di lui…mentre mordeva con forza la spalla di lei, fino quasi a farle male, il corpo che non rispondeva più ai suoi comandi, ma era in preda all’orgasmo…
 
 
 << Io la doccia l’avevo già fatta però >>, sussurrò lei dopo un po': si erano asciugati e messi sotto le coperte; lei aveva le guance bollenti, ma era incredibilmente felice e soddisfatta, lui era come in trance e giocava con le ciocche dei suoi capelli, finalmente rilassato dopo le tensioni di quel giorno.
 
 << Sono quasi sicuro che questa sia stata migliore >>, sorrise lui, continuando a giocherellare con i suoi capelli.
 
 << Siamo modesti >>, ridacchiò Xx, girandosi a guardarlo, le mani sotto il cuscino, stringendosi di più sotto le coperte.
 
 << Modestia è il mio quarto nome. Dopo James Andrew Eric >>, scherzo, e vedendola infreddolita la attirò vicino a sè con un braccio, scaldandola con il suo calore corporeo.
 
 << Grazie. Stavo giusto pensando di infilare i miei piedi ghiacciati tra le tue gambe >>, ridacchiò, ma si era rilassata all’istante con il calore di James.
 
 << Questo sarebbe stato un colpo basso >>, ridacchiò anche lui.
 
 << Non è una questione personale. Pura sopravvivenza >>, scherzò lei: James scoppiò a ridere.
 
 << Ti serviranno i piedi per camminare verso di me sulla navata in Chiesa, quando ci sposeremo… quindi posso chiudere un occhio >>.
 
Xx sorrise: quando era stata l’ultima volta in cui avevano scherzato e si erano presi in giro a vicenda così? Quella giornata le era sembrata lunga un secolo…uellaQadjfsg12e3  crehwgrsg
 
 << Sai, ora ho più fiducia nel futuro. Credo che alla fine questa storia si risolverà. Sarà faticoso e per niente semplice, ma ce la posso fare. Per me, per te, per Amelia… per la nostra famiglia >>.
 
 << Ce la faremo insieme. Non ti lascerò da solo ad affrontare tutto >>, sorrise lei, baciandolo dolcemente sulle labbra.
 
 << Grazie. Tutto questo ottimismo sull’argomento è merito tuo >>, la punzecchiò.
 
 << Felice di aiutarla, Mr. Phelps >>, sorrise lei soddisfatta: James le carezzò il viso quasi con venerazione.
 
 << Buonanotte Jay >>, sussurrò lei, sbadigliando, accoccolandosi più vicino alla sua fonte di calore preferita.
 
 << Buonanotte Xx >>: si diedero un ultimo bacio, poi si addormentarono in pochi istanti.
 
 
 
 << Amelia Ollie Susan Phelps, questo è un giorno importante per te. Oggi sarai battezzata, sarà una grande festa, tutta per te >>, fece Xx il mattino del battesimo di Amelia, mentre la preparava.
 
Lei e James avevano scelto un vestitino bianco e una fascetta floreale da metterle in testa, con dei fiori dai colori tenui.
 
Xx l’aveva pettinata con cura: ad Amelia piacevano le coccole, e le piaceva farsi pettinare. James per l’occasione aveva scelto di vestirsi in blu, ed era bellissimo ed elegantissimo con quel colore.
 
Xx… non ne aveva idea, si era completamente dimenticata di decidere cosa indossare, aveva pensato solo ad Amelia.
 
 << Perché non ti metti l’abito blu? Quello che hai usato anche all’ultima cena di gala… ti stava molto bene >>, la consigliò lui, stravaccato sul letto, fresco di rasatura, che la guardava passare in rassegna l’armadio, con Amelia vicino a lui, che giocava.
 
 << Sei impazzito? È troppo trasparente, non mi faranno neanche entrare in Chiesa >>, lo liquidò con un gesto della mano
 
 << Giusto >>, sorrise lui al ricordo.
 
 << Altre idee? >>, gli domandò.
 
 << Credo che tutti i tuoi vestiti che preferisco siano trasparenti al punto giusto >>, fece lui beffardo.
 
<< Ha- ha. Così non mi aiuti proprio >>, gli rispose, facendogli una smorfia.
 
 << Hanno suonato. Credo siano Oliver e Katy, vado ad aprire >>, disse lui, baciandola mentre le passava a fianco.
 
Dopo pochi minuti, James rientrò in stanza seguito da Oliver e Katy, il padrino e la madrina di Amelia.
 
 << Jay ci ha detto che non sai cosa indossare >>, entrò Oliver, a mò di saluto.
 
 << Buongiorno anche a te Oliver >>, borbottò Xx.
 
 << Ciao Xx >>, la salutò Katy, e Xx rispose con calore a quel saluto.
 
 << Perché non ti metti il vestito blu della cena di gala? Ti stava bene >>, fece subito Oliver, prendendo in braccio la nipote, che gli fece un gran sorriso.
 
 << Troppo trasparente >>, risposero in coro Xx e Katy: i due fratelli si zittirono, scambiandosi un’occhiata divertita.
 
 << Glielo avevo proposto anche io >>, borbottò James scrollando le spalle.
 
 << Si vede proprio che non sei tipo che va in Chiesa tutte le domeniche. Non la fanno neanche avvicinare a una Chiesa con quello >>, borbottò Katy.
 
 << Oh aspetta! >>, fece Xx, iniziando improvvisamente a cercare qualcosa di appeso nel suo lato di armadio.
 
 << What did you mom find? >>, fece con fare cospiratorio Oliver ad Amelia.
 
Indicò a Katy cosa aveva pensato, e subito approvò.
 
 << It’s perfect! >>, sorrise.
 
James voleva sbirciare, ma Xx gli bloccò la visuale.
 
 << Out of here! >>, fece Xx rivolta a Oliver e James.
 
 << M- ma… >>, provò a protestare il suo ragazzo.
 
 << Può rimanere solo Katy. Ciao ragazzi, a tra poco >>, gli sorrise, spingendoli delicatamente fuori dalla porta.
 
 << Io ho già ammirato tutto, sul serio, non è necess… >>, ma James non finì mai la sua protesta.
 
 << Sarà una sorpresa. A dopo >>, gli sorrise spingendolo fuori con delicatezza, soffermandosi un po' troppo con le mani sul sedere di lui, che sorrise sotto i baffi.
 
 << So, are you excited? >>, domandò Oliver al fratello.
 
 << A little. Ma oggi la festa è tutta per Amelia. Beh… tu sai che non sono particolarmente credente. Ma per Xx era una cosa importante. Male di sicuro non fa >>, gli rispose, sorridendo alla figlia. And you? You are excited? Sarai il suo padrino >>, gli chiese James, andandosi a prendere da bere.
 
 << A little. È un ruolo importante da assolvere >>.
 
 << Vedrai che sarai all’altezza >>, gli sorrise, poi fece una faccia buffa per fare ridere Amelia… che non riusciva più a fermarsi: più il suo papà faceva una faccia buffa, più Amelia si sganasciava dalle risate, facendo morire dal ridere anche Oliver e James.
 
 
 
Alcuni minuti dopo, Katy uscì seguita da Xx: aveva scelto un tailleur grigio perla, giacca e pantalone, e una camicia azzurra, che un po' richiamava il blu che aveva scelto James.
 
 << Wow, sei bellissima, e molto elegante >>, le disse James avvicinandosi e guardandola bene.
 
 << Grazie >>, gli sorrise radiosa. << E’ quasi ora, andiamo? >>, fece poi rivolta a tutti.
 
 
 
Uscirono dalla messa: James aveva in braccio Amelia, aveva un po' pianto per l’acqua fredda del battistero, e ora veniva coccolata dal papà: oltre a lei c’erano altri tre bambini che quel giorno erano stati battezzati; Nicole, Thomas e Liam.
 
Oliver e Katy stavano facendo due chiacchere con la sorella e il fratello di Xx, arrivati appositamente dall’Italia per il battesimo, mentre i genitori dei gemelli parlavano con quelli di lei, James e Xx scambiavano qualche parola con gli altri genitori, che avevano conosciuto durante gli incontri per il battesimo… ma ad un certo punto Oliver vide qualcosa, ne era più che sicuro.
 
Si scusò, e andò a controllare.
 
 << Ehi, è inutile che ti nascondi, ti ho vista. Che diavolo ci fai qui?? >>, fece, prendendo per un braccio Simone, bloccandola: non poteva crederci, lei era lì.
 
 << Sono venuta a fare gli auguri alla piccola Amelia, oggi è un giorno importante per lei >>, cinguettò Simone come se niente fosse.
 
 << Non sei la benvenuta, sparisci, prima di rovinare la giornata a tutti >>, minacciò a denti stretti Oliver: non era da lui parlare così con qualcuno, ma lei… lei era un caso a parte.
 
 << Ma no, voglio solo dare il regalino che ho preso ad Amelia. Ho visto prima come si era agitata in Chiesa, povera piccola. James però è riuscito a calmarla, è un tesoro con lei, non credi? >>, continuò lei sognante, ignorando Oliver.
 
 << Sei venuta in Chiesa? >>, a Oliver ribolliva il sangue.
 
 << Certo che sì, è la parte più importante della giornata, non volevo perdermela. Inoltre, fino a prova contraria è un paese libero >>, gli rispose candidamente.
 
 << Lasciamo perdere. Ora vattene, mi hai sentito? >>, ringhiò lui: per nessun motivo al mondo avrebbe lasciato che quella donna rovinasse la giornata di festa.
 
 << Quante storie, me ne vado, me ne vado >>, borbottò lei, allontanandosi.
 
Oliver si ricompose, e tornò dagli altri, che fortunatamente non avevano notato nulla di strano.
 
 
 << Andiamo? >>, fece James, rivolto a tutti, era arrivato il momento di andare al ristorante, i genitori di Xx, il fratello e la sorella erano già andati verso la macchina, così come gli altri invitati, sul piazzale rimanevano solo James, Xx, Amelia Katy e Oliver, che era andato a prendere l’auto con cui era arrivato con il fratello, e i genitori dei ragazzi, che stavano facendo due parole con alcuni loro conoscenti.
 
 
 << Eccoti qui! >>, cinguettò una voce alle loro spalle: si voltarono tutti insieme, era Simone che era tornata.
 
James consegnò subito Amelia tra le braccia di Xx, e le si avventò contro, impedendole di avvicinarsi oltre alla sua famiglia.
 
 << Che diavolo ci fai qui?! >>, sbottò: era livido di rabbia, le mani quasi gli tremavano.
 
 << Sono venuta a trovare la piccola Amelia. Oggi è un giorno importante, e volevo esserci per lei. In più ho anche un piccolo regalo per lei >>, disse come se niente fosse, porgendogli un pacchetto.
 
James lo guardò, poi guardò lei: << Non ci serve un tuo regalo. E non sei stata invitata, non sei persona gradita, quindi ora vattene, e non facciamo scenate >>, le rispose James cercando di mantenere la calma.
 
 << Ma come? È maleducazione non accettare un regalo >>, Simone sembrava offesa.
 
 << Non sei una persona a noi gradita, e non vogliamo niente che arrivi da te. Non mi importa niente se è da maleducati! >>, James stava perdendo le staffe.
 
 << Lo hai sentito? Vattene, e non farti più vedere >>, la minacciò Xx, arrivata per sostenere James, Amelia nel passeggino: si erano avvicinati anche Oliver, Katy e i genitori di lui.
 
 << It’s ok? >>, fece Susan, un pò preoccupata per la tensione che si poteva tagliare con un coltello.
 
 << Buongiorno, mi chiamo Simone, sono una cara amica di Oliver e James. Sono venuta solo a portare un piccolo regalo ad Amelia >>, si presentò tutta allegra.
 
 << Che bel pensiero, molto gentile da parte tua >>, fece Il padre di James e Oliver, stringendo la mano della ragazza.
 
 << Simone se ne stava andando, e noi dobbiamo andare ora o faremo tardi >>, fece Oliver, lanciando un’occhiata di ghiaccio a Simone.
 
 << Non essere scortese Oliver, almeno fatele salutare Amelia >>, fece Martyn, completamente ignaro della situazione con Simone.
 
James e Xx si scambiarono un’occhiata intensa e significativa: non avevano scelta, dovevano quantomeno girare il passeggino e fargliela vedere.
 
Con riluttanza, XX lo girò, in modo che Amelia fosse di fronte a Simone, che aveva una malcelata faccia vittoriosa stampata in viso.
 
 << Ciao Amelia! Sono Simone, sei bellissima, lo sai? Assomigli tanto al tuo papà >>, fece lei, tutta uno zuccherino: Xx stava stringendo convulsamente il manico del passeggino; non le piaceva per niente che Simone e Amelia fossero così vicine.
 
 << Ecco qui, vieni un po' in braccio, così ti faccio gli auguri come si deve, e ti do il regalo >>, fece Simone, e di propria iniziativa la slegò dal passeggino e la prese in braccio, senza che nessuno potesse fermarla.
 
James, Xx, Oliver e Katy erano scattati subito in avanti, ma non potevano fare scenate, non di fronte a una chiesa o ai genitori dei ragazzi.
 
 << È stato un piacere Simone. Ragazzi, noi andiamo, ci vediamo lì, a tra poco >>, fece Susan, e insieme al marito andarono alla macchina.
 
 << Arrivederci signori Phelps! >>, salutò tutta allegra, mentre guardava con occhi adoranti Amelia, che però non gradiva molto stare in braccio a quella sconosciuta: si dimenava guardandosi intorno, e poi scoppiò a piangere, gettando le braccia in direzione della sua mamma.
 
 << Ridammi mia figlia >>, ringhiò, dato che Simone faceva resistenza.
 
 << Deve solo abituarsi >>, le rispose Simone, arretrando di mezzo passo.
 
 << Ehi, non fare scherzi. Lascia Amelia subito >>, sibilò James, che si era avvicinato di un passo.
 
Intanto Amelia stava piangendo a più non posso, gettandosi verso la mamma.
 
 << Vuole la sua mamma. Lasciala andare adesso, o chiamiamo la polizia >>, intervenne Katy.
 
 << Quante storie per qualche pianto. Ecco, tieni Amelia >>, le diede il pacchetto in mano, ma la bambina era troppo impegnata a piangere e le scivolò di mano.
 
 << Amelia! Devo insegnarti l’educazione? Tua mamma non te la insegna a quanto pare! >>, sbottò Simone, che alzò una mano, pronta per darle un piccolo schiaffo.
 
 << Non osare alzare le mani su di lei. TI ho detto di lasciarla, o giuro che non rispondo delle mie azioni >>, James era livido dalla collera, probabilmente non era mai stato così arrabbiato con nessuno in vita sua: l’odio che provava nei confronti di quella ragazza aveva limiti mai vissuti fino a quel momento. In più aveva la sua bambina in braccio, e questo non gli piaceva affatto, e lo innervosiva ancora di più.
 
Anche Oliver aveva fatto un passo verso quella pazza, gli occhi impauriti e preoccupati.
 
 << E va bene. Ciao Amelia, a presto tesoro >>, le diede un bacio e consegnò in braccio a Xx, che la prese staccandosi da quella donna il più velocemente possibile, e cullando Amelia per calmarla: era rossa in faccia da quanto piangeva.
 
 << Te lo ripeto: non voglio che ti avvicini a me o a nessuno della mia famiglia. Hai capito? >>, il tono di James era molto minaccioso.
 
 << Si si, chiaro. Ora vado, a presto >>, fece, muovendo la mano come a scacciare un insetto fastidioso, si voltò e se ne andò leggera.
 
James si voltò subito verso Amelia, che ancora piangeva un po', e le si avvicinò al visino: << Ehi, Amelia. È tutto ok ora, sei di nuovo con mamma e papà, tranquilla >>, so sforzò di sorridere a sua figlia, baciandole la fronte.
 
Xx stava tremando di rabbia e di paura, aveva gli occhi lucidi, ma lei non era calma, e non riusciva a calmare nemmeno Amelia.
 
 << Ehi, Amelia? Vieni con lo zio, adesso andiamo a fare un giretto in macchina, lo so che ti piace, che ne dici? Facciamo anche l’aeroplano? Certo! Ogni tuo desiderio è un ordine per lo zio! >>, Oliver le fece fare l’aeroplano, facendola volare, e intanto si avviò alla macchina, dopo un’occhiata di intesa con James. Katy li seguì con il passeggino, lasciando un attimo di tranquillità a James e Xx: persino a lei vedere quella Simone con in braccio Amelia aveva dato i brividi.
 
 << Xx… >>, tentò James, ma non sapeva nemmeno lui cosa dire: Xx tremava da capo a piedi, lui le mise le mani sulle spalle, ma non funzionò del tutto.
 
 << Jay… è… è stato… o- or- orribile >>, calde lacrime cominciarono a rigarle le guance.
 
 << Sento la stessa cosa… >>, mormorò lui abbattuto.
 
 << Darle Amelia in braccio è… è stato… disgustoso. La cosa più brutta che abbia mai dovuto fare. Ma quando non ce l’ha restituiva… ho provato tanto odio. L’avrei ammazzata con le mie stesse mani… >>, la voce di Xx vibrava di collera e di terrore.
 
 << Ti capisco. Ho provato lo stesso… era innaturale vedere Amelia con lei. E quando sei stata costretta a dargliela in braccio… dentro di me urlavo di non farlo. È stato orribile. Ho provato paura per nostra figlia, e odio verso quella. >>, fece James, mentre anche lui aveva lacrime che scendevano dagli occhi.
 
 << Io non voglio che si avvicini mai più a noi o ad Amelia >>, sbottò Xx.
 
James le asciugò le lacrime con le mani e la abbracciò forte, per infonderle coraggio e sicurezza: Xx si lasciò andare in quell’abbraccio, e si rilassò un poco.
 
Gli prese il viso tra le mani, asciugandogli gli occhi lucidi con le i pollici delle mani, sorridendogli dolcemente.
 
 << Non facciamoci rovinare la giornata da lei. Se n’è andata, conta questo, ed è la festa di Amelia… pensiamo a questo ora, che ne dici? Ce la fai a non pensare a lei? >>, gli domandò, la voce che un po' tremava.
 
 << Si. Penso di poterci riuscire, sono un attore, no? >>, sorrise, tentando di fare una battuta.
 
XX alzò gli occhi al cielo: << Allora lo prendo per un sì. Ora andiamo, ci stanno aspettando tutti >>, lo prese per una mano e lo trascinò verso la macchina.
 
 
Per fortuna il resto della giornata proseguì sereno: non ebbero più visite sgradite, e non pensarono più a Simone, pensando solo ad Amelia e al resto dei loro ospiti.
 
 
 
 << Soni stanco morto. La giornata mi è sembrata eterna! >>, fece James quella sera, lasciandosi cadere sul letto, dopo aver messo Amelia nella sua culla.
 
 << A chi lo dici >>, gli rispose Xx, entrando nella loro stanza: si avvicinò sistemandosi sopra di lui, reggendosi sulle mani e sulle ginocchia: << E non è finita qui. Pensa a quando sarà il nostro matrimonio >>, gli sorrise, e lui ricambiò quel sorriso sincero, guardandola dritta negli occhi.
 
 << Non vedo l’ora >>, le disse sincero.
 
 << Anche io, ed è per questo che domani ho organizzato una giornata in giro per negozi e fioristi. Non abbiamo praticamente fatto ancora nulla, e la data del matrimonio si avvicina. Abbiamo deciso solo questo, è ora di iniziare a organizzare il resto. >>, gli disse tutta allegra.
 
 << Che cosa?! E quando pensavi di dirmelo?? >>, James strabuzzò gli occhi all’idea di una giornata in giro tra negozi, fioristi e fotografi.
 
 << Proprio ora. Ho già una lista di cose da fare e di posti dove andare. Mi ha aiutata Katy a metterla insieme, dato che lei ci è già passata. Ho già preso appuntamenti, tu devi solo seguirmi e dirmi la tua opinione >>, gli sorrise tutta allegra: James mormorò qualcosa di indistinto.
 
 << Avevamo detto che ci saremmo concentrati sul matrimonio dopo il battesimo. Praticamente da oggi dato che è mezzanotte e un minuto >>: l’entusiasmo di Xx era inarrestabile.
 
 << E sei sicura si che debba esserci anche io… dappertutto? Mi fido di te, so che faresti un ottimo lavoro in ogni caso… >>, tentò senza troppa convinzione.
 
 << Neanche per sogno. Tu mi hai fatto la proposta e hai messo in moto tutto il discorso matrimonio, quindi tu ne sarai partecipe. Non te la caverai a buon mercato presentandoti solo all’altare il giorno delle nozze con un vestito accettabile. Tu sarai coinvolto in tutta l’organizzazione >>, fece Xx, scoppiando a ridere nel vedere l’espressione del viso di lui.
 
James provò a resistere, ma cedette e la seguì in una sonora risata, di quelle che sono vere, allegre, contagiose…
 
 << Cosa farei senza di te? Chi mi farebbe ridere così? >>, le disse, mentre si riprendeva, e la avvicinava a sé, stringendola tra le braccia.
 
 << Non lo so. So che io non sarei completamente felice >>, gli rispose, poggiandogli la testa sul petto: amava accoccolarsi a lui, baciarlo, sfiorarlo, farsi cullare dal suo respiro profondo…
 
 << No, nemmeno io lo sarei… >>, fece pensieroso, baciandole la testa, fissando il soffitto assorto.
 
 << Ci voleva un po' di leggerezza dopo questa giornata. Specie dopo l’incidente con Simone >>, disse dopo un po', facendo ripiombare entrambi alla realtà.
 
 << Già… ma sul serio, non voglio più pensarci. Non voglio rovinarmi il momento. E non voglio che sia lei l’ultima cosa a cui penso prima di addormentarmi >>, fece un po' stizzita.
 
 << E chi l’ha detto che ti lascerò dormire ora? >>, le disse, guardandola con occhi vispi: Xx arrossì violentemente.
 
 << Vieni qui >>, le sussurrò con dolcezza, in un modo che avrebbe disintegrato la volontà di chiunque.
 
Lei gli sorrise felice, sbottonandogli un bottone della giacca che ancora indossava. Invitandolo a levarla: lui se la sfilò via senza indugiare, osservandola da vicino, gli occhi resi ancora più luminosi dall’eccitazione che li pervadeva.
 
James la baciò avidamente, era come se non avesse mai abbastanza, come se ogni volta la baciasse per la prima volta. D’altro canto, Xx ci si sarebbe potuta perdere in quei baci, in quelle labbra sottili e appassionate; ogni volta si assentava dalla realtà, non appena il calore di lui si insinuava nella sua bocca.
 
Il ragazzo quasi non respirava, ma non ne aveva bisogno, era lei il suo ossigeno, tutto quello che gli serviva per respirare e vivere: ogni cellula del corpo della sua Xx gli urlava “ prendimi! ” , e lui la desiderava da morire… ma questa non era una novità, lui la voleva sempre. Anche dopo qualche anno di relazione con lei, la passione e l’intesa tra loro non era cambiata di una virgola, era maturata, e forse anche aumentata nel tempo: lui la conosceva, conosceva ogni neo, ogni lentiggine, ogni piccola caratteristica del corpo di lei, e lei si era fidata tanto di lui da permetterglielo, permettergli di esplorare il suo corpo, la sua anima… di fare insieme nuove cose, di sperimentare… non l’avrebbe mai ringraziata abbastanza per questo.
 
Le afferrò i fianchi da sotto la giacca e la camicia: aveva la pelle morbida e vellutata, e la rigirò sul letto con più forza del necessario, sistemandosi sopra di lei. Cercò di mantenere il controllo quel tanto che la lingua di lei glielo permetteva, e si sforzò di incamerare aria: gli sembrava che il petto gli fosse attraversato da milioni di pugnalate piacevolissime.
 
James le levò impaziente la giacca che indossava, sorridendole famelico, tornando subito sulle labbra di lei, facendo scontrare e incontrare le loro lingue.
 
Xx era sopraffatta dall’improvviso e famelico bisogno che lui aveva di lei: lo capiva dalle sue mani, dai suoi baci, dai suoi occhi… era una sensazione straordinaria e potente, sapere di essere questo per qualcuno… soprattutto per il suo James.
 
Lui con la mano destra le afferrò la coscia di Xx, spalancandole le gambe, e scese con l’altra mano verso la sua femminilità: anche da sopra il tessuto dei pantaloni, da sopra le mutandine… la sentì fremere al solo tocco…
 
Scese a baciarla dietro l’orecchio, andando poi a finire sul suo collo…
 
Risalì con le mani, sbottonandole solo i primi tre bottoni della camicetta, baciandole l’incavo tra i seni…
 
Xx faticava a respirare, era sopraffatta dalle sensazioni bellissime e travolgenti che lui le faceva provare… le dava i brividi, non voleva che smettesse tanto presto: inarcò la schiena al tocco delle sue labbra e delle sue mani… sapevano perfettamente dove andare e che punti toccare… e usavano tutte queste informazioni a loro vantaggio… e si, anche a suo vantaggio, non poteva negarlo.
 
James le aprì qualche altro bottone della camicetta, spostandole da parte il reggiseno, mentre la sua lingua giocava con i capezzoli di lei, le mani che le si serravano addosso: Xx dischiuse le labbra, mordendosele per non gridare…
 
Le sfuggì il dettaglio che la bocca di lui stesse ora risalendo di nuovo verso le sue labbra, che si socchiusero per accogliere quelle di lui: Xx portò le mani sulle guance di lui, scendendo ad accarezzarne poi il collo, mentre con il bacino spingeva involontariamente verso quello del ragazzo, in cerca di un contatto.
 
James sorrise sentendo un fremito di lei quando infilò una mano sotto ai pantaloni e sotto le mutandine di lei: era già calda e pronta ad accoglierlo.
 
 << Non fare quel sorrisino compiaciuto >>, gli sussurrò all’orecchio, mordendolo delicatamente.
 
 << Non so di cosa stai parlando >>, rispose lui, staccandosi per un momento dal collo di lei, riprendendo a baciarlo subito, lasciando una scia infuocata dietro di sé: la smania e la voglia di entrare dentro di lei era insistente, ma non voleva che le cose fossero troppo frettolose, almeno non quella sera… voleva godersela tutta, e voleva che lo facesse anche lei.
 
Infilò di nuovo la mano lì dove c’era la parte più intima della sua fidanzata, la sentì contrarsi di piacere sotto le sue dita, e sentì Xx respirare più velocemente: spostò poi la mano per la seconda volta, non facendo caso alle proteste di Xx, che nel frattempo gli stava sbottonando l’ultimo bottone della camicia.
 
 << Te l’ho già detto che sei bellissima? >>, le mormorò all’orecchio.
 
 << Un paio di volte… >>, sussurrò in risposta, scendendo a slacciargli i pantaloni.
 
 << Baciami >>, fece lei, con una smania che non avrebbe mai detto di possedere prima di incontrarlo.
 
 << Si signora >>, rispose a fior di pelle, salendo dal collo alle sue labbra, catturandole in un bacio caldo, avvolgente, mentre con le mani la percorreva tutta, toccandola avidamente e pressando la sua pelle sotto le sue mani, con voglia.
 
Finalmente decise che era arrivato il momento di levarle i pantaloni: glieli sfilò dalle gambe guardandola dritta negli occhi.
 
Le tese una mano e lei l’afferrò, non avendo idea di cosa lui avesse in mente: la sollevò con facilità e la attirò faccia al muro.
 
Xx stava per dire qualcosa ma lui le portò la mano alla bocca: << Shh. Fidati di me >>, le disse con dolcezza, poi le mordicchiò l’orecchio, e Xx si rilassò un po'.
 
Poi sentì che lui le tirava di lato le mutandine: Xx sussultò. Lo sentì abbassarsi i boxer di quel che bastava, e lo avvertì spingerle il bacino indietro, verso di lui.
 
Ebbe appena il tempo di rendersi conto di quel che voleva fare che lo sentì affondare in lei: si muoveva con prepotenza, con forza, mentre le stringeva i fianchi con le mani: Xx venne percorsa da mille scariche elettriche lungo la schiena.
 
 << Jay… >>, riusciva solo a rantolare, il cervello annebbiato da onde di piacere che si susseguivano le une alle altre… ma era evidente che James volesse di più: veloce come era successo, James si staccò, tirandola per i fianchi e riportandola a letto.
 
 << Ehi! >>, protestò la ragazza, che era stata improvvisamente strappata a una dimensione fatta di piacere, di sospiri e di brividi.
 
 << Ciao amore >>, le sorrise furbo lui, rimettendosi i boxer: avevano entrambi ancora le camicie mezze aperte e l’intimo addosso.
 
 << Hai trovato altro di più interessante da fare? >>, gli domandò indispettita lei.
 
<< Niente e nessuno sono più interessante di te. O sexy come te >>, rispose con slancio.
 
 << E allora perché ti sei fermato? >>, domandò, ma aveva notato il rigonfiamento della sua eccitazione, e con fare innocente, iniziò a fargli scorrere le mani lungo il petto e sulle spalle, facendogli scivolare lungo le braccia la camicia.
 
Si avvicinò, e gli baciò il collo, mordicchiandolo leggermente, scendendo lungo le sue forti spalle, il petto… James tremava, non riuscendo a controllarsi.
 
 << Stai cercando di distrarmi? >>, le domandò lui ghignando.
 
 << No. Sto cercando di sedurti >>, sorrise lei, poi lo fece stendere sul letto, sistemandosi sopra di lui, baciandolo e prendendosi la sua lingua.
 
 << Come se riuscissi a resisterti, mia futura moglie >>, fece divertito, scompigliandole i capelli.
 
L’attirò ancora di più vicina a lui, sul suo petto, e stava per rigirarla sul materasso quando lo fermò.
 
 << Non ti azzardare >>, gli sorrise: si abbassò gli slip facendo lo stesso con i boxer di lui: la sua erezione pulsava. La sfiorò con le mani, lentamente, e vide il ragazzo chiudere gli occhi e trattenere il respiro: era celestiale vederlo così.
 
 << Posso? >>, le domandò, alzando un sopracciglio ammiccante: Xx lasciò che la penetrasse, e poi iniziò a muoversi su di lui, scegliendo lei il ritmo e la profondità di quelle spinte, godendo di quel contatto più intimo e profondo.
 
James non se l’aspettava: sentì una scarica di adrenalina potente, gli riempì il cuore, lo fece battere più forte, più veloce. Il sangue circolava e pulsava più veloce nel suo corpo, e lo spingeva a volere di più.
 
 << Xx… oh… >>, gemette piano: le sfilò la camicia e le slacciò il reggiseno. Giocherellò con le dita con i capezzoli di lei, palpandole il seno morbido.
 
Xx si incurvò più su di lui, mordicchiandogli il labbro inferiore, poi ritornò con la schiena diritta, inarcandola verso l’indietro, sentendo le mani di lui sui suoi seni che stringevano.
 
 << Jay… oh… >>, gemette: si sentiva trafitta da mille scariche di piacere che la attraversavano, annebbiandole la mente.
 
Quella di Xx era una richiesta sensuale, un invito a continuare, a non fermarsi… James sorrise.
 
La afferrò, in modo da portarla di nuovo vicino a sé, lei gli baciò il collo, succhiando lentamente quella pelle liscia e pulita che odorava di lui.
 
James si fermò di colpo, prendendole il viso tra le mani e costringendola a guardarlo.
 
 << Jay! Non di nuovo, uffa! Sei i… >>, Xx non concluse la frase: le sue labbra furono rubate da quelle dolci di lui, che però non sembravano accontentarsi solo di un bacio veloce, e le loro lingue si trovarono di nuovo in una danza armoniosa e collaudata.
 
 << Scusa, stavi dicendo qualcosa? >>, le sussurrò divertito, sfiorandole la pelle del collo con dei piccoli sospiri, giocherellando con i capezzoli di lei, ormai induriti.
 
 << Credo di essermelo dimenticata >>, rispose lei, spostandosi dalle sue labbra lo stretto necessario per parlare.
 
Il tempo di un respiro e le labbra di James erano di nuovo su quelle di Xx, un tocco stavolta leggero, così delicato da sembrare quasi inesistente… eppure scottava, ardeva bruciava di amore e di passione; la bocca di lei era calda, la sua lingua morbida… il suo sapore così unico da renderlo assolutamente sicuro che non ne avrebbe mai desiderato un altro.
 
La testa di Xx era leggera: completamente svuotata da ogni pensiero che non fosse James, le sue carezze, le sue mani che la stringevano… i suoi baci, le sue labbra.
 
Si, le sue labbra bruciavano in quelle di lei, ma erano anche morbide e dolci… il sapore di lui era fuoco, passione, brivido… amore.
 
Un brivido di piacere le attraversò la spina dorsale: si strinse di più contro il suo fidanzato, risalendo con le mani sui suoi fianchi, salendo e carezzandolo dappertutto, fino a circondargli il collo.
 
La mano di lui scese a percorrerle tutta la schiena, premendola delicatamente contro di sé.
 
Le loro lingue si prendevano e si lasciavano, in una danza frenetica e perfetta.
 
Una scossa potente la attraversò quando le morse il labbro inferiore: un sospiro le sfuggì dalle labbra, e rapito dalla bocca di James per un altro bacio: non voleva darle tregua. Ogni fibra del suo corpo le sembrava ardesse ad ogni minimo tocco di lui… ma come poteva non essere così? Le sue labbra erano perfette… i suoi baci erano perfetti… il suo sapore era perfetto.
 
Le labbra di lui diventavano sempre più delicate, e lentamente la sua lingua si staccava da quella di lei… un ultimo bacio si posò sulle labbra di lei, ancora calde e tremanti.
 
Quel bacio li aveva scossi entrambi: aveva disintegrato i loro pensieri, non facendoli pensare a niente, eliminando ogni pensiero che non fosse appartenuto alle loro mani, alle loro bocche, ai loro corpi nudi che si strusciavano l’uno all’altro. Si ricordarono che dovevano respirare, che serviva ossigeno per vivere… ma forse respirare non era più sufficiente per loro. Quel bacio era per loro vitale come l’ossigeno, non potevano farne a meno… non potevano fare a meno l’uno dell’altra.
 
Aprirono gli occhi e si guardarono: i loro sguardi erano accesi e luminosi, brillavano dello stesso fuoco e dello stesso desiderio.
 
Si girarono e James si mise sopra di lei, gli avambracci ai lati della testa di Xx. Lei piegò le gambe, stringendolo per i fianchi.
 
Lentamente James portò un dito sulle sue labbra, lei le schiuse, succhiandolo piano… e con quello stesso dito lui le percorse il corpo, fino ad arrivare alla sua femminilità… muovendolo piano dentro e fuori di lei.
 
 << Ohh.. Jay… n-non… fermarti… >>, Xx era talmente eccitata che le sarebbe bastato poco per raggiungere l’orgasmo: con una mano scese su quella di lui, come a dirgli di continuare, di non azzardarsi a spostarla da lì… poi sentì il corpo di lui che si spostava, e pochi secondi dopo la sua bocca prese il posto di quel dito, succhiando piano, leccando piano il centro del suo piacere.
 
Xx per poco non gridò, sopraffatta da quelle ondate di piace che la attraversavano e la facevano vibrare da capo a piedi… sentiva il suo corpo avvolgersi in una spira di calore… lui alzò gli occhi verso di lei, e l’intensità di quello sguardo fece crollare le ultime resistenze che aveva. Era capace di disarmarla con un solo sguardo… e lei non aveva mai capito come resistergli.
 
Il bacino di Xx cominciò a muoversi e divincolarsi come se avesse vita propria, sotto i colpi di lingua del suo futuro marito. Il respiro era sempre più affannoso, le mani di lui erano risalite sui suoi seni… Xx sentiva arrivare l’orgasmo, sentiva un grumo di piacere crescere e aumentare dentro di lei, il corpo aveva iniziato a tremare… e James si spostò.
 
XX lo fulminò con lo sguardo: non poteva crederci!
 
 << Sei crudele! >>, sbottò.
 
 << Shh. Le cose migliori arrivano per chi sa aspettare >>, la canzonò: la sua voce era bassa, calda e suadente.
 
 Xx scivolò con il proprio corpo verso il basso, un sorriso beffardo stampato in viso: neanche il tempo di rendersi conto di quel che faceva, e James sentì la bocca di Xx chiudersi sulla sua erezione. Succhiò piano la punta, poi scese fino alla base, leccando tutta l’asta della sua eccitazione… per poi tornare su.
 
James chiuse gli occhi, gemendo forte: non se lo aspettava. Sentì che Xx con le mani gli stringeva il sedere, conficcandogli quasi le dita nella carne.
 
 << Xx… oh… vai… >>, rantolò, la voce roca, mentre con una mano stringeva il copriletto, e con l’altra era sceso tra i capelli di Xx, stringendoli forte, quasi a incitarla a continuare: la sua erezione pulsava, e lui si sentiva inondato da fitte di piacere che lo attraversavano, il respiro più accelerato…
 
Xx lo percepiva, sentiva i muscoli di lui tendersi, il respiro più affannato, i gemiti che gli uscivano dalle labbra… si sentì improvvisamente potente, artefice del piacere di lui. Si spostò, risalendo con la schiena lungo il materasso, il viso all’altezza di quello di lui, che la guardò sconvolto.
 
 << Non dicevi che le cose belle arrivano per chi sa aspettare? >>, lo prese in giro lei, disegnando dei cerchi sui fianchi del ragazzo con le dita.
 
 << Al diavolo >>, rispose secco: la afferrò per i fianchi e affondò dentro di lei completamente, sentendosi subito molto meglio.
 
Spinse con forza, con bramosia, facendo tremare la ragazza sotto di lui.
 
Xx cambiò posizione: lo sovrastava, dettando lei il ritmo delle spinte, le mani appoggiate al suo petto… le sembrava di andare a fuoco.
 
Qualche altra spinta, e Xx raggiunse l’orgasmo tanto agognato, un orgasmo che la fece vibrare dalla testa ai piedi, intenso, che la scuoteva nel profondo…
 
 << Jay! >>, rantolò, la voce roca di desiderio, incapace di controllarsi.
 
James cambiò posizione: si sedette ai piedi del letto, portandosi dietro Xx, e la mise a cavalcioni sulle sue gambe, la schiena rivolta verso di lui. Con una mano le avvolgeva i fianchi, l’altra andò a stuzzicare i seni di lei… Xx si lasciò andare con la schiena contro il suo petto, baciandogli il collo…
 
Qualche altra spinta e anche lui raggiunse l’orgasmo: potente, forte… intenso: sentì i suoi muscoli contrarsi, la sua voce gemere con forza… una scia di piacere che lo percorreva e lo faceva vibrare…
 
 << Oh… Xx… >>, le mordicchiò una spalla, mentre con le mani la teneva stretta a sé, quasi volesse entrare ancora di più in lei.
 
CI fu qualche minuto di silenzio: i due erano completamente rilassati, la mente svuotata da ogni pensiero. James andava su e giù con le dita sulla schiena nuda di Xx, facendola rabbrividire di piacere; ci riusciva anche solo con quel lieve ed innocente contatto… la ragazza si chiese come fosse possibile, ma in realtà lei conosceva la risposta… sorrise a quel pensiero.
 
 << Perché sorridi? >>, domandò curioso, baciandole il collo.
 
 << Mmm… >>, sospirò, chiudendo gli occhi: << Perché solo con questi gesti mi porti verso sensazioni straordinarie… e io non posso farci niente, non ho difese da poter usare per questo… ma è meraviglioso >>, sorrise ancora, mentre tentava di spiegarsi.
 
Lui intanto era sceso a baciarla lungo tutta la spina dorsale, sorridendo a quella spiegazione.
 
 << Credo si chiami amore >>, le sussurrò.
 
 << Credo tu abbia ragione >>, sorrise ancora: non poteva farne a meno.
 
 << Lo so >>, aggiunse James gongolando tra sé.
 
 << Ha- ha. Ora non montarti la testa >>, lo prese in giro, voltandosi a guardarlo.
 
 << Noo, quando mai l’ho fatto >>, commentò divertito: scoppiarono a ridere entrambi.
 
 << Ora mettiamoci a letto. Domani sarà una lunga giornata, non credere che me ne sia dimenticata >>, gli sorrise, mettendosi sotto le coperte, rabbrividendo un po' per il freddo.
 
 << E io che ci speravo >>, borbottò lui, infilandosi a fianco della ragazza, anche lui con le coperte tirate su fino al collo: Xx lo guardò storto, inarcando le sopracciglia.
 
 << Non è vero. Ora, a parte gli scherzi, sono felice di iniziare a organizzare il nostro matrimonio >>, rispose con sincerità.
 
 << Meno male. Buonanotte Jay >>, gli sorrise baciandolo.
 
 << Buonanotte Xx >>, le rispose a fior di labbra.
 
 
 
 
 
 << N- no!... Lascia subito la mia bambina! Lasciala!... sta lontana da loro!... lasciali stare! Jay non… non ti vuole… >>.
 
 << Loro saranno miei… James capirà che sono io la donna giusta per lui. E tu rimarrai da sola >>, la voce di Simone riecheggiava, accompagnata da una risata cattiva.
 
 << No! >>, urlava Xx.
 
 << Farò io da mamma alla tua bambina… vedrai… >>, continuava a vantarsi Simone con fare sicuro.
 
 << NO! >>, urlò lei ancora una fitta di dolore al solo pensiero.
 
 << Non ti ricorderà nemmeno quando sarà grande… come non fossi mai esistita per lei >>, continuò lei maligna.
 
 << Maledetta! Non accadrà mai! >>, Xx vibrava di collera.
 
 << Xx! >>.
 
 << Xx svegliati! >>, James cercava di svegliare la ragazza, scuotendola per le spalle.
 
Xx aprì gli occhi di colpo, impaurita e completamente sudata, i capelli appiccicati alla faccia.
 
 << Jay! Oh, grazie al cielo >>, era sollevata dal vederlo lì a fianco a lei, ma tremava: aveva i sudori freddi.
 
 << Hai avuto un incubo credo… stai bene? Vuoi un bicchiere di acqua fresca? >>, le domandò un po' preoccupato, spostandole delicatamente i capelli dalla faccia.
 
 << Non ti dico di no… >>, rispose timida: James annuì e scese a prenderle dell’acqua fredda in cucina.
 
Xx si sfregò gli occhi per riprendersi e cancellare quell’incubo: era ancora vivo nella sua mente... sembrava terribilmente reale. Guardò verso le finestre; c’era qualche raggio di sole che filtrava dalle persiane… doveva essere l’alba… o giù di lì.
 
 << Ecco, tieni >>, James le porse il bicchiere e si sedette a fianco a lei.
 
 << Scusa se ti ho svegliato >>, gli disse dopo un paio di sorsi.
 
 << Non fa niente… cosa sognavi? >>, le domandò.
 
Xx tentennò: non era sicura fosse il caso di dirgli la verità, non voleva che si preoccupasse per lei, quando aveva già tanto altro a cui pensare.
 
 << Non me lo ricordo >>, mentì, ma non riuscì a guardarlo negli occhi.
 
James aprì la bocca per dire qualcosa… ma la richiuse. Ci riprovò, ma non usciva un suono.
 
 << Riguarda Simone, non è vero? >>, le domandò.
 
Xx non rispose, ma fece un respiro così profondo che lui lo prese come una ammissione.
 
 << Perché non volevi dirmelo? >>, le chiese con dolcezza.
 
 << Non volevo farti preoccupare. È stato solo un sogno… è tutto ok >>, rispose cercando di dimostrarsi sicura di sé… fallendo miseramente.
 
 << Non fingere con me, e non mentirmi, ti prego. Mi dispiace davvero per tutta questa situazione…è… è tutta colpa mia. Voglio che finisca il più presto possibile, ormai ci sta perseguitando… anche negli incubi. Io… mi impegnerò a mettere fine a questa storia. Per me, per te, per Amelia e per la nostra famiglia >>, le disse con calore, stringendola tra le braccia, rassicurandola.
 
Xx si sentì molto meglio, ma si sentì, come accadeva un po' troppo spesso ultimamente, una sciocca. Sapeva che lui non voleva Simone, né tantomeno avrebbe accettato il fatto che lei si avvicinasse ad Amelia, e anzi lo avrebbe impedito ad ogni costo… ma lei non riusciva proprio a darsi pace, non lo avrebbe fatto fino a quando quella donna non fosse sparita per sempre dalle loro vite… possibilmente senza rovinare quella di James con le sue minacce.
 
 << Ti va di raccontarmi il tuo sogno? Magari così sembrerà meno brutto, o almeno lo condividerai con qualcuno >>, le disse.
 
Xx ci pensò su per qualche secondo, ma James le aveva appena chiesto di non mentirgli e di non fingere con lui… quindi decise di vuotare il sacco, non omettendo niente.
 
 << James… è… è stato terribile, spaventoso! Sto ancora tremando >>, gli disse una volta finito di raccontargli l’incubo: effettivamente ancora la mano le tremava.
 
 << Devi sapere una cosa… anzi due. La donna giusta per me sei tu. In secondo luogo non lascerò mai a nessuna di prendere il tuo posto. La mamma di Amelia Hollie Susan Phelps sei tu, nessun’altro ti potrà sostituire >>, le disse con calore. Guardandola dritta negli occhi.
 
 << E… mi dispiace per il brutto sogno, ma era solo un incubo, ok? Io sono qui e da qui né io né Amelia ce ne andremo >>, continuò baciandola con amore.
 
 << Lo so questo… ma grazie di averlo detto >>, gli sorrise, un po' più serena.
 
 
 << Allora, oggi cosa prevede il programma della giornata? >>, fece lui poco dopo, mentre facevano colazione: voleva distrarla dai suoi incubi.
 
 << Come prima cosa il ristorante, ne abbiamo un paio per oggi, dobbiamo sentire cosa ci propongono. Poi dobbiamo andare dal fiorista, ho qualche nominativo. Poi ci sono i centro tavola da scegliere… >>, iniziò una lunga lista di cose da fare: James sbiancò lievemente.
 
 << Strano che Amelia non sia sveglia… vado a vedere >>, fece improvvisamente Xx.
 
 << Vado a vedere io, finisci la colazione >>, la rassicurò lui alzandosi subito.
 
 << Devo svegliarla? Dorme profondamente… >>, domandò James rientrando in cucina.
 
 << No… lasciamola ancora un po' tranquilla. La giornata di ieri l’avrà stancata >>, gli rispose pensandoci su.
 
Riuscirono a sistemare la cucina e la loro camera e a vestirsi, prima di sentire ridere nella cameretta di Amelia. Andarono a vedere, e la trovarono seduta sul lettino, con un gran sorriso stampato in faccia, che faceva discorsi con il suo pupazzo preferito, il coniglio giallo che le aveva preso Oliver.
 << Taa- taa- ta. Ma- ma- pa- ta- brr >>, stava dicendo, e quando vide James e Xx alzò subito le mani, segno che voleva essere presa in braccio e tirata su: la prese James e fece un sorriso enorme, battendo le mani.
 
 << Buongiorno anche a te amore di papà >>, le sorrise allegro dandole un grosso bacio sulla guancia: Amelia era sempre sorridente e allegra, e metteva il buonumore anche in giornate che non erano cominciate benissimo, come quel giorno, con l’incubo di Xx.
 
 
 
Più tardi uscirono di casa tutti e tre insieme, diretti al primo appuntamento della giornata.
 
 << Stai molto bene con gli occhiali da vista, quasi non ti riconoscevo, con quelli e il cappello >>, disse una voce alle loro spalle, a poche centinaia di metri dalla loro casa.
 
James si bloccò di colpo: aveva riconosciuto la voce, ma non voleva credere fosse lei, di nuovo.
 
 << Cosa ci fai qui Simone? >>, domandò brusco.
 
A Xx era venuto il voltastomaco solo a sentire la voce della donna: strinse più forte le mani sul passeggino, come a volere mantenere la calma.
 
 << Passavo da queste parti. Ciao Xx, e buongiorno Amelia >>, disse con noncuranza, avvicinandosi al passeggino per vedere la bambina, ma Xx lo tirò indietro, portandolo dietro lei e James e coprendo un po' di più sua figlia con una coperta: non voleva nessun genere di contatto tra lei e Simone.
 
 << Volevo solo darle il buongiorno. Non c’è bisogno di essere così scontrose >>, la canzonò Simone: << E’ così amorevole tutte le mattine? >>, domandò poi rivolta a James, facendo una smorfia in direzione della fidanzata di lui.
 
 << Siamo amorevoli allo stesso modo, anche io avrei fatto la stessa cosa >>, le rispose secco.
 
 << Sarà la sua influenza negativa >>, mormorò, ma sembrava più che stesse parlando da sola.
 
 << O forse la tua. Noi ora dobbiamo andare, ma non voglio più vederti nei pressi di casa nostra. Hai capito bene? >>, fece con fare molto minaccioso.
 
 << Questo è un paese libero, e io posso andare dove voglio e quando voglio. Buona giornata, ci si vede in giro >>, rispose con leggerezza, mandando un bacio con la mano e voltandosi, ancheggiando eccessivamente per andarsene.
 
 << CI sta provocando >>, disse a denti stretti Xx: ormai le nocche delle sue mani erano bianche da quanto stava stringendo il passeggino.
 
 << Si, lo so. Mi dispiace >>, mormorò: vedersela spuntare ovunque non era la cosa migliore per loro, o per il loro umore… li lasciava sempre infastiditi e irritati, per non dire di peggio.
 
 << Ormai non conto più le volte che lo dici. Troppo spesso ultimamente… ma non è colpa tua se lei è una squilibrata… ok? >>, gli rispose Xx: vedere James così abbattuto e dispiaciuto era un gran dolore per lei.
 
 << Grazie >>, le sorrise lui mesto, baciandole una tempia.
 
 << Dai, andiamo ora. Concentrarci sul nostro matrimonio ci farà bene e ci distrarrà… ed è un bellissimo modo di trascorrere la giornata >>, fece James dopo un pò, provando a recuperare il buonumore.
 
 << SI… coraggio, abbiamo degli appuntamenti oggi >>, gli rispose cercando di non pensare a Simone, ma l’averla trovata quasi sotto casa non le piaceva per niente… la inquietava.
 
 
 << Quale delle tre torte ti è piaciuta di più? >>, gli domandò Xx su di giri, due ristoranti e tre pasticcerie più tardi.
 
 << Mi è piaciuta… >>, cominciò, poi ci pensò su per un minuto buono: << Quella con il cioccolato bianco e la crema ai lamponi. A te? >>, le domandò curioso, spingendo il passeggino.
 
 << Anche a me è piaciuta quella, e poi anche quella con il cioccolato e le fragole! >>, gli rispose entusiasta.
 
 << Non era male quella con le fragole, ma secondo me alla fine era un po' pesante. Quella con il cioccolato bianco l’ho trovata più leggera >>.
 
 << Mmm… forse sì. Ma prima di dare conferma dobbiamo fare una lista degli invitati, e poi dobbiamo decidere con cosa decorarla >>, gli rispose.
 
 << Stasera sarà il caso di buttare giù una lista di nomi. Poi dobbiamo fare e mandare gli inviti, non possiamo avvisare la gente la settimana prima >>, fece saggio.
 
 << Hai ragione. Per la data che ci interessava al momento hanno ancora disponibilità entrambi i ristoranti. Che mi dici di questo argomento? >>, domandò sinceramente curiosa ed interessata a sentire la risposta.
 
 << Mmm… dato che è maggio, e se il tempo regge si può stare fuori, mi piace di più il secondo, quello che ha tutte le vetrate che danno su quel parco enorme. E hai visto che veranda, così immersa nel verde, piena di fiori, il rinfresco lo potremmo fare lì, volendo… e poi hanno detto che possono mettere anche dei grandi ombrelloni con dei tavoli e dei divanetti per il buffet. Mi piace perché è immerso nella campagna… e poi c’è anche quel laghetto! È meraviglioso, me ne sono innamorato appena l’ho visto. Sembra un po' una vecchia villa più che un ristorante nel vero senso del termine >>, gli occhi di James si illuminarono a parlarne, e a Xx non poteva che fare piacere.
 
 << Sai… sembrerà strano, ma io ho pensato esattamente la stessa cosa. Poi è incluso un servizio di giochi ed attività per i bambini… e ho l’acquolina in bocca solo a pensare al menù! Già non vedo l’ora di venire a fare l’assaggio del menù! E poi è personalizzabile, ha trovato il modo di inserire armoniosamente tutto quello che avevamo chiesto. E in più il prezzo è ragionevole, da un posto così mi aspettavo chiedesse molto di più >>.
 
 << Anche io. Insomma, sembra che abbiamo deciso senza rendercene conto. Andiamo con il secondo? Sta sera buttiamo giù la lista dei nomi, e già nei prossimi giorni potremmo venire a fissare il posto con un numero di invitati >>, le disse James.
 
 << Sembrerebbe di sì. Ora però dobbiamo accelerare, dobbiamo andare dal fiorista >>, gli sorrise.
 
 
 
 
 << Non hai detto nulla dal fiorista. Non eri convinto? >>, gli domandò più tardi nel tardo pomeriggio, mentre tornavano a casa.
 
 << No, mi piacevano! Perché? >>, le rispose un po' distratto.
 
 << Non hai praticamente detto niente… se vuoi possiamo andare da un altro fiorista >>, gli disse.
 
 <>, le domandò.
 
 << La fiorista ha detto di sì… immagino sia fattibile. Glielo chiederò la prossima volta >>, rispose un po' più sollevata.
 
 << Domani dove dobbiamo andare? >>, si informò.
 
 << Domani pausa. Mercoledì dobbiamo andare dal fotografo, a vedere per le partecipazioni e per le tovaglie e altre decorazioni. Io poi la prossima settimana devo andare con Katy e un paio di amiche a vedere per il vestito da sposa e dal parrucchiere. Poi, sempre la settimana prossima, dobbiamo andare a vedere per le bomboniere e i confetti. Il quattordici febbraio abbiamo appuntamento dal gioielliere per le fedi >>, gli disse, gli occhi illuminati.
 
 << Sembra il piano di attacco per una guerra! >>, le disse, scoppiando a ridere: anche Xx non si trattenne.
 
 << In effetti. Ma abbiamo praticamente quattro mesi. Anche meno. E organizzare un matrimonio in un tempo così breve tiene molto impegnati >>.
 
 << Hai ragione. Comunque sia non vedo l’ora che arrivi quel giorno >>, le sorrise baciandola.
 
 << A chi lo dici >>, gli sorrise radiosa lei… ed entrarono in casa, chiudendosi la porta alle spalle.

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Capitolo 31
*** Preparativi- fase 1 ***


 << Dimmi un po': cosa vorresti fare nel tuo day off from marriage? Conta che non ce ne saranno molte altre di queste giornate, quindi valuta bene le tue possibilità >>, gli domandò Xx divertita il mattino successivo, mentre erano ancora a letto: la notte appena trascorsa non aveva avuto incubi con Simone, quindi era piuttosto di buonumore.
 
 << Mi piace questa giornata. Mi piace anche organizzare il matrimonio, ma ci sta una pausa >>, rispose James ridendo sotto i baffi.
 
 << Ma se abbiamo appena cominciato! >>, protestò la fidanzata, dandogli un colpo giocoso sulla spalla: James rise di gusto.
 
 << Day off from marriage: mmm… posso scegliere più di una cosa? >>, si informò lui.
 
 << Of course >>, annuì la sua fidanzata.
 
 << Che ne dici di una giornata alle terme? O in una spa a rilassarci. Non ci andiamo da un sacco! >>, le propose.
 
 << Effettivamente… ancora non avevamo Amelia quando ci siamo andati l’ultima volta. Ma non credo possa veni… >>, fece pensierosa, ma non terminò neanche la frase che venne interrotta.
 
 << Chiamo i miei e chiedo se possono tenerci Amelia per la giornata, saranno felicissimi >>, la interruppe componendo già il numero di sua madre.
 
 << Ma… >>, provò a protestare, ma lui le mise un dito sulle labbra.
 
Non le piaceva molto l’idea di lasciare Amelia ai nonni, agli zii, o anche a una tata. Non era tanto per il fatto di lasciare sua figlia con qualcuno che di certo la adorava e che non le avrebbe fatto mancare nulla, non era preoccupata per quello. Solo… l’idea di lasciarla a qualcuno per stare un po' sola con James… non lo trovava corretto, anche se, non poteva negarlo, incredibilmente eccitante… da quanto tempo non passavano una giornata loro due da soli? Forse avrebbe fatto bene a loro in quanto coppia, ritagliarsi del tempo una volta ogni tanto…
 
 << No, mom. Non dobbiamo fare un fratellino o una sorellina ad Amelia >>, rispose James piuttosto imbarazzato e di un colore rosso acceso su tutta la faccia.
 
Susan scoppiò a ridere: si divertiva a prendere un po' in giro e fare arrossire i suoi ragazzi…
Xx diventò porpora, nascondendosi sotto le coperte.
 
 << Stavo scherzando Jay, lo so che non avete bisogno che vi tenga Amelia per quello >>, continuò la signora Phelps, ridendo sotto i baffi.
 
 << Mom!! >>, James era “ scandalizzato “.
 
 << Su, su mio caro. Non c’è mica niente di strano. Come credi che tu e tuo fratello siate venuti fuori? Io e tuo padre non siamo così all’antica sai, lo sappiamo come vanno queste cose! >>, riprese lei, come se non fosse stata interrotta.
 
Xx stava sentendo tutto, e stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di abbandonare il paese per sempre dall’imbarazzo che provava in quel momento.
 
 << Scherzi a parte: passiamo a prenderla tra un paio d’ore, se per voi va bene >>, gli disse infine Susan, tornando seria.
 
 << Thanks mom. See you later >>, la salute, e riattaccò il telefono.
 
Vide la figura di Xx sotto le coperte e sorrise: << Pensi di uscire da là sotto? >>, le domandò allegro, mentre tornava al suo colorito naturale, facendo su e giù sul corpo di lei da sopra le coperte con la mano.
 
 << No >>.
 
 << Ok >>, rispose, poi si lasciò scivolare anche lui sotto le coperte: << Allora ti raggiungo io >>, continuò, una volta arrivato all’altezza del viso di lei.
 
 << Penso che non vedrò tua madre fino al matrimonio. Diventerei viola a ricordare questa conversazione ogni volta che la vedo! >>, borbottò.
 
 << In effetti ha spiazzato anche me >>, le rispose pensieroso.
 
 << … però… è stato anche divertente, Imbarazzante certo, ma divertente >>, continuò Xx dopo qualche attimo di silenzio, ridacchiando.
 
James si unì a lei, ridacchiando sommessamente.
 
Xx lo guardò: era così bello quando era spontaneo e di buon umore come ora…
 
 << Pensi di uscire da qua ora? >>, le domandò ancora ridendo.
 
 << No >>.
 
 << Devo rimanere a farti compagnia? >>.
 
 << Visto che insisti così tanto ok >>, gli sorrise: James le scompigliò i capelli.
 
 << Si sarà dimenticata di quello che mi ha detto per quando arriverà… >>, le rispose posando il mento sulla sua spalla… anche se non era proprio sicurissimo sarebbe stato così.
 
 Xx bofonchiò qualcosa di incomprensibile.
 
James la guardò: era così orgoglioso di lei.
 
Xx si sentì i suoi occhi addosso e arrossì, girandosi a guardarlo: << Dimmi >>, gli disse, la vocina un po' tremula.
 
 << Niente. Ti guardavo… sai, effettivamente potremmo usare questa giornata per fare un fratellino o una sorellina ad Amelia >>, le rispose, un sorriso birichino stampato in viso.
 
 << E le terme? >>, domandò lei alzandosi di scatto.
 
 << Aspetteranno >>, continuò lui, il sorriso ancora più largo in viso: << Non hai detto no! >>, continuò entusiasta, afferrandola per i fianchi.
 
 << Dopo il matrimonio Jay ci metteremo al lavoro >>, lo riprese scherzosa lei, avvicinandogli un dito alle labbra.
 
 << Pff. Sarà un tempo lunghissimo >>, si lamentò lui, sempre tenendola per i fianchi.
 
 << Vedrai che ti troverai in piedi davanti all’altare senza neanche accorgertene >>, lo prese in giro.
 
James si alzò a sedere sul letto, non mollandola mai per un secondo: erano vicinissimi.
 
Xx vibrò fino alla più profonda fibra del suo essere… ed esplose quando la bocca di lui accarezzò la sua pelle, cacciando ogni tentativo di protesta che lei poteva aver fatto.
 
Risalì sul suo collo: il bacio era casto, lento… delicato; la lingua di lui la carezzava con lentezza quasi esasperante.
 
 “ Sicuramente lo fa apposta! “, pensò Xx tra sé.
 
Si trovarono occhi negli occhi, a pochi centimetri di distanza: James riprese a baciarla, spingendola verso il materasso, continuando a baciarla lentamente.
 
L’oblio iniziava a farsi strada in lei: il mondo intorno a lei svanì quando il suo fidanzato rese quel bacio più passionale, e quando infilò una mano sotto la sua maglietta, risalendo tutta la schiena di lei, per stringerla di più a sé.
 
Xx lo lasciò fare: lasciò che la trascinasse giù, in un mondo fatto dai loro corpi intrecciati l’uno all’altro, un mondo dove esisteva solo lui.
Un calore familiare cominciò a invaderla: le mani di lui la accarezzavano con lentezza, ma erano sempre più esigenti: la passione tra loro stava per esplodere.
 
Xx afferrò la maglietta che lui usava per dormire e la sfilò, concedendosi il lusso di guardare quel corpo perfetto che era solo suo.
 
Tornò a baciarlo più avidamente di prima, mentre le mani scorrevano sulla pelle di lui, così morbida e calda.
 
James sorrise nel bacio: le sue mani tornarono sotto la sua maglietta; sentì un brivido percorrere i nervi sensibili di lei… la conosceva bene oramai.
 
Xx scese sul collo di lui: erano baci impazienti, sempre più infuocati…
 
James la adorava: adorava e amava tutto di lei: il suo corpo, la sua mente, la sua intelligenza, la sua ironia, la sua simpatia… la sua dolcezza e la sua forza; non avrebbe potuto e voluto chiedere nessuna di diversa da lei. Amava il modo in cui si accalorava in una discussione, anche il suo gesticolare! Amava la sua capacità di mantenere il sangue freddo, di sostenerlo… di restargli accanto in ogni situazione, anche quando magari non lo avrebbe meritato. Amava…
 
Ogni pensiero fu bruciato all’istante quando la sentì stringere i denti sulla sua pelle: tremò di piacere sotto le mani di lei, e vide che anche Xx lo aveva notato.
 
La ragazza pochi secondi dopo si trovò senza maglietta, stesa di nuovo sul loro letto: non aveva neanche capito come era successo… anche se poco le importava.
Lo sentì scendere sul suo collo, baciandola ancora, con passione sempre maggiore.
 
James la strinse sotto di sé baciandole la pelle morbida e profumata: sapeva di lei, ed era un profumo unico al mondo.
 
Le strappò un sospiro quando le sue labbra sfiorarono i seni… ma non si fermò, scese sempre più giù, torturando ogni centimetro della sua pelle sempre più calda.
 
Xx avvertiva la lingua di James tracciare una scia infuocata sul suo corpo. Sentiva le sue mani stringerle i fianchi… sentiva il proprio respiro sempre più affannato, mentre il cuore batteva a un ritmo proibito e forsennato… le sembrava di avere il fuoco che scorreva nelle vene: inarcò la schiena senza neanche accorgersene, come a invitarlo a continuare.
 
James intanto aveva percorso il suo corpo, sempre più giù, fino a sfiorare il centro di ogni impulso di piacere.
 
Una scarica potente attraversò Xx, più intensa delle altre… le sfuggì un sospiro dalle labbra…
 
Da sopra la sottile stoffa delle mutandine sentì le labbra di James aprirsi e la lingua di lui accarezzarla… ondate di piacere la stavano invadendo a poco a poco…
 
Xx si maledisse di aver indossato le mutande la sera prima!
 
James sorrise tra sé soddisfatto, risalendo sul corpo di lei…
 
Xx non si era resa conto che ora James stava risalendo il suo corpo: la sua pelle scottava, e ogni volta che la lingua calda di lui la accarezzava diventava ancora più bollente.
 
James intanto era tornato a baciarla: la sentì ansimare, mentre le dita di lei si infilarono tra i suoi capelli… soffocò un gemito quando la sentì inarcarsi sotto di lui facendo scontrare i loro bacini e la sua erezione strisciò su di lei…
 
Xx lo aveva sentito gemere forte: prese il controllo del loro bacio, rendendolo così languido e profondo da distrarre James, che si bloccò con le mani, smettendo di accarezzarle i fianchi…
 
James riprese il controllo dopo qualche minuto, stringendola a sé: si trovò a pensare che i loro corpi uniti erano perfetti, che sembravano quasi essere stati disegnati insieme e separati solo dopo…
 
Xx lasciò scivolare la mano tra i loro corpi uniti, accarezzando l’erezione di lui da sopra la stoffa dei boxer: la sentiva pulsare sotto le sue dita, la sentiva quasi fremere… e lei sentì il suo fidanzato emettere un altro gemito soffocato nella sua bocca…
 
Xx si sentì attraversare da una carica di adrenalina potente, che la mandò su di giri, e il desiderio espose in lei, travolgendola e lasciandola senza fiato.
 
James reagì più velocemente del previsto: le spostò le mani, togliendosi quell’unico indumento che gli era rimasto.
 
Xx sorrise a vederlo, mordendogli il labbro inferiore, cercando di trasmettergli quanto lei aveva bisogno di lui…
 
Sentì le sue dita scivolare sulla sua pelle senza esitazioni, fino a tornare tra le sue gambe, premendo lì, al centro del piacere della sua fidanzata.
 
Un’altra scarica potente le fece inarcare la schiena, facendo avvicinare il suo bacino alle dita di lui: stava bramando con tutta sè stessa un contatto più profondo e intenso con le sue dita.
 
Divenne rossa come un pomodoro per averlo pensato per due secondi: una seconda volta un calore improvviso cominciò a risalire dal suo ventre e invaderla.
 Si sentiva avvolta dalle fiamme, mentre le carezze di lui si facevano più intense…
 
La bocca di James era sul suo collo: un brivido le percorse il corpo già tremante…
Gli strinse i capelli fra le dita: non voleva lasciarlo andare, non voleva che smettesse: ma James non sarebbe andato da nessuna parte senza di lei: avrebbe continuato a stringerla… non poteva lasciarla andare… non voleva farlo.
 
A Xx sfuggì un gemito dalle labbra schiuse: il ragazzo scese a morderle la spalla, ridendo sulla sua pelle.
 
Le sue mani lasciarono il centro di piacere di Xx: lei protestò, cercando di bloccare la sua mano che stava risalendo lungo il suo ventre e i suoi fianchi… non voleva che lui smettesse.
 
XX lo sentì ridacchiare sommessamente a quel gesto.
 
Con forza e delicatezza insieme le prese la mano che lo aveva bloccato spingendola via.
 
Xx si rese conto che la mano di lui era bollente almeno quanto doveva esserlo lei…
 
Tornò a baciarla, portando la mano di lei all’altezza del viso, e finì di spogliarla: non resisteva più. Le sganciò il reggiseno e le fece piegare le gambe per toglierle finalmente quelle mutandine.
 
James si sedette, sul materasso, le gambe distese: lei gli si avvicinò, sistemandosi sopra di lui.
 
Iniziarono a muoversi al loro ritmo, alternando movimenti rapidi e impazienti a spinte più lente e profonde: Xx aveva le braccia attorno al corpo di lui, che la stringeva a sé, baciandole e succhiandole il collo…
 
 << J… J- Jay… oh… >>, Xx rantolava con voce roca, gli occhi chiusi a cercare di contenere quel mare di brividi e di emozioni…
 
 << Xx… n-non… f-fe- fermarti… vai… >>: anche James aveva la voce roca, mentre sentiva montare dentro di lui l’orgasmo.
 
Vennero quasi insieme, a distanza di pochissimo l’uno dall’altra: << Guardami >>, le aveva intimato lui, poco prima di raggiungere l’apice del suo piacere, seguito a ruota da Xx… che obbedì al comando senza neanche accorgersene.
 
 << Incredibile, per una volta mi hai ascoltato >>, le sorrise James facendole l’occhiolino, ridendo sommessamente.
 
Xx sorrise: il calore della voce del suo fidanzato la calmava sempre… le piaceva molto.
 
 << Non è vero. Ti do retta… qualche volta >>, aggiunse ridacchiando.
 
 << Lo vedi che lo dici anche tu! >>, la prese in giro lui: sentiva il corpo di lei fremere sotto il suo tocco… e le mani di lei attorno al suo collo che gli chiedevano di più, che avevano bisogno di lui…
 
 
 << Taa- ta- taa >>: Amelia nella sua cameretta doveva essersi svegliata.
 
 << Vado io >>, gli disse alzandosi e rivestendosi di fretta.
 
James la guardò uscire dalla stanza, trovandosi a sorridere tra sé: si alzò e si rivestì anche lui.
 
 << Goodmorning Amelia, ma che bel sorrisone! Oh, ma qui stanno spuntando altri dentini eh? Forza, andiamo da papà a dargli il buongiorno >>; James sentì tutto dalla radiolina del comò, il tempo di girarsi e Amelia gli stava andando incontro gattonando.
 
Aveva un grande sorriso, un po' sdentato, sul visino allegro: aveva solo un po' sporgenti i due dentini davanti. Vederla era sempre una emozione per lui, aveva la capacità di cambiargli l’umore in due secondi; anche se aveva avuto una brutta giornata e qualcosa era andato storto, le bastava guardarla per migliorarla drasticamente.
 
 << Come to daddy >>, le sorrise, abbassandosi e stendendo le braccia in avanti, pronto ad accoglierla.
 
Amelia sorrise ancora di più, e gli sembrò che aumentasse la velocità, e finalmente raggiunse le sue braccia.
 
 << Goodmorning Amelia >>, la salutò, dandole un grosso bacio sulla testolina.
 
Si stese sul letto mettendo Amelia vicino a lui, giocando con lei.
 
Xx li guardava e sorrideva: << Dai Xx, vieni qui con noi! >>, le disse James voltandosi a guardarla.
 
 << Tra poco arriverà tua madre >>, gli ricordò, ma già stava andando verso il letto a stendersi e giocare con loro.
 
 << Non fare la guastafeste >>, la “ rimproverò “.
 
 
Due ore più tardi Amelia aveva mangiato ed era pronta per stare la giornata con i nonni, e Xx e James erano pronti a ritagliarsi un po' di tempo solo per loro.
 
 << Hi mom! Hi dad! >>, li salutò James facendoli entrare.
 
 << Hi James. Ciao Xx, e ciao anche a te Amelia! Oggi stai con i nonni, sei contenta? >>, fece la signora Phelps, e Amelia battè le mani sorridendole.
 
 << Volete qualcosa? Caffè, the…? >>, domandò Xx dopo averli salutati.
 
 << No, grazie cara. Magari stasera quando ve la riportiamo, ora avrete da fare! >>, le rispose con cortesia il signor Phelps.
 
 << Va bene. Se volete potete fermarvi a mangiare qui. Possiamo chiedere anche a Oliver e Katy, se non hanno impegni >>, rispose Xx.
 
 << Volentieri >>, le sorrise la signora Phelps.
 
 << Allora dopo ci accordiamo per l’orario. Amelia fai la brava con i nonni eh! >>, le disse James, salutandola.
 
 << Fai ciao a mamma e papà Amelia >>, disse il nonno… e Amelia li salutò, sempre con il sorriso un po' sdentato.
 
 
 
 
 
Molte ore più tardi, James e Xx si stavano rilassando alla Spa, dentro la vasca ad idromassaggio con vista panoramica sulla campagna inglese.
 
 << Sai… credo sia la prima volta che ci allontaniamo da Amelia per più di qualche ora di seguito… >>, pensò Xx, mentre si rilassava nella vasca.
 
 << Già… a parte la cena di beneficienza, e forse un altro paio di eventi. Siamo stati sempre con lei >>, rispose lui pensieroso.
 
 << Vero. Adoro stare con lei, lo sai… ma mi sono mancati un po' questi momenti solo per noi due. Per rilassarci, per stare da soli… per non dover stare sempre attenti a dove gattona, che non si tiri in testa qualcosa… avevo quasi dimenticato com’è non fare niente >>, gli confidò guardandolo negli occhi: voleva essere sincera.
 
 << Pensavo la stessa cosa. Bisogna avere mille occhi con Amelia, e staccare un po' la spina, riposarci… ogni tanto ci vuole. Ci fa bene singolarmente, e ancora di più come coppia. Questo non vuol dire che vogliamo meno bene ad Amelia o che siamo dei cattivi genitori >>, rispose anche lui, girandosi a guardarla.
 
 << No infatti… non credo almeno. Noi la amiamo e la adoriamo, ma ricaricare le batterie ci fa bene. E fa bene anche a noi, anche se devo dire non abbiamo mai perso la nostra sintonia. E sono ancora più grata di tutto. Sai, siamo fortunati, anche a poter stare a rilassarci un po' mentre Amelia è con i nonni. Non tutti hanno questa fortuna >>.
 
 << No, non l’abbiamo mai persa fortunatamente! Ma di tanto in tanto è bello anche starcene noi due in pace da soli. Siamo molto fortunati, hai ragione… >>, si avvicinò baciandola.
 
 << Sai, potremmo decidere di fare una serata kids free. Una volta la settimana, o ogni due. E una volta al mese una giornata come questa. Serve per ricaricare le batterie, per stare un po' da soli, e per farci apprezzare di più quello che abbiamo >>, le disse James dopo un po'.
 
 << Sai che è un’ottima idea? >>, gli sorrise.
 
 << Sento un tono sorpreso >>, la prese in giro lui, assottigliando gli occhi.
 
 << Non è vero! >>, protestò, schizzandolo un po' con l’acqua.
 
 
Erano sul lettino vicino alla sauna: Xx era talmente rilassata che si era appisolata da qualche minuto.
 
James la guardava, carezzandole dolcemente il viso con un dito, levandole dalle mani la tazza di thè che stringeva, coprendola con un asciugamano
 
Non c’era molta gente quel giorno alla Spa, per cui si stava bene: era rilassato come non gli capitava da molto. Tutti credevano che la vita dell’attore fosse facile: indubbiamente c’erano dei vantaggi, e poteva gestirsi il lavoro con i tempi che gli erano più comodi… ma tra quello, la beneficienza con le varie associazioni che aiutava, lo sport che praticava quasi ogni giorno e la famiglia… non aveva poi così tanto tempo per rilassarsi!
Fece una foto a Xx che ancora era appisolata: gli piaceva un sacco come era venuta, e la mise come sfondo del suo cellulare, insieme a una di Amelia.
 
Si riempì la tazza di thè e tornò a sedersi a fianco a Xx, mettendosi le cuffie per ascoltare un po' di musica.
 
 
Dopo un po' Xx si girò e si svegliò, stiracchiandosi. Aprì gli occhi, e ci mise qualche secondo a rendersi conto di dove si trovava e mettere bene a fuoco quello che la circondava. SI girò verso James, che si era addormentato al suo fianco con le cuffiette per la musica.
 
Sorrise tra sé andando a prendersi una tazza di thè al tavolo in fondo la stanza, dove c’erano tisane e infusi di vari gusti. Rabbrividì un poco: in fin dei conti aveva solo il costume addosso, e un accappatoio; strinse le mani attorno alla tazza di thè fumante, tornando da James… ormai era pomeriggio inoltrato, e dovevano andare a casa a preparare la cena.
Era sicura di essere molto fortunata ad avere accanto uno come James. Ripensò alla loro storia, dagli inizi fino a quel giorno; vari flashback di loro le passavano davanti agli occhi, la maggior parte dei quali erano ricordi bellissimi… fino a quella mattina. Lui le aveva dato solo piacere… si sentì arrossire e sentì qualcosa contrarsi nel basso ventre.
 
 
Quando si voltò verso di lui però le si gelò il sangue nelle vene: Simone…
 
 << Che diavolo credi di fare?! >>, proruppe arrivando di corsa: la ragazza era seduta a fianco a James, e aveva avvicinato una mano ai suoi capelli.
 
 << Ciao anche a te >>, Simone le fece un sorriso a trentadue denti.
 
 << Allontanati subito da lui >>, sibilò.
 
James intanto si era svegliato: vide Xx alla sua sinistra, poi sentì una vicinanza alla sua destra, e quando si girò e vide Simone molto vicina a lui si allontanò di scatto, alzandosi e avvicinandosi alla sua fidanzata.
 
 << Che cosa ci fai qui? >>, domandò brusco alla ragazza che ancora stava seduta sul suo lettino.
 
 << Ero qui per rilassarmi, poi ti ho visto e volevo salutarti… >>, rispose innocentemente.
 
 << Nessuno di noi due crede che tu per caso sia capitata nella stessa Spa dove eravamo noi >>, ribattè fredda Xx, e James annuì.
 
 << Non sei una persona a noi gradita. Te lo devi mettere in testa. Continuare a seguirci non migliorerà le cose, anzi… >>, rincarò la dose James, che cominciava ad avere davvero paura di lei: un conto era trovarsela sotto casa, per quanto non andasse bene nemmeno quello, tutt’altra storia era essere seguiti dovunque andassero…
 
 << Senti Jay… quando cominceranno le nostre uscite? >>, domandò senza alcun pudore Simone.
 
 << Cosa?? >>, James era sbalordito, Xx sbiancò.
 
 << Si, il nostro accordo. E sto aspettando ancora il bonifico >>, rispose Simone, assottigliando più gli occhi.
 
 << Stai scherzando vero?? Tu pedini me e la mia famiglia e vorresti pure qualcosa in cambio per questo?!? >>, James aveva alzato il tono di voce, palesemente irritato.
 
 << Non ti ricordi il nostro accordo? >>, domandò Simone velenosa
 
 << Certo. E tu ti ricordi che ti ho detto che ricattandomi non avresti ottenuto nulla da me? Che non si possono forzare i sentimenti? E che, con il ricatto, ogni più piccola possibilità di interazione tra noi sarebbe saltata? Eh?? Questo te lo ricordi?!? >>, James era una furia, il suo tono di voce saliva di una ottava ad ogni parola.
 
 << Jay, non è il momento… >>, provò a calmarlo Xx tirandolo per un braccio: si era avvicinato a Simone, minaccioso.
 
 << È lei che ti mette in testa queste idee? >>, domandò Simone dopo averlo guardato in faccia, indicando Xx con un dito.
 
 << No. è il buonsenso >>, rispose feroce: non gli piaceva che Simone indicasse Xx così.
 
 << Mmm. Ora vado, ci si vede in giro. Un bacio ad Amelia >>, rispose leggiadra, andandosene all’improvviso.
 
 
Il ritorno a casa per James e Xx fu molto silenzioso: ognuno di loro era immerso nei propri pensieri, mentre guardavano distratti fuori dal finestrino.
 
 << Va… tutto bene? >>, James ruppe il silenzio, una volta rientrati in casa: notò come lei, appena scesa dal taxi, avesse controllato la strada per essere sicura fosse libera.
 
 << Dobbiamo preparare qualcosa. Che ne dici della paella? >>, rispose lei invece.
 
 << Cosa? >>, James era spiazzato.
 
 << La paella, hai presente? Stasera ci sono i tuoi, tuo fratello e Katy che mangiano qui. Ma aspetta, non credo che Katy possa mangiare tutto il pesce… >>, Xx era partita con un suo monologo.
 
 << Lascia perdere la paella e ascoltami >>, fece James un po' brusco, togliendole dalle mani il sacchetto con gli ingredienti, mettendolo sul banco della cucina.
 
 << TI ho chiesto se stai bene. Dopo che abbiamo sfortunatamente visto Simone sei rimasta in silenzio… non è da te >>, le domandò più gentile.
 
 << Sto bene. Ormai la vedo quasi ogni giorno, non mi fa un grosso effetto >>, mentì lei: era però vero che, ormai tutti i giorni, la vedevano nei dintorni della loro casa. Aveva il terrore di uscire di casa e trovarsela di fronte: era sfiancante.
 
 << Dovrei crederci secondo te? La vedo anche io che tutti i giorni si apposta qui in zona, o che ci segue credendo di non essere vista.  Per fortuna non sempre ci viene incontro per disturbarci. Vedo anche come tu controlli sempre la strada appena entriamo o usciamo di casa. Sul serio, con chi credi di avere a che fare? Io ti conosco, e mi accorgo di quello che fai… >>, le sorrise, anche se la voce aveva un tono preoccupato.
 
 << E io che credevo di essere stata brava e di aver dissimulato bene >>, rispose lei mesta, e senza rendersene conto le spalle le si afflosciarono.
 
 << Mi vuoi dire cosa ti turba… a parte lei? >>.
 
 << Beh… lei. Sul serio, ormai ho il terrore di uscire di casa e di essere seguita da quella pazza! Non mi sto più muovendo di casa da sola ultimamente… e questo mi fa incazzare, perché è un po' come se così gliela dessi vinta, ed è l’ultima cosa che voglio fare. Mi sento prigioniera in casa a causa sua… e non lo sopporto! Jay, sul serio, credo che fino ad ora lei abbia solo giocato… e se decidesse di fare sul serio? >>, Xx si sfogò, buttando fuori tutti i sui timori e le sue paure, che per molti giorni si era tenuta dentro per non far preoccupare il suo fidanzato: ma l’incontro con lei di oggi alla spa l’aveva scossa.
 
 << Posso sapere cosa aspettavi a parlarmene? >>, le domandò lui, con un tono strano nella voce: Xx percepiva un sorriso dietro a quel tono, ma anche un rimprovero.
 
 << Non volevo sembrare paranoica… >>, ammise.
 
 << Tu non ti devi preoccupare di questo. Quando qualcosa non va dovresti dirmelo e basta… non credi? Anche io sono molto preoccupato di come si stanno mettendo le cose con Simone. Non credevo sarebbe arrivata ad appostarsi nelle vicinanze di casa nostra… e non mi piace per niente >>, le disse lui mesto.
 
 << Cosa ti ha detto l’avvocato? >>, gli domandò seria.
 
 << Che è lei ad avere il coltello dalla parte del manico. E che, legalmente, non può fare niente se gironzola da queste parti o ce la troviamo dappertutto. Dovremo altrimenti emettere un ordine restrittivo, ma non è così semplice… Forse dovrei pagare e basta. Non ho tutti quei soldi, ma posso procurarmeli… >>.
 
 << Io… io credo che quello che lei vuole in realtà… non siano i soldi. Lei… vuole te. I soldi, le conoscenze… secondo me sono banali scuse per coprire il suo obbiettivo finale >>, fece preoccupata.
 
 << Può darsi che tu abbia ragione… ma non migliora le cose, anzi. Con i soldi potevamo levarvela dai piedi una volta per tutte… se lei vuole me, questo non accadrà mai, e ci starà intorno ancora per molto tempo, almeno fino a che non si stuferà >>, riflettè lui.
 
 << Non credo che si stuferà tanto presto >>, continuò Xx in tono tetro.
 
 << Troverò un modo per costringerla a starci lontano, se necessario… ok? Fidati di me >>, le sorrise.
 
 << Mi fido >>, rispose con slancio la ragazza.
 
 << Ora però dobbiamo cucinare, o non faremo a tempo >>, disse lei, anche per cambiare argomento, passandogli un grembiule: la paella gli veniva bene.
 
 
SI misero a cucinare insieme, cercando di distrarsi dal pensiero costante e martellante di quella maledetta Simone, chiaccherando e ridendo tra loro.
 
Quando poi i genitori di lui, insieme a Oliver e Katy, suonarono il campanello, andarono entrambi ad aprire, e videro Amelia che sorrideva e batteva le mani, contenta di vederli.
 
 << Hi princess! >>, la salutò James prendendola in braccio, baciando la figlia: neanche lui però, come Xx, riuscirono a trattenersi dal guardare se in strada c’era qualcuno che li osservava, prima di entrare in casa.
 
 
 << Ma quanto sei mancata alla mamma Amelia? Tantissimo! >>, fece Xx alla figlia, mentre erano seduti sul divano.
 
I genitori di James, Oliver e Katy erano appena andati a casa, e Xx, James e Amelia erano sul divano a farsi le coccole.
 
Amelia rise, battendo le mani sul viso della sua mamma.
 
 << Ma- ma- ma >>, fece Amelia.
 
 << Si! Bravissima! Io sono la mamma. E lui? Chi è questo bell’uomo? >>, domandò rivolta ad Amelia.
 
 << Pa- pa- pa- pa >>, sorrise la bambina, dopo averlo guardato con i suoi intensi occhi verdi e quelle lunghe ciglia.
 
 
 << Yes! Brava amore di papà >>, le siede un bacio enorme sulla guancia, che fece ridere la sua bambina.
 
 << Jay… mi è mancata da morire. Non avrei mai pensato che un esserino così piccolo potesse regalare tanto amore. E devo ringraziare te per questo. O almeno metà dei tuoi geni. Quindi grazie >>, gli sorrise radiosa.
 
James sorrise calorosamente, sorpreso e felice al tempo stesso di quello che aveva appena sentito.
 
 << E’ mancata terribilmente anche a me. Quando vuoi… sono sempre pronto a creare dei piccoli miniPhelps >>, rispose, un po' serio e un po' no.
 
 << Ha-ha. Dopo il matrimonio Jay. Dopo >>, fece sarcastica.
 
 << A parte gli scherzi… sono io che dovrei dire grazie a te. Hai combattuto per lei fin dal primo giorno. Quando… quando non la volevo, non in quel momento, anche se ora la amo più della mia stessa vita. E dopo c’è stato… c’è stato il… quasi… quasi stupro >>, disse a denti stretti: era ancora molto difficile per lui parlarne: anche se non lo dava a vedere si sentiva un po' responsabile…
 
 << Non è colpa tua. E quel maledetto è stato radiato dall’albo. È ai domiciliari solo grazie alla cauzione, ricordatelo. Ha avuto quello che si meritava >>, gli disse in tono gelido: poteva perdere la sua bambina a causa di quell’uomo.
 
 << E poi… il tuo ex che ti rivoleva con sé, che si era offerto di fare da padre alla mia bambina. Come se potessi lasciare che qualcun altro le faccia da papà: mai e poi mai >>, continuò con foga: l’amore che provava per sua figlia era palpabile in quelle parole.
 
 << E ancora quando c’è stato l’attentato quando ero a Bruxell e ti sei sentita male… le conseguenze che ne sono derivate… e il parto con tutto quello che è successo quel giorno. Tu hai lottato per lei e l’hai protetta da subito… sei stata forte in ogni situazione, non ti sei fatta abbattere dagli eventi e hai reagito… sono così orgoglioso e fiero di te. Hai protetto anche la metà dei miei geni… quindi sono io che ti devo ringraziare. Grazie per esserti battuta per lei nonostante le avversità, e per avermi dato la possibilità di fare il suo papà. Grazie >>, finì con calore, prendendole il viso tra le mani, baciandola con amore e passione.
 
Xx quasi si commosse alle sue parole, e rispose al bacio con lo stesso amore.
 
Si spostarono, anche se a malincuore: James le lanciò uno sguardo che era anche un po' una promessa a quello che sarebbe successo dopo: non era finita lì… e Xx si sentì fremere.
 
Amelia li guardava curiosa come sempre… e sorrideva.
 
 << Cosa fanno mamma e papà? Si danno tanti bacini? >>, fece James alla figlia, con quella vocetta un po' insulsa che spesso lui e Xx usavano senza neanche rendersene conto con Amelia.
 
 << Ora gioca un po' qui sul tappeto, mentre mamma sistema >>, fece mettendola a terra e alzandosi dal divano.
 
Amelia gattonò un po' dietro alla sua mamma, ma poi si perse con i suoi giochi, sempre controllata da lontano da Xx e da James, che era andato a darle una mano
Xx aveva attaccato la musica, e Amelia ballava a modo suo, muovendo le gambe e battendo le mani: i due genitori si voltarono per neanche trenta secondi, e quando si rigirarono per vedere cosa combinava e rimasero stupiti e senza parole.
 
Amelia si era appesa al bordo della sua scatola dei giochi… e si era tirata su, in piedi: si teneva sempre sulla scatola, ma era in piedi.
 
Xx e James si guardarono meravigliati: magari era una sciocchezza, ma non l’avevano mai vista così. Erano così felici che Amelia imparasse qualcosa di nuovo tutti i giorni, che loro si emozionavano per le semplici cose… come quella.
 
 << Presto camminerà se andiamo a questo ritmo… e poi correrà. E allora si che sarà difficile starle dietro >>, fece James, che la stava riprendendo con il cellulare… ma in quello sguardo Xx ci leggeva tutto l’orgoglio di un padre per sua figlia.
 
Amelia piegava un po' le gambe, quasi come volesse ballare a ritmo di musica…
 
 << E presto andrà anche in discoteca, e dovremo svegliarci alle quattro di mattina per andare a prenderla >>, sussurrò ancora Xx a James, vedendola così che si muoveva abbastanza a tempo. Non volevano disturbarla o distrarla, e stavano parlando sottovoce, guardandola dalla penisola della cucina.
 
Amelia si mosse con troppa enfasi e cadde a terra con il sedere, per rimbalzare poi e finire su un fianco: per fortuna a terra era pieno di cuscini.
 
Ci mise due secondi a rendersi conto di essere caduta ed iniziare a piangere per la botta presa.
 
 << Coraggio Amelia, non è successo niente, su, forza >>, le disse Xx andando verso la bambina: non era una di quelle mamme che accorrevano subito appena il figlio piangeva… a meno che non si trattasse di cose serie naturalmente. Voleva cercare di rendere Amelia autonoma, e farle capire che poteva farcela da sola: lei e James ci sarebbero stati sempre, pronti ad intervenire, ma volevano che prima provasse a farcela con le sue forze.
 
 << Cosa sono queste lacrime da coccodrillo? >>, le disse quasi ridendo, baciandole la testolina: poi si mise sdraiata come Amelia con una spalla, si girò e le fece vedere come tirarsi su.
Amelia, che nel frattempo non piangeva più, guardò la mamma, e poi provò a fare come lei, riuscendoci al secondo tentativo.
 
 << Brava! >>, le sorrise Xx radiosa, battendo le mani, guardandola: anche Amelia batteva le mani e sorrideva.
 
 << Sei stata brava Amelia! >>, fece James raggiungendole, continuando a filmare.
 
 << Pa- pa- >>, gli disse la sua bambina, guardandolo direttamente negli occhi: James si sciolse come neve al sole.
 
 << Si amore mio, sono il papà >>, fece smettendo di filmare e prendendola in braccio.
 
 << Vieni, stasera il bagnetto te lo fa papà >>, continuò.
 
Xx li seguì: sapeva che James se la cavava bene anche da solo, voleva solo curiosare.
 
 
 << Serve una mano? >>, gli domandò dalla porta: il fidanzato aveva già iniziato a far scorrere l’acqua calda per riempire la vaschetta, mentre toglieva il body ad Amelia e le levava il pannolino sporco. Era perfettamente a suo agio in quel contesto, e Xx fu davvero grata per questo.
 
 << Tutto sotto controllo… grazie! >>, rispose lui.
 
 << Lo vedo! Ottimo, vado a stendere la lavatrice, se hai bisogno >>, gli disse prima di andare in lavanderia.
 
 << Ok capo! >>, le sorrise, mettendo Amelia nella vaschetta per il bagnetto.
 
 
Xx andò in lavanderia… sola.
 Era strano: ultimamente erano rari i momenti in cui se ne stava sola, di solito c’erano sempre James o Amelia, o tutti e due, a ronzarle intorno. Però… doveva ammettere che non le dispiaceva, di tanto in tanto, stare un po' per conto suo, tranquilla, a pensare ai fatti suoi… anche se doveva dire stendere e fare la lavatrice.
 
 
 << Ehi, sei qui >>, arrivò più di mezz’ora dopo James.
 
 << SI. Amore, hai davvero troppe camicie >>, rispose lei, mentre appendeva ad asciugare la quarta, e altre tre erano in lavatrice.
 
James le fece un sorriso di circostanza, stringendosi nelle spalle. Xx alzò gli occhi al cielo.
 
 << Dove hai lasciato Amelia? >>, gli domandò poi, non vedendola.
 
 << L’ho lasciata a delle scimmie. Ho chiesto loro di allevarla e crescerla. Tipo Tarzan. Solo che è una femmina, quindi Tarzana >>, rispose serio.
 
Xx si girò di scatto, lo guardò per un secondo, e poi scoppiò a ridere, seguita da lui, che non ce la faceva a rimanere serio ancora.
 
 << Oh… mio… Dio.  James… >>, Xx non si fermava più, le ci volle qualche minuto per riprendersi.
 
 << La parte migliore è stata… la serietà con cui l’hai detto! >>, continuò, calmandosi un po'.
 
 << Sono un attore dopotutto >>, le sorrise.
 
 << Molto bravo direi >>, si complimentò.
 
 << A parte gli scherzi… l’ho già messa a letto. Le ho fatto il bagnetto, dato il latte e l’ho fatta addormentare leggendole una favola >>, spiegò lui tutto orgoglioso.
 
 << Beh, complimenti allora! Ma da quanto sono qui, se hai fatto tutte queste cose? >>, rispose lei ammirata… anche se non aveva alcun dubbio che potesse farcela anche da solo.
 
 << Ormai è un’ora >>, le disse.
 
 << Pazzesco. Un’ora tutta mia, sembrava un miraggio >>, fece.
 
 << Non fraintendere. Amo stare con te e Amelia e non potrei rinunciarci mai… ma ogni tanto è bello anche starsene tranquilli per conto proprio. Anzi, insieme alla lavatrice >>, sorrise lei.
 
 << Ho capito quello che intendi. Oh, guarda, ha finito la lavatrice. Ti do una mano a stenderla così poi saliamo insieme.
 
 << Grazie >>, rispose, aprendola.
 
 
  << Andiamo? >>, fece James dopo aver steso l’ultima gonnellina di Amelia.
 
 << Si, sono stanchissima. La spa mi ha distrutta >>, fece Xx sbadigliando: senza che se ne accorgesse James si era chinato piegato davanti a lei, l’aveva presa dietro le ginocchia e l’aveva sollevata, issandola sulla sua schiena. Xx Afferrò James per le spalle al volo, aggrappandosi a lui… altrimenti sarebbe caduta all’indietro.
 
 << Jay! >>, protestò, ma stava ridacchiando.
 
 << Guarda che peso >>, gli disse.
 
 << Faccio un po' di tentativi prima di portarti in braccio quando varcheremo la soglia di casa da sposati >>, rispose lui.
 
 << Che scemo >>, disse, ma stava sorridendo, e aveva poggiato il viso sulla sua spalla, rilassandosi inspirando il suo profumo.
 
 << E in ogni caso, non sei così pesante >>, le disse, mentre la depositava sul letto: l’innocenza e la sincerità trasparivano dai suoi occhi innocenti.
 
 << Se lo dici tu >>, gli sorrise, prima di andare a mettersi il pigiama.
 
 
Quando tornò James era già infilato a letto con i boxer e una maglietta: aveva indossato gli occhiali per leggere qualcosa.
 
 << Che leggi? >>, domandò curiosa, raggiungendolo sotto le coperte, avvicinandosi.
 
 << La prima bozza del contratto, e il copione dello spettacolo. Quello che farò a teatro… è arrivato oggi >>, le sorrise, tornando a concentrarsi poi su quelle pagine.
 
Xx lo osservò per qualche secondo: era esageratamente sexy in quel momento, tutto concentrato e con gli occhiali… ma non voleva distrarlo, quindi afferrò il libro che aveva sopra al comodino e continuò da dove si era interrotta… non ricordava più quanto temo prima.
 
James la guardò in tralice e sorrise, ritornando al suo copione.
 
Dopo un po', senza neanche rendersene conto, la mano di James stringeva il fianco di Xx, e con le dita le disegnava cerchi invisibili sui fianchi: sentiva che lei rabbrividiva ogni volta.
 
 << Non dovresti concentrarti? >>, gli chiese lei, la voce che sorrideva, senza alzare gli occhi dal libro.
 
 << Lo sono >>, rispose, anche lui senza alzare lo sguardo, ridendo sotto i baffi.
 
 << So che stai ridendo >>, gli disse Xx, con tono noncurante.
 
Poi, senza attendere una sua risposta, si girò, mettendosi seduta a cavalcioni sopra di lui: James rimase spiazzata per due secondi, ma poi le cinse la vita con le mani, mettendo da parte quello che stava leggendo.
 
 << Ma non eri esausta? >>, le domandò lui ironico: non aspettò una sua risposta, e la baciò… un bacio disarmante.
 
Xx sorrise sulle labbra di lui, stringendosi più vicina al suo fidanzato, circondandogli il collo con le braccia.
 
 << Perché sorridi? >>, le chiese, sorridendo a sua volta.
 
 << Pensavo >>, gli rispose, scuotendo le spalle.
 
 << E a cosa pensavi? >>, la incalzò curioso, ma riprese a baciarla senza lasciarle il tempo di rispondere.
 
Non c’era esigenza nelle loro carezze e nelle loro labbra. Non c’era traccia della passione bruciante che vibrava tra di loro… era un bacio semplice e disarmante.
 
 << Sto aspettando la risposta… >>, la prese in giro lui… ma ancora una volta non la lasciò parlare, la attirò a sè ancora di più, baciandola ora con più passione.
 
Scese a morderle il collo, strappando un sospiro dalle labbra di Xx.
 
Le tolse la maglia del pigiama in un gesto fluido: con lentezza esasperante le abbassò le spalline del reggiseno, guardandola dritta negli occhi…
 
Xx si sentì trapassare e denudare da quello sguardo: era intenso… magnetico.
 
James scese a morderle il collo, mentre le slacciava anche il reggiseno, e con una mano andò ad accarezzarlo.
 
La sentì sospirare… anche se lei tentava di trattenersi.
 
Scese a baciarle il seno: Xx reclinò la testa all’indietro, offrendosi a lui e alle sue labbra.
 
Una mano di James risalì accarezzandogli i fianchi e la schiena, perdendosi tra i capelli di lei
 
La bocca di lui tornò su quella d lei, stringendole la schiena con un braccio… ogni pensiero di Xx fu spazzato via con forza da lui e dalle sue mani, che andavano su e giù sul suo corpo, accarezzandola.
 
Xx gli sfilò via la maglietta in un gesto secco: ogni stanchezza era svanita nel nulla.
 
I loro corpi si scaldavano l’uno a contatto con l’altro; la pelle scottava laddove baci incandescenti venivano depositati.
 
Il sapore del bacio di James era unico al mondo, Xx lo sapeva bene… le dava la pelle d’oca ogni volta… e in quel momento quel sapore era accompagnato da un desidero bruciante che chiedeva di essere ascoltato e soddisfatto, al quale lei non sapeva resistere… ma era abbastanza sicura che neanche lui ci riusciva.
 
Scese a baciare il collo di lui, mentre le dita delle mani segnavano tutti i muscoli del ragazzo…
 
La mente di Xx si svuotò completamente: rimaneva solo quella fiamma di passione a scaldarla, che veniva alimentata da James… dai suoi baci perfetti, dalle sue mani perfette… da quel corpo perfetto.
 
Xx si sentì spingere verso il materasso da lui: la sua bocca, lentamente, scese a disegnare una scia invisibile di baci sul suo corpo: le accarezzò ancora un seno con la punta della lingua… Xx sospirò, mordendosi le labbra, stringendo con la mano le coperte sotto di lei.
 
Le labbra di lui intanto continuavano la loro discesa, baciando ogni centimetro della pelle morbida di lei: con la lingua disegnò un cerchio attorno all’ombelico di lei, facendola rabbrividire.
 
La lingua di James scese ancora, e prima che Xx potesse anche solo rendersene conto lei si trovò a inarcare la schiena, dopo una potente scossa di piacere… un gemito soffocato le uscì dalle labbra socchiuse, e un’altra scarica di piacere le sollevò il bacino… verso le sue labbra… verso la sua lingua…
 
Xx credette di impazzire: era umanamente impossibile rimanere lucida. Un altro brivido le percorse la pelle, mentre una nuova ondata di piacere ardente la travolgeva.
 
Si morse il labbro inferiore, pregando silenziosamente James di continuare, di non smettere mai…
 
James tornò alle labbra di lei, baciandola con una intensità travolgente: voleva di più, lui voleva molto di più… e anche lei.
 
Le tolse le ultime cose che indossava, finì di spogliarsi, ed entrò dentro di lei, scivolò con una tale dolcezza da sconvolgerla….
 
Rimasero alcuni istanti lì, sospesi, immobili ad assaporare quel momento perfetto, quella loro perfetta fusione e unione… il sentire lei lui dentro di sé, e lui a sentirsi avvolgere completamente da lei… era una sensazione unica.
 
Xx si tirò su con i gomiti, avvicinandosi a lui, mordicchiandogli il labbro inferiore, mentre con una mano gli carezzava un fianco.
 
James le circondò la schiena bon le braccia, sollevandola, in modo che stesse a cavalcioni sopra di lui: si guardarono negli occhi, sorridenti e felici… poi all’improvviso la passione tornò, esplose travolgendo entrambi, ardente come il fuoco e distruttiva come un uragano… travolgendo ogni cosa che non fosse essenziale in quel momento…
 
Xx si strinse tra le sue braccia, iniziando a muovere il bacino, mentre lui assecondava i movimenti: era il loro ritmo perfetto, il loro momento perfetto… soffocarono un gemito l’uno nella bocca dell’altra, in un bacio languido e profondo
 
La passione con cui Xx lo baciava rischiava seriamente di attentare alla sanitò mentale di James: era incredibile.
 
La ragazza si spostò sul suo collo, incendiandogli la pelle con baci sempre più ardenti: gli strinse i denti sulla sua pelle sottile, e James fu attraversato da una scossa di brivido che gli fece dimenticare ogni cosa.
 
Xx gli posò l’indice sulla pelle, e risalì piano piano il suo corpo scolpito: il loro ritmo era rallentato, i movimenti erano più profondi…
 
 << Non guardarmi così >>, le sussurrò roco all’improvviso, puntandole contro l’indice.
 
 << Così come? >>, domandò ingenua, sfoderando una espressione innocente.
 
 << Così! >>, sorrolineò lui, lanciandole un’occhiataccia, tra il divertito e il serio.
 
 << Perché mai? E poi… lo sai che non prendo ordini da te… a meno che non siano vantaggiosi anche per me >>, lo sfidò lei, guardandolo più intensamente, ammiccando.
 
James sospirò, ma la guardò anche orgoglioso: no, lei non prendeva ordini da nessuno.
 
 << Perché così manderai an malora ogni mio tentativo di resisterti… perché anche con uno sguardo riesci a farmi impazzire >>, si arrese alla fine.
 
Xx gli sorrise radiosa, facendo un movimento più profondo… sentendolo in lei più che mai.
 
 << Così va bene? >>, lo prese in giro, sfiorandogli le labbra con il collo: James rabbrividì.
 
 << Avrei alcune cose da ridire sull’argomento, ma lasciamo perdere… per il momento >>, le disse esasperato.. anche se lui adorava ed era felice dai continui “ attacchi seduttivi “ di Xx.
 
Cambiarono posizione, e James diede qualche spinta più intensa: Xx era al limite, non poteva resistere oltre, quell’orgasmo se lo sentiva dentro da troppo tempo, sarebbe esplosa da un momento all’altro: inarcò di più il bacino, andando incontro a quello di lui…
 
James però parve accorgersene, perchè rallentò bruscamente il ritmo: era una tortura anche per lui, ma non voleva renderle le cose facili, e si divertiva a stuzzicarla…
 
Xx lo guardò storto.
 
 << Ti piacerebbe! >>, le disse con fare provocatorio.
 
 << Anche a te. Come la mettiamo? >>, Xx inarcò le sopracciglia, certa di averlo incastrato con quella risposta.
 
James parve essere stato preso in contropiede da quella stilettata, ma si riprese subito.
 
Non aveva considerato la reazione di lei però, che strinse le gambe sui fianchi di lui, in modo da impedirgli una via di fuga, si mise un cuscino sotto il sedere e iniziò a spingere il bacino e i fianchi contro di lui.
 
 << Oh, al diavolo la risposta >>, borbottò tra sé, e iniziò a muoversi, assecondando il ritmo di lei.
 
Xx gli posò una mano sulla guancia: una carezza dolce e gentile: James chiuse gli occhi, beandosi di quel contatto, anche in un momento come quello che stavano vivendo.
 
Era questa la perfezione di cui Xx aveva bisogno: sentirlo dentro di sé, i corpi vicini, la pelle rovente a contatto l’una dell’altra: lei e James erano vittime di qualcosa che non potevano controllare; erano l’, uniti insieme, e questo era tutto quello di cui avevano bisogno.
 
 << Jay… ti prego… >>, lo implorò lei silenziosamente: voleva questo orgasmo, ci stavano girando intorno per giocare, ma lei lo voleva con tutte le sue forze.
 
 << Se insisti così… >>, la prese in giro lui, poi cominciò a muoversi seriamente: Xx chiuse gli occhi, sopraffatta da quell’emozione: sentiva le mani di lui accarezzarla, trascinarla quasi sull’orlo della follia. Sentiva scorrere il suo stesso sangue nelle vene, sempre più caldo, fino ad arrivare al cuore, e gonfiarlo, lambirlo con le fiamme della passione.
 
James si muoveva in lei, alternando delle spinte profonde e lente, con altre più rapide: una spinta finale poi, ed entrambi esplosero in un orgasmo potente, che li travolse completamente come un uragano, facendoli tremare da capo a piedi… sopraffatti dall’intensità del loro amore.
 
Xx giaceva pacifica a pancia in giù sul materasso, gli occhi chiusi, solo il lenzuolo a coprirle metà schiena, ma non aveva freddo, anche se fuori tempestava… eppure rabbrividiva.
 
 << Hai freddo? >>, le domandò.
 
 << No >>.
 
 << Perché hai la pelle d’oca allora? >>, la prese un po' in giro.
 
 << Sei proprio un simpaticone questa sera. Non riesci proprio a tenere la bocca chiusa, eh? >>, borbottò lei, ma stava sorridendo.
 
James ridendo tornò a baciarle la schiena e a giocare con la sua pelle calda: era questo il vero motivo per cui Xx aveva la pelle d’oca… ma ovviamente il ragazzo se lo immaginava: Xx tornò di nuovo nella sua bolla di beatitudine; adorava queste coccole e queste carezze dopo aver fatto l’amore con lui.
 
Un forte tuono squarciò l’aria, e Xx fece quasi un salto sul letto, rabbrividendo, questa volta davvero.
 
 << Non avevo quasi sentito il temporale arrivare >>; commentò.
 
 << Chissà perché >>, rispose vago James.
 
Xx gli lanciò un’occhiataccia: << Ha- ha- ha. Si può sapere cosa hai mangiato oggi per essere così in vena di battute? Niente di strano mi sembra >>, blaterò lei, che però in verità lo adorava quando faceva così.
 
James intanto l’aveva presa tra le sue braccia per scaldarla: le alzò il mento, baciandola con dolcezza: non le rispose nemmeno.
 
 << Non ti stai impegnando abbastanza a scaldarmi >>, lo prese in giro lei.
 
 << Ehi! >>, protestò lui, baciandole una tempia.
 
 << Vuoi che rimedi? Sono sempre pronto >> le rispose lui provocante, con uno sguardo che non lasciava dubbi su cosa intendesse.
 
Senza lasciarle il tempo di rispondere la baciò, lentamente, con dolcezza, prendendole il viso tra le mani attirandola a sé.
 
Dopo appena qualche istante Xx era di nuovo stesa a letto, e James, al suo fianco, la baciava con calma, accarezzandola con studiata lentezza.
 
Xx rimase stordita da quel bacio: non c’era la frenesia nei suoi baci e nelle sue mani che la carezzavano, le labbra di lui le sembravano più morbide del solito, e la lingua più calda… eppure erano le stesse mani che l’avevano desiderata e posseduta appena pochi minuti prima… la stessa lingua che l’aveva fatta gemere e godere…
 
James stava ancora accarezzando con le sue dita la pelle di lei, che si incendiava ancora più al tocco del ragazzo…
 
James salì sopra di lei continuando a baciarla con lentezza esasperante: un brivido percorse Xx, mentre tutta la sua pelle andava a fuoco… lasciò che i baci di lui la cullassero, e che le sue braccia la avvolgessero… non riusciva più a pensare a niente che non fosse lui.
 
 << Di cosa stavamo parlando? >>, borbottò Xx, in un momento di lucidità.
 
 << Niente di importante >>, mormorò sulla pelle del collo di lei.
 
 << Sicuro? >>, domandò, trattenendo un respiro quando la lingua di lui passò sotto il suo orecchio.
 
 << Sul serio… cosa stavamo dicendo? >>, insistette, ma chiuse gli occhi, sopraffatta dalle sensazioni.
 
 << Forse ora ricordo… >>, le sussurrò, continuando a “ torturarle “ il collo, mordendolo sensuale.
 
 << Era qualcosa riguardo il mangiare di stasera… >>…
 
La lingua di James scese ancora lungo il collo…
 
 << O sul non impegnarsi abbastanza…? >>…
 
Un altro morso leggero di lui sulla pelle, un altro sospiro di lei…
 
 << O era sulla tua innata simpatia… >>.
 
Con un sospiro teatrale, le strinse i denti sulla pelle, succhiando lentamente il collo: Xx si fermò, travolta da una vertigine.
 
 << Finalmente sono riuscito a chiuderti la bocca! >>, le sorrise.
 
James si girò di lato, baciandole e accarezzandole un fianco, poi poggiò la testa sulla pancia di lei, rilassato, perdendo la cognizione del tempo… mentre con l’indice disegnava dei cerchi sulla pelle di lei, sorridendo ogni volta che lei rabbrividiva.
 
Lei gli carezzava dolcemente i capelli: una piccola carezza che adorava.
 
 << Domani si torna ai nostri preparativi >>, disse James d’un tratto.
 
 << Confermo. Domani giornata intensa, a correre a destra e sinistra per preparare e organizzare tutto. Ma… sai che c’è? Io so già che il giorno del nostro matrimonio sarà una bellissima giornata, una grande festa… mi basta questo pensiero per ricaricarmi >>, sorrise lei, anche se lui non poteva vederla.
 
 << Anche io credo sarà una bellissima giornata, già me la immagino >>, sorrise anche lui, rivedendo ad occhi aperti l’immagine che aveva appena immaginato.
 
 << TI va di raccontarmelo? >>, Xx era curiosa.
 
 << E far scomparire l’effetto sorpresa? Neanche per idea, magari più avanti >>, le rispose lui ridacchiando allegro.
 
Xx borbottò qualcosa di incomprensibile.
 
 << Buonanotte amore >>, le sorrise lui baciandola.
 
 << Buonanotte >>, rispose lei, mettendosi meglio sotto le coperte, spegnendo le luci.

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Capitolo 32
*** Preparativi- fase 2 ***


Il mattino seguente, Xx si svegliò prima di James.
Sentiva le sue braccia attorno alla sua vita, doveva essersi girato durante la notte: sentire il suo corpo contro la sua schiena però la faceva sentire bene, a casa, al sicuro.
Si girò piano e si concesse qualche minuto per guardarlo dormire… era l’immagine fatta persona della tranquillità! Stava dormendo a pancia in giù, solo con un paio di boxer addosso, un braccio sotto il cuscino, mentre l’altro era vicino al suo viso…i capelli erano completamente scompigliati, le sue labbra si contrassero in un lieve sorriso e poi si rilassarono.
 
Xx si disse che probabilmente stava sognando qualcosa di bello… le sembrava un bambino troppo cresciuto lì, così in quel momento.
 
La ragazza sorrise istintivamente, persa in quella visione: si stava rilassando pure lei. James dormiva così profondamente… era così tranquillo e sereno…
 
Gli sfiorò leggera la guancia con le dita, un sorriso continuava ad aleggiare sulle labbra di lui, e uscì dalla stanza più silenziosamente che poteva: voleva fargli una sorpresa.
 
Tornò poco dopo con il vassoio della colazione: gli aveva portato tutte le sue cose preferite.
 
 << Jay? >>, lo chiamò piano, poggiando il vassoio sulla scrivania vicino al letto.
 
 << Jim? >>, ritentò, avvicinandosi a lui, scuotendolo un po'.
 
 << Jamie >>, provò di nuovo, sperando che l’avversione per questo nome lo svegliasse.
 
<< Non ti azzardare >>, brontolò lui sul cuscino, ma poi si girò dall’altra parte.
 
 << Su Jay, svegliati! >>, gli sussurrò all’orecchio.
 
 << … ‘ncora… due… minuti… >>, Xx non capì altro di quello che aveva detto lui.
 
Sbuffò divertita, e decise di prenderlo in un altro modo: si sdraiò a fianco a James, vicino al bordo del letto, e aspettò che lui voltasse di nuovo la testa nella sua direzione… fino a che non lo baciò.
 
James non se lo aspettava per niente, e rimase spiazzato da quel bacio… anche se si riprese subito.
 
 << Sei un dormiglione >>, lo prese in giro lei, sorridente.
 
 << Lo sai, si, che questo potrebbe essere un pretesto per iniziare la giornata sempre così? Ora ho un precedente a cui riferirmi >>, la prese in giro lui, sorridendole, mentre finalmente si svegliava.
 
<< Correrò il rischio. Ti ho portato la colazione >>, gli disse, prendendo il vassoio e posandolo sul letto.
 
 << Che trattamento a cinque stelle >>, commentò lui, sorridendo alla vista delle sue cose preferite.
 
 << Si, ho pensato che dopotutto te lo sei meritato >>, lo prese in giro: lui inarcò le sopracciglia, guardandola di traverso.
 
 << Dovrei interpretarla come una frase a doppio senso? >>, la sfidò lui malizioso.
 
 << Non lo confermerò e non lo negherò >>, rispose criptica, prendendosi una tazza di caffè.
 
Ridendo James cercò lo sguardo di Xx: lo trovò, incatenando gli occhi a quelli di lei… Xx si sentì letteralmente spogliare da quegli occhi così intensi e magnetici. Riusciva ad attirarla a sé con la sola forza dello sguardo.
 
 << D- di cosa stavamo… parlando? >>, domandò inebetita qualche istante dopo: gli occhi e lo sguardo di lui le avevano fatto dimenticare qualsiasi cosa.
 
 << Sei incredibile >>, le rispose allegro, finendo la colazione e mettendo da parte il vassoio.
 
Con un ghigno, James si avvicinò a lei, rapendo la sua bocca in un bacio ardente e appassionato, che scosse la ragazza nel profondo.
 
Un rapido sguardo all’orologio annunciava che erano da poco passate le sei di mattina, perciò avevano ancora un po' di tempo prima che si svegliasse Amelia…
 
James abbandonò i gesti lenti e misurati della sera prima… non voleva “ torturarla “ lentamente: in quel momento voleva trascinarla sull’orlo della follia.
 
 << Buongiorno XX >>, le disse a fior di labbra, riprendendo a baciarla.
 
 << Buongiorno anche a te >>, gli rispose lei, assaporando quel bacio, rilassandosi tra le sue braccia.
 
Xx si aggrappò alle sue spalle spaventata, quando all’improvviso James scattò in piedi, afferrandole le gambe e tenendola saldamente stretta a lui.
 
 << Sei impazzito?? >>, gli domandò Xx senza fiato, ma intanto già aveva istintivamente stretto le gambe ai fianchi di lui.
 
 << Non fare la guastafeste >>, la riprese lui scherzando, mentre un braccio correva lungo la schiena di lei, proteggendola mentre la depositava dolcemente sul tappeto ai piedi del letto, e senza neanche darle il tempo di respirare, salì su di lei, senza pesarle addosso, e la baciò con intensità.
 
Le proteste che stava giusto per presentare a James per essersi spostato da un letto comodo a un pavimento duro vennero spazzate via quando la mano di lui risalì con lentezza la sua gamba nuda, e senza esitare arrivarono sotto la camicia da notte, vicino, molto vicino, alla sua femminilità.
 
James sorrise trionfante, un morso sul collo e le sue dita scivolarono dentro di lei…
 
Un respiro si mozzò in XX, mentre si sentiva come se una fiamma fosse esplosa dentro di lei, travolgendola completamente.
 
Le sfuggì un gemito profondo, che non riuscì a controllare: quasi poteva vedere il sorrisetto di soddisfazione allargarsi sul viso di James: afferrò il suo polso… non voleva che terminasse, non così presto.
 
Le dita di James la torturarono senza pietà e senza esitazioni: erano calde, passionali, terribilmente seducenti… non poteva resistere o sottrarsi a lui, in nessun caso.
 
Era capace di farle provare sensazioni straordinarie, di farla camminare sul filo del rasoio, fino a trascinarla nell’oblio più completo, in un mondo di lussuria e perdizione… ma poi era anche capace di portarla dall’altra parte del precipizio, dove regnavano la dolcezza e la delicatezza…
 
 
Improvvisamente come iniziò, tutto finì… o meglio, cambiò.
 
Sorridendole sulle labbra, James la carezzò lentamente, lasciandole il tempo di riprendersi.
 
Xx notò una cosa: ora il sorriso e lo sguardo del suo fidanzato erano diversi: in quel momento tutto di lui era malizioso e intrigante, segno che stava per arrivare l’apocalisse… e sarebbe stata un’apocalisse davvero molto, molto, piacevole.
 
 << Lamentele? >>, domandò lui ghignando. La sua voce era bassa, suadente e ipnotica… talmente tanto che Xx si distrasse, e non si ricordò più delle sue lamentele per la… beh, la location del loro incontro.
 
Scosse la testa stupidamente, mentre la sua mano risaliva il corpo di lui in una carezza leggera, e con l’indice disegnò il contorno delle labbra di lui, sorridendo.
 
James rabbrividì a quella carezza; sorrise e la prese in braccio. Xx allacciò di nuovo le gambe sui suoi fianchi, mentre lui percorreva una linea invisibile sul collo di lei, mentre con una mano scendeva giù, lungo i fianchi, in una carezza lenta e morbida… anche se da sopra la camicia da notte.
 
Xx si aggrappò con forza alle sue spalle, completamente in balia della bocca di lui, che baciava e mordeva il suo collo… la sua pelle tremava quando la lingua di lui la accarezzava… era lui stesso brivido; era il brivido dei suoi baci ardenti, delle sue mano forti e audaci… era puro calore, fuoco ardente, destinato a bruciare senza però mai estinguersi: si alimentava della passione che non sembrava abbandonare mai la loro coppia, una passione che trascinava entrambi in una spirale di desiderio e lussuria…
 
James strinse i denti sulla pelle di lei, facendola gemere: Xx gli tirò piano i capelli, facendogli reclinare la testa e scese a baciargli il profilo della mascella dove faceva bella mostra di sé una barba sfatta di alcuni giorni, e poi scese sul collo, per risalire di nuovo sulle sue labbra…
 
Lo baciò intensamente, trasmettendogli tutto il bisogno che aveva di lui.
 
E lui, come sempre, riuscì a capirla: la strinse forte a sé, sentì la mano di lui serrarsi attorno al suo fianco, mentre camminava in direzione della parete, appoggiando con delicatezza la schiena di lei.
 
 << Oggi il letto non ti va proprio, eh? >>, lo prese in giro lei.
 
<< Abbiamo così tanti posti comodi… >>, le rispose lui, ridacchiando, sfiorandole una guancia con le labbra, facendo scivolare la schiena di Xx lungo la parete fino ad arrivare al pavimento…
 
Xx senza pensarci invertì le posizioni con un rapido scatto, così che James potesse rilassare la schiena contro il muro.
 
Seduta su di lui, Xx sentì la sua erezione premere su di lei attraverso i boxer: riuscì a malapena a contenere un gemito di piacere.
 
La ragazza si morse un labbro, consapevole di quanto questo gesto lo facesse impazzire.
 
 << A volte mi lasci davvero senza parole >>, mormorò, ammirandola, lo sguardo innamorato, che riuscì a scuoterla nel profondo.
 
 << Lieta di saperlo >>, cinguettò lei arrossendo, la voce profonda e languida, sfiorandogli le labbra con un bacio, il corpo che sfiorava quello di lui di pochi millimetri.
 
Cercando di controllarsi, scese lentamente, guardandolo dritto negli occhi, sul suo collo, baciandolo con una calma esasperante… mentre le sue dita scivolavano, accarezzando le sue spalle forti.
 
Una mano di James risalì lungo la schiena, e un brivido scosse la pelle di lei: in quel momento ogni vestito le sembrava troppo stretto e opprimente… era così bello liberarsene e lasciarsi spogliare da lui, dalle sue calde mani tentatrici…
 
James scese a slacciarle, con i denti, il primo bottone della sua camicia da notte: Xx sorrise, reclinando la testa all’indietro e inarcandosi verso di lui… offrendosi a lui… senza paura, senza timore, sapeva che sarebbe stata accolta.
 
James sorrise, premendo le mani sulla schiena di lei per avvicinarla a sé, e slacciò altri due bottoni con i denti, mentre il quarto saltò via…
 
Xx si domandò tra sé perché ci metteva tutto quel tempo a spogliarla… lei non voleva più aspettare! Ma doveva ammettere che era maledettamente bello e seducente. Il modo in cui la spogliava era coinvolgente, il modo in cui la accarezzava la conquistava sempre. Gli permetteva di bramarla, seducendola e giocando con lei… era il suo gioco, e lei amava giocare con lui così, adorava quella straziante attesa. Adorava il modo in cui la portava sull’orlo della follia e della lussuria, e poi precipitava con lei… erano sensazioni a cui non si sarebbe mai abituata, erano troppo intense, troppo uniche… vivevano dello stesso fuoco e della stessa passione che alimentava loro due: implacabile e irrefrenabile.
 
La bocca di James tornò su quella di lei, e Xx morse maliziosamente un labbro, facendolo tremare…
 
Xx percorreva gli addominali di lui con le mani: il suo corpo era morbido e caldo, e vibrava ad ogni tocco di lei.
 
Lo baciò ancora, inspirando il suo odore: era unico ed inimitabile, eppure le era anche così familiare… ma la stordiva ogni volta.
 
Si aggrappò più forte alle spalle di lui: i loro corpi aderivano in maniera perfetta, e James la strinse ancora di più, come se fosse possibile avvicinarla ancora di più a lui.
 
A entrambi sfuggì un gemito profondo e roco, che provarono a nascondere in un bacio ardente e profondo.
 
Xx decise di prendere il controllo della situazione: non era da lei starsene buona e tranquilla e lasciare che a condurre il gioco fosse solo lui… anche se adorava quando lo faceva; ma sentire James Phelps in suo potere la esaltava.
 
La sua mano scivolò lungo gli addominali tesi di lui, e alla fine le sue dita raggiunsero l’orlo dei boxer e lo abbassarono lentamente…
 
Xx lo guardò dritto nei suoi occhi intensi e profondi.
 
 << I love you >>, gli sussurrò a un millimetro dalle labbra di lui… quando dalla radiolina che proveniva dalla stanza di Amelia se sentì un lamento.
 
Xx sospirò: avrebbero dovuto riprendere il loro incontro più tardi. Si stava alzando, quando James la trattenne.
 
 << Aspetta… non credo si sia svegliata. Magari sognava >>, le disse lui, tendendo l’orecchio per sentire eventuali rumori.
 
 << Ma non sono sicura. Vado a controllare se dorme… farò pianissimo. Tu non muoverti di lì >>, lo “ minacciò “ lei, puntandogli un dito contro.
 
 << Non muoverò un muscolo >>, rispose lui, alzando le mani in segno di resa.
 
Xx entrò pianissimo nella stanza di Amelia, la bambina sembrava tranquilla e profondamente addormentata… forse aveva ragione James a dire che stava solo sognando.
 
Ritornò in camera loro, e trovò James immobile come lo aveva lasciato.
 
 << Dove eravamo rimasti? >>, gli domandò sensuale, rimettendosi esattamente come era poco prima, a cavalcioni su di lui.
 
Nessuno dei due rispose, non era necessario, entrambi lo sapevano perfettamente, ed entrambi non vedevano l’ora di unirsi e amarsi.
 
James le strinse il labbro inferiore fra i denti: un brivido corse lungo la spina dorsale di lei.
 
Cercò le sue labbra per baciarlo, ma lui si ritrasse indietro… e così voleva giocare, eh?
 
Ci riprovò, ma lui ritrasse la testa ancora, continuando però a stringerla tra le braccia.
 
Senza staccare gli occhi da lei, finì di slacciarle i bottoni della camicia da notte…
 
Immersa nello sguardo di lui, si sentì come se stesse galleggiando, leggera… si sentiva invadere da quello sguardo; la spogliava molto di più di quanto facessero le sue dita… era così profondo e intenso, che sembrava le stesse entrando dentro.
 
La fece alzare con gentilezza, e le carezzò le spalle, spingendola piano contro il muro. Le prese il viso fra le mani e la baciò: il contatto visivo finì ma non sparì… si stava riversando solo nel bacio.
 
Il cuore di Xx esplose: strinse i capelli di lui fra le dita, attirandolo a sé con forza. Il sangue nelle sue vene si incendiò, e la passione la travolse come un uragano indomabile; di lui non ne aveva mai abbastanza, ne voleva sempre, ancora e ancora…
 
La stessa passione travolse anche lui: le sue mani divennero più esigenti, frenetiche e audaci.
 
Con un gesto secco, quasi selvaggio, le tolse la camicia da notte, e le sue mani le accarezzarono possessive la pelle della schiena e dei fianchi, lasciando il segno del loro passaggio, e scesero lungo le sue gambe.
 
Xx strinse con forza le mani sulle spalle di lui, e gli morse un labbro: rallentare era impossibile, resistergli ancora meno.
 
La bocca di James scese sul collo di lei, la sua lingua percorreva la sua pelle lasciando dietro sé una scia infuocata… salì fin dietro il suo orecchio, mordendolo con ardente dolcezza.
 
Xx sospirò, inarcando la schiena, reclinando la testa contro la parete, offrendosi totalmente e completamente a lui… ma non aveva paura per questo. Si fidava, sapeva che mai lui l’avrebbe ferita, mai l’avrebbe derisa… e che sarebbe stato dalla sua parte per sempre.
 
Lui continuò inarrestabile. Succhiando e mordendo la sua pelle sempre più calda, e una mano di lui scese tra le gambe di lei…
 
Una scossa di piacere le risalì lungo la spina dorsale, mentre Xx si mordeva un labbro per tentare di trattenere un gemito. Si inarcò ancora di più verso di lui, verso quelle dita che la stavano facendo tremare e andare in paradiso…
 
La ragazza trovò i suoi capelli e li strinse, aggrappandosi a loro: cercò e trovò le labbra di lui, soffocò nella sua bocca tutto quell’ardente piacere che lui le stava dando; cercò la sua lingua con avidità, come se per lei fosse ossigeno, come se fosse l’unica cosa in grado di tenerla viva… e da un certo punto di vista era così.
 
Con la mano libera percorse le sue spalle, il suo torace… la sua pelle scottava almeno quanto la sua.
 
Era completamente in balia di lui: se ne rendeva perfettamente conto, ma non le importava nulla, l’unica cosa che le importava era stare tra le sue braccia, poterlo toccare, accarezzare, baciare… fare l’amore con lui: in quel momento non aveva bisogno di altro.
 
Quando le dita di lui entrarono in lei, Xx non riuscì a soffocare un gemito forte, che si perse nella bocca di James, che non le lasciò il tempo di respirare o di riprendersi: le morse con forza selvaggia il labbro, catturando la bocca di lei in un nuovo bacio… soffocando i sospiri e i gemiti di entrambi.
 
Poteva quasi sembrare che non respirassero: ansimavano entrambi, bisognosi di ossigeno vero, ma nessuno dei due aveva la benchè minima intenzione di interrompere quel bacio… dopotutto era l’unica cosa di cui avevano davvero bisogno.
 
Xx gemette di nuovo sulle labbra di lui: era ben consapevole che né le sue dita né la sua bocca le avrebbero concesso una tregua.
 
 << Jay…? >>, fece incerta, spostandosi appena da lui, guardandogli il mento.
 
 << Shh… >>, fece lui, baciandola con più passione di prima, un bacio travolgente.
 
 << Mmm… >>, Xx non si oppose più di tanto al fatto che l’avesse zittita. Ma in fondo doveva? Le importava davvero? La risposta era no: spense la lucidità della sua mente, e si lasciò andare completamente: era così bello perdere il controllo e lasciarsi andare con lui: era un continuo vortice di desiderio, di passione, di amore… ma anche di dolcezza.
 
James fece scendere delicatamente XX, facendola scivolare tra le sue mani: indietreggiarono alla cieca, continuando a baciarsi, cadendo distrattamente sul letto: Xx appoggiò la testa sul cuscino, e con le mani percorse ogni centimetro della sua pelle morbida e profumata, ogni millimetro del suo corpo…
 
I loro corpi si sfiorarono, e un brivido di folle piacere la attraversò.
 
Ribaltò le posizioni: gli baciò il profilo della mascella, giù fino al collo: mordicchiandolo sensuale, per poi baciarlo ancora… scendendo con le labbra, cercando il suo corpo con le mani…
 
Arrivata ai suoi boxer, con un gesto deciso li fece scomparire: guardò James negli occhi per qualche secondo, e poi con la punta della lingua gli sfiorò l’erezione, che sentì vibrare sotto la sua mano.
 
James perse lucidità per qualche istante, facendosi sfuggire dalle labbra un sonoro gemito.
 
Incoraggiata, XX continuò, passando con studiata malizia la lingua lungo l’intera asta del ragazzo, risalendo poi fino alla punta, succhiandola con lentezza…
 
 << Xx… Xx.. n- no- non… fer- fermarti… >>, riuscì a gemere il ragazzo, che aveva una mano tra i capelli di lei, e con l’altra stringeva le lenzuola del materasso con i pugni.
 
XX, per una volta, non lo contraddisse ( era il loro gioco), e continuò, facendogli perdere la testa, mentre lui con un movimento del bacino andava incontro alla sua bocca.
 
Stava quasi per arrivare al culmine dell’orgasmo, quando James, in una frazione di lucidità, si spostò, ribaltando le posizioni ancora.
 
Xx piegò istintivamente le gambe, chiudendo su di esse il torace di lui.
 
James riprese a baciarla con forza: la sua mano risalì dal suo ginocchio lungo la coscia, e strinse, quasi serrandolo, il fianco di lei con la mano.
 
Xx non provò nemmeno a trattenere un gemito quando sentì i denti di lui stringersi sulla stoffa del reggiseno… anzi: inarcò la schiena, bramando un contatto più intimo a più profondo… offrendosi alla sua bocca e alle sue mani, e a tutto quello che stavano per farle…
 
La lingua di James le accarezzò un fianco, regalandole un brivido che la scosse nel profondo, mentre un’ondata di bollenti sensazioni la travolgeva: era così dannatamente perfetto… passionale e coinvolgente; le toglieva ogni volta il fiato, mandando il suo cuore in tilt.
 
Gemette ancora quando la lingua e la bocca di lui arrivarono tra le sue gambe, al centro della sua femminilità: una nuova scarica la colpì come un colpo di frusta, il sangue che ribolliva nelle vene, incendiando qualsiasi cosa.
 
Lentamente come erano scese, le labbra di James risalirono il suo corpo: Xx pensò seriamente che al mondo non esistesse niente di così perfetto come i loro corpi che si sfioravano e si davano piacere così vicini…
 
All’improvviso James le afferrò i polsi, stringendoli e portandoli sopra la testa di lei: intrecciò le dita alle sue, il suo corpo aderì a quello della sua fidanzata… ma entrambi volevano di più.
 
Con una lentezza esasperante, lui scivolò dentro di lei… e i loro respiri si fermarono per un istante, assaporando quel momento: i nasi e le bocche che si sfioravano, si erano ritrovati a guardarsi e sorridersi, i corpi perfettamente uniti; lui le accarezzò distrattamente il dorso della mano con il pollice, mentre si avvicinava a lei e le sfiorava la punta del naso con il suo.
 
Xx si sporse ancora un po' di più, baciando: non resisteva più. Lui capì e cominciò a muoversi dentro di lei, alternando delle spinte profonde e intense ad altre più svelte… ma non le lasciò le mani neanche per un istante.
 
Xx poteva sentire il suo respiro caldo sulla pelle, il calore della sua lingua nella sua bocca… e questo bastava a ricompensare quella lunga attesa: anche le mosse il bacino, seguendo il ritmo delle sue spinte.
 
Il corpo di lei si concentrò sul piacere intenso e totale che lui le dava… al senso di appartenenza che provava ogni volta che si univa a lui. Non si sarebbe mai abituata, ne era sicura… era troppo travolgente, un’esperienza sempre unica e irripetibile. Solo lui era stato capace di regalarle quelle emozioni così forti… nessun’altro mai ci era riuscito. Solo lui. E sapeva che per lui era la stessa cosa, lo percepiva… ne era certa. E lo vedeva anche quando i suoi occhi la cercavano, e poi sorrideva quando la trovavano. Si appartenevano, punto.
 
Esplosero insieme. Un orgasmo potente, devastante, che cancello ogni pensiero dalle loro menti. Sentivano solo piacere, in loro non c’era spazio per altro…
 
Xx si appisolò tra le sue braccia, James la guardava fiero e orgoglioso: mai, mai l’avrebbe lasciata andare, doveva tenerla stretta a sé, vicina a lui… altrimenti sarebbe stato perso.
 
Sorrise quando la vide muoversi e stropicciarsi gli occhi.
 
 << Perché mi stai guardando? >>, domandò perplessa e vagamente stupita.
 
 << Perché, non posso? >>, le rispose.
 
 << Perché sorridi? >>.
 
 << Perché, tu quando sei felice piangi? >>.
 
 << Uno di noi darà mai una risposta? >>, scherzò Xx, che sorridendo si rannicchiò ancora a lui, appoggiando la testa al suo petto, stiracchiandosi: James le carezzò la testa con dolcezza… adorava quei momenti divertenti tra loro.
 
 << Ti guardo perché sei bellissima. E mi chiedo ancora cosa ho fatto di così buono da meritarmi la fortuna di averti con me >>, le disse lui dopo un po', rispondendo alla domanda che la fidanzata le aveva fatto prima.
 
Il respiro caldo di lui sulla sua pelle la fece fremere… sorrise della risposta che lui le aveva appena dato: le scaldava il cuore.
 
Dalla radiolina sentirono che Amelia si era svegliata: Xx si alzò per rivestirsi in fretta e andare da sua figlia. James però la trattenne per la vita, spostandole i capelli con il naso: trovò la pelle del suo collo e la baciò maliziosamente… poi la lasciò andare.
 
La ragazza rimase spiazzata: quasi le girò la testa.
 
 << Ehi! Non puoi farlo! >>.
 
 << Fare cosa? >>.
 
 << Avvicinarti, baciarmi… e andartene! >>, sbottò lei, divertita.
 
James capì cosa intendesse, e mise sul vassoio la tazza di thè che lei gli aveva preparato e che stava per bere.
 
Senza degnarla di uno sguardo e senza dire una sola parola, si girò verso di lei, la afferrò per la vita voltandola con forza e la baciò.
 
Sentì la lingua di lui insinuarsi fra le sue labbra: le sue gambe barcollarono, le mani salirono ad aggrapparsi alle spalle di lui.
 
Era incredibile quanto lui potesse travolgerla solo con un bacio: le sue labbra si muovevano su quelle di lei decise, dolci, sensuali… perfette. Il suo sapore le invadeva le narici e la bocca, dandole quasi le vertigini
 
James allontanò piano le labbra da quelle di lei, stringendole il labbro inferiore fra i denti: trattenne a fatica un respiro.
 
 << Ho bisogno di te… >>, le sussurrò, sfiorandole con le labbra l’orecchio: la voce era bassa, coinvolgente e carica di desiderio, il respiro di lui le solleticava la pelle.
 
Il ragazzo aveva indossato solo i boxer e infilato una camicia bianca, ma ancora non era riuscito ad abbottonare nessun bottone.
 
 << Va meglio così? >>, le domandò lui sorridente, riempiendole il viso di mille teneri baci.
 
 << Un pochino >>, ridacchiò lei, gli occhi chiusi, carezzandogli i capelli con una mano, mentre con l’altra era scesa a carezzargli il petto.
 
 << Ancora non sei soddisfatta? >>, le domandò lui divertito., mentre le dita della sua mano scivolarono sul collo di lei lente, carezzandolo con tenerezza.
 
 << Mmm… >>, mugugnò lei, prima di baciarlo, sollevandosi sulle punte dei piedi, avvicinando ancora il suo bacino al corpo di lui. Essere tra le sue braccia era sempre un’esperienza unica: tutto era più bello stretta a lui! I colori erano più nitidi, tutto acquistava un senso.
 
Lui rispose al bacio con una passione bruciante, la stessa che ci stava mettendo lei. La strinse a sé: erano complici, e in quel momento non desideravano altro.
 
Xx assaporò ancora le sue labbra morbide, le sue mani decise e audaci, i suoi baci ardenti… aveva bisogno di lui, come sempre, aveva bisogno del contatto tra loro.
 
James iniziò a camminare, andando verso la stanza di Amelia, senza mai spostarsi e allontanarsi da lei: non gli passava nemmeno per la testa.
 
Il suo fidanzato spostò le mani dai fianchi di lei: un’improvvisa sensazione di vuoto la percorse… non le piaceva per niente. Si staccò di malavoglia dal bacio, questo a Xx piaceva ancora meno, e la guardò piegando la testa di lato, sorridendole.
 
 << Arrivati >>, ridacchiò.
 
 << Eh? >>, Xx era piuttosto confusa, ma poi si rese conto che erano in corridoio, a fianco la porta della cameretta di Amelia.
 
 << Ah! Ora ci sono >>, borbottò, prima di aprire la porta ed entrare nella cameretta della figlia, che stava continuando i suoi “ discorsi “.
 
 << Buongiorno Amelia! >>, sorrise allegra alla figlia, prendendola in braccio, dandole un bacio.
 
 << Goodmorning princess >>, rincarò James, baciandole la testolina. Amelia sorrise, guardandoli con occhi felici.
 
 Xx si voltò per uscire dalla porta, James due passi dietro a lei.
 
La ragazza si sentiva… osservata. Spogliata dai suoi occhi vispi, era come se la stesse mangiando con gli occhi.
 
 << Jay, smettila! >>, borbottò.
 
 << Di fare cosa? >>, ridacchiò.
 
 << Di guardarmi così! >>, bisbigliò.
 
 << Così come? >>, la provocò lui.
 
 << Lo sai! >>.
 
 << No invece >>, ribadì testardo.
 
Xx deglutì: l’aveva fregata. Lei adorava il fatto che lui la guardasse a quel modo… ma questo le faceva perdere anche la lucidità. Le faceva desiderare le mani sulla sua pelle che la stringevano, le facevano desiderare la sua bocca… la sua lingua…le facevano desiderare ardentemente di sentirlo dentro di lei.
 
Ma non potevano, non in quel momento… inoltre avevano appena fatto l’amore… lui era irresistibile ai suoi occhi, ma, sul serio, doveva darsi un freno.
 
 << Vedo gli ingranaggi del tuo cervello lavorare e muoversi per darmi una risposta non compromettente >>, ridacchiò lui, mentre si allontanava senza aspettare una risposta. Xx arrossì di botto.
 
 << Vado a prepararle il latte e la frutta mentre la cambi >>, fece poi, dirigendosi verso la cucina facendole l’occhiolino.
 
 
Uscirono di casa presto: quel giorno avevano un sacco di giri da fare per preparare al meglio il loro matrimonio.
 
Videro anche Simone che come di consueto si aggirava attorno a loro, ma cercarono di non farci caso: dopotutto avevano passato una splendida nottata e una mattinata che non era stata da meno: volevano cercare di mantenere l’umore alto… anche se Xx si irrigidì quando la vide: era una reazione spontanea che non riusciva a controllare.
 
James se ne accorse subito, le mise un braccio intorno al collo e tirò dritto, senza neanche voltarsi a guardare quella donna: Xx si rilassò al suo tocco.
 
 << Thanks >>, gli bisbigliò.
 
 << Di cosa? >>.
 
 << Non mi hai fatto perdere le staffe. Mi hai tranquillizzata. Non cambia il fatto che lei si aggiri costantemente qui intorno, ma mi conforta sapere che tu ci sei per me… e per Amelia >>.
 
James le sorrise, dandole un bacio sulla fronte, poi continuarono verso la fermata dell’autobus più vicina.
 
 
 << Questo è il fotografo che ti ha consigliato Oliver? >>, gli chiese Xx una volta arrivati all’entrata dello studio.
 
 << L’indirizzo corrisponde. Strano che Oliver sia venuto in un posto come questo. Non è nel suo stile. Ma devo dire che le foto del loro matrimonio sono bellissime. Magari Katy l’ha obbligato >>, rispose soprappensiero, senza rendersi veramente conto di quel che diceva.
 
La sua fidanzata assottigliò gli occhi, guardandolo torvo: << Cosa vorresti dire? >>.
 
 << Eh? Niente, giuro! >>, fece in segno di resa, alzando le mani.
 
 << Sarà meglio. In ogni caso non siamo obbligati a scegliere questo. Andiamo, sentiamo quello che ha da dire… e poi decidiamo >>, continuò lei, aprendo la porta per entrare.
 
 << Goodmorning >>, li accolse il fotografo, che fece un sorriso enorme a Xx e Amelia, ignorando James quasi completamente.
 
 << Buongiorno. Noi volevamo delle informazioni… >>, iniziò Xx tutta sorridente: James le lanciò un’occhiataccia, tra il divertito e l’offeso, e lasciò che fosse lei a parlare.
 
 << Oh, ma che bella bambina che abbiamo qui! Come si chiama? >>, la interruppe l’uomo, avvicinandosi alla bambina che gli fece un gran sorriso.
 
James non ci poteva credere: aveva “ perso “ entrambe le sue ragazze!
 
 << SI chiama Amelia Hollie Susan Phelps >>, intervenne James piuttosto orgoglioso.
 
 << Goodmorning. Mi scusi, sono stato rapito da queste due ragazze bellissime. Mi capirà di sicuro >>, continuò in tono burbero l’uomo.
 
 << La capisco >>, rispose secco: Xx notò allora passare una scintilla negli occhi di James. Che potesse essere… era gelosia forse?
 
James le sorrise: quel suo sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, quel suo sorriso spietato e disarmante… bello. Troppo bello.
 
La guardò: come poteva resistere a quei suoi occhi profondi quando la guardavano in quel modo? Così intensi e profondi, così allegri e intriganti…
 
Xx si rese conto di una cosa: James stava chiaramente facendo intendere al fotografo che lei e Amelia erano proprietà privata, e che era meglio girasse al largo. Eh sì, era proprio gelosia quella che aveva sentito nella sua voce: sorrise tra sé all’idea che lui fosse geloso di lei.
 
 << Posso fare una foto a questa bella bambina? È così bella: ha degli occhi molto espressivi, e il suo nasino a patata è molto carino, da un tocco di dolcezza >>, domandò il fotografo.
 
Xx ritornò alla realtà: << Mi scusi, ma preferirei di no. Non voglio esporla, voglio proteggerla. Quando sarà più grande, forse >>, rispose brusca.
 
 << D’accordo. Allora, ditemi, in cosa posso aiutarvi? >>, domandò, ora molto più pratico.
 
 << Noi due ci sposiamo a maggio, e… >>, attaccò James.
 
 
 
Uscirono dal fotografo quasi un’ora più tardi.
 
 << Non sembri troppo convinto >>, commentò Xx, poco dopo essere usciti dal fotografo, già in direzione della prossima meta: la ricerca delle partecipazioni perfette.
 
 << Non del tutto. Ma l foto sono molto belle, niente da dire su questo. È proprio lui che non mi convince. Pensavo che potremmo far venire anche un secondo fotografo, che dici? >>.
 
 << Non sarai mica geloso Jay… >>, buttò li lei.
 
 << Mi ha dato fastidio, ok? Se qualcuno spudoratamente fa degli apprezzamenti su mia figlia e la mia fidanzata mi irrita >>, sbottò lui.
 
 << Lo sai che sei molto carino quando fai il geloso? >>, gli sorrise, prendendolo a braccetto.
 
James sbuffò qualcosa di incomprensibile.
 
 << Non devi essere geloso. Non è proprio il mio tipo, ma soprattutto tu sei insostituibile ormai. Ti amo, e questo sentimento cresce sempre nel tempo. Non riesco neanche a immaginare qualcun altro al posto tuo >>, gli sorrise sincera, stringendolo a sé.
 
Senza pensarci sopra lo baciò, circondandogli il collo con le braccia: cercò la sua lingua, e una scarica potente le attraversò la spina dorsale. Il bacio divenne più intenso, più desiderato… più passionale, più si baciavano e più ne volevano.
 
Ma veloce come era iniziato il bacio finì: Xx si ricordò di non essere a casa da sola con lui e si ricompose. Tendeva a dimenticarsi del resto del mondo quando si baciavano.
 
James le morse piano il labbro inferiore, prima di lasciarla andare: << Thanks >>, le sussurrò, accarezzandole una guancia, facendo vagare una mano tra i capelli di lei.
 
 << Figurati. Quando hai questi momenti di gelosia sono sempre pronta ad aiutarti a superarli >>, rispose, sempre con il sorriso sulle labbra, mentre una mano vagava sul fianco di lui.
 
James ridacchiò, poi riprese a camminare con Xx e il passeggino di Amelia.
 
 << Per il fotografo vediamo se con le altre spese rimaniamo nel budget che abbiamo fissato… ok? >>, disse dopo un po' Xx, in tono pragmatico.
 
 << Mi sembra sensato >>, le sorrise James.
 
 
 
 << Xx, sul serio, a me sembrano tutti molto simili questi fogli! >>, bisbigliò James più tardi: stavano decidendo le partecipazioni, e il ragazzo era un po' in difficoltà.
 
 << Ma come? Questa ha la filigrana oro, questa invece è un po' più sul giallo, mentre questa è argento, ad esempio. Questa ha il cartoncino panna, questa invece è più sul tono del bianco… >>, gli spiegava Xx con pazienza.
 
James la guardava un po' stralunato: per lui erano davvero, tutte, quasi uguali. Ma Xx si stava impegnando per prendere una decisione per entrambi, e immaginò di doversi impegnare un po' di più.
 
 << Ok, ascolta. Io direi di andare sul classico, quindi toglierei quelli più simpatici e rimarrei sui classici, che vanno sempre bene, e credo siano i più eleganti. Se sei d’accordo naturalmente >>, disse poi, con una decisione e una competenza in materia che non sapeva neanche di avere. Ma prima prendevano una decisione e prima potevano uscire di lì.
 
Xx annuì guardando prima lui e poi i biglietti, togliendo dal tavolo quelli che non rientravano nella categoria “ classico “.
 
 << A me piace la scritta in oro, a te? >>, domandò Xx.
 
 << Anche a me. Come copertina mi piace quella con i rilievi dei fiori e quella specie di ghirigori >>, continuò lui.
 
 << Quella color avorio e decori in perlato? Si, e quella con il nastro oro e di raso bianco che la chiude >>, aggiunse lei, e pian piano, lasciando solo quello che piaceva loro, si trovarono davanti la loro partecipazione.
 
Xx guardò James, gli occhi brillanti e lucidi: << E’ lei Jay… è la nostra partecipazione >>, gli disse, la voce che le tremava leggermente.
 
 << Si, è proprio lei >>, confermò lui, guardando la loro scelta.
 
 
Decisero anche i segnaposti del tavolo, con un motivo che richiamava la partecipazione: << Già che ci siamo >>, aveva buttato lì James, che non aveva nessuna intenzione di essere trascinato lì una seconda volta per dei segnaposto.
 
 
 
 << Un’ultima fatica per oggi: tovaglie e copri- sedie. Sei stato bravo amore >>, lo incoraggiò Xx.
 
 << Da- da- da- daa >>, stava dicendo Amelia dal suo passeggino: era stata abbastanza brava per tutta la giornata, riuscendo a far fare loro tutto quello che avevano in programma.
 
 << Non possiamo mettere una normalissima tovaglia bianca? >>, tentò lui, prima di essere fulminato da Xx.
 
 << Lo sai che anche la frase che hai appena detto ha tantissime variabili? Tu dici tovaglia bianca. Ma bianco neve o bianco avorio? DI seta, di raso, di satin, di tulle? DI chiffon? Con i ricami o senza? In pizzo? Lunga fino ai piedi o più corta? >>, lo bombardò Xx do domande.
 
 << Ok, ok! Ho capito il concetto >>, borbottò lui, strabuzzando gli occhi da dietro gli occhiali da vista.
 
 << Poi prima abbiamo scelto i centro tavola, dobbiamo vedere come stanno con la tovaglia >>, continuò lei.
 
James mandò un veloce messaggio a Oliver: << Help! >>.
 
Il fratello gli rispose dopo qualche istante: << What’s up? >>.
 
 << I preparativi del matrimonio. Xx mi manderà fuori di testa!  Alla mia affermazione tovaglia bianca sembrava essere esplosa una bomba. Mille tipi di tessuti e tonalità di bianco. Io neanche sapevo avesse tutte queste sfumature il bianco >>, poi, prima di inviare, inserì una faccina allegra.
 
 << Lo so. Ti capisco, Katy era uguale. Donne. Ti dico solo una cosa però: quel giorno ringrazierai l’attenzione ai particolari che ha avuto, e vederla camminare verso di te con il vestito da sposa sarà valso tutto quello che stai patendo ora. Una grande emozione >>, gli rispose il fratello.
 
 << Il fotografo? >>, gli domandò poi Oliver subito dopo.
 
 << No comment >>, gli rispose James.
 
Il fratello gli mandò una fila di faccine che ridevano. James gli scrisse velocemente che gli avrebbe raccontato tutto, poi mise via il cellulare: erano arrivati.
 
 
 << Buongiorno, sono subito da voi >>, disse la voce di una donna dal fondo del negozio.
 
 << Va bene >>, rispose Xx, in tono alto per farsi sentire.
 
Si guardarono intorno: il negozio era piccolo, ed era stipato di stoffe di tutti i colori e tessuti di tutti i tipi: al centro erano esposte delle tovaglie con ricami elaborati: erano veramente belle.
 
Xx guardò James: sembrava un pò spaesato in mezzo a tutte queste tovaglie, stoffe e ricami.
 
 << Sei stato bravissimo fin qui. Lo so che questo non è il tuo ambiente, ma te la sei cavata con ottimi risultati! Quindi rilassati, e scegliamo solo quello che ci piace. Andrà bene >>, lo incoraggiò Xx, e James le sorrise grato.
 
 << Buongiorno, scusate l’attesa. Cosa posso fare per voi? >>, domandò una signora in tono gentile.
 
 << Buongiorno. Noi ci sposiamo a maggio, volevamo vedere delle tovaglie e dei copri sedia… >>, spiegò Xx, prendendo Amelia in braccio, dato che si agitava tutta.
 
 << Vi faccio vedere quello che ho. Avevate già un’idea? >>, domandò.
 
 << No. Ma in base al centrotavola che abbiamo scelto, e anche alle partecipazioni, potrebbe mostrarci qualcosa? >>, domandò James, che stava guardando una tovaglia in pizzo come fosse un pannolino sporco di Amelia, tenendola a debita distanza.
 
 << Buona idea >>, fece Xx annuendo con forza.
 
 << Allora ditemi, avete delle foto per caso? >>, domandò la commessa.
 
 << Certo, gliele mostro >>, fece James tirando fuori il cellulare.
 
 
Uscirono dopo quasi un’ora dal negozio: << Bravo Jay! Senza la tua idea non avrebbe mai tirato fuori quelle tovaglie. Mi sembrano perfette per noi e il nostro matrimonio >>, gli sorrise Xx entusiasta.
 
 << Grazie. Non ci stavo capendo niente alla fine, ma sono sicuro il risultato sarà ottimo >>, gongolò un po' James. << Però, ti prego, basta negozi di tovaglie, ok? >>, continuò lui.
 
 << Penso che sposarsi una volta nella vita possa bastare >>, lo prese in giro Xx.
 
 << Assolutamente! Non rifarei mai più il tour di questi giorni >>, confermò lui con forza.
 
 << Mi ha fatto morire la tua faccia, prima, quando avevi quasi il terrore che la commessa tirasse fuori altre tovaglie dal magazzino >>, ridacchiò Xx.
 
 << Ha- ha. Spiritosa >>, le fece la linguaccia lui.
 
 << Dato che è presto ed è sulla strada di casa, potremmo andare a vedere dei confetti. Che dici? Poi prometto, per oggi basta >>, gli domandò Xx.
 
 << Solo perché me lo chiedi con il tuo bel visino >>, le rispose ridacchiando.
 
 << Ma sentilo! >>, commentò Xx, fintamente scandalizzata.
 
 
 
 << A me non piacciono i confetti alle mandorle >>, fece James poco dopo al negozio.
 
 << A me non piacciono quelli al cioccolato >>, rispose Xx.
 
Stavano “ litigando “ sui gusti dei confetti.
 
 << Non mi piacciono quelli ai frutti rossi >>, continuò lui.
 
 << A me no quelli alla banana. Però quelli al mojito sì! >>.
 
 << Anche a me, e anche quelli al gusto tiramisù >>.
 
 
Avevano deciso che avrebbero messo in n grande tavolo all’ingresso della sala dove ci sarebbero stati contenitori ai vari gusti, e stavano provando a mettersi d’accordo sui gusti da scegliere
 
 << Anche quello alla menta e liquirizia è buono >>, commentò James.
 
 
Uscirono dal negozio sei gusti dopo: ne avevano scelti tre a testa, anche se si erano imposti che i gusti non dovessero rientrare tra quelli che all’altro non piacevano per niente.
 
 
 
 << Tu con cosa arriverai il giorno delle nozze? >>, gli domandò Xx curiosa, rientrando in casa: avevano fatto del loro meglio per cercare di ignorare il fatto che Simone li stesse aspettando dall’altra parte della strada.
 
 << Questa è una sorpresa. E tu? Hai pensato al mezzo con il quale arriverai? >>, domandò lui.
 
 << Avevo pensato a una fiat cinquecento, i primi modelli che sono venuti fuori. Giusto per sottolineare la mia italianità. Ma non so qui se ce ne sono di macchine come quella >>.
 
 << Se vuoi posso chiedere a qualche amico, se sanno dove si possono noleggiare. O a Oliver, è più appassionato di me di motori. Io non saprei aiutarti >>, le disse sconsolato.
 
 << Va bene, grazie. Altrimenti troverò qualcos’altro >>, rispose facendo spallucce.
 
 << E’ questa la macchina? >>, domandò James, aprendo la foto di una vecchia cinquecento in internet.
 
 << Proprio lei >>, confermò Xx, dando la merenda ad Amelia.
 
 << Ma sono bellissime! Ti ci vedrei proprio arrivare con questa >>, le disse tutto allegro.
 
 << Anche io, tutto sta a vedere se la trovo >>.
 
 << CI riusciremo, non temere >>, la rassicurò lui, dandole un bacio sulla fronte.
 
 << Se lo dici tu ci credo >>, rispose con slancio.
 
 << Mangiamo le pappe Amelia? Eh? Scommetto che hai tanta fame, amore di papà! >>. Le disse James entusiasta sedendola sul seggiolone.
 
 << La mamma è stata bravissima! Ha preparato tutto prima di uscire >>, continuò James, mentre preparava sul piattino la pastina: intanto Amelia sul seggiolone batteva le mani sul tavolo, aveva proprio fame!
 
 << Eccoci qui Amelia, pronti per mangiare! >>, continuò lui mettendole il bavaglino, mentre la pastina si raffreddava.
 
Quando la vide Amelia un gran sorriso le si dipinse sul volto, e iniziò a battere le mani, più felice che mai.
 
 
James arrivò alle spalle di Xx, dopo aver ripulito il disastro che Amelia aveva fatto per terra e sul tavolino del seggiolone: le accarezzò lievemente i fianchi, scivolando sotto la maglietta; la ragazza rabbrividì.
 
 << Sicura di non voler saltare la cena? >>, le bisbigliò seducente all’orecchio.
 
 << Quasi mi tagliavo un dito curando le carote. Non vorrai che la faccenda passi come se niente fosse, vero? Come se il mio povero dito non valesse niente? >>, lo punzecchiò lei, che al sentire le mani di lui a contatto con la sua pelle sobbalzò, distraendosi.
 
 << Povero ditino >>, continuò lui, prendendole la mano e posando un lieve bacio sul malcapitato dito.
 
Xx fremette: l’odore della sua pelle e il profumo dei suoi capelli la investirono come un treno in corsa… per di più le mani di lui scivolavano lentamente sulla sua pelle, tentatrici e peccaminose…
 
Sentì le dita di lui sfiorarle il collo leggere: << TI sto convincendo? >>, le bisbigliò.
 
Si girò a guardarlo, ma fu una pessima mossa: se c’era qualcosa in grado di disintegrare la sua forza di volontà erano i suoi occhi… il suo sorriso… i suoi baci… le sue carezze… un paio di cosette insomma.
 
 << Ci stai andando molto vicino… >>, dovette ammettere Xx.
 
 << D’accordo… >>, le sussurrò sensuale in risposta lui << Ma ora ho una fame da lupi! Mi hai trascinato in giro per negozi tutto il giorno! >>, sbuffò divertito, cambiando completamente il tono della voce.
 
La ragazza alzò gli occhi al cielo. Lo sapeva, sapeva che quando James faceva così c’era sotto qualcosa, ma ci cascava sempre… e come sempre non riusciva a stare arrabbiata con lui.
 
 
 
 
Molto più tardi, dopo aver messo a letto Amelia, Xx e James si trovarono a riprendere il discorso che avevano lasciato… in sospeso.
 
Non fecero neanche in tempo a entrare nella loro stanza che James le afferrò i polsi, il viso a pochi centimetri da quello di lei, e la spinse con gentilezza sopra il letto: << Sai, stasera non abbiamo ancora mangiato il dolce… >>, lo fece sensuale, sfiorandole con le labbra la guancia.
 
Solo con quella frase i piani di Xx di resistergli, di farlo patire un po', come lui aveva fatto con lei, svanirono in una nuvola di fumo: un brivido le percorse la spina dorsale quando le labbra di lui si avvicinarono al suo collo.
 
 << Sai, è troppo facile così… tu… mi… mi fai penare… s- sem… sempre >>, tentò di mormorare lei, ma la lingua di James aveva iniziato a carezzarle il collo, e la sua mano, infilatasi sotto la maglia di lei, faceva su e giù sulla sua schiena nuda, facendola sorridere.
 
 << Vuoi che smetta? >>, le domandò, per niente convinto, e baciandola invece più intensamente.
 
 << Neanche per sogno! >>, gli rispose Xx, come se fosse impazzito del tutto: la sua pelle iniziava a scottare sotto quei baci languidi e travolgenti: se fosse stata in piedi le sue gambe avrebbero ceduto subito, da quanto erano molli in quel momento.
 
James risalì lungo la camicia di lei lentamente, sfilando due bottoni dall’asola. Impiegò così tanto tempo fra l’uno e l’altro che le venne voglia si strapparsela di dosso, ma sapeva che lui lo stava facendo apposta, e resistette per miracolo.
 
Lasciò che le labbra di lui scendessero lentamente lungo il suo corpo: con baci morbidi e infuocati percorse i suoi fianchi, la sua pancia, e risalì verso i bottoni ancora allacciati. Ne afferrò uno con i denti e lo tirò, e prima di sbottonare ogni altro bottone, lasciò che la sua lingua vagasse sulla pelle di lei, infiammandola di desiderio e facendole inarcare la schiena.
 
Alzò gli occhi al cielo, impaziente, James la vide e sorrise: lasciò scorrere le dita lungo il corpo di lei: scese nell’incavo tra i seni, e ancora più giù, verso la sua pancia… e risalire poi alle braccia nude: Xx rabbrividì a quella carezza che sembrava lieve, ma era piuttosto intensa…
 
Xx all’improvviso tirò i capelli di James, obbligandolo ad alzare la testa, e lei ne approfittò per obbligarlo a tornare alle sue labbra, baciandolo con intensità, giocando con la sua lingua, mordicchiandogli le labbra…
 
La ragazza sollevò leggermente un ginocchio, strisciando la gamba contro quella di lui in una carezza lenta e suadente: sollevò il bacino spingendosi contro di lui e premendo sulla sua erezione, facendo scappare un gemito roco a entrambi…
 
Tutto ciò che Xx voleva e che riusciva a pensare era che voleva sentire il suo ragazzo addosso a lei, su di lei… dentro lei.
 
Premette il suo seno contro il petto di lui: le sue mani scorrevano tra i capelli di lui, mentre James scese sul collo di lei e le baciò la spalla: con studiata lentezza lasciò una scia di baci sul braccio fino ad arrivare alla clavicola… e ancora su, fino alla pelle sensibile del suo collo; le sfiorò con le labbra il mento, per poi catturare le sue labbra in un profondo bacio travolgente… ancora e ancora.
 
Il ragazzo appoggiò il peso sul gomito sinistro, mentre con la mano destra libera le carezzò i fianchi: Xx poteva sentire il suo respiro avvicinarsi anche con gli occhi chiusi, come poteva sentire gli occhi di lui che la guardavano, la inchiodavano con lo sguardo… uno sguardo così intenso che molte volte si sentiva spogliata da lui.
 
Sentì le labbra di lui appoggiarsi sulla sua pelle ipersensibile e scivolarci sopra, disegnando cerchi invisibili, ma che le facevano bruciare la pelle, che si scaldava al solo passaggio di lui.
 
Salì ancora sulle labbra di lei, mentre con una mano le carezzava il fianco, sempre con deliberata lentezza.
 
Sentì un brivido scenderle lungo la spina dorsale, e si morso il labbro, consapevole degli effetti che quel semplice gesto avevano su di lui: lo faceva semplicemente impazzire, e come a rispondere a questa provocazione, la afferrò e la baciò con ancora più intensità.
 
Xx respirò a fatica: afferrò i lembi della maglietta di James e gliela sfilò subito, senza indugiare oltre: voleva di più… voleva tutto. Voleva sentire lui, quel corpo a contatto con il suo, voleva sentire la sua pelle, toccarla, accarezzarla…
 
Quando i loro corpi furono così vicini da toccarsi rabbrividirono di un piacere intenso che li attraversò entrambi…
 
Le mani di James le carezzarono il seno, mentre lo liberava dell’unica barriera rimasta tra questo e il petto di lui.
Scese sui suoi seni, stringendo piano tra i suoi denti un capezzolo di lei: voleva portarla alla totale perdizione, prima di regalarle l’orgasmo…
 
Persa in questo oceano di piacere, Xx reclinò la testa indietro spontaneamente, offrendosi completamente a lui: ogni centimetro di lei gli apparteneva, e il suo seno schiacciato contro il torso nudo di lui era una prova.
 
James portò le mani dietro la sua schiena per sorreggerla, mentre lui incendiava il resto del suo corpo lasciando una scia di baci infuocati ovunque passasse… fino a quando arrivò all’orlo dei jeans.
 
Xx riaprì gli occhi: percorse con le mani i muscoli delle braccia e della schiena: sentì il corpo di lui inarcarsi a quel tocco, tutti i suoi senti all’erta: volevano di più, proprio come i suoi.
 
Fece scattare le sue mani verso l’orlo dei jeans di James, li slacciò e abbassò la zip… poi scesero a cercare, trovandolo, il sedere sodo di lui. Lo sentì respirare bruscamente, e in una frazione di secondo le mise le mai sul sedere sollevandola, portandola sopra di lui, mentre le loro labbra si scambiavano intensi baci senza mai spostarsi le une dalle altre.
 
Gli occhi di lui corsero avidi giù lungo tutto il corpo di Xx: il cuore della ragazza battè all’impazzata.
 
Cominciò a slacciarsi anche lei i bottoni dei jeans, ma James decise di cambiare di nuovo le posizioni, saltandole addosso, prendendole la mano e bloccandogliela sopra la testa, mentre con quella libera le tirò i jeans fino a toglierglieli, facendoli scorrere lungo le sue gambe con un gesto impaziente.
 
Risalì dalle caviglie alla coscia accarezzandola, poi portò una mano di nuovo dietro la sua schiena, cercando di avvicinarla a lui, mentre ancora si baciavano, ma Xx decise di ribaltare le carte in tavola e invertì le posizioni, soffermandosi ad accarezzare la sua erezione ancora rinchiusa nei boxer.
 
James soffocò a stento un gemito in un bacio: Xx sentì le sue labbra stringersi e i muscoli del corpo di lui irrigidirsi con impazienza e poi tornare a stringerla di nuovo, affondando una mano tra i capelli di lei, mentre le lingue continuavano a esplorarsi. Ma il corpo non mente mai: lui la voleva, tutto il suo corpo la cercava.
 
Xx era avvolta da una sensazione di calore che le metteva dei deliziosi brividi addosso: era il corpo del suo ragazzo a fare questo, era il suo calore a inebriarla.
 
James le mordicchiò il lobo dell’orecchio, poi, l’ultima volta morse più forte, quasi a voler sottolineare che sapeva essere anche un cattivo ragazzo, all’occorrenza…
 
 << Mi fai impazzire… Non riesco a resisterti… non ci sono mai riuscito… >>, confessò tra baci e languide carezze.
 
La pelle di lui sembrava sussurrare a quella di lei: i loro corpi erano premuti l’uno all’altro, muovendosi al ritmo dei loro baci… il tocco di James era fermo e gentile, ma pieno di passione e ardore al tempo stesso: Xx rabbrividì.
 
Guardò in giù e vide che James indossava dei boxer neri stretti: era incredibilmente erotico e sensuale con quelli.
 
James notò che sorrideva: << Ti faccio ridere? >>, scherzò.
 
 << Assolutamente no. Non ho lamentele in questo campo. Solo che… beh, sei incredibilmente sexy con questi boxer neri >>, rispose arrossendo, sentendosi una stupida: avevano fatto una figlia insieme dopotutto, aveva già visto tutto di lui… e lei sorrideva per dei boxer stretti.
 
 << Voglio sentire la tua bocca su di me… ora >>, lo provocò, avvicinandolo a sé, baciandolo con passione.
 
 << Agli ordini >>, rispose lui, inarcando un sopracciglio, chinandosi delicatamente su di lei: il sorriso caldo e lo scintillio negli occhi, guardandola con un lungo e intenso sguardo.
 
Le loro dita si sfioravano in una lenta danza sensuale e primitiva, carezzandosi, cercandosi, stringendosi… le circondò la guancia con una mano, e Xx si avvicinò alle sue labbra per baciarlo ancora una volta. Non si sarebbe mai stancata di baciarlo, il suo sapore era unico, dolce e invitante… una tentazione continua.
 
Era irresistibile, e amava il modo in cui le sue labbra la cercavano, il modo in cui intrecciava la sua lingua a quella di lei per dominarla, per rapirla, per trascinarla nel piacere…
 
Xx approfondì il bacio e gli accarezzò sensuale i fianchi: James sorrise nel bacio a quella mossa, e le portò una mano dietro la nuca per avvicinarla a sé.
 
La passione che li univa era travolgente, frizzante e spensierata: non si univano solo con il corpo, ma anche con la mente e con l’anima.
 
James le carezzò i fianchi con una lentezza esasperante, sfiorandole il collo con la lingua, mordendole piano la pelle, strappandole un sospiro: stava assaporando ogni momento, vivendolo con ogni centimetro di pelle. La sua pelle… reclamava quella del fidanzato, le sue labbra imploravano ancora un contatto…
 
Xx lo guardò con intensità negli occhi: ora basta giocare o tergiversare, voleva l’orgasmo che lui a piccoli passi la stava conducendo ad avere… ma lo voleva subito!
 
SI rotolò nel letto fino ad issarsi sopra di lui, lo guardò e con un gesto impaziente gli sfilò i boxer: non voleva aspettare più.
 
Scese a baciargli il petto, leccandoglielo piano, lasciando una scia infuocata di baci sulla pelle: lo sentiva respirare pesantemente sdraiato sul letto, mentre lei con le mani saliva carezzandogli le cosce, stringendo e rilasciando la pelle.
 
Xx si chinò sulla sua erezione, iniziando a baciarla e succhiarla piano e con calma: voleva farlo impazzire.
 
Sentiva sotto le sue mani i suoi muscoli tendersi, sentiva il suo respiro affannoso mentre con la lingua gli stuzzicava la punta e scendeva lungo l’asta… era una sensazione straordinaria vederlo così.
 
Sentì una sua mano sulla sua guancia, quasi come una carezza, poi la mano salì dietro la nuca aggrappandosi ai capelli della fidanzata: quello era un gesto tutt’altro che tenero, era un gesto selvaggio, e le piaceva da morire.
 
Xx si sentì inebriata da quel contatto, e continuò, sentendolo gemere con forza: somigliava molto a un ringhio, e questo le piacque parecchio.
 
 << Xx… ohh, non… f-fer… fermarti… ohhh >>, biascicò sconnesso, mentre la schiena si inarcava, quasi alla ricerca del piacere.
 La ragazza non si fermò, intensificando i colpi con la lingua, succhiando con forza.
 
Con la mano libera James strinse il suo braccio, lasciandole quasi il segno della stretta delle dita, come se dovesse aggrapparsi a qualcosa per non precipitare nel mare del desiderio e della lussuria in cui si trovava, come se fosse la sua àncora.
 
Esplose: un potente orgasmo si impossessò di lui, facendogli infuocare il sangue, facendolo gemere forte, facendogli tremare i muscoli, mentre con più forza stringeva Xx a lui.
 
 << No, guardami! >>, quasi gli ordinò Xx, quando stava chiudendo gli occhi sopraffatto dall’orgasmo.
 
Lui la guardò intensamente, gli occhi dilatati, il respiro affannoso: era estremamente fiero di lei.
 
 
 
Gli ci volle qualche minuto per riprendersi, e intanto Xx giocava con i suoi capelli, serena e rilassata.
 
 << Sai essere una piccola dittatrice quando vuoi >>, le sorrise, riferendosi all’episodio di poco prima.
 
 << Che esagerazione >>, borbottò in risposta, ma stava sorridendo sotto i baffi, piuttosto fiera di sé.
 
 << Vieni qui >>, le disse, tirandola piano per un braccio, baciandola con forza.
 
Si rigirò nel letto, mettendosi sopra di lei, poi la afferrò dietro la schiena, sollevandola: erano tutti e due inginocchiati sopra il letto, adesso.
 
James continuò a baciarla, spostandosi lentamente dietro di lei: Xx sentiva il suo respiro caldo sul collo…
 
All’improvviso James entrò con calma dietro di lei: Xx quasi trattenne il respiro: non se lo aspettava, ma era estremamente piacevole.
 
Continuò a piccoli colpi a entrare, a farsi strada in lei: XX sentiva, sentiva tutto… era inebriante.
 
Sentì che lui le baciava il collo, succhiando piano, tirando con i denti, scendendo sulla spalla, sulla clavicola… le mani di lui scorrevano languide sul corpo della fidanzata, una giocava con i suoi seni, mentre l’altra era scesa in giù, tra le sue gambe, a solleticarla, a farla impazzire.
 
Xx si sentiva sopraffatta: da ogni angolo del suo corpo le arrivavano scariche elettriche di piacere, ogni sua parte più intima era solleticata…
 
Xx respirava affannosamente, la schiena appoggiata al suo petto completamente inerme: non sapeva come resistere a quelle ondate di piacere che la attraversavano: riuscì solo ad aggrapparsi al sedere di James per non crollare; aveva le gambe di gelatina, non sarebbero riuscite a sorreggerla.
 
 << J- Jay… oh… oh mio… >>, rantolò: James non si fermava, continuava a tormentarla in tutti i punti più sensibili…
 
Entrò con un dito nella sua futura sposa: Xx trattenne a stento un gridolino.
 
 << Coraggio… lasciati andare… >>, le sussurrò lui all’orecchio, facendole venire i brividi lungo la spina dorsale.
 
Un’altra spinta dietro, un altro dito… e Xx venne: un orgasmo la travolse a ondate forti e intense, facendola tremare da capo a piedi, costringendola a stringere più forte il sedere sodo di lui…
 
Anche James ebbe un secondo potente orgasmo, mordicchiando il collo di Xx per impedirsi di urlare, mentre scariche di piacere lo attraversavano quasi come fitte…
 
Non ne aveva mai abbastanza di James, del suo amore, del suo tocco… e per lui era lo stesso.
 
Restarono così per un po', fin quando Xx non si sentì più stabile sulle sue gambe, e finchè il respiro non tornò regolare.
 
James la accompagnò lentamente sul materasso, stendendosi accanto a lei: la guardò, accarezzandole i capelli, e Xx capì quanto lui ci tenesse a lei dall’espressione che aveva sul viso: lo sapeva già questo, ma era bello riscoprirlo di tanto in tanto.
 
 << Wow… Jay… >>, ma non terminò la frase, non trovava le parole più giuste.
 
 << Wow… >>, le disse anche lui, poi la strinse a sé e le baciò i capelli.
 
 << Hai sonno? >>, le chiese.
 
 << Un po'… >>, rispose, soffocando uno sbadiglio.
 
 << Dormi >>, continuò sorridendo del tentativo di insabbiare quello sbadiglio.
 
 << Mi sembra sempre tempo sprecato quando ci sei tu >>, rispose lei.
 
 << Sarò sempre qui quando ti sveglierai >>, le disse lui con dolcezza.
 
 << Evviva >>, lo prese un po' in giro lei: non poteva farne a meno.
 
 << Ehi! >>, protestò, fingendo di alzarsi dal letto.
 
 << Fermo qui! Sai che non dormo bene quando non ci sei… >>, confessò lei, anche se in verità lui già lo sapeva.
 
 << Lo so, nemmeno io >>, sorrise.
 
James non durò molto di più: l’organizzazione del matrimonio lo aveva sfinito, molte altre giornate ancora lo aspettavano come quella.
Crollò in un sonno tranquillo, consapevole del respiro di Xx contro il suo collo: sentiva le braccia di lei attorno al suo corpo, percepiva quasi il battito del suo cuore. Lei era lì e non se ne sarebbe mai andata via, mai.
 
Si addormentò sorridendo con questa consapevolezza: la prima cosa che avrebbe visto l‘indomani al suo risveglio sarebbero stati i suoi occhi… e questo per tutta la vita.

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Capitolo 33
*** Crash ***


<< Mom? Che dici? Oliver? >>, domandò James, guardandosi allo specchio
 
 << Jay, stai benone con questo! >>, approvò Oliver: erano andati a scegliere l’abito da sposo di James, e in quanto testimone e fratello, era andato insieme a lui.
 
 << Amelia? Come sta papà? >>, domandò alla sua nipotina.
 
 << Stai benissimo amore, questo blu scuro è adatto a te, e non è il solito nero >>, sorrise la mamma di lui un po' emozionata, ma d’altra parte ci era passata già con Oliver.
 
Amelia sorrise battendo le mani, emettendo un suono che lui interpretò per un sì.
 
 << Non era meglio l’altro? Quello nero. Devo essere perfetto per Xx >>, domandò rigirandosi, ma doveva ammettere che lo aveva colpito subito, e che quando lo aveva indossato si era sentito subito a suo agio, quasi come una seconda pelle.
 
 << Saresti perfetto anche con un sacco di juta, Xx ti sposerebbe anche in quel caso. Ma sul serio, tra gli otto che hai provato questo è il migliore >>, gli disse Oliver, mentre correva dietro ad Amelia, che stava gattonando in giro per il negozio.
 
 << In effetti è il mio preferito… >>, parlò tra sé James.
 
 
 
 
 
Nel frattempo, Xx da tutt’altra parte della città, stava guardando la sua immagine allo specchio che la rifletteva vestita nel suo abito da sposa bianco: era perfetto.
 
La ragazza si stava tamponando gli occhi lucidi, mentre la commessa lo sistemava.
 
 << Katy… è lui, lo sento >>, disse con voce tremula, asciugandosi gli occhi con le dita delle mani.
 
 << Dopo aver passato tre negozi, e una infinità di abiti… eccolo. Che ne dici? >>, si voltò verso la cognata e amica, che rispose con un sorriso radioso.
 
 << Dico che ti sta d’incanto. Dico che emani luce con questo vestito. Sembra fatto apposta per te… dico che è l’abito giusto >>, le sorrise, porgendole un fazzoletto.
 
Xx si guardò ancora allo specchio: era radiosa.
 
 << James impazzirà quando ti vedrà >>, aggiunse Katy, sorridendole complice.
 
 << Dici? >>, le domandò senza fiato.
 
 << Non dico solo. Ci scommetto pure >>, affermò convinta.
 
 
 
 
 
 << Jay, come va con Simone? >>, bisbigliò il fratello: la loro madre non conosceva tutta la storia.
 
 << Credo meglio. Non si fa più sentire né vedere… per fortuna aggiungo. Xx ormai aveva la fobia di uscire di casa e trovarsela davanti. Stava diventando un tormento. Ma forse si è resa conto che non avrebbe mai avuto quello che sperava… non lo so. In ogni caso sono molto più contento e sereno ora >>, gli rispose.
 
 << Si, ma sta attento. Ci ha dimostrato di essere capace di qualsiasi cosa. Occhi aperti >>, consigliò Oliver.
 
 << Tranquillo, starò all’erta. Ma niente e nessuno potrà impedirmi di sposare Xx a maggio >>.
 
 
 
 
 
 << Grazie della consulenza Katy. La settimana prossima quando ci vediamo andremo a caccia del tuo abito da damigella, ok? >>, la salutò, quando stavano per uscire dal negozio.
 
 << Di nulla, sono molto felice di aiutarti, e anche per il ruolo di damigella. Ma sai, non so qui la pancia come crescerà, quindi magari aspettiamo un po' per il vestito… >>, rispose, toccandosi la pancia con amore.
 
Anche Xx la carezzò: << Ciao bella di zia, non vedo proprio l’ora di vederti! >>, disse alla pacia della cognata.
 
 << Per il vestito come preferisci. Se vuoi andiamo a dare un’occhiata e basta, poi per la taglia vediamo più avanti. Così ci facciamo anche un pomeriggio tra ragazze, chiedo anche alle altre mie amiche damigelle… e mi porto Amelia, così vediamo un vestitino anche per lei. Oggi è andata con James, Oliver e Susan a scegliere il vestito per lui… mi sono quasi commossa, devo essere onesta >>, le raccontò Xx.
 
 << Immagino! Come te lo immagini? >>, le domandò Katy.
 
 << Mm… non saprei. Non credo sceglierà di vestirsi in bianco però. Mi ha già detto che non mi dirà niente, dato che io non gli dico del mio. Quindi cerca di indagare con Oliver… >>, aggiunse con fare cospiratorio.
 
 << Contaci. Credo che anche lui oggi dovesse prendere il vestito da testimone… dopo glielo chiedo. Oh, ma guarda, sta diluviando! >>, fece Katy: da dentro il negozio non sei erano accorte di nulla.
 
 << E senti che tuoni. Sta arrivando un mega temporale. Non ci voleva proprio, uffa! Io sono con la vespa, e tra poco devo trovarmi con James e Amelia al negozio per scegliere le fedi! Abbiamo appuntamento… Ci arriverò completamente lavata >>, sbuffò Xx.
 
 << Non ti conviene prendere un taxi? Lasci qui la vespa e torni a prenderla dopo o domani >>, suggerì la cognata.
 
 << Mmm… Non so… non ho moltissima strada da fare, e mi scocca lasciarla qui. Oh, ma ho il K-way! Me ne ero scordata! Con questo arrivo meno fradicia, e nel frattempo speriamo smetta >>, fece all’improvviso la futura sposa.
 
 << Sei sicura? Non è pericoloso con questo tempo? >>, Katy non era affatto convinta.
 
 << Non temere, sono andata via anche con tempo peggiore in vespa. Andrò piano. E poi stasera cenetta romantica a casa con Jay per S. Valentino. Tu e Oliver che fate? >>, domandò curiosa Xx, anche per distrarla: la vedeva preoccupata, ma sul serio, lei non aveva preoccupazioni nell’andare in vespa con quel tempo… a parte la lavata quasi assicurata.
 
 << Andiamo a cena fuori, ha prenotato lui, ha detto che è una sorpresa >>, sorrise Katy.
 
 << Mi devi raccontare allora! Oh, è Jay… pronto? >>, rispose al telefono.
 
 << Ehi, ciao. Hai trovato il tuo vestito? >>, le domandò curioso al telefono.
 
 << Si, e sono assolutamente orgogliosa e soddisfatta. Tu? >>, Xx non stava nella pelle.
 
 << Anche io… ma la mia bocca rimarrà sigillata su questo >>, le disse subito, facendola sorridere.
 
 << Non posso neanche provare a scucirtela? Ho qualche idea… >>, fece maliziosa, e fu il turno di James di sorridere.
 
 << A malincuore devo dire di no, ma se vuoi possiamo mettere in campo le tue idee comunque >>, continuò lui.
 
 << … magari stasera… >>, fece lei, la voce diventata involontariamente roca, mentre le guance arrossivano.
 
 << Vedremo… >>, lasciò in sospeso lui, che già si pregustava la sua serata con la futura sposa.
 
 << Tornando al presente: vuoi che passo a prenderti? Con questo temporale non so se è il caso che vai con la vespa… >>, le disse preoccupato.
 
 << No amore. Tu dovresti attraversare la città, e non arriveremo mai in tempo così. Io sono più vicina da qui. Ho il K-way… e andrò piano, promesso >>, rispose sicura.
 
 << Non sono tanto d’accordo, ma so quanto sei testarda... ma stai attenta! Ok? Io sono ancora al negozio, tra un po' la sarta mi prende le misure, c’è un po' di gente prima di me… Ci vediamo tra poco amore. Ti amo… buon San Valentino… di nuovo >>, le disse al telefono.
 
 << Starò attenta… non ti liberai di me prima del matrimonio! >>, lo prese in giro lei.
 
 << Amelia, saluta la mamma al telefono >>, fece James, mettendole il telefono vicino all’orecchio, mentre ridacchiava per la battuta di lei.
 
 << Ciao tesoro! Ci vediamo tra poco! Mamma ti vuole tanto bene… >>, fece alla figlia, che fece dei versi come quasi a risponderle.
 
 << Ciao Jay, ti amo… buon San Valentino. CI vediamo tra poco >>, continuò XX, dandogli un bacio via telefono.
 
 << Katy è meglio che vada. Hai chiamato il taxi tu? >>, le domandò: non voleva lasciarla da sola sotto la pioggia.
 
 << Si… eccolo qui. CI vediamo la prossima settimana per il vestito allora. Buona serata… e occhio alla scelta delle fedi! Poi sono per sempre >>, le sorrise, salendo e abbassando il finestrino.
 
 << Non vedo l’ora! Ci sentiamo, buona serata anche a voi! Ciao Katy, grazie di tutto! >>, la salutò sorridente, poi si infilò il casco e il k-way.
 
Katy la guardò dal finestrino mentre si allontanava con il taxi: era molto legata alla sua futura cognata, e vederla così radiosa e felice al pensiero del matrimonio la metteva sempre di buon’umore.
 
 
Xx si ritrovò imbottigliata nel traffico. Anche con la vespa. Quindi la situazione era davvero critica: di solito con la vespa non aveva questi problemi di imbottigliamento.
 
Guardò l’ora: non aveva molta strada da fare, ma a quel ritmo sarebbe arrivata dal gioielliere molto in ritardo… così decise di fare un’altra strada: era un po' più lunga, ma semideserta, quindi poteva andare un po' più veloce e non fermarsi ogni minuto.
 
Uscì alla prima laterale utile, notando sa subito la differenza: era molto più scorrevole! James l’aveva fatta ambientare bene in quella città, e ora si muoveva come se avesse sempre vissuto lì, imparando a conoscere tutte le strade e a orientarsi.
 
Si guardò attorno: si, ci avrebbe messo di meno… ma la strada era piuttosto sconnessa e piena di buche, e intorno era quasi aperta campagna, con poche macchine che si vedevano. Era incredibile come cinque minuti di strada potessero portarti dalla città con tutti i suoi palazzi e il traffico a quel posto.
 
Continuò per quella strada per alcuni minuti: stava piovendo a diretto, il cielo era nero quasi fosse notte, illuminato solo dai tuoni e dai fulmini che scaricavano tutta la loro forza.
 
Dalla parte opposta alla sua stava arrivando un’auto: correva piuttosto forte per quel tempo, e i fari alti la accecarono per un istante: ma non sapeva il guidatore che i fari alti non si potevano usare?!
 
Poi, all’improvviso, sentì come uno spostamento d’aria dietro di sé: c’era un camion rimorchio con i fari alti dietro di lei, lo vedeva dallo specchietto della sua vespa.
 
 << Ma che diavolo… >>, sussurrò tra sé. Lo vide accostarsi a lei aumentando la velocità, ma non la superò: si fece sempre più vicino, sempre più addosso a lei…
 
…..
…..
…..
…..
…..
 
Un boato. Un fracasso terribile, come un botto. Il camion continuò la sua corsa tranquillo, come se nulla fosse successo, neanche scalfito… poi il silenzio, solo il rumore assordante dell’acqua che ancora cadeva copiosa.
 
 
Alcuni minuti dopo una macchina accostò: scese una ragazza che andò a controllare subito.
 
Si chinò su quella ragazza riversa a terra: sembrava facesse fatica a respirare, la faccia nel fango, tutta insaccata in un fossato.
 
Si avvicinò cauta: << Ciao Xx. Vedo che sei riuscita ad avere la forza per toglierti il casco. Forse ti sentivi soffocare? Ecco, questa è la fine che meriti. Sola, nel fango. Potrebbe non passare nessuno per un bel po' di tempo… e con un po' di fortuna tu per allora sarai morta. Oh, guarda >>, Simone si inginocchiò su Xx e le strappò l’anello di fidanzamento dal dito senza troppe cerimonie, infilandoselo al dito e rimirandolo: << E’ un gran bell’anello. Grazie di avermelo dato così gentilmente >>, continuò con una gioia perversa nella voce.
 
 << Non temere. Mi prenderò cura di James e di Amelia. Certo, soffriranno un po' all’inizio… o forse Amelia no. Dopotutto è piccola, potrebbe non ricordarsi mai di te. Fa niente, conoscerà solo me come madre >>, continuò come se nulla fosse, sempre con una vena di gioia nella voce.
 
 << Guarda un po' chi arriva. Ottimo lavoro, ti sei sbarazzato del camion rimorchio? >>, domandò all’uomo che le aveva raggiunte.
 
 << Certo, come nel nostro piano. Guarda qui la piccola bastarda. Come ci si sente, eh, a essere a terra? Soli? >>, domandò con rabbia, pendendola per i capelli e scuotendole la testa con forza, facendole ricadere la faccia sul fango
 
 << Tu sei un dottore, secondo te come sta messa? >>, domandò Simone con naturalezza, come se parlare di lei e delle sue condizioni senza chiamare i soccorsi fosse del tutto normale.
 
 << Non bene. Non riesce neanche a muoversi, respira a malapena. È stato un bell’impatto >>, rispose gongolante.
 
 << Non ti ho mai chiesto perché lo fai, in tutte queste volte in cui ci siamo incontrati a pianificare >>, buttò lì curiosa.
 
 << Malinteso. Vedi, due capodanni fa eravamo a una festa. Io ero strafatto, lei già stava con quel James, era incinta, ma non lo sapevo. Ho provato ad aggredirla nel bagno delle donne. È intervenuto James, il fratello di lui. Il giorno dopo sono venuti all’ospedale dove lavoravo… mi hanno riconosciuto e sporto denuncia. Sono stato licenziato in tronco, ora lavoro in un ospedale che non è il massimo, ma è l’unico che mi ha preso, e solo perché ho un aggancio dentro. Ma nessuno li vuole avere a che fare con me, ho la fedina sporca… e tutto per colpa sua! Mi ha rovinato la vita! >>, le urlò contro, tirandole un calcio sul fianco, schiacciandole la testa un po' di più nel fango.
 
Intanto Simone, senza che lui se ne accorgesse, riprendeva tutto… non si sa mai, sempre meglio avere le spalle coperte, e poi sarebbe stato divertente riguardarlo.
 
 << Però… sia, quella sera non l’ho scopata, alla fine. Ed è stata il mio chiodo fisso per un bel po' >>, aggiunse.
 
 << Lei? Non mi sembra tutta questa gran bellezza >>, commentò sprezzante.
 
 << Sei impazzita? Lascia stare, ha il suo perché. Ho pensato molto a lei. Credi che potrei… ? Così chiudo per sempre con quella storia >>, fece un gesto eloquente.
 
 << Accomodati >>, rispose annoiata, sempre rimirandosi l’anello che non smetteva di brillare.
 
Il dottor Green si avvicinò di nuovo con cautela, già pregustando il momento che stava per arrivare.
 
 << Sono già eccitato! >>, raccontò, slacciandosi i pantaloni.
 
 << Evviva >>, commentò annoiata Simone. << Vi devo lasciare un po' di privacy? >>, domandò ironica.
 
 << Come ti pare, non mi imbarazzo >>, rispose mentre le slacciava i pantaloni a fatica: erano appiccicati alla pelle.
 
 << Finalmente seri mia! >>, fece maligno, entrando di forza dietro lei: l’apertura era stretta.
 
 << Ooh… Siii… è valsa la pena aspettare >>, disse, la voce roca di desiderio, spingendo ancora, con forza.
 
Non ragionava più: le morse il sedere con forza, infilando un dito tra le gambe di lei.
 
 << Vai così… ohh.. >>, gemette lui in preda a macabri istinti.
 
 La girò: ora aveva le gambe spalancate davanti a lui. Si leccò le labbra, prima di entrare con forza e ruvidità dentro di lei, anche se sentiva che il passaggio era stretto.
 
 << Che c’è piccola? Quel James non ti ha usata abbastanza che sei così stretta e rigida? >>, guaì, una risata quasi come un latrato gli uscì dalla bocca.
 
Ancora qualche spinta e raggiunse l’orgasmo dentro di lei, mentre la graffiava con le sue unghie sudice…
 
La rivestì alla buona e si ricompose: poi la rigirò di nuovo faccia a terra e raggiunse Simone.
 
 << Ora sto molto meglio >>.
 
 << Contento tu. Dobbiamo andarcene, ancora non è passato nessuno, ma potrebbe arrivare qualcuno >>, ordinò sbrigativa.
 
 << Certo. Addio Xx >>, il dottor Green fece un cenno con il capo a una Xx ancora immobile e incosciente.
 
 << Addio Xx. >>, salutò allegra Simone, prima di salire in macchina con il dottore.
 
 << Anzi, aspetta un secondo >>, fece la ragazza, e si avvicinò al corpo esanime di Xx con una spranga di ferro, colpendola più volte alla testa, sulla schiena, sulle braccia, sulle gambe, sui fianchi… colpiva con una forza selvaggia, con rabbia.
 
La ripulì dal sangue e dal fango, mettendola al sicuro nel suo bagagliaio, poi tornò da Xx con un accendino in mano: si avvicinò a lei con la fiamma qui e lì, ridendo sguaiatamente come una pazza, ma con la pioggia le risultava difficile, e decise che non le importava più di tanto sfregiarla con delle cicatrici… tanto probabilmente sarebbe morta, quindi tornò alla macchina, piuttosto soddisfatta ed euforica.

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Capitolo 34
*** Baratro ***


 << Dove andate tu e Katy a cena? >>, domandò James, mentre legava Amelia al seggiolino: la loro mamma era appena andata via, dando un bacio commossa a ciascuno dei suoi figli e alla sua nipotina.
 
 << Andiamo nel nostro ristorante preferito. È il nostro ultimo San Valentino in due, quindi ho pensato di sfruttare la serata al massimo. Conosco il proprietario, ci siamo andati diverse volte. Gli ho chiesto se poteva preparare un menù dedicato, con i nostri piatti preferiti. Ha accettato >>, rispose Oliver, salutando tutto allegro la sua nipotina. << Voi? >>, gli chiese.
 
 << Oh, che romanticone >>, lo prese in giro James: dopotutto lui faceva di continuo un sacco di commenti allusivi a lui e Xx… per una volta poteva sopportare: Oliver arrossì appena in zona orecchie.
 
 << Anche noi a cena con i nostri piatti preferiti, ma a casa. Amelia mangia presto, e di solito crolla poco dopo. A momento è difficile uscire a cena con lei, ma confidiamo che pian piano riuscirà a non dormire subito. Ma sai… va bene così. Siamo felicissimi, e non cambieremmo una virgola della nostra vita >>, gli disse James.
 
 << Lo so. Lo vedo… e anche io non vedo l’ora di conoscere la mia bella bambina >>, continuò Oliver emozionato.
 
 << Vedrai che questi ultimi mesi voleranno, e in men che non si dica ti ritroverai con un fagottino tra le mani. E in quell’istante giurerai a te stesso e a Katy che niente al mondo la ferirà. Che la proteggerai da tutto e tutti a qualsiasi costo >>, fece James, ricordando la nascita di Amelia.
 
 << Sai… è la cosa più bella e spaventosa contemporaneamente che io abbia mai provato >>, confidò Oliver.
 
 << Ti capisco. Ero terrorizzato ed euforico allo stesso tempo. Ma vedrai, all’inizio ti sembrerà tutto strano, ti sembrerà di farle male solo a guardarla, avrai paura di farle male, di sbagliare tutto. Poi, più passeranno i mesi e più prenderai confidenza con lei e sicurezza in te stesso. E alla fine non potrai più stare senza tua figlia. Credimi, non potrai avere mai niente di tuo come lei e Katy >>, gli disse James, guardando la figlia che aveva sorriso.
 
Oliver si schiarì la voce: si era emozionato.
 
 << Grazie. Mi fido di te… >>, rispose.
 
 << Guarda te, il fratellino piccolo che dà consigli al più grande >>, disse poi, forse per smorzare l’emozione.
 
 << Ha- ha. Ora devo proprio andare, o farò tardi. Ci vediamo, buona serata con Katy >>, lo salutò salendo in macchina.
 
 << Certo, ci sentiamo domani. Buona serata anche a voi. Ciao Amelia >>, la salutò dal finestrino, poi fece una corsa in auto.
 
 << Bene, Amelia, adesso andiamo a scegliere gli anelli che mamma e papà porteranno per sempre. Guarda che ci devi consigliare bene >>, disse alla figlia partendo.
 
 << Dadada >>, Amelia sorrise battendo le mani. Anche James sorrise, piuttosto fiero e orgoglioso, dando una rapida occhiata allo specchietto retrovisore dell’auto.
 
 
 
 
 
 << Sai che c’è? Forse non sono ancora soddisfatto. Forse un altro giretto glielo darei a questa >>, fece il dottor Green, quando Simone ebbe finito con la spranga: senza farsi vedere, anche lui aveva ripreso quella pazza di Simone… una specie di assicurazione.
 
 << Che intendi? >>, domandò indifferente rimettendo la spranga al suo posto e avvicinandosi a lui.
 
 << Che potrei farmi un altro giretto. Dopotutto due anni di ossessione e di desiderio non si appagano in così poco >>, fece, avvicinandosi di nuovo.
 
 << Non rischi di lasciare tracce? >>, domandò lei, guardandosi intorno per essere sicura che non ci fosse nessuno.
 
 << No. L’acqua e il fango laveranno via tutto >>, le rispose soprappensiero.
 
 << Ne sei sicuro? Non voglio rischiare per una scopata con una mezza morta >>, gli rispose maligna.
 
 << Sono sicuro. E ora… a noi due, piccola >>, fece con un luccichio negli occhi da psicopatico, avvicinandosi di nuovo.
 
La rigirò con un calcio sullo stomaco: la poveretta respirava appena, gli occhi rovesciati indietro.
 
Le bloccò le braccia sopra la testa – come se avesse potuto comunque usarle per difendersi -.
 
 << Allora? Eh? Non ti dimeni oggi, vero? Non mi respingi lottando?! Come cambiano le cose in due anni! >>, rise delle sue stesse parole. Le diede un paio di schiaffi, giusto per vendicarsi delle botte che James gli aveva dato quella sera.
 
 << Oggi non viene il tuo fidanzatino a salvarti? >>, la prese in giro.
 
Le morse il labbro, tirandolo con forza, facendolo sanguinare un po'.
 
Affondò le sue luride mani sui fianchi della ragazza, ma era troppo vestita per i suoi gusti: le aprì il giaccone, strappandole la camicia e il maglione leggero che portava.
 
 << Molto meglio >>, fece, toccandole i seni, i fianchi… non gli importava che piovesse a dirotto, niente avrebbe potuto rovinargli quel momento.
 
Le slacciò i pantaloni, abbassandoglieli fino alle caviglie.
 
Entrò con brutalità, con forza: sembrava una bestia. Spinse una, due, tre, quattro volte… il corpo inerme sotto di lui.
 
Si abbassò per leccarle il collo e morderle il seno scoperto, ancora, ancora…
 
Le infilò, senza nessun riguardo, tre dita nell’apertura posteriore, allargandola, e prendendo un bastoncino lì accanto…
 
 << Ohh… si… molto bene… >>, blaterò tra sé, e intanto Simone alzava gli occhi al cielo e scuoteva la testa.
 
 
 
 
 
Nel frattempo, James era arrivato dal gioielliere: scese dall’auto prendendo un ombrello, mettendosi la fascia per Amelia attorno al petto per non aprire e bagnare il passeggino, così sarebbero stati entrambi coperti dall’ombrello.
 
 << Eccoci qui Amelia, siamo arrivati dal gioielliere. Mamma deve ancora arrivare, la sua vespa non c’è. Noi intanto la aspettiamo dentro, fa piuttosto freddo fuori per essere febbraio. E nel frattempo potremmo scegliere un regalo per mamma per stasera. Sei d’accordo? >>, le domandò infilandola nella fascia al suo petto: la coprì con il suo giaccone, aprì l’ombrello ed entrò.
 
 << Mamama >>, fece Amelia.
 
 << Si, andiamo ad aspettare mamma. Vedrai, sarà qui tra poco >>, le sorrise.
 
 
 
 << Buonasera >>, fece un commesso, accogliendolo.
 
 << Buonasera. I’m James Phelps. Ho appuntamento con la mia fidanzata per le fedi >>, si presentò stringendogli la mano.
 
 << Ok. Intanto vuole accomodarsi e vederne qualche modello? >>, domandò il commesso.
 
 << Oh, Si… volentieri. Xx dovrebbe essere qui tra poco >>, fece James, seguendo l’uomo.
 
 
 
 
 
 << Xx? Dove sei? Ormai è più di un’ora che ti aspetto. Sono preoccupato… sei rimasta in mezzo al traffico? Stai bene?... Ascolta, qui stanno per chiudere…  prenderemo un altro appuntamento, va bene? Ti aspetto a casa con Amelia >>: James le mandò un messaggio vocale, dopo averle lasciato un messaggio in segreteria e aver provato a chiamarla invano diverse volte.
 
 << Vi chiedo scusa. Davvero… deve aver avuto un contrattempo importante per non avermi avvisato. VI richiamiamo senza dubbio per fissare un nuovo appuntamento >>, si scusò James dispiaciuto.
 
 << Va bene, nessun problema. Magari è rimasta bloccata nel traffico >>, gli rispose il commesso.
 
 << Si… prendo gli orecchini, comunque. TI piacciono Amelia? Per la mamma >>, fece James mostrandole la scatola. Sua figlia gli sorrise, e lo prese come un sì.
 
 << D’accordo, glieli impacchetto >>, sorrise il commesso.
 
 << Thanks >>, rispose.
 
 
 
 
 
 << Oliver? I’m James. Sorry… scusa se ti disturbo a San Valentino. Sei già a casa? >>, domandò James più tardi, dopo cena, al fratello… la voce tremula.
 
 << Jay. Stiamo rientrando adesso. Tutto ok? >>, gli domandò.
 
 << No… per niente. >>, rispose, tentando di trattenere la preoccupazione che cresceva.
 
 << Dimmi tutto >>, lo invitò Oliver togliendosi la giacca, passandosi il telefono da una mano all’altra per sfilare le maniche: era abbastanza infreddolito, non aveva smesso per un secondo di piovere, e la temperatura si era abbassata di qualche grado: il termometro all’angolo della farmacia segnava due gradi sotto lo zero.
 
 << Ah… no, lascia stare. Magari sono solo paranoie. Senti, davvero, scusa se ti ho disturbato. Salutami Katy >>, e mise giù il telefono, senza lasciare il tempo a Oliver di dire qualcosa.
 
 
 
James preparò la pappa per Amelia lanciando occhiate continue al telefono, nella speranza che arrivasse una chiamata da parte della sua ragazza.
 
 << Ecco qua Amelia. Forza, mangia. Dopo papà ti fa il bagnetto e ti addormenta >>, le fece un sorriso un po' tirato, cercando di essere ottimista.
 
 << Non ti piace? >>, le domandò: Amelia continuava ad agitarsi e a piagnucolare… e sembrava non volesse quasi mangiare.
 
Ne assaggiò una puntina, e fece all’istante una smorfia: << Scusami piccolina, non è tra le migliori pappe che sia riuscita al tuo papà. Adesso vediamo se per caso mamma ti aveva lasciato qualcosa di pronto… >>, stava dicendo, aprendo il frigorifero.
 
 
 
 “ Xx… dove diavolo sei finita? Forse… forse hai cambiato idea? Troppo pressione, troppo lavoro per il matrimonio? Forse… forse ti sei stancata di noi? “, erano solo alcuni dei pensieri che affollavano la mente del ragazzo.
 
 “ No… no, impossibile. Non avresti piantato in asso così Amelia… e neanche me, almeno credo. Io lo sento che mi ami… che ci ami. Ma forse… forse dovevi evadere dalla tua routine? No, mi avresti avvisato… non lo avresti fatto quando dovevamo scegliere le fedi almeno… me ne avresti parlato… “, continuò a pensare tra sé.
 
Prese di nuovo il cellulare in mano, e la chiamò ancora.
 
 << Si, ecco… bravissima… così… >>, sentì una voce maschile all’altro capo del telefono: un frastuono di sottofondo, ma sentì chiaramente la voce di un uomo; evidentemente aveva risposto per sbaglio: gli cadde il cucchiaino di mano.
 
 << Pronto?! Pronto?!? XX! Chi parla?! >>, quasi urlò al telefono.
 
 
 
Cadde la linea: << Maledizione! >>, imprecò.
 
 << Scusa tesoro, se ti ho spaventata… >>, fece ad Amelia, che aveva la faccia di una bambina che stava per scoppiare a piangere.
 
Provò a richiamare, ma invano.
 
 “ No… Jay… no. Non può essere. Ci sei già passato con Oliver e Xx e hai fatto un disastro. Non puoi saltare subito alle conclusioni anche… anche se era abbastanza inequivocabile. Ma no… io mi fido di Xx… “, si disse tra sé.
 
 “ Eppure… “, si insinuò una vocina maligna nella sua testa.
 
 
 
 
 
 << Oliver, che hai? Sei preoccupato? >>, domandò Katy al marito, posandogli una testa sulla spalla.
 
 << No… non ti preoccupare >>, le sorrise carezzandole la coscia, ma evidentemente in modo poco convincente.
 
 << Ora sì che sono preoccupata. Che succede? Sai che puoi dirmi tutto… >>, insistette con delicatezza.
 
 << E’ che… >>, cominciò, fermandosi subito: Katy aspettò che continuasse.
 
 << E’ che… Jay. Prima, quando stavamo rientrando, ha chiamato… l’ho sentito strano. Non mi ha detto praticamente niente, ma sembrava preoccupato… >>, si spiegò.
 
 << E cosa aspetti a chiamarlo? >>, gli domandò Katy.
 
 << Non volevo rovinare il nostro San Valentino >>, le spiegò, facendo una carezza alla pancia di Katy: la loro bambina aveva appena scalciato.
 
 << It’s incredible >>, commentò sorridendo.
 
 << True. La nostra piccoletta si fa sentire >>, confermò la donna, avvicinandosi a dare un bacio al marito… riuscendo a distrarlo momentaneamente dal pensiero per il fratello.
 
 << Ora chiama James. O non ti godresti la serata in ogni caso perché sei preoccupato per lui >>, gli disse a tradimento la moglie, alzandosi per andare al bagno.
 
Oliver alzò gli occhi al cielo, prese il telefono e chiamò il fratello: << Xx?? >>, gli rispose dall’altra parte James.
 
 << No Jim. I’m Oliver. It’s… ok? >>, domandò.
 
 << Hi Oliver. Sorry… credevo fosse… >>, rispose demoralizzato.
 
 << Xx. Ma non siete insieme scusa? >>, gli domandò un po' in ansia.
 
 << … no. Non è mai arrivata dal gioielliere… e non risponde alle chiamate o ai messaggi >>, ammise.
 
 << What?!? E lo dici solo ora?? Jay, sono passate ore! >>, sbottò Oliver.
 
 << Lo so. Per cosa credi che sia preoccupato? >>, rispose secco James.
 
 << Scusa, non volevo >>, aggiunse subito.
 
 << Ok. Io e Katy arriviamo subito da voi >>, fece Oliver già scattato in piedi.
 
 << E la vostra serata? Non voglio rovinarvi i piani >>, disse mogio, anche se in realtà la presenza del fratello gli sarebbe stata di grande conforto.
 
 << Katy capirà. È qui, te la passo >>, gli rispose passandogli il telefono e infilandosi i primi pantaloni e la prima maglietta che trovò.
 
 << Jay… ciao. Dimmi, avete bisogno che vi teniamo Amelia per una notte di una notte di sesso bollente tu e Xx? A proposito, è bellissima nell’abito da sposa che ha scelto, ma non posso spoilerare. Vedrai però, quando quel giorno camminerà verso di te… rimarrai senza fiato >>, gli disse al telefono, non avendo idea di cosa stessero parlando.
 
A James scese una lacrima silenziosa: << Non vedo l’ora che arrivi quel giorno... Mi piacerebbe tanto chiedervi di farle da baby-sitter per passare una notte selvaggia con lei… ma… Xx è… è scomparsa. Senti, mi dispiace rovinarvi la serata, davvero, non avrei dovuto… >>, James tirò su con il naso sperando di non essere stato sentito.
 
 << Jay arriviamo subito. Mi spiace per… per la mia uscita infelice, non avevo idea… >>, balbettò Katy imbarazzata.
 
 << Non fa niente >>, sussurrò in risposta lui.
 
 << Arriviamo subito Jim >>, gli disse prima di staccare il telefono.
 
 
 
 
Nel frattempo, James aveva cambiato Amelia e le aveva fatto il bagnetto: << Così quando arrivano gli zii sei pulita e profumata >>, le aveva spiegato, un sorriso tirato sul viso.
 
Non riusciva a togliersi dalla testa la voce di quell’uomo… ed era sicuro di quello che stesse facendo.
 
La domanda era… con la sua Xx? Una vocina maligna gli diceva di sì… ma in verità il suo cuore dava una risposta diversa. CI potevano essere varie spiegazioni per quello che aveva sentito… solo che non gliene veniva in mente nessuna.
 
E Xx non aveva mai chiamato. O risposto ai messaggi.
 
 << Dadada >>, intanto faceva Amelia, prendendosi i piedini e giocando.
 
 << Papà è un po' distratto stasera… sorry princess >>, disse a sua figlia, mettendole il pannolino pulito e mettendole il pigiamino: l’unica cosa che lo aveva calmato un po' era sentire il profumo naturale di Amelia; era un giusto mix tra il suo e quello di Xx.
Scosse la testa, sorridendo al pensiero che stesse sniffando la pelle di sua figlia, ma Amelia pensava che il papà volesse giocare con lei, perché ogni volta che si avvicinava con il naso lei rideva.
 
 
 
 << Sono arrivati gli zii Amelia >>, fece James andando ad aprire la porta a Oliver e Katy.
 
 << Brr… Si gela fuori, neanche fossimo a dicembre >>, fece Oliver entrando, seguito da Katy.
 
 << Ciao principessa! >>, salutò Oliver prendendo in braccio la sua nipotina: James non aveva la forza per dire alcunchè, così si sedette sul divano, a fissare il temporale e l’acqua che scendeva copiosa.
 
 << Jay… cosa è successo? L’ho vista questo pomeriggio, ed era entusiasta, per l’abito, perché dovevate scegliere le fedi… >>, cominciò Katy, che non riusciva a spiegarsi come fosse possibile che Xx era sparita nel nulla.
 
 << Non… non lo so Katy. Io l’ho vista oggi quando abbiamo pranzato insieme, poi lei è partita per il suo abito, e io sono partito alla ricerca del mio con Amelia. Mi… mi sembrava felice… di buon umore… poi l’ho chiamata sul tardo pomeriggio per chiederle, dato il tempo, se voleva che andassi a prenderla, visto che era in vespa… mi ha… mi ha detto di non preoccuparmi, che sarebbe arrivata in vespa… e che mi ama, poi ha messo giù il telefono. Io sono arrivato dal gioielliere con Amelia, abbiamo aspettato quasi due ore… ma non è mai arrivata. Ho provato a chiamarla, mandarle messaggi, lasciarle messaggi in segreteria… ma non ho ricevuto nessuna risposta. E… non è da lei, sono molto preoccupato… >>, raccontò James, fissando una piastrella del pavimento: vedere l’apprensione negli occhi di Oliver e Katy gli avrebbe dato il colpo di grazia.
 
Oliver e Katy non sapevano cosa dirgli per consolarlo… o per alleggerire le sue preoccupazioni.
 
 << Sono… sono sicuro che c’è una spiegazione… >>, tentò Oliver, ma non sapeva che altro aggiungere.
 
 << Si. Anche io. Prima… prima l’ho richiamata per la centesima volta, e credo che abbia risposto per sbaglio. C’era… c’era un uomo con lei. Stavano… he sentito bene, non posso sbagliarmi, e loro due… sembrava che stessero facendo… >>, non riusciva neanche a dirlo, da quanto quell’immagine che si era formata nella sua testa gli provocava fitte di dolore al cuore.
 
 << Sesso >>, aggiunse alla fine, sputando l’ultima parola.
 
 << No. Jim, non ci posso credere neanche per un secondo >>, fece subito Katy.
 
 << E’ quello che ho sentito. C’era un frastuono in sottofondo, ma era quello che stavano facendo >>, insistette James, disgustato.
 
 << Jay, anche io faccio molta fatica a immaginarlo onestamente >>, fece Oliver scuotendo la testa pensieroso.
 
 << I-io… sono sicuro di quello che ho sentito. Ho sentito solo la voce di un uomo… ma era inequivocabile. Forse… forse è troppo sotto pressione con la storia del matrimonio? Forse a casa con Amelia si annoia… e vuole evadere dalla sua routine? Non lo so! >>, fece James alzandosi di scatto.
 
 << Jim, lei ti adora e ti ama. Era entusiasta, prima, per il vostro matrimonio! Non mi dava l’idea di sentirsi oppressa, tutt’atro >>, gli rispose Katy.
 
 << Si, sono d’accordo. E poi non è da lei comportarsi in questo modo. Lasciare Amelia senza un biglietto o un messaggio? Non mi convince… >>, aggiunse Oliver.
 
 << E poi… ci siamo già passati. Ti ricordi? Le tue idee fantasiose e la tua gelosia immotivata non ti hanno portato proprio da nessuna parte, anzi… hai rischiato di perderla >>, gli ricordò Oliver.
 
 << Lo so, mi ero totalmente sbagliato quella volta, lo ammetto. Ma… ho sentito questa volta! >>, continuò James frustrato.
 
 << Possono esserci spiegazioni diverse. Magari le è caduto, o glielo hanno rubato >>, suggerì Katy ostinata.
 
 << Finchè non la vedrai e non ascolterai cosa ha da dire non puoi essere sicuro di niente >>, gli disse Oliver, giocando con Amelia.
 
 << E come mai non è ancora a casa? Sono le dieci di sera ormai! Dovevamo trovarci dal gioielliere alle cinque… che sta facendo? Dov’è?! Perché non si mette in contatto con me in qualche altro modo? >>, sbottò James, preoccupato e arrabbiato allo stesso tempo.
 
 << Sono anche d’accordo nel dire che non pianterebbe mai in asso Amelia. Ha lottato tanto per lei, anche appena scoperto di essere incinta. Non ne vado per niente fiero, ma ha lottato anche contro di me appena saputo… Se dovesse ricapitare ora, invece, sarei la persona più felice del mondo… >>, sorrise James al pensiero.
 
 << Appunto. Quindi non credo che si sia… allontanata allegramente per andare a divertirsi altrove. Lei ama stare qui con te e con la vostra bambina, non può averti tradito >>, fece Katy provando a tirarlo su di morale e a farlo ragionare.
 
 << Io… non riesco a togliermi dalla testa l’uomo che stava facendo sesso prima… forse con lei. Mi spiace, è più forte di me… >>, fece testardo James.
 
Oliver e Katy sospirarono: sarebbe stato difficile farlo ragionare.
 
 << C’è… c’è una parte di me che pensa sia una follia gigantesca il fatto che lei mi tradisca. Io so che lei mi ama e che ama Amelia, che darebbe la sua vita per noi… >>, iniziò James.
 
 << Allora dà ascolto a quella parte… fidati >>, fece Oliver.
 
 << Ma un’altra parte mi sta urlando che sono un ingenuo tontolone, e che lei si sta vendicando per la storia di Simone e Ashley… e per tutto quello che è successo dopo, compreso quello che succede adesso con quella pazza di Simone >>, concluse James.
 
 << Tu lo sai che Xx non ha un carattere vendicativo, e che quello che stai dicendo non ha nessun senso. Lo so che lo stai dicendo solo per l’angoscia del momento >>, commentò Katy.
 
 << Si… è probabile >>, ammise alla fine il cognato.
 
 
 
 
 
 << Hai finito? >>, domandò scocciata Simone al suo complice: ormai erano lì da ore, e il rischio che passasse qualcuno si faceva alto.
 
 << Si. Ecco qua >>, fece rivestendosi: prima di tornare alla macchina si avvicinò al viso di lei sputandole in faccia.
 
 << E’ stato bello troietta. Addio >>, poi risalì gongolando: Simone mise via l telefono con cui riprendeva.
 
 << Ce ne hai messo di tempo >>, lo accusò Simone.
 
 << Beh, avevo diverso tempo da recuperare. E ho fatto diversi esperimenti. È stato molto divertente e appagante >>.
 
 << Con una mezza morta? Se sei soddisfatto tu va bene. Ho notato i tuoi… esperimenti e tutte le cose che hai provato. Davvero atletico. Ora dobbiamo andarcene. Scendo a darle l’ultimo saluto e ce ne andiamo >>, ordinò Simone.
 
Con cautela si avvicinò a XX: << Non sei ancora morta. Nonostante la temperatura sotto lo zero. Ne hai di resistenza a quanto pare. Forse dovrei… darti una mano? Per non farti soffrire più… >>, fece Simone, gli occhi fuori dalle orbite.
 
Senza che se ne rendesse conto, avvicinò due mani alla gola di Xx, cominciando a serrare la presa… probabilmente neanche si rendeva conto di quel che le stava facendo.
 
Dall’alto il dottor Green riprendeva la scena, poi vide dei fari in lontananza…
 
 << Simone! C’è una macchina! >>, le urlò, prima di correre su quella della ragazza.
 
 << Merda! TI è andata bene, eh?! >>, esclamò, prima di risalire, giusto in tempo perché arrivasse una macchina: la prima dopo ore.
 
 
La macchina, forse vedendo la vespa - o quel che ne rimaneva - si fermò e ne uscì una donna di corsa, portandosi le mani alla bocca a vedere la scena di fronte a lei.
 
Simone uscì dall’auto dove si era appena infilata, tutta trafelata, mettendo su una faccia sufficientemente sconvolta, o almeno così sperava.
 
 << Oh mio Dio! M- mi sono fermata ora! Stavo chiamando i soccorsi! >>, urlò Simone alla sconosciuta, la voce più allarmata che riuscì a fare: la donna aveva visto la sua macchina lì ferma prima di lei, sarebbe stato sciocco ripartire e far finta di niente.
 
 << Si sbrighi! Non credo sia messa bene >>, le rispose la donna, che si era avvicinata al corpo di Xx: << Signorina… signorina, mi sente? Si faccia forza, non molli, stanno arrivando i soccorsi >>, la spronò, poi avvicinò le dita per sentire il battito.
 
 << Oh mio Dio… povera ragazza, che ti hanno fatto? Chi ti ha ridotta così? >>, domandò tra sé la donna, sconvolta, vedendola quasi completamente svestita: il dottor Green non si era affatto preoccupato di rivestirla.
 
 << Coraggio, resisti, i soccorsi stanno arrivando. Sei congelata… forza, non mollare >>, la supplicò.
 
 << Respira a malapena, e il battito quasi non si sente! Fra quanto saranno qui i soccorsi? >>, urlò in ansia.
 
 << Cinque minuti >>, rispose a denti stretti Simone: era l’ultima cosa che voleva, ma non aveva avuto altra scelta se non chiamarli. Lanciò un’occhiataccia al dotto Green, sdraiato sui sedili posteriori per non farsi vedere, coperto da alcuni stracci che Simone aveva nella sua auto.
 
 “ Codardo “, pensò lei.
 
 In macchina di Simone, intanto, il dottor Green stava imprecando con rabbia: << Maledizione! Maledizione a questa donnaccia! Non poteva arrivare cinque minuti prima di arrivare?! >>
 
 
 
Neanche cinque minuti e arrivò un’ambulanza a sirene spiegate seguita da un camion dei vigili del fuoco: Simone gli indicò il punto a terra, dove c’erano ancora Xx e la donna, rimasta sconosciuta.
 
I soccorsi uscirono in strada portandosi la barella e uno zaino sulla spalla.
 
 << Salve, non ho osato spostarla per paura di farle più male. Le ho parlato, ci ho provato, per tentare di tenerla sveglia. Faceva della specie di rantoli bassissimi… >>, disse la donna spostandosi subito per lasciare spazio ai soccorsi.
 
 << Salve. Ha fatto bene a non spostarla e a parlarle. Da quanto è così? >>, domandò il paramedico.
 
 << Non ne ho idea. Sarò qui da neanche dieci minuti, ma era già così. Non so da quanto prima… La signora lì che vi ha chiamati è arrivata quasi con me, non so se lei sappia da quanto sta così >>, balbettò la donna.
 
 << Mi dispiace, ma sono arrivata forse trenta secondi prima di lei, non so molto altro… >>, rispose Simone con voce apprensiva.
 
 << Non importa, è stata bravissima >>, le sorrise il paramedico.
 
I vigili del fuoco poi la spostarono con delicatezza dal fossato, e la stesero sulla barella.
 
 << Portiamola subito sull’ambulanza >>, disse il primo paramedico: le misero il collare per evitare danni alla colonna, e con l’aiuto dei vigili del fuoco la trasportarono sull’ambulanza: il terreno era parecchio scivoloso.
 
 << Perché c’è la polizia? >>, domandò la donna uscendo dal fossato con l’aiuto del paramedico.
 
 << Questo è un incidente stradale. Quando ci è arrivata la chiamata è stata inoltrata anche a loro in automatico. Devono rimuovere la vespa, e vedere se c’è qualche traccia, capire, dove possibile, la dinamica >>, spiegò il paramedico.
 
Simone sbiancò appena: questo non lo sapeva.
 
 << Oh, non lo sapevo. Sperano che prendano il maledetto che l’ha investita! >>, sbottò la donna.
 
 << E’ in arresto! >>, fece il primo paramedico, iniziando a fare il massaggio, mentre il secondo prendeva il defibrillatore.
 
 “ Meno male “, pensò Simone.
 
 << Libera! >>.
 
Niente.
 
 << Libera! >>.
 
Niente.
 
 << Libera! >>.
 
Un piccolo accenno di battito fece tirare un respiro di sollievo ai presenti.
 
 << Dobbiamo andare subito all’ospedale. Ha difficoltà a respirare, è incosciente! E dobbiamo scaldarla, subito! >>, disse il primo al secondo paramedico.
 
 << Agente, noi andiamo all’ospedale. Ci sentiamo via radio per comunicazioni >>, disse, chiudendo le porte dell’ambulanza.
 
 << D’accordo >>, rispose l’uomo.
 
 << Arrivederci >>, fece a Simone e all’altra donna, prima di salire e ripartire a tutta velocità.
 
 << Signore, io e il mio collega vi chiediamo un ’ultimo sforzo: dovete dirci esattamente cosa è successo e cosa avete visto, le tempistiche, gli orari, tutto insomma… >>, cominciò, poggiandosi sul retro del furgone della polizia per scrivere, dato che ancora pioveva a dirotto: il temporale non aveva alcuna intenzione di fermarsi.
 
Intanto il secondo agente perlustrò la scena: si appoggiò al cofano di entrambe le macchine, solo che notò che uno era stato appena spento, in quanto caldo, l’altro invece era freddo… segno che la macchina ormai era lì da un pezzo: se lo annotò.
 
 
 
 
 
Erano le undici e mezza, e a casa, di Xx, nessuna traccia.
 
 << Non puoi andare alla polizia a denunciarne la scomparsa? >>, domandò Oliver, mentre cullava Amelia, guardando il fratello.
 
 << Non fanno niente prima di ventiquattro ore. E poi non sappiamo se è scomparsa >>, rispose mesto James.
 
 << Tu la vedi qui con noi? Hai avuto sue notizie nelle ultime ore? Si è mai comportata così prima? >>, domandò retorico il fratello.
 << E in ogni caso almeno intanto ne sono informati… >>, continuò Oliver.
 
 << SI… forse hai ragione >>, ammise James.
 
Stava camminando avanti e indietro da mezz’ora senza concludere nulla, così si sedette sul divano, tirando fuori il cellulare per chiamare la polizia, o per cercare la stazione più vicina dove recarsi.
 
La tv si accese, e James si rese conto di essersi seduto sopra il telecomando.
 
 << Ohh, accidenti >>, fece prendendolo da sotto il suo sedere, stava spegnendo la tv: non voleva sentire niente, era troppo in apprensione per la sua Xx.
 
 << Perché fanno il notiziario a quest’ora? >>, domandò Katy, alzando il volume.
 
 
 
 “ E’ di circa un ora fa il ritrovamento del corpo di una donna. Forse a causa del maltempo la ragazza potrebbe aver perso il controllo della sua vespa, che è stato trovato accartocciato vicino al corpo della giovane, ancora senza nome, trovata nel fossato “, diceva la giornalista.
 
James scattò in piedi, ascoltando con attenzione la giornalista, ma dei brividi gelidi avevano iniziato a scendergli lungo la schiena; Oliver e Katy si guardarono per un attimo: il terrore dipinto nei loro occhi.
 
 “ Sul luogo sono accorsi i vigili del fuoco e la polizia. La donna è stata trasportata d’emergenza in ospedale, e le sue condizioni sono apparse subito disperate ai soccorritori. Ma la cosa che ha sconvolto tutti quelli accorsi sul luogo per aiutarla, è che è stata ritrovata semisvestita, e la polizia ipotizza che possa essere stata vittima di qualche abuso terribile mentre era incosciente. Vi terremo aggiornati su questa notizia, che ha lasciato tutte le persone che si sono prodigate per aiutarla sconvolte. E con questo è tutto, questa edi… >>, ma James non stava più ascoltando.
 
 << …Xx… >>, riuscì soltanto a mormorare, mentre gli occhi gli si spalancavano, inumidendosi.
 
Corse al bagno: si sentiva uno schifo. Vomitò, soltanto ascoltare quella notizia gli aveva dato il voltastomaco.
 
Oliver e Katy gli corsero dietro, ma sentendolo vomitare si fermarono.
 
 << Oliver… d- dici che… ? >>, gli domandò impaurita e sconvolta, affondando la testa sul petto del marito.
 
 << Forse… ma spero tanto di sbagliarmi Katy. Davvero. Non sarei affatto felice se fosse così… >>, le rispose stringendola al petto, gli occhi lucidi.
 
 << Jay… >>, fece Oliver dopo qualche minuto, vedendolo uscire.
 
 << Noi no… noi non sappiamo ancora se è lei, non facciamoci prendere dal panico… >>, provò a dire Oliver, ma la voce gli si incrinava continuamente.
 
James lo guardò: il suo cuore era pesante, la sua anima fatta in mille pezzi… voleva urlare, voleva credere che non fosse lei… ma l’istinto gli diceva un’altra cosa.
 
 << I- io v… v- vado. Inizierò… dagli osp… >>, la sua voce tremava tanto ed era un così flebile suono che si faceva fatica a sentirlo.
 
 
Il telefono di James squillo: era un numero sconosciuto e di solito non rispondeva, ma pensando fosse Xx che lo chiamava con un altro numero decise di rispondere.
 
 << Pronto?! Xx?? >>, rispose.
 
 << Buonasera, lei è il Mr. Phelps? >>, fece una voce all’altro capo del telefono.
 
 << Yes I am. Chi parla…? >>, domandò un po' sorpreso: non se lo aspettava.
 
 << Sono il Dottor Knight, la chiamo dall’ospedale. Abbiamo trovato il suo numero tra i contatti delle emergenze della signorina Xx Yy >>.
 
 << Cosa è successo?? >>, si spaventò lui subito, sentendosi mancare la terra sotto i piedi, mentre una certezza orrenda e terrificante si faceva strada letale ed inesorabile in lui.
 
Oliver e Katy, che guardavano Amelia dormire sul divano, si voltarono subito a guardarlo.
 
 << Dovrebbe venire subito qui. La aspettiamo per aggiornarla >>, gli rispose vago il dottore.
 
 << A- arrivo subito. Cosa è successo?? >>, domandò di nuovo, sentendosi morire.
 
 << Sarebbe meglio che lei venisse qui prima di darle notizie >>, insistette.
 
 << E’ grave? >>, continuò lui ostinato, tentando di tenere a freno l’onda di paura che provava: aveva già infilato le scarpe ed era mezzo fuori dalla porta, dimenticandosi di salutare tutti.
 
 << Non possiamo dare queste informazioni al telefono. La aspetto… faccia presto >>, aggiunse alla fine il dottor Knight.
 
James si fece dare il nome e l’indirizzo dell’ospedale e mise giù il telefono: stava tremando da capo a piedi, la preoccupazione e l’angoscia che lo divoravano.
 
 << Jay, che c’è? >>, domandò Oliver, preoccupato per il fratello, dopo la telefonata ricevuta.
 
 << Xx. È… mi hanno chiamato dall’ospedale. Lei ora è lì, ma per telefono non mi hanno detto niente >>, rispose lui, sentendo tremare la sua voce sempre di più.
 
 << Oh my God! >>, Oliver si portò la mano alla bocca, spaventato: la stessa consapevolezza che si era fatta strada nel fratello.
 
 << Devo andare. Puoi tenere tu Amelia? Solo il tempo di chiamare la baby-sitter e capire cosa è successo. Non voglio portarla in ospedale >>, fece James sbrigativo.
 
 << No. Io vengo con te, non ti lascio guidare in queste condizioni. Katy puoi…? >>, le domandò il marito.
 
 << Solo finchè non trovo una baby-… >>, aggiunse James, ma non terminò la frase.
 
 << Lasciami Amelia e andate. Lascia perdere la baby-sitter, starò io con lei fino a che non tornate a casa >>, disse senza esitare.
 
 << E i tuoi programmi con Oliver? >>, domandò James, sollevato, ma anche dispiaciuto di far saltare i programmi per il fratello e la moglie.
 
 << La famiglia è più importante e viene prima. Non preoccuparti. E poi è San Valentino, ed è piuttosto tardi… forse avrà da fare la vostra baby-sitter >>, fece sbrigativa la cognata, tentando di controllare il tremito al labbro. Fece dei respiri profondi per non lasciarsi sopraffare: dopotutto ancora non sapevano niente, ma il tono che aveva James l’aveva inquietata.
 
 << Hi princess. Fa la brava con zia Katy. Papà torna tra poco, e anche mamma >>, le sorrise baciandola.
 
<< Fatemi sapere, mi raccomando. Solo una cosa: se Amelia si svegli deve bere il latte o…? >>, domandò a James.
 
 << Eh… cos… si… il latte. Il latte è… >>, fece vago e disorientato James, che aveva la testa da tutt’altra parte.
 
 << Le scorte di emergenza. Ne ha lasciare anche da noi e dai tuoi, se ti dovesse servire. È tutto sotto controllo >>, lo calmò subito.
 
 << Più organizzata e previdente di Xx non c’è nessuno >>, concordò Oliver, asciugandosi gli occhi umidi.
 
 << E’ vero. Ora andiamo, grazie Katy, e scusa ancora. Ti devo una cena! >>, fece James posandole una mano sulla spalla: si era reso conto di non averla neanche salutata da quando era arrivata.
 
 << Non ci pensare e andate! Io e Amelia staremo bene >>
 
 << Hi Amelia! >>, fece Oliver salutandola con un bacio, poi diede un rapido bacio a Katy, abbracciandola: << Thanks >>, le disse solo.
 
 << Oliver… s- se… se dovesse essere… James ne sarebbe… ne sarebbe devastato… >>, sussurrò Katy nell’abbraccio al marito, piangendo lacrime silenziose di paura e dolore.
 
 << Lo so. Speriamo di sbagliarci tutti quanti… >>, rispose mogio, asciugandole con amore le guance: Katy annuì, ma era molto spaventata.
 
 
 
James si era già seduto sul posto di guida con la cintura.
 
Oliver si avvicinò e spense il motore.
 
James si girò bruscamente, come per dirgli qualcosa, ma Oliver lo precedette: << Scendi. Guido io >>, gli disse.
 
Al fratello non rimase altra scelta se non scendere e andare sul sedile a fianco. Sentiva le guance inumidirsi, il labbro gli tremava.
 
 
 
 << Oliver Muoviti! >>, sibilò.
 
 << Sto andando più veloce che posso >>, rispose il fratello maggiore.
 
 << Comunque dobbiamo fare benzina >>, aggiunse poco dopo: la spia della riserva era accesa.
 
 << Now?!? Mi prendi in giro?? >>, sbottò.
 
 << No. Non arriveremo mai all’ospedale con questa riserva. CI vorranno due minuti, e se rimanessimo a piedi ci vorrebbe molto più tempo >>, gli rispose paziente: capiva che il fratello non voleva essere così scontroso, e non se la prese.
 
 
 
 
 
  << Stavolta ti sei seduto già al posto del passeggero >>, notò Oliver ripartendo dal distributore: erano scesi entrambi.
 
 << Si, ci avremmo messo di più se mi fossi seduto al lato guida. Mi avresti fatto scendere e spostare. E io voglio andare da Xx >>, rispose secco guardando fisso la strada. Oliver allora accelerò un po': si rendeva conto che era davvero preoccupato per Xx, e lui, se fosse stato nella sua situazione, avrebbe voluto arrivare più presto possibile da Katy.
 
 
 
Pochi minuti dopo arrivarono all’ospedale: neanche il tempo di spegnere la macchina che James era già sceso.
 
 << Jay! Fermo! Sta diluviando! >>, tentò di fermarlo Oliver, prendendo un ombrello.
 
Fece più in fretta che riuscì, ma quando Oliver raggiunse James lui era già all’entrata, completamente lavato dalla testa ai piedi: era fradicio e tremava come una foglia.
 
 << Sorry, devo parlare subito con il dottor Knight >>, domandò agitato alla reception.
 
Gli si avvicinò un uomo poco lontano che parlava con un anziano signore: << Sono io il dottor Knight. Lei è il signor James Phelps? >>, domandò.
 
 << Yes I am. I’m her boyfriend. Lui è mio fratello >>, lo indicò.
 
 << Ok. La signorina Xx… forse è meglio se ci sediamo >>, fece grave, e James obbedì, pur di sapere cosa stava succedendo, lo accontentò.
 
Il dottore riprese: << La signorina Xx... ha avuto un incidente con la sua vespa. I paramedici e due donne che si sono fermate per provare ad aiutarla quando hanno visto la vespa accartocciata, e anche la polizia stradale… pensano che le siano andati addosso. Forse non l’hanno vista a causa della forte pioggia. Era su un tratto molto isolato, probabilmente per evitare il traffico. L’hanno… i vigili del fuoco e i paramedici l’hanno tirata fuori da un fosso >>, dovette dirgli il dottore: James sbiancò se possibile ancora di più.
 
 << Glielo dico molto francamente: non… noi faremo tutto il possibile, ma non sappiamo se riusciremo a salvarle la vita. Dai primi accertamenti e dalla vastità delle ferite deve averla investita un camion rimorchio… o qualcosa del genere >>: era dura, ma il dottore doveva essere sincero con i familiari dei suoi pazienti.
 
 << Cosa?! M- mi… mi sta d-dicendo che po-potrebbe morire?! >> James sbiancò di nuovo, tremando: una mozzarella aveva più colorito di lui.
 
Oliver al suo fianco era impietrito: stringeva la sedia, le nocche ormai bianche.
 
 << SI. È… è grave. Molto. Mi spiace essere così diretto, ma non abbiamo un secondo da perdere. Da una prima valutazione ha una frattura al bacino, alcune costole rotte e una frattura all’osso sacro. Ha anche un trauma cranico con ferita alla testa e con possibile commozione cerebrale. Ha una scapola fratturata e probabilmente qualche lesione a organi interni. Quando l’hanno tirata su dal fosso, i soccorsi hanno riferito che era tutta insaccata, sembrava quasi senza ossa… l’hanno trovata priva di coscienza sul luogo in uno stato di ipotermia. Era… era congelata, la temperatura era sotto lo zero… ed era semisvestita… >>, riferì perché era suo compito, ma non gli faceva affatto piacere.
 
James tremò, portandosi le mani alla bocca: era distrutto. Oliver provò a posargli una mano sulla spalla, ma sentiva il braccio pesante, non era sicuro di riuscire a sollevarlo… gli occhi erano lucidi e rossi.
 
 << Non possiamo essere certi che non avrà danni permanenti se… se riuscissimo a salvarle la vita. La situazione è disperata, non lo nego. Lo schianto le ha fracassato quasi tutto il lato destro del corpo. Ha il braccio spezzato in più punti, le costole hanno perforato i polmoni… non è ancora in sala operatoria perché non è affatto stabile. Hanno dovuto rianimarla perché il cuore aveva ceduto, prima di portarla qui… non… c’era battito né segni vitali. Era un tre sulla scala di Glasgow… la scala che indica uno stato di incoscienza anche a livello neurologico. La porteranno il prima possibile in sala operatoria… ma prima la devono scaldare. È arrivata con una temperatura di venti gradi… deve salire a trenta, prima di… tentare di farle ripartire il cuore. Le stanno facendo circolare il sangue con delle compressioni ora… ed è già salita di qualche grado. Il freddo è stato però un suo alleato… l’ipotermia e il gelo le ha impedito di morire, in questo frangente: questo perchè i vasi sanguigni si sono ristretti per conservare il calore, il suo cervello ha cessato l’attività, il cuore si era fermato e la frequenza respiratoria si era abbassata… è un meccanismo di difesa del corpo, che concentra tutto il sangue nella parte centrale del corpo >>, continuò, spiegandosi.
 
James era stordito, si aggrappò al fratello che, rassicurante, gli mise le mani sulle spalle: non riuscì a dirgli niente, non era sicuro la voce gli sarebbe uscita.
 
 << E… beh… noi… noi crediamo che qualcuno abbia… abbia abusato di lei, quando era incosciente. L’hanno trovata semi svestita… e allora noi abbiamo fatto un kit stupro. Sembrerebbe positivo… ha… ehm… ha delle lacerazioni vaginali… e rettali compatibili con un rapporto non consensuale… e… e segni di morsi. Forse… qualcuno… ha utilizzato anche qualcosa… c’erano delle schegge di legno rimaste impigliate… beh. Vedremo se riusciremo a trovare del DNA, se la pioggia non ha lavato via tutto. Daremo tutto alla polizia >>, spiegò il dottore.
 
A sentire questo… a James venne da vomitare di nuovo. Quale razza di mostro poteva fare una cosa simile?!
 
Alzò la testa di scatto, sul volto un’espressione di ira e di rabbia che il suo volto mai e poi mai aveva raggiunto prima: aveva gli occhi completamente dilatati e rossi… tremava tutto.
 
Oliver, a fianco del fratello, non riusciva a crederci: come poteva una persona normale arrivare a un tale livello di crudeltà, di cattiveria… e di bestialità? Anche lui ebbe la sensazione di dover vomitare. Xx era come una sorella per lui, e anche solo immaginare lontanamente che qualcuno avesse potuto farle del male così… lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani.
 
Chinò la testa: doveva essere forte per il fratello… ma gli scappò qualche lacrima.
 
 << I-io… voglio sapere… voglio sapere chi è stato. Voglio sapere quale bestia ha fatto una cosa del genere… >>, la voce di James tremava di rabbia… e di vendetta. Se solo avesse avuto davanti quel tizio non avrebbe risposto di sé; probabilmente lo avrebbe ammazzato di botte.
 
Strinse forte i pugni.
 
 << Daremo tutto alla polizia, se dovessimo trovare qualcosa. Noi… noi… ehm, vorremmo sapere se sa cosa la sua fidanzata voleva fare in caso di misure estreme per tenerla in vita. Se ha lasciato un documento scritto… o se è tra le liste dei donatori di organi… >>, provò a chiedere il dottor Knight con tutta la delicatezza che gli riuscì.
 
James, ma anche Oliver lo guardarono storto.
 
 << C- cosa? N-no… i- io n-non riesco neanche a seguirla ora. Non lo so. Non glielo chiesto e lei non me l’ha detto. Non credevamo ci servisse per ancora molto tempo >>, si arrabbiò James, mentre un’ondata di dolore si impadroniva di lui.
 
 << Mi spiace doverglielo chiedere, mi creda. Ma è la procedura in questi casi… mi faccia sapere, ok? Torno dopo per aggiornarla. Al momento la stanno scaldando con compressioni toraciche doppie, per far circolare il sangue e portare il battito almeno a cento al minuto, aria calda, coperte riscaldanti, soluzione salina… un lavaggio toracico… poi probabilmente la porteranno in sala, se la temperatura sale ancora un po', per metterle un bypass, rimettendo in circolo sangue caldo… e cercare di farle ripartire il cuore. Xx è qui da circa un’ora, e da quando è arrivata la sua temperatura, grazie a tutti gli sforzi che stanno facendo i medici, è salita da venti gradi a ventiquattro e mezzo. Tecnicamente non si considera morta una persona nel suo stato se pima non viene riscaldata e poi va in arresto… o non si riprende, ma sembrerebbe una combattente, il suo corpo non si è ancora arreso. Io… vi consiglio di pregare per lei comunque, male non fa >>, gli rispose il dottore, avviandosi per le sale operatorie.
 
James… si sentiva come se ci fosse stato il terremoto e lui fosse sotto le macerie. Era annientato, distrutto… Qualche ora prima si erano sentiti al telefono e avevano in programma una bella serata romantica ed eccitante, erano felici e allegri… e ora? Ora non sapeva neanche se sarebbe sopravvissuta fino al giorno dopo. Si dovevano sposare di lì a qualche mese…
 
Si alzò di scatto, tremando: una morsa ghiacciata sembrava serrargli il petto, si sentiva vuoto e perso… era arrabbiato. Chi l’aveva investita?!?
 
Iniziò a colpire il muro con un pugno. Uno, due, tre. Sempre di seguito, sempre più forte.
 
Oliver lo prese per le spalle staccandolo di forza dal muro: aveva le nocche sanguinanti.
 
Gli mise le mani sulle spalle guardandolo in faccia: James stava singhiozzando, portandosi le mani ai capelli.
 
Oliver lo abbracciò forte: non poteva dirgli niente che lo avrebbe consolato.
 
James si sciolse nell’abbraccio del fratello, e quando si staccarono appoggiò la schiena al muro e scivolò fino a sedersi per terra, la testa fra le mani.
 
 << Hai… hai sen… sentito cosa le hanno… cosa le hanno fatto?!? >>, James era furioso.
 
 << Purtroppo ho sentito. Chiunque sia è un animale… un mostro. Non merita nemmeno di essere chiamato umano >>, gli rispose Olive disgustato.
 
 << E io… io in tutto questo… questo tempo… credevo che… per un buio istante… ho creduto che tutti i preparativi l’avessero pressata troppo… che le avessero fatto cambiare idea… e invece… invece lei era lì… che veniva… >>, non terminò la frase: un conato di vomito, alla sola immagine della scena, lo costrinse a fermarsi.
 
 << E invece lei vuole sposarmi… vuole stare con me e Amelia… e adora fare progetti per noi tre… per il matrimonio… >>, calde lacrime gli bagnarono il viso.
 
 << Chiunque sia stato… non l’ha neanche rivestita. Forse pensava che sarebbe morta di lì a breve… non l’ha neanche coperta! Era… l’hanno trovata mezza congelata… Chiunque sia stato… la pagherà. La pagherà molto cara >>, fece James.
 
 << Lo so che fa male… lo so che è uno schifo ed è orribile. Lo è per me, per te deve essere mille volte peggio… e anche io spaccherei la faccia, e non solo quella, alla persona che l’ha ridotta così… ma ora dobbiamo concentrarci su Xx, perché guarisca e ritorni quella di sempre. Ok? >>, gli fece Oliver, e James annuì.
 
 << Chiamo Katy. La aggiorno… l’avviso che sarà una lunga notte. Chiamo io mom and dad? >>, domandò, asciugandosi gli occhi con il palmo della mano.
 
 << Si, per favore. Ma non voglio che vengano qui. Digli di stare con Amelia, così tu e Katy avrete la nottata libera >>, disse atono e senza entusiasmo.
 
 << Hai sbattuto la testa o i pugni? Io non ti lascio solo, e anche se mi cacciassi non riuscirei mai a godermi la serata come se nulla fosse. E per Katy sono sicuro sia lo stesso >>, quasi si arrabbiò con James.
 
James lo guardò di traverso, poi i suoi pensieri furono presi da tutt’altra questione: << A- Amelia… >>, mormorò invece: cosa avrebbe detto a sua figlia se la sua mamma… non riusciva neanche a pensarci o a immaginarlo. Non voleva neanche farlo… come glielo avrebbe spiegato?
 
 << Jay… no. Non farlo. Non pensarci neanche. Non… aspettiamo novità dal dottore prima >>. Oliver gli stava dicendo di non preoccuparsi, che magari ad Amelia non avrebbe dovuto dire niente… ma si rese conto che stava per dire un’assurdità.
 
 
 
James si trovò a pregare silenziosamente, e non era proprio da lui: ” Xx… non mi fare questo… devi… devi resistere. Per me… per Amelia… non mollare, ti prego… ti prego Signore, non portarcela via… “.
Singhiozzò, tremando: le mani tra i capelli; si intravide a una finestra, aveva gli occhi rossi e gonfi… un aspetto orribile.
 
 
 
 << James? >>, si sentì chiamare da una voce femminile, e per mezzo secondo ebbe l’illusione che fosse la sua Xx che lo chiamava per dirgli che era andato tutto bene, e che potevano tornare a casa… ma poi realizzò che non era affatto la sua voce.
 
 << Si…? >>, alzò la testa in direzione della voce e si pietrificò all’istante: era l’ultima persona al mondo che voleva vedere.
 
 << Cosa vuoi Simone? >>, domandò busco e il malo modo.
 
 << Ciao… volevo… volevo solo restituirti questo. Era per terra… forse nell’impatto è sbalzato via. Sono tra le due macchine che si sono fermate a prestare soccorso, che sono passate lì per prime >>, gli disse con la voce più addolorata che riusciva a fare, porgendogli l’anello… anche se era titubante: avrebbe voluto tenerlo per sé, aveva cambiato idea molte volte, ma alla fine forse per il piano che aveva ideato restituirlo era la cosa migliore… ma continuava a guardarlo con avidità, cosa che non sfuggì a Oliver, che nel frattempo era tornato da James.
 
 << Thanks >>, rispose James, riconoscendo subito l’anello di Xx: lo prese e se lo strinse tra le mani.
 
 << Ehm… come sta? Non sembrava stare troppo bene prima. Non abbiamo osato spostarla, ma aveva la faccia semi immersa nel fango, credevamo facesse fatica a respirare… povera ragazza >>, continuò la ragazza, visto che James non la degnava più di uno sguardo: fece il tono più triste che le riusciva, ma non convinse del tutto né Oliver né James, che la guardò storta, non rispondendole.
 
 
Simone lesse un messaggio del suo complice sul cellulare: << IL NOTIZIARIO CAZZO! L’hanno detto anche lì di quella stupida troietta. Questo è un grosso problema!! >>, le aveva scritto.
 
Gli rispose brevemente: << Stai calmo e resta nell’ombra >>, prima di tornare a prestare attenzione a James.
 
Al ragazzo intanto la bile gli era salita in gola al solo pensiero di Xx riversa nel fango, che faticava a respirare, fredda e ferita durante un temporale. Cercò di cacciare quell’immagine dalla sua mente.
 
 << Sono informazioni riservate alla famiglia. Grazie per l’anello, ma ora credo sia meglio che tu vada >>, fece Oliver schiarendosi la voce.
 
Simone inarcò le sopracciglia, girandosi e canticchiando tra sé, andando a prendersi un thè caldo alla macchinetta. Era un motivetto particolarmente allegro.
 
James iniziò a battere con il piede e a lanciarle occhiatacce, evidentemente innervosito dall’allegria della canzoncina.
 
 << Puoi smetterla? >>, domandò piuttosto brusco e scontroso: la guardò in cagnesco. Poi tornò a fissare il pavimento.
 
 << Che c’è? Una persona non è più libera di prendersi un thè canticchiando? >>, chiese lei con innocenza.
 
 << Certo, ma magari canticchiare allegramente in una sala d’aspetto di un ospedale non è il caso. C’è gente che soffre >>, rispose Oliver velenoso.
 
 << Scusate tanto. Se sei così preoccupato non deve stare messa bene allora… >>, continuò lei, soffiando sul suo thè per farlo raffreddare.
 
James sospirò forte, innervosito.
 
 << Si. Senti, grazie davvero per l’anello, ma vorrei stare da solo. La mia fidanzata è in bilico tra la vita e la morte, e voglio concentrarmi e pregare perché guarisca. Non ho bisogno di ragazze che mi infastidiscono, soprattutto visti i nostri trascorsi >>, il tono della voce era quasi minaccioso.
 
 << Ora vado allora. Una fa una buona azione e viene ripagata così, bell’affare. Pregherò comunque per lei, contento? >>, rispose con tono ironico.
 
James quasi scattò dalla sedia: ne aveva abbastanza di quella Simone, ma Oliver riuscì a bloccarlo per le spalle e rimetterlo, anche se con molta fatica, a sedere: a nessuno dei due era sfuggito il tono ironico della donna.
 
 << Non serve. I suoi amici e la sua famiglia già lo stanno facendo >>, sputò Oliver.
 
 << Si. Preghiamo tutti affinché si rimetta e torni dalla sua famiglia. Ha una figlia che la aspetta, e un fidanzato che vuole sposarla, e non vede l’ora. La sposerebbe tutti i giorni, anche subito se… se solo potesse >>, aggiunse con sforzo, la mente attraversata da un raccapricciante pensiero. Sperava solo di sbagliarsi.
 
 << Certo, naturalmente >>, rispose Simone, appena più nervosa.
 
 << Bene. James è stato un vero piacere rivederti. Anche per te Oliver… scusate, ora devo andare >>, fece poco dopo Simone buttando via il bicchiere vuoto del thè: si sentiva trapassata dallo sguardo di James che la guardava fisso, cercando chissà cosa, lo sguardo scuro in viso…
 
 << Ascolta Simone… tu hai detto che sei arrivata per prima lì. Non hai notato nulla di strano? Non so… qualche segno di frenata, o un indizio che possa aiutarci a capire chi l’ha investita? Magri una cosa che a prima vista ti è sembrata di poco conto… >>, le domandò James alzandosi, questa volta con tutta la calma che gli riusciva… ma era sicuro che non fosse un granchè.
 
 << Io? Beh… pioveva a dirotto. Diluvia anche adesso, se è per quello. Non ho visto granchè, e quello che ho visto l’ho riferito alla polizia >>, cercò di tagliare Simone.
 
 << Beh, qualcosa avrai visto se ti sei fermata >>, la incalzò lui.
 
 << Beh, sì. Ho visto un ammasso di lamiera sulla strada, neanche si riconosceva che era una vespa. Avevo deciso di tirare dritto, ma poi ci ho ripensato, magari qualcuno aveva bisogno di aiuto. So che quella strada non è molto trafficata solitamente… E così ho visto una donna dentro al fossato, la faccia riversa nel fango… si era tolta il casco, credo abbia avuto la forza perché si sentiva soffocare… potevano passare ore prima che qualcuno la trovasse… >>, iniziò Simone.
 
 << Ma sono passate ore… prima che qualcuno la trovasse. Magari il casco Xx neanche ce l’aveva… perché dici che se l’è tolto? >>, continuò James, avvicinandosi di mezzo passo, quasi con casualità.
 
 << Oh, l’ho vista… lei era lì da ore, immobile, in mezzo al fango… sola… fredda… credo che i suoi organi interni stessero quasi per cedere… era meraviglioso da contemplare. Eravamo vicinissimi al risultato… e poi… poi è arrivata la macchina di quella donna. Si è precipitata da Xx… >>. Simone aveva lo sguardo folle, gli occhi trasognanti… era come se rivivesse tutto nella sua testa, come se neanche stesse parlando con James… ma non si rese nemmeno conto che si era appena tradita.
 
Le pupille di James si dilatarono, e una furia ceca si impadronì di lui: << NO! NO!! No! Maledetta!! L’hai investita tu!! >>, quasi ringhiò: la prese per la giacca sbattendola contro il muro.
 
 << Maledetta stronza! Cosa speravi di ottenere?! EH?!? Avanti, RISPONDI! Cosa speravi di fare?? Speravi che senza Xx avresti avuto una possibilità?!? EH?! È così?!? >>, stava urlando.
 
Era crudo, urlava sempre più forte, e non mollava la presa dalla giacca di Simone, che invece continuava a scuotere forte: era arrabbiato, schifato e nauseato… l’avrebbe picchiata volentieri.
 
Oliver, che aveva sentito tutto, intervenne a separarli: fece molta fatica a staccare le mani di James che si erano serrate nel colletto della giacca di Simone.
 
Era accecato dalla furia e dal dolore… e si sentiva in parte anche responsabile: se solo quella maledetta sera fosse rimasto a bere a casa sua… se solo non si fosse portato a casa – e a letto, doveva pur ammetterlo con sé stesso -, quella stramaledetta donna… gli aveva procurato solo problemi e guai. O meglio ancora, se non si fosse fatto prendere dalla gelosia e avesse ascoltato quel che gli diceva Xx…
 
La furia, e magari anche un po' il senso di colpa, rimontarono dentro di lui, facendogli perdere le staffe: << Non dici niente? Non sei neanche un po' dispiaciuta?! Io lo so che sei stata tu! E hai anche il coraggio di portarmi il suo anello così, come se niente fosse… vergognati! >>, la spintonò contro al muro ancora più forte.
 
 << Jay! NO! Fermo! >>, Oliver lo bloccò, a fatica, prima che le sferrasse un pugno sulla faccia di lei.
 
 << E’… è stata lei! >>, urlò, preso dalla disperazione più nera.
 
 << Ho sentito. Jay… non ne vale la pena. Xx ha bisogno di te, non che tu finisca dentro per aggressione. E Amelia? Senza mamma e papà e tutto in un solo giorno >>, Oliver lo tratteneva per le spalle: la sua voce vibrava di rabbia e dolore. Tentava di frenare il fratello, che continuava a tentare di liberarsi dalla presa ferrea di Oliver, ma lui stesso l’avrebbe ammazzata di botte: era inorridito e incredulo… come poteva una persona normale solamente pensare a una cosa del genere?
 
 << Call the police. Fai la cosa più sensata >>, provò a dissuaderlo ancora.
 
 << L’hai sentita?!? >>, ringhiò James, che ancora tentava di liberarsi dalla presa del fratello per rompere la testa a quella donna.
 
 << Si. Purtroppo si. Chiamo io la polizia. Tu non fare cazzate >>, gli disse allentando la presa con cautela.
 
 << Tu… tu non avresti mai nessuna possibilità. Mai. Neanche se non avessi mai conosciuto Xx >>, sputò velenoso e cattivo lui… il che non era proprio nelle sue corde.
 
 << Ti conviene ammettere quello che hai fatto >>, intimò lui: Simone aveva lo sguardo da pazza e un mezzo sorriso di scherno.
 
 << Guarda che non l’ho investita io >>, disse vittoriosa.
 
 << Che diavolo stai dicendo?! Ti ho sentita prima, e anche Oliver >>, si avventò su di lei avvicinandosi con soli due passi: era veramente minaccioso.
 
 << Io ho detto che sono arrivata lì per prima. Qualcun altro mi deve aver fatto questo favore >>, ribadì lei pacata: James scuoteva la testa… ormai non connetteva più.
 
 << E chi è stato allora? >>, domandò nero dalla rabbia.
 
 << Chi è stato a fare cosa? >>, domandò Oliver.
 
 << A investire Xx. Ripeto, non sono stata io >>, continuò Simone.
 
 << Ma che… >>, cominciò Oliver.
 
 << Vi dico che è così. Io sono arrivata dopo che è stata investita >>, ribadì.
 
 << Ti abbiamo sentita prima. Parlavi come se tu fossi lì, a… goderti quel macabro spettacolo >>, fece James: una enorme fatica a pronunciare le ultime parole; e di nuovo la bile gli salì alla gola.
 
 << Ero lì dopo lo schianto >>, Simone fece spallucce.
 
James non ne poteva più: si avventò su di lei.
 
 << No Jim! Non farlo. È difficile, ma lascia stare. Per Xx e per Amelia. Lascia che se ne occupi la polizia >>, Oliver lo bloccò per un pelo.
 
 << E tu ovviamente erì lì per caso, non è vero?! >>, la schernì James.
 
 << Tutto… tutto questo per cosa? Per una scopata? Io neanche me la ricordo. Quanto si può cadere in basso… >>, continuò sprezzante. Simone parve quasi offesa.
 
 << Io ti amo! Lei non è alla tua altezza! >>, urlò disperata Simone.
 
James neanche lo rispose, scuotendo la testa, portandosi le mani tra i capelli, voltandole le spalle: era stata una serata orribile, e ne aveva davvero sentite abbastanza da quella donna.
 
 
 
In quel momento arrivò la polizia, e Simone li riconobbe: erano gli stessi due agenti che erano arrivati sul luogo dell’incidente.
 
 << Lei è Mr. Phelps? >>, domandò uno di loro.
 
 << Yes, I am >>, gli rispose, stanco e stremato.
 
 << Buonasera. Siamo intervenuti noi sul luogo dell’incidente. Ora portiamo la signorina qui in centrale per interrogarla. Dovrebbe seguirci anche lei, magari può raccontarci e spiegarci alcune cose… >>, fece gentile.
 
 << Non… è proprio necessario adesso? P- potrei venire domani? In questo momento non vi sarei di nessun aiuto. E poi… voglio stare qui… nel caso la mia fidanzata… non voglio lasciarla sola >>, disse infine, demoralizzato: non sapeva neanche come finire la frase.
 
 << E’ comprensibile. D’accordo, ma non venga più tardi di domani pomeriggio. Abbiamo delle procedure e dei termini da rispettare. Mi dispiace molto per la sua fidanzata, pregheremo per lei >>, fece l’agente, posandogli una mano sulla spalla.
 
 << Thanks >>, rispose, ma sembrava più un lamento.
 
I due agenti la portarono via tenendola per un braccio entrambi.
 
 << SI, grazie >>, fece Oliver, anche la sua voce era tremula.
 
 
Oliver andò verso la porta del pronto soccorso per prendere un po' di aria: si sentiva soffocare, quasi come se gli mancasse il respiro… era nauseato da quella Simone, terribilmente preoccupato per James e addolorato e in ansia per le sorti di Xx.
 
Al pensiero della telefonata avuta con Katy ebbe i brividi: << Nooo! Non Xx! Noo! >>, ed era scoppiata a piangere, lacrime di dolore e disperazione. Aveva fatto molta fatica a non crollare durante la chiamata e a spiegarle tutto… poteva solo pallidamente immaginare come si sentisse ora il suo fratellino.
 
E la telefonata ai suoi genitori non era andata tanto meglio: erano entrambi scoppiati in lacrime, preoccupatissimi e in ansia per le sorti di Xx, e spaventati e in apprensione per come poteva reagire James. Volevano andare di corsa all’ospedale.
 
 << No. Credo che, per ora, voglia essere lasciato in pace. È già tanto se non caccia via me. Ci sono io qui con lui, non è da solo. Vuole che andiate a casa sua, li ci sono Katy e Amelia. Magari date il cambio a Katy, così si riposa un po'… non le fa bene questo stato di agitazione >>, dovette ripetere Oliver al telefono sia a sua madre che a suo padre.
 
 << E’ quello che vuole in questo momento. Lasciatelo… fate come vuole. Se ci sono novità vi aggiorno. A più tardi >>, disse infine. Stava dicendo ai suoi genitori di lasciarlo tranquillo… ma si rese conto che era impossibile.
 
 << Ma che diavolo… >>, si domandò tra sé, vedendo una piccola folla che stava entrando al pronto soccorso: vide telecamere e microfoni, dovevano essere giornalisti.
 
Corse da James, che era crollato a terra singhiozzante: aveva lacrime che gli rigavano il viso.
 
 << E’ tutta colpa mia… è… è entrata nelle nostre vite… per colpa mia… >>, singhiozzò.
 
 << Non dire stupidaggini. Ora alzati. Qui fuori c’è un piccolo esercito di giornalisti. Devono aver scoperto in quale ospedale hanno portato Xx e ora cercano di scavare più a fondo per dare una storia a questa notizia. Tu non sei in grado di dire niente, e io nemmeno. Dobbiamo trovare un altro posto dove aspettare notizie. Verranno subito a cercare in sala d’attesa qualche familiare o amico o che so io >>, fece Oliver tirando il fratello su per un braccio: in quel momento lo stava proteggendo, proteggeva la loro famiglia e la loro privacy.
 
James venne trascinato da Oliver: non si rendeva neanche conto di quel che succedeva intorno a sé. Camminava per inerzia, seguendo il fratello; se per caso avesse mollato la presa sul suo braccio probabilmente lui sarebbe crollato a peso morto nel punto dove si trovava.
 
Oliver trovò un piccolo ambulatorio che sembrava in disuso ed entrò, spingendo dentro anche il fratello, che crollò sul muro a fianco alla porta.
 
 << Aspettami qui. Vado alla reception a chiedere do non divulgare niente, neanche la notizia più insignificante. Così avviso l’infermiera che se il dottore ci ti cerca siamo in questa stanza >>, fece Oliver uscendo, approfittando di un minuto di assenza dei giornalisti.
 
James annuì, ma in verità aveva capito la metà di quel che gli aveva detto il fratello: gli sembrava di avere difficoltà a respirare, quasi come se gli mancasse il respiro.
 
Si avvicinò a una finestra e la aprì: l’aria fredda gli diede una piccolissima illusione di sollievo. Ma un pensiero lo invase: Xx… era fuori, su un fossato… mezza svestita con questo freddo e la pioggia gelida che la colpiva… gli venne la nausea.
 
 
 
Oliver tornò dopo cinque minuti: << Ehi. Sono ancora qui, ma l’infermiera della reception li ha mandati fuori. Gli ha detto: “ Questo è un ospedale, non uno studio televisivo! Non potete stare qui dentro “. Io capisco che loro facciano il loro lavoro e che debbano montare il servizio per il telegiornale di domani… ma mi sembra esagerato. L’infermiera ha detto che possiamo stare qui, e che appena vede il dottore lo informa >>, gli disse Oliver.
 
 << Thanks >>, riuscì a balbettare James, fissandosi i piedi.
 
 
 
 << Non… non pensavo minimamente che… che Simone potesse arrivare a… a tanto… magari avrei potuto impedirlo… >>, fece James dopo qualche minuto di silenzio.
 
 << E come? Jim, non è stata colpa tua… non potevi prevederlo… nessuno immaginava che si arrivasse a un gesto del genere… >>, gli rispose Oliver cercando di rassicurarlo.
 
James non aggiunse altro, ma la una faccia era dubbiosa.
 
 
 
 
 
Dopo tre ore di attesa in cui nessuno dei due proferì parola, arrivò il dottor Knight: erano le tre e mezza del mattino.
 
 << Buonasera. Temo di non portare notizie troppo buone… >>, iniziò addolorato, abbassando gli occhi per un momento. A James si bloccò il cuore, il sangue improvvisamente raggelato nelle vene: era mortalmente pallido.
 
Oliver incassò il colpo a fatica, gli occhi già lucidi.
 
 << Sedetevi >>, li invitò, facendo altrettanto: dopo un’operazione di più di tre ore era sfinito.
 
 << Abbiamo potuto riscontrare diverse lesioni interne, ma non siamo riusciti a intervenire su tutte perché era troppo instabile. Siamo riusciti a metterla sotto bypass rimettendo in circolazione il sangue più caldo. Sembrava che non ci fosse battito… ma c’è stata una piccola fibrillazione ventricolare, vuol dire che c’era battito, anche se lieve. Abbiamo dovuto defibrillare, ma è ripartito. La sua temperatura non è più così preoccupante, è salita intorno al trentaquattro, è ancora un po' bassa, ma non più così preoccupante per la sua vita. Ci preoccupa la frattura del bacino, la perforazione dei polmoni e la commozione cerebrale. Abbiamo… abbiamo dovuto attaccarla a un respiratore. Così il suo corpo ha del tempo per guarire e riprendersi. Aveva perso parecchio sangue prima dell’ipotermia… ci sono vari segni di colpi… di botte. Sembrano fatti dopo che ha perso conoscenza perchè non c’è nessun segno di difesa. A causa del forte trauma cranico le si è formato un edema cerebrale che… che l’ha portata al coma >>, dovette aggiungere.
 
Il viso di James divenne una maschera di paura e di dolore: gli occhi erano sbarrati dal terrore… e per fortuna che era seduto, o sarebbe caduto per terra.
 
 << E’… è… è reversibile? >>, aveva una vocina impaurita e flebile.
 
 << Non glielo so dire in questo momento con certezza. Dovremmo fare dei test. Il corpo di Xx è stato sottoposto a una grandissima tensione… è stato uno stress non da poco, per lui. Ancora non possiamo escludere che sia fuori pericolo… anche perché ci sono ancora la frattura al bacino, la perforazione ai polmoni e le lesioni interne da sistemare. Ma più di quello che abbiamo fatto Xx non poteva sopportare. La monitoreremo nei prossimi giorni per vedere quali sono i prossimi passi da fare e per decidere dove intervenire prima >>, terminò in tono grave il medico.
 
Oliver cercò di non darlo a vedere, ma lacrime copiose gli attraversavano le guance, James tremava, non riusciva a trovare niente da dire… provava solo un cieco terrore per Xx, e sentiva che un baratro si apriva di più nel suo petto, sempre più profondo… e un dolore nero come la pece lo riempiva.
 
 << Can I see Xx? >>, domandò James, certo di non avere la forza di fare o dire altro.
 
 << Non è consigliabile in questo momento. Potrebbe essere un forte shock per lei… domani sera potrà vederla, ma davvero, non è… mi creda >>, fece il dottore un po' preoccupato.
 
 << Per favore… voglio solo vederla… >>, insistette James: per lui era importante, con qualunque aspetto, o in qualsiasi stato fosse ridotta.
 
 << Sul serio… glielo sconsiglio… >>, tentò di nuovo il dottore.
 
 << Voglio solo vederla per qualche minuto… la prego. Non mi muovo da qui altrimenti… >>, supplicò James: voleva essere un avvertimento il suo, ma risultò essere una preghiera implorata.
 
 << D’accordo allora… >>, acconsentì alla fine: era certo che il ragazzo sul serio non sarebbe andato a casa prima di averla vista.
 
 << Solo cinque minuti. Poi vada a casa a riposarsi… anzi, andate tutti e due. Vi aspetta una dura salita, dovete ricaricare le energie. La tengo aggiornata, se succede qualcosa quando non c’è. Ora vado… ci vediamo domani pomeriggio >>, li salutò il dottore gentile: James annuì solo, e Oliver gli strinse la mano: << Thanks >>, sussurrò.
 
 
 
 << Ehm… vuoi… entrare tu da solo? >>, domandò Oliver, non del tutto sicuro di essere pronto a vederla in quello stato.
 
 << No… please >>, gli chiese James, la voce ridotta a un sussurro.
 
Entrò prima James, seguito dal fratello: quando la vide per poco le gambe non gli cedettero facendolo cadere a terra.
 
  << Ehi, Jim! It’s ok? >>, fece Oliver preoccupato, sorreggendolo, aiutandolo a sedersi sulla poltroncina a fianco il letto di Xx.
 
 << Xx… >>, era un gemito sommesso, quello di James.
 
 << Vi lascio un po' da soli… >>, mormorò Oliver: lanciò un’occhiata a Xx, era irriconoscibile, gli venne da piangere e uscì di fretta dalla stanza, trattenendo a stento i singhiozzi; era come una sorella per lui, l’aveva aiutata a partorire in ascensore… le voleva un mondo di bene, e vederla così… era straziante. Ma doveva provare a essere forte per James, almeno quando erano insieme, quando era solo invece… poteva crollare e sfogarsi. Si sedette su una sedia in corridoio e pianse, la testa tra le mani, un dolore e un peso nel petto che non si smuovevano più.
 
 
 
James era rimasto solo con lei: aveva le lacrime che gli rigavano le guance, ed era scosso da singhiozzi che gli scuotevano le spalle e il petto. Avvertì il suo cuore che saltava un battito, e una fitta dolorosa e lancinante al petto; gli sembrava che qualcuno gli stesse strappando il cuore in mille pezzettini, uno alla volta, e li stesse calpestando con forza.
 
Prese una mano di Xx: era gelida. Cercando di stare attento a non togliere o piegare nessuna flebo o nessun altro tubo che era attaccato, si portò la mano sulla guancia, coprendola con la sua e scaldandola un po': era un modo per esserle in qualche modo vicino…
 
 << Mi dispiace Xx… sorry… è… è tutta colpa mia. D- dovrei es… es-esserci io qui. Non tu… que-questo casino… è… è tutt-tutta colpa mia… >>, le sussurrò a fatica tra i singhiozzi, tirando su con il naso.
 
 << O-oggi do… dovevamo scegliere… le fedi… e invece… guarda cosa è successo… >>, biascicò ancora, scoppiando in lacrime di dolore e di paura: la voragine che gli si era aperta nel petto diventò gigantesca, gli sembrava di nuovo di soffocare.
 
Poggiò la testa sul letto, vicino l’addome, tenendole sempre la mano, e carezzandole il viso con amore e delicatezza: era così fragile in quel momento.
 
 << Non doveva accadere… >>, mormorò tra sé, osservandola da vicino. Il viso e la testa di Xx erano in buona parte coperti da fasciature e da vari tubi ed elettrodi, ma la parte che era visibile era gonfia e con chiazze nere-violacee. Il corpo era tutto ricoperto di bendature e di altre flebo, e da un catetere. Notò, osservandola, dei segni piuttosto evidenti e scuri sul collo… gli sembrava qualcosa di conosciuto, e poi, abbassando gli occhi, si guardò le mani… capì.
 
Capì che Simone, quella maledetta, aveva provato a strangolarla: una collera furente si impadronì di lui, che tirò un pugno forte sul comodino a fianco il letto di Xx; si aspettò quasi che la sua fidanzata si svegliasse e gli dicesse di fare più piano.
 
 << La pagherà amore mio… la pagherò molto cara… >>, quasi ringhiò… poi gli venne in mente, guardandola, degli abusi che aveva subito.
 
Notò, dove erano visibili, i segni dei morsi, e diversi lividi violacei, sulle braccia e sulla pancia…
 
 << Qualcuno… ha abusato di te… invece di aiutarti… anche se eri in queste… queste condizioni… ma come si può essere così disumani?... >>, cercò di trattenere la collera per quello che le avevano fatto: se avesse avuto davanti il colpevole lo avrebbe fatto a pezzi.
 
Atre lacrime e altri singhiozzi si fecero strada in lui: sembrava un bambino indifeso e impaurito; le prese la mano e le diede un piccolissimo bacio sul palmo della mano.
 
Vedere la sua fidanzata stesa lì, incolume lo stava facendo impazzire: non sopportava l’idea di quello che le avevano fatto, di come l’avevano ridotta… immobile, in coma… incapace di parlare o di ridere. In quel momento avrebbe accettato qualsiasi parola, qualsiasi discorso di qualsiasi argomento volesse, purchè parlasse. Era disposto a sentirla blaterare per ore e ore di cose che non gli interessavano o che non capiva, come le decine di tonalità di bianco delle tovaglie, che a lui sembravano quasi uguali, ma che lei trovava così diverse… sarebbe stato meglio che non sentirla blaterare affatto.
 
 << Dovrei… dovrei essere più forte… per te… ma… ma io n-non lo so…non lo so se ci riesco… >>, ammise, gli occhi gonfi e rossi.
 
 
 
 << Jay? Vieni… andiamo a casa… >>, lo chiamò Oliver rientrando, trattenendo a stento le lacrime.
 
 << Cosa?? No! Non voglio uscire di qui. E… e se peggiora? Non voglio… non voglio lasciarla da sola ad… ad affrontare tutto. Guarda cosa ho già combinato! >>, sbottò, stringendole un po' più forte la mano… ma quella rimaneva immobile e fredda, senza rispondere alla sua stretta, senza intrecciare le dita alle sue… e questo fu un duro colpo per lui.
 
 << Smettila Jay. Ok? Non è stata colpa tua… non l’hai investita tu… non l’hai… non l’hai violentata quando non poteva difendersi. Non sei responsabile delle azioni di quella pazza. Hai capito? Lei ti direbbe la stessa cosa >>, cercò di farlo ragionare Oliver.
 
 << Non le succederà niente stanotte… è in ottime mani. E ti avviseranno subito se qualcosa dovesse succedere. Hai sentito il dottore >>, continuò.
 
Per un minuto intero si sentirono soltanto i beep dei macchinari attaccati a Xx: sembrava che James non avesse neanche sentito il fratello.
 
 << A casa hai una figlia che ti aspetta. Conta su suo padre… noi possiamo tornare qui domani mattina… ma Amelia ha bisogno di te ora. Tu devi riposare, così sarai più in forze per lei… per loro. Ora devi lottare. Devi lottare più che mai per la tua famiglia. Xx non può farlo, devi farlo tu per lei >>, gli disse Oliver fraterno.
 
 << Coraggio >>, aggiunse poi, afferrandogli la mano e trascinando James fuori.
 
 << Aspetta… solo un secondo >>, gli chiede James prima di uscire dalla stanza.
 
Si avvicinò a Xx e con dolcezza, quella che non avevano avuto per lei quella sera, le depositò un lieve bacio sulla fronte: << Buonanotte amore mio… torno domani… tu… resisti… non mollare. Darò… darò io ad Amelia il bacio della buonanotte da parte tua. Non sarà proprio lo stesso, sai, ho questa barba che le fa il solletico… proprio come lo fa a te… e tu invece la barba non ce l’hai… ma per stasera può andare… >>, sorrise, un sorriso triste e bagnato di lacrime amare e salate…
 
Le diede un bacio sul palmo della mano, carezzandole con il dorso il viso, e poi, a malincuore, raggiunse il fratello, che si asciugava le lacrime con il palmo delle mani, sperando di passare inosservato.
 
Prima di uscire le lanciò un’ultima occhiata, e il suo cuore tornò a rompersi in mille pezzi… poi seguì, anche se controvoglia e a passi pesanti, Oliver fuori dalla stanza della fidanzata.
 
Appena fuori dalla porta Oliver si fermò, si voltò e abbracciò forte il fratello, che ricambiò la stretta con forza, grato di avere al suo fianco il suo fratellone.
 
 << Andrà bene… vedrai… >>, gli disse, mentre il fratellino piangeva silenziosamente sulla sua spalla.

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Capitolo 35
*** Pugnali nel cuore ***


Erano le cinque passate della mattina, e James e Oliver stavano tornando a casa del primo, dove li aspettavano Katy, Amelia che dormiva, e i genitori dei ragazzi; tutti avevano voluto restare per dare un sostegno, un aiuto, un conforto… o anche sono un abbraccio a James.
 
Il viaggio di ritorno dall’ospedale era stato straordinariamente silenzioso: James guardava fuori dal finestrino con gli occhi gonfi e rossi, asciugandosi di tanto in tanto qualche lacrima che gli rigava il volto, tirando su con il naso; non aveva detto una parola da quando erano usciti dalle porte dell’ospedale.
 
Oliver guidava, gli occhi – rossi e gonfi come quelli di James- fissi sulla strada, lanciando ogni tanto delle occhiate al fratello: non sapeva davvero cosa dire, o come rompere quell’atmosfera che era calata su di loro; più volte aveva iniziato a dire qualcosa, qualunque cosa, anche per distrarlo un po'… ma ci aveva sempre ripensato, gli sembrava che a confronto di quello che gli era successo qualunque cosa fosse frivola, priva di significato… e in ogni caso James non sembrava starlo a sentire.
 
 
 
Arrivarono a casa e James rimase per un po' fuori dalla porta: gli sembrava che entrare e dover spiegare a tutti cosa era successo lo avrebbe fatto diventare molto più reale, anche se era già schifosamente vero così… purtroppo se ne rendeva conto.
 
 << It’s Ok Jay >>, lo incoraggiò il fratello, dietro di lui di mezzo passo.
 
Entrarono in casa: in salotto c’erano i suoi genitori che non riuscivano a dormire e Katy, che aveva in mano la copertina di Amelia, che probabilmente avevano spostato nel suo lettino.
 
Vide su un mobile in entrata la foto di lui, Xx e Amelia che Oliver aveva scattato loro il giorno in cui era nata la loro bambina, prima che aprissero le porte e li tirassero fuori da li. Erano terribilmente stanchi, soprattutto Xx, che era sfinita dal travaglio e dal parto, ma anche così belli e felici…
 
Alzò lo sguardo e tornò a guardare la sua famiglia, gli occhi gli si riempirono di lacrime: a grandi passi, evitando chiunque gli stesse andando incontro per abbracciarlo, marciò verso il bagno al piano di sopra, che di solito usavano solo lui e la fidanzata, e si chiuse dentro.
 
Prima di parlare con loro, e soprattutto prima di prendere Amelia quando si sarebbe svegliata, aveva bisogno di stare da solo.
 
Tremava da capo a piedi, il suo largo petto si alzava e si abbassava velocemente, come se avesse difficoltà a respirare, e senza quasi rendersene conto ricominciò a singhiozzare.
 
Camminava avanti e indietro, nonostante le gambe di piombo, le mani tra i capelli, mentre altre lacrime gli scendevano lungo il viso: lacrime di dolore, lacrime di rabbia, lacrime di paura… era al limite, non riusciva a trattenere oltre ciò che provava.
 
 
 
 
 
Katy corse incontro a Oliver e lo abbracciò forte, singhiozzando nella sua maglietta, e anche i suoi genitori si avvicinarono: tutti volevano sapere ogni cosa, come era successo, come stava Xx…
 
Abbracciò Katy, baciandole la testa: era così grato che lei a loro bambina stessero bene… doveva dirle quanto le amava entrambe, doveva stringerle a sé sempre, ogni volta che ce ne era la possibilità…
 
 << Ascoltate: James vi spiegherà tutto… non posso farlo io. Solo… dategli qualche minuto, è stata una giornataccia per lui. È stato… terribile, quindi… aspettiamo che si senta pronto >>, fece Oliver ai presenti: aveva visto sfrecciare suo fratello verso il bagno, ma voleva dargli qualche altro minuto, prima di andare a vedere come stava.
 
Dopo un quarto d’ora decise di andare a vedere come stava: bussò piano alla porta << Jim…? >>, ed entrò.
 
Si sedette accanto a James per terra, lo prese per le spalle e lo avvicinò alla fronte.
 
James si lasciò andare ancora a piangere sulla spalla del suo fratellone, che provò a consolarlo in silenzio… trovò un po' di conforto nell’abbraccio della sua brutta copia e nel suo calore.
 
 << Ollie… io… io non posso perderla. Non riuscirei… a vivere… senza di lei. E se… ? >>, la voce del più piccolo era pregna di dolore e disperazione: tremava, si tormentava le mani… non riuscì a finire la frase.
 
 << Jim… io… sono sicuro che… che tutto finirà bene. Ci vorrà tanto tempo, questo è sicuro… ma conosci Xx. Non mollerà tanto facilmente, lotterà con le unghie e con i denti per tornare da te e da Amelia. Ti ama con tutto il suo cuore e tutta la sua anima… e ama Amelia, la adora proprio. E poi… ha aspettato così tanto per sposarti, ormai aveva perso le speranze. Stava diventando vecchia a forza di aspettarti >>, aggiunse alla fine, sperando di alleggerire la situazione.
 
James sorrise al pensiero, facendo una mezza risata nervosa: era vero… l’aveva fatta aspettare un bel po'.
 
Anche Oliver sorrise appena, sollevato di aver distratto il fratello anche per un solo momento: << Quindi… dopo questa lunga attesa, non ti lascerà scappare via così, è troppo tosta per farlo >>, aggiunse.
 
 << Si… lei è tosta, non molla mai, soprattutto quando qualcosa o qualcuno ne vale la pena >>, continuò James, un po' più rinfrancato e ottimista.
 
 << Presto tornerà a ridere e scherzare con tutta la sua famiglia. E poi è italiana, loro hanno sempre un asso nella manica, se la cavano in ogni situazione. Nel frattempo però neanche tu devi mollare. Devi sostenerla, starle vicino… farle sentire che la ami e che non vedi l’ora che torni a casa con te… sono sicuro che l’aiuterà. E l’aiuterà sapere anche che tu non perdi la testa e ti prendi cura della vostra bambina. La sua mamma non può stare con lei per un po'… quindi può contare solo sul suo papà… non puoi deluderla, e non puoi deludere neanche Xx in questo, o quando si sveglierà ti riempirà di mazzate. E sai che lo farebbe, con il caratterino peperino che ha... ti tiene testa fratellino mio >>, continuò, ridacchiando un po', nervoso.
 
 << Si… lo farebbe senza troppi complimenti >>, sorrise James, asciugandosi le lacrime.
 
 << Già… ti ha affidato vostra figlia, si fida di te… non deluderle >>, disse più serio Oliver.
 
 << Non lo farò. Mi prenderò cura di entrambe le mie ragazze >>, terminò James tirando su un po' con il naso: Oliver era più grande di lui di soli tredici minuti, ma si prendeva cura di lui come faceva un “ vero “ fratello maggiore.
 
 << Ok, Are you ready? >>, gli domandò Oliver, allungando un braccio per aiutarlo ad alzarsi.
 
Il fratello lo afferrò e gli fece segno che ora era pronto, quindi Oliver uscì dal bagno.
 
James si lavò la faccia con l’acqua fresca per calmarsi, fece due profondi respiri e uscì, andando nel salotto dove tutti aspettavano notizie.
 
 << Hi… Prima di qualsiasi cosa: Amelia? Dorme? Si è svegliata? >>, domandò, mentre Katy, sua madre e suo padre gli andavano incontro per abbracciarlo.
 
 << Yes… non si è più svegliata dopo che siete andati all’ospedale. L’ho spostata nel suo lettino, così stava più comoda e tranquilla >>, gli rispose Katy tirando su con il naso: voleva essere di conforto al cognato, non rattristarlo ancora di più.
 
 << Hai fatto bene. Grazie… per essere stata qui con lei ed essertene presa cura >>, le sorrise grato.
 
 << L’ho fatto volentieri. Se avrai ancora bisogno… ora che… fino a quando Xx non tornerà a casa… non esitare a chiamare, ok? >>, gli disse Katy.
 
 << Grazie… lo terrò presente. Grazie a tutti… per essere qui in questo brutto momento. Vuol dire tanto per me… e credo… credo che se… se Xx fosse qui lo apprezzerebbe anche lei >>, disse James, gli occhi pieni di tristezza e dolore.
 
 << James… siamo una famiglia. E le famiglie si aiutano quando qualcuno ha bisogno. Inoltre vogliamo tutti molto bene a Xx… e siamo terribilmente preoccupati e addolorati per quello che le è successo >>, gli disse suo padre.
 
 << Tuo padre ha ragione. Come sta? E come stai tu? >>, domandò sua madre, preoccupata.
 
 << Io… non bene. Mi sento come se qualcuno mi avesse spaccato il cuore in mille pezzi e li stesse calpestando uno alla volta con forza. Sento il vuoto dentro di me… è come se non riuscissi a respirare… >>, tentò di spiegarsi il ragazzo, mentre la sua famiglia intorno annuiva.
 
Aveva pensato di non dire niente per non farli preoccupare… ma non sarebbe stato affatto credibile.
 
 << Tesoro, è comprensibile e del tutto naturale. Tu ami molto Xx… e ti sei ritrovato che improvvisamente te l’hanno strappata via. Non è facile, e non lo sarà… >>, lo consolò sua madre, baciandogli la testa.
 
 << Cosa ti hanno detto in ospedale? >>, domandò suo padre preoccupato.
 
 << Già… come sta Xx? Sei riuscito a parlarle? E come è potuto succedere un simile incidente?? >>, voleva sapere sua madre.
 
James guardò per un secondo Oliver e Katy: loro due sapevano la verità, ma i loro genitori non sapevano niente di Simone e che li stava pedinando da tempo… e non aveva nessuna intenzione di dirglielo in quel momento… o almeno, di tralasciare qualche parte della storia.
 
 << Ecco… sembra che… che non sia stato un incidente. Xx era con la sua vespa, e a causa del traffico per la pioggia aveva fatto una strada diversa per arrivare in tempo dal gioielliere… oggi dovevamo scegliere le fedi. Sembrerebbe che una fan troppo accanita l’avesse presa di mira. Già da un po' ci seguiva… ce la trovavamo dappertutto. Forse ha seguito i nostri spostamenti, ma è stata lei a… a investire Xx con un camion rimorchio… >>, rispose James, gli occhi pieni di dolore: non aveva detto proprio tutta la verità, ma neanche una bugia.
 
Susan e Martyn si portarono le mani alla bocca, orripilati.
 
 << E’… la ragazza del battesimo di Amelia. Quella con cui avete parlato fuori dalla chiesa. Non vi abbiamo detto niente per non farvi preoccupare… era… fino a oggi abbastanza sotto controllo. Sappiamo che è stata lei perché prima è venuta in ospedale… aveva l’anello di fidanzamento di Xx >>, continuò James, una pugnalata al cuore ogni parola che pronunciava.
 
 << James… è terrificante! E non ce lo avete detto?? Qui parliamo della sicurezza di nostro figlio e della sua famiglia! >>, si arrabbiò suo padre.
 
 << Dad… non è il momento. Ho chiesto anche all’avvocato, ma fino a che si appostava solo dove andavamo e ci seguiva non poteva fare niente. Forse comunque aveva un complice perché… beh… sembra che abbiano violentato Xx… mentre era incosciente stesa in mezzo al fango. L’hanno trovata seminuda e con… con delle… delle lacerazioni che… sono compatibili… con un rapporto non consensuale… >>, terminare la frase fu per James un sacrificio enorme: un magone gli salì in gola, e tirò su forte con il naso, respirando a fondo e sperando che bastasse per continuare a spiegare cosa era successo.
 
 << Che razza di bestia farebbe una cosa del genere?!? >>, Susan era orripilata e nauseata.
 
Katy guardò James e poi il marito: era disgustata da quello che avevano fatto a Xx… a sua cognata, alla sua amica… chi mai potrebbe volerle tanto male? SI strinse un po' di più a Oliver, che la abbracciò forte, posandogli la guancia sopra la testa.
 
 << Non lo so. Lei non può dircelo… era incosciente quando l’hanno trovata… >>, fece James a fatica, e cominciò a spiegare, anche con l’aiuto di Oliver, tutto quello che il dottore gli aveva detto, da come l’avevano trovata i paramedici alle sue condizioni quando avevano lasciato l’ospedale.
 
 << Oh santo cielo… era congelata… l’hanno violentata… e ora è in coma. Tutto per colpa di una fan troppo accanita? >>, Martyn era scioccato, gli occhi lucidi.
 
Susan e Katy piangevano, scosse da singhiozzi: << Che razza… di mostro… è una barbarie quello che le hanno fatto!! >>, commentò Susan, abbracciando il figlio: quel pomeriggio provava il vestito da sposo, e ora… ora non sapeva se avrebbe potuto usarlo.
 
 << Speriamo solo mettano dietro le sbarre quella criminale! >>, commentò suo padre
 
 << Jay, forse è meglio se tu ti riposi un po'. Dopo devi andare al commissariato, andare in ospedale… meglio se recuperi un po' di forze >>, gli suggerì Oliver.
 
 << Ha ragione tuo fratello. Va a riposare, ci pensiamo noi ad Amelia… >>, aveva iniziato sua madre.
 
 << No. Penso io a mia figlia. Grazie di essere passati e di avermi aiutato… ma ora c’è suo padre per lei. E voglio esserci quando si sveglierà dopo senza sua madre. Avrò sicuramente bisogno del vostro aiuto… ma ci devo essere io quando si sveglierà >>, James era sicuro e deciso.
 
 << Ma… si sveglierà tra poco e… >>, insistette Susan.
 
 << Susan, lascialo stare. È quello che vuole… ed è giusto così. Lui è il papà… e un uomo fa il papà sia nei giorni buoni che in quelli brutti, sia nella felicità che nella sofferenza. Questo potrebbe unirli ancora di più… se avrà bisogno ci chiamerà… giusto figliolo? >>, intervenne Martyn.
 
 << Certo >>, confermò: suo padre aveva capito il suo bisogno, e tanto bastava; ora erano due padri, e si stavano entrambi prendendo cura dei propri figli.
 
 << Thanks dad >>, lo ringraziò, abbracciandolo.
 
 << Jay, ti passo a prendere dopo, per andare al commissariato. Non sarà facile, e non voglio che tu affronti tutto da solo >>, gli disse Oliver.
 
 << Ok, ti mando un messaggio per l’ora… dipende quando si sveglia Amelia. Mamma… quando vado al commissariato posso portarvi Amelia? Non voglio portarla lì… >>, domandò James, anche per farsi un po' perdonare da sua madre per come le aveva risposto prima.
 
 << Of course >>, gli sorrise.
 
 << Ora che ne dite se andiamo? James sarà distrutto, e deve riposare prima che Amelia si svegli. E anche tutti noi dobbiamo farlo. Jim, ti aspetto a casa nostra stasera a cena… controllerò che tu mangi qualcosa >>, gli disse Katy puntandolo con l’indice: James sorrise un po'… quel suo sorriso timido… quello che Xx adora…
 
Ricacciò indietro la tristezza, e rispose a Katy: << Sono io che ti devo la cena, ricordi? >>.
 
 << Non me lo dimentico, ma sarà per un’altra volta. Buonanotte Jay >>, lo abbracciò Katy, poi uscì, andando verso la macchina, aspettando Oliver.
 
Anche i genitori dei ragazzi uscirono salutando i figli e Katy.
 
 << Jay, se ti serve qualcosa, qualunque cosa, chiama ok? Arriverò subito. Ora… cerca d dormire, o almeno di riposare un pò >>, gli fece Oliver, abbracciandolo forte, scompigliandogli i capelli con la mano.
 
 << Ok. Grazie… ora va a riposare. Ci vediamo dopo >>, gli rispose il fratello.
 
 << Certo, da un bacio ad Amelia per me >>, gli disse salendo in macchina.
 
 << Sarà fatto >>, gli rispose, un po' apatico.
 
 
 
Rimase solo: da una parte non vedeva l’ora, ma dall’altra… faceva paura.
 
Cadde in ginocchio, sopraffatto da tutto quello che era successo, dal suo dolore, dalla sua rabbia… pianse ancora, era come se qualcosa gli si fosse rotto dentro… era paralizzato.
 
 
 
Dopo alcuni minuti si riprese, si disse che doveva essere forte per Xx… che non poteva crollare, lei aveva bisogno di lui.
 
SI riprese e salì al piano superiore, andando subito nella cameretta di Amelia: dormiva ancora, con le braccia in su e i pugnetti chiusi.
 
Avvicinò la sedia a dondolo- quella che lui stesso aveva montato per Xx e Amelia- alla culla della sua bambina, rimanendo a guardarla per un po': aveva così tanto di Xx… anche un po' del suo profumo.
 
Con la mano passò tra le sbarre della culla, posandogli la mano sulla pancia e accarezzandola piano.
 
Amelia si svegliò dopo un pò, agitando i pugni e le gambe.
 
 << Ehi Amelia, tesoro… papà è qui con te… vieni… >>, fece prendendola in braccio: Amelia gli fece un gran sorriso.
 
 << Che dici Amelia, dormi un’oretta nel lettone con papà? >>, fece a sua figlia, che vedeva sbadigliare.
 
 << Eccoci qui… sistemiamo i cuscini così non cadi… mamma mi strozzerebbe se ti facessi male >>, provò a sorridere alla figlia, che osservava cosa faceva il papà.
 
James si spogliò e si mise sotto le coperte con Amelia: << Mamamama >>, stava dicendo guardandosi intorno, forse proprio alla ricerca della mamma.
 
 << Ok… Amelia… dobbiamo parlare. La tua mamma… per un po' non potrà essere qui con noi. Lei ti ama molto, però… sai? Mi ha detto di dirtelo sempre… e mi ha detto che ti devo dare il bacio del buongiorno e della buonanotte anche da parte sua… si è proprio raccomandata. Tu amore di papà sei una bambina bravissima… e mamma è tanto orgogliosa di te. Non ti preoccupare, tornerà presto da noi… capito? Io lo so… ma nel frattempo, noi siamo due persone in gamba, e ce la faremo. Dimostreremo a mamma come sappiamo cavarcela anche da soli, ok? >>, spiegò alla sua bambina bellissima, che lo guardò: per un secondo fu sicuro che lo avesse ascoltato e avesse capito tutto.
 
Amelia guardò il papà, toccandogli il viso con le manine… asciugandogli così, un po', le lacrime che gli rigavano il viso e che non riusciva a fermare.
 
 << Dadada >>, fece sorridente, sentendosi un po' le manine umide, guardandole.
 
 << Si… saremo solo tu e io per un po' >>, le sorrise, baciandole la testolina.
 
Amelia sbadigliò di nuovo, e James ne approfittò per cantarle una canzoncina che era come una ninna nanna, anche se la voce era un po' incrinata, e sua figlia si addormentò piano piano, tenendo stretto un dito del papà.
 
 << Buonanotte principessa… fa dei bei sogni >>, le sorrise baciandole la testolina e carezzandole la guancia paffuta con la mano libera.
 
 << Anche il tuo papà proverà a dormire un po'… o almeno a chiudere gli occhi >>, borbottò James, cercando di scacciare tutte le immagini di quella sera.
 
 
 
 
 
Tre ore dopo Amelia si era svegliata completamente, facendo i suoi “ discorsi “ mattutini.
 
James non era riuscito a dormire granchè, aveva sonnecchiato un po', e in quel poco che aveva riposato aveva avuto continue immagini di Xx in ospedale, o di Xx seminuda in un fossato, con qualcuno, ma non riusciva a mettere a fuoco chi, che la violentava.
 
 << Ok Amelia, sembrerebbe l’ora di alzarsi, eh? >>, le sorrise, tenendosi la testa fra le mani: se la sentiva pesante.
 
 << Goodmoorning princess >>, le disse, sforzandosi di sorriderle, dandole due baci sulle guance.
 
 << Andiamo a cambiarci e a lavarci, e poi la colazione, ok? >>, fece, mettendola per terra, così che gattonasse un po'.
 
 << Com’on Amelia! >>, le disse, invitandola a seguirlo.
 
La bambina lo guardò per un secondo, seduta per terra, poi decise di andargli dietro, tutta sorridente.
 
 << SI! Bravissima! >>, le disse, con più entusiasmo di quanto ne avesse in verità… ma era deciso a fare in modo che l’assenza di Xx non pesasse troppo su Amelia.
 
 << Well done! Ora papà ti cambia il pannolino e ti prepara per oggi, va bene? >>: Amelia battè le mani.
 
 << Dadada >>, fece lei.
 
James la cambiò, la lavò e la pettinò, facendole due piccoli codini.
 
 << Ecco qui Amelia, adesso anche papà si lava e si veste e poi colazione assieme >>, le disse.
 
 << Dada pappapa >>, fece Amelia, guardando il papà che si vestiva.
 
 << Si, eccoci Amelia. Papà è pronto, adesso ti do la pappa >>, le sorrise prendendola in braccio per scendere le scale: la mise giù sul suo tappeto dei giochi e preparò la colazione.
 
Chiamò il fratello: << Ehi, Ollie, morning >>, lo salutò.
 
 << Jay! Mooorning. Sei riuscito a riposare un po'? >>, domandò Oliver stiracchiandosi.
 
 << Scusa, ti ho svegliato per caso? >>, domandò James, rendendosi conto che era piuttosto presto: dopotutto erano le sei della mattina quando erano andati a casa: e ora erano le nove e mezza.
 
 << No, no. figurati. Dimmi tutto >>, rispose Oliver alzandosi dal letto e cercando di dare un tono alla sua voce per non fargli notare che effettivamente l’aveva buttato giù dal letto.
 
 << Io… volevo andare al commissariato, per vedere se ci sono novità… e poi voglio andare in ospedale >>, gli disse, dandosi dello scemo per averlo chiamato così presto.
 
 << OK, dammi sono dieci minuti e passo a prenderti >>.
 
 << No… Ollie. Vengo a prenderti io… tra un’ora magari? Così fai con comodo >>, tentò di farsi perdonare.
 
 << Ok… a tra poco >>, fece Oliver, chiudendo la chiamata.
 
 << Oliver… chi era? >>, domandò Katy piuttosto intontita, girandosi verso il marito.
 
 << Buongiorno anche a te >>, e sorrise, dandole un bacio, poi si avvicinò alla pancia di Katy ricoprendola di baci: << Buongiorno anche a te piccola >>.
 
Katy sorrise felice: << Ciao Oliver >>, gli disse, tirandosi su.
 
 << Era James. Passa tra un’ora. Andiamo al commissariato e poi in ospedale >>, le spiegò, prendendo le sue cose sparse per la stanza.
 
 << Vengo con voi >>.
 
 << Cosa? No. tu devi riposare, non hai mai dormito stanotte >>, la fermò il marito.
 
 << Neanche tu hai dormito molto >>, gli rispose lei, alzando le sopracciglia in modo eloquente.
 
 << Lo so… ma devo andare. Se vuoi domani possiamo andare all’ospedale insieme a trovare Xx… >>: Oliver arrossì di colpo.
 
 << Va bene… fammi sapere se ci sono novità >>, si arrese alla fine.
 
 << Certo. Ora torna a riposare… ti chiamo più tardi >>, le sorrise, baciandola.
 
 
 
 << Scusa se ti ho buttato giù dal letto >>, gli disse James a mò di saluto, quando Oliver entrò in macchina.
 
 << Non ti preoccupare. Tu come stai? Sei riuscito a dormire un po'? >>
 
 << Ehi, ciao piccolina >>, sorrise ad Amelia, voltandosi sui sedili posteriori.
 
 << Insomma. Avrò dormicchiato un po'… ma ogni volta che chiudo gli occhi… vedevo Xx. Come l’ho lasciata in ospedale, immagini di come l’hanno trovata… immagini di lei che… che viene violentata… alla fine avevo quasi paura a chiudere gli occhi. Poi Amelia si è svegliata e mi sono alzato anche io >>, rispose con una enorme fatica James al fratello, stringendo più forte il volante.
 
 << Vedrai… ogni giorno andrà un po' meglio… così riuscirai a dormire bene, almeno… >>, fece Oliver rassicurante.
 
 
 
Arrivarono a casa dei genitori per lasciare Amelia ai nonni, ma quando James la slegò dal suo seggiolino per portarla dentro casa lei iniziò a piangere disperata.
 
 << Ehi, amore, che c’è? >>, cercava di consolarla il padre… ma lei proprio non ne voleva sapere.
 
La prese in braccio con amore, cullandola un po', andando a passeggiare con lei nel giardino di casa dei suoi, canticchiandole una canzoncina: aveva controllato ma non aveva la febbre, e il pannolino lo aveva cambiato prima di partire da casa, non poteva essere già sporco…
 
Dopo parecchi minuti Amelia sembrava essersi calmata, così la mise giù, in modo che fosse libera di gattonare e di distrarsi.
 
 << Cosa è successo? Non è la prima volta che la portate qui e che la teniamo… >>, domandò Martyn.
 
 << Non lo so papà… però ora sembra più tranquilla. Noi ora andiamo, nella borsa c’è tutto quello che le può servire… chiamatemi se piange ancora come prima… io vi chiamo più tardi, per sentire come va >>, fece James ai genitori.
 
 << Certo, non ti preoccupare. Va tesoro, e facci sapere >>, rispose Susan.
 
 
 
 
 
 << Salve… I’m James Phelps. La… la mia fidanzata ieri è stata investita. Si chiama Xx Yy… e l’agente che ieri ha arrestato la possibile colpevole… mi ha detto di passare qui oggi >>, spiegò James quando entrò in commissariato a un’agente che stava alla reception.
 
 << Aspetti un momento qui per favore, controllo subito >>, gli rispose cortese, allontanandosi.
 
 << Thanks >>, risposero i fratelli insieme.
 
James e Oliver si guardarono intorno: non erano mai stati in un commissariato di polizia -per fortuna!-
 
 << Prego Mr. Phelps, mi segua >>, tornò l’agente: James guardò il fratello che gli fece un segno d’intesa, e poi entrambi seguirono l’agente, che li portò in un piccolo ufficio con una scrivania ricoperta sommersa di carte.
 
 << Ora la vicenda è seguita dal detective Cooper. Vi parlerà lui degli sviluppi, insieme all’agente Cox, che è uno dei due che è intervenuto sulla scena. Sta finendo di parlare con una sospettata, aspettatelo qui >>, gli indicò di accomodarsi e uscì.
 
 << Ehm… ok >>, rispose Oliver sedendosi: non aveva il coraggio di appoggiare le braccia sul tavolo per paura che crollasse tutta la pila di carte.
 
 
 
 << Buongiorno, scusate l’attesa, ma stavo finendo di interrogare la sospettata. Io sono il detective Cooper >>, si presentò porgendo la mano.
 
James la afferrò: << Buongiorno, I’m James Phelps… e… la ragazza che hanno investito è la mia fidanzata >>, si presentò.
 
 << I’m Oliver Phelps… his brother >>, strinse anche lui la mano.
 
 << Perchè hanno passato a lei il caso? >>, domandò subito James.
 
 << Ho interrogato a lungo la signorina Simone, e sembrerebbe certa la volontà di investire la signorina Xx… quindi questa non è più un semplice caso di incidente stradale… ora parliamo di tentato omicidio >>, spiegò il detective: Oliver e James rimasero pietrificati… non l’avevano visto, prima di allora, sotto quella luce… al più piccolo si gelò il sangue.
 
 << Anche se… beh… potremmo accusarla di concorso in tentato omicidio, di omissione di soccorso, e anche di percosse aggravate, ma pare che non guidasse lei il camion rimorchio, quindi materialmente non è stata lei a investire la sua fidanzata >>, continuò il detective.
 
 << C-cosa?!? Potrebbe cavarsela con poco?! Ha organizzato il tentato omicidio della mia fidanzata!! >>, James era scandalizzato e arrabbiato insieme.
 
 << Andiamo con ordine, vi spiegheremo tutto. Intanto vi dico che il camion è stato ritrovato poco fa, anche se a fatica, era ben nascosto. Stanno facendo tutti i rilievi del caso, guardano se ci sono impronte, tracce o altro, e al più presto ne sapremo di più. Per quanto riguarda la signorina Simone… beh, è più complicato. Abbiamo dovuto far ricorso a uno psicologo comportamentista… non sembrava molto lucida. O meglio, avevamo il dubbio che sapesse che stesse parlando con noi, oppure che stesse rivivendo tutto nella sua testa e a voce alta, e in questo caso non era sicuro che, in un processo, fosse ammissibile questa confessione. Le abbiamo letto i diritti e detto che poteva chiamare il suo avvocato, ma al momento si è rifiutata. Abbiamo dovuto chiederlo perché, nel caso di un processo, non volevamo che ci fosse un cavillo legale a cui appendersi da parte della sua difesa >>, spiegò ai due ragazzi di fronte a lui.
 
 << In ogni caso, ha confessato che tutta l’idea del piano è stata sua. Stava rivivendo di nuovo tutta l’esperienza mentre ce la raccontava nei minimi particolari… e si sentiva che godeva nel dirlo, e nel rivivere l’accaduto… anche per questo abbiamo chiamato uno psicologo. Le hanno sequestrato e perquisito la macchina e ci hanno trovato una spranga di ferro… era stata pulita ma c’erano dei residui di sangue, li stanno esaminando per verificare se appartengono a Xx. Fino a qui ci siete? >>, domandò il detective.
 
 << Tutto chiaro >>, rispose James, determinato più che mai a sbattere Simone dietro le sbarre, possibilmente a vita.
 
 << Un’altra possibilità è che ne chiedano l’infermità mentale e la sua inadeguatezza a sostenere un processo. In questo caso potrebbe essere mandata in un ospedale psichiatrico… >>, continuò il detective.
 
 << Sta scherzando?? Era perfettamente lucida quando ci pedinava, o quando ha organizzato… tutto questo! >>, sbottò James, scaldandosi.
 
 << Lo credo anche io, ed è quello che dovremmo dimostrare. Lei è qui anche per raccontarci cosa ha spinto Simone a questa ossessione nei confronti suoi e della signorina Xx. E la prego di dire la verità, o in un eventuale processo le sue bugie verrebbero a galla e si ritorcerebbero su di noi. Soprattutto sulla sua fidanzata, che non può dire la sua versione… e non avrebbe nessuna giustizia >>, disse molto chiaramente il detective.
 
 << Certo. Allora… >>, e James cominciò a raccontare tutto, a partire dalla notte al bar, quello che accadde dopo, i ricatti con le foto – se ne imbarazzò tantissimo -, i pedinamenti ovunque andassero… tutto.
 
 
 
Il detective rimase composto e professionale, probabilmente percependo anche l’imbarazzo da parte del ragazzo a raccontargli certe cose.
 
 << Bene, ora il quadro mi è più completo. Ora… passiamo alla possibilità di un complice. Lei ha qualche idea di chi possa essere? Glielo dico. Abbiamo perquisito il cellulare della signorina Simone, e tra le varie foto, anche di lei, che quindi confermano quello che mi ha detto fin’ora, cioè che la pedinava e il resto… ci sono dei video della scorsa notte… quella dell’incidente. Quindi una seconda persona c’è… lei ha qualche nome? Noi lo stiamo già cercando >>, disse il detective.
 
 << Non ne ho idea… le vogliono tutti bene. Aveva un ex fidanzato che l’ha molestata per qualche settimana, quando ancora era incinta… ma poi sembrava la questione si fosse risolta… si era reso conto di spaventarla, si è scusato e non l’abbiamo più visto e sentito… lei non l’ha più nominato… >>, ricordò James.
 
 << Jay, anche il nostro amico… al nostro compleanno dello scorso anno. Lui insisteva un po' troppo con Xx, a starle vicino, ballare con lei… >>, intervenne Oliver riflettendo.
 
 << Giusto, si… ma è stato un episodio isolato a quella sera… >>, rimuginò James.
 
 << Ok, potenzialmente quindi potrebbe esserci qualcuno. Io ho qui dei video di quella sera… questa persona si intravede. Credo la signorina Simone li abbia fatti per avere una specie di assicurazione, come a dire, se parli ti scarico addosso la colpa… come un ricatto. Ve li mostro, ma voi dovete mantenere la calma… sono un po' crudi e brutali, ma può essere che vi venga in mente di chi si tratta. Ehm… James? Suo fratello può vedere… o preferisce di no? Capisco che sia qui per sostenerla e per dare una mano, ma questa faccenda dei video è un po' diversa… >>, avvisò il detective.
 
 << Jay, ti aspetto qua fuori… >>, fece subito Oliver, alzandosi.
 
 << No… please. Rimani >>, lo scongiurò James.
 
Oliver lanciò uno sguardo al fratello e poi al detective, che gli fece segno di accomodarsi.
 
 << Ok… ce n’è più di uno. Se sono troppo crudi… o è troppo, avvisatemi, lo blocchiamo subito >>, li avvisò, poi fece partire il primo video.
 
Si sentiva il rumore forte della pioggia battente, la scena era ripresa dall’alto, e poco più in sotto, su un fossato, si intravedeva una sagoma immobile, e poi qualcuno, probabilmente un uomo, che la stava spogliando di malagrazia.
 
James strinse le nocche delle mani fino a farle diventare bianche: un misto di sentimenti lo attraversavano: era arrabbiato con chiunque fosse coinvolto, e sentiva la voragine dentro al suo petto che si spalancava sempre di più, il dolore che tornava a farsi sentire più acuto che mai.
 
A causa della pioggia, si sentiva a tratti la voce di Simone: << Muoviti… non… rischiare… scopata… mezza morta >>, si riuscivano a sentire…
 
 << Come…?!? >>, James si stava adirano, ma Oliver lo calmò, posandogli una mano sulla spalla.
 
 << Aspettato… non si placa… con una scopata sola… troietta… fidanzatino… stavolta? >>, si riusciva a capire dalla voce dell’uomo.
 
Intanto nel video si vedevano le immagini di questo “ uomo” che toccava e mordeva la sua fidanzata, senza che lei, già priva di conoscenza, potesse opporre resistenza.
 
Una, due… tre… se la rigirava come gli piaceva di più: davanti, dietro… faceva del corpo inerme di Xx quello che voleva: a James salì la bile in gola, un sentimento di odio e di disprezzo per quell’animale che toccava livelli mai raggiunti prima.
 
Lo vide che prendeva un bastone li per terra, lurido di fango e chissà cos’altro, e la colpì più volte: sullo stomaco, sulle gambe, sulla schiena, sul viso… e poi… la penetrava, davanti e dietro… se la stava godendo un mondo, sembrava.
 
James sentiva il sangue pulsare velocemente, il cuore accelerato: fumava rabbia e disgusto.
 
Oliver non guardava più il video: gli sembrava poco rispettoso verso sua cognata, ma purtroppo sentiva… se avesse avuto davanti quella sottospecie di uomo lo avrebbe ammazzato senza alcun problema.
 
 << Ehi, Simone, passami la spranga… >>, le stava chiedendo lo sconosciuto.
 
 << Ancora? Stai lì da ore, non voglio correre rischi… >>, stava rispondendo lei.
 
 
 
 << Scusatemi >>, fece il detective interrompendo il video, rispondendo al fisso.
 
 << Portatelo in sala interrogatori. No, non passate… >>, stava dicendo il detective… ma troppo tardi.
 
Dalla porta dell’entrata arrivò un uomo ammanettato scortato da due agenti, che lo lasciarono solo per trenta secondi, il tempo di andare a firmare delle carte.
 
James tremava da capo a piedi: alzò lo sguardo e lo riconobbe subito. Neanche una frazione di secondo, e il suo cervello aveva collegato tutti i pezzi mancanti… aveva già la risposta.
 
 << TU! >>, sputò velenoso e adirato: si alzò di scatto, Oliver non fece in tempo ad agguantarlo, che James aveva aperto la porta quasi sbattendola e mandando in frantumi il vetro.
 
James era una furia: << MALEDETTO SCHIFOSO! SEI STATO TU!! >>, lo afferrò per la giacca sbattendolo contro la parete più vicina, con violenza.
 
 << Chi si rivede! >>, salutò quell’altro senza mostrarsi pentito o dispiaciuto.
 
James gli mollò un cazzotto in piena faccia: lo riprese per il giaccone, spostandosi e sbattendolo contro una scrivania libera, facendo cadere a terra pile di carte.
 
 << COME DIAVOLO… >>, il fidanzato non riusciva a controllarsi, gli diede un altro pugno sullo stomaco.
 
 << Jay, fermo! >>, Oliver lo afferrò per le spalle.
 
 << Questa volta ci sono riuscito… senza il fidanzatino di mezzo… non ho avuto problemi… faceva tutto quello che volevo… quanto ho goduto… ho aspettato… ne è valsa la pena… era così… disponibile… >>, lo provocò il dottore.
 
James non ci vedeva più dalla rabbia: si scrollò di dosso Oliver, che lo aveva riconosciuto anche lui, e si scagliò ancora su di lui.
 
 << Era un po' frigida però… non avete scopato tanto durante la mia assenza? >>, continuò folle il dottore
 
 << Non nominarla! >>, lo minacciò James, dandogli una ginocchiata sulle sue parti basse.
 
 << L’hai avuta solo perchè era priva di sensi… o non avresti mai avuto nessuna possibilità! >>, ringhiò James, sbattendogli la testa sulla scrivania.
 
 << Come se la godeva… l’ho usata in tutte le posizioni che mi andavano, a mio piacimento… davanti, dietro… lei non ha mai detto no… e la sua pelle… che morbida… che profumata… certo, un po' freddina >>, lo provocò il dottore.
 
 << Ti ho detto di non nominarla! Maledetto schifoso! >>, James non ragionava più, e lo teneva sempre più stresso, schiacciandolo di più contro la scrivania. Poi una certezza, all’improvviso, si fece strada nella sua testa: << Sei… sei stato tu e investirla! >>, quasi ringhiò James, la collera che quasi gli deformava il viso.
 
Due agenti riuscirono a levare James di dosso all’uomo, mettendogli le manette ai polsi.
 
 << L’avete visto tutti come mi ha aggredito? E non potevo difendermi! >>, fece rivolto a tutti gli agenti lì intorno.
 
 << Ehi! Perché mettete anche a lui le manette? >>, si arrabbiò Oliver.
 
 << Mr. Phelp! Le avevo detto di mantenere la calma o sbaglio?? Portatelo nel mio ufficio, e lasciategli le manette. Il sospettato in sala interrogatori invece. Arrivo tra due minuti. >>, lo sgridò il detective.
 
 << Mr. Phelps, mi vuole spiegare cosa diavolo le è saltato in testa? Cosa credeva di fare? Sarà fortunato se non la arresteremo per aggressione! >>, si arrabbiò il detective, rientrando nel suo ufficio.
 
 << Non può togliergli le manette? >>, domandò arrabbiato Oliver.
 
 << No. Allora: cosa pensava di fare James?? >>, insistette il detective.
 
 << E’ stato lui! È stato lui a investire Xx. Ne sono sicuro! >>, fece James, che ancora tremava di rabbia.
 
 << Perché ne è così sicuro? >>, domandò il detective, un po' più calmo, sedendosi.
 
 << Mi ha chiesto chi poteva avercela con Xx… lui sicuramente. È successo tutto due capodanni fa, Xx era incinta di circa quattro mesi… >>, iniziò a raccontare James.
 
 << Prima non ho fatto il suo nome perché pensavo che gli fosse passata. Avevo completamente rimosso quell’episodio, pensavo fosse finita. In seguito lo abbiamo denunciato… Xx era più timorosa… l’ho convinta io a farlo >>, spiegò.
 
 << Si… dal fascicolo leggo della denuncia e di tutte le conseguenze. È stato licenziato, e non ha più trovato nessun ospedale disposto ad assumerlo, con un’accusa così grave alle spalle. Doveva avercela a morte con la signorina Xx per questo… e anche con lei, sia per la denuncia che per la storia della parte nel film di Harry Potter. Ora tutto ha un senso… compresa la sua reazione >>, fece il detective.
 
 << Voi restate qui. Vado a interrogare quell’uomo… e poi vi riferirò quello che ci dirà. E… non prometto niente, ma data la storia con quell’uomo, cercherò di farle togliere le manette ed evitarle una denuncia per aggressione. Ma lei deve stare calmo, mi ha capito? Oliver, faccia ragionare suo fratello. Non aiuta nessuno se finisce dentro per la denuncia. Ci vediamo tra poco >>, si congedò il detective.
 
 << Jim! Che diavolo! >>, si arrabbiò Oliver.
 
 << Sorry… >>, James chinò il capo: si era reso conto di averla fatta grossa.
 
 << Si… sorry, sorry… è tardi per questo! E non è di certo a me che devi chiedere scusa. Dovresti scusarti con Xx e Amelia, se finirai nei guai per questo. Ma immagino tu non ci abbia pensato prima di scagliarti contro quell’uomo >>, lo rimproverò Oliver.
 
 << No… >>, ammise il fratello.
 
 << Lo immaginavo. Se finisci dentro chi baderà ad Amelia? Senza mamma e senza papà in ventiquattro ore >>, continuò il maggiore.
 
 << Lo so che ho fatto una cazzata! Non sono riuscito a trattenermi… nel momento in cui ho afferrato quell’animale sapevo di essere finito nei guai. Ma… le immagini che ho visto su quel cellulare… quel mostro ora ha un nome e una faccia. E mi stanno passando di mente i video… di prima con il volto di quell’essere… e quella sera a capodanno… e dannazione, non riesco a togliermi dalla testa l’idea che… se magari non avessi insistito con Xx per denunciarlo… se magari non l’avessi spinta su quella decisione… forse ora non sarebbe in quel letto d’ospedale! >>, la voce di James era incrinata.
 
 << Questo non lo puoi sapere. Probabilmente se non lo avesse incontrato Simone avrebbe assoldato un criminale per aiutarla nel suo piano folle… >>, lo fece ragionare Oliver, ora più calmo.
 
 << Maybe >>, rispose l’altro, senza però guardare negli occhi il fratello.
 
 << Jay… mi spiace di averti dato addosso prima. Io… probabilmente avrei reagito allo stesso modo. Scusa >>, fece Oliver dopo qualche minuto di silenzio.
 
 << Non preoccuparti >>, mormorò James.
 
 
 
Il detective tornò dopo quasi un’ora: << E’ più calmo, Mr. Phelps? >>, domandò rivolto a James.
 
 << Yes… e mi scusi per prima, non succederà di nuovo >>, rispose un James piuttosto abbattuto e mortificato.
 
 << Sono contento di sentirglielo dire. Scusate se vi ho fatto attendere, ma ho delle novità, e non volevo farvi tornare per aggiornarvi. Abbiamo ottenuto un mandato per il cellulare, il pc, la macchina e la casa del sospettato. Sul cellulare abbiamo trovato dei video, che a breve vi mostrerò. Indicano sia che lui era ossessionato da Xx… e indicano anche la sua presenza sul luogo dell’incidente. Ha ammesso di aver conosciuto Simone qualche mese fa in un bar, e di aver organizzato per settimane l’accaduto di ieri sera. Insistendo un po' è crollato, e ha ammesso di aver guidato lui il rimorchio che l’ha investita in pieno… ma dice che la mente dietro il piano è opera di Simone… e sarei propenso a credergli >>, iniziò il detective.
 
 << Abbiamo le prove per arrestare sia lui che la sua complice per tentato omicidio, stupro, lesioni aggravate, omissione di soccorso… e anche stalking. Ora, l’ospedale ci ha fornito tutte le prove di cui avevamo bisogno, compreso il kit stupro. Dovremmo fare una comparazione con il sospettato, ma credo non ci saranno sorprese. Il medico che ha in cura Xx mi ha detto che per ora le sue condizioni non sono cambiate… e ahimè, se dovesse essere così… se Xx… non dovesse farcela… la posizione di quei due si aggraverebbe parecchio, in quel caso si parlerebbe anche di omicidio volontario premeditato. Ma speriamo che non si debba arrivare a tanto >>, fece il detective, notando come i due fratelli fossero improvvisamente sbiancati a sentire l’ultima parte.
 
 << Con queste accuse, se dovessimo vincere in tribunale, passerebbero in carcere come minimo venti o trent’anni… o forse l’ergastolo, ma questo si vedrà in un secondo momento. Ora, vi faccio vedere i video di cui vi parlavo prima… ve li posso mostrare, sia questi che quelli di prima, perché, in caso di processo, sono delle prove, e quindi verrebbero mostrati in aula. Almeno non avrete uno shock quel giorno… >>, fece gentile il detective.
 
Schiacciò il play sul video, e Oliver e James videro una scena simile a quella dei video precedenti: Xx stesa sul fossato, immobile, la pioggia che cadeva a dirotto… ma questa volta si vedeva una sagoma che prendeva a sprangate quel corpo con tutta la forza che aveva…
 
James aveva gli occhi lucidi e un groppo in gola: sentiva come se gli avessero sparato dritto al cuore, e fosse finito in mille pezzi… la sua povera Xx… cosa aveva dovuto sopportare?
 
Anche Oliver era impietrito: gli occhi lucidi, una stretta allo stomaco nel vedere quella ragazza, che lui considerava una sorella, venire picchiata senza sosta.
 
Il video cambiò, e si vedeva sempre quella sagoma che aveva una mano stretta sul collo di Xx, mentre con l’altra le tappava il naso…
 
 << Simone, sta arrivando una macchina! >>, urlò l’uomo nel video, che si fermò.
 
James era sconvolto… e molto arrabbiato: << Io… ha… dopo averla presa… ha anche tentato si soffocarla?!? >>, era incredulo e molto scosso.
 
 << Si… Xx deve ritenersi molto fortunata che quella macchina sia arrivata in quel momento. SI tratta della signora che l’ha effettivamente soccorsa… e salvata, si può dire. Sarà chiamata a testimoniare al processo >>, spiegò loro il detective.
 
 << Sarebbe… possibile incontrare questa donna? Solo per ringraziarla… >>, domandò Oliver, la voce incrinata.
 
 << Penso di sì… ma lo chiederemo a lei. Poi vi farò sapere. Nel pomeriggio verrà qui per rilasciare la sua versione dei fatti >>, assicurò l’uomo.
 
James era a pezzi: come avevano potuto usare tanta violenza… tanto odio sulla sua Xx? Sulla mamma della sua bambina?
 
 << Ora vi mostrerò un altro video: ce ne sono altri di simili, quindi vi basterà vedere questo… è abbastanza… impegnativo. Siete sicuri di essere pronti? Soprattutto lei, James >>.
 
 << Non credo sarò mai pronto. Ma voglio vedere >>, sussurrò il ragazzo, che era diventato solo l’ombra del ragazzo allegro, sorridente e gentile che era sempre stato.
 
 << Ok... questo video mostra come Il sospettato fosse in un modo morboso ossessionato da Xx… >>, spiegò, prima di premere play.
 
La scena che videro fece venir voglia di vomitare ai due fratelli: era una camera da letto, e si vedeva il dottore mentre si masturbava guardando delle foto di Xx prese dai suoi social, appese su un pezzo di parete… al suo fianco una bambola gonfiabile con appeso sul viso una foto del viso di Xx.
 
 << Ok Stop! >>, lo bloccò James dopo qualche secondo, la bile che era risalita in gola, mentre tremava.
 
Oliver dopo due secondi in cui aveva visto abbastanza non lo guardò più, fissando il pavimento: era orripilato.
 
 << Il dottore ce l’avrà pure avuta con lei James… ma dopo quella sera di quasi due anni fa… quella che mi raccontava prima, sembrava ossessionato anche da Xx… almeno a livello platonico >>, disse il detective.
 
 James non rispose: si guardava le scarpe, disgustato da quello che quell’uomo aveva fatto.
 
 << Ho parlato con il comandante… spiegando quello che è successo prima. Per questa volta non avrà nessuna denuncia, data la sua particolare situazione e le circostanze in cui è avvenuta l’aggressione. Ma la prossima volta non sarà così fortunato, e noi non saremmo così indulgenti. Qui diranno di non aver visto niente, e anche se il dottore volesse sporgere denuncia, non ci sarebbero testimoni, e nelle sue attuali condizioni nessuno gli crederebbe. Ma, ripeto, questa è la prima e ultima volta. Non lo rifaccia mai più… pensi a prendersi cura di sua figlia e della sua fidanzata >>, gli disse il detective: dopotutto gli dispiaceva per quel giovane uomo che aveva di fronte.
 
 << Si volti, le levo le manette >>, fece il detective alzandosi: anche James fece lo stesso, e dopo due secondi se sentì le mani libere e le braccia meno indolenzite.
 
 << Thanks >>, mormorò James, un sussurro appena udibile.
 
 << Ora vada da sua figlia e dalla sua fidanzata. La terrò aggiornata sugli sviluppi. Mi raccomando però… basta con le cazzate, o la prossima volta ne pagherà le conseguenze >>, ribadì il detective aprendo la porta dell’ufficio.
 
 << Va bene… arrivederci >>, lo salutò James con una stretta di mano: era pallido, i suoi occhi erano spenti… non riusciva a riprendersi.
 
 << Grazie detective… a presto >>, lo salutò Oliver, andando dietro al fratello.
 
 
 
 << Ti è andata bene >>, fece Oliver salendo in macchina, più duro di quanto avrebbe voluto.
 
 << Lo so >>, rispose solo il fratello, sedendosi al lato del passeggero.
 
 << E’ tutto quello che hai da dire? >>, Oliver era preoccupato per il fratello: non era sicuro che si rendesse conto della gravità di quello che aveva fatto.
 
 << Si, dannazione! Lo so che ho fatto una grande cazzata, ok? E ho rischiato molto… ma… hai visto cosa hanno fatto loro a Xx? Sono stati… dei barbari. Dei maledetti viscidi barbari! >>, si arrabbiò James, le lacrime che scendevano incontrollabili.
 
 << Si… purtroppo l’ho visto Jay. Ma tu non devi diventare come loro. Xx non lo vorrebbe mai, e Amelia deve averti come modello da seguire… e non credo tu e Xx vogliate insegnarle questo >>, cercò di dire Oliver, stavolta con più calma.
 
 << Beh, grazie a loro Xx potrebbe morire… o non svegliarsi mai dal coma, e in nessuno di questi casi potrebbe mai dirmi cosa vorrebbe >>, rispose duro James.
 
 << Scherzi vero? Tu la conosci meglio di chiunque altro, e lo sai cosa vorrebbe. Stai soffrendo, si vede… ma non puoi perdere di vista il buonsenso. Non te lo lascerò fare >>, fece Oliver, mettendo in moto la macchina e andando all’ospedale.
 
 
 
 
 
 << Buongiorno dottor Knight. Ci… ci sono novità? >>, domandò James.
 
 << Mr. Phelps, buongiorno. È riuscito a riposare un po'? >>, domandò il dottore.
 
 << Non proprio >>, mormorò appena James.
 
 << Venga con me. La situazione ora è stabile. La temperatura è risalita, siamo circa sui trentadue gradi. E questo va bene, considerato che solo ieri sera era a venti. È ancora un po' bassina, ma siamo fiduciosi che aumenterà nelle prossime ore. Questa mattina è stata trovata però una perforazione al fegato, ed essendo una emergenza grave è stata portata subito in sala operatoria… ora sembra che, almeno quella, sia sistemata. L’hanno portata in stanza poco fa >>, spiegò il dottore a un James pallido e impaurito, sorretto dal fratello. 
 
 << La stavamo per chiamare, per avvisarla… ma non ne abbiamo avuto il tempo... era grave; ma è una combattente, e ha superato anche questo problema. Il resto delle sue lesioni rimane allo stesso punto di ieri. Abbiamo fermato l’emorragia di ieri, oggi che era più stabile. Stiamo curando la frattura alla gabbia toracica, che ha portato alla perforazione, per fortuna parziale, dei polmoni, e ora è sotto controllo. Per le fratture al bacino, osso sacro, e al braccio stiamo valutando come procedere, nei prossimi giorni le sapremmo dire di più >>, disse loro il dottor Knight.
 
 << Thanks >>, fece James dopo alcuni secondi in cui elaborò quanto gli avevano detto il medico.
 
 << Posso vederla? >>, domandò il fidanzato.
 
 << Certo, ma prima dovrò parlare con il signor Benson dei servizi sociali, è arrivato poco prima di lei.
 
 << Cosa centrano i servizi sociali? >>, domandò stupito James.
 
 << E’ la prassi quando, anche se indirettamente come in questo caso, c’è di mezzo un minore. Le faranno solo qualche domanda, poi potrà andare dalla signorina Xx. La accompagno nella sala riunioni >>, fece strada il dottore, seguito da un perplesso James e da un sospettoso Oliver.
 
 << Buongiorno. I’m Harry Wilson, dei servizi sociali. Solo qualche domanda Mr. Phelps, poi la lascerò andare. Lei è il fratello? >>, domandò cordiale a Oliver.
 
 << Yes. È un problema se rimango? >>, domandò.
 
 << No, no. si figuri. Sediamoci un momento. James, innanzitutto voglio dirle quanto mi spiace per quello che è accaduto alla signorina Xx, e mi auguro si rimetterà completamente >>, iniziò il signor Wilson.
 
 << Grazie. Lo speriamo tutti >>, rispose, stringendo la mano che l’assistente gli porgeva.
 
 << Ora, so che è impaziente di andare dalla sua fidanzata, quindi andiamo dritti al punto >>, iniziò subito.
 
 << Ok >>, acconsentì James.
 
 << In quanto assistente sociale, mi preoccupo soprattutto per il benessere di sua figlia. Questa è una situazione difficile, e il mio interesse e quello dell’ufficio è quello di assicurarci che non ci siano ripercussioni su sua figlia. Ha meno di un anno, giusto? >>.
 
 << Yes, ha nove mesi >>, rispose James.
 
 << E come si chiama? Amelia, giusto? >>.
 
 << Amelia Hollie Susan Phelps >>, lo corresse.
 
 << Un bellissimo nome, complimenti. E Amelia come sta? >>.
 
 << Non si è ancora resa conto di niente. Era un po' agitata stamattina, ma l’incidente è successo solo ieri tardo pomeriggio >>, rispose, la voce un po' roca.
 
 << E lei invece? >>, domandò.
 
 << Io cerco di rimanere in piedi, per Amelia e per Xx >>, disse solo.
 
 << Ok, è molto difficile immagino… e… beh… noi siamo preoccupati >>, continuò.
 
 << Cosa intende dire scusi? >>, si informò James.
 
 << Che… ieri ci hanno riferito della sua reazione violenta qui in ospedale… e anche oggi, in commissariato, mi risulta che abbia aggredito un uomo. Sa, noi abbiamo alcuni dei nostri impiegati sparsi nei punti più difficili, dove c’è solitamente più bisogno >>, spiegò con calma.
 
 << E questo cosa vorrebbe dire?? >>, James iniziava a capire.
 
 << Non vuol dire niente. Solo che, date le sue reazioni, se dovesse aver bisogno di aiuto con sua figlia, può contare su di noi… possiamo darle una mano, se sentisse questa situazione come troppo pesante >>.
 
 << Questa situazione è difficile, ma, mai e poi mai, ho messo le mani addosso a mia figlia. Non mi è mai passato neanche per l’anticamera del cervello! Lei cosa avrebbe fatto, se avesse visto le due persone che hanno architettato l’omicidio e lo stupro di sua moglie? >>, domandò indicando la fede che portava al dito.
 
 << Avrebbe stretto loro la mano e li avrebbe invitati a prendere un the? Non credo proprio! Lo so, non avrei dovuto reagire così, ma questo non vuol dire che Amelia non possa stare con suo padre! Sono, al momento, l’unico genitore che ha, la sua unica famiglia! >>, si arrabbiò.
 
 << E inoltre può contare sui nostri genitori, su di me e su mia moglie, se dovesse aver bisogno di aiuto. Non ha mai picchiato sua figlia, neanche uno schiaffo. La ama profondamente, non le farebbe mai del male >>, lo difese Oliver, arrabbiato con quell’uomo.
 
 << E adesso Amelia dov’è? >>.
 
 << Con i nostri genitori. Non volevo portarla al commissariato, e ancora meno in ospedale, non voglio che veda la sua mamma nello stato in cui è ora. Senza contare che, anche volendo, non credo potrei portarla al reparto >>, spiegò un arrabbiato James.
 
 << Va bene, ma si ricordi che se dovesse sentire la necessità di un aiuto esterno… >>, cominciò l’assistente sociale.
 
 << Voi ci siete? Lo terrò presente, ma ora invece di perdere tempo qui, perché non va ad aiutare qualche famiglia che ha veramente bisogno di aiuto? >>, James si era alzato di scatto, ma cercò di controllarsi: non voleva che quell’uomo continuasse a sostenere che era un violento e che sua figlia sarebbe stata meglio lontana da lui… anche perché, normalmente, lui violento non lo era per niente.
 
 << Abbiamo finito? Vorrei andare dalla mia fidanzata >>, domandò James in un tono più calmo.
 
 << Per ora si. Questo non voleva essere un incontro per accusarla di qualcosa, ma solo per mostrarle che Amelia potrebbe stare temporaneamente in un ambiente più tranquillo, dato il momento difficile. Se lo ricordi >>, insistette il signor Wilson.
 
 << Se è così le consiglio, la prossima volta, di esordire in un altro modo. Arrivederci >>, lo salutò James prima di uscire.
 
 << Lui è un bravo papà, signor Wilson. Non ha mai fatto mancare niente a sua figlia. È uno di quei papà che cambiano i pannolini, che preparano le pappe, che fanno l’aeroplano pur di far mangiare i figli. Uno di quei papà che giocano con loro, che gli leggono le favole della buonanotte e che suonano e cantano la ninna nanna. Niente di questo cambierà, perché lui vuole un mondo di bene a sua figlia, e glielo dice sempre. Si prende cura di lei… e non mancherò di farlo neanche ora. Lo so che fa il suo lavoro, ma davvero… al momento lui non ne ha bisogno, vuole che sua figlia continui ad essere una bambina felice… tutto qui >>, aggiunse Oliver, congedandosi.
 
 
 
 << Io non posso crederci! >>, sbottò James quando Oliver lo raggiunse.
 
 << Lo so, tutto questa faccenda è assurda. Non riesco neanche a immaginare che tu alzi un dito su Amelia! >>, gli diede corda Oliver.
 
 << Non mi è mai neanche passato per la testa! Anche se Xx è in ospedale… Amelia è la cosa più bella che ho, insieme a Xx, e non ho nessuna intenzione di farle male >>, disse James con fermezza.
 
 << Ehi, lo so, non mi devi convincere. Ora coraggio, andiamo a vedere come sta >>, fece Oliver.
 
 
 
 << Posso…? >>, domandò timidamente all’infermiera.
 
 << Certo, entri pure. Le abbiamo appena sistemato la flebo >>, l’infermiera gentile lo fece entrare.
 
 << Jay, ti aspetto qui fuori… entro tra un po' >>, fece Oliver dalla porta: voleva dargli tutto lo spazio di cui aveva bisogno con la sua fidanzata.
 
 << Ok. Grazie >>, gli rispose, prima di sedersi sulla poltrona accanto al letto.
 
James accarezzò dolcemente la guancia di Xx.
 
 << Buon pomeriggio Xx… come stai? Il dottore mi ha detto che ti hanno operato d’urgenza stamattina, ma che ti stai riprendendo… ha detto che sei tosta. Però sai… non aveva bisogno di dirmelo, lo so che sei una combattente e che non molli. Stamattina, quando sono arrivato a casa ho messo Amelia nel nostro letto… si era svegliata, così ho pensato di portarla nella nostra camera… lo so che non vuoi che si abitui così bene… ma per una volta può andare… se così non fosse, quando ti sveglierai mi potrai sgridare, te lo prometto >>, le disse, cercando di non abbattersi.
 
 << Sai… hanno preso quei… quegli esseri che ti hanno fatto questo. E indovina… una è Simone, ma sono sicuro che lo sapevi… l’altra è il dottore che… che quasi due anni fa… beh, quello che abbiamo denunciato. O meglio, l’hai denunciato tu, dopo che ti ho spinta a farlo… quindi anche questo forse è successo a causa mia… >>, si rabbuiò.
 
 << Mi manchi tantissimo… non avrei mai creduto di potermi innamorare così di una ragazza… che tu mi avresti messo sottosopra la vita… e che mi sarebbe piaciuto da impazzire. E ora che… che mi hai… che mi hai abituato così bene… non puoi piantarmi in asso, ok? Soprattutto non a causa di due bestie come Simone e il dottore… intesi? >>, le parlò ancora, mentre le carezzava una guancia, e con l’altra mano le teneva la sua.
 
La trovava un po' meno pallida rispetto al giorno prima, ma era sempre ferma, immobile…  e fredda. Non era proprio da Xx.
 
 << Sai, Amelia ti chiamava stamattina… e anche ieri sera, quando si è svegliata. Le… le ho detto che per un po' mamma non ci sarà, perché deve guarire… e così potrà prendersi cura di lei e di papà. Sai che non mi piace mentire… quindi devi rimetterti. O farei una figuraccia con Amelia perché le avrei mentito… suo padre che le mente… non è una bella cosa… e vorrei evitarla, se per te va bene >>, le sorrise, un sorriso tirato.
 
 
 
 << Jay? Sei qui da un pezzo ormai… come stai? Come sta? >>, domandò Oliver entrando.
 
 << Lei… così. Non so neanche se mi può sentire o se sto solo parlando da solo >>, fece abbattuto, continuando ad accarezzarla e stingerle la mano.
 
 << Non lo so se ti può sentire… ma se fosse così, io le parlerei tutti i giorni… >>, gli rispose Oliver posandogli una mano sulla spalla.
 
 << Vado al bagno… e chiamo per sentire di Amelia. Arrivo subito >> fece James alzandosi, cercando di asciugarsi le guance umide.
 
 << Va, sto io con lei >>, rispose Oliver.
 
 << XX… ciao… sono… Oliver. Non mi è mai capitato di parlare con qualcuno in coma prima d’ora… e… e non so bene come si possa fare. Sai, solitamente sono un chiacchierone, me lo dice sempre anche James, quando prendo il microfono non lo mollo… ma in questo caso… non so cosa dirti. Mi dispiace per tutto quello che hai dovuto passare… per tutto quello che ti hanno fatto quegli animali. James… lo conosci, reagisce come meglio può… è stato un duro colpo per lui… è crollato, appena saputo… e neanche oggi sta bene… ma non molla, tiene duro. Per te e per Amelia. Domani porto anche Katy a trovarti… me lo aveva già chiesto oggi in verità… ma ho pensato che per oggi poteva venire solo Jay… per lasciargli un po' di tempo ancora… Oh, questa te la devo raccontare: oggi è finito in manette per un po'! Intendo quelle vere, messe da un vero poliziotto. E tu non sei con lui da un giorno solo… anche meno: pensa cosa può combinare se… se… se starai così a lungo! CI sta provando… prova a reagire con tutte le sue forze, anche per Amelia. Quindi… prova a reagire anche tu. Manchi a tutti sai… non vediamo l’ora di riabbracciarti >>, le sorrise, carezzandole la mano.
 
La guardò: forse sperava che per magia si sarebbe svegliata all’improvviso… e invece era ancora lì, immobile e fredda, con le macchine che la aiutavano a respirare.
 
 
 
 
 
 << Jim, andiamo. Anche ieri abbiamo fatto lo stesso discorso. Non puoi stare qui tutto il giorno e tutta la notte. A casa c’è sempre Amelia che conta su di te. Sono le sei della sera… e non ti sei mai mosso, tranne che per andare al bagno. Non ci sono novità per oggi… non vedi tua figlia da stamattina… non vuoi vederla? >>, lo pregò Oliver.
 
 << Certo che voglio vederla… ma sento che devo anche rimanere qui >>, gli rispose il fratello.
 
 << SI… lo capisco. Ma non puoi fare molto di più di quello che hai fatto per Xx… per Amelia invece la tua presenza è fondamentale. E poi lo sai, se ci saranno novità il dottore ha detto che ti contatterà subito >>, insistette.
 
James lo guardò, poi tornò a guardare Xx prendendo due bei respiri profondi: il fratello dopotutto aveva ragione.
 
 << A domani amore mio… darò un bacio ad Amelia anche per te, e le dirò quanto la ami >>, la baciò sulla fronte, carezzandola con dolcezza.
 
 << A domani, Xx >>, la salutò anche Oliver.
 
 
 
 
 
 << Dadadada dada >>, fece Amelia allungando le braccia verso il padre che andava a prenderla, una volta uscito dall’ospedale.
 
 << Hi princess >>, la salutò prendendola in braccio, dandole due baci: << Il secondo è da parte di mamma >>, le spiegò.
 
 << Grazie per averla tenuta >>, fece rivolto ai genitori.
 
 << Figurati. Ma non vedevamo l’ora che tu arrivassi. Sai che le vogliamo molto bene e la teniamo volentieri… ma non ha fatto altro che nominare te e Xx da quando sei uscito stamattina. Abbiamo provato di tutto >>, gli disse la madre.
 
 << Mi potevi chiamare… sarei venuto prima. Mi spiace che vi abbia creato problemi >>, si scusò James.
 
 << Figurati. A parte questo è stata buona… solo che… ci stringeva il cuore a sentirla che vi cercava così disperatamente >>, rispose il padre.
 
 << Come sta Xx? >>, domandò la madre del ragazzo.
 
James e Oliver li fecero accomodare – Amelia non voleva più scendere dalle braccia del padre-, e raccontarono loro del commissariato e anche dell’ospedale: << Ora sembra stabile… anche se ancora in coma >>, finì mesto James.
 
 << Mi spiace così tanto… domani vorremmo andare a trovarla in ospedale >>, fece la madre.
 
 << Certo. Dato che Amelia non mi molla… credo che andrò in ospedale più tardi domani, così sto un po' con lei >>, disse James guardando sua figlia.
 
 << Mi sembra un’ottima idea >>, annuì Oliver.
 
 << A volte è capitato che stessi via per dei giorni… per lavoro. Ma con Xx non si era mai separata neanche un giorno prima d’ora… probabilmente sente molto la sua assenza >>, riflettè James.
 
 << Forse. E può darsi che ti cerchi di più per compensare l’assenza di sua madre >>, ipotizzò Martyn.
 
 << Io voglio farmi trovare… non voglio che si senta abbandonata da entrambi i suoi genitori >>, fece James sicuro.
 
Oliver gli posò una mano sulla spalla sorridendogli, fiero del fratello.
 
 << Per fortuna hanno preso quei due miserabili! Non oso pensare come sia stato per te vedere tutto… >>, disse sua madre apprensiva.
 
 << Non è stato facile… non li rivedrei volentieri. Ma se si arriverà in tribunale probabilmente saremo costretti >>.
 
 << Ora l’importante è che siano stati arrestati. E che Xx si rimetta presto >>, concluse suo padre.
 
 
 
 
James e Oliver salutarono i genitori e si diressero verso la macchina: Amelia era aggrappata al padre.
 
 << Sono qui Amelia. Daddy non va da nessuna parte >>, le sussurrò all’orecchio, massaggiandole la schiena mentre la teneva in braccio, per calmarla un po'.
 
 << Andiamo a mangiare da zia Katy stasera, non sei contenta? >>, le domandò mettendola sul seggiolino in auto, ma appena si ritrasse per andare a sedersi davanti Amelia cominciò a piangere disperata.
 
 << Forse è meglio se ti siedi dietro con lei >>, suggerì Oliver: gli si stringeva il cuore a vedere così la sua nipotina adorata.
 
 << Si, magari si tranquillizza. Ecco qui Amelia, papà si siede qui dietro con te >>, le sorrise con amore e tenerezza, baciandola sulla fronte.
 
Sembrava un po' più calma, o almeno non piangeva più… ma non aveva mai mollato la mano del papà, con le sue piccole dita.
 
 << Ecco qui, asciughiamo questi lacrimoni >>, le parlò con amore James, passandole un dito sotto gli occhi.
 
 << Domani mattina staremo insieme, sei contenta? Daddy ti porta al parco, andiamo a prendere un po' d’aria, e giochiamo con le giostre >>, continuò, cercando di mostrarsi sereno e felice per sua figlia: Xx gli aveva detto che secondo lei i bambini sentono e percepiscono le emozioni di chi li circonda, e ne sono influenzati… lui era d’accordo.
 
 << Dadada >>, fece Amelia all’improvviso, guardando verso il padre.
 
 << Yes. Daddy is here >>, le sorrise: poi Amelia si girò a guardare verso il finestrino.
 
 << It’s ok? >>, domandò Oliver al fratello.
 
 << Yes >>, rispose lui, guardandolo sul finestrino retrovisore dell’auto.
 
 
 
 
 
 << Jay è al parco? >>, domandò Katy a Oliver, mentre entravano in ospedale il mattino dopo: la sera prima lui e il fratello le avevano raccontato dell’accaduto in ospedale e al commissariato, e ne era rimasta molto preoccupata e scossa.
 
 << Quasi, sta finendo di preparare Amelia. Viene dopo pranzo ha detto. Fa addormentare Amelia, chiama la babysitter e viene qui >>, le rispose il marito mettendo via il cellulare: era al telefono con il fratello.
 
 << Così sta un po' con Amelia… povero tesoro. Non deve essere facile per lui, diviso tra il desiderio di stare con Xx e quello di stare con la figlia >>.
 
 << No, infatti… ma penso che questo possa essere un buon compromesso. Lui vuole bene ad Amelia, e la scena di ieri, quando piangeva disperata e non lo mollava mai… e quello che ci hanno raccontato i nostri genitori quando siamo andati a prenderla… credo lo abbiano toccato >>, ci pensò su Oliver.
 
 << Si… è riuscito a stento a metterla nel seggiolone quando doveva mangiare >>, ricordò la ragazza.
 
 << Siamo arrivati >>, fece Oliver.
 
 << Ok… ti… ehm… ti spiace se entro da sola qualche minuto? >>, gli domandò Katy titubante.
 
 << No amore… vai. Ti aspetto qui >>, le sorrise lui, baciandole lievemente le labbra.
 
 
 
Katy entrò piano, quasi timorosa, nella stanza. Aveva forse paura di vedere le reali condizioni di Xx?
 
 << Oddio… Xx… santo cielo… >>, la voce le tremò quando la vide, e le sue mani salirono involontariamente al viso, gli occhi pieni di lacrime.
 
 << Mi dispiace così tanto… dovrei farti forza, non piangere! >>, fece poi, asciugandosi le lacrime.
 
 << Cosa ti hanno fatto quei miserabili… ma, Xx, non devi mollare! Siamo intese? Senti qui >>, le prese una mano e la poggiò sulla sua pancia, che ormai era abbastanza evidente.
 
 << Lei vuole conoscere la zia… vuole stare con lei e giocarci insieme. Non la puoi deludere… e poi, ho un sacco di domande da farti! Sul parto, la gravidanza… consigli per dopo... quindi non puoi piantarci in asso così! Non… non mi puoi abbandonare… e non puoi abbandonare la tua famiglia. Dovevi vedere Amelia ieri… avrebbe spezzato il cuore anche del killer più spietato… e odio vederla così… e lo odi anche tu >>, continuò, la mano di Xx sempre sulla pancia.
 
 << Posso? >>, Oliver bussò piano sul muro: vedeva Katy che aveva la mano di Xx sulla sua pancia… era una immagine molto dolce.
 
 << Certo >>, rispose lei tremula.
 
Il marito le si avvicinò prendendo la sedia, si sedette e la fece sedere sulle sue gambe: << Come stai? >>, le domandò premuroso.
 
 << E’ dura vederla così… per Jay lo deve essere molto di più >>, sospirò, continuando a muovere la mano di lei sulla sua pancia, scaldandola un po'.
 
 << Già… esce da qui distrutto… Ehi, Xx? Coraggio… svegliati! >>, la incitò… ma non ebbe risposta.
 
 << Xx… non puoi darla vinta a quei due delinquenti! Devi svegliarti, alzarti in piedi… ti devi sposare fra qualche mese! >>, continuò Katy.
 
 
 
 
 
Intanto James stava preparando la figlia per portarla al parco, come le aveva promesso.
 
 << … E vissero così felici e contenti. Ecco fatto principessa, ora sei pronta per andare al parco >>, fece James: le aveva raccontato una storia che si era inventato su due piedi per calmarla un po' mentre le pettinava facendole un codino.
 
Anche la notte appena passata James l’aveva passata per la maggior parte in bianco, e sua figlia aveva fatto fatica ad addormentarsi: era irrequieta, e non per i dentini che stava mettendo, probabilmente cominciava a sentire la mancanza della sua mamma.
 
 << Zia Katy e zio Oliver sono andati a trovare la mamma in ospedale… ne sarà… sarebbe felice di saperlo, tu che dici? Ascolta… Papà va a trovare mamma oggi pomeriggio, tu stai con Lucy? Lei ti piace… giocherete un po', ti darà la merenda e poi torno a casa, va bene? Ora, andiamo giù, papà beve una tazza di the e poi usciamo >>, le disse scendendo al piano di sotto: mise giù la figlia che gattonò fino ai suoi giochi, sul tappetone in salotto.
 
 
James stava bevendo il suo the, quando si accorse di un messaggio nella sua segreteria telefonica che gli era sfuggito: probabilmente era un messaggio della sua agente… poi però riconobbe il numero, era di Xx… lo ascoltò con mani tremanti.
 
 
 << Ehi, amore! Ciao! Lo so che ci siamo sentiti due secondi fa al telefono, ma volevo solo ricordarti quanto ti amo… e inoltre preparati, perché stanotte non ti farò chiudere occhio! Ho una sorpresa in serbo per te, non ti voglio svelare troppo, ma sono sicura che ti piacerà molto… giusto per farti stare sulle spine… sai che lo adoro! A tra pochissimo! Oh, ma questo tir potrebbe abbassare le… AAARRGGHH >>, poi più nulla, il collegamento si era interrotto.
 
 
James rimase impietrito per un istante: lei aveva la possibilità di poter chiamare anche con il casco collegandolo al cellulare con il blutooth e il microfono, era stato lui a insistere perché lo prendesse, voleva che viaggiasse in sicurezza.
Sentirla, anche se era solo un messaggio registrato, lo commosse, le sembrava di non sentirla da giorni: era allegra, felice! Aveva un ottimismo e un buonumore che erano contagiosi… chissà che sorpresa aveva in serbo per lui? Era curioso ora… e lei aveva fatto apposta a mandargli quel messaggio, era sicuro…
 
Ma poi, aveva parlato di fari alti e di un tir: forse l’avevano accecata e poi l’avevano investita? Giusto per essere sicuri…
 
Questo pensiero lo rabbuiò: sentì la ormai familiare lama di un coltello che gli si piantava nel cuore, facendolo sanguinare, facendogli provare dolore sopra al dolore.
 
 
 << Alla fine la notte in bianco l’ho passata lo stesso, ma non come speravo, o come tu immaginavi… >>, si disse tra sé, abbattuto.
 
Riascoltò il messaggio una seconda volta: sentire la sua voce allegra e felice era un modo per averla vicino: le mancava terribilmente, e non erano neanche passati due giorni, non sapeva davvero come sarebbe riuscito ad andare avanti.
 
 
 
Mise via il cellulare ( ma non cancellò il messaggio) , finì di vestire Amelia – fuori si gelava -, e la portò come promesso al parco: la portò sull’altalena, sullo scivolo e sulle altre giostre.
 
 
La portò al parco per farle vedere gli scoiattoli, i ricci e gli altri piccoli animali che abitavano li intorno: << Sai Amelia, mamma sarebbe felicissima se fosse qui con noi adesso >>, le disse, chinandosi davanti al passeggino per essere all’altezza di sua figlia.
 
 
 << Ecciù >>, starnutì Amelia: James la trovò adorabile quando starnutiva così chiudendo i pugnetti.
 
 << Forse è meglio se andiamo a casa, sai? Non vorrei ti ammalassi. Giochiamo dentro al caldo, così fai anche la merenda >>, aggiunse poi, andando verso casa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 36
*** 36.Apnea ***


James si svegliò di colpo, tutto sudato e agitato: non dormiva mai bene quando non c’era Xx.
 
Si girò verso la parte del letto dove solitamente l’avrebbe trovata che dormiva con un braccio sotto il cuscino e uno vicino a lui… ma lei non c’era.
 
Fissò quella parte di letto vuota e fredda, accarezzandola…
 
Guardò la sveglia sul comodino della sua fidanzata: segnava le cinque e mezza di mattina… la mattina del venticinque febbraio.
 
 << Tanti auguri a me >>, si disse senza troppo entusiasmo, tornando a fissare la parte vuota del letto da ormai undici giorni.
 
Nessun miglioramento, nessuna novità… tranne nelle indagini. Ora Simone e il dottore erano stati ufficialmente arrestati, in carcere in attesa di processo: le foto di quella notte passata molto tempo prima con Simone le aveva lui.
 
Era riuscito a procurarsele per vie legali… e ormai lei non poteva più ricattarlo, ma la notizia non lo rendeva così felice come aveva pensato: avrebbe preferito che venissero pubblicate, che lei gli prendesse tutto quello che aveva… almeno avrebbe avuto con sé Xx. Invece quella pazza aveva deciso di uccidere la sua fidanzata… era un pensiero insopportabile.
 
 
 
 << Mama mama mama >>, Amelia dalla sua cameretta chiamava la mamma.
 
James l’aveva definita da alcuni giorni la mammite acuta: la chiamava continuamente, la cercava con gli occhi, piangeva perché la sua mamma non andava da lei…
 
James aveva il cuore spezzato ogni volta che succedeva: andava dalla figlia e cercava di distrarla.
 
 << C’è papà con te, amore. Mamma deve guarire prima di tornare a casa con noi… >>, le aveva detto con gli occhi lucidi la sera prima.
 
 << Mama, mama, mama… >>, continuava a urlare sua figlia, piangendo disperata.
 
Non sapeva neanche lui cosa fare quando succedeva: e in quegli undici giorni c’era stato più di qualche episodio del genere.
 
Quando capitava la stringeva forte a sé, cullandola e coccolandola, finchè Amelia non smetteva di piangere, esausta, stringendo tra le manine la maglietta del papà. Non sapeva se questo fosse il modo giusto di affrontare la cosa, ma al momento era l’unico che funzionava.
 
Aveva chiesto un consiglio anche alla sua famiglia, ma anche loro erano in difficoltà nel dargli suggerimenti.
 
 << Prova ad andare da una psicologa infantile… spiegale la situazione, magari… magari lei ti dirà come è meglio affrontare la cosa… o qualche consiglio >>, aveva suggerito Katy.
 
 << Si… ha senso >>, dovette ammettere Oliver, demoralizzato quanto il fratello.
 
 
 
 
 
James si alzò e andò da Amelia: << Goodmorning Princess >>, le sorrise, prendendola in braccio, dandole i baci del buongiorno ( uno anche da parte di Xx ).
 
 << Lo dai un bacino a papà oggi che compie gli anni? >>, le domandò, tornando a letto con sua figlia.
 
 << Dadadadada >>, gli sorrise.
 
 << Si, il compleanno di dada >>, le sorrise anche lui.
 
Amelia gli si avvicinò così velocemente che quasi gli tirò una testata, mettendogli una manina paffuta sul collo; poi tornò dritta e con la mano libera se la portò alla bocca, quasi a volere mandare un bacio al papà.
 
 << Grazie amore >>, si emozionò: il suo primo compleanno da papà… avrebbe tanto voluto condividerlo con Xx.
 
Sistemò i cuscini in modo che Amelia non cadesse e si distesero sul letto.
 
 << Dopo vieni con papà a fare una corsetta al parco? >>, domandò a sua figlia, che stava giocando con i suoi piedini.
 
Amelia si girò, e si mise sopra al petto di James con le braccia e con la testa: << Somigli tanto alla tua mamma quando sei così >>, mormorò lui, gli occhi diventati lucidi al ricordo.
 
La prese e le fece fare l’aeroplano: << Volo da Londra al JFK di New York in arrivo >>, disse lui, e sua figlia rideva: era il suo suono preferito nel mondo.
 
 
 
 << Ora forza, andiamo a vestirci >>, fece dopo un po', smettendo di farle il solletico.
 
Mandò un messaggio a suo fratello: << Happy bday bro! >>, e si alzò dal letto.
 
 
 
 
 
SI preparò per una corsa mattutina al parco con il passeggino di Amelia, che aveva ben coperto per via del freddo. Stava per partire quando gli arrivò un messaggio da Oliver: << Happy birthday! Sei a casa? >>.
 
 << Sto per andare a correre al parco >>, gli rispose subito James.
 
 << Vengo anche io. Dieci minuti e sono da te >>.
 
 
 
Oliver arrivò già in tenuta sportiva: si abbracciarono per qualche secondo per farsi gli auguri, salutò la sua nipotina e partirono insieme per la corsa: Amelia stava ridendo un sacco a correre con papà e zio Oliver.
 
 
 
 << Grazie per essere passato >>, gli disse James quando tornarono a casa sua: << Vuoi acqua o da bere? >>.
 
 << Volentieri >>, gli rispose il fratello, prendendo il passeggino di Amelia mentre James apriva la porta di casa.
 
 << Come mai sveglia presto? >>, gli domandò curioso il fratello, prendendo la bottiglia di acqua fresca.
 
 << Non riuscivo più a dormire. Ho lasciato un biglietto a Katy >>, rispose con una alzata di spalle.
 
 << Vieni a pranzo da mamma e papà? >>, gli domandò Oliver.
 
 << Ho scelta? In verità non ho molta voglia di stare in compagnia… >>, rispose mesto.
 
 << Lo so… ma ci devi almeno provare. Non ti fa bene fare l’eremita >>.
 
 << L’unica compagnia che vorrei è anche l’unica che al momento non posso avere… esclusi tu e Amelia si intende >>, rispose un po' più acido del dovuto.
 
 << Sorry >>, aggiunse subito, rendendosi conto di aver esagerato.
 
 << Mamma e papà ci tengono, lo sai… specialmente quest’anno, non vogliono che tu stia da solo oggi. Ieri sono andati a trovare Xx… >>, rispose Oliver.
 
 << Non lo sapevo >>, fece subito James, sentendosi un po' in colpa.
 
 << Si… vanno spesso a trovarla. Le sono affezzionati… è la tua futura moglie e la mamma della loro nipotina… anche loro sono in ansia per le sue condizioni… lo siamo tutti >>, lo riprese Oliver.
 
 << Si… lo so che è amata da tutti voi. È solo… che per me e Amelia è diverso… >>, tentò di spiegarsi.
 
 << Lo immagino… ma non siete da soli a condividere questo brutto momento, ricordatelo. Sei… più andato dalla psicologa infantile? >>, gli domandò per cambiare argomento.
 
 << Ci devo andare domani. E domani devo andare anche dalla pediatra per il controllo di Amelia. Lo… lo aveva segnato Xx sul calendario >>, indicò con un cenno.
 
 << Dopo vai a trovarla in ospedale? >>, gli domandò Oliver.
 
 << Si… avevo pensato di portarle, per farglielo sentire, un video che ho registrato con la voce di Amelia che gioca e che “ parla “ >>, mise tra virgolette la parola parla.
 
 << E poi avevo pensato di portarmi la chitarra… per suonarle qualcosa. Vado finito il pranzo da mamma. Lascio Amelia con i nonni oggi… >>.
 
 << E’ una buona idea… quella di Amelia e della chitarra. Sei… riuscito a metterti in contatto con la sua famiglia in Italia? >>, gli domandò Oliver.
 
 << Più o meno… da quello che so erano appena partiti per una lunga crociera. All’inizio non sapevo neanche io se era il caso di rovinargli il viaggio… ma dato che non ci sono miglioramenti credo che ora sia il caso. Ho provato a chiamarli, ma avevano la segreteria… e non mi va di mandargli un messaggio per queste cose. Probabilmente quando riuscirò a chiamarli mi diranno anche parole per non averli chiamati subito… ma non mi importa >>, spiegò James.
 
 << Hai fatto bene… meglio dirglielo a voce… anche se sarà dura >>.
 
 << Lo sarà… molto >>.
 
 << Emily… ti ricordi di lei? È la nostra agente… dice che non le rispondi più alle mail e ai messaggi… >>, iniziò Oliver.
 
 << Lo so. Ma onestamente il lavoro è l’ultimo dei miei pensieri al momento >>, rispose mesto James.
 
 << Posso capire… ma parlale… spiegale la situazione. Ti ricordi che avremmo anche dei convegni il prossimo mese? E la partita a golf con quell’associazione benefica… >>, aveva iniziato Oliver, ma James lo guardò storto.
 
 << Non so neanche se Xx vivrà fino a domani… Non lo so! Io non so come fare… Lascio Xx qui da sola? E Amelia? La lascio ai nonni o la porto con me? E se XX peggiora? Dovrei anche iniziare delle riprese e delle prove per uno spettacolo teatrale quest’estate… non so cosa fare, se ritirarmi, se andare… >>, James era confuso.
 
 << Parlane con Emily… lei ti dirà cosa è meglio fare… è competente nel suo lavoro. E non le piace che la si ignori >>, suggerì Oliver.
 
 << Si… forse hai ragione. La chiamerò più tardi >>, promise James.
 
 << E… il matrimonio? >>, domandò cauto: l’ultima cosa che voleva era suscitare le ire del fratello.
 
 << Il matrimonio cosa? >>, disse apparentemente ignaro.
 
 << … E’… confermato? Annullato? … spostato? >>, suggerì piano.
 
 << Xx si sveglierà e io la sposerò, puoi giurarci. Non annullerò il nostro matrimonio… sarebbe quasi a dire che getto la spugna, che non ho speranze che si svegli! Io invece so che si sveglierà… solo non so quando! Ha… ha solo bisogno di tempo per guarire. >>: forse era stata la parola annullare che aveva più infastidito James.
 
 << Non volevo dire che non si sveglierà… mi sono espresso male. Ma anche se si svegliasse domani… ci vorrebbe un po' di riabilitazione… tempo per guarire le ferite… dovreste sposarvi tra meno di tre mesi… potrebbe non essere… pronta per allora… >>, tentò di spiegarsi meglio il fratello.
 
 << … Io… potresti anche avere ragione, ma non voglio pensarci adesso. Non oggi. Ma… rimandare… a quando? Mi sembra che così io non abbia fiducia in lei… non so se sono pronto a rinunciare, per il momento… >>, si rattristò James.
 
 << Non ci devi pensare oggi… ma pensaci, ok? >>,.
 
James annuì, il capo chino.
 
 << Ora devo andare Jay. Ci vediamo dopo da mamma e papà! >>, lo salutò, uscendo da casa del fratello.
 
 
 
 
 
Più tardi nel pomeriggio James era andato a trovare Xx.
 
 << Ciao amore. Oggi come stai? >>, la salutò dandole un bacio sulla fronte e uno sul dorso della mano, come ogni giorno da undici giorni.
 
 << Amelia è bravissima… non fa tanti capricci… solo che le manchi, ti cerca con gli occhi, ti chiama… e piange perché tu non vai da lei… è un po' irrequieta per questo… e vorrebbe solo stare con la sua mamma… ma a parte questo siamo una bella squadra io e lei >>, le sorrise, quel suo sorriso timido che lei adorava.
 
 << Ho una cosa per te. Oggi ho fatto un video ad Amelia, le ho detto che te lo avrei fatto vedere… vuole salutarti, eccolo >>, continuò imperterrito, prendendo il cellulare e mostrandole un video della loro bambina che giocava e “ parlava “.
 
 << Mamama… uuuh… dadada… papapa… >>, e andava avanti così per qualche minuto.
 
 << Senti che bella voce squillante ha? Comunque me la sto cavando con lei… e capisco quanto possa essere difficile per te quando io sono via per lavoro e tu rimani a casa con lei… ora lo so. Lei aiuta me a non abbattermi, a continuare a vivere per lei… non lo avrei creduto possibile, prima… e io aiuto lei, le sto vicino, le faccio il bagnetto, giochiamo, ci coccoliamo… ce la mettiamo tutta, entrambi. Domani la devo portare dal pediatra, per fortuna che l’avevi scritto sul calendario… e poi… Katy mi ha consigliato di andare da una psicologa infantile… giusto per sicurezza. Dato che è irrequieta e piange quando non ci sei… volevo capire come poterla aiutare… se posso fare qualcosa per farla soffrire di meno. Tu che ne dici? >>, le domandò: era determinato a non lasciarsi abbattere e a mantenere il buonumore… se di buonumore nel vero senso della parola si poteva dire.
 
 << SI, anche io l’ho pensato… male non le può fare, in ogni caso. Domani non so quindi se riuscirò a venire a trovarti… ma so che hai un sacco di amici che vengono, e poi è venuta anche Katy… e anche Oliver… anche i miei genitori. Sei circondata di amore… prima che me ne dimentichi, ho una sorpresa per te! >>, fece James, tirando fuori la chitarra.
 
Stava per suonare, quando arrivò il dottore a visitarla: << Buon pomeriggio Mr. Phelps >>, lo salutò educato.
 
 << Buon pomeriggio… ci sono novità? >>, domandò speranzoso.
 
Il dottore eseguì una serie di test, anche in risposta a piccoli stimoli al dolore, ma Xx rimaneva immobile…
 
 
 << Nessun segno di miglioramento… ma vedo che lei continua a stimolarla con la chitarra, e continua a parlarle, a raccontare quello che succede qui… molto bene. Continui così… è possibile che una parte del cervello riesca a percepire cosa le accade intorno. >>, lo incoraggiò.
 
 << Le ho fatto vedere e sentire un video di nostra figlia… speravo che sortisse un qualche effetto… ma glielo farò vedere di nuovo >>, rispose James.
 
 << Esiste la possibilità che lo abbia sentito, e che magari lei volesse reagire al suono della sua bambina… solo che al momento il suo corpo glielo impedisce. Non si abbatta >>, gli disse il medico.
 
 << Per la frattura al bacino e all’osso sacro? Come intende procedere? >>, si informò James.
 
 << Al momento la frattura al bacino è stabile, e non sta creando danni. Il rimedio migliore è il riposo e la fisioterapia. Vorremmo fare un intervento per assicurarci che le fratture guariscano da sole nel modo corretto, ma un intervento nello stato di Xx non è semplice, e potrebbe essere rischioso. Parlando anche con gli altri colleghi abbiamo raggiunto lo stesso pensiero… aspettiamo che si svegli, e poi vediamo. È in buone mani, non si scoraggi… >>, gli spiegò il medico.
 
 << Grazie >>, rispose lui, sospirando.
 
Quando il medico uscì, lui riprese la chitarra: << Stavamo dicendo, oggi ho pensato di suonarti quelle canzoni che so che ti piacciono tanto… >>, le sorrise risistemandosi meglio gli occhiali sul naso, iniziando a canticchiare e suonare con la chitarra
 
 
 
 
 
 << Ciao Xx… oggi ci sono solo io. Jay è andato dalla pediatra e dalla psicologa infantile… farà tardi… ha detto che c’erano tante urgenze, e gli è toccato aspettare parecchio. Mi ha mandato un messaggio… la pediatra ha detto che Amelia sta benissimo, cresce bene ed è sveglia e vispa come bambina… sarai contenta di saperlo >>, fece Oliver il giorno dopo il suo compleanno, prendendo una sedia e sedendosi accanto a lei.
 
 
 << Sentiva di tradirti… per il fatto che oggi non è riuscito a venire… così’ stamattina sono venuti i miei con Katy, e oggi pomeriggio starò io qui con te. Gli ho promesso che non ti avremmo lasciata sola… e noi manteniamo le promesse. … Sai… ieri ho provato a parlargli del matrimonio… di annullarlo o rinviarlo… ma non ne vuole proprio sapere, soprattutto di annullarlo… io credo che lui ti ami ben al di là di quello che dimostra e dice… ti sposerebbe anche in un letto di ospedale, sarebbe l’uomo più felice del mondo lo stesso >>, le sorrise.
 
 << In verità non volevo che lo annullasse sul serio… ma non sappiamo quando ti sveglierai… e quando lo farai potresti aver bisogno della riabilitazione… io intendevo solo quello, sai che ti voglio un mondo di bene, e non vedo l’ora che vi sposiate… ma… ultimamente scatta come una molla, è nervoso… ed è comprensibile, non gliene faccio una colpa… ma è difficile stargli accanto in questi momenti… anche per me che sono suo fratello gemello. … E’… è come morto dentro, senza di te… è… come se il ragazzo vispo, vitale, allegro e pieno di energia ed entusiasmo… si fosse perso, scomparso chissà dove, lasciato indietro dodici giorni fa… e ti assicuro, non lo vorresti vedere nemmeno tu così… fa male… non posso continuare a vederlo in questo stato… perciò tu ti devi riprendere, intesi? Oh… Ti ha raccontato che è passato l’assistente sociale? Dato che ha avuto reazioni violente con Simone e quel dottore maledetto, pensavano che Amelia potesse correre dei rischi… figuriamoci. Si vede proprio che non lo conoscono… non toccherebbe neanche la punta di un capello di sua figlia. Loro ti amano moltissimo… e manchi a entrambi, più di quanto tu possa credere. Jay se la sta cavando comunque, è distrutto… non risponde alle chiamate di lavoro né ai suoi amici… l’unico motivo per cui credo si alzi la mattina è venire qui e poi passare il tempo in cui non è qui con Amelia. Immagino che farei la stessa cosa… ma l’ho esortato a rispondere almeno alla nostra agente… a proposito, ti manda i suoi saluti e gli auguri per una pronta guarigione. Comunque, non ha proprio la testa in questo momento per il lavoro o la beneficenza, non sono la sua priorità… ma almeno lo dicesse a quella poveretta di Emily! …Sai, quando ti sveglierai e ti sarai rimessa penso che si prenderà una giornata per scaricarsi, facendo Bungee Jamping, o uno degli sport estremi che lui ama… ma  so già che tu glielo lascerai fare… lo conosci bene, e gli sarà utile per scaricare tutto quello che ha accumulato e ripartire alla grande >>, continuò, guardandola: aveva un colorito tetro, e ancora sembrava fredda: gli unici rumori in quella stanza, oltre alla sua voce un po' tremula, erano i beep dei monitor.
 
 << In ogni caso… lui ce la sta mettendo tutta, e anche con dei buoni risultati… hai lasciato la tua bambina in mani sicurissime… anche se quelle mani e quella bambina non vedono l’ora di riabbracciarti. Ma tu prenditi il tempo di cui hai bisogno, nel frattempo, adoro fare lo zio baby sitter, amo follemente la mia nipotina… ma starebbe molto meglio con mamma e papà che con gli zii o i nonni… ma tutti noi vogliamo solo il meglio, e per ora il meglio è questo per lei >>.
 
 << Ehi, lo so cosa stai pensando: lo dice anche James, quando alle convention mi danno il microfono non la smetto più di parlare… ma in questo caso è giustificato! Devo parlare anche per te, quindi dovrai starmi a sentire per oggi! >>, continuò il suo monologo con tono più allegro di quanto in realtà si sentisse lui.
 
 << Questa te la devo proprio raccontare! Non lo so se te l’ha raccontato lui, ma hanno arrestato James! Lo so che non ci puoi credere, ma è proprio così! Bloccato e ammanettato da veri agenti con vere manette! Poi l’hanno rilasciato, per fortuna… ma ha rischiato… parecchio… ha visto quella sottospecie di dottore ed è uscito di testa. Se fosse per lui ora lo starebbe ancora malmenando… non posso dire di non capirlo… ma non può perdere la testa in questo modo… tu che dici? >>, continuò Oliver imperterrito.
 
 
 
 
 
 << Buongiorno amore.  Come stai? Oggi… sono esattamente due settimane che non ti sento canticchiare, ridere o gesticolare… mi manchi ogni giorno sempre di più… non è vero che il tempo cura le ferite… non per me, non in questo momento… ogni giorno sento che una crepa più profonda si apre nel mio cuore… ma sono ottimista! So che ti sveglierai, un giorno. Ascolta, questo è un video di Amelia di oggi, sta giocando e facendo i suoi discorsi mattutini, sembra quasi che canti. Le manchi un sacco… la psicologa infantile che mi hanno consigliato è in gamba, sai? Credo ti piacerebbe… è professionale e competente, e con Amelia ha instaurato un buon rapporto. Dice che è normale che ti chiami e ti cerchi in continuazione… ma è una fase. Dice di farla sentire amata, coccolata… ma non viziata. Le manchi molto, in ogni caso… quando ti sveglierai ti vorrà tutta per sé… sta imparando tante cose nuove, anche se sono passate due settimane da quando l’hai vista tu… ogni giorno è una scoperta nuova! E non vediamo l’ora di mostrartele. Ha cambiato anche un pochino i lineamenti… è sempre la nostra Amelia, ma un po' diversa. Sai… stavo pensando… una volta che ti sarai ripresa, potremmo andarcene noi tre soli in vacanza, per stare insieme e recuperare il tempo perso. Potremmo andare in Australia, so che ti piacerebbe tantissimo… e a Melburne c’è un ristorante dove mi piacerebbe portarvi, fanno delle cose un po' particolari… ma sono buonissime! Decidi tu se prima o dopo esserci sposati. Amelia è d’accordo, le ho esposto il mio piano e ha sorriso… oggi è con la baby sitter, qui fuori ci sono Katy, Oliver e i miei genitori… oggi volevamo venire tutti insieme a trovarti, sai, per farti sentire il nostro amore e il nostro sostegno. >>, le sorrise James, quel sorriso che, in circostanze normali, avrebbe fatto sciogliere la sua fidanzata.
 
 << Poi, se andassimo in vacanza, potrei anche insegnarti a giocare a golf come mi hai chiesto. Però sappi che sono molto competitivo in questo sport… e pretendo molto da me stesso… e lo farò anche con te! Come volevi tu parlo molto ad Amelia in inglese, così si abitua già da piccola a sentirlo e dire qualche parola. Non dimentico l’italiano, ma ammetto che li sono un po' più impacciato… ma faccio del mio meglio, ci provo, almeno! >>, continuò il suo monologo, cercando di non scoraggiarsi.
 
SI alzò per baciarle la fronte, sistemandole delicatamente delle ciocche di capelli dietro l’orecchio: << Xx… svegliati! Coraggio! Lo so che sono ripetitivo… ma non mi puoi lasciare così! Abbiamo tutta la vita davanti… e dei fratellini o sorelline da dare ad Amelia! Forza, combatti! >>, la incitò lui con entusiasmo.
 
 
Accadde tutto in un attimo: i monitor che segnavano i parametri vitali di Xx iniziarono a lampeggiare e a suonare, un segnale d’allarme.
 
I medici e gli infermieri arrivarono di corsa, spostando James, che era rimasto impietrito al fianco della sua fidanzata.
 
 << Presto, è in arresto! >>, diceva uno dei medici.
 
Le tolsero i cuscini, portando il lettino in una posizione più orizzontale: le applicarono gli elettrodi, mentre qualcuno portava un carrello per defibrillare.
 
Entrò anche Oliver, spaventato da quello che sentiva e dall’improvviso viavai di medici e infermieri: voleva stare a fianco di suo fratello.
 
 << Libera! >>, diceva un medico: la schiena e il corpo di Xx si curvarono in maniera innaturale, per poi ricadere inermi sul lettino.
 
 << Carica a duecento. Libera!  >>, fece di nuovo, ma il corpo di Xx ricadde di nuovo sul lettino… sembrava privo di vita…
 
James era pietrificato dal dolore, una paura cieca e sorda si era impossessata di lui: sentiva le gambe di piombo, e il cuore che perdeva altri piccoli pezzettini… calde lacrime scesero dalle sue guance, rigandogli il volto e scendendo lungo il collo…
 
Anche Oliver era impaurito, bloccato sul posto: non voleva perdere sua cognata, non così… non per colpa di due pazzi come Simone e il dottore… e meno ancora sopportava di vedere il fratello così…
 
 
 << Carica a trecento. Libera! >>, riprovò ancora la dottoressa.
 
Qualcuno si accorse che Oliver e James erano ancora in stanza, e furono spinti fuori gentilmente ma con fermezza da una infermiera.
 
 << Che succede? >>, domandò Katy preoccupata.
 
 
 << Xx… ha… era… in arresto cardiaco… >>, mormorò Oliver, visto che ancora James non rispondeva e continuava a fissare la porta.
 
 
 
 
 
Alcuni minuti più tardi, uscirono i medici e gli infermieri: si avvicinarono alla famiglia Phelps solo due dottori.
 
 << Come sta? >>, domandò subito James in apprensione.
 
 << Siamo riusciti a recuperarla… per ora >>, rispose in tono grave la dottoressa.
 
 << Come sarebbe per ora? >>, domandò James in tono più accusatorio di quanto non volesse in realtà.
 
 << Il cuore è ripartito… ma abbiamo fatto anche dei test, risposta al dolore, ad esempio… e siamo a zero… non da stimoli né segnali…  vede, il coma è una condizione clinica complessa, e deriva da un’alterazione del regolare funzionamento del cervello con compromissione dello stato di coscienza. Nel coma, anche nei casi più gravi, le cellule cerebrali sono vive ed emettono un segnale elettrico rilevabile attraverso l’elettroencefalogramma… ma in questo caso… non vediamo quasi niente… e non va bene. E’ come se lo stato di ipotermia in cui l’hanno trovata le avesse bloccato ogni attività cerebrale… e fatica a riprendersi. Comunque Il coma comprende più stadi di diversa gravità ma è comunque una situazione dinamica, che può variare sia in senso peggiorativo che migliorativo. Xx è in coma, ma è una paziente viva che viene curata al meglio e in modo intensivo… non deve dubitare di questo. Infatti, molti pazienti in questa situazione recuperano successivamente la coscienza e giungono a guarigione. Ma… ci stavamo chiedendo… quale era la posizione di Xx sui trattamenti… forzati, per tenerla in vita. Avrebbe voluto… essere lasciata andare? O è una donatrice di organi…? Ha lasciato un testamento biologico… qualcosa di scritto? >>, domandò con più gentilezza possibile il medico.
 
 << Cos… gettate la spugna? Vi arrendete?!? Siamo già arrivati a questo punto?!? NO! Voi dovete salvarla! >>, si arrabbiò James: era straziante da ascoltare.
 
 << Non gettiamo la spugna, stiamo valutando le varie opzioni. Faremo il possibile per salvarla, è chiaro… ma se non si risveglia presto… è una situazione difficile. Il suo sistema immunitario è gravemente compromesso… le basta anche solo una piccola infezione per aggravarlo ulteriormente… o per entrare in come irreversibile >>, cercò di spiegare la dottoressa.
 
 << Lei è un familiare? >>, domandò poi la dottoressa.
 
 << Sono il futuro marito e il padre di sua figlia, nostra figlia! >>, si scaldò James, celata nella voce una vena e una nota di orgoglio per questo.
 
 << Allora, senza offesa Mr. Phelps, ma lei è informato solo per cortesia. Per la legge lei non è nessuno per la nostra paziente >>, sentenziò la dottoressa, calcando sulla parola nessuno, anche se le dispiaceva.
 
 << Ma… >>, James era spiazzato e confuso.
 
 << Per la legge, solo i familiari possono prendere e avere voce in capitolo sulle decisioni sulla salute dei pazienti. Lei può prendere decisioni per sua figlia, ma non per la sua fidanzata. Non fino a che non sarete sposati. Fino ad allora… per la legge lei non conta. Mi spiace ma è così. Per questo dovremmo parlare con la sua famiglia >>, continuò grave la dottoressa.
 
 << Siamo noi la sua famiglia qui! >>, continuò imperterrito indicando se stesso, Oliver, Katy e i genitori, anche se dentro di lui le parole della dottoressa gli facevano male: per la legge lui non era nessuno per Xx…
 
 << La sua famiglia è in Italia… e sono in vacanza… ci vorrà del tempo prima che arrivino… >>, aggiunse Oliver più calmo, ma sconvolto quanto il fratello.
 
 << Sarebbe il caso di chiamarli. Potrebbero decidere se… se interrompere le cure oppure no >>, rispose grave la dottoressa.
 
 << Scusate… devo andare. Fatemi sapere quando arriveranno >>, si congedò poi guardando il cercapersone che aveva appena suonato.
 
 << Aspetti… solo una domanda: possiamo… posso andare da Xx? >>, domandò abbattuto James.
 
 << Certo… noi non abbiamo mollato, Mr. Phelps, e continuiamo a pensare che stare con lei, parlarle e tutto il resto sia importante >>, gli rispose, un po' più dolcemente di prima, e se ne andò.
 
 
 
 << Io… non… non posso crederci! >>: James era distrutto, gli occhi rossi e lucidi.
 
 << Jay… dobbiamo continuare a credere che Xx non mollerà… dobbiamo continuare a stare con lei… dalla sua parte… >>, fece Katy dopo doversi minuti di silenzio: erano tutti addolorati e preoccupati.
 
 << Si… non possiamo mollare ora… torna da lei… >>, concordò Oliver, asciugandosi gli occhi umidi, cercando di non farsi notare.
 
 << Datemi… solo qualche minuto… poi potete entrare, se volete… >>, sussurrò James, rientrando, le spalle incurvate, lo sguardo spento.
 
 << Amore mio… Xx… cosa mi combini? Non… non farlo mai più. Sono morto di paura… >>, ammise, sedendosi accanto a lei, prendendole la mano nelle sue.
 
 << La dottoressa ha nominato l’ipotesi… l’opzione di… di staccare le macchine… che ti tengono in vita… se… se il coma dovesse diventare irreversibile. Dice che non rispondi a stimoli, tipo il dolore… che… non ci posso pensare. Io so che tu sei qui… da qualche parte. So che lotti per uscire dal coma… per tornare da me… e da Amelia. Lo so… solo che… non basta. Devi lottare di più, hai capito? Lo farei io per te se potessi… lo sai… ma posso solo incoraggiarti… battermi per te da qui… e aspettarti a braccia aperte, quando finalmente aprirai gli occhi! Per favore… ti supplico! >>, sussurrò James, la voce spezzata dal pianto e dai singhiozzi.
 
 << Parlano… >>, riprese, tirando su forte con il naso << Parlano della possibilità… di sospendere le cure… di non fare cure troppo invasive… se la situazione peggiorasse. Ma dobbiamo aspettare la tua famiglia italiana per decidere… a quanto pare, io per la legge non sono niente per te. Non sono un parente o un familiare… come se non esistessi… non posso prendere una decisione… o se la prendo non verrà presa in considerazione. Ma che ne sanno loro? Noi siamo una famiglia anche così… Amelia sarebbe d’accordo con me >>, le sorrise carezzandole la mano, una fossetta spuntata sulla guancia.
 
 << Prima… ho mentito alla dottoressa… non hai lasciato niente di scritto, lo so, ma… mi hai fatto giurare una volta, che se per una qualsiasi ragione… ti fossi ritrovata in un coma irreversibile… avrei acconsentito a staccare la spina. Lo so che ho giurato… e lo so che l’ultima cosa che vuoi al mondo è vivere come un vegetale… ma io non sono pronto… non ancora… non lo voglio fare… >>, singhiozzò ancora James.
 
 << Hai mentito quindi… >>, fece Oliver alle sue spalle: era entrato per vedere come stava il suo fratellino.
 
 << Tanto io non posso decidere per lei… hai sentito la dottoressa… e non c’è niente di scritto. Però… una volta sola ne abbiamo parlato… mi ha detto tipo: “ Che ci sto a fare lì? Occupo un posto e spreco materiale medico. Magari per anni… certo, se c’è possibilità di recupero voglio vivere… ma se così non fosse… lasciami andare, qualsiasi cosa ci sia dopo. Soffrirai all’inizio… ma io voglio che tu sia felice… anche se non sarà con me… e poi dona i miei organi, a me non serviranno più… se possono aiutare qualcun altro, ne sarò felice “ >>, gli rispose James cupo.
 
 << Sono io a non essere per niente pronto per questo. Sento come se me l’avessero strappata via… ma lei ha ancora tanto da dare… non voglio che se ne vada… non può finire così… io so che non è questo il suo momento… e poi… essere felice con un’altra… mi sembra impossibile solo pensarlo >>, continuò.
 
 << Lei si sveglierà. Non ti farà restare in questo stato ancora a lungo. Ti ama troppo per vederti così, e ama troppo Amelia… sta lottando per tornare, sono sicuro… e poi… lo sente… c’è sempre qualcuno della nostra famiglia qui con lei… non è mai da sola… è importante… >>, gli disse Oliver, avvicinandosi al fratello, mettendogli le mani sulle spalle.
 
 
 
 
 
Un’altra settimana era passata senza novità. Aveva pensato più volte di andare da Simone e dal dottore in prigione, per sputargli addosso il veleno che sentiva scorrere nelle sue vene dopo quello che avevano fatto alla sua famiglia… ma cambiava sempre idea: non voleva essere tentato di far loro del male… non poteva proprio permetterselo, e in ogni caso non aveva tempo per quello, tra Amelia e le visite a Xx in ospedale non aveva tempo libero.
 
Era arrivato marzo, ed era esattamente un mese che Xx era in ospedale: non chiaccherava con lei… non rideva con lei, non scherzava con lei… non faceva l’amore con lei, non la sfiorava e non la baciava da un mese: gli sembravano passati dieci anni.
 
 << Xx… io… non so che altro fare... ma non mollo. Continuo a portarti i video di Amelia… a suonare, e parlarti… ma tu mi devi aiutare… sai la nostra bambina ti chiama sempre… non vediamo l’ora di mostrarti i progressi che ha fatto. Sai… domani arriva la tua famiglia dall’Italia. Sono riuscito a mettermi in contatto con loro, anche se è stato più complicato del previsto… sono spaventati e addolorati… ma sono sicuro che sarai felice di rivederli >>, le sorrise.
 
 
 
James si era appisolato sulla poltrona a fianco del letto di Xx la testa vicino alla mano di lei, che teneva tra le sue… un modo per tenerla ancorata a sé: lo svegliò Oliver.
 
 << Jay! È un ora che provo a chiamarti! Ero preoccupato! Alla fine sono venuto qui… tutto ok? Katy, io e Amelia ti stiamo aspettando per la cena >>, bisbigliò Oliver, calmandosi un po' non appena vide che stava bene.
 
 << Scusate, mi ero appisolato… non era mia intenzione spaventarvi. >>, rispose James, raddrizzandosi un po'.
 
 << Ora la saluto e arrivo >>, assicurò al fratello.
 
 << Va bene… ti aspetto qui fuori. Ciao Xx… Oh, Katy mi ha detto di salutarti, verrà anche lei domani… sai, il pancione le dona, dovresti proprio vederla… >>, le sorrise, baciandole la testa con affetto prima di uscire.
 
 
James la guardò con amore, gli occhi rossi e lucidi- ormai ci era abituato-…
 
 << Io credo che tu sia qui >>, le sussurrò.
 
 << Ci credo… credo in te… non ho smesso un secondo… e non smetterò mai. So per certo che ce la farai… ce la faremo insieme >>, continuò emozionato.
 
 << Voglio credere… si. Ok Xx… lo farò… se ti può aiutare >>, sussurrò con amore e devozione.
 
 << Crederò in te… >>, sussurrò, gli occhi rivolti verso l’alto: lui non era credente, ma avrebbe fatto tutto per aiutare l’amore della sua vita.
 
 << Crederò in te… ok? >>, riprese: gli occhi che gli si riempivano di lacrime.
 
 << Farò tutto quello che vuoi… farò qualunque cosa. Se esisti… non… non… >>, cominciò, ma l’emozione lo prendeva: era serio… lo stava facendo per davvero… e altre lacrime di dolore e disperazione si aggiunsero alle precedenti.
 
 << Se esisti… non portartela via. Ok? Non farlo, Dio… non farlo… non… non portarti via Xx. Please… ti prego… per favore… non… non portarla via da me… da sua figlia… dalla sua famiglia… noi… noi tutti abbiamo bisogno di lei… non… non potremmo mai superare il dolore… >>, lo pregò, lo implorò, le mani che stringevano quella di Xx.
 
Le lasciò la mano: era troppo scosso dalle lacrime e dai singhiozzi; il dolore che stava provando da un mese era enorme. Provava a essere forte… e ci riusciva il più delle volte… ma poi crollava: non aveva la forza per riprendersi del tutto, la sua forza era lei…
 
 << Ti prego… >>, implorò… non sapeva se la sua preghiera era rivolta a Dio o a Xx… o a entrambi.
 
 
La sentì.
 
 
 
Pensò di esserselo solo immaginato.
 
 << Ehi >>, una flebile speranza, ma non voleva illudersi troppo, o sarebbe stato peggio.
 
Un’altra volta: stavolta guardò in giù, verso le mani sopra il letto… aveva mosso la mano! Lo avrebbe giurato.
 
 << Ehi! Xx… forza! >>: era quasi esaltato, la speranza che si inalberava dentro di lui.
 
Lei gli strinse ancora la mano, un po' più forte stavolta
 
 << Xx! >>, quasi urlò: aveva gli occhi lucidi e spalancati, l’emozione palpabile.
 
 << Jay! Che succede? >>, si preoccupò, sentendo il fratello da fuori.
 
 << Si sta svegliando Oliver!! >>, esultò.
 
 << Xx… ci sei! Sei tu! Apri gli occhi amore! Ci sei quasi! Torna da noi… da me… da Amelia! >>, la incitò, carezzandole con una mano la guancia, mentre con l’altra la teneva vicina, stretta.
 
Vide che muoveva le palpebre, ma faticava un po': probabilmente aveva gli occhi impastati.
 
Anche Oliver la vide, quindi James non poteva esserselo immaginato. Il maggiore si portò le mani alla bocca, emozionato e felice di quello che stava succedendo.
 
 << Ecco, aspetta amore, ti aiuto. Ollie passami un panno bagnato! Xx sei bravissima, non mollare ora! >>, la esortò, piangendo di gioia, tenendole la mano stretta.
 
 << Ecco qui… forse ora ti è più facile… >>, le disse, passandole un fazzoletto umido sugli occhi, per facilitarla.
 
Un altro tentativo di aprirli, un’altra stretta alla mano di James…
 
 << Ci sei quasi! Coraggio Xx! >>, la esortò anche Oliver, ai piedi del letto della ragazza.
 
 
 
Xx aprì gli occhi: erano un po' intontiti e spaesati, ma erano sempre i suoi.
 
 << Xx! Oh mio Dio, sei tornata!! Grazie Dio! >>, James era al settimo cielo, gli occhi lucidi, ma finalmente di felicità! Le posò una mano sul viso, carezzandolo quasi con reverenza.
 
Si accorse che all’improvviso i suoi occhi parvero spaventati, quando provò a dire qualcosa senza riuscirci: si portò la mano tremante alla gola, provando ancora a parlare, ma il tubo che la aiutava a respirare glielo impediva, e iniziò ad agitarsi.
 
 << Xx, sshhh… calma. Va tutto bene ora… non provare a parlare, o ti farai male. Ti spiegherò tutto. Fidati di me… Oliver! Va a chiamare il medico, si è svegliata! >>, disse al fratello, ma senza staccare gli occhi da quelli di lei: ora che li aveva finalmente aperti non voleva perdersene neanche una sfumatura.
 
 << Vado subito! >>, Oliver corse fuori dalla stanza con un sorriso da un orecchio all’altro, molto più felice.
 
 << Sono così felice Xx... mi sei mancata così tanto…. >>, continuava a sorriderle, baciandole la fronte e la mano: anche lei lo guardava, ma i suoi occhi sembravano… ancora spaesati, quasi impauriti.
 
 Oliver tornò poco dopo, seguito da due medici e una infermiera.
 
 << Signorina Xx! Che piacere vederla sveglia! Sono il dottor Watson, ora proviamo a togliere questo tubo che l’ha aiutata a respirare e vediamo come va. D’accordo? >>, le spiegò, e Xx annuì piano.
 
 << Bene >>, le sorrise il medico, prima di togliere il tubo, con l’aiuto dell’infermiera.
 
 << J… Jay… >>, fu la prima cosa che disse, la voce impastata, come se non la usasse da molto tempo.
 
 << Sono qui >>, le sorrise, prendendole la mano.
 
 << P-posso… avere… acqua… >>, balbetto.
 
 << Tutto quello che vuoi >>, le prese un bicchiere con la cannuccia e la aiutò a sorseggiare.
 
Xx provò a tirarsi su, ma la bloccarono.
 
 << No! Ferma… rimani sdraiata… >>, le disse James spingendola con dolcezza verso i cuscini.
 
 << Signorina Xx, salve. Sono il neurochirurgo, il dottor Cox. Ora, le chiedo solo un minuto, dobbiamo fare dei test per verificare i suoi riflessi e le sue reazioni… >>, le spiegò gentilmente.
 
 << Jay… ma dove sono? Cosa è successo? Mi sento tutta debole e intontita… ho male dappertutto… e Amelia dov’è? Sta bene?? >>, si preoccupò.
 
 << Xx… fa quello che ti dice il dottor Cox. Sei in ospedale… poi ti spiego tutto, promesso. Amelia sta bene >>, le sorrise radioso.
 
 
 
 << Ottimi riflessi Signorina Xx, continui così, molto bene >>, approvò il neurochirurgo, dopo aver eseguito i test.
 
 << Bentornata tra noi signorina. Come si sente? >>, le domandò gentile il dottor Watson.
 
 << Tornata da dove? Sono un po' intontita e mi fa male dappertutto… cosa è successo? Sono ingessata ovunque! >>, Xx si agitò, spaventandosi: voleva muoversi ma il suo corpo non la pensava al suo stesso modo, lo sentiva pesante.
 
 << Aumenteremo di poco la dose di morfina, così riuscirà a riposare tranquilla. Poi nei prossimi giorni passeremo a qualcosa di più leggero. Ma prima le farò qualche domanda se è d’accordo, poi le spiegheremo ogni cosa >>, rispose cortese.
 
Xx guardò verso James per cercare aiuto, e lui annuì, sorridente.
 
 << Va… bene >>, rispose lei: sentiva la sua stessa voce piuttosto strana.
 
James le posò una mano sulla spalla, segno che la voleva sostenere e stare accanto: si sentì immediatamente meglio, un confortevole calore si impadronì di lei… poteva fidarsi di lui, e se lui le aveva annuito prima, poteva rispondere a qualche domanda da parte del dottore.
 
 << Chiederei ai signori se possono uscire, mentre la visitiamo… >>, fece il dottore prima di iniziare.
 
James e Oliver erano un po' riluttanti, ma non volevano contraddire il medico.
 
 << No!! Possono rimanere…? Per favore… >>, lo fermò la ragazza: la loro presenza li la rassicurava… aveva un tono piuttosto implorante, e guardava un po' spaventata il suo fidanzato.
 
 << Ecco… solitamente… ma possiamo fare una eccezione >>, disse infine: non aveva cuore, dopo quello che aveva passato, a dirle di no.
 
 << Grazie >>, rispose Xx grata: così James tornò a sedersi a fianco di Xx, prendendole la mano, e Oliver prese una sedia, mettendola verso i piedi del letto, facendo alla cognata un enorme sorriso di incoraggiamento.
 
 << Segua la luce >>, le disse, spostando una penna con la luce sul tappo, e lei obbedì.
 
 << Bene: sa dirmi il suo nome e data di nascita? >>, domandò il medico.
 
 << Certo. Sono Xx Yy, nata il tredici marzo 1989 >>, rispose sicura.
 
 << L’anno in cui siamo? >>.
 
 << 2019 >>.
 
 << Sa chi sono questi due signori? >>.
 
 << Certo. Lui è James Andrew Eric Phelps, Il mio sexy e bellissimo futuro marito. Lui è Oliver Martyn John Phelps, ed è il fratello gemello di Jay. È nato prima di lui di tredici minuti, ma non li chiami gemelli, a loro non piace essere chiamati così. Sono nati il venticinque febbraio del 1986 a Birmingham. Con Jay abbiamo una bellissima bambina, Amelia Hollie Susan Phelps, nata il diciotto maggio dello scorso anno. È nata alle quindici e cinquantatre, pesava tre chili e novecentonovanta grammi ed era grande quarantatre centimetri. Non mi chieda del parto, sarebbe un po' lungo da spiegare… le dico solo una parola, ascensore. A proposito, vorrei vedere la mia bambina, mi sembra di essere stata lontana da lei un secolo. Dov’è? >>, raccontò lei, recuperando un po' del suo spirito allegro, anche nel parlare: James e Oliver arrossirono, ma erano entrambi molto felici e sollevati di vederla così.
 
 << Mi spiace signorina Xx, ma temo che dovrà attendere ancora un po' per vederla, per il resto direi che va molto bene >>, annunciò sorridente il dottore.
 
 << Mi sa dire qual è l’ultima cosa che ricorda? >>, domandò poi il dottore.
 
 << Dunque… era un tardo pomeriggio, e pioveva a dirotto. Ero appena uscita dalla prova dell’abito da sposa insieme a Katy… lei aveva chiamato il taxi per andare a casa… io avevo la mia vespa. Ricordo… ricordo che non era molto contenta di farmi andare in vespa con quel tempaccio… poi mi ha chiamato Jay… o l’ho chiamato io, non ricordo ora… voleva passare a prendermi dato il temporale, ma era dall’altra parte della città, ci avremmo messo una vita ad arrivare dal gioielliere per le fedi. Ricordo di essere salita sulla vespa… c’era traffico, così ho deciso di fare un’altra strada, era più isolata, ma almeno non ci avrei messo tanto ad arrivare. Ho chiamato Jay tramite il microfono che è collegato al bluetooth del cellulare… poi mi ricordo dei fari che mi hanno accecata… credo un camion, o una cosa simile… erano grandi e fastidiosi… ce li avevo puntati dritto negli occhi… e… e… >>, la voce di Xx si spense: guardò preoccupata prima James e poi Oliver, che si erano rabbuiati e avevano chinato la testa.
 
 << Per caso le viene in mente altro? >>, domandò gentilmente il dottore.
 
 << …Non lo so… ho qualche ricordo… ma è vago e confuso… credo… di aver sentito uno schianto assordante… ricordo… si… di aver avuto paura… poi… penso di aver capito di essere finita in un fossato… e che non potevo alzarmi… ho un flash nella mia mente… forse mi sono tolta in casco… mi sentivo come soffocare… ricordo… che all’inizio sentivo freddo… forse c’era fango… avevo difficoltà a respirare… ma non riuscivo a spostarmi… e poi… non ricordo molto altro… solo… dopo il freddo… una sensazione di calore… sempre di più… e di sentirmi al sicuro… e poi… poi mi ritrovo qui… >>, continuò il racconto, anche se con voce un po' incerta, guardando con amore James, sorridendogli, e poi Oliver.
 
 << … Hai pregato per me… >>, sorrise di nuovo a James, che arrossì un po', sorridendole.
 
 << Avrei fatto qualsiasi cosa perché tu ti risvegliassi >>, le disse con sicurezza.
 
 << E ha funzionato… >>, continuò Xx, sorridendogli, alzando – a fatica- un braccio per accarezzargli una guancia.
 
 << Nessuna luce bianca? Niente porte del paradiso? Niente? >>, domandò Oliver curioso.
 
 << No Oliver… no perché non sono morta e poi ritornata in vita… almeno credo. E c’è solo una persona che lo può fare e si chiama Gesù… e so di non essere morta perché se lo fossi l’avrei di sicuro incontrato, lo so per certo >>, gli rispose lei serena.
 
 << Ok… tutto quello che ha raccontato è esatto. È successo il quattordici febbraio… oggi siamo il quattordici marzo >>, le spiegò con delicatezza: poteva essere dura da digerire.
 
 << C- cosa? M-ma… come… come è p-possibile? >>, Xx era sgomenta e spaventata: il suo cuore prese ad accelerare, segnalato anche dai beep del monitor.
 
 << Si tranquillizzi, per favore… ora le spiegheremo ogni cosa… ma deve mantenere la calma, o sforzerà di più il suo corpo, e davvero non ha bisogno di questo ora… >>, le spiegò il medico.
 
 << Come faccio a stare calma?! È… è passato un mese… e neanche me ne sono accorta!! Ho perso… un mese di vita… un mese della mia famiglia… Amelia? Come sta? È cresciuta? Come stai tu? Ve la siete cavata?  >>, si agitò Xx, facendo una valanga di domande a James.
 
 << Xx, Amelia sta bene… le sei mancata da morire, ma sta bene, sarà felicissima di vederti… e sei mancata molto anche a me, amore mio… >>, le sorrise il fidanzato, gli occhi un po' lucidi per l’emozione.
 
 << Voglio vedere subito Amelia! Sono la sua mamma! >>, continuò Xx, per nulla più calma di prima.
 
 << Ok, Denise, dalle un milligrammo di tranquillante. Signorina Xx, al momento non può vedere sua figlia… non può entrare in questo reparto, ma le prometto che, appena sarà possibile glielo diremo e la porteranno da lei >>, rispose il dottore con decisione.
 
 << Ma… è passato un mese… magari non mi riconoscerà più… come si può stare lontani così tanto dai propri figli?... >>: Xx aveva gli occhi lucidi, le guance umide di lacrime… ma il tranquillante faceva effetto.
 
 << Xx… Amelia ti chiama e ti cerca sempre… non si è dimenticata della sua mamma, te l’assicuro. Non appena ti vedrà ti farà uno dei suoi sorrisi più belli… e tornerà tutto alla normalità >>, le disse James incoraggiante.
 
 << Com’è diventata? È cresciuta tanto? Raccontami di lei… >>, gli chiese Xx, avida di sapere.
 
 << Poi ti racconto tutto, ora ti faccio vedere un video, è di ieri, ti abbiamo fatto un video per il tuo compleanno… così la puoi vedere. Ma poi dovrai finire di ascoltare il dottore, ok? >>, propose James, e Xx annuì.
 
 << Mamama >>, faceva Amelia, guardando dritto verso la camera del cellulare.
 
 << Si, oggi è il compleanno di mamma. Come si dice? Tanti auguri! Torna presto a casa con noi! We love you! Manda i bacini… bravissima! >>, stava dicendo James a fianco di sua figlia, che portava la mano alla bocca.
 
 
Xx era commossa: altre lacrime si aggiunsero alle precedenti: << Ma… è bellissima… è cresciuta tantissimo… hai fatto un ottimo lavoro Jay… >>, gli sorrise lei, grata. Oliver e James erano commossi, gli occhi lucidi.
 
 << Oh… Jay? Buon compleanno… in ritardo. E Buon compleanno anche a te, Oliver. Katy? La gravidanza come procede? >>, domandò lei.
 
 << Grazie. Tanti auguri anche a te! Ti racconto appena finito con il dottore >>, le sorrise Oliver, indicando il dottore che nessuno badava più.
 
 << Ok. Mi scusi dottore… >>, si scusò un po' in imbarazzo.
 
 << Non si preoccupi… la sua reazione è comprensibile. Ora le spiegherò cosa è successo, dopo che è stata portata qui in ospedale >>, le disse.
 
Le raccontò di come l’avevano trovata i soccorritori, delle condizioni disperate in cui era arrivata all’ospedale, di come non erano neanche sicuri se si sarebbe salvata, dell’ipotermia, di come avessero dovuto scaldarla e farle ripartire il cuore, di come il suo cervello avesse momentaneamente cessato di funzionare per il gelo, di tutte le fratture e le lesioni, delle botte che aveva ricevuto con la spranga di ferro, dell’arresto cardiaco, del coma… tutto, ogni cosa era stata fatta per salvarla.
 
 << E’ molto da digerire… >>, concluse il medico.
 
Xx era sconvolta e tesa: come aveva detto il dottore, non era facile da digerire.
 
James era al suo fianco e le stringeva la mano: doveva essere stato tremendamente difficile e doloroso per lui.
 
 << Grazie… >>, gli sussurrò.
 
 << E di che? >>, mormorò lui, preso alla sprovvista.
 
 << Di esserci stato… di aver lottato per me quando non potevo farlo… di non avermi abbandonata, di aver creduto in me… di essere stato presente per Amelia… deve essere stata molto dura per te… probabilmente non ti ringrazierò mai a sufficienza >>, gli sorrise.
 
 << E grazie anche a te Oliver, per esserti preso cura di lui. Lo conosco… e non deve essere stato facile. Grazie per non averlo lasciato solo con sé stesso. So che mai lo avresti fatto, conosco anche te… ma grazie comunque >>, lo ringraziò: in quel momento era così grata con loro, con i medici, con la vita…
 
I due fratelli erano commossi, e anche il dottore con l’infermiera.
 
 << Ora la lasciamo riposare… torneremo più tardi per vedere se è tutto in ordine. Signori Phelps, vi concedo qualche minuto, poi voglio che la lasciate riposare. Potrete vederla domani >>, disse loro il dottore, prima di uscire con l’infermiera.
 
 
 << Chiamo subito Katy! >>, fece Oliver, già con il telefono che squillava, una videochiamata.
 
 << Oliver!! Ma dove siete finiti tu e James?? >>, esordì.
 
 << Amore, splendide novità! Scusa se non ti ho chiamata prima, ma guarda… >>, girò il telefono verso lui, James e Xx, che la salutò: << Hi Katy! >>, facendole un sorriso un po' stiracchiato.
 
 << Oh my God!! XX!! Sono così felice che tu ti sia svegliata!! >>, strillò Katy portandosi le mani alla bocca per la contentezza e l’emozione.
 
 << Anche io… a quanto pare mi sono persa molte cose >>, le sorrise, con un po' di amarezza nella voce.
 
 << Recupererai il tempo perduto! Ora ti faccio parlare con qualcuno che sicuramente vorrai vedere >>, le sorrise, poi la videro muoversi e arrivare fino al tappetone dietro di lei: << Amelia, guarda chi c’è >>, le disse, mostrandole lo schermo.
 
Xx aveva gli occhi lucidi di commozione: vedere la sua bambina dopo tutto questo tempo era meraviglioso.
 
 << Hi Amelia! Sono la mamma… ti voglio tanto bene amore mio… tu e papà siete stati super bravi >>, le disse, l voce rotta dall’emozione.
 
 << Mamama… da-da-dada >>, Amelia faceva degli enormi sorrisi, indicando con il ditino della mano lo schermo.
 
 << Quanto è cresciuta… >>, mormorò Xx.
 
 << Si Amelia, siamo mamma e papà… e zio Oliver. Hai visto? Che ti diceva papà? Che mamma sarebbe tornata presto a casa e che doveva guarire bene... eccola qui! >>, le disse felice James.
 
Amelia sorrideva, guardava zia Katy, poi di nuovo il telefono, indicando con insistenza la sua mamma e il suo papà.
 
 << Oh, tesoro, non possiamo andare lì noi… >>, fece Katy, un po' dispiaciuta.
 
Amelia iniziò a frignare un po': voleva andare da mamma e papà!
 
 << Amore, papà arriva a casa tra poco… non piangere… >>, fece James dispiaciuto.
 
 << Mi spiace ragazzi… forse non è stata una grande idea… meglio chiudere. Xx, passo domani a trovarti! Un abbraccio forte! >>, le sorrise Katy, prima di chiudere la chiamata.
 
 << Quante… quante cose mi… mi sono persa?... e… come è diventata grande Amelia! >>, singhiozzò Xx, sentendosi tremendamente in colpa.
 
 << No… non è stata una tua scelta, ok? È stata dura? Si. Hai perso mole cose? Si… ma pensa a tutte quelle che potrai vedere. Hai visto che Amelia non si è dimenticata chi sei? >>, le disse infine James, cercando di alleggerire la tensione.
 
 << Giusto, ma non potrò mai riavere indietro quello che ho perso… ma… aspettate. Si sa qualcosa dell’incidente? Ho perso il controllo della vespa? Si è salvata? Si è fatto male qualcun altro? >>, domandò.
 
James e Oliver si guardarono: il dottore non aveva nominato la violenza sessuale, nè le dinamiche precise dell’incidente… o chi fosse al volante… o chi la avesse percossa… lei probabilmente non l’aveva chiesto perché, per le troppe informazioni ricevute insieme, era passato in secondo piano quel dettaglio.
 
 << Amore… c’è… dell’altro che tu dovresti sapere… >>, cominciò James: non era del tutto sicuro che fosse una buona idea dirglielo, almeno non così presto… ma lei aveva chiesto, e non voleva raccontarle bugie.
 
 << Dimmi tutto… è così bello poterti ascoltare di nuovo >>, gli sorrise: aveva uno sguardo così fiducioso nei confronti del suo fidanzato…
 
 << Per me è una gioia poterti parlare ancora, e anche vedere che sei sveglia e stai bene… era… davvero, come se questo mese mi avessero pugnalato e calpestato continuamente il cuore… un dolore insopportabile… non farlo mai più… >>, le disse, assolutamente sincero.
 
 << Ci proverò. Mi dispiace così tanto che tu abbia sofferto così a causa mia! È stata tutta colpa mia e della mia testardaggine di essere autonoma a tutti i costi! Non avrei dovuto prendere la vespa con quel tempaccio… avrei dovuto lasciarla parcheggiata lì e prendere un taxi… o accettare la tua offerta, e passare a prenderla in un altro momento. Saremmo sicuramente arrivati tardi dal gioielliere, ma avrei risparmiato a tutti tanto dolore… me compresa… >>, mormorò giù di morale.
 
 << Xx… devo dirti una cosa. Te lo avrei detto in un altro momento… ma visto che ne stiamo parlando… devi toglierti dalla testa l’idea che sia stata colpa tua… non è affatto vero. Quello che ti è successo… non è stato un incidente. È… qualcuno ti ha investita… volontariamente… >>, cominciò James un po' titubante.
 
 << Cos… che stai dicendo Jay? >>, Xx era confusa.
 
 << Dico che… qualcuno… l’ha fatto apposta ad… investirti… >>, continuò James, un groppo in gola.
 
 << E’ assurdo! A chi mai interesserebbe investirmi?! E volontariamente poi! Non ha nessun senso… e non è divertente come scherzo >>, gli rispose lei con un mezzo sorriso, quasi si aspettasse che lui le dicesse: << Scherzetto! >>.
 
Guardò Oliver, quasi in cerca di un sostegno, di una conferma della tesi assurda di James… ma Oliver era estremamente serio, e prima di dedicare molta attenzione alle fughe delle piastrelle del pavimento, le lanciò uno sguardo penetrante… le aveva messo i brividi!
 
 << Mi state spaventando… cos’è… cos’è successo? >>, domandò alla fine.
 
 << Partiamo con il dire che queste persone ora sono in carcere, in attesa di processo… quindi non ti possono più fare del male, ok? >>, la rassicurò subito James: Xx annuì, un po' tesa.
 
 << Quello che ti dirò… sono fatti concreti e verificati… quindi ne ho la certezza assoluta… non sono solo idee o supposizioni. Sono stati… >>, le disse, poi sospirò a fondo: << Simone… e il dottor Green. Te… te lo ricordi? >>, cominciò… Xx sbiancò immediatamente.
 
 << Come potrei… dimenticarmelo… >>, borbottò impaurita.
 
 << Ecco… sembra che… dopo la tua denuncia… abbia avuto parecchia difficoltà a trovare un impiego in un ospedale… e… insomma… voleva vendicarsi. Per caso ha trovato Simone in un pub qualche mese fa… e da lì hanno… cominciato con il loro piano. Mi dispiace così tanto! Ho spinto io perché tu facessi quella denuncia… >>, si scusò mogio James.
 
 << Jay… era giusto così. Non poteva e non doveva passarla liscia… libero di… violentare altre ragazze. Non è colpa tua… >>, lo rassicurò, stringendogli la mano.
 
 << Continua a raccontare >>, lo esortò.
 
 << Certo. Pare che… chi ti ha abbagliata con i fari sia stata Simone, e che poi il dottor Green, in accordo con lei ti abbia investita. Poi… sono rimasti lì ore… a guardarti agonizzare… nel fango. Si sono… presi gioco di te… Simone… lei ti ha colpita con la spranga… e… beh… ti, ehm… ti hanno trovata… semisvestita. Il dottore ha… ha abusato… di te… quando eri incosciente… >>, confessò alla fine: non era stato per niente facile.
 
Il volto di Xx si incupì all’istante: gli occhi lucidi che si riempivano di lacrime, Provò a muovere le braccia, ma erano fasciate, provò a muovere le gambe, ma erano bloccate.
 
 << Xx? >>, si spaventarono Oliver e James.
 
 << Voglio… voglio muovermi! Liberami! >>, lo implorò.
 
 << M-ma… Xx, non posso! Che ti prende? >>, si spaventò: non dare a quegli occhioni imploranti quello che voleva – essere liberata-, era terribilmente difficile.
 
 << Mi… mi sento così… sporca… non voglio avere niente… niente di lui… mi fa… ribrezzo. Mi faccio… schifo da sola, se penso che… >>, Xx era disgustata da sé stessa.
 
 << No. Non ti permetterò di dirti queste parole. Non fai schifo. Non è colpa tua! >>, le disse con ardore, e dalla voce traspariva che lui diceva la verità.
 
 << Jay… scusa… io… i-io… n-non volevo… >>, gli disse mortificata
 
James capì: << Non ti devi scusare, chiaro?  Tu non hai fatto niente di male… non volevi. Non è colpa tua, voglio che ti entri in quella testolina. Tu sei la vittima! E non voglio più sentirti dire che ti senti… sporcata da lui. Tu non sei sporca. È… difficile, ma… non è tradimento… non è stato… come ho fatto io. Questa è violenza sessuale >>, gli occhi di James ardevano: aveva capito dove lei voleva andare a parare.
 
Si avvicinò a lei e le sfiorò appena le labbra: quel semplice tocco, che non compiva da un mese, fece accelerare il suo cuore… il cuore di entrambi… anche se il bacio di James era stato talmente leggero che Xx non era neanche certa che ci fosse stato davvero.
 
 << Siamo intesi? >>, le domandò, gli occhi vicini ai suoi.
 
 << Ci proverò… >>, tentò di sorridergli.
 
 << Ci sono dei video… di tutto questo. Di Simone con la spranga… e di questo essere ignobile che… che ti violenta. Pare che tu… sia diventata il suo chiodo fisso… dopo la sera di capodanno. Hanno trovato anche dei video… in cui si… masturbava guardando delle tue foto prese dai social… e a fianco aveva una… bambola gonfiabile con… appeso il tuo viso. Comunque sei stata… diciamo fortunata… perché a un certo punto si vede Simone che tenta… di strangolarti… e in quel momento passa una macchina che si ferma vedendo la vespa in mezzo la strada… e chiama i soccorsi… >>, continuò Oliver: ma gli sembrava di interrompere un momento di complicità; i due si stavano guardando negli occhi con amore… sembrava parlassero.
 
 << … Wow… beh… credo… di dovere ringraziare questa terza persona… e di dover vomitare per tutto il resto… >>, rispose a fatica Xx, la bile che faceva su e giù sulla sua gola.
 
 
 
 << Ora è meglio andare… Amelia mi aspetta a casa, e se dovesse passare il medico di prima prenderei un sacco di parole >>, fece James a malincuore.
 
 << Si… Katy ci starà aspettando. Xx, a domani… riposati… è bello vedere che sei sveglia! >>, le disse Oliver, baciandole la fronte in un gesto molto fraterno: << Jim, ti aspetto qui fuori… >>, sorrise un’ultima volta prima di uscire.
 
 << Vorrei tanto poter stare qui con te… non voglio lasciarti sola… >>, le disse con sincerità, guardandola.
 
 << Lo so… piacerebbe anche a me, ma a casa Amelia ha bisogno della presenza del suo papà >>, borbottò in risposta.
 
 << Ho ancora così tante cose da raccontarti… cose che sono successe in questo mese! >>, continuò il ragazzo.
 
 << Io sono curiosa di sentire tutto… ma me lo racconterai domani. Mi troverai sempre qui… non posso andare granchè lontano nel mio stato attuale. E poi, sembrerà assurdo, ma dopo un mese di coma dove ho dormito… sono stanca morta >>, gli sorrise.
 
 << Ricordati che è solo una condizione temporanea. Presto ti rimetterai in piedi… ora vado. Buonanotte… >>, si avvicinò con delicatezza, quasi avesse paura di romperla o di farle male con ogni movimento.
 
Incontrò le labbra di Xx, un po' crespe e secche dopo il coma, e premette con gentilezza su di esse: il respiro quasi gli si mozzò. Era da un mese che non la baciava veramente, sulle labbra: gli sembrava di invaderla, quasi di usarla, se lei non era cosciente… perciò le aveva dato solamente baci sulla fronte o sulla mano.
 
Xx aveva le viscere tutte attorcigliate e le farfalle nello stomaco: era una sensazione unica e magnifica… le sembrava di non baciarlo da una vita… non voleva che se ne andasse tanto presto.
 
James percepì le emozioni di Xx, molto simili alle sue, così, sempre con dolcezza, premette le labbra un po' di più su quelle di lei, fino a fargliele schiudere; la sua lingua calda e umida si insinuò nella bocca della ragazza, intrecciandosi con quella di lei, conducendo quel bacio… molto bene, doveva aggiungere Xx.
 
Il suo corpo vibrava al ritmo del bacio di James: i battiti dei loro cuori erano sincronizzati, e battevano così forte che quasi non avevano coscienza di ciò che accadeva intorno a loro.
 
Xx aprì gli occhi e incontrò lo sguardo malizioso del suo fidanzato: uno sguardo bruciante di amore e desiderio… il cuore della ragazza cominciò a battere nel suo petto come un tamburo.
 
James le mordicchiò dolcemente il labbro inferiore, dandole quasi il colpo di grazia: ogni tocco, ogni bacio, aprivano un mondo di sensualità e beatitudine… anche se erano gesti piccolissimi.
 
A Xx sfuggì un gemito di piacere, mentre lui sorrideva contro le sue labbra.
 
Un gran sorriso illuminò il viso di James, facendogli apparire delle fossette agli angoli della bocca… i suoi occhi brillavano di felicità ad entusiasmo: quasi non voleva più smettere di sorridere.
 
Nello sguardo di lui c’erano una miriade de emozioni e sentimenti: dolcezza, dubbio, imbarazzo su ciò che sentiva… fisicamente per lei, dopo un mese di coma, desiderio, angoscia… sembrava la stesse spogliando con gli occhi… e questo sguardo pareva durare una vita.
 
Un leggero sorriso divertito comparve sul volto del ragazzo, che si mordicchiò il labbro inferiore.
 
 << Ti faccio ridere? >>, gli chiese lei con leggerezza: sentiva ancora il sapore di James sulle sue labbra.
 
 << No. Solo… non immaginavo che, anche in un letto di ospedale, mi avresti suscitato tutte queste… emozioni. Sei incredibile >>, le sorrise di nuovo, ma le sue iridi erano incandescenti e ardenti: Xx ci si perse, in quegli occhi, per qualche secondo… il respiro irregolare come quello di lui.
 
Quando le loro labbra si incontrarono di nuovo, Xx le accolse con un gemito quasi impaziente… ma stavolta il bacio non aveva nulla di dolce: la lingua di lui prese immediatamente possesso di quella di lei, in una danza languida e sensuale.
 
 << Devo… andare… purtroppo… >>, bisbigliò piano: un lampo di desiderio gli attraversò gli occhi, ma si riprese in fretta, anche se continuava a guardarla.
Xx poteva letteralmente sentire il calore delle sue iridi bruciarle la pelle… avrebbe potuto sciogliersi lì, su quel letto d’ospedale… lo sguardo di lui era talmente intenso da consumarla.
 
Cinque dita si intrecciarono con quelle di Xx, che sussultò dalla sorpresa, spalancando gli occhi: era talmente immersa nelle iridi di James che non si era resa conto che la sua mano la stava cercando.
 
La pressione che le sue dita esercitavano sulla mano di lei parlava da sola, anche se lui non aveva aperto bocca…
 
Xx si schiarì la gola, cosa che le fece guadagnare uno sguardo incandescente che la fece rabbrividire: due mani si stesero ai lati della sua testa, a pochissimi centimetri da lei; nessun altro uomo al mondo avrebbe potuto stregarla in questo modo, come faceva James.
 
Rimase incantata a contemplare la sua mascella forte, la curva gentile della sua bocca, la larghezza delle sue spalle… i suoi occhi: i suoi bellissimi occhi che parlavano una lingua comprensibile solo al suo cuore.
 
La ragazza cercò di distogliere lo sguardo, il viso in fiamme, ma la mano calda e forte di lui le afferrò il mento con dolcezza infinita, sollevandole un po' il viso.
 
Le guance di Xx bruciarono ancora di più: era letteralmente consumata dalla fame che aleggiava negli occhi di lui… il suo sguardo esprimeva così tante emozioni! Come prima vi leggeva desiderio… e ansia. Forse temeva di essere respinto, dopo tanto tempo?
 
In un movimento brusco, James prese possesso delle labbra della fidanzata: le loro bocche si divorarono, le loro lingue si intrecciavano in un ballo frenetico: i loro respiri erano irregolari, ed esprimevano il bisogno incontenibile che avevano l’uno per l’altra.
 
Poi, improvvisamente, il bacio si addolcì: la lingua di lui disegnò languidamente i contorni di quella di Xx, che si sentiva come se si potesse dissolvere tra le braccia di lui
 
Le mordicchiò leggermente il mento, quasi volesse tornare ad assaggiarla dopo un lungo digiuno… l’intensità del desiderio di Xx le mozzò il fiato in gola: fosse stato per lei, avrebbe voluto che la divorasse, che la facesse sua immediatamente… ma evidentemente non era una cosa fattibile.
 
James doveva pensarla allo stesso modo: erano in ospedale, e Xx si era appena svegliata dal coma, poteva muovere appena le braccia… non era corretto; aveva aspettato un mese, poteva aspettare ancora.
 
Le sorrise ancora: era stato bello, magico… sensuale, anche se c’era stato solo qualche bacio.
 
Gli occhi di James la stavano fissando intensamente, come se volesse ben incidere i tratti di lei nella sua mente: tese una mano verso la guancia di Xx, accarezzando con il pollice la curva delle sue labbra; il contatto era così sensuale che alla ragazza scappò un gemito sommesso.
 
 << Devo andare… sul serio >>, mormorò ancora: era già la terza volta che lo diceva, ma non voleva spostarsi di un metro da dove si trovava: aveva davvero rischiato di perderla, e si era reso conto di quanto era diventata preziosa e importante per lui… ma già lo sapeva. E ora che finalmente era lì, sveglia, e poteva parlare con lei… e baciarla, non voleva lasciarsi scappare neanche un secondo.
 
Si passò una mano sul collo, un gesto completamente spontaneo che lasciava trapelare quanto fosse in imbarazzo per i baci bollenti che si erano scambiati: non voleva certo che pensasse che le era mancata solo sul lato fisico.
 
 << E’ tutto ok… è lo stesso per me >>, gli sorrise lei, leggendogli quasi nel pensiero, prendendolo alla sprovvista.
 
 << Non volevo… essere così… irruento. Scusami… >>, mormorò abbattuto.
 
 << Non ti devi scusare di niente. Io provo le stesse cose che provi tu… anche appena uscita da un mese di coma… pensa a come mi fai incendiare! >>, gli sorrise con amore e dolcezza: tentò di allungare un braccio per carezzargli la guancia, ma le sembrava il braccio pesasse una tonnellata, e riuscì s spostarlo di poco, fasciato com’era.
 
Xx guardò il proprio braccio, mordendosi il labbro per trattenere lacrime di sconforto e di dolore, gettando la testa indietro, sul cuscino, un enorme sospiro le uscì dalla bocca.
 
James provò a consolarla come meglio poteva: le prese il braccio, carezzandolo con le sue grandi mani, stringendole la sua: << Passerà… ti prometto che presto tornerai come nuova >>, fece incoraggiante.
 
 << E… se… se non fosse così? Se rimanessi paralizzata in questo dannato letto?!? Se non mi rimettessi completamene?!?? >>, la voce di Xx era spezzata. Tremava di rabbia, di paura, di angoscia, di dubbi…
 
 << Amore mio… ti sei svegliata da neanche due ore dopo un mese di coma. Il minimo che tu possa fare è darti un po' di tempo per riprenderti e recuperare le forze. È una situazione frustrante e dolorosa… ma non ti devi abbattere ed essere pessimista ancora prima di cominciare la riabilitazione. Sarà lungo e doloroso probabilmente, ma io ti starò accanto a ogni passo, e anche Amelia. Non lasceremo che tu molli, e se dovessi cadere noi ti tireremo su. So, dal profondo del mio cuore, che tu ti rimetterai… lo so e basta >>, le disse guardandola negli occhi: Xx ricevette da quegli occhi tutto l’amore che lui provava per lei. Gli occhi le si riempirono di lacrime tanta era la commozione e la sincerità che percepiva da James.
 
 << Ma… se io… >>, balbettò, ma non fece in tempo a finire di parlare.
 
 << Se per qualche assurdo motivo tu non ti dovessi riprendere completamente non importa. Niente potrà impedirmi di sposarti e amarti per tutta la vita >>, le rispose con naturalezza, in totale sincerità.
 
Gli occhi di Xx si riempirono di lacrime di emozione e di felicità.
 
 << Ti amo tanto Jay… >>, sussurrò, mentre lui raccoglieva con amore le sue lacrime dagli angoli degli occhi.
 
 << Ti amo tanto anche io amore mio… >>, le rispose James, fissansola con gli occhi ardenti.
 
Xx quasi si sciolse sotto lo sguardo infuocato del suo futuro marito.
 
Si avvicinò per un altro dolce bacio, e alla fine appoggiò la fronte su quella di Xx.
 
 << Devi andare… >>, sospirò la ragazza a malincuore: ma sapeva che doveva andare, e cercò di essere forte e non protestare… e poi Amelia aveva bisogno di lui.
 
 << Si… ma ci vediamo domani, promesso >>, le giurò.
 
 << Promesso. Dai un bacio enorme a Amelia e a tutti. Di loro che li ringrazio e che voglio un mondo di bene a tutti loro >>.
 
 << D’accordo… buonanotte >>, le sorrise, baciandole la punta del naso, andando -con dispiacere- verso la porta, guardandola fino all’ultimo secondo.
 
 << Buonanotte >>, lo salutò lei.
 
Si ridistese sui cuscini: il dolore le era quasi insopportabile, anche se aveva cercato di minimizzare per non spaventare James e Oliver… erano già abbastanza preoccupati per lei.
 
Provò a inspirare dal naso e ad espirare dalla bocca per calmarsi, ma il dolore era irradiato in tutto il corpo, e arrivava come delle coltellate continue.
 
 << Buonasera. Come sta andando? >>, le domandò il dottore, entrando con l’infermiera poco dopo.
 
 << Andrebbe un po' meglio con la metà dei dolori che ho ora >>, rispose con sincerità.
 
 << Mi ascolti… io le darei della morfina. Il dosaggio più basso da già degli ottimi risultati… ma non deve abituarsi… è piuttosto forte come farmaco, e può avere effetti collaterali… ad esempio delle allucinazioni >>, rispose serio.
 
 << Non mi importa niente delle allucinazioni in questo momento, con l’intensità di questi dolori >>, rispose di getto, stringendo i denti per altre fitte che la attraversavano.
 
 << Va bene. Un dosaggio basso dovrebbe durare almeno fino a domani. Verremo a trovarla per vedere come sta. Buonanotte signorina Yy >>, la salutò il medico, uscendo.
 
 << Buonanotte dottore. Grazie >>, rispose lei con una vocina appena udibile.

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Capitolo 37
*** Amore e sogni indecenti ***


James camminava a un metro da terra, il cuore leggero, il sorriso stampato in faccia da quando era uscito dall’ospedale: finalmente poteva respirare di nuovo. Gli era sembrato di… di non respirare, nel mese in cui Xx era stata in coma… come se fosse stato in apnea. Il mese più lungo della sua vita.
 
Certo, sapeva perfettamente che la strada per la guarigione non era neanche cominciata, e che sarebbe stato un cammino lungo e probabilmente doloroso, ma lui aveva un ottimo presentimento. Xx era giovane, sana e faceva sport: i suoi muscoli erano ben allenati e preparati a lavorare… questo sicuramente la poteva aiutare e facilitare.
 
 << Sono contento di vederti finalmente sorridere. Certo, la strada è ancora in salita… ma almeno è sveglia! È un gran sollievo… sono così felice per lei! Ha già sofferto abbastanza a causa di quei due criminali >>, fece Oliver guardando il fratello con la coda dell’occhio.
 
 << Hai ragione… ha già dovuto subire troppo… e per fortuna pare non abbia danni permanenti… non sarebbe cambiato nulla per i miei sentimenti… ma convivere con qualcosa del genere per il resto della vita… le avrebbe sempre ricordato questo momento… e io voglio che ce lo lasciamo alle spalle. Sono solo felice che sia sveglia, che posso parlare con lei… e baciarla. Mi basta solo questo, ora… il resto arriverà, ne sono più che certo >>, James era instancabilmente ottimista in merito alla totale ripresa di Xx.
 
Oliver gli sorrise, continuando a guidare.
 
 
 
 << Amelia! Ottime notizie! Mamma si è svegliata! >>, fece tutto contento, entrando a casa del fratello.
 
Prese in braccio la figlia e la sollevò in alto, le braccia tese, facendole fare una specie di aeroplano che la fece ridere.
 
 << Vedrai amore mio, presto la mamma sarà di nuovo qui con te e con papà… me lo sento! Sei felice vero? >>, domandò, allegro come non lo era da tempo: in risposta sua figlia rise battendo le mani.
 
 << Katy! Xx è sveglia! >>, si avvicinò alla cognata, stampandole un grosso bacio sulla guancia, stringendola in un forte abbraccio.
 
 << Si! Finalmente! L’ho vista, e sono felicissima! Non vedo l’ora di riabbracciarla domani! >>, gli rispose con lo stesso entusiasmo Katy.
 
 << Mamama- mama… >>, faceva intanto Amelia mentre giocava per terra.
 
James si avvicinò di nuovo alla sua bambina bellissima, baciandole la testolina e inspirando lentamente il suo profumo: lo adorava.
 
Chiamò i suoi genitori: erano felicissimi di sapere che Xx si era svegliata.
 
 << Tesoro mio, sono tanto felice! Presto comincerà con la riabilitazione, e potrà riprendere in mano la sua vita senza intoppi… ha già sofferto abbastanza, si merita un po' di felicità… e l’avrà con te >>, gli disse Susan: il cuore finalmente più leggero.
 
 << Si… in questi ultimi due anni sono successe tante cose… ma lei è sempre stata forte e non si è mai lasciata abbattere. Ora voglio solo che sia felice… e che la vita la smetta di metterla costantemente alla prova. Ha già dimostrato tanto… >>, rispose James.
 
 << La vita ti presenta sempre nuove sfide… però so che le affronterete insieme, questa è la cosa più importante >>, continuò sua madre saggiamente.
 
 
 
Dopo cena James ringraziò e tornò a casa con Amelia: sulla strada, fermo a un semaforo rosso, notò qualcosa che attirò la sua attenzione… così fece una piccola deviazione.
 
Era fermo sui gradini, lo sguardo all’insù, mentre osservava, indeciso se entrare oppure no… ma aveva fatto una promessa, e quello che aveva ricevuto in cambio di quella promessa era un dono immenso, che di certo valeva tanto per lui… così decise di entrare.
 
Si guardò intorno: non entrava più in una Chiesa da tanto tempo: questa non era molto grande, aveva due file di panchine scure e molti affreschi sui muri… e delle vetrate colorate, con dei disegni, delle immagini rappresentate.
 
Camminò in avanti, verso le prime file: non sapeva neanche lui bene come comportarsi… doveva parlare silenziosamente con Dio? Doveva… pregare? Come si faceva in questi casi?
 
Amelia dormiva per fortuna, così questo gli lasciò il tempo di rimanere solo con i suoi pensieri, a cercare di capire quale era il modo migliore di affrontare la cosa.
 
 << Buonasera… posso aiutarla? >>: un anziano parroco dai candidi capelli bianchi gli si avvicinò sorridendogli; il suo viso era gentile e sereno, e le grinze del viso gli conferivano una certa dolcezza.
 
 << B- buonasera… mi spiace disturbarla, non volevo… >>, balbettò imbarazzato.
 
 << Nessun disturbo. La Chiesa è sempre aperta per chi ne ha bisogno >>, gli sorrise, dandogli una leggera pacca sul braccio, invitandolo a sedersi.
 
 << Oh, ma che bella bambina qui. Dorme profondamente… è sua figlia? >>, domandò il parroco gentile.
 
 << Si… è adorabile, e sono innamorato di lei. Si chiama Amelia Hollie Susan Phelps… e tra quattro giorni farà dieci mesi >>, rispose orgoglioso.
 
<< Complimenti. Mi fa tanto piacere… lei è un papà orgoglioso e amorevole, si vede da come ne parla >>, continuò il parroco.
 
 << Si… sono tanto orgoglioso di lei. All’inizio, quando la mia fidanzata mi ha dato la notizia… beh… non l’ho presa molto bene. Oggi invece non potrei vivere senza di lei… la amo da impazzire. E lo stessa vale per la sua mamma… >>, disse James con naturalezza, come se parlasse con un vecchio amico.
 
 << Sono contento che alla fine abbia accettato completamente sua figlia e l’abbia accolta a braccia aperte nella sua vita e nel suo cuore >>, commentò l’anziano parroco.
 
James gli sorrise, poi guardò l’altare e la croce che si ergeva poco dietro… era pensieroso.
 
 << Qualcosa la preoccupa? >>, domandò gentilmente l’anziano.
 
 << No… si… no… un po' >>, contibuò incerto.
 
 << Vuole parlarne un po'? Le potrebbe fare bene >>, domandò, senza fare alcuna pressione.
 
 << Io… non lo so perché sono qui… o cosa speravo di ottenere. Ero fermo al semaforo, e questa Chiesa ha attirato la mia attenzione… >>, cominciò.
 
 << Se ha qualche domanda, possiamo provare a rispondere insieme >>, continuò il saggio parroco.
 
 << Vede… io… non sono mai stato particolarmente credente… già fin da giovane, da ragazzo. Non ho mai… sentito… non ho mai pensato che potesse esserci dell’altro… e questa idea si è formata in me nel corso degli anni… mi consideravo ateo, fino a poche ore fa. Io e la mia fidanzata abbiamo battezzato nostra figlia qualche mese fa… e io ho accettato solo perché la mia fidanzata è credente… e comunque male non avrebbe fatto ad Amelia >>, cominciò James con calma.
 
 << Ma? >>, domandò il parroco.
 
 << Ma… la mia fidanzata ha avuto un incidente… ha fatto un mese di coma. Ero… dilaniato dentro, mi era difficile anche respirare. Andavo avanti per inerzia, e per Amelia… era per lei che non potevo mollare. Aveva bisogno del suo papà… e anche Xx aveva bisogno di me. Sa… ci dovremmo sposare tra un paio di mesi >>, gli raccontò il ragazzo, mentre il parroco lo ascoltava con attenzione.
 
 << Mi dispiace molto per quello che ha sofferto… si sente che non è stato facile per lei… >>, gli disse l’uomo.
 
 << Avrei dato qualsiasi cosa perché si svegliasse… ho pregato tanto… ma magari le mie preghiere non contano perché sono ateo… >>, buttò lì.
 
 << Dio ascolta tutti, mio caro ragazzo >>, sorrise il parroco.
 
 << Può darsi… vede, oggi gli ho parlato…, poco prima che si svegliasse. Gli ho detto che avrei creduto in lui… che avrei fatto qualsiasi cosa mi avrebbe chiesto… l’ho implorato di non portarsi via Xx… magari è un caso… ma ha ascoltato… credo. Lei si è svegliata poco dopo. E io sono immensamente grato per questo… vede, il regalo… ciò che ho avuto in cambio della mia preghiera è infinitamente prezioso e importante… e non voglio che… che Dio creda che erano parole vuote. Ho fatto una promessa e intendo mantenerla… quindi… >>, ma non sapeva bene come terminare.
 
 << Quindi è venuto in cerca di risposte. Inizio con il dirle che è un bel gesto da parte sua aver pregato per la sua fidanzata… e anche voler mantenere la parola data. Dimostra che non erano parole al vento, e quello che ha ricevuto in cambio vale la promessa fatta… è molto bello. Ma vede, Dio non fa queste cose perché poi la gente sia in debito con lui. Lo fa perché ama i suoi figli, sia che loro lo amino che non lo facciano. Se Dio ha esaudito la sua preghiera non vuole niente da lei in cambio… e lei capirà come poterlo ringraziare, con il tempo. Mi creda >>, sorrise il parroco, comprensivo.
 
James riflettè sulla risposta: << Ho capito… se non lo capirò, sarà Dio o mostrarmi il modo migliore per ringraziarlo >>, disse fra sé, e il parroco annuì.
 
Amelia si mosse nel sonno.
 
 << Mio caro ragazzo, è meglio che vada. È tardi, e la sua bambina starà sicuramente più comoda sulla sua culla >>, fece l’uomo alzandosi.
 
 << Già… grazie per il suo tempo >>, sorrise James.
 
 << Non si preoccupi. Può tornare quando vuole, se ha qualche altra domanda. E porti i miei migliori auguri di guarigione alla sua fidanzata >>, gli sorrise, poi si chinò a salutare la bambina, e strinse la mano a James, che uscì dalla chiesa con il cuore un po' più leggero.
 
Tornò a casa ancora riflettendo sulle parole del parroco, e continuò a pensarci ancora mentre preparava Amelia per metterla a letto.
 
 << Stasera papà ti racconta la favola della buonanotte. Vuoi? >>, le chiese, mentre la metteva nella sua culla.
 
 << Wich one? >>, domandò, mostrandole due diversi libricini.
 
Amelia guardava insistentemente verso uno dei due, battendo le mani.
 
 << Ok, let’s go! >>, James si mise comodo, avvicinando la sedia a dondolo alla culla, e cominciò a leggere.
 
 << Once upon a time… >>…
 
Dopo qualche pagina la vide sbadigliare, così la coprì meglio con la sua copertina e continuò a leggere, fino a quando non si addormentò del tutto.
 
Si spostò in punta di piedi per non svegliarla: le diede un bacio sulla fronte, sussurrandole: << Good night princess >>, e uscì, spegnendo la piccola luce che era accesa, lasciando la porta socchiusa.
 
Si fece una doccia, rilassandosi sotto il getto caldo dell’acqua: si rese conto che tutti i suoi muscoli erano stati costantemente contratti in quell’ultimo mese… tutte le tensioni, la paura, il dolore… ora se le sentiva fisicamente addosso.
 
E piano piano, le sentì scivolare via sotto il getto dell’acqua calda, rilassandosi, finalmente…
 
Si asciugò e si buttò a letto con solo la maglietta e i boxer, girandosi, come faceva sempre, sul lato del letto di Xx.
 
 << Presto tornerai a casa… >>, borbottò tra sé, prendendo il cuscino di Xx e stringendoselo al petto.
 
 << Thanks. Thanks… a lot. Non finirò mai di ringraziarti per questo >>, disse ancora James guardando il soffitto, rivolgendosi a Dio… e poco dopo si addormentò, sereno e tranquillo dopo tanto tempo.
 
 
 
 
 
 << Ciao amore, come ti senti oggi? >>, le sorrise entrando nella camera di Xx il mattino dopo: con lui c’erano anche Oliver, Katy e i signori Phelps, mentre sarebbe andato a prendere la famiglia di Xx all’aeroporto nel pomeriggio.
 
 
Amelia era stata affidata alla baby sitter – non senza capricci-: sembrava che quella mattina volesse il suo papà tutto per sé. Le cantò una canzone, accompagnando lei e la baby sitter fino al parco, e poi vennero a prenderlo Oliver e Katy.
 
 << Sei molto più rilassato ora, lo si vede anche dal tuo viso >>, lo accolse Katy.
 
 << Ehm… beh… grazie >>, non sapeva se prenderlo come complimento oppure no.
 
 << Ha ragione però. Felice lo sarai quando sarà a casa, ma sembri contento, almeno >>, infierì ancora Oliver.
 
 << Non vedo l’ora >>, rispose lui, lanciando un’occhiataccia al fratello, cambiando argomento.
 
 
 << Ehi… ciaoo… >>, rispose Xx, ma sembrava un po' trasognata.
 
Katy si avvicinò, stringendola forte: << Sono così felice che tu ti sia svegliata! >>.
 
 << Come stai? E la tua bambina? >>, Xx posò una mano sulla pancia di Katy, carezzandola.
 
 << Stiamo bene tutte e due. Ci sei mancata tanto Xx >>, continuò Katy.
 
Poi fu il turno dei signori Phelps di andare ad abbracciarla, contentissimi che stesse un po' meglio.
 
 << Amore… stai bene? Sei un po' sudata… >>, domandò preoccupato James, avvicinandosi, spostandogli dei capelli madidi di sudore dal viso.
 
 << Si… Jay, sto bene! Questo sudore è colpa del forno qui a fianco, non lo vedi che si sta cucinando l’arrosto con le patate? >>, fece convinta, indicando con gli occhi il comodino.
 
 << Ehi, Xx, fatti abbracciare anche da me >>, fece Oliver, anche per spezzare la tensione.
 
 << Ciao Olly. Prenditi cura di Katy e della tua bambina. State qui anche voi a mangiare? Mi sembra vi piaccia l’arrosto… >>, domandò Katy.
 
 << Si, si… ci piace. Restiamo anche noi >>, le sorrise, un po' preoccupato.
 
 << Buongiorno a tutti >>, entrò il dottore per la visita: si trovò puntato da cinque paia di occhi.
 
 << Salve dottore! >>, lo salutò allegramente Xx.
 
 << Si unisce anche lei a pranzo? Sto cucinando l’arrosto >>, continuò Xx.
 
Il dottore la guardò un po' interdetto, poi si avvicinò al letto per guardare la flebo, e la staccò immediatamente, sotto gli occhi stupefatti dei presenti.
 
 << Oh… mi manca il dolce! Jay, non ho preso il dolce… lo prenderesti tu? >>, fece all’improvviso Xx, interrompendo il silenzio che era calato nella stanza.
 
 << Scusatemi un momento signori, credo di aver capito, torno subito >>, fece il medico, uscendo di corsa.
 
 << James… il dolce! >>, lo rimproverò Xx.
 
 << Si, scusami. Il dolce… poi lo vado a prendere >>, le sorrise, condiscendente.
 
 << Oh… ma che bella corona che hai indossato! Un po' grande forse… sai che non serviva però, vero? Sei già il mio Re, non ti serviva quell’affare >>, borbottò, guardando un punto sopra la testa di James, dove c’era qualcosa che vedeva solo lei.
 
 << Avete fame, sì? Ho preparato tanto arrosto e tante patate. Sentite che profumino >>, sorrise Xx.
 
 << Certo Xx… mangeremo tutto volentieri >>, rispose la signora Phelps.
 
 
 
Alcuni minuti dopo arrivò il dottore: << Comincio con il chiedere scusa. Durante il turno di notte, da una ragazza che sta facendo il tirocinio con l’università, è stato somministrato erroneamente un dosaggio troppo alto di morfina, e le era stata attaccata anche la flebo. La notte c’è meno personale, e ci sono state diverse emergenze, così nessun medico o infermiere è più venuto a controllare se il dosaggio che le era stato dato era corretto, e siccome non era scritto sulla cartella della paziente che le era già stata data della morfina… hanno attaccato una flebo. Avrei dovuto vigilare e me ne prendo la piena responsabilità. Quando tornerà per il prossimo turno sarò ripresa anche la tirocinante in persona e la caposala che doveva vigilare. Chiedo scusa >>, spiegò il medico, costernato dall’accaduto.
 
 << Quindi… è come se fosse drogata? >>, domandò Oliver, allibito.
 
 << Non esattamente, ma ci sono delle cose in comune. Per fortuna, sembrerebbe non abbia avuto altri effetti collaterali fisici… a parte le allucinazioni e il delirio. Cominceremo subito con la terapia più adeguata per smaltire tutta la morfina in eccesso, e poi, gradualmente, l’effetto svanirà. Durante la giornata dovrebbero svanire tutti gli effetti. >>, fece il dottore, visitandola.
 
 << Dottore, faccia attenzione! C’è l’arrosto il forno, non vorrei si scottasse! >>, fece Xx, sorridendo a tutti quanti.
 
 << Li ho preparato la tavola, avete visto? Ho trovato una bella tovaglia con dei ricami e un centrotavola con dei fiori… >>, continuò Xx.
 
 << Comunque, per correttezza, vi dico che è nel vostro diritto chiamare un avvocato, ve lo dico per informazione >>, disse il medico.
 
 << Come dobbiamo comportarci con lei? Dobbiamo… assecondarla? >>, domandò James.
 
 << Visto che l’effetto sarà piuttosto limitato nel tempo, oggi dovrebbe riuscire a eliminare tutta la morfina che ha in circolo, se non diventano cose troppo strane… direi di si. Potrebbe innervosirla non ricevere adeguate risposte a quello che dice. In ogni caso, per precauzione viste le dosi massicce che le hanno dato, da questo momento in avanti non useremo più la morfina per lei, troveremo qualcos’altro che possa andare bene. Non vogliamo che ne diventi dipendente, anche se inconsapevolmente. Ora scusatemi, devo fare altre visite, ma se avete altre domande non esitate a chiamare >>, disse il dottore prima di congedarsi.
 
 << Ma… non mangia con noi il dottore? >>, domandò Xx dispiaciuta.
 
 << No amore… magari torna più tardi, per il caffè >>, le sorrise James.
 
La guardò con attenzione, seduto vicino a lei: Xx aveva l’aria trasognata e gli occhi vitrei, come se ci fosse un filtro tra gli occhi e quello che vedevano.
 
Le spalle di James cominciarono a tremare, sembrava quasi volesse singhiozzare, poi però Oliver Katy e i genitori lo videro scoppiare a ridere.
 
 << James! Non è divertente! >>, lo sgridò il padre.
 
 << Lo so… so che poteva andare molto peggio, che poteva avere altri effetti collaterali... ma sinceramente preferisco che sia sveglia, anche se un po' fatta, piuttosto che incosciente. È esilarante! Ieri era ancora in coma, oggi le hanno dato dosi massicce di morfina e ha le allucinazioni >>, spiegò James, continuando a ridere: l’atmosfera nella stanza si rilassò subito, e tutti si trovarono a sorridere.
 
 << Ciao Jay >>, sorrise Xx, carezzandogli con la mano il viso.
 
 << Ciao XX >>, le sorrise di rimando, baciandole la punta del naso.
 
 << Mmm, sai io ora vorrei tanto che tu mi baciassi proprio… >>, ma Xx non finì la frase, perché il ragazzo le tappò la bocca con la mano, intuendo come finiva la frase della ragazza.
 
 << Sshh, non siamo mica da soli >>, le sussurrò all’orecchio, rosso in viso per l’imbarazzo.
 
 << Ops >>, ridacchiò Xx, guardando le facce attorno a lei.
 
Oliver si schiarì la gola: << Dove dovevi baciarla, scusa? >>, lo prese in giro lui, guadagnandosi una gomitata da Katy.
 
 << Beh, Katy, sono grandi e vaccinati. Hanno una figlia, immagino che certe cose le facciano anche loro! >>, continuò lui, divertendosi a vedere il fratello arrossire fino alla punta dei capelli.
 
 << Oliver Martyn Jhon Phelps, chiudi quella bocca e non azzardarti ad aggiungere altro >>, lo ammonì Katy, lanciandogli un’occhiataccia.
 
I signori Phelps erano super imbarazzati: certo lo sapevano, ma sentir parlare così apertamente della vita sessuale dei loro figli era un po' troppo.
 
Intano Xx continuava a guardare il suo futuro marito e a sorridere stupidamente.
 
 << Che c’è? >>, le domandò curioso, dopo qualche minuto.
 
 << Sei bellissimo >>, rispose solo.
 
 << Oh… grazie. Anche tu sei bellissima >>, le rispose, arrossendo un po'.
 
 
 
 
 
 << Ciao Xx, come stai oggi? >>, le domandò entrando in stanza James: era il terzo giorno dopo il risveglio dal coma, e per fortuna aveva smaltito tutta la morfina, vergognandosi e scusandosi per lo stato in cui si era trovata.
 
 << Non è colpa tua, stai tranquilla! >>, le aveva sorriso Katy incoraggiante, abbracciandola, il giorno prima.
 
 << Ciao Jay. Ho sempre dei dolori, ma ci sto facendo l’abitudine. Tu invece? Amelia? >>, domandò Xx.
 
 << Amelia sta bene. Continua a chiamare la mamma… non voglio assolutamente perdermi il momento in cui vi rivedrete >>, le disse dandole un casto bacio, prima di sedersi a fianco a lei nel letto.
 
 << Chissà quando succederà… Jim, sono così stanca di stare qui senza fare niente! Magari impegnandomi in qualcosa non penserei ai dolori che sento >>, si sfogò Xx.
 
 << Ti ho portato qualche libro ieri, non dirmi che li hai già finiti >>, la guardò, le sopracciglia alzate.
 
 << No… grazie, a proposito. Senti Jay… mi dispiace. Tu vieni qui a trovarmi ogni giorno, e io non faccio che lamentarmi, quando anche per te non dev’essere facile… scusa. Hai voglia di raccontarmi tu qualcosa? >>.
 
 << Non è stato facile quando… quando eri in coma. Per niente. Amelia piangeva disperata, e io ero come paralizzato dal dolore. Non… riuscivo neanche a respirare. Non avevo forze per reagire… quelle poche che avevo le destinavo ad Amelia… per farla stare serena. Non volevo mai spostarmi da qui… il primo giorno Oliver ha dovuto trascinarmi via quasi di peso. Poi però ho pensato che Amelia aveva già perso abbastanza… non poteva perdere anche l’unico genitore che era rimasto. Lo so che non volevi farla abituare, ma ogni tanto ha dormito con me nel letto >>, ammise.
 
Xx aveva gli occhi lucidi: << Sei stato bravissimo, Jim… davvero. Sono molto orgogliosa di te. Hai mantenuto a galla la nostra famiglia, eri presente per Amelia… non potevo chiedere altro >>, rispose lei, orgogliosa di lui.
 
 << Ah, è venuto un tizio degli assistenti sociali, il primo giorno che eri in coma… aveva sentito che avevo reagito violentemente con Simone, quando era venuta qui con il tuo anello. Voleva sapere se Amelia era in buone mani o avrei perso la testa anche con lei >>, le raccontò.
 
 << Ridicolo, non ha la minima idea di chi tu sia, o del tuo rapporto con nostra figlia >>, lo difese Xx senza esitare, e James fu davvero felice di sentirglielo dire.
 
 << Quello che gli ho detto io. Amelia resta con me, fine della storia. Gli ho chiesto se lui avrebbe dato la mano alla persona che aveva organizzato l’omicidio della moglie… non ha risposto. E poi… mi hanno arrestato >>, buttò li.
 
 << Che cosa?! >>, Xx ci mise un attimo a digerire l’informazione.
 
 << Ehm… si… quando ho scoperto del coinvolgimento del dottore che ti ha quasi violentata… ero alla centrale, lo stavano scortando in sala interrogatori… e… l’ho visto e ho perso la testa. >>, cominciò, raccontandole quello che era successo.
 
 << Per fortuna hai trovato un detective comprensivo. Non avresti dovuto perdere la testa così. Sicuramente lo avrei fatto anche io… ma non dovevi aggredirlo. Se ti sbattevano dentro, Amelia con chi sarebbe stata? >>, lo ammonì, ma negli occhi di lei James ci leggeva solo tanto amore, e non un rimprovero.
 
 << Oliver me l’avrà detto mille volte in questo mese. Non è stato facile starmi vicino, per lui e per nessun’altro… quindi lo apprezzo davvero tanto. Ero intrattabile, mi accendevo con poco… me ne rendevo conto. Solo quando stavo con Amelia ero un po' più me stesso… perché la nostra bambina non si meritava altro se non il suo papà. Ma l’unica cosa a cui pensavo era: “ Come faccio senza Xx? Senza l’amore della mia vita? “ >>: la guardò con tenerezza.
 
 << Ce l’avresti fatta. Amelia ti avrebbe dato la forza per reagire e superare il momento… non subito, ma con il tempo >>, gli sorrise Xx: provò ad alzarsi meglio sui cuscini del letto, senza però risultati.
 
 << Xx! Devi stare ferma, immobile per guarire. O non potrai cominciare con la fisioterapia >>, la sgridò James, sistemandole meglio i cuscini.
 
 << Lo so che sono ripetitiva, ma sono stanca di stare chiusa qui. Non posso vedere neanche mia figlia! E per fare la pipì devo usare il catetere! È umiliante! >>, protestò con forza, mentre lacrime di dolore le scorrevano sul viso.
 
 << Deve essere dura per te, lo so e lo posso capire. Ma ora devi pensare a te. Se non ti riprenderai del tutto potresti avere più difficoltà in futuro a fare alcuni movimenti… e io voglio che tu ti rimetta completamente. Lo devi fare per te stessa. Io ti starò a fianco, ma tu ti devi impegnare in questo >>, le disse serio: Xx annuì.
 
 << Ho dei video nuovi qui… di Amelia. Vuoi vederli? >>, le domandò con dolcezza.
 
 << Mi piacerebbe >>, gli sorrise Xx, tirando un po' su con il naso.
 
 << Sai… crescere una figlia ti cambia radicalmente. Ho imparato un sacco di cose nuove da quando c’è lei… e poi l’emozione che ti prende quando vedi ogni suo piccolo cambiamento, ogni nuova conquista, anche quella più piccola e insignificante… è talmente forte che non ti fa pensare ad altro. E anche in questo momento nero è stato… il faro nella notte, per me. Credo mi abbia salvato… letteralmente. Era per lei che mi alzavo, mi vestivo e mettevo un piede avanti all’altro per camminare. Per lei e per venire da te. Non mi importava di niente e nessun’altro >>, le raccontò, fissando la foto di Amelia: i suoi occhi si incupirono al ricordo di come era stato, senza Xx.
 
 << Ti amo James. E mi dispiace tanto che tu abbia sofferto così tanto… davvero. Se avessi potuto evitarti questo dolore lo avrei fatto senza esitare… >>, Xx lo guardò, più innamorata che mai.
 
 << Sai cosa? Non mi importa del dolore. Mi importa solo che ora tu sia qui con me. E mi importa che non dovrò mai scoprire “ cosa farei senza di te “. E sono grato e follemente felice per questo >>, le disse con forza: i suoi occhi tornarono accesi e vispi.
 
Xx gli sorrise, poggiando la testa sulla sua spalla: << Guarda cosa abbiamo fatto >>, gli disse guardando la foto sul cellulare di James: erano entrambi sopraffatti dalla dolcezza, dalla tenerezza e dalla curiosità che emanava la loro bambina, anche dalla sola foto.
 
 << Non ho bisogno di altro per essere felice. Tu e lei >>, le baciò la testa, poi continuarono a guardare le foto della loro bambina.
 
 
 
 
Una settimana dopo il suo risveglio l’umore di Xx era ancora altalenante: passava da momenti in cui stava benino a momenti bui, soprattutto perché ancora non le permettevano di vedere sua figlia… e aveva ancora dei dolori, ma più di ogni cosa, a parte James e Amelia, sognava di potersi alzare dal letto e iniziare finalmente la riabilitazione.
 
 
 
 
 
Finalmente, dopo dodici giorni di letto, i dottori decisero che potevano provare come andava l’approccio con la sedia a rotelle. << Dopo di quella ci saranno le stampelle e poi sarà guarita >>, le aveva sorriso incoraggiante il dottore.
 
 << Crede che per metà maggio io possa riuscire a camminare? Sa… io e James dovremmo sposarci… >>, domandò Xx speranzosa, stringendo le dita di James al suo fianco: non avevano ancora spostato la data, fiduciosi che Xx si potesse rimettere… anche se in tanti avevano loro consigliato di posticipare.
 
 << Forse, ma solo se ci ascolterà e farà tutto quello che le diremo. Dopotutto nel mese in cui lei è stata in coma il suo corpo stava guarendo dalle ferite subite… e dovrebbe essere quasi pronta per iniziare con la riabilitazione >>, rispose il dottore.
 
 << Farò tutto quello che vuole, promesso! >>, si esaltò Xx.
 
 
 
 << Credi che il gioielliere potrebbe venire qui con le fedi da farci provare? Magari se spieghi la situazione potrebbe essere comprensivo… >>, tentò Xx.
 
 << Dopo provo a chiamarlo. Ora ho una sorpresa per te >>, le sorrise baciandola, per poi andare dietro la sedia a rotelle e cominciare a spingere.
 
 << Per me? Dove andiamo? >>, domandò Xx curiosa: già il solo fatto di non dover stare sempre a letto le aveva notevolmente migliorato l’umore.
 
 << Tra poco vedrai. Ma ricordati di cosa ti ha detto il dottore: niente pesi ancora >>, le sorrise.
 
 << Ok. È una sorpresa che riguarda il nostro prossimo viaggio a Santa Monica? >>: James aveva finalmente parlato con la sua agente che provava a mettersi in contatto con lui da settimane, e su suo consiglio, ma anche dietro incoraggiamento di Xx, aveva deciso di non rinunciare alla produzione del film a Santa Monica e poi allo spettacolo teatrale.
 
 << James, hai lavorato tanto per arrivare dove sei, e non ti avrebbero scelto se non pensassero che tu sia perfetto per queste parti. Io non voglio esserti di ostacolo per la carriera… io e Amelia verremo con te come stabilito, e se proprio non riuscissi… stringeremo i denti, staremo lontani per qualche mese… o magari ti raggiungerò quando starò meglio. Ma non rinunciare. Tu ci tieni… e non voglio che tu debba sacrificarti, mi farebbe più male dell’incidente. Abbiamo sempre le chiamate e le videochiamate… ce la caveremo vedrai >>, gli aveva detto lei… e ci credeva davvero.
 
 << D’accordo. Cercherò di ridurre gli altri impegni, in modo da stare più con te e aiutarti con la fisioterapia >>, le aveva promesso.
 
 << Andata, ma prometti di non rinunciare a niente. Se devi andare via, a una presentazione, un’intervista, una convention… fallo. Solo… torna da me appena puoi >>, gli disse la ragazza.
 
 << Va bene. Prenderò il primo mezzo di trasporto disponibile per venire subito da te >>, acconsentì.
 
Si fermò in un corridoio non molto trafficato: ormai conosceva l’ospedale come le sue tasche. Si fermò e si mise davanti a una Xx perplessa.
 
 << Jim? >>, domandò lei, ma poi il ragazzo la baciò: le sue labbra toccarono con gioia quelle di Xx, le loro lingue si cercarono a vicenda, dapprima con gentilezza, quasi con timore… poi con impazienza.
 
Gli occhi di Xx incontrarono quelli di James con un’intensità tale da liquefarlo sul posto.
 
 << Non riesco a staccare gli occhi dalle tue labbra… >>, le sussurrò lui, la voce roca che entrò sotto la pelle di Xx: lui era diventato parte di lei.
 
 << Faccio sempre molta fatica a controllarmi quando siamo da soli… >>, continuò con la sua voce sexy.
 
Xx aveva già la gola secca, e si lasciò sfuggire un languido sospiro: avrebbe tanto voluto sciogliersi tra le sue braccia.
 
Sul sorriso di James apparve una fossetta: i loro volti erano così vicini che Xx potè scorgere l’ombra della sua barba nascente sulle guance, mentre la sua bocca continuava ad ipnotizzarla.
 
Lo sguardo di James era così intenso ed ipnotico… trovava sempre una risonanza, una risposta, in una parte specifica del corpo della ragazza, anche ora, anche su una sedia a rotelle.
 
Il calore si propagò su tutto il corpo di Xx, al contatto con le sue mani virili: le sue dita si muovevano lungo le sue spalle, in una impercettibile carezza… e il contatto era così intenso che era come se le sue mani stessero toccando direttamente la sua pelle.
 
Xx respirava con difficoltà, troppo concentrata sulla pressione, ferma ma dolce, delle dita di James, e la sua voce roca le accarezzava la pelle, facendole batte forte il cuore… troppo forte.
Non si era accorta di quanto si fosse fatto ancora più vicino il viso di James, e venne consumata dalle fiamme che divamparono negli occhi del ragazzo.
 
Come mosse da propria volontà, le mani di lei si posarono direttamente sul suo petto, sopra la camicia e la giacca… e rabbrividì quando sentì il respiro di lui accelerare sotto le sue dita: la mascella si contrasse, i suoi occhi non avevano abbandonato neanche per un secondo quelli di lei.
 
Il cervello di Xx si arrese, perdendo quel poco di autocontrollo che gli era rimasto: strinse la presa sulla giacca e sulla camicia mentre il suo stomaco andava in ebollizione; non aveva mai provato una attrazione così forte per nessun altro uomo in vita sua… era quasi animalesco.
 
James le fece un occhiolino infuocato chinandosi su di lei, e riprese possesso delle labbra di Xx con grande passione: le loro lingue giocavano a rincorrersi, si cercavano avidamente, blandendosi e danzando tra loro; le loro labbra si scontravano, si amavano… Xx chiuse gli occhi, godendosi ogni istante del bacio che le stava dando.
 
James le posò una mano sul collo, risalendo leggermente tra i suoi capelli, spingendola delicatamente: l’intensità del loro bacio aumentò alla velocità della luce.
 
La ricrescita della barba di James le pizzicava la guancia, ma Xx non se ne preoccupò minimamente, non di fronte alla deliziosa brutalità di quel bacio, quella con cui la stava divorando, mentre la teneva saldamente stretta a sé, scendendo a poggiarle le mani sulla vita, sopra il pigiama.
 
Xx gli prese il labbro inferiore tra i denti, succhiandolo e mordicchiandolo piano, senza fretta, le mani attorno al suo collo…
 
Le mani di James si erano spostate attorno al viso di Xx ora, quasi lo volessero incorniciare: le punte dei loro nasi si incontrarono ancora, dopo tanto tempo… ma la bocca vorace di James si scostò dalle labbra di Xx, fiondandosi a baciarla ancora, facendo provare alla ragazza dei deliziosi brividi di piacere.
 
Si staccarono l’uno dall’altra da quel bacio, i respiri affannosi: Xx riaprì gli occhi, la fronte contro quella del fidanzato, e vide gli occhi di James che la accarezzavano; la ragazza arrossì sotto il loro bruciante bagliore.
 
 << Sei capace di trasmettere così tante emozioni solo attraverso il tuo sguardo… >>, gli bisbigliò lei, la voce un po' affannosa dopo quell’intenso bacio… e ciò che leggeva ora negli occhi del fidanzato sarebbe bastato per mandare a fuoco l’intero ospedale.
 
 << Sei tu che mi fai questo effetto… il tuo posto è con me, non importa dove, o come, non importa cosa il futuro ci riserverà… io so che non posso farcela senza di te… non voglio. Per tutta la vita. >>, le rispose lui, la voce profonda, calda e sensuale: le sorrise e le diede un bacio sulla fronte, scatenando brividi in tutto il corpo di Xx, che ebbe subito una sensazione di calore che si espandeva dentro di lei, avvolgendola e proteggendola.
 
 << Tutta la vita… >>: James lo sentì mormorare a Xx molto dolcemente; doveva credere che non l’avesse sentita, ma lui non glielo fece notare, sorridendo tra sé, il cuore leggero e scoppiettante di amore.
 
Tornò dietro la sedia di lei riprendendo a spingerla lungo i corridoi, lanciandole occhiate di tanto in tanto: intravedeva il sorriso dipinto sul volto della ragazza, che era ancora rossa per i baci appassionati che si erano scambiati… entrambi ne avevano bisogno.
 
 << Mi vuoi dire dove mi stai portando? >>, gli domandò, voltandosi a guardarlo.
 
 << Tra poco lo vedrai con i tuoi occhi >>, le sorrise: il suo sorriso timido, ma che in quel momento esprimeva tutto l’orgoglio, l’amore e il desiderio che provava per lei… e Xx si sentì invadere da tutto questo; si, lui la desiderava e la voleva anche con il camice dell’ospedale da cui fuoriuscivano i calzini fino alla caviglia, il viso pallido sbattuto da tutti i farmaci,(il cui mix le procurava anche dei brufoletti e dei rash cutanei ), le occhiaie, le labbra screpolate, i capelli ( lavati con lo shampoo a secco gentilmente portatole da Katy alcuni giorni prima ) raccolti alla bell’è meglio, con i ciuffi che uscivano in tutte le direzioni… e sì, lui, nonostante tutto, la desiderava e l’amava.
 
Si sentì la più bella donna del pianeta, in quel momento.
 
 << Jay, perché non hai fatto salire Oliver e Katy? >>, gli domandò curiosa Xx, quando arrivarono quasi nell’atrio dell’ospedale, dove c’erano le file di sedie per le persone in attesa.
 
 << Ora lo vedrai >>, le rispose solo, ma Xx sentiva nella voce di James una certa emozione.
 
 << Ciao Ragazzi, che ci fate qui? Potevate venire di sopra! >>, li salutò Xx.
 
 << Ciao Xx, è bello vederti di nuovo in giro, anche se con la sedia a rotelle per ora >>, la abbracciò Oliver.
 
 << Non ne potevo più di stare su quel letto! >>, rispose lei.
 
 
Xx la vide: si portò le mani alla bocca, gli occhi le si riempirono di lacrime di gioia ed emozione.
 
James- non si era resa conto che non era più dietro la sedia a rotelle-, stava avanzando verso di lei con in braccio Amelia.
 
Provò ad alzarsi dalla sedia, le gambe ancora un po' tremanti: stavano per cedere, ma Katy e Oliver furono i suoi angeli custodi, e la sorressero, ciascuno da un lato, aiutandola a fare qualche passo verso una poltroncina lì accanto.
 
Amelia appena vide la sua mamma cominciò ad agitare braccia e gambe: << Ma-ma-ma >>, diceva.
 
James si sedette sulla poltroncina accanto a quella di Xx, con in braccio Amelia, che si dimenava ancora.
 
 << E’ bellissima Jim! È cresciuta tantissimo… anche i capelli le sono cresciuti! >>, riuscì solo a dire, con voce tremante, baciandole la testa e stringendola tra le sue braccia: immediatamente Amelia si calmò un po'.
 
Non poteva ancora alzarla o tenerla in braccio o sollevare pesi per le ferite in fase di guarigione, ma poteva abbracciarla forte, stringerle le manine paffute, coccolarla e parlarle… e per il momento poteva bastarle, anche se il suo cuore avrebbe voluto tenerla in braccio, stretta a sé.
 
 << Come stai amore della mamma? Ho sentito che sei stata brava mentre la mamma… guariva. Sono molto fiera di te. Tu e papà siete stati bravissimi >>, le sorrise, baciandola sul visino a ogni parola: le era mancata terribilmente.
 
Le prese le mani stringendole alle sue: aveva fatto spazio sulla sua poltroncina in modo che James la potesse sedere a fianco a lei.
 
Amelia era lì a fianco della sua mamma che la guardava sorridendo, carezzandole con le manine paffute il braccio.
 
 << Grazie >>, fece grata rivolta a James, Oliver e Katy, i quali evidentemente l’avevano portata con loro in ospedale poco prima.
 
Xx baciò le manine della sua bambina, ogni dito, ogni centimetro di lei, che poteva.
 
 << È il regalo più bello che potevate farmi… davvero. Avrei dato qualsiasi cosa pur di vederla >>, disse loro, asciugandosi le lacrime di gioia.
 
 << Hai visto che ti ha riconosciuta subito? >>, domandò retorico James guardando le sue due ragazze preferite sul pianeta.
 
Xx lo guardò e gli sorrise: gli era immensamente grata per quel momento con la loro bambina adorata.
 
 << Credo che avrà definitivamente i tuoi occhi. Sono sempre più uguali ai tuoi… anche se ha cambiato fisionomia, questi sono stati una costante >>, disse raggiante, continuando a osservarla con attenzione.
 
 << Ti amo tanto James >>, gli disse prendendogli una mano tra le sue: le aveva dato esattamente quello che le serviva per rimettersi in sesto il prima possibile.
 
 << Non ci sposiamo proprio per questo motivo? >>, fece lui sarcastico, baciandole la mano.
 
Xx ridacchiò, e così anche Oliver e Katy: Amelia posava lo sguardo su ciascuno dei presenti, il sorriso sdentato sempre stampato in viso.
 
 << Le sono cresciuti altri dentini? >>, si informò Xx, dando un’occhiata alle gengive della figlia.
 
 << Si, un paio… credo forse da una decina di giorni >>, le rispose James, e Xx li notò.
 
 << Cosa ha detto la pediatra alla visita? >>.
 
 << Che sta molto bene. È vispa, sana e sveglia. È appena più lunga della media, ma dice che va bene, e per la lunghezza che ha anche il peso va bene. Mi ha dato dei vaccini da fare, devo andare a prendere appuntamento >>, rispose.
 
 << D’accordo. Non ha fatto tanti capricci allora? Siamo sicuri? >>, indagò.
 
Intanto Amelia “ parlava “ tra sé: << Ma-ma dada-da paaa-pa >>, e si aggrappò al bracciolo della poltrona provando a tirarsi su.
 
 << Siamo sicuri. Sul serio, piangeva e si lamentava per la tua momentanea assenza… ti cercava, ma non li considero capricci >>, le rispose James seduto al suo fianco.
 
 << Bravissima amore mio! Tirati su, forza >>: Xx incitò sua figlia a non mollare, e dopo qualche tentativo Amelia riuscì a tenersi su, aggrappata al bracciolo della poltrona.
 
 << Very well! >>, le rispose il papa tutto orgoglioso.
 
 
 
 << James, noi andiamo a casa. Tu cosa fai? Rimani ancora un po'? >>, domandò Katy: era quasi sera, ed erano stati tutto il pomeriggio in ospedale con Amelia, James e Xx.
 
 << Ok… vi dispiace portare a casa Amelia? Io vorrei stare un altro po' con lei >>, fece James.
 
 << Si, non ti preoccupare. Se vuoi le diamo noi da mangiare e le facciamo il bagnetto, così quando arrivi lei è pronta >>, rispose Oliver.
 
 << Ve ne andate di già?! >>, domandò Xx piuttosto giù, stringendo un po' di più la figlia: ora che era con lei non voleva più separarsene.
 
 << Xx… mi spiace, ma è quasi ora di mangiare per lei… >>, si scusò James, che solo ora pensava al dolore che questo distacco poteva causarle.
 
 << Ma… ma… io… >>, balbettò lei, guardando con amore la figlia.
 
 << Mi dispiace Xx… scusami. Non ho pensato che poi sarebbe stato difficile vederla andar via… >>, si scusò di nuovo James sentendosi molto in colpa: lui poteva stare con Amelia quanto voleva, mentre il tempo di Xx era limitato.
 
 << Coraggio Xx… se vuoi torniamo domani con lei >>, provò a tirarla su di morale Oliver.
 
 << Davvero?!? Lo… lo fareste?? Però… magari avete altri piani, non vorrei creare più disturbo di quello che già ho dato… >>, Xx era combattuta: da una parte il desiderio incontenibile di passare più tempo con la figlia, dall’altra il disturbo che si rendeva conto di dare in quel modo…
 
 << Nessun disturbo Xx… davvero. Mi rendo conto di quanto può essere doloroso vedere la propria bambina andarsene mentre tu sei bloccata qui… >>, le disse Katy comprensiva, mettendo una mano sopra quella della cognata: si rendeva conto che lei, nella situazione di Xx, avrebbe voluto passare con sua figlia ogni secondo disponibile.
 
 << Non è colpa tua James… davvero. Non sentirti in colpa. Io sono molto felice del tempo che ho passato con lei. Il distacco fa male… ma so che non è per sempre. Cercherò di essere forte e di sopportarlo… e questo mi darà la carica e la determinazione a lottare e rimettermi in sesto e uscire di qui il prima possibile >>, fece risoluta: non voleva sembrare ingrata al suo fidanzato per il “ poco tempo “ con Amelia ( anche l’intera giornata sarebbe stata per lei poco tempo ), né farlo rattristare abbattendosi.
 
 << Ben detto! >>, approvò Oliver.
 
 << Ok… Amelia? Fa la brava, mi raccomando, non mandare papà e gli zii fuori di testa. Mamma ti vuole un mondo di bene, ricordalo sempre… ci vediamo domani amore >>, le disse, prendendole il visino tra le mani: per un secondo ebbe la netta sensazione che l’avesse ascoltata e capita.
 
Le diede tanti baci sul viso… ma arrivò il momento in cui dovette lasciarla.
 
Amelia piangeva e si dimenava, gettando le braccia verso la sua mamma, che aveva il viso rigato di lacrime: l’immagine di sua figlia in quello stato era straziante.
 
Xx la guardò allontanarsi, e l’ultima immagine era quella di lei che piangeva e si dimenava in braccio allo zio.
 
Guardò verso James, gli occhi pieni di lacrime… ma non servivano parole in quel momento: lui aprì le braccia e la accolse, sul suo petto, lasciando che sfogasse il dolore che provava in quel momento.
 
 << Vieni, ti riaccompagno in camera >>, le sorrise con amore quando si fu un po' calmata.
 
 
 
 Quando Xx fu di nuovo a letto, James si sedette accanto a lei: << Va un po' meglio? >>, le sorrise.
 
 << Un po'. Ma immagino che ci vorrà un po' ad abituarsi a questo dolore nel vedere tua figlia andarsene senza di te. Lo supererò… sarà un incentivo per fare di più e più in fretta. La sorpresa è stata bellissima, in ogni caso, dolore del distacco a parte… mi serviva, per darmi la carica >>, sorrise anche Xx, coraggiosa.
 
 
 
 << Ora devo andare… >>, fece James piuttosto dispiaciuto dopo un pezzo in cui erano rimasti lì a chiaccherare.
 
 << Lo so che devi… devi prenderti cura anche di Amelia… ma vorrei tanto che tu rimanessi qui >>, sbuffò un po' Xx, cosa che fece ridacchiare James.
 
 << Ti faccio ridere, eh? >>, lo stuzzicò lei.
 
<< Tanto… ed è una cosa bellissima >>, continuò a ridacchiare lui, avvicinandosi famelico alla fidanzata.
 
A Xx venne il batticuore quando lui si avvicinò a lei: notò la linea della sua mascella, la curva appetitosa della sua bocca, il bagliore ipnotico dei suoi occhi… sentì le sue guance arrossire, ma i suoi occhi avidi si rifiutarono di spostarsi e guardare altrove.
 
I battiti di Xx che le rimbombavano nelle orecchie, le indicavano che un altro organo, e non uno dei più ragionevoli, aveva preso le redini della situazione: il suo cuore.
 
 “ XX! Andiamo! Siete fidanzati, non dovrebbe essere tanto strano! “, le urlava una vocina dentro la sua testa.
 
 “ Forse lui non ti vuole più, dopo tutto quello che è successo… forse il fatto che un altro ti abbia posseduta non lo digerisce… “, rispondeva una vocina più subdola.
 
 “ Eri incosciente! Non lo volevi! “, rispose a gran voce la prima, la più razionale.
 
Xx era tesa come una corda di violino: il corpo in fiamme e la gola secca, e solo perché lui si era avvicinato “ un po' troppo “.
 
 “ Il mio cervello deve essersi preso una vacanza, non riesco più a ragionare “, si disse tra sé.
 
 << It’s ok? >>, le domandò James: dalla distanza che aveva con lui poteva contargli ogni-singola ciglia… doveva sembrargli una rincitrullita, lì, impalata, ferma così.
 
James si mordicchiò il labbro inferiore con aria pensierosa…
 
 << Che c’è? >>, domandò Xx perplessa.
 
 << No, niente. È solo… sembri insicura, quasi timorosa, specie quando siamo da soli. Magari è solo una mia impressione, ma ho questa sensazione… e vorrei capire… se è vera… e nel caso sia così, il perché… >>, quasi balbettò, improvvisamente timido e arrossito.
 
 << Non è timore quello che percepisci… è che… amore, è passato tanto tempo… e… insomma, le ferite sono ancora aperte e visibili. Non vorrei tu… avessi perso entusiasmo nei miei confronti. Poi… io non me lo ricordo… ero incosciente… ma sono stata con un altro… non era mia intenzione, lo sai… e meno che mai lo avrei permesso… ma… è successo… mi disgusto da sola… e… e magari tu questo non lo soppor… >>, ma non riuscì a terminare la frase.
 
Le braccia di James la circondarono in un abbraccio non troppo invadente, ma Xx se sentì protetta come in un bozzolo protettivo: lo sguardo del ragazzo si fece improvvisamente più ardente, mentre le mani risalirono sulle spalle di lei.
 
I loro corpi erano praticamente incollati l’uno all’altro: Xx riusciva a sentire il respiro di James sulla pelle sottile del suo collo… era così bello dopo tanto tempo.
 
Il respiro di Xx si fece irregolare, e schiuse appena le labbra per accogliere la carezza del suo fidanzato: le sue grandi mani morbide si perderono tra i capelli di lei, mentre le labbra di lui disegnavano i contorni di quelle di lei.
 
Respiravano all’unisono, mentre James continuava la sua esplorazione sensuale: le loro lingue ballavano a un ritmo intenso e sensuale, scontrandosi e rincorrendosi.
 
La sensazione era stupenda… e Xx aveva capito cosa voleva dirle lui: lo sapeva che mai sarebbe andata a letto con un altro spontaneamente, non lo considerava tradimento… e non gli importava delle ferite e delle cicatrici che ancora non erano guarite del tutto.
 
La stava accendendo come una miccia: le mani la stringevano sempre più forte, le dita si insinuavano sotto la camicia, mentre lui assaporava e tornava a gustare il sapore di lei.
 
Xx inarcò la schiena, dei brividi di piacere sulla sua pelle fremente al contatto.
 
Le mani di lei si fecero più audaci, mentre vagavano sul petto di lui… che sembrava approvare, e intensificò il bacio.
 
 
Xx gemette di piacere e frustrazione: voleva di più… ma era sicura non fosse disposto ad assecondare e soddisfare il suo desiderio… almeno non in quel momento, in un ospedale.
 
Le mani di James abbandonarono i capelli della ragazza e scivolarono lungo la schiena di Xx, per poi fermarsi sull’orlo del camice dell’ospedale.
 
 << Jay… >>, sospirò la ragazza, quasi una preghiera a non fermarsi… anche se sapeva che era impossibile fare l’amore lì, in quel momento… nonostante il suo corpo le dicesse il contrario, visto che la sua pelle rispondeva ad ogni singola carezza del fidanzato.
 
James la strinse a sé, e sentì il seno della sua fidanzata contro il suo petto: la guardò con una luce lasciva negli occhi… come poteva negarle di fare l’amore insieme quando anche lui moriva dalla voglia? Forse poteva chiudere la porta a chiave… o portarla in una stanza in disuso… ma non voleva fare l’amore con lei come se dovessero nascondersi da qualcuno, voleva prendersi tutto il tempo per amarla, specie dopo quello che aveva passato. Inoltre non camminava molto ancora, e stava in piedi a fatica: non aveva le forze per molto altro…
 
 
Le rubò un lungo bacio, la mano risalita dietro la nuca di lei per impedirle di muoversi… come se fosse una opzione per Xx, che apprezzava invece ogni secondo di quel momento.
 
Gli passò le mani sulla schiena, riscoprendo con innegabile piacere ciascuno dei suoi muscoli.
 
James sospirò e premette la fronte contro quella di Xx, accarezzandole la guancia con il pollice, per baciarla un’ultima volta.
 
 << Devo… andare… >>, mormorò con poco entusiasmo: aveva il respiro accelerato e le labbra un po' gonfie per i baci.
 
 << Lo so… era il bacio della buonanotte questo… o ne ho diritto ad un altro? >>, domandò birichina.
 
 << Anche a un terzo… se vuoi >>, rispose con il sorriso sulle labbra…
 
 
 
 
 
Le mani di James cercavano il corpo di Xx attraverso i vestiti facendola rabbrividire, e la ragazza sentì mille bolle scoppiare quando le mani di lui raggiunsero la superfice della pelle, accarezzandole la schiena, mentre ondate di piacere la attraversavano…
 
Xx rise come una adolescente quando James la spinse nella doccia: voleva che lui la spogliasse e si divertisse con lei come meglio voleva; voleva sentire le mani di lui sulla sua pelle, sul suo corpo…
 
Xx si tolse la maglietta rivelando il suo corpo nudo: gli occhi di James lampeggiarono di lussuria… non riusciva più a contenere la propria eccitazione, e Xx ne fu soddisfatta; voleva che la prendesse senza esitazioni.
 
James la spinse contro la porta della doccia e fece scivolare la sua mano tra le cosce di lei, accarezzandole languidamente la gamba; le afferrò i capelli sulla nuca tirandole indietro la testa… stava proprio perdendo il controllo, e Xx lo adorava in questi momenti.
 
Lo sguardo infuocato del ragazzo accarezzò il suo corpo nudo e bruciante di desiderio: le tolse il reggiseno agguantandole il seno.
 
 << Non te ne pentirai… >>, le sussurrò all’orecchio.
 
Le mise le mani sui fianchi e la sollevò: Xx non ebbe neanche il tempo di rendersi conto di quello che stava succedendo che si ritrovò con le gambe avvolte alla vita di lui… ma guidate dal desiderio e dall’istinto, strinsero la presa più forte.
 
Xx sentì i muscoli di James irrigidirsi sotto le sue gambe che gli circondavano il corpo.
 
Il corpo di James era premuto contro quello di Xx, che era ancora bloccato contro la porta della doccia: i suoi muscoli tesi si contrassero, guidati dalla passione.
 
Xx infilò la mano sotto la maglietta che ancora James indossava e la fece scivolare lungo la sua schiena, arrivando al contorno del suo sedere sodo: lo accarezzò con la sinistra, prendendo la nuca del fidanzato con la destra.
 
Gli strinse le natiche e i suoi muscoli si contrassero al suo tocco: James era stupito da questo ardore.
 
 << Il tuo culo è piuttosto interessante >>, si lasciò scappare Xx, e il ragazzo ridacchiò.
 
 << Mi piace che tu abbia bisogno di me… >>, le sussurrò all’orecchio James.
 
Xx strinse la presa sul sedere di James, mentre le dita affondavano nei suoi muscoli…
 
 << Se continui così dovrò saltarti addosso di nuovo, quando usciremo da qui… >>, Continuò James sensuale, alzando un sopracciglio provocatorio, stringendole più forte una mano.
 
James la strinse: la sua pelle scottava, ma aveva un profumo delizioso: la sua bocca e quella di Xx erano a pochi centimetri l’una dall’altra… e lui la attirò a sé.
 
La baciò appassionatamente, con fervore, carezzandole il collo con la punta della lingua, risalendo a morderle il mento… la dolcezza della sua lingua le strappò un gemito di estasi.
 
Xx vide i suoi occhi indugiare sulle sue curve: la faceva sentire così bella, così desiderabile…
 
James passò una mano tremante sul suo viso, sentendo con chiarezza i battiti impazziti e irregolari del suo cuore.
 
Il fidanzato entrò all’improvviso dentro Xx, cogliendola di sorpresa… ma si lasciò subito sommergere dal piacere e dalla sensazione insuperabile di avere, di sentire James dentro di sé…
 
James accelerò il ritmo, gemendo di piacere tra i capelli di lei… stava dominando ogni secondo del loro incontro, lasciandosi guidare dai suoi istinti animali, anche quelli più indicibili: Xx si sentiva così desiderata, così libera e presente… stava lasciando che James prendesse il comando, ed era così intenso e selvaggio…
 
Xx si mosse a sua volta, inarcando la schiena quando lui cominciò a massaggiarle un seno, scendendo a leccarlo e mordicchiarlo poi con la lingua…
 
Xx adorava questo suo lato istintivo e animale: era selvaggio senza esagerare e diventare brutale, dolce e rude allo stesso tempo: una costante e crescente fonte di piacere… un pugno di ferro in un guanto di velluto.
 
La ragazza si abbandonò totalmente a lui, inebriata e sopraffatta dalle sue abili carezze e dalla spinta dei suoi fianchi… una virilità così selvaggia da farla sciogliere sul posto.
 
Quando James posò le sue mani su di lei, quando il viso si chinò verso il suo la fame che lei aveva nei confronti del fidanzato si fece così violenta che            quasi la spaventò.
 
Sentì un familiare calore irradiarsi in tutto il suo corpo, che iniziava a contrarsi: lo guardò negli occhi; calde promesse danzavano negli occhi ardenti di lui… ci leggeva una intensità di desiderio così forte da risultare animale.
 
Xx si morse il labbro inferiore sotto il tocco esperto delle sue carezze: bruciava dal desiderio di sentire la delicata morsa dei suoi denti sulle labbra…
 
 << Non… è… per niente… facile… resistere… a una… donna come te… >>, balbettò James quasi a fatica.
 
Gli ingranaggi del cervello di Xx girarono alla velocità della luce, ma non trovarono nessuna risposta brillante da dargli.
 
Il suo seno era premuto contro i pettorali di James: sospirò ancora di piacere. Si sentiva così bella e potente che si aggrappò a lui come fosse la persona più importante del mondo… e probabilmente lo era.
 
Era da tempo che Xx non veniva baciata a quel modo, con così impeto e passione… le dita di lei si fecero più audaci, e scesero a stringergli il sedere con forza, mentre la mano libera saliva a tirargli i capelli: voleva fargli capire che era impaziente quanto lui.
 
Una mano di James scese sul sedere di lei, l’altra Xx la sentì sulla schiena, e dopo qualche istante si sentì stringersi ancora più forte sul petto muscoloso di James.
 
Xx si premette con forza contro di lui, avvolgendogli le braccia intorno al collo per approfondire questo contatto… e si rese conto dell’intensità del desiderio che lui provava.
 
Rabbrividì di piacere: nonostante l’incidente e le cicatrici ancora visibili, il fatto che un uomo come James Phelps non riuscisse a resisterle la esaltava… e la cosa era del tutto inconsapevole! Lei non aveva mai fatto niente di troppo particolare o speciale per attirarlo.
 
Le mani di James sembravano non riuscire più a fermarsi, e continuavano ad accarezzarle avide la pelle: il contatto era bollente.
 
Le mani di Xx scesero lungo le sue scapole, accarezzando ogni muscolo perfettamente scolpito della sua schiena: la bocca le si seccò quando le labbra di James le sfiorarono la carotide, dove il sangue le pulsava sempre più velocemente.
 
 << Ho intenzione di passare la notte a farti gridare il mio nome… >>, gemette lui, rivolgendole un sorriso timido che la fece sciogliere: il sangue iniziò a pulsare nelle sue vene a cento all’ora; il suo intero corpo urlava di desiderio.
 
James uscì dalla doccia, e Xx si aggrappò più forte per non cadere: le sue labbra presero possesso di nuovo di quelle di Xx, le loro lingue iniziarono una danza languida che strappò a entrambi un gemito.
 
L’uomo chiuse la porta dietro di lui con un calcio, sbattendola poi contro il muro della loro camera. Baci ardenti e impazienti si impadronirono del corpo e della carne di Xx, che si godeva la pelle vellutata di lui con le sue labbra febbricitanti.
 
Xx affondò le unghie nella schiena di lui, incapace di controllare le ondate di desiderio che la stavano travolgendo.
 
La bocca di James le sfiorò il collo in mille carezze, facendola inarcare docilmente sotto le sue mani esperte: era ovunque nello stesso istante, facendole perdere la testa.
 
 << Ti amo amore mio >>, le disse con naturalezza.
 
Xx si sciolse ancora di fronte alla dolcezza del suo sorriso timido e sensuale.
 
 << Ti amo anche io >>, gli rispose con trasporto.
 
Il corpo di Xx si agirò contro quello di lui, guidato dalla fame e dal desiderio insaziabile che si stava estendendo dalla bocca del suo stomaco a tutto il suo essere…
 
Lasciò scorrere le sue dita di nuovo sulla schiena di lui, disegnando ancora i suoi muscoli tesi, mentre gli mordicchiava l’incavo del collo.
 
James gemette tirandole leggermente i capelli, costringendola a guardarlo
 
 << Mi fai impazzire >>, le sussurrò: e Xx non abbassò lo sguardo: aveva fame di lei e del suo corpo, e la cosa era reciproca.
 
 << Anche tu… e non smettere mai! >>.
 
James fece quella risatina gutturale che le risvegliò i sensi, e strinse la presa attorno a lui, pronta a lasciarsi trasportare dalle sue carezze…
 
La baciò dolcemente sul collo, ravvivandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Xx lo baciò sulle labbra, trascinandolo verso di lei, prendendo la sua mano e guidando le sue dita verso la bocca, mordicchiandole con fare provocatorio: riusciva a percepire l’eccitazione di lui crescere.
 
Xx voleva che la dominasse, che la possedesse: che la prendesse cedendo al suo istinto senza pensare, guidato solo dal desiderio.
 
Lo guardò per un momento, divorandolo con gli occhi, imprimendosi nella mente ogni capello, ogni neo e ogni fossetta; si offrì a lui e a qualsiasi delizia volesse infliggerle… e lui le accarezzò la bocca con l’indice.
 
James la sedette sul mobile della loro camera, le afferrò le cosce tirandola verso di lui in un movimento fluido.
 
I loro corpi si unirono, cominciando a muoversi insieme: Xx sentiva solo un piacere spasmodico, continuo e assoluto… era inarrestabile, e lei non riusciva a nascondere la sua estasi e il suo piacere…
 
 << Jay! >>, gridò per la soddisfazione: si stava lasciando andare chiudendo gli occhi e lasciando che il suo istinto prendesse il sopravvento.
 
Xx lo strinse, schiacciando le mani sulla sua schiena, sentendo ogni suo muscolo muoversi a tempo con il loro desiderio… si stava godendo ogni cosa, era estasiata, sopraffatta dal desiderio, dalla lussuria e dal piacere che le stava dando e che aumentava a ogni suo movimento… le era mancato da morire.
 
La ragazza sentì il respiro di James accelerare sotto le sue mani: gli occhi di James tornarono a posarsi su di lei, come una dolce carezza… un bagliore incandescente vibrò nei suoi occhi, accendendo e facendole vibrare ogni centimetro del corpo.
 
James scese a baciarla lungo il corpo e poi sulla spalla, mentre con le mani le carezzava i seni: Xx inclinò la testa indietro, lasciandosi sfuggire qualche gemito.
 
 << Ti prego… >>, lo implorò, ormai incapace di controllarsi.
 
 << Quanta impazienza >>, la canzonò lui, ma subito affondò ancora dentro di lei: lo volevano entrambi, con forza.
 
James riprese a muoversi, alternando dei movimenti lenti e precisi ad altri più rapidi e sbrigativi: Xx gli affondò le dita nel sedere, stringendo con forza, cercando un contatto ancora più fondo con lui…
 
 << Jay… oh… si… >>, gemette.
 
 
Xx si svegliò di soprassalto. Era fradicia, il respiro affannoso, il cuore che batteva all’impazzata.
 
Si guardò intorno, ma non c’era nessuno: James era andato via da un bel pezzo ormai e fuori era notte.
 
Sentì delle strane contrazioni al basso ventre, e si rese conto di quello che stava succedendo: aveva avuto un sogno erotico che l’aveva lasciata in una pozza di sudore e parecchio… soddisfatta.
 
Sorrise tra sé: non le capitava più da un sacco di anni ormai, da prima di conoscere James… con lui non aveva bisogno di sognare.
 
La respirazione cominciò a tornare normale così come il battito del suo cuore, e persa nei suoi sogni si addormentò beata.
 
 
 
 
Volevo scusarmi infinitamente con tutte quelle persone che leggono la mia storia.
Purtroppo tra un trasloco, l'adattarsi a una nuova vita e l'assenza del pc per un pezzo, non ho avuto modo di poter scrivere molto... ma prometto di rimediare presto! Già in lavorazione il prossimo capitolo... per  chi ancora avesse voglia di leggere!
 
Un saluto e un abbraccio!
Alessia

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