We are endgame

di Sakura Hikari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sto facendo la cosa giusta? ***
Capitolo 2: *** The way you make me feel ***
Capitolo 3: *** Un regalo leggendario ***



Capitolo 1
*** Sto facendo la cosa giusta? ***


Sto facendo la cosa giusta?
 

Prompt di SerClizia: Robin x Barney si rimettono insieme e tali restano forever.
Parole: 507
 

Robin trasse un respiro profondo e studiò la propria immagine riflessa allo specchio. 
Ogni fibra del suo corpo le gridava che stava facendo la cosa sbagliata. Che diamine, aveva messo pure il rossetto. Lei non metteva mai il rossetto. E per cosa, poi? Per salvare un matrimonio che, lo sapeva già, era bello che finito?
Di nuovo, si chiese se stava effettivamente facendo la cosa giusta, o se invece non aveva ceduto a quella parte di lei che, per dirle con le parole di Lily, "doveva necessariamente assaggiare per l'ultima volta l'aragosta" prima di poter definire quella relazione una parentesi chiusa nella sua vita.
La verità, però, è che nel profondo provava ancora qualcosa per Barney, sebbene si rendesse conto di come il loro rapporto fosse altamente deleterio per entrambi. Ci avevano provato una volta, ed era andata a finire male. Ci avevano provato una seconda, si erano sposati e adesso erano ad un passo dal divorzio. È vero, avevano condiviso dei bei momenti insieme. Dunque, perché insistere se era tutto finito?
Una serie di colpetti alla porta del bagno interruppero il flusso dei suoi pensieri. "Sei pronta?", la faccia di Barney fece capolino da dietro la porta. "Quasi.", rispose Robin e si voltò a guardarlo. "Barney, siamo sicuri di quello che stiamo facendo? Voglio dire, una cena romantica a lume di candela. Neanche nei nostri giorni migliori ci siamo concessi tanto."
Barney le rivolse un sorriso sghembo. "Se siamo sicuri di quello che stiamo per fare, non sarà certo una cena a farci cambiare idea, mi sbaglio?", disse, fingendo una risata che suonò vuota alle orecchie di entrambi. Scosse la testa e abbassò lo sguardo; parve raccogliere le idee per qualche istante per poi risollevare il capo e guardarla dritto negli occhi: "Ho bruciato molti rapporti nella mia vita, Robin, e non basterebbe un libro per elencarli tutti. Ma di te io sono sempre stato sicuro: tu, eri tu quella giusta. E so che tu ami il tuo lavoro più di ogni altra cosa al mondo, e che io amo cose che tu non potrai mai neanche lontanamente comprendere, come tenere un blog", Robin sollevò gli occhi al cielo, le labbra pericolosamente curvate in un sorriso.
"Ma non voglio che sia finita senza provarci almeno un'ultima volta. E non voglio scappare, e non voglio che ci rifugiamo nel sesso per evitare di parlare - per quanto non mi dispiaccia quando sei tu a prendere l'iniziativa." Robin gli diede una piccola botta sulla spalla destra, e scosse la testa. "Sei impossibile.", dichiarò. 
Barney si limitò a guardarla intensamente, probabilmente aspettandosi una confessione anche da parte sua. E una parte di Robin era d'accordo con lui, ma non riusciva a ordinare bene i pensieri e trasformarli in parole. Lei, una giornalista sulla cresta dell'onda, ancora una frana quando si trattava dei propri sentimenti, a quanto pare. Avvicinò il viso a quello di Barney e posò un bacio leggero sulle sue labbra, sperando con quel gesto di comunicargli quello che non riusciva ad esprimere a parole in quel momento.

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Capitolo 2
*** The way you make me feel ***


The way you make me feel


Prompt di Xena di Anfipoli: Swarkles, la prima volta che Barney si è sentito vulnerabile è stata quando Robin gli ha detto di amarlo.
Parole: 409
 

Si sa, Barney non aveva un cuore. Aveva lavorato a lungo affinché l’opinione generale su di lui fosse quella di un uomo assolutamente immune ai sentimenti, le cui uniche preoccupazioni al mondo fossero il lavoro, il divertimento e le belle donne. La sua filosofia di vita si riassumeva in una ricerca costante del brivido, nella regola d’oro ‘vietato annoiarsi’ e nel non avere assolutamente alcuna inibizione. La vita era una sola, tanto valeva godersela appieno.
Questo finché non era arrivata Robin. E non era stata neanche una cosa immediata tra loro due, non c’era stata la classica scintilla, come avrebbe detto Ted. Infatti, era per fare un favore Ted se aveva conosciuto Robin, era per presentarla a lui.
Per notarla, gli ci erano voluti esattamente tre anni – e anche così, non era stato nel migliore dei modi. Era stata una cosa spontanea, istintiva, ma che gli aveva lasciato un’orribile sensazione addosso, come un peso sullo stomaco; il fatto che Robin non sembrasse minimamente toccata dall’avvenimento l’aveva fatto sentire incredibilmente patetico per sentirsi così, ma, checché se ne dicesse, Barney aveva un codice d’onore, e una delle sue regole era mai tradire il suo migliore amico.
Una volta che le cose con Ted erano state risolte aveva proseguito con la sua solita vita, mantenendo il suo atteggiamento strafottente, mentre da qualche parte, in profondità, quel piccolo sentimento andava ad incrinare l’armatura che si era costruito in tutti quegli anni. E questo era pericoloso, dal momento che Barney aveva fatto del suo meglio per non ritrovarsi invischiato in una relazione amorosa – non importava cosa dicessero a proposito Lily, Ted e Marshall, non intendeva  instaurare una relazione con Robin, benché gli piacesse seguirla in televisione e la stuzzicasse di proposito solo per vedere la sua reazione.
E le cose avrebbero potuto andare diversamente se Robin non si fosse dichiarata. A quelle parole –ti amo- una nuova speranza si fece strada dentro di lui, l’immagine di loro due che sorridevano e che aveva sempre evitato accuratamente che gli danzava nella mente. Gli venne voglia di provarci, di cogliere l’attimo, e la cosa lo fece sentire nudo, vulnerabile.
Ma anche Robin era insicura, notò. Loro, solidi e grezzi come due rocce nella vita di tutti i giorni, entrambi spauriti di compiere quel salto.
Forse l’unica soluzione era non pensarci affatto, e buttarsi. Niente programmi di sorta, niente idee sul futuro, perché questo li spaventava.
E per un po’, entrambi furono d’accordo su questo punto. 

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Capitolo 3
*** Un regalo leggendario ***


Un regalo leggendario


Prompt di Kuruccha Kù: Robin/Barney, un regalo assolutamente leggendario.


Robin faticava a concentrarsi. Continuava a rimuginare sull’ingiustizia subita al lavoro, all’intervista sfumata con quel politico che stava spopolando per la sua fondazione di beneficenza che aveva raccolto in pochi giorni decine di migliaia di dollari di offerte. Robin aveva lottato con le unghie e con i denti per ottenere quell’intervista che le avrebbe finalmente permesso la scalata del successo nell’ambiente giornalistico e consacrata come una valida professionista. Ma a quanto  pare il filantropo non concedeva interviste ad emittenti televisivi di serie B, ed aveva cancellato.
D’altro canto, tutta quella frustrazione che aveva in corpo si era rivelata determinante per vincere all’abitudinario appuntamento al Laser Game insieme a Barney. Il suo fidanzato, completamente ignaro del suo stato d’animo, aveva scambiato la sua rabbia nella giusta grinta e competitività necessarie per vincere, e non faceva che farle un complimento dopo l’altro. Dopo l’ennesima, schiacciante vittoria, e l’ennesimo gruppo di ragazzini terrorizzati dalla ‘megera’, finalmente Barney aveva dichiarato conclusa la giornata.
“Allora, vuoi dirmi cosa c’è che non va?”, chiese quando restituirono l’attrezzatura. Robin rimase spiazzata: se n’era accorto, allora.
“Non c’è niente che non va”, fu la sua risposta automatica, abituata com’era a dissimulare tutto. Ma questo era Barney, a cui bastava un’occhiata più attenta e in cui vi si nascondeva la tacita richiesta di continuare per abbattere i muri di Robin. Prima che potesse rendersene conto, stava già raccontandogli tutto, e forse perché parlarne era proprio quello di cui aveva bisogno, forse perché i commenti di Barney erano infantili ma divertenti a modo loro, Robin si sentì decisamente meglio. Chi l’avrebbe detto che una chiacchierata sarebbe stata più liberatoria di una sessione di spari al circolo.
“Sai una cosa? Al diavolo. Avrò certamente un’altra occasione, forse anche migliore di questo tipo”, disse Robin energicamente, e le sfuggì completamente l’espressione assorta di Barney.
“Allora, che ne dici del giapponese per cena?”
 
**
 
Erano passati cinque giorni da quella discussione, e Robin si era completamente dimenticata del politico, dell’intervista sfumata e della sua rabbia. I ritmi di New York non ti permettono di rimuginare troppo sul passato: o guardi avanti o la vita ti sfugge, e con essa tutte le meravigliose occasioni che essa si porta con sé. E Robin si era già buttata capofitto in un altro progetto che si prometteva soddisfacente e che occupava quasi tutti i suoi pensieri quel giorno.
Quasi.
Perché Barney quella mattina aveva promesso di farle ‘un regalo leggendario’, il che era strano di per sé, perché Barney a malapena si ricordava di farle un regalo per il loro anniversario o per San Valentino; Robin aveva concluso che si trattava senz’altro di un’altra delle sue improvvisate, una delle sue iniziative per rendere leggendario ogni momento della giornata, e che aveva scelto lei per questo suo esperimento. Non era affatto sicura che la sorpresa, qualunque essa fosse, avrebbe incontrato la sua approvazione; ma in fondo questo era il modo di fare di Barney, totalmente imprevedibile e strampalato, e lei lo amava anche per questo.
Il ristorante dove dovevano incontrarsi quella sera le era sconosciuto, e in una zona diversa della città che erano soliti frequentare. Il taxi di Robin si avvicinò al locale, lei pagò e si avvicinò all’ingresso. Barney era già lì ad aspettarla, con una strana espressione.
“Finalmente!”, esclamò impaziente nel vederla. “Hai idea da quanto tempo ti stia aspettando? Questo ritardo non è da lei, Scherbatsky!”
Robin inarcò le sopracciglia e corrugò le labbra. Mi rimangio quanto pensato prima, pensò. “Barney, stai delirando. Sono perfettamente in orario, anzi”, buttò un’occhiata all’orologio, “sono anche con qualche minuto di anticipo”.
“E invece no, cara la mia Robin. Sono ben quindici minuti che stai facendo aspettare me…”, e la fece voltare verso una delle grandi finestre da cui si aveva una bella panoramica dell’interno del locale, “… e lui”.
E seduto ad un tavolo vicino alla finestra, incredibile ma vero, c’era proprio il famoso politico, l’uomo che aveva tempo da riservare a tutta la popolazione d’America ma non una dozzina di minuti con Robin, intento a sorseggiare assorto un bicchiere di vino rosso. Robin non riusciva a credere ai suoi occhi.
“Ma come… come…”, balbettò confusa e spaesata. “Che significa?”, farfugliò infine.
“Significa che hai un’intervista con lui e invece di presentarti puntuale perdi tempo a giocare al laser tag. Questo non è per niente un comportamento professionale, Scherbatsky!”
 “Barney…”, disse Robin, al voce colma di emozione. Sapeva che dietro alla maschera derisoria e strafottente si nascondeva il sincero interessamento di Barney, la sua preoccupazione affinché lei ottenesse quella tanto sospirata intervista e il suo impegno perché ciò fosse possibile. Avrebbe voluto dire così tante cose, ma le prime parole che sfuggirono alle sue labbra furono: “Come ci sei riuscito?”
“Mi è bastato fare qualche telefonata alle persone giuste a lavoro, che mi hanno indirizzato alla sua segreteria personale (è una racchia, giusto per intenderci), che è stata così gentile da combinare un appuntamento, E così, eccoci qui”, spiegò.
“Il tuo lavoro, eh?”, sorrise Robin. “Il tuo famoso, brillante lavoro che consiste nel…”
“Per favore”.
“…chiedere per favore”, concluse lei. Restarono a guardarsi negli occhi ancora un po’, senza ragione e senza fretta, finché Barney non parlò: “Ti conviene sbrigarti, non credo che resterà qui tutta la notte”.
“Giusto”, disse Robin e si diresse verso l’entrata del locale. A metà strada ebbe un ripensamento, tornò e circondò Barney in un abbraccio. C’erano così tante cose che avrebbe voluto dirgli, che si accavallavano l’una sull’altra senza che  lei riuscisse a mettervi ordine, e senza avere il tempo per farlo. Invece, premette le sua bocca in quella di lui, riversando in quel bacio appassionato tutte le sue emozioni e sperando che Barney capisse.
E dal modo in cui lui rispose, Robin seppe che sapeva già.



 

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