Caramel Macchiato

di BlueWisteria
(/viewuser.php?uid=921891)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maggiociondolo ***
Capitolo 2: *** Centonchio ***
Capitolo 3: *** Glossinia ***
Capitolo 4: *** Lisianthus ***
Capitolo 5: *** Camelia bianca ***
Capitolo 6: *** Frangipani ***
Capitolo 7: *** Arnica montana ***
Capitolo 8: *** Coreopsis ***
Capitolo 9: *** Gelsomino ***
Capitolo 10: *** Origami: facciamo finta che... ***
Capitolo 11: *** BONUS ***
Capitolo 12: *** Glicine ***
Capitolo 13: *** Alisso ***
Capitolo 14: *** Adoxa ***
Capitolo 15: *** Campanula ***
Capitolo 16: *** Viola del pensiero ***
Capitolo 17: *** Anemone ***
Capitolo 18: *** Crocus ***
Capitolo 19: *** Heliotropius ***
Capitolo 20: *** Nigella damascata ***
Capitolo 21: *** Garofano giallo ***
Capitolo 22: *** Solanum dulcamara ***
Capitolo 23: *** Stella alpina ***



Capitolo 1
*** Maggiociondolo ***


Salve a tutti ^^

Questa è la prima storia che pubblico. Finalmente, potrei dire. Ho una sacco di storie scritte a pezzi o mai cominciate e la mia testa contiene talmete tante idee che non riesco mai a decidere di buttarle giù. Mi butto giù io e il risultato è che le idee rimangono nella mia testa, a inveirmi contro. (Potrebbe anche essere chiamato disturbo della personalità multipla, ma vabbé v.v)
Stavolta i Bts ce l'hanno fatta ed è grazie a loro che riesco finalmente a pubblicare una storia.
Sono pazzi e li adoro.
 L'inizio è lento, lo ammetto, spero non vi scoraggi. Vi prometto che appariranno tutti, pian piano. ...e questo mi assicura una bella dose di mal di testa, a gestirli tutti. Sì, Hoseok, parlo di te, adorabile esaltato. non che gli altri scherzino...
Jin, salvaci tu!                           
                                                                  

 



- Maggiociondolo -


Da quando era diventato un idol Jung Jungkook ogni tanto sentiva il bisogno di stare da solo. Succedeva che, quando avevano tutti del tempo libero, lui sparisse per qualche ora. La prima volta si era scordato di avvertire i suoi hyung ed aveva ricevuto una chiamata parecchio isterica da parte di Jin e Namjoon. Ancora ricordava gli strilli in sottofondo di Jimin. Da quella volta aveva spiegato tutto ai suoi amici ed ora bastava che lasciasse un messaggio e nessuno si preoccupava più. Beh, forse Jin, ma era Jin.
Dopotutto non faceva niente di assolutamente pericoloso. Si limitava a camminare, perso nei suoi pensieri, cercando di passare inosservato. Se era una bella giornata o faceva caldo si rifugiava sull'Han river e si stendeva al sole. A volte si chiudeva in un bar o in una biblioteca a leggere qualcosa. Una volta aveva provato ad andare in un centro commerciale, ma era stato uno sbaglio, troppa confusione e un alto rischio di essere riconosciuto.
Di solito trovava qualcosa da fare (o da non fare), ma quel giorno proprio non aveva idee. Forse era colpa del tempo, freddo, grigio e nuvoloso che lui odiava. Il freddo gli piaceva sì, ma solo se era una bella giornata di sole, senza quei nuvoloni che minacciavano pioggia.
Mentre schivava una coppia di signore si ritrovò a pensare che quel giorno c'era parecchia gente per strada. Probabilmente perché era venerdì pomeriggio.
E i Bts non avevano niente da fare.
Un miracolo praticamente.
Forse fu per la ragazza che lo guardò insistentemente come se lo avesse riconosciuto (cosa davvero difficile tra il cappuccio sul capo e la mascherina a coprirgli metà volto), o forse fu per la troppa folla che in quel momento non riusciva a reggere, ma scartò senza pensarci in una strada laterale che non ricordava di aver mai preso.
E fu anche il quel momento che le prime gocce di pioggia decisero di scendere.
-Ma porca...- Jungkook borbottò una mezza imprecazione sottovoce, mentre si andava a riparare sotto una tettoia di un edificio. E dire che Yoongi gli aveva allungato l'ombrello quando era stato sul punto di uscire di casa, ma lui no, con un sorriso gli aveva detto che sicuramente non avrebbe piovuto. Sicuramente, certo.
Si sentiva molto uno sfigato in quel momento, a spalle curve, mani in tasca e sguardo corrucciato. Per la miseria e ora che faceva? Era almeno a venti minuti di camminata veloce dal dormitorio e non è che morisse dalla voglia di spendere dei soldi per un taxi solo perché lui era stato così stupido da non portarsi dietro un ombrello.
Si era quasi deciso di farsela di corsa quando vide il negozio dall'altra parte della strada. Inclinò la testa incuriosito, mentre sbatteva gli occhi cercando di mettere a fuoco.
Era...un edificio particolare.
Due piani, un tetto per metà spiovente, intonaco bianco panna e un'enorme rampicante che ricopriva quasi tutto il piano superiore scendendo addirittura sulla piccola tettoia in legno. Era piccolo rispetto ai due edifici enormi e grigi che lo circondavano, ma era talmente fuori luogo che saltava subito all'occhio.
Gli infissi in legno, la porta decorata in vetro colorato, la vecchia lanterna in ferro battuto nell'angolo e l'enorme vaso pieno di fiori accanto alla porta, tutto faceva pensare a una casa uscita da un racconto.
Si sporse un pò, facendo sì che alcune gocce lo bagnassero, per cercare di leggere l'insegna.
Bianco su verde bosco, in caratteri eleganti stava scritto "Vivian".
Un bar.
Un bar che sembrava decisamente uscito da una fiaba.
Decise di entrare.
Quando entrò non ci fu quello scampanellio che tanto odiava in altri bar. A dire il vero era tutto molto silenzioso rispetto agli altri locali in cui era abituato ad andare. C'era della musica, sì, ma era in sottofondo, come quando eri in casa da solo e per non sentire tutto quel silenzio accendevi il televisore.
Era tutto molto caldo lì dentro. Bancone massiccio, tavolini, sedie e separé tutti in legno. Pareti color crema. Qualche poltroncina e cuscini bordeaux.
E lampade in vetro che davano al locale una luce soffusa e calda, non come quelle bianche e accecanti luci al neon che andavano tanto di moda.
Namjoon avrebbe detto che era retrò.
A Jin sarebbe piaciuta tutta quella tranquillità che si respirava.
Taehyung avrebbe curiosato per tutto il locale, affascinato.
Quell'atmosfera avrebbe tranquillizzato persino quei due esaltati di Jimin e Hoseok.
E Yoongi sarebbe finalmente riuscito a dormire in santa pace. Probabilmente.
-Salve, posso aiutarti?- una voce femminile lo riscosse e con un sussultò voltò lo sguardo a sinistra, dove una ragazza lo fissava con un mezzo sorriso.
Una ragazza decisamente occidentale.
Come se quel posto non fosse già abbastanza particolare.
-Veramente io...- improvvisamente timido, lanciò uno sguardo al bancone, nella speranza di trovare un menù affisso alla parete. Cosa potevano mai servire in un bar come quello?
-Mh, che ne dici se intanto ti siedi e ti porto un menù?- la ragazza lanciò un'occhiata fuori dalla vetrina, dove ormai pioveva talmente fitto che era difficile vedere dall'altra parte della strada.
-Puoi ordinare qualcosa oppure puoi aspettare che smetta di piovere, non c'è problema-
Sotto la mascherina Jungkook arrossì. Non voleva sembrare uno che era entrato solo per ripararsi dalla pioggia (anche se effettivamente era così), ma non aveva molta fame.
Imbarazzato, si limitò ad annuire e la ragazza tornò a sorridere.
-Bene, mettiti pure dove vuoi, a quest'ora di venerdì non c'è quasi mai nessuno-
Si guardò intorno, mentre sceglieva un tavolino non troppo lontano dall'ingresso. Il bar non era poi così grande, ma il soffitto alto e spiovente lo faceva sembrare tale.
Oltre a lui e alla ragazza vi era solo un'altra persona, un vecchio signore seduto su una poltroncina a qualche tavolo di distanza da lui. Stava leggendo e non sembrava aver fatto troppo caso alla sua entrata.
Tornò alla ragazza che ora era dietro al bancone cercando qualcosa con aria perplessa. Si passò una mano sulla fronte confusa, per poi illuminarsi di colpo e prendere a rovistare dentro un armadietto.
Jungkook continuò a osservarla mentre si toglieva la mascherina e abbassava il cappuccio.
Sul momento non ci aveva fatto caso, ma il suo coreano era perfetto. Se non l'avesse vista avrebbe creduto fosse coreana.
Era piccolina, forse di qualche centimetro più bassa di Yoongi. I capelli castani erano raccolti in modo disordinato e portava degli occhiali dalla montatura nera. Vestita semplicemente con un paio di stretti jeans e un maglione bianco, l'unica cosa che permetteva alle persone di capire che lavorava lì era un piccolo grembiule nero legato intorno ai fianchi.
Ad essere sincero non l'aveva proprio guardata in faccia, troppo in imbarazzo, e l'unica cosa che ricordava del suo volto erano i sorrisi pacati che gli aveva rivolto.
La vide tornare verso di lui con il menù.
Stavolta fu lei a sorridere imbarazzata.
-Scusa se ci ho messo un'eternità, ma il menù ormai non serve più a nessuno, sono quasi tutti clienti fissi-
-Non c'è problema- si ritrovò a rispondere, mentre sbirciava curioso il menù.
-Non scherzavo prima quando ho detto che puoi semplicemente restare qui aspettando che smetta di piovere-
A quel punto Jungkook la guardò per la prima volta in faccia, scontrandosi con un paio d'occhi color oliva dalla forma allungata che lo fissavano decisi.
-Non obbligo nessuno a ordinare- continuò con un piccolo sorriso. Sembrava che andasse avanti di piccoli sorrisi, osservò Jungkook. Erano calmi, dolci e anche un po’ rassicuranti, ma non sembravano essere mai completi. In fondo a quei sorrisi si poteva scorgere una punta di malinconia, come se qualcosa la frenasse dal sorridere completamente.
-Però mi sembra maleducato entrare e non ordinare- obiettò lui. La sua timidezza con gli estranei non gli avrebbe impedito di essere educato.
-Come vuoi- rispose la ragazza, alzando lievemente le spalle. -Se vuoi qualcosa di dolce ti consiglio di scegliere direttamente dal bancone-
Dopo che ebbe annuito la vide andare verso l'uomo sulla poltroncina, chiedendogli se voleva altro tè. Non sentì la risposta, occupato com'era a leggere il menù.
C'erano un paio di zuppe e parecchie insalate, un paio di tipi di bruschette (si chiese cosa fossero) e nient'altro di salato. Nella sezione dolci oltre alla macedonia di stagione e alle brioches c'erano solo la dicitura "torte del giorno" e "cupcakes misti".
Le bevande invece erano infinite. Sembravano avere tutte le miscele di tè disponibili, c'erano almeno otto tipi di caffè diversi, per non parlare poi di espresso, macchiato, cappuccino caffelatte, crema di caffè, caramel macchiato...
Ah, e cinque tipi di cioccolata.
E almeno una decina di tisane.
Improvvisamente gli era venuta fame.
Totalmente indeciso su cosa poteva ordinare fece come gli aveva suggerito la ragazza, avvicinandosi al bancone. -Scusi?- disse, cercando di attirare la sua attenzione. La ragazza dapprima sbatté gli occhi, poi fece una smorfia divertita.
-Il tono formale va bene, ma niente lei, ti prego. Non sono poi tanto più grande di te-
Jungkook si chiese come facesse a saperlo. Lo conosceva forse? Era una fan dei Bts?
-Allora, sei rimasto così colpito dal nostro meraviglioso menù che ti è venuta fame?- continuò, chiaramente autoironica.
-Veramente sì- rispose sincero lui, sorridendo.
Lei sgranò gli occhi sorpresa, come se non si fosse aspettata una risposta così sincera.
La vide arrossire leggermente e si rese conto che non era il solo ad essere timido.
-Beh, grazie- rispose infatti lei, imbarazzata. -Dimmi tutto-
Jungkook si mordicchiò il labbro, nuovamente indeciso. La verità era che si sarebbe dovuto trattenere dal mangiare qualcosa di troppo calorico, per via della dieta e cose simili.
Solo che quando buttò l'occhio sulle tortiere esposte alla sua destra, mandò la dieta direttamente a cagare.
Sì, Jung Jungkook nella sua testa imprecava. Era pur sempre un adolescente.
-Uhm, quelle torte...?- Il loro manager lo avrebbe ucciso.
La ragazza si spostò verso le tortiere.
-Abbiamo una cheesecake alla ricotta, non mi chiedere perché con questo freddo io abbia fatto una cheesecake perché non lo so neanch'io...-
-Le hai fatte tu?- la interruppe meravigliato Jungkook.
-Uh?- lei sbatté gli occhi un paio di volte, sorpresa. -Sì?-
-Oh-
-...ok-
Si guardarono negli occhi, entrambi perplessi, poi Jungkook inarcò le sopracciglia e a quel punto la ragazza scoppiò a ridere, portandosi una mano davanti la bocca. Neanche mezzo secondo dopo e anche lui stava ridendo.
-Scusa,- riprese la ragazza mentre prendeva fiato. -Ti giuro che non stavo ridendo di te-
-Io sì- rispose Jungkook, scatenando un'altra piccola ondata di risate.
-Va bene, va bene, ora la smetto e ti do da mangiare. Oltre alla cheesecake è rimasta una fetta di foresta nera. Se te lo chiedi è cioccolata con cioccolata e ancora cioccolata...- il ragazzo sghignazzò -e poi abbiamo una buonissima torta di carote e mandorle e una decorazione in caramello-
-Torta di carote?- chiese lui dubbioso.
-Mh, lo so che in Asia non è molto conosciuta, ma ti assicuro che è buona! È una delle mie preferite-
Jungkook guardò la torta affascinato. Era bella compatta e i ghirigori di caramello lo tentavano.
-Ok, la provo-
La ragazza gli fece un cenno compiaciuto, contenta che si fosse fidato del suo giudizio.
-Qualcosa da bere?- chiese mentre ne tagliava una bella fetta.
-Posso...voglio dire, un bicchiere di latte, grazie- Di solito non ordinava mai il latte quando era con gli altri, già era il più piccolo del gruppo, se avesse preso del latte Jimin lo avrebbe preso in giro a vita.
La ragazza invece non sembrò per niente turbata dal suo ordine.
-Arriva subito, torna pure a sederti- gli rispose gentile.
Tornato a sedere, tirò fuori il cellulare. Ormai era da quasi un'ora che era tornato a casa e forse avrebbe dovuto rassicurare i suoi hyung che era ancora vivo.
Improvvisamente, come se qualcuno avesse spento un interruttore, tornò malinconico. Per quanto fosse il maknae del gruppo, spesso si sentiva sommerso di responsabilità. Dopotutto, come tutti amavano ricordargli, lui era il Golden Maknae, quello che sapeva fare tutto. E lui era il tipo di persona che odiava deludere gli altri, perciò ce la metteva tutta, anche quando l'unica cosa che voleva fare era mettersi in un angolino e dormire.
A onor del vero, i suoi hyung in privato non lo chiamavano mai così. Sapevano che quel titolo in un certo senso gli pesava e cercavano sempre di alleggerirgli l'animo. Alla fin fine tutti loro si dividevano tra la loro immagine di idol e quella di ragazzo normale.
Eccetto forse Taehyung. Lui era l'unico che non conosceva la differenza tra on stage e off stage.
Con un sospiro, mandò un messaggio veloce a Namjoon, canticchiando sottovoce la canzone che stava passando in quel momento.
Aveva notato che non era una radio, perché tutte le canzoni che passavano erano abbastanza famose sì, ma erano tutte cover e quasi tutte acustiche. E si susseguivano l'un l'altra senza nessuno stacco pubblicitario. Probabilmente era una playlist che aveva fatto la ragazza.
Proprio nel momento in cui quest'ultima arrivò a portargli torta e bicchiere di latte la canzone che stava canticchiando finì, facendo iniziarne un'altra che conosceva decisamente bene.
Purtroppo.
Non che non gli piacesse, ma quello non era decisamente il momento adatto a sentire la cover di "Fools" sua e di Namjoon.
Vide la ragazza occhieggiarlo, preoccupata dalla sua smorfia sconsolata. La vide mentre sbatteva rapidamente le palpebre per sgranare di colpo gli occhi.
-Vuoi che cambi canzone?- chiese cauta.
Fu lui questa volta a guardarla sorpresa. Allora lo aveva veramente riconosciuto!
-Sai chi sono- e non fu una domanda.
-Beh, sì-  la ragazza sembrò per un attimo intimorita dal suo sguardo serio.
-Torno subito- borbottò a bassa voce, prima di dirigersi velocemente verso il bancone e armeggiare con qualcosa vicino alla cassa.
Improvvisamente la musica cambiò. Blues.
E lui era tornato ad essere Jungkook dei Bts. Il Golden maknae.
-Sei diverso- fu la prima cosa che gli disse la ragazza, inclinando il capo come ad osservarlo meglio.
Jungkook lo sapeva. On stage.
-Non capisco- rispose con la sua voce da idol e il suo sorriso da idol.
La ragazza lo guardò scettica.
-Sì invece. Ma non importa. Finché qui dentro non sarai scortese o maleducato per me puoi essere chi vuoi-
A quel punto la sua perfetta maschera si incrinò.
-Pensavo fossi una fan- cercò di spiegare lui, nuovamente timido.
La ragazza si grattò una guancia, pensierosa.
-Conosco alcune vostre canzoni e qualcuna mi piace abbastanza da averla in playlist, ma non posso dire di essere una vera fan- cercò di spiegare in tono gentile, non volendo offenderlo.
Jungkook non era per niente offeso, solo confuso.
-Però mi hai riconosciuto-
-Arrivo giusto a quello e ai vostri nomi, non di più- rispose lei alzando le mani come a difendersi.
Rimase per qualche secondo a fissarla, provando a capire se stesse mentendo o meno. Magari era una sasaeng particolarmente brava a recitare.
Ma no, si disse mentre osservava l'espressione incerta della ragazza, impossibile.
-Ti va di sederti?- gli uscì talmente spontanea che si meravigliò lui stesso.
La ragazza fece una buffa smorfia e, mentre si sedeva di fronte a lui, lo guardò ironica.
-Grazie per avermi invitato ad accomodarmi nel mio bar-
Jungkook scoppiò a ridere, passandosi imbarazzato una mano tra i capelli.
-Quindi...non sai quasi niente di noi- esordì mentre assaggiava finalmente la torta. Cavoli, era davvero buona. Non troppo dolce e riusciva a sentire le mandorle tritate.
-Quasi nulla, mi spiace- rispose lei, appoggiando i gomiti sul tavolo e tenendosi la testa con una mano.
-Uhm...quanti siamo? A proposito, la torta è davvero buonissima!-
Lei sorrise. -Grazie. E...sei? No aspetta! Sette! Maledizione, siete come i sette nani, me ne scordo sempre uno!- esclamò, guardandolo fintamente angosciata.
Jungkook ridacchiò, bevendo poi un sorso di latte.
-Canzone preferita?-
-Non credo di conoscerne abbastanza per poter sceglierne una preferita. Posso dire che adoro le vostre cover, come hai potuto sentire- rispose sorridendogli furba.
Arrossì leggermente. Si imbarazzava ancora facilmente di fronte ai complimenti, soprattutto se erano così spontanei. Imbarazzo positivo, chiaro.
Poi gli venne in mente che non le aveva ancora chiesto il nome, partendo subito in quarta con un interrogatorio degno di Hoseok.
-Io comunque sono Jung Jungkook- si maledisse mentalmente mentre le allungava la mano. Doveva chiederle il nome, non presentarsi come se lei non sapesse perfettamente chi fosse.
La ragazza però sembrò apprezzare.
-Vivian- E sorrise.
Jungkook sbatté velocemente gli occhi, sorpreso.
-È il nome del bar- disse facendola suonare come un'affermazione intelligente.
Vivia nascose un sorriso. -Ma guarda un po’-
-Cioè, volevo dire...- si interruppe, prendendo un altro boccone di torta, masticando velocemente. -Il bar è tuo?-
-Solo da un paio di mesi- rispose Vivian, lo sguardo appena malinconico.
-Oh- Jungkook non era la persona più empatica di questo mondo, ma riusciva ancora a capire quando veniva toccato un tasto dolente. Non chiese niente, continuando a mangiare. Era ovviamente curioso, ma rispettava la privacy altrui, capiva bene quanto fosse importante.
Tuttavia il suo silenzio sembrò dire qualcosa a Vivian. Sembrò ringraziarlo con lo sguardò e l'espressione le si fece improvvisamente più morbida. Solo che non era rivolta a lui.
-I miei nonni hanno aperto questo bar l'anno in cui sono nata e gli hanno dato il mio nome. L'ho ereditato due mesi fa, quando nonna è...venuta a mancare- concluse con un sospiro guardando il tavolo.
-Dovevano volerti davvero bene- fu l'unica cosa che riuscì a dire Jungkook, sentendosi un po’ patetico. Poteva solo immaginare come ci si sentisse a perdere un familiare, dato che tutta la sua famiglia stava (fortunatamente) bene.
-Ero la loro unica nipote, era viziatissima- spiegò Vivian, sembrando improvvisamente riprendersi.
-Ma come mai qui?-
-Che vuoi dire scusa?- domandò lei confusa.
-Perché qui a Seoul?- A onor del vero a Jungkook la domanda sembrava sensata. Vivian non era forse occidentale? Calcolando approssimativamente l'età dei suoi nonni, era strano per degli occidentali stabilirsi in Corea.
-Oh, non sono...- Vivian sembrò capire a cosa si riferiva. -Nonno era coreano-
-Ah, non sembri molto asiatica- concluse lui. -Scusa- aggiunse poi, non volendo sembrare offensivo.
-Maman è mezza coreana. Papà è occidentale- spiegò semplicemente lei.
Solo che Jungkook non capiva.
-Aspetta, com'è che hai chiamato tua...madre? Quindi sei per quanto? Un terzo coreana?-
Vivian alzò gli occhi al cielo, dandosi un piccolo colpetto in testa.
-Scusa, è che sono abituata a chiamare così mamma. Colpa del bilinguismo o trilinguismo se proprio dobbiamo essere precisi. E comunque sono coreana per un quarto-
Jungkook bevve l'ultimo sorso di latte, guardandola in attesa di spiegazioni.
-Ok, te la faccio semplice: nonno coreano e nonna francese-
Jungkook annuì.
-Maman...mamma è metà coreana e metà francese e si è sposata con papà che è italiano-
-I tuoi nonni paterni?- chiese lui divertito.
Vivian sbuffò, divertita pure lei. -Da quella parte sono normali, tutti italiani. Sempre che di normali si possa parlare-
Ci fu un attimo di pausa finché Jungkook, guardando di colpo sopra Vivian esclamò -Quello è un balcone?-
La ragazza scoppiò a ridere, voltandosi a osservare il suddetto balcone, posto sulla parete del bancone, all'altezza in cui ci sarebbe dovuto essere il secondo piano. Ad un'estremità del balcone era appeso un vaso in terracotta, pieno di strani fiori a grappolo che Jungkook non aveva mai visto. Non che fosse un esperto di fiori. E comunque non erano i fiori a scioccarlo, ma il balcone!
-Questo è il posto più strano in cui sia stato-
-Te lo posso concedere- sorrise furba Vivian.
-No, davvero, sono curioso. Perché c'è un balcone lì sopra?-
La ragazza emise un sospiro rassegnato, come se non fosse la prima volta che dovesse spiegarlo.
-Perché lì sopra c'è casa mia. E il nonno ha pensato che fosse divertente avere un balcone che dava sul bar-
-Un tipo strano tuo nonno- commentò Jungkook.
-Decisamente- rispose Vivian alzandosi e prendendo in mano il piatto e il bicchiere ormai vuoti. -Guarda,- aggiunse indicandogli con un cenno della testa la vetrina, -Ha smesso di piovere-
Jungkook sbatté gli occhi sorpreso, controllando velocemente il cellulare. Erano passate quasi tre ore da quando era uscito di casa. Si avviò velocemente al bancone, dove nel frattempo anche Vivian era tornata.
-Mi sa che devo andare- Si sorprese di sé stesso per quanto risultò disinvolto. Aveva appena conosciuto Vivian, eppure non aveva già perso quell'imbarazzo iniziale.
E, quando la ragazza si voltò e gli sorrise dolce, si rese conto che anche la malinconia era passata. Anzi, era come se non ci fosse mai stata.
-Lo sapevo che saresti rimasto finché non avesse smesso di piovere-
-Ehi! Ho ordinato!- si difese lui, prendendo il portafoglio dalla tasca dei jeans.
-Allora la prossima volta vieni quando c'è il sole- ribatté divertita Vivian, azzardandosi poi a tirargli su il cappuccio.
Quando era ormai sulla porta, Jungkook si voltò, osservando con espressione pensosa il balcone con i fiori gialli.-Quei fiori, cosa sono?- chiese, forse non volendo davvero uscire da quella bolla di calma e serenità che gli trasmetteva quel posto.
-Maggiociondoli. Significano "benvenuto"-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Centonchio ***


 


                                                                    
E buonsalve a tutti!
Non perdiamoci in chiacchiere, ringrazio tutti quelli che hanno letto e commentato.
Le cose in questo capitolo si fanno più interessanti, oltre al nostro Kookie, compare anche qualcun altro...

Informazione di servizio: probabilmente cambierò l'introduzione della storia. Magari non fregherà niente a nessuno, ma volevo comunque avvertirvi ^^

 

 

 



                                                                                                            - Centonchio -




Vivian era una persona mattiniera. Le piaceva fare le cose con calma, anche se a dirla tutta ci metteva giusto un quarto d'ora a prepararsi. Da quando poi lavorava al bar, non si doveva preoccupare nemmeno di fare colazione, limitandosi a mangiucchiare qualcosa mentre sistemava il bancone prima dell'apertura.
Proprio per questo motivo si era presa l'impegno di essere di turno tutte le mattine.
Quindi, come faceva tutti i giorni da un paio di mesi, alle sei era già in piedi, diretta verso il bagno con passo calmo.
C'era troppo silenzio.
Era strano abitare da sola. In Italia aveva abitato assieme ai suoi, anche durante l'università dato che era nella stessa città. E durante le vacanze estive veniva in Corea dai nonni. Aveva sempre pensato che la sua fosse una famiglia nient'affatto rumorosa, ma da quando abitava da sola aveva capito veramente cosa fosse il silenzio.
Sospirò debolmente, mentre si guardava allo specchio. Era abbastanza obiettiva da dire che non stava bene, sia fisicamente che emotivamente.
La morte di sua nonna l'aveva colpita come un pugno nello stomaco, totalmente inaspettata. Perché non c'era niente che indicasse che stesse male. In una delle sue ultime telefonate, si era giusto lamentata che era più stanca del solito, ma succedeva sempre con l'arrivo del freddo. E poi qualche giorno più tardi, una mattina di inizio dicembre, non si era più svegliata.
I giorni seguenti erano stati confusi per Vivian. Maman che l'abbracciava in ogni momento per conforto e per essere confortata. Suo padre, che era stato sempre un tipo pacato e bonaccione, improvvisamente infuriato contro il tipo dell'agenzia di viaggi che non riusciva a trovare un volo per Seoul il giorno stesso.
Il funerale, con tutti i clienti fissi, i signori Kim in prima fila.
La decisione di rimanere in Corea, anche se avrebbe voluto dire un lavoro immenso per riuscire a laurearsi in tempo.
Si legò i capelli in un codino, pettinandosi giusto la frangetta e quei poche ciuffi che sfuggivano dall'elastico.
Un miagolio la distrasse e guardò in basso, con un sorriso che pian piano le si dipingeva in volto alla vista di Vanille che le si strusciava addosso. Solo con lei sorrideva pienamente, perché in fondo Vanille la capiva, lei aveva perso una padrona dopotutto.
Non che Vivian non sorridesse più, solo che i suoi sorrisi erano diventati più contenuti e pensierosi. Di risate poi, ne aveva fatte veramente poche.
Pensò a Jungkook, mentre prendeva in braccio Vanille e si spostava in cucina, prendendole i croccantini. Con lui era stata più spontanea, più simile a com'era sempre stata. Forse perché (e si vergognò a pensarlo), non era stato protettivo al limite dell'oppressione, come tutti i clienti storici del bar che sì, considerava come una famiglia, ma forse dovevano smetterla di trattarla come un vetro di Murano appena soffiato. Lei era il tipo di persona che non tratteneva le emozioni, si era completamente scaricata nei giorni seguenti al funerale, ma poi si era detta basta. Era triste, ma non voleva esserlo ricordando sua nonna. Si era promessa che il suo ricordo sarebbe stato dolce come la prima torta che avevano fatto assieme.
Solo quando vide il post it attaccato al frigo si ricordò che era martedì. Ciò significava che il signor Kim e il suo collega, il signor Cho, avevano appena finito il turno di notte e stavano per arrivare.
Si infilò velocemente un paio di jeans e un maglioncino rosa fragola, scendendo poi le scale che davano sul bar e cominciando ad armeggiare con la serranda, proprio nel momento in cui il signor Kim e il signor Cho, giravano l'angolo.
Sorrise e salutò alzando un mano, per poi rientrare e cominciare a preparare le loro solite ordinazioni. I due erano entrambe persone abitudinarie, e da quando il bar era stato aperto non avevano mai cambiato ordine.
-Vivian, oggi sarà una splendida giornata- si annunciò così il signor Kim, entrando seguito dall'amico.
-Allora mi conviene aprire i lucernari- commentò Vivian, conoscendo le doti da meteorologo del suo vicino.
Ci furono pochi scambi di parole mentre i due consumavano la colazione. Vivian sorrise teneramente mentre li guardava sfregarsi le facce stanche segnate da rughe.
Conosceva il signor Kim da anni, in quanto lui e sua moglie erano stati i migliori amici dei suoi nonni. La signora Kim aveva un piccolo negozio di fiori in fondo alla strada ed era lì che lei (e sua nonna prima di lei), si riforniva.
Il signor Kim e il suo collega facevano i netturbini e a volte, nonostante l'età, gli capitavano ancora turni di notte. Così sua nonna si faceva dare i turni dalla signora Kim e in quelle mattine apriva il bar un pò prima, giusto per concedere loro qualcosa da mangiare prima di tornare a casa.
E Vivian manteneva quella tradizione. Dopotutto i signori Kim erano come degli zii per lei.
-Vedo che sei passata da mia moglie ieri- disse il signor Kim quando ebbe terminato, osservando con un sorriso il balcone sopra di loro.
-Già, le sono arrivati questi bellissimi centonchi-
-Aria di cambiamento eh? Bene bene- ribatté sorridendo lui, facendo ridere l'amico a fianco.
Vivian alzò le spalle con una punta di imbarazzo. Era così che si sentiva da un paio di giorni, ma non avrebbe saputo dire il perché.
Quando se ne furono andati, Vivian tornò un attimo di sopra per prendere lo scatolone con gli infusi che le era arrivato il giorno prima.
Vanille, sopra il tavolo, miagolò.
-Anche oggi non scendi?- le chiese la ragazza, grattandola brevemente in testa. Il gatto miagolò nuovamente, per poi balzare giù dal tavolo infilandosi in quella che era stata la camera di sua nonna.
Vivian scosse la testa, alzando gli occhi al cielo. Dalla morte di sua nonna Vanille non era più scesa nel bar, dove ne era sempre stata la mascotte. Solo una volta si era affacciata al balcone ma, scoperta dalla ragazza, era tornata nuovamente a rifugiarsi in casa.
Shin arrivò cinque minuti prima dell'apertura effettiva del bar, togliendosi la giacca e legandosi il piccolo grembiule nero. Il tutto ad occhi chiusi.
Vivian ridacchiò sotto i baffi. Lei era tanto mattiniera quanto Shin dormiglione. Gli ci volevano almeno un paio di caffè prima di cominciare a ragionare, ma si svegliava definitivamente a metà mattinata. Di solito.
Borbottò un saluto nella sua lingua madre come al solito e si mise a tirare giù le sedie dai tavoli. Per quanto Shin fosse a Seoul da ormai più di un anno, non era raro che, se preso alla sprovvista, parlasse in giapponese.
Le prime ore passarono veloci. La mattina, soprattutto appena dopo l'apertura, avevano sempre un gran daffare. Tra studenti e impiegati, la prima ora era veramente un macello.
Fu quasi verso le nove che Vivian, girandosi verso la porta che si apriva per accogliere i nuovi clienti, si ritrovò davanti a poco più di una settimana di distanza Jungkook. E altri due membri dei Bts.
-Ciao Vivian- salutò lui sorridendo. Vedendo poi il locale decisamente più animato della prima volta in cui ci era stato, sgranò gli occhi sorpreso.
-Te l'avevo detto che il venerdì pomeriggio era un mortorio- rispose lei, avvicinandosi al trio.
Squadrò brevemente gli altri due, cercando di riconoscerli. Nell'ultima settimana doveva ammettere che, incuriosita da Jungkook, si era guardata qualche loro video ed aveva scoperto il magico mondo delle "dance practice".
Uno lo riconobbe subito. Cuffia nera da cui fuoriuscivano ciuffi di capelli verdi, sguardo apatico che rivaleggiava con quello di Shin ed enorme sciarpa che gli copriva mezzo volto. Yoongi.
Con l'altro ebbe qualche dubbio a causa dell'incappucciamento stile rapina, fugato però da un ciuffo di capelli arancioni che sfuggiva dal berretto. Jimin. Sempre che non avesse cambiato colore. Il che poteva essere dato che dei video che aveva visto non ce n'era uno dove fossero uguali.
-Vi sedete?- domandò tornando a guardare Jungkook.
I tre si scambiarono uno sguardo poi Yoongi sorpassò tutti borbottando un 'divanetto', dirigendosi dall'altra parte del locale e accasciandosi sull'unico divano a due posti del bar.
Quello che sospettava essere Jimin si tolse cappuccio e mascherina (confermando così la sua identità) e la guardò timido.
-Ecco, lui è...- si bloccò, non sapendo come giustificare l'amico.
-Molto assonnato?- suggerì Vivian divertita, scatenando una risata in Jungkook e un sorriso sollevato in Jimin.
Recuperò un menù, arrivando poi al tavolo dove i ragazzi si erano sistemati. Quando Yoongi la vide arrivare, si raddrizzò leggermente, sbattendo velocemente le palpebre per cercare di svegliarsi.
-Sono Min Yoongi. Scusa per prima, ma il divanetto chiamava-
-Vivian, molto piacere- rispose lei con un mezzo sorriso, appoggiando il menù sul tavolo. -E non ti preoccupare. Se ti togli le scarpe per me puoi anche stenderti-
Non era di certo la prima volta che capitava e di clienti ben più strani ne passavano ogni giorno.
Jimin la guardò quasi incredulo e poi scoppiò a ridere talmente forte che sorprese Vivian. Osservò come il ragazzo sorridesse con tutto il volto, socchiudendo talmente tanto gli occhi che parevano chiusi. Sembrava un bambino, anche per il tono acuto della voce, a tratti nasale. Le mise improvvisamente allegria.
Yoongi per tutta risposta si guardò le scarpe, guardò lei, tornò a guardare le scarpe e seguì il suo consiglio, sdraiandosi sul divanetto sorridendo anche lui soddisfatto.
Vivian osservò affascinata anche il suo sorriso, notando la somiglianza con un tenero orsacchiotto. Yoongi strizzava gli occhi quando sorrideva, facendo formare così delle piccole rughette.
Sembrava che in quel gruppo tutti avessero un sorriso particolare. Era curiosa di sapere se anche gli altri ne avessero uno proprio.
-Jimin- si presentò il ragazzo dai capelli arancioni. -Jungkook aveva ragione, questo posto è davvero fantastico!- esclamò facendo arrossire di piacere Vivian. Amava quando le persone facevano i complimenti al bar, che era sempre stato come una seconda casa per lei.
Jungkook interruppe quel momento, anche lui leggermente in imbarazzo.
-Che torte ci sono oggi?- domandò curioso,  allungando la testa per cercare di vedere le tortiere.
Vivian ridacchiò. -Torta di mele e cannella e una di noci e castagne. E poi ieri sera ho fatto i cookie con gocce di cioccolato-
-Kookie, prendi un cookie!- esclamò Jimin, sogghignando.
Il più piccolo si imbronciò mentre Yoongi alzò gli occhi al cielo.
-Questa era pessima-
-Non è vero! Lo dici solo perché non è venuta in mente a te- si infervorò Jimin. Poi aggiunse -Bradipo-
-Ragazzi, dovremmo ordinare. Non facciamo perdere tempo a Vivian- li sgridò Jungkook, cercando di fare l'adulto responsabile. Cosa che risultava abbastanza comica, come fece notare la risata mal trattenuta della ragazza.
Si girarono tutti verso di lei, che cercò stoicamente di non ridere stringendo le labbra.
-Giuro che non siamo sempre così- cercò di spiegare Jungkook, arrossendo e mordendosi il labbro.
All'occhiata scettica che gli lanciarono Yoongi e Jimin, Vivian non ce la fece più e fu costretta a girarsi, cercando talmente tanto di non ridere che le tremarono le spalle.
-Non sta mica piangendo, vero?- la raggiunse la voce allarmata di Jimin.
-Ma sei scemo? Sta ridendo. Riderei anch'io se non fossi così stanco. Ho bisogno di caffè- gli rispose Yoongi.
A quel punto Vivian tornò a guardarli.
-Avete già deciso o passo tra qualche minuto?-
-Io prendo la torta alle mele e un caffelatte- Jungkook guardò gli altri due in attesa che si decidessero.
-Un cookie e...la cosa che contiene più caffè in assoluto?- chiese Yoongi.
-Ehm, caffè?- rispose perplessa Vivian. -Se vuoi ti posso fare un espresso, è molto più concentrato-
Il ragazzo annuì soddisfatto.
-Prendo anch'io un cookie- Jimn ammiccò in direzione di Jungkook che gli tirò prontamente un calcio sotto il tavolo. -Ouch. E prendo un cap...cappucc...ehm-
-Cappuccino- gli venne in aiuto la ragazza.
Jimin le sorrise. -Sì, quello! Lo dici benissimo!-
-Beh, è la mia lingua madre, vorrei ben vedere- scherzò Vivian. Recuperò il menù inutilizzato e schivò una coppia che stava uscendo dal locale.
Shin al bancone, stava bevendo il suo secondo caffè della giornata, guadagnandosi così un'occhiata bieca da Vivian.
-Sono appena le nove e mezza-
-Sono in periodo esami- borbottò in risposta il ragazzo, occhieggiando poi il tavolo dove erano seduti i Bts. -Quelli hanno un'aria vagamente familiare-
-Sono idol- spiegò Vivian interdetta, -Non pensavo potessi riconoscerli-
Shin alzò le spalle, mentre faceva il conto alla cassa a un signore.
-Miyon ascolta qualcosa di Kpop. Deve essere un gruppo che le piace-
Vivian preparò pensierosa gli ordini dei ragazzi, non accorgendosi delle occhiate che le venivano lanciate. I clienti in quel momento non erano molti, perciò decise di prendersi una piccola pausa, prendendo un cookie anche per sé.
-Rompi a me per il caffè però tu puoi mangiare un biscotto?- la prese in giro Shin.
-Sono la proprietaria, faccio quello che voglio- ribatté lei con finta sufficienza.
-Quello va tutto sui fianchi- il ragazzo le passò accanto strizzandole piano un fianco, mentre Vivian metteva su un'espressione indignata.
-Stai dicendo che sono grassa?!- esclamò oltraggiata, tirandogli una pacca sulla testa.
Shin prese il biscotto e glielo cacciò in bocca -Tò, va e stai zitta- concluse ghignando.
Vivian borbottò qualcosa di incomprensibile, vassoio alla mano e biscotto ancora in bocca, arrivando al tavolo dei ragazzi che la guardarono divertiti.
-Fai pausa con noi?- le chiese Jungkook, cominciando già a mangiare.
-Se non disturbo- rispose Vivian alzando le spalle. Jimin le spostò la sedia, rispondendo così alla sua domanda.
Yoongi tornò seduto, per poi avventarsi sul caffè.
-Quello chi è?- domandò il più piccolo, osservando Shin con la coda nell'occhio.
-Mh? Oh, è Shin-
Jimin si sporse verso di lei, a caccia di notizie. -È il tuo ragazzo?-
-Che? No- rispose decisa Vivian. Jimin sembrò quasi deluso.
Stettero un pò in silenzio, mentre ognuno mangiava. La ragazza continuava a lanciare occhiate un pò a tutti, continuando però a finire con lo sguardò su Yoongi. O meglio, sui suoi capelli.
-Posso dire una cosa senza sembrare una di quelle fan pazze?- si decise a dire dopo un pò, guadagnandosi delle occhiate perplesse.
Al cenno affermativo di Jungkook, Vivian guardò Yoongi.
-Adoro il colore dei tuoi capelli!- esclamò, provocando un'espressione scioccata al ragazzo in questione e facendo scoppiare a ridere gli altri due.
-Sul serio, ti prego, cerca di mantenerli per qualche altro mese ok? Che tanto lo so che nel nuovo video sarete tutti diversi- spiegò la ragazza accalorandosi. Non perché avesse problemi a riconoscerli, solo credeva che quel colore stesse davvero bene a Yoongi.
-Quindi hai visto altri nostri video!- esclamò sorpreso Jungkook.
-Beh, mi avevi incuriosito, perciò...- si strinse nelle spalle lei.
-E cosa ne pensi?- chiese Yoongi, addentando l'ultimo pezzo del suo cookie.
-Che ballate talmente bene che comincio a credere che siate veramente degli alieni. Giuro, fate delle robe pazzesche!- rispose Vivian sgranando a dismisura gli occhi. Ed era vero, per una che il massimo che riusciva a fare era camminare senza inciampare, le loro coreografie erano roba dell'altro mondo.
-Dai, scommetto che anche tu ti muovi bene- le ammiccò Jimin, ondeggiando le spalle a tempo di musica.
Ricevette per tutta risposta un'occhiata scettica.
-Guarda, proprio no, fidati-
-Ma sei di origine latina!-
-Tecnicamente per metà. E poi che vuol dire! È come il falso mito che gli asiatici sono bassi. E voi mi superate tutti in altezza- spiegò lei, incrociando le braccia al petto.
-Quindi niente latino?- Vivian sorrise alla faccia fintamente sconsolata di Jimin.
-Guarda, di latino posso giusto recitarti la prima declinazione- e addentò il biscotto mettendo fine alla questione.
-Piuttosto, se non sono indiscreta...- beccò Yoongi che fissava con aria meravigliata i due lucernari sopra le loro teste ed esitò, non volendo risultare maleducata.
-...mi chiedevo come mai foste qui. Cioè, gli idol di solito non hanno una vita super movimentata? Siete tipo in pausa?-
-Eh magari- borbottò Yoongi
-È che oggi abbiamo un servizio fotografico alle undici, perciò ci hanno lasciato la mattinata libera- spiegò Jungkook con un sorriso.
-Già, e Kookie ci ha praticamente trascinato qui. Ha passato tutta la scorsa settimana ripetendoci quanto voleva farci vedere questo posto e, ouch!- Jimin si beccò un altro calcio dal più piccolo che lo fissava con aria truce.
-Non è vero!-
-Sì che è vero- caricò Yoongi, sogghignando. -Stavi diventando al limite del molesto-
Jungkook si imbronciò, incrociando le braccia al petto e Vivian decise di intervenire, cercando di alleggerire la tensione.
-Guardate che a me fa solo piacere- i ragazzi si voltarono a guardarla e lei aggrottò le sopracciglia. -Non che Kookie...volevo dire, Jungkook stesse diventando molesto, chiaro. Mi fa piacere che vi faccia piacere venire qui-
Resasi conto del suo blaterare, sbatté piano gli occhi, emettendo un sospiro esasperato.
-Niente, fate finta che non abbia parlato-
-Puoi chiamarmi Kookie- le disse il più piccolo, con un sorriso dolce. Gli altri due risero, facendo arrossire Vivian.
-Già, a noi va bene se ci chiami per nome- continuò Jimin, poggiando le braccia sul tavolo, annuendo convinto.
-Mh, ok. E voi chiamatemi tranquillamente Vivian, tanto dovremmo avere più o meno tutti la stessa età-
Ci fu un silenzio improvviso, poi Yoongi sbuffò e Jimin si accasciò sul tavolo ridendo.
Vivian, interdetta da quella reazione, si voltò verso Jungkook, che la osservava divertito.
-Oddio, e adesso che ho detto?-
-Vivian, di che anno sei tu?- le chiese lui.
-...1995 - rispose confusa lei. -Tu sei più piccolo giusto? E voi due,- continuò, voltandosi verso gli altri due ragazzi, -cioè, siamo più o meno della stessa età, no?-
Jimin sghignazzò -Io sì- Poi si voltò verso Yoongi -Yoongi hyung è del 1993- enfatizzò sul 'hyung', provocando un'espressione sdegnata sul ragazzo in questione.
-Ah- fu l'unica cosa che riuscì a dire Vivian, mentre si sistemava imbarazzata gli occhiali sul naso. Per quanto fosse abituata a stare in mezzo agli asiatici, aveva ancora difficoltà a capire la loro reale età. Anche con Shin aveva pensato fossero coetanei, salvo poi scoprire che era più grande di tre anni.
-Quindi hai 23 anni?- chiese per sicurezza.
-Tra un paio di settimane per essere precisi- Yoongi scrollò le spalle, come se non gli importasse più di tanto.
-Oh, allora dovrei chiamarti Yoongi oppa?- domandò inclinando la testa, con un mezzo sorriso divertito.
-No, per carità! Non fargli montare la testa!- esclamò Jimin, ricevendo uno sguardo truce da Yoongi.
-No! Se chiami lui oppa poi io devo chiamarti noona. E ormai mi sono abituato a Vivian- annuì Jungkook in accordo con Jimin.
-Aspetta, e come dovresti chiamare me?- Jimin alzò di scatto la testa, guardandola ad occhi sgranati.
-Idiota- gli rispose Yoongi sogghignando.
-Ya!- E Jimin gli si lanciò addosso, finendo spalmato sul divanetto, iniziando una gara di solletico.
Vivian stava ridendo con Jungkook quando vennero interrotti da una voce sconosciuta.
-Ragazzi, ma voi controllare il cellulare mai, eh?-
-Jin!- esclamò Jimin tirandosi su e correndo ad abbracciarlo.
Beh, pensò Vivian, voce sconosciuta almeno per lei.
Voltandosi, si ritrovò a poco più di un metro di distanza un ragazzo alto. Erano tutti alti, maledizione! Quello che aveva dichiarato che gli asiatici erano tutti dei nani doveva fare uso di sostanza allucinogene.
Lo riconobbe come Jin, (come aveva urlato Jimin) il membro che le era sembrato più tranquillo di tutti, almeno dai video.
Aveva un viso gentile e uno sorriso rassegnato, come se non fosse la prima volta che capitava una cosa del genere. Si girò verso di lei, sgranando poi leggermente gli occhi alla sua vista.
-Oh, io sono Jin, molto piacere- si presentò subito, inchinandosi leggermente.
La ragazza inclinò anche lei il capo, sorpresa.
-Vivian, è un piacere anche per me-
-Non stavano dando fastidio, vero?- domandò con apprensione, causando un mugugnò indistinto a Jimin, che gli era ancora appeso al collo.
-Hyung!- esclamò Jungkook, indignato anche lui come Jimin. Yoongi si alzò con indifferenza, spazzolandosi i pantaloni.
-Nessun disturbo- gli sorrise Vivian divertita.
-Gli altri dove sono?- chiese Jungkook, sbirciando verso la porta, pensando di veder apparire gli altri membri.
-In macchina. Se aveste controllato il cellulare sapreste che vi stiamo aspettando da almeno dieci minuti. Voleva venire Teahyung a chiamarvi, ma ho pensato che se fosse venuto lui, poi non ne sarebbe più uscito- la spiegazione di Jin fece sbuffare tutti presenti eccetto Vivian, che li guardò perplessa.
-Non rapiamo mica le persone- scherzò, mentre andavano tutti verso il bancone.
-Tae è un tipo particolare- rispose Jin alzando le spalle. Jimin rise sottovoce.
Vivian ora era incuriosita. Taehyung doveva essere V, quello che nei video che aveva guardato faceva sempre alcune delle cose più strane. Quello dal sorriso strano.
-L'ho convinto promettendogli che gli avrei preso dei cookies. Li avete, vero?- Jin sembrò preoccupato dall'eventualità che potessero non averli, come se Taehyun potesse fare irruzione nel bar o causare distruzione di varia natura.
Annuì e, mentre salutava tutti, Jin alzò la testa.
-Bei fiori-

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Glossinia ***




Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno commentato, davvero, non avete idea di quanto mi abbia fatto piacere.
Sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensiate di questo capitolo, perciò i miei commenti li lascio alla fine ^^
Buona lettura!







- Glossinia -





Passò un'altra settimana prima che Vivian conoscesse finalmente tutti i Bts.
Era sabato pomeriggio, il bar aveva aperto da poco (perché sì, per loro il sabato e la domenica mattina erano sacri e quindi il locale restava chiuso) e non c'era ancora troppa confusione.
Ancora una volta era di turno Shin, al momento impegnato a leggere un tomo di economia al bancone. Vivian si era rintanata nell'angolo più lontano della porta, con una tazza della sua tisana preferita e dei documenti dell'università da compilare.
Sospirò sconsolata, prendendo un sorso della bevanda. Doveva ammettere che era rimasta indietro con lo studio e se non si dava una mossa, probabilmente non sarebbe riuscita a dare quei due esami che le mancavano alla laurea. Senza contare la tesi.
-Ugh- Sbatté due volte piano la testa sul tavolo, cercando di farsi coraggio.
Fu per questo che non vide entrare i ragazzi.
Sentì un improvviso schiamazzo e li vide lì, tutti e sette, davanti al bancone. Non si erano accorti di lei, probabilmente a causa della poltroncina che copriva loro la visuale.
Vide Jungkook chiedere qualcosa a Shin. Pochi istanti dopo venne indicata dal suo amico e tutti si girarono a fissarla. Il più piccolo e Jimin agitarono le braccia in segno di saluto, a cui lei rispose con un sorriso. Salvo poi ricordarsi dei documenti e sbattere un'altra volta la testa sul tavolo.
I ragazzi la fissarono perplessi, avvicinandosi.
-Non è un buon momento?- chiese Jungkook incerto, sembrando improvvisamente molto giovane.
-No! È un buonissimo momento per interrompermi, credimi- rispose lei, con una smorfia.
I ragazzi che già conosceva non si fecero problemi a prendere posto, mentre gli altri due rimasero in piedi.
Aspetta, contò mentalmente Vivian, due? Non sarebbero dovuti essere tre?
-Scusate, ma voi non eravate sette?- domandò guardandosi intorno, provando a ricontarli.
Le sembrava mancasse...
-Teahyung- disse improvvisamente Jin, seduto alla sua sinistra. Guardò uno dei ragazzi che era in piedi, Namjoon, che alzò gli occhi al cielo.
-Vado a recuperarlo io, così intanto potete presentarvi- Jin sospirò, mentre si alzava per andare a recuperare l'amico scomparso. Amico che, a quanto riusciva a vederne Vivian, stava spiaccicato contro la vetrinetta dei dolci, parlando a macchinetta a Shin, il quale lo fissava allucinato.
-Io sono Hoseok, J-hope. Chiamami come vuoi. Vivian giusto?-
La ragazza tornò con la testa al tavolo.
-Oh, molto piacere- borbottò verso l'esuberante ragazzo che nel frattempo si era seduto e aveva tirato una pacca sulla spalla di Jimin, seduto accanto a lui.
-Io sono Namjoon- Anche l'ultimo ragazzo si sedette, sorridendo verso Vivian e grattandosi una guancia, come se fosse in imbarazzo.
Si ritrovò praticamente circondata, con tutti che la guardavano più o meno curiosi, finché Jimin non vide i fogli.
-Cosa sono?-
Vivian emise un versetto sconsolato, tenendosi la testa tra le mani.
-Documenti dell'università- Jungkook, alla sua destra, la guardò sorpresa.
-Frequenti l'università? Qui?-
-No, in Italia- Vedendo le facce incuriosite dei ragazzi, si affrettò a spiegare. -Sono all'ultimo anno, solo che essendomi trasferita qui non sto frequentando l'ultimo semestre e sono un pò incasinata-
-Quindi devi tornare in Italia?- fu Yoongi questa volta a parlare.
Vivian mosse vaga le mani. -Sì, verso maggio, ma solo per gli esami-
-E cosa studi?- domandò interessato Namjoon.
Vivian esitò per un attimo a rispondere. Non sapeva perché ma si sentiva improvvisamente in soggezione, realizzando solo in quel momento con chi stava effettivamente parlando. In più non era abituata a stare al centro dell'attenzione e non le piaceva neppure. Quindi ritrovarsi improvvisamente un gruppo di ragazzi, famosi per altro, che si interessavano a lei era...beh, strano.
-Accademia d'arte, illustrazione per l'infanzia- rispose, arrossendo quando i ragazzi emisero un verso di stupore.
-Disegni?- le chiese Yoongi interessato. -Anch'io-
-Sì, male- borbottò Jimin sottovoce, non abbastanza piano però da non farsi sentire dal diretto interessato, che gli tirò un calcio sotto il tavolo.
Colpendo però Namjoon.
-Ya!- esclamò quest'ultimo con la sua voce profonda. Yoongi finse indifferenza mentre tornava a rivolgersi a Vivian.
-Dicevamo?-
Vivian scoppiò a ridere insieme agli altri, la tensione che l'abbandonava. Sembrava che i Bts avessero lo strano potere di metterla di buon umore.
Un tonfo e il rumore di una sedia spostata le fecero capire che i due dispersi erano tornati (sì, due, perché Jin era stato via per cinque minuti buoni e aveva dato per disperso pure lui).
Si girò, convinta di ritrovare Jin alla sua destra.
Solo che non trovò lui.
Pelle più scura di quella di Jin e una folta frangia che quasi gli copriva gli occhi, Vivian si ritrovò a fissare sorpresa Taehyung, il quale lo sembrava quanto lei.
Infatti fece uno scatto indietro, colpendo il tavolo con un braccio ed emettendo un verso stupito.
-...Ciao- mormorò dopo un pò, nell'assoluto silenzio.
Silenzio che si ruppe quando i ragazzi scoppiarono nuovamente a ridere.
La risposta di Vivian si perse nelle risate...se avesse effettivamente risposto. Perché se doveva essere sincera, e almeno con sé stessa doveva esserlo, era rimasta a fissare Taehyung completamente affascinata. Il perché non lo sapeva nemmeno lei. Forse era a causa della sua voce. Si era aspettata una voce più sottile, non così profonda da rivaleggiare con quella di Namjoon. Nei video che aveva visto aveva pensato che fosse la sua "voce da musica", invece a quanto pare era proprio la sua.
-Che diamine stavate facendo, si può sapere?- domandò Namjoon, rivolgendosi a Jin, che nel frattempo gli si era seduto di fianco.
-Tae stava tartassando di domande il ragazzo al bancone- spiegò quest'ultimo, sorridendo ironico -Gli stava chiedendo tipo tutte le ricette dei dolci presenti, solo che il tipo non sapeva rispondere-
-È perché mi piace cucinare!- obiettò Taehyung imbronciato. Vivian soffocò un sorriso, quasi avendo paura di attirare la sua attenzione. Non voleva ritrovarsi gli occhi di lui nuovamente puntati contro. Purtroppo per lei, Jungkook era di un altro avviso.
-È perché li cucina Vivian!- esclamò infatti, come se fosse una cosa ovvia. Che ovvia non era affatto, dato che era l'unico a cui l'aveva detto.
Ci fu un altro coretto meravigliato e Vivian si sfregò il naso imbarazzata, facendo di tutto per non voltarsi alla sua sinistra. Guardò invece il più piccolo, fissandolo quasi male. Quasi, perché lei era geneticamente incapace di risultare minacciosa o arrabbiata, almeno così le aveva sempre ripetuto maman, che invece era bravissima ad essere terrificante.
Jungkook sembrò però captare qualcosa di strano, inclinando la testa di lato e socchiudendo gli occhi, quasi a chiederle se qualcosa non andasse.
Vivian si schiarì la voce, decidendo per una fuga strategica.
-A proposito, immagino vogliate ordinare qualcosa- si alzò, cercando di fare uno dei suoi soliti sorrisi, ma finì col mordersi un labbro, impacciata.
-Ti aiuto a portare i vassoi!- si propose Jungkook, alzandosi assieme a lei. Hoseok, poco più in là, si unì entusiasta assieme a loro, sotto le deboli proteste della ragazza. Dopotutto era il suo lavoro e fare due giri non le costava niente, il locale non era così grande.
Si ritrovò con una lista mentale di ordini uno più strano dell'altro, perché tutti avevano deciso di prendere qualcosa di diverso così da scambiarselo.
Non aveva più guardato verso Taehyung, anche se si era nuovamente sentita il suo sguardo addosso quando aveva risposto a Jimin che sì, la cioccolata non la compravano in polvere ma la facevano loro.
Il suo ordine d'altro canto se lo ricordava piuttosto bene, dopotutto chi mai ordinava torta al limone e cioccolata al latte con marshmallow?
Mentre preparava gli ordini con l'aiuto di Shin, scoprì che Hoseok era un tipo molto espansivo. Dopo i primi venti secondi in cui era rimasto zitto probabilmente intimidito dall'accoppiata ragazza-occidentale (se ricordava bene la timidezza asiatica), si era letteralmente sciolto quando aveva visto che persino Jungkook le parlava come se niente fosse.
Era arrivato addirittura a metterle un braccio intorno alle spalle, mentre le raccontava della serata karaoke che avevano fatto qualche giorno prima per il suo compleanno.
-Eh, se ci fossimo conosciuti tutti prima avremmo potuto invitare pure te!-
Vivian ridacchiò, mettendo i primi ordini sul vassoio.
-Non so quanto vi sarebbe convenuto. A cantare sono pessima!-
-Fa niente, fa niente! Io ho stonato due volte. Dovevi sentire Jin che lagna...- continuò lui, gesticolando. Jungkook annuì in accordo, ridacchiando poi sotto i baffi, ricordando probabilmente della serata.
-Ma come!- esclamò divertita la ragazza, cercando di non ridere -è il vostro lavoro-
Ci fu un attimo di silenzio e poi Hoseok sospirò, con aria da uomo vissuto.
-Eh, noi cantiamo bene solo le nostre canzoni-
-Non è vero!- controbatté Vivian aggrottando la fronte. Allo sguardo interrogativo dei ragazzi, si affrettò a spiegare. -Avete fatto delle cover che mi piacciono un sacco-
Jungkook sembrò illuminarsi. -Giusto, me l'avevi detto l'altra volta-
Hoseok li guardò a bocca aperta. -Che? Perché io non ne so niente?- si lamentò con voce capricciosa, attaccandosi al braccio del più piccolo che rise, tirandogli una pacca con il braccio libero.
Vivian scosse la testa a quella scena. Davvero, Hoseok non sembrava affatto quello adulto lì in mezzo.
Quando tornarono al tavolo, scoprirono che i posti erano cambiati. E che era in corso una piccola lotta.
-Ancora voi due?- esclamò verso Jimin e Yoongi che si stavano facendo nuovamente il solletico, sotto gli incitamenti degli altri tre. E menomale che Jin le era sembrato così tranquillo, pensò mentre lo vedeva agitare le braccia per aria, simulando un pugno.
Hoseok non perse tempo, lanciandosi in mezzo ai due contendenti, che improvvisamente decisero di allearsi e presero di mira il nuovo venuto, scatenando le sue urla.
Erano...parecchio rumorosi, concluse la ragazza con un sospiro rassegnato, sperando che non disturbassero il resto della clientela. Non avrebbe avuto cuore a dirgli di abbassare i toni.
-Questa è la mia?- chiese una voce profonda. Sbattendo gli occhi per riprendersi dai suoi pensieri, si voltò verso il ragazzo che aveva parlato, ritrovandosi a poca distanza Taehyung.
Ammutolì, incapace di mettere in riga due parole, limitandosi a fissarlo cercando di non sembrare troppo stupida. Cosa che non le stava riuscendo bene, si maledisse mentalmente.
-Sì, spero ti piaccia- si costrinse a dire, mentre gli passava la fetta di torta al limone.
Quando tutti si furono calmati (il cibo a quanto pare faceva quell'effetto), scoprì che Taehyung ora le sedeva di fronte, al posto di Namjoon.
Perfetto, si disse, ora non poteva neanche alzare lo sguardo senza rischiare di incrociare il suo.
La conversazione proseguì lenta per qualche minuto e Vivian meditò se era il caso di tornare al bancone. Non tanto per il numero della clientela, di solito il sabato pomeriggio raggiungevano il punto critico intorno alle quattro ed ora non erano nemmeno le tre, quanto più che stava cominciando a capire cosa stesse succedendo con Taehyung.
E la cosa non andava affatto bene
Una cotta. Si stava prendendo una cotta.
E, come aveva già capito da tempo, lei e le cotte non andavano per niente d'accordo. Finiva per essere imbarazzante, lei e anche la situazione. Non si trovava mai a suo agio quando aveva una cotta, perché non aveva idea di come comportarsi. Nella sua prima e unica storia seria, che non era durata comunque molto ed era finita con lei arrabbiata come non mai per la prima volta nella sua vita, non aveva dovuto fare niente per farsi notare. Era stato il suo ex a invitarla e lei aveva accettato. E lei non ci si vedeva proprio a invitare Taehyung a uscire.
Presa la decisione fece per alzarsi, quando la voce di Taehyung la fermò. Anzi, per essere precisi bloccò tutti.
-Gatto!- esclamò il ragazzo, alzandosi in piedi fissando il balcone dove, regale come solo i gatti possono esserlo, Vanille li squadrava.
Mentre rispondeva alle domande dei ragazzi, è tuo? Come si chiama? Di che razza è?, Taehyung si diresse a passo spedito, con il piatto di torta in mano, verso il bancone. Si piazzò sotto il balcone e, con braccio teso, allungò una forchettata di torta a Vanille, cercando di attirare la sua attenzione.
Vanille miagolò, fissandolo scettica (Vivian conosceva il suo gatto) e Taehyung prese a saltellare, arrivando quasi a raggiungere il balcone. E sorrise.
Fu a quel punto che Vivian alzò bandiera bianca e ammise che sì, si era presa una cotta.
Perché Vivian aveva sì visto quel sorriso nei video, ma dal vivo era tutt'altra cosa. Era strano, perché apriva la bocca quasi a formare un rettangolo e la sua voce quando rideva, dal tono profondo si riduceva a un risolino quasi da bambino. Riusciva a lasciarla senza parole facendo le cose più banali.
-Io, uhm, vado a salvare il mio gatto- borbottò, causando le risate dei ragazzi. Non che stesse scherzando, gli animali non potevano mangiare cose dolci.
Arrivata al bancone vide Shin in un angolo che fissava la scena divertito, il libro di economia ancora in mano. La ragazza scosse la testa, rivolgendo poi l'attenzione al ragazzo salterino, che a quanto pare non l'aveva ancora notata.
-Ehm, Taehyung?- suonò indecisa anche alle sue orecchie. La verità è che non si erano presentati ufficialmente, quindi non era certa di potersi prendere la libertà di chiamarlo semplicemente per nome. Stupide regole di cortesia asiatica che le complicavano la vita.
Taehyung si voltò di scatto verso di lei, le braccia per aria e la faccia meravigliata, come se non si aspettasse di ritrovarsela lì.
-È tuo?- chiese, improvvisamente timido. Vivian lo fissò inebetita per qualche istante, troppo sconvolta dai suoi cambi di umore.
-Sì, si chiama Vanille e...beh, i gatti non mangiano dolci- tirò su con il naso, continuando a fissarlo cercando di autoconvincersi che ce la poteva fare.
-Oh- Taehyung si imbronciò per un attimo, facendo assumere alle sue labbra un arco perfetto.
-E non viene giù? Volevo accarezzarla-
-Non scende da un pò, mi spiace...- provò a dire Vivian.
-E dove si sale? Ah, di là!- esclamò il ragazzo, puntando poi verso le scale che si intravedevano dietro il bancone. Vivian lo rincorse, gesticolando come una trottola.
-Ehi, è casa mia- Nell'impeto del momento gli afferrò un braccio. O meglio, gli poggiò una mano sul braccio, perché aveva le mani piccole lei.
Tuttavia il gesto bastò a bloccare Taehyung, che la guardò sorpreso. E all'improvviso era troppo vicino per i gusti della ragazza, che si allontanò di un passo togliendo immediatamente la mano.
-Vivi su?-
-Già. Comodo eh?- cercò di scherzare Vivian, cosa che non avrebbe dovuto fare visto che si beccò un altro dei sorrisi di Taehyung. Probabilmente fu per quello che, dimenticando totalmente ciò che si era riproposta (ovvero di evitarlo il più possibile), gli propose di venire su.
-Davvero?- domandò meravigliato lui, scioccato quanto lei.
No, certamente lei lo era di più, anche perché nella sua testa stava ripetutamente sbattendo la testa contro il muro. Ormai però non poteva rimangiarsi ciò che aveva detto.
-Sì? Voglio dire, possiamo provare a farla scendere, sarebbe anche ora-
E, cercando di sembrare tranquilla, cosa che non era affatto perché aveva Taehyung dietro e sperava davvero di non cadere dalle scale facendo una figura becera, salì, totalmente dimentica degli altri ragazzi che li guardavano perplessi dal loro tavolo.
Vivian aprì la porta di casa con un sospiro, provando a ricordare in che condizioni aveva lasciato l'appartamento quella mattina. Perché non importa che tipo di ragazza tu sia, quando entra per la prima volta un ragazzo, soprattutto la tua cotta, il primo pensiero è sempre del casino che potresti aver lasciato.
Fortunatamente per lei, l'unica cosa in disordine erano le scodelle del pranzo nel lavello.
Taehyung nel frattempo stava osservando incuriosito l'appartamento, molto simile per i toni di colore al bar, anche se sembrava tutto più chiaro. Era piccolo, un soggiorno-cucina unico e tre porte, solo una aperta che dava sul bagno. Era davvero tutto ordinato, anche se in un angolo erano impilati tre grossi scatoloni.
-Stai ancora traslocando? Kookie ha detto che sei venuta qui due mesi fa-
Vivian si chiese effettivamente quanto e cosa Jungkook avesse detto su di lei, ora a disagio ma per un motivo diverso dalla presenza del ragazzo.
-No, quelli...- si schiarì la voce, guardando il muro di fronte a sè per evitare di incrociare il suo sguardo. -Sono cose di nonna-
Mantenne lo sguardo fermo, sentendo quello di Taehyung addosso. Ovviamente non aveva tolto tutto, non avrebbe mai potuto, e non aveva certamente intenzione di buttarle. Uno di quegli scatoloni ad esempio era per i signori Kim. E prima o poi avrebbe dovuto svuotare anche la sua camera.
-Beh, pensiamo al gatto, va bene?- scrollò le spalle e per la prima volta da quando l'aveva conosciuto gli sorrise calma, guardandolo.
Taehyung non disse niente, seguendola sul balcone, animandosi solo alla vista di Vanille, rintanata in un angolo che li fissava truce, quasi intuendo le loro intenzioni.
-Oh dai non fare la difficile, è anche ora che scendi- le borbottò, al miagolio altezzoso del gatto.
Dietro di lei sentì il ragazzo trattenere un risolino e si voltò, fintamente piccata.
-Sì, parlo con il mio gatto, problemi?- Non sapeva da dove le venisse tutta quella sicurezza così all'improvviso, ma decise di approfittarne. Non poteva sapere quando sarebbe svanito l'effetto, facendola tornare ad essere timida e impacciata. Oltre che incapace di mettere due parole sensate una dietro l'altra.
-Affatto- rispose Taehyung divertito, chinandosi anche lui.
Vivian si concentrò nuovamente sul gatto e, approfittando del fatto che la sua attenzione fosse rivolta allo sconosciuto, la prese in braccio, causandone un miagolio scocciato.
-Uh, no, ferma- borbottò mentre rientravano in soggiorno. Vanille non l'ascoltò e usò la tecnica che usava sempre per scendere: posò le zampe sugli occhiali della ragazza e cercò di buttarglieli giù.
-Diamine, non di nuovo!- esclamò esasperata Vivian, muovendo la testa a destra e a sinistra per mantenere gli occhiali al loro posto.
-Taehyung, prendila, presto!- Il ragazzo, che le si era già avvicinato, allungò le braccia e prese il gatto, cominciando subito a farle dei grattini sulla testa per calmarla, mentre Vanille guardava la padrona soddisfatta.
-Traître- soffiò la ragazza in direzione dell'animale, togliendosi gli occhiali per pulirli.
-Come?- domandò confuso Taehyung, avvicinandosi ancor di più.
Menomale che si era tolta gli occhiali, pensò Vivian. A quella distanza non avrebbe retto il viso di Taehyung in alta definizione.
-Scusa, francese. Parlavo con Vanille- spiegò mordicchiandosi un labbro.
-Per fortuna, perché non sembrava un complimento- ridacchiò Taehyung, seguendola fuori dalla porta.
Se non si era ammazzata salendo, lo avrebbe di sicuro fatto scendendo, perché si stava giusto infilando gli occhiali quando scivolò dal gradino. Ebbe la prontezza di aggrapparsi con una mano alla ringhiera, mentre l'altra si agitava per aria. Finché non sentì Taehyung prenderla per un braccio (e lui sì che ci riusciva), fermando completamente la sua caduta.
Si guardarono per un attimo, con Vanille attorcigliata al collo del ragazzo che miagolava sdegnata, prima di scoppiare entrambi a ridere, Taehyung con la sua risata da ragazzino e Vivian con una liberatoria.
Fu così che rientrarono nel bar, cercando poi di spiegare la situazione agli altri ragazzi.
Per qualche minuto ci furono un sacco di apprezzamenti e complimenti a Vanille che, come era nella sua natura, se li prese tutti, pur non scendendo dalle gambe di Taehyung.
Fu solo quando colse una particolare occhiata da Shin, dall'altra parte del locale, che decise di svignarsela con una scusa. Sempre che il lavoro potesse essere una scusa.
-Dimmi tutto!- esclamò all'amico, quando gli fu affianco.
Questo la guardò pensieroso per un istante, prima di tornare a lavare delle tazze.
-Niente, che dovrei dire?-
Vivian lo fissò confusa. -Mi hai lanciato un'occhiata strana e ho pensato ti servisse aiuto-
Shin la fissò di nuovo, scrutandola in viso come alla ricerca di qualcosa. Qualcosa di cui Vivian non aveva idea ma che sembrava che il ragazzo avesse trovato.
-Ti pare che ci sia del lavoro da fare?- ironizzò il ragazzo, indicandole con la testa il locale. In effetti, oltre ai Bts c'erano solo altri tre tavoli occupati, ognuno già con la propria ordinazione.
-E allora cos'era quell'occhiata?-
-Quale occhiata?- chiese Shin fintamente ignaro. Fintamente perché Vivian lo conosceva abbastanza bene da capire che stava nascondendo qualcosa.
-Shin Watanabe- Scandì il suo nome, incrociando le braccia al petto. Poco ci mancava che cominciasse a battere il piede a terra.
Il ragazzo emise un lungo sospiro, poi si asciugò le mani, voltandosi a guardarla.
-L'hai portato su- disse, riferendosi a Taehyung.
-Siamo andati a prendere Vanille- farfugliò Vivian, non capendo dove volesse arrivare. Ok, forse sapeva dove voleva arrivare, ma un conto era ammetterlo a sé stessa, un altro era dirlo ad alta voce. A qualcuno. Anche se si trattava di Shin.
-Vivian, hai fatto a malapena salire la signora Kim da quando...la nonna è morta-
C'era dolore nella voce del ragazzo, perché erano ormai quasi tre anni che lavorava lì, da quando era a Seoul, e considerava quel posto una seconda casa.
-Beh, siamo andati a prendere il gatto- ribadì Vivian, cercando di farlo sembrare ragionevole. Deglutì sotto l'occhiata scettica dell'amico.
-Vuoi che ti chiami anch'io per nome e cognome rendendo la cosa più drammatica o sputi subito il rospo?-
-Questa cosa è ridicola- rispose la ragazza, tirando su con il naso.
-Sono d'accordo- annuì Shin, dandole una pacca sulla testa. -Parla-
-Potrei, e dico potrei eh! Ecco, essermi presa una piccola cotta- spiegò lei, appoggiandosi distrattamente al bancone. Poi sorrise.
-Adesso non ti mettere a fare il fratello maggiore-
-Di certo non posso fare quello minore- ribatté prontamente lui, sospirando drammaticamente.
-Comunque sta attenta-
Se avesse saputo come farlo, Vivian avrebbe inarcato il sopracciglio. Non che si sarebbe visto, tra occhiali e capelli. Il punto è che quella era un'affermazione da sopracciglio inarcato.
-Dico, ma l'hai visto?- domandò, spostando l'attenzione al tavolo dei ragazzi, dove Taehyung stava in bilico sulla sedia con Vanille in braccio, cercando di non farla prendere agli altri. Gli arrivarono le grida sdegnate di Hoseok e Jimin e ridacchiò, scuotendo la testa.
-Dicevo a te, non a lui- disse Shin, fissandola rassegnato.
Vivian alzò le spalle, non capendo dove volesse arrivare l'amico.
Occupò il tempo mettendo a posto gli attrezzi e preparando l'impasto per dei biscotti al cocco che aveva deciso di fare il giorno dopo. Di solito la domenica mattina si concedeva qualche ora di sonno extra e a volte riusciva pure a disegnare qualcosa. Sperò che fosse quello il caso, perché aveva un disperato bisogno di andare avanti con la tesi. Non era il tipo che procrastinava, ma ultimamente non aveva per niente ispirazione e aveva problemi a finire un disegno decente. Oltre all'impasto dei biscotti stilò anche una piccola lista di torte che avrebbe potuto fare nei prossimi giorni, avrebbe poi mandato Hyerin a comprare gli ingredienti.
Fu solo a quel punto che decise di tornare al tavolo dei Bts, se non per fare altre due chiacchiere almeno per sparecchiare.
-Vanille è tornata su-
L'accolse così Jimin, fissando imbronciato Taehyung come se fosse tutta colpa sua.
-Non è mica colpa mia, voi l'avete spaventata- affermò convinto quest'ultimo a braccia incrociate. Ci fu un verso sdegnato generale a cui Vivian faticò a trattenere una risata.
-Noi?!- esclamò Yoongi. -Ma se tu continuavi a fare tutti quei versetti scemi!-
Taehyung aprì la bocca , piccato. -Stavo parlando con Vanille!- spiegò serio.
Tra chi scuoteva la testa senza speranza e chi gli rispondeva a tono, Jungkook spostò la sedia, facendo cenno a Vivian di sedersi, cosa che la ragazza fece, sorridendo.
-Posso chiederti una cosa? Però non vorrei essere indiscreto...- cominciò il ragazzo, guardandola timido. Vivian perplessa dal fatto che pensava che Jungkook avesse smesso di essere timida con lei, annuì.
-Ecco, ma Shin è coreano?-
-Uh? No, è giapponese perché?- chiese stranita la ragazza.
Jungkook scrollò le spalle. -Curiosità. Sembra molto più grande-
-Ha tre anni più di me. Pensa che quando l'ho conosciuto pensavo fossimo coetanei- A Vivian scappò una risata, seguita da uno sbuffo divertito del ragazzo.
-Beh, tanto capire l'età l'avevamo già capito che non era il tuo forte- si intromise Jimin ghignando ricevendo in cambio una pacca sul braccio dalla ragazza. Nel frattempo la discussione sul gatto doveva essersi conclusa, perché anche gli altri stavano prestando attenzione alla loro conversazione.
-E studia anche lui?? Come fate con gli  orari del bar?- domandò ancora Jungkook, che pareva davvero curioso.
-Oh, non siamo solo noi due. C'è pure Hyerin, anche se fa un pò meno turni- spiegò Vivian. Si chiese improvvisamente se la ragazza fosse una fan dei Bts, ma scacciò quasi subito quel pensiero. Da quando si conoscevano (poco più di due mesi, a dire il vero), non aveva mai fatto cenno al kpop in generale. Meglio, si disse, voleva evitare in qualsiasi modo reazioni da fan impazzite. Non che Hyerin fosse comunque una persona calma e tranquilla, ma tant'è...
-Hyerin? Non l'ho mai vista- borbottò pensieroso Jungkook, ricevendo l'occhiata scettica di Yoongi.
-Sei stato qui due volte- gli rispose infatti.
-Tre- lo corresse il più piccolo fintamente saccente, facendo alzare gli occhi al cielo all'altro.
-Come ti pare-
-È di turno lunedì pomeriggio se vuoi conoscerla. Ti avviso però, è completamente pazza- disse Vivian ridacchiando, seguita da tutti gli altri.
-Tra l'altro- continuò pensierosa, -mi sa che avete la stessa età. È del tuo anno, ma forse è comunque più grande. Quand'è che li compi?-
-1 settembre- rispose Jungkook, interessato.
-Ma dai, quando parte l'hogwarts express!- esclamò Vivian, lasciando uscire il suo lato geek.
Ci fu un attimo di silenzio e poi Taehyung balzò in piedi all'improvviso, brandendo il cucchiaino e facendo quasi rischiare un infarto a Hoseok e Jin che gli stavano accanto.
-Expelliarmus!- gridò, sembrando serio.
-Protego!- ribatté Vivian senza pensarci, mettendo una mano davanti. Gli altri cercarono di non ridere a quella scena.
-Non vale! Non hai la bacchetta!- piagnucolò Taehyung, risedendosi e incrociando le braccia al petto.
-Magia senza bacchetta- rispose Vivian con aria fintamente altezzosa. A quel punto nessuno ce la fece più e scoppiarono tutti a ridere, con Hoseok che batteva le mani sul tavolo.
Quando si furono calmati fu Jimin a prendere parola.
-Che casa?-
-Mh, non saprei, credo di non avere mai fatto il test- rispose sorpresa la ragazza. Non avrebbe mai pensato che anche loro potessero essere fan di Harry Potter.
-Mai fatto Pottermore?- chiese Namjoon dall'altra parte del tavolo.
E conoscevano pure Pottermore!
-Volevo- rispose lei, alzando le spalle con una smorfia dispiaciuta, -ma quando mi sono decisa hanno chiuso il sito per mesi e poi mi è semplicemente passato di mente. E voi?-
-Non ci abbiamo mai pensato- le risposero Yoongi e Namjoon, quasi in contemporanea.
-Facciamolo!- esclamò all'improvviso Hoseok mettendosi ad armeggiare con il cellulare. Ci furono una serie di esclamazioni convinte e Jin alzò nuovamente i pugni per aria. Ognuno prese il proprio cellulare e fu così che diedero inizio alla cerimonia di smistamento.
Non erano passati neanche cinque minuti quando Taehyung si alzò in piedi, entusiasta.
-Lo sapevo!- esclamò. -Corvonero! Io ve l'ho sempre detto che sono un genio!-
-Per aver finito così presto devi aver risposto a caso- borbottò Namjoon, concentrato sul suo cellulare. Vivian ridacchiò, guardando di sottecchi Taehyung che fece una boccaccia non vista al più grande.
-Serpeverde- disse Yoongi soddisfatto.
-Eh, quello già lo sapevamo- rispose Jimin mentre anche lui terminava lo smistamento. -Grifondoro!-
-Anch'io! Wee! Forza grifondoro!- esclamò Hoseok esaltato battendo il cinque con Jimin.
-Serpeverde- Jungkook alzò le spalle alle facce allibite di tutti, tranne che di Yoongi e Vivian.
-Impossibile! Il nostro piccolo a serpeverde?- Hoseok sembrò a Vivian una madre tradita, mano sul cuore e sguardo scioccato.
-Il maknae dei Bts potrà pure essere grifondoro, ma Jungkook è chiaramente una serpe- li consolò Vivian, battendo una mano consolatoria sulla spalla di Jin che continuava a sbattere gli occhi, ancora troppo scioccato per parlare.
-Namjoon?- chiese Yoongi al più grande che stava giusto appoggiando in quel momento il cellulare sul tavolo, con aria soddisfatta.
-uh? ...grifondoro- rispose, alzando le spalle.
-Sicuro non tassorosso?- fece malizioso Jimin prendendosi in risposta una pacca dal diretto interessato e causando le risate del gruppo.
-A me è uscito tassorosso- fece Jin di punto in bianco, bevendo un sorso del suo tè ormai freddo.
-Proprio una scoperta- rispose sarcastico Yoongi, pur sorridendogli.
A quel punto tutti si girarono verso la ragazza. -Vivian hai finito?-
-Eh, ero troppo impegnata a sentire voi- sorrise lei, armeggiando velocemente con il suo cellulare. Cercò di finire velocemente, curiosa quanto loro di sapere dove sarebbe stata smistata.
-aspettate, ci sono...tassorosso pure io!- rispose sorpresa, scambiando un'occhiata con Jin, che le sorrise, annuendo soddisfatto.
-Ma perchè sono l'unico corvonero?!- esclamò all'improvviso Taehyung, sentendosi tradito.

 

 


Quella sera lasciò il compito di chiudere il bar a Shin, mentre lei entrava nel negozio di fiori della Signora Kim. Ripensò con un sorriso divertito al pomeriggio che aveva passato insieme ai ragazzi. Dopo che avevano fatto lo smistamento su Pottermore erano rimasti solo un'altra ventina di minuti, giusto il tempo di scatenare un'altra terza guerra mondiale, con relativo esaurimento di Namjoon, che cercava in tutti i modi di fargli abbassare la voce. Fiato sprecato, dato che non era stato minimamente calcolato se non da Jungkook e Yoongi.
-Sembri avere un'aria soddisfatta- esordì la signora Kim quando la vide, causandole un'inspiegabile rossore alle guance.
Si ricordò del sorriso che le aveva rivolto Taehyung quando si erano salutati e del suo ammutolimento seguente. Aveva sopportato con stoicità le occhiate sapute che le aveva lanciato Shin, e si era vendicata lasciando a lui il compito di riordinare il tavolo dei Bts.
-È stata una bella giornata- rispose Vivian con un sorriso, causando un'improvvisa curiosità nella donna.
-Allora, è una visita di cortesia o sei venuta a prendere dei fiori?- le chiese cambiando discorso. La signora Kim non era una persona impicciona, al contrario del marito, che era il pettegolo della coppia.
Vivian ridacchiò, prendendo dalla tracolla un piccolo pacchettino.
-È avanzata della torta al cioccolato e ho pensato di portartela-
-Avanzata?- La donna sembrò oltraggiata. -Come può avanzare della torta al cioccolato? Aish, questi giovani d'oggi non capiscono niente-
La signora Kim poteva non essere la pettegola della coppia, ma era di sicuro quella golosa. Prese il pacchettino annusandone soddisfatta il contenuto, mentre Vivian dava un'occhiata ai fiori.
Fu così che vide una splendida pianta di Glossinia, dai petali che sfumavano da un viola scuro a un tenue lilla. Se ne innamorò all'istante, come ne suggeriva il significato.
-Prendo questa- decise, prendendo in mano il vaso. Non vedeva l'ora di piantarla e metterla sul balcone.
-Tesoro, quella pianta...-
-Sì zia- mormorò la ragazza, guardando tutto tranne che la donna, il cui sguardo si illuminò di comprensione.
Ci fu un attimo di silenzio, poi la signora Kim sospirò.
-Almeno questo giovanotto è coreano?- non poté impedirsi di chiedere, causando una mezza risata imbarazzata da parte di Vivian.
-No zia. È un alieno- si ritrovò a rispondere lei, mentre usciva velocemente dal negozio, lasciando la donna ancora più confusa.

 

 

 





- Spazio Autrice -
...ditemi che non ve lo aspettavate e mi sentirò soddisfatta di me stessa XD
Ammettetelo, quanti di voi pensavano che il Lui protagonista sarebbe stato Jungkook?
Per quanto riguarda le case di Hogwarts: io sono essenzialmente una geek, il che vuol dire che la mia mente non concepisce il fatto di non fare riferimenti ad altri libri/film/telefilm. E sono cresciuta con Harry Potter, quindi capitemi v.v
Al prossimo capitolo ^^




 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Lisianthus ***





Sono riuscita ad aggiornare con un giorno in anticipo! Felice di augurarvi un buon weekend con questo capitolo.
Ringrazio come sempre chi ha commentato e vorrei aggiungere un GRAZIE grande quanto la Cina (perché la Corea è piccolina), alla mia parabatai <3 che è anche la mia beta e che sopporta tutti i miei scleri sul kpop. Da non fan la sto pian piano portando al lato oscuro, un'altra anima si aggiunge ai nostri ranghi v.v

 







- Lisianthus -






-Ma perché sono uscita...- borbottò Vivian schivando un paio di passanti.
Quella mattina si era ritrovata nella prima biblioteca universitaria disponibile, alla disperata ricerca di un libro che le serviva assolutamente per un esame. Solo per sentirsi dire che no, dato che non era iscritta a nessuna università coreana, non poteva prendere in prestito alcun libro.
Però se voleva poteva fare delle fotocopie.
Premettendo che lei odiava quegli aggeggi infernali (e l'odio era ricambiato, ne era certa), le ci erano volute quasi due ore per scansionare e fotocopiare tutte le quattrocentoventitré pagine di quel dannato mattone.
Poi, perché la fortuna era cieca ma la sfiga ci vedeva benissimo, le poste avevano perso il pacco contenente gli altri due libri di importanza vitale per quel maledetto esame e lei si era così dovuta fermare nella prima libreria disponibile alla ricerca di quei dannati libri.
Perciò attualmente si ritrovava sulla via di casa cercando di non far cadere fotocopie e mattoni di carta.
Con cinque gradi sotto zero.
E lei soffriva il freddo tanto quanto al momento stava odiando quella giornata.
Ferma a un incrocio, aspettando che il semaforo le desse il via, si strinse nelle spalle, sfregando il volto nella sciarpa.
Sapeva che ad un occhio esterno poteva sembrare esagerata. Cappotto beige, capelli legati in una corta treccia alla francese, nascosti però dall'enorme sciarpa bianco panna che la copriva fino al naso, facendo vedere solo gli occhiali che si appannavano un respiro sì e uno no.
Al momento però non le fregava niente di risultare ridicola, voleva solo arrivare a casa, appoggiare delicatamente i libri sul tavolo (riappropriandosi così della circolazione nelle braccia) e farsi una bella cioccolata calda. Stop.
Attraversò la strada e si ritrovò immersa in una folla di persone che bloccava l'intero marciapiede. Vivian fissò stranita quell'orda, composta quasi esclusivamente da ragazze, beccandosi qualche spintone che la fece traballare.
Avere le mani occupate e doversi fare largo nella folla non erano due cose che andavano d'accordo.
L'improvviso incremento di urla le fece voltare la testa nel momento sbagliato. Non vide arrivare lo spintone e finì dritta nella folla, e poi ancora più avanti, finché non venne fermata da una transenna in pieno stomaco.
Soppresse un'imprecazione in francese. Lei non imprecava mai ad alta voce, ma quella volta davvero...
-Vivian?- si sentì chiamare.
Alzando lo sguardo si ritrovò a fissare un Hoseok sorpreso, dall'altra parte delle transenne.
Sgranò gli occhi, cominciando a capire il perché di tutta quella gente. Pardon, ragazze.
-Hobi?- rispose lei meravigliata, ricordandosi di come il ragazzo le avesse tassativamente ordinato di usare un soprannome.
Le ragazze attorno a lei cominciarono a bisbigliare quando Hoseok le si avvicinò.
-Cosa ci fai qui?- domandò sorridente, del tutto a suo agio. Un pò meno lo era Vivian, che si sentiva squadrata dalla testa ai piedi da quelle ragazze. Non che ci fosse molto da squadrare, coperta com'era.
-Libri- pigolò lei, il peso ormai insopportabile.
Hoseok, vedendola in difficoltà, si avvicinò ulteriormente, prendendole poi i libri di mano.
-Passa di qua- le disse facendole un segno.
Vivian poté sentire l'esatto momento in cui i bisbigli divennero esclamazioni sorprese. Mentre chiudeva per un istante gli occhi, si chiese cosa stessero esattamente pensando.
-Hobi- scandì il suo nome, cercando di fargli capire la situazione in cui la stava cacciando.
-Cosa?- domandò lui, sorridendo furbo. -Se gli altri vengono a sapere che ti ho vista e ti ho lasciato andare, mi scannano-
Poi si avvicinò, bisbigliando -E Yoongi arrabbiato fa davvero paura-
Non avendo altra scelta, un pò perché Hoseok teneva in ostaggio i suoi libri e un pò perché altrimenti sarebbe dovuta passare tra quelle ragazze, scavalcò la transenna. Cosa non affatto facile se si raggiunge a stento il metro e sessanta.
-È solo un'amica. Vi amo tutte!-
Il ragazzo salutò così le fan, girandosi e, sempre tenendo i libri di Vivian in mano, si avviò velocemente dalla parte opposta.
-Puoi darmeli ora- disse la ragazza, indicandoli con un cenno.
Hoseok negò deciso, sorridendole. -Sono pesanti. Non ti preoccupare-
A quel punto Vivian rinunciò, ringraziandolo.
Superarono quelli che dovevano essere dei tecnici delle luci e una piccola troupe, per poi svoltare a destra dove, su un muretto, se ne stavano appollaiati i Bts.
-Guardate chi ho trovato?!- esclamò Hoseok con voce squillante. Vivian sospettava che se avesse potuto agitare le braccia lo avrebbe fatto.
-Vivian!-
La reazione calorosa dei ragazzi la sorprese. Non si aspettava realmente che i ragazzi fossero così felici di vederla. Sorrise dolcemente, improvvisamente contenta che Hoseok le avesse fatto scavalcare quella transenna.
L'abbraccio di Jimin la colse impreparata. Rise quando vide Jungkook spostarlo quasi di peso e circondarle le spalle con un braccio.
-Vivì! Che ci fai qua?-
-Come mi hai chiamato?- Sbatté divertita la ragazza, guardandolo dal basso. A risponderle fu Jimin, che le sorrideva furbo.
-É un diminutivo! Ti piace?-
Vivian non poteva dire di aver mai avuto un diminutivo. Un sacco di soprannomi e nomignoli, soprattutto in francese, ma da che aveva memoria nessuno aveva mai "storpiato" il suo nome. Tranne che per l'accento ovviamente.
-È perfetto, grazie- rispose, grattandosi una guancia imbarazzata. Salutò anche gli altri, notando come fossero vestiti molto diversi dal solito. Era ormai quasi abituata a vederli in jeans o in tuta, invece quel giorno sembravano usciti da una rivista di moda. Namjoon aveva un completo in stile gangster, simile a quello che indossava Hoseok. Jin era più classico, insieme a Jungkook. Jimin indossava camicia bianca e bretelle e Yoongi e Taehyung sembravano nati per portare la giacca di pelle.
Soprattutto Taehyung.
Ma quello poteva essere un giudizio soggettivo, dato che per Vivian andava bene qualsiasi cosa indossasse. Non le erano mai piaciuti i cattivi ragazzi, tutte le sue cotte erano state per classici ragazzi buoni, ma Taehyung aveva qualcosa che la attraeva inspiegabilmente. Forse era perché era un finto cattivo, bastava guardarlo in faccia per capire che era tutta una facciata.
Poi guardò Jimin e rabbrividì.
-Ma non hai freddo?- domandò fissandolo scandalizzata, mentre sprofondava ancor di più nella sciarpa. Le faceva venire i brividi solo a guardarlo.
Jimin rise, tornando a sedersi sul muretto.
-Ci siamo abituati- rispose alzando le spalle con nonchalance.
-Pazzi- soffiò fuori Vivian, facendo appannare gli occhiali e causando una risata generale.
-Che ci fai da queste parti?- le chiese Namjoon. Nello stesso momento, Hoseok appoggiò con un tonfo secco i libri sul muretto, azione che provocò un mugugno indistinto nella ragazza, che si precipitò per controllarne lo stato.
Era già in partenza una persona attenta allo stato dei libri, ma quelli non erano semplici libri, erano d'arte e questo li rendeva nettamente più preziosi ai suoi occhi. Non solo dal punto di vista economico.
Sospirò sollevata, accarezzando piano la copertina di un libro. Si girò verso i ragazzi, scoprendo che la stavano più o meno tutti fissando divertiti da quella scena. Arrossì, ringraziando mentalmente la sciarpa che la copriva.
-Scusate, è che...sono i libri che mi salveranno dalla depressione. O la causeranno, dipende dai punti di vista- spiegò, facendoli ridere.
-Ti servono per gli esami?- le chiese Jin, avvicinandosi e buttando un occhio alle copertine.
Vivian annuì, concentrandosi su di lui. Solo in quel momento si era accorta che avvicinandosi ai libri, aveva fatto sì che capitasse di fianco a Taehyung. In quei giorni aveva preso la piena consapevolezza che si era presa davvero una bella cotta, ma non aveva tutt'ora idea di come comportarsi. Ovviamente, cercare di fare in modo di sembrare una persona normale poteva essere un buon modo per cominciare. Non aveva intenzione di far capire a nessuno di loro quanto gli piacesse Taehyung. Per quanto stesse diventando loro amica, soprattutto con Jungkook e Jimin, erano pur sempre un gruppo. E poi diciamocelo, quante speranze poteva avere lei, quando Taehyung era circondato da ragazze nettamente più belle di lei? Lei era carina, sì, ma era consapevole anche di avere un mucchio di difetti.
-Voi che fate invece? State girando un altro video?-
-Più o meno- rispose Namjoon. -È per una pubblicità-
La ragazza si appoggiò al muretto, inclinando il viso, interessata.
-Non pensavo faceste anche delle pubblicità-
-Non ne abbiamo fatte molte- disse Jimin, avvicinandosi con uno dei suoi soliti sorrisi. -Ed è la prima per un profumo-
-Un profumo?- Vivian sgranò gli occhi. -Vestiti così? Sembra lo stesso stile del video di "War of Hormone"-
-Infatti- spiegò Yoongi annuendo. -Il concept è simile, solo che ognuno di noi ha in mano un fiore. Qualcosa tipo che dobbiamo offrirlo alla ragazza- Scrollò le spalle, come se la cosa non fosse ben chiara nemmeno a lui.
-Tra un pò riprendiamo- Jungkook la affiancò, sedendosi con un balzo sul muretto. -Però siamo divisi in gruppi-
-In base allo stile?- chiese Vivian sorridendo, indicandogli i vestiti.
-No, prima gli hyung e poi la Maknae line- Jimin le fece il segno della vittoria, per poi sghignazzare divertito. La ragazza li fissò scettica, non capendo appieno. Probabilmente era qualcosa riferito al gruppo, solo che lei non li conosceva abbastanza in veste di idol per capire di cosa stessero parlando. Dei loro video aveva visto principalmente quelli musicali e le dance practice, niente interviste o roba simile. I ragazzi dovettero captare la sua perplessità.
-Non hai idea di cosa stiamo parlando, vero?- Jungkook le diede un colpetto con il gomito a cui lei rispose con una pacca leggera sulla spalla.
-C'è la parola maknae, quindi di sicuro centri tu- rispose tirando su con il naso, dandosi una certa aria. Gli altri risero, ma Vivian percepì solo la risata di Taehyung al suo fianco. Nella sua testa c'erano talmente tanti pensieri contrastanti che avrebbero potuto girarci "Inside out 2". I due che spiccavano di più erano sicuramente "parlami, parlami, parlami" e "non parlarmi, non guardarmi e soprattutto non ridere".
-Sono i tre più piccoli del gruppo- spiegò Hoseok portandosi in mezzo a Jimin e Taehyung e battendogli un colpo sulla schiena. -Cioè questi due e quella serpe che ti sta a fianco-
-Uh, qualcuno non si è ancora ripreso dallo smistamento- sogghignò Yoongi divertito, causando un'esclamazione sdegnata dal primo.
-Tu! Sei tu lo hyung serpeverde che l'ha plagiato!- gridò poi, puntandogli drammaticamente il dito contro.
-Kookie non lo plagia nessuno, lo sappiamo tutti che dentro è un Evil maknae- borbottò Jimin alzando gli occhi al cielo.
-E comunque sono anche un tuo hyung- ribatté superiore Yoongi.
-Sì, ma non ci crede nessuno!- sghignazzò Hoseok, scansandosi per non ricevere uno scappellotto da Yoongi, che lo fissava con sufficienza.
-Vero Vivì?- continuò, evidentemente inconsapevole della morte dolorosa che l'attendeva.
Improvvisamente tutta l'attenzione fu nuovamente sulla ragazza, che per tutto il tempo non aveva fatto altro che sghignazzare con Jungkook.
-Ehm...- mormorò, indecisa se rispondere sinceramente o mentire per salvaguardare la dignità di Yoongi.
-Non rispondere- le suggerì Namjoon, facendole l'occhiolino. Poi, voltandosi verso i due che stavano ancora battibeccando, berciò -Voi due! Muovetevi che tocca a noi!- E se li trascinò via, mentre Yoongi cercava di tirare un calcio a Hoseok che lo prendeva in giro per la sua altezza.
-Vado anch'io- sospirò Jin, cercando di sembrare quello maturo. Anche se ormai Vivian sapeva che era tutta una facciata e si stava divertendo quanto gli altri.
-Perché non ti siedi?- le chiese Jimin dopo un pò, balzando anche lui sul muretto, di fianco a Jungkook.
Vivian sospirò sconsolata. -Hai presente quanto sono alta, no? È la stessa cosa quando vado in piscina e devo usare la scaletta-
Prima era riuscita a scavalcare la transenna solo perché c'erano degli appigli, ma quel muretto le arrivava al petto. Si conosceva abbastanza bene da sapere che se ci avesse provato si sarebbe sfracellata al suolo. Ridacchiò divertita con Jimin e Jungkook, non facendo minimamente caso al silenzio dietro di lei.
Almeno finché non sentì qualcuno prenderla per i fianchi.
Vivian non ebbe il tempo neanche di capire cosa fosse successo. Un attimo prima era in piedi, voltata verso Jimin e Jungkook e quello dopo si ritrovava sul muretto a fissare un sorridente Taehyung di fronte a lei.
Sarebbe stato un problema se avesse smesso di respirare, giusto?
-...grazie- riuscì a borbottare fissandogli un punto imprecisato del mento. Troppo vicino alle labbra che si aprirono in uno di quei suoi sorrisi quadrati. Maledizione.
-Tu non ti siedi?- chiese poco dopo, notando come non si fosse spostato di un centimetro. Il che la rendeva piuttosto nervosa dato che le sue ginocchia quasi sfioravano le sue gambe.
Taehyung fece spallucce, strizzando gli occhi.
-Poi è difficile chiacchierare-
-Già- intervenne Jimin allungandosi in avanti. -E V non sa stare fermo più di due minuti-
-Sta fermo solo quando dorme- annuì in accordo Jungkook, unendosi alla presa in giro.
-Ya! Hobi aveva ragione, sei proprio una piccola serpe- gli rispose Taehyung, scompigliandoli i capelli e causando un borbottio indistinto nel maknae che cercò di allontanarlo sventolando le mani.
-Vivì, mercoledì prossimo lavori?- chiese Jimin alla ragazza, interrompendo istantaneamente il nascente battibecco.
-Uh? No, è il giorno di chiusura del bar. Perché?-
-Ah!- esclamò all'improvviso Jungkook, come se si fosse ricordato qualcosa. -È il compleanno di Yoongi!-
-Esatto. Possiamo fargli una sorpresa e invitare anche te- continuò il più grande.
-Ma dove? Non siete impegnati?- chiese confusa Vivian, alternando lo sguardo sui due. A risponderle fu però Taehyung, che tirava dei colpetti leggeri con il piede al muretto. Sembrava che Jimin avesse avuto ragione sul fatto di non riuscire a stare fermo.
-Alla Big Hit. Siamo liberi nel tardo pomeriggio e pensavamo di fare una cosa tra di noi-
-E che centro io?- se ne uscì la ragazza ad occhi sgranati.
-Perché sei nostra amica- rispose con fare ovvio Jungkook.
Jimin si sporse verso di lei, stirando le labbra in un sorriso e allargando gli occhi. -Dai, non vuoi venire?- chiese con una vocetta talmente stridula che Vivian non riuscì nemmeno a ridere da quanto era perplessa.
-Stai cercando di convincermi con l'aegyo? No aspetta, riformulo. Stai cercando di fare l'aegyo?- Non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito quando Jimin le rispose con un versetto, sbattendo le palpebre. Lo fissò scioccata quando prese a braccetto Jungkook, incitandolo a fare lo stesso e questo gli diede ascolto, mettendo su un broncio e fissandola dal basso verso l'alto. Lo shock massimo fu raggiunto quando anche Taehyun si unì al semi abbraccio di Jimin, fissandola con il suo broncio ad arco perfetto.
-Ragazzi...- cominciò Vivian scuotendo la testa, -Fate schifo a fare l'aegyo- E si piegò in due dalle risate, lasciandoli gelati. Rise ancora più forte quando vide Jungkook fissare malissimo Jimin, scostandogli seccamente il braccio. Taehyung era ancora fermo sul posto, bocca aperta e sguardo stranito.
-Non credo siate un gruppo da aegyo- riuscì a dire Vivian dopo un pò. -Cioé, voi in partenza siete carini e coccolosi-
-Che?- esclamò Jimin. -Noi siamo sexy!- E con un balzo fu in piedi, ammiccando nella loro direzione e muovendosi sensualmente.
-Yee! Sexy Jimin- gli diede corda Taehyung, seguendo poi l'esempio del più grande.
La ragazza per poco non rischiò l'infarto. Un conto era guardare un video, un altro era ritrovarsi a un metro di distanza da Taehyung che si muoveva in quel modo. Non che Jimin fosse da meno.
-Tu sta fermo, ok?- mormorò a Jungkook al suo fianco, che si limitò a sghignazzare.
-Ok, va bene, ho capito. Vengo!- esclamò Vivian dopo un pò, quando capì che i due ragazzi non avevano intenzione di fermarsi. Si guardò intorno, notando come nessuno stesse facendo troppo caso a loro. Probabilmente erano abituati a episodi di questo genere, si disse mentre scuoteva divertita la testa. Jimin la travolse in un abbraccio, rischiando di farla cadere all'indietro, causando le proteste di Jungkook che lo spintonò di nuovo e le urla concitate di Taehyung, che agitò le braccia per aria.
-Voi mi farete morire- borbottò Vivian, causando una risata generale.
-Non ti da fastidio quella sciarpa?- domandò a un certo punto Jungkook.
-Insomma,- cercò di spiegarsi -se la tieni così alta ti si appannano gli occhiali, no?-
La ragazza annuì sconsolata. -Lo so, lo so. É che soffro tantissimo il freddo e mi si ghiaccia la punta del naso-
-Sembra rovinata- le disse Jimin, indicandole uno dei lembi che pendeva.
In effetti quella sciarpa ne aveva passate parecchie, erano anni ormai che la usava. La verità è che lei amava le sciarpe lunghe, adorava avvolgersi in esse e quella le era stata fatta su misura. Per lei una sciarpa doveva fare almeno tre giri e avere ancora le estremità penzolanti. Era più forte di lei.
-Lo è, ma a sua discolpa posso dire che la uso da almeno quattro anni-
-Che?!- esclamarono i ragazzi in coro, guardando la suddetta sciarpa con aria sorpresa.
-Così tanto? E perché non la cambi?- chiese Jimin, tastando la sciarpa come a cercare qualcosa che la rendesse così preziosa.
-Non ne trovo una abbastanza lunga- Vivian fece spallucce, perché quella era la verità. Era davvero l'unico motivo per cui non l'aveva mai cambiata.
-Beh, ma dove l'hai comprata?-
-Oh, è fatta a mano. Per questo è perfetta, mi hanno chiesto quanto la volevo lunga- spiegò lei con un sorriso. Quando maman l'aveva vista aveva scosso rassegnata la testa mentre suo padre aveva ridacchiato, avvolgendola poi come una mummia. Sorrise dolcemente nel ricordarlo. Era da qualche giorno che non li chiamava e le mancavano.
-Te la fatta tua nonna?-
-Mh?- Vivian tornò alla realtà. Taehyung la fissava serio, quasi timoroso di aver toccato un argomento delicato. Poteva sentire Jungkook teso accanto a sé e Jimin muoversi a disagio poco più in là. Mantenne il sorriso, quasi commossa dalla loro sensibilità.
-Scherzi, vero? Nonna con i ferri avrebbe al massimo accecato qualcuno- Decise di sdrammatizzare, perché non voleva pensassero che quell'argomento fosse un tabù. Ci mancavano solo altre persone che camminassero con i piedi di piombo accanto a lei.
Vide gli occhi di Taehyung brillare di divertimento mentre con un gesto secco si scostava la frangia. Lo vide aprire la bocca per dire qualcosa, quando la voce di Namjoon lo interruppe.
-Maknae line! Tocca a voi!-
I ragazzi le rivolsero un sorriso di scuse a cui lei rispose con un cenno della mano e si incamminarono velocemente verso la troupe.
-Hanno fatto molto casino?- le chiese Namjoon, avvicinandosi.
Vivian alzò le spalle. -Il solito- rispose scherzando, causando un'espressione sconsolata sul volto del ragazzo.
-Ti prego, non dire così. Il solito significa che subiremo una lavata di testa dai manager-
-Oh, allora non è andata così male- lo rassicurò lei, azzardando una pacca consolatoria sulla spalla. Non si poteva dire proprio a disagio, ma non aveva avuto molte conversazioni dirette con lui e non sapeva quanta confidenza poteva azzardare. A volte le mancava davvero l'Italia.
Namjoon però non sembrò per nulla turbato dal gesto.
-Speriamo bene- borbottò poco convinto, in direzione dei ragazzi.
-Gli altri dove sono?- domandò Vivian dopo qualche minuto di silenzio.
Namjoon sembrò risvegliarsi, girandosi verso di lei sorridente, le fossette in bella vista.
-Jin sta finendo gli ultimi scatti e gli altri due sono andati a prendere qualcosa di caldo- spiegò con la sua voce profonda.
-Scatti?- Vivian sbatté gli occhi perplessa. -Mi sembrava...non dovevate girare un video?-
Il ragazzo ridacchiò della sua confusione. -Sì, ma dobbiamo fare anche alcuni scatti promozionali-
Lei si sporse leggermente in avanti, interessata. Non aveva mai realmente pensato a quanto lavoro ci potesse essere dietro. Anche perché fino ad ora non aveva avuto un reale interesse.
-Quindi come funziona? Girate prima il video e poi fate gli scatti? Siete tutti assieme o separati?-
Namjoon sembrò colpito dall'interessamento, cominciando a gesticolare per spiegarsi.
-Prima che tu arrivassi abbiamo girato il video e fatto gli scatti tutti assieme. Poi ci siamo divisi in due gruppi per dei brevi video. Le foto le stiamo facendo separati, ecco perché Jin è ancora di là-
-Cavolo- commentò Vivian guardandolo impressionata. -Sembra una cosa lunghissima-
Il ragazzo annuì in accordo. -Tra quello e tutta la preparazione iniziale possiamo metterci anche tutta la giornata. Pensa che i video musicali sono ancora più lunghi-
-Ah, sì!- esclamò lei ad occhi sgranati. -Ho visto un...making, si chiama così, giusto? Eravate tipo in un edificio abbandonato...-
-Danger!- le venne in aiuto lui, riconoscendo il video di cui parlava.
-Quello, giusto. Non ricordo chi l'ha detto, ma siete stati lì quasi fino alla mattina dopo-
Namjoon rise, scuotendo la testa. -Pensa che non ci avevano neanche avvertiti. Siamo arrivati e ci hanno detto "bene, giriamo qui". Ed era pieno di pozzanghere e fango. E c'era Jin che ha dovuto ripetere la scena dell'accendino tipo venti volte...-
-Ohi, perché si parla di me?-
L'apparizione improvvisa di Jin le fece prendere un infarto. Provò a guardarlo male, ma l'unico risultato che ottenne fu quello di farlo ridacchiare divertito.
-Le stavo raccontando di come abbiamo girato "Danger"- sghignazzò Namjoon in direzione dl più grande.
-Una tortura- confermò questo, portandosi una mano alla testa. -Giuro, quell'accendino poi continuava ad accendersi nel modo sbagliato!-
-Come fa ad accendersi in modo sbagliato un accendino? Sei tu che sei impedito!- Hoseok arrivò a passo veloce, battendo una pacca sulle spalle dei ragazzi e tirando scherzosamente giù la sciarpa a Vivian, cosa che gli causò uno schiaffo sul braccio. Non che il gesto lo scalfì minimamente dato che le rise in faccia.
-Yoongi?- chiese Namjoon.
-Arriva- rispose l'ultimo arrivato. Poi sventolò sotto al naso dei ragazzi dei fiori. -Piuttosto, vi siete scordati questi-
-Non ci servono più, abbiamo finito, no?- gli rispose Jin, prendendo comunque il suo.
Vivian fissò affascinata i fiori. Erano di un rosa non troppo acceso e sembravano simili a delle rose. Era da tantissimo tempo che non li vedeva, perché la signora Kim aveva difficoltà a procurarseli.
-Lisianthus- mormorò, attirando l'attenzione dei ragazzi.
-Come?- chiese Hoseok, avvicinandosi.
-È il nome del fiore- spiegò la ragazza scrollando le spalle.
-Come fai a saperlo?- continuò il ragazzo, sembrando impressionato dalla sua conoscenza. Vivian non poté fare a meno di arrossire, ma fu salvata dal rispondere da Namjoon, che gli sbatté il fiore sulla fronte.
-Ma hai visto il suo bar? È pieno di fiori!- esclamò come se quello mettesse fine alla questione.
-E che c'entra?- ribatté Hoseok. -Casa nostra è piena di scarpe, ma noi mica siamo degli esperti-
La faccia di Namjoon fu impagabile.
Ci fu un silenzio attonito finché Vivian non scoppiò a ridere, seguita da Jin.
-Hobi, hai vinto- concluse la ragazza tra una risata e l'altra.
-Che si ride qua?!- esclamò Jimin, correndo verso di loro, seguito con più calma da tutti gli altri, compreso Yoongi.
-Al solito- spiegò il leader.
-Hobi ha detto qualcosa di scioccante?- rise Jimin, scuotendo il fiore che aveva in mano. Nessuno fece caso alla risposta sdegnata di Hoseok mentre si risiedevano sul muretto.
-Vivian ha riconosciuto il fiore- si decise poi a spiegare Jin.
-Oh, e cosa significa?- domandò Jungkook, aspettandosi che conoscesse la risposta. Cosa che in effetti sapeva, ma davvero, Jungkook doveva smetterla di attirare inconsciamente l'attenzione su di lei. Ora si ritrovava sette paia d'occhi in attesa di spiegazioni, tra cui quelli di Taehyung, che si era infilato il fiore mei capelli.
-Beh,- cominciò lei, mordendosi pensosamente un labbro. -Di solito significa eleganza e grazia, ma può voler dire anche qualcosa come "vola via con me"-
Non appena finì di spiegare vide Jimin avvicinarsi, farle una parodia di inchino e, sorridendo furbo, offrirle il fiore.
-Che fai, prendi in giro?- rispose Vivian ridendo, tirandogli una pacca leggera sulla testa. Ci fu una risata generale, finché Hoseok non seguì l'esempio di Jimin, scostando quest'ultimo.
-Vola via con me, Vivì!- esclamò con fare teatrale.
-Ragazzi, non credo possiate dare via i fiori- cercò di farli ragionare Vivian, trattenendosi dallo scoppiare nuovamente a ridere. Con tutte quelle risate avrebbe forse avuto degli addominali per la prima volta in vita sua, pensò mentre si allentava la sciarpa.
-Nah, abbiamo finito. E poi ne hanno un cesto pieno- a risponderle fu Yoongi, che le porse anche lui il fiore, evitando però l'imbarazzante teatrino che avevano fatto gli altri due.
Vivian accarezzò i petali del fiore, notando come fossero morbidi come quelli delle rose. La differenza è che erano più tondeggianti e le ricordavano delle caramelle gommose. Il pensiero la fece sbuffare divertita.
-Grazie, ma con i libri non saprei dove metterlo- si ritrovò a rispondere con una smorfia. Solo in quel momento le venne in mente che non aveva la più pallida idea di che ore fossero. E lei quel giorno aveva il turno pomeridiano!
-Oddio- borbottò, incurante degli sguardi preoccupati dei ragazzi, mentre tirava fuori dalla tasca del cappotto il cellulare.
-Ragazzi, devo proprio andare-
-Di già?- chiese Jungkook dispiaciuto. Vivian rispose con una smorfia, scendendo con un balzo dal muretto. Almeno scendere era facile.
-Sono a piedi e con tutti quei libri...-
Ci fu un improvviso scambio di sguardi tra i ragazzi che Vivian non capì affatto. Stava giusto per salutare tutti quando alla fine Namjoon sbottò.
-Va bene, va bene. Basta che non vi perdiate che più tardi abbiamo le prove. Aish!- e alzò gli occhi al cielo.
-Ok, che succede?- domandò stranita Vivian.
-Ti accompagniamo!- batté le mani entusiasta Hoseok, affermazione che gli guadagnò un'occhiata contrariata da parte del leader.
-Aspetta- lo interruppe infatti questo. -Non potete andare tutti. Sai che casino se vi riconoscono?-
Ci fu un mormorio indistinto mentre i ragazzi cominciavano a litigare su chi dovesse accompagnare Vivian.
-Ragazzi, non c'è problema, vado da sola- mormorò atterrita la ragazza ad occhi sgranati. Non fu minimamente calcolata se non da uno sguardo del leader che la incitò tacitamente a lasciar perdere.
-Va bene, si decide come al solito!- urlò a un certo punto Hoseok.
-Ok, se vinco io va la maknae line- propose Jimin. Taehyung si sporse in avanti, agitando le braccia.
-Fai andare Kookie, tu perdi sempre!-
Jimin sembrò per un attimo offeso, ma durò solo un istante, poi acconsentì a far giocare il maknae.
Alla fine, con enorme scorno di Vivian, il "solito modo" si rivelò essere una gara a sasso carta e forbici, dove vinse Jungkook, tra le urla esultanti di Jimin e Taehyung.
Vivian non fece neanche in tempo ad assimilare la cosa che si ritrovò a camminare per strada, con i ragazzi che le tenevano i libri e i fiori di lisianthus in mano. A nulla valsero le sue proteste sul poter portare i libri da sola.
-E poi i fiori dove li metti?- la rimbeccò Jimin, sorridendole furbo.
Così non le rimase che seguire i ragazzi che, vestiti in quel modo attiravano una grande attenzione (anche se Jimin alla fine una giacca se l'era infilata).
Ne approfittarono anche per programmare la sorpresa per il compleanno di Yoongi. Vivian decise che avrebbe portato qualcosa di dolce e a quel punto fioccarono le proposte. La ragazza però fu tassativa. Voleva cucinare qualcosa che sarebbe piaciuto a Yoongi, dato che il compleanno era il suo. Con uno sbuffo rassegnato però acconsentì a cucinare qualcosa anche per loro. Un giorno.
Erano ormai arrivati all'entrata del bar quando Vivian decise che erano stati anche troppo gentili.
-Potremmo entrare un attimo- propose speranzoso Jungkook, beccandosi un'occhiata scettica dalla ragazza.
-Per quanto vi offrirei volentieri qualcosa, avete le prove. E dovreste davvero andare-
-Ha ragione Kookie. Se entriamo poi finisce che arriviamo tardi- le diede ragione Jimin, sebbene non ne fosse felice nemmeno lui.
-Dai, ci vediamo tra qualche giorno- li rassicurò lei, appoggiando delicatamente i fiori sulla pila di libri, prendendoli poi tra le mani. Non se li ricordava così pesanti.
Jimin la abbracciò brevemente, impedito dai libri e Jungkook le tirò scherzosamente la sciarpa, che ormai era scesa a scoprirle il volto. Non che avesse più così tanto freddo, aveva riso talmente tanto che era pure accaldata.
Salutò Taehyung (che era rimasto stranamente zitto per la maggior parte del tempo) con un sorriso e stette ferma a guardarli finché non svoltarono l'angolo.
Solo a quel punto si concesse un sospiro tremante, pieno delle emozioni che non aveva potuto esternare. Emozioni che riguardavano per lo più una certa persona. Avrebbe dovuto chiedere consiglio a Hyerin. In un'altra situazione avrebbe chiesto a Shin, ma si trattava di questioni di cuore e in questo caso le serviva un parere femminile. Anche se forse era comunque meglio Shin di Hyerin. La ragazza tendeva ad essere leggermente troppo euforica ed esaltata.
Era ancora ferma davanti al bar quando sentì qualcuno avvicinarsi di corsa e chiamarla.
Totalmente impreparata, si ritrovò davanti Taehyung, che la guardava mordendosi indeciso un labbro.
-È...successo qualcosa?- riuscì a chiedere Vivian, di colpo preoccupata che potesse essere successo qualcosa agli altri due. Perché non era normale che Taehyung fosse tornato indietro da solo, no? Insomma, se dovevano dirle qualcosa Jungkook e Jimin sarebbero sicuramente venuti con lui e...
-Mi sono scordato questo-
E con un gesto veloce si tolse il lisianthus dai capelli, infilandolo nella treccia di Vivian. Deglutì, umettandosi le labbra e fece dietrofront, correndo via così come era arrivato.

 

 

 

 



- Spazio autrice –
So cosa vi aspettavate, o almeno, so cosa si aspettava la mia parabatai. v.v
Ma ragazzi, per il bacio qui è troppo presto. Tranquilli, non finirà come nei drama coreani che si baciano all’ultima puntata, ma dategli almeno il tempo di conoscersi un po’ XD
Vi avverto già da ora che il prossimo capitolo sarà tosto…per me ovviamente. Sono l’autrice e mi complico la vita. Ho chiaramente tendenze masochiste.
Cercherò di pubblicare come al solito il venerdì o il sabato, non vi preoccupate.
Un abbraccio ^^

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Camelia bianca ***









- Camelia -







Un fiore.
C'era un fiore legato alla grata del negozio, sulla porta.
Vivian lo fissò per qualche istante, stordita, per poi allungare lentamente una mano per prenderlo. Era una piccola camelia bianca, con uno stelo non troppo lungo di un bel verde pallido. La ragazza, ancora ferma sulla porta, si guardò intorno, nella speranza di capirci qualcosa.
Qualcuno le aveva lasciato una camelia bianca sulla porta del negozio.
Ok. Poteva essere uno scherzo. Shin non avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma Hyerin...no, lei era troppo irruenta per uno scherzo di quel tipo.
Va bene, semplicemente qualcuno le aveva voluto lasciare un fiore per chissà quale assurdo motivo. Un ammiratore segreto era qualcosa di davvero inconcepibile per Vivian. Queste cose in genere non accadevano nei film? Chi poteva mai essere? Forse un cliente. Di certo sapeva che abitava lì. E conosceva anche il giorno di chiusura del bar.
Sospirò, rigirandosi il fiore nella mano.
Avrebbe dovuto chiedere alla signora Kim. Era l'unica fioraia della zona e quasi certamente il fiore proveniva dal suo negozio. Fosse stato per lei si sarebbe precipitata nel negozio in quell'istante, però al momento aveva un paio di cose molto più urgenti.
Come decorare i cupcake per il compleanno di Yoongi.
O vestirsi, dato che era ancora in tuta.
Borbottò qualcosa in francese mentre tornava nell'appartamento ed entrava in camera. Appoggiò la camelia sulla cassettiera e, dopo un ultimo sguardo, si concentrò sull'armadio.
Non era il tipo di ragazza ossessionata dai vestiti, ma onestamente parlando, a chi non piaceva comprarsi qualcosa quando se ne aveva la possibilità? La verità è che avrebbe rivisto Taehyung dopo "Quello" e aveva in un certo senso ansia da prestazione. Non che avesse fatto chissà quali voli pindarici per quel suo gesto, però...
-Ugh- borbottò, mettendosi letteralmente le mani nei capelli. Non voleva vestirsi troppo bene per non dare chissà quale idea ai ragazzi (facciamo pure Taehyung), ma non voleva neppure vestirsi come al solito, perché dopotutto era il compleanno di Yoongi.
Anche se a dirla tutta i ragazzi avrebbero potuto avvisarla sui programmi, perché non aveva idea di cosa avrebbero fatto.
Rovistò nell'armadio, accorgendosi con la coda nell'occhio dell'entrata di Vanille, che si sistemò comodamente sul letto, osservandola. Dopo qualche altro minuto condito da borbottii indistinti, si infilò sconsolata un paio di skinny jeans, afferrando poi un maglioncino con un largo scollo a barca, blu e bianco. Non che fosse poi così diversa dal solito, ma almeno quel maglioncino era più femminile di quelli che indossava di solito.
-Cupcake!- esclamò all'improvviso, ricordandosi che ormai dovevano essersi già raffreddati abbastanza. E se voleva passare anche dalla signora Kim, doveva darsi una mossa.
In un gesto inconscio, oltre alla borsa afferrò anche la camelia, salutando Vanille con un grattino veloce.
Decorò i cupcake, abbastanza fiera del risultato. Era da un pò che non li faceva e sperava davvero che la combinazione potesse piacergli.
Dieci minuti più tardi stava entrando nel negozio di fiori, borsa a tracolla e mani occupate a tenere saldamente la scatola contenente i cupcake, la camelia appoggiata sopra.
Nel negozio, per una volta, era presente anche il signor Kim e la coppia era intenta in quella che aveva tutta l'aria di essere una pausa, a giudicare dalla teiera e le due tazze colme di liquido.
-Vivian!- esclamò la donna non appena la vide, alzandosi sorpresa. -Non ti aspettavamo. Non dovevi passare domani per i fiori?-
La ragazza poggiò piano la scatola sul piccolo tavolo, prendendo poi in mano la camelia.
-Sì, ecco ma...stamattina mi è arrivata questa-
-Ah, allora era proprio per te- esclamò il signor Kim prendendo un sorso di tè, che quasi sputò quando gli arrivò una gomitata dalla moglie.
-Ssh- fece questa, lanciandogli un'occhiata di avvertimento.
-Aspetta- interruppe Vivian quel siparietto. -Allora l'hanno davvero comprata qui-
-Ma certo che sì- rispose con fare ovvio la donna. -Siamo gli unici fiorai del quartiere-
-E sapete chi me l'ha mandata?-
I signori Kim si guardarono per un breve istante.
-Sì, ma non possiamo dirti nulla- rispose la donna, mentre il marito prendeva un altro sorso di tè.
-Come no? Perché? Lo conosco? Lo conoscete?- domandò a raffica la ragazza, guardando stranita la coppia. La situazione si stava facendo abbastanza ridicola.
-Noi non ne sappiamo niente- rispose la signora Kim, scuotendo la testa per dare enfasi alla sua affermazione.
-Però ci ha detto di non dire niente se fosse venuto qualcuno a chiedere del fiore, quindi deve sapere che ci conosciamo- le confidò il signor Kim facendole l'occhiolino.
-Tesoro!- esclamò la moglie lanciandogli un'occhiataccia.
-Va bene, ma dovete dirmi chi è. E se non fosse una brava persona?- cercò di convincerli a parlare la ragazza. Forse guardava troppi telefilm crime, ma se dal nulla cominciavano a spuntare regali tendeva più a preoccuparsi che a pensare al lato romantico della faccenda.
-Ma no, sono sicuro che sia un bravo ragazzo- cercò di rassicurarla l'uomo, sventolando una mano. -Certo, era un pò strano con quei...-
-Tesoro!- lo interruppe la moglie, le mani sui fianchi. Il marito sbatté innocentemente gli occhi, la faccia mezza nascosta dalla tazza.
-Senti, Vivian- cominciò la donna, rivolgendosi dolcemente alla ragazza. -Un ragazzo ti ha regalato un fiore. È una cosa carina, no? Prendila come viene e non farti troppi film mentali-
Vivian roteò gli occhi, imbarazzata. -Non mi faccio nessun film mentale io- protestò, beccandosi un'occhiata scettica dalla donna.
-Come no- le diede corda quest'ultima. -Ora, vieni un pò qui-
La ragazza le si avvicinò scettica, per poi finire seduta dove prima stava la donna. Neanche il tempo di controbattere e si ritrovò i capelli sciolti.
-Ehi!- esclamò, allungando le mani per rifarsi la coda. Mani che vennero schiaffeggiate da quelle della donna.
-Sta ferma un attimo- borbottò.
Vivian sospirò sconfitta, scambiando un'occhiata rassegnata con il signor Kim, che ridacchiava in un angolo.
-Ecco fatto- concluse compiaciuta la donna, dandole una pacca sulla spalla per farla alzare.
-Che hai combinato?- chiese la ragazza mentre tirava fuori dalla borsa uno specchietto. Al posto della coda alta che si era fatta velocemente a casa, ora aveva un bel chignon, la camelia intrecciata nell'elastico.
-Non posso girare così!- esclamò Vivian agitandosi.
-E perché no? L'altro giorno hai girato tutto il pomeriggio con quel fiore tra i capelli e quell'espressione beata!- rispose la signora Kim.
-Sì, beh, ma ero dentro al bar- cercò di trovare una scusa valida Vivian, arrossendo. Era vero, aveva passato il resto della giornata con il fiore che le aveva dato Taehyung tra i capelli, controllando sistematicamente che non cadesse e schivando le domande maliziose di Hyerin, di turno proprio quel pomeriggio. Aveva deciso di poi di far seccare i fiori ed erano attualmente appesi in cucina, vicino al balcone. Di certo però non voleva spiegare alla signora Kim perché quel giorno aveva quel fiore tra i capelli.
-E che significa?- controbatté la donna. -Da piccola giravi pure con le coroncine di fiori che ti facevo!-
-Avevo nove anni!- si lamentò la ragazza.
-Sciocchezze! Quel fiore ti sta benissimo e sicuramente c'é gente più strana in giro- concluse la donna, mettendole in mano la scatola con i cupcake e spingendola verso la porta.
-Ora vai a quel compleanno e non osare toglierti quel fiore- intimò infine, chiudendole praticamente la porta in faccia.

 








Ancora un pò e si sarebbe addormentato. L'unica cosa che lo teneva in piedi probabilmente era l'adrenalina. Quella e i due caffè che si era bevuto fino a quel momento. E lui non era affatto tipo da caffè, preferiva roba più dolce.
La giornata tutto sommato non sarebbe dovuta essere poi così stancante. Era il compleanno di Yoongi e quindi in mattinata avevano fatto un fansign in suo onore (come facevano per il compleanno di ogni membro) poi, non si sa per quale grazia divina, i manager avevano concesso loro il resto della giornata libera. Un miracolo in pratica.
E lui ovviamente si era dovuto complicare la vita.
Si era svegliato circa due ore prima degli altri, giusto per essere sicuro di non essere beccato, ed era uscito di straforo dal dormitorio.
Direzione: la fioraia vicino al bar di Vivian.
Era da quando le aveva lasciato il fiore che ci ripensava. In tutta sincerità, in quel momento era tornato indietro per dirle qualcosa, che cosa però non lo sapeva nemmeno lui. Le era arrivato di fronte e niente, si era bloccato, all'improvviso troppo timido e insicuro. Cosa che lui in realtà non era affatto. Lui era il tipo che si lanciava nelle cose, il più delle volte senza pensare. Quindi, il gesto di infilarle il fiore nei capelli era stato istintivo.
Il giorno seguente aveva deciso che avrebbe fatto qualcosa, anche se non aveva ancora deciso cosa. Era da parecchio che non si prendeva una cotta. Se non si contava il suo primo amore, si poteva dire che era la prima volta che gli piacesse davvero qualcuno. Soprattutto se non era una sua fan.
Ecco, era questo il problema. Non sapeva esattamente come muoversi. Brutto da dire, ma se fosse stata una fan sarebbe stato molto più semplice avvicinarsi. Invece Vivian era un enigma.
Ovviamente c'era anche il piccolo problema che Jungkook e Jimin l'adoravano. Non che gli altri fossero da meno.
Perciò non aveva detto niente a nessuno, voleva prima capire cosa provasse realmente per Vivian prima di annunciarlo ai suoi fratelli. Questa era la versione ufficiale.
Quella ufficiosa è che voleva evitare di far scoppiare la terza guerra mondiale.
L'idea di svegliarsi praticamente all'alba non era però stata delle migliori. Aveva rischiato seriamente di addormentarsi durante il fansign, ricevendo occhiate perplesse un pò da tutti. Dopotutto era risaputo che era uno dei più attivi  durante questi incontri.
A sua discolpa poteva dire che ci aveva messo giorni per decidere l'approccio migliore. E un'intera nottata su internet per decidere quale fiore fosse meglio lasciarle. La camelia bianca gli era sembrata la scelta più innocua.
Si era quasi sentito uno stalker ad avvicinarsi come un ladro alla grata del bar. Ora credeva di capire un pò di più le sue fan. Massimo rispetto.
-TaeTae, si può sapere che hai oggi?- la voce di Hobi lo riportò alla realtà.
-Eh?- si voltò verso di lui, bocca aperta e occhi stralunati. Hobi fece un verso strano, avvicinandosi e prendendolo per le spalle.
-Ya! È tutto il giorno che sembri un morto vivente! Starai mica male?-
Taehyung si leccò nervosamente le labbra, cercando una scusa plausibile. Mica poteva dire che era in ansia perché da un momento all'altro sarebbe arrivata Vivian per fare una sorpresa. Gli sguardi che gli lanciarono Jimin e Kookie gli assicurarono che se si fosse lasciato sfuggire qualcosa non sarebbe arrivato a fine giornata.
-Non puoi stare male, non oggi- si lamentò Yoongi, la corona di cartone ben salda sulla testa.
-Ho solo dormito male- si giustificò, agitando una mano con aria indifferente. -Siamo andati a letto tardissimo per finire i regali per le fan-
-Già, per fortuna abbiamo il pomeriggio libero- lo aiutò inconsapevolmente Jin, che si guadagnò una abbraccio da Taehyung.
-Menomale, è tornato normale- sentì dire Hobi
-Sempre che con Tae si possa parlare di normalità- ribatté Namjoon ghignando.
-Dobbiamo fare qualcosa, è il mio compleanno!- esclamò Yoongi, attirando l'attenzione di tutti. Taehyung vide Kookie e Jimin scambiarsi un'altra occhiata e li fissò sospettoso. Avevano chiaramente in mente qualcosa. E non gli avevano detto niente!
-Hyung, ma se sei il primo a poltrire- rispose Jimin con uno dei suoi soliti sorrisi.
-Adesso mi chiami hyung?- domandò Yoongi, scrutandolo sospettoso. Cosa che fecero un pò tutti dato che a telecamere spente lasciavano perdere gli onorifici.
Jimin si assicurò di avere tutta l'attenzione prima di sospirare con fare saputo.
-Eh, sei più vecchio adesso- rispose, dando così il via al gioco "catturiamo Jimin e facciamogli male". Non che Yoongi gli avrebbe fatto veramente male, giusto un colpo o due.
Oddio, questa frase suonava male persino nella sua testa, pensò Taehyung, prendendosela tra le mani e soffocando un verso. Cosa che gli causò altre occhiate perplesse.
-Seriamente, ma cos'ha oggi?- borbottò Jin verso il leader, che per tutta risposta fece spallucce, stralunato quanto lui.
Passarono altri cinque minuti di relativa tranquillità (sempre che di tranquillità si potesse parlare con loro), quando Jin cominciò a girare con fare apprensivo per la saletta.
-Avete visto Kookie?-
Taehyung cercò immediatamente il maknae con lo sguardo, non trovandolo da nessuna parte. Si voltò allora verso Jimin, intento a fissare con nonchalance il cellulare. Gli si avvicinò cauto, cercando di non dare nell'occhio, mentre gli altri membri cominciavano a discutere tra loro.
-Ya, perché non mi dite mai niente?- chiese imbronciato, spintonandolo piano a una spalla.
-Perché si capisce subito che nascondi qualcosa- rispose con fare ovvio Jimin. Poi, senza dargli il tempo di ribattere, lo afferrò per un braccio.
-Stanno arrivando, tieniti pronto-  Taehyung si chiese per cosa dovesse essere pronto. Infondo doveva solo controllare la sua mimica facciale e evitare di fissare troppo stranamente Vivian. Che non vedeva da "Quel" giorno.
Ugh, solo in quel momento si chiese cosa ne pensasse lei di tutta quella faccenda.
-Yoongi hyung!- cantilenò in quel momento Jimin, con una vocina che di solito era riservata ai momenti (pochi) di aegyo.
Yoongi si voltò subito verso di loro, diffidente. Namjoon addirittura si scostò dal festeggiato, come se fosse un appestato.
-Cos'hai combinato?- chiese Yoongi, stringendo gli occhi. -Anzi, cos'avete combinato. So che centra qualcosa anche Kookie-
Proprio in quel momento la porta della saletta si spalancò e Kookie fece il suo ritorno con Vivian, che teneva saldamente una scatola tra le mani.
-Sorpresaaaa!!- urlò Jimin, alzando le mani per aria agitandosi.
Vivian, ferma sulla porta, guardò prima stranita Jimin, per poi fissare il festeggiato.
-Buon...compleanno- disse, con un'aria talmente buffa che Taehyung non poté evitare di scoppiare a ridere, attirando l'attenzione di tutti.
Beh, almeno non l'aveva fissata in modo strano.
Jin sembrava fulminato sul posto, come se stesse cercando di rimettere insieme i pezzi, mentre Hobi si lanciò praticamente contro la ragazza a braccia spalancate.
-Vivì!-
-No!- esclamò lei di rimando, scansando l'abbraccio e attirando l'attenzione generale. Teahyung si accorse dell'imbarazzo che le colorò il volto quando si accorse di aver urlato. In effetti, ora che ci pensava, non l'aveva mai sentita alzare troppo la voce. A quello rimediavano loro.
-È che...- cercò di spiegare lei, avanzando di qualche passo insieme a Kookie. -Non vorrei che si rovinassero i cupcake-
-Cupcake?- ci fu un coro di voci in cui spiccò quella di Jin, che le si avvicinò ad occhi sgranati.
-Beh, è il compleanno di Yoongi, dovevo portare qualcosa-
-Vedere, vedere!- esclamò Hobi battendo le mani.
-Macché vedere, mangiare!- ribatté Jin fissando in attesa la scatola.
-Ya! A noi non dite niente? Abbiamo organizzato noi la sorpresa!- esclamò piccato Jimin.
-Seh, ho un mucchio di cose da dire a voi due- borbottò Yoongi.
Jungkook sorrise furbo, puntando poi Taehyung. -Lo sapeva anche lui!-
-Non è vero!- si difese lui istintivamente. -Cioè, sapevo che sarebbe venuta, ma non sapevo...cioè, sapevo...-
E poi fece l'errore di fissare Vivian. Fu solo in quel momento che si accorse della sua camelia tra i capelli. Ammutolì all'istante, aprendo leggermente la bocca, sorpreso.
-Seriamente- sentì dire da Namjoon. -Credo davvero che abbia qualcosa che non va-
Non colse l'occhiata curiosa che le lanciò la ragazza, né quella saputa di Jimin, che gli si avvicinò prendendolo per le spalle e trascinandolo al centro della saletta, dove si erano accampati tutti.
Vivian aprì piano la scatola, rivelandone il contenuto. Sette cupcake e uno un pò più grande con una candelina sopra.
-Sono verdi!- esclamò Yoongi sorpreso. La ragazza gli sorrise. -Ti ho detto che mi piacevano i tuoi capelli, no?- scherzò, allungando una mano a sistemargli la corona che pendeva da una parte.
Taehyung si perse nell'osservarla, mentre questa spiegava com'erano i cupcake "cioccolata con cuore morbido e crema alla ricotta con menta e scaglie di cioccolato". La guardò mentre allungava con attenzione un cupcake ad ogni membro. Continuò anche quando fu il suo turno e si sorprese nel notare che aveva abbassato lo sguardo. Tenne quello con la candelina per ultimo, tirando fuori dalla piccola borsa un accendino.
-Fumi?- domandò quasi sconvolto Kookie.
-No, è un'abitudine- spiegò Vivian. -In Italia ho un'amica che fuma ma si scorda sempre l'accendino. Così ho finito per averne sempre uno in borsa- concluse con un sospiro, pur sorridendo.
Finirono per cantare la canzone di buon compleanno a Yoongi, che si guardò intorno soddisfatto, prima di soffiare sulla candelina. Ci fu per un pò silenzio, mentre tutti mangiavano, poi cominciarono i mugolii e i complimenti. Neanche a dirlo il primo a finire fu Jin.
-Diamine, non farli più. Devo stare a dieta per un altro mese adesso- borbottò Jimin, causando una risata generale.
-Propongo di non dire niente ai manager- concordò Hobi, guardando poi Namjoon, che diede il via libera mentre ancora masticava.
-Se poi ci dicono qualcosa possiamo dire che siamo ingrassati per lo stress- fece Jin, adocchiando il cupcake di Yoongi, che strisciò un passo lontano.
-Ma lo stress non fa dimagrire?- lo prese in giro Kookie, causando una serie di risate.
Quando tutti ebbero finito Jimin si alzò in piedi, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un foglio ripiegato in quattro e dei piccoli foglietti.
-Ed ora...giochiamo!-
L'unico che batté le mani entusiasta fu Jungkook che, alle facce perplesse degli altri spiegò. -X-man!- causando una serie di urla più o meno entusiaste.
L'unica che rimase perplessa (o che addirittura lo diventò di più), fu Vivian.
-È un gioco che abbiamo fatto parecchio tempo fa- si ritrovò a spiegare Taehyung, avvicinandosi. La vide sbattere gli occhi sorpresa, una smorfia sul viso che non riuscì a decifrare. Decise di concentrarsi sulla camelia perché i suoi occhi tendevano a distrarlo troppo e gli facevano scollegare il cervello alla bocca. Più del solito insomma.
-In pratica ci si divide in due squadre e poi si pesca un bigliettino. Se ti capita quello con su scritto "x man", devi cercare di sabotare la tua squadra senza farti scoprire-
-Alla fine se gli altri indovinano chi è vincono e l'x man paga penitenza- si intromise Yoongi.
-È perfetto no? Stavolta siamo pure pari- disse Jimin, sventolando i foglietti.
Ci fu un pò di caos generale quando toccò scegliere le squadre. C'è chi voleva giocarsela a sasso, carta e forbici, cosa che suscitò uno sbuffo divertito da parte della ragazza "ma decidete sempre così?" e chi si metteva a fare conte strane.
Alla fine Yoongi si impuntò per essere uno dei capitani, siccome era il festeggiato. A quel punto si fece avanti Namjoon come secondo capitano.
-Scelgo Vivian!- decise per primo Yoongi, suscitando un sacco di esclamazioni.
-Ma sei sicuro?- chiese incerta lei, facendo ridacchiare Taehyung.
Riuscirono senza altri drammi a formare le squadre e Taehyung si ritrovò con Namjoon, Jungkook e Jin.
Jimin passò i foglietti e lui guardò brevemente il suo. Niente, per stavolta non era l'x man. Rialzò la testa, cercando di catturare le reazioni degli altri e vide Vivian fare la stessa cosa. I loro occhi si incrociarono per un breve istante, prima che la ragazza scostasse velocemente lo sguardo, mordendosi le labbra in quello che Taehyung registrò come un gesto imbarazzato.
Ma perché sarebbe dovuta essere imbarazzata? Oddio, non è che aveva capito che era stato lui a regalarle la camelia? Era stato troppo ovvio? No, no, non era possibile. Non aveva fatto niente per essere scoperto. Aveva anche parlato meno del solito! Il suo viaggio verso l'isteria fu interrotto da Jimin. Avrebbe dovuto abbracciare anche lui.
-Bene! Primo gioco: trucco!-
-Che?!- esclamarono un pò tutti, tranne Jungkook che se la rideva sotto i baffi.
-Un membro di ogni squadra verrà truccato e il più carino vincerà. Ah, e ovviamente Vivian non può essere scelta- spiegò Jimin, sedendosi con il suo gruppo.
Ci furono una serie di borbottii indistinti, finché i Bts decisero che ne avevano passate di peggio. Chiaramente i due meno contenti erano quelli scelti per essere truccati, ovvero Hobi e Jin.
Dal nulla Jungkook tirò fuori due scatole di trucco spiegando che le aveva prese in prestito dalle truccatrici.
-Ok, due minuti. Pronti...via!-
Kookie e Namjoon si buttarono a capofitto sui trucchi, mentre lui prese un eyeliner sogghignando in direzione di Jin. Da quel momento in poi ci furono solo urla. Da entrambe le parti.
-Ma che diamine...-
-E sta un pò fermo!-
-Quello è ombretto, va sugli occhi!-
-Mi hai accecato!-
-No, il rosa no!-
-Ma stai fermo?!-
-Quel rossetto non fa pendant-
-E tu che ne sai?-
Alla fine di tutto, Hobi e Jin emersero affannati e decisamente provati. Hobi era quasi passabile mentre Jin...beh, avevano fatto di peggio.
-Non è giusto, voi avevate Vivian!- sbottò Jungkook indignato, incrociando le braccia al petto. Jimin gli rispose con una linguaccia, prendendo a braccetto la ragazza, che stava cercando di non scoppiare bellamente a ridere in faccia a Jin. Taehyung sapeva di non dover essere geloso. Insomma, conosceva Jimin e sapeva che non le piaceva in quel senso. Ma Vivian? Magari a lei piaceva. Scosse seccamente la testa. Lui non era quel tipo di persona. Non sarebbe stato geloso per un gesto così innocuo. Si diede uno schiaffo mentale e decise che sarebbe tornato il solito Taehyung, non ci avrebbe guadagnato niente dallo stare lì fermo come un allocco.
-Punto nostro!- esclamò Yoongi sorridendo, braccia per aria.
-Ya, ya!- Taehyung si intromise, agitando una mano. -Prossimo gioco!-
Che si rivelò essere quello di spintonare l'avversario seduti a terra, senza usare le mani. Decisero di scegliere le vittime con sasso, carta e forbice.
-Morirò- esclamò Vivian scioccata, con la mano ancora aperta nel gesto della carta. Guardò Kookie, il vincitore dell'altra squadra e quasi sbiancò.
-Mi ucciderà- disse, facendo sogghignare Kookie. Taehyung la fissò, indeciso se essere divertito come gli altri, o preoccupato. I timori di Vivian non erano del tutto infondati. Kookie la superava di più di quindici centimetri ed era praticamente uno scricciolo al confronto. Senza contare i muscoli.
Era strano per lui essere così protettivo nei confronti di qualcuno. Non che con i suoi membri non lo fosse (anche se non era quello più apprensivo), ma era un diverso tipo di protettività. Forse perché era una ragazza?
Alla fine però rassicurò sé stesso, dicendosi che se anche Kookie era super competitivo (si ricordava ancora lo sguardo che gli aveva lanciato quando aveva perso nella lotta libera contro i Vixx), di certo non avrebbe mai fatto del male a una ragazza. Men che meno a Vivian.
Cosa che non dovette confortare troppo la ragazza in questione, che deglutì fissando il suo avversario, per niente convinta.
-Ok, siccome non abbiamo un perimetro vince il primo che fa cadere l'altro- decretò Namjoon, per poi dare il via. Partirono subito le urla di incitamento, mentre i due avversari si scrutavano.
Kookie strisciò verso di lei, che istintivamente indietreggiò. Poi, aggrottando le sopracciglia in un cipiglio determinato, si spostò lateralmente, cercando di colpirgli le gambe piegate. Kookie si piegò su sé stesso, provando a bilanciarsi e contrattaccò muovendo i piedi.
Ci fu per un pò una situazione di stallo, con Vivian che cercava di non andargli mai troppo vicino per evitare di essere buttata giù dal suo peso. Taehyung la fissò, quasi ammirato dalla sua tenacia. Non si sarebbe mai aspettato che fosse anche lei una persona competitiva.
Poco dopo Kookie, con uno scatto troppo veloce per la ragazza, le fu accanto e la spintonò, forse con un pò troppa forza, perché Vivian rotolò di lato, ritrovandosi poi distesa a pancia in giù.
-Urgh- biascicò lei, mentre ancora a terra, puntava il braccio contro Kookie. -Mi vendicherò- disse, facendo ridacchiare tutti e facendo calmare Jin, che si era sporto verso di lei non appena l'aveva vista rotolare.
-Punto per noi!- esultò Taehyung, battendo il cinque a Kookie. Vivian lo guardò, ancora stesa per metà a terra.
-Perché, avevi dei dubbi?- scherzò con un mezzo sorriso sul volto.
-Beh, abbiamo la prova che non sei l'x man, ti sei impegnata- rispose Taehyung annuendo con fare solenne, provocando una risata nella ragazza.
-Però potrebbe esserlo Kookie, non ci ha messo un pò troppo a buttarla giù?- scherzò Jimin, beccandosi una pacca dalla ragazza, che mise il broncio.
-Guarda che mi sono impegnata! Ascolta Tae-
Il ragazzo in questione sgranò leggermente gli occhi al diminutivo. Vivian non sembrava essersene accorta. Era la prima volta che usava un soprannome con lui, anzi, a dirla tutta era la prima volta che lo sentiva chiamarlo.
-Vivì, il tuo fiore è tutto sbilenco- esclamò a un certo punto Hobi, allungandosi verso la ragazza. Cosa che lei non gli permise, alzandosi in ginocchio e tastando delicatamente la crocchia.
-Oddio, dove? Ma non si è rovinato vero?- Sembrava sinceramente preoccupata e la cosa non poté che far piacere a Taehyung. In tutto quello non l'aveva guardato, quindi poteva presumere che non sapesse che glielo aveva mandato lui. Il sorriso che gli si era formato al pensiero svanì in una smorfia. Allora perché era così preoccupata? Chi pensava glielo avesse mandato?
Nel mentre Yoongi le si era avvicinato, sistemando il fiore e rassicurando Vivian sul fatto che non si era rovinato affatto.
-Come mai ci tieni tanto?- domandò Hobi che, avendo ancora il trucco sulla faccia, risultava assai ridicolo. Mai quanto Jin comunque.
Vivian si leccò nervosamente le labbra e Taehyung si sporse impercettibilmente verso di lei, curioso.
-Mi...piacciono le camelie- mormorò, grattandosi una guancia. Gesto che ormai Taehyung aveva etichettato come imbarazzo estremo.
-Va bene, va bene, continuiamo?- Jimin batté le mani, cercando di far tornare i ragazzi sul gioco.
Il terzo gioco si rivelò essere una gara a chi sbatteva prima gli occhi e i giocatori scelti furono lui e Yoongi. I due si misero uno di fronte all'altro, con il festeggiato serissimo e lui che non riusciva a fare a meno di ridere.
Al momento del via spalancò gli occhi, facendo una strana smorfia, mentre Yoongi fissò un punto a caso del suo volto, cercando si concentrarsi. Riuscirono a superare i trenta secondi (come gli urlò Hobi), prima che la questione cominciasse a farsi seria. Teahyung sventolò le mani per aria, guardando in alto.
-Guarda che non funziona con la gravità!- gli urlò Jimin, accasciato a terra dalle risate.
Yoongi per contro spalancò ancor di più gli occhi, indurendo l'espressione e causando una serie di risate a catena.
Taehyung sapeva che se si fosse voltato li avrebbe trovati stesi a terra a ridere. La tentazione di guardare fu forte quando sentì anche la ragazza ridere, ma resistette, mordendosi le labbra e mugugnando a bocca chiusa.
Fu quando le lacrime cominciarono a scendere che Yoongi sventolò bandiera bianca e si sfregò gli occhi, cacciando un verso liberatorio.
Taehyung alzò le braccia in segno di vittoria, sbattendo finalmente gli occhi e voltandosi verso i ragazzi, trovandoli esattamente come aveva pensato. Solo che Kookie aveva in mano il cellulare e a quanto pareva gli aveva scattato delle foto.
-Oddio, questo dobbiamo metterlo su twitter- sghignazzò Namjoon.
Ok, forse non erano foto, ma un video.
-Ya, non vale!- sbottò Yoongi. -A questo punto voglio anche le foto di quei due!- e indicò Hobi e Jin.
-Già messe- rispose Jimin causando una serie di esclamazioni indignate nei due, che corsero ai cellulari per scoprire che sì, le loro foto erano ormai su internet.
-Due a uno per noi. Abbiamo finito?- chiese Namjoon.
-No, ne manca ancora uno con quelli che non hanno ancora gareggiato- gli rispose Kookie, sogghignando nella sua direzione. Namjoon per tutta risposta emise un verso sconsolato.
-E dai, per una volta che non ero stato beccato!-
-Eh, ma allora che divertimento c'è?- esclamò Jimin, alzandosi in piedi, dato che avrebbe dovuto vedersela lui con il leader.
-Cosa succede se finiamo in parità?- domandò giustamente Vivian, facendo bloccare tutti sul posto. Gli sguardi si puntarono immediatamente sui due ideatori del gioco che se ne stavano con un'espressione soddisfatta.
-Chicken fight!-
-Ok, suona male- borbottò Vivian. -Jimin, non voglio che tu perda ma...potresti perdere?- scherzò, facendo ridere tutti.
-X man!- esclamò Kookie puntandole il dito contro.
-No, è istinto di sopravvivenza- ribattè la ragazza, facendo rotolare a terra Jimin.
-Prima di preoccuparci della Chicken fight, qual é l'altro gioco?- chiese Jin, seduto tranquillamente all'indiana.
Kookie si diresse verso lo stereo, cominciando a trafficare. Poi, quando trovò quello che cercava, si girò soddisfatto verso gli altri.
-Random play dance...con i gruppi femminili-
Namjoon balzò in piedi ad occhi sgranati.
-Ya! Non vale! È truccato! A saperlo mi facevo truccare al posto di Jin-
Vivian fece uno sbuffo divertito e Taehyung si accorse che nel cambio di posti che c'era stato erano finiti uno accanto all'altra. La fissò con la coda nell'occhio, umettandosi nervosamente le labbra.
-È davvero così brutto?- la sentì chiedere a bassa voce, quasi parlasse a sé stessa.
-Immagino tu non abbia mai visto Weekly idol- si sentì rispondere, facendo sì che l'attenzione della ragazza fosse su di lui. Vivian spalancò impercettibilmente gli occhi, accorgendosi anche lei del cambio di posti. A Taehyung sembrò che fosse arrossita, ma non poté giurarci in quanto era già rossa di suo per il troppo ridere.
-Umh, no. Ho guardato solo i vostri video musicali- balbettò, aggiustandosi una ciocca dietro l'orecchio.
-Allora dovresti proprio guardarlo. Kookie è bravissimo nel balli femminili- spiegò, sogghignando in direzione del maknae.
Vivian spalancò ancor di più gli occhi, sorpresa, con un sorriso divertito che pian piano le si formava sul volto.
-Aspetta, questo vuol dire che hai ballato anche tu?- e prese dalla tasca dei jeans il cellulare.
Quando Taehyung si accorse che stava cercando la puntata su youtube, capì l'enorme sbaglio che aveva fatto. Istintivamente le afferrò il telefono, alzandolo e tenendolo fuori dalla sua portata.
La ragazza lo fissò meravigliata per un istante, prima di mordersi il labbro con decisione e partire all'attacco, cercando di recuperarlo.
-E dai, sei tu che mi hai detto di guardare!- esclamò divertita, non potendo fare a meno di ridacchiare della sua espressione.
-No! Tutto ma non quello! Abbiamo fatto altre cose divertenti!- ribatté lui, nascondendo il cellulare dietro la schiena e afferrandole piano la spalla. Vivian gli tirò una pacca sul petto, imbronciandosi inconsapevolmente e Taehyung quasi cedette. Ma no, non poteva permetterle che vedesse quei video. Non tanto perché si vergognava, dopotutto ne avevano girati parecchi anche per conto loro e li trovava divertenti, solo che voleva che Vivian restasse colpita da altre cose e non solo dalla sua pazzia. Sì, era consapevole di essere parecchio esuberante. D'altronde non era mica all'oscuro della sua nomea di alieno.
-Sai vero che a casa ho una connessione internet?- chiese lei, rinunciando alla lotta ma restandogli vicino. Troppo, per i canoni di Taehyung. Era, in quella che veniva considerata nei drama, distanza da bacio. E non era certo quello il momento per pensare a una cosa del genere. Non con i suoi fratelli a poca distanza che discutevano sull'ultima sfida.
-Se prometti che non vai a vedere quei video ti faccio vedere Namjoon vestito da Sailor moon- sparò la prima cosa che gli venne in mente e sembrò funzionare perché Vivian spalancò la bocca allibita.
-Scherzi vero?-
Taehyung rise al ricordo. -Giuro. Accetti?-
La ragazza ci pensò per un istante, prima di annuire con un mezzo sorriso.
-Solo se mi prometti che un giorno me li farai vedere-
Le rivolse un piccolo sorriso prima che la loro attenzione venisse catturata dalla musica che partì di colpo, dando inizio alla sfida.
Vivian soffocò una risata non appena i due ragazzi cominciarono a ballare poi, quando iniziarono con i movimenti di bacino e le occhiate ammiccanti fu costretta a tapparsi la bocca con una mano. Non che gli altri ragazzi provassero a trattenersi. Yoongi era sdraiato a terra e Hobi praticamente ululava dalle risate, battendo una mano a terra.
-Non ce la faccio- sbuffò fuori la ragazza, prima di togliersi gli occhiali per asciugarsi le lacrime causate dalle risate.
Taehyung la fissò quasi affascinato, totalmente dimentico della sfida. Senza occhiali i suoi occhi erano completamente esposti ed erano davvero belli. Erano l'unica prova del suo sangue misto, perché sebbene non fossero totalmente orientali erano allungati e comunque diversi da quelli occidentali.
-Ok, basta. Stop!- urlò Yoongi e lui deglutì, tornando a prestare attenzione a quello che succedeva attorno a sé.
-È chiaro che ha vinto Jimin- decretò Hobi, battendo una mano sulla spalla del ragazzo in questione.
-Va bene, si va allo spareggio allora- concordò Kookie, che non sembrava poi così deluso dal risultato.
Vivian accanto a sè, si mosse a disagio.
-Ugh, sai, credo di aver appena capito cos'è la chicken fight- disse guardandolo sconsolata, facendolo ridere.
-Allora!- esclamò Jimin, attirando l'attenzione generale. -Questa sarà una Chicken fight diversa. Dato che siamo due squadre ognuno avrà un re da proteggere. Se cade il re perde tutta la quadra-
-Ma che vi siete fumati voi due stamattina- borbottò Namjoon, che stava a terra ancora a riprendere fiato.
-Veramente abbiamo deciso tutto l'altro giorno- gli rispose Kookie, vicino a lui.
-Guarda che era sarcasmo- gli fece presente Jin, scuotendo la testa.
-No, no, ero serio- ribatté Namjoon, alzandosi poi nuovamente in piedi. -Finiamo sta cosa và. Voi due assieme siete più stancanti di un concerto live. Allora, chi dobbiamo proteggere?-
Vivian guardò sospettosamente Kookie, per poi avvicinarsi di soppiatto a Hobi.
-Proteggete me, vero? Quello vuole buttarmi giù di nuovo- disse con un mezzo sorriso, puntando il dito contro il maknae. Hobi le circondò le spalle con un braccio, ridendo, causando un tic nervoso al sorriso di Taehyung.
-Vivì è il nostro re!-
Anche l'altra squadra decise presto il suo re, che fu Jin. Si misero tutti in posizione e Taehyung si ritrovò in prima linea. Alle sue spalle Namjoon che copriva Jin e al suo fianco Kookie, con un sorriso determinato in volto.
Dall'altro lato, direttamente di fronte a lui stava Jimin, con a fianco Yoongi. Si riparavano dietro di loro Hobi e Vivian.
-Prooonti, via!- urlò Namjoon. E fu il caos.
Non seppe neanche come ma si ritrovò invischiato tra Kookie e Hobi, che aveva fatto un balzo in avanti. Con la coda nell'occhio vide Jimin venirgli addosso e si scansò appena in tempo, facendolo collidere con il makane. I due ingaggiarono una battaglia, mentre lui si allontanava a saltelli, cercando di arrivare a Jin.
Un urlo alle sue spalle gli annunciò la caduta di Jimin, con relative proteste. Si girò nel momento sbagliato e non vide arrivare Yoongi, che lo colpì in pieno, facendo però cadere entrambi, sotto le risate di Kookie che si godeva lo spettacolo.
Fuori dai giochi poté osservare Vivian in tutta tranquillità. La ragazza non stava quasi mai ferma, giusto il tempo di riprendere fiato, e poi continuava a saltellare qua e là, cercando di schivare con tutte le forze Kookie. Hobi  le stava dietro, spintonando ogni tanto quando si avvicinava troppo.
Proprio in uno di quei momenti, Vivian decise di aiutare Hobi, spintonando anche lei Kookie, facendolo cadere con un'espressione talmente scioccata che scoppiarono a ridere tutti, anche quelli della sua squadra.
-Vendetta!- esclamò Vivian, gli occhiali storti e la frangia tutta un casino.
Non si erano però accorti di Namjoon e Jin, che li avevano circondati. Erano stati furbi inoltre a mettere Jin dalla parte della ragazza, in modo che Hobi fosse concentrato su Namjoon.
Riuscirono a resistere per un altro minuto scarso, prima che uno spintone da ambo le parti non li facesse scontrare su di loro, che caddero tra le risate generali.
Subito Jin alzò le mani in segno di vittoria e Namjoon urlò di soddisfazione. Taehyung e Kookie gli andarono addosso, esultanti pure loro, mentre gli altri aiutavano i due che erano una pasticcio di braccia e gambe ancora a terra.
-Voi mi ucciderete davvero- soffiò fuori Vivian, accettando l'aiuto di Jimin.
-La mia corona- borbottò Yoongi, fissando il pezzo di cartone ormai piegato. Poi, facendo spallucce, se la butto alle spalle.
-Allora, non dobbiamo scoprire chi è l'x man?- chiese ad alta voce, cercando di attirare l'attenzione generale.
-Ah già- rispose Kookie cadendo dalle nuvole.
-Come "ah già"?- berciò Namjoon tirandogli una pacca sulla testa. -Non è lo scopo del gioco?-
-È che...ci siamo scordati di pensare a un premio- ammise Jimin, leccandosi imbarazzato le labbra. Ci fu un trambusto generale, con Jin che urlava qualcosa tipo "mi sono fatto truccare di rosa per nulla?!" e Yoongi che fissava improvvisamente truce i due colpevoli.
-Vabeh- fece Hobi, condiscendente. -Intanto troviamo l'x man-
Cosa che causò dell'altro trambusto, perché tutti avevano idee differenti. Taehyung subentrò nel discorso, quando Jimin accusò Vivian.
-Oh, dai, chiaramente non è lei!- esclamò, ritrovandosi sette paia d'occhi che lo fissavano in attesa di spiegazioni.
-Beh...- fece, improvvisamente impreparato a un discorso logico. -Ha buttato giù Kookie quando ne ha avuto la possibilità, no?-
La spiegazione sembrò bastare a quasi tutti loro, anche se Jimin continuò a scrutarla sospettoso. Jin e Hobi puntarono su Kookie. Il maknae di rimando puntò Jin e Yoongi votò Taehyung, perché a suo dire "anche l'ultima volta sembravi innocuo e invece eri tu".
Jimin restò della sua idea e Vivian e Namjoon alla fine votarono per lui.
-Ya! Ma ho pure vinto!- protestò Jimin con sguardo scandalizzato.
-Ma sei caduto come una pera cotta nella chicken fight- ribatté prontamente la ragazza, facendo rotolare dal ridere Yoongi. -Non esiste proprio che tu abbia perso così miseramente-
-Già- concordò Namjoon, annuendo al suo fianco. -E contro di me avresti potuto vincere molto più in fretta-
-TaeTae tu per chi voti?- gli chiese Hobi, facendo ricadere l'attenzione su di lui. Che sinceramente di idea non ne aveva mezza. Escludeva a priori Vivian, Namjoon e Jin. E forse anche Hobi. Anche se il ragionamento su Jimin non era poi così insensato.
-Ehm...Jimin?- borbottò poco convinto, ricevendo uno sguardo sdegnato dalla vittima.
-Ok, con tre voti la maggioranza sceglie Jimin- riassunse Yoongi, fermando le discussioni. -l'x man faccia un passo avanti-
Ci fu un silenzio carico di aspettativa, prima che uno sbuffo di Jimin non lo infranse.
-E va bene, sono io!- esclamò imbronciato per essersi fatto scoprire. -È tutta colpa tua! Non potevi votare qualcun'altro?- si lamentò in direzione di Taehyung, che sogghignò.
-Eri sospetto-
-Ma se hai tirato a caso- ribatté Yoongi con un sorriso furbo.
Alla fine non decisero nessun premio (o nessuna punizione), anche perché vennero interrotti da uno dei manager che era entrato per capire cosa fosse tutto quel casino che sentiva da ore.
Namjoon si inchinò ripetutamente scusandosi, lanciando poi occhiate di vendetta a tutto il resto del gruppo, soprattutto ai due ideatori del gioco.
-Foto di gruppo!- urlò Hobi non appena il manager fu uscito, beccandosi un'occhiata omicida dal leader.
-Che ti urli? Ci hanno appena sgridato!- berciò questo, tirandogli una sberla sulla testa.
-Ma voglio una foto!- si lamentò Hobi, schivandolo.
-Sì, dai. Yoongi, rimettiti la corona-
-È andata- rispose questo facendo spallucce. Jin nel frattempo aveva preso la sua polaroid e stava sistemando l'autoscatto. Namjoon dopo essere ritornato calmo e ragionevole  stava aiutando Hobi a sistemare tutti.
-Maknae line, voi tre seduti!-
-Ma perché?-
-Siamo in otto, sennò non ci stiamo-
-Yoongi, tu che sei il festeggiato, mettiti in mezzo con Vivian, noi stiamo dietro-
Ci vollero almeno dieci minuti prima che la foto venisse effettivamente scattata. Un pò perché la maknae line si rifiutava di stare ferma, un pò perché Yoongi preferiva stare seduto. Ci furono dei cambi e il festeggiato finì soddisfatto seduto al centro, con Kookie che aveva preso posto accanto a Vivian.
Solo quando Taehyung vide la foto si accorse che la ragazza era appena poco sopra di lui, il viso incastrato tra il suo e quello di Yoongi, la camelia bianca che spiccava in quell'ammasso di colori.

 

 







- Spazio autrice –
Io vi giuro che questo capitolo è stato un parto, di quelli sofferti per intenderci.
Il punto di vista di Taehyung diventerà il mio personale mostro sacro. Seriamente, ma a cosa stavo pensando quando ho deciso di fare il capitolo dal suo punto di vista?
Detto questo, spero di non aver combinato un macello.
Un appunto per chi potrebbe avere il dubbio che Taehyung non sia ancora perso totalmente per Vivian: in queste situazioni generalmente tra ragazzi e ragazze c’è una differenza. I primi guardano la questione più in generale, mentre le seconde analizzano tutto. Per questo ho provato a scrivere meno ciò che Taehyung pensava internamente. (Con questo non voglio assolutamente dire che i ragazzi non siano sensibili eh).
In più , scrivendo da un altro punto di vista, ho provato un po’ a cambiare il mio stile, come a voler sottolineare la differenza di persona. Non vi sto neanche a dire quante volte abbia cancellato interi paragrafi  -.-

Come ultima cosa (giuro), spendo due parole per scusarmi del ritardo nel rispondere alle recensioni. Avevo intenzione di rispondere mercoledì e poi…buco nero ed eravamo già a venerdì. Scusate.
Grazie anche a chi l’ha messa nelle seguite/preferite/ricordate. Non vi ho ancora ringraziati.
Un abbraccio ^^









 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Frangipani ***








- Frangipani -






Quella domenica non era iniziata benissimo per Vivian. La sera prima la caldaia si era improvvisamente spenta e aveva passato la notte coperta da tre piumoni, riuscendo così miracolosamente a non ammalarsi. Il problema maggiore quella mattina era stato lavarsi. Aveva dovuto fare la doccia a pezzi per evitare di morire congelata e ci aveva impiegato quasi un'ora. Decisamente troppo per i suoi standard.
In ritardo sulla sua tabella di marcia mentale, era riuscita a studiare ben due capitoli mentre le torte per il pomeriggio cuocevano nel forno del bar.
Proprio scendendo, aveva trovato l'unica cosa buona di quella mattina, un rametto di frangipani appena sbocciati, legati come la camelia di qualche giorno prima.
La nota stonata di quella faccenda era che sulla porta aveva trovato anche Hyerin, venuta ad aiutarla con la pulizia del locale prima dell'apertura pomeridiana.
Adorava Hyerin, davvero, tra lei e Shin che erano due pantofolai di prim'ordine, la ragazza era certamente una boccata d'aria fresca. Il punto è che aveva cominciato a tampinarla per scoprire chi le aveva regalato i fiori.
Cosa che neanche Vivian sapeva ancora e che aveva fatto elettrizzare Hyerin più del dovuto.
-Fammi capire bene, non solo hai ricevuto questi frangicosi, ma anche un altro fiore?- domandò mentre tirava giù le sedie dai tavoli. -E tu non mi dici niente?- continuò scandalizzata, scuotendo melodrammaticamente la testa.
-Frangipani- la corresse Vivian senza prestare troppa attenzione. -E non c'è niente da dire. Un ragazzo sconosciuto mi manda dei fiori-
-Potrebbero provenire da due persone diverse- suggerì Hyerin, dandole di gomito.
Vivian la guardò scettica, roteando poi gli occhi. -Guarda, faccio già fatica a immaginare un ragazzo, figuriamoci due!-
-Perché? Io te l'ho sempre detto che sei carina!- ribatté l'altra, non capendo cosa ci fosse di così tanto sconvolgente.
-Appunto, sono carina. Non sono come, beh, te. Tu sei il tipo che i ragazzi guardano due volte-
Ed era vero. Hyerin non solo aveva un carattere esplosivo che l'aiutava subito a sciogliere il ghiaccio (cosa assai strana per un orientale), anche il suo aspetto attirava subito l'attenzione. Sarà stata di parte, ma la trovava davvero bella. Con quei capelli lunghi schiariti in un castano chiaro e le punte rosa che si era fatta il mese scorso poi, sembrava uscita da una rivista di moda.
-Suppongo questo dipenda dal tipo di ragazzo- decretò questa, aggiungendo -Io non ho mai ricevuto fiori-
-Non ci credo- ribatté immediatamente Vivian, sistemandosi velocemente la coda alta che aveva quel giorno.
-Uhm, mi pare di ricordare un mazzo di rose a un primo appuntamento, ma quello non conta no? E poi il tipo era decisamente esagerato- disse Hyerin con una smorfia sul bel viso, come se stesse ricordando quel disastroso appuntamento.
-Già, poverina- soffiò fuori Vivian, alzando nuovamente gli occhi al cielo.
Si sistemò dietro al bancone, cominciando a sistemare le tortiere. Hyerin si avvicinò dall'altra parte, poggiando distrattamente i gomiti sul legno, sul viso un'espressione curiosa.
-E la signora Kim non ti ha detto niente nemmeno stavolta?-
-Macché!- negò l'altra, con un gesto vago della mano. -Almeno stavolta non ha suggerito di mettermi il rametto nei capelli- continuò ironica, rivolgendo uno sguardo al vaso in vetro dove aveva messo i frangipani, proprio accanto alle tortiere. Conosceva piuttosto bene quei fiori, a suo padre piaceva coltivarli nel loro piccolo giardino in Italia ed ogni anno si divertiva a piantarne di colori diversi. Quelli, neanche a dirlo, erano uno dei suoi preferiti: partivano gialli e terminavano sulle punte dei petali bianchi.
-A proposito di fiori nei capelli- la interruppe Hyerin, sporgendosi verso di lei. -Novità da Taehyung oppa?-
Vivian spostò immediatamente lo sguardo, evitando di guardare la ragazza.
-Che novità vuoi che ci siano? L'ultima volta che ci siamo visti è stato l'altro giorno, per il compleanno di Yoongi- borbottò, consapevole dell'improvviso rossore delle sue guance.
-Di cui tu non mi hai raccontato niente- si lamentò l'altra ragazza, allungandosi a rubare un muffin dalla teca, beccandosi così una severa occhiata da Vivian. - Che c'é, devo sentire se sono buoni. Lo faccio per i clienti-
-Ma se ti ho detto tutto- ribatté quest'ultima, lasciando perdere il muffin.
-Non le cose veramente importanti!- esclamò Hyerin, sedendosi con un balzo sul bancone, finendo il muffin in un unico boccone. Vivian invidiò la sua agilità, anche se di certo il fatto che fosse più alta di lei di una decina di centimetri aiutava. Perché non poteva essere bassa come il resto delle coreane che incontrava ogni giorno? Certo che no, la sua amica doveva essere l'eccezione. Tra le due era lei quella nella norma asiatica.
-Com'era vestito Taehyung oppa? Il suo viso? I capelli? Cosa vi siete detti nello specifico? Sono certa che vi siate parlati almeno un pò!-
Vivian per la disperazione prese anche lei un muffin, ricevendo un'occhiata derisoria da parte di Hyerin.
-Sta zitta- borbottò Vivian, addentando il dolce e prendendosi del tempo per rispondere. Sapeva che l'altra non avrebbe mollato l'osso. Era riuscita a schivarla per tre giorni, un miracolo conoscendo il carattere pettegolo della ragazza.
-Era...come al solito. Nel senso di bellissimo come al solito- sputò fuori, strizzando gli occhi per l'imbarazzo. -Com'é che riesce ad essere così bello in tuta e cardigan extralarge? Io al massimo potrei sembrare la nuova barbona del quartiere!- continuò a ruota libera, mentre Hyerin annuiva in accordo.
-Il suo viso? Uno potrebbe pensare che sia tutto merito del trucco, ma no, quel giorno erano struccati e lui era assolutamente magnifico come al solito!-
Prese un altro morso del muffin, ripensando a quando le aveva preso il cellulare e si erano ritrovati improvvisamente così vicini. A distanza di bacio, così veniva chiamata nei drama. Ugh, dannata Miyon che l'aveva praticamente costretta a vedersene un paio. E dannato Shin, perché era il suo ragazzo.
-E sì, ovvio che ci siamo parlati. Ed io ho fatto chiaramente la figura dell'imbecille, perché prima non riuscivo neanche a guardarlo e subito dopo mi imbambolavo. Sono anche certa di essere arrossita a un certo punto!-
Finì il muffin prima di mettersi le mani nei capelli, guardando Hyerin sconsolata. -Sono certa che abbia capito qualcosa. Oddio, non potrò più guardarlo in faccia!-
-Hai finito di essere così positiva?- la interruppe sarcastica Hyerin, scostandosi con un gesto disinvolto i capelli.
-Tra le due l'aspirante attrice sarei io- scherzò poi, provando ad alleggerire l'atmosfera.
-Sì ma...-
-Niente ma- non la lasciò finire, guardandola fissa negli occhi. -Ti posso assicurare che non ha capito niente per due motivi- le disse, alzando due dita. Vivian la guardò carica di aspettativa.
-Primo, con i ragazzi coreani devi dirglielo chiaramente per farglielo capire, credi a me- cominciò Hyerin, con aria saputa. -E secondo, per quanto tu pensi di essere esplicita, non lo sei affatto. Ti fai solo parecchi viaggi mentali-
Ci fu qualche istante di silenzio mentre Vivian rielaborava il tutto, poi sospirò, annuendo in direzione dell'amica.-Hai parlato per caso con la signora Kim?- Ed entrambe scoppiarono a ridere.
Quella fu una delle domeniche pomeriggio più impegnative dell'ultimo periodo. In un attimo di pausa tra un servizio e un altro Vivian controllò la teca dei dolci. Non erano nemmeno le quattro e stavano già per finire la seconda torta. Per non parlare dei muffin. Fortunatamente il pomeriggio precedente aveva fatto scorta di biscotti, per cui almeno con quelli era a posto. Lanciò un'occhiata a Hyerin che, con un sorriso zuccheroso, serviva una giovane coppia e le fece segno che andava in cucina. La ragazza si guardò intorno per controllare lo stato della clientela, facendole un cenno positivo.
Con uno sbuffò esausto Vivian si ritirò in cucina, decidendo di preparare una torta paradiso, in modo da sfornarla in tempi brevi e poterla decorare facilmente con panna e fragole. Tirò inoltre fuori dal frigo l'impasto avanzato per i muffin, sperando di aver abbastanza tempo per farne almeno un'infornata.
Qualche ora prima, proprio quando avevano aperto il locale, era improvvisamente spuntato il sole e ciò aveva dovuto far decidere alla maggior parte delle coppie di uscire di casa, per godersi appieno il bel tempo primaverile. Il fatto che poi fosse domenica non aveva fatto altro che far accrescere la clientela.
C'era come al solito la "banda dell'ultimo secondo", come l'aveva soprannominata Vivian, lanciandogli un'occhiata divertita.
Era un gruppetto di ragazzi del penultimo anno del liceo che, puntualmente, si ritrovavano nel suo bar la domenica pomeriggio per finire i compiti. Inutile dire che Vivian li aveva presi a cuore fin dalla prima domenica quando, talmente impanicati per una presentazione di inglese che si erano scordati di fare, aveva deciso di aiutarli. Erano riusciti pian piano a mettere la testa a posto, facendo i compiti qualche giorno prima, ma ormai era diventata una tradizione ritrovarsi lì la domenica pomeriggio. A volte venivano subito dopo l'apertura, in modo da finire presto e andare a divertirsi, altre volte (come quella) arrivavano a metà pomeriggio, dopo una delle loro abitudinali partite di pallacanestro.
Ridacchiò quando vide Myung-Dae sbattere l'astuccio sulle teste dei suoi amici. Tra i tre era quello più responsabile e che si impegnava nello studio, volendo diventare fisioterapista. Dong-Sun e Young-Nam invece erano dei perfetti atleti, ognuno fissato con la propria disciplina. Il primo con il nuoto e il secondo con l'atletica.
Scosse la testa sentendo le esclamazioni contrariate dei due, finendo di impastare e infornando la torta paradiso.
Un quarto d'ora dopo stava esponendo i muffin appena sfornati quando Jimin entrò nel bar, salutandola sollevato quando la vide.
-Menomale che sei di turno- le disse come prima cosa, facendola per un attimo preoccupare. Sembrava fin troppo sollevato di averla trovata e molto nervoso a giudicare da come si mordeva il labbro.
-Jimin, tutto bene? È successo qualcosa?- chiese, stringendogli un braccio. Insomma, se fosse successo qualcosa Jungkook l'avrebbe certamente avvertita, aveva il suo numero, no?
-Oh, tutto bene- rispose distrattamente Jimin, guardandosi intorno. -Ho solo...ehm, bisogno di un consiglio- finì, leccandosi imbarazzato le labbra, mentre incrociava timidamente i suoi occhi.
-Okay- mormorò lentamente Vivian, sbattendo le palpebre perplessa.
-Aspetta un attimo qua- gli disse, avvicinandosi poi velocemente a Hyerin, che stava sventolando annoiata il vassoio vuoto.
-Come siamo messe?- chiese non appena le fu difronte.
-Tutti serviti, tutti soddisfatti. Il trio di sbandati fa casino come al solito- rispose con voce squillante questa, non preoccupandosi di farsi sentire.
-Hyerin- la riprese Vivian, alzando gli occhi al cielo. La ragazza per tutta risposta ridacchiò, facendole una linguaccia. -Che c'è? Lo sai che in fondo mi stanno simpatici-
-Ehi ragazza fragola! Sbandata sarai tu!- sentirono esclamare da Dong-Sun che le aveva evidentemente sentite.
Hyerin si voltò verso il ragazzo, con una smorfia fintamente saccente. -Ragazza fragola a chi? Ranocchia- ribatté, trattenendo un sorriso divertito.
-Va bene, va bene, cerca di non far scappare la clientela. Ho una torta in forno e Jimin al bancone-
Questo catturò l'attenzione di Hyerin, che si voltò di scatto verso il bancone, ad occhi sgranati. Quando vide il ragazzo, fermo dove Vivian l'aveva lasciato, squittì eccitata, battendo una mano sul vassoio come se fosse un tamburo.
-Oh, è proprio Jimin oppa! Che vuole?-
Hyerin non era esattamente una fan del kpop, (anche se conosceva gruppi, membri e canzoni come se lo fosse). Era più interessata al mondo dello spettacolo, con particolare riguardo al teatro, dato che il suo sogno era proprio quello di sfondare come attrice teatrale. Stava infatti seguendo un corso annuale di recitazione che le aveva permesso di ottenere un ruolo secondario in un'opera che sarebbe andata in scena quell'estate, cosa di cui era molto fiera. Questo non le impediva di essere una perfetta fangirl con qualsiasi tipo di personaggio più o meno famoso. Se avesse avuto più tempo libero probabilmente sarebbe stata una perfetta stalker.
-Sto andando a scoprirlo- le rispose Vivian tornando dal ragazzo.
-Vieni in cucina, ho una torta in forno- disse mentre gli passava affianco. Si diresse velocemente verso il forno, controllando la cottura. Ancora dieci minuti e avrebbe potuto tirarla fuori. Nel mentre cominciò a montare la panna. In tutto quello Jimin era rimasto zitto.
Dopo qualche minuto di silenzio, Vivian alzò confusamente la testa, fissandolo. Il ragazzo se ne stava a braccia conserte appoggiato al piano di lavoro, gli occhi puntati sulla parete, continuando a umettarsi nervosamente le labbra.
Con un sospiro la ragazza gli dedicò la sua totale attenzione.
-Jimin, mi stai facendo preoccupare- esordì, avvicinandosi di un passo.
-È che...mi piace una ragazza- soffiò lui a bassa voce, quasi avendo paura che ci fosse qualcun'altro in ascolto.
-...oh- rispose Vivian non capendo realmente ciò le le era stato detto. Jimin la fissò, improvvisamente agitato.
-Cioè, non è che mi piace ma...insomma, non la conosco bene, ma è carina e...-
-Oh!- lo interruppe lei, realizzando finalmente.
Il ragazzo la fissò ad occhi sgranati, non sapendo come continuare.
-Ok, prima di tutto abbiamo una sedia. Siediti- decise lei, cercando di riordinare le idee. Di tutte le cose che Jimin avrebbe potuto dirle, questa era l'ultima che si aspettava. Anzi, era talmente surreale che non era nemmeno in lista.
-E perché lo stai dicendo a me?-
-Sei una ragazza- rispose prontamente Jimin, tornando pian piano ad essere il solito.
-...seh- Vivian emise uno schiocco con la bocca. -Questo è leggermente discriminatorio-
-No, voglio dire...- il ragazzo stette per qualche istante in silenzio, cercando le parole per spiegarsi meglio. -Puoi consigliarmi meglio-
A Vivian venne da ridere. Istericamente. Anche se non avesse avuto quell'enorme, gigantesca cotta per Taehyung, sarebbe comunque stata la persona meno indicata.
-Non credo proprio- rispose schiarendosi la gola. Il timer scattò e lei fu costretta a girargli le spalle, per tirare fuori la torta, mettendola poi nell'abbattitore.
-Non ne hai parlato con gli altri?- domandò, riferendosi chiaramente ai Bts.
Jimin per tutta risposta fece una smorfia, sospirando esageratamente.
-Avrebbero di certo un sacco di suggerimenti, ma prima mi prenderebbero in giro fino alla morte-
-Chiaramente- Vivian alzò gli occhi al cielo. Adesso non voleva essere lei quella che discriminava ma...ragazzi.
-Continuo a pensare di non essere la persona adatta-
-Per via di TaeTae?-
Un respiro.
Due respiri.
Tre respiri.
-...cosa centra Taehyung?- chiese Vivian con un filo di voce. Jimin le lanciò uno sguardo saputo, condito da un sorriso soddisfatto.
-Del fatto che ti piace- rimarcò, alzando le spalle.
Nella mente di Vivian ci fu un blackout totale. Aprì un paio di volte la bocca, cercando qualche scusa da propinargli. Ma chiaramente Jimin non ci sarebbe cascato. L'aveva detto con una tale sicurezza che si chiese se non avesse appeso al collo un cartello con la scritta "Ho una cotta per Kim Taehyung".
-Ok...no, non ok- riuscì a dire dopo un attimo di smarrimento.
-Tu!- esclamò verso Jimin, puntandogli il dito contro. -Non dirai una singola parola su questa cosa. A nessuno. Neanche a me. Anzi, non lo pensare neppure-
Era lei o improvvisamente in quella stanza faceva un caldo assurdo?
Il ragazzo fece una breve risata, prima di tornare serio.
-Non lo farei mai-
-È un tuo amico, capirei se...-iniziò col dire Vivian per poi bloccarsi. Un pensiero un pò malinconico si fece strada nella sua mente.
-Sai,- disse cambiando improvvisamente tono e discorso. -un pò vi invidio-
Jimin assunse un'aria confusa, piegando la testa.
-E perché mai?-
-Vi ho visto, nei video e nella realtà- spiegò lei, leggermente imbarazzata della piega che stava prendendo la conversazione. Ma l'aveva cominciata lei e non poteva tirarsene fuori.
-Sembrate sempre così felici-
Jimin corrucciò le sopracciglia, scrutandola.
-E tu non lo sei?-
Ah, quella domanda apriva un sacco di porte. Era felice? Sì, in parte. Aveva dei genitori amorevoli, una marea di cugini adorabilmente esasperanti e una vita a volte stressante ma che stava dando soddisfazioni. Ma le mancava sua nonna (e a volte pure suo nonno), in certi momenti provava nostalgia dell'Italia, anche se non riusciva ad immaginarsi in altro posto che lì. E non aveva davvero degli amici stretti, non li aveva mai avuti. Dal liceo conservava qualche conoscenza, troppo timida a quei tempi per aprirsi davvero con qualcuno. All'università qualche amica se l'era fatta, ma avevano già tutte il proprio gruppo di amici e lei era sempre rimasta un pò sullo sfondo. Pensandoci bene, la persona con cui aveva attualmente più confidenza era Hyerin, e la conosceva da tre mesi scarsi. Shin non contava, era praticamente di famiglia.
Quei ragazzi erano stati non solo una ventata fresca, ma anche totalmente nuova. Non solo per il sentimento che provava per Taehyung, ma per quelli che le trasmettevano tutti.
-Sì, ma non sembra lo stesso- si ritrovò a rispondere, sorridendo dolcemente in direzione del ragazzo.
-Quando sono con voi sono più felice, come se assorbissi parte della vostra felicità-
Jimin sorrise con quel suo sorriso caratteristico, che non lasciava gli occhi aperti.
-Stai con noi allora. Voglio dire, siamo amici, no?-
Vivian ricambiò il sorriso, leggera come se improvvisamente un peso le fosse stato tolto di dosso.
-Va bene, parlami pure di questa fantomatica ragazza- acconsentì, tirando fuori la torta dall'abbattitore e cominciando a decorarla.
Il ragazzo si illuminò, imbarazzato ma felice, passandosi una mano tra i capelli.
-Lavora alla Big Hit come assistente. Non lavora spesso con il nostro team, ma ogni tanto ci incrociamo. Non so molto di lei, ma è davvero carina ed è sempre molto gentile- annuì, come a dare enfasi  alle sue stesse parole.
Vivian sorrise mentre sistemava le fragole. Sembrava così sereno mentre parlava della sua cotta, mica come lei che a momenti si preoccupava pure di respirare in sua presenza.
-Ok, ma qui voglio i dettagli. Nome?- si girò verso di lui, facendo finta di prendere appunti. Jimin ridacchiò, raddrizzando la schiena e mettendo su una faccia seria, da intervista.
-Park Min-jee-
-Fidanzata?-
-...non lo so- disse lui dopo un attimo di esitazione.
-Ahia- rispose Vivian, facendo una smorfia. -Credo sia necessario saperlo prima di fare un'altra mossa. Non combiniamo casini, ok?-
Jimin annuì sconsolato, dondolando i piedi.
-Va bene, ma nel caso non lo fosse, come mi comporto?- domandò, alzandosi e avvicinandosi alla ragazza.
-Normalmente. Non fare come me che vado in paranoia al minimo cenno- ribatté lei scuotendo la testa, disapprovandosi da sola. Jimin ridacchiò.
-A parte quello cosa dovrei fare? Regalarle fiori come fa il tuo ammiratore segreto?-
Vivian per poco non fece cadere la scodella di fragole. Si voltò di scatto verso il ragazzo, bocca aperta e espressione allibita.
-E tu che ne sai?- Per poco non urlò. Il ragazzo le lanciò una strana occhiata prima di scrollare le spalle.
-Il fiore che avevi nei capelli te l'aveva regalato qualcuno no? La tua reazione è stata piuttosto eccessiva- spiegò lui con nonchalance, rubandole una fragola.
La ragazza decise di glissare un pò su tutto, tornando al discorso iniziale.
-Lasciamo perdere. Prima di regalarle qualcosa dovresti scoprire i suoi gusti. Voglio dire, a me ovviamente piacciono i fiori, ma mia cugina per esempio è allergica-
Jimin stava per risponderle quando Myung-Dae fece irruzione nella cucina. Registrò perplesso la presenza dell'altro ragazzo, prima di rivolgersi alla proprietaria.
-Noona, Dong-Sun e Hyerin noona stanno litigando...di nuovo-
Vivian emise un verso sconsolato alzando gli occhi al cielo poi, come resasi conto di una cosa, si voltò di scatto verso il ragazzo.
-Aspetta, li hai lasciati soli? Con Young-Nam presente?-
Myung-Dae sgranò gli occhi, capendo istantaneamente il suo errore. Quei due insieme erano peggio dei bambini dell'asilo e di certo Young-Nam non avrebbe fatto niente per fermare il litigio in corso.
La ragazza prese la torta in mano, facendo poi segno ai ragazzi di seguirla. La appoggiò al volo mentre passava accanto al bancone, dirigendosi svelta verso il fondo del locale, luogo da sempre prescelto dai ragazzi. Per fortuna erano abbastanza lontani dagli altri tavoli e il locale si era un pò svuotato.
Quando arrivò al tavolo non trovò nessun cadavere (con Hyerin non si poteva mai sapere), solo due ragazzi intenti a insultarsi, con Young-Nam che sfogliava distrattamente un libro, sorridendo divertito.
-Dicono che il corpo umano sia composto dal 70% d'acqua. Tu ce l'hai tutta in testa!- sbraitò proprio in quel momento Hyerin, fissando sdegnata il ragazzo in questione.
Dong-Sun fece per ribattere, un sorriso strafottente sulle labbra, quando Vivian li interruppe.
-Cos'è successo stavolta?- chiese con una punta di rassegnazione.
-Io volevo solo un'altra fetta di torta- spiegò candidamente Dong-Sun, ricevendo occhiate scettiche da tutti. Probabilmente pure dalla vecchietta a due tavoli di distanza.
-Tsé!- sputò fuori Hyerin, mani sui fianchi. -L'educazione dovresti averla imparata anni fa. Non è che mi puoi urlare "Ehi!" come se fossi un tuo amico. Teppista-
Vivian lanciò un'occhiata bieca a Young-Nam che sembrò imbarazzato mentre scrollava le spalle con aria innocua.
-Va bene, calmi- iniziò mettendo le mani avanti, un principio di mal di testa in atto.
-Hyerin vai a fare una pausa, d'accordo? Bevi una tisana, me la sbrigo io con loro-
La ragazza lanciò un ultimo sguardo indignato ai ragazzi, prima di voltarsi facendo svolazzare i capelli e dirigendosi a passo di marcia verso il bancone. Come soldato avrebbe fatto meraviglie.
Il sospiro esasperato di Vivian interruppe quello stato di calma che si era creato. Volse lo sguardo a Dong-Sun, che gli sorrise imbarazzato.
-Perché  la fai innervosire ogni volta? Sai che esplode- lo rimproverò, conscia comunque che sarebbe servito poco e niente.
-È divertente- rispose questo con un luccichio divertito negli occhi. Dietro di lei sentì Myung-Dae sospirare sconsolato.
-Sai che un giorno potrei non arrivare in tempo e tu finirai male, vero?- scherzò la ragazza, perché non c'era niente da fare. Tra loro e Hyerin c'era sempre stato fin dall'inizio quel rapporto un pò conflittuale, che non era mai sfociato in altro che in insulti. Non era vero che non si sopportavano anzi, per certi versi avevano anche caratteri simili. Semplicemente si divertivano a riprendersi come bambini, con somma esasperazione di Vivian che si ritrovava ogni volta in mezzo. Almeno le domeniche non erano mai noiose.
-In quel caso ci penserà Young-Nam a difendermi-
-Scordatelo- rispose il ragazzo in questione, agitando le mani in segno di diniego. -Non ci tengo a morire-
-Ah, bell'amico- Dong-Sun guardò il ragazzo con aria fintamente tradita, prendendo una gomma dal tavolo e lanciandogliela contro.
La ragazza represse un sorriso, perché non avrebbe dovuto trovare tutta quella situazione divertente, no? Si voltò verso Myung-Dae che stava guardando il soffitto mormorando qualcosa a bassa voce. Probabilmente stava maledicendo il destino per avergli fatto avere quei due come amici.
-La torta poi l'ha avuta?-
-Mh?- rispose questo, tornando in sé. -No, Hyerin noona ha detto che era finita. Poi hanno cominciato a litigare e sono venuto a chiamarti-
-Vabeh, ho appena sfornato una torta se volete...-
-E tu chi sei?- sentirono dire da Dong-sun. Voltandosi entrambi, lo videro squadrare Jimin, che lanciò un'occhiata indecisa a Vivian.
-Sono, ehm, un amico di...-
-È Jimin dei Bts- lo interruppe Young-Nam, ricevendo occhiate sorprese un pò da tutti.
-Che c'è?- disse poi sulla difensiva, -Conosco qualche gruppo, e allora?-
-Uh, abbiamo un fanboy tra di noi- scherzò Dong-Sun scompigliando i capelli dell'amico, che rispose con uno schiaffo sul braccio.
-Disse quello con il poster gigante di G-dragon in camera- ribatté prontamente il ragazzo seduto, causando le risate di tutti, compreso di Dong-Sun, per niente offeso.
Quando si furono ripresi, Young-Nam prese a cercare qualcosa sul tavolo, tirando poi fuori un foglio meno stropicciato degli altri. Si alzò in piedi, rivolgendosi quasi imbarazzato a Jimin.
-Hyung, potresti farmi un autografo?-
Jimin sgranò gli occhi, guardando poi Vivian come se non sapesse cosa fare. La ragazza scrollò le spalle, non capendo quale fosse il problema. Forse era abituato alle fangirl e un ragazzo era una perla rara?
L'idol si riprese in fretta, voltandosi verso il suo fan che lo guardava in attesa.
-Certo! Che ne dici di una foto?-
Young-Nam lo guardò incredulo, affrettandosi poi ad annuire, mentre tirava fuori goffamente il cellulare dallo zaino.
-Fantastico! Grazie mille!-
Dopo che la foto fu scattata le cose tornarono tranquille, con Myung-Dae che ringraziava Jimin per il suo tempo (seriamente, quel ragazzo sembrava più adulto di tutti loro messi assieme) e gli altri due che sistemavano il casino di libri che avevano sul tavolo.
Proprio quando lei e Jimin stavano per tornare al bancone per terminare la precedente conversazione, vennero fermati da Dong-Sun.
-Noona, alla fine posso avere la fetta di torta? Dae ha detto che ne hai fatta un'altra-
-Non te la meriteresti- rispose severa la ragazza, seppur con un sorriso sul volto. Poi annuì, facendo comparire sul volto del ragazzo un sorriso a trentadue denti. -Grazie noona!-
-Tu vuoi qualcosa?- chiese poi a Jimin, quando furono al bancone. Il ragazzo guardò sognante i muffin, prima di sospirare sconsolato.
-Meglio di no, facciamo un'altra volta-
-Dai, ti preparo almeno un té- lo consolò lei, battendogli una pacca sulla spalla. -Vai a sederti, io arrivo subito-
Tagliò velocemente la fetta di torta, portandola poi al tavolo dei ragazzi. Mentre aspettava che l'acqua per il té bollisse, diede un'occhiata in giro. Hyerin, dietro la cassa, sembrava essere tornata di buon umore e il locale non era più pieno come prima, sebbene molti tavoli fossero ancora occupati.
Avvicinandosi a Jimin, scoprì che si era seduto in uno dei tavolini vicino alla vetrina e non sembrava proprio convinto della scelta.
-Ecco qui- annunciò, posandogli davanti la tazza. Jimin le sorrise, mentre lei si sedeva.
-Chi sono?- domandò il ragazzo, facendo un cenno verso i liceali, che nel frattempo erano tornati a studiare.
-La banda dell'ultimo secondo-  Vivian sorrise teneramente guardandoli.
-La che?- Jimin trattenne una risata, prendendo un sorso della bevanda. Vivian ridacchiò, tornando a prestargli attenzione.
-È il nome che gli ho dato. Vengono ogni domenica per finire i compiti- spiegò, appoggiando la testa su una mano. -Non farti influenzare da Hyerin, sono dei bravi ragazzi, solo un pò, uhm, esuberanti-
Jimin rise, passandosi una mano tra i capelli.
-Ho notato- concordò. -Sembrate molto in confidenza-
-Mh- Vivian annuì, pensandoci un pò su. -È come se fossero i miei fratellini. Il che è strano, perché sono la più piccola della famiglia-
-Hai fratelli?- chiese Jimin sorpreso, e forse anche un pò curioso. Nelle volte che si erano visti non avevano mai parlato di argomenti troppo privati. Jimin e gli altri erano stati solo avvertiti da Jungkook di non chiedere troppo della nonna, così nessuno aveva finito per chiederle niente sulla sua famiglia in generale.
-No, ma ho un sacco di cugini più grandi. E per un sacco intendo qualcosa come undici o dodici. Finisco sempre per perdere il conto- spiegò la ragazza ridacchiando, ricordando con nostalgia le cene di Natale. Quell'anno si era ritrovata improvvisamente da sola a festeggiare, in un altro continente rispetto alla sua famiglia. Alla fine l'aveva passato con Shin, che non era tornato in Giappone per via degli esami, e i signori Kim. Non era stato così brutto, solo troppo tranquillo rispetto ai precedenti.
-Accipicchia- commentò Jimin impressionato.
-Già, quindi per me è strano essere la noona di qualcuno-
-Kookie ci rimarrà male quando scoprirà di non essere il tuo fratellino preferito- la prese in giro il ragazzo, con un mezzo sorriso.
-Rimane il mio preferito, digli di non preoccuparsi- rispose Vivian con lo stesso tono, facendogli un'occhiolino.
-Allora, torniamo alla tua misteriosa ragazza-
-Non è misteriosa- borbottò Jimin, nascondendosi imbarazzato dietro la tazza.
Lei sospirò scettica, alzando gli occhi al cielo.
-Sai come si chiama e che lavora con te, non ti pare un pò pochino?-
Il ragazzo fece un verso sconfitto, sbattendo piano la testa sul tavolo.
-Cosa devo fare?- biascicò al nulla.
-Come ho provato a dirti, non sono esattamente la persona adatta- cominciò Vivian, avendo pietà di lui. -Ma, ecco, provare a parlarle per cercare di capire cosa le piace mi pare un buon punto di partenza-
Avesse seguito il suo stesso consiglio. Ma ormai era inutile, la cotta per Taehyung era già bella che partita. E fin'ora tutto quello che aveva visto di lui le piaceva.
-Non sei mai stata con qualcuno?- domandò sorpreso Jimin, fissandola. -O delle cotte? Oltre a...-
-Che ti avevo detto sul non nominarlo?- lo interruppe minacciosa lei. O almeno, provò ad esserlo, perché Jimin di rimando le rise in faccia.
-Ho avuto una miriade di cotte, tutte superficiali- si ritrovò a spiegare la ragazza, roteando gli occhi. -E una sola storia, in cui ha fatto praticamente tutto lui-
-E com'é finita?-
-Male- rispose lei lapidaria. Non che fosse stata tutta da buttare. All'inizio era stato bello, pian piano però si erano accorti che non avevano poi molto in comune e gli incontri si erano fatti più rari, insieme alle telefonate. Finché qualche settimana dopo Vivian non aveva scoperto che stava uscendo con altre ragazze e si era scordato di dirglielo.
Jimin si mosse sulla sedia, improvvisamente a disagio.
-Ok, quindi...parlare. Sì, mi sembra un'ottima...-
-Jimin oppa!-
Delle voci femminili interruppero la conversazione. Delle fin troppo squillanti voci femminili, precisò Vivian nella sua testa, ritrovandosi davanti quattro ragazzine che non potevano avere più di quindici anni, tutte voltate verso il ragazzo con un'espressione fin troppo agitata sui loro volti.
-Lo sapevo che eri tu!- esclamò quella davanti a tutti, con un rossetto così acceso che era quasi disturbante. Soprattutto su una ragazzina. Aish, pensò Vivian, a fare questi discorsi si sentiva una vecchietta.
-Ti abbiamo visto da fuori ed eravamo così sicure che fossi tu!- esclamò un'altra, facendosi avanti e colpendo il tavolo, rovesciando così la tazza e tutto il suo contenuto.
Vivian si alzò di colpo con un'esclamazione sorpresa, perché proprio non se lo aspettava.
-E tu chi diavolo saresti?!- esclamò rossetto rosso, squadrando Vivian con una smorfia sul volto.
-Scusa?- riuscì a dire questa, scambiandosi un'occhiata allucinata con Jimin, il quale sembrava mortificato.
-Cosa stavi facendo con il nostro oppa? Straniera- sputò fuori quella più indietro, mentre le altre le sorridevano sprezzanti.
Straniera.
Sussultò. Era da un sacco di tempo che non sentiva quella parola pronunciata con così tanto disprezzo. Si impose di stare calma, perché oltre a non essere nella sua natura fare scenate, scendere al loro stesso livello non le sembrava proprio il caso.
-Gli ho portato da bere e stavamo scambiando due chiacchiere-
-Tsè, non cercare scuse, stavi chiaramente disturbando il nostro oppa!- esclamò rossetto rosso.
-Sì, e lui è troppo gentile per dirti qualcosa- concordò l'amica al suo fianco.
Anche se loro ce la stavano proprio mettendo tutta per farla arrabbiare. Ma non fu quello che le fece definitivamente perdere la pazienza.
-Oppa, facci un autografo! Vogliamo anche una foto!- Jimin a quel punto era esasperato quanto lei, ma cercò di fare buon viso a cattivo gioco. Dopotutto non poteva trattare male le sue fan, non finché queste non facevano qualcosa di davvero pericoloso. Fece un sorriso tirato mentre si apprestava a prendere il foglio che le ragazze gli porgevano, quando Vivian gli si piazzò praticamente davanti, lo sguardo più severo che le avesse mai visto in volto.
-Facci? Vogliamo? Dato che lo chiamate oppa, mostrategli un minimo di rispetto- esclamò la ragazza, socchiudendo gli occhi. Vide con la coda nell'occhio qualcuno muoversi dal fondo del locale, ma non ci fece troppo caso.
-Non trovate che sia maleducato entrare qui, disturbando tutti e pretendendo qualcosa da un ragazzo che è chiaramente in pausa?-
Non erano molte le cose che Vivian non sopportava, ma la maleducazione, oh, quella era certamente al primo posto. Poteva capire che fossero fan, ma non per quello erano libere di fare irruzione nel suo bar e comportarsi come primedonne, come se l'attenzione di Jimin fosse qualcosa di dovuto.
-Come ti permetti di parlarci così?! Tornatene a casa tua!- si ritrovò urlato contro, cosa che la fece quasi scoppiare, perché dannazione, quella Era casa sua!
-Qualche problema qui, mh?- Dong-Sun spuntò quasi dal nulla, fiancheggiato dagli altri due e da Hyerin, che fissava le ragazze come se fosse pronta a uno scontro fisico. Cosa di cui Vivian non dubitava affatto.
Fece cenno ai ragazzi di non muoversi, non volendo causare una rissa. Con tutti quei caratteri esplosivi sarebbe bastato poco. Dietro di lei, Jimin si chinò per sussurrarle all'orecchio.
-Vivì, non è un problema, posso uscire un attimo e...-
-No- lo interruppe lei, -è una questione di principio-
Tornò a rivolgersi alle ragazze, che non avevano perso neanche per un secondo il cipiglio sprezzante. Vivian quasi le ammirò, lei al liceo non avrebbe neanche saputo da dove cominciare per fare un'espressione del genere.
-Adesso dovreste uscire- disse loro con voce ferma.
-Ya! Chi cazzo sei per dirci una cosa del genere?!- berciò quella in fondo, facendo minacciosamente un passo avanti. A quel punto nessuno tenne più Hyerin.
-Razza di mocciosa!- esclamò quest'ultima e Vivian trovò divertente l'appellativo dato che le due non potevano avere più di quattro anni di differenza. -Da piccola evidentemente non ti hanno dato abbastanza schiaffi! Possiamo rimediare!-
-Hyerin- la fermò Vivian con tono secco. Ignorò i complimenti che i tre ragazzi fecero alla sua amica, decidendo che li avrebbe bacchettati dopo. Ignorò anche la risatina che scappò a Jimin, limitandosi ad alzare gli occhin al cielo. Ma perché non aveva amici calmi e rilassati? Dov'era Shin quando serviva? Ah già, era tornato in Giappone per una settimana, da Miyon.
-Sono la proprietaria- rispose piatta, e le sembrò talmente tanto una scena da film che quasi non le scoppiò a ridere in faccia.
-E se non uscite immediatamente chiamo la polizia- Poi, lanciando un'occhiata ai suoi amici si arrese, facendo comparire un mezzo sorriso.
-O lascio loro a briglia sciolta-
Inutile dire a che velocità uscirono, pur continuando a lanciare occhiatacce ai presenti.
Non appena fu tornata la tranquillità (Vivian quasi si aspettava partisse un applauso dal resto dei clienti), Jimin l'abbracciò di slancio, evidentemente sollevato.
-Grazie, grazie grazie- disse, causando una risata generale.
-Dì un pò, ma non potevi fare qualcosa tu?- gli chiese Dong-Sun, beccandosi subito dopo uno schiaffo sulla testa da Hyerin.
-Idiota- rispose lei, fissandolo con rassegnazione. -Cosa volevi che facesse, è un idol! Sai che casini se le avesse anche solo trattate male?-
-Ya! Come osi ragazza fragola?!- schizzò lui, massaggiandosi la testa. La ragazza si inalberò ancor di più, tirandogli con il vassoio una pacca sul fianco.
-La pianti di chiamarmi così?!-
-Ed ecco che ricominciano- borbottò Myung-Dae, alzando esasperato gli occhi al cielo.

 











- Spazio autrice -
Sappiate che nella mia testa c’è un intero spin off  dedicato alla banda dell’ultimo secondo. E la mia parabatai ha dichiarato amore eterno a Hyerin…anche se dovrebbe amare solo me, tzè v.v
Ringrazio davvero _Ele_Luce _ per il suo commento, è stata una settimana disastrosa (come avrete potuto notare dal ritardo nell’aggiornamento).
Il capitolo precedente non sembra aver riscosso molto successo e me ne dispiaccio. Cercherò di fare meglio, promesso! ^^
Non mi dilungo troppo perché mi sto ancora riprendendo dalla gita di Pasquetta.
Ci siamo beccati l’acqua? Sì.
Ciò ha fatto desistere i miei dallo scarrozzarci tutti su per i colli? Magari.
E neppure un uovo di Pasqua con la scusa che sono troppo grande. Per fortuna c’è la mia parabatai  <3
Spero abbiate passato tutti una buona Paqua!
Un abbraccio ^^







 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Arnica montana ***







- Arnica montana -





-Ricordami un pò perché sono venuta a fare shopping con te- Domandò sconsolata Vivian, guardando l'amica al suo fianco.
-Per comprarti qualcosa di carino in modo da far colpo su Taehyung oppa?- rispose Hyerin sbattendo innocentemente le ciglia. L'altra le lanciò uno sguardo per nulla convinto.
-Uh, no. Sono piuttosto certa che il motivo non fosse quello- disse, facendo schioccare la lingua in segno di disappunto.
-Anche perché hai comprato solo te- continuò, indicandole con un gesto le tre buste che la ragazza teneva in mano.
-Dovresti solo ringraziarmi per non averti permesso di comprarti quel maglione lilla-
-Era bellissimo!- protestò Vivian.
-Ne hai già due!- ribatté esasperata Hyerin.
A quel punto Vivian stette zitta, non potendo controbattere ma non volendo comunque dare ragione all'amica. Insomma, c'era qualche regola scritta che impediva di comprare maglioni dello stesso colore? Neanche fossero stati uguali! ...beh, ok, forse erano simili, ma era piuttosto certa che almeno uno fosse più aderente dell'altro.
Ignorò lo sguardo vittorioso di Hyerin, passandosi stancamente una mano sul collo. La primavera era arrivata all'improvviso, alzando di colpo di almeno dieci gradi le temperature. Questo aveva fatto decidere a Vivian di rinunciare (tristemente) alla sua sciarpa. In mancanza di qualcosa che le coprisse il collo (perché nonostante tutto lei si sentiva scoperta), aveva deciso di lasciarsi per una volta i capelli sciolti, che ormai le arrivavano poco sotto le spalle.
Hyerin quando l'aveva vista arrivare così, quasi non ci aveva creduto. Non che fosse la prima volta che la vedeva con i capelli sciolti, ma era davvero raro, ed ormai si era abituata alle sue frettolose acconciature. Era così partita una discussione sui suoi capelli che aveva fatto rimpiangere Vivian della sua scelta.
Era riuscita a distogliere l'attenzione della sua amica dirottandola verso un negozio.
A cui ne era seguito un altro.
E un altro.
E un altro ancora.
-Abbiamo finito, vero?- le disse all'uscita dell'ennesimo negozio, voltandosi verso Hyerin che continuava ad accarezzare in modo quasi maniacale la busta contenente le sue nuovissime scarpe.
-Mh? Oh, ma ci manca ancora tutto l'ultimo piano!- esclamò questa sorpresa. -Non hai proprio resistenza-
-Ho un sacco di resistenza in altre cose, come sopportarti- ribatté Vivian divertita. -Ma lo shopping proprio mi stressa mentalmente-
-Parlando di resistenza...- cominciò Hyerin sogghignando.
-No- la interruppe bruscamente l'altra. -Se è una battuta maliziosa non voglio sentirla-
Hyerin rimase con la bocca aperta per qualche secondo, per poi richiuderla con uno sbuffo divertito. Agitò la mano libera dalle buste, con sguardo furbo.
-E se ti dicessi che all'ultimo piano c'è un negozio di musica?-
-Hai anche soldi da spendere in cd?- le rispose scettica Vivian. Dopotutto si era giusto lamentata il giorno prima che quel mese non aveva abbastanza soldi, causa la rottura dell'aspirapolvere che aveva costretto lei e la sua coinquilina a comprarne un altro. Il che aveva costretto Hyerin e la sua coinquilina quantomeno a parlarsi. Dire che non andavano d'accordo era un eufemismo.
-Mica lo dicevo per me!- esclamò questa, scuotendo rassegnata la testa quando Vivian la guardò confusa.
-Io non devo comprare nessun cd-
-Sicura? Neanche se un certo gruppo, diciamo a caso, ha rilasciato un nuovo album...- iniziò Hyerin con tono fintamente innocente mentre Vivian cominciava a capire.
-E, sempre così per dire eh, in questo negozio c'é un angolo completamente dedicato a loro, con gadget, poster giganti e cartonati a grandezza naturale?-
L'amica alzò gli occhi al cielo, rassegnata.
-Grazie. Ero riuscita a non pensare a Taehyung fino a questo momento e tu hai intenzione di trascinarmi davanti al suo cartonato-
-Non avevo mica intenzione di trascinarti- rispose superiore Hyerin, scuotendo con eleganza la testa. -Ti avrei corrotta o minacciata, ma già che siamo in argomento, che c'è di male a pensare a Taehyung?-
Vivian avrebbe voluto ribattere che era stata lei a introdurre l'argomento, ma tutto quello che le uscì fu un mugugno indistinto. La verità era che non c'era niente di male nel pensare a Taehyung, il punto è che stava cominciando a diventare impaziente perché voleva rivederlo. E lei non aveva nessun diritto di pretendere una cosa del genere.
-Non hai più visto nessuno di loro?- domandò Hyerin dopo qualche attimo di silenzio, dirigendosi verso le scale mobili.
-Sei stata di turno con me negli ultimi due giorni, ricordi?- le fece presente Vivian, sorridendo divertita quando l'amica si tirò uno schiaffo sulla fronte, dando la colpa alla sua coinquilina che la faceva esaurire.
La verità è che aveva scambiato qualche messaggio con Jungkook e Jimin, che nel frattempo aveva scoperto che la ragazza che gli piaceva era single.
-Sono stati parecchio impegnati nell'ultima settimana, ma Jungkook ha detto che domattina dovrebbero riuscire a passare-
Hyerin batté esaltata le mani, facendo scontrare i pacchetti e facendo ridere Vivian.
-Quindi, ecco, potresti astenerti dal lanciare frecciatine sulla questione Taehyung?-
-Chi, io?- rispose innocentemente Hyerin, mano sul cuore. L'amica la fissò scettica finché questa non sbuffò, mettendo su un broncio degno di una bambina dell'asilo.
-Ma io volevo mettermi a tramare con Jimin!- si lamentò, causando un verso esasperato in Vivian.
-Lo sapevo. Ma perché ti ho raccontato tutto?- borbottò questa mentre arrivavano finalmente all'ultimo piano del centro commerciale.
-Perché sei la mia migliore amica e mi vuoi taaanto bene?- disse Hyerin con voce da aegyo, sbattendo con fare civettuolo le ciglia.
-Sicura? Pensavo che fosse perché sei una rompipalle di prima categoria- rispose, ridendo poi della linguaccia che le fece Hyerin.
-Unni?-
La voce fin troppo vicina fece chiaramente capire alle ragazze che l'appellativo era rivolto a loro. Si girarono perplesse, ritrovandosi davanti una ragazzina dall'aspetto vagamente familiare per Vivian, ma decisamente conosciuto per Hyerin, che sbuffò sconstandosi con un gesto secco una ciocca di capelli.
-Non di nuovo- borbottò poi infastidita, facendo stringere la spalle imbarazzata alla ragazzina.
Vivian si soffermò su di lei, cercando di capire dove l'avesse già vista. Era in divisa scolastica, perciò poteva essere una cliente del bar? Dopotutto venivano parecchi studenti a fare colazione.
Era piccolina, con un bel viso pieno, labbra ben definite e corti capelli a caschetto con una folta frangia che le copriva le sopracciglia, mettendole in risalto i begli occhi scuri che in quel momento la stavano fissando imbarazzata.
-Ah- esclamò all'improvviso con stupore, capendo perché le fosse così familiare.
-Già, è una di quelle ragazzine maleducate dell'altro giorno- rispose Hyerin con sufficienza. La ragazzina sembrò rimpicciolirsi, mordendosi le labbra e guardando per terra.
-Mh, se ricordo bene è l'unica che in tutta la situazione è rimasta zitta- ribatté Vivian, accennando con uno sguardo all'amica, che sbuffò sdegnata.
Forse era per quello che non l'aveva riconosciuta subito, rifletté mentre tornava a rivolgere lo sguardo alla ragazzina. Era rimasta tutto il tempo in fondo al gruppetto e, ora che ci pensava bene, era stata l'ultima ad uscire, accennando un piccolo inchino come saluto.
-Quindi? Che vuoi?- si riprese Hyerin, rivolgendosi alla più piccola.
Questa sbatté velocemente gli occhi, fissando alternativamente le due ragazze più grandi.
-Io...volevo scusarmi per l'altro giorno- rispose con voce sottile. -Ero nella libreria qui di fronte quando vi ho visto passare- aggiunse, come se non volesse che pensassero che le avesse seguite.
-Oh- borbottò Hyerin presa in contropiede, già pronta ad un'altra sfuriata.
-Grazie- rispose invece Vivian, sorridendo rassicurante alla ragazzina, che sembrava sul punto di scappare da un momento all'altro. Sicuramente le era rimasto impresso il carattere esplosivo di Hyerin e ne era ancora evidentemente spaventata.
-Alla fine abbiamo risolto no? Comunque lì in mezzo sei stata l'unica civile- continuò, facendola arrossire.
-Già. Le scuse dovrebbero farle le tue amiche- concordò Hyerin, beccandosi un'occhiata rassegnata da Vivian.
-Guarda che il commento era anche per te-
-Che ho fatto io?!- esclamò incredula Hyerin. Vivian sospirò esageratamente, scambiando poi uno sguardo complice con la ragazzina, che si lasciò scappare una piccola risata.
-Ah, certo certo- si rispose da sola Hyerin, notando l'intesa tra le altre due. -Era una battuta per rompere il ghiaccio. Ben fatto, sì. Sembrava che potesse scoppiare in lacrime da un momento all'altro-
Vivian roteò gli occhi, mordendosi le labbra per evitare di risponderle che no, non voleva essere una tecnica per rompere il ghiaccio. E che anche se lo fosse stata, aveva appena vanificato il tutto.
-Dì un pò,- continuò Hyerin, incurante di tutto. -tu mi sembri abbastanza normale, com'é che giri con quelle schizzate?-
-Ha parlato quella normale- borbottò Vivian, beccandosi un'occhiata superiore dall'amica.
-Ci sono schizzati e schizzati. Io sono una schizzata perfettamente nella media-
-Ugh, questa frase è così sbagliata su più livelli...-
-Sono mie compagne di classe- le interruppe la ragazzina, prendendo improvvisamente coraggio. -Non ho molti amici e a tutte noi piacciono i Bts, perciò quando domenica mi hanno chiesto di uscire ho pensato che fosse una cosa carina-
-Bella gente in classe tua- borbottò Hyerin in risposta, facendo tossicchiare imbarazzata Vivian.
-Quello che la mia amica intendeva- si intromise quest'ultima, -è che forse non sono il tipo di amicizie adatte a te. Non che noi possiamo effettivamente dirti chi frequentare-
La ragazzina scrollò le spalle, una smorfia triste sul volto.
-Sono quasi tutte così quelle del mio anno. E quelle più grandi non stanno certo a parlare con noi primine- rispose, mentre Hyerin annuiva in accordo.
-Guarda, non so proprio che dirti. Sei comunque la benvenuta nel mio bar, ma se le tue compagne di classe non chiedono scusa e cambiano atteggiamento, non ho intenzione di farle entrare- ammise Vivian, ricordandosi gli sguardi sprezzanti delle liceali.
-Non penso torneranno- rispose la ragazzina. Poi sorrise, allargando gli occhi. -Siete state davvero forti! E anche quegli altri ragazzi che sembravano dei teppisti!-
A quell'uscita Hyerin rise genuinamente, mentre Vivian si affrettava a spiegare che non erano dei veri teppisti.
-Spero che Jimin oppa non si sia arrabbiato- disse quando Hyerin si fu calmata.
-Non ti preoccupare- la rassicurò Vivian. -Comunque gli porgerò le tue scuse, sono sicuro che gli faranno molto piacere-
-Jimin oppa viene spesso?- chiese la ragazzina ad occhi sgranati.
Vivian esitò nel rispondere. Fino a quella domenica erano stati relativamente al sicuro e voleva evitare di far correre troppo le voci. A dirla tutta, erano stati davvero fortunati che incidenti di quel tipo non fossero capitati prima.
-Senti un pò tu...- iniziò Hyerin, avvicinandosi di un passo alla ragazzina, guardandola fermamente. -Tutto sommato mi sembri abbastanza a posto, perciò mi aspetto che certe conversazioni rimangano private-
La ragazzina strinse le cinghie dello zainetto, annuendo solennemente.
-Non sono proprio clienti fissi, ma li conosciamo- rispose finalmente Vivian, tirando una pacca leggera al braccio dell'amica.
-E lei è amica loro!- esclamò quest'ultima, annuendo allo sguardo scioccato della ragazzina.
-Cambiando argomento, non mi pare ci siamo ancora presentate- la interruppe Vivian, prima che potesse dire qualcosa di sconveniente. O più che sconveniente, imbarazzante per lei.
-Sono Vivian e questa è Hyerin che, come hai potuto notare l'altro giorno, lavora con me al bar-
La ragazzina fece due veloci inchini, per poi presentarsi con voce squillante.
-Shin Soo-Min-
Beh, pensò Vivian, almeno adesso nella sua testa poteva smetterla di chiamarla 'ragazzina'.
-Noi stiamo entrando qui- accennò Hyerin, indicando il negozio di musica. -Vieni con noi?-
Vivian la guardò sorpresa.
-Che c'è? Mi piace!- ribatté questa, notando l'occhiata dell'amica. Quest'ultima avrebbe voluto controbattere, davvero, poi pensò che non ne valeva la pena e che ormai era abituata ai cambi di rotta di Hyerin. Soo-Min poi stava simpatica pure a lei. Le faceva in un certo senso tenerezza e forse un pò si rivedeva in lei. Ricordava con esasperazione i suoi anni del liceo e sapeva bene che le scuole asiatiche erano ancora più dure dal punto di vista relazionale. Era uno dei motivi per cui maman si era rifiutata di iscriverla lì, dopo che Vivian glielo aveva chiesto per passare più tempo con i suoi nonni.
Dopo che Soo-Min ebbe annuito entusiasta, finalmente entrarono nel negozio dove, con passo spedito, Hyerin si diresse in fondo, come se sapesse esattamente dove dovesse andare. E forse doveva essere così, dato che la storia sui cartonati a grandezza naturale era vera.
Vivian deglutì impercettibilmente quando si ritrovò a fissare il cartonato di Taehyung a poca distanza. Dannazione, era possibile che i suoi occhi fossero così perforanti anche quando erano finti? Insomma, non ci doveva essere una qualche legge del contrappasso che impediva di essere sexy sia nella realtà che in foto?
Perché sì, inutile negarlo, Taehyung era sexy. Era tante cose, dolce, tenero, esasperante, divertente, premuroso, ma quel cartonato era decisamente sexy.
-Ti abbiamo persa?-
La voce divertita di Hyerin la fece tornare in sé, rendendosi conto che non aveva fatto altro che fissare il cartonato. Doveva essere sembrata una povera scema.
Un'occhiata a Soo-Min e si accorse che non solo non la guardava in modo strano, ma sembrava perfettamente capire la situazione.
Non è che Hyerin aveva spiattellato tutto mentre lei era in contemplazione, vero?
-Taehyung oppa è il tuo bias, unni?- le chiese Soo-Min, anche se più che una domanda sembrava una constatazione.
-Sì!- esclamò Hyerin.
-Il mio che?- borbottò invece confusa Vivian, imbarazzata a definire in qualche modo 'suo' Taehyung.
Soo-Min sbatté gli occhi, perplessa. -Pensavo fossi una fan-
-Uhm, io...sono più loro amica, ecco-
-Questo per dire che non ci capisce niente di kpop, ma tranquilla, la sto istruendo- rispose Hyerin, battendole rassicurante una mano sulla spalla. O almeno, sarebbe dovuta essere rassicurante se non avesse avuto quel ghigno da stregatto sul volto.
-Oh, è per quello che ti sei arrabbiata tanto l'altro giorno?- comprese Soo-Min in quel momento.
Vivian annuì seriamente. -Per me prima di essere idol, sono degli amici. E poi ho sempre pensato che prima di trattare una persona in base al suo mestiere, bisogna pensare a lei come essere umano-
-Tutto ciò per dire che non sopporta la maleducazione, specialmente rivolta ai suoi amici- concluse semplicemente Hyerin, sorridendo caldamente all'amica.
Soo-Min la guardò per qualche istante con uno sguardo che non seppe decifrare, poi le sorrise timidamente.
-Con bias si intende il tuo preferito- spiegò, tornando sull'argomento.
-Taehyung oppa è decisamente il suo bias- affermò convinta Hyerin.
Non sapendo come tirarsi fuori da quella situazione, perché ne era certa, Hyerin sarebbe riuscita ad imbarazzarla più di quanto non fosse ora, cambiò argomento.
-E il tuo bias chi è?- Anche se non fu un cambio di rotta epocale.
-Namjoon oppa!- esclamò Soo-Min sorridendo, sbirciando in direzione del cartonato del ragazzo in questione.
Ci fu per un istante un silenzio sorpreso, prima che entrambe le ragazze più grandi esclamassero in contemporanea.
-Namjoon?- fece stupita Vivian.
-Ma sei sicura?- disse invece Hyerin, con poco tatto.
La più piccola non sembrò per nulla turbata da quelle reazioni. Annuì con fare solenne, con gli occhi che le brillavano.
-Ammiro molto Namjoon oppa. Oltre ad essere il leader è anche molto intelligente. Ha addirittura ricevuto meriti scolastici e parla davvero bene l'inglese. E ogni volta che deve ringraziare per un premio ricevuto, non si dimentica mai delle fan internazionali. È davvero premuroso-
-Oh- mormorò Vivian sbattendo piano gli occhi. -Hai ragione sai, Namjoon è davvero gentile- concordò sorridendole caldamente.
Hyerin al suo fianco sembrava invece non avere pace.
-Pensavo che a una tipetta come te potesse piacere Jungkook! Magari Jin oppa, ecco, lui è come un principe!-
Vivian soffocò una risata, colpendosi la fronte con una mano.
-Mi piacciono tutti!- ribatté Soo-Min, prendendo seriamente i deliri della ragazza. -Ecco, anche Jungkook oppa è...voglio dire...- mormorò poi, la voce che le si abbassava pian piano mentre arrossiva.
Vivian le rivolse un'occhiata comprensiva. Riusciva a capire a cos'era dovuta la nomea di "Golden maknae" di Jungkook. Guardando i video musicali quasi non riconosceva quel ragazzo timido dal sorriso impacciato. Le era chiaro perché colpisse il cuore delle ragazze, anche se lei non riusciva a considerarlo altro che il suo fratellino. Cominciava a capire l'istinto di protezione di cui avevano sempre blaterato i suoi cugini.
-Non ascoltarla. Quando è scioccata straparla- le rispose indicando Hyerin, che il quel momento stava squadrando con occhio critico il cartonato di Jin.
-Anche se a dire il vero straparla quasi sempre- aggiunse con un mezzo sorriso, causando la risata di Soo-Min.
-Ti sento- borbottò la diretta interessata, picchiettando sul cartonato di Yoongi, in corrispondenza dei capelli.
-Lo spero bene. Ci manca solo che diventi sorda alla tua età-
-Ya! Sbaglio o quella vecchia qui sei tu?- ribatté Hyerin, tornando a rivolgere loro l'attenzione. Soo-Min alternò rapidamente lo sguardo sulle due, sorpresa.
-Dato che non usi mai l'onorifico è una cosa che tendo a scordarmi- rispose ironica Vivian. Non che le desse veramente fastidio anzi, usare gli onorifici le causava sempre dei problemi. Forse perché non ne azzeccava mai uno.
-Beh, ma con la tua faccia da occidentale mi fa troppo strano chiamarti unni- disse l'amica, come al solito senza peli sulla lingua.
-Davvero Vivian unni è più grande di Hyerin unni?- chiese di colpo Soo-Min, sempre più sorpresa.
Vivian soffocò una risatina isterica, prima di guardare Hyerin.
-Hai ragione, 'Vivian unni' non si può sentire-
L'amica ghignò, per poi voltarsi verso la più piccola.
-Ho diciannove anni, Vivian ventuno-
-Hyerin unni, sembri molto più grande!- esclamò sconcertata la più piccola, facendo ridacchiare le altre due.
-Almeno tu sei stata gentile- le rispose Vivian, con una smorfia esasperata.
-Di solito la gente dice qualcosa come "Vivian, non sembri più grande di Hyerin"- continuò, spiegando la situazione a Soo-Min, che si coprì la bocca con una mano per non scoppiare a ridere.
Continuarono a chiacchierare per un pò, dato che nessuno venne a disturbarle o a chiedere loro se cercavano qualcosa.
Scoprirono così che Soo-Min veniva da Mokpo.
-Sta a sud. Ma non hai studiato geografia tu?- domandò Hyerin a Vivian, facendo schioccare la lingua.
-Sì, quella italiana- ribatté questa roteando esasperata gli occhi.
E che siccome Soo-Min era molto intelligente, i suoi genitori avevano voluto darle l'opportunità di studiare in un prestigioso liceo di Seoul.
-Fammi capire bene, ti hanno spedito qui a Seoul da sola?-
-Hyerin, ti ha appena spiegato che abita con i suoi zii- rispose Vivian, trovando la cosa non poi così strana. Probabilmente centrava qualcosa il fatto che lei fosse abituata a distanze molto più lunghe.
-Ma ha quindici anni!- ribatté Hyerin, occhi sgranati e borse che sbatacchiavano qua e là.
-Sta dai suoi zii- ripeté per l'ennesima volta Vivian. -E poi quante ore di treno ci saranno tra Mokpo e Seoul? Tre? Quattro?-
-Tre- rispose prontamente Soo-Min, che aveva seguito divertita lo scambio tra le due ragazze. La ragazza non aveva mai incontrato due persone più diverse tra loro, sia esteticamente che caratterialmente. Eppure, per quanto così diverse, riuscivano ad amalgamarsi bene.
Hyerin ad esempio usava un sarcasmo un pò cinico, mentre Vivian era più ironica e scherzosa. La prima aveva una personalità forte e d'impatto, che colpiva subito e che potevi o odiare o amare. La seconda ti entrava dentro pian piano, quasi silenziosa, come se cercasse di non oltrepassare i limiti.
-Voi due sareste perfette come parabatai!- esclamò di colpo, non riuscendo a frenarsi. Le due in questione si voltarono a fissarla in contemporanea, per poi sbloccarsi in due diverse reazioni.
Hyerin l'abbracciò di slancio, non curandosi delle borse che colpirono un pò tutto quello che avevano intorno. Vivian invece prese a battere le mani estasiata, gli occhi che le brillavano.
-Ommioddio, non ci credo! Leggi Shadowhunters!- squittì tutto d'un fiato, rivolgendole un'enorme sorriso.
Soo-Min rise, mentre si districava dall'abbraccio di Hyerin, la quale la guardò quasi con orgoglio, prima di rivolgersi all'amica.
-Possiamo tenerla?-
-Non è mica un cane- le rispose Vivian ridendo.
Hyerin agitò le braccia. -Ma è una ragazza che legge!-
-Stai per caso citando in modo tortuoso "Up"?- si intromise Soo-Min, causando un verso indistinto da Hyerin.
-Vedi?- fece questa, rivolgendosi a Vivian. -Scommetto che è una multifandom! Una di noi!- poi si girò verso la più piccola, abbassando il tono di voce con fare cospiratorio.
-Mia giovane padawan, vieni con noi, ti consiglieremo i fandom più...-
Si interruppe quando il cellulare le squillò all'improvviso. Con un verso esasperato, che divenne seccato quando vide che era la sua coinquilina, fece un cenno a Vivian, allontanandosi per rispondere.
-Un consiglio per sopravvivere a Hyerin: lasciala fare- commentò Vivian dopo un pò, scuotendo la testa divertita.
-Mi piace Hyerin unni- le rispose Soo-Min, quasi preoccupata di dare l'impressione sbagliata. Vivian la guardò dolcemente, rassicurandola.
-Ne sono certa. Solo che è al limite dell'iperattivo, perciò preparati-
-Posso davvero venire al bar qualche volta?- domandò la più piccola, improvvisamente timida. L'altra sbatté gli occhi sorpresa, non aspettandosi un cambio di argomento così repentino. Si riprese velocemente, poggiandole rassicurante una mano sulla spalla. A quanto pare il bar aveva appena acquisito una nuova cliente.
E lei una nuova sorellina.
Era davvero inusuale come si fosse ritrovata ad essere la più grande lì in mezzo. Togliendo Shin, chiaro.
-Quando vuoi. E non ci sono problemi se vuoi fermarti il pomeriggio per studiare-
Soo-Min le sorrise con gratitudine. Aprì la bocca per rispondere (probabilmente un ringraziamento), quando una voce maschile la interruppe.
-Serve aiuto?-
Le due ragazze si voltarono, ritrovandosi davanti un commesso, come suggeriva la maglietta del negozio. Ad occhio e croce doveva essere poco più grande di Vivian.
Aveva corti capelli neri con un ciuffo più lungo davanti, biondo platino, che continuava a spostarsi con un gesto fintamente distratto della mano. Vivian non era mai stata una che dava giudizi affrettati, ma c'era qualcosa nel suo modo di porsi, troppo vicino, il sorriso saputo e la posa plastica decisamente costruita, che la disturbava.
Soo-Min doveva avere avuto la sua stessa impressione, perché le si avvicinò di un passo, fissando riluttante il ragazzo.
-No grazie. Diamo solo un'occhiata- si ritrovò a rispondere Vivian, facendo inconsciamente ricadere l'attenzione su di sé.
Il commesso la squadrò da capo a piedi e Vivian non dovette nemmeno impegnarsi per capire quello che stava pensando. Aveva visto chiaramente le sopracciglia inarcarsi nello scoprire che era occidentale e l'improvvisa occhiata interessata le aveva fatto ben intendere a che tipo di categoria appartenesse.
-Parli bene coreano- si complimentò il ragazzo, facendola sospirare rassegnata. Sapeva bene che doveva fermare la cosa il prima possibile o non se ne sarebbe più liberata.
Dopo anni passati in Corea aveva perso il conto di quanti ragazzi le si fossero avvicinati solo perché era occidentale. Poco importava se fosse bella o meno. Triste ma vero era uno dei luoghi comuni più veri che avesse mai sperimentato.
Grazie al cielo non erano tutti così.
Anche perché con il suo carattere le sarebbe venuto un attacco isterico.
-Abito qui- rispose, anche troppo secca per i suoi standard abituali.
-Ma davvero?- rispose il ragazzo, un mezzo sorriso sul volto.
Ecco, forse doveva rivedere le sue tecniche di depistaggio.
Lanciò un'occhiata all'entrata del negozio, dove Hyerin andava avanti e indietro sbuffando al cellulare. Mai qualcosa di brillante da dire quando serviva, vero?
Scambiò un'occhiata con Soo-Min, che scrollò le spalle, quasi più imbarazzata di lei.
-Stavamo dando un'occhiata all'ultimo cd dei Bts- disse all'improvviso, uscendosene con la prima cosa che le venne in mente.
-Ah- borbottò il commesso, lanciando un'occhiata che pareva superiore in direzione dei cartonati. Mossa decisamente sbagliata, perché si ritrovò improvvisamente a fronteggiare lo sguardo battagliero di Soo-Min.
-Già. Siamo super super fan dei Bts. Potresti farci una foto?- disse, indicando i cartonati.
Vivian soffocò una risata allo sguardò sconvolto del ragazzo. A quanto pareva l'influenza di Hyerin aveva già colpito Soo-Min.
La più piccola passò soddisfatta il cellulare al commesso sempre più sconvolto poi, trascinò il cartonato di Namjoon di fianco a quello di Taehyung.
-Unni, vieni! Hai detto che Taehyung oppa è il tuo preferito, no?-
Diversi minuti più tardi dovettero spiegare ad un'ignara Hyerin perché fossero piegate in due dalle risate e perché Vivian si copriva la faccia imbarazzata.

 

 

 






Ore dopo, distesa sul letto, Vivian prese in mano il cellulare, guardando la foto che si era fatta passare da Soo-Min. Ridacchiò tra sé e sé pensando che, togliendo la foto di gruppo scattata al compleanno di Yoongi (e che comunque lei non aveva), quella era la prima foto di lei e Taehyung.
Sospirò rassegnata, poggiando il cellulare sullo stomaco e sbattendo piano i piedi sul letto. Era l'una passata e lei ancora non riusciva a prendere sonno. Non era mai stata una persona che soffriva di insonnia, perciò era strano. Soprattutto perché quel giorno aveva finito per fare un sacco di cose.
Dopo che finalmente erano uscite dal negozio di musica, lei con il nuovo album dei Bts in mano dove aveva trovato il poster di Namjoon (Soo-Min l'aveva pregata di darglielo in cambio di uno di Taehyung, e chi era lei per rifiutare?), avevano deciso di prendersi un gelato.
Il primo di quell'anno.
Erano rimaste sconvolte dai gusti di Soo-Min. Seriamente, chi è che prendeva limone e panna montata? Il tutto mentre Hyerin veniva presa indegnamente in giro per il suo cono nocciola e vaniglia. Una persona tanto decisa che prendeva due gusti così delicati? Vivian aveva giurato che alla prima occasione l'avrebbe detto a Dong-Sun.
Hyerin poi, non contenta dello shopping fatto fino a quel momento, le aveva trascinate dentro una specie di profumeria. Cosa che non aveva per nulla convinto Vivian, partendo già dal nome. Chi è che chiamava una profumeria "Arnica"? Con tutti i fiori che potevano scegliere...
Un tonfo improvviso la fece sussultare.
Sbatté gli occhi perplessa, cercando di capire cosa fosse stato.
-Vanille?- chiamò piano. Qualche istante più tardi ci fu un altro tonfo, stavolta più debole.
Vivian sbuffò stanca, alzandosi in piedi. Vanille non combinava spesso pasticci, ma ogni tanto aveva i suoi momenti di pazzia. Anche se era strano che avvenissero di notte, di solito li combinava in presenza di qualcuno, così da potersi vantare della sua opera.
Si mise svogliatamente gli occhiali, mentre si trascinava fuori dalla camera, diretta in cucina. Fu così che notò che si era scordata di chiudere la portafinestra del balcone.
Il rumore di qualcosa che cadeva giù dabbasso le ricordò improvvisamente il pan di spagna che aveva messo a raffreddare sul bancone.
Oh cavolo.
Mentre scendeva a tentoni le scale non si preoccupò di accendere le luci.
-Vanille, où êtes-vous?- borbottò nell'oscurità, sperando che non avesse combinato troppi danni.
Seguì un silenzio improvviso a cui Vivian si accigliò. Di solito quando parlava in francese, Vanille le rispondeva miagolando. Era una cosa che le aveva insegnato nonna.
-Vanille, tout droit?- domandò, scendendo l'ultimo gradino e facendo un passo verso il bancone.
Qualcosa scricchiolò sotto le sue ciabatte e Vivian si immobilizzò.
Sembravano...vetri?
Voltò la testa alla sua destra, trovando nella semi oscurità la vetrina dei dolci in frantumi.
Sussultò, ora spaventata, quando un fruscio davanti a sé non attirò la sua attenzione, ritrovandosi di colpo troppo vicina la figura in ombra di un uomo.
Provò a indietreggiare, le corde vocali improvvisamente paralizzate, ma l'uomo fu più veloce.
Le afferrò malamente il braccio e...

 

 






- Spazio autrice –
…non mi uccidete, per favore?
Agli insulti poi ci ha già pensato la mia parabatai, perciò non vi disturbate v.v
So che la prima parte potrebbe sembrare un capitolo filler, ma serviva un contesto per giustificare la scena seguente.
A voi non posso fare anticipazioni, ma la mia parabatai sa qualcosa e mi ha perdonato per lo scherzetto. (Lei l’ha letto ieri ed era il primo di aprile. Non ha apprezzato particolarmente XD)
Posso solo dirvi che il prossimo capitolo è…BOOM

Una cosa che magari è inutile scrivere, ma non ho dato una spiegazione agli ultimi fiori.
Se a qualcuno interessa, rimedio ora.
Camelia bianca: letteralmente è “sei adorabile”.
Frangipani: detto anche Plumeria, indica bellezza e semplicità.
Arnica montana: è segno di pericolo. In effetti il nome di questo capitolo è un po’ spoiler.

Un abbraccio ^^
...e ricordate, più Hyerin per tutti!







 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Coreopsis ***


Salve a tutti! ^^
Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei come sempre ringraziare tutti i lettori che continuano imperterriti a leggere delle disavventure di Vivian (capitassero a me certe disavventure...v.v). Grazie per le recensioni e grazie Whalien, i tuoi commenti mi fanno sempre ridere. Autrice-sshi a rapporto! v.v
Beh, niente, ho finito di blaterare.




 

 

- Coreopsis -





Quel giorno i Bts erano più stanchi del solito. Con l'uscita del loro singolo in giapponese erano drasticamente aumentate le interviste e i programmi televisivi da registrare. In più, proprio il giorno prima, erano tornati dalla capitale nipponica, dove si erano esibiti per i loro fan giapponesi.
Quella mattina poi, erano stati letteralmente buttati giù dal letto dai loro manager, causa un improvviso servizio fotografico che era stato anticipato di due giorni.
Jungkook aveva prontamente mandato un messaggio a Vivian, avvertendola che sarebbero passati nel pomeriggio. Messaggio a cui non c'era ancora stata risposta.
-Sono preoccupato- borbottò il più piccolo, fissando per l'ennesima volta il cellulare con aria truce.
Namjoon al suo fianco sospirò.
-Te l'ho già detto, sarà stata occupata con i clienti- provò a rassicurarlo, ben sapendo però dell'inutilità della cosa.
Jungkook sentiva che era successo qualcosa. Vivian aveva sempre risposto ai suoi messaggi, anche a quelli stupidi dove le scriveva il nuovo record dell'ultimo videogioco. La sua ansia era aumentata con il passare delle ore, coinvolgendo anche Jimin, che girava nervoso per lo studio fotografico e Yoongi, che si era seduto su una poltroncina a braccia conserte e lo occhieggiava di tanto in tanto. Poco dopo cominciò a notare come anche Taehyung gli si avvicinasse ogni qualvolta prendeva in mano il cellulare per controllare se ci fossero risposte.
Niente.
Riuscirono a finire quello stramaledetto servizio solo nel primo pomeriggio e Jungkook praticamente si catapultò in strada, non facendo caso ai rimproveri di Jin e Namjoon.
Hoseok, pragmatico, chiese ai loro manager se potevano accompagnarli al bar, perché in sette sul taxi non ci sarebbero mai stati e con la metropolitana avrebbero fatto un giro allucinante.
Jungkook saltò sul minivan, il cellulare ben stretto in pugno come una sorta di talismano e Taehyung al suo fianco, muto e a braccia conserte.
Era stranamente rigido e fermo, cosa assolutamente non da lui, notò il più piccolo. Salì anche Jimin, lanciando un'occhiata ad entrambi, soffermandosi poi sul più grande e stringendo le labbra, come se si stesse sforzando per non dire qualcosa.
Jungkook osservò il ragazzo al suo fianco, cercando di capire a cosa fosse dovuta quell'occhiata. Non si aspettava che Taehyung fosse preoccupato quanto lui. Se non di più.
Lasciò perdere quando il minivan partì, dopo che furono saliti tutti.
Venti minuti più tardi stavano camminando per la strada secondaria dove si trovava il bar, dopo essersi fatti lasciare all'angolo per non dare troppo nell'occhio.
Jungkook, passo veloce e in testa al gruppo, sorrise sollevato quando vide il bar.
Era stato stupido a preoccuparsi così tanto, i suoi hyung avevano ragione, avrebbe dovuto scusar...perché l'enorme vaso di fianco alla porta era spaccato?
E le luci? Perché non erano...perché c'era un pannello in legno a coprire la vetrata della porta?
-Che cazzo è successo?!- sbottò Hoseok, imprecando come poche volte nella sua vita.
Jungkook deglutì disorientato, voltandosi verso i suoi hyung. Tra tutte le espressioni allibite e sorprese, quella che lo colpì come un pugno allo stomaco fu quella di Taehyung, impassibile in modo quasi innaturale.
Il primo a scattare, a sorpresa, fu Yoongi, che lo superò quasi di corsa, arrivando di fronte alla porta.
-Vivian!- chiamò, bussando due volte sulla tavola in legno che la copriva quasi interamente.
Sentirono una specie di tramestio che sembrava provenire dal fondo del locale.
Jungkook non aspettò un secondo di più. Quasi spintonò Yoongi, aprendo poi con forza la porta, che a sorpresa non era chiusa. A quel punto, nella foga, entrarono tutti, troppo preoccupati di cosa avrebbero potuto trovare.
Il locale sarebbe anche potuto sembrare normale se non fosse stato per il bancone completamente sgombro e la vetrina dei dolci in frantumi, i vetri sparsi per terra.
Vivian, che aveva sussultato quando erano entrati così di colpo, li fissò ad occhi sgranati, stringendosi al petto la scopa che aveva in mano, facendo cadere la paletta con un tonfo secco.
Jungkook le si avvicinò a passo svelto, agitando le braccia.
-Che diamine è successo?- chiese, anche se inutilmente, perché ormai era chiaro a tutti.
-Attento ai vetri!- esclamò Vivian, non muovendosi dal suo posto, limitandosi a stringersi nelle spalle.
Quello era strano, si ritrovò a pensare Jimin. In un'altra situazione la ragazza non avrebbe esitato a sporgersi verso il più piccolo, data la confidenza che avevano ormai acquisito.
La squadrò, cercando di capire a cosa fosse dovuta quella immobilità. Sembrava stanca, come se avesse passato la notte sveglia. I capelli erano più spettinati del solito, completamente sciolti e al posto dei suoi soliti maglioncini, indossava una camicia a quadri decisamente troppo grande, quasi non fosse sua.
Le maniche erano arrotolate scompostamente fino ai gomiti.
-Cosa ti è successo al braccio?- domandò Jin, guardando apprensivo la fasciatura che la ragazza aveva al braccio destro.
-E-ecco, io...- la ragazza deglutì, sbattendo velocemente gli occhi.
-Ragazzi, cosa ci fate qui? Pensavo ormai che non veniste- disse, dopo essersi schiarita la voce.
I ragazzi si guardarono dubbiosi, confusi dal suo comportamento.
-Ti ho mandato un messaggio! Perché diamine non hai risposto? E si può sapere cos'é successo?!- sbottò Jungkook. Jimin sapeva che aveva urlato perché si era lasciato andare alla preoccupazione, ma quella reazione sembrò quasi spaventare Vivian.
-Io...ho spento il cellulare dopo che...- balbettò e i ragazzi si resero conto con stupore che era sull'orlo delle lacrime. Le si avvicinarono, stando ben attenti ai vetri, che sembrava fossero ovunque. Vivian, appoggiata al corrimano delle scale, si mordeva con forza le labbra, in un evidente sforzo di trattenere le lacrime.
-Ehi- Namjoon le poggiò cautamente una mano sulla spalla e Vivian quasi rimpicciolì. -Ehi, stai bene?- chiese piano, mentre gli altri fremevano per avere una risposta.
-È entrato un ladro stanotte- esordì la ragazza dopo un attimo di silenzio teso.
-Non pensavo...voglio dire, ho sentito un tonfo e ho pensato che fosse Vanille- continuò con lo sguardo basso, stringendo ancor di più la scopa.
-Avevo lasciato il balcone aperto e pensavo che Vanille fosse scesa giù a far danni. C'era il pan di spagna a raffreddare e non volevo che...che...- farfugliò confusa, alzando gli occhi a fissarli, mordendosi nuovamente le labbra.
Hoseok l'abbracciò di slancio, non sapendo come rassicurarla. Di solito aveva sempre qualcosa da dire, ma in quel momento gli venivano in mente parole talmente scontate che Vivian non aveva bisogno di sentirsi dire.
-Cos'è successo?- la voce roca di Taehyung interruppe quel momento. L'attenzione volò per un attimo al ragazzo, che fissava Vivian con sguardo talmente concentrato che sembrava non sbattesse nemmeno le palpebre.
La ragazza lo fissò per un breve istante negli occhi, per poi riabbassarli sul pavimento, quasi a vergognarsi. E per Taehyung era inconcepibile che fosse lei quella a vergognarsi, come se fosse stata colpa sua se era entrato un ladro. Come se lei non fosse la vittima della situazione.
-Sono scesa e c'era un uomo. La vetrina era già in frantumi e io...ho provato a indietreggiare ma non...- emise un sospiro tremulo, ricordando la scena. Non era stata abbastanza veloce e l'uomo le aveva afferrato malamente il braccio. Nel panico aveva provato a divincolarsi, ottenendo solo una stretta più forte che le aveva causato dei lividi, al momento coperti dalle maniche.
A quel punto la voce le era tornata e aveva urlato. Il ladro, forse spaventato dalla possibilità che ci fosse qualcun'altro in casa era scappato, non prima però di spingerla a terra. Malauguratamente il colpo l'aveva fatta cadere esattamente nel bel mezzo del pavimento coperto dai vetri e si era ferita l'avambraccio.
-Mi ha spinto a terra e sono finita sui vetri- concluse secca, cercando di non far capire ai ragazzi la miriade di emozioni che stava provando.
Seguì un silenzio attonito, finché Jungkook non le si avvicinò timido.
-Non volevo urlare- mormorò, sentendosi in colpa per essersi lasciato prendere dalla rabbia. Fece un cenno a Hoseok, che lasciò andare Vivian, e la abbracciò piano, di petto, poggiandole leggero una mano sul capo.
A quel punto la ragazza non riuscì più a trattenersi, scoppiando in piccoli singhiozzi. Gli altri si guardarono a disagio, non sapendo cosa fare per alleggerire l'atmosfera.
-Preparo un pò di té caldo- mormorò Jin, dirigendosi in cucina seguito da Hoseok.
Jungkook si sedette con Vivian sulle scale, mantenendo l'abbraccio. Jimin e Taehyung si accucciarono più in basso, mentre Namjoon prendeva la scopa che la ragazza aveva fatto cadere, cominciando a spazzare il pavimento aiutato da Yoongi.
Restarono tutti in religioso silenzio fino a quando i singhiozzi della ragazza si fecero più radi.
-Sei stata al pronto soccorso?- domandò Jimin, quando sembrò che avesse finito di piangere.
Vivian annuì, la testa ancora sepolta nell'abbraccio di Jungkook.
-Ho chiamato la polizia e quando sono arrivati hanno chiamato l'ambulanza-
Si voltò improvvisamente, lanciando loro un'occhiata concitata. -Non era così grave, ma hanno detto che è la procedura- cercò di rassicurarli.
Taehyung internamente rise amaramente. Lei che cercava di rassicurarli. Era proprio incredibile.
-Ti fa male anche la mano? Riesci a scrivere?- le chiese Jungkook, la testa appoggiata sulla sua.
-È mancina- rispose Taehyung prima che potesse farlo Vivian, beccandosi dalla ragazza uno sguardo sorpreso. Tendeva a non fare differenza tra destra e sinistra nelle piccole cose e l'unico modo in cui la gente capiva che era mancina era quando la vedeva scrivere. Ma era certa di non aver mai scritto in sua presenza.
-Come fai a...- non finì la frase, arrossendo quando notò che Taehyung non aveva ancora distolto lo sguardo.
L'espressione del ragazzo si fece improvvisamente esitante, come se dovesse rispondere a una domanda scomoda. E per Taehyung quella lo era decisamente. Dirle che non faceva altro che osservarla, anche di sottecchi era fuori luogo in quel momento. L'avrebbe fatta sentire solo confusa, o peggio, a disagio. Non era così che doveva andare.
Fortunatamente per lui, Jimin sembrava avere domande più urgenti da fare.
-Come fai con la porta? Non può rimanere così-
-Ho chiamato, ma hanno detto che oggi possono solo chiudere con la tavola di legno. Domani passano a sostituirla- spiegò Vivian, sciogliendo l'abbraccio ma tenendosi comunque appoggiata a Jungkook.
-Come fai stanotte? Non puoi stare qui!- esclamò quest'ultimo, nuovamente preoccupato.
La ragazza chiuse gli occhi, alzando stancamente le spalle.
-C'è un albergo qui vicino. Per una notte andrà bene- rispose, non sembrando per nulla convinta.
Jimin si trascinò un gradino più in alto, avvicinandosi.
-Hyerin non ti può ospitare?-
-Ha un buco di appartamento e lei e la sua coinquilina si odiano- scosse lei la testa sospirando.
-Shin?- propose Jungkook, poi aggiunse. -I signori Kim?-
-Shin torna dopodomani dal Giappone e il figlio dei signori Kim è venuto a trovarli in questi giorni, occupando l'unica stanza disponibile-
Vivian alzò gli occhi, notando le facce preoccupate degli amici. Deglutì, cercando di farsi coraggio e provando a rassicurarli.
-Guardate che non è davvero un problema. Si tratta solo di stanotte-
Taehyung si alzò di scatto, stupendo gli altri tre che sobbalzarono sorpresi, e si diresse a passo veloce verso Namjoon.
-È per qualcosa che ho detto?- mormorò confusa Vivian, sospirando con rammarico. Anche solo ad ammetterlo con sé stessa si sentiva egoista, ma in verità si era sentita rassicurata da tutta quella preoccupazione. Non avrebbe mai voluto che stessero male per lei, ma sapere che per loro contava così tanto...era un controsenso bello e buono, lo sapeva, ma nel profondo gli era grata.
-No, tranquilla- la rassicurò Jimin con un debole sorriso. -Non ce l'ha con te-
La ragazza aggrottò confusa le sopracciglia, ma proprio mentre stava per chiedere delucidazioni, Taehyung tornò.
-Dormi da noi- esordì con voce ferma, guardandola però con espressione morbida.
-C-cosa?- balbettò incredula la ragazza, staccandosi lentamente da Jungkook e fissandolo ad occhi sgranati.
-Ho spiegato tutto a Namjoon e anche lui ha detto che è meglio così-
-Ma...non posso- borbottò attonita lei, guardando gli altri due ragazzi che sembravano essersi ripresi in fretta da quell'affermazione.
-È una buona idea invece- le disse Jungkook serio.
-Ma...il vostro dormitorio?- biascicò Vivian, cercando di fargli capire tutti i lati negativi della questione. Come potevano non capire? Cosa sarebbe successo se qualche fan l'avesse vista entrare? O peggio, qualche giornalista?
-Non ti preoccupare, abbiamo un divano comodissimo- scherzò Jimin, dandole un piccolo colpetto sulla spalla. Al suo sguardo incredulo si affrettò a spiegare.
-Ti faremmo anche dormire su uno dei letti, ma dovresti condividere la stanza con uno di noi e, beh...- borbottò, improvvisamente in imbarazzo.
La ragazza li fissò quasi sconcertata. Credevano che per lei fosse un problema dormire sul divano? E anche se avesse dovuto dormire con uno di loro di certo non avrebbe fatto storie. Veniva da una famiglia italiana, dove la maggior parte dei suoi cugini erano ragazzi, tutti più grandi di lei. Di certo in quel senso non aveva inutili pare asiatiche.
-Mi preoccupo per la vostra reputazione!- esclamò per tutta risposta. Seguì un silenzio perplesso, mentre i ragazzi rielaboravano ciò che aveva detto.
Il primo a scoppiare a ridere fu Jimin, che quasi rotolò giù dalle scale. Al suo fianco Jungkook non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito, mentre anche Taehyung si lasciava finalmente andare, scoprendo le labbra nel suo sorriso caratteristico che fece perdere a Vivian qualche battito.
Proprio in quel momento Jin e Hoseok arrivarono con due vassoi pieni di tazze di té. Fissarono perplessi il quartetto, mentre Namjoon e Yoongi gli si affiancavano.
-Vivian stasera dorme da noi- spiegò quest'ultimo, poggiando la paletta contro il bancone e prendendo una tazza di té.
-Perfetto- asserì Hoseok, ritenendola la scelta migliore, non volendo lasciare da sola la ragazza.
-Sì, ma perché quei tre stanno ridendo così istericamente?- domandò perplesso Jin, voltandosi verso il leader.
-Ma che ne so io- borbottò esasperato, prendendogli di mano il vassoio e avvicinandosi al quartetto.
Finirono per bere il té sulle scale, ignorando i divanetti, con i ragazzi che cercavano di alleggerire l'atmosfera raccontando gli immancabili siparietti comici che erano capitati in Giappone.
Vivian sembrò riprendersi almeno un pò, anche se ad essere sincera forzò qualche sorriso. Non riuscì a ridere genuinamente neanche quando gli raccontarono dell'ennesimo oggetto rotto da Namjoon, ma nessuno glielo fece notare o si aspettò davvero che facesse finta di niente.
Quando, poco più tardi, arrivarono i tecnici per fissare la porta, Jin le disse che ci avrebbero pensato loro e che intanto poteva andare a preparare la borsa per la notte. La ragazza lo ringraziò con lo sguardo, salendo le scale seguita da Jungkook e Taehyung.
Il più piccolo si guardò intorno incuriosito, non essendoci mai stato e Vivian si lasciò scappare un mezzo sorriso. Da quando erano arrivati era decisamente più rilassata. Anche la presenza di Taehyung, che di solito la innervosiva (non in modo negativo, sia chiaro), la faceva sentire al sicuro. Si vergognava un pò di aver pianto di fronte a tutti, ma sapeva anche che non l'avrebbero giudicata male per quello.
-Vanille sta bene, vero?- domandò a un certo punto Taehyung, dopo che la ragazza fu entrata in camera, sulla soglia della porta. -Dobbiamo prendere anche lei?-
-Sta bene. L'ho lasciata con i signori Kim- rispose lei. Poi, vedendo come il ragazzo esitava sulla soglia, quasi a non voler invaderla sua privacy, gli fece un cenno con la mano.
-Entra, non preoccuparti-
Taehyung fece una smorfia soddisfatta, per poi entrare quasi baldanzoso e sedersi con un tuffo sul letto. Vivian emise il primo sbuffo veramente divertito dell'intera giornata, cosa che fece sorridere ancor di più il ragazzo, che aveva raggiunto lo scopo.
Mentre la ragazza gli dava le spalle per prendere un piccolo borsone, Taehyung si guardò intorno, cercando di scoprire qualcosa di più sui gusti di Vivian attraverso la stanza.
Di sicuro non le piacevano le fantasie troppo strane o i colori troppo accesi. Il piumone del letto su cui era seduto era di un bel blu cobalto e i mobili erano in legno chiaro, come quelli che aveva visto in cucina. C'erano due librerie più alte che larghe, negli angoli opposti della stanza, stracolme di libri. Erano quasi tutti in una lingua che doveva essere italiano, erano pochi quelli in coreano, ed erano perlopiù libri per bambini. La scrivania era ingombra di fogli e pennelli vari. Riconobbe una scatola di acquerelli che sembrava parecchio vecchia posta in bilico su un plico di fogli, come se fosse stata usata da poco. Il portatile era chiuso e posato distrattamente in un angolo della scrivania, quasi invisibile. Appoggiati alla parete c'erano una carpetta verde mela piena di scritte fatte con il pennarello e due tubi di quelli usati per contenere disegni.
La piccola lampada lilla a forma di fiore sul comodino fece sorridere Taehyung. Sorriso che si fece sorpreso quando notò il loro album appena uscito poggiato di fianco.
-Hai un nostro album!- esclamò nel silenzio, facendo sobbalzare la ragazza, che si girò di scatto.
Vivian arrossì, come colta sul fatto. Dannazione, pensò mentre cercava di non sembrare troppo imbarazzata, perché era ancora sul suo comodino?
-L'ho comprato ieri con Hyerin e Soo-Min- rispose, evitando in un certo senso la domanda.
-Soo-Min?- domandò curioso Taehyung, sentendo per la prima volta quel nome.
La ragazza fece un gesto vago con la mano.
-Storia lunga, poi vi spiego- glissò abilmente proprio mentre Jungkook entrava in camera. La storia non era poi nemmeno così complicata, solo che non sapeva quanto avesse raccontato Jimin.
-La tua casa mi piace un sacco! Sono stato sul balcone!- esordì Jungkook, sorridendo con gli occhi che gli brillavano.
Vivian gli sorrise dolcemente, prima di tornare a trafficare con il borsone.
-Che poster hai trovato dentro?- chiese Taehyung sventolando l'album, deciso a non lasciar correre.
-Quello di Namjoon- borbottò la ragazza, chiudendo con un gesto secco la zip e voltandosi a guardare e due ragazzi, ora entrambi seduti sul letto.
-E perché non l'hai attaccato al muro?- chiese innocentemente Jungkook.
Ora, Vivian avrebbe potuto inventarsi un sacco di spiegazioni, tipo che dormire con il poster gigante di uno dei suoi amici le pareva alquanto strano.
-L'ho dato a Soo-Min in cambio di...- si interruppe di colpo, conscia di cosa stava per dire. Sarebbe stato meno ovvio se si fosse dichiarata.
Guardò i ragazzi, che di rimando la fissarono in attesa.
-Io...devo prendere un paio di cose in bagno- e si defilò.
In certi casi la fuga era l'opzione migliore.
Sentì i ragazzi borbottare qualcosa, ma non ci fece troppo caso, mentre infilava dentifricio e spazzolino nel borsone. Solo quando ebbe la spazzola in mano si guardò allo specchio.
Sospirò esausta, consapevole del suo aspetto disordinato. Si tolse gli occhiali, sciacquandosi la faccia, cancellando la scia di lacrime ormai secche. Non poteva fare molto per le occhiaie, non che le importasse veramente. I ragazzi l'avevano vista al suo peggio. Si pettinò con gesti veloci, si rimise gli occhiali e cambiò la camicia che aveva rubato a suo padre qualche mese prima con un maglioncino bordeaux.
Uscita dal bagno, scese con i ragazzi che l'aspettavano sulla soglia di casa, trovando gli altri appoggiati al bancone.
Hoseok le si avvicinò sorridente, rubandole il borsone dalle mani e causando uno sbuffo fintamente esasperato da parte di Vivian. Doveva essere una sua prerogativa quella di rubarle le cose di mano.
-Tutto sistemato. I tecnici hanno detto che verranno domani in tarda mattinata, così hai il tempo di farti una bella dormita- spiegò il ragazzo, issandosi il borsone in spalla.
-Siete sicuri che non disturbo?- chiese dubbiosa la ragazza. -Voglio dire, non vorrei disturbare i vostri programmi-
-Tranquilla- la rassicurò Namjoon. -Siamo appena tornati dal Giappone, perciò ci hanno dato un paio di giorni di pausa-
-Già- concordò Jin al suo fianco. -Quello di stamattina è stato un imprevisto, ma domattina si dorme-
-Grazie al cielo- borbottò Yoongi, facendo ridere i ragazzi.
-Hai preso il cellulare, vero? E perché l'hai spento?- cambiò argomento Jungkook, con una domanda che sembrava volesse porre da un pò.
Vivian abbassò gli occhi, insicura.
-Il signor Kim era passato per la colazione e ha visto la macchina della polizia e l'ambulanza. Si è sparsa la voce e così ho rassicurato Shin e Hyerin- cominciò la ragazza, aggiustandosi nervosamente una ciocca di capelli.
-Solo che Hyerin continuava a chiamare per accertarsi che andasse tutto bene e Shin l'ha detto a Miyon, la sua ragazza, e mi sono ritrovata anche le sue chiamate. A quel punto ho spento il cellulare-
Rialzando gli occhi non vide alcuna espressione di disappunto, ma cercò ugualmente di discolparsi.
-Ho mandato un messaggio a tutti dicendo che stavo bene ma che volevo starmene da sola- farfugliò, mentre il panico l'assaliva nuovamente.
Non voleva pensassero che fosse un'ingrata. Solo che tra Hyerin, Shin, Miyon e i signori Kim, il cellulare non sembrava voler smettere di suonare. E ogni volta che le chiedevano se stava bene, si agitava sempre di più, perché non riusciva a smettere di pensare a quella notte. E gli altri sembravano non aspettare altro che avesse un attacco di panico.
-Ehi, tranquilla- la frenò Jimin, poggiandole rassicurante un braccio sulle spalle.
-Già- continuò Hoseok, -Hai solo fatto prendere un colpo a questi qui non rispondendo ma...-
-Hobi!- esclamò Jin scuotendo rassegnato la testa.
-Mi dispiace- si scusò Vivian, sentendosi doppiamente in colpa.
-Voleva essere una battuta!- Hoseok agitò le mani, giustificandosi.
-Io ci rinuncio- borbottò Namjoon, prendendolo per le spalle e trascinandolo fuori dal locale, dove li aspettava uno dei manager.
L'uomo non fece domande, limitandosi a sorridere cordiale alla ragazza, dopo essersi presentato.
Il viaggio fu piuttosto tranquillo. O meglio, lo sarebbe stato se non si fosse trovata a stretto contatto con Taehyung. In verità, non sapeva neanche come ci era finita, con lui a fianco.
Era salita assieme a Yoongi e Jungkook in fondo al minivan, poi c'era stato un mezzo tramestio ed era finita con lei praticamente pressata tra Taehyung e il maknae, perché i posti erano da tre e con Yoongi contro il finestrino erano in quattro. Davanti a loro stavano Jin, Hoseok e Jimin, mentre nel posto accanto all'autista si era seduto il leader.
Quindi no, per Vivian non fu esattamente un viaggio sereno, perché aveva metà del corpo a stretto contatto con Taehyung, e ad ogni curva si irrigidiva, pregando di non cadergli addosso. Sarebbe morta per autocombustione, altrimenti.
Arrivati al dormitorio, Yoongi le fece indossare il suo cappellino, per sicurezza. Preoccupazione quasi del tutto inutile, dato che i Bts la circondarono come una barriera. E lei era talmente bassa che l'unica cosa che si distingueva era per l'appunto il cappellino.
Fu solo un istante prima che entrassero nell'appartamento che Jin si voltò verso di lei, imbarazzato.
-Noi, uhm, non abbiamo riordinato- la avvertì con un sorriso nervoso.
Vivian stava per ribattere che non era un grande problema, che era abituata a stare in un branco di ragazzi, ma Namjoon aprì la porta e la frase le morì in gola, occhieggiando con aria attonita la montagna di scarpe ammassate nell'ingresso.
-...okay- farfugliò, togliendosi meccanicamente le sue scarpe, appoggiandole poi in un punto che sembrava libero. Quasi.
-Mettiamo in ordine, tranquilla- disse Namjoon in fretta, raccattando un paio di scarpe a caso.
-Poi non ti preoccupare, il divano è libero- continuò Yoongi. -...credo- aggiunse dubbioso, voltandosi di scatto, andando a controllare.
La situazione non era così drastica, valutò pochi minuti più tardi, seduta sul divano. C'era qualche indumento sparso qua e là (niente di troppo personale, grazie al cielo) e le stoviglie della colazione erano ancora da lavare. A parte quello la casa era in ordine, con pochi mobili e un divano che in casa sua non sarebbe mai entrato per quanto era grande. Ammetteva l'invidia.
Ovviamente non aveva visto le loro camere. E, sempre ovviamente, nessuno glielo aveva proposto.
Il resto del pomeriggio passò lento.
All'inizio, quando ancora la preoccupazione per Vivian non era del tutto passata, restarono tutti in soggiorno, chi seduto con lei sul divano, chi steso sul tappeto. Poi dopo che ebbero guardato uno strambo (almeno per Vivian) variety show dove la ragazza rise sinceramente per la prima volta nella giornata, si rilassarono un pò tutti.
Yoongi fu il primo ad andarsene, isolandosi con il portatile e le cuffie. Lo seguì poco dopo Namjoon e i due si misero a confabulare su quello che pareva un nuovo testo, finché non sparirono nella stanza che il leader condivideva con il maknae.
Jimin propose di vedere un film, ma i pareri erano talmente discordanti che finirono per giocare con i videogame, con la ragazza che li incitava di tanto in tanto. Aveva provato a giocare una partita a un classico sparatutto, ma la sua mira a quanto pare faceva schifo e non era durata molto. A quel punto si era limitata a guardare gli altri e forse era stata una scelta azzeccata, perché era decisamente più divertente.
Ci fu una mezza lotta con i cuscini quando Hoseok cercò di sabotare Jimin, che finì con un tutti contro tutti quando il più grande colpì per sbaglio Jungkook, risvegliando la sua vena competitiva.
Dopo la battaglia Jin se ne andò nella sua stanza, al momento vuota, dato che Yoongi era ancora in quella di Namjoon. Hoseok a quel punto ne approfittò per farsi una doccia, mentre gli altri continuarono a giocare ai videogame.
Per cena Vivian si offrì di preparare qualcosa per sdebitarsi dell'ospitalità, anche se non ne aveva per nulla voglia. Gli altri non la fecero nemmeno finire di parlare e si decise di ordinare da asporto, perché neanche Jin quella sera era così propenso a cucinare.
Finirono nuovamente accampati in salotto, con metà dei ragazzi semi sdraiati sul pavimento, a mangiare pollo fritto.
Ore dopo, nel buio del dormitorio, Vivian si rigirò esasperata sul divano, cercando di addormentarsi. Non capiva davvero quale fosse il problema. Il divano non era affatto scomodo anzi, e non era il tipo di persona che faceva fatica ad addormentarsi in casa d'altri.
Inutile prendersi in giro.
Sobbalzava ad ogni minimo rumore, per paura di rivivere l'incubo della notte prima.
Strizzò gli occhi frustrata. Si accoccolò ancor di più nella felpa che aveva preso come pigiama. Accennò un piccolo sorriso, ricordandosi di quando suo cugino Alessandro gliela aveva data, poco prima che partisse.
Con solo due anni di età che li separavano, erano praticamente cresciuti assieme, complice anche la vicinanza. Quando poi Alessandro era partito per l'università, andando a vivere a Venezia, lei per ripicca gli aveva fregato la felpa con il logo dell'università. Non faceva mai in tempo a riprendersela che lei gliela sottraeva nuovamente.
Alla fine, quando aveva annunciato alla famiglia che si trasferiva in Corea, il cugino gliela aveva lanciata addosso con un sorriso, regalandogliela definitivamente.
Proprio mentre chiudeva gli occhi, provando nuovamente ad addormentarsi, un rumore la bloccò.
Non di nuovo, pensò spaventata.
Ma no, il rumore proveniva da una delle stanze dei ragazzi, qualcuno sgattaiolò fuori e la ragazza chiuse automaticamente gli occhi, facendo finta di dormire.
Probabilmente uno dei ragazzi doveva andare in bagno. O magari aveva sete.
Il rumore di passi, anche se attutiti, si avvicinò e Vivian poté sentire materialmente qualcuno che la fissava.
-Vivian-
E la voce che parlò era vicina. Troppo.
Aprì piano gli occhi, ritrovandosi Taehyung in penombra accucciato di fronte a lei.
-Tae?- bisbigliò meravigliata lei, grata che fosse buio per evitare che vedesse la sua espressione.
-Mh, lo sapevo- borbottò lui per tutta risposta, sedendosi a terra e appoggiando i gomiti sul divano, a poca distanza da Vivian.
Davvero poca, poca distanza.
A quel punto la ragazza, sempre più imbarazzata, si tirò su, schiarendosi la voce.
-Ti...serve qualcosa?- e la domanda suonò assurda anche alle sue orecchie.
-Voglio dire- riprese, deglutendo -come facevi a sapere che ero sveglia?-
-Eri troppo tesa- rispose il ragazzo. Fece una piccola pausa e poi continuò, mentre si sedeva accanto a lei.
-Di solito sei sempre molto rilassata. Beh, a parte in certi momenti, anche se non capisco mai perché-
Vivian fremette. Lei sapeva bene quali erano i momenti in cui era tesa. Quando Taehyung era presente. Quando le parlava. Quando anche solo guardava nella sua direzione. Quando le sorrideva. Ma non poteva dirglielo, giusto? Non così, non in quel momento. Era sbagliato.
-E tu? Perché sei sveglio?- provò a cambiare discorso la ragazza.
-Non dormo bene quando sono preoccupato- rispose con voce roca Taehyung. Intercettò, Vivian non seppe come, la sua occhiata confusa, perché continuò.
-Volevo sapere se stavi bene-
-Sto bene- rispose in automatico lei. Ormai l'aveva ripetuto talmente tante volte che era riuscita a convincere tutti.
-Non direi, sennò riusciresti a dormire-
Tranne Taehyung. Lui la faceva impazzire. In tutti i sensi.
-Va tutto bene- ripeté Vivian. -Devo solo...abituarmi-
Riuscì a percepire l'occhiata decisa che le lanciò il ragazzo.
-No- pronunciò secco, fissandola serio negli occhi, a talmente poca distanza che per un attimo Vivian fu grata di non avere gli occhiali.
-Non ti devi abituare. Non è una cosa a cui uno si dovrebbe abituare. È una cosa brutta. Devi solo accettare che sia successa e che sia andata bene-
La verità nelle sue parole colpì Vivian come uno schiaffo. Abbassò lo sguardo, sentendo come se stesse per mettersi di nuovo a piangere.
-Non credo di riuscirci. Non ora- mormorò, stringendosi nelle spalle. -Voglio dire, qualcuno è entrato in casa mia, quel bar è casa mia. Fa più male pensare che sia stato violato che il dolore al braccio-
Non vide l'espressione di Taehyung, troppo occupata a trattenere le lacrime. Lo sentì spostarsi, finché le loro spalle non furono a contatto, una mano del ragazzo le toccò delicatamente una guancia.
-Allora credo che stanotte nessuno dei due dormirà- sussurrò lui e Vivian lo sentì sorridere.
Capendo le implicazioni di quella frase, voltò la testa per guardarlo, ritrovandosi i suoi occhi intenti a fissarla a neanche venti centimetri di distanza.
-Grazie- mormorò timida, un piccolo sorriso riconoscente sul volto.
Rimasero in quella posizione per un pò, forse addirittura un'ora. Vivian a un certo punto si accoccolò meglio, poggiando poi esitante la testa sulla spalla del ragazzo.
-Se non vuoi stare al buio posso accendere una lampada- esordì poco dopo Taehyung, indicando con un gesto la lampada sul mobile di fronte a loro.
-No, preferisco il buio- rispose Vivian. Lo sentì spostare la testa per guardarla, forse non capendo la sua risposta
-Se accendessi la lampada ci sarebbero più ombre. Con il buio invece non vedo niente...è più rassicurante-
Taehyung sopra di lei ridacchiò piano.
-È talmente assurdo che ha senso- le disse, causandole una smorfia offesa.
-Non è vero- borbottò, colpendolo con la testa sulla spalla a cui era appoggiata.
Quando si rese conto di ciò che aveva fatto (e che aveva fatto fino a quel momento), si irrigidì, improvvisamente tesa.
Taehyung sospirò, sembrando esasperato.
-Ecco vedi? Ti sei irrigidita di nuovo- Non aspettò risposta, spintonandola piano con la spalla.
-Ti vanno dei popcorn?- le chiese  di punto in bianco, facendola balbettare confusa.
Fu così che alle tre del mattino (alla fine aveva controllato l'ora), si ritrovò a mangiare popcorn e a bere una tisana depurativa, rubata dalle scorte di Hoseok. Quando Taehyung glielo disse, per poco Vivian non soffocò dalle risate, sputandogli in faccia la bevanda.
Decise poi di passare il tempo guardando video su youtube, nonostante le deboli proteste della ragazza, che non voleva rischiare di svegliare gli altri.
-Non li conosci abbastanza- le disse per tutta risposta Taehyung, ghignando con il suo sorriso quadrato.
Finì per farle vedere la puntata dove Namjoon veniva travestito da Sailor moon, come le aveva promesso al compleanno di Yoongi, e Vivian rise così tanto, cercando di non fare rumore, che finì per piangere dalle risate, appannandosi così gli occhiali.
Se li tolse, pulendoseli con la manica della felpa.
-Mh- borbottò Taehyung, squadrandola.
-Che c'é?- chiese lei, arrossendo.
Il ragazzo scrollò le spalle. -È strano vederti senza occhiali-
Vivian non seppe come rispondere. Insomma, non era da lei chiedere se stesse meglio con o senza. Alzò le spalle a disagio, cercando qualcosa da dire.
-Ti stanno bene, però è un peccato per gli occhi- lo sentì mormorare.
Ecco, e a quello come doveva rispondere? Si schiarì la voce, rimettendosi gli occhiali. Quando però si voltò a guardarlo, pronta a rispondergli, lo trovò intento a cercare il prossimo video.
Sospirò piano, sollevata, perché non aveva idea di cosa sarebbe potuto uscire dalla sua bocca. In un altro momento forse sarebbe stata più ricettiva, ma dopo una giornata come quella, non riusciva neanche  a provare a cercare significati nascosti.
Con un pò di pressioni, riuscì finalmente a vedere il video dove i ragazzi ballavano coreografie femminili, ritrovandosi con entrambe le mani sulla bocca per coprire i singhiozzi. Sì, le era venuto il singhiozzo per il troppo ridere. Suo padre la prendeva sempre in giro per questo.
Taehyung la guardò meravigliato, con le spalle che gli tremavano per evitare di scoppiare a riderle in faccia. Cosa che non nascose molto bene, dato che Vivian gli riservò un cipiglio che a lui sembrava solo buffo.
-Non ridere...ick-
Il ragazzo non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito, così prese il cappuccio della felpa e glielo tirò sopra la testa, in un tentativo di depistaggio.
Che riuscì benissimo, dato che alla ragazza mancò il fiato per il gesto. Le passò pure il singhiozzo. Cercò di non irrigidirsi nuovamente, dato che aveva capito che Taehyung non se ne faceva scappare una, ma non poté impedire la sua espressione meravigliata. Per fortuna era buio e il cappuccio era talmente grande da coprirle mezza faccia.
Taehyung non sembrava intenzionato a staccare la mani dai lembi del cappuccio anzi, continuava a stringerli e li voltò verso di lui, facendo in modo di far ruotare anche il viso di Vivian.
A quel punto la ragazza andò nel panico totale, non sapendo neanche come fosse messa la sua faccia. Vedeva solo l'espressione di Taehyung, che la fissava con le sopracciglia aggrottate e un piccolo broncio sulle labbra. A quella distanza riusciva a vederlo bene anche in penombra. Con la luce del cellulare abbandonato tra le loro gambe, i lineamenti le sembravano quasi soffusi. La linea morbida della mascella scendeva con eleganza verso il collo, completamente scoperto dalla maglietta leggera che indossava. Maglietta anche troppo scollata per i gusti di Vivian, che si ritrovò a fissare le clavicole del ragazzo. Ma non era colpa sua! Cos'altro poteva fare, le era esattamente di fronte. Non poteva certo fissarlo negli occhi, resi liquidi dalla luce del cellulare. Faceva già fatica a non tradirsi così, figurarsi se l'avesse fissato a quella distanza.
-La felpa- borbottò dopo un pò il ragazzo. -È tua?-
-...no- rispose dopo un attimo di smarrimento, guardando con la coda nell'occhio l'espressione di Taehyung, che si accigliò.
-Sembra maschile- Sembrava solo a lei o la sua voce era uscita come un sibilo?
-Sì, è di mio cugino- riuscì a rispondere lei, non capendo esattamente come fossero passati a parlare della sua felpa.
-Ah- Taehyung emise un verso quasi scioccato, lasciando andare di scatto il cappuccio. Sbatté rapido gli occhi sgranati, prima sospirare esageratamente.
-Tuo cugino- ripeté guardandola in un modo che Vivian non seppe decifrare. Era imbarazzo? Ma perché sarebbe dovuto essere imbarazzato nello scoprire che la felpa era di suo cugino?
-Sì- borbottò poco convinta, prendendo a giocare nervosamente con le maniche della felpa. -Gliel'ho praticamente fregata- spiegò, accennando un sorriso timido, nella speranza che tutta quella tensione che si era improvvisamente creata, sparisse.
Stavolta non era colpa sua, ne era certa. Quello che si era irrigidito era Taehyung.
Lo sentì prendere un lungo sospiro, prima di fissarla con un sorriso nervoso.
-Pensavo...- non finì però la frase, perché mentre parlava mosse scompostamente le gambe, facendo oscillare la ciotola di popcorn, che rischiò di cadere.
Entrambi inspirarono scioccati per un istante prima di lanciarsi verso la ciotola, cosa che non fece altro che peggiorare la situazione. Vivian riuscì ad afferrarla un secondo prima di venire colpita  da Taehyung, che stava cercando di fare la stessa cosa. Nel lanciarsi, la ragazza si era sbilanciata in avanti, con il risultato che scivolò giù dal divano con un tonfo, con Taehyung al seguito, che provò ad afferrarla per le spalle ma che capitolò miseramente giù insieme a lei.
-Oddio- biascicò Vivian, alzando disorientata la testa, osservando colpevole il pavimento ricoperto di popcorn.
-Stai bene?- domandò agitato Taehyung, cercando di districare la gambe da quelle della ragazza. Cosa che riuscì a fare, prima di poggiare incautamente la mano sulla ciotola rovesciata e ripiombare a terra sotto lo sguardo allibito di lei.
-Ouch- borbottò, tenendosi la testa con le mani.
Vivian gli si avvicinò veloce, preoccupata, il cappuccio che le era ricaduto e il braccio sinistro stretto contro il petto, perché nella caduta aveva sbattuto l'avambraccio fasciato.
Taehyung la fissò stralunato, prima di mettersi a ridacchiare sommessamente, beccandosi un'occhiata stranita da parte della ragazza. Aprì la bocca per chiedergli se si fosse fatto male, ma le parole le morirono in bocca, la gola improvvisamente secca, quando il ragazzo allungò una mano, poggiandola sui suoi capelli.
Il tempo di un battito di ciglia e aveva preso un popcorn che le era rimasto impigliato nella chioma, mettendoselo poi in bocca e masticando mentre la fissava con un mezzo sorriso.
-Sei ricoperta di popcorn- le annunciò sghignazzando.
Vivian si portò le mani alla testa, constatando che aveva ragione. Piegò poi la testa di lato, osservando Taehyung ancora semi disteso sul pavimento.
-Tu non sei da meno- ribatté con una sbuffo divertito, prima di scompigliargli i capelli dolcemente. Cosa che non avrebbe mai fatto se la situazione non fosse stata così assurda, ma Vivian per un momento si lasciò andare.
Il ragazzo la lasciò fare per un pò, prima di fissare accigliato la fasciatura ben visibile, dato che la manica le era salita. Le prese di scatto il polso, tirandosela piano contro.
-Hai sbattuto?- chiese serio, osservando con occhio critico la fasciatura, per vedere se si era allentata.
Vivian deglutì, provando prima a liberare il polso, ma la presa di Taehyung, sebbene morbida, era ferma.
-Tae, sto bene- mormorò imbarazzata. Era quasi esasperante la giostra di emozioni che la coglieva ogni qualvolta fosse con il ragazzo. Passavano da una situazione divertente a una imbarazzante (e potenzialmente pericolosa per la sua sanità mentale), nel giro di un istante.
Un esempio perfetto era quel momento. Cosa avrebbe dovuto fare? Erano semi distesi per terra, al buio, con lui che la osservava con quei suoi occhi che...ugh.
Voleva baciarlo.
Ecco fatto, l'aveva ammesso almeno con sé stessa.
Il problema era...beh, di problemi ce ne erano parecchi. Non erano da soli, perché se anche gli altri dormivano sentiva comunque che era sbagliato in quel momento. Anche perché avrebbe dovuto affrontarli la mattina seguente e non era affatto certa di riuscire a nascondere la cosa.
E non sapeva nemmeno se Taehyung...insomma, le aveva lanciato dei segnali? C'era anche solo una minima speranza che lei gli piacesse? Non era brava in queste cose, non lo era mai stata. Quando Hyerin aveva scherzato, dicendo che ai ragazzi coreani bisognava dire le cose chiaramente, avrebbe dovuto ribattere che non era solo un loro problema. O forse era il suo quarto di sangue coreano che prendeva il sopravvento in queste situazioni. Con tutte le cose belle che poteva ereditare, proprio quella eh?
Ok, voleva baciarlo, inutile negarlo.
Prese un respiro profondo, decidendo di seguire l'impulso del momento, anche se non sapeva a cosa avrebbe portato. Forse era la mancanza di sonno che la rendeva così poco incline a valutare le conseguenze.
Si avvicinò impercettibilmente, deglutendo...e Taehyung le lasciò andare il polso, tirandosi su a sedere e mettendosi a raccogliere i popcorn.
Che diamine.
Vivian rise istericamente nella sua testa. Non sapeva più cosa pensare. Anzi, non voleva più pensare, aveva avuto chiaramente la prova che quello non era decisamente il momento più adatto.
Si riprese, scossandosi i capelli per far cadere i popcorn, decidendo di lasciar perdere. Non che fosse una cosa facile ora che aveva ammesso con sé stessa che l'attrazione iniziale per Taehyung era diventata qualcosa di più.
Non parlarono mentre riordinavano, anche se il silenzio non sembrava teso, solo...stanco.
Tornarono poi sul divano come se non fosse successo niente e, mentre Vivian tornava ad accoccolarsi al suo fianco, gli lanciò un'ultima occhiata dubbiosa.
Non seppe di preciso quando si addormentò. Forse al quarto video. O al quinto.
Si addormentò con gli occhiali, ne era certa, appoggiata alla spalla di Taehyung.
Si risvegliò senza occhiali, sul divano vuoto, con una coperta sulle spalle. Il sole che filtrava nella stanza e le voci dei ragazzi in cucina che cercavano inutilmente di fare piano.
Si stropicciò gli occhi, sorridendo quando sentì Jin riprendere gli altri, intimandogli di non urlare.
Alzandosi cautamente, recuperò gli occhiali dal tavolino e si stiracchiò, sistemandosi i capelli. Della ciotola dei popcorn e le tazze nessuna traccia.
Si sistemò nervosamente la felpa mentre si avvicinava alla cucina, prendendo un profondo sospiro entrando.
-Vivì!- esclamò Hoseok, sorridendole caldamente quando la vide.
-Ti ho detto di non...Vivian!- Jin si bloccò nel bel mezzo di una sgridata, con una tazza in una mano e un mestolo nell'altra. La ragazza represse un sorriso, non volendo sapere cosa stava cercando di cucinare.
Yoongi la salutò con uno sbadiglio, continuando a girare monocorde il cucchiaino nella tazza piena di latte.
Jungkook, al suo fianco, agitò le mani, con la bocca piena di cereali.
-Hai dormito un sacco. Sono le dieci passate- le disse Jimin, passandole accanto con un sorriso, i capelli completamente spettinati.
-Non direi- sentì dire da Taehyung, che si beccò occhiate confuse da parte di tutti. A parte Yoongi, che continuava imperterrito a mescolare il latte.
Vivian si schiarì la voce imbarazzata, andando a sedersi vicino a Namjoon, che le sorrise ancora mezzo addormentato, passandole una tazza e tutto il cibo che riuscì ad arraffare, causando un verso sdegnato da parte di Jungkook che teneva la mano sospesa per aria, ferma nel gesto di prendere dei biscotti.
Jin le chiese cosa preferiva bere e, alle proteste della ragazza che insisteva sul non preoccuparsi e che le andava bene tutto, il ragazzo le spiegò che era abituato a preparare roba diversa, dato che nessuno lì dentro sembrava mai volere la stessa cosa la mattina.
Quella precisazione causò un borbottio indistinto in Jimin e Hoseok, che protestarono sulla veridicità della cosa, venendo ripresi da Namjoon, che invece concordava con il più grande.
La mini faida finì quando un silenzio glaciale si propagò da Yoongi, che fissò tutti quanti ad occhi socchiusi, la mano che teneva il cucchiaino ferma.
-Spaventoso- mormorò Hoseok, sedendosi composto di fronte alla ragazza.
Vivian, che aveva fatto di tutto per non fissare Taehyung, si ritrovò improvvisamente il suo sguardo addosso quando questo si sedette di fianco a Hoseok, con un biscotto in mano che masticava pigramente.
Deglutì, le labbra improvvisamente secche al ricordo della conclusione a cui era arrivata quella notte. Sperava di riuscire a comportarsi normalmente, che quella cosa che aveva provato fosse dovuta al fatto che era buio e che si trovavano in una situazione particolare.
Ma no, anche con i capelli scompigliati, gli occhi socchiusi per il sonno e la maglia stropicciata da un lato, Taehyung era...porca miseria. Un pensiero coerente no, eh?
Sospirò, spostando lo sguardo su un punto a caso del tavolo, notando solo in quel momento un piccolo mazzo di fiori sistemati in una bottiglia.
Coreopsis.
Sbatté piano gli occhi, perplessa. Quelli non c'erano la sera prima, ne era certa.
Jimin al suo fianco dovette accorgersi che qualcosa non andava, perché seguì il suo sguardo. E le lanciò un'occhiata che pareva divertita.
-TaeTae è tornato con questi, stamattina- sussurrò, la testa poggiata su una mano e uno sguardo sornione. I capelli ancora sparati per aria.
...cosa?
Taehyung era...quindi i fiori...possibile che lui...era lui?
Aprì un paio di volte la bocca, esterrefatta. Cercò di rielaborare il tutto, ma la sua testa era in blackout totale.
Al diavolo.
Alzò di scatto la testa, fissando Taehyung che ora non la guardava più, mordicchiando a testa bassa quel biscotto che pareva infinito.
Cosa doveva fare?
Continuò a fissarlo insistentemente, mentre gli altri continuavano a chiacchierare come se nulla fosse.
Cosa doveva dire?
A quel punto Taehyung sollevò timido lo sguardo, posandolo brevemente prima sui fiori e poi su di lei.
E Vivian sorrise.

 

 










- Spazio autrice –
Questi due sono della stessa pasta. E prima non è il momento per uno e poi è quello sbagliato per l’altro. Qua mi sa che ci vuole l’intervento divino.
Ma vi prometto che con questo capitolo le cose si smuovono. (Oh, eccome!) v.v
Coreopsis significa letteralmente “sempre allegro”.
Namjoon ormai è stato relegato al ruolo di padre che non sopporta più i suoi bambini.
Per quanto riguarda la divisione delle stanze, so che l'anno scorso i Bts hanno cambiato dormitorio e mi pareva di aver letto che la divisione fosse così. Nel caso mi sia sbagliata chiedo venia, anche se non è così importante ai fini della storia.
E niente, avrei parecchie cose da dire su questo capitolo, ma preferisco lasciare a voi i commenti.
Alla prossima!
Un abbraccio ^^







 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Gelsomino ***


Buonsalve gente! ^^
Avete visto il giorno e l'ora? Ecco, bene, perché non capiterà più XD
In verità c'è un motivo se ho aggiornato un poco in anticipo: non vedo l'ora di arrivare al prossimo capitolo! E spero anche voi.
Capirete presto perché v.v
Buona lettura!






 

- Gelsomino -








Due giorni d'ansia.
Quasi tre se contava che giovedì era uscita dal dormitorio dei Bts poco prima di pranzo.
Vivian sulle prime non aveva saputo che fare.
Insomma, dopo aver scoperto che Taehyung era il ragazzo misterioso che le mandava fiori, aveva sperato in...qualcosa.
Ok, ammetteva che una qualsiasi mossa di Taehyung di fronte ai ragazzi l'avrebbe messa in estremo imbarazzo. Ma un accenno? Una frase? Un dannato qualcosa che le facesse capire come dovesse comportarsi?
Alla fine di tutto continuava a non avere neppure il suo numero di telefono.
C'era stato qualche messaggio di Jungkook (gliene aveva mandati almeno tre al giorno), e un paio di Jimin, dove l'avevano avvisata che sarebbero passati quella domenica.
Il bar, a dire il vero, non aveva ancora riaperto.
Vivian aveva deciso di prendersi qualche giorno per rimettere a posto il locale, e anche la sua pace interiore. Così aveva passato gli ultimi due giorni a pulire, il locale, la cucina, casa sua, la tettoia ormai in fiore. In un impeto di coraggio era anche riuscita a impacchettare tutte le cose di sua nonna e a sistemare la sua camera da letto.
Va bene, forse era stata solo una scusa per non pensare a Taehyung, ma aveva funzionato piuttosto bene.
Almeno fino a quel momento.
Si era svegliata praticamente all'alba, con un accumulo d'ansia tale che era rimasta per qualche minuto a fissare ad occhi spalancati il soffitto, chiedendosi come sarebbe uscita da quella situazione.
Con la mente completamente svuotata da ogni pensiero logico, aveva deciso di affidarsi all'istinto. Tanto era pessima nel seguire piani.
Era per quello che in quel momento si ritrovava seduta per terra a gambe incrociate davanti al locale, intenta a travasare gelsomini bianchi nell'enorme vaso che aveva rimpiazzato quello rotto.
Jeans sporchi di terriccio, una camicia a righe verticali bianche e azzurre annodata in vita, capelli più sconvolti del solito.
Fu così che la trovarono Hyerin, Shin e Miyon.
-Sei impazzita tutto d'un colpo?- chiese perplessa la prima, venendo del tutto ignorata da Vivian, che rivolse un cenno agli altri due.
Shin le si accucciò davanti, scrutando accigliato prima i piccoli fiori bianchi e poi la ragazza, che continuava imperterrita il suo lavoro.
-Noi intanto entriamo- le disse, rialzandosi e facendo un cenno di intesa con le altre due che, sebbene dubbiose, lo seguirono all'interno del locale.
Vivian sbatté lentamente gli occhi, perplessa. Non era da Shin essere così arrendevole. Solitamente aveva un carattere tenace quanto quello di Hyerin, anche se lo mostravano in due modi completamente differenti. L'averla lasciata lì tranquilla la rendeva sospettosa.
Scrollò le spalle.
No, aveva deciso niente piani e questo includeva anche pensieri troppo contorti. Oggi sarebbe stata una giornata semplice. Avrebbe finalmente visto Taehyung e...beh, qualcosa ne sarebbe uscito fuori.
Passò qualche minuto di relativa calma prima che la porta del bar si aprisse, facendone uscire Miyon con una tazza piena di quello che Vivian sospettava essere té al mango, il preferito della ragazza. Come facesse a piacere a certe persone rimaneva per lei un mistero.
La ragazza la guardò per un pò e Vivian fece finta di non notarlo.
Miyon a volte la metteva in soggezione. Non che lo facesse intenzionalmente, solo che aveva come una specie di aura di pacatezza e gentilezza che la facevano sentire piccola. Forse era così che si sentivano le sorelle piccole nei confronti di quelle grandi.
Miyon era il prototipo della ragazza della porta accanto. Asiatica.
Di una bellezza dolce, con i lunghi capelli scuri dalla riga centrale, il corpo flessuoso come un giunco e lineamenti così gentili che si faceva fatica a capire quando fosse arrabbiata. Non che lo fosse spesso, con il carattere che si ritrovava.
Era, assieme a Shin, una delle persone più pacate e allo stesso tempo genuine che avesse mai incontrato. Riusciva a comprendere benissimo come due persone del genere fossero finite insieme. Stavano insieme da ormai due anni e, se da una parte davano l'idea di una coppietta appena nata, dall'altra parevano come una di quelle coppie già consolidate.
Se qualcosa come il filo rosso del destino esisteva realmente, con loro due ci aveva proprio azzeccato in pieno.
-Cosa c'è che non va?-
La domanda venne così all'improvviso che Vivian rimase con la paletta per aria.
-Niente- rispose in automatico. -Va tutto benissimo-
-Ed è per questo che stai piantando un centinaio di gelsomini bianchi?-
Vivian la guardò con noncuranza, cercando di non sembrare colpevole.
-Non mi guardare così- sorrise Miyon, prendendo un sorso di té. -Cosa credi che abbiamo fatto non appena siamo entrati? Shin ha controllato sul cellulare che fiori fossero-
La conoscevano maledettamente bene. Poggiò la paletta, grattandosi la testa imbarazzata.
-Oh- mormorò, non sapendo esattamente come rispondere.
Miyon non perse il sorriso, accucciandosi davanti a lei come aveva fatto Shin precedentemente, aggiustandosi con grazia il vestitino celeste e tenendo la tazza sopra le ginocchia.
-Già. Quindi mi vuoi dire perché stai piantando delle "timide speranze" di fronte alla porta del bar?-
Vivian si domandò per un attimo se avevano tirato a sorte o Miyon si era immolata per andare a scoprire quanto fosse messa male.
-...quanto ti ha raccontato Shin?- rispose, cercando di prendere tempo.
-Tutto. E so anche quello che hai detto a Hyerin- sorrise serafica la più grande, certa di averla messa nel sacco.
-Non credevo voi due foste così legate- buttò fuori Vivian, sorpresa. Facendo due conti, Hyerin era stata assunta a settembre e Miyon era partita per lo stage a dicembre.
-Non lo siamo- confermò la ragazza. -Ma lei ha parlato con Shin- spiegò, prendendo un altro sorso di té.
-Fatevi una vita- si lamentò Vivian, nascondendo la testa tra le braccia incrociate. Sentì una mano poggiarsi delicatamente sul capo e la risata delicata di Miyon le arrivò alle orecchie.
-Ce l'abbiamo. E dato che i nostri amici ne fanno parte, ci preoccupiamo quando decidono di far crollare il mercato dei gelsomini-
Vivian si morse con forza le labbra, cercando di trattenere una risata. La sua vita sentimentale era a un punto di svolta, (un pericoloso punto di svolta), non poteva certo mettersi a ridere. A meno che non fosse una risata isterica, chiaro. Ma così sarebbe stata la volta buona che i suoi amici l'avrebbero fatta internare.
Prese un profondo respiro, rialzando la testa e facendo ricadere la mano di Hyerin.
-Va bene- si arrese, guardandola seriamente. -Però potresti mantenere il segreto almeno per un pò? È una cosa che devo gestire io-
Miyon la scrutò ferma, pur non perdendo il sorriso.
-Solo se non è niente di pericoloso- E la risposta non poteva che essere questa. Aveva davvero degli ottimi amici.
-Riguarda Taehyung, quindi è sicuramente pericoloso per il mio cuore- borbottò. -E per la mia sanità mentale- aggiunse, facendo ridere di gusto l'altra ragazza.
-Ah sì, V è un pò matto- rispose questa, chiamando il ragazzo con il suo soprannome. Solo in quel momento Vivian si ricordò che era una fan del kpop.
-In effetti- continuò Miyon con un sorriso da volpe, -quando Shin mi ha detto che ti piaceva lui sono rimasta parecchio sorpresa. Mi aspettavo fossi più un tipo da Jin. O magari Jimin-
-Davvero?- chiese lei sorpresa. Le veniva quasi da ridere pensando a lei e Jimin come possibile coppia. E Jin...beh, era di certo un bel ragazzo, ma doveva ammettere che non aveva mai pensato a lui in quel senso. Proprio a dirla tutta, non aveva pensato a nessuno in quel senso, Taehyung l'aveva colpita fin da subito e non c'era stato scampo.
-Sì. Però le mie considerazioni sono basate solo da ciò che ho visto su di loro. Tu li conosci, perciò avrai di certo visto lati che...-
-Taehyung è il ragazzo dei fiori- esalò tutto d'un fiato Vivian, interrompendola.
Ci fu silenzio per qualche istante, mentre Miyon elaborava la frase. L'altra la fissò in attesa, sperando in un buon consiglio.
-Ah-
Vivian sbatté gli occhi, interdetta.
-Come "ah"?- chiese scioccata, sentendosi ridicola. Non l'aveva detto a nessuno, neanche a Hyerin o alla signora Kim.
Miyon alzò le spalle.
-Hai detto che è una cosa che vuoi gestire tu-
-Va bene, ma cosa ne pensi?- chiese con trepidazione. Fosse stata Hyerin l'avrebbe già riempita di consigli e piani strampalati. Ecco, forse era meglio che ci fosse Miyon.
-Del fatto che Taehyung ti regali fiori? Mi pare un gesto davvero carino e significa che ti conosce almeno un pò- tergiversò la più grande, fissando con noncuranza la tazza.
-No. Voglio sapere cosa dovrei fare- quasi esclamò, alzando le braccia al cielo in un gesto disperato.
-Insomma, tu e Shin...come avete fatto?- chiese. Non l'aveva mai chiesto prima perché al tempo non le erano sembrati affari suoi. Conosceva Shin da poco e non erano mai entrati troppo nel personale. Semplicemente, un giorno, era venuto al lavoro con Miyon e l'aveva presentata a lei e alla nonna come sua ragazza. Quando poi erano diventati più intimi, il discorso non era stato più tirato fuori.
-Oh, Vivian- sospirò Miyon, facendola sorridere. Era l'unica che pronunciava il suo nome alla francese, ed era brava quasi quanto sua madre. Shin tempo prima le aveva confidato che si era allenata con la pronuncia perché ci teneva a fare una buona impressione sulla sua "sorellina". Vivian, che già l'adorava, a quel punto non aveva potuto far altro che dare la sua benedizione. Cosa che le era costata una pacca scherzosa dal ragazzo.
-La storia tra me e Shin è partita in modo completamente diverso. Eravamo nello stesso gruppo di studio e ci sono voluti mesi prima che mi chiedesse di uscire. E io fino a quel momento non avevo neanche mai pensato a lui in quel senso-
-Aspetta, è stato Shin a chiederti di uscire?- Vivian era scioccata. Ok, non aveva mai pensato seriamente a come fossero finiti insieme. Le erano sempre parsi come una coppia nata così, da un giorno all'altro e senza troppe pretese. Sapere che si erano frequentati per mesi senza che ci fosse nessun accenno a qualcosa di più...
-Già, ricordo ancora quanto era nervoso- rispose Miyon sorniona. Poi le si avvicinò, con aria cospiratoria. -Però non dire che te l'ho detto, eh? Facciamogli credere ancora di essere quel ragazzo figo e tenebroso che crede di essere-
A quello Vivian non poté che ridere.
-Che poi- riprese l'altra, scherzosa. -Figo è figo. Ho un bellissimo ragazzo!- esclamò soddisfatta, facendo nuovamente ridere la più piccola.
-Quando hai finito di piantare i fiori vieni dentro, ti scaldo l'acqua per la tua tisana-
Miyon si alzò, rassettandosi distrattamente la gonna. Con una mano già sulla maniglia, si voltò a fissarla, sempre con quel suo sorriso da volpe.
-Non credo ti servano consigli. Qualcosa in mente hai già, i fiori ne sono un chiaro esempio-

 






Quasi due ore più tardi erano nel bel mezzo di un torneo di Mahjong.
Vivian non era esattamente certa di come fossero arrivati a quel punto. Quando era rientrata nel bar, aveva trovato i tre intenti a confabulare qualcosa riguardo al Giappone. Si erano fatti fuori quasi un'intera torta alla meringa, cosa che aveva fatto sentire in colpa pure Hyerin, che aveva borbottato qualcosa sulle prove costume.
Nessuno le aveva chiesto niente e Vivian aveva lanciato uno sguardo riconoscente a Miyon, che le aveva fatto un'occhiolino in risposta.
Neanche il tempo di intavolare un discorso, che la banda dell'ultimo secondo aveva fatto il suo ingresso, seguita da una timida Soo-Min.
Dopo le presentazioni generali, dopotutto la banda non aveva mai conosciuto Miyon e Soo-Min era una sconosciuta quasi per tutti, erano tornati a mangiare, tra le domande preoccupate dei ragazzi che avevano appreso da Hyerin quello che era successo.
Il perché i ragazzi avessero il numero di Hyerin, rimaneva per Vivian un mistero.
A sorpresa, Soo-Min si era integrata piuttosto bene nel trio, finendo poi col discutere con Myung-Dae dei migliori corsi di medicina della zona. Avevano scoperto così non solo che la ragazza voleva diventare medico, ma anche che aveva parecchie cose in comune con il ragazzo.
Dong-Sun si era presto annoiato dei loro discorsi troppo scientifici, prendendo a stuzzicare Hyerin con battute sui suoi capelli e mettendo in mezzo, non si sa come, anche Shin.
Davvero, Vivian non si spiegava come, forse era stata un'idea di Young-Nam? Fatto sta che avevano improvvisato un mini torneo di due turni, quattro e quattro.
In quel momento si stavano giocando la finale Miyon e Dong-Sun, cosa che era riuscita a zittire Hyerin per cinque minuti buoni.
-Ragazzi, vado a cambiarmi i jeans- avvertì Vivian, sorridendo divertita quando gli arrivarono in risposta versi confusi, tutti troppo presi dallo scontro finale per prestarle attenzione.
Solo quando raggiunse le scale si accorse che Young-Nam l'aveva seguita.
Il ragazzo le lanciò un sguardo sfuggevole, prima di abbassarlo a terra.
-Posso venire su anch'io? Dovrei parlarti-
Sembrava perplesso, come se non fosse certo neanche lui di quello che stesse facendo. Vivian annuì, curiosa. Non era la prima volta che uno dei ragazzi saliva a casa sua. Una volta si erano fermati fino all'orario di chiusura e l'avevano aiutata a portar su le torte che erano rimaste. Un'altra volta erano arrivati talmente presto che doveva ancora aprire il locale ed avevano finito per pranzare tutti assieme, stretti nel piccolo tavolo da tre.
Lo lasciò un attimo in soggiorno, mentre si cambiava velocemente i jeans. Pensò se fosse il caso di cambiarsi anche la camicia, magari con qualcosa di più carino e femminile, dopotutto Taehyung stava...ma no. La camicia le piaceva e non era sporca.
Ecco, magari poteva giusto sistemarsi quel disastro che erano i suoi capelli. Si fece una treccia laterale mentre girava in tondo per la stanza. Afferrò il cd dei Bts dal comodino e lo gettò con finta noncuranza dentro il primo cassetto.
In soggiorno trovò Young-Nam intento a coccolare Vanille, che gli si era accoccolata soddisfatta in grembo. Vanille era stata di grande conforto in quei giorni. Come se avvertisse che qualcosa non andava nella padrona, l'aveva seguita per tutto il tempo, dormendo addirittura con lei, lasciando per la prima volta il letto della nonna.
Il ragazzo si accorse di lei solo quando gli si sedette di fianco. Quasi sobbalzò, lanciandole una debole occhiata.
Vivian era sinceramente perplessa.
C'era da dire che Young-Nam era sempre stato il più criptico dei tre, nonostante l'aspetto semplice. Gli altri due erano abbastanza facili da capire, o comunque capitava che nel parlare si lasciassero andare a commenti più o meno personali. Young-Nam parlava, spesso anche, ma diceva poco di sé. L'unica cosa davvero personale che sapeva di lui era che sua madre era cinese e abitava stabilmente a Hong Kong.
Di certo non lo aveva mai visto così indeciso su qualcosa.
-Posso chiederti una cosa?- domandò il ragazzo, interrompendo il silenzio che si era inevitabilmente creato.
Vivian fece una smorfia divertita, cercando di alleggerire l'atmosfera.
-Solo se non ha niente a che fare con il furto, risparmiami almeno tu- Scherzò, riuscendo a far ridacchiare Young-Nam. Vanille emise un basso brontolio quando lui smise per un attimo di farle le carezze, per poi riprendere a fare le fusa quando questi le grattò delicatamente dietro le orecchie.
-È più un consiglio in verità-
-Oh, dimmi tutto-
Le veniva da ridere, ma sembrava che in quel periodo la gente non facesse altro che chiederle consigli. Prima Jimin e poi Young-Nam. Ma seriamente sembrava così affidabile?
Sperò almeno non fosse nuovamente un consiglio amoroso, perché davvero non ce la poteva fare. Specialmente quel giorno.
Il ragazzo accarezzò un altro pò Vanille, prima di decidersi a parlare.
-Se un tuo amico si rendesse conto di essersi innamorato, innamorato veramente, non stupide cotte, e ti chiedesse consiglio. Tu che gli diresti?-
Niente da fare. Lassù qualcuno doveva divertirsi un sacco a metterla in difficoltà. Ma che aveva fatto nella sua vita precedente? Aveva rifiutato malamente qualcuno spingendolo al suicidio?
-Un amico- ripeté scettica, facendo alzare gli occhi al cielo al ragazzo.
-Ti giuro che non è una di quelle situazioni dove dici "un amico" e in verità ti stai rivolgendo a te stesso-
Fece un mezzo sorriso, che Vivian ricambiò.
-Quindi...un tuo amico è innamorato?- Già si stava chiedendo chi potesse essere. Non sapeva se avesse altri amici oltre a Dong-Sun e Myung-Dae, ma non riusciva a immaginarsi quei due innamorati. Dong-Sun perché era il tipo che flirtava senza ritegno senza nemmeno esserne cosciente e Myung-Dae perché non sembrava ancora conoscere la differenza tra ragazzi e ragazze.
-No- rispose Young-Nam sorprendendola.
Si fissarono per qualche secondo, Vivian sempre più perplessa.
-Ok, allora non capisco di cosa stiamo parlando-
Il ragazzo ora sembrava aver preso coraggio, perché non abbassò lo sguardo.
-Voglio dire...se un tuo amico un giorno ti chiede consiglio su una questione amorosa, tu che gli dici?-
-Ah, beh. Dipende?- farfugliò la ragazza, cercando di capirci qualcosa. -Dipende dall'amico in questione, dalla ragazza che gli piace o più semplicemente dalla situazione in generale-
Young-Nam sembrò demoralizzarsi e Vivian provò l'impulso improvviso di abbracciarlo. Ripensò a quello che gli aveva detto il ragazzo fino a quel momento, nel tentativo di dargli una risposta soddisfacente.
-Stiamo parlando di qualcuno in particolare?- domandò all'improvviso, credendo di aver capito cosa stesse cercando di chiederle il ragazzo.
Young-Nam la guardò colpevole e Vivian gli sorrise dolcemente.
-Tranquillo, non ti chiederò chi è-
Si appoggiò più comodamente sul divano, puntando lo sguardo sul televisore spento, mentre cercava di dare un senso alla frase.
-Fammi capire. Pensi che questo amico sia innamorato e vuoi sapere cosa dirgli quando se ne accorgerà e ti chiederà consiglio?-
Dirlo ad alta voce sembrò ancora più contorto, ma a quanto pare aveva indovinato, perché il ragazzo si illuminò.
-Guarda che non è così semplice- continuò Vivian, con una smorfia riflessiva sul volto.
-Come ho detto dipende dalla situazione. Credo in ogni caso che, in quanto amico, tu debba supportarlo- poi, lanciandogli un'occhiata bieca aggiunse -Nei limiti del legale, chiaro-
Young-Nam scoppiò a ridere, cosa che fece irritare Vanille, che con sdegnò gli tirò una zampata sulla gamba.
-Ouch- borbottò il ragazzo, provando a calmarla con dei nuovi grattini.
Vivian sospirò rassegnata. Quel gatto era una vera primadonna.
-Ho detto che non avrei chiesto chi è, ma dimmi solo se è uno di quei due- disse, riferendosi chiaramente ai due della banda dabbasso.
Young-Nam si morse un labbro nervoso, prima di annuire.
-Che il cielo ci salvi- mormorò lei alzando gli occhi al cielo, facendolo nuovamente ridere.
-Posso chiederti però perché hai chiesto a me? Insomma, anche tu ti sarai fatto un'idea-
Quello che la sorprendeva era il perché tutti andassero da lei. Hyerin era certamente più spigliata in queste cose e Shin forse poteva dargli un punto di vista maschile.
-Veramente no- rispose il ragazzo alzando le spalle, stupendola.
-Beh, ma avrai avuto cotte, no?-
-No- rispose lui, abbassando nuovamente lo sguardo.
Di nuovo quel disagio. Non andava bene, pensò Vivian. Stava per dire qualcosa, una battuta magari, per cambiare argomento, quando il ragazzo la anticipò.
-Per me è diverso- lo sentì mormorare. E Vivian solitamente non era un'impicciona, capiva quando era il caso di lasciar stare. Ma in quel momento Young-Nam sembrava combattuto, come se volesse dirle qualcosa ma non fosse certo di poterlo fare.
-Per Dae e Sun non è un problema se gli piace qualcuno. Io...per me è complicato- borbottò, giocherellando distrattamente con il pelo di Vanille.
Vivian stava provando a capire il significato di quelle parole ma, come aveva già detto, Young-Nam era criptico. Sapeva solo che quel discorso era maledettamente importante e bastava uno sguardo al ragazzo per capirlo. Qualunque fosse il problema, era qualcosa che lo tormentava.
Purtroppo non riuscì a dire niente, perché Hoseok entrò all'improvviso, facendo una giravolta su sé stesso osservando incuriosito l'appartamento, prima di rivolgersi a loro.
-Vivì! Siamo arrivati!- esclamò con la sua solita voce squillante.
Young-Nam si alzò di scatto con Vanille in braccio, osservando cautamente Hoseok.
Solo in quel momento quest'ultimo osservò la situazione.
-Ho interrotto qualcosa?- domandò sembrando perplesso.
Vivian si intromise prima che Young-Nam potesse negare, perché era quello che chiaramente suggeriva la sua espressione.
-Stavamo finendo un discorso. Ora scendiamo-
Il ragazzo sembrò convinto e li precedette giù dalle scale, non prima di aver fatto una carezza a Vanille e aver fatto rischiare un infarto a Young-Nam.
La ragazza ridacchiò, ricordandosi che dopotutto era una fan.
In cima alle scale Vivian tirò per un gomito il ragazzo più giovane, catturando la sua attenzione.
-Ne riparliamo, ok? E Young-Nam, ricordati che tu e gli altri potete dirmi qualsiasi cosa, non importa quanto crediate sia brutta, va bene?-
Solo al sorriso rassicurato del ragazzo, lo lasciò andare, scompigliandogli con una smorfia divertita i capelli.
Fu solo quando arrivò alla base delle scale che si ricordò cosa comportasse l'arrivo di Hoseok.
Taehyung.
Fu il primo che cercò e l'ultimo che trovò.
La finale doveva essere finita, anche se un'altra partita era cominciata. S6eduti attorno a un tavolino, Namjoon, Jin, Yoongi e Jungkook si scrutavano attenti, mentre attorno a loro si affollavano gli altri, lanciando incitamenti. Miyon era seduta in braccio a Shin che le teneva delicatamente un braccio intorno alla vita, leggermente in disparte da tutto il resto della calca.
Soo-Min era rigida al fianco di Jimin, quasi pareva non respirasse. Dallo sguardo rilassato che le lanciò il ragazzo, pareva che si fosse già scusata per l'incidente della volta scorsa. I due della banda erano dall'altra parte del tavolo e confabulavano guardando attentamente la partita, Dong-Sun con un muffin in bocca.
Hyerin, che camminava da una parte all'altra del locale parlando un pò con tutti, fu la prima che li vide tornare.
Sorrise luminosa a Hoseok, che le sorrise di rimando. Quei due assieme erano inquietanti e dovette pensarlo anche il ragazzo al suo fianco, dalla smorfia che fece.
Alzò gli occhi al cielo verso Young-Nam indicandogli il resto della banda e fece un cenno verso di lei, sorridendole sorniona e spostando lo sguardo verso la porta di ingresso, dove trovò Taehyung, intento a fissare intensamente il vaso di gelsomini.
Dato che nessuno pareva averla ancora notata, Vivian poté perdersi nell'osservare il ragazzo senza essere scoperta. Le serviva coraggio per affrontare il grande passo.
Ed ecco che aveva l'ennesima prova di quanto si potesse essere fighi anche solo con un paio di jeans stracciati sul ginocchio e una semplice maglietta nera. C'era da dire poi che il giacchetto leggero color cammello dava ai capelli di Taehyung una sfumatura del tutto nuova.
Lo vide, di profilo, mentre allungava una mano sul vaso, poggiandola piano sui fiori. Le sembrò che dicesse qualcosa, perché le labbra si mossero, ma era chiaramente troppo lontana per sentire. E la porta chiusa.
Deglutì, leccandosi nervosamente le labbra quando, dopo qualche istante, entrò nel locale ad occhi bassi.
Lei era rimasta lì impalata, perciò quando Taehyung alzò lo sguardo, finirono inevitabilmente per incrociarsi.
Il ragazzo sgranò impercettibilmente gli occhi, bloccandosi, prima di mettere su un'espressione decisa e avvicinarsi a Vivian.
Purtroppo il karma non sembrava dello stesso avviso. Seriamente, pensò la ragazza mentre Dong-Sun la prendeva per le spalle, cominciava a credere davvero nella storia della reincarnazione.
-Noona! Hai per caso qualcosa di fresco da bere? Qua si muore di caldo!- esclamò il ragazzo, sventolando svogliatamente una mano davanti alla faccia.
Con la coda nell'occhio, vide Hyerin fulminare il liceale alle spalle.
Quando tornò con lo sguardo su Taehyung, scoprì con delusione che si era avvicinato al tavolo da gioco, pur lanciandole qualche occhiata.
Ma che pretendeva che facesse? Andare ora lì e chiedergli di parlare privatamente era fin troppo plateale per i suoi gusti. D'accordo che erano tutti loro amici, ma voleva riservarsi almeno un pò di dignità nel caso fosse stata rifiutata.
Così andò in cucina per prendere dei succhi di frutta e del té freddo, con Dong-Sun al seguito.
Preparò dei vassoi, tirando poi fuori le bevande dal frigo. Proprio mentre cominciava a riempire il primo bicchiere, il ragazzo parlò.
-Tutto bene con Nam?- Lo disse con aria indifferente, giocherellando con un bicchiere, ma Vivian lo conosceva fin troppo bene.
-Mh?- fece finta di niente lei, continuando con il suo lavoro.
-Nel senso...ti ha detto qualcosa?- continuò lui, ora leggermente a disagio. Più che sembrare preoccupato per l'argomento della conversazione, sembrava essere in ansia per l'amico. Forse pensava le avesse detto quella cosa che alla fine non le aveva detto?
Ugh, nuovi pensieri contorti, complimenti.
-Il solito, poi voleva salutare Vanille- glissò Vivian, decidendo di mantenere segreta la loro conversazione.
Dong-Sun sembrò allo stesso tempo sollevato e rassegnato e la ragazza avrebbe voluto prenderlo per le spalle e scuoterlo.
Perché la gente faceva millemila giri e non diceva mai quello che doveva dire? Sarebbe stato tutto molto più semplice. Chiaramente, niente di tutto ciò aveva a che fare con la sua situazione, proprio no.
Finì di preparare il primo vassoio e lo mise tra le mani del ragazzo, ordinandogli di portarlo di là. Tanto non aveva più niente da dirle, sapevano entrambi che era stata solo una scusa per domandargli dell'amico.
Finalmente sola, poté sospirare sconsolata in pace.
Se continuava così, entro la fine della giornata non avrebbe combinato niente con Taehyung.
...non in quel senso. Non in quel senso! Ah, maledetta la sua mente!
Arrossì immancabilmente, mentre finiva di preparare anche il secondo vassoio. Alle sue spalle, sentì un rumore di passi.
-Dong-Sun, non c'era bisogno tornassi- esclamò, voltandosi stupita con il vassoio in mano.
Peccato che il ragazzo che era appena entrato non fosse Dong-Sun.
Ma neanche lontanamente.
Si ritrovò così a corto di parole, le braccia improvvisamente troppo deboli per sostenere il vassoio, costringendola a poggiarlo sul tavolo più vicino.
Era tanto così dall'imprecare ad alta voce. Che ci faceva lì Taehyung?
No, aspetta.
Quella era una benedizione. Era quello che aspettava da giorni, una conversazione faccia a faccia (e privata, molto privata), con il ragazzo.
Ora doveva solo...
-Non sono Dong-Sun- esordì il ragazzo, fissandola intensamente. Anche troppo, quegli occhi sarebbero dovuti essere illegali.
Il problema è che Vivian partiva anche con buone intenzioni, ad esempio era stata convinta fino a un attimo prima di parlargli, poi però bastava la sua sola presenza per mandarle il cervello in pappa. E già non è che normalmente funzionasse proprio bene.
-Lo so- riuscì finalmente a balbettare, seppure incerta.
Rimasero a fissarsi per qualche secondo, lui sempre con quello sguardo serio e lei ad occhi spalancati. Poi Taehyung distolse lo sguardo, posandolo sulle bevande.
-Il ragazzo biondo ha detto che ti serviva una mano-
Vivian avrebbe voluto chiedergli tante cose. Ad esempio se l'aveva detto a lui o l'aveva detto in generale e lui si era offerto volontario. O Hyerin l'aveva offerto volontario. Forse anche Jimin.
Sorprendente come la sua mente elaborasse simili quisquilie invece di prestare totale attenzione al ragazzo. O forse la sua mente era più saggia di lei e aveva capito che prestargli completa attenzione le avrebbe causato un infarto.
-Ecco, quello era Dong-Sun-
-Hobi ha detto che eri su con un altro ragazzo- continuò Taehyung appoggiandosi al muro, a poca distanza dalla ragazza.
Vivian cercò di mascherare la sorpresa della domanda con un'aria disinteressata.
-Young-Nam sì, quello castano. È venuto a prendere Vanille- rispose, ricordandosi della scusa ufficiale. Poi, volendo evitare la successiva domanda, continuò.
-E quello alto e moro è Myung-Dae. Jimin te ne avrà parlato. La ragazzina è Soo-Min e la ragazza più grande in braccio a Shin...è ancora in braccio a Shin? Beh, è la sua ragazza, Miyon-
-Sì, lo so. Miyon noona si è subito presentata. E Hobi stava parlando con...- Taehyung si interruppe un istante, sbattendo piano gli occhi nel tentativo di ricordare il nome. -...Myung-Dae-
-Ah- esalò Vivian, non sapendo come continuare.
Si creò una strana tensione che non c'era mai stata tra loro. Va bene, c'era stata tensione, ma era causata più dall'imbarazzo di Vivian che altro. Adesso si sentiva palesemente a disagio e, a giudicare da come Taehyung spostava il piede da una gamba all'altra, neanche lui sembrava troppo a suo agio.
Vivian sospirò pesantemente, provando a sbloccare la situazione. Se Taehyung si sentiva a disagio forse tutte le supposizioni che si era fatta erano sbagliate.
-Grazie- si ritrovò a dire, senza nemmeno sapere cosa stesse facendo. -Per i fiori, intendo. Non ti ho ancora ringraziato per l'altro giorno- E anche per tutti gli altri fiori, avrebbe voluto continuare, ma la gola le si era improvvisamente seccata.
Sotto lo sguardo sorpreso del ragazzo, prese uno dei bicchieri colmi di té freddo e ne bevve metà, prima di riappoggiarlo con un gesto secco.
Bene. Niente più drammi. Se superava questa, la tesi era una passeggiata.
Non riuscendo a pensare coerentemente, decise di lasciar scorrere i pensieri.
-Se tu...non sei preso quanto me. O se è tutto un mio fraintendimento. Dimmelo. Me la farò passare, tengo troppo a voi per rovinare tutto- lo disse a bassa voce, quasi sussurrando. Poi strinse gli occhi, azzardando un'occhiata al ragazzo.
-Ma se così non fosse...usciresti con me?- Non seppe neanche lei come le uscì, infatti trattenne bruscamente il respiro. Va bene, non era esattamente una dichiarazione, ma poteva andare, no?
Taehyung la guardò fisso per un tempo che le parve infinito, prima di aprire un paio di volte la bocca, calciando infine quasi con rabbia il muro dietro di sé.
-Mi dispiace per i fiori. Avrei dovuto...voluto, darteli di persona-
Vivian tornò a respirare proprio mentre incrociava i suoi occhi, colmi di qualcosa che sembrava...imbarazzo?
-Ma non sapevo se avrei dovuto rischiare- concluse il ragazzo con voce roca.
-Tae- sussurrò la ragazza, mordendosi un labbro incerta. Era un sì o un no? Si sentiva parecchio stupida.
Il tono di Taehyung si fece improvvisamente lamentoso, mentre un broncio faceva capolino sulle sue labbra. Broncio che Vivian trovava estremamente sexy, ma non era quello il momento adatto per discuterne.
-Avrei dovuto chiedertelo io- borbottò lui scuotendo la testa. Poi, alla sua faccia confusa, continuò.
-Di uscire-
Ah. Bene.
Vivian rimase senza parole. Dubitava che scoppiare a ridere istericamente potesse in qualche modo aiutare, perciò si trattenne. A mente lucida avrebbe certamente ribattuto in modo adeguato. Ma c'era Taehyung, quando mai era stata lucida in sua presenza?
-Se vuoi puoi chiedermelo. Sai già la mia risposta- riuscì a dire con un mezzo sorriso.
-I fiori qui fuori- cominciò il ragazzo, grattandosi imbarazzato il collo. -erano sulla mia lista. Quando li ho visti...ho sperato fossero per me-
Vivian stava per ribattere scherzosamente che no, in realtà erano per il suo amore segreto Jin, ma la frase successiva di Taehyung la fece bloccare sul posto.
-In effetti, ne ero abbastanza sicuro quando sono entrato qua-
-Tu...- disse Vivian alzando un dito, prima di fermarsi e respirare profondamente. Poi, senza più freni, gli si avvicinò velocemente, tirandogli una pacca sulla spalla. Forte.
-Ouch!- esclamò allibito il ragazzo, guardandola senza capire. -Ma perché?- domandò confuso, facendosi così dare un'altra pacca.
-Hai una vaga idea di quanto io sia stata in ansia? È da giovedì che...ugh!- sbottò Vivian, tirandogli l'ennesima pacca, stavolta sul petto e decisamente più debole, stringendo poi il tessuto della maglietta.
-Tu mi fai decisamente impazzire- esalò, senza forza.
-Anche tu. Ma almeno io non tiro schiaffi- ribatté Taehyung, che aveva continuato a guardarla sconvolto.
Poi dovette rendersi conto di qualcosa, perché il suo sguardo cambiò, i lineamenti si fecero più morbidi e le labbra formarono quel suo sorriso caratteristico che tanto piaceva a Vivian.
-Posso abbracciarti?- domandò.
E senza neanche aspettare risposta la abbracciò di slancio, avvolgendola completamente e scoppiando a ridere con quella sua risata da bambino.
Vivian gelò all'istante, balbettando dapprima qualcosa di insensato, per poi arrossire e scoppiare anche lei a ridere.
Era decisamente fuori dagli schemi. Non che si aspettasse altro.
Rimasero così finché non si spensero le risate e l'abbraccio diventò qualcosa di più.
Più avvolgente, più caldo. La testa di Vivian si posò sulla spalla di Taehyung, mentre questo posava il mento sul suo capo.
L'idillio fu spezzato da Young-Nam, che entrò senza preavviso nella cucina. Si bloccò un passo oltre la porta, deviando immediatamente lo sguardo sulla parete di fronte.
I due ragazzi si staccarono quasi bruscamente, sebbene rimasero vicini.
Vivian era a corto di parole. Per fortuna poteva contare su Taehyung.
-Io sono Taehyung- si presentò con assoluta indifferenza il ragazzo più grande, causando uno sguardo stranito da parte di Young-Nam.
-S-sì, lo so- balbettò questi, occhieggiandoli con cautela. Dopo qualche istante però sembrò tornare in sé, rivolgendo un'occhiata e un sorriso sereno alla ragazza.
-Qualcuno si stava preoccupando per le bevande. Dirò che stai finendo-
E senza aspettare risposta, prese uno dei due vassoi rimasti e lo portò fuori, sotto lo sguardo riconoscente di Vivian.
-È un tipo strano- commentò Taehyung, beccandosi un'occhiata scettica dalla ragazza.
-Ringrazia che non sia entrata Hyerin- mormorò piano, conscia che se fosse entrata l'amica, la situazione si sarebbe sicuramente fatta più rumorosa. E affollata.
Si guardarono e scoppiarono nuovamente a ridere, con Vivian che gli si appoggiò al braccio per tenersi su.
-Non ho il tuo numero- disse tra una risata e l'altra.
Con ancora l'ombra della risata sul volto, Taehyung si tastò le tasche dei pantaloni, prima di fare una smorfia colpevole.
-Mi sa che l'ho lasciato nella tasca della giacca- borbottò, grattandosi perplesso la fronte, scompigliandosi malamente i capelli.
Vivian sospirò intenerita, allungando le mani per rimetterglieli a posto, cosa che fece bloccare Taehyung.
-Mh?- fece lei sorridendo dolcemente, con ancora le mani nei capelli.
Taehyung piegò la testa da un lato, osservandola ad occhi socchiusi.
-Posso abbracciarti di nuovo?-
Vivian sgranò gli occhi, arrossendo. Lasciò scivolare le mani sul volto del ragazzo, spingendolo delicatamente indietro, ridacchiando imbarazzata.
-Solo quando avrò il tuo numero- rispose decisa.
Non era da lei essere così diretta e intraprendente, ma avere il numero di Taehyung l'avrebbe fatta sentire più sicura, come se ci fosse effettivamente qualcosa di concreto.
Il ragazzo si morse il labbro pensieroso, per poi guardarsi velocemente intorno. Trovato ciò che stava cercando, afferrò un piccolo pennarello dimenticato lì il giorno prima, porgendolo alla ragazza.
-Scrivimi il tuo numero- disse, allungandogli il braccio scoperto.
-Sei serio?- chiese Vivian, trattenendo una risata.
-Perché no?- domandò di rimando Taehyung, con un sorriso furbo.
Perché tanto valeva uscire con un cartello con su scritto che uscivano? Avrebbe voluto rispondere lei.
-È indelebile- disse invece.
Taehyung alzò le spalle, un'espressione soddisfatta sul volto.
-Meglio-
A quello davvero non poteva controbattere. Vivian strinse le labbra nascondendo un sorriso, mentre gli prendeva il braccio e scriveva lungo il polso il suo numero di telefono, come fosse un braccialetto.
-Hai una scrittura tonda- commentò il ragazzo, osservando il tatuaggio provvisorio.
Vivian ridacchiò, porgendo poi pennarello e braccio ad un Taehyung confuso.
-Il tuo numero- spiegò lei.
-Hai detto che è indelebile, non voglio ti si rovini la pelle. Stasera ti mando un messaggio-
La ragazza si imbronciò, agitandogli sotto al naso il pennarello.
-Ho detto che ti avrei abbracciato se mi avessi dato il tuo numero, non il contrario- precisò.
-Siamo già ai ricatti?- domandò Taehyung ridacchiando, prendendo il pennarello e mettendoselo in tasca.
-Come vuoi- rispose con un sorriso furbo Vivian. -Vorrà dire che lo chiederò a Jimin-
Fece per sorpassarlo per andare a prendere l'ultimo vassoio, quando Taehyung la intrappolò da dietro, appoggiando la testa sulla sua.
-Ok ok ok- capitolò, scrivendole il numero sul braccio, a caratteri piccoli, mantenendo quella posa.
Vivian sorrise soddisfatta, rilassandosi nell'abbraccio. Si poteva abituare ad abbracci del genere.
Sinceramente non avrebbe mai pensato che le cose sarebbero finite in quel modo quando si era svegliata quella mattina. Forse doveva seriamente smetterla di farsi tutte quelle pare e comportarsi in modo più spontaneo. Facciamo meno imbarazzante.
Facile a dirlo, ora che finalmente avevano messo le cose in chiaro.
Sentì Taehyung sospirare sopra di lei, e alzò la testa per guardarlo.
-Immagino che se non usciremo nel giro di cinque minuti, arriverà qualcun'altro- disse il ragazzo, ricambiando lo sguardo.
-Mh, e probabilmente sarà Hyerin- concordò Vivian, sospirando rassegnata, conscia che poi avrebbe dovuto spiegare un sacco di cose all'amica.
-O Jimin- borbottò Taehyung. In effetti, pensò la ragazza, Jimin le doveva un bel pò di spiegazioni. Era certa che sapesse tutto, e per tutto intendeva proprio tutto.
-Ricordami che devo farci due chiacchiere-
A sorpresa, la persona che entrò neanche cinque minuti più tardi, trovandoli ancora abbracciati, fu Miyon, che si limitò a sorridere serafica in direzione dell'amica.

 











- Spazio autrice –
Ebbene sì, ce l’abbiamo fatta!
Dovremmo ringraziare tutti i loro amici che li sopport…ehm, supportati, sì sì  v.v
Il prossimo capitolo sarà dedicato esclusivamente al  loro appuntamento, siete contenti?
Spero che l’inserimento di tutti questi personaggi nuovi e certi dialoghi di approfondimento non vi tedino troppo, ma sono necessari per rendere più realistica la storia. E io li adoro, soprattutto la banda. Non si era proprio capito.  v.v
Quindi, ringrazio come sempre tutti quelli che leggono, seguono e commentano la storia.
Un ultimo piccolo appunto personale: ma solo io ho notato che non si riesce a superare i tre commenti a capitolo? Sembra quasi ci sia un blocco XD
Ogni volta che controllo il numero di recensioni (quando inserisco il nuovo capitolo) e scopro che sono a tre, sono tipo “Ah, tutto normale, e anche questa è fatta”.

Bene, alla prossima.
Un intero capitolo, ricordate. Un intero capitolo. v.v
Un abbraccio ^^








 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Origami: facciamo finta che... ***


Salve a tutti! ^^
Sarò superveloce. So che volete solo leggere il capitolo XD
Ringrazio tutti i lettori, siete tantissimi e mi fa davvero piacere.

Uno speciale ringraziamento a _Ele_Luce_ Vivien3450 e Whalien, ve lo meritate per la costanza nelle rensioni  <3
Un avvertimento: sono 15 pagine di Word. Prendetevi del tempo libero. Meglio da soli, è sempre meglio sclerare quando non c'è nessuno nei paraggi v.v
Buona lettura!






 


- Origami: facciamo finta che... -





Vivian e Taehyung si erano sentiti la sera stessa in cui si erano scambiati il numero di telefono. Si erano messi d'accordo nei primi cinque minuti di conversazione di vedersi il mercoledì successivo. Poi, per i venti minuti seguenti, avevano parlato di tutt'altro.
Inutile dire come aveva passato i due giorni seguenti Vivian. Hyerin era stata talmente disgustata da quel tutto buonumore, che era arrivata a ripararsi gli occhi ogni volta che Vivian sorrideva, urlandole contro di smetterla di abbagliare la gente.
Ovviamente scherzava.
E ovviamente era stata la prima persona che Vivian aveva chiamato, dopo che Taehyung le aveva annunciato, la sera prima del loro appuntamento, che c'era stato un imprevisto e che in quel momento si trovavano tutti in aeroporto diretti ad Abu Dhabi.
Sulle prime, la ragazza l'aveva presa anche bene.
Diciamo non troppo male.
Aveva rassicurato Taehyung, che stava urlando scuse a raffica, che sapeva a cosa andava incontro ad uscire con lui. Dopotutto era un idol, e sapeva bene che ci sarebbero stati periodi in cui non si sarebbero visti spesso.
Certo è che non si aspettava tutto quello già dal primo appuntamento, spiegò quando Hyerin arrivò di corsa a casa sua dopo una chiamata talmente depressiva che aveva fatto intristire pure il gatto.
L'amica aveva prontamente maledetto il poster di Taehyung, quello che Soo-Min le aveva passato in sordina domenica, attaccato nell'anta interna dell'armadio, sia mai chi entrasse.
Vivian si era calmata guardando Hyerin agitare le mani e mulinando i capelli, convinta mentre urlava contro il pezzo di carta. Avevano passato la serata sfornando dolci e il bar era stato eccezionalmente aperto di mercoledì. Se non avesse avuto niente da fare si sarebbe depressa ancor di più.
Mercoledì sera era tornata sorprendentemente di buonumore. Buonumore che era durato esattamente tre giorni, nei quali Taehyung non l'aveva chiamata nemmeno per sbaglio.
Sulle prime Vivian si era preoccupata. Poi le erano arrivati i messaggi di Jungkook e Jimin e pure la foto di un piatto che Jin aveva assaggiato e che voleva condividere con lei.
Quindi si era stizzita. Aveva preso in mano il cellulare, pronta a chiamarlo per farsi dire che cosa voleva esattamente da lei. E poi lo aveva rimesso giù.
Col cavolo, stavolta toccava a lui. Si era lamentato che avrebbe dovuto chiederle lui di uscire? Bene, adesso poteva farlo.
A dispetto della sua ferma decisione, passò il quarto giorno di silenzio guardando il cellulare con trepidazione.
A intervalli di circa dieci minuti.
Cosa che le causò il sequestro del suddetto da parte di Shin, con l'approvazione silenziosa della banda.
Il quinto giorno, finalmente, Taehyung chiamò.
Il ragazzo aveva esordito con un "Scusa, so di essere un cretino", cosa che aveva fatto decidere alla ragazza di ascoltarlo, prima di sbattergli il telefono in faccia. Grazie al cielo Vivian era sempre stata di natura poco irascibile, perciò era capitolata quando lui aveva dichiarato che stavolta si sarebbe preso tutti gli schiaffi senza fiatare. Aveva scoperto così che sarebbero tornati solo alla fine di marzo e avevano deciso per il due aprile, un sabato. Taehyung le aveva promesso che non ci sarebbero stati ulteriori imprevisti e che gli altri membri erano d'accordo nel caso fosse stato necessario coprirlo e fargli prendere un aereo in sordina. Vivian aveva riso e gli aveva creduto. Che altro poteva fare?
Da quel momento Taehyung le aveva scritto ogni giorno. Il 31 aveva ricevuto una sua foto dall'aeroporto, mentre indicava l'enorme cartello dietro di lui che riportava "Seoul" a caratteri cubitali. Vivian era rimasta a fissare la foto per cinque minuti buoni, prima di azzardarsi a salvarla come sfondo.
L'appuntamento era stato fissato per le due, cosa che aveva fatto intendere alla ragazza che non sarebbero andati a pranzo. Quella era l'unica cosa certa, perché il ragazzo non aveva voluto dirle altro.
Grazie a quello c'era stato un mezzo dramma quando aveva dovuto vestirsi.
Per lei, a dire il vero, non sarebbe stato un grosso problema. Certo, si sarebbe vestita in modo più carino, ma non totalmente diverso dal solito. Taehyung voleva uscire con lei, mica con la sua versione fiocchetti e vestitini. Se mai ne fosse esistita una.
Perciò c'era stato un mezzo litigio con Hyerin, arrivata in anticipo per il turno giusto per l'occasione, placato prontamente da Miyon, presente grazie alla perspicace intuizione di Shin.
Alla fine, non si sa come, erano arrivate a un punto di incontro. Jeans chiari e stretti, sandali in cuoio con un minimo di zeppa, (Vivian non l'avrebbe mai ammesso ma le piaceva non essere troppo alta per poter sprofondare negli abbracci di Taehyung), e una blusa verde intenso con maniche a tre quarti e scollo rotondo, con un piccolo colletto e tre finti bottoni in madreperla. Aveva un leggero cardigan nel suo zainetto in cuoio, per evenienza, ma la giornata si preannunciava piuttosto calda.
L'unica cosa su cui Hyerin non aveva ceduto erano state le lenti a contatto. Vivian, per far contenta l'amica, aveva evitato di dirle che erano già nei suoi piani, affidandosi a lei anche per l'acconciatura. Niente di diverso dalla sua solita treccia alla francese, ma chissà perché quella della sua amica era nettamente più ordinata.
Si sistemò nervosamente le cinghie dello zainetto per l'ennesima volta, mentre aspettava Taehyung nella piazzetta dove si erano dati appuntamento, a metà strada tra il bar e il dormitorio.
Era il tipo che arrivava sempre con cinque minuti di anticipo, ma forse stavolta aveva esagerato, pensò mentre controllava il cellulare. Mezz'ora era troppo persino per lei.
Mezz'ora che passò anche troppo lentamente. Quando arrivarono finalmente le due, la ragazza prese a guardarsi intorno, ma niente.
Ok, nessun problema, si disse. Di certo non pretendeva che spaccasse il secondo.
Le due e cinque. C'era una sua amica che non sopportava neanche due minuti di ritardo, che esagerata. Cinque minuti cosa vuoi che fossero?
Le due e dieci. Va bene, poteva cominciare a preoccuparsi, giusto? Insomma, poteva almeno mandarle un messaggio.
...non è che stava per darle buca, vero?
Alle due e un quarto, in mezzo alla folla di gente che si era radunata, doveva essere un punto di incontro comune, vide arrivare Taehyung.
Di corsa.
Lo vide schivare per un pelo una coppietta, quasi inciampare e poi tornare a correre verso di lei.
Vivian non sapeva se andargli incontro o restare ferma ad aspettare. Nah, si disse, meglio restare ferma, poteva permettersi una piccola rivincita.
E poi poteva squadrarlo senza fare la figura della cretina. Sorrise compiaciuta quando vide che indossava anche lui jeans chiari, per una volta senza strappi. La maglietta di cotone nera a girocollo era semplice, le maniche tirate su a scoprire gli avambracci. In mano quella che aveva tutta l'aria di essere una felpa, sballottata qua e là mentre correva.
Le arrivò di fronte pochi secondi più tardi, piegandosi sulle ginocchia e mettendo una mano avanti, riprendendo fiato.
-Scusa...è che non...trovavo- balbettò sconclusionato, facendo sbattere gli occhi perplessa a Vivian.
-Tae, non te la sarai fatta davvero tutta di corsa?- domandò, sperando in una risposta negativa.
-Certo- rispose ovvio il ragazzo, raddrizzando la schiena e guardandola fisso.
-Potevi mandarmi un messaggio!- ribatté Vivian, ora preoccupata, controllando se fosse sudato o meno. Va bene che era caldo, ma si sarebbe preso comunque un malanno. Prese dallo zainetto una bottiglietta d'acqua e gliela porse.
-Bevi, almeno-
Taehyung fissò prima lei e poi la bottiglietta, incerto. Poi, sotto il suo sguardo deciso se ne scolò almeno un terzo.
-C'è un motivo se sono in ritardo- disse, ridandogliela.
-Tranquillo- lo rassicurò lei. In fondo era un quarto d'ora di ritardo e si era fatto la strada di corsa, poteva perdonarlo, giusto?
-No, è importante- ribatté serio il ragazzo. La guardò e sembrò realizzare solo in quel momento che non indossava gli occhiali. Sgranò gli occhi, squadrandola per bene. Deglutì e si leccò nervosamente le labbra, riprendendosi.
-Volevo portarti un fiore- iniziò a spiegare, tornando a guardarla in faccia. -Beh, all'inizio volevo prenderti un mazzo di fiori, ma ho pensato sarebbe stato scomodo da portare in giro. Così ho deciso per un fiore. Solo che il fioraio vicino il dormitorio era chiuso- si interruppe, facendo una smorfia imbronciata e Vivian si intromise, intenerita.
-Fa niente, di fiori me ne hai già regalati tanti-
-Ma questo era importante!- protestò Taehyung deciso, cosa che fece sorridere imbarazzata la ragazza.
-Stavo cercando un altro fioraio quando ho visto delle bambine al parco che stavano facendo origami. Così me ne sono fatto fare uno, solo che ci ho messo un pò per convincerle-
Sotto lo sguardo stupito di Vivian, il ragazzo tirò fuori dalla tasca della felpa un piccolo fiore di carta, a metà tra il grigio e l'azzurro ghiaccio.
-Non è come il fiore che ti volevo regalare, ma la bambina sapeva fare solo questo- farfugliò incerto, non sapendo cosa aspettarsi dal silenzio della ragazza.
Vivian era sinceramente commossa. Oh, stava anche per scoppiare a ridere, certo, perché immaginarsi la scena era qualcosa di davvero esilarante. Ma il pensiero che Taehyung ci tenesse così tanto, la commuoveva.
Sorrise, prendendo delicatamente il piccolo fiore, notando come avesse del fil di ferro legato alla base.
-Va bene così- rispose, guardando il ragazzo con gratitudine.
Taehyung le sorrise di rimando, strizzando gli occhi.
-Ci hanno messo il fil di ferro, così hanno detto che si poteva legare- spiegò, prendendoglielo dalle mani e agganciandolo alla coda della treccia.
-Facciamo...possiamo far finta che sia un ibisco?- chiese esitante, le mani ancora sui capelli di lei.
-Un ibisco?- ripeté la ragazza meravigliata.
-Mh-
Vivian non riuscì a trattenere il gigantesco sorriso che le spuntò sul viso. Annuì semplicemente, arrossendo.
-Quindi, cosa avevi in mente?- domandò, schiarendosi la voce.
Taehyung sembrò riprendersi con un sobbalzo. Si diede velocemente un'occhiata intorno e poi tornò con gli occhi alla ragazza, sorridendo storto.
-Ti dispiace se prendiamo la metropolitana? Sono giusto un paio di fermate- disse, indicando la fermata dall'altra parte della strada.
-Va bene- rispose Vivian sbattendo gli occhi perplessa. O più che perplessa, incuriosita, perché non le aveva ancora risposto. Lo seguì in silenzio per qualche passo, occhieggiandolo.
-Dove stiamo andando?- ritentò, mordendosi le labbra.
-Hai già mangiato vero?-
-Sì, ma Tae...- non finì la frase che venne interrotta dalla voce squillante del ragazzo.
-Menomale. Non volevo portarti in qualche bar, perché sai, ci lavori e ho pensato sarebbe stato noioso-
-Ok, Tae, quindi dove...- Vivian ci riprovò, alzando gli occhi al cielo.
-E il cinema non mi piace. Come facciamo poi a parlare?- farfugliò velocemente Taehyung, agitato.
-Tae!- esclamò allora Vivian, proprio mentre scendevano per prendere la metro.
-All'acquario!- sbottò lui di rimando, fissandola ad occhi sgranati, sorprendendola. Poi deglutì e riprese a parlare a raffica.
-Cioè, sempre che ti vada bene. Magari ci sei stata un sacco di volte. O non ti piacciono i pesci. O magari...-
-Davvero mi porti all'acquario?- lo interruppe Vivian, lo sguardo illuminato e un sorriso gioioso sul volto.
-S-sì?- Taehyung arrischiò un timido sorriso. -Quindi è ok?-
La ragazza annuì energicamente, facendo un mezzo saltello mentre passavano i tornelli.
-Adoro l'acquario! Quello di Seoul poi è così grande!-
-Ah, ci sei già stata- mormorò Taehyung, il sorriso che pian piano gli si spegneva.
Vivian non ci fece caso, troppo presa dalla meta. Lo guardò con ancora il sorriso sul volto, mentre aspettavano l'arrivo della metro.
-Sì, mi ci ha portato nonno la prima volta che ho passato l'estate qui-
Taehyung la guardò esitante, come indeciso se chiedere di più o cambiare argomento. La verità è che lo incuriosiva da morire la famiglia di Vivian, però forse era troppo scortese chiedere.
La ragazza sembrò intuire i suoi pensieri, perché sorrise con nostalgia, grattandosi il naso imbarazzata.
-Di solito venivano loro in Italia per le vacanze, o passavo qui al massimo un mese. Quando avevo dieci anni però mamma decise che potevo decidere se passare l'intera estate con loro o meno. Due giorni dopo il mio arrivo il nonno mi portò all'acquario per festeggiare- spiegò, lanciando un'occhiata al ragazzo, gli occhi illuminati di divertimento.
-Eravamo solo noi due perché nonna ha sempre avuto un gran paura del mare. Il nonno e il signor Kim la prendevano sempre in giro per questo, così ne approfittavano per andare a pesca da soli-
Taehyung al suo fianco sghignazzò, immaginando la scena. Sapeva pochissimo della nonna di Vivian, solo quello che gli aveva raccontato Kookie, ma se l'era sempre immaginata come una distinta signora d'alta classe.
-Tuo nonno e il signor Kim si conoscevano da molto tempo?- chiese, sperando di scoprire qualcos'altro.
Vivian annuì, a suo agio. Era sempre un pò malinconica quando raccontava di suo nonno (e ora anche di sua nonna), ma le faceva anche pensare a tutti i bei momenti passati assieme.
-Hanno fatto la leva insieme. E sono stati i rispettivi testimoni di nozze ai loro matrimoni. La signora Kim in realtà è anche la madrina di mamma- rivelò, salendo sulla metro seguita dal ragazzo.
La conversazione si fermò per qualche minuto, mentre cercavano posto. Non che dovessero fare molte fermate, in verità. Se Vivian non ricordava male, erano quattro o cinque. Comunque non trovarono posto, il sabato pomeriggio era davvero affollato, perciò si misero in un angolo, con Taehyung che si teneva per la sbarra in alto e Vivian appoggiata per metà contro di lui e contro la parete del vagone.
Cercò di non pensare a quanto fossero vicini, perché oh, era una scena così da drama! E non sarebbe dovuto esserci imbarazzo, non dopo che avevano dormito insieme sul divano.
Ok, così peggiorava solo la situazione, perché si ricordava esattamente a cosa fosse arrivata a pensare quella notte.
Per sua fortuna c'era Taehyung che, ignaro dei suoi drammi mentali, la distrasse.
-Ti dispiace?-
-Mh?- fece Vivian, tornando in sé. Vide il ragazzo fissarla incerto, agitando la felpa nell'altra mano.
-Se mi metto la felpa- spiegò, mordendosi il labbro. -Vorrei evitare di dare troppo nell'occhio. Poi all'acquario me la tolgo-
-Per me puoi anche tenerla- rispose Vivian perplessa, non capendo quale fosse il problema. Lo vide infilarsi distrattamente la felpa nera con zip e lacci bianchi, cercando di non colpire nessuno.
-È che...- iniziò tirandosi su il cappuccio. -Volevo vestirmi bene. Sai, per l'appuntamento. Però c'è sempre il rischio che mi riconoscano-
-Tae, non c'è problema. E non hai bisogno di vestirti bene per attirare l'attenzione-
Un attimo.
Che aveva appena detto?
Aprì la bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma Taehyung l'anticipò.
-Grazie- Sorrise, gli occhi illuminati. E no, non erano le luci al neon del vagone.
-Comunque è meglio se tieni il cappuccio. Con quei capelli sei facilmente riconoscibile- buttò fuori, conscia di essere arrossita. Fortunatamente non aveva ereditato la carnagione pallida di sua madre, benedetti i suoi geni latini.
-Ti piacciono?- domandò il ragazzo, prendendosi una ciocca tra le dita e alzando gli occhi a guardarla, facendo così una smorfia buffissima che fece ridere Vivian.
-Non credo di averti mai visto con un colore che non ti stesse bene- rispose. E di nuovo, perché diceva certe cose senza pensare?
-Sì, ma ti piacciono? O stavo meglio prima?- insistette Taehyung, sporgendosi verso di lei, facendola così indietreggiare. Non andò tanto in là, a meno che non avesse avuto il superpotere di fondersi con la parete. Tutti che volevano poteri fighi. A lei sarebbe bastata una scappatoia in caso di necessità.
-Mh...- mugugnò indecisa. Non poteva certo dire che stesse male. Quando mai. Solo che quel biondo non era tra le sue tonalità preferite. Ecco, era molto neutrale pure nella sua testa.
-Sinceramente-
Taehyung doveva avere un radar, non c'era altra spiegazione.
-Mi...piacevano color cioccolata- ammise Vivian, sussultando quando il vagone frenò per la fermata. Afferrò il braccio del ragazzo e diede una pacca alla parete dietro di sé per mantenere l'equilibrio. Taehyung non fece una piega, continuando a fissarla, in attesa che riprendesse a parlare.
-Neanche arancioni ti stavano male, ma color cioccolata mi piacevano davvero tanto- finì a bassa voce. E a quel punto neanche la sua carnagione latina poté nascondere il rossore. Si vergognava a ricevere complimenti, figurarsi a farli.
-Hanno detto che li terremo così per poco. Anche se non so quale sarà il prossimo colore- disse il ragazzo, pensieroso.
-Menomale!- esclamò Vivian. Poi, allo sguardo stupito di Taehyung, si affrettò a spiegare.
-Non per te! Per Yoongi. C'è speranza che ritorni verde menta?-
Taehyung ridacchiò.
-Non credo- rispose, causando un verso deluso da parte della ragazza. -Certo che ti piace davvero quel colore-
-È verde menta!- esclamò convinta, non capendo come potesse non piacere. Di solito non le piacevano i colori troppo accesi, ma quello era l'eccezione.
-A me i tuoi capelli piacciono- disse di punto in bianco Taehyung, fissandole il capo.
-Sono castani, però quando c'è il sole...- piegò la testa di lato, osservandola meglio. -sono biondi?-
Vivian decise di non soffermarsi troppo sul complimento, o sarebbe morta per autocombustione. Era un appuntamento, doveva abituarcisi, no?
No, affatto. Il suo ultimo (primo) ragazzo era stato totalmente diverso, perciò era impreparata
-Color caramello, ereditati da nonna. In effetti, dicono tutti che sono la sua copia sputata di quando era giovane-
-E tua madre? A lei non assomigli?- chiese Taehyung sorpreso.
-Ah no, lì i geni coreani hanno avuto il sopravvento. Ha capelli scuri e occhi decisamente più a mandorla dei miei. Ci assomigliamo un pò nei lineamenti-
-Buffo. Dovete essere una famiglia strana- commentò il ragazzo, facendola ridere di gusto.
-Già. Immagina poi mio padre, pelle olivastra, alto e ben piazzato, vicino a noi due basse e mingherline. Sospetto che la gente creda sia stata adottata- ribatté ghignando, facendo scoppiare a ridere Taehyung in una risata rumorosa.
Stavano entrambi ancora ridendo quando scesero dal vagone.
In vista dell'acquario, un enorme edificio con vetri a specchio e la statua di una balena all'ingresso, Vivian si animò nuovamente.
-Dici che li vendono ancora i cappelli a pinguino?- chiese eccitata, rivolgendo un'occhiata luminosa a un confuso Taehyung.
-Cappelli a pinguino?-
-Sì, di quelli con la visiera, con il cappello che fa da testa di pinguino- spiegò la ragazza agitando le mani, nel tentativo di fargli capire cosa intendeva. -Quando sono venuta con il nonno ne ho preso uno rosa!-
-Un pinguino rosa- ripeté Taehyung, sopprimendo una risata, beccandosi una gomitata da parte di Vivian.
-Beh, ero lo stereotipo della bambina a cui piaceva il rosa- ribatté lei alzando le spalle con noncuranza.
Se proprio doveva essere sincera non era del tutto colpa sua. Sua madre e sua nonna avevano adorato vestirla con quei vestitini tutti pizzi e merletti. Poi grazie al cielo era cresciuta e si era fatta una propria opinione sul come vestire. Il rosa le piaceva, ma solo se era pallido e veniva usato con cautela.
Taehyung sghignazzò, immaginando una piccola Vivian che scorrazzava eccitata con il suo cappello rosa.
-Non so se li vendono ancora, però hanno aperto una galleria ad acquario-
-Scherzi, vero?- rispose Vivian ad occhi sgranati.
Il ragazzo scosse la testa. -No, c'è un lungo corridoio tutto circondato dal vetro, dove si arrivano a piccole salette completamente circondate d'acqua-
Avvicinandosi all'ingresso, notarono come per fortuna non sembrassero esserci troppo persone. Vivian deviò a destra, verso la biglietteria, quando Taehyung la prese delicatamente per un polso.
-Che fai?-
Lei lo guardò sbattendo piano le palpebre, perplessa.
-I biglietti?- rispose con un accenno di sarcasmo.
-Non servono- disse il ragazzo, tirando fuori dalla tasca dei jeans due biglietti. Vivian aprì la bocca, richiudendola di scatto sorpresa.
-Ok- disse meravigliata. -Quanto ti devo?-
Taehyung per tutta risposta fece un sorriso storto. -Ah, Kookie l'aveva detto-
-Cosa?- fece perplessa lei. In tutto quello non notò come il ragazzo la stesse ancora trattenendo per il polso.
-Che avresti voluto pagare- rispose lui alzando le spalle. -Secondo te perché li ho presi in anticipo?-
-Ma non è giusto!- ribatté decisa Vivian.
-È un appuntamento-
-Sì, e quindi?-
Taehyung sembrò per un attimo esitante, ma si riprese subito.
-Non si fa così?-
Vivian non aveva davvero una risposta a questa domanda. Se fossero stati in un film non sarebbe sembrato strano, ma quella era la realtà (e il ventunesimo secolo). Pagava ancora il ragazzo al giorno d'oggi?
-Non lo so, credo che ormai si divida a metà- rispose la ragazza dubbiosa.
-Dato che ti ho invitato io, pago io-
-Veramente ti ho invitato io- puntualizzò la ragazza, con un sorriso divertito. Taehyung sbuffò, lasciandole andare il polso e facendo un gesto noncurante con la mano.
-Però ho deciso io di andare all'acquario-
-Va bene- si arrese con un sospiro la ragazza. -Però dopo il gelato lo pago io!- esclamò decisa, puntandogli giocosamente un dito contro.
-Quale gelato?- domandò Taehyung cadendo dalle nuvole.
-Quello che prenderemo quando usciremo da qua- rispose Vivian con un sorriso sornione sul volto.
Taehyung sorrise come un bambino, aprendo la bocca per rispondere, quando vennero interrotti da un uomo che, a giudicare dalla divisa, lavorava all'acquario.
-Ragazzi, entrate o no?- chiese perplesso, una mano tesa in avanti, aspettando i biglietti.
Solo in quel momento i due ragazzi si accorsero che durante la conversazione, si erano avvicinati al portone d'ingresso. Dietro di loro, una famigliola li fissava, i genitori palesemente divertiti.
Con un mezzo borbottio imbarazzato, Taehyung allungò i biglietti all'impiegato, mentre Vivian si copriva la bocca con una mano, nel tentativo di non ridere.
-Senti- iniziò lei quando furono dentro, le labbra che ancora le tremavano. -Come facevi ad avere i biglietti se siete tornati l'altro ieri?-
-Li ho prenotati su internet e me li sono fatti spedire in dormitorio- rispose semplicemente lui. Poi si bloccò di colpo, facendo fermare anche la ragazza, che lo guardò perplessa.
-Cappelli a pinguino!- esclamò Taehyung, indicando a bocca aperta il negozio di souvenir alla loro sinistra.
Vivian seguì il suo sguardo e batté le mani euforica, fissandolo poi speranzosa.
-Ne prendo uno!-
-Lo voglio anch'io!- esclamò lui, poi la fissò ad occhi spalancati. -Non rosa però-
La ragazza rise, spintonandolo fintamente indignata.
-Avevo dieci anni!- ribatté con una smorfia, mentre entravano nel negozio.
Li accolse una vecchia signora con un improbabile cardigan arancione. Probabilmente Taehyung rideva per quello, pensò Vivian. O forse rideva ancora per il suo vecchio cappello.
La signora li squadrò per bene quando le porsero due cappelli a pinguino neri, stavolta erano stati sul classico.
-Lo sapete che c'è una promozione sugli articoli di abbigliamento?- domandò loro con una voce sorprendentemente acuta. Vedendo le loro facce confuse, continuò, gesticolando con le dita ossute.
-Se siete una coppia di fratelli o fidanzati, c'è il prendi due paghi uno-
Vivian aprì la bocca per rispondere, ma fu preceduta da Taehyung.
-Non siamo fratello e sorella- disse quasi sconvolto, l'espressione neutra.
La ragazza dapprima spalancò la bocca, per poi scoppiare a ridere incontrollabilmente. Dovette girarsi, dando le spalle a Taehyung, quando questi si girò verso di lei con la chiara espressione di chi non aveva capito che cosa avesse detto di così tanto divertente.
La signora borbottò qualcosa accigliata, prima di far pagare loro un solo cappello.
Uscendo, Vivian vide che il ragazzo la guardava ancora confuso.
-Secondo te qualcuno può credere che siamo imparentati?- spiegò lei, l'ombra del sorriso ancora sul volto.
-Beh- rispose Taehyung. -Potresti essere stata adottata-
Lei ridacchiò, prima di fermarsi e guardarlo accigliata.
-Aspetta, perché dovrei essere io quella adottata?-
-Perché siamo in Corea- rispose prontamente Taehyung, alzando le spalle.
La ragazza ci pensò per qualche istante e poi dovette ammettere che aveva senso. Sbuffò divertita, guardandolo con un sorriso.
Lo seguì passiva, mentre si dirigeva verso la grande mappa appesa alla parete, che mostrava le varie sale. Lo vide borbottare tra sé e sé, indicando dei punti, non riuscendo a fare a meno di guardarlo.
Era la prima volta che parlavano così tanto ed era sorprendentemente facile. Aveva pensato che ci sarebbe stato dell'imbarazzo iniziale, e c'era stato, anche se era dovuto più a lei e alla sua timidezza, ma non era stata così ottimista.
Invece, a sorpresa, si trovava totalmente a suo agio. Certo, c'erano stati parecchi momenti o frasi bizzarre, ma era Taehyung. E anche lei certe volte ci metteva del suo.
-Quindi?- chiese all'improvviso Taehyung, facendola sussultare. Lo mise a fuoco, e lo vide fissarla con la testa leggermente piegata, la bocca aperta, in attesa.
-Ehm, mi sono persa- balbettò lei, sperando non si fosse accorto del suo imbambolamento.
Il ragazzo fece il suo caratteristico sorriso quadrato, prima di indicarle un punto sulla mappa.
-Guardiamo prima i pesci tropicali? Sono i più vicini-
-Oh, ok- annuì Vivian velocemente. Poi gonfiò le guance, guardando la mappa.
-Il tunnel dov'è?-
Non ricevendo risposta si voltò, trovando Taehyung intento a guardarla. Si grattò il collo imbarazzata, muovendo la testa come a chiedergli cosa non andasse.
Il ragazzo si riscosse di colpo, scuotendo un paio di volte la testa con decisione, prima di indicarle un punto sulla mappa, che Vivian guardò distrattamente, troppo presa nel cercare di capire il suo comportamento.
Forse, dopotutto, non era l'unica a imbambolarsi.
La sala dedicata ai pesci tropicali, neanche a dirlo, era una delle più affollate. Principalmente erano bambini, ma c'erano anche parecchie ragazze, con rispettivi fidanzati o gruppi di amiche.
Taehyung deglutì, sistemandosi bene il cappuccio in testa, scusandosi con lo sguardo. Finirono col girare la sala in incognito e fu più divertente del previsto. Ogni volta che vedeva una ragazza avvicinarsi, Taehyung reagiva fin troppo esageratamente, facendo scoppiare a ridere Vivian ogni volta.
Ad un certo punto il ragazzo prese a girare rasente alle pareti di vetro, muovendosi di lato come un gambero. Vivian a quella scena rise così tanto che le vennero le lacrime agli occhi. Almeno stavolta non le era venuto il singhiozzo.
-Tae, se fai così è peggio- gli disse quando lo raggiunse, afferrandolo per una manica.8
-Ssshh- fece lui cospiratorio.  -Non chiamarmi per nome- continuò, bisbigliando quando due ragazze gli passarono accanto.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, trattenendo una risata.
-Hai idea di quanti Tae esistano? Non è nemmeno il tuo nome completo-
-Trova un soprannome- rispose il ragazzo, il volto ora rasente il vetro. Un pesce spuntò all'improvviso, facendogli fare un balzo indietro, portandolo a scontrarsi con un signore, che lo incenerì con lo sguardo.
-Scusi- disse lui, occhi spalancati.
In qualche modo sopravvissero a quella sala. Vivian praticamente lo trascinò via quando si rese conto di non avere più fiato a causa del troppo ridere.
Girarono per qualche altra sala con discreta calma, finché non finirono in un punto dove c'erano delle vasche basse.
-Oh, qui è dove puoi toccare le razze!- esclamò Taehyung leggendo un cartello, del tutto dimentico di dover stare in incognito.
Si avvicinarono meravigliati alla vasca più vicina, dove un paio di ragazzini si stavano divertendo a toccare a turno una razza, lanciando urla divertite. Quando si accorsero di loro, occhieggiarono Vivian con aria stupita, forse sorpresi di trovarsi davanti un'occidentale.
-Volete provare?- chiese uno dei due, rivolto a Taehyung, che guardò Vivian come per chiedere il suo parere.
-Possiamo aspettare- rispose lei, sorridendo dolcemente ai due ragazzini, che spalancarono la bocca meravigliati, nel sentirla rispondere in coreano.
-Figo- si lasciò scappare uno, per poi chiudere di scatto la bocca, guardandola imbarazzato.
-Com'è?- domandò Taehyung, indicando la razza con un sorriso infantile. I due ragazzini ridacchiarono, muovendo le mani in acqua.
-Pizzica!- esclamò uno. Poco dopo gli fecero posto e Taehyung mise subito una mano in acqua. Vivian fu più titubante perché insomma, le cose viscide non è che le piacessero proprio. Inaspettatamente però, aveva la pelle leggermente ruvida e a tratti pizzicava, proprio come avevano detto i due ragazzini.
-Dovresti vedere la tua faccia!- esclamò Taehyung, pizzicandole poi una guancia con la mano libera, cosa che gli fece guadagnare uno schizzo d'acqua.
-Ci fate una foto?- chiese poi ai due ragazzini che li osservavano, allungandogli il cellulare.
-Certo hyung!-
Incredibile, pensò Vivian. La loro prima foto insieme e c'era di mezzo una razza. Ridacchiò divertita. Era decisamente fuori dagli schemi come loro.
Si misero in posa, ridendo divertiti, con le spalle che si toccavano. Giocarono ancora un pò con la razza, prima di salutare i ragazzini e andare alla vasca successiva.
-No, le anguille mi rifiuto!-
-Ma non sono proprio anguille- ribatté Taehyung ridendo dell'espressione schifata della ragazza.
-Sembrano serpenti, sono viscide. Per me è no- protestò lei, decidendo in quel momento di giocarsi la carta degli occhi dolci. Per evitare quella tortura avrebbe messo da parte pure l'imbarazzo.
Il ragazzo si bloccò, deglutendo. Poi, con un sospiro esagerato annuì cauto.
-Va bene. Andiamo a vedere le foche?-
Lo sguardo di Vivian si illuminò.
-Ci sono anche le foche? E i pinguini? Gli orsi polari? Oddio, hanno gli orsi?-
Vivian perse il conto di quante foto fece.
Agli animali.
In realtà ne fece una anche a Taehyung, perché non aveva resistito quando l'aveva visto sporgersi verso la ringhiera, sbattendo le mani per richiamare una foca. Quando la foca aveva risposto, era scoppiato a ridere e quel momento era immortalato nel cellulare della ragazza.
Nella sala dei pinguini ci fu un momento tragicomico. Mentre stavano facendo foto ai pinguini, una bambina si avvicinò timida a Vivian, tirandole piano la blusa, attirando la sua attenzione. Sotto lo sguardo stupito della ragazza, le chiese se poteva fare una foto con lei.
-Mi piacciono i tuoi occhi!- esclamò in risposta quando le chiese il perché. La madre venne a scusarsi, cercando di staccare la figlia, che si era però arpionata alla gamba di Vivian.
-Non c'è problema- rispose la ragazza e, sotto lo sguardò stupito della madre prese la bambina in braccio.
-Tae, ci fai una foto?-
Taehyung guardò intenerito la scena, borbottando qualcosa sui ruoli invertiti. Scattò la foto e si inginocchiò vicino la bambina.
-Sai- disse a bassa voce, con tono cospiratorio. -Anche a me piacciono i suoi occhi-
La bambina sgranò gli occhi.
-Oppa, vuoi una foto anche tu?- chiese con la sua vocina sottile, facendo scoppiare a ridere Taehyung che annuì.
-Dai, non possiamo deludere la bambina- fece poi rivolto a Vivian che lo guardava a bocca aperta, rossa in volto.
-Almeno non ci sono razze stavolta- riuscì a borbottare, facendo sghignazzare senza ritegno il ragazzo.
Fu la loro vera prima foto ufficiale, perché Vivian si rifiutava di considerare quella con la razza. Anche se era stata divertente.
Taehyung le circondò le spalle con un braccio e Vivian poggiò timidamente la testa sulla sua spalla. Rimasero fermi, senza respirare, Vivian poté sentirlo, mentre la bambina contava fino a tre e scattava.
La foto risultò sorprendentemente dolce, con i loro cappellini e dei piccoli sorrisi, non enormi, ma appena accennati.
-Oppa e unni stanno insieme? Avete lo stesso cappello- chiese la bambina mentre ridava il cellulare al ragazzo. Vivian si morse le labbra imbarazzata, perché si era scordata questo dettaglio fondamentale. Si accucciò accanto alla bambina, sorridendole dolce.
-Ti piacciono?- le domandò picchiettandosi il cappello.
La bambina annuì energicamente.
-Sì! I pinguini sono il mio animale preferito! Volevo anch'io il cappello, però mamma aveva già preso il gelato a me e a mio fratello- concluse guardando con aria triste il cappello.
La ragazza lanciò uno sguardo a Taehyung, che si limitò a fissarla confuso. Poi, sotto lo sguardo sorpreso dei presenti, si tolse il cappello, stringendolo e mettendolo sul capo della bambina.
-Che ne dici, ti va di prendere il mio?-
-Ma così unni non ha più il cappello come oppa!- esclamò questa, le mani sulla testa a tastare il cappello.
Vivian le sorrise. -Non ti preoccupare, ne compro un altro all'uscita-
Quando, pochi minuti più tardi uscirono (dopo che la bambina l'aveva abbracciata più volte e aveva preteso un'altra foto con lei), Taehyung la fermò per un braccio, facendola voltare verso di lui.
La ragazza piegò la testa in una muta domanda a cui lui rispose con uno sguardo serio.
-Adoravi quel cappello- disse lui a voce bassa.
Vivian abbassò gli occhi imbarazzata e scrollò le spalle.
-Come ho detto, posso prenderne un altro all'uscita. E se non lo prendo oggi, posso sempre tornare. Magari non lascio passare altri dieci anni- cercò di scherzare, con una mezza smorfia sul viso.
La verità è che si era rivista per un attimo in quella bambina. Lei era adulta ora, ma capiva l'importanza di crearsi dei bei ricordi. E se con un semplice cappello poteva aiutare, tanto meglio.
Sentì sospirare pesantemente il ragazzo, ma continuò a tenere lo sguardo basso.
-Dovevo davvero invitarti io- lo sentì dire, prima che qualcosa le si poggiasse sul capo.
Alzò di scatto gli occhi, scoprendo che Taehyung si era tolto il cappello e lo aveva messo sulla sua testa.
-Tae- mormorò sorpresa, gli occhi sgranati.
Il ragazzo alzò le spalle, sorridendole teneramente.
-So perché glielo hai regalato. È lo stesso motivo per cui lo sto dando a te- rispose alla sua tacita domanda.
Vivian sorrise, piano, riconoscente. Allungò le mani per sistemargli i capelli e il cappuccio che gli era ricaduto sbilenco.
-Ma allora è un vizio- scherzò il ragazzo ridacchiando, lasciandola fare soddisfatto.
-Mi piacciono i tuoi capelli- rispose semplicemente lei. E non era certamente il complimento più bello del mondo, Vivian ne era consapevole, ma era quello che voleva dire in quel momento. E al diavolo le paranoie e l'imbarazzo. Era il loro primo appuntamento e paranoie ed imbarazzo erano quasi d'obbligo. Capì solo in quel momento che doveva fregarsene e prendere tutto come veniva, con semplicità. Perché Taehyung aveva accettato di uscire con lei, lui stesso avrebbe voluto chiederglielo. E l'aveva portata all'acquario. Le aveva regalato un fiore di carta. E aveva capito quanto stupido e allo stesso tempo importante fosse quel cappello per lei.
Quindi poteva permettersi di essere sdolcinata e imbarazzante quanto voleva. Infondo lei era così, perché nasconderlo?
-Anche se non sono color cioccolato?- lo sentì chiedere, un sorriso furbo sul volto. Vivian gli tirò piano una ciocca, per poi guardarlo con aria saputa.
-Sbaglio o ti ho detto che mi piaci in tutti i modi?-
-Mh, non avevi proprio detto così- ribatté lui, gli occhi illuminati da una scintilla.
La ragazza finì di aggiustargli il cappuccio, alzando le spalle con noncuranza.
-Ora andiamo al tunnel, vero?- chiese, piegando la testa di lato, con un sorriso da bambina, a cui Taehyung rispose con uno identico.
Il tunnel era molto più tranquillo del resto dell'acquario. C'erano pochi bambini e, quasi tutte le persone presenti, erano formate da coppiette. Come aveva detto Taehyung, c'era una lunga galleria, che pian piano curvava. A intervalli regolari, si aprivano piccole stanze completamente circondate d'acqua, anche sotto il pavimento.
I due girarono un pò alla ricerca di una saletta libera. Quella dei delfini era, neanche a dirlo, occupata. Stessa cosa per quella dei leoni marini e degli orsi polari. Proprio mentre arrivavano in fondo al tunnel, una balenottera passò sopra di loro, come un'ombra.
Vivian allargò le braccia, alzando la testa e guardandola passare con aria meravigliata. Sentì lo scatto di una macchina fotografica e si girò, trovando Taehyung che la fissava colpevole.
-Hai fatto la foto alla balenottera, vero?- indagò lei.
Il ragazzo spostò lo sguardo, fingendo indifferenza.
-Anche- borbottò sorpassandola, entrando nell'ultima saletta.
-Ehi! È libera!- esclamò poi, sbucando con la testa e facendole un cenno.
Vivian si illuminò, seguendolo. Scoprirono, con un sobbalzo quando due ombre passarono velocemente al loro fianco, che l'ultima saletta era quella dedicata agli squali.
-Dici che dovremmo ritentare con i delfini?- propose Taehyung, guardandosi intorno comunque affascinato.
-Perché?- ribatté Vivian, ugualmente affascinata. -Quando mai ti ricapita di vederli così da vicino?-
Rimasero così per un pò, in piedi, a fissare gli quali che inseguivano banchi di pesci o nuotavano pigramente, del tutto indifferenti a loro.
Il cellulare di Taehyung a un certo punto emise un suono. Il ragazzo controllò velocemente, per poi sbuffare, borbottando qualcosa che Vivian non capì.
-Niente di importante- disse rispondendo al sua occhiata incuriosita.
Neanche il tempo di iniziare un altro discorso, che fu il cellulare della ragazza a suonare.
-Tae...-  cominciò lei con un sorriso divertito che pian piano le si allargava sul volto. -Perché Jimin dice di dirti di rispondere al messaggio?-
-Io lo uccido- borbottò il ragazzo ritirando fuori il suo cellulare.
-Che ti ha scritto?- domandò Vivian, cercando di sbirciare lo schermo.
Taehyung sbuffò, arrendendosi e sedendosi sulla piccola panca al centro della saletta.
-Vuole sapere come va e vuole i dettagli. Impiccione- disse contro il cellulare, come se l'amico potesse sentirlo.
-Pensavo che anche Hyerin ti avrebbe scritto- aggiunse poi verso la ragazza, seduta ora affianco a lui.
-Shin le ha sequestrato il cellulare- rispose ridacchiando Vivian al ricordo della lotta che si era scatenata. Doveva a Shin un grosso favore. Non osava neanche immaginare quanti messaggi avrebbe potuto mandarle altrimenti.
-Avrei dovuto chiedere a Namjoon di fare lo stesso- bofonchiò il ragazzo. -Ora che gli scrivo?-
-E se gli mandassimo una foto? Almeno li rassicuriamo sul fatto che non siamo stati mangiati dagli squali- scherzò la ragazza, proprio mentre uno dei suddetti animali passava sopra di loro.
Taehyung si illuminò.
-Buona idea- Trafficò un pò con il cellulare, mentre Vivian gli si avvicinava. Ci misero qualche istante a trovare l'angolatura giusta, con tutte quelle luci era difficile.
-Imposto il timer. Pronta?- domandò il ragazzo, ricevendo un cenno affermativo in risposta.
3.
Si avvicinarono, cercando di entrare entrambi nell'inquadratura.
2.
La ragazza vide Taehyung lanciarle un'occhiata e si morse un labbro, improvvisamente incerta. E se...
1.
Vivian decise di seguire l'impulso del momento e, con una luce birichina negli occhi si sporse verso il ragazzo, baciandolo velocemente su una guancia proprio mentre veniva scattata la foto.
Taehyung rimase con il cellulare sospeso per aria, ma neanche se ne accorse, troppo preso a fissare la ragazza che si era scostata appena, giusto la distanza che serviva per guardarlo.
Il silenzio che seguì fece scomparire lentamente il sorriso della ragazza.
-Io...- provò a scusarsi Vivian, pensando di aver superato il limite.
-Perché mi anticipi sempre?- la interruppe Taehyung, con voce roca, non smettendo neanche per un istante di fissarla.
Vivian sgranò gli occhi, rielaborando ciò che aveva appena detto.
-S-scusa- balbettò con voce incerta, prima di ripensarci e aggrottare le sopracciglia.
-No, aspetta. Ma io che ne potevo sapere?!- esclamò allora, imbronciata. -Se vuoi baciarmi, baciami, non dare la colpa a me se io...-
Non finì la frase.
Taehyung si sporse verso di lei, zittendola con un bacio. Una mano le si appoggiò dietro il collo, massaggiandoglielo piano con movimenti circolari con il pollice.
Vivian rimase ferma giusto il tempo di capire se stesse succedendo davvero o se fosse tutto un sogno perverso della sua mente. Quando capì che no, Taehyung la stava davvero baciando, e non uno di quei ridicoli baci da drama, rispose piegando leggermente la testa e portandosi più vicina, i loro corpi che ora si toccavano. Rimasero così per un pò, i respiri uniti, una mano di Vivian appoggiata sul petto del ragazzo e quella di lui che continuava lento a massaggiarle il collo.
Ci fu un tonfo improvviso e i due si separarono con uno scatto spaventato, la ragazza che a momenti scivolava all'indietro e Taehyung che quasi fece cadere il cellulare.
Osservarono allibiti lo squalo che aveva sbattuto violentemente contro il vetro, riprendersi come se nulla fosse, proseguendo poi per la sua strada.
Vivian arrischiò un'occhiata al ragazzo, che stava facendo la stessa identica cosa. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, incerta su cosa potesse dire. Insomma, non capitava tutti i giorni che uno squalo interrompesse il tuo primo bacio con il ragazzo di cui eri persa.
E che bacio, le ricordò la sua mente. Non che servisse ricordarglielo, sentiva ancora il sapore di Taehyung sulle labbra. E quella lingua...ok, no. Qua bisognava prendere in mano la situazione.
-Che...stavamo dicendo?- farfugliò, cercando di riprendersi. Quel dannato squalo le aveva fatto prendere un colpo.
-Ci stavamo baciando- rispose lapidario il ragazzo, fissandola immobile. O meglio, fissando le sue labbra. Vivian deglutì, leccandosele inconsciamente in un gesto nervoso. Vide Taehyung inspirare bruscamente, guardandola poi negli occhi, mordendosi con forza le labbra in un'espressione esitante.
-Sì...ecco. Prima di quello?- chiese lei, chiudendo per un istante gli occhi, cercando di schiarirsi le idee. Erano nel bel mezzo del primo appuntamento. Era solo il primo appuntamento.
Lo squillo del cellulare di Taehyung fece ricordare a entrambi come fossero finiti in quella situazione. Il ragazzo lesse il messaggio deglutendo, umettandosi le labbra nervosamente. Poi si accigliò, voltandosi verso la ragazza con una buffa smorfia sul viso.
-È Yoongi. Dice che non dobbiamo più preoccuparci di Jimin-
Vivian sgranò gli occhi allarmata.
-L'avrà mica ucciso?- Scosse la testa, rendendosi conto dell'assurdità della sua stessa domanda.
-Trattandosi di Yoongi...- Taehyung non finì la frase. Si guardarono, entrambi con la stessa espressione rassegnata e scoppiarono a ridere.
Per il resto del tempo non tornarono più sull'argomento "bacio", facendo finta che non fosse successo nulla. Cioè, sapevano entrambi che era successo, ma decisero di comune accordo di comportarsi normalmente, per evitare di tornare a quell'imbarazzo iniziale. Dovevano fare passi avanti, mica tornare al punto di partenza. Girarono per l'acquario ancora per un'oretta. Videro finalmente i delfini e, mentre uscivano dalla galleria, due orsi polari passarono sopra di loro, giocando. Vivian, ridendo, fece una foto a Taehyung mentre questo si spiaccicava contro il vetro dove c'era uno degli orsi, che lo fissava nuotando pigramente nell'acqua.
Quando uscirono dall'acquario, si accorsero sorpresi che erano passate tre ore buone, ed erano quasi le sei.
-Ancora convinta del gelato? Forse dovrei riaccompagnarti a casa- le disse il ragazzo, guardando il cielo. Il sole non era ancora tramontato, ma cominciava a non essere più così caldo.
-Uhm, no. È ancora presto- rispose Vivian, tirando fuori dallo zainetto il cardigan color panna.
-Se non ricordo male là dovrebbe esserci un parchetto dove c'è un chiosco che vende gelati- continuò, indicando un punto alla loro sinistra.
Taehyung la fissò per qualche istante, prima di scuotere la testa divertito.
-Che c'è?- chiese lei sorridendo, non sapendo neanche lei il perché. Di solito era una persona abbastanza positiva e sorrideva spesso, ma ripensando al pomeriggio appena passato, non riusciva a non pensare che non avesse smesso un attimo di sorridere. Era così che doveva essere, giusto? Significava che stava andando tutto bene, che Taehyung era esattamente il tipo che aveva creduto che fosse, che non si era sbagliata.
-Continuo a scordarmi che conosci la città bene quasi quanto me- rispose il ragazzo, alzando le spalle. Vivian ridacchiò, fissandolo poi con aria fintamente indignata.
-È perché sono occidentale, vero? Beh, sappi che dai miei dieci anni ho passato ogni singola estate qui-
-No- rispose Taehyung scuotendo la testa. -È che trovo strano il fatto che non ci siamo mai incontrati nemmeno per sbaglio-
-Beh- disse la ragazza, pensandoci un attimo su. -Magari ci siamo incrociati ma non ci siamo riconosciuti. Insomma, eravamo ragazzini, il nostro aspetto era diverso-
Accennò a qualche passo in direzione del parco. Taehyung la seguì, intrecciando una mano nella sua quasi senza pensarci, fissando un punto davanti a sé.
-Non credo. Non sarei riuscito a scordarmi dei tuoi occhi-
Vivian arrossì, un pò per la frase, un pò per le loro mani intrecciate. Va bene, si erano baciati, ora riusciva a pensarlo anche senza farsi venire una sincope ogni volta, ma tenersi per mano sembrava qualcosa di più significativo. Forse perché erano in pubblico e non in una saletta isolata. Il fatto poi che adorasse stare mano nella mano con qualcuno perché significava che doveva essere vicino a quella persona, era un altro paio di maniche.
Arrivati al parco, la ragazza si girò verso di lui, puntandogli minacciosamente un dito contro.
-Sì, sì. Paghi tu- la anticipò lui, per niente turbato dallo sguardo, afferrandole il dito e scuotendoglielo dolcemente.
Finirono così su una panchina, qualche minuto più tardi, con in mano una coppetta di gelato ciascuno, commentando i gusti.
-Lampone e limone?- esordì la ragazza, ancora scandalizzata dalla scelta del ragazzo.
-Beh?- rispose lui saccente, prendendo un'enorme cucchiaiata con sguardo di sfida.
-Ugh, deve essere acidissimo- commentò lei, leccando piano il suo, cioccolato e fragola.
-Io invece mi aspettavo prendessi menta- ribatté Taehyung, con un sorriso birichino. Vivian per tutta risposta gli fece una linguaccia, tirando su con il naso indignata.
-Me lo rinfaccerai per sempre, vero?-
-Lo spero- rispose serafico lui, facendo ammutolire la ragazza.
Come se ne poteva uscire con frasi del genere, si chiese Vivian deglutendo, continuando a mangiare il gelato come se Taehyung non le avesse appena fatto una mezza dichiarazione. Era così...spiazzante. E tranquillo. A volte non sembrava neanche rendersi conto di quello che diceva. O come lo diceva. Era senza filtri.
Rimasero in un silenzio tranquillo, gustandosi ognuno il proprio gelato. Almeno finché Taehyung non provò a farle qualche altra domanda.
-Così però non vale!- esclamò la ragazza, buttando la coppetta nel cestino vicino la panchina. -Finisce che parlo solo io-
-È perché ti voglio conoscere- ribatté imbronciato lui, aggrottando le sopracciglia.
-E io no?- domandò meravigliata Vivian.
-Ma tu mi conosci di più! Con le interviste e tutto il resto...-
-Posso conoscere V- lo interruppe lei, capendo il fraintendimento. -E comunque, le interviste che ho visto su di voi si possono contare sulle dita di una mano-
Taehyung si voltò a fissarla stupito, con la bocca spalancata.
-Perché?- fu tutto quello che riuscì a dire, dopo qualche attimo di silenzio.
Vivian sospirò rassegnata. Aish, questi ragazzi. Proprio non ci arrivavano, vero? Era lo stesso discorso che aveva fatto con Jungkook e Jimin. E ora sembrava che lo stesse per fare anche a Taehyung.
-Tae- iniziò piano, sorridendogli dolcemente. -Vi conosco, vi considero miei amici-
Si interruppe, mordendosi velocemente le labbra. -Beh, considero gli altri miei amici- precisò con un sorrisino.
-Il punto è...che senso avrebbe guardare le interviste per conoscervi quando posso farlo di persona?-
La prima volta che aveva guardato una loro intervista si era persino sentita un pò in colpa. Dopotutto, ciò che dicevano poteva benissimo domandarglielo di persona. Certo poi, aveva visto un paio di video dove avevamo fatto giochi stupidi, ma dire di poterli conoscere dopo quelli era veramente troppo. In più non si poteva mai sapere se la loro faccia da idol corrispondesse realmente al loro io. Con i Bts doveva però essere sincera: erano praticamente tutti senza filtri. Taehyung per primo.
Vide il ragazzo rimuginare su quello che aveva detto, mentre buttava anche lui la coppetta. Poi sembrò aver preso una decisione, perché si girò verso di lei, annuendo.
-Hai ragione. Chiedimi quello che vuoi- disse, prendendola un pò alla sprovvista. Non pensava avrebbe ceduto subito. Per spiegare quel concetto a Jimin ci aveva impiegato almeno venti minuti, nei quali il ragazzo aveva continuato a sparare a raffica domande.
Come aveva già detto, Taehyung riusciva sempre a sorprenderla.
Aprì la bocca per rispondere, quando si accorse che effettivamente non le veniva in mente nulla. Doveva chiedergli qualcosa sulla sua famiglia? O doveva andare più sul generico. Il fatto è che c'erano talmente tante cose che voleva sapere che non riusciva a decidersi.
-Non...mi viene in mente niente- ammise con sconcerto, facendo scoppiare a ridere il ragazzo.
-Quindi tocca a me?- domandò con un sorriso furbo lui.
-No!- esclamò Vivian, prendendosi la testa tra le mani. -Adesso mi viene in mente qualcosa- continuò convinta.
-Uhm, il mio colore preferito?- provò a suggerire il ragazzo, che si stava divertendo un mondo in quella situazione.  Vedeva la ragazza borbottare, le sopracciglia aggrottate in un'espressione imbronciata. Ogni tanto scuoteva la testa, come se stesse avendo un dialogo mentale.
-Il bianco- rispose Vivian senza prestare troppa attenzione, nel tentativo di trovare una domanda che andasse bene. Il silenzio che seguì, le fece però alzare gli occhi sul ragazzo, che la fissava di rimando stupito, a bocca aperta.
-Non dovevo rispondere io? No, aspetta. Come fai a sapere che è il bianco?-
-Beh, non è il bianco?- chiese lei confusa. Taehyung fece una buffa smorfia, annuendo concitato.
-Sì! Ma come fai a saperlo?-
Vivian aprì la bocca per rispondere, quando si accorse che non aveva una vera e propria risposta. L'aveva intuito e basta? Qualcosa però doveva pur dirgli.
-Uhm, indossi spesso il bianco, anche nei video- iniziò dapprima incerta, stringendo gli occhi come per ricordae meglio. -E poi non so, con il carattere che ti ritrovi, rumoroso e fuori dagli schemi, mi sembra impossibile associarti a un vero e proprio colore. Perciò mi resta il bianco- La spiegazione nella sua testa aveva un senso, ma detta ad alta voce risultava forse un pò ridicola. Taehyung però sembrava la stesse prendendo sul serio in considerazione.
-Voleva essere un complimento?- Fu la prima cosa che disse, dopo averci pensato su, con quel suo strano sorriso.
-Sto uscendo con te, tu che dici?- ribatté scherzosa lei, giusto un filo imbarazzata. Doveva prenderci ancora l'abitudine a quelle frasi dirette.
-Il tuo è il blu!- esclamò poco dopo Taehyung, deciso, puntandole contro un dito.
Vivian ridacchiò, esasperata.
-Cos'é, una gara?- domandò, afferrandogli il dito e facendolo dondolare come aveva fatto prima lui. Solo che poi non lo lasciò, incrociando l'indice con il suo e lasciandoli cadere nel poco spazio in mezzo a loro.
-Comunque non è proprio il blu- precisò con una smorfia soddisfatta al suo sguardo stupito. -Mi piacciono quasi tutte le sfumature del blu. E il lilla, specialmente il lilla. Però non ho davvero un colore preferito-
La cosa non finì lì.
Su quella scia, continuarono a fare domande su domande, dopo che Vivian ebbe specificato che per ogni domanda fatta, entrambi avrebbero dovuto rispondere. Taehyung la prese così seriamente (dopo essersi lagnato che non poteva fare domande imbarazzanti), che prese una biro e si segnò sul braccio "una domanda e due risposte", facendo firmare una ridente Vivian, che scuoteva la testa incredula.
Scoprì così che gli piacevano i cibi acidi, anche se poi nelle bevande metteva una quantità tale di zucchero che Vivian si preoccupò per un attimo dell'economia mondiale. Forse per quello era così esagitato.
Per contro lei gli rivelò che preferiva il salato al dolce, anche se andava matta per le meringhe, i dolci a base di ricotta e la cioccolata calda. Non necessariamente in quest'ordine.
Promise a Taehyung che gli avrebbe fatto una vera cioccolata calda, con cacao vero, latte e tutto il resto, non quegli inutili intrugli in bustina. Sì, erano ormai ad aprile, ma a entrambi non sembrava strano.
Taehyung parlò un pò della sua famiglia, di cui Vivian non sapeva assolutamente nulla. Fu stupita quando seppe che aveva un fratello e una sorella e finì per bombardarlo di domande, curiosa di sapere quanto si assomigliassero. Rise talmente tanto nell'immaginare una versione femminile di Taehyung, che le venne un'altra volta il singhiozzo, facendo sghignazzare bellamente il ragazzo, che provò a farle una foto.
A quel punto, dopo che Taehyung le raccontò per almeno dieci minuti del suo cane, con annessa galleria fotografica, fu il turno di Vivian di presentare la sua famiglia.
Cosa che richiese parecchio tempo, un pezzo di carta e una biro, data la quantità abnorme di cugini che si ritrovava.
Solo quando cominciò a tirare un pò d'aria, si accorsero che era quasi ora di cena. Taehyung si scusò per averle fatto fare così tardi, proponendole di prendere qualcosa per strada se le fosse venuta fame. Vivian lo rassicurò, intenerita, rispondendogli che il gelato le era bastato.
Il ritorno in metropolitana fu decisamente meno imbarazzante dell'andata. Stavolta trovarono posto, il vagone era praticamente deserto, e Taehyung si arrischiò a tirarsi giù il cappuccio. Continuarono a parlare, la testa di Vivian appoggiata sulla sua spalla e le mani intrecciate, il pollice del ragazzo che la accarezzava piano.
L'accompagnò fino all'entrata del bar, che stava chiudendo. Vivian sbirciò all'interno, notando che i suoi due amici non si erano accorti del loro arrivo.
Non propose a Taehyung di entrare e lui non glielo chiese. Si guardarono, incerti su come dovessero lasciarsi. Entrambi seppero a cosa l'altro stava pensando. Taehyung si schiarì la voce, imbarazzato, fissando con aria nervosa la tettoia. La ragazza si toccò incerta la treccia, ricordandosi solo in quel momento del fiore e carezzandolo piano, con un timido sorriso sul volto.
-Quindi...- tergiversò lei, non sapendo esattamente cosa dire. Grazie al cielo, Taehyung sembrava aver preso coraggio. O comunque una decisione.
-È andato bene, giusto?- chiese, con una punta di nervosismo evidente nella voce.
-Sì- rispose confusa la ragazza. Si riferiva all'appuntamento, giusto?
-Quindi se ti chiedessi di uscire nuovamente insieme, accetteresti?-
Sembrava così incerto della risposta che Vivian boccheggiò. Come avrebbe anche solo potuto rifiutare? Avrebbe risposto di sì anche se non si fossero baciati. Anche se non le avesse dato il suo cappello. Anche se non si fossero messi a discutere sui gusti del gelato come due bambini.
-Sì, però se devi far passare altre due settimane avvertimi prima-
Si lasciarono così, senza più baci, solo con un sorriso.
Anche se poi Taehyung le messaggiò per tutto il viaggio di ritorno, e Vivian dovette spiegare ai suoi amici perché era piegata in due dal ridere, mentre tentava di raccontare loro com'era andato l'appuntamento.

 

 

















- Spazio autrice –
“Dannati squali”. Questo è stato il commento della mia parabatai.
Avrei parecchie cose da dire, ma visto che vi voglio lasciare sclerare in pace, sarò breve.
L’ibisco viene regalato per corteggiare.
La bambina è chiaramente una fangirl della coppia…cresci bene, bambina. Aggiungerei pure i due ragazzini, so che nel profondo sono dei fanboy.  v.v
Non mi toccate il cappello pinguino, è bellissimo v.v
Jimin in qualche modo deve centrare sempre. No, tranquilli, Yoongi non l’ha ucciso. E no, non fate i maliziosi XD
Ultima cosa molto importante: volendo essere il più realistica possibile, ho voluto inserire programmi o novità reali  riguardanti i Bts, solo che per questioni temporali le ho sfasate o mischiate. Perciò sì, i Bts sono andati veramente ad Abu Dhabi, solo non in quei giorni precisi. Sarà così per tutta la storia.

Spero stavolta riusciremo a superare la barriera delle tre recensioni. Più che altro perché vorrei davvero sapere cosa ne pensate. Non servono poemi, basta anche un “ho sclerato quanto te a scriverlo” XD
Alla prossima
Un abbraccio ^^







 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** BONUS ***


Salve a tutti! ^^
Abbiamo superato la barriera delle tre recensioni! Non so davvero come ringraziarvi, i vostri commenti sono stati splendidi  T.T

AVVERTENZE: questo capitolo contiene Bts allo stato brado...ehm, volevo dire puro. v.v
Siete curiosi di sapere cosa è successo in quelle due settimane in cui sono stati via? Come hanno preso il fatto che Tae esca con Vivì? In che modo si sono intromessi? (Perché siate certi che l'hanno fatto). E cosa ha dovuto fare Tae per procurarsi l'origami?
Ogni risposta verrà data...circa XD
Buona lettura ^^
















-Esco con Vivian-
Taehyung esordì così, entrando nel salotto dove stranamente erano spaparanzati tutti i membri. Stranamente perché di solito, arrivati in dormitorio, ognuno faceva un pò quello che voleva. Dopotutto passavano tutto il giorno a stretto contatto. Quella sera invece erano inspiegabilmente riuniti in soggiorno. A fare cose diverse, ma pur sempre assieme.
Taehyung non era certo cosa si fosse aspettato, ma di sicuro non quell'indifferenza. Gli altri gli lanciarono appena un'occhiata, borbottando qualcosa e ripresero come niente le loro attività.
L'unico davvero sorpreso sembrava Jungkook, che lo fissava ad occhi spalancati e la bocca piena di popcorn.
-In che senso?- chiese dopo un attimo di smarrimento.
Uno sbuffo al suo fianco lo fece voltare verso Jimin, che gli rubò una manciata di popcorn dal pacchetto che aveva in grembo.
-Significa che finalmente, finalmente! quei due si sono svegliati- rispose con tono esasperato. L'espressione compiaciuta però smascherava la sua soddisfazione.
Taehyung spalancò la bocca.
-Lo sapevate?!- esclamò, proprio mentre Jungkook realizzava.
-Tae, ti piace Vivian?!- urlò infatti quest'ultimo, sorprendendo un pò tutti per il tono usato. Per quanto fosse esuberante, raramente il maknae urlava.
Namjoon alzò le spalle, non trovando nessun problema nella cosa. Yoongi, seduto comodamente sul divano, girò con un gesto secco la pagina della rivista che stava leggendo.
-Era chiaro, no?- rispose con tono ovvio.
-Anche a me era venuto il dubbio- concordò tranquillo Hoseok, continuando a giocherellare con il cellulare. A quel punto tutti si voltarono verso Jin, in attesa che anche lui dicesse qualcosa.
Il più grande, sdraiato a pancia in giù sul pavimento e del tutto immerso nella lettura di un libro, alzò perplesso la testa, sbattendo piano le palpebre.
-Beh sì. Quindi?-
Il suo tono fin troppo tranquillo fu il colpo di grazia per Taehyung, che boccheggiò senza sapere come ribattere. Non che ebbe davvero il tempo di pensarci, perché Jungkook sembrava persino più sconvolto di lui.
-Non ti può piacere Vivian!- esclamò raddrizzandosi, facendo quasi cadere il pacchetto di popcorn, prontamente salvato da Jimin.
Calò un silenzio confuso, dove tutti guardarono il maknae con diversi livelli di sorpresa.
-Kookie, mica ti piacerà Vivì?- azzardò Hoseok coraggiosamente. Coraggiosamente perché si beccò un'occhiata indignata da parte di Taehyung.
-Sì!- scattò Jungkook senza pensare. Poi aggrottò le sopracciglia e prese a farfugliare. -Cioè, no! Mi piace, ma non il quel senso! È un'amica, no? Eravamo tutti d'accordo che fosse un'amica-
Jimin, al suo fianco, si limitò a masticare rumorosamente i popcorn rubati.
-Quello che dici non ha granché senso- gli rispose scettico Yoongi, la rivista ormai abbandonata. Jungkook guardò il leader cercando sostegno, ma questo stava già annuendo alle parole di Yoongi.
-Ma...ma noi cosa facciamo?- domandò allora, tra lo sconcertato e l'imbronciato.
-Noi niente. Quelli che si devono muovere sono quei due- rispose prontamente Hoseok, allungandosi e battendogli una mano sulla spalla, nel tentativo di consolarlo. Il maknae pareva sconfortato, anche se non in modo del tutto negativo. Era come se faticasse ad accettare la cosa perché li considerava entrambi membri della famiglia.
Jimin si sporse verso di lui, tirandogli una lieve spallata.
-Noi ci godiamo lo spettacolo- disse, sollevando le sopracciglia con sguardo ammiccante.
-Ya!- l'urlo di Taehyung interruppe ogni discussione in atto.
-Che c'è?- sbottò Yoongi, lievemente infastidito dal tono.
-Esco. Con Vivian- ripeté Taehyung, sperando che questa volta capissero il punto della situazione. Le facce esasperate dei suoi amici però, non sembravano incoraggianti.
-Sì, ti avevamo sentito la prima volta- rispose Namjoon facendo schioccare la bocca. -Vuoi la nostra benedizione? Vai in pace-
Taehyung strabuzzò gli occhi, imbronciandosi. Si lasciò cadere sul divano a braccia conserte, sbuffando sonoramente. Yoongi roteò annoiato gli occhi.
-Come potete essere così calmi?-
Hoseok poco più in là lo guardò perplesso.
-E tu perché sei così in ansia? Già ti conosce, no? Che problema c'è?- domandò agitando il cellulare nella sua direzione.
-Voi non capite- borbottò Taehyung, appallottolandosi sul divano.
-Mh?- Namjoon gli fece un cenno, sospirando.
-Se non ci spieghi- rispose tranquillo Jin, ancora disteso per terra.
-Menomale, io nella tua testa non ci voglio entrare- ribatté caustico Yoongi, chiudendo stancamente gli occhi.
Taehyung socchiuse gli occhi in direzione di quest'ultimo, prima di stringersi i capelli tra le mani.
-È che...sapete no? Ero andato lì per chiederle di uscire-
Namjoon annuì cercando di sembrare serio. -Come potremmo non saperlo?-
Jimin purtroppo vanificò tutti i suoi sforzi.
-Già. Non credere che non ti abbia sentito fare le prove allo specchio- rispose con un ghigno divertito, causando le risate di mezzo gruppo.
-Beh, ecco...- continuò Taehyung come se non fosse stato interrotto. -Ero pronto. Deciso. Poi sono entrato e lei era lì-
Decise di ignorare il sarcastico "ma dai" di Yoongi, limitandosi a tirargli una pacca sulla gamba.
-E io non...insomma, mi sono bloccato. Lei era lì e mi fissava con quegli occhi che...-
-Ti prego smettila- lo interruppe Jungkook, gli occhi spalancati. Recuperò il sacchetto di popcorn da un indignato Jimin, prima di tornare a rivolgersi all'altro.
-È come se stessi parlando di mia sorella- borbottò ficcandosi una manciata di popcorn in bocca.
-E non ho detto niente!- sbottò all'improvviso Taehyung, agitando le mani per aria e facendo prendere un colpo a Yoongi, che si scansò, voltandosi poi a fissarlo accigliato.
-Lei...ha detto un sacco di cose. Insomma, pensava di non piacermi. E mi ha chiesto di uscire. Lei!-
-Ah-
-E tu che le hai detto?-
-Che dovevo essere io a chiederglielo!- esclamò Taehyung agitando le mani, come se fosse ovvio.
Calò il silenzio generale, dove venne guardato in modo più o meno compassionevole. Tranne da Jimin. Jimin continuava a masticare rumorosamente popcorn, come uno spettatore estraneo.
Il primo a sbloccarsi fu Namjoon, che gli lanciò un'occhiata rassegnata.
-...complimenti, molto delicato-
-È un miracolo che esca con te- commentò invece Yoongi, scambiandosi un sorrisetto divertito con Jimin.
Jin, che in tutto quello pareva essere l'unico rimasto composto, emozionalmente parlando perché era ancora disteso per terra, azzardò una considerazione.
-Scusa, ma in tutto questo non capisco ancora perché tu sia in ansia- disse, appoggiando la testa sulle mani e fissando perplesso Taehyung, che si leccò nervosamente le labbra.
-Sono d'accordo- si intromise a sorpresa Jungkook, che pareva essersi ripreso dallo shock della dichiarazione. -Voglio dire, se ha accettato di uscire dopo che le hai risposto così...-
-E ricordiamo che è stata lei a fare il grande passo- lo interruppe Hoseok.
-...giusto. Ecco, ormai ti conosce, no?- concluse il maknae facendo spallucce.
-Quindi non mi aiuterete?- chiese Taehyung, ormai diventato parte integrante del divano.
-Oh, ma certo che ti aiuteremo- gli assicurò Namjoon, sorridendo ferino.
Fu in quel momento che Taehyung si accorse di aver commesso un errore.
Uno bello grosso.




Un'ora più tardi erano ancora lì che discutevano.
Le posizioni non è che fossero cambiate più di tanto. Jin rimaneva ancora sdraiato, la testa appoggiata sulle braccia, l'espressione attenta e concentrata.
Jimin e Jungkook, dopo che avevano finito quel benedetto pacchetto di popcorn, si erano seduti a gambe incrociate vicino al più grande.
Yoongi ormai semi sdraiato sul divano, teneva in mano una lista, lo sguardo che passava in rassegna i punti scritti. In mezzo a lui Taehyung fissava con sguardo vacuo un punto a caso del tavolino di fronte a lui. Namjoon lo guardava esasperato.
Hoseok era l'unico che si era alzato e in quel momento stava facendo per l'ennesima volta il giro del salotto, agitando a caso le mani.
-Non puoi portarla in un bar- ripeté il leader per quella che doveva essere la quarta volta.
Allo sguardo cocciuto di Taehyung, Yoongi prese la parola.
-Lavora tutto il giorno in un bar, non credi che ne abbia abbastanza?-
-Ma se le viene fame?- chiese innocentemente Taehyung, facendo alzare le mani al cielo a Hoseok.
-Comprale qualcosa per strada- rispose quest'ultimo, fermandosi davanti a lui a braccia conserte. Gli arrivò a sorpresa uno schiaffo sullo stinco.
-Ehi, ci copri la visuale!- esclamò Jimin, seduto dietro di lui. Hoseok aggrottò le sopracciglia e Jungkook lo fissò con sguardo innocente, facendolo sbuffare.
-E a cena? Posso portarla?- riprese Taehyung, fissando Jin in cerca di approvazione. Questo si limitò a sospirare, scambiandosi uno sguardo con Namjoon.
Quella discussione era partita male fin da subito.
Quando gli avevano chiesto dove intendesse portare Vivian, Taehyung li aveva fissati uno ad uno, per poi limitarsi a un "Beh..." che aveva fatto scuotere la testa ai più.
Tranne Jungkook, che si era alzato puntandogli un dito contro e urlandogli uno "Hyung!" scioccato.
E Jimin, che era rotolato all'indietro ridendo. Istericamente certo, ma pur sempre ridendo.
Da lì Yoongi aveva tirato fuori un pezzo di carta e una penna, (non si sapeva da dove, ma girava sempre con pezzi di carta in tasca, sia mai che gli venisse l'ispirazione) e avevano preso a stilare una lista di luoghi.
Cancellati man mano che la discussione proseguiva.
-Niente cinema- negò Jimin, facendo una x con le braccia. -Dovete parlare. Dovete decisamente parlare-
Niente bar.
Niente cena. Troppo pretenziosa secondo gli altri e poi sarebbero stati costretti a stare seduti tutta la sera. Taehyung non ce l'avrebbe mai fatta.
Niente cinema. Starsene due ore al buio e in silenzio non era proprio l'ideale come primo appuntamento. E poi non era certo dei gusti di Vivian in fatto di film.
-No- disse di colpo Jungkook, intercettando lo sguardo di Taehyung. -Niente parco di divertimenti-
L'alro ragazzo fece una smorfia.
-Ma perché no?- disse con tono lamentoso. Il lunapark era l'ideale, no? C'erano le giostre, lo zucchero filato, i giochi a premi. Poteva essere romantico. Poteva vincere un enorme pupazzo per Vivian. Ok, non aveva proprio una mira perfetta, perciò magari il pupazzo non sarebbe stato enorme. Forse più un portachia...
-Se si sente male sulle giostre? Se tu ti senti male? Devo ricordarti cos'è successo l'ultima volta?- gli rispose il maknae inarcando il sopracciglio.
Ah, no. Niente lunapark. Non sarebbe stato per niente romantico vomitare sui piedi della ragazza. O spaventarsi come un moccioso nella casa stregata.
-Tu non eri quello contrario a tutta questa storia?- si intromise Hoseok guardandolo perplesso e sedendosi di fianco ai due ragazzi più piccoli.
Jungkook scrollò le spalle.
-Se dobbiamo fare questa cosa, almeno facciamola bene-
Fu così che anche il lunapark venne scartato.
Si aprì poi un dibattito sullo zoo, che divenne presto acceso.
A Taehyung lo zoo piaceva. Insomma, c'erano gli animali! Era sicuro che anche a Vivian piacessero gli animali.
-Non è romantico! È pur sempre un primo appuntamento- gli ricordò Hoseok, facendolo imbronciare.
-Già- concordò serio Jin. -Per lo zoo dovresti almeno aspettare il quinto appuntamento-
-Sempre che ci arrivi- sussurrò Jimin, convinto di non essere sentito. Purtroppo per lui non fu abbastanza silenzioso, perché gli fu lanciato contro un bicchiere di carta.
-Ya! Dicevo per dire. Scherzavo- si giustificò sotto lo sguardo raggelante di Namjoon. Quando serviva, il leader sapeva essere più terrificante di Yoongi.
-Oddio, andrà male- si lagnò Taehyung, piegandosi su sé stesso e mettendosi le mani nei capelli. Ci fu un silenzio cauto, dove gli altri si guardarono cercando un modo per rassicurarlo.
La verità è che in parte, molto a essere sinceri, lo stavano prendendo in giro. Certo, su alcune cose non scherzavano e i loro consigli erano davvero sinceri, ma non pensavano che l'appuntamento sarebbe stato così catastrofico. Insomma, qui si parlava di Vivian! Non era certo il tipo di ragazza superficiale che si impuntava su queste cose.
-Non andrà male-
A sorpresa fu Yoongi a rassicurarlo, tirandogli comunque una pacca sulla testa, fingendo noncuranza.
Taehyung, le mani ancora nei capelli, alzò di poco la testa, fissandolo speranzoso, gli occhi semi coperti dalla frangia.
Yoongi sospirò, sentendosi addosso gli occhi di tutti.
-Pensa a qualcosa di semplice e possibilmente al chiuso. Non sappiamo come sarà il tempo-
Taehyung rimase assorto per qualche istante, per poi tirarsi in piedi di scatto, facendo trasalire un pò tutti.
-Sì!- esclamò, andando a rinchiudersi in camera sua.
Jimin rotolò all'indietro, ad occhi spalancati.
-È impazzito del tutto- borbottò Namjoon, fissando perplesso il punto in cui era sparito l'amico.
-Hyung- sussurrò Jimin nel silenzio generale. -Noi stanotte dormiamo sul divano per sicurezza-
Hoseok si limitò ad annuire, un buffo broncio sul volto.





*************************





Erano stati due giorni frenetici.
A detta di tutti, Taehyung era stato più esuberante e pazzo del solito, sorridendo a caso nei momenti più imprevedibili. Non che la cosa non si fosse riflessa sugli altri. Erano stati in qualche modo tutti più rilassati e felici.
Almeno fino a che i loro manager non li avevano avvisati di un piccolo imprevisto.
Abu Dhabi. Partenza prevista per il giorno seguente.
Il giorno dell'appuntamento.
Namjoon aveva creduto seriamente di dover rianimare l'amico. O mandare quantomeno un'ambulanza, perché Taehyung era rimasto per almeno cinque minuti buoni in stato catatonico.
Prima di riprendersi e buttarsi a peso morto sul divano a pancia in giù, la testa seppellita tra i cuscini.
I manager guardarono la scena perplessi e il leader gli fece cenno di non preoccuparsi, che ci avrebbero pensato loro. Solo quando furono da soli si permise un sospiro sconfortato. A dire il vero non aveva la più pallida idea di che cosa fare.
Fortunatamente per lui aveva altre cinque persone su cui contare.
Anche se a giudicare dallo sguardo impancato di Jungkook forse erano quattro.
Ok, tre se contava Jimin in un angolo con le mani sulla faccia che borbottava qualcosa sul karma.
Jin si accucciò vicino Taehyung deglutendo, conscio di ciò che stava per fare, ma sicuro della sua scelta. Dopotutto, c'erano ben poche alternative.
-Credo tu debba chiamare Vivian- Namjoon apprezzò il suo coraggio, scambiando un'occhiata esitante con Hoseok, che sembrava pensarla come lui.
Taehyung per tutta risposta sbatté la testa sul divano, mugugnando qualcosa di indecifrabile.
Jin lo guardò più severamente, anche se non servì a molto giacché il diretto interessato continuava a tenere la testa seppellita nel divano.
-Tae, non fare il bambino-
-Mi ucciderà!- esclamò questo, la voce resa ancor più roca dalla stoffa che premeva sulla bocca.
-Nah- gli rispose Hoseok, con un gesto vago della mano, sperando di alleggerire l'atmosfera. -Vivì non è il tipo. Capirà-
Taehyung si mise di colpo seduto, incrociando le gambe e fissando Hoseok perentorio.
-Sto annullando il nostro primo appuntamento il giorno prima. In che modo potrebbe capire?-
Fu a quel punto che il maknae prese in mano la situazione, stupendo tutti. Si avvicinò all'amico e gli tirò uno schiaffo sulla testa, fissandolo accigliato. Taehyung non ebbe neanche il tempo di reagire.
-Non è stupida, sa perfettamente che non è colpa tua. Chiamala e rimanda- enunciò deciso, lo sguardo fermo.
Taehyung sospirò sconsolato. C'era così vicino. Ora che si era anche deciso a dove portarla ovviamente qualcosa doveva andare storto.
-Non voglio- mugugnò, pur sapendo che Kookie aveva ragione.
Yoongi gli si sedette a fianco, passandogli silenziosamente il cellulare. Lo prese svogliato, rigirandoselo per un pò tra le mani.
-Non sappiamo neanche quanto staremo via- borbottò con disappunto, perché i manager non erano stati chiari. Avevano detto che prima di una settimana sicuramente non sarebbero tornati, ma non gli avevano dato una data precisa.
Sentì un tonfo al suo fianco e vide che Jimin aveva seguito l'esempio di Yoongi, sedendosi vicino a lui. Jin continuava a rimanere accucciato, mentre Namjoon e Hoseok si erano avvicinati.
-Basta che spieghi bene le cose- gli suggerì Jimin, dandogli dei colpetti rassicuranti sulla spalla.
-Avevi poi deciso dove andare?- chiese Jin, perché in effetti nessuno di loro conosceva ancora la meta dell'appuntamento.
Taehyung annuì mestamente. -All'acquario-
Ci fu un'esclamazione sorpresa e tutti si voltarono verso il makane, che li guardò imbarazzato.
Jungkook si schiarì la voce, prima di rivolgersi all'amico.
-Ehm, sono sicuro che i biglietti siano rimborsabili-
-Quali biglietti?- domandò confuso Taehyung, dimenticando per un attimo il suo malumore.
-Quelli per l'acquario?- rispose ovvio il più piccolo, scrollando le spalle.
L'espressione di Taehyung si fece, se possibile, ancora più confusa.
-C'è bisogno di prenotare? Pensavo di fare la fila-
-Ah, beh, allora niente- ribatté Jungkook, agitando nervosamente le mani. -Pensavo solo, sai, volessi evitare tutta la questione del pagare-
Ci fu qualche istante di silenzio, dove Taehyung spostò lo sguardo un pò su tutti, in cerca di chiarimenti.
-Quale questione?- si arese poi a chiedere, il cellulare ormai dimentico.
Fu Yoongi che, tossicchiando imbarazzato, gli fornì una spiegazione.
-Dai, lo sai. Almeno al primo appuntamento paga sempre il ragazzo-
-Avevi intenzione di pagare tu, vero?- gli chiese minacciosamente Jin. Per quanto uno potesse essere minaccioso mentre se ne stava accucciato con le mani che gli circondavano le gambe.
-S-sì?- balbettò incerto Taehyung sbattendo esitante le palpebre. -Cioé, non ci avevo ancora pensato, ma suppongo di sì-
-Non te lo lascerà fare- ribatté pronto Jungkook, con aria solenne.
-Già- concordò Jimin, annuendo. -Ecco perché devi prenotare prima-
-Ah- borbottò Taehyung, pensandoci seriamente per la prima volta. Era così che funzionava, giusto? I ragazzi pagavano. Beh, in effetti ripensando ai film era sempre così che andava.
-Sì sì, avete ragione tutti quanti- si intromise Yoongi, agitando una mano come a scacciare una mosca.
-Però andiamo per gradi. Prima la chiami e annulli. Poi pensiamo a tutto il resto-





*************************





Taehyung si buttò sul letto rilasciando un sospiro soddisfatto, allargando braccia e gambe a stella, rilassando i muscoli tesi.
Con gli occhi chiusi, sbuffò, cercando di rilasciare la tensione. Erano rientrati in hotel dopo una giornata fin troppo piena. Arrivato in stanza, si era subito buttato sotto la doccia, pensando che se avesse mantenuto quei ritmi nei prossimi giorni, a casa sarebbero tornati letteralmente a pezzi.
Riaprì gli occhi mugugnando e solo allora si accorse di Yoongi che lo fissava quieto sul letto di Jimin, a gambe incrociate.
Urlò sorpreso, agitando le braccia e facendo inarcare un sopracciglio all'amico.
-Che ci fai qui?-  domandò quando si fu ripreso dallo spavento. Come diamine aveva fatto a non accorgersene?
-Aspetto Jimin- rispose Yoongi, scrollando disinteressato le spalle.
-Credo sia da Hobi, o Kookie- rispose, continuando a starsene sdraiato.
-Da Hobi- gli confermò l'altro con un sospiro. -Ma siccome fanno troppo casino per i miei gusti, pensavo di aspettarlo qui- gli lanciò una strana occhiata prima di aggiungere -Sempre se a te non dà fastidio-
-Perché dovrebbe?- chiese Taehyung con la sua migliore espressione perplessa.
Yoongi gli rivolse di nuovo quella strana occhiata.
-Pensavo volessi telefonare a Vivian-
Taehyung sbatté piano gli occhi, tirandosi su con un gomito.
-Vivian? Perché? Non la sento da quando siamo partiti- rispose innocentemente. I manager non gli avevano ancora detto quando sarebbero tornati di preciso, perciò non aveva motivo di chiamarla, no?
L'espressione di Yoongi si fece improvvisamente seria.
-Fammi capire- cominciò con voce bassa e istintivamente Taehyung rabbrividì. -In questi giorni non ti sei fatto sentire?-
-N-no?- balbettò Taehyung, tirandosi lentamente su a sedere, fino ad essere di fronte all'altro.
-Mi stai dicendo che dopo averle dato buca la sera prima, non ti sei fatto vivo per tre giorni?- continuò Yoongi, sempre con lo stesso tono.
-Uhm...non sapendo ancora quando saremmo tornati, volevo prima esserne certo- mormorò Taehyung con una smorfia.
-Cazzo Taehyung!- esclamò di colpo Yoongi, facendolo trasalire.
-H-hyung?- balbettò fissandolo ad occhi spalancati. Se era raro che Jungkook urlasse, per Yoongi lo era anche di più. Inoltre era la prima volta che lo vedeva con un'espressione tanto seria e arrabbiata.
-Non sono certamente la persona più romantica qui in mezzo, ma persino io so che uscire con qualcuno non significa solo uscire- sbottò, mettendo i piedi a terra con un tonfo secco.
Taehyung deglutì, leccandosi nervosamente le labbra. Non era certo di come gestire quel Yoongi.
-È che...volevo chiamarla per darle buone notizie. Mi...sarei sentito ancora più in colpa altrimenti-
Ed era davvero così. Le aveva già dato buca una volta. Chiamarla senza saperle dire quando sarebbero tornati l'avrebbe fatto sentire orribile. La verità è che avrebbe voluto chiamarla appena atterrati, anche solo per sentire la sua voce. Oppure raccontarle di come stavano andando e di quanto erano stanchi morti ma soddisfatti. Ma aveva pensato sarebbe stato da egoisti raccontarle di quanto lì fosse tutto magnifico e le fan meravigliose, dopo che aveva annullato il loro appuntamento.
Yoongi sembrò non si sa come intercettare i suoi pensieri, perché il luccichio pericoloso che aveva avuto sino a quel momento negli occhi, si attenuò, lasciando posto a un'espressione affettuosamente esasperata.
-Lo so che non avevi cattive intenzioni, ma prova a immaginare a cosa abbia potuto pensare lei. Le dai buca e non ti fai sentire? Verrebbero dei dubbi pure a me- gli spiegò paziente.
-Ma non è così!- esclamò Taehyung, agitato al pensiero che Vivian potesse davvero pensare una cosa del genere.-Ehi, dico solo quello che sembra- ribatté Yoongi, provando a calmarlo. -Lo sappiamo tutti qui che ci vuoi uscire-
-Non ci voglio solo uscire! Lei mi piace davvero- rispose Taehyung fissando serio l'amico, l'agitazione che lasciava il posto ad una calma inquieta.
-Credo sia per questo che tu sia così impacciato-
Nessuno dei due ebbe il tempo di dire altro, che la porta della camera si spalancò, facendo entrare un sogghignante Jimin che teneva tra le braccia diversi pacchetti di patatine.
-Gente! Ho sottratto questi a Hobi, che ne dite di...che succede?-
Jimin si fermò pochi passi oltre la porta, fissandoli con sguardo acuto.
Non era uno stupido. Oh, certo, la maggior parte del tempo poteva apparire come il tipo di persona che non prende sul serio niente, ma quando la situazione richiedeva serietà, sapeva mettere le battute da parte.
E chiaramente in quel momento qualcosa non andava.
-Jimin, hai sentito Vivian?- gli chiese di punto in bianco Taehyung, fissandolo insicuro.
Il suddetto interessato sbatté perplesso gli occhi, prima di fare un cenno con la testa.
-Sì- rispose con un cipiglio confuso. -Un paio di volte. La prima quando siamo atterrati per dirle che eravamo arrivati-
Seguì un lamento degno di un animale morente, prima che Taehyung si buttasse sul letto a pancia in giù, con la testa affondata completamente nel cuscino.
Jimin sgranò gli occhi, prima di guardare Yoongi in cerca di spiegazioni. Questo si limitò a sospirare, piegando la testa di lato rispondendo al suo sguardo. A quel punto l'altro sembrò capire al volo, perché inarcò le sopracciglia, tornando a guardare il morente sul letto.
-Non l'hai chiamata-
Non era certo una domanda, ma Taehyung rispose ugualmente, colpendo due volte il cuscino con la testa.
-Sei senza speranza- decretò Jimin, scuotendo la testa.
-Dici che mi perdonerà?- mugugnò il condannato a morte, alzando di poco la testa verso l'unico ragazzo in piedi
-E che ne so io- sbottò Jimin a disagio. Certo che avrebbe voluto che tutto andasse bene, insomma, era fin dall'inizio che li incoraggiava silenziosamente.
-Taehyung- la voce di Yoongi risuonò secca, attirando l'attenzione di entrambi i ragazzi. Taehyung lo guardò incerto, perché non sembrava arrabbiato come prima, solo...mortalmente serio.
-Chiamala. Ora- disse solo, indicando con un cenno il cellulare abbandonato sul comodino. Poi, come se nulla fosse, si alzò, afferrando Jimin per la maglia e tirandolo verso la porta.
-Ehi!- protestò questo, cercando di non far cadere i pacchetti. -Dove stiamo...-
-Da Jin- lo interruppe Yoongi aprendo la porta. -Ci ospiterà se gli diamo del cibo-





*************************





-Ma perché non carica?- borbottò tra sé e sé Taehyung, picchiettando a caso nervosamente sulla tastiera. Era lì da dieci minuti buoni e l'unica cosa che era riuscito a fare era stata andare sul sito dell'acquario. Aveva trovato tutto, prezzo del biglietto, orario d'apertura, informazioni sul nuovo tunnel...tranne un maledetto link dove potesse acquistare i biglietti.
-Oh, andiamo!- esclamò a un certo punto, quando cliccando su un'icona che sembrava propizia, venne rimandato alla home.
Jin, che passava di lì (aveva appena finito di cenare e stava passando nella sala relax dell'hotel) lo vide tirare una manata sul tavolo, e decise di intervenire.
Gli si avvicinò cauto, in quei giorni Taehyung aveva reazioni imprevedibili, più del solito insomma.
-Cosa stai facendo?- domandò, sedendosi sul divanetto, vicino a lui.
-Niente- rispose questo indicando con un gesto scocciato il computer.
-O meglio- si corresse con una smorfia -Vorrei prenotare i biglietti per l'acquario, ma questo sito è impossibile!-
-Vuoi una mano?- si propose Jin, con un sorriso gentile. E sollevato. Aveva pensato fosse successo qualcosa con Vivian, gli altri gli avevano raccontato tutto, perciò era sollevato nel constatare che era solo un problema superficiale. Quell'appuntamento ormai era diventato motivo di nervosismo per tutti i membri, che non vedevano l'ora che quei due uscissero e la facessero finita. Tanto sapevano tutti che sarebbe andata bene, era Taehyung che si faceva delle pare assurde. Come quella dei capelli. Oh, cielo, ricordò con esasperazione Jin. Aveva passato un intero pomeriggio a blaterare sul nuovo colore, convinto che a Vivian non sarebbe mai piaciuto.
-Davvero?- Lo sguardo di Taehyung si illuminò, prima che l'abbracciasse di slancio. -Grazie hyung!-
Ecco, pensò Jin, perché si ricordavano di chiamarlo hyung solo in momenti come questo? Tra tutti, l'unico che continuava a ricordarselo era Namjoon. Alzò gli occhi al cielo, decidendo che non era un buon momento per porsi certe domande e si avvicinò al computer, buttando un occhio sul sito dell'acquario.
-Per prima cosa devi iscriverti- disse pratico, cercando il link giusto.
Taehyung al suo fianco fece un'espressione sorpresa.
-Mi devo iscrivere?- domandò sconvolto. Aveva pensato bastasse pagare con la carta e mettere i suoi dati nell'apposito modulo.
Jin lo guardò come se fosse ovvio.
-Vedi qui?- disse indicando una piccola icona a forma di stella marina. -Ecco, così enri nella tua pagina e puoi fare tutti gli acquisto che vuoi, anche dal negozio personale dell'acquario. Però devi iscriverti, sennò non puoi entrare-
-Ah- borbottò Taehyung, seguendo poi il consiglio dell'amico e andando sulla pagina dell'iscrizione. Vedendo poi la sfilza di dati che richiedevano, si girò verso il più grande, la bocca spalancata.
-Posso usare un altro nome, vero?-
-È meglio- annuì concorde, indicandogli poi i punti obbligatori. Erano talmente assorti nella compilazione del modulo che non si accorsero delle voci familiari vicino a loro.
-Hyung, ma come facevi a sapere dell'iscrizione?- chiese Taehyung, mentre aspettavano la conferma.
-È perché è vecchio e saggio!- esclamò Jimin, piombando sul divanetto, direttamente sopra Taehyung.
-Ya!- urlò Jin spalancando gli occhi e fissando sdegnato il più piccolo, che per contro se la ghignò.
-L'avevo già fatto per prenotare i biglietti del cinema- si giustificò, decidendo poi che l'unica vendetta possibile era buttarsi sopra a Jimin.
Che era sopra Taehyung.
Il quale finì letteralmente schiacciato contro i cuscini, le braccia che si agitavano nel tentativo di liberarsi.
-Ragazzi, non ce lo uccidete prima dell'appuntamento!- esclamò Namjoon, cercando di farli ragionare.
-Già, che poi è capace di perseguitarci come fantasma- continuò Jungkook.
Seguendo il consiglio del leader, i due ragazzi si calmarono, lasciando riemergere un Taehyung più arruffato che mai.
-Devo prenotare i biglietti!-
-Fatto! Te li ho acquistati- gli rispose Hoseok, che aveva approfittato della mezza baruffa per sottrargli il computer e completare l'acquisto.
Taehyung spalancò la bocca, prima di catapultarsi vicino all'amico, controllando lo schermo.
-E ora?- domandò nel silenzio generale.
-Te li ho fatti spedire al dormitorio- rispose Hoseok facendo spallucce.
-Dai che ce la facciamo- mormorò Yoongi in un angolo, talmente a bassa voce che nessuno lo sentì.





*************************





Quella mattina era stata, come si suol dire, adibita a cazzeggio puro. I Bts erano tornati appena il giorno prima ed erano letteralmente a pezzi, dopo quasi due settimane di schedule piena.
Ciò aveva convinto i manager a dargli due giorni di pausa, cosa che i membri avevano particolarmente apprezzato.
Per questo motivo quella mattina si erano per una volta alzati con calma, decidendo di non fare assolutamente nulla.
Tranne Taehyung.
Il ragazzo, che aveva passato i giorni precedenti in uno stato di beatitudine causato dai continui scambi di messaggi con Vivian, quella mattina aveva rilasciato tutto il suo nervosismo.
Nervosismo che si era abbattuto contro l'armadio.
Fatta una doccia, con i capelli non ancora completamente asciutti e solo con i pantaloni della tuta indosso, Taehyung se ne stava immobile davanti all'armadio, mani sui fianchi e sguardo imbronciato. Dietro di lui, sul letto, era ben visibile una montagna di vestiti scartati.
La testa di Namjoon fece capolino dalla porta, incrociando lo sguardo di Hoseok che, seduto sul letto intento a mangiare rumorosamente una ciotola di latte e cereali, fece spallucce. Il leader roteò gli occhi, per poi battere in ritirata in salotto, dove Jungkook e Jin guardavano con aria disinteressata un film. Yoongi non dava segni di voler uscire da camera sua. O meglio, dal letto.
Taehyung prese l'ennesima maglietta, scrutandola critico prima di buttarla all'indietro, verso il letto, colpendo quasi Jimin che si scostò con un verso sdegnato.
-Scegline una e basta!- sbottò questo, ritirandogliela indietro, colpendolo alla testa.
-Ma...è il nostro primo appuntamento! Devo essere vestito bene- protestò Taehyung con una smorfia confusa.
Hoseok si schiarì la voce, deglutendo rumorosamente il boccone e prendendo parola.
-Conta che devi passare inosservato. Se le fan ti riconoscono addio appuntamento- enunciò con voce saggia, annuendo alle sue stesse parole. Jimin, poco distante, fece un verso di approvazione.
-Esatto! E poi andate all'acquario. Non puoi essere troppo elegante, la metteresti in imbarazzo-
Taehyung sbuffò, sfregandosi i capelli con una mano. Prese un paio di jeans neri, fissando poi sconsolato gli amici.
-Non so che fare- ammise imbronciato.
Jimin colse la palla al balzo, alzandosi entusiasta dal letto.
-Ti aiutiamo noi!- esclamò con uno di quei suoi tipici sorrisi che gli fece chiudere gli occhi. -Vero, Hobi?- continuò poi, in direzione del più grande che si limitò ad annuire sorridendo, troppo intento a masticare i cereali.
Taehyung fece una faccia poco convinta, grattandosi incerto una guancia.
-Forse dovrei chiamare Jin. O Namjoon-
-Vuoi davvero chiamare uno che ha indossato una maglietta rosa in un programma televisivo?- ribatté saccente Jimin, mani sui fianchi.
-Ti riferisci a Namjoon o a Jin?- domandò Taehyung, dimenticando per un istante la situazione vestiti.
Jimin scrollò le spalle.
-Entrambi- rispose dopo averci pensato un pò su. Poi si avvicinò al mucchio di vestiti scartati, cominciando a rovistarci dentro. Hoseok si avvicinò dopo aver finito la ciotola di cereali, poggiata a caso sul pavimento.
Fu così che Taehyung si ritrovò vestito, a suo parere fin troppo semplice, con jeans e maglietta. In mano teneva una felpa a zip.
-Siete sicuri?- mormorò scettico in direzione dei due ragazzi, che annuirono compiaciuti, prima di fargli cenni di apprezzamento con le mani.
-Vai tranquillo- lo rassicurò Hoseok. -Una sistemata ai capelli e siamo a posto-
In quel momento entrò nella stanza Jungkook, lo sguardo poco più sveglio di quando si era alzato. Osservò critico la stanza, prima di fissare perplesso Taehyung.
-Perché sei già vestito?- borbottò confuso, rimanendo sulla soglia.
-Per l'appuntamento- rispose ovvio Taehyung scrollando le spalle.
Il maknae lanciò un'occhiata alla sveglia, con l'espressione di chi non ha idea di dove si trovi, in quale giorno. O anno.
-Manca più di un'ora- rispose scettico, notando che effettivamente non era ancora l'una. E per arrivare alla piazzetta bastavano venti minuti a piedi.
Taehyung rispose distrattamente mentre si controllava i capelli allo specchio.
-Devo passare dal fioraio-
Pochi minuti dopo era pronto. Almeno fisicamente, perché mentalmente era tutta un'altra storia. Era elettrizzato e allo stesso tempo spaventato.
Uscì dalla stanza, salutando nervosamente gli altri che gli risposero incoraggianti. Si stava dirigendo in salotto quando dalla camera a fianco spuntò fuori Yoongi, in pigiama e con gli occhi semi chiusi. Taehyung per poco non lanciò un urlo.
-Ce li hai i biglietti?- domandò il più grande, con voce addormentata. Negli occhi però si poteva scorgere una scintilla di divertimento, di chi sa esattamente la risposta.
Taehyung spalancò la bocca, tastandosi le tasche dei jeans. Era sicuro di...porca miseria. Si sbatté la mani in faccia prima di tornare velocemente in camera sua, prendere al volo i biglietti che erano rimasti in bella vista sulla scrivania e catapultarsi nuovamente in corridoio.
Dove trovò la porta della stanza di Yoongi chiusa.
Sorrise sbarazzino, tirando un colpo leggero contro il legno.
-Grazie Hyung!- esclamò, prima di uscire di casa dopo aver salutato velocemente i due ragazzi più grandi, spaparanzati comodamente sul divano.
Il suo piano era semplice in verità.
Sarebbe passato dal fioraio vicino casa (non dalla signora Kim, purtroppo era troppo lontana), e avrebbe preso un ibisco. Un bel fiore che, in base alla lista che si era fatto, corrispondeva al corteggiamento. Era certo che a Vivian sarebbe piaciuto, anche se aveva notato che preferiva fiori più semplici.
All'inizio aveva pensato di prenderle un mazzo di fiori, ma quello sarebbe andato bene se l'appuntamento fosse stato a casa sua. Insomma, era scomodo poi portarselo dietro tutto il pomeriggio, no?
Aveva calcolato tutto.
Tranne che il fioraio potesse essere chiuso.
Fissò per quello che gli parve un tempo interminabile la serranda del negozio, dove campeggiava a caratteri cubitali "sabato pomeriggio chiuso".
Sabato pomeriggio chiuso.
Sabato pomeriggio chiu...
-Argh!- esclamò, accucciandosi e mettendosi le mani nei capelli. Qualche passante lo guardò incuriosito, ma i più non ci fecero caso.
Non doveva andare così.
Non poteva.
Mugugnò per un pò, sbattendo i piedi, pensando al da farsi. Che lui sapesse nelle vicinanze non c'era un altro fioraio. La signora Kim doveva essere sicuramente aperta, ma non ce l'avrebbe mai fatta in tempo. La piazzetta dove si erano dati appuntamento era esattamente a metà strada tra il bar di Vivian e il dormitorio, il che voleva dire fare tre volte il percorso. E, tra una cosa e l'altra, era ormai l'una e venti passata.
Si guardò intorno disperato, cercando una soluzione.
Una soluzione, e anche piuttosto ovvia, in effetti c'era. Non portarle nessun fiore. Era quasi certo che Vivian non se lo aspettasse, non dopo che l'aveva ringraziato per tutti i fiori che le aveva mandato.
Però Taehyung ci teneva.
Dopotutto quello era stato uno dei primi modi con cui aveva comunicato con lei, anche se la ragazza non ne era stata consapevole. Gli era servito per prendere coraggio e dirsi che sì, dopotutto aveva un piano. Ormai ci era affezionato.
Quindi no, non prese neanche in considerazione l'idea.
Deciso a trovare una situazione accettabile, si incamminò, tagliando per il parchetto lì vicino, cercando di guadagnare tempo.
Mentre camminava sul sentiero di ghiaia, l'occhio gli cadde su delle piccole aiuole rotonde, piene di fiori.
Fu solo un istante, ma pensò seriamente di prendere un fiori da lì.
Ma no, si disse. Per prima cosa non era un teppista, e con la sfortuna che aveva in quel periodo sarebbe di certo stato scoperto. Secondo, Vivian avrebbe capito subito che era un fiore strappato. Cavolo, l'avrebbe capito persino lui.
Per ultimo, non aveva idea di che fiori fossero. Tutto quello che aveva era la sua lista di fiori. Di solito, quando decideva per uno di quelli, cercava una foto su internet e poi andava dal fioraio. E quei fiori non sembravano affatto degli ibischi. Cosa sarebbe successo se le avesse regalato un fiore che significava "dolore perpetuo" o "non voglio più vederti"? Che poi, esistevano davvero quei fiori?
Scosse la testa, esasperato dai suoi stessi pensieri. Stava per proseguire quando il suono di risate non lo spinse a voltarsi. Su un piccolo muretto basso stavano sedute due bambine che ridevano divertite mentre giocavano con quella che sembrava carta.
Forse per istinto, o curiosità, Taehyung si avvicinò, scoprendo che stavano facendo piccoli origami con carta colorata. Le più grande non doveva avere più di otto anni, decretò il ragazzo e si assomigliavano abbastanza da poter essere sorelle.
Quella che sembrava la più piccola, che aveva due buffe treccine fermate da elastici di colori diversi, fu la prima che si accorse di lui. Dapprima spalancò la bocca rimanendo immobile, poi tirò uno strattone deciso alla più grande, che era del tutto presa dal piccolo fiore che stava facend...oh.
Taehyung ebbe l'illuminazione.
-Unni- bisbigliò la piccola, tirando un altro strattone, catturando finalmente l'attenzione della più grande. Questa la guardò imbronciata, prima di accorgersi del ragazzo. Aveva i capelli sciolti alle spalle, tenuti mollemente da un lato da una forcina con una piccola farfalla gialla.
-Oh!- esclamò, del tutto dimentica del fiore che stava facendo.
-Ciao!- esclamò invece Taehyung, avvicinandosi sorridente e accucciandosi davanti a loro.
-State facendo origami?- chiese, cercando di sembrare il più innocente possibile. Gli piacevano i bambini e di solito ci sapeva fare. Però a volte era difficile entrare in sintonia con loro e in quel momento non aveva molto tempo.
Le due bambine si guardarono, prima che la più grande annuisse incerta.
-Unni è brava! Sa fare tante cose, anche animali!- esclamò la più piccola orgogliosa, come per difendere l'onore dell'altra.
-Siete sorelle? Vi somigliate- azzardò Taehyung, guardandosi intorno per vedere se trovava i genitori. Non voleva certo passare per un maniaco.
-Sì!- trillò sempre la più piccola, sorridendogli. -Io sono AhRa e lei è AhJin!-
-AhRa!- esclamò la sorella, in tono di rimprovero. Poi voltandosi verso il ragazzo, lo squadrò per bene, socchiudendo gli occhi.
-Tu sei V!- urlò poi, realizzando chi fosse. AhRa spalancò nuovamente la bocca, fissandolo.
Teahyung rimase senza parole per qualche secondo, preso in contropiede. Aveva avuto davvero la fortuna di incontrare due sue fan? Forse aveva qualche speranza.
-Esatto- rispose, sorridendo nel suo solito modo. -Ecco, avrei un piccolo favore da chiedervi. Non è che potreste farmi un origami a forma di fiore?- domandò, spalancando gli occhi e facendo inconsciamente l'aegyo.
Purtroppo non sembrò sortire l'effetto desiderato, giacché le due bambine si limitarono a fissarlo.
-Perché?- domandò la più piccola.
Oh cavolo, pensò il ragazzo, fa che non siano nella fase del perché. Si mosse a disagio, spostando indietro il peso.
-Vorrei regalarlo a una persona- rispose, sincero ma conciso. Non era il caso di mettersi a spiegare che aveva un appuntamento con una ragazza, vero?
-È per una ragazza?- chiese AhJin, mentre la sorellina emetteva un risolino divertito.
Ecco, appunto.
-Ehm, devo farmi perdonare da un'amica e un fiore darebbe proprio l'ideale-
Non stava mentendo, giusto? Doveva effettivamente farsi perdonare. Oddio, sarebbe finito all'inferno per aver mentito a due innocenti bambine!
-Cosa ci dai in cambio?-
Innocenti un corno.
Taehyung sbatté gli occhi perplesso, leccandosi nervosamente le labbra. Cosa poteva mai dargli? Soldi? Cavolo, sarebbe sembrato davvero brutto. Cibo? Andare a comprarlo avrebbe richiesto troppo tempo. Magari poi erano allergiche a qualcosa. E non aveva il permesso dei genitori. A corto di idee, propose la prima cosa che gli venne in mente.
-Che ne dite se vi faccio un autografo?- Vedendo le facce poco convinte si affrettò a continuare.
-Uno a testa, chiaro. E ci facciamo anche una bella foto!-
Chissà perché in quel momento gli venne in mente Jack Sparrow che contrattava con Barbosa. "E un bel cappello!" esclamò nella sua testa.
-Però tu non sei il nostro preferito- rispose AhRa guardandolo con innocenza.
-Ah- Taehyung spalancò la bocca, schiarendosi subito dopo la voce. Non era il caso di prendersela a male, giusto? Aveva cose più importanti a cui pensare.
-Eee chi è il vostro preferito?- chiese, mentre un'altra idea si faceva strada nella sua testa.
-Jeon Jungkook- rispose veloce AhJin.
-Il golden maknae- precisò AhRa, come se avesse paura che non avesse capito. Il ragazzo la guardò sconcertato.
-Sì, so chi è- ribatté dopo un attimo di smarrimento.
Si alzò di scatto, rivolgendo loro un sorriso apprensivo.
-Quindi, se vi porto Jungkook, mi fate un bel fiore?- chiese, indicando i fogli di carta colorati.
Gli occhi delle due sorelle si illuminarono, annuendo in simultanea.
-Va bene rosa?- rispose pronta la più grande, rovistando tra i fogli.
Taehyung fece una smorfia poco convinta alla vista di tutti quei colori accesi. Non erano molto da Vivian, lei era più il tipo da colori soft, pastello. E da quanto aveva potuto dedurne, di certo il rosa non rientrava tra i suoi preferiti.
-Non avete qualcosa di più, ehm...meno acceso?- borbottò il ragazzo, mordendosi un labbro.
AhJin sbuffò, rovistando un altro pò finché non tirò fuori un foglio azzurro ghiaccio.
-Va bene questo? Lo usiamo per fare i fiocchi di neve-
-Quelli di Elsa!- esclamò ridendo AhRa, battendo le mani.
-Sì!- esclamò il ragazzo. -È perfetto. Se intanto mi fai il fiore io vado a prendere Jungkook-
E corse verso il dormitorio, sperando di trovare Kookie di buon umore. Almeno, pensò con sollievo, non doveva prendere Yoongi. Con lui sarebbe stata una causa persa in partenza.
Arrivò a tempo record nel dormitorio, facendo gli scalini a due a due e spalancando la porta, che sbatté secca contro la parete.
-Jeon Jungkook!- esclamò entrando in salotto trovando tutti i ragazzi, che lo fissarono ad occhi spalancati. Yoongi, come aveva previsto, era ancora chiuso in camera.
-Che c'é?- domandò scioccato il maknae, stretto tra il leader e Hoseok.
-Ya! Tu non dovresti essere per strada?- esclamò Jimin, appollaiato su un bracciolo.
Taehyung agitò le mani, continuando a fissare il maknae.
-È un'emergenza! Mi servi tu-
-Cos'hai combinato?- chiese Namjoon, non riuscendo a credere che l'amico avesse combinato un casino ancor prima dell'appuntamento.
-Non è colpa mia! Il fioraio era chiuso. Mi serve Kookie!- rispose Taehyung sconclusionato. Poi, vedendo che Jungkook non si muoveva, si avvicinò, tirandolo in piedi e spingendolo verso la porta. Quasi gli mise a forza le scarpe, mentre il più piccolo brontolava indignato.
-Sono in tuta!-
-Va bene, va bene. Dobbiamo solo arrivare al parco- rispose lui con noncuranza, aggrappandosi a lui come un koala e spingendolo fuori dal dormitorio, sotto gli sguardi allibiti degli altri ragazzi.
Il ritorno al parco non fu semplice. Jungkook sembrava non volesse collaborare.
Certo, Taehyung avrebbe potuto spiegargli meglio la situazione, ma tra la corsa e il fiatone l'unica cosa che il maknae aveva capito era che centravano delle bambine.
-Hyung- chiese esitante usando l'onorifico, correndogli dietro. -Non ti sei dato al rapimento di bambini, vero?-
Taehyung lo guardò male e quasi cadde. Si riprese all'ultimo, limitandosi a tirargli una pacca sul braccio, continuando a correre.
Pochi minuti più tardi, quando furono in vista delle due bambine, il più grande si fermò di colpo, afferrando il maknae per un braccio. Sotto il suo sguardo allibito, gli sistemò la maglietta stropicciata e gli aggiustò i capelli.
-Ok, ora cerca di essere carino e sorridi- gli sussurrò, prima di spintonarlo verso le bambine, che si accorsero di loro solo quando furono a qualche metro.
-Jeon Jungkook!- urlò la più piccola, battendo le mani entusiasta, attirando l'attenzione della sorella.
AhJin alzò di scatto la testa, spalancando la bocca quando vide che la sorellina aveva ragione.
-È davvero lui!- disse in direzione di Taehyung, che annuì con aria solenne.
Il maknae si limitò a stiracchiare un sorriso, non capendoci nulla.
-Il mio fiore è pronto?- domandò il più grande, occhieggiando la marea di fogli colorati.
AhJin annuì seria, consegnandogli un piccolo fiore a cinque petali.
-Gli ho messo un pezzo di fil di ferro, così puoi legarlo ai capelli della tua amica- spiegò la bambina, soddisfatta del suo lavoro.
Taehyung lo prese meravigliato, accigliandosi subito dopo e rivolgendosi a Jungkook.
-Dici che può passare per un ibisco?- domandò serio, ponendogli il fiore sotto il naso.
Jungkook roteò gli occhi, sbuffando.
-Ti pare che sappia com'è fatto un ibisco?- rispose con una smorfia esasperata. I risolini estasiati delle bambine lo inquietarono non poco.
-Hyung, cosa succede?- Deglutì, osservando come le bambine lo stessero praticamente scannerizzando.
-Taehyung fece un gesto vago con la mano, ma il maknae riuscì a scorgere una punta di imbarazzo.
-Nieeente, dovresti solo fare un paio di foto con queste adorabili bambine- rispose questo fintamente indifferente poi, sotto lo sguardo allibito di Jungkook, aggiunse. -E magari anche un autografo-
-Mi hai venduto per un fiore?- gli sussurrò Kookie, avvicinandosi di un passo all'amico, cercando di non farsi sentire dalle bambine. Cominciava a capire la situazione. Purtroppo.
Taehyung emise una risatina imbarazzata, facendo un passo indietro, a disagio.
-Venduto, che parolone. Vogliamo metterla così?- farfugliò, buttando poi un occhio al display del cellulare, che segnava ormai le due.
-Ma porca...-  borbottò, cominciando a indietreggiare velocemente. Salutò le due bambine, che non gli prestarono la minima attenzione, troppo occupate a fissare il maknae.
-Devo scappare! Mi raccomando, sii gentile!- esclamò in direzione dell'amico, prima di mettere delicatamente il fiore in tasca e correre verso l'uscita del parchetto, felpa alla mano.
-Kim Taehyung!-

 

 














- Spazio autrice -
Spero vi siate divertiti come io a scriverlo. Bisogna dire che giostrarseli tutti e sette è una gran fatica.
Ho deciso di mettere questo capitolo dopo l’appuntamento per due motivi.
Il primo è che se l’avessi messo prima, vi avrei rovinato la sorpresa. Il secondo (e se devo essere sincera mi è venuto in mente dopo), è che dopo l’appuntamento, qualunque altro capitolo sarebbe sembrato sottotono.
Come vedete non c’è molta introspezione, ma è una cosa voluta. Credo ci volesse un capitolo che segnasse una linea, perché l’appuntamento ha cambiato molte delle relazioni tra i ragazzi.
Detto questo, non vi annoio più.
Ringrazio ancora tutti per gli splendidi commenti.
Ci  vediamo alla prossima!
Un abbraccio ^^












 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Glicine ***


Ommioddio cosa non sono?!
...no, ok, mi ripiglio. Salve a tutti! ^^
Vorrei essere calma e professionale come al solito (come no), ma come si fa? Cioè, parliamone, tanta roba v.v
Io voglio i live. LIVE. Mi capite? Già che la promozione dura solo una settimana...me li fate cominciare a esibire? Che io ho gli esami e almeno mi tiro su di morale, sigh.
No, basta. Giuro che non sclero più, vi lascio leggere il capitolo in pace.

Glicine: simboleggia l'amicizia.
L'ho trovato appropriato dato che Vivian si rende conto di essersi sbagliata e ciò che prova per Tae non è amor...no, scherzo. SCHERZO. Mettete via i pomodori! Non lo faccio più! ...però dovevo, era troppo bella per non farla XD










 

- Glicine -







-I will find my way, I can goooo the distance-
-Hercules, sul serio?-
La voce di Jungkook quasi non fece cadere Vivian dalla sedia. Cosa alquanto pericolosa, giacché vi si trovava in piedi, nel tentativo di riporre i piumoni. Agitò le braccia, prima di aggrapparsi con uno sbuffo contro l'armadio.
-Oddio, mi hai fatto prendere un colpo- disse, girandosi verso il ragazzo, la cui attenzione ora era ferma sul poster che si intravedeva dietro di lei.
-Non una parola- iniziò lei, vagamente imbarazzata.
Il ragazzo la fissò con un ghigno divertito, prima di appoggiarsi contro lo stipite della porta.
-Non avevi detto di aver trovato Namjoon?-
-Beh- farfugliò Vivian, scendendo con un piccolo balzo dalla sedia. -L'ho scambiato con quello che ha trovato Soo-Min- confessò poi, guardandosi intorno per vedere se aveva scordato qualcosa. Ma no, aveva messo via tutte le cose invernali e cambiato il piumone del letto con una coperta più leggera.
-Povero hyung- commentò Jungkook ridendo.
-A quale ti riferisci? Maknae- ribatté pronta la ragazza, rivolgendogli un sorriso furbo.
Il ragazzo tirò su con il naso, indignato.
-Quindi ascolti canzoni Disney mentre fai le pulizie?- tentò nuovamente di prenderla in giro, cambiando argomento. Sfortunatamente per lui, quella mattina la mente di Vivian era decisamente più ricettiva del solito, perché controbatté rapida, senza neanche pensarci.
-Il fatto che tu la riconosca la dice lunga- rispose senza guardarlo, sistemandosi la maglietta che le si era arricciata da una parte. In quei giorni era talmente caldo che aveva finito per indossare dei pantaloncini corti, esagerati forse, ma lavorando in un bar a stretto contatto con il forno, era stato necessario.
-Comunque di solito ascolto anche i Muse, o se mi sento particolarmente energica i Linkin park- continuò, facendo illuminare lo sguardo di Jungkook, che quel giorno indossava proprio una maglietta del suddetto gruppo.
-Davvero?- domandò lui sorpreso, scostandosi per lasciarla passare per poi seguirla in soggiorno. Cercò con lo  sguardo Vanille, ma non trovandola tornò a prestare attenzione alla ragazza, che stava sistemando le stoviglie ormai asciutte. -Non abbiamo mai parlato di gusti musicali, ma non pensavo ti piacesse quel tipo di musica-
-Non sono una persona da un tipo di musica- rispose Vivian con un mezzo sorriso. Poi, osservando Jungkook in attesa di spiegazioni, emise uno sbuffo divertito.
-Nel senso che mi piace la musica in generale. Ascolto un certo tipo di musica in base a come mi sento in quel momento. Ovvio certo che non mi piace tutto tutto-  precisò, chiudendo lo sportello della credenza.
-Quindi...Disney?- sorrise Jungkook.
Vivian alzò le spalle. -Mi sono svegliata così-
-Devi tornare giù?- chiese il ragazzo quando la vide rimettersi le scarpe.
-Beh, sono di turno. Anche se sono venuta qui a sistemare perché Shin aveva tutto sotto controllo e non c'è molta gente oggi-
Vivian scrollò le spalle indifferente. Poi, vedendo il ragazzo fare una smorfia imbronciata, si fece più attenta, piegando leggermente la testa per osservarlo meglio.
-Avevi bisogno di qualcosa?- domandò, perché in effetti il giorno prima l'aveva avvisata che sarebbe passato. Solo che il quel momento non aveva pensato che ci fosse un motivo. Sperava solo che anche a lui non venisse in mente di chiederle consigli amorosi, perché in quel caso non ce la poteva fare. In più l'idea che a Jungkook potesse piacere qualcuno la faceva sentire strana. Lo sentiva davvero come un fratellino minore, perciò tendeva a essere iperprotettiva.
-Niente di che- rispose Jungkook, chiaramente imbarazzato.
-È che...- continuò, e Vivian si preparò al peggio. -È da quasi tre settimane che non ci vediamo ed è un periodo un pò stressante, perciò pensavo...non so- scrollò le spalle, non finendo la frase.
La ragazza si rilassò, improvvisamente intenerita. Poteva abbracciarlo? Aveva questa fissa per gli abbracci che era rispuntata fuori da un pò di tempo. Avrebbe dato la colpa a Tae se non l'avesse avuta fin da piccola. Il punto è che nell'ultimo periodo era circondata da persone altamente abbracciabili. Così le definiva Vivian nella sua testa.
-Devo andare giù per sicurezza, però ho una sorpresa- gli rispose lei, alzando un dito con aria saputa.
Jungkook si fece attento, schiudendo la bocca in un'espressione incuriosita.
-Sorpresa?-
-Mh- annuì Vivian facendogli cenno di seguirlo mentre scendeva le scale. -Sapendo che saresti venuto ti ho preparato una cosa-
Fece un gesto a Shin, che le rispose con uno sbadiglio, appoggiato pigramente sul bancone, in volto un'espressione a metà tra l'annoiato e l'addormentato. Era abbastanza inusuale vederlo in quelle condizioni, solitamente manteneva sempre un'aria composta e professionale (con i clienti, con lei era tutta un'altra storia), ma quest'ultimo periodo era molto stressante per lui.
Vivian in parte lo capiva. Aveva gli esami finali e il lavoro. Inoltre stava facendo colloqui con aziende consigliate dall'università. E manteneva la sua relazione con Miyon. Questo non lasciava molto spazio per dormire.
Con un sospiro entrò in cucina, andando dritta verso uno dei frigoriferi e tirandone fuori un piccolo vassoio.
Jungkook, che l'aveva seguita per tutto il tempo, emise un'esclamazione sorpresa. In bella mostra, c'erano tre piccoli cupcake color cappuccino con un frosten che sembrava fatto di cioccolato.
Vivian li dispose sorridendo in un piattino, scaldando poi l'acqua per il tè.
-Il solito?- chiese al ragazzo, che si limitò ad annuire, ancora preso dai cupcake. Poi si riscosse, voltandosi di scatto verso la ragazza.
-Sono davvero per me? Tutti tutti?- domandò indicandoli.
-Pensavi di essere l'unico che sentisse la mancanza? Lo so che siete super impegnati, così ho pensato di farti un regalo-
Pochi minuti più tardi uscirono dal locale, sedendosi sotto lo sguardo stupito del ragazzo ad un piccolo tavolino rotondo in ferro battuto, sotto la tettoia ricoperta di fiori.
-Prima entrando non ci ho nemmeno fatto caso- disse Jungkook, riferendosi al tavolino. -Non è sempre stato qui, vero?-
Vivian scosse in diniego la testa, mentre sistemava le tazze.
-L'ho messo due giorni fa. Ho pensato sarebbe stato carino sai, con la bella stagione-
Jungkook addentò il primo cupcake con fare timido, mugugnando felice.
-È tutto cioccolato?-
-Praticamente- rispose soddisfatta la ragazza, ben sapendo quanto fosse goloso. -La base è al cacao, con scaglie di cioccolato fondente all'interno e una crema alla nocciola- spiegò mentre il ragazzo prendeva il secondo, rigirandoselo tra le mani leccandosi le labbra.
Rimasero così per qualche minuto, con Jungkook che mangiava i cupcake e Vivian che sorseggiava serenamente la sua tisana. Poi il ragazzo cominciò a parlare del loro viaggio ad Abu Dhabi, come se fosse quello il motivo per cui era venuto lì.
Vivian si fece improvvisamente più attenta, ben sapendo che non era così. Del loro viaggio ormai sapeva tutto, tra le chiamate di Tae e i messaggi di Jimin e lo stesso Jungkook, probabilmente avrebbe potuto scriverci un romanzo. Il maknae non sembrava triste, perciò fu almeno un pò rassicurata su cosa lo tormentasse davvero. Si limitò ad osservarlo, mentre giocherellava nervosamente con la tazza, guardando dappertutto tranne che verso di lei.
-...e poi Namjoon hyung si è alzato, con almeno metà piattino di salsa sulla maglia e...che c'è?- domandò Jungkook sentendo sbuffare Vivian, interrompendosi.
-Se mi stai per raccontare di come Jimin per fare uno scherzo a Hobi abbia rovesciato metà delle portate, facendo infuriare per la prima volta Jin...lascia perdere. Sarebbe la quarta volta che me la ripetono- spiegò Vivian, alzando divertita gli occhi al cielo.
-Ah-
Jungkook si morse nervosamente l'interno di una guancia, tossicchiando imbarazzato. Tamburellò le dita sul tavolino, in un evidente sforzo di trovare qualche altro aneddoto da raccontare.
-Pensi di dirmi qual è il problema?-
-Come?- rispose il ragazzo, guardandola ad occhi sgranati.
Vivian prese un sorso prima di rispondere.
-C'è qualcosa che mi vuoi dire, ma stai continuando a girarci intorno- decise di essere diretta, sebbene il suo tono si mantenne pacato. Jungkook aprì la bocca come per rispondere, ma la richiuse di scatto, fissando un punto imprecisato del tavolino.
-Se sei venuto da me è qualcosa che mi riguarda- azzardò Vivian. Se avesse avuto un problema di qualsiasi altro tipo si sarebbe certamente rivolto ai ragazzi, perciò in qualche modo doveva riguardarla.
Jungkook tossicchiò guardandola incerto, facendo inconsapevolmente l'aegyo.
-Non ho nessun problema, davvero! È più un...dubbio? No, non un dubbio. Come posso dire...- farfugliò, quasi esasperato da sé stesso per non riuscire a trovare le parole.
-Qualcosa che ti dà da pensare?- suggerì la ragazza, incoraggiante. Avrebbe dovuto fare la psicologa, altroché. Beh, se la sua carriera da artista fosse andata male, avrebbe saputo che fare. Tra i suoi familiari e i Bts, aveva la clientela assicurata.
-Esatto! Però non è del tutto una cosa negativa- annuì Jungkook, illuminandosi.
-Ricapitolando- disse Vivian con un sospiro. -Qualcosa che riguarda me ti dà da pensare-
Quasi non fece caso al cenno imbarazzato che le fece il ragazzo, troppo presa a pensare a cosa potesse essere. Da che poteva ricordare, non le sembrava aver fatto nulla che potesse indurre Jungkook a rivalutarla. Erano abbastanza onesti e sinceri quando parlavano o messaggiavano e le battute che si scambiavano erano sempre scherzose e mai acide. L'unico argomento che non avevamo mai toccato era...oh. Diamine.
-Questa cosa riguarda solo me? O anche Tae?- chiese, pur essendo quasi sicura della risposta.
Jungkook gonfiò le guance, per poi rilasciare tutto il fiato con uno sbuffo allibito.
-Come hai fatto?- chiese con una smorfia.
-Frérot, sono la più piccola in famiglia, nessuno mi dice mai niente. Ho dovuto arrangiarmi- rispose Vivian soddisfatta con una scrollata di spalle. Il ragazzo non fece una piega al nomignolo in francese. Ormai si era abituato al fatto che Vivian ogni tanto si lasciasse scappare qualche parola in una delle sue lingue madri.
A quel punto Jungkook decise di buttarsi, facendo un lungo sospiro e guardandola dritto negli occhi.
-È che..fa un pò strano. Te e Tae, sai?-
-Non...ci vedi bene assieme?- domandò la ragazza, improvvisamente esitante.
-No!- esclamò il ragazzo, agitando le mani. -Sono solo...un pò spaventato, ecco-
Se doveva essere sincera, si aspettava che qualcuno avrebbe tirato fuori l'argomento "amicizie in comune". Dopotutto c'era sempre un pò di trambusto quando in un gruppo di amici nasceva una nuova coppia. Solo che non si era aspettata che a tirar fuori l'argomento sarebbe stato Jungkook. Forse Namjoon, in quanto leader. O Jin.
Poi capì. Jungkook non si stava preoccupando in quanto membro dei Bts, ma come amico. Dopotutto lui e Taehyung erano davvero molto legati e la stessa cosa valeva per loro due. Il maknae sarebbe stato quello più invischiato emozionalmente nel caso le cose fossero andate male.
-Di come le cose potrebbero andare se noi non...andassimo?- chiese per confermare i suoi sospetti.
Jungkook si morse le labbra ma annuì, anche se si vedeva che era a disagio per la piega che la conversazione stava prendendo. Dato che era il tipo di persona che tendeva a non immischiarsi negli affari privati altrui, Vivian capì quanto effettivamente fosse spaventato dalla possibilità di un litigio.
-Credi che non ci abbia pensato?- ammise, emettendo un sospiro frustrato. -È stata la mia principale preoccupazione, superando il fatto di lui che è un idol-
Era vero. Poteva convivere con il fatto che Tae fosse un idol, con mille impegni e fan sparse per il mondo, dopotutto era una cosa che dovevano gestire loro come coppia. Ma avere amici in comune era quello che l'aveva frenata di più, perché nel caso di rottura, avrebbe influito anche su di loro.
-E...c'é una soluzione?- chiese allora Jungkook, forse sperando in qualche miracolosa risposta. Purtroppo non esisteva niente del genere.
-A parte limitarci ad essere amici? Il che porterebbe inevitabilmente a situazioni imbarazzanti?- domandò retorica Vivian, con un mezzo sorriso sul volto.
-Credo siamo entrambi adulti e ragionevoli,- si fermò un attimo all'occhiata scettica di Jungkook e precisò -sì, anche Tae, da capire quando è bene e quando no coinvolgere gli amici-
Vide il ragazzo fermarsi a riflettere sulle sue parole e ne approfittò per prendere l'ultimo sorso di tisana.
-Ovviamente- riprese quando si accorse che la fissava. -Lo stesso discorso vale anche per i suddetti amici-
Lo disse scherzosamente ed entrambi ridacchiarono, ma lo pensava sul serio e sapeva che Jungkook aveva capito.
Il discorso finì lì e tornarono a parlare di argomenti decisamente più piacevoli. Jungkook non chiese niente riguardo l'appuntamento con Tae e non lo nominò neanche tanto e Vivian gli fu grata per questo.
Non che Tae non fosse una costante nei suoi pensieri, ma aveva già avuto la sua buona dose di interrogatori.
Hyerin in primis, quando era tornata la sera dell'appuntamento. E Shin che sapeva bene che aveva ascoltato tutto, anche se aveva finto indifferenza.
La signora Kim era addirittura passata la mattina seguente per portarle personalmente dei fiori che aveva ordinato.
Per non parlare di Soo-Min, che era passata casualmente quello stesso giorno ed era rimasta a fissarla con quei suoi occhioni finché non si era arresa e le aveva raccontato approssimativamente l'uscita.
Alla reazione della banda non voleva neanche pensarci.
E nemmeno alla chiamata di Jimin. Sul serio, quel ragazzo era peggio di una fangirl. Lui e Hyerin assieme formavano un'associazione a delinquere. Altro che Dong-sun.
-Wow-
L'esclamazione sorpresa di Jungkook la spinse a fissare in alto, dove stava guardando il ragazzo. Non vedendo niente di strano, lo guardò interrogativa.
-I fiori- spiegò il ragazzo, intercettando la sua occhiata. -Sono così tanti. Sono spuntati tutti all'improvviso-
Vivian ridacchiò, tornando a fissare i glicini che decoravano la tettoia. In effetti, per colpa delle temperature, erano sbocciati tutti prima del previsto, cosa che non le dispiaceva affatto. Il glicine era uno dei suoi fiori preferiti e lo stesso valeva per sua nonna e sua mamma.
-Sai che ha più di vent’anni?- domandò, tornando a fissare il rampicante affettuosamente.
Jungkook fece un'altra esclamazione sorpresa, prima di fare un paio di conti.
-Vuol dire che, aspetta, è stato piantato quando hanno aperto il bar?-
-Esatto- rispose Vivian soddisfatta.
-È il fiore preferito di nonna e maman è cresciuta circondata da fiori, perciò era inevitabile che finisse per innamorarsene. A casa, in Italia, ne abbiamo uno che ricopre il gazebo. Anche se non è bello come questo-
Era talmente assorta nei ricordi che non si accorse né di aver usato il presente parlando di sua nonna, né dello sguardo affascinato del ragazzo.
Almeno, non subito.
-Che c'è?- domandò imbarazzata, quando si accorse che Jungkook aveva appoggiato la testa sulle braccia e sembrava in attesa, come se stesse per ascoltare una storia.
-La tua famiglia mi incuriosisce un sacco- confessò il ragazzo, con un piccolo sorriso.
-Voglio dire, come ci è finita tua nonna in Corea?-
-Oh, vuoi dire come ci è finito mio nonno in Francia- ribatté Vivian con un luccichio divertito negli occhi. In effetti doveva ammettere che la storia della sua famiglia era piuttosto...bizzarra. Oltre che molto, molto, surreale. Ogni volta che la raccontava le sembrava di star narrando la trama di un romanzo.
-Però mi sa che ti toccherà aspettare un pò prima di sentire "Le fantastiche storie delle donne Dubois"-
-Dubuà?- ripeté confuso Jungkook, con una strana smorfia sul volto.
Vivian ridacchiò. -Il cognome di nonna. Anche se maman e io portiamo il cognome dei nostri padri, ci chiamiamo scherzosamente "le donne Dubois"-
-Ah. E perché non posso sentirla ora?- si intestardì Jungkook, ormai incuriosito da tutta quella faccenda.
-Perché è davvero lunga e io devo tornare al lavoro- rispose la ragazza, allungandosi e tirandogli una pacca affettuosa sulla testa.
Jungkook mantenne il broncio ancora per pochi secondi, prima di tornare a fissare i glicini sopra la testa.
Mentre abbassava lo sguardo sorridendo, perché la visione di un Jungkook con il naso per aria era troppo tenera, l'attenzione di Vivian fu catturata da un ragazzo che passò loro accanto.
Non seppe dire cosa la colpì tanto, dopotutto a Seoul si vedeva gente decisamente più strana. Era solo un ragazzino, un liceale, probabilmente più piccolo della banda. Era più qualcosa nel comportamento, nel passo svogliato e le mani in tasca. Nella smorfia saccente delle labbra e nello sguardo impertinente che lanciò loro passando, inarcando un sopracciglio alla vista della ragazza.
Il tutto durò solo un paio di secondi, perché il ragazzo continuò a camminare senza un accenno di esitazione, ma lasciò Vivian a disagio.
Scrollò le spalle sospirando, decidendo di lasciar perdere. Infondo non era successo nulla.
Jungkook si trattenne qualche altro minuto, poi se ne andò e la ragazza tornò al lavoro. Non che quel giorno ce ne fosse poi molto.
Perfino Shin, nelle condizioni in cui era, riusciva perfettamente a gestirsi. Quindi gli diede il cambio, consigliandogli di riposarsi per un pò finché ne aveva l'occasione. Il ragazzo la ringraziò con un sorriso stanco, prima di accasciarsi su un divanetto e mettersi a dormire.
Nelle successive due ore ci furono perlopiù clienti abituali, tra cui un gruppetto di signore del quartiere che presero a spettegolare in un angolo di una qualche vicina.
Vivian scosse la testa nel sentire certi discorsi, mentre prendeva in mano uno dei volantini che aveva affisso nei giorni precedenti. E sospirò sconsolata.
Shin se ne sarebbe andato verso giugno, perciò aveva davvero poco tempo per trovare un sostituto. Senza contare che lei a maggio sarebbe tornata in Italia.
Il sospiro sconsolato però non era dovuto solo a quello. Shin lavorava lì da ormai tre anni ed era uno di famiglia. Non avrebbe mai voluto che se ne andasse, sebbene capisse che doveva farlo. Non aveva studiato economia per niente e di certo non avrebbe voluto mettere un freno al suo futuro. Ma era anche consapevole che si sarebbero visti molto poco, soprattutto in base a dove avrebbe trovato lavoro. Seoul dopotutto era enorme.
Tutto ciò senza contare che avrebbe dovuto trovare qualcuno di affidabile e che riuscisse ad andare d'accordo con lei e Hyerin. Soprattutto con Hyerin, che aveva preso decisamente male quel "tradimento", come lo chiamava lei, da parte di Shin. Sebbene sapessero entrambi che prima o poi sarebbe toccato anche a lei. Dopotutto voleva sfondare nel mondo del teatro. Ognuno lì aveva i propri sogni. Anche lei.
Il tempo passò lento. Preparò dei biscotti, decidendo che erano una scelta migliore rispetto a una torta. Nel caso fossero avanzati, sarebbero stati buoni anche il giorno seguente.
Quando le signore del quartiere se ne andarono, Shin le diede nuovamente il cambio e Vivian ne approfittò per tornare su e finire qualche lavoretto.
Non che ci fosse più molto da fare. Piegò la roba ormai asciutta che aveva steso il giorno prima e sistemò la sua scrivania, reduce da una delle sue nottate di lavoro. Gli esami si avvicinavano sempre piu e così la sua tesi. Aveva deciso lo stile e la tecnica del suo lavoro finale, ma quello che le mancava era la storia. Non riusciva a decidersi e tutte le favole che aveva trovato le sembravano troppo scontate.
Neanche mezz'ora dopo stava scendendo le scale, salvo poi bloccarsi quando scorse in un angolo del locale Yoongi, il tavolo che aveva scelto ingombro di roba.
-È arrivato venti minuti fa- le spiego Shin, quando lo raggiunse al bancone. Il ragazzo stava preparando un tramezzino per uno dei loro clienti abituali, un vecchio professore in pensione che pranzava regolarmente da loro da quando la moglie lo aveva lasciato. Sua nonna ogni tanto si fermava a parlare con lui e lei aveva cominciato da poco a fare lo stesso, scoprendo che raccontava delle storie parecchio divertenti.
Si riscosse, tornando a fissare Yoongi, che proprio in quel momento sbuffò scocciato, appallottolando un foglio di carta e lanciandolo nella tracolla.
-Sembra...stressato- concluse, piegando la testa di lato.
Shin emise un verso concorde. -Chi non lo è in questo periodo?- chiese retorico prima di dirigersi, vassoio alla mano, verso il vecchio professore.
Vivian era indecisa se avvicinarsi o meno a Yoongi. Avrebbe voluto salutarlo, ma il ragazzo sembrava totalmente estraneo, come se fosse in un mondo a parte.
Così, quando i loro occhi si incrociarono per sbaglio qualche istante più tardi, la ragazza agitò una mano in segno di saluto, sorridendo esitante.
Il ragazzo tuttavia le sorrise, facendole un cenno.
Quando gli fu vicino, si accorse che il tavolo sembrava essere diventato un campo di battaglia. Fogli sparsi, alcuni bianchi e altri scritti, un paio di spartiti, biro, matite ed evidenziatori. Più un computer nero e lucido che sovrastava tutto, accompagnato da un paio di enormi cuffie bianche super tecnologiche.
-Calma piatta eh?- la salutò il ragazzo, accennando alla clientela.
Vivian scrollò le spalle sorridendo. -Ogni tanto ci vuole. Ieri mattina invece è stato un vero inferno-
-Anche l'altra mattina, secondo Tae- ribatté con un ghigno il ragazzo.
Vivian alzò gli occhi al cielo, non riuscendo però a trattenere un sorriso affettuoso. Qualche giorno prima era passato Tae per salutarla, solo che aveva scelto l'orario meno indicato. Si era ritrovato in mezzo a studenti che andavano di fretta per entrare a scuola e adulti che correvano per arrivare in ufficio in orario. Decisamente non l'incontro romantico e tranquillo che aveva sperato.
-Lo sa vero che io ci lavoro qui?- domandò sarcastica, facendo sghignazzare Yoongi.
-Grazie per la colazione comunque- le rispose il ragazzo, con una smorfia divertita. Per tutta risposta la ragazza scrollò le spalle. Dato che Tae era venuto con la scusa ufficiale della colazione, a cosa gli servisse ormai la scusa rimaneva un mistero per la ragazza, aveva finito per fargli un sacchetto pieno di biscotti, con il preciso ordine di portarli agli altri. Anche se conoscendolo sospettava che se ne fosse fatto fuori qualcuno.
-Piuttosto, che succede qui?- chiese, accennando al tavolo ingombro.
Yoongi emise un verso esasperato, prima di provare a dare una parvenza d'ordine. Ci rinunciò quando la pila di fogli che aveva appena costruito si ribellò, tornando a spargersi sul piano.
-Provavo a comporre qualcosa- ammise arrendendosi, guardando la ragazza rassegnato.
Vivian stiracchiò un sorriso, prima di sedersi su una sedia a lato del tavolo.
-Niente ispirazione eh? Ti capisco- borbottò, grattandosi pensosa una guancia.
-La tesi?- indovinò Yoongi, ben sapendo delle condizioni di Vivian. La ragazza si limitò ad annuire sconsolata, non volendo entrare troppo nell'argomento. Non che ci fosse molto da dire, in effetti.
-Il vostro album non sta per uscire?- chiese, prendendo una matita che stava per rotolare giù. Insomma, pensò Vivian, con un album che stava per uscire era strano che Yoongi si mettesse subito a comporre.
-Già- confermò il ragazzo. Poi le lanciò un'occhiata incuriosita. -Non ero certo che lo sapessi-
-Colpa di Miyon- rispose lei senza pensare. Quando si accorse cosa si era lasciata scappare, arrossì imbarazzata.
-È una vostra fan. Lei...uhm, mi ha fatto una lista di tutti i vostri impegni, così se chiamo Tae e non risponde so che è perché magari state registrando. O perché avete un'intervista, ecco- spiegò con la voce che pian piano diventava sempre più bassa. Non era una cosa inquietante, vero? Cioè, non aveva fatto la lista perché non si fidava di Tae, voleva solo evitare di disturbarlo mentre era al lavoro. O sapere se erano almeno nello stesso Stato e fare attenzione al fuso orario. Che poi, a voler essere precisi, non l'aveva nemmeno chiesta quella lista. Miyon era passata a prendere Shin e gliel'aveva semplicemente data con un sorrisetto soddisfatto.
Dato che Yoongi continuava a fissarla, ed era certo che quel sorrisetto divertito fosse rivolto a lei, provò ad arginare l'imbarazzo.
-Parlando di Miyon, non è che potreste autografarle l'album quando uscirà? Lei è troppo educata per chiedervelo, ma so che ci terrebbe-
-Nessun problema- le rispose il ragazzo senza nemmeno pensarci, come se fosse assorto in chissà quali pensieri.
Tamburellò le dita sul tavolo, le lanciò uno strano sguardo e poi parlò.
-Anche TaeTae ha una lista- rivelò con noncuranza.
-Come?- domandò perplessa Vivian, non capendo come fossero passati a parlare di questo.
-Sai i fiori che ti ha regalato? Ecco, si è fatto una lista con relativi significati, per non sbagliare- spiegò Yoongi con in sorrisetto.
La ragazza continuò a fissarlo, ancora troppo confusa per assimilare ciò che Tae aveva fatto.
-E perché me lo staresti dicendo?- chiese sospettosa. Yoongi non era il tipo che rivelava cose private dei suoi amici, perciò doveva avere una buona ragione.
Il ragazzo si limitò a scrollare le spalle, fingendo indifferenza.
-Almeno sai di non essere l'unica con una lista-
Vivian lo guardò in modo talmente buffo, perché Yoongi era premuroso in modo assai strano, che scoppiarono entrambi a ridere pochi secondi più tardi.
-Perciò- iniziò Vivian dopo che si furono calmati, cercando di riprendere il discorso. -Sei venuto qui per comporre. Come mai? Dormitorio occupato?-
-Dormitorio libero- ribatté Yoongi. Poi, notando lo sguardo confuso della ragazza, si affrettò a spiegare.
-C'è troppo silenzio. Mi servono dei suoni di sottofondo- Si accigliò, non sapendo come altro spiegarlo. La ragazza però stava annuendo, come se avesse capito cosa volesse dire.
-Oggi però mi sa che hai beccato male- scherzò, indicando il locale semivuoto.
-Beh, no. Se c'è troppo casino mi distraggo- rispose lui con finta supponenza, facendo ridacchiare Vivian.
-Eh, quanto sei pignolo- lo prese in giro, spingendogli debolmente una spalla. Il ragazzo si atteggiò per un pò, inarcando le sopracciglia con fare superiore, finché non scoppiarono nuovamente a ridere entrambi.
-Noona?-
Sentendosi chiamata da una voce familiare, Vivian si girò, trovandosi Young-Nam a qualche passo di distanza, lo sguardo esitante che andava da lei a Yoongi.
-Ehi- salutò lei, salvo poi ricordarsi subito dopo che era lì per un motivo. Si diede una manata sulla fronte, sorridendo poi al ragazzo, che continuava a rimanere a distanza.
-L'ho lasciato sul tavolo su- disse, facendo il gesto di alzarsi dalla sedia. Young-Nam però prese la palla al balzo, facendole un cenno con una mano.
-Vado io noona. Tranquilla- E camminò spedito verso le scale.
Vivian sbatté gli occhi, perplessa da quello strano comportamento, almeno finché non sentì Yoongi ridacchiare alle sue spalle.
-Tu ci hai capito qualcosa?-
-È un nostro fan- rispose semplicemente il ragazzo, scrollando le spalle.
-L'ultima volta però non mi pareva così imbarazzato- ribatté scettica lei, cercando di ricordare qualche comportamento strano da parte di Young-Nam. Ma no, a parte lo strano discorso sull'amore e su Dong-Sun, era stato il solito.
-Sarà che eravamo in gruppo e c'erano i suoi amici- replicò Yoongi.
-Meh- Vivian sbuffò, soffocando una risata. -Nell'animo quel ragazzo è un fanboy- ammise. Poi, rendendosi conto che forse si era lasciata scappare qualcosa che non avrebbe dovuto dire, precisò freneticamente.
-Tu però non dire che te l'ho detto, eh. Che è capace di uccidermi-
Yoongi ridacchiò, annuendo magnanimo e la ragazza poté tirare un sospiro di sollievo.
Mentre apriva la bocca per dire qualcosa, probabilmente una battuta a suo danno, pensò Vivian, il cellulare della ragazza squillò, annunciando l'arrivo di un messaggio.
Era un messaggio di Tae.
Vivian non si accorse nemmeno del sorriso che le spuntò in volto, un misto tra il dolce e l'imbarazzato, mentre leggeva quelle poche righe. Non c'era scritto chissà che. Tae era il tipo che mandava una miriade di messaggi, molto spesso solo per passare il tempo, ma era il modo in cui concludeva, sempre con una faccina che esprimeva il suo stato d'animo a intenerirla. Mantenne il sorriso, mordendosi il labbro inferiore mentre rispondeva velocemente. Lei invece era il tipo che rispondeva a tutti i messaggi, anche a quelli che non richiedevano veramente una risposta. Non c'è che dire, erano entrambi messi bene.
-Immagino sia TaeTae-
La frase di Yoongi la fece tornare di colpo alla realtà. Guardò il ragazzo, ridacchiando imbarazzata mentre metteva via il telefono.
-È così evidente?- chiese strizzando gli occhi. Non sapeva perché, ma dopo la chiacchierata con Jungkook aveva il timore che anche gli altri potessero avere qualcosa da dire sulla sua relazione con Tae. Anche se chiamarla relazione era forse ancora esagerato. Avevano avuto un solo appuntamento. E si sentivano ogni giorno. E si mandavano il messaggio della buonanotte.
...Ok, diciamo che stavano lavorando sulla questione della relazione.
Tuttavia quello che disse Yoongi la prese in contropiede.
-Quando ami qualcuno gli dai potere su di te- disse, guardandola serio. Non sembrando arrabbiato, solo...serio.
Vivian deglutì, ripetendo la frase mentalmente.
-Chi stai cercando di mettere in guardia? Me o lui?- chiese, perché quella frase era decisamente ambigua.
-Entrambi- rispose giustamente Yoongi, confondendola ancor di più. Poi fu un attimo, inclinò di poco la testa e qualcosa cedette nei suoi occhi, come se la barriera che teneva abitualmente su fosse crollata in un nanosecondo, lasciando scorgere un flusso di sentimenti contrastanti.
-Lo dici come se ci fossi passato- mormorò Vivian, cogliendo il fremito del ragazzo. -O ci stai passando-
Yoongi scrollò le spalle, improvvisamente a disagio, gli occhi che puntavano in basso.
Vivian decise di non insistere, non volendo che si chiudesse a riccio. Yoongi era sempre sarcastico e in qualche modo leggero, come un piccolo lago tranquillo. Poi c'erano momenti seri e comprendevi che c'era di più, che quel piccolo lago in realtà era molto più profondo di quanto avessi pensato.
-Me ne prenderò cura. Farò il meglio che posso, lo giuro- si ritrovò a promettere la ragazza, allungandogli il mignolo in un gesto infantile. Il ragazzo ricambiò, tenendo i mignoli uniti per qualche istante, prima di sorriderle.
-Su questo non avevo dubbi. Voi due siete...- Yoongi scosse la testa non finendo la frase, un piccolo sorriso di quello che le parve affetto gli comparì sul volto, rendendolo incredibilmente innocente.
-Cosa? Non sei il primo che fa allusioni strane, ma nessuno si decide a spiegarsi- lo spronò Vivian.
-Siete voi due- rispose lui, piegando la testa di lato.
In quel momento spuntò dal nulla Vanille, che saltò sulle gambe del ragazzo e allungò il musetto nella sua direzione, alla ricerca di coccole. Coccole che non tardarono ad arrivare, perché Yoongi adorava Vanille quasi quanto Tae.
Tae impazziva sul serio per gli animali, ma Vanille preferiva decisamente Yoongi, perché sospettava che l'altro ragazzo la spaventasse con tutta quella sua esuberanza. Era anche il motivo per cui non si faceva quasi avvicinare da Hobi e Jimin, con grande scorno dei due ragazzi.
Vivian lasciò passare qualche istante prima di tirare un colpetto con il piede contro la gamba del ragazzo.
Yoongi alzò gli occhi su di lei, continuando a fare i grattini al gatto ma rispondendo alla richiesta implicita nel calcio.
-A vedervi assieme, senza conoscervi, uno quasi potrebbe non crederci. Invece...siete incredibilmente simili. Non parlo di cose come gusti o di qualcosa di visibile. Intendo...le vostre anime sono affini. Ma è qualcosa che si capisce solo conoscendovi e vedendovi assieme-
Ci fu un lungo silenzio perché...beh, Vivian era fin troppo sorpresa. Da un sacco di cose in verità. Sapeva che lei e Tae erano una strana coppia, e pensare a loro in termini di coppia la faceva uscire di testa. Però...però non si aspettava quello. Insomma, tutti quelli che glielo avevano fatto notare si erano fermati alla superficie, mettendola in guardia sulle loro diversità. Yoongi era andato oltre, capendo invece i loro punti in comune. Cose a cui non era davvero arrivata a pensare neanche lei. Non ancora almeno.
-È la cosa più lunga che ti abbia mai sentito pronunciare- Fu tutto quello che riuscì a dire, tossicchiando imbarazzata e sbattendo le palpebre velocemente, cercando di mascherare gli occhi lucidi.
Yoongi per tutta risposta le fece un mezzo sorriso sfrontato, abbassando la testa su Vanille e borbottando con voce infantile su quanto la sua padrona fosse una piagnona.
-Ehi!- esclamò Vivian scoppiando a ridere, tirandogli una pacca sul braccio. Il ragazzo arricciò il naso divertito, allungandosi all'indietro per evitare di venire colpito, chiudendo Vanille in un abbraccio di cui sembrava soddisfatta.
Di certo, pensò la ragazza, il suo gatto aveva capito tutto.
Battibeccarono scherzosamente per un pò, finché l'attenzione di del ragazzo non si focalizzò su Young-Nam, tornato giù e avvicinatosi ai due, decisamente meno imbarazzato di prima.
Doveva aver ragione Yoongi, si disse la ragazza. Probabilmente il fatto di ritrovarsi davanti uno dei Bts senza preavviso aveva fatto emergere il fanboy che era in lui. Un pò come quando aveva conosciuto Jimin.
Ora però Young-Nam sembrava decisamente essere tornato padrone di sé.
In mano teneva il libro che Myung-Dae si era scordato l'ultima volta che erano stati lì. In effetti era un pò sorpresa che non fosse passato lui a prenderlo.
-Gli altri due dove li hai messi?- chiese la ragazza con un sorriso divertito. Young-Nam rispose al sorriso, alzando gli occhi al cielo e avvicinandosi ancor di più.
-Dae è rimasto coinvolto in una specie di riunione di famiglia. Sun ha gli allenamenti-
-E tu niente? Sei scappato dal campo?- scherzò Vivian, ben sapendo quanto si sarebbe indignato il ragazzo. Quando si parlava del loro sport, i ragazzi erano decisamente seri. Fosse stato per loro si sarebbero allenati tutto il giorno, saltando la scuola.
-Stanno facendo dei lavori- rispose infatti Young-Nam, infastidito più per quello che per la domanda della ragazza, consapevole che stesse scherzando.
-Mh. Allora perché hai la sacca?- domandò lei, accortasi solo in quel momento della sacca sportiva che il ragazzo teneva sulle spalle.
Il ragazzo scrollò le spalle, lanciando un'occhiata furtiva a Yoongi, che seguiva la conversazione interessato. Quando vide Vanille, ancora tra le braccia del ragazzo, sorrise affettuoso.
-Oh, ecco dove ti eri cacciata- disse, allungandosi per farle un grattino dietro l'orecchio. Vivian non poté che ridacchiare della scena. Young-Nam sembrava totalmente essersi scordato di Yoongi mentre faceva le coccole al gatto. Quando se ne ricordò, perché insomma, Vanille era sulle sue gambe, fece una scatto all'indietro, schiarendosi la voce imbarazzato.
-Ehm, comunque andavo al campetto- rispose facendo un cenno con la testa.
-Da solo?- ribatté Vivian sorpresa. -Non diventa un pò ripetitivo tirare a canestro?- continuò, facendo ridacchiare il ragazzo. A meno di dieci minuti c'era il piccolo campetto da basket dove la banda era solita ritrovarsi a giocare. Raramente andavano lì da soli, perciò il ragazzo doveva essere seriamente annoiato.
Beh, pensò Vivian, per uno che viveva in simbiosi con altri due, ritrovarsi un pomeriggio da solo doveva essere una catastrofe.
-Giochi a basket?- si intromise Yoongi incuriosito, sporgendosi in avanti interessato.
Young-Nam sembrò per un attimo destabilizzato, ma si riprese velocemente.
-È un hobby. Faccio atletica in verità- rispose facendo uno dei suoi soliti piccoli sorrisi. Young-Nam era così, sorrideva apertamente in rari casi, perciò i suoi piccoli sorrisi erano il suo marchio di fabbrica. Ciò non voleva dire che non si divertiva o non era una persona allegra. Era...contenuto, ecco. Se Vivian avesse dovuto descriverlo avrebbe di certo detto che era una persona contenuta. Salvo casi eccezionali (che riguardavano sempre gli altri due teppistelli).
-È davvero bravo!- esclamò entusiasta la ragazza, rivolgendosi a Yoongi.
-Noona!- esclamò sorpreso il liceale, guardando la ragazza come se fosse stato tradito. -Non mi hai mai visto, come puoi saperlo?-
Ah, giusto. Era anche il tipo che si imbarazzava a morte per un complimento. Sotto quella scorza di indifferenza, celava un cuore d'oro. Un pò come Yoongi in pratica.
-Me la detto Dong-Sun- rispose lei tranquilla, alzando le spalle.
-Sai che esagera sempre- ribatté lui, con una faccia talmente rassegnata che fece scoppiare a ridere gli altri due.
-Dong-Sun esagera solo quando parla di sé- scosse la testa Vivian quando si fu ripresa. -Per il resto è davvero sincero. Anche troppo-
-Questo è vero- annuì in accordo Young-Nam, con un piccolo ghigno.
-Quindi te ne vai a tirare a canestro da solo. Non hai nient'altro da fare? Che so...tipo studiare?-
-Noona- biascicò il liceale, strascicando un piede e mettendo su il broncio.
La ragazza ridacchiò, mettendo le mani avanti, giustificandosi.
-Ehi, sorella maggiore. Fa parte del pacchetto-
-Quindi non vuoi davvero che studi?- chiese con un sorriso furbo il ragazzo.
Vivian si limitò a guardarlo rassegnata.
-Lo vorrei. Ma ti conosco- rispose con aria fintamente sconsolata, facendo ridere i due ragazzi.
-Se vuoi compagnia vengo volentieri a fare due tiri- propose di punto in bianco Yoongi, sorridendo a Young-Nam che lo guardò a bocca aperta.
-Davvero?- balbettò sorpreso, le sopracciglia ancora inarcate per la sorpresa.
L'altro alzò le spalle, annuendo convinto. -Amo il basket e tanto, ora come ora, non riesco a comporre nulla-
-Oh. Ehm, ok- rispose il liceale, guardando Vivian per avere conferma che stesse succedendo davvero.
La ragazza si limitò a sorridergli, mentre dentro di sé se la stava ridendo alla grande. Non avrebbe dovuto prenderlo in giro, neanche mentalmente. Dopotutto lei aveva certamente avuto comportamenti più imbarazzanti. Se non con Yoongi, almeno con Tae.
A quel punto Vivian propose a Yoongi di lasciare la sua roba al bar, tanto per tornare verso il dormitorio sarebbe dovuto comunque passare di lì. Il ragazzo accettò di buon grado e passando dal bancone a salutare Shin, cominciò una discussione sul basket con Young-Nam, di cui la ragazza capì poco e niente, mentre uscivano dal locale.
Il resto del pomeriggio passò bene. Oddio, ci fu un attimo di panico quando, verso le cinque, entrò un gruppo di ragazzi accompagnato dai genitori. Ci doveva essere stata una qualche gara sportiva, perché i giovani erano tutti in tuta e con i borsoni in spalla.
Vivian e Shin si guardarono impanicati. Così, mentre il ragazzo si occupava delle ordinazioni e preparava le bevande, la ragazza cominciò a preparare pancake sul momento. L'unica cosa abbastanza veloce che potesse preparare per venti e passa persone.
Quando il gruppo se ne andò, un'ora più tardi e decisamente soddisfatto, si accasciarono entrambi sul bancone.
-Non voglio sentire la parola pancake per le prossime due settimane- biascicò Vivian, facendo ridacchiare l'amico.
-È un classico- rispose questo, la guancia premuta contro il legno fresco. -Niente per tutta la giornata e poi ti arrivano in gruppo-
Vivian non poté che annuire, prima di spedirlo a sistemare tavoli e sedie. Siccome mancava poco all'orario di chiusura, decise che poteva andare via un pò prima.
-Sicura?- chiese Shin premuroso. Era davvero a pezzi, ma non voleva lasciar fare tutto a Vivian.
-Tranquillo- rispose lei facendo un gesto noncurante con la mano. -Manca mezz'ora alla chiusura. E domattina sei di turno. E poi Yoongi dovrebbe tornare a breve, non sarò sola- lo rassicurò con un sorriso.
Poco prima che l'orda si abbattesse su di loro, aveva spostato la roba del ragazzo, mettendola in salvo in cucina, così da averla sott'occhio. Qualche minuto prima le era arrivato un messaggio dove Yoongi l'avvisava che avevano finito. Il tempo di riprendere fiato e sarebbe arrivato. Sebbene il ragazzo non fosse un tipo da faccine, Vivian era ormai diventata brava a leggere tra le righe e le era sembrato che fosse riuscito a rilassarsi un pò.
Come fosse possibile giocando a basket per lei rimaneva un mistero. Ma non era mai stata una tipa atletica, complice anche la bassa statura. E gli occhiali. A scuola veniva quasi sempre scelta per ultima, non che la cosa la disturbasse poi molto. Fosse per lei sarebbe rimasta in panchina. L'unica cosa in cui era discreta era la corsa, non quella veloce, ma quella dove bisognava avere resistenza. Per il resto era un completo disastro.
Però le piaceva guardare certi sport.
Salutò Shin che le sorrise riconoscente prima di uscire dal locale.
Ridacchiando, mandò un messaggio a Miyon, consapevole che le avrebbe fatto piacere. Forse per una sera sarebbero riusciti a parlare prima di crollare entrambi esausti.
Proprio mentre stava per riporre il cellulare, le arrivò un messaggio, sempre da Tae. Questa volta però era una foto. Il ragazzo, che a quanto ne sapeva era in studio per discutere dei dettagli del suo personaggio nel drama di cui avrebbe fatto parte, aveva come al solito una smorfia strana e le faceva il segno della vittoria.
Vivian rise, scuotendo la testa e salvandola nella cartella dedicata a lui. Tae, oltre alla miriade di messaggi, aveva anche l'abitudine di mandarle selfie, spesso con smorfie strane o sguardi allucinati. Ne aveva un paio anche con Jimin e Jungkook. E una addirittura con Namjoon. Se continuava così, molto presto avrebbe finito la memoria nel cellulare.
Dato che on c'era nessuno, e il locale stava per chiudere, si mise a riguardarsele, con sguardo ebete. Per quanto Tae facesse smorfie strane, non ce n'era una in cui non risultasse comunque figo. O forse era lei un pò di parte.
Era talmente concentrata sul cellulare, che non si accorse che qualcuno era entrato finché non sentì qualcuno appoggiarsi contro il bancone, davanti a lei.
-Ehi, tu- l'apostrofò una voce maschile, sgarbata.
Alzando lo sguardo mentre metteva via il cellulare, Vivian si ritrovò a fissare il ragazzo che era passato ore prima davanti al bar.
Di solito non ricordava così bene qualcuno che aveva visto solo di sfuggita, ma quel ragazzo le era rimasto impresso, perciò lo riconobbe all'istante.
-Ciao. Scusa. Posso esserti utile?- disse lei, perché comunque era un cliente. E lei stava effettivamente facendo altro. Anche se a dirla tutta il locale era vuoto, mica poteva rimanere ferma immobile aspettando che entrasse qualcuno.
Il ragazzo la squadrò per bene, arricciando poi il labbro in una smorfia che Vivian non seppe definire. Non era disgusto. Forse beffarda?
-Tzé, mi chiedo se abbiate davvero dei clienti- rispose questo, appoggiando con indolenza i gomiti sul bancone e fissandola con scherno.
Vivian arrossì. Non era certa se fosse per l'imbarazzo o per la rabbia. Forse un pò tutti e due.
-Siamo in chiusura. Desideri qualcosa?- si costrinse a rispondere in modo gentile, stiracchiando un sorriso. Ok, era più una smorfia.
Il ragazzo stette per qualche istante in silenzio, guardandosi intorno con indifferenza, dando così il tempo alla ragazza di osservarlo bene per la prima volta.
A primo impatto l'avrebbe scambiato per uno dei soliti teppistelli. Divisa in disordine, cravatta allentata, qualcosa come quattro orecchini per orecchio, capelli scuri leggermente più corti ai lati e sparati in cima. Superficialmente non era niente di nuovo. Anche i ragazzi della banda potevano passare per teppistelli, anche se erano decisamente messi meglio di lui in termini di orecchini e taglio di capelli.
C'era però qualcosa nello sguardo che i ragazzi della banda non avevano. Un luccichio pericoloso e i lineamenti perennemente tesi in una smorfia, quasi a beffarsi di tutti, non aiutavano certo a renderlo più rassicurante.
-Ho visto il cartello di fuori- si decise a rispondere, indicando con un gesto disinteressato la porta del bar.
L'espressione di Vivian si fece istantaneamente sorpresa. Di tutte le cose che si aspettava quella era decisamente l'ultim...no, a dire il vero non se l'aspettava proprio.
-Ah. Vuoi lavorare qui?- domandò, ancora sconcertata dalla cosa.
Il ragazzo alzò un sopracciglio, tornando a fissarla.
-Mi pare ovvio, no?-
Simpatico eh.
Decise comunque di tentare la sorte, perché non si poteva mai sapere. Anche se a dirla tutta, avevano una certa politica nell'assumere. Soprattutto se erano ragazzini.
-Ok, come ti chiami?-
-Non dovrei parlare con un responsabile?- ribatté il ragazzo, facendo schioccare la lingua.
Fatto, giusto? Ci aveva provato, perciò poteva mandarlo al diavolo. E invece no, perché era una persona civile e le era stato insegnato a non mandare al diavolo le persone. Almeno non subito.
Accidenti, a volte rimpiangeva il fatto di aver avuto un'educazione.
-Sono la proprietaria- rispose con un sorriso cortese.
No, non scherziamo. Il sorriso cortese l'aveva solo pensato.
Il ragazzo emise un verso divertito, guardandola con condiscendenza.
-Park Yejun- rispose annoiato.
-Va bene-disse lei, prendendo un respiro profondo. -Quanti anni hai? Sei ancora minorenne, giusto?-
A quella domanda il ragazzo si sporse in avanti con spavalderia, lo sguardo improvvisamente duro. Vivian poté sentire una lieve traccia di fumo, cosa che le fece arricciare il naso.
-Sedici. Problemi?-
A quel punto la ragazza non avrebbe mai voluto cominciare quella conversazione. Doveva dar retta al suo istinto quando l'aveva visto passare ore prima. Si sentiva decisamente a disagio, perché quello non era un finto teppistello come Dong-Sun, che alla fin fine era solo un tenero orsacchiotto.
Park Yejun sembrava direttamente uscito da uno di quei video musicali pieni di teppisti. Di quelli che tirano fuori il coltello, però.
-È che...per i minorenni ci serve l'autorizzazione dei genitori- tergiversò Vivian, cercando di non usare un tono troppo brusco.
Dopotutto quello che stava dicendo era vero. Inoltre, fin da quando il bar era stato aperto, si era sempre cercato di assumere studenti universitari che avevano bisogno di un lavoro part time. In rari casi erano stati assunti liceali, e solo perché necessitavano di soldi e avevano il consenso dei genitori.
Vivian chissà perché dubitava che Yejun avesse anche solo uno di questi due requisiti.
-In altri posti sedici anni sono più che sufficienti- rispose secco il ragazzo, gli occhi arrabbiati fissi in quelli della ragazza.
"Allora vai in altri posti" avrebbe voluto rispondere Vivian. Ma sapeva che se una cosa del genere fosse uscita dalla sua bocca avrebbe solo peggiorato le cose.
-Mi dispiace, ma è la nostra politica. In più, sai, è difficile far combaciare gli orari delle lezioni con quelli dei turni- tentò di spiegargli la ragazza.
In effetti, come liceale avrebbe potuto fare solo i turni pomeridiani e questo avrebbe voluto dire cambiare gli orari di tutti. Sarebbe stato un lavoraccio, anche se per una giusta causa l'avrebbe fatto. E quella non lo era. Ma neanche lontanamente. Voleva quel ragazzo il più lontano possibile dal suo bar.
Sussultò quando Yejun sbatté una mano contro il bancone, fissandola astioso.
-Che cazzo di ragionamento è?! Ti pare che mi interessi qualcosa di quella cazzo di scuola?!-
Merda, pensò Vivian, ma perché aveva avuto proprio quel giorno la bella idea di far andare via prima Shin? Si leccò nervosamente le labbra, respirando piano, avendo il timore che qualsiasi rumore troppo forte potesse farlo scattare.
In un flash si ricordò del furto avvenuto poco tempo prima e rabbrividì. Stavolta però era anche peggio, perché Yejun non era un ladro che voleva solo i soldi. E sembrava decisamente il tipo che non si sarebbe fatto scrupoli a picchiare qualcuno.
-Che succede qui?-
L'improvvisa voce familiare di Yoongi le fece tirare un sospiro di sollievo. Che non durò molto, perché ora aveva il timore che Yejun potesse rivoltarsi contro di lui. Almeno non aveva più i suoi occhi scuri puntati contro.
Si voltò, osservando Yoongi a pochi passi da loro.
Era rigido e serio come non lo aveva mai visto. Negli occhi era presente uno strano luccichio e le labbra erano talmente stirate che quasi scomparivano. Vivian era certa di non averlo mai visto con un'espressione simile. Aveva sempre detto a Jimin che esagerava quando diceva che Yoongi faceva paura. Ora non ne era più tanto certa.
Chiaramente, la domanda che aveva rivolto aveva più lo scopo di attirare l'attenzione. Il ragazzo sapeva perfettamente cosa stava succedendo. Dopotutto se era entrato silenziosamente, doveva quantomeno aver sentito le ultime due battute.
Yejun si girò verso di lui, dando quasi completamente le spalle alla ragazza, in viso un'espressione di chi cerca guai. Vivian tirò silenziosamente fuori il cellulare, per precauzione.
-Parlavamo?- rispose provocatorio Yejun, sorridendo beffardo.
Lo sguardo di Yoongi si fece perfino più affilato, per il resto rimase immobile.
-Oh, ho sentito- rispose secco.
Yejun alzò le spalle, indicando con scherno la ragazza.
-Cercavo un lavoretto, ma a quanto pare questa qui ha standard alti-
Vivian era abbastanza sveglia da riconoscere un insulto quando lo sentiva. Fu quasi un miracolo che non disse "stronza" o peggio, al posto di "quella lì".
-Quindi immagino tu stessi uscendo- l'acredine nella voce di Yoongi si fece più evidente, segno che l'insulto non era stato capito solo dalla ragazza.
Il teppista alzò sarcasticamente le mani per aria, in un gesto che voleva essere arrendevole.
-Chiaro- rispose, voltandosi un istante verso Vivian per farle un sorrisetto, prima di incamminarsi verso l'uscita. Proprio mentre stava per superare Yoongi però, si fermò, piegando la testa di lato fissando il ragazzo.
-Tutta questa preoccupazione...spero almeno sia brava-
Vivian trattenne bruscamente il fiato quando vide le mani di Yoongi chiudersi di scatto a pugno, il corpo teso pronto a scattare. Fu solo un istante, poi il ragazzo riprese il controllo, limitandosi a scrollare le spalle.
Yejun fece una smorfia contrariata, prima di tirargli una spallata mentre usciva.
Il silenzio che seguì sembrò durare un'eternità, finché Vivian non rilasciò il respiro, appoggiandosi alla parete. A quel punto la tensione abbandonò le spalle di Yoongi, che si avvicinò piano.
-Scusa- mormorò il ragazzo, sorprendendo Vivian.
-Di che, scusa? Ho passato davvero un brutto momento prima che tu arrivassi- riuscì a rispondere lei, ancora troppo scossa da ciò che era appena avvenuto.
Yoongi scosse la testa, trattenendo a stento una smorfia di rabbia.
-Per non aver detto niente dopo che ti ha insultata. Ma...-
-Se lo avessi fatto, vi sareste picchiati. Era quello che voleva- lo interruppe lei, avvicinandosi. Di certo, preferiva prendersi qualche insulto piuttosto che lasciare che uno dei suoi amici si facesse male.
Yoongi annuì serio, con una smorfia di disprezzo.
-Già, non che mi avrebbe creato problemi tirargli un cazzotto o due- disse, scrollando le spalle.
-Anche no- replicò Vivian, ritrovando parte del suo carattere ironico. -Niente risse nel mio bar- annunciò solenne, incrociando le braccia.
Il ragazzo però non sembrava voler perdere.
-Io non ci scherzerei su-
-L'ironia è la miglior difesa, no?- provò a convincerlo lei, alzando le spalle e stiracchiando un sorriso. Ora che Yejun se n'era andato si sentiva decisamente più tranquilla.
-A volte un pugno ben assestato è meglio- borbottò Yoongi, scuro in volto. A quello Vivian non poté replicare. Se ne avesse avuto l'occasione , e se non ci fossero state conseguenze, sarebbe stata la prima ad avventarcisi contro, a dispetto della sua natura pacifica.
-Voleva davvero lavorare qui?- chiese il ragazzo, appoggiandosi al bancone.
-A quanto pare- rispose la ragazza con una smorfia. Poi, notando l'espressione meditabonda del ragazzo, le venne in mente una cosa.
-Lo dirai a Tae?- domandò, conoscendo la risposta. Yoongi le lanciò un'occhiata, prima di passarsi nervosamente la lingua sulle labbra.
Vivian sospirò. Certo che l'avrebbe detto a Tae. Domani avrebbe dovuto dire tutto a Shin e per sicurezza anche a Hyerin. Yejun dopotutto poteva sempre tornare. Non si poteva mai sapere e voleva evitare che fossero impreparati. Avrebbe dovuto fare un bel discorsetto alla sua amica. Conosceva bene il suo carattere passionale, ma di fatto era solo quello. Mettere le mani addosso a qualcuno era tutta un'altra questione.
-Non farlo- replicò dopo un attimo di pausa, facendo inarcare un sopracciglio a Yoongi.
-Ci penso io-
-Sei sicura?- domandò il ragazzo, non troppo convinto. Forse credeva che non l'avrebbe fatto davvero. Sorrise della sua preoccupazione.
-Dato che è una cosa che mi riguarda, preferirei essere io a dirgliela. È così che funziona, giusto?-
Non pronunciò la parola "relazione", ma era nell'aria. A quel punto anche Yoongi si lasciò scappare un piccolo sorriso.
-Dai, aspetto che tu chiuda- disse soltanto, facendo intendere che avrebbe aspettato con lei che chiudesse il bar, prima di andar via. Se riuscivi a leggere tra le righe, Yoongi era davvero una persona premurosa.
-Vieni qui- fu tutto quello che disse Vivian, allungandosi ad abbracciarlo con un grosso sorriso sul volto.
-Ya!- Il ragazzo cercò debolmente di liberarsi, imbarazzato, per poi arrendersi. Ciò non lo scoraggiò dal borbottare indignato.
-Sono una che abbraccia- ci tenne a precisare Vivian.
-Abbraccia Taehyung- ribatté Yoongi fingendo indifferenza, come se a quel punto non la stesse abbracciando pure lui.
-Oh, lo faccio- rispose lei ridacchiando, facendo sì che il ragazzo si scostasse da lei con uno scatto.
-Ugh. Niente dettagli, ti prego-

 

 












- Spazio autrice -
Lo odio. Sì, lo so che l’ho creato io e sì, deve essere odioso, ma qui parte decisamente con il botto. Mi era programmata l’entrata in scena di Yejun con calma, e invece sto qui ha preso troppo sul serio il ruolo di rompiballe e mi è sfuggito di mano. Odiatelo assieme a me.
E facciamo una ola per Yoongi v.v
Comunque ho un dubbio…ma la ship tra Tae e Vivian come la chiamiamo? ViV? TaeIan? ViTae? X’D Ditemi che ne pensate!
E parlando di Bts, qualcuno ci sarà ai raduni organizzati dalle Army italiane? Se sì, dove? Io e la mia parabatai pensiamo di andare a quello di Venezia! Fatemi sapere!
Ringrazio tutti quelli che commentano e leggono la storia. Grazie soprattutto per averle dato una possibilità, mi fa piacere vedere che continuiate a leggerla <3
Alla prossima settimana
Un abbraccio ^^










 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Alisso ***


Salve! ^^
Comincio con il ringraziare Whalien e Balla sulle nuvole per i meravigliosi commenti. Mi fa piacere vi siate affezionati così tanto a Vivian <3
L’alisso significa tranquillità. Anche se qui ha più il significato di “calma prima della tempesta”.  Credo capirete leggendo.
Ho finito di revisionare il capitolo prima di cena, ma non volevo aspettare domani per pubblicarlo. Balla sulle nuvole, spero apprezzerai ^^
Buona lettura!








 

- Alisso -






Le persone avevano diversi metodi per alleviare lo stress.
C'era chi andava a correre e chi faceva shopping. Chi mangiava e chi si faceva maratone di telefilm. Chi si ubriacava e chi prendeva a pugni un cuscino.
Vivian cucinava.
Gli ingredienti sul tavolo, la pentola che ribolle, l'odore del soffritto. Erano tutti ricordi di infanzia, quando la famiglia si riuniva e si facevano quei grandiosi pranzi domenicali.
Perciò, quando c'era qualcosa che la turbava o arrivava al limite della sopportazione, lei cucinava.
Tanto. Troppo. E il suo sangue misto si faceva sentire tutto, a volte con degli accostamenti improbabili. Come quando aveva fatto la pasta con il kimchi. A prima vista era sembrata decisamente strana, però era finita. Qualcosa voleva pur dire.
Il brutto di tutta quella faccenda è che la settimana sarebbe anche stata passabile se non fosse stato per un piccolo, insignificante, dettaglio. E no, non stava citando Love Actually.
Suddetto dettaglio portava il nome di Park Yejun.
In un moto di speranza, Vivian aveva pensato che fosse tutto finito. Dopotutto il giorno dopo, dopo aver raccontato a Shin e Hyerin l'accaduto, non era successo nulla. Il teppista non era tornato.
Domenica però l'aveva visto gironzolare davanti alla vetrina per un pò, probabilmente decidendo se entrare o meno. Vivian ancora ringraziava mentalmente la presenza della banda che doveva averlo fatto desistere.
Lunedì purtroppo era entrato. Si era confuso con la folla della mattina, infondo a quell'ora era pieno di studenti. Hyerin in quel momento era dall'altra parte del locale, occupata con le ordinazioni, così Vivian non aveva potuto avvertirla. Non che ce ne fosse stato bisogno. Yejun non aveva detto o fatto niente di strano, limitandosi a guardarla beffardo mentre prendeva la sua ordinazione.
Martedì era andata peggio, perché c'era Soo-Min. Dalla divisa del ragazzo erano risaliti a una scuola vicino a quella della loro amica (Hyerin quando ci si metteva era portentosa, i servizi segreti britannici avrebbero pagato per averla). Vivian aveva avuto il timore che il ragazzo potesse riconoscere la divisa, perciò aveva mantenuto le distanze da Soo-Min per tutto il tempo. Cosa del tutto inutile giacché Yejun aveva a malapena lanciato un'occhiata annoiata al resto della clientela, focalizzandosi solo su di lei. C'era stata qualche battuta, a cui Vivian aveva risposto il più evasiva possibile, poi era uscito con passo baldanzoso.
Mercoledì, grazie al cielo, il bar era chiuso. Così la ragazza ne aveva approfittato per finire un sacco di cose con cui era rimasta in sospeso, a causa dell'ansia provocata dal ragazzo. Come studiare, ad esempio.
Quella mattina però si era arrivati al culmine.
Non aveva prove, ma era certa che fosse stato Yejun a rovesciare il vaso all'ingresso del locale, facendo fuoriuscire il terriccio e calpestando i fiori. Fortuna aveva voluto che l'alisso fosse una pianta resistente ed era riuscita a salvarne qualcuna.
Hyerin aveva avuto la stessa certezza, tant'è che aveva proposto di denunciarlo.
Ma per cosa, si era detta Vivian. Non avevano prove di nulla e Yejun non aveva fatto niente che potesse essere considerata come una minaccia.
Sembrava che Hyerin non riuscisse darsi pace. E nemmeno i suoi amici. Quando aveva chiesto spiegazioni, le avevano risposto che il bullismo lì era una cosa seria. Essendo cresciuta in Italia, dove sì, il bullismo c'era ma non a quei livelli, Vivian non capiva.
Anche Taehyung sembrava averla presa seriamente. L'aveva chiamato il giorno stesso in cui l'aveva detto ai suoi amici, in un momento in cui sapeva non essere occupato. Neanche mezz'ora dopo, Tae aveva fatto irruzione nel locale, in tuta e con i capelli più scarmigliati del solito. In contemporanea le era arrivato un messaggio da parte di Yoongi, dove l'avvertiva che Tae era scappato dalle prove e che avrebbe pensato lui a spiegarlo ai ragazzi. Vivian non aveva potuto che scuotere la testa intenerita.
Il ragazzo era passato a trovarla altre due volte, non trattenendosi comunque molto a causa degli impegni e dell'imminente comeback. Vivian gliene era stata grata. I momenti assieme a lui, seppur brevi, erano stati in qualche modo rigeneranti. Se prima aveva solo la cucina a rassicurarla, ora poteva contare anche su di lui.
Anche se doveva ammettere che il drastico aumento dei messaggi era stato quasi esasperante. Anche perché molto spesso erano solo faccine.
-Oddio, no- borbottò Hyerin entrando in cucina e fermandosi poco oltre la porta. Fissava con aria cauta la teglia in cui stava lavorando Vivian, come se da un momento all'altro potesse esplodere.
-Dimmi che non sono altri spaghetti al kimchi- la pregò l'amica, avvicinandosi lentamente.
Vivian sbuffò, alzando gli occhi al cielo e finendo di mettere il ragù sopra la pasta sfoglia.
-Mi pare ti fossero piaciuti- la rimbeccò, infilando poi con un gesto secco la teglia in forno.
-E ti sembrano spaghetti? Sono lasagne- concluse, fiera del suo operato.
Hyerin sbatté gli occhi perplessa, per poi fare una smorfia esasperata.
-Sinceramente non ho idea di che cosa siano, però potresti smetterla di cucinare? Non vorrei che finisse come l'ultima volt...- si interruppe di colpo, fissando imbarazzata l'amica.
-Scusa- borbottò poi, con sguardo basso.
Vivian scrollò le spalle, sospirando.
-Non ti preoccupare- le rispose con voce tranquilla. L'ultima volta che aveva cucinato così tanto era stato alla morte di sua nonna. Quella volta aveva cucinato per una settimana di fila, poi si era resa conto che così non poteva continuare, si era fermata e si era fatta un bel pianto liberatorio.
Quella volta però era diverso, non poteva certo sistemare tutto con un pianto.
-Forse hai ragione, ma è rilassante-
-Tu hai dei problemi- borbottò Hyerin, scuotendo la testa. -Ma rilassarti in un altro modo no eh? Che qui non sappiamo più dove metterlo il cibo che cucini. La signora Kim si rifiuta di prendere altra roba-
A quello Vivian non poté che scoppiare a ridere divertita, mentre ripensava allo sguardo sconvolto della donna quando era stata costretta a rifiutare una torta al cioccolato perché non aveva più posto. Sospettava che gliela avrebbe fatta pagare in qualche modo.
-Mi cercavi? Ti serve una mano con i clienti?- domandò, cambiando discorso. Avevano avuto una mattinata piuttosto piena ed erano riuscite a rilassarsi un pò solo all'ora di pranzo.
-No. Cioè, sì- Hyerin scosse la testa, indecisa, prima di alzare gli occhi al cielo. -C'è la banda-
Vivian la guardò sorpresa, bloccandosi nell'atto di pulire il tavolo.
-Tutti?-
La cosa era decisamente sospetta. La banda di solito era fedele alle proprie tradizioni e passavano insieme solo la domenica pomeriggio. Capitava che qualcuno di loro passasse per in saluto veloce se era nei paraggi, ma mai tutti assieme.
Hyerin scrollò le spalle, come se non fosse una cosa degna di attenzione. Lei però aveva notato come negli ultimi giorni avesse smesso di dar loro dei teppisti. Probabilmente con la questione di Yejun, voleva far capir loro, in un modo un pò contorto se poteva permettersi, che non li considerava come lui. Ah, l'aveva sempre detto che sotto sotto gli stavano simpatici.
-Perché stai sogghignando?- chiese l'amica sospettosa, affilando lo sguardo.
-Niente, niente- rispose lei sorniona, sventolando con indolenza una mano.
-Ugh, ti prego. Quell'espressione su di te è inquietante. Quasi rimpiango l'espressione da "sto pensando al mio TaeTae, unicorni e arcobaleni"- ribatté Hyerin con una vocina zuccherosa.
-Io non ho un'espressione del genere!- replicò Vivian indignata, spalancando la bocca.
-Ah!- L'altra incrociò le braccia al petto, sogghignando. Lei sì che faceva bene quell'espressione.
-Vorresti dirmi che quando ricevi un messaggio da Taehyung oppa, non fai un sorriso ebete e ti estranei totalmente dalla realtà pensando solo a quanto lui sia dolce?-
-No!- rispose immediatamente Vivian. Poi fece una smorfia incerta, piegando la testa di lato. -Lo faccio?-
-Non ne hai idea- rispose l'amica roteando sarcasticamente gli occhi.
-Siete disgustosamente teneri. Nel senso carino del termine. Voglio dire, per voi due questo tipo di relazione va bene, è in linea con i vostri caratteri. Oddio, con Taehyung oppa non saprei, devo farci una bella chiacchierata-
-No grazie. Non voglio che si spaventi e scappi a gambe levate- la interruppe Vivian con un sorriso malcelato, beccandosi un'occhiata indignata.
-Dicevo- continuò, schiarendosi la voce. -A me serve qualcuno di più...combattivo, ecco. Tutti quelli che mi vengono dietro sono dei tali mollaccioni. Senza spina dorsale-
-Sai, credo che una ragazza normale sarebbe felice di essere apprezzata e di avere spasimanti. Numerosi-
-Ma io non sono una ragazza normale- replicò Hyerin, quasi offesa da quell'insinuazione.
-Oh, credimi, me ne sono accorta- borbottò sghignazzando Vivian, mentre l'amica si sistemava con un gesto teatrale i capelli.
-Sono tutte persone che se gli chiedi di saltare, saltano- disse l'amica all'improvviso, come colta da un'illuminazione.
-E tu vuoi che non saltino?- domandò Vivian, cercando di starle dietro.
-No. Voglio che chiedano il perché e dopo la risposta saltino comunque-
-Ah beh. Auguri- le rispose con uno sbuffo divertito. Capiva la sottile differenza, ma alla fine dei conti comandava sempre Hyerin. Non che la cosa potesse andare diversamente.
-Taehyung oppa salterebbe se tu glielo chiedessi- borbottò l'amica, dopo essere rimasta pensierosa per un pò. Vivian alzò gli occhi al cielo per la recente fissa dell'amica di inserire lei e Tae in qualunque conversazione, solo per farsi dare qualche dettaglio in più. Come se non le avesse già raccontato tutto.
-Credo che Tae salterebbe anche se non glielo chiedessi- rispose, sorridendo dolcemente al pensiero del ragazzo. ...oddio, lo faceva davvero. Diventava davvero melensa quando pensava a lui. Non che normalmente non fosse una persona romantica ma stava raggiungendo livelli da carie. No, doveva essere perché era una nuova situazione. Presto sarebbe passata e lei sarebbe tornata a essere normalmente romantica. Forse.
-Beh, almeno salta- ribatté Hyerin, alzando le spalle.
Vivian chiuse gli occhi, scuotendo la testa con aria affranta.
-Ok, questa conversazione sta decisamente degenerando-
Caso volle che proprio in quel momento entrò all'improvviso Myung-Dae, attirando l'attenzione di entrambe le ragazze.
-Ehm, hanno...abbiamo fame- mormorò dopo qualche secondo il ragazzo, intimidito da quell'improvvisa attenzione. Myung-Dae era sempre stato il più introverso dei tre. E anche a prima vista il più serio. A dire il vero era il tipo di persona che non notava quello che succedeva al di fuori della sua sfera e tendeva a non essere notato a sua volta. Non una cosa troppo complicata avendo al suo fianco un tipo esuberante come Dong-Sun.
-E...avremmo tipo un problema- continuò, grattandosi nervosamente il collo.
-Di che natura?- chiese subito Hyerin, pratica.
Il ragazzo la guardò come stordito da tanta solerzia, prima di rispondere senza pensare.
-Fisica- Poi, accortosi dell'ambiguità della risposta, la risatina di Hyerin certo aiutò, si affrettò a precisare.
-Intendo scolastica. Abbiamo un problema. Con la fisica- Alla fine rilasciò tutto il fiato, come se avesse concluso la prova più difficile della sua vita.
Forse non era vero che Myung-Dae era ancora romanticamente addormentato. Forse si stava svegliando in quel momento. Di certo ora capiva le battute ambigue.
-Ok- prese in mano la situazione, decidendo che il ragazzo aveva già sofferto abbastanza. Hyerin ancora rideva.
-Con la fisica non posso aiutarvi, però le lasagne hanno appena finito di cuocersi-
Il tempo di tirare la teglia fuori dal forno e suddividerla in piccole parti, ed erano al solito tavolo della banda, dove si stava per commettere suicidio di massa.
Dong-Sun teneva le mani sulla testa, fissando con astio il suo quaderno. Young-Nam invece aveva lo sguardo apatico fisso su un tomo di fisica decisamente troppo grande per i gusti di Vivian.
Perfino Myung-Dae si incupì quando raggiunsero il tavolo.
-Va bene, che succede?- chiese Vivian appoggiando i piatti, genuinamente sorpresa. Perfino Hyerin, che l'aveva seguita, sembrava curiosa.
-Esami finali- mormorò Young-Nam, la voce apatica quanto lo sguardo. Poi fiutò il profumo che veniva dai piatti e puntò lo sguardo sulle lasagne. Non si fece intimidire dall'aspetto strano e ne tirò uno verso di sé.
-Cibo- borbottò, facendo risvegliare anche il biondo al suo fianco, che fissò le ragazze ad occhi sgranati. Prima di tirare anche lui un piatto verso di sé.
-Ti prego noona, dicci che sai qualcosa di fisica!- esclamò verso Vivian, cominciando tuttavia a mangiare. A quel punto anche Myung-Dae si decise, spostando con aria sconsolata il suo quaderno.
Se anche lui si arrendeva, decretò Vivian, erano in guai seri.
-Mi dispiace, faccio peggio che schifo- ammise alzando le spalle con aria di scuse.
Ci fu un mugugno sconsolato generale, mentre i ragazzi continuavano a mangiare.
-Perché siete venuti oggi e non domenica?- domandò d'un tratto Hyerin, guadagnandosi le occhiate sorprese dei ragazzi.
-Che c'è? È solo perché non ero di turno- borbottò, facendo un gesto noncurante con la mano. Vivian non poté esimersi dal ridacchiare di quel salvataggio in extremis.
-Abbiamo il festival scolastico- rispose prontamente Dong-Sun, mandando giù un boccone.
-Io e Nam siamo i capitani dei nostri club- concluse poi con un sorriso e il gesto della vittoria. Young-Nam alzò la testa per fargli un piccolo sorriso in risposta.
-E tu Myung-Dae?- domandò Vivian, curiosa di sapere se avrebbe partecipato. Il ragazzo era l'unico dei tre che non faceva attivamente sport, a parte giocare nel tempo libero a basket. Non che non fosse bravo, ma preferiva la parte teorica.
-Mi hanno preso quelli del club di baseball. Gli servivano giocatori- rispose Myung-Dae, scrollando le spalle con aria indifferente.
-Già, perché fanno schifo- spiegò Dong-Sun con un sogghigno. Decisamente qualcuno in quel club non doveva stargli troppo simpatico.
-Almeno con Dae potrebbe andare meglio- si intromise Young-Nam, che stava leccando la forchetta.
-Giusto. Ha un'ottima coordinazione occhio mano. A basket ci frega sempre con i tiri da tre- annuì in accordo il biondo.
-Non me ne frega niente. A causa di quello stupido festival perdiamo un giorno di studio- borbottò seccato Myung-Dae.
-Ehi! Non è così male- difese il festival Dong-Sun.
-Vorrei ricordarti in che situazione ci troviamo- replicò Myung-Dae, indicando i libri sul tavolo.
-Ah, già- borbottò il biondo con aria tetra.
In quel momento la porta del bar si aprì, ricordando a Vivian che dopotutto stavano lavorando, ed entrò Soo-Min.
Il viso di Hyerin si illuminò di colpo. Batté un paio di volte le mani, entusiasta, prima di allargare le braccia in segno di benvenuto.
-MinMin!- esclamò, facendo imbarazzare a morte la ragazza e catturando l'attenzione di almeno metà clientela. Vivian si massaggiò con aria esasperata la fronte.
Si spostarono appena di qualche passo, mentre Soo-Min si avvicinava, sorridendo timidamente ai ragazzi al tavolo.
-La mia discepola! La mia pupilla!- esclamò Hyerin inscenando un melodramma e facendo sperare a Vivian che il giorno del suo spettacolo teatrale arrivasse presto. Negli ultimi tempi era peggiorata parecchio.
-Scusa, ma non era io la tua pupilla? - si intromise divertita in quello che sospettava sarebbe stato un monologo.
Hyerin le lanciò una rapida occhiata, prima di scuotere la testa, facendo ondeggiare la sua chioma.
-Ormai tu sei fiorita. Puoi volare via-
-Ah beh. Grazie- rispose Vivian ridacchiando, gli occhi al cielo. Fece un veloce occhiolino a Soo-Min che ridacchiò in risposta.
-Sai cosa voglio dire- minimizzò l'amica con un gesto noncurante della mano. -Hai Taehyung oppa e bla bla bla-
-Il bla bla bla è riferito ai Bts?- scherzò lei.
-Non interrompermi. Dicevo...ormai tu non hai più bisogno dei miei insegnamenti. Non sbuffare. Perciò...-
-Hai ripiegato su Soo-Min- la interruppe Vivian, facendo ridacchiare i ragazzi dietro di lei. Si era quasi scordata di avere un pubblico.
-Esatto!- trillò esaltata Hyerin, un grosso sorriso sul volto.
-La mia nuova allieva, la mia pupilla. Il mio giovane padawan...-
-Era una citazione di Stars wars quella?- si intromise Dong-Sun, nella voce una nota decisamente sorpresa.
-Problemi?- Hyerin si voltò verso il ragazzo, mani sui fianchi, pronta a dar battaglia. Solo che per una volta sembrava non ci fosse sarcasmo nelle parole del ragazzo.
-No, sono sinceramente colpito. Non me lo aspettavo da te, fragola-
La ragazza fu talmente presa in contropiede che non si ribellò nemmeno per il nomignolo.
-Beh, sì. Ok. Che stavamo dicendo?- chiese, tornando a rivolgersi a Vivian, la quale stava osservando la scena divertita. Era raro che la sua amica si trovasse in difficoltà, di solito aveva sempre la risposta pronta. E da quel che ne sapeva, quella era la prima volta che veniva colta di sorpresa da Dong-Sun.
-Parlavamo di come volessi far passare al lato oscuro Soo-Min- rispose prontamente con voce seria, facendo ridacchiare la diretta interessata. Dietro di lei le arrivò una risata soffocata e dovette trattenersi per non scoppiare anche lei.
-Abbiamo i biscotti. Beh, li hai tu, ma è uguale- rispose Hyerin come se l'intera conversazione non fosse campata per aria.
Poi si girò di colpo verso i ragazzi, soppesandoli con lo sguardo.
-E va bene- disse sospirando, come se stesse facendo un favore all'umanità. -Siccome sono di buon umore vi aiuterò io-
La reazione però non fu quella sperata. I ragazzi si guardarono tra loro dubbiosi, lanciando poi un'occhiata scettica a Vivian, che rispose scrollando le spalle. Dopotutto quando l'aveva conosciuta, il liceo l'aveva già finito.
-Te ne intendi di fisica?- chiese Young-Nam, prendendo coraggio.
-Veramente ero un asso in tutte le materie scientifiche- rispose con nonchalance Hyerin, avvicinandosi al tavolo.
-E perché non hai proseguito per quella strada?- si decise a chiedere Vivian, quando fu chiaro che tutti volevano sapere ma nessuno osava chiedere.
-Ho detto che ero un asso, mica che mi piacesse-
E con quell'ultima battuta, dichiarò la conversazione conclusa, aprendo il libro di fisica e sfogliandolo pigramente.
Vivian tornò al bancone, conscia che per un pò sarebbe stata da sola a servire. Soo-Min le trotterellò dietro, con un sorriso, lanciando occhiate divertite al tavolo dei ragazzi.
Chiacchierarono tra un cliente e l'altro, rilassate e senza troppa fretta. Soo-Min a quanto pare non era ancora riuscita a trovare delle amicizie che facessero al caso suo. A scuola tendevano a isolarla in quanto veniva da fuori e il carattere timido rendeva tutto più complicato. Non che lei ne sentisse troppo il peso, affermò con sguardo sicuro, in direzione della ragazza più grande. Studiava molto, i suoi zii erano fantastici e a weekend alterni tornava nella sua città natale. Senza contare che aveva tutti loro. In fin dei conti stava meglio così e di certo la situazione era migliorata da quando non girava più insieme alle sue vecchie compagne.
Rimasero a chiacchierare, tra un cliente e l'altro, per quasi un'ora.
Almeno finché Jimin non spalancò la porta del locale, seguito da un molto più compassato Jungkook, che scuoteva la testa rassegnato. Quando il più grande individuò Vivian, si diresse verso di loro con passo baldanzoso.
-Dove sono i miei cupcake?-
Vivian, già pronta a salutarlo, si bloccò, sbattendo lentamente le palpebre.
-Come scusa?- chiese perplessa, lanciando una breve occhiata a Jungkook, dietro l'amico, che si limitò ad alzare gli occhi al cielo.
-I miei cupcake- ribadì Jimin, mani sui fianchi. Poi si accorse di Soo-Min e le sorrise distrattamente.
-Oh, ciao MinMin-
Ecco, ora Vivian aveva quasi la certezza che lui e Hyerin si tenessero in contatto. Come se non fossero già problematici presi singolarmente.
-Hai fatto i cupcake a Yoongi e te la perdono perché era il suo compleanno. E li hai fatti anche per noi. Però hai fatto dei cupcake per Jungkook e adesso li voglio anch'io-
-Ho fatto i cupcake per Jungkook perché non lo vedevo da un pò e mi era mancato- spiegò la ragazza, ben sapendo che sarebbe stato inutile. Infatti Jimin gonfiò le guance come un bambino, prima di mettere su il broncio.
-Quindi io non ti sono mancato?-
VIvian alzò gli occhi al cielo, reprimendo un sorriso. -Mi siete mancati tutti, ma Jungkook è passato a trovarmi-
-Ero impegnato. E comunque sono qui, ora- replicò piccato Jimin.
-Sì, ma non mi hai avvertito. Come faccio a prepararti dei cupcake se non so quando passerai?- La ragazza allargò le braccia, esasperata. Sentì la risatina di Jungkook e sbuffò.
-Quindi se la prossima volta ti mando un messaggio, me li fai?- non demorse il ragazzo, convinto della sua logica.
-No, sono per le occasioni speciali- rispose ferma Vivian.
-Ma io voglio i miei cupcake- ribatté cocciuto lui. Ci mancava poco che sbattesse il piede a terra.
-Aspetta il tuo compleanno-
-Ma è a ottobre!- esclamò indignato Jimin. Poi il suo sguardo cambiò e sorrise furbo. -Scommetto che a TaeTae glieli hai fatti cupcake-
-Secondo me Tae non voleva i cupcake- commentò placido il più piccolo.
-Jungkook!- esclamò Vivian, sentendosi tradita, non aspettandosi minimamente una battuta di quel tipo da lui.
Un improvviso colpo di tosse li fece voltare tutti verso Soo-Min, che proprio in quel momento stava bevendo un bicchiere d'acqua.
-...scusate- disse la ragazza rossa in volto, quando si fu ripresa.
Vivian scosse la testa in direzione dei due ragazzi, sospirando rassegnata.
-Avrai i tuoi cupcake prima di ottobre, ora sta buono- disse, facendo esultare Jimin.
Si guardò intorno, notando come oltre alla banda e a Hyerin, fossero rimasti solo il vecchio professore e una coppia di signore che era già stata servita. A quanto pare avevano un tempo morto. Indirizzò tutti a un tavolino poco distante dal bancone, in modo da riuscire comunque a servire i clienti che fossero entrati.
-Come mai solo voi due?- domandò ai ragazzi quando si furono messi comodi. Soo-Min li aveva seguiti e jkn sembrava troppo imbarazzata dalla loro presenza. Vivian era soddisfatta della maturità che stava dimostrando. Sapeva che era una loro fan e li ammirava molto, ma riusciva a comportarsi in modo normale. Con i quindicenni che giravano adesso era quasi un miracolo.
-Perché siamo i migliori! JiKook in azione!- esclamò Jimin, abbracciando di slancio l'amico.
-Va bene squadra Genius, calma. Gli altri dove li avete lasciati?- cercò di placarlo la ragazza, non riuscendo però a non ridacchiare dell'esuberanza dell'amico.
Jimin le lanciò un'occhiata furbetta, stirando le labbra in un sorriso che prometteva imbarazzo. Per lei, ovviamente.
-TaeTae è occupato con il drama-
-Non ficcare Tae in ogni conversazione, sei peggio di Hyerin- rispose la ragazza alzando gli occhi al cielo. Non si perse però la risatina generale, cosa che le fece nascere il dubbio che fosse una congiura contro di lei.
-Ma tu volevi sapere di TaeTae- ribatté Jimin, sempre con quel sorrisino.
-So perfettamente dov'è Tae- sbottò Vivian senza pensare, accorgendosi solo in un secondo momento di essere caduta dritta in trappola. Oh, diamine.
-Beccata- disse Jungkook, trattenendosi a stento dalle risate. Jimin invece non ci provo neppure, scoppiando a ridere sguaiatamente.
-Uh, sei tipo una stalker- riuscì a dire dopo che si fu ripreso.
-Piantatela. Mi ha mandato un messaggio stamattina- cercò di spiegare la ragazza, anche se sapeva bene che qualunque cosa avesse detto non avrebbe migliorato la situazione. Faceva parte della natura umana provare a giustificarsi.
-Sì sì, è quello che direbbe uno stalker- replicò Jimin, sorridendo sfrontato. -Fa leggere- disse poi, allungando una mano nell'attesa che gli venisse dato il cellulare.
Vivian lo fissò scettica, scambiando un'occhiata con Soo-Min che aveva un luccichio divertito negli occhi.
-Non ti darei il mio cellulare neanche se...no, non te lo darei e basta- rispose, causando una risata mal trattenuta da parte di Jungkook. Jimin la fissò fintamente indignato.
-Voglio solo assicurarmi che...-
-Vuoi solo curiosare nei messaggi- lo interruppe lei, sorniona. Ah, se solo fosse stata capace di inarcare un sopracciglio.
-Beccato- sghignazzò Jungkook, stavolta all'indirizzo del suo amico, che lo guardò offeso.
-Sta zitto Kookie- borbottò, incrociando le braccia al petto e mettendo su il broncio.
Broncio che non durò molto. Giusto il tempo di sentire nell'aria il profumo delle lasagne che ancora permeava il locale. Jimin ci mise mezzo secondo a sotterrare l'ascia di guerra.
Neanche cinque minuti dopo avevano tutti una porzione di lasagna, quella dei ragazzi esageratamente enorme. Secondo l'opinione di Vivian avevano decisamente bisogno di mettere su qualche chilo. Con tutti gli allenamenti che facevano era un miracolo che non svenissero o si fossero ancora ammalati. Si ripropose di cucinare qualcosa di sostanzioso per loro quando sarebbero passati tutti, specialmente per Hobi. Cavolo, a momenti aveva le gambe più sottili delle sue.
-Come hai detto che si chiamano?- domandò Jimin, mandando giù un boccone.
-Lasagne-
-Sono un piatto italiano, giusto? Le mangi spesso?- chiese Soo-Min, raccogliendo un pò di ragù con la forchetta.
Vivian scosse la testa, sorridendo pensierosa.
-A dire il vero è la prima volta che le cucino da quando sono qui. Di solito le faccio insieme a papà e alla nonna-
Chiaramente si riferiva alla sua nonna paterna e tutti sembrarono capirlo. Jimin però sembrò animarsi nuovamente, deglutendo velocemente il boccone, prima di fissarla sorridente.
-Ecco ecco, a proposito! C'è un altro motivo per cui siamo venuti qui-
-Un altro? Perché, il primo qual era?- domandò confusa Vivian.
-I cupcake!- rispose piccato Jimin, minacciandola scherzosamente con la forchetta. Lei alzò le mani arrendevole, ridacchiando.
-Giusto. Quindi? Il secondo motivo?-
-Le storie delle donne Dubois- rispose Jungkook, compiaciuto di essersi ricordato correttamente il nome.
-Esatto- annuì in accordo Jimin. -Kookie ci ha accennato qualcosa e siamo tutti super curiosi-
Vivian sospirò, lanciando un'occhiata non ben definita al più piccolo. Sinceramente non credeva che la questione l'avrebbe incuriosito così tanto. Ma ragionandoci su, in effetti, non aveva mai detto molto della sua famiglia, e forse ad occhi esterni dovevano apparire come una famiglia esotica.
Sbuffò, scuotendo la testa. La loro famiglia non era certamente esotica, semmai completamente senza raziocinio. In pratica ogni membro aveva almeno una turba psichica, in casi particolari perfino due.
-Dai, volete davvero sentire vecchie storie?- domandò, provando a smorzare l'aspettativa. Non era mai stata brava a parlare in pubblico, come testimoniava l'abisso tra i voti degli esami scritti e quelli orali. Suo nonno raccontava belle storie, aveva il carattere adatto. Lei si inceppava, ripeteva mille volte le stesse cose. Era anche il motivo per cui le piaceva così tanto disegnare, tanto da volerne fare il suo lavoro. Parlare attraverso il disegno. Non aveva bisogno di parole.
A quanto pare però i suoi amici erano fermi nella loro decisione.
-Sì, oggi non ci sono neanche clienti- le rispose Jungkook, sporgendosi in avanti, l'espressione carica di curiosità.
-Siamo curiosi. Non sappiamo molto della tua famiglia, solo che è numerosa- continuò, cercando di convincerla.
-In effetti Hyerin noona mi ha accennato al fatto che sono delle belle storie d'amore. Però ha detto che non sarebbe stato giusto se le avesse raccontate lei- si intromise Soo-Min con un sorriso timido.
A quel punto Vivian provò a depistarli.
-Se mi dite qualcosa sul comeback...- accennò con un sorriso. In realtà non era così curiosa.
Ok, sì, era curiosa, ma non come una fan. Poteva sopportare l'attesa, la sua era una curiosità di tipo affettivo, si informava di quello che facevano i suoi amici.
-Non possiamo dirti niente- replicò immediatamente Jimin. Jungkook, al suo fianco, annuì concorde.
-O mi dite qualcosa o non vi racconto la storia- li ricattò la ragazza. Ormai aveva capito che avrebbe dovuto raccontarla, tanto valeva guadagnarci qualcosa.
-Svenderesti così la storia della tua famiglia?- Jimin si finse oltraggiato, portandosi teatralmente una mano sul cuore. Vivian si limitò a fissarlo scettica, pensando alla sua famiglia.
-Oh, sono sicura che farebbero lo stesso. E poi è stata moneta di scambio per cose assai più stupide-
-Ammetti che vuoi solo sapere di che colore saranno i capelli di TaeTae!- l'accusò Jimin, con un ghigno sul volto.
-Ve li tingete di nuovo?!- Vivian cadde dalle nuvole, fissando entrambi i ragazzi con un'espressione incredula. Ma non se li erano tinti da poco? Soo-Min invece sembrava tranquilla, come se fosse del tutto normale.
-Mi sa che dovrai abituartici- le rispose Jungkook, con un tono che pareva rassicurante.
-Ora la storia- pretese Jimin.
-Voglio i colori- replicò Vivian, pensando al peggio. Non li avrebbero cambiati troppo, no? O forse era troppo ottimista. È che ormai si era abituata e Tae cominciava a piacerle biondo.
-No, non si può. È una sorpresa- ribatté Jimin, deciso. Poi si morse un labbro pensieroso, scambiandosi un'occhiata veloce con l'amico.
-Però usciranno tre video- annunciò come se fosse una grande notizia. Il silenzio che seguì fu interrotto da Soo-Min.
-Questo si sapeva- disse sbattendo perplessa le palpebre.
-Lei no- ribatté sicuro il più grande, indicando Vivian.
-Già- borbottò questa con una smorfia rassegnata. -Io non so mai niente-
-Non controlli su internet?- domandò sorpresa la ragazzina, voltandosi verso di lei.
Vivian fece spallucce.
-È pieno di fan pazze. Scrivono certe cose...- Non voleva neanche pensare alla prima volta che aveva provato ad entrare in un forum dedicato ai Bts. Aveva letto certi commenti su quelli che considerava suoi amici...e su Tae! Diamine, aveva avuto per la prima volta in vita sua istinti omicidi. Certo, dopo era subentrato l'imbarazzo per le cose scritte, ma sulle prime era stata colta da una gelosia irrefrenabile.
-E va bene- si arrese, suscitando delle esclamazioni soddisfatte. -Però prima lasciatemi controllare che i clienti siano a posto- continuò, alzandosi e facendo un giro veloce.
Passando accanto al tavolo della banda, lo trovò stranamente tranquillo. C'era Hyerin, seduta a capotavola, che spiegava concentrata, seria come poche volte l'aveva mai vista, mentre la banda l'ascoltava completamente assorbita. Dong-Sun addirittura prendeva appunti. Scosse incredula la testa, decidendo che avrebbe segnato la data sul calendario.
Il professore e le due signore non avevano bisogno di nulla, così tornò al suo tavolo, dove nel frattempo i due ragazzi si erano tagliati altre due porzioni di lasagne.
-Ma vi danno da mangiare?- chiese mesta, decidendo in quel momento di lasciargli portare via l'altra pirofila ancora in cucina.
-Storia!- esclamarono i due ragazzi in coro e Vivian ebbe la fugace visione di un cartone animato che guardava da piccola. Chissà se in Corea avevano "Papà castoro".
Provò a scambiare uno sguardo complice con Soo-Min, ma trovò la ragazza in attesa quanto gli altri, gli occhi che luccicavano pieni di aspettativa.
Una congiura, ecco cos'era.
-Contrariamente a quanto potreste pensare, i miei nonni non si conobbero a Seoul- iniziò, mettendo subito in chiaro le cose e lasciandoli ancora più curiosi.
-Per l'epoca sarebbe stato decisamente strano se un occidentale, una ragazza, fosse venuta qui da sola- spiegò con un sorriso. Dopotutto la storia che andava a raccontare era vecchia di almeno cinquant’anni.
-Ok, andiamo con ordine- mormorò fra sé e sé, congiungendo per un istante le mani sotto il mento, mettendo ordine nei pensieri.
-Mio nonno, Lee Jung-ho, è cresciuto in una di quelle famiglie della media borghesia che si erano create nel dopoguerra...- si interruppe, vedendo che Soo-Min aveva alzato la mano come se fossero a scuola.
-Quando è nato?-
-Mh? Oh, nel '40- rispose dopo un attimo di esitazione. Faceva schifo con le date.
-Comunque, era figlio unico e i suoi genitori investirono molto su di lui, tanto da mandarlo all'estero per frequentare l'università. Fu lì, a Parigi, nel '60 mi pare, che incontrò nonna- fece una piccola pausa, chiedendosi se avrebbero domandato il perché la Francia e non l'Inghilterra. O addirittura l'America. Non lo fecero, probabilmente non ritenendola una cosa importante. E non lo era ai fini della storia, perciò Vivian decise di non dilungarsi oltre.
-Anche lei era lì per frequentare l'università. O almeno, cercare. A quel tempo certe cose erano ancora difficili per le donne. Soprattutto se avevi una famiglia vecchio stampo come quella di nonna- Sbuffò nel ricordarsi di certi episodi che le aveva raccontato nonna. Attirò delle occhiate perplesse e scosse la testa sorridendo. Quelle erano tutta un'altra storia.
-Nonna, Aline Dubois, faceva parte di una famiglia che prima della guerra si sarebbe potuta definire aristocratica. Dopo...beh, diciamo che ne avevano mantenuto solo il nome. Abitavano poco lontano da Parigi e nonna era riuscita a convincere i suoi a lasciarla andare nella capitale a trovare i suoi zii. In realtà si iscrisse all'università con l'aiuto degli zii, decisamente più moderni dei suoi genitori-
-Aspetta, era tipo nobile?- domandò Jimin, la forchetta a mezzaria. Accanto a lui Jungkook la fissava ad occhi sgranati, il boccone che non voleva andare giù, come se aspettasse anche lui una risposta.
Vivian fece spallucce.
-Prima della guerra, la prima, sì. Dopo non rimase quasi più nessuno con il titolo-
Ci furono un paio di esclamazioni sorprese a cui rispose con un sorriso imbarazzato. Non ci aveva mai dato troppo peso, e nemmeno sua nonna. D'altra parte lei aveva solo un quarto francese, perciò la questione non la sfiorava minimamente. Anche se a raccontarla sembrava così grandiosa.
Quando riottenne di nuovo attenzione, e Jungkook ebbe deglutito, riprese con il racconto.
-In quello stesso periodo il nonno aveva cominciato i corsi, tra cui quello di francese, lingua che parlava poco e niente. In realtà, più che un corso era una specie di club o café, come li chiamavano loro, dove studenti madrelingua aiutavano gli stranieri. E ce ne erano molti a quel tempo. Anche se il nonno era uno dei pochi asiatici e l'unico coreano-
-Fu lì che si conobbero. Nonna fu subito colpita dalla diversità delle loro culture. E intrigata. Il nonno...credo fu sconcertato nello scoprire che la ragazza che gli faceva da tutor aveva un anno in meno di lui- disse Vivian con un sogghigno, causando le risate dei ragazzi.
-Cominciarono a frequentarsi in modo del tutto amichevole. Uscirono addirittura con i cugini di Vivian, che non vedevano nulla di male in Jung-ho. I problemi cominciarono quando i genitori di nonna scoprirono che frequentava l'università-
Ci fu un sussulto collettivo e i tre ragazzi la fissarono in attesa, dimentichi totalmente del cibo nei loro piatti.
-Ci fu un tale litigio che, da come me l'hanno descritto, avrebbero potuto dare inizio alla terza guerra mondiale-
Vivian riuscì con successo ad alleggerire l'atmosfera, osservando con aria divertita lo sbuffo ilare che fece Jimin e le labbra stirate in un sorriso di Jungkook. Soo-Min la fissava con un luccichio divertito negli occhi.
-I miei bisnonni erano furiosi, ma ormai nonna era iscritta e non intendeva tirarsi indietro- Alzò le spalle, sorridendo furba. Nonna era sempre stata un ariete. Di certo i suoi bisnonni non avevano avuto vita facile.
-Per provare a convincerla tirarono in ballo anche il suo fidanzato, deciso ovviamente da loro e facente parte della vecchia aristocrazia...-
-Era fidanzata?!- esclamò sorpresa Soo-Min, sgranando gli occhi.
-Oooh, vai con il triangolo- disse invece Jimin, esaltato. -Tuo nonno si batté a duello?- scherzò poi, facendo ridere Vivian.
-No, affatto. A nonna non importava assolutamente. Credo li avrebbe mandati al diavolo anche se non avesse conosciuto il nonno- rispose lei tra una risata e l'altra, provando a immaginare suo nonno che duellava con qualcuno.
-Cominciarono a frequentarsi seriamente solo un anno dopo. E segretamente, perché a quel tempo non c'era ancora la mentalità adatta. Due occidentali non avrebbero fatto tanto scalpore, ma i tratti orientali del nonno erano un promemoria costante- Come lei del resto. Da piccola i suoi tratti erano molto più asiatici poi, crescendo, erano stati stemperati dai geni occidentali. Un pò lo rimpiangeva ma se doveva essere sincera era stata una fortuna. Se le prese in giro fossero continuate anche alle medie, la sua già poca autostima sarebbe crollata a picco.
-Le cose si fecero ancora più difficili quando i bisnonni scoprirono della relazione- Continuò, accortasi che era stata troppo tempo in silenzio.
-Obbligarono la nonna a tornare a casa, mandandola a Parigi solo per dare gli esami, strettamente controllata dagli zii-
-Ma gli zii erano dalla sua parte- intuì Jimin, concentrato come poche volte l'aveva visto. A quanto pare la storia li stava prendendo seriamente.
-Esatto. Anche se non potevano esporsi troppo, altrimenti i bisnonni non avrebbero più mandato la nonna da loro. Riuscirono comunque a far incontrare Aline e Jung-ho e andarono avanti così per un altro anno, sempre più innamorati-
Soo-Min sospirò estasiata, probabilmente a causa dell'amore clandestino. Detta così pareva davvero un romanzo.
-Il nonno però, per quanto innamorato, soffriva nel vedere in che situazione aveva cacciato Aline- Sorrise Vivian nel ricordare quando le avevano raccontato per la prima volta questa storia. Erano in piena estate ed era seduta in braccio al nonno. Aveva sì e no nove anni e ricordava con chiarezza l'espressione dolcemente esasperata di sua nonna, mentre osservava il marito raccontare.
-Vedete- cercò di spiegare ai suoi amici, sorridendo anche lei come sua nonna. -Il nonno è sempre stato il tipo di persona che odia i conflitti. Ed era buono, un carattere buono e a volte parecchio sbadato. Nonna invece è sepre stata battagliera, una donna d'acciaio. A vederli erano davvero una coppia improbabile- Si ricordò improvvisamente che Yoongi aveva detto la stessa cosa di lei e Tae e scosse la testa, alzando gli occhi al cielo. -Lui silenzioso e dai sorrisi dolci e lei con la sua parlantina e i modi di fare decisi-
-Sembra che tu abbia preso parecchio da tuo nonno- commentò Jungkook, facendola arrossire. Fece un gesto imbarazzato con la mano, prima di riprendere a parlare, facendo ridacchiare i ragazzi.
-Comunque, il nonno era preoccupato di come sarebbe finita quella storia. Amava davvero tanto la nonna, ma c'erano due grossi ostacoli alla loro storia. Il suo rientro in Corea alla fine dell'università e il servizio di leva, che l'avrebbe tenuto lontano da tutti per due anni-
-Senza contare i tuoi amorevoli bisnonni- l'interruppe Jimin sogghignando.
-Seh, pure loro- ridacchiò Vivian.
-Ne parlò con nonna, litigarono, fecero pace. Litigarono di nuovo. Quando arrivò il momento in cui Jung-ho dovette tornare in Corea, disse ad Aline di andare avanti con la sua vita, di cercare di mettere a posto le cose con i suoi genitori, perché era improbabile che sarebbe mai riuscito a tornare a Parigi. Così...-
-Ma no!- esclamò Jimin a bocca aperta. Jungkook al suo fianco sembrava sconvolto quanto lui.
-Si sono lasciati?- pigolò triste Soo-Min, fissandola delusa.
-Beh, veramente...- provò a spiegare Vivian, ma venne nuovamente interrotta.
-No, mi rifiuto. Cambia storia, fai che non si lasciano-
Fu il turno della ragazza di guardarlo a bocca aperta.
-Ma non posso!- sbottò allibita.
-Fatemi finire di raccontarla, ok? Che è finita bene o maman e io saremmo qui-
Quando riottenne attenzione, o meglio, gli animi si furono calmati, riprese a raccontare, prendendo un profondo respiro.
-Jung-ho tornò in Corea e partì subito per la leva, incontrando un suo vecchio compagno di classe, il signor Kim-
Si fermò un attimo, ascoltando le esclamazioni sorprese dei ragazzi. Poi continuò.
-Vi ho detto di com'era determinata Aline, no? Ebbene, se ne stette buona un anno, il tempo di finire anche lei l'università e poi ruppe il fidanzamento imposto dai suoi, trasferendosi definitivamente dagli zii a Parigi. Prese contatti con l'ambasciata francese a Seoul e riuscì a trovare lavoro come insegnante di francese in una scuola. A quel punto salutò tutti e partì. Sì, senza dire niente al nonno- rispose con un sogghigno all'occhiata incredula di Soo-Min. I ragazzi sembrarono ugualmente colpiti. Sì, Aline Dubois faceva quell'effetto a molti. Aveva già detto che era un ariete?
-Tua nonna era una persona davvero interessante- commentò Jungkook, guardandola incerto. Forse credeva che stesse male per lei. Non che non lo fosse, alcuni giorni sentiva la sua mancanza più di ogni altra cosa, però quando raccontava di lei (e del nonno) non riusciva a essere triste. Erano bei ricordi e non poteva fare a meno di sorridere nel ricordarli. Erano le uniche due persone al mondo con cui non avesse mai avuto un vero e proprio litigio. Con i suoi genitori ce ne erano stati, anche se non davvero brutti. Sarà che avevano caratteri più diversi che simili. Maman aveva sempre sostenuto che somigliasse a entrambi i suoi genitori, con un pizzico di pazzia italiana. Vivian doveva ancora capire dove la vedesse tutta questa somiglianza con la nonna.
Guardò i suoi amici, scoprendo che stavano ancora commentando le gesta di sua nonna. Soo-Min sembrava avesse trovato la sua nuova eroina. Fece un mezzo sorriso, riprendendo a parlare a catturando nuovamente l'attenzione su di sé.
-Posso solo immaginare la faccia che fece Jung-ho quando, alla fine della leva, uscì con il signor Kim e si ritrovò davanti Aline, che nel frattempo aveva fatto amicizia con la futura signora Kim-
-Cavolo, questa è davvero una stramba coincidenza- commentò Jimin, ridacchiando divertito pensando alla signora Kim.
-E poi? Cosa fece Jung-ho?- chiese Jungkook, dando dei colpetti sul braccio per far smettere di sghignazzare l'amico.
-Beh, vi ho detto del carattere del nonno- rispose lei con un sorrido furbo. -Presentò tranquillamente Aline alla sua famiglia, come se fosse stato sempre nei suoi piani. Cosa che nonna gli rinfacciò divertita fino a che si sposarono, un anno dopo-
A quel punto ci fu un silenzio incredulo, prima che tutti scoppiassero a ridere, Vivian inclusa. Jimin si teneva le braccia strette al busto, la testa all'indietro e una risata sguaiata. Jungkook invece era crollato sul tavolo, la testa nascosta nelle braccia e le spalle scosse dalle risate. Anche Soo-Min rideva, le mani a nascondere il volto.
-Tuo nonno è un genio- disse a scatti il più grande, continuando a ridere.
-Come andò a finire con i genitori di tua nonna?- chiese Soo-Min, non appena riuscì a parlare senza scoppiare a ridere di nuovo.
-Non ricucirono mai pienamente i rapporti, almeno finché non nacque maman-
-E i genitori di Jung-ho? Voglio dire, si presentò con una straniera- si intromise Jimin, con tono incerto, non volendo offendere sua nonna.
-Oh, loro...- mormorò Vivian con uno sbuffo tra lo divertito e l'esasperato. Probabilmente l'esatto sentimento che aveva animato sua nonna quando li aveva conosciuti.
-Beh, Jung-ho aveva decisamente preso il suo carattere dai suoi. Nonna raccontava con sconcerto le prime cene a casa loro, così tranquille e pacate in confronto al clima di casa sua. Quando nacque maman fu viziata a morte da loro-
-Wow, sembra davvero una specie di romanzo- la fissò Soo-Min, ad occhi sgranati.
-Aspetta- disse Jimin di colpo, attirando la sua attenzione. -Hai parlato di "storie". Ce ne sono altre?-
Vivian alzò le spalle, con un tremendo sospetto.
-Solo un'altra a dire il vero. Quella dei miei-
-Ed è impressionante come questa? Insomma, altri amori segreti e faide familiari?- continuò il ragazzo, sporgendosi esaltato verso di lei.
La ragazza sbuffò divertita, pensando ai suoi.
-Non esattamente. L'unica faida è stata quella tra i miei genitori. È stato un pò come il tiro alla fune, nessuno dei due voleva mollare la propria posizione-
Jungkook seguì l'esempio del suo amico, incrociò le braccia sul tavolo e ci appoggiò la testa.
-Ma come è andata? Cioè, tua mamma viveva in Corea, giusto? E tuo papà in Italia. Chi dei due è finito dove?-
Vivian sospirò, i suoi timori divennero realtà. Era un miracolo che avesse raccontato bene la storia dei suoi nonni, con quella dei suoi avrebbe fatto un pasticcio. Anche perché tendeva a dare molti commenti personali. Davvero, a volte si chiedeva che cosa avesse preso da loro.
-Non so se abbiamo tempo per un'altra storia- provò a dire, guardandosi intorno. Il tavolo della banda era ancora immerso in un religioso silenzio.
-Oh, dai!- esclamò Jimin. -Non puoi lasciarci così!-
-Io avrei un bar da mandare avanti, eh. Così per dire- ribatté divertita Vivian, pensando che avrebbe dovuto almeno fare l'impasto per i biscotti. Quella sera non aveva tempo, doveva finire di studiare, e non aveva voglia di alzarsi un'ora prima se aveva l'occasione di farlo ora.
-Può servire Kookie!- replicò il ragazzo, beccandosi un'occhiata indignata dal suddetto.
-Col cavolo, vacci te! Ti ho detto io delle storie, perciò ho la precedenza-
-Oh, per la miseria- sbottò Vivian, mani sui fianchi. In quel momento si sentiva molto madre. Chissà quanto dovevano essere stati esuberanti da bambini. Insieme poi erano inarrestabili. Per fortuna non c'era Tae. Non che non le avrebbe fatto piacere vederlo, ma quei tre assieme erano esasperanti. Un pensiero di compassione volò a Namjoon.
-Due mocciosi siete. Soo-Min mica fa così tante storie-
Ci fu qualche secondo di silenzio dove tutti si voltarono verso la ragazzina, rimasta in silenzio fino a quel momento.
-...piacerebbe anche a me sentirla- mormorò questa, premurandosi accuratamente di fissare il tavolo, in modo da non vedere l'espressione allibita di Vivian.
-Oddio, sei uguale a TaeTae!- esclamò Jimin nella sua direzione, dando di gomito a Jungkook. -Hai presente quando resta impalato a bocca aperta e sembra quasi che si sia bloccato? Ecco, hai la stessa espress...-
E va bene!- si arrese la ragazza, alzando le braccia al cielo. Poi puntò minacciosa il dito verso i ragazzi.
-Però andiamo al bancone. E se qualche cliente ha bisogno, me lo fate servire con calma, intesi?-
-Perché stai guardando solo me?- borbottò indignato Jimin.
-Prova a indovinare, ChimChim- ridacchiò Jungkook, prima di beccarsi una sberla oltraggiata dall'amico.
Come deciso, si portarono tutti al bancone, premurandosi di mettere in ordine il tavolo. E portandosi dietro la lasagna rimanente. Sembrava che i ragazzi non volessero mollarla.
Vivian pensò di rivelare loro che ce ne era un'altra al caldo nel forno, ma decise di divertirsi un altro pò. Era quasi divertente vedere come bisticciavano su chi dovesse tenere la pirofila.
Prima di cominciare con l'altra storia, decise di preparare da bere per tutti. Non aveva mai parlato così a lungo e aveva la gola secca. In più le serviva tempo per riordinare i pensieri, perché la storia dei suoi genitori non seguiva un filo logico. Almeno per lei.
Proprio mentre stava riscaldando l'acqua, le due signore vennero per pagare, e fu costretta a lasciar perdere quello che stava facendo.
Con sua grande sorpresa, Jimin prese il suo posto, preparando l'infuso preferito di ognuno. A volte, a causa del suo carattere esuberante, si scordava di quanto potesse essere premuroso. Era certamente invadente, come testimoniava il suo interesse al limite del morboso per la sua storia con Tae, ma sotto sotto si preoccupava a modo suo.
Le venne in mente solo in quel momento che non le aveva più parlato di Min-jee, la ragazza della Big Hit che gli piaceva. Si chiese se dovesse chiedergli qualcosa, ma decise subito di farlo quando sarebbero stati soli. Al massimo avrebbe potuto chiamarlo. Non sapeva se avesse detto qualcosa a Jungkook e non le pareva il caso di lasciarsi sfuggire qualcosa con Soo-Min. Non che la ragazza non fosse degna di fiducia, solo credeva che non avesse ancora tutta questa confidenza con Jimin e di certo il ragazzo non voleva sbandierare la cosa. Se solo si ricordava di come ci aveva girato intorno quando glielo aveva detto, le veniva da ridere.
Entrò un cliente mentre Jimin serviva le bevande. Vivian lo servì velocemente e l'uomo se ne andò soddisfatto con due porzioni di crostata incartate.
Si appoggiò comodamente con le braccia sul bancone, mentre i suoi amici si sedettero in attesa sugli sgabelli.
-Vi dico subito che sarò molto di parte. Aspettatevi dei commenti- esordì, quasi ridendo delle loro facce confuse. Non aspettò risposta, cominciando a raccontare.
-Dovete sapere che maman, subito dopo l'università, trovò lavoro in un'azienda coreana che si occupava di importare vino. Faceva l'interprete, così spesso era mandata con la delegazione rappresentante all'estero-
A volte trovava divertente che sia sua nonna che sua madre avessero lavorato in posti dove si richiedeva una grande capacità oratoria. Poi veniva lei, che inciampava nelle parole.
-Papà invece lavorava come rappresentante  in un'azienda vinicola italiana. Fu proprio a causa del loro lavoro che si incontrarono. Maman era stata mandata nell'azienda di papà per una specie di expo. Il loro primo incontro non andò benissimo. Anzi, a dire il vero fu tremendo- commentò ridendo, con una smorfia tale che fece ridere anche gli altri.
-Come si chiamano? I tuoi intendo- domandò Soo-Min, la testa sorretta sulle mani e un'espressione curiosa in volto.
-Sylvie e Carlo- rispose Vivian, cercando di non marcare troppo la differenza di accenti. Sapeva che per gli asiatici i nomi occidentali erano un pò ostici. La cosa comunque valeva anche al contrario. Suo padre aveva sbagliato almeno una quindicina di volte il nome del nonno prima di riuscire a dirlo decentemente. Maman ancora lo prendeva in giro.
-Comunque, papà trovava divertente l'accento fin troppo francese di maman, e per divertente intendo che la prese in giro. Tra Francia e Italia c'è sempre stata una sorta di rivalità. È un miracolo che non ne sia uscita bipolare- commentò, facendoli sghignazzare indecentemente.
-Che vi devo dire, sarà il quarto di sangue coreano che mi ha salvato- scherzò, facendo accasciare nuovamente Jungkook sul bancone in preda alle risate.
-Per contro maman trovava che papà fosse un belloccio senza sostanza, sempre lì a ridere e scherzare. Il loro secondo incontro non andò certo meglio. Maman era andata a correre come ogni mattina e incontrò papà che stava facendo la stessa cosa...che c'é?- domandò quando vide Jimin ridere.
-Sei una delle persone meno sportive che io conosca, e i tuoi corrono?-
Vivian montò su un'espressione fintamente indignata, decidendo di ignorarlo.
-Alla fine, siccome erano entrambi super competitivi...Jimin smettila di ridere, iniziarono una gara-
-Chi vinse?- chiese Jungkook curioso.
La ragazza alzò le spalle. -Non me lo hanno mai voluto dire- rispose con una smorfia. In realtà aveva sempre pensato che avesse vinto papà e che maman, fin troppo orgogliosa, gli avesse proibito di raccontarlo in giro.
-Cominciò così una specie di tira e molla, perché erano entrambi costretti a vedersi per lavoro...-
-Lei era fidanzata?- chiese Jimin.
-Eh? No- rispose perplessa Vivian, sbattendo piano le palpebre.
-E lui?- domandò invece Soo-Min.
-Nemmeno- disse Vivian girandosi accigliata verso la ragazza. Ma che gli prendeva?
-Ah. Niente triangolo quindi?- ritentò Jimin, speranzoso.
Vivian sbuffò, mascherando una risata.
-E menomale. Erano già abbastanza incasinati di loro-
-Finì che Sylvie tornò in Corea. Dopo qualche mese toccò a Carlo venire qui per sistemare questioni legate all'azienda e si rividero. Maman venne praticamente costretta a fargli da cicerone e non si sa come finirono a cena insieme-
-Come non si sa come?- domandò Jimin scettico.
-Beh, suppongo che a un certo punto gli sia venuta fame- rispose Vivian alzando le spalle.
-Quindi...cominciarono a uscire assieme?- si intromise Soo-Min, non facendo caso al verso indignato del più grande. Jungkook nel frattempo beveva tranquillo la sua tisana.
-No, perché erano due imbecilli orgogliosi- replicò lei senza peli sulla lingua. A Jungkook andò quasi di traverso la bevanda, fissandola ad occhi sgranati.
-Seriamente, mi chiedo da chi abbia preso- borbottò tra sé e sé Vivian.
-Magari sei stata adottata- scherzò Jimin, battendo su una spalla all'amico, che stava ancora tossendo.
-Nah- rispose la ragazza con un cenno della mano. -Esteticamente assomiglio troppo a nonna-
-Fatto sta che non uscirono più assieme ma cominciarono a messaggiarsi per le cose più inutili-
-Un pò come te e TaeTae- frecciò Jimin, sorridendole storto.
-È diverso!- esclamò Vivian punta sul vivo, conscia di stare arrossendo. Jimin non demorse. Che novità.
-Anche Tae ti manda un sacco di messaggi stupidi, ho sbirciato nel telefono- rivelò come se fosse normale rubare il cellulare alle persone. E va bene, era uno dei suoi migliori amici. Una ragazza deve pur difendersi in qualche modo. Anche dentro la sua testa.
-Sì, ma noi...usciamo insieme- provò a difendersi Vivian.
-Un solo appuntamento. Come i tuoi genitori- Fallendo clamorosamente.
-Beh, ma...è comunque diverso! E poi io e Tae la prossima settimana usciamo!- sbottò, non realizzando cosa avesse appena ammesso finché non vide il sorriso da stregatto di Jimin. E Jungkook. E Soo-Min.
-Oh cavolo- mormorò, tirandosi mentalmente uno schiaffo.
-Uh, bene bene. E dove andate?- domandò compiaciuto il più grande, prendendo un sorso della sua tisana.
-Non sono affari tuoi. E smettila di farmi sfuggire cose su me e Tae- soffiò fuori Vivian, difendendo inconsciamente il territorio. Come minimo si sarebbe improvvisato stalker e con lui Hyerin.
-Oh, andiamo! Morivi dalla voglia di dirlo a qualcuno- replicò saccente il ragazzo.
-Non a te- ribatté pronta lei, causando un verso indignato da parte dell'amico.
-Come non a...-
-Scusate...- si intromise di colpo Jungkook, schiarendosi la voce. -Non è che potremmo continuare con la storia? Ah, e c'è un cliente-
Ci fu un istante di gelo, prima che Vivian si voltasse verso la porta, trovando un signore che li fissava perplesso. Fu certa di arrossire, ma rimase stoicamente seria nel servirlo, evitando di scoppiare a ridere istericamente.
Quando il cliente se ne andò, qualche minuto più tardi, rimasero in silenzio per un altro pò, almeno finché Jungkook non scoppiò a ridere, facendo partire tutti.
-Dicevamo..- ricominciò a raccontare Vivian, non appena si fu calmata. -I loro messaggi erano stupidi...no, se mi interrompi di nuovo mi fermo e non saprai mai come finisce! Allora, continuarono a messaggiarsi fino a quando lui non tornò in Italia. A quel punto suppongo che maman si fece un esame di coscienza e arrivò alla conclusione che papà non le era indifferente-
-Sento del sarcasmo- commentò Jimin.
-Mi fa piacere tu lo percepisca- ribatté Vivian sagace. Soo-Min, vicino a lei, ridacchiò.
-Quindi approfittò delle sue vacanze per farsi un viaggio in Italia, casualmente dalle parti dell'azienda di papà-
-Sarcasmo- commentò Jimin girandosi verso Jungkook, che non riuscì a trattenere una risata.
-E i tuoi nonni in tutto questo?- domandò Soo-Min, risparmiando così al ragazzo un'occhiata inceneritrice.
-Oh, nonno aveva già dato la sua benedizione la prima volta che Sylvie parlò di Carlo. E ne parlò male- precisò Vivian, scuotendo la testa divertita.
-Certo che è un vizio di famiglia quello di mollare tutto e andare dall'altra parte del mondo- disse Jimin piegando di lato la testa, pensieroso.
Vivian si limitò ad alzare le spalle.
-Che ci vuoi fare, sono donne intraprendenti-
-Anche tu mi pare- ribatté il ragazzo con un sorriso furbo.
-Mh?- Cadde dalle nuvole, non sapendo dove volesse arrivare Jimin. Se lo conosceva bene stava per metterla di nuovo in imbarazzo.
-Sei tu quella che ha chiesto a TaeTae di uscire- rispose lui con un sorriso che le parve malizioso. Ecco, appunto.
-Tu che...quanto ne sapete di questa storia?- domandò, certa di essere impallidita.
-Davvero hai chiesto a Taehyung oppa di uscire?- chiese Soo-Min nello stesso momento, guardando la ragazza più grande con una sorta di ammirazione negli occhi.
-Tutto- disse Jimin sibillino, rispondendo a Vivian che socchiuse gli occhi.
-Jimin- soffiò fuori, provando a essere minacciosa. Un minimo, almeno. Non le riuscì molto bene dato che il ragazzo le scoppiò a ridere in faccia.
-La storia!- esclamò di colpo, facendo bloccare tutti ed evitare per la seconda volta che si consumasse un omicidio. O un suicidio per combustione. Non ne era ancora certa.
Ripresero tutti un certo contegno, chi più chi meno.
-Quindi...Jimin smettila di ridere. Sylvie e Carlo ovviamente si incontrarono e uscirono finalmente assieme. Si frequentarono finché le vacanze di maman non finirono e lei dovette tornare a Seoul. Il problema è che non chiarirono niente, perciò nessuno dei due aveva la più pallida idea di come stessero le cose tra loro-
-Questo è...- cominciò Jungkook, per poi bloccarsi.
-Stupido, lo so- annuì Vivian. Il più piccolo fece una faccia imbarazzata, mordendosi un labbro.
-Ecco, non volevo dirlo perché sono i tuoi genitori- ammise.
-Tranquillo, certe cose vanno dette e ribadite. Più volte- ribatté la ragazza, con espressione solenne.
-Alla fine cos'è successo?- chiese Soo-Min, dato che nessuno parlava.
-Una scena da film, ecco cos'è successo- dichiarò Vivian, sbuffando incredula. Ogni volta che ci ripensava si chiedeva sempre se fosse stata opera del destino. Perché dai, era al limite dell'assurdo.
-Si incontrarono all'aeroporto. Papà era saltato sul primo aereo disponibile e maman stava cercando di comprare un biglietto per l'Italia. Quando papà la vide all'aeroporto credo lo prese come un segno, perché tirò fuori l'anello che aveva comprato e le fece la proposta lì. Poi disse che dovevano decidere in che continente stare una volta per tutte-
Neanche finì la frase che tutti scoppiarono a ridere, anche se le parve che Soo-Min si fosse commossa.
-E tua madre?- domandò Jungkook.
-Accettò. Anche se disse che per lei potevano anche fare sei mesi in Corea e sei in Italia- rispose, scuotendo la testa per la faccia tosta di sua madre.
-Come Persefone- commentò ilare Soo-Min. Seguì un istante di silenzio, prima che Vivian si voltasse verso di lei come se fosse stata fulminata da un pensiero improvviso.
-Che hai detto?- domandò inebetita, lo sguardo vacuo di chi sta pensando a tutt'altro.
-Il mito di Persefone- balbettò la ragazza più piccola. Poi, spezzando il silenzio sorpreso che si era creato, sbottò imbarazzata.
-Che c'è? Mi piace leggere. E i miti greci sono affascinanti-
-Vivì?- la chiamò Jimin con il suo nomignolo, provando a sbloccarla.
Vivian si animò di colpo, sorridendo in modo quasi inquietante.
-Soo-Min sei un genio!- esclamò verso la ragazza, cominciando poi a borbottare tra sé e sé, facendo scambiare occhiate confuse tra i suoi amici.
-È perfetto. Posso usare i miti greci. Dopotutto, da un certo punto di vista, sono favole. Posso riadattarle per i bambini- si fermò, voltandosi verso la ragazza con sguardo scintillante.
-Soo-Min, se non ci fosse Tae, e fossi lesbica...o quantomeno bisessuale, giuro che ti bacerei-
-...grazie?- rispose perplessa la ragazza, sbattendo lentamente gli occhi.
-Ok, puoi spiegare?- domandò Jimin, che non ci stava capendo niente.
-Ho trovato la mia tesi. Miti greci. Certo, ce ne sono un sacco, ma ho già in mente qualche idea- rispose Vivian con sguardo fiero.
-Qual è il tuo problema?!-
L'esclamazione proveniente dal tavolo della banda, bloccò ogni conversazione. Vivian si girò preoccupata, pronta a veder l'amica inveire come al solito contro Dong-Sun, quando la scena che le si presentò davanti la lasciò basita.
Sì, Hyerin stava certamente avendo una discussione. Con Myung-Dae. E pareva che Dong-Sun fosse d'accordo con lei.
Si avvicinò cauta, ancora troppo interdetta, cercando con lo sguardo Young-Nam, volendo spiegazioni.
Fortunatamente, o sfortunatamente dipende dai punti di vista, non ce ne fu bisogno.
-Oh, andiamo!-ribatté Myung-Dae roteando gli occhi. -Come puoi essere Team Ironman?-
No, aspetta. Stavano davvero...
-Io? È la scelta più ragionevole! Hai idea di quanti danni...-
-Ah! Io i fumetti li ho letti!- la interruppe il ragazzo con sguardo orgoglioso. -E sai come va a finire? Eh?-
Ma erano seri?
-Tutto questo si sarebbe evitato se Capitan America non fosse andato dietro al Soldato d'Inverno come un cagnolino!- esclamò Dong-Sun, intromettendosi nella conversazione, agitando un braccio per aria.
Myung-Dae guardò oltraggiato l'amico.
-Era suo amico!- protestò con veemenza, portandosi una mano al petto, oltraggiato. Vivian trattenne una risata. Forse era l'unica ad aver notato che aveva appena citato Harry Potter.
-Team Ironman!- esclamò Hyerin.
-Team Cap!- controbatté Myung-Dae.
Vivian sentì sghignazzare Jimin e Kookie al suo fianco e si girò, mantenendo l'espressione basita.
-Non c'é niente da ridere- sussurrò, non riuscendo però neanche lei a trattenere uno sbuffo divertito per l'assurdità della situazione.
Il colmo si raggiunse quando Hyerin si voltò di scatto verso Young-Nam, puntandogli contro un dito.
-E tu? Questa non è una guerra dove si può rimanere neutrali!-
-Io veramente sarei più per la DC- rispose tranquillo Young-Nam, sembrando del tutto indifferente. Allo sguardo di pietra dei tre ragazzi, fece un occhiolino a Vivian che ridacchiò scuotendo la testa.
-Decisamente serpeverde- commentò Jungkook.
-Oh, tu non ne hai idea- gli rispose la ragazza. Solo lui poteva uscire indenne da una discussione con Hyerin.
Nel frattempo la discussione continuava, assumendo toni sempre più accesi.
-Cercate di essere ragionevoli- provò a spiegare Myung-Dae, con un luccichio quasi fanatico negli occhi.
-Capitan America cerca di proteggere...-
-Un par di palle!- sbottò Hyerin interrompendolo, mani sui fianchi e una luce battagliera negli occhi. Vivian spostò lo sguardo su Dong-Sun, che fissava la sua amica affascinato, come se fosse un'apparizione divina. Anche se il paragone più appropriato per Hyerin era probabilmente quello con una valchiria. O un'amazzone. Young-Nam, vicino al suo amico, fissava entrambi con un'espressione cauta, quasi calcolatrice.
E Vivian capì.
Dong-Sun era...oh, per la miseria.
Non poteva essere, giusto? Chiaramente aveva capito male, era solo una sua impressione.
A Dong-Sun non poteva piacere Hyerin, vero? O sì?
Deglutì, non riuscendo a far altro che fissare i due ragazzi, immobile. Capì perché Young-Nam era stato così restio a parlare. E capì un sacco di comportamenti del biondo.
Certo, importunare la ragazza che ti piace faceva molto bambini dell'asilo, ma...Dong-Sun se ne era già accorto. O aveva ragione l'amico a dire che non ne era ancora consapevole.
Che casino. Avrebbe preferito capirlo in un altro momento, non con una Civil war pronta a scoppiare nel suo locale.
-Senti- fece improvvisamente Jimin, al suo fianco, a voce bassa. -È una mia impressione o a Dong-Sun...-
Non finì la frase, ritrovandosi a fissare lo sguardo di pietra della ragazza.
-Zitto- rispose, anche lei sussurrando. -Non è decisamente il momento-
Poi, fissandolo quasi accigliata, aggiunse. -E potresti per favore non essere così perspicace. Cos'hai, un radar?-
Lasciò Jimin che rideva, avvicinandosi ai litiganti, che si stavano decisamente surriscaldando.
-Va bene, non vi chiederò come siete arrivati a questo. Ma se fate scoppiare la Civil war nel mio locale, vi sbatto fuori- affermò decisa, beccandosi gli sguardi increduli dei litiganti e facendo scoppiare a ridere tutti gli altri.
Fortunatamente il suo intervento smorzò gli animi e Hyerin fece come se nulla fosse successo, spiegando con tutta calma l'ultima formula di fisica.
Passò un'altra oretta prima che se ne andassero tutti e tra un cliente e l'altro, Vivian non fece altro che osservare Dong-Sun e Hyerin, cercando di capire cosa fare.
Gli affari suoi, ad esempio. Ma non era esattamente il tipo che ignorava certe cose, specialmente se si trattava dei suoi amici. Ne avrebbe parlato con Young-Nam. Magari aveva capito male lei.
Come no.
Alla fine non ci pensò più e stava sorridendo tranquilla quando accompagnò la banda fuori.
Non si accorse minimamente di Yejun, fermo dall'altra parte della strada, che la fissava.

 

 









- Spazio autrice -
BOOM. Un segreto è stato svelato. Il nostro biodo e la nostra fragola. Scommetto che ci eravate arrivati, ma a me piace credere che sia stata una sorpresa, quindi fingetevi sorpresi XD
Vi giuro che non mi sono scordata di Tae! Credo venga ampiamente dimostrato dal numero di volte che viene nominato. E, come si è lasciata sfuggire la nostra Vivian, hanno un appuntamento in programma (per amor vostro vi dico che non verrà rimandato. Usciranno nella data prestabilita)
Passando al capitolo, spero vi sia piaciuto e che le storie non vi abbiano annoiato. Era da un po’ che volevo che saltassero fuori. Vivian e Tae in futuro faranno parte di queste storie? Chissà…
Non si è arrivato a uno scontro con Yejun, non ancora. Non c’è gusto a farlo fuori il capitolo dopo averlo presentato  v.v
Nell’ultima parte è uscita tutta la mia nerdaggine. Non dirò il mio Team, non voglio scatenare guerre.
Ditemi voi cosa ne pensate. Passate un buon weekend!
Alla prossima settimana
Un abbraccio ^^






 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Adoxa ***


Salve a tutti! ^^
Mi scuso, ma non sono riuscita ad aggiornare ieri, è stata una settimana pessima. Esami.
Mi faccio perdonare con tutto quello che succede qua, garantito.
È un capitolo tosto, preparatevi.
Adoxa: è un fiore che indica fragilità.
Buona lettura!

 

 

 





- Adoxa -

 





-Sei sicura di voler uscire così?-
L'apparizione improvvisa di Hyerin sulla soglia di camera sua avrebbe probabilmente fatto prendere un colpo a Vivian...se non fosse stata così abituata. Si guardò perplessa allo specchio, dapprima non capendo.
In quegli ultimi giorni era arrivata un'ondata di caldo improvvisa che, secondo le previsioni, sarebbe durata tutta la settimana. Perciò ne aveva approfittato per indossare uno dei suoi vestitini preferiti. Bordeaux, dal taglio semplice al limite del ginocchio, scollo a cuore con fila di bottoncini e spalline sottili.
Ah, giusto.
-Mi metto questo sopra- rispose, agitando il cardigan traforato bianco che aveva in mano.
Certo, una ragazza poteva scoprire le gambe quanto voleva, però mi raccomando, le spalle andavano coperte. Un controsenso bello e buono, ma ormai ci era abituata.
Hyerin, mano su un fianco e posa disinteressata, la fissò da capo a piedi prima di dare la sua benedizione.
-Niente lenti?- fu l'unico commento che fece, inarcando un sopracciglio.
-Mi da fastidio se le porto per troppo tempo- rispose Vivian con un'alzata di spalle. -E poi Tae mi ha conosciuto con gli occhiali. Non è che devo sorprenderlo o cosa- aggiunse borbottando, sistemandosi con un gesto secco i capelli, per una volta sciolti.
L'amica la fissò con uno scetticismo tale che si poteva quasi vedere.
-Certo. È per questo che ti sei messa quel vestito- annuì con condiscendenza, facendo alzare gli occhi a Vivian.
-Non l'ho fatto per lui- replicò, prendendo lo zainetto sul letto.
-Seh- fu il commento sarcastico dell'altra, che si spostò per farla passare.
-Piuttosto, non dovresti essere giù?- Cambiò argomento Vivian, mentre si assicurava che fosse tutti in ordine. Vanille, al centro del divano, la fissò pigramente prima di rimettersi a dormire.
-Sì sì, tranquilla. C'è Shin- rispose indifferente Hyerin, muovendo con un gesto annoiato la mano, beccandosi un'occhiata di rimprovero da Vivian.
-Appunto. Sai com'è stressato in questo periodo-
-Oh, credimi, lo so. Psico-Shin- borbottò Hyerin, facendo scappare una risata a Vivian, che cercò invano di mascherarla.
L'altra la fissò sogghignando.
-Chi credi che mi abbia mandato? Ha detto di levarmi dalle scatole per cinque minuti che non ce la faceva più ad avermi intorno-
-Ed ecco il motivo per cui non vi do quasi mai turni insieme- spiegò Vivian all'aria, scuotendo la testa.
-E di questo te ne siamo entrambi grati- replicò Hyerin con un sorriso furbo, precedendola giù per le scale e cominciando a blaterare delle sue ultime prove.
Vivian fissò la schiena dell'amica, chiedendosi per l'ennesima volta se avesse dovuto dirle qualcosa riguardo alla questione Dong-Sun. Non che avesse ancora niente di certo in mano.
Negli ultimi giorni aveva visto di sfuggita solo Myung-Dae, che si era scordato nuovamente qualcosa al bar. Ormai ci erano abituati. Né il biondo, né Young-Nam erano ripassati, così non aveva detto o fatto niente.
Ma il dubbio rimaneva. In più non aveva idea di cosa ne pensasse Hyerin di Dong-Sun. Va bene, fingeva di non sopportarlo, ma non aveva fatto così anche il biondo? E guarda a che punto erano arrivati.
-A che stai pensando?- le chiese l'amica di colpo, facendola tornare alla realtà. Si accorse così che erano arrivate in fondo alle scale e Hyerin la guardava perplessa.
-Niente di che- rispose Vivian cercando di fare l'indifferente. -Per stasera...-
-Sì, lo so. Sarà la decima volta che me lo ripeti- l'interruppe Hyerin, roteando gli occhi e camminando spedita verso il bancone, certa di essere seguita.
-Chiudiamo un'ora prima, così psico-Shin si riposa e io mi rilasso dato che domani ho prove doppie- la scimmiottò. Poi si girò verso di lei con un sorriso smagliante.
-Sei un capo meraviglioso, lo sai?-
-Lecchina- replicò divertita Vivian, facendola ridere.
Shin, dietro al bancone, guardò biecamente Hyerin, prima di rivolgerle un sorriso stanco. Parlarono per qualche minuto, prima che Vivian si decidesse ad uscire dal locale per aspettare Taehyung.
-Puoi aspettarlo dentro!- esclamò l'amica, in un ultimo tentativo di portare il ragazzo dentro, per parlarci un pò. L'altra si limitò a fissarla scettica, dalla porta.
-Oh, andiamo- si lagnò Hyerin, facendo una faccia da cucciolo. -Oggi escono le foto promozionali dell'album. Magari riesco a farmi dire qualcosa in anticipo!-
A quel punto Vivian roteò gli occhi divertita, salutandola con la mano e chiudendosi la porta alle spalle.
Era curiosa? Moderatamente.
Pochi giorni prima era uscito il nuovo video, "Young forever", che aveva guardato con trepidazione. Ma no, i ragazzi erano normali, se non si contava Yoongi, solo lui poteva stare bene con i capelli grigi. Ed erano vestiti decentemente, perciò non le interessava poi molto vedere le foto promozionali.
Non se nello stesso giorno doveva uscire con Tae. Priorità.
Mentre aspettava lanciò uno sguardo al tavolino fuori dal locale. E sospirò. Le sedie erano state imbrattate di vernice rossa e Vivian, anche se non aveva nessuna prova, sapeva bene chi era il responsabile.
Cominciava ad essere irritata da quel comportamento, e anche un pò spaventata. Prima il vaso e adesso le sedie. In qualche modo sembrava puntare sempre più in grande. Aveva il timore di sapere cosa avrebbe escogitato la prossima volta.
-Vivian!-
Sorrise, voltandosi nel riconoscere la voce di Tae.
E strabuzzò gli occhi. Ci vedeva male o Tae aveva davvero...
-Sei arancione!-
Hyerin, sulla soglia del bar, fissava incredula Taehyung, a bocca spalancata. Un pò come Vivian, insomma.
Il ragazzo la guardò incerto per un istante, sistemandosi nervosamente il cappellino nero che non riusciva totalmente a nascondere la nuova tinta.
Non ci fu il tempo di dire nient'altro, che un braccio spuntò dall'interno del locale, trascinando via Hyerin, sotto le proteste della ragazza, che continuava a fissare incredula il ragazzo.
Vivian si segnò mentalmente di ringraziare Shin, prima di tornare a guardare il suo...beh, Taehyung. Solo per scoprire che anche lui la stava fissando.
O per meglio dire, fissava il suo vestito.
-Quindi...bei capelli- biascicò la ragazza, improvvisamente imbarazzata. Era certa che quella fase fosse ormai passata, ma a quanto pare si sbagliava. Vide il ragazzo leccarsi nervosamente le labbra, prima di guardarla incerto.
-Sicura?- domandò, sorridendo storto.
Beh, si disse Vivian, era Taehyung. Avrebbe probabilmente potuto tingerseli di blu e rimanere comunque figo. Certo, quella tinta così accesa di arancione era leggermente destabilizzante in un primo momento, ma poi passava.
Annuì con fare convinto, rassicurandolo.
-Credo però attirerai l'attenzione. Anche con il cappello- commentò piegando di lato la testa, costatando che non poteva nemmeno nascondersi con il cappuccio. Indossava una semplice maglietta bianca dallo scollo largo
Il ragazzo alzò le spalle, una smorfia buffa in volto.
-Non credo faranno molto caso a me dove stiamo andando-
Quello incuriosì Vivian. Sapeva che sarebbero andati a pranzo, anche se era l'una passata, ma Tae non aveva voluto dirle dove. Sembrava fosse una cosa ricorrente dei loro appuntamenti.
-Ok, ora me lo puoi dire- disse avvicinandosi al ragazzo, che si limitò a sorriderle ironico.
-Oh, tanto me lo dovrai dire!- insistette lei con un piccolo broncio, fingendosi irritata. Dato che Taehyung non sembrò impressionato, lasciò perdere, sorridendogli.
-Ti piace il cibo da strada?- le chiese, mentre si incamminavano verso la fermata della metro più vicina.
A Vivian le si illuminarono gli occhi. Lo fissò, allargando il sorriso.
-L'adoro- confessò con una smorfia. -Anche se non lo mangio spesso. In Italia non c'è questa cultura-
Taehyung sembrò soddisfatto della sua risposta. Si morse le labbra, sistemandosi con nonchalance la visiera del cappellino, prima di rivolgerle un'occhiata serena.
-Perfetto. Volevo portarti a Myeongdong, anche se immagino tu ci sia già stata-
Vivian incespicò, sentendo il suo sorriso incrinarsi. Era stata a Myeongdong solo una volta, e le era bastata. Certo, era un bel quartiere, con un sacco di cose che le piacevano. Però era affollato, troppo per i suoi gusti.
Cercò di nascondere il suo turbamento al ragazzo, ma non ce ne fu bisogno, perché Taehyung stava guardando davanti a sé.
In metropolitana riuscirono a sedersi e per tutto il viaggio Vivian si chiese se avrebbe dovuto dirgli qualcosa. Ma cosa poi? Che non voleva andare in mezzo alla folla? Sì, certo, e lasciare che pensasse che fosse una ragazzina schizzinosa.
Forse avrebbe dovuto spiegargli il perché odiasse così tanto la folla, ma non le sembrava il momento adatto. Non in metropolitana, circondata da gente e soprattutto non durante il loro appuntamento. Voleva che andasse bene, non che finissero a parlare dei suoi stupidi drammi infantili. Si disse che avrebbe valutato la situazione una volta arrivata lì. Nel caso ci avrebbe pensato Tae a distrarla. Ci era riuscito piuttosto bene fino a quel momento, raccontandole degli ultimi giorni in cui non si erano visti e delle ultime novità sul drama che avrebbe girato.
Lo fissò sorridendo teneramente, sulle scale mobili, mentre parlava di com'era tutto nuovo per lui. Si era sempre divertito a recitare siparietti comici per i membri, ma quella era una cosa decisamente diversa e molto impegnativa. Soprattutto per un novellino come lui. Essendo poi il più giovane, a volte si sentiva quasi in imbarazzo.
-Ma chi, tu?- lo prese in giro Vivian, gli occhi che le brillavano divertiti.
Taehyung le fece una linguaccia, strizzando gli occhi in una smorfia che la fece ridere.
Risata che le si bloccò in gola quando vide la strada principale di Myeondong, ossia quella che stava puntando il ragazzo.
Dire che era piena era decisamente un eufemismo. C'era talmente tanta gente che si sentì come quel giorno in cui Hobi le aveva fatto scavalcare la transenna. Quella volta era durato tutto pochissimo, ma pensare che doveva passare il pomeriggio lì in mezzo...le veniva da vomitare.
Afferrò senza quasi accorgersene il braccio di Taehyung, che si girò a scrutarla, decisamente stranito da quel comportamento.
-Tutto bene?- chiese con una nota di preoccupazione nella voce.
Vivian ritirò la mano, deglutendo, prima di sorridergli meccanicamente.
-Sì, tranquillo. Solo non mi aspettavo tutta questa gente- rispose cercando di sembrare indifferente. Era sicura di essere sbiancata ma sperò non si notasse troppo. Vide Tae sbattere gli occhi perplesso, come se capisse a livello inconscio che qualcosa non andava ma non sapesse di preciso cosa.
La ragazza sospirò pesantemente, irritata con sé stessa. Un conto erano i suoi problemi, che poteva gestire, un altro era far preoccupare qualcun'altro. Far preoccupare Tae.
-Sono affamata- dichiarò, glissando sul vero problema. Non che quella fosse una bugia, aveva lo stomaco vuoto.
Il ragazzo la fissò stranito per un secondo, prima di sorriderle decisamente più sereno.
-Davvero? Fame da stress per gli esami?- domandò, già ridacchiando.
Vivian sorrise di riflesso, era impossibile non farlo quando Taehyung sorrideva. Arrossì un pò nel dare una risposta, perché avrebbe messo a nudo una parte di sé che...beh, forse la faceva sembrare troppo mielosa.
-È che stamattina non ho praticamente fatto colazione. Sai, per il nervosismo- confessò, stringendosi nelle spalle e guardando l'altro lato della strada, dove li aspettava la strada principale di Myeondong.
Quando riportò lo sguardo sul ragazzo, si accorse che aveva la testa piegata di lato, in volto un'espressione sorpresa.
-Per l'appuntamento?- chiese infatti, sgranando gli occhi.
Vivian arrossì ancor di più e stavolta la sua carnagione non poté coprirla.
-Uscire con te mi rende nervosa- rispose scrollando le spalle. Non si accorse di come suonò la frase, era ciò che provava e con Tae non riusciva mai a mettere un filtro tra cervello e bocca. Il più delle volte portava a figure imbarazzanti per lei, altre, come in questo caso, a grossi fraintendimenti.
-Non voglio che tu sia nervosa in mia compagnia- disse Taehyung a voce bassa. Lo vide stirare le labbra, la fronte corrugata e gli occhi bassi, come se stesse meditando su cosa avesse sbagliato.
Niente, si disse Vivian, urlando mentalmente nella sua testa, era lei che incespicava con le parole. Doveva aver esaurito tutta la sua abilità oratoria pochi giorni prima, quando aveva raccontato la storia della sua famiglia.
-Ehi, intendevo un nervosismo positivo- esalò rassicurante, avvicinandosi e appoggiandogli le mani sulle guance, facendolo guardare verso di lei. Non credeva avrebbe mai fatto una cosa del genere, non ancora almeno. Era una posa abbastanza intima, ma al momento non se ne preoccupò. Doveva far capire a Tae quanto fosse positivo il fatto che fosse nervosa.
Il ragazzo, ad occhi sgranati per la sorpresa, si limitò a rimanere immobile.
-Sai quando aspetti con ansia qualcosa e il tempo non sembra passare mai? E ti innervosisci, perché vorresti che quel momento arrivasse subito e allo stesso tempo mai. Perché il tempo scorre e sai che quel momento finirà. E tu non vuoi che finisca, solo che arrivi- Si morse l'interno di una guancia, per niente convinta della sensatezza del suo discorso. Eppure nella sua testa era suonato bene.
Sentì uno sbuffo divertito e fissò Taehyung, che la stava guardando con un luccichio divertito negli occhi. Le labbra che gli tremavano per lo sforzo di non ridere.
-Che c'é?- borbottò sempre più imbarazzata Vivian, fissando un punto imprecisato sulla sua maglietta.
-Lo so che non ha senso, mi sono spiegata male...-
-No. Ho capito- la interruppe fermamente Taehyung. Lo guardò da sotto in su, cercando di non sembrare troppo speranzosa. Se capiva pure i suoi deliri allora era proprio perfetto.
-Se questo è il tuo significato di nervosismo, allora rendi nervoso anche me- le disse, prima di appoggiare le mani sulle sue e baciarle la fronte coperta dalla frangia.
Quando si staccò, Vivian aveva un sorriso decisamente sbalordito sul volto.
-Beh- disse il ragazzo con un sogghigno -ora almeno la tua faccia fa pendant con i miei capelli-
A quello Vivian gli tirò uno schiaffo scherzoso sul braccio, ridendo insieme a lui.
-Andiamo!- esclamò Tae con rinnovato entusiasmo, puntando dritto verso le strisce pedonali. La ragazza deglutì, seguendolo, decisamente meno entusiasta. Si era quasi scordata cosa l'aspettava.
All'inizio fu facile non dar peso alle persone intorno a loro. Taehyung era così spensierato, indicando con un sorriso infantile, che Vivian si concentrò solo su di lui.
La strada era abbastanza larga da permettere, se fosse stato possibile, a due macchine di passare. Le bancarelle erano disposte su due file, ai margini, e le persone gravitavano attorno come mosche. Vendevano principalmente cibo e bevande, ma c'erano anche piccoli tavolini pieni di bigiotteria e artigianato locale. Gli edifici tutti intorno erano bar, ristoranti e negozi di tutti tipi, dai vestiti all'elettronica.
Vivian si guardò intorno leggermente tramortita da tutti quei rumori. E odori. L'aria era pregna di spezie e profumi dolci. Sentiva il profumo del cioccolato caldo e quello dei marshmallow arrostiti e quello più deciso della carne.
Non sembrava essere cambiato troppo da quell'unica volta che c'era stata. Peccato che quella volta fosse finita con un attacco di panico e sua nonna che urlava a quei bifolchi di lasciarla respirare. In francese. Era stato proprio quello a calmarla. In mezzo a tutto quel coreano, una lingua diversa e musicale come il francese, l'aveva aiutata a distrarsi.
-Che prendiamo? Ti posso consigliare qualcosa-
Taehyung le sorrise, gli occhi che si spostavano da una bancarella all'altra.
-Quelli sono spiedini di carne cotti con salsa piccante- continuò, incurante dell'occhiata ironica che gli lanciò la ragazza.
-E quelli sono wurstel ricoperti di patate. Sono buonissimi, perché le patate sono croccanti e...perché mi guardi così?- domandò, interrompendosi di colpo quando vide l'espressione divertita di Vivian.
-Uhm, ho passato parecchie estati qui. Conosco quasi tutto il cibo da strada- spiegò lei trattenendo un sorriso, non volendo che si offendesse. A volte Tae, ma anche gli altri, sembravano scordare quanto conoscesse Seoul. Guardavano il suo aspetto occidentale e non pensavano a quanto tempo effettivamente avesse vissuto lì.
Non che la cosa le desse particolari problemi, solo che ogni tanto doveva ricordarglielo.
Taehyung la fissò, immobile nella sua tipica smorfia, prima di riprendersi con una scrollata di spalle.
-Ah. Già- borbottò, prima di mettere su un piccolo broncio.
-Non puoi far finta di non sapere le cose? Così è più divertente- propose, spalancando gli occhi e fissandola speranzoso.
Vivian scoppiò a ridere e alzò le spalle. Il ragazzo a quel punto riprese con tono più frenetico.
-Ok, se vuoi qualcosa di dolce i bungeobbang sono buonissimi! Praticamente è pasta di riso ripiena di...-
-Fagioli rossi e ha la forma di un pesce- concluse per lui la ragazza fissandolo con aria fintamente saccente.
Taehyung per contro la guardò con una tale espressione tradita che la fece solo ridere di più.
-Ehi! Non vale- esclamò indignato, punzecchiandole la guancia con un dito.
Vivian lo guardò teneramente prima che una luce birichina le comparisse negli occhi.
-Se vuoi possiamo prendere degli hotteoke. Sono delle frittelle ripien...-
-Ya!- urlò il ragazzo, sempre più indignato. Non riuscì però a trattenere una smorfia divertita, mentre incrociava le braccia al petto provando a fare il sostenuto.
Fu quando qualcuno la spinse da dietro che Vivian si ricordò improvvisamente di essere in mezzo alla folla. La cosa fu talmente inaspettata che rimase bloccata per qualche secondo, mentre un gruppo di persone passava loro vicino, facendo inevitabilmente scontrare le persone tra loro.
La ragazza si ritrovò circondata da persone più alte di lei, quel giorno non aveva neanche quei due centimetri di zeppa, mentre al suo fianco Tae non sembrava per nulla turbato.
Il rumore della folla superò la voce del ragazzo e Vivian gli prese una mano senza pensare, con la paura di perderlo in mezzo a tutta quella confusione.
Si sentiva le mani bollenti, cosa assai strana per lei, che da sempre aveva una bassa circolazione. La mano di Tae era molto più grande della sua e la rassicurò per un pò, soprattutto quando si sentì stringere di rimando.
-Ehi, che succede?- domandò, improvvisamente apprensivo.
Probabilmente, pensò Vivian, doveva essere nuovamente sbiancata di colpo, e la sua espressione non doveva essere delle migliori.
-Niente di che- provò a rassicurarlo con un'alzata di spalle. Il sorriso stiracchiato che fece non convinse neppure lei. Il ragazzo si accigliò, scrutandola critico.
-Non è vero. Non stai bene- decretò fissandola serio negli occhi. E lì la ragazza si arrese. Poteva mantenere tranquillamente i segreti dei suoi amici, ma quando si trattava di lei era decisamente un libro aperto.
-Pensavo che saremmo andati in un bar o qualcosa del genere- provò comunque a svicolare, tentando un'ultima volta. Tae corrugò le sopracciglia, improvvisamente incerto.
-Credevo che, sai, essendo una bella giornata fosse un peccato chiudersi dentro a un bar- spiegò, passandosi confuso una mano dietro al collo.
-Però se non ti piace...-
-No- Sì, si disse Vivian, ma non l'avrebbe mai ammesso. Non così brutalmente. E Tae aveva comunque ragione sulla bella giornata.
-È che...ecco, forse è un pò affollato- gli rispose mordendosi poi un labbro, indecisa se vuotare il sacco.
-E poi riusciamo a stento a parlare- aggiunse scherzosa, alzando le spalle. No, per quel giorno aveva già rovinato abbastanza le cose.
Tae sembrò colpito da quelle parole, guardandosi improvvisamente intorno con occhio critico. Si leccò nervosamente le labbra, prima di lanciarle un'occhiata di scuse.
-Non è proprio l'ideale per un appuntamento, vero?-
Vivian scosse energicamente la testa.
-No. È colpa mia- ribatté risoluta, dandosi mentalmente dell'idiota. Quel giorno stava decisamente battendo ogni record di insulto verso sé stessa.
Scese un silenzio imbarazzato e la ragazza si sentì ancora più in colpa.
Finché non le venne un'idea.
-L'idea del cibo da strada l'adoro- iniziò dal nulla, rivolgendo un sorriso timido a Taehyung, che la guardò sorpreso da quell'affermazione inaspettata.
-Che ne dici di prenderne un pò e andare in una delle aree picnic dell'Han River?- propose trattenendo poi il fiato aspettando la risposta del ragazzo.
-...picnic?- ripeté meravigliato lui, ad occhi sgranati, prima che un largo sorriso gli spuntasse in volto.
Dieci minuti più tardi avevano entrambi un sacchetto pieno di cibo, mentre saltavano velocemente da una bancarella all'altra, spaziando dal dolce al salato.
Vivian sospirò sollevata. Andando così velocemente non aveva neanche il tempo di pensare a quanta gente ci fosse.
Solo quando furono nuovamente in metropolitana fecero il punto della situazione. O meglio, Taehyung occhieggiò con aria dubbiosa la quantità di cibo, prima di esprimere i suoi dubbi.
-Mi sa che abbiamo esagerato-
-Nah- rispose la ragazza con un gesto indolente della mano. Poi, sentendo lo sguardo del ragazzo su di sé, si voltò a fronteggiarlo, trovandolo scettico.
-Che c'è?- borbottò sulla difensiva, appoggiandosi comodamente alla parete del vagone.
Taehyung sbatté gli occhi lentamente, prima di fissare un punto imprecisato del soffitto.
Tornò a guardarla. E poi spostò nuovamente lo sguardo.
Si leccò nervosamente le labbra.
E tornò con gli occhi su di lei, leggermente rosso sulle guance e i denti che mordicchiavano insistentemente il labbro inferiore.
-Sei in quei giorni?- sussurrò piano, come se l'intero vagone stesse ascoltando i loro discorsi.
Vivian si immobilizzò. Aveva davvero...cioè, pensava che lei...
Gli tirò istintivamente una pacca sul braccio, lanciandogli un'occhiata bieca.
-Ho fame!- replicò indignata, gonfiando le guance  e stringendosi il sacchetto al petto. Cosa non molto intelligente da fare, perché non ebbe un appiglio quando il vagone si fermò.
Grazie al cielo Taehyung aveva dei buoni riflessi, perché le avvolse prontamente il braccio libero attorno le spalle, tirandosela vicino.
-Abbiamo preso talmente tanta roba che neanche gli altri riuscirebbero a finirla- spiegò il ragazzo, provando a cambiare velocemente argomento. Vivian lo fissò scettica e lui ripensò a ciò che aveva detto.
-No, ok, Jin hyung potrebbe finire tranquillamente uno dei sacchetti, ma rimane comunque tanto-
-Tu mangi tanto- lo rimbeccò prontamente Vivian, seppur con un sorriso sul volto. Niente da fare, non restava mai troppo arrabbiata.
-E questo per me è praticamente colazione, pranzo e merenda- continuò con una smorfia buffa, facendo ridacchiare Taehyung.
-E probabilmente avevi ragione- aggiunse, beccandosi un'occhiata confusa da parte del ragazzo.
-È anche fame da stress pre esami-
L'area picnic che avevano scelto non era certo una delle più grandi o delle più belle, ma nessuno dei due voleva allontanarsi troppo da casa. Era un posticino tranquillo, tutto il contrario della caotica Myeondong.
C'era una lunga pista pedonale e ciclabile che separava il fiume dal prato curato che fungeva da area picnic. Due tavoli in legno completi di panche e alberi e cespugli erano le uniche decorazioni.
Non c'erano molte persone. Una coppia di anziani era seduta a uno dei tavoli e stava giocando a Mahjong. Qualche studente camminava ascoltando musica. Una paio di ragazzi passarono davanti a loro correndo, scambiandosi battute. Una donna portava a spasso due piccoli cagnolini.
Di comune accordo, quasi senza parlare, sorpassarono entrambi l'altro tavolo libero, sedendosi poi ai piedi di uno degli alberi, all'ombra.
Vivian, con uno sbuffo, si assicurò che il terreno fosse asciutto. Il cardigan bianco non era stata una scelta ideale, ma dopotutto non poteva sapere che sarebbe andata a finire così.
Fortunatamente il terreno era bello asciutto, complice anche la settimana di sole che era appena passata. Si rilassò, sorridendo e cominciando a tirare fuori i pacchetti dal suo sacchetto. I venditori erano stati così gentili da lasciar loro fazzoletti in abbondanza.
Stese bene il sacchetto, ormai vuoto, usandolo come tovaglia, prima di accorgersi che Taehyung non stava facendo niente.
Alzò gli occhi verso di lui, chiedendosi mentalmente se avesse combinato qualche disastro. Lei, non Tae. Pareva che quel giorno toccasse a lei. Solo per ritrovarselo seduto all'indiana che la fissava.
-...sì?- chiese, guardandolo da sotto in su, stirando le labbra nervosa.
Taehyung continuò a fissarla, ora con un piccolo sorriso che la ragazza non seppe decifrare.
-Non ti ho ancora detto quanto tu sia carina oggi-
Ah. Ok.
Com'è che si respirava?
Vivian aprì un paio di volte la bocca, totalmente impreparata. Se glielo avesse detto in un altro contesto avrebbe saputo come rispondere. Forse. Ma detta così non le veniva altro da dire che "grazie". Dire che anche lui era carino avrebbe sminuito il complimento. E sarebbe stata una bugia. Taehyung non era solo carino.
-Anche se carina forse è troppo poco. Sei proprio bella così-
La ragazza per poco non strappò il pacchetto che aveva tra le mani.
-Sono troppo giovane per farmi venire un attacco di cuore- borbottò tra sé e sé, facendo ridacchiare il ragazzo.
-Guarda che dico sul serio- ribatté Taehyung, cominciando anche lui a sistemare i pacchetti con il cibo.
-Lo so- rispose Vivian già più tranquilla con gli occhi del ragazzo concentrati su qualcos'altro.
-Non ho mai saputo ricevere complimenti, scusa- spiegò gesticolando.
Taehyung la fissò, a metà tra il divertito e lo stupito.
-Ti stai scusando?- domandò, trattenendo a stento una risata.
La ragazza sgranò gli occhi.
-...grazie?- ritentò, con una smorfia talmente impanicata che Taehyung rimase in un silenzio sbigottito per qualche secondo.
Prima di scoppiare a ridere talmente forte da cadere all'indietro.
Vivian spalancò la bocca, cominciando poi a tirargli dei piccoli calci.
-Smettila!- esclamò, trattenendo a stento una risata.
Quando finalmente il ragazzo si calmò, ci vollero altri cinque minuti e almeno una trentina di calci, cominciarono finalmente a mangiare.
-Quindi fammi capire, hai finalmente deciso che mito usare per la tesi?- domandò Taehyung, mentre finiva uno spiedino di pesce fritto.
Vivian annuì, mandando giù il boccone, pulendosi distrattamente le mani.
-Ho deciso per uno di quelli più conosciuti, la nascita degli Dei- piegò di lato la testa, pensando alle tavole che aveva già abbozzato.
-Te la farò vedere...beh, quando torno. Mi toccherà lavorare giorno e notte per finirla in tempo- borbottò con una smorfia. Addio sonno. Come se in quell'ultimo periodo non dormisse già poco.
-Quando torni?- gli chiese allora il ragazzo, allungandole una frittella di riso. Avevano ben presto scoperto che entrambi passavano facilmente dal dolce al salato e viceversa, senza troppi problemi.
-I primi di giugno-
-Sei sicura?-
-Che vuoi dire?- domandò Vivian fissandolo perplessa. Taehyung sembrava incerto, come se non sapesse esattamente come dire quello che aveva in mente.
-Nel senso...non vorresti rimanere di più con la tua famiglia? È da parecchio che non la vedi. E dovresti festeggiare bene la tua laurea- spiegò il ragazzo, sistemandosi nervosamente il cappellino.
-Beh...- disse la ragazza, non sapendo però come continuare. Non che non ci avesse pensato. Quello era il periodo più lungo che avesse passato lontana dalla sua famiglia. Le mancavano, ma aveva preso quella decisione quando era arrivata in Corea. Decisione che si era fatta più certa man mano che era rimasta lì.
In realtà aveva quasi paura di passare più di un mese in Italia. Sospettava che se si fosse di nuovo riabituata a essere circondata da tutti i suoi cugini, non sarebbe più ripartita.
-Non voglio dire che dovresti rimanere lì, solo che se lo fai per me, per noi...- Taehyung incespicò nelle parole, bloccandosi a metà, con una smorfia sul volto.
-Non è per questo- rispose Vivian, sorridendo teneramente. Tamburellò le dita su una gamba, riordinando i pensieri.
-Lo faccio per me. Ho deciso che voglio vivere qui e ho un bar da mandare avanti. È come...penso che sia come la vostra situazione- disse, riferendosi chiaramente ai Bts in generale.
-Avete scelto un lavoro che vi porta lontano dalle vostre famiglie. Chiaramente vi fa piacere andare a trovarli, ma avete anche una vita a cui tornare-
Vide Taehyung fissarla seriamente, come se ci stesse pensando per la prima volta e sorrise. A quanto pare avevano davvero parecchie cose in comune.
-E comunque sì, lo faccio anche per voi- aggiunse, mordendosi le labbra imbarazzata per quella confessione. E per quella che stava per fare.
-E per te. Non credo sopporterei di non vederti per così tanto tempo- ammise, ben sapendo che già si vedevano poco. Non che la colpa fosse di qualcuno. Vivian sapeva bene con chi aveva deciso di uscire
Taehyung rimase in silenzio, assimilando ciò che aveva detto, prima di ridere nel suo solito modo.
Cavolo, pensò la ragazza, le sarebbe mancata quella risata. Per fortuna c'era Skype, anche se il fuso orario era contro di loro.
Un'ora dopo stavano finalmente finendo di mangiare. In qualche modo erano riusciti a finire tutto, con sommo sbigottimento di Taehyung ed estrema soddisfazione di Vivian.
Avevano parlato un pò di tutto, come al solito. Le loro conversazioni erano sempre così, partivano da un argomento e spaziavano, fino a non ricordarsi più come ci erano arrivati.
Per Vivian, cresciuta con undici cugini era normale seguire più conversazioni contemporaneamente. Lei aveva quella scusa, Taehyung era solo Taehyung.
-...così ci hanno detto che faremo una vacanza in...che succede?- domandò il ragazzo interrompendosi per fissare Vivian, che aveva scostato di scatto il sacchetto pieno di rifiuti che avevano appoggiato poco prima
-Eh? Giuro che stavo ascoltando- replicò lei, agitando le mani, fissando però il punto incriminato.
Anche Taehyung lo fece, sdraiandosi di pancia, notando come in quel punto ci fossero delle specie di piante.
-Cosa sono?- chiese curioso, appoggiando la testa sulle braccia.
-Adoxa- rispose Vivian, seguendo il suo esempio e sdraiandosi accanto, le gambe che dondolavano.
-Sono fiori?- il tono del ragazzo era meravigliato e lei non poté che dargli torto. In effetti era strano che un fiore fosse verde.
-Sì, si trovano un pò dappertutto, in Italia siamo pieni. Li adoro-
A quell'affermazione Taehyung sbuffò, trattenendo una risata. Posò la testa su una mano, voltandosi a fissarla ironico.
-Non l'avrei mai detto- commentò divertito.
Vivian sorrise di rimando, fissandolo fintamente impettita.
-Che vorresti dire?-
-A te piacciono tutti i fiori-
-Che? Non è vero!- ribatté la ragazza, ricevendo in cambio una smorfia scettica.
-Oh, andiamo, dimmi un fiore che non ti piace- la sfidò il ragazzo, convinto di aver già vinto.
-Le rose- rispose a sorpresa Vivian, copiandogli la posa e fissandolo seriamente, come se avesse toccato un argomento delicato. Taehyung invece era sbalordito.
-Non ti piacciono le rose?-
-No- confermò lei, con un piccolo sorriso.
-Credo siano sopravvalutate. E poi, insomma, se ne stanno lì, come se fossero superiori...beh, ci sono fiori molto più belli!-
Taehyung soffocò una risata.
-Vì, sono fiori, come fanno a sentirsi superiori?-
-Embè? Ti dico che possono- replicò la ragazza, con tono talmente convinto che Taehyung non poté che darle ragione. Ridendo, ovviamente.
-Anche le gerbere non mi piacciono- continuò lei, per nulla scalfita da quella reazione anzi, anche lei a questo punto era divertita.
-Sono quei fiori che sembrano margherite giganti ma colorate- spiegò, allo sguardo confuso del ragazzo, gesticolando con la mano libera.
-Per carità, hanno un bel significato, ma sembrano margherite sotto steroidi-
A quel commentò Taehyung collassò. Cominciò a ridere talmente tanto immaginandosi la scena, che non emetteva neanche più rumore. Rotolò su un fianco e poi a pancia in su, tenendosi il busto con entrambe le braccia.
Vivian lo fissava ghignando dall'alto, fiera del risultato.
Il ragazzo aveva ormai le lacrime agli occhi quando si calmò, fissandola dal basso con occhi lucenti, il fantasma di un sorriso sulle labbra.
-Sai, di solito nei film è il contrario- disse, riferendosi alla posizione in cui si trovavano, con Vivian, la testa sorretta da una mano, che lo fissava dall'alto.
La ragazza arrossì, passandogli una mano tra i capelli, liberandoli dai ciuffi d'erba che gli si erano impigliati. Prese il cappello, caduto poco prima, e lo indossò.
-Mi rubi anche quello?- chiese scherzoso Taehyung, beccandosi una pacca divertita sulla spalla.
-Me l'hai regalato!- rispose lei, trattenendo un sorriso alla vista dei capelli del ragazzo sparati in tutte le direzioni.
Taehyung si portò una mano sul cuore, guardandola con finto rimprovero.
-Dimmi almeno che lo tratti bene- disse con voce drammatica, facendola ridere.
-È sul mio comodino- confessò Vivian, arrossendo. Poi, in un impeto di coraggio, gli coprì gli occhi con una mano, prima di allungarsi a baciarlo.
Si staccò di scatto poco dopo, incredula per ciò che aveva fatto.
Taehyung, che aveva chiuso gli occhi, li riaprì, sorridendole in un modo che fece venire voglia a Vivian di baciarlo di nuovo.
-Finalmente- disse, bloccandola proprio quando aveva deciso che se l'aveva fatto una volta, poteva rifarlo.
-Come finalmente?- replicò interdetta.
-È da quando ci siamo incontrati che volevo baciarti- rispose serenamente Taehyung, alzando le spalle.
Vivian si accigliò.
-E perché non l'hai fatto?- si lasciò sfuggire. Scosse la testa, agitando una mano. -Voglio dire, perché devo sempre fare tutto io?-
-Ehi, se non sbaglio la prima volta sono stato io a baciarti!- ribatté il ragazzo, non perdendo il sorriso.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, fissandolo sorniona.
-Devo ricordarti chi è stato a chiederti di uscire?-
Taehyung aprì la bocca un paio di volte, indignato, incrociando le braccia al petto. Dato che era ancora sdraiato a terra, la situazione era abbastanza ridicola.
-Avevamo deciso che non ne avremmo più parlato-
-Quando mai?- ridacchiò Vivian, punzecchiandolo. Il ragazzo si fece per un attimo pensieroso, prima di alzare un dito con aria saputa.
-Ah no, giusto! Ho proibito a Jimin di non parlarne mai più- rispose convinto, beccandosi un'occhiata accigliata da parte della ragazza.
-A questo proposito, potremmo limitare le cose da raccontare a Jimin? È già troppo perspicace di suo- commentò Vivian esasperata. Avrebbe dovuto fare la stessa cosa con Hyerin.
Non sentendo la risposta di Tae, si girò a guardarlo, ritrovandolo che la fissava perplesso.
-Com'è che siamo passati a parlare di baci a Jimin?-
Al che anche la ragazza si ritrovò perplessa, prima di scrollare le spalle.
-Non ne ho idea, però preferisco tornare ai baci-
Poi, resasi conto di ciò che aveva detto, fissò Taehyung ad occhi spalancati, trovandolo che la guardava compiaciuto.
-Sono d'accordo-
-L'hai fatto appost...-
Non riuscì a finire la frase che venne trascinata giù in un bacio dal ragazzo. Quando si staccarono, e Taehyung sembrava estremamente soddisfatto, Vivian lo guardò inquisitoria.
-Quindi, com'è che non mi hai baciato prima?- chiese, anche se la domanda la fece arrossire a morte. A questo punto era una questione di principio.
Il ragazzo la fissò pensieroso, prima di risponderle seriamente.
-Non sapevo se potevo. Voglio dire, non ne abbiamo mai parlato nello specifico-
Vivian ci ragionò su e decise che, se da una parte aveva senso, dall'altra no.
-Non credo funzioni così. Insomma, usciamo assieme e ci siamo già baciati. A questo punto non dovremmo avere così tante remore-
-Tu ti imbarazzi sempre quando lo faccio- replicò Tae con un sorriso divertito. Vivian si limitò a sbuffare.
-Quello è perché sono una che si imbarazza facilmente, dovresti averlo già capito-
-Quindi, posso baciarti quando voglio?- ricapitolò il ragazzo.
Vivian piegò di lato la testa, pensierosa.
-Magari evitiamo quando siamo in mezzo alla gente-
-Ok- concordò Tae.
-Ok- ripeté la ragazza, passandogli una mano tra i capelli.
Ci fu qualche istante di silenzio mentre Taehyung si godeva le coccole, prima che riaprisse gli occhi e fissasse la ragazza con un ghigno.
-Quindi, sono davvero curioso a proposito di quelle margherite pompate...- iniziò, facendo scoppiare a ridere Vivian.



Avevano passato il viaggio di ritorno ridendo a causa delle foto promozionali che Vivian era riuscita a vedere. Era iniziato tutto quando Hyerin aveva deciso di mandarle un messaggio dove l'avvertiva che erano uscite. Lei non ci aveva dato troppo peso, ma Tae, che era abbastanza vicino da leggere il messaggio, aveva sbuffato, sbattendo la testa sull'erba e scatenando la curiosità della ragazza.
Il ragazzo aveva acconsentito a fargliele vedere a patto che non ridesse. E Vivian ci era riuscita...i primi cinque minuti. Poi, sotto lo sguardo rassegnato di Tae, non era più riuscita a trattenersi.
Il ragazzo di certo non la biasimava. Va bene che il concept era quello del piccolo principe, ma si era sentito un pò ridicolo vestito in quel modo. Ad essere sincero, si erano fatti tutti una bella risata quando erano usciti dai camerini di prova, ma alla fine il lavoro era il lavoro.
Il suo sogno a questo punto era quello di promuovere un album in tuta o in pigiama.
Vivian stava ancora ridendo, davvero, ormai aveva le lacrime agli occhi, quando vide Yejun seduto comodamente sul tavolino fuori dal bar, una gamba a penzoloni e l'altra appoggiata su una delle sedie imbrattate.
Trattenne per qualche secondo il respiro, prima di rilasciarlo silenziosamente, camminando piano.
Taehyung, che ancora la teneva per mano, si accorse subito del cambiamento. La fissò brevemente, prima di guardare che cosa avesse attirato l'attenzione. Aggrottò la fronte alla vista del ragazzino, che si limitava a guardarli in modo beffardo a qualche metro di distanza.
Vivian chiuse gli occhi pensando a come evitare Yejun. Quella giornata era stata magnifica e non se la voleva certo rovinare a causa di un ragazzino che si divertiva a fare il teppista.
Taehyung però la precedette, sorprendendola. Non avrebbe dovuto stupirsi, dato che il ragazzo sembrava possedere uno strano acume per quelle situazioni.
-È quel bulletto? Yejun?- domandò, la voce improvvisamente più bassa del solito. In un'altra situazione quel tono sarebbe stato da brividi, pensò Vivian. In quel momento però aveva solo paura di quello che sarebbe potuto accadere.
-Tae, lascia perdere- sussurrò, stringendogli piano la mano.
-È davanti al locale- rispose imperturbabile Taehyung, gli occhi ancora fissi sul ragazzino, l'espressione neutrale. Vivian sapeva che avrebbe potuto far desistere Tae con qualche altra frase. Purtroppo non ne ebbe il tempo, perché sembrava che Yejun si fosse stancato di aspettare.
-Guarda un pò, questo è nuovo- esordì facendo un gesto irriverente con la testa verso Taehyung, scendendo dal tavolino.
Furono costretti ad avvicinarsi ed era l'ultima cosa che la ragazza volesse fare. Però Tae aveva ragione. Yejun praticamente era davanti al locale e lei doveva per forza passare da lì per entrare in casa.
Per lei rimaneva comunque una pessima idea portare i due ragazzi uno di fronte all'altro.
Provò a far finta di niente. Tirò fuori le chiavi di casa e si avvicinò alla porta. Ci provò davvero, peccato che a un passo dall'entrata, Yejun le sbarrò la strada, il ghigno più accentuato.
Taehyung le fu subito accanto e la situazione si fece critica. Per Vivian erano decisamente tutti troppo vicini.
-Yejun, dovrei entrare- disse, cercando di tenere un tono di voce normale. Anche se le fu difficile non sembrare irritata e il ragazzino sembrò notarlo, perché accentuò il sorriso.
-Quanta confidenza- replicò, piegando di lato la testa, l'espressione derisoria che si spostò da lei a Taehyung.
-Se tratti tutti così comincio a capire perché sei sempre circondata da ragazzi-
Il tono era chiaramente allusivo, come quello dell'altra volta del resto, ma Vivian ne fu a malapena toccata. Insinuazioni e offese di questo tipo non l'avevano mai particolarmente toccata. Erano superficiali e quasi ridondanti. Erano altre offese che la scalfivano, come quelle alla sua famiglia o alle sue debolezze. Ma Yejun non la conosceva abbastanza da sapere quali fossero.
-Ripeti un pò- disse Taehyung, rigido come mai lo aveva visto. Lui invece non sembrava voler lasciar correre.
Yejun mise le mani avanti in un gesto che sarebbe dovuto essere di difesa. Fatto da lui risultò solo di sfida.
-Dico solo che non capisco come le giriate tutti attorno. Voglio dire, è carina, anche se un pò bassa. Forse perché è straniera?- rispose il ragazzino, sembrando del tutto indifferente.
Vivian sentì Tae tendersi e seppe all'istante cosa stava per succedere. Purtroppo non fu abbastanza veloce.
Taehyung scattò in avanti, afferrando per la maglia Yejun e sbattendolo contro la porta. Il ragazzino si limitò a sogghignare, per niente colpito.
-Beh, volete forse negare? Ti seguono pure quei liceali. Ti vanno bene pure minorenni?-
Vivian vide Tae stringere i pugni, talmente infuriato da non riuscire a parlare e decise di fare qualcosa prima che la situazione degenerasse ulteriormente.
Non che a quel punto le importasse davvero di Yejun, ma era preoccupata per Tae. Era maggiorenne e in più un idol. E certamente non voleva che si facesse male.
Gli prese piano il braccio che stava tenendo Yejun contro la parete, sapendo bene che non era il gesto in sé che l'avrebbe fermato. Come se la sua forza potesse essere comparata con la sua.
-Tae, lascia perdere, sono offese senza alcun valore-
Il ragazzo voltò appena lo sguardo livido su di lei, una sorpresa appena accennata negli occhi. Si morse violentemente le labbra, prima di allentare la presa.
Yejun a quel punto scattò. Si liberò della presa del più grande e lo spinse violentemente, facendolo indietreggiare di un paio di passi.
-Incredibile, obbedisce come un cagnolino- Approfittando della sorpresa di entrambi, si avvicinò rapido a Vivian, afferrandola malamente per i capelli. La ragazza non riuscì a trattenere una smorfia di dolore, le mani che automaticamente andarono a raggiungere quelle del ragazzo.
-Lasciala, stronzo!- esclamò Taehyung, pronto a lanciarsi su Yejun, che ebbe la prontezza di farsi da scudo con Vivian. Le circondò le spalle con il braccio libero, facendosi beffe del più grande.
-Dovresti essere abituato a condividere- replicò, prima di avvicinare il suo viso a quello della ragazza.
Vivian era terrorizzata, anche se il disgusto superava quasi la paura. Ritrovarsi bloccata e pressata contro Yejun, la sua mano che le stringeva convulsamente i capelli e il braccio che continuava a spingerla contro di lui, del tutto incurante della forza che stava esercitando...era semplicemente troppo.
Sentì Taehyung urlare qualcos'altro e Yejun rispondere, ma era tutto confuso. Avvertì le prime avvisaglie di un attacco di panico quando sentì Yejun appoggiare una guancia contro la sua, il braccio che scese fino alla base della schiena. Con la faccia praticamente pressata contro la spalla del ragazzo, provò a liberarsi. Inutilmente, perché non c'era abbastanza spazio. Come risultato venne strattonata con più forza per i capelli e non riuscì a trattenere un gemito di dolore, soffocato però dal corpo del ragazzo.
Ci furono altre urla, che arrivarono quasi attutite alle orecchie di Vivian. Provò a urlare qualcosa, sapendo che era questione di pochi secondi prima che l'attacco di panico prendesse il sopravvento, sentiva già quel fastidioso ronzio alle orecchie e il fatto che stesse per scoppiare a piangere di certo non aiutava.
Fu a quel punto che tornò a respirare.
Improvvisamente libera dalla presa di Yejun, si ritrovò catapultata all'indietro e cadde a terra, non avendo in quel momento la prontezza di riflessi necessaria a rimanere in equilibrio.
Seguì la scena con occhi sfocati, se per le lacrime o per lo shock non l'avrebbe saputo dire.
Taehyung aveva a quanto pare seguito l'esempio di Yejun, strattonando con forza i capelli del ragazzo. Era stato quello a fargli lasciare la presa. Il più grande poi non aveva esitato, lasciando la presa prima di tirargli un pugno in faccia. Yejun non si diede per vinto, aggrappandosi alle spalle di Taehyung e tirandogli una ginocchiata nello stomaco.
Vivian vide la scena quasi a rallentatore. Non seppe se fu fortuna o intuizione, ma Taehyung si scostò quel tanto che bastò per non farlo crollare a terra. Prese Yejun per il bavero, provando a sferrargli un altro pugno, che lo prese solo di striscio. Yejun ricambiò e si ritrovarono entrambi a terra, in un intreccio confuso di gambe e braccia.
La ragazza si alzò, constatando passivamente che non si era fatta male cadendo, cercando un modo per fermarli.
Non poteva lanciarglisi contro, giusto? Sarebbe stato inutile, loro avevano decisamente più forz...vide Tae venire colpito malamente in faccia e la sua mente si azzerò.
Al diavolo Yejun. Aveva finito di essere ragionevole.
Piantò le unghie nelle spalle del ragazzino, tirandolo indietro. Come aveva pensato, la forza non fu sufficiente a scostarlo, ma le unghie lo distrassero abbastanza da permettere a Taehyung di spingerlo nuovamente a terra, alzandosi velocemente e fissandolo ansimante.
-Puttana- esclamò Yejun, guardandola irato. Rialzandosi, cercò di avvicinarsi a lei, ma Taehyung gli sbarrò la strada.
-Tu provaci...- iniziò il ragazzo, la voce tremante per la furia. Vivian, dietro di lui, deglutì, in ansia.
La situazione di stallo durò per qualche altro secondo che, come da cliché, sembrò durare un'eternità, prima che il ragazzino sputasse ai loro piedi rivolgendo loro un'occhiata malevola. Si girò e, senza dire una parola, se ne andò a passo spedito.
Fu solo a quel punto che Vivian si permise di stringere la maglia di Tae e appoggiare la fronte contro la sua schiena.
-...stai bene?-
A dispetto di tutta la situazione appena passata, il tono improvvisamente ansioso e così tipico di Tae, le fecero scappare un sorriso. Anche se un pò tirato.
Il ragazzo provò a girarsi, ma lei lo trattenne per la maglia, respirando profondamente. Non sapeva che faccia avesse in quel momento, ma era sicura che non lo avrebbe di certo rassicurato.
Sentì Tae sospirare, prima di portare indietro le braccia, stringendola piano.
-Vivian, parla- disse il ragazzo dopo un pò, con tono terribilmente serio. Vivian si morse le labbra prima di lasciar andare la maglietta e scostarsi di poco, in modo che Tae capisse che poteva girarsi.
Avrebbe voluto rimare stretta in quello strano abbraccio, ma non potevano rimanere lì tutta la sera.
E Tae era ferito, si ricordò improvvisamente quando vide il volto del ragazzo. Sgranò gli occhi angosciata alla vista del sangue sulle labbra. E sullo zigomo si stava già formando un livido.
-Non è niente, lui l'ho decisamente conciato peggio- mormorò il ragazzo con una smorfia, scrutandola attentamente.
-Non me ne frega niente di come è messo lui! Può marcire in un fosso per quel che mi riguarda- scattò Vivian, prima di prendere un respiro e calmarsi. Non era mai stata una persona violenta, ma a essere sincera non le era neanche mai capitata una situazione simile.
-Sei ferita anche tu- borbottò Taehyung con sguardo cupo. La ragazza riuscì ad assumere un'espressione vagamente scettica. Non si era nemmeno fatta male nella caduta e lui le veniva a dire che era ferita.
-Ti verranno dei lividi sulla schiena- spiegò cauto Taehyung, raddrizzandole gli occhiali con un piccolo sorriso, prima di incupirsi nuovamente.
-E...- non finì la frase, limitandosi ad appoggiare piano una mano sul collo della ragazza. Vivian si scostò di scatto per l'improvvisa fitta e lo guardò confusa, portandosi anche lei una mano nello stesso punto.
Alla base del collo c'erano dei piccoli solchi che...
-Mi ha morso?!- esclamò sconvolta. Quando era successo? Represse un brivido di disgusto, fissando Taehyung angosciata. Che schifo. Non riusciva neanche a...che schifo.
-Va tutto bene- la rassicurò Taehyung, prima di avvicinarla a sé per un breve abbraccio, posandole un bacio leggero sulla nuca
-Andiamo dentro, ok?-
Vivian si limitò ad annuire e recuperarono chiavi e zainetto che, a un certo punto della lotta doveva essere caduto.
Non accesero neanche le luci. Vivian conosceva quel bar a memoria e Taehyung semplicemente la seguì.
La prima cosa che la ragazza fece quando furono nell'appartamento, fu quello di togliersi i sandali. Non seppe spiegarselo, fu un gesto automatico. Sentire sotto i piedi il pavimento freddo la tranquillizzò.
Vide Taehyung fare lo stesso e avanzò nel buio, sapendo esattamente dove trovare ciò che le serviva. Ritornò dal ragazzo con un panno bagnato e accese la luce dell'ingresso.
Taehyung la stava guardando e lei si sentì in imbarazzo, cosa decisamente strana per la situazione che avevano appena passato. Sembrava che Taehyung riuscisse a scombussolarle non solo i pensieri, ma anche le emozioni.
Si strinse nelle spalle, il pavimento improvvisamente troppo freddo. Allungò la mano libera, prendendo delicatamente il volto di Taehyung, abbassandolo.
-Credo abbia già smesso di sanguinare- le disse roco lui, avvicinandosi.
Vivian non ci fece caso, troppo concentrata sulla ferita. Aveva visto di peggio essendo cresciuta tra cugini con caratteri decisamente esuberanti, ma loro non si erano mai fatti del male volontariamente. Era la prima volta che assisteva a una rissa vera e propria. Taehyung comunque aveva ragione, in più la ferita non era poi così grande. Tutto quel sangue era dovuto più al luogo della ferita che al taglio in sé.
Sospirò, decisamente più tranquilla, passandogli comunque il panno sulle labbra, per pulirle.
-Sono indeciso- esordì il ragazzo deglutendo, una volta che Vivian ebbe finito. Lo guardò confusa, la mano a mezzaria. Nella debole luce, doveva decidersi a cambiare la lampadina accidenti, il volto di Taehyung era pieno di ombre, gli occhi fissi nei suoi.
-In che senso?- mormorò lei, umettandosi un poco le labbra, gesto che attirò l'attenzione del ragazzo.
-Tu stai bene?- domandò lui, invece di risponderle.
-...sì- rispose incerta Vivian, corrugando appena le sopracciglia. Ok, il pensiero di Yejun ancora la spaventava e disgustava al tempo stesso, ma ora era con Taehyung. E lui le aveva detto che andava tutto bene. Se stava bene lui, stava bene anche lei.
-Volevo esserne sicuro- mormorò Taehyung talmente piano che Vivian fu costretta ad avvicinarsi per sentirlo.
-Perché c'è una cosa che desidero fare ma non so quanto sia giusta in questo momento-
La ragazza per un istante ebbe il timore che volesse andare a cercare Yejun, perché cos'altro poteva voler mai fare con quell'espressione in volto? Deglutì, appoggiando piano la mano libera sulla guancia illesa del ragazzo.
-Come hai detto tu, va tutto bene- ripeté le cose che gli aveva detto lui prima, sorridendo piano, più con gli occhi che con la bocca.
Lo sentì trattenere bruscamente il fiato.
Poi si allungò verso di lei, senza darle il tempo di fare niente, e la baciò.
Questo era...inaspettato.
Ci fu un istante in cui non pensò a niente, totalmente sconvolta. Poi si rese conto di alcune cose, come il respiro di Taehyung sul suo viso, le sue mani calde, lui aveva sempre le mani calde, non come lei che era gelida, una sul collo e una che le carezzava piano una guancia. E le labbra, ancora umide che la baciavano piano, delicate.
Il panno le cadde di mano quando rispose al bacio, circondandogli il collo con le braccia, tirandoselo più vicino.
Sentì Taehyung esitare un istante e fu un lampo, il pensiero che potesse pensare che fosse simile all'abbraccio viscido di Yejun.
L'istante successivo la stava baciando profondamente, la lingua umida che le leccò le labbra, prima di entrare nella sua bocca.
Vivian non fu sicura di come successe, seppe solo che a un certo punto erano talmente vicini, che fu costretta a indietreggiare a causa dell'impeto del ragazzo. Si mossero del tutto inconsciamente, qualche passo all'indietro, prima che Taehyung non le portasse un braccio alla vita, spingendola verso di lui. Vivian alzò istintivamente una gamba, che il ragazzo prese prontamente e in un istante le aveva entrambe incrociate dietro la sua schiena, l'unica cosa che la sorreggeva era il braccio di Taehyung.
Appena furono un pò più stabili, Taehyung camminò alla cieca. Non che ci fossero molti oggetti che li potessero intralciare.
Arrivati al divano, Vivian sentì più che vedere, era decisamente troppo coinvolta nel bacio, il ginocchio di Taehyung appoggiarsi, prima di farla distendere piano, continuando a baciarla.
Il bacio divenne ancora più profondo e la ragazza socchiuse appena gli occhi. Taehyung la inglobava completamente, un braccio appoggiato a un lato della sua testa, per sorreggersi, l'altro sulla sua spalla.
Sospirò pesantemente, facendo aprire gli occhi anche al ragazzo, che la fissò con uno sguardo poco lucido. Lei non doveva essere messa meglio.
-Troppo?- chiese con la voce arrochita, e qui Vivian tremò, per il desiderio. Lo fissò, la bocca socchiusa, cercando di mettere insieme due parole di senso compiuto.
I capelli sconvolti, colpa sua che ci aveva inconsciamente passato le mani, e le labbra ancora troppo vicino alle sue per pensare lucidamente, la fecero sorridere.
-Troppo poco- rispose prima di rituffare le mani tra i suoi capelli e spingerlo verso di lei.
Taehyung non fu neanche preso di sorpresa, rispondendo con un impeto ancora maggiore. Si spinse verso di lei, la mano sulla spalla le scostò quasi timidamente il cardigan, lasciandola scoperta.
Vivian ansimò e il suo cuore fece una capriola quando le labbra del ragazzo scesero prima sul collo e poi sulla spalla, baciandola lieve.
Taehyung si fermò, lanciandole un'occhiata da sotto in su, timido.
Vivian deglutì, riprendendo in parte il controllo di sé stessa. Detta con tutta franchezza, voleva continuare a baciarlo. E ad essere baciata.
Ma non oltre. Non perché avesse paura, era solo il momento sbagliato. E forse avrebbero affrettato tutto. Si chiese come avrebbe potuto dirglielo senza che fraintendesse. Se gli avesse fatto un cenno affermativo cosa avrebbe pensato?
Era in questi momenti che desiderava essere un pò più decisa, più esperta in fatto di relazioni. E un pò meno intrappolata dalle sue pare mentali.
-Voglio solo baciarti- mormorò Taehyung, appoggiato sulla sua spalla, lo sguardo che si muoveva piano sul suo volto, come se avesse letto tutto ciò che aveva pensato. E forse era così, perché riusciva sempre a capire cosa le passasse per la testa.
-Solo baciarti- ripeté il ragazzo allungandosi a baciarle castamente il collo.
Vivian espirò piano prima di decidere che oh, al diavolo, lei di Tae si fidava. Di sé stessa un pò meno.
Gli sorrise, voltando la testa verso di lui, i nasi che si sfioravano.
Ripresero a baciarsi, finché Vivian non decise che faceva decisamente troppo caldo. Spinse leggermente contro Tae, che la seguì perplesso, capendo un istante dopo quello che voleva fare.
Le prese il cardigan e lo lasciò scivolare, finché la ragazza non se ne fu liberata. Tornò a baciarle il collo, questa volta decisamente meno casto, poi sulla spalla, dove le scostò con un dito la spallina del vestito. L'altra mano nel frattempo era scesa ad accarezzarle un fianco.
Quelle di Vivian si erano spostate dai capelli del ragazzo ai suoi fianchi, dove la maglietta si era arricciata andando a scoprirgli il ventre piatto. Ansimò quando Tae le leccò una clavicola, scendendo poi verso la scollatura del vestito. Si fermò lì, ricoprendole la pelle nuda di baci umidi.
-Tae...- ansimò Vivian quando si sentì mordere la base del collo. Portò inconsciamente una gamba sul fianco del ragazzo, che per reazione si spinse contro di lei.
A quel punto trattennero entrambi bruscamente il respiro e Taehyung alzò la testa fissandola colpevole. Lei non era certo messa meglio. Si rese conto di stare arrossendo e ringraziò il fatto che l'unica luce accesa non fosse abbastanza forte da illuminarli. Era certa di essere dello stesso colore del suo vestito.
-Credo sia meglio...-
-Fermarci, sì- concluse per lei Taehyung, schiarendosi la voce ancora troppo roca. Tuttavia sembrò esitare nell'alzarsi. Chissà, magari era restio quanto lei a staccarsi da lui.
Gli circondò il busto con le braccia, guardandolo esitante.
-Possiamo...restare un pò così- propose imbarazzata. Il silenzio che seguì non aiutò, ma non si arrese.
-Se ti va- aggiunse esitante, mordendosi con forza l'interno di una guancia.
A quel punto Taehyung fece qualcosa di inaspettato. Come sempre.
Sorrise, ridacchiando con quella sua risata da bambino, prima di riappoggiarsi sulla sua spalla.
-Bene- rispose Vivian dopo un attimo di silenzio sbalordito, riacquistando la sua vena ironica. -Sono appena stata declassata a cuscino- continuò, facendo ridere nuovamente Taehyung.
Rimasero distesi così, senza parlare, con Vivian che di tanto in tanto gli accarezzava i capelli e Taehyung che le baciava la spalla.
Finché non si addormentarono.
Vivian fu risvegliata da una suoneria di un cellulare che non era il suo. Aprì confusa gli occhi, cercando di mettere insieme i pezzi.
Ok, più o meno c'era. Si erano addormentati.
Taehyung, la testa sul suo petto, aveva un'espressione rilassata, ignaro che il suo cellulare stesse suonando. La ragazza cercò di capire da dove provenisse la suoneria, finché non si accorse con imbarazzo che era nella tasca posteriore dei jeans del ragazzo.
E andiamo, si disse con una certa vergogna, abbiamo pomiciato per abbastanza tempo perché io non debba essere imbarazzata per una cosa del genere.
Cautamente allungò una mano a prendere il cellulare, fissando nel frattempo quasi esasperata il soffitto.
Quando vide il nome di Namjoon, o almeno pensò fosse lui, chi altro poteva essere segnato come "leader"? Decise di rispondere. Poteva essere importante.
-Pronto?- rispose esitante a bassa voce, non volendo svegliare Tae.
Dall'altro capo della linea ci fu un silenzio sbigottito, Vivian poté percepirlo, prima che la voce del leader rispondesse.
-Ciao Vivì. Taehyung è vivo?-
-Sì- rispose confusa la ragazza, prima di aggiungere -Sta dormendo-
-Ah- fu la risposta esaustiva di Namjoon.
-Ti sto sentendo pensare e arrivare alle conclusioni sbagliate- commentò Vivian, decisamente più sveglia. E sempre più imbarazzata.
-No no- negò Namjoon. -È che sai, sono quasi le nove ed eravamo un pò preoccupati. Abbiamo provato a chiamare anche te-
La ragazza sospirò, alzando la testa per guardare il suo zaino, ancora all'ingresso. Poi un particolare le saltò in mente. Aveva detto per caso "noi"?
-Namjoon, dimmi che sei da solo e non circondato da gente che dovrebbe farsi gli affari suoi-
Una risata decisamente più acuta, e non da Namjoon, fu tutto quello che servì a Vivian per capire.
-Sono in vivavoce, perfetto- Sbuffò, chiudendo gli occhi rassegnata.
-Sveglio Tae e piantatela. Vi sento pensare male-
Lanciò un'occhiataccia al cellulare quando si sentì rispondere con delle risate sguaiate e mise giù, sospirando per l'assurdità della situazione.

 

 











- Spazio Autrice -
No comment sull’ultima parte. Mi sentivo io un’intrusa a scrivere XD
Comunque, se volete firmare la petizione per prendere il primo aereo disponibile per andare a uccidere Yejun, fatemelo sapere. Io e la mia parabatai ci stiamo organizzando v.v
Precisazioni che vanno fatte: Myeondong esiste ma non so se sia davvero così. E l’area picnic è totalmente inventata.
Per il resto, ci sono indizi sparsi su cose che accadranno in futuro. Ma sì, mettiamo le basi per altri problemi.
Avviso: la prossima settimana potrei saltare la pubblicazione. Non perché non sappia cosa scrivere o voglia prendermi una pausa, ma ho ben due esami e sono parecchio stressata. E non ho tempo.
È anche il motivo per cui ho aggiornato oggi invece che ieri. È un miracolo che abbia finito in tempo.
Detto ciò, la pubblicazione potrebbe slittare di una settimana o anche solo di pochi giorni.
A presto!
Un abbraccio ^^






 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Campanula ***




 


Salve a tutti! ^^
Per prima cosa mi vorrei ancora scusare per il ritardo. Ero certa di riuscire ad aggiornare qualche giorno fa, come avevo scritto nelle risposte delle recensioni. Purtroppo, manco a farlo apposta, sono tre giorni che sono a letto peggio di uno zombie. Ho finito giusto un’ora fa il capitolo e, dopo una rilettura veloce, riesco finalmente ad aggiornare.
Grazie per la vostra infinita pazienza!

Un ultimo appunto prima di lasciarvi: questo capitolo e il prossimo comprenderanno l’intero mese di maggio perciò, contrariamente al mio solito, il capitolo non sarà fluido, ma spezzato in scene (un po’ come il capitolo bonus, per intenderci)
Buona lettura!

 

 




- Campanula -





Vivian si svegliò con un sussulto quando l'aereo ebbe uno scossone. Si guardò intorno, intontita, prima di buttare un occhio verso il finestrino. Come pensava, avevano appena passato le Alpi. C'erano sempre perturbazioni in quel punto e ormai aveva associato quel momento come a un "Bentornata" da parte della sua Patria.
Scambiò un piccolo sorriso con il suo vicino di volo, un vecchio signore coreano con cui non aveva scambiato quasi una parola. Ad essere sincera si era finta straniera, limitandosi a borbottare un saluto incerto in coreano quando aveva preso posto sull'aereo.
Se ne vergognava un pò, ma dopo esperienze passate aveva capito che fingersi straniera le risparmiava parecchie seccature. Di solito, quando capivano che parlava perfettamente coreano, le persone davano di matto, cominciando a chiederle vita, morte e miracoli della sua famiglia.
Per quanto Vivian fosse una persona gentile di natura, era piuttosto riservata.
Stiracchiò il collo, sospirando stancamente, prima di guardare il libro che aveva in grembo.
Si era detta che almeno questa volta sarebbe riuscita a fare qualcosa di produttivo durante il volo. Invece, neanche un'ora dopo la partenza, si era appisolata come al solito. Niente da fare, lei e i mezzi di trasporto non erano compatibili. Il suo compagno di volo si era premurato di svegliarla durante i pasti e questo gli aveva fatto guadagnare qualche frase di cortesia in un coreano fintamente stentato.
"Simbologia della fiaba in epoca medievale" lo fissava minacciosa, sembrando ingigantirsi sempre di più ogni secondo che lo guardava.
Era l'ultimo mattone che la separava dalla laurea e dire che ne era esasperata era un eufemismo. Non che non fosse interessante, ma era talmente pieno zeppo di nozioni e termini tecnici, per non parlare poi di intere frasi in latino, che era stato un macello dargli un ordine sensato.
A dimostrazione di ciò, post it di tutti i colori fuoriuscivano dal libro.
Vivian non era il tipo che scriveva sui i libri o, orrore, piegava gli angoli per tenere il segno. Quando poi aveva iniziato l'università, aveva ben presto capito una cosa: gli studenti d'arte avevano tali mattoni che per portare anche i quaderni per gli appunti avrebbero dovuto usare una carriola.
Per questo si era ingegnata, ideando il "metodo post it".
Quelli gialli erano appunti in generale. Quelli arancioni evidenziavano i punti focali. E quelli verdi erano pareri personali o collegamenti con altri argomenti.
Alex l'aveva presa in giro per mesi, anche adesso, ogni volta che vedeva un suo libro pieno di post it, sghignazzava impertinente.
Sospirò nuovamente, aprendo il libro alla pagina in cui si era fermata, sorridendo inconsciamente alla vista del nuovo segnalibro.


Inizio flashback

Vivian si sedette sulla prima sedia libera che trovò, sistemandosi la visiera del cappellino in modo che non desse fastidio agli occhiali. Aveva appena imbarcato la valigia da stiva e ora le restavano quaranta minuti abbondanti prima che aprissero il suo gate.
Era stata indecisa fino all'ultimo se portare o meno la valigia grande. In Italia aveva ancora parecchie cose, soprattutto estive, così alla fine aveva deciso di partire con la valigia mezza vuota. Avrebbe potuto farsele spedire, ma così evitava una spesa inutile. Aveva messo nel bagaglio a mano giusto le cose essenziali come i libri di testo e tutto ciò che le sarebbe servito per completare la tesi.
Giochicchiò per qualche minuto con il telefono, annoiata.
Aveva salutato tutti nei giorni precedenti, perché sapeva che nessuno sarebbe riuscita ad accompagnarla all'aeroporto. Dopotutto Incheon era abbastanza lontano dal centro di Seoul e nessuno poteva permettersi di prendere mezza giornata libera. I ragazzi della banda e Soo-Min avevano scuola e quel periodo era davvero duro per loro, con gli esami finali e tutto il resto.
Shin e Hyerin erano quasi messi peggio. Non avevano ancora trovato un sostituto per il ragazzo, così si era deciso che la signora Kim per un pò li avrebbe aiutati nel suo giorno libero, il giovedì. Purtroppo anche così i due ragazzi erano davvero oberati, perciò per quel mese il bar sarebbe stato eccezionalmente chiuso il lunedì e il sabato pomeriggio.
I Bts erano passati a salutarla in gruppetti. La settimana di promozione intensiva era in dirittura d'arrivo e non erano riusciti a liberarsi tutti insieme.
Così erano passati dapprima Namjoon e Jin, che le avevano fatto mille raccomandazioni, neanche fossero i suoi genitori.
Poi era stato il turno di Hoseok e Yoongi. Il primo era entrato nel bar iperattivo come suo solito, abbracciandola incurante del vassoio prossimo alla caduta, sciorinando auguri e saluti. Il secondo invece si era diretto praticamente ad occhi chiusi verso uno dei divanetti, buttandocisi sopra con aria stanca, rievocando inconsciamente la scena del loro primo incontro. Vivian era scoppiata a ridere e gli aveva portato un espresso, ricevendo in cambio un sorrisetto soddisfatto da parte del ragazzo.
Per ultima era passata giusto il giorno prima la maknae line. Jimin era entrato in un modo molto simile a Hoseok, solo che stavolta c'era Jungkook a frenarlo, evitando così la disastrosa caduta di quel povero vassoio. Era certo che se avesse potuto parlare l'avrebbe denunciata per maltrattamenti.
Teahyung era entrato dopo di loro, stranamente silenzioso. Si erano limitati a sorridersi imbarazzati, una volta che si era avvicinato, non sapendo come comportarsi davanti agli altri. In effetti, quella era stata la prima volta che si incontravano con altra gente da quando uscivano insieme.
Era seguito un attimo di silenzio pieno d'attesa, prima che Hyerin sbottasse con la sua solita grazia.
-Guardate che potete anche baciarvi. Qui nessuno vi scatterà foto compromettenti-
-Parla per te- aveva ribattuto Jimin, con il cellulare già pronto in mano.
A quel punto erano scoppiati tutti a ridere e Taehyung le aveva passato con nonchalance un braccio attorno le spalle. Erano riusciti a stare giusto qualche minuto da soli, mentre Vivian preparava le bevande in cucina.
Si erano chiamati quella mattina, ma Tae le era sembrato talmente stanco che Vivian non aveva voluto allungare troppo la chiamata.
Non che fosse stata una scelta sbagliata, ma un pò la rimpiangeva. Sentiva già la mancanza della sua voce. Purtroppo avrebbero passato un mese in due continenti diversi e ciò avrebbe implicato un pessimo fuso orario. Se a questo si aggiungevano gli orari completamente sballati del ragazzo, non avrebbero avuto molto tempo per sentirsi.
Sconsolata, si sistemò ancora una volta il cappello, carezzandolo con cura.
-Bel cappello- disse qualcuno all'improvviso, cogliendola di sorpresa.
Si girò con gli occhi sgranati, perché la voce era maledettamente familiare, ma Tae non poteva essere lì, vero? Era a più di un'ora da casa, sicuramente aveva le allucinazioni uditive.
E invece no.
Taehyung era a due passi da lei, in piedi, coperto da capo a piedi e munito di mascherina e cappello. Gli occhiali da sole erano infilati nel collo della maglietta, pronti all'uso in caso di necessità.
Cosa assai poco probabile, perché l'unica cosa visibile erano gli occhi.
A Vivian sarebbero comunque bastati quelli per riconoscerlo. Gli occhi e la sua solita postura, con le spalle incurvate verso il basso e il passo ciondolante.
-La sicurezza non ti ha fermato?- domandò la ragazza, prima di connettere il cervello. Tendeva a dire stupidaggini quando qualcuno la coglieva di sorpresa.
Tae si limitò a scrollare le spalle e gli occhi gli si chiusero in due mezzelune, segno che stava sorridendo. Fu in quel momento che Vivian si riprese, alzandosi e abbracciandolo di scatto.
Prima di connettere definitivamente il cervello e staccarsi con aria contrita, guardandosi nervosamente intorno.
-Non credo ci siano problemi se mi abbracci, chi vuoi che mi riconosca conciato così?- ridacchiò il ragazzo per tutta risposta, allargando le braccia in attesa.
Vivian non ci pensò troppo, dopotutto ne sapeva certamente più lui.
-Che ci fai qui?- chiese, stringendosi nuovamente contro.
-Non è ovvio?- le rispose impertinente Taehyung, appoggiando la testa sulla sua in modo che Vivian non potesse guardarlo male.
La ragazza si limitò a sospirare condiscendente.
-Sai che voglio dire. Fino a ieri vi lamentavate che non avevate neanche il tempo di farvi una doccia e ora perdi un'intera mattinata?-
-Non farla sembrare una cosa brutta, non perdo niente- borbottò il ragazzo pizzicandole un fianco, beccandosi per ripicca un colpo sul petto.
-Stamattina cascavi dal sonno!-
-Ero appena uscito dalla sala prove-
Vivian sgranò gli occhi, staccandosi dall'abbraccio per guardarlo negli occhi. Non sembrava stesse scherzando.
-Erano le sei del mattino- precisò allora, pensando che si fosse confuso.
Il ragazzo a sorpresa annuì, sembrando leggermente imbarazzato. Non che Vivian potesse esserne certa, con quella mascherina addosso.
-Io, uhm...stamattina dovevamo lavorare sulla coreografia, ma ho chiesto a Jimin se potevamo anticipare un pò- cominciò a spiegare borbottando Tae. Conoscendolo si stava mordendo un labbro.
-L'ho lasciato che era tipo mezzo morto sul divanetto della sala prove- concluse, grattandosi nervosamente il collo.
Vivian per poco non si mise le mani in faccia. Jimin si meritava decisamente quei cupcake. Promise a sé stessa che sarebbero stati la prima cosa che avrebbe fatto una volta tornata.
-Ti rendi conto che te la farà pagare, vero?-
-Ci siamo già accordati- rispose veloce il ragazzo, bloccando la conversazione con un gesto vago della mano.
Vivian fu tentata di chiedere, davvero molto tentata, ma trattandosi di Jimin forse era meglio non sapere.
-Senti, non sono venuto qui per parlare di Jimin- iniziò Taehyung, prima di sbattere gli occhi pensoso. -o di qualsiasi altra persona- ci tenne a precisare.
La ragazza soppresse una risata, tornando a sedersi, facendo cenno al ragazzo di seguirla.
-Sono davvero felice che tu sia qui, ma non avresti dovuto. Devi riposare- lo sgridò Vivian, ricevendo in cambio un'occhiata divertita.
-Sapevo l'avresti detto. E ho deciso di ignorarti- rispose Tae con aria di sufficienza.
-Mi fa piacere che il mio parere conti così tanto- replicò fintamente indignata lei, facendolo ridacchiare.
-Tu avresti fatto lo stesso, perciò zitta-
-E vengo anche zittita brutalmente!- esclamò melodrammatica, dopo un attimo di silenzio.
-Forse dovrei cambiare ragazzo. Sai, prima ne è passato uno che sembrava molto più gentil...-
Si interruppe di colpo quando Taehyung si sporse a baciarla. Non fu esattamente un vero e proprio bacio. Il ragazzo indossava ancora la mascherina e durò a malapena qualche secondo. Però fu in qualche modo tenero.
-Se mi lasci non ti do il regalo-
-Che regalo?- domandò subito Vivian, curiosa. Non che fosse davvero così materialista, ma i regali di Taehyung erano in qualche modo sempre spiazzanti.
Il ragazzo sorrise da sotto la mascherina, prima di prendere qualcosa dalla tasca posteriore dei jeans.
-È fatto a mano...beh, questo si vede. E poi, ecco...non l'ho fatto proprio io. È stato Kookie, lui è bravo a disegnare. Però poi è successo un casino e alla fine tutti hanno finito col scriverci qualcosa- borbottò a mò di spiegazione, porgendole una lunga striscia di carta tutta colorata.
Solo a quel punto Vivian comprese. Le avevano fatto un segnalibro.
La carta era spessa, da acquerello, e la ragazza si domandò per un istante quanto se ne intendesse davvero Jungkook di disegno.
Sul foglio erano abbozzati piccoli fiori tra il viola e il rosa, con qualche macchia blu e poi ripassati qua e là a china, come se l'artista fosse stato indeciso fino all'ultimo.
Era chiaramente stato fatto da un principiante, ma era così genuino che Vivian non poté far altro che accarezzarlo con riverenza.
-Dove sarebbe il pasticcio?- chiese al ragazzo, sorridendo dolcemente.
Taehyung fece una smorfia che fu visibile anche con la mascherina, facendole cenno con il dito di girare il segnalibro.
Dall'altro lato c'erano sette macchie di colore sparse a caso e poi frasi di incoraggiamento scritte con la china. La ragazza ridacchiò quando vide il "Fighting" a caratteri cubitali di Hoseok.
-Dici le macchie?-
Il ragazzo annuì, per poi indicare quella sbavata vicino alla scritta di Hoseok.
-Hobi hyung l'ha preso per guardarlo da vicino, solo che non si era ancora asciugato e non si sa come lui aveva le mani sporche di colore. Così ha lasciato l'impronta- Si fermò per scuotere la testa, mentre la ragazza scoppiava a ridere, immaginandosi perfettamente la scena.
-Kookie l'ha quasi ucciso, ma poi Jin hyung ha detto che sarebbe stata un'idea carina lasciare le nostre impronte. Namjoon hyung poi ha proposto di scrivere anche le frasi-
-È...meraviglioso- commentò Vivian non trovando altre parole. All'occhiata scettica di Taehyung, annuì decisa.
-Dico davvero. Le cose fatte a mano simboleggiano l'impegno- citò involontariamente suo padre, che era un fan del bricolage, ma ci credeva davvero. Per creare qualcosa serviva tempo e il tempo era una delle cose più preziose che si potesse donare a qualcuno.
Teahyung sembrò rassicurato e l'espressione gli si fece rilassata. Aprì la bocca per dire qualcosa, forse borbottare qualcos'altro sul segnalibro, ma venne interrotto dall'altoparlante che annunciò l'apertura del gate.
Vivian schizzò in piedi, prendendo senza pensarci la maniglia del trolley.
-Di già?- mormorò sottovoce. Ora che aveva visto Tae non aveva più così voglia di prendere l'aereo.
No, ok, non era giusto nei confronti della sua famiglia. Voleva riabbracciare tutti loro, solo che...uhm, magari in valigia Tae ci stava.
Si girò verso il ragazzo, che nel frattempo l'aveva affiancata.
Lo fissò con una smorfia triste e sospirò, indecisa fino all'ultimo. Su cosa, non lo sapeva neanche lei.
-Sono campanule- le disse Taehyung, indicando il segnalibro. -Portano buona fortuna, no?-
Vivian sgranò gli occhi stupita perché, forse per la prima volta, non aveva fatto davvero caso ai fiori. Sorpresa, scoppiò a ridere, chiudendo gli occhi.
La risata le si bloccò in gola quando sentì le labbra di Taehyung sulle sue. Riaprendo gli occhi, vide che si era abbassato la mascherina, piegando la testa in modo che i cappellini di entrambi non fossero di intralcio.
Prima di immergersi completamente nel bacio, Vivian pensò che dall'esterno dovessero sembrare ben strani.

Fine flashback


-...i passeggeri sono pregati di allacciarsi le cinture. Tra pochi minuti atterreremo all'aeroporto di Bologna-
L'annuncio della hostess fece tornare alla realtà Vivian, che rimise con cura il segnalibro dentro il libro. Due settimane e poi avrebbe potuto metterlo in un libro decisamente più piacevole.
Atterrarono in perfetto orario e la ragazza aspettò un pò prima di scendere. Non aveva mai capito tutta questa corsa alle uscite. Alla fine dovevi comunque aspettare che scendessero tutti e che la navetta si riempisse. Perché la gente si accalcava, lamentandosi poi della ressa? La gente era illogica.
Il signore al suo fianco sembrava pensarla allo stesso modo, perché non le mise minimamente fretta per scendere. Scambiò un sorriso e un saluto e si separarono sulla navetta, divisi dalla folla che sembrava improvvisamente essersi rivitalizzata.
Vivian per contro si sentiva un pò frastornata. Non era colpa del jet lag, a quello ormai ci era abituata. Forse aveva semplicemente dormito troppo.
Sbrigò velocemente il controllo passaporti e il ritiro bagagli. La valigia mezza vuota aiutò di certo, non come l'ultima volta, che era stata praticamente schiacciata dal suo stesso bagaglio.
Prese un profondo respiro passando attraverso le porte che l'avrebbero condotta fuori dall'area sicura.
Stranamente, non aveva idea di cosa aspettarsi. Non sapeva se ci sarebbero stati tutti o solo qualcuno.
Solo quando vide i suoi genitori capì che in fondo era sollevata. Le erano davvero mancati e voleva passare un pò di tempo sola con loro prima di essere inglobata dalla pazzia della famiglia De Luca.
Vide sua madre sorridere esageratamente, i lunghi capelli scuri sciolti come sempre. Il padre, affianco a lei, le cingeva teneramente un braccio intorno alle spalle, sorridendo decisamente più pacato.
Agli occhi dei passanti potevano sembrare una strana coppia. Lui, alto e ben piazzato, pelle olivastra e colori tipicamente latini. Lei, che a stento gli arrivava al collo, pallida e dai tratti asiatici, tranne che per il naso all'insù preso dalla parte francese.
Per Vivian invece erano la normalità.
-Ma petite mûre!- esclamò sua madre quando fu a pochi metri da lei, staccandosi dal marito e allargando le braccia, abbracciandola di slancio. La ragazza rise, commossa da quell'appellativo che non si sentiva rivolgere da tempo. "La mia piccola mora". Era così che l'aveva sempre chiamata sua madre fin da quando, a cinque anni, si divertiva a far diventare la sua lingua viola, mangiando tutte le more del giardino.
Ricambiò l'abbraccio, baciandola teneramente sulla guancia, facendo ridere sua madre.
-Sempre così dolce. Mi domando da chi abbia preso. Certo non da quell'orso di tuo padre- commentò scherzosa, facendo alzare melodrammaticamente gli occhi al diretto interessato.
-Neanche da te, fredda donna del nord- replicò l'uomo, scherzando sulle origini francesi della donna.
Vivian non poté fare a meno di ridere per quella messinscena. Le erano mancati i continui battibecchi dei suoi genitori.
Si avvicinò al padre e lo abbracciò.
-Ciao pà!- esclamò, assaporando la sua lingua madre. Non che ne fosse a digiuno, si telefonavano abbastanza spesso da non sentirne la mancanza, ma era diverso.
Il padre la sollevò come era solito fare, facendole fare un mezzo giro. A volte era davvero bello essere piccoline.
-Ciao lupacchiotta- la salutò lui, usando il nomignolo che veniva affibbiato a tutti i giovani della famiglia De Luca. Era una cosa nata prima che Vivian nascesse, quando si erano accorti che c'erano abbastanza bambini da poter essere considerati un branco. Le nascite successive non avevano fatto altro che confermare quelle teorie.
-Hai dormito di nuovo, vero? Hai quell'aria abbacchiata che hai di solito dopo un viaggio lungo- commentò il padre, prendendole le valigie.
Vivian fece una buffa smorfia, confermando con un cenno. Era indecisa se chiedere degli altri e sua madre sembrò intuirlo.
-Abbiamo detto agli altri che saresti stata stanca dal viaggio- spiegò comprensiva appoggiandole una mano sulla spalla, prima di sorridere scaltramente.
-E che sei in fase esame, quindi è meglio se ti stanno alla larga-
-Maman!- esclamò la ragazza, non sapendo se essere scandalizzata o divertita.
Il padre non ebbe dubbi e scoppiò a ridere.
-Tranquilla- le disse rassicurandola, -passeranno nei prossimi giorni. In piccoli gruppi-
-Però alla fine del mese faremo una bella festa con tutti! Dobbiamo festeggiare la tua laurea e il tuo compleanno- aggiunse la madre la madre decisa, mentre uscivano dall'aeroporto.
-Festeggiare prima porta sfiga- commentò la figlia piatta.
-E allora resta di più- ribatté la donna, facendo schioccare la lingua.
-No!- esclamò inorridita Vivian, pensando immediatamente a Taehyung. E agli altri, certo.
Lo sguardo della madre si fece improvvisamente malizioso.
-Così decisa. Scommetto che centra quel ragazzo. Mi devi raccontare tutto!-
Un colpo di tosse attirò l'attenzione delle due, che si voltarono verso l'uomo.
-Donne, prima che io possa ascoltare qualsiasi cosa su un qualsiasi ragazzo, ho bisogno di bere- disse, sospirando tragico.
-E chi ti ha preso in causa, scusa?- replicò con finta supponenza la moglie, dando il via a un'altra serie di battibecchi che durò per tutto il viaggio in macchina, con sommo divertimento di Vivian.
Casa loro, a Vivian ora faceva un pò strano chiamarla così, non era molto distante dall'aeroporto. Neanche venti minuti e stavano imboccando il vialetto, una stradina laterale di una delle grandi via di Bologna.
Le case, nella loro via, si assomigliavano un pò tutte, almeno nella struttura esterna.
A due piani, quasi più alte che larghe e una giardino che le circondava. Di mattoni rossi, così tipici della loro città, e un piccolo portichetto iniziale.
Le case erano più grandi vicino la strada principale, poi si rimpicciolivano man mano che ci si addentrava nella stradina.
La loro era una delle ultime. Avevano piantato delle siepi lungo tutto il perimetro, per concedere un pò di privacy e il giardino era identico a come l'aveva visto l'ultima volta, solo più colorato.
Il glicine che ricopriva la facciata principale era fiorito, segno che il tempo era stato strano anche in Italia.
La casa non era tanto grande, ma per tre persone bastava e avanzava. Avevano due bagni e una camera da letto in più, perché in una famiglia numerosa come le visite dei parenti erano all'ordine del giorno, soprattutto dei cugini. Era anche il motivo per cui il loro era un divano letto.
Passarono il resto del pomeriggio, che non era molto, a chiacchierare del più e del meno. Non dovevano raccontarsi chissà che, sentendosi al telefono praticamente ogni tre giorni, non c'erano molte novità. Quello che era mancato era lo stare tutti assieme. Anche se sospettava che sua madre aspettasse il momento in cui fossero state da sole per bombardarla di domande su Taehyung. Colpa sua che si era lasciata sfuggire troppo e troppo poco assieme, rendendo la donna ancora più curiosa.
Qualche ora più tardi, dopo la cena e una doccia veloce, Vivian entrò per la prima volta dopo mesi in camera sua. Non era molto diversa da quella che aveva a Seoul, ma in qualche modo le sembrava più vuota, più spenta.
Si sedette sul letto con un sospiro, indecisa sul da farsi. I suoi erano già andati a letto, ma lei non era affatto stanca, probabilmente a causa della dormita in aereo.
Sapeva che la mattina dopo se ne sarebbe pentita, ma decise di stare sveglia a riordinare il materiale per la tesi e a controllare che avesse tutto.
Fu solo un paio d'ore dopo che si ricordò del fuso orario.
-Dannazione- borbottò, tirando fuori il cellulare. Sette ore avanti. In Corea era appena mattina.
Si buttò sul letto, in pigiama, non sapendo se chiamare o meno Taehyung. Era troppo presto, si disse. Probabilmente non aveva neanche acceso il cellulare.
Finì con il mandargli un messaggio di buonanotte e di buongiorno, ridacchiando come una scema. In quel momento lo trovava parecchio divertente.
Doveva decisamente andare a letto.
Fu sorpresa quando il cellulare squillò. Rispose senza guardare, troppo presa dal cercare di non svegliare i suoi.
-Pronto?- rispose incerta, domandandosi chi potesse essere a quell'ora.
Dall'altra parte ci fu un istante di silenzio.
-Guarda che io l'italiano ancora non lo capisco- rispose Taehyung, con tono scherzoso.
Il silenzio questa volta venne da Vivian.
-Tae?- mormorò sorpresa, ricontrollando l'ora. La voce del ragazzo era roca come al solito, ma non sembrava quella di uno che si era appena svegliato.
-Che ci fai già sveglio? In Corea dovrebbero essere le...-
-Sette e un quarto-
la interruppe il ragazzo. -Tra poco dobbiamo andare in sala prove- continuò, non sembrando molto entusiasta della prospettiva.
-Hai risposto subito- replicò Vivian, sentendolo sopprimere uno sbadiglio. Poté quasi vederlo scrollare le spalle mentre le rispondeva.
-Avevo il cellulare in mano. Sapevo mi avresti mandato un messaggio prima di andare a dormire- le rispose con voce decisamente più dolce. Sentì sbattere una porta e la voce di qualcuno, forse Jungkook, in sottofondo. Taehyung sbuffò, prima di riprendere a parlare con tono di rimprovero.
-In questo periodo vai sempre a letto troppo tardi-
-E tu ti svegli troppo presto- replicò Vivian, punta sul vivo. Insomma, era solo ansia da esami. E da tesi. Uh, e dal trovare un sostituto per Shin. Un sacco di ansia, insomma.
-Disse quella che ha un bar- ribatté il ragazzo, facendola ridere.
Passò qualche istante in cui si limitarono a respirare sulla cornetta, con due sorrisi ebeti in volto. Beh, almeno Vivian ce l'aveva, di Taehyung non ne era certa.
-Buona giornata Tae-
-Buonanotte Vivì-



 

********************



 

Seduta a gambe incrociate sul letto, i gomiti sulle ginocchia e le mani a sorreggere la testa, Vivian fissava apatica  i post it sparsi attorno a sé.
Aveva avuto la bella idea di provare a dargli un ordine sensato, incasinandosi solo di più. Ne prese uno tra le dita, lo fissò minacciosa, rigirandoselo un paio di volte, e poi lo mise nella pila di quelli importanti.
Anche se a quel punto le sembravano tutti uguali.
Sospirò, indecisa se fare o meno una pausa. Non che stesse davvero studiando. L'esame era tra pochi giorni e lei si sentiva stranamente calma.
I casi erano due: o era talmente impreparata da arrivare a fregarsene, o era in quello che suo cugino Alex definiva come "stato di buddhità".
Come se fosse stato chiamato, sentì del trambusto su per le scale, e qualcuno ululò.
Sorrise, nel riconoscere il suo cugino preferito.
Pochi istanti più tardi, comparve sulla soglia Alex.
Non era cambiato quasi per niente, aveva solo una lieve barbetta di qualche giorno, ma era bionda, per cui a prima vista non si notava nemmeno.
Alessandro De Luca era uno dei pochi biondi naturali della famiglia. Il che era strano, se si contava che da piccolo era moro. Poi, intorno ai quattro anni, i capelli gli si erano schiariti tantissimo, facendogli guadagnare il soprannome di piccolo principe.
Era sempre stato un bel ragazzo. Aveva lineamenti semplici, ma era molto espressivo e sorrideva molto, il che lo rendeva istantaneamente simpatico alle persone. Non era uno dei più alti in famiglia, ma il fisico smilzo dava quell'impressione.
-Lupacchiotta!- esclamò ilare, allargando le braccia in segno di saluto.
Poi, senza preavviso, si buttò sul letto, rotolandosi sopra e spargendo post it ovunque.
Vivian strillò, colpendolo su un fianco.
-I miei post it!-
-Tanto lo sappiamo tutti che li numeri- la prese in giro il ragazzo, restando sdraiato.
La abbagliò con un sorriso e la ragazza non poté fare a meno di perdonarlo.
-Allora, che mi racconti di bello?-
-Di bello niente- borbottò, lasciandosi cadere contrariata sopra Alex.
-E poi ci siamo sentiti una settimana fa. Cosa vuoi che sia successo?-
-Una lunghissima settimana!- precisò indignato il biondo, grattandole un fianco.
-Stiamo facendo un'ammucchiata?- domandò poi, con un ghigno sul volto.
Vivian non poté non ridere quando sentì quell'espressione. Veniva usata quando i cuccioli, ovvero i cugini, di solito si mettevano a giocare.
Certo, veniva usata quando erano piccoli, ma a volte la ritiravano fuori.
-In due?- ribatté scherzosa. Poi si rese conto che probabilmente era arrivato con altri parenti. Due giorni prima erano passati i nonni, zio Matteo (che era anche il padre di Alex) e un paio di cugini.
-Chi altro c'è?- chiese quindi, incuriosita. Da quel che ne sapeva, zio Federico era via per lavoro, e assieme a lui Simone, il primogenito. Giulia e Mattia, erano entrambi impegnati con il lavoro e non sarebbero riusciti a passare prima di qualche giorno.
-Zia Lucia con Alberto. E zio Enrico con Sara e Andrea- rispose Alex, scoppiando a ridere per l'espressione inorridita apparsa sul volto della ragazza.
-Zia Lucia e zio Enrico assieme? Mi volete male o cosa? Si suppone che debba rilassarmi, non fare da spettatrice allo scoppio della terza guerra mondiale!- esclamò la ragazza, sospirando esasperata. Si lasciò andare a peso morto sul cugino, mentre questo continuava a ridacchiare.
Zia Lucia e zio Enrico erano gemelli, perciò si erano tutti aspettati che andassero quantomeno d'accordo. Invece, fin dalla più tenera età, come raccontava suo padre, non avevano fatto altro che battibeccare come cane e gatto.
A volte erano divertenti, altre volte...beh, Vivian non invidiava affatto i loro figli.
-E ti avverto- la avvisò il ragazzo sotto di lei, con una smorfia di scuse. -Zia è sul piede di guerra-
-Ma che ho fatto?- domandò la ragazza, ad occhi sgranati.
Alex scrollò le spalle.
-Immagino voglia sapere tutto del tuo Taehyung- rispose con un sorriso felino. Poi, quando vide il suo sguardo ebete all'uso dell'aggettivo possessivo, le scombinò giocosamente i capelli.
-Non preoccuparti, il tuo fratellone è stato muto come una tomba-
-Ma perché in questa famiglia nessuno si fa gli affari propri?- si lagnò Vivian, proprio nell'esatto istante in cui entrò Andrea.
-E te ne rendi conto solo adesso?- domandò questo con un sorriso canzonatorio, facendo ridere Alex.
Andrea era uno dei cugini più grandi ed aveva i tipici tratti di un De Luca. Alto, moro e dalla pelle olivastra.
Praticamente tutto il contrario dei due stesi sul letto.
-Ammucchiata?- propose il biondo, fissandolo a testa in giù.
-Se vengo anch'io cadiamo tutti e tre- rispose, scuotendo la testa divertito. -E poi- aggiunse lanciando un'occhiata preoccupata fuori dalla porta. -Ho lasciato papà e la zia di sotto. Alberto sta provando a distrarla, ma sapete com'è fatta zia...-
-Un carro armato- risposero in coro i due sul letto, sghignazzando divertiti.
Le risate si bloccarono quando sentirono che la conversazione in salotto stava assumendo toni decisamente animati.
-Devo proprio scendere?- borbottò poco convinta la ragazza. Alex le lanciò un'occhiata saputa.
-Preferisci che salga la zia?-
Fu così che neanche cinque minuti più tardi si apprestava a entrare in cucina, pronta per il pranzo. E alla guerra.
Doveva ammettere che la situazione non sembrava così tragica. Non ancora.
Zia Lucia era del tutto assorta in una conversazione con sua madre. Beh, quello in effetti poteva essere preoccupante. Sperò solo non stessero parlando della sua vita amorosa.
A poca distanza da loro, i due cugini, Alberto e Sara, chiacchieravano tranquillamente, lanciando però delle occhiate caute ai rispettivi genitori.
Zio Enrico era dall'altra parte della sala, intento a ridere con suo padre di qualche battuta.
I gemelli, manco a dirsi, non si somigliavano per niente.
Lo zio era secco, con una zazzera brizzolata perennemente scompigliata. Lo sguardo furbo e il ghigno lo facevano sembrare sempre pronto alla battuta.
La zia era più robusta, i capelli folti e scuri, tagliati nel suo solito caschetto. Aveva tratti decisi, ereditati dalla madre ed era un toro, di segno che di fatto.
I cugini invece si assomigliavano, chi più chi meno, un pò tutti.
Visti tutti nella stessa stanza facevano di certo un bell'effetto.
Anche sua madre, constatò Vivian con un sorriso, si mischiava bene con quei suoi capelli scuri. Le uniche macchie anomale, lì in mezzo erano lei e Alex. E anche un pò suo padre, da cui aveva preso il castano dei capelli.
Il primo a notarla fu lo zio, che emise un fischio attirando l'attenzione di tutti.
-Branco, adunata! È arrivato il cucciolo!- annunciò sghignazzando, mentre Vivian veniva sommersa dagli abbracci dei cugini.
-Sempre a far cagnara- ribatté zia Lucia, mentre si avvicinava e la stritolava anche lei in un abbraccio.
-Doveva essere una battuta?- replicò furbo l'uomo, beccandosi una gomitata di ammonimento dal fratello.
Proprio mentre Lucia si girava per rispondergli a tono, intervenne Sara, primogenita di Enrico e sorella di Andrea.
-Ragazzi, io ho una fame! Ma che stavate facendo lassù?- domandò ai cugini più giovani.
-Ho sparso i foglietti di Vivian!- esclamò Alex ridendo, beccandosi una sberla dalla ragazza.
-Erano post it! -precisò Vivian fintamente piccata.
-Sì sì, come dite voi- si intromise Alberto, con sguardo tetro.
-Ora mangiamo per favore? E facciamo sedere quei due dalla parte opposta della tavolata- aggiunse mormorando in direzione dei gemelli.
-Vorrei arrivare vivo a stasera. Avrei dei programmi io-
-Ooooh- gli fece il verso Alex, un ghigno malandrino sul volto. -Esci ancora con Emma? Ancora non ti ha mollato quella poveretta?-
-Oh, no- colse la palla al balzo Sara. -Devi sentirli al telefono. Roba da diabete-
-Mi mollerà non appena conoscerà voi- ribatté Alberto con un sospiro, non riuscendo però a trattenere un sorriso affettuoso.
-E poi- concluse maligno in direzione della cugina più grande, -Almeno io ho una ragazza. Se continui così rimarrai zitella-
-Ehi!- esclamò indignata Sara, voltandosi con cipiglio battagliero verso il cugino.
Vivian sospirò, scambiandosi uno sguardo di rassegnato divertimento con Alex. Se non erano gli zii a cominciare, di certo ci pensavano i cugini.
Grazie al cielo, il paciere del gruppo, Andrea, passò in mezzo a loro con le braccia alzate.
-A tavola!- esclamò, sedendosi al centro del tavolo.
Quello dichiarò l'inizio del pranzo.
E l'agonia di Vivian.
-Allora?- iniziò a un certo punto zia Lucia, quando ormai erano a metà del pranzo.
-Pensi di dirci qualcosa di questo fantomatico ragazzo?-
Vivian dovette dargliene atto. Almeno aveva aspettato che arrivassero al secondo prima di iniziare l'interrogatorio.
-Mamma!- la riprese Alberto, lanciandole un'occhiataccia. Vivian gli sorrise grata, conoscendo la natura privata del ragazzo. Purtroppo con sua zia c'era poco da fare.
-Che c'è?- ribatté infatti questa, con tono innocente. -Siamo tutti curiosi, non fate gli ipocriti. Ho provato a farmi dire qualcosa da quello lì- disse indicando Alex, che si limitò a sorridere sibillino.
-Ma a quanto pare non ne sa niente. Ho fatto finta di crederci-
Qualcuno sghignazzò. Andrea nascose un colpo di tosse. E sua madre dovette girarsi per evitare di scoppiare a riderle in faccia.
-So solo che il suo gruppo musicale comincia con la B- continuò Lucia come se nulla fosse, ormai lanciata nel suo monologo.
-Niente di utile. Avete idea di quanti gruppi coreani inizino con la B? Ho fatto una lista-
Vivian non seppe se mettersi a piangere o a ridere quando la donna tirò effettivamente fuori un foglietto spiegazzato.
-Bap, BigBang, Btob...questo sembra un nome di un medicinale...Beast, Bangtanqualchecosa, BlockB, B1A4...ma che è, un foglio? Boyfriend...-
A quel punto la metà dei commensali stava ridendo apertamente, compresa Vivian.
Bangtanqualchecosa? Oddio, pensò mentre si asciugava una lacrima, questa avrebbe dovuto raccontarla ai ragazzi.
Alex era disteso sul tavolo e rideva talmente forte che non emetteva rumore. Ancora un pò e sarebbe rotolato giù dalla sedia.
Zia Lucia li guardò soddisfatta, prima di concludere con la stoccata finale.
-Voglio dire, non potrebbero darsi dei numeri? A me piace il quattro. A te chi piace, il sette o il diciannove? Sarebbe decisamente più semplice-
-Hai finito, sorella?- intervenne a quel punto zio Enrico, con sguardo furbo.
-Problemi, fratello?- rispose la gemella, con lo stesso tono supponente.
-Pensavo potessimo conversare un pò, se hai finito con il tuo monologo-
Ci fu un mezzo trambusto sotto il tavolo e qualcuno si beccò un calcio.
Probabilmente la persona sbagliata, dato che fu Andrea a fare una smorfia sofferente.
-Non sarebbe un monologo se qualcuno si decidesse a rispondermi. Ma state tutti zitti!- replicò piccata la donna, lo sguardo oltraggiato.
-Fatti due domande...- sussurrò il gemello con il chiaro intento di non essere udito. Purtroppo per lui, la sorella aveva un orecchio allenato.
-Che hai detto?!-
Fu a quel punto che Andrea, ripresosi dal calcio immeritato, si intromise ancora una volta per fare da paciere.
-Zia!- esclamò verso Sylvie, con un sorriso falsissimo sul volto, cosa che fece sorridere la donna.
-Il sugo di tonno stavolta ti è venuto proprio bene-
-Vero?- rispose con nonchalance la donna, con il suo marcato accento francese. -Mi ha aiutato Vivian. Probabilmente avrei finito col dimenticare il sale, sennò-
-O il tonno- aggiunse scherzoso Marco, beccandosi una gomitata dalla moglie.
Vivian si spiaccicò una mano in fronte e Alex si sporse verso di lei.
-Bentornata. Ammetti che ti eravamo mancati, non è vero?-
-Non ne hai idea- borbottò sarcastica lei.



 

********************



 

Vivian masticò un'imprecazione tra i denti quando raggiunse una delle porte che circondavano il centro storico di Bologna. Imprecava raramente e quasi mai ad alta voce, ma in quel momento non gliene fregava niente di passare per una scaricatrice di porto.
Aveva un esame. L'ultimo.
E quella mattina era cominciata nel peggiore dei modi.
Si era svegliata con l'ansia, niente di troppo strano in verità, solo per scoprire che quel giorno ci sarebbe stato sciopero degli autobus.
Aveva guardato inorridita il padre, a casa quella mattina (sua madre le aveva lasciato un bigliettino di incoraggiamento ed era andata al lavoro).
-Ma è giovedì!- protestò scandalizzata, preparandosi velocemente una tazza di caffelatte.
Non era giusto, gli scioperi erano sempre stati di venerdì! Perché quando uno aveva degli esami, le cose improvvisamente davano di matto?
Il padre scrollò le spalle, finendo di lavare i piatti.
-Ultimamente fanno scioperi ovunque, pensa che i treni...-
-On parlarmi di treni. Non devo prendere il treno. Chissenefrega- lo interruppe Vivian agitata, ricontrollando per l'ennesima volta se avesse scordato qualcosa.
L'esame era orale e lei era più o meno a metà della lista, perciò aveva tutto il tempo di rileggersi qualche appunto...pardon, post it.
L'uomo nascose una risata con un colpo di tosse, voltandosi a guardarla mentre si asciugava le mani con un panno.
-Sono appena le sette e mezza, e tu sei tipo trentesima- provò a calmarla. Con scarsi risultati.
La ragazza infatti alzò la testa, fissandolo con una smorfia seccata mentre si raddrizzava gli occhiali.
-Fanno l'appello alle nove-
-Che cavolata- borbottò in risposta il padre.
Era decisamente una cavolata, pensò Vivian, dando ragione al padre mentre correva...beh, non proprio, camminava veloce.
Ci aveva messo un quarto d'ora per arrivare alla Porta e si sentiva più morta che viva. Faceva un caldo allucinante, ma essendo l'esame orale, di certo non poteva presentarsi in pantaloncini.
Era stata costretta a mettersi i jeans e, come si diceva da quelle parti, ci stava letteralmente facendo i sughi. La situazione migliorava con la camicetta di lino a maniche larghe, ma lo zainetto le stava facendo sudare abbondantemente la schiena.
Avrebbe dovuto passare dal bagno una volta arrivata all'Accademia.
Se ci fosse arrivata.
Poco oltre la Porta, una fermata dell'autobus era stata presa d'assalto. Incuriosita, perché era o non era sciopero? si avvicinò, chiedendo a una signora se stessero aspettando l'autobus.
-Sì sì- rispose quella, non guardandola nemmeno, del tutto presa a fissare la strada davanti a sè. -Ne girano pochi e arrivano solo in centro. Dovrebbe arrivare tra pochi minuti-
Vivian calcolò mentalmente il da farsi.
A piedi la aspettava una camminata di venti minuti abbondanti, sempre se manteneva quel passo. Ma sarebbe arrivata praticamente strisciando.
Con l'autobus ci avrebbe impiegato a malapena cinque minuti, se beccava male il semaforo in centro. Per contro, si sarebbe immersa nella folla di gente che aspettava.
Valutò il da farsi e, dopo un'occhiata all'orologio, decise che era meglio aspettare l'autobus.
Erano le otto e mezza passate.
Provò a darsi una sistemata, sventolando le mani e facendosi aria, sistemandosi anche la treccia.
Fu mentre guardava nella direzione in cui sarebbe dovuto arrivare l'autobus, che il cellulare suonò, segnalando l'arrivo di una notifica.
Lo tirò fuori incuriosita, continuando a lanciare occhiate veloci alla strada.
Quando si era svegliata, quella mattina, si era ritrovata messaggi di incoraggiamento da parte di tutti i suoi amici. Più un messaggio vocale di Hobi e Jimin, dove cantavano un'assurda canzoncina per bambini. Se non li avesse conosciuti bene, avrebbe pensato che fossero ubriachi.
Quindi non sia aspettava altri messaggi.
Infatti era una notifica di youtube.
Che l'avvertiva dell'uscita del nuovo video dei Bts, Fire.
Vivian si bloccò gelata, gli occhi sgranati fissi sullo schermo. Perché proprio ora?!
Lanciò un'occhiata alla strada per poi riportare lo sguardo sul cellulare.
Che fare? Vedere o non vedere?
Diamine, era così curiosa. E le mancava Tae. Erano due giorni che per incompatibilità di orari non si sentivano. Si erano lasciati qualche messaggio vocale, ma non era la stessa cosa.
Accidenti, avrebbe potuto aspettare di arrivare in Accademia, ma sapeva che una volta lì non si sarebbe concentrata su nient'altro che i suoi libri.
Si morse un labbro, mentre si metteva le cuffiette e faceva partire il video.
Furono i quattro minuti più assurdi della sua vita.
Quattro perché ci volle un pò prima di riprendersi. Avrebbe potuto fare qualsiasi commento, davvero. Infondo c'era davvero tanto da commentare.
Tipo la parte iniziale di Yoongi. O Jungkook che mandava baci random uccidendo con un gesto metà delle fan.
O il rap congiunto di Hobi e Namjoon. Per non parlare di quanto fosse figo Jin biondo.
O ancora Jimin e la sua parte con l'accendino.
La coreografia poi era qualcosa di assolutamente mostruoso. Ora capiva tutte le prove che avevano fatto.
Invece, proprio mentre l'autobus arrivava, scrisse un veloce messaggio a Taehyung.
"Si può sapere che cos'hanno contro i tuoi capelli?"
Perché davvero, non poteva girare un intero video con un solo colore di cappelli? Questo accanimento era del tutto ingiustificato. O forse era lei che stava sclerando.
Quel pomeriggio, dopo essere finalmente uscita dall'aula del professore con un ventotto sudato, avrebbe potuto fare meglio ma era il suo ultimo esame e non ne poteva più, riaccese il cellulare, trovando la risposta del ragazzo.
"Tranquilla, ora sono di un altro colore ;)".
Si bloccò in mezzo al corridoio, stringendo in modo compulsivo il cellulare. Quell'occhiolino le pareva tanto da presa in giro.
-Kim Taehyung!- urlò, scaricandosi, spaventando una paio di matricole che stavano aspettando il loro turno per l'esame.
A quello seguì un lungo messaggio vocale a cui il ragazzo rispose con una risata.
No, davvero, registrò un messaggio vocale con la sua risata.
Vivian non l'avrebbe mai ammesso, ma si era salvata quel messaggio.



 

********************



 

Vivian venne svegliata di soprassalto dalla suoneria del suo cellulare. Tastò il comodino ad occhi chiusi, rigirandosi svogliatamente tra le coperte.
Era mattina? Non le pareva ci fosse abbastanza luce.
Scocciata, perché per quanto fosse una persona mattiniera, svegliarsi con il suono del cellulare era sempre un trauma, aprì gli occhi, afferrando finalmente quel maledetto aggeggio, che non aveva smesso un attimo di suonare.
Le quattro del mattino.
Se era Alex l'avrebbe ucciso.
Fu solo quando vide il numero di Yoongi che si svegliò definitivamente, improvvisamente allarmata.
I ragazzi erano stati ben attenti al fuso orario, quindi dovevano ben sapere che in quel momento da lei era notte. Beh, mattina molto presto, ma il senso era quello.
Perciò doveva essere un'emergenza.
In panico crescente, perché non era Tae a chiamarla? Se chiamava Yoongi forse gli era successo qualcosa? rispose con voce tremante.
-Yoongi, che succede?- per un attimo, presa dall'ansia, stava per rispondere in italiano.
Dall'altra parte ci fu un sospiro stanco.
-Prima di tutto calmati, siamo tutti vivi-
-Non fare del sarcasmo con me, Yoongi
- replicò Vivian con voce d'acciaio, improvvisamente molto simile a sua madre quando rimproverava qualcuno.
-Qua sono le quattro del mattino. Se mi avete chiamato significa che è successo qualcosa-
Ci fu un altro sospiro da parte del ragazzo, e Vivian sentì delle altre voci in sottofondo.
-No, parlo io. Voi finireste solo con il farla allarmare di più- sentì Yoongi rispondere.
-Ah, perché tu stai facendo un ottimo lavoro invece!- la voce di Jimin le arrivò lontana. Sembrava in qualche modo piccato, ma la ragazza, che lo conosceva bene, poté notare una nota preoccupata.
-Zitto e va da Tae. E cerca di non combinare casini con Kookie, che è già abbastanza depresso-
-Sì hyung- borbottò il più piccolo, calcando sarcastico sul "hyung".
-Scusa- le disse come prima cosa Yoongi, quando fu nuovamente solo.
-È una cosa che saresti venuta a sapere non appena ti saresti svegliata, ma abbiamo preferito chiamarti. I siti ingigantiscono sempre le cose-
-Yoongi, potresti arrivare al dunque? Perché al momento mi sto immaginando scenari apocalittici- ribatté Vivian ironica, facendo ridacchiare il ragazzo. Era ovviamente una bugia. Dato che il ragazzo non sembrava così preoccupato, non doveva trattarsi di nulla di grave. Si fidava di Yoongi.
-Scomodiamo addirittura l'apocalisse?- scherzò infatti lui, facendola sorridere.
-Trattandosi di voi tutto è possibile- replicò con lo stesso tono. A quel punto capì che non si sarebbe più riaddormentata e scese silenziosamente le scale, entrando in cucina per prepararsi qualcosa da bere.
-In effetti, un paio sono impazziti, ti lascio immaginare chi- le rispose lui e poté quasi vederlo mentre alzava gli occhi al cielo.
-Comunque niente di troppo grave. Kookie si è preso una brutta influenza e siamo andati in ospedale giusto per assicurarci che non fosse niente di grave. I giornalisti hanno ovviamente fraintese e ora sembra che abbia la tonsillite o sia in punto di morte-
-Giornalisti cretini- borbottò Vivian, ricevendo un grugnito di approvazione da parte di Yoongi.
-Kookie resterà a letto per i primi due giorni di promozione e non l'ha presa benissimo. Ora c'è Tae a calmarlo. Voleva chiamarti lui, ma era troppo agitato e avrebbe finito col farti prendere un infarto prima di dirti cosa stava succedendo-
Vivian scoppiò a ridere, riuscendo perfettamente a immaginare la scena. Certo, ora rideva, ma Yoongi aveva ragione.
-Namjoon e Jin?- domandò Vivian, perché era strano che il ragazzo non li avesse ancora nominati.
Questa volta, Yoongi sospirò di irritazione.
-Sono con i manager per discutere il da farsi. Mi hanno lasciato con i bambini. E Hobi, che è in cucina a cercare di cucinare qualcosa di commestibile con il maknae- borbottò, sembrando esasperato, preoccupato ed esausto allo stesso tempo. Prima che Vivian potesse rispondere, continuò, e alla ragazza sembrò che avesse bisogno di sfogarsi in qualche modo.
Non era il tipo che si agitava o faceva rumore, ma sapeva che la situazione gli pesava come a qualsiasi altro membro.
-Il punto è che Kookie sta già abbastanza male senza che quei due imbecilli  peggiorino la situazione. Scusa, non volevo dare dell'imbecille al tuo ragazzo- rettificò poi, ricordandosi con chi stava parlando.
-Tranquillo, non la prenderò come un'offesa personale- lo rassicurò Vivian, sapendo che non intendeva insultarli davvero.
-E Jimin è tutto sarcasmo pungente. Lo so che fa così quando è preoccupato, ma prima ha quasi fatto piangere Kookie- Poco ci mancò che si mettesse a urlare. Sembrava un pò isterico a dir la verità. La ragazza un pò lo capiva. L'avevano lasciato da solo a fronteggiare la maknae line.
-Ehm, Yoongi?- si intromise poi in quella specie di monologo, realizzando solo in quel momento quello che aveva detto.
-Cosa?-
-Tu l'hai appena rispedito da Jungkook. Con quell'imbecille del mio ragazzo- spiegò Vivian, cercando di non scoppiargli a ridere in faccia. Beh, al telefono.
Seguì qualche secondo di silenzio prima che il ragazzo metabolizzasse la frase.
-Oh cazzo- sbottò poi, sconvolto. -Senti, ti richiamo eh?-
-Credo che il mio scenario apocalittico si sia appena avverato- commentò la ragazza, non riuscendo a trattenersi dallo scoppiare a ridere una volta che la chiamata fu terminata.



 

********************



 

La tesi era data, lei era laureata e il mondo era un posto meraviglioso.
Ok, non esageriamo.
Diciamo che il suo angolo di paradiso, cioè il soggiorno, era un posto meraviglioso.
Si trovava attualmente distesa sul divano in beata contemplazione dell'infinito. Gli uccellini cinguettavano felici e...no, va bene, faceva troppo caldo per loro. Probabilmente erano morti da qualche parte.
Non si era drogata. E non aveva neanche bevuto. Vivian avrebbe potuto giurarlo in tribunale.
Ma era fatta. Non in quel senso.
E lei si sentiva svuotata e senza più energie. Allo stesso tempo però era in una specie di calma catartica che le faceva vedere il mondo pieno di unicorni e arcobaleni.
Fu il suo computer, appoggiato sul tavolino di fianco a lei, a riportarla alla realtà.
Chiamata Skype in arrivo da parte di Shin.
Strano, l'aveva chiamata ieri per rassicurarla ,(dopotutto era uno dei pochi che capiva l'ansia della tesi), e non sembrava ci fosse alcuna novità.
Con calma flemmatica, rimanendo distesa, allungò una mano e schiacciò il tasto di risposta.
Quando sullo schermo apparvero i volti di Shin e Hyerin, si limitò a sbattere gli occhi sorpresa. Il bar sullo sfondo le faceva capire che dovevano essere ancora al bar.
Ma che ore erano?
-Vivian, ma stai bene?- domandò cautamente il ragazzo, mentre l'amica le lanciava un'occhiata scettica.
Lei per tutta risposta fece un sorriso beato e un cenno con una mano. Era ancora sdraiata e, anche se la posizione non era comodissima, con la testa girata di lato, non aveva intenzione di scollarsi da lì.
A meno che quei due non avessero combinato qualche guaio. E la percentuale era molto alta.
-Secondo me è meglio richiamarla in un altro momento- suggerì Hyerin scettica, inarcando un sopracciglio.
-Sto bene-
-Sembri fatta-
-Sono felice e beata, non rompermi le palle. È il mio momento di gloria
- rispose piccata Vivian, facendole una linguaccia.
-E allora sì che dovresti essere ubriaca- replicò Hyerin con un sogghigno.
-Ragazze, potremmo tornare al motivo della chiamata?- Shin sospirò irritato, lanciando un'occhiata bieca alle ragazze.
-Tornare dove, che non mi avete ancora detto niente- E va bene, poteva essere stata un pò stronza a rispondere così, ma quei due le stavano rovinando tutto lo zen. Che karma del cavolo.
Hyerin colse la palla al balzo, sorridendo bastarda e con un luccichio pericoloso negli occhi.
-Questo perché ti abbiamo trovato in coma come una balena spiaggiata- soffiò fuori, non raggiungendo però il risultato sperato. Vivian infatti mise il broncio, rispondendo in modo talmente assurdo che perfino l'amica restò senza parole per qualche secondo.
-Dici che sono ingrassata? Colpa dei parenti, continuano a essere convinti che io non mangi in Corea-
-Ragazze!-
sbottò Shin esasperato, interrompendo quel dialogo insensato.
Le due si voltarono verso di lui, Vivian con un grugnito poco convinto e Hyerin con le labbra stirate in una smorfia piccata.
Da qualche parte, non visibili allo schermo, due persone risero.
-Ditemi che non sono clienti- commentò Vivian, cercando di risultare minacciosa. Quando vide i due ragazzi scambiarsi uno sguardo complice, capì che la fine del mondo era vicina. Se pure quei due si mettevano a fare comunella, c'era di sicuro qualcosa di grosso in ballo.
Quasi certamente disastri.
-Non esattamente- si decise a rispondere Hyerin, dando un colpo al braccio del ragazzo, come per chiedere aiuto.
Shin si schiarì la gola, prima di spiegare.
-Erano clienti ma adesso potrebbero non esserlo più. Sempre se sei d'accordo-
-Non ci sto capendo assolutamente niente- borbottò per tutta risposta Vivian, cominciando a essere esasperata da quel comportamento. E dire che almeno Shin gli era sembrato una persona matura! Invece si stavano comportando entrambi come se avessero combinato un guaio e dovessero dirlo a mamma
-Patti chiari e amicizia lunga- commentò in italiano, recitando un detto.
-Che hai detto?- domandò Shin sbattendo gli occhi come un gufo.
-Secondo me era un insulto- gli disse Hyerin, confusa quanto lui.
-Ho detto che se non vi sbrigate a vuotare il sacco vi licenzio. Anzi, non vi cucino più dolci- rispose Vivian, ben sapendo che la minaccia del licenziamento era del tutto inutile. Invece quella dei dolci sembrò funzionare.
-Abbiamo trovato i sostituti per Shin!
-Frenate un attimo. Sostituti?  me ne serve uno. E poi ne siete sicuri? Non voglio altra gente pazza e mentalmente instabile nel mio locale
- commentò per niente convinta Vivian, ripensando a tutti quelli che si erano presentati per il posto.
A partire da Yejun che, grazie al cielo, non si era più fatto vivo. Poi era stata la volta di una ragazza che voleva fare solo quattro giorni perché era davvero molto impegnata.
C'era stato il ragazzo che non riusciva a fare due metri senza inciampare (senza vassoi e su una strada dritta), e quello che ci aveva provato spudoratamente con tutta la popolazione femminile del locale.
La lista continuava, ma quelli erano i casi più eclatanti.
Vide i suoi amici scambiarsi un'altra occhiata, prima che Hyerin prendesse la parola.
-Questi li conosciamo. E sono affidabili- Annuì per dare enfasi alle sue parole, poi sembrò indugiare.
-Sono due perché sono liceali e si alternerebbero, quindi non devi pagarli il doppio. E poi resterebbero per tutta l'estate, così avresti più tempo per trovare un sostituto definitivo-
Sembrava una madre che difende i propri cuccioli e questo fece ridacchiare Vivian.
-Va bene, sputate il rospo. Anzi, i rospi- disse, già rassegnata. Se erano liceali e li conosceva, non potevano esserci molte alternative.
A sorpresa però, spuntarono Soo-Min e Young-Nam. La ragazzina sembrava un cucciolo di foca spaventato, mentre il ragazzo pareva una statua di sale.
-Questa proprio non me l'aspettavo- commentò Vivian, con una buffa smorfia che fece ridacchiare tutti, allentando la tensione.
-Quindi siamo a posto?- chiese Hyerin, con un sorriso brillante sul volto. Si beccò un'occhiata arcigna dall'amica.
-A posto un cavolo. Fatemi prima parlare con loro-
-Ma li conosci!-
-Ya! Sparisci. Anzi, sparite. Voglio parlare con loro da soli
- berciò Vivian, alzandosi seccata dal divano. Si sedette a gambe incrociate davanti al tavolino, scrocchiando il collo.
Hyerin fece una smorfia indignata, prima di mulinare i capelli e sparire dalla visuale. Shin ridacchiò sotto i baffi, dando una pacca di incoraggiamento ai ragazzi.
-Bene- cominciò Vivian una volta che si fu assicurata che fossero davvero da soli.
-Ora vorrei una spiegazione ragionevole sul perché dovrei assumervi. Soo-Min, pensavo saresti tornata dai tuoi per l'estate- spiegò, genuinamente sorpresa. Sapeva che vedeva i suoi almeno due weekend al mese, ma non era la stessa cosa. Credeva che avrebbe colto la palla al balzo per passare un'intera estate con loro. Da quel che ne sapeva avevano un ottimo rapporto.
Soo-Min si mordicchiò nervosamente le labbra, annuendo alle sue parole. Poi respirò profondamente, come a prendere coraggio. Vivian per poco non scoppiò a ridere. Sapeva bene di essere una delle persone meno minacciose del pianeta.
-Beh, sì. Però una volta là avrei cercato comunque un lavoretto estivo. Così quando Hyerin unni mi ha proposto questa cosa, ne ho parlato con i miei genitori e i miei zii. Hanno detto che non ci sono problemi e che sono contenti che mi sia fatta degli amici-
Se poi Soo-Min la guardava con quegli occhi da cucciolo, come faceva a dirle di no?
-Ne sei certa?- chiese per fugare ogni dubbio.
-Hanno detto che verranno a trovarmi. Mamma ha una settimana di vacanza a luglio-
-...ok, diciamo che va bene
-
-Davvero?- domandò la ragazzina, illuminandosi. Al suo fianco, Young-Nam emise un sospiro sollevato.
Vivian sorrise. In fondo era felice che fosse qualcuno che conosceva. Il bar era un pò come una seconda casa e Soo-Min praticamente faceva ormai parte della famiglia.
-Come ha detto Hyerin, ti conosco. Non è che ho davvero bisogno di raccomandazioni. Ora, Young-Nam...uhm..- fece una pausa, osservando il ragazzo che le stava lanciando occhiate di sfuggita, improvvisamente a disagio. E la ragazza capì che probabilmente la sua situazione familiare non era di dominio pubblico.
-Senti Soo-Min, perché non raggiungi Hyerin mentre io parlo con lui?- propose, facendo un cenno alla ragazzina, che annuì subito, correndo via.
-Grazie- mormorò Young-Nam, facendo un piccolo sorriso, subito ricambiato dalla ragazza.
-Figurati. Immagino che tutta la storia la sappia solo la banda-
-Loro sanno tutto- rispose fermo il ragazzo, sembrando riferirsi anche ad altro.
Vivian lo fissò brevemente negli occhi, prima di sospirare.
-Un giorno noi due dovremo fare una bella chiacchierata- si arrese, consapevole che il ragazzo avrebbe vuotato il sacco solo quando l'avrebbe deciso lui. Young-Nam poteva sembrare tanto caro e gentile, ma se voleva, era più fermo di una montagna. Infatti si limitò a sorridere sibillino, prima di tornare serio.
-Ho fatto domanda di borsa di studio per meriti sportivi- annunciò, cogliendo di sorpresa la ragazza, che sgranò gli occhi impressionata.
-Te l'hanno data?-
-Sì, anche se non so ancora se sarà piena o dimezzata
- annuì il ragazzo, con un luccichio orgoglioso negli occhi.
Vivian si grattò il collo pensierosa.
-Ok, spiegami un pò come funziona-
-Se è piena, oltre a pagarmi l'università, avrò anche un alloggio gratuito. Dimezzata, avrò solo l'università-

-Mh, perciò vorresti lavorare per mettere da parte i soldi nel caso fosse dimezzata?-
-Esatto. Comunque, anche se avessi quella piena, avrei le spese di mantenimento
-
-Ok, in effetti il ragionamento fila. Però pensavo...tu di solito non passi l'estate con tua madre?- domandò la ragazza, cercando di usare un tono gentile. Sapeva che la situazione familiare era un tasto dolente per lui.
Young-Nam infatti abbassò le spalle, facendo una smorfia.
-Sì, però è anche per questo che voglio lavorare-
Vivian corrugò le sopracciglia, non capendo.
-Cos'hai in mente?- chiese, immaginando che il ragazzo stesse tramando qualcosa. Il ghigno che ricevette in risposta ne fu la conferma.
-Sai che sono mezzo cinese, no? E che i miei si sono separati quando ero piccolo e mamma è rimasta ad Hong Kong- cominciò lui, con tono serio. La ragazza si limitò ad annuire.
-Si sono separati perché se mamma fosse venuta in Corea, avrebbe dovuto lasciare il lavoro e a quel tempo c'era molta discriminazione verso i cinesi-
-E per tuo padre era uguale
- indovinò la ragazza, schioccando la lingua. Young-Nam annuì, non sembrando neanche lui particolarmente felice della cosa. Come dargli torto.
-Esatto. Io sono cresciuto qui perché se fossi andato a vivere in Cina con mamma, lo Stato non mi avrebbe garantito l'assicurazione sanitaria e neanche la doppia cittadinanza-
-Va bene, ma non capisco cosa centri il lavoro al bar con tutto questo
- Insomma, o quel giorno era particolarmente ritardata o non c'era un nesso logico. A meno che, proprio come aveva pensato, non ci fosse altro sotto. Vide il ragazzo indugiare un pò, con un accenno di imbarazzo negli occhi.
-Papà ha fatto carriera. Potrebbe chiedere tranquillamente un trasferimento in una delle sedi ad Hong Kong, solo che fino ad ora...-
-Tu eri qui-
lo interruppe Vivian, cominciando finalmente a capire. Chiaro, suo padre non aveva voluto trasferirsi mentre era al liceo.
-Esatto. Adesso che comincio l'università e posso lavorare, potrei mantenermi da solo, almeno in parte. Con la borsa di studio piena sarebbe meglio ma, beh, posso farcela anche con quella dimezzata- Scrollò le spalle, minimizzando le difficoltà. Vivian era certa che sarebbe stato molto difficile essere completamente autosufficiente, ma era anche vero che aveva Myung-Dae e Dong-Sun dalla sua parte. E anche tutti loro.
La ragazza era ormai convinta a dargli il lavoro, non che fosse mai stata convinta del contrario. Aveva però un ultimo dubbio, anche se probabilmente non erano affari suoi.
-Quindi credi che se tuo padre si trasferisse, i tuoi si rimetterebbero insieme?-
-Ne sono certo
- rispose Young-Nam con fermezza, come se fosse uno dei punti saldi della sua vita.
-Nei dieci anni che sono stati separati, nessuno di loro ha avuto altre relazioni. E mamma passa ogni Natale da noi. Si parlano tranquillamente e non li ho mai sentiti litigare. Si amano, noona-
-Lo sai vero che non si sono lasciati a causa tua?- indagò lei, certa che il ragazzo fosse il tipo da addossarsi le colpe altrui. Come aveva previsto, la guardò con un lieve imbarazzo sul volto.
-Sì, anche se ci ho messo un pò. È solo un gran casino con le leggi- mormorò con una smorfia.
-Non me ne parlare- borbottò lei, ricordando tutto quello che sua nonna e sua madre avevano dovuto passare.
-Quindi...- tergiversò Young-Nam, incapace poi di continuare.
Vivian per tutta risposta alzò gli occhi al cielo. Ragazzi!
-Young-Nam, credi davvero che potrei mai dirti di no? Però noi dobbiamo fare un bel discorsetto-
Il ragazzo sembrò cadere dalle nuvole, perché la guardò confuso.
-Uh?-
-Sul tuo migliore amico e sulla mia migliore amica
- precisò la ragazza, vedendolo con soddisfazione sbiancare e sgranare gli occhi.
-Ehm, questo è...mi sa che devo andare...- cercò di scappare lui, guardandosi intorno con aria terrorizzata.
Oh, che melodrammatico. Non faceva mica così paura, no? Cos'avevano tutti quel giorno?
-Scappa scappa, tanto ci vediamo tra due settimane-
-Diciotto giorni- ci tenne a precisare il ragazzo piattamente, consapevole dell'interrogatorio che l'avrebbe aspettato.

 

 










- Spazio autrice –
E le prime due settimane sono andate.
Se vi serve un chiarimento sull’albero genealogico della famiglia De Luca chiedete pure. Mi rendo conto che magari sia stato difficile seguire tutti i collegamenti (io l’ho disegnato, sennò auguri!)
Nel prossimo avremo una specie di interazione tra i Bts e un membro della famiglia. Vi lascio immaginare quale.
Infondo non è così difficile da indovinare, sono stata abbastanza di parte XD
Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e letto il capitolo precedente. Scusate, a momenti quasi me ne scordavo.
Ora torno a fare lo zombie sul letto.
Alla prossima! ^^




P.s.: per la questione Hong Kong. Lo so che non è propriamente una città cinese, ma so che alcuni mezzi cinesi hanno avuto realmente problemi di quel tipo. Passatemela, per favore ^^










 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Viola del pensiero ***





Non uccidetemi, vi posso spiegare.
È da venerdì che vengo praticamente sequestrata. Mi mancava giusto l’ultima scena che avevo intenzione di scrivere venerdì mattina, in modo da pubblicare nel pomeriggio.
Ma…mamma si è svegliata con l’assurda voglia di andare al mare e ciao. Il giorno dopo, manco il tempo di accendere il tablet e sono stata trascinata a un aperitivo che si è trasformato in un “andiamo alla festa del paese”. Il che ha portato al mio completo rincoglionimento per quasi tutta la domenica.
Mi dispiace davvero per il ritardo. Prometto che cercherò di non farmi più rapire.
Bene, con questo vi lascio alla lettura della seconda parte di maggio! ^^

 

 

 





- Viola del pensiero -

 





Vivian aprì gli occhi lentamente, con un mugugno indistinto.
Perché era in salotto?
Mentre provava a ricordare come fosse finita sul divano, si mosse piano, stiracchiandosi. Un grugnito poco convinto la bloccò, prima di mettere a fuoco Alex, disteso sul divano assieme a lei.
Sorrise pigramente, ricordandosi effettivamente cosa fosse successo.
Baldoria festeggiamenti post laurea.
Beh, ok, tecnicamente non era ancora laureata. Aveva discusso la tesi ed era andata decisamente bene, ma non le era ancora arrivata la mail di conferma dalla segreteria. Conoscendo la sua università, probabilmente l'avrebbe ricevuta nell'ultimo giorno disponibile.
Comunque, rimaneva che spiritualmente era laureata. E questo aveva fatto sì che i suoi parenti improvvisassero una sorta di festa.
Certo, prima della sua partenza ne avrebbero fatta di sicuro un'altra, ma non si erano lasciati sfuggire l'occasione. Tra una cosa e l'altra, la festa si era trasformata in un pranzo, e dal pranzo erano passati a un pomeriggio di pura follia con i suoi cugini.
Alla fine erano rimasti solo lei e Alex e avevano finito col fare una maratona di film musical, partendo da Grease, il preferito in assoluto del cugino, passando per Mamma mia e finendo con Notre Dame de Paris, anche se Vivian era certa di essersi addormentata prima della fine.
Alex non gliel'avrebbe mai perdonata.
Ridacchiò, cercando le forze per alzarsi.
Non sapeva nemmeno che ore fossero, ma di sicuro era almeno metà mattina, a giudicare da come la luce filtrava dalla porta finestra del soggiorno.
Controllò distrattamente il cellulare, sul tavolino, e scoprì con sorpresa che erano quasi le undici.
Non era da lei fare così tardi, ma forse l'alcol le aveva dato la botta finale. Oddio, non che avesse bevuto chissà quanto, sicuramente non come certi suoi cugini. Non era una gran bevitrice e preferiva certamente il vino ai superalcolici. Colpa di come era cresciuta, probabilmente.
Però la sera prima qualche bicchiere era scappato, colpa dei suoi cugini che trovavano i motivi più assurdi per brindare.
Ridacchiò nuovamente, quando un ricordo della sera prima non la fece gelare.
Ricordava di aver chiamato qualcuno e di aver parlato in coreano...merda.
Si lanciò nuovamente sul cellulare, non curandosi di colpire Alex che rotolò giù dal divano come un sacco di patate.
Ignorò il lamento da animale morente, mentre controllava febbrilmente le chiamate.
Ed eccola lì.
Una chiamata effettuata.
A Taehyung.
Lei non era una che imprecava ma...
-Merda- borbottò piano, prima di dare una scrollata al cugino, che non dava segni di vita sul pavimento.
-Alex!- esclamò concitata, mollandogli un debole calcio.
Il ragazzo sbuffò, limitandosi ad aprire gli occhi.
-Vaffanculo- soffiò fuori e Vivian si sentì un pò colpevole, consapevole di quanto il cugino odiasse essere disturbato la mattina. Soprattutto se non aveva ancora fatto colazione.
Il pensiero per la possibile conversazione imbarazzante avvenuta con Tae, però, la costrinse ad accantonare quel piccolo particolare.
-Ieri sera ho chiamato Taehyung-
A quella frase Alex socchiuse gli occhi, sfregandosi lentamente una mano sulla faccia.
-Ah, quindi era lui. Suppongo avrei dovuto intuirlo- borbottò, del tutto indifferente.
In un altro contesto avrebbe reagito diversamente, ma la mattina il ragazzo sembrava cambiare personalità. Vivian con il tempo ci aveva fatto l'abitudine.
-Perché non mi hai fermato?-
-Ci ho provato- protestò il biondo. Poi rimuginò in silenzio e la ragazza ebbe quasi la certezza che stesse pensando a cosa dire con il minor numero di parole. Già, Alex la mattina tendeva a diventare un misantropo asociale.
-Ma i cugini mia hanno bloccato, pensando che sarebbe stato divertente e poi tu ti sei chiusa in bagno-
Vivian trattenne un sospiro scocciato. Maledetti parenti. Dovevano essere tutti più alticci di quello che aveva pensato.
-Ho detto qualcosa di imbarazzante?- domandò allora, non volendolo davvero sapere. Però doveva, almeno alla prossima chiamata di Tae sarebbe stata preparata. Anzi, era strano che il ragazzo non le avesse ancora mandato un messaggio.
Alex si alzò sui gomiti, ormai sveglio. Circa. La smorfia assonnata lo faceva sembrare sul punto di addormentarsi da un momento all'altro.
-E io che ne so? Hai parlato per un pò in coreano e poi ti sei messa a blaterare in francese-
La ragazza continuò a fissarlo, in attesa che continuasse. Aveva studiato francese alle medie e con lei e sua madre in casa, aveva finito irrimediabilmente per tenersi allenato.
-Oh senti, non è che ci ho capito molto. Ma dal tono sdolcinato e dalle tue risate ubriache probabilmente gli avrai dichiarato il tuo amore o qualcosa del genere. Niente di cui preoccuparsi, no?-
Vivian emise un verso disperato, che fece capire ad Alex che forse qualcosa di male c'era. La guardò confuso, strisciando poco più vicino a lei, ancora semisdraiata sul divano.
-Qual è il problema? Mi sembrava di aver capito che siete una coppia da diabete-
-...non siamo una coppia- mormorò la ragazza, dopo un attimo di indecisione.
Alex sbatté gli occhi come un gufo, chiedendosi se per caso non avesse sentito male. Magari stava ancora dormendo.
-Almeno non ufficialmente- aggiunse Vivian, facendogli inarcare le sopracciglia. Le diede un colpo con la mano, per farla continuare e la cugina gli lanciò un'occhiata incerta.
-Noi, uhm...siamo usciti qualche volta. E abbiamo avuto anche un primo appuntamento ufficiale, credo- cominciò Vivian, ripensando a quel pomeriggio all'acquario.
-E, beh, ci sentiamo per telefono e, uhm, ci baciamo e cose del genere, però non abbiamo mai parlato seriamente del fatto di essere o meno una coppia. Capisci?-
-No, al momento no- borbottò confuso Alex, cercando di capire i mille giri di parole della cugina.
-Per prima cosa caffè, poi mi ripeti questa cosa cercando di dargli un senso- propose il ragazzo, trovando finalmente la forza di alzarsi.
Un quarto d'ora più tardi erano in cucina, intenti a prepararsi la colazione.
Sì, erano le undici.
E sì, a nessuno dei due fregava.
Vivian era seduta al tavolo, tazza alla mano e portatile acceso e connesso davanti a lei. Aveva aperto, più speranzosa che altro, la sua posta, per vedere se le era arrivata la fatidica mail.
Niente. Sembrava che la segreteria dell'università si divertisse come al solito ad essere sadica. O pigra.
Sbuffò contrariata, sforzandosi di non premere a casaccio il tasto aggiorna.
Mentre si voltava verso Alex, intento a cercare qualcosa negli scaffali della cucina, il trillo di una videochiamata in arrivo fece sussultare la ragazza.
Guardò lo schermo ad occhi sgranati. Una smorfia dubbiosa le comparve in volto quando vide che era Jungkook.Non fece caso al sogghigno del cugino mentre, sempre più incerta, accettava la chiamata.
Neanche tre secondi dopo, un coro di saluti più o meno esaltati provenne dallo schermo, facendole arricciare il naso, infastidita da quell'improvviso frastuono.
Le voci si interruppero di colpo e Vivian riaprì gli occhi, non si era neanche accorta di averli chiusi, ritrovandosi i Bts che la guardavano perplessi.
-...ciao- borbottò, provando a interrompere quello strano silenzio.
-Che hai combinato?- esclamò Jimin, avvicinandosi allo schermo.
Vivian non pensava si riferisse alla sera prima, ma per sicurezza lanciò un'occhiata a Tae.
Il che non fu un bene, constatò mentre si imbambolava a fissarlo. Non che fosse vestito in modo particolarmente curato, sembravano essere alla BigHit da quello che riusciva a intravedere dietro di loro, ma le videochiamate erano state rare. E vederlo nei live non era decisamente la stessa cosa.
-Ehi!- la richiamò all'ordine Jimin, indignato per essere stato così brutalmente ignorato. Gli arrivò in risposta uno scappellotto da parte di Namjoon.
-Sta buono- gli borbottò, causando le risate degli altri.
-Vivì, hai i capelli più sconvolti del solito- si intromise Hoseok, cercando di arginare la discussione.
La ragazza si portò una mano sui capelli, con una buffa smorfia sul volto.
-Beh, mi sono appena svegliata. I miei capelli hanno tutto il diritto di essere sconvolti- rispose divertita, causando altre risate.
Si chiese per un attimo se era il caso di darsi una sistemata, ma seriamente, non era ancora abbastanza in forze per trascinarsi fino in camera o in bagno. E alla fine non è che fosse così imbarazzante. Aveva solo una maglietta extralarge e i capelli che la facevano assomigliare a Simba.
Niente di nuovo insomma.
Venne riportata alla realtà quando cominciarono a piovere congratulazioni per la laurea. Li aveva sentiti il giorno stesso in cui aveva discusso la tesi, ma era stata una telefonata che aveva avuto breve durata, a causa degli impegni dei ragazzi.
-Comunque trovo scandaloso che tu sia ancora in pigiama a quest'ora- le disse Jimin a un certo punto, prendendola chiaramente in giro.
Vivian prese un sorso di caffelatte, decidendo che non era ancora troppo sveglia per poter davvero offendersi. Scrollò le spalle, guardandolo pacifica.
-Io almeno non esco di casa così. Ricordo di quella volta che sei venuto al bar praticamente in pigiama- gli rinfacciò serafica, facendo sghignazzare i più grandi dietro di lui.
-Beh, ma tu sei una ragazza!- replicò offeso Jimin, imbronciandosi.
-Che centra? Se ho sonno ho sonno- rispose in in primo momento Vivian. Poi, rendendosi conto che stava dando corda al ragazzo, si accigliò.
-Aspetta, questa cosa non ha senso. Perché...-
-Cia-aa-ooo
-
La ragazza si interruppe di colpo, fissando sconvolta il cugino che, non nonchalance si era seduto di fianco a lei e aveva salutato beato in coreano. Non che lo sapesse davvero. Conosceva giusto qualche parola a caso e la sua pronuncia era davvero pessima. Come appunto dimostrava il saluto.
Scosse la testa, ancora meravigliata, tornando poi a fissare i ragazzi.
Che stavano guardando allibiti il biondo.
Prima che potesse anche solo aprir bocca, per dire cosa non lo sapeva nemmeno lei, i ragazzi esplosero in una serie di domande dirette al cugino, tutte in coreano.
Hoseok sembrava impazzito, mentre urlava e agitava le mani. Persino Jin e Namjoon, che erano sempre stati i più tranquilli, almeno con lei, sembravano eccitati.
Gli unici che non sembravano minimamente scalfiti dal biondo, erano Yoongi, che fissava placido la scena, e Taehyung, che zitto in un angolo osservava truce suo cugino.
Prima che potesse chiedersi il perché di quello strano comportamento, Alex catturò la sua attenzione.
Mentre ancora urlavano un pò tutti, si voltò verso la ragazza e, con il sorriso più innocente che gli avesse mai visto in volto, commentò.
-Che cazzo stanno dicendo?-
A quello non resistette oltre.
Vivian scoppiò a ridere, accasciandosi sul tavolo, la testa tra le braccia. Sentì i ragazzi chiederle cosa stesse succedendo, ma non riusciva a fare altro che continuare a ridere.
Poi, come se non fosse abbastanza, il cugino decise di intervenire nuovamente.
-Io so...soono. Io..- borbottò concentrato, cercando di presentarsi in coreano. Vivian arrestò per un attimo le risate, guardandolo ad occhi sgranati. Alex aprì un paio di volte la bocca, prima di arrendersi ed esordire scocciato.
-Alex-
E Vivian si accasciò nuovamente dalle risate, ridendo talmente tanto che, oltre a farsi venire le lacrime agli occhi, le venne pure il singhiozzo.
Alex a quel punto, per ripicca, le diede una botta sulla spalla, non contando dell'instabilità della cugina, che ruzzolò giù dalla sedia come una pera cotta.
Ci furono delle esclamazioni sorprese, prima che la risata di Jimin le arrivasse alle orecchie.
-Mi fa piacere che vi divertiate- commentò sarcastica lei, tirandosi su.
-È tuo cugino- commentò con tono serio Taehyung, fissando il ragazzo decisamente più rilassato.
Anche se non era una domanda, la ragazza annuì, accigliata, non capendone il comportamento.
-Non era ovvio?- si intromise invece Yoongi, scrollando le spalle quando tutti lo guardarono sorpresi.
-Vi assomigliate vagamente- borbottò come spiegazione.
Vivian sbatté gli occhi perplessa, voltandosi verso il cugino che, proprio in quel momento prese una cucchiaiata dei suoi cereali (rigorosamente senza latte), masticandoli poi rumorosamente.
Alex inarcò un sopracciglio, continuando a masticare, non capendo assolutamente di cosa stessero parlando.
-Seh. Grazie per il complimento- disse la ragazza con una smorfia divertita.
Il cugino smise di masticare, puntandole contro il cucchiaio.
-Non offendere- disse, lasciando di stucco la cugina.
-Non ho mica offeso. E il coreano non lo sai- si giustificò lei, guardandolo di traverso.
Alex alzò le spalle con aria supponente.
-Recepisco le offese a livello molecolare- ribatté, lasciando Vivian senza parole.
Scuotendo la testa per l'assurdità della situazione, la ragazza tornò a rivolgersi ai Bts, che avevano seguito curiosi lo scambio.
-È stato adottato-

 

 


********************

 





-È alto?-
Quella domanda improvvisa prese alla sprovvista Vivian, che si girò sorpresa per guardare sua nonna, appena entrata in cucina con una pila di piatti sporchi.
Mancavano dieci giorni alla partenza e i suoi nonni erano riusciti a combinare un pranzo con quasi tutta la famiglia. Avevano finito da poco il dolce e si stavano tutti crogiolando in giardino.
Dopotutto casa dei nonni era in aperta campagna e tutti cercavano di prendere più melanina possibile, dato che quel maggio si stava rivelando uno schifo.
Vivian invece si era ritirata in cucina, per prendersi una pausa dalle frecciatine della zia. Non che il resto del parentado non ci mettesse del suo per farla esasperare, ma zia Lucia proprio non mollava l'osso.
Nonna Irma, in attesa di risposta, aveva nel frattempo messo i piatti nel lavello, cominciando a rassettare gli utensili sparsi sul bancone. Che era poi quello che stava facendo la ragazza prima del suo arrivo.
-Come, scusa?- domandò Vivian confusa, non capendo a chi si riferisse.
Nonna Irma era sempre stata un pò brusca e diretta, a volte talmente tanto che si scordava intere parti di frase, rendendo arduo il lavoro del suo interlocutore. Era cresciuta in una famiglia di contadini e aveva avuto cinque figli, perciò quel modo d'essere faceva parte di lei. Non che non fosse dolce e premurosa, soprattutto con la cucciolata di nipoti, che adorava incondizionatamente.
-Quel tuo ragazzo, il coreano- borbottò la donna, agitando noncurante la mano, non facendo il minimo sforzo per cercare di ricordarsi il nome di Taehyung.
Vivian soffocò una risata a quell'atteggiamento. Sapeva bene che non era un'offesa. Semplicemente sua nonna faticava a ricordarsi i nomi e con tutti i nipoti che si ritrovava era assai arduo ricordare chi era uscito con chi.
Tuttavia la risata le morì in gola quando si accorse che stava cercando di estorcerle informazioni su Taehyung.
Anche lei.
-Nonna!- esclamò sconvolta, non aspettandosi questa reazione da lei.
La donna la fissò calma, mentre si puliva le mani con uno straccio. Alta e robusta, il viso segnato da rughe e i capelli ormai grigi raccolti nella solita crocchia, nonna Irma aveva l'aspetto di una vecchia matrona.
In quel momento, mentre la donna si apprestava a ribattere, fece il suo ingresso in cucina nonno Renato, un sorriso ironico sul volto.
Era sorprendente la similitudine con suo zio Enrico. Lo stesso sguardo furbo, anche se suo nonno lo mascherava con un'espressione più pacata.
-Ha cominciato?- chiese alla nipote, provando a trattenere un sorriso divertito.
Ma si stavano divertendo tutti, si chiese la ragazza, lanciando un'occhiata sconvolta a sua nonna, che rispose come se il marito non le avesse interrotte.
-Che c'è? Ti assicuro che non ho alcun interesse per tutti quei dettagli di cui mia figlia sembra essere curiosa. Ho solo un paio di domande tecniche-
-Domande tecniche? L'altezza?- chiese Vivian, spiazzata da quella ammissione. Sapeva che nonna non era un tipo pettegolo, ma non riusciva comunque a capire il punto della situazione.
-Voglio solo assicurarmi che i miei bisnipoti abbiano un codice genetico normale- spiegò la donna con fare ovvio.
Suo nonno ridacchiò, versandosi un bicchiere di vino e sedendosi come se nulla fosse al tavolo della cucina.
La nipote gli lanciò uno sguardo perplesso, a cui rispose con un occhiolino e un'alzata di spalle. Sarebbe servito anche a lei un bicchiere di vino. O magari più di uno.
Poi ricordò con un brivido quello che era successo l'ultima volta che si era quasi ubriacata. No, in qualche modo chiamare Tae con l'intera famiglia presente non le sembrava una buona idea.
-Credo siamo un pò avanti per quello- provò a dire, prima di ricordarsi di un dettaglio che le era sfuggito.
-Bisnipoti? Al plurale?-
-Ma certo!- esclamò la donna convinta, avvicinandosi al marito e rubandogli un sorso di vino, cosa che fece alzare gli occhi al cielo all'uomo, mentre se ne versava un altro pò.
-Nessuno De Luca ha mai avuto un solo figlio- continuò la moglie, facendo finta di niente.
A quell'affermazione Vivian inarcò le sopracciglia, non sapendo se ridere o ritenersi offesa. E lei chi era, la vicina?
-Tu sei un caso anomalo, tesoro- la rassicurò prontamente la nonna. Non che la frase fosse molto rassicurante, in effetti.
-Non so mai se ritenermi offesa o lusingata quando te ne esci così- borbottò infatti Vivian, non trattenendo comunque un sorriso.
Anche la donna si lasciò andare a un sorriso, assumendo un'aria cospiratoria.
-Oh, lo sai. Quello che voglio dire è che sei un concentrato di geni De Luca. Di solito spartiamo intelligenza e bellezza. Per quello ne facciamo tanti, nessuno eredita tutto-
A quella spiegazione non poté fare altro che scoppiare a ridere, lanciando un'occhiata a suo nonno, intento a ghignare mentre osservava la moglie con un luccichio divertito negli occhi.
-Poveri cugini- commentò con dolcezza Vivian, restando comunque sul chi vive. Sua nonna che elargiva complimenti era sicuramente una cosa sospetta. Meglio non abbassare la guardia.
-Già- commentò la donna, fingendo supponenza. -Quindi non mi preoccupo troppo del carattere del tuo ragazzo. Se l'hai scelto deve essere un tipo a posto-
Beh, pensò Vivian cercando di nascondere l'aria divertita, non era la prima cosa che le veniva in mente pensando a Tae, ma di sicuro era la più innocua da dire. Soprattutto davanti a sua nonna.
Non che la donna si sarebbe fatta particolari problemi. Aveva cresciuto cinque figli di cui quattro maschi, non c'era molto che potesse sconvolgerla. L'imbarazzo era tutto di Vivian.
-Anche se sono piuttosto curiosa di sapere come hai fatto ad accalappiarlo. Immagino con la cucina. I coreani proprio non sanno cosa sia il buon cibo-
A quello la ragazza non poté trattenere una smorfia offesa. Lei adorava il cibo coreano! Certo, un bel piatto di lasagne o di pasta al sugo non lo batteva nessuno, ma anche la cucina coreana aveva il suo perché.
Mentre sua nonna borbottava qualcosa riguardo l'uso eccessivo di peperoncino, Vivian guardò suo nonno, che alzò le spalle con aria rassegnata.
-Tieni- le sussurrò, porgendole il bicchiere. -Ti assicuro che al terzo bicchiere ti verrà in mente come ribattere-
La nipote scosse incredula la testa, prima di prendere un sorso di vino. Di certo non le avrebbe fatto male.
La donna, sentendo la battuta del marito, gli tirò una pacca sulla testa.
-Vecchio furfante- sbottò, non sembrando però realmente arrabbiata.
Vivian sorrise a quella scena, prima che una cosa detta dalla nonna le tornasse in mente.
Accalappiato...non è che lo avesse davvero fatto. O sì? Era più Tae che aveva accalappiato lei.
Se doveva essere sincera, era curiosa di sapere cosa ci avesse visto in lei. Non ne avevano mai parlato, così come del fatto che non erano una vera e propria coppia.
Di solito non ci si metteva d'accordo per queste cose? O se uscivi per un pò con lo stesso ragazzo si diventava automaticamente una coppia?
-Quindi- ricapitolò nonna Irma, con un cipiglio deciso. -È alto?-
Vivian spalancò la bocca, incredula.
-Sì!- sbottò, decidendo che comunque non era una bugia. Tae era alto. Per lei.
-Possiamo sfatare il mito degli asiatici bassi?- si lagnò poi, facendo sghignazzare impunemente suo nonno
-E come faccio?- ribatté quasi esasperata la donna, mani sui fianchi.
-Tu e tua madre siete delle nanette!-



 

********************



 

Distesa sul letto, le gambe a penzoloni, Vivian fissava con aria contemplativa l'armadio aperto. Mancavano solo sei giorni al suo ritorno in Corea, cinque se non si contava quello, e stava pensando a quanta roba portarsi dietro. Sicuramente tutta la sua roba estiva.
Di altre cose non ne era certa. Poteva sempre comprarle là, ma la verità è che non aveva idea di quando sarebbe tornata in Italia.
Forse a Natale? Però in quel periodo aveva sempre un sacco di clientela al bar.
Forse un pò prima? Però non è che poteva mollare tutto ai suoi amici e andarsene per qualche settimana. Non di nuovo. Ora aveva delle responsabilità.
Sbuffò, seccata da quei mille pensieri.
Non era proprio il momento adatto per addossarsi ancora più problemi.
Da una parte non vedeva l'ora di tornare a Seoul, riabbracciare i suoi amici, baciare Taehyung o anche solo abbracciarlo (anelava il contatto fisico, un mese senza i suoi abbracci era stato una tortura). Dall'altra però avrebbe voluto avere più tempo con la sua famiglia. Un mese era poco, considerando soprattutto che aveva avuto le sue cose da fare e così anche gli altri. Non era ancora riuscita a rivedere tutti e forse era proprio questo che le causava amarezza.
Sentiva in qualche modo che si stava staccando sempre di più da loro e quella che una volta era una barriera psicologica causata dalla sua discendenza, ora stava pian piano diventando una barriera reale.
La sua vita, e quella certezza improvvisa quanto naturale la scioccò più di ogni altra cosa, era a Seoul.
Tornare indietro ormai non era più possibile.
Con un mugugno indistinto prese un cuscino, premendolo sulla faccia. Nello stesso momento sentì un trambusto dabbasso e sorrise, riconoscendo una voce che in quel periodo era stata fin troppo familiare.
Alex.
Il cugino in quei giorni non aveva fatto altro che starle appiccicato, spuntando fuori ogni volta che Vivian ne aveva bisogno. Era sempre stato un ragazzo empatico, ma loro due avevano sempre avuto un rapporto più speciale.
La ragazza non scherzava quando aveva detto ai Bts di considerarlo come un fratello.
Alex era cresciuto come lei nel branco dei De Luca, ma a differenza sua, si stava staccando pian piano. Quindi, in un certo senso capiva come poteva sentirsi.
Entrambi volevano bene al branco, ma sentivano anche un'inspiegabile voglia di libertà che aveva spinto Vivian a non farsi troppi problemi con il trasferimento in Corea e Alex a studiare cinese, pronto per un'avventura dall'altra parte del mondo.
-Ciaaao-oo- salutò il cugino, comparendo sulla soglia della camera.
Vivian sbuffò, cercando di trattenere un sorriso. Dalla chiamata dei Bts, aveva preso a salutare in coreano. O almeno, ci provava. La sua pronuncia era migliorata di poco.
Voltò la testa, pronta a rispondergli ironicamente, quando i suoi occhi si fissarono sulla maglietta che stava indossando. Sbatté gli occhi e si concesse un ghigno, scuotendo la testa.
Solo suo cugino poteva indossare, a ventitré anni, una maglietta rosso fuoco con charmander e la scritta "Attenzione, altamente infiammabile".
Alex rispose al ghigno, stirandosi compiaciuto la maglietta.
-Fabio ne ha una con Squirtle con scritto "squirtle squad"- affermò compiaciuto, facendo ridere la cugina.
-Quanto siete nerd- commentò Vivian con affetto.
Alex si buttò sul letto con lei, ridacchiando e indicando un pupazzo sulla scrivania.
-Già, perché tu e il tuo pupazzo di Evee non lo siete per niente, neh?-
-Piuttosto...- continuò il ragazzo, in tono cospiratorio. -Ho cercato questo Taehyung su internet...-
La ragazza emise un gemito, coprendosi la faccia con un braccio.
-Ti prego, non anche tu!- esclamò. Davvero, non si ricordava che la sua famiglia fosse così impicciona. Capiva la curiosità, ma stava diventando una situazione esasperante.
-Ma poi che vuoi tu? Ti ho raccontato tutto e l'hai pure visto- si lagnò, dando un colpetto al cugino, che le rispose con una smorfia sprezzante.
-Tutto un corno! Ti ho dovuto cavare le parole di bocca. E anche così l'unica cosa che so per certo è che ha un bel sorriso e che è dolcissimo. Bleah- borbottò contrariato, rabbrividendo nell'ultima parte.
-Non è vero!- ribatté all'istante la ragazza. Poi chiuse la bocca di scatto.
Beh, in effetti non è che gli avesse mai detto molto...ok, quasi niente. È solo che essendo Taehyung un idol non aveva idea di quanto potesse dire a destra e a manca. Anche se era certa che Alex non avrebbe detto niente a nessuno. Forse solo a Fabio.
-Comunque vi shippiamo- disse annuendo con fare solenne il cugino, lasciando perdere l'altro discorso.
Vivian sbatté gli occhi perplessa, voltandosi a fissarlo.
-Cosa? Chi?-
-Io e Fabio- rispose con fare ovvio Alex e la ragazza avrebbe dovuto aspettarselo. Quei due erano come gemelli separati alla nascita. E gemelli non del tipo Lucia-Enrico. Se avesse dovuto fare un paragone, probabilmente erano la versione babbana dei gemelli Weasley.
-Shippiamo te e Taehyuuung- continuò il biondo, del tutto inconsapevole dei pensieri della ragazza.
-Certo che potevi scegliertene uno con un nome più facile. Tipo quello biondo. Beh, adesso è biondo, prima non so. Jin- blaterò a caso, agitando una mano.
La ragazza provò a non ridere, ma un sorriso fece comunque capolino dalle sue labbra. Anche quando era esasperante, in qualche modo rimaneva Alex.
-Il suo nome completo è Seokjin- riuscì a ribattere la ragazza, appena prima di scoppiare a ridere all'occhiata sconvolta del cugino.
-Come non detto- borbottò questo accigliato, pizzicandole il fianco e facendola ridere per il solletico.
-Perché tu e Fabio parlate della mia vita privata, poi?- domandò Vivian dopo un attimo di silenzio. Non che si aspettava davvero una risposta sensata, dopotutto si parlava di quei due.
Presi singolarmente potevano anche essere gestiti, ma assieme erano un'associazione a delinquere. Molto peggio dell'accoppiata Hyerin-Jimin. C'era un motivo, dopotutto, se Fabio era soprannominato "mina vagante".
Alex e Fabio si erano conosciuti al liceo, ma si erano persi di vista gli ultimi due anni, quando il secondo aveva cambiato indirizzo. Con enorme sorpresa si erano poi ritrovati nella stessa università, entrambi iscritti a lingue orientali a Venezia. Avevano ripreso i rapporti e da lì erano stati praticamente inseparabili.
Per capire effettivamente quanto, bastava pensare che Fabio era praticamente un membro adottivo della famiglia De Luca.
-Perché noi non ne abbiamo una- rispose infatti il biondo, facendo alzare gli occhi al cielo alla cugina.
-E allora fatevela- replicò rapida, senza pensare. Il cugino ghignò.
-Chi?- chiese innocentemente.
-...Alex!- esclamò Vivian con gli occhi sgranati, provando a colpirlo sul braccio, che venne prontamente spostato.
-Oh, dai, me l'hai praticamente servita- si difese il ragazzo, ridendo.
-Io mi arrendo- borbottò la ragazza, spalmandosi sconsolata le mani sulla faccia.



 

********************



 

Semisdraiata con la testa reclinata all'indietro, Vivian mugolò soddisfatta mentre prendeva il sole, i capelli che profumavano di limone.
Gli impacchi di acqua e limone, a volte miele, erano una cosa che aveva scoperto anni addietro quando, per un motivo che adesso non ricordava, non era riuscita ad andare spesso al mare.
I suoi capelli, sotto il sole, si schiarivano notevolmente e Vivian l'adorava.
Le piaceva stare sotto il sole, anche se non aveva proprio il tipo di pelle adatta. Nonostante avesse ereditato il colorito vagamente olivastro della sua parte italiana, purtroppo il gene prevalente era quello francese di nonna. Prima di abbronzarsi decentemente, diventava color aragosta e la cosa, oltre che imbarazzante, era anche dolorosa.
Adorava però il fatto che le spuntassero pallide lentiggini, perciò si concedeva il tempo di asciugatura dei capelli. Oltre, rischiava seriamente una bruciatura.
Sorrise inconsciamente, mentre pensava a cosa avrebbe detto Tae. Insomma, non che i suoi capelli diventassero biondi o che altro, erano più dei riflessi dorati, ma era comunque un cambiamento.
Forse non se ne sarebbe neanche accorto, ragionò facendo una smorfia al pensiero. Dopotutto loro cambiavano quasi mensilmente le loro tinte, di certo non si sarebbero accorti di certe sottigliezze.
Si grattò una spalla scoperta, infastidita dai suoi stessi pensieri.
Sbatté piano gli occhi, mentre li riapriva, cercando di non rimanere accecata. Si trovava in un angolo del giardino, su una di quelle sedie reclinabili, in costume.
A Seoul non avrebbe mai fatto una cosa del genere, anche perché i vicini avrebbero chiamato la polizia per atti osceni. Probabilmente.
Lì invece, non era per niente strano trovare gente in costume, soprattutto nel periodo estivo. I giardini erano recintati quasi tutti da alte siepi ed erano per di più in una stradina laterale. I suoi vicini, ad esempio, avevano una piccola piscina coperta.
Vivian si stiracchiò, prima di controllare lo stato dei suoi capelli. Ormai era quasi asciutti e ben presto sarebbe dovuta rientrare. Sentiva già le spalle bruciare.
Con la coda nell'occhio, vide una macchia di colore che prima non aveva notato.
In basso, vicino alla siepe che divideva il loro giardino da quello dei vicini, erano spuntate delle piccole viole del pensiero.
Sorrise, lievemente sarcastica. Non aveva certo bisogno di quei fiori per pensare a Tae.
Togliendo l'interrogatorio serrato dei suoi genitori, ci pensava anche troppo spesso. Era una cosa che la sorprendeva di giorno in giorno. Sapeva che gli piaceva, ma non aveva previsto di sentirne così tanto la mancanza. Sperava solo di non essere risultata appiccicaticcia.
Ancora non sapeva che cosa aveva blaterato in quella famosa telefonata da ubriaca. Tae non le aveva detto niente e lei, per imbarazzo, non aveva tirato fuori l'argomento.
-Bei pensieri?- domandò sua madre, uscendo in giardino in braghini e canottiera, vedendo la figlia sorridere al nulla.
Vivian sorrise apertamente, scuotendo la testa. Vedere sua madre così era sempre buffo. Era il tipo di donna che si vestiva bene ogni qualvolta che doveva uscire poi, non appena arrivava a casa, diventava la persona più sportiva del pianeta.
Vivian aveva ereditato questa caratteristica...adottandola però nella vita di tutti i giorni.
-Allora...- cominciò la madre, prendendo anche lei una sedia. -Ho cercato questi Bts su internet-
-Maman!- esplose la ragazza indignata.
La donna la guardò fissa, prima di agitare noncurante una mano.
-Beh? Guarda che è normale stalkerare gli amici della propria figlia. Con loro poi è facilissimo- ammise, alludendo al fatto che essendo idol si trovavano un sacco di informazioni.
-Sono adorabili, comunque. Un pò pazzi ma non è che qui siamo messi tanto meglio- commentò con un'alzata di spalle e un cenno verso la casa, facendo immancabilmente ridere la figlia.
Vivian avrebbe voluto essere quantomeno seccata da tutta quell'attenzione e in effetti c'era mancato poco che, qualche giorno prima, non strillasse isterica contro i cugini. Grazie al cielo c'era Alex che riusciva sempre  a capire quando stava per scoppiare e la trascinava via. O cacciava via i cugini molesti.
Però con sua madre era diverso.
Non era propriamente seccata. Dopotutto, essendo sua madre, si meritava qualche informazione. E in effetti nelle settimane precedenti le aveva accennato qualcosa per telefono.
Quello che la seccava era...beh, a dire il vero non lo sapeva bene nemmeno lei.
-Hai già pensato a cosa farai?- le domandò all'improvviso la donna, con un tono casuale che nascondeva serietà.
Vivian pensò per un attimo che si riferisse a Tae.
-Nel senso?- rispose cauta, occhieggiandola incerta.
-Una volta tornata a Seoul- replicò sua madre, facendolo suonare ovvio.
Beh, o aveva preso troppo sole ed era stordita o era stupida, perché lei non vedeva il senso di quella frase.
-Ehm, il solito?-
Sua madre la fissò accigliata, prima di sospirare rassegnata, come se si fosse aspettata una risposta del genere.
-Ma petite mûre- esordì dopo un attimo di incertezza, come se non volesse affatto affrontare quel discorso.
-Adesso sei laureata, credo tu debba pensare a cosa fare nel futuro-
Vivian sbatté gli occhi come un gufo.
-Maman, la nonna mi ha lasciato il bar- scandì lentamente.
-Sì, ma sono sicura che lei non si aspettava che tu ci lavorassi in eterno-
La ragazza deglutì, improvvisamente a disagio, col terribile sospetto di dove volesse andare a parare la madre.
-No- disse la donna quando la vide aprir bocca, fermandola con una mano. -Lasciami spiegare-
Vivian si agitò sulla sedia, una smorfia sul volto, decidendo infine di fare come diceva la madre.
-Hai fatto l'Accademia perché hai sempre avuto in testa cosa volessi fare. Lo so io così come lo sapeva la nonna. Ti ha lasciato quel bar perché è sempre stato tuo, hai passato un terzo della tua vita lì dentro- si fermò, facendo una smorfia ironica e Vivian pensò che sua madre ci aveva passato almeno metà della sua vita.
La donna sembrò intuire il corse dei suoi pensieri e sorrise molto più apertamente.
-Sappiamo entrambe perché non l'ha lasciato a me. L'avrei fatto fallire nel giro di un mese- si prese in giro da sola, facendo ridere la figlia.
-E poi,- continuò lanciandole uno sguardo acuto. -Perché io non mi sarei mai trasferita nuovamente. La mia vita è qui-
-Il che ci riporta a te- disse dopo un secondo di silenzio che sembrò durare un'eternità.
-Non ho niente in contrario che tu sia in Corea, figurati! Sarebbe come il bue che da cornuto all'asino. Ma hai pensato a tutti i tuoi progetti? E i tuoi sogni?-
Vivian a dire la verità, ci aveva pensato. In un primo momento.
Poi era stata completamente assorbita dal lavoro, mentre cercava di elaborare il lutto. Ed era arrivato lo stress degli esami, così aveva pensato che se ne sarebbe occupata più avanti. Aveva conosciuto i Bts e le sue giornate si erano fatte più piene. E i suoi amici. E i ragazzi della banda.
Alla fine aveva messo tutto da parte, non pensando minimamente al futuro. Perché avrebbe dovuto, si era detta. Aveva degli amici, un lavoro e una casa. Di che altro aveva bisogno?
-Non voglio vendere il bar- sussurrò Vivian a disagio, non sapendo cos'altro dire.
Sua madre scosse la testa, comprensiva.
-Non ho detto che devi venderlo, puoi continuare a essere la proprietaria. Solo...dovresti cominciare a pensare a te stessa-
La ragazza sospirò pesantemente.
Pensare a sé stessa. Per lei era quello che aveva fatto fino a quel momento, non pensare ad altro e cercare di provare ad andare avanti.
Secondo sua madre invece...invece cosa? Non la capiva.
Non è che avesse fermato la sua vita o si era lasciata andare. Insomma, ereditando il bar e decidendo di andare in Corea, aveva stravolto i suoi piani. Ma non li aveva accantonati. Aveva solo...preso un pò di tempo?
Le due donne stettero in silenzio per un pò, con sua madre che si mise nella stessa posizione della figlia, chiudendo gli occhi e assaporando il sole sulla pelle.
Quando Vivian, con un altro sospiro, decise di tornare dentro casa dato che sentiva le spalle bruciare, sua madre parlò, con tono casuale.
-Sei più stata a Muchangpo Beach?- domandò, facendo sussultare la ragazza che fissò la donna con sguardo colpevole.
Sua madre tenne gli occhi chiusi, sapendo bene che era un argomento difficile per la figlia.
Lo era per entrambe.
Muchangpo Beach era una spiaggia abbastanza famosa in Corea, a tre ore di autobus da Seoul. I suoi nonni, che i primi anni dopo il matrimonio non avevano abbastanza soldi per farsi una vera vacanza, avevano l'abitudine di andare lì. Con gli anni si erano affezionati ed era diventata una tradizione.
Entrambi avevano così deciso che alla loro morte si sarebbero fatti cremare, per poi spargere le loro ceneri in quel mare che tanto amavano. Non era proprio una cosa legale, ma nessuno sarebbe andato ad indagare se le urne contenevano vera e propria cenere.
Madre e figlia erano andate a Muchangpo qualche giorno dopo il funerale, in uno dei due giorni al mese in cui la marea bassa permetteva di andare sul piccolo isolotto poco distante dalla spiaggia.
Vivian, da allora, non ci era più tornata. Forse non aveva superato il lutto come si era sempre detta.
Deglutì, constatando come tutto girasse attorno a sua nonna e il bar. Forse sua madre aveva ragione.
Con un ultimo sospiro, trascinò la sedia sotto il piccolo portico, entrando in casa sciabattando, una smorfia pensierosa in volto.
-Tua madre ha finito di farti il sermone?-
Suo padre se ne stava sdraiato sul divano del soggiorno, intento a sbafarsi una coppa di gelato, il libro che stava leggendo abbandonato sul tavolino.
-La pensi come lei?- si limitò a chiedere Vivian, appoggiandosi allo schienale del divano e fissandolo meditabonda.
L'uomo le lanciò un'occhiata pensierosa, prima di fare una smorfia e agitare il cucchiaino nella sua direzione.
-Nah. Hai ventun anni e sei stata fin troppo responsabile per quasi tutto il tempo-
La ragazza sbatté gli occhi perplessa.
-Quasi?- ripeté, cercando di ricordare che guaio avesse mai potuto combinare.
Il padre fece una smorfia, fissandola biecamente.
-Vuoi che ti ricordi dello stupido bamboccio che ti sei trovata come primo ragazzo?- ribatté piatto, facendo alzare gli occhi al cielo alla figlia, per esasperazione.
-Ma non piaceva proprio a nessuno?- domandò più a sé stessa.
-No- rispose sinceramente il padre, prima di darle un colpo sulla fronte con il cucchiaino.
-Ora sta zitta e fammi fare il mio lavoro di padre- continuò, facendola ridacchiare. Suo padre non era mai stato il tipo che le stava troppo addosso o le faceva raccomandazioni infinite, a quello ci pensava sua madre. A dire il vero era anche quello che aveva accolto senza troppe remore il suo trasferimento in Corea.
-Quello che voglio dire è che hai solo ventun anni e ti sei appena laureata- le disse, appoggiando sul tavolino la coppa di gelato ormai vuota.
-Non pensare troppo a certe cose noiose e serie, goditi la vita. Pensaci su ma non spingerti a forza in una direzione solo perché te lo dice qualcuno-
-Ma maman...- provò a dire Vivian, venendo interrotta da uno sbuffo rassegnato del padre, che tuttavia sorrise con affetto.
-Tua madre è preoccupata perché ha un carattere troppo iperattivo, è sempre in movimento. Tu no, sei una persona riflessiva, a volte fin troppo, e hai bisogno di pause-
In effetti quella era la differenza sostanziale tra lei e sua madre. In quello aveva decisamente preso dal carattere "vivi e lascia vivere" del padre. Ricordò con affetto le volte in cui si spalleggiavano a vicenda, facendo borbottare sua madre in francese, con gran divertimento di entrambi.
-Sai,- esordì Vivian con un ghigno molto simile a quello di Alex, -Credo di aver appena capito perché ci abbiate messo così tanto a mettervi assieme-
Il padre scoppiò a ridere, per poi agitare con sufficienza il cucchiaino.
-Colpa di tua madre, ovviamente. Non stava ferma un attimo. Sempre a fare mille cose-
-Com'é che in questi discorsi è sempre mia madre e non tua moglie?- domandò la figlia, scuotendo divertita la testa.
L'uomo sbatté piano gli occhi, pensieroso, prima di decretare.
-Beh, presumo sia lo stesso motivo per cui quando si arrabbia con qualcuno parte con il plurale maiestatis-

 

 







-Spazio autrice-
In questo capitolo Taehyung è stato nominato così tante volte che gli saranno fischiate le orecchie in continuazione.
Spero vi sia piaciuto. Un paio di anticipazioni: ho inserito degli accenni (leggasi problemi) che rispunteranno più avanti. A voi scoprire chi o cosa.
Nel prossimo capitolo verrà svelato qualcosa e tornerà Taehyung. Già, non verrà più solo nominato.
Grazie a tutti voi che avete aspettato pazientemente. Grazie per non avermi scritto commenti minatori v.v
Un abbraccio ^^







 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Anemone ***






Buonsalve! ^^
Non sono proprio puntuale ma nemmeno in un ritardo mostruoso. Se continuo così il prossimo capitolo dovrebbe arrivare il giorno giusto XD
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno commentato. Con l’arrivo dell’estate (ma dove?) pensavo a una fuga generale.
Allora, una precisazione sull’anemone: se qualcuno va a cercare, troverà sicuramente significati solo negativi. Viene usata come tisana contro lo stress e la depressione. Ma più sottilmente ha anche il significato di “rivelazione”. In questo capitolo è presente in tutte le sue forme.
Auguri…

 

 

 




- Anemone -





Si erano accorti tutti che Vivian quel giorno aveva qualcosa che non andava.
Non che bisognasse essere suoi amici, per capirlo. Perfino i clienti del bar, abituali o meno, restavano in religioso silenzio quando passava a portare le ordinazioni.
Non era maleducata, questo no. Nessuna smorfia infastidita o seccata. La ragazza teneva semplicemente un volto impassibile, stiracchiando un sorriso quando si rivolgeva alle persone.
Non mancavano i "buongiorno", "prego" e "arrivederci" e il servizio era ineccepibile come sempre. Tranne per il fatto che sembrasse avere la testa da tutt'altra parte e quel posto non doveva essere piacevole.
I suoi amici avevano ben presto capito che doveva essere qualcosa di grave.
Hyerin, da che la conosceva, non l'aveva mai vista così. E lei quel giorno era la persona che la conosceva da più tempo. Shin purtroppo era ancora intrappolato con gli esami.
Sarebbe dovuta essere una giornata tranquilla. Era giovedì e Vivian era tornata appena il pomeriggio precedente. La mattina erano stati di turno Hyerin e Soo-Min, il pomeriggio invece Vivian e Young-Nam.
Inizialmente non avevano pianificato turni che li mettessero tutti nella stessa giornata, ma Vivian doveva vedere di persona come lavoravano i due ragazzi.
Hyerin aveva capito subito che la sua amica aveva un problema.
Quando era entrata, sicura di dover aprire lei il bar, convinta che l'amica stesse recuperando il sonno perso, l'aveva trovata in cucina, intenta a cucinare dolci per un reggimento.
L'aveva salutata con entusiasmo, un intero mese in cui si era dovuta sorbire psico-Shin e la banda, ma aveva trovato un muro impassibile.
Aveva fatto tutte le domande del caso e si era consapevolmente spinta al limite, volendo provocarle una reazione che non c'era però stata. Vivian si era limitata a rispondere a monosillabi, sedendosi poi nel tavolo più lontano dall'entrata e sprofondando nella lettura di un libro.
Con il passare della mattinata, la situazione non era migliorata. Soo-Min aveva sbattuto gli occhi perplessa, prima di prendere da parte Hyerin e chiederle cosa fosse successo.
La più grande si era limitata ad alzare le spalle, rassicurandola, sebbene anche lei cominciasse a preoccuparsi.
Quando era arrivata la banda, c'era stato come al solito un mezzo trambusto, che non aveva però minimamente scalfito la concentrazione di Vivian su quel dannato mattone.
I ragazzi si erano lanciati entusiasti verso di lei, bloccandosi però alla sua tiepida reazione. Di certo sorrise, ma fu un sorriso che parve automatico. Di certo non raggiunse gli occhi.
Fu così che a metà pomeriggio si ritrovarono tutti a confabulare al bancone.
Per Hyerin fu strano conversare per così tanto tempo con la banda. In modo civile, chiaro.
Durante quell'ultimo mese erano passati più spesso del solito, ma lei non era mai stata da sola. Di solito era Shin che pensava a intrattenerli.
Dong-Sun la sorprese quando propose di chiamare Shin e chiedergli se Vivian si fosse mai comportata in quel modo. Era chiaramente un piano ragionevole. Si conoscevano da più di tre anni, perciò sicuramente sapeva come muoversi.
Purtroppo dovette a malincuore bocciare quell'idea. Shin stava, con tutta probabilità, affogando tra i suoi appunti di economia e l'ansia doveva aver ormai raggiunto picchi allucinanti dato che la discussione della tesi era in programma per il giorno seguente.
A malincuore...decise di non soffermarsi su quel dettaglio. Al momento aveva altri problemi.
Qualcuno, forse Soo-Min, propose allora di chiamare Taehyung.
L'idea venne scartata in meno di quattro secondi. Oltre a non avere il suo numero (cosa che però Hyerin poteva facilmente procurarsi chiedendo a Jimin), non avevano idea se fossero impegnati o meno. E soprattutto non sapevano se Taehyung era l'effettiva causa del malumore di Vivian.
Seguirono lo stesso ragionamento per Jungkook e Jimin. Anche se Hyerin sospettava che il problema non fossero loro. Sapeva che in quel caso Vivian le avrebbe accennato qualcosa.
L'unica cosa che scoprirono, grazie a un coraggioso Dong-Sun che chiese direttamente alla ragazza, era che la questione non aveva niente a che fare con loro. Cosa che rassicurò tutti, soprattutto Soo-Min, che aveva il terrore di aver combinato qualcosa e di essere licenziata.
Il dubbio, e la tensione presente nel locale, però rimaneva.



Vivian sapeva bene di star facendo preoccupare i suoi amici. O meglio, sapeva di terrorizzarli con il suo strano comportamento.
Il punto è che si trovava in uno stato di caos mentale al limite dell'isteria e il suo carattere la portava a chiudersi, per evitare di scoppiare con persone che non centravano niente. Era lo stesso quando si arrabbiava. Invece di scoppiare diventava silenziosa. Il livello di silenzio era un buon indicatore di quanto fosse arrabbiata.
C'erano poche persone con cui avrebbe potuto parlare tranquillamente.
Una era Alex, ma si trovava dall'altra parte del mondo.
Un'altra era Fabio, che non sentiva da un pò e, da quanto gli aveva detto il cugino, era disperso in Cina.
L'ultima era Taehyung.
Il problema è che il ragazzo era quello che inconsapevolmente aveva dato l'ultima batosta e che aveva portato Vivian a bere una tisana di Anemone.
Cosa che più o meno indicava il suo livello di isteria e depressione.
Tutti i suoi problemi erano cominciati da quell'ultima discussione con sua madre.
All'inizio, mentre era ancora in Italia, non ci aveva dato troppo peso. Solo quando era tornata a Seoul la realtà le era piombata addosso. Sua madre aveva ragione.
Poteva essere la proprietaria del bar, ma non è quello che realmente voleva fare. Quello che aveva voluto sin da piccola, era diventare un'illustratrice di libri per l'infanzia. Magari avere addirittura una mostra tutta per sé.
Solo che non sapeva cosa fare.
Per tutto il viaggio di ritorno aveva provato a pensare a un piano, ma l'unica cosa che aveva senso era cominciare a mandare curricula alle case editrici. Forse poteva partecipare a dei concorsi per fare esperienza.
La sua ansia, che dopo gli esami sembrava essere disoccupata, aveva trovato un nuovo lavoro.
Avrebbe dovuto affrontare il discorso con i suoi amici, o perlomeno con quelli che lavoravano nel bar.
Avrebbe dovuto trovare qualcuno che la sostituisse, nel caso venisse chiamata per un colloquio di lavoro.
E se l'avessero assunta? Come faceva a trovare qualcuno nel giro di pochi giorni?
Avrebbe dovuto andare a Mochangpo, a trovare i suoi nonni. Ora che sua madre glielo aveva fatto notare, ne sentiva un bisogno quasi fisico.
Ma non poteva. La gita le avrebbe preso un'intera giornata. Forse poteva andarci un mercoledì?
Con tutti quei pensieri in testa, non appena era arrivata a casa il giorno prima, aveva chiamato Tae.
E quello le aveva dato la batosta finale, facendola cadere in quello stato di apatia che faceva tanto preoccupare i suoi amici.
Taehyung, beh, i Bts ad essere precisi, sarebbero partiti il giorno dopo per il kcon, in Francia.
Non sarebbero stati via a lungo, cinque giorni al massimo. Ma a Vivian, che non aspettava altro che tornare per abbracciarlo, sembrava una tortura.
Non aveva potuto far altro che essere felice per lui. Non che non lo fosse, sia chiaro, ma Tae era stato così euforico che davvero, quale altra reazione avrebbe potuto avere?
Capiva che questo era il rovescio della medaglia e l'aveva accettato quando si era resa conto della sua cotta. In più non è che potesse davvero dire niente a riguardo, lei se n'era andata per un mese.
Quindi no, il problema non era Tae che se ne andava in Francia (anche se c'era dell'ironia in quella situazione).
Il problema è che le tre persone con cui avrebbe potuto sfogarsi non erano a portata di mano e lei sentiva che stava per scoppiare.
A piangere.
Istericamente.
E non era un bene.
Odiava questa parte di sé. Nella sua famiglia nessuno raggiungeva i suoi livelli d'ansia, perciò non era una eredità, ma tutta farina del suo sacco. Che fortuna.
Sospirò pesantemente, prendendo un sorso di tisana. Quella era l'ultima difesa prima dello scoppio ed era dalla sera prima che ne beveva. Probabilmente avrebbe continuato a farlo finché non avrebbe visto Tae.
Vide con la coda nell'occhio i ragazzi della banda adocchiarla inquieti e quasi sorrise.
Quasi, perché se l'avesse fatto avrebbe dato loro uno spiraglio e sarebbe stata la fine. Farla scoppiare nel bar pieno di clienti non era proprio l'ideale.
Tornò impassibile al suo libro. Doveva solo resistere fino a sera e poi avrebbe potuto lagnarsi con Vanille. In mancanza dei suoi tre uomini, oddio quanto suonava male, era un ottimo sostituto. Anche se a suo parere la guardava un pò troppo saccentemente.
-Ehilà Vivian-
Sorpresa che qualcuno le si fosse avvicinato, alzò gli occhi, trovandosi a poca distanza il professore.
Kang Chang-Ho era stato un buon amico e collega di suo nonno. Se doveva essere sincera, non lo conosceva poi molto bene. Sapeva solo che veniva spesso all'ora di pranzo e raccontava storie davvero divertenti.
Il giorno che aveva conosciuto Jungkook, le venne improvvisamente in mente, era l'unico cliente presente.
Sorrise leggermente mentre lo salutava.
L'uomo si aggiustò gli occhialini tondi, storti sul naso, prima di farle un cenno.
-Ho saputo che ti sei laureata. Ben fatto, ben fatto!- aveva un'aria bonaria e un qualcosa che le ricordava suo nonno. Aveva radi capelli bianchi, un pò più lunghi e scompigliati sulle tempie, e una ragnatela di rughe gli compariva sul volto altrimenti liscio ogni volta che sorrideva.
Vivian si ritrovò ad arrossire, come ogni volta che qualcuno si complimentava con lei. Aspettava con ansia l'incontro con i Bts. Solo il karma sapeva quanto si sarebbe sentita in imbarazzo.
-Grazie professore- borbottò comunque in risposta, chiamandolo con il solito appellativo. Anche se era in pensione da quasi dieci anni, tutti si rivolgevano a lui come professore, compresi i signori Kim.
-Immagino la baraonda che ci sarà stata a casa- commentò lui con un luccichio divertito, riferendosi ai suoi parenti.
A quello Vivian non poté trattenere una smorfia affettuosamente esasperata.
-Oh, erano tutti esaltati. Più del solito, intendo- scherzò la ragazza, tornando per un attimo quella di sempre. Chiacchierare con qualcuno che non le chiedeva cos'avesse, sembrava avere un buon effetto sul suo umore.
Il professore rispose al suo ghigno, ridacchiando.
-Qualche buona storia?- domandò, chinandosi verso di lei con aria cospiratoria.
-Forse- fece un pò la preziosa Vivian, con aria furba.
-Bene bene. Magari la prossima volta me ne racconterai qualcuna-
-Non resta a pranzo?- chiese stupita la ragazza, per poi accorgersi che erano quasi le cinque. Forse avrebbe dovuto dire per cena.
L'uomo sembrò non fare caso all'errore, limitandosi a scuotere la testa con una smorfia quasi seccata.
-Ah, non oggi. Sono passato solo a congratularmi. Stasera ho una cena con dei vecchi colleghi- Non sembrava esattamente esaltato dalla prospettiva. Scambiò uno sguardo con la ragazza e il luccichio divertito tornò nei suoi occhi.
-A questo punto spero che qualcuno si ubriachi e mi dia del buon materiale-
-Da ricatto?- domandò sorpresa Vivian.
Il professore sbuffò.
-Per una storia. Come se avessero qualcosa di interessante-
La ragazza rise e finì per offrirgli una fetta di crostata al lampone.
Finì ben due capitoli prima che venisse interrotta di nuovo.
Alzò la testa quando sentì un'ombra su di lei, beccando Young-Nam a fissarla circospetto. Diede un'occhiata veloce al bancone, trovando il resto dei suoi amici che lanciavano loro degli sguardi ansiosi.
Oh santo cielo, si disse, non era poi mica così spaventosa.
-Sei stato sorteggiato o ti sei offerto volontario?- non riuscì a trattenersi dal chiedergli Vivian, con un accenno di ironia mal celata.
Il ragazzo si lasciò andare a un piccolo sorriso.
-Volontario. Ma non per quello che pensi-
-Oh, vuoi dire che non mi chiederai cos'ho e io non ti dovrò rispondere "niente" per la tredicesima volta?- E si, ora era decisamente sarcastica, ma si era accorta di come Hyerin avesse provato a farla arrivare al limite. Fortunatamente era cresciuta con tanti cugini che si divertivano a fare la stessa cosa.
-Quattordicesima- precisò Young-Nam con aria seria.
Vivian lo sguardò sbigottita, prima di notare un luccichio divertito negli occhi. Non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito, cosa che le fece guadagnare un ghigno da parte del ragazzo.
Dal bancone vide le occhiate di incoraggiamento che vennero lanciate al ragazzo di spalle. Davvero, non era mica un mostro.
-Quindi...- disse, lasciando la frase in sospeso mentre decideva se farsi un'altra tisana. Forse per quel giorno era meglio finirla.
-...volevo finire il discorso di quel giorno- sputò fuori Young-Nam, a voce bassa e con un tono decisamente più incerto.
La ragazza rimase immobile per qualche secondo, prima di sbattere le palpebre e fissarlo sorpresa. Non che avesse rinunciato alla cosa, ma le sembrava improbabile che lo stesso giorno in cui lei stava così, il ragazzo decidesse di parlarle proprio di quello.
-Young-Nam, se è un modo per farmi parlare...-
-No- la interruppe il ragazzo, sembrando frustrato.
-Avevo deciso di dirtelo non appena fossi tornata. Solo che sei così e...non so, non credo troverei il coraggio un altro giorno- spiegò Young-Nam, alzando le spalle, la voce che vacillò alla fine.
Vivian si morse le labbra pensierosa.
Non credeva fosse la giornata giusta per chiederle un parere, aveva problemi con la sua vita, figurarsi se poteva dare pareri su quella degli altri.
D'altro canto...d'altro canto voleva dire aiutare un amico. E di certo poteva almeno ascoltare quello che aveva da dire. Il fatto che lei fosse incasinata non voleva dire che non poteva cercare di aiutare in qualche modo i suoi amici.
-D'accordo. Vuoi...- si interruppe, guardandosi intorno. Chissà perché non credeva fosse una buona idea discuterne nel locale, anche se mezzo vuoto.
-Meglio se andiamo su- concluse, ricevendo in cambio un'occhiata grata.
Sospirò, conscia che stava uscendo consapevolmente dal mutismo autoimposto. Il giorno dopo avrebbe dovuto trovare un altro stratagemma per tenere lontana Hyerin.
Si avvicinò ai suoi amici al bancone, che non fecero altro che sgranare gli occhi sempre più man mano che si avvicinava. Internamente roteò gli occhi. E poi era lei quella esagerata.
-Io e Nam andiamo un attimo su, puoi controllare tu?- domandò a Hyerin che annuì solamente, in religioso silenzio.
Vide Dong-Sun spostare preoccupato lo sguardo da lei al suo amico. Myung-Dae invece diede una pacca rassicurante sulla spalla di Young-Nam, il quale rispose con un piccolo sorriso.
Vivian guardò la scena perplessa, chiedendosi cosa avesse combinato il ragazzo.
Neanche due minuti dopo erano entrambi seduti sul divano. Vanille li aveva guardati con sufficienza per un pò, prima di fare dietro front ed entrare nella camera di Vivian. Probabilmente aveva sentito l'aria che tirava.
-Allora, hai ucciso qualcuno?- domandò di punto in bianco la ragazza, sparando la prima cosa che le venne in mente.
-Come?- rispose confuso Young-Nam, sbattendo gli occhi perplesso.
-No, perché nel caso non credo potrei mantenerlo confidenziale. ...certo, dipende chi hai ucciso- blaterò Vivian, agitando una mano.
-Stai straparlando- commentò il ragazzo, scuotendo divertito la testa, decisamente meno teso.
Vivian fece un sorriso saputo.
-Devi esserci abituato con Dong-Sun, no?- ribatté, causandogli una piccola risata.
-Io...è una cosa personale- mormorò Young-Nam, dopo qualche istante di silenzio.
-Sì, in qualche modo l'avevo capito- replicò la ragazza, con tono dolcemente ironico.
Il ragazzo fece un mezzo sorriso, guardandola da sotto in su, prima di riabbassare gli occhi sulle mani, torturandosele tra loro.
Vivian a quel punto non sapeva che fare. Continuare con le battute forse era fuori luogo, anche se stemperavano notevolmente la tensione. Decise di rimanere in silenzio, aspettando che fosse il ragazzo a parlare.
Non ci mise molto, forse complice il silenzio d'attesa che era calato.
-Io...quando l'altra volta ti ho detto che era difficile...- Young-Nam fece una smorfia, scuotendo la testa come per mettere in ordine le idee. Per Vivian era strano vederlo così. Per quanto fosse ancora un ragazzino, era sempre stato padrone di sé. In quel momento invece sembrava dovesse confessare il più orribile dei peccati.
-Voglio dire, quando ho detto che per me innamorarsi di qualcuno era complicato...- riprese con piu decisione, sebbene la voce gli tremasse un pò.
-Ecco, io...quello che sto cercando di dire è che...insomma, io...- si fermò, sibilando scocciato, grattandosi con forza una mano.
-Sono gay- disse di getto, secco.
Seguì un silenzio teso, almeno da parte del ragazzo.
Vivian...beh, lei si sentiva alquanto stupida, perché non aveva ancora afferrato il punto.
-E perché sarebbe difficile innamorarti?- domandò, non capendo davvero dove fosse il problema.
Young-Nam alzò la testa di scatto, fissandola scioccato.
-Noona- disse lentamente, -Ho detto che sono gay-
-Ehm, sì- annuì la ragazza perplessa. -Continuo a non capire dove sta il problema-
-Mi piacciono i ragazzi- sbottò lui, lanciando poi un'occhiata preoccupata al balcone, che fortunatamente era chiuso.
-Sì, è la definizione di gay, grazie- rispose Vivian, roteando gli occhi.
Poi, finalmente, capì esattamente quale fosse il problema per Young-Nam.
Va bene, si disse. Era ufficialmente una cretina.
Passare del tempo in Italia le aveva fatto dimenticare tutte le restrizioni asiatiche. Non che in Italia ci fosse questa apertura mentale degna di lode, ma almeno due omosessuali potevano baciarsi in pubblico. In Corea, per quanto la società si dichiarasse aperta, rimaneva essenzialmente bigotta. Scoprirsi gay a diciassette anni, non era una cosa che molti accettavano.
Guardò il ragazzo che ora sembrava quasi più tranquillo, come se la parte difficile fosse stata dirlo. In effetti era così, almeno per Vivian. Accettare di essere omosessuali era una cosa, ma dirlo a qualcuno era quasi una prova di coraggio. Soprattutto non potendo conoscerne la reazione.
Cosa si supponeva dovesse fare? Young-Nam doveva sapere che lei non era il tipo di persona che giudicava una cosa del genere. E ancora, perché lei? Quante persone lo sapevano? Era certo  dei ragazzi della banda, ma poi?
Con tutte queste domande in testa, sputò fuori la prima cosa che le venne in mente per tranquillizzare l'altro.
-Mia cugina Giulia è bisessuale-
A quanto pare avrebbe dovuto parlare un pò della sua famiglia a Young-Nam.
Il ragazzo sgranò gli occhi a quella confessione, forse aspettandosi una miriade di domande. Vivian, che quel giorno ne aveva ricevute fin troppe, sapeva quando era il momento di lasciare in pace una persona.
In più quello era un argomento delicato e davvero molto personale, perciò avrebbe lasciato parlare lui.
Annuì, alla tacita domanda di Young-Nam, sorridendo un poco.
-Davvero. Nessuno l'ha visto arrivare, anche perché cavarle qualcosa di bocca è sempre stato difficile. Avrei dovuto prendere lezioni- borbottò, pensando che era stata l'unica a non chiederle niente di Taehyung.
-E come l'avete saputo?- chiese il ragazzo, arrossendo subito dopo.
-Cioé, se posso chiedere- aggiunse, mordendosi imbarazzato le labbra.
Vivian fece un gesto noncurante con la mano. Sua cugina non l'aveva mai sbandierato, ma di certo nemmeno lo nascondeva. Se qualcuno glielo avesse chiesto direttamente, lei avrebbe risposto con sincerità, per questo non si faceva troppi problemi a dirlo a Young-Nam.
-Beh, è stato divertente. In tipico stile De Luca- cominciò a raccontare, con una smorfia divertita al ricordo. Il ragazzo si sporse verso di lei, curioso.
-Aveva ventun anni e io...uhm, sedici sì. I suoi continuavano a chiederle se ci fosse qualcuno, perché messaggiava tutte le sere e ogni tanto spariva. Diventarono talmente insistenti che alla fine Giulia cedette, dicendo che avrebbe portato qualcuno al successivo pranzo in famiglia-
Vivian si interruppe per un secondo, pensando che avrebbero dovuto intuire qualcosa dal momento che la cugina si era ben guardata dal dire qualcosa che avrebbe potuto specificarne il genere. Bisogna però dire che fu davvero inaspettato, perché prima di allora aveva avuto un ragazzo al liceo.
-Beh, in pratica si presentò con questa ragazza, davvero bellissima se posso permettermi. Quando i suoi le dissero che pensavano avrebbe portato il suo ragazzo, Giulia alzò le spalle dicendo qualcosa come "Non ho un ragazzo, ho una ragazza"-
Young-Nam spalancò la bocca, prima di scoppiare a ridere a crepapelle, sprofondando con la schiena nel divano.
-E i suoi genitori?- riuscì a chiedere tra una risata e l'altra.
Vivian alzò le spalle, ridacchiando lievemente.
-Hanno ribattuto che poteva dirlo subito invece di fare tanto la misteriosa. A quel punto Giulia ha risposto che non gliel'aveva presentata prima non perché fosse una ragazza, ma lerché non volesse spaventarla presentandole la famiglia. Ah, se io e Alex avessimo avuto dei popcorn!- commentò con finto rammarico la ragazza, facendo nuovamente ridere il ragazzo.
-La tua famiglia è...-
-Esasperante- lo interruppe Vivian annuendo. -E rumorosa- aggiunse.
-Stavo per dire fantastica- ribatté Young-Nam, alzando gli occhi al cielo.
La ragazza sbatté gli occhi.
-Beh, sì, anche. Rimane il fatto che siamo tutti dei pazzi scatenati. Io sono più per le cose tranquille-
Il ragazzo gli lanciò un'occhiata scettica, prima di ghignare come suo solito.
-Ceeerto- replicò con condiscendenza. -Ed è per questo che la tua migliore amica è Hyerin, che sei amica di Sun e...ah, che esci con Taehyung hyung-
Vivian agitò una mano, con una smorfia fintamente snob.
-Sì beh, ovviamente ci sono delle eccezioni. Però conosco anche gente normale-
-Del tipo?- domandò il ragazzo alzando scettico un sopracciglio.
-Te, ad esempio-
-Noona, ti ho appena confessato che sono...gay-
Non sembrava ancora completamente a suo agio nel dirlo ad alta voce, ma era normale. Non credeva avesse avuto molte possibilità di dirlo.
-Quindi?- chiese Vivian, pronta a fargli capire che non era un problema. -Questo non fa di te un pazzo esagitato. Se proprio vuoi saperlo, sei uno dei più normali qui in mezzo-
-Questo la dice lunga sul tipo di persone che frequenti- scherzò Young-Nam, dopo un attimo di riflessione.
Ridacchiarono assieme, rimanendo poi per qualche minuto in un silenzio rilassato.
Vivian si alzò, andando a prendere la pasta fredda rimasta il giorno prima. Ormai era ora di cena e non aveva mangiato molto.
Ne passò un piatto a Young-Nam, che lo accettò volentieri, occhieggiandolo però con aria perplessa. Tutte le volte che avevano cenato da lei, si era limitata con i piatti italiani, volendo evitare di proporgli cose troppo lontane dal gusto asiatico. Quella sera però non era programmata, perciò il ragazzo si sarebbe dovuto accontentare.
-I miei non lo sanno- disse a un certo punto il ragazzo, quando ormai aveva finito. Vivian si accigliò, non sapendo cosa dire. Alla fine fu costretta a chiedere, perché sembrava che non volesse aggiungere nient'altro.
-Pensi non la prenderebbero bene?- domandò esitante. Purtroppo non conosceva personalmente i suoi genitori, ma da quello che gli aveva raccontato non sembravano delle brutte persone.
Young-Nam infatti scosse la testa, anche se nei suoi occhi lesse una punta di esitazione.
-No, non credo. Penso che sarebbero sorpresi ma...non so. È difficile dirlo a loro-
Questo Vivian poteva capirlo. Inconsciamente sapeva che i suoi genitori l'avrebbero accettato, ma l'idea di deluderli lo frenava dal dirglielo. Infondo era il problema di tutti i figli, no?
-Nam e Dae come l'hanno presa?- domandò, non chiedendo neanche la conferma se quei due sapessero o meno. Sorrise, capendo solo ora certi comportamenti strani. Erano davvero protettivi.
Young-Nam sorrise affettuosamente, prima di fare una smorfia esasperata.
-Dae ha reagito un pò come te. Ha alzato le spalle e ha detto "ok". Sun è...beh, è di Sun che parliamo. Mi ha chiesto se lo considerassi carino- spiegò, alzando gli occhi al cielo.
Vivian scoppiò a ridere, scuotendo divertita la testa.
-Spero tu l'abbia picchiato- scherzò la ragazza, ben sapendo che non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Young-Nam si limitò a sorridere sibillino.
-Ci ha pensato Dae- rispose sorridendo compiaciuto.
-Immagino lo sappiamo solo noi- commentò Vivian, dopo che ebbe smesso di ridere.
Il ragazzo esitò per un attimo, spostando lo sguardo.
-Uhm, sì...e anche Yoongi hyung- mormorò, fissando a caso un punto sul soffitto e perdendosi l'espressione allibita della ragazza.
-Yoongi?-
-Yoongi- confermò lui, con un piccolo sorriso incerto.
-Ma...il nostro Yoongi?-
-Già- ripeté Young-Nam, trattenendo a stento una risata, divertito per la faccia sconvolta di Vivian.
-Ma come?- domandò ancora lei, non capacitandosi della cosa. Poteva capire lei e i ragazzi della banda, ma Yoongi?
-L'ha capito- spiegò lui, alzando le spalle quasi imbarazzato. -Sai, quella volta che siamo andati a giocare a basket insieme...- Young-Nam si interruppe, ricordando che quel giorno c'era stato il fattaccio con Yejun.
Riprese dopo uno sguardo di scuse verso la ragazza, che rispose con un gesto noncurante della mano.
-Beh, ecco...non l'ha detto apertamente, ma ha fatto capire che lo sapeva-
-Ah- commentò la ragazza, cercando di capire le intenzioni di Yoongi. Non avrebbe mai fatto notare una cosa del genere, a meno che non avesse delle buone ragioni.
Young-Nam sembrò intuire il corso dei suoi pensieri, perché si affrettò a spiegare.
-Voleva rassicurarmi- disse velocemente, guadagnandosi uno sguardo sorpreso.
-All'inizio ho avuto il terrore che fosse palese, ma lui ha detto che se ne era accorto solo perché...uhm, era sempre stato bravo in queste cose-
Vivian sospettò che ci fosse altro e che quella non fosse tutta la verità, ma decise di lasciar perdere. Per il momento.
-Ha detto che voleva essere sicuro che stessi bene e che se avevo qualsiasi tipo di problema potevo parlarne con lui-
La ragazza sorrise, riconoscendo il comportamento premuroso che Yoongi si sforzava tanto di nascondere.
Dato che Young-Nam sembrava essere sulle spine, decise di scherzare un pò.
-E fu così che ti innamorasti perdutamente di Yoongi hyuuuung-
Il ragazzo boccheggiò, rosso come un peperone.
-Noona!- esclamò scioccato, non riuscendo a dire nient'altro.
-Beh? Hai la mia benedizione- continuò Vivian con un ghigno, mettendo su un'espressione seriosa.
-Ci è toccato l'arduo compito di fare di Tae e Yoongi due uomini onesti-
A quello Young-Nam si coprì la faccia con le mani, mugugnando imbarazzato.
-Non mi piace Yoongi hyung!- esclamò, prima di colpire lievemente la gamba della ragazza.
-Peccato. Faremo di Yoongi un uomo onesto un'altra volta- alzò con noncuranza le spalle Vivian, sopprimendo un ghigno.
-Aspetta, questo vuol dire che posso parlare di ragazzi con te!- esclamò a un certo punto, scherzando a metà.
-E viceversa- commentò piano Young-Nam.
Lei lo occhieggiò con aria saputa.
-È per questo che me l'hai detto?-
Il ragazzo alzò imbarazzato le spalle.
-Anche- confessò, prima di guardarla con un luccichio divertito negli occhi.
-Ce li vedi Dae e Sun a darmi consigli in fatto di ragazzi?- aggiunse, facendo ridere entrambi.
-Quindi siamo a posto?- domandò il ragazzo quando si furono ripresi. Vivian lo guardò con affetto, ricordandosi che in fondo aveva pur sempre diciassette anni.
-Certo- rispose, scompigliandogli i capelli, facendosi schiaffeggiare la mano.
-Basta che non ti piaccia Tae. In quel caso credo che avrei da ridire-
-Tranquilla noona- ribatté Young-Nam con un sorriso impertinente in volto. -Solo un pazzo può stare con un altro pazzo-
Vivian registrò l'insulto solo quando il ragazzo si fu allontanato di qualche metro. Si limitò perciò a fargli una linguaccia, incrociando le braccia al petto con superiorità.
-Va bene, andiamo a rassicurare i tuoi amici che sei sano e salvo-
Invece di scendere, aprì il balcone, guardando giù. Soo-Min stava mettendo in ordine gli ultimi tavoli con l'aiuto della banda, mentre Hyerin salutava gli ultimi clienti.
Solo in quel momento Vivian si accorse di quanto tempo fosse effettivamente passato. Meditò per un istante di richiamare l'attenzione dei suoi amici come faceva solitamente suo nonno, ovvero urlando un "bucanieri!".
Purtroppo, si ricordò, non era proprio dell'umore adatto e decise di rimandare la cosa quando ci sarebbero stati anche i Bts.
...ok, doveva decisamente smetterla di pensare. Era riuscita a ficcare suo nonno e i Bts nello stesso pensiero e ciò non faceva bene alla sua depressione.
Si limitò perciò a un "Ehi" che attirò comunque l'attenzione. Gli sguardi preoccupati di Dae e Sun la fecero quasi sorridere, ma decise di roteare gli occhi e fare un cenno a Young-Nam, dietro di lei.
Il ragazzo guardò gli amici con il suo solito ghigno e loro repressero l'evidente sollievo nei loro occhi.
Non si sa come finì che il ragazzo rimase a casa sua per guardarsi un film, mentre gli altri tornarono a casa.
Non che poi il film lo guardarono seriamente. Finirono per chiacchierare tutto il tempo, mentre Young-Nam la aggiornava su tutto quello che era successo.
Confermò a Vivian i suoi sospetti sulla cotta che Dong-Sun aveva per Hyerin e la ragazza promise di indagare sui sentimenti della sua amica. Rifletterono su quanto stramba ed esplosiva sarebbe stata la coppia e si assicurarono dei posti in prima fila per la loro dichiarazione. Ah, sarebbe stato davvero divertente da vedere.
Fu mentre dava da mangiare a Vanille che si accorse che Young-Nam stava armeggiando con il cellulare. Quando gli chiese chi fosse, il ragazzo si limitò a rispondere "Yoongi hyung" e lei pensò che gli stesse raccontando di quel giorno.
Fu ingenuo da parte sua, dopotutto si parlava di Young-Nam.
Perciò, quando quaranta minuti più tardi suonarono al campanello, Vivian si alzò sorpresa dal divano.
Il ragazzo tuttavia fu più veloce e la anticipò giù dalle scale, dicendo che ci avrebbe pensato lui.
Vivian non se ne preoccupò, e fu di nuovo ingenua.
Non sentì nessun rumore per qualche minuto e cominciò a preoccuparsi, almeno finché non sentì dei passi su per le scale.
Si girò verso la porta, proprio nel momento in cui Taehyung faceva il suo ingresso.
Era talmente sorpresa che non riuscì a muovere un muscolo, rimanendo impassibile. Neanche Taehyung sapeva bene cosa fare, perché rimase fermo sulla porta, ad occhi sgranati.
Era vestito da casa, constatò Vivian. Poteva capirlo dai vecchi pantaloni della tuta e dalla maglietta a maniche lunghe, per niente coordinati tra loro. Quello e dalle scarpe che facevano a pugni con tutto il resto. I capelli, come aveva già visto dai live, gli si erano schiariti molto, ma dal vivo ero di uno strano color salmone. Non che stesse male. Taehyung ai suoi occhi era sempre perfetto.
-Young-Nam...?- chiese a bassa voce, spezzando il silenzio.
Il ragazzo si guardò indietro, mettendosi una mano tra i capelli.
-Ha detto che andava a casa- rispose, con la sua voce profonda che fece tremare Vivian.
Fu a quel punto che la ragazza intuì parecchie cose e decise allo stesso tempo di fregarsene. Si alzò dal divano senza smettere di fissare Taehyung e gli si lanciò contro, abbracciandolo e prendendolo di sorpresa.
-Stai bene?- domandò subito lui, ricambiando comunque la stretta e appoggiando la testa sulla sua.
Vivian si limitò ad annuire, strisciando la guancia contro di lui.
Non aveva un odore particolare, o comunque non abbastanza forte per sentirlo. Profumava semplicemente di bucato, ma era un odore come un altro ed era convinta che fosse lo stesso per tutti i Bts.
Però riconosceva l'abbraccio. Il modo in cui le sue braccia la avvolgevano. O come si piegava leggermente verso sinistra, facendo in modo che stesse comoda. Per lei quel modo di abbracciare valeva mille profumi.
-Young-Nam ha scritto a Yoongi dicendogli che avevi qualcosa che non andava e di mandare me- spiegò dal nulla Taehyung, mantenendo l'abbraccio.
-Però ci siamo sentiti ieri sera e...insomma, mi sembravi normale- Cedette un pò all'ultimo, come se stesse ripensando alla telefonata e Vivian si sentì in qualche modo colpevole.
Si irrigidì, prendendo poi un profondo respiro e staccandosi dall'abbraccio. Non era arrabbiata con Young-Nam. In effetti, aveva fatto la cosa migliore, chiamando Tae. Anche se la cosa migliore spesso era difficile.
-Non è che non sto bene- minimizzò, ricevendo uno sbuffo incredulo da parte del ragazzo.
-Ho solo mille pensieri per la testa-
-Avresti dovuto parlarmene ieri sera- le disse Tae, suonando nuovamente preoccupato.
Vivian si morse le labbra, non sapendo come spiegarsi. Dato che erano ancora in piedi, gli prese una mano e lo trascinò sopra il divano.
Il ragazzo, che l'aveva seguita senza fiatare, aspettando una spiegazione, si tolse velocemente le scarpe e si accucciò sopra, intrecciando le gambe con la ragazza.
-Sono cose complicate da spiegare al telefono. Avrei aspettato il tuo ritorno- confessò Vivian, non trovando altra soluzione che spiegare le cose il più chiaramente e sinceramente possibile. D'altronde con lui le veniva normale non usare filtri.
Taehyung storse la bocca in una smorfia.
-Avresti dovuto dirmelo lo stesso. Sarei venuto ieri sera-
-Ed è esattamente il motivo per cui non l'ho fatto- replicò prontamente la ragazza, ricevendo uno sguardo confuso in risposta.
-So quanto sei impegnato in questi giorni e domani hai l'aereo per Parigi. Non saresti dovuto venire nemmeno stasera. Dovresti riposarti- spiegò, provando a farlo ragionare.
-Non è che mi pesi passare del tempo con te- provò a scherzare Taehyung, facendo solo sibilare frustrata Vivian. -Mi sono spiegata male. Volevo dire che...-
-Lo so cosa intendevi- la interruppe lui con un mezzo sorriso. -Però sei la mia ragazza e vorrei sapere qualunque cosa ti turbi. Anche se non posso fare niente in quel momento, in qualche modo ce la farò-
Vivian sbatté gli occhi sorpresa, ricordando ciò che aveva detto ad Alex a proposito del non essere la sua ragazza. Forse poteva cominciare a sistemare un pò del casino mentale che aveva in testa.
-Quindi sono la tua ragazza?- Mentre lo diceva, si sentì come una stupida dodicenne cotta del figo della classe. Con tutta il rispetto possibile per le dodicenni, eh.
-Credevo fosse ovvio- rispose Taehyung dopo un attimo di smarrimento. La ragazza scosse la testa, imbronciandosi.
-Non ne abbiamo mai parlato veramente- replicò, sulla difensiva. Il ragazzo piegò di lato la testa, pensandoci su.
-Certe cose non credo abbiano bisogno di spiegazioni. Pensavo di essermi comportato come il tuo ragazzo- provò a dire Taehyung, grattandosi poi la testa quando la frase uscì strana persino alle sue orecchie.
Vivian ridacchiò, improvvisamente più tranquilla.
-L'hai fatto. Solo non sapevo se fosse una cosa seria o...- alzò le spalle, non sapendo come continuare.
L'espressione del ragazzo si fece subito scura, lanciandole uno sguardo fermo.
-Sono serio-
-...anch'io- replicò la ragazza arrossendo leggermente sotto il suo sguardo.
I lineamenti di Taehyung si ammorbidirono non appena sorrise, mentre si allungava a raddrizzarle gli occhiali.
-Non dirmi che questo era uno dei problemi che ti affliggeva- la prese in giro.
-Beh, no- rispose immediatamente lei. Quando la guardò intensamente, roteò gli occhi mordendosi l'interno delle guance.
-...beh, sì- ammise, guardandolo da sotto in su, provando a non essere patetica.
Taehyung scoppiò a ridere, abbracciandola a sorpresa e lasciandole dei baci sul capo, continuando a dire quanto la sua ragazza fosse dolce.
Vivian, imbarazzata oltre ogni limite (e tenendo conto dei suoi parenti era un signor limite), cominciò a pizzicargli il fianco per ripicca, facendolo squittire tra una risata e l'altra.
Poco più tardi erano entrambi ansimanti sul divano, i capelli di lei un macello e il fianco di lui completamente rosso.
-Scusa- mormorò di punto in bianco lui, ricevendo in risposta un'occhiata confusa.
-Per non aver capito che stavi male- spiegò con una smorfia, riferendosi alla telefonata della sera prima.
Vivian fissò impassibile quel volto che la stava guardando con un'espressione afflitta. Passò quasi mezzo minuto, nel quale Taehyung fissò Vivian in attesa, prima che la ragazza, con uno slancio, salisse a cavalcioni su di lui, prendendogli il volto tra le mani.
-No. Non ti ho detto niente per non rovinarti l'entusiasmo della partenza, non hai fatto assolutamente niente di sbagliato- disse con voce ferma, continuando a tenergli il volto.
-Ma...-
-No- lo interruppe subito lei. Conoscendolo, sapeva bene cosa stesse per dire. E no, non aveva nessuna intenzione che si prendesse colpe che non aveva. Lei aveva pensato di fare del bene non dicendogli niente, ma evidentemente si era sbagliata. Almeno era qualcosa a cui poteva facilmente rimediare.
-Non ho intenzione di darti la colpa solo perché sei felice del tuo lavoro. So chi sei e cosa fai. Se non l'avessi accettato, non ti avrei dato per principio una possibilità-
Si fermò, mordendosi un labbro, cercando le parole per dirgli quello che pensava. Era una cosa importante e si sentì improvvisamente sotto pressione. Non voleva ci fosse alcun fraintendimento.
-Mi piace V dei Bts e mi piace il mio Taehyung. E so che a volte i due potrebbero entrare in conflitto, ma sono sicura che entrambi non mi ferirebbero mai consapevolmente-
Bene, non era certo da Nobel per la letteratura, ma poteva andare.
Solo allora si permise di guardarlo negli occhi, scoprendo che il ragazzo era totalmente concentrato su di lei, con un guizzo nello sguardo di qualcosa che non riuscì a definire.
Aprì la bocca, pronta a chiedere, quando Taehyung la baciò con impeto.
Sorpresa, e con le mani improvvisamente libere, rimase bloccata per qualche istante. Almeno fino a che il ragazzo non la prese per i fianchi, spingendola verso di lui.
A quel punto non fu più molto padrona di sé stessa. Rispose al bacio con entusiasmo, circondandogli il collo con le braccia.
Riuscì a pensare coerentemente solo quando, cambiando angolazione, i suoi occhiali le furono di intralcio. Tuttavia l'attimo passò quando Taehyung glieli tolse, staccandosi per un momento dal bacio e facendola mugugnare in disapprovazione.
Trovandosi improvvisamente a vedere sfocato, sbatté gli occhi infastidita. L'attimo dopo il ragazzo la stava nuovamente baciando.
Quella era la seconda volta che si baciavano a quel modo. Tutte le altre volte erano stati in pubblico e si assicuravano sempre di mantenere un certo decoro. Se non altro perché qualcuno avrebbe potuto riconoscere Taehyung.
Quando erano da soli invece si lasciavano andare completamente, come se dovessero in qualche modo bilanciare la situazione. Quella volta poi erano in qualche modo più affamati, complice il mese che avevano passato lontani.
Continuarono a baciarsi per un pò, almeno fino a quando Vivian non mosse una gamba, per evitare che si addormentasse. Taehyung dovette fraintendere, perché le sue mani passarono dai fianchi alle sue cosce, accarezzandole e provocando un brivido alla ragazza che gemette nel bacio.
Solo in quel momento ricordò cosa effettivamente stesse indossando. Stranamente fu quello, e il fatto che Taehyung la spingesse inconsciamente contro di lui, a farla tornare lucida.
L'idea di salire a cavalcioni del proprio ragazzo con dei pantaloncini di jeans non era certamente delle più brillanti. Non quando si voleva fare un discorso serio. Avrebbe però potuto tornare utile in altre situazioni.
Ok, stava divagando, ma a sua discolpa Taehyung continuava ad accarezzarle le gambe. E a baciarla.
Si staccò dal bacio con un sospiro, poggiando la fronte contro la sua, ad occhi chiusi.
Era quasi certa che il karma l'avrebbe punita per aver sprecato quell'occasione. Di certo Hyerin l'avrebbe fatto.
-Altri problemi da risolvere?- domandò Tae, con la voce ancora roca. Vivian non poté trattenersi dal rubargli un bacio veloce, poi riaprì gli occhi, trovandosi davvero a poca distanza dai suoi.
Sospirò, mugugnando in assenso.
-E questi problemi sono molti?- domandò ancora lui, fissandole spudoratamente la bocca.
Vivian sorrise, notando come a quel gesto il ragazzo si umettò inconsciamente le labbra.
-Dipende. Se mi baci così ogni volta potrebbero essere molti- scherzò lei, ricevendo un'occhiata divertita.
Senza il minimo preavviso, Taehyung si buttò all'indietro, trascinando la ragazza con sé. Vivian riuscì ad evitare di franargli addosso, poggiando con prontezza le mani ai lati della testa del ragazzo. Tuttavia, la sua espressione scandalizzata non sfuggì a Taehyung, che scoppiò a ridere divertito.
-Potevo farti male!- esclamò lei, trattenendo a sua volta un mezzo risolino.
-Non pesi così tanto- la rassicurò lui. Poi aggiunse, sorridendo in un modo che Vivian classificò come malizioso, -E la posizione non è che mi dispiaccia-.
La ragazza spalancò la bocca, a corto di parole. Tae non era mai stato così diretto. Arrossì furiosamente, farfugliando neanche lei sapeva bene cosa. Aveva interrotto il bacio per parlare e si era ritrovata in quella situazione. Il karma da qualche parte stava ridendo soddisfatto.
Il ragazzo sorrise teneramente, percependo il suo disagio.
-Mi sei mancata- confessò, non nascondendo l'imbarazzo. Vivian sgranò gli occhi, sorpresa da quell'ammissione, prima di stendersi su di lui e abbracciarlo.
Taehyung rise e la risata rimbombò nelle orecchie della ragazza, che aveva il volto premuto sul suo petto
-Facciamo i koala?-
Stettero così per un pò, semplicemente abbracciati, come se si stessero riabituando alla presenza dell'altro. Poi, quando la luce del sole si affievolì, decisero di separarsi.
-Hai mangiato?- domandò all'improvviso Vivian, occhieggiandolo preoccupata. Il ragazzo, grazie al cielo, annuì. Non aveva niente di pronto e se si fosse messa a cucinare, addio chiacchierata.
-Ma sei sicuro che puoi stare qui? È tardi-
Forse era un pò apprensiva, ma domani aveva il volo per la Francia e sapeva quanto fosse stancante. In più veniva da una giornata di prove e probabilmente l'unica cosa che avrebbe voluto fare era riposarsi. Invece era qui.
-A meno che tu non mi cacci- scherzò Taehyung, mettendosi a sedere. -L'unica cosa importante è che mi faccia trovare alle dieci in aeroporto- aggiunse, alzando le spalle con noncuranza.
Vivian sorrise timida, alzandosi poi dal divano.
-Ti vado a prendere un cambio- disse, entrando poi nella stanza di sua nonna. Nell'armadio aveva tenuto dei vecchi vestiti di suo padre, per ogni evenienza. Il fatto che Taehyung passasse la notte da lei non era un problema. Ok, forse le metteva un pò d'ansia, ma non perché non si fidasse del ragazzo. Era delle sue reazioni che non si fidava affatto.
Tornando in salotto, fissò accigliata il ragazzo che stava spostando i cuscini del divano.
-Che stai facendo?-
-Se non sposto i cuscini non ci sto- spiegò con tono ovvio lui.
Vivian pensò di aspettare e vedere quanto ci avrebbe messo a scorgere la sua espressione, ma rinunciò quando questi continuò imperterrito a sistemare i cuscini.
-Guarda che dormi in camera-
Taehyung lanciò un'occhiata cauta alla camera di sua nonna.
-In camera mia- precisò la ragazza, alzando gli occhi al cielo.
Il ragazzo la guardò allibito, sembrando quasi allarmato e lei non poté fare a meno di arrossire.
-Ho un letto a una piazza e mezzo- borbottò alzando le spalle.
Vide l'esatto momento in cui Tae realizzò tutte le implicazioni del caso e ne approfittò per agguantare la sua roba e fuggire in bagno per cambiarsi.
Ma chi voleva prendere in giro? Non era affatto tranquilla.
In bagno le si presentò un altro problema, giusto per aggiungere un pò d'ansia, che non guastava mai.
Il pigiama di per sé andava bene. Certo, i pantaloncini erano un pò troppo corti ma oh, faceva caldo e sarebbe stato buio.
Quello che la preoccupava era un problema del tutto femminile. Indossare o meno il reggiseno?
Davvero, non c'era niente da ridere. A meno che non fosse una risata isterica.
Afferrò con forza il lavandino, specchiandosi, come se la soluzione fosse scritta sul vetro. Purtroppo, l'unica cosa che rifletteva, era la sua faccia ormai di un bel rosso aragosta e l'espressione disperata.
Ora, non aveva un seno grande. Era proporzionato con la sua taglia e la maglietta del pigiama era abbastanza larga da nascondere il fatto. Solo che sapeva bene che in un modo o nell'altro sarebbero finiti abbracciati e allora sarebbe morta di imbarazzo.
Tae...beh, a questo punto non aveva idea di come l'avrebbe potuta prendere. No, non in quel senso. Diamine, aveva una mente perversa.
D'altro canto, indossare tutta la notte una reggiseno col ferretto sarebbe stata una tortura.
Con un sospiro desolato che già preannunciava disastri, si cambiò, ficcando il resto nella cesta dei panni sporchi. Sì, anche quel maledetto reggiseno.
Taehyung, che nel frattempo si era cambiato pure lui, l'accolse in camera con un timido sorriso, buttandosi poi senza tanti problemi sul letto, una volta che Vivian tolse le coperte.
Bipolare. Aveva un ragazzo bipolare.
Non che lei fosse messa meglio. Insieme avrebbero fatto faville in un centro psichiatrico.
Il problema dell'unico cuscino venne facilmente risolto quando il ragazzo si distese su un fianco, poggiando la testa su una mano. Vivian lo seguì, accaparrandosi il cuscino e poggiando strategicamente un braccio davanti al petto. La prudenza non era mai troppa.
Con la piccola lampada sul comodino come unica luce, l'atmosfera era decisamente intima. In più non aiutava affatto che la lampada fosse alla spalle del ragazzo e proiettasse così un'aurea angelica.
Si fissarono per un pò, in un silenzio quasi teso, finché Taehyung non sbatté gli occhi meravigliato.
-Pensavo di aver visto male- mormorò, allungando una mano e prendendo una ciocca dei capelli di Vivian.
-Credevo fossero le luci, ma sono più chiari-
La ragazza sorrise, stupita che se ne fosse accorto.
-Si sono schiarito con il sole- si limitò a spiegare, pensando che non fosse il momento per una disgressione sui benefici del limone.
Taehyung mormorò qualcosa, spostando la mano dai capelli alla punta del naso.
-Sono lentiggini-
-Sempre il sole- commentò lei, arricciando il naso. -Io e maman abbiamo passato gli ultimi giorni a prendere il sole-
Il ragazzo ritrasse la mano, fissandola pensieroso.
-Qualche problema con tua madre?- domandò con un accenno di preoccupazione. Vivian allargò gli occhi, chiedendosi se fosse così evidente. Deglutì, umettandosi nervosamente le labbra, capendo che era arrivato il momento di buttare fuori tutto.
-Nessun problema. È che ha detto qualcosa che mi ha fatto riflettere-  si fermò, pensando a come spiegare la situazione. Taehyung si limitò a fissarla, in attesa.
-Non so cosa fare- confessò Vivian, spiegando poi l'intera conversazione avvenuta con sua madre. Gli disse dei pareri contrastanti dei suoi genitori e di come entrambi avessero ragione.
Di come avesse passato l'intero volo di ritorno a pianificare. Di come si fosse scontrata con il problema del trovare qualcuno che la sostituisse al bar, e di come effettivamente non sapesse da che parte cominciare. Sapeva solo dove voleva arrivare, tutto il resto era nebbia.
Spiegò di come si sentisse all'idea di non lavorare più nel bar. In qualche modo le sembrava di tradire i suoi nonni, che avevano dedicato quel posto a lei.
-In più- disse Vivian con la voce che le tremava per lo sforzo di non piangere, -Non sono più stata a Mochangpo dal funerale di nonna-
Taehyung si accigliò, sbattendo gli occhi perplesso.
-Intendi Mochangpo Beach?-
-Sì. Era il loro posto speciale. Io e maman abbiamo sparso le loro ceneri nel mare. Non ci sono più andata perché...beh, non ne sono sicura. Forse perché mi sarei resa conto che non ho superato affatto il lutto- si fermò, fissando quasi disperata il suo ragazzo.
-Maman in qualche modo l'ha superato, perché io no?-
Taehyung sembrava avere la risposta.
-Vivian, tua madre è dall'altra parte del mondo circondata dalla famiglia- spiegò con tono cauto, poggiandole una mano sul fianco, accarezzandoglielo piano.
-Tu sei rimasta qui, circondata dalle cose di tua nonna e senza nessuno di familiare-
La ragazza lo guardò come fulminata da quella spiegazione. Ci aveva rimuginato su parecchie volte, ma in qualche modo non aveva mai pensato a quello.
-Perché tu e mia madre ogni tanto ve ne uscite con queste cose assurdamente ragionevoli?-
Taehyung sbatté gli occhi, preso alla sprovvista.
-Uhm, essere paragonato a tua madre è una cosa positiva?- chiese, non sapendo se prenderla o meno sul ridere.
-Dipende- rispose Vivian, non riuscendo a trattenere un sorriso alla smorfia perplessa del ragazzo.
-Credo dovresti andare a Mochangpo- disse questo dopo qualche istante di silenzio, tornando al nocciolo del discorso. La ragazza sospirò piamo, mordicchiandosi le labbra.
-Non so come- buttò fuori, prima di spiegare concitatamente. -Voglio dire, dovrei prendermi tutta la giornata, e con il bar e tutto il resto...-
-Il bar non è un problema. Hai Hyerin, Soo-Min e Young-Nam. Sono bravi e per un giorno faranno senza di te- la interruppe Taehyung pacatamente. Le accarezzò ancora il fianco, avvicinandosi di poco in modo da intrecciare le gambe con le sue.
-Questo vale anche per il sostituto che cerchi. Dovresti parlare con Young-Nam e vedere se vuole aumentare i suoi turni. Se inizia l'università dovrebbe averne il tempo-
Vivian lo fissò senza parole. A dire la verità si era aspettata che la lasciasse parlare, come faceva Alex ogni volta che si doveva sfogare. Certo, ogni tanto dava il suo parere, ma con Taehyung sembrava diverso. Era come se il ragazzo avesse preso i suoi problemi come sfide personali e intendesse risolverli a tutti costi.
-Sei incredibilmente ragionevole- borbottò, guardandolo meravigliata.
-Assomiglio ancora a tua madre?- domandò Taehyung con un ghigno sarcastico.
-Stavo per baciarti. Ma visto che hai menzionato mia madre ora la cosa è decisam...-
Vivian non finì la frase, venendo interrotta dal ragazzo, che si sporse baciandola. Al contrario della pomiciata sul divano, questa era decisamente più lenta e dolce. Almeno all'inizio.
Taehyung aveva ancora la mano sul fianco della ragazza, che usò come appiglio per avvicinarsi. Districò i piedi e le prese una gamba, portandola su di sé.
Vivian emise un gemito quando la mano risalì la gamba e ansimò quando raggiunse la coscia. Quei pantaloncini erano decisamente troppo corti. Dimenticò ogni pensiero logico, lasciandosi trasportare mentre la mano libera del ragazzo si infilò sotto la maglietta, sulla schiena. La ragazza si separò dal bacio, provocando un mugugno di protesta in Taehyung, subito seguito da un gemito quando lei prese a baciargli il collo.
A mente lucida probabilmente si sarebbe vergognata. Non era esattamente il tipo che prendeva l'iniziativa. C'è da dire che la colpa era anche di Taehyung che con quella mano stava...oh.
Represse un brivido di eccitazione quando la mano del ragazzo risalì la schiena, finendo esattamente dove sarebbe dovuto esserci il reggiseno.
Lo sentì irrigidirsi, mentre inspirava bruscamente.
Si staccò dal suo collo, lanciandogli un'occhiata da sotto in su cercando di fare l'innocente. Quello che non aveva previsto era la reazione di Taehyung.
-Non guardarmi così- le sussurrò con voce roca, prima di spostare la mano in avanti, esattamente sotto il suo seno, con il pollice pericolosamente vicino all'incavo.
In un attimo la sovrastò, tenendosi su con un braccio, le gambe di lei a circondargli i fianchi. Lo vide fissarla con occhi brucianti, mentre la mano si spostava in una carezza ruvida.
-Tae...- sospirò, prima di strabuzzare gli occhi quando lui si abbassò, cominciando a baciarle la pancia scoperta. Strinse ancora di più le gambe intorno ai suoi fianchi, ricevendo in risposta un piccolo morso sul fianco. Ansimò, afferrandogli i capelli quando lo sentì passare la lingua sull'ombelico. Continuò a leccare fino a che non raggiunse il bordo della maglietta, che le copriva giusto il seno. A quel punto la guardò e Vivian represse un altro gemito, sentendo la sua eccitazione premerle contro.
Poi Taehyung sgranò gli occhi, tornando di colpo alla realtà. Si alzò bruscamente in ginocchio, fissandola ansimante, prima di fuggire letteralmente in bagno.
Vivian, che si era tirata sui gomiti, ricadde all'indietro, sistemandosi imbarazzata la maglietta.
Oh, perfetto. E ora cosa faceva? Tornava come se nulla fosse a parlargli dei suoi problemi? Sentì l'acqua della doccia andare e si coprì la faccia con le mani, sbattendo i piedi sul letto.
Non che la cosa non le fosse piaciuta, diamine, no. Però perché succedeva sempre nei momenti meno opportuni? Come facevano le altre coppie? Si saltavano addosso ogni volta che rimanevano soli? Giusto per sapere, almeno la prossima volta sarebbe stata preparata.
Sospirò rassegnata, allargando le braccia, e cercando di far passare l'eccitazione. Innegabile che ci fosse stata.
Aprì con coraggio gli occhi solo quando sentì Taehyung tornare. Era pronta a un silenzio imbarazzato, ma la visione del ragazzo con i capelli fradici fece prendere alla situazione tutt'altra piega.
-Che hai fatto?- esclamò Vivian, alzandosi di scatto a sedere.
Taehyung deglutì, spostando lo sguardo da lei alla parete.
-Ho...ehm, raffreddato la situazione- borbottò lui, con una smorfia.
La ragazza scosse la testa, senza parole.
-Sei stupido o cosa?- sputò fuori ricevendo un mugugno indignato da parte di Taehyung.
-Sei un cantante. Vuoi prenderti un malanno?- lo ignorò lei, alzandosi e prendendogli di mano l'asciugamano che si era portato dietro.
-Siediti- disse indicandogli il letto. Il ragazzo fece come aveva detto, attirandola però in mezzo alle gambe aperte e fissandola con il suo solito broncio.
Vivian arrossì, sorridendogli e appoggiandogli dolcemente l'asciugamano sulla testa, provando ad asciugargli i capelli prima che si beccasse qualcosa.
Aveva un ragazzo decisamente bipolare.









 


- Spazio autrice –
Bene. Spero che il capitolo non sia stato troppo nonsense. Non credo di essere portata per scrivere lemon, o qualsiasi cosa sia sta roba, sigh. Ditemi voi. So solo che Tae e Vivian sono stati la mia morte.
Parlando della rivelazione di Young-Nam…per alzata di mano, quanti ci erano arrivati? Yoongi si riconferma papà orso coccoloso, pur non comparendo.
Praticamente è un capitolo sulle pippe mentali di Vivì, ma prima o poi dovevano arrivare. È stata fin troppo equilibrata v.v
Detto questo, preannuncio che nel prossimo compariranno un po’ tutti (la mia morte) e beh, nessuno ha seriamente pesato a una cosa che riguarda Vivì. Ho praticamente decantato vita, morte e miracoli ma non ho detto una cosa. v.v
Alla prossima!
Un abbraccio ^^






 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Crocus ***







Salve! ^^
Non ci credo ma ce l’ho fatta!
Questo capitolo è parecchio lungo, sono 17 pagine di Word. (se ripenso ai primi capitoli che arrivavano a stento a 9…)
Grazie a tutti per i commenti! E vi ringrazio infinitamente, perché il primo capitolo ha superato le 1000 visite!
Crocus: simboleggia la spensieratezza dei giovani.
Ora vi lascio alla lettura, ci rivediamo in fondo ^^






 

- Crocus -





 


Vivian fissò pigramente il soffitto, dicendosi che forse era il caso che si alzasse. Erano ormai le nove passate e, per quanto quel giorno il bar aprisse alle undici, non era da lei poltrire così tanto.
Beh, a volte lo faceva, ma voleva spendere il giorno del suo compleanno in modo più significativo.
Anche se era proprio quello il motivo per cui aveva poltrito fino a quell'ora.
Alex, il suo idiota, meraviglioso, cugino, l'aveva chiamata a mezzanotte per farle gli auguri...tenendola poi al telefono per le due ore successive. Nessun problema per lui, dato che in Italia non era neanche l'ora di cena. Lei invece si era accasciata sul letto con un sospiro, alle due di notte passate.
A seguire, poi, neanche a farlo apposta, le erano arrivati a intervalli regolari i messaggi di auguri da parte dei cugini.
Che cavolo, la prossima volta avrebbe dovuto ricordarsi di spegnere il cellulare.
Con un ultimo sospiro rassegnato, si alzò dal letto, trascinandosi verso il bagno e buttandosi direttamente in doccia.
Alla fine non aveva dormito le otto ore di sonno canoniche, ma c'era da dire che a lei ne bastavano anche meno per sembrare una persona normale. Non come quel ghiro di suo cugino.
Si lavò i capelli con lo shampoo al cocco che riservava per le occasioni speciali. Sì, era strana ad avere uno shampoo specifico per quelle occasioni, ma era sempre stata convinta che se l'avesse usato tutti i giorni, presto o tardi se ne sarebbe stancata.
Quando era piccola odiava il suo compleanno. O meglio, non lo considerava un giorno speciale. Nascere una settimana dopo la chiusura delle scuole non aveva mai fatto granché per la sua vita sociale. Tendenzialmente, il 14 giugno erano tutti già in vacanza, compresi i suoi parenti.
Non che lo facessero con cattiveria, sia chiaro. Solo che prendere le ferie a giugno era più facile e così si ritrovava immancabilmente metà famiglia al mare. O in montagna. O all'estero.
Un anno avevano anche provato a festeggiarlo al mare. Pessima idea. Aveva passato metà giornata in un angolo all'ombra, per evitare che la sua pelle si bruciasse. Non era stato il compleanno migliore...anche se la torta blu con le conchiglie di zucchero era buona.
Con il passare degli anni aveva preso consapevolezza che non era l'unica della famiglia a compierli in estate. C'erano suo nonno e suo cugino Tommaso che li compivano a luglio e i suoi cugini Mattia e Chiara ad agosto. Perciò avevano ideato una grande festa, tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, dove li festeggiavano tutti.
Quindi Vivian non si sentiva proprio come se fosse il suo compleanno, anche se poi con i suoi genitori lo festeggiava nel giorno giusto.
Quell'anno però era diverso. Come tutto del resto.
Hyerin, che quella mattina aveva chiesto un permesso per una visita medica, le aveva detto che nel pomeriggio avrebbero festeggiato, portandosi dietro Soo-Min.
Anche Shin e Miyon, reduci dagli esami, sarebbero passati. Così come la banda e i signori Kim.
E Taehyung le aveva detto che sarebbe passato in serata. ...già, bell'affare.
Si strofinò i capelli con l'asciugamano, lasciandoli poi ricadere sulle spalle. Se era fortunata, si sarebbero asciugati prendendo una piega mossa altrimenti, beh, poteva sempre legarseli.
Davanti all'armadio fece una smorfia, indecisa.
Non era proprio il tipo che si agghindava nel giorno del suo compleanno, (c'era davvero qualcuno che lo faceva?), però quella sera sarebbe passato Taehyung.
Si grattò nervosamente una spalla, occhieggiando fuori dalla finestra. Già a quell'ora si poteva quasi percepire materialmente il caldo che avrebbe fatto.
Con uno sbuffo rassegnato prese un paio di pantaloncini morbidi a vita alta, verde oliva, e una semplice maglietta di cotone con lo scollo a barca, bianca. Avrebbe poi sempre potuto cambiarsi prima di sera.
E comunque, meglio vestita così che presentarsi mezza morta in una pozza di sudore.
Con uno sbadiglio, si infilò i soliti sandali, entrando in cucina alla ricerca di cibo. Avrebbe potuto scendere al bar e sgraffignare i muffin ripieni di marmellata che aveva fatto la sera prima, ma a quell'ora aveva voglia di salato.
Perciò aprì il frigo e, dopo un'occhiata alla desolazione, doveva ricordarsi di fare la spesa, si preparò un tramezzino.
Fu a quel punto che vide Vanille seduta davanti alla porta fissarla sorniona. Se fosse stata umana, Vivian avrebbe giurato che stesse sogghignando.
Si avvicinò cauta, il tramezzino mezzo mangiato in mano e un'espressione guardinga in volto. A pochi passi da lei, Vanille si spostò, lasciando libera la porta. Il tutto mantenendo quell'espressione compiaciuta che tanto preoccupava la ragazza.
-Cos'hai combinato?- borbottò Vivian più a sé stessa che al gatto. L'ultima volta che l'aveva fissata così, era riuscita ad arrivare al pacco di farina, buttarlo giù dal mobile e imbiancare tutta la cucina del bar.
Ma no, si disse, non poteva aver combinato niente. Da quando c'era stato il furto, si premurava sempre di chiudere bene la porta di casa e il balcone.
Con quella convinzione, prese un altro morso dal tramezzino, scendendo decisamente tranquilla le scale.
Era talmente rilassata che si prese un mezzo infarto quando Hyerin comparve all'improvviso urlando "Bù!". Stritolò il povero tramezzino mentre scivolava all'indietro, colpendo con l'osso sacro un gradino.
Ad occhi chiusi, emise un sospiro tremulo, dicendosi che non poteva uccidere la sua migliore amica.
Mentre si ripeteva questo mantra, un coro di esclamazioni sorprese le fece riaprire gli occhi di scatto.
Alla base delle scale stavano tutti i suoi amici, Bts compresi, che la fissavano con diversi gradi di preoccupazione.
Vivian li guardò.
Sbatté piano gli occhi.
Fece una smorfia.
-Pensate di aiutarmi? Se provo ad alzarmi da sola spargo pomodoro dappertutto- esordì, aprendo la mano con quello che una volta era stato un tramezzino.
Hyerin, che fino a quel momento era rimasta immobile, ad occhi spalancati, si riprese, correndo verso di lei ed aiutandola a rialzarsi.
-Non mi morire proprio oggi!- esclamò scandalizzata, rivolgendole quasi uno sguardo di rimprovero.
Vivian boccheggiò, guardandola male. Purtroppo l'effetto fu rovinato dagli occhiali storti.
-Dillo alla pazza che urla come una scimmia- ribatté, spostandosi con un gesto secco una ciocca di capelli.
Una risatina mal trattenuta le ricordò che non erano da sole.
Tornando alla folla di gente che la fissava dabbasso, il suo sguardo volò subito al suo ragazzo.
Taehyung era rimasto indietro, decisamente il più tranquillo di tutti. La conosceva abbastanza bene da sapere che non si era fatta male e non era veramente arrabbiata. Era vestito come se dovesse andare in sala prove, solo più...beh, meglio. Diciamo che almeno i colori non facevano a pugni come al solito. Anche gli altri sembravano aver seguito quella linea. Di fianco a lui, Yoongi aveva gli occhi al cielo, rassegnato da tutto quel casino. Vivian avrebbe potuto pensare che l'avessero buttato giù dal letto, se non fosse stato perfettamente pettinato. Quello, e il fatto che il ragazzo avrebbe ucciso chiunque avesse provato a fare una cosa del genere.
Jimin sembrava indeciso se essere preoccupato o divertito. Nel dubbio, ghignava.
Hoseok continuava a muovere la testa, come per vedere meglio. Il poveretto era dietro a Shin e Miyon, il ragazzo alto con un sopracciglio inarcato in segno di divertimento e la ragazza con una mano a coprire il sorriso.
Namjoon e Jin erano spalla contro spalla, il primo che scuoteva la testa a braccia incrociate, e il secondo che spostavo lo sguardo un pò su tutti, cercando di mantenere l'ordine.
Jungkook fu quello che la fece quasi scoppiare a ridere. Sembrava non sapere che espressione fare. Aveva un luccichio allarmato negli occhi e la bocca era semi aperta, come se fosse in procinto di dire qualcosa.
La cosa buffa era che tutti i ragazzi della banda e Soo-Min, avevano la stessa identica espressione.
-Perché diamine avevi in mano quel...cos'è che era, esattamente?- domandò Hyerin, blaterando a caso e chinandosi per pulire con un fazzoletto.
Vivian roteò gli occhi.
-Un tramezzino. Era la mia colazione-
-Così tardi? Tu sei il tipo che deve mangiare appena sveglia- replicò l'amica sorpresa, facendo imbarazzare Vivian.
Lanciò un'occhiata a Taehyung, scoprendolo stranamente interessato alla cosa. Arrossì, decidendo di sorvolare sulla cosa. Non era proprio il caso che pensasse a certe possibilità di fronte ai suoi amici.
-Sì, mi ero appena svegliata- borbottò, prima di aggiungere sulla difensiva -E comunque è normale aver fame appena svegli-
Hyerin sembrò in qualche modo più sorpresa e Vivian sbatté gli occhi perplessa, mentre scendeva le scale.
-È strano per te- le disse l'amica, riferendosi all'orario insolitamente tardo.
Vivian sbuffò, prima di sorridere ai ragazzi.
-Colpa di mio cugino. Sono andata a letto tipo alle tre-
-Alle tre?!- strillò Hyerin, ricevendo un'occhiata allucinata in risposta. Ma che le prendeva?
-Beh, lui e tutti i parenti che hanno improvvisamente avuto voglia di farmi gli auguri a un'ora assurda- replicò, agitando una mano con indifferenza.
Fu solo grazie alla vicinanza che vide i ragazzi della banda scambiarsi una strana occhiata. Strinse gli occhi, dubbiosa, indicandoli.
-Che c'è?- domandò inquisitoria.
Myung-Dae e Young-Nam arrischiarono un'occhiata agli altri, mentre Dong-Sun sgranò gli occhi, agitando le mani.
-Niente!- esclamò, in modo affatto convincente.
Vivian lo fissò per qualche altro secondo, decidendo poi che era meglio non sapere. Aveva già troppe turbe psichiche di suo. E poi aveva fame, dato che metà della sua colazione era finita sul pavimento.
Alzò le spalle, girandosi, pronta a rubare qualcosa dalla cucina. Che poi, poteva essere definito rubare se prendeva qualcosa di suo?
-No!-
Non seppe di preciso chi fu ad urlare, però si accorse delle persone che provarono a placcarla. Provarono...non ci volle molto. Un abbraccio di Jimin ed era più che bella intrappolata. Già, Hoseok non sarebbe affatto servito, ma Vivian sospettò che fosse più per esaltazione che per vero intento. Dong-Sun invece si intromise per pura e semplice voglia di far casino.
Il risultato fu che a momenti la uccisero sul colpo. E con questo erano a due tentati omicidi in meno di venti minuti. Ma buongiorno!
Fortunatamente Jungkook, che era proprio accanto a loro, cominciò a tirare delle pacche sulla schiena dei ragazzi, facendo emergere la ragazza. Il tutto mentre Namjoon li sgridava e Jin gli dava dei colpetti rassicuranti sulla spalla, scuotendo la testa.
-Si può sapere che vi prende?- chiese la ragazza, sistemandosi la maglietta. Era già stressata e non aveva neanche aperto il bar.
-Non puoi muoverti da qui- le spiegò serio Jimin. Vivian chiuse per un attimo gli occhi.
-Come scusa?- domandò, pensando di aver sentito male.
Shin arrivò a salvare la situazione. Più o meno.
-Non puoi ancora venire di là, non è pronto- disse, appoggiando con noncuranza un braccio sulla testa, facendola sbuffare indignata per l'evidente presa in giro.
-Cosa?- sbuffò, aprendo le braccia in un chiaro segno di esasperazione. I suoi geni italiani cominciavano a farsi sentire.
Vide i suoi amici scambiarsi sguardi indecisi, finché Miyon, santa ragazza, non decise di vuotare il sacco. Tanto prima o poi avrebbe capito cosa stessero nascondendo. E preferiva farlo prima di una crisi isterica.
-La tua festa a sorpresa- confessò placida.
-...la mia che?- borbottò Vivian, intuendo che la spiegazione fosse finita. Non era stupida, aveva capito, ma la cosa sembrava comunque surreale.
Hyerin sbuffò, mani sui fianchi e posa da generale. Sembrava avere fretta, con il piede che batteva ritmicamente sul primo gradino. Vivian ebbe il tempo di notare che Dong-Sun non toglieva gli occhi da lei e che, per contro, la ragazza sembrava non guardare volontariamente nella sua direzione.
-La tua festa a sorpresa. È quando i tuoi amici, di nascosto...-
-So cos'è!- interruppe lei l'amica, roteando gli occhi. Hyerin la fissò accigliata.
-E allora perché sembri così sorpresa? Sembra che tu non ne abbia mai ricevuta una!- esclamò melodrammaticamente, portandosi addirittura una mano sul cuore. Davvero, mai spettacolo teatrale era più atteso. Due giorni prima aveva spaventato un cliente, rischiando di farlo morire per soffocamento.
Il silenzio che seguì fu piuttosto esplicito. No, non aveva mai avuto una festa a sorpresa. La sua famiglia era riuscita a farne solo una, per un membro non ufficiale della famiglia, Fabio. E neanche lì era stata per un compleanno, ma per una laurea.
-Dici sul serio?!-
-Scherzi, vero?-
La reazione dei ragazzi fu senza prezzo. Persino Yoongi sembrava scandalizzato. Non pensava che le feste a sorpresa fossero così famose in Corea. Di certo in Italia non lo erano.
-Ehi! Provate voi a organizzare una festa a sorpresa nella mia famiglia. Avete presente quanti siamo? È praticamente impossibile mantenere il segreto!- spiegò con un sorriso, il primo che effettivamente faceva da quando Hyerin non l'aveva quasi uccisa. La sua era una famiglia di pettegoli, qualcuno prima o poi si sarebbe fatto sfuggire qualcosa.
Aveva parlato abbastanza della sua famiglia da far sembrare la cosa ragionevole.
-Ok...rimane il fatto che non siamo ancora pronti. Ci servono altri dieci minuti- si intromise Jimin, suscitando cenni di approvazione da parte dei ragazzi.
-Ma io ho fame- protestò inutilmente Vivian, capendo già che sarebbe finita male. Per lei.
-Mangi dopo- ribatté infatti rapida Hyerin, spalleggiata da Jimin. Oddio, i suoi peggiori timori si erano avverati. Azzardò un'occhiata a Dong-Sun, trovandolo a fissare impassibile i due ragazzi.
Ti prego, pensò Vivian tornando a prestare attenzione al duo che le bloccava la strada, fa che non succedano casini.
-Dopo devo aprire il bar- ritentò, provando invano a bypassare i due.
-Eee no. Il bar per oggi è chiuso, abbiamo già avvertito tutti- commentò Shin dietro di lei, facendo voltare sconvolta la ragazza. Questo era un ammutinamento bello e buono.
-Che?!- esclamò scioccata, pensando di sfondare le linee nemiche e correre in cucina. Ma no, anche fosse stato un uno contro uno, avrebbe perso miseramente. Forse avrebbe avuto qualche speranza con Soo-Min.
-Oh, senti! Ora te ne stai qui buona buona con TaeTae!- esclamò di punto in bianco Jimin, prendendo il suddetto ragazzo e piazzandoglielo davanti. Neanche il tempo di emettere fiato, o realizzare che aveva Taehyung a meno di trenta centimetri, che tutti se la squagliarono.
Riusciva a sentirli borbottare in cucina, ma Taehyung era di certo una distrazione. Un'ottima distrazione.
Sembrava perplesso anche lui, come se non si fosse aspettato che la situazione avrebbe preso quella piega. A onor del vero, neanche Vivian si aspettava una cosa del genere, perciò erano pari.
Il ragazzo la stava fissando con un accenno di sorriso, mani in tasca e capelli scombinati come sempre. Automaticamente, la ragazza alzò le mani per aggiustargli la frangia e lui emise uno sbuffo divertito, facendola sorridere di rimando
-Buon compleanno- le disse, con un sorriso imbarazzato.
Vivian aprì la bocca per rispondere quando dei tonfi provenire dalla cucina, non la fecero preoccupare.
-Ti prego, dimmi che non mi state distruggendo la cucina- mormorò al ragazzo, allarmata.
-Come faccio a saperlo? Sono qui con te- scherzò Taehyung alzando le spalle, poi aggiunse velocemente quando vide lo sguardo angosciato della ragazza.
-Scherzavo! C'è Jin, non permetterà che rompano niente-
La cosa la rassicurò, anche perché in fondo si fidava dei suoi amici. Perlomeno di quelli che lavoravano lì e sapevano dove mettere le mani. Certo, si fidava di alcuni più degli altri. Shin poteva non sapere come cucinare, ma sapeva come far funzionare gli attrezzi. Hyerin era fin troppo esuberante con una frusta in mano, no niente doppi sensi, ma non se la cavava male se non si andava troppo sul complicato. I due nuovi acquisti invece erano capaci di preparare l'impasto dei biscotti senza causare troppi danni.
-Non sembri contenta-
La frase di Taehyung la costrinse a prestare nuovamente attenzione. Non che non volesse, sia chiaro, ma il ragazzo la distraeva anche troppo.
-Di cosa?- domandò perplessa, sbattendo gli occhi.
-Della festa a sorpresa- rispose lui, passando da uno sguardo accigliato a un broncio adorabile, gonfiando addirittura le guance. Aveva già detto che aveva un ragazzo bipolare?
Ci pensò su. In effetti poteva dare l'impressione di non essere contenta, ma in pratica le avevano sbattuto la cosa in faccia e poi erano fuggiti in cucina. Non aveva ancora metabolizzato.
Ora che ci rifletteva però, stava cominciando a imbarazzarsi. Un pò come quando tutti ti cantavano "buon compleanno" e tu te ne rimanevi lì impalata a sorridere, non sapendo che altro fare.
-No, è che...non credo di aver ancora realizzato. Non so come comportarmi- ammise con una buffa smorfia, grattandosi distrattamente il collo.
Taehyung si guardò intorno con aria cospiratoria, prima di chinarsi verso di lei.
-Abbiamo una torta. Anche se non dovrei dirtelo-
Poi, sembrando realizzare qualcosa, lanciò un'occhiata allarmata alla cucina, guardandola poi con un guizzo spaventato negli occhi.
-Ti prego, non dire che te l'ho detto! Hyerin e Jimin insieme sono spaventosi quanto Yoongi hyung-
Vivian soppresse un sorriso.
-Tranquillo, mi fingerò adeguatamente sorpresa- lo rassicurò pomposamente, facendo ridacchiare il ragazzo. Poi, con un sorriso furbo, aggiunse. -Piuttosto, parlando di cose importanti...-
-C'è qualcosa di più importante del tuo compleanno?- la interruppe lui, facendola balbettare imbarazzata. Scosse la testa, per riprendersi dalle uscite di Taehyung.
-Decisamente. Dici che ci stanno spiando?-
Il ragazzo sembrò confuso, mentre lanciava un'altra occhiata alla cucina.
-Mh? No, non credo. Perché?-
Vivian lo guardò con un luccichio divertito negli occhi.
-Quindi se ora ti abbracciassi non spunterebbero fuori urlando come assatanati-
-Vale la pena provare- rispose Taehyung, prendendola poi per la vita e facendole fare un giro. Quando furono fermi, la ragazza appoggiò il mento sopra il suo petto, guardandolo da sotto in su.
-Un bacio invece sarebbe troppo rischioso?- chiese con rammarico, ben sapendo che non si sarebbero limitati a un solo bacio. Tra l'altro, pensò ironicamente, quella era la prima volta che stavano con i loro amici da quando stavano insieme. Conoscendoli, era certa che avessero i telefoni a portata di mano, pronti a immortalarli in foto imbarazzanti.
-Mi sa di sì- concordò Taehyung, prima di aggiungere. -Ma abbiamo tempo dopo-
-Dopo quando?-
-Sorpresa- rispose sibillino lui, sorridendo compiaciuto. Vivian sbatté gli occhi perplessa.
-Una festa a sorpresa con sorpresa?-
-No- disse il ragazzo, pensandoci su. -Una sorpresa dopo la festa a sorpresa-
-Ok, mi sono persa- ammise Vivian ridendo.
La risposta di Taehyung venne interrotta da un Jeon Jungkook selvatico che apparve accanto a loro senza che se ne fossero minimamente accorti.
-Siamo pronti!- esclamò con un sorriso, posando un braccio sulle spalle della ragazza e guardando impertinente il suo amico.
-Tu passi troppo tempo con ChimChim- borbottò Taehyung, facendolo ghignare. Vivian alzò gli occhi al cielo, pensando alla cattiva influenza di Jimin.
Non la bendarono solo perché nessuno aveva qualcosa di adatto, con grande scorno di Hyerin e sollievo di Vivian. Sinceramente trovava la cosa un pò esagerata. Anche perché in fondo era il suo bar.
Invece, non si sa come, riuscirono a sorprenderla.
Avevano spostato i tavolini a formare un enorme rettangolo. Le sedie erano sistemate strategicamente tutte da un lato e i divanetti erano contro una parete. Degli striscioni cadevano da una lampada all'altra e Vivian cercò di indovinare a chi fosse toccato salire sulla scala. Sperò che non fosse Shin, perché era pur vero che fosse il più alto ma soffriva anche di vertigini.
La cosa veramente scioccante, però, era la quantità di cibo che sarebbe bastata per almeno trenta persone. E loro erano tipo la metà.
-Deve arrivare altra gente?- domandò, a metà tra il serio e lo scherzoso. Fu sentita solo da Soo-Min, in quel momento di fianco a lei, mentre gli altri stavano litigando su dove andasse messo il pollo fritto. Al momento lo aveva in mano Hoseok.
La ragazzina ridacchiò, occhieggiandola con aria saputa.
-Mi sa che ti sei scelta delle fogne per amici-
-Intendi i Bts o gli altri?- sorrise Vivian, facendola ridere.
-Entrambi- ammise Soo-Min con aria divertita, guardando come ora il pollo fosse finito in mano Jin. Hoseok non sembrava affatto felice.
-Quindi è per questo che oggi avevate tutti dei programmi misteriosi e non potevate sostituire Hyerin?- domandò la più grande, imbarazzando l'altra che si limitò a guardarla con occhi da cucciolo.
-...buon compleanno?- le disse questa, sbattendo le ciglia con aria innocente. Vivian roteò gli occhi e non rispose.
-Oi festeggiata!- la chiamò Dong-Sun, agitando un braccio per aria. Il pollo sembrava aver trovato posto di fianco a un vassoio di pasticcini. Vivian decise di non commentare, non era certo la cosa più strana su quel tavolo.
-Mettiti qui!- la guidò Jungkook davanti al tavolo, facendola poi girare verso di loro. La ragazza lanciò uno sguardo verso Taehyung, che le fece un occhiolino e sillabò un "auguri" che Vivian non seppe se interpretare come un augurio di compleanno o altro.
Vide Hyerin sparire in cucina, con Miyon al seguito e Jimin che batteva le mani in aspettativa.
-Mi devo preoccupare?- chiese, suscitando mezze risate.
-Sì- le rispose semi serio Namjoon, guardando sconsolato i suoi amici.
-Io non c'entro niente, ho solo passato gli ingredienti- aggiunse, ricevendo un'occhiata ammonitrice da Jimin, che venne prontamente ignorata dal più grande.
Hyerin e Miyon uscirono dalla cucina, la più grande con in mano tutta quella che aveva l'aria di essere una torta e tutti presero a cantare la canzone di buon compleanno che Vivian tanto odiava. Si limitò a guardarsi in giro sorridendo imbarazzata, non sapendo cosa fare con le mani.
I tre della banda avevano scherzosamente la mano sul cuore, come se stessero cantando l'inno nazionale. Shin e Soo-Min battevano le mani a tempo. I Bts facevano cose strane come al solito. Hoseok muoveva le mani come un direttore d'orchestra, mentre sospettava che Jimin stonasse apposta con gli acuti. Almeno dalle risate che gli scappavano tra una parola e l'altra. Persino Yoongi stava battendo le mani, anche se fuori tempo e con la sua solita flemma.
All'ultima strofa si sbizzarrirono, cominciando a urlare e applaudire, mentre circondava lei e Miyon, che ormai era di fronte a lei con la torta.
-Soffia!-
-No, aspetta! Prima esprimi un desiderio!-
-Dai, soffia che voglio mangiarla!-
Vivian si prese due secondi per ammirare la torta. Era chiaramente fatta in casa. Pendeva da una parte ed era ricoperta di panna. Della granella di nocciola, o almeno la ragazza sperò che fosse quella, era sparsa un pò ovunque. Le candeline erano infilzate sulle fragole in cima alla torta.
Soffiò, tra urla e applausi, fino a che Hyerin non prese della panna con il dito e le fece uno sbaffo sulla guancia. La guardò fintamente offesa, per poi scoppiare a ridere e prendere una candelina ormai spenta, mangiandosi la fragola. Quello diede il via libera ai suoi amici che presero ciascuno una fragola. Ben sapendo quanto al suo ragazzo piacessero, ne prese un'altra e gliela passò, ricevendo un sorriso luminoso in cambio.
Young-Nam cedette cavallerescamente la sua fragola a Soo-Min, che pareva un piccolo scoiattolo.
Tra vari schiamazzi e indignazioni di chi non aveva avuto il bis, le fragole erano solo ventuno, Vivian tagliò la torta, non fidandosi troppo a dar loro un coltello in mano.
-L'avete fatta voi?- domandò la ragazza, prendendone un boccone. Vide Namjoon occhieggiarla circospetto, prima di assaggiarla, cauto.
-L'hanno fatta loro al dormitorio- spiegò Shin indicando i Bts. Loro fecero un sorriso soddisfatto e Jungkook indicò Jin, mentre masticava velocemente.
-Ti piace?- chiese Hoseok, versandosi da bere.
Vivian annuì, incapace di dire qualcosa. Certo, era un pò pesante, fare il ripieno di cioccolata e pezzi di fragole non era stata una mossa dietetica, ma il sapore era buono. Non avrebbe mai detto che sarebbero riusciti a cucinare una cosa del genere. E neanche Namjoon, da quello che riusciva a vedere della sua faccia sorpresa.
-I regali!- esclamò all'improvviso Hoseok, correndo verso i divanetti dove erano accatastate delle buste.
Vivian lo fissò allibita, la forchetta a mezzaria, prima di voltarsi verso gli altri.
-Ci sono anche i regali?-
-Certo! Che domande- rispose Dong-Sun come se avesse detto una cosa buffa.
-Ma...pensavo che la festa a sorpresa fosse il regalo- protestò la ragazza, pensando a tutto il cibo che avevano preso. Era normale sentirsi in colpa, giusto?
-Ma và! Ti abbiamo fatto la festa a sorpresa perché ti conosciamo e sapevamo che non avresti preparato niente- si intromise Shin sogghignando, beccandosi una gomitata da Miyon, che stava nascondendo un sorriso.
Vivian sorrise, facendo una smorfia scherzosa.
-Aish, non so se ritenermi offesa-
La verità è che avevano ragione. Probabilmente il giorno seguente sarebbe uscita con Hyerin, ma a parte quello non avrebbe proprio festeggiato. Forse avrebbe preparato una torta quella domenica, quando c'era meno gente e sapeva che più o meno tutti i suoi amici sarebbero passati, ma nulla di più. Uscire con i Bts era leggermente complicato, non solo per la loro agenda pienissima. Gli altri poi, tra lavoro, studio e partite, non erano messi meglio.
-Regali?- domandò Hoseok, agitando un sacchetto nella sua direzione. Vide Taehyung correre verso il divanetto e prendere un pacchetto senza forma, mentre Dong-Sun lo seguiva, prendendone un altro.
Con la curiosità a mille, non scherziamo, lei era una persona normale e adorava i regali, prese quello del più grande, che specificò che era da parte di tutti i Bts tranne TaeTae.
Vivian lanciò uno sguardo al suo ragazzo, che stringeva il pacchetto come se fosse un cuscino, sorridendo come lo stregatto.
I Bts si accalcarono vicino a lei, controllando la sua reazione mentre scartava quello che si rivelò essere un costoso profumo. Almeno a giudicare dall'elegante confezione.
-Ma...è quello della vostra pubblicità!- esclamò sorpresa, rigirandoselo tra le mani. L'aveva visto settimane prima al centro commerciale e, incuriosita, l'aveva provato. Era un profumo delicato, non troppo forte e a Vivian era piaciuto moltissimo, anche se aveva sempre remore a spendere così tanti soldi per un profumo.
-Ti piace? Il profumo è stata una mia idea, e Jin hyung ci ha detto che il nostro ti era piaciuto- spiegò Hobi, agitandosi sorridente. Jin era più composto, anche se aveva un'aria compiaciuta.
-Ya! Cosa ti vanti? È da parte di tutti!- esclamò Jimin indignato, prima di aggiungere. -Tranne TaeTae, lui vuole fare il figo con il suo regalo-
Ciò gli fece guadagnare un verso di disappunto da parte del suo ragazzo, che però era troppo lontano per tirargli una pacca.
Vivian non trattenne una risata, mentre li guardava rivolgersi occhiate più o meno fulminanti.
-Noona, apri il nostro!- si intromise Dong-Sun, sventolandole sotto il naso un pacco decisamente più massiccio.
Lo prese in mano, notando quanto fosse maledettamente pesante e strappo un pezzo di carta, scoprendo...
-Ommioddio!- strillò eccitata, spalancando la bocca e fissando i suoi amici, che la guardarono scioccati di rimando.
-Sì, credo fosse il libro giusto- commentò Miyon serafica, all'indirizzo di Hyerin, che sghignazzò impunemente.
Vivian ignorò tutti le occhiate sorprese mentre finiva di scartare la raccolta di illustrazioni di Jamsan, uno dei suoi illustratori preferiti.
Prese a lisciare la copertina, decidendo seduta stante che meritava un posto d'onore nella sua libreria. Cavolo, aveva sbavato davanti alla libreria per mesi, indecisa fino all'ultimo se comprarlo. I biglietti dell'aereo erano stati un duro colpo alle finanze, perciò aveva stimato che sarebbe riuscita ad acquistarlo per la fine dell'estate. Forse.
Se lo rimirò per bene, troppo timorosa di aprirlo in quel momento.
-Ok, ora posalo- le disse Hyerin, facendo per prenderlo. Vivian si scansò, stringendoselo al petto e borbottando qualcosa come "No! Il mio bambino", cosa che fece ridere più o meno tutti.
Lei non ci trovava niente da ridere, ecco.
-Guarda che c'è ancora il regalo di Taehyung oppa- provò a convincerla l'amica, alzando gli occhi al cielo.
Vivian lanciò un'occhiata al suo ragazzo, notando come stessero stringendo i regali allo stesso modo.
-Posso tenerlo in mano- si impuntò testarda, facendo sbellicare gli altri dalle risate.
-Vivì, pesa qualcosa come sette chili- la prese in giro Yoongi, ricevendo in cambio una linguaccia.
-Va bene, ma se si rovina niente più dolci- si arrese lei, prima di guardare Jimin e sottolineare. -Niente più cupcake-, cosa che fece apparire un'espressione scandalizzata sul volto del ragazzo.
Quando Taehyung si avvicinò, ci fu un coro di esclamazioni che fecero imbarazzare entrambi. Scemi, aveva degli amici meravigliosi, però scemi.
-Zitte bestie!- sbraitò Najoon tirando due pacche sulle teste più vicine, guarda caso Jimin e Hoseok.
Vivian avrebbe potuto notare un sacco di cose, come il sogghigno di Yoongi a Jimin, che si lamentava per il colpo ingiusto. O Dong-Sun, che prestava attenzione solo a Hyerin, la quale guardava loro con le mani sulle guance. Oppure il sorriso che Myung-Dae lanciò a Soo-Min quando questa tirò fuori il cellulare.
Avrebbe potuto, ma perché farlo quando si ritrovava a meno di un metro da Taehyung.
Il ragazzo stropicciò nervosamente la carta del pacchetto ad occhi bassi, prima di passarglielo con un'occhiata apprensiva.
Vivian era incuriosita a morte, ma cercò di non darlo a vedere mentre scartava il regalo. Quando vide una strana roba bianca e morbida, sbatté gli occhi perplessa, prendendola in mano. Fu solo a quel punto che capì cosa fosse. Una sciarpa chilometrica.
Spalancò la bocca, srotolandola tutta, calcolando mentalmente che avrebbe potuto farci tranquillamente quattro giri. Oddio, era meravigliosa.
-Una sciarpa? Le hai regalato una sciarpa?-
Ovviamente i suoi amici scemi dovevano rovinare il suo momento di gloria.
Si rivolse verso Jimin, fissandolo ad occhi socchiusi.
-Embé?- pronunciò in tono di sfida, mettendosela al collo. Jungkook lo prese come un invito e si avvicinò, cominciando ad arrotolargliela e sghignazzando come un bambino.
Jimin allora si rivolse a Teahyung, guardandolo incredulo.
-Le hai regalato una sciarpa a giugno?-
Taehyung alzò le spalle, non capendo dove fosse il problema.
-Non ho mica detto che deve indossarla adesso. Così quando verrà freddo ce l'avrà già- rispose lui serafico.
Jimin li guardò entrambi, prima di lanciare un'occhiata a Hyerin.
-Io mi arrendo- borbottò tra sé e sé come un bambino offeso, causando una risata generale.
Vivian stava ancora ridendo quando notò Taehyung guardarla. Arricciò il naso, sventolando un'estremità della sciarpa, facendolo ridere. Il ragazzo si avvicinò, prendendole i due lembi e facendo un nodo sopra la sua testa, ridacchiando come un bambino, mentre lei sbuffò fintamente indignata.
Quando sentirono lo scatto di una macchina fotografica, si fermarono, girandosi poi verso Soo-Min, che sfoggiava un'espressione sorpresa.
-MinMin, il silenzioso!- esclamò Hyerin scuotendo la testa rassegnata. -È l'abc di un buon stalker-
-Niente foto imbarazzanti- borbottò Vivian, poco credibile con ancora la sciarpa arrotolata.
-Oh, dai. Bisogna un pò equilibrare la cosa- disse Jimin, affiancandosi alla sua amica. Vivian fece una smorfia perplessa, cominciando a sistemare la sciarpa.
-Che vuoi dire?-
-Beh, TaeTae ha un sacco di immagini imbarazzanti, tu non ne hai nessuna- spiegò Hoseok con un'alzata di spalle. La ragazza occhieggiò Taehyung con sguardo improvvisamente interessato, mentre quest'ultimo mugugnava qualcosa fissando trucemente i suoi compagni.
-Non osate...- borbottò minaccioso.
-Basta che cerchi "kim Taehyung funny face"!- esclamò Jungkook, facendosi scudo con Yoongi, prima di correre per tutto il locale, inseguito da Taehyung.
Prima che Vivian potesse prendere il cellulare, Hoseok le poso un braccio sulle spalle.
-No no, ora si gioca-
-Che?- domandò la ragazza confusa. Jimin le si avvicinò sogghignante, mentre vide con la coda nell'occhio gli altri, compreso Yoongi, cominciare a rovistare in una busta sul divano.
-Abbiamo preparato un gioco per il tuo compleanno- spiegò Hoseok esaltato, cominciando a fare versi strani e facendo ridere la ragazza.
-Vi prego, non come quelli del compleanno di Yoongi- pregò, sperando che l'umiliazione pubblica non fosse nei loro piani.
-Tranquilla, abbiamo fatto in modo che fossero ragionevoli- la tranquillizzò Namjoon, con grande sdegno di Jimin e Hyerin.
Alla fine il gioco si rivelò essere molto meno preoccupante di quello che aveva immaginato. Si sarebbero divisi in due squadre, con Yoongi come arbitro e avrebbero dovuto disegnare le parole scritte su un foglietto, finché l'ultimo della fila non avrebbe provato a indovinare.
-In pratica Pictionary a catena- riassunse Vivian dopo che ebbe metabolizzato la spiegazione. Ricevette in cambio degli sguardi vuoti e decise di lasciar perdere. L'importante è che avesse capito.
Per una volta, non giocarono a morra cinese per decidere i capitani. Uno fu la festeggiata e l'altro fu Hyerin.
-Prendo Jungkook!- esclamò subito Vivian, quando le fu permesso di scegliere il primo membro della squadra. Il ragazzo alzò le braccia per aria, sorridendo e facendo una linguaccia a Jimin, che li fissava increduli. Gli altri sembravano ugualmente scioccati.
-Vivì! Tradisci così il nostro Taehyung?- si fece avanti Hoseok, con l'approvazione degli altri. Vivian guardò il suo ragazzo, che seguiva la vicenda rilassato e per niente offeso. Anzi, da quel che poteva vedere, tratteneva a stento le risate.
-Beh, Jungkook è bravo a disegnare- si giustificò, alzando con nonchalance le spalle.
-Ah, quindi preferisci vincere la sfida che Taehyung?-
Ouch, com'era finita in quel campo minato? Il suo ragazzo stava ormai ghignando apertamente e non sembrava volerle dare una mano ad uscire da quella situazione.
-Ah, beh, io...- biascicò, prima mugugnare indispettita, rannicchiandosi a terra con le mani sopra la testa. Ci fu una risata generale e qualcuno le diede delle pacche sulla testa.
Ripresero a fare la squadre e Hyerin scelse senza pensare Jimin. Vivian strinse le labbra, lanciando un'occhiata a Dong-Sun, che non sembrava per niente felice. Colse l'occhiata di Young-Nam ed entrambi fecero una smorfia perplessa. Jungkook, di fianco a lei, vide l'intera scena e le tirò piano la maglia, chiedendole silenziosamente cosa stesse succedendo. Scosse la testa, facendogli capire che non era il momento e prese una decisione drastica.
Scelse Dong-Sun.
Mentre andavano avanti con la formazione delle squadre, vide Hyerin fissarla ad occhi sgranati e per tutta risposta, la guardò con rimprovero. L'altra, sorprendentemente, arrossì, prima di scegliere il suo ultimo membro.
Nel trambusto generale, le due si ritrovarono vicine al tavolo.
-Sai,- esordì Vivian con tono casuale. -Quando ti piace un ragazzo, stare appiccicata a un altro non è mai la soluzione-
L'espressione di Hyerin le diede conferma su un pò di cose. Non le piaceva l'andazzo che stava prendendo la cosa. Di certo non erano affari suoi chi le piacesse, ma erano tutti suoi amici e voleva evitare casini a causa del troppo orgoglio della sua amica. Si chiese se per caso Jimin fosse al corrente dell'intera questione e la stesse aiutando. Poi però ripensò a quando il ragazzo era venuto a chiederle consiglio, e si disse che non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Anche se certamente fiutava qualcosa.
Il gioco proseguì senza ulteriori intoppi. Alla fine, fu anche meglio di quello che aveva pensato. Ovviamente i Bts non riuscirono a non essere imbarazzanti anche in una cosa così semplice, e neanche gli altri scherzarono.
Nel bel mezzo del gioco passarono a farle gli auguri anche i signori Kim. Mangiarono una fetta di torta mentre Vivian aprì il loro regalo, che si rivelò essere "Alice colouring diary" di Kim Minji, cosa che fece nuovamente strillare Vivian.
Poi, presi dall'euforia generale, finirono per giocare anche loro e fu la fine della sanità mentale.
Molto più tardi erano distesi metà sul pavimento e metà sui divanetti, senza più fiato per le troppe risate.
Taehyung si alzò all'improvviso, facendo prendere un colpo a Jin che rotolò giù dal divanetto, dritto su Namjoon. Shin scoppiò a ridere così forte che quasi soffocò e Miyon fu costretta a battergli sulla schiena con un sospiro rassegnato.
Vivian notò come il suo ragazzo corse da una parte all'altra, raccattando occhiali e cappellino nero, prima di voltarsi verso di lei.
-Andiamo, siamo già in ritardo-
Vivian lanciò un'occhiata ai suoi amici. Nessuno di loro sembrava aver fatto troppo caso a quello che Taehyung aveva detto.
-Per dove?-
-Per la sorpresa dopo la festa a sorpresa- citò lui la battuta che aveva fatto quella mattina.
-Dimmi solo che non è lontana. Sto rotolando- borbottò Vivian tenendosi la pancia, seppur con una punta di curiosità.
-Tranquilla, ti riposerai in viaggio- la rassicurò lui, controllando il cellulare.
-Viaggio?!- esclamò lei, alzandosi di scatto e sgranando gli occhi. -Taehyung, dove cavolo mi porti?-
-Oh, non rompere. Zitta e vai- biascicò Dong-Sun, sdraiato su un fianco, mezzo intrecciato con Myung-Dae, che cercava di scrollarselo di dosso.
-Già, che qui c'è gente che si sta riprendendo- gli diede ragione Young-Nam, steso a stella sul pavimento.
-Ma...-
-Vivian, è ok- intervenne a sorpresa Shin, che nel frattempo si era ripreso.
-Se te lo dice Shin hyung vai tranquilla. È l'unico che ha capito cosa ha in mente Taehyung- la rassicurò Jungkook, facendole il segno dell'okay.
Ancora un pò scettica, senza offesa, ma le idee folli del suo ragazzo erano note a tutti, si alzò, dandosi una sistemata ai vestiti.
Neanche dieci minuti dopo erano per strada, con Vivian che saltellava al fianco di Taehyung. Beh, non è che saltellasse troppo, a dire il vero. Faceva un caldo allucinante, non aveva idea di come il ragazzo potesse resistere con i pantaloni lunghi.
-Quindi, dov'é che mi porti?- domandò sorridendo innocentemente mentre prendevano la metropolitana.
Taehyung la guardò divertito, anche se con gli occhiali da sole non ne poteva essere certa.
-Tutto questo non è stranamente familiare?- rispose, passandole un braccio intorno alle spalle. Vivian gli si appoggiò contro, guardandolo da sotto in su.
-Stranamente- scherzò, tirandogli un pizzicotto. -Con te non ho mai idea di dove finirò-
-Ah, ma così è più divertente-
La ragazza scosse la testa, nascondendo un sorriso. -Aigoo, sei senza cuore- disse, con il solo risultato di farlo ridere.Quando capì che stavano andando alla stazione degli autobus, rimase sorpresa, convinta che avrebbero preso il treno.
-Neanche ora me lo vuoi dire? Tanto lo scoprirò non appena prenderemo l'autobus- ritentò, sbattendo le ciglia. Taehyung trattenne un sorriso e l'ignorò, guardandosi intorno per cercare la piazzola.
-Ti fidi?-
-Certo che mi fido!- protestò veementemente Vivian, facendolo girare sorpreso verso di lei.
-Che c'é?- borbottò sulla difensiva, imbarazzata.
-Stavo scherzando Vì- le disse lui ad occhi sgranati, prima di sorridere sbarazzino. -Però grazie per la fiducia-
-Non dovrei fidarmi?- Vivian si impose di non sorridergli di rimando, anche se era difficile perché, beh, era Taehyung. Ultimamente la sua mente giustificava un sacco di cose con "beh, è Taehyung".
-Potrei essere un poco di buono- suggerì il ragazzo, annuendo con enfasi dandosi delle arie.
Lei roteò gli occhi divertita, colpendolo piano al braccio, prima di prendergli la mano. Chiaramente era tutto un piano ben congeniato per camminare mano nella mano con lui, era un genio.
-Certo,- gli rispose ironicamente. -Basta andare su internet per smentire tutti i dubbi-
Taehyung rise e alzò le spalle, dondolando le loro mani come un bambino.
-Non credi di essere un pò ingenua?- domandò lui, con cono casuale. Sembrava una domanda come un'altra, ma Vivian ci pensò seriamente.
-Intendi che mi fido troppo?-
Al cenno affermativo del ragazzo, scosse la testa in diniego.
-In verità è tutto il contrario- ammise, stupendo Taehyung.
-Credo sia un problema comune delle grandi famiglie. Da piccola non mi sono mai posta il problema di interagire con gli altri bambini, cosa che non è stata un grande affare per la mia vita sociale- spiegò lentamente, rimproverando mentalmente la sé bambina. Taehyung la guardava, cercando di capire. Non aveva una famiglia grande come la sua, ma per contro aveva un fratello e una sorella.
-Di conseguenza sono sempre stata un pò cauta con le persone nuove, anche se può non sembrare-
-Quindi sotto sotto sei pignola- la prese in giro il ragazzo, pizzicandole una guancia. Lei gonfiò le guance, scrollando le spalle.
-Tranne in Corea- precisò Taehyung dopo un attimo di silenzio.
-Già- annui in accordo lei. -Non so cosa sia successo qua. Siete tutti dei pazzi-
-Ya!- esclamò Taehyung fintamente indignato, cominciando a pizzicarle insistemente il fianco, dando il via a una gara.
Quando ormai stavano per arrivare, Vivian già si allungava per vedere se riusciva a scorgere la destinazione, Taehyung si girò di scatto verso di lei, coprendole gli occhi.
-Sai che giorno è oggi?- domandò, cercando di non premere troppo.
-Il quattordici giugno?- rispose confusa la ragazza, con tono dubbioso. Allungò le mani in avanti, dando per ripicca dei piccoli colpetti sul petto dl ragazzo.
-E?-
-...il mio compleanno?- ritentò, lei, con una buffa smorfia che fece ridere Taehyung.
-E anche uno dei due giorni al mese in cui a Muchangpo la marea è bassa- rivelò, scoprendole gli occhi per gustarsi la sua espressione sorpresa.
-Andiamo...mi stai portando a Muchangpo?- domandò incredula, con un fil di voce. Il ragazzo sorrise in risposta, improvvisamente imbarazzato e Vivian non ci pensò due volte. Scordandosi che erano in un luogo pubblico, lo abbracciò di slancio, rischiando che gli volasse via il cappello.
-Quindi, non credi sia stato troppo invadente?- chiese lui dopo un istante, mordendosi nervoso un labbro.
Vivian gli sistemò teneramente il cappello, dandogli un bacio veloce sulla guancia.
-Oh, sta zitto- gli rispose affettuosamente.
Non riusciva a credere che stessero davvero andando a Muchangpo, soprattutto in un giorno di bassa marea, dov'era possibile arrivare all'isolotto. Aveva un ragazzo meraviglioso, pensò mentre guardava Taehyung comprare i biglietti, prima di seguirlo sull'autobus.
Si sistemarono verso il fondo, con il ragazzo vicino al finestrino. Per arrivare ci volevano almeno tre ore e già sapeva che si sarebbe addormentato. Lei, per contro, non dormiva mai sui mezzi di trasporto. Si addormentava difficilmente in macchina, ma tutti gli altri mezzi erano off-limits.
Come previsto, Taehyung si addormentò dopo circa un'ora. Avevano chiacchierato per tutto il tempo, ma le battute del ragazzo si erano fatte sempre più rade, finché non aveva cominciato a ciondolare con la testa. A quel punto erano bastati pochi minuti prima che si addormentasse definitivamente.
Vivian l'aveva preso al pelo quando aveva cominciato a franare contro il finestrino. Con uno sbuffo divertito, lo fece appoggiare contro di lei, mentre cercava nella tracolla il lettore Mp3.
Molto più tardi, quando ormai stavano per arrivare, non si accorse neanche di aver cominciato a canticchiare a bassa voce.
-I built my walls up high, but now they're falling and you're the reason why...-
Beh, si disse mentre ascoltava una delle sue canzoni preferite, era praticamente perfetta per l'occasione. Sentì Taehyung muoversi con la testa, ma non ci fece troppo caso.
-...And with you I'm not alone, cause you are the one I've waited for...- mormorò, prima che le venisse sfilata una cuffietta. Si girò sorpresa, trovando Taehyung che la fissava divertito e un pò incuriosito.
-Che ascolti?- domandò prima di infilarsela. Vivian lo vide stringere gli occhi concentrato, mentre cercava di capire il testo, per poi sgranare gli occhi, guardandola sorpreso.
-I said when, the time is right...- canticchiò la ragazza, fregandosene delle stonature. -...I'll meet that someone that'll make me shine-
Sorrise dolcemente a Taehyung, mentre partiva il ritornello. Buttò un occhio intorno, constatando che, oltre ad essere in pochi, erano tutti davanti a loro e dormivano quasi tutti.
Si chinò a baciarlo, fregandosene altamente di quanto potesse essere sdolcinata la cosa. Memore di cos'era successo una delle prime volte in cui l'aveva baciato, gli puntò scherzosamente un dito contro.
-Se adesso te ne esci con qualcosa tipo "finalmente", non ti bacio più fino a...mh, domani- borbottò pensosa, decidendo che non avrebbe resistito oltre. Inutile fare una minaccia che non si poteva attuare.
Taehyung ridacchiò, prima di cucirsi la bocca con una mano e tornare ad appoggiarsi alla sua spalla.
Vivian sapeva che non si era addormentato. Ogni tanto lo vedeva muovere a tempo la testa, con ancora la cuffietta nell'orecchio. Però forse aveva gli occhi chiusi, perché si riscosse solo quando Vivian gli disse che erano quasi arrivati.
Si tirò su, spiaccicandosi contro il finestrino, quando passarono per la strada che dava sulla spiaggia. A qualche centinaio di metri si poteva vedere l'isolotto e la lunga striscia di sabbia che lo collegava alla terra ferma.
Scesero per ultimi, entrambi impazienti.
L'ultima volta che Vivian c'era stata era pieno inverno. Poteva non sembrare, ma era molto diverso da allora. C'erano più vita e più colori, oltre che a più rumore.
La gente non era ancora troppa, anche se ce n'era soprattutto per via del fenomeno della bassa marea. Poteva vedere molte persone fare avanti e indietro lungo la strada di sabbia.
-Allora, cosa facciamo?- domandò girandosi con un enorme sorriso verso Taehyung.
Il ragazzo ci pensò per un lungo istante, prima di fissarla leccandosi nervosamente le labbra.
-Potremmo prendere qualcosa da mangiare e poi andare sull'isola- propose, con gli occhi luminosi.
-Mh. Dovrei dire di no per tutto quello che abbiamo mangiato, ma ho stranamente fame- ammise Vivian con una smorfia divertita.
Taehyung annuì saggiamente. -Viaggiare mette fame-
-Ah,- ribatté la ragazza ridendo. -Allora è per questo che mangiate sempre-
Si avviarono verso un piccolo chiosco vicino alla spiaggia, scoprendo che faceva frittura di pesce. Presero un cartoccio di anelli di seppia in due, decidendo che due sarebbero stati troppi anche per loro.
Camminarono a ridosso di un piccolo muretto che costeggiava la spiaggia, di fianco al quale era piantata una fila di fiori colorati.
Vivian salì con un balzo sul muretto, rivolgendo un sorriso sfrontato al suo ragazzo, rubandogli di tanto in tanto delle anelle.
-Dici che potrebbero riconoscerti qui?- domandò, indicandogli il cappello e gli occhiali che ancora indossava.
Taehyung si guardò intorno, masticando pigramente. Non sembravano esserci troppi ragazzi della loro età. Erano perlopiù vecchie coppie, dato che il posto era abbastanza suggestivo, e qualche famiglia con bambini piccoli. Probabilmente incideva anche l'orario, dato che ormai era metà pomeriggio.
-Non so, non credo- rispose dubbioso, togliendosi gli occhiali da sole. Dopo un attimo di indecisione si mise il cappello al contrario, tirando indietro la frangia.
-Che c'é?- chiese incuriosito, quando vide Vivian sorridere.
-Niente- disse lei, agitando una mano e rubandogli un'altra anella. -Non sono abituata a vederti con i capelli all'indietro-
-Così non potrai più sistemarmeli- scherzò Taehyung, sorridendole furbescamente.
-Ah, dannazione!- esclamò lei, stando allo scherzo, facendo scontrare il pugno con la mano.
Finito il cartoccio, Vivian si mise a sedere sul muretto, togliendosi i sandali e mettendoseli nella tracolla, facendo poi lo stesso con quelli del ragazzo.
-Salta su- le disse all'improvviso Taehyung, dandole la schiena e piegandosi leggermente. Vivian rise e gli diede un leggero colpo al braccio, prima di capire che era serio.
-Se mi butti in acqua niente più baci fino a dopodomani- lo minacciò, nascondendo l'imbarazzo mentre gli saliva sulla schiena.
Il ragazzo fece un piccolo saltello per sistemarsi meglio.
-Ma và, non voglio che ti bagni.- rispose a metà tra il serio e il divertito. -Se poi la maglietta ti diventa trasparente, mi toccherà sfidare a duello tutti i ragazzi-
Vivian arrossì, spalancando la bocca, non sapendo come ribattere. Si limitò a sbuffare imbarazzata, appoggiandosi alla schiena del ragazzo.
-E poi ero io quello crudele?- continuò lui, riferendosi a una delle loro conversazioni precedenti, facendola scoppiare a ridere.
Quando arrivarono alla spiaggia, Taehyung cominciò a saltellare, strillando che la sabbia era troppo calda. Resistette a malapena dieci metri e poi prese a correre verso l'acqua, con Vivian che rideva impunemente.
La mise giù solo quando arrivarono all'inizio della strada di sabbia e la ragazza quasi crollò a terra dal troppo ridere.
-Oddio,- esalò tra una risata e l'altra. -Sarebbe stata da filmare-
-No grazie. Ci sono già troppi filmati imbarazzanti- replicò il ragazzo con una smorfia divertita.
-Quindi Jungkook aveva ragione-
-Uhm, possiamo far finta che io non abbia detto niente?- propose Taehyung, guardandola speranzoso.
-...dipende- enunciò Vivian dopo averci pensato per qualche secondo, sprofondando con un piede nella sabbia bagnata.
-Da cosa?- domandò il ragazzo aggrottando perplesso la fronte.
-Da quanto sei veloce- rispose lei, prima di cominciare a correre verso l'isolotto, ridendo.
Taehyung ci mise qualche secondo a metabolizzare, poi si lanciò all'inseguimento. Chiaramente, se il ragazzo avesse corso seriamente, l'avrebbe presa nel giro di poco, Vivian lo sapeva. Poteva anche essere veloce, ma aveva una scarsa resistenza e correre sulla sabbia era doppiamente faticoso.
Però la presero sul ridere, e così fecero tutte le persone che superarono. Vivian sentiva il cuore rimbombare, il respiro pesante quando si fermava per riprendere fiato, tenendo lontano Taehyung con gli schizzi d'acqua.
Il ragazzo rideva, allargando le braccia e calciandole contro l'acqua, prima di fare una finta che costringeva la ragazza a riprendere a correre.
La tracolla le sbatteva ritmicamente sulla coscia e pensò, mentre arrivava all'isolotto, che il giorno dopo avrebbe avuto un bel livido.
Si fermarono, entrambi ansanti, e Vivian si sedette con un tonfo a terra, con le braccia che la sostenevano. Taehyung si sdraiò accanto a lei, rotolandosi nella sabbia e muovendo braccia e piedi, per fare un angelo.
-I tuoi nonni venivano spesso qui?- domandò quando si furono ripresi e decisero di camminare un pò.
L'isola non era poi così grande. Era formata da due cunette ricoperte di vegetazione e la spiaggia correva loro tutt'intorno, perciò pensarono di fare un giro e tornare poi sulla terraferma.
-Praticamente ogni estate da quando si sono sposati- rispose Vivian, sorridendo divertita subito dopo.
-Il che è buffo, perché a nonna non è mai piaciuto il mare-
-Davvero? Perché?- chiese Taehyung meravigliato, lasciando le impronte sulla sabbia bagnata.
La ragazza scrollò le spalle, scuotendo la testa.
-Non so, non le è mai piaciuta molto l'acqua- rispose grattandosi il collo. -Pensa che quando erano giovani, il nonno la portava in braccio fino a qui-
Scoppiarono entrambi a ridere, mentre la spiaggia si restringeva e furono costretti a bagnarsi fino alle caviglie. Il ragazzo aveva prontamente arrotolato i jeans, che ora gli arrivavano poco sotto il ginocchio.
L'acqua non era freddissima, forse per il fatto che il sole l'aveva scaldata tutto il giorno.
-Pensa che il nonno ci provò anche qualche anno fa- continuò Vivian, con un luccichio divertito negli occhi. -E nonna lo insultò per tutto il tragitto. In francese-
Taehyung quasi scivolò in acqua per le troppe risate e la ragazza lanciò un urletto quando uno schizzo le arrivò sulle gambe.
-Beh, almeno ho capito da chi hai preso- riuscì a dire lui, quando riuscì a smettere di ridere.
-Come?- domandò perplessa la ragazza, fissandolo confusa. Taehyung sogghignò.
-Tu mi picchi continuamente-
-Non è vero!- protestò Vivian, mettendo il broncio. -Sono pacche di affetto, ecco- borbottò con superiorità, prima di ricevere un colpo dal ragazzo.
-Ahia! Che fai?- esclamò fissando allibita il suo ragazzo, che cercava in tutti i modi di trattenere una risata.
-Mostro il mio affetto- replicò, dando inizio a una gara di schizzi, che si protrasse fino a quando Vivian non venne colpita alla schiena. Boccheggiò, gesticolando e mordendosi le labbra. Per quanto l'acqua non fosse fredda, era sempre un colpo a tradimento alla schiena.
Taehyung la fissò colpevole, mentre tornavano sulla sabbia asciutta. Si sedette, allargando le braccia e facendole segno di sedersi in mezzo.
-A proposito di non bagnarmi la maglia, eh?- scherzò Vivian, facendogli una linguaccia, a cui il ragazzo rispose timido.
-Tanto non c'è nessuno nei paraggi- mormorò, sollevandole di poco la maglietta e strizzandola velocemente. Poi la portò all'indietro, facendo aderire i loro corpi e poggiandole la testa sulla spalla.
-Stanco?- chiese lei, notando come si strofinava gli occhi. Taehyung annuì in assenso e lei appoggiò le mani sulle sue braccia che la stringevano.
-Cosa avete in programma nei prossimi giorni?-
Il ragazzo chiuse gli occhi, mugugnando pensoso.
-Ho le riprese del drama. Poi la prossima settimana partiamo per Macau-
-Beh, dai, non è troppo lontano- lo rassicurò Vivian, battendogli una mano sulla gamba.
-Dopo Macau andiamo a New York-
Ci fu un attimo di silenzio, poi la ragazza emise un lamento.
-...vi odio- borbottò imbronciandosi.
Taehyung ridacchiò, prima di baciarle innocentemente il collo, causandole una risata per il solletico.
Il ragazzo si immobilizzò.
Vivian pure.
-Non osare...- sibilò minacciosamente lei, giusto un attimo prima che il ragazzo cominciasse a farle il solletico. Provò a scansarsi, ma il ragazzo la circondava, perciò fu inutile. Quindi fece l'unica cosa possibile. Si accasciò, appallottolandosi su sé stessa, cercando nel frattempo di non morire soffocata.
Taehyung rise, terminando la tortura, sdraiandosi accanto a lei e abbracciandola.
-Pace?- propose, dolcemente.
-Pace un corno- sbottò lei, girandosi tuttavia nell'abbraccio, sospirando rassegnata.
Com'è che si faceva sempre fregare?
Stettero così per un pò, almeno finché non sentirono delle voci e decisero di continuare a camminare. Stavolta evitarono l'acqua, camminando sulla sabbia mano nella mano, chiacchierando del più e del meno o restando semplicemente in silenzio.
Trovarono una piccola spiaggetta là dove le due cunette si univano e si ritrovarono non si sa come a fare dei castelli di sabbia. Sì, più di uno, perché il primo risultato era stato talmente orrido che decisero di riprovarci.
Mandarono le foto dei loro esperimenti d'architettura ai loro amici e su quella scia euforica, cominciarono a scattarsi foto a tradimento.
Vivian, seccata per i capelli che continuavano a caderle sul viso, prese un elastico dalla tracolla, provando a legarseli. Purtroppo, con il fatto che erano mossi, sì, alla fine erano venuti, non sembrava mai esserne del tutto soddisfatta.
-Dai qua- si intromise Taehyung, dopo averle scattato innumerevoli foto. La ragazza gli passò l'elastico divertita.
-Vuoi replicare la scena di Descendants of the sun?- scherzò, osservando il cipiglio concentrato del suo ragazzo.
-Da quando in qua tu guardi drama?- domandò sorpreso lui, finendo di farle una coda bassa. Quello era il massimo a cui potesse aspirare.
Vivian fece una smorfia ironica.
-Colpa vostra. Mi state coreanizzand...ouch!- esclamò sorpresa, quando Taehyung se la mise in spalla come una sacco di patate, prima di correre verso la strada di sabbia.
-Mettimi giù!- esclamò ancora la ragazza, dopo un attimo di smarrimento. Il ragazzo per tutta risposta rise, sorpassando una coppia che stava come loro tornando sulla terraferma.
-Non mi insulti in francese?- la prese in giro, rallentando di poco, trovandosi pur sempre a correre sulla sabbia.
-In coreano ti insulto!- rispose Vivian, lasciandosi però sfuggire una mezza risata.
Tornarono sulla spiaggia e Taehyung la mise giù, cosa che le fece perdere momentaneamente l'equilibrio.
-Ti uccido- borbottò truce, aggrappandosi a lui per non cadere.
-Vì, sei rossa in faccia, con gli occhiali storti e sei troppo carina. Non fai paura a nessuno- le sorrise dolcemente il ragazzo, aggiustandole gli occhiali.
Vivian arrossì ancor di più e quasi si distrasse. Quasi.
Con un luccichio pericoloso negli occhi, gli prese una mano e gliela morse piano, prima di correre via.
-Mi hai morso una mano?!- le urlò dietro lui, sbigottito. Per tutta risposta ricevette una risata da parte della ragazza e un'occhiata scettica da parte di due signore che passavano lì vicino.
Arrossì, improvvisamente imbarazzato, raggiungendo la sua ragazza vicino al muretto.
-Non fare mai più una cosa del genere- borbottò, con le orecchie rosse. Vivian sghignazzò impunemente.
-Cosa? Sei tu il pazzo che urla cose strane- si giustificò lei, alzando le spalle.
-Pace?- propose subito dopo, citandolo.
Taehyung gonfiò le guance fintamente imbronciato, prima di sorridere.
-Gelato?- rilanciò, indicando un piccolo chiosco dei gelati poco lontano da loro. Vivian lo fissò allibita, non credendo alle sue orecchie. Seriamente, ma quanto mangiavano quei ragazzi?
-Prendilo te, io non ce la posso fare-
Ovviamente, dieci minuti dopo erano seduti sul muretto, entrambi con un gelato in mano.
-Com'è successo?- si chiese la ragazza, guardando incredula la sua coppetta.
Taehyung sghignazzò, prima di prendere una generosa leccata del suo gelato, fragola e melone. Grazie al cielo quel chiosco era troppo piccolo per avere gusti strani.
-In realtà lo volevi- le confessò lui, convinto. Lei lo guardò scettica, prima di sospirare.
-Vedi, è quello che dicevo prima. Mi sto coreanizzando-
-Faremo di te un'ottima coreana- scherzò il ragazzo, facendola ridere.
-Guarda che ci rimetti te. Mi arpionerò al tuo braccio urlando "oppa!"...no, aspetta. Sono più grande io!- esclamò stupita, rendendosene conto solo in quell'istante.
-Aigoo, Tae, ti piacciono le ragazze più grandi- lo prese in giro, prendendo un morso del suo gelato.
-Solo di sei mesi- precisò lui, lanciandole poi una lunga occhiata.
-E comunque nessuno direbbe che sei più grande di me- si vendicò, pizzicandole un fianco.
-Ah!- esclamò lei fintamente offesa. -Riporterò questo commento a Yoongi-
Finirono di mangiare il gelato proprio mentre il sole cominciava a calare e Vivian sbuffò.
-Non voglio andare- borbottò dondolando i piedi, ben sapendo che presto se ne sarebbero andati.
-Bel compleanno?- domandò intenerito Taehyung, guardandola.
Lei annuì. -Uno dei migliori di sempre-
-Come uno dei migliori?- storse il naso il ragazzo, portandosi melodrammaticamente una mano al petto, facendo ridere la ragazza.
-Beh, il compleanno dove i miei cugini più grandi simularono una partita di Quidditch è difficile da battere- raccontò Vivian, battendogli una mano sulla spalla quando questi spalancò scioccato la bocca.
-Perché non ci abbiamo pensato?- mormorò tra sé e sé, ammirato per la fantasia.
-E la sorpresa ti è piaciuta?- domandò timido, quando si fu ripreso dalla meraviglia.
La ragazza gli rivolse un enorme sorriso.
-Adorata- rispose, appoggiando la testa sulla sua spalla. -Anche se ora dovrò inventare qualcosa di grandioso per il tuo compleanno- continuò, facendo ridere Taehyung.
-Ti piace pattinare?- gli chiese con tono indagatorio.
-Mai provato- confessò il ragazzo.
-Beh,- iniziò con tono pratico lei. -Fate delle coreografie pazzesche. Stare in equilibrio su dei pattini non sarà un problema-
Il ragazzo scoppiò a ridere, sbilanciandosi all'indietro, prima di avvolgerla in un abbraccio.
-Sai,- disse con un sospiro, dopo qualche minuto di silenzio. -Per un lunghissimo minuto ho pensato mi avresti portato a conoscere i tuoi genitori-
-Poi?- chiese incuriosito lui.
Vivian lo guardò da sotto in su. -Poi mi hai coperto gli occhi e mi hai detto che mi avresti portato a Muchangpo-
-Perché sembri così sollevata?- domandò Taehyung scherzando, seppur con un pizzico di preoccupazione.
Forse pensava che Vivian non volesse conoscerli. Niente di più sbagliato. Era davvero curiosa di conoscere la famiglia del suo ragazzo, però aveva anche quel sacro terrore che ogni fidanzato o fidanzata provava. Le servivano settimane di anticipo, altro che sorpresa.
-Mi piacerebbe conoscerli, ma dire che sono ansiosa è riduttivo- spiegò con una smorfia.
Taehyung le diede un colpetto rassicurante sulla testa.
-Ti adoreranno- commentò, e la ragazza lo sentì sorridere.
-Seh, questa è la tipica frase che dicono nei film. E poi va tutto storto- disse con tono da saputella, prima di aggiungere -E comunque prima devi conoscere i miei-
-Vì, i tuoi stanno in un continente diverso- ribatté il ragazzo, roteando gli occhi divertito.
-Ecco, un motivo in più per darmi parecchio preavviso- si convinse lei, annuendo alle sue stesse parole. Taehyung sbuffò, trattenendo una risata, prima di darle ragione con tono condiscendente., cosa che Vivian finse di non notare.
-Tae?-
-Mh?-
-Grazie-

 











- Spazio autrice –
Io voglio i regali di Vivian, altroché! Il libro da colorare di Alice è una meraviglia, ve lo dico io. ..sì, vorrei anche Tae, ma è meglio volare basso, mi sa v.v
Spero davvero vi sia piaciuto. Quel che è certo è che io mi sono divertita a scriverlo, soprattutto i loro battibecchi da vecchia coppia sposata.
Per il prossimo capitolo avrei una sorpresa (no, non come quella di Tae, mi dispiace).  Stavo scrivendo una specie di parte bonus (tipo quel capitolo che ho fatto dopo il loro primo appuntamento),  però mi sono accorta che oltre a far diventare il capitolo chilometrico, avrei ritardato l’aggiornamento.
Perciò vi chiedo: continuo a scriverlo e lo metto come introduzione nel prossimo? Sì, avete capito bene. Oltre al prossimo capitolo avrete un bonus. Questo però potrebbe far slittare di un giorno l’aggiornamento.
Ditemi voi!
E ditemi anche cosa ne pensate di questo capitolo!
A presto! ^^




P.s.: la canzone è "The one I've waited for", di Austin Mahone. Ascoltatela, perchè merita!








 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Heliotropius ***








Salve a tutti e buon inizio di settimana!
Il ritardo è dovuto un po’ alla scena bonus (di cui vi avevo accennato), ma soprattutto al fatto che ho passato il weekend fuori.
Vi ringrazio comunque per la pazienza e per le recensioni. ^^
Inoltre la scena bonus si è trasformata in una scena bonus più un inizio di capitolo con una scena extra. Lo so che detta così è confusa, ma sono sicura che quando leggerete capirete.
L’Heliotropius viene spesso usato come dichiarazione d’amore, ma io ho deciso di usare uno dei significati meno conosciuti, ovvero quello di “affetto devoto”. Ve lo dico perché è il fiore che descrive un personaggio in particolare e non vorrei che vi faceste strane idee.
Ok, ora vi mollo, non preoccupatevi. v.v
Buona lettura!

 

 





 

- Heliotropium -





Le persone erano stupide.
Beh, non tutte, certo, ma sicuramente la maggior parte. Almeno agli occhi di Hyerin.
Odiava tutte quelle smancerie, quell'ipocrisia celata da sorrisi dolci quanto i limoni. Fin da piccola aveva visto come la gente si affannasse per risultare simpatica e ciò l'aveva disgustata.
Da quel momento aveva deciso che sarebbe stata una persona senza filtri. Le persone le sarebbero piaciute oppure no, e lei non avrebbe fatto niente per nasconderlo.
Certo, non sarebbe stata maleducata, almeno finché non fosse stata provocata, ma non avrebbe mai falsamente lusingato qualcuno. O fatto finta di essere qualcuno che non era.
Ormai era talmente brava a decifrare le persone, che intuiva a pelle se le piacessero o meno.
Non aveva mai sbagliato.
Almeno fino a quando non aveva conosciuto Vivian.
A primo impatto non le aveva fatto una brutta impressione, le era sembrata solo un pò scialba. Una tipa tranquilla e pacata, di quei caratteri buoni e un pò ingenui. Per lei era finita lì.
Invece con il passare dei giorni aveva scoperto quanto la ragazza nascondesse.
Oh, non si era sbagliata. Vivian era davvero una di quelle rare persone buone, e di certo a volte era fin troppo ingenua.
Ma era anche parecchio testarda, piena di immaginazione e con un'ironia tutta sua. Hyerin l'aveva adorata.
Era la prima volta che si sbagliava su qualcuno e aveva pensato che fosse l'eccezione.
Poi era arrivato quel finto biondo e si era resa conto che aveva sbagliato a pensare di aver sbagliato solo su Vivian. Una gioia per la sua testa, insomma.
Dong-Sun era...un idiota, inutile cercare di indorare la pillola. Lo pensava quando l'aveva conosciuto e lo pensava tutt'ora.
Solo che adesso Dong-Sun non era solo un idiota.
Sapeva essere divertente. Aveva carisma ed era leale fino alla morte. Hyerin aveva notato come molto spesso facesse il presuntuoso solo per distogliere l'attenzione dai suoi amici.
E non era una persona cattiva. Era una persona rumorosa, senza il minimo rispetto per gli orari del silenzio ed era testardo come un mulo, ma non era cattivo.
A dire il vero Hyerin ancora non capiva come fosse arrivato a piacerle. Non se lo spiegava.
Dei tre della banda, Myung-Dae era forse quello che si avvicinava più al suo tipo ideale. Di una bellezza classica asiatica, quasi seriosa e pacata. Era quasi sempre uscita con tipi del genere. Forse era per quello che non funzionavano mai.
Poi c'era Young-Nam. Era il carattere di mezzo, ma aveva una bellezza che saltava all'occhio. Forse erano i capelli castani perennemente sbarazzini, o il mezzo sorriso che teneva sempre sul volto. Oppure quel guizzo divertito che gli passava ogni tanto negli occhi. Di certo era quello misterioso del gruppo.
Dong-Sun aveva un aspetto esuberante come il suo carattere. Biondo, con la risata perennemente in gola e l'aria da dongiovanni mancato. In pratica avevano il serio, il furbo e l'esaltato. Un tris micidiale.
Non aveva detto niente a Vivian, anche se sospettava che ne sapesse più di quanto mostrava.
Non era certa di cosa la frenasse. Forse era perché non l'aveva ancora ammesso pienamente a sé stessa.
Come? Come poteva piacerle Dong-Sun? Era minorenne, per l'amor del cielo! Certo, ormai non mancava molto al compimento della maggiore età, ma le sembrava comunque sbagliato.
E sbagliato era anche tutto il resto.
Di solito prima le piaceva qualcuno, poi lo conosceva e infine capiva che non c'era storia. Con il biondo era successo tutto il contrario. Prima l'aveva conosciuto e poi le era piaciuto.
Cosa si supponeva dovesse fare?
Nel dubbio, aveva deciso di ignorare il problema.
Le sembrava una buona soluzione, funzionava benissimo con la sua coinquilina. Fingeva che non esistesse e così evitava il carcere per omicidio premeditato. Perché ne era certa, se avesse deciso di ucciderla, non l'avrebbe fatto in un attacco d'ira. Oh no, avrebbe ideato il metodo più sadico per uccidere quella dannata bastard...
-Hai finito? Sento la tua pressione salire di secondo in secondo-
La ragazza si voltò di scatto verso Shin, fintamente irritata. Ecco, lui le piaceva, anche se si divertiva a prenderlo in giro. Dato che lui faceva la stessa cosa, non si preoccupava che pensasse male. Shin era un tipo a posto...tranne nei suoi periodi pre esami. Ma del resto nessuno era sano di mente in quei periodi.
Miyon, al fianco del ragazzo, mescolava con eleganza il suo té nero. Hyerin aveva visto molte persone cercare di fingersi altrettanto eleganti, ma Miyon lo era di natura e questo nei primi tempi l'aveva irritata a morte.
La ragazza più grande era una delle persone più perfette che avesse mai incontrato, anche se ci aveva messo un pò a capire che la perfezione non sempre piaceva a tutti.
-Oh, sta un pò zitto- rispose al ragazzo, agitando con un gesto secco una mano. -Stavo solo pensando a...-
-Come uccidere la tua coinquilina. Di nuovo- la interruppe Shin, prendendola in giro.
Hyerin alzò le spalle con sufficienza. -Qualcuno deve pur farlo-
-Ora,- aggiunse, accavallando le gambe con aria da donna vissuta. -Parliamo del motivo per cui siamo qui-
-Io starei lavorando- precisò il ragazzo, facendo ridere Miyon. Shin la guardò e i due si sorrisero teneramente.
Disgustosi, pensò la ragazza. Quei due erano quasi peggio di Vivian e Taehyung. Lei non sarebbe mai stata così diabetica con...no, non ci doveva neanche pensare.
-Ok, d'ora in poi ignorerò ogni tuo commento- ribatté, fingendo di non sentire Shin borbottare che tanto era quello che faceva sempre.
Si guardò intorno per qualche istante, controllando che Vivian non spuntasse fuori da qualche parte. Da quello che le aveva detto, era a pranzo con Jungkook, ma non si poteva mai sapere. Sarebbe stato un disastro se fosse tornata, scoprendo così la festa a sorpresa che le stavano preparando.
-Allora, avete pensato al regalo?- domandò, cominciando a spuntare la sua lista mentale. Ne avrebbe fatta una cartacea se non fosse stata sicura di perderla.
Miyon, dall'altra parte del tavolo, sorrise e annuì.
-Sono passata a prenderlo ieri pomeriggio-
-Sei sicura che sia il libro giusto?- le chiese invece Shin, facendole alzare gli occhi al cielo.
-Sicurissima. Vivian non fa altro che parlare di quel dannato libro di illustrazioni- rispose, sorridendo al ricordo della ragazza quasi spiaccicata davanti alla vetrina della libreria.
-Per il cibo siamo a posto, ci aiuteranno i signori Kim- aggiunse il ragazzo, controllando che nessun cliente avesse bisogno. Quel giorno era di turno assieme a Soo-Min, perciò non è che potesse proprio farsi gli affari suoi. La ragazza era brava, anche se a volte aveva ancora problemi di timidezza con le persone più grandi.
Hyerin batté le mani entusiasta. Aveva davvero sperato in una mano in cucina, perché diciamocelo, nessuno di loro era proprio un fenomeno, lei men che meno. L'unica volta che aveva provato a cucinare dei biscotti, erano venuti talmente male che nemmeno Vivian era riuscita a dire qualcosa di positivo.
-Perfetto, i Bts porteranno la torta- annunciò dopo un attimo di silenzio, ricevendo in cambio delle occhiate scettiche.
-Nel senso che la prepareranno loro?- chiese Miyon, con aria poco convinta.
-Guarda, Jimin mi ha solo detto che ci avrebbero pensato loro- rispose Hyerin, mettendo le mani avanti. -Dato che neanch'io mi fido molto, più tardi passo a controllare-
E proprio per quel motivo, qualche ora più tardi si trovava davanti al dormitorio dei ragazzi, aspettando che Jimin le aprisse.
Ecco, il ragazzo era stata un'altra sorpresa. Avevano trovato fin da subito una strana intesa, nata dal voler far mettere assieme i loro amici, sfociata poi in una sincera amicizia. Jimin era un'anima affine, forse non proprio come un amico, ma più come fratello. E per Hyerin, che era sempre stata figlia unica, quella era una cosa assai rara.
Quando la porta si aprì, la ragazza spalancò immediatamente la bocca, pronta a rimproverare Jimin per il ritardo.
Peccato che ad aprirle fu Namjoon, il quale la guardò di sfuggita prima di chiuderle la porta in faccia.
Seguì un attimo di silenzio che terminò quando Hyerin tirò d'istinto un calcio alla porta.
-Ya!- urlò ad occhi sgranati, non credendo a quello che era appena successo.
La porta si spalancò nuovamente e Namjoon la guardò scioccato.
-Scusa!- esclamò il ragazzo, guardandosi nervosamente intorno e facendole cenno di entrare.
La ragazza inarcò un sopracciglio, sbuffando, prima di sorpassarlo e togliersi le scarpe.
-Mi hai chiuso la porta in faccia!- rimarcò lei offesa, le mani sui fianchi.
Namjoon fece una smorfia colpevole.
-È che non pensavo che fossi tu-
-Ma se mi hai visto!- replicò la ragazza, guardandolo male. La stava forse prendendo in giro?
-No! Cioè sì, ma...- Il ragazzo si scompigliò veementemente i capelli, frustrato, cercando di spiegarsi.
-Non ti ha veramente visto- Jimin comparve nel corridoio dietro di loro, in tuta e a piedi scalzi. Allo sguardo interrogativo di Hyerin, riprese a parlare, un ghigno divertito sul volto.
-Ha visto una ragazza e in automatico ha chiuso la porta. Hai idea di quante sasaeng abbiano provato a entrare qui?-
-Non so se essere offesa per essere stata scambiata per una sasaeng o colpita dalla prontezza di riflessi di Namjoon oppa- rispose la ragazza, causando le risate degli altri due.
-Poresti benissimo passare per una sasaeng- la prese in giro Jimin, scansandosi per evitare uno schiaffo sul braccio.
-Siete solo voi due?- domandò poi lei, seguendo i due in cucina.
-No, ci sono anche...-
Namjoon non finì la frase, interrotto dall'entrata nella stanza di Jungkook e Taehyung.
Quest'ultimo sgranò gli occhi quando la riconobbe, bloccandosi sul posto. Hyerin ghignò ferina.
-Tu- disse, puntandogli il dito contro. Era da settimane, anzi no, mesi, che voleva parlare faccia a faccia con Taehyung. Vivian in qualche modo era riuscita a non farli mai stare assieme. Amica degenere.
-No!- esclamò a sorpresa Taehyung, tappandosi le orecchie con le mani e sgranando ancor di più gli occhi. Jungkook, di fianco a lui, lo fissò perplesso, allontanandosi di un passo. Jimin sghignazzò indegnamente, mentre Namjoon sembrò solo esasperato. Hyerin ebbe quasi un moto di compassione verso il leader.
-Che problema hai?- domandò a Taehyung, arricciando le labbra.
Il ragazzo sembrò pensarci su, prima di mettere su un broncio invidiabile.
-Vivian mi ha detto di non parlare con te- ammise mordendosi le labbra. Namjoon si sbatté una mano in faccia.
-Come prego?- ribatté la ragazza, divertita. Poteva sentire ancora sghignazzare Jimin dietro di lei e anche Jungkook ora sembrava divertito.
-Ha detto che sei la versione femminile di ChimChim. Uno mi basta e avanza- borbottò convinto Tarhyung, facendo cessare le risate.
Hyerin si voltò verso il ragazzo in questione, trovandolo con un'espressione offesa sulla faccia.
La situazione di stallo durò fino a quando Jungkook prese dalla credenza una scatola di cereali, cominciando a mangiarli come popcorn.
-Che c'é?- sbottò innocentemente, sgranocchiando rumorosamente. -Ho fame-
Hyerin non era certo una che si scandalizzava sul cibo. Aveva sempre avuto un metabolismo veloce che le consentiva di mangiare schifezze quando voleva. Con il crescere della confidenza con Vivian, aveva preso a rubarle sotto gli occhi i dolci che l'amica cucinava, ricevendo in cambio dei finti sbuffi indignati.
Quindi  non trovava affatto strano che Jungkook mangiasse cereali alle tre del pomeriggio.
-Abbiamo un problema- esordì Jimin, catturando immediatamente la sua attenzione.
-Quale?- domandò, girandosi verso il ragazzo assottigliando gli occhi. Che diamine potevano aver combinato? Non dovevano far altro che cucinare una torta e comprare un regalo. Ah, ragazzi.
-TaeTae vuole portare Vivì in un posto segreto- cantilenò Jimin, sorridendo maliziosamente al suo amico.
Hyerin seguì il suo esempio, mulinando i capelli con un gesto che ormai le veniva naturale.
-Che posto? Dove?- disse inquisitoria. Non era ancora riuscita ad inquadrare Taehyung. A pelle le stava simpatico e Jimin le aveva raccontato parecchie storielle divertenti, ma aveva un carattere talmente bizzarro che a volte coglieva di sorpresa persino lei.
-È una sorpresa- rispose circospetto il ragazzo, alzando le spalle.
La ragazza sbuffò, alzando gli occhi al cielo. -È una sorpresa per Vivian, mica per noi-
-È una cosa personale- ribatté testardo Taehyung.
Ugh, i ragazzi la facevano impazzire. Perché non seguivano semplicemente i suoi ordini? Lei organizzava e loro dovevano semplicemente obbedire. Non era semplice?
-Ok, ma devi portartela via tutto il giorno?- chiese, mani sui fianchi e ormai dimentica delle altre persone nella stanza.
Taehyung sembrò pensarci per qualche secondo, borbottando a bassa voce e mordendosi le labbra.
-...solo il pomeriggio?- rispose incerto, come se non ne fosse sicuro neanche lui.
Ah, no. Tutto il pomeriggio era troppo.
La festa cominciava alle undici. Era riuscita magistralmente a ingannare Vivian con una finta visita medica, in modo da posticipare l'apertura del bar.
Era sicura che l'amica non sarebbe scesa prima di quell'ora, dato che aveva coinvolto suo cugino Alex nell'intera faccenda.
Certo, era stato un pò complicato comunicare con il ragazzo. Ammetteva che il suo inglese faceva un pò schifo, ma in qualche modo erano riusciti a mettersi d'accordo. Alex le aveva promesso di fare in modo che la cugina non scendesse prima e lei si era fidata.
Dopotutto i geni del male si riconoscevano anche a distanza.
-Metà- contrattò Hyerin, con cipiglio deciso.
-Metà cosa?- domandò confuso Taehyung.
-Da metà pomeriggio è tutta tua- Era inutile insistere per sapere dove avrebbe portato Vivian, tanto sarebbe stata lei stessa a dirglielo.
-Facciamo da dopo pranzo- tentò il ragazzo, incrociando le braccia al petto con fare combattivo.
-Le tre- ribatté lei, cocciuta.
-Due e mezza- si impuntò lui, sbuffando per aria scostandosi la frangia.
-Voi due!- berciò fuori Namjoon, al limite della sopportazione, ricordando a entrambi che non erano soli.
Hyerin cambiò immediatamente strategia, voltandosi verso il ragazzo con aria innocente.
-Namjoon oppa!- cinguettò, sbattendo gli occhi.
Qualcuno soffocò una risata e anche lei dovette trattenersi dal ghignare.
Namjoon si portò le mani sui capelli, guardando tutti con odio.
-Aish, ma chi me l'ha fatto fare? La prossima volta vi lascio tutti con Yoongi-
-Sì- si intromise Jimin con aria di sufficienza. -Così prima ammazza te per l'idea, e poi noi-
-Io non ho fatto niente!- protestò dal nulla Jungkook, per niente esaltato dalla prospettiva di essere ingiustamente quanto platonicamente ucciso.
-Potremmo tornare al problema?- domandò un esasperato Namjoon, rubando al maknae la scatola di cereali e cominciando lui stesso a mangiarli.
-Non c'é nessun problema- gli rispose Hyerin, perfettamente padrona di sé, guardando Taehyung.
-Tu non ti porterai via la mia migliore amica-
Il ragazzo sgranò leggermente gli occhi, prima di fare qualcosa che sorprese la ragazza. Come aveva già detto, era imprevedibile.
-Io mi porterò la mia ragazza dove mi pare!- esclamò combattivo, facendo calare il silenzio nella stanza.
-Aaaw- fecero in coro Jimin e Hyerin, ghignando come dei matti. Jungkook e Namjoon nel frattempo stavano mangiando cereali come se nulla fosse.
-Guarda quanto sei carino!- tubò lei, facendo sghignazzare indegnamente Jimin.
-Che?- domandò Taehyung sconvolto, preso alla sprovvista.




 

********************




 

Vivian non si era persa. Nossignore.
Poteva non sapere esattamente da che parte svoltare per raggiungere quel maledetto set, ma sapeva esattamente che strada prendere per tornare a casa.
Circa.
In quel momento si sentiva davvero come una occidentale, sperduta e senza la minima idea di che cosa fare. Taehyung non avrebbe mai dovuto sapere di quella storia, altrimenti l'avrebbe presa in giro a vita. Adorava far ridere il suo ragazzo, ma le era anche rimasto un minimo di dignità.
Borbottò qualcosa di poco carino in francese, lasciando cadere con un tonfo il sacchetto che aveva tenuto in mano sino a quel momento.
Per poi guardarlo allarmata un attimo dopo, assicurandosi che niente si fosse rotto.
Ma no, per fortuna i contenitori per il cibo erano in plastica, così come le bottiglie di succo. Con un sospiro sollevato, si passò una mano tra la frangia ormai fradicia, spostandosela di lato.
Quel giorno non c'era nemmeno un alito di vento e lei stava letteralmente morendo dal caldo.
Ovviamente, quando lei decideva di fare una sorpresa a Taehyung, il meteo e perfino la conformazione urbana cercavano di ostacolarla.
L'idea le era venuta parlando con Jungkook. Il giorno prima avevano pranzato assieme in un piccolo chiosco a metà strada tra la BigHit e il loro dormitorio.
Così era venuta a sapere della loro idea di andare a trovare Taehyung sul set del drama in cui stava recitando. Vivian si era intromessa timidamente, chiedendogli se poteva venire anche lei e magari portando il pranzo a tutti.
A dire il vero non era certa di poterlo fare. Un conto era uscire solo con Tae o con i ragazzi, un altro era farsi vedere da altre persone.
Sapeva che in pubblico lei e Tae avrebbero dovuto far finta di essere solo amici e la cosa un pò la spaventava. Non era certa di riuscire a fingere così bene.
Jungkook aveva approvato subito la sua idea, entusiasta.
Poi, non si sapeva come, si era ritrovata da sola, dopo che tutti avevano accampato una scusa.
Era certa che si trattassero di scuse dal ghigno che le aveva rivolto Jimin. Per non parlare del sorriso di incoraggiamento di Hoseok o dello sguardo di compatimento che le aveva rivolto Yoongi, come se fosse appena stata gabbata.
Il fatto che lei l'avesse presa con filosofia, voleva solo dire che era stata contagiata dalla pazzia dei Bts.
Come se non fosse già abbastanza disagiata di suo.
Aveva comunque apprezzato il gesto, anche se ora si stava pentendo amaramente di non aver voluto prendere un taxi.
Si era detta che non era il caso di spendere tanti soldi per andare in un posto in cui poteva tranquillamente arrivare con la metropolitana.
Tranquillamente, come no.
La fermata più vicina si trovava a più di cinquecento metri dal set, per il resto era nelle mani della cartina disegnata da Jungkook.
Avrebbe dovuto fare due chiacchiere con il suo amico.
Sbuffò, piegando distrattamente la cartina e ficcandosela nella tasca dei pantaloncini rossi. Recuperò il sacchetto, tenendoselo stretto al petto per paura che i manici si rompessero, e prese una stradina laterale, dove le sembrava che provenissero dei rumori.
Non aveva idea di quanto fosse grande il set, ma di certo dovevano lavorarci parecchie persone.
Ebbe, come si suol die, una botta di culo.
Capì di aver preso la strada giusta quando vide una folla di persone, prevalentemente ragazze, accalcate davanti a delle transenne.
Dove c'erano ragazze e transenne, c'erano degli idol.
Si assicurò che il badge che le aveva dato Jin fosse ben visibile e cominciò a camminare verso l'entrata fingendo una sicurezza che non aveva. Ammetteva tranquillamente che passare in mezzo a una folla di ragazze esaltate la terrorizzava. Se qualcuna di loro avesse anche sospettato di chi era la ragazza, era certa che non ne sarebbe uscita viva.
Non seppe esattamente se fu per il badge o per il sacchetto che teneva al petto. Magari era anche merito del suo viso acqua e sapone, dei capelli sfatti e della sua aria ingenua. In ogni modo nessuno fece storie, neanche i bodyguard all'entrata, probabilmente scambiandola per un'addetta ai lavori.
Bene, era dentro.
Ora doveva solo cercare di non dare nell'occhio e trovare Tae in mezzo a gente vestita con abiti di scena.
A quel punto credeva che trovare la strada per il set fosse stata la parte più facile.
Si spostò vicino a un piccolo capanno, osservando il via vai di gente. Era ormai ora di pranzo e non le sembrava che stessero girando qualche scena.
A una decina di metri da lei c'era un gruppetto di quelli che dovevano essere degli addetti alle luci, almeno da come stavano gesticolando verso dei piccoli fari ai loro piedi.
Vivian allungò il collo, in punta di piedi, quando vide in lontananza dei ragazzi vestiti in modo molto simile a quello che avrebbe dovuto indossare Tae.
Sì, ammetteva di aver cercato qualche immagine su internet. Aveva ormai rinunciato a capire come il suo ragazzo potesse stare bene con i capelli lunghi e degli abiti che su qualcun'altro sarebbero stati ridicoli. Qualcun'altro che non fosse un idol, chiaro.
Si morse le labbra pensierosa, decidendo di uscire allo scoperto. Tanto aveva sempre il badge e poteva facilmente passare per una dello staff della BigHit.
-Ehi tu!-
Fu certa che la voce stesse chiamando lei, quando vide parecchie persone lanciarle qualche occhiata di sfuggita.
Si girò, tenendo il sacchetto come se fosse uno scudo, cercando di non fare un'espressione troppo colpevole.
Ecco, la spia sarebbe stato un lavoro che non avrebbe mai potuto fare.
A pochi passi da lei stava un ragazzo fin troppo bello per non essere un idol, con i capelli scuri acconciati in modo sbarazzino e ...
Ad occhio e croce avrebbe potuto avere la sua età...se fosse stato occidentale.
Essendo asiatico probabilmente aveva qualcosa come trent'anni.
Tuttavia, tutte queste considerazioni passarono in secondo piano quando Vivian si accorse dell'incredibile somiglianza del ragazzo con Taehyung.
Almeno a primo impatto.
Ad una seconda occhiata notò le piccole ma sostanziali differenze. Il colore più chiaro della pelle, i lineamenti più delicati, la sottile differenza nella linea degli occhi.
-Mi capisci?- domandò il ragazzo con aria dubbiosa, avvicinandosi.
Sì, probabilmente fissandolo con aria inebetita non aveva dato il meglio di sé.
-Sì, scusa- rispose timidamente, usando a priori un tono formale. Era certa che fosse più grande e se per caso non lo fosse stato...beh, nessuno avrebbe potuto tacciarla di maleducazione.
Il ragazzo sembrò per un istante sorpreso, ma poi sorrise, con aria curiosa.
-Primo giorno di lavoro? Chi cerchi?- chiese, indicando il sacchetto contenente il cibo.
-Io non...- Vivian fu presa in contropiede. Probabilmente aveva notato la sua aria spaurita e aveva dato ler scontato che fosse nuova.
In un certo senso aveva ragione. Sapeva che la cosa migliore da fare era mentire e dire che lavorava per l'agenzia di Tae ma...si sentiva una brutta persona anche solo a considerare quella possibilità. Quel ragazzo sembrava gentile.
-Sono un'amica dei Bts. Sono venuta a portare il pranzo a Tae...hyung- rispose, ricordandosi solo all'ultimo di usare l'onorifico per Tae. Il suo ragazzo. Che situazione paradossale.
Il ragazzo, ancora senza nome, le sembrava familiare e non solo perché assomigliava a Taehyung, socchiuse gli occhi, fissandola pensieroso.
-Una...amica?- ripeté dubbioso, guardandola palesemente in faccia. Vivian poteva quasi sentirlo pensare. Il suo essere occidentale a volte era davvero un problema. Decise di far finta di niente, dopotutto, se anche avesse chiamato la sicurezza, lei aveva un badge. E sperava nel frattempo di trovare Tae. O uno dei manager.
-Esatto- disse, facendo l'espressione rassicurante brevettata anni addietro, quando si ritrovava a dover tirare Alex fuori dai guai.
-I ragazzi non sono riusciti a venire, perciò hanno mandato me. Solo che non trovo Taehyung- aggiunse, aggiustandosi con nonchalance il sacchetto tra le braccia. Cominciava a pesare.
Il ragazzo sembrò convincersi e Vivian tirò un sospiro di sollievo. Non aveva esattamente mentito, diciamo che aveva omesso che era una sorpresa.
-Anch'io sono venuto a trovare un amico. Credo che Taehyung-sshi sia insieme al gruppo a controllare le ultime riprese- spiegò, accennando con una mano a un gruppo ammucchiato in lontananza.
La ragazza non fece nemmeno lo sforzo di controllare. A quella distanza vedeva solo costumi di scena ingombranti. Sembrava non le restasse che aspettare che il gruppo si disperdesse e poi avvicinarsi per cercare il suo ragazzo.
A quanto pare il karma aveva altri programmi. Mai che fossero d'accordo per qualcosa, eh.
-Possiamo aspettare insieme su quel muretto- propose infatti il ragazzo sconosciuto, indicando un muretto basso a qualche metro da loro.
Vivian si morse il labbro, leggermente a disagio. Sarebbe stato strano se avesse rifiutato, no? E comunque, che altro avrebbe potuto fare? Doveva in ogni caso aspettare.
Annuì timidamente e fu quasi accecata dal sorriso luminoso del ragazzo. Lo fissò quasi scioccata, mentre le prendeva gentilmente di mano il sacchetto, guidandola verso il muretto.
Quel tipo aveva lo stesso sorriso quadrato di Tae.
-A proposito, sono Baekhyun. Mi dispiace non essermi presentato subito- disse il ragazzo quando furono seduti, grattandosi imbarazzato la testa e accennando a un lieve inchino.
Vivian si riscosse, aggiustandosi nervosamente la frangia e mordendosi un labbro intimidita.
-Vivian- si presentò, inchinandosi di rimando. -E non mi sono presentata neanch'io, quindi direi che siamo pari, Baekhyun oppa-
Il ragazzo inclinò la testa, fissandola con un mezzo sorriso che Vivian non riuscì a decifrare.
-Allora mi conosci- disse, sembrando quasi sorpreso.
Lei sbatté gli occhi perplessa, aggiustandosi con un gesto veloce gli occhiali che le stavano scivolando sul naso per via del caldo.
-Ehm...no? Mi dispiace- borbottò imbarazzata, ricevendo in risposta un'occhiata confusa.
-Ma...allora come fai a sapere che sono più grande di te?- replicò Baekhyun con un piccolo broncio e un'ombra di sospetto sul volto.
Vivian deglutì, trovandosi improvvisamente con la gola secca. Non aveva molto senso, vero? Insomma, essere amica dei Bts e non conoscere quasi per nulla il mondo del kpop poteva sembrare sospetto.
Ma i Bts non erano suoi amici per via del kpop. Erano suoi amici perché...beh...e poi Tae era il suo ragazzo! Ma non poteva dirlo e non poteva neanche spiegare dove e come si fossero conosciuti, soprattutto a uno che non conosceva.
Anche se quel Baekhyun aveva parlato di Tae come se lo conoscesse, perciò forse erano amici.
-Do per scontato che tutti siano più grandi di me? Ho già fatto abbastanza figuracce sulla questione dell'età- scherzò la ragazza, facendo una buffa smorfia che fece ridere Baekhyun.
-Baekhyun hyung!-
La voce che chiamò il ragazzo era fin troppo familiare per Vivian, che si girò, trovandosi Taehyung che correva loro incontro.
-...Vì?!- esclamò poi il suo ragazzo, accorgendosi di lei e quasi inciampando nella lunga veste di scena.
La ragazza si alzò di scatto, trattenendo il fiato e guardandolo con un avvertimento negli occhi. Tae la fissò confuso per un attimo, poi sgranò gli occhi, portandoli su Baekhyun, che fissava l'intera scena interessato.
-...noona, che sorpresa- biascicò il suo ragazzo, arrivando vicino a loro e fermandosi con aria combattuta.
Vivian sapeva che probabilmente si stava trattenendo per evitare di abbracciarla, cosa che facevano ogni volta che si vedevano. Dopotutto l'impulso era venuto anche a lei, scordandosi per un momento dell'altro ragazzo presente.
-Già, i ragazzi non sono riusciti a venire e così ho pensato di passare io- ridacchiò nervosamente, grattandosi il collo imbarazzata. Non era esattamente così che aveva programmato la cosa, ma ironicamente la sorpresa c'era stata.
Ci fu un attimo di silenzio, dove la coppia si fissò con evidente disagio. Poi Taehyung si portò una mano alla testa, ricordandosi in tempo dell'acconciatura di scena.
-Lei è...uhm, la mia...cioè, la nostra...- provò a spiegare, nervoso e mordicchiandosi insistentemente l'interno di una guancia.
-Ragazza- completò Baekhyun per lui, annuendo alle sue stesse parole.
-...c-come?- balbettò Taehyung, preso in contropiede.
Baekhyun, al contrario, sembrava perfettamente a suo agio, come se non avesse affatto notato l'improvvisa tensione degli altri due ragazzi.
-È la tua ragazza, vero? Parlandoci mi aveva dato una strana impressione e tu me l'hai praticamente confermato-
Vivian si sedette a peso morto sul muretto, con i gomiti sulle ginocchia e la faccia nascosta dalle mani, improvvisamente pallida. Si accorse a malapena dell'occhiata agitata che le rivolse il suo ragazzo.
-Namjoon mi ucciderà- mormorò in un sospiro.
-Il manager mi ucciderà- aggiunse un secondo più tardi, tirandosi indietro la frangia con le dita, alzando la testa.
-...le fan mi uccideranno- concluse ad occhi sgranati, deglutendo terrorizzata.
Si sentiva un'idiota. Era un'idiota.
Come aveva potuto pensare di poter andare su un set pieno di gente e sperare che nessuno scoprisse di lei e Tae? Era stata sgamata dalla prima persona che aveva incontrato!
Era pessima ad organizzare sorprese. Avrebbe dovuto lasciar fare tutto a Taehyung, lui si che ci sapeva fare.
-Hyung-
La voce del suo ragazzo la riportò in sé. Taehyung guardava Baekhyun serio, a meno di un metro da Vivian. Non lo aveva nemmeno sentito avvicinarsi.
-Non devi dirlo a nessuno. Non puoi dirlo a nessuno- Il tono fermo e roco sembrò stupire l'altro ragazzo, che sbatté gli occhi sorpreso. Stava ancora usando un tono formale, ma non sembrava una richiesta.
-Taehyung-sshi, credi davvero che lo direi a qualcun...- la risposta quasi offesa di Baekhyun venne interrotta dal ragazzo più giovane.
-Hyung, con nessuno intendo neanche Chanyeol hyung-
Baekhyun fece un'espressione così scioccata, talmente simile a quella che faceva Taehyung, che Vivian quasi si dimenticò della situazione critica in cui si trovavano, accennando un sorriso.
Però quel nome le era stranamente familiare. Chanyeol...l'aveva già sentito. Chanyeol e Baekhyun...le erano familiari assieme, ma dove li aveva già sentiti?
L'immagine di un ragazzo alto e dal sorriso da psicopatico fece capolino nella sua testa e sgranò di colpo gli occhi.
-Ah! Il gigante con le orecchie a sventola!- esclamò senza pensare, interrompendo la conversazione dei due ragazzi, che nel frattempo era andata avanti.
Resasi conto di ciò che aveva detto, guardò mortificata Baekhyun.
-Cioé...io, non volevo offenderlo, giuro- balbettò arrossendo. -So che può sembrare un'offesa ma...insomma, è una constatazione. Ha una faccia simpatica-
A quel punto Baekhyun non ce la fece più e scoppiò in una risata così rumorosa che fece girare qualche testa verso di loro.
Tae e Vivian si guardarono perplessi e il ragazzo più grande rise ancor di più, accasciandosi sul muretto.
-Non intendo dire niente- biascicò dopo essersi ripreso. -Però vi prego, posso riportare a Chanyeol la descrizione?-
-Hyung- si lamentò Taehyung, mettendo il broncio ma venendo subito interrotto dall'altro, che agitò noncurante una mano.
-Fidati, troverò il modo di accennare la cosa senza rivelare che ti sei trovato una ragazza. Solo se mi date del cibo, però- disse, lanciando un'occhiata interessata al sacchetto vicino a lui.
Taehyung annuì subito, come se non trovasse quella richiesta poi così fuori dall'ordinario. Vivian invece si dimenticò per un attimo del tono cortese, sospirando esasperata.
-Seriamente, ma vi danno da mangiare?- sbottò, facendo ridere i due ragazzi.
Dieci minuti più tardi stavano mangiando, con Baekhyun e Vivian seduti a cavalcioni sul muretto e Taehyung per terra, di fianco a loro.
Non sembrava per niente a disagio vestito in quel modo, anche se ogni tanto si spostava seccato qualche ciocca di capelli, non abituato ad averli così lunghi.
-Ma quanta roba hai preso?- domandò sconvolto Taehyung, pur infilandosi in bocca senza tante cerimonie un boccone di spaghetti di riso. Vivian alzò le spalle imbarazzata, passando un bicchiere di succo prima a Baekhyun e poi al suo ragazzo. Con i Bts ormai ignorava le regole di cortesia a tal punto di servire quasi sempre prima Jungkook, il più piccolo, ma si ricordava ancora quali fossero.
-Non è colpa mia- borbottò in sua difesa la ragazza, pur lanciando un'occhiata intenerita a Taehyung.
-Gli altri mi hanno avvertita all'ultimo che non sarebbero venuti e ormai avevo già preparato tutto-
-Hai cucinato te?- si intromise Baekhyun, sorpreso.
Vivian annuì, non sapendo bene come comportarsi con il ragazzo. Alla fine aveva capito chi era, o meglio, si era presentato per bene.
Se Miyon non fosse stata la persona che era, probabilmente l'avrebbe picchiata per non averlo riconosciuto subito. A sua discolpa Vivian ascoltava pochissimi gruppi che non fossero i Bts e di molti conosceva solo qualche canzone. Di video ne aveva visti davvero pochi.
-Baekhyun oppa, hai detto che anche tu eri venuto a trovare qualcuno?- si azzardò a chiedere, comunque curiosa. Non le sembrava tanto male e da quel che era riuscita a capire, era un gran chiacchierone. In dieci minuti tra lui e Tae non c'era stato un attimo di silenzio.
-Che c'è?- mormorò verso il suo ragazzo, notando che si era imbronciato all'improvviso.
-A me non mi chiami oppa- borbottò questo dopo un attimo di silenzio, ricevendo in cambio un'occhiata perplessa.
Vivian lanciò un'occhiata incerta verso il ragazzo più grande, che fissava l'intera scena sembrando molto interessato e senza un minimo di vergogna.
-Lo sai che anche se siamo dello stesso anno, sono più grande io, vero?- scherzò lei, dandogli un colpetto con il piede.
Taehyung fece una smorfia, tirando poi su con il naso e guardandola da sotto in su.
Santo cielo, pensò Vivian, quell'espressione sarebbe dovuta essere illegale. Cercò di rimanere impassibile, ma seppe di essere arrossita nel momento in cui vide gli occhi del suo ragazzo brillare vittoriosi.
-Di solito una ragazza chiama il proprio fidanzato oppa- spiegò con tono supponente, rubandole un pezzo di carne dal piatto.
Vivian alzò gli occhi al cielo, seppur sorridendo.
-Geniale, così la prossima volta invece di scoprirci in dieci minuti, basteranno dieci secondi-
Baekhyun sghignazzò, rischiando di strozzarsi con il cibo e la ragazza lo guardò preoccupata, prima di tornare a fissare Tae, che pareva meditabondo.
Emise un lamento quando giunse alla sua conclusione che la sua ragazza aveva ragione, glissando sulla questione prendendo un altro pezzo di carne.
-Comunque ero venuto per vedere Minho hyung- disse a un certo punto Baekhyun, rispondendo alla domanda iniziale della ragazza.
-Fa parte degli Shinee, sono della nostra stessa agenzia- spiegò, vedendo il suo sguardo confuso.
-Davvero non ci conosci?- aggiunse dopo un attimo di esitazione.
Vivian fece una smorfia imbarazzata, mentre sistemava le confezioni vuote.
-Ho ascoltato qualche vostra canzone, ma da qui a ricordarmi tutti i nomi...- non voleva essere offensiva, anche se la frase poteva sembrare un pò rude.
Baekhyun però non se la prese, limitandosi a uno sguardo pensieroso.
-Che cosè?- domandò Taehyung con gli occhi illuminati di curiosità, allungando la testa cercando di vedere meglio il contenitore che la ragazza aveva preso in mano.
Vivian gli sorrise dolcemente, tornando in sé quando un gruppetto di persone passò loro affianco. Deglutì, leccandosi imbarazzata le labbra, ricordando a sé stessa che erano in pubblico e che non era il caso di fare gli occhi dolci a al suo ragazzo.
-Torta alla vaniglia, con glassa alla vaniglia e scaglie di cioccolato- rispose, aprendo il contenitore e tirando fuori una piccola torta.
Baekhyun fece un'esclamazione meravigliata, sporgendosi ad occhi sgranati verso la torta e facendo ridacchiare la ragazza.
Taehyung invece appoggiò i gomiti al muretto, fissando il dolce da vicino, lanciandole poi un'occhiata sorpresa.
-Come mai tutta questa vaniglia all'improvviso?- domandò, incuriosito dal fatto che quello fosse il primo dolce alla vaniglia che le vedeva fare.
-Era da un sacco che non la facevo- rispose la ragazza con una mezza verità. Probabilmente se fossero stati da soli, gli avrebbe spiegato tutta la storia dietro quella decisione.
Non che fosse poi così interessante. Il giorno prima, passando dalla signora Kim, aveva trovato il negozio invaso da fiori di eliotropio, che emettevano un forte profumo di vaniglia. Gli avevano fatto ricordare Fabio, da sempre ossessionato da quella fragranza. Non faceva dolci di quel tipo dall'ultima volta che l'aveva visto, ovvero all'inizio dell'estate precedente.
Tagliò due fette grandi per i ragazzi e una più piccola per sé. Per i suoi standard aveva mangiato anche troppo, soprattutto in giornate come quella dove faceva così caldo, però un posto per il dolce era d'obbligo.
Mentre Baekhyun era tutto preso a fare foto alla fetta, Vivian si arrischiò a lanciare un'occhiata al suo ragazzo, che era ormai a metà della sua, un'espressione soddisfatta in volto.
Una veloce occhiata intorno a loro le confermò che nei paraggi non c'era nessuno. Allungò un piede, toccando innocentemente il ginocchio di Taehyung che si bloccò sorpreso.
Lo vide sorridere con la testa ancora china sul piatto poi, lentamente, allungò una mano e fece passare due dita sotto la fascetta del suo sandalo, toccandole la caviglia.

 





 

Vivian sbadigliò, coprendosi immediatamente la bocca con una mano.
Accidenti, pensò mentre attraversava la strada strascicando i piedi, aveva una certa età ora. Necessitava al più presto di una caraffa di caffé. Italiano, possibilmente.
Tuttavia, per quanto la stanchezza di una notte praticamente insonne si facesse sentire, non riuscì a non far aleggiare un sorriso sul suo volto.
Il giorno prima aveva chiesto a Namjoon e al manager, sant'uomo, se poteva passare a salutare i ragazzi. Così si era ritrovata quella sera stessa davanti al loro dormitorio, armata di una teglia di muffin al parmigiano e zucchine, una vecchia ricetta della sua famiglia. I muffin erano stati accolti con entusiasmo da tutti i ragazzi, compreso il suo. Trovava ironico che avesse dovuto dividere l'attenzione con un muffin, ma era di Tae che stavano parlando. E a lei non faceva altro che piacere starsene accoccolata su di lui mentre mangiava.
Jimin aveva tentato qualche battuta con l'aiuto di Hoseok, ma la coppia li aveva semplicemente ignorati.
Taehyung perché ci era probabilmente abituato e Vivian...beh, ammetteva candidamente che quando Tae era presente, non vedeva nient'altro.
La serata dei saluti si era ben presto tramutata in una nottata, con relativa maratona di film. Seriamente, quei ragazzi non stavano zitti un secondo. Tranne Yoongi, ma lui non faceva testo, si era addormentato a metà del primo film.
Erano crollati tutti uno dietro l'altro finché non erano rimasti lei, Tae e Jungkook.
Povero maknae, quasi rise Vivian ricordando il suo imbarazzo. Aveva continuato a mangiare popcorn come se nulla fosse, almeno fino a quando non si era accorto che erano rimasti gli unici svegli. Così si era rintanato in camera sua, balbettando confusamente delle scuse.
Tae era quasi morto soffocato dal ridere, cercando di non svegliare gli altri. La ragazza aveva invece optato per un metodo meno mortale, soffocando le risate contro il suo petto.
Il vero disagio c'era stato quella mattina.
Nessuno si era ricordato di puntare la sveglia e al manager era quasi venuto un attacco isterico quando li aveva trovati abbandonati in salotto.
Vivian era uscita dal loro dormitorio venti minuti più tardi, la metà spesa a salutare Tae. Avesse potuto si sarebbe aggrappata a lui tipo koala.
Basta, si disse svoltando per una via secondaria che l'avrebbe portata velocemente a casa. Non appena Tae fosse tornato, avrebbe organizzato un bell'appuntamento. Certo, gli appuntamenti del suo ragazzo non erano facili da battere, ma qualcosa si sarebbe inventata. Forse qualcosa di rilassante? Nah, Tae probabilmente avrebbe preferito qualcosa di movimentato. Se riusciva a fargli avere un pomeriggio libero, sarebbero potuti andare al parco di divertimenti appena fuori Seoul. Doveva solo convincere il manager.
Pensando a quale dolce potesse attirare l'uomo nella sua trappola, si fermò all'incrocio, aspettando che il semaforo le desse il via.
Non stava fissando davvero l'altra parte della strada.
Almeno finché non scorse una figura familiare.
Qualcuno che non sarebbe dovuto affatto essere lì.
Spalancò la bocca e sgranò gli occhi, in una così tipica espressione da Taehyung che se ci fosse stato Jimin l'avrebbe presa in giro a vita.
Ma no, non si stava sbagliando. O meglio, non soffriva di allucinazione improvvise.
Dall'altra parte della strada, sguardo perplesso e mani in tasca, se ne stava Fabio.
Era lui, non c'erano dubbi.
I capelli scuri erano forse un pò più lunghi di quando l'aveva visto l'ultima volta, l'estate precedente. Non così lunghi da raccoglierli in un codino, ma non abbastanza corti da non capire che avevano una piega ondulata.
Erano come al solito incasinati, a causa del vizio del ragazzo di passarsi le mani nei capelli, tirandoseli indietro.
Era troppo lontana per scorgere altre differenze, se non quella più eclatante. Fabio non indossava quasi mai delle camicie.
Ed invece eccolo lì, pantaloni dal taglio classico e una camicia si un azzurro pallido, le maniche arrotolate fino agli avambracci.
Forse questo la sconvolgeva più che ritrovarselo lì.
Il verde scattò proprio nel momento in cui il ragazzo si voltò verso di lei, e finirono per incrociare gli sguardi.
Vide l'esatto momento in cui la riconobbe, niente di più facile in un mare di teste nere, perché storse la bocca fino a scoprire la fossetta, nel suo sorriso caratteristico.
Vivian sorrise di rimando e lui alzò le braccia al cielo, i pugni per aria. Non la chiamò urlando come avrebbe fatto qualcun'altro. Fabio non era il tipo che urlava nel bel mezzo della strada.
Era pazzo in tanti altri modi, ma chissà perché per strada tendeva a voler mantenere un certo decoro. Cosa che gli riusciva piuttosto bene se non c'era Alex nei paraggi.
Quei due assieme non sarebbero passati per sani di mente neanche se si fossero impegnati.
Lo vide accennare un passo nella sua direzione e lo stoppò con una mano, tanto doveva andare in quella direzione.
Buttò un occhio alla strada, con la mente troppo in subbuglio per prestarci veramente attenzione.
A qualche metro di distanza poté notare altri dettagli che da lontano le erano sfuggiti. Era più magro, anzi, più snello, e la sua pelle era di una sfumatura più calda. Cosa strana per uno che odiava il caldo e fare la lucertola al sole.
Anche la montatura degli occhiali era diversa. Più alla moda e con gli angoli squadrati, rendevano il suo viso in qualche modo più simpatico.
-Lupacchiotta!- esclamò il ragazzo, scoprendo i denti in un sorriso e abbracciandola di slancio.
Vivian rise per il nomignolo, ricambiando l'abbraccio. Negli ultimi mesi si erano sentiti poco per telefono, e ancor meno con le videochiamate. Tutta colpa del ragazzo, che stava a casa giusto il tempo di dormire e aveva una pessima connessione internet.
-Cosa diamine ci fai qui?- domandò la ragazza non appena si separarono.
Fabio fece un sorriso furbo, praticamente il suo marchio di fabbrica, sistemandosi con un gesto gli occhiali sul naso. A quanto pare neanche quel vizio gli era passato.
-In questo incrocio? Cercavo il tuo bar-
Vivian sbuffò trattenendo un sorriso, alzando gli occhi al cielo.
-Non fare lo scemo- disse, facendolo ridacchiare. -Intendevo qui a Seoul-
-Viaggio di lavoro- rispose lui, alzando le spalle poco convinto. Se per il viaggio o per il lavoro, Vivian non sapeva dirlo. Fabio aveva studiato cinese come suo cugino, anche se come seconda lingua aveva scelto il coreano, con grande gioia di sua madre.
Dopo la laurea, era volato a Shanghai, trovando lavoro poche settimane più tardi. Da quel che ne sapeva lavorava come interprete in una grossa azienda cinese.
Sia lei che Alex avevano storto il naso quando l'avevano saputo, non capendo come una persona libera e creativa come lui potesse lavorare in un ambiente del genere. Tuttavia sapevano bene quali motivi l'avevano spinto a volare dall'altra parte del mondo e di certo non potevano fargliene una colpa.
-Alex lo sapeva, vero?- domandò all'improvviso, ricordandosi di come nelle ultime telefonate il cugino sembrasse scoppiare a ridere senza motivo.
Fabio scrollò nuovamente le spalle, le mani in tasca.
-Alex sa tutto. È il mio parabatai- rispose con tono ovvio, facendo roteare gli occhi alla ragazza.
Quei due a volte prendevano la questione parabatai fin troppo seriamente. Per un periodo avevano pensato pure di farsi un tatuaggio identico, piano grazie al cielo fallito dall'improvvisa partenza di Fabio. Anche se Vivian temeva che non avessero affatto abbandonato l'idea. Insieme, quei due erano la cosa più nerd che si fosse mai vista in circolazione. Oltre che la più stramba. Erano due tipi di nerd diversi, con alcune ossessioni in comune. In pratica dove non arrivava uno, ci pensava l'altro.
Parabatai, appunto.
Non vedeva l'ora di presentare Fabio a Hyerin, era certa che sarebbero andati perfettamente d'accordo.
Il pensiero di Hyerin però la fece improvvisamente incupire. Dal suo compleanno non era riuscita a prenderla da parte per parlarle seriamente. L'amica, per un motivo o per l'altro, riusciva sempre a sfuggirle con una scusa, cosa che cominciava ad irritare Vivian.
Non era da Hyerin comportarsi in quel modo e la cosa, oltre che irritarla, la faceva preoccupare. Pensava forse che fosse la santa inquisizione? Avrebbe potuto forse parlarne con Young-Nam, ma le sembrava sbagliato mettere in mezzo altre persone. Persone che conoscevano entrambe.
-Che succede?-
La domanda di Fabio la fece improvvisamente tornare alla realtà. Sbatté gli occhi, agitando una mano imbarazzata, lievemente in colpa per averlo snobbato così platealmente. Mesi che non lo vedeva e la sua mente viaggiava da tutt'altra parte.
-Devo parlare con una persona ma continua a sfuggirmi- spiegò, grattandosi il collo nervosamente. Avrebbe avuto remore a dirlo a qualcun'altro, ma Fabio per lei era come Alex. In effetti, ora che ci pensava, tendeva molto spesso a trattarli come se fossero un'unica persona. Spiegata così poteva sembrare una cosa brutta, ma la verità è che le trasmettevano lo stesso senso di sicurezza e famiglia.
-Taehyung?- provò a indovinare il ragazzo, mettendo su un cipiglio da fratello maggiore. Vivian ridacchiò, agitando le mani in diniego.
-Io e Tae andiamo benissimo- lo rassicurò lei, sorridendo dolcemente pensando al suo ragazzo. Probabilmente in quel momento stava salendo sull'aereo.
-Grazie, ma al contrario del nostro biondo preferito, non voglio i dettagli- la prese in giro Fabio, con una finta smorfia schifata.
La ragazza lo guardò scettica, incrociando le braccia.
-Ok, non è vero- capitolò il ragazzo, provando a mantenere un certo decoro. -È solo che non mi sembra il caso di parlarne per strada-
-Guarda che nessuno ci capisce
- replicò lei, fallendo miseramente nel sopprimere una risata.
-Ah, non si può mai sapere. Questi asiatici fanno solo finta di non capire- scherzò Fabio, guardandosi attorno circospetto.
-Qualche figura di merda?- chiese Vivian divertita, ricordando certi episodi.
-Un sacco- rispose il ragazzo con un sorriso, schernendosi.
La ragazza scosse la testa rassegnata. A quanto pare il tempo era sì passato, ma lui non era cambiato per niente.
-Dai,- gli disse, prendendolo a braccetto. -Stavi comunque sbagliando strada, il bar è per di qua-
Fabio si imbronciò, sbuffando platealmente.
-Ti prego, dimmi che hai una maglietta da prestarmi- esclamò dopo qualche passo, sventolando con aria esasperata un lembo della camicia. Vivian gli diede una gomitata, sorridendogli sorniona.
-Ho quella e anche una torta al pane sfornata ieri-
-Stranamente la maglietta ha la priorità-
rispose il ragazzo, sconcertato da sé stesso per quella ammissione. Si guardarono e scoppiarono a ridere.
-Scusa, ma se odi così tanto le camicie, perché te ne sei messa una?- domandò la ragazza, una volta che si fu ripresa.
-Lavoro- Fabio sembrò irritato, divertito ed esasperato al tempo stesso. Impossibile forse per un'altra persona, ma lui era sempre stato decisamente espressivo. Molto più di Alex, che quando voleva aveva una faccia da poker invidiabile. No, pensò Vivian, c'era decisamente qualcosa che non andava con il lavoro.
-E un bagaglio a mano può contenere molto poco. L'unica maglietta che mi sono portato è quella del mio pigiama- concluse il ragazzo, guardandola ad occhi spalancati e arricciando il naso.
-Sei senza speranza- concluse la ragazza divertita, alzando gli occhi al cielo.
-Sarebbe una novità?-

-...ti prego, dimmi che non lo hai detto davvero!- esclamò Vivian con le lacrime agli occhi, entrando nel bar praticamente sorretta dal ragazzo. Fabio ghignò malandrino, prima di fermarsi e guardarsi intorno. Aveva visto il bar in foto e nelle occasionali chiamate skype, ma la luce e i colori erano qualcosa che non si potevano immortalare.
-Sarebbe perfetto per un racconto- commentò, ricevendo in cambio un'occhiata carica di affetto.
Ah, pensò Vivian, ecco il lato romantico che saltava fuori.
Gli sorrise, pronta a rispondergli con una battuta (il ragazzo tendeva a imbarazzarsi quando veniva colto in fallo), quando colse una strana occhiata da parte di Hyerin, dietro il bancone. Quella mattina erano di turno lei e Young-Nam, ed era anche il motivo per cui l'attacco isterico era venuto al manager e non a lei.
Fabio seguì il suo sguardo, ritrovandosi anche lui a fissare la ragazza, curioso. Sbatté gli occhi perplesso quando questa lo fissò con palese astio.
-È solo una mia impressione o la ragazza  fragola sta cercando di uccidermi con il pensiero?-
Il commento bastò per far collassare Vivian dalle risate, ricevendo in cambio una smorfia confusa.
-E adesso perché ridi? Guarda che era un commento serio- replicò il ragazzo, probabilmente facendosi domande sulla sua sanità mentale.
-...ragazza...fragola...- riuscì a buttare fuori Vivian, tra una risata e l'altra. Se non avesse saputo che era impossibile, avrebbe detto che conosceva Dong-Sun. Oddio, con Fabio non si poteva mai sapere.
-Mi sembrava appropriato, non la stavo mica prendendo in giro- si difese lui, sembrando offeso. Vivian sapeva che non lo era davvero. Fabio era abbastanza autoironico e anche nel caso in cui si fosse davvero offeso, tendeva a non fartelo notare. Si vendicava in altri modi, chiaro, ma era bravo a essere criptico.
Hyerin fissò male anche Vivian, estendendo ad entrambi il suo cipiglio contrariato, facendo immediatamente tornare seria la ragazza.
Lanciò un'occhiata piena di indecisione a Fabio, non sapendo bene cosa fare. Si sentiva vagamente irritata con Hyerin, perché avrebbe dovuto abbandonare lì il suo amico e cercare di capire cosa non andasse in lei.
-Resto qui buono buono mentre cerchi di capire qual è il problema della tua amica?-
Si voltò verso Fabio, trovandolo a fissare con finta indifferenza il bancone. Sorrise con affetto, battendogli una mano sulla spalla.
-Non combinare casini- lo prese in giro, beccandosi una pacca indignata sulla testa.
-Grazie per la fiducia, eh- le rispose con un mezzo sorriso, prima di avvicinarsi con aria curiosa al bancone.
Conoscendolo, avrebbe osservato attentamente ogni dolce esposto, per poi prendere qualcosa di salato. Quello a meno che non ci fosse qualcosa a base di vaniglia o meringa. In quel caso la sua scelta sarebbe stata obbligata.
Con un sospiro pieno di divertimento, si diresse verso Hyerin, che osservava il locale dall'angolo opposto.
-Che succede?- domandò a bruciapelo, una volta che le fu abbastanza vicino.
In un altro momento forse avrebbe usato più tatto, ma era palese che qualcosa la disturbasse e Hyerin era il tipo che rispondeva solo a domande dirette.
-Cosa?- disse la più piccola con aria sostenuta, fissando insistentemente i tavolini occupati dai clienti, forse nella speranza che qualcuno la chiamasse.
Vivian emise uno sbuffo frustrato, al limite della sopportazione. Il fatto che in quel periodo fosse così lunatica, all'inizio non l'aveva preoccupata. Aveva quasi dato per scontato che fosse per via della recita teatrale e aveva perciò scusato il suo comportamento.
Poi, quando aveva cercato di introdurre l'argomento Dong-Sun, la cosa era degenerata. Ma non era mai arrivata a quel livello di maleducazione e il fatto che avesse scelto proprio il giorno in cui aveva incontrato Fabio, la irritava a morte. Tuttavia la considerava ancora la sua migliore amica, perciò un minimo di fiducia gliela doveva.
-Credo dovremmo risolvere qualunque problema tu abbia- iniziò, evitando di incrociare le braccia al petto. L'ultima cosa che le serviva era sembrare arrabbiata, perciò mantenne una posa rilassata.
-Sei strana in questo periodo, soprattutto con me. E non credo che fulminare gente che non conosci possa essere una soluzione- aggiunse ironica, riferendosi chiaramente al ragazzo appena entrato.
-Io strana? Forse sei tu che dovresti ricordarti che hai un ragazzo- replicò piccata Hyerin stirando le labbra e voltandosi a guardarla.
Vivian sbatté piano gli occhi, perplessa.
-Non so di cosa tu stia parlando- E sapeva che sembrava tanto una frase fatta, ma non capiva davvero il senso di quell'accusa. Ricordarsi che aveva un ragazzo? Si ricordava fin troppo bene di Taehyung anzi, il suo problema era cercare di non passare l'intera giornata a sorridere come un'ebete pensando a lui.
-Certo- ribatté l'amica sarcastica con una mano sul fianco e l'altra che teneva il vassoio vuoto.
-È per questo che sei entrata aggrappata a quel ragazzo-la accusò, indicando con un cenno della testa Fabio.
Vivian guardò senza pensarci il suo amico, ora seduto in uno dei tavolini più vicini al bancone, intento a chiacchierare amabilmente con Young-Nam. Si fa per dire. Conoscendolo, probabilmente stava blaterando a vanvera di cose imbarazzanti. Fabio era sempre un pò impacciato quando si trattava di conoscere nuove persone. Respirava sarcasmo, molto più di lei o Alex e se a questo si aggiungeva uno spiccato senso di autoironia, molto spesso si venivano a creare situazioni imbarazzanti.
Tornò con lo sguardo sull'amica, incredula e sorridente.
-Quello è Fabio- spiegò con un'alzata di spalle. Le aveva parlato spesso di lui e a Alex, perciò era sicura che quello avrebbe calmato le acque. Sapeva che in Corea dare troppa confidenza a uno del sesso opposto non era ben visto, ma Fabio faceva praticamente parte della famiglia. E lei, sebbene si trovasse bene in oriente, rimaneva comunque occidentale.
-Quindi? Hai passato la notte fuori e te ne torni con lui. Uno che dovrebbe pensare?-
Vivian quasi non calcolò l'assurdità della situazione, chiedendosi piuttosto come facesse a sapere che aveva dormito fuori. Però in effetti non era questo grande enigma. Hyerin quella mattina aveva aperto il bar, quindi doveva per forza aver capito che lei era fuori.
-Hyerin, ho dormito dai ragazzi. Ho incontrato Fabio per strada mentre venivo qui- spiegò, sentendosi improvvisamente esausta.
L'altra ragazza sembrò rimanere per un istante senza parole, ma quando ribatté, lo fece con il tono più acido possibile.
-Non spiega comunque il tuo comportamento-
-Il mio?- borbottò incredula Vivian, scuotendo la testa esasperata.
-Ti rendi conto di quante volte abbraccio Kookie, o scherzo con Jimin? O degli assalti che mi fa Hobi?-
-È diverso!- protestò Hyerin, infiammandosi. -Tutte quelle moine e sorrisini...-
-Chiamasi cameratismo- la interruppe Vivian, grondando sarcasmo. L'altra sembrò non gradire il tono, ma per una volta se ne fregò. Dopotutto non era lei che stava accusando la sua amica di tradire il proprio ragazzo.
Prese comunque un profondo respiro per calmarsi, non volendo davvero arrivare a litigarci.
Probabilmente era solo un momento no, si disse. Il primo impatto con Fabio era stato negativo perciò, conoscendo la sua amica, non avrebbe cambiato idea per un pò.
-Guarda, facciamo che ne riparliamo quando saremo entrambe meno stressate- propose, mettendo anche lei in mezzo. Non che in quel periodo fosse davvero stressata, ma se avesse accusato solo lei, Hyerin sarebbe letteralmente esplosa.
-Comportati bene- aggiunse poi, trovando quasi ironico che avesse lasciato Fabio dicendogli praticamente la stessa cosa.
Hyerin si limitò a sbuffare, correndo quasi sollevata quando un cliente la chiamò per ordinare.
Lei scosse la testa, massaggiandosi stancamente il collo e avvicinandosi al tavolo dell'amico, trovandolo ancora impegnato a chiacchierare con Young-Nam.
Solo quando fu a pochi passi da loro, si accorse dell'espressione tremendamente imbarazzata del più giovane e del broncio cocciuto di quello più grande.
-Cos'hai combinato?- domandò in coreano, fissando Fabio con un mezzo sorriso a metà tra il rassegnato e il divertito.
-Perché parti dal presupposto che sia colpa mia?- replicò questo, lanciandole comunque un'occhiata furba. La ragazza notò sorpresa che il suo coreano era migliorato parecchio. Non che prima non fosse bravo, ma in quegli ultimi mesi la sua pronuncia si era fatta più sciolta, mantenendo solo una lieve inflessione cantilenante. In effetti, se la sua azienda l'aveva spedito a Seoul, un motivo doveva esserci.
-Vuoi davvero che ti risponda?- ribatté, assumendo una posa di sfida, con le mani sui fianchi.
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Fabio sbuffò infantilmente, incrociando le braccia al letto e lasciandosi andare all'indietro sulla sedia.
-Sappi che mi ritengo offeso- annunciò, facendo scappare un risolino a Young-Nam.
-Noona- intervenne quest'ultimo, con tono pacato. -Fabio hyung non ha davvero fatto niente- cercò di difenderlo, con il solo risultato di far scoppiare a ridere la ragazza.
Il ragazzo difeso invece assunse un'espressione al limite del disgusto.
-Ti prego, Fabio hyung non si può sentire- borbottò con una smorfia, facendo ridere ancor di più Vivian.
-Piuttosto chiamami solo Fabio. O al massimo gege- aggiunse, con un gesto della mano.
-Gege?- ripeté Young-Nam con uno strano sguardo.
-Sì, perché?- chiese il più grande, senza pensare che in effetti il ragazzo potesse non conoscere il cinese. La ragazza stava quasi per intromettersi per spiegare la situazione, quando il più piccolo la sorprese.
-Mia madre è cinese- disse infatti questo, senza nessuna apparente logica. Il fatto che avesse rivelato una cosa così privata, fece sbattere gli occhi perplessa a Vivian.
Fabio, d'altro canto, non sembrò per niente intimidito.
-Davvero?- chiese retorico, sporgendosi impercettibilmente verso di lui, squadrandolo bene in volto.
-In effetti dai tratti c'era qualcosa che non mi quadrava- continuò, annuendo delle sue stesse supposizioni e facendo sospirare Vivian, esasperata.
-Fabio- lo avvertì, guardandolo con rimprovero. Lei sapeva che non voleva essere offensivo. Lui e Alex facevano quella specie di giochino fin dal primo anno di università. Quando vedevano passare un asiatico cercavano sempre di indovinare di quale nazionalità fosse. Fabio era molto più sensibile alle differenze e ci azzeccava quasi sempre. Far notare una cosa del genere però non sempre era educato.
-Che c'è? Non era mica un offesa- si difese Fabio, sgranando gli occhi e alternando lo sguardo sui due ragazzi, rendendosi conto solo in quel momento di cosa aveva detto.
-Ho sempre trovato che le persone di sangue misto fossero davvero belle- confessò con jn sorriso imbarazzato, prima di ghignare verso la ragazza.
-Guarda Vivian. Beh, anche se lei di asiatico ha solo la scarsa altezza-
Evitò per un pelo lo schiaffo della ragazza, sorridendole malandrino, la fossetta in bella vista. Un'occhiata veloce a Young-Nam le confermò che il ragazzo era perfettamente a suo agio, anzi, guardava addirittura il più grande con una certa curiosità.
-Quindi, mi spieghi cosa stava succedendo al mio arrivo?- domandò Vivian, appoggiandosi con le mani sullo schienale di una sedia libera.
-Niente di che, davvero- rispose Fabio con una scrollata di spalle. -Cercavo solo di riportare la tazza al bancone-
-Che sarebbe compito mio- si intromise Young-Nam, con un sospiro divertito.
-È una cosa che faccio sempre, mi è stato insegnato così- replicò il più grande, come se non fosse la prima volta che lo diceva.
-Quasi un anno in Cina e non hai ancora perso quest'abitudine?- gli chiese Vivian con affetto, ricordandolo come una cosa che aveva sempre fatto.
-Uno dovrebbe perdere le cattive abitudini, non le buone maniere- ribatté lui furbescamente.
Il resto della giornata passò abbastanza velocemente.
Fabio se ne andò quasi subito a causa del lavoro, ma promise che sarebbe passato quella sera per cenare assieme e raccontarle degli ultimi mesi.
Vivian invece spolverò camera sua, sistemando poi il suo portfolio. Negli ultimi giorni aveva mandato parecchi curricula e si teneva pronta a un eventuale colloquio. Era ancora un pò scettica a riguardo, ma ci teneva.
Nel pomeriggio le toccò il turno con Soo-Min. La ragazza sembrava ormai perfettamente a suo agio e le raccontò che il weekend successivo sarebbero passati a trovarla i suoi genitori.
Le chiese inoltre se poteva passare con loro per presentarglieli e Vivian la fece ridere quando simulò un attacco di panico, sventolandosi ironicamente con il vassoio.
Young-Nam rimase per un pò, oltre il suo normale orario di lavoro. Lo vide occhieggiarla di tanto in tanto mentre faceva finta di leggere una rivista sportiva. La ragazza non chiese niente, sapendo che quando sarebbe stato pronto, le avrebbe parlato.
Quindi si ritrovò alle otto passate di sera a mangiare pizza fatta in casa e a bere birra, lei sul divano e Fabio per terra, vicino al tavolino basso del soggiorno.
-Non ci credo che è stato così noioso. Sei pigro- commentò la ragazza ridendo, tirandogli un piccolo calcio.
Fabio sbuffò, prendendo un sorso di birra per mandare giù il boccone.
-Non scherzo. L'unica cosa decente è stata la città- replicò alzando gli occhi al cielo.
-Ragazze?- tentò Vivian, cercando farsi dire qualcosa di più.
-Nah-
-Ragazzi?- provò allora lei, conoscendo i gusti del suo amico. Fabio si poteva definire bisessuale, anche se lui preferiva non etichettarsi. Gli piaceva chi gli piaceva, non facendo troppo caso al genere. Era uno dei motivi di contrasto che aveva avuto con i suoi genitori, anche se non era quello principale.
-Nah- rispose ancora, scrollando indifferente le spalle.
-E dai, dammi qualcosa!- lo pregò Vivian, sdraiandosi a pancia in giù sul divano, appoggiando la testa sulle braccia incrociate.
Il ragazzo ci pensò su, sedendosi poi all'indiana, spostando da parte il piatto ormai vuoto.
-Ok, sono uscito per tipo un appuntamento con una ragazza- confessò, non troppo convinto.
-E?- domandò lei curiosa come un gatto.
-Si è messa a parlare di matrimonio- rispose lui, facendola quasi rotolare giù dal divano dalle risate.
-Inquietante- commentò una volta che si fu ripresa. -E cos'hai fatto?-
Fabio sollevò le sopracciglia in un'espressione innocente.
-Sono stato gentile ed educato fino alla fine dell'appuntamento. Hai pazzi bisogna sempre dare ragione. Poi sono fuggito a gambe levate- spiegò con tono da maestrino, agitando un dito per aria e facendo nuovamente ridere la ragazza.
-Alex che ha detto?-
-Da chi credi che sia venuta l'idea? In un attimo di pausa sono fuggito in bagno e l'ho chiamato- rispose il ragazzo, ghignando quando Vivian quasi sputò la birra che stava bevendo.
-Siete incorreggibili- li rimproverò divertita.
-Ma smettila. Avresti fatto la stessa cosa se non fossi stata troppo preoccupata dal fuso orario- replicò Fabio sornione, ricevendo per tutta risposta un'alzata di spalle che voleva essere indifferente.
Chiacchierarono un altro pò, finché il ragazzo non si alzò per mettere i piatti nel lavello.
-E questi?- domandò, prendendo in mano uno dei curricola che Vivian aveva lasciato sul tavolo della cucina.
-A quanto pare stai seguendo il consiglio di tua madre- commentò dandogli un'occhiata.
-E tu cosa ne sai?- rispose sorpresa la ragazza. All'occhiata ovvia di Fabio, aggiunse veementemente. -Ma se non ne ho neanche parlato ad Alex!-
-Oh, andiamo. Credi davvero che questo possa fermarlo?- la prese in giro lui, lasciando perdere il curriculum e sedendosi su un bracciolo del divano.
-Voi due siete un'associazione a delinquere- borbottò la ragazza, gonfiando le guance e tirandosi su a sedere.
-Invero-
-Cosa sai?-
chiese lei, dondolandosi in avanti e indietro. Si domandò per un istante quante altre persone ne fossero a conoscenza ma, per quanto potesse non sembrare, Alex e Fabio erano persone abbastanza riservate.
-Che tua madre vorrebbe che trovassi un lavoro perché non crede che questo sia quello che vuoi fare e che tuo padre è convinto che ti serva del tempo- riassunse pratico il ragazzo, con tono incolore.
-E tu cosa ne pensi?- provò a chiedere, ben sapendo che lui parlava anche per Alex. Due consigli in uno.
-Che dovresti fare qualsiasi cosa ti renda felice- rispose lui, alzando le spalle come se avesse detto la cosa più ovvia dell'intero pianeta.
-Nel limite del legale, si intende- aggiunse in un basso mormorio, facendo ridacchiare la ragazza che gli lanciò un cuscino, prontamente evitato.
-Il bue che da cornuto all'asino- lo prese in giro lei, pur con una nota seria nella voce. Fabio la guardò perplesso, sbattendo piano gli occhi.
-In che senso?-
-Tu odi il tuo lavoro
- lo accusò Vivian, alzando gli occhi al cielo. Il ragazzo non seppe cosa dire, limitandosi ad abbassare gli occhi e a mordersi imbarazzato l'interno della guancia.
-Sai che per me è un pò più complicato- disse incerto, passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli più di quanto non fossero già.
-Lo so, lo so- disse la ragazza, rimproverandosi mentalmente per essere stata così diretta.
-Hai...sentito i tuoi?- si azzardò a chiedere, esitante. La smorfia del ragazzo fu una risposta sufficiente.
-Oh, mia madre è così felice del mio lavoro in una prestigiosa azienda, dovresti sentirla. Vorrei vedere la sua faccia quando le dirò che mi sono licenziato- borbottò Fabio, sorridendo malefico alla fine della frase.
Vivian inarcò stupita le sopracciglia.
-Ti vuoi licenziare?-
-Ci sto seriamente pensando
- le confessò lui, con un sospiro rassegnato.
-Va così male?- domandò preoccupata, pentendosi di non aver indagato di più. Alex le aveva accennato qualcosa, ma non pensava andasse davvero così male. O forse Fabio era solo arrivato al limite della sopportazione. Era cresciuto in un ambiente parecchio ostile, oltre che ristretto, e la pazienza era stata la sua unica alleata. Almeno finché non aveva conosciuto i De Luca.
Per questo era sempre stato parecchio bravo ad adattarsi, ma quando scoppiava faceva quasi paura. Vivian l'aveva visto arrabbiato solo una volta, proprio quando aveva mandato letteralmente a cagare i suoi genitori, fuggendo poi in Cina.
-Odio l'orario d'ufficio. Mi appioppano traduzioni allucinanti aspettandosi che faccia miracoli o roba del genere. Sono fissati con riunioni inutili e mi sballottano da una filiale all'altra  fregandosene altamente dei diritti minimi dei lavoratori- sbottò il ragazzo come se non avesse aspettato altro che poterlo dire a qualcuno.
-E ti costringono a indossare quelle stupide camicie- aggiunse, fissando con aria accusatrice la camicia, buttata all'aria nell'esatto momento in cui era entrato in casa. In quel momento indossava una vecchia maglietta di suo nonno, bianca e con un buco sulla spalla.
-Hai almeno idea di cosa fare dopo che ti sarai licenziato?- gli chiese cauta la ragazza. Sinceramente, avrebbe voluto che mollasse quel lavoro all'istante. Lo vedeva stanco e, seppur era vero che fosse pigro di natura, aveva sempre avuto una luce quasi beffarda negli occhi.
-È proprio quello che mi frena- ammise Fabio con una smorfia, appoggiando la testa su una mano.
-Ho messo da parte qualche soldo, perciò per un pò potrei cavarmela. O trovo un altro lavoro alla svelta, o mi toccherà tornare in Italia- spiegò, non sembrando affatto felice di quella prospettiva.
-Dai tuoi genitori?- chiese Vivian con una smorfia, al pensiero del disastro nucleare che si sarebbe verificato.
Fabio la guardò come se avesse bestemmiato. Fece una mezza risata sarcastica, prima di risponderle.
-Scherzi, vero?  Mi ospita Alex. La zia ha detto che non vede l'ora di rivedermi-
Vivian sorrise con affetto, sentendolo chiamare così sua zia. Non scherzava quando diceva che Fabio era praticamente un De Luca mancato. Lui e Alex si consideravano fratelli a pieno titolo e la sua famiglia aveva seguito a ruota questa decisione. Ormai chiamava zii tutti gli adulti e i suoi nonni non facevano differenze tra lui e gli altri nipoti. Sospettava che la madre di Alex, se avesse potuto, l'avrebbe adottato veramente.
-Vuoi veramente tornare in Italia?- gli chiese all'improvviso, mentre una strana idea cominciava a frullarle in testa.
-Beh, no- confessò il ragazzo, arricciando le labbra. -Amo l'Asia, ma senza lavoro non posso ottenere un visto-
-E  quanto resteresti qui a Seoul?-
domandò ancora Vivian, ricevendo in cambio un'occhiata sospettosa.
-Dieci giorni. Perché? Cos'hai in mente?-
-Non ne sono ancora certa
- gli rispose, alzando le spalle e facendogli una linguaccia.
-Beh, fai del tuo peggio-
La conversazione si concluse senza nulla di fatto e decise di guardarsi un film.
Beh, quella era la loro intenzione, all'inizio. Poi, non trovando altro che film drammatici, uno più deprimente dell'altro, finirono per guardare programmi tv spazzatura, di cui le televisioni asiatiche erano piene.
Fabio non capiva proprio tutto, molto spesso parlavano troppo veloce per lui, o sovrapponevano le voci, ma era comunque perennemente steso a terra a ridere.
Mentre entrambi sghignazzavano impunemente per una punizione ridicola che era toccata a una delle due squadre in gara, il cellulare di Vivian suonò in lontananza.
Perplessa per l'orario, tendenzialmente nessuno la chiamava dopo le dieci di sera, entrò in camera, prendendo il cellulare che aveva lasciato sul comodino.
Era Taehyung.
-Ehi!- lo salutò entusiasta. -Tutto bene il volo?-
Non che fosse stato un viaggio lungo, Macau non era così lontana, però non si erano ancora sentiti.
Tae non rispose subito, cosa che confuse un pò la ragazza.
-Bene, sì- disse proprio quando Vivian stava per parlare.
-Tae, tutto bene?- gli chiese preoccupata, stranita dall'insolito tono del suo ragazzo.
-...sì, sono solo un pò stanco- borbottò lui e la ragazza percepì un lieve imbarazzo.
-Mi dispiace per stamattina. Beh, per stanotte- cambiò argomento, provando ad alleggerire la tensione. Poi, accortasi di come potesse suonare, si batté imbarazzata una mano in fronte.
-Nel senso più innocente possibile- aggiunse e finalmente sentì il ragazzo ridere. Sorrise a sua volta, allentando la tensione.
Chiacchierarono per qualche minuto, con Vivian che ogni due per tre gli intimava di andare a dormire, con la scusa che avrebbe guardato la loro esibizione e lo voleva bello in forma. Tae si limitava a ridere, cominciando poi un argomento nuovo ogni volta, cosa che faceva sbuffare divertita la sua ragazza.
-E tu invece?- le chiese a un certo punto dal nulla. -Ci sono novità?-
Vivian, presa un attimo in contropiede, rimase zitta per un istante.
-Beh...- borbottò indecisa, non sapendo di preciso come rispondergli. La sua giornata non era stata poi così entusiasman...
-Ah! Ho incontrato Fabio!- esclamò all'improvviso, rimproverandosi mentalmente.
-Te ne ho parlato, ricordi? Beh, l'ho incontrato stamattina per strada, è a Seoul per lavoro- spiegò, calcolando se sarebbe riuscita a farli conoscere. Almeno avrebbe conosciuto qualcuno della sua famiglia.
Taehyung non rispose subito, ma Vivian non ci prestò troppa attenzione, occupata com'era a guardare il calendario appeso al muro.
-Davvero? Quanto resta?- le chiese il ragazzo, interessato.
-Dieci giorni. Anche se...uhm forse rimane di più-  rispose la ragazza, mentre nella sua testa continuava a pensare alla strana idea che le era venuta. Poteva funzionare, doveva solo pensare bene a tutti i dettagli.
-Ah, ok- la voce di Tae suonò stranamente piatta e Vivian stavolta lo notò. Aggrottò le sopracciglia, ma non fece in tempo a dire niente, perché il ragazzo la precedette.
-Senti, devo scappare. I...ragazzi mi stanno chiamando-
E senza darle il tempo di rispondere mise giù, lasciandola stordita.
Cinque minuti più tardi era ancora lì, ferma con il telefono in mano, aspettando che il suo ragazzo le mandasse un messaggio per spiegarle che cavolo era appena successo.
-Tutto ok?-
Fabio, appoggiato allo stipite della porta, la guardava perplesso.
Vivian ricambiò l'occhiata con una smorfia.
-Non ne sono certa- borbottò in coreano, cosa che fece inarcare un sopracciglio al ragazzo.
Scrisse un veloce messaggio, tornando poi in salotto, portandosi dietro il cellulare, aspettando con ansia la risposta di Tae.
Cosa che non avvenne fino alla mattina dopo quando, con uno sbadiglio, controllò il cellulare come prima cosa.
"Tae, cosa succede?"
"Tutto bene, tranquilla. Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare. Ti chiamo più tardi"
Fu stupido a pensarlo, ma era preoccupata dall'assenza di faccine.

 

 











- Spazio autrice -
Che dire, Vivì ci prova a fare le sorprese a Tae, ma è sfigata. Anche se chimala sfigata una che incontra Baekhyun. Questa scena viene fuori da un mio errore. Mesi fa avevo letto che sia Baekhyun, sia Taehyung, avrebbero girato un drama storico. La mia mente ha messo insieme la cosa e io sono stata convinta per giorni che fosse lo stesso. Immaginate la mia delusione quando ho scoperto che non era così.
E quindi niente, la scena era già stata immaginata nella mia testa, così il nostro Baek è andato a trovare Minho. v.v
Per chi non lo sapesse, gege ha lo stesso uso dello hyung in cinese.
E niente, non ho molto da aggiungere se non: vi prego, non odiatemi Fabio!
In verità avrei tantissime cosa da dire come al solito, solo che vorrei evitare di scrivere un altro capitolo solo con i miei commenti.
Perciò lascio a voi la parola .
Un abbraccio ^^






 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Nigella damascata ***







Eee ce l’ho fatta!
Solo il cielo sa come dato che il weekend sono stata via e che il capitolo è lunghissimo.
Ben 22 pagine, signori!
Succedono un sacco di cose e vi dico solo che la mia parabatai mi ha strillato contro istericamente quando ha finito di leggerlo. Perciò preparatevi v.v
La nigella damascata è un bellissimo fiore che simboleggia la perplessità. È un significato un po’ criptico lo ammeto.
Buona lettura! ^^






 

 

 

- Nigella damascata -







Vanille miagolò nuovamente e Vivian socchiuse gli occhi, brontolando a bassa voce. Fissò male il suo gatto, ricevendo in cambio un'occhiata supponente, chiedendosi al contempo perché sentisse così caldo.
Allungò un braccio, cercando di raggiungere il telefono sul comodino per guardare l'ora. Era certa che fosse presto persino per i suoi standard, almeno a giudicare dal suo stato di rincoglionimento.
Purtroppo allungarsi le risultò impossibile a causa di un braccio che le cingeva la vita, impedendole di muoversi.
Si immobilizzò, spalancando di colpo gli occhi e svegliandosi del tutto.
Grazie al cielo, prima di farsi venire un infarto, si ricordò effettivamente cosa fosse successo.
Cosa che probabilmente avrebbe potuto causarle un secondo attacco di cuore.
Deglutì, sapendo di stare arrossendo quando constatò che il lenzuolo era l'unica cosa che la copriva. Il braccio non si era ancora mosso, così come il corpo che l'abbracciava involontariamente da dietro.
Nell'imbarazzo generale dovuto più al fatto che fosse nuda più che all'aver fatto per la prima volta l'amore con il suo ragazzo, Vivian si girò cauta, cercando di non svegliarlo.
E forse non era stata la più salutare delle idee, constatò quando si ritrovò il volto di Tae a davvero poca distanza. Quello e il suo petto nudo premuto contro di lei.
Ok, com'è che si respirava?
Sfarfallò gli occhi, cercando di fissare un punto innocuo per evitare di sotterrarsi sotto il lenzuolo per l'imbarazzo. ...no, non aveva assolutamente pensato a quello che aveva pensato.
Deglutì, soffermandosi a notare contro ogni buonsenso come la fievole luce proveniente dalla finestra donasse alla pelle del suo ragazzo una sfumatura calda. Seguì la linea del collo, morbida, scendendo giù per le spalle incurvate fino al fianco semicoperto dal lenzuolo, dove si intravedeva appena l'elastico dei boxer. Le gambe erano totalmente intrappolate nel lenzuolo e solo un piede, solitario, spuntava, azzardandosi curioso fuori dal letto.
Niente, era andata. Totalmente partita.
Appoggiò pigramente la testa sul cuscino, persa nel fissare il ragazzo dormiente. La sua pelle era più scura della sua, anche se abbronzata e i suoi capelli erano, per una volta, un vero e proprio casino.
Vivian, quasi per tradizione, alzò una mano per scostarglieli dalla fronte, sorridendo dolcemente, non vista.
Ricordò la sera prima e l'improvvisata che le aveva fatto Tae, appena atterrato a Seoul. Non avevano fatto niente di diverso dal solito. Una cena, un film, tante chiacchiere.
Si erano baciati ed era stato quasi normale non fermarsi, proseguire, spogliarsi, toccarsi.
C'era stato tutto l'imbarazzo della prima volta. Nessuno dei due era vergine, ma era la loro prima volta insieme ed erano stati lenti, a volte veloci, sicuramente impacciati.
Per Vivian quantomeno aveva avuto il sapore della prima volta. Non aveva mai pensato di poter desiderare così ardentemente qualcuno, ma Taehyung era così lui che non importava che fosse perfetto agli occhi del resto del mondo. Era perfetto per lei e tanto bastava.
Anche nello spogliarsi e nel sentirsi guardare si era sentita a suo agio, lei, che non aveva mai pensato di essere questa bellezza, che si era sentita sempre troppo comune. Ma Tae l'aveva guardata in un modo speciale che poi speciale non era. Era il modo in cui la guardava sempre, con quell'accenno di sorriso sulle labbra, anche quando non stava davvero sorridendo.
E lei l'aveva guardato allo stesso modo. Sorpresa forse che stesse succedendo davvero, ma non impaurita o indecisa.
Sorrise più apertamente, accoccolandosi meglio contro di lui, decidendo di fregarsene del fatto che facesse troppo caldo per rimanere abbracciati. Voleva godersi quel momento il più a lungo possibile, sapendo che erano rari.
Purtroppo per lei Vanille aveva altri progetti. Cominciò a miagolare forte, con tono lamentoso, sempre ferma sulla soglia della porta.
Vivian si trattenne a stento dal rimproverarla ad alta voce, non volendo svegliare Tae. Si limitò a guardarla male, ricevendo in cambio un'occhiata che sembrava voler dire "ricorda che ami me da molto più tempo", cosa che la fece sospirare rassegnata.
Conoscendo Vanille, non avrebbe smesso finché non avesse raggiunto il suo scopo. Spostò rammaricata il braccio del suo ragazzo, districandosi da quel meraviglioso abbraccio.
Indossava solo le mutande e il pavimento era un pasticcio di abiti. Con un sorriso furbo, rubò la maglietta di Tae, non preoccupandosi di infilarsi nient'altro.
Stava grande a lui, perciò lei in pratica ci navigava dentro, con le maniche corte che le arrivavano ai gomiti e lo scollo largo e slabbrato che continuava a scoprirle una spalla.
Il cliché dei cliché, in pratica, ma lei ridacchiò come una ragazzina mentre entrava in bagno in punta di piedi. Si lavò velocemente i denti, pettinandosi i capelli con la mano libera. Ormai le erano cresciuti parecchio, ma non aveva voglia di legarseli, limitandosi perciò a tirarseli indietro alle orecchie.
Ancora mezza addormentata, necessitava di parecchio caffé, entrò in cucina, servendo prima di tutto Vanille, che si tuffò soddisfatta sulla sua ciotola.
Solo dopo aver aperto gli scuri si ricordò che non sapeva ancora che ore fossero. Comunque, si disse buttando un occhio fuori dalla finestra, dalla poca luce e dalla quasi inattività urbana, doveva essere da poco passata l'alba.
Si morse un labbro pensierosa. Sapeva che Tae aveva un impegno verso metà mattina, ma forse doveva passare prima in dormitorio a cambiarsi. Presentarsi con gli stessi vestiti con cui era arrivato all'aeroporto avrebbe fatto insospettire troppe persone. Peccato, constatò tirandosi un lembo della maglietta, le piaceva.
Aprì il frigo, tamburellando con le dita su una guancia, richiudendolo dopo qualche secondo, accortasi di non avere idee per la colazione.
Poteva sempre andare giù e sgraffignare qualche brioche che aveva cotto il giorno prima, però voleva qualcosa di speciale.
Forse poteva beatamente fregarsene e tornare a letto da Tae, ma ormai era sveglia e tanto valeva fargli una sorpresa e preparargli qualcosa di buono. Anche se se una parte di sé la stava insultando pesantemente per quella decisione.
Alzò le spalle, ormai rassegnata del suo bipolarismo, prendendo gli ingredienti per cucinare le crêpes. Al bar non le aveva mai fatte, più che altro perché erano una preparazione sul momento e non sapeva se ne avrebbe avuto il tempo.
In Italia era solita farcirle con la Nutella, ma li si sarebbe dovuta accontentare della marmellata.
Aspettando che l'impasto si riposasse in frigo, preparò il caffè e apparecchiò la tavola. Non mise lo zucchero, mischiandolo solo con del latte e prendendone una lunga sorsata, sperando che la caffeina riattivasse pienamente il suo cervello.
Era un po persa nel suo mondo, perciò non si accorse dei passi in corridoio e dei rumori di fondo finché Tae non l'abbracciò da dietro, facendola sussultare per lo spavento. Grazie al cielo la tazza era salva sul tavolo.
Lo senti baciarle il retro del collo e si abbandonò contro di lui, sospirando serena.
-'giorno- mormoro lui con la voce ancora impastata per il sonno, cosa che mandò un brivido di eccitazione lungo la sua colonna vertebrale.
Cercò di rigirarsi nell'abbraccio, ma Tae glielo impedì, così fu costretta a girare di poco la testa. Il ragazzo aveva i capelli completamente sconvolti e un sorriso luminoso sul volto, senza il minimo accenno di imbarazzo.
Vivian si sporse un pò, riuscendo però a baciargli solo la mascella.
-Credi di potermi lasciare andare?- domandò divertita e forse appena un pò imbronciata. Tae trasformò il suo solito sorriso in uno decisamente più furbo, facendo scendere una mano per infilarla sotto la maglietta.
-No- rispose compiaciuto, riprendendo di nuovo a baciarle il collo.
La ragazza ansimò sorpresa, emettendo un gemito quando sentì la mano del ragazzo risalirle la coscia. Taehyung premette poi con il suo corpo facendola appoggiare contro il tavolo, unendo dei piccoli morsetti ai baci sul collo.
Vivian provò a riprendersi da quell'assalto improvviso, cosa che risultò parecchio difficile quando Tae si spinse con la mano più su, fino a massaggiarle con delicatezza un seno.
-T-Tae..- boccheggiò, gemendo nuovamente quando le morse un punto vicino la clavicola, leccandoglielo poi maliziosamente.
Ok, al diavolo la colazione, riuscì a pensare quando riuscì finalmente a girarsi.
In un impeto di coraggio, dovuto principalmente alla notte appena passata, gli cinse le braccia al collo, alzando allusiva una gamba. Il ragazzo non si fece pregare, tirandole su entrambe le gambe con un colpo deciso, spingendola poi contro il frigorifero.
Quando sentì il colpo, si fermò per un attimo, guardandola preoccupato. Vivian lo rassicurò, infilandogli le mani nei capelli, baciandolo con trasporto.
Diamine, era come una droga. Non aveva mai pensato di essere un tipo fisico. Certo, adorava gli abbracci, ma oltre a quello non le piaceva stare troppo in mezzo alle persone. Taehyung invece era intossicante. Ogni volta che le si avvicinava non riusciva a pensare ad altro che a lui. Dopo la notte appena passata, poi, era anche peggio, perché se prima poteva solo immaginare come sarebbe stato, ora aveva dei ricordi. Ricordi parecchio piacevoli.
Sentiva le sue mani muoversi sul suo corpo ancora coperto dalla maglietta, il bordo incastrato tra i due corpi. Concluse il bacio, scendendo con la lingua a leccargli il collo come prima lui aveva fatto a lei. L'essere bassi aveva in qualche modo dei vantaggi, pensò mentre scendeva ancor di piu, fino al petto scoperto del ragazzo.
Oh, rubargli la maglietta era stata davvero un'idea grandiosa.
Taehyung gemette roco quando gli morse un capezzolo per vendicarsi dei morsi precedenti, spingendosi incoerentemente contro di lei con il bacino.
Ansimarono entrambi e il ragazzo la sollevò un pò di più, portandola così più in alto e alzando le testa per guardarla dal basso.
Si fissarono, riprendendo entrambi fiato.
-Dovrei trascinarti di la- borbottò roco, leccandosi le labbra.
-Per me possiamo anche rimanere qui- replicò la ragazza, inspirando poi rumorosamente, arrossendo per tutta quell'audacia.
Taehyung si appoggiò con un sospiro strozzato sul suo petto.
-Non dirlo. ...non dirlo, non dirlo...- ripeté come un mantra, mentre Vivian ridacchiò imbarazzata, pettinandogli i capelli con le dita.
Pian piano l'eccitazione passò, lasciando il posto a un silenzio confortevole. La ragazza continuava ad accarezzargli la testa, fissandolo dolcemente, non vista.
Taehyung, dopo un ultimo sospiro, la fece scendere, mantenendo comunque la presa sui fianchi.
-Crêpes?- propose lei, facendogli illuminare lo sguardo.
-Davvero?- domandò per conferma, sorridendo come un bambino.
Vivian annuì, cercando di muoversi verso il fornello, dove l'aspettava la padella.
-Però mi devi lasciare andare- precisò, alzando divertita gli occhi al cielo. Il ragazzo sembrò pensarci un attimo su, andando poi a sedersi imbronciato sulla sedia.
Lei ridacchiò, tirando fuori dal frigo l'impasto mentre la padella si scaldava. Ci volle appena qualche minuto prima che una pila di crêpes fosse pronta. Vivian la sistemò sul tavolo, assicurandosi che ci fosse tutto, prima di scostare la sua sedia, anticipata però dal suo ragazzo che l'afferrò per i fianchi facendola sedere sulle sue ginocchia.
-Ti assicuro che è scomodo mangiare così- disse, venendo bellamente ignorata da Tae che si allungò a prendere una crêpes. Sbuffando, si mosse, mettendosi di traverso sulle gambe del ragazzo, in modo da stare più comodi.
-Che marmellata vuoi?- domandò, dato che era la più vicina ai barattoli.
-Fragola!- esclamò senza esitare Tae, allungando una mano pieno di aspettativa. Svuotò quasi mezzo barattolo prima di essere soddisfatto, facendo poi cenno verso la ragazza, che scosse la testa.
-Non mi piace- confessò, facendo spalancare la bocca a Taehyung.
-Come?-
-Cioé, mi piace. Solo che non riesco a mangiarla con altra roba- spiegò Vivian con un mezzo sorriso, prendendo una cucchiaiata di marmellata ed imboccando il suo ragazzo.
Mangiarono in silenzio, entrambi soddisfatti di quel momento senza volerlo rovinare con inutili chiacchiere. Vivian ogni tanto dondolava le gambe come una bambina, mentre Tae la solleticava dietro il ginocchio, ridacchiando divertito ogni qualvolta le faceva emettere un urletto indignato.
Quando finirono, la ragazza gli si accoccolò contro, appoggiando la testa nell'incavo del suo collo e lasciandogli un bacio innocente dietro l'orecchio.
-Io me ne tornerei a letto- borbottò Taehyung insonnolito, attorcigliandosi una ciocca dei suoi capelli al dito.
-M-mh- mormorò Vivian per tutta risposta, rilassandosi ancor di più.
-Lavoro- aggiunse poco più tardi, in un momento di lucidità.
-Che palle- commentò il ragazzo in tono lamentoso. Lei sorrise contro la sua pelle, sapendo che non diceva sul serio. Poteva lagnarsi quanto voleva, ma avrebbe fatto solo finta. Amava il suo lavoro, anche quando era stanco morto.
-Ti presto qualcosa?- chiese, tamburellandogli con le dita su una sua spalla nuda. Cavolo, restare a stretto contatto così con lui non era stata la scelta migliore per la sua sanità mentale. La sua pelle era sempre inspiegabilmente calda e la mano che ora le carezzava dolcemente la coscia era bollente.
-Mh? Perché? Posso rimettermi la mia-rispose perplesso Tae, prima di sorridere malizioso tirando un lembo della maglietta, scoprendole così una spalla.
-Sempre che tu me la ridia- aggiunse, insinuando una mano sotto la maglietta, posizionandola sulla sua spina dorsale.
Vivian rabbrividì, deglutendo, cercando di ritrovare abbastanza autocontrollo da rispondergli.
-Se ti scattano una foto con gli stessi vestiti di ieri, quanto credi che possano ricamarci sopra?-
La mano che le accarezzava la coscia si fermò di scatto e Vivian quasi rimpianse quello sfoggio di logica. Ma era una cosa seria e non poteva far rischiare a Tae uno scandalo solo perché la sua libido la stava insultando.
-Andiamo- disse il ragazzo all'improvviso. La prese in braccio e si tirò su di colpo, facendo scappare alla ragazza un sussulto sorpreso.
Giunti in camera, la appoggiò sul bordo del letto, lasciandosi poi cadere a pancia in su, le braccia dietro la testa.
Vivian sentì la salivazione venirle meno quando vide i muscoli in tensione del suo ragazzo. Si chiese se per caso lo facesse apposta ma no, aveva un'espressione talmente innocente che le faceva venir voglia di salirgli a cavalcioni solo per vedere il lampo di comprensione nei suoi occhi.
No. Concentrazione. Se si lasciava andare anche lei era finita.
Frugò per un pò nell'armadio, lanciandogli una camicia a quadri in faccia, un pò per ripicca. Taehyung se la mise senza troppe storie, osservandola meglio solo mentre si stava arrotolando le maniche a scoprire gli avambracci.
-Questa è la camicia che...- mormorò, facendo voltare Vivian verso di lui.
-Mh?- domandò lei non capendo, mentre tirava fuori una camicetta smanicata.
-Niente- rispose il ragazzo, scuotendo la testa con un sorriso. -Piuttosto, sbaglio o hai una fissa per rubare i vestiti alle persone?- aggiunse, tirandosi su sui gomiti, la camicia ancora sbottonata.
Vivian alzò le spalle con un accenno di imbarazzo, dandogli le spalle e togliendosi la maglietta. Sapeva che era insensato girarsi. Dopo quello che avevano fatto la scorsa notte, e quello che avevano quasi fatto in cucina, non avrebbe dovuto imbarazzarsi.
Sentiva il suo sguardo sulla schiena, mentre si allacciava goffamente il reggiseno. Si rigirò, infilandosi i pantaloncini che aveva appoggiato sul letto.
-Beh, è una cosa...non so, l'abbiamo sempre fatto- spiegò con un'altra alzata di spalle, non sapendo come spiegarsi.
Stava per infilarsi la camicetta quando Taehyung le fece un cenno. Si avvicinò perplessa ma, quando capì cosa voleva, si ritrovò ad arrossire.
Gli salì a cavalcioni, esattamente come aveva immaginato qualche minuto prima, passandogli l'indumento che teneva in mano.
-In che senso?- chiese il ragazzo, incuriosito, mentre le infilava concentrato la camicetta. Vivian represse un brivido sentendo le sue mani a contatto con la sua pelle, cercando di riordinare le idee.
-Quand'ero piccola mi è capitato spesso di indossare roba appartenuta ai miei cugini più grandi. Quando crescevano passavano i vestiti a noi più piccoli- spiegò in un basso mormorio, deglutendo quando Taehyung prese ad allacciarle i bottoni.
-Mi sembra abbastanza...conveniente- commentò lui con voce roca, passandole una mano sul petto.
-Comunque non è solo per quello- aggiunse la ragazza, riuscendo a trattenere a stento un gemito. Doveva essere l'unica persona al mondo che trasformava la vestizioni in preliminari.
Tae la guardò ancora più incuriosito, annodandole con un gesto secco la camicetta in vita.
-Mi piace scambiare i vestiti perché...- incespicò Vivian, travolta da quello sguardo. -Insomma, credo sia un gesto abbastanza intimo...e familiare. Sai, indossare i vestiti di qualcuno è come volere una parte di quella persona sempre con te-
Gli occhi di Taehyung si illuminarono e un sorriso di comprensione si fece largo sul suo viso. Questo, prima di tirarla giù per rubarle un bacio.
Vivian rispose subito, trasformandolo in qualcosa di più lento e dolce, mentre gli afferrava i lembi della camicia, chiudendogliela a tentoni.
-Però non è giusto!- esclamò il ragazzo una volta che si furono staccati.
-Cosa?- domandò sorpresa lei, ancora china sulle sue labbra.
Taehyung la guardò oltraggiato, passandole comunque una mano tra i capelli.
-Io non posso certo indossare i tuoi vestiti! Come faccio a svuotarti l'armadio?-
Vivian trattenne a stento una risata, non riuscendo comunque a impedire che un sorriso divertito le affiorasse sul volto. Gli baciò la punta del naso, scherzosa.
-Tu mi svuoti il frigo, direi che siamo pari- replicò con un ghigno, beccandosi in risposta un pizzicotto che la fece rotolare giù.
Taehyung fu su di lei, cominciando a farle il solletico sui fianchi e ridendo divertito a tutti i suoi strilli indignati. Quando smisero, Vivian aveva il respiro pesante e la situazione si era ribaltata. Il ragazzo se ne stava bellamente sdraiato su di lei, le gambe incastrate con le sue.
-Finirà che poi dovrai correre al dormitorio- commentò lei con un sospiro rassegnato.
-E allora correrò- borbottò cocciuto il ragazzo, strofinando il viso contro il suo collo.
-Così arriverai tutto sudato e ti toccherà fare una doccia...arrivando comunque in ritardo-lo prese in giro lei, passandogli una mano tra i capelli.
-...non ti sopporto quando dici cose così sensate- biascicò Tae, allungando il collo per prendersi un'altra carezza.
Lei rise, scompigliandogli ancor di più i capelli.
-Vai tranquillo, non è una cosa che capita spesso-
Il tempo di essere presentabili e darsi qualche altro bacio, cosa che aveva richiesto parecchi minuti, e stavano scendendo al bar, cercando di non dare troppo nell'occhio.
Non che fosse difficile, avendo aperto da poco. Era l'ora di punta mattutina e il locale era affollato di persone che dovevano andare al lavoro. Mancavano gli studenti, che durante il periodo estivo prediligevano un'ora più tarda. Quella era una fortuna, perché Tae sarebbe stato difficilmente riconosciuto da impiegati.
Vivian si stava dirigendo al bancone per salutare Hyerin, al momento impegnata a servire tre persone contemporaneamente quando, buttando un occhio nell'angolo dei divanetti, vide una scena alquanto bizzarra.
Deviò inconsciamente, facendo quasi inciampare Tae che la seguiva passo passo.
Seduto a gambe accavallate in una posa naturale quanto studiata, Fabio guardava con tutta tranquillità i tre ragazzi che gli stavano di fronte.
Dong-Sun se ne stava mezzo accasciato su un bracciolo del divanetto, lo sguardo illuminato da una luce di curiosità. Myung-Dae sedeva dalla parte opposta, con un'espressione serena e vagamente divertita.
In mezzo stava Young-Nam, dritto come un palo e un miscuglio di emozioni sul volto talmente intense da essere poco chiare.
Fabio, quasi sentendosi osservato, si voltò verso di lei, sorridendo a mezza bocca quando la vide, facendo comparire la sua classica fossetta.
-Lupacchiotta!- esclamò, non riuscendo però a sovrastare il rumore di fondo del locale.
Lo sguardo dei tre ragazzi si fece confuso nello stesso momento e Vivian alzò gli occhi al cielo, divertita.
Sentì un braccio che le cingeva la vita e Tae si sporse verso di lei, da dietro.
-Parla con te?- domandò perplesso, fissando curioso il ragazzo occidentale. La ragazza ridacchiò per il solletico del suo respiro sul collo, girandosi appena verso di lui,.
-Sì, è un soprannome-
Taehyung aggrottò le sopracciglia in un'espressione che Vivian trovò adorabile.
-Ma non somiglia al tuo nome- commentò stranito.
Lei alzò le spalle, dandogli silenziosamente ragione.
-È una storia lunga, poi ti spiego- promise mentre raggiungevano il tavolo.
Fabio si alzò, ancora sorridente e pronto ad abbracciarla, quando notò il ragazzo che le stava dietro e che continuava a tenerle una mano fianco. Senza dire niente o cambiare la sua espressione, si risedette, appoggiando un braccio sul tavolo con indolenza. Indossava dei pantaloni classici color cachi e una camicia bianca con le maniche arrotolate. Per quanto sembrasse a proprio agio vestito così, Vivian coglieva le smorfie seccate ogni qualvolta dovesse sistemarsi la camicia.
-Cosa ci fai qui?- domandò sorpresa Vivian, facendo un cenno di saluto agli altri ragazzi.
Fabio sembrò divertito mentre modulava la sua espressione in una sorpresa.
-Ma perché ogni volta che ci vediamo mi fai questa domanda?-
Vivian sbatté confusa gli occhi, poi si ricordò che era la stessa cosa che gli aveva chiesto quando si erano incontrati qualche giorno prima. Rilasciò la tensione nelle spalle, sciogliendosi in una risata divertita.
-Comunque faccio colazione- aggiunse il ragazzo.
-E tu perché non rispondi mai alle mie domande?- replicò la ragazza, guardandolo sorniona.
Fabio scrollò le spalle con un ghigno.
-Io rispondo. Sono le tue domande a essere fraintendibili-
-Pensavo dovessi lavorare- commentò Vivian, decidendo di non dargli troppa corda. A giudicare da quanto era reattivo, probabilmente era sveglio da almeno due ore. In quello era identico ad Alex, due ghiri di prima categoria. Cominciavano a carburare minimo dopo un'ora e una tazza di caffè. No, non una tazzina, una vera e propria tazza.
-Infatti, ma ho tempo per fare colazione- rispose il ragazzo, prima di lanciare un'occhiata verso il bancone dove Hyerin sembrava stesse facendo di tutto per non guardare nella loro direzione.
-Anche se credo che la ragazza fragola stia facendo finta di non aver sentito il mio ordine-
La sua frase causò un'ondata di risatine e colpi di tosse tra il resto dei presenti, compreso Taehyung, che Vivian sentì ghignare mentre si appoggiava con la testa sulla sua spalla.
Fabio guardò tutti perplesso, ancora non gli aveva spiegato perché facesse tanto ridere, prima di lanciare un'occhiata brillante a lei e Tae. E poi un'altra ancora.
La ragazza alzò nuovamente gli occhi al cielo, scostandosi un poco dal suo ragazzo per guardarlo negli occhi.
-Questo, come avrai capito, è Fabio- lo presentò, facendo un gesto vago con la mano.
-Ricordi come ti ho messo in guardia da Hyerin? Ecco, vale lo stesso per lui- proseguì, causando un altro round di risatine e un'esclamazione indignata da parte del ragazzo più grande.
-Non farmi fare subito brutta figura! Sono una persona perfettamente nor...ehm, giovane- concluse Fabio, sparando il primo aggettivo che gli venne in mente.
Ci fu un istante di silenzio dove tutti lo fissarono perplessi, prima che Dong-Sun si accasciasse letteralmente a terra dalle risate. Myung-Dae teneva le mani a coprirgli il volto, mentre singhiozzava dal ridere. Young-Nam invece fissava il più grande con un mezzo ghigno, scuotendo la testa divertito.
-Beh, mi rendo conto che non sia stata una delle mie uscite più brillanti- concluse Fabio, prendendosi in giro.
-Molto piacere. Vì mi ha raccontato parecchie cose- rispose Tae, facendo un piccolo passo avanti e sorridendo in imbarazzo, scompigliandosi i capelli con una mano.
-Ecco, qualsiasi cosa ti abbia detto, la colpa era anche di Alex- precisò il più grande, alzandosi per stringergli la mano.
Solo quando fu in piedi, Vivian si accorse della differenza tra i due ragazzi. Essendo stata sempre una delle più basse, spesso faceva fatica a confrontare le altre persone. Per lei, se uno la superava di almeno dieci centimetri, entrava direttamente nella categoria delle persone alte.
Fabio non era poi così tanto più alto di Tae, forse di uno o due centimetri, però erano di due costituzioni completamente diverse. Cercando un paragone analogo, erano come Hoseok e Jimin. Quest'ultimo era più basso ma Hoseok era così magro che sembrava lui il più piccolo. La stessa cosa valeva per Fabio e Tae. Il suo amico assomigliava molto per costituzione a Jimin, e questo lo faceva sembrare più grande.
Era così persa nei suoi pensieri, che non si accorse che la conversazione era proseguita senza di lei finché Tae non scoppiò a ridere sguaiatamente.
Sbatté perplessa gli occhi, osservando il ghigno compiaciuto di Fabio mentre il suo ragazzo le lanciava un'occhiatina malefica.
No davvero, non ne voleva sapere niente.
Grazie al cielo non ebbe il tempo di sentire altro che Yoongi e Jungkook fecero la loro comparsa, facendole quasi prendere un infarto. Non riuscì neanche a salutarli, che apparve Hyerin, con un broncio formidabile anche per i suoi standard e un vassoio pieno di roba in mano.
-Ehi, stavo per venire a salutarti- la salutò Vivian sorridendo, anche se la sua intenzione era più rimproverarla di aver casualmente perso l'ordine di Fabio. Sì, casualmente un corno.
Hyerin ammorbidì un poco l'espressione, prima di sbattere sul tavolino l'ordine dei ragazzi, mettendoci particolare enfasi sul cappuccino di Fabio, facendo debordare la schiuma.
Per fortuna il ragazzo la prese con filosofia.
-Grazie, in effetti pensavo che fosse troppo-
Più o meno.
Hyerin ghignò maleficamente, prima di salutare con affetto il suo ragazzo e gli altri due, mentre Vivian guardava la scena perplessa.
-Gege quanto zucchero ci metti?- domandò sconvolto Young-Nam, catturando l'attenzione dei presenti su Fabio, che stava aprendo bustine di zucchero.
Con un sospiro soddisfatto, il più grande prese a mescolare la miscela ignorando tutte le occhiate allucinate.
-Parità per tutti- asserì scherzoso, prendendone un sorso.
Yoongi fece un mezzo sorriso, annuendo in accordo.
-Mi pare giusto- commentò, ricevendo in cambio un sorriso da parte di Fabio. Quest'ultimo poi si soffermò perplesso sui due ragazzi appena arrivati, come se si fosse accorto solo in quel momento che prima non c'erano.
-Ah, loro sono...- cominciò Vivian, venendo però stoppata dal ragazzo.
-Suga- disse infatti Fabio, puntando contro al ragazzo il cucchiaino, mettendoselo poi in bocca e fissando meditabondo Jungkook.
-E tu sei...Kookie? Quello che sa fare tutto. Diamine come ti invidio- borbottò, facendo ridere il più piccolo.
-Jungkook- precisò, seppur mantenendo il sorriso divertito. -E tu sei Fabio? Hyung?-
Quella domanda causò tre reazioni. Beh, quattro ad essere precisi.
Fabio fece una smorfia di ribrezzo.
Vivian si spiaccicò una mano in fronte, borbottando qualcosa di incomprensibile, appoggiandosi contro il suo ragazzo.
E Young-Nam scoppiò a ridere talmente tanto forte che fu costretto a incassarsi nel divano per evitare di cadere a terra.
La quarta reazione fu che tutti li fissarono con compassione, non capendo quello sfoggio di pazzia.
-Secondo voi devo chiedere?- mormorò Jungkook ad occhi sgranati.
Tae, che aveva preso a battere in automatico colpetti rassicuranti sulla spalla della sua ragazza, lo guardò pieno di aspettativa.
-Centra forse con il fatto che l'hai chiamato gege?- domandò a sorpresa Myung-Dae, che solitamente era il più silenzioso di tutti, fissando incuriosito Young-Nam, leggermente rosso in viso.
Se per le risate o per il fatto di essere improvvisamente al centro dell'attenzione, Vivian non avrebbe saputo dirlo.
Fabio era del tutto concentrato sulla sua colazione, del tutto ignaro della confusione che aveva causato. A volte, pensò la ragazza, proprio non si accorgeva delle reazioni che scatenava. Parte della sua testa era sempre tra le nuvole, perciò rendeva difficile capire cosa pensasse davvero il ragazzo.
Young-Nam si grattò dietro l'orecchio in un gesto timido, scrollando le spalle in apparente indifferenza.
-Sì. Preferisce così che hyung. Dice che i nomi occidentali con gli onorifici stanno malissimo-
-In effetti- annuì in accordo Dong-Sun con una smorfia. -È come per Vivian noona, non si può sentire- aggiunse, ghignando verso la ragazza in questione che sorrise divertita di rimando.
-A me va bene anche se mi chiamate solo Fabio, eh. Almeno sono sicuro che state chiamando me- si intromise il ragazzo più grande, facendo capire che non si era isolato completamente. O più semplicemente aveva finito di mangiare.
Hyrin a quel commento sbuffò, battendo con una mano sul vassoio vuoto.
-Quindi cosa? Anche in Cina costringevi la gente a chiamarti senza onorifico?- commentò in tono lievemente polemico, rispolverando ciò che Vivian le aveva raccontato su di lui.
Vivian emise un piccolo gemito di sconforto, sentito solo da Tae che la guardò interrogativo. Si limitò a scuotere la testa, facendogli capire che non era il momento adatto e si sentì stringere una mano in risposta.
-Beh, no- rispose Fabio, come se avesse detto una cosa assurda. -Lì non avevo tutti questi problemi dato che usavano il mio nome cinese-
Ecco, questa era una cosa nuova perfino per lei. Certo, sapeva che alcuni occidentali avevano anche un nome asiatico. Sua madre ne era un esempio ma lei, oltre ad ad essere per metà coreana, aveva anche la doppia cittadinanza. Vivian invece che era solo per un quarto coreana ed aveva vissuto in Italia, non aveva mai avuto questo problema. Va bene, ora viveva in Corea, ma con un visto lavorativo. Avrebbe potuto richiedere la doppia cittadinanza solo dopo un tot di anni, o se si fosse sposata con un coreano.
-Hai un nome cinese?- chiese Young-Nam, sembrando sorpreso pure lui. Ora che ci pensava, anche lui doveva averne uno, ma non era mai saltato fuori.
-Se lavori lì è quasi d'obbligo- rispose Yoongi intromettendosi con un'alzata di spalle. Voltandosi verso i suoi compagni, gli fece un cenno.
-Hanno dovuto adattare anche i nostri nomi quando siamo andati lì-
-Sì beh, pensavo avessi semplicemente traslitterato il nome- disse Young-Nam, fissando perplesso Fabio.
-Ci avevo pensato, ma fa schifo- borbottò questo con una smorfia, facendo ridacchiare i ragazzi.
-Quindi? Qual è?- chiese curioso Dong-Sun, sporgendosi verso di lui.
Era curioso, pensò Vivian, che i ragazzi sembrassero così socievoli e a proprio agio con lui. Sicuramente Young-Nam doveva avergliene parlato, ma era ancora bizzarro.
Riusciva invece a percepire una lieve tensione provenire dai Bts, ma non sapeva se fosse dovuta alla paura di essere assaltati da un fan o da altro.
-Ah no- sbottò Fabio, imbronciandosi mentre si sistemava per l'ennesima volta la camicia.
-Se io devo fare uno sforzo per imparare i vostri, voi farete altrettanto- aggiunse cocciuto, annuendo così fermamente che gli occhiali gli scivolarono un poco giù dal naso.
-La tua pronuncia è pessima- commentò in accordo Hyerin, con un cipiglio battagliero.
-Hyerin!- esclamò Vivian, riprendendo l'amica e notando uno sguardo accigliato da parte di Dong-Sun. Sembrava perplesso quanto lei dal comportamento di Hyerin, perciò non doveva essere successo niente tra di loro.
-Concordo- rispose con nonchalance Fabio, lasciando cadere il velato insulto. In quello era decisamente un maestro.
-Diciamo che mi sto concentrando più sull'imparare vocaboli che sulla pronuncia-
-Non...sembri offeso- commentò sorpreso Jungkook, inclinando di lato la testa.
Fabio lo guardò con un piccolo ghigno divertito, sistemandosi gli occhiali.
-Dovrei? Mi rendo conto anch'io della mia pronuncia orribile. A mia discolpa posso dire che in italiano certi suoni non esistono-
-Vivian non ha problemi- commentò aspra Hyerin e la ragazza più grande si sentì in dovere di lanciarle un'occhiataccia.
Fabio sbatté gli occhi perplesso, non sapendo in un primo momento come ribattere. Poi scrollò le spalle, sorridendo malandrino. Il sarcasmo per lui era la miglior difesa possibile.
-Sì beh, lei è in vantaggio di quasi vent'anni-
Non ci fu una replica solo perché in quel momento entrò un gruppo di clienti e Hyerin fu costretta a tornare al bancone, non prima di aver lanciato un'ultima occhiata di sdegno.
Young-Nam si alzò con un sospirò, cominciando a raccattare la roba sul tavolino.
-Credo che il mio turno sia iniziato dieci minuti fa- borbottò fissando Vivian con uno sguardo colpevole. Lei si limitò a fargli un vago cenno con la mano, prima che il ragazzo seguisse Hyerin.
-Comunque la tua pronuncia non è malaccio- improvvisò Dong-Sun, sentendosi in dovere di rassicurare il ragazzo piu grande. Essendo stato spesso il bersaglio delle frecciatine di Hyerin, doveva sapere come comportarsi.
-E i nomi mi pare che te li ricordi piuttosto bene- concordò Myung-Dae, annuendo convinto.
Fabio fece una faccia che era tutta un programma, facendo ridacchiare Taehyung. Yoongi a quel punto era troppo stanco per rimanere in piedi, perciò si sedette al posto di Young-Nam.
Jungkook, dopo un attimo di incertezza, si sedette vicino a Fabio, continuando a osservarlo curioso.
-Non proprio. Trovo i vostri nomi parecchio complicati- ammise quest'ultimo con un sorriso imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli.
-Quello di Nam te lo sei ricordato subito- replicò perplesso Dong-Sun, inclinando la testa di lato.
-Sì beh, il suo è il più semplice-
Ci fu qualche istante di silenzio in cui tutti fissarono scettici il ragazzo, prima che Vivian sospirasse divertita dalla illogicità del suo amico.
-Sai, tecnicamente i più facili da ricordare sono i loro- spiegò, facendo un cenno verso i due ragazzi, che annuirono come gufi.
Fabio spostò alternativamente lo sguardo tra di loro, scrollando poi le spalle.
-Vorrei ricordarti che sono quello che si ricorda sternocleidomastoideo e poi confonde le ossa del braccio con quelle della gamba- disse con tono talmente ingenuo che rimasero tutti senza parole per qualche secondo.
Quando finalmente ebbero metabolizzato l'assurdità della cosa, Yoongi fu il primo a scoppiare a ridere, seguito poi un pò da tutti.
Vivian sentì la risata del suo ragazzo soffocata nel suo collo e rabbrividì per il solletico, dandogli un piccolo pizzicotto sul fianco.
-Che c'é?- sentì dire da Yoongi.
Tornando a prestare attenzione ai suoi amici, trovò Fabio intento ad osservare stupito Yoongi, che pareva confuso.
-Quanto ti sembrerebbe strano se ti facessi un complimento per il tuo sorriso?- domandò Fabio senza pensare.
-...non molto- disse Yoongi, seppur con un velo di imbarazzo. Jungkook guardava alternativamente i due ad occhi spalancati, la testa appoggiata sulle mani.
-Oh, allora...hai proprio un bel sorriso-
Yoongi si appoggiò allo schienale del divano, ghignando soddisfatto. Jungkook fissò a bocca aperta il suo amico, prima di guardare verso Taehyung e scuotere la testa.
-Dovremmo andare?- borbotto incerto, come se non ne fosse sicuro neppure lui.
Tae emise un sospiro sconsolato e Vivian fu quasi tentata di dargli dei colpetti consolatori sulla spalla.
-Ti abbiamo portato dei vestiti- disse ad un tratto Yoongi lanciandogli una lunga occhiata e spiegando così perché fossero lì
-Ma non sembra che saranno necessari- aggiunse malefico con un tono che ricordava molto quello di Jimin.
Jungkook si portò le mani sulle orecchie, borbottando qualcosa di incomprensibile e facendo ridacchiare il più grande.
-Volete qualcosa da portar via?- propose Vivian, non ancora pronta a salutare Taehyung. La verità è che si sentiva bene e sembravano quasi una coppia normale, lì nel bar. Il suo ragazzo aveva sì lanciato qualche occhiata incerta prima di abbracciarla, ma non era stato neanche lontanamente teso come quando uscivano.
Al cenno di assenso dei ragazzi, trascinò Tae con sé al bancone, sorridendo come una bambina.
-Mi fingo malato?- scherzò lui, punzecchiandole un fianco mentre preparava un sacchetto di biscotti alle noci. Non erano particolarmente pesanti e la frutta secca gli avrebbe fatto bene. Diamine, i suoi geni italiani stavano prendendo il sopravvento.
Il fatto è che si preoccupava per tutti loro, soprattutto quando vedeva che nei programmi a cui partecipavano si lanciavano senza alcuna vergogna sul cibo. Per non parlare poi di quanto fossero dimagriti Yoongi e Hobi.
-Non fare lo stupido- lo rimbrottò con un sorriso.
-Se dovessi saltare il lavoro ogni volta che voglio stare con te, il bar sarebbe in fallimento-
Quando si rese conto di ciò che si era lasciata sfuggire si bloccò, alzando la testa per fissare il suo ragazzo, nervosa.
-Potremmo, uhm...-
-No- la interruppe Tae, con un sorriso soddisfatto in volto.
-Ma...-
-No, non farò finta di dimenticare quanto è dolce la mia ragazza-
-Sono appiccicosa. Non voglio essere appiccicosa- borbottò Vivian imbronciandosi e passandogli il sacchetto di biscotti.
Tae sbatté gli occhi perplesso, prendendo il sacchetto e tirando fuori il portafoglio.
-Non lo sei. Perché lo pensi?-
-Perché...- iniziò lei prima di tirargli uno schiaffetto sulla mano che le porgeva i soldi. ...non sono abituata ad essere così-
-Con me lo sei sempre- replicò il ragazzo, inclinando la testa confuso.
A quel punto Vivian si arrese. Era Tae. Il motivo era sempre e solo lui. Così semplice eppur così difficile da confessare.
-Questo dovrebbe darti un'idea di quanto ti amo- disse piano, ma con tono chiaro. Alzò la testa per vedere lo sguardo completamente sconvolto di Taehyung e si morse un labbro, imbarazzata.
Quasi gli spinse con forza tra le braccia i contenitori con i caffè, camminando poi spedita verso la porta, dove Jungkook e Yoongi li aspettavano.
Quest'ultimo la squadrò indagatorio dopo aver lanciato un'occhiata a Tae, che sembrava perso nel suo mondo. La ragazza si concentrò perciò sul più piccolo, che invece sembrava non sospettare niente.
-Vi ho scritto i nomi sui bicchieri, così non li confondete- spiegò, indicando con un cenno i contenitori ancora in mano al suo ragazzo.
-Mi raccomando. Siete appena tornati, fate delle pause-
E niente, si sentiva molto una madre che rimproverava i figli.
Una volta che furono usciti, tornò al tavolo dei ragazzi, dove sembrava che i più piccoli stessero cercando di farsi dire il nome cinese del più grande.
Anche Vivian era curiosa, perciò si unì alla crociata.
Avrebbe potuto chiedere ad Alex, ma conoscendo il carattere del cugino, probabilmente si sarebbe divertito a tenerla sulle spine.
-Vivian- disse a un certo punto Fabio, scoccandole un'occhiata canzonatoria. -Ho tenuto testa a tua nonna quando voleva rimpinzarmi neanche fossi stato un tacchino ripieno. Cosa ti fa credere di essere anche solo al suo livello, nanetta?-
La ragazza rise assieme ai ragazzi, provando comunque a vendicarsi, tirandogli degli schiaffetti sul braccio. Young-Nam, che in quel momento stava passando accanto a loro dopo aver servito un cliente, scoppiò a ridere, lanciando un'occhiata luminosa al più grande.
-Ti dico il mio se mi dici il tuo- propose divertito, fermandosi.
-Ecco, vedi? Lui sì che sa come contrattare- replicò Fabio alla ragazza con un finto tono di superiorità.
-Comunque non ho intenzione di dirlo lo stesso. Il tuo sarà sicuramente carino, il mio...l'ha scelto Alex- aggiunse, arricciando il naso e gesticolando a caso con una mano.
-Come hai potuto fidarti?- domandò Vivian tra una risata e l'altra.
Fabio sbuffo con derisione. -Non l'ho fatto, ma avevamo fatto un patto-
-E cos'hai ricevuto in cambio?- chiese Myung-Dae con la tacita approvazione di tutti.
-Oh, beh...-
No, alla fine non scoprirono mai cosa Alex gli aveva promesso in cambio. E nemmeno il suo nome cinese. Erano, non si sa come, finiti a parlare di drama storici di cui Fabio era appassionato, e di gruppi kpop che avevano risvegliato il lato fanboy di Young-Nam. Con grande divertimento dei suoi amici, che lo avevano preso in giro senza pietà.
Poi, nel bel mezzo della spiegazione sulle sub unità dei Super Junior, Fabio era balzato in piedi ad occhi sgranati, borbottando qualcosa su una riunione e fuggendo a gambe levate. Il che era strano, perché per quanto potesse non sembrare, era un tipo abbastanza organizzato. Questo probabilmente era un indice di quanto gli facesse schifo quel lavoro.
Poco dopo se ne andò anche lei, salutando tutti e raccomandando ai due di non disturbare troppo Young-Nam. Aveva in programma di lasciare qualche curricula in giro, prima di andare a un colloquio di lavoro.
Sperava davvero che quella fosse la volta buona.








 

 

Vivian si sentiva stanca. E umiliata.
Negli ultimi due giorni non aveva fatto altro che andare in giro a lasciare curricula e aveva avuto due colloqui di lavoro alquanto deludenti. E questo era l'aggettivo più carino che aveva trovato per descriverli.
Si era sentita guardare dall'alto in basso con un tale disprezzo che l'aveva quasi lasciata incapace di parlare. Ci aveva messo un pò a capire quale fosse il problema.
All'inizio aveva pensato fosse perché era una donna. Poi che era occidentale. Non per ultimo il fatto che fosse una ragazzina appena uscita dall'accademia.
Si era sbagliata. Il vero motivo è che era una dilettante occidentale donna.
Non aveva avuto nessuna possibilità, di quello ne era stata certa fin da subito. La faceva arrabbiare, perché non erano cose di sé stessa che potesse cambiare. Era senza esperienza, ma dopotutto chi ce l'aveva a ventun anni?
E si sentiva umiliata dal fatto che l'avessero squadrata così apertamente, perché era certa che se fosse stata una bella sventola sexy, nessuno avrebbe avuto da ridire.
Ma lei stava bene così e di certo era abbastanza fiera delle sue origini da mandarli tutti quanti a quel paese, pensò con uno sbuffo, entrando a passo spedito nel bar.
Si fermò perplessa quando vide Soo-Min che puliva pigramente il bancone. Di Hyerin nessuna traccia.
-Min, dov'è quella pazza?- domandò sbattendo gli occhi, certa di non essere in ritardo. Avrebbe dovuto darle il cambio alle due ed era sicura mancasse almeno un quarto d'ora.
La ragazzina sorrise al diminutivo, salutandola con la mano.
-Oh, c'è stata un'emergenza con i costumi di scena e, dato che non c'era quasi nessuno, le ho detto che potevo cavarmela da sola- spiegò timida ma con tono fermo.
Negli ultimi tempi, constatò Vivian, Soo-Min era cambiata. Oh, aveva sempre una natura timida, ma esprimeva le sue idee più fermamente di quanto avesse mai fatto. E non aveva più remore a rispondere a tono ai ragazzi della banda. Da quando poi era iniziata l'estate e aveva potuto abbandonare la divisa scolastica, si era sbizzarrita con i colori. Era davvero carina e l'enorme chignon in cui legava sempre i capelli per via del caldo, le davano un'aria sbarazzina.
Vivian si guardò intorno, notando che aveva ragione. A parte il professore e un altro paio di persone, il locale era vuoto. Probabilmente la gente preferiva restare a casa per via dell'afa.
-Tranquilla, hai fatto bene- la rassicurò, sorridendole e legandosi intorno ai fianchi il suo solito grembiule.
Prima di passare a salutare il professore si preparò un bicchierone di latte e menta, cercando di combattere l'arsura. Non ne aveva nessuna voglia, ma doveva infornare dei cupcake, così si diresse sbuffando in cucina, pronta a patire altro caldo.
Divise l'impasto che aveva preparato quella mattina prima di uscire e lo mise in forno, pensando nel frattempo a come avrebbe potuto farcirli. Aveva della frutta e le era avanzata della crema al pistacchio dalle brioche del giorno prima.
Quando i cupcake furono pronti, li lasciò raffreddare sulla teglia, mentre andava a salutare il professore.
Era vestito nello stesso modo di sempre, tranne che per la giacca appoggiata allo schienale della sedia. Sorseggiava tranquillo il suo té ghiacciato, sfogliando pigramente il libro che teneva in mano. Sul tavolo c'era un bicchiere pieno d'acqua contenente un mazzolino di fiori azzurro ghiaccio che Vivian fece fatica a riconoscere.
-E quelli?- domandò incuriosita, certa che non li avesse messi lei.
L'uomo si girò sorpreso, sorridendole apertamente quando la vide.
-Vivian, finalmente! Cominciavo a credere di dover tornare un altro giorno- le rispose lui, aggiustandosi con un movimento studiato gli occhiali.
-Oh, sono un regalo della signora Kim. Sono passato a trovarla, prima- aggiunse con un vago cenno di mano verso i fiori.
-Mi...stava cercando?- chiese perplessa la ragazza, sedendosi dopo un invito del professore. Si fermava sempre a parlare un pò con lui, ma quella era la prima volta che chiedeva apertamente di lei.
Il professore annuì, prendendo un sorso di té.
-Esattamente. Purtroppo non sono riuscito a partecipare alla tua piccola festicciola-
-Un'altra riunione di ex colleghi?- lo prese bonariamente in giro Vivian, ridacchiando quando ricevette in cambio una strizzata d'occhi.
-Qualcosa del genere- borbottò con una smorfia l'uomo, prima di continuare. -Sembra che mi cerchino più da quando sono in pensione che quando lavoravo-
-Beh, immagino sia una bella cosa?- commentò lei in tono interrogativo.
-Macché!- esclamò irritato lui, sventolando un dito per aria. -Mi chiedono tutti se posso fare questo o quello solo perché adesso ho del tempo libero. Come se la mia vita sociale non fosse comunque più soddisfacente della loro. Scansafatiche!-
A Vivian scappò una risata che cercò prontamente di nascondere dietro un colpo di tosse.
-Comunque, ho saputo da fonti attendibili che stai cercando un lavoro- riprese, guardandola come se non fosse successo nulla.
-La signora Kim?- domandò la ragazza, conoscendo già la risposta. Al ghigno di conferma dell'altro, alzò gli occhi al cielo, teneramente rassegnata al fatto di essere circondata da impiccioni.
-Come sta andando?- chiese il professore, fingendo palesemente disinteresse. Vivian strinse gli occhi sospettosa, chiedendosi cosa stesse macchinando l'uomo. O più probabilmente cosa avessero macchinato lui e i signori Kim.-Non molto bene- ammise a bassa voce, sentendosi ancora irritata per gli insuccessi di quella mattina.
-Oh, bene!- esclamò il professore con evidente sollievo.
-...come?- replicò interdetta lei, stupita da quella reazione. L'uomo la guardò con fare ovvio.
-Beh, ma altrimenti come farei a offrirti un lavoro?-
-Mi sento stupida- commentò la ragazza dopo un attimo di silenzio, scostandosi confusa la frangia.
-Sarà il caldo- replicò il professore, con un luccichio divertito negli occhi.
-No, seriamente. Che storia è questa?- domandò Vivian tra il perplesso e l'incuriosito. Stava meditando seriamente sul fatto di avere o meno allucinazioni uditive. Ma no, il locale era dotato di ventole e di certo il colpo di calore non poteva averlo preso lì dentro. Magari era svenuta per strada e stava sognando tutto.
-Come ti ho detto, c'è un sacco di gente che mi cerca- iniziò l'uomo, chiudendo il libro che ancora teneva in mano e appoggiandolo sul tavolo.
-Sai, non sono tutti dei completi imbecilli. La maggior parte sì, ma qualcuno si salva-
Vivian rise divertita e l'uomo le fece un altro occhiolino, prima di continuare. -Ci sono questi miei ex studenti che qualche hanno fa hanno avviato una piccola casa editrice e ultimamente stanno cercando illustratori per la loro collana per l'infanzia-
-E lei ha...fatto il mio nome?- chiese sempre più stupita lei, non riuscendo a credere a tutta quella fortuna.
Il professore alzò con semplicità. -Mi hanno chiesto se conoscessi qualche buon illustratore. So che disegni bene, tuo nonno mi teneva costantemente aggiornato sui tuoi progressi- rispose, con un sorriso affettuoso a solcargli il viso, ricordando il suo vecchio amico.
-Ma...- balbettò la ragazza, colpita da quell'inatteso riferimento a suo nonno. -Sarà stato anni fa-
-Beh, no- ribatté a sorpresa lui, arricciando il naso con una punta di impertinenza.
-Tua madre manda sempre le foto dei tuoi lavori alla signora Kim, che me li ha gentilmente passati-
Vivian ci mise qualche secondo a elaborare la questione, fissandolo poi scandalizzata.
-Siete un'associazione a delinquere!-
-Ci manteniamo in forma- concordò il professore, beffardo.
-Ho fatto vedere la tua tesi ai ragazzi e mi hanno chiesto di lasciarti il loro biglietto da visita- aggiunse, frugandosi nelle tasche dei pantaloni ed estraendo un portatessere pieno di biglietti.
Glielo sventolò sotto il naso finché la ragazza non lo prese, sentendosi ancora frastornata.
-Buon compleanno e congratulazioni per la laurea!- esclamò sorridendole affettuoso, prima di guardare perplesso qualcosa alle sue spalle.
-Quello non è uno dei tuoi amici? Non sembra stare troppo bene- commentò con un cipiglio meditabondo l'uomo, facendola voltare incuriosita.
Namjoon era a qualche metro da lei, che fissava con sguardo indecifrabile la teca dei dolci.
Il professore aveva ragione, non sembrava essere in gran forma. Anche da quella distanza poteva scorgere la stanchezza sul suo viso, accentuata dalle occhiaie scoperte dagli occhiali da sole che teneva in mano. Era vestito in modo quasi troppo scialbo per lui, come se non ci avesse dato poi tanto peso. Un cappellino nero copriva i capelli che stavano ormai scolorendo.
-Io, uhm...grazie ancora, professore. Mi scusi ma vado a parlare un attimo con il mio amico- borbottò incerta, lanciando un'occhiata all'uomo, che la salutò con un vago cenno della mano.
Si sentiva in colpa a lasciarlo così, dopo tutto quello che aveva fatto per lei. E si sentiva un'ingrata, conscia di non averlo ringraziato abbastanza e nel modo giusto. Però vedere Namjoon in quelle condizioni era parecchio allarmante, soprattutto considerando la natura bonaria dell'amico.
Gli si avvicinò, chiamandolo per non spaventarlo. Lui si voltò sorpreso e Vivian lo vide tentare un sorriso.
-Oh, allora ci sei- mormorò in una pallida imitazione di sé stesso. Lei si accigliò lievemente, preoccupata.
-Sì, stavo parlando con il professore- spiegò, facendo un cenno dietro di sé.
-Vuoi qualcosa?- aggiunse, vedendolo lanciare occhiate alla teca dei dolci.
A sorpresa Namjoon scosse la testa in diniego.
-Ho la nausea- ammise senza pensare. Poi, come accortosi di ciò che aveva detto, si passò imbarazzato una mano dietro il collo.
-Per...il caldo, sai-
Che fosse una scusa, sarebbe stato ovvio persino se non l'avesse conosciuto bene. Tuttavia decise di non smascherarlo, preferendo prendere la questione alla larga. Dopotutto se era venuto lì doveva esserci un motivo.
-Che ne dici se ti preparo una bella tisana rilassante?- propose accennando un sorriso.
Il ragazzo la fissò interdetto per qualche secondo, prima di annuire con un piccolo sorriso. Non era molto, ma almeno questo era vero.
Gli fece cenno verso la parte più silenziosa del locale, camminando poi svelta in cucina. Soo-Min la seguì un istante più tardi.
-Come sta Namjoon oppa?- domandò subito, torcendosi le mani, preoccupata.
Vivian sbatté gli occhi perplessa, ricordandosi solo in quel momento che la ragazza era una loro fan. Ormai parlava quasi tranquillamente con loro, ma con Namjoon rimaneva comunque in soggezione.
Tuttavia, quello che le fece scattare qualcosa nella testa, fu che aveva chiesto come stesse e non perché stesse male.
-Min, cosa sai?- domandò inquisitoria, preparando al contempo la tisana. Soo-Min si agitò nervosamente sul posto, fissandola ad occhi sgranati.
-Non...hai sentito le ultime notizie?- disse dubbiosa, spostando il peso da una parte all'altra del corpo.
L'espressione perplessa della ragazza dovette essere una risposta più che soddisfacente, perché Soo-Min si morse le labbra e una luce indignata le si accese negli occhi.
-Qualcuno ha...avuto da ridire su alcuni testi dei Bts. Li hanno accusati di misoginia- borbottò con cipiglio battagliero.
-...che?!- esclamò sconvolta Vivian, lanciando poi uno sguardo preoccupato verso la porta, sperando di non aver fatto troppo rumore. Soo-Min annuì seria, come se comprendesse perfettamente la sua sorpresa.
-Già, la BigHit ha dovuto fare delle scuse ufficiali e Namjoon oppa si è preso la colpa-
-Ma è assurdo! Voglio dire, li hanno visti? Come possono essere accusati di misoginia?- domandò la più grande, non riuscendo a capacitarsi di quell'assurdità.
Ok, poteva ammettere che certi testi potessero essere ambigui, soprattutto alcune parti rap. Ma non vedeva il motivo di puntare il dito contro di loro quando nel mondo c'erano testi di canzoni che erano veri e propri insulti. Per non parlare di certi video.
Soo-Min sembrò amareggiata e fece una smorfia di disprezzo.
-Non so molto, a dire il vero. Solo quello che è uscito stamattina- disse alzando le spalle e lanciandole un'occhiata speranzosa. Vivian sospirò, sapendo esattamente cosa voleva chiederle.
-Gli piacciono le banane?- chiese di punto in bianco, spiazzandola.
-Eh?-
-Al tuo Namjoon oppa- la prese in giro la ragazza più grande, facendola arrossire. -Non è allergico, vero?-
-...no. Perché noona?-
Soo-Min sembrava parecchio confusa quando le passò una ciotola vuota. Vivian le disse di montare della panna e lei lo fece senza fare domande, mentre l'altra cominciava a frullare delle banane.
Preparò una crema di banane, mettendoci poco zucchero, sapendo che la panna avrebbe addolcito il tutto. Prese i cupcake più vicini e li farcì con il composto, facendo un frosten con la panna e piazzandoci in cima una rondella di banana.
-Gli dirò che mi hai aiutato- ammiccò la ragazza in direzione di Soo-Min, passandole un cupcake.
Mise sul vassoio qualche dolcetto e la tisana e si diresse verso il tavolo dove era seduto il ragazzo, che stava osservando con aria assorta il proprio cellulare.
Alzò la testa solo quando si sedette, fissando con aria sorpresa i cupcake.
-E quelli?-
-Offre la casa. La banana è ottima contro la nausea- rispose sibillina Vivian, accavallando con fare sereno le gambe. Namjoon la guardò senza parole, con aria vagamente imbarazzata.
-Ouch, Jimin ti ucciderà- commentò con un mezzo sorriso, prendendone poi uno.
La ragazza roteò gli occhi.
-Ed è per questo che non ne faremo parola con ChimChim- scherzò, usando il soprannome con cui lo chiamava il suo ragazzo.
Namjoon mangiò i cupcake in silenzio, bevendo di tanto in tanto la tisana. La occhieggiava, come se volesse parlare ma non fosse sicuro di che cosa dire. Vivian non poteva certo dire di conoscerlo bene quanto gli altri. Lui, Jin e Hoseok era quelli con cui parlava meno, ma questo non voleva certo dire che non gli volesse bene.
Immaginava però che cominciare a bombardarlo di domande non sarebbe stata una buona idea.
-Mi hanno offerto un lavoro- disse senza preavviso, facendo bloccare il ragazzo a metà di un morso.
-Un...lavoro?- chiese perplesso Namjoon, sbattendo gli occhi come se non capisse.
E così Tae non gli aveva detto niente, pensò Vivian sentendosi irragionevolmente soddisfatta. Non capiva perché, ma sapere che il suo ragazzo l'aveva tenuto per sé la rendeva felice.
-Sì, io...ho intenzione di fare un colloquio per un lavoro di illustratrice in una casa editrice- confessò, sentendosi ancora leggermente frastornata da quella prospettiva.
Namjoon annuì, sembrando riprendersi dalla notizia. Prese un sorso della bevanda e le fece un sorriso.
-Beh, è una cosa bella, no?-
-Non sembri sorpreso che io non voglia lavorare qui al bar- commentò la ragazza, inclinando la testa per squadrarlo meglio.
-Non credo che tu non voglia lavorare qui- rispose lui, alzando le spalle e facendo una buffa smorfia che la divertì.
-Solo che ognuno ha i propri sogni da realizzare-
Il tono usato le fece inarcare le sopracciglia. Chiaramente quel commento non era rivolto solo a lei.
-Già- concordò seria, scambiandosi un'occhiata con il ragazzo, che sospirò rassegnato.
-È successo un casino- borbottò lui leccandosi nervosamente le labbra.
Vivian non disse niente, aspettando che fosse lui a continuare. Namjoon esitò un altro pò, grattando con aria distratta il tavolo in legno.
-Non intendevamo offendere nessuno. Io...non so perché sia successo. Non è che noi pensiamo che le donne siano degli oggetti o cose simili, però a quanto pare i nostri testi hanno offeso delle persone e...- farfugliò incoerentemente, con una smorfia addolorata sul viso.
-Le persone si offendono anche quando le cose non riguardano loro- commentò con un sospiro la ragazza.
-Accusare voi di misoginia è davvero una cosa fuori dal mondo. Chiunque vi conosca almeno un poco sa che non siete così- aggiunse con un lieve sorriso che venne ricambiato.
-Quindi lo sapevi-  disse Namjoon, corrugando le sopracciglia.
-Da circa dieci minuti- ammise lei con tono scherzoso. Al suo sguardo interrogativo aggiunse, facendo un lieve cenno verso Soo-Min.
-Min era preoccupata per te- sussurrò, facendolo ridacchiare sorpreso, mentre la ragazzina li guardava ad occhi sgranati dal bancone, chiedendosi perché la stessero entrambi fissando.
-Ti direi di fregartene, ma sei un personaggio pubblico e il tuo stesso carattere te lo impedirebbe-
-Tu riusciresti a fregartene?- Il tono di Namjoon non fu polemico, ma sinceramente curioso della risposta.
-No- rispose a bruciapelo Vivian con una smorfia. -Però se fossi in te terrei ben presente tutte le persone che mi sostengono-
-Abbiamo delle fan meravigliose, ma non voglio che comincino una guerra-
-Non è quello che si fa per proteggere le persone a cui vogliamo bene? Dopotutto tu ti sei preso la colpa- replicò la ragazza fissandolo di sbieco.
Namjoon scrollò le spalle come se non avesse fatto niente di che.
-La maggior parte dei testi sono miei- tentò di difendersi.
-A-ah, e cos'hanno detto gli altri?- chiese lei, immaginando perfettamente le loro reazioni. Il ragazzo infatti la fissò con la gola improvvisamente secca e arrossì.
-Non credo di aver mai visto Jin così arrabbiato. Persino Yoongi è stato zitto- ammise con una smorfia terrorizzata al ricordo.
Si scambiarono un'occhiata e ridacchiarono, per poi scoppiare in una vera e propria risata al limite dell'isteria.
Namjoon si accasciò sul tavolo, cominciando a battere una mano sul legno, mentre Vivian singhiozzava cercando di non farsi venire il singhiozzo.
-Grazie sai- mormorò il ragazzo dopo che si furono calmati.
-Mh?-
-Per...i cupcake- aggiunse, lanciandole un'occhiata saputa. Vivian gli sorrise apertamente, facendo un gesto vago con la mano.








 

 

-Quindi?- le chiese Fabio, non appena uscì dall'edificio. Il ragazzo l'aspettava sotto un pensilina all'ombra, con un té ghiacciato in mano, succhiando dalla cannuccia come se ne dipendesse la sua vita e un volantino nell'altra con cui si sventolava.
-Mi hanno preso!- esclamò Vivian, non provando nemmeno a trattenere il tono entusiasta e l'enorme sorriso che le spuntò in volto.
Fabio sgranò sorpreso gli occhi, appallottolando il volantino e buttandolo nel bidone lì a fianco, raggiungendola con due falcate veloci.
-Dici sul serio? Wow! È grandioso!- si complimentò, abbracciandola di slancio e facendole fare un mezzo giro.
Lei rise divertita, alzando poi le braccia al cielo.
-Fantastico- commentò con tono sognante. -Devi vedere il laboratorio! Non è grandissimo, ma è un paradiso. Sono stati tutti gentilissimi e nessuno di loro supera i quarant’anni, ne sono certa-
-Quindi come funziona?-  domandò incuriosito il ragazzo, mordicchiando la cannuccia. Nel bicchiere era rimasto ormai solo ghiaccio ma non sembrava avere intenzione di buttarlo via.
Vivian si sventolò con una mano, legandosi distrattamente i capelli in una mezza crocchia e passandosi una mano sul retro del collo, per asciugarsi il sudore.
Non sapeva se avesse sudato più per il nervosismo o per il caldo. La cosa certa era che jn quel periodo Seoul era un forno. Non che le cose fossero diverse in Italia. Aveva sentito Alex la sera prima ed aveva scoperto che era chiuso in casa da tre giorni e che andava avanti a forza di gelati, supportato pienamente dai suoi genitori e fratelli.
-Comincio la prossima settimana. Hanno già un illustratore a cui farò riferimento- spiegò mentre si spostavano verso l'entrata più vicina della metropolitana.
-Oh, te l'hanno presentato? Come ti è sembrato?- Fabio sembrava ritenere davvero importante quella domanda e, alla luce delle sue ultime scoperte, non poteva certo biasimarlo. Il suo capo era uno stronzo di prima categoria.
Non era mai stata il tipo che giudicava le persone prima di conoscerle, ma si fidava del ragazzo e se persino lui arrivava a dire una cosa del genere, il suo capo non doveva essere proprio una bella persona.
-È a posto- rispose con un sorriso, ripensando all'incontro con il suo futuro responsabile. -Mi è sembrato un tipo sulle nuvole e abbastanza silenzioso, però è stato molto gentile ed è rimasto colpito dalla mia tesi-
Salirono sul vagone e si sistemarono in un angolo, in piedi, non facendo caso alle occhiate curiose. A quanto pare, girare con un altro occidentale parlando un'altra lingua, era una cosa che attirava parecchi sguardi. Non ci aveva mai fatto caso fino a quel momento, forse perché era la prima volta che aveva hn occidentale con cui uscire.
-Scusa, ma come pensi di fare con il bar? Non che io voglia fare il guastafeste, ma senza di te rimangono due apprendisti e Hyerin- le ricordò Fabio, trattenendo a stento una smorfia quando pronunciò il nome della ragazza.
Negli ultimi giorni le cose erano peggiorate considerevolmente. Il ragazzo passava quasi ogni giorno al bar con la scusa della  colazione, anche se Vivian sapeva che trovava confortante qualcuno con cui parlare. Dopotutto era quasi un anno che era lontano da casa e, per quanto i suoi genitori non gli mancassero, sapeva che gli pesava stare lontano da Alex e i De Luca.
Hyerin non sembrava voler abbandonare la crociata contro il suo amico e lei non riusciva a spiegarsi perché lo avesse puntato in quel modo. Continuavano le battutine, sempre più acide, e le occhiate fulminanti, cosa che non sembravano minimamente toccare il ragazzo, facendola inalberare ancora di più. Solo una volta le aveva risposto a tono, glaciale come poche volte l'aveva visto, ossia quando Hyerin aveva preso in mezzo anche i ragazzi della banda.
Vivian sapeva che presto avrebbe dovuto parlare con la sua amica, soprattutto alla luce di ciò che stava per chiedere a Fabio.
-Ho un asso nella manica- annunciò, lanciandogli un'occhiata furba che il ragazzo, solitamente attento, non colse.
-Ti prego, non parlarmi di maniche- borbottò con una smorfia Fabio, slacciandosi un paio di bottoni della camicia che indossava.
-Vi odio tutte- aggiunse poi, facendola ridacchiare per il tono lamentoso.
-Come prego?-
-Voi ragazze. Vi basta indossare un vestitino e siete a posto. Ti pare possibile che io sia costretto a indossare delle camicie? Hai idea di quanto caldo faccia?- spiegò esasperato, passandosi una mano tra i capelli.
Vivian sbuffò una risata, soffiandogli in faccia.
-Ti ricordo che noi portiamo il reggiseno-
-...un punto per te
- si arrese con un ghigno l'amico, dopo un attimo di silenzio.
-Allora, cos'è questo asso nella manica?-
-Chi è, vorrai dire. Sei tu- replicò la ragazza con un luminoso sorriso. Fabio la guardò di sottecchi mentre scivolava di lato per far passare una coppia.
-Scusa?-  domandò scettico, anche se Vivian poteva già vedere che stava mettendo insieme i pezzi. Fece una smorfia imbarazzata, arrotolandosi intorno al dito una ciocca di capelli sfuggita alla crocchia.
-Hai detto che ti volevi licenziare, no? Così non sarai neppure costretto a tornare in Italia. Non è la Cina, ma...ta-daan?-
Fabio la fissò ad occhi sgranati, sconvolto, così la ragazza riprese velocemente, sperando di convincerlo.
-Mi rendo conto che lo stipendio non è minimamente paragonabile ma...pensavo che potresti risparmiare sull'affitto venendo a vivere da me, sai che c'è una stanza in più. E Soo-Min smetterà di lavorare appena ricomincerà la scuola, perciò...-
-Stoppati- la interruppe il ragazzo, con un sorriso che pian piano si faceva largo sul suo volto. Lei lo guardò speranzosa, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.
-Basta che non mi metti di turno con quella pazza- disse Fabio, riferendosi chiaramente a Hyerin. La ragazza si sciolse in una risata, anticipandolo mentre scendevano.
-Tranquillo, le parlerò- lo rassicurò, battendogli una mano sul braccio.
-Ne sei sicuro?- aggiunse, ben sapendo che ne avrebbero dovuto comunque parlare meglio. In più c'era il discorso del licenziamento. Vivian non aveva idea di che contratto avesse. Sperò solo che non gli facessero storie.
-Chiaro che...- il ragazzo non fece in tempo a finire la frase che il cellulare della ragazza squillò. Vivian lo tirò fuori mentre si spostavano dall'uscita della metropolitana per far passare la gente.
Quando vide che era Tae, sbatté gli occhi sorpresa. Quel giorno avrebbero dovuto vedersi, ma i ragazzi avevano avuto un imprevisto e così l'appuntamento era slittato. Di certo non si aspettava una sua chiamata prima di sera.
-Pronto? Tutto bene?- chiese subito, forse eccessivamente paranoica. Dall'altra parte sentì parecchio rumore di sottofondo, prima che la voce del suo ragazzo sovrastasse tutto.
-Ehi! Sì, tutto ben...Jimin, scollati-
Vivian ridacchiò, sentendo la voce acuta dell'amico che gridava in sottofondo.
-Credevo foste occupati-
-Infatti- rispose Tae, prima che il suo tono diventasse incerto. -Però abbiamo pensato...insomma, dove sei?-
Sbatté gli occhi, confusa da quella domanda improvvisa.
-Sono, beh, quasi a casa. Ero in giro con...- si interruppe quando Fabio le toccò lieve la spalla. Lo guardò interrogativa e lui le fece cenno verso la fontanella.
-Ok, ti raggiungo- gli rispose, facendo calare il silenzio dall'altra parte della cornetta.
-Vivian?- chiamò dubbioso Tae.
-Scusa, parlavo con Fabio- si scusò lei, sventolandosi con una mano. Non vedeva l'ora di arrivare a casa e stendersi a stella sul letto.
-Ah, quindi sei uscita con lui- Il tono di Taehyung aveva chiaramente qualcosa che non andava. Pareva quasi che stesse mandando avanti la conversazione a fatica, come se non fosse stato lui a chiamarla. Ignorando una brutta sensazione che le strinse il petto, Vivian gli spiegò la situazione.
-Aveva la pausa pranzo libera e così mi ha accompagnato al colloquio-
Seguì un altro strano silenzio e la ragazza quasi contò i secondi che il suo ragazzo ci mise a rispondere.
-...Com'è andato?- domandò come se fosse stata una domanda quasi imposta.
-Bene- farfugliò incerta. -Appena ci vediamo ti racconto tutto, perciò preparati!- esclamò con tono esaltato, cercando di risollevare la conversazione. Non aveva senso chiedergli cosa non andasse, Tae non era il tipo che si sbilanciava al telefono. Se avesse continuato con quell'atteggiamento, gli avrebbe parlato in privato.
Grazie al cielo la sua frase sbloccò la situazione, perché Taehyung scoppiò a ridere.
-Non vedo l'ora- commentò fintamente sarcastico, ricevendo in risposta un urletto indignato.
-Quindi, perché mi hai chiamato? Non che non sia felice di sentirti, sia chiaro, solo che continuo a sentire le urla di Jimin in sottofondo-
-Dopo lo picchio- sbuffò il ragazzo in un basso brontolio.
-Come se qualcuno potesse crederti- replicò Vivian ridendo.
-Oh beh, allora lo farò picchiare da Yoongi. Comunque, ne ho parlato con gli altri e ci stavamo chiedendo se ti andasse di raggiungerti-
La ragazza aggrottò le sopracciglia, non capendo.
-Pensavo...hai detto che state lavorando-
-Esatto- rispose Tae come se fosse del tutto normale.
-Allora che senso ha che venga? Sarei solo d'impiccio- protestò la ragazza, pensando che fosse un'idea assurda.
-Ma no, stiamo solo registrando un'intervista. È da un pò che non ci vediamo tutti assieme e potremmo chiacchierare nelle pause- tentò di convincerla Tae. Probabilmente, pensò Vivian con un sorriso, le stava pure facendo gli occhi da cucciolo. Non che gli servisse davvero.
-Non sono sicura che sia una buona idea-
-Non vuoi venire?- disse Tae, suonando improvvisamente deluso.
-No, cioé, sì! Solo...non voglio mettervi nei casini- farfugliò lei incoerentemente, dandosi una pacca sulla fronte.
-Non lo farai. Siamo sempre circondati da gente, nessuno noterà te- la rassicurò il ragazzo, prima di aggiungere maliziosamente.  -Chiaramente, sempre che non mi salti addosso-
-Ah certo, adesso sono io quella che salta addosso alle persone- replicò Vivian divertita, ormai consapevole di come sarebbe finita.
-Dimmi solo che l'avete detto al manager- aggiunse con un sospiro rassegnato, causando un'esclamazione di vittoria da parte del suo ragazzo. Ugh, però non era giusto dargliela vinta così facilmente.
-Se l'è lavorato Hobi. Ti dò l'indirizzo e ti mando il manager all'entrata.
Cavolo, pensò Vivian mentre si segnava l'indirizzo, il manager doveva odiarla.

 


A quanto pare il manager non l'odiava, si disse mentre lo vedeva alzare un braccio per farsi vedere. Durante il tragitto aveva cercato di camuffarsi un pò, giusto nel caso qualcuno avesse provato a scattare foto. Purtroppo non aveva con sé il cappellino, perciò l'unica cosa che aveva potuto fare era stata sciogliersi i capelli in modo che le coprissero un pò il viso. Aveva un caldo assurdo ma era quasi certa che dentro l'edificio ci sarebbe stata l'aria condizionata.
Il manager le sorrise, non sembrando per nulla irritato dalla sua presenza o dal fatto che l'avessero mandato giù a fare il portiere. Sorpassarono due guardie di sicurezza ed entrarono nel primo ascensore disponibile, chiacchierando di argomenti piuttosto comuni.
Vivian non aveva idea di cosa aspettarsi. Non aveva mai visto una stazione televisiva, sempre che quella lo fosse, perciò si sorprese dal via vai di persone. Dovevano essere almeno una trentina, contò mentalmente quando entrarono nella stanza, senza contare i Bts e l'intervistatore.
Si chiese esattamente cosa ci facesse lì, ma poi Tae si girò e la vide e lei sorrise senza pensare. Si diede uno schiaffetto mentale, cercando di non essere troppo ovvia.
Non aveva fatto nulla per raggiungerlo, ma era certa che le si leggessero le emozioni sulla faccia.
Il manager la lasciò per andare a parlare con la regia e lei attese pazientemente che i ragazzi finissero di prepararsi, non sentendosi propriamente a suo agio. Ammetteva che quello non era certo il suo ambiente e che tutte quelle telecamere un pò la intimidivano.
Quando finalmente vide i Bts avvicinarsi, si sciolse in un sospiro di sollievo.
-Ciao Vì!- esclamò Hobi con voce squillante e la ragazza si preparò all'assalto.
Che non arrivò.
Sbatté gli occhi perplessa, vedendoli tranquilli davanti a lei, poi capì. Erano in pubblico.
-Ehi- salutò con quello che voleva essere un sorriso ma risultò più uno stiramento di labbra.
-Cupcake?- domandò a sorpresa Jimin, con un luccichio divertito negli occhi.
Vivian cercò in tutti i modi di non guardare Namjoon, sapendo che altrimenti sarebbero scoppiati entrambi a ridere. Si limitò a sorridere impertinente e ad alzare le spalle.
Chiacchierò per qualche minuto, più con Jin e Hoseok, forse perché erano quelli che aveva visto di meno negli ultimi tempi. Tuttavia non si divertì affatto.
Non perché non fossero divertenti, dopotutto erano pur sempre loro. Solo che ogni volta che buttava un occhio a Tae, lo vedeva distante, come se non sapesse bene come approcciarsi a lei.
Se fossero stati al bar era certa che sarebbe stato al suo fianco, forse addirittura con un braccio a circondarle le spalle.
Invece in quel momento se ne stava a quasi due metri di distanza, distogliendo gli occhi ogni volta che incrociavano lo sguardo. Sentì salirle un principio di irritazione ma non disse niente, sapendo che sulla questione non aveva voce in capitolo.
Un pò se lo aspettava, ma così la stava bellamente ignorando dopo che lui stesso l'aveva invitata!
-Sai che abbiamo un ultimo concerto qui a Seoul, no?- le domandò a un certo punto Hobi, prendendola di sorpresa.
-Mh? Sì- rispose incerta, ritrovandosi lo sguardo di tutti addosso.
-E TaeTae ha detto che sabato non sei di turno- aggiunse Jimin, lanciando un'occhiata veloce all'amico.
-Già. Ma il vostro concerto non è venerdì sera?- replicò, ricordandosene solo in quel momento. Da quel che ne sapeva i biglietti erano sold out da mesi, perciò anche se avesse voluto andarci sarebbe stato impossibile.
Non che volesse andarci, ma questo non glielo avrebbe mai detto.
-Sì, ma se vieni è meglio se sabato mattina non lavori, perché sarai stanca- le spiegò Jungkook, scambiandosi un'occhiata esaltata con gli altri ragazzi.
Vivian stava per ribattere su quanto fosse assurdo tutto quel discorso, quando Jin tirò fuori un biglietto completo di pass e glielo mise sotto il naso.
-Ta-daaan!- esclamarono in coro Hoseok e Jimin, allargando le braccia. Sembravano tutti estremamente soddisfatti della loro sorpresa, mentre lei voleva solo fuggire a gambe levate.
Era la prima volta che si sentiva così in loro presenza, ma come poteva dirgli che non avrebbe mai messo piede a un concerto?
-Ah, ecco...- biascicò, senza trovare le parole. Tutto ciò che le veniva in mente era fin troppo brutale.
Incrociò lo sguardo con Tae e sperò che la sua richiesta di aiuto fosse evidente, ma il ragazzo si limitò a scrutarla accigliato. Gli altri già parlavano di quanto sarebbe stato fantastico averla al loro ultimo concerto.
-...non credo sia una buona idea- sputò fuori Vivian in un sussurro, facendo calare il silenzio.
-Perché?- domandò Yoongi, prendendo per la prima volta la parola da quando era arrivata.
La ragazza lo fissò negli occhi, trovandoci solo un grande curiosità. Non pareva arrabbiato.
-È che...non mi piacciono i luoghi affollati- borbottò, torcendosi le mani e dando un'occhiata intorno a sé.
Non era così che aveva programmato di spiegare "quella" cosa, ma a quanto pare era arrivato il momento di vuotae il sacco.
-Beh, è un concerto- replicò Jin, scettico.
Vivian alzò quasi gli occhi al cielo, ma si trattenne quando capì che non sarebbe servito a niente.
La verità è che odiava la folla. Odiava lo stare in mezzo alle persone. Anzi, non è che lo odiava, proprio non ci riusciva. Le venivano degli attacchi di panico, esattamente come le era quasi successo a quell'appuntamento con Tae.
A parte la sua famiglia non lo sapeva nessuno e si sentiva sempre a disagio nel parlarne. Non era una cosa di cui andava fiera, ma non poteva davvero farci niente. Soffriva di una forma lieve di agorafobia, dovuta a un ricordo piuttosto spiacevole accaduto quando aveva sette anni.
-Pensavamo fosse una buona idea- borbottò Jimin, fissandola accigliato.
Vivian sbatté gli occhi e si rese conto di aver aspettato troppo. Maledizione.
-Sarà divertente, anche se c'è gente- tentò di convincerla Jungkook, con il broncio.
Non era giusto, pensò trattenendo a stento un gemito di esasperazione. Non era giusto perché era una cosa tremendamente privata e quella situazione la stava costringendo a rivelarla a tutti.
Era la sua unica scusa per non andare al concerto, cos'altro avrebbe potuto dire?
-Davvero ragazzi, non saprei...- farfugliò provando a prendere tempo. A quel punto cominciarono tutti a parlare, cercando di convincerla e, se la situazione fosse stata meno tragica, probabilmente avrebbe riso.
Vedere Namjoon che mimava lo scoppio dei fuochi d'artificio o Jimin che imitava le urla delle fan era senza prezzo.
Sospirò rassegnata, chiedendosi cosa dovesse fare. Se fosse stato qualcun'altro, qualsiasi altro, avrebbe detto di no senza pensarci due volte. Ma era dei Bts che stava parlando e con loro le cose andavano sempre a finire bene in un modo o nell'altro.
Quindi forse avevano ragione. Forse poteva sopportare un pò di confusione, dopotutto avrebbe avuto loro come distrazione.
Sentì all'improvviso una presa sulla mano e si voltò di scatto, sorpresa, incrociando lo sguardo di Taehyung.
Il ragazzo la fissava nervoso, ma con un sorriso appena accennato.
Vivian stessa si sentì ansiosa, osservando velocemente la situazione intorno a loro. Nessuno faceva troppo caso a loro e, anche se l'avessero fatto, i ragazzi stavano ancora facendo parecchia confusione e nessuno avrebbe notato liro.
Sorrise timidamente stringendogli la mano di rimando finché qualcuno non li avvisò che stavano per cominciare.
A quel punto seguì il manager che le rece cenno di andare con lui in un angolo e l'intervista cominciò.


 


Uscendo dall'edificio si ritrovò Fabio che l'aspettava a qualche metro di distanza, occhieggiato sospettosamente dalle guardie.
Si erano messi d'accordo prima che la venisse a prendere, così da tornare a casa per parlare meglio della sua proposta di lavoro.
-Per fortuna che sei qui- disse il ragazzo, facendo una smorfia in direzione delle due guardie. -Credo mi vogliano picchiare-
-Non fare l'idiota- lo prese in giro lei, ricevendo in risposta un verso indignato.
-Piuttosto, cosa sono quelle borse?- domandò incuriosita, notando solo in quel momento le due borse ai piedi del ragazzo.
-Mi sono licenziato!- esclamò lui per tutta risposta, alzando le braccia al cielo.
-Che?!- replicò Vivian sconvolta.  Cioè, sapeva che l'avrebbe fatto ma...
-Mi sono licenziato- ripeté tranquillo lui, sorridendo. -Certo, devo concludere il viaggio di lavoro, ma contando che mancano due giorni, direi che è fatta-
-Va bene, ma questo non spiega le borse- ribatté la ragazza una volta che si fu ripresa dalla notizia.
Fabio la guardò sogghignando, alzando le borse.
-Ho comprato delle magliette!- esclamò, fiero di sé. Vivian spalancò la bocca e...scoppiò a ridere.
Rise così tanto che cominciò a singhiozzare, piegandosi in due.
-Qual è il tuo problema?- chiese Fabio, fissandola accigliato. In un'altra situazione quella domanda sarebbe stata sarcastica, ma il ragazzo per una volta sembrava serio.
La ragazza sospirò, cercando cosa non andasse.
-Io...credo di aver fatto una cazzata- confessò, sorridendogli nervosamente. Al suo sguardo interrogativo si affrettò a spiegare.
-Andrò al concerto dei Bts-

 








 


- Spazio autrice -
Siete arrivati in fondo vivi? …bene, credo.
La situazione si fa calda, no, non  in quel senso. Hyerin è sul piede di guerra e Tae è più bipolare del solito.
Il prossimo capitolo sarà incentrato sul concerto e su tutto quello che ne conseguirà. Ormai dovreste conoscermi piuttosto bene perciò…auguri.
Spero davvero di riuscire a pubblicare in tempo,  perché domenica parto per Amsterdam. Purtroppo ciò significa che l’aggiornamento successivo salterà, mi dispiace molto ma sto via una settimana e non sono un Time Lord (per quanto mi piacerebbe).
Ringrazio tutti voi che mi seguite, chi legge, chi commenta e chi mi ha messo tra gli autori preferiti. Cioè, sul serio? Siete grandiosi!
L’ultimo appunto e poi vi mollo, promesso. Ho voluto dire la mia sulle accuse di misantropia. Di solito non mi intrometto perché le notizie vengono rigirate un po’ come  pare e piace, ma questa cosa proprio mi ha fatta uscire di testa. Se qualcuno non ha gradito o non la pensa come me non è un problema, non intendo cominciare una guerra.
Un abbraccio! ^^






 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Garofano giallo ***






Sono tornata! ^^
La vacanza mi ha preso più del previsto e quando sono tornata ero troppo euforica per riuscire a scrivere questo capitolo. Capirete presto perché.
Con rammarico ho preso la decisione che non ci sarà più una giornata ufficiale per gli aggiornamenti. Non voglio prendervi in giro e in questo periodo ho troppe cose da fare per riuscire ad essere puntuale. Invece che un capitolo a settimana, forse riuscirò a pubblicarne uno ogni dieci giorni. Mi dispiace un sacco, ma preferisco avvertirvi fin da subito.
Grazie a tutti voi che non avete abbandonato la storia!
Il garofano giallo significa delusione, rifiuto e sdegno. Vi dico solo che la mia parabatai, dopo averlo letto, prova una certa rabbia nei confronti di un certo gruppo.
Auguri.

 



 

 

 

- Garofano giallo -



 

Vivian sospirò, passandosi per l'ennesima volta la mano dietro il collo, asciugandosi il sudore. Aveva pensato di farsi una coda alta, ma i capelli le arrivavano comunque a coprire il collo, cosa che non aiutava quando eri circondata da migliaia di persone, nel caldo più totale.
Il cardigan che si era portata dietro, pensando ingenuamente che magari a quell'ora avrebbe tirato un pò d'aria, era legato strettamente in vita, coprendole in parte i pantaloncini a vita alta. Un croc top dalle spalline sottili completava il suo abbigliamento, rendendo le spalle l'unica cosa non sudata del suo corpo.
Era dentro da venti minuti, aspettando che tutti finissero di sistemarsi e già non ce la faceva più. Sentiva il mormorio eccitato della folla e i corpi di persone uno contro l'altro che le provocavano un senso di soffocamento.
Quando i ragazzi le avevano dato i biglietti, aveva pensato a un bel posto seduta da qualche parte lassù. Se fosse stato così, sarebbe anche riuscita a superare la serata in qualche modo.
Invece si ritrovava immersa nella folla, con la transenna nello sterno, a neanche due metri dal palco. Se fosse sopravvissuta avrebbe ucciso i ragazzi.
Sbuffò mentre cercava di prendere la bottiglietta d'acqua incastrata nella piccola tracolla. Se ne era già tracannata metà ed era meglio che smettesse di bere se voleva conservarne un pò.
La folla continuava a rumoreggiare e lei fece di tutto per esternarsi, arrivando a percepirla come un rumore di fondo. Ma guarda, era la stessa cosa che le succedeva un attimo prima di svenire.
Un urlo isterico generale la riportò alla realtà, scoprendo così che le luci si stavano spegnendo in favore delle lucine delle fan.
Vivian non ne aveva una. Seguire il concerto, sbavare sul suo ragazzo e concentrarsi sul non svenire le sembrava fin troppo impegnativo.
Sullo sbavare sul suo ragazzo non aveva dubbi. Per quanto non volesse andare a un concerto, ne aveva visto qualcuno e sapeva cosa aspettarsi. Immaginò che vedere Tae su un maxischermo avrebbe portato anche lei a urlare come un'indemoniata, ma grazie al cielo nessuno si sarebbe insospettito.
Poteva anche rimanere a fissarlo con sguardo inebetito e sarebbe stata scambiata per una delle tante. Non che gli facesse esattamente piacere che altre ragazze sbavassero su Tae, ma alla fine dei giochi era il suo ragazzo, non il loro, perciò poteva sopportarlo. Ed era un concerto, i fansign la irritavano molto di più, non che l'avrebbe mai ammesso ad anima viva.
La folla si quietò e il maxischermo si accese di colpo, facendo partire l'intro. Ci furono altre urla e Vivian si ritrovò inaspettatamente eccitata. Per quanto non sapesse come sarebbe andata a finire, era un pur sempre un loro concerto.
Le prime note si dispersero nell'aria e la ragazza le riconobbe dopo un attimo di incertezza. Sicuramente, il titolo strillato dalla ragazza al suo fianco fu d'aiuto.
Un occhio di bue si accese, andando a illuminare prima uno, poi un altro dei ragazzi, mentre cantavano Hold me tight.
Sorrise quando illuminarono Jungkook, mentre l'immagine del suo amico si sovrapponeva a quello dell'idol. Erano sempre loro ma in qualche modo diversi. Quello più sconcertante, per lei, era sempre stato Namjoon. Era talmente abituata alla sua versione scherzosa e dalle mille smorfie, che era quasi surreale vederlo totalmente serio mentre rappava. Jimin era il solito trascinatore e Yoongi era inaspettatamente simile al solito.
Ovviamente, come aveva previsto, finì per guardare inebetita Taehyung.
Il suo cervello si spense quando seguì Let me know, una delle sue canzoni preferite, seguita poi da Danger. Non fece altro che seguire con lo sguardo il suo ragazzo, notando tutte le smorfie e tutte le occhiate che lanciava verso il palco.
Guardò per un paio di volte verso il punto in cui c'era lei, scrutando la folla ad occhi stretti mentre ballava, ma non la vide, troppo piccola e troppo buio lì in mezzo alla folla. Le luci disturbavano ulteriormente.
Al momento delle presentazioni le luci si riaccesero e il ragazzo prese a correre per il parco con la chiara scusa di salutare tutte le fan, mentre continuava a vagliare con lo sguardo la folla vicino al palco.
Hoseok e Jimin lo seguirono quasi istantaneamente, probabilmente per depistare i sospetti. Fu mentre Jin finiva i ringraziamenti che Tae la vide. Sgranò gli sorpreso, quasi non credendoci, facendo poi il segno della vittoria nella sua direzione.
A Vivian scappò una risata, frenata dalle urla delle ragazze vicino a lei, che presero a muoversi come impazzite. Mentre le luci si spegnevano e No more dream partiva, ricevette una o più gomitate involontarie, che la fecero ritornare alla realtà.
Seguì poco o niente delle due canzoni successive, anche se fece del suo meglio per concentrarsi su Tae, che ogni tanto, anche se era buio, guardava nella sua direzione.
Purtroppo con le canzoni più movimentate, la folla si fece più eccitata e cominciarono gli spintoni. Vivian si tenne a due mani alla ringhiera per tutto il tempo, chiudendo gli occhi ogni qual volta uno strillo le perforava un timpano.
Durante la seconda pausa riuscì a riprendere fiato, ma poi le canzoni ricominciarono e fu buttata a forza dentro il caos. Sentiva il cuore martellarle troppo velocemente e a niente servivano i respiri profondi. Si sentiva sudata e sapeva che non era solo per il caldo.
Sentì il panico risalirle lungo la spina dorsale quando Jungkook passò talmente vicino a loro che la folla si protese verso di lui e Vivian ne fu completamente immersa. Schiacciata contro la transenna, con un braccio fuori e l'altro incastrato tra i corpi, chiuse gli occhi, pregando di non svenire.
Sentì il panico prendere il sopravvento e cominciò ad ansimare velocemente, a corto di fiato. Tenne chiusi gli occhi, cercando di concentrarsi sulle voci dei ragazzi, ma la canzone era troppo veloce, così prese a canticchiare a bassa voce una vecchia filastrocca che le cantava sua nonna.
Le parole in rima ebbero un effetto calmante e Vivian sentì di poter respirare di nuovo. Tuttavia non riaprì gli occhi finché non ci fu un'altra pausa e le luci si riaccesero.
Buffo, pensò quando riuscì a mettere a fuoco. Quando si erano cambiati?
Non sentì molto dei discorsi, troppo occupata a far cessare il ronzio nelle orecchie. Espirò lentamente, preparandosi a una nuova ondata di panico quando la musica ricominciò, ma poi i ragazzi cominciarono a cantare e riconobbe 24/7=heaven e si tranquillizzò. A quanto pare era il momento delle canzoni tranquille...si fa per dire.
Tuttavia, gli strilli improvvisamente eccitati delle ragazze le fecero considerare meglio la situazione.
I ragazzi stavano girando per il palco indossando le magliette del concerto, tenendo in mano...erano cappellini quelli?
Vivian provò ad aguzzare lo sguardo verso Jimin, uno dei più vicini a lei, notando che sì, stavano lanciando cappellini alla folla.
Cercò Taehyung, trovandolo che vagava per il palco cantando e facendo smorfie strane come suo solito. Era talmente concentrata su di lui che si accorse subito di una cosa strana. Mentre gli altri avevano qualcosa come sei o sette cappelli a testa, lui ne teneva solo uno in mano, sventolandolo di tanto in tanto o facendo finta di lanciarlo.
Quando la canzone cominciò a volgere al termine, lo vide scambiarsi un'occhiata con Jimin, prima di dirigersi verso di lei.
Oh mio...non aveva mica intenzione di fare qualcosa di folle, vero?
Vivian lo pregò con lo sguardo, inutilmente, perché con quelle dannate luci non si capiva niente. Le ragazze attorno a lei cominciarono a urlare quando fu a qualche metro da loro e Vivian deglutì, sentendo il panico tornare.
Sentiva la pressione dei corpi che aumentava man mano che Tae si avvicinava. Le urla si fecero troppo forti e per un attimo vide nero.
Sul serio, ci furono tre lunghissimi secondi in cui non riuscì a distinguere nulla e si aggrappò disperata alla ringhiera, respirando con affanno.
Quando si riprese Taehyung era a meno di due metri da lei, con il suo ghigno migliore e la mano con il cappellino protesa verso di lei.
Doveva essere pallida come un morto o rossa come se stesse per esplodere, ma il ragazzo non sembrò notare niente, probabilmente sempre per colpa delle luci.
Quel momento sembrò interminabile ma la ragazza si fece coraggio e prese il cappellino, mentre Tae si rialzava sorridente e soddisfatto avviandosi verso il centro del palco per concludere la canzone.
Strinse spasmodicamente il cappellino, cercando di non far caso agli spintoni e alle urla deluse delle ragazze. Sentì anche qualche insulto e qualcuno le tirò una gomitata sulla schiena.
Singhiozzò terrorizzata, pregando che il concerto finisse presto. Purtroppo per lei mancavano ancora parecchie canzoni, che Vivian quasi non ascoltò, aggrappata alla transenna in cerca d'aria, troppo schiacciata per prendere la bottiglietta d'aria o anche solo per respirare normalmente.
Combatté con tutte le sue forze contro l'attacco di panico che sentiva crescere, inutilmente, perché ad ogni spinta lo sentiva farsi più vicino.
Poi il concerto finì e Vivian rilasciò incredula un respiro tremante.
La gente cominciò a uscire dopo qualche minuto, dapprima lentamente e poi sempre più velocemente. La ragazza aspettò che l'arena fosse mezza vuota prima di azzardarsi a uscire, non volendo ritrovarsi nuovamente in mezzo alla folla.
A quanto pare però, nell'enorme atrio in cui doveva per forza passare, c'erano piccoli stand con il merchandise ufficiale dei Bts, cosa che aveva fatto fermare parecchie ragazze.
Sospirò stanca, trovando un punto semivuoto e appoggiandosi alla parete. Dopo un paio di respiri profondi, tirò fuori la bottiglietta d'acqua, bevendone a piccoli sorsi.
Solo a quel punto si permise di osservare il cappellino ancora stretto tra le mani. Era semplice e nero, ma sulla visiera c'era la firma di Tae in bianco.
Fissò allibita la scritta, prima di fare una smorfia esasperata. Aveva rischiato l'infarto per quello?
Si passò una mano sul fianco dove era stata colpita e si innervosì, non sapendo se esserlo con Taehyung o con sé stessa.
Era stato un gesto carino e forse qualcuno l'avrebbe definito dolce. Purtroppo lei non rientrava in quella categoria. Essere tirata in mezzo in quel modo, con tutti gli occhi puntati contro era una cosa che aveva odiato.
Ok, forse stava esagerando. Probabilmente l'eccesso di adrenalina la stava facendo impazzire.
Rimase ferma per qualche altro minuto e poi si mosse, appuntandosi contemporaneamente il badge del backstage sulla bretellina.
Era un badge simile a quello che aveva usato per andare sul set del drama e la designava come un membro dello staff. Comunque oltre a quello i bodyguard si erano segnati il suo nome, perciò non era troppo preoccupata da quel punto di vista. Doveva solo non dare troppo nell'occhio.
A una decina di metri dalla porta però si sentirono delle grida femminili e Vivian non poté fare a meno di voltarsi.
Non vide chiaramente cosa successe, ma a un certo punto c'era una ragazzina a terra, un'altra inginocchiata al suo fianco e un gruppetto di ragazze nettamente più grandi che gridarono loro contro qualcosa prima di tornare ad assediare uno stand.
Ad occhi sgranati, mosse un passo e poi un altro, ritrovandosi inconsciamente ad avvicinarsi alle due per terra.
Non era da lei ignorare una cosa del genere, soprattutto vedendo che nessuno aveva mosso un muscolo. A pochi metri da loro si accorse che le due dovevano essere più piccole di Soo-Min e scosse la testa, allibita per il comportamento delle ragazze più grandi.
-State bene?- domandò, accucciandosi d'istinto di fianco a loro e squadrandole con preoccupazione.
Quella inginocchiata alzò stupida lo sguardo su di lei, mordendosi incerta un labbro. L'altra non accennava ad alzare la testa e Vivian la sentì singhiozzare.
-Ti sei fatta male? Devo chiamare qualcuno?- domandò nuovamente lei, cercando qualche ferita visibile. Accidenti a lei che non aveva visto cos'era successo. Aveva forse sbattuto la testa?
-I..nostri genitori stanno arrivando- mormorò quella inginocchiata, poggiando una mano sulla spalla dell'amica.
-Bene- annuì Vivian, rassicurata. Si guardò intorno indecisa, notando delle sedie lungo il muro.
-Ok, che ne dite di spostarci su quelle sedie? Così ci assicuriamo che non ti sia fatta niente- propose, leccandosi nervosamente le labbra, cercando con lo sguardo qualcuno dello staff.
Niente, a quanto pare erano tutti indaffarati con gli stand.
Ebbero qualche difficoltà ad arrivare alle sedie, perché per quanto le ragazzine fossero più piccole di lei, avevano quasi la stessa corporatura.
Le due la fissarono per un pò in soggezione, come se non sapessero bene come comportarsi. Vivian si presentò, cercando di metterle a loro agio mentre valutava se Minji, la ragazzina che era caduta a terra, si fosse presa una storta. L'altra, Eunju, stava spiegando concitata quello che era accaduto.
-...in mezzo allo stand per prendere qualche gadget e quelle ragazze ci hanno spintonato per passare avanti- concluse, le sopracciglia corrugate e una smorfia desolata sul volto.
Vivian scosse la testa incredula, anche se poi avrebbe dovuto aspettarselo per tutte le gomitate che aveva ricevuto durante il concerto.
-Ti fa male da qualche altra parte? Hai sbattuto la testa o la schiena?- domandò a Minji, che le sedeva accanto torcendosi triste le mani.
-No- rispose la ragazzina scuotendo la testa, facendo poi un piccolo sorriso. -Abbiamo imparato a cadere bene-
Allo sguardo perplesso della più grande, l'amica si affrettò a spiegare.
-Facciamo hapkido da tre anni-
-Oh- commentò sorpresa Vivian, osservandole incuriosita. Le due erano alte uguali e avevano una corporatura simile. Sarebbero potute passare per sorelle se non avessero avuto dei lineamenti completamente diversi. Eunju aveva occhi grandi, cosa assai rara negli asiatici, e labbra a forma di cuore. Minji aveva invece un volto più ovale, con occhi lunghi e una bocca fine.
Erano entrambe vestite in modo semplice, con pantaloncini e scarpe da tennis, cosa che aveva evitato a Minji una brutta distorsione.
-Sei stata fortunata- le sorrise Vivian mentre le rimetteva la scarpa. -Se avessi indossato certe zeppe che ho visto in giro saresti stata ferma per un pò-
Le due fecero una smorfia disgustata, guardando un gruppetto di ragazze in tacchi e minigonna.
-È un concerto- replicò Eunju con tono pratico, facendo ridacchiare l'amica.
-È un peccato solo che non siamo riuscite a raggiungere lo stand- disse dispiaciuta Minji, torcendosi nuovamente le mani.
-Già, anche se ci mettessimo in fila non ce la faremmo mai prima dell'arrivo dei nostri genitori-
-Cosa volevate prendere?- domandò curiosa Vivian.
-Una maglietta del concerto- rispose Minji. -Eunju ce l'ha già perché è stata a un altro concerto, ma io stavo male e non sono andata-
La più grande le fissò entrambe, dispiaciuta. Le sembravano due brave ragazze e trovava ingiusto che le ragazze che le avevano spintonate avrebbero avuto quello che volevano e loro no.
Una strana idea le balenò in testa e fu difficile scacciarla. Poteva...beh, forse Tae ci sarebbe rimasto un pò male, ma se gli avesse spiegato la situazione era certa che avrebbe capito. Dopotutto i Bts erano i primi che si facevano in quattro per le fan.
Sotto lo sguardo allibito delle ragazzine, tirò fuori il cappellino autografato da Taehyung.
-Quello è...- mormorò scioccata Eunju.
-Oddio, è quello di V!- esclamò senza fiato Minji. Poi aggiunse, fissandola ad occhi sgranati. -Come hai fatto? Ne aveva solo uno-
-E tu come lo sai?- chiese sorpresa Vivian, non aspettandosi che qualcun'altro lo avesse notato. Forse era stata troppo ingenua.
-È il suo bias. Ha praticamente guardato solo lui- cantilenò Eunju, prendendo in giro l'amica, che gonfiò le guance imbarazzata.
-Parla quella che strilla come un'oca ogni volta che Jimin parte con un acuto- replicò questa con un broncio, rossa in volto.
Vivian non poté fare a meno di ridacchiare, sentendo scemare la tensione che l'aveva accompagnata fino a quel momento.
Pensava che si sarebbe sentita irritata parlando con qualcuno a cui piaceva Tae, ma Minji aveva quattordici anni ed era una fan normale. Si sentiva un pò sciocca per aver pensato una cosa del genere e fu ancora più decisa quando calcò bene il cappellino sulla testa della ragazza.
-Allora è perfetto- disse con un sorriso, mentre vedeva la ragazzina portarsi le mani sulla testa, allibita.
-Non ci credo!- strillò, mentre un grosso sorriso le si formava sul volto.
-Davvero? Sei sicura? Davvero davvero?- le chiese per sicurezza, battendo le mani eccitata prima di abbracciarla con slancio.
-Aspetta un attimo...- mormorò Eunju, fissando il punto dove aveva fissato il badge.
-Sei dello staff?!- esclamò, facendo staccare l'amica che la fissò come se avesse appena avuto un'apparizione divina.
Ok, le cose potevano degenerare da un momento all'altro.
-...circa. Cioè, no. Sono l'amica di un amico che...insomma, lui mi ha dato il badge...come regalo di compleanno- farfugliò, cercando di non dire troppe bugie. Era pessima a mentire, perciò cercò di restare il più possibile vicino alla realtà.
-Lo voglio anch'io questo amico- commentò candidamente Eunju, facendole ridere.
-Eh...- mormorò Vivian, sudando freddo. Se solo avessero saputo...
-Unni, ma davvero me lo regali?- tornò all'attacco Minji.
Alla fine restò con le ragazze finché i genitori non arrivarono. Non che fosse davvero necessario, ma Vivian si sentiva in qualche modo responsabile. Erano minorenni e una di loro si era fatta male, perciò si sentiva in obbligo nel rassicurare i loro genitori.
Solo quando fu di nuovo nell'atrio, ormai quasi vuoto, sentì trillare il telefono. Sembrava l'arrivo di un messaggio, perciò lo tirò fuori incuriosita, chiedendosi chi potesse cercarla a quell'ora.
Non fece neanche in tempo a sbloccare lo schermo, che una guardia di sicurezza le si piazzò davanti, facendole prendere un colpo.
-Sei quella con il pass- dichiarò l'uomo, fissandole il badge con aria indagatoria. La ragazza sbatté gli occhi, limitandosi ad annuire con aria inebetita.
-Ti stavamo aspettando- continuò la guardia, non sembrando seccata ma solo indifferente. In ogni caso Vivian arrossì, imbarazzata.
-Ho...ehm, avuto un contrattempo- si scusò, seguendo poi l'uomo che le fece strada attraverso un corridoio laterale.
Si immersero di nuovo in una piccola folla di gente e Vivian si strinse attorno al cardigan, nuovamente a disagio. Per quella sera era già arrivata al suo limite di sopportazione e voleva starsene da sola. Ok, magari con Tae.
Sorpassarono tecnici delle luci e un paio di persone che stavano impacchettando degli abiti, finché la guardia non la fece entrare in un piccolo stanzino completamente nel caos.
E si ritrovò fissata in modo strano dai Bts.
-Dove diamine eri finita?- esclamò Taehyung con un cipiglio scuro.
Vivian fu talmente sorpresa dal suo tono che perse l'attimo per rispondere.
-Allora?- la incitò il ragazzo, continuandola a fissare in modo strano.
-Ero nell'atrio. C'è stata u...- stava per dire emergenza, ma venne interrotta.
-È passata un'ora dalla fine del concerto- precisò Jungkook, appoggiato al muro, vicino a Yoongi. Vivian lo fissò stranita, abbozzando un mezzo sorriso nervoso.
-Sì beh, ho preferito che la folla si disperdesse e...-
-Per un'ora?- la interruppe scettico Jimin, seduto sul divanetto a braccia incrociate. A quel punto la ragazza sbottò, sospirando seccata.
-No. Mi fate finire? Ho incontrato due ragazzine e una si era fatta male, perciò ho aspettato che arrivassero i loro genitori- Spiegazione semplicistica, ma quella sera i ragazzi non le sembravano particolarmente pazienti.
-E non potevi lasciarle lì?- replicò Taehyung, cogliendola di sorpresa.
-Scherzi vero?- domandò Vivian, scrutando il volto serio del suo ragazzo. Non si era ancora cambiato e i suoi capelli erano sconvolti, come se se li fosse asciugato con un asciugamano.
A quel punto intervenne Namjoon, che diede una pacca sulla spalla di Taehyung.
-Grazie per averle aiutate, però cerca di capire, ci hai fatto preoccupare- disse verso la ragazza con tono conciliante.
-Ah, ora sareste preoccupati- mormorò sarcastica lei, pentendosene quando si vide rivolgersi delle occhiate accigliate.
-Che vuoi dire?- domandò Hoseok con le sopracciglia aggrottate.
-...niente, lascia perdere- borbottò lei, dicendosi che era il caso di calmarsi. Già tutti sembravano sul chi vive e non aveva ancora capito il perché. Adrenalina post concerto?
-Non hai neanche risposto alle chiamate- continuò Taehyung, catturando di nuovo la sua attenzione.
-Quali chiamat...ah!- con un'illuminazione improvvisa, Vivian tirò fuori il cellulare, scoprendo che aveva parecchie chiamate perse e persino qualche messaggio da parte del ragazzo. Solo che era arrivato tutto in blocco.
-C'era talmente tanta gente che la linea deve essersi sovraccaricata- commentò con un'alzata di spalle, non dandoci troppo peso.
-La linea dava occupato- replicò il suo ragazzo con tono secco e lei gli lanciò un'occhiata confusa. Perché si stava comportando così? Va bene, forse era stata ingenua a non controllare prima, ma non le sembrava il caso di farne una questione di stato.
-E allora? Suppongo sia quello che succede, io che ne so?- tentò di nuovo, con un lieve sorriso per sdrammatizzare. In quel momento era talmente stanca emotivamente che voleva solo sedersi.
-O magari eri al telefono con qualcuno- sentì dire da qualcuno, ma il tono era talmente basso che non lo riconobbe. Li guardò, cominciando a sentirsi irritata.
-Ok, si può sapere che vi prende a tutti?- domandò con un sospiro stanco, passando in rassegna tutti i volti. Jungkook sembrava indeciso, come se volesse rispondere ma si stesse trattenendo. Jimin le pareva arrabbiato per qualche arcano motivo, forse lo stesso che aveva contagiato il suo ragazzo. Yoongi era stranamente vigile, anche se sembrava non volesse intromettersi.
-Non te ne fregava niente del concerto, vero?- sbottò Taehyung, tirando un calcio alla sedia vicina.
-Com...- mormorò scioccata la ragazza, prima di venire interrotta.
-Tae!- esclamò Yoongi lanciando al ragazzo uno sguardo di avvertimento, cosa che l'altro evidentemente ignorò.
-Che? Lo pensate anche voi!- si difese Taehyung, rosso in volto.
-Ma certo che me ne frega! Sono venuta, no?- replicò Vivian sconcertata, facendo un passo avanti. Il suo ragazzo la guardò derisorio, con una smorfia sul volto.
-Come no, solo dopo che ti abbiamo praticamente implorato- sputò fuori, incrociando le braccia al petto.
-Io...sai perfettamente che non mi piace la folla- si ritrovò improvvisamente sulla difensiva la ragazza, sbattendo confusamente gli occhi. Non sapeva neanche come erano finiti a parlare di quello. Era abituata ai voli pindarici del suo ragazzo, ma non le aveva mai urlato contro.
-Sì, certo- replicò Taehyung con un tono che non le piacque per nulla.
-Cosa vorresti dire?-
-Dimmi che non era solo una scusa!- esclamò lui infuriato.
-Non lo era!- replicò lei, stringendosi le spalle sulla difensiva.
-Ah no? Perché prima fai tante storie, però poi la folla non mi sembra ti abbia dato tanto fastidio!-
-...tu che ne sai? Non è che con tutte quelle luci potessi vedere qualcosa- lo rimbeccò Vivian con le guance arrossate per la rabbia. Cominciava a sentirsi male perché non avrebbe voluto che uscisse così. Si era data tanta pena per non far uscire la questione in pubblico ed era esattamente quello che stava per succedere.
-Pfui, adesso non arrampicarti sugli specchi- rispose lui con sdegno, non credendole.
-Arrampicarmi sugli...- A quello lei non ci vide più. Potevano non essere d'accordo su qualcosa, ma il fatto che lui non le credesse la feriva.
-Soffro di agorafobia! Mi vengono degli attacchi di panico, ok? Ti basta come spiegazione o vuoi sapere dell'ultima volta che sono svenuta, alla laurea di mio cugino?- urlò, non riuscendo a trattenersi.
Vide di sfuggita Hoseok e Jin fissarla ad occhi sgranati e Jungkook a bocca aperta, ma tutta la sua attenzione era concentrata sul suo ragazzo, che quella sera pareva essere stato scambiato dalle fate.
-Scommetto che Fabio lo sapeva- O forse aveva una doppia personalità, tipo Dottor Jekyll e Mister Hyde.
-Ti dico che sono agorafobica e il tuo unico problema è questo?-
-Dimmi che non lo sapeva- la provocò e lei lo guardò smarrita, non sapendo che fare.
-Lo...conosco da più di tre anni, certo che lo sapeva!- balbettò, lanciando un'occhiata agli altri ragazzi, che si limitarono a fissarla accigliati.
-Vedi?-
-Ma vedi cosa? Non cominciare anche tu come Hyerin!- mentre pronunciava il nome della sua amica, ebbe un flash e un tassello del puzzle andò al proprio posto.
-...è stata lei, vero? Quella volta al telefono, il giorno in cui ho incontrato Fabio. Ti ha detto qualcosa e tu mi hai chiamato- mormorò sconvolta, prima di notare l'espressione di Jimin.
No, Hyerin non aveva chiamato Tae. Aveva chiamato Jimin e poi lui l'aveva detto a Tae. Il che la fece infuriare solo di più. Poteva capire le battute, ma intromettersi così nel loro rapporto proprio no.
-Quale diamine è il vostro problema?- sbraitò verso di loro, sentendosi in qualche modo tradita. Sembrava che tutti si fossero impuntati su quell'assurda teoria e non volessero sentire ragioni.
-Il nostro? Lasci che un ragazzo abiti con te quando stai con Tae?- ribatté Jimin con una smorfia, fissandola duramente.
-So che per voi è scioccante, ma forse vi manca il concetto di coinquilino- commentò la ragazza, difendendosi con il sarcasmo.
-Non è una cosa che si fa, non qui!- replicò ancora Jimin, come se fosse stato insultato personalmente.
-Parlerò anche coreano, ma rimango occidentale-
-Forse è questo il problema- ribatté lapidario Taehyung, fissandola scuro.
Fu come un pugno allo stomaco.
Deglutì mentre sentiva gli occhi inumidirsi. Non poteva averlo detto sul serio, pensò Vivian con il magone, cercando di trattenere le lacrime.
Le labbra le tremarono e inspirò seccamente. Il tempo sembrò dilatarsi mentre guardava le facce dei Bts. Non che le notò davvero, il suo sguardo poteva anche puntare su di loro, ma era distante.
Avrebbe voluto colpire Taehyung. Non fisicamente, anche se era molto vicina a tirargli uno schiaffo, ma voleva colpirlo allo stesso modo in cui lui aveva appena fatto.
Aveva la frase sulla punta della lingua, bastava un commento sul suo lavoro. Dopotutto non era quello che causava loro problemi?
Era un idol e perciò non aveva mai molto tempo libero. Era un idol e non potevano essere visti assieme. Era un idol e a volte passava settimane in giro per il mondo. Era un idol e non poteva dire a nessuno che uscivano insieme. Un cliente il giorno prima le aveva chiesto se aveva il ragazzo e lei aveva fatto scena muta, non sapendo come rispondere.
Fu lì lì per rinfacciarglielo. Ma non lo fece.
Era una cosa che aveva sempre saputo e aveva giurato a sé stessa che non se la sarebbe mai presa con lui per questo motivo. Forse non era stato giusto nei suoi stessi confronti, ma era stata una sua decisione.
Si morse le labbra, alzando apaticamente lo sguardo su di lui.
-Bene- mormorò prima di uscire dalla stanza senza dire altro.




Nel taxi, seduta per la prima volta dopo ore e circondata dal silenzio, Vivian rilasciò la tensione.
E scoppiò a piangere.
L'uomo alla guida la occhieggiò preoccupato, cercando ferite fisiche che non trovò. Le passò allora imbarazzato un fazzoletto di carta, ricevendo in cambio un tremulo sorriso da parte della ragazza.
Vivian continuò a singhiozzare, con le spalle che le tremavano e il fazzoletto sulla faccia a nascondere l'espressione devastata.
Non faceva altro che pensare a tutto quello che Taehyung le aveva detto e agli sguardi che le aveva rivolto e non riusciva a darsi pace per quello che era successo.
Era in uno stato di completa confusione e a quel punto non capiva più neanche come fossero finiti in quella situazione. Un momento prima andava tutto bene e poi le cose erano inspiegabilmente degenerate.
Si scostò di poco gli occhiali, tamponandosi gli occhi e prendendo dei profondi respiri.
Inutilmente, perché non appena l'immagine di Tae le comparve nella testa, ricominciò a piangere più forte di prima e soffocò i singhiozzi nel fazzoletto.
Il resto del viaggio passò come se fosse in una bolla di sapone.
Il taxi si fermò davanti al bar e l'autista le tenne la porta aperta mentre entrava, rifiutandosi poi di farla pagare. Vivian lo ringraziò confusamente svariate volte, prima di salire le scale, le gambe pesanti e le mani che tremavano sul corrimano.
Prese un tremulo respiro quando arrivò in cima, scostandosi una ciocca di capelli finita sulla guancia bagnata dalle lacrime.
Provò a far piano mentre entrava, ma la serratura, che ogni tanto si inceppava, si rifiutò di scattare e, presa da una furia improvvisa, Vivian tirò due colpi alla porta, finché questa non si sbloccò.
Seppe di aver combinato un altro casino quando vide Fabio sconvolto in mezzo al corridoio, al buio e con Vanille in braccio.
In un altro momento sarebbe certamente scoppiata a ridere, perché Vanille era praticamente aggrappata a lui, con le unghie piantate nel suo collo e gli occhi spalancati e il ragazzo la abbracciava come se fosse un cuscino.
Certo, avrebbe riso se non fosse stata in quelle condizioni e non avesse appena svegliato il ragazzo che era tornato appena qualche ora prima dalla Cina, dopo aver completato il trasloco.
Si fissarono, entrambi ammutoliti, finché un singhiozzo non sfuggì alla ragazza, che afferrò con forza due lembi del cardigan, cercando di smettere di tremare.
-Che cazzo è successo?!- esclamò d'istinto Fabio, gli occhiali storti sul naso e un'espressione a dir poco scioccata sul volto.
Quando vide la ragazza chinarsi, stringendosi le ginocchia al petto, si avvicinò velocemente, mollando Vanille a terra.
-Sei ferita?- domandò con tono ansioso, scannerizzandola.
-Abbiamo litigato- mormorò la ragazza, con la testa nascosta sulle ginocchia, perdendosi così l'espressione oltremodo allibita di Fabio, che capì subito a chi si riferisse. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma Vivian lo precedette, riprendendo a parlare intervallata dai singhiozzi.
-...si è arrabbiato perché...e io mi sono arrabbiata p-perché lui si è arrabbiato. E...e non d-doveva, giusto?-
Rialzò la testa, guardando il ragazzo con gli occhi appannati dalle lacrime. Per quel che servivano poteva anche togliersi gli occhiali.
Con un gesto stizzito, come quello della porta, li prese, scaraventandoli poi a terra con una smorfia. Se ne pentì l'attimo successivo e fissò con aria scioccata la montatura a qualche metro.
-Io...c-cosa faccio?- domandò apatica, fissando il pavimento senza vederlo realmente. Non aveva mai litigato così con qualcuno a cui teneva. Mai con Taehyung.
Taehyung era il suo ragazzo. Era? Si erano lasciati?
No, avevano litigato. Nessuno aveva parlato di rottura, vero? Cosa si supponeva facesse? Era la prima volta che...succedeva, giusto? Le coppie litigavano ma poi facevano pace.
Ma come? Dovevano parlarsi?
...no, non voleva parlare con Tae. Era così che avevano litigato. Non doveva, non poteva, non avrebbe retto un'altra litigata.
Il respiro le si fece affannoso e sentì arrivare un attacco di panico, cosa che la spaventò più del dovuto, perché era abituata ad averli solo in mezzo alla folla. Sentì la pelle gelida e il respiro le si bloccò in gola, mentre continuava a singhiozzare silenziosamente.
Sentì qualcuno tirarla su e prenderla in braccio e ci si accasciò contro, improvvisamente senza forze.
-Non provare neanche a svenirmi qui. Respira profondamente- le ordinò perentoria la voce del ragazzo, mentre la trascinava in camera sua.
-Non sto...svenendo. È un attacco di panico- biascicò lei mentre Fabio la sistemava sul letto, tenendole alzate le gambe.
-Ho una pressione che definire bassa è un eufemismo. Credimi, conosco la differenza tra svenimento e attacco di panico- la riprese lui, fissandola attentamente. Passarono qualche minuto così, con Fabio che le teneva sollevate le gambe appoggiate su una sua spalla e Vivian con gli occhi chiusi, cercando di regolarizzare il respiro.
Cosa che però non la fece smettere di singhiozzare. Non era da lei, ma proprio non riusciva a fermarsi.
-Ok, senti. Non muoverti e non svenire, torno subito- le mormorò con tono apprensivo Fabio, prima di correre fuori dalla stanza.
Vivian lo sentì trafficare in giro, ma non si sprecò più di tanto per cercare di capire cosa stesse facendo. Il ragazzo tornò dopo quelli che le parvero secondi, anche se probabilmente passò almeno qualche minuto.
Aprì gli occhi quando sentì qualcosa di bagnato sulla faccia, ritrovandosi a fissare confusamente il ragazzo, ora seduto accanto a lei.
-Che...- mormorò stranita Vivian, prima di venire interrotta da Fabio.
-Salvietta struccante- le rispose lui, continuando a passarle la salvietta sulla faccia, soprattutto intorno agli occhi  dove la matita doveva essere sbavata.
-...sai cosa sono le salviette struccanti?- domandò la ragazza sorpresa, con un singhiozzo. Ricevette in cambio un'occhiata piccata, o almeno le sembrò tale dato che era senza occhiali.
Stava per sorridergli, un sorriso tremulo certo, ma pur sempre un sorriso, quando si ricordò di una scena tra lei e Tae di qualche giorno prima. Era passato a trovarla dopo un photoshoot, ancora truccato e lei l'aveva preso in giro quando l'aveva visto con una delle sue salviette.
Trattenne in respiro per qualche secondo e cedette nuovamente, tornando a piangere.
-No no no. Ti prego, non piangere- la implorò il ragazzo e lei si sentì in colpa, perché sapeva quanto Fabio si sentisse inadeguato in situazioni come quelle, ma non riusciva proprio a fermarsi.
Il ragazzo in questione si guardò intorno agitato, prima di prendere un profondo respiro.
-Va bene lupacchiotta. Senti un pò che facciamo. Adesso ti cambi e ti metti comoda, ok?- le propose, cercando di essere incoraggiante.
Quando però vide che la sua cugina acquisita non aveva intenzione di muoversi dalla sua posizione fetale, sospirò pesantemente, cominciando a toglierle il cardigan.
Miseria ladra, quella situazione superava di gran lunga quella volta in cui lui e Alex si erano fatti una canna e...uhm, no, quella volta era stata molto più imbarazzante, in effetti.
Il ragazzo scosse la testa, prima di continuare a spogliare Vivian. Buttò distrattamente i vestiti per terra, conscio di doverli poi mettere a lavare. Mentre pensava a quanto odiasse fare la lavatrice, le infilò la sua maglietta blu di squirtle, che stava larga a lui, perciò figurarsi a Vivian, prima di arrampicarsi sul letto, tenendola stretta.
Fu dopo dieci minuti abbondanti di pianti e di suoi fallimentari tentativi di farla smettere, che decise di fare una cosa che si era ripromesso di non fare.
Mandò un messaggio di allarme ad Alex, intimandolo di chiamarlo su Skype.
Prese il portatile dal comodino e lo accese, entrando poi con il suo account e aspettando la chiamata del biondo.
Che non si fece attendere. Neanche tre minuti dopo si ritrovò a fissare il volto mezzo addormentato dell'amico.
-Che cazzo è successo?!- esclamò Alex non appena mise a fuoco la scena, ricalcando esattamente la stessa cosa che aveva urlato Fabio.
Quest'ultimo lo guardò con panico crescente, con la ragazza singhiozzante ancora rannicchiata contro di sé.
-Niente urli, dimmi solo come calmarla- sussurrò teso.
Alex, con i capelli sconvolti e una maglietta con lo scollo slabbrato indosso, fece una smorfia, strofinandosi gli occhi stanchi.
-Come faccio a calmarla se non so cos'é successo?- borbottò, guardando con ansia la cugina che non accennava ad alzare la testa dal petto dell'amico.
-...ha litigato con Taehyung- confessò Fabio dopo un attimo di esitazione. Il biondo si bloccò nell'atto di passarsi una mano tra i capelli.
-Lo ammazzo- rispose monocorde.
-E...credo anche con gli altri-
-Chi?-
domandò stralunato Alex e Fabio roteò gli occhi.
-I Bts-
-...ammazzo pure loro
- borbottò con espressione seria.
-Credimi, per quanto io sia favorevole alla cosa, al momento abbiamo una questione più urgente...-
-Perché indossa solo la tua maglietta?-
lo interruppe Alex, sgranando di colpo gli occhi.
-...che non è questa. Alex! Concentrati- lo riprese l'altro, sibilandogli contro e facendo un cenno verso la ragazza. -Oh, ma vaffanculo và! Mi chiami nel bel mezzo della notte e mi ritrovo te e Vivian sul letto e lei indossa solo una tua maglietta. E poi tu mi dici che lei e Taehyung hanno litigato- borbottò offeso Alex, strofinandosi i capelli e mettendo su il broncio.
-Ma sei serio?- chiese Fabio, sospirando esasperato, non credendo all'idiozia del biondo.
-Sì, cioé no. Ehi, mi sono appena svegliato!- protestò questo, arricciando il naso e fissandolo come se fosse tutta colpa sua. Cosa in effetti vera, ma aveva delle attenuanti, tipo sua cugina in una (letteralmente) valle di lacrime.
-Allora tirati due sberle e rinsavisci!-
Alex annuì, grattandosi poi pensieroso una guancia, lanciandogli comunque un'occhiata perplessa.
-...però sul serio, perché ha la tua maglietta addosso?- domandò, facendo emettere a Fabio un grugnito di disperazione.
-Argh! È così che si fa, no? È qualcosa di confortante- replicò, agitando l'unica mano libera. L'altra circondava in busto di Vivian in una pallida imitazione di abbraccio.
-...e questa dove l'hai sentita?- borbottò scettico il biondo, inarcando un sopracciglio.
-...un documentario sugli orsi- rispose con aria imbarazzata Fabio.
-Oh senti, sempre mammiferi sono!- sbottò, dopo che Alex ebbe scosso la testa con rassegnazione.
-Sì, vabbeh. Passiamo alle cose importanti- lo ignorò il biondo, lanciando un'occhiata alla cugina e facendo finta di non sentire il "e io che ho detto?" dell'amico.
-Lupacchiotta, ehi, sono Alex- continuò, assumendo un tono che voleva essere rassicurante.
I singhiozzi si interruppero e Fabio era già pronto a gridare al miracolo santificando Alex, quando la ragazza si voltò verso di loro con occhi lacrimosi.
-L'avevo capito, gemelli Weasley dei poveri- borbottò, asciugandosi una guancia con una mano.
I due ragazzi si guardarono, capendo che entrambi avevano pronta una battuta, probabilmente la stessa. Si trattennero, sapendo che c'erano dei momenti in cui dovevano essere seri e responsabili.
-Abbracciala- suggerì Alex a bassa voce.
-Ma...-
-Poche storie
- lo interruppe il biondo, guardandolo perentorio. -Non sono lì perciò devi fare le mie veci. Io sono quello che coccola. Ok, ora accarezzale la schiena con movimenti circolatori cercando di sembrare rassicurante-
-Perfetto
- annuì il biondo, guardando l'amico seguire i suoi ordini. Sapeva che stare così vicino alle persone gli costava un certo sforzo, soprattutto quando queste invadevano il suo spazio personale. Tollerava gli abbracci solo con le persone che conosceva bene.
-Ora lupacchiotta, raccontaci tutto-



 

********************



 

Si sentiva una merda. Ecco, l'aveva detto senza troppi fronzoli.
Vivian aprì cautamente gli occhi, sapendo che dovevano essere gonfi e arrossati. Aveva pianto parecchio, a intervalli irregolari e poi era piombata in un sonno che l'aveva fatta svegliare ancora più stanca di prima.
Almeno non aveva avuto incubi, la realtà le bastava.
Scoprì con sorpresa che era sola nel letto. Fabio, prima di alzarsi, l'aveva arrotolata nella coperta come un involtino. Sentiva un gran caldo e si alzò velocemente in piedi, rischiando di ricadere sul letto per un giramento di testa.
Era strano che non avesse sentito il ragazzo alzarsi, aveva sempre avuto il sonno leggero e, per quanto Fabio fosse silenzioso, era abituata a sentire Vanille.
Sì, stava pensando a cose inutili per evitare di pensare a Taehyung.
...piano a quanto pare fallimentare.
Sospirò, in attesa delle lacrime che però non vennero. Si chiese se fosse una cosa positiva che avesse finito le lacrime. Probabilmente no.
Si rialzò, cauta, muovendo qualche passo incerto prima di avviarsi verso la cucina.
Si rese conto che indossava ancora la maglietta di Fabio e questo la confortò in modo illogico.
Entrando nel piccolo soggiorno, vide il ragazzo accasciato sul divano, in mano la sua tazza personale e Vanille sdraiata accanto a lui.
Si accorse di lei quando il gatto drizzò le orecchie, mettendosi poi a sedere in un sol movimento.
-Ehi- le mormorò piano, poggiando la tazza sul tavolino ma rimanendo seduto.
Vivian lo fissò silenziosa per qualche secondo, prima di avvicinarsi a testa bassa e buttarsi sul divano accanto a lui. Lo sentì sospirare e una mano le si poggiò sulla testa, facendole i grattini come se fosse un gatto.
-Non ti ho sentito alzarti- borbottò la ragazza, muovendosi un pò alla ricerca di una posizione comoda. Per come erano messi in due ci stavano stretti, eppure con Taehyung...no, stop, riavvolgi il nastro. Il divano era comodissimo.
-Dovresti mangiare qualcosa- suggerì Fabio.
-Ho la nausea- replicò con una smorfia lei. Lo sentì nuovamente sospirare e si sentì un pò in colpa. Tra una cosa e l'altra aveva dormito meno di lei e l'aveva inconsapevolmente cacciato in mezzo a quel casino.
-Proprio per questo ti ho preparato dei biscotti secchi-
Vivian alzò stupita la testa, fissandolo ad occhi sgranati. Il ragazzo aveva delle borse leggere sotto gli occhi e i capelli erano sparati in tutte le direzioni. Un ciuffo leggermente più lungo degli altri aveva u  principio di boccolo e lei lo fissò affascinata.
-A che ora ti sei svegliato?- chiese sospettosa, stringendo gli occhi in due fessure.
-Svegliato?- ripeté Fabio, con un ghigno nascosto.
Oh, per l'amor del cielo! Non era mica stato sveglio tutta la notte, vero? Pensò a che ora si era addormentata. Dovevano essere le tre, di sicuro non erano arrivati alle quattro del mattino. O sì? I suoi ricordi erano un pò confusi.
-Mi dispiace- mormorò con una smorfia colpevole sul volto.
Il ragazzo alzò le spalle, fissandola sereno.
-Di che? Dopo una certa ora è meglio se non mi metto a dormire, mi sveglierei solo più rincoglionito-
Stettero un pò così, in silenzio, con Vanille appoggiata sul bracciolo che ogni tanto faceva le fusa. Vivian cercò di non pensare a niente, anche se era parecchio difficile dato che la sua mente continuava a tornare alla sera prima.
Le balenò il pensiero che Tae l'avesse chiamata e fu lì lì per alzarsi per controllare il cellulare, quando si accorse che non voleva sentirlo, non in quel momento. Sapeva di essere ancora arrabbiata e non voleva dirgli cose di cui si sarebbe sicuramente pentita.
Era, stranamente, lucida abbastanza per capire che era ancora innamorata di lui. Di certo il suo non era un sentimento che poteva svanire con un litigio. Però Tae aveva detto delle cose che l'avevano ferita ed era sicura come la morte che non voleva stare con una persona che aveva quei dubbi su di lei.
-Che ore sono?- chiese, cercando di uscire da quel buco nero che erano i suoi pensieri.
-Quasi le undici- rispose Fabio dopo aver trafficato un pò per raggiungere il telefono sul tavolino.
-Allora forse dovrei davvero mangiare qualcosa- si arrese la ragazza. Sarebbe anche dovuta scendere a controllare il bar. Quello era il penultimo giorno in cui ci avrebbe lavorato e voleva essere certa che tutto filasse liscio. In più aveva il turno di pomeriggio proprio con Fabio e doveva fargli vedere un pò di cose.
-Prima però fatti una doccia- le suggerì il ragazzo, scompigliandole dolcemente i capelli mentre si alzava.
Era quasi arrivata sulla porta del bagno quando lo sentì aggiungere. -Ti ho lasciato un impacco per gli occhi sul ripiano del lavandino-
Fece un piccolo, microscopico sorriso, sentendo il viso tirare e sbuffò, portandosi le mani sulle guance e specchiandosi.
Che aspetto orribile.
I suoi occhi erano più gonfi di quanto avesse pensato e, tolti gli occhiali, si passò subito l'impacco alla camomilla. I capelli erano un disastro, gonfi da una parte e appiccicati al viso dall'altra, con la frangia fradicia di sudore. Oltre a quello aveva le labbra screpolate e l'abbronzatura era sparita, lasciando il posto a un pallore che non ricordava di aver mai avuto.
Si spogliò distrattamente, avendo cura solo della maglietta di Fabio, e si buttò in doccia. Non seppe di preciso quanto rimase sotto il getto. Continuava a passare dall'acqua calda a quella fredda, per evitare di svenire per il calore.
Quando le sembrò di stare un pò meglio uscì, asciugandosi con un asciugamano, prima di avvolgerlo tra i capelli. Si vestì con il cambio che si era portata dietro e tornò in salotto, dove Fabio era seduto al tavolo della cucina.
Quando la vide inarcò un sopracciglio, squadrandola ben bene.
-Almeno non sembra più che ti abbiano punto negli occhi- commentò vagamente sarcastico.
Vivian sbuffò un accenno di risata, sedendosi e cominciando a mangiare quello che le aveva preparato. Aveva fame ma allo stesso tempo non voleva mangiare. Era quasi la stessa sensazione che aveva prima di dover affrontare un esame.
Mangiarono in silenzio, con Fabio che ogni tanto trafficava con il cellulare. La ragazza era praticamente certa che stesse messaggiando con Alex circa le sue condizioni e non seppe se esserne irritata o confortata. Quei due a volte erano davvero prevedibili.
Si diede un'asciugata veloce ai capelli, lasciandoli sciolti e con le punte ancora umide. Uscendo di casa occhieggiò il ragazzo, che pareva nettamente più sveglio di prima. Almeno ora i capelli non sembravano più un esperimento finito male con la presa elettrica.
-Se ti crescono ancora un pò potrai legarli in un codino- riuscì quasi a scherzare mentre scendevano le scale.
Fabio sbuffò dietro di lei, palesemente divertito.
-Sarei ridicolo, credimi-
Raggiunta la base delle scale, si diede un'occhiata intorno. Il sabato a quell'ora non c'era mai troppa gente e oggi non faceva eccezione. Contava una decina di persone più, a sorpresa, la banda in un angolo.
Strano, perché quella mattina erano di turno Hyerin e Soo-Min. Sinceramente non aveva neanche troppa voglia di vedere l'amica. C'erano state delle incomprensioni e, per quanto a Vivian premesse parlarle, quel giorno non se la sentiva proprio. Fosse stato per lei avrebbe azionato il muto su tutte le persone. Non voleva fingere di stare bene e sorridere educatamente ai clienti.
Purtroppo per lei Hyerin la pensava diversamente.
Non appena la vide, era dietro la teca a sistemare dei dolci, mise su un'espressione accigliata, che si tramutò in pura rabbia quando vide Fabio dietro di sé.
Vivian inspirò lentamente, chiudendo gli occhi. Quando li riaprì, l'amica si stava avvicinando con passo marziale, Soo-Min bloccata in mezzo al locale con il vassoio in mano e la banda in un angolo che li fissava allarmati.
Fu lo sguardo di Myung-Dae, preoccupato come mai l'aveva visto, a mettere in allarme Vivian.
-Hai davvero litigato con Taehyung?!- esclamò Hyerin con tono concitato, non facendo caso al tono di voce.
Vivian si bloccò, una mano ancora appoggiata al corrimano. Ebbe a malapena il tempo di sbattere confusa gli occhi che l'altra si volto verso Fabio, stringendo gli occhi in due fessure.
-È tutta colpa tua!- urlò nuovamente, con le guance arrossate.
Il ragazzo inspirò irritato, passandosi una mano sulla fronte.
-Potresti non urlare? È fastidioso- borbottò seccato, raccogliendo per la prima volta una provocazione. A quanto pare la mancanza di sonno faceva emergere il suo lato più istintivo.
-Hyerin, calmati- provò a placarla Vivian vedendo che l'altra stava per ribattere. Inoltre i clienti più vicini cominciavano ad accorgersi che qualcosa non andava.
L'amica sgranò gli occhi, come fosse stupita del suo tono sereno.
-Ti rendi conto almeno di cosa hai fatto?- disse, incrociando le braccia al petto, inarcando un sopracciglio.
-Io?- replicò Vivian allibita, non credendo alle sue orecchie. -Sai almeno come sono andate le cose?-
-Jimin mi ha chiamato stamattina e mi ha detto tutto- rispose a colpo sicuro l'altra, con l'espressione di chi sa chiaramente di aver vinto.
-Ah beh, allora siamo a posto- commentò caustico Fabio con una smorfia.
Hyerin si voltò di scatto verso di lui, soffiandogli contro come un gatto.
-Tu stanne fuori, sto parlando con la mia amica!-
-Dato che accusi me ho tutto il diritto di intervenire. E non ci stai parlando, stai semplicemente vomitando accuse assurde- ribatté Fabio, cominciando a irritarsi. Non aveva mai raccolto le sue provocazioni, ma quello era un giorno decisamente no, soprattutto per Vivian, fin troppo stanca mentalmente per sopportare un altro litigio.
-Sei uno stronzo, non capisco come Vivian non se ne accorga- commentò la ragazza con una smorfia di disprezzo.
-Hyerin!- esclamò Vivian, basita da ciò che aveva detto. Era sempre stata una persona impulsiva, ma non era mai arrivata a insultare così qualcuno.
-Cosa? Non vedi cosa ha fatto? Ha messo te e Taehyung contro!- si difese Hyerin, voltandosi indignata a fissare la ragazza. Un paio di clienti stavano ora ascoltando senza troppi problemi la discussione. Non che potessero farci niente, dati i toni.
-Questa sta vaneggiando- borbottò Fabio incredulo, scuotendo la testa.
-Ma che diamine avete tutti?!- esplose Vivian, sentendosi rivolgere le stesse accuse dei ragazzi. Vide con la coda nell'occhio i ragazzi della banda alzarsi preoccupati, mentre Soo-Min batteva furiosamente alla cassa, occhieggiandoli allarmata.
-Hai rotto le scatole dal primo momento che l'hai conosciuto e non ho detto niente, ma ora basta! Quale diamine è il tuo problema?- urlò ancora, quasi non riconoscendosi. Sembrava quasi che si fossero messi tutti d'accordo per farla incazzare definitivamente, cosa per niente facile con il carattere che si ritrovava. Si passò stancamente una mano sugli occhi, sempre più convinta che quella mattina non avrebbe dovuto alzarsi.
-Ora non accusare me! Sei te che ti comporti come una...insomma, ti pare il modo?- disse Hyerin, sembrando sorpresa che se la stesse prendendo con lei.
-Il modo cosa? Posso parlargli? O tirargli amichevolmente una pacca sul braccio?- ribatté Vivian, grondando sarcasmo.
L'altra sbuffò irritata, gesticolando.
-Come se fosse questo il problema! Sembri dimenticarti che hai un ragazzo!- ribatté, proprio quando i ragazzi arrivarono dietro di lei, lanciandole occhiate allibite.
 Vivian inspirò bruscamente, presa alla sprovvista. Non voleva pensare a Taehyung, voleva solo passare quella giornata in silenzio, senza che nessuno desse la propria opinione. Non voleva consigli o essere ascoltata, voleva solo essere lasciata in pace.
-Come cazzo ti permetti?!- sbottò, non riuscendo ad arginare la rabbia. Non doveva essere la sua migliore amica? Perché sembrava che avesse deciso di stare dalla parte di Taehyung senza sentire la sua versione.
-Dico solo quello che vedo. Tutti quei sorrisini complici, gli abbracci. Con un comportamento del genere non dovresti nemmeno chiedere perché Taehyung abbia pensato male- spiegò Hyerin, cercando di essere ragionevole. Soo-Min, che si era aggiunta al gruppetto, sgranò gli occhi, guardandola sconcertata.
-Pensato male?- sibilò pericolosamente Vivian. Fabio la occhieggiò rigido, pronto a bloccarla nel caso si fosse lanciata verso Hyerin. Anche Myung-Dae dovette pensarlo, perché si spostò più vicino a Hyerin, pronto a bloccare anche lei, nel caso si fosse arrivato allo scontro. Dong-Sun era una statua di sale, sembrava che gli avessero tirato un pugno in faccia. Fissava la ragazza come se non credesse a quello che stava vedendo. O sentendo.
-È un amico, anzi, è di famiglia. Lo conosco da anni e nessuno ci ha mai accusato di qualcosa. Mi comporto esattamente come faccio con Alex!- strillò allibita Vivian, ripetendo quella storia che stava ormai diventando assurda.
-Ah, è così che fa? Passa da un cugino all'altro? Immagino abbia trovato la famiglia ideale allora- replicò velenosa Hyerin, per la prima volta volutamente cattiva.
Si sentirono dei sussulti e l'atmosfera passò da rovente a ghiacciata in un attimo.
-Come prego?- disse Vivian con voce d'acciaio. Al suo fianco, Fabio le afferrò delicatamente un braccio.
-Lascia perdere- le sussurrò, scuotendo la testa.
-Immagino che essere gay in questo caso sia un vantaggio, no?-
Solo quando l'ebbe detto sembrò rendersi conto di ciò che aveva fatto. Intorno a loro calò un silenzio di tomba, rotto soltanto dai mormorii dei clienti rimasti. Hyerin si morse con forza un labbro, lanciando un'occhiata pentita a Fabio, che però non stava guardando lei.
Prima che potesse dire qualcosa per scusarsi, si fece inaspettatamente avanti Dong-Sun, che la guardò con sguardo fiammeggiante.
-Non ne avevi alcun diritto!- esclamò, con un tono che non aveva mai usato con lei, neanche quando fingevano di non sopportarsi.
Hyerin sgranò gli occhi, sentendo la rabbia tornare.
-Non c'entra niente con te, non intrometterti-
-Sì che c'entra! Il mio...-Due mani gli bloccarono la testa, in procinto di voltarsi verso Young-Nam, che fissava l'intera scena con Myung-Dae al suo fianco, entrambi pallidi.
Fabio guardò Dong-Sun con sguardo ammonitore, mentre toglieva le mani.
-Non dire altro- gli suggerì e l'altro ragazzo chiuse la bocca di scatto, imbarazzato, rendendosi conto di ciò che stava per rivelare.
-Fuori- sussurrò nel silenzio Vivian, gelida come mai in vita sua. Era arrivata a un livello tale di rabbia che si era trasformata in un vuoto gelido. Non riusciva neanche a urlare da quanto era arrabbiata.
La fissarono tutti smarriti, non capendo a cosa si riferisse.
Vivian guardò Hyerin, inchiodandola con lo sguardo.
-Ho detto fuori- ripeté e l'altra sgranò gli occhi, consapevole.
-Io non...Vivian, davvero...- farfugliò Hyerin, con le labbra che tremavano.
-Non mi interessa- la interruppe Vivian. -Mi hai dato della poco di buono, hai insultato velatamente la mia famiglia e hai urlato ai quattro venti una cosa estremamente privata. Vattene. Non voglio né vederti né sentirti-
Dong-Sun fece un passo avanti, sconcertato, ma venne frenato dai suoi amici, che lo tirarono indietro. Soo-Min si torturava le mani con le lacrime agli occhi e Fabio scrutava fisso Vivian, che non guardò nessuno, limitandosi a fissare rigida il bancone.
Nel completo silenzio, Hyerin lasciò il locale.
Il resto della giornata passò con un senso di intorpidimento generale.
Quella sera Vivian provò a chiamare Jimin. Dava libero, ma non rispose nessuno. Provò la stessa cosa con Jungkook e Hoseok, ma il risultato fu lo stesso. Provò con dei messaggi, ma nessuno rispose, non furono neanche visualizzati.
Fu così per i successivi tre giorni.



 

********************



 

Non c'erano molte cose al mondo che potessero far arrabbiare davvero Fabio. Certo, alcuni comportamenti lo irritavano da morire, ma più che esserne arrabbiato, ne era seccato.
Era stato così fin dall'adolescenza e, dopo anni, poteva tranquillamente affermare che dell'opinione altrui non gliene fregasse più di tanto. Sapeva di avere un sacco di difetti, ma era dell'idea che l'educazione contasse più di tutto il resto.
Solo per questo motivo aveva sopportato quell'assurda situazione.
All'inizio era stato anche divertente. Non gli era ben chiaro perché l'avessero preso così di mira, Hyerin in primis, ma non era stato un problema ignorare le frecciatine. Rispondere con sarcasmo poi, era facile come respirare.
Ma quello...oh, l'unica cosa che riusciva a far davvero incazzare il ragazzo, era quando colpivano le persone a cui voleva bene. E non ne aveva molte, quindi era assai raro che perdesse il controllo.
La lista a dire il vero si riduceva a due soli nomi, Alex e Vivian. C'era anche il resto dei De Luca, ma erano più un contorno, anche se comunque li considerava la sua famiglia più di quanto non facesse con i suoi genitori.
In parte si sentiva maledettamente in colpa, anche se era abbastanza lucido da capire che né lui né Vivian avevano fatto qualcosa di sbagliato. Si erano comportati come loro solito, non pensando che gli altri avrebbero potuto fraintendere.
Non poteva pretendere di risolvere quella situazione, riconosceva che non spettava a lui, però poteva far due chiacchiere con i Bts. Non tanto per difendere sé stesso, quanto per dare una spintarella all'orgoglio di quei ragazzi. Che poi quello di ignorare una persona era un gesto maledettamente infantile. Ma perché la gente non parlava e basta?
Sospirò esasperato, passandosi stancamente una mano nei capelli, aspettando che Young-Nam uscisse dal bar. Aveva avuto il turno con Soo-Min quella mattina e, con una scusa ben congeniata, aveva detto a Vivian che quella sera aveva un appuntamento con un suo vecchio amico coreano.
Proprio per quel motivo si teneva un pò in disparte, cercando di non farsi notare dalla vetrina del bar.
Se Vivian avesse scoperto cosa aveva intenzione di fare, non era certo di come l'avrebbe presa. In quei giorni era, giustamente, un pò instabile. Bastava vedere l’enorme vaso pieno di garofani gialli che aveva piantato due giorni prima. Fabio non aveva esattamente un buon pollice verde, ma la sua connessione internet, per contro, era parecchio veloce.
Quando Young-Nam uscì, Fabio ebbe un attimo di esitazione. Deglutì a vuoto mentre l'osservava, chiedendosi perché il karma dovesse essere un miserabile bastardo.
Sapeva di essersi preso una cotta nel momento esatto in cui l'aveva visto per la prima volta al bar, quasi due settimane prima. Dapprima non ci aveva dato troppo peso. Gli succedeva abbastanza spesso di rimanere colpito da qualcuno, ma poi tutti lo deludevano inevitabilmente.
Chiaramente, proprio quando non era il caso di innamorarsi, Young-Nam si rivelava la persona perfetta per lui.
Fece una smorfia, scuotendo la testa per liberarsi di quei pensieri e lo chiamò piano.
Il ragazzo si voltò sorpreso verso di lui, con una mano tra i capelli a scoprirgli la fronte e Fabio si impose di non sembrare un idiota. Grazie al cielo quando voleva sapeva essere impenetrabile, anche se finiva comunque sempre per fare figure becere davanti alle persone che gli piacevano. Con il tempo aveva imparato a riderci su.
-Gege?- domandò l'altro, in tono interrogativo.
-Ehi- rispose lui con un mezzo sorriso, facendogli poi gesto di avvicinarsi.
Young-Nam sbatté piano gli occhi, lanciando un'occhiata veloce all'interno del bar per poi tornare su di lui. Era bravo, pensò il più grande, ma lui giocava a questo gioco da più tempo e riusciva a scorgere la leggera preoccupazione che tentava di nascondere.
-Niente drammi, mi serve solo un'informazione- lo rassicurò quando gli fu di fronte.
Young-Nam si rilassò e lo fissò curioso, facendogli un cenno.
-Mi serve l'indirizzo del dormitorio dei Bts-
-Mi pareva avessi detto niente drammi- replicò il più piccolo con una smorfia, fissandolo ad occhi sgranati.
Fabio si impose di non annullare le distanze e sbatterlo al muro ma, oh, ci doveva essere una legge che vietava di essere così carini.
-Non ho mica intenzione di ucciderli- si difese scherzando.
-Mentalmente o emotivamente?- domandò Young-Nam, rispondendo tuttavia al sogghigno che Fabio gli lanciò.
-Ouch, beccato. Tranquillo, tendo ad essere educato anche quando sono incazzato, è il mio difetto fatale- si prese in giro il più grande, appoggiandosi con una spalla al muro.
Ora che nessuno lo obbligava più a indossare camicie, poteva fare decisamente meno attenzione a come si muoveva.
-Credo tu abbia frainteso. Non stavo cercando di fermarti-
La replica del ragazzo lo sorprese e Fabio lo guardò interdetto. Manteneva un'espressione rilassata ma i suoi occhi erano mortalmente seri.
-Pensavo che tu e Yoongi foste amici- commentò perplesso, avendo notato come i due chiacchierassero facilmente.
-Già. Forse è per questo che sono arrabbiato- confessò il più piccolo con una smorfia, roteando gli occhi.
-O forse perché sono abbastanza obiettivo da riconoscere un comportamento di merda-
Il più grande inspirò bruscamente sentendolo usare un tono così colorito. Non che lui fosse un santo, anzi, quando voleva sapeva essere piuttosto scurrile, ma era strano vedere Young-Nam così.
-Bene, allora gli farò il culo...emotivamente parlando- ribatté, amiccando verso il ragazzo, che ridacchiò divertito.
Prese il cellulare, in attesa che gli desse indicazioni, ma si sorprese quando lo vide scuotere la testa.
-Ti accompagno-
Ok, non che non gli facesse piacere, anche se era masochista da parte sua passare del tempo da solo con qualcuno che non poteva avere.
-Non...ti preoccupare. Prendo un taxi-
Young-Nam scosse divertito la testa.
-Non serve, ci mettiamo mezz'ora a piedi- replicò, incamminandosi lentamente, grattandosi il retro del collo.
Fabio lo raggiunse in pochi passi, essendo più alto di lui anche se di poco.
-Sicuro?- domandò per conferma, dubbioso. -Hai lavorato tutto il pomeriggio, immagino vorrai andare a casa-
Doveva essere stanco e sapeva che domattina aveva gli allenamenti di atletica.
-Gege, non sai neanche dove abito. Il dormitorio potrebbe essere nello stesso quartiere di casa mia- ridacchiò divertito Young-Nam.
Quando non ricevette risposta, si girò verso il più grande, trovandolo con gli occhi puntati verso di lui.
-Che c'è?- borbottò mentre un velo di rossore andava a ricoprirgli le guance.
-...niente- rispose con un mezzo sorriso Fabio, tornando a guardare davanti a sé.
-Ho fatto un commento sul sorriso di Yoongi, ma immagino che in questo caso sarebbe inopportuno e basta-
Il più grande poté sentire materialmente la confusione del ragazzo, ma si limitò a sorridere sibillino, non aggiungendo altro. Sapeva di essere imbarazzante, ma checché ne dicesse Vivian, sapeva anche quando fermarsi.
Stettero in silenzio per quasi dieci minuti, ma non fu imbarazzante. Nessuno dei due amava le chiacchiere inutili o di cortesia e preferivano di gran lunga stare in silenzio.
-Perché hai chiesto a me?- chiese a un certo punto Young-Nam, fermi a un incrocio, aspettando che scattasse il verde.
Fabio gli lanciò una breve occhiata, decidendo che meno lo guardava, più la sua sanità mentale ci avrebbe guadagnato.
-E a chi avrei dovuto chiedere? Hyerin?- scherzò, facendo una smorfia quando nominò il nome della ragazza.
-E se non avessi saputo l'indirizzo?- chiese ancora l'altro mentre attraversavano la strada.
-Oh beh, suppongo che in quel caso mi sarei appostato davanti alla BigHit-
Poi, con lo sguardo incredulo di Young-Nam addosso, aggiunse sorridendo maleficamente. -Possono ignorare le chiamate, ma se mi metto a urlare a squarciagola i loro nomi, scommetti che mi ascoltano?-
-Gege, sei pazzo- commentò il ragazzo come se fosse un dato di fatto. Fabio inclinò la testa di lato, sorridendo ferino.
-Aigoo, continuate a dirmelo, ma cosa vi fa credere che per me sia un problema?-
Young-Nam lo fissò intensamente, come se lo stesse studiando.
-...non te ne importa proprio niente del parere della gente, vero?- disse sbattendo piano gli occhi, un sorriso appena accennato sul volto.
Era chiaramente una domanda retorica, ma Fabio rispose comunque, scrollando le spalle come se fosse una cosa ovvia.
-Dovrebbe? Credo che finché uno si comporta con educazione e non fa del male a nessuno, abbia tutto il diritto di essere chi vuole-
-Peccato che la società la pensi diversamente- ribatté l'altro sottovoce, prima di sbuffare e mettersi le mani in tasca.
Oh, dannazione. Come erano passati da Quello a Questo? Sapeva esattamente a cosa si riferiva, ma non era preparato mentalmente a un discorso del genere. Non tanto per lui, quanto al fatto che Young-Nam non era ancora pronto. Dato che non l'aveva detto nemmeno ai suoi genitori, fare coming out con il resto del mondo non era neanche pensabile.
Non che lui avrebbe dovuto sapere tutte quelle cose. Vivian non era troppo attenta quando parlava con lui, perciò si era lasciata sfuggire alcuni commenti. Per tutto il resto ci aveva pensato il suo spirito di osservazione.
E chiaramente, Young-Nam doveva aver capito che sapeva, ma non avendolo detto apertamente, non si azzardava a fare commenti. Per lui non era stato così complicato, il suo coming out era stato quasi una barzelletta.
-Considerato che la società è composta dalle persone, dubito fortemente che gli andrà mai bene qualcosa- replicò con sarcasmo, seguendo il ragazzo che aveva repentinamente svoltato verso una stradina laterale.
-Gege...- cominciò il più piccolo, bloccandosi e e mettendosi nervosamente le labbra.
-Mh?- Fabio fece un cenno della testa, incoraggiandolo a parlare. Lo vide mentre gli lanciava un'occhiata da sotto in su e l'angolatura fece sembrare i suoi occhi ancora più felini.
Erano una delle prime cose che gli erano piaciute di lui. Quelli e la forma delle labbra, con gli angoli perennemente alzati in una smorfia beffarda anche quando non faceva nulla di particolare.
-...grazie per l'altro giorno- mormorò il più piccolo, arricciando il naso imbarazzato. Al suo sguardo interrogativo alzò gli occhi al cielo, sembrando a metà tra il divertito e l'esasperato.
-Per aver fermato Sun. Non l'avrebbe fatto apposta, ma si fa sfuggire un sacco di cose quando si arrabbia- precisò, sospirando rassegnato pensando all'amico.
-Ah- fu la brillante replica di Fabio, che si morse pensieroso l'interno di una guancia. E questa era la chiara prova che Young-Nam sapeva che lui sapeva, ed era riuscito a ringraziarlo senza dirne ad alta voce il motivo.
-Sei un serpeverde, vero?- domandò di colpo, schivando abilmente i ringraziamenti. Si imbarazzava sempre quando qualcuno lo ringraziava.
Il ragazzo al suo fianco gli lanciò un'occhiata furba e ghignò. Oh, era chiaramente un serpeverde.
-Lo sei anche tu, no?- ribatté, rispondendo implicitamente alla domanda.
Chiunque altro, a quel cambio repentino di argomento, l'avrebbe quantomeno fissato male, ma Young-Nam non solo non pareva sorpreso, lo assecondava pure.
-Beh, sì. Anche se non ci crede mai nessuno- rispose con un'alzata di spalle, quasi divertito dal fatto che le persone si sorprendessero sempre.
-È perché a primo impatto sembri un grifondoro- rivelò l'altro, ridendo della sua smorfia inorridita.
-Piano con gli insulti- scherzò Fabio, arrivando quasi a tirargli una pacca sulla testa. Quasi, perché si ricordò in tempo che dopotutto non erano così in confidenza.
-È sicuramente colpa della cattiva influenza di Alex- aggiunse, con un sospiro di finta rassegnazione al pensiero dell'amico.
-Certo- lo prese in giro l'altro e Fabio gli sorrise, felice del fatto che si sentisse abbastanza a suo agio con lui da prenderlo in giro.
-Siamo arrivati- disse dopo qualche minuto Young-Nam, indicandogli una palazzina alla loro sinistra.
Fabio sospirò, tornando immediatamente serio, avvicinandosi al portone di ingresso.
-Grazie per avermi accompagnato- disse una volta che l'altro gli ebbe dato il codice d'accesso. Era un pò sorpreso che ce l'avesse, aveva immaginato di suonare al citofono finché non gli avessero aperto. Ma Young-Nam gli aveva spiegato che Yoongi gliel'aveva dato per non farlo aspettare fuori un giorno che si dovevano vedere.
Con un'ultima occhiata al ragazzo, che lo fissava dalla strada con una smorfia preoccupata sul volto, entrò nell'ascensore e le porte gli si chiusero davanti.
Si appoggiò stancamente su una parete della cabina, pensando a un piano di azione. Era abbastanza bravo a improvvisare, ma preferiva decidere prima una linea d'azione generale.
Tuttavia, quando le porte dell'ascensore si riaprirono, non aveva ancora deciso se continuare a essere educato o essere educatamente maleducato.
Prese un respiro profondo, suonando il campanello, sapendo di trovarli in casa. Quel pomeriggio aveva girato fansite alla ricerca delle loro schedule ed era stato un lavoraccio. Ragazzi, la gente era matta.
La porta si aprì e si ritrovò faccia a faccia con Jin.
Beh, gli era andata bene, pensò ironicamente. Il più grande gli era sempre sembrato uno dei più tranquilli.
-Cosa...ci fai qui?- domandò Jin dopo un attimo di esitazione. Lo osservava con aria totalmente sorpresa, una mano ancora sulla maniglia. Fabio si sporse leggermente verso di lui, sentendo dei rumori provenire da quello che doveva essere il salotto.
-Sentivo l'impellente bisogni di dirvi a voce quanto siete idioti- rispose acidamente il più grande, prendendo subito dopo un respiro profondo. Ok, forse era meglio aspettare di essere in casa prima di insultarli.
-Mi fai entrare?- aggiunse, ricevendo in cambio un'occhiata scettica.
A sorpresa, Jin fece una smorfia, abbassando gli occhi e spostandosi dalla porta, facendogli un lieve cenno con la testa.
Fabio lo fissò interdetto, non pensando che sarebbe stato così semplice. Suppose che se ci fosse stato uno dei ragazzi più rumorosi, la cosa sarebbe stata più lunga.
Lo superò, togliendosi le scarpe e procedendo sul chi vive verso i rumori. Come previsto, si ritrovò in salotto, con quattro dei Bts presenti. Taehyung e Jungkook erano semidistesi sul divano, guardando gli altri due, Hoseok e Jimin, giocare a un videogame.
Si voltarono verso di lui senza troppe aspettative, probabilmente pensando che fosse Jin, il quale effettivamente era appena dietro di lui.
Le reazioni, quando lo riconobbero, furono istantanee.
Hoseok lanciò un urlo di sorpresa, cosa che fece arricciare il naso a Fabio, perché diamine, il ragazzo aveva dei bei polmoni. Jimin fece quasi cadere il joystick, salvandolo in tempo ma quasi inciampando nei suoi stessi piedi.
Jungkook gelò, fissandolo ad occhi sgranati come una lepre abbagliata dai fari.
E Taehyung si alzò di scatto, quasi facendo cadere il più piccolo, puntando lo sguardo su di lui.
Si sentì una porta sbattuta violentemente e un rumore di passi veloci, prima che Namjoon irrompesse nella stanza, probabilmente allarmato dall'urlo di Hoseok. Lo seguiva Yoongi, con l'espressione assonnata che si tramutò in calcolatoria non appena vide il nuovo venuto.
-Perché l'hai fatto entrare?- domandò Jimin che pareva essersi ripreso dalla sorpresa, lanciando uno sguardo accusatore verso il più grande.
Questo incrociò le braccia al petto, fulminandolo con lo sguardo.
Quella reazione stupì Fabio. Da quanto aveva visto e da quello che le aveva detto Vivian, di solito era un tipo abbastanza pacifico e che tollerava piuttosto bene il mancato uso dell'onorifico.
-È venuto fin qui per parlare. Credo non ci sia nulla di male se vuole dare la sua versione, soprattutto considerando il fatto che non gli abbiamo dato la possibilità di difendersi- spiegò con tono fermo.
Una strisciante sensazione di disagio colpì i presenti, compreso Fabio, che si ritrovò a lanciare uno sguardo ammirato a Jin.
Doveva essere come lui una di quelle persone che non si arrabbiavano mai, ma quando lo faceva era meglio ascoltarlo.
-Io...non ho niente da dirti- mormorò Taehyung, stringendo le labbra in una smorfia.
Fabio riuscì a scorgere la tristezza e la vergogna dietro quel suo comportamento e capì che probabilmente il ragazzo aveva cominciato ad analizzare logicamente la situazione. Il che doveva aver chiaramente portato a capire quanto fossero state assurde le sue accuse.
Si sarebbe dovuto sentire dispiaciuto per lui? Forse un pò, perché non gli era sembrato una cattiva persona, anche se l'aveva decisamente conosciuto nel suo momento peggiore.
Però lui non aveva il problema dello schierarsi. Loro non erano amici e la sua lealtà andava solo a Vivian.
-Perfetto, perché non voglio parlare con te- replicò, meno astioso di quanto avesse programmato in precedenza. Colpirlo sarebbe stato il colpo di grazia e lui non era mai stato uno che sparava sulla Croce rossa.
Taehyung sbatté gli occhi perplesso, non capendo.
-Ma hai detto...-
-Che devo parlare, sì. Ma con loro- lo interruppe lui, facendo una vago cenno con la mano agli altri ragazzi, che sembrarono stupiti.
Beh, quasi tutti. Vide Yoongi fissarlo consapevole e sospirò internamente. A quanto pare Taehyung non era il solo ad aver riflettuto sulla situazione.
Quest'ultimo si sedette in modo automatico sul divano, prima di rialzarsi di scatto e guardarsi intorno con aria nervosa.
-Perché vuoi parlare con noi e non con lui?- chiese Namjoon, avvicinandosi all'amico e poggiandogli una mano sulla spalla, facendo sprofondare nuovamente sul divano.
-Perché credo che intromettersi nei litigi di una coppia sia la cosa più sbagliata che si possa fare-
-E parlare con noi, invece?- domandò Yoongi, sedendosi su un bracciolo del divano, passandosi stancamente una mano nei capelli.
-Voi siete suoi amici- si interruppe, chiedendosi se fosse il caso di aggiungere "anche se non sembra affatto". -Il vostro legame è diverso-
-Non mi pare un discorso molto logico- commentò Hoseok dopo un attimo di silenzio.
-Trovo più illogico il vostro comportamento di merda- sbottò Fabio, con una smorfia irritata sul volto.
La reazione fu più o meno uguale per tutti. Lo fissarono con diversi gradi di sorpresa, chi più chi meno indignato dalla sua risposta. Jimin gli urlò contro e Hoseok, per una volta stette zitto, a bocca aperta.
-Cosa?- li sfidò Fabio con ironia. -Sto enfatizzando. Vi è andata bene che non sia Alex. Lui probabilmente vi avrebbe prima tirato un cazzotto e poi avrebbe parlato-
Seguì un silenzio imbarazzato prima che Yoongi sospirasse pesantemente.
-Va bene, ti ascoltiamo-
Poi, notando gli sguardi increduli dei suoi amici, aggiunse. -Che? Non ditemi che a situazioni invertite non gli vorreste spaccare la faccia-
Fabio sorrise leggermente, pensando che questa avrebbe dovuto raccontarla a Young-Nam.
Namjoon mise le mani avanti, arrendendosi e sedendosi accanto a Taehyung, che non aveva detto una parola, limitandosi a osservare la situazione.
-Bene- esordì Fabio con un sospiro, passandosi pensoso la mano nei capelli. Non era particolarmente bravo con i discorsi, men che meno con i rimproveri. Oh, era un asso nel lanciare commenti sarcastici, ma i discorsi gli mettevano ansia.
-In realtà mi piacerebbe sapere perché siete completamente spariti-
-Noi...non sapevamo come comportarci- ammise Jungkook, prendendo coraggio.
-Ah, e non rispondere ai messaggi e alle chiamate vi sembra un comportamento maturo?-
-È una situazione complicata!- si intromise Jimin, cercando aiuto con lo sguardo.
-Vivian mi ha detto che ne avevate parlato. E che tu eri d'accordo con lei sul non rovinare la vostra amicizia con stupidi litigi di coppia- continuò Fabio, rivolgendosi al più piccolo.
-È che...suppongo di essere rimasto deluso anch'io- mormorò questo dopo averci pensato su.
-Da cosa?- chiese confuso il più grande, prima di realizzare a cosa si stesse riferendo.
-Oh, sul serio? Mi prendere per il culo?- sbottò Fabio, facendo sussultare gli altri ragazzi. Vide con la coda nell'occhio Yoongi scuotere la testa e Jin che si torceva nervosamente le mani.
-L'hai detto anche tu che eravamo amici. Avrebbe dovuto dircelo!- protestò Jimin testardo, anche se con una lieve incertezza negli occhi
-Avrebbe dovuto un cazzo- ribatté a denti stretti Fabio, sapendo che se la discussione fosse continuata su quei toni lui avrebbe presto perso il controllo.
-È quello che si fa tra amici, no?- replicò cocciutamente Jungkook, con la fronte aggrottata.
-Non l'ha neanche detto a me- mormorò Taehyung con una smorfia.
Fabio si passò stancamente una mano sulle tempie.
-È una cosa che sapeva solo la sua famiglia- spiegò amaramente, provando a calmarsi.
-Tu lo sapevi- lo accusò Taehyung, non sembrando arrabbiato, quanto piuttosto amareggiato.
-Appunto- confermò l'altro con un sospiro, facendo calare il silenzio.
-È questo il problema, vero? È così difficile mettervi in testa che ci consideriamo cugini a tutti gli effetti? Non ho mai avuto un singolo pensiero su di lei, in quel senso. E lei nemmeno. Santo cielo, se proprio dovete, vedetemi come un'appendice di Alex, non mi offendo-
Nessuno sembrò sapere cosa dire, così continuò.
-Pensavo aveste parlato con Hyerin- buttò lì, sapendo che la ragazza, per quanto arrabbiata, avrebbe riportato una versione veritiera del suo litigio.
-Le ho mandato un paio di messaggi, ma non ha risposto- borbottò Jimin accigliato, come se avesse realizzato qualcosa solo in quel momento.
Fabio sbattè un paio di volte gli occhi, per evitare di scoppiare a ridere istericamente.
-Fatemi capire, voi state ignorando Vivian, Hyerin sta ignorando voi...cavolo, devo trovare anch'io qualcuno di ignorare- commentò sarcastico, non riuscendo a fermarsi.
Si sentì una risatina e tutti si voltarono verso Jungkook, che sgranò gli occhi imbarazzato.
-Vivian e Hyerin hanno litigato. Pesantemente- confessò, preparandosi alle urla che, era sicuro, sarebbero arrivate. Come previsto cominciarono a parlare tutti contemporaneamente, facendo un gran casino.
-Cosa?!-
-Ma perché?!-
-Hyerin ha preso le vostre parti e ha detto cose che non avrebbe dovuto dire- spiegò brevemente Fabio, decidendo di non entrare troppo nella questione.
Gli altri sembrarono dapprima sorpresi, poi confusi e infine l'imbarazzo si fece strada sui loro volti.
-Che situazione di merda- disse Hoseok, rompendo il silenzio e lasciando tutti basiti.
-Se permettete, andare al concerto è stata una cazzata pazzesca. Ammetto che forse avrebbe dovuto dirvi del suo piccolo problema, ma piantare un casino per quello mi sembra fuori da ogni grazia divina- commentò Fabio, incrociando le braccia al petto, sbuffando stanco.
-...ha cercato di dirmelo- sussurrò con voce roca Taehyung, attirando l'attenzione generale.
-Per...il nostro secondo appuntamento. Eravamo in una strada affollata e credo che me lo stesse per dire, ma non l'ha fatto- aggiunse, stringendo gli occhi per cercare di ricordare meglio.
Fabio alzò mentalmente gli occhi al cielo, riconoscendo il comportamento al limite del masochismo di Vivian.
-Ha messo te e l'appuntamento al primo posto- si decise a spiegare, non potendo fare a meno di pensare che era ironico che fosse andato lì per non parlare con Taehyung ed era quello che stava esattamente facendo.
Doveva smetterla di fare piani.
-Suppongo non volesse rovinare in alcun modo l'uscita. Avrà pensato di dirtelo in un altro momento ma è una cosa che non puoi tirare fuori come se nulla fosse-
Li vide pensosi e Namjoon sembrò annuire alle sue parole.
-Però davvero, che cavolo avevate in mente arrabbiandovi tutti insieme a quel modo?-
-È che...credo non ci aspettassimo che reagisse così- rispose Hoseok, lanciando un'occhiata agli altri che annuirono per confermare.
-...devo davvero commentare?-
Fabio li studiò per qualche secondo, decidendo se era o meno il caso di dire quello che stava pensando. Avrebbe mostrato il fianco ed era una cosa che detestava fare, ma per Vivian poteva permettersi una piccola debolezza.
-Di solito reagiamo bene alle situazioni di crisi- esordì con un sorrisetto nervoso. Si indicò, grattandosi un sopracciglio con una smorfia.
-Dico noi perché non ci assomigliamo molto, ma da questo punto di vista siamo uguali-
Bene, aveva gli occhi di tutti puntati contro. Ora doveva solo mettere insieme un discorso sensato e poteva anche ritenersi soddisfatto.
-Siamo punti fermi in mezzo alla tempesta. Lei perché è cresciuta in mezzo a una famiglia di primedonne, io...per altri motivi- spiegò, evitando di spiegar loro tutta la sua infanzia fatta di urla. E l'adolescenza. Oh, quella era stata una vera e propria piaga. Se era riuscito a conservare dell'autostima, doveva solo ringraziare la sua fuga a Venezia, che fosse lodata l'università.
-Il punto è che quando noi due andiamo in crisi...beh, non sappiamo come reagire-
Vide Jimin cominciare a capire e sospirò sollevato. Insieme a Taehyung era stato quello più tenace nella sua crociata, perciò vedere che almeno provava a capire, gli faceva ben sperare.
Non che il suo discorso avrebbe risolto la situazione, ma almeno poteva portarli un pò verso la luce. No, non intendeva il paradiso. Cielo, a volte la sua nerdaggine colpiva anche lui.
-Dato che siamo entrambe persone che odiano i conflitti, io fuggo emotivamente, ignorando la situazione. Lei si chiude in sé stessa e se provi a tirarla fuori con la forza...beh, succede quel che alla fine è successo-
Va bene, si era un pò ingarbugliato verso la fine, ma finché capivano l'idea generale, non era così importante.
-E noi non siamo stati molto gentili- borbottò Jin con consapevolezza.
-Intendi quando prima le avete urlato contro e poi ve ne siete stati zitti a fissarla accusatori mentre lei litigava con Tae? Meh, mi pare un pò un eufemismo- replicò, non riuscendo a fare a meno del sarcasmo.
Dopotutto, era ancora arrabbiato con loro. Poteva vedere che erano brave persone, e potevano anche stargli simpatici, ma voleva che fosse ben chiaro a chi andasse la sua lealtà. Vivian non avrebbe neanche dovuto chiedere nel caso si fosse arrivati a una scelta.
Non si dissero altro. Fabio era certo che una volta arrivato a casa gli sarebbe venuto in mente qualcos'altro che avrebbe potuto dire, ma infondo andava bene così. Lui la spintarella gliel'aveva data. Sperò solo che prendessero la direzione giusta, soprattutto Taehyung.
Fu accompagnato alla porta da Yoongi, che fissò il pavimento finché non fu uscito sul pianerottolo.
-Domani sera partiamo per Osaka- rivelò, guardandolo brevemente negli occhi e salutandolo con un mezzo sorriso che pareva tanto una tregua.
Beh, pensò Fabio mentre scendeva lentamente le scale perso nei suoi pensieri, a quanto pare la situazione non si sarebbe risolta così presto.
Uscì dalla palazzina rendendosi conto che non doveva essere passato così tanto tempo da quando era entrato. Il sole era quasi del tutto tramontato e i primi lampioni si stavano accendendo giusto in quel momento.
Aveva cominciato a tirare una leggera arietta e Fabio si crogiolò soddisfatto. Odiava il caldo con tutte le sue forze e quei giorni erano stati una tortura per lui.
Sovrappensiero girò a destra, trovando Young-Nam seduto su un basso muretto che circondava l'edificio.
Lo fissò allibito per qualche secondo, prima di avvicinarsi con aria sorpresa.
-Che ci fai qui?- domandò, facendo girare il ragazzo verso di lui.
-Sei tornato a casa- commentò subito dopo, notando la felpa leggera che prima non aveva e il pallone da basket ai suoi piedi.
Young-Nam gli sorrise, sembrando a metà tra l'imbarazzato e il divertito.
-Te lo avevo detto che c'era la possibilità che abitassi in questo quartiere- replicò, facendo ridere il più grande.
-Com'è andata?- domandò, facendo un cenno con la testa verso la palazzina.
Fabio sbuffò, passandosi una mano tra i capelli.
-Mi piacciono- si ritrovò ad ammettere, mentre l'altro si alzava.
-E questo sarebbe un problema perché...-
-Perché mandano all'aria tutti i miei buoni propositi sull'insultarli- scherzò, facendo ridacchiare Young-Nam.
-Dannati coreani- commentò con una smorfia, fingendosi irritato. All'occhiata derisoria dell'altro, si affrettò ad aggiungere. -Chiaramente tu non conti, sei per metà cinese-
-La mia parte coreana si ritiene offesa- lo prese in giro il più piccolo, sorridendogli con allegria. Fabio si incantò per un attimo, sempre sorpreso quando sorrideva così apertamente.
-Che c'è?- domandò l'altro, ed entrambi ebbero un flashback della loro conversazione precedente.
Il più grande fece un mezzo sorriso, scuotendo la testa.
-Pensavo che non conosco ancora il tuo nome cinese- disse, aspettandosi una replica del tipo "e io non conosco il tuo". Young-Nam invece lo guardò per un istante negli occhi, prima di fare due palleggi.
-Yongnian- borbottò il più piccolo e Fabio sorrise divertito.
-Yunxu- replicò, ricevendo in cambio un'occhiata confusa.
-Come?- domandò perplesso Young-Nam, inclinando la testa.
-Il mio nome- confessò Fabio, sorridendo imbarazzato.
Il più piccolo sgranò gli occhi, fissandolo meravigliato, prima di corrugare le sopracciglia, lasciandosi scappare una risatina.
-Ti piace il basket?- domandò, prendendo di sorpresa il più grande, che si aspettava una battuta sul nome.
-Sì, ma faccio schifo- ammise candidamente, mettendosi le mani in tasca.
Young-Nam alzò divertito gli occhi al cielo.
-Ti vanno due tiri?- propose, lanciandogli la palla. Fabio la prese sorridendo, mettendosela sotto braccio.
-Prima mangiamo- replicò, spiazzando l'altro.








 

 


- Spazio autrice -
…voglia di prendere a randellate qualcuno? I Bts sono da quella parte, io sono solo una povera autrice.
Scherzi a parte, spero di aver creato un bel litigio (seh), non di quelli blandi dove ti chiedi perché stiano litigando come bambini dell’asilo.
E niente, è praticamente un capitolo concentrato di litigi ma dove scopriamo anche qualche chicca. Sapete ovviamente che parlo dell’ultima parte. Sto shippando quei due come non mai! E spero che il punto di vista di Fabio sia stato divertente, per non parlare della chiamata Skype con Alex.
Sono davvero davvero curiosa di saper le vostre reazioni e i vostri commenti sul litigio!
Un abbraccio ^^






 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Solanum dulcamara ***





Salve a tutti! ^^
Prima di lasciarvi al capitolo devo ringraziare tutti voi per essere stati così comprensivi e pazienti. Avrei voluto davvero riuscire ad aggiornare prima, ma lo studio mi ha inglobato completamente.
Devo poi ringraziare due persone a parte: Balla sulle nuvole i tuoi commenti sono sempre meravigliosi e urlo come una ragazzina ogni volta che li leggo. Non sai che piacere ogni volta che vedo che hai commentato.
Vavi_14 le tue recensioni a sorpresa sono state davvero inaspettate e mi hai fatto morire dalle risate con i tuoi scleri.
Ringrazio davvero di cuore tutti voi che seguite la storia.

(Il Solanum dulcamara simboleggia la verità. Personalmente adoro il nome, anche se il fiore non è granché).




 

 

- Solanum dulcamara -



 

-Più cotone! E passami l'altro pennello...no, non quello di prima, quell'altro-
Vivian emise un sospiro divertito mentre si apprestava ad eseguire gli ordini del maestro. Dopo solo appena due ore a stretto contatto con lui durante il suo primo giorno di lavoro, aveva scoperto parecchie cose interessanti, oltre che bizzarre.
Per prima cosa non gli interessava come veniva chiamato. Rispondeva al nome di Park Changmo, perciò dapprima Vivian era stata incerta sul come riferirsi a lui.
Signor Park? Professor Park? Park Changmo?
Era il più vecchio lì dentro e chiamarlo per nome le era sembrato alquanto fuori luogo. Era stato proprio in mezzo ai suoi deliri che l'uomo le aveva lanciato un'occhiata distratta, dicendole di chiamarlo come voleva, che tanto in quella stanza c'erano solo loro due ed era chiaro che si stesse rivolgendo a lui.
La ragazza aveva balbettato incerta qualcosa, finché non aveva sentito gli altri apostrofarlo con l'appellativo di maestro e aveva deciso di adottare la stessa linea.
A seguito di questa scoperta se ne era aggiunta ben presto un'altra.
Il maestro era totalmente fuori dal mondo. Sempre che quel mondo non riguardasse l'illustrazione, chiaro.
Non faceva caso a nessuno, non commentava niente che non riguardasse il suo lavoro e a stento ascoltava le conversazioni, anche quando riguardavano lui.
In pratica dava un nuovo concetto di persona sulle nuvole. Vivian si sentiva quasi una persona normale, a quel punto.
Non era davvero maleducato, ma non lo si poteva ritenere neanche una persona gentile. In qualche modo le piaceva e la divertiva quel suo modo di fare.
-Io non so come tu faccia a capire quello che dice- borbottò Seohyun al suo fianco, dopo che aveva passato al maestro tutto l'occorrente.
Vivian rise sotto i baffi, alzando le spalle con compiacimento.
Seohyun era stata una delle prime persone che aveva conosciuto. Era una bella donna sui trentacinque anni, socia della casa editrice e correttrice di bozze a tempo pieno. Si era trovata fin da subito rassicurata da quell'aria di maturità che emanava e le era grata che non le facesse pesare la sua giovane età quando parlavano.
In quel momento la donna se ne stava seduta su uno dei tavoli da lavoro, le gambe fasciate in uno stretto tailleur accavallate e in mano uno snack di qualche tipo.
-Dico davvero. Prima che arrivassi tu dovevamo fare a turno per assisterlo. Un vero disastro, credimi- continuò Seohyun, sgranocchiando allegramente quelle che sembravano patatine.
-Mi ci trovo bene- la rassicurò Vivian, mentre sistemava le tavole completate e riordinava gli strumenti. E in effetti si sentiva stranamente a suo agio lì in mezzo. Stranamente, perché aveva pensato che avrebbe provato più nostalgia per il bar e, seppure ne provasse, non poteva fare a meno di sentirsi completa in quell'ambiente.
-Non si direbbe da quell'aspetto da coniglietto spaurito che hai- la prese in giro la donna, facendola arrossire e sbuffare contemporaneamente.
-Comunque hai fatto una buona impressione al maestro. Beh, credo, non si ne può mai essere certi con lui, ma almeno sta attento quando parli-
Vivian ridacchiò, lanciando un'occhiata di affetto all'uomo, al momento chino su un foglio a borbottare qualcosa di indefinito.
-La pausa pranzo è cominciata da cinque minuti- affermò Seohyun, scendendo dal tavolo e buttando nel cestino il pacchetto di patatine ormai vuoto.
-Non vieni?- domandò quando vide Vivian ancora ferma al tavolo.
Questa fece una buffa smorfia, facendo un cenno verso l'uomo dietro di sé.
-Sta ancora lavorando, credo che dovrei rimanere per...-
-Ah, non ti preoccupare, quando gli viene l'ispirazione fa sempre così- la interruppe la donna con un gesto blando della mano.
-Credimi, rimuginerà durante tutta la pausa e poi ti spremerà questo pomeriggio-
-Mi servirà parecchio caffè allora- borbottò la ragazza sgranando gli occhi e facendo ridere Seohyun.
Di solito, anche se considerarla un'abitudine le pareva un pò prematuro, faceva pausa in un piccolo bar all'angolo. Era talmente comodo che spesso si ritrovavano tutti lì, cosa che le faceva sembrare di non staccare veramente dal lavoro, ma erano tutti talmente rilassati che non era veramente importante.
Si stavano dirigendo lì, lei e Seohyun, quando la donna venne richiamata in ufficio per una chiamata dell'ultimo minuto e Vivian si ritrovò a uscire da sola dall'edificio.
Di certo non si aspettava di ritrovarsi davanti tutta la banda e l'espressione che fece ne fu la prova.
-Che diamine ci fate qui?- domandò prima di riuscire a frenarsi, facendo sghignazzare i ragazzi.
-Ciao noona!- risposero questi in coro, compiaciuti di essere riuscita a sorprenderla.
-Come facevate a sapere dov...no, domanda inutile- si interruppe lei, alzando gli occhi al cielo.
-Aigoo, è questa tutta la gioia che mostri nel vederci?- scherzò Dong-Sun, dando di gomito a Myung-Dae, che annuì tenendogli il gioco.
-Già noona, ti abbiamo persino portato il pranzo- annunciò, agitandole davanti un sacchetto.
Vivian scambiò un'occhiata con l'ultimo della banda, che le sorrise placido, alzando le spalle con noncuranza.
Dieci minuti più tardi si trovavano tutti e quattro seduti a un tavolo da picnic, nel parco vicino alla casa editrice. Il pranzo alla fine si era rivelato essere quattro porzioni di pasta fredda e una macedonia di frutta. Sicuramente roba molto più sana di quella che mangiava negli ultimi tempi, andando avanti di panini.
-Fabio?- chiese indicando i piatti, già sicura della risposta.
-E chi altri? Ti immagini noi a cucinare sta roba?- replicò Dong-Sun scandalizzato, prendendone una forchettata.
-Guardate che cucinare la pasta non è mica così difficile- protestò la ragazza tra un boccone e l'altro.
-Non è la pasta il problema, è proprio la cucina- precisò Myung-Dae con una smorfia saggia. Il biondo, che stava bevendo, quasi soffocò e l'amico gli batté una mano sulla spalla, compiaciuto.
-E come farete quando abiterete da soli?- domandò curiosa Vivian, pensando che ormai non mancava molto. Poco più di un mese e avrebbero cominciato l'università.
I tre si scambiarono un'occhiata, prima di tornare a rivolgere l'attenzione alla ragazza.
-Panini- disse uno.
-E microonde- aggiunse un altro.
-Soprattutto microonde- precisò infine l'ultimo.
Ci fu un attimo di silenzio attonito da parte di Vivian prima che alzasse gli occhi al cielo, non potendo comunque fare a meno di ridere.
-Dae, almeno da te mi aspettavo di più- lo prese in giro lei, facendo borbottare al ragazzo qualcosa che assomigliava molto a "sembrare responsabili è una vera seccatura".
-E voi due- continuò, puntando un dito contro i due che ridacchiavano alle spalle dell'amico. -Siete atleti-
Ottenne una reazione diversa da quella sperata. I due si sgonfiarono, accasciandosi sul tavolino e Myung-Dae gli batté una mano sulla schiena in segno di conforto. Anche se alzò gli occhi al cielo, per cui non doveva essere una cosa davvero grave.
-Non me lo ricordare, ti prego- borbottò Dong-Sun, una guancia contro il tavolo e l'espressione stravolta.
-Ci stanno massacrando- spiegò Young-Nam nella stessa posa dell'altro.
-Per le borse di studio?- indagò Vivian, ricordando che non le avevano ancora detto niente sui risultati.
Young-Nam annuì, tirandosi su.
-Io sì. Purtroppo hanno dimezzato le borse di studio complete per mancanza di fondi, perciò sto puntando sull'altra. Tra due settimane ho l'ultima gara-
-Io invece ho le provinciali a fine agosto- mormorò il biondo, allargando le braccia sul tavolo e appoggiando il mento sul legno, in modo da fissare la ragazza.
-Non mi sento più i muscoli, stanno diventando d'acqua pure loro- si lamentò, facendo sbuffare di divertimento Vivian, che gli scompigliò i capelli.
-Stile libero?- chiese retorica, ben sapendo qual era la specialità dell'amico. Una volta aveva provato rana, cosa che aveva dato il via al soprannome datogli da Hyerin, ma era stato un disastro.
-200 metri- confermò Dong-Sun, prima di aggiungere con un sorriso brillante. -E staffetta!-
Ma la ragazza non stava davvero ascoltando. Il pensiero dell'amica l'aveva fatta tornare seria di colpo e per la prima volta da quando si erano incontrati, si chiese cosa ci facessero lì i ragazzi. Per davvero.
Si vedevano certamente meno di prima, ma non così poco da sentirne già la mancanza. E la casa editrice stava da tutt'altra parte rispetto a dove bazzicavano di solito.
Perciò dovevano avere un motivo preciso per venire fino a lì, soprattutto dopo averle appena finito di dire che erano oberati dagli allenamenti.
Myung-Dae sembrò notare il cambio di atmosfera, perché tirò una lieve gomitata al biondo e si scambiò un'occhiata complice con Young-Nam.
Dong-Sun sbuffò, tirandosi su, incrociando le braccia e facendo una smorfia contrariata.
-Ci ha scoperti?- domandò al nulla, sembrando stupito.
-E dire che stavolta la stavamo prendendo alla larga- annuì in accordo Young-Nam, sembrando sorpreso pure lui.
-Stavolta?- ripeté scettica Vivian, alzando le sopracciglia meravigliata. -Scherzate, vero? Ogni volta che mi dovete dire qualcosa fate dei giri assurdi e vi devo pure cavare le parole di bocca- borbottò, ripensando a tutte le conversazioni avvenute tra di loro.
Young-Nam ebbe l'accortezza di sembrare imbarazzato e spostò con nonchalance lo sguardo su un punto imprecisato del parco. Dong-Sun invece gonfiò le guance come offeso.
-Sputate il rospo, perché siete qui?-
Calò il silenzio finché Myung-Dae, con un sospiro esasperato e un'alzata di occhi al cielo, non snocciolò il problema.
-Si tratta di Hyerin-
E Vivian non poté fare a meno di notare la smorfia del biondo, che borbottò qualcosa di incomprensibile.
-Sabato c'è il suo spettacolo- continuò Myung-Dae e la ragazza si ritrovò a sospirare.
Ovviamente lo sapeva e, sempre ovviamente, era stata una delle cose su cui aveva rimuginato in quegli ultimi giorni.
Escludendo Taehyung, l'amica era stata una delle persone che più le era mancata soprattutto perché era da sempre abituata a vederla lavorare al bar.
Non si pentiva totalmente della sua scelta di licenziarla...ok, forse un pochino, ma a sua discolpa quel giorno era arrivata proprio al limite.
Anche se si rendeva conto che cominciare a trovare scuse nella sua testa voleva dire non essere totalmente dalla parte della ragione.
-Quiiindi...ci hai parlato?- indagò Young-Nam, con un tono talmente falsamente indifferente che nessuno riuscì a trattenere uno sbuffo divertito.
Perfino il biondo, anche se quando se ne rese conto, corrucciò ancor di più le sopracciglie, cocciuto.
-No- rispose con un sospiro lei.
-Uhm, ecco, se ti sei calmata magari dovresti parlarci- suggerì ancora Young-Nam, tirando uno scappellotto a Dong-Sun senza neanche voltarsi verso di lui.
-Non ero così fuori controllo- borbottò in sua difesa Vivian, mettendo il broncio.
Myung-Dae scambiò un'occhiata scettica con gli altri, prima di inarcare un sopracciglio nella sua direzione.
-Noona, per la prima volta ho avuto seriamente paura di te- confessò, supportato dagli altri che annuirono concordi.
-Avreste dovuto vedermi al concerto allora- replicò la ragazza a braccia incrociate, roteando gli occhi. Solo quando nessuno rispose si rese conto di dove fosse caduto l'argomento.
Guardò di sfuggita i ragazzi, trovandoli ad occhieggiarla cauti, le espressioni indecise. Si insultò mentalmente, chiedendosi perché la sua mente la facesse sempre tornare lì.
-Voi avevate intenzione di andarci? Allo spettacolo?- cercò di tornare lei sull'argomento, mentre cominciava a sistemare con finta noncuranza i contenitori vuoti.
-Sì- annuì Myung-Dae.
-No!- esclamò Dong-Sun, beccandosi così un altro scappellotto, questa volta da Myung-Dae.
-Ya! Ma la piantate?- esclamò facendo il broncio, tenendosi le mani sulla testa.
-Solo io penso che non dovrebbe essere perdonata così? Avete litigato, no?-
-L'affetto per una persona non scompare dopo solo una litigata- mormorò Vivian, non potendo fare a meno di pensare anche a Taehyung.
-Rimane ancora la mia migliore amica- ammise poi, tornando a concentrarsi su quella discussione.
-Quindi ci andrai?- chiese Young-Nam, per essere certo di aver capito bene.
Scrollò le spalle, prendendo un pezzo di frutta.
-Ci ha dato i biglietti mesi fa, perciò sì, ci andrò-
-E...hai intenzione di parlarle?- domandò Myung-Dae cauto, seguendo il suo esempio. Vivian alzò nuovamente le spalle mentre masticava.
-Se lo spettacolo andrà bene e sarà in buona, sì- rispose, convinta di quell'idea. Sapeva che dovevano parlarsi, ma prima dello spettacolo non le sembrava il caso. Hyerin sarebbe stata l'isteria fatta a persona. Non sembrava, ma su certe cose era persino più ansiosa di lei, il che era di per sé incredibile.
-Ma le cose che ha detto...- si intromise il biondo, braccia conserte e smorfia sul volto. Sembrava aver preso la cosa sul personale e, se da un lato poteva capirlo, dall'altro era solo ridicolo. C'è da dire che Dong-Sun era uno che ragionava più con la pancia, un pò come Hyerin. Anche se la ragazza aveva un acume che al biondo mancava.
-Ogni tanto bisogna saper mettere da parte l'orgoglio- provò a spiegargli Vivian con tono calmo.
-Ne ho parlato con Fabio e lui non si sente offeso. Perciò a questo punto è un problema tra me e lei-
Ancora a braccia incrociate, Dong-Sun emise uno sbuffo contrariato.
-Mi sembra comunque troppo facile- borbottò, causando uno sguardo esasperato nei due amici. A quanto pare non doveva essere la prima volta che ne parlavano.
-Non ho detto che faremo pace. Dipende molto da quello che dirà lei. Soprattutto da quello- precisò la ragazza, lanciandogli poi un'occhiata indagatoria.
-Si può sapere perché sei ancora così arrabbiato? Mi pareva ti fossi calmato-
Il biondo ammutolì e, sorprendentemente, arrossì sulle guance, causando una risatina da parte di Young-Nam, che gli costò un'occhiata fulminante.
-Ci ha litigato. Di nuovo- confessò questo e il biondo provò a vendicarsi con uno scappellotto, prontamente evitato.
-Ma quando?- domandò Vivian incredula. Quei ragazzi erano incredibili, non ce la facevano proprio a restare calmi. Davvero, mai un momento di pace. Ci mancava solo che le chiedessero aiuto.
-L'altro giorno eravamo vicino al teatro perché Dong-Sun ogni tanto spia le prove...- la spiegazione di Myung-Dae venne bloccata dall'assalto del biondo, ormai completamente rosso in volto.
-Zitto zitto zitto!- esclamò in preda all'imbarazzo.
-Dong-Sun...- sospirò la ragazza, cercando di non ridere. Non che ci fosse niente da ridere se aveva litigato nuovamente con Hyerin.
-Cosa? È stata tutta colpa sua!- si difese lui, voltandosi di scatto e lasciando perdere l'amico.
-Beh, tu non è che sei proprio partito tranquillo- si intromise Young-Nam, scambiandosi un sogghigno con Myung-Dae.
-Ma voi da che parte state?- si lagnò Dong-Sun, trovandosi attaccato da più fronti.
A quel punto Vivian non riuscì più a trattenersi. Scoppiò a ridere, tenendosi la pancia e poggiando la fronte sul tavolo, mentre veniva scossa dai singhiozzi.
-Cavolo, mi sa che è impazzita definitivamente-
-Secondo voi dobbiamo...-
-No, silenzio. Carini e coccolosi-
-...hai appena citato Madagascar?-



 

********************



 

Sulla strada verso casa, Vivian si ritrovò a pensare quanto fosse stancante il nuovo lavoro. Anche se a dire il vero non era esattamente il lavoro ad essere stancante quanto il viaggio in sé per arrivare alla casa editrice.
Avendo sempre e solo lavorato al bar, non aveva mai avuto esperienze come pendolare. Anche il suo periodo universitario non si poteva considerare tale dato che con l'autobus ci metteva appena venti minuti per arrivare in facoltà.
In una città grande come Seoul, invece, doveva organizzarsi ogni mattina, soprattutto nelle ore di punta. Prendeva la metro, cambiando linea due volte, e le restavano comunque dieci minuti a piedi. Aveva sì una pausa pranzo di un'ora, che però non le consentiva di tornare a casa.
Grazie al cielo il turno pomeridiano finiva alle cinque, cosa che le permetteva di schivare l'ondata di impiegati.
Rimaneva il fatto che dopo appena qualche giorno di lavoro, si ritrovava sfinita fisicamente come mai prima di allora. Anche al bar aveva periodi stancanti, ma almeno non doveva muoversi da lì.
Uscendo dalla metro e svoltando per la stradina laterale dove c'era casa sua, si ritrovò a massaggiarsi con un mugugno le spalle indolenzite, tenendo il sacchetto della spesa con una mano.
Pensava solo alla doccia e alla crostata che Fabio aveva fatto il giorno prima. Pur non lavorando più lì, Vivian continuava a fare qualche dolce, anche se ormai il ragazzo aveva preso il suo posto.
Era bravo in cucina, complici anche gli anni passati da fuorisede e un rifiuto totale del microonde. Non aveva certo la sua esperienza, ma non era affatto male, anche se alcuni dolci proprio non gli venivano.
Il sorriso appena accennato che le era venuto si congelò quando vide Yoongi fermo davanti al locale.
Deglutì, rallentando il passo con la mente in subbuglio.
Era la prima volta che vedeva uno dei ragazzi dalla litigata e non sapeva come reagire. Sapeva che erano stati qualche giorno in Giappone solo a causa della pagina Facebook a cui era iscritta, che le aveva sbattuto in faccia le foto all'aeroporto. Per il resto aveva evitato accuratamente ogni notizia.
Certo, c'era stato quell'imbarazzante messaggio da parte di Jungkook, che le aveva chiesto come stesse, buttato lì in modo talmente indelicato che Vivian era stata sul punto di lanciare il cellulare contro il muro.
Con un sospiro si avvicinò cautamente al ragazzo, che non l'aveva ancora vista e fissava impassibile il marciapiede.
Ecco, quello era strano, pensò Vivian, non potendo fare a meno di analizzarlo. Solitamente, quando non c'erano di mezzo la musica o il basket, Yoongi manteneva un'espressione annoiata e quasi indolente, che veniva spesso scambiata per sonno.
In quel momento invece sembrava quasi rigido, con i lineamenti tirati in un'espressione dura. La frangia bionda gli copriva parzialmente gli occhi, mentre il resto dei capelli erano coperti da uno dei suoi soliti cappellini a cuffia. Per il resto non si discostava troppo dal suo abbigliamento da pausa. Jeans, maglietta bianca extra large e una felpa che al momento era legata in vita.
Non aveva le cuffie, cosa che avvalorava la sua tesi che qualcosa non andasse. Da quel che ricordava, il ragazzo girava sempre con le sue cuffie, tenendole sul collo quando non ascoltava musica.
Si accorse della sua presenza solo quando fu a pochi passi da lui, fermandosi quando Yoongi alzò gli occhi su di lei.
Il ragazzo si morse nervosamente l'interno di una guancia, portando le braccia dietro la schiena e fissandola dubbiosamente.
-Ehi- salutò piano, stirando le labbra in una pallida imitazione di un sorriso.
-...ehi- rispose Vivian, avvicinandosi ulteriormente. A quel punto erano uno di fronte all'altra e la ragazza non sapeva se entrare in casa lasciandolo lì o fermarsi e vedere cosa voleva.
Se doveva essere sincera con sé stessa, non era propriamente arrabbiata con Yoongi. Dopo averci ripensato lucidamente, si era resa conto che il ragazzo aveva provato a calmare le acque, restandosene poi in disparte.
Una lieve irritazione comunque la provava, dopotutto era umana pure lei.
Quel silenzio sembrò comunque riscuotere Yoongi, che lo prese come un invito a parlare. Chissà, forse era sorpreso quanto lei che non gli avesse urlato addosso.
-Io...sono venuto a parlare. E a scusarmi- disse con tono deciso, fissandola dritto negli occhi.
Vivian deglutì con una smorfia, non potendo fare a meno di distogliere lo sguardo. Quando ti lanciava certe occhiate, Yoongi era decisamente impressionante.
-Sono stanca- borbottò per tutta risposta, non sapendo cosa fare. Dopotutto era la verità, non sapeva se era in grado di reggere una discussione di quel tipo.
-Mi dispiace- rispose il ragazzo immediatamente, con un accenno di imbarazzo sul volto.
-Solo che...non ho molto tempo libero e volevo parlarti il prima possibile-
L'uso del singolare sorprese parecchio la ragazza. Era come se volesse mettere in chiaro la sua posizione rispetto tutta quella stessa storia. Per la prima volta dalla litigata, Vivian si chiese esattamente cosa fosse successo al gruppo.
Con un sospiro aprì la porta del bar, che doveva aver chiuso appena un quarto d'ora prima, lanciando poi un'occhiata stanca al ragazzo dietro di sé.
-Saliamo che almeno ci mettiamo comodi-
E addio alla sua doccia ristoratrice, pensò con uno sbuffo rassegnato. Mentre apriva la porta di casa si ricordò di Fabio e si irrigidì sulla soglia.
Non aveva idea di come avrebbe reagito il ragazzo...beh, entrambi i ragazzi se doveva essere sincera. Yoongi aveva sì detto che era lì per scusarsi, ma scontrarsi con Fabio non era come gettare benzina sul fuoco?
Senza pensarci troppo, si diresse a passo rapido verso quella che era diventata la stanza del ragazzo, spalancando di colpo la porta e facendo prendere un mezzo infarto a Fabio.
Probabilmente, se non fosse stato sdraiato al centro del letto, sarebbe rotolato giù come una pera cotta.
-Che diamine...- sibilò il moro, fissandola ad occhi sgranati. Se ne stava sdraiato scompostamente a pancia in giù, il computer davanti a sé e le cuffie nelle orecchie.
Se ne tolse una, puntandogliela contro con fare minaccioso.
-Ti sembra il mod...oh. Ciao- iniziò Fabio, prima di interrompersi e salutare il ragazzo che era apparso dietro Vivian.
Quest'ultima lo vide sbattere perplesso gli occhi, prima di guardarla seriamente.
-Serve una mano?-
La ragazza emise uno sbuffo divertito.
-Devo parlarci, mica buttarlo giù dalla finestra- commentò ironica, prima di buttare un occhio con nonchalance sullo schermo del computer.
-E non ti interromperei mai durante la visione del trailer di Doctor Strange. Quante volte l'hai già visto?- domandò, non potendo fare a meno di prenderlo in giro. Non che lei fosse meno geek, ma il ragazzo in certi ambiti sfiorava livelli ridicoli.
Come si aspettava, Fabio le rivolse un'occhiata di sdegno, imbronciandosi.
-È Benedict Cumberbatch, donna!- esclamò, prima di agitare una mano nella sua direzione.
-Ora vai, prima che aiuti Yoongi a buttare giù te dalla finestra. Se hai bisogno urla- aggiunse un attimo più tardi, prima di tornare a rivolgere la sua totale attenzione allo schermo.
Con uno sbuffo divertito Vivian richiuse la porta e si diresse in cucina. Lanciò un'occhiata veloce a Yoongi, titubante a chiedergli se volesse qualcosa.
Se la situazione fosse stata diversa non ci avrebbe pensato due volte, ma voleva fargli capire che anche lei aveva un limite, che in quel caso era stato ampiamente superato. Se avesse voluto qualcosa da bere glielo avrebbe dovuto chiedere. E chissenefrega se risultava infantile. Sentiva di essere stata anche troppo matura.
Il ragazzo accennò un breve sorriso imbarazzato quando la vide prepararsi un bicchiere di té fresco per sé, ma  stette zitto, limitandosi a sedersi compostamente sul divano.
Si guardò intorno incuriosito, perché era uno dei pochi che non aveva ancora visto il suo appartamento, fino a che anche la ragazza non si sedette di peso sul divano, emettendo un sospiro soddisfatto.
-Allora? Dimmi tutto- disse, mentre si slacciava i sandali e muoveva le dita per sgranchirsi i piedi. Grazie al cielo al lavoro non c'era un vero e proprio codice di abbigliamento, bastava solo che fosse vestita decentemente.
Quando l'aveva saputo aveva ringraziato ogni divinità esistente, perché lei e i tacchi avevano sempre avuto un rapporto di amore e odio.
Yoongi si schiarì la voce, leccandosi le labbra improvvisamente nervoso. Si vedeva chiaramente che non aveva idea da dove iniziare ed era quasi buffo, perché solitamente non aveva problemi a dire quello che pensava. A volte risultava persino troppo sincero.
-Abbiamo fatto una cazzata. Non avremmo dovuto intrometterci e se avevamo dei dubbi avremmo dovuto prima parlarne con te- disse tutto d'un fiato, guardandola da sotto in su con sguardo colpevole.
-Stai parlando per te o per tutti?- indagò Vivian, chiedendosi se gli altri l'avessero mandato avanti come agnello sacrificale. Il ragazzo fece una smorfia frustrata, tirandosi una pacca nervosa sulla gamba prima di rispondere,
-Per me. Solo che non riesco a non prendere in mezzo anche gli altri-
La ragazza annuì, inarcando le sopracciglia.
-Credo sia proprio questo il problema- replicò vagamente ironica.
-...già. Però sono venuto a scusarmi per me stesso- confessò Yoongi, dopo un attimo di esitazione.
-Vuoi dire che gli altri non sanno che sei qui?-
-Nessuno mi ha chiesto niente, ma credo che sapessero tutti dove fossi diretto- ammise il ragazzo con un'alzata di spalle.
Vivian avrebbe voluto chiedere cosa ne pensassero, ma sarebbero andati fuori argomento. E in un certo senso non voleva davvero saperlo. Anche dopo tutto quello che era successo, si sarebbe sentita male se avessero litigato per colpa sua.
Sospirò stancamente, passandosi una mano sulla frangia, che ormai stava diventando parecchio lunga. Ancora un pò e avrebbe dovuto decidere se tagliarla o lasciarla crescere.
Sì, pensava alle cose più stupide perché non aveva idea di come rispondere a Yoongi. Non era abituata a litigare con le persone e non sapeva che fare. Si chiedeva scusa ed era tutto risolto? Era davvero così semplice?
-Senti, ho capito che ti dispiace, ma io, davvero...non so- borbottò con una smorfia, cercando una soluzione.
Il ragazzo strinse le labbra e i suoi occhi si fecero pensierosi, come se stesse cercando un modo per spiegarsi meglio.
-Non è che non ti credo- precisò Vivian. -È solo che...come faccio a fidarvi? Se ogni volta che faccio qualcosa che non vi garba fate fronte comune senza neanche darmi il beneficio del dubbio...-
-Non l'ho mai pensato- la interruppe sorpreso Yoongi. -Non ho mai pensato che tu avessi fatto qualcosa di male- spiegò scuotendo la testa, sembrando all'improvviso frustrato.
-Vedevo che c'era qualcosa che turbava Tae, ma quando ho capito cosa fosse non me ne sono preoccupato e ho cercato di starne fuori. Anche se a quanto pare lo starne fuori non sempre funziona-
-Vuoi dire che a te la questione di Fabio non ha mai dato fastidio?-
-Beh, non proprio. Insomma, per quanto tu viva qui, rimani pur sempre occidentale-
-Yoongi...-sibilò Vivian in avvertimento. Ci mancava solo che qualcun'altro le rinfacciasse di essere occidentale e avrebbe dato veramente di matto.
-Non in quel senso!- si affrettò a precisare il ragazzo, sgranando gli occhi e agitando una mano nella sua direzione.
-Voglio dire che certi comportamenti che in occidente sono considerati normali, qui sono...uhm, non proprio ben visti-
-E perché tu l'hai capito e gli altri no?- si ritrovò a chiedere sconsolata la ragazza, con una smorfia mesta sul volto.
-Pensavo non volessi parlare degli altri- commentò lui con un sopracciglio inarcato.
-A quanto pare siete un pacchetto completo- replicò con uno sbuffo rassegnato la ragazza, prima di rialzare lo sguardo verso Yoongi.
-Credo che inconsciamente già lo sapessi, ma volevo avere l'illusione di avere una storia normale- ammise con un accenno di ironia che fece sorridere il ragazzo.
-Voglio ricordarti che hai scelto Taehyung, che normalità pensavi di avere?- si azzardò a scherzare, riuscendo a strapparle un sorriso, anche se appena accennato. Era comunque un miracolo dato che negli ultimi giorni, ogni volta che pensava a Tae, le spuntava un cipiglio scuro sul volto.
Yoongi le lanciò un'occhiata penetrante, prima di arricciare il naso in un'espressione combattuta.
-A questo punto...posso azzardare a dirti una cosa?- domandò cautamente, facendo sbattere perplessamente gli occhi alla ragazza, che annuì confusa.
-Non...credi di aver sopravvalutato troppo Taehyung?-
-Che vuoi dire?- ribatté Vivian dopo un attimo di silenzio sorpreso, aggrottando le sopracciglia.
Il ragazzo sospirò esausto, sfregandosi i capelli in un gesto nervoso.
-Alla fine non è nemmeno colpa tua. Insomma, hai visto il lato romantico di Tae, ma sai quanto ci ha messo per organizzare il vostro primo appuntamento? Non riusciva neanche a prenotare i biglietti!- spiegò, scuotendo la testa come rassegnato all'idiozia dell'amico.
La ragazza non riuscì a trattenere un sorriso divertito, camuffato subito da un colpo di tosse.
-In qualche modo riesco a immaginarlo- commentò ironica, facendo scuotere nuovamente la testa a Yoongi.
-Solo fino a un certo punto, credimi- replicò lui. -Quello che voglio dire è che sei la sua prima vera ragazza. Sotto sotto è davvero molto insicuro-
-Questo dovrebbe scusare il suo comportamento?- ribatté acidamente Vivian, incrociando le braccia al petto. Non sapeva cosa pensare delle cose che gli stava dicendo, perciò preferiva rimanere sulla difensiva. Per una volta era certa di essere dalla parte della ragione e non aveva intenzione di cedere Quando voleva sapeva essere più testarda di sua madre e sua nonna messe assieme.
-Affatto- le diede pienamente ragione il ragazzo, con un mezzo sorriso. -Aggiungi poi che un Taehyung arrabbiato è peggio di un bambino di cinque anni e diventa indifendibile-
L'occhiata perplessa che gli lanciò Vivian fu talmente buffa che si permise di ridacchiare.
-Si è accorto di ciò che ha detto nel momento stesso in cui sei uscita, ma pensa che scusandosi per quello finirebbe per non avere più ragione nell'intera discussione- spiegò pazientemente, notando come sul volto della ragazza facesse pian piano capolino una luce di comprensione.
-Questo è...- borbottò lei senza parole.
-Stupido, concordo- annuì piattamente lui, con un'alzata di spalle.
Venne preso alla sprovvista quando Vivian emise un basso brontolio, infossandosi nel divano e colpendo con un gesto secco lo schienale con la testa.
-Non so cosa fare- ammise la ragazza, fissando con aria assente il soffitto. Da un lato cominciava a capire l'intera questione e alcuni degli atteggiamenti di Taehyung.
Rimaneva ancora arrabbiata, su questo non si faceva illusioni, ma cominciava a chiedersi se non avessero entrambi evitato di parlare di certi argomenti solo per far funzionare la loro storia. Non avevano mai avuto una vera discussione sulle loro differenti culture. Ricordava come i suoi genitori si fossero spesso ritrovati a bisticciare su questioni apparentemente stupide e i suoi nonni avevano fatto lo stesso.
Lei e Taehyung erano filati lisci, forse a questo punto troppo, perché al primo accenno di problemi erano scoppiati. Probabilmente le incomprensioni erano dovute anche alla loro scarsa esperienza in fatto di relazioni.
Ci fu un breve momento di silenzio, dove Yoongi si limitò a scrutarla attentamente, prima di poggiare con indifferenza sul tavolino un foglio ripiegato in quattro.
-...cos'è?- chiese dubbiosa Vivian, non avendo idea di cosa avesse in mente il ragazzo. Aveva sempre pensato che fosse Tae il più imprevedibile, ma anche gli altri non scherzavano.
Yoongi distolse lo sguardo, grattandosi pigramente una guancia.
-Io non ho fatto niente- borbottò. E sotto quel tono burbero la ragazza percepì dell'imbarazzo.
Con la curiosità alle stelle, prese il foglio, dispiegandolo cautamente. Lì, nero su bianco in una calligrafia che aveva imparato a conoscere, c'era una lunga lista di fiori.
Riconobbe i primi che le aveva regalato Tae, ma ce n'erano molti altri.
Fiordaliso, margherita, balsamina, dente di leone, partenio, orchidea, angelica, ciclamino...la lista continuava, con nomi di fiori improbabili scritti confusamente sui bordi.
Poi, in un punto vuoto e con chiaramente una penna diversa, stavano le scritte "niente rose!" e "abbasso i fiori pompati!".
Gli occhi di Vivian si fecero improvvisamente lucidi quando capì cosa stava leggendo. Era la lista di fiori a cui Yoongi aveva accennato precedentemente.
-Offerta di pace- mormorò il ragazzo, continuando imperterrito a fissare un punto a caso del tavolino. La ragazza accennò un sorriso, tornando a guardare la preziosa lista.
Calò nuovamente il silenzio fino a che il ragazzo non sbottò tutto d'un tratto, come se non fosse riuscito a trattenere ciò che voleva dire.
-Sarebbe dovuto venire anche Namjoon- disse, stirando le labbra in una smorfia. -Ma essendo il leader si è davvero trovato in una brutta posizione. Sta cercando di tenere tutti uniti-
-Va così male?- si azzardò a chiedere Vivian, non riuscendo a nascondere la sua preoccupazione.
Yoongi la guardò brevemente, prima di sbuffare.
-Niente che non si possa sistemare, credimi- la rassicurò, facendole intendere che non era la prima volta che litigavano.
-Jin gli sta dando una mano...solo dopo che ci ha fatto una ramanzina degna di una madre, si intende- continuò  con una smorfia piccata, alzando gli occhi al cielo.
La ragazza sentì la tensione abbandonarla, mentre si immaginava la scena. Non aveva mai visto Jin arrabbiato, ma a sentire gli altri doveva essere qualcosa di assolutamente magnifico. Se non eri il destinatario della sua rabbia, si intende.
In una strana maniera poi, la divertiva il fatto che Yoongi fosse andato lì con il presupposto di scusarsi e fosse finito con il fare l'avvocato del diavolo. Anche se a quanto pare non esitava a considerare i suoi amici degli idioti.
-Credo che Hobi fosse indeciso se venire o meno, ma ha troppa paura di non venire perdonato. Credo si fidi di me sul mantenerti calma e pacifica- disse con tono sarcastico il ragazzo, facendo ridacchiare sorpresa Vivian.
-Pensavo fosse uno che non teme niente- commentò incredula che potesse davvero fare paura a qualcuno.
-Scherzi, vero? È incosciente, che è un altra cosa- replicò Yoongi con un sogghigno e un luccichio divertito negli occhi.
-Jungkook?- chiese allora lei, dopo un attimo di silenzio, tornando seria.
-Kookie...è il maknae- rispose Yoongi con un'alzata di spalle e un sorriso indulgente sul volto. La ragazza sbattè gli occhi confusa e lui si affrettò a spiegare.
-Tendiamo molto spesso a scordarcelo, ma lui è il più piccolo e non ha avuto un'adolescenza comune. Non ha esperienza in questo genere di cose-
-Ne avevamo parlato...- borbottò lei, ripensando alla loro discussione di qualche mese prima. Le era sembrato così facile a quel tempo.
-Sì, ma non essendoci mai passato, non poteva sapere davvero cosa avrebbe provato- ribatté il ragazzo con un sospiro rassegnato, appoggiandosi più comodamente allo schienale del divano.
Vivian fissò pensierosa un punto a caso del tavolino, cercando di processare quello che Yoongi le stava dicendo.
-...da un lato lo capisco, ma...- disse lentamente, prima di essere interrotta.
-E spesso si fa influenzare dai suoi hyung- ammise quasi con riluttanza il ragazzo, come se fosse colpa sua.
-Quello che vuoi dire è che ha visto tutti arrabbiati con me e si è arrabbiato a sua volta?- domandò scettica, con una smorfia incredula sul volto. Anche se con tutto quello che le aveva appena detto, non era difficile crederlo.
-Circa. Si è detto che se tutti avevano qualcosa da ridire, doveva esserci del vero. Suppongo che a quel punto la sua mente abbia trovato una scusa per essere arrabbiato con te e si sia convinto di essere nel giusto-
-...sai che ora mi sento in colpa ad aver preso a calci un cucciolo?- borbottò con una smorfia Vivian, ripensando al messaggio a cui non aveva risposto.
-Non devi- rispose Yoongi scuotendo la testa. -Se ora lo perdonassi come se nulla fosse, non capirebbe mai-
-Pensavo stessi cercando di farmi far pace con loro- commentò lei con un cipiglio sorpreso.
Il ragazzo sembrò indeciso per un istante, prima di sbuffare rassegnato, scuotendo la testa e aggiustandosi la frangia.
-No, sto cercando di essere obiettivo-
Caddero in un silenzio pensieroso e Vivian si ritrovò a ripetere nella sua testa tutto ciò che si erano detti. Almeno finché non si accorse che non tutti erano stati citati.
-E Jimin?-
-Eh?- si riscosse Yoongi, cadendo dalle nuvole.
-Mi hai spiegato le ragioni di tutti tranne quelle di Jimin- spiegò lei, con un'espressione tirata sul volto. Togliendo Taehyung, Jimin era quello con cui era più arrabbiata. Non poteva farne a meno. Più ci ripensava e più le sembrava che lui e Hyerin avessero scatenato tutto. O meglio, ingigantito la questione e vedendo cose che non c'erano. Non riusciva a perdonare quella mancanza di privacy.
Yoongi si grattò stancamente la fronte, come se quella non fosse una domanda a cui volesse rispondere. Ed era strano, perché per quanto si prendessero in giro, Vivian aveva notato come il più grande lo scusasse sempre.
-Jimin è...passionale- rispose secco il ragazzo, non sembrando in un primo momento voler aggiungere altro. Poi, dopo uno sbuffo irritato, roteò gli occhi e guardò deciso la ragazza.
-Lui...si butta a capofitto nelle emozioni, che siano belle e brutte. E non si spegne subito come un fiammifero, è più come una candela, perciò prima che si accorga di ciò che è giusto o sbagliato, passerà un pò di tempo-
-Non è una brutta cosa- precisò Yoongi frettoloso, agitando una mano e accavallando nervosamente le gambe.
-Solo che...ti trascina, e a volte è estenuante. Ma la maggior parte delle volte è travolgente ed è così genuino che non puoi fare a meno di...mi sono lasciato trascinare, vero?- borbottò all'improvviso, chiudendo la bocca e arrossendo.
Arrossendo! Vivian era certa di non averlo mai visto arrossire. Mai. Neanche quando cercavano di metterlo in imbarazzo o quando era stato costretto a vestirsi da ragazza.
Strinse gli occhi, improvvisamente colta da un pensiero che, per quanto assurdo, sembrava incredibilmente verosimile.
-Yoongi, tu...- mormorò, comunque incerta, perché se si fosse sbagliata avrebbe incasinato nuovamente tutto.
Tuttavia, la smorfia mesta del ragazzo e l'occhiata imbarazzata che le lanciò, non le lasciarono dubbi.
-Era lui, vero? Quando abbiamo parlato quella volta e mi hai detto che quando ami qualcuno gli dai potere-
-Io...suppongo di sì- ammise lui, pallido come mai l'aveva visto, dopo un lungo silenzio carico di tensione. Sembrò come se improvvisamente un enorme peso fosse stato tolto dalle spalle di Yoongi, perché appoggiò le braccia sulle ginocchia, abbassando in un gesto stanco la testa.
-Possiamo cambiare argomento, se ti va- lo rassicurò piano Vivian, quasi pentendosi di averglielo fatto ammettere.
Il ragazzo deglutì, scuotendo poi la testa in un gesto secco.
-No...no, io...non ero venuto a parlare di questo, ma va bene. Non che ci sia poi molto da dire-
-Ne hai mai parlato con qualcuno?- domandò lei, chiedendosi se qualcuno nel gruppo ne fosse a conoscenza. Anche se credeva di conoscere già la risposta, soprattutto per il sussulto spaventato che fece il ragazzo.
-Oddio, no- biascicò questo, rialzando la testa e fissandola ad occhi sgranati, inorridito al solo pensiero.
-Allora credo tu abbia molto da dire-
Yoongi le sorrise debolmente, riacquistando un pò di colore. Almeno adesso sembrava che non stesse più per svenire da un momento all'altro. Vivian poteva solo immaginare come potesse sentirsi. Innamorato di uno dei suoi migliori amici con cui condivideva non solo la casa, ma anche la vita. Lei non ci sarebbe riuscita, non era abbastanza forte, sarebbe scoppiata prima.
-Non è che le programmi queste cose...- iniziò esitante il ragazzo, prima di fermarsi bruscamente e sbattere velocemente le palpebre.
-Comunque non importa, Jimin è eterosessuale- disse lapidario, fissando con insistenza il cuscino dietro di lei.
-Ne sei certo?-
-Sì- rispose lui mesto, ed era così pieno di rassegnazione che Vivian non poté che credergli.
-Prima o poi mi passerà e mi piacerà qualcun'altro, lo so- disse, cercando con tutta probabilità di convincere sé stesso. La ragazza non sapeva che dire. Da una parte voleva scuotere Jimin fino a fargli capire quanto fortunato era, perché essere amati da uno come Yoongi era oro colato. D'altra parte non poteva certo farne una colpa al ragazzo, se non era bisessuale.
-Se ne sei convinto...sappi comunque che se hai bisogno di sfogarti puoi parlarmene quando vuoi-
Da lì si spostarono coscientemente su una conversazione più tranquilla e il ragazzo la aggiornò sui prossimi spostamenti.
A quanto pareva il loro periodo estivo comprendeva un aumento decisivo delle loro attività. A breve sarebbero partiti per Los Angeles, e poi avrebbero tenuto una serie di live. Questo senza contare i loro impegni personali, come le riprese del drama di Taehyung o le varie interviste.
-Ah, sei ancora vivo, bene-
La voce di Fabio interruppe la conversazione e Vivian si voltò verso il ragazzo, fermo all'entrata del soggiorno. Era a piedi nudi e sembrava si fosse appena dato una rinfrescata alla faccia.
Yoongi lo fissò con un leggero divertimento nello sguardo, alzando le labbra in un sorriso appena accennato.
-Era così arrabbiata?- rispose, riferendosi chiaramente alla ragazza.
L'altro ragazzo fece un mezzo sorriso, scoprendo la fossetta.
-Beh, contando che quando ha ricevuto un messaggio da Jungkook ha quasi distrutto il cellulare...- commentò ironico, facendo ridere Yoongi ed assumere a Vivian un'espressione indignata.
-Allora, che si dice?- domandò Fabio, tornando serio per un attimo e occhieggiando la scena. Non aveva sentito particolari urla, non che fossero i tipi che urlavano, ma dopo un pò si era detto che era comunque meglio controllare. E poi era ora di cena.
-Mi piace Jimin- disse secco Yoongi, dopo un interminabile silenzio.
Vivian si voltò scioccata verso di lui, mentre il moro inarcò le sopracciglia.
-Devo un gelato a Young-Nam- disse senza apparente logica, facendo sbuffare divertito l'altro ragazzo.
-Scherzi, vero?- replicò Vivian ad occhi sgranati, fissando il moro con disapprovazione. Fabio roteò gli occhi, sbuffando platealmente.
-Ovvio, solo che ho sempre sognato dirlo- rispose, come se fosse chiaro che stava scherzando. Anche se con lui non si poteva mai essere certi.
Yoongi gli lanciò un'occhiata calcolatrice, prima di sorridere affettatamente.
-Sai, se non fossi innamorato di Jimin, credo che Young-Nam mi sarebbe piaciuto- esordì con tono casuale, sembrando però come un gatto che ha appena catturato un topolino. Fabio accennò un sorriso, guardandolo consapevole, mentre Vivian si chiedeva quando quella complicità fosse nata. Magari era che avevano di base due caratteri tremendamente simili.
-...immaginavo- rispose il moro con un sospiro sereno.
-Dovresti davvero offrirgli quel gelato- A quello Yoongi allargò il proprio sorriso, facendo alzare gli occhi al cielo all'altro.
-Mh, forse- replicò con una punta di incertezza e Vivian lo fissò sorpresa, chiedendosi cosa non andasse.
-Ok, da quand'è che voi due siete così in confidenza?- si decise a chiedere, con l'unico risultato di ottenere un'occhiata complice tra i due ragazzi.
-Yoongi, pensavo che avessi detto che era un segreto- commentò, rivolgendosi al biondo, che alzò le spalle cercando di passare per indifferente. Le spalle contratte però lo tradivano.
-Lo è, ma...credo di potermi fidare. E comunque ero in debito- rispose pacato, con sguardo annoiato.
-Guarda che non ci devi dare nulla in cambio- ribatté lei, sospirando pesantemente.
-Non l'ha fatto- replicò Fabio, lanciandole un'occhiata compiacente. Vivian lo fissò perplessa, facendogli inclinare la testa divertito, finché non capì.
-Aish, ma perché dovete sempre nascondere la gentilezza dietro una patina indifferente?- chiese al nulla, retorica. Sapeva benissimo che era un meccanismo di difesa, ma a volte diventava complicato leggere tra le righe.
-Rimani a cena?- domandò poi a Yoongi, che sgranò gli occhi colto di sorpresa, prima di sorridere apertamente, capendone le implicazioni.
-Facciamo un'altra volta? Dovrei davvero tornare al dormitorio-



 

********************



 

Era un idiota.
Se lo ripeteva da giorni ma chissà perché non aveva il coraggio di fare altro. Continuare a ripeterselo di certo non migliorava la situazione, lo faceva sentire solo più miserabile.
E di certo, miserabile era il termine giusto per descrivere la settimana appena passata. Non ricordava di essere stato così male in vita sua.
Si era reso conto di quello che aveva detto nell'esatto momento in cui Vivian era uscita dalla stanza. In quel momento aveva fatto un passo in avanti, pronto a seguirla e a rimangiarsi tutto, ma si era bloccato.
Il suo stupido orgoglio ferito gli aveva impedito di raggiungere la ragazza che amava.
Lo sguardo di fuoco che Namjoon gli aveva rivolto era valso più di mille insulti. Si era aspettato di riceverlo da Yoongi, ma a quanto pare il suo bersaglio era stato Jimin.
Jimin...e qui veniva l'altro grande problema.
Non aveva idea di che cosa fosse successo. Erano riusciti ad arrivare in dormitorio senza spiacevoli inconvenienti, solo con un gelido silenzio a far da padrone.
A quel punto ricordava solo lui e Jimin, in piedi uno davanti all'altro, a darsi addosso, tant'è che a un certo punto erano dovuti intervenire Hoseok e Jin per evitare che lo scontro diventasse fisico.
La lite si era stoppata solo quando Jungkook aveva urlato a tutti loro di smetterla, scoppiando a piangere l'istante successivo, facendo calare un silenzio attonito.
Non c'era stato verso di calmarlo. Neanche Namjoon, che era solitamente quello con cui si apriva, aveva avuto fortuna. Jungkook si era chiuso in un silenzio autoimposto, filando nella sua stanza finché non ne era riemerso la mattina successiva, con due occhiaie da far spavento e un'aria davvero poco rassicurante.
Taehyung aveva sentito una morsa gelida stringergli il petto, quando aveva intuito la portata dell'enorme cazzata che aveva fatto.
Non poteva certo dare tutta la colpa a Jimin. Di certo il suo amico aveva peccato di fraintendimento, ma lui ci aveva creduto senza nemmeno dare il beneficio del dubbio a Vivian.
Sapeva che doveva fare qualcosa, ma non riusciva a mettere insieme un pensiero coerente. La sua testa continuava a ripetergli quanto fosse stato stupido e meschino. Sì, perché rinfacciarle le sue origini era stato un gesto davvero meschino.
Col senno di poi si era sorpreso che la ragazza non l'avesse preso a ceffoni. Ma, e a quel pensiero non riuscì a trattenere un sorriso, Vivian era sempre stata più matura di lui.
Anche se quella volta gli schiaffi era sicuro di meritarseli.
Non era neanche sicuro perché fosse arrivato ad arrabbiarsi così tanto. Si era sempre ritenuto una persona senza alcun tipo di pregiudizio, perciò non si capacitava di come la storia dei coinquilini l'avesse sconvolto in quel modo.
Era stato, a sorpresa, Hoseok a schiarirgli la mente. Negli ultimi giorni l'amico non aveva fatto altro che essere sé stesso, diventando così l'unico punto fermo in quella vicenda.
Namjoon e Jin erano troppo occupati a tranquillizzare i manager e a gestire i loro eventuali scoppi di rabbia. Jimin, così come Jungkook, si era chiuso nel silenzio, preferendo starsene isolato. Yoongi invece, per quanto provasse a fare finta di niente, fissava un pò tutti male e le sue battute avevano raggiunto un nuovo livello di acidità.
Lui poi neanche a parlarne. Riusciva a stento ad essere il solito V solo quando dovevano lavorare, ma sentiva la sua maschera incrinarsi di giorno in giorno.
Hoseok invece sembrava che non avesse capito come reagire e avesse deciso di fare quello che faceva di solito, ovvero essere rumoroso e molesto e non avere nessun riguardo per lo spazio personale.
Paradossalmente, risultava la persona più normale del gruppo.
Gli si era avvicinato la sera precedente e gli aveva chiesto senza troppi giri di parole perché Fabio non gli piacesse.
Taehyung era stato zitto cinque minuti buoni prima di ammettere che non aveva niente contro il ragazzo anzi, quando l'aveva conosciuto gli aveva fatto una buona impressione.

 

Inizio flashback

-Quindi credi che a lui non stessi simpatico?- domandò pacato il più grande, sedendosi accanto a lui sul letto.
Taehyung si limitò a stringere pensosamente gli occhi.
-No, insomma...Vivian me l'avrebbe detto-
-Credi che fosse interessato a lei?- continuò l'altro, tamburellando le dita su una gamba. No, Fabio le voleva chiaramente bene e l'affetto era ricambiato, ma si vedeva che non c'era altro.
-No-
Hoseok sospirò pesantemente, lanciandogli un'occhiata in tralice.
-Allora perché sei scoppiato?-
-Non lo so!- esclamò il più giovane, allargando le braccia, in volto uno dei suoi soliti bronci.
-Voglio dire, hai piantato un casino...beh, tu e quell'altro...-
-Hobi...- provò a interromperlo Taehyung con tono di avvertimento, cosa che l'altro perferì ignorare.
- È stata una cosa davvero infantile e quello che le hai detto alla fine...-
-Hyung!- lo interruppe bruscamente con un ringhio, ricevendo in cambio un'occhiata piattamente neutrale.
-Cosa? Non sto forse affermando l'ovvio? Sei stato un cretino- ribatté Hoseok senza acredine, come se stesse davvero valutando i fatti. E Taehyung non poteva certo dargli contro, ma sentirselo dire in faccia gli faceva solo male.
-Questo lo so già, perché continui a ripetermelo?- chiese esausto, con le spalle basse.
-Perché voglio capire il motivo per cui ti sei comportato così, in modo da risolvere questa fottuta situazione!- esclamò il più grande, imprecando come poche volte aveva fatto nella sua vita.
Taehyung lo fissò ad occhi sgranati e con un'espressione persa sul volto, prima di deglutire, schiarendosi la voce.-Non è stato Fabio a farmi paura- ammise dopo un attimo di esitazione. Si leccò nervosamente le labbra, cercando di spiegare a parole quello che aveva provato.
-Credo che...sì, ecco, credo di aver avuto paura di quello che poteva rappresentare- confessò una volta che riuscì a mettere due parole sensate in fila.
L'espressione del più grande si fece improvvisamente attenta, come se finalmente stesse arrivando a una conclusione.
-Cosa vuoi dire-?-
-Seriamente hyung, come posso sperare di competere?- rispose Taehyung di getto, facendo inarcare all'altro ragazzo un sopracciglio.
-Non credo sia una competizione se lei ha già scelto- borbottò questo con una smorfia, ma ormai il più piccolo era partito.
-Non posso neanche offrirle una relazione normale. Ci vediamo raramente, usciamo insieme ancor meno. Dobbiamo stare perennemente attenti che nessuno ci scopra e...- il suo sproloquio venne interrotto da Hoseok, che gli poggiò fermamente una mano sulla spalla.
-E a discapito di tutto questo lei ha ancora scelto te- commentò pacatamente, guardandolo fisso negli occhi cercando di fargli arrivare un messaggio che l'altro non colse.
-Sì, ma per quanto? Quanto tempo passerà prima che si renda conto che c'è di meglio?- chiese Taehyung ad occhi sgranati e con voce disperata.
Il più grande sospirò pesantemente, scuotendo la testa.
-Quindi è questo? Hai visto in Fabio la possibilità che lei si accorgesse di questa tua assurda paranoia e hai finito per incasinare tutto?-
-Non è assurda!- replicò veementemente Taehyung, le guance arrossate e il respiro pesante.
-Beh, da come ti ha fatto rincretinire non si direbbe- ribatté Hoseok, alzando gli occhi al cielo.
-Ti fidi di Vivian?- chiese dopo una pausa ben studiata.
-Certo!- rispose prontamente l'altro, come scandalizzato da quella domanda.
-Credi sia stupida?- domandò ancora, inarcando un sopracciglio al verso strozzato del più piccolo.
-No! Hyung, perché...-
-E allora perché diamine non gliene hai parlato invece di fasciarti la testa prima di rompertela?-
Calò un silenzio imbarazzato che durò qualche secondo, prima che Taehyung si leccasse nervosamente le labbra.
-Quando avrei dovuto? In questo periodo siamo sempr...-
-Non ti azzardare, Kim Taehyung!- lo interruppe minaccioso il più grande, puntandogli un dito contro.
-Non provare nemmeno a usare questa scusa, abbi almeno il coraggio di dire a te stesso la verità!-

Fine flashback



E la verità infine era venuta fuori.
Troppo orgoglio per ammettere le sue insicurezze. Aveva sempre pensato che un uomo dovesse essere forte. Certo, sensibile, ma comunque uno deciso e che sapeva cosa voleva.
Chiaramente a questo punto si rendeva conto di aver sbagliato tutto.
Quel suo ragionamento lo aveva portato a non vedere la realtà delle cose, finendo per ferire l'unica persona che aveva cercato di proteggere da tutto quello.
E adesso non aveva idea di come rimediare.
Non aveva esperienza in queste cose e non sapeva se presentarsi davanti a Vivian fosse la cosa giusta da fare. Voleva vederlo? Le serviva del tempo per pensare?
Non sapeva neanche se stessero ancora insieme. Come funzionava in questi casi?
Aveva bisogno di qualcuno che lo consigliasse, ma non era nemmeno certo che fosse giusto appoggiarsi a qualcuno. Non che sapesse veramente a chi rivolgersi, perché le uniche persone a cui avrebbe potuto chiedere erano arrabbiate con lui per quello stesso motivo.
Finché non gli venne in mente che c'era una persona nella sua stessa situazione.
Una persona che probabilmente doveva ancora arrivare alla soluzione.
Una persona che poi sarebbe stata cocciuta quanto lui nel volersi far perdonare.
Doveva parlare con Jimin.

 









 

- Spazio autrice -
E Yoongi fa un passo verso Vivian, mentre Hoseok comincia a mettere un po’ di sale in zucca a taehyung. Qui mi sembra la fiera dell’est.
Giusro che non volevo inserire altri personaggi, poi le cose mi sono sfuggite di mano e…niente, scusate. Comunque non saranno molto rilevanti nella trama, perciò non disperate se non vi ricordate i nomi XD
Sono curiosa come un gatto di sapere cosa ne pensate, soprattutto per l’ultima parte.
Cosa ne pensate poi della spiegazione di Yoongi? Vi pare azzeccata? Personalmente farei una statua a quel ragazzo.
Spero di non lasciar passare troppo tempo con il prossimo aggiornamento.
Un abbraccio ^^





 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Stella alpina ***


[[[ Salve a tutti, è la parabatai di BlueWistria che parla.

So che state aspettando con impazienza un nuovo capitolo perché è quello che sto facendo io, ma purtroppo bisognerà aspettare ancora un pò.

La mia amica ha avuto un incidente e per di più si trova all'estero, in un posto dove la connessione fa abbastanza schifo. Non scenderò nei dettagli perché è una questione parecchio privata, ma mi ha chiesto di scrivervi e rassicurarvi sul fatto che non intende abbandonare la storia. È una cosa a cui tiene e appena starà meglio intende continuarla e finirla.

Nel frattempo ringrazia tutti voi per la pazienza (e per l'assenza di messaggi minatori).

Un abbraccio da parte sua, con la speranza di "rivederci" al più presto. ]]]

 

 

*************************

 

 

Salve a tutti!

Devo delle scuse a tutti voi per essere sparita per così tanto tempo. Purtroppo gli ultimi mesi sono stati terribili e solo adesso sto finalmente cominciando ad ingranare. A tutto questo si aggiunge il fatto che attualmente sono in Cina, (lontano da tutti e con un fuso orario indecente, così come la connessione internet).

Vi ringrazio infinitivamente per il vostro supporto e per essere stati così comprensivi. Mi siete stati di grande aiuto per ricominciare a scrivere.

La prima cosa che mi ha detto la mia parabatai quando ha finito di leggere il capitolo è stata "Non pensavo che mi sarebbero mancati così tanto", riferito ai personaggi e soprattutto a Vivian e Tae.

Ecco, non pensavo neanche io finché non ho ricominciato a scrivere. È stato come ritrovare dei vecchi amici.

Proprio per questo motivo, non importa quanto tempo ci vorrà, non smetterò di scrivere questa storia finché non sarà finita. È una promessa a voi e a me stessa.

Attualmente studio la mattina e lavoro il pomeriggio. L'unico momento vagamente libero è il weekend, vedrò di sfruttarlo a dovere v.v

Dopo questo papiro vi lascio all'attesissimo capitolo.

Grazie ancora per essere rimasti.

Credo che sarà l'ultimo aggiornamento del 2016, perciò... Buon Natale e felice anno nuovo a tutti!

 

 

 

- Stella alpina -

 

 

 

400 g di savoiardi

500 g di mascarpone

120 g di zucchero

6 uova medie

Caffé q.b

Cacao in polvere

 

 

Non le era mai piaciuto particolarmente il tiramisù. Il che in Italia poteva essere considerato come alto tradimento.

Le piaceva il mascarpone e adorava decisamente il caffè, però i savoiardi mollicci era qualcosa che non aveva mai sopportato. Lo mangiava di buon gusto quando lo preparava nonna Irma, anche se scansava, cercando di non essere vista, i terribili savoiardi. Il nonno, neanche lui un grande amante delle cose mollicce, le faceva un occhiolino servendole un pezzo con più crema che altro.

L'unico motivo che la spingeva a preparare il tiramisù, era che sfortunatamente quello era il dolce preferito di Hyerin. Non c'era mai stata occasione di prepararglielo, e aveva deciso che poteva essere un'ottima idea per far pace.

Quella sera ci sarebbe stata la prima del suo spettacolo teatrale e aveva deciso che era ora di far pace. La sua migliore amica le mancava troppo.

Finì di assemblare il dolce nella piccola coppetta trasparente, riponendola poi in frigo per lasciarla riposare. In realtà, con le dosi che aveva ne aveva riempito una teglia, che di certo non sarebbe andata sprecata. Sospettava che un suo certo coinquilino ci avrebbe dato una bella ripassata e forse sarebbe stato così generoso da dividerla con un certo trio di ragazzi.

Con un sospiro a metà tra il rassegnato e il divertito, lasciò la cucina per cominciare a prepararsi per la serata.

 

 

 

 

 

In quello stesso momento, da un'altra parte.

Taehyung fissava esitante la porta chiusa della stanza di Jimin. Gli altri si erano dati strategicamente alla fuga, ne era praticamente certo. Hoseok gli aveva dato addirittura una pacca comprensiva sulla spalla, prima di trascinare fuori casa il maknae.

Quest'ultimo aveva sorprendentemente ricominciato a parlare loro due giorni prima. Non aveva detto niente di eclatante, preferendo fare come se nulla fosse successo. Gli altri avevano accettato la sua decisione, anche se Taehyung lo vedeva lanciargli qualche occhiata esitante.

Le stesse che lui stava lanciando alla porta.

Sospirò, prendendo coraggio ed entrando senza bussare. D'altronde lui era Kim Taehyung, non bussava praticamente mai.

Trovò Jimin mezzo steso sul letto, che fissava con sguardo perso lo schermo del portatile che teneva in grembo. Lo vide lanciargli un'occhiata cupa, le labbra a formargli un broncio.

-Dobbiamo parlare- esordì Taehyung, rendendosi conto solo un istante più tardi di quanto le sue parole preannunciassero un disastro. In realtà adorava le situazioni dove era costretto a dire frasi cliché, ma non gli pareva il caso di confessarlo in quel momento, soprattutto dopo l'occhiata fulminante che ricevette in risposta.

-Adesso non ho proprio voglia di litigare anche con te- replicò acidamente Jimin, seppur chiudendo con un gesto secco il portatile, incrociando poi le braccia sulla difensiva.

Qualcuno potrebbe rimanerne sorpreso, ma Taehyung aveva occhio per i dettagli.

-...anche?- si arrischiò a chiedere, avvicinandosi all'altro e decidendo che sedersi per terra fosse l'opzione migliore. Dopotutto se Jimin avesse avuto un attacco di rabbia, almeno era già a terra. Cadere da una sedia era un male sottovalutato, poteva testimoniarlo.

L'altro ragazzo si passò una mano tra i capelli, nel suo gesto caratteristico, leccandosi poi le labbra nervosamente, indeciso se rispondere o meno.

Entrambi sapevano che se avesse risposto avrebbe dato il suo assenso per l'inizio della conversazione.

-Ho litigato con Hyerin- ammise dopo qualche istante, dove Taehyung si era ritrovato quasi a pregare che dicesse qualcosa.

La verità era che litigare con Jimin era stato straziante, forse più che con gli altri. Namjoon e Jin non si arrabbiavano praticamente mai davvero, erano un pò come dei genitori. Potevano essere delusi per il tuo comportamento ma continuavano a sostenerti. Con Yoongi invece non c'era stato nessun vero e proprio litigio, anche se c'era stato un pò di disagio da parte sua nel parlargli.

Con Hoseok invece il disagio non c'era mai, era come un'isola piena di felicità e speranza.

Il comportamento di Jungkook l'aveva ovviamente destabilizzato, perché era la prima volta che si comportava in quel modo e tutti ne erano rimasti spiazzati. Il più delle volte aveva un comportamento talmente maturo che tendevano a dimenticare di quanto in realtà fosse giovane e inesperto.

Il litigio con Jimin l'aveva lasciato quasi in stato di shock per un intero giorno, prima di rendersi conto che sì, avevano davvero litigato. Era il suo migliore amico e non averlo vicino in quei giorni non aveva fatto altro che far pesare di più tutto ciò che era successo. Perché non solo non poteva contare sul suo migliore amico dopo che aveva litigato con la sua ragazza, ma non poteva nemmeno contare sulla sua ragazza dopo che aveva litigato con il suo migliore amico.

Jimin dovette scorgere l'angoscia sulla sua faccia, perché lo vide sotterrare l'ascia di guerra e il sospetto, arrivando persino a offrirgli un piccolo sorriso.

-Non ne va bene una, eh? Immagino che se tutti stiano litigando con me un motivo ci dovrà pur essere- disse, dapprima con tono ironico per poi sfociare in uno amaro.

-Non sono venuto per litigare- ammise Taehyung, abbassando lo sguardo e sospirando stancamente. Si perse così il lampo di sorpresa che passò negli occhi dell'amico, ma vide la sua postura cambiare, facendosi impercettibilmente più rilassata.

-Sono un coglione- esordì Jimin dopo un silenzio fin troppo prolungato. Lo disse come un dato di fatto, senza rabbia o amarezza, credendoci, come fosse una constatazione. E Taehyung capì che si era già fatto un esame di coscienza, perciò forse la situazione non era così tragica.

Aveva messo in conto di dovergli far capire quanto avessero sbagliato tutti, di scontrarsi con la sua cocciutaggine e il suo orgoglio. Ma a quanto pare per una volta lo aveva sottovalutato.

-Forse. Ma io che ti ho seguito allora cosa sono?- gli rispose con un piccolo sorriso che voleva essere complice, al quale Jimin rispose.

Per Taehyung fu come respirare di nuovo dopo un'apnea fin troppo lunga. C'erano molte altre cose che dovevano essere sistemate, ma forse poteva contare nuovamente sul suo migliore amico.

-Mi...uhm, dispiace. Per l'altro giorno- provò a scusarsi, pur non riuscendo a dire ad alta voce che si erano quasi presi a pugni. Era un qualcosa che lo meravigliava ancora. Non aveva una natura violenta e l'unica volta che aveva voluto davvero picchiare qualcuno, era stato quando quel ragazzino aveva cercato di fare del male a Vivian.

Credere di poter far del male uno dei suoi amici lo aveva fatto sentire una persona terribile e l'aveva fatto dubitare per un pò di sé stesso.

Jimin sembrò ugualmente in imbarazzo, come se anche lui faticasse a credere a quello che era successo.

-Sì, beh, ti avrei distrutto- disse questo a sorpresa, passandosi una mano nei capelli come faceva abitualmente. Taehyung notò però il tono debole della presa in giro e quel sottile imbarazzo che sembrava non voler scomparire.

-Ya! Che vuoi dire?- domandò con una smorfia piccata, stando allo scherzo.

Gli occhi di Jimin si rasserenarono e un piccolo ghigno gli si formò sul volto, mentre lanciava un'occhiata di finta supponenza al corpo dell'altro.

Altro che intercettò l'occhiata e la prese come un offesa mortale.

-Guarda che la massa non è tutto ChimChim, significa solo che sei più grasso!- esclamò con soddisfazione, incrociando le braccia al petto per dare enfasi alla sua affermazione.

-Io non sono grasso!- replicò indignato e con tono fin troppo squillante Jimin.

Ci fu un istante di silenzio dove entrambi si guardarono, con un'espressione talmente buffa che non poterono far altro che scoppiare a ridere.

-...scusa- disse il ragazzo sul letto dopo un pò, tornando serio, non riuscendo tuttavia a guardare in faccia l'amico.

-Jimin...- provò a fermarlo Taehyung, non volendo ricreare quell'imbarazzo che non era normale tra di loro. Aveva capito che era dispiaciuto, l'aveva capito. Non aveva bisogno di ulteriori conferme, sapendo inoltre quanto costasse all'amico scusarsi.

Ma pareva che l'avesse sottovalutato di nuovo.

-No, devo scusarmi. Non solo per l'altro giorno ma...per tutto- lo interruppe Jimin, alzando la testa e riuscendo finalmente a guardarlo negli occhi.

-Mi sono immischiato fin dall'inizio e fino a un certo punto va bene. Solo...non mi sono reso conto di essere andato oltre finché non ci ho sbattuto contro-

-Questo è così tipico di te- commentò Taehyung con un piccolo sorriso, scuotendo la testa.

-Vero, ma di solito mi faccio male solo io- mormorò con amarezza Jimin.

-Hai...hai parlato con Vivian?- domandò dopo un attimo di incertezza, il nome della ragazza che quasi gli venne fuori come un singhiozzo.

L'espressione cupa di Taehyung dovette parlare per il ragazzo, perché Jimin emise un verso di disperazione, quasi accartocciandosi su sé stesso, le mani a coprirgli il volto e le dita che stringevano convulsamente le ciocche di capelli sulla fronte.

-Mi dispiace, ti giuro che mi dispiace- biascicò quasi come una cantilena, mentre Taehyung sgranava con panico crescente gli occhi.

-Jimin stai...piangendo?- domandò esitante, pronto a mettersi anche lui le mani nei capelli. Le cose non stavano andando esattamente come aveva pensato. Certo, da un lato stavano andando molto meglio, dall'altro...non ne era esattamente sicuro.

-Non lo so!-

-Come non lo sai?- domandò basito, cercando di capirci qualcosa. Ad una domanda del genere non c'erano solo due possibili risposte?

-Non lo so e basta, sta zitto!-

-...diamine ChimChim, sei peggio di una ragazza mestruata- commentò con slancio Taehyung, riuscendo nell'ardua impresa di scongiurare una crisi di panico.

Jimin infatti scoprì la faccia, e grazie al cielo non stava piangendo, aveva solo gli occhi sospettosamente lucidi.

-Mi hai scambiato per Yoongi?-

-Vuoi ripetere questa frase davanti a lui?- replicò Taehyung, con un ghigno poco raccomandabile sul volto, facendo rabbrividire Jimin.

-Scherzavo. Sono troppo sexy per morir...ehi!- esclamò poi quando vide l'amico aprire la porta e schizzare fuori dalla stanza, ridendo maleficamente.

-Ho detto che scherzavo!- ripeté urlando, lanciandosi all'inseguimento.

Quello che non poteva sapere era che Yoongi non era in casa e che Taehyung lo stava solo prendendo in giro. Di nuovo.

 

 

 

 

 

Hyerin era semplicemente perfetta per la parte, si ritrovò a pensare Vivian, vedendo come l'amica dominava il palcoscenico.

Ad essere onesti, il flauto magico non rientrava nelle sue storie preferite, ma vederla rappresentata faceva tutto un altro effetto. Certo, in quel teatro si crepava di caldo, se per l'ammasso di gente o per le temperature al limite del vivibile questo non sapeva dirlo. Fatto sta che ringraziava il cielo per aver deciso di indossare un vestitino estivo di un blu talmente scuro che era sicura avrebbe nascosto le eventuali macchie di sudore.

Emise uno sbuffo seccato, forse un pò troppo forte perché un paio di persone si voltarono a fissarla.

Stiracchiò un sorriso imbarazzato e si sistemò con nonchalance la mini borsa frigo che teneva in grembo.

Tornò a prestare attenzione allo spettacolo proprio quando Hyerin, che interpretava la Signora della Notte, si accasciò al suolo morente.

Inutile, la sua amica era decisamente portata per i ruoli drammatici. Il teatro era sicuramente il suo posto.

Non era ancora sicura di come iniziare la conversazione, principalmente perché non sapeva come avrebbe reagito l'altra ragazza. In realtà tutto si basava su quello, perciò Vivian sperò ardentemente in una botta di culo.

Mh, ultimamente era diventata più scurrile, merito indubbiamente della presenza di Fabio. Non che il ragazzo fosse uno scaricatore di porto, anzi, se voleva poteva essere la persona più educata di questo mondo, solo che con gli amici si lasciava un pò andare.

Lo scroscio di applausi la fece improvvisamente tornare alla realtà e si accorse con stupore che si era persa la parte finale dello spettacolo.

Pazienza, si disse mentre si alzava, il corpo intorpidito, la sua amica era già uscita di scena.

Dopo il saluto agli attori, le luci si riaccesero e Vivian prese a guardarsi intorno incerta, alla ricerca della strada per il backstage.

Fu mentre cominciava a scendere le scale che sentì una mano poggiarsi delicatamente al centro della schiena, e per poco non fece volare per aria la borsa frigo.

Non riuscì a trattenere un sussulto sorpreso e si girò, solo per ritrovarsi davanti Young-Nam che la guardava sornione. Myung-Dae era poco più in là che parlava serenamente con i signori Kim e, semi nascosto dalle poltroncine, sedeva un Dong-Sun imbronciato, a braccia conserte e con i capelli completamente sconvolti.

-Grazie per il mezzo infarto- salutò Vivian ironica, ricevendo in risposta un ghigno che non apparteneva a Young-Nam quanto più a...

-Stai decisamente prendendo il peggio di Fabio- si lasciò scappare, non considerando che lei non avrebbe dovuto sapere niente della sua cotta.

Il ragazzo infatti arrossì sorpreso, ma dopo un attimo di esitazione le rivolse un timido sorriso.

-Grazie-

-Devi proprio farmi dire che non era un complimento?- domandò lei, prendendolo un pò in giro.

Il ragazzo scrollò le spalle malandrino.

-Suppongo dipenda dalla persona che riceve il complimento-

Vivian alzò gli occhi al cielo, avendo le mani occupate.

-Va bene, hai vinto. Come ho mai potuto pensare di farla a un serpeverde, proprio non so...- borbottò, facendolo ridere.

A quel punto comparve Dong-Sun, che nel frattempo si era accorto della presenza della ragazza.

-Ehi- mugugnò, alzando la testa in un saluto, le mani infossate nelle tasche dei pantaloni.

Vivian si ritrovò ad occhieggiarlo perplessa, non capendo subito cosa ci fosse di diverso in lui. Quando capì, si ritrovò a fissarlo intenerita, quasi come una madre orgogliosa.

Niente jeans strappati, o magliette extralarge, o maglioni slabbrati.

Certo, i jeans rimanevano, ma erano sobri e della sua taglia, così come la camicia di lino blu, le maniche arrotolate a scoprirgli gli avambracci.

Dallo sguardo che le lanciò sembrava si aspettasse una presa in giro o qualcosa di simile, ma Vivian decise di far finta di niente, chiedendogli se lo spettacolo gli fosse piaciuto.

-Una pazza che interpreta una pazza- rispose lui, scrollando con indifferenza le spalle.

A quello Vivian non seppe resistere.

-Curioso come io ti abbia chiesto dello spettacolo e tu abbia parlato di Hyerin-

Il ragazzo gelò, sembrando come se fosse appena stato colpito in faccia da un palo e Young-Nam, alle sue spalle, non riuscì a trattenee un risolino divertito.

-Beh- replicò il biondo, passandosi imbarazzato una mano nei capelli. -Eravamo venuti per vedere lei, no? Cioé, ti pare che saremmo mai venuti a vedere uno spettacolo del genere altrimenti?-

Vivian non commentò, ma quella frase era qualcosa di molto simile a una dichiarazione, anche se Dong-Sum sembrava esserne inconsapevole.

-Quindi...vai a parlare con Hyerin?- le chiese il ragazzo, non capendo a cosa fosse dovuto quell'improvviso silenzio.

-Cosa? Stai aspettando che vada a parlarle per vedere di che umore è?- scherzo, ma neanche troppo, lei.

Il ragazzo sembrò dapprima imbarazzato, ma poi le sorrise con spavalderia.

-Qualcuno deve pur essere il primo. E ci sono più possibilità che tu sopravviva-

-Questo è certo- gli borbottò dietro Young-Nam, beccandosi una gomitata in risposta.

-Va bene mocciosi, la mamma ora ha da fare- si intromise Vivian, prima che cominciassero a fare sul serio.

-Riuscite a non combinare pasticci mentre cerco di sistemarne uno?- domandò fissandoli inquisitoria. Anche se più che una domanda il suo parve un ordine.

-Oh, ma noi veniamo con te- replicò a sorpresa Young-Nam, facendole sbattere gli occhi perplessa.

-Potremmo mai perderci lo spettacolo?- aggiunse lui con un mezzo sorriso.

Vivian era già pronta a ribatte sarcasticamente, quando colse qualcosa nello sguardo del ragazzo. E capì che quella frase serviva solo a nascondere la preoccupazione che in realtà provava.

Perciò si limitò a scrollare le spalle, per poi dirigersi con aria apparente decisa verso il backstage.

In realtà era davvero spaventata per come sarebbero potute andare le cose. Per la prima volta aveva davvero un'amica e non voleva rischiare di perderla.

Era stata arrabbiata con lei, e parecchio, ma presto quella rabbia aveva lasciato il posto alla consapevolezza che se non avessero presto risolto, tutto quello che avevano passato sarebbe stato cancellato.

E non era sicura di riuscire a gestire una cosa del genere.

Hyerin faceva parte della sua famiglia, ma al tempo stesso era qualcosa di diverso. Sapeva che qualsiasi cosa avesse fatto o qualsiasi strada avesse intrapreso, la sua famiglia l'avrebbe appoggiata incondizionatamente, proprio per quel legame di sangue che li univa.

Con Hyerin il discorso era diverso. Passavano del tempo insieme perché era qualcosa che avevano deciso, non perché doveva essere così e basta.

Vivian si rendeva conto che era una cosa normale e che tutti provavano la stessa cosa con i loro amici, ma per lei era la prima volta.

Perdere quel legame sarebbe stato straziante.

Stava meditando su quale fosse la faccia migliore con cui presentarsi, quando ricevette una pacca sulla spalla di avvertimento.

Rialzò la testa, che aveva tenuto bassa sino a quel momento, solo per vedere avanzare verso di lei Hyerin, l'espressione neutra.

Si era cambiata e ora indossava un vestitino smanicato di un rosso intenso, i capelli sciolti e ribelli sulle sue spalle.

Vivian aprì la bocca per dire qualcosa, anche se non aveva idea di cosa, quando l'altra ragazza fece qualcosa che lasciò tutti allibiti.

A pochi passi da lei accellerò, per poi inginocchiarsi con slancio e fissarla con angoscia.

-Scusa scusa scusa- sparò a raffica, come un mantra, le mani unite in preghiera.

Quella era l'ultima cosa che si sarebbe mai aspettata, e probabilmente non era la sola a pensarlo, almeno a giudicare dalle espressioni sbigottite dei due ragazzi dietro di lei. Dong-Sun poi sembrava essere stato nuovamente colpito da un palo.

-Hyerin...- borbottò Vivian, sentendosi a disagio.

-No no no- la interruppe l'altra, gesticolando come impazzita con le mani.

-Sono stata una stupida, lo so. Non avrei dovuto intromettermi così tanto e soprattutto non avrei dovuto pensare male, non di te- vomitò fuori fin troppo velocemente, incespicando sulle parole.

Con la coda nell'occhio, Vivian vide Young-Nam spintonare Dong-Sun, concedendo loro un pò di privacy.

-...e non avrei dovuto dire quelle cose, soprattutto quella cosa su Fabio, non sai quanto sia pentita e...quello cos'è?- finì per domandare Hyerin, lo sguardo improvvisamente attirato dalla borsa frigo.

Vivian si schiarì la voce, passandogliela con esitazione.

-Tiramisù?- rispose poi, facendola più suonare come una domanda.

L'amica sgranò gli occhi, prendendo con mani tremanti la borsa frigo.

-Tiramisù?- ripeté incerta, come non credendo a quello che aveva sentito.

-Diciamo che è un'offerta di pace- spiegò Vivian, aggiustandosi imbarazzata una ciocca di capelli.

-Offerta di pace?- ripeté nuovamente l'altra alzandosi dal pavimento, e Vivian quasi alzò gli occhi al cielo dall'esasperazione.

-Quindi non sei qui per prendermi a calci in culo?- domandò Hyerin per sicurezza, tornando ad essere la solita pazza esuberante di sempre.

-Sai che sono per la pace- provò a scherzare Vivian, tastando il terreno. Non sapeva se le cose fossero tornate alla normalità, ma non le pareva stesse andando così male.

L'altra ragazza inarcò un sopracciglio, prima di sbottare.

-Per la pace un cazzo! L'ultima volta ho avuto seriamente paura di te!-

-Sì beh, ho i miei momenti di gloria- si pavoneggiò lei, prendendo per un attimo in prestito l'espressione malandrina di Fabio.

-Altro che momento di gloria- ribatté Hyerin, sventolando una mano nella sua direzione. -Ti avrei costruito un monumento se non fossi stata arrabbiata con me-

-Beh, la pazza megalomane della coppia rimani comunque tu-

-Chiaro- concordò Hyerin come se non ci fossero mai stati dubbi in proposito.

-È davvero tiramisù?- chiese poi indicando la borsa frigo, l'espressione ancora meravigliata.

Vivian stava per risponderle che sì, era davvero tiramisù, quando un rumore veloce di passi non la fece voltare.

Young-Nam stava avanzando verso di loro, l'espressione più esasperata che gli avesse mai visto addosso.

-Ora avete davvero rotto le palle- sbottò, interrompendo la conversazione e causando uno stato di shock in entrambe le ragazze.

-Nam...- provò a dire Vivian, venendo fermata da un gesto secco del ragazzo.

-Sono gay, ok? Quel giorno Sun stava cercando di proteggere me, per questo si è arrabbiato così tanto. Ora che la faccenda è chiarita, potreste cortesemente mettervi assieme? Tu piaci a lui e lui piace a te- esalò il ragazzo tutto d'un fiato con aria seccata, come se non avesse appena ammesso quello che aveva ammesso.

Vivian si ritrovò a sbattere gli occhi come un gufo, talmente sorpresa che non riusciva nemmeno a pensare lucidamente. Hyerin d'altro canto non sembrava essere in condizioni migliori, soprattutto perché per lei quelle erano novità. Boccheggiò un paio di volte, come se non riuscisse a decidere cosa domandare per prima cosa, poi scosse incredula la testa, fissando gli occhi scuri in quelli del ragazzo.

-Tu sei...- mugugnò con voce esile, come mai prima d'ora.

-Sì, gay, ma non è questo il punto cruciale- la interruppe Young-Nam, roteando gli occhi. Non lo disse a voce alta, ma fu talmente deciso che Vivian per un attimo si chiese se non avesse già fatto coming out. Ma era impossibile, sapeva che in quel caso glielo avrebbe detto. Probabilmente stava solo approfittando del fatto che non ci fosse anima viva nei paraggi, anche se continuava a non capire cosa l'avesse fatto sbottare.

-...io piaccio a Dong-Sun?- domandò Hyerin, dopo che finalmente arrivò al punto della situazione, sembrando in qualche modo ancora più incredula.

-Devo davvero ripetere l'ovvio?- replicò Young-Nam, alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.

Seguì un silenzio carico di incredulità, finché il volto di Hyerin non si aprì in un'espressione di pura beatitudine. Vivian si ritrovò a ridacchiare, constatando come adesso fosse l'amica a sembrare come ad essere stata colpita da un palo.

L'altra non notò niente, le rivolse una vago sorriso prima di camminare, volare, verso Dong-Sun, al momento preso a fissare con decisione il muro davanti a sé.

-Sai, mi sono sbagliata- commentò Vivian dopo che ebbero fissato la strana coppia per due minuti buoni, nei quali non fecero altro che fissarsi inebetiti in silenzio, cosa alquanto straordinaria contando con chi avevano a che fare.

Young-Nam, al suo fianco, sembrò tornare in sé solo in quel momento, perché scosse incredulo la testa e la guardò perplesso.

-Uh?-

-Non sono certa che tutta questa cattiva influenza si colpa di Fabio- spiegò Vivian serena, sentendo che le cose stavano pian piano tornando al loro posto.

Sentendo la risata liberatoria di Young-Nam, non poté che sorridere ancor di più.

 

 

 

 

 

-Che diamine...ok, cosa sta succedendo?- domandò sconcertata Vivian, fissando perplessa la scena che le si presentava davanti. Negli ultimi giorni non era strano vedere Fabio scambiarsi messaggi o addirittura chiamate al telefono con Yoongi, ma ritrovarseli entrambi in salotto, allegramente spaparanzati per terra, beh, quello si che era strano. Soprattutto notando l'aria esasperata dell'asiatico e quella corrucciata dell'occidentale.

-Fabio è un cretino- rispose piattamente il biondo, seduto in posizione zen accanto al basso tavolino.

La ragazza sbatté una volta gli occhi, portando l'attenzione sul ragazzo citato.

-Ehi! Io non sono cretino!- ribatté veementemente questo, prima di rimangiarsi quanto appena detto. -Cioé, lo sono la maggior parte del tempo, ma non lo sono davvero-

-Ragazzi...- borbottò esasperata lei, passandosi stancamente una mano sulla fronte. Era quasi certa che si trattasse di qualcosa di stupido e in quel momento era veramente troppo stanca per ascoltare anche i bisticci di quei due.

-Fabio fa il cretino con Young-Nam- ripeté Yoongi, stavolta accennando a qualcosa in più. Vivian a quello raddrizzò la schiena, mostrandosi per la prima volta interessata a quell'assurda vicenda.

Fabio per contro si inalberò, cominciando a gesticolare come un pazzo, cosa che riservava ai momenti di maggiore crisi.

-Oh, io non faccio il cretino con nessuno. E comunque è solo la tua personale opinione-

-E di Alex- precisò Yoongi inarcando il sopracciglio con supponenza.

-...cospiratori della malora- gli borbottò dietro il moro.

-State davvero...parlando di ragazzi?- domandò a quel punto Vivian, non sapendo se scoppiare a ridere o nascondersi in camera. Probabilmente la seconda, vedendo con chi aveva a che fare.

-Beh, io no. È lui che ha un problema con Young-Nam- le sussurrò in risposta il biondo e la ragazza non capì l'improvviso cambio di tono. Venne comunque distratta dall'altro ragazzo, che alzò le braccia al cielo.

-No che non ce l'ho-

Yoongi annuì con condiscendenza -Giusto, ti stai solo comportando da cretino-

-La vuoi piantare di darmi del cretino? È divertente solo la prima volta- replicò con tono lamentoso Fabio, stendendosi a terra con ancora le gambe incrociate all'indiana.

Vivian a quel punto decise che forse era il caso di mettersi comoda e si tolse le scarpe, prima di andare a prendersi qualcosa da bere. Guardando lo scempio sul tavolino si disse che non era il caso di chiedere se i ragazzi volessero qualcosa. Se avevano mangiato davvero tutto quello, probabilmente erano a posto per i prossimi due mesi.

Nel frattempo la conversazione era andata avanti...sempre che di conversazione si potesse parlare dato che era composta al 90% da insulti e negazioni.

-In effetti...non è che tu sia cretino, è il tuo ragionamento che lo è- ci tenne a precisare Yoongi, dondolando un dito in faccia all'altro.

-Ehi, Cip e Ciop!- provò a fermarli la ragazza prima che le cose degenerassero. Purtroppo non ottenne l'effetto sperato, anche se fece deragliare per un pò la conversazione.

-...tu sei Ciop- indicò Yoongi fermamente.

-Che vorresti insinuare?- inarcò un sopracciglio Fabio, incrociando con disappunto le braccia al petto.

-Beh...-

-Oh, ma lo sai che hai ragione? Cip ti si addice...nanetto- confermò il moro dopo un attimo di riflessione, ghignando all'altro che per poco non gli buttò addosso il tavolino.

-Ya!-

-Assassiner est un crime, pour votre chance- sibilò Vivian. Non che fosse veramente arrabbiata, solo che la questione stava cominciando ad essere esasperante. Era lì da ormai dieci minuti e non aveva ancora capito quale fosse il problema. Oltre alla mancanza di cervello dei due, chiaramente.

I due ragazzi gelarono contemporaneamente, ben sapendo che in quel caso l'uso del francese non indicava un tenero appellativo. Quello spettava a Jungkook.

-Ecco, l'hai fatta arrabbiare- mugugnò il moro, allontanandosi di un poco dalla ragazza e finendo incosciamente più vicino a Yoongi.

-Che ha detto?- chiese invece questo, che di francese non ne capiva nulla.

-Niente di buono, credi a me- gli batté comprensivo una mano sulla spalla.

Vivian a quel mezzo melodramma si limitò ad alzare gli occhi al cielo, le mani sui fianchi.

-Mi volete dire che succede? State davvero parlando di ragazzi? Voi due?-

Neanche il tempo di finire di parlare che la porta del bagno si aprì, facendone fuoriuscire un Jin alquanto imbarazzato.

-...ciao- salutò il ragazzo dopo un attimo di esitazione, grattandosi la testa e avvicinandosi al trio.

-Ah, ecco. Con te mi sento già più rassicurata- se ne uscì Vivian, sorprendendo i presenti, che le lanciarono delle occhiate interrogative.

-...credo ci aspettassimo tutti una reazione diversa- ci tenne a precisare Fabio, in risposta al cenno inquisitorio della ragazza.

Oh, Vivian sapeva bene che reazione si sarebbero aspettati, solo che stava finalmente digerendo la situazione. Diciamo più che la sua rabbia era suddivisa in diverse proporzioni e sicuramente Jin non aveva quella più grande.

-Oh credimi, la reazione sarebbe stata ben diversa se foste stati solo voi due a parlare di ragazzi. Il cielo sa cosa ne sarebbe venuto fuori- rispose sagacemente con un sorriso beffardo, facendo spalancare la bocca ai due litiganti, che si ritrovarono per la prima volta d'accordo.

-Ehi!- esclamarono indignati in coro questi, facendo quasi ridere la ragazza, che si girò con nonchalance verso il ragazzo più grande, fingendo di ignorarli.

-Vuoi qualcosa? Ci dovrebbe essere del tiramisù-

-No, non c'è- replicò Fabio accennando un colpo di tosse.

-Fabio!- esclamò esasperata, alzando gli occhi al cielo.

-Ah no, non prendertela con me! È il signor responsabilità laggiù che l'ha finito- si difese con sdegno il ragazzo in questione, additando Jin, che si passò con finta indifferenza una mano sul collo, schiarendosi poi la voce con nonchalance.

Dieci minuti più tardi stavano tutti intorno al piccolo tavolino del soggiorno, Vivian e Jin seduti comodamente sul divano e gli altri due seduti a gambe incrociate di fronte a loro.

La ragazza era riuscita a racimolare qualcosa di già pronto dal frigo e tutti se ne stavano bellamente soddisfatti a mangiare tramezzini. Il cielo sa come riuscissero a fare entrare qualcos'altro nello stomaco dopo che le avevano svaligiato il frigo.

-Quindi, seriamente, che succede?- domandò lei inquisitoria, dopo aver mandato giù l'ultimo boccone.

Seguì un silenzio imbarazzato, finché il ragazzo di fianco a lei non si mosse a disagio sul divano.

-Io ero passato a scusarmi- confessò con la faccia più innocente che riuscì a fare. Non che si dovette sforzare più di tanto.

-E ha trovato noi- aggiunse Fabio alzando comicamente le sopracciglia.

-Ho quasi paura a chiederlo ma...cos'è che stavate facendo esattamente voi due?-

Di certo Vivian non si aspettava che Yoongi e Fabio sarebbero andati così tanto d'accordo. Conoscendo i due caratteri, rabbrividiva a ciò che avrebbero potuto combinare assieme.

I due ragazzi in questione si lanciarono un'occhiata seria, che stonava nettamente con la situazione in cui li aveva trovati prima.

-Io...ho preso una decisione che riguarda me e Young-Nam- sputò fuori Fabio, con una strana smorfia.

Yoongi, al suo fianco, sbuffò sonoramente, tirandosi una pacca sul ginocchio.

-Sì, che non ci sarà nessun "te e Young-Nam"- commentò meno acidamente del solito.

-Che? Aspetta, cosa?- si intromise sbigottita Vivian, lanciando un'occhiata incredula un pò a tutti.

-Sentite- cercò di riprendere il controllo della situazione Fabio, cominciando ad essere irritato per il fatto che tutti gli stessero andando così contro, -Se mi lasciaste spiegare...-

-Oh, dimmi pure. Devo proprio sentire che pare ti sei fatto stavolta- lo incoraggiò ironicamente la ragazza, ben conoscendo la natura paranoica dell'amico.

-Tu sei l'ultima persona che può venirmi a parlare di pare mentali- le rinfacciò sarcastico Fabio, ghignando divertito a dispetto di tutto.

-Io l'ho ascoltata la spiegazione e ribadisco che sei un cretino- si intromise Yoongi, beccandosi in risposta una gomitata dal moro.

Seguì un lungo silenzio dove tutti si limitarono a fissare con lieve disagio il tavolino, finché Fabio non sospirò affranto.

-Va bene, forse sarò un cretino, ma tu non hai nemmeno cercato di metterti nei miei panni- esordì a bassa voce, fissando di sfuggita il ragazzo al suo fianco. Quando sembrò che Yoongi volesse ribattere, il moro lo fermò con un gesto della mano, sospirando nuovamente.

-No, lasciami parlare un attimo. Non è che non mi piaccia Young-Nam, anzi, forse mi piace pure troppo. Proprio per questo per una volta ho deciso di non essere egoista e di pensare prima a qualcun'altro-

-Tu sei una delle persone meno egoiste che io conosca- replicò Vivian aggrottando le sopracciglia. Trovava incredibile che Fabio pensasse una cosa del genere e soprattutto che si stesse confidando anche con gli altri ragazzi presenti. Era da sempre una persona molto riservata, anche a causa dell'ambiente familiare in cui era cresciuto, e si apriva raramente alle persone, con l'ovvia eccezione di Alex.

Il moro le fece un mezzo sorriso, sembrato allo stesso tempo amareggiato e rincuorato.

-Non sono egoista con i miei amici, forse per questo ne ho così pochi- le rispose, tentando per un attimo di buttarla sul ridere.

-Il solo fatto di ammettere una cosa del genere ti rende meno egoista- si intromise nuovamente Jin con tono rassicurante, sembrando nettamente più maturo di tutti loro. Il che ovviamente era vero per la maggior parte delle volte.

-Io ancora non riesco a capire- borbottò confuso Yoongi. -Tu piaci a Young-Nam- continuò come se non avesse appena spifferato una cosa sostanzialmente privata. Vivian era già pronta a bacchettarlo, perché proprio non esisteva che Yoongi dicesse una cosa del genere, quando si accorse delle espressioni per nulla sorprese degli altri due. E allora capì che Fabio doveva essersi accorto del comportamento di Young-Nam nei suoi confronti e la cosa non doveva essere sfuggita a Jin, anche se li aveva visti interagire poco. O forse Jin era davvero bravo a simulare la sorpresa. Dopotutto stando in un gruppo come i Bts dovevi imparare a nascondere lo sconcerto.

-E quindi?- domandò con velata ironia Fabio, inarcando entrambe le sopracciglia.

-Credi che dovrei chiedergli di uscire? E poi? Mano nella mano per strada, sotto gli occhi di tutti? Qui in Corea?-

Yoongi spalancò improvvisamente gli occhi, cominciando finalmente a comprendere. Dopotutto, pensò Vivian, la sua situazione non era poi così diversa. Certo, per certi versi era anche più grave perché era un personaggio pubblico, ma di fondo il problema rimaneva lo stesso.

-Lui non ha...-

-No- negò Fabio scuotendo la testa, poggiandola poi su una mano, il gomito sul tavolino.

-Non l'ha nemmeno detto ai suoi genitori e non mi pare proprio il caso di cominciare una relazione segreta. Non ha neanche diciotto anni, non si merita una prima relazione del genere-

-Non credi dovresti parlarne anche con lui?- domandò Jin e Vivian si ritrovò ad annuire in approvazione. Capiva certamente il punto di vista di Fabio, ma non parlandone con Young-Nam faceva esattamente quello che Taehyung aveva fatto con lei.

Ugh, pensare a Taehyung le fece nuovamente venire un groppo in gola e strinse gli occhi per evitare che le diventassero lucidi. Quello non era il momento adatto per pensare a lui. Dopo, da sola nella sua stanza, si sarebbe potuta sfogare sbattendo a destra e a manca il cuscino, ma quello era il momento di Fabio.

Il ragazzo in questione strinse aspramente le labbra, corrucciando le sopracciglia in una smorfia amara.

-La verità...è che non credo di avere la forza necessaria- ammise, facendo confondere più o meno tutti con questa affermazione.

-Voglio dire- spiegò schiarendosi la voce, notando gli sguardi perplessi, -Se ammetto davanti a lui di essere innamorato, non credo di avere la forza necessaria di allontanarmi-

A quell'ammissione Vivian spalancò meravigliata gli occhi.

Mai, in quei tre anni da quando si erano conosciuti, Fabio aveva mai pronunciato la parola amore. Neanche per scherzo.

Ed ora, dopo neanche un mese che conosceva Young-Nam, eccolo che si faceva mille problemi e parlava d'amore.

-Da quanto?- si ritrovò a chiedere in tono sommesso, sapendo che l'amico avrebbe certamente capito a cosa si riferisse.

Gli altri due ragazzi rimasero in religioso silenzio, concedendogli privacy, probabilmente intuendo che quello era davvero un evento fuori dall'ordinario. E molto delicato.

-...dal primo momento- confessò Fabio dopo un attimo di esitazione, come se non fosse certo di volerlo rivelare.

-Dal primo...ma come?- balbettò lei, sempre più meravigliata.

Fabio scrollò le spalle, gli occhi chiusi e un sorriso appena accennato.

-Non so, semplicemente sapevo che era lui. Solo che ci ho messo un pò per ammetterlo a me stesso-

-Già, e ora stai buttando tutto al vento solo perché hai paura- si decise ad intromettersi Yoongi.

Jin gli posò cautamente una mano sulla spalla, ma Yoongi non ritrattò. La ragazza era d'accordo con lui, anche se forse avrebbe usato altre parole.

A sorpresa, Fabio non se la prese affatto.

-Certo che ho paura- replicò, lasciando ancora una volta tutti basiti.

-Hai idea di quante cose potrebbero andare storte?-

-Non puoi saperlo finché non provi- ribatté cocciuto Yoongi, meno pungente del solito. Vivian poteva vedere che il biondo non ce l'aveva davvero con Fabio anzi, voleva solo il meglio per lui. C'era una sorta di preoccupazione nei suoi occhi che la fece sorridere.

-Non sto parlando di me- scosse la testa il moro, passandosi stancamente una mano nei capelli. Si mosse a disagio, facendo scroccare le nocche e prendendo tempo.

-Voglio dire...se le cose vanno male io ne esco con il cuore spezzato, ma capirai, la vita va avanti. Ma lui? Ci hai pensato se fa coming out solo per stare con me e le cose poi non vanno bene? È anche uno sportivo, il che in questo caso peggiora solo le cose. E poi...è giovane-

-È quasi maggiorenne- replicò debolmente Yoongi, cominciando davvero a capire quanto fosse difficile.

-Ho sette anni più di lui, anche se può non sembrare- gli fece presente Fabio.

-Ora basta- si intromise Vivian con voce calma ma decisa, attirando l'attenzione di tutti.

Non era arrabbiata. Non era nemmeno delusa.

Capiva perfettamente il discorso dell'amico, ma sapeva che in parte quel comportamento era dovuto al modo in cui era cresciuto. Senza supporto e senza nessuno che lo aiutasse nei momenti di crisi. Perciò a volte tendeva a dimenticare quanto in realtà tutti loro non fossero davvero soli.

-Cosa ti fa pensare che se le cose dovessero andare male, lasceremmo te o Young-Nam da soli?-

-Vivian...- provò a ribattere lui, ma venne stoppato dall'occhiata dell'amica.

-No, ascoltami. Non puoi negare la scelta a Young-Nam. Hai detto che vuoi fare la cosa giusta nei suoi confronti. Questa è la cosa giusta. Puoi decidere o meno di parlargli, ma non allontanarti. Non ti azzardare-

-...va bene-

 

 

 

 

 

********************

 

 

 

 

 

Vivian quel giorno non aveva molte aspettative, o desideri. Se fosse arrivata viva a casa l'avrebbe già considerato un successo.

Aveva passato quasi l'intera nottata a chiacchierare su Skype con Alex e la conversazione aveva raggiunto livelli di epicità assurdi, soprattutto grazie ai due gemelli mancati.

Non si era accorta dell'ora sino a quando non era stato troppo tardi, ed era con sguardo poco lucido e con meno di quattro ore di sonno che si era diretta al lavoro la mattina successiva.

Mattinata alquanto movimentata dato che si stava avvicinando la scadenza di alcune tavole e il maestro sembrava essersi risvegliato dal suo mondo. Parlava ancoro poco, ma aveva in corpo un'adrenalina che la ragazza non gli aveva ancora visto.

Seohyun, passata a metà mattina con il caffé della salvezza, l'aveva rassicurata sulla normalità della questione e lei non aveva potuto far altro che prenderla per buona.

All'ora di pranzo, mentre usciva con per prendere una boccata d'aria, si ritrovava con un cerchio alla testa e una scarsa voglia di fare vita sociale con chiunque. Checché ne credessero gli altri, anche lei aveva i suoi giorni no.

Trovarsi davanti Taehyung, però, le diede quella botta di adrenalina che il caffé non era riuscito a darle.

Si sentì dapprima elettrizzata, poi si intorpidì ed era certa che se avesse avuto in mano qualcosa, le sarebbe caduto.

Erano dieci giorni che non si vedevano e sentivano e la sua testa era in totale blackout.

La verità era che le era mancato più di quanto fosse disposta ad ammettere e questo la faceva sentire furiosa verso sé stessa. Non pensava di avere così poco autocontrollo.

Taehyung era a qualche metro da lei, vestito come al solito e con un'espressione indecifrabile sul volto. Teneva le labbra stirate in una linea piatta e gli occhi puntati fermamente verso di lei.

Era assolutamente perfetto come sempre e Vivian si sentì brutta.

Fu questa la goccia che fece traboccare il vaso.

Partì con passo deciso, camminando verso di lui con le braccia lungo i fianchi e i pugni stretti. Non gli diede il tempo di fare niente, colpendolo con rabbia a una spalla.

Non era giusto che lui fosse così quando lei a malapena dormiva la notte.

Taehyung sgranò gli occhi, tirandosi inconsciamente indietro e lei gli tirò un altro pugno.

Non era giusto che lui fosse così quando lei aveva delle occhiaie che faticava a nascondere persino con il fondotinta. O che avesse dovuto nascondere quello stupido cappello pinguino perché ogni volta che lo fissava finiva per avere le lacrime agli occhi.

-Viv...- provò a frenarla lui, venendo bloccato dal suo sguardo furioso.

Sapeva di sembrare più infantile che altro, ma si era talmente tanto stupidamente trattenuta, che il rivederlo l'aveva fatta scoppiare.

-Sei un idiota- gli disse con voce roca, con il pugno ancora sulla sua spalla, come in attesa di lanciare un altro colpo.

-Sì- ammise mortificato Taehyung, mordendosi un labbro ma continuando a guardarla deciso negli occhi. Sembrava diverso, constatò la ragazza in un attimo di lucidità. Sapeva che il tempo era uguale per tutti, ma pareva che per loro dieci giorni fossero stati abbastanza per arrivare a nuove consapevolezze.

Tuttavia il suo attimo di lucidità ebbe vita breve. In quel momento voleva essere solo una ragazza arrabbiata.

-Sei un cretino-

-Sì-

-Continuerai a dire sì a tutto ciò che ti dirò?-

-Se saranno insulti verso di me, sì. Devo dirti delle cose, ma aspetterò che tu finisca- lo disse con un tono talmente ragionevole che per un istante Vivian non seppe cosa fare.

-Non fare così...-mormorò a bassa voce, quasi più a sè stessa, chiudendo gli occhi con un sospiro stanco.

Il volto del ragazzo assunse un'aria corrucciata, con le sopracciglia agrottate e lo sguardo fisso sul volto di lei, come a cercare di capire dove avesse sbagliato questa volta.

-Non...capisco- ammise mortificato, mentre la sua maschera impassibile si scioglieva in un piccolo broncio.

Vivian sospirò nuovamente, gli occhi ancora chiusi.

-Non puoi essere...perfetto. Dovresti...non lo so, dire qualcosa e farmi arrabbiare. Te lo meriteresti, che fossi arrabbiata- biascicò in modo sconclusionato la ragazza, provando in tutti i modi di far riemergere quella rabbia che le si era accesa quando l'aveva visto.

In quel momento però si sentiva solo stanca, con una pesantezza addosso che non credeva di poter provare.

Ancora con gli occhi chiusi, forse troppo codarda per guardare in faccia la realtà, si perse lo sguardo di meraviglia che le rivolse Taehyung.

Li riaprì solo quando sentì la sua mano, ancora sulla spalla del ragazzo, venire coperta con quella di lui, con un tocco appena accennato, come se non fosse sicuro di quanto potesse spingersi in là.

C'era una parte di lei che non desiderava altro che affogare in uno dei suoi abbracci, mentre l'altra parte ne aveva paura.

-Aspettami- disse lui, catturando la sua attenzione.

-Come?- domandò Vivian, non capendo dove volesse andare a parare. Fece quasi violenza su sé stessa e lo guardò negli occhi, trovandoli offuscati da talmente tante emozioni che le fecero girare la testa.

-Aspettami- ripeté Taehyung, questa volta con tono più incerto.

-Domani partiamo per Los Angeles e non voglio che le cose tra noi rimangano così. Solo che so che non posso rimediare oggi e che dobbiamo parlare. Quindi puoi aspettarmi? Non voglio che sia finita-

-Non è finita, ma...-

-Lo so che è da egoisti chiedere una cosa del genere. Resterei. Per te resterei, ma...non posso-

E Vivian capì che non la stava mettendo da parte per il suo lavoro. Che se fosse stato il solo a subirne le conseguenze, sarebbe rimasto, per lei. Ma c'erano anche i Bts e lui aveva una responsabilità verso di loro.

Fu un pensiero un pò amaro ma la ragazza lo capiva. E lo rispettava.

-Va bene- concesse dopo un lungo sospiro, mordendosi internamente una guancia, cercando di trattenere le lacrime. Quanti altri giorni non l'avrebbe visto?

-Però potrei essere ancora più arrabbiata, quando tornerai- lo mise in guardia, un pò seria e un pò no.

-Basta che tu ci sia- replicò improvvisamente teso Taehyung.

Vivian non capì il perché di quel comportamento finché non sentì la presa sulla sua mano rinsaldarsi e si ritrovò ad affogare in uno di quegli abbracci che tanto le erano mancati e di cui ora aveva paura.

Si irrigidì, piena di emozioni contrastanti tra loro mentre Taehyung la stringeva forte come non mai.

L'attimo successivo si ritrovò libera. E vuota.

 

 

 

 

 

Con solo la luce soffusa della lampada sul bancone, Vivian sedeva su uno sgabello, la testa sorretta da una mano e un'espressione apatica in volto.

Il bar era chiuso da quasi un'ora e al momento si ritrovava da sola.

Sorprendentemente, Fabio era stato invitato a cena dai signori Kim, che ne avevano tanto sentito parlare ma non l'avevano mai conosciuto personalmente. A onor del vero avevano invitato anche lei, ma la ragazza si sentiva troppo stanca per fare qualunque cosa che non fosse contemplare con aria assente la parete di fronte a sé.

Estenuante era il termine adatto per definire quella giornata. Anche con tutto il lavoro che aveva da fare, non aveva potuto fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo quella sera. Taehyung sarebbe nuovamente stato lontano da lei e non aveva idea di come sarebbero finite le cose. Gli aveva promesso che l'avrebbe aspettato, ma non poteva fare a meno di provare un senso di abbandono. Lo provava ogni volta, ma quella sera era diverso.

Mescolò la sua tisana, sopprimendo una smorfia contrariata quando vide che ormai si era raffreddata. Odiava quando succedeva.

Si alzò, decisa a prepararsene un'altra, scaldarla era fuori discussione, quando un bussare frenetico per poco non le fece scivolare di mano la tazza.

Si immobilizzò per qualche secondo, gli occhi sgranati che fissavano sorpresi la porta, chiedendosi chi mai potesse essere.

Non le sembrava un bussare familiare e di certo non aspettava visite. I ragazzi della banda erano certamente a casa, per una volta responsabili in vista delle gare e dubitava che Soo-Min fosse in giro a quell'ora.

Hyerin invece aveva l'ennesimo spettacolo.

Un nuovo bussare la fece tornare in sé, anche se si avvicinò cauta alla porta. Ne aveva passate troppe per non essere almeno un pò sospettosa.

Il sole era ormai calato da qualche minuto, perciò l'unica luce proveniva dal lampione a forma di lanterna appeso alla tettoia.

Fu con ancora più stupore che si ritrovò davanti, una volta aperto, un Jungkook dal respiro affannoso, una felpa malamente allacciata in vita e una patina di sudore che lo ricopriva.

-Che diamine fai?! Ti vuoi prendere un accidente?-

Fu istintivo sbraitargli contro, come se nulla fosse successo, come se fossero sempre i soliti Vivian e Jungkook.

Il ragazzo si piegò sulle ginocchia, tentando di riprendere fiato e passandosi una mano sul collo fradicio di sudore.

-...volevo parlarti- le rispose dopo un lungo sospiro.

La ragazza alzò gli occhi al cielo, esasperata dal ritrovarsi circondata da gente che non sembrava avere il minimo istinto di sopravvivenza.

-Come dici te. Ora entra prima di beccarti una broncopolmonite- borbottò, afferrandolo per la manica e trascinandolo dentro, aiutata dal fatto che il ragazzo sembrasse troppo sorpreso per protestare.

Arrivata al bancone lo mollò, prima di allungarsi a prendere uno straccio e cominciare a passarglielo sulla testa.

Seriamente, la sera cominciava a tirare un'arietta per niente calda e lui arrivava correndo?

Poi si ricordò di un'altra cosa.

-Tu non dovresti essere su un aereo?- domandò, spalancando gli occhi, rimanendo con le mani sulla sua testa. Il che non era molto comodo, si disse mentre le riabbassava, dato che Jungkook era parecchio più alto di lei.

-Partiamo tra qualche ora- spiegò lui con una buffa smorfia, i capelli ormai asciutti, sconvolti e sparati per aria.

-E allora dovresti essere in aeroporto- replicò cocciuta Vivian, mettendo a lavare la tazza. A quel punto le era passata la voglia della tisana.

-Dopo- ribatté orgogliosamente testardo il ragazzo, seppur con un lieve rossore sulle guance quando lei lo guardò biecamente.

-Prima ti volevo parlare- continuò a voce più bassa, con il solo risultato di far sbuffare la ragazza.

-Prima, dopo, basta che vi mettiate d'accordo- si lamentò questa con una smorfia esasperata.

-Come scusa?-

-Niente, lascia perdere- rispose Vivian agitando una mano. Non che non volesse parlare con Jungkook anzi, togliendo Taehyung era quello con cui aveva più desiderato chiarire.

Solo che le serviva un minimo di preavviso. Non potevano spuntare così dal nulla e fare un pò come volevano.

Jungkook nel frattempo non aveva smesso di fissare il bancone con aria corrucciata, come se gli avesse fatto un torto irreparabile.

Quando il silenzio cominciò a diventare pesante e Vivian si era decisa a prendere in mano la situazione, il ragazzo parlò.

-Mi dispiace- esordì con un sospiro, alzando gli occhi su di lei, fissandola da sotto in su con uno sguardo da cucciolo.

Mannaggia a lui, si disse la ragazza. Mannaggia a tutti i Bts.

-Davvero, io non riesco a capire cosa sia successo, perché mi sia arrabbiato così tanto-

Jungkook si morse le labbra, passandosi frustrato una mano tra i capelli. A dispetto di tutto, lei sapeva di averlo già perdonato. Una parte di sé aveva già perdonato tutti quando Yoongi era venuto a parlarle.

Per un pò questa cosa l'aveva scocciata, fatta sentire arrendevole. Poi si era resa conto che anche se li aveva perdonati, non voleva dire che avrebbe lasciato passare la cosa, significava solo quanto voleva bene a tutti loro.

-Non ho fatto altro che pensarci-

La voce del ragazzo, sempre più frustrata e amareggiata, riportò Vivian alla realtà.

-Ci ho pensato così tanto e non sono giunto a niente. Tutto ciò è così...frustrante. Voglio dire, io so di essere più maturo di così!-

-Troppo- lo interruppe lei guardandolo con un sorriso appena accennato.

-...come?- domandò Jungkook basito, sbattendo piano gli occhi.

-Aish, Yoongi aveva ragione- mugugnò lei, un poco esasperata, alzando gli occhi al cielo.

-Sei fin troppo maturo Jungkook- gli spiegò, cercando di essere rassicurante. Di certo glielo avevano ripetuto spesso come un complimento, ma lei voleva che capisse un'altra cosa.

-Sei umano e soprattutto hai a malapena vent'anni. Ci sta che tu sia confuso, anche con il carattere orgoglioso che ti ritrovi-

-Io non sono...-

-Sì che lo sei. Orgoglioso e anche un pò permaloso. Ma nel tuo caso i pregi superano di gran lunga i difetti-

-...mi stai guardando come quella volta-

-Quale volta?-

-La prima volta che sono venuto qui-

-Non...ho idea di come ti stessi guardando quella volta- ammise dopo un attimo di incertezza Vivian, con tono quasi interrogativo.

Chiaramente si ricordava tutto del loro primo incontro, ma il "tutto" comprendeva quello che riguardava lui. Aveva sempre pensato di essersi comportata normalmente, forse solo un pò invadente, e adesso Jungkook le veniva a dire che aveva fatto qualcosa di particolare da averlo colpito.

A dirla tutta ora si sentiva un pò in ansia.

-Non so come descriverlo- rispose Jungkook, piegando leggermente la testa. Improvvisamente era più calmo, come se avesse intuito che pian piano le cose tra loro si stavano sistemando. Di questo Vivian ne era consapevole e grata. Tra di loro c'era sempre stata una comprensione reciproca fatta anche solo di sguardi.

-È per quello che sono tornato, la volta dopo. Un pò per il bar e un pò per te, o forse per tutte e due le cose, insieme-

La ragazza avrebbe voluto fare una battuta per sdrammatizzare tutta quella conversazione dai toni fin troppo pesanti, ma sapeva che se l'avesse fatto il discorso non sarebbe venuto più fuori. E lei a quel punto aveva bisogno di tirarlo fuori e raccontare tutto a qualcuno. In un qualche modo contorto le sembrava giusto che fosse Jungkook il primo a saperlo, anche prima di Taehyung.

Nascose la testa tra le braccia appoggiate sul bancone, prendendo un profondo respiro.

-Ti ho raccontato parecchio della mia famiglia, no?- domandò al ragazzo rialzando la testa e prendendolo del tutto alla sprovvista.

Jungkook infatti sbatté disorientato gli occhi, per poi fare un cenno affermativo con la testa, confuso.

-Fin da piccola sono sempre stata abituata a essere circondata da qualcuno della mia famiglia, non importa a chi. C'è un motivo se ci chiamiamo ancora scherzosamente "branco"-

A quel punto il ragazzo sembrò intuire cosa stesse per raccontare, perché si immobilizzò, quasi smettendo di respirare. Vivian sapeva che non l'avrebbe interrotta fino alla fine e lo apprezzava.

A dire il vero quella era la prima volta in assoluto che lo raccontava lei di persona e non riusciva a trovare le parole adatte. Era stato Alex a spiegarlo a Fabio e lui non aveva mai più tirato fuori l'argomento, limitandosi a diventare preoccupato ogni qualvolta si trovasse in mezzo alla folla.

-Non ricordo molto di quello che successe quella volta. Avevo sette anni e mi trovavo con i miei genitori nella piazza centrale della città- fece una smorfia, ricordando come per i mesi successivi all'incidente si fosse rifiutata di rimetterci piede. Era sempre stata fin troppo sensibile agli incidenti, come quella volta che, dopo essere caduta dalla bici, aveva rifiutato di risalirci per quasi un anno. Anche se forse, più che di sensibilità si parlava di testardaggine.

-Beh, in pratica c'era questa fiera, non ricordo neanche di cosa fosse. Forse roba di Natale dato che eravamo in quel periodo. So solo che c'era questo stand con le mele caramellate e non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Sono certa di aver seguito i miei genitori ma...non lo so, forse tornai indietro-

Le mele caramellate non le piacevano neanche, per la miseria. Tutto questo la faceva sentire ancora più stupida, anche se si rendeva conto che era il pensiero della sé stessa ventunenne.

Si leccò nervosamente le labbra, lanciando un'occhiata distratta a Jungkook. Il ragazzo sembrava indeciso se aprir bocca o lasciarla parlare, come se non fosse sicuro di quale fosse l'opzione migliore.

-Mi sono persa, chiaramente- continuò Vivian, sollevandolo dall'ardua scelta.

-Beh, non persa ma, non avevo idea di dove fossero finiti i miei genitori. Credo sia stato uno shock anche per loro. Erano talmente abituati al fatto che li seguissi ovunque che credo fossero convinti che mi avessero rapito. In effetti, ora che sono cresciuta, non so dire chi si sia spaventato di più-

Ed era quasi buffo pensarci solo in quel momento.

-Cos'hai fatto?- si decise a chiedere Jungkook ad occhi spalancati.

La ragazza scosse la testa, con aria smarrita.

-...niente- ammise con una smorfia.

-Com...?- mugugnò sorpreso il ragazzo, cercando inutilmente di dire qualcosa.

-Niente- confermò lei, alzando un angolo della bocca dando così la parvenza di un sorriso.

-Non mi sono mossa. Con tutta quella gente non sapevo dove andare e...credo di aver pensato che se fossi rimasta ferma prima o poi i miei genitori mi avrebbero ritrovato-

-Sai che...credo che a ben pensarci sia stata la cosa più ragionevole da fare?- commentò Jungkook, fissandola quasi impressionato. Per tutta risposta lei scosse violentemente la testa.

-Può anche darsi, ma ero terrorizzata. Non riuscivo a muovermi perché non salevo che altro fare. E c'erano tutte queste persone che mi camminavano affianco e mi spintonavano con le borse...non piangevo neanche. Era come se per me il mondo fosse andato in standby-

Calò uno strano silenzio, dove Vivian non sapeva come continuare e Jungkook non aveva idea di come chiederle gentilmente di andare avanti.

-Dopo hai sempre avuto avuto problemi con la folla? L'altra volta hai detto qualcosa sulla laurea di tuo cugino- azzardò con tono molto incerto.

Vivian sospirò, leggermente più tranquilla. Quell'episodio la imbarazzava un pò, ma non era neanche lontanamente terrificante come il precedente.

-Solo quando c'è davvero tanta folla, come a una fiera o...-

-Un concerto- la interruppe il ragazzo con un lampo di comprensione.

Lei chiuse per un attimo gli occhi, sorridendo con una punta di imbarazzo.

-Devi sapere che nell'università di mio cugino, la proclamazione avviene in piazza, con tutti i familiari e gli amici. A dire il vero era anche la cerimonia di Fabio-

Jungkook emise un verso sorpreso e la ragazza si ritrovò inaspettatamente a ridacchiare.

-Sì, si sono anche laureati assieme. Gli facemmo anche una festa a sorpresa dato che i suoi...beh, niente. Il punto è che c'era davvero tanta gente e mi sentì sopraffatta. Credo fu una fortuna che ci fosse Fabio, perché ero di fianco a lui quando mi sentì male. Ricordo che mi prese al volo ridendo, pensando che fossi inciampata coi tacchi-

Era quasi svenuta, ma ricordava con chiarezza il cambio di espressione del ragazzo. La corona di alloro gli era scivolata a terra quando l'aveva presa in braccio, chiamando a gran voce suo padre. Non che il suo malessere fosse durato granché, giusto il tempo di arrivare in un luogo appartato e bere qualcosa.

-Grazie per avermelo raccontato-

-Ve l'avrei detto, solo...-

-Con i tuoi tempi-

-Avete questa assurda idea che io sia perfetta. E forse posso esserlo, ma nel mio ambiente. Al di fuori di quello sono socialmente imbranata e incline a farmi prendere dal panico per qualsiasi cosa-

-Stai cercando di farmi ridere?-

-Direi che ci riesco piuttosto bene. In ogni caso è la verità. Forse non si nota troppo, ma su certe cose sono una maniaca del controllo-

-Camera tua è un disastro-

-Ehi, ho detto su certe cose!- ribatté fintamente piccata la ragazza.

-E comunque nel mio casino è tutto sotto controllo...oddio, parlo come il maestro-

-Maestro?-

-Eh, mi sa che ti devo aggiornare su un pò di cose. In pratica...no, il tuo aereo!-

-Oh merda!

-Jungkook!-

-Scusa, mi è scappato!-

-Non per quello, per...corri!-

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3391623