Un Amore Tra Le Pagine Di Un Incontro

di floricienta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Amore Tra Le Pagine Di Un Incontro - Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Un Amore Tra Le Pagine Di Un Incontro - Seconda Parte ***



Capitolo 1
*** Un Amore Tra Le Pagine Di Un Incontro - Prima Parte ***


Ciao a tutti! Che bello tornare in questo fandom dopo tanto tempo! La storia che vi presento è una piccolo racconto diviso in due parti molto tenero (spero ahah). Mi è uscito fuori mentre facevo pensieri astratti prima di dormire (?) e non ho potuto non trarne una fanfiction. Sarei davvero grata se qualcuno commentasse per sapere cosa ne pensa, è una piccola storia senza molte pretese, ma i commenti sono sempre ben accetti xD
Direi che non c'è altro da aggiungere se non ringraziare tutti quelli che leggeranno ecc... :)
Buona lettura
Flor ^w^
UN AMORE TRA LE PAGINE DI UN INCONTRO
PRIMA PARTE

 

Shion scrutava indeciso i titoli dei libri sullo scaffale della biblioteca. I suoi grandi occhi viola sguizzavano veloci tra essi.
Biodiversità”
“Elementi di Ecologia”
“Fondamenti di Botanica”

Non sapeva quale sarebbe stato più adatto per il suo interesse. Fosse stato per lui, avrebbe preso in prestito l'intera mensola e l'avrebbe portata a casa, peccato che non avesse un carretto con cui trascinare tutti quei tomi pesanti.
Alla fine decise di prenderne solo due e si diresse con un sorriso a trentadue denti verso il bancone.
Non c'era nessuno a quell'ora in biblioteca, probabilmente tutti occupati a preparare il pranzo, ma per Shion era l'orario migliore, dove poteva scegliere con calma rimanendo anche minuti interi davanti allo stesso libro, dubbioso come al solito e con una mano tra la frangia bianca che gli ricadeva sugli occhi. Probabilmente lo aiutava a riflettere.
“Mi scusi..?” richiamò l'attenzione del commesso, che era girato dalla parte opposta con un libro in mano del quale non riusciva a leggere il titolo.
Il ragazzo si girò all'istante e Shion rimase per un attimo abbagliato. Poteva dire con certezza che non ci fosse una grande differenza d'età tra loro.
Potremmo essere coetanei.
Ma quel ragazzo era la persona più bella che avesse mai visto: la pelle diafana era colpita dalla luce in modo tale da farla risplendere come porcellana piena di cristalli, i capelli scuri sembravano parecchio morbidi nonostante fossero abbastanza corti da non coprire neanche le orecchie, le dita che tenevano ancora il libro potevano essere paragonate a quelle di un pianista. Quello che però era sorprendente in quel ragazzo erano gli occhi.
Non ho mai visto un grigio così luminoso e cupo allo stesso tempo.
Si sentiva attratto da quegli occhi, soggiogato da essi. Si era incantato e non riusciva a scostare i propri viola come se fossero una calamita che lo attirava sempre più in essi.
“Serve aiuto?” domandò il commesso con cortesia, sfoggiando un sorriso che affascinò ancora di più Shion, mentre posava con delicatezza il libro sul bancone a faccia in giù per non perderne il segno.
Shion rimase immobile come se avesse perso l'uso della parola e vide le sopracciglia dell'altro aggrottarsi.
“Ehi, che fai, ti perdi nel mondo dei sogni?” il ragazzo gli sventolò una mano davanti e il ragazzo dai capelli bianchi si risvegliò sbattendo le palpebre più volte.
“Vorrei prendere questi libri in prestito!” la voce che gli uscì era strozzata e quasi acuta. Appoggiò i volumi sul banco e si accorse della smorfia di scherno che si dipinse sul volto dell'altro. Si ritrovò a pensare che anche con quell'espressione non perdeva un briciolo della propria eleganza.
“Hai la tessera?” il commesso allungò un braccio al di sotto del tavolo per prendere un sacchetto di plastica con il logo della biblioteca disegnatovi sopra.
“Certo.” Shion si mise a trafugare nella tracolla, agitato.
Persino la sua voce è così armoniosa. Mi chiedo se sia davvero umano.
Shion arrossì da solo al pensiero e sussultò, trovando finalmente la tessera. La consegnò al ragazzo che aveva evidentemente l'aria scocciata a causa sua e della sua goffaggine.
Questo si accorse del leggero tremolio delle sue dita mentre gli consegnava la tessera e si ritrovò stranito.
“Stai bene?”
“Eh?” Shion cadde ancora una volta dalle nuvole. “S-sì, sto bene.”
“Devi star bene per forza per leggere questa roba.” il commesso fece un ghigno, leggendo i titoli dei libri che stava per prendere l'albino. “Insomma, non si può dire di certo essere una lettura piacevole e confortevole. Immagino siano per l'università.”
“No, sono per il mio diletto.”
Il ragazzo dagli occhi grigi scoppiò a ridere.
“Dici sul serio?”
Shion si ritrovò a disagio. Non capiva il perché lo stesse prendendo in giro e sentiva dentro di sé un minimo di rabbia verso quella persona che stava quasi insultando i suoi gusti personali, ma dall'altra parte sentiva una pace proveniente da quella risata cristallina. Non sapeva come comportarsi e la cosa lo agitava ancora di più.
“Dico sul serio.”
Il commesso assunse subito un'aria ironica.
“Hai mai provato a leggere qualche romanzo per diletto? Un'opera teatrale?”
Shion osservò le dita del ragazzo che sfioravano la copertina del libro ancora voltato verso il basso e in quel momento riuscì a decifrarne il titolo.
Macbeth...
“Conosci Shakespeare?” gli chiese ancora il ragazzo.
“Certo. Anche se non ho mai provato a leggere qualche sua opera.”
“Ah, dove finirà questo mondo se i giovani d'oggi dimenticano cosa significhi la vera arte!” il commesso sospirò esageratamente, allargando le braccia e socchiudendo gli occhi.
“Anche la scienza è arte!” Shion alzò di poco la voce, ingrossando le guance arrossate.
Non appena il ragazzo aprì gli occhi, uno sguardo tagliente e beffardo si posò su di lui, facendolo sussultare ancora.
“Ci sono tante cose che puoi imparare anche da un mondo che non è fatto di calcoli, teorie e studi approfonditi.”
Shion ingoiò a vuoto, non sapendo come rispondere. La convinzione di quelle parole nella voce dell'altro era così opprimente che non era capace di ribattere. Eppure ne era ancora profondamente ammaliato.
In ogni caso non avrebbe potuto controbattere, non si era mai immerso in quel mondo che sembrava tanto caro al ragazzo dagli occhi grigi, quindi l'unica cosa che gli riuscì fu quella di stringere i pugni lungo il busto e guardarlo storto.
“Ho per caso offeso il sigorino petri-dish? Non era mia intenzione.” si inchinò leggermente, portandosi la mano destra al cuore. La sua voce era di nuovo gentile.
Shion non riusciva a capire se lo stesse continuando a prendere in giro. Per quanto lo infastidisse, comunque, non aveva voglia di tornare a casa in quel momento.
“Non mi hai offeso.”
“La tua faccia dice il contrario.”
Shion si sentì preso in contropiede ancora una volta. Si portò una mano al viso, evidentemente arrossato, e percepì il proprio cuore battere più velocemente del normale.
Perché anche se si sta facendo beffa di me continuo a pensare che sia bellissimo?
Si sorprese del suo stesso pensiero e strabuzzò gli occhi, abbassando subito lo sguardo per non farsi cogliere in flagrante.
“Facciamo così.” riprese a parlare il commesso. “Ti presto questo.” indicò il suo libro sul bancone e lo mise nella busta insieme agli altri due. “Così ti fai una cultura.”
Improvvisamente sembrava essere tornato un ragazzo gentile e dai modi affabili. Shion non riusciva proprio a comprendere in che maniera fossero controllati i continui sbalzi d'atteggiamento di quella persona e la cosa non faceva che incuriosirlo ancora di più.
“Attenzione però! È mio questo libro, se torna con una minima piega o un qualcosa di rovinato ti disintegro.”
Questa volta Shion rimase paralizzato dalla paura. L'aveva seriamente minacciato di morte e qualcosa dentro di lui gli gridava che sarebbe successo per davvero se avesse graffiato appena quel volume.
“Starò attento, tranquillo.” prese la busta che gli veniva offerta e fece un piccolo inchino.
“Puoi riportarmelo quando porti indietro anche gli altri.”
Shion gli sorrise per la prima volta, ricevendone uno in cambio.
“Io sono qui tutti i giorni a quest'orario.” continuò a parlare il commesso. “Buona lettura, Shion.”
Shion socchiuse le labbra. Non aveva mai sentito il suo nome venir pronunciato con tale grazia, non si era mai reso conto di quanto potesse essere melodioso nella bocca di qualcuno e di nuovo fu colto dalla voglia di rimanere fino alla fine del turno di quel ragazzo.
Un momento...
Shion fece un piccolo sussulto.
“Come fai a sapere il mio nome?”
Ancora scorse un ghigno derisorio nel volto dell'altro, che non si stava premurando di rispondere.
In quel momento gli venne riconsegnata la propria tessera e i suoi occhi si posarono sul nome che vi era scritto sopra.
Shion. Che stupido...
“E io posso sapere il tuo?”
“Nezumi.”
“Nezumi?” ripeté arricciando il naso.
“Qualche problema?”
Il ragazzo dagli occhi viola scosse la testa.
A parte che non si addice per niente un nome del genere a qualcuno con il tuo aspetto.
Shion si ritrovò ad arrossire di nuovo e cercò di nascondersi nella sciarpa che teneva stretta intorno al collo, riallacciandosi il giubbotto per prepararsi ad uscire nel freddo invernale.
“Buona giornata, Nezumi.” fece un altro inchino prima di scappare via ed andare verso casa.

Appena arrivò, andò nella sua camera, poggiò il sacchetto della biblioteca sulla scrivania e si buttò sul letto. Il cuore ancora gli palpitava più veloce del normale e non era persino riuscito a scrollarsi l'imbarazzo di dosso.
Si portò una mano alla guancia, scoprendola accaldata.
Non riesco a dimenticarmi dei suoi occhi fissi nei miei.
La cosa lo fece arrossire violentemente.
Il perché non gli uscisse dalla testa quel ragazzo era un mistero, tutto quello che riusciva a collegare nei pensieri era il grigio splendente più di una pietra preziosa. Qualcosa lo impauriva e nello stesso tempo lo attraeva fortemente.
Agguantò uno dei libri di ecologia che aveva appena preso in prestito e cominciò a sfogliarlo subito per cercare di perdersi all'interno di quello.
All'improvviso gli scappò un sospiro.
Voglio rivederlo.
Il suo cuore fece un balzo rendendosi conto che stava ancora pensando a Nezumi. Neanche le frasi che scorrevano sotto la sua vista attiravano la sua attenzione come avrebbero dovuto.
Voglio conoscere tutto quello che lo riguarda. Voglio sapere di lui.
Era vero. Shion avrebbe voluto rimanere le ore a parlare con quel ragazzo e imparare a capire tutte le sue sfaccettature che cambiavano continuamente. Avrebbe voluto sentirlo ridere ancora per lasciarsi trasportare in un mondo di beatitudine e avrebbe voluto ridere con lui.
Perché mai stava pensando a qualcuno appena conosciuto a quel modo?
Scosse la testa e posò per terra il libro, per prendere in mano Macbeth.
Magari potrò capirlo meglio leggendo questo.

Voleva avvicinarsi ai gusti di Nezumi, in quel momento la sua testa ragionava solo in funzione di quel commesso che gli aveva fatto provare un qualche sentimento che neanche lui stesso sapeva spiegarsi.
Molte volte aveva sentito parlare del colpo di fulmine, ma non pensava potesse essere così. Come ci si poteva innamorare di qualcuno di cui non si sapeva niente? Come ci si poteva innamorare di qualcuno che aveva passato metà del suo tempo a prenderlo in giro?
Shion non comprendeva. Amore era una parola grossa e non poteva essere usata in quel contesto, d'altra parte, lui stesso non sapeva cosa fosse l'amore se non quello per gli amici e la famiglia. Non aveva mai avuto l'occasione di assaggiare quel dolce sapore sulla propria pelle.
Non poteva però nascondere il suo batticuore e la sua ansia crescente che gli stavano facendo perdere il controllo. L'unica cosa di cui era convinto era la sua voglia di rivedere Nezumi e poter conversare con lui.
L'unico modo per incontrarlo di nuovo era quello di andare in biblioteca durante il suo turno di lavoro, ma non potevano di certo continuare ad incontrarsi per qualche minuto alla cassa. Sarebbero stati sempre cliente e impiegato, non potevano dialogare a loro piacimento.
E se lo invitassi fuori?
Shion scosse di nuovo la testa, sentendo un groviglio nel suo stomaco e mancargli il fiato. Non ci sarebbe mai riuscito, non avrebbe chiesto un appuntamento a Nezumi, sicuramente avrebbe rifiutato con qualche battuta ironica.
Sfiorò delicatamente una delle pagine dell'opera di Shakespeare. Chissà quante volte le dita esili di Nezumi avevano toccato allo stesso modo quella pagina lievemente ingiallita, probabilmente era un libro vecchio, magari appartenuto a suo padre o al nonno.
Un pensiero imbarazzante lo colse all'improvviso e si portò il libro davanti alla faccia, nascondendola dietro di esso.
Non posso averlo immaginato davvero...
Invece era così. Aveva fantasticato di Nezumi che gli prendeva la mano e gli trasmetteva il suo calore, per poi portarla alle labbra e lasciarle un leggero bacio mentre non lasciava il suo sguardo e lo faceva cadere in uno stato di estasi.
Si era sentito per un attimo come un libro tra le mani di quel ragazzo, sicuramente era il tipo da trattarli come se fossero un oggetto altamente prezioso, e Shion avrebbe voluto sentire la stessa premura su di lui.
Quante sciocchezze si stavano insinuando in lui – così continuava a ripetersi – e non capiva perché continuassero a fluire invece di essere fermate. In qualche modo si sentiva bene a vagheggiare di quelle situazioni improbabili.
Un sorriso si impossessò delle sue labbra e si immerse nella lettura.

Mi spiace, Shion. Ho avuto un imprevisto.
La voce dall'altra parte del cellulare era evidentemente dispiaciuta.
“Tranquilla, Safu. Vorrà dire che mi berrò due cioccolate da solo.” Shion fece una piccola risata, seduto al tavolino all'interno di un bar.
Mi dispiace davvero.
“Lo so, lo so. Ci vediamo un'altra volta, non preoccuparti.”
Grazie, Shion. Ora devo scappare. Ciao.
“A presto.”
Shion chiuse la chiamata e fece un piccolo sospiro mentre la sua cioccolata stava fumando invitante, richiedendo di essere bevuta al più presto. Peccato che ce ne fosse un'altra identica a qualche centimetro dalla propria e nessuno dietro di essa che l'avrebbe bevuta.
Soffiò sulla bevanda per farla raffreddare un poco e in quel momento sentì una voce che non poteva di certo definire familiare, ma che non poteva non riconoscere all'istante.
“Ma guarda te se un bambino rabbioso deve darmi buca.”
Shion alzò lo sguardo e lo vide: Nezumi era al telefono, evidentemente arrabbiato con il suo interlocutore dall'altra parte.
“Non mi interessa che uno dei tuoi luridi cani sta male, io sono venuto apposta...”
Il ragazzo dagli occhi grigi incrociò lo sguardo di Shion e bloccò la frase a metà. Shion gli fece un cenno con il mento e gli sorrise.
“Sì, sì, va bene.” continuò a parlare Nezumi, mentre si avvicinava al tavolo dove era seduto l'altro, che improvvisamente sentì il suo cuore ricominciare a battere troppo forte. “Non ti azzardare più a chiedermi un favore, non ci sarò quando ne avrai bisogno. A mai più risentirci, Inukashi.” dicendo così, interruppe la chiamata e mise il cellulare nella tasca del giubbotto di pelle nera.
“Non credi di essere stato un po' duro con chiunque tu stessi parlando?” disse Shion, rimanendo con il sorriso sul volto nonostante l'ansia si stesse impossessando ancora di lui.
“Se lo merita quel ragazzino impertinente.” Nezumi notò la cioccolata in più sul tavolo di Shion e questo se ne accorse.
“Siediti se vuoi. A quanto pare non sei l'unico a cui hanno dato buca oggi.”
“Ah, la tua ragazza si è rifiutata all'ultimo?” il moro si sedette senza altre cerimonie.
“Non ho la ragazza.”
Nezumi schioccò la lingua, guardandolo con divertimento.
“Hai letto Shakespeare?” domandò iniziando a bere.
“L'ho finito il giorno stesso.”
Shion era talmente agitato che gli uscivano solo frasi brevi, prive di qualsiasi pensiero troppo complicato. Perché era così difficile sostenere lo sguardo e una conversazione con quel ragazzo? Perché la gola gli si stava facendo secca nonostante la bevanda calda stesse fluendo giù per l'esofago?
“Davvero impressionante.” Nezumi appoggiò il gomito sul tavolo e la guancia sul palmo della mano, il tutto con molta eleganza, quasi come se avesse studiato ogni minimo movimento, per poi sorridergli con dolcezza.
Quello era il momento adatto per provare a farsi conoscere, per dialogare e scoprire tutto quello che voleva sapere su di lui. Non sapeva quando l'avrebbe potuto rivedere un'altra volta.
Cominciarono a discutere del libro. Shion trovò il coraggio dentro di sé per poter formulare qualcosa di complesso e Nezumi rimase sbalordito di come la sua mente vagava ben oltre quello che si era immaginato.
“Pensavo che fossi un ragazzino dedito alla scienza e basta.” lo interruppe ad un certo punto. “Ma vedo che invece hai la testa tra le nuvole più di qualsiasi altra persona io abbia mai conosciuto. Sei proprio una testa vuota.”
Shion sobbalzò. Ancora una volta non era in grado di afferrare il significato delle parole che uscivano dalla bocca dell'altro. Non gli avrebbe mai fatto un complimento esplicito da quello che aveva appreso dai loro due unici discorsi, ma nello stesso tempo captava che dietro quelle parole c'erano molte cose sottintese e lui aveva il compito di coglierle.
“Non sono una testa vuota.”
“Dovrai dimostrarmelo.”
È una provocazione?
Lo sguardo, il tono di voce e il ghigno sempre presente su quel viso erano un quadro bellissimo e terrificante. Shion era a metà tra l'impulso di tirargli un pugno dritto in faccia e tendere la mano verso di lui per stringere quelle dita che lo attiravano tanto. Non sapeva davvero come comportarsi, non si era mai sentito così con la sua amica Safu e con nessun altro.
Era una sensazione che gli piaceva a dire il vero.
Provò a restituirgli lo sguardo beffardo e Nezumi fece una piccola risata sincera.
Shion vide i suoi zigomi accentuarsi, il mento puntato verso l'alto così da mostrargli per bene il collo e le vene che si intravedevano appena sotto la pelle. Quella stessa pelle era così nivea che sembrava una bambola e non un essere umano, Shion ne era sempre più convinto.
È bellissimo.
Nezumi si mise a rovistare nelle tasche del giubbotto e tirò fuori qualche moneta.
“Lascia stare.” disse subito Shion. “Ho già pagato, dopotutto era per il mio appuntamento.”
“Proprio per questo.”
“Davvero, non serve.” provò di nuovo a convincerlo.
“Non voglio avere debiti con nessuno.” rispose il moro con tono serioso.
“Non è un debito. Te l'ho offerta gentilmente.” Shion gli sorrise. “Considera come se avessi io un debito verso di te per avermi prestato il libro.”
Nezumi ci pensò per qualche secondo, poi mise via i soldi con un piccolo sospiro.
“Come vuoi.”
Qualche minuto dopo si alzarono per andare a fare una passeggiata dopo che Shion ebbe insistito un po' per convincere l'altro.

Stavano camminando per le strade ghiacciate, dirigendosi verso una meta che neanche loro sapevano, semplicemente parlavano tra loro ridendo come due amici che si conoscevano da tempo. In realtà, Nezumi continuava a prenderlo per i fondelli, ma ormai Shion ci aveva già fatto l'abitudine e cercava in tutti i modi di rispondere a tono, riuscendo anche a vincere qualche round.
“Impari in fretta, Shion.”
“In questo sono piuttosto bravo.”
Nezumi portò una mano tra i suoi capelli bianchi e li scompigliò appena. Quel gesto non poté che far balzare il cuore al ragazzo dagli occhi viola, che bloccò di colpo il suo avanzare.
“Che ti prende?” domandò Nezumi, voltandosi verso di lui.
Shion scosse il capo e riprese a camminare a testa bassa, coprendosi con la sciarpa fin sopra il naso per nascondere il rossore dovuto non solamente al freddo.
Aveva gli occhi che pungevano e non capiva il perché. Negli ultimi giorni c'erano troppe cose che non capiva e questo lo faceva stare male, ma così vicino all'altro si sentiva davvero bene. Così tanto da dimenticarsi persino dei suoi studi, di dover tornare a casa prima che facesse buio, di dover pensare ad altro che non fossero sempre quegli occhi grigi di cui non poteva più fare a meno.
Forse esiste davvero il colpo di fulmine?
Un gatto si parò davanti a loro, miagolando, e Shion si distrasse per un secondo.
“Guarda, Nezumi!” corse verso l'animale e si abbassò su di lui per accarezzarlo.
“Ma cosa sei, un bambino? Dai è un randagio, potrebbe avere chissà quali malattie.”
“Non è affatto un randagio.” Shion fece ondeggiare un campanellino sotto al mento del gatto e sorrise al moro. “Accarezzalo anche tu.”
“Non ci penso nemmeno.”
“Ah, giusto. I topi hanno paura dei gatti.”
Nezumi schioccò la lingua e incrociò le braccia.
“Fai presto a diventare impertinente! E no, non ho paura dei gatti.”
Shion scoppiò a ridere e il micio si mise a correre.
“Inseguiamolo!” esclamò con gli occhi luminosi e prese a correre dietro all'animale.
“Aspetta, Shion!”
Corsero per qualche via, fino a quando non raggiunsero un vicolo. Il gatto era svanito e Shion si guardava intorno cercando di ritrovarne qualche traccia.
“Maledizione, Shion, ma che ti è preso? Sei davvero una testa vuota.” Nezumi si mise una mano sulla fronte e sospirò esageratamente, per poi avvicinarsi al ragazzo e mettergli una mano sulla spalla.
L'albino si girò e sorrise ancora.
“Non è stato divertente?”
“Se tu definisci questo divertente...”
Shion arricciò il naso e in quel momento avvertì un leggero calore sul suo mento. Nezumi gli aveva preso il mento tra il pollice e l'indice e si era abbassato sul suo viso.
“...Allora mi sa che non hai sperimentato molte cose divertenti nella tua vita.” lasciò andare il ragazzo e riportò le mani in tasca per scaldarle.
Shion era rimasto inebetito da quel gesto. Anche se non poteva di certo definire le dita di Nezumi davvero calde a causa della temperatura invernale, sentiva la pelle bruciare, anche adesso che si era staccato da lui.
Quindi è questo il calore delle tue dita.
Di nuovo gli passarono davanti le sue fantasticherie e fu convinto di star arrossendo per l'ennesima volta. Non resisteva più, aveva un impulso che non poteva controllare oltre. Per qualche strano motivo non poteva più ragionare con la testa, ma il corpo agiva da solo.
Si alzò in punta di piedi per poter annullare i centimetri di altezza che lo separavano da Nezumi, portò le braccia dietro al suo collo per reggersi e posò le labbra sulle sue.
Erano leggermente screpolate e fredde, ma non gli importava, anzi, premette ancora di più le labbra per scaldarle con le proprie.
Nezumi spalancò gli occhi, rimanendo immobile con le mani ancora in tasca. Solamente quando Shion lo strinse di più contro di sé, inclinando il capo e portando una mano tra i suoi capelli, socchiuse gli occhi vedendo lo sguardo rilassato dell'altro.
Rimasero in quella posizione per parecchi secondi.

 

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Capitolo 2
*** Un Amore Tra Le Pagine Di Un Incontro - Seconda Parte ***


UN AMORE TRA LE PAGINE DI UN INCONTRO 
SECONDA PARTE


 

Shion sentiva così tante sensazioni dentro di sé che non sapeva descrivere. Il cuore credeva gli sarebbe esploso fuori dal petto, stava letteralmente andando a fuoco grazie a quel bacio che non era stato respinto.
Aprì le labbra per incastrarle con quelle dell'altro e percepì la punta delle dita dei piedi fargli male da quanto erano in tensione. Non si sarebbe comunque staccato per un motivo così futile.
Lasciò scorrere le mani tra i capelli corti di Nezumi, percependone tutta la morbidezza che aveva ben intuito e fu solo quando ormai sentì di non avere più fiato che si staccò, tornando a toccare con la pianta del piede per terra.
Rimase con gli occhi bassi. Le mani che erano dietro al collo di Nezumi pian piano scesero fino al suo petto e rimasero lì, le dita gli tremavano sulla giacca di pelle e non riusciva a gestire i tremolii evidenti. Solo dopo qualche minuto lasciò cadere le braccia, staccandosi completamente dal ragazzo dagli occhi grigi.
Nessuno dei due accennava a parlare. Shion ancora aveva lo sguardo rivolto verso il cemento, con il respiro leggermente affannato e piccole nuvole di fumo che gli uscivano dalla bocca.
“Hai intenzione di guardarmi o cosa?” interruppe il silenzio Nezumi con un tono di voce gutturale.
Shion sobbalzò, alzò gli occhi verso di lui e il fiato gli si mozzò in gola. Quegli occhi che tanto lo magnetizzavano erano taglienti e quasi minacciosi.
Non era in grado di proferire parola, paralizzato da quello sguardo che gli stava facendo rimbombare nella testa una miriade di pensieri negativi.
“Nezumi...”
“Perché l'hai fatto?”
Shion fece un passo indietro, sgranando gli occhi e portandosi un pugno sul cuore.
“Perché sono attratto da te.”
Nezumi trattenne una risata, limitandosi a schioccare la lingua e inclinare il capo per guardarlo con aria derisoria.
“Hai davvero la capacità d'espressione di uno scimpanzé.”
Shion non seppe come prendere quella frase, quindi continuò noncurante dell'altro.
“Non riesco ad esprimerlo bene, ma sono attratto da te. Voglio...”
“Ti stai ascoltando?” Nezumi lo interruppe. “Sono attratto da te, dai un senso alle frasi che dici? Perché sembra proprio di no.”
“Ma è così!” il ragazzo dai capelli bianchi si agitò, gli occhi gli pungevano e dovette sbattere le palpebre più volte per non cedere.
“Tu non sai niente di me.”
Lo sguardo canzonatorio che seguì quella frase era stato come un pugno nello stomaco per Shion. Tutto quello che avrebbe voluto dirgli era svanito in un attimo, aveva perso quel minimo di sicurezza che aveva trovato solo pochi minuti prima.
“Come io non so niente di te.” proseguì Nezumi. “Solamente perché hai trovato qualcuno diverso da te, con gusti differenti dai tuoi che ti ha aperto minimamente gli occhi su un mondo a te sconosciuto, non significa che ne sei attratto o innamorato o qualsiasi sentimento tu possa credere di provare nei miei confronti.”
Quella durezza stava colpendo con ferocia le orecchie di Shion, ormai sul punto di piangere. Non poteva nascondere che era tutto vero, lui non sapeva niente dell'altro, ma nonostante questo non si spiegava perché non se ne andasse dalla sua mente dal primo giorno che l'aveva incontrato.
Proprio per questo voglio conoscerti.
“Sono davvero attratto da te.” ingoiò a vuoto, tentando per l'ennesima volta di cercare di spiegare quello che provava.
Nezumi si mise a ridere di gusto, alzando il volto al cielo e Shion non poté sopportare oltre. Quel ragazzo stava letteralmente calpestando i suoi sentimenti e un dolore lancinante si propagò per tutto il petto.
“Non dovresti parlare con così tanta superficialità. In ogni caso, io non lo sono da te.”
A Shion cominciarono a tremare le spalle. Non si spiegava perché rimanesse ancora lì a subirsi tutti quegli insulti, a venire trattato come spazzatura.
Nezumi si portò il pollice al labbro inferiore e lo accarezzò lentamente.
“Inoltre, sono sicuro che non hai mai dato tanti baci nella tua vita, eh? Questo era piuttosto scadente, direi che hai bisogno di un po' di allenamento.”
Basta...
Non ce la faceva più. Non solo Nezumi stava sminuendo qualsiasi frase gli fosse uscita dalla bocca, ma non mancava anche di prenderlo in giro.
Le lacrime incominciarono a scendere lungo le sue guance, piccole perle calde che finivano per cadere all'interno della sua sciarpa. Quando Nezumi se ne accorse, per un attimo spalancò gli occhi, come scosso da quella visione.
Shion indietreggiò, ma le sue gambe non erano salde e quasi inciampò nei suoi stessi piedi se non fosse stato per l'altro che aveva allungato prontamente una mano per afferrarlo.
Nezumi lo acciuffò poco prima che cadesse, stringendolo forte appena sotto il gomito e dandogli uno strattone per rimetterlo in equilibrio, finendo così con l' avvicinare il proprio corpo all'albino.
“Lasciami!” con un urlo strozzato, Shion si liberò dalla stretta e lo superò dandogli una spallata, scappando via.
“Aspetta, Shion!”
Nezumi esclamò allungando il braccio verso di lui, che ormai era corso via, ma lo ritrasse subito rimettendosi le mani in tasca. Si morse il labbro e scosse il capo, puntando gli occhi per terra e rimanendo immobile in quel vicolo per qualche minuto prima di tornare sui suoi passi.

Nezumi se ne stava beato a leggere per conto suo dietro al bancone del suo posto di lavoro. Piuttosto che rimanere a fare niente durante un orario in cui non si presentava nessuno, preferiva leggere e rileggere le sue opere preferite e accrescere il suo bagaglio artistico e culturale. Tanto nessuno gli avrebbe mai detto niente.
Dopo qualche minuto entrò una ragazza con un lungo cappotto grigio, metà volto coperto da una sciarpa sicuramente fatta a maglia e i capelli castani intrappolati all'interno di essa.
“Buongiorno.” salutò Nezumi con un sorriso e lasciando da parte l'Amleto proprio in un momento cruciale.
“Buongiorno.” la voce della ragazza era squillante e subito si avvicinò al bancone. “Devo restituire dei libri.”
Il ragazzo prese la busta dalle sue mani e la tessera e per un attimo rimase di sasso.
“Shion mi ha detto che siete amici e che potevo riportarli al posto suo, dato che sta male e domani sarebbe scaduto il permesso del prestito.” la ragazza gli sorrise dolcemente.
Shion...
Da quando avevano avuto quell'incidente del bacio non l'aveva più rivisto né in biblioteca, né da qualsiasi altra parte. Però la sua mente era andata molte volte a lui.
Sapeva di averlo ferito con le sue dure parole, ma lui era fatto così, non sapeva legarsi sentimentalmente con nessuno, soprattutto se quella persona fosse un tipo come Shion. Un ragazzo con la testa tra le nuvole che si comportava come un bambino non era decisamente il tipo di persona che aveva mai pensato al suo fianco.
Tuttavia si era sentito in colpa proprio per lui che neanche conosceva. Aveva capito di aver esagerato e per qualche giorno si era persino sentito male, con un rimorso che premeva nel petto. Qualche volta aveva anche immaginato di doversi scusare e la cosa lo straniva perché non era il tipo che si preoccupava di come si sentissero gli altri. Di solito gli importava unicamente di se stesso.
Non riusciva a comprendere il perché pensare a Shion lo rendesse così sensibile. Dopo tutte le sue chiacchiere sul non conoscersi affatto e di non confondere dei sentimenti di curiosità per qualcosa di maggiore, questa volta era caduto lui stesso in quella trappola.
Non sono proprio a mio agio manipolato così da qualcuno di cui conosco a malapena il nome.
Poi però pensava al suo sorriso, a volte impacciato, ma sempre splendente e la cosa lo faceva stare ancora peggio perché lui era stato la causa del suo pianto quel giorno. Era stato anche la causa di quei bellissimi occhi viola acceso che si erano gonfiati e arrossati.
E adesso, addirittura, si trovava davanti ad un'amica di Shion a cui era stato chiesto di riportare indietro per lui quei libri che aveva preso in prestito solo per non incontrarlo.
Non sapeva come reagire di fronte a quella scelta, sentiva solamente il proprio cuore battere troppo velocemente.
“Shion?” Nezumi si accorse del suo tono tremolante e subito si schiarì la voce. “Voglio dire, è malato? Come sta?”
Ma che cosa stai dicendo, Nezumi?
“Ha solamente un po' di febbre, ma era meglio non uscire con questo freddo.”
Nezumi dentro di sé immaginò che non fosse quella la verità, ma che avesse deciso di non volerlo rivedere perché l'aveva ferito troppo. Non avrebbe mai voluto provare quell'emozione dentro di lui perché significava che al momento gli importava anche di qualcun altro.
E quel qualcun altro era Shion.
“In effetti si congela.” non gli era uscita una risposta migliore e anche questo non era decisamente da lui.
La ragazza fece un inchino, dopo aver ripreso la tessera di Shion.
“Buon continuo di giornata.”
“Buona giornata anche a te.”
“Ti saluto Shion.”
“Sì, grazie...”
Sentì il campanello della porta mentre questa si chiudeva e si lasciò andare ad un sospiro.
No, indubbiamente qualcosa non va in me.
Notò subito Macbeth e comprese perché semplicemente Shion non fosse passato in qualche altro orario: doveva restituirgli il suo libro.
“Che testa vuota.”
L'opera di Shakespeare si aprì in una pagina precisa dove c'era un foglietto tra le pagine, come se fosse stato usato come segnalibro, ma vi era scritto qualcosa.

 

Mi spiace per quello che è successo.
Tranquillo, non ci vedremo mai più.
Solo non pensavo che un sentimento del genere potesse fare così male.
Shion.


“Quello stupido...”
Nezumi strinse tra le dita il foglio, stropicciandolo e finendo per appallottolarlo e buttarlo nel cestino sotto al bancone.
Non ci pensò due volte e si precipitò fuori. Cercò di scrutare tra la gente che passava di lì quella ragazza e non ci vollero che pochi istanti per vederla in lontananza.
Cominciò a correre il più velocemente possibile per raggiungerla e quando le fu abbastanza vicino le mise una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione. Questa si girò e lo vide con il fiatone e una mano poggiata al ginocchio per lo sforzo appena compiuto.
“Che succede?” chiese con una punta di preoccupazione nella voce.
“Mi puoi dire dove abita Shion?” dato lo sguardo spaesato della ragazza continuò a parlare. “Per favore, è importante.”
Per certo qualcosa non va in me.

Shion stava ancora sotto le coperte, fingendosi malato anche davanti a sua madre per non destare sospetti, anche se in qualche modo non stava affatto fingendo.
Il dolore che provava non era dovuto alla febbre ovviamente, ma si sentiva comunque distrutto. Perché mai quel ragazzo dai bellissimi occhi grigi aveva dovuto trattarlo a quel modo? Poteva rifiutarlo in milioni di modi e sicuramente con maniere più delicate, invece se n'era fregato e l'aveva frantumato in infiniti pezzi che aveva dovuto raccogliere tagliandosi le mani.
Ancora non capiva perché gli facesse così male, perché non potesse dimenticarsi semplicemente di lui dato che aveva avuto occasione di parlarci solo un paio di volte. Gli era venuto il mal di testa da quanto ci stava rimuginando sopra.
In quel momento lo destò dalle sue riflessioni sua madre che bussò alla porta.
“Avanti.”
“Come stai, Shion?” la donna rimase sull'uscio.
“Un po' meglio.”
“Bene, perché è venuto un amico a trovarti.” gli sorrise dolcemente. “È giù che aspetta in salotto.”
“Un amico?”
Uscì dalle coperte e si infilò le pantofole per poi superare sua madre e dirigersi alle scale. Entrò in salotto e rimase pietrificato nel vedere l'ultima persona che avrebbe mai pensato potesse comparirgli davanti.
Nezumi...
Nezumi era lì in piedi, le mani nelle tasche del giubbotto e lo guardava con un piccolo sorriso sul volto.
“Ciao piccolo malato.”
“Cosa ci fai qui?” il tono che uscì all'albino era duro, nonostante gli tremasse ogni centimetro del corpo.
Perché sei venuto? Non era chiaro il mio messaggio?
Shion sospirò e abbassò lo sguardo.
“La tua amica mi ha detto che stavi male, quindi volevo appurarmi che il principino non morisse in preda ai deliri.”
Ancora quelle prese in giro, non le sopportava più, eppure c'era un qualcosa di diverso nella voce dell'altro. Perché non parlava chiaramente e non per enigmi? Sarebbe stato più facile comprenderlo.
Li raggiunse anche la madre di Shion.
“Volete che vi prepari del tè?”
Shion si affrettò a prendere per la manica il moro e lo trascinò sulle scale.
“Grazie mamma, noi andiamo in camera.”
Di certo non potevano rimanere a discutere davanti a sua madre, quindi non c'era opzione migliore che portare Nezumi nella sua stanza.
“Pulita e ordinata come mi sarei aspettato da uno come te.”
“Se sei venuto fino a casa mia per insultarmi, allora puoi anche andartene.”
Shion gli dava le spalle, guardando fuori dalla finestra. Era sicuro che non avrebbe retto a lungo lo sguardo dell'altro senza sciogliersi o dimenticarsi il perché fosse così dolorante il proprio cuore.
“No, sono venuto per parlare con te.”
“Come facevi a sapere dove abito?”
“La tua amica oggi è venuta in biblioteca.”
Shion si voltò verso di lui di scatto.
Significa che ti sei preoccupato per me? Che hai chiesto di me?
Si accorse del volto rilassato di Nezumi, le lunghe ciglia che gli davano un'espressione aggraziata e una ciocca di capelli fuori posto che gli dava l'impressione che fosse quasi corso fino al suo indirizzo per raggiungerlo il prima possibile.
Cacciò via quel pensiero scuotendo la testa.
Nezumi fece un passo verso di lui, ma in quel momento entrò la madre con in mano un vassoio e due tazze fumanti.
“Ecco a voi ragazzi. Bevete finché è ancora caldo.” appoggiò le tazze sul comodino.
“Grazie signora.” le sorrise affabile il ragazzo dagli occhi grigi.
“Chiamami pure Karan.” dicendo così chiuse la porta dietro di sé, lasciando nuovamente soli i due ragazzi.
Shion prese la bevanda e si sedette sul letto, cominciando a soffiare sopra, facendosi finire tutto il fumo davanti agli occhi. Anche Nezumi prese la sua, ma rimase in piedi proprio di fronte all'altro.
“Non ti piacciono le cose troppo calde, vero?” sentenziò il moro dopo qualche minuto.
“Mh?” gli occhi viola si scontrarono con quelli grigi per un attimo.
“Ci hai messo il doppio del mio tempo a bere la cioccolata la volta scorsa e adesso stai soffiando su quel tè da un po'.” sorseggiò dalla tazza ancora fumante, senza staccare gli occhi dall'altro.
“È così importante?” la risposta secca di Shion fece sobbalzare il moro, che lasciò di nuovo il tè sul comodino e si sedette sul letto.
Era troppo vicino. Così vicino che avrebbe potuto sfiorargli la spalla se si fosse mosso appena. Percepiva il calore di quel corpo e voleva buttarsi tra le sue braccia. L'avrebbe fatto se non avesse saputo che sarebbe stato respinto ancora una volta e magari anche in maniera peggiore della precedente.
Forse un'idea migliore sarebbe stata versargli in testa la bevanda bollente così da fargli sentire un minimo del male che aveva fatto provare a lui.
“Mi dispiace.” Nezumi sussurrò appena. “Non era mia intenzione trattarti come ti ho trattato. Mi rendo conto di essere stato maleducato e insensibile.”
“Sì, lo sei stato.” Shion lo interruppe, facendo uscire fuori quella frase con un tono triste, non si aspettò però che l'altro rispondesse mettendogli una mano sulla guancia e accarezzandolo affettuosamente. Il pollice premeva sulla sua pelle accaldata, proprio sullo zigomo e il resto del palmo lo cullava dolcemente.
“Vedi, io sono così. Non mi lascio avvicinare da nessuno, non mi piace mostrare i miei sentimenti.”
“Sei complicato.”
A Nezumi sfuggì una piccola risata dalle labbra mentre faceva passare la mano sul suo collo.
“Decisamente complicato. Anche tu lo sei, non mi sarei mai aspettato un comportamento del genere da parte di una persona appena conosciuta, nessuno esprime come fai tu le proprie emozioni sputandole ai quattro venti come niente fosse e poi quel biglietto... Che ti è saltato in mente?”
“Non sembrava che tu volessi approfondire la nostra amicizia, quindi ho pensato bene di chiudere subito.”
“Hai pensato male.”
Shion provò a incastrare di nuovo i suoi occhi sul viso dell'altro, questa volta riuscendo a sopportare la pressione e l'ansia che gli stava facendo alzare e abbassare ad una velocità assurda il petto.
“Shion, non posso dire di essere attratto da te, ho una conoscenza del linguaggio parecchio superiore alla tua.” lo prese in giro guardandolo con superiorità, ma con dei lineamenti gentili. “Però, indubbiamente, mi incuriosisci molto.”
“Anche tu!” esclamò Shion con fare agitato. “Cioè...” sbiascicò qualcosa che non riuscì a formulare in una frase sensata prima di far ordine nella sua testa. “Io voglio sapere di te.”
“Cosa?” Nezumi fece un'altra piccola risata, portandosi la mano che prima era sulla pelle di Shion sulla sua fronte. Le sue guance erano leggermente arrossate. “Santo Cielo, Shion, devi imparare a parlare per bene.”
“Sono serio.”
“La cosa è ancora più preoccupante.” continuò ironico.
“Voglio sapere ogni minima cosa che ti riguarda. Voglio imparare i tuoi gusti, il genere di musica che ascolti, i tuoi libri preferiti e condividere tutto quanto insieme a te. Voglio sapere se scalci quando dormi, se quando leggi usi un sottofondo musicale, se hai qualche talento che ancora non conosco. Tutto quanto. Voglio sapere di te.” ribadì Shion, facendo fluire le parole una dopo l'altra.
Non sapeva bene come, ma era riuscito a mettere da parte la paura di venir respinto per dar sfogo ai suoi sentimenti di cui non aveva idea di come potevano essere chiamati.
“Anche se non dovesse piacerti quello che potresti scoprire?” Nezumi riportò la mano sul suo volto, afferrandogli con delicatezza il mento così come aveva già fatto una volta e avvicinò il viso fino a rimanere a pochi centimetri di distanza.
Shion si specchiò nelle sue iridi e si accorse di quanto fossero arrossate le proprie guance e non aveva modo di nasconderlo.
“Mi andrebbe bene qualsiasi cosa.”
“Sei davvero terrificante.” gli soffiò ad un niente dalle labbra.
“E tu insopportabile.”
“Sei diventato veloce a controbattere.”
Le dita di Shion tremavano sulla tazza che sperava non gli scivolasse via dalle mani.
Per quanto fosse calda la bevanda, la sua pelle a contatto la percepiva ghiacciata, così come il resto del corpo. L'unica parte che stava andando a fuoco era il mento ancora intrappolato tra il pollice e l'indice dell'altro.
Shion si sforzò di sorridere e poggiò il naso su quello del moro, che rimase sbalordito dal gesto e quasi impacciato su come reagire.
“Mi ricordi tanto un mio conoscente in questo momento.” gli disse senza staccarsi da lui.
“Quindi?”
“Sei ancora più spaventoso.”
Shion si mise a ridere mentre l'altra mano di Nezumi era andata tra i suoi capelli bianchi e stava giocando con essi facendoli filare tra le dita.
Quel ragazzo era in grado di essere impertinente e amorevole allo stesso tempo, non era di certo una dote da tutti.
“Nezumi...”
Shion socchiuse gli occhi, sospirando profondamente e beandosi di quel tocco sulla sua testa.
Qualche istante dopo sentì le labbra calde dell'altro sulle sue.
Questa volta credette davvero che gli sarebbe scappata via la tazza, per questo strinse forte la presa e si lasciò andare a quel bacio. Le loro labbra si incastrarono perfettamente, prendendosi e respingendosi più volte.
Il respiro di Nezumi era accelerato e sbatteva contro il suo naso e gli angoli della bocca, poi portò le braccia dietro la sua schiena per avvicinarlo ancora di più e Shion rimase intrappolato tra queste e il suo petto. Poco dopo, Nezumi gli fece dischiudere di più le labbra con la lingua, vezzeggiandone il contorno per poi farla scontrare con la gemella.
Shion ringraziò che fosse seduto, altrimenti non credeva che le gambe l'avrebbero sorretto a lungo.
Dopo qualche minuto si allontanarono e si guardarono un istante negli occhi.
“Questo è un bacio.” Nezumi ne approfittò subito per prenderlo in giro per l'ennesima volta, ma nella sua voce era sparita ogni minima sfumatura di cattiveria.
“Forse ci sono molte cose che dovrai insegnarmi, come io ne avrò da insegnare a te.” Shion sorrise e diede un sorso al tè ormai tiepido.
Il ragazzo dagli occhi grigi schioccò la lingua, prese la tazza dalle mani dell'albino per poggiarla di fianco alla sua sul comodino, ottenendo così un paio di guance paffute arrossate.
Shion non fece neanche in tempo a ribattere che si ritrovò di nuovo coinvolto in un bacio. Allacciò le braccia dietro al collo di Nezumi e lo strinse forte mentre iniziava a familiarizzare con il sapore dolce di quella bocca di cui pensava non avrebbe più potuto farne a meno.
Ancora non sapeva dare un nome al sentimento che lo legava senza dubbio a quel ragazzo, ma era così felice che aveva deciso ci avrebbe pensato più avanti e per adesso avrebbe solamente vissuto a pieno quelle sensazioni che gli martellavano pesantemente il petto e la testa.
I colpi di fulmine esistono, decisamente.

Shion si trovava in biblioteca, come al solito i suoi occhi erano indecisi su quale titolo avrebbero dovuto posarsi.
Passò una mezz'ora intera prima che scegliesse e si potesse dirigere contento verso il bancone.
“Prendo questi.” poggiò i libri sul tavolo e subito il commesso lo guardò accigliato.
“Vedo che finalmente Vostra Maestà si è deciso ad ampliare il suo lessico leggendo opere di spessore.” appurò vedendo che tra i titoli spiccavano autori come Hugo e Dumas. “Chissà che magari fra qualche anno non sia capace di formulare frasi profonde e per niente imbarazzanti.”
“Non credo che accadrà mai, Nezumi.” Shion gli sorrise, mentre gli porgeva la tessera della biblioteca.
“Quindi devo subire i tuoi sproloqui ancora a lungo?” il moro fece una piccola risata e ottenne un cenno della testa come risposta. “Fantastico.” disse ironico.
“Ci vediamo più tardi?” Shion continuò a parlare noncurante delle battute dell'altro.
“Ti passo a prendere quando finisco il turno.”
“Allora a dopo.”
Shion si sporse sul bancone, poggiando le mani sopra di esso, e si allungò, schioccando un bacio sulle labbra di quello che ormai era il suo fidanzato.
“Che cosa fai, Shion?!”
Il rossore sulle sue gote dopo quel gesto era di certo un premio davvero magnifico per i suoi occhi. Non pensava avesse anche un lato del genere e il tutto non faceva che farlo innamorare sempre di più di lui. Certo, era quasi impossibile da gestire quel suo carattere, ma piano piano era sicuro che si sarebbe lasciato andare completamente.
Shion gli sorrise ancora, prima di afferrare la busta di plastica e uscire dal negozio salutandolo con la mano.
Nezumi sbuffò, grattandosi la testa e finendo con il sorridere anche lui mentre l'osservava dal vetro allontanarsi sempre di più.
“Che testa vuota.”




Fine!
Grazie mille per averla letta! Come ho già detto, è una semplice storia senza nessuna pretesa che aveva solo l'intento di far battere i cuori e spero di esserci riuscita xD Sarebbe bello sapere cosa ne pensate con un commento! Mi rendereste felice :3
Per quanto riguarda le descrizioni fisiche ho usato l'aspetto che hanno nelle novel, quindi per questo Nezumi ha i capelli corti e Shion gli occhi viola ecc ecc...
Non ho altro da aggiungere se non che spero vi sia piaciuta e ringrazio tutti quelli che leggeranno, metteranno nei preferiti ecc e spero che mi seguirete ancora perchè presto (presto è un tempo relativo abbastanza ahahah) dovrei tornare in questo fandom con una long *non l'ha detto davvero o forse sì mannaggia* davvero impegnativa! Se mai avrà luce spero mi seguirete e invito anche a leggere le mie vecchie oneshot su questa coppia!
Grazie ancora e alla prossima! 
Flor ^w^







 

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