Capitolo
4: La caduta degli Dei.
Il
sole sorse,
illuminando le creste del mare che si sollevavano nella placida alba.
I
gabbiani garrirono
nel cielo chiaro.
La
luce filtrava
attraverso le nuvole, rendendo pallido il colorito del globo solare.
I
suoi raggi cadevano
perpendicolari, lungo il tracciato marino.
L’acqua era così
limpida che, guardando attentamente, si sarebbero potuti vedere i
banchi di meduse nuotare al di sotto.
E
lì, davanti, un
immensa voragine scavata nella rocce si ripiegava
all’interno, fino
al porto che si ergeva all’interno.
<<
Lord Kururugi,
Tokyo è in vista. >>
Lo
avvisò un marinaio.
Suzaku,
in piedi sul
ponte del torpediniere, annuì.
<<
Il Giappone.
>>
Mormorò,
mentre una
folata di vento lo colpiva in pieno volto, scompigliandogli i capelli
e spalancandogli il mantello dietro alle spalle.
La
spada cinta al suo
fianco tintinnò, quando il suo possessore cambiò
posizione per
opporsi alla forza del vento.
“
E così, alla fine,
sono tornato.”
Era
stato via solo
dodici giorni, eppure sembrava molto di più.
Tokyo
non era cambiata.
Mano a mano che la
nave si avvicinava, poteva vedere sempre di più i danni
arrecati dai
Cavalieri Neri.
L’intera
parte ad
ovest era formata da un cumulo di macerie disseminate in giro.
I
palazzi, spezzati su
loro stessi, ripiegati in modo orribile lungo l’orizzonte,
offrivano lo spettacolo di tutta la distruzione che il piano di Zero
aveva arrecato alla capitale.
“
Il piano di
Lelouch. ”
Si
corresse
mentalmente.
<<
Suzaku, ci
siamo quasi. >>
Cecile
si avvicinò a
lui.
<<
Sì, signorina
Cecile. >>
La
osservò
<<
Comincerà
presto, Suzaku. >>
Anya
Alstreim si fece
avanti, uscendo sul ponte, seguita da Gino.
<<
Oh,oh. Così
quella è la tanto famigerata Area 11! >>
<<
Sì, Gino.
Quella è la mia patria. >>
Si
voltò ad
osservarli, riuniti alle sue spalle.
<<
Quella è
l’Area 11. >>
Disse,
senza che alcuna
luce illuminasse i suoi occhi.
<<
Ma certo, ho
capito. >>
Avanzò,
per
osservarla.
<<
Dev’essere
stato proprio un bel Paese, prima di Zero. >>
Suzaku
annuì.
Un
flash illuminò la
scena.
<<
Registrato.
>>
<< Però, Suzaku, mi spiegheresti una cosa?
>>
<<
Dimmi, pure, Gino. >>
<<
Perché sei
voluto tornare su un mezzo come questo, quando l’Avalon
avrebbe
potuto portarti qui molti più rapidamente? >>
<<
Perché dovevo
venire a vedere, Gino. >>
<<
Che cosa? >>
<<
Quello che il
futuro mi riserberà. La mia ambizione, la mia speranza.
Dovevo
sentire ancora una volta l’odore della salsedine di Tokyo,
vedere
ancora le sue vette così orribilmente spezzate ergersi
accusatorie
contro di me; dovevo sentire l’urlo dei disperati che ancora
mi
accusano: << Cane >>. Questo, e altro
ancora, vedrò
quest’oggi. Eppure, stai certo, al termine di questo giorno
non
resterà nulla di ciò che il mio sogno ha scorto
per un istante.
Provvederò io stesso affinché tale vana,
temporanea visione
svanisca completamente, per essere poi cancellata dalle menti di
tutti. Comprendi ora, Gino? >>
Gino
lo guardò.
<<
Il tuo
destino, eh? >>
Si
fece avanti d’un
passo
<<
Non temere,
non te lo lascerò affrontare da solo. Di me ti puoi fidare.
>>
<<
Ti sosterrò
anch’io. >>
Anya
Alstreim si
affiancò a Gino.
Suzaku
chiuse gli
occhi, traendo un profondo respiro. Nessun dubbio tradiva il suo
sguardo.
<<
Vi ringrazio,
ma si tratta di qualcosa che devo fare da solo. >>
Il
mantello oscillò al
suo passaggio.
“
Perdonami, padre. ”
“
Ma a distruggere il
sogno di Zero, a impedire che il sangue sia di nuovo inutilmente
versato.. .
sarò
io! ”
<<
Lord Kururugi,
Lord Asplund l’attende all’hangar numero 5.
>>
<<
Ho capito.
Puoi andare. >>
Suzaku
non si voltò a
guardare in faccia il soldato che glielo aveva chiesto.
Era
solo un’altra
maschera.
Sarebbe
scivolata via
non appena l’avesse tolta.
Perciò,
non si sarebbe
girato a guardarlo.
Avanzò
nella nebbia
mattutina.
L’hangar numero 5
non era distante.
Attraversò il campo
di fortuna.
Le
macchine e i
Knightmare affollavano l’intera zona, mentre i vari camion
scaricavano i rifornimenti.
Entrando,
trovò
qualcuno che non si sarebbe aspettato.
<<
Vostra
Altezza! >>
Disse,
inchinandosi
alla sua presenza.
<<
Avanti,
Suzaku. Alzati. Dopotutto ora sei un Round. >>
Schneizel
El Britannia,
Secondo Principe di Britannia, sorrise indulgente.
<<
Come
desiderate. >>
<<
Allora,
Suzaku, pensi di essere pronto? >>
<<
Ma certo,
signor Lloyd. Non ha nulla da temere. >>
Lloyd
Asplund si
avvicinò, sistemandosi meglio gli occhiali sul volto, con
una mano
nel camice.
<<
Bene, allora.
Avevo bisogno di una componente aggiuntiva per sistemare il Lancelot.
>>
Suzaku
alzò lo
sguardo.
Una
coperta nera
copriva il suo Knightmare.
“
Presto sarò di
nuovo a bordo “
<<
Suzaku. >>
L’espressione
sul
volto di Schneizel denotava preoccupazione.
<<
Quella di oggi
non sarò un’operazione come tutte le altre. Si
tratta della
battaglia che ci restituirà il controllo dell’Area
11.
Significherà sparare contro i tuoi connazionali Eleven.
>>
<<
Ne sono
consapevole, Vostra Altezza. Tuttavia, ho già compiuto la
mia
scelta. Sarò io a distruggere i ribelli. Con queste mani!
>>
Strinse
il pungo fino a
farsi male.
<<
Trovo la sua
risolutezza assolutamente ammirevole, Lord Kururugi. >>
Una
voce che non
conosceva, ma che immediatamente mostrò estrema padronanza
della
situazione, si fece udire nella sala.
Percorrendo
i gradini
di una scala appoggiata ad una parete, un ragazzo stava scendendo
verso di loro.
Capelli
rosa dritti
tagliati fino alle orecchie, un cappello verde appoggiato sulla sua
testa.
Guanti neri fino
all’avambraccio, stivali fino al ginocchio, divisa nobile,
che
denotava il suo rango di cavaliere.
<<
Kanon! >>
Lo
apostrofò
gentilmente Schneizel.
Arrivò
presso di loro.
<<
Molto lieto di
conoscerla. Sono il Conte Kanon Maldini, stretto collaboratore di Sua
Altezza Schneizel. >>
Tese
un mano, che
Suzaku accettò con una stretta sicura.
<<
Vi prego di
perdonarlo. Kanon è sempre stato… imprevedibile.
>>
<<
Stavo solo
esprimendo la mia ammirazione per l’atteggiamento assunto da
Lord
Kururugi in questo frangente. >>
Un
lieve sorriso
increspò le labbra di Schneizel.
<<
Scusatemi. >>
Cecile
stava scendendo
le medesime scale di Kanon, portando un vassoio ingombro di…
qualcosa.
<<
Mi sono
permessa di preparare uno spuntino. Se volete favorirne…
>>
<<
Ma certo, ne
sarò estremamente lieto… >>
Kanon
si voltò verso
Cecile, mentre un’occhiata partì da Suzaku verso
Lloyd, da Lloyd a
Schneizel, da Schneizel a Suzaku e viceversa.
<<
Mi piacerebbe
davvero tanto, ma vedete, non possiamo permetterci di trattenerci un
minuto di più. Giusto, Kanon? >>
Schneizel
si avviò
all’uscita.
<<
Ma, Vostra
Altezza, non mi sembra cortese… >>
<<
Oh, sono certo
che la Signorina capirà. Non è vero?
>>
<<
Ma certo. >>
Rispose
Cecile
sorridendo.
Non
appena furono
usciti, si voltò verso Suzaku.
<<
Allora… >>
<<
Signorina
Cecile! >>
Urlò Suzaku.
<<
Eh, sì? >>
<<
Io vado a
controllare le condizioni del Lancelot! >>
<<
Ah, ma certo…
>>
Fece
la ragazza un po’
delusa.
Suzaku
scomparve su per
le scale.
<<
In questo
caso… >>
Si
voltò verso Lloyd.
<<
Ah, bè,
ecco... io… >>
<<
Non vorrà
essere così scortese da non assaggiarne neanche un
po’, vero? >>
<<
Ah-ah, ma no,
ceto che no. >>
Disse
sventolando la
mano.
<<
Di che cosa si
tratta, esattamente? >>
<<
E’ una
ricetta di mia invenzione. Sono polpette di riso ripiene con
marmellata di fichi e formaggio. >>
Sul
volto del pluri
laureato Professor Lloyd, Conte Asplund, vincitore del premio Chase
per la Meccanica, ideatore del progetto Core Luminus, coideatore del
Progetto del Knightmare Frame di 7th generazione, nonché
Protetto di
Sua Altezza Schneizel, si dipinse la paura davanti a quel…
qualcosa. Il suo colorito passò dal
bianco al viola mentre
lo afferrava. Poi…
<<
AAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH >>
Suzaku
si strinse nelle
spalle, adagiandosi nell’abitacolo. Premette in successione
tre
tasti, e alla fine:
Holy
Britain Empire
Z-01
Lancelot
“
Sembra che sia
tutto a posto. Forse me la sbrigherò in poco tempo.
”
Effettuò
qualche
controllo di routine, tanto per andare sul sicuro: i pistoni
idraulici erano a posto, il sistema di raffreddamento funzionava
perfettamente, le rotelle giravano, e tutti i pezzi erano nuovi. Il
Float non aveva problemi. E gli avevano anche dato un nuovo VARIS.
Non
poteva chiedere
nulla di più.
“
Ho tutte le armi di
cui ho bisogno per la battaglia ”
Gli
sembrava un
qualcosa di ancora troppo lontano.
“
E così sarà sul
Fuji, che tutto si deciderà. ”
La
mente correva
rapida, mentre si preparava.
Era
stato molte volte
al Fuji, prima.
“
Già, una volta ci
siamo andati tutti insieme. ”
Le
immagini si fecero
largo con prepotenza nella sua mente.
“
Io,Kaguya e…
Lelouch. ”
Rifletté
con amarezza.
Ricordava ancora la scena…
<<
No, Suzaku,
quello è mio! >>
Il
bambino dai capelli
neri cercò di afferrare il suo amico dai capelli castani,
che aveva
afferrato l’ultimo cioccolatino dalla scatola, e stava per
metterlo
in bocca.
<<
Ma piantala,
tanto te ne daranno comunque degli altri! >>
<<
No, hai perso,
è giusto che lo abbia io! >>
Urlò
di nuovo Lelouch.
Si
gettò sopra di lui,
tentando di stapparglielo dalle mani.
Ma
Suzaku fu più
rapido.
Si
tirò indietro,
sollevandoli braccio in alto.
Lelouch gli rovinò
addosso, mentre Suzaku perdeva l’equilibrio e, precipitando
all’indietro, perdeva al presa sul prezioso dolcetto, che
andò a
cadere nella tazza di tè verde che d cui stavano bevendo.
I
due ragazzi si
congelarono.
Per
alcuni istanti.
Per
svariati minuti.
Per
diverse ore.
O
magari in realtà
erano stati degli anni.
Poi…
<<
Ah,
dannazione! E’ tutta colpa tua! >>
Sbottò
Lelouch,
urlando in faccia a Suzaku.
<<
Che cosa?! Non
è vero! >>
<<
Ah,sì? Non
sei forse stato tu a prendermi il cioccolatino dalle mani?!
>>
<<
Sì, ma solo
perché tu non volevi darmelo! >>
<<
E direi, era
mio! >>
<<
Sì, ma tu
puoi averne quando ne vuoi! Mio padre invece che certe cose non sono
adatte a qualcuno che si sta praticando il Jujitsu! >>
<<
E allora devi
rifarti prendendo quello che è mio? >>
<<
Ah, stai
zitto! >>
Suzaku
sferrò un pugno
sulla testa di Lelouch, ch’egli si avventò contro.
<<
Tutto quello
che sai fare è ricorrere alla violenza! Barbaro di un
Giapponese!
>>
<< E tu invece non sai fare niente! Sporco
Britanno! >>
Cercarono
di
afferrarsi, mentre azzuffandosi diventano un ammasso informe a terra.
<<
SMETTETELA! >>
L’urlo
li fece
fermare.
Non
era stato il grido
in sé, quanto più chi l’aveva lanciato,
a interromperli.
<<
Per favore,
non litigate per qualcosa di così stupido. >>
Nunnally
aveva rivolto
il volto verso di loro, e dall’espressione sul suo volto era
chiaro
stesse per mettersi a piangere.
<<
Io non voglio
che due persone… alle quali voglio bene…
litighino… per
qualcosa di così sciocco… come un
cioccolatino… >>
Nunnally cominciò a
singhiozzare, poi delle lacrime cominciarono a cadere dai suoi occhi,
sui quali le palpebre erano costantemente abbassate.
Subito
dopo divenne un
pianto irrefrenabile
<<
UAHHH >>
Suzaku,
ancora con il
braccio alzato, pronto a colpire Lelouch, che si preparava a
lanciarsi in un attacco kamikaze contro il suo avversario, si
fissarono negli occhi, poi distolsero lo sguardo.
<<
Ma sì, non
doveva essere nemmeno così buono! >>
Sbuffò
Lelouch.
<<
Infatti, e poi
perché mai avrei dovuto voler mangiare qualcosa tipico dei
Britanni?
>>
<<
Uhhh,uhh. >
Si
guardarono negli
occhi un’altra volta, poi guardarono Nunnally, che continuava
a
piangere.
<<
Mi dispiace.
>>
Lo
dissero insieme.
Come se si fossero letti nella mente.
<<
Amici come
prima? >>
Suzaku
tese la mano.
<<
Andata. >>
Lelouch
la afferrò.
<<
Hai visto,
Nunnally, è tutto a posto, non stiamo più
litigando, ok? >>
Le
si avvicinarono.
Lelouch
le accarezzò
la testa.
Nunnully
cominciò a
cercare di pulirsi la faccia con le mani, mentre Lelouch cercava
qualcosa per aiutarla.
<<
Tieni. >>
Suzaku,
con la faccia
gonfia, non lo guardava, mentre gli passava un fazzoletto.
<<
Ti ringrazio.
>>
Lelouch
lo accettò,
passandolo sul volto di Nunnally.
<<
Vedi,
ringrazia Suzaku, te lo ha prestato lui. >>
<<
S-sì. Ha-ha
il suo o… odore. >>
Singhiozzò
Nunnally.
<<
Capisco. >>
Stettero
in silenzio
alcuni minuti, mentre Nunnully si calmava e Lelouch finiva.
<<
E a me, piace
molto l’odore di Suzaku. >>
Il
ragazzo divenne
rosso fino alla punta delle orecchie, voltandosi dall’altra
parte.
<<
Ah-Ah, sì?
Bè, buon per te! >>
Lelouch
si scandalizzò.
<<
Nunnally! Ma
che cosa stai dicendo!? >>
La
bambina lo guardò
interrogativamente.
<<
Che cosa ho
detto di sbagliato? >>
<<
Be’, ecco,
vedi… >>
Il
bambino fu però
risparmiato dall’imbarazzante spiegazione da un rumore di
passi.
Le
espressioni di
Suzaku e Lelouch si congelarono.
Passi
pesanti.
Sicuri.
Solo uno camminava
così in quella casa troppo rustica per essere quella di un
leader.
La
porta si aprì,
mostrando una figura interamente vestita di nero, con occhiali neri e
un auricolare allacciato all’orecchio.
Ispezionò rapidamente
la stanza, senza curarsi dei ragazzi. Nunnally ammutolì,
mentre i
due ragazzi le stringevano una mano ciascuno.
Ricambiò la stretta.
<< E’ tutto
libero. Può passare. >>
Un
grugnito di assenso
proruppe da dietro la porta.
Poi
entrò. Genbu
Kururugi, il primo ministro del Giappone. L’uomo dei
Miracoli.
Capace
di tenere
fermamente in mano le sorti del Giappone, attraverso il controllo
esercitato dai suoi alleati di sempre, nonché parenti, i
Kaguya, sui
monopoli dell’estrazione della Sakuradite.
Un
vero e proprio vero
monarca.
Quando
tutto sembrava
perduto, era riuscito ad impedire che il Giappone venisse trascinato
nella Guerra tra l’Impero di Britannia e la Federazione
Cinese.
E
quando la seconda
aveva cercato di ammarare sulla sua terra, era andato di persona a
comandare la flotta.
E
qui aveva incontrato
uno dei pezzi più importanti della sua scacchiera: Kyoshiro
Todoh.
Ne
aveva colto fin da
subito le capacità di comando, ed insieme lui, Todoh, e i
suoi
quattro uomini migliori, avevano abbordato insieme, lanciandosi da un
elicottero, l’ammiraglia cinese, conquistandola sebbene
armati solo
di katana.
O
così si raccontava.
<<
Padre! >>
Disse
Suzaku.
Il
burbero uomo
sorrise.
Poi
passò ad osservare
Lelouch, che sostenne la durezza di quello sguardo.
<<
Dimmi, ti
piacerebbe vedere qualcosa di interessante per il tuo futuro?
>>
<<
Che cosa
intende dire? >>
<<
Ti piacerebbe
vedere le miniere di Sakuradite del Giappone? >>
La
sorpresa contrasse
per un istante il volto di Lelouch.
<<
Ero convinto
che l’ingresso fosse proibito. >>
Una
fragorosa risata
fuoriuscì dal petto di Genbu Kururugi.
<<
Pensi che al
Primo Ministro del Giappone sia proibito entrare nella sua Miniera?
>>
Lelouch
lo fissò per
un istante.
Ma
Suzaku vide.
Era
interessato.
E
come non esserlo.
Neanche lui aveva
potuto mai andarci.
<<
Molto bene.
Accetto l’offerta. >>
<<
Se porti lui,
allora vengo anch’io! >>
Si
fece avanti Suzaku.
Genbu
sembrò valutare
un istante la proposta del figlio, poi annuì.
<<
Molto bene.
Partiremo domani mattina. Staremo via tre giorni. La tua sorellina
resta qui. >>
<<
Che cosa?! >>
Urlò
Lelouch
<<
Padre, non
dovresti… >>
<<
SILENZIO! >>
L’urlo
raggelò i tre
bambini. Nunnully sussultò così forte che Suzaku
temette si sarebbe
rimessa a piangere.
Ma
Nunnully sopportò.
Con
uno sforzo che lui
non era neanche in grado di immaginare, ricacciò indietro le
lacrime, aggrappandosi alle mani del fratello e dell’amico.
<<
Va bene,
Lelouch. Resterò qui. >>
<<
Ma… sei
sicura, Nunnully? >>
La
bambina annuì.
Genbu
annuì.
Una
volta.
<<
Bene, se avete
risolto, non ho più tempo di badare ai capricci dei bambini.
Preparate i vostri bagagli. Staremo via tre giorni. >>
Uscì
dalla stanza,
seguito dalle guardie del corpo.
Ricordava
ogni singolo
dettaglio di quel viaggio.
Era
durato quattro
giorni.
Ricordava
ancora la
faccia che Kaguya aveva fatto quando aveva incontrato per la prima
volta Lelouch.
Soprattutto,
vedeva
ancora nella sua mente gli occhi di Lelouch che scattavano da ogni
parte.
Studiavano.
Imparavano.
Memorizzavano.
Ogni
cosa.
Qualsiasi
elemento che
gli sarebbe potuto servire in seguito.
“Come
nel caso di un
incontro segreto con Kirihara, vero, Lelouch?”
Non
era ancora certo, ma Suzaku ne era sicuro, che l’unico luogo
nel quale Zero avrebbe
potuto trovare appoggio era proprio lì, al monte Fuji, la
base
segreta del NAC, o Kyoto, come lo chiamavano i Giapponesi.
Ribelli.
Dal
primo all’ultimo.
Ma
oggi li avrebbe
finalmente spazzati via tutti.
“
E così la pace
tornerà a regnare sul Giappone. ”
Il
Lancelot funzionava
alla perfezione.
Tutto
regolare, quindi.
Avrebbe
vinto.
Era
solo una questione
di tempo.
<<
Molto bene.
Procedo con l’illustrare il nostro piano d’attacco,
allora. >>
Riuniti
nella sala
briefing dell’Avalon, tutti aspettavano di sentire il piano
del
Secondo Principe di Britannia, Schniezel El Britannia.
Una
volta Lelouch gli
aveva detto che quello era l’unico che non era mai stato di
sconfiggere a scacchi.
“
E così anche tu
avevi qualcuno che era migliore di te. Vedi, Lelouch,
c’è sempre
qualcuno migliore di noi al mondo. “
Lo
compiaceva pensare
che anche l’invincibile Zero fosse stato sconfitto sul suo
stesso
campo da gioco.
<<
Procederemo
all’accerchiamento dell’area del Fuji.
Dopodiché lanceremo un
attacco aereo preventivo alle pendici del monte. In ogni caso, i miei
obiettivi sono quelli di limitare la minimo i danni collaterali, e
poi cercare di non causare nessuna esplosione di Sakuradite.
E’
tutto chiaro? >>
<
< E come
dovremmo rispondere nel caso in cui i Cavalieri Neri dovessero
prendere in ostaggio la Miniera stessa? >>
Anya
avanzò nelle
ombre.
<<
Giusto, in
fondo non è proprio per quella miniera che
l’Impero ha invaso il
Giappone? >>
Gino su unì a lei.
<<
Sì, certo.
Riguardo a questo… >>
Kanon
osservò
Schniezel.
<< Se mai
dovessero fare una cosa del genere, non ci resterebbe altra scelta
che sacrificare la miniera. >>
<<
Ma Vostra
Altezza! >>
<<
Non possiamo
farlo! >>
I
Generali presenti
nella sala sembrarono spaventati dalla semplice idea.
Schniezel
si voltò
verso di lui, con il volto di chi ha preso una decisione a
malincuore, ma deve rispettarla.
<<
La distruzione
dei Ribelli ha la priorità su qualsiasi altro intervento.
Non
importa come, ma spazzali via una volta per tutte. Queste sono state
le esatte parole dell’Imperatore. >>
<<
Vostra
Altezza, se posso permettermi. >>
Il
silenzio calò sulle
sue parole.
Evidentemente
nessuno
si aspettava che avrebbe parlato, durante quell’incontro.
Si
mosse per avanzare,
nel suo abito da battaglia.
<<
Ma certo,
Suzaku, parla pure liberamente. Ne hai facoltà in
qualità di
Rounds. >>
I
Generali lo
guardarono con astio.
Si
avvicinò alla
proiezione olografica.
<<
Non avremo
bisogno di arrivare a tanto. Come potete vedere qui. >>
Indicò
una zona alle
pendici del Fuji.
<<
Percorrendo
questa strada, si può facilmente penetrare in questa zona.
>>
Illuminò una parte della miniera sullo schermo.
<<
Il centro di
stoccaggio? >>
Suzaku
annuì.
<<
L’unico
punto da cui i Cavalieri Neri potrebbero minacciare di distruggere la
miniera è questo. Ma se ce ne impossessiamo subito, con un
attacco
furtivo, allora potremmo procedere alla sua immediata conquista.
>>
Schniezel
sorrise
all’idea.
<<
Molto bene.
Approvo il tuo piano. >>
<<
Affido subito
la Squadra O’Really a questa missione, allora.
>>
Kanon
afferrò il suo
tablet, preparandosi alla modifica.
<<
No, una
squadra, anche formata da soli quattro modelli, rischierebbe di
attirare troppo l’attenzione. >>
Schniezel
fermò il suo
secondo.
<<
Ma allora…
>>
<<
Andrò io. Il
mio Lancelot sarà sufficiente. >>
Suzaku
non si voltò ad
osservare gli altri, limitandosi ad osservare i monitor.
<<
Vorresti
prenderti tutta la gloria con questa azione? >>
Sbottò
un Generale.
<<
Ma come osi
parlare così ad uno dei Rounds? >>
Lo
riprese bruscamente
Gino.
Solo
allora, il Knight
of Seven si voltò a guardarli.
<<
Proprio così.
La gloria della distruzione dell’Ordine dei Cavalieri Neri la
reclamo per me! E’ mio diritto di Cavaliere! Voi che non
sapete
nemmeno cosa voglia dire scendere in campo a combattere potete
restare qui, nello retrovie, che è il posto che compete a
voi
codardi! >>
Il
Generale sembrò
costernato dalle parole rivoltegli da Suzaku.
Ma
non poteva
rispondere.
E lo
sapeva.
Chinò
il capo.
<<
Sono
profondamente dispiaciuto. Non intendevo mancarvi di rispetto, Lordo
Kururugi. >>
<<
Ma sei sicuro,
Suzaku? Sarà pericoloso. Così finirai per
rimanere isolato in
territorio nemico.>>
Gino
lo guardò
preoccupato.
<<
Non temere.
Con un assalto aereo del Lancelot finirà subito.
>>
<<
Stai attento,
Suzaku. >>
Anya
lo guardò con
quella che era forse una nota di paura nel volto.
<<
Non temete. Io
vincerò. >>
<<
Molto bene,
allora. Te ne occuperai tu, allora, Suzaku. >>
<<
Ve ne sono
grato, Vostra Altezza >>
E
così attese che
arrivasse l’ora della partenza.
<<
Non sarà
affatto facile, lo sai, vero? >>
Gli
domandò Lloyd.
<<
Chissà,
questa volta potresti anche rimetterci la pelle. >>
<<
Signor Lloyd,
desidera che le dai qualche lezione di buone maniere? >>
L’espressione
di
disappunto sul volto di Lloyd sottintendeva che piuttosto, si sarebbe
piallato da solo le mani.
<<
No, grazie, ne
faccio volentieri a meno. >>
Cecile
annuì,
avvicinandosi .
<<
Suzaku, per
favore, stai attento. >>
<<
La ringrazio
molto per la preoccupazione, signorina Cecile. Ma non tema. La
sconfitta non è certo contemplata in questo tipo di
operazioni. >>
Lloyd
sorrise.
<<
Così
finalmente vedo che cominci a ragionare come un soldato.
>>
<<
Questo le crea
forse dei problemi? >>
<<
Uh, non
particolarmente. In fondo sei tu che stai scegliendo di smettere di
ragionare. >>
<< Uh
>>
<<
Suvvia, non guardarmi così. >>
Disse
Lloyd muovendo le
mani.
<<
Anzi, guarda
qui! >>
Urlò
premendo un
tasto.
Il
telo che copriva il
Fram cadde al suolo.
Lo
Z-01 Lancelot si
erse di nuovo in tutta la sua potenza.
“
Bentornato, amico
mio. ”
<<
La ringrazio
molto, signor Lloyd. >>
<<
Uh, non te ne
devi preoccupareee. In fondo, se l’unico componente
compatibile a
mia disposizione. >>
Ma
Suzaku non lo stava
già più ascoltando.
Guardava
oltre.
Oltre
il corpo di
metallo del Knightmare.
Oltre
la paratia
d’acciaio.
Oltre
il cielo del
Giappone, che sarebbe presto sarebbe stato di nuovo arso dalle
fiamme.
Guardava
al futuro.
Non
impiegarono molto
ad arrivare alle pendici del Fuji.
Lui,
e la sua unità,
si erano fermati molto prima dell’esercito.
Viaggiavano
su una
vecchia unità di trasporto mobile, approntata con trampolino
aereo.
Lanciandosi
dall’Avalon, questo avrebbe fatto sì di farsi
scoprire.
Aveva
già deciso come
agire.
Più
importante,
nessuno poteva impedirgli di agire come preferiva.
Solo
l’Imperatore.
E
lui non era lì,
adesso.
<<
Unità Z-01
Lancelot. Lord Kururugi, mi riceve? >>
<< Qui
Kururugi, forte e chiaro. >>
<<
L’operazione
avrà iniziato, come stabilito, alle 04:00. >>
L’occhio
corse al
display: 03:59:34
<<
Ricevuto. >>
I
secondi scorrevano
veloci.
<<
Verifica di
tutti i sistemi: all green. >>
03:58:45
<<
Unità Z-01
Lancelot, partenza! >>
Suzaku
afferrò i
comandi.
Le
mani del Lancelot
girarono.
I
piedi si portarono in
posizione.
<<
Have the bust!
>>
La
spinta
elettromagnetica lo proiettò lungo il trampolino.
Le
sue ali si
spalancarono, ed ancora una volta, solcò il cielo.
Stava
viaggiando a 320
Km/h.
Dopo
una breve ascesa,
si gettò contro la miniera.
Non
avrebbe avuto due
possibilità.
O
sarebbe entrato,
eliminando tutti quelli che si trovavano al loro interno, oppure
avrebbe perso, e la Miniera sarebbe andata distrutta.
Sparò
due colpi in
successione, e si gettò nel varco mentre ancora le macerie
si
disperdevano nell’aria.
Roteò
in mezzo alla
polvere, sganciando il Float, che fu bersagliato.
In
una frazione di
secondo, gettò uno sguardo intorno a sé.
Due
nemici su un
pontile.
Tre
di sotto.
Quattro
di fronte.
Mentre
ancora stava
roteando, stese le braccia.
Fece
fuoco
contemporaneamente, con i due VARIS che stringeva tra le mani.
Due
scariche veloci.
Tre
colpi l’una.
Della
prima raffica uno
si schiantò contro la parete.
Gli
atri due
sfrecciarono precisi contro le cabine dei piloti.
Della
seconda raffica,
nessuno mancò il bersaglio.
Atterrò
al suolo.
I
quattro davanti a lui
aprirono il fuoco.
Saltò,
evitando i
proiettili.
Piroettando
su sé
stesso nell’aria, sferrò un calcio rotante contro
il primo Burai,
mandandolo in pezzi.
Stese
le braccia, e
sparò due slash haken, facendo eiettare i piloti.
Poi,
prima che l’altro
potesse riprendere la mira, gli scagliò addosso uno dei
Knightmare
che ancora teneva legati, sbalzandoli entrambi contro la parete.
Esplosero.
Ritrasse
gli haken.
<<
Qui Kururugi,
centro di comando, mi ricevete? >>
<<
Suzaku! >>
Cecile
si affacciò nel
microfono.
<<
Il centro di
stoccaggio è ora stato liberato. Potete dare il via
all’Operazione
Caduta degli Dei. >>
<>
La
prima cannonata fu
l’avvento dell’attacco.
<<
Squadra
Tecnologica Speciale, preparatevi a fornirvi sopporto. Richiedo
l’invio di un secondo Float System.>>
<<
Qui Squadra
Tecnologica Speciale, ricevuto! >>
Dal
sistema
dell’Avalon, venne sparato quanto richiesto.
Uscì
dalla miniera.
Il
Float stava per
atterrare leggermente più lontano di dove avrebbe dovuto.
Suzaku
saltò.
Lo
afferrò.
Poi
lo indossò.
Gli
avevano dato anche
un Energy Filler di ricambio.
Dopo
averlo sostituto,
tornò a volare.
Di
fronte a lui si
presentò di nuovo l’inferno.
Il
Fuji bruciava, tra
le fiamme della guerra.
Sia
sopra che sotto
infuriavano i combattimenti.
Suzaku
si lanciò
direttamente contro i Cavalieri Neri.
Estrasse
due MBS.
Decapitò
il primo in
discesa, impalò il secondo.
Voltandosi,
ne divise
un altro in due.
Parò
una katana,
tranciò il braccio e la testa dell’attaccante.
Saltò
indietro per
evitare un missile, e ne tranciò altri due con un doppio
trasversale
discendente.
Una
cannonata amica gli
passò molto vicino, abbattendo una sezione del monte, che
colò
addosso ai Burai.
<<
Suzaku, tutto
bene? >>
Anya Alstreim lo contattò da chissà dove.
<<
Sopra di te.
>>
Un
Knightmare rosso,
armato con qualcosa che Suzaku non si sarebbe aspettato.
Quello
era il cannone
più grosso che avesse mai visto.
E a
quanto pareva,
bastava per abbattere una sezione del monte Fuji.
<<
La nostra
principessina si dà da fare, come vedi, eh, Suzaku?
>>
Un
modello bianco calò dal cielo, distruggendo quattro
Knightmare
mentre faceva volteggiare una lancia.
<<
Che ne dici,
bello no? Si chiama Tristan. >>
<<
Gino, Anya! >>
<<
Il mio
Mordred. Niente male, vero? >>
Disse, sparando un’altra
bordata contro i Burai dei Cavalieri Neri.
Ne
fece a pezzi almeno
sedici.
Gino
fischiettò,
compiaciuto.
<<
Niente male,
la nostra unità da sfondamento. >>
<<
Che cosa state
facendo qui? Le altra unità da sfondamento…
>>
<<
Te l’avevo detto che non ti avremmo lasciato da solo, giusto?
>
<<
Che cosa pensate di fare? La battaglia… >>
<<
Noi siamo i
Rounds, Suzaku! >>
Urlò Gino mentre si portava schiena a
schiena con lui.
<<
E qual è la
prima regola di un Cavaliere? Mai abbandonare un compagno, giusto!?
>>
<< Sei un idiota! >>
Urlò.
Il
Tristan si voltò,
sferrando un colpo laterale.
Il
Lancelot si abbassò,
affondando alle sue spalle.
Due
Burai andarono in
pezzi.
<<
Però, vi
ringrazio. >>
<<
Bene, allora
vai e vinci! >>
<<
Sì! >>
Si
voltò, facendo a
pezzi quanti più Knightmare potesse.
In
un tripudio di
circuiti e fiamme, si muoveva come la Morte stessa.
Una
tremenda Morte di
color Bianco.
Poi,
tra quelle fiamme,
emersero tre Knightmare.
Tre
color dell’avorio,
ed uno colorato di ebano.
<<
Suzaku! >>
<<
Todoh! >>
Si
lanciò contro di
loro.
I
due Gekka delle spade sacre lo caricarono.
<<
Fuori dai
piedi! >>
Parò
il primo
fendente.
Si
abbassò, roteando
su se stesso, e poi, con due rapidi fendenti, tranciò gambe
e
braccia al Gekka.
<<
Chiba! >>
Parando
con una
sforbiciata, tranciò braccia e testa al secondo.
<<
Senba! >>
L’ultimo
cercò un
affondo alle spalle.
Salto
mortale. Mentre
era in volo, sparò uno slash haken, distruggendo la testa.
Poi,
usando il Float,
si lanciò su di lui, staccandogli le braccia
<<
Asahina! >>
Todoh
si fermò davanti
a lui, portando la spada vicino al volto dello Zangetsu.
<<
Suzaku! >>
<<
Todoh!
>>
Nessuna parola tra loro.
Il
Lancelot lasciò
cadere una delle due spade, poi portò l’altra
vicina al busto, con
la punta rivolta dietro di lui.
Caricarono
contemporaneamente.
Todoh
sferrò un
fendente.
Suzaku
sferrò un colpo
laterale.
Un
braccio roteò
nell’aria.
Ancora
agganciato ad
esso, una spada.
Piroettò,
riflettendo
le luce del fuoco.
E
poi ricadde al suolo.
Risplendendo
di luce
nera.
Lo
Zangetsu si accasciò
al suolo.
<<
E’ finita,
mio maestro. >>
Con
un singolo colpo di
spada tranciò la testa al Comandante dei Cavalieri Neri.
La
battaglia era quasi
finita.
Questione
di minuti, in
pratica.
Poi
tutto avrebbe avuto
un termine.
In
mezzo alle fiamme,
in alto, vide qualcosa.
Il
Guren MK-II lo
squadrò dall'alto.
Di
fianco a lui, un
altro Gekka.
Estrasse
il pugnale.
Si
preparò a volare da
lui.
Poi
le cannonate
caddero sul Guren, che scomparve in mezzo alle fiamme.
Si
preparò ad
inseguirlo.
Ma
il suo radar captò
qualcosa.
Restò
indeciso solo un
attimo.
Poi
prese la sua
decisione.
“
Maledetti codardi ”
Volò
via.
Verso
una strada che
pochi conoscevano.
La
jeep procedeva
veloce.
<<
Kirihara,
adesso cosa facciamo? Ormai è finita! >>
<< Mantenete
la calma, ci ripareremo nella Federazione Cinese! >>
Poi
un colpo esplose
davanti a loro, facendoli sterzare bruscamente.
Il
Lancelot calò
dall’alto.
Si
inginocchiò,
puntando il VARIS.
<<
Arrendetevi,
ora! >>
Kirihara
lo osservò.
<<
Suzaku, sei
tu, vero? >>
La
cabina di pilotaggio
si aprì, e Suzaku ne fuoriuscì, impugnando la
pistola.
Scese
dal Lancelot, e
si avvicinò a loro.
Appoggiandosi
al
bastone, Kirihara gli andò incontro.
<< Quindi
è così
mi ripaghi, dopo tutto quello che ho fatto per te?! >>
<<
Non mi
fraintenda, la prego, signor Kirihara. Io le sono immensamente grato
per tutto quello che ha fatto per me. Dico sul serio. Tuttavia, i
suoi atti sediziosi non possono essere tollerati! >>
<<
Ma ascoltati!
Parli come un Britanno! Combattendo noi, non fai che danneggiare il
Giappone! >>
<<
Perché? Voi
avreste forse fatto gli interessi del Giappone? Scatenando
un’altra
Guerra? Lo pensa davvero, signor Kirihara?! >>
<<
Ma certo!
Questo era l’unico modo per salvare il Giappone!
>>
<<
La smetta ora!
Voi avete sempre tutelato i vostri interessi! A soffrire davvero era
il popolo, mentre voi vivevate in pace nell’agio, al pari dei
Britanni! >>
<<
Silenzio! Io
avrei difeso solo i miei interessi? Dimentichi forse tuo padre, eh,
maledetto parricida! >>
<<
E questa… >>
Disse
Suzaku,
sollevando la pistola.
<<
E’ la
riprova di quanto ho detto prima. >>
Sparò.
Sangue.
Urlo
di dolore.
Tonfo
di corpo che
cade.
Sull’auto,
uno dei
tre grandi di Kyoto cadde, stringendosi il petto, morto.
Ai
suoi piedi, una
pistola.
<<
Preferirei
evitare di uccidervi qui. Se possibile, vorrei che fosse la legge a
giudicarvi per i crimini. >>
Kirihara
ridacchiò.
<<
Fai come più
desideri. >>
<<
La ringrazio
molto della comprensione. >>
Finì così.
Tra
le fiamme di un massacro fratidicia.
Angolo
di Pizeta:
Ciao
a tutti, lettori e lettrici! Chiedo scusa a tutti quelli che seguivano
la mia storia per il ritardo nell'aggiornare! Comunque, nel bene o nel
male, questo è il capitolo! E sono però spiacente
di informarvi che il prossimo sarà anche l'ultimo, per due
motivi in particolare:
1)
L'uscita degli OAV di Akito the Exiled ha completamente stravolta la
storia originale che avevo in mente, perciò la
chiuderò molto prima.
2)
Ho cominciato, su questo stesso fandom, a pubblicare un'altra
fanfiction su Code Geass, intitolata Code Geass: When the world still
needs heroes. Perciò, se questa mia fanfiction vi è piaciuta, vi prego di
darci un'occhiata. E, come al solito, vi ricordo che se qualcuno vuole
commentare, sono ben disposto a ricevere una recensione, sia buona sia
cattiva. Tutto è utile per migliorarsi. Bene, questo
è tutto, arrivederci al prossimo, e purtroppo (o per
fortuna?) ultimo capitolo!
Un
saluto,
Pizeta!
:):)
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