Le ragazze del VanityFox

di Dama degli Intrighi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** Cap 1 - Le ragazze del Vanity-Fox ***
Capitolo 3: *** Cap 2 - Una serata infiammabile al VanityFox ***
Capitolo 4: *** Cap 3 - La festa in maschera ***
Capitolo 5: *** Cap 4 – E fu guerra ***
Capitolo 6: *** Cap 5 – La rissa ***
Capitolo 7: *** Cap 6 - Amelie VS Amy ***



Capitolo 1
*** Prologo - Come tutto ebbe inizio ***


Locale ampio. Un fascio di luce che entra dalla porta aperta, ferendo l’aria buia e viziata. Quel posto non viene visitato da anni. Ma sembra ancora solo ieri che accaddero gli ultimi spettacolari avvenimenti tra quelle quattro mura. Ci sono ancora i segni dei quadri appesi alla pareti. Il lungo bancone di legno scuro, che ha resistito alle cose più impensabili, è ancora in piedi: fiero.
Sembra quasi chiamarmi a sé, per ricordarmi tutte le belle serate insieme. E i tavoli, ancora ai propri posti; tra panche e pouf imbottiti ora pieni di polvere. La saletta del prive sembra ancora un luogo mistico, anche senza le luci colorate soffuse e quella tenda cremisi tirata a metà. Avvolto dalla penombra pare tutto come allora e solo il fascio di luce del presente mi ricorda che guardando meglio potrò notare il segno del tempo su ogni cosa.
Mi diressi verso l’ufficio, quello che era stato di Holly. In un angolo della polverosa piccola stanza c’era un cerchio coperto da un panno grigio, che una volta doveva essere stato bianco. Mi avvicinai e, coprendomi la bocca e il naso, con uno strattone tolsi il lenzuolo. Era l’insegna, l’antica insegna a neon, sembrava intatta e anche se era spenta si poteva leggere tranquillamente il nome del locale: “VanityFox”.
 
"Salve ragazzi. Mi duole interrompere la narrazione, ma volevo avvertirvi. Questa è una storia speciale, oserei dire particolare. Vi sono colpi di scena, fuoco, musica. Una goccia di sesso, ammettiamolo quello non può mancare, e anche dei guai. Diciamo molti guai. Forse ora non vorrete più sentirla questa storia, fareste male, perché una storia così non la potete trovare da nessun’altra parte.
Ma per spiegarvi come è andata vi devo presentare tre ragazze, tre sorelle davvero speciali. Io le ho conosciute e mi hanno sconvolto la vita.  Non credo che siano mai state normali e per raccontarvi, e soprattutto farvi comprendere, la natura degli eventi che hanno portato il VanityFox di New York dalle stelle alle stalle… e viceversa… Dobbiamo andare a prima che al locale sia dato quel nome. Venite con me se ne avete il coraggio."
 
-Voglio che tu sappia che se ti stiamo permettendo di venire alla festa, Amelia..-
-Amelie-
-Come?- si voltò la ragazza che era davanti alle altre.
Era un gruppo di tre ragazze che vestite per bene stavano camminavano tranquillamente tra le case del campus, verso la sede della confraternita che stava dando una festa di benvenuto per le nuove matricole. La ragazza che si era voltata era anche la più anziana delle tre. Al secondo anno di università con l’età di 21 anni tondi-tondi c’era lei: capelli veramente lunghi e mossi, quasi ricci e mori, occhi scuri. Madison Walker. Ah, pure un bel caratteraccio.
-Amelie, mi piace di più. Amelia non lo sopporto, lo sai- le rispose pacatamente la più piccolina delle tre. Stesso carattere indomabile, solo un tantino ancora represso dall’età così giovane: 19 anni. All’ultimo anno del liceo non dovrebbe essere da quelle parti, ma Amelia Walker, scusatemi Amelie Walker, non lascerebbe mai alle due sorelle tutto il divertimento. Capelli lunghi, lisci e castani, ma solo perché se li tinge: dice che le bionde sono troppo stereotipate a volte. Occhi scuri come la maggiore.
-Solo per una lettera? Davvero?- domanda incredula la mezzana tra le tre. E’ per lei la festa quella sera, per lei e per altre matricole.
E’ al primo anno universitario, o meglio deve ancora iniziare dato che è ancora al corso di orientamento. Sta per compiere 20 anni, capelli lunghi lisci e rossi. Quel rosso che tende al biondo, quello che chiamano “fragola”. E’ la sola tra le sorelle ad avere gli occhi verdi grandi e profondi, come la loro madre. I capelli però sono della nonna paterna, direttamente dall’Irlanda. Si chiama Catherine Walker e ha un inconfondibile buon senso. Mi disse che una delle tre doveva pur averlo per tirare le altre due fuori dai guai.
-Cambia la pronuncia!- si difese Amelie, portandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio, sfoggiando un set di orecchini che tintinnavano a ogni suo passo. Parevano piercing, ma solo loro sapevano che erano finti.
-Comunque sia- borbottò Madison alzando gli occhi in aria e tornando a voltarsi, per proseguire con la sua camminata e il suo discorso. –Sei qui perché a casa da sola non ci volevi stare e noi non ti ci volevamo lasciare. Ma ciò non significa che siccome sei a una festa per universitari tu debba comportarti da tale-
Svoltarono l’angolo e la musica le investì con il suo rumore assordante. La casa della festa era proprio davanti a loro e brulicava di divertimento e alcool. Gli occhi di Amelie si illuminarono e anche se le sorelle si erano fermate a contemplare il posto, lei sicura si spinse verso la porta spalancata.
-Dove credi di andare senza di noi, furbetta- la richiamò Catherine acchiappandola per un braccio. Se la portò affianco e insieme a Madison, con Amelie imbronciata, entrarono nella casa. Il caos regnava in quel posto, forse era direttamente nato lì. La casa sembrava immensa e in ogni stanza potevi trovare musica, bei ragazzi e alcool. Era il regno dei sogni di ogni pazza teenager. Madison fu risucchiata da qualche amica di corso, non prima di aver affidato l’uragano Amelie alla sorella.
In mezzo a tutto quel baccano Catherine si sentiva un poco fuori posto, troppo nuova per avere già degli amici con cui parlare. Si rifugiò con la sorellina in un angolo di una delle stanze in cui la musica permetteva di parlare, accanto a un divano dove due ragazzi si stavano baciando con troppo entusiasmo.
-Quello che Madison voleva dire, prima- iniziò a urlare senza guardare la sorella di cui sentiva la presenza dietro di sé. –E’ che non puoi bere alcool perché sei minorenne e se arriva la polizia… Ehy, mi stai ascoltando?- domandò voltandosi verso di lei, non avendo prima sentito nemmeno una sua protesta.
Trovò la ragazzina che beveva da un bicchiere di carta rosso. Si fermò con il bicchiere a mezzaria con uno sguardo da cucciolo puntato vero la sorella. Lo abbassò lentamente e sorrise ampiamente.
-E quello da dove salta fuori! Due secondi fa non lo avevi- protestò incredula la rossa.
-E’ comparso tra le mie mani pregandomi di berlo-
-E io ci credo… Dammi qua-
Le prese il bicchiere dalle mani e si voltò per appoggiarlo sul primo tavolino che avesse incontrato. Ovviamente, in quel lasso di tempo, Amelie ebbe una visione: un ragazzo dagli occhi verdi, i capelli castani ricci e con un sorriso smagliante contornato da fossette aveva appena varcato la soglia della casa e distribuendo schiaffi amichevoli e “batti pugni” si era fatto largo verso quella che doveva essere la cucina.
Il cuore le si fermò per un attimo e lo stomaco le si ingarbugliò. Senza nemmeno pensarci due volte, prima che la sorella se ne potesse accorgere, si infilò tra la gente che ballava per raggiungere anche lei quella cucina e quel ragazzo che le aveva rubato il cuore.
Al suo voltarsi Catherine non trovò più la sorella e allarmandosi iniziò a cercare lei e Madison.
-Se la prendo la faccio a pezzettini e la do in pasto al cane del vicino- disse tra sé e sé cercando di passare tra la calca di persone che sembrava formare un muro invalicabile.
 
Poco prima dell’arrivo del ragazzo riccio alla festa, da quella stessa porta a due battenti aperta erano entrati tre ragazzi del secondo anno. In cerca di nuovi candidati per la loro confraternita erano entrati come Dei, disseminando saluti, pugni gentili e “batti-cinque” a chiunque valesse la pena di interessarsi.
Tirati a lucido nei loro vestiti firmati, non vi era nessuno che non conoscesse, nel campus, i nomi di Liam Payne, Niall Horan e il suo compare inseparabile, non che capo della squadra di Baseball Zayn Malik, un vero asso anche se troppo “montato”.
Madison era in soggiorno che parlava con due sue compagne di corso quando i tre si fecero vivi e la musica si abbassò per permettere a tutti di salutare i ragazzi. La mora si portò il bicchiere di carta con la birra alle labbra, ingoiando il liquido amaro pur di non dire qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi in futuro. Non sopportava i tipi come Malik, quelli che si credono un re e prendono in giro i deboli, ma aveva deciso che non era ancora il caso di ribellarsi. Abbassò la testa quando lui e i suoi amici gli passarono accanto, stringendo in un pugno la mano libera.
-Che ti prende Madison?- le chiese una delle sue amiche, preoccupata.
-Niente, ho solo scoperto di essere allergica alle teste calde-
-Madison!- urlò Catherine apparendo tra un gruppo di ragazzi più in là. Alzò una mano per farsi vedere dalla sorella maggiore e poi la raggiunse.
-Ehy tutto bene? Dove sta Amelia?- domandò preoccupata appoggiando su un ripiano il bicchiere che si era appena scolata.
-E’ sparita, aiutami a cercarla prima che la casa crolli-
-Non essere esagerata, Catherine. Amelia non è così pericolosa- ribatté Madison, cercando di tranquillizzare la rossa che invece si guardava intorno convulsamente.
-MA CHE FAI!- si sentì urlare perché la musica era ancora bassa. La voce era di un ragazzo e veniva dalla cucina.
-Ecco hai visto? Quanto scommetti che è Amelia?- canzonò Catherine, prendendo la sorella per un braccio e trascinandola in quella direzione.
Amelie aveva seguito il misterioso ragazzo e nel farlo aveva rimediato dal nulla un altro bicchiere di birra. Sorseggiandolo leggermente, cercando di apparire misteriosa e sofisticata, si avvicinò all’isola della cucina. Al lato opposto il giovane ragazzo stava conversando con altri, sorseggiando anche lui dell’alcool e ridendo. Si avvicinò a lui con disinvoltura, quel tanto che bastasse per distinguere quello che diceva.
-…So che sono arrivati quelli della Delta Phi Epsilon stanno cercando nuovi novizi, sono sicuro che appena mi vedono non mi lasciano scappare. Che vengano pure qui, Harry Styles gli sorprenderà!-
-Harry- ripeté a bassa voce la ragazza, contenta di aver scoperto come si chiamava il ragazzo.
Non contenta, però, del misero bottino decise di andare alla carica e appena i ragazzi con cui Harry stava parlando si furono distratti lei gli si avvicinò di più pronta a provarci con lui.
Ma la birra aveva iniziato a fare effetto, non a lei ma a un’altra ragazza che si era sentita male e da tempo si era seduta con la schiena contro l’isola della cucina. Amelie non se ne accorse e avanzando verso Harry inciampò tra le gambe distese della poveretta. Il bicchiere che reggeva volò verso il riccio che si ritrovò completamente fradicio.
-MA CHE FAI!- urlò immediatamente, attirando l’attenzione di tutti.
Amelie lo guardò da terra, terribilmente dispiaciuta. Si tirò su all’istante e afferrò un fazzolettino.
-Perdonami Harry, non l’avevo vista. Sono inciampata.-
-Lasciami stare- si sottrasse lui indietreggiando, non lasciando che lei cercasse di asciugargli la camicia. –E come fai a sapere il mio nome, ci conosciamo?- domandò guardandola di traverso, assottigliando lo sguardo.
Amelie arrossì e scosse il capo.
-No, io sono Amelie Walker, piacere-
-Harry, solo tu puoi avere una fan così impacciata- lo canzonò uno dei suoi amici che stava ancora ridendo, come tutti, per la scena.
Fu in quel momento che Madison e Catherine entrarono nella cucina, trovando la sorella minore tutta rossa in viso mentre i ragazzi e le ragazze presenti ridevano di lei e della sua goffaggine. Amelie appoggiò sul bancone i tovaglioli che aveva in mano, cercando di non dar a vedere il dispiacere che stava provando.
-Amelie!- la chiamò Catherine avvicinandosi a lei e prendendola per le spalle, facendola indietreggiare. –Vieni, lasciali stare-
Madison invece si parò davanti alle sorelle e con sguardo truce guardò il gruppo di matricole boriose che aveva davanti.
-Dovreste vergognarvi. Qualunque cosa abbia fatto non c’è bisogno di riderle in faccia. Branco di scimmie ammaestrate, ecco cosa siete. Andiamo sorelle.
I ragazzi ammutolirono all’istante e le tre uscirono dalla cucina a testa alta. Una volta che non si sentirono più osservate, Amelie con uno strattone si liberò dalla presa della sorella e ancora arrabbiata per come erano andate le cose infierì sulle sorelle.
-Me la so benissimo cavare da sola, non c’era bisogno che mi veniste a “salvare” in quel modo. Ora sarò doppiamente lo zimbello di tutti-
-E a te come ti è saltato in mente di scappare via in quel modo?- le domandò Catherine, ricordandosi all’improvviso che era arrabbiata con lei.
-E comunque- intervenne Madison. –Non te ne dovrebbe fregare. Tu non frequenti ancora questa università e quando lo farai sarà passato un anno e chi vuoi che se lo ricordi questo episodio? Però se ora ci metti in ridicolo siamo noi quelle che si prendono i guai ora-
Amelie, rendendosi conto che ciò che Madison le diceva era vero, chinò il viso e annuì.
-Scusatemi- bofonchiò, visibilmente dispiaciuta.
-Avanti andiamo a casa- convenne Catherine, prendendo di nuovo sotto braccio la sorellina.
Le tre Walker si guardarono intorno, cercando una via di uscita, ma quella casa era talmente grande e piena di gente che era impossibile. Si presero per mano a trenino, cercando di farsi largo tra gli invitati. Riuscirono a raggiungere solo il giardino sbagliando la porta di uscita. A bordo piscina la festa stava continuando tra gente che si tuffava con o senza costume da bagno. La musica, non si sa come, era alta anche lì e le tavolate erano ricche di bevande e cibo.
Passando accanto a una di queste, Amelie afferrò uno spiedino di frutta e iniziò a mangiarlo.
-E ora? Dove stiamo andando?- chiese Catherine alla sorella maggiore che era la prima della fila.
-Sto cercando un’uscita, lasciami tempo- si giustificò, guardandosi intorno.
Scrutando tra la folla l’unica cosa che vide di famigliare furono i tre ragazzi, Zayn, Liam e Niall, che a bordo piscina intrattenevano una conversazione con altri compagni di squadra e qualche cheerleader cotonata.
I nervi le salirono a fior di pelle e scuotendo il capo si voltò verso le sorelle.
-No, di qui non si passa, torniamo indietro.-
Amelie intanto aveva finito lo spiedino e si era impadronita di una gelatina alla vodka. Catherine, prontamente, gliela tolse di mano e la consegnò sbuffando a Madison, che la mangiò velocemente.
-Buona…-
-Ehy, era mia!-
-Troppo tardi… Andiamo ora.- le spinse indietro Madison.
-Sai come uscire?- le chiese Catherine, ma prima che questa potesse ribattere Amelie iniziò a tirarle di nuovo in direzione della piscina.
-So io come uscire, di qua c’è una porta che da sulla strada, l’ho vista prima venite!- disse camminando all’indietro e sorridendo alle sorelle, felice di essere finalmente d’aiuto.
Successe tutto in un attimo. Amelie non guardando dove metteva i piedi, e tirando per mano le due sorelle, urtò un gruppo di ragazze vicino a uno dei tavoli. Le tre Walker le schivarono per un soffio, scongiurando una caduta teatrale tra i dolci, andando di lato. Ma così facendo urtarono le cheerleader a bordo piscina. Queste persero momentaneamente l’equilibrio sulle loro scarpe a tacco alto firmate e spinsero i tre bell’imbusti che finirono in acqua.
Paralizzate da quell’evento a catena le tre ragazze si affacciarono alla piscina per controllare cosa fosse accaduto. Vedendo riemergere Niall, Liam e Zayn sul volto di Madison si dipinse un sorriso soddisfatto, mentre Catherine era seriamente preoccupata e Amelie rideva sotto i baffi, felice di non essere un’universitaria.
Malik si portò il ciuffo di capelli bagnati indietro con un gesto de arrabbiato guardò verso le tre.
-Voi tre… Siete finite!-
-Merda!- sussurrò Catherine. –Forse è meglio andare Madison-
-Lasciami godere ancora di questo momento- rispose incrociando le braccia mentre Niall sputava acqua. –Ben gli sta-
-Se vi prendo…- esclamò Liam adirato uscendo dalla piscina e aiutando i suoi compari.
-Okay, meglio filarsela- convenne Madison voltandosi e spingendo le sorelle verso la porta che prima Amelie aveva indicato.
Velocemente la varcarono e corsero via fino a quando la musica non si sentiva più.


Salve a tutti! Eccoci di nuovo qui, a iniziare un'altra storia, un altro cammino. Vorrei precisare a lor lettori che questa storia è stata scritta (i primi 7 capitoli) nel 2010 se non vado errando. Da me e da altre due ragazze mie amiche ed editata solo su fb in un gruppo da noi creato solo per scrivere storie di fantasia e leggerle, non che commentarle, tra di noi.
Di recente, rovistando tra gli album, ho ritrovato questa storia mai finita e ho deciso di completarla da me e pubblicarla qui affinchè tutti voi possiate leggere di queste tre ragazze e il loro incontro con dei particolari ragazzi, che non sono famosi come nella realtà, che noi tutti conosciuamo.
Vi pregherei di lasciare qualche commento sotto a questo misero prologo con le vostre impressioni.
A presto.
Dama degli intrighi, xx

 
 

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Capitolo 2
*** Cap 1 - Le ragazze del Vanity-Fox ***


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Un anno e mezzo dopo…
DRIIIIIIIN!!!
-Ma che cazz...?-
-Aaaah! Che mal di testa!- la rossa si rigirò nel letto, affondando la testa sotto al cuscino, come uno struzzo farebbe con la terra.
-Amelia! Spegni quella cazzo di sveglia!- urlò la più vecchia delle tre che era anche la più lontana da quell’aggeggio infernale che non la smetteva di trillare.
-Arrivo, arrivo! Sclerotiche!-
Un cuscino lanciato con precisione buttò per terra la sveglia appoggiata sul comodino, che smise all'istante di perforare i timpani alle tre ragazze.
-Che palle, non mi voglio alzare....- borbottò la castana tornata bella distesa sotto le coperte.
-Ho un mal di testa allucinante...- continuò la rossa, rigirandosi ancora e coprendosi di più anche con il piumino.
-Alzate quelle chiappe, adesso!- le riprese la mora, che si sta svegliando a malincuore.
-Eddai, Madison. Abbi un po' di pietà per le tue sorelline- piagnucolò da sotto il piumone Catherine.
-No! Così la prossima volta impari a non finire i cocktail che i clienti lasciano sul bancone-
-Tutto quel ben di Dio sprecato...- commentò Amelie sfregandosi gli occhi con le mani.
-Catherine, alzati o ribalto il letto. Amelia, vale anche per te!-
-E’ Amelie! A-M-E-L-I-E! Ah!-
Un altro cuscino tirato con precisione colpì la giovane Walker in pieno viso e la fece urlare.
Sono sempre loro, solo un anno e mezzo dopo a quando le avevamo lasciate.
Tutte tre frequentano la University of New York. Madison è al terzo anno, Catherine al secondo e Amelie è la nuova matricola del gruppo. Studentesse nella norma di giorno, ma di notte sono capaci di trasformarsi in ragazze sexy e letali. Le bariste del Vanity Fox, il pub di proprietà di loro cugina Holly.
Era successo qualche mese prima. Le tre sorelle Walker avevano ricevuto un messaggio dalla loro cugina preferita. Aveva acquistato un locale a New York, cercando di avviare un bar notturno, ma era stato un fiasco e i lavoratori si erano quasi tutti licenziati. Eppure il locale era buono, prometteva bene. Loro erano corse subito in suo aiuto e la scena era stata più o meno questa...
 
FLASH-BACK
-C’è nessuno?- Domandò Madison entrando nel locale vuoto.
Era tardo pomeriggio e Madison e le sue due sorelle si erano ritagliate un paio di ore per correre da Holly. Erano arrivate all’indirizzo che lei aveva indicato ed erano entrate in quello che pareva un bar. L’insegna era spenta e probabilmente non funzionava nemmeno da quanto era vecchia. Si leggeva “lounge-Bar”, ma non era il massimo come nome.
-Io non ci verrei mai qua- commentò Amelie un poco disgustata.
L’interno non era male: ampio, con un prive, tanti tavoli ben disposti. Un lungo e affascinante bacone lucido, il pezzo forte pensò Catherine avvicinandosi a questo e accarezzandolo.
-Ha fascino- commentò a mezza voce.
Madison la seguì e con un salto acrobatico, merito di anni da cheerleader, si piazzò dalla parte opposta. Prese un canovaccio e se lo mise in spalla. Poi afferrò un bicchiere e facendolo prima roteare in aria, lo riprese e lo mise sul bancone con un leggero “clock”. Poi fece un occhiolino ammiccante e fingendo di masticare una gomma sorrise alla sorella.
-Che ti porto, bellezza?-
-Un bicchiere d’acqua, non sono nemmeno le cinque- rispose Catherine divertita.
Madison guardò in alto e sbuffò.
-Qui non si serve acqua- disse la mora facendo l’indignata.
-Ma andiamo! Che guasta feste- esclamò  Amelie che le aveva raggiunte.
Le due sorelle, la più grande e la junior, si scambiarono un batti-cinque mentre la rossa rideva.
-Complici…- commentò ancora.
-Sempre!- rispose prontamente Amelie prima di andare dietro al bancone. –Potrei abituarmici-
-Lo spero!- intervenne una voce famigliare alle ragazze.
Era Holly, apparsa da una porta laterale, probabilmente che dava su una stanza adibita a ufficio del Boss.
-Ehy bellissima!- la salutò Madison sollevando il canovaccio.
-Menomale che siete arrivate! E’ un piacere rivedervi ragazze. Amelia, che grande che sei diventata-
-E’ Amelie, è più bello- la corresse la castana ridendo, prima di correre incontro alla cugina e abbracciarla.
-Cosa ti serve? Delle bariste?- domandò Catherine, arrivando subito al sodo.
-Intraprendente- commentò scherzosa Holly. –Comunque si, potete?-
-E lo chiedi?- esclamò Madison tornando al di qua del bancone con un altro salto. –Io sono nata per fare la barista sexy-
-Anche io!- si fece avanti Amelie.
-Non hai ventuno anni, potrebbe essere un problema- fece notare Catherine, troppo realista per i gusti di tutti. –E potrebbe anche essere un problema di tutte noi se i rettori del college vengono a sapere che lavoriamo come bariste in un locale di notte-
Holly si rattristò perché pensandoci bene avrebbe potuto mettere davvero nei guai le sue cuginette. Madison tirò una gomitata a Catherine che strillò.
-Io ho un’idea!- intervenne Amelie, furba. –Perché non ci inventiamo delle identità da usare qui in questo locale? Catherine, tu potresti essere Cat e tu Madison Mad. Io invece sono Amy e ho 21 anni-
-Certo, e sul documento invece ne hai ancora venti.- incrociò le braccia la rossa.
Amelie tutta soddisfatta si mise a frugare nella propria borsa e tirò fuori un documento falso dove c’era scritto che si chiamava Amy ed era maggiorenne. Le tre ragazze rimasero sorprese e la prima a parlare fu Madison. La ragazza guardò la cugina e aprì le braccia in segno di resa.
-Ti toccherò assumere una rossa, una mora e a quanto vedo una bionda!-
-A una condizione!- si intromise, per l’ennesima volta, Catherine.
Una strana luce furba negli occhi, quasi insolita dato il carattere pacato e risolutore della rossa, fece si che le altre tre ragazze la guardassero con interesse, pronte a sentirsi dire la cosa più impensabile.
-Dimmi, ti ascolto- la sollecitò Holly.
-Il nome del locale. Quello che ha non si può sentire. Io proporrei qualcosa di più accattivante. Che ne dici di “VanityFox”?-
FINE FLASHBACK
 
…E le ragazza avevano del talento per questo nuovo lavoro. Non erano comuni bariste, erano in grado di mandare in visibilio i clienti, incantandoli con balletti e esibizioni di canto per poi fargli spendere tutti i soldi in loro possesso al bancone del bar. Più bevevano, più guadagnavano. Ogni ordine era uno spettacolo acrobatico tra salti, ruote e bottiglie per aria prese al volo.
Capitava che facessero prendere fuori all’alcool e allora c’erano anche spettacoli pirotecnici che per ora erano sempre andati bene. Nessuno dei loro compagni di università sapeva delle loro identità nascoste e loro stavano ben attente a non farsi scoprire.
-Ragazze, siete pronte?- urlò dal piano di sotto Catherine
-Se Madison mi lasciasse la piastra!-
-Se Amelia mi desse i miei trucchi!-
La mezzana, dal piano di sotto, sbuffò spazientita. Quelle due erano impossibili. Finalmente dopo altri 10 minuti erano tutte pronte a recitare la parte delle studentesse sfigate. Perché così erano considerate a scuola da loro.
Madison si mise al volante della mini coupé con la bandiera inglese e le sorelle presero posto una accanto a lei e l'altra nel sedile posteriore. In pochi minuti, dopo qualche manovra tra il traffico newyorkese, furono nel campus della loro università.
-Ragazze, guardate là!- esclamò Amelie indicando verso un gruppo di ragazzi.
-E che cazzo, ma non è possibile!- sbottò Madison rassegnata ormai a tutto quello.
-Se il buongiorno si vede dal mattino....- sospirò Catherine controllando nella borsa di aver preso tutti i libri.
-…Sarà una giornata di merda- concluse Madison parcheggiando e scendendo dall’auto seguita dalle sorelle.
Davanti all'entrata di una delle facoltà c'era il solito gruppetto di quattro montati, i classici fighetti  freschi di confraternita che ci sono in ogni università. Facevano parte della squadra di baseball e quel Malik ne era anche il capitano. Gli passarono di fianco, tenendo lo sguardo basso e ignorandoli. Una frase però non sfuggì alle orecchie di Amelie.
-Ho sentito di un locale niente male. Il VanityFox, dicono che le bariste sono la fine del mondo-
Amelie lanciò un'occhiatina alle sorelle che sorrisero divertite. Se solo avessero saputo che erano loro quelle “fighe”. Si diressero verso la sala comune, chiacchierando sommessamente prima di doversi salutare per le lezioni.
-Che ora avete?- chiede Catherine, controllando la sua piccola agendina color verde-acqua che aveva appena tirato fuori dalla borsa.
-Matematica avanzata...- ringhiò Madison. Provava un certo odio per quella materia e per il professore che continuava ad andare troppo veloce.
-Io storia dei padri pellegrini- rispose Amelie sbuffando. –E tu?-
-Letteratura comparata con quel somaro di....-
-Guardate chi si vede? Il trio delle sfigate!- si sentì urlare all’improvviso.
-Styles- conclusero insieme le tre sorelle, riconoscendo al volo quella voce poco gradita.
-Buongiorno anche a voi... stavo per dire splendori, ma a vedervi non si direbbe proprio- gli diede corda Malik che era subito dietro il ragazzo riccio, seguito dal resto della compagnia.
-Ma quanto siete spiritosi- gli rispose Madison, fulminando il pakistano con lo sguardo.
-Abbassa lo sguardo, Walker- la minacciò Horan con un cenno del mento, sfidandola a non ascoltarlo.
Una mano di Catherine si posò sulla sua spalla, cercando di calmare la sorella maggiore. Dovevano stare alle regole del gioco. Styles fece uno sgambetto ad Amelie, facendola cadere a terra insieme ai libri.
-Ehy! Razza di idiota!- urlò Madison, che non ci vedeva più dalla rabbia.
Non fece in tempo a fare un passo verso la sorella, che si trovo sbattuta contro al muro.
-Attenta come parli, Walker Senior. Ricordati a chi devi portare rispetto- le soffiò a pochi centimetri di distanza, Malik.
Dopo un'occhiata di puro disprezzo se ne andarono ridacchiando.
-Amelie, stai bene?- chiese Catherine, avvicinandosi alla minore.
-Sì, ormai non mi fa nemmeno più male-
-Madison, che ti è saltato in mente?- si rivolse a lei Catherine una volta che ebbe accertato che la sorellina stesse bene.
-Non ce la faccio più, Catherine. Dover fare la parte della sfigata sottomessa non fa per me.- rispose passandosi nervosamente una mano tra i capelli scuri.
-Lo so, ma è la regola. Dopo quell’evento di qualche anno fa è così, lo sai. Se ci ribelliamo è possibile che ci scoprano e spifferino a tutti del nostro lavoro.-
-Ancora non capisco cosa ci sarebbe di male- sbuffò Amelie.
-Se dovessero sapere che sei l'Amy del Vaniti Fox, la tua reputazione passerebbe da sfigata a puttana- risponde Madison immediatamente.
-Detto un po' troppo alla "Mad" ma è così- aggiunge Catherine, ridacchiando divertita.
L’orologio del campus batté l’ora e le tre sorelle furono costrette a separarsi per seguire le rispettive lezioni.
 
Anche quella giornata di università era finita e le sorelle Walker si ritrovarono davanti a una buona tazza di caffè nella sala ritrovo.
-Aaah... sono distrutta...- si lamentò Amelie, scivolando su una delle sedie.
-A chi lo dici- sbuffò Catherine imitandola.
-Com'è che di solito sono io quella ridotta in quelle condizioni?- ridacchiò Madison sedendosi davanti alle sorelle e sorseggiando il caffè bollente.
-Sopporta tu Horan per due ore di fila- rispose Catherine.
-Horan si è seduto di fianco a te?- chiese scioccata Amelie, mettendosi dritta sulla sedia sentendo quella notizia
-Purtroppo sì, che palle-
-Povera sorella- commentò Madison, abbracciando l’aria drammaticamente poiché non aveva la sorella sotto tiro.
-Forza, andiamo a casa- le spronò Catherine che non vedeva l’ora di uscire da quell’edificio.
Fecero per lasciare la sala, ma immancabilmente Catherine andò a scontrarsi contro qualcuno. E puoi dire le tue preghiere se quel qualcuno è Liam Payne.
-Ma che cazz... ancora voi Walker?- sbottò, guardandole male.
-La lezione di stamattina allora non vi è bastata- ridacchiò Horan scrocchiandosi le nocche delle mani.
-Sentite come ve lo dobbiamo dire? Non vogliamo guai- sbuffò Catherine cercando di fare la diplomatica.
-A quanto pare non sembra, visto che vi abbiamo costantemente tra le palle- rispose Malik, incenerendo Madison con lo sguardo.
-Siete voi che siete ingombranti- gli rispose a tono lei, incapace di tacere.
-Sta attenta Walker, potrei farti molto male- la minacciò. Come se fosse una novità.
-Bla, bla bla, quanto parli...-
Amelie e Catherine la guardarono con occhi e bocche spalancate. Stava disubbidendo a tutte le regole. Se continuava così si sarebbe fatta scoprire!
-Non finisce qua- la minacciò il ragazzo con sguardo freddo, prima di allontanarsi con il suo gruppetto.
-Stai giocando con il fuoco, Madison- l’avvertì Catherine.
-Ma non sarò io a bruciarmi- sorrise lei per rassicurarla.
Amelie rise, adorava quel lato della sorella. Le ragazze uscirono finalmente da lì e raggiunsero l’auto. Salirono in macchina e tornarono a casa. Avevano tante cose da fare per prepararsi alla serata e poco tempo per farle tutte.
 
Dopo aver mangiato iniziano a prepararsi.
-Amelia, se vuoi che ti tolga il colore, muoviti!- urlò Mad dal bagno, aspettando la sorella.
-Arrivo, sorellona! E sono AMELIE- le rispose a tono lei, catapultandosi su per le scale, lasciando Catherine a sistemare la cucina.
Amelie stava piegata sul lavandino, mentre Madison, dopo averle bagnato i capelli, sparse in modo omogeneo lo shampoo sui suoi lunghi capelli marroni e in poco tempo tutto il colore che quella mattina la ragazza si era applicata, tutta roba naturale ovviamente, se ne andava giù per lo scarico.
Dopo circa 25 minuti Amelie non è più castana e liscia, ma bensì bionda e riccia.
-Wow, sorellona sei sempre più brava!- esclamò Amelie, guardandosi allo specchio e mettendosi in posa.
-Cosa faresti senza di me?- recitò Madison, prima di essere coinvolta in un abbraccio dalla sorellina.
-Ti voglio bene, sei la migliore- disse dandole un bacio sulla guancia.
-Vai ad aiutare Catherine e mandamela qua, che tocca a lei-
Le sorelle si diedero il cambio e Madison procedette a camuffare anche l’altra sorella, questa volta con una tinta sul rosso-fuxia applicabile con dei semplici pennarelli per capelli. Dopo pochi minuti, una dozzina, anche Catherine era perfetta con capelli mossi e con riflessi fuxia.
Madison, invece, si fece applicare delle extension azzurre e si pettinò i capelli sistemandoli tutti solo su un lato, lasciandoli cadere morbidi su una spalla.
Quando le tre ragazze buttarono un'occhiata all'orologio erano già le 16 e 30: avevano solo un'ora e mezza per vestirsi e truccarsi. Pantaloni jeans rigorosamente corti, scarpe comode da ginnastica coordinate con le t-shirt corte che indossavano. Qualche bracciale, orecchini non troppo lunghi per evitare appigli indesiderati e, per Madison, tatuaggi in bella vista.
Alle 18 le nostre ragazze erano tutte e tre splendide e completamente trasformate. Non erano più le tre studentesse considerate delle sfigate che avevano fatto una brutta figura a una festa per matricole e il cui video era ovunque in rete. No, ora erano tre ragazze di una bellezza disarmante e pronte a fare impazzire i loro clienti anche quella sera.
Perché le sorelle Walker in realtà sono Le Ragazze del Vanity Fox!

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Capitolo 3
*** Cap 2 - Una serata infiammabile al VanityFox ***


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-Ciao Holly!!- esclamò Cat entrando nel bar ancora vuoto, ma pronto per un’altra stravagante serata.
-Ehy ragazze! Siete in anticipo!- le accolse la cugina da dietro il bancone, mentre asciugava gli ultimi bicchieri e li riponeva nello scaffale dietro di lei.
-Ci mancavi- rispose Mad, avvicinandosi a lei, sporgendosi oltre il bancone, dandole poi  un bacio sulla guancia.
-Ragazze, lasciatevelo dire, siete delle bombe stasera- disse Holly, ammirandole e facendole un occhiolino.
-Esagerata, siamo solo noi- le rispose Amy facendo il giro del bancone e controllando che ci fossero tutte le bottiglie.
-Le sfigatelle della New York University?- ridacchiò Holly gettando lo straccio vicino al lavello e facendo e lasciando il bancone.
-Proprio loro- confermò Cat. –Anche se qui siamo decisamente diverse
-Cosa vuoi stasera?- le chiese Mad, cambiando discorso e immaginandosi già la serata.
-Fate infiammare il Vanity- esclamò Holly gettando le braccia in aria e ridendo.
-Infiammare.... eh?- ripeté maliziosa Amy guardando le sorelle. –Detto fatto…-
-Potresti pentirtene Holly di queste tue parole, sono pericolose!- intervenne una voce maschile e la siluette di un ragazzo alto e snello si delineò nell’ombra, fino a quando il suddetto ragazzo, sorridendo, non comparve avvicinandosi alle ragazze e mettendo un braccio intorno alle spalle di Catherine, più per appoggiarsi che per altro.
-Ciao anche a te, Louis- le disse lei alzando gli occhi e sorridendo, rispondendo così al suo gesto.
Lui era l’altro membro dello staff del VanityFox, un barman direttamente da Brooklyn. Occhi azzurrissimi e capelli castani. Un viso vispo, con un accenno di barba, e una corporatura un poco minuta. Ovviamente non era l’unico uomo lì dentro, i due buttafuori che di solito si piazzavano all’entrata del locale erano due bei esemplari di uomini, ma non hanno mai intrattenuto molte parole con noialtri. Si limitavano a far piazza pulita dei combina-guai.
-Noi siamo degli angioletti!- intervenne Amy sfoggiando un faccino angelico, appoggiando i gomiti sul bancone e il viso sulle mani.
Louis ritirò il braccio da intorno le spalle di Cat e le si avvicinò toccandole la punta del naso.
-E io ci credo- commentò ironico prima di ricevere uno straccio asciutto in pieno viso.
-Lavora invece di fare il simpaticone, Lou-
Era stata Mad che da dietro il bancone già aveva preparato la sua postazione. Louis si tolse lo straccio dal viso e le fece una linguaccia prima di andare anche lui oltre il bancone. Holly che assisteva alla scena, incrociò le braccia e scosse la testa sorridendo divertita.
-Comunque sia- tornò sull’argomento Louis indicando con un bicchiere vuoto il datore di lavoro. –Non è un mio problema se davvero danno fuoco a tutto-
Holly gli si avvicinò assottigliando lo sguardo. Le tre sorelle la guardarono iniziando a fare il tifo per la cugina.
-Io, invece, mi preoccuperei Tomlinson. Rimarresti senza posto di lavoro… Quindi abbraccia l’estintore in caso-
Poi si voltò e andò verso il suo ufficio, ma prima di sparirci urlò. –Voglio sentire i bicchieri tintinnare sta sera!-
 
Musica, luci, voci concitate. Questo era il Vanity Fox da quando le sorelle Walker lavoravano lì.
Tutte e tre dietro al bancone del bar a divertirsi, giocando tra di loro e facendo le bariste acrobatiche sotto lo sguardo attento e le urla d'incoraggiamento dei clienti. Anche Louis non scherzava, facendo ruotare in aria le bottiglie e riprendendole al volo, preparando cocktails dai mille colori. A turno le tre sorelle servivano ai tavoli, destreggiandosi tra la folla che si accaniva attorno al bancone per ordinare.
-Cos'è questo silenzio? Vogliamo buttare giù un po' i muri?- urlò Cat, facendo sollevare un boato incredibile, alzando le braccia in aria.
Mad fece un cenno ad Amy che attaccò l'ipod allo stereo facendo partire una canzone pop. Le due sorelle più grandi salirono sul bancone iniziarono a far girare le bottiglie degli alcolici in abili numeri di giocoleria. Scambiandosi le bottiglie l’una con l’altra e facendo andare il pubblico in visibilio.
-E ora rendiamo tutto più interessante- disse Amy da dietro al bancone, posando lo straccio con cui aveva asciugato dei bicchieri.
Salì anche lei sul bancone del bar con una bottiglia di whisky in mano e la rovesciò sul legno, poi accese un fiammifero e glielo fece cadere sopra, incendiando così il ripiano. I clienti fecero un balzo indietro spaventati, ma poi tornarono a fare casino mentre le ragazze si lanciavano bottiglie a tempo di musica. Louis alzò gli occhi al cielo e si avvicinò all’estintore nascosto sotto al bancone.
-Guarda che mi tocca fare…- commentò stando pronto.
Proprio in quel momento fecero il loro ingresso nel locale quattro ragazzi che si guardarono intorno confusi ma allo stesso tempo affascinati da tutto quel trambusto euforico. Il loro sguardo finì subito sul bancone del bar in fiamme dove le tre ragazze stavano dando spettacolo.
-E così sono quelle le bariste, eh?- chiese Harry, con sguardo malizioso, squadrando da capo a piedi le tre, portandosi le mani intasca.
-Mi sembrano abbastanza pazze; al punto giusto!- aggiunse Zayn, leccandosi il labbro inferiore.
-Avete intenzione di stare fermi qua? Forza andiamo- disse Liam, spingendo in avanti Niall che era rimasto ad osservare l’intero locale essendo la prima volta che ci entrava.
Le ragazze, intanto, scesero dal bancone, permettendo a Louis di spegnere l'incendio controllato, che per fortuna grazie all’alcool non aveva intaccato il bancone resistente che era pure ricoperto da una resina ignifuga, quasi come se chi lo aveva fatto avesse visto il futuro e quel preciso uso. Tornarono a fare le normali bariste, preparando drink e ridendo delle battute pessime dei clienti. Mentre serviva un bicchiere di Barbon, Amy adocchiò una massa di ricci fin troppo famigliari tra la folla; ma solo quando vide di sfuggita i suoi occhi verde smeraldo ebbe la conferma del suo sospetto. Si aggrappò al braccio di Mad, senza togliere gli occhi dal ragazzo.
-Amy che c'è?- le chiese Mad, sentendosi tirare, cercando di non far cadere i bicchieri con i cocktails che stava per servire a un baldo giovane e alla sua ragazza dal vestito fin troppo corto e attillato.
-Guarda a ore 12...-
La sorella fece come le aveva detto e sbiancò. I quattro ragazzi si stavano facendo largo tra la folla. Sperò fortemente che il trucco, i vestiti così diversi e i capelli diversi bastassero davvero per celare la loro identità.
-Oh cazzo! Cat, siamo nei guai- esclamò, chiamando la sorella. Non era il suo forte il pensare positivo.
-No io non direi. Non ci riconosceranno, fate le disinvolte- rispose lei prontamente, voltandosi verso le sorelle per fare loro un occhiolino senza essere vista dagli altri.
-Tutto bene ragazze? Devo chiamare gli scimmioni?- intervenne Louis notando che le sue colleghe erano strane.
-No, tranquillo Lou, tutto sotto controllo- gli rispose Mad tornando al lavoro come le due sorelle.
-Salve bellezze- le salutò Liam che intanto aveva raggiunto il banco e vi si era appoggiato.
-Uuuh! Abbiamo dei novellini qui!- esclamò Mad, a voce medio-alta, attirando l'attenzione della clientela.
-Sì, non avevamo mai sentito parlare di questo posto- le spiegò Niall, ammiccando verso di lei e sfoggiando il suo sorriso smagliante.
-Non conoscete “le ragazze del Vanity Fox”? Amico, ma dove vivi?- si impicciò un cliente abituale che sembrava un gorilla ubriaco.
-Non preoccuparti Will- lo tranquillizzò Cat servendogli altro scotch. - Allora cosa vi facciamo?- domandò, poi , ai nuovi arrivati.
-Per me un blue angel- rispose prontamente Harry, protendendosi verso la bionda delle tre ragazze.
.Me lo fai un cuba libre?- chiese Zayn a Mad, cercando di sembrare distaccato.
-E per me un san pablo- concluse Niall tamburellando con le mani sul banco.
-E tu ricciolo, non prendi niente?- chiese Amy a Liam iniziando a mescolare gli ingredienti per soddisfare le ordinazioni.
Ovviamente sapeva che Liam era astemio e non avrebbe mai ordinato qualcosa di alcolico. Ma c’era una regola al Vanity, una regola che avevano inventato le sorelle Walker ovviamente. Non si poteva, in nessun caso, ordinare dell’acqua e se l’avessi fatto c’erano delle penitenze.
-Un bicchiere d'acqua sarà più che sufficiente- rispose lui sorridendo apertamente verso la ragazza.
Le tre sorelle si guardano vittoriose. Gli aveva servito un'umiliazione su un piatto d'argento.
-Che cosa?- chiese Cat all’istante, guardando il ragazzo.
Mad, che non aspettava altro, salì in piedi sul bancone sotto gli sguardi incuriositi dei quattro ragazzi. Amy stoppò la musica e immediatamente tutto il target del locale si voltò verso il bancone.
-Ehy! Il nostro amico qua vuole dell'acqua! Serviamo forse dell'acqua al Vanity?- urlò Mad per farsi sentire da tutti.
-NO!- gli arrivò in risposta.
-Siamo forse un locale che serve dell’acqua ai propri clienti?- insistette.
-NO!- risposero ancora tutti in coro.
-Allora cosa gli diciamo al nostro amico?-
-O ALCOOL O NIENTE!-
Cat sorrise vittoriosa. Sorelle Walker 1 Liam Payne 0. E non sarà l’unica vittoria delle sorelle, quella sera.
-Spiacente, l'acqua l'abbiamo finita- ridacchiò Amy mentre Mad scendeva dal bancone.
Liam le stava fissando incredulo. Aveva sentito che le bariste di quel posto erano strane, ma non si aspettava così tanto. Le tre ragazze iniziano a preparare i cocktail, sempre mostrando la loro abilità di bariste acrobatiche. Una volta preparati li allungano ai quattro ragazzi che erano rimasti meravigliati dallo spettacolo che avevano appena improvvisato.
-Ecco a voi- disse Amy, spingendo il bicchiere verso Harry che le fece un occhiolino e un sorriso ammiccante.
-Come vi chiamate?- chiese Niall, sedendosi su un sgabello appena lasciato libero.
-Non dovreste essere voi a presentarvi visto che siete nuovi?- lo squadrò Cat, appoggiandosi al bancone. Si stava divertendo troppo a giocare così con loro.
-Io sono Zayn, il biondo è Niall, il riccio è Harry e quello che avete appena deriso è Liam- rispose il moro.
-Io sono Mad, lei è Amy e la rossa è Cat- lo accontentò Mad, sfidandoli con lo sguardo.
-Fate come di cognome?- chiese Harry immediatamente, trovandole un poco famigliari.
-Noi non abbiamo cognome. Siamo spiriti liberi- rispose Cat passando uno straccio sul bancone davanti ai ragazzi.
-Quanto liberi?- chiese loro Zayn, squadrando dalla testa ai piedi Mad. Di sicuro non poteva essere la Walker, lei mica aveva un corpo così da urlo.
-Quanto basta per divertirsi- gli rispose Cat con un sorriso furbo, facendo un occhiolino al ragazzo biondo.
-Sempre se gli altri sono capaci di divertirsi- aggiunse Amy servendo un altro cliente lì vicino.
-Beh, noi ci sappiamo divertire- intervenne Harry sorseggiando il suo drink.
-Oh ma davvero? Perché dalla faccia non sembra- lo prese per i fondelli Mad.
-Provare per credere, “tesoro”- rispose Niall.
Ahi! Brutta mossa.
-Ti sei scavato la fossa da solo, amico- ridacchia Amy, commentando a bassa voce, sapendo perfettamente cosa sarebbe successo.
-Come mi hai chiamata?- gli chiese Mad, piegando la testa di lato mentre il sorriso furbo di poco prima svaniva come era comparso.
-Tesoro, mi sembra-intervenne Louis, che stava servendo delle ragazze, un po' per provocare la ragazza un po' per mettere nei casini i nuovi arrivati.
-Ragazze, fategli vedere di che cosa siete capaci!- urlò un uomo seduto su uno degli sgabelli intorno al bancone.
-Bene- ghignò Cat, cambiando la musica e mettendone una adatta per uno spettacolino.
La folla si aprì, lasciando uno spazio libero in mezzo al locale, vicino al bancone. Amy scavalcò il banco con un agile mossa avvicinandosi ad Harry e spingendolo su una sedia facendolo sedere e iniziando a ballare sensualmente davanti a lui e, a un certo punto, anche sopra di lui. Gli altri ragazzi stanno guardando la scena a bocca aperta, sconvolti dal comportamento di quella ragazzina.
Mentre Amy si stava divertendo con Harry, Mad e Cat si scambiarono un'occhiata d'intesa e insieme sorpassarono il banco con una ruota perfetta atterrando proprio davanti al moro e al biondo. Mad ghignò vittoriosa. Aveva l'occasione di vendicarsi su Malik. Cat invece decise di prendersela con Niall. Si strusciarono, ballavano sensualmente, provocandoli fino al limite per poi tirarsi indietro nel momento decisivo, proprio quando la musica finì.
C’era infatti un’altra regola al Vanity, questa volta dettata dal capo. Non si poteva avere relazioni con i clienti. I clienti, per l’appunto, dicevano “guardare ma non toccare” proprio per sottolineare questa regola che era anche per loro.
Si allontanarono tutte tre dai ragazzi appena l'ultima nota della canzone finì, tornando dietro al bancone tra gli applausi e i fischi d'incoraggiamento degli altri clienti. Si sorrisero vittoriose vedendo l'aria distrutta e sconvolta dei tre con i quali avevano deciso di prendersela. Liam che era rimasto in disparte, rideva divertito per come le ragazze li avevano smontati. Louis, abituato a quelle scene, ormai non ci dava più peso e continuava a lavorare come al solito.
-Ragazzi, ricordatevi che qua vige la legge del guardare ma non toccare- spiegò loro Louis ai quattro.
-Eh no! Non puoi lasciarmi così!- si lamentò Harry guardando la bionda, forse era quello messo peggio dei tre.
-Ci dispiace ma è la legge- gli rispose Amy, rimandandogli l'occhiolino che lui le aveva fatto poco prima.
-Ragazzi, sarà ora di andare- disse Liam stiracchiandosi per celare l’amaro in bocca che gli era rimasto per la derisa dell’acqua e il non essere stato calcolato.
-Si forse è meglio- lo supportò Niall, non ancora ripresosi del tutto dal balletto.
-Grazie per lo spettacolo- le salutò Zayn, portandosi di nuovo le mani in tasca dopo aver pagato.
-A presto- dissero in coro le tre sorelle, portandosi subito dopo una mano alle labbra e mandando loro un bacio.
-Voi non sapete quanto…- aggiunge poi Cat a voce bassa, guardandoli sparire tra la folla e tornando a servire i clienti.
-Ragazze, ma li avete visti?- chiese loro Mad, prima di scoppiare a ridere.
-Dovevate vedere la faccia di Harry!- esclamò Amy ridendo di gusto anche lei, posando una birra sul bancone per uno dei clienti. Poi prese uno shot che un cliente le porgeva. Non era insolito che i clienti offrissero loro qualcosa da bere.
-Perché quelle di Malik e Horan?- chiese Cat scuotendo la testa divertita e prendendo il bicchierino dalle mani della sorella minore, scolandosi il contenuto tutto d’un salto mentre Amy protestava.
-Cazzo, per un attimo ho pensato che Malik mi avrebbe presa e sbattuta sul bancone- dopo aver detto quella frase Mad, iniziò a ridere ancora più forte.
-Già, l'ho pensato anche io- rise ancora Cat.
-Mi aiutate?- domandò loro Louis che era sommerso dalle ordinazioni.
Le tre ragazze tornarono al servizio e Amy attraversò il bancone per prendere un vassoio e andare ai tavoli.
-Tu invece, sorellina, avevi in mente di farti Styles su quella sedia?- le chiese Cat dandole i drink.
-Mmmm quasi. La prossima volta è sicura- scherzò lei facendole un occhiolino e andando a servire.
Piano piano il locale iniziò a svuotarsi, fino a quando non rimase più nessuno.
-Ragazze, andate pure a casa. Chiudo io qui- disse loro Holly, apparendo dal suo ufficio con aria stanca.
-Okay, ciao cugina!- la salutò Amy dandole un bacio su una guancia.
-A domani- aggiunse Cat abbracciandola.
-Siete state fantastiche questa sera- si complimentò Holly sorridendo. –Ho sentito ogni cosa e ho visto il vostro spettacolino pirotecnico. Ah Louis, ben fatto-
-Grazie capo, a domani- la salutò lui prima di uscire di scena con il giubbino su una spalla come un gangster degli anni venti.
-Grazie Holly. Buonanotte!- intervenne Mad trascinando le sorelle con se verso la porta del locale. Poi l’attraversò e dedicò un ultimo saluto alla cugina prima di chiudersela alle spalle.
-Aaah che serata- sospirò Catherine massaggiandosi le tempie.
-Sorelline vi voglio bene- esclamò Madison, mettendosi in mezzo a loro due e appoggiando le braccia sulle loro spalle con fare protettivo. –E mi sono divertita un mondo sta sera-
-C'è qualcuno migliore di noi?- chiese Amy prendendo uno specchietto dalla borsa e controllandosi il trucco mentre camminava verso la macchina con le sorelle.
-No, non direi proprio- ridacchiò Catherine appoggiando la testa sulla spalla della sorella maggiore.
Tornarono a casa ridendo e raccontandosi di nuovo le reazioni dei ragazzi, stanche ma felici di poter finalmente riposare. Il giorno seguente le attendeva, carico di soddisfazioni.
 

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Capitolo 4
*** Cap 3 - La festa in maschera ***


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-O porca puttanaaaa!!!!-
Un urlo squarciò la quiete nella casa delle sorelle Walker. Era sorto il sole anche quella mattina e, intatti, come ogni volta si preannunciava un risveglio non troppo tranquillo.
-Amelie, che hai da urlare?- borbottò Madison, rigirandosi tra le coperte, senza troppa voglia di alzarsi.
-E' tardi e noi siamo ancora conciate da bariste!- esclamò la ragazzina guardandosi una ciocca di capelli biondi spettinati.
-Che coooosaaaaa???- urlò Catherine alzandosi di scatto dal letto, scaraventando le lenzuola e il cuscino da parte, correndo verso il bagno per guardarsi allo specchio. -O porca miseria ha ragione! Madison, alza il culo!-
-Ma è possibile non avere mai un risveglio decente in questa casa?- sbottò la sorella maggiore stiracchiandosi malamente prima di alzarsi controvoglia.
La sera prima erano tornate a casa distrutte e non si erano tolte il travestimento e ora erano costrette a farlo nel più breve tempo possibile. Fu una corsa contro il tempo per poter arrivare alle lezioni prima che le porte delle aule si chiudessero. Amelie si buttò di corsa sotto alla doccia, mentre Catherine aveva deciso di lavarsi solo i capelli per togliersi la tinta. Mentre Catherine si asciugava i capelli, Madison prese il suo posto, lavandosi le ciocche colorate. Dopo dieci minuti anche Amelie uscì dalla doccia e iniziò a prepararsi per andare a scuola.
Erano le 8 e 20 quando le tre sorelle furono pronte a riprendere il loro ruolo di sfigate. Corsero in macchina e Madison mise in moto la mini, guidando come una pazza per le strade e in qualche modo furono davanti all’università di new York alle 9 meno 10.
-Madison, veloce passami i libri, o il Professore mi uccide- le disse Catherine allungando le mani verso la sorella che usciva dall’auto in tutta fretta.
-Ecco fatto, muoviamoci!- le rispose lei dopo aver passato a tutte la propria borsa con i libri e i quaderni per gli appunti.
Le tre sorelle iniziarono a correre e una volta arrivate nel corridoio principale dell’università poterono tirare un sospiro di sollievo. Dovevano aspettare la campanella delle 9 per prendere parte alle lezioni.
-Aiuto... non... respiro...- ansimò Catherine, piegandosi sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato
-Uff... che corsa....- commentò Amelie appoggiandosi al muro.
Madison sorrise divertita i commenti delle sorelle minori. Lei era certo molto più in forma di loro e infatti aveva solo un leggero fiatone mentre controllava che nella propria borsa ci fosse tutto l’occorrente per quella mattinata. Non era facile per nessuno di loro mantenere il ritmo tra studi e lavoro notturno, però era un prezzo che si doveva pagare pur di avere qualche soldo in tasca, e di soldi, grazie al Vanity, ne avevano da vendere.
Fu un episodio speciale quello che avvenne di lì a qualche attimo mentre le tre sorelle Walker attendevano nel corridoio. Videro arrivare i quattro dell'Ave Maria con un'aria piuttosto provata, quel tanto che bastava per farli passare a pochi centimetri da loro senza che questi dicessero niente di sgradevole sul conto delle tre ragazze. Forse qualcuno aveva esagerato l’altra sera.
Madison e le altre si scambiarono un'occhiata divertita.
-Ehy ragazzoni, mi sembrate piuttosto stanchi- incalzò la maggiore, non riusciva a fare a meno di girare il dito nella piaga del nemico quando le si presentava l’occasione.
Catherine si portò una mano alla fronte, del tutto contraria a quel comportamento. Sarebbe stato il caso di non dire niente per una volta che i ragazzi non sembravano accorgersi della loro presenza.
-Già, serata devastante?- aggiunse Amelia volendo dare man forte alla sorella maggiore, cosa del tutto tipica.
-Che c'è? Il gatto vi ha mangiato la lingua?- chiese Madison, ancora, vedendo che non rispondevano ma si erano semplicemente fermati dal loro incedere lento.
-Voi avete uno strano istinto di sopravvivenza…- commentò a bassa voce la mezzana, così che potesse essere udita solo dalle sorelle.
-Walker, perché devi cercarti i guai già di prima mattina?- le chiese Harry, avvicinandosi con fare strafottente come al suo solito.
-Non cerchiamo guai. Dicevo solo che è strano non sentirsi offendere da voi…- gli replicò Madison, l’unica in grado di tenere testa a quei quattro senza il minimo sforzo.
-Se vuoi rimedio subito- la provocò Niall, portandosi vicino all’amico e guardando truce la ragazza.
-Voi come mai entrate solo adesso?- chiese Liam, alzando un sopracciglio.
-Non abbiamo sentito la sveglia- sospirò Catherine cercando di portare il discorso in una direzione più pacifica.
-Siete proprio delle sfigate, allora- ridacchiò Zayn, richiamando a se’ i propri amici con un gesto.
-Sembra che abbiate fatto le ore piccole- si intromise Amelie guardando Harry mentre questo si accingeva a seguire gli altri.
Il giovane riccio cambiò, quindi, idea tornando ad avanzare verso la più piccola delle Walker.
-Chiuditi la ciabatta, Walker- la riprese lui con un ringhio feroce facendola indietreggiare.
La campanella suonò proprio in quel momento, salvando le tre sorelle un'altra volta. I quattro ragazzi se ne andarono inghiottiti dalla folla che si riversava nel corridoio lasciando le aule e in direzione della prossima lezione.
-Ma davvero? Da quando istigare quei quattro è una buona idea?- chiese Catherine allibita guardando le tre sorelle.
Madison, in risposta alzò gli occhi al cielo.
-Ragazze, ci si vede dopo!- salutò le sue sorelle, allontanandosi per andare alla sua lezione.
-Amelie, è oggi che abbiamo la lezione in comune?- le chiede Catherine, massaggiandosi le tempie per ritrovare il controllo. Era tipico di Madison ignorare le sue reprimende.
-Sì sorellona-
-Allora sarà meglio muoverci-
Entrambe entrano nell’aula di chimica. Quella mattina la prima Bachelor di Amelie aveva lezione con la seconda Bachelor di Catherine e di Harry in quanto tutti e tre avevano scelto l’indirizzo scientifico. Era facile in questi casi evitare il riccio, bastava mettersi dall’altra parte della stanza sedute vicine e nessuno si sarebbe fatto male. E così fecero anche quel giorno.
-Amelie, ce l’hai tu la bottiglietta d’acqua? Me la passeresti, gentilmente?- le chiese Catherine prima che la spiegazione del professore iniziasse.
-Certo! Ci penso io- sorrise la sorella, frugando nella sua borsa.
Senza pensarci prese la bottiglietta d’acqua e iniziò a lanciarla abilmente in aria per poi riprenderla, senza essere vista dal professore, quando un'illuminazione la prese all'improvviso. Nella stessa aula c’era Harry e lui aveva già visto quelle stesse mosse la sera prima.
Presa dal panico per la sua quasi copertura saltata, lasciò cadere per terra la bottiglietta con un piccolo rumore sordo che attirò l’attenzione della sorella.
-Amelie, ma che fai?- esclamò questa allungandosi per prendere l’acqua.
-Dimmi che Harry non mi stava guardando- sussurrò disperata Amelie rimanendo immobile dov’era.
Catherine spostò gli occhi sul riccio e vide che in effetti stava guardando Amelia, ma sul suo viso vi era una smorfia di derisione, forse aveva solamente sentito cadere la bottiglietta e non aveva visto niente di particolare.
-Sei salva, per questa volta…- le rispose la rossa sorridendo e aprendo la bottiglietta per bere. –Ma tu dei smetterla di agire senza pensare-
-Lo so, è solo che oggi sono sovrappensiero.-
-Vedi di tornare al presente allora- l’ammonì la sorella riconsegnandole la bottiglietta e iniziando a prestare attenzione al professore che iniziava la lezione.
 
Quel pomeriggio le tre sorelle si diressero in biblioteca per cercare dei libri per una ricerca. Cosa del tutto normale e semplice, non avrebbero dovuto destare nessun sospetto in quel frangente.
-.... e Amelie si è quasi fatta scoprire- finì di raccontare Catherine alla sorella maggiore, usando un tono basso, quasi un sussurro, visto il luogo in cui erano.
-Cazzo Amelia, devi stare più attenta- la riprese Madison, non troppo severamente. Un errore può capitare a tutti.
-Scusate non capiterà più- promise l’imputata mortificata, risprofondando con la faccia tra le pagine del libro.
-Non capiterà più, che cosa?- chiese una voce tanto fastidiosa quanto famigliare.
-Malik, ma non avete nient'altro da fare che pedinarci e darci fastidio?- sbuffò Madison, l’esperta in campo di riconoscere voci fastidiose.
-Pensala così Walker. Sono nato per questo.- sorrise sghembo il ragazzo accomodandosi sulla sedia libera alla destra della maggiore delle Walker-
-Bell'esistenza del cazzo- pensò ad alta voce Catherine, mai avrebbe voluto dirlo davvero.
-Detto qualcosa?- la fulminò Liam all’istante.
-Ma ti pare? Non ho aperto bocca- sorrise lei innocentemente.
-E ti conviene- sghignazzò Niall apparendole di fianco chiudendole il libro che aveva tra le mani.
-Ragazze è tardi, dobbiamo tornare a casa- intervenne Amelie, alzandosi e raccogliendo le proprie cose per metterle in borsa, cercando di sfuggire alle solite angherie del gruppo di ragazzi.
Harry, con una mossa rapida, le fece cadere i libri per terra. Madison si alzò in piedi furiosa, sbattendo le mani sul tavolo. Un sibilo si propagò tra gli scafali di libri mentre la bibliotecaria cercava di riportare il silenzio.
-Styles, è la seconda volta. Lascia in pace mia sorella, chiaro?- sibilò a denti stretti Madison, cercando di mantenere un tono di voce basso.
-Altrimenti cosa gli fai?- la incitò Zayn, toccandole qualche ciocca di capelli, tanto per farla irritare di più.
-Styles non ha una bocca, perché non risponde lui?- chiese Catherine alzandosi in piedi anche lei, ormai stanca di quella faccenda.
-Perché non mi abbasso al vostro livello- ghignò Harry con fare altezzoso.
-Hai ragione, ti sentiresti troppo importante a stare sul nostro piano. Un po' troppo alto per te, no?- rispose a tono Amelie.
-E se non sbaglio, Malik tu non soffrivi di vertigini?- gli chiese ironica Madison, facendo ridere le due sorelle.
-Un passo falso dopo l'altro, eh Walker? Passerai le pene dell'inferno, te lo giuro- sibilò lui con quello sguardo che sarebbe in grado di uccidere.
-Oh ma che paura... ho già i brividi-
-Coraggiosa la maggiore, ma non basta con noi- s'intromise Liam che era rimasto zitto sino a quel momento.
Catherine capì che la situazione stava troppo degenerando e cercò disperatamente un diversivo. Non di certo per paura, più che altro stavano rischiando di arrivare al Vanity in ritardo e non sarebbe stato bello arrivarci con una Madison che aveva appena fatto a botte. Lei ne era capace e la rossa lo sapeva.
-Ragazzi, non è Isabel quella che bacia Trent?- chiese indicando un punto alle loro spalle.
I ragazzi si girarono nel punto in cui ci dovrebbe essere la capo cheerleader che a Zayn tanto piaceva, ma non vi era, ovviamente, nessuno.
-Non c'è proprio ness- stava dicendo Harry rigirandosi verso le Walker, ma si accorse che non erano più lì.
-Stavolta ce l'hanno fatta...- sbuffò Liam tirandosi in dietro i capelli con un cesto del braccio.
-Calmo Liam, la vendetta arriverà dolce e soddisfacente- ghignò Zayn che già aveva in mente come farla pagare alle tre ragazze.
 
Quella sera il Vanity Fox era arredato a festa e anche le bariste indossavano una maschera per l’occasione, così come tutti i clienti. Mad sfoggiava un sensualissimo costume da tigre, Cat uno da gatta con tanto di campanellino al collo e la "piccola" di casa aveva un costume da sexy coniglietta. Tutti e tre i costumi erano completi sia di coda che di orecchie dal loro animale. Louis, invece, era un leone, con tanto di criniera cotonata, ma non sembrava esserne tanto felice. Tuttavia all’arrivo dei clienti aveva iniziato a fare buon viso a cattivo gioco.
Per quella sera così tanto speciale, era inoltre prevista una loro esibizione canora.
Amy prese il microfono che era ormai mezzanotte e il locale era bello pieno. Iniziò a scaldare il pubblico a suo modo.
-Buonasera, gentili clienti del Vanity Fox!-
Solo per quella frase il pubblico andò già in visibilio, era molto più facile del previsto.
-Stasera io, Mad e Cat vi canteremo una canzone di un gruppo inglese. Speriamo che sia di vostro gradimento!- concluse la coniglietta con un occhiolino. Scesa dal suo palchetto, che non era altro che una sedia, Lou fece partire la base dall’impianto di musica.
La canzone s’intitolava "I Want" e le ragazze iniziarono subito a cantare con le loro melodiose voci. Nel ritornello poi, le loro voci si intrecciano formando un'armonia perfetta. Proprio nel pezzo migliore della loro esibizione, i quattro ragazzi della sera precedente entrano nel locale. Inutile dire che le tre sorelle li riconobbero subito.
Sembravano letteralmente presi da quella canzone, poiché probabilmente la conoscevano. Il gruppetto si mise a chiacchierare con disinvoltura con un gruppo di persone che sembravano aver riconosciuto come loro amici, ma non senza lasciare occhiate nella direzione delle tre cantanti.
A performance terminata il pubblico scoppiò in un boato incredibile e dopo un inchino e dei ringraziamenti, le ragazze tornano al bancone del bar. Amy iniziò a portare via le ordinazioni ai tavoli, mentre Cat e Mad preparano i drink. Lou si era posizionato alla cassa e riscuoteva i soldi mentre ci pensavano le ragazze ad intrattenere i clienti durante la preparazione dei drink.
Quella sera il Vanity era veramente pieno. I quattro si avvicinarono al bancone sorridendo alle due ragazze che stavano preparando i drink.
-Niente trucchi circensi stasera?- chiese Liam, guardandosi bene da fare lo sbaglio della sera precedente.
-No, stasera c'è troppa gente e noi siamo solo in quattro- rispose Cat servendo degli shot a un gruppo di festaioli.
-Ma non avete nessuno che vi da una mano?- continuò Zayn, cercando di attirare l’attenzione di Mad.
-No, purtroppo è a gestione famigliare e i proprietari si fidano di poca gente- rispose questa, senza togliere lo sguardo dalle varie bottiglie di alcolici.
-Scusate, permesso. Salve ragazzi!- li saluta Amy con un sorriso a 32 denti appoggiando il vassoio sul banco, pronta per la prossima ordinazione.
-Ehy coniglietta! Se sapevamo che era una festa in maschera ci vestivamo anche noi- esclamò Harry avvicinandola e restituendole il sorriso cordiale.
Incredibile come erano così gentili con loro. Forse erano umani anche loro, provavano emozioni come tutti. Chissà che faccia avrebbero fatto se avessero saputo chi erano in realtà.
-Amy, questo va al tavolo di Bobby- le disse Cat, allungandole dei bicchieri e una bottiglia di Bourbon.
-Agli ordini- rispose prontamente, tornando a servire ai tavoli.
-Come facevate a conoscere quella canzone?- chiese Zayn, tornando all’attacco.
-Sentita per radio, in macchina, in un negozio. Boh, nemmeno me lo ricordo… Ecco a te, dolcezza- gli rispose Mad.
Giusto in quel momento, un signore piuttosto grassottello si avvicina al juke-box e inserisce una moneta.
-Ragazze, ce lo fate un balletto?- chiese a gran voce.
Amy tornò dalle sorelle e le guardò. Mollarono in pochi secondi tutto il necessario per i drink e salirono sul bancone mentre le prime note della canzone risuonavano nel locale.
Mad, una volta salita sul bancone, fece cenno a Zayn di raggiungerla. Proposta che lui non rifiutò e la seguì immediatamente, iniziando a ballare vicino a lei sensualmente. Zayn doveva ammettere che quella ragazza ci sapeva fare.
Amy, invece, era tornata dalla sua preda preferita: Harry. Questa volta ci sarebbe andata giù pesante, l'avrebbe fatto impazzire davvero. Così iniziò a strusciarsi su di lui, provocandolo con sguardi e carezze, lasciando delle distanze minime tra le sue labbra e quelle del ragazzo, che tutte le volte che provava a baciarla lei si allontanava di poco. Azzardò una mossa con la quale era sicura di mandarlo nella follia totale. Avvicinò le labbra alla sua guancia e la leccò sensualmente, scatenando nel ragazzo una miriade di brividi.
-Lo sai che mi stai facendo impazzire, sì?- le chiese maliziosamente lui, spostando le mani sui suoi fianchi.
-Conosci la regola, guardare ma non toccare- gli rispose lei, ricominciando a ballargli intorno.
Proprio sul più bello della canzone, Cat che stava ballando con Liam provocandolo, si avvicina al palo da pole-dance che c'è in mezzo alla pista e inizia a ballare intorno al palo, abbozzando qualche acrobazia imparata quando da piccola faceva ginnastica artistica, attirando così l'attenzione di tutti i clienti. Questi iniziarono ad acclamarla a gran voce. Prima della fine della canzone Cat tornò vicino a Liam, sedendosi in braccio a lui e fermandosi a pochi centimetri dalle sue labbra, appena finisce la canzone.
I clienti erano in visibilio, non si era mai vista un'esibizione così al Vanity Fox. Cat e Amy aiutano Mad a scendere dal bancone e fecero un profondo inchino, sia verso il pubblico sia verso i ragazzi. Louis, lasciato da solo al bancone, mise via gli ultimi pagamenti e servì i restanti bicchieri di alcool scuotendo il capo in direzione delle tre ragazze, ma in particolare in direzione di Amy.
 
Anche per quella sera il Vanity Fox chiuse e le ragazze si avviarono verso casa.
-Ragazze, li faremo impazzire così- ridacchiò Cat togliendosi il cerchiello con le orecchie da gatta e scuotendo i capelli.
-E' proprio quello il nostro scopo, sorellina- le rispose Mad.
-Guarda la nostra piccola come ci va giù pesante con Styles- si congratulò Cat, abbracciandola.
-Ho imparato dalla migliore. Bella la scena del palo. Payne avrebbe pagato per essere al suo posto- disse Amy, facendo ridere le altre-
-Perché Mad con Malik? Te lo stai lavorando per bene, eh? Quasi non si direbbe che lo odi a morte- Cat diede della gomitate ironiche alla sorella maggiore e poi ridacchiò.
-Già, ci sa fare il ragazzo. Glielo concedo- rispose questa sorridendo.
-Ragazze sono distrutta...- sbuffò Amy, passandosi una salvietta sul viso per togliere via il trucco da coniglietta.
-Ora arriviamo a casa e subito a dormire- disse Cat abbracciando la sorellina per sostenere la sua camminata ondeggiante.
-Sì, ma questa volta prima ci cambiamo!- le riprese seria Mad, prima che tutte e tre scoppiassero a ridere.

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Capitolo 5
*** Cap 4 – E fu guerra ***


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Quella mattinata, Madison, non l'avrebbe passata con le sorelle. Per sua grande sfortuna sarebbe andata a un convegno con niente meno di quelle due teste di zucca di Zayn e Niall. Non ne aveva mezza voglia, era sabato e voleva starsene a casa come le sorelle.  Si alzò di malavoglia dal letto, cercando di fare meno rumore possibile per evitare di svegliare le sorelle, che dormivano ancora beatamente.
Faceva già un gran caldo quel giorno, così decise di indossare una canotta e un paio di pantaloncini corti per stare comoda e fresca. Non era certo il suo solito abbigliamento, ma per una volta poteva andare. Era in bagno a pettinarsi, cercando di raccogliere quella massa informe di capelli che si ritrovava in testa, in una coda alta. In quel momento entrò Catherine assonnata e tutta spettinata. Sbadigliò rumorosamente e si stiracchiò prima di aprire leggermente gli occhi per vedere chi aveva davanti.
-Buongiorno sorellina, già in piedi?- le chiese Madison annodandosi finalmente i capelli.
-Tu così non esci- le disse questa sbarrando gli occhi vedendo come era vestita.
-Perché?-
-I tatuaggi. Sarai riconoscibile-
Catherine si riferiva ai tatuaggi della sorella che sbucavano dai pantaloncini sulla gamba sinistra e si intravvedevano dalla canotta. Scritte, figure di lupo e anche uno scaccia-sogni indiano. Non li mostrava quasi mai in università, non andava a lezione mezza nuda. Ma al Vanity, al bar era tutta un’altra storia e lì andare molto svestite, non troppo, era prassi. Soprattutto perché faceva sempre caldo da quelle parti.
-Perché, secondo te Horan e Malik hanno guardato i tatuaggi della Mad del Vanity?- chiese ridacchiando maliziosa, prendendo lo spazzolino per lavarsi anche i denti.
Catherine sbuffò.
-Ok, ok… Prenderò una felpa, contenta? Così mi copro le spalle. Per quello sulla gamba tanto starò seduta quasi sempre.- cedette Madison alzando gli occhi al cielo.
Catherine tornò, quindi, a dormire ancora un po’, a Madison però non scappò il mezzo sorriso della sorella riflesso nello specchio. Una colazione rugale con del caffè e una frittella tostata, poi raccolse la sua borsa con la roba che le serviva, diede un bacio alle due sorelle dormiglione e, mettendosi l'ipod alle orecchie, uscì di casa.
Arrivò davanti al Museo dove si sarebbe tenuto il congresso di storia preistorica, in perfetto orario. Prese un respiro profondo prima di entrare in questo, stringendo la propria borsa con nervosismo. Fece per entrare nell’edificio ma, inevitabilmente, si scontrò con qualcuno. E chi se non Horan e Malik?
-Eh no! Di prima mattina no!- sbottò la ragazza, mandando gli occhi al cielo.
-Oh, la piccola Walker tutta da sola. Dove hai lasciato le altre due?- ridacchiò Horan guardando l’amico in cerca di spalleggiamento.
-Biondo, vuoi essere mandato a quel paese subito?- gli rispose lei per tono, più acida del solito.
-Ehy calma, calma. Ragazzi, siamo qui per il convegno. Godiamoci la giornata- li fermò Zayn, avvicinandosi a Madison e mettendole un braccio intorno alle spalle.
Madison lo fulminò con un'occhiataccia. Non lo sopportava proprio quando faceva così, prendendosi certe libertà.
-Leva quel braccio o giuro che te lo faccio a pezzi- ringhiò guardandolo anche lui con una certa acidità.
Zayn tolse il braccio, leggermente scioccato. La Walker non aveva mai tirato fuori quella grinta prima di allora. Madison, allora,  entrò nel Museo seguendo le indicazioni per raggiungere l’aula per la conferenza. Era tra i primi ad entrarvici e le stava bene così. Si scelse un posto ben isolato, tra le ultime file, dato che non voleva nessuno vicino o rischiava seriamente di esplodere. Tirò fuori il cellulare e mandò un messaggio alle sorelle, sperando che non stessero ancora rannicchiate a dormire.
"Ricordatemi perché non mi sono data per malata?"
"Perché hai già fatto troppe assenze. E sai quali sono i patti con papà" le rispose Catherine.
Già, papà. Le avrebbe lasciate vivere da sole solo se avrebbero mostrato di sapersela cavare, in tutti i campi e questo voleva dire anche con l’Università.
Iniziò il convegno al museo paleontologo, c’erano molti esperti che avrebbero parlato quella mattina. Madison cercava di stare il più attenta possibile, ma era difficile stare concentrate con gli sguardi di Zayn e Niall sempre addosso e con le loro frecciatine. Dopo un paio d’ore che andava avanti così ci fu una pausa caffè, serviva a tutti. Uscì dall’enorme stanza insieme agli altri studenti, andando verso i distributori automatici per prendersi qualcosa.
Si fermò un attimo a fissare le statue di cera ritraenti scene del paleolitico: le erano sempre piaciute quelle scene. La storia l’affascinava sin da piccola. Proprio mentre era davanti alla statua di un uomo di Neanderthal, Zayn le si affiancò.
-Guardalo, secondo me è perfetto per diventare tuo marito- le sussurrò sorridendo divertito.
Un lampo maligno passò negli occhi di Madison.
-Cosa piuttosto improbabile, Malik. Stavo pensando che la somiglianza tra te e lui è davvero impressionante- rispose a tono, prima di allontanarsi con un sorrisetto furbo sulle labbra.
-Ti brucerai, prima o poi, Walker- le urlò dietro lui con tono seccato.
"Questo è tutto da vedere" pensò divertita Madison, pensando già a un piano per fargliela pagare.
Erano ancora in pausa, tutti avevano già il loro caffè in mano e un suo compagno di corso stava fingendo di essere una guida atteggiandosi in modo da far ridere tutti. Fu in quel momento che Madison decise di vendicarsi dei due ragazzi. Senza farsi notare legò un filo ai pantaloni dei due ragazzi e attese il momento più opportuno.
-Nella storia conosciuta ora si risale al primo uomo o, meglio scimmia evoluta, che mise piede sulla nostra terra… O forse zampa. Parliamo sempre di un mezzo scimmia quindi peloso, non lontano dai uomini-bear di oggi, inarcato gobbo, non ancora eretto. Probabilmente senza viagra. Il cui cervello stava iniziando a scoprire ciò che c'era intorno a lui... Questo esemplare era noto come Ominide...- spiegava il ragazzo per intrattenere i compagni.
Zayn e Niall erano davanti a lei, a pochi metri di distanza e se la stavano ridendo insieme agli altri, quando Madison decise di agire, tirando il filo e i pantaloni allentati, senza cintura e a vita bassa dei due avrebbero fatto il resto.
-Ed ecco due esemplari di Ominidi primitivi!- esclamò, mentre tutti si erano girati a guardare i due ragazzi rimasti in mutande.
Ci fu un boato di risate mentre Zayn e Niall, imbarazzati a morte, cercavano disperatamente di coprirsi e ritirarsi su i pantaloni davanti ai loro compagni che se la ridevano. Immediatamente due occhiatacce colpirono Madison, che sentì un brivido percorrerle la schiena. Forse questa volta aveva esagerato, ma ne era valsa la pena.
Infatti poco dopo, quanto gli studenti erano stati richiamati a pausa finita, si sentì prendere e tirare indietro da due paia di mani che l’afferrarono e allontanarono dal gruppo. Si trovò incastrata tra il muro e i due ragazzi.
-Niall, hai visto come se la rideva la Walker?- chiese ironico Zayn, incenerendola con lo sguardo.
-Già. Fin troppo direi. Forse c’entra qualcosa- rispose nello stesso tono Niall, inarcando appena la testa di lato.
-Avanti ragazzi, era uno scherzo innocente- ridacchiò ancora lei, alzando gli occhi al cielo per un millisecondo.
-Innocente un corno! Noi a differenza tua abbiamo una reputazione- ringhiò Zayn, stringendo la felpa di lei tra le mani.
-Sì, di puttanieri- li derise ancora Madison.
-Almeno noi ce l'abbiamo. Tu sei solo una sfigata-
-Sicuri? A me non sembra!-
-Sei nei guai, Walker- l’avvertì Malik puntandole un dito contro, a pochi centimetri dal viso di lei.
Mad non ci vide più, sentì come una forza estranea impossessarsi di lei, e veloce come un razzo ribaltò la situazione. Prese Zayn per il colletto della maglia e lo sbattè contro al muro. Sia il moro che Niall, rimasero sorpresi da quella reazione.
-Ascoltatemi bene, tutti e due! Sono 2 anni che rendete la mia vita e quella delle mie sorelle un inferno. Ma adesso le cose cambiano. Aspettatevi il peggio, voi e la vostra banda di idioti!- ringhiò, mollando la presa da Malik e allontanandosi, sicura che non le avrebbero più dato fastidio.
Estrasse il cellulare e mandò un messaggio.
"Stasera diamo una festa. Invitate tutta la scuola al Vanity. Sorelle Walker alla riscossa".
 
-Ahahahahah!!! Li hai lasciati in mutande?- Amelie si stava rotolando per terra dalle risate.
La sorella aveva raccontato loro della mattinata trascorsa al Museo e al convegno. Gli aveva narrato, in particolare, dell’episodio durante la pausa caffè e aveva gongolato nel farlo.
-Davanti a tutti?- aggiunse Catherine, asciugandosi le lacrime dal ridere.
-Lo so, lo so. Stimatemi, sono la migliore sorella maggiore che si può desiderare- rispose Madison, unendosi alle risate delle sorelle.
-Oddio, non posso crederci. Sei grande, sorella- Amelie si calmò quel tanto che bastava per abbracciare Madison.
-Forse ti sei esposta un po' troppo- le ricordò Catherine, era lei quella che sempre trovava da ridire.
-Naaaah.... stasera saranno talmente fusi che non si ricorderanno nemmeno di questa mattina- rispose la maggiore ammiccando verso di lei.
-Sarà... andiamo che Holly ha dei compiti da assegnarci- disse Catherine alzandosi e prendendo la propria borsa.
Una volta che le tre sorelle arrivarono al Vanity, Holly le riempì di compiti e di lavori da fare. Bisognava pulire quel posto da capo a fondo dato che la sera prima c’era stato davvero il mondo da quelle parti. Arrivò, velocemente, l'ora di apertura e piano piano il locale si riempì come al solito, se non di più. Immancabilmente fecero il loro ingresso anche i cinque ragazzi.
Niall e Zayn si avvicinarono subito al bancone mentre Harry, insieme a Liam, rimase appena oltre alla porta. Si vedeva chiaramente che cercava di allungarsi il più possibile, sondando con lo sguardo la folla. Sembrava stesse cercando qualcuno.
-La stai cercando, vero?- gli chiese Liam, con l'aria di uno che la sapeva lunga.
-Cosa? No, no, sono le ragazze a cercare Styles, non il contrario- rispose questo con un sorriso malizioso, sistemandosi la giacca.
Proprio in quel momento, Amy tornò dietro al bancone con delle casse in mano. Harry la notò subito e una scintilla passò nei suoi occhi.
-Eccola!- esclamò senza accorgersene, rianimato da quella visione.
-E per fortuna che non stavi cercando nessuno, eh?-lo prese l’amico seguendolo.
Harry gli sorrise e i due raggiunsero gli altri due che erano già al bancone a chiacchierare con Mad.
-Salve dolcezze- le salutò il riccio appoggiandosi al bancone.
-Non ti avevo ancora visto. Mi stavo preoccupando- scherzò Amy, giocando con il bastoncino del lecca-lecca che spiccava tra le labbra rosso fuoco della ragazza.
-Allora, te lo ripeto. Non ne hai le palle!- riprese Mad, continuando il discorso che poco prima aveva intrapreso con Malik.
-Di fare cosa?- chiese Lou, intromettendosi mentre serviva delle birre.
-Ho appena sfidato il moro a ballare sul bancone- gli spiegò Mad voltandosi verso l’amico.
-Non lo faccio solo perché c'è mezza università qui, questa sera.-
-Certo, secondo me hai paura di rimanere in mutande- lo canzonò Mad, con sguardo malizioso.
Zayn e Niall si guardarono per un'istante. C'erano già rimasti una volta in mutande quel giorno e gli era bastato.
-Non stasera, ma prima o poi lo farò-
-Ci conto, moro- sorrise la ragazza, prima di portare un'ordinazione a un tavolo.
Intanto Amy stava parlando con Harry, divertendosi a provocarlo giocando con il bastoncino del lecca-lecca, dal quale il ragazzo non riusciva a staccare lo sguardo. Cat, invece, stava servendo alcune persone, quando un uomo si alzò. Andò verso il juke-box e lo fece partire così che la musica riempì il locale. Le tre sorelle si scambiarono un'occhiata. Toccava a loro.
Cat piantò lo sguardo in quello di Niall.
-Ora sei mio- disse, maliziosamente posando il torcione con cui aveva appena asciugato un bicchiere.
Scavalcò il bancone e spinse il biondo contro  una colonna, in maniera che non avesse vie di scampo. Cat iniziò a ballare sensualmente vicino a lui, provocandolo pesantemente e senza risparmiarsi nulla. Scese del tutto e risalì fino a sfiorargli le labbra con le proprie. Niall, al limite ribaltò la situazione e inchiodò la ragazza al muro, ma Cat non si arrese e passò la propria lingua dalla punta del suo mento all’attaccatura, facendogli mollare la presa, spiazzato.
-Ci hai provato biondo, ma ricordati che a questo gioco vinco sempre io- gli sussurrò maliziosa, prima di tornare al bancone del bar ridacchiando.
Nel frattempo Amy stava ballando con Harry, mandandolo letteralmente fuori di testa, tanto che dopo un po' che andava avanti, Harry cedette.
-Ok, basta- disse prima di caricarsi Amy su una spalla e allontanandosi con lei che rideva come una matta.
Liam si girò in quel momento e vedendo la scena disse:
-Ehy amico! Ma non c'era la regola del "guardare, ma non toccare?"-
-Eh già, ricciolo... mi metteresti giù?- chiese Amy, atteggiandosi a diva.
Harry fulminò Liam con lo sguardo, prima di far ritoccare a terra la ragazza.
-Ci sa fare la piccola. - ridacchiò Zayn bevendo la sua birra al bancone.
-Modestamente, ha avuto una buona maestra. Io so fare di meglio- rispose Mad vantandosi mentre faceva girare le bottiglie in aria per preparare dei cocktails.
-Ma davvero? Sai, mi piacerebbe verificarlo di persona-
-Meglio che non mi sfidi, potresti finire male- rispose lei, provocandolo. Sapeva che più si negava un cosa a Malik, più lui la voleva.
-Questo ancora non lo sai. Tu fallo, poi vediamo come starò- disse prontamente lui, ammiccando.
Mad sorrise maliziosa, scavalcando il bancone con un balzo e iniziando a ballare intorno a lui, fino a trovarsi faccia a faccia. Si mise a baciargli il collo, salendo lungo il profilo per poi fermarsi a pochi centimetri dalle sue labbra.
-Te l'avevo detto che saresti finito male- gli sussurrò provocante, mentre lui la guardava con uno sguardo ebete.
Mad tornò al bancone scambiandosi un cinque con le sorelle, che sorridevano divertite. Zayn, invece, si riprese e guardò la mora divertito.
-Sei brava, te lo concedo- riconobbe il moro, passandosi una mano tra i capelli prima di finire la birra in un sorso.
-Ragazzi, ma guardatevi. Vi hanno smontato- scoppiò a ridere Lou, incassando dei soldi e servendo altro alcool.
-Già, siete proprio conciati male- ammise Liam, l’unico che quella sera non era stato “attaccato” dalle ragazze.
-Taci Liam- rispose Harry, ancora sconvolto.
-Ho bisogno d'aria- ammise Niall, ripensando a poco prima.
-Ragazze, ci si vede- le salutò Zayn, ammiccando verso Mad per salutarla.
-Non vediamo l'ora- rispose Cat ridendo e facendo ciao-ciao con la mano verso il gruppo di ragazzi che se ne andava.
 
-Uff... quanto sono stanca- disse Amy, stiracchiandosi.
Anche quella serata si era conclusa. Erano le quattro del mattino, tutti i clienti se ne erano andati e il juke-box aveva appena intonato un lento degli anni 50, ottimo durante le pulizie. Serata produttiva quella che si era appena conclusa, molto produttiva.
-Ma ti sei divertita, ammettilo- la puntellò Cat, dandole una spinta giocosa.
-E chi si lamenta- rise Mad passando un panno umido sul bancone per lucidarlo per bene.
-Ragazze, gliela stiamo facendo pagare- esultò Amy finendo di pulire i bicchieri.
-Si, siete un po’ crudeli- si intromise Louis arrivando il fusto di birra per cambiare quello vuoto.
-Ma smettila Lou, ci stiamo solo divertendo.- mormorò Amy.
-Non c’è niente di male e poi loro non sanno che siamo noi, questo lo rende ancora più divertente-  ricordò Mad.
- E' pur sempre una piccola rivincita- finì la frase Cat che stava terminando di passare lo straccio in giro per il locale.
-Sorelle, io vi amo!- esclamò Amy tutta felice e contenta.
Intanto Louis alzava gli occhi al cielo, lui sapeva che quella storia non sarebbe finita bene.


Salve ragazzi,
eccomi ritornata con questa storia. E' passato davvero tanto tempo e chiedo scusa. Sono imperdonabile, ma spero che comunque la storia vi piaccia, magari fatemelo sapere con qualche commento.
A presto,
Dama degli Intrighi, xoxo

 

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Capitolo 6
*** Cap 5 – La rissa ***


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Quella sera c'era qualcosa di strano nell'aria. Amelie era più eccitata del solito e canticchiava una canzone allegra mentre si preparava. Catherine era la solita stratega e si stava cambiando con tutta calma, valutando attentamente quale fosse la mise perfetta. La cosa che stonava di più era Madison che, sdraiata sul divano, si arrotolava pensierosa una ciocca di capelli intorno a un dito. Quel silenzio da parte sua era quasi surreale.
-Sorellona, che hai?- le chiese Amelie, raggiungendola nel salone.
-Non lo so. Stasera non ne ho voglia-
-Che cosa? Madison Walker, non avrei mai pensato di sentire questa frase uscire dalla tua bocca!- esclamò Catherine scioccata che l’aveva sentita sin dall’altra stanza.
-Già! Forza in piedi sorellona!- urlò Amelie, buttandosi sulla sorella maggiore.
-Amelia1 Levati! Ho capito, mi alzo, mi alzo…- protestò Madison, togliendosi di dosso Amelie per potersi alzare.
La piccoletta della casa si alzò sbuffando e borbottando qualcosa come – E’ Amelie con la e-
Si diressero, finiti i preparativi, come al solito al Vanity Fox che nel giro di qualche minuto si sarebbe riempito come di consuetudine.
I ragazzi, anche quella sera, si avvicinarono al bancone, ma Mad notò che mancava qualcuno.
-Ciao ragazze- le salutò Liam appoggiandosi al bancone.
-Solo ragazze? E il dolcezze, splendori e complimenti vari, dove sono finiti?- scherzò Cat passando un torcione sul bancone.
-Si sono affezionati e adesso fanno i protettivi- rispose Mad alzando gli occhi al cielo mentre faceva roteare una bottiglia in aria.
-Potrebbe anche essere- disse Niall facendo il vago, ma sfoggiando un sorriso malizioso.
-Ma Zayn?- farfugliò Mad servendo un cliente, fingendo che la sua fosse una domanda di pura cortesia.
-E' là, su un divanetto. Stasera non è in forma- le rispose Liam indicando i tavoli in fondo al locale.
-Già, non voleva nemmeno venire- gli fece eco Niall ricevendo il drink ordinato da Cat.
-Perché?- chiese la maggiore, guardando i ragazzi per la prima volta quella sera.
-E chi lo capisce quel ragazzo- sospirò Harry che, invece, non staccava gli occhi da Amy.
-Tornando a noi. Io e te abbiamo un conto in sospeso- disse Niall, guardando Cat che era tornata a servire gli altri clienti del bar insieme a Lou.
-Aaaah.... Biondo non ti è bastata la lezione di ieri sera?- gli chiese lei ridendo.
Niall la guardò sfidandola. Cat fece cenno a un signore vicino a juke-box di far partire la musica, mentre lei appoggiava il torcione sul bancone del bar, prima di avvicinarsi a Niall.
-Non sperare di vincere anche questa sera- le disse il biondo, sicuro di se’.
-Attento, guarda che finisci male un'altra volta- ridacchiò Cat.
-E' tutto da vedere-
La ragazza, che non aspettava altro momento se non quello di prendere in giro ancora il ragazzo, lo prese per la maglietta e lo portò al centro della pista. Si sfilò la giacca e rimase in canottiera molto corta e gonna di pelle nera. Gli si avvicinò strusciandosi contro il corpo del giovane e piano piano gli tolse anche a lui la giacca.
Iniziò, quindi, a ballare in modo sempre più sexy fino a che non si ritrovarono faccia a faccia, naso contro naso. Niall rimase imbambolato per alcuni istanti, troppo ammaliato dalle movenze della ragazza, e lei ne approfittò. Si avvicinò sempre di più fino a sfiorargli le labbra con le proprie, per poi cambiare rapidamente traiettoria per lasciargli baciarlo sulla guancia invece che un normale bacio sulle labbra come lui aveva probabilmente sperato.
Ottenuto l’effetto desiderato, dato che Niall sembrava non essere più completamente a suo agio in quel locale, Cat raccolse la sua giacca e se ne tornò dietro al bancone. Mentre si allontanava si voltò a guardarlo e solo in quel momento Niall si accorse di essere rimasto di nuovo incantato da lei.
-Biondo con me non vincerai mai, ricordatelo- gli sorrise la ragazza facendogli un occhiolino.
Nel frattempo Amy non si era data per vinta con Harry, anzi questa volta sembravano entrambi fare sul serio. Dopo qualche passo sopra il bancone Amy decise di scendere per raggiungere Harry tra i clienti. Stava decidendo che mosse provare quella sera, quando lui, inaspettatamente, come la sera prima se la caricò sulle spalle come se fosse un sacco di patate. Amy non protestò ma si mise a ridere forsennatamente. Harry mirò alla porta d’uscita, per poi girarsi verso Liam…
-Non provare a rovinarmi il momento anche questa volta…- disse in direzione dell’amico.
-Non ne avevo intenzione, amico!- rispose questo alzando le braccia in aria.
Qualche cliente si mise a protestare, ma nessuno riuscì a trattenere Harry e questo se ne uscì dal locale con Amy.
La portò fino alla sua macchina parcheggiata e lì lasciò scendere la ragazza. Non le lasciò nemmeno il tempo per parlare o per provare a tornare dentro il locale. La prese per i fianchi in un impeto e, spingendola contro la propria auto, iniziò a baciarla. Ad Amy non sembrava vero, da due anni a quella parte aspettava quel momento, così assecondò il ragazzo ricciolino.
Harry aprì l’auto e fece distendere Amy sui sedili posteriori prima di entrare anche lui, mettendosi sopra di lei, e chiudere l’auto.
-Ok, adesso sei tu mia!- disse togliendosi la maglia e iniziando a baciarla sul collo.
Le mani di Harry corsero immediatamente prima sui fianchi di lei e scesero poi sulle sue cosce, morbide e fresche, avvicinandosele a se. Piano piano si slacciò la cintura dei pantaloni, si fermò quando raddrizzandosi Amy lo seguì nel movimento e si mise lei a slacciargli i jeans mentre continuavano a baciarsi appassionatamente. Si ributtarono sui sedili fremendo insieme, le mani forti di lui le slacciarono i pantaloncini in jeans di lei, sfilandoglieli dolcemente seguiti, poi, dalla canottiera corta e colorata di lei, che le fu sfilata in un soffio tra un bacio sul collo e uno sulle labbra. Harry la prese delicatamente per i fianchi, le sue dita di lui che le accarezzavano la pelle candida.
Si posò sopra di lei continuando ad accarezzarla e a baciarla.
-Ora è il mio momento di farti impazzire- le sussurrò sulle labbra mentre una sua mano scendeva verso le mutandine di lei.
 
Amy era ancora sdraiata sui sedili posteriori della macchina di lui che pensava a ciò che era appena successo, per lei era stato come in sogno. Da una vita moriva dietro a Styles e ora se l'era fatto... Solo che lui di fatto non sapeva chi era lei. Harry si era rivestito e ora, fuori dall’auto, si stava fumando una sigaretta.
-Tutto bene là dentro? Forse è meglio che torni al locale o le tue sorelle mi uccidono!- le disse lui battendo con le nocche sul finestrino per attirare l’attenzione della ragazza.
Amy raccolse i propri vestiti per rimetterseli anche se era un peccato raccoglierli da dove Harry gli aveva lasciati cadere. Una volta rivestita scese dall’auto sistemandosi alla meglio i capelli guardandosi al finestrino. Fece per andarsene quando Harry la fermò trattenendola per un braccio.
-Aspetta Amy, ti volevo dare una cosa... Sai, per ricordarti che ora ho vinto io!- le fece l'occhiolino lui prima di frugarsi in tasca, da dove estrasse un qualcosa che tintinnava.
-Questo è un braccialetto in argento molto singolare, il cordoncino è blu così ti ricorderai di questa serata- le disse infilando il braccialetto al polso sinistro della ragazza.
-Grazie!- rispose Amy con gli occhi che le scintillavano.
-E ora al bar...-
 
Zayn era seduto su un divanetto e, stranamente, allontanava tutte le ragazze che si avvicinavano a lui. Rimaneva lì con un'aria assorta e persa chissà dove. Mad lo osservava ogni tanto da dietro al bancone, tra un'ordinazione e l'altra fingendo che non le interessasse.
-Ma cos'ha stasera?- le chiese Cat, notando il comportamento della sorella.
Lei la conosceva bene, sapeva quando fingeva.
-Non lo so. Non lo sanno nemmeno i suoi amici- rispose Mad, alzando le spalle.
Ad un tratto sbucò Amy dal nulla.
-E tu dov'eri finita?- le chiese Cat portando le mani ai fianchi.
-Eeeeh.... ehm... ecco.... Holly! Holly mi aveva chiamata- rispose nervosamente Amy alle sorelle che probabilmente non avevano notato il sorrisetto di Liam ad Harry mentre questo si avvicinava di soppiatto al bancone
-Uff, Zayn proprio non si schioda da quel divano- sbuffò Niall, annoiato.
-Sapete, quando fa così è perché di solito è innamorato e tende a scacciare le altre- intervenne Liam, forse più rivolto a una certa ragazza, che verso gli amici.
-Zayn innamorato?- chiese Harry sorpreso.
-E di chi?- esclamò Mad non riuscendo a trattenersi.
-Questo non l'ha detto nemmeno a noi- le rispose Liam sorridendo, felice di aver sortito l’effetto sperato.
Mad sbuffò tornando a servire gli altri clienti. Sapeva che Cat era molto esigente sul lavoro e i clienti venivano prima degli affari personali. Finalmente, notando la distrazione della sorella, Mad decise di scavalcare il banco ed andare a servire un po’ ai tavoli. Dopo aver servito due birre e un paio di cocktail, decise di fare un giro largo passando davanti a Zayn.
-Ehi moro, che hai? Sei giù? Dai guardati intorno il Vanity stasera è infuocato bisogna essere attivi- disse, sperando di tirarlo un po' su di morale
Lui alzò lo sguardo su di lei, concedendole un sorriso tirato, ma non la degnò di una risposta, tornando a sprofondare nei suoi pensieri. Mad stava per aprire di nuovo bocca, ma la voce di Amy che la richiamava ai tavoli l'anticipò e torno a servire i clienti, ignorando lo sguardo fisso di Zayn sulle sue spalle.
" Sapete, quando fa così è perché di solito è innamorato e tende a scacciare le altre"
Le parole di Liam le rimbombarono in testa e una strana morsa allo stomaco si fece sentire. D'altronde, a lei cosa importava se Malik era innamorato e soprattutto di chi. Holly apparve come al solito dal retro bottega.
-Allora, cos'è questa noia? Le ragazze non ballano stasera?- chiese a gran voce ravvivando la folla che rispose con un boato. Fece cenno alle ragazze di salire sul bancone facendo partire una canzone diversa dalle solite, una più ritmata e meno sexy.
Le ragazze iniziarono a ballare, ricevendo l'apprezzamento da parte dei clienti. Era impressionante come quelle tre fossero sempre così coordinate e quasi telepatiche quando si esibivano. Il loro spettacolo sembrava procedere per il meglio quando un cliente un po' brillo, allungò un po' troppo le mani.
-Ehy! Giù le mani!- ringhiò Cat, attirando l'attenzione delle ragazze.
-Perché? Sei qui per questo no?- continuò quello tirandola verso di se’ a malo modo.
-Lascia stare mia sorella. Hai capito?- esclamò Mad fermandosi dal ballare e intervenendo, mentre Amy staccava la musica. Cat fu liberata dalla sorella che l’abbracciò preoccupata.
-Mi ha toccato il culo e poi mi ha afferrata- le spiegò lei solo leggermente indispettita.
Magari non era un fatto normale, però capitava che qualche cliente ubriaco allungasse le mani, per questo motivo avevano i butta fuori.
Lou si avvicinò alle ragazze e trattenne l’uomo ubriaco che non sembrava averne avuto abbastanza.
-Lui hai fatto cosa?- chiese Niall, innervosendosi avendo sentito le parole di Cat.
-Rimangiati quello che hai detto su mia sorella- stava, intanto, dicendo Mad al cliente.
Non le era andato giù il discorso poco conveniente di questo. L’uomo barcollando si mise a ridere.
-Non ci penso nemmeno perché è la verità! Avanti riprendete, vi paghiamo per questo sculettare- sbraitò cercando approvazione nella folla, cosa che avvenne in senso inverso.
-Io non faccio proprio niente- rispose Cat guardandolo male.
L'uomo la prese per un braccio strattonandola, ma Mad liberò la sorella dalla presa per la seconda volta.
-Perché non te la prendi con qualcuno della tua portata?- gli chiese piazzandosi proprio davanti a lui.
Fu in quel momento che Niall potè vedere negli occhi di Mad, la stessa luce che aveva visto nella Walker l'altra mattina, quando aveva attaccato Zayn al muro.
-Come te per esempio?-
-No, me- rispose una voce, prima che il suo pugno si abbattesse sulla faccia dell'uomo che aveva parlato.
Mad spostò lo sguardo su Zayn, che si massaggiava la mano.
-Ahi! Devo essere giù d'allenamento- sibilò questo.
-Zayn, ma cosa...- Esclamò esasperata la mora mentre Lou e un buttafuori alzavano l’umo ubriaco che aveva incassato il colpo di Zayn.
Sembrava non essersi accorto di niente e continuava a ridere e opponeva resistenza mentre il barista e il ragazzo della sicurezza cercavano di portarlo fuori.
-Ragazzi, portatele via- disse Zayn mentre si accingeva a seguire l’uomo.
Questo continuava a inveire sulle tre bariste. mentre Zayn non sembrava più il ragazzo apatico di qualche minuto prima.
-Ma state scherzando spero, lasciatelo in pace. Ci pensa il buttafuori a fare il suo lavoro.- gli riprese Cat interpretando i pensieri dei ragazzi.
-Oh no, lui le ha toccate e lui ora la paga- rispose Harry, scrocchiandosi le nocche di una mano
Di lì a poco iniziò una rissa che coinvolse qualche altro cliente del bar, che era d'accordo con l'uomo, e i ragazzi. Niall e Liam si erano preoccupati di mettere al riparo le ragazze, scioccate per quello che stava succedendo.
-Così si faranno ammazzare!- esclamò Amy preoccupata, soprattutto per Harry.
-Hai ragione. Niall, te le affido- Liam si avventò sulla folla andando a dare man forte agli amici.
Intanto anche l’altro ragazzo della sicurezza era entrato in azione e stava aiutando il compare e Lou, cercando di far calmare la situazione. Ma un bar pieno di gente alticcia va d’accordo con le risse. In tutta la folla Lou si prese un bel pugno sull’occhio.
Holly entrò nel locale, attratta dal trambusto che sentiva dal suo ufficio e appena vide la rissa nel suo bar rimase sorpresa. Si riprese in fretta e schivando i lottatori si avvicinò al bancone, estrasse la pompa dell'acqua e iniziò a bagnare coloro che stavano lottando, come si fa quando due cani litigano, per allontanarli.
-Non sono ammesse risse nel mio bar. Fuori, adesso!- tuonò imperiosa.
Uno strano silenzio si creò nel bar e alcuni clienti uscirono mormorando qualcosa.
Amy sprofondò nelle braccia di Lou, ancora spaventata per la scena che aveva visto. Lou l'abbracciò protettivo, sentendola tremare.
Harry notando la scena si avvicinò ai due e scambiando un'occhiata con Lou, s'intesero e Harry prese il suo posto, stringendo a se Amy. La ragazza si calmò immediatamente riconoscendo il suo profumo. Liam posò una mano sulla spalla di Cat, che si aggrappò a lui ancora leggermente scioccata.
-Ehy, sta bene?- le chiese a voce bassa.
-Sì, adesso sì. Grazie… Anche se della rissa avrei fatto a meno-
Liam le sorrise prima di abbracciarla.
Mad, invece, stava guardando Zayn grondante d'acqua e con lo sguardo basso.
-Zayn...-
-Scusa è colpa mia. Non dovevo…- la interruppe lui alzando le mani riconoscendo di aver sbagliato.
-Si, non avresti dovuto. Con il tuo fare hai combinato un vero disastro. Però grazie per il pensiero-
-Dovere- rispose lui, guardandola negli occhi per qualche istante.
-Ragazzi, che dite. Andiamo?- chiese Liam, passando una mano sulla schiena di Mad, per rassicurarla, prima di dirigersi verso l’uscita.
-Forse è meglio. A presto ragazze- disse Niall, prima di uscire con gli altri.
Le ragazze li salutarono. Ancora non sapeva che cosa le aspettava a scuola l’indomani.



Salve lettori ^_^
Eccoci qui con un altro capito, spero che sia di vostro gradimento e come vedete la storia inizia a farsi davvero movimentata e intrigante. Chissà come reagiranno le sorelle quando scoprono che hanno fatto Amy e Harry... E chissà per quanto ancora riusciranno a mantenere il loro segreto.
Dama degli Intrighi, xoxo

 

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Capitolo 7
*** Cap 6 - Amelie VS Amy ***


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-Amelie?-
-Amelie, svegliati…-
-Amelia, dai, in piedi!-
-Amelia, forza che è tardi…-
-Amelia! Alza il tuo culo e portalo immediatamente fuori da questa casa!-
Mad. Solita finezza.
Amelie si stiracchiò prima di alzarsi e andare ad abbracciare Catherine e poi Madison, ignorando il fatto che l’avessero chiama Amelia per più di una volta. Le due sorelle si guardarono sorprese, mentre la piccola entrava in bagno saltellando.
-Ma che le prende questa mattina?- chiese Madison sconcertata, rivolta alla mezzana.
-Boh. Sono vent’anni che provo a capirla…- le rispose Catherine, alzando le spalle.
-Amelie! Esci da quel bagno tra tre, due, uno....- urlò Madison guardando l’orologio, ma prima che potesse arrivare a zero Amelie spalancò la porta del bagno.
-Buongiorno sorellone! Il sole splende, l'aria è fresca e gli uccellini cantano- esclamò Amelie con un sorriso enorme stampato in viso.
-Atterra, sorellina- ridacchiò Catherine, mettendole una mano sulla spalla.
-Dai su forza, andiamo- disse Madison aprendo la porta di casa e guardando la sorella più piccola con una certa diffidenza.
Arrivate all’Università, si diressero come al solito verso l’edificio contenente le aule del giorno. Si fermarono in corridoio attendendo l’orario giusto per entrare. Catherine notò che la sorellina era ancora euforica e saltellante.
-Amelie, non ci nascondi qualcosa?- chiese titubante.
-Già, sei tutta allegra e di solito sei una depressa cronica a scuola- le diede corda Madison.
-Una non può essere felice, adesso?-
-Non senza motivo- ribatté, ancora, Catherine.
-Avanti sorellina, parla- la mise alle corde la maggiore, dopo aver rovistato nella propria borsa.
-Uff... e va bene, avete vinto- si arrese Amelie, torturandosi le mani. -Ecco vedete.... sapete quando ieri sera sono "sparita"? Holly non mi aveva dato nessun compito...-
-Quindi dov'eri?- chiese Catherine portando le mani sui fianchi, già interpretando quello che stava per dire la sorella.
-Ero....sesso.....Styles- farfugliò questa.
-Cosa?- chiese Madison. Non si era capito niente di quello che aveva detto.
Amelie prese fiato e ripeté tutto in una volta.
-EroafaresessoconStyles-
-Sorella, scandisci altrimenti non si capisce niente- sbuffò Catherine alzando gli occhi al cielo.
Quando la sorella faceva così davvero le faceva salire i nervi. Piantò gli occhi in quelli di Amelie e così fece Madison attendendo che lei ripetesse scandendo bene le parole. Questa abbassò la testa colpevole.
-Ero a fare sesso con Styles-
-Tu hai fatto COSA?- urlò Madison che credeva di aver sentito male, o almeno ci sperava.
-Walker, la tua voce stridula già di prima mattina risparmiacela-
Ecco, Styles e il suo gruppetto erano arrivati. Proprio nel momento peggiore, poi, un po’ come al solito. Madison puntò il suo sguardo furente dalla sorella minore al ragazzo ricciolino e sibilò tra i denti.
-Styles, sta lontano da me-
-Oh che paura! Altrimenti?- chiese questo, provocandola.
Madison non rispose, si limitò a incenerirlo con lo sguardo. Era meglio non esplodere in quel momento. Sarebbe stato più proficuo aspettare di trovarli al bar. Harry la ignorò e fece la solita cosa, quella che faceva tutti i santi giorni: buttò a terra i libri di Amelie che, sbuffando, si chinò a raccoglierli. Mentre lo faceva, però, dalla manica della felpa sbucò un braccialetto blu e argento.
Harry lo notò riconoscendolo immediatamente e spalancò gli occhi sorpreso, squadrando Amelie dalla testa ai piedi prima di andarsene senza dire più niente. Gli altri seguirono Harry, guardandosi confusi e lasciando le tre Walker con un palmo di naso.
-Ragazze, la prossima volta io...- stava già dicendo furente la maggiore, ancora  a pugni stretti.
-Tu niente. E' una cosa tra me e lui, Madison- la interruppe Amelie alzandosi in piedi. -Almeno per una volta fammi combattere da sola-
-Se fosse qualcun'altro sì, ma è Harry!- le fece notare la sorella maggiore.
-Madison, Amelia se la sa cavare. Ha ragione, tocca a lei difendersi- si intromise Catherine per portare la pace tra le due.
Amelie le sorrise. – Comunque è Amelie con la e…- la corresse per la prima volta nella mattinata.
-Oh, adesso se ne accorge… D'accordo. Ma non venire a piangere da me, dopo!- rispose stizzita.
-Ti voglio bene, Madison- l’abbracciò la sorellina tornando di buon umore.
Le tre sorelle si diressero verso il carretto del caffè nel patio. Avevano ancora qualche minuto prima che le lezioni iniziassero. Per loro fortuna quella mattina erano lezioni che iniziavano sul tardi.
La ragazze, una volta presa la bevanda calda, si misero a guardare il gruppo delle cheerleaders allenarsi poco più in là, nei pressi del campo d’atletica.
-Ricordami il perché ho ceduto il posto a quella finta bionda…- farfugliò Catherine prendendo piccoli sorsi.
-Troppa popolarità e montati che ti girano intorno- le rispose Madison, legandosi i capelli in una coda alta.
-Però eri la migliore, sorellona- disse Amelie facendole un occhiolino.
-Grazie sorellina- le sorrise questa di rimando.
Stavano ormai per iniziare le lezioni e le tre ragazze tornarono a dirigersi verso il corridoio, quando Harry si parò davanti alle tre e, rivolto verso ad Amelie, parlò seriamente.
-Dobbiamo parlare. Adesso-
Non aspettò nemmeno risposta. Prese la ragazza per un braccio e la portò via.
-Ma dove vanno?- chiese Zayn spuntando anche lui dietro alle due Walker rimaste.
-Non lo so, ma se non tornano in fretta spacco la faccia al vostro amico- gli rispose Madison, seguendo i due con lo sguardo.
 
Harry aprì la porta della stanza di musi, ora vuota, ed entrò tirando per il braccio Amelie. Si chiuse la porta alle spalle mentre la ragazza indietreggiava spaventata. Non sapeva bene cosa aspettarsi. Se in quel momento fosse stata la Amy del bar quello sarebbe stato un momento gradevole. Ma era solo Amelie…
-Cosa vuoi?- gli chiese.
-Te l'ho detto, parlare- rispose lui, avvicinandosi e prendendole il polso sinistro con uno scatto. Alzandole il braccio, scoprì il braccialetto.
-Questo, dove l'hai preso?-
-L'ho trovato- rispose lei.
-Speri che me la beva?- ridacchiò nervosamente.
-E' la verità. L'ho trovato, mi piaceva e l'ho preso!-
-E dove l'avresti trovato?- chiese ironico.
Amelie esitò. Nella sua mente stava cercando una risposta abbastanza convincente, ma non le veniva in mente nulla.
-Ho dato quel braccialetto a una ragazza bionda con cui l’ho fatto in macchina ieri sera. Che coincidenza, eh?- chiese sarcastico lasciandole il polso con uno scatto.
-E guarda caso il suo nome potrebbe essere il diminutivo del tuo… Amy- continuò passandosi una mano tra i capelli nervosamente.
Amelie fu salvata dall'entrata del professore.
-Walker! Styles! Che ci fate qui dentro da soli?-
Harry mandò un'occhiata di fuoco alla ragazza, che uscì di corsa dall’aula.
 
Finalmente giunse la sera e le ragazze tornarono alla loro forma notturna. Il Vanity Fox era affollato come sempre. Ormai era consuetudine che vi fosse una fila di qualche metro fuori dal locale. Tutta gente che attendeva di poter entrare mentre le ragazze del Vanity facevano andare in visibilio la folla. E proprio come tutte le sere, quando arrivarono i ragazzi si diressero tutti verso il bancone.
-Buonasera gente!- li salutò Cat con il consueto buon umore.
-Ciao rossa- la salutò Liam, spostando poi lo sguardo subito su Mad.
-So che sono bella, ma vuoi una foto?- scherzò la mora mentre serviva dello scotch.
Liam si unì alla sua risata, fulminato dallo sguardo di Zayn.
-Ehy, il depresso è tornato con noi!- continuò Mad avvicinandosi ai ragazzi. –Che vi porto?-
Zayn le sorrise con una strana luce negli occhi.
-Guarda che non ci casco, moretto- lo sbeffeggiò questa.
"Ma davvero Mad? Allora la morsa allo stomaco di quando ti ha sorriso?" si disse da sola, dandosi della stupida nella propria mente.
Amy si sentì prendere una mano mentre era appoggiata al bancone. Si voltò e vide Harry che fissava lo sguardo in quello di lei. Un senso d'angoscia si fece largo nella ragazza, che sospirò. Si diressero insieme nel bagno del bar, senza dirsi niente, con in sottofondo le parole di Liam.
-E si va di secondo round!-
Una volta nel bagno, Harry mandò fuori quelli che occupavano la stanza con una scusa, per rimanere da solo con Amy.
-Amy, pensi davvero che io oggi ci sia cascato?- le chiese.
Era più tranquillo di quella mattina, ma era anche molto freddo con lei. Proprio come era sempre stato quando lei era Amelie.
-Oggi? Ma non ci siamo visti… oggi- si difese lei, cercando di salvare l’impensabile.
-Walker, mi prendi in giro?- si innervosì lui.
Amy si ammutolì. Beccata.
-Quello è il braccialetto che ti ho dato ieri sera! E lo avevi anche stamattina all’Università. L'ho riconosciuto appena l'ho visto e ho capito che tu e la Amy del bar siete la stessa persona- sbottò visibilmente irritato.
Amy sospirò. Non riusciva a trovare niente da dire. Avrebbe dovuto essere felice, aveva fatto fesso il ragazzo che l’aveva sempre presa in giro sin dall’inizio. Ma lei era davvero cotta di lui e aveva sperato potesse ricambiare.
-Ti sei pentito?- gli chiese torturandosi le dita.
-Di cosa?-
-Di ieri sera-
Fu il turno di Harry di sospirare, scompigliandosi i ricci voluminosi. Si guardò allo specchio e si prese qualche momento di silenzio prima di rispondere.
-No-
La risposta spiazzò Amy che abbozzò un sorriso. Forse non tutto era perduto, anzi. Aveva conquistato il ragazzo che voleva.
-Ma sei una Walker-
Ecco la pugnalata alle spalle.
-No, io non sono ne la Walker, ne la ragazza del Vanity. Io sono Amy, quella che ha passato la serata di ieri con te! E mi brucia dirlo, ma è stata la sera più bella della mia vita!- esclamò la ragazza avvicinandosi a lui e cercando un contatto fisico, ma lui si scostò.
-E' stato uno sbaglio- rispose calmo. Non sembrava nemmeno lui. -Mi sono solo preso una sbandata per la bionda del bar. Non credevo di illuderti-
-Invece è stato così!- gli rispose Amy, inorridendo per le sue parole.
-Mi dispiace-
Amy rimase a guardarlo immobile. Rabbia, tristezza.... troppe emozioni tutte in una volta. Sentiva le lacrime spingere ai lati degli occhi e minacciare di scendere lungo le guance. Con un gesto di rabbia si tolse il braccialetto e lo buttò vicino ai suoi piedi.
-Sparisci- ringhiò stringendo i pugni e intimandogli di varcare la porta immediatamente.
Harry raccolse il bracciale e uscì dal bagno, lasciando Amy da sola. La ragazza si appoggiò al muro, lasciandosi scivolare a terra, scoppiando in un pianto disperato.
 
-Dov'è Amy?- chiese Mad, vedendo Harry tornare dal bagno da solo.
-Boh, forse è ancora in bagno- rispose questo, senza guardarla negli occhi.
-Vado a cercarla- si offrì Cat consegnando il vassoio a Lou.
Mad annuì, tenendo lo sguardo fisso su Harry, cercando di capire. Il riccio si andò a sedere sul divanetto dove c'erano anche Zayn e Niall, mentre Liam era seduto al bancone. Mad incrociò lo sguardo di Zayn e gli sorrise.
Liam notò lo scambio di sguardi e tossicchiò, attirando l'attenzione della ragazza.
-E' tutta la sera che non ti toglie gli occhi di dosso- scherzò guardando il suo bicchiere di coca-cola.
-Già, tra un po' vado a chiedergli se vuole una foto pure lui. Bevi quella bevanda prima che cambi idea e la ritenga illegale come l’acqua qui dentro- rispose Mad tornando dai clienti.
-Non penso che gli basti una tua foto….-
-E tu che ne sai? Hai detto che è innamorato, no?- borbottò la mora.
-Sì, ma non ti ho detto di chi- rispose Liam con un sorriso furbo.
-Perché dovrebbe interessarmi?-
-Boh, così. Sembravi preoccupata ieri sera- la punzecchiò.
-Ho capito. Cosa vuoi?- chiese sbuffando e alzando gli occhi al cielo.
-Il mio bicchiere d'acqua- sorrise lui trionfante.
Mad ridacchiò, prima di porgergli il bicchiere con l’acqua.
-Comunque… Si tratta di te- ammise lui prendendo il bicchiere.
-Che cosa?- esclamò lei bloccandosi sul posto e sbarrando gli occhi.
Liam rise.
-Sì, si è innamorato della bella barista mora- continuò.
Lo sguardo di lei si spostò automaticamente su Zayn, che gli fece un occhiolino dal divanetto. Mad non potè non trattenere un sorriso. Cat tornò dal bagno con Amy per mano e Mad, vedendo la scena si preoccupò.
-Cos'è successo?- chiese sottovoce prendendo le sorelle da parte e guardando Amy.
-Harry l'ha "lasciata"-
-Voleva solo la Amy del bar- rispose mogia la bionda passandosi un fazzoletto sotto agli occhi per togliere il trucco colato.
-Lo ammazzo- ringhiò Mad facendo il gesto di rimboccarsi le maniche per una scazzottata.
Cat la bloccò mentre stava cercando di scavalcare il bancone e la riportò con i piedi per terra.
-No, è mio- disse con uno strano sorriso maligno.
Fece partire la musica e la sua vendetta su Harry iniziò.
 
La mattina seguente a scuola le tre sorelle erano davanti al carretto del caffè nel patio dell’università con la bevanda calda tra le mani. Niente di meglio che un buon caffè dopo una nottata carica.
Amelie sembrava giù di morale, continuava a guardarsi il polso sinistro cercando invano il braccialetto che Harry le aveva dato qualche giorno prima.
-Avanti Amelie, è solo un coglione- le disse la maggiore cercando di consolare la sorellina.
Catherine prese parola.
–Già Amelie, ci stai male perché tu eri innamorata di Harry, mentre lui amava solo la Amy del bar. Poteva capitare a tutte…-
Amelie si lasciò scivolare per terra, mentre Madison dava una gomitata alla mezzana per essere stata così diretta, e con un filo di voce disse:
–Lui lo ha fatto con me, è stato il primo, pensavo mi amasse…-
Catherine fece alzare la sorella e l’abbracciò amorevolmente mentre Madison si accorse che dal fondo del corridoio quattro voci tanto famigliari quanto fastidiose si stavano avvicinando. Il gruppetto dei quattro si fece avanti tra la marmaglia di persone capitanato da Styles in prima fila, Amelie lo vide e i suoi occhi si riempirono di lacrime, scappò via dall’abbraccio della sorella piangendo, entrando in università, probabilmente diretta in bagno.
-Ah ecco quella sfigata della Walker che frigna- si sentì dire proprio dalla bocca che una sera prima le aveva detto “Ora sei mia”.
Madison, accecata dalla rabbia e dalla sete di giustizia per la sorellina, urlò rivolta ad Harry.
-Complimenti! Hai fatto soffrire mia sorella seducendola e lasciandola-
Catherine si portò una mano al viso pensando che ora, se già Styles non aveva sparso la voce, di sicuro le avrebbero riconosciute tutti. Harry sfoggiò un ghigno malefico e disse a gran voce.
–Ha giocato con il fuoco e si è bruciata- detto questo sparì con gli altri tre dietro.
Amelie era, invece, arrivata all’entrata del campus e si era seduta sul muretto a viso basso con le lacrime che le scendevano per le candide guance rosa pesca. Tutto d’un tratto sentì una figura sedersi accanto a lei e chiederle cosa avesse, Amelie alzò lo sguardo, squadrò meglio il ragazzo e solo poco dopo realizzò che era Louis..
–Che ha questa bellissima ragazzina per starsene qui sola a piangere?- e chiese lui stentando a riconoscere la sua compagna di lavoro.
La ragazza si asciugò una lacrima e iniziò a raccontare la storia.
-…..e così mi ha lasciata riprendendosi il braccialetto-
Louis fece appoggiare la testa di Amelie sulla sua propria spalla. L’abbracciò teneramente e cercò di consolarla come meglio poteva.
-Su su, non piangere. Harry fa parte del gruppo di ragazzi che si sentono dei scesi in terra. Sono fatti così, non è bello da dire ma è così-
Amelie scoppiò di nuovo a piangere lasciando che un abbraccio di Louis l’avvolgesse, quando si staccarono Louis si alzò in piedi e guardò Amelie negli occhi, quegli occhi che erano di un blu talmente profondo che sarebbero riusciti a calmare chiunque, le tese una mano e la fece alzare.
–Avanti vieni con me-
-D-dove?- gli chiese lei tentennante alzandosi.
–Sono le 10 di mattina, sto morendo di fame, andiamo a fare colazione-
Lei gli sorrise e gli diede di nuovo la mano. Louis la fece salire sulla sua Porsche rossa fiammante e insieme sgommarono verso il bar più vicino.

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