Percy Jackson e la rinascita del Cielo

di AnonimoX
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Assalto al campo mezzosangue ***
Capitolo 2: *** La profezia comincia ad avverarsi ***
Capitolo 3: *** Falange oplitica? Nessun problema! ***
Capitolo 4: *** Un avversario temibile ***
Capitolo 5: *** Il Generale Dràkon ***
Capitolo 6: *** Provvedimenti per un futuro assalto ***
Capitolo 7: *** Cominciano i lavori al campo ***
Capitolo 8: *** Arrivano i goblin ***
Capitolo 9: *** Battaglia fuori dalle porte del forte ***
Capitolo 10: *** Missione di sabotaggio ***
Capitolo 11: *** Duello con il Capitano Garv ***
Capitolo 12: *** Combattimento all'ultimo sangue ***
Capitolo 13: *** La resa dei conti ***
Capitolo 14: *** Assalto al forte romano ***
Capitolo 15: *** Battaglia all'ultimo sangue nel tunnel ***
Capitolo 16: *** Una brutta notizia ***
Capitolo 17: *** Clarisse finisce al tappeto ***
Capitolo 18: *** Duello nell'arena ***
Capitolo 19: *** Pic Nic prima della grande battaglia ***
Capitolo 20: *** Situazione critica ***
Capitolo 21: *** Il giorno della battaglia ***
Capitolo 22: *** La goccia che fa traboccare il vaso ***
Capitolo 23: *** Percy si scatena ***
Capitolo 24: *** Allenamento ***
Capitolo 25: *** I cacciatori di umani ***
Capitolo 26: *** Comincia la fuga ***
Capitolo 27: *** Cervo arrosto per cena ***
Capitolo 28: *** La storia di Dràkon ***
Capitolo 29: *** Assalto notturno ***
Capitolo 30: *** Il viscido Re ***
Capitolo 31: *** Combattimento contro un alligatore ***
Capitolo 32: *** Il Barone Van Gast ***
Capitolo 33: *** Un piano per espugnare Forte Garvin ***
Capitolo 34: *** Intrusione nel Forte ***
Capitolo 35: *** Battaglia nel Forte ***
Capitolo 36: *** Battaglia tra le macerie ***
Capitolo 37: *** Un nuovo nemico ***
Capitolo 38: *** Una minaccia dal dio della guerra ***
Capitolo 39: *** Un incubo prima della battaglia decisiva ***
Capitolo 40: *** Intrusione nella sala del trono ***
Capitolo 41: *** Sacrificio ***
Capitolo 42: *** Fine della battaglia ***
Capitolo 43: *** Il Laboratorio segreto ***
Capitolo 44: *** Archimede ***
Capitolo 45: *** La rosa della morte-Fuga dal laboratorio[Speciale] ***
Capitolo 46: *** Verso il Monte Rushmore ***
Capitolo 47: *** Battaglia sospettosa ***
Capitolo 48: *** Lo spettro ***
Capitolo 49: *** Durza ***
Capitolo 50: *** Il potere della rosa nera ***
Capitolo 51: *** La scelta ***
Capitolo 52: *** La ventiquattresima ora ***
Capitolo 53: *** Super Percy ***
Capitolo 54: *** Duello ai confini di San Francisco ***
Capitolo 55: *** La fine di Durza ***
Capitolo 56: *** Turbine la dominatrice dell'oceano ***
Capitolo 57: *** L'ultima chance? ***
Capitolo 58: *** I cavalieri dei draghi ***
Capitolo 59: *** Jormungandr resiste ***
Capitolo 60: *** L'ultima speranza ***
Capitolo 61: *** Il passato di Roz ***
Capitolo 62: *** Un potere incontrollabile ***
Capitolo 63: *** Combattimento disperato ***
Capitolo 64: *** Ares il corrotto-Il ritorno del flagello del Monte Olimpo[Speciale] ***
Capitolo 65: *** La strepitosa forza di Roz ***
Capitolo 66: *** La mutazione ***
Capitolo 67: *** Battaglia furiosa nella fortezza nera ***
Capitolo 68: *** Galbatorix al 100% ***
Capitolo 69: *** Fine dello scontro ***
Capitolo 70: *** Vendetta ***
Capitolo 71: *** Il piano di Roz ***
Capitolo 72: *** Profezia svelata ***
Capitolo 73: *** Sopravvivere ***
Capitolo 74: *** La dimensione Omega ***
Capitolo 75: *** Il guardiano del lago nero ***
Capitolo 76: *** I guerrieri scheletro ***
Capitolo 77: *** Tre semidei alla prova ***
Capitolo 78: *** Allenamento ***
Capitolo 79: *** Il quinto girone ***
Capitolo 80: *** La rinascita ***
Capitolo 81: *** In difficoltà ***
Capitolo 82: *** Aiuto ***
Capitolo 83: *** Sbrigati Percy! ***
Capitolo 84: *** Il ritorno dell'eroe ***
Capitolo 85: *** Divinizzazione ***
Capitolo 86: *** Fino alla morte ***
Capitolo 87: *** Il ritorno del dio della morte ***
Capitolo 88: *** Battaglia tra dei ***
Capitolo 89: *** In svantaggio ***
Capitolo 90: *** L'ultima possibilità ***
Capitolo 91: *** All'ultimo secondo ***
Capitolo 92: *** Finale a sorpresa ***
Capitolo 93: *** Un nuovo inizio ***



Capitolo 1
*** Assalto al campo mezzosangue ***


                                 

   

Percy


Sono passati ben quattro anni dalla sconfitta di Gea e da quando Percy e Annabeth si erano trasferiti a Nuova Roma per il collage. Quella mattina Percy si alzò prima del solito orario, faceva freddo, notò che Annabeth dormiva ancora e così decise di andare in cucina per prepararle la colazione, quando finì decise di uscire e lasciare un biglietto dove diceva che andava al campo, quella notte aveva fatto un incubo, aveva a che fare con una profezia ma non riusciva a ricordarla e per questo si incamminò verso il campo mezzosangue. Prese l'autobus e mentre andava a prendere posto notò fuori dal finestrino che in cielo c'era qualcosa o qualcuno che volava, sembrava un aquila ma era troppo distante per riuscire a vedere meglio, inoltre era ben più grande di un'aquila e all'improvviso sparì. Sceso dall'autobus si diresse verso il campo mezzosangue, era da tanto che non ci andava e appena entrò tutti i vecchi amici lo andarono a salutare compreso Chirone. -- Percy, da quanto tempo! Come va? -- Bene, noto che il numero di ragazzi al campo è aumentato e di parecchio! -- Chirone si voltò a guardare le varie case e annuì -- Siamo arrivati a circa duecentocinquanta semidei e sono previsti altri arrivi. -- Percy rimase fermo a pensare qualche secondo poi decise di raccontare a Chirone il suo sogno, il Centauro lo fissò pensieroso e alla fine disse -- Ieri Rachel ha detto una profezia, era da tanto che non ne diceva una...-- Percy intuì che c'era qualcosa che non andava -- Dimmela -- Il centauro si accertò che non ci fosse nessuno e cominciò a parlare -- I ladri arriveranno, tre mezzosangue sotto il sole marceranno, il viscido Re affronteranno e l'oceano nemico loro sarà. Il risveglio del grande si avvererà e quando tutto sembrerà finito il creatore rinascerà. -- Il figlio di Poseidone rimase a fissare il vuoto -- Hai idea di cosa voglia dire? -- Il maestro fissò il cielo e attese qualche secondo prima di parlare -- Sinceramente non ne ho idea, la profezia non è molto chiara, al momento siamo a conoscenza della profezia solo io, tu, Dionisio e ovviamente Rachel. -- Nel frattempo i due decisero di incamminarsi verso il bosco. -- Percy, tu e Annabeth avete continuato ad allenarvi? Ho il sospetto che voi due sarete i protagonisti di quest'impresa, nessuno qui al campo ha sognato nulla che avesse a che fare con la profezia e invece tu sì. 
-- Sì, abbiamo continuato ad allenarci sopratutto con le armi che non sappiamo usare bene, io con l'arco e Annabeth con la spada, comunque mi chiedo allora chi possa essere il terzo della profezia.
-- Lo scopriremo a tempo debito.
Proprio mentre finì di parlare arrivò Annabeth, aveva spada e pugnale che colavano sangue dorato e aveva delle ferite alle gambe e alle braccia. 
-- Grifoni in città, ne ho uccisi quattro, altri sette mi hanno inseguita fino a qui e sono stati abbattuti dai ragazzi della casa di Apollo.
Percy le diede un po' di nettare e lei lo mangiò, le ferite sparirono immediatamente.
-- Stamattina avevo visto qualcosa di grande volare nel cielo, sospettavo fosse un grifone ma non si vedeva bene...Certo che un ️ ️ ️attacco da undici grifoni non è poco, deve esserci qualcosa sotto.
-- Percy e Annabeth, andate all'armeria e prendete delle armature, ho un brutto presentimento, corro a radunare i semidei.
I due ragazzi corsero verso l'armeria e indossarono elmo e armatura per poi dirigersi verso l'entrata del campo e vedere un centinaio di grifoni attaccare il gruppo di semidei radunato da Chirone.
Percy e Annabeth corsero ad aiutarli, erano circa venti contro cento, ma dovevano cercare di resistere il più a lungo possibile, un grifone si gettò sul figlio di Poseidone, con un'agile capriola saltò indietro ed evitò di un soffio gli artigli del nemico, subito dopo lo infilzò al collo e il grifone si disintegrò, altri due lo attaccarono, uno da destra e un'altro da davanti, Percy fece un balzo indietro e lanciò lo scudo in faccia al grifone che era davanti a lui poi mentre quello finiva a terra si voltò per affrontare l'altro e parò un'artigliata, gli mollò un calcio al petto facendolo cadere a terra e gli si buttò sopra infilzandolo con Vortice. Nel frattempo l'altro grifone si era ripreso e gli morse la spalla destra distruggendogli la protezione dell'armatura e ferendolo, Percy cercò di non pensare al dolore e gli conficcò la lama nel collo uccidendolo. Si prese un attimo di tregua e vide che stavano arrivando altri semidei ad aiutarli, Annabeth combatteva alla sua sinistra contro un grifone, quello tentava disperatamente di parare i colpi di spada ma lei fu più agile e lo tagliò in due.
Fece giusto in tempo ad abbassarsi che un artiglio gli volò dove prima c'era la sua testa, impugnò la spada a due mani e si gettò contro il grifone tagliandogli la zampa e successivamente colpendolo alla pancia facendolo disintegrare. I grifoni vedendo che stavano arrivando i rinforzi aumentarono la pressione contro i semidei nel tentativo di distruggerli prima dell'arrivo degli aiuti, di colpo si sentì un esplosione dall'altra parte del campo, poi Percy sentì un forte dolore alla testa e tutto diventò nero, si accasciò a terra e l'ultima cosa che sentì fu Annabeth che lo chiamava.


Angolo Autore :) Innanzitutto vi ringrazio per aver letto la storia e spero vi sia piaciuta, se trovate qualche errore scrivetelo e lo correggerò, inoltre cercherò di inserire due capitoli al giorno! ;) Un piccolo spoiler, la storia durerà per circa cento pagine o forse qualcosa in più, Buona lettura :D

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Capitolo 2
*** La profezia comincia ad avverarsi ***


Annabeth



Annabeth sentì una fortissima esplosione, sembrava provenire dall'armeria, poi si girò e vide un grifone colpire con il becco l'elmo di Percy facendo perdere i sensi al ragazzo, aveva cercato di avvisarlo ma il grifone era stato troppo veloce. -- Maledetto! -- Con un salto finì in groppa al grifone e lo pugnalò al collo, poi si mise davanti a Percy e trafisse un altro grifone che cercava di colpire il ragazzo ormai privo di sensi, intanto arrivarono i rinforzi e molti grifoni si ritirarono scappando via, quelli che tentarono di resistere durarono poco e vennero trafitti da frecce e lance. Annabeth prese in braccio Percy e a fatica riuscì a portarlo al sicuro dove gli diede il nettare, inizialmente non successe nulla, poi cominciò a muoversi e aprì gli occhi verdi e lei rimase a osservarlo mentre si rialzava. -- Mi sento la testa scoppiare, cos'è successo? -- La figlia di Atena gli diede un bacio -- Un grifone ti ha quasi sfondato la testa, comunque dobbiamo muoverci e andare verso l'armeria, ho sentito un'esplosione da quelle parti. Annabeth cominciò a correre e Percy la seguì, arrivati all'armeria videro che oltre metà delle armi e delle armature del deposito erano sparite, poco dopo arrivò Chirone -- Cos'è successo qui? -- Hanno lanciato delle granate generando fumo e confusione, sono entrati e hanno saccheggiato l'armeria -- Percy si voltò e vide che a parlare era stato Nico di Angelo, era diventato più alto dall'ultima volta che si erano visti, indossava un mantello nero e portava la lama nera sul fianco. Percy non aveva dubbi su cosa doveva fare -- La profezia ha cominciato ad avverarsi, l'arrivo dei ladri...I tre mezzosangue siamo io, Annabeth e Nico. Chirone li squadrò tutti e tre e poi prese del nettare porgendoglielo -- Prendete, vi servirà -- I tre ragazzi presero una parte del nettare a testa e lo misero nelle tasche, poi salutarono gli amici al campo e si avviarono verso la foresta. -- Dobbiamo accelerare il passo, ho mandato cinque scheletri a combattere quei mostri per rallentarli ma non dureranno molto. -- Nico tu hai visto per caso quanti erano? -- Chiese Percy -- Sì, non più di dieci e se non sbaglio si tratta di goblin. -- -- Se sono goblin sarà dura raggiungerli, sono agili e astuti. -- Annabeth era visibilmente preoccupata. -- Secondo voi l'attacco dei grifoni al campo e il saccheggio dell'armeria sono collegati? -- Domandò il figlio di Poseidone. -- È ovvio Testa d'Alghe, non dirmi che non ci avevi pensato! Percy aggrottò la fronte offeso -- Sei tu la stratega qui mica io! -- Nico sospirò e i tre continuarono a correre nella foresta, tutto era silenzioso ma di colpo sentirono rumori di spade che sbattevano contro scudi e urla di battaglia animalesche, erano rimasti solo due scheletri armati di spada e scudo che affrontavano otto goblin armati di lance, sciabole e mazze ferrate. Nico si avvicinò a Percy e Annabeth -- Sono distratti dagli scheletri, dobbiamo approfittarne per attaccarli. -- I due ragazzi annuirono e si prepararono all' assalto, uscirono dalla vegetazione con un urlo spaventoso, i goblin si girarono spaventati, due di loro furono troppo lenti e finirono disintegrati dalle lame dei semidei, Nico tagliò il braccio di un altro e lo infilzò al petto, nel frattempo i cinque rimasti si erano ripresi dalla sorpresa e abbatterono uno scheletro con una mazzata in testa e l'altro decapitandolo con la sciabola, Percy combatteva come una furia, aveva su di se tre goblin, parava e colpiva ad una velocità spaventosa, un goblin tentò di infilzarlo al petto ma il semidio schivò agilmente e lo trafisse al cuore, gli altri due furono più prudenti e lo attaccarono contemporaneamente ma Vortice è una spada enorme e Percy non ebbe difficoltà a parare entrambe le lame, poi evocò dell'acqua e inondò il goblin alla sua destra, l'altro finì tagliato in due dalla spada, il nemico che era stato inondato finì con la spada di Nico nelle costole, anche Annabeth nel frattempo aveva ucciso il suo nemico con una pugnalata alla nuca. -- Dove sono le armi saccheggiate dall'armeria? -- Si domandò Percy notando che intorno non ce n'era nemmeno una. Annabeth rifletté qualche secondo e poi gli rispose -- Temo che i goblin che abbiamo appena affrontato fossero solo una parte del gruppo che ha saccheggiato il deposito. -- Allora non abbiamo tempo da perdere, da che direzione sono andati? -- Chiese Percy -- Sempre avanti, su avanti muoviamoci. -- Annabeth guidava i tre, la foresta si faceva sempre più fitta, scavalcarono tronchi caduti e falciarono le piante che impedivano loro di avanzare ma più andavano avanti più era difficile avanzare. -- Non riusciremo mai a raggiungerli! -- Disse furioso Nico, era vero, per quanto avrebbero corso non sarebbero mai stati agili quanto i goblin e presto ne avrebbero perso le tracce. Di colpo si sentì un tonfo alle loro spalle, si voltarono e... -- Hey capo vi vedo a corto di benzina, vi serve un passaggio? -- Blackjack e Guido erano alle loro spalle -- Siamo in tre riesci a portare due di noi insieme? -- Blackjack sbuffò -- Spero che tu stia scherzando, ovvio che riesco! -- Percy e Annabeth salirono su Blackjack e Nico su Guido, i due pegasi erano cresciuti dall'ultima volta che li aveva visti, volavano molto più velocemente. In meno di dieci minuti entrarono in vista dei goblin. -- Sono troppi! Saranno circa una ventina! Mentre noi siamo solo in tre! -- Blackjack sbuffò ancora -- Hey capo, secondo te resterò a guardarvi mentre vi fate fare a pezzi? Combatteremo anche io e Guido! -- Annabeth annuì -- Noi tre attaccheremo le dieci guardie armate, voi due dovete occuparvi di quelli che hanno i sacchi, attenti a non romperli, dentro è pieno di armi. Ora ci serve un piano per attaccarli. -- Non fece nemmeno in tempo a dirlo che Percy e i pegasi si erano già scagliati contro i nemici. -- Come non detto, andiamo! -- I due pegasi cominciarono a piombare addosso ai nemici, due finirono subito disintegrati, Percy squarciò la schiena di uno dei dieci goblin armati, quello urlò di dolore e tentò di colpirlo ma prima che ci riuscisse si ritrovò con la lama nel fianco e sparì in una polvere nera.

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Capitolo 3
*** Falange oplitica? Nessun problema! ***


Annabeth



Annabeth lanciò il pugnale e trafisse un goblin alla testa, poi sguainò la spada d'osso di drago e parò un colpo diretto alla sua caviglia, con la gamba sinistra mollò un potente calcio alla testa del nemico stordendolo, ne approfittò subito per trapassarlo nella pancia. Accanto a lei Nico aveva evocato due scheletri e combatteva al loro fianco contro due goblin, uno dei due decapitò lo scheletro ma finì infilzato dall'altro, il goblin sopravvissuto però era più abile, uccise l'ultimo scheletro e parava ogni colpo con lo scudo e appena vedeva un errore dell'avversario ne approfittava, Nico commise lo sbaglio, si innervosì e spacco con la spada lo scudo nemico ma rimase scoperto e il goblin con un calcio al petto lo scaraventò contro un albero, fece un enorme salto e atterrò sopra il semidio, ormai pronto a calare la lama, Nico sarebbe finito ucciso in un colpo ma Guido che era lì fece in tempo a colpire con gli zoccoli la testa del goblin, l'elmo saltò via ma il goblin non cadde, si voltò furioso e tentò di colpire il pegaso alla testa, Guido fu veloce ed evitò il colpo, Annabeth con un salto finì in testa al goblin e più veloce di un fulmine conficcò il pugnale alla base del collo, il goblin cadde a terra morto e sparì. Erano rimasti tredici goblin, otto cominciarono a scappare con i sacchi mentre i restanti tutti armati di lancia e scudo si disposero a falange e avanzarono verso i semidei. Annabeth andò vicino a Percy -- Non possiamo contrastarli, nessuno di noi ha uno scudo! Inoltre Nico è svenuto, abbiamo solo una possibilità, Percy tu e Blackjack dovete cercare di distrarli il più possibile, io fingerò una fuga insieme a Guido, li prenderemo alle spalle, mi raccomando non fatevi ammazzare! -- Percy le fece l'occhiolino -- Non preoccuparti, ho un'idea. -- La figlia di Atena montò su Guido e scapparono via in volo, i Goblin sogghignarono e accelerarono il passo, erano ad una decina di metri quando Percy evocò un onda alta due metri e li travolse facendoli arretrare, la barriera di scudi però resisté all'impatto ma questo li fece guadagnare tempo, Annabeth virò a destra e vide Percy che si batteva contro i goblin, Blackjack deviava le lance con gli zoccoli e il figlio di Poseidone faceva lo stesso con Vortice. Annabeth sussurrò al orecchio di Guido -- Acceleriamo, non resisteranno a lungo. -- In pochi secondi si ritrovarono alle spalle del nemico e tese l'arco che aveva appeso alla schiena, scoccò una freccia che colpì un goblin alle spalle, l'armatura leggera fu trapassata e il goblin cadde morto e polverizzato, i goblin accanto a loro si voltarono senza chiudere il varco lasciato dal compagno morto e quello fu il loro errore, Percy sguainò il gladio di oro imperiale che gli regalò Reyna e corse nello spazio lasciato vuoto, ora non so se lo sapete ma le lunghe lance in uno spazio ristretto sono completamente inutili a differenza del gladio che nacque per lo scontro corpo a corpo in spazi limitati. La combinazione dell'effetto sorpresa di Annabeth e l'assalto di Percy fu letale, i goblin caddero uno dopo l'altro senza nemmeno rendersene conto, ne rimasero due che gettarono a terra lance e scudi e se la diedero a gambe nella foresta. Percy era ferito e stanco, evocare un'onda dal nulla senza attingere a fonti d'acqua esterne era faticoso, inoltre le ferite riportate contribuivano a indebolirlo sempre di più. Annabeth gli corse incontro e gli fece appoggiare un braccio intorno al collo per poterlo sostenere. -- Nico come sta? -- Chiese Percy -- Abbastanza bene -- Il figlio di Ade era in piedi e accarezzava il pegaso che lo aveva salvato -- Me la sono vista brutta, quel dannato goblin stava per farmi secco. -- Blackjack nitrì e Percy tradusse -- Dice che dobbiamo muoverci altrimenti li perderemo. -- Annabeth prese un po' di nettare e lo diede a Percy ma lui rifiutò -- Non ora, nel prossimo scontro potrei averne più bisogno di adesso e se la prendo ora non potrò prenderla dopo. -- Salirono sui pegasi e si lanciarono all'inseguimento, non era facile volare a quella velocità nella foresta ma i due destrieri riuscivano a evitare ogni ostacolo, entrarono in vista dei dieci goblin superstiti erano tutti allineati e pronti al combattimento, lo sguardo minaccioso e la lama stretta nel pugno, sarebbero morti con la spada in pugno e non fuggendo. Nico sguainò Hellborn(È il nome che ha dato alla spada Nera), Percy impugnò Vortice e Annabeth prese Lefkó ovvero la sua spada d'osso di drago, Annabeth si girò verso Nico -- Nico riusciresti ad evocare qualche altro scheletro? -- Nico chiuse gli occhi per concentrarsi e di colpo dal terreno sbucarono tre scheletri armati di spade, Annabeth e i due ragazzi scesero dai pegasi e attaccarono i goblin che si prepararono all'impatto, i tre scheletri riuscirono ad abbattere un goblin, la figlia d'Atena cominciò a scambiare colpi contro un goblin con una cicatrice al braccio, il nemico fece una finta ma Annabeth non ci cascò e lo trafisse al collo uccidendolo.

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Capitolo 4
*** Un avversario temibile ***


Percy



Percy si trovò di fronte due goblin, entrambi armati di spada e scudo, sarebbe stata dura sconfiggerli e così decise di attaccare prima che i due nemici potessero prendere l'iniziativa. Tentò un colpo al ginocchio del goblin più alto ma quello fu rapido e saltò indietro mentre il suo compagno mirò alla testa del figlio di Poseidone che si abbassò in tempo e puntò la lama verso il petto del nemico ma il colpo fu parato dallo scudo, decise di indietreggiare per studiare meglio i due avversari. Di colpo gli venne un'idea, si concentrò e fece comparire un geyser sotto i piedi del goblin vicino a lui, quello sorpreso saltò indietro e Percy gli conficcò Vortice nel torace uccidendolo, l'altro goblin ne approfittò e lo colpì con lo scudo sul petto mandandolo a terra e lasciandolo senz'aria, senza pensarci due volte rotolò di lato e vide la spada del nemico conficcarsi nel terreno a pochi centimetri di distanza, con un rapido salto si rimise in piedi e gli squarciò il petto. Il colpo però non fu mortale, il goblin urlò di dolore e saltò alle sue spalle, ormai era disarmato dato che la spada si era incastrata e quindi decise di saltargli addosso, rotolarono per qualche metro, Percy tentò di liberarsi ma il nemico gli stringeva la gola sempre di più, cominciò a vedere dei puntini davanti a lui, stava per morire ma non voleva morire così in una foresta strangolato da un goblin, indietreggiò con la testa e poi tirò una testata in faccia al nemico, quello lasciò la presa e si mise le mani in faccia ma in meno di un secondo si ritrovò la spada che lo trapassava dal cuore e usciva dalla schiena disintegrandolo. Percy si voltò per vedere come andava lo scontro, erano rimasti quattro goblin, notò che uno di loro era diverso, era leggermente più muscoloso e oltre ad indossare un'Armatura più pesante aveva un elmo vichingo color argento con due enormi corna nere sopra a differenza dei compagni che avevano un semplice elmo conico ed un'Armatura leggera. Era sicuramente il capo e magari sconfitto il capo gli altri si sarebbero ritirati, si mise a correre contro il goblin e con un urlo si scagliò all'attacco, il goblin si preparò a ricevere la carica, Percy cercò di colpirlo ma il colpo fu parato facilmente, tentò un altro colpo mirando alla testa ma il nemico parò con la lama d'oro. -- Tutto qui quello che sai fare semidio? -- Il goblin si mise a ridere. -- Fossi in te eviterai di sottovalutare il nemico. -- Detto questo partì di nuovo alla carica e le due lame cominciarono a scambiarsi colpi ad una velocità straordinaria, il goblin provò a disarmarlo ma Percy riuscì ad evitarlo e con una rapidità disumana riuscì a ferire il nemico alla gamba sinistra ma il taglio non era profondo e servì solo a far infuriare il goblin, quello attaccò con lo scudo, Percy parò con la spada ma l'altro mirò con la lama color oro alla testa, il ragazzo fece appena in tempo ad abbassarsi ma fu colpito dal pomo della spada in testa. L'elmo si ammaccò, sentì un forte dolore alla testa e tutto divenne scuro. Quando si risvegliò vide Annabeth e Nico combattere contro il goblin, Annabeth aveva una ferita al braccio anche se non perdeva molto sangue e Nico un taglio alla guancia e un altro vicino al polso, nonostante fossero due contro uno il nemico riusciva a parare i colpi dei due semidei ed attaccare, si alzò a fatica e impugnò Vortice, notò che il goblin non aveva più lo scudo ed ebbe un'idea, era una follia ma decise di tentare, mirò alla testa e scagliò Vortice come una lancia. Il lancio fu preciso, il nemico vide la lama volare verso di lui e si abbassò giusto in tempo, Nico tentò di colpirlo mentre era abbassato ma quello parò, tuttavia non fu altrettanto veloce ad evitare la spada di Annabeth che gli si conficcò nel braccio destro dove impugnava la spada, la lama entrò nel braccio e gli creò uno squarcio enorme, il goblin urlò di dolore e con una capriola scattò indietro allontanandosi dai due semidei e impugnando la spada con la sinistra. Il sangue gli colava in abbondanza e Percy notò che stava lottando per tenersi in piedi data l'enorme quantità di sangue che gli colava dalla nuova ferita e dai tagli alle gambe, il goblin sapeva che gli rimaneva poco tempo prima di perdere i sensi e così si scagliò contro Annabeth, la ragazza parò a fatica il colpo ma perse la spada di mano. -- Sei finita! -- Il goblin alzò la spada e proprio mentre stava per colpirla Percy si mise tra i due e parò il colpo, poi mirò al petto nemico, il goblin parò con il piatto della lama ma Percy con un altro colpo riuscì a colpirlo al polso facendogli cadere la spada a terra e con un calcio la allontanò. Il goblin rimase con gli occhi spalancati a guardare incredulo la spada ad una decina di metri di distanza. -- Beh, cosa ti dicevo? Mai sottovalutare il nemico.

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Capitolo 5
*** Il Generale Dràkon ***


Percy


Il goblin fissò il cielo e poi guardò i tre semidei, -- Alla fine è arrivata la mia ora, chi l'avrebbe mai detto che sarei morto così? -- Si inginocchiò per terra, si tolse l'elmo ed espose il collo verde. -- Cosa stai facendo? -- Chiese Percy -- Sono stato sconfitto e disarmato, procedi con l'esecuzione. -- La sua voce era calma, Percy pensò che lui nella sua situazione non sarebbe riuscito a mantenere la calma. -- Non sono un assassino, non ti ammazzerò. -- I tre lo guardarono sorpresi -- Percy, se ci fossi stato tu nella sua situazione non avrebbe esitato. -- Nico, io non sono lui, si è battuto come un leone e di sicuro da solo non sarei mai riuscito a batterlo, inoltre si è arreso. -- Perchè ti comporti così semidio? Il ragazzo ha ragione, in guerra non c'è spazio per la compassione. Percy scosse la testa -- Non importa, come ti chiami? -- Il goblin lo fissò per un secondo e poi rispose -- Sono il Generale Dràkon comandante della seconda divisione armata al servizio di chi ci paga di più. -- Annabeth rimase incredula -- Sei un generale? -- Il goblin sospirò -- Certo non ti sei chiesta perchè fossi armato in modo diverso dai miei uomini? -- Ma allora perché guidavi una semplice incursione al fine di saccheggiare un'armeria? -- -- Il motivo non posso dirlo ma posso dirvi che un comandante deve correre gli stessi rischi dei suoi uomini, anzi anche di più dimostrando che è degno di guidarli in battaglia. -- Se adesso ti lasciassimo andare che garanzia avremmo che tu non ci segua e non ci attacchi mentre torniamo al campo? -- La mia parola d'onore. -- Nico lo studiò diffidente -- La tua parola d'onore? Ma sei un mercenario! Combatti per denaro! -- Dràkon annuì -- È vero sono un mercenario e combatto per denaro ma resto comunque un guerriero e come tale rispetto la parola d'onore, per me è legge. Intanto ai suoi piedi si era fatta una pozza di sangue enorme, non sarebbe andato lontano conciato così, Percy aprì lo zaino e prese un po' di nettare e lo lanciò al goblin che sorpreso lo prese al volo. -- Non so però se per i goblin va bene -- Va bene anche per noi semidio, grazie -- L'ultima parola la disse a fatica e Percy si accorse che probabilmente era stata l'unica gentilezza che gli avessero mai fatto e provò pena, divorò il nettare e la ferita al braccio cominciò a ridursi anche se non sarebbe bastato avrebbe comunque evitato il dissanguamento. -- Adesso noi andiamo, sei libero. -- Ti devo un favore semidio -- Quindi ci rincontreremo? -- Prima di quanto immagini e quando sarà tenterò di ucciderti, tenetevi pronti. Detto questo il goblin fece un enorme salto, prese la sua spada e la infilò nel fodero, poi si girò e corse verso la foresta, in pochi secondi scomparve dalla vista dei tre semidei. Nico rimase a fissare la foresta -- Cosa pensate che intendesse? -- Annabeth anche fissava nella stessa direzione -- Non ne sono sicura ma il fatto che oggi non siano riusciti a prenderci le armi credo sia un buon motivo per tornare e riprendersele con la forza. -- Si voltò verso Percy che stava mangiando il nettare -- Sono contenta della decisione che hai preso Testa d'Alghe ma spero che sia stata una scelta saggia. -- Percy sorrise -- Vedrai che andrà tutto bene. -- Lei lo tirò verso di se e lo baciò, rimasero attaccati per un bel po' finché Nico imbarazzato mise una mano davanti alla bocca, finse di tossire e disse -- Scusate se vi interrompo ma sta arrivando la sera, siamo lontani dal campo e non sappiamo cosa ci nasconda questa foresta. Non ho molta voglia di essere attaccato da chissà quale mostro. -- I due si staccarono e Annabeth annuì -- Hai ragione, prendiamo i sacchi e andiamo. -- Presero i sacchi con dentro le armi e montarono su Blackjack e Guido e volarono verso il campo, una ventina di minuti dopo arrivarono e atterrarono vicino al campo da pallavolo. I ragazzi del campo si diressero verso di loro e lanciarono grida di esultanza, tra di loro c'erano anche Jason e Piper, il figlio di Giove gli sorrise -- Siete stati grandi! -- Nel frattempo arrivò Chirone -- Ottimo lavoro -- Si voltò e indicò una decina di ragazzi -- Voi portate i sacchi all'armeria e rimettete le armi a posto. -- I semidei presero i sacchi e li portarono verso l'armeria -- Vedo che siete stanchi e feriti perciò andate a riposarvi e farvi curare le ferite, più tardi al falò ci direte quello che è successo. -- I tre gli sorrisero in segno di ringraziamento e si diressero dai ragazzi della casa di Apollo che li curarono.

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Capitolo 6
*** Provvedimenti per un futuro assalto ***


Percy


Percy si ritirò nella sua casa, da quando Tyson era andato a vivere con il padre era da solo, si sdraiò sul letto e cominciò a pensare, era da tanto che non dormiva nella sua stanza al campo mezzosangue. Cominciò a ricordare il primo giorno che era arrivato, gli sembrava passata un'eternità, aveva dodici anni, ora ne aveva ben ventuno e ricordò anche che appena arrivato gli era sembrato tutto così strano, aveva scoperto di essere figlio di poseidone, che il suo professore in realtà era un centauro e che il suo migliore amico era un satiro, ormai non si stupiva più di nulla. D'un tratto entrò Annabeth, bella come sempre ma preoccupata, gli diede un bacio e si sedette accanto a lui. -- Percy, prima che partissimo per andare a recuperare le armi avevi parlato di una profezia, che cosa dice? -- Il ragazzo si sforzò di ricordare -- I ladri arriveranno, tre mezzosangue sotto il sole marceranno, il viscido re affronteranno e l'oceano nemico loro sarà. Il risveglio del grande si avvererà e quando tutto sembrerà vicino il creatore rinascerà. -- Rimasero in silenzio per circa un minuto, era ovvio che Annabeth stava pensando, ormai la conosceva fin troppo bene, poi di colpo si girò verso di lui -- Il viscido re affronteranno, credo di aver capito. -- Percy la studiò curioso -- Cosa può essere viscido secondo te? -- Percy riflette qualche secondo -- Una lumaca? -- Annabeth sospirò -- Certo Percy affronteremo il re delle lumache -- Percy sorrise -- Se è ciò che penso allora siamo in un mare di guai, con viscido la profezia intende un serpente. -- Percy tornò serio -- Quindi il re dei serpenti ma chi può essere? -- Semplice, il Ba... -- Non fece in tempo a rispondere perchè sentì Chirone che dava iniziò al falò, Annabeth prese Percy per mano e gli disse di avviarsi verso il falò. Il centauro indossava una maglietta con la scritta "I Party Pony Spaccano" e la figura di un centauro con gli occhiali da sole e la tazza di caffè in mano, Nico era in piedi appoggiato ad un albero, Chirone chiamò Percy e Annabeth che si avvicinarono e videro che tutti gli occhi erano puntati su di loro. Percy cominciò a parlare, raccontò dell'arrivo di Blackjack e Guido, della fuga dei goblin e del recupero delle armi, non disse nulla riguardo al generale Drákon. Mentre raccontava notò Annabeth e Chirone che parlavano sottovoce, Annabeth gli disse qualcosa e Chirone impallidì, stavano sicuramente parlando della profezia. Quando finì di parlare tutti rimasero ammutoliti, Chirone si fece avanti per parlare. -- I goblin non si arrenderanno facilmente, sono mercenari spietati e decisi a portare a termine i loro piani. Torneranno ma non torneranno con una banda, bensì con il loro intero esercito, tuttavia non sappiamo quanti sono né quando attaccheranno. Potrebbero essere cento, mille o persino migliaia. Da domani tutti si alleneranno il doppio e ci saranno guardiani lungo tutto il campo, infine voglio una linea difensiva intorno al campo e delle trappole. Clarisse tu ti occuperai del gestire gli allenamenti. -- A Clarisse scintillarono gli occhi -- Perfetto, da domani si lavora pappamolli. -- Chirone sospirò -- Per questa sera è tutto, potete ritirarvi nelle vostre case. -- Detto questo i ragazzi si ritirarono, alcuni in silenzio mentre altri parlottavano tra loro, Percy andò nella sua casa e senza accorgersene notò che Annabeth lo aveva seguito. -- Annabeth se ci scoprono... -- Oh andiamo, da quando in qua segui le regole Testa d'Alghe? -- E lo baciò, si persero in quel lungo e passionale bacio, Percy sentì la tensione scivolargli via, cominciarono a spogliarsi a vicenda e mentre stavano per cominciare -- Alt! -- Percy la guardò confuso -- Dimentichi qualcosa d'importante Testa D'Alghe -- Percy inarcò un sopracciglio -- Emm, ti amo? -- Annabeth scosse la testa -- La protezione! Perseus Jackson, non vorrai tornare da tua madre e presentarle dei nipotini spero! -- Percy diventò più rosso di un pomodoro -- Sei terribile! -- quando finirono rimasero abbracciati, lei si addormentò subito sul suo petto mentre lui le accarezzava i capelli. Non si addormentò subito, si mise a pensare alla prima volta che si erano visti, la prima cosa che gli disse fu "Quando dormi sbavi", sorrise a quel ricordo, rimase a pensare ancora per un po' finché la stanchezza non prese il sopravvento e si addormentò. Il mattino dopo si svegliò e vide Annabeth in piedi mentre si rivestiva, -- Buongiorno -- Le disse sorridendo, lei si girò e ricambiò il sorriso -- Dormito bene? -- Percy si massaggiò la spalla -- Benissimo -- Si alzò e si rivestì -- Andiamo a fare colazione -- Si presero per mano e si avviarono verso la mensa, mangiarono in fretta e si diressero verso l'arena. -- Pronta? -- Lei annuì e cominciarono a girarsi intorno studiandosi a vicenda

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Capitolo 7
*** Cominciano i lavori al campo ***


Annabeth


Annabeth decise di fare la prima mossa, tentò un fendente al fianco destro di Percy ma lui fu rapido, parò il colpo e passò al contrattacco, piegò il polso e colpì l'impugnatura della spada, per poco Annabeth non perse la presa, così decise di impugnare la spada a due mani. sapeva che Percy era senza dubbio il miglior spadaccino del campo, cominciò a colpire sempre più forte cercando di far perdere la presa al ragazzo ma lui nella maggior parte dei casi schivava i colpi, Annabeth provò a colpirlo al fianco sinistro, lui saltò evitando la spada, saltò sul piatto della lama, l'improvviso peso in più fece cadere la spada di mano alla ragazza e rimase disarmata con la spada puntata al petto. -- Beh, che te ne pare? Disse sogghignando -- Con il pugnale vincerei io -- Vero, ma devi imparare ad usare di più la spada Continuarono ad allenarsi per un bel po' fino a quando non arrivò Clarisse -- Jackson vuole parlarti Chirone -- Adesso? -- Sì, è urgente vai Percy guardò Annabeth -- Torno subito -- Si avviò verso l'uscita dell'arena e vide una spada di bronzo celeste per terra, la raccolse per portarla nel l'armeria ma appena la prese in mano si aprì il pavimento sotto di lui e finì in un enorme vasca piena di farina e uova aperte. -- Stooooooooll se vi prendo!! -- Percy tentò di uscire, poi sentì sopra Clarisse e i fratelli Stoll rotolarsi per terra dalle risate, quando finalmente riuscì ad uscire notò che si era radunato mezzo campo è appena lo videro cominciarono a ridere a squarciagola, arrivò Annabeth e quando lo vide si mise a ridere anche lei. -- Percy ma che hai combinato? -- Cercò di asciugarsi le lacrime agli occhi, Percy era completamente ricoperto di farina e uova -- Ah.Ah.Ah Molto divertente -- Poi però capì che era un modo anche per distrarre un po' i ragazzi, la sera prima alla notizia di un attacco al campo erano tutti nervosi, sorrise anche se era ricoperto di uova e farina. Si rivolse ad Annabeth dicendole che andava a farsi una doccia e se ne andò, persino Nico sorrise quando lo vide conciato così. Ci mise un'ora per ripulirsi completamente, Annabeth nel frattempo stava aiutando una trentina di ragazzi impegnati a scavare un fossato che ricopriva tre quarti del campo, -- Serve una mano? -- Notò che tra loro c'era anche Jason che gli rispose -- Certo, più siamo e prima finiamo, inoltre una volta finito ci serviresti per riempirlo d'acqua dopo che avremo messo i pali dentro. -- Percy non sapeva cosa intendesse ma prese una pala, si mise al fianco di Annabeth e cominciò a scavare. Percy le domandò quanto doveva diventare profondo, --Due metri, non ci manca molto, i ragazzi lavorano dalle sei di mattina e sono riusciti ad arrivare a circa un metro e mezzo, manca poco. -- Continuarono a scavare per circa un altro paio d'ore, finché Jason li fermò. -- Basta così ragazzi, è abbastanza profondo, prendete i pali. -- Alcuni semidei si avviarono verso l'armeria e tornarono una decina di minuti dopo con decine e decine di pali appuntiti di ferro e la punta di bronzo celeste. -- Ottimo, come notate sono alti circa un metro, dobbiamo conficcarli nel terreno, deve rimanere fuori solo mezzo metro in modo che non sia facile vederli. -- Annabeth cominciò a scavare e una volta che vide di aver scavato abbastanza, prese il palo e lo conficcò nel terreno, poi riempì di terra a parte conficcata lasciando fuori solo metà palo, finirono poco prima dell'ora di pranzo dove si presero una pausa. Percy andò da lei e la baciò, erano entrambi sporchi di terra -- Sono sfinito. -- Anche io Testa d'Alghe ma non abbiamo ancora finito, dobbiamo riempirlo di una ventina di centimetri di sabbia e poi riempirlo d'acqua. -- Già, chissà a chi toccherà riempirlo d'acqua, secondo te quando attaccheranno? -- Percy -- Dipende da quanti sono, più sono e più ci vorrà, comunque credo minimo una settimana. -- Spero non siano troppi. -- Ha detto di comandare una divisione e questo significa almeno diecimila soldati. A Percy per poco non andò di traverso il pranzo -- DIECIMILA?? -- Annabeth gli tappò la bocca con una mano -- Ssssssh, vuoi farti sentire dall'intero campo? -- Percy rimase in silenzio per un po' -- Credo ci serviranno i romani, da soli non riusciremo a respingerli e anche con il loro aiuto sarà dura... Annabeth concordò -- Vero, ma ho già rimediato, ieri ne ho parlato con Chirone e ha detto che avrebbe mandato un messaggio iride a Reyna. -- Se non sbaglio i romani contano trecento semidei, saremmo comunque in svantaggio di uno a venti, troppo. Sempre supponendo che siano diecimila perchè se ne sono anche di più... -- Su andiamo, basta essere pessimista li sconfiggeremo di sicuro! -- Lo disse con entusiasmo ma Percy notò che nella sua voce c'era anche una piccola parte di dubbio.

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Capitolo 8
*** Arrivano i goblin ***


Percy


Arrivata la sera Percy era davvero a pezzi, dopo aver finito il fossato si erano messi a scavare fosse e ricoprirle di palme ed erba per non farle vedere ai nemici e come se non bastasse si erano messi a raccogliere pietre e massi da usarli come munizioni per le catapulte e le frombole. Appena finirono non era nemmeno andato a mangiare, si era fatto solo un bagno, in genere l'acqua gli ridava le forze ma era sfinito lo stesso e andò a sdraiarsi sul letto, notò solo allora Annabeth alla porta. Chiacchierarono per una mezz'oretta ma anche lei era sfinita. -- Ho chiesto a Chirone il permesso di dormire insieme, ha accettato. -- Sorrise, poi si abbracciarono e si addormentarono poco dopo, Percy quella notte sognò, era su uno scoglio, con lui c'erano Annabeth, Nico e un altro guerriero girato di spalle, cercò di riconoscerlo ma non ci riuscì, di colpo il mare si sollevò e dal mare uscì una creatura enorme, non sapeva perchè ma Percy non riuscì a distinguerla bene, era avvolto nelle onde e quando colpì lo scoglio tutto divenne buio. Si svegliò di colpo urlando, era sudato e Annabeth lo guardava preoccupata, capì di averla svegliata. -- Scusami, non volevo...-- La ragazza lo attirò a se e lo baciò -- Tranquillo, tutti i semidei fanno incubi. -- Percy decise di raccontarle il suo sogno, la semidea però scosse la testa -- L'oceano è pieno di mostri giganti, non ho idea di chi possa essere, sopratutto senza una descrizione. -- Era frustrante per Annabeth non sapere qualcosa -- Che ora è? -- Annabeth guardò al cellulare -- È presto, sono ancora le quattro. Torniamo a dormire. -- Si riaddormentarono poco dopo, al mattino si svegliò prima Percy che nonostante la ragazza gli aveva chiesto di svegliarla lui decise che era meglio farla riposare, si vestì e andò a fare un giro per il campo, incontrò Nico che lo salutò con un cenno del capo, poi vide Chirone e lo salutò, il centauro ricambiò il saluto -- Percy, buone notizie i romani si sono messi in marcia per raggiungerci, arriveranno tra due o tre giorni. -- Purtroppo temo non basteranno. Il centauro annuì debolmente -- Vero, sono comunque troppi ma dobbiamo provarci. -- Parlarono per un bel po' finchè Chirone non fu chiamato da Clarisse per il rapporto delle armi disponibili. Arrivò anche Annabeth che si arrabbiò con Percy perché non l'aveva svegliata. I tre giorni che seguirono passarono velocemente, le difese al campo erano state ultimate e il giorno prima erano arrivati duecentocinquanta romani di supporto guidati da Reyna, il resto era rimasto a difendere Nuova Roma, al quinto giorno di distanza dalla missione di recupero delle armi ritornò uno squadrone di esploratori, erano armati fino ai denti, stanchi e uno di loro aveva una freccia conficcata nel braccio sinistro. Parlarono con Chirone che poi si voltò verso i semidei presenti. -- Stanno arrivando, avvisate tutti, i frombolieri dietro le barricate, ogni cinque frombolieri voglio un semidio armato di spada, gli arcieri sugli alberi e avvisate anche Reyna. -- I ragazzi suonarono l'allarme e in cinque minuti l'intero campo si fu schierato, i romani si erano schierati nel loro accampamento costruito poco fuori dal campo, l'accampamento era completamente fortificato e si collegava al campo tramite un tunnel largo cinque metri. Passò un'ora e si cominciarono a sentire le grida di battaglia dei goblin, entrarono in vista, avevano con se circa dieci scale d'assedio e due catapulte, cominciarono a gettarsi nel fossato ma appena fecero qualche passo decine e decine di goblin finirono infilzati dai pali ma non si arresero, continuarono ad avanzare e quando uscirono dal fossato gli arcieri romani scoccarono un centinaio di frecce e la maggior parte andò a segno, ma nonostante i pali, le frecce, le fosse e i triboli(un chiodo a quattro punte, in qualunque modo veniva lanciato finiva con una punta rivolta verso l'alto) i goblin erano migliaia e cominciarono ad attaccare l'accampamento, superate le linee di difesa costruite dai romani si lanciarono contro il muro di scudi ma prima di riuscire ad avvicinarsi si sentì una voce urlare -- Scagliare! -- Percy capì che era Reyna, una pioggia di giavellotti travolse i nemici -- Seconda raffica, lanciare! -- Altri giavellotti piombarono nelle fila dei goblin falciando centinaia di corpi, i nemici ebbero un attimo di esitazione e i romani ne approfittarono per prendere in mano la situazione caricando i nemici, ne caddero decine ma poi i goblin cominciarono a riprendersi dalla sorpresa e a contrattaccare, non seguivano schemi ne disposizioni, si gettavano sopra gli scudi della testuggine e colpivano con le mazze, alcuni riuscirono a sfondare qualche scudo e finirono dentro la testuggine ammazzando chiunque trovavano. -- Rompete le righe! Retrocedete a ritmo, uno, due, uno, due -- Dopo una decina di minuti i romani riuscirono a rientrare nel forte e a chiudere le porte.

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Capitolo 9
*** Battaglia fuori dalle porte del forte ***


Reyna


-- Gli arcieri sulle mura e due centurie davanti alla porta, quando si ammasseranno sotto la porta lanciate la pece e ogni cosa che avete, in caso entrino suonate l'allarme. Datemi il rapporto dei caduti -- Uno dei centurioni diede il rapporto a Reyna -- Trentadue caduti, poteva andare peggio. -- Andò in infermeria e vide una decina di legionari sui lettini, alcuni avevano ferite superficiali ma un paio anche di più serie, li salutò uno ad uno incoraggiandoli e si diresse verso il quartier generale dove ad aspettarla c'erano alcuni tribuni e il centurione primipilo. Uno dei tribuni si rivolse a lei -- Sono migliaia, cosa facciamo se entrano? -- Se entrano ci ritiriamo nel tunnel, una centuria rimarrà a tentare di rallentarli il più possibile e il resto andrà nel campo mezzosangue, appena sarà possibile la centuria arretrerà di corsa e faremo saltare in aria il tunnel per impedire che ci raggiungano nel campo. Gli crollerà addosso l'intero tunnel e questo li rallenterà di un po'. Reyna concordò con il centurione -- È l'unica cosa che possiamo fare, se entrano e tentiamo di resistere verremo massacrati, sono troppi e anche se le vie sono strette cederemmo comunque sotto la pressione della loro maggioranza numerica. Quanti pila ci sono rimasti nel deposito? -- Trecento pila e qualche sasso per le frombole. -- Benissimo, fate distribuire una cinquantina alle due centurie di guardia alla porta, cento ai solati sulle mura e il resto lo useremo nella ritirata. Le armi in più che abbiamo voglio che siano portate al campo mezzosangue insieme alle armature dopo che le avremo distribuite a chi l'ha persa nello scontro. Infine voglio che appena suonerà l'allarme darete fuoco ai depositi dopo averli svuotati. Detto questo si alzò e tornò sulle mura per vedere com'era la situazione. I goblin si ammassavano sempre di più, i legionari sulle mura lanciavano tutto ciò che avevano a disposizione ma la porta non sarebbe durata molto. Cominciò a pensare, dovevano resistere il più possibile, ma come? Poi le venne un'idea, era una follia ma cos'altro poteva fare? Le catapulte bombardavano l'accampamento e il morale dei soldati cominciava a calare. -- Voglio quattro centurie con me, appena vi dico di aprire le porte apritele. -- I centurioni la guardarono come se fosse un'alieno -- Signora, non per controbattere i suoi ordini ma sono migliaia, vi massacreranno. -- Reyna scosse la testa -- No, non ho intenzione di combattere il loro intero esercito ma di allontanarli dalle porte per un po' e voi vi occuperete di ripararle più velocemente possibile e nel miglior modo che le circostanze permettono. Prendi con te una decina di soldati e il materiale che vi serve, noi ora andiamo fate il prima possibile. -- Il centurione annuì, prese una decina di soldati che si trovavano lì e andò a prendere i materiali per riparare la porta. Reyna si volse verso le quattro centurie che aveva chiesto. -- Legionari, molti di voi sicuramente mi prenderanno per matta, ma di sicuro non lo sono a tal punto da sfidare l'intero esercito nemico, quello che dobbiamo fare è scacciarli dalla porta e consentire le riparazioni, niente di più. Appena usciremo dalla porta voglio che formiate il cuneo, una volta preso possesso della porta di disporremo a semicerchio intorno. Domande? -- Nessuno obiettò -- Bene, andiamo. -- Si disposero davanti alla porta -- Aprite! -- Appena l'ordine fu dato le porte si spalancarono, i goblin urlarono entusiasti e si scagliarono contro ma una brutta sorpresa li attese, vennero travolti dal Cuneo romano, i soldati avanzavano sempre più velocemente, la punta della formazione falciava le file nemiche che si stavano cominciando a riprendere. Intanto i legionari addetti alla riparazione della porta si erano messi a lavorare, -- Disposizione a semicerchio! --I semidei formarono il semicerchio e respingevano i nemici che tentavano di superarli. La disposizione a U resse per una ventina di minuti, poi cominciò a cedere. Reyna si voltò verso i dieci legionari che stavano riparando la porta -- A che punto siete? Non reggeremo per molto! -- Il centurione fece un rapido che conto e rispose -- Altri cinque minuti, stiamo aggiungendo dei rinforzi in ferro. -- Dodicesima Fulminata, dobbiamo resistere altri minuti, so che nella situbazione attuale sembrano ore ma dobbiamo farcela, ne vale la nostra vita e quella dei compagni dentro le mura! Per Roma! -- Per Roma! -- Risposero tutti i soldati e con una rinnovata energia scacciarono i goblin che già cantavano vittoria. Resistettero persino il doppio del tempo richiesto -- Ottimo lavoro soldati, ora ritiriamoci in formazione! -- A poco a poco tutti i soldati rientrarono e i pochi goblin che erano riusciti ad entrare furono eliminati.

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Capitolo 10
*** Missione di sabotaggio ***


Reyna


Arrivò la sera, il gelo si fece avanti ma non era lui il problema maggiore. -- Dobbiamo mettere fuori uso le loro due catapulte. -- Reyna si scostò una ciocca di capelli da davanti -- Già ma come? Sono troppo lontane per qualunque tentativo. -- Potremmo tentare con un piccolo gruppo di soldati aiutati dalla foschia, avremmo pure qualcuno che sa utilizzarla no? -- Uno dei tribuni annuì -- Sì, ci sono i gemelli Varst e Larst, potrebbero occuparsene loro, bisogna solo trovare i volontari. -- Reyna fece per alzarsi e offrirsi ma il Centurione Primipilo la fermò -- Hai già corso un bel rischio oggi fuori dalla porta, me ne occuperò io. Se dovesse succederti qualcosa saremmo tutti nei guai. -- Reyna fece per protestare ma anche gli altri erano d'accordo -- E va bene, quanti uomini porterai con te? -- Il centurione ci rifletté qualche secondo e poi rispose -- Cinque con me e altri cinque comandati da qualcun altro. -- Tames Il tribuno più giovane si offrì -- Ci andrò io -- E fece l'occhiolino a Reyna, lei non lo sopportava ma non perché ci provava con lei ma perchè non combatteva per una giusta causa ma per ricompense e promozioni di grado. Tuttavia accettò -- Va bene allora è deciso, avrete cinque soldati a vostra scelta, partirete tra un'ora. -- Detto questo si congedarono ma Reyna fece restare Flavius(Ovvero il centurione primipilo). -- Sei sicuro della tua scelta? -- Cercò di non far notare la preoccupazione nella sua voce ma Flavius sicuramente l'aveva notata e sorrise -- Sicurissimo. -- E se muori? -- Sono un soldato, con la morte ci vado a ballo ogni giorno. Se dovesse succedermi qualcosa hai tanti che potrebbero prendere il mio posto. -- Già peccato che io non voglio perderti pensò Reyna, si sorprese di ciò che aveva pensato ma era la verità, ormai era già da qualche anno che era attratta da lui, era senza ombra di dubbio il miglior guerriero della legione, il più coraggioso e non somigliava per niente a suo padre Marte. Di colpo si riprese sentendo il centurione tossire a disagio -- Potrei andare? -- Stava per rispondergli di sì ma poi ci ripensò -- No, aspetta! -- Si tolse la collana che indossava e gliela diede al centurione -- Torna sano e salvo o non ti perdonerò mai. -- Il centurione sembrò che stesse per dire qualcosa ma lei lo baciò, inizialmente lui si irrigidì ma poi si sciolse e la baciò anche lui, Reyna desiderava che quel momento non finisse mai ma il senso del dovere alla fine tornò a fare pressione. Si staccarono e si capirono senza dire una parola, lui indossò la collana portafortuna e le diede un bacio sulla fronte -- Tornerò. -- Prima che lei potesse dirgli qualcosa uscì dalla tenda e andò a chiamare i soldati che lo avrebbero accompagnato. Nel frattempo gli ufficiali avevano avvisato i gemelli che stavano già cominciando a mettersi a lavoro. Un'ora dopo fece aprire lentamente le porte e uscirono uno alla volta, quando vide Flavius gli lanciò un bacio volante e lui rispose con un sorriso per poi perdersi nelle tenebre.

Flavius


Flavius si avvolse nel mantello nero, tutti e dodici indossavano un'Armatura leggera ed erano avvolti in un mantello nero per confondersi con le tenebre, portavano i gladi nascosti ma anche se i nemici li avessero notati avrebbero potuto dire che li avevano presi dai romani morti. Arrivati ad un certo punto si abbassarono nell'erba e si divisero, cinque con Flavius e cinque con Tames. Mentre strisciavano appiattiti per terra Flavius cominciò a pensare a quello che era successo un'ora prima, era rimasto sorpreso quando Reyna lo aveva baciato, non lo avrebbe mai pensato possibile però gli era piaciuto tantissimo, nessuno lo sapeva ma quello era stato il suo primo bacio. Aveva ben ventisette anni e aveva sempre e solo pensato a combattere, aveva cominciato ad impugnare il gladio dall'età di sette anni, tutti lo consideravano un veterano, in genere dopo dieci anni di servizio potevano ritirarsi e vivere una vita tranquilla lontana dai pericoli e poi comunque non era facile arrivare al decimo anno di servizio, molti ci rimettevano le penne ma lui era in servizio da ben venti anni. Le cicatrici che aveva, in particolare quella che passava dal sopracciglio fino a sotto l'occhio e una sulla guancia dimostravano che il grado lo aveva sudato, aveva inoltre un fisico perfetto ed era un comandante ferreo, era duro con tutti ed un forte sostenitore della disciplina militare, insomma incuteva timore in tutti sia nemici che amici, eppure nel bacio di Reyna si era sciolto come neve al sole, non aveva mai avuto una ragazza ma non perchè non la volesse o non lo volessero ma perchè continuava a dire se stesso che lo distraeva dai suoi compiti e che un uomo innamorato sarebbe stato meno disposto a rischiare la vita in situazioni critiche. Scosse la testa, ma che diavolo stava pensando in un momento simile! Si rimproverò fra se e se, poi tornò a vedere dove erano arrivati, erano a circa dieci metri dalla catapulta e c'erano tre goblin di guardia.


Eccoci arrivati al decimo capitolo ma la storia è ancora all'inizio! Fatemi sapere cosa ne pensate :) Buona lettura!

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Capitolo 11
*** Duello con il Capitano Garv ***


Flavius


Le guardie erano girate verso di loro ma non sembravano notarli, fece un segno ai cinque legionari che erano con lui e quelli lo capirono immediatamente, uscirono dall'erba e con un balzo premettero la mano sulla bocca dei goblin per evitare di farli mandare l'allarme e con l'altra impugnavano il gladio conficcato nel cuore, i goblin si disintegrarono in pochi secondi. Flavius prese una bottiglia di benzina e i compagni fecero lo stesso, cosparsero gran parte della catapulta di benzina e poi presero tutti e cinque dei fiammiferi, li accesero e li buttarono sulla catapulta. In pochi secondi prese fuoco e le fiamme cominciarono a divorare la catapulta, vide che anche l'altra catapulta e capì che anche Tames era riuscito ad appiccargli fuoco, i goblin urlarono terrorizzati in direzione delle fiamme e cominciarono ad avvicinarsi di corsa. Ora c'era da sperare che i gemelli stessero facendo un buon lavoro, gli venne in mente un'idea, nella bottiglia c'era ancora un po' di benzina, la gettò sul fuoco fingendo che fosse acqua e le fiamme naturalmente aumentarono, chiamò i compagni e gli disse di aiutarlo ad andare a prendere l'acqua al fiume, chiaramente era una scusa per allontanarsi, gettò a terra un tribolo che si era portato dietro e fu imitato dai compagni, i goblin gli passavano accanto ma non sembravano fare caso a lui, poi sentì delle urla alle sue spalle e sorrise pensando ai goblin che ci erano finiti come fessi, stava andando tutto per il meglio quando di colpo vide una lancia conficcarsi a terra a pochi centimetri da lui. Si voltò e vide un goblin leggermente più alto degli altri con in testa un elmo conico d'oro e due goblin accanto a lui, -- Complimenti romano, la foschia ha ingannato centinaia di goblin ma credevi ingannasse anche me? -- Rise e scoprì i denti minaccioso, Flavius capì che doveva essere sicuramente il loro generale o se non lui comunque un alto ufficiale, si girò verso i compagni che nel frattempo avevano sguainato i gladi -- Voi andate via, presto arriveranno i rinforzi e non voglio perdere uomini inutilmente. Tornate al forte il più velocemente possibile e riferite tutto. -- Quelli protestarono ma lui alzò il tono della voce e si impose -- È un'ordine! -- I legionari rimasero muti, annuirono e scapparono verso il forte. Il goblin a capo dei tre con gli occhi rossi pieni di collera fece per ordinare qualcosa ma Flavius lo fermò -- Che c'è, non ti basto? Siete già in svantaggio così e volete ancora aumentare il vostro svantaggio? -- Lo stava cercando di provocare e ci riuscì, ordinò ai due goblin qualcosa che non capì bene ma comprese che era un "Uccidetelo" così sguainò il gladio e si preparò. Erano due contro uno e lui non aveva lo scudo, inoltre il gladio data la sua misura non rendeva semplice parare i colpi di due spade contemporaneamente, doveva cercare di avvicinarsi il più possibile, il goblin più robusto cercò di colpirlo al busto ma lui deviò la lama con il filo del gladio, poi schivò il colpo diretto alla sua testa, si gettò a terra, rotolò di lato per evitare la spada e si alzò di scatto conficcando il gladio nel torace del goblin più magro, quello sgranò gli occhi sorpreso e si disintegrò, l'altro infuriato alzò la spada al cielo e mentre la calava sul nemico lui si scansò all'ultimo secondo facendo perdere l'equilibrio al goblin e lo trafisse nella schiena uccidendolo sul colpo. Il capo cominciò a infuriarsi ancora di più, impugnò la lama d'argento e lo scudo e cominciò a menare fendenti, il Centurione parava e colpiva, il duello tra i due si fece sempre più intenso, -- Non sei male romano ma io sono il più forte! -- Disse questo e poi con un enorme balzo saltò alle spalle del centurione, quest'ultimo appena in tempo si gettò di lato evitando la spada del nemico, con uno scatto si rimise in piedi ma si beccò lo scudo al petto, finì a terra e sentì mancargli l'aria, con uno sforzo sovrumano schivò in parte la spada del nemico ma finì comunque colpito al braccio, urlò di dolore e infuriato menò un calcio allo scudo del goblin facendoglielo volare. Il veterano ringhiò -- Bravo ti sei divertito, adesso però tocca a me! -- E con un movimento talmente rapido da sfuggire persino alla sua vista conficcò il gladio nell'addome e glielo fece uscire dalla schiena, il goblin lo guardò sorpreso e si disintegrò lasciando solo il suo trofeo ovvero la spada d'argento, la raccolse e sentì dei goblin avvicinarsi, doveva fare in fretta. Si mise a correre a perdi fiato, sentiva le voci dei goblin alle sue spalle mentre lo inseguivano, sentì qualcosa sfrecciare nell'aria e calò la testa in tempo per evitare una freccia, era a pochi metri dalla porta quando sentì Reyna -- Attento alle spalle! -- Non ci pensò due volte, si tolse il pugnale dalla cintura, si voltò e lo lanciò contro un goblin colpendolo al collo, sguainò Drakum e trafisse un altro alle sue spalle ma un terzo gli saltò addosso buttandolo a terra, cercò di liberarsi dalla stretta ma il goblin era molto forte e il suo braccio era indebolito dalla ferita. Finì immobilizzato e disarmato, capì che non poteva sfuggire da quella presa e l'ultima cosa che fece prima di venire colpito in testa e svenire fu guardare Reyna che piangeva e chiedergli scusa con lo sguardo e per la prima volta in vita sua gli scese una lacrima sulla guancia, poi vide dei puntini neri, la vista si annebbiò e svenne. Quando si risvegliò vide che era legato ad un palo e intorno era circondato da centinaia di goblin, si girò a destra e notò che anche Tames era legato come lui. un goblin con una spada di bronzo si fece avanti -- Bene bene bene, quindi siete stati voi ad appiccare il fuoco alle nostre catapulte e ad uccidere il Capitano Garv. -- Si interruppe e li guardò con disprezzo -- I miei uomini sono furiosi e vorrebbero farvi a pezzi ma io ho voglia di divertirmi un po' e per questo vi farò decidere fra tre possibili opzioni, il primo è finire al rogo, il secondo linciato ed il terzo sfidare i miei migliori guerrieri e se riuscirete a sconfiggerli allora vi lascerò vivi. Quale scegliete? -- I due romani non ci pensarono nemmeno un secondo -- Combatteremo e se moriremo sarà con la spada in pugno -- Il goblin sorrise crudelmente -- Benissimo, ridategli le spade e slegateli!

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Capitolo 12
*** Combattimento all'ultimo sangue ***


Flavius


I due romani vennero armati con le loro armi poi un goblin barbuto andò verso Flavius -- Suppongo che tu qui sia quello più alto in grado, giusto -- Non fece in tempo a rispondere che lo fece Tames -- A dire il vero sono io il più alto in grado, sono un tribuno. -- Il goblin lo guardò dalla testa ai piedi, notò che aveva solo due phalerae a differenza delle quindici del centurione -- Bah, i gradi non li capisco, comunque volete uno scudo? -- Il tribuno scosse la testa -- Assolutamente no, da voi non accetteremo nulla ed inoltre non ci serve. -- Il centurione lo guardò aggrottando la fronte -- Tribuno, i soldati romani vengono addestrati a combattere con lo scutum, inoltre sicuramente saremo in inferiorità numerica e uno scudo ci farebbe comodo. -- Il tribuno pensò qualche secondo -- E va bene anche se non capisco come fai ad essere tanto codardo da arrivare al punto da farti aiutare dai tuoi nemici. Dategli uno scudo, io non lo voglio. -- Il centurione diventò rosso di rabbia, gli aveva dato del codardo? Proprio lui che aveva fiancheggiato Octavian per paura di ritorsioni? Si trattenne a stento, accettò lo scutum che gli diedero i goblin e si preparò. -- Talos e Halos fatevi avanti, sarete voi ad avere l'onore di affrontare per primi i romani. -- La folla esultò e due enormi goblin sbucarono, erano alti due metri ed erano armati di mazza ferrata e un piccolo scudo nero. -- Che la lotta abbia inizio! -- Flavius mise un piede avanti e l'altro dietro insieme allo scudo avanti e il gladio dietro, uno dei due goblin scattò verso di lui, abbatté la mazza sullo scudo facendolo vibrare, Flavius resse al colpo e sbatté lo scudo in faccia al nemico rompendogli il naso -- Maledetto romano! -- Infuriato il gigante riempì di colpi lo scudo, ma non riusciva a prendere il centurione, il goblin commise l'errore di essere troppo avventato e perse l'equilibrio, Flavius gli creò uno squarcio nel braccio destro, il goblin urlò e furioso diede un pugno all'addome del centurione, questo si piegò dal dolore ma riuscì comunque a parare la mazza con Drakum, si rialzò e caricò il nemico che rimase sorpreso e finì trapassato nella pancia. Flavius si voltò e vide che Tames stava ancora combattendo, aveva una ferita al braccio sinistro ma riusciva comunque a tenere testa al nemico, il goblin si voltò verso Flavius -- Te la farò pagare per la morte di Talos, ma prima sistemo il tuo amico. -- Il centurione sorrise -- Fa pure. -- Halos colpì il tribuno facendolo cadere, poi gli si piazzò sopra ma mentre stava per calare la lama quello lo trafisse al collo uccidendolo. La folla rimase immobile e muta, anche il goblin barbuto rimase sconcertato finché si fece avanti il goblin con la spada di bronzo -- Adesso capisco come avete fatto a fare fuori il Capitano Garv, prima non mi sono presentato, sono Il Sergente Konn. Nella prossima sfida dovrete sfidare due belve, Portate qui le gabbie di Lion e Farl! -- Arrivarono una decina di goblin che portavano addosso due enormi gabbie, appena le poggiarono a terra e le aprirono Flavius sbiancò, erano due enormi Smilodon, ma non si erano estinti? Konn sembrò leggergli nel pensiero e lo guardò sorridendo e gustandosi la sua futura morte -- Penserete che si erano estinti, ebbene è così ma un nostro amico scienziato sta riportando in vita le specie estinte come questa, basta pagare qualche dracma. Preparatevi perchè questa volta non sopravvivrete. -- Il centurione guardò Tames che era diventato pallido come un morto, Flavius ringraziò gli dei di aver insistito nel chiedere lo scudo. -- Che lo spettacolo abbia inizio! -- Le due tigri dai denti a sciabola squadrarono i romani, gli girarono intorno per capire chi dei due era il più vulnerabile, veloci come fulmini si avventarono contro Tames, il tribuno fece in tempo a ferire la zampa di una delle belve ma l'altra lo buttò a terra. Flavius detestava con tutto se stesso Tames ma se il tribuno fosse morte ne avrebbe dovute affrontare ben due da solo, lanciò un urlo spaventoso e sbattè con violenza lo scudo sul muso della tigre che stava per azzannare Tames mentre con il gladio tenne a bada l'altra. -- Alzati, non riuscirò a ucciderle da solo. Ah e a proposito, lo scudo era per codardi giusto? -- Non attese nemmeno che il tribuno gli rispose perchè si lanciò contro la tigre, questa evitò balzando di lato e con una zampata colpì lo scutum, Flavius non cedette e mirò con Drakum alla zampa della tigre riuscendo a ferirla, lo smilodon ruggì e passò al contrattacco, si allontanò e corse intorno al centurione, fu talmente veloce che Flavius non fece in tempo a girarsi e si trovò per terra con il gladio ad un metro di distanza, gli rimase solo lo scudo, la tigre menò artigliate ma lui riuscì a pararle ma non durò molto perchè perse anche quello, capì che se avesse lasciato la prima mossa alla tigre sarebbe morto divorato così fece l'unica cosa che gli venne in mente, gli mollò un pugno sul muso e gli andò sopra, lo smilodon era con la faccia verso il cielo e la schiena a terra, Flavius gli si piazzò sulla pancia e cominciò a premere la gola della belva mentre lo Smilodon lo riempiva di graffi alla schiena talmente forti da rompergli l'armatura, proprio quando ormai stava per cedere al dolore lo Smilodon si immobilizzò e Flavius capì che era morto.

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Capitolo 13
*** La resa dei conti ***


Flavius


Flavius si girò e vide il tribuno con braccia e gambe riempite di artigliate e una gamba squarciata, anche uno stolto avrebbe capito chi tra lo smilodon e il tribuno l'avrebbe spuntata, per quanto lo odiasse morire divorato da una tigre non è una morte degna di un romano. Avanzò verso Drakum, lo raccolse e prese anche lo scudo, la schiena gli faceva talmente tanto male da fargli vedere le stelle, se la tigre avesse ucciso Tames dopo sarebbe toccato a lui, balzò dietro lo smilodon e conficcò il gladio in una costola, quello urlò di dolore e si ritrasse, aveva gli occhi rossi di rabbia, la tigre gli andò contro e si beccò un'artigliata al braccio, trattenne il fiato per il dolore e con un' ultima riserva di energia caricò i duecento chili di smilodon fece uno sforzo sovrumano per tenere la tigre alzata su due zampe e conficcò il gladio tra le due zampe anteriori della belva, lo girò per accertarsi di aver colpito qualche organo vitale e poi lo colpì con il pomo di Drakum alla guancia facendolo cadere a terra morto. I due romani erano ridotti talmente male da non riuscire a reggersi in piedi, nelle condizioni in cui erano adesso anche una recluta avrebbe potuto conciarli per le feste senza tanti complimenti, le gambe di Flavius cedettero e finì in ginocchio sulla sabbia che era stata piazzata per lo scontro. Riuscì a malapena a parlare -- A-Abbiamo sconfitto due tuoi guerrieri e due smilodon, c-credo che possa bastare. -- Konn lo guardò sorridendo -- Romano, ti detesto ma sei una vera furia, non vorrei mai incontrarti in combattimento. C'è un'ultima prova, dovrete combattere fra voi e il vincitore sarà libero. -- Indicò due goblin -- Voi due, portate del nettare ai due romani, datene di più al tribuno in modo che lo scontro sia alla pari. -- I goblin obbedirono e diedero il nettare che i romani accettarono senza pensarci due volte, il tribuno era rimasto con poche ferite ma Flavius aveva ricevuto meno nettare e per questo si sentiva ancora debole, Tames gli sorrise -- Siamo arrivati alla resa dei conti Centurione, eh? Finalmente potrò ucciderti e Reyna sarà mia! -- Il centurione ricambiò il sorriso -- Peccato che non ti vuole e non ti degna neanche di uno sguardo. -- Tames divenne rosso di rabbia -- Come osi! -- Flavius stava cercando di farlo infuriare sempre di più in modo da fargli perdere il controllo -- Sbaglio o ti ho salvato le chiappe due volte in uno scontro solo? -- Tames cominciò ad avanzare verso di lui sempre più infuriato -- Ti farò rimpiangere di essere nato! -- Detto questo cominciò a colpirlo, Flavius riuscì a parare la raffica del tribuno e lo travolse con lo scudo in faccia, il nemico cadde a terra ma si rialzò facilmente, riuscì a strappargli lo scudo di mano e lo scaraventò via, trafiggendo il centurione al fianco, Flavius stava per cedere, era ridotto troppo male per riuscire a reagire, pensò a Reyna e al loro bacio, pensò alla promessa che le aveva fatto "Tornerò." lui aveva sempre mantenuto le promesse e questa volta non sarebbe stata un'eccezione, raccolse le ultime forze e mentre il tribuno cercava di estrarre la spada lui si rialzò e conficcò Drakum nel collo di Tames, quello restò con gli occhi aperti per la sorpresa, Flavius estrasse la spada e lasciò che il tribuno si accasciasse a terra morto. Si strappò un pezzo del mantello ormai ridotto a brandelli e lo mise sul fianco destro dove era stato trafitto dal tribuno e cercò di ridurre la perdita di sangue, il sergente gli si parò davanti -- Bel lavoro centurione, posso sapere come ti chiami? -- Flavius riuscì a parlare a stento -- Marco Quinto Flavius, Centurione primipilo della XII Fulminata. -- Bene Centurione, hai superato tutte le prove e io manterrò la mia promessa, puoi tornare al forte. -- Flavius fece un cenno in segno di ringraziamento e cominciò a dirigersi verso il forte, in dieci minuti entrò in vista del forte, non riusciva nemmeno più a camminare e crollò ma non poteva arrendersi proprio lì a venti metri dalla porta, si trascinò a carponi e sentì le sentinelle che davano l'allarme, alzò la mano in segno di saluto o almeno sperò che l'avessero riconosciuto e tentò di avanzare ma non riusciva più a muoversi, aveva perso troppo sangue e si sentiva sul punto di crollare da un momento all'altro, sentì qualcuno urlare sulle mura degli ordini e poco dopo si sentì sollevato alle spalle e alle gambe e poi svenne. Si risvegliò in uno dei lettini del forte, accanto a lui c'era Reyna seduta su una sedia, era addormentata e lo teneva per mano. Sentiva ancora dolore al fianco destro e i graffi subiti dallo smilodon gli bruciavano ancora. Accarezzò i capelli neri di Reyna e la svegliò, lei gli sorrise e vide gli occhi di lei bagnarsi -- Quando ti hanno catturato ho temuto il peggio. -- Lo baciò e Flavius sorrise pensando che essere sopravvissuto non sia stata un'idea poi tanto sciocca. -- Ti amo. -- Furono le uniche parole che gli uscirono perchè Reyna lo baciò di nuovo.

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Capitolo 14
*** Assalto al forte romano ***


Reyna


Reyna era felice che Flavius fosse vivo e l'amasse ma presto il dovere tornò a chiamarla, i goblin erano stati avvistati al fianco destro del forte tentare di arrampicarsi con le scale d'assedio, erano circa quattrocento, una forza minore se contata con l'intero esercito. Reyna capì immediatamente il loro piano, volevano attaccare da un lato per attirare i difensori li e mentre quelli tentavano di difendersi dall'assalto sul lato loro avrebbero attaccato dalla porta. -- Su quanti uomini possiamo contare? -- Uno degli ufficiali presero un foglio con scritto il rapporto -- centonovantuno, tre sono feriti in modo considerevole e quindi non possono partecipare. -- Reyna fece un rapido calcolo -- Voglio cinquanta uomini sul lato destro, sinistro e davanti mentre a sud i restanti quarantaquattro, ci sono domande? -- Uno degli ufficiali alzò la mano -- Come mai dobbiamo disporre truppe anche sui lati dove non ci sono attacchi? -- Reyna scosse il capo -- Secondo voi si fermeranno ad attaccare solo due lati? Semplice, no approfitteranno del loro vantaggio numerico per farci dividere le forze e noi li accontenteremo. In fondo non abbiamo scelta ma ricordate una cosa, loro saranno anche molti più di noi ma abbiamo i migliori soldati in assoluto e loro dovranno scalare le mura. È tutto avete gli ordini e potete andare. -- Gli ufficiali salutarono e uscirono, Reyna indossò l'armatura e si diresse al lato nord, calcolò il numero degli assalitori, circa seicento, i nemici cominciarono a scagliare pietre con le frombole per evitare che i difensori buttassero giù le scale -- Usate l'aquila per scagliare fulmini, dobbiamo buttare giù le scale o sarà la fine! -- L'aquila cominciò a scagliare fulmini sugli assalitori che interruppero i lanci di frombola -- Ora, buttate giù le scale, veloci! -- I soldati obbedirono e tre scale furono buttate giù mentre si stavano arrampicando ma due scale ressero e due goblin salirono sulle mura cominciando a difendere le scale, mentre combattevano altri quattro salirono, tre goblin per entrambe le scale combattevano e difendevano il pezzo di mura appena conquistato, Reyna seguita da due legionari attaccò la scala più vicina, il goblin ghignò e menò un fendente al fianco sinistro della semidea ma lei fu rapida, parò il colpo con lo scudo e trafisse il goblin al collo, i due legionari accanto a lei avevano sistemato i nemici e dato fuoco alla scala per poi farla precipitare sui nemici ma l'altra scala era protetta da dieci goblin e altri continuavano ad arrivare. -- Muovetevi, dobbiamo eliminare i goblin che si trovano nell'ultima scala! Se ne facciamo arrivare altri non saremo più in grado di cacciarli! -- I semidei assalirono i dieci goblin ma quelli erano diversi dai semplici soldati nemici, erano armati meglio, avevano un elmo conico, armatura, gambali e stivali di ferro, alcuni erano armati di spada e scudo ed altri di sciabola e uno scudo rotondo e Reyna intuì che dovevano essere soldati professionisti, non si gettavano uno a uno sul nemico ma tutti insieme formando una falange. Reyna attaccò accompagnata da quindici legionari, si disposero perfettamente allineati e assaltarono i goblin, Reyna notò che alcuni avevano una coda di capelli neri che gli usciva dal elmo altri avevano anche arco e un paio di faretre, attaccò il goblin più vicino, quello non si scompose minimamente e parò il colpo con il piccolo scudo tondo, cercò di colpirla con la sciabola ma questa sbatté contro lo scudo, Reyna decise di colpirlo con lo scudo, quello riuscì a resistere ai primi colpi ma lo scutum romano era enorme e poco dopo cadde a terra, Reyna lo trafisse con il gladio ad una spalla ma il goblin era deciso a vendere cara la pelle colpendola al ginocchio e ammaccandole i gambali prima di finire infilzato alla gola. Reyna notò che il colpo nemico le aveva fatto solo una piccola ferita e quindi avanzò verso il prossimo goblin, questo a differenza dell'altro era armato di spada, cominciò ad attaccare e fu costretta a ripararsi dietro l'enorme scudo, ma di colpo perse l'equilibrio e cadde, si salvò dal colpo successivo solo grazie ad un legionario che parò il colpo del goblin e cominciò ad affrontarlo, lei si rialzò e combatté al fianco del compagno mentre il nemico continuava ad arretrare ormai in difficoltà. Il duello durò un altro minuto finché entrambi i romani lo trafissero uno al fianco e l'altro al petto facendolo disintegrare. Reyna si guardò intorno e vide che i veterani nemici erano stati eliminati ma avevano guadagnato tempo per far salire un bel gruppo di goblin, circa venti -- Legionari a me! -- Il gruppo di legionari più vicino la seguì e attaccarono i goblin, questi erano molto meno organizzati e con meno esperienza dei precedenti, per non parlare del loro armamento, Reyna ne trapassò uno all'addome e un'altro alla schiena ma altri continuavano ad arrivare e prima o poi avrebbero ceduto, come se le cattive notizie non bastassero si avvicinò un centurione -- Signora, la porta sta cedendo e con me ho solo una ventina di legionari, se ci attaccassero sarebbe la fine. -- Reyna rifletté, se si ritiravano ora potevano riuscire a raggiungere il campo mezzosangue in tempo -- Fate suonare l'allarme e fate dirigere i soldati nel tunnel che conduce al campo mezzosangue, l'ultima centuria rimasta dovrà farlo saltare in aria. -- E detto questo andò a chiamare tutti i legionari presenti.

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Capitolo 15
*** Battaglia all'ultimo sangue nel tunnel ***


Flavius


Flavius stava indossando l'armatura quando sentì l'allarme suonare, capì che i goblin erano riusciti ad entrare, le ferite gli dolevano ancora ma adesso erano sopportabili, uscì dalla tenda e vide i legionari in fuga e alcuni entrarono nella tenda per prendere le barelle e portare via i feriti. Fermò uno dei legionari -- Soldato, hai visto il pretore Reyna? -- Il legionario annuì con la testa -- Sì signore, l'ultima volta che l'ho vista stava venendo qui. -- Il Centurione lo congedò e cominciò a cercare Reyna, stava per pensare di non riuscirla più a trovarla quando la vide circondata da quattro goblin, si mise a correre e non ci pensò due volte, trafisse al collo un goblin, gli altri tre si voltarono dando le spalle a Reyna che ne uccise un altro, i due restanti ingaggiarono un corpo a corpo con il centurione e il pretore ma durarono poco e finirono uno con la spada nella pancia e l'altro al cuore. -- Flavius, grazie al cielo sei arrivato in tempo. Dobbiamo andarcene e presto! -- I due corsero verso il quartier generale superandolo e dirigendosi verso il tunnel incontrarono un gruppetto di goblin che combatteva contro dei legionari, aiutarono i compagni e ripresero a scappare, dopo una decina di minuti arrivarono all'entrata del tunnel. -- Reyna entra prima tu, io aiuterò l'ultima centuria ad abbattere il tunnel. -- Reyna scosse la testa -- Scordatelo sei ferito. -- Flavius insisté ma Reyna non cedette -- È un ordine. -- il centurione calò il capo e entrò nel tunnel, notò sul pavimento diversi segni di stivali e capì che buona parte dei legionari aveva già attraversato il tunnel, si voltò e sentì un centurione chiamarlo -- Signore, siamo l'ultima centuria rimasta, abbattiamo qui il tunnel? -- Flavius si voltò verso Reyna che annuì -- Sì abbattetelo qui, cominciate a posizionare gli esplosivi. -- Il centurione salutò e andò a urlare ai legionari di sbrigarsi a piazzare la dinamite. Stavano per cominciare quando di colpo sentirono delle urla, Flavius capì immediatamente -- Centuria in formazione, pronti a ricevere la carica! -- I legionari obbedirono immediatamente e pochi secondi dopo videro sbucare un nutrito numero di goblin, i legionari resistettero alla carica nemica e trafissero i nemici meno scaltri che si esponevano troppo, Flavius ne colpì uno alla testa e l'altro al petto, ebbe un secondo libero e vide Reyna infilzare un goblin alle costole, poi tornò a se stesso, parò con lo scutum un colpo di mazza e tagliò un braccio al nemico che furioso si scagliò contro ma come risultato si ritrovò la spada infilata nella pancia. La prima ondata di nemici era ormai domata, controllò se ci fossero legionari morti e ne vide solo uno con uno squarcio al petto, altre urla arrivarono e un secondo gruppo di goblin li attaccò, uno più frettoloso si beccò lo scudo in faccia da Flavius e finì calpestato dai suoi compagni, il centurione sentì le ferite alla schiena e al fianco bruciargli, cercò di non pensarci e trapassò un nemico alla base del collo mentre al successivo gli piantò la lama nelle scapole. Alzò le punte dei piedi e vide altri soldati arrivare ma erano armati in modo completamente diverso da nemici e avanzavano in file ordinate. -- Serrate i ranghi! -- I legionari obbedirono e spazzarono via la seconda ondata di goblin mentre le file ordinate di nemici si allineavano, i romani ressero la carica e presto ingaggiarono un corpo a corpo con i goblin, Flavius cominciò a scambiarsi colpi con un goblin, parò un affondo al fianco e parò il successivo con Drakum per poi passare al contrattacco, il nemico fu abile e schivò il colpo costringendo il centurione a flettere il polso per colpirlo solo di striscio, l'armatura evitò di trafiggere il nemico così lo colpì con una testata, quello rimase intontito per un paio di secondi che gli risultarono fatali e fu trafitto all'addome. Ma non fu abbastanza veloce da evitare un altro goblin che lo colpì con il pomo della spada in testa, vide dei puntini neri offuscargli la vista ma poco dopo sparirono e fece in tempo a parare la lama e a colpirlo con lo scudo mandandolo a terra per poi trafiggerlo al torace. Vide che intorno a lui c'era ancora qualcuno che combatteva, un minuto dopo sentì altre urla e arrivarono altri goblin -- Dannazione, ma non finiscono più! -- questi erano armati di spada e qualcuno aveva qualche armatura, trafisse la spalla ad un nemico e decapitò un altro beccandosi però un'altra ferita al braccio da un goblin alla sua destra che finì infilzato da un legionario, dopo qualche altro minuto li abbatterono tutti. -- Centurione fa piazzare la dinamite presto ne arriveranno altri! -- Il centurione obbedì e i legionari cominciarono a mettere gli esplosivi, un minuto dopo finirono e sentirono altre urla di goblin in arrivo -- Allontaniamoci di qui e appena arrivano fate esplodere la dinamite! -- Si allontanarono e appena i goblin arrivarono saltarono in aria insieme al tunnel -- Muoviamoci, dobbiamo scappare! -- I legionari cominciarono a correre mentre il tunnel dietro di loro continuava a crollare, Flavius sentiva dolore ovunque ma si impose di continuare a correre e proprio quando cominciò credere che il tunnel non finisse più vide la luce e uscì fuori dal tunnel giusto in tempo perchè cinque secondi dopo esplose anche quella parte.

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Capitolo 16
*** Una brutta notizia ***


Percy


Percy sentì una forte esplosione provenire dal tunnel che i romani avevano costruito per collegare il forte al campo, impugnò Vortice e uscì dalla tenda, era notte e calcolò che forse era mezzanotte. Corse a perdifiato e quando arrivò al tunnel vide Chirone e alcuni semidei aprire la porta del tunnel e preparare il fuoco greco ma poi sentì una voce provenire dal tunnel -- Fermi! Siamo romani, sono Reyna! -- infatti poco dopo sbucò il pretore seguita da altri otto legionari. Chirone si fece avanti -- Gli altri romani sono arrivati qui poco fa e ci hanno detto tutto, avete resistito e falciato migliaia di goblin, ottimo lavoro. -- Il centauro offrì la mano a Reyna che la strinse, poi notò che erano tutti feriti in particolare uno, indossava un'armatura piena di squarci e l'elmo da centurione ammaccato, si girò verso i semidei presenti e gli disse di accompagnare i romani in infermeria e di portare una barella per il centurione -- No greco, ti ringrazio ma andrò a piedi come i miei soldati. -- Chirone scosse la testa -- Ragazzo ho migliaia di anni di esperienza, sembri un morto che cammina, ora va su quella barella e non costringermi a venirti a prendere. -- Il centurione divenne rosso di rabbia ma prima che potesse cominciare a lamentarsi Reyna lo guardò -- Chirone ha ragione, sei ridotto veramente male e andrai sulla barella. -- Il centurione spalancò gli occhi -- Un momento, mi state dicendo che lui è Chirone? Il maestro di Ercole? -- Il centauro sorrise -- In persona. -- Il centurione abbassò il capo in segno di scusa -- Scusa se ti ho mancato di rispetto maestro, andrò sulla barella senza protestare. -- Percy rimase a bocca aperta, qualche secondo prima sembrava che stava per saltargli addosso e adesso gli chiedeva scusa, quel ragazzo era strano. Percy andò alla palizzata e controllò la situazione, il forte era avvolto dalle fiamme dato che Reyna aveva preferito bruciarlo piuttosto che darlo ai goblin e anche lui era d'accordo, fece un giro per controllare che tutte le sentinelle erano sveglie e vide un ragazzo che dormiva, lo svegliò -- Hey sveglia, sei di guardia. -- Il semidio si scusò e torno a fare da guardia, Percy si allontanò e andò a cercare Annabeth immaginando che anche lei si fosse svegliata dopo l'esplosione, la trovò seduta sotto un albero. La guardò e pensò che sotto la luce della luna fosse ancora più bella, andò a sedersi accanto a lei che poggiò la testa sulla sua spalla -- Percy, ho paura. -- il semidio tentò di confortarla -- Andrà tutto bene. -- La ragazza scosse la testa -- No Percy, quello che i romani hanno affrontato non era tutto l'esercito al completo ma semplicemente l'avanguardia. -- Percy la guardò confuso -- L'avan che? -- Annabeth sbuffò -- L'avanguardia Testa d'Alghe cioè una parte dell'esercito che avanza ed ha il compito di spianare la strada al grosso dell'esercito. -- Percy adesso sembrava terrorizzato -- E tu come fai ad esserne certa? -- Annabeth sorrise tristemente -- Hai visto tu stesso, i soldati si lanciavano in battaglia senza precauzioni e a migliaia sono finiti falciati e tutto questo per cosa? Per occupare il forte romano, secondo te è una cosa saggia mandare migliaia di soldati a morire inutilmente sapendo che dopo dovrai anche occupare un altro forte e che sarà difeso alla maniera del precedente? Inoltre sono sicurissima che a comandare l'avanguardia non c'è Dràkon, non mi sembra uno avventato che si scaglia in battaglia alla cieca. -- Percy stava cominciando a deprimersi -- Forse avrei dovuto eliminarlo ma non mi sembrava la cosa giusta da fare, ci è riuscito a tenere testa a tutti e tre e una volta sconfitto si è arreso, insomma mi sembrava una cosa da vigliacchi eliminarlo così. -- Annabeth lo confortò con un bacio sulla fronte -- Il tuo è stato un gesto nobile che non so se sarei stata in grado di fare al tuo posto, hai un cuore d'oro Percy, vedrai che la tua scelta ci ripagherà al momento propizio, ne sono sicura. -- Annabeth riusciva sempre a trovare le parole giuste per confortarlo e per questo Percy l'amava, per lei avrebbe dato la vita senza pensarci. Rimasero a fissare le stelle per un po' finché Percy non ruppe il silenzio -- Annabeth, qualche sera fa mi stavi dicendo chi era il Viscido Re ma poi siamo stati interrotti e non ho capito, chi è? -- Annabeth tremò di colpo -- Percy i nomi sono potenti quella sera stavo per nominarlo e sarebbe stato un errore. -- Percy insisté -- Andiamo, siamo nel campo a parte migliaia di goblin là fuori chi potrebbe mai minacciarci? Siamo protetti dalle difese magiche. -- Annabeth scosse la testa -- No che non lo siamo, le difese magiche sono indebolite e di parecchio. -- Percy continuò ad insistere finché Annabeth esasperata si decise -- Perseus Jackson lo vuoi sapere? Bene ti accontenterò ma guai a te se lo dirai a qualcuno ti strozzo! -- Si avvicinò all'orecchio e sussurrò il nome. Percy aggrottò la fronte e si mise a ridere -- Ma andiamo sarebbe lui il nostro tanto temuto avversario? Ne abbiamo uccisi a decine qualche anno fa. -- Annabeth lo guardò torva -- Percy lo sai che ti amo ma sei un vero idiota, quelli erano serpentelli innocui rispetto a lui, è il primo e più potente della sua razza, sottovalutarlo come fai tu equivale ad andare a morte certa.

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Capitolo 17
*** Clarisse finisce al tappeto ***


Percy


Percy e Annabeth andarono a dormire tardi, il mattino seguente si svegliò alle dieci, Annabeth non era al suo fianco si era svegliata prima. Si lavò e vestì con l'armatura, era pesante ma da una settimana aveva deciso di portarla sempre addosso come esercizio per abituarsi al peso e allenare meglio i muscoli. Andò all'arena ad allenarsi e vide il centurione della sera prima che metteva al tappeto due ragazzi della casa di Ares, in quel momento arrivò Clarisse che si fece avanti nell'arena e andò verso il romano. -- Ehy tu, voglio metterti alla prova, fatti sotto! -- Il centurione scosse la testa -- Dopo. -- e si avviò verso l'uscita quando Clarisse gli urlò dietro -- Che c'è romano te la sei fatta addosso? Fatti avanti e combatti da vero uomo vigliacco! -- il ragazzo si bloccò di colpo -- Sai non sopporto quando mi danno del vigliacco, vuoi duellare? Bene ma sappi che non ci andrò leggero. -- Clarisse si mise a ridere -- Tu andarci leggero? Pivello posso metterti al tappeto prima che tu possa alzare quella spadina ridicola che voi romani tanto amate usare. -- Bene, fatti avanti e vediamo cosa sai fare. -- Clarisse attaccò e mirò con la lancia al petto, il centurione parò con lo scutum e contrattaccò ma la figlia di Ares parò il colpo con il suo scudo e gli tirò un calcio che andò a segno colpendo il romano al ginocchio ma non sentì nulla dato che aveva i gambali e la colpì con lo scudo al petto facendola cadere, Clarisse si rialzò e furiosa mirò alla testa ma il centurione si calò e con uno scatto le puntò la spada alla gola -- Beh contenta? Adesso se non ti dispiace dovrei andare. -- Si voltò ma prima che si allontanasse troppo Clarisse tentò di colpirlo, il romano da girato si calò in tempo e veloce come un fulmine la colpì con il pomo del gladio mandandola a terra svenuta. Percy rimase a bocca aperta e il centurione sicuramente lo notò perchè gli sorrise -- Tu devi essere Percy Jackson se non sbaglio, dico bene? -- Percy lo guardò confuso, come faceva a sapere il suo nome? D'istinto strinse Vortice sotto forma di penna nella tasca -- Come fai a saperlo? -- Il centurione alzò gli occhi al cielo -- Semplice, sei stato pretore della legione. -- Percy si rilassò, non ci aveva pensato -- Come ti chiami centurione? -- Quello si avvicinò e porse la mano a Percy -- Flavius. -- il figlio di Poseidone ricambiò la stretta. -- Jackson andiamo a fare una passeggiata? Sai, sono curioso di conoscerti. -- Percy sorrise -- Chiamami Percy, comunque anche io sono curioso di conoscere qualcuno che ha messo al tappeto Clarisse in due secondi e senza beccarsi nemmeno un graffio. -- Flavius sorrise e si incamminarono, passeggiarono sul fiume chiacchierando del più e del meno e l'ora di pranzo arrivò velocemente -- Flavius, andiamo a mensa? Ho talmente tanta fame da mangiarmi un elefante intero! -- Il centurione annuì -- Con piacere. -- Si incamminarono verso la mensa e Percy, Annabeth, Flavius, Reyna e Nico si sedettero allo stesso tavolo. Reyna presentò Flavius ai tre semidei, poi le due ragazze si misero a parlare tra loro e Flavius si rivolse a Nico -- Sei un figlio di Ade? -- Nico fece di sì con la testa -- Si nota così tanto? -- il romano sorrise -- Sei un tipo silenzioso e solitario, inoltre il modo in cui ti vesti non passa inosservato. -- Davanti al tavolo passò Clarisse che mando al romano un'occhiataccia di puro odio -- Cavolo amico, ti guarda peggio di come guarda me. -- Flavius si scrollò le spalle -- Colpa sua che ha insistito e che mi ha provocato. -- Come mai non volevi combattere? -- Flavius rispose -- Ho combattuto per tutta la mattina e non ne avevo più voglia. -- Poi sentì Annabeth fare una domanda a Reyna guardando Flavius -- State insieme? -- I quattro per poco non si strozzarono con le polpette, poi Reyna chiese -- Come fai a saperlo? -- Annabeth sorrise -- Ho notato come vi guardate. -- Reyna ricambiò il sorriso -- Certo che non ti sfugge niente, eh? -- Flavius di colpo tornò serio -- A proposito Reyna, adesso che abbiamo a disposizione un po' di tempo vorrei raccontarti ciò che è successo dopo che mi hanno catturato, ci sono alcune cose interessanti che potrebbero servirci. -- La ragazza annuì e il centurione cominciò a raccontare del duello con il capitano Garv, poi raccontò dei fratelli Talos e Halos, di come a stento aveva ucciso i due smilodon e del misterioso scienziato che aveva nominato il sergente Konn per arrivare infine al duello con Tames. Tutti lo guardarono con ammirazione e Reyna lo baciò -- Sei il miglior guerriero della legione, nessuno al tuo posto avrebbe resistito a tanto. -- Annabeth annuì -- Vero, ma io mi chiedo chi sia questo scienziato che ha riportato in vita i due smilodon...-- Reyna scosse la testa -- Me lo chiedo anche io ma purtroppo non ne ho la più pallida idea. -- Passò una mezz'oretta e i cinque semidei si incamminarono ognuno nelle proprie case, Reyna e Flavius in una tenda provvisoria, Nico nella casa di Ade e Percy e Annabeth nella casa di Poseidone.

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Capitolo 18
*** Duello nell'arena ***


Percy


Il pomeriggio Percy andò ad allenarsi nell'arena, stranamente i goblin non si erano fatti vivi e si erano accampati vicino al forte espugnato, Annabeth gli aveva detto che sicuramente stavano aspettando il grosso dell'esercito, i romani superstiti erano circa centoquaranta mentre i greci duecentocinquanta. Troppi pochi per qualunque tentativo di difesa del campo, se i goblin avessero assalito il campo da tutti e quattro i lati sarebbe stato impossibile resistere, dopo pranzo aveva contattato Tyson che subìto aveva detto che sarebbe giunto con i rinforzi ma era troppo lontano, molto probabilmente quando sarebbe arrivato avrebbe trovato il campo messo a ferro e fuoco. Percy era nervoso, anche i ragazzi intorno a lui se n'erano accorti e cercavano di evitarlo, decapitava un manichino dopo l'altro, solo Annabeth riusciva a calmarlo ma lei ora era a lavorare al pc ad un nuovo progetto, dopo aver contribuito alla riparazione e rinnovazione dell'olimpo non si era più fermata, aveva tentato di convincerla a scappare per mettersi in salvo ma lei aveva risposto con un no che non lasciava ammettere repliche. Rimase ad allenarsi fino alla sera, non andò a cena non ne aveva voglia e per questo andò a sedersi in riva al mare, il suono delle onde e il profumo del mare riuscivano sempre a rilassarlo, si girò e vide Flavius intento a fare flessioni sulla sabbia, sorrise -- Poi dicono a me che sono strano, come mai ti alleni a quest'ora? -- Il centurione parlò mentre continuava a fare flessioni -- Bisogna sempre tenersi allenati. -- Ma Percy intuì che era nervoso -- Ti vedo nervoso. -- Flavius si fermò e si sedette sulla spiaggia -- Percy, la vera battaglia che ci attende sarà molto probabilmente una delle più dure della mia carriera, della stessa portata forse è stata solo la battaglia sul Monte Otri contro Saturno. Tu piuttosto perchè indossi l'armatura? -- Percy sorrise -- Potrei farti la stessa domanda, comunque la indosso per esercitarmi nella resistenza, la indosso tutto il giorno per abituarmi al suo peso e devo dire che sta funzionando, la sento più leggera. -- Il centurione annuì con il capo -- Anche io faccio lo stesso da vent'anni ed ormai non mi accorgo nemmeno più di indossarla, è un ottimo modo per allenarsi. -- I due rimasero in silenzio ad osservare il mare mentre le onde sbattevano sui lontani scogli e presto arrivò la notte fonda che avvolse i due guerrieri nelle tenebre. Al mattino il sole risvegliò Percy, si era addormentato sulla spiaggia, si girò e vide che il centurione non era più sulla spiaggia, probabilmente si era svegliato da un pezzo, si alzò e andò si immerse nel mare, fatta una veloce nuotata si diresse a mensa, parlò un po' con Annabeth e si diresse verso l'arena. Entrò e vide Flavius allenarsi, lo salutò -- Hey Percy, ti va un duello? -- Percy sorpreso accettò -- Accetto, dammi cinque minuti per riscaldarmi e duelliamo. -- Cominciò a riscaldarsi attaccando i manichini con affondi di vortice per poi fare una leggera corsa intorno all'arena, vide che gli spalti si stavano cominciando a riempire, probabilmente molti avevano intuito del duello. -- Sono pronto, con scudo o senza? -- Il romano scansò lo scudo di lato -- Facciamo senza. Ma prometti di non usare l'acqua. -- Percy promise e i due guerrieri cominciarono a girarsi intorno per studiarsi a vicenda, notò che sugli spalti c'era anche Annabeth e decise di dare il meglio di se, Flavius partì alla carica, tentò un affondo al petto, Percy scansò Drakum con Vortice e tentò un colpo alla spalla del centurione ma quest'ultimo intuì la direzione della lama e parò il colpo con l'elsa del gladio, tentò di colpire Percy con un calcio diretto alla Tibia, il colpo andò a segno e Percy cadde a terra ma evitò la lama rotolando di lato, si rimise in piedi e mirò alla testa del centurione che abbassò il capo e cercò di colpire Percy ma questo fu rapido e gli mollò un calcio al petto facendolo arretrare di qualche passo, i due ripresero a scambiarsi colpi sempre più velocemente, la folla sugli spalti rimase a bocca aperta, Percy con un salto finì addosso al centurione ma quello mantenne l'equilibrio e cercò di togliersi il figlio di Poseidone ma questo si levò da solo e colpì con il pomo della spada l'addome di Flavius facendolo piegare su stesso, cercò di puntargli la spada al collo ma il centurione si era già ripreso, parò il colpo e ricambiò il favore colpendo Percy con un pugno in faccia facendolo cadere, fece un salto e tentò di saltargli addosso ma l'altro fu più rapido e si rimise in piedi, ricominciò un altro scambio di colpi sempre più veloci, violenti e precisi, un colpo raggiunse Percy al braccio, un altro Flavius alla gamba, i due finirono per disarmarsi a vicenda e passarono ai calci e ai pugni, Percy gli saltò addosso e tutti e due finirono per rotolarsi a terra mentre continuavano a scambiarsi pugni, riuscirono a rimettersi in piedi, il duello durava ormai da ben mezz'ora, Flavius mirò con un pugno al volto ma Percy parò il colpo e cercò di restituirgli il favore finendo però parato, i due stringevano i pugni del altro e cominciarono a scambiarsi calci, Flavius mise indietro la testa e cercò di dare una testata al suo avversario ma anche Percy ebbe la stessa idea ed entrambi si beccarono una testata talmente forte da mandarli a terra entrambi. I due si ripresero e cominciarono a ridere come pazzi mentre la folla esultava.

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Capitolo 19
*** Pic Nic prima della grande battaglia ***


Annabeth


Annabeth stava assistendo al duello tra Percy e Flavius, i due si scambiavano colpi di spada e gladio ad una velocità assurda, le scommesse tra greci e romani aumentavano sempre di più, persero le spade e cominciarono a suonarsele di santa ragione, persino Clarisse era rimasta a bocca aperta, quei due erano senza ombra di dubbio i migliori guerrieri del campo e della legione, non aveva mai visto un duello del genere, poi vide che si afferrarono entrambi i pugni, si scambiarono calci a vicenda e di colpo entrambi misero la testa indietro e si scambiarono quella che probabilmente fu la capocciata più forte degli ultimi cent'anni. Finirono entrambi a terra storditi per qualche secondo, vide Percy che si massaggiava la fronte e Flavius e che faceva lo stesso, scoppiò a ridere a quella vista e poco dopo anche i due duellanti si misero a ridere come pazzi, la folla sugli spalti si alzò e cominciò ad applaudire sempre più forte, scese nell'arena insieme a Reyna e vide che i semidei li stavano sollevando in aria e li portarono al centro del campo esultando, quando li lasciarono Annabeth andò da Percy e lo baciò sulla fronte ridendo e la stessa cosa fece Reyna. -- Avete la testa più dura di un muro. -- Annabeth lo baciò, poi arrivò Chirone -- I miei complimenti ai due duellanti, non vedevo un duello del genere da secoli e quando dico secoli lo intendo sul serio. Entrambi siete guerrieri fantastici, addestrati in due mondi completamente diversi ma siete in perfetto equilibrio e sinceramente mi aspettavo che finiva con un bel pareggio. -- strinse la mano ad entrambi e tornò al padiglione -- Capoccioni, prendete un po' di nettare non siete nelle migliori condizioni. -- Annabeth diede il nettare a Percy e Flavius che si ripresero completamente -- Ehy ragazzi che ne dite se facciamo un pic nic? prepariamo io e Reyna. -- Le due ragazze si scambiarono un' occhiata d'intesa Percy e Flavius accettarono e mentre le ragazze preparavano loro andarono a cambiarsi, un'oretta dopo furono pronti e si diressero verso la spiaggia dove trovarono Annabeth e Reyna che li aspettavano. Annabeth vide che i due si erano tolti l'armatura, rimase sorpresa perchè erano giorni che la indossavano in continuazione, Percy indossava una t-shirt verde con un bermuda azzurro e Flavius una T-shirt nera, pantaloncini rossi e una catena al collo, poi notò una cosa che la sorprese, il centurione aveva l'iride degli occhi di color rosso, ma non per qualche motivo ma rossi splendenti. Era una tonalità strana, non credeva fosse possibile una cosa del genere, somigliavano tantissimo a quelli di Marte e in effetti incutevano un certo timore, i due ragazzi si sedettero sulla sabbia, Percy accanto a lei e Flavius accanto a Reyna. -- Beh ragazze cosa avete preparato di buono per i vostri gladiatori? Scherzò Percy e Annabeth rise -- Pizza e una bella torta! -- Blu? -- Annabeth guardò Percy esasperata -- Blu, come sempre. -- I quattro mangiarono e chiacchierarono di gusto, era strano, sapevano che presto sarebbero arrivati i rinforzi ai goblin e che loro sarebbero stati annientati ma se quelli erano i loro ultimi giorni almeno volevano goderseli. Si fermarono fino al pomeriggio quando Percy si addormentò vinto dalla stanchezza del duello di quel mattino, persino Flavius si mise a riposare sdraiato per terra e con la testa appoggiata alla base di una palma. Annabeth li guardò intenerita, la mattina si erano battuti come leoni e adesso riposavano come cuccioli. Le due ragazze ripulirono tutto e prendendoli a fatica in braccio li riportarono nelle loro case facendoli sdraiare sul letto e lasciandoli riposare. Annabeth a farsi un giro incontrò Chirone -- Maestro ci sono novità? -- Il centauro annuì -- Purtroppo sì, i goblin arriveranno tra qualche ora, gli esploratori non ci hanno saputo informare sulle dimensioni dell'esercito in arrivo ma una cosa è sicura, sono molti di più dell'avanguardia e l'avanguardia era formata da circa cinquemila soldati, e se aggiungiamo i circa mille sopravvissuti ai soldati in arrivo aumentano ancora. Insomma siamo spacciati. -- Annabeth ricordava di aver visto Chirone tanto depresso raramente, in genere confortava e dava sicurezza ma le proporzioni dell'esercito nemico erano davvero troppo differenti da loro. Arrivò la sera e andò a dormire, ma quella sera sognò, vide lei, Percy e Nico che camminavano nel deserto guardandosi continuamente le spalle quando di colpo gli saltò davanti una creatura enorme, aveva zampe da gallina il corpo di un serpente ma non fece in tempo a vederlo in faccia perchè la creatura urlò talmente forte da farla svegliare di colpo. Si svegliò accanto a Percy, era sudata ma vide che il ragazzo non si era svegliato, il cuore le batteva forte, il verso del mostro l'aveva terrorizzata a morte, arrivò addirittura a pensare che grazie ai goblin che sicuramente l'avrebbero fatta fuori avrebbe evitato qualsiasi contatto con quel mostro. Si diede della sciocca da sola, ma come aveva fatto a farsi terrorizzare in quella maniera? Lei, Annabeth Chase una ragazza che aveva vissuto fin da sette anni a combattere mostri stava tremando come una bambina e tutto a causa di un incubo. Si abbracciò forte a Percy e si addormentò, questa volta senza incubi.

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Capitolo 20
*** Situazione critica ***


Percy


Percy si preparò, i goblin avanzavano velocemente, arcieri e frombolieri gli scagliavano fiumi di frecce e sassi ma i nemici si proteggevano con gli scudi formando una specie di testuggine, arrivarono alle palizzate e greci e romani li assaltarono mentre scavalcavano le palizzate, molti caddero furono trafitti ma altri si facevano prima spianare la strada dagli arcieri e poi avanzavano, i primi goblin cominciarono a scendere e a proteggere la palizzata per permettere ai compagni di scendere. I cavalieri invece le scavalcavano con facilità dati gli enormi balzi dei cavalli, uno si trovò di fronte a Percy, il cavaliere lo caricò ma Percy si scansò all'ultimo secondo e trafisse il cavallo al fianco, tagliò fili e schede e il cavallo cadde a terra spegnendosi e facendo cadere il cavaliere, quest'ultimo provò a rimettersi in piedi ma finì infilzato al petto e disintegrato. Due goblin armati di mazza e ascia lo attaccarono, Percy parò il colpo di mazza con lo scudo e schivò l'ascia, poi avanzò con Vortice in pugno e colpì il goblin più vicino alla gamba e successivamente al cuore, il goblin rimasto roteò l'ascia ma il colpo fu parato con Vortice, si avvicinò e lo trafisse all'addome. Si girò e vide Annabeth al suo fianco che colpiva un goblin alla spalla, il nemico tentò di colpirla ma lei schivò e lo trafisse al collo. Percy fece giusto in tempo a parare una lancia, il goblin attaccò mirando al petto ma Percy si scansò e con Vortice spezzò in due l'arma, in pochi secondi uccise anche quel nemico e ne affrontò un'altro, questo però era uno con armatura pesante, scudo e gladio di oro imperiale che Percy capì aveva rubato ad romano morto, il goblin si avvicinò a lui e tentò un affondo alle costole ma il colpo fu deviato e il figlio di Poseidone provò a fare una finta, mirò alla spalla e il goblin ci cascò, provò a parare ma all'ultimo secondo Percy cambiò traiettoria e lo trafisse al petto, la ferita era grave ma l'armatura lo salvò. Il goblin urlò di dolore e ️ attaccò, riuscì a ferire Percy ad una spalla e il ragazzo ricambiò trafiggendolo al petto, era impressionante, non faceva in tempo a ucciderne uno che ne arrivava un altro, il nemico successivo era armato di sciabola e scudo con un'armatura leggera, Percy attaccò alla gamba ma il colpo fu parato e il nemico provò a trafiggerlo al petto ma anche il suo colpo fu parato, Percy lo colpì con lo scudo in faccia rompendogli il naso, il goblin si mise una mano in faccia e finì disintegrato con la spada nelle costole. Passò l'ora seguente a trafiggere, parare e di nuovo trafiggere, ormai gli era diventato automatico, poi tra i nemici vide un goblin diverso, armatura più pesante e spada di color bronzo, capì che era il Sergente Konn, identico a come Flavius lo aveva descritto. Percy capì subito cosa fare, gli corse contro e lo attaccò al fianco, il sergente parò il colpo e contrattaccò mirando alla gamba, Percy parò facilmente e tentò di nuovo di colpirlo ma fu parato dallo scudo, i due cominciarono a scambiarsi colpi, Percy notò che se la cavava bene ma non era paragonabile a Dràkon, era più lento e meno preciso, il goblin provò a disarmarlo ma Percy scansò la lama e con un colpo Ben mirato gli conficcò Vortice alla base del collo uccidendolo all'istante. Le ore passarono e più il tempo scorreva più Percy cominciava ad essere esausto, Vortice cominciava a pesargli e le nuove ferite contribuivano a sfinirlo, notò che i ragazzi della casa di Afrodite erano quelli che se la stavano vedendo peggio dato che erano poco addestrati, cadevano uno dopo l'altro sia morti che sfiniti e regolarmente venivano aiutato dai satiri e dalle ninfee che li sostituivano e li mandavano dietro per farli medicare, la pressione numerica era troppa e persino i romani cominciarono a retrocedere.

Flavius


Flavius cominciò a rendersi conto che le file romane si stavano assottigliando sempre di più e i soldati retrocedevano, i nemici erano troppi ed è vero che la qualità supera la quantità ma fino ad un certo punto, erano ore che falciava nemici e uno ne uccideva e due ne arrivavano, -- Legionari di Roma, resistete! Se oggi cadremo sarà la fine di Nuova Roma! Dobbiamo resister e annientarli e se cadremo allora ce ne porteremo all'inferno il più possibile! -- Poi fece qualcosa che sorprese persino se stesso, strappò l'aquila dalle mani dell'aquilifer e la scagliò verso le schiere nemiche -- Dodicesima Fulminata all'attacco! -- I soldati sentendo le urla di incitamento del centurione e vedendo l'aquila finita nelle mani nemiche passarono all'assalto, i goblin sorpresi dal cambio di avvenimenti rimasero sbigottiti nel vedere i romani assaltarli e rompere le loro righe, il muro di scudi spezzò la resistenza goblin e si scagliò dal lato dov'era presente l'aquila, i nemici cercarono di resistere ma caddero sotto i gladi romani che ripresero l'aquila e rinnovarono l'attacco, senza accorgersene erano arrivati al centro dell'immenso esercito goblin e videro ciò che non avrebbero mai voluto vedere, una trentina di smilodon passarono all'attacco, i romani non avevano mai visto quelle belve ma Flavius le aveva già affrontate e sapeva presto cosa sarebbe successo, le tigri si lanciarono all'attacco e il muro di scudi cominciò a cedere -- Resistete! Non possiamo fallire proprio ora! -- Ma fu tutto inutile, gli smilodon caricarono di nuovo e la muraglia si spezzò.

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Capitolo 21
*** Il giorno della battaglia ***


Percy


Percy si risvegliò con la luce negli occhi, si girò di lato e vide Annabeth che dormiva abbracciata a lui, si alzò e poco dopo si svegliò anche lei. -- Hey, buongiorno. -- la semidea si scostò i capelli dagli occhi -- Buongiorno. -- era ancora assonnata, le diede un bacio veloce e si vestì, decise di non indossare l'armatura, voleva evitare di stancarsi inutilmente, uscì e fu raggiunto poco dopo da Annabeth che intrecciò le dita alle sue -- Percy, ieri sono arrivati. -- Percy non ebbe nemmeno bisogno di chiedere chi, per una volta aveva capito subito -- Annie, andrà tutto bene vedrai. -- si incamminarono e incontrarono Jason e Piper -- Hey ragazzi come va? -- Jason fece spallucce -- Potrebbe andare meglio se non stessimo per affrontare ad occhio e croce undicimila goblin infuriati. -- Percy sgranò gli occhi -- U-undicimila? Come fai a saperlo? -- Piper intervenì -- Stamattina si sono schierati illudendoci di un attacco. I romani con i numeri ci sanno fare. -- Percy, venite a mensa? Oggi fino a stasera danno tutto ciò che vuoi e razioni doppie! Non c'è nessun modo migliore di cominciare una battaglia a stomaco pieno! -- Percy sorrise -- E va bene, mi avete convinto, andiamo! -- I quattro si incamminarono verso la mensa, Percy e Jason si abbuffarono di pancake mentre Annabeth e Piper presero un cornetto. Uscirono e passeggiarono per il campo, non dovevano stancarsi, il giorno dopo avrebbero avuto bisogno di tutte l'energie possibili. Incontrarono Grover che li salutò e gli disse che anche i satiri insieme alle ninfee avrebbero partecipato alla battaglia, tutti coloro che incontrarono erano nervosi e il figlio di Poseidone pensò che per molti quello sarebbe stato l'ultimo giorno di vita se non per tutti, come potevano loro che a malapena raggiungevano i cinquecento elementi compresi satiri e ninfee sconfiggere un esercito di undicimila soldati tutti addestrati a combattere? Scacciò subito quei pensieri, non doveva cominciare a deprimersi altrimenti era la fine. Ripensò a sua madre e si ricordò che non la chiamava da oltre una settimana -- Ragazzi vado a fare una chiamata, torno subito. -- i tre semidei annuirono e andò vicino ad un ruscello, prese una dracma d'oro e la lanciò nel ruscello -- Oh dea, accetta la mia offerta! -- L'acqua scintillò -- Sally Jackson! -- e poco dopo comparve, era impegnata a pulire casa -- Mamma! -- Sally si girò verso il messaggio-iride -- Percy! Da quanto tempo! Come stai? -- Percy sorrise -- Bene, sono al campo mezzosangue per una faccenda, da te come va? -- Sally ricambiò il sorriso -- Adesso molto meglio, ero preoccupata. -- Percy si sentì in colpa, si era completamente dimenticato di sua madre -- Ti chiedo scusa, sono stato talmente impegnato che non me ne sono ricordato. -- Sally sorrise -- Tranquillo. -- Parlarono ancora un po' finché si salutarono e Percy raggiunse gli amici. Il pomeriggio passò lentamente, la tensione nell'aria era alta, persino Clarisse quel giorno non le aveva suonate a nessuno, arrivata la sera e dopo che ebbero cenato Percy e Annabeth andarono a sedersi in riva al mare, negli ultimi giorni ci andavano spesso, li rilassava e non gli faceva pensare a ciò che avrebbero dovuto affrontare il giorno dopo. Rimasero tutta la serata mano nella mano per un po' e videro Flavius che prendeva in braccio Reyna e la baciava, decisero di non disturbarli. Annabeth guardò Percy -- Torniamo a casa? -- Sì, va bene. -- Si presero a braccetto e si incamminarono lentamente. Arrivati in casa Percy si sdraiò subito a letto dopo essersi cambiato mentre Annabeth finiva un altro progetto al pc, poi indossò il cappello degli yankees e si sdraiò su Percy che inizialmente sembrò sorpreso ma poi capì che era lei e le fece il solletico facendole cadere il cappello -- E va bene mi arrendo. -- Percy smise di farle il solletico e si mise su di lei -- Annabeth qualunque cosa succederà domani sappi che ti amo. -- La baciò -- Anche io. -- e dopo furono scintille. Quella notte Percy sognò suo padre che gli parlava, gli disse -- Percy, quando tutto sembrerà perduto scoprirai il tuo vero potere, abbi fiducia in te stesso. -- Percy stava per chiedergli di cosa parlava ma poi il sogno scomparve e dormì tranquillo fino al mattino. Si svegliò e accarezzò Annabeth sulla guancia, si avvicinò all'orecchio e le sussurrò -- Non permetterò a nessuno di farti del male. -- La baciò sulla fronte, indossò l'armatura e andò a mensa a fare colazione, incontrò Flavius -- Centurione, pronto per la battaglia? -- Il figlio di Marte annuì entusiasta -- Non vedo l'ora! -- Percy si domandò come facesse a essere tanto allegro ma poi si ricordò che era un figlio di Marte e la guerra è la sua vita. Arrivò anche Annabeth con la sua armatura e Lefkó nel fodero, un satiro suonò il corno, era arrivato il momento. I romani si disposero con in prima linea al centro Reyna mentre sull'ala destra con Flavius e l'ala sinistra guidata da Dakota. I greci si disposero divisi in due schieramenti, uno a destra dei romani e uno a sinistra. I satiri e le ninfee erano tenuti come reparti di riserva e sostituivano i greci esausti. Anche i goblin si disposero, le file al centro erano formate da soldati completamente armati, ai lati c'era la cavalleria, ma non formata da cavalli normali ma da cavalli robot. Percy si domandò da dove li prendessero, i cavalieri però erano armati in modo leggero con una spada e un'Armatura che proteggeva poco e niente, i due eserciti si osservarono qualche secondo e poco dopo i goblin partirono alla carica.

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Capitolo 22
*** La goccia che fa traboccare il vaso ***


Flavius


Gli smilodon caricarono, uno si gettò su di lui, il centurione non cadde e lo infilzò alla zampa, la tigre ringhiò e menò un'artigliata allo scudo per poi buttarsi sopra e colpire Flavius al braccio, il dolore era insopportabile ma riuscì comunque a resistere e conficcò il gladio nel cuore dello smilodon uccidendolo. Si voltò per vedere come andava la situazione e vide che alcuni romani erano morti e la maggior parte retrocedeva, gli smilodon a poco a poco vennero eliminati portandosi con se però quasi tutti un romano, come se non bastava il peggio doveva ancora venire, una formazione compatta di goblin armati di un enorme scudo nero con sopra un dragone ed equipaggiati con un'armatura pesante che variava dal grigio al nero all'oro e armati di mazza d'arme, il manico era d'oro e questo faceva capire che non era un reparto qualsiasi ma l'élite dell'esercito, caricarono i romani, le mazze d'arme spaccarono svariati scudi e fecero strage tra le file romane, sotto l'immagine del dragone c'era una scritta fatta d'oro: IMMORTALS, indossavano un elmo chiuso identico a quello templare con la croce di rinforzi in oro ma intorno completamente nero. I romani cominciarono a scappare ormai presi dalla disperazione, solo un gruppo di circa venti legionari restò con Flavius e si disposero a cerchio cercando di farsi strada tra i nemici e arrivare dai greci, Flavius fu attaccato da un Immortale, il soldato colpì talmente forte da riuscire a spaccare lo scudo del centurione che rendendosi conto della situazione attaccò, il colpo fu parato e Flavius si mise in guardia, sapeva che un colpo di quella mazza sarebbe bastato a ucciderlo o nella migliore delle ipotesi a spaccargli le ossa, appena il soldato attaccò parò il colpo con Drakum ma si beccò lo scudo in faccia, il sangue gli colava ma non doveva cedere così colpì con un calcio lo scudo nemico, quello aveva una presa stretta ma Flavius ne approfittò per rotolarsi a terra e superare lo scudo per poi trafiggerlo al petto, la lama superò a fatica la pesante armatura e trafisse il nemico uccidendolo. Si ritirò al centro del cerchio e un legionario prese il suo posto, si asciugò il sangue e cominciò a pensare, i romani stavano cedendo sotto la carica degli immortali e i greci erano sommersi dalla pressione numerica, cosa potevano fare per impedire il disastro? Nulla, lui non era uno stratega nato, era un guerriero figlio di Marte e non di Minerva, nella sua carriera aveva lasciato ai suoi superiori il compito di seguire le varie strategie, lui era un uomo nato per combattere nella mischia e accanto ai suoi fino all'ultimo, quella situazione era disperata, certo non si aspettava mica una passeggiata al parco ma nemmeno un finale del genere.

Percy


Percy vide la situazione precipitare, i romani erano in fuga e i greci venivano attaccati da ovunque, i semidei cadevano da ogni lato e come se non bastasse aveva notato un centinaio di soldati spaccare il loro esercito e messo in fuga anche i soldati più audaci, era la fine ma forse un'ultima possibilità c'era, doveva affrontare Dràkon. Sapeva che era una follia ma cos'altro poteva fare? Presto gli immortali avrebbero assalito anche i greci e se la disciplina militare romana non era bastata figuriamoci la loro. -- Annabeth, Jason, Nico e Clarisse con me! -- I semidei obbedirono e gli andarono vicino -- Dobbiamo eliminare il Generale Dràkon o sarà la fine! -- Cominciarono a farsi strada tra i nemici, continuarono per una decina di minuti finché lo videro -- Dràkon fatti sotto se ne hai il coraggio! Un duello io contro te da soli! -- Il generale si girò e gli sorrise - E sia greco! A noi due! -- mentre Dràkon gli andava contro Nico, Jason, Clarisse e Annabeth furono assaliti da degli immortali, ma lui non poteva intervenire, doveva sconfiggere il generale. Percy si lanciò all'attacco, i due cominciarono a bombardarsi di colpi sempre più potenti e veloci, tentò un affondo al fianco ma il colpo fu parato, Dràkon provò a colpirlo alla testa ma Percy schivò e gli mollò un calcio nell'addome ma quello non si scosse nemmeno un po' e gli afferrò la gamba scaraventandolo a terra. Percy creò un' onda che sommerse il goblin, quest'ultimo provò a parare il colpo del semidio ma finì con la lama infilzata nella spalla e urlò di dolore -- Come osi, pagherai per questo! -- gli mollò un pugno talmente forte da farlo volare per un paio di metri, si rialzò e cominciò a tempestare di colpi il generale che aveva mollato lo scudo -- Sei troppo lento greco! -- il goblin gli infilzò la lama d'oro nel braccio e Percy trattenne il dolore, non poteva cedere, caricò il goblin e gli piantò Vortice nella gamba, i due lasciarono perdere le spade e cominciarono a prendersi a pugni e calci, Dràkon aveva una forza smisurata a ogni pugno sembrava demolirlo, Percy lo colpì con un calcio in faccia e gli si gettò sopra, lo bombardò di pugni ma Dràkon si protesse con le braccia e gli mollò un pugno in faccia che gli fece vedere le stelle, Percy ormai era disperato, non poteva sconfiggere Dràkon, poi si voltò verso i suoi amici e vide Clarisse che zoppicava, Nico aveva il volto insanguinato, Jason si teneva il braccio ricoperto di sangue e c'era persino Flavius, il centurione aveva ferite su entrambe le braccia e una ad una gamba e poi vide Annabeth, era in piedi, dalla fronte le usciva del sangue e si reggeva a malapena -- P-Percy devi farcela. -- crollò a terra priva di sensi, quella vista fece pensare Percy, rivide gabe che picchiava sua madre, rivide Luke che moriva per mano di Crono e tornò a fissare Annabeth per terra, era troppo Percy, sentì un dolore allo stomaco e cominciò a infuriarsi, sentì il sangue ribollirgli e urlò -- N-non dovevate! Questo è troppo! La pagherete cara! -- Stava urlando e l'intero campo di battaglia si bloccò a osservarlo, era infuriato, avevano fatto del male a tutti i suoi amici e ad Annabeth, la sua Annabeth! Fu troppo, alzò il piede e schiaccio il suolo talmente forte da far tremare la terra, una crepa si formò ai suoi piedi, continuò a infuriarsi -- Come avete osato fare del male ai miei amici e ad Annabeth! Vi farò rimpiangere di essere nati! -- pestò di nuovò il piede a terra facendo tremare la terra, si scatenò un terremoto tremendo, i goblin cominciarono a tremare e di colpo nella mano gli comparve un enorme Tridente, non gli importava da dove fosse uscito, adesso aveva solo un compito, eliminare i goblin.

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Capitolo 23
*** Percy si scatena ***


Percy



Percy sbatté la base del tridente per terra, nel terreno si aprirono voragini ovunque, decine di goblin finirono inghiottiti nel terreno, un gruppo di soldati tentò di raggiungerlo ma furono inghiottiti da una voragine -- Non dovevate farli del male, adesso pagherete per tutto! -- Percy sentì un dolore lancinante nella schiena, di colpo dalla schiena gli uscirono tre tentacoli a destra e tre a sinistra, erano lunghi circa cinque metri e ognuno dei tentacoli impugnava una spada simile a Vortice, poi sollevò il Tridente verso il cielo e urlò -- Psychés Neró a me! -- per qualche secondo non successe nulla, ma poi il fiume cominciò a sollevarsi e interi litri d'acqua si mescolarono per formare guerrieri simili a squali ma con due gambe di colore azzurro che gli permettevano di tenersi in piedi, avevano anche due braccia con le quali impugnavano spada e scudo, se ne formarono circa duecento e si disposero a cerchio intorno a Percy. Goblin e semidei erano terrorizzati, la vista dei guerrieri-squalo, del tremendo terremoto e dei tentacoli li aveva fatti sbiancare. -- Psychés Neró all'attacco! -- Percy non attese nemmeno che lo seguirono, si scagliò contro i goblin e cominciò a menare fendenti sia dal braccio che dai tentacoli, i guerrieri-squalo caricarono i nemici e lo sterminio ebbe inizio, i goblin erano terrorizzati, non riuscivano a reggere a tanto, Percy si scagliò contro Dràkon, con il braccio e due tentacoli lo attaccò mentre i restanti quattro lo proteggevano alle spalle, mirò alla testa e alle gambe, Dràkon parò il colpo diretto alla testa ma finì trafitto alle gambe, urlò di dolore e si scagliò contro Percy mozzandogli un tentacolo ma quello dopo pochi secondi si riformò, gli lanciò contro un litro di inchiostro e cominciò a stritolarlo, nel frattempo gli immortali cercavano di contenere i guerrieri-squalo ma quelli combattevano da professionisti e riuscivano benissimo a tenergli testa, Percy menò un fendente con Vortice e trafisse un goblin al petto, un altro provò a colpirlo alle spalle ma i tentacoli lo riempirono d'inchiostro e lo trapassarono al collo. Era diventato una macchina da guerra inarrestabile, Dràkon si dimenava nella stretta ma non riusciva a liberarsi finché Percy lo scagliò via facendolo volare, i soldati intorno a lui lo attaccarono contemporaneamente ma vennero sommersi d'inchiostro rendendogli impossibile la vista e falciati poco dopo, Percy continuò a combattere con sempre più furia fino a che vide i goblin scappare da ogni parte, si accorse che erano arrivati Tyson con una trentina di ciclopi, le cacciatrici e le amazzoni, i goblin erano schiacciati tra i semidei e i guerrieri-squalo a sud e circondati ovunque dai rinforzi, la battaglia durò un'altra mezz'ora e gli ultimi soldati rimasti ovvero gli immortali vennero annientati. Percy sentì di colpo l'energia prosciugarsi e i tentacoli ritirarsi, vide i guerrieri-squalo tornare nel fiume sotto forma di acqua e poi svenne. Si risvegliò nella tenda usata come infermeria dai ragazzi di Apollo, accanto a lui c'era Annabeth, i suoi occhi scintillarono quando la videro -- Che cosa è successo? I goblin? -- la semidea gli strinse la mano -- Io non ti ho visto perché ero svenuta ma mi hanno detto cose incredibili e devo dire che ho fatto fatica a crederci, tu che scatenavi terremoti con un tridente apparso dal nulla, tentacoli che ti uscivano dalla schiena e impugnavano spade e acqua che si trasformava in guerrieri-squalo e attaccava i goblin! I ragazzi al campo sono terrorizzati e affascinati da te Percy! Ci hai salvati tutti testa d'inchiostro! -- Percy stava per borbottare ma lei lo baciò -- Quanto ho dormito? -- Due giorni circa. -- Percy spalancò gli occhi -- Due giorni? Come è possibile? -- Annabeth fece spallucce -- Devi aver consumato una quantità immane di energia. -- E Dràkon? -- Annabeth sorrise -- Sei riuscito realmente a spaventarlo, è scappato quando ha capito che ormai era finita, da quel che mi hanno detto tu e i guerrieri-squalo avete annientato mezzo esercito. -- Percy si alzò e uscì dalla tenda seguito da Annabeth, appena i ragazzi del campo lo videro inizialmente impallidirono ma poi esploderò in un boato di grida di gioia, lo sollevarono in cielo e gridarono -- Urrà per Percy! Urrà per testa d'inchiostro! -- lo rilasciarono al centro del campo, Chirone andò verso di lui -- Percy, sei stato incredibile, non avevo mai visto una cosa del genere, dovresti cominciare ad allenarti per essere in grado di controllare le tue nuove abilità. A proposito, ce l'hai ancora il tridente? -- Percy controllò nella tasca ma trovò solo Vortice -- Forse si trasforma in un tridente quando lo voglio. -- sguainò Vortice e provò a farlo diventare un tridente ma non successe nulla. -- Dovrò allenarmi. -- Chirone annuì -- Oggi però riposati, sei ancora stanco. E devi recuperare le forze. -- Parlarono qualche altro minuto poi Percy andò in riva al mare dove lo aspettava Annabeth e appena lo vide, gli cinse il collo con le braccia e lo baciò facendolo sciogliere in un turbine di emozioni. -- Sai Annie, è stata proprio paura di perderti a farmi trovare la forza per combattere, da solo non ci sarei mai riuscito. -- Annabeth gli sorrise -- Testa d'Alghe, a volte sai essere proprio adorabile. -- intrecciò le sue dita a quelle della semidea e si addormentò sotto il suono delle onde e del profumo del mare.

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Capitolo 24
*** Allenamento ***


Percy



Percy quel mattino si abbuffò come non mai, erano tre giorni che non mangiava nulla. -- Oggi siamo pochi in mensa, come mai? -- Annabeth si rattristò -- Siamo rimasti circa cento, Percy. -- Percy rimase un po' in silenzio -- E i romani sono andati via? -- Annabeth annuì -- Sì, sono andati via il giorno dopo la battaglia, anche loro hanno avuto molte perdite. -- d'un tratto entrò in mensa Tyson e appena lo vide lo stritolò in un abbraccio -- Hey campione anche io sono felice di rivederti però non strangolarmi. -- Tyson lo lasciò e abbracciò anche Annabeth -- Rimasero a parlare per un altro po' finché Annabeth si diresse nell'arena e Percy al mare, voleva provare a trasformare Vortice nel Tridente di tre giorni prima. Provò per tutta la mattinata ma niente, non ci riusciva -- Dannazione! Perchè non riesco! -- stava cominciando ad innervosirsi e parecchio, sbatté il piede a terra talmente forte da creare un terremoto e in mano gli ricomparve il Tridente. Percy rimase con gli occhi sgranati a guardarlo -- Ma certo! Il Tridente serve sopratutto per creare terremoti! Devo solo pensarlo! E adesso che ho il Tridente in mano posso anche...Psychés Neró! -- l'acqua si sollevò dal fiume ma questa volta non si formò nulla, doveva essere lui a scegliere quanti guerrieri-squalo evocare, calcolò quanta acqua serviva per un guerriero, ben ottanta litri, decise di evocarne dieci, l'acqua cominciò a plasmare il corpo dei guerrieri e poco dopo si fecero avanti -- Come vi chiamate? -- Uno dei guerrieri-squalo si fece avanti -- Siamo i Karcharías, al servizio del grande Poseidone e dei suoi eredi. -- Adesso che ci faceva caso evocarli lo aveva reso un po' stanco, come aveva fatto ad evocarne duecento senza finire ucciso? -- Bene, potete tornare in acqua non ho nessun compito per voi al momento, mi sto solo esercitando. -- I guerrieri calarono il capo in segno di saluto e tornarono in acqua dove si ritrasformarono in forma liquida. -- Adesso resta solo una cosa da fare. -- Si concentrò, pensava ad una piovra e sopratutto ai suoi tentacoli, di colpo cominciò a sentire dolore alla schiena e gli spuntarono i sei tentacoli, erano lunghi circa cinque metri come la volta prima. -- Fantastico! -- continuò ad esercitarsi fino alla sera, quando Annabeth andò a trovarlo lo trovò con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia -- Emm che succede Percy? -- Il ragazzo la baciò -- Guarda qui. -- Si concentrò e il Tridente gli apparve in mano -- Visto? E non è solo questo quello che voglio mostrarti! Psychés Neró! -- Ne creò cinque, questa volta erano armati di lancia e scudo. -- Si chiamano Karcharías. -- La ragazza lo guardava sbalordita -- E il pezzo forte deve ancora arrivare! -- Riprese a concentrarsi e dopo l'ormai famigliare dolore gli spuntarono sei tentacoli, questa volta erano più lunghi, circa sei metri. -- Beh che te ne pare? -- La semidea era rimasta a bocca aperta -- Percy ma come diamine ci sei riuscito? È incredibile! -- Percy congedò i cinque guerrieri e spiegò come ci era riuscito dopo diversi tentativi. -- Il Tridente come si chiama? -- Percy aggrottò la fronte -- Beh a dire il vero non lo so. -- Annabeth cominciò a studiare il Tridente -- Flagello. -- Percy inarcò un sopracciglio -- Cosa? -- La semidea lo guardò in quel suo modo che significava "sei un'idiota." -- Flagello è il nome del Tridente, bastava leggerlo Testa d'inchiostro. -- Percy allungò un tentacolo verso di lei e la inondò d'inchiostro scoppiando a ridere -- Perseus Jackson se ti prendo ti strozzo! -- E cominciarono ad inseguirsi per tutta la spiaggia finché vide un pescatore che stranamente gli era famigliare, Annabeth sorpresa dal fatto che si fosse fermato di colpo inciampò su di lui e rotolarono per un paio di metri, il pescatore vedendoli rise -- Percy ma cosa combini? -- Papà? -- Poseidone annuì -- In persona, volevo complimentarmi con te figliolo. -- I due si abbracciarono mentre Annabeth si ripuliva dall'inchiostro -- Sei riuscito a evocare Flagello, il potere dell'oceano e i Karcharías tutti in una volta sola! E poi un esercito di Ben duecento Karcharías in un colpo solo! Sei straordinario Perseus Jackson! -- Percy arrossì imbarazzato -- Oh beh ecco è stata una cosa casuale, non sapevo nemmeno della loro esistenza. -- Poseidone sorrise -- Figliolo, io non posso aiutarti ma voglio soltanto dirti una cosa, i poteri dell'oceano sono tre come le punte di Flagello, inoltre Vortice e Flagello non sono le uniche, c'è un'altra arma che devi ancora scoprire e fidati, a tempo debito scoprirai sia gli altri due poteri dell'oceano sia l'ultima arma. A presto figliolo, ah e dimenticavo un'ultima cosa, sei un ragazzo dal cuore d'oro, quando arriverà il momento farai la scelta giusta ne sono sicuro. -- Detto questo lo salutò e sparì nel mare. Percy vide Annabeth raggiungerlo, le raccontò tutto -- Secondo te quale può essere l'ultima arma? -- La semidea cominciò a pensare, Percy la trovava adorabile quando pensava a mille cose contemporaneamente -- Credo di aver capito Percy ma non te lo dirò, dovrai essere tu a scoprirlo, riguardo ai poteri dell'oceano non ne ho la più pallida idea. -- Rimasero a fissare il cielo illuminato dalla luna che rifletteva la sua luce sul mare rendendolo magico.




Angolo dell'autore: Chiedo scusa per aver caricato solo un capitolo oggi ma non ho avuto molto tempo e anche domani sarà lo stesso, spero la storia vi stia piacendo e sopratutto vi piaccia l'idea dei poteri dell'oceano che mi è venuta in mente proprio mentre scrivevo il capitolo precedente :) Recensite e fatemi sapere cosa ve ne pare e se vi piace o meno, si accettano naturalmente consigli e critiche costruttive! :)

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Capitolo 25
*** I cacciatori di umani ***


Percy


Il sole illuminò la casa e svegliò Percy, il semidio si stiracchiò e andò a fare colazione e dopo decise di dirigersi al mare, quel giorno il sole spaccava le rocce, si incamminò verso la spiaggia e arrivato evocò Flagello e cinque Karcharías -- Ci ha convocati padrone, ci dica cosa fare. -- Percy trasformò il Tridente in Vortice -- Vorrei allenarmi in combattimento, vi va? -- I Karcharías sorrisero mostrando le zanne affillate -- Ma quando venite eliminati cosa succede? -- Il guerriero sorrise -- Noi non veniamo eliminati, siamo immortali, torniamo sotto forma di acqua nella zona dove siamo stati evocati per poi rinascere alla chiamata successiva, ogni volta che torniamo allo stato liquido possiamo riformarci dopo ventiquattro ore, quindi puoi andarci pesante capo. -- Percy sorrise -- Bene cominciamo! -- Fece comparire i tentacoli e i Karcharías lo attaccarono, ogni tentacolo era armato con Vortice, Percy parò il colpo di spada del guerrieri più vicino e contrattaccò trafiggendolo all'addome ma quello non si scompose minimamente, afferrò Vortice e sollevò Percy per aria scaraventandolo a diversi metri di distanza. Parò un fendente diretto al braccio, uno dei tentacoli infilzò un Karcharías al cuore e quello si disintegrò tornando acqua e finendo nel mare. In quel momento capì che il loro unico punto debole era il cuore, ️ ️ attaccò il più vicino ma quello evitò il colpo e gli diede una scudata in faccia che stordì Percy per qualche secondo mentre uno de tentacoli parava i colpi del guerriero che lo aveva appena colpito, il semidio caricò con un urlo e affondò Vortice nel cuore del nemico, ne erano rimasti solo due, uno dei due finì infilzato da un tentacolo. -- Bel lavoro capo, ci sai fare. -- Il Karcharías lo caricò, mozzò due tentacoli e riuscì a ferirlo alla gamba, combatteva come una furia, i tentacoli facevano fatica a tenergli testa e lui ne mozzò un altro ma Percy si scagliò avanti, parò un colpo diretto al petto e cominciò a scambiarsi colpi con il guerriero-squalo, quello riusciva a tenergli testa e con un calcio lo fece cadere a terra, Percy d'istinto rotolò di lato e evitò la lama, fece un balzo e trafisse il Karcharías al cuore disintegrandolo. Percy fece sparire i tentacoli e si asciugò il sudore, di colpo vide un movimento nella foresta e notò un mantello nero, Percy decise di seguirlo tenendosi nascosto, lo vide fermarsi e bisbigliare qualcosa ad un altro vestito nel suo stesso modo, non riusciva a capire cosa o chi fosse, i due si incamminarono nella sempre più fitta foresta, Percy li seguì, scavalcò un tronco caduto e si abbassò seguendoli piegato, i due erano estremamente agili nel muoversi ma non erano goblin, ne era sicuro, i mantelli neri continuarono ad avanzare, il sentiero si faceva sempre più fitto e Percy rischiò di inciampare. Uno dei due si girò verso di lui e Percy si abbassò di colpo, il cuore gli batteva all'Impazzata, giurò di aver visto un becco uscire dal cappuccio, i due sembrarono però non essersi accorti di lui e dopo un secondo di esitazione avanzarono, continuarono a camminare per un'altra decina di minuti finché arrivarono in una zona con meno alberi e si fermarono di colpo. si sedettero su un tronco e uno dei due cacciò un braccio dal mantello, Percy guardò meglio e con suo enorme disgusto notò che era un braccio umano staccato, il semidio vomitò, la creatura lo divorò e sogghignò -- Ssssai è davvero delizioso, perchè non ti unissssci a noi ssssemidio? -- Percy cominciò a tremare e il cuore riprese a battergli all'Impazzata quindi tutto il tempo che li aveva seguiti loro sapevano di lui? -- Sssssu esci da lì, chi credi di ingannare ragazzino? Abbiamo millenni alle ssssspalle nella caccia agli umani, tranquillo non divoreremo ne te ne la tua ragazza e il tuo amico, ci ssssservite vivi per ora. -- Percy uscì fuori dal nascondiglio con gli occhi rossi per la rabbia -- Cosa avete fatto ad Annabeth? Parlate o vi farò a pezzi, e chi sarebbe questo mio amico? -- La creatura rise, aveva una voce orrenda da far gelare il sangue -- Sssse ci segui la rivedrai. -- Percy li seguì, percorsero altri cinquanta metri quando di colpo si fermarono -- Eccoli lì, sssssono dei tipi abbassstanza vivaci ma non ci abbiamo messsso molto per sssisstemarli a dovere. -- Percy guardò oltre le due creature e vide Annabeth e Nico stesi a terra e legati. La ragazza lo vide e si spaventò -- Percy sono dei mostri scappa! -- Uno di quelli le mollò un calcio al fianco talmente forte da metterla a tacere svenuta -- Zitta ragazzina ssse non vuoi diventare la mia cena. -- Percy non ci vide più, i sei tentacoli gli spuntarono dalla schiena e con un urlo che sorprese persino se stesso attaccò i due nemici vicini, quelli sguainarono le lame e cominciarono a rispondere agli attacchi, erano agili e riuscivano a parare tutti i colpi del semidio -- Cosssa credi di fare sssemidio? Ssei troppo lento. -- Percy gli sparò l'inchiostro in faccia e lo trafisse al cuore uccidendolo.

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Capitolo 26
*** Comincia la fuga ***


Percy


Percy parò il colpo della creatura incappucciata e cominciò a scambiarsi colpi con il mostro, nel frattempo anche l'altro compagno andò ad aiutarlo, come se non bastasse sentì alle sue spalle arrivare altri nemici -- Sssei circondato ragazzino, arrenditi. -- Ne uccise altri due ma poi qualcosa lo colpì alla testa e cadde a terra privo di sensi. Si risvegliò, era legato e notò che si trovava in una specie di magazzino, accanto a lui c'erano Annabeth, Nico e un guerriero girato di spalle ma non riusciva a riconoscerlo. -- Percy per fortuna stai bene. -- Percy sentiva un forte dolore alla testa ma non glielo disse per non farla preoccupare -- Cosa è successo? -- Il semidio vide Annabeth calare lo sguardo -- Quegli esseri disgustosi ci hanno spiato tutto il tempo da quando abbiamo recuperato le armi di bronzo che i goblin ci aveva rubato. Ci hanno attirati qui e noi ci siamo cascati come polli. Non siamo ancora diventati la loro cena perchè ha detto che gli serviamo vivi. -- Percy ripensò disgustato a quel essere che divorava un braccio ma scacciò subito il pensiero -- Secondo te chi sono? -- Annabeth scosse la testa -- Non ne ho idea ma non appartengono a questo mondo, non lo so ma oltre a non averne mai sentito parlare mi sembrano estranei a questo mondo. -- Percy aggrottò la fronte -- Alieni? -- Annabeth scosse la testa -- No, è come se venissero da un'altra dimensione... -- Percy cominciava a sentirsi veramente confuso -- Altra dimensione, di che parli scusa? -- la semidea abbassò lo sguardo triste -- Non ne ho idea Percy, so solo che non appartengono a questo mondo e su questo non ci piove. -- Nico si girò verso di lui -- Ci serve un piano per uscire da qui. -- Vide Annabeth che cercava di raggiungere il suo pugnale ma non ci riuscì e rotolò di lato, Percy ebbe un'idea, cominciò a strisciare verso la ragazza e morse il manico del pugnale, lo strinse tra i denti e cominciò a muovere la testa su e giù cercando di tagliare le corde che legavano la ragazza, il pugnale gli scivolò due volte ma dopo ben dieci minuti riuscì a liberare una mano -- Percy sei un genio! -- Annabeth aveva gli occhi che scintillavano di gioia, Percy appoggiò il pugnale nella mano della semidea che cominciò subito a tagliare le corde, in cinque minuti lei era libera, successivamente tagliò le corde a Percy e Nico, poi andò verso il guerriero e lo girò ma appena vide chi era spalancò gli occhi, il figlio di Poseidone andò a vedere e vide che legato c'era il generale Dràkon. -- Sorpresi di rivedermi semidei? -- Cosa ci fai qui? -- il goblin sorrise -- Ma niente di che, volevo solo provare l'ebbrezza di farmi legare come una salsiccia e farmi buttare in un magazzino abbandonato insieme a tre semidei. Annabeth si voltò verso Percy -- Cosa facciamo? -- Percy riflette qualche secondo e ripensò alle parole del padre "Farai la scelta giusta." -- Liberalo. -- Il semidio non aveva dubbi e Annabeth liberò il generale, Percy gli porse la mano -- Collaborazione? -- il goblin sorrise -- Collaborazione. -- gli strinse la mano e lasciata la presa il generale disse -- Per uscire dobbiamo attirarli qui, appena verrano li sorprenderemo e li faremo fuori. Poi ci allontaneremo via di qui il più possibile. -- Dràkon si mise due mani intorno alla bocca e urlò -- Schifosi insetti, venite qui ad affrontarmi se ne avete il coraggio codardi! -- fece segno a tutti di mettersi ai lati della porta e di tenersi armati, poco dopo si sentì una voce stridula -- Ti è andato di volta il cervello goblin? Beh pazienza te la ssssei cercata, ti divoreremo anche sssse non ssssei deliziossso quanto i ssemidei. -- la porta fu sfondata da un calcio e la creatura entrò, non si chiese nemmeno come si fosse liberato, sguainò la lama e attaccò Dràkon, il generale gli mollò un pugno in faccia talmente forte che Percy sentì le ossa della creatura rompersi -- Beh adesso non fate più gli sbruffoni? -- Un altro entrò nella stanza, cercò di colpire il goblin ma quello parò il colpo con la lama e lo decapitò, in faccia aveva un ghigno folle -- Avanti un altro, vi strapperò le budella e ci cenerò sulle vostre carcasse. -- ne entrarono e cominciarono a scambiare colpì con il generale sempre più violentemente, Dràkon era senza ombra di dubbio il guerriero più abile che Percy avesse mai visto, parava e affondava ad una velocità addirittura superiore a quella dei due mostri -- Maledizione non immaginavo fosssse tanto abile, sssscappiamo. -- i due mostri cominciarono ad arretrare ma non avevano visto i semidei e Percy e Annabeth li trafissero alle spalle. -- Bel lavoro generale. -- Dràkon sorrise -- Muoviamoci, presto ne arriveranno altri, cominciarono a correre ma Annabeth non ci riusciva, il calcio del mostro le faceva ancora parecchio male. Percy le andò vicino e stava per prenderla in braccio ma il generale lo fermò -- La porterò io in braccio così non rallenteremo. -- Percy stava per protestare ma il goblin la prese in braccio e cominciò a correre seguito da Nico. Corsero fino allo sfinimento -- Non ce la faccio più. -- Nico era sfinito e anche Percy ma Dràkon non sembrava affatto stanco, -- Siete già stanchi? Abbiamo fatto solo una leggera corsa. -- Percy borbottò -- Leggera? Stiamo scappando come pazzi da dieci chilometri! -- Il generale sembrò contrariato ma alla fine annuì e appoggiò Annabeth per terra -- E va bene, prendiamoci dieci minuti di pausa e poi continuiamo, quelle belve sono dei corridori instancabili.

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Capitolo 27
*** Cervo arrosto per cena ***


Annabeth


Annabeth sentiva il dolore al fianco aumentare sempre di più, inoltre stare ore e ore a sacco di patate addosso ad un goblin che correva e saltava non era il massimo delle comodità. Si fermarono solo quando arrivò la sera, Dràkon poggiò Annabeth su un tappeto di muschio, Percy le sollevò l'armatura e vide che aveva un grosso livido dove il mostro le aveva sferrato un calcio. -- Avete del nettare? Ha un brutto livido. -- Nico ne diede un po' a Percy che glielo fece mangiare, in pochi minuti il dolore si attenuò fino a passare del tutto. Annabeth notò l'aspetto dei due ragazzi, sembravano degli zombie, erano esausti e infatti poco dopo Nico si addormentò ai piedi di una quercia e Percy si era addormentato abbracciato a lei, guardò Dràkon che non sembrava aver fatto più di una normale corsa -- Non sei stanco? Hai portato anche me addosso. -- il goblin fece spallucce -- Ci sono abituato e poi sei piuttosto leggera. Comunque io adesso andrò a caccia per procurarci qualcosa da mangiare, possiamo permetterci quattro ore di pausa e poi dovremo ricominciare a fuggire. -- La semidea lo guardò come se fosse un alieno -- Sono sfiniti! Se faranno un altro chilometro sarà già un miracolo! -- Il goblin la guardò un secondo per poi rispondere -- Dovranno correre se non vogliono finire divorati da quei mostri. -- Annabeth accarezzò i capelli di Percy -- Quindi secondo te non li abbiamo seminati? -- Dràkon scosse la testa -- No, ci raggiungeranno ma non prima di qualche ora. Adesso vado a caccia tornerò entro un'oretta circa, se non torno fa svegliare gli altri e andate via di qui a nord verso l'oceano, li i poteri di Percy aumenteranno di molto e potrete tenere testa ai mostri. -- Il goblin si voltò e corse via, Annabeth cominciò a pensare ai quattro anni che lei e Percy avevano passato a Nuova Roma, erano stati gli anni più felici della sua vita, avevano una casa tutta per loro, niente mostri, andavano al collage insieme e Percy era sempre con lei. Sorrise ripensando ai pomeriggi in cui lo aveva costretto a studiare per prepararsi ai vari esami, Percy non dava mai ascolto a nessuno invece con lei non protestava mai, bastava corromperlo con qualche bacio di tanto in tanto e subito tornava a studiare, adesso invece si ritrovavano di nuovo a dover rischiare la vita e sapeva che se quelle creature li avrebbero presi questa volta non avrebbero esitato a divorarli. Aveva acceso un piccolo fuoco che bastava per riscaldarsi e vedere meglio ciò che li circondava, ricominciò a pensare alla profezia "Il viscido re affronteranno." lo aveva visto in un incubo e tremava solo all'idea di dover affrontare un mostro simile. L'ora passò velocemente e quando stava per cominciare a preoccuparsi vide Dràkon tornare con addosso due cervi entrambi trafitti al collo da una freccia. Posò i due animali morti per terra e cominciò a ripulirli, -- Come hanno fatto quelli a catturarti? -- Dràkon continuò a fare ciò che stava facendo -- Ero insieme a cinque immortali quando una ventina di loro ci hanno attaccati da ovunque, la maggior parte siamo riusciti ad eliminarli ma poi mi accorsi di essere rimasto solo contro altri sette di loro e sono riusciti a catturarmi. -- Rimasero in silenzio per circa mezz'ora, mise la carne ad arrostire e quando fu pronta svegliarono i ragazzi che si avventarono sul cibo -- Davvero delizioso! -- Percy addentava famelico la carne arrosto -- Cosa sono queste erbe che ci hai aggiunto sopra? -- chiese Annabeth, Dràkon sorrise -- Mewly, sono spezie molto usate da noi goblin, profumano e insaporiscono la carne. -- Quella sera divorarono un intero cervo, l'altro lo lasciarono per il giorno dopo, Percy creò dell'acqua, era in grado di crearla dal nulla ma riusciva a crearne massimo una ventina di litri, il generale creò delle borracce con delle foglie resistenti e dei legnetti -- Ragazzi avete un paio d'ore, se volete riposate mi occuperò io di fare il turno di guardia, appena vi svegliò riprenderemo a marciare. -- Annabeth non capiva, qualche giorno prima si stavano affrontando e massacrandosi a vicenda e ora li aiutava? -- Perchè ci aiuti? -- Il goblin sorrise -- Perchè vi devo un favore semidea, ricordi? Ora riposa, la marcia sarà lunga e ci fermeremo solo domani pomeriggio. -- Annabeth non se lo fece ripetere due volte, si accoccolò vicino a Percy e si addormentò, le due ore passarono velocemente e Dràkon li svegliò, i ragazzi erano ancora distrutti ma stavano decisamente meglio di prima. I quattro cominciarono a muoversi, non andavano velocemente per non inciampare, seguivano il generale che era quello che vedeva di più al buio, camminarono fino alle prime luci dell'alba quando i tre semidei protestarono per fermarsi. -- E va bene, venti minuti di pausa e poi riprendiamo. -- Annabeth sembrò turbata -- Ma è impossibile che abbiano ancora delle nostre tracce! -- Dràkon scosse la testa -- Hanno un ottimo fiuto e sono specializzati nella caccia e inseguimento di ogni tipo di preda. -- Percy lo guardò sospettoso -- Come fai a saperlo? -- Il goblin sospirò guardando il cielo -- Andiamo Jackson, non puoi essere tanto tonto, basta studiarli con un minimo di attenzione per capirlo. -- I quattro si riposarono il tempo dovuto e poco dopo ripresero a marciare, questa volta più in fretta dato che era mattino e si vedeva.

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Capitolo 28
*** La storia di Dràkon ***


Percy


La marcia riprese ad un ritmo estenuante, il sole si alzava lentamente nel cielo e i semidei marciavano in silenzio, ogni energia era preziosa, Percy si chiedeva al campo cosa pensassero gli fosse successo. Erano cinque-sei ore che camminavano ininterrottamente e Percy notò che la foresta si faceva sempre meno fitta -- Ma stiamo per uscire dalla foresta? -- Dràkon rispose senza voltarsi -- Sì, entro stasera saremo nel deserto, lo attraverseremo e arriveremo sul mare. Lì saremo al sicuro e aspetteremo che la situazione si sia calmata o prenderemo una nave. -- Percy e gli altri continuarono a camminare per circa altre due ore finché Dràkon disse di fermarsi -- Basta riposiamoci, accendiamo un fuoco e arrostiamo l'ultimo cervo, se ne occupa uno di voi perchè io vado a riempire le borracce e a cercare qualcos'altro da mangiare. Stasera non accenderemo fuochi perchè altrimenti sarebbe più facile localizzarci. -- Percy, Nico e Annabeth gli diedero le loro borracce e si misero d'accordo su chi dovesse cucinare. -- Giochiamocela a morra cinese! -- Annabeth disse subito esplicitamente che lei non avrebbe cucinato quindi se la giocarono solo Percy e Nico -- Mor-ra-ci-ne-se! -- Percy fece sasso e Nico carta -- Ma no! -- il figlio di Poseidone sbuffò e Nico sorrise --Mor-ra-ci-ne-se! -- Percy questa volta fece forbici e Nico sasso -- Ma andiamo non è possibile! -- Nico rise -- Jackson adesso mettiti e cucina. -- Percy sbuffò e si mise ad arrostire, cominciò a pensare ai mostri che li stavano inseguendo, Annabeth gli aveva detto che sicuramente non appartenevano a questo mondo ma allora cosa stava succedendo? Poi ripensò al padre che gli parlava dei poteri dell'oceano, lui ne aveva scoperto casualmente uno ma Poseidone gli aveva detto che c'erano altri due poteri da scoprire e che Vortice e Flagello non erano le uniche armi ma c'è n'era un'altra, Percy si chiedeva se avesse vissuto abbastanza da scoprirli, una decina di minuti dopo tornò Dràkon con le borracce piene e un paio di mango. -- Non ho trovato nulla di più, nemmeno un animale da cacciare, adesso mangiamo e prima di lasciare di nuovo la foresta ci fermeremo. Ci servono più provviste altrimenti nel deserto moriremo di fame. -- I quattro cominciarono a mangiare, erano affamati e stanchi ma dovevano marciare ancora e la parte difficile stava per arrivare Percy lo sapeva, attraversare il deserto sarebbe stato molto più arduo della foresta. Si riposarono un'oretta e poi Dràkon diede l'ordine di riprendere la marcia, la foresta illuminata dai raggi del sole era uno spettacolo splendido, incontrarono qualche scimmia che si divertiva a lanciare rami staccati contro Percy, il sole cominciò a calare e così si fermarono vicino ad un fiume, i tre semidei ne approfittarono per farsi un bagno mentre Dràkon andava a cercare altro cibo. -- Ah che bello, da quanto non facevo un bagno. -- L'acqua era fresca e Percy e Nico si erano tolti la maglia e si erano buttati nel fiume mentre Annabeth si era buttata completamente vestita, dopo poco Percy e Annabeth cominciarono a schizzarsi lanciandosi acqua a vicenda e coinvolgendo anche Nico che fu travolto da un'onda di Percy -- Questa me la paghi Percy! -- mentre Percy rideva il figlio di Ade lo schizzò facendogli bere un litro d'acqua e ricominciarono a bombardarsi a vicenda finché un quarto d'ora dopo non arrivò Dràkon che li guardò perplesso -- Sono riuscito a trovare del cocco e ho pescato un paio di pesci. -- Percy fece un espressione disgustata -- Sono figlio di Poseidone il dio del mare, non mangerò pesce. -- Il goblin fece spallucce -- Mangerai altro. Adesso se mi scusate vado a fare un bagno. -- Si tolse l'elmo e l'armatura e si gettò con un tuffo nel fiume e Annabeth lo guardò aggrottando la fronte -- È una mia impressione o mi sembra più umano che goblin? -- Era vero, Dràkon aveva i lineamenti umani ed era diverso dagli altri goblin, in compenso aveva orecchie appuntite e la pelle verde. -- Forse uno dei suoi genitori è umano e l'altro goblin. -- Annabeth annuì -- Può essere. -- Quando tutti si furono rinfrescati cominciarono a cenare e Percy decise di mangiare le noci di cocco mentre gli altri mangiavano i due enormi pesci -- Questa notte vi concedo un'ora di sonno in più, potrete dormire quattro ore. -- Percy sorrise -- Come mai? -- Dràkon fece un sorriso furbo -- I nostri cari amici sbaglieranno leggermente traiettoria. -- Annabeth lo guardò confusa -- In che senso scusa? -- Semplice, ho acceso un enorme fuoco ad una decina di chilometri da qui così andranno lì credendoci al falò. -- Annabeth sorrise -- Sei un genio. -- Dràkon sorrise, poi Annabeth tornò seria -- Dràkon, come mai sembri un umano? E perchè sei diverso dagli altri goblin caratterialmente? -- il generale rispose attendendo qualche secondo -- Mia madre era un'umana e mio padre un goblin, anche lui era simile a me e sospetto fosse anche lui un misto. Quando ero più giovane litigavo spesso con gli altri goblin, dicevano che ero impuro ed in effetti era vero, ero meno forte di loro ma molto più intelligente e fui scelto per arruolarmi negli Immortals, per entrare negli immortals i requisiti erano parecchi e alcuni sono capacità tattica, nervi saldi e spirito di collaborazione, insomma cose che un qualsiasi senza cervello non possiede. Scalai a poco a poco i vari gradi militari arrivando a diventare Generale di divisione armata. -- Annabeth lo guardò in silenzio mentre Percy chiese dei suoi genitori e Annabeth giurò che per un secondo aveva visto gli occhi di Dràkon bagnarsi -- I miei genitori sono stati uccisi quando avevo dieci anni per il semplice motivo che si amavano ed erano goblin ed umana e io fui mandato adottato a vivere in caserma, ricordo ancora quando li uccisero davanti ai miei occhi e da quel giorno ho fatto di tutto per diventare più forte e giurai vendetta agli assassini dei miei genitori, a trecento anni il mio sogno si avverò e uccisi tutti e dieci gli assassini insieme, cercarono di processarmi ma ormai ero un sergente del corpo d'armata più potente dell'intero esercito goblin e quindi dovettero rinunciare. -- Percy lo guardò con gli occhi sgranati -- Hai detto a trecento anni? Scusa quanti anni hai? -- Dràkon sorrise -- Ben duemilaseicentodue Perseus. -- I tre semidei lo fissarono incredulo -- Ma allora i goblin sono immortali? -- Chiese Annabeth e Dràkon scosse la testa -- No, viviamo circa quattromila anni ma essendo diventato un Generale degli Immortals ho ricevuto la benedizione di Larvez il nostro dio della guerra e quindi sono diventato immortale. -- Parlarono un altro po' finché i tre semidei si addormentarono e Dràkon fece il turno di guardia in quella notte senza stelle.

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Capitolo 29
*** Assalto notturno ***


Percy


Dràkon li svegliò alla fine della quarta ora di riposo, ricominciarono ad incamminarsi sotto la luna, i lupi ululavano e le tenebre sembravano osservarli e aspettare il momento opportuno per saltargli addosso, -- C'è qualcosa che non mi convince questa notte. -- Annabeth era tesa -- Ci stanno seguendo, dobbiamo accelerare il passo muovetevi. -- La voce di Dràkon era sicura e nessuno si fece ripetere più di una volta l'ordine. La notte rendeva però difficile la fuga, ogni tanto qualcuno inciampava e il gruppo si fermava per recuperarlo, avanzarono per un'altra ora finché Dràkon fermò tutto il gruppo e tese le orecchie -- State zitti mi raccomando. -- dopo un interminabile minuto ripresero a marciare ma si voltavano in continuazione, poi un urlo abominevole squarciò l'aria -- Eccoli, finalmente li abbiamo raggiunti ssssiete ssspacciati! -- i mostri saltarono fuori, uno si gettò su Dràkon, il goblin furioso parò il colpo e lo sollevò in cielo per poi scaraventarlo contro un albero talmente forte da sfondare il tronco -- Avanti fatevi sotto luridi vermi! -- si avventavano contro di lui ma finivano tutti male, uno fu tagliato in due e un altro con il collo trafitto, Percy fu attaccato alle spalle, rotolò con addosso il mostro e storse il naso disgustato quando sentì l'alito che puzzava di carne marcia, Percy gli assestò un pugno al volto ma andò a sbattere contro il becco, la creatura reagì e lo trafisse con il becco al braccio, Percy urlò di dolore e gli assestò un potente calcio alla pancia per poi trafiggerlo all'addome, Nico ne infilzò uno al collo ma anche lui fu colpito, la lama lo trafisse alla gamba facendogli vedere le stelle, Annabeth sembrava in seria difficoltà contro due mostri -- Arrenditi ragazzina, diventerai la nosstra cena che tu lo voglia o meno! -- uno la colpì con una testata alla pancia e un altro l'afferrò per il collo dell'armatura, Percy intervenì e attaccò il mostro che la teneva ferma trafiggendolo al collo e l'altro finì trapassato da Annabeth che adesso era libera. Dràkon mozzò il braccio ad un altro e gli mollò un pugno al volto che lo uccise ma ne arrivarono altri due e uno riuscì a ferirlo alla guancia prima di finire con lama d'oro infilzata nel cuore mentre con l'altro cominciò ad ingaggiare un corpo a corpo spaventoso, le lame si scontravano a velocità assurda, i due erano alla pari, Dràkon gli assestò un calcio al petto e la creatura lo disarmò, il generale gli torse il polso facendogli cadere anche a lui la spada, si scambiarono pugni e calci sempre più potenti, Percy era rimasto a bocca aperta, la creatura assestò un pugno al volto del generale che lo sbalzò di un metro, lui si rialzò subito e ricambiò il favore con una ginocchiata all'addome, i due si presero per la gola a vicenda stringendo sempre di più e alla fine Dràkon strozzò il mostro e raccolse la spada che gli era caduta -- Su avanti muoviamoci, gli altri sono al falò ma presto verranno qui. -- I quattro si misero a correre fino alle prime luci dell'alba, si fermarono cinque minuti e ripresero subito dopo a correre, i semidei si erano curati le ferite con il nettare ma ne usarono poco per non sprecarlo. Passarono l'intero giorno a correre fino a che si lasciarono alle spalle la foresta e si addentrarono nel deserto, il sole cocente cominciò presto a farsi sentire e i quattro si fermarono per riposare, avevano corso per mezza notte e un'intera giornata a correre senza mai fermarsi. Divorarono un po' di frutta che Dràkon aveva trovato mentre scappavano e bevvero ma poco, sapevano che dovevano conservare l'acqua a ogni costo, la sabbia era bollente ma stava calando la sera e l'aria si fece più fresca, quella sera non parlarono, persino Dràkon era visibilmente esausto, aveva sempre fatto lui il turno di guardia ed era sempre lui ad essere sempre andato a caccia, non chiudeva occhio da giorni e Percy si offrì per fare il turno di guardia, l'aria nel frattempo era diventata fredda e strinse Annabeth a se, si era addormentata subito e Percy si rilassò nel sentire il respiro regolare della semidea. Le tre ore passarono lentamente e il figlio di Poseidone era stato più volte sul punto di cedere al sonno, il goblin si svegliò da solo e poco dopo svegliarono Nico e mentre stavano per svegliare Annabeth Percy li fermò -- La porterò in braccio e starò al passo, è esausta ha bisogno di un po' di riposo. -- i due non dissero nulla e annuirono, ripresero la marcia e il passo svelto a cui procedevano li aiutò contro il gelo della notte, Percy ammirò il panorama, un enorme distesa vuota e grandi dune di sabbia, il deserto sa avere il suo fascino pensò, Percy cercò di camminare più cautamente possibile per non svegliare Annabeth, avanzarono fino al sorgere del sole fino a che Dràkon disse -- Fermiamoci qui. Mangiamo e ci prendiamo le ormai familiari tre ore di sonno. -- Percy appoggiò Annabeth sulla sabbia e la svegliò -- Annie svegliati, si mangia. -- la ragazza mugugnò qualcosa e aprì gli occhi grigi che facevano incantare Percy. -- Dobbiamo marciare? -- Percy scosse la testa -- Già fatto, ti ho portata in braccio dato che eri esausta. -- Annabeth rimase sorpresa -- Per quanto abbiamo marciato? -- Percy rifletté qualche secondo -- Tutta la notte fino ad adesso. -- Annabeth si accigliò -- Testa d'Alghe te ne sono grata ma sei sfinito! Come farai a marciare dopo? -- Percy le sorrise -- Tranquilla ci riuscirò. -- Mangiarono e dopo riposarono, del turno di guardia quella volta se ne occupò Nico e Percy si addormentò abbracciato ad Annabeth mentre Dràkon decise di andare a caccia.

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Capitolo 30
*** Il viscido Re ***


Percy


Percy sognò, era in cima ad un enorme scoglio, lo stesso del sogno precedente e questa volta riconobbe il quarto guerriero, Dràkon. I quattro erano intenti ad osservare l'oceano sotto l'enorme scogliera, di colpo un'enorme creatura spuntò fuori dall'Oceano e i quattro si sparpagliarono per schivare l'attacco, poi Percy nel sogno si gettò nel mare insieme alla creatura e si risvegliò di colpo. Vide Dràkon che lo guardava -- Incubo? -- Percy annuì e gli raccontò il sogno -- Non ne ho idea, il mostro che mi hai descritto è enorme ma l'oceano ne è pieno. -- il generale era intento a ripulire un coniglio -- Vedo che hai trovato qualcosa da cacciare. -- Dràkon sorrise -- Niente di che purtroppo, oltre a questo solo qualche dattero. Sveglia Annabeth, è ora di camminare. -- Percy obbedì e svegliò la semidea, si rialzarono e si rimisero in marcia, il sole alto nel cielo splendeva sempre di più e la temperatura raggiungeva i cinquanta gradi -- Sto morendo di caldo, maledetto deserto. -- Percy fu più volte sul punto di credere di aver visto un oasi ma erano solo illusioni ottiche, il caldo gli stava giocando un brutto scherzo, bevve un sorso dalla borraccia e continuò a camminare nonostante i piedi gli chiedevano pietà, Percy osservò i due semidei, Nico si trascinava come uno zombie mentre Annabeth stava un po' meglio, era quella che aveva riposato di più, Dràkon cominciava a dare segni. stanchezza ma nonostante questo appariva ancora in grado di affrontare una battaglia. Quando il sole cominciò a calare e le tenebre avvolsero il deserto i quattro si fermarono, arrostirono il coniglio e lo mangiarono come lupi, conservarono i datteri per il giorno dopo e si prepararono per la notte, Annabeth decise di fare il turno di guardia e gli altri tre si riposarono, le tre ore passarono troppo velocemente per Percy, si alzò a fatica e ripresero la marcia, erano giorni che marciavano, mangiavano poco e niente e dormivano pochissimo, stava cominciando realmente a valutare l'idea di fermarsi lì e affrontare il destino qualunque esso sarebbe stato, sapeva la fine a cui andava incontro ma dannazione erano giorni che camminavano, aveva i piedi pieni di calli e si sentiva talmente debole che se fosse riuscito a far fuori un paio di mostri senza finire infilzato sarebbe stato un miracolo. Continuarono a marciare per due ore finché non sentirono un urlo raccapricciante, ma non erano i mostri incappucciati, era qualcosa di peggio, si voltò verso Annabeth e vide che era paralizzata dal terrore -- No, no, no! Dobbiamo andarcene di qui, presto o ci farà a pezzi! -- La ragazza afferrò Percy per una mano e lo trascinò via, poco dopo Percy sentì un tonfo enorme alle sue spalle e la terra tremò, il ragazzo si voltò e vide la creatura più spaventosa che avesse mai visto, alto tre metri e mezzo, zampe e corpo da gallo ma con le squame al posto delle piume, due ali enormi, una coda colossale identica a quella di un serpente e due occhi rosso sangue identici a quelli di un serpente, il viscido re era davanti a loro, Percy cominciò a tremare, era lui il primo e vero Basilisco. La belva strillò e il verso fece congelare il sangue nelle vene ai quattro -- Scappate lo tengo a bada io! -- Dràkon sguainò Kataraménos ovvero la sua lama d'oro con il teschio conficcato nel manico, Percy ancora non capiva perchè il generale avesse chiamato la sua Spada "Maledetta" ma non era il momento, i tre scapparono e Dràkon attaccò il Basilisco, i tre semidei correvano e sentivano urla abominevoli ma non si girarono, Percy non avrebbe voluto abbandonare Dràkon ma Annabeth lo aveva trascinato via -- Percy, noi tre siamo esausti, non abbiamo possibilità contro il Basilisco, Dràkon è l'unico che può tenerlo a bada nelle nostre condizioni. -- Percy detestava ammetterlo ma era così, il mostro li avrebbe spazzati via come foglie al vento. Corsero per una decina di minuti e si fermarono per attendere l'arrivo del generale e riprendere fiato. Erano distanti dallo scontro ma i suoni del duello si sentivano fino a lì, Percy sperò con tutto se stesso che Dràkon ce la facesse.

Dràkon


Dràkon si accertò che i tre semidei fossero distanti e passò all'attacco, saltò e colpì il Basilisco al collo ma non riuscì a conficcare bene la lama e scivolò a terra, il mostro urlò e lo colpì con la coda, il generale finì scaraventato ad una decina di metri di distanza, ma si rialzò furioso -- Non mi faccio mettere al tappeto da un galletto troppo cresciuto! -- corse verso il Basilisco e quando questo tentò di colpirlo nuovamente con la coda lui si abbassò e conficcò Kataraménos nella carne del mostro, quest'ultimo urlò di dolore e sputò un fiume di veleno dal becco, Dràkon fece giusto in tempo a scansarsi che si formò una pozzanghera di veleno viola ma non fu altrettanto veloce da evitare una zampata che lo scaraventò contro una duna sfondandola. Si rialzò a fatica e cominciò a correre intorno al Re dei serpenti, la creatura ci mise un po' per girarsi e finì con la lama d'oro conficcata nella zampa destra, urlò e afferrò il goblin con la coda, cominciò a stritolarlo sempre di più e Dràkon gli morse la coda con forza e il Basilisco mollò la presa, si piazzò davanti al nemico, rinfoderò la spada e urlò -- Avanti, fatti sotto e vediamo chi la spunta! -- il Basilisco partì alla carica e tentò di colpirlo con la coda, Dràkon piantò i piedi nella sabbia e mise le mani contro la coda, il colpo fu tremendo e fu trascinato per due metri ma riuscì a mantenere la presa e bloccò la coda, con tutta la sua forza di volontà si arrampicò sulla coda e a fatica arrivò alla schiena, il Basilisco si dimenava ma lui resistette e sfoderò Kataraménos, conficcò con forza la lama alla base del collo, la belva urlò talmente forte da assordarlo per un paio di secondi, girò la testa e cercò di colpirlo con il becco ma Dràkon evitò il becco e trafisse il Basilisco alla guancia, questo infuriato sputò un fiume di veleno e il generale rotolò sull'ala sinistra. Notò che il veleno non aveva alcun effetto sul Basilisco, questo ne sputò altro e lui rotolò buttandosi giù dal mostro, un torrente di fiamme cercò di investirlo e riuscì a schivare beccandosi però il braccio sinistro ustionato, era assurdo aveva conficcato la lama nel collo ma quello era ancora in piedi, cosa poteva fare per ucciderlo? Gli venne un'idea in mente, ci avrebbe rimesso sicuramente la vita ma almeno avrebbe portato il Basilisco all'inferno insieme a lui. -- A noi due! -- corse verso la belva, evitò la coda e quando quello tentò di colpirlo con il becco lui fece una capriola in avanti ed evitò il colpo, si aggrappò al collo e trafisse il Basilisco, la bestia urlò e si dimenò ma lui mantenne la presa. Il Basilisco gli perforò la schiena con il becco e Dràkon sentì un dolore lancinante ma mantenne la presa, estrasse la spada e la conficcò ancora più in fondo e cominciò a girarla nel collo sorridendo e facendo uscire sangue e veleno -- Che c'è non vorrai mandarmi all'inferno da solo? -- infilò la spada ancora più in fondo e il Basilisco cominciò a crollare, Dràkon usò l'ultimo briciolo di energia per spostarsi ed evitare di finire schiacciato, poi si accasciò accanto al mostro e il mondo divenne buio.

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Capitolo 31
*** Combattimento contro un alligatore ***


Percy


Percy sentì un urlo agghiacciante, stava per andare da Dràkon ma Annabeth lo fermò -- Percy dobbiamo andarcene stanno arrivando. -- Percy era scosso -- Non possiamo lasciarlo lì! -- Annabeth però non era in vena di discussioni e cominciò a tirarlo dal braccio -- Percy se c'è qualcuno in grado di sfuggire a quei mostri è solo Dràkon, dobbiamo credere in lui. -- Cominciarono a scappare sempre a nord, correvano sapendo che a circa un chilometro di distanza i mostri incappucciati li stavano seguendo, corsero per un'oretta ma poi le forze cominciarono a mancare -- Non ce la faccio più! -- anche gli altri erano sfiniti, le marce dei giorni precedenti li avevano lasciati senza energie. Camminò per qualche altro metro ma alla fine si sedette a terra sfinito, di colpo ad Annabeth brillarono gli occhi -- Abbiamo una possibilità! -- Percy la guardò stranito -- Ovvero? -- La figlia d'Atena sorrise -- Spero che un poco di sabbia nei capelli non vi dispiaccia. -- Percy aggrottò la fronte -- Non avrai mica intenzione di farci andare sotto la sabbia! Moriremo soffocati! -- Annabeth sorrise e sollevò della sabbia ma non era sabbia, ma dei tappeti. -- Sono dei tappeti che mi ha dato Dràkon, servono per mimetizzarsi nel deserto. -- Percy però restò dubbioso -- Ne hai solo due e noi siamo tre. -- Annabeth sospirò -- Io userò il cappello degli yankees. Al mio via assaliamo gli inseguitori, okay? -- Percy e Nico annuirono e si misero sui tappeti e con loro sorpresa diventarono identici alla sabbia mentre Annabeth diventò invisibile. Circa cinque minuti dopo arrivarono otto mostri incappucciati e cominciarono a fiutare l'aria -- Sssento odore di sssemidei ma non sssento il goblin. -- l'altro continuò ad annusare -- Deliziosssi ssemidei, sssono qui da qualche parte. -- cominciarono a cercare fino a che uno di loro finì con una spada conficcato nella schiena -- All'attacco! -- Percy si scagliò con un urlo contro il mostro più vicino trafiggendolo al collo, Nico trafisse al cuore un altro mentre un altro venne ucciso da Annabeth, ne restavano quattro ed erano molto arrabbiati, due attaccarono Percy e due Nico ma la figlia d'Atena era invisibile e trapassò un mostro al petto -- C'è qualcuno invisssibile, maledetti mocciosssi! -- Attaccò Percy, il semidio parò il colpo e provò a trafiggerlo all'addome ma il colpo venne parato e il mostro contrattaccò riuscendo a ferire Percy al braccio ma si sbilanciò e Percy lo buttò a terra con un calcio e lo trafisse, un altro mostro finì ucciso da Annabeth e Nico ne trapassò un altro alla testa. -- Credo che ne arriveranno altri, andiamocene. -- fecero a fatica mezzo chilometro ma poi decisero di fermarsi -- Annabeth è inutile continuare ad avanzare, sembriamo degli zombie e siamo esausti. Fermiamoci a riposare un po' e poi continueremo. -- Il turno di guardia lo fece Annabeth nonostante le proteste di Percy lei era quelle nelle condizioni migliori e i due semidei caddero nel mondo dei sogni. Percy sognò Rachel che gli disse -- Perseus Jackson due grandi scelte dovrai fare e da quelle scelte ne deriverà il tuo destino e quello del mondo intero, ascolta il tuo cuore e i limiti supererai. -- il sognò cambiò e vide Annabeth nel campo mezzosangue che piangeva ininterrottamente, al centro del campo c'era un enorme pira funebre e intorno oltre ai semidei vide sua madre Sally piangere e Paul che cercava di confortarla e con sua sorpresa c'erano tutti gli dei tranne il Signor D. Tutti avevano il capo calato intorno alla pira e poi il sogno sparì. Si svegliò di soprassalto completamente sudato e non solo per il sole, l'incubo lo aveva scosso, cosa significava? Decise di non raccontare nulla ad Annabeth, mangiarono un po' di datteri e ripresero la marcia in silenzio, ogni tanto incontravano qualche serpente ma li evitavano, il sole cocente riprese a tormentare i tre semidei, dopo altre ore di cammino Percy rimase a bocca aperta -- Acqua! Acqua! A un chilometro da qui c'è un oasi! -- Annabeth ormai era scettica dato che più volte aveva avuto miraggi -- Ne sei sicuro? -- Percy roteò gli occhi -- Ti ricordo che sono il figlio di Poseidone so distinguere l'acqua dalla sabbia... -- Avanzarono di un altro chilometro e comparve l'oasi ma questa volta non era un'illusione e il figlio di Poseidone urlò di gioia e si tuffò ma non fu l'idea più geniale dato che in acqua c'era un grosso alligatore di quattro metri -- Oh maledizione... -- l'alligatore attaccò, Percy sguainò Vortice e si fece trasportare giù dall'acqua, il coccodrillo evitò l'affondo di Vortice e cercò di azzannarlo al braccio ma Percy fu veloce, da sopra si sentivano le urla di Annabeth e Nico che si erano accorti del pericolo, si buttarono entrambi nel fiume con Hellborn e Lefkó in pugno, Percy apprezzò il gesto ma loro non sapevano respirare e muoversi sott'acqua come lui, allarmato trafisse l'alligatore alla coda che nel frattempo si era voltato verso le nuove prede, Annabeth riuscì ad evitare le zanne e Nico riuscì a trafiggerlo alla testa ma la pelle del l'alligatore era dura e il ferro dello stige lo ferì lievemente, mentre i due semidei tornavano a galla Percy sollevò le acque e fece volare il coccodrillo ma appena quello tornò sott'acqua gli mollò un'artigliata al petto, il dolore era fortissimo e Percy cominciò a vedere dei puntini neri ma sapeva che se si fosse arreso ora sarebbe diventato un antipasto per il coccodrillo e con l'ultimo secondo di lucidità trapasso il coccodrillo nella parte inferiore del collo dove la pelle non era protetta dalla corazza. L'alligatore si dimenò ma alla fine rimase immobile morto, Percy sentì delle mani afferrarlo e si lasciò andare perdendo i sensi.

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Capitolo 32
*** Il Barone Van Gast ***


Percy


Si risvegliò tra le braccia di Annabeth, la semidea stava medicando lo squarcio al petto mentre Nico raccoglieva dei frutti arrampicandosi sugli alberi -- Così dovrebbe andare meglio, cerca di non muoverti troppo altrimenti potrebbe riaprirsi. -- Percy sorrise -- Grazie mamma. -- Annabeth guardò il cielo sospirando ma accennò un sorriso, -- Io proporrei di fermarci qui fino a domani mattina, che dite? -- Nico annuì -- Sì, dobbiamo riposarci un po' altrimenti non andremo molto lontano. Sempre sperando che non veniamo divorati da quei mostri. Avete riempito le borracce? -- Sì, Percy dobbiamo chiederti un favore, so che per te è difficile ma in questo laghetto c'è qualche pesce, devi pescarne un po' perchè non possiamo andare avanti solo a datteri o cose simili. Siamo sempre più deboli e se andiamo avanti di questo passo moriremo di fame. Puoi? Percy calò il capo -- Ragazzi, sono figlio di Poseidone il dio del mare...Non posso fare una cosa simile. -- Annabeth lo guardò infuriata -- Vuoi che moriamo tutti di fame solo perchè tu non puoi pescare qualche pesce? -- Percy detestava farla arrabbiare ma loro non capivano, era come se tradisse i suoi stessi fratelli, però per lei avrebbe fatto qualunque cosa. -- Va bene, aspettate qualche secondo. -- Percy si concentrò e scagliò fuori una decina di pesci belli grossi che finirono sulla sabbia. -- Possono bastare? -- Annabeth sorrise -- Sì, me ne occupo io di pulirli. -- Andò da Percy e lo baciò -- So quanto sia stato difficile e ti ringrazio per averlo fatto, so che credi che io non ti capisca ma senza nulla moriremo di fame. Adesso riposa, Nico andrà a caccia e ti sveglierò quando è pronto, okay? -- Percy le sorrise, annuì e si sdraiò sotto una palma addormentandosi subito, non sognò nulla e si svegliò quando sentì Annabeth chiamarlo e sentì l'odore di pesce e carne arrosto -- Nico è riuscito ad acchiappare una lepre, dato che non vuoi il pesce mangerai quella. -- cenarono in silenzio, la mancanza di Dràkon si sentiva e la stanchezza contribuiva a calare l'umore generale, appena finirono fu Percy a offrirsi volontario per il turno di guardia e decisero che a mezzanotte Nico gli avrebbe dato il cambio. Il deserto bollente di giorno diventava ghiacciato di notte, vide un movimento poco lontano ma capì che era un serpente, arrivò la mezzanotte e svegliò Nico che gli diede il cambio, quella notte si addormentò in un sonno senza sogni e al mattino fu svegliato da Nico. Ripresero la marcia e camminarono velocemente per recuperare il tempo perso, trovare l'oasi era stata una vera fortuna, quel giorno il sole era meno caldo e l'aria leggermente più fresca, -- È una mia impressione o più andiamo avanti e più piante troviamo? -- Annabeth sorrise -- Forse manca poco all'uscita dal deserto, se ci fai caso fa anche meno caldo. -- Percy fu felice -- Finalmente! Ma secondo voi quei mostri ci stanno ancora inseguendo? -- Non lo so Percy, ne abbiamo fatti fuori parecchi eppure secondo me ci stanno seguendo ma non ne sono sicura. -- Nel frattempo il dolore della ferita al petto cominciò a farsi sentire e Percy rallentò, i due semidei se ne accorsero e lo andarono a sorreggere prima che cadesse a terra -- Dannazione, brucia! -- Nico prese l'ultimo pezzo di ambrosia rimasto e glielo passò -- No Nico, potrebbe esserci più utile dopo, il dolore passerà da solo. -- I tre ripresero la marcia, fino al tramonto quando il sole cominciò a calare. -- Fermiamoci qui. -- I semidei si fermarono ma di colpo sentirono delle grida, Percy ascoltò meglio -- Sono persone in pericolo, andiamo avanti sono lì. -- Corsero fino al punto dove avevano sentito le grida e videro una piccola carovana assalita da una ventina di soldati umani, la scorta della carovana cominciò a scagliare frecce ma quelli erano troppi -- Finiranno massacrati, presto dobbiamo aiutarli! -- Percy non attese nemmeno la risposta dei compagni e scese la duna di corsa, con un urlo trafisse un soldato al fianco, un altro provò a disarmarlo ma evitò il colpo e gli assestò un calcio al volto facendolo cadere e lo trapassò al collo, intanto arrivarono anche Annabeth e Nico che abbatterono altri due soldati e vide che i nemici si stavano riprendendo dalla sorpresa, si disposero a falange, scudi e spade perfettamente allineati e si lanciarono di corsa verso i tre semidei. Percy tentò di usare i tentacoli ma era troppo esausto allora fece un'altra cosa, trasformò Vortice in Flagello e colpì con forza il terreno, comparve una crepa che andò verso i soldati e si allargò inghiottendone dieci mentre i restanti vennero abbattuti dalle frecce della scorta, ne sopravvisse solo uno che tentò di scappare ma Annabeth prese la mira e scagliò il pugnale, il tiro fu preciso e il soldato cadde a terra con il pugnale conficcato nel collo. La scorta andò verso i tre semidei -- Come possiamo ringraziarvi nostri salvatori? -- Percy si sentì imbarazzato -- Chi erano quei soldati? -- Il mercante più vicino rispose -- I soldati del Barone Van Gast. Ha una fortezza a qualche chilometro da qui e manda dei soldati ad attaccare le carovane che attraversano questa zona, purtroppo dobbiamo passarci per forza dato che l'oceano è a nord. -- Percy sentì la felicità invaderlo -- Quanto a nord? -- Circa cinquanta chilometri. -- era una distanza banale rispetto a quanto avevano percorso fino a quel momento ma Percy si accorse che avevano quasi finito il cibo -- Avreste qualcosa da mangiare? Abbiamo finito le nostre scorte. -- Il mercante sorrise, prese delle enormi fette di formaggio e della carne secca e gliela diede, parlarono un po' e poi i mercanti ripresero la marcia mentre i semidei si fermarono lì, quella notte fu Annabeth a fare il turno di guardia e Percy sognò, si trovava in una stanza enorme e simile a quella di un re, un uomo alto e muscoloso parlò rivolgendosi ad un altro seduto su un trono -- Signore, la nostra pattuglia mandata oggi in esplorazione non è ancora tornata, dovevano essere di ritorno a breve. -- L'uomo seduto sul trono bevve dal calice e rispose poco dopo -- Va sul posto con uno squadrone di cavalleria e poi torna a riferirmi, ammazza chiunque trovi senza esitare. -- L'uomo sorrise -- Ai suoi ordini Lord Gast. -- fece un inchino e uscì dalla stanza. Percy si svegliò di colpo -- Dobbiamo andarcene di qui! Presto o arriveranno e ci massacreranno!



Angolo dell'Autore: Eccoci al 32º Capitolo, qui molti saranno rimasti perplessi per il fatto che il ferro celeste abbia funzionato su degli umani, naturalmente ci sarà una spiegazione che verrà detta più avanti! :)

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Capitolo 33
*** Un piano per espugnare Forte Garvin ***


Percy


I due semidei lo guardarono in modo strano -- Emm chi sta arrivando di preciso? -- Percy si guardò intorno -- Uno squadrone di cavalleria del Barone Van Gast, non hanno visto tornare la squadra di soldati che abbiamo eliminato e li stanno cercando! Uccideranno chiunque troveranno! -- Annabeth sembrò preoccupata -- Lo hai sognato? -- Percy annuì e poco dopo cominciarono a sentire lo scalpiccio degli zoccoli di cavallo -- Siamo spacciati, uno squadrone intero è troppo. Scappiamo! -- Nessuno protestò e i tre cominciarono a scappare, Percy rimpianse i tappeti mimetici di Dràkon, purtroppo potevano essere usati solo una volta, corsero a perdifiato ma i cavalieri li avevano avvistati e in massimo dieci minuti li avrebbero raggiunti. -- Giriamo a destra! -- svoltarono ma videro che c'era un enorme montagna rocciosa a bloccargli il passaggio, era un vicolo cieco. -- E adesso cosa facciamo? In genere era Annabeth ad avere qualche idea ma non riusciva a trovarne nessuna. -- Semplice, vendiamo cara la pelle, Nico. -- guardò il figlio di Ade e si capirono immediatamente, lanciò un urlo e dal terreno uscirono cinque scheletri armati di sciabola e un paio di arco mentre Percy si concentrò e fece spuntare i tentacoli, -- Annabeth indossa il berretto. -- la ragazza obbedì, indossò il cappello e diventò invisibile. Lo squadrone di cavalleria arrivò, erano circa trenta cavalieri armati di lunghe lance e pesanti scudi, l'armatura era pesante e persino i cavalli erano corazzati. Un uomo avanzò davanti allo squadrone e Percy riconobbe che era l'uomo del sogno, -- Arrendetevi e gettate le armi a terra, non vi sarà fatto alcun male. Combattete e verrete fatti a pezzi. -- la sua voce intimoriva ma per spaventare Percy ci voleva ben altro -- Scordatelo non siamo così ingenui. Vuoi le armi? Bene vieni a prenderle! Il figlio di Poseidone attaccò seguito da Nico, Annabeth e dagli scheletri, i cavalieri rimasero sorpresi ma solo per un secondo perchè si disposero a Cuneo e caricarono, Percy riempì d'inchiostro i primi tre cavalieri e ne afferrò due con i tentacoli stritolandoli e l'altro lo trafisse al cuore, Annabeth disarcionò un altro, Nico colpì al fianco un cavaliere e gli scheletri ingaggiarono uno scontro con altri quattro, un cavaliere andò verso Percy, il semidio si scansò di lato ma la lancia lo colpì alla spalla, trattenne il dolore e afferrò il cavaliere con i tentacoli stritolandolo e lanciandolo contro un altro nemico facendolo finire disarcionato. La battaglia però non stava andando molto bene, i cavalieri erano di più e armati pesantemente, notò che Nico si teneva il fianco sanguinante e come se non bastasse tre scheletri erano stati abbattuti, i cavalieri li accerchiarono e li caricarono ma di colpo si fermarono, un corno risuonò lontano e poco dopo urla di guerra spaventose invasero il silenzio del deserto, i cavalieri si voltarono e furono travolti da decine e decine di goblin. -- Ritirata! Ritirata! -- quattro cavalieri riuscirono a scappare ma il resto fu annientato e Percy rimase a bocca aperta quando vide che a capo dell'esercito goblin c'era Dràkon. -- Ci si rivede semidei, giusto in tempo eh? Un altro minuto e sareste finiti infilzati come spiedini. -- Il generale sorrise e raggiunse i tre semidei -- Ti credevamo morto! -- Il goblin rise -- Non immagini quante volte me lo sono sentito dire! Ma non mi farò mai mettere al tappeto da un gallo troppo cresciuto! -- Sembrava stesse per iniziare un interrogatorio e Dràkon se ne accorse -- Più tardi vi racconterò tutto, ora prendete del nettare e riposatevi. Domani ne parleremo. -- I tre semidei accettarono il nettare e lo mangiarono, Percy si sentì molto meglio ma era comunque stanco e decise di riaddormentarsi insieme ad Annabeth e Nico. La luce del sole li svegliò e Percy si alzò con i capelli arruffati, anche gli altri due semidei si erano svegliati -- Che ora è? -- Dràkon che era passato di lì rispose -- Le cinque di pomeriggio. Avete dormito un bel po' -- Percy in parte si sorprese ma in fondo non dormivano decentemente da parecchi giorni senza il pericoloso di finire divorati o uccisi da qualche mostro. Mangiarono fino ad esplodere e Percy si sentì rilassato e in piene forze. Annabeth si girò verso Dràkon -- Adesso puoi dirci cosa è successo? -- Il generale annuì e gli raccontò del duello con il Basilisco e del suo risveglio in una fortezza goblin improvvisata dai suoi soldati. -- Certo che non finirai mai di stupirmi, hai ucciso il Basilisco completamente da solo! -- Il goblin sorrise ma poi tornò subito serio -- Ragazzi dobbiamo espugnare Forte Garvin. -- Percy aggrottò la fronte -- Forte Garvin? E che sarebbe? -- Dràkon sospirò -- Forte Garvin è il nome della fortezza del Barone Gast. Dobbiamo fermarlo, avete idea di quante carovane ha saccheggiato e gente innocente ha ucciso? -- Percy si stupì, il goblin ormai non sembrava più il nemico contro cui aveva combattuto nella battaglia al campo mezzosangue, si era pentito completamente del suo passato. -- Hai un piano? -- Dràkon sorrise mostrando i denti -- Noi quattro ci infiltreremo nel forte di notte e uccideremo le sentinelle di guardia alla porta e alle mura. Io e il figlio di Ade andremo nella parte ovest mentre voi in quella est. Una volta che ci saremo sbarazzati delle sentinelle apriremo la porta e l'esercito entrerà assalendo il forte. -- Percy cominciò ad eccitarsi all'idea -- Quante unità hai? -- Dràkon fece un rapido conto -- Trecentocinquanta armati di scimitarra, scudo e armatura pesante, cento cavalieri pesanti, cento arcieri e cinquanta Immortali. -- Annabeth lo fissò preoccupata -- L'idea è buona ma loro quanti soldati hanno? Potremmo essere in inferiorità numerica. -- Dràkon ghignò -- Loro possono contare su ottocento armati pesanti, duecento cavalieri pesanti, sessanta cavalieri leggeri e cento balestrieri. -- Annabeth sgranò gli occhi -- Ma è un suicidio! Sono più del doppio di noi e inoltre avranno il vantaggio delle mura! E poi come fai a saperlo? -- Il generale sorrise -- Spie infiltrate nel forte nemico. -- Percy diventò dubbioso -- Ma con queste armature di notte ci vedranno. -- Dràkon si alzò e prese da dietro quattro mantelli neri con tanto di armatura grigia ed elmo nero. -- Stivali chiodati e gambali non li useremo perchè fanno rumore. -- Percy prese un'armatura ma Annabeth esitò -- Tutti quei soldati sono semidei? Perchè quando ci abbiamo combattuto contro siamo riusciti a trafiggerli. -- Dràkon scosse la testa -- Sono umani diventati semidei, insomma lo sono al venticinque percento, non so come abbiano fatto. -- I quattro andarono ad indossare l'armatura, notò che compresa all'armatura c'erano anche due pugnali e un rampino, vide Annabeth e per poco non la riconobbe, era completamente avvolta nel mantello nero e con il cappuccio che copriva il volto mostrando solo le labbra. Vide anche Dràkon e Nico e anche loro erano identici alla semidea e intuì che anche lui aveva il loro stesso aspetto. Annabeth si fece avanti e sorrise -- Beh, allora come sto? -- Percy le sorrise -- Sembri una vera assassina. -- I quattro avanzarono e appena le tenebre li avvolsero si diressero verso Forte Garvin.

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Capitolo 34
*** Intrusione nel Forte ***


Percy


I quattro semidei arrivarono alle porte del forte e stranamente nessuna sentinella li avvistò, Dràkon e Annabeth uccisero due sentinelle usando l'arco e lanciarono il rampino, dopo che tutti e quattro si furono arrampicati si divisero come deciso precedentemente. Percy e Annabeth scesero dalle mura ed entrarono nel Forte, camminarono silenziosi e arrivarono alla prima torre di guardia notando che era presente solo una sentinella, Percy si nascose dietro il muro di una casa e Annabeth si tolse il cappuccio e cercò di fare una voce gentile e allo stesso tempo intimorita -- Mi scusi, potrebbe aiutarmi a trasportare questa cassa? È molto pesante. -- la sentinella la guardò dubbioso -- Vorrei ma sono di guardia. -- Poi la osservò meglio e sorrise -- Anzi posso ma vorrei chiederle cosa ci fa una bella ragazza come lei sola a quest'ora in giro. -- L'uomo scese dalla torre e si diresse verso Annabeth -- Oh beh sono andata a prendere questa cassa, è di un amico per mio padre ma pesa molto e non riesco a portarla. -- Il soldato si avvicinò ora era ad un metro di distanza -- Prima però vorrei una piccola ricompensa. -- spinse la semidea verso il muro tentando di baciarla ma lei gli tappò la bocca, estrasse il pugnale e lo conficcò nel collo del soldato, il corpo dell'uomo ebbe degli spasmi ma dopo qualche secondo si bloccò e rimase immobile. Percy uscì da dietro il muro dove si era nascosto e aiutò Annabeth a disfarsi del corpo, avanzarono verso la seconda torre e questa volta fu Percy a parlare mentre la figlia d'Atena si nascondeva, -- Ehy pappamolli che fate la sopra? Sembrate delle ragazzine spaventate! -- Due uomini enormi uscirono dalla torre -- E tu chi saresti eh? Vuoi ricevere una bella lezione? -- Percy gli rise in faccia -- Una lezione da voi due? Andiamo guardatevi! Persino mia sorella di due anni ve le suonerebbe. -- L'uomo più grosso ringhiò e sguainò la spada, attaccò Percy a destra mentre l'altro lo attaccò da sinistra, il semidio parò il primo colpo e schivò il secondo, mirò al collo dell'uomo più alto ma questo parò il colpo e il compagno colpì Percy con un calcio al petto ma il figlio di Poseidone non si scompose minimamente e con uno scatto tagliò la gola al soldato più basso facendo uscire un fiotto di sangue, l'altro cercò di decapitarlo ma Percy si calò e gli tappò la bocca per poi trafiggerlo al cuore con Vortice. Annabeth uscì dal nascondiglio e nascosero i due corpi, si ricalarono il cappuccio e continuarono a camminare verso la torre successiva ma qualcuno li chiamò -- Ehy voi due, cosa ci fate a quest'ora in giro vestiti così? -- Percy si voltò e vide che il soldato stava avanzando verso di loro -- Allora siete per caso sordi? Forse dovrei portarvi a farvi sturare le orecchie dal Barone. -- il soldato sguainò la spada ma Annabeth fu più veloce, si sfilò un pugnale dalla cintura e glielo lanciò contro colpendolo al collo, il soldato sorpreso si portò le mani alla gola ma poco dopo si accasciò a terra morto. Lo nascosero dietro un bidone e si arrampicarono su un tetto, Percy non era molto abile e Annabeth lo aiutò, raggiunta la cima i due tesero l'arco verso due uomini alla torre, Annabeth scoccò la freccia e colpì l'uomo al cuore mentre Percy che come arcieri non era un granché lo colpì al petto ma per fortuna quello inciampò giù dal muro e morì cadendo. -- Percy se non fosse scivolato avrebbe dato l'allarme! -- Percy si scusò, con l'arco non ci sapeva proprio fare, scesero dal tetto e si incamminarono verso una via più stretta, camminarono cercando di fare meno rumori possibili e avvistarono l'ultima torre che si trovava sul lato nord del Forte -- Percy dobbiamo salire ed entrare nella torre. -- Percy annuì e salirono sulle mura, la porta della torre era chiusa e Percy bussò -- Chi diavolo sei? -- il semidio non seppe cosa rispondere ma ci pensò Annabeth -- Oh andiamo non mi riconosci? -- Il soldato si infuriò -- Ancora tu? Maledetta... -- non fece in tempo a finire la frase perchè appena aprì la porta finì con il pugnale di Annabeth conficcato nel collo, si dimenò qualche secondo ma poi rimase immobile, Annabeth lo spostò ed entrò nella torre seguita da Percy, l'altro soldato si preoccupò non vedendo arrivare il compagno -- Mike è tutto apposto? Poco dopo il figlio di Poseidone gli saltò addosso e lo trapassò al petto facendogli uscire la Vortice dalla schiena. -- Bene anche l'ultima torre è sistemata, adesso dobbiamo tornare alla porta e aprirla insieme a Nico e Dràkon. -- Percy annuì, scesero dalla torre e cominciarono a tornare verso la porta. Incontrarono un soldato ma quello non li vide a causa dei mantelli scuri e del cappuccio che si confondevano nelle tenebre, continuarono a camminare e dopo un quarto d'ora arrivarono alla porta e cominciarono ad aspettare gli altri due che arrivarono qualche minuto più tardi. Dràkon si fece avanti -- La porta farà rumore e per questo qualche soldato potrebbe arrivare, Annabeth e Nico si occuperanno di tirare le leve e aprirla mentre io e Percy ci occuperemo di eventuali soldati. -- nessuno ebbe da obiettare e Nico e Annabeth cominciarono a tirare le due leve, spinsero e a poco a poco la porta cominciò ad aprirsi, il rumore attirò cinque soldati che corsero verso Percy e Dràkon, il semidio parò due colpi di spada e affondò Vortice nel petto di uno dei due, l'altro però riuscì a ferirlo al ginocchio prima di finire con la spada conficcata nelle costole. Dràkon nel frattempo aveva abbattuto un soldato e ferito un'altro, il rumore delle spade che si scontravano attirò altri soldati, poco dopo il soldato ferito finì con Kataraménos conficcata nell'addome, l'ultimo soldato rimasto provò a decapitare il generale ma questo si abbassò e lo trapassò all'altezza dell'ombelico. Proprio in quel momento Nico e Annabeth aprirono del tutto la porta e i goblin si riversarono nel Forte come un fiume in piena, la cavalleria avanti e la fanteria dietro.

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Capitolo 35
*** Battaglia nel Forte ***


Percy


Percy si spostò giusto in tempo, la cavalleria travolse i soldati che si stavano radunando per difendere il forte, era ormai ovvio che le urla di battaglia dei goblin avessero svegliato l'intero l'esercito. Percy si affiancò a Nico e Annabeth mentre Dràkon andò a guidare gli Immortali, un balestriere prese di mira un goblin ma Percy gli saltò addosso e lo trafisse al petto, un altro soldato si fece avanti e il duello cominciò, il soldato tentò di colpire Percy allo stomaco ma il semidio fu rapido, parò il colpo e passò al contrattacco ferendolo alla gamba. Il soldato però non cedette al dolore e mirò alla spalla, Percy parò a fatica il fendente e lo colpì con un calcio all'addome facendolo arretrare e trafiggendolo subito dopo nelle costole, mentre quello si accasciava a terra ormai morente arrivò un cavaliere armato di una lunga spada e armatura leggera, attaccò velocemente e Percy fu costretto a rotolare di lato per evitare di essere travolto dal cavallo, si rialzò e si preparò a ricevere la carica successiva che però non avvenne dato che il cavaliere finì con una freccia conficcata nella schiena da un goblin. Annabeth intanto era impegnata con un corpo a corpo contro un alabardiere, il soldato provò a colpirla alla testa ma la semidea si abbassò e con uno scatto andò contro il soldato conficcandogli Lefkó nel fianco e girando la lama per assicurarsi che il colpo fosse letale, di colpo un arciere scoccò verso Nico colpendolo alla gamba -- Nico! -- Percy attaccò l'arciere, questo vedendo la minaccia in arrivo sguainò la lama e si preparò, Percy però in pochi colpi riuscì a disarmarlo e a trapassarlo poi si rivolse ad un paio di goblin e gli disse di portare Nico fuori dal Forte e medicarlo. Si fermò un minuto per vedere come proseguiva la battaglia e notò che la carica dei goblin era stata bloccata e che i soldati erano perfettamente schierati, era ovvio che dei comuni soldati non sarebbero mai riusciti a sfondare quel muro di scudi e i goblin sarebbero finiti annientati, se ne accorse anche Dràkon che urlò -- Immortali a me! -- I cinquanta Immortali lo circondarono -- Carica! -- L'élite dell'esercito goblin assaltò il muro di scudi che dopo una decina di minuti cominciò a spezzarsi mentre la cavalleria pesante faceva pressione ai lati. Percy corse verso una stretta via dove una dozzina di goblin stavano bloccando la via a dei soldati, si affiancò ai dodici e cominciò a respingere gli alabardieri, uno lo caricò e Percy schivò in tempo l'ascia, provò a colpirlo al torace ma il nemico parò il colpo con lo scudo e mirò alla testa del semidio che abbassò il capo giusto in tempo ma il goblin accanto a lui non fu altrettanto abile e finì decapitato, l'alabardiere però si era esposto e Percy senza indugiare lo trafisse al collo uccidendolo. Purtroppo appena un soldato cadeva ne subentrava un altro, i goblin resistettero per un lungo quarto d'ora ma uno dopo l'altro venivano uccisi e alla fine restarono solo in tre compreso Percy. -- Dobbiamo cedere il passaggio, al prossimo assalto ci faranno a pezzi! -- I due accanto a lui non se lo fecero ripetere due volte e cominciarono ad arretrare velocemente, appena usciti dalla stradina vennero assaliti da un paio di soldati armati di scimitarra, un goblin ne abbatté uno ma l'altro finì con il petto squarciato, Percy e il goblin attaccarono contemporaneamente il soldato che parato il colpo di Percy finì trafitto alla testa dall'attacco del goblin. Notò che tra i soldati c'era uno che gli sembrava famigliare, era più alto e muscoloso e poi gli venne in mente, era quello che comandava lo squadrone che aveva tentato di eliminarli, Percy lo attaccò e quello fece in tempo a voltarsi e parare, combatteva con un enorme spada e uno scudo rotondo e appeso al petto il distintivo che ne indicava il grado ma Percy non aveva idea di che grado significasse, provò a colpirlo alla spalla ma il colpo venne parato facilmente e l'uomo passò al contrattacco mirando al torace, Percy parò il colpo con Vortice e riuscì a ferirlo di striscio sul braccio ma quello sembrava non essersene neanche accorto e lo colpì con lo scudo al petto facendolo cadere e lasciandolo boccheggiando per riprendere fiato. Il semidio provò a rialzarsi ma era esausto, la fatica dei giorni precedenti non era sparita, riuscì a parare la lama del nemico, rotolò di lato e lo colpì con forza alla caviglia, la spada sfondò il gambale e azzoppò il nemico che urlò di dolore e cadde a terra, Percy ne approfittò e gli conficcò Vortice all'altezza del cuore uccidendolo sul colpo. Arrivò un altro soldato che tentò di decapitarlo ma Annabeth gli si parò davanti e parò il colpo, le due lame cominciarono a scontrarsi e poco dopo l'agilità della semidea ebbe la meglio, scartò di lato e lo trafisse sotto l'ascella, conficcò Lefkó fino al forte della spada e poco dopo la ritrasse. -- Devo stare sempre a tenerti d'occhio Testa d'Alghe. -- Percy le sorrise e si asciugò il sudore dalla fronte -- Sembra stia andando abbastanza bene. -- Annabeth annuì -- Gli Immortali sono riusciti a sfondare la linea difensiva ma è presto per cantare vittoria, loro sono il doppio di noi possono ribaltare la situazione da un momento all'altro. -- Percy sospirò -- Torno a combattere, ci rivediamo al palazzo. -- Percy si unì a un gruppo di goblin che tentava di avanzare in una stradina, la trentina di goblin avanzava contro gli alabardieri nemici, entrambi i gruppi partirono alla carica e l'impatto fu tremendo, Percy per poco non finì a gambe all'aria, i goblin erano di più ma gli alabardieri erano armati pesantemente e per questo ebbero la meglio, Percy ne trafisse uno alla base del collo e parò un colpo diretto alla testa, l'impatto contro l'alabarda fu tremendo ma si riprese in fretta e lo trapassò al petto mentre l'avanzata dei goblin continuò.

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Capitolo 36
*** Battaglia tra le macerie ***


Percy


Percy insieme ai goblin assaltò un gruppo di alabardieri che tentarono invano di bloccargli il passaggio, ormai combattevano da ore e il sole stava per sorgere quando di colpo cominciarono a piovere enormi massi, probabilmente il barone doveva aver capito che la battaglia stava cominciando ad andare a favore dei goblin e così aveva deciso di sfoderare le sue ultime armi ovvero le baliste e le catapulte che aveva a protezione del palazzo. Era rischioso anche per i soldati ma al barone probabilmente non gliene importava molto e comunque erano più i goblin quelli che finivano schiacciati, un masso precipitò proprio a qualche metro di distanza da Percy sfondando un tetto e facendo crollare la casa. Uno sciabolatore spuntò dalle rovine di una casa e attaccò il figlio di Poseidone, Percy fu preso completamente alla sprovvista e finì con un enorme taglio al braccio, non era un taglio profondo ma comunque molto doloroso, strinse i denti e parò il colpo successivo che era diretto al petto, il nemico provò a colpirlo con lo scudo ma Percy si scansò all'ultimo secondo facendo perdere l'equilibrio al soldato che un secondo dopo si ritrovò con Vortice conficcata nel torace. Prese della stoffa da una casa ormai in macerie e se la legò al braccio ferito, scavalcò un muretto caduto e raggiunse un gruppo di goblin che erano in difficoltà, i cavalieri erano scesi da cavallo dato che ormai era impossibile muoversi con esso nel Forte in quelle condizioni, una decina assalirono il gruppo di sei goblin, Percy parò un fendente diretto al fianco e mirò alla testa ma il soldato parò il colpo e gli tirò un calcio alla gamba destra facendolo cadere, l'istinto lo salvò perchè rotolò di lato ed evitò la lama che si conficcò a pochi centimetri dalla sua faccia, si rialzò in fretta e riuscì a trafiggere il soldato all'addome. Intanto dei sei goblin ne erano rimasti solo due contro quattro soldati, uno stava per trapassare un goblin ma Percy creò un geyser sotto i suoi piedi offuscandogli la vista e permettendo al goblin di trafiggerlo al collo, rimasero due contro due, Percy si abbassò evitando la lama e conficcò Vortice nel petto del soldato ma l'armatura lo salvò e la ferita non fu grave, il soldato invece riuscì a ferirlo ad una gamba ma il suo momento di gloria durò poco dato che il semidio lo trapassò al cuore, si girò e vide che anche il goblin era riuscito a uccidere il nemico. Mentre si fasciava la gamba sentì degli spari di armi da fuoco, aggrottò la fronte confuso, armi da fuoco di bronzo celeste? Certo era possibile ma perché allora non le avevano usate prima? Si diresse verso la zona dove aveva sentito gli spari e vide tre militari stesi a terra con accanto dei fucili, entrò nell'edificio dove i tre avevano cercato di entrare e scoprì un intero arsenale militare di bronzo celeste. Non ci pensò due volte e imbracciò un Ak-47, prese delle munizioni e una cintura con appese cinque granate, anche altri goblin entrarono e si armarono, uscì dall'armeria e si gettò subito a terra cosa che gli salvò la vita dato che i proiettili gli sfiorarono la testa. Non aveva mai usato un fucile, si inginocchiò dietro delle rovine e cominciò a sparare, riuscì a colpire un militare e un alabardiere, quella che fino a pochi minuti fa era una battaglia in pieno stile medievale si era trasformata in una battaglia moderna anche se comunque la maggior parte dei soldati era armata come prima, Percy si riabbassò dietro le macerie e quando sentì gli spari cessare si alzò e lanciò una granata facendo saltare in aria tre soldati davanti a lui, scavalcò la barricata e si nascose dietro la colonna di una casa, sentiva i proiettili dei militari colpire il muro ma non osò esporsi. Quando gli spari cessarono si sporse e sparò ma i nemici si calarono immediatamente dietro le macerie, di colpo i due soldati si rialzarono e spararono, Percy riuscì in tempo a tornare dietro la colonna ma un proiettile si conficcò nella gamba già ferita e il semidio urlò di dolore, era in seria difficoltà e i due se ne accorsero dato che avanzarono di corsa verso di lui, uno a destra e l'altro a sinistra, questa volta era spacciato per davvero, la sua carriera da Rambo non era durata poi così tanto ma proprio mentre quelli ormai stavano per raggiungerlo finirono mitragliati da un paio di goblin. Percy li ringraziò, provò ad alzarsi ma la gamba gli bruciava troppo, i due lo sollevarono, lo portarono in una tenda improvvisata e lo poggiarono sul pavimento per poi andarsene, arrivò un goblin dall'aspetto che lasciava intuire i suoi migliaia di anni, gli osservò la gamba e la toccò causandogli una scossa di dolore -- Bevi questo, ti addormenterà per un'ora, giusto il tempo per fasciarti le due ferite e toglierti il proiettile. -- Percy non fece domande, bevve facendo una smorfia di disgusto e poco dopo si addormentò. Quando si risvegliò vide che aveva il braccio e la gamba puliti e fasciati, si rialzò e notò che la gamba non gli faceva più tanto male ma giusto un lieve bruciore, imbracciò il fucile e uscì dalla tenda incamminandosi a nord ovvero dove i soldati del Barone si stavano radunando per difendere il palazzo, superò le macerie e i resti delle case, incontrò due goblin che affrontavano dei lancieri, Percy mirò e colpì un soldato mentre gli altri indietreggiarono ma finirono infilzati dai due goblin. Avanzò e vide una quarantina di goblin affrontare altrettanti soldati, Percy lasciò il fucile, impugnò Vortice e si gettò nella mischia trafiggendo subito un soldato al petto mentre parò un affondo di un altro, i due si scambiarono qualche colpo ma alla fine il semidio lo disarmò e lo trafisse al torace.

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Capitolo 37
*** Un nuovo nemico ***


Annabeth


La battaglia infuriava ormai da oltre un giorno, soldati e militari stavano cercando di rallentare l'esercito goblin, avevano costruito una barricata che circondava l'intero palazzo e la maggior parte dei soldati risiedevano lì dentro mentre una parte assaliva i piccoli gruppi di goblin che erano stati incauti e si erano separati dall'esercito. Annabeth si chiese se Percy stesse bene era da un bel po' che non lo vedeva ma cercò di non pensarci e si distese sdraiata su delle macerie, aveva una ferita ad un braccio e un leggero taglio al piede ma per il resto stava abbastanza bene, chiuse gli occhi e si addormentò con la sicurezza che intorno a lei era pieno di goblin e quindi era al sicuro. Ovviamente sognò ma più che un sogno era un incubo, vide un uomo calvo, con occhi rossi e simili a quelli dei serpenti, indossava un vestito nero con un mantello e sedeva su un trono, nero con dei teschi conficcati, improvvisamente sentì dei passi e vide uno di quei mostri divoratori di umani che si avvicinava all'uomo per poi inginocchiarsi di fronte -- Mio sssignore, chiedo perdono, i tre sssemidei e il goblin ci sssono ssfuggiti, ma ssappiamo che ssi trovano a Forte Garvin. -- l'uomo che sedeva pallido sul trono cominciò a diventare rosso di rabbia e la sua voce tuonò -- Siete degli incapaci! Eravate nettamente in vantaggio numerico e vi siete fatti sorprendere come polli! Sei tu quello a capo della spedizione? -- Non era possibile vederlo dato che era incappucciato ma Annabeth giurò che il mostro stesse cominciando a sudare -- Ssì mio sssignore ma ho pressso il comando da poco dato che l'iniziale capo della ssspedizione ci ha rimessso le penne in un asssalto, sssono a capo della sspedizione da una sssettimana. -- L'uomo però non sembrava interessato alle scuse -- Hai comunque avuto delle occasioni per catturarlo ma hai fallito. Sai qual è la pena per i falliti? -- Il mostro cominciò a indietreggiare spaventato -- Mio ssignore mi dia un'altra posssibilità non la deluderò! -- L'uomo sorrise crudelmente -- Mi dispiace ma non do seconde possibilità a nessuno. -- La testa cominciò a diventargli nera e ad ingrandirsi prendendo una strana forma, il mostro intanto cominciò a scappare e Annabeth si accorse che l'uomo adesso aveva la testa di un drago nero, aprì le fauci e un enorme vento cominciò ad attirare il mostro nelle fauci e di colpo vide qualcosa uscire dal mostro, una luce azzurra e la semidea capì, l'uomo dalla testa di drago gli stava risucchiando l'anima, questa gli entrò nella bocca e il sovrano ghignò crudelmente -- Deliziosa, adesso però concludiamo il lavoro. -- Il mostro ormai si guardava intorno senza riuscire più a capire nulla mentre quello aprì le fauci e un enorme fiammata azzurra incenerì il mostro senza lasciarne traccia, infine la testa dell'uomo tornò umana. -- Durza vieni qui. -- si sentirono dei passi e un uomo dalla pelle bianchissima e capelli lunghi e rossi si fece avanti e fece un inchino davanti al trono -- Mi ha chiamato mio signore? -- questo sorrise -- Voglio che sia tu a occuparti di catturare e portare qui i semidei. -- Durza annuì -- E il goblin? -- L'uomo rifletté qualche secondo -- Sì, anche lui se riesci ma voglio sopratutto i tre semidei, se fallirai hai già visto le conseguenze. -- Per un secondo Durza diventò ancora più pallido -- Sì mio signore, non ti deluderò. -- L'uomo fece un segno di congedo con la mano e lo congedò rimanendo solo, poi si voltò verso Annabeth e il cuore della ragazza cominciò a battere all'impazzata, come faceva a sapere che era lì? -- Figlia d'Atena, presto sarai qui insieme agli altri due semidei. Divorerò la vostra anima e diventerò il padrone incontrastato dell'universo! Questa e le altre dimensioni saranno sotto il mio dominio, voi e i vostri dei sarete schiacciati come formiche! E ora sparisci! -- Aprì la mano e la puntò verso Annabeth, un vento fortissimo la colpì e si risvegliò madida di sudore. L'incubo era stato tremendo, persino peggio di quello del Basilisco, molto peggio. Cominciò a riflettere, l'uomo aveva parlato di più dimensioni quindi sul fatto che quei mostri non appartenevano al loro mondo ci aveva azzeccato ma chi era quell'essere? Emanava un'aura di potere incredibile e quando aveva detto che avrebbe spazzato via semidei e dei...Beh Annabeth ci credeva, non aveva mai visto nulla di simile e ogni volta che divorava un'anima la sua energia aumentava, doveva cercare Percy, Nico e Dràkon per avvertirli del pericolo, nemmeno un guerriero temibile come il generale poteva tenere testa a quel mostro. Inoltre Durza le faceva accapponare la pelle, nei suoi occhi aveva letto solo crudeltà, desiderio di vendetta e di sangue, per non parlare del fatto che sembrava uno spettro e forse lo era realmente. Cominciò a correre e a cercare gli altri tre, trovò Dràkon intento a lucidare Kataraménos -- Dràkon siamo in pericolo! -- Gli raccontò tutto il sogno e il goblin rimase in silenzio ad ascoltare, quando finì si accorse di avere ancora il cuore che le batteva dal terrore -- Dobbiamo avvisare Nico e Percy! -- Il goblin annuì -- Non so chi sia ma dobbiamo stare attenti, questa storia del divorare le anime non mi piace per niente. Cominciamo a cercare i due ragazzi, appena Forte Garvin sarà caduto decideremo il da farsi. -- Si incamminarono alla ricerca dei due semidei scortati da una decina di goblin, girarono tutte le zone in mano ai goblin e trovarono Nico intento a infilzare un soldato -- Nico, vieni con noi dobbiamo trovare Percy! Ti racconteremo tutto dopo! -- Il semidio li seguì e cominciarono a cercare Percy.

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Capitolo 38
*** Una minaccia dal dio della guerra ***


Percy


Percy fu uno dei primi a scavalcare le barricate costruite dai soldati, insieme a sette goblin cominciò a menare fendenti per dare il tempo al resto dei goblin di scavalcare le barricate, un soldato lo ferì alla guancia ma finì con Vortice conficcata nel collo, un goblin accanto a lui finì trafitto da una lancia, il gruppetto riuscì a resistere qualche minuto ma quei pochi minuti furono sufficienti per far arrivare una trentina di goblin. Percy e gli altri quattro si disposero a cerchio e cominciarono a farsi strada verso i goblin appena arrivati, uno spadaccino provò a colpirlo alla testa ma Percy evitò la lama, lo trapassò allo stomaco e lo colpì con un calcio facendolo cadere nella mischia, un altro goblin finì trafitto al collo da una freccia e il cerchio si restrinse, un goblin accanto a lui sfondò la testa di un cavaliere con la pesante alabarda che probabilmente aveva preso ad un soldato, i nemici si accorsero del gruppetto che cercava di raggiungere i goblin -- Prendeteli! -- Una lancia volò verso i tre ma l'Immortale la parò con lo scudo tuttavia i soldati cominciarono a prenderli di mira, Percy si beccò una freccia nella spalla sinistra e una ferita non molto profonda al petto, stava cominciando veramente a diventare impossibile e anche un altro goblin finì trapassato al cuore mentre Percy e l'Immortale combattevano spalla a spalla -- Non ce la faremo mai! -- L'Immortale sfondò il cranio di un nemico e parò un fendente diretto al fianco, lui almeno aveva un'armatura pesante e uno scudo di tutto rispetto ma il figlio di Poseidone era equipaggiato in modo leggero e senza scudo. Percy evocò un'onda e travolse gli inseguitori, i due cominciarono a scappare, ormai mancavano solo pochi metri ma di colpo un muro di soldati gli si piazzò davanti, l'Immortale sfondò scudo e petto del nemico con la terribile mazza d'arme mentre Percy ne trapassò un paio uno al fianco e l'altro al collo ma erano troppi e l'Immortale dopo aver abbattuto altri tre soldati finì con una lancia conficcata nello stomaco, non mollò e abbatté la pesante mazza sulla testa del soldato che lo aveva colpito sfondandogli la testa con un filo di voce disse -- Va via, li trattengo io. -- Percy fece per protestare ma l'Immortale con un urlo si gettò contro i soldati, colpì con lo scudo la faccia di un soldato e spaccò il torace di un altro finendo poi infilzato da una decina di spade ma questo diede tempo a Percy di scappare e mentre percorse gli ultimi metri trafisse un soldato al collo, per poi infilarsi nel gruppo di goblin che aveva raggiunto almeno la settantina di elementi. Qualcuno lo trascinò fuori dalle barricate in una tenda per i feriti, gli tolsero la freccia con cautela e ripulirono, la ferita al braccio, alla spalla e una al fianco per poi bendarle come meglio si poteva. Aveva perso il conto di quante ferite si era procurato nelle ultime due settimane, la tenda si aprì ed entrarono Annabeth, Dràkon e Nico, i tre avevano il fiatone, la semidea si fece avanti -- Percy siamo nei guai. -- lui la guardò accigliandosi e lei cominciò a raccontargli dell'incubo, era seriamente spaventata e lo si capiva dalla voce, quando finì nella stanza calò il silenzio -- Quindi questi mostri che ci hanno inseguiti fino ad ora sono comandati da quest'uomo capace di mutare in un drago e adesso uno spettro ci darà la caccia. -- la ragazza annuì -- Non proprio adesso ma quando saremo lontani dal forte. -- Percy provò a sollevare la spalla ma sentì una scarica di dolore e la riabbassò -- Direi che ci fermeremo qualche giorno, non so nemmeno se sarò capace di sollevare la spada. -- Parlarono qualche minuto di come stava procedendo l'assedio al palazzo e di quanto tempo esso potrà resistere, secondo il generale il palazzo potrà resistere ancora un paio di giorni, quando tutti furono usciti rimasero solo Percy e Annabeth ma presto la semidea si addormentò sul suo petto seguita poco dopo da lui. Gli ultimi giorni erano stati veramente stancanti per tutti, combattevano in continuazione e restavano in uno stato di dormi-veglia in modo da non farsi prendere di sorpresa dai soldati. Ovviamente dormire in completa pace era chiedere troppo, sognò Ares che lo osservava con il suo solito ghigno arrogante ma nei suoi occhi c'era qualcosa di diverso, non erano le solite fiamme rosse ma viola -- Perseus Jackson, ci incontreremo presto, molto presto e appena ci rivedremo ti ridurrò in cenere. -- Scoppiò in una risata sinistra da far accapponare la pelle e poi si svegliò, per fortuna non svegliò Annabeth e cominciò a pensare all'incubo, un'ora dopo si svegliò anche la semidea che diede a Percy un po' di nettare che gli diede un po' di sollievo, si alzarono e uscirono dalla tenda notando che la battaglia per la barricata si era conclusa e che i goblin erano riusciti a scacciare i soldati. La barricata era stata distrutta per consentire un passaggio veloce e una specie di accampamento ospitava i goblin, ogni tanto si sentiva qualche sparo o il sibilo di una freccia ma per il resto tutto era tranquillo, Percy notò quanto si fosse assottigliato l'esercito goblin che inizialmente contava seicento unità ma adesso probabilmente era tra le duecento o trecento unità ma le perdite del nemico erano state addirittura peggiori, Dràkon aveva fatto seppellire fuori dalle mura del forte i corpi dei caduti nemici e se ne contavano circa settecento ma questo significava anche che la battaglia non era ancora finita dato che i soldati restavano in maggioranza numerica e che questa volta gli assedianti non avrebbero potuto semplicemente entrare nel palazzo con la porta aperta come era successo nel forte, la vera battaglia stava per cominciare.

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Capitolo 39
*** Un incubo prima della battaglia decisiva ***


Percy


Il sole calò e la notte avvolse soldati e goblin, l'aria era fredda e il Forte incredibilmente silenzioso se non per il quartier generale dove Dràkon stava decidendo cosa fare. -- Per me dovremmo approfittare della notte per assaltarli. -- Annabeth scosse la testa -- Per me è troppo scontato, non dormiranno di certo sapendo che siamo accampati vicino al palazzo. -- Erano ore che cercavano di decidere qualcosa quando di colpo Percy ebbe un'idea -- Potremmo scavare e infilarci nel palazzo da sottoterra! -- Dràkon valutò l'idea ma non sembrava molto convinto -- Loro sono in maggioranza numerica, ci circonderebbero e verremmo annientati in poco tempo. -- Percy sorrise -- È qui che ti sbagli, perchè ci divideremo in due gruppi, uno attaccherà la porta per attirare l'attenzione dei soldati lì mentre il secondo gruppo entrerà e assalterà i difensori alle spalle, dal secondo gruppo poi si staccherà una piccola parte che andrà a catturare il barone. -- Adesso tutti lo guardarono con la bocca spalancata compresa Annabeth -- Percy sei sicuro di stare bene? -- Percy le fece la linguaccia -- Sono un genio, eh? -- Dràkon lo guardava ancora dubbioso ma questa volta sembrava più deciso -- Il piano è buono ma sai che siamo pochi e che un minimo errore ci costerebbe la sconfitta? -- Nonostante il goblin restasse dubbioso al semidio non calò l'entusiasmo -- Su andiamo, vedrete che andrà benissimo! -- il generale annuì -- Va bene, abbiamo a disposizione trecentoventi goblin in totale, direi di mandarne duecento ad assaltare la porta, cento nel tunnel e i restanti venti andranno a catturare il barone. -- Percy annuì -- Io andrò con i venti per catturarlo. -- D'accordo Percy, ma sta attento perché anche se i soldati saranno impegnati alla porta di sicuro il barone non resterà senza protezione. Da domani mattina i goblin cominceranno a scavare il tunnel a turni e in un paio di giorni dovremmo riuscire a concluderlo. -- E detto questo la riunione concluse e ognuno si diresse verso le proprie tende, Percy si appoggiò sulla branda con tutta l'armatura addosso, ormai era diventata come un normale vestito, la indossava di giorno e di notte dato che addormentarsi senza era troppo pericoloso, Annabeth si poggiò sulla branda accanto e Percy le diede il solito bacio della buonanotte. Si mise sotto le coperte per non congelare dal freddo e con un po' di difficoltà si addormentò, sognò Rachel che gli diceva -- Una grande battaglia ti attende, il tuo avversario ha la forza di un dio, la furia delle peggiori belve e un desiderio di vendetta indomabile. Se non lo fermerai lui distruggerà gli dei e avvolgerà l'umanità nelle tenebre, ma prima di affrontarlo dovrai superare due prove e solo allora sarai pronto. -- Il sognò svanì e vide un enorme fortezza nera circondata dall'oceano, dalla fortezza si sentì un ruggito spaventoso e Percy si svegliò di colpo sudato e scosso, Annabeth lo osservava ma a giudicare dalla sua espressione anche lei non aveva fatto bei sogni. Si raccontarono gli incubi avuti ma Percy tralasciò la parte di Rachel anche perché non aveva idea di cosa significasse mentre Annabeth gli raccontò ciò che aveva sognato ovvero una voce che gli diceva di spostare uno scaffale di libri quando sarebbe arrivata nella stanza del barone, poi il sognò cambiò e raccontò di aver sognato Artemide che tentava di avvisarla riguardo ad Ares e a uno spettro ma non si capiva bene e alla fine la dea sparì. Insomma sogni strani come al solito, i due semidei decisero di addormentarsi di nuovo e questa volta si addormentò senza sogni, al risveglio il freddo non era passato e Percy cominciò a battere i denti, c'erano circa meno dieci gradi, uscì dalla tenda e vide i goblin al lavoro intenti a scavare il tunnel e decise di fare un giro per il piccolo accampamento che avevano costruito, girò per tutta la mattina per poi andare nella tenda trasformata in una cucina, un goblin gli diede una fetta di carne arrostita con delle strane erbe intorno. Andò a sedersi su delle macerie e divorò il pranzo, non si era accorto di quanto fosse affamato, di colpo sentì un dolore atroce alla testa, urlò di dolore e cercò di capire cosa gli stesse succedendo ma aveva i pensieri offuscati e una voce gli risuonò nella mente "Perseus Jackson è così facile prendere il controllo della tua mente? Oh andiamo, se tu sei il più potente semidio allora conquisterò l'intero pianeta in un giorno." La voce cominciò a ridere e poco dopo sparì dalla sua mente e dopo alcuni secondi ricominciò a vedere, mezzo esercito lo stava osservando tremante, -- Cosa è successo? -- un goblin si fece avanti -- I tuoi occhi erano diventati viola, intorno ti era comparsa una leggera nebbia anche questa viola e hai cominciato a urlare e dimenarti. -- Percy cercò di ragionare, viola gli era famigliare ma come? Poi ricordò, anche ad Ares gli occhi erano diventati viola e il corpo era ricoperto da quella specie di nebbia, cosa stava succedendo? La voce non era quella di Ares ma molto più spaventosa e profonda, Annabeth lo raggiunse preoccupata -- Tutto bene? -- Percy sorrise -- Sì, adesso va tutto bene, andiamo. -- I due giorni successivi passarono tranquilli senza grandi avvenimenti ma il terzo giorno il tunnel fu completato, -- Percy il tunnel è concluso, stanotte attaccheremo. Sei pronto? -- Percy annuì -- Sì, Dràkon per che ore attaccheremo? -- Noi partiremo a mezzanotte ma voi dovrete attaccare mezz'ora dopo ovvero quando sentirete la tromba. -- Annabeth si fece avanti -- Verrò anche io e non voglio sentire discussioni. -- Percy protestò ma fu inutile e poi in fondo era confortato dal fatto di avere Annabeth vicina -- D'accordo, Nico verrà con te? -- Il generale fece di sì con il capo e andarono a prepararsi dato che mancava poco a mezzanotte.



Angolo dell'autore: Ciao a tutti! Volevo dirvi che d'ora in poi i capitoli verranno aggiornati nei seguenti orari ----15:00-----21:00----- Quindi se il capitolo non verrà aggiunto alle 15 verrà aggiunto alle 21 e se neanche allora verrà aggiunto vuol dire che quel giorno non potrò aggiornare! Buona lettura ;)

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Capitolo 40
*** Intrusione nella sala del trono ***


Percy


Il tunnel era abbastanza ampio da far passare due persone alla volta e illuminato da delle torce, Percy e Annabeth procedevano seguiti dai cento goblin in completo silenzio, ogni tanto qualcuno parlava a bassa voce ma in genere si restava in silenzio per evitare che il nemico li sentisse. Dopo aver percorso altri trecento metri arrivarono a fine tunnel -- Passatemi un piccone o qualcosa per rompere l'ultimo strato, tra poco suoneranno la tromba. -- Un goblin gli passò il piccone e appena la tromba suonò Percy distrusse l'ultimo strato e uscì dal tunnel, i goblin cominciarono ad uscire silenziosi e si ritrovarono nel palazzo, le pareti erano dipinte di rosso e raffiguravano battute di caccia, erano presenti anche delle enormi colonne con dei capitelli in stile ionico, Annabeth rimase a bocca aperta e Percy dovette tapparle la bocca con la mano prima che cominciasse a parlare di architettura, i venti goblin scelti si separarono dal gruppo e andarono insieme ai due semidei verso le scale che conducevano al piano superiore mentre i cento goblin si diressero dal lato opposto per prendere alle spalle i soldati. Salirono le scale mentre i rumori della battaglia coprivano i loro passi e Percy fece segno agli altri di restare fermi e in silenzio, si accucciò a terra e cominciò a strisciare in avanti, due guardie armate di lancia erano di guardia alla porta principale, Percy tornò indietro e sussurrò all'orecchio di Annabeth -- Ci sono due guardie armate alla porta, tu e un altro arciere dovete occuparvene. -- la semidea chiamò un goblin con un arco e insieme cominciarono ad avanzare abbassati, tesero l'arco e scoccarono le frecce che andarono a piantarsi nel collo delle due guardie che tentarono di urlare l'allarme ma alla fine si accasciarono per terra morti. la semidea fece cenno di avanzare e i goblin la seguirono, Percy prese una chiave da una delle guardie e aprì la porta, un enorme stanza con le pareti bianche e al centro un enorme piscina li accolse ma Percy notò cinque guardie armate di guardia all'enorme scalinata oltre la piscina. -- Prendete gli archi, ci sono altre cinque guardie oltre la piscina. -- Annabeth scosse la testa -- Siamo solo quattro arcieri, dovrai tirare anche tu. -- Percy prese il suo arco e insieme agli altri quattro si nascose dietro una colonna, tese l'arco e mirò al cuore, le frecce partirono e andarono tutte a conficcarsi nel cuore o nel collo dei nemici tranne quella del semidio che finì nel ginocchio della guardia a cui aveva mirato e la guardia cominciò a imprecare parole poco carine verso il semidio, stava per dare l'allarme ma Annabeth scoccò e lo trafisse alla schiena mentre cercava di scappare uccidendolo sul colpo. -- Te ne ha dette di tutti i colori. -- Percy rise -- Non gli stavo molto simpatico forse. -- Salirono la scalinata e trovarono un'altra enorme stanza con una sola enorme porta sorvegliata da una trentina di guardie armate. -- Al mio tre carichiamo! -- Annabeth annuì e avvisò gli altri goblin -- Uno, due e ...Tre! -- I goblin uscirono allo scoperto urlando, le guardie rimasero sorprese ma durò poco, scagliarono una raffica di giavellotti che trafisse alcuni goblin, poi sguainarono le scimitarre e misero gli scudi in avanti per assorbire la carica, Percy sguainò Vortice e cominciò a tempestare di colpi lo scudo di una guardia, questo parò i colpi del semidio e provò a colpirlo alla gola ma il colpo fu parato e Percy lo trafisse al fianco, un altro riuscì a colpirlo ma gli squarciò solo l'armatura e il semidio gli mollò un pugno sul volto per poi trafiggerlo poco sotto il collo, Annabeth accanto a lui conficcò Lefkó nello stomaco di una guardia, metà dei goblin erano stati uccisi ma anche altrettante guardie, Percy creò una piccola onda e colpì il soldato di fronte a lui distraendolo e poi trafiggendolo al petto, si beccò un leggero taglio alla mano ma non perse la presa sulla spada e perforò l'armatura della guardia per poi infilzarlo, si girò e vide che tutte e trenta le guardie erano state messe fuori combattimento e in piedi oltre a lui e Annabeth c'erano solo tre goblin. Sfondò la porta con un calcio e un goblin entrò ma di colpo si immobilizzò davanti alla porta con una lancia che lo trapassava da parte a parte, dopo alcuni secondi di stupore si accasciò a terra morto -- Avanti accomodatevi, non avrete fatto tanta strada per poi non entrare spero. -- La voce era incredibilmente calma ma minacciosa allo stesso tempo minacciosa, Percy entrò e riconobbe la stanza del trono, era la stessa del sogno, dentro c'erano due guardie armate, una ragazza e l'uomo che riconobbe all'istante, occhi rossi come quelli di Flavius e capelli biondi, senza ombra di dubbio un figlio di Ares -- Barone Van Gast. -- Il barone sorrise -- Finalmente ci incontriamo Perseus Jackson. Ho saputo che hai messo fuori gioco il mio luogotenente migliore, ma sappi che da qui non uscirai vivo perchè questa sarà la tua tomba. -- il barone sguainò la lama rossa come il sangue con il manico d'oro e sfidò Percy in un duello uno contro uno mentre la ragazza e le due guardie armate attaccarono Annabeth e i goblin. Percy si mise in guardia e parò il colpo del barone, contraccambiò mirando al petto ma anche il nemico parò, cominciò un rapido e preciso scambio di colpi sempre più veloci, il semidio riuscì a ferirlo alla guancia ma questo sorrise e si leccò il sangue -- Allora è vero che con la spada ci sai fare Perseus ma adesso basta giocare, duelliamo sul serio. -- Senza preavviso attaccò talmente velocemente che Percy lo vide a malapena, il colpo fu preciso e la lama rossa si conficcò nella gamba del semidio, il dolore era tremendo ma Percy riuscì ad evitare di perdere coscienza e sferrò con l'altra gamba un calcio al volto del barone facendolo indietreggiare ma senza riuscire a toglierli il ghigno dalla faccia.

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Capitolo 41
*** Sacrificio ***


Percy


Percy attaccò e mirò alla spalla del nemico che parò il colpo facilmente e contrattaccò ferendolo leggermente alla mano, il semidio continuava a perdere sangue dalla gamba e la concentrazione gli cavala per il dolore e la costante perdita di energia, riuscì a parare un potente colpo diretto alla testa e fece una finta inizialmente diretta al petto, il barone ci cascò e Percy deviò la lama conficcandogliela nella spalla -- Niente male Perseus, vediamo se pari questo! -- con uno scatto mirò al braccio, Percy parò il colpo ma gli arrivò un pugno al volto che lo fece indietreggiare di qualche passo. Il sangue cominciò a gocciolargli dal naso, entrambi i semidei partirono all'attacco, lo scambio di colpi ricominciò, le due lame si incrociarono e cozzavano sempre più velocemente, Vortice colpì il barone al fianco ma il tagliò non era molto profondo e il nemico ne approfittò per affondargli la lama rossa nel braccio destro. La lama tagliò la carne e Percy urlò di dolore, la spalla gli faceva ancora male, la ferita alla gamba gli faceva perdere sempre più sangue e questo nuovo taglio peggiorava di molto la situazione, doveva chiudere in fretta il duello o sarebbe finita male, tentò un colpo al petto, il barone si scansò e gli assestò un calcio agli stinchi che lo fece cadere per terra, il dolore al braccio era sempre più terribile e così decise di impugnare la lama con la mano sinistra, si rimise in piedi e parò subito un altro colpo diretto alla tempia, saltò di lato e lo trafisse alla gamba facendogli perdere l'equilibrio, mirò alla testa ma il barone fu veloce, parò l'affondo e poco dopo si rimise in piedi. Entrambi erano sanguinanti e affaticati, Percy aveva il fiatone e cominciava a sentirsi debole, le ragazze continuavano a combattere come leonesse ma anche loro iniziavano a sentire la stanchezza, Annabeth aveva un leggero taglio al polpaccio e una ferita più profonda al braccio sinistro mentre l'altra ragazza aveva due tagli ad un braccio e una ferita più grande al femore, stavano per riprendere lo scontro quando di colpo si cominciarono a sentire degli strani versi e passi venire verso di loro -- Sssono qui sssento il loro odore! -- in un batter d'occhio sei mostri incappucciati entrarono nella stanza con le lame sguainate e in posizione d'attacco, il barone rimase sconcertato -- E questi chi sarebbero? -- Percy fece un passo indietro -- Sono dei mostri divoratori di umani, danno la caccia ai semidei. -- uno dei mostri ridacchiò -- È ssstata una fortuna ssseguirvi fino a qui, il capo ci ha ordinato di catturarvi tutti, sssecondo lui ssiete pieni di energie. Arrendetevi e non vi divoreremo, il capo asssorbirà la vosstra anima e contribuirete alla dominazione dell'universsso intero! -- Gast ringhiò -- Potete scordarvelo, siete rivoltanti ed inoltre nessuno può comandarmi! -- Le creature sibilarono e passarono all'attacco, quattro attaccarono Percy e Gast e gli altri due attaccarono le ragazze, Percy parò i colpi dei mostri con abilità, in una normale circostanza sarebbe riuscito a ucciderli abbastanza facilmente ma era esausto e privo di forze, si beccò un calcio all'addome talmente forte da farlo volare per un metro e sbatterlo alla parete, si rialzò e parò la lama mentre però l'altra gli si conficcava nel ventre, sentì il ferro trafiggergli la carne ma prima che la spada entrasse in profondità riuscì trafiggere il mostro alla pancia, la creatura provò a colpirlo con il becco ma Percy si calò in tempo facendolo sbattere contro il muro ma l'altro mostro lo disarmò e gli mollò un pugno al volto per poi colpirlo alla pancia, il semidio colpì con un calcio la spada e gliela fece perdere di mano, Vortice ancora non gli tornava in tasca e il mostro cominciò a tempestarlo di pugni sempre più forte, Percy ne schivò uno e lo colpì al volto andando a sbattere però contro il becco, il nemico lo colpì con una ginocchiata al ventre dove la lama lo aveva trafitto e Percy cominciò a vedere dei puntini bianchi danzargli davanti agli occhi ma cercò di concentrarsi, il mostro riprese a colpirlo al volto e Percy reagì tirandogli un calcio al ginocchio, il mostro cadde a terra e il semidio sguainò Vortice che gli era ricomparsa in tasca, con l'ultima goccia di energia rimasta gli saltò addosso e lo trapassò al cuore. Intorno a lui vide Annabeth trafiggere un mostro mentre il barone e la ragazza erano in difficoltà, Gast ne colpì uno alla testa con il pomo della spada e poco dopo lo trapassò al petto, Annabeth ne infilzò uno alle spalle ma l'ultimo si tolse un pugnale dalla cintura e lo lanciò verso la ragazza dai capelli corvini -- Zahra no!! -- Successe tutto velocemente, Gast saltò tra il pugnale e la ragazza finendo con il pugnale conficcato nel petto -- Padre!! -- Percy rimase a occhi aperti e anche la figlia d'Atena rimase sorpresa, la ragazza che aveva combattuto accanto al barone era sua figlia. Il mostro sibilò frustrato e attaccò il barone, finirono entrambi con le lame conficcate, Gast nell'addome e la creatura al collo, la ragazza corse verso il padre e lo abbracciò trattenendo a stento le lacrime -- Zahra a-ascolta, de-devi scappare, presto ne arriveranno a-altri me lo sento. T-Ti ho sempre voluta bene, tua madre sarebbe orgogliosa di te. -- Gli occhi si chiusero e il corpo del barone si rilassò per poi rimanere immobile abbracciato alla figlia che scoppiò in lacrime mentre Percy svenne ormai privo di forze e pieno di ferite.

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Capitolo 42
*** Fine della battaglia ***


Annabeth


Annabeth corse a prendere Percy che nel frattempo era svenuto, lo sollevò e gli fece appoggiare un braccio sulla spalla per poterlo portare fuori ma esitò vedendo Zahra inginocchiata di fronte al corpo del padre, fino a qualche minuto prima stavano combattendo uno scontro all'ultimo sangue ma adesso provava pena, la ragazza era rimasta senza padre e madre. Annabeth notò che gli occhi non erano più rossi come quelli di Ares ma grigi come Atena...Come avevano fatto gli occhi a cambiare completamente tonalità? Annabeth le andò vicino e le poggiò una mano sulla spalla, Zahra la scostò -- Cosa vuoi? Non avete avuto quello che volevate? Mio padre è morto e il forte distrutto. Cos'altro volete? -- Annabeth non seppe cosa dire, effettivamente si erano introdotti nella stanza del trono proprio per eliminarlo ma lui aveva commesso molti crimini e ucciso tanti innocenti ma forse non era la migliore cosa da dire. -- Dobbiamo raggiungere gli altri, ti giuro che nessuno ti toccherà ne ti farà del male, se non andiamo via potrebbero arrivare altri mostri e a quel punto non saremo in grado di respingerli rendendo inutile il sacrificio di tuo padre, lui si è sacrificato per salvarti capisci? -- Zahra restò immobile -- E a te cosa importa se entrano e mi fanno a pezzi? I nemici non si aiutano tra loro. -- Annabeth addolcì la voce -- Vero ma adesso abbiamo un nemico in comune no? Come dice il detto, il nemico del mio nemico è mio amico. -- Zahra annuì debolmente, forse a forte Garvin il detto era della serie il nemico del mio nemico è comunque mio nemico o qualcosa di simile perchè non sembrava molto convinta ma sollevò il corpo del barone e gli spostò un braccio sulla sua spalla per portarlo mentre Annabeth fece lo stesso con Percy. Uscirono dalla stanza e si diressero verso la scalinata, scesero i gradini e si avviarono verso la porta del palazzo dove si stava svolgendo la battaglia, quando la raggiunsero Zahra poggiò il corpo del barone a terra e ad alta voce gridò -- La battaglia è finita. Il barone Van Gast è morto, deponete le armi. -- ogni duello in corso in quel momento si bloccò e tutti si voltarono verso di lei, Annabeth notò che i suoi occhi erano tornati rossi come le fiamme, i soldati la guardarono accigliati -- Lady Zahra il barone è morto? -- la ragazza annuì e indicò il corpo facendo ammutolire tutti, un uomo più alto degli altri si fece avanti -- Allora lo vendicheremo! -- Zahra fece di no con la testa -- Non sono stati i goblin a ucciderlo e nemmeno i due semidei. Mio padre è morto da eroe, mi ha salvata da dei mostri che si erano infiltrati nella stanza del trono. Domani gli renderemo onore con una pira talmente alta da sovrastare le mura del Forte, per stasera è tutto ora voglio rimanere sola se non vi dispiace. -- Appena finito Zahra se ne andò in una tenda mentre Annabeth fece mangiare a Percy del nettare e ne prese un po' per se, spezzò il suo pezzo di nettare in due e si diresse verso la tenda, entrò e poggiò il nettare su un tavolino -- Mangialo, ti farà bene. -- per un secondo i loro sguardi si incrociarono poi Annabeth uscì dalla tenda. Trovò Dràkon sdraiato per terra con un braccio fasciato e lo sguardo esausto ma per il resto sembrava stare bene -- Cos'è successo nella sala del trono? -- Annabeth si sedette per terra -- Stavamo combattendo contro il barone e Zahra quando di colpo sono entrati i cacciatori di umani, erano più di noi e noi eravamo ridotti a stracci. Percy e io siamo riusciti a malapena a liberarcene ma ne Gast ne sua figlia conoscevano quei mostri e i loro modi di combattere, uno di loro ha provato a uccidere Zahra ma lui si è messo davanti e si è sacrificato per salvarla. -- Dràkon rimase qualche secondo in silenzio -- Quindi lei è davvero sua figlia? -- Annabeth annuì -- Sì, l'abbiamo scoperto solo quando il barone era in fin di vita. -- Il goblin abbassò il capo stancamente -- Vado a riposare, sono esausto. Comunque avete fatto un bel lavoro, buonanotte. -- Il generale le diede una pacca sulla spalla e si avviò verso la sua tenda e Annabeth decise di fare lo stesso, anche lei era esausta e quando entrò trovò Percy sdraiato sul letto, era pieno di fasce ma dall'aspetto si capiva che stava già meglio, si avvicinò cauta per non svegliarla e si infilò sotto le coperte, quella sera stranamente non rifletté nemmeno sulle cose accadute nel giorno, si addormentò subito e sprofondò nel mondo dei sogni, sognò sua madre Atena che la guardava sorridendo -- Hai fatto una buona scelta oggi Annabeth, questa scelta cambierà il corso degli eventi, dovrete mettervi in marcia entro qualche giorno, ma prima di mettervi in marcia ricordati dello scaffale dei libri, la chiave della vittoria finale è nascosta lì. Fa attenzione Annabeth, il vero nemico dovrà ancora arrivare e sarà terribile, persino il potere di noi dei non può nulla contro lui. -- Il sognò scomparve ma Annabeth non si risvegliò sudata e terrorizzata come al solito ma continuò a riposare. Al mattino i raggi del sole illuminarono la tenda e svegliarono la semidea, andò a controllare Percy che dormiva ancora, non era più pallido come la sera prima ma la sua pelle ancora non aveva ripreso del tutto colore, Annabeth gli baciò la fronte e uscì dalla tenda, si incamminò verso il palazzo per andare nella stanza del trono e cercare il famoso scaffale ma incontrò Nico che la salutò, sembrava stare piuttosto bene se non per una fascia sulla fronte -- Percy come sta? -- La semidea fece spallucce -- Abbastanza bene ma è ancora a letto, ieri ha perso molto sangue e ha collezionato un bel po' di ferite, tu alla testa che ti sei fatto? -- Nico sorrise -- Un soldato mi ha lanciato un mattone contro, dannazione che mira! Intorno era pieno di soldati ma è riuscito comunque a prendermi. -- Si salutarono e Annabeth continuò a camminare verso il palazzo, risalì la scalinata e arrivò alla stanza del trono.

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Capitolo 43
*** Il Laboratorio segreto ***


Annabeth


Annabeth aprì il portone della sala del trono e entrò nella stanza che il giorno prima era stata teatro di una battaglia all'ultimo sangue, camminò sul tappeto ricamato con fili d'oro o almeno su ciò che ne restava, nella stanza riusciva ancora a sentire le urla dei mostri e l'addio del barone a sua figlia, Van Gast era stato un uomo crudele ma anche lui aveva un cuore. Si diresse verso l'unico enorme scaffale di libri, conteneva opere di tutti i generi, da antiche tragedie greche a nozioni di alchimia per poi concludere con dei libri di scienza moderna e architettura, Annabeth cominciò a cercare tra i libri ma non trovò nulla che potesse essere definita la chiave della vittoria, alla fine ci rinunciò e si sedette a terra sbuffando frustrata. -- Cercavi qualcosa? -- Annabeth sobbalzò e la mano andò subito a sfoderare Lefkó, si girò e vide Zahra, indossava un paio di jeans strappati, una maglietta nera e una collana d'oro al collo. -- No, non stavo cercando nulla. -- Zahra però non sembrò crederci -- Non mentire figlia d'Atena, non ti riesce bene. -- Gli occhi rossi della figlia del barone la fissavano, Annabeth notò che alle spalle teneva un arco con un paio di faretre e una scimitarra nel fodero d'oro -- Eh d'accordo, stanotte ho sognato mia madre che mi diceva di cercare in questo scaffale, dice che qui troverò la chiave della vittoria ma proprio non capisco cosa sia ne dove sia. Forse intendeva altro ma non so proprio cosa... -- Zahra distolse gli occhi rosso fuoco da Annabeth e osservò lo scaffale di libri per qualche secondo -- Hai provato a spostarlo? -- La figlia d'Atena aggrottò la fronte -- Spostarlo? Intendi dire che potrebbe essere qualcosa dietro o sotto? -- Zahra annuì e cominciò spostare la libreria, Annabeth l'aiutò ma quando spostarono lo scaffale il pavimento sembrava normale -- Niente. -- Zahra però non sembrava frustrata, poggiò la mano sulla parete e gridò -- Tromerós! -- Anche questa volta non successe nulla, allora poggiò di nuovo la mano questa volta sul pavimento e gridò di nuovo -- Tromerós! -- Per qualche secondo non successe nulla ma poi dal pavimento si spostarono due mattoni e comparve una scala. -- Lo sapevi? -- La ragazza scosse la testa -- No, ma mio padre usava il nome della sua spada per ogni passaggio segreto. -- Annabeth si calò per prima seguita da Zahra, le pareti erano illuminate da delle strane torce di colore verde, si calarono sempre di più finché dopo dieci minuti di discesa arrivarono alla base sotterranea. Era fatta di un materiale ad Annabeth sconosciuto ma molto resistente, camminarono per qualche metro per poi essere bloccati da una spessa porta di ferro con accanto dei pulsanti che probabilmente dovevano essere il mezzo tramite il quale si inseriva il codice per far aprire la porta. Annabeth provò delle combinazioni ma nessuna sembrava funzionare, Zahra si fece avanti e sferrò un potente calcio ai pulsanti che esplosero aprendo la porta e facendo scattare l'allarme -- Intrusi! Intrusi! Intrusi! -- La semidea sguainò Lefkó mentre Zahra incoccò una freccia, arrivò un robot armato di fucile, mirò alle due ragazze ma la freccia di Zahra si conficcò nella testa del robot facendolo esplodere. Annabeth raccolse il fucile del robot e si nascose dietro la parete, arrivarono altri robot e cominciò un conflitto a fuoco, Zahra ne colpì un altro alla testa mentre Annabeth sparò ad un nemico che si era esposto troppo, le armi sparavano strane raffiche blu e appena colpivano il bersaglio le pallottole esplodevano, insomma meglio non farsi ferire, Annabeth uccise l'ultimo robot e uscì allo scoperto. Di colpo si sentì un ringhio spaventoso, una specie di lupo alto due metri e circa cinque di lunghezza si fece avanti scoprendo le zanne, i peli erano arancioni ma pieni di macchie di colore nero, non era uno smilodon ma Annabeth capì che doveva essere un altro predatore estinto milioni di anni fa, la belva caricò e la semidea riuscì appena in tempo a scansarsi, era incredibilmente veloce ma anche Zahra riuscì ad evitare le zanne del lupo, la ragazza scoccò una freccia che andò a conficcarsi nella schiena del predatore, questo ringhiò e con uno scatto mollò una zampata alla semidea facendola sbattere contro la porta, Annabeth intervenì e conficcò Lefkó nella zampa della belva, il lupo ululò di dolore e si gettò sui lei, la figlia d'Atena sentì qualche osso rompersi, rimase senza fiato, pesava almeno mille chili e se non fosse stata una semidea sarebbe già morta schiacciata, la spada ormai le era sfuggita di mano e colpì con un pugno il naso della belva ottenendo l'effetto di farlo infuriare ancora di più, calò le zanne sull'armatura della semidea distruggendola con incredibile facilità, di colpo una lama si conficcò nel collo della belva che ululò di dolore ancora più forte. Zahra affondò ancora più in profondità la spada ma il predatore si voltò di scatto e l'azzannò al braccio, la ragazza strillò di dolore e lasciò la presa sulla lama, Annabeth voleva aiutarla ma si sentiva letteralmente a pezzi, le gambe non volevano muoversi e il petto bruciava in modo incredibile, riuscì a togliere un pugnale dalla cintura e con le ultime forze rimaste strisciò verso la belva, alzò il braccio e calò il pugnale nel collo del predatore che ululò e si dimenò ma accelerò solo la perdita di sangue e poco dopo si accasciò a terra morto. Annabeth chiamò con un filo di voce Zahra che rispose a malapena -- D-Dobbiamo andarcene da qui. -- Non fece in tempo a rispondere che si sentirono dei passi venire verso di lei -- Bene, due intrusi. La figlia del barone e una figlia d'Atena. -- Annabeth provò ad alzarsi ma un'ondata di dolore la travolse costringendola a poggiarci di nuovo per terra -- Oh non preoccuparti non ho ancora intenzione di eliminarvi per ora mi servite vive. -- Annabeth provò a resistere ma alla fine perse coscienza sfinita e dolorante.

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Capitolo 44
*** Archimede ***


Annabeth


Quando riaprì gli occhi si ritrovò legata polsi e caviglie su una parete, accanto a lei c'era Zahra che si dimenava cercando inutilmente di liberarsi, le manette di acciaio non sarebbero mai saltate via così, si guardò intorno e vide un enorme tavolo pieno di strane boccette contenenti liquidi di tutti i colori, notò che il dolore era completamente passato e sentì dei passi rimbombare nel laboratorio, un uomo si fece avanti, Annabeth inizialmente non lo riconobbe ma poi osservò meglio e capì chi era l'uomo davanti a lei, Archimede il difensore di Siracusa. -- Finalmente vi siete svegliate, vi starete chiedendo come mai siete legate lì, giusto? -- Annabeth si divincolò di nuovo -- Archimede! Cosa ci fai qui? Non eri morto? E perché sei contro di noi? -- L'uomo sorrise -- Sono scappato dagli inferi e da circa cinquecento anni mi dedico alla mia vendetta, il Barone Van Gast negli ultimi vent'anni mi ha permesso di stare qui in cambio delle mie armi. Siete legate lì perchè userò la vostra forza vitale per alimentare il mio corpo cibernetico. -- Annabeth aggrottò la fronte -- Corpo cibernetico? -- Archimede sorrise freddamente -- Vedete io sono riuscito a racchiudere la mia mente in questo corpo semi-organico ma non è ancora ultimato e con la vostra energia lo sarebbe. A quel punto potrò avere un corpo completamente umano ma immortale. Dovete sapere che alla mia fuga dagli inferi io ero ancora unito alla mia parte buona, ma poi siamo stati separati e adesso io sono la parte desiderosa di vendetta, ho continuato a serbare il mio odio contro Roma negli inferi e adesso ho voglia di riversarlo sul mondo intero! Vi ho messe alla prova con i robot e con l'Andrewsarchus, devo ammettere che siete state fantastiche, ho osservato l'intero assedio dal mio covo e anche i vostri amici sono pieni di energie, sopratutto il figlio di Poseidone possiede una quantità di energie al di sopra di qualsiasi semidio. Adesso riposate, mi servite in piene forze per assorbire al pieno la vostra energia. -- Si voltò e si incamminò verso un'altra porta scomparendo dalla vista delle due semidee, Annabeth stava cominciando a farsi prendere dal panico, non sapeva come liberarsi, le manette che la legavano al muro erano troppo resistenti per essere spezzate e poi aveva braccia e gambe legate quindi non poteva liberarsi in nessun modo. Proprio quando stava ormai per rinunciarci ebbe un'idea, decise di non dirla a Zahra perché altrimenti sarebbe stato un piano sospettoso e Archimede non era certo uno sciocco, cominciò a divincolarsi sempre più forte e riuscì a ferirsi, continuò per altri dieci minuti finché Archimede non si stufò e tornò da loro, Annabeth finse di vomitare e di svenire, lo scienziato fece esattamente ciò che lei sperava, la liberò e chiamò un robot per portarla nella stanza delle cure, Annabeth si fece portare in braccio dal robot e continuò a fingere finché Archimede non la fece immergere in una vasca piena d'acqua di colore verdognolo e l'affidasse al robot, quando lo scienziato uscì, la semidea riaprì leggermente gli occhi e vide il robot che la osservava con i suoi occhi freddi -- Robot puoi passarmi qualcosa da bere? -- Il robot storse la bocca -- Non sono stato programmato come cameriere. -- Annabeth si finse offesa -- Ho la caviglia ferita e ho sete, devo riprendere le forze il prima possibile e sai che il tuo padrone non sarebbe felice se tu rallentassi la mia ripresa vero? -- Il robot inizialmente sembrò sospettoso ma poi si decise, estrasse una lattina e si avvicinò alla semidea che attese il momento giusto e gli saltò addosso, gli tolse la pistola che aveva alle spalle e gli sparò contro, si aspettava una pallottola ma dalla pistola uscì una specie di fulmine che colpì il robot mandandolo in cortocircuito, cominciò a uscirgli del fumo dal corpo e appena Annabeth lasciò il grilletto il nemico si accasciò a terra completamente fuori uso. Entrò in una stanza vicino e trovò le loro armi, le raccolse e si diresse verso la stanza dove era legata Zahra, sparò al pannello di controllo e le catene che tenevano ferma legata Zahra sparirono, le diede le sue armi e si incamminarono verso l'uscita ma sentirono dei passi alle loro spalle e videro arrivare Archimede -- Davvero in gamba, non mi aspettavo arrivaste a tanto ma adesso sarò costretto a eliminarvi entrambe, Hybrid Wolf è l'ora della cena. -- Premette un pulsante su un telecomando e dopo pochi secondi si aprì una porta enorme, si sentì ringhiare e uscì fuori un enorme lupo nero, stava in piedi su due zampe e aveva la muscolatura da umano ma zanne e artigli da lupo, era un ibrido mezzo lupo e mezzo uomo, Archimede si spostò e il mostro attaccò, Annabeth si preparò e appena la belva arrivò gli conficcò Lefkó nella zampa facendolo ululare, il lupo alto circa due metri e mezzo la sollevò da terra e la scagliò contro una parete talmente forte da crepare il muro, l'armatura alle spalle si distrusse e lei perse coscienza per qualche secondo, appena si riprese vide il lupo con una freccia infilzata nella schiena intento a inseguire Zahra che si scansò all'ultimo secondo facendolo sbattere con la testa contro il muro, le pareti vibrarono e Archimede gridò -- No! -- L'ibrido si riprese in fretta e provò a colpirla con gli artigli ma Zahra parò il colpo con la lama e lo ferì alla zampa, Annabeth corse alle spalle del lupo e mirò con la pistola, sparò e il mostro finì folgorato, ululò di dolore e provò a colpirla ma la raffica di elettricità continuò e poco dopo finì steso per terra fumante e morto.

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Capitolo 45
*** La rosa della morte-Fuga dal laboratorio[Speciale] ***


Ciao a tutti, oggi ho voluto caricare due capitoli in uno per ringraziarvi della continua costanza con cui seguite la storia, siamo a oltre 3.500 visite in totale e per me sono davvero tantissime sopratutto perché comunque è la mia prima FF! Spero vi piacciano, buona lettura :)


Annabeth


Archimede cacciò da una tasca un telecomando e premette sull'unico pulsante presente -- Adesso qualunque arma troverete qui vi sarà inutilizzabile! -- Di colpo l'orologio al braccio diventò un enorme scudo d'oro mentre il telecomando una spada dorata, Archimede ️ attaccò Annabeth che gettò via l'ormai inutile arma e impugnò Lefkó, la lama d'oro e la lama d'osso di drago si scontrarono, Archimede ci metteva parecchia forza nei colpi e inoltre erano tutti precisi e veloci, persino più di quelli di Percy e il merito era dovuto sicuramente al suo corpo metà umano metà meccanizzato, la semidea scartò di lato e diresse la lama verso il fianco del nemico che però parò il colpo con lo scudo e mirò al collo della ragazza, il colpo fu parato da Zahra che subito dopo riuscì a disarmarlo. -- Davvero niente male ma vediamo come ve la cavate adesso. -- Sulla mano gli ricomparve di nuovo la lama d'oro ma era circondata da delle gocce viola, Annabeth impallidì -- Veleno! Attenta a non farti toccare! -- Zahra annuì e partirono insieme all'attacco in modo da non darne la possibilità al nemico, Annabeth mirò alla testa mentre Zahra al petto, i colpi furono entrambi parati e Zahra si beccò lo scudo al torace, il colpo fu violento e la buttò a terra, Annabeth si mise davanti alla ragazza e parò l'affondo del nemico, doveva cercare di trovare un punto debole nel nemico o sarebbe stata la fine, cominciò a pensare, un suo punto debole potrebbe essere la sua eccessiva sicurezza, era sicuro della vittoria e quindi tendeva a sottovalutarle ma come poteva sfruttare questo punto debole? Poi capì, dovevano riuscire a scappare, lui non pensava minimamente che loro sarebbero riuscite a scappare, parò un altro colpo ed ebbe un'idea -- Zahra pensi di riuscire a distrarlo per qualche secondo da sola? -- La ragazza sbuffò -- Stai scherzando? Certo che sì! -- Archimede rise -- Riuscite a malapena a tenermi testa in due e vorreste affrontarmi una alla volta? -- Annabeth indietreggiò e cominciò a sfilarsi gli stivali di ferro, appena se li tolse urlò -- Scappa! -- subito dopo li lanciò verso Archimede che se li becco entrambi in faccia cadendo a terra, Zahra e la figlia d'Atena si divisero, Zahra andò nella porta a destra mentre Annabeth in quella a sinistra. Scavalcò una sedia e corse a perdifiato lungo un corridoio pieno di boccette chimiche ma si fermò di colpo quando vide al centro un enorme vaso con dentro una rosa di colore nero immersa nel sangue, quella rosa poteva essere qualsiasi cosa ma irradiava una strana energia di morte e odorava di veleno, sua madre le aveva detto che in quel posto avrebbe trovato la chiave della vittoria finale, si riferiva alla rosa nera? Annabeth ci stava pensando ma il suono dei passi di Archimede la riportò alla realtà e così prese il vaso e scappò verso la fine del corridoio chiudendo la porta, si nascose dietro una scrivania e rimase immobile, Archimede aprì la porta ed entrò -- Dove ti sei nascosta? -- Annabeth trattenne il fiato quando lui passò danti alla scrivania -- Non vuoi uscire? Bene, risolverò il problema sfruttando la tua sfortuna d'esser figlia d'Atena. -- Premette un pulsante sulla parete e si aprì una piccola porta e da questa porta uscirono decine e decine di ragni. Il cuore si bloccò per un secondo per poi battere all'impazzata, i ragni erano centinaia e si stavano dirigendo verso di lei e non erano ragni normali ma Tarantole. Annabeth non ci pensò due volte, si tolse un pugnale dalla cintura, scattò in piedi e lo lanciò verso Archimede che urlò di dolore, non vide nemmeno dove lo aveva preso perchè aveva cominciato a correre verso l'uscita, sfondò la porta con un calcio e si precipitò fuori, sentì lo zampettio dei ragni aumentare sempre di più e corse verso un'altra porta, l'aprì e si ritrovò in un vicolo cieco, non c'era alcuna uscita tranne una porta con un cartello con sopra scritto: Vietato l'accesso. Annabeth non ci pensò due volte e sfondò la serratura proprio mentre sentì Archimede urlare -- No ferma! È difettoso! -- Guardò davanti e vide un imponente drago di metallo color rosso alto circa tre metri e lungo almeno sei o sette metri, Annabeth scorse i ragni entrare e decise di rischiare il tutto per tutto, schiacciò il pulsante di attivazione e sentì Archimede urlare -- Nooooo! -- Ma ormai era troppo tardi, il drago si scrollò di dosso i fili metallici e spezzò le pesanti catene per poi lanciare un'enorme fiammata verso i ragni incenerendoli sul colpo, ruggì talmente forte da far tremare la stanza e volò verso Archimede che saggiamente se la diede a gambe. Appena si accertò che non ci fossero più pericoli Annabeth uscì dal nascondiglio dove si era buttata prima della fiammata, prese il vaso con la rosa e si incamminò verso l'uscita della stanza, notò subito la devastazione creata dal drago, l'intera stanza era stata incenerita e c'era stata anche qualche esplosione, in lontananza si sentivano i ruggiti del drago e degli spari, probabilmente Archimede aveva chiamato i robot per tentare di fermare la belva. Andò nel corridoio e vide il drago squarciare con un'artigliata il petto di un Hybrid Wolf mentre i robot sparavano con le loro pistole elettriche, Annabeth si abbassò e passò inosservata, uscì dal corridoio e dalla stanza successiva ritrovandosi nel punto in cui era cominciata la fuga, si diresse verso la porta dov'era scappata Zahra e trovò due robot stesi a terra con la schiena squarciata, continuò a camminare per i corridoi deserti per qualche minuto finché una voce alle sue spalle non parlò -- Non vi lascerò andare via tanto facilmente dopo quello che avete combinato. Vi eliminerò! -- si voltò e vide Archimede sanguinante da ovunque. Archimede era irriconoscibile, il corpo ricoperto di ferite e fili elettrici, la lama d'oro stretta in pugno e uno sguardo glaciale da far accapponare la pelle lasciavano intendere che avrebbe volentieri fatto a meno della loro energia pur di ammazzarle, ma Zahra dov'era? -- Muori! -- Archimede attaccò, il colpo fu violento e Annabeth mantenne la presa per miracolo, lo scienziato ormai non usava più neanche lo scudo che era ridotti a brandelli, menò due fendenti, uno al braccio e l'altro alla testa, Annabeth parò i due colpi e rotolò di lato per poi tirargli un calcio agli stinchi, Archimede scivolò a terra ma mantenne la presa sulla lama e sferrò un colpo alla gamba della semidea ferendola. La ferita non era profonda ma la rallentava comunque, si rimise in piedi e lo colpì con il pomo della spada alla testa, il colpo non fu però abbastanza forte e Archimede le assestò un pugno al volto talmente forte da mandarla a terra e farle perdere la presa sulla spada, lo scienziato provò a conficcarle la lama nell'addome ma Annabeth fu rapida ed evitò il colpo, la lama del nemico rimase conficcata nel pavimento e la semidea ne approfittò per mollargli un calcio al volto -- E così ragazzina vuoi combattere a pugni nudi contro un cyborg, eh? Bene ti accontento volentieri! -- Lo scienziato corse velocemente verso di lei e cominciò a colpirla ad una velocità che per un umano sarebbe impossibile, Annabeth parò i primi colpi ma Archimede aveva le nocche di ferro e ogni colpo la demoliva, contrattaccò con un altro calcio ma questa volta il nemico riuscì incredibilmente ad afferrarle la gamba, la buttò a terra e proprio mentre stava per sferrarle il colpo di grazia una freccia gli spuntò dal collo -- C-Cosa?? Ma è assurdo! T-tu dovevi essere morta! -- Dietro di lui c'era Zahra con l'arco teso e un'altra freccia pronta ad essere scoccata -- Non è così facile uccidermi e adesso di la tua ultima preghiera perchè stai per lasciare questo mondo per sempre! -- Mirò e scoccò la freccia verso il cuore, Archimede si scansò ma la freccia gli si conficcò nel torace e lo scienziato si dissolse in una nuvola di fumo grigio. -- Dannazione, si è salvato! -- Annabeth la guardò confusa -- Ma è sparito, lo hai colpito giusto? -- Zahra annuì -- Vero ma per uccidere uno spettro bisogna colpirlo al cuore, io ho ucciso il suo corpo ma lui è ancora vivo e adesso sarà in qualche altra parte del mondo. -- Annabeth sospirò e raccolse il vaso contenente la rosa nera, -- Cos'è quella rosa? -- La figlia d'Atena scosse la testa -- Non ne ho idea però mia madre mi aveva detto che qui avrei trovato la chiave della vittoria finale, io credo sia questa rosa. -- Un ruggito squarciò l'aria e subito dopo una potente esplosione fece tremare le pareti che cominciarono a crollare, -- Dobbiamo andarcene da qui o rimarremo schiacciate! -- Le due semidee cominciarono a scappare mentre la terra riprese a tremare e un'altra esplosione fece saltare in aria il corridoio, di colpo il muro si sfondò e un ibrido finì steso per terra sommerso dalle macerie, il drago rosso aveva degli squarci sul corpo metallico e stava affrontando da solo robot armati di fucili spara fulmini e ibridi equipaggiati di pesanti alabarde, la belva staccò con un morso la testa di un robot e investì con una fiammata un licantropo, Annabeth voleva aiutarlo, quel drago le aveva salvato la vita e le ricordava così tanto Festus...Ma come poteva aiutarlo? Il laboratorio stava crollando, gli ibridi l'avrebbero fatta a pezzi e non avrebbe saputo la reazione del drago che si era ribellato persino al suo creatore -- Annabeth dobbiamo sbrigarci, questo posto potrebbe caderci addosso da un momento all'altro. -- La semidea decise di distogliere lo sguardo dalla battaglia e si incamminò verso l'uscita dalla stanza, se non sbagliava dopo questa stanza doveva esserci l'uscita, corse a perdifiato e raggiunse la porta, poi successe tutto così in fretta che Annabeth se ne accorse a malapena, la porta finì sfondata e un ibrido si lanciò sulla semidea che istintivamente mise il vaso con la rosa nera tra lei e il licantropo che colpì la rosa con un'artigliata. Annabeth si aspettava che la rosa finisse a pezzi ma questa rimase intatta e sparò una piccola spina contro l'ibrido, inizialmente non successe nulla ma dopo pochi secondi il mostro cominciò a ululare e il punto dove la spina si era conficcata diventò viola per poi trasformarsi in cenere, pochi secondi dopo l'intero corpo diventò viola e si riempì di bolle dello stesso colore che in pochi istanti si trasformarono in cenere, dell'ibrido era rimasto solo un mucchietto di cenere...Quella rosa rappresentava perfettamente la morte, puzzava di veleno ed emanava una sensazione di tristezza infinita, qualunque cosa fosse Annabeth si appuntò di non toccarla. Un pezzo di parete si staccò dal muro e le ricordò che al momento aveva altro da pensare, saltarono sulle macerie della parete caduta e videro finalmente la porta che le aveva condotte nel laboratorio, era sfondata per questo la superarono tranquillamente e salirono sull'ascensore che diede un po' di problemi nell'avviarsi ma alla fine partì, seguirono altri crolli ed esplosioni e Annabeth temette che l'ascensore si bloccasse o addirittura precipitasse nel vuoto ma questo non successe e lentamente risalirono l'enorme tratto che le separava dal palazzo, l'ascensore si bloccò per permetterle di risalire e quando finalmente si trovarono nel palazzo si sentì un enorme boato provenire dal basso e Annabeth capì che l'intero laboratorio era saltato in aria, mentalmente ringraziò il drago che l'aveva salvata e si sedette a terra sfinita. Passò qualche minuto e fecero irruzione nella stanza Dràkon, Nico, Percy e tre goblin, il generale e il figlio di Ade sorrisero rasserenati mentre Percy l'abbracciò stringendola forte la semidea rimase sorpresa, quanto tempo era stata nel laboratorio di Archimede? Non ne aveva idea ma una cosa era certa, adesso avevano la rosa della morte e avrebbero dovuto capire come usarla, solo così sarebbero sopravvissuti a ciò che li aspettava.

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Capitolo 46
*** Verso il Monte Rushmore ***


Percy


Percy fu rassicurato dall'aver ritrovato Annabeth che era sparita per un giorno intero ma cominciò a preoccuparsi quando sentì dell'incontro con Archimede e della terribile lotta che si era scatenata nel laboratorio. -- Sai che se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato vero? -- La semidea sorrise -- Già ma è andato tutto bene, inoltre ci serviva questa. -- Prese il vaso con la rosa nera e la mostrò agli altri facendo accigliare Nico -- Ma quella è una rosa della morte! -- Annabeth lo osservò incuriosita -- La conosci? -- Il figlio di Ade scosse la testa -- So solo che è un fiore che cresce spontaneamente solo negli Inferi, è molto raro e procura la morte a chiunque la tocchi, è persino in grado di disintegrare un dio. Mi chiedo cosa ci facesse nel laboratorio di Archimede. -- Percy rifletté qualche secondo ma la risposta era ovvia, l'aveva raccolta ma come aveva fatto? E sopratutto come l'aveva trovata? Secondo Nico erano fiori spontanei e rari ma come faceva Archimede a conoscerli? Prima che potesse domandare altro Dràkon parlò -- Ragazzi domani cominciamo la marcia verso il Monte Rushmore ricordate? -- Annabeth che non sapeva nulla della marcia rispose per prima -- Domani marciamo verso il Monte Rushmore? Perchè? -- Fu Percy a risponderle -- Quando ero privo di sensi mio padre mi ha detto che lì avremmo trovato le risposte alle nostre domande, fino a poco fa non sapevamo a quali domande ma adesso abbiamo capito che si riferiva alla rosa della morte. -- La semidea annuì ancora visibilmente perplessa -- Non è un po' lontano? -- Dràkon sorrise -- Questi posti sono magici, ci arriveremo in un paio di giorni credo. Ah me ne stavo quasi per dimenticare, Zahra la pira per tuo padre è stata fatta e accesa, non potevamo aspettarti, comunque ti ho preso questa. -- Si tolse la sacca dalle spalle e da questa estrasse un fodero di una spada, lo porse alla semidea che lo prese e sguainò l'arma rivelando la lama rossa che usava il barone, Tromerós. Zahra ringraziò il generale e appese il fodero alla cintura dei jeans che ormai erano ridotti a brandelli -- Adesso la smetto di intrattenervi, avete avuto una giornata da non rivivere, cambiatevi e andate a riposare, ci vediamo stasera, a dopo. -- E detto questo Dràkon si congedò mentre le due ragazze andarono a lavarsi e cambiarsi, Percy decise di andare a riposarsi, non si era ancora del tutto ripreso e in ogni caso il giorno seguente avrebbero dovuto marciare e conoscendo le marce forzate di Dràkon meglio accumulare tutte le energie possibili. Si sdraiò sul letto e si addormentò subito, sognò di nuovo Rachel che gli diceva -- Il momento della prima grande scelta sta per arrivare, quale sarà la tua scelta Perseus? Una salverà il mondo, l'altra lo distruggerà. -- Il sognò svanì e si risvegliò, Annabeth dormiva abbracciata accanto a lui e rassicurato dal fatto che lei fosse lì con lui si riaddormentò in un sonno senza sogni. I raggi del sole illuminarono la stanza costringendo Percy a ripararsi gli occhi, si alzò e vide Annabeth che si metteva le scarpe per poi uscire dalla tenda, uscì anche lui e si diresse verso la tenda di Dràkon che appena lo vide sorrise -- Percy, alla fine ieri pomeriggio sei sbattuto sul letto e non ti sei più alzato! Non importa, comunque abbiamo due nuovi membri che si sono voluti unire a noi. -- Si spostò e comparvero Zahra e un altro ragazzo che non aveva mai visto prima era leggermente più alto di lui, abbastanza muscoloso e aveva dei capelli tendenti al biondo con occhi color nocciola -- Lui è Jack, uno dei soldati del barone ma a quanto pare vuole essere dei nostri. -- I due ragazzi si salutarono stringendosi le mani, si diressero alla mensa e mentre mangiavano a Percy venne in mente una domanda -- Cosa ne sarà di Forte Garvin? -- Il goblin si fermò un istante e poi rispose -- Penso che lo userò come punto di controllo della zona desertica, in questa zona infatti abbiamo pochi forti e tutti più piccoli di questo. -- Finirono in silenzio per poi incamminarsi alle porte del forte che si spalancarono pochi istanti dopo, i sei uscirono e le porte si richiusero alle loro spalle, ricominciò la marcia nel deserto che quel giorno per fortuna era fresco, i piedi affondavano nella sabbia rendendo faticoso l'avanzare ma per il resto tutto sembrava andare bene, questa volta non avrebbero patito ne fame ne sete dato che si erano portato dietro le provviste, camminarono fino al tramonto per poi fermarsi e montare una tenda, stabilirono i turni di guardia e il primo turno toccava a Nico e Jack così Percy e gli altri andarono a riposarsi. Arrivata la mezzanotte Percy fu svegliato da Jack che chiese il cambio e così lui e Dràkon fecero il secondo turno ma la mattinata arrivò tranquilla e senza nessun avvistamento di nemici cosa che fece insospettire sia Percy sia il generale, sapevano che i mostri incappucciati e lo spettro li stavano attendendo ma non si erano fatti vedere né durante il giorno ne durante la notte. Ripresero a marciare chiacchierando, gli unici che rimanevano in silenzio erano Dràkon che faceva da avanguardia in caso di attacchi e Nico e Zahra che se ne stavano in disparte in silenzio tanto che a volte Percy si girava per controllare che fossero anche lì, superarono un oasi e anche la parte più calda del deserto passò, adesso la temperatura era sui trenta gradi, molto più sopportabile dei quarantacinque-cinquanta che Percy, Nico, Annabeth e Dràkon avevano sopportato appena entrati nel cuore del deserto, arrivò la sera e dopo aver cenato si fermarono per stabilire i turni di guardia quando di colpo un urlo squarciò l'aria.

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Capitolo 47
*** Battaglia sospettosa ***


Percy


Il terribile urlo non era umano e tutti e sei si armarono come fulmini, Percy tese l'udito il più possibile ma non si sentì più nulla, andò anche in esplorazione nel raggio di trecento-quattrocento metri ma le uniche creature che trovarono furono qualche scorpione e un crotalo, tornarono alla tenda e Zahra si offri volontaria per il turno di guardia. -- Sicura? Sei vuoi puoi riposare me ne occupo io. -- Jack insisté inutilmente e così Percy e Zahra cominciarono il primo turno di guardia, i due scrutarono le tenebre con tensione per circa un'oretta ma vedendo che non succedeva comunque nulla la tensione calò e Percy cominciò a rilassarsi leggermente, notò con la coda dell'occhio che Zahra lo osservava e appena si voltò verso di lei la semidea arrossì e i suoi occhi rossi diventarono per un secondo grigi e balbettò -- Oh, emm cioè scusa. -- distolse immediatamente lo sguardo e Percy la guardò incuriosito -- Tutto bene? -- Zahra annuì -- Sì, sì tutto bene. -- Si girò e notò che i suoi occhi erano tornati rosso fuoco -- Puoi togliermi una curiosità? -- La ragazza sorrise -- Sì, dimmi pure. -- Percy si avvicinò un po' -- Tua madre era una figlia d'Atena? -- Uno scintillio percorse gli occhi della semidea, il figlio di Poseidone temette per un secondo di aver sbagliato a farle quella domanda ma poi lei rispose con voce triste -- Sì, era una figlia d'Atena. Morì quando Crono risorse, un esercito di mostri attaccò il Forte...Erano talmente tanti che nemmeno le armi tecnologiche che adesso so ci fornì Archimede bastarono, i mostri entrarono e distrussero tutto, una parte dell'esercito si barricò nel palazzo e nell'ultima battaglia dove riuscimmo a respingerli una lancia si portò via mia madre. -- Rimasero in silenzio per qualche minuto ad ascoltare il vento trasportar via la sabbia dalle immense distese desertiche fino a che la semidea non ruppe il silenzio -- E tu invece? -- Percy abbassò lo sguardo -- Da ragazzo fui cacciato da tantissime scuole ed inoltre il mio patrigno mi detestava e maltrattava mia madre...Finché non finì pietrificato dalla testa di medusa, diciamo che ho passato momenti brutti ma adesso va tutto bene o almeno finché non avevamo tutti questi problemi. Sai un po' mi mancava combattere mostri ma ho paura che possa succedere qualcosa ad Annabeth, più andiamo avanti e più pericoli incontriamo e non riesco a togliermi di dosso una brutta sensazione. -- La temperatura calò ulteriormente e fece raggelare Percy, il silenzio tornò a regnare nella landa desolata e le ore passarono lentamente, appena arrivò il cambio di turno Percy svegliò Dràkon e si diedero il cambio. Entrò nella tenda e si infilò sotto le coperte per togliersi di dosso il gelo, si addormentò subito e non ebbe alcun sogno, verso l'arrivare delle prime luci dell'alba però Dràkon e Nico diedero l'allarme, Percy prese la prima cosa che trovò davanti ovvero l'elmo e se lo infilò, era senza armatura ma uscì comunque dalla tenda, una decina di mostri incappucciati armati di lunghe spade li stavano raggiungendo, il semidio era accanto ad Annabeth e Dràkon mentre Nico, Jack e Zahra erano dall'altra parte, arrivò il primo mostro che attaccò mirando alle costole ma Percy fu veloce e parò il colpo per poi contrattaccare conficcandogli Vortice nel torace, il mostro scomparve e un'altro si fece avanti, fu più prudente del precedente e usò il suo alito pestilenziale per distrarre il semidio che non riusciva più a respirare a causa della puzza di carne in putrefazione, il mostro ne approfittò e lo colpì di striscio alla spalla destra, il secondo colpo fu parato e Percy riuscì a disarmarlo per poi trapassarlo al cuore. La battaglia intorno a lui era conclusa, gli altri sembravano stare bene, solo Jack aveva un leggero taglio sulla fronte ma niente di che -- Strano, l'attacco non mi è sembrato granché, me ne aspettavo di più e anche più determinati, questi sembravano combattere a malapena. -- Dràkon era piuttosto sospettoso ma a Percy era sembrato un ️ attacco normale, certo erano pochi ma non gli sembrava avessero qualcosa di strano. Ripresero la marcia con Dràkon in avanguardia e Zahra nelle retrovie, marciarono per tutto il mattino e anche il pomeriggio dato che il goblin aveva deciso di mettere più distanza possibile tra loro e altri possibili mostri, per Percy che non si era ancora del tutto ripreso dalle ferite della battaglia al forte fu uno strazio marciare con l'armatura al completo e le sacche contenenti viveri e acqua sotto il sole per l'intero giorno, arrivata la sera divorò la cena e quando Annabeth si propose per fare il turno di guardia lui non protestò minimamente, era troppo stanco per stare attento e accertarsi che nessuno nel buio li seguisse e avrebbe rischiato di mettere nei guai tutti, si accasciò nel sacco a pelo e si addormentò esausto, nessuno gli chiese il cambio quella notte e così poté riposare tranquillamente l'intera notte, solo che i sogni cominciarono a comparire, rivide il combattimento avuto con il mostro e notò una cosa strana, quando lui era stato stordito dall'alito del mostro quest'ultimo aveva esitato nel colpirlo al petto dove lo avrebbe ucciso sul colpo ma si era semplicemente limitato a ferirlo alla spalla, nel combattimento non ci aveva fatto caso ma solo adesso notava che Dràkon non aveva affatto torto, ma perché? Percy non seppe spiegarselo ma una cosa era certa, non prometteva nulla di buono e prima avrebbero raggiunto il monte Rushmore meglio sarebbe stato.

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Capitolo 48
*** Lo spettro ***


Percy


Il mattino arrivò e il sole illuminò la tenda, Percy si svegliò e uscì fuori, erano tutti già svegli e stavano smontando le tende, -- Oggi dovremmo arrivare al monte Rushmore per questo non ci fermeremo mai tranne che nel primo pomeriggio. -- Annabeth gli si avvicinò -- Stai meglio? Ieri sembravi un morto che camminava. -- Percy annuì, le diede un veloce bacio e si incamminarono, ormai la sabbia del deserto cominciava a diminuire sempre di più per far posto ad un paesaggio sempre più montuoso e ricco di alberi, arrivati a mezza giornata di marcia decisero di fermarsi per fare una veloce pausa pranzo e riposarsi -- Mezz'ora di riposo e poi si riprende! -- Percy si sedette a terra e decise di togliersi l'armatura per quella mezz'oretta, i muscoli indolenziti si rilassarono un po' e si sdraiò ai piedi di una quercia con Annabeth abbracciata, Jack e Dràkon sistemarono le sacche mentre Nico e Zahra se ne stavano come al solito in disparte e quest'ultima aveva un'aria piuttosto triste, d'un tratto un ringhio spuntò dal bosco, due puma sbucarono fuori e osservarono il gruppo per capire se valesse la pena attaccarli o meno, Dràkon sguainò Kataraménos, Jack impugnò la sua terribile bipenne, Zahra tese l'arco e incoccò una freccia mentre Percy e Annabeth sguainarono Vortice e Lefkó, i due puma decisero di lasciar perdere e di cercarsi qualche preda più semplice, la pausa finì e i sei ripresero la marcia, scalarono una piccola collina e attraversarono un ruscello che fece sentire Percy molto meglio, continuarono a camminare a passo veloce e al tramonto entrarono finalmente in vista del monte Rushmore. I quattro volti dei quattro presidenti Washington, Jefferson, Lincoln e Roosevelt spiccavano sulla vetta, Annabeth come al solito cominciò a blaterare cose che Percy neanche comprendeva sull'architettura e cose simili, -- Dobbiamo scalarla? -- Dràkon scosse la testa -- No, da qualche parte alla base dovrebbe esserci un ascensore nella pietra o qualcosa del genere, cominciamo a cercare. -- I sei si misero subito a cercare un interruttore o qualunque cosa potesse tornare utile per riuscire a trovare l'ascensore, passò un'oretta ma ancora niente, poi di colpo Zahra scoccò una freccia nella foresta e si sentì un urlo che Percy aveva imparato a temere, sbucarono dalla foresta una trentina di mostri incappucciati armati di spada si misero a correre verso i sei che nel frattempo si erano schierati uno accanto all'altro, i primi due attaccarono Percy, il semidio si calò evitando il primo affondo di spada e parò il secondo con il forte di Vortice, si mise in guardia e attaccò il mostro mirando alla testa, il colpo fu parato e il secondo nemico costrinse Percy a tornare sulla difensiva parando uno dopo l'altro i colpi sempre più rapidi, come se non bastasse ne arrivarono altri due, non poteva riuscire a tenere testa a quattro avversari del genere da solo così decise di creare un'onda che comparve dal nulla e travolse i nemici, prima che si riprendessero ne trafisse uno all'addome e un 'altro lo ferì al braccio, i tre restanti lo attaccarono contemporaneamente, i primi due colpi riuscì a pararli ma il terzo lo centrò al fianco sinistro, la lama trapassò l'armatura e il sangue cominciò a sgorgare mentre la ferita bruciava da impazzire, Annabeth al suo fianco parò un colpo che altrimenti lo avrebbe preso in pieno volto, lui la ringraziò con un cenno e riprese a duellare, i mostri lo accerchiarono e Percy capì che a breve avrebbero attaccato e sarebbe stata la fine, così decise di passare all'attacco, si gettò sul mostro davanti a lui che rimasto sorpreso dal cambio di situazione finì con Vortice che gli spuntava dalla schiena, gli altri due lo attaccarono contemporaneamente e un terzo si unì a loro così Percy decise di usare il potere dell'oceano, era da tanto che non lo usava, cominciò a pensare ai tentacoli di una piovra e poco dopo gli spuntarono i sei tentacoli dalla schiena tutti armati di spada, i mostri ne affettarono uno che si ricreò poco dopo, uno finì stritolato da due tentacoli mentre gli altri spararono inchiostro contro i nemici per poi affettarli con le copie di Vortice. Si voltò per capire come stava procedendo la battaglia e notò che Jack ne aveva addosso cinque, uno lo riuscì a uccidere ma gli altri lo attaccarono contemporaneamente, Percy non ci pensò nemmeno un secondo, con un urlo attaccò i mostri, due finirono trafitti immediatamente dai tentacoli mentre gli altri tre lasciarono perdere Jack e si concentrarono su di lui, cominciarono a scambiarsi colpi ma i nemici erano in netta inferiorità e furono sopraffatti poco dopo ma non prima di aver affettato altri quattro tentacoli che si rigenerarono ma la cosa era piuttosto stancante perché ogni tentacolo staccato richiedeva energia per essere rigenerato. Mentre riprendeva fiato notò che dalla foresta comparve un uomo che Percy riconobbe subito grazie alla descrizione di Annabeth, lo spettro Durza. Lo spettro ringhiò e dal nulla si formarono altri tre mostri che attaccarono le ragazze e Dràkon mentre lui si diresse verso Percy e Jack, impugnava una lama nera ricoperta di sangue e aveva un ghigno terrificante stampato sulla faccia -- Siete miei, lord Galbatorix sarà molto felice di divorare la vostra anima. -- E si materializzò davanti ai due ragazzi in meno di un secondo, alzò una mano e una scarica di energia li travolse facendoli sbattere contro la roccia.

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Capitolo 49
*** Durza ***


Ciao a tutti! Vi chiedo scusa se ho caricato solo adesso il capitolo ma credevo di averlo già caricato, evidentemente non devo averlo inviato. Solo per oggi è uscito in questo orario, vi ricordo che i capitoli usciranno sempre o alle 15:00 o alle 21:00, buona lettura :)

Percy


Percy si rialzò in fretta, mangiò del nettare e la ferita al fianco si richiuse in parte, sguainò Vortice e si mise in guardia, Durza attaccò e il colpo fu parato, il semidio ricambiò il colpo ma inutilmente perchè anche il nemico riuscì a pararlo, provò con una stoccata e dopo mirò alla testa ma l'avversario era davvero rapido, lo scambio continuò e andò avanti per almeno un altro paio di minuti finché Durza riuscì a colpirlo e facendogli un bel taglio al braccio, Percy lanciò un urlo di dolore e provò ad attaccare l'avversario ma era inutile, lo spettro era più rapido di lui e se prima con il braccio sano era riuscito a tenergli testa a malapena adesso non avrebbe avuto alcuna possibilità. Jack nel frattempo si era rialzato e anche se era pieno di ferite che gli erano state inflitte dai mostri attaccò lo spettro, Percy vide la pesante bipenne scambiare colpi con la lama insanguinata del nemico, lo attaccarono insieme e il colpo di Jack fu schivato mentre quello di Percy parato, proprio mentre stavano riprendendo a scambiarsi colpi intervenne Dràkon -- Fermi, voi due andate a cercare l'ascensore, me ne occupo io di lui. -- I due accettarono e si fecero indietro mentre il goblin e lo spettro cominciavano il duello, Annabeth e Zahra andarono ad aiutarli e cominciarono a cercare l'ascensore, dove poteva essere? Intanto si sentivano le spade cozzare, Percy si girò e vide Durza attaccare, Dràkon evitò il colpo e gli assestò un calcio in faccia per poi ferirlo sulla guancia con la lama d'oro. Ricominciò a cercare, toccava una parete dopo l'altra ma niente, l'ascensore proprio non ne voleva sapere di uscire. Cominciò ad infuriarsi, avevano fatto tanta strada per niente? Gli comparvero sulla schiena i sei tentacoli e spruzzarono inchiostro ovunque e poco dopo sentì Annabeth esultare -- Eccolo! Se Percy non avesse spruzzato tutto quell'inchiostro non avrei mai visto il dislivello sulla parete! -- I cinque spinsero di più la roccia e l'ascensore comparve del tutto -- Possono andarci massimo tre persone per volta. Chi va prima? -- Percy si voltò verso Dràkon che stava combattendo contro lo spettro, sanguinava dalla spalla mentre Durza sembrava in difficoltà, -- Andrete tu, Jack e Zahra. Per te va bene Nico? -- Il figlio di Ade fece di sì con il capo e così i tre entrarono nell'ascensore, quando questo salì al suo posto comparve un timer con scritto il tempo richiesto per portarli fino in cima e riscendere, ben cinque minuti. -- Andiamo ad aiutare Dràkon. -- I tre si avviarono ma appena Durza li vide arrivare evocò dodici mostri incappucciati -- Ra'zac all'attacco! -- I dodici mostri attaccarono i tre semidei, Percy parò un colpo di lama di uno, scattò indietro e richiamò i tentacoli e prese ad affrontare i mostri che fino a poco prima erano in vantaggio e ora faticavano a tenere testa alle sette lame, uno finì con Vortice conficcato nel collo, un'altro stritolato mentre gli altri due affettarono cinque tentacoli, l'ultimo li riempì d'inchiostro e ne trapassò uno al cuore, l'ultimo rimasto arretrò -- Imposssibile! -- Il semidio fece una finta mirata al fianco ma appena il Ra'zac fece per parare il colpo deviò la traiettoria e lo trafisse al petto. Nico intanto aveva evocato tre scheletri, uno fu abbattuto ma il resto riuscì ad aiutarlo e a eliminare gli avversari, Dràkon intanto continuava il duello senza sosta contro lo spettro ma i suoi colpi erano meno intensi di prima e anche l'agilità con la quale si muoveva era calata -- Dobbiamo aiutarlo o potrebbe non reggere per tutto il tempo richiesto. -- Attaccarono insieme e Durza fu costretto a smaterializzarsi per poi ricomparire alle spalle di Percy, cominciò a tagliarli i tentacoli, l'energia richiesta per ricrearli stava consumando l'energia del semidio sempre di più, Dràkon ferì alla gamba lo spettro ma la ferita si rimarginò subito -- Ma è impossibile! Sono decine di volte che lo ferisco ma continua sempre a guarire! -- Nico mandò i due scheletri ad attaccare, uno riuscì a ferirlo al collo mentre l'altro fu decapitato, la ferita dello spettro si rimarginò e lui sorrise mostrando i denti sanguinanti -- Non potete sconfiggermi semidio! Sono il primo guerriero al servizio di Re Galbatorix! Nessuno può uccidermi, io porto la morte ovunque! -- In un secondo si materializzò davanti a Percy e gli assestò una ginocchiata nell'addome che lo fece piegare in due, poi lo colpì con un calcio al volto facendo cadere a terra dolorante, Nico provò a colpirlo alle spalle ma lo spettro si voltò in tempo e gli lanciò contro due palle infuocate che esplosero facendolo finire al tappeto. -- Come vedete sono invincibile, nemmeno voi tre messi insieme potete fronteggiarmi, tranquillo non vi ucciderò, Re Galbatorix vi vuole vivi. -- A quel punto Dràkon sollevò Kataménos verso il cielo e urlò -- Prima dovrai passare sul mio cadavere! Thánatos sto fásma! Thánatos sto thánato! Kataraménos eínai i̱ moíra sou! -- Dalla spada di Dràkon fuoriuscì un fulmine nero che andò a colpire lo spettro, Durza cominciò a urlare contorcendosi sempre di più -- Avete vinto la battaglia ma non la guerra! Tornerò e vi eliminerò! -- Un secondo dopo si dissolse in una nebbia grigia e proprio in quel istante l'ascensore scese e tornò al suo posto. Dràkon aiutò Percy e Nico a rialzarsi e i tre salirono sopra, cominciarono a salire sempre più in alto a velocità sorprendente, poi dopo circa due minuti l'ascensore si aprì e rivelò un laboratorio.

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Capitolo 50
*** Il potere della rosa nera ***



Percy

Percy uscì dall'ascensore e osservò il laboratorio, era incredibile, pieno di boccette con all'interno intrugli di ogni tipo, sulle pareti c'erano librerie enormi e davanti a lui c'erano Annabeth, Jack e Zahra che parlavano con un uomo, era piuttosto anziano e aveva una barba bianca, l'uomo lo vide e lo invitò con un cenno della testa. -- Benvenuti nel mio laboratorio, come penso avrete capito io sono Archimede. So già che vi siete scontrati contro la mia metà malvagia. So anche perché siete qui e non posso darvi torto, la rosa della morte è la vostra unica possibilità di salvezza. -- Annabeth lo guardò sospettosa -- Come fai a sapere tutte queste cose? -- Archimede sorrise tristemente -- Sono tornato al mondo da circa cinquecento anni, la mia metà si separò da me alle porte della morte, lo tengo d'occhio da allora e nell'assedio di Forte Garvin vi ho notati, quando hai preso la rosa della morte ho capito tutto. -- Percy lo guardò esterrefatto, quell'uomo aveva cinquecento anni?? Ma Annabeth sembrò non stupirsene -- E come hai fatto a trovarla? Nico dice che sono rarissime. -- Archimede annuì -- Vero, trovarla fu completamente casuale, ero inseguito da dei segugi infernali quando la trovai, la raccolsi staccandola con un osso e fuggì via, quando mi separai dalla mia parte malvagia la rosa andò a lui. Ma adesso non c'è un momento da perdere, un grave pericolo si sta avvicinando al Golden Gate di San Francisco e se non riuscirete a fermare in tempo la minaccia l'intero pianeta sarà distrutto. -- Un grave pericolo a San Francisco? Di cosa si poteva trattare? -- Come può aiutarci la rosa della morte? -- Archimede raccolse il vaso in mano -- La rosa della morte è una fonte di potere immensa, in lei si trova tutto ciò che è negativo ma se usata bene può donare un potenziale straordinario, può essere combinata con una comune rosa bianca simbolo di purezza in modo che riduca l'effetto negativo della rosa nera e chiunque berrà l'estratto ricavato dalle due rose perderà il venticinque percento di sangue umano che farà posto a sangue divino. -- Tutti lo guardarono a bocca aperta, come era possibile una cosa del genere? -- L'estratto tuttavia basterà per solo una persona e inoltre la persona che lo berrà dovrà avere un cuore puro altrimenti gli effetti negativi della rosa nera prevarranno su quelli puri della rosa bianca e si avrà come conclusione il prosciugamento di ogni energia e cellula del proprio corpo. -- Era un bel rischio da correre, chi sarebbe stato così folle da berla? Cioè lui aveva già fatto una follia simile in passato, ovvero tuffarsi nello Stige però lì non c'era alternativa ma ora? La situazione era davvero così disperata? I cinque semidei si guardarono a vicenda, chi l'avrebbe bevuta? Dràkon ruppe il silenzio -- Devi essere tu a berla Percy, sei il semidio più potente al mondo e quindi su di te avrebbe un effetto nettamente superiore a quello ottenuto dagli altri. -- Gli altri quattro semidei annuirono -- E va bene, berrò la miscela. -- Archimede sorrise -- Comincio a prepararlo, sarà pronto in dieci ore circa. Percy se vuoi sopravvivere devi curarti e riposare, devi essere nel pieno delle forze, quando berrai la miscela sarà richiesta ogni tua briciola di forza. -- Lo accompagnò in una strana macchina a forma di vasca e gli spiegò che si trattava di una vasca rigeneratrice in grado di rimettere in sesto una persona da qualunque ferita ricevuta, si sdraiò nella vasca e si addormentò rilassato, pensò a quando aveva fatto il bagno nello Stige e al terribile dolore provato, quella volta era sopravvissuto a stento, ci sarebbe riuscito anche questa volta? E l'energia ricevuta sarebbe stata talmente tanta da essere decisiva nella salvezza del pianeta come riteneva Archimede? Pensò ad Annabeth, cosa farebbe se l'indomani lui morisse? Cercò di non pensarci, ormai aveva accettato e non poteva fare la figura del codardo e ritirarsi proprio ora. Le ore passarono e quando si risvegliò si sentì benissimo, la macchina rigeneratrice gli aveva ridato tutte le forze, si alzò e vide l'ora, erano le undici e mezza di sera, aveva dormito per ben dodici ore. Si diresse verso l'uscita della stanza e aprì la porta, trovò Archimede e i sei ancora svegli, Archimede fece un passo avanti -- È arrivato il momento, il miscuglio è pronto. Dovrai resistere per ventiquattro ore. -- Tutti gli diedero la mano in segno di incoraggiamento o come ultimo saluto? Annabeth lo baciò e poi si allontanò visibilmente preoccupata, Percy prese in mano il bicchiere di cristallo contenente il miscuglio color grigio, odorava di rosa e allo stesso tempo di tanfo di morti, -- Tutto in un sorso o l'effetto sarà dimezzato. Se sopravviverai alla prima ora forse avrai qualche possibilità. -- A Percy il forse non piacque affatto ma fece come detto e in un solo sorso bevve l'intero miscuglio, era la cosa più buona e allo stesso tempo disgustosa che avesse mai assaggiato, nel primo minuto non successe nulla ma subito dopo un fortissimo bruciore gli invase lo stomaco, quello che fino a pochi secondi prima era stato nient'altro che un fuocherello ora divampava in un incendio dentro il suo corpo, non riusciva nemmeno a urlare di dolore, si piegò in due e provò a vomitare ma senza successo, Archimede gli si avvicinò -- Percy, non devi per nessun motivo svenire o addormentarti o sarà la tua fine! -- Facile a dirlo, il semidio ormai non riusciva nemmeno più a vedere per il dolore, sentì qualcuno stringergli la mano e intuì che si trattava di Annabeth, lui ricambiò la stretta ma una nuova scossa di dolore gli invase il corpo, ogni secondo che passava il dolore aumentava sempre di più, si sentiva esattamente come quando si era immerso nello Stige anni prima, sentiva ogni briciola di energia prosciugarsi, un ennesima ondata di dolore lo travolse, erano passati probabilmente solo pochi minuti ma sentiva già di non farcela più, come avrebbe fatto a sopravvivere a quell'inferno per ben ventiquattro ore?

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Capitolo 51
*** La scelta ***


Percy


La prima decina di minuti passò a fatica, il dolore non la smetteva di dilaniarlo dentro e nonostante i continui incoraggiamenti da parte dei cinque Percy stava cominciando a prendere sul serio l'idea di buttarsi dal monte Rushmore pur di porre fine al dolore, strinse la mano di Annabeth talmente forte da farla diventare bianca ma la ragazza non si scostò -- Non c'è nulla che possiamo fare per attenuargli il dolore? -- Archimede scosse la testa -- No, gli antibiotici potrebbero attaccare l'energia della rosa bianca e a quel punto la nera prenderebbe il controllo del corpo di Percy, certo potrebbero anche attaccare la rosa nera ma è la stessa rosa che da potere a Percy e quindi tutto ciò che è stato fatto diverrebbe inutile. Inoltre non credo di aver creato antibiotici talmente potenti da contrastare l'energia negativa della rosa nera. -- Di colpo Percy sentì un improvviso calo di energie e cadde a terra, cercò di non perdere i sensi, ricordava ciò che Archimede gli aveva detto, bastava che si addormentasse o svenisse e avrebbe lasciato il mondo per sempre, la vista però gli si annebbiava sempre di più, sentì Zahra e Annabeth raccoglierlo da terra e Archimede urlò a Jack di prendere una boccetta di colore celeste non riusciva ne a vedere né a sentire bene, ogni volta che credeva che il dolore fosse arrivato al culmine quello aumentava ancora di più facendolo impazzire, si ritrovò seduto su una poltrona, Archimede gli stava facendo bere il liquido celeste della boccetta, aveva un sapore piuttosto buono, l'effetto del miscuglio lo confortò per una buona mezz'ora, passarono diverse ore e ormai Percy non riusciva più nemmeno a ricordarsi dove si trovava, il dolore aveva ripreso a stremarlo sempre di più, di colpo però il dolore cessò del tutto e un senso di calma lo invase, stava per morire? Una voce calda lo chiamò, -- Percy, cedi il tuo corpo al mio controllo, come puoi vedere io posso fermare questo supplizio, insieme domineremo l'Olimpo. Ti starai chiedendo chi sono, sono l'antica voce, sono nato insieme alla morte, sono quella che chiamate rosa della morte. Il mio potere va ben oltre quello che Archimede crede, io sono temuto persino da Zeus, posso annientare lo stesso dio degli Inferi, dopo la sconfitta dei titani gli dei hanno cancellato ogni mio ricordo al mondo intero in modo che nessuno possa usufruire del mio immenso potere. Cedimi il controllo di ogni supplizio finirà, sei stato in gamba, resistere al mio potere per ben dodici ore non è poco ma come potrai resistermi per altre dodici? Ogni tua forza si sta prosciugando e una comunissima rosa bianca non basterà a fermarmi, cedimi il tuo controllo e la morte non ti toccherà, vivrai nei millenni immerso nella gloria, gli dei dell'Olimpo saranno schiacciati come formiche e a quel punto avrai l'intero pianeta ai tuoi piedi! Ci fonderemo con Thanatos e diverremo la morte stessa! Pensa, c'è qualcosa forse di più temuto della morte? Io e te saremo i padroni incontrastati di tutto, basta che tu ti addormenti anche per un solo minuto e tutto questo potrà realizzarsi. Continua ad opporti e di te non resterà che cenere. Ti lascio dieci minuti per scegliere, poi il dolore tornerà e sarà ancora più forte di prima. -- Percy era rimasto ammutolito, la rosa aveva parlato? Archimede lo guardò in modo piuttosto strano -- Non avverti più dolore? -- Il semidio scosse la testa e spiegò a tutti l'accaduto, Archimede divenne sempre più pallido fino a sembrare un cadavere, quando Percy finì di raccontare, la stanza rimase avvolta nel silenzio e Archimede sospirò -- È vero Percy, non ti ho detto tutto, speravo che non si facesse sentire ma a quanto pare ha percepito il tuo potere, assorbendo normalmente la rosa nera ottieni sangue divino in più che ti conferisce un potere strabiliante ma se tu cedi il tuo controllo...Beh se cedi il tuo controllo otterrai una fonte di potere immensa, talmente grande da equiparare tranquillamente un dio, forse riusciresti ad arrivare persino al livello dei tre pezzi grossi. Ma ci sarebbero due problemi, la rosa della morte è malvagia, tu continueresti a vivere ma saresti costretto a compiere azioni negative, come secondo problema il tuo corpo molto probabilmente non reggerebbe tanta energia e finiresti per esplodere. Sta a te la scelta Percy, se rifiuterai l'offerta passerai le pene dell'inferno per altre dodici ore e non è sicuro che ne usciresti vivo, d'altro canto se cederai il controllo del tuo corpo diventerai un essere guidato dalla voglia di diffondere morte ovunque, a te la scelta. -- Percy non ci pensò due volte -- Preferisco morire piuttosto che diventare così. -- Attorcigliò le dita a quelle di Annabeth, strinse i denti e si preparò, una fiammata lo travolse dentro, il bruciore gli annebbiò la vista ma resistette, doveva farcela, per il bene di tutti coloro a cui teneva e per il mondo intero, doveva riuscire a resistere al dolore e alla tentazione di cedere, l'orologio continuò a scorrere, il tempo passava lentamente, ogni ora sembrava una vita, i sei gli stavano continuamente accanto, un minimo cedimento e tutto sarebbe finito, poi una voce lo chiamò, non era la voce della rosa ma una voce a lui famigliare, Poseidone. -- Percy, devi resistere, un essere mostruoso sta avvolgendo l'intero pianeta, noi siamo intervenuti ma siamo finiti sotto attacco, inoltre Ares è scomparso da oltre una settimana e di lui non abbiamo più notizie, non che me ne importi tanto ma è una cosa che non è mai successa e pensiamo sia stato rapito, anche se non riusciamo a capire chi possa essere talmente potente da rapire un dio dell'Olimpo. So che puoi farcela Percy, ricorda che sei sopravvissuto al tartaro, puoi tutto! Appena avrai acquisito il nuovo potere devi recarti immediatamente a San Francisco. Ora ti saluto figliolo e ricorda che sei colui che ha affrontato Crono, non arrenderti! -- Percy capì che doveva farcela ad ogni costo, anche Archimede si era riferito a San Francisco, ma cosa poteva esserci di tanto mostruoso da mettere in allarme persino gli dei?

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Capitolo 52
*** La ventiquattresima ora ***


Percy


Le ore continuarono a passare ma nonostante l'atroce dolore il figlio di Poseidone non cedette, rilassò i nervi e cominciò a pensare ad altro svuotando la mente dalla voce della rosa e dal dolore fisico, ormai dovevano essere passate ben ventidue ore da quando aveva bevuto il nettare. Jack, Nico, Archimede e Dràkon si erano addormentati vinti dalla stanchezza mentre Annabeth e Zahra continuavano a osservarlo costantemente in caso succedesse qualcosa, Percy aveva insistito affinché la figlia del barone andasse a riposare con gli altri ma quest'ultima non ne aveva proprio voluto sapere, come mai? Percy proprio non riusciva a capirlo, qualche sera prima lo osservava in modo piuttosto strano e adesso insisteva per assisterlo insieme ad Annabeth. Una potente scossa di dolore lo riportò alla realtà, "Percy Jackson, sei andato oltre l'impensabile, nessuno è mai riuscito a resistermi tanto ma non cominciare a cantare vittoria, mancano ancora ben due ore!" Un'altra scossa di dolore lo invase dalla punta dei piedi fino alla testa, stava per cadere di faccia per terra ma le ragazze lo afferrarono in tempo -- Dai Percy, puoi farcela manca poco! -- Il dolore passò e al suo posto arrivarono brividi di freddo tremendi, il freddo aumentò a tal punto che il semidio faticava persino a respirare, batté i denti talmente forte da far svegliare Dràkon di soprassalto, Annabeth lo guardò preoccupata -- Percy cosa succede? -- Percy ebbe un brivido -- Mi sto congelando. -- La semidea gli toccò il braccio e si ritrasse subito -- Sei freddissimo! -- Ancora un'altra scossa, la temperatura calò ulteriormente e un pezzo di ghiaccio gli comparve sulla mano mentre un'altro gli congelò un gomito, a poco a poco stava diventando un ghiacciolo, Annabeth svegliò di corsa Archimede mentre Zahra prese un secchio d'acqua bollente e glielo tirò addosso, l'acqua bagnò Percy che era troppo concentrato sul gelo per evitarlo, il liquido sciolse il leggero strato di ghiaccio e fece riprendere in parte Percy -- Zahra ottima idea! Annabeth prendi altra acqua! -- Annabeth corse a prendere altra acqua bollente mentre Archimede andava a prendere uno speciale termometro da lui inventato, la ragazza tornò e buttò un'altra secchiata addosso al semidio che questa volta si riprese del tutto, la mente gli tornò lucida mentre la rosa imprecava in una lingua che Percy non riconobbe -- Grazie, ora sto molto meglio! -- "Dannazione, sei un osso duro eh? D'accordo sfodererò la mia arma finale!" Una potente scossa di dolore lo invase, la testa sembrava scoppiargli, urlò di dolore, immerse la testa nel secchio d'acqua che Archimede aveva in mano ma nemmeno questo li bastò, la vista gli si annebbiò ma riuscì a recuperarla dopo qualche secondo, quello che vide lo lasciò terrorizzato, l'intero laboratorio era in fiamme, i Ra'Zac attaccavano da ovunque, Annabeth e gli altri erano intrappolati in un tunnel, riuscivano ad abbattere i nemici che li assaltavano ma quelli arrivavano da ovunque ed erano troppi, uno dei mostri trafisse Jack alla gola, Nico evocò degli scheletri ma contro la furia dei cacciatori d'umani durarono poco, Archimede respingeva gli avversari a colpi di pistola laser ma uno riuscì a penetrare nella linea di difesa e lo pugnalò al cuore uccidendolo sul colpo. Percy voleva intervenire, ma non riusciva a muoversi, era come incatenato da qualche catena magica, arrivò un'altra ondata di Ra'Zac, erano almeno una ventina, Dràkon ne atterrò un paio e trapassò un altro al petto, Nico cercava di tenerli lontani menando fendenti ovunque un nemico fosse a portata, Zahra aveva finito le frecce e usava Tromerós come una furia mentre Annabeth decapitò un mostro con Lefkó e mollò un calcio allo stomaco ad un altro ma i Ra'Zac si erano triplicati, il figlio di Ade fu trafitto al petto da una lama nemica, Percy provò a liberarsi con tutte le sue forze ma ad ogni movimento riceveva una scossa elettrica, Zahra, Annabeth e Dràkon si chiusero a cerchio, per quanti nemici riuscissero ad abbattere ne arrivavano sempre di più, ormai combattevano con la forza della disperazione ma quanto sarebbero durati? Una lama ferì Zahra alla gamba, la semidea uccise il nemico ma un altro la trafisse al fianco, rimasero solo Annabeth e Dràkon, erano entrambi madidi di sudore e affaticati, il goblin riuscì a far fuori un altro paio di nemici ma poi una lama lo trapassò dalla schiena, riuscì a voltarsi e a trafiggere il nemico ma finì infilzato da altre due spade e si accasciò a terra morto, era rimasta solo Annabeth contro almeno un centinaio di Ra'Zac. La semidea era con le spalle al muro, esausta e ferita, i Ra'Zac si fecero da parte e arrivò Durza. Lo spettro fissava la semidea con un ghigno spaventoso, poi si voltò verso Percy e parlò -- Cedimi il controllo del tuo corpo e la ragazza si salverà. Altrimenti la torturerò fino a portarla ad una morte lenta e dolorosa! -- Percy riprovò a liberarsi ma le catene continuavano a tenerlo fermo, arrivò una nuova scossa che gli fece vedere le stelle, il semidio abbassò il capo sconfitto. -- D'accordo ma prometti di lasciar andare Annabeth e di non farle del male. -- Lo spettro sorrise scoprendo i denti affilati -- Promesso. -- Percy scosse il capo -- Giuralo sullo Stige. -- Durza ruggì -- Sono io qui che decido! Non sei nelle condizioni di patteggiare! Adesso chiudi gli occhi, addormentati e io lascerò andare la ragazza. -- Annabeth lo implorò di non farlo ma ormai lui aveva deciso, stava per chiudere gli occhi quando di colpo comparve il Signor D. in costume da bagno e reggiseno, Percy non sapeva se scoppiare a ridere o vomitare, ma poi ricordò, questa cosa era già successa! Ed erano stati i fratelli Stoll ad organizzare lo scherzo! Poi gli fu tutto chiaro, quello che vedeva era tutto opera della foschia, scrollò la testa e la scena scomparve, Annabeth e tutti gli altri stavano bene e proprio in quel secondo passò la lancetta superò ventiquattresima ora.

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Capitolo 53
*** Super Percy ***


Rieccoci con un nuovo capitolo, ho deciso di pubblicarlo ora e non stasera per motivi di tempo dato che stasera non posso. Buona lettura! ;)

Percy


La ventiquattresima ora passò e il semidio si trovò esausto e privo di forze, resistere alla rosa della morte era stata una vera Odissea, Jack e Dràkon lo presero per le braccia e per i piedi e lo sistemarono nella vasca rigeneratrice, uscirono e lo lasciarono solo, si spogliò e il liquido verdognolo che usciva dalla vasca cominciò a ricoprirlo e si addormentò cullato dalle piccole onde provocate dal sistema di Idromassaggio. Volò nel mondo dei sogni, non comparve nulla ma sentì una voce, riconobbe la voce, era la rosa nera. "Percy, congratulazioni sei il secondo semidio sopravvissuto al mio potere, quando ti risveglierai noterai l'immenso abisso che c'è ora rispetto a prima. Ti sto parlando per un semplice motivo, il precedente semidio che ha ottenuto il mio potere non ha voluto ascoltarmi e si è auto-disintegrato per aver esagerato nel uso di potere, io d'ora in poi ti consiglierò cosa fare e quando vorrai ci fonderemo del tutto in modo da avere pieno accesso alla mia energia. Se saprai sfruttare le potenzialità che ti sono state date non avrai nessuno da temere, se commetterai errori io tornerò negli Inferi e crescerò chissà dove, ma tu morirai per sempre." la voce scomparve e Percy vide l'immenso oceano, si trovava a San Francisco, di preciso su una scogliera, l'acqua si alzò sempre di più finendo sollevata da un mostro di dimensioni strepitose, Percy non riusciva a scorgere l'aspetto del mostro ma era sicuramente gigantesco, persino più di Gea anche se non sapeva come ma era sicuro non si trattasse ne di un titano ne di un gigante ma di una creatura molto più grande. La belva attaccò e la scogliera tremò sotto il colpo della possente coda, Percy fu sbalzato via come un moscerino insieme agli altri semidei, c'erano tutti tranne Jack e Zahra, dov'erano? La vasca rigeneratrice suonò e riportò Percy alla realtà, il dolore e la stanchezza erano scomparsi del tutto, si guardò allo specchio e vide che era diventato leggermente più muscoloso ma la cosa più sorprendente era la straordinaria energia che avvertiva, inoltre riusciva a sentire i passi lontani degli altri semidei e avvertiva ogni tipo d'onore presente nella stanza, come ultima novità riusciva a vedere molto meglio e anche più lontano rispetto a prima. -- Davvero niente male. -- Si rivestì e uscì dalla stanza, percorse il lungo corridoio e arrivò nella stanza principale, quando entrò li trovò impegnati a chiacchierare, normalmente non sarebbe riuscito a sentirli ma adesso ci riusciva e sentì che stavano parlando di lui, qualche secondo dopo si accorsero che era entrato e Annabeth corse subito ad abbracciarlo -- Sapevo che ci saresti riuscito! -- lui ricambiò l'abbraccio, Dràkon si fece avanti -- Percy, ho voglia di duellare per testare le tue nuove capacità, ti va? -- Il semidio sorrise -- D'accordo. -- Archimede li condusse in una stanza circolare piuttosto grande e ben illuminata -- Ecco, qui potete combattere. Sono curioso anche io di vedere fin dove arriva il nuovo potere. -- I cinque si misero ai lati della stanza mentre Percy e Dràkon si misero in posizione di guardia al centro del cerchio. Il semidio notò ogni minimo movimento che prima gli sarebbe stato impercettibile, avvertì un piccolissimo movimento effettuato dall'avversario e capì che stava per attaccare, un secondo dopo Dràkon ️ attaccò, Percy parò facilmente il colpo e assestò un calcio al petto ad una velocità talmente alta che si sorprese persino lui, il goblin volò per circa un metro per poi atterrare, si rimise subito in piedi e caricò di nuovo, il colpo era diretto alla spalle ma Percy intuì che avrebbe cambiato mira poco prima di arrivarci e così parò facilmente anche questo colpo, cominciò un brutale scambio di colpi, Dràkon era veloce ma non quanto il loro primo scontro. Nel loro primo duello Percy era riuscito a sconfiggerlo solo grazie all'aiuto di Annabeth e Nico, adesso invece gli stava perfettamente tenendo testa da solo ma non era il goblin ad essere diventato più lento ma era lui che era diventato molto più veloce e con dei sensi molto più sviluppati di qualunque umano o semidio, questa volta fu lui ad attaccare, si scambiarono un paio di colpi poi mirò al collo, Dràkon parò ma Percy gli tirò un potente calcio alle gambe facendolo cadere a terra, il goblin rotolò di lato evitando il colpo, si rimise in piedi con un salto e colpì con una gomitata il semidio che ricambiò con un pugno al volto, Kataraménos riuscì a ferirlo al braccio ma Percy colpì con il pomo della spada la testa del nemico, poi gli assestò un pugno in faccia facendolo cadere, tirò un calcio alla spada disarmandolo e gli appoggiò Vortice alla gola. Gli spettatori erano rimasti a bocca aperta e anche Dràkon sembrava realmente sorpreso -- Davvero fantastico, non mi aspettavo migliorassi così tanto. -- Percy avvertì una voce nella sua mente "E questo è niente." Percy gli diede una mano e lo aiutò a rialzarsi, anche lui era piuttosto sorpreso, un potere del genere non è una cosa da niente, Archimede si congratulò con lui e li accompagnò in una stanza dove si trovavano cinque robot armati di lancia e fucile -- Questi saranno la vostra scorta, dovete partire al più presto, il nemico arriverà a San Francisco fra circa tre giorni, se non arriverete in tempo la città sarà distrutta. -- Chiamò in disparte Percy e gli diede una strana boccetta viola -- Non so come mai ma sento che ti servirà, serve per addormentare un umano o un semidio per circa sei ore, spruzzala a distanza ravvicinata e ricorda che puoi usarla solo una volta. -- Percy lo ringraziò e tornò dai sei che salutarono e ringraziarono lo scienziato che gli diede un piccolo aereo pilotato da un robot -- Vi accompagnerà per metà tragitto. In bocca al lupo. -- Si infilarono nell'aereo che partì pochi secondi dopo e Percy per una volta non ebbe paura di volare, videro il monte Rushmore scomparire e diventare sempre più piccolo alle loro spalle e Percy avvertì che i compagni erano piuttosto nervosi, qualunque cosa gli stesse aspettando a San Francisco non prometteva nulla di buono.

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Capitolo 54
*** Duello ai confini di San Francisco ***


Percy


Il mini aereo atterrò dopo un'oretta di viaggio, Percy e gli altri scesero ritrovandosi ai confini della caotica San Francisco, era sera e le luci della città si vedevano anche a chilometri di distanza. Jack guardò meravigliato la città -- Dobbiamo attraversare la città e arrivare al Golden Gate, qualcuno ha il numero di un taxi? -- Percy scosse la testa -- Lo troveremo in città, comunque al momento credo che abbiamo un problema. -- Jack lo guardò aggrottando la fronte -- Che problema? -- Percy rimase qualche secondo in silenzio -- Non lo so ma sento puzza di mostro. -- Annabeth lo guardò sorpresa -- Da quando riesci ad avvertire l'odore dei mostri? -- Il ragazzo sorrise -- Da quando ho assorbito la rosa nera. -- "È vero Percy, non ti stai sbagliando ma non è solo uno ne sono sicuro. Inoltre avverto una minaccia ancora più grande venire dall'Oceano ma non riesco a capire di cosa si tratta." Percy ragionò qualche secondo -- Potrebbe trattarsi del mostro della profezia, ricordo che diceva l'oceano nemico vostro sarà. -- Il gruppo di semidei lo guardò in modo strano -- Percy con chi stavi parlando? -- Il semidio tornò in se -- Scusate, stavo parlando con la rosa. Ha confermato la presenza di mostri e la minaccia al Golden Gate. -- I semidei si guardarono intorno -- Sarà meglio affrettarci allora. -- Stavano per dirigersi verso la città quando Percy li bloccò -- Sono qui! Li sento benissimo, non riesco a capire bene dove però. -- Appena finì di parlare una trentina di Ra'Zac spuntò da dietro le rocce e in fondo al gruppo c'era Durza. -- Dràkon ma non gli avevi mandato una maledizione? -- Il goblin sguainò Kataraménos -- La maledizione dura ventiquattro ore, questa volta o vinceremo o moriremo. Semidei a cerchio! -- Il gruppo obbedì e tutti si disposero a cerchio con le lame sguainate, Percy fece comparire Flagello e sbatté la base del tridente sul suolo generando un crepaccio che inghiottì quattro Ra'Zac, i nemici attaccarono in massa, uno provò a colpirlo alla gamba ma il semidio parò con il tridente e subito dopo lo trafisse al petto, poi decise di cambiare e usare Vortice, il tridente si trasformò nella spada che aveva accompagnato il semidio in decine di battaglie, Percy sentì una freccia volare e la vide conficcarsi nel collo di un mostro, accanto a lui Dràkon e Annabeth paravano ogni colpo e abbattevano un nemico dopo l'altro. Il semidio si calò ed evitò una lama che gli sfiorò i capelli, il nemico che probabilmente già cantava vittoria perse l'equilibrio e finì con Vortice che lo trapassava da parte a parte, altri Ra'Zac continuavano ad arrivare e il gruppetto di semidei cominciava ad essere in seria difficoltà, Dràkon gli si avvicinò -- Percy, devi uccidere Durza o continueranno ad arrivare! -- Il semidio annuì e cominciò a farsi strada infilzando un nemico dopo l'altro, un Ra'Zac riuscì a ferirlo al braccio ma era un taglio superficiale e il nemico poco dopo si ritrovò la lama conficcata nel petto, c'era ancora qualche metro da percorrere e una decina di mostri che lo separavano dallo spettro, si scansò di lato evitando una lama e mozzò il braccio ad un mostro, quello dopo di lui fu trafitto al collo e del sangue marcio macchiò l'armatura del semidio, Durza lo vide e gli sorrise crudelmente -- Fate spazio, Perseus Jackson è mio! -- I mostri si spostarono e Percy attraversò il corridoio formato dai nemici, si fermò ad un paio di metri dallo spettro e si mise in guardia. -- Perseus, so che hai assorbito la rosa della morte, mostrami il tuo potere! -- "Adesso semidio noterai il tuo nuovo potere e sappi che questo è il minimo delle capacità che puoi raggiungere!" Durza attaccò e il semidio parò il colpo, un altro affondo dello spettro provò a colpirlo alla testa ma Percy si abbassò velocemente ed evitò la lama, contrattaccò e colpì con un potente calcio lo spettro al volto facendolo volare per un paio di metri, lo spettro si rimise subito in piedi e con un ringhio caricò il semidio, le due lame si incrociarono e cominciarono a danzare rapide e letali, la differenza dallo scontro avvenuto prima era evidente, Percy non era cambiato solo agilmente, aveva i sensi più sviluppati di qualunque umano o semidio, riusciva a prevedere le mosse del avversario senza molti problemi, il semidio parò l'ennesimo colpo e colpì di taglio il petto dello spettro, quest'ultimo non ci vide più dalla rabbia e scagliò una palla di fuoco verso Percy, il ragazzo fu veloce e si scansò ma la sfera lo colpì comunque in parte alla spalla sinistra, lo spallaccio dell'armatura saltò in aria e finì in pezzi mentre la spalla ricevette una seria ustione "Dannazione, questo non lo avevo previsto." Il semidio strinse i denti per il dolore "Un aiutino non farebbe male." la rosa borbottò "Sono la rosa della morte, non ho poteri curativi!" -- Beh allora semidio che te ne pare? -- Con un urlo Percy si scagliò contro il nemico, ricominciò lo scambio di colpi, sempre più violento e intenso, il semidio si beccò un taglio alla coscia ma in cambio trapassò lo spettro al petto "Ma cosa combini!? Non al petto ma al cuore! Gli spettri muoiono solo così!" Infatti Durza rigenerò lo squarcio che Vortice gli aveva creato, chiuse la mano in un pugno e sferrò altre sfere incandescenti ma questa volta Percy fu più veloce e riuscì ad evitarle, lo spettro ruggì e Percy fu colpito da un'ondata di energia che lo sbalzò di una decina di metri facendolo atterrare duramente sul suolo. Percy pulì con la mano il sangue che gli colava dal labbro, si rialzò e sorrise -- Sei davvero forte ma sappi che mi sto solo riscaldando, che ne dici facciamo sul serio? -- Durza ebbe un attimo di esitazione ma poi tornò ad esibire il suo raccapricciante ghigno -- È inutile bluffare semidio, sei spacciato! -- si materializzò davanti a Percy ma quando provò a colpirlo con un affondo diretto al collo, il semidio parò rapido il colpo e gli assestò una potente gomitata in faccia -- Io non bluffo mai.

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Capitolo 55
*** La fine di Durza ***


Percy


Percy sorrise vedendo lo spettro arretrare da lui -- Non è possibile, come può essere? Sono rinato più potente di prima e un altro ragazzino mi rimanda negli inferi?! -- Percy continuò ad avanzare verso lo spettro -- Non so chi sia l'altro ma sì, stai per rifare la stessa fine! -- Il semidio attaccò e il nemico riuscì con un colpo di fortuna ad evitare la lama, Durza provò a colpirlo alla testa con il pomo della spada ma Percy si abbassò, evitò il colpo e sferrò un micidiale pugno nell'addome dello spettro facendolo piegare in due. -- No! Non può essere! Io ti eliminerò! -- Ricominciò lo scambio di colpi, gli occhi dello spettro erano diventati ancora più rossi e inquietati, Percy parò di taglio un fendente diretto al fianco e contrattaccò mirando al cuore, Durza evitò il colpo allontanandolo con la magia e gli lanciò contro la spada colpendolo di striscio all'altra gamba, Percy non aspettò un secondo in più e partì all'attacco ma proprio mentre stava per colpirlo avvertì una presenza nella sua mente e non era la rosa. "Percy! Durza sta prendendo il controllo della tua mente, presto immagina una qualunque cosa e non pensare a nient'altro!" l'attacco alla mente cominciò, il semidio pensò ad un muro di mattoni e si concentrò solo ed esclusivamente su quello, sentì un improvviso dolore alla testa e capì che lo spettro stava cercando di aggirare la sua barriera mentale e in effetti ci stava riuscendo, l'attacco si fece ancora più pesante e il muro cominciò a vacillare, proprio mentre stava per cedere sentì il muro rinforzarsi e ingigantirsi "Jackson, concentrati in due possiamo respingerlo!" Percy si stupì dell'aiuto, in pochi secondi vide l'intera vita della rosa nera che scoprì si chiamava Roz, fece come gli era stato detto, smise di ascoltare i rumori intorno, dimenticò tutto e si concentrò esclusivamente sul muro, Durza tentò un altro assalto ma nonostante il dolore il semidio non cedette, lo spettro si distrasse un secondo e Roz attaccò lo spettro, improvvisamente la situazione si era capovolta, Durza si stava difendendo dall'assalto del semidio e di Roz. Lo spettro però riuscì a difendersi da qualunque assalto ma di colpo un rumore più forte degli altri li riportò tutti e tre alla realtà, Jack aveva scagliato un Ra'Zac contro una roccia instabile che aveva cominciato a crollare seppellendo il mostro, la battaglia stava andando piuttosto bene ma l'esito era ancora incerto, Annabeth era ferita ad un polpaccio e aveva l'armatura mezza ammaccata, Nico e Jack erano ricoperti tagli ovunque, Zahra barcollava nel tentativo di reggersi in piedi sfinita e Dràkon aveva l'armatura sfondata all'addome da dove usciva sangue mentre i nemici erano caduti a decine. "Direi che è l'ora di chiudere il duello che dici?" Percy annuì "D'accordo." Il semidio si avvicinò con passo sicuro allo spettro, venti metri, dieci metri e pochi secondi dopo si ritrovò ad un metro di distanza. --Devo dire che è stato divertente ma adesso comincio ad annoiarmi, guarda il mondo per l'ultima volta perchè tra pochi secondi tornerai negli inferi dove ci resterai per sempre. -- Durza diventò ancora più pallido -- Tu non mi sconfiggerai mai! Io sono il primo guerriero del grande Galbatorix, Re dei due mondi! Diventerai cenere insieme ai tuoi amici! -- Portò le mani indietro e scagliò un enorme fiammata, il semidio schivò appena in tempo il colpo scartando di lato, effettuò un salto e piantò Vortice nel cuore dello spettro che cominciò a disintegrarsi con uno sguardo d'incredulità in faccia, in pochi secondi si disintegrò del tutto e i Ra'Zac rimasero paralizzati dal terrore -- È...È imposssibile! Come può uno sssporco sssemidio aver ssconfitto Durza? -- Percy si voltò verso di loro sorridendo -- E adesso è il momento di estirpare le erbacce. -- I sette mostri rimasti lo attaccarono contemporaneamente, il primo finì con la lama nella gola, il secondo è il terzo furono decapitati, il quarto riuscì a ferirlo leggermente sulla fronte ma Percy lo trapassò subito dopo al cuore mentre i restanti tre se la diedero a gambe. -- Davvero niente male, non mi aspettavo un potere del genere. -- Dràkon lo guardò stupito -- Inizialmente eri in difficoltà, lo stavi facendo apposta? -- Il semidio si scrollò la terra dai capelli -- Beh a dire il vero no, non riuscivo bene a controllare le nuove abilità e comunque devo dire che era piuttosto forte, nelle mie condizioni precedenti dubito che sarei riuscito a sconfiggerlo anche se fossi stato in piene forze. -- Annabeth gli andò vicino e lo baciò -- Sei stato fantastico! -- Jack gli diede una pacca sulla spalla -- Bel lavoro amico, comunque proporrei di fermarci in qualche hotel per la notte, siamo troppo esausti per poter affrontare un altro avversario probabilmente molto più potente di Durza. -- Tutti furono d'accordo ma c'era solo un problema -- È un vero peccato che non abbiamo soldi con noi. -- Dràkon sorrise -- Nessun problema, pago io. -- I sei si avviarono e in una decina di minuti raggiunsero San Francisco, girarono poco e niente per il semplice fatto che erano esausti e Percy aveva la spalla ustionata che gli bruciava parecchio, trovarono un piccolo hotel a basso prezzo dopo aver girato almeno un paio d'ore, entrarono e il posto si rivelò piuttosto accogliente, furono accompagnati nelle loro stanze e Percy si precipitò nella doccia, l'acqua gli ridiede le forze e curò l'ustione, quando uscì trovò Annabeth già addormentata sul letto così l'abbracciò e si addormentò poco dopo finendo nel mondo dei sogni. Vide un uomo seduto su un trono, stringeva i pugni talmente tanto da far sanguinare le mani -- Come è possibile che Durza sia stato sconfitto da un semidio! -- Il Ra'Zac accanto a lui tremò -- Ssignore, non è un ssemidio qualunque è...-- la voce dell'uomo rimbombò nella stanza -- Non mi interessa chi è! Non finirà come l'ultima volta con quel cavaliere dei draghi! Ah e a proposito, ho creato un portale che colleghi Alagaësia con questa dimensione, Eragon e i suoi amici ci entreranno di sicuro e a quel punto avrò la mia vendetta! --

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Capitolo 56
*** Turbine la dominatrice dell'oceano ***


Percy


Un tuono esplose nel cielo facendo svegliare di colpo il semidio, guardò fuori dalla finestra e vide l'acqua scendere a torrenti, stava diluviando. Controllò se Annabeth era sveglia o meno ma la semidea dormiva, erano ancora le tre di notte ma decise di farsi un giro in corridoio, trovò Jack che osservava la pioggia scendere -- Non riesci a dormire neanche tu? -- Jack scosse la testa -- No amico, ho un altro problema. -- Percy andò a sedersi accanto a lui -- Quale problema? -- L'altro rimase qualche secondo in silenzio, poi riprese a parlare -- È per Zahra, mi piace da morire. -- Percy gli sorrise -- Diglielo no? -- Il semidio abbassò il capo -- Non dirmi che non te ne sei accorto. -- Il figlio di Poseidone rimase perplesso -- Accorto di cosa? -- Jack gli sorrise tristemente -- Le piaci tu Percy, non io. -- E in quel momento Percy capì molte cose, era vero eppure non ci era proprio arrivato ma non era mai stato molto bravo a capire certe cose, con Annabeth ci aveva impiegato anni. -- Prova a farle capire che tieni a lei. -- un altro tuono ruppe il silenzio -- Hai mai il presentimento che stia per succedere qualcosa di grave? -- Percy annuì -- Sì, in questi giorni più del solito, la profezia non è ancora del tutto compiuta, mi chiedo se riusciremo a sopravvivere ai prossimi giorni. -- Il temporale svanì e Percy decise di tornare a dormire, salutò Jack e si infilò nuovamente sotto le coperte. Fu Annabeth a svegliarlo, i sei si incontrarono all'uscita del hotel e trovarono un taxi -- Ci servirebbe un passaggio per il Golden Gate. -- l'uomo barbuto annuì -- Saltate a bordo. -- Saliti a bordo l'uomo sfrecciò nel traffico della caotica città americana, superarono un paio di bus e svoltarono a destra, quando furono vicini all'arrivo Percy lo fermò -- Ok, può bastare qui grazie. -- diede al tassista i soldi e scesero. -- È proprio questa la scogliera che ho sognato. -- Percy notò che il luogo era piuttosto isolato, Annabeth gli strinse la mano -- Non mi piace questo posto. -- Il semidio annuì, poi annusò l'aria -- Mostri, stanno arrivando qui! -- Jack impugnò la bipenne -- Percy, me ne occupo io, da che parte? -- Percy controllò meglio -- A circa seicento metri nord ovest. Jack non puoi affrontarli da solo. -- Zahra si fece avanti -- Andrò anche io con lui, voi quattro dovete cercare e stanare la minaccia che viene dall'oceano. Jack andiamo. -- I due si avviarono verso la minaccia e i restanti quattro semidei cominciarono a cercare, Percy provò a chiedere alle creature del mare ma stranamente non ne trovò nemmeno una. -- È veramente strano, non c'è nessun essere vivente in acqua. -- Dràkon gettò un sasso nell'acqua ma non successe nulla -- Può essere che siamo arrivati in ritardo? -- Nico che era rimasto in silenzio intervenì -- No, Archimede aveva detto circa-due tre giorni. Dobbiamo solo pazientare. -- I quattro si sedettero sulla scogliera e cominciarono ad aspettare in silenzio, le ore passarono ma niente, Jack e Zahra non erano ancora tornati e il tempo stava peggiorando di nuovo. -- Dannazione Roz sta zitto almeno un secondo! -- Gli altri tre si girarono verso di lui guardandolo in modo strano -- Oh, già giusto dimenticavo di dirvi che la rosa nera in realtà si chiama Roz e mi sta facendo la testa quanto un pallone. -- Annabeth rise e lo baciò, il tempo continuò a passare e Percy stava per addormentarsi quando si sentì un rumore più forte degli altri venire dall'oceano "È lui, ne sono sicuro! Percy permettimi di controllarti! Quando lo sconfiggeremo tornerai ad avere il controllo totale sul tuo corpo! Il semidio scosse la testa "Puoi scordartelo." Roz continuò a protestare "Se usassimo il mio potere riusciremmo a spazzarlo via ma con solo il tuo potere finiremo entrambi negli inferi!" Percy lo ignorò e fissò l'oceano, non sapeva perchè ma avvertiva qualcosa, anche gli altri si affacciarono e Annabeth urlò terrorizzata -- Guardate lì! -- Percy seguì la direzione del suo dito e vide quello che non avrebbe mai voluto vedere, dire che era enorme era dire poco, Gea in confronto era un pupazzetto, non sapeva come fosse possibile ma Jormungandr era lì. Annabeth provò a farlo muovere e a spostarlo ma Percy era letteralmente paralizzato dal terrore, quello era il serpente che morì nello scontro contro Thor il dio del tuono norreno e nemmeno il dio riuscì a sopravvivere allo scontro con quel mostro, cosa potevano fare loro dei semplici semidei? Quella creatura era talmente grande che avvolgeva l'intero pianeta tra le sue spire, Percy non si era mai sentito tanto insignificante, il terrore che aveva provato nello scontro contro Crono non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello che provava ora. Jormungandr emerse con la testa fuori dall'Oceano, Dràkon era impallidito a tal punto da sembrare un cadavere mentre Nico era rimasto a bocca aperta, il serpente attaccò mirando a Percy e Annabeth -- Percy ti prego fa qualcosa!! -- Il semidio si riscosse dallo stato di paralisi e il suo cervello cominciò a lavorare a pieno ritmo, il serpente si stava avvicinando sempre di più, cosa poteva fare? Come poteva fermare un mostro simile? "Percy! Caccia Vortice presto!" Il semidio fece come Roz gli disse e quando trasformò la penna in spada notò che non era la sua solita spada ma era più corta e simile ad un gladio romano, sulla lama brillò un nome e il semidio lesse, Turbine Dominatrice dei mari. Sollevò la lama con la punta rivolta verso il cielo e l'oceano si aprì in due, capovolse la lama e la riabbassò velocemente, le due onde enormi schiacciarono e rimandarono Jormungandr sul fondo dell'oceano poco prima che raggiungesse la scogliera. Percy guardò stupito la spada ma sapeva benissimo che il gigantesco serpente stava benissimo e sarebbe tornato a breve, sei tentacoli gli spuntarono sulla schiena, toccarono Turbine e la spada fu avvolta dall'elettricità. "Complimenti Percy Jackson, hai scoperto il secondo potere dell'oceano, la disperazione! il terrore e la non rassegnazione al destino. I sei tentacoli possono dare scosse talmente potenti da uccidere un umano al primo tocco. Buona fortuna semidio."

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Capitolo 57
*** L'ultima chance? ***


Percy


Percy abbassò di nuovo la lama per impedire al serpente di risalire in un superficie, ricacciarlo negli abissi si stava rivelando arduo, ci stava riuscendo solo grazie all'energia di Roz e a Turbine la spada dell'oceano, con le sue forze ci sarebbe riuscito solo per qualche minuto ed ora invece stava riuscendo a tenere a bada il serpente più grande che sia mai esistito per già mezz'ora, Dràkon gli si avvicinò -- Percy per quanto pensi di riuscire a tenerlo a bada? -- Il semidio fece un rapido calcolo -- Credo che riuscirò a gestirlo ancora per un'ora, oltre rimarrei senza forze. -- Annabeth cominciò a pensare, lo capiva da quello sguardo che ancora non riusciva a comprendere del tutto ma dava l'idea di una persona che sta pensando a mille cose contemporaneamente, "Cosa hai intenzione di fare? Tra un'ora le tue forze saranno dimezzate e Jormungand riemergerà in piena forza, permettimi di prendere il controllo del tuo corpo per un'ora e riusciremo a sconfiggerlo." Percy scosse la testa "Scordatelo, so che poi non mi ridarai il controllo del mio corpo e lo userai per i tuoi scopi." la semidea calciò frustrata un sasso -- Non riesco a capire come potremmo sconfiggerlo, è un avversario completamente diverso da quelli che abbiamo affrontato precedentemente, sembra non avere punti deboli! -- Percy si voltò verso Dràkon ma il generale abbassò il capo -- Non ho la minima idea di come potremmo eliminarlo, non ho mai affrontato un avversario di questa portata, il Basilisco in confronto è un polletto viziato e troppo cresciuto. -- Il serpente provò a risalire ma Percy affondò in tempo la lama rimandandolo sul fondo schiacciato dalle onde, possibile che dopo tutta la fatica fatta sarebbe morto divorato da un serpente gigante? Beh a quanto pare sembrava così, era tentato di dire agli altri di scappare mentre lui lo teneva fermo sul fondo del mare ma a cosa sarebbe servito? Jormungandr avrebbe avvelenato l'intero pianeta e ucciso chiunque ci abitasse. Si chiese anche che fine avevano fatto Jack e Zahra, avvertiva odore di semidei ma anche di mostri, stavano ancora combattendo o l'odore che sentiva era di altri semidei? Percy decise di non pensarci e di concentrarsi sul trattenere il serpente che riprovò a salire inutilmente dato che un'altra onda lo schiacciò e lo rigettò sul fondo. Il tempo continuò a passare e l'energia di Percy calava sempre di più mentre gli altri tre diventavano sempre più silenziosi e nervosi, appena le forze del semidio si sarebbero dimezzate nulla avrebbe impedito a Jormungandr di divorarli, avvelenare l'intero pianeta e poi cominciare a stritolarlo sempre di più fino a ridurlo in cenere "Sei ancora sicuro della tua decisione semidio?" Il figlio di Poseidone ci pensò qualche secondo, se Roz non stava mentendo sarebbe riuscito a sconfiggere il serpente ma poi cosa sarebbe successo? Sarebbe diventato lui il nemico? Meglio evitarlo. "Sicurissimo." Passò qualche altro minuto e Percy respinse per l'ultima volta Jormungandr -- È arrivato il momento. Pronti? -- Gli altri annuirono poco convinti e si misero in guardia con la spada sguainata e lo sguardo vigile pronto a captare il più minimo movimento, Percy rifece comparire i tentacoli elettrici e fulminò Turbine rendendola elettrica, strinse il manico e cominciò a seguire i movimenti del serpente attraverso le onde, si stava avvicinando sempre di più, passò un minuto pieno di tensione e maledettamente silenzioso poi Percy rafforzò la presa sul manico -- Attenti sta arrivando! -- Pochi istanti dopo Jormungandr emerse in tutta la sua maestosità e il semidio si chiese se alla loro imminente morte gli dei sarebbero riusciti a fermarlo. Il serpente attaccò ma si beccò un'onda in faccia da Percy, soffiò minaccioso e mirò a Nico, il semidio si scansò in tempo evitando d'un soffio le fauci del mostro, Dràkon gli saltò sulla testa e conficcò Kataménos nella testa del serpente, la lama affondò di poco dato che le squame lo proteggevano e la belva ne approfittò per scuotere la testa e scagliare il goblin sulla roccia, si voltò di nuovo verso Percy e con un movimento talmente rapido da passare completamente inosservato usò la coda come frusta contro il semidio, il colpo fu talmente violento da far sfondare la roccia dove aveva sbattuto e seppellirlo sotto le pietre frantumate.

Annabeth


Annabeth vide Percy finire seppellito dalle rocce, con un colpo del genere non ne esci vivo, provò a corrergli incontro ma Jormungandr le sputò contro un fiume di veleno che la semidea evitò saltando di lato, fissò in lacrime il punto dove si trovava il semidio, Percy sicuramente era morto, era successo tutto talmente velocemente da riuscire a stento a crederci. Che senso aveva ancora combattere? Quel mostro era riuscito a mettere fuori gioco Percy Jackson il semidio più potente al mondo in un solo colpo, che speranze poteva avere lei? Vide Nico affondare Hellborn sul muso del serpente per poi venire afferrato e scagliato via dalla lingua biforcuta del rettile, Dràkon provò a colpirlo ma Jormungandr lo colpì con la testa facendolo volare per una decina di metri. Erano stati sconfitti tutti, era rimasta solo lei con le gambe immobili per il terrore e la mente incapace di elaborare un pensiero logico, ormai era finita, Jormungandr si scagliò all'attacco con le fauci spalancate pronto ad inghiottirla in un solo boccone ma proprio mentre Annabeth chiuse gli occhi per l'imminente fine non successe nulla, li riaprì e vide il serpente fiutare l'aria con la lingua per poi voltarsi in direzione del sole, Annabeth inizialmente non vide nulla ma poi aguzzò meglio la vista e scorse tre puntini volare verso di loro, erano piuttosto lontani ma riuscì a distinguere i colori, uno era azzurro, un altro rosso e l'ultimo verde, cosa potevano essere?

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Capitolo 58
*** I cavalieri dei draghi ***


Annabeth

I tre puntini nel cielo si ingrandirono sempre di più fino a diventare sagome distinte, erano tre draghi, uno rosso, un altro verde e l'ultimo blu e su ognuno di loro c'era qualcuno, i tre sfrecciarono nel cielo e in un secondo due di loro saltarono giù dai draghi finendo sulla scogliera mentre i tre draghi e il ragazzo su quello rosso si scagliarono contro Jormungandr. La ragazza e il ragazzo scesi dal drago si diressero verso di lei e Annabeth strinse Lefkó, i due sembravano in ottima forma e sicuri di se, avanzarono verso la semidea e si fermarono a qualche metro di distanza, il ragazzo le disse qualcosa ma lei non capì, era una lingua completamente estranea, il ragazzo probabilmente le domandò qualcosa ma Annabeth scosse la testa incapace di capire, i due si misero a parlare tra loro, il ragazzo disse qualcosa alla ragazza che annuì e pochi secondi dopo cominciò a recitare quello che sembrava un incantesimo, smise e improvvisamente parlò inglese -- Ci capisci ora? -- La semidea la guardò confusa ma annuì -- Ho fatto un incantesimo che ci permetterà di parlare la stessa lingua, ascolta, noi non abbiamo intenzioni ostili. Io sono Arya. -- la ragazza le porse la mano e Annabeth la studiò sospettosa, la guardò negli occhi verdi, in genere riusciva a capire quando qualcuno menteva o meno ma quando incrociò lo sguardo della ragazza andò nel pallone. Quello sguardo la metteva sotto pressione e non tralasciava intuire alcuna intenzione, decise di stringerle la mano, salutò anche il ragazzo che si presentò dicendo di chiamarsi Eragon mentre l'altro che stava combattendo a dorso di un drago era Murtagh. -- Da dove venite? -- Arya rispose mentre osservava lo scontro dei tre draghi contro Jormungandr -- Da Alagaësia una terra molto lontano da qui, ci siamo arrivati tramite un portale che era comparso nella nostra capitale, abbiamo capito che qualcosa non andava e ci siamo entrati in quattro. -- Annabeth si guardò intorno confusa -- In quattro? -- Eragon sorrise -- Il quarto è andato ad aiutare due ragazzi che sembravano in difficoltà, tornerà a breve. -- Due ragazzi? Poteva trattarsi di Jack e Zahra? Poi la semidea si ricordò di Percy, era stata tanto spaventata e confusa che se n'era dimenticata, andò di corsa verso il cumulo di pietre e cominciò a rimuoverle, uscì una mano, continuò a scavare tra le macerie aiutata da Arya ed Eragon che pronunciò un incantesimo e sollevò l'intero cumulo di pietre liberando Percy. La semidea toccò il polso del ragazzo e sentì i battiti, era ancora vivo ma in condizioni talmente pietose che nemmeno il nettare avrebbe fatto molto effetto, dalla fronte gli colava sangue ed era coperto ovunque da ferite e tagli, Annabeth lo chiamò piangendo ma ottenne solo come risultato un minuscolo movimento della mano. Eragon si fece avanti -- Forse posso riuscire a curarlo. -- Arya lo fermò con una mano -- Lascia fare me, con la magia curativa ci so fare meglio di te -- Eragon annuì e si fece da parte mentre la ragazza cominciava a canticchiare in quella lingua sconosciuta che non riusciva a capire, la voce di Arya la rilassò, notò che aveva le orecchie a punta ed Eragon le spiegò che era un'elfa e che lui era un ibrido, inizialmente umano mutò in elfo, parlarono conoscendosi a vicenda, poi Annabeth gli chiese se avesse qualche idea riguardo a chi aveva creato il portale ma il ragazzo scosse la testa -- Nessuna, ad Alagaësia per il momento non abbiamo più nemici tanto potenti. -- La semidea rifletté qualche secondo per poi decidere di raccontargli di Durza e Galbatorix, il volto sereno del mezz'elfo diventò pallido -- Ne sei proprio sicura? -- Annabeth annuì e glieli descrisse fisicamente -- Questa non ci voleva, li avevo uccisi entrambi come fanno ad essere vivi? -- Annabeth scosse il capo -- Durza è morto, lo ha ucciso Percy. -- Eragon guardò stupito il ragazzo -- È riuscito ad uccidere Durza da solo? Impossibile, un comune umano anche se ben addestrato non può tenere testa ad uno spettro, specialmente ad uno come Durza. -- Annabeth decise di confessargli tutta la verità -- Non siamo comunissimi umani ma semidei con metà sangue umano e metà divino e Percy per tre quarti ne ha divino. -- Eragon annuì osservando Percy -- Adesso capisco come può essere vivo dopo un colpo simile. -- Arya finì di canticchiare e le ferite sul corpo del semidio scomparvero del tutto, Percy aprì gli occhi e si rialzò ma l'elfa lo fermò -- Vacci piano, non sono riuscita a risistemarti tutte le fratture che avevi anche se la maggior parte sono chiuse. -- Percy li guardò confuso e Annabeth lo abbracciò -- Loro sono Eragon e Arya, ci hanno salvati da Jormungandr e ti hanno curato. -- Il semidio li ringraziò ma Eragon scosse la testa -- Saphira, Fìrnen e Castigo sono molto forti ma la battaglia non è ancora finita, quel mostro possiede una forza spaventosa, inoltre non riesco ad abbattere le sue difese mentali, dobbiamo aiutarli. -- Annabeth si voltò in direzione dello scontro e vide il drago rosso azzannare il serpente che rispose con una frustata della coda, gli altri due sputarono una fiammata blu ma Jormungandr la evitò immergendosi nel mare per poi riemergere e mordere il drago verde, lo afferrò con le fauci e lo scaraventò contro la scogliera facendo tremare la terra -- È velenoso, lo ucciderà! -- Eragon scosse la testa -- Siamo tutti protetti da delle difese magiche, non succederà nulla. -- I due rimasero in silenzio qualche secondo poi il drago blu e il drago verde passarono a prendere Eragon e Arya -- Semidea, ho messo delle difese magiche anche su di te e i tuoi amici, riprendete le forze ci occupiamo noi del serpentone! -- Le fece l'occhiolino e si scagliò a tutta velocità contro Jormungandr sguainando la spada blu seguito da Arya, Annabeth si girò e vide nel cielo un puntino bianco avvicinarsi sempre più velocemente, non seppe dire perché ma aveva una brutta sensazione.

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Capitolo 59
*** Jormungandr resiste ***


Eragon


Saphira si scagliò rapida come un fulmine contro Jormungandr che nel frattempo era impegnato a respingere gli assalti di Castigo e Murtagh, la Dragonessa affondò le zanne nelle squame del serpente facendolo sibilare di dolore, il serpente contrattaccò provando a colpirla con la coda ma Saphira virò in basso ed evitò il colpo, Fìrnen azzannò l'enorme testa del serpente e Castigo lo artigliò alla base del corpo che emergeva dall'oceano. Jormungandr era un avversario strepitoso, nonostante i colpi ricevuti sembrava in piena forza e continuava ad ingrandirsi sempre di più -- Brisingr! -- La lama blu prese fuoco e Eragon trafisse il serpente che spostò l'attenzione su di lui, sputò un fiume di veleno che colpì in pieno Saphira ma non ebbe effetto date le difese magiche, il serpente sibilò frustrato e con un rapido e potente colpo di coda colpì l'acqua creando un'onda gigantesca che avrebbe senza dubbio travolto Eragon e Murtagh se non fosse stato per Percy che la bloccò e la reindirizzò al serpente che venne investito dalla furia dell'onda. I tre draghi si immersero nell'oceano e attaccarono Jormungandr che riuscì a respingere soltanto Fìrnen colpendolo con la coda e facendolo volare fuori dal mare, le zanne degli altri due draghi si conficcarono nelle dure squame del serpente, Jormungandr non si arrese e con una velocità inimmaginabile per una creatura di quelle dimensioni riuscì ad attorcigliarsi intorno a Castigo, il drago rosso era parecchio forte ma di fronte al serpente non poteva nulla, le spire cominciarono a stritolarlo sempre di più mentre a Murtagh cominciava a mancare il fiato, Eragon colpì con la spada il nemico e Saphira gli aprì diversi squarci ma quello sembrava non accorgersene nemmeno mentre continuava a stritolare il suo avversario, Castigo si dimenava inutilmente e più i secondi passavano più i suoi movimenti si limitavano finché Fìrnen si rituffò e Arya scoccò una freccia in direzione dell'occhio sinistro del serpente, il colpo fu preciso ma la freccia era minuscola rispetto alle dimensioni dell'occhio di Jormungandr, ne scoccò altre e alla terza mollò la presa la presa su Castigo e lo scagliò contro Saphira per poi attaccare Fìrnen che evitò d'un soffio le fauci del gigantesco serpente, i tre draghi uscirono dall'acqua e tornarono in cielo seguiti dal serpente che continuava a crescere sempre più velocemente, ormai era diventato talmente grande da poter inghiottire uno dei draghi tranquillamente, l'oceano si piegava al suo immenso potere e le ferite sembravano non turbarlo minimamente, Eragon si voltò e vide Percy calare verso il basso la sua spada, un'onda colossale comparve e schiacciò Jormungandr portandolo leggermente sott'acqua ma persino l'enorme pressione dell'onda bastò perchè il serpente cominciò a risalire sollevando la gigantesca onda per poi romperla con un possente colpo di coda, persino Fìrnen, Saphira e Castigo messi insieme potevano anche solo immaginare di possedere una forza simile. Jormungandr attaccò prendendo di mira Saphira ed Eragon, la Dragonessa virò di lato e lanciò una fiammata incandescente contro il nemico che sibilò per il dolore e puntò gli occhi freddi e terrificanti contro Saphira, con un potente colpo di coda colpì la dragonessa facendola schiantare sul suolo della scogliera e facendo cadere Eragon in mare, il cavaliere risalì a galla a fatica mentre le onde generate dai continui movimenti del serpente lo ostacolavano "Eragon resisti arrivo!" Eragon vide Saphira rialzarsi in volo in tempo per evitare un altro colpo da parte del mostro, in pochi secondi lo raggiunse e lo afferrò con gli artigli rimettendolo in groppa mentre Castigo e Fìrnen colpivano e si allontanavano dal serpente, Percy nel frattempo scagliò altre due onde contro il serpente distraendolo per qualche secondo, giusto il tempo necessario per Saphira di conficcare le zanne nella gola del mostro che si immerse poco dopo riuscendo a liberarsi dalla presa. Eragon si voltò e vide arrivare Shen il cavaliere elfo che considerava il suo migliore allievo con il suo drago bianco, Heltas. Forse con l'aiuto di Shen sarebbero riusciti a sconfiggere Jormungandr, il cavaliere atterrò e una ragazza scese dal drago mentre aiutava Shen ad appoggiare il corpo di un ragazzo per terra, erano arrivati troppo tardi? Quando avevano avvistato i due ragazzi erano già in grave difficoltà accerchiati da oltre una decina di Ra'Zac, aveva mandato solo Shen a soccorrerli perchè aveva intuito che la minaccia maggiore veniva dall'oceano, "Shen cos'è successo?" Pochi secondi dopo il cavaliere rispose "Siamo stati assaliti tutti e tre da decine e decine di Ra'Zac, ho usato gran parte parte dei miei poteri per respingerli ma poi ho visto che continuavano ad arrivare e ho deciso di fuggire, il ragazzo è svenuto nello scontro con una freccia conficcata nello stomaco. Sono riuscito a dargli qualche soccorso solo quando ci siamo alzati in volo ma sono senza forze e più di rimarginargli qualche ferita non sono riuscito." Eragon tornò a guardare lo scontro, Jormungandr atterrò entrambi i draghi con un colpo solo spedendoli fra le onde per poi immergersi anche lui per impedire ai due di contrattaccare "Shen ci serve il tuo aiuto, è più forte di quanto immaginavamo, se non intervieni presto saremo tutti senza forze e verremo annientati." Shen restò qualche secondo in silenzio "Sì d'accordo arrivo." Heltas si alzò in volo e veloce come un fulmine raggiunse Saphira, solo allora Eragon notò il braccio sanguinante dell'elfo, il volto stanco e i tagli e le ferite del dragone bianco, quei tagli però erano troppo profondi per essere normali tagli di spada, erano artigliate e morsi di lethrblaka.

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Capitolo 60
*** L'ultima speranza ***


Annabeth


Annabeth fissò il corpo immobile di Jack mentre Zahra tentava inutilmente di ripulirgli le ferite, il ragazzo riusciva a malapena a respirare, aveva tagli ovunque e una freccia conficcata nello stomaco che non avevano rimosso per evitare una possibile emorragia. Percy si reggeva a fatica in piedi, nonostante le cure di Arya era esausto e l'onda gigantesca che alla fine si era rilevata insufficientemente potente per Jormungandr gli aveva prosciugato ogni forza, mosse la spada di lato ma comparve solo una piccola onda della quale l'enorme serpente non se ne accorse nemmeno, Annabeth andò a sorreggerlo prima che si accasciasse a terra sfinito -- È troppo forte per noi Annabeth, nemmeno gli dei possono affrontare una furia simile, spazzerà via la Terra definitivamente. -- La semidea avrebbe voluto dargli torto e ricordargli le mille volte in cui sembrava che tutto sarebbe andato perduto ma che alla fine era finita sempre bene solo che vedendo come la situazione si stava mettendo sarebbe sembrata ridicola, Jormungandr resisteva benissimo agli assalti dei quattro draghi mentre questi cominciavano a mostrare segni di stanchezza, i loro attacchi diventavano sempre meno potenti e rapidi, aveva rinunciato anche a pensare ad un piano per eliminarlo, Jormungandr non si poteva eliminare, non aveva punti deboli da sfruttare e aveva una forza senza eguali, per non parlare del fatto che continuava a crescere sempre di più, nessuno poteva sperare di sconfiggere un essere del genere tanto meno loro che erano semplicemente semidei. Cominciò a pregare la madre con tutte le sue forze, se gli dei non sarebbero intervenuti in tempo Jormungandr avrebbe raggiunto il culmine della sua potenza e a quel punto nemmeno loro avrebbero potuto fare più nulla, Percy aveva ragione era finita. Si mise ad urlare contro il cielo, possibile che gli dei fossero tanto stupidi? Non riuscivano a capire che più il tempo passava e più Jormungandr diventava potente? Arrivò alla conclusione che tutti gli anni di pacchia e senza degni nemici li avevano intontiti tanto da non riuscire a distinguere un toro da un paguro. Lo schianto di Heltas sulla scogliera la riportò alla realtà, cavaliere e drago erano al tappeto mentre Jormungandr atterrò Castigo mandandolo sul fondo degli abissi, i restanti due draghi tentarono una fiammata diretta alla testa del serpente ma questo evitò immergendosi in mare per poi colpire Fìrnen con un colpo di coda talmente potente da stordire il drago per svariati secondi, sentì qualcuno parlare e vide che era Percy, non riusciva a capire se stesse parlando da solo o con Roz, lo vide scuotere la testa per poi sbuffare. -- E d'accordo ma se tenterai di prendere il controllo del mio corpo non ti permetterò di fare più nulla. -- Annabeth lo guardò piuttosto confusa -- Cosa? -- Il semidio si avvicinò -- Roz vuole che gli dia il controllo del mio corpo per circa dieci minuti, dice che conosce una formula per rispedire Jormungandr nel regno dei morti di Hel ma ci rimarrebbe solo qualche anno. -- Annabeth fece un salto di gioia -- Consentiglielo no? -- Percy la guardò dubbioso -- Non lo so...Potrebbe non ridarmi più il controllo e a quel punto sarebbero guai seri. -- La semidea indicò lo scontro tra i tre draghi e Jormungandr -- Quanto credi che resisteranno? È la nostra unica possibilità Percy, se non lo farai spariremo tutti a breve. -- Percy annuì con il capo -- Sì, d'accordo. Eragon devi resistere altri dieci minuti! Ho un piano per fermarlo! -- Eragon fece di sì con la testa e continuò ad attaccare Jormungandr mentre Percy chiuse gli occhi e cominciò a concentrarsi.

Eragon


Saphira virò ai fianchi del serpente mentre il cavaliere trafisse la dura pelle di Jormungandr, il nemico sibilò e provò a colpire la dragonessa con la coda e ci andò vicino, la coda sfiorò Saphira e si schiantò sul mare generando un'onda gigantesca, "Saphira devo passarti un po' di energia?" la dragonessa sbuffò facendo uscire una nuvoletta di fumo dalle narici "No grazie, posso resistere per altri dieci minuti credo." Fìrnen artigliò l'enorme serpente e Castigo gli lanciò una fiammata diretta alle squame, il rettile puntò i suoi enormi e spaventosi occhi sul drago rosso e in un secondo lo afferrò tra le fauci, Murtagh conficcò Zar'roc sul muso del serpente mentre Castigo si dimenava per tentare di liberarsi dalle temibili fauci del serpente, se non fosse stato per la protezione magica il drago sarebbe stato ucciso dal veleno in pochi secondi, Saphira e Fìrnen attaccarono contemporaneamente il collo del serpente che scagliò via il drago rosso e si concentrò sugli altri due. Fiumi di veleno inondarono il mare mentre la coda flagellava le acque, Jormungandr si stava scatenando, Eragon non sapeva quanto tempo fosse passato ma una cosa era certa, se sarebbero resistiti un altro minuto era già tanto. -- Percy sbrigati non resisteremo a lungo! -- proprio in quel momento la pesante coda del serpente si abbatté sul drago verde, il colpo fu tremendo e il drago si schiantò sulla roccia sfondandola. Jormungandr soffiò minaccioso in direzione di Saphira ed Eragon si accorse che erano rimasti solo loro due.

Percy


Percy stava continuando ad accogliere il costante flusso di energia che arrivava da Roz quando sentì la scogliera tremare talmente forte da farlo quasi cadere per terra, aprì gli occhi e vide un enorme fossa da dove usciva una coda verde, Fìrnen era stato sconfitto, si voltò verso l'oceano e notò che erano rimasti solo Eragon e Saphira a cercare di tenere testa a Jormungandr, i due non sarebbero resistiti per molto. "Roz sbrigati rimane poco tempo!" Il flusso d'energia aumentò ancora di più mentre Saphira schivò un altro colpo, la dragonessa conficcò gli artigli nella carne del serpente ancorandosi ma questo si tuffò a tutta velocità negli abissi portandosi con se cavaliere e drago, pochi secondi dopo uscì Saphira dall'acqua seguita dal colossale serpente, Jormungandr diresse una gigantesca onda contro l'avversario che riuscì in tempo ad evitarla ma non fu altrettanto veloce a schivare la devastante frustata del serpente che la fece volare per decine di metri spedendo anche lei contro la scogliera, poi spalanco le enormi fauci e cominciò a dirigersi sempre più velocemente verso Saphira ormai sconfitta, Eragon si piazzò davanti alla dragonessa e puntò la lama infuocata in avanti pronto a difendere Saphira ad ogni costo "Roz non c'è più tempo! Scaglia la maledizione ora!" Roz protestò "Non è ancora abbastanza potente! Probabilmente non basterà!" Percy sbatté il piede a terra e urlò -- Katariémai Miðgarðsormr! Eísai exóristos ston ypókosmo tis Hel! -- E il cielo divenne scuro.

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Capitolo 61
*** Il passato di Roz ***


Ciao a tutti! Volevo informarvi che probabilmente non usciranno altri capitoli in questi giorni perchè ho intenzione di fare uno Special, una FF a parte o un capitolo dedicato al tema di Halloween! Ditemi voi se preferireste una FF a parte o un capitolo! Chiaramente sarà almeno tre volte più lungo di un semplice capitolo quindi fatemi sapere! ;) Buona lettura!



Percy


Il cielo si oscurò di colpo e dalle mani del semidio uscì un fulmine nero che colpì Jormungandr proprio mentre stava per raggiungere Eragon e Saphira, il serpente si immobilizzò per qualche secondo e poi cominciò a contorcersi sempre di più, l'enorme quantità di energia che Percy avvertiva poco prima stava cominciando a diminuire sempre di più mentre Jormungandr si dimenava avvolto dalla nube nera che lo stava circondando ovunque. "Sei impazzito Jackson? La nube non basterà ed inoltre ci ho messo buona parte del mio potere per crearla quindi se anche ora mi lasceresti il tuo corpo saremmo spacciati comunque! Perchè diavolo hai scagliato la maledizione senza aspettare il mio consenso?" Percy continuò a mandare energia alla nube che cominciò a scurirsi sempre di più "A me sembra che stia funzionando e anche alla grande." Roz andò su tutte le furie "Stupido semidio quella è solo la prigione che intrappola Jormungandr per permettermi di mandarlo nel regno di Hel senza troppi guai ma il problema è che non ho accumulato abbastanza energia per spedirlo via!" Percy non seppe cosa dire, se Roz non stava mentendo allora erano spacciati, aveva scagliato il fulmine per salvare Eragon e Saphira ma non aveva considerato il fatto che non fosse ancora sufficientemente forte per spedire Jormungandr nel regno dei morti di Hel dove sarebbe rimasto rinchiuso per un bel po'. Il serpente continuò a contorcersi e a colpire con forza l'enorme gabbia di nube che lo circondava, di questo passo Percy avrebbe finito l'energia donatagli da Roz e Jormungandr sarebbe riuscito a liberarsi, cominciò a pensare freneticamente, cosa poteva fare? L'energia non bastava ma forse avrebbe potuto darne altra prendendola dalla sua, mise le mani in avanti e cominciò a donare energia extra alla prigione di nubi "Percy ma cosa stai combinando? La tua energia non basterà! Inoltre mandare energia dopo aver scagliato una maledizione è estremamente pericoloso perchè potrebbe rivoltarsi contro chi l'ha scagliata e fidati tu non conosci il regno di Hel, è mille volte peggio del regno dei morti di Ade! Hel è spietata e terrificante, quel posto è infestato da migliaia di mostri orrendi ed è talmente grande da pensare che non abbia una fine! persino tu che sei il semidio più forte in assoluto lì non dureresti molto. Avresti dovuto seguire il mio consiglio e lasciarmi prendere il controllo del tuo corpo!" Percy continuò a donare energia nonostante il rischio che la maledizione si rivoltasse contro di lui "Come fai a sapere del regno di Hel?" Roz collegò la loro mente e mostrò a Percy un suo ricordo, un ragazzo di carnagione chiara come un cadavere, capelli neri e due occhi che si alternavano dal nero al nocciola, impugnava una lama nera e si difendeva da decine e decine di assalti da parte di mostri raccapriccianti, il ragazzo era un guerriero fenomenale, riusciva a tenere testa a tutti e ai suoi piedi c'era una montagna di cadaveri dei nemici. Sollevò le mani al cielo e dal terreno sbucarono decine di scheletri e zombie che lo aiutarono ad eliminare i mostri ma dal nulla comparve una donna con il volto mezzo umano e mezzo scheletrico, era terrificante, schioccò le dita e le catene che tenevano legato un enorme cane si ruppero. Non era un cane come gli altri, emanava una sensazione di morte, disperazione e tristezza, si scagliò contro il ragazzo e insieme rotolarono per terra, lo scontro fu lungo e duro ma alla fine il guerriero ebbe la meglio sul famelico nemico riportando però serie ferite e squarci, si trascinò a fatica fuori dall'enorme grotta e appena tornato alla luce si accasciò in mezzo a degli arbusti perdendo i sensi. Il ricordo scomparve e Roz tornò a parlare "Quel ragazzo ero io, decisi di sfidare l'Olimpo ma fui sconfitto da Zeus e Poseidone nella battaglia finale, fui condannato alla pena peggiore, vivere nel regno di Hel, vagai in quel luogo per almeno cinquanta anni, giusto il tempo per recuperare le forze perse nello scontro. Recuperata buona parte delle forze mi misi in cammino e trovai l'uscita dal regno dei morti ma proprio poco prima di uscire, di preciso nella Gnipahellir, venni attaccato dai servitori di Hel, riuscì a sconfiggerli e si presentò lei in persona che liberò Garmr il terribile guardiano del regno dei morti di Hel. La battaglia non te l'ho mostrata tutta perchè durò circa due giorni, alla fine riuscì a sconfiggerlo e appena uscito dalla Gnipahellir mi accasciai privo di forze nel primo nascondiglio improvvisato trovato, passai lì circa tre anni, appena mi sentì meglio decisi di mutare in una rosa e mi nascosi nel regno di Ade mentre gli dei dell'Olimpo nascosero ogni mio indizio e la mia leggenda sparì con il passare delle generazioni. Se Ade mi avesse aiutato nella rivolta contro l'Olimpo oggi l'intero pianeta sarebbe mio! Ma quel fannullone temeva troppo Zeus e così fui da solo, li attaccavo singolarmente, dei come Ares o Apollo furono piuttosto semplici da sconfiggere, quando sconfissi gran parte degli dei Atena mi tenne una trappola attirandomi sull'Olimpo, credendola sola ci andai e fui attaccato da Zeus e Poseidone, fu una battaglia di dimensioni apocalittiche ma alla fine riuscirono a sconfiggermi e mi esiliarono." Percy diventò pensieroso, fino a quel momento Roz gli aveva detto di possedere una forza enorme ma non si aspettava che potesse essere addirittura una minaccia per l'Olimpo, lui adesso era diventato una cosa sola con la rosa, possibile che gli dei non intervenivano nella battaglia contro Jormungandr per questo? Possibile che lo ritenessero talmente pericoloso da sperare che l'enorme serpente lo eliminasse anche se questo significava rendere Jormungandr ancora più potente?

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Capitolo 62
*** Un potere incontrollabile ***


Percy


Il flusso di energia aumentò e Percy grugnì per la fatica, stava sudando copiosamente, ogni muscolo teso pronto a donare ogni minima forza richiesta per rispedire Jormungandr nel regno di Hel, il serpente colpì violentemente la prigione fatta di nube ma fu inutile, Percy ormai era motivato, si sarebbe autodisintegrato se necessario pur di scacciarlo dal mondo. L'enorme rettile se ne accorse e aumentò l'intensità dei colpi, "Percy io non potrei mandarti energia ora perchè sarebbe rischioso ma se tu sei d'accordo rischierò." Il semidio ci rifletté qualche secondo, con la forza di dimezzata di Roz sarebbe riuscito a sopravvivere al regno di Hel in caso finisse male? Ma no, non era il momento di farsi da parte "Accetto, mandami tutta la forza che ritieni necessaria." Roz rimase silenzioso per qualche secondo, poi Percy avvertì un'energia spaventosa arrivargli in mano dove si formò un altro fulmine nero. Il fulmine si ingrandì con il passare dei secondi fino a diventare enorme, era un potere straordinario e non era nemmeno tutta l'energia di Roz, per un momento Percy capì come si dovevano sentire gli dei con un potere del genere, mirò a Jormungandr e scagliò il fulmine. La folgore partì, il lancio fu preciso, trapassò la barriera di fumo e colpì l'enorme serpente che si dimenò impazzito, "Percy, elettrizza Vortice e attaccalo!" Il semidio aggrottò la fronte "Se lo faccio resterò di sicuro chiuso lì!" Roz però non cambiò idea "Se non lo fai la nube non avrà il tempo di richiudersi, il fulmine aveva il compito di rafforzarla ma anche di indebolire Jormungandr e per questo ha aperto un varco nella barriera, entraci e distrailo per qualche secondo, ti dirò io quando uscire, fidati!" Percy obbedì, sguainò Vortice, pensò ai tentacoli elettrici e quando spuntarono toccò la lama che fu circondata dall'elettricità, corse verso la prigione di nubi, spiccò un salto e si arrampicò sopra, trovò il varco aperto dalla folgore e si buttò senza pensarci due volte. Conficcò Vortice nelle scaglie del serpente fulminandolo, Jormungandr provò a colpirlo con la possente coda ma aveva poca libertà di movimento lì dentro, il semidio affondò di nuovo la lama facendolo innervosire ancora di più, un fiume di veleno gli andò contro, Percy rotolò di lato evitandolo e conficcando il freddo metallo nella pelle del nemico, "Percy il varco si sta per chiudere, presto esci!" evitò un altro colpo del serpente, si arrampicò sulla coda del mostro e si appese alla nube, con uno sforzo spaventoso riuscì a uscire in tempo e il varco si chiuse sotto i suoi occhi. "Salta giù presto!" Il semidio obbedì e saltò giù mentre la prigione esplose, l'onda d'urto lo sbalzò facendolo volare per oltre una trentina di metri, appena avrebbe toccato terra sarebbe finito spiaccicato al terreno. Vide una luce blu venire verso di lui, poco prima di toccare terra Saphira lo prese al volo afferrandolo per la maglietta con gli artigli per poi calarlo dolcemente a terra. -- Grazie. -- la dragonessa fece uscire una nuvoletta di fumo dalle narici "Se non fosse stato per te a quest'ora saremmo tutti nella pancia di quel mostro anche se devo dire che come predatore non era niente male." Il semidio si girò e vide che la prigione e Jormungandr erano scomparsi "Ha funzionato sembrerebbe." Roz esultò "Non finisco mai di stupirmi dei miei poteri! Allora che ne dici ragazzo, vorrai unirti a me?" Percy sbuffò "Ho ventuno anni non sono un ragazzo!" Roz rise "Io esisto dalla nascita della prima forma di vita mortale, ho milioni di anni quindi per me lo sei." Annabeth gli saltò addosso baciandolo -- Ci sei riuscito! -- Il semidio sorrise, come premio per aver salvato il mondo non poteva chiedere di meglio. Di colpo dal cielo spuntò un fulmine, avrebbe colpito e fulminato sia lui che la ragazza, riuscì a calcolare il tempo d'arrivo, la velocità e la direzione da dove era stata scagliata, non seppe come mai gli venne d'istinto di saltargli contro, lo colpì con un pugno e il fulmine finì disintegrato. Intorno a lui tutti lo guardarono ammutoliti e si spaventò anche lui per un secondo, come aveva fatto? "Ti sei unito a me per un secondo. Zeus ti ha mandato quel fulmine per eliminarti, si è accorto che stai cominciando a padroneggiare il mio potere e ti teme." Annabeth lo guardò spaventata -- Come hai fatto? -- Percy non seppe se dirle la verità ovvero che non riusciva a controllare il suo potere con Roz o mentirle ma cosa avrebbe detto? Annabeth era intelligente e la sua preoccupazione era che sapeva chi aveva scagliato quel fulmine, Zeus voleva eliminarlo. -- Io non lo so...Adesso non è il momento, ho bisogno di riposare, torniamo a San Francisco. -- La semidea per fortuna non disse nulla e si diressero tutti in città dove trovarono un albergo a basso prezzo, i tre draghi rimasero fuori dai confini della città, avrebbero creato strane visioni a causa della foschia, era sera, Percy si abbuffò sotto consiglio di Roz, finì una razione per cinque persone e poi si buttò a letto addormentandosi immediatamente. Sognò Zeus, il capo degli dei stava discutendo con Poseidone -- Ma non lo vuoi capire che ormai non riesce più a distinguere i suoi poteri da quelli di Roz? Un giorno potrebbe perdere del tutto il controllo e ribellarsi contro di noi. -- Poseidone scosse la testa -- Ha appena salvato il mondo e tu lo ringrazi cercando di fulminarlo? -- Il dio del mare si voltò verso Percy -- Percy devi svegliarti, presto! -- Il semidio si svegliò di colpo, due arpie entrarono nella camera e provarono a pugnalarlo, Percy sguainò Vortice e affettò la prima, la secondo provò a colpirlo alla testa ma Annabeth che era accanto a lui la pugnalò al petto. -- Eri sveglia? -- La semidea fece di sì con la testa -- Non riesco a dormire, pensavo a quello che è successo oggi. Tu sai cos'è successo Percy, perchè Zeus ti ha scagliato contro una folgore? -- Il semidio rimase in silenzio per qualche secondo -- Perchè ha paura. --

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Capitolo 63
*** Combattimento disperato ***


Percy



Annabeth non rispose e per qualche secondo rimasero in silenzio, poi si decise -- Paura di chi? -- Percy pensò al modo migliore per dirglielo ma alla fine decise di dirle esattamente le cose come stavano. -- Di Roz, in passato furono acerrimi nemici e adesso che lui è tornato ed è in me, Zeus pensa che io possa perdere il controllo e tentare quello che Roz tentò migliaia di anni fa ovvero mandare gli dei nel tartaro e prendere posto sull'Olimpo come Re degli dei. -- Annabeth sembrò preoccuparsi -- Ma tu non puoi perdere il controllo giusto? -- Il semidio sorrise tristemente -- Sta già avvenendo, secondo te come ho fatto a lanciare la maledizione o a fermare la folgore di Zeus? Succede in particolare in situazioni pericolose, quando mi arrabbio o quando mi viene una voglia matta di combattere, perdo il controllo e unisco inconsapevolmente la mia mente alla sua. -- Adesso Annabeth sembrava spaventata -- Non c'è qualche modo per evitarlo? -- Percy rifletté qualche secondo, provò a chiedere a Roz ma stava riposando per recuperare parte delle forze perse nello scontro con Jormungandr -- Non lo so, non ne ho idea. -- Restarono a pensare entrambi ad una possibile soluzione poi la semidea scosse la testa -- L'unica cosa che puoi fare è cercare di controllare il più possibile le tue emozioni ma non è una cosa semplice da attuare quando un enorme serpente portatore di caos sta per divorarti e spazzare via la Terra. Però devi provarci, promettimelo. -- Il semidio annuì -- Sì, va bene ci proverò. -- Le diede un veloce bacio e tornò a dormire, doveva recuperare più energie possibili, la profezia non si era ancora avverata del tutto, il risveglio del grande si avvererà, aveva qualche sospetto ma non ne era del tutto sicuro. Si addormentò poco dopo in un sonno senza sogni, il mattino arrivò troppo presto e fu svegliato dai raggi del sole, Roz dormiva ancora, si incamminò verso la doccia, aveva bisogno di una bella rinfrescata, l'acqua gli donò nuove forze e finì di curarlo dalle ferite riportate nella terribile battaglia contro Jormungandr. Uscì dalla doccia e si diresse nella sala principale dove erano tutti impegnati a discutere, Murtagh, Nico e Zahra erano seduti in disparte, Eragon e Arya erano visibilmente esausti, avevano passato l'intera notte a tentare di curare Jack ma a vedere dalle loro espressioni non doveva essere andata bene. -- Come sta? -- Il cavaliere dei draghi scosse il capo sconsolato -- Era una ferita troppo grave, mi dispiace ma non abbiamo potuto fare nulla...Gli abbiamo dato una degna sepoltura da eroe, Saphira gli ha fatto una tomba di cristallo dove resterà immutato nei secoli. -- Nella stanza calò il silenzio e Percy si ricordò di qualche sera prima quando il soldato gli aveva rivelato di avere un brutto presentimento, alla fine aveva avuto ragione. Era morto per impedire ai Ra'Zac di raggiungere la scogliera nel bel mezzo dello scontro con Jormungandr, se non lo avessero impedito sarebbe stato impossibile resistere a due assalti contemporaneamente. Adesso fu Arya a parlare e a rompere il silenzio -- Abbiamo un altro problema, abbiamo saputo della vostra profezia e temiamo che per risveglio del grande si intenda la fuga di Galbatorix dagli inferi. Purtroppo ormai siamo quasi del tutto sicuro che lui sia qui e dobbiamo sconfiggerlo il prima possibile. -- Percy rispose -- Allora riposate, partiremo questa sera a cercarlo. -- Eragon scosse il capo -- No, sicuramente avrà schiere di Ra'Zac e Lethrblaka al suo servizio e loro di notte sono molto più pericolosi. Propongo domani mattina, che dite? -- tutti furono d'accordo e così i quattro cavalieri dei draghi andarono a riposare, Nico e Zahra se ne andarono per i fatti loro mentre Annabeth, Percy e Dràkon decisero di allenarsi un po'. A circa mezzogiorno finirono gli allenamenti, il goblin era quello più in forma di tutti, nonostante il suo potere aumentato Percy aveva faticato a tenergli testa, pranzarono in silenzio e il semidio per una vola rimpianse che Roz stesse riposando, litigava però alla fine andavano comunque d'accordo, la scomparsa di Jack aveva calato l'umore generale e nonostante i vari tentativi di Dràkon di risollevarlo fu tutto inutile, una cosa però era sicura, Galbatorix l'avrebbe pagata cara. Il pomeriggio trascorse lentamente e la noia finì per sconfiggere Percy e decise di chiamare Roz, magari si era svegliato "Roz? Roz ci sei?" non arrivò nessuna risposta e frustrato il semidio decise di uscire a fare un giro, le strade erano affollate e la gente era completamente inconsapevole della terrificante battaglia contro Jormungandr e della presenza dei Ra'Zac nella città, prese una bibita fresca al bar e continuò il giro ma sentì in giro un odore strano, puzza di carne in putrefazione e questo significava solo una cosa, seguì il tanfo e finì in una stradina isolata, due Ra'Zac stavano mandando in un vicolo cieco un bambino, Percy non sapeva cosa vedesse il bambino a causa della foschia ma qualunque cosa vedesse doveva essere raccapricciante vista la velocità con cui si allontanava dai due mostri. Il semidio infilò la mano nella tasca della felpa, estrasse Vortice e caricò i due mostri, questo rimasero spiazzati giusto una frazione di secondo per poi estrarre le lame e parare l'affondo di Percy, il semidio si voltò verso il bambino ancora terrorizzato -- Scappa! Vattene da qui! -- questo non se lo fece ripetere due volte e provò a scappare ma venne fermato dai due mostri -- Ma guarda, due ssspuntini deliziosi, ssei sspacciato sssemidio divoreremo te e questo moccioso come cena! -- I due attaccarono e Percy parò a stento le due lame, erano più forti e veloci dei soliti Ra'Zac e il semidio non riusciva a concentrarsi abbastanza a causa del bambino, evocò un geyser che colpì in faccia i due mostri -- Ora! -- l'altro per fortuna capì e approfittò di quel momento per scappare via. -- Maledetto la pagherai per questo! -- Riprese lo scambio di colpì sempre più violento, il semidio ferì uno dei due al braccio facendogli uscire un fiotto di sangue nero, la creatura ringhiò e colpì con un pugno il volto del semidio, successivamente la lama dell'altro lo trapassò al fianco, si inginocchiò sanguinante, sentì delle voci urlare dietro di lui e poi si accasciò inerme per terra.

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Capitolo 64
*** Ares il corrotto-Il ritorno del flagello del Monte Olimpo[Speciale] ***


Eccomi tornato dopo tanto tempo con un nuovo capitolo, ho deciso di pubblicarlo in formato Special con due capitoli in uno, scusatemi se non ho caricato per svariati giorni ma non ho proprio trovato il tempo per scrivere! Buona lettura ;)

Percy


Il semidio si risvegliò in groppa alla dragonessa Saphira, al suo fianco c'erano anche Eragon e Annabeth. Si controllò il fianco e vide che lo squarcio era stato in parte curato e ricucito, si ricordò dello scontro contro i due Ra'Zac ma non riusciva a capire cosa fosse successo -- Cosa è successo? -- La semidea si voltò verso di lui -- Sei un'idiota testa d'Alghe, sei vivo soltanto grazie a Dràkon, si è accorto che qualcosa non andava e ti ha seguito di nascosto. -- Percy si sdraiò sulle squame della dragonessa e solo allora si accorse che stavano volando, Eragon si girò capendo la confusione del semidio -- Siamo diretti al forte dove si nasconde Galbatorix, dobbiamo eliminarlo il prima possibile, i Ra'Zac che hai affrontato non erano come gli altri, non so di cosa si trattasse ma dobbiamo sbrigarci. Ogni minuto che passa potrebbe succedere qualcosa di peggio. -- Percy annuì, era vero, ogni minuto passato la situazione poteva solo peggiorare. "Roz?" Inutile, nessuna risposta. Il semidio provò a sguainare Vortice ma il dolore al fianco gli fece cambiare idea -- Come farò a combattere conciato così? -- Il cavaliere gli sorrise -- Ci ha già pensato Arya, passerà a breve. -- Superarono la scogliera dove era avvenuto il terribile scontro con Jormungandr e cominciarono a volare sull'immenso oceano che sembrava osservarli minaccioso e inquietante, Saphira volava prima seguita da Castigo, Fìrnen e in coda Heltas l'imponente drago bianco. Le onde costrinsero i quattro draghi ad alzarsi di quota mentre il vento li ostacolava in tutti i modi possibili, fu Annabeth a rompere il silenzio -- Tra quanto arriveremo? -- Eragon aspettò qualche secondo prima di rispondere -- Dieci minuti al massimo, la fortezza non è lontana. -- I minuti trascorsero velocemente e tra i banchi di nebbia cominciò a comparire il forte, imponente e nero come la notte, atterrarono su una piattaforma e la semidea lo aiutò a scendere, il semidio si avviò verso l'entrata mentre Nico gli gridò di fermarsi ma ormai era troppo tardi, suonò l'allarme, la porta si aprì e uscirono fuori almeno un centinaio di Ra'Zac, armati di sciabola e sogghignando in modo spaventoso si scagliarono contro semidei, cavalieri e draghi. Percy affondò il freddo metallo nella carne di uno dei nemici, un altro si fece subito avanti e provò a colpirlo alla testa ma il semidio evocò i tentacoli elettrici e con una scossa lo uccise sul colpo, accanto a lui Dràkon decapitò uno dei mostri e ingaggiò un corpo a corpo con un altro, Shen puntò la spada contro un gruppo di Ra'Zac, urlò delle parole incomprensibili e il gruppetto esplose finendo in pezzi, quelli che sembravano più in difficoltà erano Nico e Zahra, i due combattevano spalla a spalla ma i nemici erano veramente troppi, uno ferì il figlio di Ade alla guancia finendo però subito dopo trapassato al cuore, Castigo intervenì in loro aiuto e con una fiammata azzurra ne incenerì una decina. I tentacoli lo salvarono da un colpo alle spalle e lo riportarono a concentrarsi sui nemici, il fianco gli doleva meno di prima e questo lo confortò, trafisse un nemico alla spalle ed il successivo al collo ma non si accorse di un pugno diretto al suo volto, il colpo lo fece finire a terra con il naso sanguinante, il mostro fece per calare la lama sul suo petto ma il semidio si scansò in tempo e lo ferì alla gamba. Si rimise in piedi e trasformò Vortice in Flagello, sbatté la base del tridente per terra aprendo un cratere che inghiottì decine di nemici, -- Psychés Neró a me! -- I Karcharías comparvero a decine e cominciarono ad attaccare in massa i Ra'Zac che caddero uno dopo l'altro presi di sorpresa dal cambio di situazione, Percy avanzò nella mischia, infilzò un nemico all'addome e tagliò il braccio di un altro, un Ra'Zac sbranato gli cadde accanto, Saphira li faceva a pezzi con i possenti artigli e le affilate zanne ad una velocità sorprendente, la battaglia tirò avanti per qualche altro minuto finché anche l'ultimo mostro rimasto fu eliminato. Il semidio si asciugò la fronte sudata e si voltò verso gli altri, qualcuno era ferito ma nulla di grave, Eragon si fece avanti e fece cenno al gruppo di avanzare, entrarono attraverso le enormi porte aperte e Percy ammirò l'imponenza del forte, un enorme portone con due teschi appesi accanto attirò la sua attenzione, -- Deve essere lì. -- Annabeth annuì -- Sì lo penso anche io ma mi sembra troppo facile. -- A confermare i sospetti della semidea arrivò un esplosione e comparve una fitta nebbia, il gruppo si diresse comunque verso l'enorme porta che si aprì sola, la nebbia scomparve e comparve l'immensa sala del trono di Re Galbatorix, seduto su un trono di teschi c'era un uomo dall'aspetto autoritario e sicuro di se, la sua voce rimbombò nella sala facendo accapponare la pelle al semidio -- Benvenuti nella mia umile dimora semidei e cavalieri dei draghi! -- Fu Eragon a parlare -- Come hai fatto a tornare in vita? Ti avevamo eliminato! -- Galbatorix sorrise -- Ho assorbito l'Eldunarí di Shruikan che mi ha conferito un potere ineguagliabile! Nemmeno gli dei possono sperare qualcosa contro di me! Assorbirò le vostre anime e diventerò padrone di ogni dimensione esistente! E a proposito di dei, Percy Jackson c'è qualcuno che vorrebbe vederti. -- Dal nulla comparve Ares, il suo sguardo era furioso e identico a quello con cui lo aveva visto nell'assedio di forte Garvin. -- Ci rincontriamo Perseus Jackson. -- Percy lo guardò incredulo -- Cosa ci fai qui? -- il dio sorrise crudelmente -- Re Galbatorix ha triplicato il mio potere donandomi una forza che gli dei dell'Olimpo non mi avrebbero mai dato. Dominerò nel nuovo mondo al suo fianco per l'eternità, uccidere Durza ti è stato inutile, morirai qui oggi. -- l'energia viola intorno al dio della guerra aumentò di colpo, il nemico sguainò la lama e si scagliò contro il semidio. Percy parò a fatica il colpo del dio diretto al collo, piegò il polso e roteò la lama per parare anche il secondo, aveva combattuto già in passato con Ares ma era completamente diverso ora, le sue abilità erano state triplicate ed anche se Percy non era più un semidio comune non poteva di certo sperare di tenergli testa ora, indietreggiò e notò che anche Galbatorix era passato all' attacco. Il sovrano aveva creato un enorme dragone dal nulla e questo stava attaccando i quattro draghi mentre lui affrontava da solo tutti i semidei e i cavalieri dei draghi, -- Jackson concentrati, sono io il tuo avversario! -- si abbassò in tempo per evitare la lama nemica e conficcò Vortice nell'addome del dio della guerra, Ares grugnì ma non si scompose, afferrò la spada a mani nude e la estrasse dal corpo. Con una velocità disumana afferrò il semidio dall'armatura e lo scagliò contro la parete, il colpo fu tremendo e il figlio di Poseidone perse coscienza per un secondo, si rialzò tentennando e si mise in guardia, parò un colpo diretto alla gamba ma non fu altrettanto veloce con il secondo che lo ferì al braccio, strinse i denti e attaccò, Ares parò facilmente la serie di colpi dell'avversario e gli sferrò un calcio in pieno petto facendolo volare per un paio di metri per poi atterrare sul duro cemento. "Di questo passo mi annienterà, cosa posso fare?" Il dio della guerra non gli concese un secondo in più, caricò, schivò Vortice e gli assestò una gomitata in faccia, poi lo afferrò per i piedi e lo scagliò di nuovo contro la parete. -- Andiamo, tutto qui quello che sa fare il semidio più potente del pianeta? Davvero deludente. -- Percy si riprese in fretta e schivò un affondo diretto al petto per poi colpirlo con il pomo della spada in testa ma il nemico sembrò non accorgersene nemmeno e gli diede una potente ginocchiata all'addome facendolo piegare in due. Una scarica di pugni travolse il semidio che riuscì a stento a pararne un paio, la situazione era davvero critica, vide che anche gli altri erano in difficoltà e Annabeth sanguinava da un braccio, si rialzò a fatica ed evocò i tentacoli da piovra, partì al contrattacco, mirò alla testa ma senza successo, uno dei sei tentacoli riuscì ad afferrare Ares per la caviglia e a scagliarlo contro il muro, il dio però fece in tempo a rialzarsi, affettò uno dopo l'altro i tentacoli e prima che si riformassero colpì violentemente con un destro il semidio alla pancia, Percy sputò il sangue che ormai gli impregnava la bocca e provò a parare il pugno successivo senza successo però, fu colpito al mento e subito dopo Ares gli assestò una testata in faccia facendolo cadere per terra. Un potente calcio colpì il semidio al fianco e subito dopo un altro alla pancia, le forze cominciavano a mancargli e il dolore lo travolgeva "Roz? Roz ti prego rispondi!" nessuna risposta. Con uno sforzo sovrumano si rialzò e strinse il manico della spada trasformandola in Flagello, stava per batterlo per terra quando Ares trasformò la sua spada in un lanciagranate e gli sparò contro, la granata non era stranamente mortale ma l'esplosione fu comunque terribile, disintegrò la corazza del semidio e lo sbalzò di oltre una decina di metri. -- Devo ammettere che mi sto divertendo un mondo a non finirti! Ti sto ammazzando lentamente e mi piace! -- Raggiunse il semidio ormai privo di forze, lo sollevò da terra e lo cominciò a colpire lentamente ma sempre più forte allo stomaco, Percy sputò altro sangue e sentì la fine ormai avvicinarsi, perse coscienza un'altra volta e Ares lo scagliò a terra. -- Da quanto tempo attendevo questo momento semidio! La tua storia finisce qui! -- Cominciò ad avvicinarsi lentamente con la spada in pugno al semidio ormai inerme, più andava avanti e più rallentava, si stava divertendo troppo evidentemente. Percy ormai non riusciva nemmeno più a pensare per il dolore ma per due volte gli sembrò che una voce lo stesse chiamando, stava impazzendo? Poi ebbe un momento di lucidità e tutto gli fu chiaro, quella era la voce di Roz! "Jackson razza di idiota rispondi!" Il semidio si sentì riempire di gioia, non tutto era perduto. "Roz, devi aiutarmi!" Il guerriero rimase in silenzio per un secondo, poi rispose "Hai solo una possibilità, devi unirti a me, sarà un unione dove ti darò metà del mio effettivo potere, tutto non riusciresti a reggerlo." Percy vide che ormai Ares si stava avvicinando sempre di più, aveva pochi secondi per decidere, accettare una cosa del genere voleva dire rischiare di perdere il controllo del proprio corpo ma allo stesso tempo avrebbe salvato Annabeth e gli altri, cosa fare? "D'accordo accetto." Le due menti si unirono, migliaia di anni di esperienza e guerre travolsero il semidio, sentì un'immensa fonte di energia arrivare, Ares nel frattempo si era bloccato sorpreso dall'energia nera che circondava il semidio, addosso gli comparve l'armatura di Roz, Vortice si trasformò nella lama nera del guerriero che aveva osato sfidare l'Olimpo, la pelle si schiarì e sulle spalle gli comparve un mantello nero, le ferite gli scomparvero, alzò lo sguardo verso il dio della guerra che adesso stava visibilmente tremando -- Qu-Quegli occhi! Quella spada! No! Non è possibile! Non può essere vero! -- Il semidio sorrise -- Piacere di rivederti Ares, ne è passato di tempo eh? Vedo che sei sempre il solito codardo. -- Percy fece un passo in avanti fino a raggiungere il nemico faccia a faccia -- Beh allora? Non fai più lo spaccone? -- Subito dopo Ares lo colpì furioso al volto facendogli sanguinare il labbro, Percy sorrise e leccò il sangue che gli colava -- Niente male, adesso però tocca a me. -- Veloce come un fulmine assestò un pugno nell'addome del dio facendolo piegare in due dal dolore e subito dopo lo colpì con un calcio al volto sfondando la parete dove lo mandò a sbattere e facendolo finire seppellito dalle macerie.

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Capitolo 65
*** La strepitosa forza di Roz ***


Comincia lo scontro tra il dio della guerra e Percy/Roz chi avrà la meglio?

Percy


Ares si rialzò ricoperto di tagli e con un espressione omicida stampata in faccia -- Come hai osato! Ti ridurrò in poltiglia! -- Il semidio allargò lo spazio tra le due gambe e assorbì il colpo del nemico, le due lame si scontrarono violentemente, Percy provò a colpirlo di taglio ma Ares parò con il forte della spada, il semidio si abbassò in tempo e la lama lo sfiorò sui capelli, rotolò di lato evitando un altro colpo e conficcò la spada nera nel fianco del nemico creandogli uno squarcio che però finì per rimarginarsi subito. -- Allora sei duro di comprendonio, non puoi sconfiggermi sono invincibile! -- Percy sorrise -- Vero, peccato che ogni volta che una ferita si rimargina perdi una notevole quantità di energia. Sono curioso di vedere per quanto ancora ne sarai capace. -- Sferrò una gomitata al volto del dio e subito dopo lo trapassò al collo con Krànius, la spada nera con il teschio conficcato nel manico, la ferita si rimarginò di nuovo e Ares con un rapido affondo ferì leggermente Percy al braccio ma il semidio non si scompose minimamente, mise una mano in avanti e una folata di vento nera travolse Ares facendolo cadere per terra, sollevò ed aprì la mano facendo apparire dal nulla un fulmine nero, lo strinse, mirò e lo scagliò contro il dio che venne colpito in pieno. L'esplosione fu tremenda e la fortezza tremò rischiando di crollare su stessa, la nube di polvere sollevata svanì rivelando Ares ricoperto di sangue e con l'armatura da oplita ridotta in brandelli, il dio ringhiò e trasformò la sua spada in un fulmine rosso, mirò e lo scagliò contro il semidio che però si scansò in tempo, l'impatto del fulmine ridusse in cenere la zona intorno, Ares preparò un secondo fulmine e lo scagliò nuovamente contro il semidio che strinse il pugno e colpì al volo la saetta disintegrandola. Si guardò la mano e notò che era leggermente bruciacchiata, un colpo del genere lo avrebbe disintegrato se fosse rimasto un comune semidio, persino adesso che aveva a disposizione gli enormi poteri di Roz doveva stare attento, strinse Krànius e attaccò, mirò al cuore per poi cambiare traiettoria all'ultimo secondo e trafiggerlo ad un polmone e successivamente per colpirlo con il sinistro allo zigomo, Ares barcollò prima di riprendere equilibrio e passare al contrattacco, sferrò un pugno in faccia al semidio e subito dopo lo colpì con un calcio in pieno petto facendolo arretrare, un boato distrasse i due avversari, Saphira era riuscita ad atterrare l'enorme dragone nero mentre gli altri tre lo azzannavano ovunque, così bene però non stava andando a semidei e cavalieri contro Galbatorix, il re riusciva benissimo a tenere testa a tutti i suoi avversari a cui le forze stavano cominciando a mancare, Percy doveva sbrigarsi. Il semidio attaccò, doveva muoversi o per gli altri sarebbe stata la fine, scartò di lato evitando la lama del nemico, gli assestò un calcio alla caviglia facendolo cadere e provò a trapassarlo con Krànius al cuore ma Ares riuscì a parare il colpo e si rimise in piedi con un salto, fu Percy ora a passare sulla difensiva, il dio della guerra adesso stava facendo sul serio, i colpi erano rapidi e precisi e per un paio di volte il semidio rischiò davvero grosso, con difficoltà riuscì a superare la guardia nemica e a trafiggerlo al petto, la ferita si rimarginò ma non abbastanza in fretta perchè il semidio gli aprì un altro squarcio al braccio per poi assestargli un sinistro sul naso, Ares si infuriò e provò a contrattaccare ma rimarginare gli squarci gli stava costando parecchia energia e i suoi movimenti erano sempre meno rapidi e coordinati, provò una finta ma il semidio capì da subito le sue intenzioni e parò facilmente il colpo per poi trafiggerlo ad una gamba, Ares provò a colpirlo con un pugno ma Percy si scansò e gli rese il favore colpendolo in faccia. -- Brutto ragazzino, riesci a tenermi testa solo con i poteri di quel vigliacco! -- Percy in risposta sorrise -- Senti chi parla, quello che ha dovuto far triplicare i suoi poteri per sconfiggere un ragazzino. -- Ares ringhiò e si lanciò di corsa contro il semidio, Percy sorrise, era proprio quello che attendeva, mirò e scagliò a tutta velocità Krànius, la lama nera centrò in pieno cuore Ares che subito dopo cominciò a disintegrarsi incredulo sotto lo sguardo del semidio. Percy si asciugò il sudore dalla fronte, nonostante la forza di Roz non era stato semplice sconfiggere Ares ma non era ancora arrivato il momento di riposarsi, strinse Krànius e corse in aiuto degli altri, Galbatorix lo vide arrivare e con un movimento della mano spazzò via Nico e Annabeth per rivolgere a lui la sua attenzione. -- Sei molto più forte di quanto immaginassi semidio, sconfiggere il dio della guerra a forza triplicata non è certo una cosa da tutti. Mi farebbe piacere averti come servo, cosa ne pensi? -- Percy sorrise -- Offerta allettante ma credo che rifiuterò, non si può essere servi di un padrone che tra poco non ci sarà più. -- E con un salto attaccò il re facendo incrociare le loro lame e dando inizio ad uno scontro dalle proporzioni titaniche.

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Capitolo 66
*** La mutazione ***


Percy


Le due lame si scontrarono e per un secondo la stanza cadde nel silenzio più assoluto, già dal primo colpo il semidio capì che sconfiggere Galbatorix non sarebbe stato affatto semplice, emanava una sicurezza incredibile, sembrava sapesse già chi sarebbe stato il vincitore, il semidio parò un affondo diretto al fianco e provò a far sbilanciare l'avversario che però non si scompose minimamente. Saltò in avanti e provò a colpirlo ma il nemico fu abile, scartò di lato ed evitò la lama nera per poi colpire con un calcio il semidio al fianco, il colpo era forte ma il fisico di Roz sembrava di pietra e non subì alcun danno così Percy ne approfittò per colpire Galbatorix di taglio con la lama, la spada non andò molto in profondità ma la ferita al braccio era comunque abbastanza dolorosa. -- Niente male semidio ma non credere di aver già vinto, sto semplicemente giocando. -- Le due lame tornarono a scontrarsi, i colpi sempre più potenti e decisi, uno ferì di striscio Percy alla gamba mentre un altro raggiunse il tiranno alla spalla, spostarono l'area dello scontro fino ad arrivare a mettere il re con le spalle al muro, quest'ultimo però sorrise e una tempesta di vento travolse il semidio facendolo volare per svariati metri, atterrò in piedi ed in tempo per parare l'affondo diretto allo stomaco, indietreggiò leggermente, schivò la lama e lo colpì con un calcio al volto per poi tentare un affondo al petto ma l'altro si riprese in tempo e parò di piatto con la spada. -- Sei uno spadaccino eccellente ma come te la caveresti contro un ️ attacco diretto alla tua mente? -- E fu allora che il semidio andò nel panico, Roz sapeva qualcosa di stregoneria ma non era paragonabile all'esperienza del tiranno, l'assalto alla mente arrivò subito, il muro costruito da Percy e Roz resse il primo impatto ma i colpi si fecero sempre più insistenti e potenti, di questo passo sarebbero stati sopraffatti. Provarono a passare al contrattacco ma l'avversario aveva eretto un invalicabile muraglia, furono costretti a tornare sulla difensiva, un nuovo assalto ancora più pericoloso rischiò di far cadere il muro, di colpo Percy avvertì altre quattro presenze, inizialmente non capì di chi si trattasse ma poi una voce gli sussurrò nella mente "Percy sono Eragon, stiamo cercando di aiutarti." rassicurati dalla presenza degli altri i due passarono al contrattacco supportati da Murtagh e Shen, Galbatorix si chiuse in difesa, respinse i primi tre assalti ma alla fine Shen riuscì a raggirare la difesa eretta dal tiranno. Resosi conto ormai della situazione, con uno sforzo sovrumano Galbatorix scacciò tutti dalla sua mente riportandoli alla realtà, Percy notò che il nemico aveva il fiatone, scacciarli tutti insieme doveva essergli costato parecchie energie, il semidio si guardò intorno e notò che anche i cavalieri dei draghi erano piuttosto esausti, mentre i cinque draghi combattevano senza sosta in cielo. -- Devo ammettere che mi state dando più problemi di quelli che avevo previsto, sopratutto tu semidio. A questo punto dovrò giocarmi il mio asso nella manica, non avrei mai pensato di dover usarlo per degli insetti fastidiosi come voi. Ammirate il potere di un dio! -- La pelle cominciò a diventargli nera e a trasformarsi in squame, i muscoli si irrigidirono per poi ingrandirsi, la testa umano diventò quella di uno spaventoso drago nero, gli comparve una coda nera e due possenti ali, si era completamente trasformato, di umano ormai non restava nulla. -- Ma è diventato Shruikan! Pazzesco! -- Eragon era a bocca aperta, Galbatorix era alto più di due metri e continuava a tenersi in stazione eretta ma era a tutti gli effetti un drago dal aspetto terrificante. Il tiranno strinse i pugni e finse qualche affondo con la spada, stava provando il suo nuovo corpo? Colpì con un pugno il muro sfondandolo -- È la prima volta che effettuo la mutazione a livello completo, è qualcosa di strepitoso. Va oltre ogni mia immaginazione! Sapete, ho deciso, non mi interessa più assorbire la vostra anima, con questa forza dominerò il mondo intero e metterò in ginocchio gli dei dell'Olimpo. Vi spazzerò via come formiche! -- Il nemico cominciò ad avanzare verso Percy, in pochi secondi lo raggiunse, le due lame si incrociarono ma per capire chi fosse il più forte tra i due non ci voleva di certo un genio, Percy provò inutilmente a parare il colpo successivo, la spada gli volò di mano e fu costretto a gettarsi di lato per evitare di finire tagliato in due dalla lama dell'avversario, la spada gli ricomparve in mano e si rialzò di colpo tentando di colpirlo alla testa ma Galbatorix si scansò in tempo e gli assestò un pugno al volto talmente forte da stordirlo per un secondo. Il semidio si allontanò leggermente dal nemico per pensare ad un piano, l'avversario era senza ombra di dubbio più forte di lui ma il fisico possente doveva per forza rallentarlo, era l'unico punto debole che sembrava avere. Strinse Krànius fino a far sbiancare le nocche e si preparò ad affrontare l'avversario.

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Capitolo 67
*** Battaglia furiosa nella fortezza nera ***


Percy


Galbatorix caricò, il semidio evitò la lama abbassandosi in tempo per poi colpire con tutta la sua forza l'addome dell'avversario, con la sua normale forza non sarebbe riuscito a fargli nemmeno il solletico ma la forza di Roz era fuori dal comune e fece piegare in due il tiranno che per difendersi da Krànius fu costretto ad allontanare il semidio con delle fiammate azzurre. Nel frattempo gli altri stavano respingendo un'orda di Ra'Zac, i mostri erano parecchi ma semidei e cavalieri riuscivano tranquillamente a gestirli, il ruggito del tiranno lo riportò a concentrarsi sullo scontro, evitò la coda ma non riuscì a schivare la fredda lama che gli penetrò nella carne rendendo il braccio sinistro ricoperto di sangue e inutilizzabile. Sopportò il dolore soltanto grazie ai nervi saldi di Roz, effettuò una finta diretta al petto per poi dirigere la lama nera al fianco del nemico, la spada fece il suo lavoro ma Galbatorix con un ruggito colpì con una raffica di pugni il semidio alla pancia e al volto, i colpi erano di una forza spaventosa e Percy fu costretto ad estrarre velocemente la spada dal fianco per potersi difendere, le due lame grondanti di sangue tornarono a scontrarsi, Percy parò i primi tre colpi e provò a superare la guardia nemica ma Galbatorix usò la coda per afferrarlo dalla caviglia e sollevarlo da terra. Percy provò inutilmente a divincolarsi, la presa era stretta e liberarsi era alquanto impossibile, strinse Krànius e colpì con la lama la coda del nemico affettandogliela, il ruggito di dolore del tiranno fu spaventoso e la fortezza tremò, la pesante coda cadde per terra seguita da Percy che ci finì sopra. -- Come hai osato? Ti farò a pezzi e incenerirò quello che rimarrà di te! -- Il semidio sorrise e gli fece cenno di farsi sotto, Galbatorix perse le staffe e attaccò, il semidio scartò a destra evitando la lama e conficcò Krànius nella spalla del nemico che però resistette al dolore e colpì il semidio con una gomitata in pieno volto, subito dopo colpì con un pugno il braccio sanguinante, il dolore fu atroce e Percy si scansò in tempo per evitare un altro colpo, nonostante i colpi subiti Galbatorix non sembrava perdere potenza né lucidità, il semidio evitò d'un soffio la fiammata azzurra e fece una capriola all'indietro per allontanarsi dal nemico. -- Che c'è adesso te ne scappi? Non fai più lo sbruffone? -- Mentre Galbatorix si avvicinava sempre di più Percy chiude il pugno creando un fulmine nero, prese la mira e lo scagliò verso il nemico che preso di sorpresa non si scansò in tempo, l'esplosione fece tremare la fortezza e crollare un muro danneggiato dai colpi precedenti, la nuvola di fumo scomparve e rivelò Galbatorix ancora vivo, il tiranno adesso però aveva gli occhi iniettati di sangue, spiccò il volo con le due possenti ali e planò sul semidio che però si spostò in tempo facendolo schiantare al suolo. Percy chiuse di nuovo la mano e creò un secondo fulmine nero per poi scagliarlo subito dopo sul nemico che si stava rialzando, subito dopo sbatté il piede per terra facendo comparire un tridente simile a Flagello ma completamente nero e con il teschio di Krànius conficcato alla base della seconda punta, afferrò il tridente e lo scagliò contro Galbatorix, di colpo una pioggia di pietre volò verso il tiranno che finì seppellito. Nonostante l'enorme quantità di energia spesa il semidio si sentiva ancora in forze e non stava ancora sfruttando del tutto il cinquanta percento della forza di Roz. Galbatorix sollevò l'enorme tomba di pietra che lo aveva seppellito e rivolse lo sguardo in direzione del semidio che gli sorrise divertito -- Allora? Ne hai avute abbastanza o vuoi continuare? -- In risposta il tiranno lo fulminò con lo sguardo -- Attento a sottovalutare il tuo avversario Jackson, credi che io sia già sconfitto? Sei senza ombra di dubbio un degno avversario ma alla fine di noi due ne rimarrà in piedi soltanto uno e quello sarò io! -- Strinse la mano destra in un pugno e creò un fulmine viola che scagliò contro il semidio, Percy colpì in pieno il fulmine con un pugno disintegrandolo, gliene arrivarono altri sette, cinque riuscì a disintegrarli mentre i restanti due li schivò, il semidio sollevò una mano e due tentacoli scheletrici sbucarono dal pavimento per bloccare Galbatorix dalle caviglie, in un secondo gli fu addosso e gli conficcò Krànius nell'addome, non fu particolarmente veloce nel evitare una fiammata che non lo disintegrò soltanto grazie alla resistenza di Roz subendo però comunque delle bruciature al petto. Decise di togliersi la corazza ormai fatta a brandelli, adesso sarebbe stato più vulnerabile ma avrebbe acquisito una rapidità di gran lunga maggiore e contro un avversario che di forza lo superava di gran lunga era decisamente più utile. Galbatorix riuscì a spezzare i due tentacoli e rimarginò in parte lo squarcio che il semidio gli aveva creato, si controllò tutte le altre ferite ma ne curò soltanto alcune, stava cominciando a perdere le forze? Impugnò la lama e tornò ad attaccare il semidio, Percy parò il colpo, provò a dargli un calcio ad una gamba per fargli perdere l'equilibrio ma i possenti muscoli del nemico resistettero ed il semidio dovette tornare sulla difensiva per evitare di finire tagliato in due, Galbatorix approfittò del secondo distrazione dell' avversario per colpirlo con una ginocchiata all'addome e colpirlo successivamente con un pugno agli zigomi mandandolo a terra, Percy si riprese in fretta, i colpi erano forti ma meno di come lo erano inizialmente, Galbatorix stava cominciando a perdere le forze.

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Capitolo 68
*** Galbatorix al 100% ***


Percy


Percy attaccò, mirò al collo, il colpo fu parato e il semidio tornò sulla difensiva, parò di piatto un colpo diretto alla testa per poi tentare un nuovo assalto alla spalla del nemico, la lama trapassò la spalla destra del tiranno che per liberarsi dalla lama colpì la testa del semidio con l'elsa della spada, la vista si annebbiò per un secondo, un pugno lo raggiunse allo stomaco e un calcio lo colpì alla gamba costringendolo a retrocedere. Evitò un fendente diretto al fianco, strinse il pugno e colpì con tutta la sua forza l'addome del nemico, Galbatorix ringhiò di dolore e provò a colpire il semidio ma Percy schivò il colpo e gli assestò una ginocchiata alla mandibola per poi trapassarlo al petto. Il sangue prese a sgorgare copiosamente dalla ferita tingendo la lama nera di rosso scuro, il tiranno riuscì a rimarginare la ferita ma di colpo la mutazione che aveva effettuato Galbatorix cominciò a scomparire ed il suo corpo tornò umano. -- N-Non è possibile, non posso già aver concluso la mia energia! -- Percy sorrise -- A quanto pare qualcuno è rimasto a corto di energie. -- Il tiranno sbiancò in volto -- Non posso essere sconfitto un'altra volta! Non di nuovo da un ragazzino! -- Percy rise -- Se può confortarti, non sono solo Percy Jackson ma anche Roz, il se così si può dire fratello di Thanatos. Oggi sei stato sconfitto da un guerriero millenario e sappi che non ho usato nemmeno la metà delle mie possibilità. Non avevi comunque scampo, hai combattuto bene ma adesso è arrivata la tua fine. -- Galbatorix diventò rosso dalla rabbia -- Io non perderò di nuovo! Sono invincibile! Ti eliminerò a costo di distruggere il mio stesso corpo! -- Strinse un pugno e i muscoli del corpo tornarono a gonfiarsi e la pelle a ricoprirsi di scaglie, stava per rifare la mutazione a costo di autodistruggersi, il corpo si ingrossò ancora più di prima mentre il tiranno accumulava tutte le forze rimanenti, scintille di elettricità lo circondarono e una volta finita la mutazione Percy capì che adesso Galbatorix aveva finalmente sfoderato la sua vera forza, i muscoli erano enormi e le zanne molto più affilate e grandi di prima. -- Allora? Cosa te ne pare della mia massima potenza? Ti ridurrò in cenere per aver osato ridurmi ad arrivare a questo punto! -- Un enorme alabarda gli comparve nella mano destra, si mise in posizione e caricò. Nonostante l'enorme massa, era davvero veloce, raggiunse Percy in pochi secondi, il semidio schivò l'Alabarda che gli sfiorò la testa e provò a conficcare Krànius nell'addome del nemico ma questo era una vera roccia e la spada gli procurò solamente un leggero graffietto, un pugno travolse Percy al volto, la vista si annebbiò e finì per terra, Galbatorix lo afferrò sollevandolo dal mantello e lo scagliò contro la parete sfondandola e facendolo finire seppellito dalle macerie. L'intera fortezza tremò quando i quattro dragoni disintegrarono il drago nero con le loro fiammate, Percy si rialzò sollevando il cumulo di macerie, strinse il pugno e scagliò un potente fulmine nero contro l'avversario, Galbatorix lo disintegrò con un pugno così come il secondo ed il terzo per poi crearne uno lui e scagliarlo contro il semidio. Il fulmine fu troppo potente per essere fermato e quando si scontrò con il semidio un esplosione avvolse metà fortezza. L'armatura di Percy ormai era ridotta a brandelli e il semidio sanguinava da entrambe le braccia per il colpo subìto, per sconfiggere Galbatorix doveva arrivare a sfruttare a pieno metà delle capacità di Roz, strinse il manico della spada e passò all'attacco, Krànius si scontrò con la terribile alabarda, il rumore incessante dei colpi rimbombava in tutta la fortezza, in quanto a forza Galbatorix lo superava nettamente mentre in fatto di agilità era il semidio a superare l'avversario, lo scambio di colpi continuò feroce, l'alabarda colpì sul fianco Percy che strinse i denti per il dolore ma riuscì a ricambiare il colpo trafiggendo l'avversario alla mano destra, il tiranno ringhiò di dolore e tentò di incenerire il semidio con una fiammata, Percy scartò di lato evitando il colpo ma finì attorcigliato dall'imponente coda del nemico che gli era ricresciuta dopo che aveva effettuato nuovamente la mutazione. La coda cominciò a stritolarlo sempre di più, il semidio provò ad indurire i muscoli e ad allargare le braccia per liberarsi ma la stretta era formidabile e le braccia cominciarono a dolere sempre di più, morse la coda ma fu tutto inutile, il dolore aumentava sempre di più, doveva pensare a come liberarsi ed in fretta perchè a breve non avrebbe potuto muovere più nemmeno un muscolo. -- Allora? Cosa te ne pare semidio? Ti vedo leggermente in difficoltà! -- Colpì il tiranno al petto con una gomitata ma il fisico di ferro del tiranno resistette e la presa aumentò, un primo pugno colpì il semidio alla schiena, poi un secondo ed anche un terzo, ma la scarica di colpi non si fermò a soli tre pugni, continuò incessante, Percy sputò sangue dalla bocca mentre il nemico continuava a colpirlo senza pietà, per quanto sarebbe resistito? Provava a pensare ad un piano per liberarsi ma la mente cominciava ad annebbiarsi e il dolore a prendere il sopravvento, un fisico normale avrebbe già ceduto ai primi colpi ma Roz possedeva una forza straordinaria, eppure nemmeno lui poteva resistere ancora per molto a dei colpi del genere. Altro sangue gli uscì dalla bocca, le forze stavano calando rapidamente, a breve sarebbe finito tutto, un urlo alle spalle di Galbatorix lo fece sobbalzare, il tiranno ringhiò di dolore mentre un pugnale gli andò a conficcarsi nel collo ed una chioma bionda si vide alle sue spalle.

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Capitolo 69
*** Fine dello scontro ***


Annabeth


Annabeth conficcò il freddo metallo nel collo del tiranno, la lama affondò lentamente e Galbatorix ruggì per il dolore, lasciò cadere Percy sul pavimento e tentò di sferrare un pugno alle sue spalle, ma Annabeth si calò in tempo evitando il colpo e con agilità si allontanò dal nemico. -- M-Maledetta ragazzina, come hai osato? -- Galbatorix rimosse il pugnale dal collo come se nulla fosse e rimarginò lo squarcio -- Tra poco spedirò insieme te e il tuo ragazzo all'inferno visto che ci tieni tanto! -- Un ruggito alle spalle del tiranno lo interruppe, Saphira con tutta la stia stazza si gettò su di lui, i due cominciarono a scambiarsi artigliate e a crearsi squarci, era un combattimento feroce e Annabeth si allontanò per non finire coinvolta nella zuffa tra i due possenti combattenti. Si voltò verso Percy e vide che era piegato in due sul pavimento in preda a violenti colpi di tosse, prese l'ultimo pezzettino di ambrosia che le era rimasto e glielo porse, il ragazzo mangiò ma l'ambrosia era poca e i colpi subìti erano stati tremendi, un altro colpo di tosse gli fece sputare altro sangue -- A-Annabeth...Devi andartene di qui. -- Annabeth rimase perplessa -- Perchè? -- Il semidio la fissò con i freddi occhi di Roz -- Perchè ho intenzione di sfoderare tutta la vera forza di Roz e non so cosa potrebbe succedermi. Potrei impazzire ed uccidere il primo che trovo, per favore vai via! -- La semidea cominciò a spaventarsi, fino a quel momento Percy aveva sfruttato solo metà del potere di Roz, scatenare una furia simile gli avrebbe fatto perdere senza ombra di dubbio il controllo -- Percy no! Non devi arrivare a questo! -- Il semidio tossì di nuovo -- Annabeth devo eliminarlo a tutti i costi. -- E a questo punto la semidea gli mollò uno schiaffo -- Possibile che non ti rendi conto di ciò che succederebbe? Lo elimineremo con le nostre attuali forze! Non permetterti a superare il cinquanta percento! Riprenditi, per il momento ce ne occuperemo noi. -- Lo baciò e si avviò verso lo scontro, Saphira stava ancora combattendo contro Galbatorix uno scontro all'ultimo sangue ma il tiranno sembrava avere la meglio, -- Brisingr! -- dal nulla spuntò Eragon con la lama blu avvolta dalle fiamme, Galbatorix si voltò in tempo e parò con un artiglio la lama ma si beccò una zampata della dragonessa in pieno volto che lo scaraventò sul pavimento, si rialzò infuriato e sbatté una zampa sul pavimento -- Dannati insetti! Non mi sarei mai immaginato foste diventanti tanto fastidiosi! -- Eragon si lanciò contro il nemico seguito da Arya, Murtagh e Shen, i quattro tempestarono di colpi Galbatorix che fu costretto ad allontanarli con una fiammata -- Nico, Zahra dobbiamo andare anche noi. -- I due annuirono e attaccarono ai fianchi il sovrano mentre Annabeth lo attaccò frontalmente, parò il primo colpo ed evitò il secondo mentre una lama si conficcò nel fianco del tiranno che con un pugno colpì Murtagh mandandolo al tappeto, la semidea ne approfittò e trapassò il nemico all'addome, questa volta la spada riuscì a trapassarlo e Galbatorix ruggì infuriato, posò una mano sul pavimento e scariche elettriche colpirono tutti coloro che gli erano vicini in un raggio di una decina di metri. La scossa fu dolorosa ma la semidea resistette e sferrò un calcio sul muso dell'avversario mentre Arya gli conficcava la lama nel braccio sinistro -- Basta! Mi avete stancato! Non vi sopporto più! -- Strinse con forza il pugno destro dove gli comparve un enorme fulmine rosso che continuava ad ingrandirsi a dismisura -- Finirete i vostri giorni schiacciati come formiche! -- Scagliò il fulmine contro le colonne della fortezza, il colpo avrebbe sicuramente fatto crollare l'intero edificio e loro non avrebbero mai fatto in tempo ad uscire, un secondo prima dell'impatto si vide un mantello volare in aria e subito dopo un pugno si scontrò con il fulmine, l'esplosione fu tremenda e la semidea si gettò sul pavimento per evitare di venire spazzata via, una nube di polvere ricoprì l'intera fortezza e quando questa scomparve rivelò Percy con il pugno insanguinato e tremante ma con il volto calato, sollevò la testa e mostrò un ghigno terrificante -- Ti eri dimenticato di me per caso? Non dovresti dimenticarti di colui che ti eliminerà. -- Galbatorix andò su tutte le furie -- Tu dovresti eliminarmi? Quella mano ormai è inutilizzabile, vorresti farmi fuori con una sola mano? -- Percy sorrise -- Mi basta una sola mano per eliminarti. -- Il tiranno ringhiò furioso -- Una sola mano dici? Bene respingi anche questo se ci riesci! -- Strinse di nuovo il pugno e si preparò a caricare un secondo fulmine.

Percy


Proprio ciò che Percy sperava, il semidio caricò in fretta un fulmine nero con la mano sinistra e lo scagliò mentre il nemico aveva abbassato la guardia, il fulmine colpì in pieno Galbatorix che ruggì per la sorpresa ed il dolore, il semidio non attese che il nemico si riprendesse e ne scagliò subito un secondo seguito da un terzo ed un quarto. I colpi furono tremendi e fecero tremare l'intera fortezza, nonostante non ci avesse messo molta energia, i quattro fulmini ebbero comunque l'effetto sperato, Galbatorix si rialzò con il fiatone, aveva usato altra energia per curarsi. Per quanto non lo desse a vedere anche Percy come il suo avversario era esausto, lo scontro con Ares era stata una passeggiata in confronto con questo, il tiranno possedeva una forza ed una resistenza oltre ogni immaginazione, ma ormai erano entrambi ridotti allo stremo e mancava poco alla fine dello scontro, un errore da una delle due parti e la titanica battaglia sarebbe finita. -- E così vedo che la lezione non ti è bastata... -- Percy sorrise -- Sei davvero un osso duro, mi meraviglio che sei ancora in piedi dopo una scarica del genere, ma d'altra parte mi deluderesti se così non fosse. -- Galbatorix attaccò, Percy impugnò Krànius e respinse i colpi del nemico, parò un affondo diretto al fianco e provò a colpirlo alla spalla ma l'avversario schivò il colpo e gli assestò una ginocchiata sul mento che lo mandò a terra, si rialzò in fretta ed evitò la coda per poi affondare Krànius nel petto del nemico, la spada entrò solamente in parte e Galbatorix lo colpì con un pugno al volto costringendolo ad arretrare. I due avversari cominciarono a girarsi intorno per trovare un eventuale punto debole nell'altro, si scagliarono uno sull'altro a pugni nudi, Percy parò un pugno diretto alla faccia e colpì il tiranno sul muso con il sinistro, una gomitata lo raggiunse al petto mozzandogli il fiato per un paio di secondi. Galbatorix provò a colpirlo con l'enorme coda ma il semidio si abbassò in tempo evitandola, parò con il destro un altro pugno e cercò di colpire il nemico al muso con un calcio ma questo deviò il calcio con una mano e gli assestò un destro al volto, ormai Percy si reggeva a malapena in piedi, un altro pugno lo raggiunse ed un terzo lo fece finire di faccia per terra. Galbatorix rise e la sua risata fece calare un silenzio di tomba nella fortezza, Percy provò a rimettersi in piedi ma un calcio lo rispedì al tappeto, anche Galbatorix stava perdendo energia, gli enormi muscoli ormai si erano dimezzati e non riusciva più a rimarginare le ferite profonde. -- Mai mi sarei aspettato una battaglia simile, sei andato parecchio vicino alla vittoria Perseus Jackson ma alla fine sono stato io a vincere, addio. -- Un urlo alle sue spalle lo fece voltare, Annabeth stava sfidando Galbatorix in uno scontro uno contro uno. -- Cosa? Vorresti sfidarmi da sola? Jackson è molto più forte di te eppure adesso non riesce nemmeno più ad alzarsi, cosa credi di fare ragazzina? -- Annabeth puntò Lefkò in direzione del tiranno -- Io ti eliminerò. --

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Capitolo 70
*** Vendetta ***


Annabeth


Galbatorix si voltò verso la semidea -- E quindi tu vorresti eliminarmi, eh? Non lo hai visto di cosa sono capace? -- Annabeth gli sorrise -- L'ho visto ma ho anche visto che sei parecchio affaticato e che a breve non riuscirai neanche a reggerti in piedi. -- La semidea strinse il pugno e Lefkó si illuminò circondata da una fiamma rossa, l'armatura distrutta si riparò e nella zona del cuore le comparve la civetta si Minerva. -- Cosa significa tutto ciò? -- Annabeth rafforzò la presa sulla spada -- È la benedizione di Atena, mia madre. -- Galbatorix rise talmente forte da far rimbombare la sua voce in tutta la fortezza -- E credi che una spada con qualche luce e una civetta disegnata dovrebbero sconfiggermi? Forse l'unica possibilità che hai di uccidermi é quella di farmi crepare dalle risate! -- Annabeth non attese un secondo di più e passò all'attacco, Galbatorix parò a fatica il colpo e si mise sulla difensiva, la semidea cominciò a tempestarlo di colpi, si sentiva invincibile, la benedizione d'Atena le aveva donato abilità che prima mai avrebbe pensato di raggiungere. Il tiranno provò a passare al contrattacco ma Annabeth si calò, evitò l'alabarda e con tutta la sua forza colpì l'addome del nemico che si piegò in due dal dolore. Percy lo avrebbe potuto benissimo sconfiggere ma lo aveva sottovalutato usando troppo tardi il pieno potenziale di Roz e questo gli era costato la sconfitta, Annabeth non sarebbe stata tanto buona, colpì con un pugno il volto del nemico che provò a colpirla con la coda ma la semidea saltò evitandola e conficcò Lefkó nella spalla dell'avversario che urlò infuriato e provò a incenerirla con una fiammata, la semidea rotolò di lato e gli sferrò un calcio alla gamba che però resistette, Galbatorix l'afferrò per la caviglia e la scaraventò contro il muro, l'impatto le fece perdere i sensi per qualche secondo, il tiranno ne approfittò per colpirla con un pugno alla pancia e una ginocchiata al volto. Annabeth si rialzò dolorante, nonostante Galbatorix era indebolito parecchio i suoi colpi erano nettamente superiori rispetto a quelli della sua forma umana usata nel primo scontro, il nemico scagliò una folgore contro la semidea, Annabeth non sapeva fin dove arrivava il potere di Atena ma decise di rischiare e colpì il fulmine con la spada e questo si disintegrò. -- Però davvero niente male per essere una principiante. -- Galbatorix stava cercando di farle perdere il controllo ma lei non ci sarebbe cascata -- In guardia! -- Il tiranno fu preso di sprovvista, la lama affondò nel petto in meno di un secondo, la semidea estrasse la lama e sferrò un potente calcio al volto del nemico mandandolo per terra, Galbatorix si rialzò furioso, strinse il pugno e una scarica di elettricità colpì la semidea, la scossa fu terribile e stese Annabeth sul pavimento. -- Così impari, sei stata soltanto una sciocca a volermi sfidare da sola e adesso ne hai pagato le conseguenze. -- La semidea si rialzò a fatica ma sorridente sorprendendo Galbatorix -- Lo scontro non è ancora finito. -- Il tiranno colpì con forza il pavimento facendolo tremare -- È assurdo! Perchè non morite? -- La ragazza sorrise e cominciò ad avvicinarsi al nemico -- Perchè ho detto che ti eliminerò e lo farò. -- Galbatorix ruggì furioso -- È impossibile! Non potete essere dei comuni semidei! A quest'ora dovreste essere morti entrambi! -- Colpì ancora più forte il suolo e un cratere sbucò ai piedi della semidea che si scansò in tempo evitando un geyser di lava che altrimenti l'avrebbe incenerita, Galbatorix provò a colpirla con un pugno ma la semidea schivò il colpo e gli diede un calcio al volto che lo fece indietreggiare. -- Crepa! -- Una palla di fuoco colpì Annabeth, la semidea si protesse con le braccia mentre il colpo fece tremare la fortezza e crollare una parte del tetto, l'armatura si ruppe leggermente e la ragazza subì soltanto qualche ustione, era ancora viva. Galbatorix ormai aveva il fiatone, non sarebbe resistito ancora per molto, nonostante stesse giocando tutte le sue carte la fatica stava prendendo il sopravvento, lo scontro con Percy gli aveva fatto consumare una quantità immane di energia e adesso ne era a corto. Di colpo Annabeth sentì una presenza nella sua mente, il tiranno stava provando a prendere il controllo di lei, "Non ci riuscirai!" la barriera costruita dalla semidea resistette ad ogni assalto da parte del nemico che alla fine ci rinunciò. -- Basta mi sono stancato di tutti voi! Mi resta ancora qualche asso nella manica da utilizzare, addio! -- Si sollevò in volo e raggiunto il tetto lo sfondò, strinse il pugno e scagliò dalle fauci una palla di fuoco dalle dimensioni straordinarie per poi scagliare due fulmini e colpirla avvolgendo l'intera fortezza in una sfera incandescente, ad un colpo così non si sopravvive. L'enorme nube di fumo scomparve ma rivelò ciò che Galbatorix non avrebbe mai voluto vedere, i quattro cavalieri dei draghi erano riusciti a proteggere tutti usando la loro magia combinata. -- Oh no...Non posso crederci...Siete ancora vivi! È un incubo! -- Il tiranno formò il pugno e provò a scagliare un altro fulmine ma non uscì nulla -- No! No! Non doveva finire così! -- Spalancò le fauci e cominciò ad avvolgere la zona in un fumo nero e Annabeth capì immediatamente -- Non scapperai! -- Strinse Lefkó che si trasformò in un enorme folgore -- Per Jack! -- mirò -- E per tutti gli innocenti che hai ucciso! -- e la scagliò con tutte le sue forze verso Galbatorix -- No! -- il tiranno fu trapassato al cuore e la folgore esplose disintegrandolo completamente.

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Capitolo 71
*** Il piano di Roz ***


Percy

Percy fu aiutato da Annabeth a rialzarsi, la semidea appoggiò il braccio del semidio sulla sua spalla e lo sollevò da terra. L'intera fortezza era stata rasa al suolo dal terribile colpo di Galbatorix, loro si erano salvati soltanto grazie ai quattro cavalieri dei draghi che avevano eretto una cupola magica intorno a tutti, il semidio era anche rimasto sorpreso da Annabeth, si era scatenata e aveva eliminato il tiranno con un colpo degno di un dio dell'Olimpo. "Alla fine ti sei fatto sconfiggere come un'idiota e la tua ragazza ci ha salvati. Bel lavoro Jackson." Percy sbuffò, aveva sbagliato ma era la sua prima battaglia di quella portata, inoltre non si aspettava che Galbatorix potesse arrivare ad un livello simile. "Andiamo Roz non puoi dire di non esserti divertito." L'altro ridacchiò "Vedo che stai iniziando a pensare come me, hai ragione è stato uno spasso!" Di colpo Percy tornò al suo aspetto originale e Annabeth lo baciò -- Finalmente, avevi un'aria troppo sinistra prima. -- Il semidio sorrise mentre Roz continuava a lamentarsi e borbottare, all' improvviso comparve davanti al gruppo Zeus in persona con una folgore in mano. -- Sono qui per eliminare Percy Jackson o ancora meglio, Roz. -- Annabeth si mise davanti a Percy facendogli da scudo ma il semidio la scansò. "Maledizione...Mi resta soltanto metà delle mie forze, anche se ti dessi le mie forze rimanenti contro Zeus sarebbero inutili." -- È questo il ringraziamento per aver rischiato la vita e aver respinto Jormungandr? -- Zeus sospirò -- Percy non ti rendi conto del pericolo che rappresenti in questo momento. Ti è già capitato più di una volta di perdere il controllo, Roz è malvagio, la vita di chi ti circonda è in costante pericolo. Io ti sono grato per ciò che hai fatto ma ho preso una mia decisione. -- In quel momento si fece avanti Dràkon -- Non ha mai perso il controllo con degli innocenti ma solamente con i suoi avversari. -- Zeus annuì con il capo -- Vero ma potremmo diventare noi i suoi avversari e a quel punto cosa succederebbe? -- Dràkon scosse la testa -- Sono soltanto delle supposizioni non la realtà. -- Zeus rimase qualche secondo in silenzio -- E d'accordo come volete, risparmierò Percy. Ma se dovesse perdere il controllo ed eliminare qualche innocente la colpa sarà di tutti voi. Adesso vi saluto, ho un barbecue party e non ho intenzione di perdermelo per colpa di qualche mortale. -- Schioccò le dita e addosso gli comparve una camicia hawaiana ed un sombrero -- Adiós muchachos! -- E con un secondo schiocco di dita scomparve. "L'abbiamo scampata!" -- Grazie Dràkon, se non fosse stato per te a quest'ora sarei un mucchietto di cenere. -- Il goblin rispose con un sorriso stanco, erano tutti esausti e feriti. Annabeth si rivolse ad Eragon -- Eragon potreste accompagnarci al campo mezzosangue? -- Il cavaliere sorrise -- Certo! -- Salirono sui quattro draghi ma Dràkon non volle salire -- Non posso venire con voi al campo mezzosangue dopo quello che ho fatto. -- Annabeth gli sorrise -- Ci hai salvati più volte e ti sei pentito di ciò che hai fatto, inoltre sei un guerriero straordinario, potresti addestrare i semidei del campo! -- Il goblin rifletté qualche secondo -- Va bene e campo mezzosangue sia! -- I draghi si alzarono in volo e cominciarono a sfrecciare nel cielo ancora in parte oscurato dall'enorme quantità di fumo generato da Galbatorix nel tentativo di scappare. Percy sentiva il dolore in ogni parte del corpo, per un paio di volte fu sul punto di svenire, stava per addormentarsi quando Roz lo chiamò "Percy, quando saremo al campo ti darò massimo due giorni per riprenderti. Passati i due giorni dovremmo entrambi aver recuperato le forze e a quel punto ti porterò nella dimensione omega, lì un giorno dura milleduecento ore, in cinque giorni riceveresti l'addestramento di ben duecentocinquanta giorni. Tra esattamente sei giorni avverrà qualcosa di tremendo su questo pianeta anche se non riesco a capire cosa. Dovrai allenarti duramente per poter reggere il mio potere al massimo e io sarò il tuo maestro, uscirò dalla tua mente e mi genererò per la prima volta davanti ad un mortale per addestrarlo e quel mortale sarai tu Perseus Jackson." Percy rimase qualche secondo in silenzio ma aveva troppe domande da fare "Cosa sarebbe la dimensione Omega? E se questa minaccia arrivasse come dici tu tra sei giorni io non mi troverei con un giorno di ritardo? Infine, questa minaccia può essere collegata con la profezia?" Roz rispose immediatamente "Esistono molte dimensioni Percy, le più importanti sono l'Alfa e l'Omega, l'inizio e la fine, la dimensione del bene e quella del male. Noi tutti traiamo energia da queste due, tu ne prendi molta dall'Alfa mentre io dall'Omega. Come ultima cosa che per il momento devi sapere è che la dimensione Omega è abitata da veri e propri mostri, errori di creazione ed anche da qualche dio, malvagio naturalmente. Il problema del giorno in più purtroppo c'è ma ho controllato nei tuoi ricordi e ho notato che c'è un altro semidio che attualmente hai superato ma ha delle doti fuori dal comune e sono sicuro che con il mio addestramento riuscirà a tenere testa al nemico, avrai capito che mi riferisco a Flavius ed oltre a lui ci porteremo anche Annabeth. Loro si alleneranno con te per tre giorni ovvero l'equivalente di centocinquanta giorni terrestri, mi occuperò io di contattare il romano. Adesso riposa, prima recupererai le forze e meglio sarà, ci attende una delle più grandi battaglie che questo pianeta abbia mai visto."

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Capitolo 72
*** Profezia svelata ***


Percy


Percy si risvegliò nell'infermeria del campo mezzosangue, era ricoperto di fasce e bende, il dolore era leggermente sceso ma ogni tanto torna a a farsi sentire "Roz?" Passò un po' prima che il dio rispondesse "Percy ho avvisato Flavius, gli ho spiegato tutto e arriverà domani, io adesso devo riposare per riprendere le forze consumate nella battaglia altrimenti nella dimensione Omega non resisteremo un giorno. Dormirò per entrambi i giorni, se sei in pericolo pensa a Krànius la mia spada ed io mi sveglierò. Riprenditi in fretta, non abbiamo molto tempo." Poco dopo Annabeth entrò in infermeria, si diedero un bacio veloce, era preoccupata e Percy se ne accorse subito. -- Cosa è successo? -- La semidea controllò che non ci fosse nessun altro nella zona e poi parlò -- Roz mi ha raccontato di ciò che suppone accadrà tra sei giorni e della dimensione Omega che in poche parole sarebbe la nostra unica speranza. -- Il semidio per un secondo restò meravigliato, Roz non gli aveva detto di aver avvisato anche Annabeth -- Non sapevo te ne avesse parlato. -- Annabeth annuì -- Deve averlo dimenticato, era piuttosto stanco, era da tanto che non affrontava un duello impegnativo, io credo voglia andare nella dimensione Omega anche per far risvegliare i suoi poteri assopiti. Mi è sembrato sincero quando ha detto di volerci aiutare ma non so fino a che punto possiamo fidarci, se risvegliasse i suoi veri poteri potrebbe controllarti troppo facilmente, contro Galbatorix era il suo primo duello dopo milioni di anni di nulla assoluto ed entrambi abbiamo visto che possiede un potenziale straordinario, se si allenasse potrebbe tornare come quando sfidò l'Olimpo se non addirittura più forte. Non so cosa fare Percy...Gli dei non sono affidabili sopratutto quelli della morte. -- Rimasero qualche secondo in silenzio poi il semidio rispose -- Io dico che dovremmo fidarci, allenandomi anche io diventerò più forte di adesso e potrò evitare che prenda il controllo su di me. E poi non abbiamo alternative, il creatore rinascerà dice la profezia, non ho ancora capito a chi si riferisce ma Roz sembrava piuttosto preoccupato. -- Annabeth sospirò -- Percy sul serio non lo hai ancora capito? -- Il semidio scosse la testa e la semidea sbuffò -- Andiamo! Si riferisce al padre dei titani! Il cielo! -- Percy aggrottò la fronte confuso -- La profezia si riferisce al cielo? -- Annabeth sospirò nuovamente -- In passato la Terra era Gea e il cielo Urano. La prima l'abbiamo eliminata anni fa, adesso sta per rinascere il cielo e sconfiggerlo sarà compito nostro ma al nostro attuale stato non possiamo minimamente competere con lui. Per questo Roz ha detto che ci allenerà. -- Percy sbiancò -- Urano sta per risorgere? -- Annabeth annuì con il capo -- Sì però attento con i nomi Percy, è pericoloso. -- I due semidei rimasero zitti per un po' e fu Percy a rompere il silenzio -- Dràkon e gli altri? -- Annabeth sorrise -- Dràkon è stato accettato come maestro spadaccino, Zahra è stata accettata nella casa di Atena, Nico sta piuttosto bene ed Eragon e gli altri sono partiti poco fa. -- Percy sbadigliò -- Hai già raccontato tutto ciò che ci è successo a Chirone? -- La ragazza annuì -- Sì, già fatto. Adesso torna a riposare, ci vediamo dopo. -- Lo baciò sulla fronte ed uscì mentre qualche minuto dopo il semidio cadde in un sonno profondo ma non senza sogni. Rivide Galbatorix, il tiranno si voltò verso di lui e rise -- Perseus Jackson, mi avete eliminato ma la stessa fine spetterà a voi. Tra sei giorni il mondo finirà, verrete annientati uno dopo l'altro, tu e la tua ragazza patirete le pene dell'inferno! -- Il sogno scomparve e vide Roz, il dio lo fissava con quegli occhi capaci di intimorire chiunque -- Percy devi fidarti di me, se non faremo come ho detto sarà la fine. La seconda grande scelta è questa, scegliere di fidarti di me oppure no. Avrei potuto prendere il controllo di te nella battaglia contro Galbatorix e non saresti riuscito ad opporre alcuna resistenza, eppure non ho fatto nulla, tu adesso sei un mio protetto, chiunque resiste al mio potere per ventiquattro ore lo è. A te la scelta, ma sappi che con questa scelta deciderai il futuro delle persone a cui tieni oltre che il tuo. -- Roz scomparve e lasciò Percy solo a pensare alla scelta da prendere, i raggi del sole entrarono nella stanza e il semidio si svegliò. Era mattino, si sentiva meglio rispetto al giorno prima, bevve il nettare che gli avevano lasciato e si alzò dal letto. Decise di rinfrescarsi con una doccia, l'acqua gli donava sempre energia, la mano destra con la quale aveva disintegrato lo spaventoso fulmine di Galbatorix l'aveva ancora fasciata, rimosse le bende e vide che riusciva di nuovo a muovere le dita anche se gli doleva ancora un po'. Indossò una maglia ed un pantalone, evitò di mettere l'armatura, per un giorno voleva scordarsi di tutto, tra sei giorni esatti il mondo sarebbe potuto finire. Uscì dall'infermeria e fece un giro per il campo, incontrò Chirone, lo salutò e andò all'arena, sorrise vedendo Dràkon alle prese con Clarisse, la semidea provò a colpire il goblin alla testa ma questo si abbassò e le assestò un pugno all'addome e un colpo alla nuca mandandola al tappeto. -- Hey Percy come stai? -- Il semidio sorrise -- Molto meglio. Come va con i semidei? -- Dràkon sospirò -- C'è molto lavoro da fare ma dovrei riuscire a trasformarli in veri e propri gladiatori! In alcuni di loro vedo capacità straordinarie ma non abbastanza allenamento. -- Proseguì e incontrò Zahra intenta ad allenarsi con l'arco e Nico che si riposava all'ombra ai piedi di un albero, tutto sembrava normale ma Percy non riusciva a tranquillizzarsi.

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Capitolo 73
*** Sopravvivere ***


Percy


Il semidio scartò di lato evitando il temibile pungiglione e provò ad attaccare la belva ma un altro sputo di acido lo costrinse ad allontanarsi, Roz li stava mettendo alla prova, vide il dio sorridere mentre accarezzava un falco senza testa che gli si era poggiato sulla spalla e tutto gli fu chiaro. -- Dobbiamo tagliarli il pungiglione! -- Gli altri annuirono e tutti e tre attaccarono il proprio nemico, Percy schivò il colpo del nemico e diresse la lama alla base del pungiglione, questo saltò via subito riempiendo di liquido verde Vortice, il semidio non perse un altro secondo e conficcò la lama nel collo del mostro, la creatura si dimenò ma alla fine rimase immobile morta. Anche Flavius ed Annabeth erano riusciti ad eliminare il proprio avversario e tutti si voltarono furiosi verso Roz -- Perchè non ci hai avvisati? -- Il dio sorrise -- Dovrete imparare a cavarvela da soli, se vi fate spaventare da uno di quei mostriciattoli figuriamoci contro Urano cosa farete. A proposito, dovete cambiarvi quelle armature, qui sono troppo fragili. -- Alzò il pollice e sulle mani di tutti e tre comparvero dei kimoni che Percy guardò dubbioso -- Ma sei impazzito? Peseranno almeno una quarantina di chili e non sembrano nemmeno tanto resistenti! -- Roz rise -- Indossale e provale prima di lamentarti umano! -- I tre semidei si cambiarono, il peso della divisa era davvero tanto, come poteva muoversi con una cosa del genere addosso? L'unico che sembrava riuscire a muoversi era Flavius. Roz squadrò Annabeth e Percy -- Sapete perchè lui non ha tutta la difficoltà che avete voi? Perchè lui è abituato, non abbastanza ma comunque non parte da zero a differenza vostra. Come notate la divisa è di colore diverso per ciascuno di voi, quella di Flavius era rossa, ad Annabeth bianca e a Percy azzurra, presentavano tutte una cintura nera, nella zona del cuore il kimono di Annabeth e Flavius aveva una rosa nera disegnata mentre quello di Percy aveva una rosa nera incrociata con Krànius, la lama di Roz. -- Con queste sarete immuni al veleno di qualunque creatura, tranne nel caso di Jormungandr, il suo veleno è letale. Quando sarete a corto di energia posate la mano sul cuore e urlate Roz. Vi arriverà un po' di energia, attenti però a saper scegliere il momento, potrete usarlo soltanto un volta. -- I tre annuirono e Roz attese qualche secondo prima di parlare -- Voi tre dovrete sopravvivere a partire da adesso milleduecento ore in questo posto da soli senza il mio aiuto, io vi ho dato ciò che vi serviva, adesso dovrete abituarvi al peso della divisa e dovrete dimostrarmi di essere degni di ricevere il mio addestramento. Se sopravvivrete tornate qui e io vi allenerò. -- Annabeth sbottò di colpo -- Che cosa? Non puoi lasciarci qui! Non sappiamo nulla di questo posto! -- Roz sospirò -- Imparerete a conoscerlo da soli, vi ricordo che anche io sto correndo un rischio enorme, se Percy verrà eliminato sparirò anche io e voi due resterete qui per il resto dei vostri giorni. -- Il dio sollevò una mano e i tre semidei si ritrovarono all'interno della foresta. -- Praticamente dovremmo sopravvivere cinquanta giorni terrestri in questo luogo? -- Flavius annuì -- A quanto pare. Cominciamo col cercare delle provviste o moriremo di fame. -- Cominciarono a cercare qualche frutto o animale ma cosa poteva mai esserci da mangiare in un posto simile? Percy rimpianse la mancanza di Dràkon, il goblin era un cacciatore nato, Flavius scortava i due semidei facendo da guardia alle loro spalle, Annabeth strappò una foglia grande quanto lei e poi con dei pezzi di legno intrecciò una specie di cesto, poi raccolse un ramo caduto e lo infilò nel cesto, Percy trovò un arbusto con delle bacche appese, ne raccolse qualcuna e la mostrò ad Annabeth -- Prendine qualche altra, più tardi vedrò se sono commestibili o meno. -- Una sfuggì di mano al semidio, appena toccò terra esplose generando una nube di fumo che costrinse i tre semidei ad allontanarsi -- Ok forse non sono commestibili...Infilale comunque nel cesto, potrebbero tornarci utili contro qualche mostro. -- Il semidio infilò una manciata di bacche esplosive nel cesto, i tre si addentrarono ancora di più nella selva, sembrava un mondo abbastanza normale se non per il fatto che tutto fosse gigantesco, incontrarono un paio di ratti con le squame da serpente ma non furono attaccati. Di colpo Percy inciampò in una corda e cadde di faccia per terra -- Jackson attento a dove metti i piedi. -- Flavius lo aiutò a rialzarsi, -- Ma cosa sarebbe questa... -- Rimase in silenzio appena lo vide, un ragno gigantesco, aveva un diametro di almeno una decina di metri e delle fauci capaci di divorare un leone, il semidio si voltò verso Annabeth e vide che la semidea era letteralmente sbiancata. Flavius estrasse Drakum, mise lo scutum in avanti e caricò, il gigantesco ragno provò a colpirlo con una zampata, il semidio parò il colpo e conficcò la lama in uno degli otto occhi del ragno, la creatura sibilò e saltò addosso a Flavius, il semidio mise lo scutum sopra la testa e con una forza straordinaria riuscì a resistere all'impatto e a scaraventare il ragno per terra. Flavius stava riuscendo a tenere testa al mostro ma da solo non poteva mai farcela, Percy trasformò Vortice in Flagello e lo sbatté con forza sul suolo, la terra cominciò a tremare e una voragine inghiottì lo spaventoso aracnide.

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Capitolo 74
*** La dimensione Omega ***


Percy


La mattinata passò velocemente e nel tardo pomeriggio arrivò anche Flavius, il centurione salutò il figlio di Poseidone, era diventato leggermente più muscoloso dall'ultima volta che si erano visti. -- Chi non muore si rivede! -- Percy sorrise -- Anche io sono felice di rivederti. Immagino tu sappia già tutto. -- Flavius tornò serio ed annuì -- Sì, Roz mi ha detto tutto. A quanto pare domani viaggeremo in un'altra dimensione...Reyna mi ha chiesto di portarti questa. -- Aprì la mano e gli diede una spilla a forma di aquila, il simbolo di Roma. -- È una spilla magica, ti salverà la vita, lo sento. -- Percy ringraziò e la mise in tasca, l'avrebbe appesa all'armatura. La serata passò tra i vari racconti di ciò che gli era accaduto, stava per ritirarsi ed andare a dormire quando Zahra gli si avvicinò e lo baciò, lui stava per replicare quando lei lo bloccò -- Lo so, tu hai Annabeth e l'ami per davvero, dovevo farlo almeno una volta, scusami. -- e in pochi secondi scomparve nelle tenebre, il semidio si ritirò nella casa per i figli di Poseidone, si mise nel letto e provò ad addormentarsi, ci riuscì con qualche difficoltà, sognò delle ombre, queste ridevano tra loro, non avevano una forma precisa, cambiavano ogni secondo. -- Percy Jackson e così tu e occhi dolci verrete qui per cercare di fermare Urano? -- Percy aggrottò la fronte -- Occhi dolci? -- le due ombre scoppiarono a ridere -- Sì, chiamiamo così Roz quando ci prova con qualche umana. -- Percy rimase a fissare le due ombre -- Ma voi chi sareste? -- Una delle due sembrò fissarlo -- Per ora chi siamo non ti serve saperlo, ci rivedremo nella dimensione Omega Percy Jackson, a presto. -- Il sogno scomparve e i raggi del sole svegliarono il semidio, Percy si alzò, il grande giorno era arrivato, si lavò e indossò l'armatura per poi appendere la spilla magica al petto. Uscì dalla casa e si diresse verso il centro del campo, ad aspettarlo c'erano Annabeth, Flavius e Chirone mentre Nico e Zahra osservavano da lontano. Chirone si fece avanti -- Percy, come creerai il portale? -- Il semidio fece spallucce -- Non lo creerò io ma Roz. -- "Roz svegliati!" nessuna risposta. -- Sto provando a chiamarlo. -- "Roz razza di dormiglione svegliati!" Nel frattempo anche altri semidei si stavano radunando per assistere alla creazione del portale, dopo dieci minuti di inutili tentativi per contattare Roz, Percy estrasse Vortice ed urlò -- Krànius! -- Inizialmente non successe nulla ma subito dopo un fulmine nero squarciò il cielo, la terra cominciò a tremare e i semidei si allontanarono spaventati, un turbine nero comparve al centro del campo, una folgore nera colpì il suolo spaccandolo in due e sollevando una nube di fumo che ricoprì l'intero campo mezzosangue, svanita la nube comparve un ragazzo dai capelli neri, carnagione pallida quanto un morto, spada nera appesa al fianco e avvolto in un mantello, Roz si era manifestato dopo milioni di anni. -- Buongiorno semidei, il grande momento è finalmente arrivato, siete pronti? -- I semidei ammutolirono e rimasero ad osservarlo in silenzio -- Beh che avete da guardare voi altri? Dannazione quanto non sopporto i mezzosangue! -- Strinse il pugno e generò una sfera nera, la scagliò nel cielo e aprì il palmo della mano facendola esplodere e generando il portale nero. Percy si avvicinò al portale -- Questo ci porterà nella dimensione Omega? -- Roz sorrise -- Esatto. -- I tre semidei si guardarono tra loro per circa un secondo, poi si decisero ed entrarono nel portale. Il portale si richiuse una volta entrato Roz, era un posto strano, si trovavano in un enorme tunnel nero che li stava portando chissà dove, di colpo il tunnel si fermò, i quattro continuarono a piedi e videro che il tunnel finiva nelle fauci di un enorme drago scheletrico. Il drago era colossale, avrebbe potuto inghiottire i quattro draghi in un sol boccone, dalle narici gli uscì un enorme fiamma e stava per puntare ai semidei quando Roz gli andò vicino e gli accarezzò il muso -- Questo è Megálos! Per farci entrare o uscire dalla dimensione Omega pretende la parola d'ordine che è malum. -- Appena Roz disse la parola d'ordine l'enorme spalancò le fauci e mostrò l'enorme lingua, Percy osservò meglio e notò un portale fatto di teschi. -- Dovremmo entrare lì? -- Roz sorrise -- Sì. -- Si arrampicarono sulla viscida lingua del dragone ed entrarono nel portale, questa volta non ci fu alcun tunnel ma si ritrovarono per terra, Annabeth si rivolse a Roz -- È questa la dimensione Omega? -- Roz saltellò dalla gioia -- Sì! Finalmente a casa! -- Percy si guardò intorno, la terra era di colore grigio, la foresta era formata da alberi giganteschi alti almeno una trentina di metri, il cielo era rosso ed enormi rapaci volavano circondati dalla nebbia. Flavius sguainò Drakum e si guardò intorno, sembrava nervoso, anche Annabeth sguainò Lefkó seguita da Percy con Vortice, Roz sembrava tranquillo, di colpo dalla foresta sbucarono tre enormi esseri, avevano il corpo di un cane ma la testa di un serpente e la coda di uno scorpione, i tre mostri lasciarono stare Roz ma attaccarono i tre semidei, Percy evitò d'un soffio le fauci della belva e rotolò di lato sfiorando il pungiglione, si rimise in piedi e attaccò, provò a decapitare il mostro ma quello saltò velocemente indietro e spruzzò contro il semidio dell'acido, una goccia di questo finì sull'armatura riuscendo a sciogliere il metallo in un secondo.

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Capitolo 75
*** Il guardiano del lago nero ***


Flavius


Secondo Annabeth erano passati almeno una trentina di giorni terrestri da quando Roz li aveva lasciati per metterli alla prova, i tre semidei avevano fatto progressi enormi, le divise ormai risultavano normali come peso e avevano cominciato a conoscere abbastanza bene le creature che abitavano quel posto. Annabeth aveva utilizzato la resistente ragnatela del ragno sconfitto tempo prima per creare un arco, come frecce utilizzavano ossi levigati. Si erano mossi parecchio dal punto di partenza ma ricordavano perfettamente la strada anche grazie ad una specie di mappa realizzata sempre dalla semidea, avevano lasciato la folta foresta e adesso si trovavano in un territorio di montagna, Flavius stava a guardia del piccolo rifugio che avevano realizzato, un movimento nei cespugli attirò l'attenzione del semidio, prese un sasso e lo lanciò nel cespuglio, un demone grigio spuntò fuori, erano creature che avevano già incontrato qualche giorno ed erano poco amichevoli, il demone provò a colpire con il forcone il centurione ma questo si calò velocemente e colpì con un calcio all'addome il nemico che arretrò leggermente, Flavius passò all'attacco e con una finta fece sbilanciare il demone per poi affondargli Drakum nel petto e disintegrarlo, altri due spuntarono fuori, il semidio scagliò contro i due assalitori una bacca esplosiva e attaccò, il fumo generato dalla bacca distrasse i due nemici che finirono trapassati uno dopo l'altro. Poco dopo tornarono anche Percy e Annabeth, i due semidei sembravano piuttosto allegri -- Flavius prova questa! -- Percy gli diede una roccia -- Vuoi che mangi una roccia? -- Il semidio rise -- Tu assaggia! -- Flavius decise di fidarsi è l'assaggiò, era un po' dura ma una volta rotta usciva una vera e propria palla di miele -- Però, niente male. Dove l'avete trovata? -- Questa volta fu la semidea a rispondere -- Più avanti, crescono su degli alberi di pietra, una è caduta in testa a Percy e si è rotta! -- Flavius rise, ecco spiegato il bernoccolo sulla testa del semidio -- Ascoltate, dobbiamo spostarci di zona, non possiamo restare fermi troppo a lungo in un luogo o potremmo finire in qualche imboscata. -- Percy annuì -- Hai ragione, meglio spostarci. -- smantellarono l'accampamento e ripresero la marcia, passarono attraverso un sentiero roccioso, evitarono un paio di mostri e trovarono un lago di colore nero, Flavius si avvicinò un po' troppo, un essere mostruoso uscì dal lago nero, era alto un paio di metri, corporatura muscolosa e sembianze umane, aveva la pelle verde e la testa di un alligatore, il mostro sguainò la sciabola e attaccò. Flavius parò a stento il colpo e fu costretto a retrocedere, il nemico possedeva una forza straordinaria, riuscì a sferrargli un pugno al volto talmente forte da farlo volare per un paio di metri, stava per utilizzare la coda che terminava con un aculeo di ferro quando intervennero Percy e Annabeth, la semidea parò il colpo mentre il semidio provò a colpirlo con un affondo al petto ma la creatura era incredibilmente agile e con un salto scavalcò i tre semidei per poi sferrare un calcio alla caviglia del figlio di Poseidone e farlo cadere a terra. Flavius si rialzò e senza pensarci due volte caricò il mostro, lo colpì con una gomitata in pieno volto per poi affondargli Drakum nell'addome ma il nemico era una vera e propria macchina da guerra, afferrò la lama e la estrasse per poi riuscire ad afferrare il centurione per il collo e scaraventarlo contro una roccia, il rumore dello scontro attirò un paio di predoni che però non si erano accorti dell'enorme mostro, i due predoni attaccarono Annabeth, la semidea parò entrambi i colpi ma mentre stava per attaccare vide la punta metallica della coda del mostro sbucare dalla pancia di uno dei due, quello si voltò stupito per poi accasciarsi di colpo, l'altro provò a scappare ma il mostro gli attorcigliò la coda insanguinata intorno al collo strangolandolo in pochi secondi. Flavius si rialzò dolorante e vide Percy ed Annabeth affrontare il mostro, estrasse un pugnale dalla cintura e lo scagliò, questo si conficcò nel collo della belva che ruggì infuriato e i due semidei ne approfittarono per trapassarlo al cuore e al petto, il mostro finalmente si accasciò a terra morto. -- Ricordiamoci di non avvicinarci più ai laghi di petrolio. -- I tre si allontanarono dal lago nero e scalarono una piccola collina -- Io direi di fermarci qui. È un punto alto e da qui possiamo vedere tutto ciò che succede sotto, Annabeth accendi un fuoco e procurati delle pietre da usare per le fionde, Percy tu aiutami a sistemare l'accampamento. -- Percy e Flavius scaricarono i materiali per rifare le tende, conficcarono i pali nel terreno per poi metterci dei tronchi sopra e ricoprirli con le enormi foglie, era un rifugio di fortuna ma li proteggeva dal maltempo che ogni tanto si abbatteva su quella terra dimenticata dagli dei. Finirono di accendere il fuoco e preparare le tende, divorarono ciò che erano riusciti a procurarsi e decisero di stabilire i turni di guardia -- Due volte fa è stato Percy a fare la guardia, l'altra volta Annabeth quindi ora tocca a me. A metà turno do il cambio a Percy. -- I semidei concordarono e andarono a riposarsi mentre Flavius prese l'arco, si mise sulla piccola torre di guardia e cominciò ad osservare l'intera area.

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Capitolo 76
*** I guerrieri scheletro ***


Annabeth


Il tempo passava e ormai mancava veramente poco al termine del lungo giorno nella dimensione Omega, i tre semidei erano riusciti a sopravvivere fino a quel momento, stavano cominciando a tornare al punto di partenza dove avrebbero trovato Roz, abbandonarono il paesaggio montuoso che gli aveva accompagnati all'inizio dell'avventura, passarono sotto un tronco caduto per poi saltare un ruscello di color viola. Sentirono un rumore a distanza e subito misero mano alle lame, si bloccarono per riuscire a distinguere meglio ogni suono, si sentirono dei passi, poi di colpo una nube di fumo coprì la vista dei tre semidei, si sentirono delle spade cozzare, Annabeth sentì Flavius ruggire per poi sguainare Drakum e attaccare, la semidea non riusciva a vedere bene a causa del fumo, vide una luce andare verso di lei così la colpì con la spada d'osso di drago, le due lame si scontrarono, il fumo cominciò a calare e la semidea vide il suo avversario, era uno scheletro incappucciato, questo brandiva una spada enorme, Annabeth parò un colpo diretto al fianco, tentò una finta ma il nemico non ci cascò e mise una mano in direzione della semidea mandandole contro un turbine di energia e facendo cadere per terra, riuscì a mantenere la presa sulla spada, sferrò un calcio alla caviglia del nemico tentando poi di decapitarlo ma questo fu incredibilmente agile, schivò la lama e sferrò un calcio al volto della semidea per poi colpirla con forza con un pugno alla pancia, Annabeth si impose di ignorare il dolore, afferrò la testa dello scheletro e con tutta la forza che poteva gli sferrò una ginocchiata sul teschio. Lo scheletro però resistette al colpo ed estrasse dal mantello un pugnale che scagliò contro la semidea che a sua volta poté soltanto proteggersi con il braccio, il metallo si conficcò nel braccio sinistro della ragazza che non riuscì a trattenere un urlo di dolore, lo scheletro sogghignò e provò ad affondarle la lama al collo ma Annabeth si abbassò in tempo e con un movimento talmente rapido da non poter essere visto decapitò il nemico. Si voltò per vedere come stavano Percy e Flavius e notò il corpo di un altro scheletro decapitato mentre i due semidei stavano affrontando tre nemici, i due combattevano spalla a spalla, Percy aveva una ferita alla gamba mentre Flavius era quello più in difficoltà, con una mano si teneva il fianco ricoperto di sangue mentre con l'altra maneggiava Drakum. Annabeth passò all'attacco, sferrò un calcio alla schiena di uno degli scheletri mandandolo per terra, il nemico si staccò una costola e la scagliò contro la semidea che si calò in tempo evitando l'osso, riuscì a tagliare un braccio al nemico ma questo nemmeno se ne accorse e la colpì con una testata in faccia per poi sferrarle un calcio al fianco, sollevarla e scaraventarla ad una decina di metri di distanza, la semidea sbatté con violenza per terra si riprese in tempo per schivare la lama e colpire con una gomitata il nemico al volto per poi decapitarlo. Nel frattempo Percy aveva decapitato il suo avversario e stava aiutando Flavius, i due attaccarono contemporaneamente, il nemico schivò la prima lama e parò la seconda, colpì con forza Flavius all'addome facendogli sputare sangue ma sbagliò perchè Percy ne approfittò per decapitarlo. Annabeth aveva ancora il pugnale conficcato, lo estrasse e ci mise una benda di fortuna sopra per poi fasciare il fianco a Flavius e la gamba a Percy, quei cinque li stavano sicuramente seguendo da un po' di tempo ed Annabeth questa volta aveva davvero temuto il peggio. I tre semidei ripresero a fatica la marcia verso Roz, le ferite riportate nello scontro non erano gravi ma rallentavano parecchio e in una terra sconosciuta come quella era meglio mettersi al sicuro il prima possibile, sopratutto perchè non sapevano cosa portava la notte in quel posto. Uno stormo di rapaci senza testa li accolse, ormai mancava veramente poco all'arrivo, superarono un albero completamente carbonizzato, si guardarono intorno e notarono uno scenario di distruzione apocalittico, l'intera zona sembrava essere esplosa e ovunque c'erano tracce di distruzione, Annabeth sentì un rumore e poco dopo un fulmine nero si abbatté su una roccia disintegrandola, si voltò nella direzione dove era stato scagliato il fulmine e vide Roz. Il dio li guardò per poi sorridere -- A quanto pare siete sopravvissuti, un po' ammaccati ma ci siete riusciti. Riposatevi e riprendete le forze, le prossime ore vi attenderà l'addestramento più duro che abbiate mai affrontato. C'è una grotta lì. -- Indicò l'entrata e i tre semidei si avviarono, una volta entrati Annabeth notò che la temperatura lì dentro era glaciale, accese un fuoco ma appena comparve la fiamma dal nulla si materializzarono una decina di pipistrelli, avevano due enormi zanne che spuntavano dalle fauci e occhi rosso sangue, le creature attaccarono, Annabeth sguainò Lefkó e ne affettò uno, anche Percy e Flavius attaccarono, uno riuscì ad evitare la lama e ad affondare le zanne ma il kimono resistette e la semidea tagliò in due il nemico, un altro provò a mordere Percy al collo ma Annabeth gli affondò la lama nel petto uccidendolo sul colpo. Da fuori si sentì Roz -- Ogni volta che accenderete il fuoco dovrete affrontare un avversario diverso, questo per farvi capire che ogni scelta che prenderete una decisione avrà sempre oltre ad un effetto positivo anche uno negativo. In questo caso non avrete più freddo ma siete stati attaccati, sta a voi decidere quale scelta ha un minore effetto negativo. -- I tre semidei sospirarono e poco dopo si addormentarono riscaldati dal fuoco, a breve sarebbe cominciato l'addestramento ed al termine di questo avrebbero dovuto affrontare Urano.

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Capitolo 77
*** Tre semidei alla prova ***


Percy


Il semidio si risvegliò nella caverna, Flavius era già sveglio mentre Annabeth dormiva ancora, Roz entrò nella caverna per chiamarli svegliando anche la semidea, i tre uscirono dalla caverna e si diressero nella zona dove Roz gli aveva detto di dirigersi, si arrampicarono sulla piccola altura, il semidio ammirò il cielo, la notte diventava verde spettrale, arrivarono alla cima della collina e trovarono il dio equipaggiato con la sua armatura e Krànius sguainato. -- Da adesso comincia il vero addestramento, come prima cosa però voglio vedere i progressi che avete fatto. Attaccatemi tutti e tre insieme e andateci pesante! -- I tre non se lo fecero ripetere due volte, Flavius ️ attaccò da destra, Annabeth da sinistra mentre Percy lo attaccò frontalmente, il dio si fece comparire nella mano sinistra una seconda lama e attaccò sorprendendo i tre, Percy si bloccò mentre gli altri due affrontavano Roz che sembrava non avere alcuna difficoltà a tenerli testa, il figlio di Poseidone attaccò, fece una finta diretta al fianco del dio per poi deviare la traiettoria e mirare al petto ma Roz evitò la lama con un salto indietro per poi colpirla con un calcio, il semidio non riuscì a mantenere la presa e Vortice volò, gli altri due videro che Percy era disarmato e così intensificarono i colpi, un calcio in pieno petto fece volare Flavius mentre la semidea riuscì parare il primo colpo, provò a contrattaccare ma finì con la lama nera puntata alla gola. -- Vedo che al peso del kimono vi siete abituati alla perfezione, come percezione anche ma restate ancora troppo lenti, da un lato deriva dalla vostra natura umana ma si può porre rimedio. Adesso vi affronterò uno alla volta disarmati. Dovrete imparare a cavarvela in tutti i tipi di scontri. -- Flavius si fece avanti, i due nemici si studiarono per poi attaccare entrambi, il centurione mirò al volto, Roz schivò il colpo, superò la guardia e gli assestò un pugno al mento, Flavius non si dette per vinto, riuscì ad afferrare il braccio del dio e lo scaraventò via per poi colpirlo con una ginocchiata al petto, il nemico però quasi non se ne accorse e colpì il centurione con una gomitata al volto per poi sferrargli un calcio in faccia e spedirlo per terra, il romano rotolò di lato e con un salto si rimise in piedi, furioso colpì il dio al mento per poi assestargli un calcio alla caviglia e farlo cadere, Roz si rimise in piedi con una velocità disumana, corse contro il semidio per poi saltare e scavalcarlo, finì alle sue spalle e veloce come un fulmine strinse il gomito al collo del nemico, Flavius lo colpì con delle gomitate all'addome ma fu tutto inutile, Roz per quanto non sembrasse era una vera e propria roccia -- Avanti ammetti la sconfitta o sarò costretto ad eliminarti. -- Flavius non volle arrendersi e colpì la gamba del dio che fu costretto a mollare la presa, il semidio lo colpì con forza al volto ma Roz rise -- Cosa credete di fare con questi pugnetti? Ad Urano con questi colpi non farete nemmeno il solletico! -- Il dio schivò rapido un altro colpo per poi assestare un pugno all'addome del semidio facendo piegare in due dal dolore per poi colpirlo con un calcio al volto e spedirlo a faccia a terra. -- Bene, il primo è al tappeto, chi vuole essere il secondo? -- Stava per andare Annabeth ma Percy la fermò -- Lo affronterò io, magari riuscirò a stancarlo un po'. -- Roz sorrise -- Bene, fatti sotto Percy Jackson e mostrami cosa sai fare. -- Percy attaccò immediatamente, corse verso l'avversario e mentrè Roz stava per contrattaccare lui scivolò, il dio fece appena in tempo a saltare ed evitare di venire travolto, Percy si rimise subito in piedi e mirò con un calcio al volto del dio ma si abbassò ed evitò il colpo, Roz provò ad attaccare ma il semidio parò il pugno per poi colpirlo con tutta la sua forza al volto, il dio rimase per un secondo stordito e quel secondo fu utile a Percy, lo colpì con un calcio in faccia per poi spedirlo a terra, gli bloccò le gambe e cominciò a tempestarlo di pugni, il dio però riuscì a colpirlo con una testata in faccia per poi liberarsi dalla presa e colpirlo con un pugno allo zigomo destro, il semidio non fece in tempo a parare il colpo successivo, un calcio lo raggiunse al petto mandandolo a terra, riuscì ad alzarsi ed evitare un altro calcio per poi contrattaccare e colpirlo con le nocche in faccia, Roz ruggì e non si accorse nemmeno del secondo pugno, infuriato colpì con una forza spaventosa Percy al volto per poi sollevarlo in aria e scaraventarlo contro un albero, il colpo fu violento e il semidio per qualche secondo perse i sensi, si ritrovò con Roz che lo sollevava per il collo del kimono -- Allora? Ti arrendi o devo sistemare per le feste anche te? -- Percy non rispose e colpì con un calcio il dio al petto ma questo non sembrò risentirne e gli assestò una ginocchiata all'addome per poi colpirlo con un pugno al volto e farlo sbattere di nuovo contro l'albero ormai privo di sensi. Quando tornò in sé si ritrovò nella grotta con il fuoco acceso e Roz che li sorvegliava, notò che Flavius e Annabeth erano ricoperti di lividi, provò ad alzarsi ma ogni muscolo gli doleva, il dio gli sorrise e solo allora Percy notò l'occhio nero -- La tua ragazza è una vera furia, appena sei svenuto mi ha assalito e tempestato di calci e pugni, sembrava non sentire affatto i miei colpi. Comunque non sentirti frustato, avete combattuto bene e perso con onore, non è stata una coincidenza che abbia chiesto a tutti voi di arrendervi, volevo mettervi alla prova e tutti l'avete superata, nessuno si è arreso. Adesso riposate, vi ho lasciato dei frutti guaritori, vi rimuoveranno un po' di lividi e allevieranno il dolore, a dopo Percy. -- Il semidio sorrise e si abbandonò al sonno addormentandosi immediatamente.

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Capitolo 78
*** Allenamento ***


Percy


Si risvegliò e mangiò un paio di frutti della guarigione lasciando gli altri ad Annabeth e Flavius che si erano anche loro appena svegliati, il dolore si alleviò e molti lividi scomparvero. -- Dannazione, ieri ci è andato pesante. -- Flavius si stava massaggiando le braccia, Percy concordò -- Già e da quel che ha detto questo sarà anche poco...Oggi vedremo. -- Annabeth gli sorrise e il semidio ricambiò il sorriso ripensando all'occhio nero di Roz, i tre semidei divorarono il cibo che li aveva lasciato il dio e uscirono fuori dalla grotta. Roz li stava aspettando appollaiato su un albero -- Cari semidei la lezione di oggi sarà piuttosto dolorosa e complessa. Ieri ho voluto soltanto mettervi alla prova, oggi ci occuperemo di affinare i sensi e la percezione, questo è un allenamento che faremo ogni giorno finché non sarò soddisfatto dei progressi che farete. -- Schioccò le dita e una benda comparve in mano a tutti e tre i semidei. -- Dovrete metterle sugli occhi, vi scaglierò delle folgori, piuttosto deboli in modo da non uccidervi, dovrete evitarle da bendati sentendo il rumore. Oggi saranno più rumorose, con il passare dei giorno diventeranno quasi impercettibili. Ah dimenticavo di dirvi che mirerò anche vicino a voi e non per forza a voi. -- Flavius ed Annabeth si misero le bende, poco dopo la mise anche Percy. -- Tre, due, uno...Si comincia! -- Il semidio sentì un rumore e poco dopo la folgore si schiantò, ne susseguì una seconda e sentì Flavius urlare di dolore, le folgori aumentarono e sentì una avvicinarsi a lui, si calò in tempo evitandola, non fu altrettanto agile con la seconda che lo beccò alle gambe fulminandolo, poco dopo anche Annabeth fu colpita, sentì un'altra andargli contro e si scansò in tempo. Era incredibilmente difficile, nonostante le folgori fossero rumorose sembravano tutte andargli contro ed un paio di volte fu colpito proprio perchè si era spostato inutilmente, un'ennesima folgore si avvicinò e il semidio la evitò scansandosi, continuarono ad evitare saette per un bel po' di tempo finché Roz non si fermò. -- Per oggi può bastare, non posso lamentarmi siete andati piuttosto bene. Siete un po' bruciacchiati, vi darò trenta minuti di tempo per riposarvi, dopodiché vi mostrerò cosa dovrete fare. -- Percy si tolse la benda e si sedette per terra esausto, erano stati ore a schivare saette, guardò Annabeth e Flavius, anche loro sembravano stanchi, la mezz'ora di riposo passò in fretta e Roz ricomparve. -- Eccomi, come secondo esercizio di oggi dovrete indossare queste scarpe e farvi una camminata fino a me. -- Schioccò le dita e ai piedi dei tre semidei comparvero un paio di scarpe apparentemente normali con il numero venticinque scritto sui lati. Percy aggrottò la fronte -- Ci stai prendendo in giro? -- Roz sorrise -- Niente affatto, avanti procedete. -- I tre semidei fecero per alzare i piedi ma un enorme peso li tenne agganciati al suolo e solo allora Percy capì, il numero venticinque stava a significare che una sola scarpa pesava venticinque chili. Fu Annabeth a lamentarsi -- Ma sei impazzito? Come facciamo a muoverci con queste! -- Roz rise -- Su avanti, finitela di lamentarvi, non mi va di finire eliminato da Urano solo perché tre semidei brontolano in continuazione. -- Perché guardò Annabeth e decise che se era per salvarla avrebbe fatto qualunque cosa, sollevò il primo piede e poi il secondo, Roz era ad una decina di metri di distanza, riuscì a fare un terzo passo e notò che anche gli altri due si erano cominciati a muovere, Flavius era ad un metro di distanza, Percy continuò a camminare, si asciugò la fronte imperlata di sudore e fece un altro passo, non seppe quanto tempo ci mise ma alla fine arrivò dal dio preceduto da Flavius e seguito da Annabeth. -- Ci avete messo esattamente venti minuti, devo dire che mi aspettavo di peggio ma dovremo riuscire ad almeno dimezzare questo tempo. Riposatevi un po', dopo ci alleneremo un po' nella lotta a gruppi di due, Flavius ed Annabeth contro me e Percy. -- Sì riposarono una decina di minuti per poi disporsi. -- Via! -- I due attaccarono mentre Percy e Roz rimasero sulla difensiva, Flavius si lanciò con tutta la sua furia contro il dio, il figlio di Poseidone fu attaccato da Annabeth, la semidei riuscì a sferrargli un calcio in pieno volto che lo stordì per qualche secondo, si riprese in tempo per schivare un pugno diretto alla faccia, contrattaccò mirando all'addome ma la semidea parò il colpo e gli sferrò una ginocchiata sul mento per poi colpirlo con un pugno alla pancia, Annabeth era sempre stata una guerriera fuori dal comune ma una forza simile era troppo persino per lei, il semidio ci mise un po' a notare lo scintillio negli occhi della semidea, era lo stesso che le era comparso nello scontro con Galbatorix, la benedizione di Atena. Il semidio parò a fatica un pugno diretto alla faccia per poi colpire Annabeth alla caviglia facendola cadere a terra, la semidea si rialzò in fretta e Percy fu costretto a tornare sulla difensiva, schivò un destro per poi bloccarle le braccia ma Annabeth gli diede un calcio alle gambe riuscendo a liberarsi e lo colpì con una gomitata al volto, Percy barcollò per qualche secondo beccandosi una scarica di pugni che lo spedì al tappeto. Stava per rialzarsi quando la semidea gli sorrise e si diresse contro Roz che nel frattempo aveva steso Flavius.

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Capitolo 79
*** Il quinto girone ***


Percy


Da quando erano entrati nella dimensione Omega erano passati ben centoquaranta giorni terrestri, l'addestramento con Roz era diventato un vero e proprio inferno ma i tre semidei avevano fatto progressi enormi. Ormai percepire e schivare i fulmini da bendati era diventato uno scherzo e con le scarpe appesantite ormai ci correvano pure, gli allenamenti venuti dopo erano stati molto più duri. -- Semidei, avete ricevuto un addestramento che avrebbe ucciso qualunque comune semidio. Urano sta per risorgere, manca davvero poco. Annabeth e Flavius, voglio mostrarvi gli enormi miglioramenti che avete fatto in questi giorni. -- Il dio sollevò le mani verso il cielo e dal terreno spuntarono sei scheletri armati di lame. -- L'ultima volta che li avete affrontati ve la siete vista brutta, vediamo i miglioramenti. Percy mi raccomando non intervenire. -- Il semidio annuì mentre gli altri due semidei sguainavano le lame, gli scheletri attaccarono, Annabeth veloce come un fulmine schivò la prima lama e con un pugno al volto gli spaccò la testa, il secondo provò a colpirla all'addome ma la semidea parò la lama e con un fendente decapitò l'avversario. Flavius dopo che aveva abbattuto uno scheletro sferrò una gomitata in faccia ad un altro per poi colpire con il forte della lama il teschio del terzo ed eliminarlo mentre Annabeth faceva lo stesso con l'ultimo. Roz sorrise -- Eccellente. Flavius ed Annabeth, tra poco dovrete tornare nella vostra dimensione, voglio che sappiate una cosa, non so a che ore risorgerà Urano ma dovrete trattenerlo a tutti i costi per un giorno. Il vostro livello attuale è impressionante ma contro una furia del genere non sperate di vincere, dovrete usare ogni briciolo di energia a vostra disposizione per dare il tempo a Percy di completare l'addestramento. Prima di creare il portale vi darò delle divise nuove, avranno la stessa resistenza di queste ma saranno anche più leggere dei comuni abiti umani. Queste che vi ho dato erano semplicemente per allenarvi. -- Schioccò le dita e una nuova divisa comparve addosso ai due semidei, per Annabeth la divisa era bianca mentre per Flavius rossa. Sembrava una comunissima armatura con il simbolo di Roz, i due restarono stupiti -- È leggerissima! -- Il dio sorrise -- Mi fa piacere che vi piacciano. -- Chiuse il pugno e pochi secondi dopo comparve il portale che li aveva accompagnati nella dimensione Omega. -- Flavius ed Annabeth sappiate che da voi dipenderà il destino del pianeta, se fallirete...L'addestramento di Percy non servirà a nulla. Buona fortuna. -- Annabeth si avvicinò a Percy e lo baciò, il semidio la strinse a sé -- Sta attenta. -- Annabeth sorrise -- Va bene. -- Si staccarono e i due semidei si avviarono verso il portale e una volta entrati sparirono. Roz sospirò -- Da adesso Percy avremo cento giorni terrestri per affinare la tua tecnica e per farti scoprire l'ultimo potere dell'oceano. Tu in realtà lo hai già in parte scoperto ma al momento il tuo livello è insufficiente. Io non sono ancora riuscito a risvegliare a pieno i miei poteri e per questo avrò bisogno di altro tempo per questo dovrà essere necessario che tu scopra l'ultimo potere dell'oceano in tempo per la battaglia in modo da riuscire ad intrattenere Urano fino al mio arrivo, con i miei poteri al massimo e un nemico che comunque avrà già usato una buona dose di energia avremo qualche possibilità. Gli dei dell'Olimpo spereranno che io, te ed Urano finiamo per eliminarci a vicenda per questo non avremo altri aiuti. È il momento che tu Perseus Jackson conosca il mondo degli dei, seguimi. -- Il dio chiuse il pugno e comparve un portale -- Devi sapere che la dimensione Omega è suddivisa in vari strati o gironi, il primo ed il secondo sono quelli base dove si trovano gli errori di creazione ovvero creature come i Doski che sarebbero i segugi che ho evocato appena entrati nella dimensione. Nel terzo girone troviamo dei minori come gli dei della nebbia o del fuoco oltre a stregoni esperti nell'uso della foschia. Nel quarto girone finiscono tutti coloro che vengono uccisi nella dimensione Omega, dal quinto girone la situazione comincia a farsi pericolosa perchè entriamo nel regno delle ombre e da questo girone in poi ci sono solamente creature immortali. Il sesto è il mio girone, qui troviamo gli dei più pericolosi e potenti, dei della morte, della follia e molto altro. Oltre il sesto girone non si sa cosa ci sia ma si pensa ce ne siano altri tre. Noi andremo ad allenarci prima nel quinto girone e poi nel sesto, ti dico la verità, non so se sopravviverai in questi gironi quindi non dovrai mai allontanarti da me. -- Il semidio annuì e seguì Roz nel portale. In un secondo si ritrovarono in un luogo completamente diverso da quello precedente -- Questo è il quinto girone, il girone delle ombre. -- Percy si guardò intorno, una specie di sole verde illuminava la zona mantenendolo in un perenne tramonto, il semidio notò con la coda dell'occhio un movimento alle sue spalle, sguainò Vortice e si voltò, un'ombra umana camminava su una parete rocciosa, poco dopo ne sbucò un'altra, le due ombre si fermarono ad osservare Percy e Roz per poi scoppiare a ridere. Il dio sospirò -- Di miliardi di ombre che potevano capitarci ci sono capitati i due più idioti...Ti presento Los e Bos... -- Percy li guardò meglio e di colpo si ricordò di averli già visti in un sogno fatto prima di entrare nella dimensione Omega. Parlò l'ombra più alta -- Hey Jackson come va la vita? Ti ricordi di me? Io sono Los! Questo è mio fratello Bos! -- E diede una pacca sulle spalle dell'altro che nel frattempo rivolse l'attenzione a Roz -- Occhi dolci ne è passato di tempo! Vieni qui che ti abbraccio! -- Percy fissò Roz che intanto diventava rosso di rabbia mentre le due ombre tornavano a ridere, Los lo fissò -- Jackson noi due ti aiuteremo nel tuo allenamento. -- Percy si voltò verso il dio e vide questo annuire -- Vero, per quanto mi costi ammetterlo il loro aiuto è fondamentale. Sono due idioti ma sono anche guerrieri straordinari. --

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Capitolo 80
*** La rinascita ***


Annabeth


La semidea attraversò il portale e in un secondo si ritrovò nel campo mezzosangue insieme a Flavius. Alcuni semidei li videro arrivare e corsero a salutarli, tra questi c'era anche Reyna che si gettò tra le braccia del figlio di Marte. Poco dopo arrivarono Dràkon e Chirone, i due si fermarono a metà strada sorpresi. Fu il goblin a parlare -- Straordinario... -- Annabeth rimase sorpresa, non avevano nemmeno combattuto e Dràkon aveva già visto i progressi? -- Avete acquisito una sicurezza incredibile ed inoltre dai vostri movimenti si nota l'agilità acquisita. Percy invece? -- La semidea vide il portale richiudersi per poi tornare a voltarsi -- Percy arriverà domani. -- Chirone sembrava preoccupato -- Sbaglio o Urano rinascerà oggi? -- Flavius annuì -- Urano rinascerà oggi, il nostro compito è quello di guadagnare tempo per Percy, sta finendo l'allenamento e solo con lui avremo qualche possibilità. Anche se sarà veramente dura, non sappiamo i poteri di Roz al pieno dove arrivano ma dubito saranno al pari di Urano. -- Chirone li invitò a riposarsi, mentre camminavano Flavius ruppe il silenzio -- Come sappiamo dove rinascerà? -- Annabeth sorrise -- È logico che rinascerà qui, Gea fu sconfitta al campo mezzosangue e lui comparirà qui. -- I quattro continuarono a camminare in silenzio, la tensione in giro era enorme, se lei e Flavius avessero fallito sarebbe finita. Mentre attraversavano il portale, i due semidei avevano deciso di combattere uno alla volta contro Urano, quanto avrebbero resistito? Le ore passarono e il mattino lasciò la scena al pomeriggio, il sole picchiava forte e la tensione era alle stelle, stava per farsi un giro quando sentì una voce rimbombare nell'intero campo. -- L'ora della mia rinascita è giunta semidei! Riprenderò il controllo del mondo e tornerò ad essere il padrone del cielo! -- Quella voce era sicuramente di Urano, la semidea alzò lo sguardo e una luce squarciò in due il cielo, dallo squarcio comparve una figura che non aveva mai visto ma intuì che si trattava di Urano. La divinità scese dal cielo, aveva scelto una forma umana per mostrarsi ai semidei, il campo era avvolto in un silenzio di tomba, tutti assistevano all'ascesa, il dio atterrò e poggiò i piedi sul suolo, Urano era in piedi di fronte a loro. -- Vi sembra questo il modo di accogliere il più potente delle antiche divinità? So che avete sconfitto Gea, la cosa mi fa piacere ma sappiate che questo non vi salverà. Non avrò pietà per chi rappresenta gli dei dell'Olimpo e voi li rappresentate. Tuttavia ho deciso di divertirmi un po' e provare il mio potere, sono milioni di anni che non duello. -- Il dio mise una mano in avanti e una tromba d'aria fece volare un paio di semidei, Annabeth e Flavius si fecero avanti -- Ti affronteremo noi! -- Urano sorrise crudelmente -- Annabeth Chase, sembri sicura di te. -- La semidea stava per avanzare verso il nemico ma Flavius la fermò -- Comincerò io. -- Percy lo aveva preso in disparte e gli aveva chiesto di tenere il più possibile Annabeth lontana dai guai, la semidea sembrava stare per protestare ma poi accettò la decisione e si fece da parte. -- Bene, abbiamo un aspirante suicida! Tranquillo non ci andrò pesante da subito, voglio divertirmi un po'. -- Aprì il pugno e una lama azzurra gli comparve in mano, Flavius nel frattempo sguainò Drakum e si mise in guardia.

Flavius


Il semidio si preparò, perfettamente immobile in modo da non dare alcun indizio sulle sue future mosse. Urano attaccò, in un secondo lo raggiunse, provò ad affondare la lama nel petto ma Flavius si scansò in tempo e gli sferrò un calcio al volto talmente forte da farlo voltare per poi affondargli Drakum nell'addome. Il sangue cominciò a colare mentre il dio ruggì furioso, aprì il palmo della mano e la ferita si rimarginò, i due tornarono a scontrarsi ma questa volta Urano fu più prudente, Flavius parò un colpo diretto al fianco per poi provare a superare la guardia del nemico, mirò alla testa per poi deviare all'ultimo secondo ma il dio si scansò in tempo, parò un ennesimo affondo di lama con il forte del gladio e colpì con un pugno al volto il nemico che però non si demoralizzò e ricambiò con un colpo diretto al mento, Il semidio ignorò il pugno e lo colpì con un calcio al ginocchio per poi affondargli la lama nel fianco destro, l'avversario grugnì di dolore ma riuscì ad afferrare Flavius per un braccio e a scagliarlo ad un paio di metri facendolo atterrare sul suolo. Il semidio si rialzò, decise di usare uno dei trucchetti che gli aveva insegnato Roz, corse contro l'avversario per poi scavalcarlo con un salto all'ultimo secondo e mentre era in aria gli affondò la lama nel collo per poi atterrare alle spalle del nemico e sferrargli un calcio alla caviglia facendolo cadere. -- Maledetto semidio! -- Urano si rialzò infuriato e scagliò un fulmine contro Flavius che però lo schivò facilmente, il dio provò ancora ma fu tutto inutile, il romano si avvicinò rapido e gli sferrò una gomitata al volto per poi colpirlo con un calcio in faccia. -- Ma come è possibile che un semidio possa tenermi testa! -- Urano si infuriò ed attaccò, il primo pugno colpì Flavius alla pancia mentre il secondo ad uno zigomo, il semidio però mantenne la concentrazione e schivò un terzo colpo per poi sferrargli una ginocchiata all'addome e successivamente colpirlo con un destro sul naso. Urano sorrise -- Niente male ma sappi che sto soltanto giocando, direi di aumentare leggermente la difficoltà, che ne dici? -- Flavius sorrise -- Ottima scelta, così non mi sto divertendo. -- Il dio chiuse gli occhi e il cielo che fino a quel momento era stato sereno, divenne scuro.

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Capitolo 81
*** In difficoltà ***


Flavius

Il cielo si oscurò e la tempesta squarciò il cielo, Urano sorrise e attaccò, il semidio fu sorpreso dal cambio di velocità del nemico e finì colpito da un calcio all'addome, cadde a terra rotolando di lato ed evitando la lama del dio, Flavius si rimise in piedi e tentò un fendente diretto al collo ma il colpo venne parato e fu costretto a tornare sulla difensiva per evitare di ritrovarsi la lama azzurra nelle costole, scartò di lato ma l'avversario si calò in tempo evitando l'affondo e lo colpì con una forza straordinaria all'altezza dell'ombelico, il colpo fece piegare in due il semidio che si beccò una ginocchiata in faccia che lo stese per terra. Gli uscì del sangue dal labbro ma non se ne curò, si rialzò e sorrise -- Davvero interessante. -- Il dio ringhiò ed attaccò nuovamente, Flavius scivolò volontariamente colpendolo alla tibia, l'avversario atterrò sul suolo ma si rialzò in fretta e provò a colpire il semidio al cuore ma la lama venne parata e subito dopo un pugno alla mandibola raggiunse il dio che ricambiò con un calcio al petto, i colpi erano diventati molto più pericolosi, il pugno di Urano venne deviato, Flavius superò la guardia nemica e gli assestò una gomitata al torace. I due rimasero a studiarsi per qualche secondo per poi tornare a lottare, il semidio schivò un calcio ma il nemico generò un fulmine e lo colpì in pieno, il colpo era forte ma l'armatura resistette, Flavius colpì con il pomo della spada la testa del nemico che reagì colpendolo con una potente gomitata al petto, il semidio boccheggiò per un secondo ricevendo subito dopo un calcio in pieno volto. Il figlio di Ares studiò il nemico, Urano stava cominciando ad abituarsi al suo corpo umano e a breve sarebbe diventato ancora più forte, doveva cercare di prendere tempo. -- Non dirmi che hai cambiato idea proprio adesso che sto cominciando a divertirmi. -- Il semidio sorrise e gli fece cenno con la mano di attaccare, Urano non se lo fece ripetere due volte e scagliò un paio di fulmini verso il nemico, Flavius schivò entrambe le saette che andarono a schiantarsi contro la casa dei figli di Apollo, una folata di vento lo investì facendolo schiantare alla parete, il dio attaccò tentando di colpirlo con la lama alla testa ma Flavius calò in tempo il capo evitando il metallo, non fu altrettanto veloce però ad evitare una ginocchiata in faccia, il colpo era di una forza strepitosa e per un secondo la vista gli si offuscò, provò a colpire il dio ma questo lo anticipò con una raffica di pugni al torace per poi afferrarlo per il collo dell'armatura e scagliarlo ad una decina di metri facendolo atterrare di schiena per terra. Flavius stava per rialzarsi quando un fulmine molto più potente del primo lo colpì, l'esplosione fu tremenda e nel luogo dello schianto si formò un enorme cratere. Il semidio si rialzò dolorante ma ancora intero, gli spallacci dell'armatura erano distrutti ma era ancora vivo e Urano ne sembrò sorpreso -- Davvero straordinario! Un comune semidio sarebbe finito fritto a quest'ora. -- Flavius non attese un secondo di più e passò al contrattacco, parò la lama del nemico per poi colpirlo con una testata in faccia, il dio cadde a terra e Flavius gli affondò Drakum nel petto, il nemico però estrasse la lama e gli assestò un pugno al mento per poi spazzarlo via con una folata di vento. Urano rimarginò lo squarcio mentre il semidio si riprendeva dal colpo subìto, combattevano da un po' di tempo ma Flavius ancora non era stanco, tuttavia il nemico stava diventando sempre più forte e a breve tenergli testa sarebbe stato impossibile. Strinse il manico del gladio preparandosi a parare il colpo del nemico, deviò un fendente diretto alla testa e ferì di striscio il dio al braccio che però neanche ci fece caso e con un rapido movimento calò la lama, miracolosamente l'armatura lo protesse finendo però tagliata al petto, il semidio ruggì e caricò il nemico che però riuscì a parare tutti i colpi e a colpirlo con le nocche al volto, il pugno stese Flavius per qualche secondo, provò a rialzarsi ma lo raggiunse un calcio al fianco che lo fece rotolare di lato, il semidio riuscì a rialzarsi in tempo ma un altro calcio lo raggiunse all'addome, parò la lama e tentò un affondo al cuore ma il dio parò facilmente il colpo per poi sollevare una mano, dopo pochi secondi un turbine di vento bloccò i piedi e le braccia del semidio. Urano camminò con tutta calma verso Flavius, appena arrivato gli assestò un pugno nello stomaco talmente forte da fargli sputare sangue, il dio rise e continuò a tempestarlo di colpi, il semidio provò a liberarsi ma fu tutto inutile, un altro pugno lo raggiunse al viso ed un altro ancora di nuovo allo stomaco. -- Andiamo semidio, non dirmi che è tutto qui quello che sai fare. Così però non c'è divertimento. -- spezzò le catene di vento e afferrò il semidio per i capelli mentre con l'altro braccio continuava a colpirlo all'addome, dopo che Flavius perse i sensi per un paio di volte lo scagliò con forza contro la casa dei figli di Ares sfondando la porta. Urano scoppiò a ridere -- Ti sembra il modo di entrare in casa figlio di Marte? -- Passarono alcuni secondi ma non arrivò alcuna risposta -- Mi sa che ci sono andato troppo pesante ma pazienza. Avanti il prossimo! -- Ogni muscolo gli doleva ma a fatica si rialzò, sentiva il sangue colargli sul volto, uscì dalla casa e strinse Drakum -- Sono ancora vivo, non è così facile farmi fuori. -- Urano rise -- Bene bene! Comincia il secondo round allora. In guardia semidio! -- E veloce come un fulmine attaccò.

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Capitolo 82
*** Aiuto ***


Flavius


Flavius parò il primo colpo per poi venire centrato in pieno da una saetta, Urano lo afferrò prima che cadesse a terra per poi colpirlo brutalmente allo stomaco e scaraventarlo al muro. Il semidio si rialzò ed attaccò, calò la lama contro il cuore del nemico ma questo parò facilmente e con un pugno al volto lo mandò a terra. Di questo passo il duello non sarebbe durato a lungo, si rialzò e tentò un affondo diretto al collo ma Urano si scansò evitando la lama e provò a colpirlo al petto, il semidio parò il colpo e con un po' di fortuna riuscì contrattaccando a conficcargli Drakum nel braccio. Urano ringhiò infuriato, rimarginò lo squarcio e schioccò le dita, subito dopo il vento si radunò e formò un enorme pugno in aria, il dio schioccò di nuovo le dita e il pugno si schiantò ad una velocità sorprendente contro il semidio che si mantenne in piedi a fatica, Urano tornò all'attacco e con un enorme salto scavalcò Flavius che provò a girarsi in temp ma si beccò una gomitata in faccia seguita da un pugno nell'addome, la vista gli si offuscò per qualche secondo, finì in ginocchio e il nemico lo colpì con una ginocchiata in faccia mandandolo al tappeto. Il semidio provò a rialzarsi ma ormai non gli rimaneva più alcuna forza e sbatté di nuovo a terra, gli doleva ogni muscolo, Urano sorrise divertito e cominciò ad avvicinarsi al semidio ormai inerme, gli posò il piede sul petto per poi cominciare a fare pressione sempre più forte, Flavius sentiva il petto in fiamme, cominciò a urlare di dolore sempre più forte mentre Urano si divertiva nel torturarlo. Sentì Reyna chiamarlo, provò a voltare la testa nella sua direzione ma ormai la vista stava cominciando ad abbandonarlo, in un tentativo disperato di liberarsi afferrò la caviglia del dio ma questo si liberò e gli schiacciò con forza la mano fratturandogliela, poco prima di perdere completamente i sensi sentì un forte rumore e poi tutto si oscurò.

Annabeth


La semidea trattenne a stento Reyna, Flavius era caduto e sembrava ormai inerme mentre Urano si avvicinava lentamente, il dio cominciò a colpirlo sempre più violentemente e le urla di dolore del semidio stavano facendo perdere il controllo a Reyna, lei la capiva, avrebbe fatto la stessa cosa se ci fosse stato Percy al suo posto. -- Reyna per favore fermati! Se andrai lì farai l'opposto di ciò che vuole lui! -- La semidea provò a liberarsi dalla stretta di Annabeth -- Lasciami andare devo fermarlo! -- Flavius le aveva detto di intervenire solo quando la situazione sarebbe stata davvero critica, in effetti il semidio era praticamente spacciato, doveva intervenire o sarebbe stata la fine. -- Andrò io Reyna. -- Annabeth fissò il pretore in lacrime che però annuì -- Va bene, buona fortuna Annabeth. -- La semidea lasciò libero il braccio di Reyna per poi dirigersi a grandi passi verso Urano che ignaro continuava a tempestare di colpi Flavius, il semidio provò ad afferrare la caviglia del nemico che però si liberò facilmente dalla presa e gli schiacciò con forza la mano, un debole lamento di dolore e poi il silenzio. Con un salto la semidea raggiunse Urano e lo colpì con tutta la sua forza con un calcio alla testa talmente forte da farlo finire con la faccia a terra, il dio si rialzò infuriato -- Vedo che qui qualcuno vuole fare la sua stessa fine! -- Annabeth non gli diede un secondo di più e veloce come un fulmine lo trapassò con Lefkó al cuore per poi assestargli una gomitata al volto, Urano rimase paralizzato per un secondo dalla sorpresa per poi rimarginare lo squarciò e prepararsi allo scontro. La semidea notò un leggero tremolio nelle gambe del nemico e capì che stava per attaccare, un secondo dopo le due lame si scontrarono, Urano mirò alla coscia ma Annabeth arretrò in tempo per poi contrattaccare e mirare al petto, il colpo venne parato dal forte della spada, il dio tentò di colpirla con una ginocchiata ma la semidea possedeva un'agilità straordinaria, evitò il colpo per poi trafiggerlo al collo e successivamente affondargli la lama nell'addome. Urano curò gli squarci e osservò meglio la semidea -- Davvero straordinaria, sei addirittura più agile dell'altro. Voglio metterti alla prova ed aumentare ancora un po' il mio potere, vediamo se resisterai! -- Un altro fulmine squarciò il cielo e il dio sorrise crudelmente -- Vediamo un po' quello che sai fare ragazzina! -- Con un salto finì a mezzo metro da Annabeth che arretrò leggermente, le due lame ricominciarono la loro temibile danza, cozzavano e si scontravano senza tregua, la semidea deviò un fendente diretto al fianco per poi provare a trapassare il dio al cuore ma questo non si fece trovare impreparato e parò il colpo, entrambi attaccarono contemporaneamente, la semidea finì con un lungo taglio al braccio non troppo profondo mentre Urano si ritrovò un leggero taglio alla guancia, il dio sorrise per poi scagliare una bufera contro la semidea che finì a terra per poi lanciarle contro una raffica di fulmini. L'armatura si crepò leggermente ma Annabeth resistette e si rimise in piedi per poi sorridere. -- Davvero interessante, adesso però ti mostro io qualcosa che troverai speciale! -- Strinse l'elsa della spada e una luce la circondò.

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Capitolo 83
*** Sbrigati Percy! ***


Annabeth


Un ennesimo fulmine rimbombò nel cielo, la semidea strinse l'elsa della spada mentre Urano la osservava incuriosito -- E questo cosa diamine significherebbe? -- Annabeth rimase impassibile per poi attaccare subito dopo, Urano fu agile e parò la lama per poi allontanare la semidea con una bufera, fu inutile perchè Annabeth riuscì ad atterrare in piedi e tornò ad attaccare, questa volta superò con agilità la guardia del nemico e gli squarciò la gola con la lama d'osso di drago per poi estrarre velocemente la spada e affondarla nel petto del dio che però rimarginò in fretta i due squarci e le scagliò contro due saette, la semidea schivò la prima ma la seconda la prese in pieno sbalzandola di una ventina di metri. Si rialzò leggermente ferita al braccio sinistro ma non ci fece caso, si avvicinò lentamente al dio e cominciò a studiarlo, il suo potere stava continuando ad aumentare e con il passare del tempo sarebbe finita nelle condizioni di Flavius che giaceva privo di sensi per terra, il tempo era a suo sfavore, tenere testa in uno scontro uno contro uno un avversario tanto potente per tutta la notte non era assolutamente semplice e l'unico che poteva eliminarlo era Percy, tutto dipendeva da lui e Roz. -- Beh allora? Non dirmi che hai cambiato idea e vuoi ritirarti! -- Annabeth sorrise, per il momento era in piene forze e poteva ancora tenergli testa, strinse il manico e corse verso il nemico che nel frattempo si stava avvicinando, la lama azzurra e la lama bianca tornarono a scontrarsi, la spada del nemico colpì la semidea al petto ma l'armatura resistette e la figlia d'Atena ne approfittò per farlo sbilanciare e affondargli la spada nel fianco. Il dio urlò di dolore e una tempesta di vento freddo travolse la semidea scaraventandola contro una parete, si riprese in tempo per parare l'affondo diretto all'addome e colpì il nemico con un calcio al volto per poi trapassarlo al cuore, un fiotto di sangue fuoriuscì dallo squarcio e Urano fu costretto a rimarginarlo. -- Non mi piace che il nostro pubblico non venga coinvolto e se ne stia impalato a non far nulla. -- Annabeth si allarmò -- Cosa hai intenzione di fare? -- Il dio sorrise e alzò una mano, uno stormo di grifoni comparve nel cielo, le belve attaccarono veloci come fulmini i semidei, la prima fila fu colta impreparata e venne travolta dalla furia dei nemici mentre i guerrieri della seconda e delle altre file cacciavano le armi e si preparavano a respingere gli assalitori che nel frattempo stavano circondando l'intero esercito di semidei. Urano rise talmente forte da far rimbombare la sua voce nell'intero campo -- Sto solo giocando figli degli dei! Se scatenassi la mia vera potenza voi sareste solo cenere! In guardia ragazzina! -- la bufera circondò Annabeth e il vento la strinse in una morsa di ferro, la stretta aumentò e la semidea fu quasi sul punto di perdere i sensi ma si impose di resistere, Urano nel frattempo rideva, si avvicinò a passi lenti e appena arrivato le sferrò un pugno nell'addome seguito subito dopo da un secondo ed un terzo. Annabeth provò a liberarsi ma la presa era troppo forte, si beccò un'altra serie di colpi, la figlia d'Atena si dimenava inutilmente nel disperato tentativo di liberarsi dalla morsa, un fulmine la colpì disintegrando parte dell'armatura, il dio ne stava per caricare un altro quando di colpo una lama nera gli spuntò dalla pancia, Urano si voltò e una freccia gli si conficcò nel cuore, la morsa sparì e Annabeth fu libera, Nico e Zahra l'avevano salvata. Il dio rimarginò le ferite e osservò furioso i due semidei, strinse il pugno e scagliò una saetta contro la semidea che si era appollaiata su un albero, Zahra si buttò giù giusto in tempo, un secondo dopo l'albero finì disintegrato. Urano sembrò non apprezzare la cosa, sguainò la lama e ️attaccò entrambi i semidei, Annabeth allarmata lo inseguì, i due semidei non avevano alcuna speranza contro Urano, Nico parò a fatica il primo colpo per poi venire trafitto al fianco, il semidio si accasciò a terra e fu Zahra a salvarlo dato che parò il colpo successivo e con gli occhi rosso fiamma di Ares attaccò riuscendo incredibilmente a superare la guardia del nemico e a trapassarlo al petto, nel frattempo arrivò anche Annabeth che lo colpì con un calcio alla schiena, Urano infuriato mise una mano per terra e una potente scossa colpì tutti coloro che erano nel raggio di venti metri, Zahra finì svenuta a terra mentre Annabeth si rialzò a fatica accorgendosi che la luce che la circondava era sparita. Urano sorrise -- Davvero coraggiosi i tuoi amici, un vero peccato che fossero soltanto fastidiosi moscerini. Direi che adesso possiamo riprendere lo scontro. -- La semidea arretrò, Urano passò all'attacco e mirò al fianco, Annabeth parò il colpo e provò a indirizzare la lama verso il collo del nemico che però parò facilmente il colpo e le assestò un calcio al ginocchio facendola sbilanciare per poi colpirla con una gomitata al volto e successivamente affondarle la lama nella spalla destra, il freddo metallo trapassò l'armatura e un fiotto di sangue uscì dallo squarcio, Annabeth urlò di dolore, un pugno al volto la mandò a terra e un calcio la raggiunse alla spalla ferita, lo squarciò bruciò ancora di più e un altro grido di dolore arrivò mentre Urano rideva. -- Andiamo, non dirmi che sei già al tappeto. -- La vista fu sul punto di annebbiarsi per un paio di volte, il dio stava per sferrare un altro calcio quando Annabeth con l'ultima riserva di energia rimasta lo colpì con la lama agli stinchi spezzandogli la gamba, purtroppo sapeva che il nemico poteva rimarginare qualunque ferita, il suo ultimo pensiero fu Percy, doveva sbrigarsi o sarebbe stata la fine per tutti e con un ultimo filo di voce lo chiamò -- Percy...Ti prego, sei la nostra ultima speranza... -- E il buio la circondò.

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Capitolo 84
*** Il ritorno dell'eroe ***


Percy


Il semidio osservò il suo avversario, si era allenato duramente nel quinto girone con i fratelli Los e Bos, si era unito a Roz durante gli allenamenti in modo da imparare più colpi da poter sfruttare nella battaglia finale, un dio sa fare anche altro oltre a scagliare fulmini. Finito l'allenamento si erano trasferiti nel sesto girone e ora aveva di fronte un altro dio della morte, Nekrós. Il dio aveva accettato di sfidare Percy e Roz ed adesso erano uno di fronte all'altro, il dio sguainò la lama e Percy estrasse Krànius, i due si osservarono per qualche secondo poi Percy attaccò, le due spade cozzarono e il semidio mirò al petto, il colpo venne parato e un calcio lo raggiunse al volto ma Percy non ci fece caso e riuscì a bloccare la gamba del dio per poi generare un fulmine e colpirlo in pieno. Nekrós furioso corse verso il semidio e lo colpì con una forza straordinaria all'addome per poi assestargli una testata in piena faccia, Percy scivolò ma il dio lo afferrò per poi scagliarlo contro una parete rocciosa, l'impatto fu doloroso ma il fisico di Roz resse il colpo. Si rialzò e colpì con forza il suolo, la terra sotto i piedi del dio crollò di colpo ma questo riuscì a saltare in tempo e scagliò una palla infuocata contro il semidio, Percy si abbassò in tempo e caricò con Krànius, l'avversario parò i primi colpi ma finì trafitto al braccio e saltò indietro. Nekrós chiuse la mano in un pugno e dei guerrieri scheletro comparvero dal suolo. I guerrieri attaccarono il semidio, Percy evitò le lame dei nemici e con un pugno disintegrò il primo, il secondo provò a colpirlo al cuore ma il semidio arretrò rapido e decapitò il nemico, l'ultimo tentò un disperato affondo alla testa ma la lama venne parata da Krànius e un calcio al petto disintegrò lo scheletro. -- Davvero in gamba! Avanti continuiamo! -- Nekrós attaccò e un pugno raggiunse il semidio al volto, Percy parò in tempo la lama e fece apparire delle mani scheletriche dal suolo che bloccarono i piedi del dio per poi evocare uno tsunami dal nulla, un'onda colossale travolse Nekrós che tardò a liberarsi dalla presa e finì trascinato via. -- Un colpo del genere prima mi avrebbe sfinito invece sono ancora in piene forze! Sei grande Roz! -- La terra si crepò e una voragine si aprì dal suolo, una mano scheletrica gigantesca uscì dalla voragine e afferrò il semidio in una stretta spaventosa, Percy scagliò un fulmine contro la mano ma fu completamente inutile, un altro crepaccio si aprì e da questo uscì Nekrós, capelli neri spettinati, giubbotto di pelle e jeans bagnati fradici d'acqua e occhi verdi ardenti di rabbia. Il dio strinse il pugno e la mano rafforzò la presa, il semidio urlò di dolore, la mano lo scagliò con forza contro il suolo per poi tentare di schiacciarlo con un pugno, Percy si rialzò in fretta e alzò le mani riuscendo a bloccare miracolosamente il colpo finendo in ginocchio. Sollevò poco a poco il pesante pugno per poi con uno sforzo sovrumano scagliarlo in cielo e disintegrarlo con un fulmine gigantesco che fece tremare l'intera zona, si voltò verso Nekrós che annuì con il capo -- Sei pronto Percy Jackson, ormai manca poco, sfrutta questo poco tempo che ti è rimasto per riposarti, nella battaglia finale avrai bisogno di tutte le forze possibili. Hai già scoperto da un pezzo il terzo potere dell'oceano, quando tornerai nella tua dimensione capirai come attivarlo. -- I due rimasero qualche secondo in silenzio, fu Percy a rompere il silenzio -- Urano è già rinato? -- Nekrós annuì -- Già da qualche ora, lo sta affrontando un certo Flavius, il ragazzo è in gamba ma a breve verrà sconfitto. -- Percy lo guardò sorpreso -- Come fai a saperlo? -- Il dio rise -- Sono un dio della morte, riesco a vedere nelle altre dimensioni e di combattimenti me ne intendo, la forza di Urano sta aumentando vertiginosamente e a breve per lui tenergli testa sarà impossibile. -- Di colpo Roz parlò nella sua mente "Percy devi sbrigarti, nel frattempo che torneremo sulla Terra qui passerà qualche minuto ma lì saranno ore! Se Flavius è in difficoltà dopo toccherà ad Annabeth e con la forza di Urano in vertiginoso aumento non durerà a lungo! L'intero campo mezzosangue verrà spazzato via!" Percy annuì, salutò Nekrós e generò il portale che lo avrebbe riportato nel primo girone, stava per entrare quando il dio lo fermò -- Percy, gli dei della morte si suddividono in due categorie, coloro che si occupano principalmente di uccidere gli esseri viventi o tormentarli, come Roz e coloro che gestiscono le anime dei deceduti come me e Ade. Roz in genere riesce a prevedere coloro che moriranno a breve ma a volte riesco anche io nonostante non sia il mio ruolo...Lo scontro che ti attende è di dimensioni apocalittiche, in genere non lo dico ma ho un brutto presentimento, probabilmente lo ha avuto anche Roz. Sta attento semidio, se fallirai la Terra rimarrà un sasso vuoto privo di vita, buona fortuna eroe, forse ci rivedremo bene o male che andrà. -- Percy annuì fissando per qualche secondo il dio per poi entrare nel portale, in pochi secondi si trovò nel primo girone, un doski lo osservò per qualche secondo, nonostante avesse il suo aspetto normale e non quello di Roz la creatura lo fissò negli occhi e poco dopo agitò la coda con il pungiglione come se stesse scodinzolando, Percy lo guardò per qualche secondo perplesso finché Roz non gli spiegò "Riesce a vedere oltre gli occhi, ha sentito la mia presenza e i doski nutrono un profondo rispetto verso gli dei cosiddetti maledetti." Il semidio sorrise e senza neanche accorgersene accarezzò la testa da serpente del doski per poi generare il portale che lo avrebbe condotto nella sua dimensione, entrò nel portale e si ritrovò sulla lingua dell'enorme dragone Megálos, uscì dalle fauci e questo le richiuse, lo fissò per un secondo con i suoi enormi occhi rossi e il semidio giurò che per un secondo in quegli occhi aveva visto uno strano scintillio, si incamminò e dopo qualche minuto raggiunse la fine del tunnel, entrò nel portale e si ritrovò nel campo mezzosangue di fronte a Nico disteso per terra sanguinante e Zahra che tentava disperatamente di far mangiare al semidio il nettare, la semidea si voltò verso di lui e gli occhi si illuminarono -- Grazie agli dei! Sei arrivato giusto in tempo Percy! --

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Capitolo 85
*** Divinizzazione ***


Percy


Il semidio diede a Zahra del nettare nero, lo aveva trovato nel sesto girone della dimensione Omega. -- Basta spalmarne un po' sulla ferita e questa comincerà lentamente a rimarginarsi. -- La semidea annuì e cominciò a spalmarlo sullo squarcio, Urano si voltò verso il semidio e lo guardò sorpreso. -- E tu da dove diavolo saresti uscito? -- Percy sorrise -- Questo non ha importanza. -- Urano rise -- Bene, vedo che giochiamo a fare i duri, eh? -- Indicò Flavius e Annabeth che giacevano privi di sensi per terra -- Anche loro erano sicuri di sé fino al momento in cui mi hanno affrontato. Sono ancora vivi perchè ho voglia di divertirmi ancora, gli altri semidei non valgono nulla, questi due invece mi hanno dato abbastanza grane. Vedrai che finirai inginocchiato a supplicarmi di salvarti. -- Percy osservò i due semidei e Nico e un sentimento che non provava da molto di colpo lo invase, la rabbia lo invase, i corpi di quattro semidei morti sembravano supplicarlo di eliminare Urano, con un urlo evocò Flagello e un enorme spaccatura divise in due il suolo dell'intero campo mezzosangue, la terra cominciò a tremare in modo sempre più violento, i muscoli cominciarono a gonfiarsi le punte del tridente si allungarono ancora di più, in pochi secondi diventò identico ad un Karcharías, una voce dentro gli parlò, non era Roz ma suo padre, Poseidone. "Percy, il terzo ed ultimo potere dell'oceano racchiude anche i precedenti, rappresenta rabbia e frustrazione ma anche coraggio, spirito di sacrificio e desiderio di vendetta. Tu hai ricevuto il potere di Roz che aumenta la percentuale di sangue divino a discapito di quello umano ma anche questo potere conferisce la stessa cosa e ciò significa che sei ciò che rifiutasti anni fa, sei un dio. Essendo diventato un dio con il solo impiego delle tue forze potrai rendere a tua volta un'altra persona immortale come te dopo ventiquattro ore dall'acquisizione del potere, tuttavia l'immortalità che hai conseguito è soltanto contro il tempo, una pugnalata, una freccia o un semplice colpo di pistola potranno ugualmente ucciderti. In bocca al lupo Percy Jackson, elimina Urano una volta e per sempre." Percy decise di risparmiarsi di dirgli che un aiuto non gli avrebbe fatto male, decise di rimandare a più tardi tutto ciò che gli aveva detto Poseidone, al momento doveva concentrarsi solo sull'eliminare Urano. Il dio lo guardò con un misto di curiosità e sorpresa -- Davvero fantastico...Ma ciò non cambierà comunque il risultato dello scontro. -- Urano serrò il pugno e un fulmine si abbatté poco vicino al campo creando un enorme cratere -- Adesso basta giocare, ti mostrerò la differenza che c'è tra un ragazzino montato di testa ed una divinità esistente sin dall'alba dei tempi! -- Scagliò un fulmine contro Percy che per difesa puntò Flagello contro, il tridente evocò una saetta che si schiantò contro quella del dio, Urano sguainò la lama azzurra e attaccò, Flagello mutò diventando Vortice, la spada era leggermente più lunga e con un diamante incastonato nel pomo, le due lame si scontrarono, Percy parò il primo affondo e contrattaccò mirando al collo, il colpo venne deviato ma riuscì a colpire con un potente calcio l'addome del nemico lasciandolo senza fiato per un secondo. Urano ruggì e tornò ad attaccare, effettuò una finta e colpì di striscio il semidio al fianco, l'armatura si scalfì leggermente e Percy contrattaccò generando una saetta dal tridente, il fulmine colpì in pieno il dio che arretrò evitando il secondo, i due si osservarono immobili per qualche secondo finché Percy generò un enorme onda e la scagliò contro il dio che per contro bloccò il colpo con un imponente uragano e con una potente bufera di vento costrinse il semidio ad arretrare di qualche metro. Nel frattempo Percy notò che Nico si era ripreso e stava aiutando gli altri semidei contro lo stormo di grifoni, Urano di colpo rise e sollevò le mani verso il cielo, delle mani cominciarono a spuntare dal sottosuolo, in pochi secondi uscirono dal suolo decine di mostri, erano simili a umani ma avevano un aspetto selvaggio e presentavano due corni "Roz cosa sono quei mostri??" Il dio attese qualche secondo prima di rispondere "Sono Oni, i guardiani dell'inferno." I mostri armati di mazza ferrata attaccarono i semidei che adesso non dovevano più preoccuparsi solo dei grifoni che attaccavano dal cielo, il semidio osservò Urano, il dio molto probabilmente stava ancora sfoderando una minima parte dei suoi poteri. "Roz sbrigati ad accumulare energia, non sarà affatto facile tenergli testa." Il dio sospirò "Percy nemmeno con i miei pieni poteri probabilmente lo sconfiggeremmo. Cerca di fargli consumare più forze possibili." -- Avanti neo-divinità, vuoi muoverti sì o no? -- Percy strinse il pugno e delle possenti alghe spuntarono dal terreno per poi avvolgere e immobilizzare le gambe di Urano, il dio provò a liberarsi ma incredibilmente queste resistettero, Percy attaccò e rapido come una saetta conficcò Vortice nel petto del nemico, Urano urlò di dolore e generò una bufera di vento elettrica che colpì in pieno il semidio, la scossa fu parecchio dolorosa e costrinse Percy ad allontanarsi, le alghe si spezzarono e il dio caricò. Il figlio di Poseidone scartò di lato evitando la lama del nemico, parò un successivo affondo diretto alla gamba e assestò una gomitata in faccia ad Urano che contraccambiò con una ginocchiata allo stomaco per poi atterrare il semidio e colpirlo con forza con un calcio al fianco, prima che Percy poté rialzarsi un enorme pugno formato dal vento lo colpì in pieno volto rispedendolo a terra. Il semidio si rialzò e furioso evocò due enormi tentacoli che gli spuntarono dalle spalle e immobilizzarono Urano, ne spuntarono un altro paio elettrici e colpirono il dio con una micidiale scossa, Urano riuscì a distruggere i tentacoli e si liberò dalla presa.

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Capitolo 86
*** Fino alla morte ***


Dràkon


La prima linea di semidei era stata letteralmente spezzata dall'improvvisa carica dei grifoni e come se non fossero abbastanza adesso Urano gli mandava contro anche degli Oni. I mostri attaccarono senza pietà i semidei che cominciarono ad arretrare sotto la pesante carica nemica -- Arcieri! Scoccare! -- I figli di Apollo non se lo fecero ripetere una seconda volta e un nugolo di frecce travolse i grifoni decimandoli -- Seconda linea cedere il passo alla terza! -- La seconda linea si allargò per poi arretrare velocemente e permettendo il passaggio della terza linea fresca, il generale diede alcune pacche sulle spalle ai semidei della seconda linea che avevano resistito alla carica nemica, i loro volti erano madidi di sudore e la maggior parte aveva scudi inutilizzabili a causa delle troppe ammaccature, tra i tanti volti incontrò quello di Clarisse, la semidea sanguinava dalla fronte ma sembrava in buono stato. -- Clarisse, puoi occuparti di badare alle retrovie? Non ho nessuno che se ne possa occupare, io sono impegnato con il fronte nord, Reyna si occupa del fianco destro e Jason del sinistro. -- La semidea annuì e attraversò le varie righe, nel frattempo gli Oni facevano pressione contro la nuova prima linea di semidei, questi colpivano i mostri svariate volte ma per abbatterne uno ci voleva tanta fatica, Dràkon impugnò la lama maledetta e con un urlo si scagliò contro i nemici, uno stava per abbattere la mazza ferrata sulla testa di un semidio ma il generale parò in tempo il colpo e rapido estrasse un pugnale dalla cintura e lo conficcò nella gola del mostro che finì steso poco dopo, un altro attaccò il goblin ma questo gli sbatté lo scudo in faccia e lo trapassò con la lama nel cuore, di colpo i nemici notarono il grado di Dràkon e cominciarono a concentrarsi principalmente sul generale, un Oni armato di ascia lo caricò, era chiaro che lo scudo non avrebbe retto all'impatto, il goblin si calò in tempo evitando per poco di finire decapitato, altrettanto fortunato non fu il semidio accanto a lui che finì con l'ascia conficcata nel petto, la gioia dell'Oni però durò poco perchè si ritrovò Kataraménos che gli spuntava dalla schiena, il goblin ritirò la lama e il nemico si accasciò a terra morto. Dràkon arretrò leggermente per osservare lo scontro tra Percy e Urano, lo stile di combattimento e i movimenti del semidio erano completamente diversi da quelli di quando duellarono per la prima volta. Quella volta Percy ebbe la meglio solamente grazie all'aiuto di Annabeth e Nico, il semidio sembrava un'altra persona da quando Roz gli aveva donato altro sangue divino, già nello scontro con lo spettro Durza il semidio aveva superato il generale dei goblin e adesso tra loro c'era un divario incolmabile, il semidio stava combattendo ad armi pari contro Urano, il padre dei titani. Dràkon sorrise, era cambiato completamente da quando aveva conosciuto il semidio, quel ragazzo era riuscito a trasformarlo, prima combatteva solamente per saccheggiare e distruggere per conto proprio o persino come mercenario, adesso invece si ritrovava a combattere al fianco di semidei greci al fine di proteggere e difendere ideali di libertà contro la mostruosità di Urano. Tornò ad osservare la battaglia e noto che i semidei stavano perdendo terreno, doveva assolutamente tentare di risollevare l'umore dei guerrieri o sarebbe stata la fine, raccolse aria nei polmoni e urlò facendo zittire l'intero campo di battaglia -- Semidei e semidee! Oggi ci ritroviamo ad affrontare una battaglia importante, forse addirittura la prima per molti di voi! Ma questa non è una battaglia come le altre. Oggi si deciderà il destino dell'intero pianeta! Se oggi noi cederemo e verremo sconfitti sarà la fine per tutti. Non si salverà nessuno dal massacro delle truppe demoniache di Urano, nessuna specie vivente! Per questo oggi vi chiedo di non combattere solo con la testa e le braccia ma anche con il cuore, fino alla morte! E se la morte sarà il nostro destino allora lo accetteremo, ma il caro Caronte dovrà procurarsi qualche traghetto in più perchè con noi verranno anche loro! Fino alla morte! -- E con un urlo selvaggio si scagliò solo contro i nemici mentre i semidei urlavano in coro -- Fino alla morte! -- L'improvvisa carica sconvolse le truppe demoniache, i semidei non badavano più a tagli e ferite, si scagliavano come furie contro gli assalitori che finirono massacrati uno dopo l'altro, Dràkon decapitò un nemico e un secondo dopo sfondò lo scudo sulla faccia di un altro che finì a terra calpestato dagli altri Oni, i semidei continuarono la carica mentre i nemici tentavano disperatamente di organizzare una linea difensiva, ma gli Oni non erano esseri in grado di coordinarsi e attaccavano singolarmente, la furia dei semidei demotivò e spezzò ogni tentativo di resistenza, le truppe demoniache cominciavano a fuggire terrorizzate inseguite dai semidei, proprio mentre stavano per uscire dal campo si ritrovarono Clarisse a comando dell'intera retrovia greca, la semidea sorrise e urlò -- Fino alla morte! -- I nemici assaliti alle spalle e senza alcuna possibilità di fuga cominciarono a cadere sotto i colpi delle lame greche uno dopo l'altro mentre Dràkon si stupì dell'iniziativa della semidea, ammise che era stata davvero in gamba anche se lasciare un esercito senza retrovie era davvero rischioso, si guardò intorno e notò che ormai erano rimasti solo piccoli gruppi di Oni che tentavano inutilmente di resistere, osservò Percy "Metà vittoria è nostra, adesso è tutto nelle tue mani. Buona fortuna semidio."

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Capitolo 87
*** Il ritorno del dio della morte ***


Percy


Il semidio notò che l'esercito di semidei era riuscito a passare al contrattacco e a ribaltare le sorti della battaglia, sembrò notarlo anche Urano che furioso gli scagliò una saetta contro, Percy la distrusse con un pugno e il dio ringhiò di rabbia. -- Sei molto più forte degli altri due, ciò però non significa che tu riuscirai ad eliminarmi! -- Urano attaccò nuovamente e le due lame tornarono ad incrociarsi, il semidio parò un affondo diretto al volto e rischiò un colpo al petto, il dio si scansò in tempo e contrattaccò, la lama, rapida superò la guardia del semidio e gli trapassò la spalla sinistra, Percy strinse i denti dal dolore e tentò un disperato affondo diretto al fianco ma neanche questo andò a segno e fu costretto a tornare sulla difensiva, schivò la lama che gli sfiorò i capelli e allontanò con un calcio al petto il dio. Urano stava per attaccare nuovamente quando una lama gli spuntò dall'addome, Flavius si era ripreso, il semidio estrasse rapido il gladio e colpì il nemico con un pugno al volto, il dio rimarginò lo squarcio e proprio mentre stava per calare la lama un'altra spada lo bloccò, Annabeth gli sferrò rapida un calcio in faccia mentre una freccia scagliata da Zahra colpì il dio sulla fronte. -- Dannazione! Ancora voi! -- Urano strinse il pugno e dal terreno sbucò una mano muscolosa, pochi secondi dopo la terra si crepò e fuoriuscì il Minotauro, ma non era come le altre volte, era più grande, muscoloso ed era in versione scheletro. Il mostro era armato di un piccolo scudo rotondo e una spada corta simile al gladio romano, le orbite vuote fissavano i semidei e appena Urano riaprì la mano, attaccò. Il dio rise e fissò la creatura -- Tieni lontani dallo scontro tutti gli insetti fastidiosi, Jackson è mio. -- Il Minotauro eseguì e caricò i tre semidei, Zahra provò a colpirlo con una freccia ma il mostro si protesse con lo scudo ed estrasse la lama, Flavius parò il colpo mentre Annabeth tentava di colpire il Minotauro, Urano batté con forza un piede a terra riportando l'attenzione del semidio al loro scontro. La spalla gli doleva ma non aveva alternative, parò rapido la lama nemica e tentò di passare al contrattacco ma il suo tentativo venne bloccato e Urano lo colpì con un calcio al volto per poi afferrarlo per la caviglia e scagliarlo contro la casa dei figli d'Atena, l'impatto fu violento e il semidio perse i sensi per qualche secondo. Percy si massaggiò il braccio e si rialzò "Roz quanto manca ancora?" Il dio rispose velocemente "Non molto Percy, a breve potremo fonderci di nuovo, resisti." Il semidio annuì e poco dopo sollevò le mani verso il cielo e urlò --Psychés Neró a me! -- l'acqua del mare generò i Karcharías, ne erano circa cento. Urano sembrò sorpreso -- Sai evocare i Karcharías...Davvero straordinario. -- Gli squali umanoidi attaccarono il dio, Urano era nettamente più abile di loro e uno dopo cominciarono a sparire ma Percy lo aveva già previsto, caricò e con una quantità di energia immane scagliò un potente fulmine d'oro contro il dio che se ne accorse troppo tardi, il fulmine esplose e generò un cratere largo una trentina di metri. Urano era sopravvissuto ma era ricoperto ovunque da ferite e squarci e l'armatura era ridotta a brandelli, il dio lo osservò furioso -- Vedo che ci stai prendendo la mano semidio. -- Urano scagliò un fulmine ai piedi del semidio che lo schivò saltando in alto ma il dio sorrise, prese la mira e ne scagliò un secondo mentre Percy ancora non toccava terra, il semidio si riparò come meglio poté e l'esplosione lo sbalzò di una decina di metri, atterrò di schiena per terra, parò la lama e rotolò di lato, Urano colpì con forza il punto dove il semidio si trovava un secondo prima crepando la terra. Percy si rialzò in tempo per parare un nuovo fendente del nemico, Urano stava aumentando sempre di più il ritmo, la spalla gli bruciava e tenere testa al dio stava cominciando ad essere faticoso, la lama azzurra gli sfiorò il petto e un calcio all'addome lo mandò a terra, Urano gli sferrò un calcio diretto alla testa ma Percy si protesse con le braccia per poi colpire con un calcio la caviglia del dio che finì per terra, i due lottarono come furie prendendosi a calci, pugni e ginocchiate, il semidio colpì Urano con una gomitata in faccia mentre il dio ricambiò il colpo con un pugno sul mento del figlio di Poseidone, i due avversari tornarono in piedi e si osservarono per qualche secondo, Percy stava per attaccare quando una voce lo chiamò "Percy, sono pronto." Il semidio notò che i tre semidei erano riusciti ad eliminare il Minotauro anche se sembravano piuttosto indeboliti. "Procedi." Non seppe come ma Annabeth capì cosa stava per succedere e lo raggiunse di corsa -- Percy, fermo! Non vorrai unirti di nuovo con Roz spero! -- Percy annuì -- Ho provato con le mie sole forze ma non sono sufficienti, Urano non sta ancora mostrando il suo massimo e a breve non riuscirò più a tenergli testa. È l'unica possibilità che abbiamo per eliminarlo. -- La semidea sembrava volerlo supplicare ma Urano attaccò, Percy estrasse velocemente dall'armatura la boccetta che gli aveva dato Archimede e la spruzzò sulla semidea che si addormentò immediatamente, la prese in braccio e saltò di lato evitando la lama del dio -- Non ti permetterò di unirti a Roz! -- Urano scagliò sei fulmini di seguito, Percy riuscì a respingere i primi quattro ma gli altri due lo colpirono in pieno, il dio stava per attaccare nuovamente quando Dràkon gli si parò davanti -- Muoviti Percy! -- Il goblin respinse i primi assalti del dio ma poco dopo finì trapassato all'addome, Urano lo scansò velocemente con un calcio al volto, stava per raggiungere Percy quando un turbine nero lo respinse "Ora!" I muscoli si ridussero, gli occhi si scurirono, gli comparvero il mantello nero e l'armatura del dio, infine Vortice si trasformò in Krànius, il semidio allargò le braccia verso il cielo e un fulmine squarciò a metà l'intero campo mezzosangue facendo tremare l'intera collina.

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Capitolo 88
*** Battaglia tra dei ***


Percy


Il suolo tremò talmente forte che molti semidei caddero per terra, la forza di Roz era straordinaria, il semidio osservò Urano che lo guardava infuriato -- Hai soltanto prolungato la tua agonia, morirete comunque tutti! Non è grazie all'aiuto di un comune dio che riuscirete a sconfiggermi! -- Percy sorrise -- Un comune dio dici? -- Due mani scheletriche fuoriuscirono dal suolo e afferrarono le caviglie di Urano immobilizzandolo, il il dio tentò di liberarsi ma fu tutto inutile, un secondo dopo un potente fulmine comparve dal nulla e squarciò il petto di Urano, pochi secondi dopo esplose. La polvere avvolse l'intero campo, passò qualche minuto e il dio ricomparve rosso di rabbia -- Questa me la paghi! -- scagliò contro Percy dieci saette, le prime due le schivò mentre le altre le polverizzò, il semidio sguainò Krànius e attaccò, la spada trapassò il nemico all'addome, il dio si rigenerò e allontanò l'avversario con una bufera gelida per poi utilizzare il vento per bloccare i piedi del semidio, Urano rise cantando vittoria e una volta raggiunto il semidio tentò di colpirlo con un pugno al volto ma Percy riuscì a spezzare le catene di vento, schivò il destro e colpì con un calcio il fianco del nemico, Urano si allontanò dal semidio e strinse il pugno facendo tremare nuovamente il suolo. -- Vedo che vuoi farmi arrabbiare semidio, ti accontento. -- Il dio attaccò con una velocità incredibile, le due lame tornarono a scontrarsi, il semidio tentò un affondo al collo ma Urano parò con il forte della spada e contrattaccò mirando al cuore, Percy schivò scartando di lato e riuscì a ferire leggermente il nemico al braccio ma era un semplice taglio e Urano non ci fece nemmeno caso, una gomitata in faccia sorprese il semidio e subito dopo una ginocchiata nello stomaco lo fece piegare in due, Urano provò a colpirlo con un calcio al volto ma Percy rotolò subito di lato e gli assestò un calcio che colpì il nemico in piena schiena, il dio si voltò e gli scagliò un fulmine contro, Percy lo fermò con un pugno e tentò di colpire il nemico in faccia ma Urano si scansò e gli assestò un calcio nell'addome costringendolo ad arretrare. Il semidio sollevò un pugno e una trentina di scheletri emersero dal sottosuolo, attaccarono contemporaneamente il dio che riuscì ad abbatterne una decina ma alla fine fu trapassato al collo da uno, Urano batté con forza un piede per terra e gli scheletri finirono inghiottiti dai crepacci che si erano formati. Il semidio non si diede per vinto e calò il pugno verso il basso, una mano gigantesca comparve in cielo e prese la forma di un pugno, un secondo dopo si schiantò su Urano, il dio tentò di respingere il colpo con la sua forza ma finì per sprofondare decine di metri sottoterra, Percy osservò il cratere che si era formato e poco dopo scagliò un fulmine nero, qualche secondo dopo arrivò l'esplosione che fece tremare il suolo circostante. Un semidio si avvicinò al cratere -- Lo hai eliminato? -- Percy lo allontanò -- No, purtroppo non è così facile. Allontanati da qui, è pericoloso. -- Un paio di minuti dopo, Urano risalì trascinato dalle correnti di aria gelida, il dio aprì il palmo della mano dove gli comparve un enorme frusta, la usò contro Percy che riuscì ad afferrarla ma finì folgorato, il dio cominciò a tempestare di colpi il figlio di Poseidone che si vide costretto a cercare di schivare le frustate in ogni modo possibile, una lo sfiorò al piede mentre un'altra lo colpì in pieno petto e la scossa lo mandò a terra dolorante, scivolò di lato evitando una nuova scossa e veloce scagliò un fulmine che tagliò in due la frusta. -- Vediamo se schivi anche questi! -- Urano abbassò entrambe le mani verso il basso e una pioggia di fulmini precipitò dal cielo, l'intero campo mezzosangue fu avvolto dalle folgori, i semidei scapparono e cercarono di rifugiarsi nel primo posto apparentemente sicuro, alcuni non furono altrettanto fortunati e finirono disintegrati, Percy recitò velocemente uno degli incantesimi che gli avevano insegnato i fratelli Los e Bos, una cupola nera lo avvolse, i fulmini si schiantarono disintegrandosi contro la barriera eretta dal semidio, Urano se ne accorse e furioso aumentò la potenza dei fulmini, uno riuscì a sfondare la cupola e Percy si buttò di lato evitando per un pelo di finire arrostito, ma non bastò perchè venne colpito dalla terribile pioggia di folgori che stava letteralmente distruggendo l'intero campo mezzosangue. I fulmini aumentarono e la terra cominciò a tremare sempre di più, il bombardamento durò per un altro lungo minuto, appena finì il semidio sollevò le macerie che lo avevano sepolto, osservò ciò che rimaneva del campo, macerie e crateri ricoprivano il posto dove prima si trovavano le varie case, l'intero campo era stato raso al suolo. Si massaggiò i muscoli doloranti, si era salvato soltanto grazie ai poteri di Roz e ad una buona dose di fortuna, Urano rideva ammirando lo scenario di distruzione, si voltò verso il semidio e sembrò sorpreso di vederlo ancora vivo -- Come è possibile che tu sia ancora vivo? A quest'ora dovresti essere polvere! -- Percy sorrise -- Si vede che hai sbagliato qualche calcolo perché io sono ancora qui. -- Urano tornò a sorridere crudelmente -- Tu sei vivo ma non so quanti altri lo siano ancora. -- Un'ondata di terrore attraversò il corpo del semidio, si era completamente dimenticato degli altri semidei ma anche se si fosse ricordato non avrebbe potuto fare nulla per loro, non era riuscito neanche a proteggere se stesso. Percy strinse Krànius fino a far sbiancare le nocche -- Ti eliminerò a qualunque costo. --

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Capitolo 89
*** In svantaggio ***


Percy


I due si osservarono in silenzio e perfettamente immobili per qualche secondo, Percy vide il nemico muovere leggermente la gamba e un secondo dopo lo ritrovò a pochi passi da lui, le lame tornarono ad incrociarsi ma era chiaro ad entrambi che l'esito di uno scontro di quella portata non sarebbe stato deciso dal ferro, dopo qualche scambio di colpi Urano generò una fiammata dalla bocca, il semidio si gettò in tempo di lato evitando le fiamme ma non fu altrettanto fortunato la seconda volta, l'armatura si bruciacchiò e il semidio subì qualche ustione di poco conto. Il figlio di Poseidone strinse con forza il pugno, riaprì la mano e la mosse verso il basso, un'onda paragonabile ad uno tsunami scese dal cielo, Urano non fece in tempo a proteggersi in alcun modo, la spaventosa massa d'acqua lo travolse in pieno trascinandolo ai confini del campo mezzosangue, il semidio si concesse un attimo di riposo e chiamò gli altri semidei -- Potete uscire, ho spedito Urano lontano da qui, dovreste essere al sicuro. -- Chirone aiutò qualche semidio rimasto incastrato sotto le macerie -- Se non dovessi farcela vi manderò un messaggio dal cielo, in quel caso scappate sull'Olimpo. -- Il centauro annuì e gli diede una pacca sulle spalle -- Buona fortuna Percy. -- Il semidio si fermò per un istante per poi continuare a procedere nella direzione dove aveva diretto l'onda, ci arrivò dopo qualche minuto e trovò Urano infuriato -- Direi che mi sono divertito abbastanza, adesso è giunta l'ora di fare a pezzi uno ad uno tutti coloro che si trovano qui, dopo toccherà agli abitanti della Terra. Il mio massacro comincerà da te! -- Percy strinse il pugno -- Vediamo se ne sei capace. -- Il dio allargò le braccia in direzione del cielo e il vento rafforzò, pochi secondi dopo l'oscurità avvolse l'intera zona, il vento si trasformò bufera, decine di tornadi circondarono l'intero campo e i fulmini squarciavano il cielo oscurato, sembrava un vero e proprio scenario apocalittico, Urano schioccò le dita e dal cielo un fulmine scese in direzione del semidio, Percy lo evitò e una volta che la saetta toccò terra esplose, il suolo ai suoi piedi si spaccò in due e orde di mostri assalirono il semidio. Percy scagliò un fulmine nero in direzione del primo disintegrandolo, colpì con forza il suolo e decine di forze demoniache finirono inghiottite dal crepaccio che li conduceva negli abissi della Terra, il semidio sguainò Krànius e tagliò in due il nemico successivo, uno riuscì a ferirlo alla spalla ma il taglio non era profondo e il nemico fu disintegrato da un pugno allo stomaco -- Adesso ti dimostro che i tuoi giochetti li conosco anche io! -- Percy abbassò entrambe le mani di colpo e centinaia di fulmini si abbatterono violentemente sui mostri, la collina tremò sotto le esplosioni causate dai fulmini neri, Urano eresse una barriera intorno a sé, il bombardamento raddoppiò facendo tremare la protezione del dio che resse solo qualche secondo in più, i fulmini si concentrarono su Urano che finì bombardato da decine di saette, con uno schiocco di dita il semidio cessò la pioggia di fulmini. L'intera armata demoniaca era stata annientata e Urano era ricoperto da ferite gravi e no, il dio ci mise circa un minuto per rimarginare gli squarci e le ferite. -- Hai sprecato solo energie, come puoi vedere sono di nuovo in perfetta forma. Non puoi sconfiggermi, rassegnati semidio, il tuo destino ormai è segnato. -- Percy sorrise -- Stai usando parecchie forze per rimarginare ogni volta le ferite, è solo questione di prosciugarti di tutte le tue energie e poi non avrai più possibilità. -- Urano scosse la testa -- Non ci riuscirai mai, il tuo ragionamento è giusto ma sono molto più forte di te, ti stancherai prima di me e a quel punto ti renderai conto che il tuo più grande errore è stato quello di anche solo pensare di poter competere con me, sai anche tu che di questo passo le tue forze si esauriranno tra non molto. -- Percy strinse il pugno, Urano aveva ragione, Roz era molto forte ma lontano dalla sua dimensione il suo potere diminuiva, le onde negative della dimensione Omega non lo raggiungevano pienamente e per questo tendeva a consumare più energie del normale. -- Significa che dovrò eliminarti prima che ciò accada. -- Urano scosse la testa sorridendo -- Vedo che sei cocciuto, come desideri. -- Il dio fece comparire una lancia dal nulla, la scagliò lontano, un secondo dopo scomparve, i sensi sviluppati di Roz la individuarono, il semidio si abbassò appena in tempo, sentì la lancia passargli leggermente sopra i capelli per poi andarsi a conficcare nel terreno, Urano rise -- Stavi per perdere la testa, eh? -- Percy si asciugò il sudore dalla fronte, questa volta era stato fortunato, ci avrebbe seriamente rimesso la pelle, il dio ne scagliò una seconda che Percy evitò rotolando di lato, la terza lo colpì allo stomaco, sputò sangue, la lancia non era andata in profondità per fortuna l'armatura l'aveva in parte bloccata. -- Neanche un dio può competere con me, fattene una ragione Perseus Jackson. -- Un fulmine colpì il semidio in pieno sbalzandolo di una decina di metri, Percy si rialzò in fretta evitando il secondo, il punto dove la lancia lo aveva ferito sanguinava, il semidio trafisse con Krànius il terreno e un fiume di lava fuoriuscì nel punto esatto dove si trovava Urano che fece appena in tempo a scansarsi evitando di finire incenerito, Percy strinse i denti frustrato, anche questo tentativo era fallito "Percy ti ricordo che abbiamo a disposizione ancora altre carte da giocarci...In ogni caso se dovesse andar male dovremmo procedere con il piano di emergenza...Probabilmente non ne usciremo vivi ma dobbiamo fermarlo ad ogni costo" Il semidio annuì, sapeva cosa voleva dire piano di emergenza ma se ciò sarebbe servito per salvare Annabeth e gli altri allora lo avrebbe fatto volentieri.

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Capitolo 90
*** L'ultima possibilità ***


Percy


Il semidio tese i nervi al massimo pronto a captare il minimo movimento del nemico, Urano rimase perfettamente immobile e così Percy decise di attaccare, strinse il pugno e scagliò una palla infuocata verso il dio, Urano scartò di lato evitando la fiammata ma il semidio lo aveva previsto e nel frattempo ne aveva scagliate altre, il dio venne colpito in pieno e l'esplosione formò un cratere ampio una decina di metri. Percy osservò Urano rialzarsi perfettamente integro, è vero che il dio utilizzava energia per rimarginare ogni volta le ferite, tuttavia era demoralizzante vederlo in perfetta forma nonostante l'enorme quantità di colpi subiti. Il semidio scagliò un'altra ventina di sfere, Urano si riprese anche questa volta e mandò verso Percy una bufera di vento gelido che lo paralizzò per qualche secondo, il dio attaccò e con un pugno fece piegare in due il semidio, un calcio arrivò al volto di Percy e lo costrinse ad arretrare. Il figlio di Poseidone si asciugò con la mano il sangue che gli colava dal labbro rotto, aprì il pugno e una catena gli comparve sul palmo, la lanciò verso il dio e riuscì ad afferrarlo al braccio ma questo cominciò a spingere nella sua direzione, il semidio piantò i piedi nel suolo e cominciò a tirare per evitare di essere attratto nella direzione del dio, l'avversario però possedeva una forza incredibile e Percy scagliò un fulmine nero contro Urano che fu costretto a lasciare la presa per neutralizzare il colpo del semidio. Percy si piegò sulle ginocchia, le onde negative della dimensione Omega non bastavano a coprire parte dell'enorme dispendio di energie di cui il semidio faceva uso, Urano sorrise -- Qualcuno vedo che è a corto di energie. -- Percy si rimise dritto e osservò il dio, nonostante avesse affrontato oltre a lui anche Flavius ed Annabeth sembrava essere ancora in piene forze, Urano sembrava essere indistruttibile. "È inarrestabile, Roz procedo con l'asso nella manica?" Il dio aspettò qualche secondo prima di rispondere "Non so seriamente cosa dirti Percy, forse però hai ragione, dovresti cominciare ad accumulare forze per la spiràl thanátou, a questo punto è l'ultima possibilità che ci resta." Percy annuì "C'è un problema però, mi servirebbe del tempo per assorbire le onde negative necessarie, Urano non mi darà tempo a disposizione." Roz sospirò "Hai ragione, dovremo separarci, io accumulerò energia per il colpo finale e tu nel frattempo dovrai tenere a bada Urano, so che non sarà facile ma dovrai resistere da solo, appena avrò raccolto abbastanza energia tornerò in te." Percy concordò "D'accordo." Il semidio sollevò le mani al cielo e Roz uscì dalla sua mente e gli comparve davanti, la sua spada era tornata ad essere Vortice. Urano lo guardò sorpreso -- Cosa stai facendo? -- Roz saltò agilmente lontano dal campo di battaglia mentre Percy sguainava Vortice -- Non ha importanza, possiamo continuare. -- Il dio rise talmente forte da far rimbombare la sua risata nell'intero campo mezzosangue -- Tu sei pazzo semidio, non riuscivi a tenermi testa prima e adesso che sei solo vorresti continuare? È evidente che ti ho colpito talmente forte da farti perdere il senno della ragione. -- Percy non attese di più, scagliò Vortice e il dio saltò indietro evitando la lama che si conficcò a qualche centimetro dai suoi piedi, il semidio però lo aveva già previsto e in un secondo gli fu addosso, lo colpì con un pugno al volto talmente forte da spedirlo a terra, Urano provò a rialzarsi ma un calcio lo raggiunse sulla faccia -- Maledett... --- Un altro calcio lo raggiunse al fianco e il dio fu costretto ad allontanare Percy utilizzando il vento gelido, il semidio recuperò Vortice e si preparò al contrattacco del nemico. Decine di fulmini lo raggiunsero e Percy riuscì ad evitarli quasi tutti, due però lo colpirono in pieno mandandolo a terra, senza Roz era molto più vulnerabile ai micidiali colpi del dio che a differenza del loro scontro agli inizi adesso si stava scatenando, il semidio si rialzò, parò il primo destro del nemico ma il secondo lo colpì al mento, rimase stordito e un calcio lo raggiunse all'addome, Urano lo afferrò per capelli e lo colpì con forza allo stomaco per poi scagliarlo contro la porta di una casa in rovina sfondandola. Percy tentò di rialzarsi ma cadde di faccia a terra, Urano lo raggiunse e gli assestò un calcio al fianco facendolo finire con la schiena a terra, il dio lo sollevò e lo sbatté con forza contro il muro ridotto quasi in macerie, lo spedì di nuovo a terra e colpì con un fulmine la casa che crollò addosso al semidio. Passarono un paio di minuti prima che Percy riuscì a far emergere una mano dalle macerie, il semidio spostò qualche masso e riuscì a liberarsi, gli doleva ogni muscolo, tossì e riuscì a rialzarsi -- Vedo che sei un osso duro semidio, ma quanto pensi di resistere ancora? Ti reggi a malapena in piedi e sembri un vero e proprio zombie. Non resisterai al prossimo assalto. -- Percy sguainò Vortice e si preparò, il dio aveva ragione, non aveva speranze. Urano caricò ma proprio mentre stava per raggiungerlo, dal terreno uscirono due guerrieri scheletro, il semidio capì che era stato Roz ad evocarli mentre Urano si bloccò di colpo. -- Dove hai preso l'energia per evocarli?? Aspetta ma tu non dovresti essere in grado di farlo...Quindi il dio non ti ha abbandonato, è stato sicuramente lui. Deve avere una scarsa valutazione di me se ne ha evocati soltanto due, non importa me ne libererò subito. -- Il dio strinse l'impugnatura della lama e attaccò.

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Capitolo 91
*** All'ultimo secondo ***


Percy


Il semidio si stupì nel vedere che i due scheletri riuscivano a tenere testa al dio, tuttavia non sarebbero durati per molto, doveva raggiungere Roz nel più breve tempo possibile, inciampò e cadde a terra, tentò di rialzarsi riuscendoci a malapena, gli doleva ogni parte del corpo, avanzò tra le macerie degli edifici del campo rasi al suolo dal bombardamento di Urano e vide Roz in cima ad una piccola altura. Il semidio cominciò a trascinarsi a fatica mentre sentiva Urano esultare, i due guerrieri erano stati eliminati, Percy tentò di aumentare il passo ma cadde di nuovo a terra, si nascose in un cespuglio nel tentativo di sfuggire alla vista del dio ma questo sembrava fosse riuscito a vederlo e procedeva proprio nella sua direzione. Urano si avvicinò pericolosamente ma aveva leggermente cambiato direzione, Percy si voltò e vide che in realtà si stava dirigendo verso Roz che era intento a meditare per raccogliere energia negativa, il semidio sapeva che il dio della morte era l'unica possibilità di vittoria, stava per uscire dal nascondiglio quando di colpo il terreno ai piedi del dio franò e Percy capì che in realtà Roz riusciva a tenere sotto controllo la situazione, Urano precipitò, il dio però non rinuncio e questa volta scagliò un fulmine in direzione di Roz che neutralizzò il colpo semplicemente toccandolo. -- Ho capito, stai accumulando energia! Non te lo permetterò! -- Urano caricò una palla di fuoco ma proprio mentre stava per scagliarla, Percy con un'ultima riserva di energia gli scagliò contro un fulmine d'oro che disintegrò la mano destra del dio. Urano si voltò furioso nella direzione del semidio -- Ecco dove ti eri nascosto sottospecie di semidio codardo. Credi che aver fatto guadagnare qualche inutile secondo al tuo amico possa essere servito a qualcosa? -- Urano strinse il pugno creando un fulmine, Percy era sfinito e sapeva che ormai per lui era finita, tuttavia doveva cercare di guadagnare più tempo possibile in modo che Roz potesse accumulare più energia possibile -- Hai paura di sfidarmi spada contro spada e per questo ricorri sempre ai tuoi poteri da dio? -- Urano scagliò lontano il fulmine ed estrasse la lama azzurra -- Quindi preferisci morire in questo modo. Va bene ti accontenterò. -- Urano cominciò ad avanzare in direzione del semidio che intanto estrasse Vortice, sentì un'ondata di energia scorrergli nel sangue, probabilmente merito di Roz, ringraziò mentalmente il dio e si preparò ad affrontare quella che forse sarebbe stata la sua ultima battaglia nella consapevolezza che ogni secondo guadagnato sarebbe servito a eliminare Urano e salvare la Terra. Il dio attaccò, Percy parò facilmente il primo affondo, respinse il secondo e contrattaccò mirando alla gamba, Vortice trapassò la coscia del dio che urlò di dolore e rimarginò subito lo squarcio. Urano tornò all'assalto fece una finta diretta al cuore per poi deviare e mirare allo stomaco, Percy parò il colpo con il forte della spada e scacciò il nemico con un calcio all'addome, il dio tentò un nuovo affondo ma questa volta fu più cauto, le lame tornarono ad incrociarsi rapide e letali, Urano diresse la fredda lama in direzione del fianco del semidio che si scansò in tempo ricevendo solo un leggero taglio -- Vedo che hai ancora parecchie forze, proviamo però ad aumentare la difficoltà. -- Urano toccò la lama e qualche secondo dopo le fiamme l'avvolsero, Percy fece spuntare un paio di tentacoli e con questi toccò Vortice che fu circondata da onde elettriche, i due ripresero lo scontro, la lama infuocata sfiorò la pelle del semidio scottandolo lievemente, Percy riuscì a superare la guardia del dio e a trapassarlo da parte a parte al petto. Urano rimarginò lo squarcio e rapido colpì con un pugno al mento il semidio per poi tentare di trapassarlo al collo, Percy parò con un po' di fortuna utilizzando il forte della lama, la spada nemica venne respinta e i due tornarono a fronteggiarsi. Il semidio rischiò un affondo contro il petto del nemico ma Urano schivò e riuscì a trafiggerlo alla gamba sinistra, la lama ricoperta di fiamme affondò e Percy non riuscì a trattenere un urlo, il dolore era terrificante e cominciò a colpire disperatamente il nemico per liberarsi, la lama finalmente uscì e Percy cadde in ginocchio, Urano lo colpì con forza con un calcio al volto per poi colpirlo con ancora più forza al fianco. Il semidio schivò il colpo successivo ma appena riuscì ad alzarsi si beccò un altro calcio al petto che lo fece cadere di schiena a terra, tentò di rialzarsi ma la ferita gli bruciava da morire e ogni minimo movimento gli costava parecchio dolore, Urano si avvicinò e provò a trapassarlo al cuore, il semidio parò il colpo e rotolò di lato riuscendo ad allontanarsi dal dio, cominciò a trascinarsi disperatamente, afferrò una pietra e la scagliò contro il volto di Urano che l'afferrò al volo e la ridusse in polvere stringendo il pugno -- È finita Perseus Jackson, nessun eroe è immortale e alla fine tutti finiscono per sopravvalutarsi, ma non disperarti perchè non ti spedirò da Ade da solo, insieme a te ci andranno tutti gli abitanti della Terra a cominciare da tutti coloro che si trovano nel campo mezzosangue compresa la biondina, ho notato che tieni molto a lei, mi divertirò a torturarla fino alla morte! -- Percy disperato strinse l'impugnatura di Vortice e lottando contro il dolore atroce si scagliò contro Urano che però parò subito l'affondo e con un calcio lo disarmò per poi afferrarlo per la gola -- Bel tentativo, salutami Ade! -- Il dio diresse la lama contro Percy e una frazione di secondo prima che questa lo trapassasse il semidio sentì una voce urlare -- Urano non preoccuparti, sarai tu stesso a salutarlo, torna cenere e restaci per sempre! Spiràl thanátou! -- Un vortice nero colpì il dio che mollò la presa su Percy e venne avvolto da una nube di energia nera talmente potente da scagliare il semidio a decine di metri di distanza.

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Capitolo 92
*** Finale a sorpresa ***


Percy


Il semidio venne spazzato via dall'esplosione che travolse l'intero campo mezzosangue, il cielo fu del tutto oscurato mentre la maledizione prosciugava ogni forza del dio, era uno dei colpi più pericolosi e letali sia per chi lo riceveva che per chi lo scagliava, oltre ad esserci una possibilità che la maledizione si rivoltasse contro, c'era anche da valutare l'enorme dispendio di energie, era l'ultima carta da giocare e Roz l'aveva utilizzata. Continue scariche elettriche di onde negative sempre più potenti colpivano Urano che tentava inutilmente di liberarsi dalla prigione di nubi che lo circondava, una seconda esplosione disintegrò la piccola altura dove si trovavano i tre, Percy fu spazzato tra le macerie, il semidio provò a cercare Roz con la mente ma fu tutto inutile, l'eccessiva tensione rendeva impossibile il collegamento tra le due menti. Il figlio di Poseidone tentò di rimettersi in piedi ma si sentiva sfinito, lo scontro lo aveva ridotto a pezzi e così si rannicchiò dietro delle macerie mentre le raffiche di vento continuavano ad aumentare, riusciva a sentire le urla di Urano bombardato dalle scariche, una terza esplosione arrivò e il semidio venne spazzato via insieme alle macerie, sfinito perse i sensi. Riaprì gli occhi, non seppe dire per quanto tempo era rimasto privo di sensi, il cielo si era schiarito e la tempesta era cessata, si guardò intorno e vide la desolazione totale, l'intero campo mezzosangue era stato ridotto in macerie. Si rialzò dolorante e trascinandosi a fatica cominciò a cercare Roz, provò a chiamarlo ripetute volte ma fu tutto inutile finché non vide un pezzo di mantello nero uscire dalle rovine di una casa del campo, cominciò a sollevare i piccoli massi e poco dopo uscì una mano, a fatica riuscì ad estrarre dai resti della costruzione il dio -- Roz? Roz rispondi! -- era ancora vivo, in caso contrario il suo corpo sarebbe stato disintegrato, era ricoperto da tagli e ferite ovunque, Percy lo sollevò e gli appoggiò il braccio sulla sua spalla. Rischiò più volte di cadere ma non seppe come riuscì ad evitarlo, a poco a poco raggiunse il punto centrale del campo mezzosangue dove in precedenza si trovavano tutti i semidei, vedendolo arrivare molti saltarono di gioia ma erano esausti anche loro. Il semidio tentò di raggiungere Chirone ma cadde per terra sfinito schiacciato da Roz -- Percy! -- Il centauro corse a soccorrerlo, lo sollevò e portò entrambi dagli altri semidei che cominciarono a riempirlo di complimenti e pacche sulle spalle che Percy sentì dolorose quanto i colpi di Urano, poco dopo lo raggiunsero anche Flavius, Reyna, Nico, Dràkon e Annabeth, la semidea trattenne a stento la voglia di prenderlo a pugni -- Sei un'idiota! -- Poco dopo però lo baciò -- Anche se devo dire che sei stato straordinario, hai sconfitto Urano! -- Qualche secondo dopo Roz riaprì gli occhi -- È...finita? -- Chirone annuì -- Il buon vecchio Urano è finito disintegrato. -- Una voce si avvertì immediatamente dopo -- Forse hai ragione sul fatto che io sia vecchio ma mi dispiace per voi, sono vivo e vegeto! A breve sarete voi a finire disintegrati! -- Percy sollevò lo sguardo incredulo e vide Urano, era ricoperto da ferite e sangue ma era incredibilmente vivo, persino Roz si mostrò sorpreso -- Impossibile...Ci ho messo tutta la mia energia... -- I semidei spaventati cominciarono ad arretrare mentre Urano rideva facendo rimbombare la risata nell'intero campo -- Sono indistruttibile! -- Annabeth, Flavius, Dràkon e Reyna sguainarono le lame -- È ridotto piuttosto male, possiamo farcela! -- Percy tentò di caricare un fulmine ma ormai non aveva neanche più la forza di tenersi in piedi, i quattro attaccarono il dio che sogghignando colpì con forza il suolo scatenando un potente terremoto che li mandò a terra -- Poveri sciocchi, siete soltanto degli inutili insetti in mio confronto! -- Una freccia tentò di trapassarlo al cuore ma il dio la disintegrò a mezz'aria, Nico attaccò alle spalle del nemico ma appena si avvicinò venne colpito con una gomitata in faccia che lo mandò a terra -- Eppure dei microbi come voi sono riusciti a ridurmi in questo stato...Ma tranquilli, pagherete per tutto. -- Urano strinse il pugno mentre caricava una saetta dalle proporzioni apocalittiche, nessuno nel raggio di almeno un centinaio di chilometri si sarebbe salvato da un colpo simile, era tutto finito, i semidei sembrarono capirlo e si rassegnarono, Roz non tentò neanche di alzare una mano e Chirone osservava impassibile la scena, Percy strinse la mano di Annabeth, la semidea ricambiò la presa e Percy la guardò negli occhi facendosi sfuggire una lacrima -- Mi dispiace, non sono riuscito a salvarti... -- Annabeth gli sorrise -- Ti amo. -- Il semidio riuscì a sorridere -- Anche io... -- Urano strinse con ancora più forza il pugno -- Una nuova era sta per sorgere, gli dei dell'Olimpo finiranno incatenati nel Tartaro e l'umanità sparirà dalla faccia di questo pianeta! -- Calò il pugno e il fulmine si diresse a tutta velocità contro i semidei che assistevano rassegnati alla fine, Annabeth rafforzò la presa e anche Percy fece lo stesso, ci fu una spaventosa esplosione e pochi secondi dopo una luce dorata avvolse tutto mentre il semidio chiuse gli occhi, poco dopo le tenebre lo accolsero.

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Capitolo 93
*** Un nuovo inizio ***


Percy


Una voce conosciuta lo chiamò "Svegliati Percy, non è il momento di dormire. Svegliati." Era Roz. Il semidio riaprì gli occhi sorpreso di essere ancora vivo, ricordava di una forte luce arrivata prima dell'esplosione, osservò meglio e rimase a bocca aperta, davanti a lui c'erano Zeus, Poseidone, Atena, Dioniso e Ares. A quel punto capì, gli dei avevano bloccato il colossale fulmine di Urano, il dio era rimasto paralizzato incredulo quanto i semidei -- No...Non è possibile...Cosa ci fate voi qui? -- Percy sorrise, Urano aveva dimostrato di possedere una forza fuori dal comune ma ormai gli erano rimaste veramente poche forze insufficienti ad affrontare tutti e cinque gli dei. Fu Zeus a parlare -- Non chiederlo a me, mi sono divertito parecchio ad assistere allo scontro e mi sarei volentieri goduto il finale se non fosse stato per mio fratello. -- Poseidone osservò fiero i semidei -- Avete lottato fino alla fine, sono fiero di tutti voi. -- Il dio osservò Percy e gli sorrise -- Ormai Urano è stato reso inoffensivo. -- Urano cominciò ad arretrare spaventato, Zeus si voltò verso il dio e sorrise -- Addio Urano, a mai più! -- Il dio tentò inutilmente di caricare un fulmine -- No! Non può finire così! -- un secondo dopo una folgore precipitò dal cielo e trapassò Urano per poi esplodere e ridurlo in polvere. Percy si lasciò sfuggire un sorriso rilassato, era finalmente tutto finito nonostante fino a qualche minuto prima aveva avuto la certezza di finire da Ade. Annabeth lo baciò contenta mentre Zeus si avvicinava a Roz, il dio della morte sospirò come se avesse già capito cosa stava per succedere -- Immagino che tu sappia che io ti consideri una grossa minaccia a causa di ciò che hai fatto migliaia di anni fa. -- Roz annuì -- Vorrei eliminarti con tutto il cuore ma hai comunque mostrato coraggio, spirito di sacrificio e anche un po' di bontà nel voler addestrare i tre semidei e affrontare Urano. È per questo motivo che ti risparmierò a condizione che tu non ripeta più gli errori commessi nel passato. -- Roz rimase a bocca aperta mentre Zeus si voltò verso Percy e Annabeth -- Entrambi avete lottato come leoni contro un avversario fuori dalla vostra portata, avete mostrato coraggio in più occasioni e tu Perseus Jackson sei riuscito persino a diventare un dio nonostante non lo desiderassi, è così che oggi io ti concedo di rendere Annabeth Chase dea dell'architettura mentre tu sarai Perseus Jackson dio dei mari, a tuo padre resterà il controllo del resto delle acque del pianeta compresi gli oceani. -- Percy sorpreso prese per mano Annabeth e una luce dorata avvolse la semidea che rimase paralizzata per l'emozione, lei adorava l'architettura ma addirittura diventarne la dea era fuori da ogni sua aspettativa. Zeus le fece l'occhiolino -- Mi raccomando fa un buon lavoro con la ricostruzione del campo. Adesso noi torniamo sul Monte Olimpo, ci si rivede semidei! Ah dimenticavo, come premio per aver difeso la Terra ed i suoi abitanti siete tutti invitati alla festa che domani terremo sull'Olimpo! Ci si rivede! -- Qualche secondo dopo arrivarono le bighe di Ares, gli dei ci salirono sopra e scomparvero nel cielo. I semidei rimasero in silenzio per poi urlare in coro -- Percy! Percy! Percy! -- Percy tentò di rialzarsi ma era sfinito, Chirone gli passò un pezzo di nettare che il semidio divorò volentieri, diede un pezzo anche ad Annabeth e Flavius, il dolore in parte cessò ma il semidio volle comunque andare a riposare nelle tende allestite per la notte mentre Roz rientrava nella mente. Il giorno dopo Percy si rialzò nel pomeriggio, aveva recuperato parte delle forze e andò a tuffarsi nel mare, l'acqua fresca gli rimosse alcune ferite che si era procurato il giorno prima, uscì dal mare e si rivestì, quella sera erano invitati sul Monte Olimpo e rifiutare un invito degli dei non era mai una scelta saggia. Incontrò Annabeth elegantemente vestita e i due passeggiarono per un po' soli -- Sei pronta? -- La semidea sorrise -- Certo, come ci arriviamo però? -- Percy la prese in braccio e urlò -- Blackjack! -- Il cavallo alato arrivò poco dopo -- Da quanto tempo capo! Tutto bene? Dove vi porto? -- Percy sorrise -- Alla grande! Un passaggio per l'Empire State Building! -- I due semidei salirono in groppa -- Bene, allacciate le cinture, si parte! -- Spiccò il volo e in meno di un minuto raggiunsero il cielo rosso, il sole stava tramontando dando il cambio alla luna che illuminava la notte stellata ricordando a Percy il titano Giapeto da lui chiamato Bob, qualche minuto dopo raggiunsero l'Empire Statue Building, il semidio diede una zolletta di zucchero a Blackjack ed entrò insieme alla semidea nell'ascensore che li avrebbe portati sul Monte Olimpo. L'ascensore cominciò a salire mentre la mente del semidio viaggiava, in pochi mesi erano successe tante cose tutte con un rapido susseguirsi, ormai il pericolo maggiore era stato respinto ma rimanevano ancora dei conti in sospeso ma per il momento era meglio non pensarci e rilassarsi sul presente, l'ascensore si aprì e uno scenario di grandiosità e immortalità gli si parò davanti agli occhi, il Monte Olimpo.




E dopo ben novantatré capitoli la storia giunge al termine, ma ogni fine dona un nuovo inizio. Sto pensando infatti di creare un'altra FF dove la storia continua portando a termine gli avvenimenti lasciati volontariamente in sospeso. Tuttavia per ora nulla è deciso, ringrazio tutti coloro che hanno seguito la storia dall'inizio alla fine, non è facile dopo così tanti capitoli e spero di non avervi deluso. Alla prossima! :)

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