London's Memorial Hospital

di _Kurama_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A perfect life ***
Capitolo 2: *** I love you ***
Capitolo 3: *** #3.Cause perse ***



Capitolo 1
*** A perfect life ***


        Avvertimento: le parti scritte così sono quelle che si svolgono parallelamente.
 
 
 
                                                          A perfect life
 
 
“Libera!”
Il defibrillatore era in funzione da più di dieci minuti ma quel paziente non ne voleva proprio sapere di ristabilizzarsi
“Carica a 350!”
“Ma dottoressa, se il paziente non ha reagito finora non credo ci siano altre speranze…”
“E da quando una tua intuizione è mai stata utile a qualche paziente?
Smettila di farmi perdere tempo e carica a 350, subito!”
Defibrillò ancora una volta, dopo qualche secondo il battito cardiaco riprese.
Sorrise, soddisfatta del suo operato, si lisciò il camice bianco e si incamminò verso la tabella degli orari operatori, doveva assolutamente prenotare una sala per il suo paziente.
Camminava a passo svelto e quando prese a scrivere il suo nome sulla lista operatoria poté sentire il rumore dei passi del primario di chirurgia.
Quello le posò una mano sulla spalla
“Ottimo lavoro”
“Grazie signore”
“Dico davvero, ottimo lavoro, è stato un salvataggio magnifico, non ho sbagliato quando ti ho dato il posto di primario del reparto”
 
“E io non smetterò di ringraziarla per quell’opportunità, Capo”
“Continua così, Morgana.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Bene ragazzi, che cosa abbiamo qui?”
“ 17 anni, donna, aneurisma cerebrale, ha avuto episodi di crisi facilmente confusi con l’epilessia”
“Il suo nome?”
“Madison Black”
La donna finì di indossare il camice operatorio
“Bene, signori, bella serata per salvare delle vite(*) cominciamo.”
 
 
 
 
 
 
“Un intervento fantastico dottoressa Sheperd”
“Ti ringrazio Murphy, ora, se permetti vorrei andare a casa”
“Certo dottoressa, mi scusi”
 
Ginevra entrò nella stanza del medico di guardia, sospirò accasciandosi alla porta, era in sala operatoria da quella mattina e la sua specializzanda non la lasciava libera neanche per un attimo.
Era in piedi da quarantotto ore e ora voleva solo tornare a casa per gettarsi sotto la doccia, sospirò nuovamente sperando che la sua coinquilina fosse pronta per andare a casa dato che lei di certo non sarebbe rimasta lì per aspettarla.
 
Si chinò per raccogliere i vestiti che aveva distrattamente lasciato sul letto
Aprì lo sportello dell’armadietto della sala degli strutturati afferrando le sue cose, di fretta e furia, doveva sbrigarsi o la sua compagna l’avrebbe lasciata a piedi quella sera
Infilò gli stretti pantaloni scuri infilando velocemente il top bianco
Prese lo stretto vestitino blu infilandolo alla bell’e meglio per la fretta e raccolse la catena dorata che usava come cintura
 
Il foulard azzurro le avvolgeva il collo mentre raccoglieva le zeppe bianche
 
Il ciondolo con la gemma bianca spiccava sul lungo collo mentre si allacciava il cinturino delle sue amate Prada
 
I lunghi ricci scuri cadevano  selvaggiamente lungo la schiena incorniciandole il volto scuro, prese la borsa e afferrando le chiavi della macchina si incamminò, sperando che, per una volta, Morgana non si facesse attendere troppo.
 
I lisci capelli neri furono raccolti in una veloce treccia, doveva darsi una mossa, raccolse la tracolla sperando, di non essere in ritardo.
 
Ginevra si dirigeva impaziente verso la macchina, guardava in ogni lato del parcheggio ma di Morgana nemmeno l’ombra, fin quando non sentì la sua voce che la chiamava.
Poco più indietro di lei c’era la sua migliore amica che la raggiungeva a grandi falcate.
 
“Non sono in ritardo vero?”
“Fortunatamente per te, sei arrivata appena in tempo”
“Devi scusarmi ma quell’idiota della mia specializzanda non sa trovare nemmeno il suo sedere”
“Dovresti smetterla di torturare in quel modo quei poveri ragazzi”
“Senti chi parla! Io per lo meno sono esplicita quando devo mandarli al diavolo, tu invece sei crudele, riesci a fare in modo che si insultino da soli.”
“E’ uno dei miei talenti, ognuno usa i doni che gli sono stati concessi, su sali in macchina”
 
Gli sportelli si chiusero e Ginevra mise in moto
“Gin cosa c’è da mangiare a casa?”
“Carne, insalata, verdure di ogni genere e poi c’è la frutta e no, prima che tu dica qualcosa io non cucino, sono troppo stanca, darei fuoco a tutto per la disperazione.”
“A proposito, hai sentito che domani arriveranno da noi degli specializzandi da un ospedale della Scozia, sono dell’ultimo anno, pare che li stiano smistando in vari ospedali, affinché possano osservarli e poi scegliere il migliore per loro”
“Che cosa idiota, non possono semplicemente fare i colloqui come si fa in ogni altro posto del globo, almeno così non ci ritroveremmo con altri incapaci tra i coglioni, le giornate sono già abbastanza stressanti senza altre palle al piede che ti seguono nella speranza di prendere un bisturi”
 
 
 
“Ginevra Sheperd! E poi dici che sono io quella che maltratta gli specializzandi, e inoltre questo tuo linguaggio scurrile mi da’ i brividi!”
“Morgana Pendragon, questo linguaggio scurrile è lo stesso che ti riservo ogni sera e ogni volta che non riesco a dormire almeno cinque ore, tu piuttosto, dimmi che non hai preso farmaci strani per rimanere attiva perché tu non puoi essere così… attiva alle undici di sera, dopo quarantotto ore di mancato sonno e di stupidi specializzandi che ti seguono come cagnolini”
“Ti voglio bene anch’io Gin”
“Fanculo, questa sera sei troppo dolce, hai esagerato con lo zucchero nel caffè”
“Ginevra…”
“Mh?”
“Noi resteremo per sempre insieme, vero?”
Ginevra accostò la macchina nel vialetto di casa voltandosi a guardare la sua amica
“Temo di sì” le rispose con un dolce sorriso dopo averle afferrato la mano
 
“Le patatine sono nella dispensa, portale in camera mia, ci metteremo sotto le coperte e guarderemo un altro episodio di 2 Broke Girls”
 
“Sei la migliore Gin!”
“Sì, tutto quello che ti pare, ma sbrigati a prendere le patatine!”
 
 
 
 
 
(*)=citazione di Derek Sheperd in Grey’s Anatomy.
 
 
A.A.
Salve ragazzi questa è la mia prima fanfiction nel fandom, allora? Che ve ne pare?
Fatemelo sapere con qualche piccola recensione
Alla prossima!

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Capitolo 2
*** I love you ***


                                                  I love you...
     
            #
perché il legame tra sorelle è

               Speciale.
       

                                                                        





                              Avvertenze: le parti scritte così sono quelle che si svolgono                    parallelamente o in sincrono.


       

  









Il suono fastidioso della sveglia ruppe l’idillio dei cuscini nel quale era caduta Ginevra

le 6:00

ad accrescere l’odio per la mattina quella ci si mise Morgana con la sua voce squillante, attiva e pimpante alle sei di mattina.



“Gin! Sbrigati, oggi arrivano gli specializzandi sfigati scozzesi!”

Ginevra sbuffò

“Non ti ho mai vista così entusiasta per degli specializzandi”

La corvina smise di pettinarsi i capelli per un momento voltandosi verso l’amica con uno sguardo furbo

“Non è esattamente per gli specializzanti, cioè tecnicamente è anche per loro, non che loro mi rendano felice, ma contribuiscono o almeno spero contribuiranno a rendere felice la mia… ehm… compagna…” Morgana sorrise furbescamente abbassando lo sguardo per una frazione di secondo.



Ginevra si spalmò letteralmente la mano in faccia, è assolutamente incredibile, nonostante non abbiano più sedici anni la sua amica si comportava proprio come un’ adolescente.

“Sei forse impazzita Morgana, ti sei già scottata una volta vuoi forse farlo di nuovo? Inoltre sono scozzesi, saranno barbari, alcolisti maleducati e… sono specializzandi!”

“Ah Ginevra ti prego smettila di essere così fiscale io davvero non ne posso più, sono passati più di due mesi dall’ultima volta che sono andata a letto con qualcuno e ti assicuro che sto impazzendo, non so se hai presente che il nostro lavoro è abbastanza stressante e inoltre la signorina vuole divertirsi, tornare in gioco, mica avrai creduto che solo per quello che è successo con Matthew io mi sia tolta dal mercato, sono ancora troppo giovane!” Ginevra girò la testa abbassando lo sguardo, Morgana la guardò sorridendo dolcemente “Ginny, so che dopo quello che ti è successo è difficile per te rimetterti in gioco in quel senso, ma non puoi aver fatto voto di castità, ho bisogno di una compagna d’avventure!” sdrammatizzò la corvina





“Morgana… non so cosa farei senza di te, promettimi che non ci lasceremo mai”

“Te lo giuro Ginevra, non ci separeremo mai, ci siamo fatte una promessa, ricordi?”

Lei sorrise

“Compagne per la vita!” lo dissero in sincrono

“Piantiamola con queste smancerie, dobbiamo sbrigarci, sei ancora in pigiama!” Ginevra si distaccò lentamente

“Non giudicare tu sei in mutande!”

“Sì, ma io stavo cercando di vestirmi, muoviti, tra venti minuti dobbiamo essere a lavoro!”


 Ginevra aprì l'armadio tirando fuori i suoi amati jeans grigio, il top color senape





Morgana osservava la sua amica scuotendo la testa, quella  ragazza non ne voleva proprio sapere di provare uno dei suoi sexy vestiti, perfetti per quella che dovrebbe dimostrarsi un'avvenente neurochirurgo, la corvina afferrò il suo vestito color crema lagando un foulard nero alla vita





afferrò gli anfibi col tacco doppio avvolgendosi il collo nel suo sciarpone grigio e afferrando la sua tracolla scura di diresse nell'atrio



le decolleté color ecrù le mettevano in risalto le gambe lunghe, nel disordine della stanza afferrò l’impermeabile alla Castiel, il suo personaggio preferito in Supernatural, dal letto e afferrando la borsa si accinse a raggiungere Ginevra che l’aspettava impaziente al piano di sotto.



                         [***]



Il capo li aveva riuniti tutti al solito posto, vicino alla reseption, aveva alcuni appunti da fare sull‘arrivo dei nuovi specializzandi

“Signori, come sapete tra poco gli specializzandi del Castle Road East saranno qui, alcuni di loro hanno già scelto la loro specializzazione specifica nella quale ovviamente trascorreranno più ore ma ruoteranno in altre specializzazioni nell’arco di un paio di settimane mensili, altri invece hanno ancora le idee confuse quindi trascorrerano una settimana in ogni specializzazione, ora vi consegnerò le cartelle degli specializzandi per il vostro reparto.

Chirurgia Generale, dottoressa Wells, per te  sono pronte ben cinque aggiunte, ecco le cartelle”

Quella sbuffò “ perfetto, cosa può esserci di più bello di altri cinque idioti a cui fare da babysitter?”



Il Capo la ignorò e passò agli altri reparti



“Chirurgia Pediatrica: Bhè dottoressa Krauger per te solo un paio” ironizzò il Capo

“Ottimo signore, mi auguro siano validi”

commentò una donna dai capelli rossi



“Cardiochirurgia: Pendragon per te ce ne sono tre”

Morgana sorrise furba “Uomini o donne Capo?” la corvina pronunciò quella frase con malizia suscitando l’ilarità dei colleghi e beccandosi una gomitata da un’imbarazzata Ginevra “Ahio Gin! scherzavo Capo, scherzavo.”

“Me lo auguro Pendragon, ma comunque sono due ragazzi e una ragazza e no, non fare altri commenti, passiamo avanti.

Dottor Ashton ci sono sei nuovi ragazzi per chirurgia d’urgenza mentre non c’è nessun nuovo arrivo per chirurgia plastica, cosa di cui sono sicuro il dottor Cooper sarà felice”

“Ma no Capo si figuri, avrei amato avere altri idioti a cui trasmettere la mia arte” disse un uomo dagli occhi chiari rivolgendo uno sguardo a Ginevra che, puntualmente, guardò altrove

“Naturalmente, ah e per quanto riguarda neurochirurgia neanche lì ci sono nuove entrate, quindi, dottoressa Sheperd i nuovi specializzandi faranno a rotazione, tutto chiaro?”



“Sì Capo!”



“Bene, potete tornare alle vostre mansioni fin quando non arriveranno i nuovi specializzandi”























“Non bastavano le palle al piede che già abbiamo qui, altri persino dalla Scozia, ah non ci sono più gli specializzandi di una volta” proclamò Morgana con aria melodrammatica rivolgendosi a Ginevra e alla loro collega Andra Wells



“Decisamente no, possiamo solo sperare che siano in gamba” commentò quella spostandosi un riccio biondo dietro l’orecchio

“Ma ti prego Andra, sono specializzandi quale altro talento vuoi che abbiano se non quello di fare casini?” commentò allora l’altra inarcando un sopracciglio





“Mie care colleghe vorrei ricordarvi che noi siamo state specializzande qualche anno fa” si introdusse Ginevra nella discussione 

“Ma Ginny, con noi era diverso, noi eravamo in gamba, voglio dire, io il primo girno di tirocinio sono riuscita a prendere una centrale senza ridurre il braccio del mio paziente una maschera piena di buchi, la scorsa settimana mi è capitata una specializzanda che per prendere una vena ha ridotto quel povero braccio in uno scolapasta.

Noi sì che eravamo in gamba, dei geni cosa che può essere confermata dal fatto che siamo state le uniche del nostro a prendere il dottorato ancora ventenni”





“Mh” Ginevra scrollò le spalle con fare pensieroso







Andra a quel punto riprese parola “Mie care signorine, avete notato Cooper in questo periodo?”



“Eh già, devo ammettere che Alan trasuda sesso più delle altre volte, cosa che mi servirebbe davvero, è davvero tanto tempo che non faccio una follia, giusto Gin?”

“Eh?” la mulatta alzò di scatto la testa, non aveva ben seguito il discorso e inoltre, aveva la mente occupata da altro, ricordi molto piacevoli data la sua espressione.



“Yuhuu, Gin mi ascolti?” Morgana la guardò inclinando leggermente la testa

“Sì, certo, come no”

“Oh Ginny, servirebbe anche a te andare a letto con qualcuno, sei troppo tesa, devi rilassarti!”

L’altra arrossì farfugliando qualcosa sulle idiozie che diceva la sua amica





Morgana la osservò strabuzzando gli occhi

“M-ma Gin, tu sei andata a letto con qualcuno vero?”

“Morgana, piantala di dire idiozie, e non gridare, vuoi che ti senta tutto l’ospedale?”

“Oh mio dio allora ho indovinato, chi è lo conosco? Oh dai Gin dimmelo, sono in crisi d’astinenza, ho bisogno di sapere!”





Nel contempo le due ragazze si erano completamente dimenticate della presenza di Andra che sentendo i loro discorsi aveva drizzato le orecchie.





Ginevra continuava a camminare spedita cercando di evitare  le domande della ssua migliore amica, fin quando, presa dalla disperazione...

“Dannazione è Cooper, sono andata a letto con Alan!” sbottò improvvisamente, quando si rese conto che l’intero corridoio era non faceva altro che guardarla avrebbe voluto sprofondare, Andra la fissava con sguardo allucinato e le sue guance erano di un bordeaux molto accentuato.

Rivolse il suo sguardo a Morgana e vide che si stava letteralmente distruggendo il labbro inferiore per non scoppiare a ridere, ma nonostante cercasse di nasconderlo i suoi occhi parlavano chiaro.

Così imbarazzata fino all’inverosimile si diresse spedita verso il suo posto preferito, la stanza del medico di guardia, nonostante la giornata fosse appena cominciata desiderava qualcosa di soffice sul quale crollare.

Morgana la seguì a grandi falcate

“Non una parola, Morgallina o ti assicuro che tutto l’ospedale saprà del simpatico nomignolo del liceo, quindi se ti azzarderai ad aprir bocca vedrai il mio lato peggiore”

La corvina alzò le mani in segno di resa “non intendevo giudicarti, te lo assicuro, voglio dire quale donna non sarebbe andata con uno come Alan...”

“Ma...”

“Ma non capisco per quale motivo tu non me lo abbia detto”

Ginevra scrollò le spalle “ecco, temevo che, siccome tu non vai con qualcuno da molto tempo, sapere che io ero stata con Alan ti avrebbe... demoralizzata, ecco tutto”

L’altra la guardò scettica “quindi... l’hai fatto per non farmi dispiacere perché temevi di tornare a casa trovandomi a sniffare qualche sostanza che non mi facesse deprimere?”

Gin roteò gli occhi “a grandi linee ma in sostanza, sì.”

La corvina sorrisse teneramente “Oh Ginny, sei così dolce, ma per scusarti pretendo di sapere i particolari!”

“Ehm... oh, guarda quelli devono essere i nuovi specializzandi!”

Morgana si voltò ma strabuzzò gli occhi dopo una manciata di secondi, no, non poteva essere lui, eppure... eppure aveva gli stessi capelli biondi e quegli occhi glauchi erano indimenticabili, era lì che parlava con un ragazzo poco più magro dai capelli scuri, a quel punto la corvina afferrò Ginevra per un braccio trascinandola nel primo sgabuzzino disponibile.









“Morgana! Ma che diavolo ti prende?”

Quella nel frattempo aveva la schiena poggiata alla porta cercando di regolarizzare il respiro

“Morgana, che succede?”

“Lui è qui, quello, quello specializzando, il biondo, è il mio fratellastro”

Ginevra rimase allibita “m-ma non avevi detto che era stato spedito in America?”

“E infatti era così, ma è tornato, a quanto pare” ora stava scivolando con la schiena lungo la porta 

Gin si accucciò accanto a lei mettendole una mano sul volto, non l’aveva mai vista così sconvolta

“Tesoro...”

“Non voglio, non voglio rivivere il mio passato...”

“Tesoro, noi non permetteremo che accada, non temere, qualunque cosa accada noi resteremo insieme, tranquilla”

“Ginevra....”

ma non finì di parlare perché l’altra l’abbracciò accarezzandole la testa

“Dimmi solo una cosa... dobbiamo odiarlo, torturarlo o gli rimaniamo indifferenti?”



Morgana sorrise “credo che la seconda opzione sia la più alletante”

“Bene, non preoccuparti, non permetterò a nessuno di ferirti, non permetteremo più a nessuno di ferirci come in passato...”

Morgana si strinse ancora di più a quella che ormai considerava sua sorella “Ti voglio bene Gin”

“Ti voglio bene anch’io Morgana”















                                                                                                                                                                                                                                                                             ,,,,,,,,                                                                ...........                                                                                                                    .....              ....

Salve signori, allora, che ne dite?

E’ un capitolo fresco fresco di battitura, vi è piaciuto, spero di sì. Da questo capitolo comincia la storia vera e propria, e come spero avrete notato ho cercato di mettere in evidenza il legame di Ginevra e Morgana, spero di averlo reso bene, spero >////<



Prima di andare vorrei ringraziare Relie Diadamat per la sua recensione e i suoi consigli, grazie davvero!

Ora vado, e se potete lasciatemi qualche recensione che non dispiace mai^^

Un bacio

_Kurama_




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Capitolo 3
*** #3.Cause perse ***


                                                       #3.Cause perse
 
 
 
Morgana in quelle due ore che avrebbero decretato la fine del suo turno riuscì ad evitare magistralmente i nuovi specializzandi, aveva perso tempo vaneggiando con un paziente appena operato e la sua famiglia e faceva la staffetta tra la sala medici e i post-operatori.
Ginevra la osservava preoccupata, la sua amica non era decisamente in sé e, d’altro canto non poteva biasimarla, persone del suo passato si erano appena rifatte vive, come una doccia d’acqua gelida.
Erano quasi le sette e Morgana aveva, fortunatamente, quasi finito il suo turno
Ginevra la aspettava, come al solito, accanto alla loro auto, stava quasi per oltrepassare le scorrevoli porte in vetro quando si sentì chiamare
“Morgana, Morgana sei tu?” quella voce, era calda, proprio come la ricordava e le accarezzò il cervello come una soffice carezza, cercò di trattenersi e continuò a camminare allungando il passo, era quasi fuori quando si sentì afferrare il braccio, si voltò di scatto, stizzita, fiondandosi in quegli occhi glauchi che aveva cercato di evitare per tutta la giornata.
“Allora sei tu, è davvero incredibile, tu sei…”
“Qualcuno, ora sono qualcuno, ora conto qualcosa e tu ed io, non saremo mai più come prima, quindi ascoltami bene perché parlerò una sola volta, da questo momento in poi io per te non sarò altro se non il tuo capo e tu sarai uno specializzando come un altro, intesi?”
“Morgana…” il ragazzo ammorbidì leggermente la stretta sul braccio
“No. Per te non sono altro se non la dottoressa Pendragon, dimentica il passato, perché non lo avremo più, Arthur…”
Lui serrò gli occhi “ di certo questo non succede a causa mia, non sono io quello che ha mollato”
La corvina ridusse gli occhi a due fessure liberandosi con stizza dalla presa del suo fratellastro
“Se vuoi scusarmi ma la mia compagna mi aspetta, devo andare” disse così avviandosi spedita verso l’uscita facendo risuonare i tacchi ad ogni passo, dietro di lei Arthur la guardava camminare, le mani nelle tasche del camice bianco. No, non sarebbe stato per niente facile stare in quell’ospedale.
 
 
 
“Ma ti rendi conto? Quell’idiota ha anche avuto il coraggio di dirmi che è stata colpa mia se è tutto finito, ma dico, che diavolo gli passa per la testa!?”
 
Era dal momento esatto in cui era entrata in macchina che Morgana non aveva fatto altro che sfogarsi con Ginevra a proposito dell’incontro con il fratellastro.
All’ennesimo lamento Ginevra si voltò inchiodando bruscamente dinanzi a un semaforo ancora rosso.
“E tu invece, cosa pensi tu?”
“Non capisco cosa vuoi dire”
“Mi hai detto che lui ti incolpa di aver mollato tutto, quindi secondo te lui ha ragione, avresti forse dovuto insistere di più?”
Morgana non rispose sprofondando completamente nel sedile dell’auto
“Lui non ha mai fatto niente, vedeva ciò che subivo ogni santo giorno e non ha mai detto nulla, non una parola contro suo padre, non una parola spesa per difendermi, per un po’ mi è andata bene così, mi consolavo con le carezze che mi dava dopo ogni insulto, dopo ogni maltrattamento, ma poi ho cominciato a chiedermi ‘perché non fa nulla per difendermi? Perché non mi protegge da suo padre? Ci tiene davvero a me, tiene davvero a sua sorella? E allora perché permette che mi faccia questo?’
 
Non facevo altro che farmi domande, domande su domande e mai una risposta.
Quando poi suo padre lo spedì in America io sentii di aver perso anche la mia ultima speranza e scappai, il resto poi lo sai già…”
Ginevra ascoltò in silenzio, come aveva sempre fatto, quando il semaforo divenne verde rimise in moto lentamente
“Ti è mancato?”
“In questi anni ho pensato spesso di chiamarlo ma poi pensavo ‘cosa potrei dirgli? Di cosa parleremmo?’ e poi mi tornava alla mente il fatto che lui non mi aveva mai protetta, non mi aveva mai difesa, l’unica cosa che ha fatto è stata quella di consolarmi silenziosamente dopo ogni orribile momento che ho vissuto in quella casa”
 
Morgana si liberò completamente del peso che aveva sullo stomaco e si voltò verso i finestrino cercando di oscurare le lacrime.
 
Intanto erano arrivate a casa e Ginevra aveva accostato la macchina nel vialetto, la mulatta si girò verso la compagna prendendole una mano
“Ce la faremo Morgana, tu non sei sola, io sono con te”
La corvina strinse la mano della compagna, si sorrisero.
 
 
 
 
L’indomani a lavoro Morgana aveva una forte emicrania dovuta ai troppi pensieri della sera precedente, indossò la tuta blu da strutturato e infilò il camice bianco avviandosi nel reparto di chirurgia pediatrica dove l’aspettava la sua piccola paziente
“Morgana, sei arrivata!”
“Ciao Diana, che mi dici della piccola Garçia?”
“La dispnea non l’ha abbandonata neanche un minuto questa notte, l’insufficienza mitralica peggiora ogni secondo che passa”
 
Diana Krauger il primario del reparto di pediatria aveva trentadue anni, lunghi capelli rossi e occhi verdi come il muschio, un genio nel suo campo, la migliore da anni.
“Secondo ciò che mi hai detto credo sarà necessaria una ricostruzione della valvola cardiaca ma preferirei vederla prima”
“Sì, ho anche fatto chiamare lo specializzando che si occuperà di lei, è uno dei nuovi, un tipo decisamente in gamba”
“Sarà, ma per me rimane uno specializzando da torturare, dai andiamo.”
 
 
 
Morgana si avviò arrivando alla stanza della sua piccola paziente
“Ciao Amy! Allora, che mi dici oggi?”
“Va tutto bene dottoressa, quando mi farai andar via?”
“Vedremo, prima però devo ascoltare il tuo cuore”
Morgana afferrò lo stetoscopio poggiando l’oggetto di metallo sul piccolo petto della bambina, tolto lo strumento rimase impassibile, in quel momento entrò lo specializzando richiesto da Diana
“Mi scusi per il ritardo dottoressa Krauger…” in quel momento gli occhi glauchi di Arthur si scontrarono con quelli smeraldo di Morgana
“Arthur!”
“Ehi, Amy come ti senti?” Arthur si mise accanto alla bambina battendole il pugno
Morgana intanto osservava la scena, le pupille dilatate.
“Pendragon non perdere tempo e presenta il caso” Diana non fece troppo caso alla reazione di Morgana
“Amelia Garçia, cinque anni, insufficienza mitralica, presenta dispnea, affaticamento e soffio sistolico.
Dopo la fibrillazione atriale le sono stati somministrati ace-inibitori che non hanno avuto alcun effetto” Arthur presentò il caso in modo meccanico continuando a fissare Morgana, quest’ultima si riprese e ostentando una gelida freddezza, prese la cartella della piccola e la consegnò al fratellastro
“Voglio un’ECG, un ecocardiogramma e un’angiografia, tanto per essere sicuri.”
La corvina uscì spedita dalla stanza ma venne ben presto raggiunta da Arthur.
“Morgana, aspetta! Noi dobbiamo parlare…”
“No Arthur, non abbiamo nulla di cui parlare o di cui discutere se non questa paziente, tu non sei mio fratello, io non sono tua sorella, io sono il capo responsabile tu lo specializzando quindi piantala, inoltre ti ho appena dato dei compiti da svolgere quindi non perdere tempo.”
Il biondo non riuscì a controbattere che la vide allontanarsi.
 
 
 
 
 
 
 



“Libera!”
“E’ inutile, non serve a nulla, chiama immediatamente neurochirurgia, noi intanto dobbiamo tenerlo vivo, facciamo prendere un po’ d’aria a questa testolina, trapano!”
Il medico di turno prese il trapano dalle mani dell’infermiera trapanando nel lobo sinistro, non appena la Dura Madre fu trapanata una quantità esponenziale di sangue cominciò a sgorgare, in quel momento arrivò Ginevra, correndo.
“Che diavolo state facendo?!”
“Il cervello si stava gonfiando, ho dovuto trapanare” disse impettito un ragazzo.
“Dannazione il campo non era sterile, potrebbe essersi infettato, tu chi diavolo sei?”
“Merlin Johnson, specializzando in chirurgia d’urgenza proveniente dal Castle Road East” dichiarò il ragazzo, capelli corvini e occhi azzurri.
Ginevra lo fulminò con lo sguardo
“Alicia, prenota la sala operatoria tre dobbiamo operare immediatamente, e tu- si rivolse a Merlin- preparati perché mi assisterai”
“Vado subito!” con un atteggiamento quasi infantile prese a correre goffamente, manco si trattasse di un bambino
“Questo tizio sembra appena uscito da una sit-com degli anni 90” sussurrò Ginevra a fior di labbra
 
 
 





Era già da alcune ore che Morgana operava la piccola Garçia affiancata da Diana e dal suo fratellastro
“Cosa sto facendo in questo momento Pendragon?” chiese Morgana continuando con le suture continue sul muscolo cardiaco
“Sta suturando il muscolo cardiaco per poi ripristinare il battito cardiaco”
“Bene Pendragon, ottimo”
Morgana posò l’ago e il filo per suture osservando il piccolo cuore di quella bambina che finalmente riprendeva a battere e funzionare come si deve.
“Ottimo, signori, io qui ho finito, chiudete tutto, io vado a dormire e che nessuno mi rompa i coglioni se non c’è qualcuno in punto di morte.”
Sfilò i guanti e si diresse verso la tanto agognata stanza del medico di guardia.
 
 
 
 
 
“Ma dico io, come cavolo ti è saltato in mente di trapanare un cranio su una superficie infettata di altro sangue!” Ginevra aveva appena cominciato ad operare il paziente di Merlin
“Il suo cervello si stava gonfiando, aveva bisogno d’aria, campo sterile o non sterile” Merlin rimaneva fiero e impettito, sempre con la risposta pronta .
Ginevra voltò lentamente il capo verso di lui per una frazione di secondo, continuò a operare rivolgendosi a Merlin
“Sei indisponente e hai sempre una risposta, finora sono le uniche caratteristiche del chirurgo d’urgenza che ho riscontrato in te, per il resto sei… troppo goffo, per quale motivo hai scelto chirurgia d’urgenza?”
Merlin sembrò sorpreso per un attimo.
“Principalmente per l’imprevedibilità, non sai mai a cosa puoi trovarti di fronte e inoltre bisogna essere creativi per stare in chirurgia d’urgenza e modestamente, sono un genio dell’arte”
 
Ginevra ridacchiò
 
“Sai pensava che essendo intimo amico del biondino mi staresti stato sulle palle ma sei un tipo in gamba, siamo, stranamente, sulla stessa lunghezza d’onda, direi.”
“In effetti è ciò che mi dicono un po’ tutti, parlando tra noi il mio amico è un vero Asino.
Ma comunque, vedendoti così intima con la corvina pensavo che avrei dovuto premeditare il tuo esaurimento nervoso, ma non sei stronza come credevo”
 
Ginevra continuò a operare tranquillamente
“Morgana potrà sembrare una persona fredda e opportunista ma se la conosci davvero non puoi fare a meno di adorarla.”
 
 
Merlin la osservò di sottecchi mentre operava tranquilla manco fosse facile come respirare, quella distrazione durò poco poiché venne immediatamente attratto dalla cosa che la Sheperd tirò fuori dalla testa dell’uomo
 
 
“Ma che diavolo…”
“Era un coagulo, molto grosso tra l’altro, era quello che provocava l’emorragia ma come ve… Cazzo.”
“O mio dio, quello è…”
“Già, è un aneurisma, grosso quanto una palla da golf, dobbiamo fare attenzione a non sfiorarlo o potrebbe rompersi da un momento all’altro.”
“Aspetti, vuol dire che.. non lo operiamo”
“Vorrei farlo, ma non possiamo, dobbiamo richiudere, parlarne con la moglie  e metterli al corrente dei rischi, non possiamo fare quest’operazione alla mano, richiudiamo.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Dottoressa Pendragon!” un’infermiera irruppe nella stanza del medico di guardia dove Morgana riposava placidamente
“Uhm?”
“La bambina, la piccola Garçia ha un infarto, non riesce a respirare e non riusciamo a rianimarla, venga!”
“Andiamo immediatamente”
 
 
 
“Cosa diavolo sta succedendo?”
Arthur si girò velocemente verso di lei tenendo tra le mani il defibrillatore
“Ha avuto un infarto, le stiamo tentando tutte ma non riusciamo a rianimarla”
“Spostati fa provare me.”
Morgana gli prese il defibrillatore dalle mani e ordinò che fosse caricato a 350
“Libera!” diede la prima scarica ma il cuore di Amy non riprese a battere
“Carica ancora, libera!”
Una seconda scarica investì la bambina, ma neanche quella sembrò  funzionare.
La corvina allora mollò il defibrillatore iniziando le compressioni.
“Forza piccola ce la puoi fare, andiamo, andiamo, andiamo…”
Fu un attimo, la macchina che segnava l’attività cardiaca, anche la più minima, si arrestò di colpo, cosa che invece non fece Morgana che continuò ad insistere con le sue compressioni finché non si vide costretta a dichiarare la morte
“Ora del decesso 22:58.”
 
L’unica cosa che vide mentre si incamminava verso l’uscita fu il viso della madre di Amy, premuto contro il vetro a reprimere un urlo di dolore, non si accorse nemmeno della mano di Arthur sulla sua spalla, era completamente indifferente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Signora Peterson, durante l’operazione di suo marito abbiamo riscontrato un problema”
Una donna dai capelli biondo scuro si portò una mano alla bocca, gli occhi lucidi
“Problema, che genere di problema?”
“Abbiamo notato la presenza di un aneurisma non insignificante che potrebbe presto scoppiare e provocare un sanguinamento intercerebrale che non sarebbe raro viste le dimensioni dell’aneurisma e ciò costerebbe la vita a suo marito, noi possiamo operarlo ma abbiamo bisogno del suo consenso”
Disse Ginevra, in testa ancora la cuffietta dove vi era rappresentata una nave solitaria che vagava per il mare.
“Oh, ma certo, certo che si, vi prego faccia ciò che vuole ma per favore, per favore salvi mio marito” pregò la signora Peterson aggrappandosi al braccio della mulatta che le prese una mano
“Farò tutto ciò che è in mio potere per salvarlo, ora il dottor Johnson le darà dei moduli mentre io vado a prepararmi per l’intervento”
“Dannazione, è uno degli aneurismi più grandi che io abbia mai operato, un solo passo falso e metto fine alla vita di quest’uomo”
Ginevra guidava l’apparecchio nel cervello del suo paziente con una precisione millimetrica, era già da molto che aveva preso ad operare l’unica cosa che avrebbe dovuto fare sarebbe stata quella di clampare l’aneurisma.
Dopo aver inserito le clip sulla base era finalmente pronta per l’ultima parte, la mossa del Matador, solo una cosa e infine il suo paziente sarebbe stato salvo, ma non ebbe tempo di muovere neanche un solo muscolo dato che il suo paziente era andato in arresto cardiaco.
Si spostò dall’altra parte del tavolo operatorio, aveva completamente spalancato gli occhi, improvvisamente i ricordi le riaffiorarono in mente come una doccia gelida, tutto intorno a lei era ovattato, l’unica cosa che in quel momento continuava a fare erano quelle compressioni, forti, incessanti compressioni, ma nonostante tutto quella che sembrava una causa persa si concluse come tale,  il battito ormai inesistente provocava il fastidioso rumore di quella dannata macchina, più quella macchina segnava la fine più lei continuava ad insistere, ormai era inutile, era una causa persa fin dall’inizio.
“Dottoressa, non può fare più nulla, credo sia ora che la dichiari” le disse Annie, la sua più fidata infermiera.
Ginevra rimase lì, lo sguardo perso nel vuoto e una forte sensazione di impotenza
“Ora del decesso 00:23” la voce fredda, glaciale di qualcuno che sente di aver fallito, tolse gli occhiali e uscì dalla sala operatoria per dirigersi dalla donna che solo poche ore prima l’aveva supplicata di riportarle suo marito e che ora l’attendeva speranzosa di buone notizie;
la signora Peterson la vide arrivare da lontano  e le andò incontro, supplicandola con lo sguardo
“Durante l’intervento, suo marito è andato in arresto cardiaco, abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere per salvarlo, mi dispiace molto.” Lo sussurrò con un fil di voce poggiando una mano sulla spalla della donna, la guardò negli occhi e la superò, nonostante le desse le spalle la sentì accasciarsi sulla sedia , aumentò il passo cercando di sfuggire a quel momento, momento che fece riaffiorare i suoi ricordi, ricordi dai quali cercava disperatamente di fuggire
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Si chiuse la porta della stanza del medico di guardia alle spalle poggiandovi contro la schiena
“Brutta nottata?” Morgana, stesa sul lettino, le rivolse quelle parole con voce stanca, priva di qualsivoglia sfumatura
“Terribile”
“Una bambina di cinque anni è morta tra le mie braccia, mentre cercavo di rianimarla”
“Ho salvato il mio paziente da un’emorragia, un’infezione e un aneurisma gigante, e morto poco prima che potessi terminare l’operazione, arresto cardiaco.”
 
Morgana la fissò intensamente
 
“Credi che il karma centri qualcosa in tutto ciò?”
“E per cosa si starebbe vendicando?”
“Bhé, tu sei andata a letto con Alan e io ho mandato a fanculo il mio fratellastro, forse il karma i vuole dire ‘fanculo, io ho in mano le vostre vite e…’ no cancella tutto, sono stanca e mi sento...”
“Sporca?”
“Già”
“Vado a farmi una birra, vieni anche tu?”
“Sì.”
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
A.A.
Buonasera!
Anzi buonanotte visto l’orario a cui posto.
E’ da un po’ che non mi faccio sentire eh?
Che dire, un capitolo senza pretese che spero vi sia piaciuto.
Spero di non aver fatto casini per tutto ciò che riguarda la parte medica della situazione.
Ora scusate ma devo andare, ho un sonno tremendo, ma fatemi sapere cosa ne pensate tramite qualche recensione.
Goodbye!

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