Jemma Simmons Uccide l'Universo Marvel di Frapuz (/viewuser.php?uid=926172)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'Aquila e il Serpente ***
Capitolo 3: *** Intreccio ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
"Birra?"
"Non
si può rifiutare."
"Stai
tremando. Nervoso?"
"Decisamente.
Tutta...tutta questa situazione...non era come me l'hai venduta."
"Non
rischi nulla. Pensa al lavoro."
"Lavoro...qui
si rischia la morte, o peggio, la cattura."
Hunter
sorrise, poi si sedette accanto al ragazzo.
"Nick,
ho chiesto espressamente di te perché so che ce la puoi
fare. E anche perché sei pulito. Finito questo lavoro sarai
libero di andartene, non ti possono trovare. Lascia a noi il lavoro
sporco."
Nick
si strinse nelle spalle. Con un cenno del capo indicò il
fondo della stanza, illuminato solo dal tavolo olografico. Una figura
di spalle, esile, era curva su di esso.
"Che
mi dici del capo?"
"Fai
come dice."
"Tutto
qui?"
"Ah,
ovvio, non guardarla negli occhi, aspetta che sia lei a parlarti per
prima e non fare movimenti bruschi."
Vedendo
lo sguardo spaventato di Nick, Hunter rise. Poi aggiunse: "È
una persona normale, come me e te. Solo che ha una mente incredibile.
Qualcuno potrebbe pensare che sia...estrema, ma ho capito che non
esiste nulla di estremo. Esiste solo ciò che è
giusto, e ciò che è necessario."
"E
noi qui vogliamo fare il..."
"Entrambi."
Nick
deglutì.
"Come
sei passato dalla loro parte a...beh, qui?"
"Più
semplice di quel che pensi. Lo SHIELD non è mai stato in
grado di occuparsi di nulla. La soluzione per New York? Bomba atomica.
La faccenda Hydra? Ottant'anni di incompetenza all'opera. Di recente,
hanno fatto cadere in mare dei cristalli Inumani, e sai
com'è finita. Potrei andare avanti per ore, ma non sapresti
nemmeno di cosa parlo. E poi...mi hanno fatto qualcosa. Personale. Da
allora, è stato un fallimento epico dopo l'altro. Anche se,
devo dire, in questi due anni hanno dimostrato veramente di essere i
peggiori."
"Capisco."
"No,
non credo. Aspetta."
Hunter
si alzò in piedi, si recò al tavolo
più vicino, sfogliò alcuni fascicoli ed estrasse
un singolo documento. Poi lo porse a Nick.
"È...è
redatto, non riesco a leggere nulla."
"Prendi
questo".
Hunter
gli diede una piccola lente rettangolare.
Nick
lo passò sulle linee nascoste.
"Ma...è
ufficiale? Cosa significa?"
"Una
condanna a morte, per troppe persone. Il vecchio Direttore era
completamente pazzo, verso la fine. Lei", disse indicando la donna in
fondo alla stanza, "se ne è occupata, e non potrei esserle
più grato. Io non ci sarei mai riuscito. Ora dobbiamo
occuparci dell'altra metà del problema, e finire una volta
per tutte la questione."
"Scusa
se sono indiscreto...cosa è successo quel
giorno...là...Operazione Winchester?"
"Guerra.
Pura e semplice. Una follia. Un errore. Non c'ero quel giorno,
altrimenti sarei morto anch'io. Però..." Lance si
interruppe. Scosse la testa, si alzò in pedi e
camminò lentamente per la stanza.
"È
successo qualcosa là dentro. Qualcosa che mi ha convinto a
lasciare per sempre lo SHIELD. Che CI ha convinti."
Si
sedette di nuovo. Poi allungò un braccio e cercò
alla cieca una cartelletta sul tavolo dietro di lui. La
aprì, le diede un'occhiata, poi la diede a Nick.
"Questo
è il mio motivo, questo il suo."
Nick
guardò brevemente le foto di due visi, giovani, eppure
già temprati da chissà quali eventi: una donna,
attraente, lunghi capelli biondi, e un ragazzo, barba incolta, sguardo
perso nel vuoto. Poi scorse un terzo profilo.
"E
questo?"
"Ti
presento...l'ex Direttore."
Nick
restò sorpreso.
"Come
avete fatto ad avere questi documenti? Avete una talpa allo SHIELD?"
Hunter
non fece in tempo a rispondere.
"C'è
un problema".
Nick
e Hunter si voltarono di scatto. Jemma Simmons stava in piedi, vicino a
loro, fissando un palmare.
"Lo
SHIELD è sulle nostre tracce. Stanno diventando sempre
più aggressivi. Guardate."
Sul
piccolo schermo scorrevano le immagini di un telegiornale. Alcune
squadre di agenti in tenuta d'assalto irrompevano in un casolare e
osservavano il teatro di una carneficina. Corpi riversi costellavano il
pavimento, le apparecchiature elettroniche perforate da proiettili
d'energia. Diversi tavoli erano stati accatastati da una forza
invisibile; le linee elettriche era come se fossero state strappate dai
muri.
"Erano
miei collaboratori. Solamente scienziati, ingegneri e meccanici.
Quindici vittime, nessun sopravvissuto."
"Oh
cazz-"
"Sì,
mi ci vorrà ben più di questa birra", fece Nick.
"Abbiamo
due opzioni: andare avanti con questa operazione e occuparci dell'Hydra
prima che possa sfuggirci di nuovo, o prepararci ad affrontare lo
SHIELD, difendere le nostre risorse prima che possa attaccarci ancora."
"Finiamo
l'Hydra. Non possiamo permetterci di perderla di vista, ancora", fece
Hunter.
"Se
volete vi lascio parlare.." fece Nick.
"No,
puoi restare. Non ci sono segreti tra di noi. È importante
ascoltare tutti. Dimmi, cosa ti dice il tuo istinto?"
Nick
sentì su di sé gli sguardi di Jemma e Lance.
Incerto, disse: "Credo che non possiamo lasciarci altri cadaveri alle
spalle. Questo attacco", indicò le immagini del
telegiornale, "è solo il primo. Sono disperati, diventeranno
solo più aggressivi."
"Anche
questo è vero. Ma è anche vero che non sappiamo
quando ci colpiranno ancora. Abbiamo coperto le nostre tracce, non
è detto che riescano ad attaccarci prima che abbiamo
concluso la faccenda Hydra."
"Ed
è anche vero che l'Hydra al momento non sembra disporre di
forze sufficienti per creare problemi, non nell'immediato futuro."
Jemma
li guardò entrambi, pensierosa.
"Venite
al tavolo, è ora di prendere una decisione."
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Capitolo 2 *** L'Aquila e il Serpente ***
L'aquila e il serpente
Capitolo I: L'Aquila e il Serpente |
"...centinaia
i feriti, continua la conta delle vittime..."
"...i
primi rapporti indicano alti livelli di radioattività
nell'area, ma
gli esperti assicurano che non ci siano pericoli immediati di
contaminazione..."
"...tra gli edifici
coinvolti anche un tempio buddhista e una scuola di formazione per
aspiranti cuochi..."
"...il governo ha
difficoltà nel contenere il panico dilagante per le strade,
mentre
si riunisce il consiglio dell'Onu..."
"...ancora
non si hanno conferme né rivendicazioni dai possibili
esecutori
dell'attentato..."
"...come potete vedere, gli
edifici circostanti il palazzo della T.SUN, nota banca già
nell'occhio del ciclone per lo scandalo delle infiltrazioni mafiose
nell'intero sistema bancario orientale, sono rimasti quasi del tutto
indenni..."
"...quale sia effettivamente- un
attimo di attenzione, abbiamo un comunicato scioccante: pare che tra
i cadaveri recuperati sia stato identificato Gideon Malick, noto uomo
d'affari e di politica, già membro del Consiglio Mondiale ai
tempi
dei fatti di New York, poi ritenuto parte dell'organizzazione
criminale Hydra, e scomparso oltre un anno e mezzo fa..."
"...si
mormora che i servizi segreti di Pechino abbiano rimosso alcuni dei
corpi..."
"Basta così. Spegni."
Simmons
pareva seriamente preoccupata nell'osservare le decine di schermi.
Immagini vorticose di un edificio semi-distrutto, in fumo, persone
per strada, confuse, centinaia di uomini in uniforme cercare di
contenere il panico.
Il proiettore si spense, facendo
sprofondare nel buio la piccola stanza. Un interruttore
scattò, una
lampada al neon lampeggiò un momento, abbagliando i
presenti, prima
di gettare la sua debole luce biancastra.
"Abbiamo qualcuno
laggiù?"
"Un giornalista, una decina di volontari, un
pompiere, più tre aggiuntivi nel governo locale."
"Sono
più di quelli che credevamo… Fatemi sapere appena
avete una conta
dei civili coinvolti."
Simmons si massaggiò il setto
nasale e le tempie: la nausea e le vertigini la stavano assalendo.
"E chiamatemi non appena Lance ci contatta."
"Sì,
certo."
Nick la accompagnò fuori dalla stanza, poi
rientrò. Lana, Gordon, Karl e Claudia parlavano sottovoce
tra loro.
Quando si accorsero che Nick era tornato, si zittirono.
"Voglio
che sappiate tutti, che non è così che operiamo.
Questa è stata
una misura eccezionale per una situazione eccezionale. "
Sospirò. "So che possiamo sembrare peggio di coloro che
stiamo
combattendo, a scendere a tali compromessi, anche se solo una volta."
Si sedette pesantemente. "Sono...decisioni difficili..."
"È
tutto a posto, Nick."
Il ragazzo guardò sorpreso Lana. Si
riscosse, sedette eretto, prese un bottiglietta d'acqua e
sbottò:
"No, non è tutto a posto." Bevve lentamente. "Per
nulla. Quello che è successo stanotte non si deve ripetere.
Mai più.
Non siamo qui a progettare attentati. Siamo qui per proteggere quelle
stesse persone che ora sono sotto stato d'emergenza, a vivere nella
paura che qualcosa del genere possa accadere di nuovo da un momento
all'altro. Noi sappiamo perché abbiamo fatto quello che
abbiamo
fatto, ma loro no. E non se lo meritano." Bevve ancora. "Non
è per nulla a posto, cazzo."
I quattro sedevano ora
scomodamente sulle loro sedie, visibilmente a disagio.
"Ne
riparleremo domani. Promettetemi una cosa però: nonostante
tutto
quello che succederà, quello che faremo e quello che diremo
in
questa stanza, non smettete mai e poi mai, promettetemelo, di porvi
delle domande. Chiedetevi continuamente se tutto questo sia
giusto, o il modo migliore per farlo. Continuamente. Il giorno in cui
non avrete più dubbi sarà il giorno in cui
tornerete alle vostre
vite. Buonanotte."
Jemma Simmons apparve il giorno
dopo, ristorata, nella stessa stanza, agli stessi cinque della sera
precedente. Con molta calma prese posto su una delle varie sedie
sparse in giro, stringendo una tazza di tè con entrambe le
mani. Gli
altri la fissavano, in silenzio, aspettando qualcosa, qualsiasi cosa.
Jemma si alzò di nuovo, posò la tazza su un
angolo del tavolo
luminoso e disse piano: "Forza, al lavoro."
La stanza
prese vita, il proiettore cominciò a ronzare, i vari schermi
su
pareti e PC portatili si illuminarono, furono estratte matite e
blocchi degli appunti.
"Dei partecipanti all'incontro non è
sopravvissuto nessuno. Conosciamo il nome delle otto guardie
all'ingresso, sette sono fuggiti, ma li abbiamo sotto il radar. Uno
è
stato catturato dalle forze di sicurezza e portato in centrale per un
interrogatorio."
"Il numero delle vittime ufficiali
sembra stabile a 458. Pensiamo che il numero crescerà
ancora, ma non
oltre i 480."
"Contando Malick, i quattro boss,
l'incaricato di Hammer e l'Ambasciatore, più i loro uomini,
restano
fuori dal conto 55 persone, che riteniamo possano non essere tutti
civili."
"Nessun edificio circostante riporta danni
strutturali; non ci sono stati vittime né feriti al di fuori
del
perimetro stabilito."
"Pechino è parecchio
interessata all'evento, ha cominciato a far domande, nonostante le
difficili relazioni con il governo."
"Anche Russia e
investigatori NATO sono stati visti sul sito."
"Nessuno
sembra essere in grado di stabilire la natura dell'arma usata."
"Il
Presidente ha contattato lo SHIELD. Non era per niente
felice."
Simmons sospirò.
"Ben fatto. Lance è
ancora nell'ombra?"
"Abbiamo la sua posizione
approssimativa, ma ha disattivato i suoi
sistemi."
"Volontariamente?"
"Sì. I
codici corrispondono."
"Bene. Karl, tieni un orecchio
a terra, dobbiamo intercettarlo il prima possibile."
"Certo."
"Lana,
Nick, continuate a monitorare la situazione a Taiwan, appena
possibile mandate degli uomini sul campo. Fornite loro delle
autorizzazioni per la stampa."
"Sarà fatto."
"Gordon,
tu verrai con me in laboratorio, fammi vedere i nuovi giocattoli.
Claudia, voglio che tu prepari una squadra, abbiamo preso contatto
con un vecchio amico. Ti mando i dettagli sul tuo cellulare."
"Un
vecchio amico? Lo conosco?"
"Molto più... vecchio. Ma
non so se ci possiamo fidare, per cui, occhio."
"Mi
piacciono queste cose."
Claudia lasciò la stanza di corsa,
saltellando come una ragazzina.
"Quella ragazza è
strana."
"Quella ragazza è la nostra migliore spia, e
fidati, non esistono brave spie normali."
Nick sbuffò:
"Questo è sicuro."
Simmons sorrise: "Lo so che
ti piace."
Il ragazzo arrossì: "Beccato."
"Non
ti preoccupare, ci ho fatto dei pensierini anch'io."
Nick
era ora paonazzo. Le voltò le spalle e si curvò
sui suoi
appunti.
"Ricordami di non mandarti mai sul campo,
leggerebbero le tue intenzioni a metri di distanza."
Simmons
chiuse la porta proprio mentre una biro volava attraverso la
stanza.
“La polvere di cristalli non può essere
replicata, ma abbiamo trovate alcune altre applicazioni molto
pratiche, e che usano un quantità risibile di polvere blu."
Gordon
prese in mano uno strumento allungato, non più lungo del suo
pollice, dotato di una piccola valvola ad un'estremità e un
interruttore a metà della sua lunghezza. Lo
soppesò, poi lo passò
a Jemma.
"L’ultima volta era parecchio più ingombrante,
incredibile."
"Sì. Soprattutto perché non solo è
più piccolo, ma è anche migliorato. Stavamo
cercando un modo di
comprimere il diffusore magnetico per farlo passare da queste
dimensioni", e indicò un cubo di metallo di dieci centimetri
di
lato, "a queste dimensioni", disse prendendo in mano quello
che pareva essere un minuscolo led, "per cui abbiamo cominciato
a togliere e unificare i vari circuiti, quando mi sono accorto che
bastava semplicemente toglierlo, e far fare il lavoro di contenimento
al compressore stesso, bypassando circa una buona metà di
tutti i
collegamenti interni e dimezzando il bisogno energetico."
"Non
male."
"Non male no, direi. Ora, ci sono stati un paio
di incidenti con un piccolo errore di calibratura. Gli effetti
collaterali sono però talmente spettacolari che ho deciso di
includerli nella versione finale. Se noti, qui sul bordo ci sono due
piccoli avvallamenti. Premendoli contemporaneamente si scollega il
ponte rettificatore, mandando in corto circuito il
compressore."
"Molto bene. Ma ancora non mi hai detto
cosa fa, di preciso."
"Oh sì, certo, scusa. Non lo
so."
"Come?"
"Non lo so per certo. Non
avendo tessuti su cui sperimentare la keratoxina, posso solo
speculare sulla sua efficacia. I miei calcoli e le mie simulazioni a
volte indicano che potrebbe provocare una recessione della componente
mutata, a volte la potenzia del 300%, causandone la degenerazione.
Altre volte solidifica temporaneamente i tessuti nervosi basati su
concentrazioni anomale di potassio e azoto, concentrazioni che ho
riscontrato in tutti i campioni che hai prelevato anni fa su..."
"Non
va bene. Devo sapere cosa fanno, esattamente."
"Mi
serviranno dei campioni. Vivi. Ma potrebbe rivelarsi poco meno di una
vera e propria tortura."
"Ti porterò dei campioni.
Appena Lance sarà tornato. Tu intanto continua le tue
ricerche.
Fammi sapere se ti serve altro. Mi raccomando, deve metterli fuori
gioco, non ucciderli. Appena avrò una giornata libera ti
prometto
che la passeremo a lavorare insieme."
"Ok, bene. Ci
proverò, Jemma."
"Grazie."
"Buongiorno
Alex!"
"Oh, ma guarda un po' se non è il mio capo
preferito! Cosa ci fai da queste parti, bella signorina?"
"Sto
facendo un giro. Tutto a posto qua?"
"Non c'è male,
non c'è male. Con il carico di due settimane fa per il
momento siamo
completamente in pari con la tabella di marcia."
"Speravo
di portarmi un po' avanti, a dire il vero."
"Sì, beh,
possiamo parlarne ancora. Temo che dovremo spostarci presto, o
sbaglio."
"Purtroppo, non sbagli."
"Voglio
dire, siamo qui già da mesi ormai, non vorremmo ricevere
visite
inopportune. E dover smontare una cambusa completa richiede troppo
tempo e lavoro, capisci?"
"Sì, certo. Fammi sapere se
hai bisogno di qualcosa, va bene? Ah, che si mangia oggi?"
"Solo
per te, capo, credo proprio di essere in grado di prepararti qualcosa
di speciale, ma è una sorpresa! Quindi, sciò, via
dalla mia cucina,
devo creare!"
Jemma si allontanò con il sorriso in
volto.
Tornò sui suoi passi, percorrendo lo stretto corridoio
tra la mensa e i dormitori: aveva già bisogno di darsi una
rinfrescata, dei vestiti profumati e la sensazione del sapone sul
viso la facevano ragionare meglio. Stava per entrare nel bagno
comune, quando sentì delle voci all'interno discutere
animatamente,
seppure sottovoce.
"...non sai com'era prima, è
normale..."
"...sì ma non cambia nulla, hai visto i
telegiornali? Siamo diventati dei fottuti terroristi, ecco cosa,
cazzo."
"Non capisci: qui si tratta del male minore,
anzi, peggio. Avresti preferito fare nulla e assistere all'ennesimo
massacro?"
"Certo che no! Ma non così, non in mezzo
ad una città, c'erano dei bambini! Ci deve essere un'altra
strada,
deve!"
"Non siamo Dio e non siamo stregoni, non ci
basta agitare una mano per far sparire le persone. Ogni tanto si
devono fare delle scelte. Lo sapevi bene quando hai accettato di
venire con noi."
"Non ho idea di cosa pensassi quando
ho accettato di venire qua. Semplicemente non voglio più
stare qua,
non se dovremo fare altre volte cose del genere. Ti rendi conto? Ho
aiutato a piazzare quelle cariche! Sono una maledetta assassina!"
"Lo
siamo tutti."
Le due donne sobbalzarono.
Jemma
continuò: "Siamo tutti responsabili di quello che
è successo,
e io più di tutti. Non pensare che io non abbia rimorsi."
Entrò
nel bagno e chiuse la porta dietro di sé. Si
avvicinò al lavandino
e aprì il rubinetto; non avevano acqua calda disponibile,
per cui si
sciacquò il viso con acqua gelata.
"Voglio che vieni con
me, nella stanza operativa. Tutte e due, se volete. Là
potrai
scegliere cosa fare. Se vorrai ancora andartene, non ti intralceremo
in alcun modo. Ti daremo un alibi, se vorrai, per tutto il tempo
trascorso qui. Oppure potrai venderci a chi riterrai opportuno, a te
la scelta."
Prese un asciugamano dal muro e si asciugò
faccia e mani. Poi aprì la porta e fece segno di seguirla.
"Tu
sei Mia, vero?"
"Sì. Squadra di infiltrazione."
"E
tu sei Ehilen... aspetta, non dirmelo...
meccanico?"
"Ingegnere."
"Giusto. Vi
conoscevate già prima?"
"Sì, dai tempi del liceo.
Ehilen mi ha invitata qui circa sei mesi fa."
"Io sono
qui da poco prima, a dire il vero."
"Ditemi, perché
avete accettato? Sapete che rischiamo abbastanza a fare tutto
questo."
Mia si strinse nelle spalle.
"In realtà
non mi interessava molto rischiare tutto, se potevo salvarne
altre."
"Ieri notte però è cambiato tutto,
vero?"
"Non... non lo so. Darei volentieri la mia vita
per ognuno di voi ma..."
"Non sai se agiamo nel modo
migliore. Sai, è una domanda che mi pongo tutti i giorni, e
una cosa
che ripeto a tutti: mai smettere di dubitare. Ma penso temo sia la
mia formazione scientifica a parlare, più che il mio
addestramento
tattico."
"No, rispetto questo modo di
pensare."
Simmons sorrise: "Allora spero di sciogliere
i tuoi dubbi, perché abbiamo disperatamente bisogno di
persone come
te."
"Abbiamo dei dati definitivi" annunciò
Lana.
"Ti prego, dimmi che sono buone notizie" rispose
Jemma, speranzosa.
"Direi ottime. Venite qua."
Lana
avviò la grafica; tutti e sei nella stanza presero parte
attorno al
tavolo olografico.
"I primi rapporti indicavano 458 vittime
totali. Nick, passa alla prossima."
Sullo schermo apparvero
decine di rapporti e fotografie.
"Incrociando tutti verbali
dei soccorritori siamo riusciti a isolare decine di errori, arrivando
ad un totale di 422 morti confermate."
Ehilen spalancò gli
occhi: "Più di quattrocento? Quanti erano i nostri
bersagli?"
"Centinaia. I nostri informatori hanno
fatto un lavoro eccellente."
Lana aprì una simulazione:
un modellino olografico del grattacielo comparve davanti a loro,
ancora integro, slanciato, nuovo e luccicante in mezzo a palazzi
ingrigiti e tozzi.
"Abbiamo confermato la presenza di,
preparatevi: Gideon Malick, i suoi tre assistenti, 15 addetti alla
sicurezza, 20 tra scienziati e operai. Altri 72 uomini avevano il
chip di identificazione dell'Hydra; per tutto questo, ringraziate il
nostro uomo nei soccorsi e, evidentemente, un'infiltrata
all'obitorio, di cui non avevo idea."
Lana lanciò
un'occhiata a Simmons, che le fece segno di proseguire con uno
sguardo severo.
"Comunque, da quello che sappiamo,
rappresentavano il 100% della rimanente forza Hydra, in cerca di una
base dopo l’attacco subito tre settimane fa. I loro canali di
comunicazioni sono rimasti silenziosi per la prima volta in due anni
che li controllo.”
Lana prese fiato, sfogliò alcuni appunti
e fece schioccare le articolazioni delle dita.
“Da qui in poi
le cose si fanno incredibili. Nei piani colpiti, cioè dal
31° al
41°, erano alloggiati i cinesi. Tanti cinesi. Cioè,
pensavo fosse
un luogo comune, ma c'erano veramente troppe persone per soli dieci
piani. Comunque. Secondo il database dell'ufficio di portineria, quei
piani dovevano essere vuoti. Abbiamo trovato però tracce di
movimenti enormi di denaro su conti esterni alla banca stessa, ma
collegati ad essa. Nick è risalito fino all'origine,
scoprendo che i
versamenti sono stati fatti da alcune compagnie prestanome di base
negli Stati Uniti; come in tutti i peggiori film d'azione, queste
aziende sono in realtà la facciata con cui i gruppi mafiosi
cinesi
minori spostano denaro in tutto il mondo."
Lana prese bevve
un sorso d'acqua.
"In pratica, abbiamo avuto la conferma
assoluta che in quel palazzo a quell'ora, in quei piani, quattro boss
cinesi si sono riuniti a discutere d'affari con l'Hydra. Facendo un
rapido calcolo, gli uomini non presenti sugli elenchi ufficiali
né
segnati all'immigrazione erano circa 234. C’erano almeno 20
persone
per piano."
Karl emise un fischio.
"Già,
veramente tanti. Io e Nick abbiamo controllato almeno due volte
ciascuno, con algoritmi diversi, sempre lo stesso risultato. Che
fossero lì per quell'incontro o no, dobbiamo supporre
fossero
comunque degli affiliati, o dei criminali. Appena saranno disposti i
cadaveri per il riconoscimento, potremo cercare eventuali tatuaggi;
per il momento, non possiamo che considerare questi dati che
altamente probabili. Per quanto riguarda i rimanenti 77 cadaveri, 17
erano al seguito dell’Ambasciatore. Per chi non lo sapesse,
era il
banchiere dei criminali, molto rispettato dalla malavita di tutto il
mondo. Tra gli altri, uno era un rappresentante delle Hammer
Industries, due erano suoi bodyguard personali; i restanti 10 sono
stati rivendicati da due diverse società di sicurezza
privata: in
realtà, poco più che mercenari. Altri 43 erano
impiegati di medio o
alto livello della banca, tra cui il vice-presidente stesso: ora che
sappiamo che la banca era immischiata in affari illeciti e
associazioni criminali in tutto il mondo, crediamo sia il caso di
eliminarli dalla lista dei civili."
"Questo vuol dire
che..."
"Esatto. Quattro civili. Pensiamo di averli
identificati. A breve faremo contatto con le famiglie, e manderemo
qualcuno."
"Aspetta un attimo. Non ha senso."
Tutti
si voltarono verso Mia.
Lei continuò: "Non ha per nulla
senso. È crollato un palazzo e gli unici che abbiamo colpito
sono
solo i cattivi? Quali erano le probabilità?"
Nick si
schiarì la gola: "Abbiamo scelto questo bersaglio dopo dieci
mesi di appostamenti in tutto il mondo. Sapevamo chi avremmo
colpito."
"In mezzo ad una metropoli!"
"In
un palazzo isolato, privato, precluso al pubblico. C'erano dei
rischi, è vero, ma abbiamo dovuto fidarci dei nostri dati."
"Dati...
se anche solo uno fosse stato sbagliato, avremmo distrutto mezza
città. Abbiamo rischiato la vita di migliaia di innocenti."
Simmons
incrociò le braccia: "Forse dobbiamo mettere le cose in
prospettiva. Lascia che ti spieghi. Lana, apri il registro. Cerca
nella quarta categoria...ecco, terzo fascicolo."
Sullo
schermo apparve un numero.
"Cosa significa?"
"Questo
è il numero delle vittime causate dall'Hydra, dalla sua
fondazione
ad oggi. Se vuoi, potrei farti scorrere i nomi di tutte le vittime,
uno per uno. Ma andremmo avanti per anni."
Jemma si
appoggiò al tavolo. Tirò un sospiro, cercando le
parole adatte: "In
un mondo perfetto, Iron Man e i suoi amici avrebbero eliminato questa
minaccia tempo fa. Molto tempo fa. Invece passano il proprio tempo a
lottare tra di loro e coltivare il loro ego. Mentre il mondo si
cullava in un falso senso di sicurezza, l'Hydra radunava eserciti
sotto ogni bandiera, pronti a scatenare il caos da un momento
all'altro. Per anni lo SHIELD ha tentato pateticamente di tagliare
l'ultima testa del serpente, causando più dolore ancora. Tra
l'aquila e il serpente, non era possibile scegliere."
Simmons
si alzò e si appoggiò al muro dietro di lei, le
mani dietro la
schiena.
"Non ti chiedo di accettare quello che facciamo, o
di non dubitare dei nostri metodi. Quello che ti chiedo è di
fidarti
della nostra volontà e della nostra intenzione. Ieri abbiamo
finalmente troncato l'ultima testa. Se avessimo aspettato ancora, non
sappiamo cosa sarebbe successo. Più uno si trova in
difficoltà, più
cerca di colpire con forza, o no? Non potevamo rischiare un'altra
strage. Prima che... quando io e Lance siamo fuggiti, l'Hydra sembrava
completamente distrutta. Doveva essere finita. E invece, sai bene
cos'è successo. E mentre tutti parlano ancora dell'atomica
di
Manitowoc, nessuno parla dei rapimenti e degli arruolamenti in Sud
America."
Fissando negli occhi Mia, aggiunse: "Per
noi i danni collaterali non sono tollerabili. Non possiamo
permetterci errori. Però dobbiamo anche accettare che
possiamo
farli, poiché siamo umani."
Tornando al tavolo, mormorò:
"Non so, non sono brava con le parole, spero tu abbia
capito."
La stanza piombò nel silenzio. Dopo qualche
istante imbarazzato, Nick prese timidamente la parola: "Bene,
ehm, per quanto riguarda i danni al quartiere, qui ci sono tutti
dati: le prime stime indicano..."
L'incontro si prolungò
ancora per qualche ora; Mia distolse raramente lo sguardo da
Jemma.
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Capitolo 3 *** Intreccio ***
capitolo 2
"Melinda May".
La donna lo fissò duramente in silenzio.
"Ex-agente dello SHIELD, mi dicono lei abbia avuto una promozione,
possiamo dire, sul campo, giusto?"
Ancora silenzio.
Il presidente Ellis si alzò lentamente.
"Io non ho idea di cosa stia succedendo nel mondo in questo momento,
la sua organizzazione sta cercando in tutti i modi di
scatenare
la Terza Guerra Mondiale. E c'è un fottuto buco di quindici
chilometri nel mezzo del Wisconsin!"
L'uomo scaraventò libri e fogli giù dalla
scrivania.
"La mia gente è sotto attacco e non so nemmeno chi
è il
nemico! Mi dia una ragione per non farla impiccare davanti ad una
telecamera di merda in diretta nazionale, un bello spettacolo di sangue
per calmare la gierra civile per le strade!"
"So chi è stato":
"Oh, non me lo dica, è stata l'Hydra, cazzo, ho ragione?"
"Sì".
"Wow, sorpresona, non me l'aspettavo! Ma aspetti un attimo, non
è che dopo quattro anni di attacchi continui non si
è
pensato a fare qualcosa per combattere il problema? Mmh? No? Magari
finanziando con ottocento fottuti miliardi di dollari un'organizzazione
spionistica con decine di migliaia di agenti in tutto il mondo? Eh?
Sarebbe una scelta saggia?"
Prese la lampada, scaraventandola con forza contro il muro, strappando
il cavo dalla parete.
"E invece no! Abbiamo pagato un miliardo di dollari per trecentomila
cadaveri, mezzo milione di sfollati, la gente vuole la mia testa e-"
Il presidente urlò di disperazione e rabbia. Si sedette,
cercando di calmarsi, sistemandosi cravatta e camicia.
"Non voglio più sentir parlare dello SHIELD. Mai
più.
Mobiliterò l'esercito, questa volta, e non sarà
una cosa
temporanea come dopo il Triskelion, stavolta avrò i vostri
cadaveri inchiodati all'Obelisco di George Washington, dovessi mettermi
io con la sparachiodi."
May spostò il peso da un piede all'altro.
"Posso risolvere la situazione."
"Oh, un'altra grandiosa idea? Avete un altro helicarrier magari?"
"No, guerra, pura e semplice. Il mio predecessore pensava di poter
tenere tutto sotto controllo, ma non ne è mai stato in
grado."
"Perché dovrei credere ad anche una sua sola parola? O che
potreste davvero riuscire a ripulire questo casino?"
"Perché non c'è altra scelta."
May si portò una mano all'orecchio. Due fasci di luce
infrarossa
brillarono attraverso la finestra, posandosi sulla schiena di Ellis.
"Siamo in guerra."
Il modello virtuale tridimensionale ruotava avanti e indietro, senza
sosta, numeri e dati scorrevano interminabili sullo schermo. Dita agili
impartivano comandi secchi, nervosi, al tavolo olografico. Occhi
arrossati si sforzavano di spiegarsi ciò che vedevano nel
buio
della stanza, insonni e a in qualche modo a disagio.
Una porta si aprì, ma la donna non se ne accorse.
"Mia, che ci fai ancora qua? È tardissimo".
"Non riesco a dormire".
"Neanche io. Ti porto qualcosa? Io mi faccio una tisana calda".
"No, niente".
Ehilen rimase sulla soglia per un istante.
"No, aspetta. Anche per me, grazie".
La sua amica sorrise, dirigendosi silenziosamente verso le cucine.
"Cosa stavi guardando?"
"I rapporti di ieri".
Ehilen non rispose; soffiò dolcemente sulla bevanda
bollente, scaldandosi le mani sulla ceramica della tazza.
"Continuano a non aver senso".
"Mmh".
"Non...non me lo spiego. Quattrocento bersagli in tutto il mondo,
riuniti chissà perché in un solo edificio. Va
contro
tutte le regole della logica".
"È...insolito, in effetti".
"E noi, con nemmeno una decina di cariche esplosive, tiriamo
già
l'intero palazzo, senza danni collaterali. Nemmeno i marciapiedi
circostanti hanno subito danni. Guarda qui, le ricostruzioni", disse
torcendo il polso in direzione del ricevitore del tavolo, divaricando
poi le dita e richiudendole unendo le punte, "e da questa parte, le
previsioni della settimana scorsa".
I due ologrammi mostravano lo stesso grattacielo; ma quando
l'animazione partì, mostrarono comportamenti molto diversi:
quello a sinistra implose alla'altezza del quindicesimo piano,
crollando poi scompostamente e creando una nuvola di detriti che invase
le strade circostanti; sulla destra, nelle riprese da un drone di
sicurezza, l'edificio si accartocciava ordinatamente, a partire dai
piani inferiori, perfettamente in verticale. Le macerie caddero in
un'area molto limitata, andando a riempire le profonde fondamenta e i
cinque piani sotterranei.
"Simmons ci nasconde qualcosa. Lo sai anche tu".
Ehilen pareva confusa. Si strinse nelle spalle e bevve un sorso di
tisana.
"È il capo. È normale".
"L'hai sentita ieri. Vuole che ci facciamo delle domande. Ebbene,
voglio sapere cosa è veramente successo a Taiwan. Qualcuno o
qualcosa è intervenuto, è ovvio."
"Ti ha mai dato occasione di dubitare di lei?".
Mia sbuffò.
"No. Però..."
Rimasero in silenzio. Ehilen pose la tazza per terra e
appoggiò
il mento sulle ginocchia, accomodandosi sulla poltrona su cui era
sprofondata.
"Quello che facciamo serve. Al mondo, alle nostre famiglie.
Può sembrare malvagio, ed eccessivo..."
Cercò di trovare le parole.
"Ma necessario?", suggerì Mia.
"No, non volevo dire quello. La violenza non è mai
necessaria.
Però è più veloce. Il mondo sei mesi
fa era
sull'orlo della catastrofe. L'Hydra stava preparando il colpo di
grazia, lo sai anche tu. Non potevamo rischiare la via della
democrazia, no?"
Mia distolse lo sguardo. Spense il tavolo, poi accese la lampada da
scrivania, osservando in trasparenza i riccioli di condensa che si
sollevavano dalla sua tazza.
"Suppongo tu abbia ragione. Vorrei che ci fosse un altro modo".
"Anch'io".
La porta si spalancò di colpo, mentre una massa di capelli
ricci e corvini si fiondava all'interno della stanza.
"Al tavolo, subito!"
Nick e Gordon rimasero a bocca aperta per qualche istante,
spiazzati, poi posarono le carte da gioco sul tavolino e tentarono di
raggiungere Lana, che già si era precipitata nel dormitorio
femminile.
"Ehi, che succede?"
"Claudia, Ehilen, al tavolo! Ora!"
Si girò stizzita verso i due uomini: "È in tempo
reale!"
Gordon arrivò per primo e prese posto alla destra di Karl,
chino
su un lato corto del tavolo mentre batteva furiosamente le dita su una
tastiera virtuale. Simmons fissava intensamente il video al centro.
Erano le immagini riprese da telecamere poste all'esterno di un
edificio dall'architettura razionalista. A determinati intervalli,
gruppi di due, tre macchine si fermavano a depositare sul marciapiede
antistante un numero ristretto di individui in giacca e cravatta,
alcuni con pesanti fascicoli sotto braccio, altri visibilmente in
affanno, con un caffè in mano. Un uomo di mezza
età,
sudato, in camicia e con la cravatta allentata, arrivò in
taxi
con una cassetta di plastica contenente decine di hard dirsk interni.
"Cosa stiamo guardando?", chiese Claudia alzando le spalle. Nick le si
posizionò di fianco.
"Problemi. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU è quasi al
completo".
"E...?"
"Quella è una sede della Nato":
"Ah".
La stanza piombò nel silenzio, mentre anche Lana
arrivò, seguita da Ehilen e Mia.
"Ho ragione di credere che l'ONU stesse lavorando alla ratifica di una
serie di provvedimenti atti ad asservire i Vendicatori ai loro scopi.
Con l'appoggio della Nato, poche fortunate persone avrebbero accesso a
tutti i più formidabili armamenti esistenti"
annunciò
Jemma.
"Temi che gli Avengers si schierino con loro? Non hanno mai avuto
storie d'amore con i rispettivi governi...", puntualizzò
Claudia.
"No, ma li hanno sempre serviti comunque, ed è
incredibilmente facile raggirarli. Sono semplici persone, dopotutto".
"Tranne Visione".
"Non ne sarei così sicura. Il punto è che non
possiamo
lasciare le cose al caso. Dobbiamo sapere cosa sta succedendo
là
dentro. Lana, di cosa hai bisogno?"
La ragazza prese fiato.
"Io starò qui, con Jemma, occhi al video. Cercheremo di
identificare tutte queste persone, ho gli algoritmi a pieno regime.
Claudia, tu contatta chiunque si trovi a cento chilometri da Roma,
occorrono gli accessi alle telecamere urbane. Nessuno deve allontanarsi
da quel palazzo senza che ci sia uno dei nostri a pedinarlo. Ti mando
coordinate e informazioni sul tuo terminale. Karl, tu mettiti alle
cuffie, appena Aram ha fatto la sua magia, passa al setaccio ogni
comunicazione. Dovrebbe avere già un satellite per te, prova
a
chiamarlo sulla stessa linea dell'altra volta. Mia, Nick, voi starete a
nostra disposizione, preparatevi a correre avanti e indietro. Per ora,
Mia, segui Claudia; c'è l'eventualità che sia
richiesta
una squadra di infiltrazione nei prossimi giorni, se potete, cominciate
a lavorare sui dettagli. Nick, per ora starai qui, poi andrai a dare il
cambio a Claudia al centralino".
Simmons si rivolse a Gordon: "Avvia pure le macchine, ci serviranno i
cannoni più grossi che hai".
"Capito. Ehilen, verrai con me, devo mostrarti un paio di cose".
"Bene, se ognuno ha un compito...al lavoro".
Il tavolo si spopolò all'improvviso.
Non una mosca osava interrompere il pesante silenzio. Il tavolo, per la
prima volta in mesi, era spento. Otto figure stavano chine ognuna sulla
propria tazza di tè o caffè, seduta
scompastamente su una sedia, appoggiata ad una parete o seduta sul
pavimento a gambe incrociate. Ognuna di esse fissava un punto distante
di fronte a sè, la fatica di oltre tredici ore di operazioni
frenetiche. Non una mosca osava interrompere il silenzio, nemmeno
Claudia trovò il modo di smorzare l'atmosfera cupa. Le
notizie si erano susseguite sempre più drammatiche e
repentine, fino a culminare nella dichiarazione in diretta mondiale di
unione militare di gran parte dei Paesi europei e degli Stati Uniti
contro la "minaccia incombente del terrorismo internazionale, puntando
ad adottare nel più breve tempo possibile ogni misura di
prevenzione nota". Russia e Cina invece avevano dichiarato di opporsi a
tutto ciò, fondando un asse eurasiatico in netto contrasto
al mondo occidentale. Non solo indicava un ritorno alla guerra fredda,
ma anche la minaccia delle più basilari libertà
dei singoli cittadini, nonché un enorme pericolo imminente
per ogni movimento e azione dell'organizzazione di Simmons. Alcuni la
chiamavano Resistenza, ma molti di più erano convinti che
fosse un'altra testa dell'Hydra, o una fazione estremista di Inumani.
"È andata bene, in fondo", fece Nick infine.
"Illuminaci", chiese sarcastica Lana.
"Non sanno chi siamo. I nostri nomi e posizioni non sono comparse da
nessuna parte, in nessuna comunicazione. È già
qualcosa".
"O forse hanno mantenuto il segreto", intervenne Ehilen.
"Chi, gli USA? La NATO? Appena hanno uno straccio di prova si fiondano
con i Predator".
Nonostante ciò, nessuno nella stanza si sentì
rassicurato più di tanto.
Simmons si alzò lentamente dalla poltrona; disse: "Tutti a
dormire, almeno un paio d'ore", e, alzando la tazza a mo' di
brindisi, aggiunse: "Ci aspetta una guerra".
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