Il guardiano dell'inferno

di Edo14capa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2 ***
Capitolo 3: *** Cap 3 ***
Capitolo 4: *** Cap 4 ***



Capitolo 1
*** Cap 1 ***


Il ragazzo camminava per la strada con i suoi amici, mentre ascoltava una sua amica parlare di una fanfiction su due cantanti. Era stranamente a disagio, come se qualcosa non fosse al proprio posto, come se qualcuno lo stesse osservando. Allora si fermò, si guardò intorno e annusò l'aria, ma niente: non riusciva a capire cosa fosse quella sensazione. "Edo, tutto bene?" "Sì, Ele, tranquilla" Elena era una ragazza magra, non troppo alta nè troppo bassa, con uno chatouche blu sui capelli ed una faccia impossibile da odiare "Ok. Allora, come ti dicevo, dopo questo Kellin e Vic si trovano in piscina..." i due amici continuarono a camminare, finché non raggiunsero la scuola, lei parlando e lui sempre più a disagio. Arrivati a scuola si divisero ed andarono nelle proprie classi. La mattina passò senza che accadesse nulla, ma, quando suonò la campanella dell'ultima ora, il ragazzo capì che sarebbe dovuto restare in classe per capire chi lo stesse cercando e la risposta non tardò ad arrivare "Buon giorno, disertore. Dovremmo discutere di una certa cosa...", intervenne una voce alle sue spalle. La voce apparteneva ad un uomo sulla quarantina con occhi verdi, capelli corti e neri, corporatura robusta ed uno sguardo penetrante, sottolineato in qualche modo dagli occhiali che in quel momento stava sistemando sul naso "Ero sicuro che prima o poi saresti arrivato anche tu", detto questo, Edo estrasse dalla tasca un foglio con un cerchio magico disegnato sopra e lo attivo poco più avanti di lui. Subito il cerchio si espanse sotto di loro e una luce li avvolse e li portò in un posto pieno di alberi. In lontanaza si intravedeva una cinta muraria mezza distrutta, ma il ragazzo non ci fece molto caso, perchè l'altro disse:"Io sono Evan" poi tolse gli occhiali e creò una lancia di roccia dal terreno. Edo evocò un cerchio magico, salmodiando parole incomprensibili all'orecchio umano, e ne estrasse dei coltelli, che attaccò alla cintura, un coltello leggermente ricurvo, che mise dietro la schiena, e una spada in un fodero, che posizionò sulle spalle, in modo che la cintura a cui era attaccato il fodero passasse obliquamente al busto. Il nemico scagliò la lancia e ne preparò un'altra all'istante, mentre il ragazzo schivò e si preparò a contrattaccare. Quando l'avversario creò tre file di stalattiti, rispettivamente per infilzarlo e bloccargli la fuga, Edo gridò:"Tempesta Omega" allora la spada scintillò e, quando mosse la spada di piatto da destra verso sinistra, tutto si zittì per un attimo, l'aria si tese e le parole diedero nuova forza allo spostamento d'aria, rompendo le stalattiti. La lotta continuò in uno scontro all'arma bianca, dopo che Evan distrusse la lancia ed estrasse una spada bastarda da un cerchio magico, fatto comparire dicendo una serie di parole incomprensibili. Edo sferrò un affondo, che fu parato con la parte piatta della spada bastarda, poi il ragazzo fece una mezza piroetta verso destra e colpì con la lama della spada, ma fu parato nuovamente. Quindi il nemico calò la spada sulla testa di Edo, che parò e si preparò a lanciare una palla di fuoco. Allora Evan creò tre golem di roccia alti tre metri, ma il ragazzo li distrusse con delle palle di fuoco. "Allora? Cominciamo a fare sul serio?" chiese Evan, provocandolo, ed Edo estrasse della cenere dalla tasca e da questa ricompose un libro. Quando prese il libro in mano, il demone dentro di lui ruggì e scalpitò, mentre Evan, a metá fra il sorpreso e l'eccitato, disse:"Ma quello non è il Necronomicon*?" "Sì: è un souvenir che ho preso dall'Inferno" rispose Edo, mentre aprì il libro, che iniziò a fluttuare in aria, poi girò le pagine usando la forza del pensiero e, quando trovò la pagina giusta, iniziò a salmodiare qualcosa in una lingua sconosciuta.  Nel frattempo anche Evan aveva cominciato a pronunciare formule incomprensibili, che gli stavano aumentando visibilmente la massa muscolare. Finirono quasi contemporaneamente le magie e, mentre l'uomo era diventato molto muscoloso e la sua pelle era ricoperta di uno strato di diamante, Edo era rimasto normale, ma quando gridò:"Ifrit!" il suo corpo si ricoprì di fiamme e divenne incandescente. A quel punto Evan provò ad attaccarlo con un pugno, ma non incontrò il corpo, poiché la sua mano cominciò a prendere fuoco a cinque centimetri dal corpo dell'avversario e riuscì a ritrarla prima che venisse carbonizzata. Allora Edo sorrise, caricò il colpo, riunendo tutto il fuoco ed il calore che aveva in corpo nel braccio sinistro e poi nella mano, e gridando:"Bettelgeuse" scagliò una palla di fuoco che, nonostante l'avversario alzasse muri di roccia e diamante via via più spessi e resistenti e indietreggiasse sempre più, il colpo lo prese di striscio, carbonizzandogli il fianco. Quindi il ragazzo di fuoco corse verso di lui e caricò il pugno, ma l'altro lo schivò e lo colpì allo stomaco, dato che il fuoco si era indebolito dopo la Bettelgeuse, lanciandolo qualche metro più indietro, dove la sua schiena incontrò un albero, contro cui si fermò. Dopodiché Edo cercò una pagina sul Necronomicon e recitò una formula, facendo vari segni con le mani e fermandosi con l'indice ed il medio puntato verso l'avversario, che, nel frattempo, aveva caricato un colpo riunendo il suo potere attorno alla mano, che stava prendendo le sembianze di una gigantesca trivella. Improvvisamente sulle dita del ragazzo si riunirono varie scintille, fino a ricoprirgli prima la mano e poi il braccio. Infine i due sferrarono le proprie mosse, sicuri che chi fosse rimasto in piedi avrebbe vinto, allora Evan gridò:"Diamond drill!" ed Edo disse:"Granata di scintille!". Dopodiché la trivella diventò di diamante, rafforzata dalle parole, e le scintille sul braccio del ragazzo cominciarono a scoppiettare ed assunsero un aspetto minaccioso, letale. I due colpi si scontrarono, ma divenne subito evidente chi avrebbe vinto: la Granata di scintille spaccò la trivella e le scintille ricoprirono il corpo di Evan, per poi esplodere fragorosamente. L'uomo di diamante cadde a terra stremato, ma riuscì a colpire Edo, sfruttando l'attimo in cui riprese fiato, perforandogli lo stomaco con una stalattite.

*Per chi non sapesse cos'è, ecco il link https://it.m.wikipedia.org/wiki/Necronomicon

Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, ditemi qualsiasi cosa vi venga in mente (da errori di battitura a perplessità sulla trama).
Premetto che non so se pubblicherò i capitoli regolarmente, ma ci proverò.

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Capitolo 2
*** Cap 2 ***


Allerta spoiler!: Questo capitolo è incentrato sulla trama di un gioco per il game boy (di cui io ho giocato solo il remake per gba, sulla cui trama si basano le mie conoscenze di questo gioco), perciò mi sono preso queste righe per "avvusare" chi non abbia giocato al titolo in questione. Ho deciso di mettere la trama del gioco per contestualizzare le situazioni e per rendere più chiare le situazioni future.
Il gioco in questione è Tales of Phantasia.

Era sicura di aver sentito qualcosa nella foresta: aveva visto dei colpi e si era staccata dal gruppo, correndo in cerca di qualche ferito. Ambra l'aveva seguita:"È pericoloso andare da soli nella foresta, Mint. Vengo con te, così se c'è qualche pericolo ti proteggerò.". Si diressero entrambe verso gli scoppi e trovarono un ragazzo a terra con la pancia perforata ed un uomo pieno di scottature e parti del corpo bruciate così tanto da essersi carbonizzate. Per l'uomo ormai non c'era più niente da fare, ma il ragazzo respirava ancora.

Edo vide due ragazze, una era alta, magra, bionda e con due grandi occhi azzurri, era vestita con un abito lungo e bianco, con un cappello bianco, che si potrebbe definire clericale, ed una specie di scettro, sormontato da una sfera dorata, l'altra era un po' più bassa, magra, con i capelli completamente rosa chiaro, vestita con un abito bianco e dei pantaloni rosa scuro ed aveva una trana scopa in mano. Le due corsero verso di lui e Mint, la ragazza bionda, cercò di curarlo con una magia bianca, ma la ferita non si rimarginava e questo le sembrò molto strano. In quel momento il ragazzo sussurrò qualcosa, le due si avvicinarono e sentirono:"Non... fate... domande... fid..." tossì violentemente "fidatevi di me" Sì fermò a respirare, annaspando, prese il braccio di Mint e disse:"Bruciatemi!"
"Ma è pazzo?" disse Mint
"Però sembrava sapere quello che diceva: non so cosa fare"
"La mia magia bianca non funziona... Sono preoccupata: potrebbe essere qualcosa oltre la nostra comprensione"
Edo si girò verso Ambra, raccolse tutte le sue energie e le implorò:"Non sono pazzo, fidatevi di me e bruciatemi". Ambra esitò un attimo, poi fece segno di spostarsi a Mint e cominciò a pronunciare una formula magica, quando finì, disse:"Palla di fuoco" delle sfere infuocate colpirono il ragazzo, cominciando a bruciarlo. Mint si girò, non volendo assistere a quella scena, ma Ambra non riusciva a staccare gli occhi di dosso. Il corpo di Edo bruciò fino a diventare cenere, sotto lo sguardo esterrefatto di Ambra.
"Avrei dovuto saperlo, che stupida: cosa pensavo che sarebbe successo" disse singhiozzando, ma quando Mint si girò per consolarla, le ceneri brillarono e da queste si formò un maestoso uccello infuocato. L'uccello fece un richiamo simile a quello di un'aquila e si dissolse. Sotto gli sguardi increduli delle due ragazze, al posto della fenice si vide Edo, senza ferite e abbastanza riposato. Ambra si asciugò le lacrime e gli saltò al collo, lasciando Mint di sasso. Il ragazzo rise e disse:"Una fenice risorge sempre dalle sue ceneri" dopodichè ringraziò entrambe le ragazze, scusandosi con loro, e, dopo aver raccolto il Necronomicon ed aver bruciato il cadavere di Evan, si mise in cammino verso la cinta di mura mezza distrutta. Durante il viaggio parlò con le ragazze e scoprì che un mago di nome Dahos aveva attaccato la città a cui appartenevano quelle mura e l'aveva rasa al suolo. Edo sapeva già la storia: Dahos, per recuperare un "seme di mana" da Yiggdrasill, l'albero della vita, da cui proviene tutto il mana,necessario per l'uso della magia e per salvare il suo pianeta, aveva usato metodi poco ortodossi ed ora non l'aveva ancora recuperato. Quindi il gruppo di ragazzi, che oltre a Mint ed Ambra comprendeva anche Cress, Chester, Claus e, successivamente, Suzu voleva andare a sconfiggerlo, ignari dei suoi nobili scopi.
A grandi linee, la storia di quei ragazzi era cominciata quando Cress, dopo una battuta di caccia insieme a Chester, era tornato al suo villaggio, Euclid, e lo aveva trovato devastato. Dopo aver visto i suoi genitori morti e dopo che il padre, Miguel, prima di spirare gli disse di tenere al sicuro il suo medaglione, si incamminò verso casa di suo zio, su consiglio del padre, mentre Chester si fermò al villaggio per seppellire tutti i compaesani. Tuttavia quella notte lo zio lo tradì e lo vendette ai soldati nemici, il cui capo si scoprì essere Mars, amico di Miguel. Quindi quello prese il medaglione e rinchiude Cress in prigione, dove sente una donna dall'altra parte della parete che gli dà un orecchino attraverso un buco nel muro. Dopo che Cress l'ebbe preso, l'orecchino aprì una breccia nel muro, mediante una forza magica sconosciuta. Tuttavia nella cella dove aveva aperto il buco trovò una donna morta trafitta da una spada. Dopo aver preso l'arma, la usò per forzare la serratura e liberò Mint, che gli chiese se nella cella accanto ci fosse sua madre, ma Cress, intuendo che la donna trafitta fosse la mamma, nascose la verità. Fuggiti dalla prigione attraverso le fogne, i due si riunirono a Chester in casa di Trinicus D. Morrison,un amico dell'arciere, che, saputo che Mars aveva rubato il medaglione di Cress, andò a cercarlo nelle catacombe. Successivamente i tre amici lo raggiunsero, contravvenendo al suo ordine di restare in casa, ma trovarono Mars troppo tardi, poiché quest'ultimo risvegliò Dahos, un mago che era stato sigillato tempo fa dagli antenati dei ragazzi, che, dopo il risveglio, lo uccise e si preparò per uccidere i ragazzi, che riuscirono a salvarsi solo perchè Chester si mise in mezzo al mago che stava caricando il colpo. Cress e Mint furono trasportati all'epoca in cui Dahos era stato imprigionato (100 anni prima di ciò che accadde nelle catacombe), per mezzo di una magia di Morrison, che affidò loro le sue ultime speranze. I due Finirono a Toltus (l'antico Euclid) e scoprirono che Dahos poteva essere sconfitto solo dalla magia. Così vollero andare a reclutare maghi, ma le uniche persone in grado di usare la magia erano gli elfi, una razza che abitava isolata nella foresta di Yimir, tuttavia i cosiddetti "evocatori" erano in grado di evocare gli spiriti, esseri magici che avevano il potere dei vari elementi. Per far ciò, gli evocatori dovevano stipulare un patto con lo spirito in questione. Così il capovillaggio di Toltus consigliò loro di chiedere aiuto a Claus, un evocatore che abitava nel villaggio vicino. Inizialmente riluttante, Claus accettò poi di viaggiare con loro. Il primo spirito con cui fecero un patto fu Silfide, spirito del vento, che abitava su una montagna. Successivamente andarono nel villaggio vicino, che trovarono distrutto, dove incontrarono una ragazza, Rhea, che raccontò che il paese era stato distrutto da Demitel, un mago malvagio alleato con Dahos, allora si recarono a Venetia, per prendere una nave diretta all'isola di Demitel. Sconfitto il mago malvagio, scoprirono che Rhea aveva posseduto Ambra, che voleva aiutarla a vendicarsi e che si unì al gruppo per ringraziarli dell'aiuto. Dopodiché i ragazzi stipularono patti anche con gli altri tre spiriti elementali(Vermia, spirito della terra, Undine, dell'acqua, ed Ifrit, del fuoco), arrivati a Oliveo incontrarono l'antenato di Morrison, Edward, che stava facendo ricerche sui viaggi nel tempo. Dopo aver stretto patti con Maxwell, spirito dei quattro elementi, e Luna, spirito della Luna, si recarono a Midgard, che a quel tempo era in guerra contro Dahos, poiché nella città si stavano facendo esperimenti sulla tecno magia, He stava consumando velocemente tutto il mana. Dopo aver combattuto contro le truppe dello stregone, trovarono il suo castello. All'ultimo piano trovarono Dahos e lo sconfissero, ma lui riuscì a fuggire nel tempo ed andare nel futuro. Il gruppo, dopo aver recuperato una bacchetta dal corno di un unirono, cercarono di curare Yiggdrasill, che nell'epoca di Cress era avvizzito e, infatti, non esisteva la magia. I ragazzi scoprirono allora che in fondo al mare esisteva un'isola chiamata Thor, dove c'era un'antica tecnologia che avrebbe potuto portarli nel futuro. Recatisi lì tornarono nella loro epoca e salvarono Chester e Morrison, ma vennero invitati ad andare nel futuro, poiché Dahos si trovava lì. Arrivati là stipularono un patto con Volt, spirito del fulmine, che li aiutò a potenziare la scopa di Ambra e i tecnovolanti, uccelli meccanici, per poterli usare per spostarsi in volo. Allora esplorarono un po' il mondo e si fermarono nella ex Midgard, dove poi incontrarono Edo.

Invito a lasciare un commento per chiedere quello che volete o esprimere qualche perplessità
PS: i personaggi che intendo usare sono I personaggi principali di Tales of Phantasia, quindi se volete vederli, cercate su internet i vari nomi (Ambra in originale si chiama Arche).

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Capitolo 3
*** Cap 3 ***


Dopo qualche minuto raggiunsero un ponte di assi di legno che portava ad un lembo di terra, infatti le mura erano percorse da un lembo di terra e da un fossato, sopra cui passava il ponte. Arrivati videro un arciere con i capelli azzurri raccolti in una lunga coda, una giacchetta blu a maniche corte e dei pantaloni bianchi, uno spadaccino con i capelli castani, una fascia rossa attorno alla testa ed un'armatura che lasciava scoperte solo le cosce ed il busto, ed un evocatore, con un cappello molto ampio a  falde larghe, un vestito marrone senza maniche, che lasciava scoperte le braccia tatuate, stretto in vita da una lunga fascia di stoffa e dei pantaloni marrone scuro. Edo si presentò agli altri e spiegò di volerli aiutare a sconfiggere Dahos. Inizialmente sorpresi che sapesse dei loro intenti, si giustificò dicendo di aver parlato con Lungdrom, un loro vecchio amico elfo che li aveva già aiutati in passato (sia nel passato che nel futuro). Dopodiché girammo un po' fra le rovine: era tutto distrutto, del castello non c'era più traccia, le case, che prima erano protette dalle mura e dall'esercito reale, ora erano se non distrutte, disabitate a causa dei mostri e delle scorrerie dei briganti. Dopo aver esplorato il posto, proposi di partire per Tenebria, un'isola dove era eternamente notte, posto dove io sapevo esserci il castello di Dahos "nascosto fra le pieghe dello spazio e del tempo".
"Dobbiamo prendere un altro tecnovolante per Edo, nel frattempo puoi andare insieme a qualcuno di noi" disse Cress "Tranquilli, faccio da solo" rispose Edo. Poi estrasse un foglio con un cerchio magico rosso disegnato sopra, pronunciò una breve formula ed il cerchio si attivò, prendendo la forma di un portale del diametro di circa dieci metri. Da quel punto fece capolino la testa di un drago, che uscì e si piazzò davanti al gruppo. I ragazzi lo fissarono esterrefatti, era un drago alto circa nove metri, con la testa ed il corpo di colore giallastro/arancione e delle ali dello stesso colore, l'estremità della coda e delle zampe aveva un colore diverso, più scuro, ma il quello che rimase più impresso nelle loro menti furono i suoi occhi verdi, il quale sinistro era sormontato da una cicatrice, che passava dalla sopracciglia fino a quasi la guancia, prendendo anche parte dell'occhio,  ma senza raggiungere l'iride o la pupilla. Il drago parlò con una voce profonda:"Io sono Etherion o, almeno, è così che gli umani mi chiamano: il mio vero nome è impronunciabile per la gente comune", ripresisi dallo stupore si presentarono, poi Edo salì sulla testa del drago, Ambra sulla scopa e tutti gli altri sui rispettivi tecnovolanti e si diressero verso Tebebria.
Arrivati là, notarono che l'isola sembrava disabitata: nella città non c'era nessuno e fuori non si vedevano nemmeno i briganti. Allora Edo entrò nella grotta che portava al punto in cui si sarebbe potuto raggiungere il castello di Dahos, tuttavia quando raggiunsero il punto ciò che videro gelò il sangue nelle vene al gruppo: un gruppo di soldati era schierato e li aspettava in fondo alla valle. Solo allora Edo si accorse di non aver espanso il nen*, lo fece e si accorse che c'era un'aura che avrebbe preferito non sentire: Evan. Fece una stima del numero di soldati: un centinaio, ma sentiva solo poche persone veramente forti. Isolò tutti i pensieri e le emozioni, lasciando ogni domanda per dopo, e pensò ad una tattica. Spiegò il piano al gruppo:"Ora lancerò una magia abbastanza potente da lasciare solo i più forti fra tutti, però poi sarò abbastanza stanco e dovrò preparare un'altra magia: dovete coprirmi per tre minuti. Ambra, quando avrò lanciato l'incantesimo, usa la magia di fuoco più potente che hai su di me, così da ricaricarmi un po'. Mint, Chester e Claus, voi lanciate magie e frecce per rallentare i nemici. Cress, tu attacca solo chi si avvicina troppo: ti voglio vivo e riposato, perchè dopo ci lanceremo all'attacco solo noi due". Gli altri non obiettarono, sia perchè pensavano di potersi fidare sia perchè Edo li fissava con uno sguardo sicuro che non ammetteva esitazioni o rifiuti. Detto questo, prese il Necronomicon e recitò una formula. Finito di salmodiare, allargò le braccia, raccolse tutte le energie e gridò:"Fire breath!" Protese le braccia in avanti e le parole si mischiarono alla sfera di fuoco che si stava formando. Ad un certo punto la palla di fuoco esplose, formando un'onda di fuoco che si espanse per tutta la valle e colpì i nemici. Quando il colpo li raggiunse i nemici, bruciò i più deboli, mentre i più forti resistettero: la magia, infatti, colpiva mentalmente, così resistevano solo quelli addestrati a resistere o con grandi capacità mentali. Pochi rimasero in piedi: alcuni sembravano non aver neanche subito un attacco, altri erano un po' affaticati ed altri ancora che avevano usato tutte le energie e che erano destinati a svenire da un momento all'altro, non avendo retto troppo lo sforzo. Edo si mise a gambe incrociate, cercò la pagina giusta del Necronomicon e cominciò a recitare un'altra formula. Come pianificato, Ambra cominciò a mormorare un incantesimo, Chester scagliò frecce, che vennero deviate o spezzate con rapidi colpi di spada dai nemici, che nel frattempo stavano avanzando, Claus evocò Silfide, che creò un vento che rallentò i nemici e li costrinse a piantare le lance e le spade a terra, per non essere spazzati via, e Mint aspettò il momento giusto per rallentarli ulteriormente con qualche incantesimo stordente. Ambra lanciò un "Meteora" su Edo, che assorbì il fuoco e si ricaricò. Finiti i tre minuti, Edo si alzò, mise una mano su coltello che aveva dietro la schiena e gridò:"Proelio ignis". Le parole infusero forza alla lama ed Edo scattò in avanti, in direzione del soldato più vicino. Arrivatogli davanti, tenne fermo il fodero con la mano destra, mentre la sinistra sfoderò il coltello, sferrando un colpo che partì da dietro la schiena e si spostò verso la gola del nemico, con un ampio gesto del braccio. Nonostante gli sforzi dell'altro per parare il colpo, la lama balenò verso la gola, spezzò la spada, con cui il soldato cercava di fermare il coltello,  gli recise di netto la carotide e lo lasciò a terra, rantolante. Allora passò all'altro più vicino, che ingaggiò un duello, mentre altri due si avvicinavano per dargli man forte. Intanto Cress, aiutato da Ambra e Mint, che lanciavano incantesimi nelle retrovie, sconfisse un soldato e si apprestò a colpirne un altro. Allora mise lo scudo davanti e caricò, quando lo scudo arrivò addosso al soldato, lo spadaccino gridò:"Bestia!" Allora dallo scudo balenò una luce bluastra, che si trasformò in un cinghiale gigante, che sbalzi indietro l'avversario. Nel frattempo Edo parava i colpi dei tre nemici, che gli si erano avvicinati, un po' con il fuoco un po' con la spada,aspettando il momento giusto. Quando notò un'apertura in un soldato, toccò la corazza di quello con la mano aperta e la sciolse addosso al nemico. Gli altri due si avventarono addosso, ma non furono abbastanza veloci da evitare i coltelli, che balenarono fuori dai rispettivi foderi e trafissero la cuore uno di loro, mentre all'altro gli trapassarono l'elmo. Erano rimasti solo un paio di soldati, uno stava attaccando Cress, un'altro si parava dai colpi di Claus e Chester, mentre un altro ancora stava osservando lo scontro da lontano, in fondo alla valle. Edo fissò quello negli occhi ed il demone dentro di lui si rifece vivo, scalpitando all'idea dello scontro con l'uomo. L'altro sorrise, prese un'ascia bipenne, a cui era appoggiato con il braccio, e pronunciò una breve formula magica. La lama dell'ascia si rivestì di una luce innaturale e lui cominciò a recitare un'altra formula. In lontanaza quel momento Edo corse giù per la valle, piegandosi in avanti, e gridò:"Fenix flight!". Mentre il suo corpo si ricopriva di fiamme ed al posto delle braccia il fuoco creava grosse ali. L'altro, intanto, aveva finito di salmodiare e  stava prendendo l'arma a due mani. Quindi sollevò l'ascia sopra la testa e menò un colpo che spaccò la terra in due. Allora Edo spiccò il volo, scendendo in picchiata addosso all'uomo, ma questo lo respinse con l'arma, tuttavia la fenice tornò a volare. Planando verso il nemico, Edo dissolse le fiamme e calò la spada addosso all'altro, ma questo parò e spostò la gamba destra un po' indietro, per puntellarsi col piede e colpire con più potenza l'avversario. Il colpo arrivò, ma Edo lo bloccò con la mano ed approfittando dell'apertura che si era formata, lo colpì alla gola con un pugno. Nonostante si fosse incendiato la mano per colpirlo, l'altro non sembrò accusare la bruciatura che si era trovato nella gola e calò nuovamente l'ascia. A quel punto il demone perse interesse bello scontro: ormai aveva capito che il nemico non era neanche minimamente all'altezza di sostenere uno scontro simile. Edo schivò il colpo, balzando all'indietro, rinfoderò la spada ed estrasse i coltelli, spostandosi ai  fianchi del soldato. Dopo aver sussurrato:"Brezza di lame" scattò intorno al soldato così velocemente da non essere quasi visto, colpendolo bei punti scoperti dell'armatura e perforandogliela più volte. Si fermò alle spalle del nemico, rinfoderò i coltelli e si concentrò sul trovare Evan, che non si era ancora mostrato, ma che era vicino, dato che il nen di Edo lo percepiva, ma non si vedeva nessuno. Si sentì il tonfo dell'uomo con l'ascia che cadeva a terra, inerme, mentre il resto del gruppo aveva ormai sconfitto il resto dei soldati. Edo si concentrò maggiormente e percepì Evan vicino, molto vicino, allora sorrise: sapeva cosa stesse succedendo. Cercò a terra e notò che un sasso accanto al cadavere emanava una strana forza, lo raccolse e rise: sapeva decisamente cosa stesse succedendo.

*il nen è l'energia spirituale di Hunter x Hunter(per più informazioni https://it.m.wikipedia.org/wiki/Nen). In quei momenti in cui dico "espanse il nen", intendo che usa l'En (per ulteriori delucidazioni cercate il titoletto dell'En qui http://hunterhunter.altervista.org/guida/nena.php). Il nen di Edo è del tipo della trasformazione, con la caratteristica di far diventare il proprio nen affilato come una lama, dandogli forma che vuole.
Vi invito a lasciare un commento per qualsiasi cosa e spero che questa storia vi stia piacendo.

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Capitolo 4
*** Cap 4 ***


Il resto del gruppo raggiunse Edo in fondo alla valle. "Tutto bene, Edo?", chiese Mint, "Sì, anzi, più che bene" rispose mentre giocherellava con il sasso "Però non è ancora morto: devo scollegare l'anima dal sasso..." ragione a bassa voce, poi disse agli altri:"Vi dispiace se ci fermiamo qui ancora un momento? Devo finire una cosa" il gruppo concordò e si fermarono. Edo si mise a terra a gambe incrociate, aprì il Necronomicon e cominciò a sfogliarlo. Dopo qualche minuto, prese un coltello, si fece taglio sul palmo della mano destra e cominciò a tracciare segni a terra. Finito il cerchio magico, mise il sasso al centro e iniziò a salmodiare, leggendo la pagina aperta del libro. Tuttavia dopo un attimo si sentì un tonfo, tutti si girarono: Dahos era atterrato davanti a tutti ed ora li stava guardando con un sorriso strano. Il demone dentro Edo scalpitò, allora lui si bloccò, usò l'En e percepì che nel sasso non c'era più l'anima di Evan. "Allora avevo ragione: puoi interagire con il tuo elemento, così hai trasferito il tuo corpo nel sasso. Ormai so come funziona il nostro potere: è probabile che il tuo demone possa interagire sia a livello fisico che mentale con il tuo elemento, così tu, che hai il potere della roccia e della terra, hai potuto trasferire la tua anima prima in un sasso, poi in un cuore di pietra, come quello di Dahos, oppure hai semplicemente pagato un prezzo per trasferire la tua anima" ipotizzò Edo, tranquillamente. "Complimenti per la deduzione: quella giusta è la prima, sebbene sembri quasi sciocca e surreale. Però ero affezionato a quell'altro corpo, non avresti dovuto bruciarlo." replicò Evan "Non aspettarti di battermi come l'altra volta: ora userò tutto ciò che è in mio potere per distruggerti!" Detto questo, si concentrò, raccolse le energie e  pronunciò una breve formula. Conclusa la magia, la sua pelle si ricoprì di un materiale strano, nerastro. Edo richiamò Etherion, che volò sopra le loro teste, soffiando fuoco contro Evan, che però restò impassibile, senza subire alcun danno. Sorrise "Non puoi distruggere questa magia: ha avuto un prezzo troppo alto per essere spezzata così facilmente" sputò per terra e si lanciò in un attacco diretto, caricando con la spalla. Edo lo bloccò, non senza difficoltà, si girò verso gli altri e disse:"Voi statene fuori: è una faccenda personale" gli altri, sebben per loro quello fosse Dahos, capendo che la situazione era fuo prese le distanze da Evan, estrasse la spada e passò il palmo della mano sulla parte piatta della lama. Cominciando a pronunciare una formula, si diresse verso il nemico, che cercò di interromperlo, invano. Finita la formula, scattò lontano e, conficcata la spada nel terreno, estrasse i coltelli. Alzò la temperatura corporea per acquisire energia e velocità e colpì più volte nello stesso punto, balzò indietro e puntò il dito contro Evan e dalla spada partirono delle piccole lame di sangue, ma nulla scalfì il materiale nero, apparentemente indistruttibile. Etherion rimase in quota e volò tracciando cerchi attorno ai due. "Sì può sapere cosa diavolo è?!" Gridò Edo "È diamante nero: non lo scalfirai mai" rispose l'altro.  Allora Edo sorrise sotto i baffi, si concentrò e disse:"Mnemosine" per lui il tempo si fermò, non percepì più nulla e si collega con la mente dell'altro, non senza difficoltà. Scavò nella sua memoria e cercò più informazioni sul materiale: era un composto chiamato così impropriamente, dato che non vi erano traccie di molecole di carbonio, ma di altre molecole che formavano vari legami fra loro e che conferivano particolare durezza grazie a qualcosa di indefinito e di magico, che però Edo immaginava già: era il prezzo che Evan aveva pagato. Quando si riprese, Evan gli aveva incrinato una costola ed aveva una trivella di diamante nero nello stomaco. Pensò subito che l'avversario non sapendo cosa fosse ''Mnemosine'', aveva provato a colpirlo con un pugno e poi con la trivella. Allora Edo congiunse le mani e toccò il petto del nemico, scomponendo le varie molecole*. Dopodiché sferrò un pugno, spezzandogli qualche costola, ma quando l'altro sfilò l'arma dalla sua pancia sentì un dolore lancinante, che lo lasciò senza fiato. Si accasciò a terra, pensando di aspettare che il nemico attaccasse, sfruttando il momento in cui era a terra per colpirlo, ma Evan, con gli occhi iniettati di sangue, iniziò a salmodiare, visibilmente arrabbiato. Allora Edo si alzò, mise una mano sul petto e fermò l'emorragia, bruciando la ferita e cauterizzandola. Nel frattempo Etherion scese in picchiata contro Evan, per bloccare il suo salmodiare, cercando di colpirgli la bocca con una spazzata di coda, ma l'altro parò con il braccio. Edo allora capì che avrebbe dovuto usare magie più potenti, quindi prese un bel respiro, chiuse gli occhi e si concentrò. Percepì la natura intorno a lui. Il vento soffiava fra le foglie, l'acqua scorreva, gli animali percepivano il pericolo e stavano lontani, ma il sole non si vedeva. Entrò in comunione con il suo elemento, sebbene l'assenza del sole avesse reso il procedimento un po' più difficile, ed il demone dentro di lui si placò, non percependo più alcuna traccia di rabbia dentro Edo. Il ragazzo aprì gli occhi e camminò tranquillo verso Evan, che ora aveva finito di pronunciare la formula. Dal terreno spuntarono tre golem dello stesso materiale nero che lo ricopriva. Uno si parò davanti ad Evan, facendogli da scudo e parando i colpi di coda e le artigliate di Etherion, mentre gli altri due andarono verso Edo. Lui continuò il suo percorso verso il nemico, quando uno dei due golem cercò di schiacciarlo con un pugno, ma Edo, tranquillo e libero di rilasciare tutta la sua forza, lo bloccò con una mano, mentre con l'altra gli sbriciolò il braccio con un colpo secco. Quindi fece un passo avanti e con un sinistro sfondò il petto del costrutto, poi, aiutandosi con l'altra mano, lo aprì letteralmente in due. Allora, sotto lo sguardo stupito e pieno di rabbia di Evan, Edo diresse verso l'altro golem, gli prese le braccia, mise il piede destro sul petto del golem e gliele staccò, spingendo con la gamba. Quindi fece segno ad Etherion di spostarsi e colpì con i palmi aperti il golem davanti ad Evan, mandandolo in mille pezzi. L'uomo di roccia allora, che ormai non riusciva più a trattenere la rabbia, sferrò un destro, che Edo schivò agevolmente, facendo una mezza piroetta e restituendogli il colpo con una gomitata alla tempia. Evan, ormai accecato dalla rabbia, cercò di colpirlo con un altro pugno, ma questa volta Edo non gli lasciò il tempo di fare nulla. Affondò la mano sinistra nel petto, spingendo a fondo fino a raggiungere il cuore, ancora pulsante, lo strinse e lo staccò dal petto di Evan. Il corpo di Dahos crollò a terra, mentre Edo si diresse verso il cerchio magico che aveva disegnato a terra, non curandosi degli altri, ricominciando a recitare la formula. Il resto del gruppo era rimasto di sasso e nessuno osava dire niente, sia per la scena a cui avevano appena assistito sia per le emozioni contrastanti che stavano nascendo dentro di loro. Dopo qualche minuto, però il corpo di Dahos si alzò, un po' spaesato, e, non capendo la situazione, si riparò nelle pieghe dello spazio e del tempo, spostandosi in un altro luogo. Edo non ci fece minimamente caso, mentre gli altri erano ancora più spaesati e irrigiditi da ciò che era appena accaduto. Etherion, invece, volò sopra la grotta e sparì dietro di questa. Finita la formula, Edo si aspettava di vedere un distaccamento dell'anima del demone dal cuore di Evan, ma nulla di ciò accadde, al che il ragazzo, visibilmente irritato, prese il cuore e lo spappolò nella mano. "A quanto pare ha trovato un altro corpo" ragionò a bassa voce, mentre dentro di lui cresceva un misto di risentimento e frustrazione "comincia ad irritarmi il fatto che possa trasferire la sua anima, dovrei proprio cercare una magia per confinarla se non in un oggetto, almeno in uno spazio ristretto" quindi si girò verso gli altri e spiegò la situazione:"Quello contro cui ho combattuto non è il vero Dahos, ma era posseduto da una persona di mia, purtroppo, conoscenza. Quando gli ho strappato il cuore, l'anima di Dahos è tornata nel suo corpo" "Ma... il cuore..." provò a dire Claus "Non pensare a quello come ad un cuore, pensalo come il centro dell'anima. Quando viene a mancare si crea un vuoto, quindi non ci può essere uno senza l'altro, perciò quando ho strappato il cuore di Evan, oltre all'anima originaria è tornato anche il cuore" "Ma non ha senso!" obiettò Claus "Purtroppo non deve avercelo: la magia segue leggi sue. Ma ora cerchiamo una locanda e riposiamoci un po', domani ricambierò il favore, aiutandovi a trovare Dahos". Allora rientrarono nella grotta e, usciti da questa, videro Etherion che si stava leccando una ferita sulla coda. Quando li vide, disse:"Allora? Abbiamo finito qui?" "No, non ancora: l'anima del tipo si è trasferita in un altro corpo" rispose Edo "Avresti dovuto confinarla nell'area del cerchio magico" l'altro lo fulminò con uno sguardo e disse:"Noi ora andiamo a dormire, sperando che non siano scappati anche i letti. Domani andiamo a cercare Dahos, però prima dobbiamo passare un paio di tappe, ma vi spiegherò ogni cosa quando sarà il momento". Entrati nella città, ancora deserta, andarono verso la locanda ed entrarono dentro. Anche la locanda era deserta. Solo allora a tutti venne in mente una cosa: la città era deserta per colpa di Evan, ma come mai non c'erano cadaveri o sangue nè segni di lotta? Edo espanse il nen, per scoprire eventuali imboscate, ma non percepì nessuno. Allora disse agli altri di andare a dormire e di non preoccuparsi, mentre lui meditò tutta la notte, usando sempre l'En per controllare il posto. La mattina dopo uscirono nelle strade deserte e passarono per la strada principale, con i nervi a fior di pelle, non avendo ancora risposto alla loro domanda. Arrivati alla piazza principale, Edo li fermò "Allora? Volete uscire fuori e combattere o starete lì ad aspettare per l'eternità?" gridò, guardando avanti. Una voce da un vicolo gridò:"Svelti! Alle armi! Ci hanno scoperto!" Un gruppo di pirati imperversò per la piazza, passando per le strade, dietro di questi un'altra voce gridò:"Idioti! Stava solo bluffando! È impossibile che ci abbia scoperti: avevo occultato tutti quanti!" Edo non sentì il bisogno di uccidere quelle persone e non fu neanche difficile metterli fuori gioco, dopotutto erano quello che sembravano: una marmaglia di gente inesperta. Dopo averli storditi o fatti svenire a suon di destri e sinistri, guardò verso la maga "Cosa volete da noi e cos'è successo a questa città?" La donna lo guardò, non aveva paura: se non aveva ucciso quel branco di imbecilli, non avrebbe ucciso nemmeno lei. Tuttavia, capendo che non era nella posizione di rifiutare di rispondere, disse:"Non so, noi siamo arrivati qui dopo che tutto è successo. Stavamo contrabbandando merci via mare ed avevamo attraccato le navi davanti alla scogliera, poi siamo arrivati in città e non c'era anima viva" "Cazzo, cosa potrebbe essere stato a fare ciò" imprecò Edo "Avrei qualche idea: potrebbe essere un incantesimo. Ci sono incantesimi che isolano persone in luoghi senza spazio nè tempo o che, semplicemente, li rende invisibili sia agli occhi che alla magia" intervenne la maga "E in ogni caso non ci è dato sapere dove si trovino" aggiunse Edo "Perciò è inutile preoccuparsene. Comunque noi non abbiamo tempo per pensarci ancora, quindi rimettiamoci in viaggio: abbiamo ancora una missione da compiere". Edo si girò e continuò a camminare per la via principale "E lei? Vuoi lasciarla lì?" chiese perplesso Chester "Dopotutto sono pirati, è davvero giusto lasciarli così" "Per ora non ho visto niente di male in loro, se ritieni giusto punirli, sei libero di farlo. Io non li punirò, perchè dovreste fare lo stesso con me. Voi non mi conoscete abbastanza bene da sapere le cose che ho fatto, ci sono cose che mi pento di aver fatto, vite che ho spezzato o che non ho salvato: un semplice contrabbandando di merci è nulla in confronto." Detto questo, si girò nuovamente e si incamminò verso la fine della città.

*in quel punto usa l'alchimia di Full Metal Alchemist, più precisamente l'alchimia usata per scomporre le varie molecole.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, scrivete per precisazioni, delucidazioni o semplici dubbi. Scusate se pubblico i capitoli senza una certa continuità, ma la mia schiav... carissima beta reader non ha troppo tempo per leggere

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