Festa di Halloween: fantasmi, rimpianti e seconde opportunità

di MaryFangirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


Questa fanfiction è la traduzione di una storia originale scritta in inglese.
 
Titolo originale: Halloween Party: Ghosts, Regrets and Second Chances
 
Ryo, Kaori e i loro amici vengono invitati a una festa di Halloween. Subito hanno inizio le solite buffonate, ma un progetto sinistro, l'arrivo di un fantasma e una storia d'amore vecchia di decenni metteranno alla prova la relazione tra Ryo e Kaori.
 
 
Capitolo Uno
 
"Andiamo, Kaori, muoviti" sospirò Ryo in piedi accanto alla porta della stanza di Kaori. "Arriveranno tutti nel giro di qualche minuto"
"Aspetta" esclamò Kaori. "Sono quasi pronta. Smettila di essere così impaziente"
Ryo esalò un altro sospiro e si appoggiò al muro. Attualmente, indossava un costume che ricordava gli aristocratici dell'Europa del 1700 completo di una lunga giacca blu e calzettoni sotto i pantaloni. Mentre si sistemava la giacca, ripensò all'inizio della settimana quando Mick Angel aveva invitato lui e Kaori a una festa di Halloween che sarebbe stata tenuta da un ricco espatriato dagli Stati Uniti.
"Un mio vecchio cliente dagli States me lo ha presentato" aveva spiegato Mick. "Le sue feste sono sempre divertenti e piene di celebrità e donne bellissime. Ho già invitato Umibozu, Miki, Reika e Saeko, e dovreste venire anche tu e Kaori"
Ryo guardò con aria pensosa il costume che stava indossando. Non aveva mai festeggiato Halloween, nemmeno quando viveva negli Stati Uniti, e non era completamente sicuro sull'idea di dover indossare un costume elaborato. Ma il pensiero di cibo abbondante, alcool e donne stupende era stato un incentivo più che sufficiente per metterlo nello spirito della festa. Dopo aver accettato l'invito di Mick, Ryo si era diretto in diversi negozi per trovare il costume perfetto prima di tornare a casa e parlarne con Kaori.
"Ok, sono pronta" disse Kaori, uscendo dalla sta stanza. Ryo sbatté le palpebre sorpreso quando notò che Kaori indossava un gilet fatto di maglia metallica sotto una maglietta di grosse dimensioni con un'ampia croce sopra e un paio di legging. Nella mano sinistra teneva uno scudo, e aveva una spada finta all'interno di una guaina attaccata al fianco.
"Kaori, che cos'è?" chiese. "Sei Re Artù o cosa?"
"No, idiota" si accigliò Kaori. "Sono Giovanna d'Arco"
"Naturalmente" annuì Ryo. "E' una scelta perfetta per te"
"Davvero?" lei sorrise e arrossì. "Vuoi dire perché era molto forte e coraggiosa?"
"No, perché tutti pensavano che fosse un uomo" replicò Ryo. Un martellone apparì tra le mani di Kaori, e subito Ryo si mise in ginocchio sollevando le mani.
"Scusa, scusa" frignò. "Ti prego non usare il martello. Ho affittato questo costume e dovrò pagare se verrà danneggiato. Pensa alle nostre spese"
Kaori lo fulminò, il martello pronto a colpire, rimase così per un intero minuto prima di abbassarlo e farlo sparire. Ryo crollò sul pavimento ed emise un sospiro di sollievo.
"E tu chi dovresti essere?" lo guardò torva. Ryo rise e si rimise in piedi.
"Non è ovvio?" disse lisciandosi i pantaloni. "Sono Casanova, il più grande amante di tutti i tempi"
"Il più grande donnaiolo di tutti i tempi, vuoi dire" disse Kaori con uno sbuffo, incrociando le braccia sopra il petto. "Certamente ti dona"
"E con un costume del genere, il piccolo Ryo sicuramente attirerà numerosi sguardi alla festa" continuò Ryo, ignorandola. "Mokkori garantito"
Ryo rise di nuovo mentre Kaori si portò una mano sul volto. Stava per aggiungere qualcos'altro quando il suono di alcuni passi sulla tromba delle scale catturò la sua attenzione.
"Kaori? Saeba? Ci siete?"
Kaori e Ryo uscirono sul corridoio e videro Miki che si avvicinava. Indossava un cappello da cowboy e un vestito di pelle scamosciata con delle frange insieme a una fondina intorno alla vita e stivali da mandriano.
"Ah Miki" le sorrise Kaori. "Bel costume"
"Grazie" Miki ricambiò il sorriso. "Ho deciso di partecipare come Annie Oakley, una delle migliori tiratrici del Selvaggio West" Miki tirò fuori la pistola dal suo fodero e la rigirò in mano.
"Oh, e cosa ha deciso di indossare Umi?" ridacchiò Ryo.
"Sarà il marito di Annie Oakley" replicò Miki. "Il cecchino Francis Butler"
"Ma dov'è?" chiese Kaori, guardandosi intorno.
"Era proprio dietro di me" disse Miki. "Falcon? Falcon, dove sei andato?"
"Non vengo lassù" la voce di Umibozu risuonò con forza.
"Coraggio, Falcon" disse Miki. "Fai vedere a Kaori il tuo costume. È davvero impressionante"
"No"
"Andiamo, Umi-chan" ghignò Ryo. "Lasciaci vedere il tuo costume"
Un enorme sospiro provenì dalle scale. Il rumore di pesanti passi echeggiò mentre Umibozu saliva. Sia Kaori che Ryo spalancarono gli occhi quando videro Umibozu che indossava un gigantesco cappello da cowboy con un un gilet di pelle a frange, camicia e jeans, e sovrapantaloni neri. Grosse gocce di sudore scintillavano sulla testa di Umibozu, e la sua faccia divenne di un rosso brillante.
"Ah, ah, Umibozu" balbettò Kaori. "E'...è..." Kaori fu interrotta, tuttavia, da Ryo che scoppiò a ridere.+
"Ahahah, non posso crederci" Ryo rise fino a collassare contro il muro, tenendosi i fianchi. "Quel...quel costume..."
"Chiudi il becco!" gli gridò Umibozu. "E' stata tutta un'idea di Miki. Le avevo detto che non volevo travestirmi, ma ha insistito"
"Non ascoltarlo, Falcon" si accigliò Miki. "Io penso che tu stia benissimo"
"Ha ragione, Umibozu" aggiunse Kaori. "E' un costume notevole. Ignora questo idiota"
"Ah, Umibozu, Miki, siete già qui"
Tutti si voltarono per vedere Reika e Saeko che salivano. Saeko indossava un abito vagamente orientale, blu e simile a un costume da danza del ventre, con un elaborato copricapo ingioiellato, mentre Reika aveva un abito da sera nero scollato con un lungo spacco su una gamba e i tacchi a spillo.
"Wow! Al piccolo Ryo piacciono questi costumi" ghignò Ryo.
"Grazie" rise Saeko. "Io ho deciso di essere Mata Hari"
"E io sono Fujiko Mine" sorrise Reika. "Ryo, ti saresti dovuto travestire da Lupin, e avremmo potuto partecipare come coppia"
Ryo si avvicinò a loro e con entrambe le braccia avvolse le sorelle Nogami.
"Ah, ma io sono Casanova, che è ancora meglio" disse. "Perché preoccuparsi di essere il più grande ladro del mondo quando posso essere il più grande amante, invece?"
"Mi sembri più il più grande pervertito del mondo" borbottò Kaori.
"Hai detto qualcosa, Kaori-kun?" disse Ryo, portandosi una mano dietro l'orecchio. Kaori si accigliò ulteriormente, ma si distese quando vide Mick e Kazue che si univano a loro.
"Ah, Mick, Kazue, state benissimo" disse. Gli altri si voltarono e videro Mick vestito con una toga e una corazza, i sandali e un lungo paio di guanti in pelle mentre Kazue indossava un un fluente abito bianco.
"Grazie, Kaori" sorrise Kazue. "Abbiamo deciso di partecipare come Tristano e Isotta"
"Kaori, mio tesoro" disse Mick andandole subito incontro. "Ah, hai deciso di essere Giovanna d'Arco. Meraviglioso costume"
"Grazie Mick" replicà Kaori, assicurandosi di rivolgere un sorrisetto a Ryo. "E' bello vedere che alcuni sanno davvero di che cosa stanno parlando"
"Mpfh" Ryo s'imbronciò. "Almeno ho il buonsenso di non indossare la gonna, come Mick"
"Non è una gonna, è una toga" insistette Mick prima di mettere un braccio intorno a Kaori. "Kaori, mi piace il tuo costume, ma avresti dovuto scegliere Venere. Ti avrebbe donato ancora di più"
"Non ti stai dimenticando qualcosa, Mick?" Kaori corrugò le sopracciglia. "O più precisamente, qualcuno"
"Che intendi, Kaori-chan?" chiese Mick, piegandosi ulteriormente verso di lei.
"Mick" ringhiò Kazue dietro di lui. Mick strillò e lasciò andare Kaori. Poi si assicurò di abbracciare Kazue e di stringerla a sé.
"Scusa, Kazue, amore mio" disse. "Non intendevo fare nulla. Lo giuro, sei l'unica per me, mia Isotta"
Kazue voltò la testa e si spostò mettendosi accanto a Kaori. Ryo rise di nuovo.
"E' quello che meriti per aver scelto una gonna" disse, attirando Reika e Saeko più vicine. "Avresti dovuto optare per qualcosa più 'mokkori' come me"
"Non è una gonna, è una toga" ripeté Mick, con cipiglio. Ryo rise ancora, ma smise quando sia Saeko che Reika spinsero via le sue braccia e si allontanarono.
"Ah" ghignò Mick. "Che bel Casanova che sei. Sembra che le signore siano immuni al tuo fascino"
"Stai zitto" rimbeccò Ryo. "Aspetta solo che arriviamo alla festa. Allora vedrai come brillerà la mia vera potenza di Stallone di Shinjuku. Nessuna resisterà alla mia immagine di Casanova"
Ryo ricominciò a ghignare, e si portò le mani vicino al mento mentre una goccia di bava apparì all'angolo della sua bocca. La sua mente si riempì di dozzine di possibili costume esotici e sexy indossati dalle donne alla festa, ma le sue fantasie furono interrotte dalla sensazione di una spada che gli picchiettò la schiena.
"E se non stai attento, non resisterai alla mia punizione divina" disse Kaori dandogli un altro forte colpetto.
"Ah, ah, Kaori, la giacca, la giacca" farfugliò Ryo. "Non fare buchi. Ricordi cosa ho detto sul doverla pagare se si danneggia?"
"Ricordo" sorrise Kaori. "So anche che non indosserai quel costume per sempre. Sarà meglio che tu ti ricordi questo"
Ryo rise nervosamente mentre Kaori ripose la spada nella guaina.
"Gli uomini sono tutti uguali" sospirò Kazue. Kaori annuì vigorosamente, d'accordo con lei.
"Umph, non ponetemi allo stesso livello di questi inutili pervertiti" disse Umibozu, voltando la testa di lato. Sia Ryo che Mick si girarono verso di lui, due ghigni sulle loro facce.
"Bei sovrapantaloni" ridacchiò Mick. Si piegò verso Ryo mentre entrambi si piegavano dalle risate.
"E quel cappello" rise Ryo. "Non dimenticarti del cappello"
"State zitti!" gridò nuovamente Umibozu. "Me ne vado a casa" Miki gli afferrò il braccio per fermarlo.
"Ti prego, Falcon, non andartene ora" disse. "Chi se ne importa di cosa pensano questi due idioti? Continuo a dire che hai il costume migliore di tutti" Poi incrociò le braccia a quelle di lui e appoggiò il capo sul suo petto. La faccia di Umibozu diventò di una sfumatura più scura di rosso mentre riccioli di vapore gli uscivano dalla testa.
"Miki, piantala" disse, tentando di sottrarsi da lei.
"Non dovremmo andare?" disse Kazue con un altro sospiro. "Mick, hai detto che la festa comincia alle 8. E' quasi ora"
"Giusto" disse Mick, ricomponendosi. "E so per certo che il nostro ospite non è un uomo paziente, anche se le sue feste sono grandiose. Andiamo"
Tutti scesero giù per le scale ed uscirono dall'edificio. Mentre Kaori saliva sulla Mini Cooper di Ryo, avvertì un brivido lungo la spina dorsale.
"Che c'è che non va, Kaori?" disse Ryo, notando la sua espressione mentre scivolava nel posto di guida.
"Ah, niente, niente" disse. "E' solo...è solo che ho sentito uno strano brivido, tutto qui"
"Oh, forse significa che vedrai un fantasma stasera" ghignò Ryo. "Mick ha detto che questo tizio vive in una villa che si vocifera essere infestata"
"Non dire queste cose" ansimò Kaori. "Ricordo ancora di essere stata posseduta dal fantasma di Ami mentre proteggevamo sua sorella Mami. Non voglio mai più fare un'esperienza simile"
Ryo rise e mise in moto. Kaori guardò fuori dal finestrino mentre lui guidava, l'espressione pensierosa. -Quell'idiota, tenta di spaventarmi con tutte quelle storie della villa infestata...eppure...cos'era quella sensazione? Era come se qualcuno stesse dietro la mia spalla, e mi osservasse -.
Kaori rabbrividì nuovamente e rivolse gli occhi sul parabrezza. Decise di mettere da parte ogni apprensione e focalizzarsi solo sul divertirsi alla festa...e sul tenere Ryo in riga. 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


"Non avevo idea che un posto del genere esistesse in Giappone" rantolò Kaori.
Ryo non poter far altro che concordare mentre raggiungevano la loro destinazione, una villa enorme nei sobborghi di Tokyo. Era fatta di pietre e mattoni ed era alta per tre piani. Le torri e i tetti che spiralavano fino a diventare dei coni e una varietà di doccioni seduti sulle estremità dei motivi architettonici aggiungevano un sentimento gotico al posto.
"Mick ha detto che questo tizio proveniva da una famiglia ricca e che si è trasferito in Giappone cinquant'anni fa" disse Ryo. "A quanto pare, questa casa è stata importata, pezzo dopo pezzo, dagli Stati Uniti e lui ha fatto delle aggiunte nel corso degli anni"
"Wow" replicò Kaori mentre Ryo parcheggiava la macchina. "Sembra davvero una casa inestata. Dillo, Ryo, stavi solo scherzando, vero? Sul fatto che ci siano i fantasmi?"
"Forse" Ryo le rivolse un sorrisetto. "Forse no. Sei spaventata, Kaori-kun? Potrei portarti a casa"
Kaori socchiuse gli occhi, e posò la mano sulla spada. "Non esiste, Ryo" disse. "Se me ne vado a casa non ci sarà nessuno a tenere Casanova in riga. Non ti permetterò di prendermi in giro così facilmente"
"Beh, valeva la pena tentare" rise lui. "Andiamo a vedere dove sono gli altri"
I due uscirono dall'auto e porsero gli inviti che Mick aveva dato loro a un maggiordomo che stava in piedi vicino alla porta e furono guidati all'interno. Furono sorpresi dall'opulenza che trovarono. Numerosi dipinti ad olio sulle pareti e altre opere d'arte, come vasi e statue, erano ostentate su piedistalli e teche di vetro. I mobili erano fatti di legno e pelle, e il pavimento era piastrellato con un motivo a scacchiera bianco e nero. Ryo e Kaori sollevarono lo sguardo su un soffitto a cupola con un lampadario gigante che scendeva sulle loro teste.
"Che bello" disse Kaori. "Questo posto non sembra inquietante dall'interno"
"Sì, ma è un po' eccessivo, non pensi?" sospirò Ryo. "Penso che certe persone si divertano a spendere i soldi e ad assicurarsi che tutti lo sappiano"
Kaori scelse di ignorarlo mentre esplorava ciò che la circondava. Ben presto, i due furono guidati verso un'ampia sala da ballo già piena di persone in costume e maschera. In un lato della stanza, dei tavoli sorreggevano cibo in abbondanza e dall'altra parte rispetto all'entrata c'era un bar improvvisato, con tanto di baristi. Una serie di tavoli più piccoli e rotondi erano sparsi a distanza rispetto ai tavoli del buffet.
"Kaori, Saeba, siamo qui"
Kaori vide Miki vicino a uno dei tavoli pieni di cibo, faceva cenno verso di loro. Kaori e Ryo la raggiunsero.
"Ah, Miki, c'è un sacco di cibo e sembra tutto buonissimo" disse Kaori. "Ma dov'è Umibozu?"
"Falcon è qui" disse Miki. "E' seduto a uno dei tavoli all'angolo. Stavo proprio per prendere qualcosa da mangiare e da bere prima di raggiungerlo"
"Non posso davvero biasimarlo per il fatto di volersi nascondere" ghignò Ryo. "Nemmeno io vorrei essere visto con quei sovrapantaloni"
"Basta, Saeba" disse Miki fulminandolo.
"Dove sono tutti gli altri?" chiese Kaori.
"Ho visto Saeko e Reika uscire con alcuni uomini pochi momenti fa" replicà Miki. "Mick e Kazue sono lì, a parlare con altri ospiti. Ehi, Kaori, perché tu e Saeba non vi unite a me e Falcon?"
"Certo, noi..." iniziò Kaori. Si fermò, comunque, quando realizzò che Ryo era sparito. Miki e Kaori si voltarono per cercare nella stanza.
"Mi domando dove sia" disse Miki. Improvvisamente, le due udirono il familiare suono di uno strillo acuto femminile, e Kaori digrignò i denti.
"Ho detto no ed è no!"
"Avanti, solo un drink"
"Penso di averlo appena trovato" disse Kaori, mettendosi in marcia in direzione del rumore.
"Dimenticati di lui, Kaori" disse Miki, allungando una mano per fermarla. "Perché non prendiamo qualcosa da mangiare e raggiungiamo Falcon? Possiamo divertirci senza di lui"
Ma Kaori non la sentì e continuò il suo tragitto verso la fonte dello strillo. Alla fine, vide una giovane donna che correva come meglio poteva visto che indossava un lungo abito e i tacchi, scappando da Ryo che le stava alle calcagna. Kaori afferrò l'elsa della spada ed era pronta a inseguirlo quando Mick e Kazue le comparvero dietro, accompagnati da un signore più anziano con i capelli ingrigiti.
"Ah, Kaori, mi piacerebbe presentarti uno dei miei vecchi clienti e la ragione per la quale siamo stati invitati a questa festa" disse Mick. "Signor Abernathy, questa deliziosa donna è una mia amica, Kaori Makimura"
"E' un piacere conoscerla" disse l'uomo, tendendo la mano per stringere quella di Kaori. "Mick, vedo che non sei cambiato. Sei arrivato solo da dieci minuti e già ti ritrovi in compagnia di due bellissime donne"
"Oh, bellissime?" disse Kaori, portandosi le mani sulle guance e arrossendo. "Oh no..."
"Ma è vero" replicà Abernathy "Sei un uomo fortunato, Mick"
"Ah beh" disse Mick impacciato, mettendo un braccio attorno a Kazue. "Sono solo privilegiato ad avere un sacco di bellissime amiche. Ma Kazue è la mia unica e sola donna"
"Mick" esalò Kazue, i suoi occhi si illuminarono di felicità. Strinse le braccia attorno al suo e appoggiò il capo sulla sua spalla. Mick rispose sorridendole e abbracciandola maggiormente.
Osservare la scena tra Kazue e Mick causò una fitta di invidia nel cuore di Kaori e immediatamente si sentì colpevole. Nella disperazione di trovare qualcos'altro a cui pensare, si stampò in volto il suo migliore sorriso e si voltò verso Abernathy.
"Signor Abernathy" disse "Mick ha detto che lei conosce il proprietario di questa villa, la stessa persona che ha dato questa festa. Com'è?"
"Sì, lo conosco. Si chiama Bruce Tremwell. Un uomo interessante, posso garantirlo" replicò Abernathy. "L'ho conosciuto molti anni fa quando ero un adolescente. È educato e amichevole nonostante sia piuttosto riservato e chiuso per quanto riguarda la sua vita privata. È anche molto informato ed esperto di una varietà di soggetti esoterici, incluso l'occulto"
"L'occulto?" fece eco Kaori. "Intende cose come i fantasmi?"
"Sì, un'ossessione che ha sviluppato in tenera età, da quello che ho capito" proseguì Abernathy. "E' esperto nel regno del sovrannaturale"
"Mi domando come sia sua moglie" rifletté Kazue. "Deve essere una persona interessante per stare con un uomo che ha un hobby del genere"
"In realtà, il signor Tremwell non si è mai sposato" replicò Abernathy.
"Oh, era anche un donnaiolo e pervertito?" disse Kaori, roteando gli occhi.
"Anche?" disse Abernathy, confuso. "Beh, no, il signor Tremwell non era un libertino con le signore, se è quello che intende. Tutti quelli che conosco che lo hanno conosciuto dicono che era sempre un gentiluomo. Ma per qualche ragione, non si è mai innamorato di nessuna delle donne che ha corteggiato. So che c'era un pettegolezzo riguardo a una donna, che aveva conosciuto in Giappone, gli aveva rubato il cuore, ma suppongo che non si sia risolto niente perché è sempre rimasto scapolo"
"Oh" disse Kaori, abbassando gli occhi. "Mi dispiace, per..."
"Non si preoccupi" disse Abernathy con un sorriso. "Nessun danno. Dopotutto, non è che il signor Tremwell potesse avere la possibilità di udire le sue parole"
"Ma non c'è alla festa?" chiese Kazue. "Non è da qualche parte qui intorno?"
"No, il signor Tremwell non partecipa mai a questi gala in persona" disse Abernathy.
"Quindi, tu non l'hai mai incontrato, Mick?" chiese Kazue, voltandosi verso di lui.
"No" disse Mick. "Non di persona. Il signor Abernathy è l'unico tra i presenti che lo ha davvero incontrato, a quanto ne so"
"E devo confessare che è passato tanto tempo dall'ultima volta che l'ho visto in carne ed ossa" aggiunse Abernathy. "Abbiamo mantenuto una corrispondenza nel corso degli anni, ma non l'ho più visto con i miei occhi da quando ero un ragazzino. Il signor Tremwell è diventato una specie di eremita negli ultimi vent'anni, e non penso che molte persone lo abbiano visto. Solo pochi servitori leali e fidati lo vedono regolarmente"
"Sul serio?" ribatté Kazue. "Ma lei è riuscito ad avere gli inviti per la festa..."
"Sì, perché ho chiesto di averne qualcuno in più in una delle lettere che gli ho scritto" la interruppe Abernathy. "Non perché gliel'abbia chiesto di persona"
"Che tristezza" mormorò Kaori. Gli altri la guardarono, sorpresi.
"Kaori...?" disse Kazue.
"Ha tutti questi soldi, la fama e il potere, ma ha passato tanti anni da solo" continuò lei. "Si è chiuso fuori dal mondo e non ha mai avuto l'opportunità di sperimentare l'amore con un'altra persona. È un modo triste di vivere. Dubito che meritasse davvero questo tipo di vita"
"Sfortunatamente, lei ha ragione, signorina Makimura" annuì Abernathy. "Il signor Tremwell è famoso per essere un uomo generoso e ha devoluto molto denaro per cause di beneficenza. A essere onesto, non ho mai capito perché non si sia mai legato a una donna e perché sia diventato un recluso. So che era considerato un bell'uomo, e come ho detto, è sempre stato un gentiluomo. Sono sicuro che per lui non sarebbe stato difficile trovare una donna da amare"
"Forse...forse la persona che amava non lo ricambiava" continuò Kaori, gli occhi abbattuti. "Forse, visto che non è potuto stare con l'amore della sua vita, non è riuscito ad affrontare un mondo in cui le persone attorno a lui erano felici e insieme a coloro che amavano. Suppongo che sarebbe facile arrendersi a un desiderio del genere, di isolarsi da tutti nello sforzo di evitare di concentrarsi su quel tipo di dolore"
Kaori si zittì e continuò a mantenere gli occhi fissi sul pavimento. Mickey si preoccupò velocemente per via delle sue parole e del suo comportamento tetro e le toccò il braccio.
"Kaori," disse. "Stai...?" Kaori sollevò lo sguardo e gli sorrise.
"Ah, che cosa sto dicendo?" disse con una risata. "Non ho mai incontrato il signor Tremwell, quindi non posso davvero conoscere la ragione dietro le sue decisioni. Non badate a me. In ogni caso, grazie ancora, signor Abernathy, per aver permesso a Mick di invitarci tutti"
"Non c'è di che, signorina Makimura" replicò Abernathy. "Spero che tutti voi vi divertiate stasera"
"Vattene! Smettila di seguirmi!"
I quattro voltarono lo sguardo per vedere tre donne vestite da domestiche che correvano inseguite da Ryo, le braccia allungate e un ghigno sulla faccia.
"Non andatevene" disse Ryo correndo. "Il vostro Casanova vi sta aspettando"
"Vogliate scusarmi, Mick, Kazue, signor Abernathy" disse Kaori con cipiglio, il suo volto diventò rosso. "Devo occuparmi di una cosa" Poi estrasse la spada dalla guaina e guardò la lama con un ghigno beffardo.
"Ah, ah, Kaori, non è una spada vera, giusto?" chiese Mick, nervosamente. Kaori si voltò per fulminarlo per un istante prima di tornare al suo compito di beccare Ryo.
"Mick, devo dirlo, conosci le persone più...interessanti" disse Abernathy. "Sei sicuro che non succederà nulla di serio?"
"Oh, non preoccuparti, questo genere di cose succede di continuo" Mick ricominciò a ridere.
"Davvero" replicò Abernathy, sollevando un sopracciglio. Poi tornò a parlare con Kazue mentre Mick osservava Kaori che si allontanava da loro.
-Kaori, quelle parole che hai appena detto...-
Mick scosse silenziosamente il capo. Aveva notato che Kaori era mogia e distratta durante quegli ultimi tre mesi, ma non aveva mai trovato il modo di farle parlare di ciò che aveva in mente. Aveva invitato alla festa lei e Ryo in parte per aiutare Kaori a rallegrarsi e in parte a vedere se fosse riuscito finalmente a farla aprire riguardo a ciò che la disturbava. Mentre rifletteva su quanto Kaori aveva appena detto, Mick cominciava ad avere un'idea su quello che stava accadendo, ed era preoccupato circa le condizioni del cuore di Kaori.
Mick strinse ulteriormente Kazue mentre lei continuava a conversare con Abernathy. Decise che si sarebbe assicurato di fare una chiacchierata con Ryo a un certo punto della festa.
-Forse è consapevole dell'umore di Kaori, ma probabilmente non capisce cosa realmente implichi...ma mi accerterò che lo capisca prima della fine della serata, a tutti i costi.-
 
 
 
Nell'angolo di una stanza che stava al di sopra della sala da ballo, un uomo stava in ombra, osservando gli ospiti di sotto. Aveva notato Kaori quasi subito, e i suoi occhi e le sue orecchie l'avevano seguita da allora. Aveva ascoltato la conversazione che aveva tenuto con Mick, Kazue e Abernathy e un sorriso raggiunse le sue labbra.
-Kaori Makimura, vero? Penso che sia tu quella che ho cercato per tutto questo tempo. Sì, in effetti ne sono sicuro.-
Il suo sorriso si smarrì mentre sensi di colpa si arrampicavano nel suo cuore. Sapeva che il ruolo di Kaori nel suo piano avrebbe significato la fine della sua vita, e una parte di lui si sentiva dispiaciuta all'idea di dover sacrificare una donna come lei per raggiungere il proprio obiettivo. Ma nonostante i rimpianti, rimase determinato a proseguire con i progetti che aveva per lei.
-Presto...presto ti rivedrò, mia adorata Maiko. Perché Kaori Makimura sarà colei che ti riporterà a me.-

 

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


Kaori continuò a cercare Ryo nella sala da ballo ottenendo scarso successo. Le ragazze vestite da domestiche alla fine avevano incontrato i loro accompagnatori per la festa, e Ryo era riuscito a sparire pochi secondi dopo. Poi, la situazione si era acquietata, e Kaori si era agitata ancora di più.
-Dov'è sgattaiolato quel pervertito?- si chiese. -Non dirmi che è riuscito a convincere una donna per un mokkori-.
Kaori serrò la presa sulla spada, ma alla fine la ripose nella guaina. Anche se di solito non le piaceva l'idea di sprecare i soldi, aveva la sensazione che avrebbe avuto bisogno di uno dei suoi martelloni quando l'avesse trovato.
 
 
 
Nel frattempo, su un balcone rialzato da terra, Ryo era accanto a una donna che indossava un abito nero a maniche lunghe e un cappello da strega.
"Allora, Casanova, sei qui tutto da solo?" chiese la donna, un sorriso sul volto. Ryo ricambiò il sorriso e le si avvicinò.
"Sono venuto con degli amici" replicò. "Ma in realtà, stavo sperando di incontrare una visione come te a questa festa"
"Oh, una visione come me?" rise lei. "E hai dei piani per dopo la festa?"
"Potrei averne qualcuno adesso" ghignò Ryo, mettendole un braccio intorno. "Penso che tu mi abbia fatto un incantesimo"
"Davvero? Ma che mi dici delle altre ragazze che ti ho visto rincorrere prima?" gli chiese. Ryo le mise intorno anche l'altro braccio e l'avvicinò a sé.
"Beh, sono Casanova" sorrise. "Non posso fare a meno di notare tutte le donne intorno a me. Ma potrei essere solo tuo per questa notte"
La donna sorrise di nuovo e posò la mano sul suo volto, scorrendo con le dita lungo la sua guancia fino al mento.
"Mmh, sei bellissimo" disse. "Proprio il mio tipo. Devo ammettere che la tua offerta è allettante"
"Allora andiamo in un posto più privato" disse Ryo. "E ti mostrerò perché mi sono vestito come il più grande amante del mondo"
Il sorriso della donna si allargò e i suoi occhi si chiusero mentre inclinava il capo verso di lui. Ryo posò la mano sotto il suo mento e chiuse gli occhi mentre si abbassava per baciarla.
Il bacio fu interrotto, tuttavia da uno dei martelloni di Kaori che lo appiccicarono al pavimento.
"Ryo!" gli gridò. "Tu maniaco del mokkori senza cuore"
"Kaori" grugnì Ryo riuscendo a riemergere dal martello. "Avevi detto che non avresti usato i martelli"
"Che significa?" chiese la donna, incrociando le braccia sopra il petto. "Pensavo che avessi detto di essere venuto alla festa con degli amici. Non avevi menzionato tua moglie"
"Non è mia moglie!" protestò Ryo riuscendo a rimettersi in piedi. "Mi prendi in giro? Cosa ti fa pensare che sposerei un travestito?"
"Chi è il travestito?!" ringhiò Kaori, sollevando il martello per un secondo colpo.
"No, Kaori!" esclamò Ryo, mettendosi le mani sopra la testa. "Distruggerai completamente il costume"
"E sarà tutta colpa tua" disse Kaori, socchiudendo gli occhi mentre alzava il martello. "Dovrai pagare utilizzando la tua parte"
"Beh, io me ne vado" disse la donna, voltando le spalle a Ryo e Kaori. "Chiaramente, non c'è spazio per me qui"
"Aspetta...aspetta, non andartene" disse Ryo.
"Oh, no" fece la donna con disappunto. "Non mi sognerei di intromettermi tra te e la tua amante" E si dileguò, lasciando Ryo con una mano tesa versa di lei.
"Non è la mia amante" insistette Ryo. "E' solo la mia assistente"
"Quindi? È questo ciò che sono?" disse Kaori. "Non una donna, non la tua partner, solo la tua assistente?"
Ryo la ignorò e continuò a osservare la donna che si allontanava. Non appena fu sparita dalla sua vista, si girò verso Kaori, un'espressione arrabbiata sul viso.
"E nemmeno una buona assistente" sbraitò. "Idiota, perché l'hai fatto? Non era una cliente né una delle tue amiche. Non avevi il diritto di interromperci"
"Non avevo il diritto?" gli fece echo Kaori. "Come ti permetti? Come ti permetti di dirmi certe cose?"
"Dirti cosa?" Ryo si accigliò. "Che mi piacerebbe passare un po' di tempo con una donna che è interessata a me? Che mi piacerebbe stare con qualcuno che non mi grida addosso tutto il tempo e che non mi colpisce costantemente con un martello? Dire che mi piacerebbe davvero stare con una donna che non pensa sempre il peggio di me e che non mi dà del pervertito?"
La bocca di Kaori si spalancò mentre Ryo parlava e abbassò il martello. Ryo si lisciò la camicia e la giacca e le si mise direttamente di fronte.
"Quindi, dimmi" fece lui "Esattamente che diritto hai per fermarmi?"
Il viso di Kaori diventò rosso e iniziò a tremare.
"Tu" balbettò. "Tu hai detto...hai detto che ero...che ero..."
Il martello di Kaori sparì mentre lei arretrava, le lacrime brillanti negli occhi, e l'espressione di Ryo iniziò ad ammorbidirsi.
"Kaori..."
"Hai detto che...che ero la persona che ami" sussurrò Kaori. Poi si voltò e corse via da lui più veloce che poté.
 
 
 
Diversi minuti dopo, Ryo era ancora sul bancone e fissava il cielo notturno.
Sapeva, ovviamente, di che cosa Kaori aveva parlato. Ripensò al giorno del matrimonio di Miki e Umibozu, al sequestro di Kaori, e alla battaglia con il generale Croiz avvenuta tre mesi prima.
-Ho detto che avrei protetto la persona che amo...-
Era questo che aveva dettoo a Croiz dopo averlo finalmente sconfitto e aver salvato la vita di Kaori. Kaori aveva sentito tutto, la sua promessa di proteggere la persona che amava e la dichiarazione che nulla, nemmeno la morte, era terribile tanto quanto osservare la persona che si amava mentre si sacrificava. Kaori aveva sentito tutto, e Ryo sapeva che l'aveva presa sul serio.
Ma nonostante lui avesse detto quelle parole per davvero, in seguito Ryo era stato nuovamente riempito dai suoi dubbi. Dubbi sulla loro situazione e dubbi su se stesso. Aveva voluto credere di poter avere qualcosa di più con lei, qualcosa di più profondo della collaborazione che condividevano, ma le sue vecchie paure erano rimaste.
Il confronto con Shin Kaibara, suo padre, avvenuto non molto prima, avevano riportato tali paure ancora più vicino alla superficie. Non solo Ryo si era ricordato dei pericoli che Kaori affrontava come sua partner, ma la dipartita di suo padre era stato un altro doloroso avviso di come la morte sembrasse essere sua compagna costante, si portava via le persone più vicine al suo cuore di continuo. Quindi si era trattenuto, riluttante a fare il passo finale per trasformare la sua relazione con Kaori in una completa unione nel corpo, nella mente e nell'anima. Ryo tentava di dire a stesso che si trattava solo del fatto di essere preoccupato della sua sicurezza e di non voler rischiare con la sua vita.
Tutto per evitare di affrontare l'altra faccia della realtà: aveva paura di non essere abbastanza per lei.
-Che cosa pensa, di offrire il suo cuore a uno come me? A uno che ha ucciso centinaia di persone ed è andato a letto quasi con lo stesso numero di donne. Cosa potrei offrire a qualcuno come lei? Una casa tranquilla? Una famiglia? Un vero futuro? Non potrei mai darle nulla di tutto ciò.-
Ryo sospirò e si appoggiò alla ringhiera del balcone mentre tirava le increspature all'estremità delle maniche. Pensò di nuovo a Kaori nel suo costume di Giovanna d'Arco. Aveva trovato appropriato che lei avesse scelto una personalità così mascolina, ma si domandò se lei si era resa conto di quanto tale decisione fosse adatta.
-Giovanna d'Arco...forte, coraggiosa, un cuore puro disposto a sacrificarsi per la giustizia...la vera essenza di Kaori...-
Ryo chiuse gli occhi. Sapeva che Kaori stava aspettando da tre mesi una sua mossa all'interno della loro relazione, e aveva sofferto per tutto il tempo. Lei continuava a prendersi cura di lui, della sua casa e del suo lavoro, come aveva fatto per anni. Continuava a dargli così tanto, e Ryo sapeva che lei desiderava soltanto una cosa in cambio...l'unica che semplicemente non riusciva a darle.
"Ryo, che stai facendo?"
Ryo si voltò e vide Mick avvicinarsi a lui. Tornò a guardare il cielo mentre Mick gli si metteva accanto.
"Potrei farti la stessa domanda" sospirò Ryo. "Perché non sei con Kazue-chan? Sono sicuro che gli manchi"
"Kazue è con Miki e Falcon" rispose Mick. "E tu? Perché non passi il tuo tempo con Kaori?"
"Pensavo di essere stato invitato per divertirmi" s'imbronciò Ryo. "Come posso farlo se vengo inseguito da una donna con un martello?"
"Ryo...piantala"
Ryo gli lanciò uno sguardo e vide il viso di Mick accigliato e i suoi occhi blu che si stringevano.
"Perché stai trattando Kaori così?" proseguì Mick. "So che ti ama, e tu mi hai già confessato di tenere a lei. Quindi perché continui con questo gioco?"
"Lo sai meglio di chiunque altro il perché" replicò Ryo, rivolgendo di nuovo lo sguardo al cielo. "Sai quanto sia pericoloso avvicinarsi a una donna continuando con questa professione. Perché a volte non chiedi a Umibozu come si è sentito mentre osservava Miki che veniva colpita durante il loro matrimonio?"
"Ryo, questa è solo una scusa e tu lo sai" ribatté Mick. "Falcon non se n'è andato da Miki, e io non mi sto allontanando da Kazue. E so che sia Miki che Kazue non rimpiangono la scelta di essere rimaste con l'uomo che amano. Kaori è legata a te e a questo tipo di vita...la vita che ha già scelto negli ultimi sei anni"
"O forse è possibile che io non sia legato a lei" replicò Ryo. "Forse è la mia partner all'interno di City Hunter e basta. Mi conosci da anni, Mick. Sono mai stato in grado di legarmi a una donna sola? Pensi onestamente che potrei farlo adesso?"
"So che sei stato con molte donne" rispose Mick. "Ma sono anche certo che tu non sia mai stato con una come Kaori. Vale molto di più di tutte le altre messe insieme. Francamente, non penso che tu abbia scelta quando si tratta di decidere se sei legato a lei o meno. Perché non ammetti che lo sei già e basta?"
Ryo emise un lungo sospiro e si voltò ignorando lo sguardo di Mick.
"Ryo, per favore, pensa a Kaori" proseguì. "Non hai visto quanto ha sofferto negli ultimi mesi? Poche parole da parte tua potrebbero spazzare via tutta la sua tristezza. Non pensi che lei lo meriti?"
"E' così" disse Ryo, ancora rivolgendogli le spalle. "In effetti merita molto di più...molto di più di quanto io potrò mai offrirle"
Ryo si cacciò le mani nelle tasche e rapidamente si allontanò prima che Mick potesse dire altro. Mick serrò le mani per la frustrazione, ma non lo seguì.
-Sei un idiota, Ryo- pensò. -Una donna come Kaori...non è una che si innamora di chiunque. Si è innamorata di te esattamente perché potevi darle tutto ciò che desiderava. Perché non riesci a capirlo?-
 
 
 
Kaori continuò a correre lontana da Ryo, dalla festa e da tutte le persone che la osservavano sfrecciare. Alla fine, si ritrovò da sola in un corridoio fiocamente illuminato, e crollò sul pavimento. Si portò le ginocchia al petto e se le strinse addosso. La sua mente tornò a tre mesi prima. Si era sbalordita quando Ryo si era riferito a lei definendola la persone che amava e il suo cuore era quasi esploso dalla felicità. Dopo che l'aveva salvata, e dopo che lei gli si era stretta contro, Kaori si era convinta che l'ultima barriera fosse stata distrutta e che Ryo fosse pronto per aprirle il suo cuore.
Ma poi il tempo era trascorso e nulla era cambiato. La vita ricominciò come prima, e Ryo non aveva mai detto una parola riguardo a quello che era successo o alle cose che aveva detto quel giorno.
-Si è pentito?- rifletté. -O forse non è mai stato serio. Forse quelle parole sono state dette solo nell'impeto della battaglia. Parole per prendere in giro e turbare il suo nemico-
Kaori portò le braccia sopra le ginocchia e appoggiò il mento sulle mani. A pensarci obiettivamente, doveva ammettere che non sapeva davvero come avrebbe dovuto aspettarsi dopo quel giorno. Ryo era Ryo e non è che Kaori poteva aspettarsi che lui cambiasse solo per lei.
-Sto con lui da sei anni. Dovrei sapere che cosa scelgo se decido di rimanere al suo fianco. Ma...sarà sufficiente? Posso essere felice soltanto...così? Con questa relazione che abbiamo adesso? Adesso e per il resto della mia vita?-
Kaori sospirò e scosse il capo. Sapeva che quella era lontana dall'essere una domanda semplice con delle risposte semplici. Una parte di lei sapeva che il suo cuore si sarebbe appassito se avesse persistito nel tentativo di vivere senza amore, senza nemmeno la speranza dell'amore. Ma una parte più ampia di lei sapeva che non poteva lasciare Ryo. Non volontariamente. La sua vita, il suo cuore appartenevano già a lui. Non avrebbe mai potuto riprenderseli, non importava quanto lo avesse voluto.
"Mi scusi, signorina, si sente bene?"
Kaori sollevò lo sguardo e vide un uomo alto con capelli di un chiaro castano e sfumature ingrigite alle tempie e occhi grigi che la guardavano. Indossava uno smoking nero e una maschera nera che incorniciava i suoi occhi.
"Sto...sto bene" disse Kaori. "Scusi, non volevo..." L'uomo le tese la mano e Kaori l'afferrò. Poi arrossì mentre lui l'aiutava ad alzarsi.
"E' da sola alla festa, Giovanna d'Arco?" le sorrise. Il rossore di Kaori aumentò.
"Ah, sono venuta con degli amici" disse. "Temo di essermi persa. Questa villa è così grande..."
L'uomo rise mentre le porgeva il braccio.
"Ha ragione, è un posto enorme, vero?" disse. "Beh, allora, se non ha un accompagnatore, mi concederete il piacere di offrirle la mia compagnia per un po', signorina...?"
"Kaori" replicò lei. "Kaori Makimura. E mi piacerebbe molto"
"Kaori, che nome adorabile" l'uomo annuì mentre lei lo prendeva a braccetto. "Può chiamarmi Bruce"
"Bruce?" disse Kaori. "Che coincidenza. A quanto pare l'uomo che ha dato questa festa e che possiede la villa si chiama proprio Bruce. Ma pensavo che..."
"Sì?" disse Bruce. Kaori arrossì nuovamente per poi scuotere il capo.
"Oh non importa, è una sciocchezza" ridacchiò nervosamente. "Per un momento ho pensato che lei potesse essere Bruce Tremwell, l'uomo che vive qui. Ma è ridicolo. Il signor Tremwell si è trasferito qui cinquant'anni fa, e lei non sembra averne più di trenta. Non può essere lui"
"E' piuttosto improbabile, no?" rise Bruce. "E' delusa?"
"Niente affatto" disse Kaori. "E...mi piacerebbe davvero tornare alla festa con lei"
"Allora andiamo" disse Bruce, guidandola. "La notte è ancora giovane, e ho la sensazione che migliorerà parecchio" 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Kaori era in piedi davanti a una grande finestra panoramica con Bruce accanto a sé, e i due osservavano la luce della luna che gettava un pallido bagliore sui giardini esterni mentre la lontana melodia della musica risuonava in sottofondo. Rimasero così, in silenzio per diversi minuti finché Bruce non si schiarì la gola.
"Le piacerebbe ritornare alla festa e ballare con me, Kaori?" le chiese. Lei arrossì sia per la sua richiesta che per il modo in cui le sorrise.
"Uhm, sì...no...non lo so" balbettò. "Mi scusi, io..."
"Va tutto bene" annuì Bruce. "Non dobbiamo ballare subito. Possiamo stare qui per un altro po' se le va"
Kaori annuì e sorrise. Insicura su cosa fare in seguito, si agitò prima di parlare. 
"Bruce" disse. "E' venuto qui da solo? O c'è qualcuno con lei?"
"No, non c'è nessuno" replicò lui. "Sono solo. Ecco perché sono contento di aver incontrato una come lei stasera" 
Kaori diventò di una sfumatura di rosso ancora più brillante, e Bruce la guardò con una sorta di premura incisa nei lineamenti.
"Cosa c'è che non va?" chiese. "Pensa che stia mentendo?"
"Ah no, non è quello" disse lei. "E' solo...non sono abituata...a sentire cose del genere"
"Perché no?" chiese Bruce, stupefatto. "Una donna bella come lei probabilmente riceve complimenti di questo genere tutto il tempo. A essere onesto, sono rimasto sconvolto quando mi ha detto che non aveva un accompagnatore per questa festa"
"Ah, Bruce" mormorò Kaori. "Io, uhm, no, non sento cose di questo tipo così spesso, no, quindi non ci sono semplicemente abituata, ecco tutto"
"E questo, per caso, ha niente a che fare con l'uomo con cui l'ho vista prima?" chiese. Kaori sussultò, e Bruce scosse il capo. "Chiedo scusa" disse. "Devo confessare che ho ascoltato alcuni tratti della vostra conversazione. Mi ha inorridito il modo crudele in cui l'ha trattata e quando lei è fuggita, mi sono messo a cercare per la villa per vedere se stesse bene. Mi dica, è vero che lavora con lui o...?"
"E' il mio partner. Lavoriamo insieme, sì" disse Kaori. "E mi dispiace se si è preoccupato, ma non era niente. Abbiamo discussioni come quelle di continuo, quindi non è un gran problema. Sul serio" 
"Niente? Come può dirlo?" replicà Bruce. "Dopo le cose che le ha detto? È sempre così sgarbato con lei?"
"Non è sempre così" disse Ryo. "A volte Ryo è rude ed egoista, ma sa anche essere una persona gentile e generosa. E...e il fatto è, che a volte nemmeno io sono poi così gentile con lui"
Mentre quelle parole uscivano dalla sua bocca, Kaori rifletté sulla verità che esse celavano. Ripensò a quello che Ryo le aveva detto, e doveva ammettere che non si ricordava l'ultima volta in cui gli aveva detto direttamente qualcosa di carino né in cui gli aveva fatto dei complimenti di persona. Riusciva, al contrario, a pensare a molte volte recenti in cui gli aveva dato del pervertito o in cui l'aveva colpito con un martello. Kaori rimaneva convinta che alcuni, se non la maggior parte, di quegli scontri fossero più che meritati, ma più ci meditava, più iniziava a domandarsi se a volte non esagerasse o se non fosse un po' troppo irriguardosa nei suoi confronti.
"Ryo? È questo il suo nome?" chiese Bruce con una smorfia. "Ho avuto la sfortuna di osservare il suo atteggiamento. Da quello che ho visto, dubito che meriti un qualunque tipo di gentilezza da parte sua"
"Si sbaglia" disse Kaori, sbattendo gli occhi con aria di sfida. "Ryo non è perfetto. È pieno di difetti. Ma nonostante tutto, è un uomo buono con un cuore forte e premuroso"
Kaori arrossì di nuovo per via dello shock scritto sulla faccia di Bruce a causa della propria veemenza, e immediatamente spostò lo sguardo sul pavimento.
-Perché sono così disposta a dire tutto questo a uno sconosciuto, ma mai a Ryo?- si chiese. -Ho aspettato e desiderato che Ryo mi aprisse il suo cuore, e tuttavia non sono riuscita a dirgli le cose che sento e che provo per lui. A volte sì, quando eravamo in pericolo, ma mai nei momenti tranquilli e mai per le piccole cose. Mai per quanto riguarda le ragioni che giorno dopo giorno confermano che la mia vita e il mio cuore gli appartengono.-
"E' innamorata di lui" disse Bruce, interrompendo la sua fantasticheria. Kaori chinò il capo ancora di più. Di solito tentava di negare, ma al momento, non riusciva a pensare a una buona ragione per cui farlo.
"I suoi sentimenti e il modo in cui lo difende sono molto ammirevoli" disse Bruce. "E sono appropriati a una donna raffinata come lei. Ma temo che quest'uomo, Ryo, non ricambi i suoi sentimenti"
Kaori tremò alle sue parole.
-Potrebbe avere ragioni? Potrebbe essere che io vedo quello che voglio vedere nelle azioni e nelle parole di Ryo?- si chiese. -No, il bacio, le cose che ha detto a Mick quella volta...so che prova qualcosa per me. Ma...è solo un legame cresciuto insieme alla nostra collaborazione di lavoro o...?-
"Kaori, forse sono sfacciato" continuò Bruce, "ma non riesco a trattenermi dall'esprimere come la penso. L'amore, il vero amore, non può crescere a vuoto. Non farà che appassire se non è ricambiato. In casi come questo, è meglio lasciare che la fiamma dell'amore e del romanticismo muoia e trovare un modo per rialimentarla con qualcun altro. Qualcuno che sia capace di dare e ricevere amore allo stesso tempo"
Kaori continuò a tremare leggermente e si strinse le braccia al petto. Non poteva negare che ci fosse saggezza dietro le sue parole, ma l'idea di arrendersi e di permettere al suo amore per Ryo di spegnersi sembrava...sbagliata e orribile per lei. Avvertì Bruce che le posava una mano sulla spalla, e tremò per quanto freddo percepì improvvisamente.
"Il vero amore, il vero romanticismo, valgono ogni sacrificio" continuò Bruce, la voce bassa e ipnotica. "Non importa quanto sfortunati o dolorosi quei sacrifici possano essere"
Qualcosa nel suo tono metteva Kaori a disagio e lo guardò in volto.
"Bruce?" sussurrò. Bruce la guardò con un sorriso triste prima di stringere la presa sulla sua spalla e posare l'altra mano sulla sua fronte. Non appena lo fece, il suo corpo si placò e la sua mente fu attraversata da una pallida nebbia. Ben presto i suoi occhi si rovesciarono e sentì che le mancava il fiato. Kaori svenne e iniziò a scivolare verso il pavimento, ma Bruce la prese fra le braccia e con un movimento fluido la sollevò prima di portarla in un'altra parte della villa.
"Mi dispiace di doverla costringere in questo ruolo, signorina Makimura" disse mentre la trasportava. "Ma temo di non avere scelta. Inoltre, dopotutto, per lei sarà meglio così. È meglio che si limiti a sognare un sogno romantico con un principe che esiste solo nella sua testa per un altro po' prima di scivolare nel sonno eterno" 
Alla fine la portò in una delle sue stanze private, intenzionato a dare inizio alla prima parte del suo piano.



Ryo si appoggiò contro una parete della sala da ballo, osservando le persone che danzavano intorno a lui. Dopo aver lasciato Mick, era ritornato alla festa nel tentativo di trovare la donna con cui stava parlando in precedenza. Si era arreso presto e si era messo alla ricerca di altre donne con cui passare il tempo. Ma ogni volta che notava una donna che poteva interessarlo, la titubanza si aggrappava a lui e non riusciva ad avvicinarsi. Un paio di volte capitò che una donna si avvicinasse a lui, ma Ryo scoprì di non avere l'energia per essere coinvolto, e presto quella se ne andava e lo lasciava da solo. Alla fine, decise di servirsi da bare e ora stava sorseggiando il suo drink mentre silenziosamente osservava i festeggiamenti.
-Se non riesco a trovare una donna, allora la cosa migliore da fare subito dopo è ubriacarmi- si disse. -Quanti sforzi per divertirsi. Mick a che cosa pensava, esattamente, quando ha deciso di invitare me e Kaori?-
Ryo continuò a rimuginare e stava per riempirsi di nuovo il bicchiere quando un'altra donna colse il suo sguardo e quasi il bicchiere gli cadde di mano. 
Un uomo alto con uno smoking tutto nero e una maschera nera stava entrando nella sala con una donna al braccio. La donna indossava una parrucca lunga e nera e il suo trucco era sui toni del blu, anche il rossetto lo era. Indossava un lungo kimono bianco con accenni blu e un obi color blu reale. I due camminarono lentamente fino alla pista dal ballo per poi iniziare insieme un languido valzer. 
Ryo continuò a fissare la donna. Non perché fosse bellissima e perché indossasse un abito straordinario...perché la riconobbe immediatamente come colei che gli stava più a cuore.
-Kaori? Che sta facendo vestita così? E che sta facendo con quello?-
Ryo avvertì una leggera fiamma di un'emozione sconosciuta bruciare dentro di sé. Non riuscì a discernere di cosa si trattasse, ma certamente non gli piaceva quello che stava vedendo. Appoggiò il bicchiere lì vicino e marciò verso Kaori e l'uomo con cui stava ballando. Ryo si posizionò direttamente sul loro cammino, provocando un'espressione accigliata nell'uomo e un'occhiataccia.
"Mi scusi" disse l'uomo. "Ma sto tentando di godermi un ballo con quest'adorabile signorina"
"Non so chi lei sia" disse Ryo, il tono freddo. "Né m'importa. Ma la donna con cui sta ballando è la mia partner. E le dico di lasciarla andare"
"Oh, la sua partner?" fece l'altro con un sorrisetto. "Beh, se vuole saperlo, penso che preferisca la mia compagnia alla sua. Se non mi crede, perché non lo domanda a lei?"
L'uomo prese Kaori per le spalle e la fece voltare verso Ryo. Ryo sbatté le palpebre con vigore per via dello sguardo vuoto che lo salutò, e si agitò ulteriormente.
"Kaori, che sta succedendo?" chiese. "Che è successo al tuo costume di Giovanna d'Arco?" 
Kaori lo fissò per diversi secondi prima finalmente di aprire la bocca per rispondere.
"Sono...sono la Yuki-onna* adesso" disse. "Non Giovanna d'Arco"
"Yuki-onna?" replicò Ryo. "Beh, ammetto che è un bel look, ma questa non sei tu. Il tuo costume di Giovanna d'Arco ti stava molto meglio. A ogni modo, andiamo. Mick, Kazue, Miki e Umi probabilmente si stanno chiedendo dove siamo"
"No" mormorò Kaori. "Io...io voglio...voglio stare con Bruce. Vattene" 
Gli occhi di Ryo si allargarono mentre diventava sempre più confuso. Nonostante fosse stata decisamente Kaori a pronunciare quelle parole, Ryo non riconobbe la voce fredda e priva di emozioni che le sue labbra emanavano.
"Penso che la signorina abbia parlato, signor...Saeba, giusto?" disse Bruce. "Le chiederei di andarsene, adesso" il tono di Bruce era in qualche modo gentile e con una punta di arroganza che servì solo a intensificare la rabbia che iniziava a crepitare nell'anima di Ryo.
"Kaori" disse, assicurandosi di mantenere un tono delicato. "Andiamocene e ti offro da bere. Ho una cosa da dirti"
"Sono sicuro che possa aspettare, qualunque cosa sia" disse Bruce, mettendo un braccio attorno alla vita di Kaori e attirandosela al petto. Quel gesto fu un leggero ma deliberato atto di possessività agli occhi di Ryo, che sentì la propria rabbia diventare odio per l'uomo che osava rivendicare Kaori come se fosse una sorta di ninnolo scintillante.
"Kaori..."
"Vattene" ripeté lei. "Voglio rimanere qui"
Ryo serrò le mani ma rimase zitto e immobile. In quel momento voleva afferrare Kaori e trascinarla via da Bruce, ma non voleva nemmeno fare una scenata o far arrabbiare Kaori se davvero voleva rimanere. Lottò per riconquistare un'aria più rilassata e accennò un sorriso.
"Hai ragione, posso aspettare" disse. "Lo farò sapere agli altri e ti vengo a prendere più tardi"
Iniziò ad allontanarsi, ma si fermò quando vide gli occhi di Kaori che diventavano lucidi e umidi. 
"Ryo" mormorò. Ryo si spaventò leggermente, si spaventò a sentire il suo nome pronunciato da quella calda voce che ben conosceva.
"Andiamo adesso" disse Bruce, posandole una mano sotto il mento e facendole voltare il viso verso di sé. "Il signor Saeba può aspettare la fine del nostro ballo"
Lei annuì meccanicamente e tornò a rivolgersi a lui, lasciando cadere fiaccamente le braccia ai fianchi di Bruce mentre questi la stringeva e la guidava nel valzer.
Mentre li osservava riprendere la loro danza, Ryo si sentì pieno di disgusto. Il suo istinto aveva continuato a dirgli che c'era qualcosa che non andava dal momento in cui aveva visto Kaori con quell'uomo e ora era completamente certo di avere ragione. Eppure, era insicuro sul corretto modo di procedere e decise che la cosa migliore fa fare, per il momento, fosse di aspettare e di continuare a tenerli bene in vista. Si ritirò dalla pista da ballo e sparì nella folla.



Dopo che Ryo si fu allontanato, Bruce ghignò e strinse Kaori ancora di più.
-Presto, non manca molto ormai. Presto, mia Maiko, tornerai e finalmente avrò la possibilità di amarti come avrei dovuto fare in passato-. 



*La Yuki-onna è una creatura demoniaca appartenente al folclore giapponese, è lo spirito della neve e dell'inverno. Ci sono diverse leggende sul suo conto, ma la più famosa dipinge la Yuki-onna come crudele e spietata, si presenta con l'aspetto di una bellissima donna per attirare i viandanti smarriti nella neve per poi ucciderli o lasciarli morire assiderati. 

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


Un paio d'ore più tardi, Mick, Kazue, Miki e Umibozu stavano cercando sia Ryo che Kaori nella sala da ballo. La festa stava scemando, e molti degli ospiti se n'erano andati, ma nessuno aveva visto né Ryo né Kaori per ore.
"E Saeko e Reika?" chiese Kazue. "Magari se ne sono andati con loro?"
"No" disse Mick. "L'ultima volta che le ho viste, loro due erano state invitate a un'altra festa da un paio di gemelli di una famiglia potente di Osaka. Non penso che vedremo le sorelle Nogami almeno fino a domani"
"La macchina di Ryo è ancora fuori" aggiunse Umibozu. "Quindi sono certo che non se ne sia andato"
"A meno che anche Saeba non abbia trovato qualcuno che l'ha invitato a un'altra festa" disse Kazue con uno sbuffo.
"Kazue, Ryo non avrebbe abbandonato Kaori" disse Mick. "Di questo sono sicuro"
"E Kaori non se ne sarebbe andata con qualcun altro" insistette Miki. "Quindi entrambi devono essere qui da qualche parte"
"Ho provato a chiedere a qualcuno dello staff prima" disse Mick. "Nessuno li ha visti, ma sono riuscito a convincere un paio di loro a lasciarci qui finché non li incontriamo. Dunque suppongo che dovremo cominciare a cercare intorno alla villa"
"Ma questo posto è enorme" disse Kazue. "Da dove iniziamo?"
"Miki e io cominceremo dall'ala sinistra della villa" annunciò Umibozu. "Mick, tu e Kazue andate a destra. Mick, sei armato?"
"Umibozu? Pensi davvero che siano in quel tipo di guai?" chiese Kazue.
"Saeba ha molti nemici" replicò Miki. "Nemici che coglierebbero qualsiasi occasione per affrontarlo direttamente o per tentare di usare Kaori per arrivare a lui"
"Non ho una pistola, ma non sono indifeso" replicò Mick, spostando di lato una piega della sua toga per rivelare una scorta di piccoli coltelli. "Sono a posto"
"Bene, allora ci rivediamo qui tra un'ora" proseguì Umibozu.
"E' meglio che le ore siano quasi due" disse Mick. "Questo posto è grande, e ho il sospetto che ci potrebbero essere un sacco di passaggi e stanze segrete"
"D'accordo. Miki, andiamo" disse Umibozu. Miki annuì, e insieme a Umibozu corse lungo uno dei corridoi. Mick si voltò e posò le mani sulle spalle di Kazue.
"Voglio che tu prenda la mia auto e che te ne vada dal Professore, per ogni eventualità" disse.
"No, io sto con te" insistette Kazue.
"Kazue, io..."
"Cosa c'è?" chiese lei.
"Se vieni con me, non so se riesco a proteggerti" ribatté Mick, abbassando gli occhi. "Ho perso le mie abilità come sweeper. Persino Falcon, nonostante la cecità, è comunque avvantaggiato visto che riesce ancora a usare una pistola. Se dovesse succedere qualcosa..."
Kazue lo fermò prendendogli le mani.
"Magari non sei più uno sweeper, ma io credo ancora in te, Mick" disse. "Credo che se dovesse succedere qualcosa, tu troveresti il modo di proteggermi. Proprio come Kaori e Miki, sapevo in cosa mi stavo infilando quando mi sono innamorata di te, e non torno indietro nel momento in cui le cose si fanno rischiose"
Kazue sollevò le mani guantate di Mick sulle proprie guance e ve le appoggiò.
"Lascia che ti mostri" disse, "Lascia che ti mostri che sono pronta ad affrontare tutte le sfide e i pericoli che sono parte della tua vita"
Mick scostò le mani e l'abbracciò. "Kazue" sussurrò. Rimasero così per un istante prima che Mick finalmente la lasciasse andare. "Va bene" disse. "Ma assicurati di starmi dietro. Non importa cosa succederà, voglio essere sicuro di stare per primo, qualsiasi cosa andremo a incontrare"
 
 
 
Nelle profondità dei sotterranei, in una sezione reclusa, Tremwell sorrise al pensiero di come stesse procedendo bene il suo piano.
Dopo aver incontrato Kaori e aver attuato un incantesimo del sonno su di lei, si preoccupò per la sua forte volontà che rendeva difficile ipnotizzarla a sufficiente per manipolarla in modo che agisse secondo i suoi ordini. Scoprì, tuttavia, che il conflitto che attualmente s'infuriava nel suo cuore la rendeva vulnerabile al suo incantesimo. Aveva persino testato la potenza del suo lavoro facendola cambiare di costume così che divenissa la Yuki-onna, un personaggio che faceva parte di una delle storie folcloristiche preferite dalla sua adorata Maiko.
-Lo capisci adesso, Kaori Makimura, vero? I tuoi tentativi di amare un uomo come Ryo Saeba non hanno portato ad altro che alla follia. È stato quell'amore sbagliato a farti diventare preda della mia trappola.-
Quello che Tremwell non si era aspettato, però, era la reazione che Ryo aveva avuto quando aveva visto loro due insieme. Aveva pensato che Ryo avrebbe mostrato la stessa indifferenza superficiale che aveva ostentato in precedenza durante il suo litigio con Kaori. Invece, c'era stata una chiara minaccia nel suo tono di voce quando gli aveva ordinato di lasciare andare la sua partner. Tremwell doveva ammetterlo a se stesso, per la prima volta dopo tanto tempo, era davvero intimitido dall'aura che Ryo proiettava, ma non era stata comunque sufficiente per spezzare la sua determinazione.
Quando Ryo se n'era andato ed era sparito tra la folla, Tremwell aveva pensato di aver vinto e aveva festeggiato la sua vittoria continuando a ballare con Kaori fra le braccia, immaginando la sua imminente riunione con Maiko.
Mentre la festa giungeva al termine e l'ultimo ospite cominciò ad andarsene, Tremwell iniziò a formulare il passo successivo del suo piano e stava guidando Kaori verso uno dei passaggi segreti della villa dove avvertì una presenza persistente accanto a sé. Si guardò intorno e alla fine fu in grado di trovarne la fonte.
-Ryo Saeba...sei ancora qui, dopotutto. A osservare me. A osservare la tua partner-
Tremwell era preoccupato, ma sempre fiducioso. Continuando a usare la sua conoscenza dei poteri arcani, che aveva imparato ad usare negli anni, riuscì a nascondere la sua presenza e quella di Kaori e a sgattaiolare lungo un corridoio oscuro della villa. Mentre si dirigeva giù per le scale, Tremwell sorrise rendendosi conto che Ryo non era stato in grado di seguirli.
 
 
 
Tutto ciò lo condusse a dove stava ora, in una camera nelle viscere più profonde della villa. Aveva liberato Kaori dal suo stato ipnotico, ma si era anche preso il tempo di trattenerla usando un cerchio magico sul pavimento. Poi si tolse la maschera e continuò con i preparativi ripetendo degli incantesimi per lo stadio finale del suo piano. Mentre proseguiva con il recitare le formule, Kaori lentamente si svegliò dal suo stato d'incoscienza. Si rese conto di essere stesa in mezzo a un cerchio sul pavimento e cercò di sollevarsi in piedi. Fu sorpresa di scoprire, tuttavia, che non poteva spostarsi dalla sua posizione seduta.
"Cosa...cosa sta succedendo?" chiese. "Perché non posso muovermi?" completò Tremwell recitando le ultime serie d'incantesimi e voltandosi per guardarla.
"Sei sveglia" disse. "Sono impressionato. Pensato che quell'incantesimo ti avrebbe lasciata incosciente per un tempo molto più lungo"
Kaori sbatté le palpebre un paio di volte e poi osservò i propri vestiti, il rossore e uno sguardo arrabbiato raggiunsero il suo viso contemporaneamente.
"Pervertito" gli gridò. "Mi hai cambiato tu in questo costume?" Un piccolo martello da una tonnellata apparì nelle sue mani, e Tremwell non fu capace di traattenersi dal sollevare un sopracciglio e sobbalzare per lo stupore.
"Calmati, Kaori Makimura" disse, sollevando le mani. "Posso essere molte cose, ma sono ancora un gentiluomo, innanzitutto. Ti assicuro che sei stata tu a metterti questi vestiti e io ero fuori dalla stanza mentre ti cambiavi"
"Che cosa mi hai fatto?" chiese, la sua rabbia non calò affatto. "Dov'è Ryo?"
"Oh, sei davvero così fiduciosa che Saeba si trovi ancora nella villa?" Tremwell le sorrise. "Forse è da qualche altra parte a trovare piacere fra le braccia di un'altra donna"
"Lui è qui" replicò lei, strizzando gli occhi. "Non mi avrebbe mai abbandonato da sola così"
"La tua continua fede nel tuo partner è toccante, ma poco importa" replicò Tremwell. "Non è possibile che lui riesca a trovarci qui, e anche se per una indistinta possibilità alla fine s'imbattesse in questa stanza, sarà troppo tardi per potermi fermare" Tremwell si avvicinò ulteriormente a lei e l'osservò mentre Kaori improvvisamente sussultò e rabbrividì.
"Ti stavi chiedendo che cosa ti avessi fatto" aggiunse. "Semplicemente un paio di facili incantesimi, perché tu fossi più...flessibile e malleabile, per assicurarmi che non interrompessi il mio piano"
"Incantesimi?" disse Kaori. "Tu usi la magia?"
"Una cosa del genere" annuì Tremwell. "Sebbene questi non siano volgari trucchi da salotto atti a divertire un pubblico credulone in cerca di uno svago facile. Ho devoluto anni della mia vita allo studio delle forze sovrannaturali che esistono intorno a noi e ho imparato a sfruttare i loro poteri" Tremwell si chinò su di lei, un sorriso sul volto.
"Hai visto numerose dimostrazioni di questo potere in prima persona" disse. "Per esempio, immagino che tu non avessi idea di quanto avessi ragioni pensando che io fossi Bruce Tremwell, colui che possiede questa villa...perché effettivamente sono quell'uomo"
"Non...non è possibile" balbettò Kaori. "Stai mentendo. Tremwell è un uomo anziano"
"Non lasciare che il mio giovane aspetto t'inganni" disse Tremwell, rimettendosi dritto. "Il fatto è che ho davvero più di ottant'anni"
"Ottant'anni?" fece eco Kaori. "Ma come...?"
"Non è stato facile, ma ho scoperto un modo per mantenere la mia giovinezza fisica qualche decina d'anni fa" replicò Tremwell. "Certo, è necessario pagare un certo prezzo, ma non è niente di impossibile con qualche buon sacrificio umano di cui il mondo non sentirà la mancanza"
"Sei un mostro" sussultò Kaori, gli occhi scintillanti di furia.
"No" disse Tremwell. "Sono semplicemente un uomo con una missione, una necessità. Ed è trovare un modo per riunirmi con l'amore della mia vita, Maiko"
"Maiko?" disse Kaori. "Quindi...quindi quello che ha detto il signor Abernathy era vero? Ti sei innamorato di qualcuno una volta?"
"E' così" disse Tremwell "Ma poi il fato fu crudele e la portò via da me. Da quel giorno, ho speso ogni momento ad occhi aperti per cercare un modo di riportarla nella mia vita. E dopo anni di ricerca, ho trovato una serie di incantesimi che riporteranno la sua anima in questo modo. C'era, tuttavia, una cosa che mancava nel mio piano, ed era la donna perfetta da offrire come sacrificio per completare l'incantesimo e rendere disponibile un corpo perché la mia Maiko potesse abitarlo" Tremwell si abbassò e posò una mano sotto il mento di Kaori, facendole piegare il viso verso di sé.
"Ed ecco che giungi tu, signorina Makimura" disse. "Dopo anni di attesa, finalmente ho trovato la donna ce mi serve"
Tremwell tolse la mano e Kaori si raggomitolò sul pavimento, rabbrividendo di nuovo. Tremwell la osservò per un istante prima di annuire e voltarsi.
"Lo senti, vero?" disse. "I miei incantesimi hanno creato un portale per gli spiriti affinché possano tornare in questo modo. Vedi, ci sono spiriti che continuano a camminare accanto ai vivi, consumati dal desiderio di proteggere e sorvegliare le persone più care. I miei incantesimi hanno consentito loro di avvicinarsi ancora di più alle persone che ancora amano. Persino mentre parliamo, lo spirito della mia Maiko si sta avvicinando ulteriormente a me e al nostro piano di esistenza"
"Ti prego, lasciami andare" mormorò Kaori. Tremwell la guardò mentre lei sollevava il capo, gli occhi supplicanti e pieni di lacrime. "Mi dispiace che tu abbia perso la donna che ami" disse. "Ma questa non è la risposta. Ti prego"
"Mi dispiace" disse Tremwell, il tono di voce rammaricato. "Ma ho trascorso troppi anni ad attendere, desiderando un solo istante in più con la mia Maiko. Non posso sopportare oltre" Tremwell si girò e si avviò all'uscita. "A quanto pare i tuoi amici sono molto determinati all'idea di cercarti" disse. "Ma posso assicurare che non avranno successo. E per quanto riguarda il tuo partner...non uscirà vivo da questa villa. Me ne accerterò"
Tremwell fece una pausa e si voltò verso di lei. "Puoi anche smettere di tentare di scappare da quel cerchio" disse. "Presto prosciugherà la tua forza di volontà e diventerai poco più che una conchiglia, pronta ad accettare lo spirito di Maiko"
Tremwell aprì la porta ed uscì, chiudendola a chiave. Kaori crollò all'indietro e incrociò le braccia sul petto, stringendosi con forza. L'idea dei fantasmi che la circondavano la riempiva di terrore e continuò a tremare mentre due lacrime scappavano dai suoi occhi.
-Ryo, dove sei? Ti prego, muoviti a trovarmi-. Poi si ricordò di quello che Tremwell le aveva detto e avvertì le proprie lacrime aumentare. -No...no, Ryo. Stai alla larga. Dimenticati di me. Non gettare via la tua vita per me.- Kaori si asciugò il viso con mano tremante. Stava già cominciando a sentirsi debole e stanca e la paura incrementava mentre crollava sempre di più sul pavimento.
-Per favore...qualcuno mi aiuti...-
'Resisti. Sono qui'.
La testa di Kaori scattò in su e riuscì di nuovo a mettersi seduta. La voce che aveva sentito risuonava così calda, così familiare.
"Chi c'è?" balbettò. Vide un movimento tra le ombre in un angolo della stanza, e fu certa che un fantasma l'avesse trovata. Kaori avvertì il proprio cuore balzarle in gola.
"No...stai lontano" disse.
'Kaori'.
Non appena udì il suo nome, Kaori si bloccò, il cuore cominciò a martellarle. Conosceva quella voce. L'aveva sentita pronunciare il suo nome un'infinità di volte mentre cresceva e quando si rese conto di chi era, i suoi occhi si riempirono di nuovo di lacrime...ma erano lacrime di gioia.
"Fratello!" gridò. Qualche secondo più tardi, osservò sbalordita il fratello che uscì dall'ombra, un sorriso sul volto.
"Fratello" esclamò Kaori di nuovo mentre Makimura si abbassava accanto al cerchio. "Non posso credere che tu sia qui. Pensavo...pensavo che fossi..."
'Lo sono ancora, Kaori' disse, il tono triste nonostante il sorriso. 'Gli incantesimi di Tremwell hanno solo reso possibile che tu mi vedessi. Ma voglio assicurarmi che tu sappia che io sono sempre con te e che penso sempre a te'.
Kaori allungò una mano verso di lui e l'osservò attraversare quella di Makimura. La sua figura tremolò e lui scosse il capo.
'No, temo che non potrò rimanere a lungo. Né tu potrai toccarmi' disse. Kaori si asciugò gli occhi, e si rimise per terra.
"Va tutto bene" disse. "Sono...sono solo contenta di averti potuto rivedere. Anche se solo per un po'" Poi fece una pausa e si schiarì la gola. "Fratello" continuò. "C'è qualcosa che devo dirti"
'Sei innamorata di Ryo' disse Makimura. Kaori sussultò e lentamente annuì. 'Non preoccuparti, Kaori. Lo so da tanto tempo ormai. Anche prima di morire, sapevo che ti eri innamorata di lui. È una parte della ragione per cui gli ho chiesto di prendersi cura di te...perché sapevo che ti aveva rubato il cuore'.
"Lo sapevi?" disse Kaori.
'Non è che riuscissi davvero a nasconderlo' le sorrise Makimura. Kaori rise lievemente e si asciugò altre lacrime.
"Hai detto che era una parte della ragione" disse Kaori. "E il ressto?"
'Beh, una parte era un sospetto che avevo riguardo a Ryo' proseguì lui. 'E sono felice di averci visto giusto. Ma un'altra parte era perché avevo la sensazione che questo lavoro, quello di City Hunter, fosse perfetto per te. Kaori, sono orgoglioso di quello che hai fatto in quanto partner di Ryo, sia per lui che per tutte le persone che hai aiutato'.
"Aniki...grazie" disse Kaori. "Per quello che hai appena detto e per tutto quello che hai fatto per me"
Kaori si sentì improvvisamente stordita e si portò una mano sul viso.
"Mi sento...così debole" mormorò. Stava per scivolare sul pavimento, quando avvertì una calda sensazione dentro di sé che le diede la forza. Sollevò lo sguardo e vide Makimura che tendeva una mano verso di lei.
'Resisti, Kaori' disse, 'E non preoccuparti. Ti darò la mia forza, la forza per combattere contro questo incantesimo che Tremwell ti ha fatto. Resisti e combatti con me'
"No" protestò lei. "No, tu dovresti dimenticarti di me. Tremwell...ha detto che avrebbe ucciso Ryo. Sbrigati e va' da lui. Fratello, proteggi lui, non me"
'Non preoccuparti, Kaori' ripeté Makimura. 'Ryo sta bene. Il fatto è che, c'è sempre qualcuno che lo sorveglia...qualcuno che è molto più potente di me. Sono certo che non permetterà che accada nulla a Ryo'.
"Qualcuno che sorveglia Ryo?" fece Kaori. "Ma chi...?" poi crollò di lato e chiuse gli occhi.
'Risparmia le forze' le disse Makimura. 'Rilassati e concentrati sulla mia voce. Non lascerò che l'incantesimo di Tremwell ti colpisca. Combatteremo insieme finché non arriverà Ryo'.
Kaori annuì e si concentrò sulla voce del fratello, sicura che sarebbe stata salva finché non fosse giunto Ryo. 

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


Mentre continuava a vagare per la villa alla ricerca di Kaori, Ryo non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di essere seguito. Dopo il confronto con Bruce durante la festa, Ryo si era assicurato di continuare a sorvegliare lui e Kaori mantenendo nascosta la propria presenza. Nonostante avesse continuato a ribollire per il modo in cui Bruce teneva Kaori fra le braccia e per il modo in cui la toccava, era rimasto esternamente impassibile e aveva proseguito a formulare diversi piani di azione così da essere preparato per qualsiasi cosa fosse seguita.
Alla fine gli ospiti avevano cominciato ad andarsene, e Ryo era stato determinato a togliere Kaori dall'abbraccio di Bruce, con la forza se necessario. Quando si era reso conto che Bruce stava guidando Kaori lontano da tutti gli altri, li aveva seguiti. Aveva tentato di accertarsi di essere il più coperto possibile ed era rimasto esterrefatto quando aveva visto Bruce guardarsi intorno con un'espressione astuta.
Ryo aprì la porta che si trovò accanto e iniziò a cercare nell'ennesima stanza. La mascella gli cadde sotto le scarpe al pensiero di come Bruce fosse stato in grado di sparire improvvisamente insieme a Kaori e stava ancora cercando di capire come ci fosse riuscito.
-Non è solo il fatto che sia sparito dalla mia visuale- rifletté. -E' come se fosse riuscito a far scomparire la sua presenza e quella di Kaori-.
Ryo scosse il capo esaminando sia il pavimento che le pareti della stanza. Durante gli anni, aveva conosciuto un paio di persone che possedevano abilità paragonabili alle proprio ed erano anche capaci di nascondergli la loro presenza. Quella era la prima volta, però, in cui Ryo si imbatteva in qualcuno che non solo riusciva a nascondere la propria aura, ma anche di quella della persona che l'accompagnava.
Un spiffero improvvisamente riempì la stanza, e Ryo rabbrividì in risposta. L'aveva già notato un paio di volte negli ultimi tempi e in qualche modo lo disturbava che simili incidenti stessero aumentando di frequenza. Se avesse dovuto trovargli un nome, Ryo avrebbe potuto descriverlo solamente come se si trattasse dell'aura dell'oscurità e della morte. Era un'aura che Ryo sapeva esistere in se stesso con una certa estensione, ma era una cosa diversa. Era molto più vaga e onnipresente così come molto più insaziabile. Era il desiderio di far scomparire qualunque vita sul suo cammino, non solo quella di un preciso bersaglio.
Lo spiffero divenne presto un freddo opprimente, e Ryo iniziò a cercare la propria pistola quando così come era apparsa, la velenosa atmosfera sembrò ritirarsi. Fu allora che la sensazione di qualcuno che itinerava vicino a lui diventò più intensa. Era uno schema che si era ripetuto più volte a quel punto, e Ryo ne era disorientato. Ryo si guardò intorno, la mano ancora sul punto di afferrare la pistola nella fondina. L'altra presenza era a sua volta potente, contaminata di oscurità, ma era diversa perché non serbava malvagità nei suoi confronti. Ryo era anche confuso dalla consapevolezza che quella presenza era familiare anche se non riusciva a classificarla. Spostò la mano dalla fondina e si accigliò. Non era interamente sicuro sul credere in un aldilà, ma aveva anche visto e sperimentato così tante cose per poter completamente scartare quella possibilità.
-Forse le voci sul fatto che questo posto sia infestato sono vere- meditò. -Quindi, c'è un fantasma che mi segue?-
Quell'idea fece sorgere un abbozzo di sorriso sul suo volto, e Ryo pensò immediatamente all'unica persona che avrebbe potuto pensare mentre lo sorvegliava in forma di spettro.
-Makimura? No...non è Makimura. Maki non ha mai avuto un'aura come questa, l'aura di un killer. Allora chi...?-
Mentre Ryo usciva dalla stanza, avvertì quella presenza che continuava a fargli da ombra, con attenzione e molta discrezione. Percepì un certo trambusto nel profondo del suo cuore, e Ryo si sorprese di sentire un'ondata di coraggio e di fiducia dentro di sé; coraggio e fiducia che erano radicati nel sostegno da parte di qualcuno che credeva in lui e nella consapevolezza che c'era qualcuno che lo confortava in segreto.
Ryo chiuse la porta dietro di sé e vide che di fronte a sé c'era un incrocio di numerosi corridoi. Li studiò uno a uno, tentando di capire quale fosse il percorso migliore quando improvvisamente un'ispirazione lo guidò a destra. Non capiva completamente che cosa lo costringesse a prendere quella decisione, ma Ryo aveva da tanto tempo imparato a fidarsi del proprio istinto in situazioni del genere.
Fece un passo verso destra, e nel frattempo, si allargò in un altro sorriso, i suoi occhi si guardarono intorno alla ricerca di un qualsiasi indizio che rivelasse uno spirito che lo stesse seguendo.
-D'accordo, allora. Chiunque tu sia, spero che il tuo piano preveda di guidarmi fino alla fine. Ho la sensazione che mi servirà il tuo aiuto prima che tutto questo abbia termine.-
 
 
 
"Falcon! La smetti di nasconderti lì" disse Miki, esasperata. "Il gatto non c'è più, lo giuro"
Miki incrociò le braccia sopra il petto e picchiettò con il piede mentre Umibozu lentamente sbirciava da dietro un'armatura che lo nascondeva solo in minima parte.
"Mph, è il secondo gatto nero che ci attraversa la strada" disse Umibozu, tentando di recuperare un'aria distaccata. "Nessuno ha detto che ci sarebbero stati dei gatti qui. Ed esattamente, quanti ce ne sono, poi?"
I due ripresero la loro ricerca, il viso di Miki mostrava una chiara irritazione.
"Lo sai, Falcon, ancora non mi hai detto il motivo della tua esagerata fobia per i gatti" disse. "So che Saeba lo sa, quindi perché non me lo dici?"
"Non è una cosa che ti serve sapere né di cui io abbia voglia di parlare" si accigliò lui. "E fidati, se fosse stato per me, nemmeno Ryo lo saprebbe. Fortunatamente per lui, non l'ha detto a nessuno perché se mai ci provasse, dovrei ucciderlo"
"Hai mai pensato a quanto sia ridicolo?" replicò Miki. "Un professionista con una reputazione come la tua che ha paura dei gatti?"
"Non sono l'unico che ha repulsioni di questo tipo" ribatté Umibozu. "Perché non sembri disturbata dal fatto che Ryo abbia il terrore di volare? Hai visto le sue reazioni al solo pensiero di prendere un aereo? Completamente indecorose"
"Saeba ha una buona ragione per la paura di volare, data la sua infanzia" disse Miki. "E io non penso sia lo stesso che essere terrorizzati dai gattini. Perlomeno esiste la possibilità di rimanere feriti o persino di morire se succede qualcosa su un aereo. Come può un micetto rappresentare una minaccia reale per uno come te?"
Umibozu non rispose e continuò nella sua ricerca silenziosa mentre Miki sospirò. Trascorsero diversi minuti senza alcun incidente, e Miki stava per proporre di cercare in un'altra direzione quando qualcosa colse la sua attenzione.
"Falcon, questa statua non ti sembra strana?" chiese. Umibozu sollevò un sopracciglio mentre lei si avvicinava alla statua. Era di marmo e raffigurava un uomo in tenuta da ninja con una katana di ferro in una mano. Falcon continuò a far funzionare i propri sensi dalla distanza mentre Miki si avvicinava sempre di più.
"L'area che circonda le giunture delle braccia sembra consumata" disse lei. "Come se si muovessero facendo perno su delle basi regolari. Mi domando se non ci sia un qualche meccanismo di innesco" Miki fece per toccare una delle braccia e Umibozu improvvisamente avvertì i propri nervi irrigidirsi in allarme.
"Miki! Non toccare la statua!" gridò.
Umibozu aveva parlato con un secondo di ritardo, tuttavia, e Miki sussultò mentre la statua iniziò a muoversi e la katana stava per caderle in testa. Prima che potesse colpirla, Umibozu l'afferrò per la vita e la sollevò allontanandola dal pericolo. I due caddero all'indietro mentre la spada cadeva sul pavimento con un tonfo.
"Ci è mancato poco" disse Umibozu. Miki stava per rispondere quando notò un piccolo movimento in un angolo della stanza.
"Meow"
Umibozu immediatamente saltò via da Miki e urlò.
"Gatto! Non un altro gatto!" quasi strillò. Era così disperato di volersi allontanare dal gatto che non notò un'altra statua con in mano un'ascia che iniziava a muoversi.
"Falcon! Attento!" gridà Miki, balzando verso di lui. Umibozu rispose al suo grido saltando di lato e trascinandola con sé mentre lei gli correva incontro, mancando di un soffio l'ascia che cadde innocuamente sul suolo.
"Falcon, sei...?"
"Il gatto! Il gatto! Dov'è?" urlò lui. "E' ancora qui?"
"No, se n'è andato" disse Miki mentre entrambi si mettevano a sedere. "Falcon, è esattamente di questo che stavo parlando. La tua fobia per i gatti ti ha quasi ferito o peggio"
"Mph, non sono preoccupato!" disse lui rimettendosi in piedi e ripulendosi.
"Come potresti non esserlo?" disse lei alzandosi a sua volta. "E se succede qualcosa la prossima volta?"
"Non succederà" insistette Umibozu. "Perché ho sempre la mia partner al mio fianco. La migliore partner per me"
Miki sorrise immediatamente e i suoi occhi luccicarono di felicità.
"Falcon" disse, avvolgendo la sua vita con le braccia. Umibozu appoggiò le mani sulle sue braccia per un istante prima di tossire rumorosamente.
"Dobbiamo continuare a cercare" disse. "Kaori potrebbe essere nei guai. E anche Ryo, del resto"
"Hai ragione" annuì Miki, lasciandolo andare. "E non preoccuparti, mi assicurerò di controllare se ci sono altri gatti"
"E questa è una delle cose che mette nei guai me" disse Umibozu. "Solo una delle più diaboliche menti potrebbe pensare di tenere così tanti gatti in un posto come questo"
Miki si portò una mano davanti alla bocca per reprimere una risata mentre proseguivano lungo il corridoio.
 
 
 
"Mick, spero che Miki e Umibozu stiano avendo più fortuna di noi" sospirò Kazue. "Abbiamo cercato almeno in una dozzina di stanze senza successo"
"Lo so" sospirò Mick. "Ma quante stanze ci sono qui dentro?"
"Pensavo che lo sapessi" replicò lei. "Dopotutto, sei già stato qui prima d'ora, giusto?"
"Sì, ma non è che abbia passato il tempo a esplorare la villa durante le feste" disse. "Ero troppo impegnato"
"A fare cosa, se posso chiedere?" disse Kazue, fulminandolo. Una gigantesca goccia di sudore apparì dietro la testa di Mick.
"Ah ah, in realtà non ricordo" rise lui. "Sono sicuro che non fosse nulla d'importante"
Kazue sospirò e si portò una mano sul viso.
"Sul serio, perché continuo a finire con dei pervertiti?" si chiese. "La famiglia Kitagawa, il professore, per non parlare di Saeba e adesso tu"
Mick ghignò e le mise un braccio intorno. "Magari nel mio caso è per il mio innegabile fascino" disse.
"O forse sono solo la donna più sfortunata del Giappone" esalò di nuovo Kazue. Mick mise il broncio, ma mantenne il sangue freddo mentre la guidava fuori dalla stanza ritornando nel corridoio.
"Allora, dove dovremmo andare adesso?" chiese Kazue.
Mick si guardò intorno e aprì la bocca per parlare quando un tenue rumore raggiunse le sue orecchie. Sollevò una mano verso Kazue e lentamente avanzò in direzione della fonte di quel rumore.
"Mick?"
Mick sbatté le palpebre mentre udiva un altro suono proveniente dall'alto e sollevò lo sguardo prima di vedere un lampadario che stava crollando loro addosso. Afferrò Kazue e si lanciò di lato. Atterrarono a pochi centimetri di distanza da dove il lampadario crollò sul pavimento. Mick stava per chiedere a Kazue se stesse bene quando il rumore precedente aumentò di volume. Roteò e vide una mazza ferrata appesa a una corda che oscillava in direzione della testa di Kazue.
"Mick!" sussultò lei. Mick afferrò uno dei coltelli da dentro la toga e lo lanciò verso la corda, tagliandola e facendo cadere la mazza senza che causasse danni.
"Ci è mancato poco" disse, esalando un respiro. "Stai bene?"
"Sì" rispose lei. "Mick, quello che hai fatto con quel coltello...è stato..."
"Niente" sorrise lui. "Ma suppongo che quelle lezioni che ho ricevuto da Saeko negli ultimi tempo fossero utili dopotutto"
"Hai ricevuto lezioni sui coltelli da Saeko?" disse Kazue. "Non me l'hai detto. Potrebbe essere perché più di una delle cattive abitudini di Saeba ti hanno contagiato e anche tu ti fai manipolare da lei?"
"Ah no, non farei una cosa del genere" disse Mick, sollevando le mani. "Non sono un idiota come Ryo. Mi assicurerei che tutti i debiti con lei fossero immediatamente pagati"
"Oh e in che modo lo faresti?" chiese lei. Mick rise mentre altre gocce di sudore colavano sulla sua fronte.
"Non è quello che pensi, lo giuro" disse. Rise un'ultima volta prima di crollare sul pavimento mentre la sua espressione si faceva più cupa. "La verità è che, non volevo che ti preoccupassi" disse. "Sto ancora tentando di capire come vivere senza le abilità che avevo con le pistole. E tu hai già fatto così tanto per me mentre ero in ricovero per la Polvere degli Angeli, io non..."
"Mick" disse Kazue. "Ti prego, non pensare di dover nascondermi delle cose come questa. Al contrario, affrontiamole insieme"
"Hai ragione" disse lui, scuotendo il capo. "Scusami, Kazue"
"E' okay" fece lei. "Alla fine troveremo un modo. Ora, probabilmente dovremmo continuare a cercare Saeba e Kaori"
"Giusto" disse Mick, alzandosi in piedi e aiutando Kazue a fare lo stesso. "Meglio cominciare con la prossima stanza" Iniziò a cercare la maniglia quando Kazue gli afferrò la mano all'ultimo istante.
"Mick, no" disse. Poi sollevò un pezzo del lampadario e lo lanciò verso la porta. Non appena il vetro toccò la maniglia, scintille elettriche si scatenarono.
"Kazue, grazie" disse lui. "Ma come lo sapevi?"
Kazue non rispose, indicando invece qualcosa dietro di lui. Mick si voltò e vide l'ombra di un uomo che si allontanava e spariva nell'oscurità.
"Kazue...chi...?"
"Era il mio fidanzato" rispose. "Mi ha avvisato di fermarti"
"Il tuo fidanzato?" fece Mick. "Intendi quello che fu ucciso dai Kitagawa?"
"Sì" disse lei. "Era lui. O suppongo che fosse il suo spirito. Fidati, riesco a crederci a fatica, ma so che era lui" Mick le mise un braccio intorno e fissò nella direzione in cui l'ombra era sparita.
"Pensi che sia arrabbiato di vederti con me?" chiese Mick.
"No" disse Kazue, con le lacrime che brillavano nei suoi occhi. "No, proprio prima di allontanarsi, l'ho sentito sussurrarmi qualcosa. Solo quattro parole: addio e sii felice"
Mick annuì e strinse Kazue ulteriormente mentre lei appoggiava il capo sulla sua spalla.
 
 
 
Tremwell si accigliò mentre osservava l'insieme di schermi di fronte a sé.
Fino ad ora, nessuna delle trappole che aveva preparato per gli intrusi era riuscita a fermare le persone che al momento proseguivano le ricerche all'interno della sua casa. Ancora peggio, riusciva a vedere che Ryo si stva avvicinando al vicolo segreto sotterraneo.
"Strano" rifletté ad alta voce. "Ho inviato dei fantasmi potenti a Saeba eppure continuano a ritirarsi quando si avvicinano a lui. È la presenza di Saeba ad essere irrefrenabile? Oppure...c'è qualcuno che lo sorveglia ed è realmente in grado di allontanarli?"
Il cipiglio di Tremwell divenne più profondo e chiuse gli occhi in modo da potersi concentrare. Non gli piaceva il progresso che Ryo stava facendo nella sua ricerca, e decise di mettere fine a quel gioco. Mormorò un incantesimo e presto una nera coltre di energia vorticò lungo il corridoio, guadagnando in velocità e potenza.
"Quella pistola non ti aiuterà contro questo spettro, né questo potrà allontanarsi tanto facilmente" disse Tremwell. "Preparati alla tua fine, Ryo Saeba"
 
 
 
Ryo continuò a camminare silenziosamente, fermandosi di tanto in tanto per controllare dove si trovasse e percependo l'energia che lo circondava. Mentre proseguiva aveva avvertito quello spiffero un altro paio di volte, ma come sempre, non gli si avvicinava mai abbastanza prima che si allontanasse. Si fermò di fronte a un'altra porta e stava per aprirla quando il suo cuore improvvisamente iniziò a battere più forte in all'erta.
-Qualcosa si sta avvicinando...-
Afferrò la pistola e si spostò contro la parete, controllando che nella stanza ci fosse un qualsiasi segno di vita. Qualche secondo più tardi, sentì qualcosa avvicinarsi da un lato e si girò verso di esso. I suoi occhi si spalancarono mentre vide una nube nera strisciare verso di lui, una nube dall'atmosfera ugualmente gelata degli spifferi precedenti.
Ryo sparò un paio di colpi, ma inefficaci. La nube continuava ad avvicinarsi, e Ryo si allontanò prima che potesse avvolgerlo. Onde di oscurità che avevano qualcosa di simile ad artigli pronti ad afferrarlo, e Ryo continuò a scansarsi e a evitarli. Iniziò a girarsi per correre, ma gli artigli lo colpirono, gli scivolò il piede nel tentativo di schivarli. Atterrò sul pavimento, di schiena.
La coltre lo raggiunse, e Ryo trasalì rendendosi conto che non sarebbe riuscito a scappare dagli artigli che incombevano su di lui. L'oscurità lo circondò rapidamente e chiuse gli occhi avvertendo il freddo oltrepassarlo e togliergli il fiato.
Ryo era vicino a perdere i sensi quando il suono di proiettili che venivano sparati rimbombò nelle sue orecchie. Ansimò rumorosamente mentre il nero si dissipava, portandosi via il freddo e facendolo tornare a respirare. Udì un altro sparo, e la sua mente identificò rapidamente quel rumore.
-Colt Anaconda 44 Magnum. Non ci sono dubbi. Ho sentito questo suono così tante volte prima d'ora-.
Ryo fece un profondo respiro e lottò per riaprire gli occhi. Capì che l'oscurità se n'era andata e la sua mente iniziò a rilassarsi e a schiarirsi per il sollievo. Nel frattempo, le implicazioni del suo precedente pensiero vennero registrate.
-Un attimo...quella pistola...c'è solo una persona che conosco che usa quella pistola. No...non è possibile...-
Ryo aprì gli occhi e spalancò la bocca per lo shock per quello che vide. In fronte a lui c'era un uomo alto con capelli corti e scuri, nella mano destra la pistola in questione, il fumo che fuoriusciva dalla canna. Indossava un'uniforme che Ryo riconobbe dai suoi giorni di guerriglia, gli rivolgeva la schiena. Ma Ryo non aveva bisogno di vedere la sua faccia per sapere di chi si trattasse.
'Non è da te, Ryo' disse l'uomo, la voce intensamente baritonale. 'Normalmente, non sei così superficiale e disattento'.
L'uomo si voltò verso di lui, e Ryo avvertì le proprie viscere attorcigliarsi.
'So di averti addestrato meglio di così', l'uomo disse con un accenno di sorriso. 'Non sei d'accordo...figliolo?'
"Kaibara?" sussurrò Ryo. 

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette ***


Ryo rimase immobile per un lungo istante, sforzandosi per gestire quello che stava vedendo. I suoi occhi gli dicevano che Shin Kaibara era di fronte a sé, ma il suo cervello gli ricordava che Kaibara era morto. Ancora più preoccupante era il fatto che, invece di apparire come un uomo sulla cinquantina com'era stato l'ultima volta che Ryo l'aveva visto, suo padre aveva lo stesso aspetto di quando Ryo era ancora un bambino.
Ryo si alzò e si spostò mettendosi in ginocchio. Era ancora sbalordito di vedere suo padre, ma poi i ricordi di ciò che Kaibara gli aveva fatto ricomparirono e il suo istinto iniziò a prendere posto. Cercò nella fondina e tirò fuori la pistola, puntandola direttamente al cuore di Kaibara.
'Ryo, che senso ha?' disse Kaibara con una risata. 'Sono già morto, ricordi? Sei stato tu a spararmi. Quindi non ha senso tentare di uccidermi di nuovo'.
Ryo lo guardò male per un minuto buono prima di iniziare finalmente ad abbassare la pistola.
"Cosa ci fai qui?" chiese Ryo, strizzando gli occhi.
'L'ultima volta ti ho detto che non è questo il modo di salutare tuo padre' Kaibara si accigliò. 'Sempre grezzo come al solito, vedo...ma è una buona domanda. In qualche modo sono sorpreso anch'io. Sembra, tuttavia, che il tuo avversario abbia aperto un portale, facendo in modo che io potesso avvicinarmi al mondo dei vivi. Non è una strategia molto elegante, ma quest'uomo in generale non mi sembra poi un grande stratega'.
Ryo mise via la pistola e si mise in piedi.
"Sei tu che mi stavi seguendo per tutto il tempo, vero?" chiese.
'Corretto' disse Kaibara, infilando anche lui la pistola nella fondina. 'Però sono deluso che tu ci abbia messo tanto a capirlo. Come ho già detto, non sembri neanche tu'.
Ryo sospirò e si inclinò all'indietro, appoggiandosi al muro. La verità, era che non sapeva cosa pensare o provare a quel punto. Era ancora preoccupato per Kaori, ed era arrabbiato con Tremwell, ma ora era anche confuso e in conflitto all'idea di rivedere Kaibara. I ricordi di suo padre erano ugualmente pieni d'affetto e di terrore, e in quell'istante, Ryo non era esattamente sicuro di quale emozione avrebbe vinto.
"Kaibara" disse Ryo, tenendo la testa bassa. "Per quando strano e impossibile sembri essere, capisco in che modo tu sia qui. Quello che voglio sapere è il perché. Perché mi stai seguendo?"
'Devo davvero rispondere a questa domanda?' replicò Kaibara. 'Penso che tu già lo sappia'. Kaibara si avvicinò a lui, e Ryo sussultò. 'Sono qui per proteggerti, figliolo' continuò. 'L'uomo che stai cercando è determinato a ucciderti. Sono qui per accertarmi che non accada'.
"Tu? Anche tu hai cercato di uccidermi, ricordo?" disse Ryo, il tono incredulo e gli occhi sprezzanti. Kaibara scosse il capo e fece un passo indietro.
'Non posso cambiare quello che è successo' disse. 'Ma avevo sperato che tu avessi capito dopo la nostra ultima conversazione'.
Ryo sospirò di nuovo e annuì. Ripensò alle ultime parole che Kaibara gli aveva detto...giunte nel momento in cui Ryo lo uccideva. Era stato doloroso ascoltarle, ma Ryo alla fine aveva capito che Kaibara si era disperato per scappare dalla sua stessa follia per anni, e le sue azioni come capo dell'Union Teope erano state davvero una supplica nei confronti di Ryo affinché potesse consentirgli la libertà e solo con la morte avrebbe potuto fornirgliela. Ryo aveva compreso tutto, ma era ancora incerto sul fatto che quella spiegazione potesse bastare per cancellare la rabbia e il dolore che ancora si portava dentro come risultato delle decisioni di suo padre.
'Capisco' disse Kaibara, 'Non puoi dimenticare cos'è successo, né puoi perdonarmi. Me l'aspettavo, e lo accetto. Ma adesso, ti chiedo di mettere da parte il tuo disprezzo per me e di lasciare che ti aiuti. Il fatto è che, sei impotente contro le forze che Tremwell ti sta inviando. Io, invece, non lo sono'.
Ryo corrugò la fronte e guardò il pavimento. A prescindere da quello che provava, sapeva che Kaibara aveva ragione. L'incidente di qualche istante prima era una prova sufficiente.
"D'accordo" disse Ryo. "Visto che sono abbastanza sicuro che sia stato tu a guidarmi all'interno di questa villa, dove dovremmo andare adesso?"
Kaibara sorrise e fece cenno verso il lato sinistro del corridoio.
'E' il tragitto più dritto' disse, 'E' anche quello più pieno di trappole. Ma suppongo che non sia un problema per te'.
 
 
 
Tremwell fece un'altra smorfia e lanciò il pugno contro una scrivania lì vicino mentre osservava Ryo che proseguiva all'interno della sua villa. Si era completamente aspettato che l'ultimo spettro lo avrebbe fatto fuori e attualmente era a corto di idee su cosa fare in seguito.
-Quello spirito, quello che accompagna Saeba, è davvero potente. Ed è strano. È circondato dalla stessa oscurità che hanno molti altri spettri, eppure sta vegliando su Saeba. Perché? Qual è il loro legame, esattamente?-
Tremwell fece una pausa e chiuse gli occhi. Riusciva a rilevare il tenue odore di gelsomino e sapeva che Maiko era vicina. Sapeva che avrebbe dovuto eseguire gli ultimi passi del suo piano al più presto e non poteva permettere a Ryo di distrarlo ancora per molto.
Tremwell cercò in tasca e tirò fuori un vecchio talismano. Non voleva ricorrere a tali tattiche, ma allo stesso modo non vedeva altra scelta. Chiuse gli occhi, disse qualche parola in una lingua antica e poi lanciò il talismano al suolo, frantumandolo. Dai cocci partirono diverse ombre che scattarono in tutte le direzioni. Dopo che ebbero lasciato la stanza, Tremwell si allontanò dagli schermi e tornò al sotterraneo.
-Saeba, tu e quello spirito forse siete potenti, ma vediamo come ve la cavate contro un demone-.
Tremwell era così perso nei propri pensieri, da non riuscire a udire il lieve suono echeggiante di qualcuno che piangeva.
 
 
 
"Questo tizio è davvero un dilettante" disse Ryo, guardando le trappole esplose nel corridoio che aveva già superato. "Oppure, più presumibilmente, ha assunto dei dilettanti per sistemare quelle trappole".
'Sembra che conosca solo le tattiche pesanti' Kaibara fece una smorfia. 'Trappole semplici come queste possono comunque avere la meglio se scopri il fianco. Sembri ancora distratto. Perché? Cos'hai in mente?'
Ryo s'incupì e continuò lungo il corridoio, mettendosi le mani in tasca. Sperò che se fosse rimasto in silenzio, alla fine Kaibara avrebbe afferrato il concetto e l'avrebbe lasciato in pace.
'E' per quella ragazza Kaori Makimura?' proseguì Kaibara. 'Aveva detto di essere la tua partner, e capisco che tu sia preoccupato...ma sospetto che lei sia qualcosa di più che la tua partner. Sbaglio?'
Il cipiglio di Ryo si fece più profondo e le sue spalle si abbassarono. Conosceva abbastanza bene suo padre per sapere che una volta cominciata l'azione, si sarebbe concentrato su quella, per cui c'era una piccola possibilità che Kaibara la smettesse con quella discussione. Ryo capiva che prima o poi gli avrebbe dovuto rispondere, ma era determinato a non permettere che Kaori diventasse l'argomento della conversazione tra loro due.
'Lei è adatta a te' disse Kaibara. 'In effetti, mi ricorda molto te'.
Ryo sollevò il capo, sorpreso. Una parte della ragione per cui Ryo era così riluttande ad approfondire la relazione con Kaori era perché pensava che lei fosse molto diversa da lui, perché aveva una luce e un'innocenza che lui non poteva immaginare come proprie. Quindi, si chiese che cosa mai Kaibara potesse pensare come punto che loro due avevano in comune.
'E' testarda, è impulsiva, e ho la sensazione che da bambina fosse viziata' replicò Kaibara. 'Ma...è anche forte, intelligente, e sembra che abbia un cuore generoso. Riesco a capire perché tieni tanto a lei'.
Ryo ridacchiò.
"Stai facendo un sacco di supposizioni" disse. "Kaori è la mia partner, nulla di più. Inoltre, non sei stato tu a insegnarmi di evitare i legami forti con le persone? Legami che potrebbero fare uccidere me o altri?"
'E' vero' Kaibara annuì con una traccia di sorriso. 'E tuttavia, a quanto pare ho scelto di ignorare il mio stesso consiglio quando ho deciso di crescere un bambino che avevo trovato a vagare per la giungla dopo che lo schianto di un aereo aveva ucciso i suoi genitori. Quindi suppongo che ciò provi che non ci siano regole assolute'.
I due camminarono per diversi minuti prima che Kaibara si fermasse e si accovacciò per fissare il suolo. Ryo lo raggiunse immediatamente.
"Ci sono dei segni" disse Ryo. "Kaori è stata trascinata qui, e sembra che sia stato difficile strattonarla per Tremwell"
'Esatto' replicò Kaibara. 'Ci stiamo avvicinando'.
Si misero in piedi e camminarono per un altro po' in silenzio prima che Ryo si fermasse e abbassasse il capo.
"Non ti odio" mormorò. Kaibara si voltò verso di lui, gli occhi stupiti. "Penso che sarebbe più facile se lo facessi" continuò Ryo riprendendo a camminare. "Poi penserei a te come a un altro nemico che ho dovuto uccidere per auto-difesa. Verrei travolto dal solito peso che arriva sempre dopo aver tolto la vita a qualcuno, ma dopo averlo riconosciuto, lo metterei da parte e andrei avanti. Ma non è così semplice con te. Non importa quanto lo desideri. Quello che ho detto sulla tua nave, sull'amore e il rispetto che ancora provo per te in quanto mio padre, era tutto vero".
'Ryo...'
"Hai ragione, non posso dimenticare quello che hai fatto" aggiunse Ryo. "I tuoi esperimenti su di me con la Polvere degli Angeli, il modo in cui hai ucciso Makimura e in cui poi hai tentato di uccidere Mick, il modo in cui hai tentato di uccidere me...e non sono totalmente sicuro di poterti perdonare, ma...so anche che non posso cancellare il fatto che tu sei mio padre e che ti devo la vita. Mi hai cresciuto come se fossi tuo figlio, mi hai dato un nome, e mi hai addestrato per sopravvivere a qualsiasi situazione. Hai rischiato la vita un'infinità di volte per proteggermi, e non mi hai mai fatto sentire in debito. Anche quel giorno in cui hai perso la gamba per salvarmi da un nemico, eri più preoccupato per la mia vita e il mio bene che per i tuoi, nonostante tu fossi ferito per colpa mia".
Finalmente Ryo sollevò la testa e si assicurò di guardare Kaibara negli occhi, facendo un passo verso di lui.
"Potrei non riuscire a perdonare o dimenticare le cose terribili che hai fatto" disse, "Ma allo stesso modo ricorderò sempre l'uomo che eri prima di impazzire, l'uomo che penso tu sia sempre stato. E mi porterò dentro quell'amore e quel rispetto per il resto della mia vita...papà".
'Ryo' mormorò Kaibara con gli occhi lucidi. Poi sorrise e scosse il capo prima di voltarsi e camminare davanti a Ryo. 'Grazie...figliolo'.
Ryo annuì e rimase dietro di lui. Camminarono così per altri minuti finché Kaibara non si fermò e allungò una mano verso una porta di fronte a sé.
'I segni si fermano qui' disse. Ryo aprì la porta ed entrò, premendo l'interruttore. Quando le luci si accesero, Ryo e Kaibara si guardarono intorno e videro di essere in una biblioteca.
'Mmh, vicolo cieco?'
"No, è più probabile che ci sia un passaggio segreto da qualche parte" disse Ryo. "Certamente sembra essere lo stile di questo tizio. Dobbiamo solo trovare l'interruttore"
Verificarono la zona circostante per qualche minuto finché Kaibara non indicò uno degli scaffali.
'Quei due libri al centro' disse, 'Sembra strano che tenga due libri identici sulla stessa mensola...e sembra che siano stati spostati di recente'.
"Sì" Ryo fece un sorrisetto. "Questo tizio è piuttosto prevedibile per la maggior parte del tempo" Fece per avvicinarsi verso lo scaffale, ma poi Kaibara sollevò un braccio, fermandolo.
'Qualcosa non va' disse, 'Qualcosa ci sta seguendo. Lo avverti?'
Ryo stava per scuotere il capo quando improvvisamente percepì una carica omicida attorno a sé. Kaibara estrasse la pistola e studiò l'ambiente mentre Ryo gli si faceva più vicino, imitandolo.
'Rimani dietro di me' disse Kaibara. 'Come ho detto prima, non sei in grado di gestire le forze che Tremwell ti ha lanciato contro mentre io posso farlo'.
Ryo aprì la bocca per protestare ma una larga ombra strisciò silenziosamente nella stanza passando sotto la porta. Serpeggiò lungo il pavimento verso di loro e poi si sollevò di diversi piedi prima finalmente di prendere forma. Da essa spuntarono delle ali e delle braccia, gambe e una testa, e un paio di occhi scarlatti che luccicavano di malvagità.
'Muori...Ryo Saeba' fece prima di balzare su di loro. Kaibara scattò di fronte a Ryo e prese la mira prima di sparare un paio di colpi. Il debone gridò per la rabbia e il dolore, e colpì Kaibara, sbattendolo per terra e facendolo scivolare lungo il pavimento.
"Papà!" gridò Ryo puntando la pistola sull'ombra e sparando. L'ombra voltò gli occhi verso di lui e ghignò.
'Ryo, ti ho detto di rimanere indietro' abbaiò Kaibara.
Ryo riuscì a concentrarsi su quello che il padre gli aveva detto solo per un secondo prima di avvertire il demone che lo sbatteva contro la parete. Gemette all'impatto e cadde sul tappeto. Stordito e disorientato, Ryo scrollò il capo e iniziò a risollevarsi, ma l'ombra immediatamente lo rilanciò sul suolo. Rise fragorosamente e mosse gli artigli verso il naso e la bocca di Ryo, per soffocarlo. Ryo si divincolò, ma senza efficacia.
'Muori!' gli gridò di nuovo l'ombra. Essa intensificò la presa, ma poi balzò via quando partì un altro colpo. Fu colpita al fianco e gridò mentre Ryo si rimetteva in piedi e tossiva violentemente. L'ombra si voltò e ringhiò verso Kaibara, che ora era in piedi e con la pistola sollevata.
'Stai alla larga da lui' disse Kaibara, la voce fredda e astiosa. L'ombra sussultò per un istante al tono di Kaibara, poi rispose con un ghigno minaccioso.
'Shin Kaibara...pagherai per aver interferito' grugnì il demone. Esso si scagliò contro Kaibara, ma questi si spostò e sferrò un calcio sul suo fianco, facendolo ululare di nuovo per il dolore. Poi colpì di nuovo, questa volta ottenendo un successo, e Kaibara di nuovo cadde a terra. Il demone spinse gli artigli dentro la spalla di Kaibara, che grugnì di dolore e lasciò la pistola.
'Pietoso' ridacchiò il mostro. Perforò con gli artigli anche l'altra spalla di Kaibara, e questi non fu in grado di trattenere un grido agonizzante.
Ryo si rimise in piedi, le mani strette in pugni. La logica gli diceva che non aveva modo di attaccare quella cosa, ma non poteva semplicemente starsene lì a guardare quel demone mentre torturava suo padre. La sua mente stava disperatamente cercando un modo per aiutarlo quando notò un lieve bagliore nel petto del demone, e gli venne un'idea.
"Kaibara, il cuore" gridò afferrando un fermacarte dalla scrivania e lanciandolo al mostro. L'oggetto l'oltrepassò senza ferirlo, ma il demone istantaneamente rivolse la sua attenzione a Ryo, che si voltò e corse. Il mostro lo inseguì e velocemente lo riebbe in pugno. Sollevò la mano per colpirlo mentre Ryo si rannicchiava meglio che poteva.
Un istante dopo, un altro sparo partì e il demone rantolò mentre il proiettile penetrava il bagliore nel suo petto. L'ombra lasciò Ryo ed emise un lungo grido prima di dissolversi in una nera foschia e scomparire. Ryo guardò Kaibara in ginocchio per terra, una scia di fumo usciva dalla sua pistola. Kaibara ansimò e cadde per terra, e Ryo corse verso di lui, sedendoglisi accanto.
'Strano' disse Kaibara. 'Pensavo che morire significasse non poter più provare dolore. L'aldilà è misterioso tanto quanto lo è la vita'.
"Kaibara..." iniziò Ryo mentre i suoi occhi tremavano per la tristezza. Kaibara lo guardò e sorrise.
'Non preoccuparti. Sono già morto, ricordi?' disse, 'Non è niente di serio. Ho solo bisogno di un momento per riprendermi. Dovresti andare avanti. Tremwell tenterà di colpire ancora non appena scoprirà che la sua tattica non ha funzionato. Fermalo e salva la tua partner...ti raggiungerò presto'.
"Mi dispiace, papà" disse Ryo, il tono funereo. "Continuo a causarti dolore"
Il sorriso di Kaibara diventò malinconico e scosse il capo.
'No' disse, 'No, tu sei stata l'unica cosa che ha portato gioia nella mia vita, figliolo...ora vai. Ferma Tremwell prima che sia troppo tardi'.
Ryo annuì e si mise in piedi. Pigiò i libri sullo scaffale, e una porta si aprì sulla parete di fronte a sé. Interruttore attivato. Poi guardò Kaibara un'ultima volta prima di dirigersi all'interno del passaggio che era comparso.
"Tremwell, pagherai per quello che hai fatto" disse Ryo, l'espressione feroce. "Lo prometto".

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto ***


Tremwell fece ritorno nel suo sacro sotterraneo e fu sconvolto per quello che vide. Al centro del cerchio incantato che aveva creato, Kaori era in piedi, e lo guardava con aria truce. Stava per chiederle come facesse a essere ancora cosciente e vigile quando vide Makimura accanto al cerchio, l'espressione accigliata.
"Capisco" fece un sorrisetto. "A quanto pare Saeba non è l'unico con qualcuno che veglia su di lui. Voi due siete una coppia affascinante. Cosa c'è che ispira tanta devozione per coloro che sono defunti?"
'Lascia andare mia sorella' ordinò Makimura.
"Sorella? Ah, questo spiega tutto" annuì Tremwell. "Eppure...non è proprio tua sorella, vero? Non percepisco alcun legame di sangue"
Makimura serrò i denti per la frustrazione, ma un movimento di Kaori gli fecero spostare gli occhi su di lei a la sua espressione si addolcì.
"Fratello, non importa" disse.
'Lo sapevi?' replicò Makimura. 'Da quanto?'
"Da quando ero adolescente" disse Kaori. "Ma non m'importa. Non m'importa del passato o di essere stata adottata. Tu sei la mia famiglia, fratello. Lo sei sempre stato e lo sarai sempre"
"Toccante" disse Tremwell avvicinandosi a loro. "Ma temo di dover porre fine a tutto questo. È tempo per me di riunirmi con la mia Maiko"
"Signor Tremwell, pensa a quello che stai facendo" disse Kaori. "Sei sicuro che è quello che vuole Maiko? Se è la bellissima persona che dici, non pensi che non vorrebbe tornare se questo comportasse il sacrificio di altre persone?"
"Se è bellissima? Non ne hai idea" disse Tremwell. "Maiko è una donna ineguagliabile. Se qualcuno merita di esistere in questo mondo, è lei...basta. È tempo per me di realizzare finalmente il mio sogno, l'unico desiderio che ho avuto per tutti questi anni"
Tremwell mosse la mano, e il cerchio sotto Kaori sparì. Non appena scomparve, lei cadde a terra.
'Kaori!' gridò Makimura. 'Kaori, svegliati'.
Tremwell si avvicinò e si abbassò per sollevare Kaori. Makimura tentò di balzargli addosso, ma la sua forma oltrepassò Tremwell senza ferirlo.
"Temo che tu non possa fermarmi" gli disse Tremwell. "Le tue abilità non hanno effetto su uno come me, con una tale conoscenza del sovrannaturale"
Tremwell portò Kaori a un altare e la stese lì. Poi tirò fuori un coltello dalla giacca, sulla lama era inciso un testo arcano. Makimura corse verso Kaori e sollevò le mani.
'Basta' disse. 'Non posso permetterti di farle del male'
Trewmell s'incupì e schioccò le dita. Gli occhi di Kaori si aprirono immediatamente e sollevò lo sguardo per vedere Makimura e Tremwell sopra di lei.
"Fratello...?"
"Signorina Makimura, tuo fratello è certamente determinato a interferire" disse Tremwell. "Sfortunatamente, la sua risolutezza è inutile, ma non dovrebbe preoccuparsi. Dopotutto, lo raggiungerai molto presto"
'Kaori...'
"Fratello, io..."
Tremwell stava per interromperli quando il rumore di alcuni passi colse la sua attenzione. Poi udì il suono di una pistola che veniva caricata e immediatamente si nascose nell'ombra, mancando per un pelo un proiettile che s'inficcò nella parete lì vicino.
"Ryo!" gridò Kaori mentre Ryo entrava nella stanza.
"Kaori, stai bene?" chiese lui. Kaori annuì e Ryo sorrise quando vide Makimura al suo fianco.
"Maki" disse. "Sapevo che saresti stato qui. Mi sei mancato"
'Ryo' disse Makimura sorridendo a sua volta. 'Grazie. Grazie per aver mantenuto la tua promessa'.
"Saeba!"
Ryo si voltò verso la fonte della voce e si stupì quando Tremwell comparì all'improvviso dietro Kaori, afferrandola e attirandola a sé. Le toccò il collo e Kaori si ritrovò incapace di muoversi.
"Ryo..." sussurrò lei.
"Hai perso, Tremwell" disse Ryo, puntandogli la pistola alla testa. "Lasciala andare e ti lascerò vivere"
"Pensi di potermi fermare con quella pistola?" Tremwell fece una smorfia. "Forza, prova a spararmi"
Ryo si accigliò e premette il grilletto. Fu esterrefatto, vide il proiettile imbattersi in un'esplosione di energia e cadere al suolo prima che potesse raggiungere Tremwell. Sparò di nuovo, ma il risultato fu identico.
"Vedi, Saeba" disse Tremwell, ridendo. "Le tue abilità sono inutili qui. Sei stato bravo ad arrivare fin qui, ma alla fine vincerò io. Maiko tornerà da me. Tutto ciò che devo fare è offrire una vita per poterle aprire una strada per ritornare in questo mondo. Devo solo far cadere una goccia di sangue su questo coltello. Una goccia di sangue sarà sufficiente per mettere fine alla vita di questa donna e il sacrificio sarà completo"
Ryo ribollì nel tentativo di trovare un modo per uscire da quella situazione, frustrato per la propria impotenza. Sospettò che Makimura doveva aver già provato a fermare Tremwell e aveva fallito, ed era certo che nemmeno Kaibara sarebbe stato in grado di aiutare. Poi guardò Kaori negli occhi e vide che erano pieno di lacrime. I propri occhi si annebbiarono.
-Kaori, mi dispiace- pensò, -Per non essere riuscito a proteggerti...e per tutto ciò che ho fatto-
"Dici che lo stai facendo perché ami qualcuno" disse Ryo. "Ma come può esistere amore in tanta malvagità? Se lo farai, il tuo amore non potrà assolutamente sopravvivere"
"Silenzio" ringhiò Tremwell. "Come può uno come te sapere qualcosa dell'amore? Un uomo che passa le sue giornate a inseguire infinite donne e che si preoccupa solo dei propri piaceri fisici. Una persone superficiale ed egoista come te non potrebbe mai comprendere l'amore che ho condiviso con Maiko"
Ryo non disse nulla mentre osservava il coltello che continuava a incombere sulla gola di Kaori. Sapeva che le alternative si stavano esaurendo e riusciva a vedere solo un unico percorso da intraprendere.
"Dici che ti serve una vita per riportare la tua amata in questo mondo" disse, inginocchiandosi e abbassando il capo. "Allora lascia che ti offra la mia. Lascia andare Kaori e prendi la mia vita, invece"
"Ryo" disse Kaori, le lacrime rigavano il suo viso. "No..."
"Quanto mi ritieni semplicione?" replicò Tremwell. "Pensi davvero che cadrò in un tranello del genere?"
"Non è un tranello" disse Ryo, la testa ancora bassa. "Ti sto offrendo uno scambio, la mia vita per la sua. Lascia andare la mia partner, e non farò niente per fermarti. Così potrai riunirti alla tua amata Maiko"
"Sei serio" disse Tremwell, allibito. "Davvero daresti la tua vita per la sua? Ma perché? Perché lo faresti?"
Ryo non disse nulla e chiuse gli occhi, aspettando il colpo mortale. Gli anni trascorsi vivendo in condizioni pericolose e svolgendo una professione rischiosa lo avevano preparato ad affrontare la morte in ogni momento. In più, rivedere sia suo padre che Makimura nella stessa serata lo avevano fatto ripensare all'idea che la morte fosse la fine di tutto. Dunque, Ryo avvertiva solo un senso di calma mentre aspettava la propria fine.
-Kaori, non ti preoccupare. Non ti succederà niente. Lo prometto-
Tremwell avvicinò il coltello dietro il capo di Ryo e restò a bocca aperta di fronte al suo atteggiamento passivo e all'espressione rassegnata e di accettazione sul volto di Ryo.
"La ami" disse Tremwell con la voce venata di meraviglia. "Ami davvero questa donna. Non pensavo fosse possibile, ma riesco seriamente a vedere l'amore che provi per lei irradiare dalla tua aura."
Tremwell si scostò e tornò col coltello alla gola di Kaori, e Ryo sollevò il capo.
"Mi dispiace, ma temo che non funzionerà" disse Tremwell. "Non mi serve solo una vita, mi serve un corpo in cui Maiko possa abitare. La tua vita non è sufficiente. In più, una volta che questo coltello si è macchiato di sangue, diventa inerte e inutile su chiunque altro. Nonostante la tua offerta sia nobile, non posso sprecare la mia occasione con te"
Ryo rimase zitto, gli occhi fissi sul coltello. Le parole di Tremwell echeggiavano nel suo cervello e presto il suo sguardo si indurì e si fece determinato.
-Tutto ciò che devo fare è afferrare la lama di quel coltello- pensò. -E' affilato...non sarà difficile tagliarmi. Allora il piano di Tremwell fallirà e Kaori sarà salva. Devo stare attento...ho solo un tentativo...-
 
 
 
Kaori continuava a piangere mentre osservava la scena di fronte a sé. Era attonita per il fatto che Ryo fosse disponibile a offrire la sua vita e si vergognava di essere così sorpresa.
-Tutti questi anni...in tutti questi anni in cui mi ha protetto- pensò, -Si è messo in pericolo, ha rischiato la sua vita per me così tante volte...e per tutto questo tempo, mi sono convinta che era solo per la promessa a mio fratello o solo perché sono la sua partner come City Hunter. Ero troppo cieca per vedere la verità dei suoi sentimenti-.
Poi notò il modo in cui Ryo stava fissando Tremwell e il coltello che aveva in mano, e i suoi occhi si allargarono mentre le intenzioni del partner le divennero chiari.
-Ryo...vuole prendere il coltello...ma se lo fa, morirà. No, Ryo. Non morire per me-.
Le lacrime di Kaori aumentarono mentre guardava Ryo negli occhi. Per lungo tempo aveva conservato la paura che, un giorno, Ryo avrebbe perso la vita nel tentativo di proteggerla. Era la guida dei suoi continui sforzi per migliorare le sue abilità come City Hunter. Era stata l'ispirazione per una sequenza infinita di incubi che l'avevano tormentata nel sonno per anni. Ora stava vedendo quella paura realizzarsi, e cominciava a sentire il proprio cuore spezzarsi.
-Per tutte le volte in cui mi ha protetto...ora tocca a me proteggere lui.-
Kaori concentrò tutta la sua forza e si spinse per spostare il collo verso la lama. Gli occhi di Ryo si spalancarono rendendosi conto di cosa stava facendo.
"Kaori! No!"
"Ryo...mi dispiace" sussurrò.
Kaori chiuse gli occhi e pressò il collo contro la lama, che slittò sulla sua pelle. Ryo si alzò in piedi e si avventò su Tremwell per agguantare la lama prima che Kaori si tagliasse.
'Basta!'
Una ventata di gelsomino riempì la stanza, e ci fu un lampo di luce prima che tutto diventasse buio.
 
 
 
Qualche istante dopo, Ryo aprì lentamente gli occhi e si mise a sedere. Si ritrovò sul pavimento e si sentì subito confuso visto che non ricordava di essere svenuto. Si portò una mano alla testa nel tentativo di schiarirsi le idee e sbatté le palpebre notando che la stanza ora era illuminata dal tenue bagliore di numerose candele. Respirando, poteva avvertire ancora la fragranza di gelsomino.
-Che è successo? Stavo per prendere il coltello e...-
Ryo abbassò lo sguardo verso la propria mano e vide che c'era un taglio, ma la pelle non era stata trafitta.
-Com'è possibile?- si chiese. -So di aver preso la lama. Per com'era affilata, avrebbe dovuto affettarmi il palmo-
'Ci mancava poco...ma ora sei salvo'.
-Kaibara?-
Ryo si guardò intorno e vide Kaibara in ginocchio accanto a sé. La sua figura stava rapidamente svanendo e diventando trasparente.
"Kaibara" disse, "Quel coltello...tu hai...?"
Kaibara annuì e gli sorrise.
'Ryo, il mio tempo qui è giunto al termine' disse, 'Ma so che sono sempre stato e sarò sempre orgoglioso di essere stato tuo padre. E so che non sarai mai solo. Veglierò su di te per sempre'
"Papà" mormorò Ryo, la voce traballante. "Io..."
Kaibara sollevò la mano. 'Va tutto bene' lo interruppe. 'Lo so...Ryo, ascoltami. Se c'è una cosa che voglio che ti ricordi è questa: non permettere alla tua paura di controllare la tua vita. Meriti molto di più di un esistenza così'.
Kaibara si alzò, e Ryo lo osservò svanire.
'Addio...figliolo...'
Kaibara scomparve e Ryo fissò lo spazio vuoto rimasto per diversi istante. Poi inghiottì il groppo che aveva in gola e si mise in piedi.
"Kaori?" chiamò. "Stai bene?"
Ryo si guardò intorno e sussultò quando vide Kaori stesa a terra, in silenzio e immobile. Corse verso di lei e s'inginocchiò, sollevandola fra le braccia. Il panico culminò dentro di lui mentre avvertiva quanto fosse rigida e fredda. Ryo udì un suono metallico contro il pavimento e abbassò lo sguardo per vedere il coltello atterrare sul suolo. Tornò a guardare Kaori e gli giunse la consapevolezza di ciò che doveva aver fatto.
"Kaori" mormorò stringendola maggiormente a sé. "Idiota, perché l'hai fatto? Non ricordi che ho fatto una promessa a tuo fratello? Ho promesso di proteggerti. Ho promesso..."
Ryo si fermò, incapace di proferire un'altra parola, e nascose il viso contro il collo di Kaori. Nonostante le rassicurazioni di Kaibara, Ryo si sentì più solo in quel momento di quanto non si fosse sentito in tutta la vita.
 
 
 
Kaori si ritrovò a essere trasportata in un mare di calore. Aprì gli occhi e riuscì a percepire soltanto una luce intorno a sé. Era incerta su cosa fare quando una voce la destò dalla sua trance.
'Kaori'.
Kaori sorrise e si voltò per vedere Makimura di nuovo dietro di sé. Corse da lui e fu entusiasta quando scoprì di potersi gettare fra le sue braccia.
"Fratello" disse. "Sono così felice che tu sia qui. Ma, aspetta, il coltello...sono...? Cos'è successo?"
'Per fortuna, sono riuscito a fermarti in tempo' disse Makimura con un sospiro. 'Però non hai idea di quanto tu mi abbia spaventato. Per ciò che riguarda ciò che successo, sembra che qualcosa o qualcuno abbia creato uno spiraglio tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti, invertendo gli incantesimi di Tremwell per far sì che si unissero. Non so come, ma per qualche ragione, mi hai seguito fin qui dopo che ho tentato di proteggerti'.
"Capisco" replicò Kaori. "Dove siamo adesso?"
'Pensa a questo come a un portale tra vita e morte' disse lui. 'Adesso, puoi scegliere dove andare'.
Kaori lasciò andare Makimura e si guardò intorno vedendo che c'erano due accessi: uno infuso di luce e un altro che sembrava una finestra per tornare al sotterraneo di Tremwell. Kaori aprì la bocca per parlare, ma fu stupita da una goccia che atterrò sulla sua guancia e poi da un'altra sul suo collo. Andò a toccarle e poi le osservò sulle dita.
-Lacrime?- pensò. -Ma quand'è che ho cominciato a piangere? No...queste non sono le mie lacrime...-
"Kaori..."
Kaori si voltò verso la porta che offriva il ritorno alla villa, la bocca leggermente aperta e gli occhi che tornavano a inumidirsi.
"Ryo..." mormorò. Lo aveva riconosciuto immediatamente, ma fu intristita dalla sua voce che risuonava così piena di dolore e rammarico. Tornò a guardare Makimura.
"Mi dispiace, fratello" disse dolcemente. "Vorrei poter stare con te. Ma Ryo...ha perso così tante persone nella sua vita...ha sofferto così tanto. Io...io non posso..."
'Capisco' disse Makimura. 'E sono d'accordo. Dovresti andare da lui. Va' da lui e sii felice. E Kaori, dovresti conoscere Ryo, lui...'
"Lo so" sorrise lei. "Grazie di tutto, fratello" lo abbracciò di nuovo, stringendolo con tutta la forza che aveva.
'Ah...ah Kaori, non così forte' rise Makimura. 'E ascolta, non pensare che questa sia la fine. Camminerò sempre al tuo fianco e a quello di Ryo. Quindi non sarò mai lontano'
Kaori annuì e lasciò andare il fratello. Lo fissò per un altro istante prima di voltarsi e dirigersi verso il portale che si apriva sulla villa.
 
 
 
Ryo continuò a stringere Kaori, rinchiuso nella propria solitudine e nel proprio lutto, il viso premuto sulla sua spalla. Il mondo esterno smise di avere significato per lui, e il suo intero essere era consumato dalla disperazione. Gli unici pensieri su cui riusciva a concentrarsi erano una serie di auto-recriminazioni per non essere riuscito a proteggere l'unica donna che avesse mai amato e presto il suo corpo iniziò ad essere scosso da un mix di rabbia e dolore.
Non notò quando Kaori cominciò a muoversi ed emise un sospiro.
"Ryo..." sussurrò. La testa di Ryo scattò in su.
"Kaori!"
Kaori aprì gli occhi e gli sorrise.
"Ryo, sono così felice che tu sia salvo" disse. "Per un momento ho pensato che tu avessi..."
Ryo respirava a fatica nel tentativo di ridere e sorriderle.
"Ho ricevuto un po' di aiuto" disse, la voce ancora instabile. Kaori sorrise nuovamente e annuì.
"Anch'io" disse. "Mio fratello, lui...ma Ryo, quella voce di prima, chi era? Quella che ha gridato prima che le luci si spegnessero?"
"Non lo so" disse Ryo. "Un altro fantasma?"
Kaori inclinò la testa interrogativamente mentre i suoi occhi vagavano per la stanza. Fu allora che notò che Ryo stava continuando a tenerla contro di sé, e arrossì per quel gesto intimo.
'Signor Saeba, signorina Makimura'.
Ryo e Kaori sollevarono lo sguardo e videro di fronte a loro una giovane donna con una lunga coda di cavallo che indossava un kimono.
"Tu...tu sei...?" disse Kaori.
'Il mio nome è Maiko Tomomura...e mi dispiace per tutto quello che è successo'.

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove ***


Ryo e Kaori fissarono Maiko per un paio di secondi, sbalorditi di vederla lì.
"Sei tu la persona di cui il signor Tremwell è innamorato" disse Kaori. "La persona per cui ha fatto tutto questo"
'Sì, e di nuovo, mi dispiace' disse Maiko tristemente. 'Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. So che entrambi avete una buona ragione per avercela con lui, ma vi chiedo di non odiare Bruce per quello che ha fatto'.
Maiko camminò lentamente verso il lato della stanza e infine si inginocchiò accanto a un corpo sul pavimento. Ryo e Kaori furono shockati di vedere che era il cadavere di un uomo anziano con numerose rughe e capelli bianchi in testa. Il suo abbigliamento, tuttavia, comunicava a entrambi di chi si trattasse.
"Signor Tremwell?" disse Kaori, indicando il corpo. "Ryo, è...?"
"Penso di sì" disse Ryo, con tono altrettando meravigliato.
'Avete entrambi ragione' annuì Maiko, guardandoli. 'Vedete, mentre suo fratello la stava proteggendo, signorina Makimura, e mentre suo padre proteggeva lei, signor Saeba, sono intervenuta io'. Maiko tornò a guardare il corpo sul pavimento. 'Molto tempo fa, vivevo da sola qui a Tokyo' proseguì. 'I miei genitori morirono quando ero molto giovane, e fui cresciuta in orfanotrofio. Crescendo in un ambiente simile, potei vedere direttamente quanto fosse facile per le persone dimenticare e trascurare i bambini senza genitori. Una volta diventata adulta, desiderai fare di più per aiutare gli altri bambini. Lavorai per un'organizzazione benefica il cui scopo era quello di raccogliere denaro per gli orfani. Un giorno, Bruce venne al nostro ufficio per offrire il suo supporto, fu allora che lo conobbi'.
Maiko tornò a guardare Ryo e Kaori, con un sorriso sul volto.
'Bruce...era così gentile, così bello, e un tale gentiluomo. Era sinceramente interessato al lavoro che svolgevo e trascorremmo molti pomeriggi felici a bere the che presto divennero serate romantiche in cui cenavamo insieme. Più lo conoscevo, più mi rendevo conto che mi assomigliava molto: era solo al mondo e alla ricerca dell'anima gemella. Mi innamorai di lui e sospettai che a un certo punto, mi avrebbe chiesto di sposarlo'.
"Avrebbe?" disse Kaori. "Non lo sapevi con certezza?"
'Anche se avevamo condiviso molti momenti felici insieme e io gli dissi che ero innamorata di lui, Bruce non mi parlò mai dei suoi sentimenti' rispose Maiko. 'Sospettavo che mi amasse, ma non l'ho mai saputo con certezza. In più, sapevo che anche se avesse voluto sposarmi, avrebbe incontrato diverse difficoltà. Bruce aveva dei soci e lontani parenti che disapprovavano il fatto che facesse la corte a una donna giapponese. Sapevo che avrebbe sofferto delle conseguenze se avesse detto che mi amava'.
"Quindi non te l'ha mai detto?" disse Kaori, la voce triste. "Non ti ha mai detto quello che provava?"
'Me lo disse una volta...e fu il giorno in cui io morii. Dovevo incontrarlo al nostro ristorante preferito per festeggiare il suo compleanno. Mentre mi dirigevo lì, però, una macchina deviò e mi investì. Bruce...si presentò proprio mentre esalavo il mio ultimo respiro. Mi supplicò di vivere perché mi amava e aveva bisogno di me. In quel momento seppi quanto mi amasse'.
Le mani di Maiko stazionarono sul corpo appassito di Tremwell, tracciando con le dita le linee del suo volto.
'Bruce...il suo dolore era così grande. Non riuscì a superare il lutto. Divenne ossessionato dall'idea di trovare un modo perché tornassimo insieme. Potei solo osservarlo mentre proseguiva nella sua spirale che lo faceva sprofondare nell'oscurità e nella solitudine. A lungo ho cercato un modo per confortarlo, per supplicarlo ad abbandonare le sue ambizioni, ma non riuscii a fare nulla'.
Maiko lasciò cadere le mani ai fianchi e sollevò il capo. Quando guardò Ryo e Kaori, i suoi occhi erano pieni di lacrime.
'Quando ho capito cos'aveva pianificato per lei, signorina Makimura, e per lei, signor Saeba, ho sentito il mio cuore che si spezzava. Era come se l'uomo dolce e gentile che avevo conosciuto fosse svanito, lasciandosi dietro un guscio riempito dalla malvagità. E poi...quando ho visto l'amore che voi due provate l'uno per l'altra, sapevo di dover fare qualcosa. Non volevo che nessuno di voi dovesse soffrire lo stesso destino mio e di Bruce'.
Le lacrime uscirono dagli occhi di Maiko e Kaori sentì i propri occhi inumidirsi in risposta.
'Ho usato tutto il mio potere per spingere quel coltello nella mano di Bruce' pianse, 'Ecco perché è morto ed ecco perché vi appare in quel modo. La morte ha portato via tutti i suoi poteri sovrannaturali ed è diventato quello che sarebbe stato senza tali supporti'.
Le lacrime di Maiko aumentarono e abbassò il capo.
'Vi prego, credetemi, non volevo ferirlo...ma non volevo nemmeno che continuasse a soffrire. Lo amavo. Con tutto il mio cuore, lo amavo, ma io...'
"Capisco" annuì Ryo. "Lo amavi e hai messo fine al suo dolore togliendogli la vita; perché era l'unico modo per liberare la persona che amavi dalla malvagità che lo aveva inglobato. Eppure...anche se sai di aver agito per amore, provi ancora il senso di lutto e di colpa"
Maiko sollevò il capo e guardò Ryo negli occhi.
'Signor Saeba...lei capisce. Davvero' disse, 'E una parte di me è triste perché è un dolore che non augurerei a nessuno'.
Ryo annuì, e Kaori fece scivolare le braccia intorno alla sua vita. Dopo averci pensato per un istante, si rese conto che anche Ryo comprendeva quello che Maiko aveva passato perché era simile a quello che era successo con Kaibara. Kaori ricordava ancora lo sguardo desolato negli occhi dopo che aveva sparato a suo padre e quel breve momento in cui sembrava essersi arreso. Kaori non aveva mai visto Ryo resistere a un tale dispiacere e a un tale dolore, e sperava di non doverlo rivedere in quello stato mai più.
'Io...io spero solo che Bruce capisca che ho dovuto agire così' disse Maiko malinconicamente. 'Spero che il suo spirito possa perdonarmi'.
"Capirà" l'assicurò Ryo. "E ti perdonerà. Anzi, immagino che ancora ti ami"
'Signor Saeba...grazie' disse Maiko. 'Grazie a entrambi per la vostra gentilezza'.
'Maiko?'
I tre si girarono per vedere un'altra figura uscire dalle ombre. Sussultarono quando videro che si trattava di Tremwell. In quel momento, tuttavia, appariva ancora più giovane di prima, e i suoi occhi luccicavano di felicità e non di crudeltà.
'Bruce' pianse Maiko. 'Mi dispiace. Mi dispiace tanto per quello che ho fatto. Io...'
'Maiko, non piangere' disse Tremwell, allungando le braccia verso di lei. 'Non vedi? Mi hai salvato. Ero diventato un uomo contorto, incattivito, solo, troppo ingolfato nel mio stesso dolore per rendermi conto di ciò che ero diventato. Tu mi hai salvato, e non posso ringraziarti abbastanza per il tuo coraggio e la tua disponibilità a consentirmi questa liberazione'
'Bruce' disse Maiko alzandosi e camminando verso di lui. Si lanciò fra le sue braccia aperte, e lui rispose stringendogliele intorno.
'Maiko, mi sei mancata così tanto' disse Tremwell, la voce spezzata. 'Quanto ho aspettato per un solo momento fra le tue braccia'.
Si strinsero silenziosamente per diversi istanti prima che Tremwell finalmente sollevasse il capo.
'Signor Saeba, signorina Makimura' disse, 'Mi dispiace sinceramente per quello che ho fatto e per quello che ho tentato di fare a entrambi. Non ho il diritto di chiedere il vostro perdono, quindi permettetemi di ripetere che mi pento profondamente delle mie azioni contro di voi'.
"Va tutto bene" disse Kaori. "Credo che possiamo capire"
'Signorina Makimura...lei è veramente una bellissima donna' disse Tremwell. 'In ogni senso. Signor Saeba, è molto fortunato ad avere una donna come lei nella sua vita. So quello che dico perché anch'io sono stato molto fortunato a trovare una donna come Maiko. Ma avevo paura ed esitavo a darle il mio cuore e quando ho trovato il coraggio, era troppo tardi. Signor Saeba, non faccia i miei stessi errori'.
Maiko e Bruce si guardarono negli occhi e si avvicinarono l'uno all'altra ancora di più. Nel frattempo, le loro sagome iniziavano a svanire.
'Addio, signor Saeba, signorina Makimura' disse Tremwell.
'E vi prego, siate felici' aggiunse Maiko.
Ryo e Kaori osservarono Tremwell e Maiko scomparire. I due rimasero lì silenziosamente, fissando il punto in cui avevano visto Tremwell e Maiko per l'ultima volta.
"Ryo...devo dirti una cosa" disse Kaori. Ryo abbassò lo sguardo su di lei e si sorprese nel vedere un'espressione tesa e seria sul viso della partner.
"Io...volevo dirti..." mormorò Kaori. "Voglio dirti che ti ammiro"
Ryo sbatté le palpebre stupito e Kaori iniziò ad arrossire.
"Lo so" disse "So che di solito non dico cose di questo tipo, ma io...Ryo, tu sei forte, una delle persone più forti che abbia mai conosciuto...e coraggioso e gentile. E io..."
"Kaori, non devi..."
Kaori posò un dito sulle labbra di Ryo per zittirlo.
"Per favore, lasciamelo dire" disse, "So che mio fratello è sempre stato orgoglioso di averti come suo partner e amico, e io volevo solo dirti che lo sono anch'io. Sono orgogliosa di essere la tua partner"
Kaori continuò ad arrossire, ma poi gli sorrise e lo abbracciò di nuovo. Ryo ricambiò l'abbraccio, sbalordito dalle cose che aveva detto. Mentre la stringeva, ripensò a quello che sia Kaibara che Tremwell gli avevano detto. Pensò al momento in cui aveva pensato di averla persa, e si rese conto che non poteva permettersi di trattenersi ulteriormente.
Ryo appoggiò la mano sotto il mento di Kaori, inclinando il suo viso verso il suo.
"Ryo?"
"Kaori, io..."
Ryo deglutì con forza. La sua mente era piena di cose che voleva dire, sentimenti che voleva esprimere, ma non riusciva a trovare alcuna parola.
Invece, si abbassò e la baciò.
Iniziò come un bacio gentile, titubante e dubbioso, ma poi Kaori iniziò a rispondere e crebbe in modo molto più intenso. Ben presto i due si stavano abbracciando con forza, il bacio divenne una serie di baci infiammati dalla passione a lungo soppressa e da un amore che per molto tempo era realtà.
Alla fine si separarono, le fronti unite, gli occhi ancora chiusi.
"Ryo" sussurrò Kaori.
"Kaori"
"Io...io...cosa succede adesso?"
"Cosa succede?" chiese Ryo, aprendo gli occhi.
"Cosa succede a noi?" disse Kaori. "Tra noi? Cosa succede adesso, Ryo?"
Ryo sospirò e l'abbracciò nuovamente mentre lei appoggiava il capo al suo petto e lo accarezzava.
"Cosa succede...non lo so" disse Ryo. "Onestamente, non ne ho idea, Kaori. È tutto nuovo per me. Non so davvero cosa fare adesso"
"Va bene" disse Kaori. "E' nuovo anche per me. È solo...è solo che non voglio che questo momento passi e noi ritorniamo a com'era prima"
"No" disse Ryo, stringendola. "Prometto che non ritorneremo com'era prima"
"Allora sono felice per qualsiasi cosa succederà" disse Kaori.
"Sei sicura?" chiese Ryo. "Come ho detto, è una cosa nuova per me...avere un unico amore. Sono sicuro che commetterò un sacco di errori e ci saranno momenti in cui ti pentirai di avere questa relazione con me. Senza contare il fatto che non riesco a vedermi come una sorta di principe che cadrà ai tuoi piedi e ti regalerà una vita bellissima"
"Non ho mai cercato un principe di una fiaba perché mi conducesse al suo castello" disse Kaori. "Non è quella la vita che voglio. E gli errori, i rimpianti e le imperfezioni fanno parte di ogni relazione. Lo capisco e lo accetto. Ryo, tutto ciò che volevo, che ho sempre voluto, era il tuo cuore, il tuo amore e l'opportunità di darti i miei. In questo modo, sono felice"
Ryo sorrise e la baciò di nuovo e i due si strinsero, assaporando la reciproca presenza. La loro pace fu presto interrotta, tuttavia, dal lieve suono di alcune voci.
"Kaori, Saeba, siete qui sotto?"
"Magari non possono sentirci. Magari hanno bisogno di aiuto"
"Mph, non scenderò lì. Probabilmente ci sono ancora più gatti e non voglio più averci a che fare"
"Falcon..."
Ryo e Kaori sorrisero e risero mentre scioglievano l'abbraccio.
"Siamo qui" esclamò Ryo. "Ci incontriamo di sopra"
"Ryo, Kaori sta bene?"
"Sta bene, Mick" rispose Ryo. "Stiamo salendo"
Ryo e Kaori si alzarono e si misero reciprocamente un braccio intorno mentre salivano le scale.
"Ryo..."
"Kaori..."
"Non potrai assolutamente restituire quel costume" sorrise Kaori. "L'hai rovinato. Ma va bene così. Al mondo non serviva un altro Casanova"
"Oh, e che mi dici del tuo costume?" sorrise Ryo. "Sono abbastanza sicuro che tu non sia venuta qui nelle vesti di Yuki-onna"
"Ah, il mio costume di Giovanna d'Arco!" sussultò Kaori. "Tremwell deve averlo portato da qualche parte. Ryo, dobbiamo trovarlo"
"E trascorrere altro tempo a vagare in questa villa?" replicò Ryo. "Scordatelo. Dovrai soltanto pagare anche per il tuo...e almeno ora non potrai infilzarmi con quella spada"
"Non dimenticarti che posso ancora usare il mio martello" si acciglià Kaori. "E non devo preoccuparmi di rovinare il tuo costume visto che l'hai già distrutto"
"Kaori, sei una donna crudele" Ryo mise il broncio.
Kaori gli fece la linguaggia, ed entrambi scoppiarono a ridere mentre si stringevano.
"Ryo, proprio come con Ami e Mami, sembra tutto un sogno" disse Kaori. "Ma sono felice che non lo sia. Non solo per questo, per noi, ma perché ho potuto rivedere mio fratello. Mi manca ancora, ma sono anche grata di essere riuscita ad avere l'occasione di dirgli alcune cose che avevo bisogno di dirgli. E ora so per certo che lui è ancora con me...e con te..." Kaori osservò Ryo sorride e annuire d'accordo con lei, ed era pronta a lasciar perdere il discorso, ma scoprì di avere un'ultima cosa da chiedergli.
"Ryo...stavo pensando a quello che ha detto Maiko" disse. "E poi ricordo che mio fratello aveva detto che qualcuno ti stava proteggendo da Tremwell. Ryo...era lui? Era Kaibara?"
Ryo rilasciò un lungo sospiro.
"Sì" disse. "Suppongo che pensasse di avere un affare inconcluso con me"
"Ryo, mi dispiace. So che tu..."
"Va tutto bene" Ryo la interruppe. "Proprio come per te e tuo fratello, anche a noi è stata riservata un'altra opportunità. E anche io ne sono molto grato e non ho alcun rimpianto"
Kaori vide gli occhi di Ryo brillare per la felicità, ed era certa che fosse riuscito ad aggiustare la sua relazione con il padre almeno un po'. Si ritrovò a sentirsi ancora più grata perché a Ryo era stata concessa quell'occasione ed era felice per la serenità che ovviamente essa gli aveva portato.
Mentre si avvicinavano alla cima delle scale, Ryo e Kaori si lasciarono, silenziosamente decidendo di non allertare i loro amici, per il momento, del cambiamento nella loro relazione. La mancanza di contatto fisico, tuttavia, non cambiava il fatto che entrambi sapessero che le loro menti e i loro cuori erano ancora focalizzati l'uno sull'altra e su quello che era appena successo. Nessuno dei due era sicuro di dove si sarebbero diretti successivamente.
Ma tutti e due erano sicuri e consapevoli che, qualsiasi cosa fosse successa, sarebbero stati insieme.
 
 
Fine! Ringrazio chi ha letto la storia, in modo particolare sole50 e dofamingo per aver commentato!

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