La storia di come fu che...

di tomemma
(/viewuser.php?uid=892594)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La storia di come fu che Lily Evans assunse un sorriso ebete ***
Capitolo 2: *** La storia di come fu che James Potter parlò civilmente con Lily Evans ***
Capitolo 3: *** La storia di come fu che qualcuno fu invitato a Hogsmeade ***
Capitolo 4: *** La storia di come fu che Lily Evans e James Potter strinsero un patto ***



Capitolo 1
*** La storia di come fu che Lily Evans assunse un sorriso ebete ***


POV Lily
Forse se faccio finta di non averlo visto, nemmeno lui si accorgerà di me. Forza, Lily, siamo quasi arrivati al treno. Fa che quest’anno non mi veda, ti prego, Merlino!
“Evans!” Ho fallito ancora una volta.
Forse se faccio finta di niente, mi lascerà in pace…
“Evans!” ripete lui.
O forse no.
Mi disegno un sorriso sulle labbra. Finto, chiaramente. E cerco di esprimere frustrazione, fastidio, noia, furia (Non rabbia, avete capito bene), eccetera… Ovvero qualsiasi sentimento negativo che possa essere collegato a quell’essere. Non che ce ne siano di positivi, suppongo.
Mi sta prendendo per un braccio. Mi sta toccando. Godric, quanto lo odio.
“Evans, è inutile che mi ignori. Che dici, quest’anno andiamo a Hogsmeade insieme?”
“Ma anche no, Potter” rispondo, girandomi molto lentamente verso di lui. “E, per la cronaca, preferirei che non me lo chiedessi ogni volta che ci vediamo” sbuffo. “Magari Sirius accetta. Prova con lui. Ritenta, e forse avrai più fortuna, Potter. Ora, se non ti dispiace, ma anche se ti dispiace, me ne vado” finisco, liberandomi dalla sua morsa probabilmente letale.
“Certo, Evans. Ma da bravo gentiluomo quale sono, ti accompagnerò fino alla cabina per difenderti da attacchi mortali”
“TU sei mortale, Potter” specifico, prima di riprendere possesso ancora una volta del mio braccio. Con uno strattone. Violento. E corro via.
Salgo sul treno e per poco non vado a sbattere contro Alice Prewett, Grifondoro. È del mio stesso anno.
“Hey Lil, come va?” chiede
“Ti prego, Ali, c’è ancora Potter dietro di me?”
“No… O forse sì… Sta salendo ora…” la strattono per un braccio e corriamo per il corridoio finché non scorgiamo una cabina libera e ci fiondiamo dentro.
“Obscuro. Colloportus” mormoro, mentre agito la bacchetta.
“Lily” mi chiama Alice, delicatamente.
“Lily” mi dice poi, visto che non le presto attenzione e mi siedo, guardando dal finestrino la stazione affollata.
“Lilian Evans” esclama poi, leggermente irritata.
“Fammi subito uscire di qui!” ordina.
“Ma Ali, non posso…”
“Ti getto in pasto a James se non mi fai uscire entro dieci secondi!” sbraita. Questo si chiama complotto.
Prendo la bacchetta e riapro.
“Perché non l’hai fatto tu, al posto di urlare?” chiedo. Ma niente, lei se n’è già andata.
Poi vedo una testa bruna riccioluta passarmi davanti, arrestare la sua folle corsa dopo qualche metro e girarsi verso di me.
“Ciao Lily! Ora non posso parlare, ci si vede dopo. Ci sono un paio di Serpeverde che mi inseguono”
“Ciao Sirius” mormoro, prima che il mio amico sia già scappato un’altra volta.
Ora mi siedo, tiro fuori il nuovo libro di Incantesimi e ripasso… Senza che nessuno mi disturbi! Contaci Lily, devi andare nella cabina dei Caposcuola. Diamine.
Mi sto appunto dirigendo in quella direzione, quando vedo Severus. Severus Piton, il Mangiamorte. Colui che mi ha insultata chiamandomi “Mezzosangue”, dopo che mi aveva detto che non c’era differenza tra chi era Babbano di nascita e chi era un Purosangue.
Rabbrividisco. Cerco di non guardarlo, ma lui mi blocca.
“Lily”
“Lasciami in pace. Non voglio aver niente a che fare con te.” Sibilo. “Meglio se mi stai lontano, ti potresti infettare, Piton” decido di sferragli il colpo letale. “Addio, Mocciosus”
Lui mi lascia il braccio, sconfitto. Quello che gli ho detto gli ha fatto capire tutto. Perché la guerra non è solo là fuori, è anche tra noi, e dobbiamo decidere da che parte stare.
Stringo gli occhi per non far scendere le lacrime, e mi avvio verso la cabina dei Caposcuola. Saluto Remus con un cenno e mi siedo. Ci siamo io, lui, i due Prefetti Corvonero e un Tassorosso. Chissà chi è l'altro Caposcuola, oltre a me.
“Come stai Lily? Hai sentito che Sirius è scappato da casa Black?”
“Stai scherzando, vero? Non mi ha detto niente nelle sue lettere? Ma quando è successo?”
“Due settimane fa” mi dice lui, grave.
 
 
“Sirius Orion Black, che cavolo hai fatto?!” strepito, fiondandomi nello scompartimento dei Malandrini qualche minuto dopo. Subito dopo di me entra Remus.
“Non puoi proprio resistermi, eh, Evans?!”
“Taci, Potter. Black, se non mi racconti subito quello che è successo, ti crucio.”
“Io sto bene grazie Lily, e tu?” risponde il secondo interessato della mia frase, sarcastico.
“Allora, me lo dici o ti devo leggere nella mente?”
“La seconda. E poi non è successo niente, Lily!”
“Oh, no, infatti anche io scappo di casa tutti i giorni!” replico, stizzita e divertita insieme. Non riesco a stare solo arrabbiata con lui per più di dieci minuti. È talmente pasticcione! No, okay, diciamo pure casinista. Diciamo la seconda persona più casinista che io abbia mai conosciuto. La prima è –neanche a dirlo- James Potter. Il quale sta ridacchiando sotto i baffi da un bel po’ di tempo.
“Potter, mi faresti la cortesia di smettere di ridacchiare in quel modo assurdo?”
“Ti ho chiesto di piantarla”
“Potter” lo riprendo, mentre anche Sirius inizia a sorridere. “Sono Caposcuola, se non la pianti tolgo dei punti a Grifondoro!”
“Senti, Evans, non vorremo per caso fare la stessa figura dell’anno scorso, vero?”
Beh, bisogna dire che la figura dell’anno scorso non è stata il massimo: ultimi dopo Tassorosso con una differenza di 50 punti! Un po’ era colpa mia, che continuavo a togliere punti a Potter e a Sirius, un po’ loro perché se li facevano togliere.
“Peter, fammi sedere, per cortesia” dico a Minus, indicando il suo posto davanti a quello di Sirius. Lui si alza e si fionda fuori dalla porta. Faccio così paura?
“Comunque, Lily, sai già che sono scappato di casa, cos’altro dovrei dirti?” Sirius mi guarda.
“Mah, per esempio dove sei andato, non penso che il rampollo dei Black dorma in strada” replico, pentendomi subito dopo quando un dubbio si fa strada nella mia testa. Un dubbio che si trasforma in realtà non appena le labbra di Sirius formano la parola che la sua bocca ha detto di più in sei anni di scuola: “James”.
Inspiro ed espiro profondamente per non maledire il mio amico.
“Sirius” attacco, con tono da ramanzina.
“Sai, Evans, non è un caso che Sirius sia venuto da me a cercare protezione. In fondo sono il suo migliore amico. Pensavo che dopo tutto questo tempo avessi capito. Ti facevo più intelligente, Evans.”
“Potter…” ma poi mi blocco. Sto per dirgli che non stavo parlando con lui e che nessuno aveva chiesto il suo parere, quando lo guardo negli occhi e non riesco a continuare. Non l’ho mai visto così serio come ora.
E nei suoi occhi vedo rabbia e un po’ di sorpresa.
E quando è così serio è veramente bello. Ma cosa vado a pensare? Lui è James Potter e io lo devo odiare. Assolutamente. A priori.
“Avanti, dì qualcosa di sarcastico. Dì che sono stupido e che penso solo al Quidditch. Dì che non sapevi che avessi un cuore.”
Oh Merlino. Si sta per mettere a piangere. James Potter si sta per mettere a piangere. Corre fuori dallo scompartimento e così rimaniamo solo io, Sirius e Remus, che non hanno spiccicato parola fino ad ora. E Remus mi sta guardando in quel modo, e io non posso fare altro che obbedirgli e seguire Potter fuori.
Il corridoio è deserto, poi lo vedo con la fronte appoggiata al finestrino e gli occhiali infilati malamente e distrattamente nella tasca della divisa. Poi vedo le guance arrossate e gli occhi che a stento trattengono le lacrime.
“Senti James, sai che in realtà non ti considero stupido e che ammiro il tuo modo di giocare a Quidditch. E come potrei non farlo?” lui sorride, è la prima volta che lo chiamo ‘James’. D’istinto sorrido anche io, lui si gira.
“Hai un bel sorriso, Lily” mi sorpassa e rientra nello scompartimento.
E anche se la mia testa lavora freneticamente, dicendomi che Jamer Pottes è la persona più bella che conosco, sulla mia faccia c’è ancora un sorriso ebete. Suppongo.
Una decina di secondi dopo che ho sentito la porta chiudersi, la sento riaprirsi, e la testa di James, volevo dire Potter, sbuca dallo scompartimento.
“Hey Lily, ci vieni a Hogsmeade con me?” chiede speranzoso.
Io scoppio a ridere scuotendo la testa in segno di diniego, e poi mi allontano perché ho visto Alice passare.
Magari potrei farci un pensierino…
 
 
NOTA AUTRICE:
Eccomi tornata con la seconda ff anche se non ho neanche finito la prima (è una Dramione, il link del primo capitolo è: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3300040  , per chi volesse leggerlo)!
Spero che vi piaccia questa James Potter Lily Evans.
Non ho sbagliato a scrivere ‘Jamer Pottes’, volevo che si capisse che Lily è confusa.
Non ho idea di quando aggiornerò, né quanti capitoli ci saranno, ma spero che la leggiate!
Saluti

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La storia di come fu che James Potter parlò civilmente con Lily Evans ***


 
POV JAMES
 
“Cosa cavolo vuoi Felpato?” grido contro Sirius, attualmente molto impegnato a canticchiare “Jamie, Jamie, Jamie” sottovoce e a stritolarmi il braccio.
Lui ghigna. Oh Godric, quando fa così non è un buon segno.
“Jamie caro, cosa hai fatto alla tua fidanzatina? L’ho vista parecchio rilassata, se contiamo che ha finito di discutere con te da solo un’ora”
Lo guardo spaesato, poi chiedo tacitamente a Remus e Peter spiegazioni, ma niente, neanche loro sanno chi sia ‘’La mia fidanzatina’’.
“Sirius, tu stai male, vero?” interviene Codaliscia. “Ti sei per caso dimenticato che James si è preso una cotta colossale per la Evans al primo anno e da allora non ci ha mai provato con nessuna?”
Lo guardo malissimo, mi ero già dimenticato della cotta che mi ero preso per lei. Adesso mi viene quasi naturale chiederle se andremo a Hogsmeade insieme, quasi fosse come un “Come stai?” detto a qualcun altro.
“Oh, ma io mi riferisco proprio a lei” non ci posso credere, insomma, come fa davvero a pensare che io mi fidanzerei con la Evans?
“Sì, sta molto male, Codaliscia!” esclamo, mettendomi a ridere e soffocando quando mi arriva la felpa di Sirius in faccia. A quel punto, è guerra.
Passiamo dieci minuti buoni a lanciarci qualsiasi cosa si trovi tra le nostri mani, fino a quando non abbiamo più una pancia dal tanto ridere. Quando vedo il casino che abbiamo combinato, i miei pensieri si dirigono automaticamente verso la Evans.
Dovete sapere che il mio cervello è suddiviso in poche parti: Evans, Quidditch, Sirius, Remus, Peter, Malandrini e scuola. So che può sembrare strana quest’ultima categoria, ma dopotutto a scuola me la cavo abbastanza bene e alcune materie, sottolineo alcune, sono interessanti.
E quindi niente, non appena il mio cervello elabora il concetto “Lily si incavolerà se vedrà questo disastro”, la porta dello scompartimento si apre e sulla soglia compare Mocciosus accompagnato da un paio di gorilla, presumibilmente Serpeverde e infidi come lui.
“Oh, Potter, che sorpresa. Non mi sarei mai aspettato di trovare questo scompartimento così disordinato”
“Hai imparato una parola nuova, Piton? Sai cos’è il sarcasmo adesso?”
“Fai poco lo spiritoso, Potter. Dieci punti in meno a Grifondoro. Sono un Prefetto”
“Oh, guardatelo, ragazzi. È solo un povero Prefetto. Remus, sai per caso chi è Caposcuola quest’anno?” dico, pregustando la sorpresa. Neanche loro sanno quanto potere ho quest’anno.
“No, in effetti, James, mi stavo proprio chiedendo chi lo fosse oltre a Lily” mi risponde Lunastorta. Io sorrido e mi rivolgo nuovamente a Piton.
“Beh, sarete felici di sapere che sono io l’altro Caposcuola. Quindi, Mocciosus, sarò magnanimo e toglierò a Serpeverde solamente trenta punti. Ora sparisci.” Dico. “Ah, dimenticavo. Trenta punti a testa, per ognuno di voi tre.” A volte mi chiedo perché non sono stato smistato a Serpeverde, sono troppo perfido per essere Grifondoro. Guardo Piton girarsi e andarsene, con il mantello che gli svolazza dietro.
Tre.
Due.
Uno.
“COME HAI POTUTO NON DIRCI NIENTE, RAZZA DI IDIOTA!” Urlano, sincronizzati. Io scoppio in una fragorosa risata e poi mi volto verso di loro.
“Ragazzi, dovreste formare una band per quanto siete in sincronia!” mi alzo e prendo il baule dal portabagagli, rovisto dentro e infine trovo quello che stavo cercando: una piccola spilla. Me la appunto al petto ed esco dallo scompartimento. Quella sarebbe stata un’uscita magnifica se non fossi inciampato nel piede di Sirius.
“Felpato, mi hai rovinato l’uscita epica!” lui sghignazza, presto seguito dagli altri due e poi anche da me. Insieme facciamo talmente tanto rumore che una trafelata Evans arriva di corsa.
“Cosa sta succedendo qua dentro?” domanda, sbalordita dal caos dello scompartimento.
Io la guardo, e mi sembra molto carina, con la divisa spiegazzata e i capelli infuocati che sfuggono all’elastico che tiene uno chignon.
Sirius la guarda, e credo che pensi che è la prima volta che la vede così in disordine.
Remus la guarda, e credo che pensi “Non mi considererà mai più una persona assennata”.
Peter la guarda, e credo che pensi “Poverina, l’abbiamo fatta correre”.
Lily ci guarda, e sono convinto che stia pensando “Godric, dove mi sono andata a cacciare”.
Io scoppio a ridere per la millesima volta in quel giorno, e saranno passate due ore dall’inizio del viaggio.
La Evans mi guarda e sorride. Si gira ed esce dallo scompartimento senza più una parola. Strane le donne.
Il primo a riprendersi è Peter, e mi guarda maliziosamente.
“Allora Felpato non sta così male, vero Ramoso?”
Remus gli tira una gomitata e si gira verso di me, ma io sto ancora osservando la porta da cui è uscita la ragazza con i capelli di fuoco.
“Ramoso?” prova allora Lunastorta.
Sbatto un paio di volte le palpebre e lo squadro, soffermandomi sui capelli arruffati e il mantello sgualcito.
Poi passo a Felpato, che mi scruta con i suoi occhi che fanno impazzire tutte le ragazze.
Poi a Codaliscia, che ora sta ammirando il panorama.
“Cosa hai detto, Remus?”
“Niente, James. Stai bene?”
Cerco di darmi una sistemata alla divisa e passo distrattamente una mano tra i capelli, mentre rispondo che sì, sto bene.
Ci ricomponiamo tutti e Codaliscia continua a guardare fuori dal finestrino, e so che tra poco si addormenterà, almeno fino a quando non passerà il carrello dei dolci. Felpato tira fuori dal suo baule un MP3, un aggeggio Babbano che serve per ascoltare la musica. Lunastorta, invece, prende un libro e inizia tranquillamente a leggere. Io decido di andare in corridoio a fare una passeggiata per riordinare le idee.
Non so perché sono confuso, ma so che lo sono.
Forse perché i miei amici continuano ad insinuare che mi piaccia la Evans, forse perché quando è entrata nel nostro scompartimento, in disordine come tutti gli esseri umani, era bella.
-Santo cielo, che pensieri! – mi dice una vocina nella mia testa.
Mi appoggio ad un vetro e ricordo che ho fatto la stessa cosa un paio di ore fa, solo che prima stavo piangendo, ora un sorriso – un sorriso incredibilmente sexy, come direbbe Sirius- si fa largo prepotentemente sulle mie labbra. Sono convinto che chiunque passerebbe di qui adesso si innamorerebbe di me all’istante. Appena ho formulato questo pensiero, il mio sorriso si allarga ancora.
Sento un movimento alla mia destra e mi volto, la bacchetta già impugnata. Ma di fianco a me c’è solo Lily, con un delizioso sorrisetto che le increspa le labbra rosse come i suoi capelli, ora sciolti.
“Quindi Caposcuola, James?” dice, indicando il mio petto sul quale brilla la spilla di cui vado parecchio fiero. Sorrido, sono un po’ nervoso ma non so neanche perché.
“Già” rispondo.
“Come siamo loquaci, Potter” mi prende in giro. “Come hai passato le vacanze?”
“Beh, era andato tutto bene finché non mi sono trovato quell’impiastro del mio migliore amico sul pianerottolo di casa” lei si interessa subito, non sa ancora cos’è successo.
“Ma fammi capire, perché è scappato? Voglio dire, sua madre odia il fatto che lui sia Grifondoro e che ne sia orgoglioso, ma non è mai successo niente se non qualche lite. È successo qualcosa con Regulus?”
“No, niente di tutto questo. C’entra la madre, però.”
“E allora cosa?” mi guardo intorno attentamente, e mi abbasso al suo livello per poterle sussurrare piano all’orecchio: “Lo volevano marchiare. Il Marchio Nero. Mangiamorte. Voldemort.”
“Santo Merlino!” esclama Lily, rabbuiata. “Dopo gli parlo”
Restiamo in silenzio per un po’, poi mi accorgo che, anche se mi sono raddrizzato, siamo vicinissimi. Anche lei se ne accorge, e arrossisce. Sono un po’ sorpreso, da quando le faccio quest’effetto? Eppure non mi dispiace affatto, anzi, ne sono orgoglioso. Mi allontano e le dico che devo tornare dai miei amici, perché tutta questa vicinanza mi rende nervoso. Sto impazzendo.
E comunque, questa è la mossa più sbagliata che potessi fare: ha appena finito di dirmi che vuole parlare con Felpato. Infatti, Lily mi risponde: “Vengo anche io, così parlo con Sirius” mi dispiace vederla con quel cipiglio cupo, così mi riprometto di farla ridere nel tragitto verso lo scompartimento, e non ci riesco pienamente, ma almeno sorride, e sorride a me, grata.
Arrivati, la sorpasso e le apro la porta.
“Prego, Madame” mi guarda e ride, adoro la sua risata. Mi ricordo che al primo anno ero gelosissimo di chiunque la facesse ridere, perché lei non mi avvicinava mai e stava sempre con Piton.
-Tiè- penso, riferito a Mocciosus. – ora ride per me- e poi mi sento pazzo.
Entriamo nello scompartimento e subito Lily si ricompone, mentre si ricorda perché è lì.
“Sirius, ti devo parlare” Felpato si alza ed esce, subito seguito dalla ragazza, mentre io mi siedo.
Li vedo parlare animatamente, poi sottovoce ed infine vedo che si abbracciano, e questo mi provoca una punta di fastidio che decido di ignorare. Dopo una decina di minuti rientrano, visibilmente più rilassati e sereni. Sirius si siede al mio fianco e credo che ora potremo parlare della scuola e degli esami, ma Felpato sta osservando la Evans uscire e la richiama indietro.
“Lily, se vuoi puoi restare qui con noi” lei ci guarda dubbiosa ad uno ad uno, soffermandosi in particolare su di me. Le faccio un cenno di assenso, e si accomoda di fronte a Remus, vicina a Felpato.
Dopo qualche istante di imbarazzo, Peter lancia un argomento di discussione: Quidditch.
Remus e Sirius si guardano, spaesati, e mi aspetterei che anche Lily lo faccia, invece lei è già partita in quarta con alcune considerazioni sulle ultime partite. In effetti, ora che ci ripenso, mi ricordo che molto spesso è presente ai nostri allenamenti e a tutte le partite, ma pensavo che lo facesse perché c’era un ragazzo che le piaceva nella squadra. E invece no, chi si aspettava che alla Evans piacesse il Quidditch?
Le ore trascorrono piacevolmente, e mentre ormai vediamo in lontananza il castello Alice Prewett fa capolino dalla porta chiamando Lily e dicendole che ha moltissime cose da raccontarle, così le due si allontanano.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La storia di come fu che qualcuno fu invitato a Hogsmeade ***


POV LILY
 
Severus mi sta guardando. Mi sta guardando come un cucciolo bastonato e ferito. È geloso, l’ho capito dalla sua espressione. Fingo di non accorgermi di lui e rivolgo la mia attenzione a Remus, seduto alla mia destra. Solo che alla mia destra non c’è più Remus, ma – indovinate un po’ chi sarà mai? – James Potter.
Merlino, capisco che sul treno abbiamo parlato per due minuti di fila senza che ci sbranassimo a vicenda – diciamo senza che io lo affatturassi, per essere più precisi-, ma questo non significa che lo amo, ci sposeremo e avremo tanti piccoli pargoletti che scorrazzeranno per la casa su una Nimbus giocattolo. Sospiro e alzo gli occhi al cielo, anche per evitare di scontrarmi con lo sguardo di James – hmm, volevo dire Potter.
Lo guardo di sottecchi, stupendomi di quanto sia cresciuto e maturato dall’anno scorso. Ormai non è più un ragazzino arrogante, si è alzato di almeno una decina di centimetri e ha le spalle larghe e muscolose, immagino anche grazie agli allenamenti di Quidditch a cui si sottopone costantemente. Sul mento c’è un lieve accenno di barba, che evidentemente era già cresciuta ed era stata rasata via; i suoi occhi sono adesso più profondi e seri, consapevoli che quest’anno si dovrà prendere le sue responsabilità. È diventato innegabilmente bello, non che prima non lo fosse, ma ora è proprio un uomo.
Il genere d’uomo che hai sempre sognato, Lily.
Stai zitta, vocina.
No, stai zitta tu, ho solo fatto un’affermazione pertinente, dato che stai pensando a James
Potter.
A James –continua imperterrita e beffarda la vocina- da almeno cinque minuti e credo anche che lui ti stia guardando.
Le mie guance si imporporano un poco, ma credo che nessuno se ne sia accorto perché sto guardando il piatto del pranzo da almeno – beh, tanto tempo. Troppo, decisamente troppo.
Quando sento che le mie gote hanno ripreso un colore e una temperatura normale, alzo finalmente lo sguardo e incontro gli occhi neri e attenti di Sirius. E se gli occhi sono interrogativi, la sua bocca ha gli angoli arricciati, perché Sirius Orion Black è un ragazzo sveglio. Decisamente tropo sveglio.
Lui indica me, poi Potter e infine forma un cuoricino con le mani, il tutto cercando di non farsi scoprire dal suo migliore amico.
Segniamoci questa data, gente, Sirius è stato in silenzio per più di mezzo minuto. Non era mai successo, non contando le ore in cui dorme. Sempre che dorma. Sempre che non parli quando dorme, e non sono sicurissima che non sia mai successo.
Ma riflessioni stupide a parte, gli lancio un’occhiataccia e ritorno al cibo, quando sento un rumore provenire dallo stesso punto in cui un nanosecondo fa –circa, non se sono sicura al cento per cento- era seduto il mio migliore amico, e mi volto. E Merlino, sarebbe stato meglio non averlo fatto, perché la faccia felice e incredula di Potter mi si para davanti. Sospiro. Credo che tra poco sarà meglio organizzare il funerale di Sirius. Non ho voglia di discutere con un Capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro esaltato, quindi prendo la borsa e mi allontano, elaborando un modo molto violento di uccidere.
Il mio sguardo non coglie però un movimento dal tavolo Serpeverde, e vengo bloccata da Sev- maledizione, perché continuo a chiamarlo per nome?!-, Piton, che mi chiama, appena fuori dall’ingresso della Sala Grande.
“Lily”
“Cosa vuoi?” rispondo stanca. Sono stanca, stanca di tutto e di tutti. Sono stanca di Potter, dei compiti, dei professori, della guerra e di dover essere Lily Evans, la ragazza sorridente e perfetta, con il massimo in tutte le materie. Sono stanca anche di Sev- Piton.
“Parlare” è quasi supplicante, ma il dolore provocata dalle sue parole- anzi, dalla sua parola- si fa strada ancora una volta dentro di me, e so che quella ferita non smetterà mai di sanguinare, che quella crepa non potrà più rimpicciolire. Il mio sguardo si fa duro, tagliente, freddo.
“No”
“Ma…” replica ancora una volta.
“Non credo che ci sia bisogno di insistere, Piton. Non cambierà idea”
“Neanche su di te, Potter. Per lei rimarrai sempre il solito ragazzo arrogante che si mette in mostra davanti a tutti. E nessuno aveva chiesto il tuo parere” Vedo una scintilla negli occhi di Potter, e per un attimo credo che si avventerà su Piton o tirerà fuori la bacchetta. E invece no, non fa nulla di tutto questo. Rimane in silenzio, fissandolo con astio, e sono sicura che tra poco sarà l’altro a fare qualcosa.
“Piton, James ha ragione. Sparisci dalla mia vita” sono entrambi sorpresi.
“Da quando è diventato James? Lily, non ti ricordi quando lo prendevamo in giro insieme?”
“Mi ricordo benissimo, e purtroppo la mia memoria ricorda molto bene quando io da Lily sono diventata una mezzosangue. Vattene” la mia voce si incrina, so che se continua ad insistere probabilmente cederò, e lo sa anche lui. Ma non mi aspetto che lo sappia anche Potter, che mi mette un braccio intorno alle spalle e mi stringe contro il suo petto muscoloso.
Muscoloso? Lily, sei impazzita?
È un dato di fatto, non rompere.
Oh, al diavolo!
Piton ci guarda, schifati, poi si allontana, senza prima aggiungere: “La vera Lily, la mia Lily, non lo avrebbe fatto. Sei cambiata, e non in meglio”
“Non sono mai stata tua, Piton. E non permetterò a nessuno, tantomeno ad un Mangiamorte, di dire che sono cambiata in peggio” rispondo con una calma che io stessa non mi aspettavo, mentre nello stesso istante Potter sbotta, urlando: “Come ti sei permesso, Mocciosus!”.
Gli poso una mano sul petto per calmarlo, ma poi il gesto mi sembra troppo intimo e confidenziale e arrossisco, levandola.
 Da quando arrossisci?
Non sono arrossita.
No, Alice ti ha colorato le guance con un pomodoro. Ma sentiti!
E poi, ho tutto il diritto di arrossire, quando mi pare e piace.
Non è una reazione volontaria che si può controllare.
Sta zitta!
“Beh, grazie Potter, senza di te non sarei riuscita” sussurro, staccandomi piano e allontanandomi.
“Sono ritornato Potter, Lily?” scorgo un lampo nei suoi occhi, e poi un po’ di delusione.
“Non se non ti piace, James”
“Lo amo!” si accorge di quello che ha detto e tenta, un po’ balbettando, di dire: “Cioè, voglio dire che amo questo… questo soprannome, che poi in realtà non sarebbe neanche un soprannome, bensì il mio cognome, buffo no? Cioè, insomma, io amo questo…”
“Mi accompagni a Hogsmeade, Potter?”
Non l’hai detto veramente, giusto?
Non l’ho detto.
Per Merlino e tutti i fondatori di Hogwarts, ti sei per caso rincretinita?!
A stare con lo zoppo si impara a zoppicare.
Non vedo nessuno zoppo, qui. E poi, non provare a cambiare discorso!
Era un modo di dire!
Stai cambiando discorso.
Non è vero! Sono una coraggiosissima
E anche stupida
E orgogliosissima ragazza Grifondoro. Io affronto le cose senza paura!
Stai di nuovo cambiando discorso!
 
POV JAMES
 
Il mondo gira al contrario e né Sirius, né Remus né Peter mi hanno detto niente. Un fico secco, per precisare. Lily Evans mi ha appena invitato a Hogsmeade, cercando di sabotare quello che rimaneva del mio orgoglio dopo anni di umiliazioni quando io le chiedevo di uscire e lei rifiutava.
Forse tutto questo è una tua immaginazione, e lei non ti ha mai invitato a Hogsmeade.
Vai a farti un giro in un posto molto lontano, e restaci, vocina.
Beh, quantomeno so zittire la vocina.
“Cosa succederebbe se io rifiutassi, Evans?”
“Lo faresti?”
“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda. Cosa succederebbe se rifiutassi?”
“Niente, assolutamente niente. Oh, forse qualcosina sì, aspetta fammici pensare… No, proprio niente” mi dice lei, beffarda.
“Non vengo a Hogsmeade con te, Evans”
Tu sei scemo.
Sì, decisamente.
Lily mi sorride se ne va con i capelli fiammeggianti che ondeggiano, lasciandomi maledettamente solo in mezzo all’ingresso, e fuori comincia a piovere. So che tra dieci minuti ho lezione, ma proprio non ce la posso fare a vederla nella mia stessa classe, probabilmente in prima fila come sempre. Non ce la posso fare perché per dieci minuti ho sentito uno spazio nuovo crearsi nel mio cuore, e adesso si è appena svuotato.
E soprattutto non ci posso credere, avevo una perfetta occasione per baciarla, per di più davanti a Mocciosus.
Sono io che non ci credo, ti stai struggendo per una ragazza.
Non è vero, posso averne quante voglio ai miei piedi.
Ma non le vuoi, è questo il punto. Vuoi solo lei.
Che stupidaggini, te lo dimostrerò, posso fidanzarmi con una ragazza qualunque.
Te l’ho già detto che sei scemo?
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Divertimento. Mi sono divertita un mondo a scrivere i dialoghi interiori dei due, che carini loro. Va bene, smetto di essere sdolcinata. So che l’altro capitolo non è un granché, quindi provo a rimediare con questo (Due in uno stesso giorno, voglio gli applausi! *Non si sente niente*). Spero di non essere troppo una cattiva scrittrice, e sarei felice se mi lasciaste un piccolo commentino qua sotto, scrivendomi se la storia vi è piaciuta o faccio così schifo come sembra, e se avete trovato degli errori.
Spero davvero moltissimo che vi piaccia!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La storia di come fu che Lily Evans e James Potter strinsero un patto ***


POV LILY
Alzo la mano. Il professore mi chiama e io rispondo correttamente.
“Cinque punti a Grifondoro, signorina Evans” dice Lumacorno. Perché Severus mi guarda? Ho rinunciato a chiamarlo Piton, tanto non ci riesco. Sorrido e raddrizzo la schiena, alzando lievemente il mento, orgogliosa.
 
L’orgoglio non è, al contrario di quello che si pensa, una sensazione negativa. Fondamentalmente, ci sono due tipi di orgoglio: quello che si prova per aver compiuto un’azione giusta, corretta, buona; poi c’è quello che significa arroganza, insulsa e inesistente superiorità. La prima sensazione è solitamente passeggera, mentre la caratteristica negativa di una persona è permanente e solitamente ben radicata (Generalmente inculcata nella testa dei bambini quando sono piccoli).
Penso che in quanto ad essere orgogliosi, sia Grifondoro sia Serpeverde se la battono. Esempi: Severus Piton e James Potter. Merlino, sto di nuovo pensando a tutti e due. Mi devo concentrare sulla lezione di Pozioni.
 
 
POV JAMES
Lily stringe le labbra, tenendosi meni sulle tempie.
“Si sente bene, signorina Evans?”
“Sì professore, ho solo bisogno di cinque minuti. Posso uscire un attimo?”
“Certo, vada pure” sorride e si alza, cammina fuori dall’aula.
“Professore, posso andare in infermeria, per favore? Ho un po’ di mal di testa” chiedo, alzando la mano. Lumacorno mi guarda, come per capire se sto mentendo, e io faccio una smorfia. Annuisce piano e io esco, non prima di aver sentito il professore richiamare Sirius perché si era alzato in piedi quando avevo chiesto di uscire.
Lily è appoggiata ad una colonna, mentre guarda fuori dalla finestra assolata, i capelli sembrano infuocati e le nascondono il viso. Mi avvicino senza far rumore e le sussurro all’orecchio: “Stai bene, Lily?”
Lei sussulta, ma poi si rilassa.
“Stavo pensando a te” si gira e mi guarda, e io non potrei fare a meno di baciarle il naso se non fosse che dopo mi ritroverei la sua manina come tatuaggio rosso sulla guancia.
“A me? Sei già così innamorata da pensarmi durante Pozioni?” scherzo, passandomi una mano tra i capelli. Lily non risponde, osserva i movimenti della mia mano. Poi mi ricordo che le dà fastidio che lo faccia, e mentre assumo un’espressione che dovrebbe essere angelica (L’ho provata con Sirius davanti allo specchio) tolgo la mano dalla mia chioma e rimetto a posto i capelli.
“Scusa” lei ride, Godric se mi piace la sua risata. Poi si rivolge alla finestra, e parla.
“Sai, James, quando ti ho incontrato per la prima volta sull’Espresso ho creduto che ti avrei odiato per sempre, ma l’infinito non esiste e così tu sei diventato un compagno da tenere alla larga, e col passare del tempo, da ignorare. E almeno prima sapevo che posizione avevi nel mio cuore e nella mia testa, ma ora… James, cosa sei per me adesso? Non capisco, e mi infastidisce non sapere. Dimmi chi sei, James” finisce sussurrando, e se non fosse che c’è assoluto silenzio, non avrei sentito.
Dille che ti piace da morire.
Non mi piace da morire!
Allora dille che ti piace da sempre, che ti piacciono i suoi occhi, i suoi capelli…
Ti ho detto che non mi piace. Sei testarda, eh!
Ma sentiti. Guarda che non ti devi vergognare. È normale a quest’età.
Non mi sto vergognando, sto solo dicendo la verità!
Ma non c’è niente di male. È intelligente, e pure carina.
Lei non è carina, lei è bellissima.
Visto che ti piace?
Lascia perdere, okay?
“Lily, io non so chi sono, non lo so più da quando è iniziata la guerra. Insomma, prima Hogwarts per me era l’unico posto in cui stare lontani dai problemi, e dove preoccuparsi solo per non aver fatto i compiti o perché Sirius mi aveva fatto uno scherzo. E invece ora lo sento, lo sento e lo percepisco nell’aria, che tutto è cambiato, e anche se qualcuno ride c’è sempre qualcun altro che è in ansia e in tensione per la sua famiglia. Sono maturato dall’anno scorso, non sono solo un ragazzo diciassettenne purosangue, sono James Potter, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. E lo scoprirai tu, chi sono, se solo vorrai lasciare aperte le porte del cuore anche a chi sono state chiuse in faccia dal principio. Rincominciamo da capo, Lily. Abbiamo sbagliato tutto. Le frecciatine, le battute e il sarcasmo che ci lacera l’anima, i pensieri d’ira che ci tengono svegli la notte. Aprimi le tue porte, Lily, e io farò del tuo cuore un tempio”
“Non mi servono templi, né dèi, James. Ho solo bisogno di un buon amico e di affetto. Non un amico come Severus, che mi ha lasciata nel bisogno, non come Sirius a cui devo fare da madre e sorella insieme, non come Remus con cui confronto le mie idee, non come Alice, con cui parlo di pettegolezzi. Io ho bisogno di una persona che ci sia sempre, che nonostante lui voglia giocare a Quidditch mi aiuterà a ripassare, colui con cui mi potrò sfogare la sera e una spalla su cui piangere. Sei pronto a prenderti questa responsabilità, James? Sarai maturo abbastanza da comprendere, litigare e scusarti anche quando la colpa sarà mia?”
“Io… Ci proverò. Tu farai lo stesso?” la guardo, e le sollevo il volto con l’indice.
“Si” dice, e io sento che il cuore mi sta scoppiando, martella nel petto con violenza. Mi allontano di scatto per non farle sentire i battiti frenetici. “Io ti vorrò bene” dice, e sento che non c’è bisogno che lo dica anche io, perché da qui in avanti noi saremo una coppia, che capisce al volo e che si completa le frasi. Perché in fondo, io e lei siamo sempre stati su due linee incidentali, e finalmente si sono incrociate. Adesso devono cambiare direzione e continuare sullo stesso binario, fondendosi e intrecciandosi, mescolandosi e annodandosi, anche allontanandosi, ma senza mai slegarsi o sciogliersi.
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
OK, gente. Allora, so che probabilmente vi starete chiedendo se sono impazzita, ma sinceramente mi manca proprio l’ispirazione e per giunta sono abbastanza impegnata, spero che nessuno si sia dimenticato di questa storia perché mi spiacerebbe davvero molto. Sto iniziando a pensare a qualcosa di nuovo e semmai vi farò sapere. Comunque, questo capitolo l’ho scritto un po’ lasciandomi trasportare, ma spero che apprezzerete almeno lo sforzo. Magari provo ad aggiungere un capitolo tra questo e l’altro, non lo so. Voi cosa ne pensate? Siate sinceri, per favore.
Mi dispiace un casino (Seriamente!) di non avere idee, ma le penso di notte e poi me le dimentico. Boh, va beh. Ciao e un abbraccio se qualcuno sta ancora leggendo!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3362290