Aaa fidanzato cercasi.

di kikka_67
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Richard Torinscudodiquercia Armitage ***
Capitolo 2: *** Rick e Betta. ***
Capitolo 3: *** Una speranza per il futuro. ***



Capitolo 1
*** Richard Torinscudodiquercia Armitage ***


L’aeroporto era affollato all’inverosimile e non solo a causa delle imminenti festività natalizie, una tempesta di neve che da ore imperversava su Londra non faceva presagire nulla di buono, iniziavo a temere di non riuscire a partire e di dover passare le feste a casa in solitudine. Come tanti altri passeggeri in attesa, ogni tanto gettavo uno sguardo al tabellone delle partenze e fu allora che la vidi.
Capelli scuri, occhi di un azzurro chiarissimo, altezza media e corporatura esile, elegante.   L’espressione serena celava, a chi non la conosceva bene, una personalità forte, determinata, estremamente sincera e leale, in special modo nei confronti delle persone che amava.  Da ragazzina era un batuffolo dolcissimo, una scricciolina che mi seguiva ovunque. Era da sempre presente nei miei ricordi di adolescente, la sorellina che non ho mai avuto.   Da qualche minuto, però, sul suo viso si leggeva chiaramente un profondo disappunto. La causa scatenante del suo disagio, sembrava una di quelle persone convinte che la tenacia sia un’ottima qualità per raggiungere il risultato prefissatosi.
L’uomo le parlava con un tono suadente, accompagnando alle parole sguardi affettuosi e talvolta intensamente lascivi come in quel momento.  Non riuscivo a sentire le sue parole, il frastuono intorno a me era assordante, ma lei sembrava non volerlo ascoltare e cercava con gli occhi un qualsiasi appiglio per liberarsi di quello che considerava chiaramente una vera seccatura.  Senza intenzione alcuna, sospinto da un gruppo di turisti che si avviava verso l’uscita, mi sono ritrovato dietro le sue spalle proprio nel momento in cui con un gesto esasperato cercava di respingere un’inopportuna carezza sul viso.
 
  • Adesso basta! Non ti azzardare a mettermi le mani addosso un’altra volta, non sono interessata! Mi chiedo cosa ti è difficile comprendere, Nathan, il fatto che non voglio venire a letto con te oppure credere che stia effettivamente aspettando il mio fidanzato? –
  •  Se non sei rinchiusa nella sala riunioni a studiare qualche contratto, sei in ufficio a sgobbare, non hai il tempo materiale di conoscere uomini! Sono sicuro che il tuo fantomatico fidanzato non esiste! E … -
 
E…perché non sono in grado di ignorare ciò che ho appena sentito e non mi faccio semplicemente gli affari miei?  Io non sono un cavaliere dalla scintillante armatura e molto probabilmente quello sprovveduto non è a conoscenza del fatto che quella donna carina è solo all’apparenza indifesa, ma che in realtà è una barracuda pronta a distruggere chiunque la ostacoli, ma forse   quel pover uomo è solo una vittima del suo fascino subdolo! Purtroppo qualcosa nella sua espressione mi spinge nella direzione meno opportuna. Perché sono un’idiota masochista.  Ovvio.
 
  • Ciao tesoro, non riuscivo a trovarti, sono in ritardo, scusami. – sussurro sorridendo alla donzella in difficoltà.
 
 
Non posso dire chi dei due ha l’espressione più sconvolta mentre mi fissano.   L’esame dura solo pochi secondi, ma l’ometto dopo avermi soppesato velocemente, con mio grande divertimento, si allontana di un passo dalla “mia” fidanzata, che nello stesso momento si protende verso di me barcollando, assolutamente sconvolta. Ma in breve tempo il suo viso si trasforma, è sinceramente felice di vedermi, ha colto la situazione al volo e simula perfettamente una dolce espressione di sollievo. Con naturalezza si appoggia a me per sfiorarmi con le labbra la guancia.
 
  • Grazie. Ti devo un favore.  – sussurra pianissimo.
  • Chi è il tuo amico cara? – le chiedo fintamente curioso.
  • E’ un collega, tesoro. Mi stava appunto salutando. Sai con questa neve aveva paura di non riuscire più a tornare in città. Nathan ti presento il mio fidanzato…. –
  • Richard, piacere di conoscerla. – la interrompo, porgendo la mano verso l’uomo che sembra aver ingoiato un rospo.
  • Il piacere è mio. Dicevo appunto a Liza che stentavo a credere della sua esistenza, è sempre tanto presa dal lavoro. – sbiascica ricambiando la stretta.
  • E’ stata la mia fortuna che non si sia lasciata distrarre da qualche manager intraprendente ed abbia avuto la pazienza di aspettarmi. E se non ha mai sentito parlare di me, forse, Elizabeth ha solo preferito non confidarsi con nessuno, la riservatezza è una qualità molto preziosa non crede? – gli chiedo sornione.
  • Certamente. Ehm.allora.. Vi auguro una buona vacanza. – mormora in tono dimesso allontanandosi.
  • Siamo stati bravi, c’è cascato in pieno!  Non so come ringraziarti…Ricky. –
  • Non chiamarmi così, lo sai che mi dà noia. Però è’ stato un piacere aiutarti, mia cara, spero solo di non aver ferito, intervenendo, un cuore innamorato. – ribatto volgendo un breve sguardo al poveretto che cammina indispettito.
  • No, tranquillo. E’ solo un mentecatto convinto di essere irresistibile. Ci prova con tutte in ufficio. – risponde sicura.
  • Mi chiedo il motivo di fingere di aspettare un fidanzato, non potevi rimetterlo al suo posto da sola? Non mi pare una persona irragionevole. –
 
La mia asserzione la fa ridere – Vedi, Nathan è un uomo sicuro di sé, convinto di essere una benedizione per una donna e siccome è una persona generosa, si prodiga affinché la maggior parte di noi possa godere delle sue attenzioni.  E non volendo fare discussioni in pubblico, è una cosa che mi urta molto, temporeggiavo. Ti ringrazio. Senza il tuo aiuto sarei stata costretta a seminarlo in qualche altra maniera. Ma dimmi come stai? Sono secoli che non ci vediamo. Sei cambiato parecchio, vesti con stile, chi è il fashion stilist che ti segue? E hai anche un taglio di capelli decente…molto bene, sei un vero macho sexy!   – ironizza guardandomi attentamente.
 
  • Bene, tu invece non sei molto cambiata, Betta, non nell’essenza almeno. Ti ho lasciata che eri un topino dispettoso e adesso sei diventata una donna…. – stavo per aggiungere fantastica, ma era meglio non farle troppi complimenti, sarebbe diventata insopportabile!
  • Elizabeth!! Cosa stavi per dire Mr. Scudodiquercia Armitage? Una donna…? E poi avevi promesso che non mi avresti chiamato più Betta! – sibila con un ringhio.
  •  Come vedi i voli sono stati cancellati. Mi fai compagnia davanti ad una tazza di tea? – ovviamente ignoro il suo ultimo commento e sorridendo gentile le offro un braccio.
 
 
 
Abbiamo passato quasi tutta la notte, dividendo un tavolino e parecchi caffè, a parlare dei tempi andati e di quelli che non avevamo condiviso,  e così ho scoperto che è diventata una manager di un’importante industria cosmetica. E che questa vacanza è una specie di premio per riprendersi dalle fatiche professionali. Ho anche scoperto che è single, come me, e che prendiamo lo stesso aereo e…. Che ha un profumo meraviglioso.
Si è  trasformata in una donna sicura di sé, elegante, ma non aveva perso il vizio, quando era nervosa di mordersi le labbra. Forse era a disagio per causa mia, improvvisamente ripenso alle ultime parole che mi aveva urlato in mezzo alle lacrime…ti odierò per sempre.
  Non ci eravamo salutati da buoni amici ed era stata tutta colpa mia. Ero andato a casa dei suoi, prima di partire per una tournee, che mi avrebbe portato fuori patria per un anno e l’avevo trovata pronta a seguirmi, mi aveva sussurrato parole d’amore e baciato con labbra tremanti d’emozione. Colto di sorpresa   l’avevo respinta e mortificato quel delicato sentimento che era mio dovere rifiutare. Era ancora una bambina all’epoca e avevo ritenuto più giusto deluderla, che legarla a me con dolci ricordi, che le avrebbero impedito di vivere la sua vita serenamente.   
 
 
 
 
 
 
 Richard è diventato  un uomo interessante, è sempre stato molto riservato, di primo acchito sembra severo, quasi arcigno. Lo sguardo deciso e il portamento sicuro gli conferiscono un’aurea autorevole. In realtà, Rick,  è un uomo estremamente generoso e gentile, lo è con chiunque, provvede al bisogno altrui prima che del proprio. Nonostante il suo viso non rispetti i canoni di bellezza maschile, è decisamente attraente e difficilmente passa inosservato, infatti tutte le donnine che sono passate davanti al nostro tavolo non hanno mancato di notarlo. I loro sguardi adoranti però,  quando si accorgevano di me, si colmavano di malevola incredulità, è stato davvero divertente.
Ha i capelli lunghi, raccolti in una coda bassa e una barba incolta che rende i lineamenti del viso più marcati.  E’ vestito casual, con una dolcevita e pantaloni blu scuro e un pastrano pesante che lo ripara dal freddo, sembra un marinaio in libera uscita, anzi un pirata. I suoi occhi, incredibilmente azzurri come li ricordavo, sono un po’ velati dalla stanchezza, ma non importa, è assolutamente meraviglioso.  Ho passato quindici anni lontano da casa per studiare prima e per lavoro in seguito,  ho avuto alcuni flirt e solo un paio di storie che credevo importanti, ma  non sono mai riuscita a dimenticarlo, per un breve attimo ripenso all’ultima volta che lo vidi,  preferisco ignorare l’imbarazzo, ero solo una ragazzina, innamorata dell’amore e dell’unico ragazzo che conoscevo che non fosse pieno di purulente acne, era stato per me… la prima cotta ecco.  Sono riuscita a convincervi?  Saliti a bordo, non so come, riesce a convincere la hostess a sostituire i posti indicati nei biglietti con altri due vicini. Che carino!
 
 
 
 
 
Mi giro verso di lei mentre dorme, sul viso ha un’espressione assolutamente tranquilla e rilassata, la testa sulla mia spalla e una mano sul mio braccio.   Mi permetto di guardarla con calma, con il desiderio di imprimermi nella memoria i suoi tratti da adulta.  Non sono un uomo particolarmente espansivo, difficilmente mi apro con le persone appena conosciute, ho imparato dopo alcune esperienze negative a soppesare le persone con attenzione prima di permettere che sfiorino la mia sfera più intima. Coltivo le amicizie di vecchia data e ho avuto poche storie veramente importanti con donne a cui sono tuttora legato da un affetto profondo.  Ma nonostante tutto mi sono ritrovato più volte, piacevolmente sorpreso, di sentirmi ancora così a mio agio vicino ad Elizabeth, volevo bene alla bambina che era, ma la donna che è diventata mi piace molto, forse anche troppo.
 
 
 
 
 
Quando finalmente scendiamo a terra, dopo aver recuperato le valige, camminiamo uno affianco all’altro in silenzio, una sottile sensazione di perdita e nostalgia ci separa, nonostante fossimo ancora insieme.  Mi sarebbe piaciuto chiedergli di tenerci in contatto, ma ero cosciente che appena fuori dalle porte di questo aeroporto, Richard sarebbe ritornato ad essere solo una vecchia conoscenza, un’amicizia che apparteneva ad un passato ormai lontano.
 
 
  • Ehm… ti va di fare colazione con me? – chiedo ansiosa senza guardarlo.
  • No, ti ringrazio. Mi aspettano fuori.  – risponde lentamente fissandomi serio.
  • Va bene, come vuoi. Richard. E’ stato un piacere averti rivisto e naturalmente averti avuto come fidanzato anche se solo per cinque minuti. Ciao ti auguro buone feste.  – gli sorrido porgendogli la mano.
  • Ti sembra il modo di salutare il tuo fidanzato? Sei una donna ben avara mia cara Elizabeth! – esclama girandomi verso di lui.
  •  Sono contento di averti avuta come fidanzata…. Anche se solo per cinque minuti…- sussurra a voce bassa.
 
 
 
I suoi occhi sembrano diventare più scuri e incatenano i miei senza fatica, la sua barba morbida mi sfiora la guancia e il bacino che si protrae per qualche minuto più del dovuto, mi paralizza i sensi. Sono sopraffatta, non tanto dalla sua vicinanza, ma dal repentino quanto intenso desiderio di appoggiarmi a lui. Quanto mi era mancato, quando era partito, avevo pianto per giorni e mi ero ripromessa che mai più avrei permesso a nessun uomo di farmi soffrire in quel modo.
 Invece quando avevo conosciuto David mi ero lasciata incantare dai suoi  modi eleganti e raffinati, avevo ignorato la totale assenza di passione,  preferendo esaltare  i molteplici fattori che facevano di noi, le  due  facce della stessa medaglia, due anime affini i cui gusti ed opinioni  combaciavano perfettamente.  Avevo creduto di aver trovato l’uomo giusto, invece quell’omuncolo ridicolo era riuscito a ferirmi, in realtà a soffrire era stato  il mio amor proprio quando avevo scoperto che mi tradiva con una collega. In quel momento avevo anche compreso che non lo avevo mai amato.
 
 
 
 
 
  • Fidanzata??!! – esclama una voce esultante dietro di noi.
  • Mamma! Ciao come stai? No.. Non hai inteso…. – borbotta Richard abbracciando una bella signora sorridente e assolutamente convinta di aver sentito suo figlio pronunciare la parola “fidanzata”.
  • Elizabeth?!! Sei tu la sua fidanzata?  Ero quasi convinta che vivessi in Europa! In tutti questi anni non l’hai mai accompagnato qui da noi. Non è un rimprovero ti assicuro, cara, Richard mi ha detto quanto sia importante per te il tuo lavoro. – continuò imperterrita baciandomi affettuosamente.
  • Nora, ti assicuro che io…non sono…Non hai compreso che… - rispondo esitante incapace di frenare il suo entusiasmo.
  • Chiamami mamma ti prego! Tra poco tempo farai parte anche tu della famiglia.  –  risponde sicura prendendomi sotto braccio.
  • Richard!!  – trillo allarmata.
  • Eh?! Si certo! Ecco… pensavo… Io ed Elizabeth andremmo in albergo… così…. –
  • Richard!!! – lo intimo al limite di sopportazione.
  • Ma non se ne parla assolutamente!! I parenti vengono a casa con me, lo spazio non manca, lo sai. - replica perentoria.
 
 
Mentre Nora impartisce ordini a casa tramite cellulare rimango a fissare Richard che a sua volta mi studia attentamente con uno strano sorriso a piegargli le labbra, gesticolo in modo eloquente verso sua madre, SPIEGA L’EQUIVOCO!! Ma lui continua a sorridere quasi soddisfatto. Tento di divincolarmi dalla sua stretta ma lui aumenta la pressione delle dita e con garbo mi allontana dalla signora che esultante divulga velocissima la buona novella.
 
  • Hai ragione dovrei dirle tutto, ma hai visto come è felice? A casa vivono anche mia nonna, mio padre e un numero non ben precisato di zii e cugini, non vorrai deludere metà della mia famiglia? –
  • Non essere ridicolo! Chiarisci l’equivoco prima che assuma dimensioni mastodontiche. Se questa “cosa” arriva alle orecchie di “mia” madre, sono rovinata! Come puoi anche solo pensare di sostenere questa farsa per più di qualche minuto e perché poi!!!?? Tu la donna ce l hai, no!?! –
  • Ascoltami ti prego, per quieto vivere ho ehm… inventato una fidanzata ufficiale per tranquillizzare mia madre. – mormora velocemente trascinandomi un po’ più distante dal fine udito materno.
  • Hai mentito a tua madre?!! – esclamo allibita.
  • Diciamo che le ho lasciato credere… insomma prima o poi glielo dirò! Sarà solo per pochi giorni, in montagna abbiamo uno chalet, potrai utilizzarlo per le tue vacanze da sola, ovviamente. Ti prego non hai idea quanto mi aiuteresti, ogni anno è sempre la stessa tortura, appena arrivo, mia madre invita frotte di donne determinate a mettere su casa con il sottoscritto! Qui addestrano le figlie a diventare mogli e madri, sono tutte determinate a catturare il primo poveretto che abbocca, vogliono mettere su casa appena uscite dalla scuola dell’obbligo!! – sibila esasperato.
  • Ma dai Rick, stai farneticando.  E se fossi una pazza maniaca con velleità casalinghe pure io e tentassi di incastrarti? – lo sfido ridendo.
  • Perché sei interessata al matrimonio?! – chiede sinceramente stupito.
  • Assolutamente no! Che Dio me ne scampi e liberi! Ma non è questo il punto… -
  • Invece sì, è perfetto, non capisci? Noi non siamo interessati al matrimonio, siamo consapevoli che una storia tra noi non potrà mai esistere, e poi mi devi un favore no? – chiede abbagliandomi con un sorriso mozzafiato.
  • Questo è un colpo basso!  Ti concedo una sera e basta! Domani mettiamo su un litigio con i fiocchi e mi sbatti fuori di casa ed io finalmente raggiungerò il mio albergo per iniziare le mie ferie, prendere o lasciare! – sentenzio categorica. Beh a dire il vero lo comprendo benissimo, tutto sommato anche io avevo inventato di sana pianta un fidanzato per lo stesso motivo.
  • Prendo! Ti ringrazio! Ehm… esattamente per cosa dovremmo discutere? Dammi un suggerimento, se non mi preparo psicologicamente, sarà impossibile mentire ed essere credibile. –
  • Ma non lo fai per mestiere? E va bene, ehm…. russo, come un trombone! Se siamo fidanzati si presume che dormiamo insieme e tu questa sera … scappi fuori dalla stanza…urlando. Che ne dici?  - suggerisco veloce.
  • Ho il sonno pesante, non me ne accorgerei mai, altro? – risponde scartando l’idea con un gesto della mano.
  • Sono disordinata, non so cucinare… - propongo.
  • No, non va, ho una donna di servizio, non sarebbe un problema. Un altro uomo?  Sarei spietato! – mi assicura.
  • E perché non facciamo un’altra donna? Io sarei spietata!! Ci sono già passata, provo ancora del risentimento che cova in un angolino nascosto e sono pronta ad usarlo senza pietà!! – replico sorridendogli soavemente.
  • Mi spiace per te. Comunque non va Elizabeth, se lo viene a sapere mia madre mi tortura a fuoco lento! Mi butta fuori casa appena ti vede varcare la porta! – afferma serissimo.

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Capitolo 2
*** Rick e Betta. ***


 
Chissà perché tutta questa situazione mi diverte, potrei recitare la parte della fidanzata perfida. L’idea non mi dispiace. Potrei cambiare mestiere e diventare una sceneggiatrice! Stavo per rifiutare quando Richard mi sorride accattivante. Un sorriso scanzonato e disarmante, un sorriso che fa risplendere i suoi occhi e che piega le sue labbra sottili in una curva meravigliosamente sexy. Wow. E poi ad un tratto mi ritrovo davanti ad una villa enorme circondata da un numero non ben precisato di parenti sorridenti e chiassosi che ci accolgono felicissimi. Vengo presentata come la fidanzata di Richard e ricoprendo questa veste attiro gli sguardi ostili di alcune mamme con figlie a seguito. Nel giro di un’ora la cara Nora aveva organizzato un vero e proprio party, in casa ci saranno almeno una cinquantina di persone ed è impossibile per me allontanarmi dal fianco del mio caro fidanzato.
 
 
  • Ma Richard dimmi un po’, ma dov’è l’anello?? – chiede un nonnetto.
  • Beh ecco… - balbetta Rick preso alla sprovvista, guardandomi.
  • L’abbiamo lasciato dall’orefice per far incidere alcune parole. – rispondo noncurante.
  • Oh che meraviglia! Come siete teneri! Quanto mi piacerebbe sapere come ti sei dichiarato! – tuba estasiata una zia.
  • Si dai racconta!! –
 
 
Tutta la famiglia e alcuni amici si sedettero di fretta vicino a noi per sentire meglio il racconto. Senza dubbio non mi aspettavo di iniziare così presto ad usare tutte le mie doti di attrice, quindi con una “spintina” gentile, cerco di attirare l’attenzione di Richard.
 
  • Veramente è Elizabeth quella più adatta a raccontare questa storia, io non potrei riportarvi neanche la metà dei dettagli che invece lei ricorda benissimo! Vero tesoro? –lo sento mormorare con voce melliflua.
  • Che cosa?? Ma devi raccontare anche tu, è la tua famiglia, vogliono sentire anche la tua versione. Facciamo così, io inizio e poi tu continui. Allora dovete sapere che quella sera stavo andando a Parigi, ci andavo per lavoro. Un lungo weekend colmo di riunioni e dibattiti noiosissimi e invece ho passato due giorni interi con quest’uomo meraviglioso… - mormoro rivolta alle signore presenti che sospirano all’unisono, rivolgendo a Richard uno sguardo estasiato in attesa del seguito. E’ incredibile l’effetto sconvolgente che suscitano le parole, Parigi, weekend e uomo meraviglioso.
  • Beh ecco io, non volevo che partisse, avevo deciso di darle l’anello e…. Sapete avevo faticato tanto per sceglierlo, finalmente avevo trovato quello perfetto per lei e non potevo aspettare quindi… -
  • Quando sono scesa dall’aereo, non mi sarei mai aspettata di vederlo tra la folla con un fascio di orchidee bellissime tra le mani … -
  • Orchidee?  Dovevi prendere delle rose rosse zucchina!! – borbotta Nora contrariata.
  • Ma mamma il suo fiore preferito è proprio l’orchidea, e ti posso assicurare che le ha gradite tanto. –
  • E poi? Cosa è successo? Ti sei inginocchiato davanti a tutti lì in aeroporto? – chiede una voce querula di uno dei cugini.
  • Esattamente!  Era così carino, tutto emozionato …. –
  • Eri il nostro eroe Richard! Non credevamo che fossi in grado di cadere così …in basso...! – esclamano in coro gli amici ridacchiando.
  • E adesso finitela!! E poi? – chiede una ragazza guardando minacciosa il gruppetto di ribelli.
  • Siete andati in albergo e le hai servito fragole e champagne, prima di amarla dolcemente? Non vorrai deludere i più reconditi desideri di ogni singola signora che è presente in casa. Non ti preoccupare dì tutta la verità, tanto ormai noi uomini verremo comunque tacciati furiosamente per essere dei pidocchi senza spina dorsale, insensibili e…campagnoli ignoranti!  -
  • Beh…. Le ho dato l’anello e poi siamo andati a festeggiare. – conclude rapidamente Richard infastidito dalle risatine.
  • Era meglio quando raccontava Elizabeth.  Almeno dalle un bel bacio per suggellare la promessa. – sentenzia la nonna.
  • Ma veramente… - protesto sorpresa.
  • Dai nonna. Non è il momento… –
  • Richard, ho tirato su quattro figli e metà delle persone presenti in questa casa, non crederai di scandalizzarmi? Ho visto parecchie cose nella mia vita, quindi, baciala! – ripete perentoria.
 
 
Se la nostra intenzione era convincere la nonna che non era il caso di dare spettacolo davanti a tutti, non lo sapremo mai.  Io e Richard ci siamo girati nello stesso momento nella stessa direzione e l’impatto che ne è seguito, ero sicura di essermi frantumata il naso, ai più dev’essere sembrato un abbraccio appassionato perché quando ci siamo allontanati l’uno dall’altra hanno esultato e applaudito.
 Richard mi ha stretto a sé per impedire che cadessi ed è bastato uno sguardo perché mi perdessi nelle trasparenze azzurre dei suoi occhi. All’improvviso avevo la gola stretta da una strana ansia, mi dimenticai di essere al centro di una stanza gremita di gente che vociava allegramente, un sottile ronzio mi impediva di sentire cosa dicevano, o forse, in quel momento, non ritenevo necessario ascoltarli.
 Mi concentrai sulla strana sensazione che mi pungolava da quando lo avevo rivisto, o forse era il suo profumo che sollecitava i miei sensi, in breve mi resi conto di cosa mi stava succedendo, avevo voglia di baciarlo davvero, con grande fatica evitai di abbassare lo sguardo sulle sue labbra ma nulla m’impedì di detergere le mie con la punta della lingua. Richard dopo un attimo di esitazione si decide a chinarsi per sfiorare le mie labbra.
 Istintivamente chiudo gli occhi, ma rimango immobile, quasi senza respirare, aspettando che si allontani. Non era repulsione anzi il contrario, ero costretta a concentrarmi per mostrarmi passiva, ma non volevo che lui si accorgesse di ciò si agitava dentro di me. Le sue labbra si muovono appena, morbide e carezzevoli, ma dovevo tenere a mente che era un bacio finto, come quelli che lui era abituato a elargire per lavoro.
Il mio problema è che non sono abituata a baciare un uomo davanti ad una folla esultante e trovo veramente difficoltoso tenere a freno le mani che fremono dalla voglia di sciogliere il nodo che trattiene i suoi capelli ed accarezzarli. Quando sento le sue labbra socchiudersi, lo faccio anche io. Inclino leggermente il viso ormai persa la ragione per invitarlo ad approfondire il bacio ma lui frettolosamente si allontana da me.  Peccato!
 
 
  • Complimenti ragazzi! Vi auguriamo tanta fortuna e felicità! –
 
 
 
Ho sopportato tutto, gli abbracci, gli auguri sinceri, le domande sul vestito da sposa, sui piatti che avevo intenzione di prendere, sul viaggio di nozze, ma vedere gli occhi della nonna brillare di lacrime è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. Ho arpionato il braccio del mio caro futuro maritino e l’ho trascinato nella veranda.
 
  • Cosa succede? – domanda sorpreso.
  • Cosa succede?! Vorrei sapere quando iniziamo a tirarci i piatti e la facciamo finita con questa farsa. Non sono abituata a mentire e non credo di riuscire a reggere ancora per molto.  – trillo esasperata.
 
 
 
Voglio fuggire da tutti ed in primis dal mio fidanzato.  Corro in bagno a grandi passi per cercare di calmarmi e maledissi la mia idiozia, perché mi sono cacciata in questa situazione? E dire che avevo bisogno di rilassarmi e invece mi ritrovo a mentire davanti ad un’intera famiglia.
Naturalmente sono abbastanza sincera d’ammettere che non è solo questo il motivo del mio “disagio”, sono attratta da lui come non mi era mai capitato con nessun altro uomo.  Ma non c’è nulla di innaturale, io non sono più una ragazzina che si emoziona davanti al suo idolo, la mia è una reazione puramente fisica, Richard è un bell’uomo ed io sono ormai una donna, una donna con i tutti i suoi istinti, mi dico, fissando la mia immagine allo specchio che sembra essere d’accordo con me almeno su questo punto.  
Dopo tutto non è colpa sua se sono in astinenza di contatto fisico da parecchio tempo, mento sapendo di mentire, Richard mi piace da morire, mi è sempre piaciuto e non solo per il suo aspetto.  Con un sospiro mi aggiusto i capelli e il trucco, devo rientrare in scena, coraggio, devo solo resistere ancora per poche ore e poi potrò iniziare la mia vacanza.
 
 
 
 
  • Tutto bene? – mi chiede appena lo raggiungo in sala da pranzo.
  • Tutto bene, grazie. Avevo bisogno di un attimo di solitudine, e ho trovato un motivo più che valido per troncare la nostra relazione. – gli confido sottovoce.
  • Perfetto e qual è? – mi chiede sorridendo.
  • Non posso sposarti. Mi dispiace. – rispondo a voce alta.
  • Ma perché? Cosa è successo? – replica in fretta cogliendo il senso delle mie parole.
  • Non posso… Non ti amo. – rispondo drammaticamente desolata scappando di corsa, lasciando tutti assolutamente basiti. Come attrice faccio pena!
  • Elizabeth!! –
 
 
 
La stanza che ci avevano preparato era veramente carina, con un grande letto in legno coperto da un caldo piumino lavorato a patchwork e grandi poltrone girate verso la porta finestra da cui si scorgeva il lago. Nora aveva provveduto a farmi disfare le valige e aveva preparato una pila di soffici asciugamani nell’enorme stanza da bagno adiacente. Sicuramente era una donna gentile e ospitale ed io mi sento un verme ad averla ingannata. Non mi stupisco di sentire Richard armeggiare con la serratura mentre cerca di entrare.
 
  • Come è andata? – gli chiedo ansiosa.
  • Sei stata meravigliosa, sono tutti preoccupati. Ma hanno accettato le mie spiegazioni. –
  • E cioè? -
  • Che hai paura del matrimonio e che ti ho costretto io a venire qui per conoscerli e… mi hanno suggerito di andare su al cottage per cercare di …. Far pace… e quindi… -
  • Non ho compreso bene, hai detto che avevo paura del matrimonio e fin lì ci siamo, ma mi par d’aver capito che hai lasciato credere che vuoi tentare di… - la piega che stava prendendo la cosa non mi piaceva per nulla.
  • Non si era detto che “IO“  avrei avuto a disposizione il cottage per le “MIE” ferie…. – borbotto minacciosa.
  • Ed è così, giuro! Ma non ti spiace se ti seguo? Ci sono camere a sufficienza, ti prego, i miei non crederebbero mai che lascerei andare via la donna che amo, senza reagire. – mormora disarmante.
  • Ah… perfetto… e quanto deve durare questo tentativo? Sai io ho solo due settimane di ferie per rilassarmi. – gracchio acida.
  • Partiamo questa sera, solo per una notte. Va bene? Ti libererai di me quanto prima. – mi assicura sollevato.
 
 
 
 
E in men che non si dica siamo saltati in macchina e   dopo un’ora di viaggio finalmente ci fermiamo davanti alla casa dei miei sogni. Era un cottage a due piani in pietra, con grandi vetrate che si affacciano sulla vallata, arredata con un mix di legno e ferro battuto. Nell’aria alleggia ancora un lieve profumo di cera per mobili. Dopo aver scaricato i bagagli e le provviste, Richard apre tutte le finestre e mi mostra la casa. Lontano dalla festa sembra più rilassato, è ritornato ad essere il compagno piacevole che avevo ritrovato all’aeroporto.
Mentre preparavamo la cena non ha smesso un attimo di parlare e dopo si è offerto di sistemare la cucina mentre io gironzolavo per la casa. E’ meravigliosa, non molto grande, ma ogni spazio è stato utilizzato per renderla confortevole. Il bagno del piano di sopra mi lasciò senza parole, le due grandi finestre regalano una vista spettacolare e nel centro della stanza c’è una vasca a zampe di leone.  Un sogno. Non vedo l’ora di usarla questa sera. Immaginano la scena come se ce l’avessi davanti agli occhi, le luci soffuse delle candele, rendono l’atmosfera più intima, due bicchieri di vino bianco e poi…. Lui… che entra da quella porta con guardandomi così intensamente da togliermi il respiro, mi vedo mentre lo raggiungo....
 
  • Ecco dove ti eri nascosta? – esclama ilare. E addio sogno sexy!
 
 
  • Tua madre ha arredato la casa con molto gusto, tutto sembra studiato nei minimi particolari. – mormoro con voce strozzata, ritornando alla realtà.
  • Non è stata mia madre ad arredarla ma la mia ex moglie. E’ un’arredatrice.  Quando ho comprato questa casa, ero convinto di viverci con lei, ma dopo un po’ le cose non sono andate bene tra noi. –
  • Non sapevo che ti fossi sposato. Mi spiace, so cosa vuol dire ricominciare da capo… da soli. –
  • E’ stato un colpo di testa ed in seguito ho avuto modo di pentirmene amaramente. Ma non ne parliamo più! Che ne dici se per questa sera dimentichiamo il passato e brindiamo? – propone sfregandosi le mani.
  • Per me va più che bene.  Ma cosa festeggiamo?  -  chiedo ridendo.
  • Beh il nostro fidanzamento! –
 
 
 
 
Così davanti ad una bottiglia di champagne, che Richard aveva scovato in cantina, passammo quasi tutta la serata a distruggere moralmente i rispettivi ex.   Non mi ero mai divertita così tanto a parlare del mio fidanzato che aveva scelto il mio appartamento, di cui aveva le chiavi, per fornicare con la sua collega preferita e mentre raccontavo nel dettaglio la scena in cui, rientrando in anticipo dal lavoro, avendoli trovati a letto indaffarati, non avevo trovato niente di meglio da fare, per vendicarmi, di buttare fuori dalla finestra i loro vestiti e di cacciarli di casa praticamente nudi, Richard batteva le mani estasiato.  Dopo aver esaurito l’euforia causata in gran parte dall’alcool ingurgitato, ci ritrovammo a ballare vicino al caminetto, senza musica, beh non è che stavamo proprio ballando, ci muovevamo appena sostenendoci l’uno con l’altro.
 
  • R-Richard, che fai dormi?   - mormorai piano.
  • No…ma forse è ora di andare a letto…. – mi risponde sciogliendo il nostro abbraccio.
  • Sono d’accordo. – gli sorrido come un’ebete.
  • Vieni ti accompagno di sopra, ho come l’impressione che se ti lascio da sola non trovi la stanza. – ridacchia l’idiota.
  • E avresti ragione. Andiamo. –
 
 
Una volta arrivata sana e salva in camera sono riuscita a trovare la mia valigia e trovare ciò che mi serviva per cambiarmi, non avevo altro in mente che buttarmi dentro la vasca che avevo visto nel pomeriggio. L’acqua era bollente e profumata dai sali che avevo trovato dentro un armadietto e in breve l’effetto della semi sbronza svanì con le bolle di sapone. Non mi era mai capitato di essere così in sintonia con un’altra persona ed in special modo con un uomo, vicino a lui riuscivo a rilassarmi, mi fidavo di lui come quando ero bambina. Era davvero carino e gentile…. A
All’improvviso lo sguardo feroce di un suo personaggio mi fece saltare come una molla, nessuno avrebbe potuto fingere un’ira così travolgente se non facesse parte della propria natura. Avevo visto ultimamente uno spettacolo teatrale, Rick incarnava un pazzo maniaco assassino che uccideva le sue donne in modo brutale, in una scena in particolare, lui gridava e tremava convulsamente la sua espressione era talmente feroce e grottesca… Solo in quel momento realizzo anche che sono da sola, in una casa isolata, con uno che avrebbe potuto, nel tempo, aver celato ai più una natura violenta. D’un tratto le ombre morbide della sera divennero sinistre ed ogni piccolo scricchiolio inquietante.
 
Entrai in camera circospetta e accesi tutte le luci per accertarmi che non ci fosse nessuno acquattato nell’ombra pronto ad aggredirmi, ma tutto era in ordine e ridendo della mia fantasia perversa decisi che avevo bisogno di un tea caldo per rilassarmi. Mentre aspettavo che l’acqua fosse pronta mi sedetti su uno sgabello e feci bene perché dopo un attimo entrò Richard, se non avessi avuto quel sostegno sarei caduta a terra. Aveva i capelli bagnati sciolti sulle spalle e come me disdegnava il pigiama, una maglietta attillata gli fasciava il petto e nonostante indossasse una paio di pantaloni leggeri in cotone, riuscii ad indovinare la muscolatura soda e tonica delle gambe.
Un improvviso malessere mi toglie il fiato, prima di tutto sembro una strega con i capelli umidi e poi non porto la biancheria intima sotto la maglietta quindi sospetto che appena mi muovo lo noterà e si accorgerà anche che lo sto studiando troppo attentamente ed è possibile che si faccia una sbagliata idea delle mie intenzioni che sono quelle si svignarmela il più in fretta possibile lontano da lui. Nervosamente getto un’occhiata verso la porta, indecisa se darmi alla fuga oppure optare per un’azione violenta, se mi dovessi trovare nella situazione di dover sfuggire dalle sue avances, le userei senza remore, se me le  ricordassi.
Ma lui è semplicemente interessato ad una tazza di tea e gentile come sempre mi porge la mia tazza sorridendo.  Con mia grande vergogna riconosco di essere una povera illusa, che si ritrova a sbavare davanti al primo uomo che ha davanti agli occhi, che si lascia trascinare dalla fantasia in situazioni assolutamente ordinarie. Oddio speriamo che non si sia accorto di nulla! Mi alzo con gli occhi bassi per evitare di ammirarlo di nuovo e biascico un buonanotte, ma non faccio in tempo ad arrivare alle scale che la luce si spegne.
 
 
  • Elizabeth aspettami, prendo una torcia, dev’essere andato in blocco il generatore. – mormora tranquillo.
  • V-va bene. – rispondo paralizzata dall’ansia.
  • Ma stai male? Stai tremando. – chiede sorpreso quando mi prende per mano.
  • Non è nulla, sono solo stanca. – mento spudoratamente. Devo allontanarmi da lui subito!
 
 
Il mio respiro rimbomba nelle orecchie e a ogni passo le mie gambe diventano più pesanti, le dita che stringono con forza la tazza, sono ghiacciate, totalmente prive di circolazione, mentre quella che stringe la mano di Richard è bollente. Finalmente raggiungiamo la mia stanza e dopo avermi aperto la porta si sposta per farmi passare ed io, sono pronta a giurarlo, inavvertitamente lascio cadere ciò che avevo sorretto con tanta cura. Il tea lo bagna quasi completamente e il suo gemito di sorpresa mi urta le orecchie, lo fisso sconvolta per un attimo ma poi senza nessuna logica inizio a ridere sguaiatamente. Sono veramente impazzita!
Per fortuna Richard è un uomo dotato di sense of humor e sembra non essere a disagio con i vestiti bagnati che gli aderiscono addosso come una seconda pelle ma appena sono io a notarlo, il mio sguardo riflette chiaramente tutte le mie elucubrazioni oscene ed inevitabilmente anche il suo atteggiamento cambia bruscamente.
 Non sono sicura di ricordare, quando è stata l’ultima volta che ho desiderato,  così intensamente,  di essere baciata come in questo momento, lo guardo affascinata avvicinarsi lentamente a me e nel momento in cui mi sfiora apro le labbra con un sospiro estasiato. E così ho fallito miseramente, mi stavo stringendo a lui con una smania atta a dimostrare senza ombra di dubbio che il desiderio di lui non si era mai sopito ma che era stato frenato per pudore.
 Il suo sapore è dolce, sa di dentifricio e di tea al limone, la sua barba morbida mi solletica il viso ed è eccitante sentirla sulla lingua. Una parte di me sta già facendo l’amore con lui e grida di piacere ma… quella parte di me, che è stata ferita e che soffre ancora, è terrorizzata da tutto questo subbuglio e m’impedisce di ricambiare il suo desiderio come vorrei.
 
 
  • Richard…. Ti prego… - mormoro desolata sentendo il desiderio scemare.
  • Elizabeth… ? -
 
 
 
Con grande fatica si allontana un po’ per guardarmi in viso e ciò che vede, lo costringe a lasciarmi andare.  I suoi occhi sono accesi dall’eccitazione e gli ansiti che scuotono il suo petto, lentamente, rallentano. Sospirando profondamente, forse per riprendere il controllo di sé, si alza dal letto ed esce dalla stanza in silenzio, senza voltarsi.  Non ho avuto la forza di fermarlo.
 
 
 
Avevo dormito poco e male, quella notte, in balia dei rimorsi, ero quasi sicura di non aver iniziato io per prima, ma sapevo di averlo incoraggiato, dopo, stringendolo a me, che dannato pasticcio!  Mi sono vestita di malavoglia restia ad affrontarlo, ma dovevo parlare con lui, gli dovevo una spiegazione.
 La sua camera era vuota, il letto era stato rifatto e non c’era traccia della sua valigia. Sorpresa, sono scesa in cucina e lì ho trovato Margaret, la signora delle pulizie, che mi ha raccontato gentilmente che il Sig. Richard era dovuto partire molto presto per lavoro e che l’aveva incaricata di prendersi cura di me fino alla fine delle mie vacanze e che mi mandava i suoi saluti.
 In quei giorni ho camminato tanto e pensato, rimuginato in continuazione, mi dispiaceva non essermi chiarita con lui, ma dovevo prendere quest’esperienza come un monito per il futuro, non dovevo nascondermi da tutti, dovevo imparare di nuovo a fidarmi tanto da permettere ad un uomo di starmi vicino se lo avesse voluto, non potevo permettere alla paura di impedirmi di amare di nuovo.  
Sembro molto assennata vero? Invece la verità nuda e cruda è un’altra. Sono ancora innamorata di Rick, non sono mai riuscita a dimenticarlo e finalmente posso anche ammettere con me stessa, che in tutto questo tempo inconsciamente ho raffrontato ogni uomo che conoscevo a lui, e nessuno mai aveva eguagliato le qualità del mio ideale. Richard.
  I ricordi che serbo sono legati allo sguardo di una bambina, ma la consapevolezza attuale è più dolorosa, come lo è il desiderio di lui. Lo voglio come una donna cerca il proprio uomo e sarà impossibile dimenticare il suo bacio che diverrà il mio supplizio e il mio giubilo. 

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Capitolo 3
*** Una speranza per il futuro. ***


       Alcuni uomini hanno una donna sotto le lenzuola, che pensano di amare. E poi ce n’è una, quella che gli prende la testa, smuove e stimola le loro fantasie, quella dei loro segreti. La nascondono sotto il cuscino, ci dormono insieme ogni notte e la portano con sé ad ogni ora del giorno. È la donna dei loro sogni più intimi, erotici. Quella che non conoscono completamente, ma non riescono a dimenticare, gli prende tutti i sensi. È quella giusta, eppure la lasciano andare via… per sempre.  (Fierobecco 96)
 
 
 
 
 
 
 
Il piccolo aeroporto era affollato all’inverosimile.  Come tanti altri passeggeri in attesa, ogni cinque minuti gettavo uno sguardo al tabellone delle partenze e fu allora che lo vidi. Non era cambiato molto, vestito casual, capelli cortissimi e una chiara espressione esasperata in viso, forse la causa del suo disagio era una bella donna che continuava a fissarlo trasognata alternando occhiate dolci ad altre decisamente lascive.
Gli parlava con un tono di voce basso e strascicato come in preda ad un’intensa emozione, ma lui rispondeva a monosillabi e ogni tanto, disperato, gettava delle occhiate in giro per la sala in cerca di una ragione qualsiasi per scaricare l’inopportuna compagnia. Poveretto quasi quasi mi faceva pena, senza volerlo, giuro, mi ritrovo dietro le sue spalle proprio nel momento in cui la signora molto poco opportunamente cerca di appoggiarsi a lui e Richard per sfuggirle indietreggia così velocemente da urtarmi con forza, se, istintivamente, non mi avesse trattenuta tra le braccia avrei rischiato una caduta molto dolorosa.
 
 
 
 
 
 
Quella strega che mi torturava con le sue chiacchere da quelle che parevano ore, si era avvicinata con il pretesto di un autografo, ma dopo poche parole mi ero pentito amaramente di essere stato gentile con lei, aveva iniziato a sfiorarmi quasi per caso ed a scrutarmi con occhiate allusive ed invitanti. Mi sentivo soffocare, se non trovavo subito una scusa per liberarmi di lei con le buone, non avrei rinunciato ad insultarla anche se correvo il rischio di essere denunciato per aggressione verbale.
Con il passare dei minuti era diventata ancora più inopportuna ed invadente e quando me la sono quasi ritrovata addosso, sono stato costretto, per evitare il contatto, ad indietreggiare velocemente e troppo tardi mi sono accorto di avere qualcuno dietro di me.
Dopo anni di allenamento in palestra sapevo come cadere senza ferirmi e quindi mi fu facile afferrare prontamente anche la donna che gemette sorpresa quando la presi tra le braccia. Purtroppo mentre la stringevo ho respirato il suo profumo e questo mi ha distratto parecchio durante la fase di “atterraggio”, insomma alla fine ho urtato contro il pavimento malamente per proteggere… Elizabeth. Si, ero sicuro che fosse lei.
 
 
 
  • Richard! Ti sei fatto male? Rispondi! – e si, era proprio lei.
  • Elizabeth? – mormoro stupito, non voglio che si accorga che l’ho riconosciuta solo dal suo profumo. Un uomo sano di mente non lo ammetterebbe mai.
  • Tesoro, so che mi stavi aspettando, ma volarmi addosso non lo trovi esagerato? – mormora ilare cercando di alzarsi.
  • Non l’ho fatto apposta, non ti avevo vista. – sibilo con rabbia.
 
 
 
A quanto pare vedere un uomo grande e grosso a gambe all’aria è una scena divertente per tanti. Infatti i numerosi curiosi intorno a me ridacchiano con il cellulare in mano, stavano certamente riprendendo la scena, perfetto!! Mi alzo con fatica, decisamente indolenzito, rifiutando con un gesto la mano di Elizabeth che si offriva di aiutarmi. Che umiliazione!
Con la coda dell’occhio intravvedo l’arpia che tenta di avvicinarsi quindi con uno slancio disperato abbraccio la mia “ex amica- finta fidanzata”.
 
 
 
 
  • Salvami ti prego!! –
 
 
 
 
 
Avere una vita pubblica, cioè alla mercé di tutti i tuoi fans, non mi è particolarmente oneroso. Ma la mia vita privata preferisco che rimanga tale, purtroppo non sono padrone di iniziare una relazione con una donna senza che lo vengano a sapere anche ai confini del mondo. C’è sempre qualcuno che è pronto ad immortalare ogni mio errore, ogni mio sorriso, ogni mia caduta! Ma con Elizabeth vicino non corro rischi, nonostante l’attrazione reciproca, lei non ha intenzione di impegnarsi con il sottoscritto e questa è una cosa eccezionalmente positiva per quanto mi riguarda. 
Tra poche ore parto per la Nuova Zelanda e starò via almeno sei mesi, non ho nessuna intenzione di relazionarmi con donne da una notte e tanti saluti, ma ho constatato per certo che un uomo impegnato è molto più affascinante di uno single, alcune donne, certo, quelle senza scrupoli, ma non per questo meno appetibili, si ingegnano a conquistare con ogni mezzo, l’uomo che si dichiara felicemente impegnato, sembra quasi un affronto alla loro bellezza e capacità seduttive.  Quindi pensavo, se m’immortalano con la mia “fidanzata”, posso partire tranquillo, se voglio cedo alle lusinghe ed eventuali avances, ma se non voglio avrò una scusa più che valida per tirarmi indietro! Sono un bastardo insensibile e se Betta sapesse che ho intenzione di usarla in questo modo, perderei molto di più della sua amicizia…. Ma al momento non si rende necessario che lei lo sappia!
 
 
 
Con Elizabeth stretta al mio fianco, ci spostiamo verso un corridoio laterale, dopo pochi passi mi appoggio al muro gemendo, nella caduta devo essermi lussato una spalla. Che dolore! Ha tagliato i capelli, le morbide onde color cioccolato sono sparite e al loro posto delle ciocche ribelli le sfiorano le spalle, è sapientemente spettinata, è meravigliosa, sensualissima, sembra quasi che sia appena stata a letto con un uomo!  Porta con nonchalance un gessato dal taglio maschile, che le dona e la fa sembrare una manager in carriera. Ah già, lei è una manager! Non riesco a smettere di fissarla come un’idiota, e per darmi un contegno da uomo duro, provo a muovere il braccio, ma la fitta lancinante che avverto è forte abbastanza da farmi abbandonare qualsiasi velleità da eroe insensibile al dolore.
 
 
  •   Ti sei fatto male sul serio?  Non vorrai nasconderti dalle tue fans fino a che non parte l’aereo?  – chiede con voce ironica.
 
  • La fai facile tu, non hai dovuto sopportare delle avances non richieste per ore!  Non ne potevo più!!  Credo proprio di aver la spalla fuori uso, mi fa un male bestia! – mi lamento spudoratamente per impietosirla.
  • Andiamo al pronto soccorso, vieni ti accompagno. – risponde sollecita.
 
  • No, ci manca solo che mi vedano andare in un ospedale! Devo rispettare un contratto, tra poco iniziamo a girare e non posso mancare, però potresti farmi un favore…. – mormoro guardandola sofferente.
 
  • Come posso aiutarti io? Non sono un’infermiera!  - replica allarmata.
 
 
  • Quando usciamo di qui devi fingerti… un’amica così intima da volermi salutare con un affettuoso trasporto, ehm… come una fidanzata. –
 
  • Stai scherzando!  Questa “cosa” mi sembra di averla già vista, e no grazie! Cercati un’altra!!  Addio! –   mentre si volta per andarsene, alza un braccio a mo’ di saluto.
 
 
  • Elizabeth! Ti prego devi solo fingere! Accidenti ci siamo già baciati non sarà la fine del mondo, a meno che…. Esci con qualcuno? – chiedo mentre una sottile ansia m’invadeva il petto.
 
  • No! E non sono affari tuoi! E poi siamo solo agli inizi, non sono neanche sicura che ci voglio uscire! – riconosce con voce sconsolata.
 
 
  • E perché poi dovrei aiutarti? – strilla avvicinandosi di nuovo a me.
 
  • Perché mi devi un favore!  Mi hai fatto perdere la testa l’ultima volta che ci siamo visti e poi mi hai fermato! Non è una cosa carina da farsi ad un uomo, non ho dormito tutta la notte! – le mie parole la zittisco in fretta.
 
 
  •  Betta, starò via ben sei mesi, se va bene e ogni volta che metterò fuori il naso dall’albergo ci saranno frotte di donne pronte a volarmi tra le braccia solo perché sono un attore ecc. Facendomi fotografare con la mia fidanzata, invece, sarei al riparo da quelle arpie rovina famiglie!  Non vuoi proprio aiutarmi? – concludo con voce carezzevole, sorridendole timidamente.
 
  • Ancora con questa storia!! Mi prendi per un’idiota? Quale uomo sfuggirebbe alle avances di donne bellissime che gli mostrano un po’ di pelle nuda? Quale uomo rifiuterebbe l’amore di una donna sincera? Solo un uomo che non ha voglia di impegnarsi ma che non vuole rinunciare a divertirsi!! Mi fai pena! Sei patetico! Un vigliacco, non sei in grado di gestire un rapporto vero con una vera donna… A meno che…. – si blocca sospettosa.
 
  • Elizabeth… cosa stai pensando?  Io non vado con i miei colleghi, se questo che intendi!! –
 
 
  • Ok, ti aiuto! E sai perché?  Perché ti meriti una di quelle donne che ti strapperà l’anima per poi calpestarla senza remore, ti meriti una che ti faccia conoscere il paradiso nel letto e l’inferno alla luce del sole!  Cosa vuoi che faccia?! Devo scoparti davanti alla stampa o basta un bacio appassionato?! –
 
  • Un bacino piccolo piccolo. Non ti chiedo altro. – rispondo in fretta.
 
 
  • E sia.  E poi dimenticati chi sono. -  replica nauseata.
 
 
 
 
 
 
Non ci posso credere! E questo sarebbe l’uomo a cui ho paragonato i miei fidanzati? Un vigliacco omuncolo ossessionato dal sesso? Non credo neanche io a ciò che sto pensando, questo non è l’uomo che conoscevo, non è il mio amico Richard. C’è qualcosa che non va, qualcosa che mi sfugge!! Richard non si abbasserebbe mai…. Una bugia! Sta mentendo, certo! Ma perché?
Mi fermo a fissarlo per l’ennesima volta, cercando una sfumatura qualsiasi nell’espressione pacata del suo viso che riesca a schiarirmi le idee. Quando era un ragazzo usciva spesso con gli amici eppure non era mai messo nei guai, aveva fatto a botte poche volte e solo per difendere qualcuno e mai, mai avrebbe tradito un amico. Era ed è un uomo come non se ne trovano molti, devo costringerlo a dirmi la verità.
 
 
 
  • Quando parte il tuo aereo? – gli chiedo fintamente indifferente.
  •  
  • Tra due ore.  – risponde adagio.
  •  
  • Vieni, c’è una sala d’aspetto laggiù. Non c’è nessuno e possiamo stare da soli. Voglio che m’insegni a baciare per finta, come fate nei film. Non mi va di sprecare un bacio vero per i tuoi comodi. – concludo avviandomi impettita.
 
  • Ma… ok. - sobbalza esterrefatto, sembrava quasi restio a nascondersi con me.
 
 
Avevo ragione la saletta era deserta, al fondo c’erano ben allineati alcuni computer e con due comandi impostai il titolo di uno sceneggiato in cui recitava Rick. Vestito in costume Drama era veramente carino, era molto più giovane, sicuramente agli inizi della sua carriera. Mentre le scene si susseguono lo sento sospirare annoiato, ma non sillaba nessuna protesta, probabilmente, sta cercando di capire cosa ho in mente. Ecco, la scena del bacio.
 
Lentamente lui si avvicina all’attrice che socchiude gli occhi pudica e dopo averle circondato con le mani il viso, si china su di lei guardandola intensamente. Fin qui tutto bene, questa è una scena trita e ritrita, che ho visto milioni di volte in film e altri spettacoli, ma io sono una di quelle persone che s’immerge totalmente nella scena che segue e presumo, perché sono proprio gli occhi di Rick a fissarmi seducenti dallo schermo, che uno strano calore inizia bruciare dentro di me.  Quando finalmente la bacia, socchiudo le labbra in cerca di ossigeno, ma continuo imperterrita ad osservare con attenzione tutti i movimenti delle labbra del mio amico, le bacia il lembo di pelle appena sopra il labbro superiore e si sposta sull’angolo della bocca, facile no?!
 
 
 
  • Come vedi le labbra si muovono appena, in altre scene in cui il coinvolgimento deve risultare più intenso, si aprono leggermente, ma di norma non invadi la bocca della tua collega, non è difficile. Lo spettatore vede ciò che vuole vedere e alcune volte vede solo ciò che immagina. Da lontano è difficile notare che un attore bacia solo la pelle vicino alla bocca. – spiega con voce atona.
 
  • Non ti è mai capitato di oltrepassare i limiti baciando una tua collega? –
 
 
  • Cosa intendi, se ho mai usato la lingua? La risposta è no. Beh, non intenzionalmente, almeno. –
  •  
  • Si certo, come no. – replico irritata.
 
  • Non è colpa mia se mi baciano. – esclama esasperato.
 
 
  • Lasciamo perdere, è meglio. Avanti baciami come hai fatto in quella scena. – gli intimo serissima.
  •  
  • Adesso? Qui? Lo vuoi davvero? – chiede sorpreso.
 
 
 
In realtà vorrei essere a mille miglia da te, vorrei evitare tutto questo, vorrei chiudere gli occhi e riaprirli tra dieci ore e solo per non vederti partire, vorrei che mi chiedessi di partire con te, vorrei che fosse facile superare le innumerevoli e insormontabili motivazioni che inevitabilmente mi separeranno da te, vorrei essere più bella e più alta, magari famosa,  per essere sicura di conquistarti, vorrei vederti innamorato e vorrei estorcerti una promessa per il futuro e regalartene una. …
 
 
  •   …. Vorrei che mi facessi il favore di sederti su quel tavolo, sei troppo alto per me, le vertebre del mio collo scricchiolano solo per guardarti in viso! – ordino alzandomi in piedi.
 
 
 
 
 
 
Scuotendo leggermente la testa esasperato, obbedisce quietamente, apre leggermente le braccia, come per dire, ecco così va bene? Ho il cuore che sta per prendere il volo, le pulsazioni mi rimbombano nelle orecchie, ma non posso fermarmi, non adesso.
 
Lentamente mi chino, le sue mani mi circondano il viso dolcemente, il suo sguardo è rassicurante.  Ma nel momento in cui, finalmente, le sue labbra mi sfiorano, succede l’imprevisto, io istintivamente apro le labbra e lui mi invade la bocca con la lingua. Mi stava baciando sul serio, ci stavamo baciando sul serio, e nonostante fossi arrabbiata con lui per un sacco di buone ragioni che non ricordavo minimamente, ero dove volevo stare, tra le sue braccia.
 
Richard mi stringe tra le braccia con forza, ed io mi lascio andare contro di lui, accarezzandogli la nuca. Non credevo fosse possibile volerlo più di quanto già non lo desiderassi, e so di non aver mai provato per nessun uomo un simile coinvolgimento, un desiderio così intenso da risultare quasi doloroso.
 
 Mi allontano da lui per riprendere fiato e mentre ci fissiamo spaesati ma consapevoli che quel bacio in altre circostanze avrebbe preceduto altre carezze molto più coinvolgenti, una folata di corrente fredda spezza l’incanto, qualcuno aveva spalancato la porta della sala. Solo dopo qualche minuto e parecchi scatti ci rendiamo conto di non essere più soli.   Non siamo riusciti a fermare lo sciacallo che ci ha sorpresi avvinghiati, ma mentre mi sistemavo i vestiti ricordo il motivo per cui eravamo lì dentro.
 
 
 
  • Sei contento? Hai avuto quel che volevi. Ora sei libero di partire. – mormorai sottovoce senza guardarlo.
 


  • Elizabeth, non farlo, ti prego, non rovinare quello che c’è tra noi solo per orgoglio.  – la prego fissando la sua espressione desolata.
 
 
  • Me ne rimane ben poco, come hai visto tu stesso. Mi resta solo il rispetto che devo me stessa. -  risponde con le lacrime agli occhi.
 
  • Ti prego, non piangere…lo so è colpa mia. -
 
 
  • Rick. Cosa vuoi da me? –
 
  • Mi credi se ti dico… che non lo so neanche io…. cosa voglio? L’unica cosa di cui sono sicuro è che tu, per me, non sei più… solo un’amica… -    
 
 
 
  • Davvero Richard, io non capisco!  -
 
 
  • Lo so, sono incoerente! Non ci capisco più nulla!  Non siamo più dei ragazzini, e non posso continuare a rubarti dei baci, come un’adolescente ogni volta che ci vediamo, né utilizzare strattagemmi patetici, che non avrei mai utilizzato a diciotto anni, solo per poterti… -
 
  • Per potermi…cosa?  Cosa Richard?!! – chiede con forza mentre i suoi occhi si accendono di una strana emozione.
 
  • NON LO SO! Ecco l’ho detto…Va bene?  Io sono più vecchio di te, per esempio, ti ho vista crescere, maledizione! E… sono sempre in giro, non ci potremmo vedere spesso… e per quanto ami il mio lavoro, mi rendo conto che starmi vicino comporterebbe affrontare delle difficoltà che non ti riguarderebbero…. Se tu… uscissi con un altro…. uomo – grida esasperato.
 
 
 
Richard è veramente fuori di sé, ha il viso colorito dalla tempesta che si agita nel suo animo e mentre cammina nervosamente, gesticola per dare più forza alle sue elucubrazioni. E’ meraviglioso, non l’avevo mai visto così in difficoltà, ha i capelli tutti spettinati, tante sono state le volte in cui si è passato le mani sulla testa, per darsi un contegno, ha gli occhi leggermente arrossati e luminosi.  Il suo atteggiamento pacato è stato spazzato via, da una vitalità inarrestabile colma di paure e di speranze, ma la cosa più importante che sono riuscita a carpire da questo discorso sconclusionato, è che mi sta chiedendo una possibilità per costruire un… noi.
Con tutta la dolcezza di cui sono capace gli prendo una mano e quel contatto lo zittisce all’istante, molto lentamente come farei per non spaventare un bambino piccolo gli sorrido e sempre con molta calma, lo faccio sedere vicino a me. Lui segue tutti i miei gesti incantato con una strana espressione in viso che non so riconoscere, stupore, paura e non per ultima speranza. 
 
Il mio uomo forte e coraggioso che non ha paura di affrontare un esercito di orchi infuriati, ma che trema al pensiero di essere respinto, si beh, gli orchi sono finti e dopo che il registra stoppa l’azione, le maschere vengono riposte nell’armadio e credo che in questo frangente anche Richard si sia svestito del suo travestimento e riscoprendosi vulnerabile abbia avuto paura. Di me.
 
 
 
  • Ti andrebbe di uscire con me? – gli chiedo sottovoce.
  • U-uscire? Che strana espressione…Betta… – borbotta.
  • Hai appena detto che sembriamo dei ragazzini, vuoi essere il mio ragazzo? Mi piaci. –
  • Ah… ti piaccio? Ehm… quanto ti piaccio? – mi chiede accennando ad un sorriso.
  • Da… morire….anche se sei vecchio per me…. – sussurro mentre gli cingo il collo con le braccia.
  • Vecchio?! – esclama sorpreso.
  • Secondo me è meglio uscire con un uomo con esperienza che con un ragazzino spaurito. E ti dirò di più, ritieniti impegnato. Non puoi uscire con nessuna altra ragazza, finché starai con me. – continuo sfiorandogli le labbra con le mie.
  • O-ok…. Ma io tra poco parto… - risponde pianissimo socchiudendo la labbra.
  • Non importa, ti aspetterò. E quando sarai tornato, accetterò, se mi inviterai a cena. –
  • Ah… e dove vorresti andare? – chiede baciandomi leggermente.
  • Non importa mi basterà stare con te… - gli assicuro, avvicinandomi di più a lui.
  • E.. dopo cena? – sussurra baciandomi ancora.
  • Lasceremo che la natura faccia il suo corso…– concludo con un sospiro.
 
 
 
 
Mi spiace, ma a questo punto trovo difficile descrivere il bacio che ci siamo scambiati. Forse per non deludervi, potrei iniziare a dire che si è trattato del “bacio”, quello che ti trascina in abissi pieni di tenebra e t’innalza ad altezze vertiginose, quello che ti impedisce di pensare, di respirare, di esistere senza di lui e le sue labbra. Si perché dovete sapere che Richard ha delle labbra meravigliose, dolcissime e le sa usare bene!  Bacia lentamente, stringendoti a sé come se fossi una cosa delicata e preziosa per lui e ama giocare con i tuoi capelli e nonostante sia opinione comune pensare che gli uomini non apprezzino coccole e carezze perché preferiscono andare subito al sodo, il mio Richard invece non disdegna nulla di tutto ciò che è stato dettato dal cuore. Si perchè io lo amo, ma glielo dirò quando sarà di ritorno.
 
Grazie di aver seguito il racconto fin qui, e proseguo nel dirvi che cito persone per nome, che purtroppo non conosco e che ciò che ho scritto è il frutto della mia immaginazione irrequieta e per questo chiedo venia a Mr. Armitage. E concludo dicendo che qualsiasi riferimento a cose e persone realmente esistenti è puramente casuale. A presto. Kikka.

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