Wasteland

di cricrifanficlover01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


WASTELAND

CAPITOLO 1

( Astrid's pov )

Non mi sarei mai immaginata che una cosa simile sarebbe potuta accadere. Non avrei mai immaginato che Hiccup fosse una persona simile. Mi era sembrato un ragazzo così dolce, sensibile...lo conoscevo da quando avevo solo tre anni, eravamo cresciuti assieme. Eppure a quanto pare non lo conoscevo abbastanza bene, o forse una parte di lui, quella più oscura e nascosta, mi era ignota. È incredibile quante cose si scoprano vivendo.

Lui ha lasciato un deserto dentro di me.


Avevamo iniziato a frequentarci quando compii diciassette anni. Ero totalmente consapevole delle mie azioni, ero grande e responsabile. Volevo quel tocco di libertà e indipendenza bramata da tutti gli adolescenti e sapevo come cercarla. La cercai in lui, infatti. Ero rimasta totalmente presa dai suoi occhi, quando li vidi dopo tanti anni. Ci eravamo distaccati quando lui aveva compiuto dieci anni, non ci eravamo più visti per così tanto tempo. Ma lui era diventato famoso a Berk. Era chiamato con nomignoli come “Il primo cavaliere dei draghi”, “Il cavaliere di Furia Buia”...quando le voci mi arrivarono rimasi basita da tutto ciò. Avevo sempre creduto ai draghi come creature del male, nemici da sconfiggere. Fin da piccola avevo sempre vissuto preparandomi a diventare una guerriera degna del suo nome, ma lui mi aveva sorpassata in poco più di due settimane, un tempo molto ridotto rispetto al mio addestramento, mi aveva battuta con l'astuzia e l'intelligenza. Cose così mi fanno irritare e imbestialire, normalmente. Fu così, accadde, ovviamente. Lo andai a cercare di mia iniziativa. Sapevo dove abitava, essendo il figlio del capo.

Uscii di casa di sera tardi, per non essere vista da nessuno. Chiunque avrebbe potuto pensare a qualcosa del tipo : “Astrid Hofferson frequenta il figlio del capo!”, e io non volevo che nessuno lo pensasse. Non avrei mai immaginato avrei avuto una relazione con lui, ma evidentemente non conoscevo nemmeno me stessa.

Quando arrivai alla casa degli Haddock mi arrampicai fino all'unica finestra al piano di sopra, guardando dentro alla stanza per assicurarmi fossi nel posto giusto. Ero esattamente dove dovevo essere. Entrai silenziosamente, guardando dove mettevo i piedi. Osservavo Hiccup dormire apparentemente molto profondamente, e ciò poteva essere credibile : era quasi mezzanotte. Pensavo l'avrei colto alla sprovvista, ma a quanto pare lui era sveglio, non dormiva affatto.

Feci uno scatto in avanti, sfoderando fuori un pugnale e bloccandoglielo sul collo. La lama glielo sfiorava, ma stavo attenta a non lasciargli nemmeno un graffio. Non volevo fargli del male, chissà in quali guai sarei potuta finire solo per un segno leggero. Era il figlio del capo, aveva tutto il potere di questo mondo nelle sue mani.

Quello che ne uscì non fu però uno sguardo preoccupato, una respirazione accelerata....i suoi occhi si aprirono lentamente. Mi guardava mentre sulle sue labbra si formava un sorriso. Tutto ciò fu abbastanza inquietante, in effetti.

Ciao, Astrid.– mi disse, con la sua voce così profonda e perfetta da sembrare quella di un dio. Rabbrividii, non riuscendo a distogliere gli occhi dai suoi. –Cosa ti ha portata qui? Con un pugnale...a un millimetro dal mio collo?

Feci un respiro profondo, togliendogli il pugnale di dosso. Non mi ero immaginata questo grande cambiamento in lui, una volta era sempre così fifone...cosa l'aveva fatto cambiare in tale maniera?

Ciao Hiccup, è tanto che non ci vediamo...– dissi, schiarendomi la voce con un colpo di tosse. Lui rimase steso sul letto, sembrava non avesse intenzione di alzarsi. Forse era davvero così, non mi riputava così importante.

Concordo.

Rabbia. Gli avrei spaccato volentieri la faccia, se solo avessi potuto. Perché si comportava così? Perché non faceva nulla, non alzava nemmeno un dito? Si comportava tranquillamente, senza fretta. Come se avessimo avuto ore intere per parlare, e se avessimo finito troppo presto poi ci saremmo annoiati.


Non parlammo di molto quella sera. Il fatto importante è che non smisi una sera di andare a trovarlo. Era diventato una sorta di droga per me, non riuscivo a fare a meno di vederlo. Perché? Cos'era successo per farmelo piacere? Vorrei tuttora saperlo.

L'unica cosa che so è che ora sono bloccata in camera mia, con le lacrime che scendono sulle mie guance. Non riesco a fermarle, lui mi ha trasformata. Mi ha dato tutto ciò che volevo e poi me l'ha tolto senza preavviso, rendendomi tutt'a un tratto debole. Troppo debole.


Dopo i nostri numerosi incontri lui si era un po' aperto. Aveva iniziato a mostrare interessi nei miei confronti, facendomi sentire realizzata. Non desideravo altro. Mi ero innamorata di lui, totalmente. Del suo fisico, del suo modo di fare. E non so come, non so perché...una sera iniziammo a baciarci, senza neppure aver mai espresso a parole i nostri sentimenti. Le sue labbra erano calde, come avevo immaginato. Si univano perfettamente alle mie, come se fossimo stati fatti l'uno per l'altro.

Mi portò contro la parete, non prepotentemente, ma dolcemente. Questo era l'Hiccup che conoscevo quand'ero bambina, ma non fece altro che confondermi così. Quell'Hiccup non esisteva più, mi stava prendendo in giro. Voleva farmi credere di essere un altro.

Ma io ero così attratta da lui che non mi fermai un attimo a pensare quando lui cominciò a baciarmi sul collo...i pensieri erano bloccati dentro una scatola chiusa con un lucchetto le cui chiavi erano difficili da trovare, solo se fossi andata via le avrei trovate. Ma io non volevo andare via, io volevo rimanere lì con Hiccup. Mi sentivo una regina a pensare di averlo fatto cadere ai miei piedi, ma non era così.

Quando me ne resi conto era troppo tardi, ormai. Erano successe già troppe cose tra di noi, mi ero già unita a lui. Non ero stata totalmente consapevole delle mie azioni, in quell'istante. Sapevo di volerlo, ma non ero sicura di volerlo fare. Poco dopo però tutte le mie inibizioni sfuggirono nel nulla. Mi lasciai andare forse per la prima volta nella mia vita. Feci qualcosa senza preoccuparmene troppo, mi comportai come una vera adolescente. Come una ragazza audace, coraggiosa qual ero.

Mi disse “Ti amo” infinite volte, e io gli credetti. Feci male, molto male. Tutti gli ammonimenti dei miei genitori quand'ero piccola, del genere “Non ti fidare di nessuno”...tutti buttati via come un foglio sul fuoco, a bruciare. Ma una volta arrivati alla cenere non si può più ricostruire la carta. Se avessi solo strappato io foglio sarei riuscita a rimettere insieme i pezzi, per quanto piccoli e tanti fossero, ma io non l'ho fatto. Io ho scelto la prima opzione, sono stata totalmente ingenua. Mi odio ora. Nel momento in cui soffro. Soffro così tanto che darei di tutto per tornare indietro. È troppo tardi, però. Non si torna indietro.

Non avrei mai immaginato che lui avrebbe fatto la stessa precisa cosa con Rikke.* Eravamo grandi amiche da bambine, poi ci siamo allontanate un po'...quando lei è arrivata a casa mia le ho letto negli occhi le stesse parole pensate da me. Cose di questo genere : “Ci sono cascata”, “Dovevo stare più attenta”, “Perché l'ho fatto?”

Una volta dopo aver scoperto che lei aveva subito le mie stesse cose sempre da parte di Hiccup mi sono girata e sono corsa in camera mia. A piangere come sto facendo ora. Lo faccio ogni sera, ormai. Penso che sia l'ora di reagire, però. Alzarmi, uscire da qui e dirgli in faccia ciò che penso davvero. E se non gli farà nessun effetto, beh...almeno mi sarò sfogata.

Lui ha lasciato un vuoto dentro di me.

Un vuoto che se voglio può essere colmato, non sono irrecuperabile. Non posso lasciarmi cadere in un oceano di emozioni. Ho già toccato il fondo, ormai sono bloccata quaggiù...ma se voglio posso rialzarmi, nuotare fino all'aria. Posso ancora farcela. Nulla è perso. Stiamo parlando di Hiccup, quello che era spaventato da me quand'era bambino. Posso farlo spaventare anche adesso, se ci provo.

Mi alzo in piedi, apro la porta e scendo le scale velocemente. Esco di casa sbattendomi la porta alle spalle e cammino spedita verso la casa del traditore più miserabile della storia. Il figlio del capo così bastardo...mhm, cattiva cosa. Non sarà un buon capo, presumo. Solo l'idea che in futuro comanderà lui a Berk mi fa rabbrividire.

Entro nella sua camera dalla finestra come sempre, guardandolo sul letto schifata.


*Rikke = personaggio inventato, da prendere come possibile ragazza di Berk che non fa parte del gruppetto di cavalieri che noi conosciamo.


ANGOLO AUTRICE :

EEEE....CRICRINA E' TORNATA, GENTE!

Bruh! *ridacchia*

Allora..come avete potuto notare questa storia è parecchio diversa dalle mie solite, e...no, non sono arrabbiata con nessun ragazzo, né niente del genere. Mi piacicchia solo questa idea che ho avuto.

Come mai sono tornata? Mi sto annoiando un sacco.

Dov'ero finita? Boh, giudicate voi.

A scuola.

Lol.

Sì, ho ancora la fissa dei lol.

Se questa trama assomiglia a qualche trama di qualche altra ff ditemelo, non leggo molte ff ultimamente. Anzi, non leggo nulla a parte libri best sellers XD

L'ispirazione per questa fanfiction è in parte grazie a una canzone di una band che io reputo davvero FANTASTICA, poco famosa, che sta facendo la propria carriera principalmente su YouTube.

La canzone si chiama “Wasteland” come la ff, che, per chi non lo sapesse, significa appunto deserto, parola detta almeno una volta nella ff. ( frase “lui ha lasciato un deserto dentro di me” ) Sta a significare che ha lasciato un vuoto totale, come un deserto.

La canzone è questa : https://www.youtube.com/watch?v=ya-SzODPFVc

Io la ADORO. L'avrò ascoltata 10000 volte. Se vi interessa il nome della band per trovare il loro canale YouTube si chiamano “Against the current”

Con questo mi dissolvo!

Spero la ff vi piaccia!

Ciao!

By cricrina01.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

Stavolta non ho portato nessun pugnale, perché non ce ne sarà bisogno. L'unica cosa che voglio fare è vendicarmi, e quanti modi di farlo esisteranno in questo mondo? Sono sicura che non sia così duro e freddo come mi ha fatto credere..non esiste più l'Hiccup di una volta in lui, però una traccia ne è rimasta.

–Haddock.– dico, con tutto l'odio iniettato nei miei occhi.

–Cosa c'è, Astrid? Non ti sei ancora stufata di aver a che fare con me?– chiede, ignorandomi totalmente. Ha lo sguardo rivolto verso un libro che tiene tra le sue mani. Vorrei tanto sapere cosa sta leggendo, ma decido di saltare questa tappa e invece prenderglielo e buttandoglielo fuori dalla finestra senza degnarlo di un solo sguardo.

–Ti ricorda qualcosa il nome Rikke?

Si tirò leggermente su, chiudendo per un millesimo di secondo gli occhi. Finalmente si girò verso di me. Imprecai nella mia mente. Magari non l'avesse fatto. Non so cosa di preciso nei suoi occhi, però...essi hanno uno strano potere di farti dimenticare tutto, ogni cosa. E come se non fosse successo nulla tu finisci nella sua trappola. Stupida e fottuta trappola.

Tu sei più intelligente Astrid. Non lasciarti abbindolare.

–È una delle pochissime ragazze castane del villaggio, ovvio che mi ricordo di lei.– risponde, abbassando lo sguardo nuovamente e alzandosi dal letto. Rabbrividisco. Per mia fortuna vuole solo prendere un altro libro, perché si dirige verso la libreria addossata alla parete e ne prende uno a caso, senza nemmeno guardare il titolo.

–Sto parlando seriamente, bastardo!– dico, diventando sempre più infuriata.

–Io sono serio.

Basta, non ne posso più.

Mi avvicino a lui, prendendolo per un braccio e tirandolo in piedi. Lo guardo negli occhi, restando concentrata. Lui cerca di baciarmi, sfacciato com'è, ma io non glielo permetto, spostandomi di qualche centimetro da lui.

–Se mi baci lascio stare te e tutte le ragazze del villaggio, okay?– dice, e sembra sincero. –Solo se mi baci.

Io sbuffo, ma decido di assecondarlo, perché voglio che questa storia finisca. Ma nel preciso momento in cui le nostre labbra si toccano, il mio punto di vista sulle cose si stravolge. Il suo tocco è così dolce e deciso..cerco di ricordare cosa ha fatto, ma mi sembra così irreale. Sembra un ragazzo così dolce, com'è possibile che non so sia realmente? Che sia un mostro?

–Resta qui con me ancora una notte.– mormora contro le mie labbra, implorandomi. Vorrei rispondergli di no, ricordargli che la condizione era un solo bacio...ma la realtà è che lo voglio, più di quanto ci abbia fatto caso. E se la cosa sta bene ad entrambi...che male c'è?

“Sarà l'ultima volta”, prometto a me stessa.

***

La situazione è tornata normale, più o meno. Non posso dimenticare il passato, ma a quanto dice Rikke, amica di numerose ragazze del villaggio, Hiccup ci ha dato un taglio.

“Fortunatamente” mi ritrovo a pensare, mentre le parlo.

–Ma mi spieghi cosa gli hai fatto per farlo convincere?– mi chiede lei dopo un po', nella nostra conversazione.

–Nulla di particolare, davvero. Forse ha capito che si stava comportando in modo non opportuno, soprattutto per essere il figlio del capo.– rispondo con calma, non spaventandomi quando Rikke mi rivolge una faccia un po' scettica, come se non credesse alle mie parole. –Che c'è?– le chiedo.

–Hiccup non fa mai così, davvero.

Non so cosa intenda di preciso con queste parole, ma non voglio scoprirlo, perciò le rivolgo uno svogliato –Ciao, ora devo andare. ed esco il più in fretta possibile dalla sua camera. Ma Rikke è veloce, esclusivamente nel scendere da camera sua, perché non lo fa come una comune mortale. Lei scende dalla finestra, come facevo io con la finestra della stanza di Hiccup. Io però, a differenza sua, lo facevo perché ero obbligata : non potevo farmi vedere da Stoick.

–Astrid! Fermati!

Prende a corrermi dietro, seguendomi ovunque io vada. Alla fine mi blocco su un sentiero, stanca di correre senza una meta precisa. Non voglio tornare a casa, là c'è mia zia, che comincerà a parlarmi come se non ci fosse un domani. È una persona molto loquace, troppo loquace.

–Astrid, io non te lo sto dicendo per farti star male. Lui non ha davvero mai fatto così. Non ha mai smesso davvero.

–Il problema qui non è dalla parte delle ragazze, okay?

–In che senso, scusa?– mi si mette davanti, guardandomi con i suoi occhioni color nocciola. Essi straripano di curiosità, ma sono sicura che sia anche molto confusa.

–Se non volete che lui usi la sua stupida trappoletta dei suoi occhi verdi, allora stategli alla larga. Sinceramente l'ho visto rarissime volte fuori da casa sua, e stava cavalcando Sdentato. Il problema vero sono io, okay?

Sembra ancora più confusa, ora. –Cosa c'è che non va in te, Astrid?

–Io sono innamorata di lui, Rikke. Ma lui continua a comportarsi da stupido.– mi predo la treccia tra le mani, strattonandola. –Non so cosa fare.

Lei non risponde subito, come fa di solito. Di solito ha sempre la risposta pronta, ma questo l'avrà lasciata spiazzata più del normale.

–Cercati un altro.

Si gira di spalle e cammina via, portandosi con lei tutte le mie speranze di un Hiccup diverso, quello che conoscevo da piccola. Quello dolce, sensibile, altruista. Dev'esserci ancora quell'Hiccup, nascosto in qualche oscura parte di lui. Ne sono sicura.

Qualcosa passa sopra la mia testa a gran velocità, qualcosa di grande. È sera, perciò non riesco a capire cosa sia. Poco dopo però passa nuovamente, atterrando davanti ai miei occhi. Sdentato, con Hiccup naturalmente.

–Vieni a fare un giro, audace?

Io lo guardo infastidita dal suo nomignolo. –No, grazie, Haddock.– rispondo, girandomi dall'altra parte e decidendo di tener duro, di cercare di dimenticarlo. Cammino spedita, in modo che non gli venga minimamente in mente l'idea di provare a seguirmi.

Quando arrivo a casa mi sento strana : una parte di me è orgogliosa di averlo fatto, l'altra mi sta imprecando contro. Lo desidero così tanto...eppure non è il massimo che potrei trovare. Anzi, è il peggio.

Perché? Perché mi sta succedendo questo?

Salgo in camera e mi ritrovo con la schiena contro la porta un'altra volta, un'altra volta in lacrime. Non voglio dargliela vinta, non voglio che si prenda tutto ciò che ho e poi mi lasci senza niente...ma se non inizio a dimenticarlo, succederà esattamente questo. Ce la posso fare, devo solo ritornare in me stessa.

Raccolgo la mia ascia da dove l'avevo lasciata precedentemente, ovvero sul letto, e mi dirigo fuori casa di nuovo, verso uno dei boschi intorno al villaggio. Non voglio fare nulla in particolare, voglio solo fare la cosa che mi viene più naturale : scaricare la rabbia tirando l'ascia contro i tronchi degli alberi. Non è una cosa positiva, perché così la corteccia si danneggia, ma sinceramente mi ricorda solo le mie “ferite di guerra”. Qualcuno di noi nasce capace, forte, potente; qualcun altro purtroppo è l'esatto contrario : incapace, debole, ignorato da tutti. Ormai non so più a quale delle due categorie io faccia parte. Sembra che io stia precipitando dalla prima alla seconda, mentre Hiccup sta diventando sempre più forte. Ma lui non è più l'Hiccup che conoscevo..accetta davvero di essere così, per diventare forte? Non lo riconosco.

Sento la presenza di qualcuno alle mie spalle, degli occhi puntati su di me, ma mi impongo di ignorare questa sensazione. Non voglio neppure sapere chi sia, voglio solo avere un po' di tempo per chiarirmi le idee.



ANGOLO AUTRICE :

You tell me “take this”, but I don't wanna wake up in your wasteland.

Gahhh, non sapevo proprio che scrivere per rendere il capitolo un po' più lungo XD Quindi...boh. È già un miracolo che sia riuscita ad aggiornare.

Perciò...

Addio.

By cricrina01.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

Apro gli occhi, guardandomi intorno. Dove sono? Alzo la mano e me la porto davanti agli occhi, cercando di capire se è la realtà o solo un sogno. Effettivamente è la realtà. Mi tiro su, cercando qualcosa a cui aggrapparmi; alla fine trovo un ramo e lo stringo tra le dita della mia mano destra, sentendo la sua sottile corteccia tracciarmi graffi sulla pelle del palmo.

Quando sono del tutto sveglia mi accorgo di essere nel bosco dov'ero...ieri? A quanto pare dovevo essermi addormentata. Cavolo. Do un'occhiata in giro, per capire se nessuno è stato qui o se invece ho avuto delle visite. Tutto apposto. Nessuna orma fuori posto, almeno per quanto io possa vedere. La mia ascia è a terra poco distante dal punto dov'ero distesa. Ma c'è qualcosa di strano nell'atmosfera. Non so cosa, sento che qualcosa non va. Poi sento un leggero pizzicore sul braccio sinistro, quindi mi porto la mano su di esso per grattarmi. Ed è in quel momento che mi accorgo di cosa non va : sul braccio c'è un lungo taglio, già rimarginato.

–Oh, no!– esclamo, cominciando a controllarmi ossessivamente alla ricerca di altre ferite. Fortunatamente non ce ne sono altre, quindi sospiro e raccolgo l'ascia. Come me la sono fatta questa ferita?

Cammino via da quel posto, dirigendomi verso un lago poco distante. Lo conosco molto bene, perché da bambina ci andavo spesso, sia per lavarmi che per pescare. È un semplicissimo laghetto circondato da alberi, un grande masso rimasto bloccato sovrasta l'acqua sul lato nord. Mi piace questo posto, c'è sempre molta tranquillità.

Non appena mi avvicino all'acqua, però, trovo Hiccup con Sdentato con lui. È immerso nell'acqua fino al bacino, senza maglia. Non capisco cosa ci faccia qui, non l'ho mai incontrato in questo posto prima d'ora. Le opzioni sono due, ora : o sta cercando ogni modo per darmi fastidio, o ha scoperto questo posto solo ora. Spero tanto per lui che sia la seconda la sua idea.

–Ma guarda chi si vede!– esclama, lanciandomi un'occhiata.

–Cosa ci fai tu qui?– chiedo, brandendo la mia ascia.

–Tu che dici?– mi chiede, uscendo dall'acqua e scuotendo la testa, bagnandomi con le gocce d'acqua che c'erano sui suoi capelli. Io mi giro dall'altra parte, non fregandomene minimamente di lui e inizio a camminare via. Pensavo che mi avrebbe lasciata andare, senza nemmeno provare a fermarmi. Invece mi corre dietro, prendendomi un braccio. Io mi giro sospirando, perché tanto...cosa mi costa ripetergli un'altra volta di lasciarmi in pace e poi lasciarlo solo?

Mi guarda con i suoi soliti occhi verdissimi, fisso. Alcune gocce scendono veloci sul suo petto bagnato, formando rivoli d'acqua. È davvero bellissimo così, eppure so cosa mi ha fatto, cos'ha fatto a più di una ragazza.

–Astrid..

–Avevi promesso.– gli ricordo, guardandolo con gli occhi lucidi.

–Sì, sì, lo so. Ma...

–Ma niente, Hiccup.

Mi rigiro, tornandomene a casa. Non voglio sentire nulla oggi.

~~~

I pensieri nella mia testa infuriano come se volessero uscire, ma non possono. Non capisco perché io continui a ritrovarmelo sempre in giro, appena mi giro lui è lì. Vorrei che se ne andasse una volta per tutte dalla mia vita, ma a quanto pare se deve tormentare una persona lo fa per bene.

Forse sono io a dovermene andare. Tanto vivo da sola. Non cambia nulla a nessuno se faccio un viaggetto.

Raccolgo le mie cose in fretta, per quanto ridotto possa essere il loro numero; poi esco velocemente dalla casa, correndo via anche se in ogni modo chiunque si accorge di me, dato il sole spaccapietre. Non m'importa più nulla, voglio solo mettere fine a questa storia. Sorrido.

Scendo al molo, salutando i vichinghi che incontro. Ho una buona reputazione su quest'isola, ma ho bisogno di lasciarla almeno per un attimo. Non è fuggire, non è arrendersi. È trovare un altro modo per ottenere ciò che si vuole.

Ci sono solo due navi attraccate, ma è la mia giornata fortunata, poiché una è proprio di Johann, il mercante che commercia con tutti i popoli conosciuti, naviga ovunque. Mi porterà lui da qualche altra parte, in un posto isolato.

–Buongiorno Johann!– esclamo, sorridendogli.

–Oh, salve a te, Astrid! Cosa ci fai qui? Ti serve per caso una nuova ascia? Ti conviene sbrigarti, perché sto per salpare.

Io sorrido nuovamente, è proprio quello che cercavo! Una nave pronta a partire!

–No, non mi serve nulla, ma...potresti accompagnarmi su un'isola?

Guardo il mio borsellino e mi chiedo se io abbia delle monete da scambiare con Johann per il viaggio, in caso me le chieda.

–Certo, non c'è problema! Quale isola?

A quanto pare è già ricco sfondato. Cerco di ricordare qualche nome di isola, qualche isola già frequentata in passato, su cui sono già stata, oppure semplicemente qualche isola di cui conosco il nome. Non mi viene nulla in mente, però. –Non lo so, una qualsiasi isola disabitata.

–L'isola deserta. Una volta era popolata dai draghi, ma i vichinghi li sterminarono tutti. Ora come ora è un vero e proprio deserto. Non ci vive nessuno, se non i soliti arbusti selvatici e qualche cinghiale che non manca mai.


La conversazione dura un po'. Mi dà qualche informazione in più sull'isola, mi chiede il perché del volermi trasferire, domanda a cui io non rispondo. Poi arriva l'ora di andare.

Johann saluta gli ultimi clienti. L'ultima cosa che vedo di Berk è proprio lui, che mi osserva dall'alto, in volo con il suo drago. Spero non mi segua, né chieda informazioni riguardanti la mia posizione. Sto andandomene proprio per staccarmi da lui, non chiedo altro che tranquillità.

Quando arrivo sull'Isola deserta parto subito per all'esplorazione. Non mi piace trovarmi in luoghi sconosciuti, voglio sempre conoscere tutto. Tutte le insidie, tutte le meraviglie. Non mi lascio ingannare da nulla.

In realtà non c'è un granché di sorprese..come mi aveva annunciato Johann, le uniche cose che continuo a vedere sono sterpi e cespugli rinsecchiti. Dei cinghiali nessuna ombra, fortunatamente. So che prima o poi spunteranno fuori, ma posso riuscire a conviverci, in qualche modo. Penso siano della stessa mentalità dei draghi : lascia stare me e io lascio stare te. Nessun animale è aggressivo di natura, in questo mondo. Ognuno dev'essere provocato per diventare crudele. Per gli uomini è un altro discorso.

La sera arriva presto, molto probabilmente perché mi trovo in una valle in mezzo a delle montagne, perciò i raggi del sole non riescono a restare sopra le cime molto a lungo. Inoltre è giusto la fine dell'inverno, quindi tutto quadra. Non mi sono portata molto per passare la notte, solo una coperta di lana più o meno pesante. Farà freddo, ne sono consapevole, ma sopporto temperature molto basse. Ormai sono totalmente abituata a ciò.

Decido di arrampicarmi su un albero e passare la notte su una biforcazione costituita da due rami a mio avviso abbastanza spessi da sostenermi senza che si rompano mentre dormo. Sarebbe una cosa davvero tremenda cadere da questa altezza mentre dormi. Spero non succeda.

Una volta finito di preparare questa sorta di giaciglio, lo occupo appisolandomi immediatamente.


Un'immagine sfocata mi passa davanti agli occhi. Non riesco a capire cosa sia, o chi sia. Forse è una persona. Già, probabilmente lo è. Sta correndo, non si ferma. Aspetto vari minuti affinché lo faccia. Ma quando si ferma e mi guarda con i suoi occhi ipnotizzanti avrei voluto che non si fosse mai fermato. Mai.

A metà tra la rabbia e lo spavento inizio a correre via. Il vento trattiene la mia treccia a mezz'aria, mentre essa inizia a sfilacciarsi. Sento che mi sta seguendo. Il mio battito cardiaco aumenta, fino quasi a impazzire. Vorrei fermarmi a prendere una boccata d'aria, ma lo ammetto..ho paura. Non voglio che mi raggiunga. Poi sento una mano sul braccio, e capisco che è troppo tardi.

Urlo per lo spavento. Mi ritrovo di nuovo sul mio albero. Cos'è successo? Uno dei miei comuni incubi? Di nuovo? Sospiro, portando indietro la testa fino a poggiarla contro il tronco dell'albero. Le mie mani sono madide di sudore, così come la mia fronte.

Mi perseguita ovunque. Persino nei sogni.



ANGOLO AUTRICE :

If I fall, let me fall...it might take time, but I'll find my own way out.

So che è una vita intera che non mi faccio viva su questo sito, e mi scuso. Sorry not sorry.

Per quelli a cui interessa qualcosa della mia vita, ovvero nessuno, ma come sapete ormai mi piace parlare da sola (lol), sono viva!

Veramente l'ultima volta che ho postato qualcosa qui doveva essere tipo marzo o aprile, ma non sono mai tornata davvero. Non ero io, cricrina. Nel senso..non è che fosse un'altra persona ad aggiornare le mie storie, ma mi sono sentita persa tutto l'anno senza le persone che ho conosciuto qui. E...dato che è il cinque giugno, mi sembra l'ora di tornare.

Già...sta finendo scuola. Non so se ridere o piangere. Probabilmente piangerò. Ora aspetto solo il vostro supporto, dato che senza di voi...dov'è che vado? In riassunto ho conosciuto persone fantastiche al liceo e mi sono ambientata abbastanza, ho temuto di non farcela perché prendevo solo insufficienze, ma poi è andata bene. Non mi sono più ritrovata sola in stazione, perché ho conosciuto un ragazzo fantastico. OwO

Mi piacerebbe che qualcuno di voi tipo HHH, una delle due Chiara del fandom ( che sia Stormfly77 o Astrid4ever fa lo stesso, io amo tutti qui ), RECTIA ( mia supportatrice numero uno ) o tu che stai leggendo si facesse vivo con una recensione o con un messaggio privato. CAVOLO, MI MANCATE TUTTI TROPPO.

So che sono strana negli angoli autrice, ma chissene frega.

Tanto peace and love,

By cricrina01, pazzoide numero 1 in circolazione.

Ps. Se vi siete sentiti esclusi perché non vi ho citati sopra ( poco probabile, ma passiamo oltre...), non preoccupatevi. Io ci tengo a tutti voi. TUTTI. Ho citato le prime persone che mi venivano in mente, probabilmente perché sono state le ultime che ho sentito.

Ps2. Non c'è un ps2.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

Scendo dall'albero, guardando l'orizzonte durante la discesa. Tra poco sarà l'alba. Sospiro, raccogliendo tutte le mie cose e camminando nella direzione dove secondo il mio istinto si trova la costa. Mentre attraverso il bosco, però, sento qualcosa alle mie spalle : è come se un grande branco di animali si stesse avvicinando alla carica.

–Cavolo! Ci mancava solo questa!– esclamo sbuffando. Subito dopo, consapevole di cosa succederà, mi metto a correre il più veloce possibile. Sento dei colpi. Dei versi gutturali, delle esplosioni. Mi giro, contemplando degli alberi in fiamme, intenti a bruciare velocemente. Penso subito si tratti di un gruppo di draghi, perciò ricomincio a correre, ma poi mi ricordo che Johann mi ha raccontato che sull'Isola deserta non ci sono draghi.

–Cosa sta succedendo?

Poi improvvisamente cala il silenzio, un silenzio così profondo che riesco persino a sentire i battiti del mio cuore. Riesco a riprendere fiato, poi dal bosco spunta fuori un drago interamente nero. Urlo per lo spavento, poi scuoto la testa, assumendo un'espressione arrabbiata. Cosa ci fa ancora qui? Basta, basta!

–Smettila di seguirmi! Vuoi per caso che te lo intagli da qualche parte con la lama di questo pugnale?– gli chiedo, stringendo i denti così forte che sento male alle mascelle.

–Vorrei solo che tu mi lasciassi parlare un attimo.– dice, balzando a terra in un modo così agile e svelto. Sembra un predatore alla ricerca della sua preda preferita. Rimango lì, perché voglio davvero sentire cos'ha da dire. Forse per farmi due risate, forse per dare una spiegazione al suo comportamento. Non dovrei sperarci troppo, certi ragazzi sono così naturalmente.

–Va bene. Avanti. Spara. Tutto quello che vuoi dirmi, è la tua unica occasione per farlo.

–Tu dici?– mi chiede, con un sorrisetto che mi fa venire voglia di spaccargli la faccia a pugni. Gli lancio un'occhiataccia.

Sembra proprio che debba preparare un discorso per bene : inizia a camminare su e giù davanti a me, con la mano sinistra posata sul mento. Dopo qualche secondo si ferma e mi guarda. Poi si avvicina, prendendomi le mani tra le sue. Rabbrividisco, ricordando cosa hanno saputo fare quelle mani, insieme alle sue labbra. –Scusa. Davvero, scusa. Non so, cosa posso fare per farmi perdonare?

Io lo guardo in modo accusatorio. –Farti perdonare? Mi dispiace, impossibile!

–Astrid, tu mi manchi. Mi manchi. Come mi manca la neve d'estate e invece il sole d'inverno. Mi sento vuoto, mi sento come se mancasse qualcosa in me. Vorrei sentire nelle vene la tua freddezza, perché d'altronde sei così, ma mi piaci così come sei. E mi manchi. Oh, quanto mi manchi.– scorgo i suoi occhi, lucidi, nonostante io sia girata dalla parte opposta.

–Ti manco io?– non riesco a credere che lo stia dicendo sul serio! Probabilmente l'ha detto a tutte le ragazze che ha conosciuto.

–Sì, tu. E non mi manca solo il tuo corpo, non mi manca il sesso. Sai bene che potrei benissimo farlo con un'altra ragazza se lo volessi. E se te lo stai chiedendo..no, tu non hai nulla di particolare fisicamente. È soltanto che...tu sei tu! Sei spettacolare, straordinaria. Ti prego, Astrid. Perdonami.

Non riesco a crederci che lo stia dicendo per davvero. Una parte di me vorrebbe dimenticare tutto e ricominciare da capo, l'altra invece è quella fredda, quella che non perdona e non dimentica mai.

–Perché dovrei perdonarti?

Capisco di aver colpito nel segno quando mi guarda come se tutto quanto che vorrebbe fuggisse da lui. Forse è davvero così, ma mi ostino a pensare che non posso essere ciò. Voglio parlare prima con Rikke. Non mi posso fidare di lui. Non ancora. Certo, teoricamente anche Rikke potrebbe mentirmi, ma perché dovrebbe? Ha già perso Hiccup, neanche l'avesse voluto con lei.

–Non lo so, Astrid. Siamo umani, possiamo sbagliare.

–Non tirare fuori queste vecchie scuse da quattro soldi. Non significano nulla, lo sai anche tu.

Dopo questa la mia fiducia inizia a disintegrarsi totalmente. Se mi volesse davvero allora avrebbe potuto pensare a una motivazione migliore, più credibile perlomeno. Forse è l'effetto della disperazione. Potrebbe essere disperato? No, non penso. Non lo sembra. Strattono via le mani dalle sue, distaccandomi di qualche centimetro. Potrebbe passare una persona tra di noi, adesso. I suoi occhi da lucidi sono ancora più belli.

–Dovrai fare ben altro che seguirmi per avermi.– gli dico, per terminare la conversazione il prima possibile. –E fidati...non mi hai mai avuta.

Detto ciò mi stacco totalmente da lui, ritornandomene per conto mio. So che mi seguirà ancora. So che continuerà a osservarmi da lontano per capire. Capire me, capire ciò che penso davvero.

Mi manca anche lui, in realtà. Il suo modo di agire come se non gliene fregasse niente, come se cercasse solo uno svago per riempire le sue giornate. Sembra che quella parte di lui sia scomparsa da quando gli sto alla larga, e ho paura che non tornerà più se continuo a comportarmi così. Però non voglio tornare troppo presto da lui. Non voglio essere sua.


Qualche giorno dopo ripassa Johann. Decido di ritornare a Berk, perlomeno per un viaggetto, per chiacchierare un po' con Rikke.

–Com'è andata sull'Isola deserta, cara Astrid l'audace?– Quel nomignolo mi fa ridere, non dovrei più meritare di essere chiamata così. Sto fuggendo da un ragazzo, santo Odino!

–Male. Non ho trovato cosa cercavo.

–Mi dispiace. Ma devo dire che su quell'isola non si trova molto. Ti ho mai raccontato di quella volta in cui ho passato due settimane per il mare per...– iniziò a chiedere Johann, interrotto da me.

–Si, Johann, me l'hai già raccontata. E comunque io cercavo solo tranquillità.

–Troppi cinghiali, eh?

–Già, troppi cinghiali.– risposi con un sorriso ammiccante. Paragonare Hiccup a un cinghiale mi diverte. È il minimo che potrei fare, in effetti.

Una volta arrivati a Berk, dopo un paio di tappe in altri villaggi, mi dirigo immediatamente verso la casa di Rikke. Busso tre volte sulla porta, come mio solito, ma non me la apre nessuno. Decido di entrare, seppur sena permesso. Non c'è nessuno al piano terra. I suoi genitori devono essere a svolgere qualche mansione al centro del villaggio. Chissà se Hiccup è tornato oppure no, se mi ha seguita o è ancora all'Isola deserta. Spero sia ancora là e ci rimanga per un po'.

–Rikke? Ci sei?– chiedo, salendo le scale. Arrivo davanti alla porta della sua camera e busso anche lì. Sento dei passi lì dietro. Mi sento improvvisamente a disagio. Sono entrata in casa sua senza il suo permesso.

–Astrid! Non eri andata all'Isola deserta?– mi chiede, con aria assonnata. Quand'è andata a dormire stanotte?

–Sì. Sono tornata soprattutto per parlare con te.

Lei mi fa segno di entrare in camera sedermi sul suo letto con lei. –Cosa volevi dirmi di tanto particolare?

–Ho bisogno di un consiglio. Tu conosci Hiccup meglio di me, più o meno. Se lui ti dicesse che tu gli manchi e ti chiedesse di perdonarlo, tu cosa faresti?

Lei mi guarda per qualche istante, poi si blocca a pensare. Io mi guardo in giro. Riconosco ogni minimo dettaglio della stanza di Rikke. Non è cambiato nulla.

–Non so di preciso cosa abbia fatto a te, ma se dovessi tenere in considerazione quello che ha fatto a me..non lo perdonerei. Davvero. Ci sono tanti ragazzi in giro Astrid. Lui non è l'unico. So che è forse il più bello del villaggio, ora come ora. Ma prova a ricordartelo a quattordic'anni, quando nessuna se lo filava. Basandoti su questa immagine di lui, forse puoi riuscire a dimenticarlo. Pensa a lui come uno che sta approfittando della sua fama. Solo per aver addestrato un drago prima di tutti, vuole avere tutte le ragazze?

Non è poco, devo ammettere. Forse Rikke questo non l'ha notato. O forse lei l'ha già dimenticato, e quindi sta solo cercando di aiutarmi sul serio.

–Ma lui mi manca almeno quanto io manco a lui.– ammetto, alquanto imbarazzata.

Lei mi guarda confusa, assottigliando gli occhi. –Non fidarti. Non permettere che lui diventi per te qualcosa che non puoi controllare. Divertiti, se vuoi. Ora puoi fare quello che vuoi con lui, puoi ferirlo per un po', fin quando ti dà corda.

I pensieri di Rikke sono così crudeli che quasi non la riconosco più. Eppure io lo farei, se fosse un qualsiasi altro ragazzo. Mi divertirei a prenderlo in giro come ho sempre fatto. Ma con lui non ci riesco. Non ne ho voglia.

–Grazie dei consigli, ma dubito li terrò a mente. Penso tu non possa capire, e ne sono lieta. Non augurerei mai a nessuno di trovarsi nella mia stessa situazione.

Mi alzo, salutando Rikke e scendendo lentamente le scale.




ANGOLO AUTRICEEEHH :

So many thoughts that I can't get out of my head

I try to live without you, everytime I do I feel dead

I know what's best for me, but I want you instead

I'll keep on wasting all my time


Hello, bella gente. Come vanno le vacanze? A me male, per ora. Ma dai che scherzo! ( magari )

Sappiate che una personcina carina mi ha dato un'idea in una recensione, quindi aspettatevi tanta roba. MUHAHAHAHAHAH. Abbiate paura. Ve lo consiglio, da brava consigliatrice, come Rikke.

Sto adorando scrivere questa fanfiction, sappiatelo. E abbiate ancora più paura.


Bene, detto questo volevo farvi una domanda : spesso io scrivo di tutto e di più nell'angola autrice, e non so, vi da fastidio codesta cosa? Perché se no, continuerei con la #cricridomanda.

Vorrei augurare buona fortuna a tutti quelli che hanno gli esami di terza media o di maturità. <3 Posso solo dire a quelli di terza che sono veramente una ca*ata, davvero. Io ho passato l'estate più bella di tutte in compagnia degli esami, perché come sapete, o forse no, mi sono divertita troppo a stare al parco giochi con i miei ex compagni e lanciare il cellulare nel prato XD

Per quelli della maturità non posso dire niente, dato che io non ci sono ancora arrivata. Però buona fortuna comunque. L'unica che mi viene in mente è camilove97, se non mi sbaglio. :)

Mi piace citare persone negli angoli autrice, mi sento potente. Della serie...scelgo te, camilove97!

Okay, questa faceva pena.

#cricridomanda ( mi piace farmi i cazzi degli altri ) : cosa farete quest'estate?

#cricririspostaallacricridomanda : probabilmente non farò nulla di particolare come al solito, ma voglio rivedere le mie migliori amiche ogni tanto :) Se ci riesco.

By cricrina01.


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

Non farei mai quello che Rikke mi ha consigliato. Non sono una persona che lascia scorrere, però non ferisco le persone se non c'è un motivo abbastanza grave. Per ora non mi sento particolarmente ferita, soltanto un po' arrabbiata e tanto, tanto confusa.

Hiccup sarà già tornato, a quest'ora. penso, camminando per le vie piene di gente del villaggio. Johann è tornato, per questo c'è una grande concentrazione di persone in giro. Di solito se si incontra qualcuno si è fortunati. Di solito sono tutti occupati a lavorare. Se Hiccup spunta fuori, cosa faccio? Lo evito per l'ennesima volta, o decido di dargli una chance? Voleva divertirsi con me, è vero. Però...ci dev'essere un motivo per cui non riesce a starmi lontano, per cui io gli manco più di qualsiasi altra ragazza. Non può star mentendo, oppure a questo punto sarebbe già sparito, non l'avrei mai più visto.

No, voglio affrontarlo. Mi dirigo a casa Haddock, la quale sicuramente sarà vuota, se non per Hiccup. Il figlio del capo, nonostante la sua età, è quasi perennemente a casa, se non quando è con Sdentato a volare in terre sconosciute, fin dove i loro occhi riescono a vedere.

–Hiccup!– lo chiamo, una volta accertatami che non ci fosse nessuno al piano terra. Soprattutto, non Stoick. –Hiccup!

Mi dirigo su per le scale, facendo meno rumore possibile. Quando mi ritrovo la porta della sua camera davanti, alzo una mano a pugno, decisa a bussare. La porta però, al contrario di quanto pensassi, si apre un secondo prima che la mia mano possa toccare il legno. Mi ritrovo davanti Hiccup, con i suoi occhi verdi che mi fissano quasi sorpresi. Forse è normale. Forse non dovrei neppure essere qui. Forse è tutto fuori posto.

–Astrid?– mi chiede, non distogliendo un attimo gli occhi dai miei. Ormai quasi odio la sua voce. Il ricordo di essa è legato alle migliaia di parole da lui pronunciate. Le odio tutte. Ognuna di esse. Odio lui. –Cosa ci fai qui?

Sospiro. Non posso crederci di farlo davvero. –Ho deciso di..darti un'altra possibilità. Forza, stupiscimi! Cos'hai intenzione di fare quest'altra volta?

Scorgo l'ombra di un sorriso sulle sue labbra. Forse ne ha bisogno davvero e sto facendo la cosa giusta. Le storie di Rikke pullulano nella mia mente inferocite e senza tregua. Mi sento come se non doverei essere io a scegliere cosa fare. Come se il mio destino fosse già stato scritto.

Non credo che Hiccup stia veramente piangendo, non può essere così. Ma ci sono delle lacrime nei suoi occhi. –Hiccup?

–Hai davvero deciso di tornare da me? Dopo tutto quello che ti ho fatto?– si gira come per tornare in camera sua, si siede sul letto. Non voglio seguirlo. Non voglio tornare un'altra volta lì dentro. Mi sentirei rinchiusa, come se fossi in una gabbia. Nella sua trappola.

–Senti, se mi vuoi, bene. Altrimenti io me ne vado molto volentieri.

Non riesco a capire quale emozione stia provando in questo momento. Non so se stia ridendo dentro di sé dato che il suo era soltanto un altro tentativo di imbrogliarmi, o se sia davvero felice che io sia proprio davanti a lui. Che non stia correndo da nessuna parte, che sia ferma. Immobile.
Ma lui non dice una parola. È troppo silenzioso, m'inquieta. –Hiccup, non rimarrò qui per sempre. Deciditi! Fai qualcosa! Parla, muoviti.

–Come mai hai deciso di darmi un'altra possibilità?

Io sospiro. Come mai mi fai queste domande così stupide? –Me l'hai chiesto tu. Te lo sei dimenticato, per caso?

Mi verrebbe voglia di tirargli un pugno. Dopo tutto quell'insistere, ora mi chiede perché l'abbia fatto. Dovrebbe semplicemente accettarmi, perché non lo fa?

–No.– risponde, guardando fisso in un punto della camera in cui non c'è nulla di particolare. Poi si alza in piedi, avvicinandosi a me improvvisamente. –Ho semplicemente paura.

Ciò che ha detto per me non ha nessun significato. Paura di cosa? Per quale motivo? Come? Lui, paura? Tutto quanto mi sembra impossibile. Probabilmente sta mentendo.

–Paura di cosa, Hiccup?– lo guardo senza ombra di emozione sul mio volto. Voglio arrivare in fondo a questa storia. Sono stanca di venir presa in giro. Sono stanca di farmi trattare come se non fossi quello che in realtà sono.

–Di amarti.

Mi sento improvvisamente confusa. Quindi mi ama? O forse sto correndo troppo veloce a quella che mi sembra una conseguenza delle sue parole, ma magari non lo è? Forse significa che dato che ha paura di amarmi, non mi amerà. Ma da quando mi ama? Non mi ha mai dato questa sensazione. Tutto ciò che mi ha dato sono realizzazioni di suoi propri bisogni. Non mi sono mai sentita davvero amata da lui.

–Allora, se hai tanta paura, non amarmi!

Nel momento in cui mi giro, lui mi afferra un braccio. Sussulto, a metà tra l'essere arrabbiata e scocciata. Come osa anche solo toccarmi, dopo tutto quello che ha fatto? –Se fossi un po' meno dura, forse sarebbe più facile farlo. Voglio provarci, non è che una persona se ha paura non supera i propri timori. Ma permettimelo, perlomeno!

Spalanco gli occhi, capendo. È davvero innamorato di me. Non me lo sono immaginata, non è stato solo un sogno. Forse l'amore arriva proprio inaspettatamente a volte, da persone che non avresti mai pensato sarebbero mai state interessate a te.

–Mi serve del tempo, Hiccup. Io non sono dura con te solo perché ho voglia di esserlo. Lo sono perché non so se posso fidarmi di te. Non ancora.

I suoi occhi mi dicono di sì, mi dicono che posso tranquillamente fidarmi di lui; però non voglio pentirmi un'altra volta di un errore così banale, ma al tempo stesso così fatale.

–Va bene. Ti darò tutto il tempo che cerchi. Ma tu promettimi che tornerai da me.

Sospiro. Sembra davvero disperato. –Te lo prometto. Ciò non significa però che non ti lascerò mai; questo dipende da come ti comporterai.

Lui mi lascia andare. Resisto all'impulso di correre via, mi affretto ad avvicinarmi e a dargli un leggero abbraccio. Le sue braccia sono delicate, quasi avesse paura di farmi del male. Non mi strige, è come se potessi scivolargli via in un attimo. Ed è proprio ciò che succede. Lui sibila un “ciao” fra le labbra appena socchiuse, io gli rispondo con più enfasi.


Sono passate ben tre ore. Il suo volto non esce dalla mia mente, continuo a pensare a lui. Non ne trovo una spiegazione. Mi sto forse innamorando? Ma perché mai dovrei innamorarmi di Hiccup? Mi ritornano in mente una volta ancora tutti i ricordi sulla mia infanzia legati a lui. Di come una volta eravamo quasi migliori amici, di tutti i posti scoperti ed esplorati insieme...e poi di come tutto è stato spezzato così all'improvviso. Di come abbiamo smesso di vederci, di frequentarci. Di come io sia cresciuta sempre pronta alla guerra, alla battaglia contro i draghi, puntando sulla forza, e di come lui invece sia cresciuto stando nella sua bolla, evitando i pensieri degli altri e contando sulla propria intelligenza per rivoluzionare il modo di pensare di tutti. Non poteva essere altrimenti, tanto è il figlio del capo. Il futuro capo. Devono ascoltarlo, almeno dargli una possibilità.

E ora mi ritrovo chiaramente a capire di come lui mi abbia distrutta fin dall'inizio. Di come abbia bruciato al vento ogni cosa io facessi, lasciando un deserto ovunque io passassi.

Perché dovrei perdonarlo? Forse perché non l'avrebbe fatto apposta?

Sento di non potermi fidare di nessuno. È una sensazione orribile. Come si può anche solo pensare di poter affrontare una vita da soli? Sena nessuno su cui contare?

Decido di andare nel bosco a fare una passeggiata solitaria. Il bosco era considerato pericoloso poiché popolato da un sacco di draghi, ma ora come ora ben pochi lo evitano. Dopo ciò che ha fatto Hiccup.

Passo fra due tronchi di albero, bloccandomi all'improvviso. Davanti a me c'è un drago, un Uncinato Mortale di un bellissimo colore azzurro, che mi ricorda il colore dei miei occhi. Appena si accorge di me, scaglia una fila di spuntoni verso di me, ma riesco a proteggermi per un soffio nascondendomi dietro uno dei tronchi. Quando però me lo ritrovo davanti mi ritrovo indecisa : dovrei utilizzare le tecniche che ho sempre imparato, o forse dovrei provare ad addestrarlo come fa Hiccup?

–Hey...ciao, caro...drago.

Sono senza armi, non ho scelta. Devo cercare di conquistare la sua fiducia. Eppure lui sembra voler solo farmi a pezzi.

–Cara draghessa, mi sa tanto che stai spaventando la mia amica.– dice una voce con un tocco di sarcasmo.

Un'altra volta mi ha seguita. Ma stavolta mi ha salvata.



ANGOLO AUTRICE :

*morte immediata di cricrina*

LOL.

Salve gente. Qualcuno di voi a 'sto punto si sarà chiesto dov'ero finita, se ero morta...dato che mi sembra di aver detto qualcosa del genere “sarò più attiva” in qualche capitolo fa...la verità è che sì, sono morta.

Ok, non ci crede nessuno. Che tristezza.

No, la verità è semplicemente che il mio tempo è stato ristretto in un modo assurdo LOL e non so quando scrivere. No, non è vero del tutto. Non ho impegni in particolare.

È che, voi non ci crederete mai, ma questa ragazza qui si è fidanzata LOL. E cavolo, boh. Non so che dirvi, volevo solo farvelo sapere. So che non è una scusa decente, ma avere un fidanzato porta via UN SACCO DI TEMPO. Lol.

Notizie sulla fanfiction? Nulla in particolare, ho la trama bella pronta in testa ora, ma non so dirvi quanti capitoli mi mancano prima che finisca. Non so proprio nulla sul mio futuro, vuoto totale. In questo periodo mi sento così confusa...vabbé.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate una recensione se volete.

Vorrei salutare hiccstrid perché boh, mi sembra una personcina molto carina e disponibile. Non lo so, mi stai un sacco simpatica ( anche se a me stanno quasi tutti simpatici, ma dettagli )

#cricridomanda : avete visto i nuovi episodi di RTTE?

#cricririspostaallacricridomanda : no T_T , ma ci sto lavorando su LOL

Ciau!

By cricrina01.

Ps. Avevo scritto “buy cricrina01”....qualcuno vuole comprarmi?

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

Allunga una mano davanti i miei occhi e la posa sul muso del drago. Non ci credo che riesca a farlo come se niente fosse. Sembra che sia una cosa da nulla farlo, ma in realtà non lo è. O lo è, ma io sono troppo impedita per farlo. Poco probabile, mi stava per ammazzare.

–Gra...– mi dice Hiccup, facendomi un sorriso un po' inquietante.

–Gra?– chiedo confusa, guardandolo stupita. Non riesco ancora a capire se mi segua semplicemente o se ci sia qualcosa sotto. Non è possibile che me lo ritrovi dietro in ogni istante.

–Grazie, Astrid. Grazie.– finisce di dirmi, visibilmente seccato.

–Di niente.– rispondo, sorridendogli e camminando via.

Non so perché io l'abbia fatto. So solo una cosa : non riuscirò a seminarlo in nessun modo. Forse però inizierà a capire che deve smetterla. Probabilmente succederà qualcosa che lo farà smettere.

Mi dirigo verso casa mia, ormai l'unico posto in cui posso stare un po' da sola. Prendo degli oggetti pesanti presenti al piano terra e blocco la porta in ogni modo, in caso decidesse di seguirmi pure qui.

Mi metto a pensare a quello che è successo. Di come lui sia riuscito a toccare quel drago come se nulla fosse. Forse ha davvero qualche dono come dicono le altre persone. Quel ragazzo è un tremendo caos. La cosa che sa fare meglio non è addestrare draghi, ma incasinare la mia testa. Ci riesce alla perfezione.

Forse potrei dimenticare tutto quello che ha fatto, fare una sforzo. Devo ammetterlo, mi manca..mi manca il suo carattere, il suo vero carattere..mi manca l'Hiccup che non mi segue ovunque e non fa il romantico. Mi manca l'Hiccup a cui non frega nulla oltre che se stesso. Quello egoista.

Non posso continuare a fuggire per sempre, soprattutto non posso fuggire da ciò che voglio.

Mi precipito verso la porta, togliendo tutti gli ostacoli causatemi da sola. Sono solo una stupida, perché fuggire da lui? Lo desidero probabilmente più di quanto lui desideri me.

Mi metto a correre senza pensarci troppo, diretta verso il bosco. Se sono fortunata sarà ancora lì, giocherellando con il nuovo drago. Si diverte a giocherellare un po' con tutti. Ma a quanto pare non mi interessa molto.

–Hiccup!– grido a squarciagola quando arrivo nel bosco. Non c'è più traccia di lui. –Hiccup!

Un fruscio di foglie sopra la mia testa. La alzo, guardando attentamente in giro. Sicuramente sarà con Sdentato, volando a un millimetro sopra gli alberi. Mi avrà sentita? Cammino cauta, cercando di farmi notare in qualsiasi modo senza sembrare pazza. Quando si deciderà ad atterrare? Sento dei passi dietro di me, e desidero con tutta me stessa che sia proprio lui.

–Hiccup?

–Come mai a cercarmi? Proprio tu, Astrid? Cercarmi?

Mi giro sorpresa. Riesce ad essere sempre nel posto giusto, non sbaglia mai. In un secondo dal cielo scende sul suolo, esattamente come un angelo. Purtroppo non penso sia giusto accomunarlo con un angelo. Se fosse un angelo certe cose non le farebbe..

I miei occhi sono accesi, ghiacciati ma non troppo. Sono sul limite, in bilico tra il fidarmi e il dubitare...cosa dovrei fare? Non diciamo una parola, ma continuiamo a scrutarci attentamente. Starà solo aspettando che io faccia qualcosa, ma io sto facendo la stessa cosa nei suoi confronti. Sento qualcosa in me, un forte desiderio. Voglio i suoi baci come fossero la cosa migliore del mondo, l'unica cosa capace di soddisfarmi, nonostante tutto quello che mi ha dato, oltre i baci. Voglio qualsiasi cosa da lui. Il cuore comincia a battermi più veloce, ma nulla di incontrollabile. Vorrei solo che le nostre labbra si toccassero ancora dopo tutto questo tempo, ma come potrei fare per baciarlo? Devo essere proprio io? Il mio sguardo si fa più dolce, compare un sorriso sul mio viso. Non so cosa mi stia accadendo di preciso, non sono io a decidere le mie emozioni..non potrei essere mai io, però è così strano..non avevo provato nulla del genere con lui fino ad ora.

–Astrid.– ripete il mio nome, non distogliendo un attimo gli occhi dai miei.

Decido di avvicinarmi a lui, cautamente. Dopo pochi secondi, però, gli occhi non riescono a rimanere più fissi sui suoi, cominciando a lacrimare. O forse mi sto trattenendo dal piangere? Mi ritrovo a correre verso di lui, colmando lo spazio che ci divide e buttandomi letteralmente fra le sue braccia. Questa volta sento le sue braccia posarsi sulla mia schiena, e poi stringermi forte contro di lui. Sento la sua testa sprofondare sulla mia spalla, il suo respiro caldo contro la pelle del mio collo. Mi ritrovo a sorridere senza pensarci, probabilmente felice. Non ho mai sorriso davvero in questo modo, così spontaneamente.

Quando ci stacchiamo l'uno dall'altra lo guardo ancora per qualche istante.

–Scusa.– sussurra così basso che quasi non riesco a sentirlo. Forse perché si vergogna di questa parola, dopo quello che ha fatto. Perché è diventato così? Cosa gli è successo nel corso di questi anni?

–Chi ti ha messo quella pietra al posto del cuore che avevi una volta?– gli chiedo, con uno sguardo malinconico.

–Me la sono messa da solo, evidentemente.

–Hiccup, cos'è successo?– gli chiedo, sedendomi in un posto qualunque e invitandolo a fare lo stesso. Dato che mi si siede accanto, io mi sposto davanti a lui, in modo da guardarlo mentre parla.

–È una storia lunga...e poi non ci crederesti comunque se te la raccontassi.

–Sì che ti credo.– gli dico, cercando di convincerlo. Voglio assolutamente sapere il motivo per cui si comporta così. Una volta era un ragazzo così dolce...eppure evitato da tutti. Ora che piace anche ad alcuni ragazzi della nostra età, perché si comporta così?

Lui fa un gran respiro. –È iniziato tutto qualche anno fa. Avevo appena fatto sapere a Berk che avevo addestrato una Furia Buia, tutti avevano iniziato a conoscermi e finalmente qualcuno dei ragazzi della mia età mi accettava. Mi giravano tutti intorno, volevano diventare miei amici solo perché ero diventato un mito, per quel poco che avevo fatto. Però io non volevo esattamente amici. Certo, è bello avere degli amici, ma c'era una sola persona che avrei voluto avere con me in quel periodo e quella persona però non la vedevo ormai da anni..non sapevo più dove fosse, ma la volevo con me. Io mi ero innamorato di una ragazza e avrei avuto bisogno solo di lei se ci fosse stata..ma lei non c'era. Quindi cominciai a comportarmi come sai tu. Quando una ragazza qualunque del villaggio si interessò a me per la prima volta, allora iniziai a perdere la testa. Non potevo avere lei, ma perlomeno avevo una bella ragazza disposta a stare con me. Non l'amavo però questa ragazza, che si avvicinò a me solo per secondi scopi. Non ho mai amato nessuna delle ragazze che sono state con me, per anche più mesi. Perché aspettavo lei.

La rabbia comincia a salire in me. Prima mi dice che amava una ragazza e poi dice che non ha mai amato nessuna ragazza che è stata con lui, ovvero non ha mai amato nemmeno me. Cosa passa per la testa di questo ragazzo? Decido di non fiatare e continuare ad ascoltarlo.

–Con il passare del tempo...beh questa ragazza non arrivava più. Ovvero, continuava a non arrivare. Era inutile aspettarla. La mia vita si trasformò in un divertimento casuale. Non aveva più senso, come me stesso. Non sapevo più in cosa mi fossi trasformato. Cos'ero? Cosa sono ora? Non lo so.

E indovina che è successo poi?

Silenzio. Resto a guardarlo negli occhi, ipnotizzata dal verde.

–Cosa?– gli chiedo.

–Lei è arrivata.– un attimo di silenzio. –All'inzio ho continuato a comportarmi da stronzo, perché ormai io ero diventato così e sinceramente non me ne importava più davvero tanto di lei..era passato del tempo, me ne ero dimenticato. Ma poi..l'ho guardata negli occhi e ho capito che non mi ero mai dimenticato di lei. Che io ero ancora innamorato di lei. E lo sono adesso. Sono innamorato di te, Astrid.

Il finale mi lascia senza parole. Non avrei mai immaginato di essere stata così tanto per Hiccup. Avevo sempre pensato che il distaccamento da lui fosse stato naturale e comunque fosse stato una cosa okay per entrambi, non avesse creato molti problemi. Io mi ero quasi dimenticata di lui completamente e senza fatica, ma per lui è stato diverso : lui ha continuato ad aspettarmi per anni, ma io non sono più riapparsa.

–Io..- inizio a parlare, con il fiato bloccato in gola. Arretro di un passo, poi di un altro. Lui mi guarda, i suoi occhi ormai pieni di lacrime. Respiro a fondo. –...anch'io ti amo.

Dopo aver pronunciato queste parole mi giro dall'altra parte e fuggo via.

Come una codarda. Come se avessi paura dei miei sentimenti.



ANGOLO AUTRICE :

Salve gente. Sono viva, una volta ancora. Mi sembra di star più sopravvivendo che vivendo, lol.

In ogni modo, sono tornata magicamente su questo sito molto carino perché sì, ultimamente mi mancava questa mia passione dello scrivere. Mi mancavano un po' quelle recensioni, quei lettori carini. Mi mancavano le persone che mi facevano stare bene e mi facevano sentire felice.

Parlando della storia, Wasteland è una fanfiction su cui io ho personalmente lavorato davvero tantissimo in passato, ci ho dedicato molto tempo, ma nonostante ciò non ho avuto il tempo necessario per continuarla periodicamente, infatti l'ultimo capitolo risale a luglio dell'anno scorso (…). Non so se riuscirò a terminare questa storia una volta per tutte, ma sarebbe uno dei miei desideri più grandi, perché mi fa un po' pena il fatto che, se qualcuno ancora segue questa storia, debba aspettare mesi per leggere un nuovo capitolo xD.

In sintesi nella mia vita sono entrate un sacco di nuove passioni che hanno occupato tutto il mio tempo, ma don't worry, ci sarà sempre uno spazio per la mia amata scrittura, che in realtà è una delle poche cose che so fare bene ( si spera, mi dicono così, perciò ci credo )

È tutto direi!

By cricrina01.

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