Charlotte

di laragazzacheleggevailibri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Siamo solo un'ammasso di esseri viventi fatti di carne, sangue, organi e tanto altro.
Io sono una di loro, ma non una qualunque, io a differenza di altri capisco quanto sia inutile sorridere e perdere il proprio tempo cercando di 'divertirsi' ,tanto che siamo ricchi o poveri, tristi o felici, innamorati o single, vecchi o giovani non importa, faremo tutti la stessa fine.
Mi ci è voluto un po per capirlo, ma alla fine ci sono arrivata.
Mi hanno chiamata Charlotte, il mio nome è francese, come lo sono i miei genitori che mi hanno abbandonata, perchè sono soltanto un'errore. Un grosso errore di valutazione. Ma non importa, oramai non mi importa più niente di nessuno, come del resto a nessuno importa di me, fanno tutti finta e il loro scopo è quello di sentirsi appagati per ciò che fanno, vogliono avere la coscienza pulita.
Ho 18 anni, sono di corporatura media,non ho nulla di speciale, ho i capelli che partono dal biondo chiaro alla radice per poi sfumarsi alle punte con un color rosso, no, non me li sono tinta, sono nata così; ho gli occhi verdi e la carnagione molto chiara.
Prima ero una ragazza, come definiscono gli altri: 'normale', ero solare, riservata ma non troppo, ero ingenua allora, credevo che tutti fossero sinceri, ma in realtà si rivelarono tutti falsi, come del resto lo ero anche io. Vivevo con una famiglia adottiva, loro non potevano avere figli e così mi adottarono, dicevano di volermi bene, e forse era anche vero, ma ciò non tolse il fatto che anche loro mi abbandonarono il giorno del mio diciassettesimo compleanno mi riportarono all'orfanotrofio, per farmisalutare le mie vecchie amiche dissero, eppure si allontanarono e non ritornarono più a prendermi... infondo lo sapevo di essere inutile, era la seconda volta che qualcuno mi abbandonava... ma io mi fidavo di loro...
Da quel giorno mi rinchiusi in me stessa, non ne volevo più sapere di nessuno al mondo e alla fine diventai ciò che sono ora: una ragazza fredda, ma cosciente della realtà e ciò mi basta.
Sta per avvicinarsi il mio diciannovesimo compleanno, che rottura, continuo a scarabocchiare il mio quaderno mentre il prof sta spiegando ancora lo stesso argomento.
frequento il trezo anno di università perche secondo i dottori ho un altissimo quoziente intellettivo perciò tutti hanno sempre preteso il massimo da me, come se fosse il mio obbligo dover prendere voti alti per soddisfarli... 
La mia attenzione fù richiamata dall'altoparlante, era i direttore che mi voleva parlare, ovviamente attirando tutta l'attenzine della classe che continuava a fissarmi come se non avessero mai visto una persona in vita loro, quindi fui costretta ad alzarmi, raccogliere le mie cose e dirigermi dal direttore.
Una volta arrivata lì il direttore mi scrutò attentamente e mi disse:' Grazie per essere arrivata, tranquilla non hai combinato nulla, perciò non ti devi preoccupare. é arrivato un nuovo studente nella nostra scuola e dato che non voglio attirare molto l'attenzione degli studenti ho chiamato te, ti presento Edward, è un ragazzo di origini scozzesi, anche lui è orfano, lo affido a te perchè so che ci si può fidare di te, hai una condotta eccellente.' 
Ovviamente non mi ha lasciato scelta se non quella di accettare, non mi ha neanche chiesto se volevo farlo, no mi ha solo detto fallo! Che perdita di tempo!
Edward è un ragazzo un po alto, ha i capelli rossi e a quanto pare ha la mia stessa età, è di bell'aspetto, ma nulla di speciale, è il tipico ragazzo bello che diventerà subito popolare tra le ragazze, che noia... 'Ciao, io sono Charlotte, lieta di conoscerti, tu dovresti essere Edward' mi guardava con uno sguardo strano, non sembra essere molto sveglio. Dopo alcuni minuti rispose 'Piacere Charlotte, tu non sei inglese, vero? Spero proprio di riuscire ad andare d'accordo' e lì abbozzò un sorriso che per un'attimo, ma solo per un'attimo mi colpì, m non ci diedi molto peso e lo ignorai ' seguimi, abbiamo già perso anche troppo tempo, e smettila di sorridere, mi da fastidio' a quanto per ci rimase male perchè per un momento smise di sorrisere, ma riprese subito dopo poco. Irritante...
_angolo della scrittrice_
Ciao a tutti e grazie per aver letto il primo capitolo di Charlotte, spero vi piaccia, miraccomando lasciate un commento. Alla prossima :) 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


'Perchè vuoi che io smetta di sorridere?' chiese lui con un aria curiosa, io gli risposi 
' è iinutile fingere con me, tanto lo so che non sei così', 'in che senso?' chiese raggiungendomi, 'sei orfano anche tu, giusto? Quindi dovresti avere una mentalità più realista del mondo, non c'è bisogno che tu abbozzi un sorriso, non fingere come fai con gli altri', con un'espressione che era un misto tra quella sorpresa e quella interrogativa disse 'non capisco ciò che intendi, ma qusta è la mi vera espressione, io sono sempre così, amo sorridere , ao donare un sorriso agli altri' concluse la frase con un sorriso ancora più grande di quello di prima, che lo illuminava a tal punto da farlo sembrare una lampadina... qualcuno spenga quella luce!!                                                                                                      'sei strano, direi più ingenuo, un po ti invidio, ma forse sarai capitato in una buona famiglia'
Non gli lascai il tempo di rispondere che dissi subito ' quella è l'aula di chimica' e così via per tutta la scuola.
Era l'ora di pranzo, lo portai in mensa e nell'attimo in cui la sedia era appena entrata in contatto con i nostri sederi il preside parlando dall'alto parlante disse 'Charlotte ed Edward in presidenza, tranquilli, non avete combinato guai' e come se gli altri non stessero già guardando dalla nostra parte per riuscire a capire chi era quella presenza sconosciuta affianco a me, ora gli occhi dell'intera scuola erano su di noi, che rottura! Mi giro e trovo Edward che si sta sganasciando dalle risate, e con lui tutti quelli che erano in torno... che figure.
Appoggiai il mio piatto sul tavolo, presi il mio solito pranzo, cioè la mia mela rossa, e mi diressi verso l'uscita, con la solita freddezza, il mi viso non lasciava tralasciare nessuna emozione,mi girai e visi che tutta la scuola mi stava fissando, diedi un'occhiata a Edward per inctarlo a seguirmi e ripartii per la mia strada, lui mi corse subito dietro dicendomi
'hey, potevi pure aspettarmi' con i suo sorrisino da ebete, io risposi ' l'ho hatto, ma tu ci hai messo troppo', lui contrabbattè 'no, non lo hai fatto, mi hai mandato un'occhiataccia e poi sei ripartita spedita come un fulmine... guarda che dopo quell'occhiata avrò gli incubi' e poi rise io gli risposi ' una soluzione cel'avrei, stami lontano, e fidati che non ne farai più' dissi secca
Lui rallentò, ma poi riprese il passo e le speranze, e mi disse 'dai era una battuta, non te lla prendere, e comunque è il preside che ti ha detto di accompagnarmi. Ora capisco il nomignolo angelo dal cuore di ghiaccio...' non gli lasciai terminare la frase che lo "aggredii" con lo sguardo
Lui disse ' l'ho sentito da un ragazzo n mensa, scusa...' la sua espressione sembrava pentita, ma io so benissimo che le persone nascondono un secondo fine, sempre.
Arrivammo dal preside, che ci accolse con un sorriso, 'allora, come stanno i miei due secchioni preferiti? Fatto i giro? Avete mangiato? - si avvicinò di più e disse rivolgendosi a me- non è male- e mi fece un' occhiolino, si rivolse verso di lui dicendo- lei è un pezzo di marmo, vero?' ridacchiò e con lui anche Edward, si voltarono anche verso di me sperando in una micro espressione, ma niente, lui riprese ' ammettetelo, questa volta siete passati inosservati'
Io gli dissi ' non poteva scegliere un momento peggiore, avevamo appena preso il pranzo, e ci eravamo appena seduti in mensa. Il resto credo che lo abbia intuito lei da solo'
Ci rimase male e ci chese scusa ridacchiando, e alla fine ritornammo in mensa, che oramai era vuota e insistette per pagarci il pranzo, io rifiutai scrupolosamente, dicendo che dovevo andare a lavorare, ma costrinse Edward ad accettare, e così salutati me ne andai per la mia strada.
Passo dopo passo arrivai al lavoro,la mi titolare i abbracciò ringraziandomi di essere venuta in anticipo, non e dissi che non avevo pranzato, perchè il mio pranzo ( cioè la mela) l'avevo data ad una bambina che stava elemosinando per la strada.
Io lavoro in una pasticceria, una delle più famose e rinomate del paese, ma spesso vengono dei bambini, che non hanno nulla e io offro loro qualche dolcetto.
è uno di quei classici pomeriggi affollati, sono da sola in negozio, perchè la mia titolare è uscita con il suo ragazzo, perciò mi tocca gestire tutta la situazione da sola, come quasi sempre del resto, ma io riesco a gestire tutto, mano a mano i clienti diminuiscono e l'orario di chiusura si avvicina. 
Verso le sei di sera un gruppo di ragazzi entra in negozio, alcuni si siedono e altri si avvicinano in cassa, dove c'era un bancone di dolci, io come di routin chiedo loro ' potete accomodarvi, verrò io a prendere i vostri ordini' i due si scambiano un' occhiata, scuotono la testa e si rigirano a guardarmi dicendo 'ah, ok' si dirigono al loro posto, prendo gli ordini e noto che fastidiosamente mi stanno scrutando dalla testa ai piedi, nel loro tavolo erano in circa una decina, uno di loro si era dietto in bagno, prima che potessi vedere come fosse fatto. ù
Andai a prendere ciò che avevano ordinato, purtroppo però quelli continuavano  scrutarmi dalla testa ai piedi, ma feci finta di non accorgermene. Forse mi fissavano pe via della mia divisa, una sottospecie di kimono , con unn a gonna di lunghezza media e con un contorno finale di pizzo... 
Già, carino, ma imbarazzante, la mia titolare è un'amante del Gippone e della cultura giapponese, quindi iò locale, le divise, e alcuni dolci sono in stile giapponese.
Portai ai tavoli ciò che mi avevano ordinato e nel servire uno dei ragazzi fece un movimento ''brusco'' e la bevanda che consisteva in te verde caldo mi andò a finire tutta a dosso... Volevo urlare dal male che aceva, sembravano tutti divertiti, tranne uno, infatti venne a ''soccorrermi'' eppure mi sembrava famigliare, lo avevo sicuramente visto da qualche parte, ma certo! Il ragazzo alzò lo sguardo...era...Edward, che fù sorpreso quanto me appena si rese conto che ero io.
Mi alzai subito, e il ragazzo mi chiese scusa, dicendo che non lo aveva fatto apposta,e che lui aveva la mania di gesticolare mentre parla, e gli altri confermarono, andai a prendere un' altra tazza di te, mentre lo stesso si stava preparando diedi un veloce sguardo al retro, notando un movimento sospetto, ma non ci diedi molto peso.
Ritornai dai rgazzi con il resto delle ordinazioni, vidi che Edward continuava a guardarmi le gambe, come il resto del gruppo, per la curiosità abbassai lo sguardo anche io e rimasi di sasso...la mia gamba er diventata rossa e gonfia, e faceva molto male. Ma volli consolare quel ragazzo che sembrava una povera anima in pena, e dissi 'Tranquillo, è tutto a posto, non fa molto male, è normale che sia un po rosso.'
_Angolo dell'autrice_
Ed ecco a voi un'altro capitolo :3
Grazie alle persone che stanno leggendo la mia storia, a quelli che hanno lasciato una recensione.  Grazie a tutti :3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Stavo mentendo? scontato...

La regola del negozio è essere gentile con i clienti, chiunque essi fossero e donarli un grande sorriso... la seconda parte l'ho discussa con la mia titolare eh beh, ho chiarito che non l'avrei mai e poi MAI fatto. Ma vabbeh, dettagli...

Finiscono di mangiare e chiacchierare allegramente, tutto in circa...40..interminabili minuti e ovviamente nessuno la smetteva di fissarmi continuamente, soprattutto Edward.

Mi giro lievemente verso il retro e vedo ancora qualcosa muoversi nell'oscurità, mi giro verso l'allegro geuppetto che ha deciso finalmente di alzarsi e di pagare, alla fine mi hanno lasciato una 'generosa' mancia per 'l'incidente' con il tè caldo.

Edward si ferma in negozio ed insiste nel volermi accompagiare fino a casa, io cerco di persuaderlo, ma non mi dà retta -Mamma mia... come sei insistente... vado a cambiarmi, aspettami qui.- ovviamente lui risponde con un sorriso.

Mi dirigo nel retro, dove non c'è traccia di anima viva, probabilmente mi sarò immaginata tutto, la stanchezza e la fame fanno brutti scerzi, non vedo l'ora di andare a casa..., mi sono tolta i kimono, faccio appena in tempo am mettermi la gonna che sento qualcosa spingermi a terra e cercare di immobilizzarmi, mantengo la lucidita e urlo -EEEDDWA...- l'uomo mi tappa la bocca.

No, non ho paura, in questo caso la paura uccide e basta, non faccio in tempo a fare una contro mossa che vedo l'uomo a terra con Edward sopra di lui che lo picchia come se non ci fosse più un domani...lol... mi rendo conto di quanto la sua espressione in questo momento sia in un certo senso matura, tutta la rabia e il rancore che nascondeva dentro, stavano uscendo piano piano, ma non potevo permettegli di esagerare troppo, va bene utto, ma stava esagerando.

-Edward, basta, va bene così, ha perso i sensi, sto bene, non è successo niente..- ma nonostante tutto lui continuava, sembrava non curante delle mie parole, allora anadai da lui, lo spinsi forte, e lo abbracciai,sussurrandogli dolcemente -basta, è tutto finito, vatutto bene, calmati- vederlo in questo stato mi ricordava com'ero prima... lui si era apparentemente calmato.

Una volta completamente ristabilito chiamai la pilizia, mentre lui lo stava legando, poi chiamai la mia titolare, mi girai verso Ed e lo visi arrossire, ma che cavolo.. si avicinò a me, si tolse la felpa e me la mise dolcemente addosso dicendo -se ti vedesse così la polizia, beh ,potrebbero pensare che sia stato io ;o qualcos'altro di sbagliato ,e poi potresti prenderti un raffreddore…- disse tutto con un tono profondo e molto dolce, ma mi resi conto dello stato in cui ero e quindi non ci pensai 2 volte ad accettare la felpa, ovviamente arrossendo.

Ed sorrise dicendo -finalmente un'altra espressione su quel tuo bel viso..- mi abbracciò dolcemente, ma allo stesso tempo dava una sensazione di sicurezza, e continuava dicendo -ti sarai presa un bello spavento, pensa se me ne fossi andato via… come avresti fatto… non me lo sarei mai perdonato, io..- a queste ultime parole lui aumentò la stretta, si sentiva che era frustrato, e non poco, probabilmente anche lui avrà sofferto, anzi, sicuramente.

Ricambiai l'abbraccio dicendogli - no, tranquillo, non pensarci. Oramai questa storia è finita tra poco arriverà la polizia e si sistemerà tutto. E poi se non fosse stato per re.. io..- sentii un rumore, era la polizia, mi staccai dall’abbraccio e andai dai poliziotti, spiegai l'accaduto e arrestarono l'uomo, anche la mia titolare arrivò con loro, e in lacrime mi chiese scusa…

Io ero in cerca dello sguardo di Edward, lo trovai assente, quasi distratto, e poi su di me, mi avviai verso lui e lui fece la stessa cosa, una volta l'uno difronte all'altro, aprii bocca, ma, le mie gambe cedettero, la mia vista si annerí e l'ultima cosa che ricordo è la sua faccia e la sensazione delle sue braccia intorno a me, una sensazione di sicurezza e poi più nulla… figo, sono svenuta…


_Angolo dell'autrice _

Le scuse non bastano, sono imperdonabile… soltanto che ho avuto dei problemi che mi hanno impossibilitata a fare qualsiasi cosa in pratica… detto questo spero comunque continuiate a leggerlo. Vi ringrazio , buona notte.

Ps continuerò la storia, dovessi impiegarci una vita intera a finirla.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Mi svegliai nella mia stanza, sentivo la testa molto pesante e un dolore lancinante alla gamba che per qualche motivo era bendata, ah, si giusto ora ricordo.
Mi alzo lentamente, non vorrei svenire ancora, ma come ci sono finita a casa? io mi ricordo di essere svenuta in negozio, forse Ed, ma che sto dicendo, comunque lo sguardo che aveva l'ultima volta era così intenso... ma che vado  pensare, piuttosto dovrei pensare alla titolare, alla scuola e allo studio, ma che ore sono?- controllo l'orario e il giorno -cooosa?!-  ho dormito per 3 giorni, fantastico, ora è venerdì e sono le 9.30, le prime 3 ore sono saltate ma forse sono ancora in tempo der le altre 4.
 Scendo dal letto pesando solo sulla gamba che non mi fa male, mi tolgo il pigiama e rimango in intimo,spalanco le ante dell'armadio e mentre scelgo cosa indossare sento la porta aprirsi, in un attimo anche quella di camera ima si apre ed appare Ed, con delle buste in mano e un'ari distrutta in volto, ma non passa molto che quella faccia diventa paonazza e lo vedo girarsi ed allontanarsi da camera mia dicendo -Oddio scusa, non pensavo ti fossi svegliata, e soprattutto che ti avrei ritovata in quello stato- fece una pausa e poi aggiunse- perchè sei in piedi, non dovresti-.
Risposi dicendo -Sono in ritardo con la scuola e- non mi lasciò il tempo di terminare la frase che urlò - cosa?! sei fuori, hai passato 3 giorni a dormire, ho già avisato il preside e mi ha chiesto espressivamente di prendermi cura di te ,costringendoti a rimanere a casa almeno fino a lunedì. E la tua titolare ha detto che non puoi rientrare almeno fino a che la gamba non si sia sgonfiata per bene.-
-Ma chi ha tempo poi di recuperare gli argomenti arretrati? E poi mi sento meglio, ti ringrazio pe tutto, ma non ti devi più preoccupare, hai già fatto anche abbastanza e te ne sono grata. Ma nonostante tutto ritorno a scuola perchè è una mia volontà e soprattutto perchè se voglio mantenere una media costantemente alta devo studiare- usci dalla stnza con un vestito nero lungo fino al ginocchio con una scollatura a V non troppo profonda, con la mia cartella nera e con una stampella che avevo trovato in camera appoggiata al divano che ho in camera - quindi grazie e arrivederci, sono di fretta ora, ma appena posso ti ringrazierò in maniera più appropriata.-
Stavo per uscire dalla porta quando sentii  qualcosa trattenermi il braccio, era Ed, che mi tirò verso sé rinchiudendomi in un stretto abbraccio, in cui non riuscivo ad uscire- Non andare, ti prego-mi sussurò dolcemente in un orecchio , e continuò dicendo - sai quanto ero preoccupato?! non ho dormito per 3 giorni, ed ho pregato affinchè tu ti fossi ripresa in fretta, ed ora che ti sei svegiata scappi via nuovamente, cosa ti o fatto di male? perchè non riesco a toglierti dalla mia testa nemmeno per un istante ,dal primo giorno in cui ti ho vista sono rimasto rapito da te.-
Rimasi stupita e provai qualcosa di strano, pure io mi sento come attratta da questo individuo, ma la cosa sarà passeggera quindi è meglio che mi dimentichi di questa storia e poi nemmeno lui è in gran forma, non ha riposato, - Mi sa che per oggi la scuola salta, ok? ora vado a cambiarmi, sarebbe meglio che però anche tu riposassi e non i smbri nelle condizioni di ritornare fino a casa in quello stato. Riposa un pò nel mio letto, ti darò un cambio abbastanza largo che ho vinto in un concorso al supermercato e appena ti sarai ripreso mangia un boccone e poi vai pure a casa, ok?-  lui annuisce.
Tempo che mi cambio, trovo il cambio per lui e cambio le lenzuola del letto che sono le 10.15.
Lui appena si appoggia alla superficie del letto sprofonda in un sonno profondo, così profondo che sembra essere morto.
Intanto tolgo dal frizzer 2 pizze surgelate e e lascio scongelare, mi sdraio sul divano ed in un attimo sprofondo nel sonno ancora.

-Angolo dell'autrice-
spero vi piaccia il 4 capitolo e soprattutto che non abbia troppi errori. Mando un bacione a tutti augurandomi che nonostante non lo aggiorno spesso continuate a leggere la storia. Grazie di tutto e ciaooo.   
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Apro gli occhi e vedo delle facce famigliari, erano i miei genitori, quelli che mi avevano abbandonata la seconda volta, mi guardavano con uno sguardo dolce, dicedo che ero creciuta dall'ultima volta, che gli mancavo e che mi volevano riprendere sotto la loro ala e che non mi avrebbero abbandonata più.
Chiesero perdono, mi abbracciarono , e indietreggiarono per vedere la mia espressione, una lacrima rigava il mio viso che aveva un espressione seria, non li odio per ciò che hanno fatto, ma non possono pretendere di riavere la mia fiducia dopo ciò che è successo. 
Stavo per aprire bocca quando li vidi allontanarsi, sempre più velocemente, e poi il nulla, rimasi sola, ancora. 
Ero stata ancora abbandonata.
A svegliarmi è stata una notifica di un messaggo della mia capa , dove c'era scritto : TUTTO BENE? COME TI SENTI? TI SEI RIPRESA? CHIAMAMI IL PRIMA POSIBILE, SONO MOLTO PREOCCUPATA.
Mentre mettevo le pizze in forno parlavo con lei spiegndole tutto l'accaduto. 
Ed si svegliò e mangiammo insieme, i suoi capelli erano un vero casino, mi trattenevo a stento dalle risate, ma alla fine cedetti e ridemmo insieme come matti. 
-Sei più bella quando sorridi, sai?- mi disse con un sorriso sincero -grazie- risposi.
Finimmo di mangiare e lo accompagnai fino alla porta, ci abbracciammo e lui andò via tutto disordinato.
Tornai in camera per rifare il letto e trovai un biglietto con scritto il suo numero di telefono e l'indirizzo di casa,  e il letto già rifatto.
Il giorno dopo mi svegliai, decisi che dovevo pule la casa, mi misi una maglietta lunga e accesi la musica, cantavo e pulivo, cantare è la mia passione. 
Stavo passando la scopa in camera quando trovai un portafoglio che non era mio sotto il letto, lo aprii e trovai la carta d'identità di Ed, lo richiusi, e lo appoggiai sul comò appena finito di pulire lo avrei chiamato per ridarglielo.
Avevo quasi finito di pulire intanto c'era Halo di Beyoncè, adoro quella canzone, aprii la porta di casa per lasciare che ci sia un po di corrente d'aria, intanto presi una scala e iniziai a pulire la cristalliera cantando ovviamente, feci un movimento brusco con la gamba ferita e persi l'equilibrio dalla scala, senza accorgermene stavo già cadendo.
Pensavo che mi sarei schianatata la suolo ma stranamente non fu così, mi ritrovai tra le braccia di Ed che era entrato avendo trovato la porta di casa aperta e non avendo sentito risposta da me.
-Ma cosa combini?- disse tra le risate , ma si vedeva che era preoccupato -Sai che hai una voce bellissima?- mi guardò meglio, distolse lo sguardo e aggiunse con un tono più serio -Perchè lasci la pora aperta se hai addosso solo una maglietta? In più sei anche ferita non dovresti salie sulle scale- Mi portò in camera, mi appoggiò delicatamente sul letto.
Cercò con lo sgurdo qualcosa, sorrise vendendo che avevo lasciato il suo bigliettino nella cover del mio telefono, vicino al suo portfoglio, prese quest'ultimo e lo aprì, lo stava controllando? No. Estrasse una sua foto e un biglietto da visita e disse - potresti diventare qualcuno con la voce che ti ritrovi. Questo è il biglietto da visita di un mio conoscente, se ti interessa contattalo e digli che mi conosci e che ti ho dato io il contatto,  se non ti crede allora mostragli la foto, ok?-  si girò, guardò il mio viso e rise, ero abbastanza confusa e non sapevo esattamente che espressione avevo, non mi asciò il tempo di rispondere che disse -Vorrei ivitrti ad uscire, sa, devo fare un regalo a mia 'madre' e siccome non so bene cosa piace alle donne beh ,mi farebbe piacere che mi aiutassi, sempre se ce la fai con la gamba in quello stato- si avvicinò e mi guardò la gamba, la sfiorò delicatamente e tirò subito su la testa per vedere se la mia espressione era sofferente - ti fa male?- mi sussurò come se il suo tono di voce potesse ferire la mia gamba.
-Si- risposi con voce debole, lui allontanò subito la sua mano , poi realizzai - cioè no, volevo dire si, ma non intendevo quello, intendo si , vengo ad aiutarti a scergliere il regalo, non importa se mi tocchi, non mi ferisci, quindi tocca pure...- sorrise, e disse - ma lo sai che sei troppo forte? allora ci vediamo dopodomani, vengo a prenderti io alle 16 va bene?-, -ok, vedrò di farmi trovaare fuori 5 minuti prima- dissi una volta calmata, - ok-, rispose lui sorridendo- a dopodomani allora, e ah, già che che ci siamo ceniamo fuori, miraccomando fatti bella- concluse ridendo e poi se ne andò.
Ma che ho combinato? E poi perchè sono tutta rossa? 
_Angolo dell'autrice_
Ecco il continuo, spero che vi piaccia, continuerò ad aggiornare il più possibile.
Grazie a chi a letto la mia stori e nche questo capitolo, vi invito a commentare se vi piace o meno. Detto questo grazie ancora e spero che continuiate a seguire la storia.     

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Era lunedì, mi preparai per andare a scuola con il vestito che volevo indossare per andarci venerdì, la gamba si era sgonfiate e praticamente non mi faceva più male però per sicurezza decisi di portare un anti dolorifico.
Arrivai a scuola con la solita mezz'ora di anticipo e decisi di fare colazione da Starbuks, adoro quel posto ma sopratutto i loro milk shake al caramello e panna montata ricoperta anch'essa di caramello.
Appena le porte del cancello della scuola si aprirono mi diressi subito dal direttore per spiegare tutto l'accaduto e portare la giustifica. Una vlta entrata nel suo ufficio mi accolse caldamente, chiedendomi come stavo e se non fosse ancora troppo presto per tornare a scuola, ma dissi che non c'era problema e che era tutto risolto, mi congedai e andai in classe che era vuota perchè le lezioni sarebbero incominciate tra 5 minuti, ne approfittai per ripassare.
Le lezioni passarono abbastanza in fretta, presi le miie cose e mi diressi a casa, arrivai li con 10 minuti di anticipo, mi diressi in camera per prepararmi all'appuntamento con Ed, di lunedì la pasticceria è chiusa quindi decisi che avrei lasciato la divisa già stirata per domani.
Erano le 15 e 55 ed io ero già fuori ad aspettare ed, avevo addosso un abito rosso non troppo dettagliato, era aderente al seno e stretto in vita per poi finire più largo a metà ginocchio, avevo lasciato sciolti i capelli, mi ero messa un filo di eyeliner e un rossetto dello stesso colore del vestito e per le scarpe delle AllStars nere ed una borsa nera.
Alle 16 in punto si presentò Ed con la sua moto sportiva, aveva su un paio di jeans neri, giaccca di pelle nera, maglia bianca e scarpe nere. Si tolse il casco e con un sorrisso mi disse -sei bellissima-, scese dalla moto e tirò fuori un'altro casco me lo porse, lo indosai e partimmo, andava spedito ma la velocità  non  mi ha mai spaventata.
Dopo circa mezz'ora arrivammo in centro, era meraviglioso, pieno di luci e di vitalità, entrammo in un centro commerciale e fecimo un giro un pò dappertutto, entrammo poi in un negozio di Prada, dove vedemmo alcune borse per sua 'madre' o forse e meglio dire matrigna, lui mi disse che era molto legato a lei perchè le diete tutto, affetto, istruzione e tutto ciò che lui chiedeva, poi mi disse che sempre la sua matrigna li fece conoscere un produttore discografico e che stavano lavorando sulla vendita dei suoi dischi e che stava prendendo fama poco a poco e stava guadagnando un po di soldi che sta dando a sua madre per tutto ciò che ha fatto per lui.
Da questo capisco che non è il classio bambino ricco e viziato, ma che si sta dando una mossa per creare da solo una propria indipendenza economica.
Per la cena andammo in un ristorante bellissimo in cima ad una torre, dove la città si perdeva a vista d'occhio, rimasi molto stupita e meravigliata da quel panorama stupendo, ci sedemmo a mangiare quando partì una sua canzone, Wake me up, che mi rapì nella sua semplicità e poi ne partirono molte altre una dopo l'altra, The A team, Drunk, Lego house, ognuna più bella dell'altra mi rapirono tutte erano una più bella dell'altra e mi persi nelle melodie delle sue canzoni che scorrevano una dopo l'altra.
Mi sentii ossevata quindi riaprii gli occhie vidi Ed fissarmi intensamente con un sorriso da ebete stampato sulle labbra, mi chiese -Ti piacciono?- -Si, ma alcune sono troppo sdolcinate- risposi, lui sorrise all'ultima osservazione. - Posso chiederti chi è la ragazza delle tue canzoni? Perchè in alcune il sogetto sembra sempre lo stesso , sembrano dedicate alla tua raga- mi fermai leggendo nei suoi occhi una malinconia che sembrava nascondere prima -scusa, lascia perdere- e poi tra noi cala il silenzio, a rompere questo silenzio è il cameriere con la portata, e così passiamo tutta la cena fino al momento del conto in cui quasi ci scanniamo per chi deve pagare, alla fine ho vinto io pero ho anche vinto l'ira di Ed che continua a dire che non è stato giusto e che è una cosa davvero imbarazzante per un uomo farsi offrire la cena da una donna se era stato proprio lui ad invitarmi.
Ci dirigemmo verso la sua moto, lui cammiinava davanti a me, sinceramente faceva un po di freddo, avevo le braccia incrociate, camminavamo e camminavamo, io davo uno sguardo alle vetrine fino a quando non ne trovai una con un suo poster a grandezza umana e con i suoi album tutti perfettamente riordinati, wow, dev'essere proprio fiero di se per aver raggiunto un traguardo simile, senza accorgermene mi ero fermata, ed ero rimasta imbambolata ad osservare la vetrina, mi giro per fargli i complimenti, ma non lo vedo da nessuna parte, mi giro e mi rigiro però non lo trovo da nessuna parte, allora mi incammino verso la direzione della moto, ma penso di esermi persa perchè ho un'orientamento pessimo...
Ed ora che faccio, non ho portato nemmeno il telefono?! Però anche lui non avrebbe dovuto lasciarmi indietro. Una cosa è certa, sono abituata a restare sola quindi non è nulla di nuovo, magari si sarà arrabbiato e mi ha lasciata qui apposta ,e anche se infondo infondo mi dispiace sono abituata ad essere abbandonata.
Non me ne andai subito, vagai un po per la città, magari non se ne era davvero andato, non mi sembra il tipo di persona che fa cose del genere penso, mi ero allontanata un po troppo ed ora si che mi sentivo veramente persa, a distogliermi dai miei pensieri furono due bei ragazzi che mi chiesero cosa ci facevo tutta sola, li ignorai e li diedi le spalle , ma uno dei due, il più pompato mi afferrò per il braccio con forza , mi girò e mi disse - guarda che parliamo proprio a te- continuai ad ignorarli e il tipo allora aggiunse -non puoi vestirti così e girare tutta sola solett nel nostro territorio e pretendere di ignorarci, capisci? Ci hai provocati ed ora che ti guardo meglio sai che sei proprio una bella ragazza... non mi dispiacerebbe divertirmi un pò con te sai?- disse facendo uno sguardo malizioso e leccandosi le labbra.
-Nemmeno se fossi l'unico uomo della terra, perchè mi fai davvero schifo, pensi che solo perchè hai dei muscoli che puoi avere tutto e tutti? Sei davvero penoso- e risi, lui ed il suo amico rimasero di sasso, ma dopo poco l'ltro rise e lui si sentì preso in giro, quindi si innervosì e aumentò la sretta - che cosa ti sei permessa di dire? Chi pensi di essere per criticarmi, hai solo un bel faccino ma non solo per questo ti risparmierò, sai, mi vendicherò con il tuo corpo- disse e incominciò a trascinarmi, era più forte di me e la zona non era molto popolata, cercando di porre resistenza la gamba incominciò a farmi ancora male , la gente che passava faceva finta di niente, si limitava a guardarmi e fare una faccia triste, a qanto pare sono capitata proprio difronte alla persona sbagliata, ma non è la prima volta, quando ero sola capitava spesso, solo che riuscivo sempre a trovare un modo e scappavo sempre. Ma alla fine a che serve scappare in una citta che nemmeno conosco, potrebbero subito riaccufarmi e allora si che sarebbero guai e poi non posso nemmeno corre con la gamba in questo stato... e ora? Che faccio?
Entrammo in una grande hall di un motel e li un signore diede subito una chiave, non era la prima volta che veniva qui, poi lo stesso diede un'occhiata a me e il suo volto si riempì di dolore, abbassò lo sguardo, intanto venni trascinata in un ascensore , il ragazzo instranito mi chiese - perchè hai smesso di opporre resistenza? Perchè non piangi o urli? Così non c'è divertimento, almeno sai cosa ti sta per succedere, te ne rendi conto?- lo guardai con un espressione impassibile e risposi con tono freddo - Lo so benissimo, ma non è ne piangendo e ne urlando che risolverò la questione, ti aspettavi che facessi scenate del tipo adesso arrivera il principe azzurro che mi salvera? Lo so benissimo che non esiste e so bene anche come gira il mondo, non ho nulla da perdere sai, si, sarebbe la mia prima volta ma tanto cosa vuoi che cambi.- a quelle prarole rimasero di sasso entrambi, erano alquanto spaventati dalla mia freddezza, si scambiarono una parola e sbincarono entrambi, mi guardarono e poi mi dissero - scusa ma tu che cosa sei? cos'hai in quegli occhi?!  cos'hai dietro di te?! non fare scherzi!- ero un po confusa , io non vedevo nulla, mi sa che si sono fumati qualcosa, hanno le papille dilatate, gli occhi rossi e le mani sudate e sono piuttosto agitati, perfetto, posso usarlo a mio vantaggio, urlai -   APRITEVI PORTE DELL'INFERNO, FERMATI O TU CAMERA D'ACCIAIO- e in un istatnte schiacciai l'allarme dell'ascensore e l'antincendio, lessi il terrore e la confusione nei loro occhi, allora continuai la scena, misi le mani nei capelli, li disordinai e continuai ridendo in maniera abbastanza creepy e tirando gli occhi in su - HAHAHA, LE SENTITE LE CAMPANE DELL'INFERNO, CI STANNO ASPETTANDO E CI PORTERANNO TUTTI DA LUI...- schiacciai il pulsante del primo piano e l'ascensore scese, entrambi erano a terra in preda al panico, si trattava sicuramente di croccodile è un tipo di droga che provoc le allucinazioni e non soltanto, prima ti fa sentire il dio del mondo ma dopo ti consuma, si aprirono le porte e io ne approfittai per uscire , schiacciando prima il pulsante dell'ultimo piano e dicendo loro un sove addio.

_Angolo dell'autrice_
Non immaginate il lavoraccio per sto capitolo, volevo renderlo un po particolare e spero vi piaccia anche se beh, è un po strano, lo ammetto.
Comunque grazie per aver letto il capitolo e la storia in generale, io vi incito a lasciare un giudizo o una critica o un consiglio se ne avete, comunque grazie ancora

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Esco subito da quel motel e cerco di ripercorrere i miei passi, e riesco a ritornare piano piano in centro, comincia a fare veramente freddo e non ho portato nulla per coprirmi, dannazione. Continuo ancora a girare rigirare fino a quando non lo rivedo, il negozio di prima, entro all'interno è ancora aperto fortunatamente, mi diressi verso i dischi di Ed, li guardai e decisi di comperarne alcuni, notai che si stava avvicinando qualcuno, era un ragazzo magro, alto , biondo con dei bei occhi azzurri, mi guardò e mi disse - se ne prendi 2 il secondo ha il poster in omaggio, ma noto che ne stai prendendo 4, devi proprio essere una sua fan accanita- rise e rimase in attesa di una mia risposta che immancabilmente non mancò -Conosco il cantante, è un mio compagno di classe, mi sono sbalordita quando ho scoperto che era famoso e sopratutto che faceva della bella musica così mi è venuta voglia di prenderne alcuni. è un problema?- lui sorrise per la risposta e mi disse - Wow, conosci Ed Sheeran, davvero? Allora perchè non gli chiedi direttamente qualche disco invece di comprarli?- lo guardai con aria interrogativa e risposi alla sua provocazione - Perchè dovrei? Pensi che non me li possa permettere?- ci rimase di sasso, ma poi rise - Ma lo sai che sei veramente fantastica? Non mi sarei mai aspettato una risposta del genere, comunque tranquilla, ti stavo solo stuzzicando- si diresse verso la cassa e disse -Vuoi anche il suo fan book? Ci sono un sacco di sue foto, ti interessa?- io lo guardai, mi sa che non aveva capito che non sono una sua fan -No grazie, non mi serve e non mi interessa-

Lui sorrise e mi mise i dischi e i poster in un sacchetto di carta, mi girai e notai che in negozio c'erano pure i dischi di Charlie Puth e di Shawn Mendes decisi di prendere 'Attention' e 'Illuminate', il ragazzo sorrise ancora di più, -conosci anche loro?- mi chiese con un tono scherzoso, io risposi - Certo, tu no?- scoppiò dalle risate e disse -Con questo mi hai chiuso hahah. Ci sono in omaggio anche i loro poster, li vuoi?- feci cenno con la testa di si e lui li mise in un altro sacchetto, mi diede il conto e disse - Mi piacerebbe uscire con te qualche volta e non lo dico solo perchè conosci Ed Sheeran e nemmeno perchè mi sembri una facile ci tengo a chiarirlo- Prima che potessi rispondere dall'entrata apparse Ed, aveva un fiatone unico ed una faccia sconvolta ma allo stesso tempo sollevata, venne da me e mi strinse in un abbraccio - Ma dove ti eri cacciata?! Non sai per quanto ti ho cercata e quante volte ti ho chiamata, Dove hai il telefono?!- era arrabbiato ,ok, ma non mi sembrava il caso di fare queste scenate e sopratutto difonte al cassiere che era incredulo che Ed Sheeran era appena entrato nel suo negozio.

Mi staccai dal suo abbraccio e dissi -Tu camminavi troppo veloce e mi hai lasciata indietro, mi sono fermata a guardare questa vetrina un attimo e appena mi sono girate eri sparito, ho provato a inseguirti, ma poi mi ero persa e poi nulla sono tornata indietro- ho saltato apposta il dettaglio del motel.

Mi guardo,poi guardò anche il cassiere che era un misto tra l'essere stupito e il non averci capito nulla e poi scoppiò a ridere anche il cassiere rise ma io no, non ci tovvo nulla di divertente, pagai, presi le mie cose, il cameriere disse ad Ed - Scusami, sai prima ho chiesto alla tua ragazza se voleva uscire con me, ma non avevo in mente nulla di strano, ma ti chiedo comunque scusa perchè non le ho creduto quando mi ha detto di conoscerti - lui lo guardò e disse - non importa, tranquillo- perchè sis stava scusando con lui? E perchè non gli ha detto che non sono la sua ragazza? Aggiunsi -Non importa, davvero, tanto non sono la sua ragazza, te l'ho detto, siamo solo compagni di classe - Ed ci rimase un po male e mi fulminò con lo sguardo -E se proprio ti va questo è il mio numero- presi un pezzo di carta e ci scrissi sopra il mio numero - magari potremmo uscire qualche volta, ma non fraintendere, comunque piacere, sono Charlotte- il viso del cassiere si illuminò ad un tratto e tendendomi la mano disse - Io sono Luis, piacere- sorrise , ma non Ed, che sembrava abbastanza contrario e turbato, gli fece un autografo e una foto con lui, e poi uscimmo, dimenticai del freddo che faceva, infatti irrigidii subito, questa volta Ed camminava al mio fianco e appena si accorse che avevo freddo si tolse la giacca di pelle e la mise addosso, poi prese la mia mano, mi avvicinò a sè , prese i sacchetti di carta e li tenne lui, poi mi mise il braccio intorno alle spalle e mi chiese - Così hai meno freddo?- feci cenno con la testa di si - ma tu invece? Non hai freddo? Forse è meglio che la giacca la riprendi tu, mi sentirei in colpa se ti dovessi ammalare perchè tu sei un cantante, la tua voce è preziosa.-dissi, mi guardò e sorrise -Non mi importa della mia voce se a prendere freddo sei tu, e poi se mi ammalo dovrai venire a curarmi quindi va bene così grazie- decido di non insistere, tranne quando saliamo in moto, lui deve guidare, il vento li arriva tutto addosso, ma non accetta e minaccia di lasciarmi a terra.

Mi porta a casa e mi accorgo che è gelato, ha tutta la pelle d'oca e ci manca veramente poco prima che non inizi a tremare allora decido di farlo entrare in casa per berci una cioccolata calda, dargli una coperta , prestargli una sciarpa per poi farlo andare a casa, lui accetta.

Lo faccio accomodare dentro, preparo la cioccolata calda, accendo la tv, porto 2 coperte, ad un tratto lui dice - Ho dimenticato le tue buste nel sedile della moto, esco un attimo a prenderle- prese le chiavi e la coperta e uscì.


Pov. Ed

Uscii a prendere le sue buste e sbirciai il contenuto ed in una c’erano i cd di Shswn e Charlie e nell’altra c’erano ben 4 miei dischi e 4 poster, wow, ma se me lo avesse chiesto glieli avrei procurati io gratis, ma conoscendola non avrebbe mai accettato, rientrai con un sorriso stampato in faccia, non so il perché ma mi sento felice.


Pov. Charlotte

Lo aspettavo sul divano con la cioccolata in mano e lo vidi entrare con le buste in mano e un sorriso da ebete stampato in faccia, non capivo a cos’era dovuta tutta sta felicità già che fuori fa un freddo unico ma vabbè.

Si accomodò anche lui sul divano e ci ritrovammo a parlare, lui mi raccontò della sua ex alla quale aveva dedicato le sue canzoni, mi raccontò che si erano messi insieme quasi per scherzo, ma poi si resero conto di amarsi a vicenda, passarono molto tempo insieme fino a quando un giorno non litigarono per colpa di un loro amico che gli aveva ingannati disse a lei che lui lo tradiva e lui la trovò a letto con lui , così lei salì in auto e che per colpa della nebbia e delle lacrime che le offuscavano la vista andò a finire fuori strada e precipitò da un burrone ma solo dopo la sua morte venne a scoprire che lei non lo aveva tradito, ma che il loro ‘amico’ l’aveva violentata. Ero scioccata, gli chiesi scusa, alla fine se lui aveva ricordato qualcosa di così doloroso è solo per colpa mia.

Allora decisi di raccontargli un po della mia storia, di come ero cresciuta e di come anche i miei genitori adottivi mi avevano abbandonata, lui mi abbracciò, decidemmo di guardare Sherek 3, ma dalla stanchezza mi addormentai sul divano.


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Pov. Ed

Era mattina e a svegliarmi fù la sveglia del telefono impostata per le 6.30, cercai di capire dov’ero e mi accorsi di essermi addormentato a casa di Charlotte, mi girai e la trovai appoggiata sul mio fianco e in un sonno profondo, non dava cenno di svegliarsi e sicuramente non sarei stato io a svegliarla, mi fermai ad osservarla, aveva i capelli leggermente arruffati ed una pelle bianchissima perfetta, le ciglia lunghe, le mani piccole, ho paura di potermi innamorare di questa piccola ma forte persona, è piena di impegni e problemi, ma non si abbatte facilmente, non si dà mai pervinta ed è così orgogliosa e testarda eppure ci sono così tanti segreti che la circondano, mi piacerebbe conoscerli tutti, mi piacerebbe poterla proteggere e farle capire che non è sola in questo grande universo e soprattutto che non sono tutti suoi nemici, ma a cosa mi fai pensare di prima mattina? Come hai fatto a stregarmi in così poco tempo? Meglio chiudere gli occhi e godermi ancora questa sensazione che non provavo da tanto.

 

Pov.Charlotte

Provo una strana sensazione, mi sento tranquilla e protetta, mi sento bene, ma perchè? La sveglia sta suonando, ma non ho voglia di alzarmi, perchè? Ad un tratto sento muoversi il mio cuscino, ma cosa? Da quando i cuscini si muovono… Spengo la sveglia, apro gli occhi e mi ritrovo Ed che mi dorme accanto, ah, adesso ricordo, a quanto pare ci siamo addormentati guardando Sherek, ah, sono le 7.30 non ho davvero voglia di muovermi, sto così bene così, ma cosa sto dicendo? Mi giro a guardarlo, dorme beatamente, mi dispiace svegliarlo, ha tutti i capelli arruffati e il mi strappa un sorriso, ha le ciglia arancioni, come i suoi capelli del resto il che mi fa pensare che siano finte, mi piacerebbe toccarle, soprattutto i capelli chissà se sono morbidi, proviamo dai, tanto non se ne accorgerà mai, dorme così profondamente che nemmeno la sveglia lo ha svegliato quindi, mi avvicino un po, molto lentamente e avvicino la mano vicino al suo volto, gli sfioro le ciglia , mi viene da sorridere, non so il perchè, passo ai capelli, sono davvero morbidi e poi non pensavo fossero così tanti.

 

Pov. Ed

Sento il rumore della sveglia, che però non è mia, la sento muoversi e spegnere questo fastidio, poi la sento riaccoccolarsi su di me, nella stessa posizione di prima, poi i suoi occhi sono addosso a me e la cosa non mi dispiace affatto, sento la sua mano sfiorarmi le ciglia e poi passare sui capelli, è una sensazione molto piacevole, vorrei davvero vedere l’espressione che ha in questo momento, ma ho paura che ritornerebbe ad essere tutto come prima, ma la tentazione è troppo grande, apro molto lentamente gli occhi e vedo un’espressione nuova, una molto dolce , soddisfatta e concentrata, ma cambia quando nota che mi sono ‘appena svegliato’ la vedo arrossire e girarsi dall’altro lato e dirmi con voce da appena svegliata - Buon giorno, scusa se ti ho svegliato, ma la sveglia era suonata e beh, pensavo che anche tu avessi i tuoi impegni, desideri qualcosa per colazione?- si alzò , sentii freddo e un piccolo pezzetto di cuore che si staccava dal suo posto, risposi -Buon giorno anche a te, non disturbarti, hai fatto anche troppo, sono veramente dispiaciuto per essermi addormentato- lei mi guardò fece un lieve e impercepibile sorriso e disse - Ma che disturbo, dai, cosa vuoi mangiare, se ti va preparo delle crepes alla nutella o dei pumcake oppure ho dei biscotti o se vuoi anche le brioches- vorrei svegliarmi così sempre, lei si muoveva come una trottola per casa cercando dei cambi e la sentii dire a bassa voce -Cavoli devo farmi la doccia, non posso uscire con sto schifo di capelli- allora le dissi che avrei cucinato io, lei rise oddio la sua risata, mi fa venir voglia di averla solo per me, la sua voce mi manda in extasi, é incredibile che influenza abbia su di me già di prima mattina.

Mi spiega dove sono gli ingredienti e come si accende il gas, poi mi guarda e mi chiede se sono sicuro di voler cucinare per lei, io sorrido e annuisco, lei tira fuori i CD e mi dice di scegliere quello che voglio e di metterlo su, allora scelgo di mettere wake me up, lei va in bagno e nel giro di 10 minuti esce, vorrei vederla in accappatoio… ma a cosa sto pensando? Stare con lei mi fa male decido di mettere attention e la sento cantare dalla sua camera, canto anche io, quella canzone mi piace , le crepes sono pronte ed anche lei, é venuta in cucina con i capelli ancora umidi che sprigionano il suo buonissimo profumo mangiamo entrambi con gusto ed ad interrompere la quiete é il suo telefono che si accende per una notifica di un messaggio era Luis, il mio umore cambia ed anche la sua faccia dopo aver visto l'ora e dopo essersi resa conto che era martedì ma soprattutto che erano quasi le 9, mi guardò io risi e rise amche lei, ma durò poco, perché lei non era abituata a saltare la scuola, mise i piatti nella lavastoviglie, e andò a cambiarsi e dopo qualche minuto era già pronta, aveva una maglietta nera, dei jeans aderenti neri con gli strappi al ginocchio, le allstars e una giacchetta verde scuro e una sciarpa nera aveva legato i capelli in una coda alta, ma nonostante si fosse vestita in maniera così semplice restava comunque bellissima

Io mi rimisi la giacca di pelle di ieri.

 

Pov. Charlotte

Lui aveva gli stessi vestiti di ieri però oggi fa più freddo, allora tornai in camera e presi una sciarpa nera anch’essa e gliela misi al collo gli diedi pure dei guanti di lana, ma gli stavano troppo piccoli, lui rise e mi disse - Se vai a scuola con i mezzi pubblici ci metterai una vita, se hai voglia ci possiamo andare insieme, andiamo prima a casa mia, mi cambio,prendo la cartella e nel giro di 10 minuti siamo li in moto, ti va?- non abitava tanto distante da casa mia, ma era più vicino alla scuola quindi risposi di si.

Salii in moto e partimmo, in nemmeno 5 minuti eravamo davanti a casa sua (ci credo, aveva guidato come un matto) la sua casa era enorme, era una villa di 3 piani con un giardino immenso e a quanto pare anche una piscina, mi fece cenno di seguirlo, entrammo dentro e se fuori sembrava bellissima dall’interno lo era ancora di più, mi disse di aspettare un attimo il tempo che lui si cambiava, mi sedetti sul divano ad aspettare, intanto aprii gli appunti di filosofia e misi a ripassare, lui scese subito, li rimisi subito dentro e andammo e in nemmeno 10 minuti arrivammo a scuola, giusto giusto per la terza ora lui decise di entrare mezz’ora dopo così non avremmo dato nell’occhio, ma io rifiutai e così entrammo insieme, io andai dal preside e lui in classe, presi delle schede di comunicazioni e andai in classe, salutai il professore e misi sia la giacca che la cartella a proprio posto, e lasciai le comunicazioni della nostra classe sulla cattedra e aspettai la fine della spiegazione per andare anche nelle altre classi.

Le ore passarono in fretta e giunse la pausa pranzo, presi la mia solita mela ma anche un panino alla mortadella piccolo, mi sedetti a mangiarlo come al mio solito da sola fino a che non vidi Ed sedersi vicino a me con un vassoio strapieno di cibo, mi scappò un sorriso e gli chiesi -Ma quanto mangi?- lui fece una smorfia e disse -tu invece mangi troppo poco-, -Con tutto quello che abbiamo mangiato stamattina vuoi mettere?- sorrise - Sai il prof di chimica ha spiegato qualcosa che non ho capito, mi daresti una mano?- chiese - Vediamo, se ho tempo ti faccio sapere ma ora devo andare a lavorare, ciao- mi alzai e uscii dalla mensa, mi diressi al lavoro e la giornata passò tranquilla.

Di sera lessi il messaggio che mi aveva mandato Luis mi chiedeva di uscire a farci un giro e di andare al karaoke, mi disse che potevo invitare anche un mio amico gia che lui ne avrebbe invitati 2 suoi, decisi di accettare l’invito e chiesi ad Ed se voleva venire, la sua risposta non tardò ad arrivare e fu positiva.

 

_Angolo dell’autrice_

Mi sembrava qualcosa di carino aggiungere pure  il punto di vista di Ed ditemi se questo cambiamento vi piace altrimenti beh, ritorniamo a solo quello di Charlotte,

Vi ringrazio ancora di aver letto il capitolo e la storia, e detto questo beh, alla prossima.

 

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