Il Meraviglioso Mondo di...

di Talia Nightray
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una Piccola Vendetta. ***
Capitolo 2: *** Scintille d'Amore Divino ***
Capitolo 3: *** Come delle Margherite ***
Capitolo 4: *** His Best Soldier pt.1 ***
Capitolo 5: *** His Best Soldier pt.2 ***
Capitolo 6: *** Non sono adorabile? ***
Capitolo 7: *** Per i tuoi occhi ***
Capitolo 9: *** Chiudi gli occhi ***



Capitolo 1
*** Una Piccola Vendetta. ***


My little Revenge
[Micio!Dean, Gabe, Sam e Cass]
Avviso: sono una donna volgare, quindi occhio à_à e Gabe insinua cose incestuose. Siamo una bella coppia.
Nota: quando si dice “una fanfic senza capo né coda” xD No ok, forse la coda ce l'ha. Per la cronaca: questi fanciulli non mi appartengono, tristemente.





-Quindi ragazzi, ecco tutto.-

Gabriel sorrise malignamente, guardando il piccolo gattino ai suoi piedi che gli soffiava contro con tutta la sua forza tentando di spaventarlo, invano.

-Prendila come una piccola rivincita personale.-

-No aspetta...non...non puoi lasciarlo così.-

-Oh? E perchè no?- Sospirò annoiato:- Ti serve? Avanti Sam, sono sicuro che riuscirai a farne a meno per un po'. E' peccato mortale lo sai? Bye bye.- e sparì in uno schiocco di dita.

Questa volta l'avevano davvero fatto incazzare.

Insomma, passi il cercare di ucciderlo con un paletto, passi il rinchiuderlo in un cerchio di fuoco sacro, passi lasciarlo infradiciare tutto con dell'acqua vecchia di chissà quanto ma ciò che Gabriel davvero non riusciva a sopportare era essere interrotto. Insomma, non potevano apparire così all'improvviso e pretendere di sapere cosa stava succedendo in casa sua, no che diamine. Quindi aveva deciso di riprendersi una piccola rivincita su Dean, sicuramente quello che gli aveva causato più grane.
Aveva dunque deciso che, se Dean era così sfrontato da sfidare gli angeli, doveva capire qual'era il suo posto; insomma paragonato a tutto quello che gli girava intorno non era altro che...

-Un gatto?-

Castiel guardò negli occhioni verdi la palla di pelo rossiccio e arruffato che gli si sedeva davanti, in attesa di un responso. Fissò lo sguardo sulla puntina bianca della coda e si lasciò sfuggire un sorrisino che però il Micio-Dean notò benissimo.

-MAAAOW!-

-Sì, scusa Dean. E' che sembri così...innocente.-

-Cass, non puoi aiutarlo?-

L'angelo sospirò e scosse la testa:

-Gabriel è decisamente più potente di me. Non posso fare nulla.-

-Ma non possiamo tenerlo così.-

-No, sicuramente no. Però c'è qualcosa di buono.-

-Cioè cosa? Cass, mio fratello è un gatto.-

-Sì lo vedo, ma c'è di buono che in queste condizioni Micheal non se ne farebbe nulla di lui, quindi ho il sospetto che per un po' vi lasceranno stare.-

Il Micio-Dean raddrizzò la coda, segno che quel piccolo particolare non gli dispiaceva affatto, e zampettò verso il frigo appoggiando sullo sportello una zampa e guardando bisognoso Sam:

-Maaw?-

-. . .-

-Credo abbia fame.-

-Sì Cass, l'ho capito anche da solo.-

-Cosa mangiano i gatti?-

-Pensò che Dean direbbe “Hamburger”-

Sammy si avvicinò al frigo e prese il cartone del latte:

-Per adesso ti va bene questo?-

Dean assottigliò lo sguardo e si arrampicò sui ripiani del frigo fino ad arrivare al prosciutto, in mancanza d'altro.

Sam sospirò:

-..ho la sensazione che sarà più dura del previsto.-

-Vedo di trovare qualcosa.-

E Castiel sparì portandosi via anche l'ultima speranza di una conversazione quasi-normale.


- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - End?

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Capitolo 2
*** Scintille d'Amore Divino ***


Sparks of Divine Love
[Castiel, Dean, Personal Space]
Nota: Non ricordo più dove lessi l'espressione "scintille d'amore divino"...(forse la disse Benigni); in ogni caso mi piacque molto euindi eccoci qui <3





Castiel sapeva che non sempre le cose potevano andare come previsto; l'aveva imparato da anni e anni di silente osservazione. Aveva visto gli esseri umani trasformarsi, da feti a bambini fino a diventare vecchi e ognuno di loro aveva dei piani, dei sogni che poi alla fine non era riuscito a realizzare. A parte qualche raro caso, poteva dire con sicurezza che quelle che lui osservava erano creature infelici, con la vita breve e così tante emozioni che stavano male.

Le emozioni.

Cass ovviamente sapeva cos'erano, sapeva tutto a proposito del corpo umano e di come funzionasse il cervello, ma non riusciva a capire cos'erano nello specifico. Per lui "dubbio", "paura", "dolore", "rimorso", anche "gioia" erano solo parole. D'altro canto era solo un soldato, anche piuttosto giovane rispetto ai suoi fratelli, l'unica cosa che doveva fare era eseguire gli ordini.

Per questo quando cadde per la prima volta provò paura e confusione, perchè non poteva più fare affidamento su altri, ma solo su sè stesso.
Provò una serie infinita di nuove sensazioni, ma quella che lo sconvolse di più, e a cui ancora non sa dare un nome, la provò con Dean.

Era come un calore che lo circondava quando il più grande dei Winchester lo guardava o gli parlava, e Cass si sentiva pieno di agitazione e..una sorta di paura ma anche qualcosa di davvero, davvero caldo.

Quando succedeva Castiel si sentiva spinto verso il corpo di Dean, per osservare da più vicino ogni particolare del suo viso, e sentire meglio la sua voce che lo faceva sentire quasi...in pace.

-...Cass?-

-Sì?-

-Dobbiamo parlare di questa cosa, sai..spazio personale.-

-Scusa.-

La verità, caro il mio Angelo del Signore, è che quella sensazione che tu non riesci a catalogare, è la stessa dalla quale sei nato.

E' così difficile da ammettere?

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Capitolo 3
*** Come delle Margherite ***


Like Daisies
[Dean, Demoni-margherita, Sam, la Impala, Cass]
Note: No davvero, niente xD Spero che non sia troppo scema.
Prompt: "Demoni che spuntano come margherite."




Erano più di due ore che camminava in quella radura desolata e abbandonata da qualsivoglia forma di divinità e non.

Non c'era nemmeno un cane che pisciasse su un idrante, niente di niente.

Ma dopo tutto quel tempo era arrivato a quello che sembrava un parco, uno di quelli con i giochi per i bambini e tutto il resto.

Sabbia, scivoli e giostrine. Il tutto contornato da uno sputo di prato verdissimo.

Dean si sedette per qualche secondo sulla panchina lì vicino cercando di capire come fosse arrivato lì e perchè con lui non ci fosse Sam. Era vero che la sera prima si era preso una sbronza colossale nel tentativo di non pensare, almeno a una sera, al casino in cui erano, e Cass era stato molto d'aiuto nell'evitare accuratamente di farsi vedere e/o sentire per tutto il tempo, lasciandogli modo di sbronzarsi quanto gli pareva.

Il problema era che dal settimo bicchiere di tequila, o giù di lì, aveva iniziato a non capire più se quello accanto a lui era Sam o un tizio passato di lì per caso; tizio che l'aveva gonfiato nel momento in cui Dean gli aveva vomitato addosso, con un tocco di classe nell'avvertirlo quei tre secondi prima.
D'altronde la logica è semplice: se non vuoi prenderti un getto di vomito addosso, mettiti il più lontano possibile dall'unico idiota che si sbronza a botte di tequila di tutto il locale.
Non era poi così difficile da concepire.

In ogni caso, l'ultima cosa che ricordava era una manata in piena faccia e poi più niente.

Si prese la testa tra le manie cercò di riattaccare tutti i pezzi dell'enorme e incasinato puzzle che aveva in mente quando vide una figura avvicinarglisi.

Era una ragazza. Bella, decisamente ben fatta. Capelli biondi e lunghi e un seno davvero...generoso.

Dean alzò gli occhi osservandola per bene. Non riusciva a capire da dove fosse spuntata ma non gli dispiaceva poi così tanto che fosse riuscita a trovarlo.

Lei si avvicinò e sorrise:

-Ciao Dean.-

-Ci...ti conosco?-

-Che maleducato.-

Lei fece una faccia offesa e gli porse la mano che lui prese alzandosi. Aveva le mani morbide e calde, il che lo fece sorridere, seppur nella confusione.

-Voglio mostrarti una cosa.-

La ragazza lo portò nella strisciolina verde del parco giochi e si sedette in mezzo all'erba, invitandolo a fare altrettanto.

-Vedi?-

Disse indicando una margherita:

-Non sono bellissime?-

Lui sorrise e fece per strappargliela ma lei lo fermò con cipiglio severo:

-Non farlo.-

-..scusa.-

-Sai loro sono, i miei fratelli.-

A quel punto Dean, come ogni altro mortale sulla faccia di questo misero pianeta, pensò che aveva decisamente a che fare con una pazzoide, e che la cosa migliore da fare era andarsene.

-Presto io e i miei fratelli conquisteremo il pianeta e voi miserevoli vermiciattoli morirete tutti.-

-Come prego?-

Lei sorrise e i suoi occhi divennero neri. Totalmente neri. Gli occhi di un demone.

Dean arretrò istintivamente alzandosi, ma lei rise e la margherita che lui voleva cogliere si trasformò in un fumo denso e nero da quale comparve un tizio, anche lui con gli occhi neri.

Più la ragazza rideva, più spuntavano margherite, che dopo qualche istante diventavano demoni.

Dean tentò di fare la cosa più logica che gli venne in mente e si mise a correre, ma altri demoni-margherita gli sbarrarono la strada:

-Capisci?- disse lei arrivandogli vicinissimo: -Non puoi fermarci, siamo troppi per te da solo.- e lo trafisse con la mano.


-Dean? DEAN?-

Sam scuoteva il fratello con così tanto vigore che aveva paura di rompergli qualcosa, ma erano ormai ore che Dean era svenuto e qualcuno doveva pur fare qualcosa per evitare un'altra sua morte no? Erano già fin troppe le volte in cui aveva dovuto vedere suo fratello morto.

-Dean mi senti?-

-Non si è ancora ripreso?-

-Cass! Dai aiutalo muoviti.-

Cass allungò il braccio dal sedile di dietro dell'Impala e toccò la fronte di Dean che spalancò gli occhi tossendo.

-Sam...grazie a Dio.-

-No, sono stato io.-

-Sì...sì grazie Cass, amico.-

Tossì ancora un po' sentendo un sapore acre in bocca. Si accorse solo dopo parecchi secondi di essere sull'Impala con Sam che guidava.

-Perchè stai guidando tu?-

-Mentre stavo per soffocare nel tuo vomito un tizio è arrivato da parte di Bobby. Stai bene?-

-Sì...-

-Davvero?-

-Sì solo...demoni.-

-Cosa?-

-Ho sognato dei demoni va bene? Demoni-margherita.-

Cass e Sam si scambiarono uno sguardo:

-Demoni margherita?-

-Lo so anche io che sembra una stronzata ok?-

-Almeno ne sei al corrente.-

-Mh. Ohi Cass mi aiuti per il mal di tes...Ah. Diavolo, è già andato.-

E così, mentre la impala correva sulla strada buia e illuminava i bordi della strada cosparsi di puntini bianchi, Dean si rese conto che, a ben pensare, non gli erano mai piaciuti troppo quegli stupidi fiori.

-Parlami di questi...demoni-margherita.-

-Fottiti.-

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Capitolo 4
*** His Best Soldier pt.1 ***


His Best Soldier pt.1
[Dean, Sam, il diario di John]
Note: mi sento un po' una cattiva persona per avergli fatto passare questa cosa, povera stellina di un Dean. Ma su...si sa che John non è proprio il padre dell'anno.
Prompt: lentiggini






Erano più di dieci minuti che erano seduti in quel locale ed erano più di dieci minuti che Dean teneva un panino alla porchetta in mano, strappandone ogni tanto un boccone e facendo smorfie che lasciavano intuire quanto fosse paradisiaco.

-Sul serio Sammy, dovresti provarlo.-

-No, grazie.-

-Sei tu che ci perdi.-

Dean diede un'altro bel mordo al panino e Sam alzò gli occhi al cielo, non era davvero possibile che non pensasse ad altro.

Oltre al cibo, alle donne, e alla caccia ovviamente.

Quando tornò a leggere il diario lasciato da John si concentrò su una nota sbiadita a bordo pagina, scritta in piccolissimi caratteri quasi come se volesse nascondersi dietro una riga per passare inosservata.
Sam ci mise un po' a capire cosa c'era scritto, ma alla fine fece una smorfia che riuscì a distrarre Dean dall'azzannare il suo pranzo:

-Che succede?-

Sam si scosse e chiuse il diario lasciandolo cadere sul tavolo e portando le mani in grembo:

-Ah..niente.-

Dean assottigliò lo sguardo e lasciò cadere quel che avanzava del panino sul tavolo:

-Come sarebbe “ah niente”? Quello non era uno sguardo da “Ah niente”.-

-Niente, davvero. Stavo solo leggendo gli appunti di papà.-

-Mhm. E cos'hai trovato?-

-Niente di interessante.-

Sam spostò gli occhi fuori dal grande finestrone della tavola-calda concentrandosi sulle persone che passavano, sentendo lo sguardo fisso del fratello su di sé.

-Sam.-

-Va bene senti.- il più piccolo si passò una mano tra i capelli, incapace di mentire decentemente, com'era sempre stato, era stato davvero un idiota a pensare che sarebbe riuscito a fare fesso suo fratello: -C'è uno scarabocchio sul diario di papà.- riprese il diario e cercò la pagina con la piccola iscrizione per mostrarla a Dean, ancora poco convinto che fosse la cosa giusta da fare.

-Che scarabocchio?-

Dean si sporse e con un “ecco” Sam gli indicò la piccola frase a bordo pagina lasciando il fratello maggio interdetto.

-Ma...è di papà?-

-L'ha scritto lui.-

-Non può essere suo.-

-Mi dispiace Dean, io...-

-Woah frena. Di cosa ti dispiace?-

-Io non volevo fartela vedere.-

-Doveva aver bevuto.-

Sam tirò verso di sé il diario mentre Dean si chiudeva nei suoi pensieri avanzando definitivamente il panino.

-Non lo mangi più?-

-Non ho più fame.-

Il più piccolo sospirò. Non credeva che il padre nutrisse davvero dei sospetti di quel tipo, non era forse Dean il suo preferito?

Mentre lo chiudeva lanciò un'ultimo sguardo alla frase scarabocchiata da John anni prima e sospirò.

“Tutte quelle lentiggini. Dean è davvero mio figlio?”

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Capitolo 5
*** His Best Soldier pt.2 ***


His Best Soldier pt.2
[Dean, Sam, John, le lentiggini di Dean <3]
Note: Non lo dirò mai abbastanza: io amo le lentiggini di quest'uomo! Ehm, mi sono dimenticata di aggiungere una cosa importante: Adam è nato dopo la morte di Mary ma siccome io sono pro angst ho pensato che la relazione con la madre di Adam fosse iniziata già prima :) per chiarimento...



 
Per tutto il giorno successivo Dean diventò intrattabile. Sam provava a farlo ragionare dicendogli che probabilmente quello era solo uno stupido scarabocchio che John aveva scritto in un momento di sconforto, o magari era sotto l'effetto di qualcosa, chissà quante creature assurde gli erano capitate sotto mano. Ma Dean sembrava troppo perso nei suoi pensieri per dare retta a suo fratello, e questo lo portava a chiudersi in sé stesso ancora di più.

Quando il sabato di quella settimana Dean decise di uscire, Sam non sapeva se lo facesse per ubriacarsi una volta per tutte e dimenticare la faccenda, o rimuginarci sopra da solo in santa pace, ma decise in ogni caso di lasciarlo da solo, prima o poi sarebbe dovuto tornare, quindi lasciò che suo fratello partisse da solo, rimandendo a fare qualche ricerca per conto suo.

La cosa che Sam non sospettava minimamente, era che Dean voleva trovare John, ovunque fosse, per sistemare la questione una volta per tutte.

Le ultime tracce che aveva lo portavano in California, ovvero a 9 ore di auto a dove si trovava in quel momento. Ma questo non poteva scoraggiarlo, anche se avesse dovuto passare in macchina tutto il giorno era sempre meglio che vivere con il dubbio atroce che si stava portando dietro.

Non che si chiedesse se John era davvero suo padre, su quello non aveva alcun dubbio, ma la cosa che gli dava fastidio, che gli faceva del male in qualche modo, era il fatto che suo padre, quello che Dean aveva idolatrato fino a renderlo il suo eroe nonostante non ci fosse davvero mai per lui e Sam, era che John potesse avere seriamente dei dubbi si di lui e, soprattutto, su sua madre.

Quindi il fatto di dover passare tutta la notte in macchina era davvero l'ultimo dei suoi problemi, anche la fame che gli era venuta dopo sette ore e mezza era l'ultimo dei suoi problemi, anche il telefono che continuava a squillare dopo otto ore passate in macchina viaggiando verso la California.

-Fanculo!-

Accostò solo quando la testa gli pulsava talmente tanto che minacciava l'implosione e rispose al telefono:

-Cosa?-

-Dean, sono io.-

Dean sgranò gli occhi. Mai si sarebbe aspettato che la causa di tutti i suoi problemi in quel periodo, o almeno la sua voce, si materializzasse così all'improvviso. Pensava che avrebbe dovuto appendere al muro metà degli abitanti della California e prendere a pugni l'altra metà per trovare suo padre.

-Papà.-

Ci fu una breve pausa, in cui l'unica cosa che si sentiva era una specie di riverbero, un eco, ma era quasi sicuro che fosse la sua testa.

-Mi ha chiamato Sam.-

Ci avrebbe giurato. Se non fosse per Dean quei due non avrebbero mai avuto una conversazione decente. Non che quelle che avevano ora lo fossero...ma erano comunque già qualcosa.

-Vuoi dirmi cosa succede?-

Almeno questo Sam non gliel'aveva detto. Chissà di cosa poteva aver parlato con una segreteria telefonica; magari qualcosa tipo “Papà sono Sam, Dean sta venendo a cercarti per spaccarti la testa, fai attenzione.” oppure “Il soldatino che è sempre stato così idiota da eseguire ciecamente i tuoi ordini si sta rivoltando, cosa farai adesso?”.

Dean sospirò. Non aveva nemmeno più voglia di cercare le parole giuste:

-Pensi che io non sia tuo figlio?-

Ci fu un'altra piccola pausa, poi la voce di John, sempre troppo calma e sicura, tornò a percuotergli i timpani.

-L'ho pensato per un periodo.-

-Come hai potuto pensarlo?-

-Dean, era un brutto periodo.-

-Come hai potuto pensare che la mamma...-

Non riuscì nemmeno a dirlo, quel pensiero era fin troppo per lui e per la sua testa in quel momento.

-Questi non sono affari tuoi.-

-Sì che lo sono. Hai pensato che io non fossi tuo figlio solo per delle stupide lentiggini!-

John alzò leggermente la voce, come faceva ogni volta che dava un ordine e Dean non lo esegueva immediatamente:

-Modera il tono ragazzo.-

-A mamma piacevano le mie lentiggini. Diceva che ti assomigliavo.-

-Non ho mai avuto le lentiggini.-

Dean sospirò esasperato. Stava davvero per lanciare il telefono fuori dal finestrino e arrivederci a tutti.

Come poteva ammettere così candidamente di aver avuto dei dubbi e cercare anche di avere ragione?

Strinse gli occhi e si massaggiò una tempia, cercando di far andare via quel dolore pulsante che sovrastava sempre di più i suoi pensieri.

-Io ho passato tutta mia vita a eseguire i tuoi ordini. Come hai...-

-Mi sono reso conto più tardi che non poteva essere così. Tua madre non mi ha mai tradito Dean, e mi dispiace aver pensato che l'avesse fatto.-

Dean restò in silenzio per un po', nella sua mente quelle parole turbinavano e rieccheggiavano a mo' di scusa, come se quello fosse il limite estremo a cui John poteva arrivare per farsi perdonare. Ma non era abbastanza.

-Io ero come te.-

Continuò poi, parlandogli non come un superiore, ma come un padre:

-Quando sei tu a tradire, pensi che le persone possano farlo con te e non pentirsene.-

-Cosa vuoi dire?-

-Mi dispiace averlo pensato Dean.-

Quello era davvero il limite. Dean sapeva che non avrebbe ottenuto altro, non che si aspettasse altro; voleva delle scuse e le aveva avute, tutto il resto non gli interessava, solo...:

-Io non ho mai tradito una donna.-

-Sei migliore di me.-

L'ultima cosa che Dean sentì prima di staccare il telefono e cadere addormentato fu un ordine, lo stesso di sempre:

-Prenditi cura di Sam.-

-Sissignore.-
 

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Capitolo 6
*** Non sono adorabile? ***


I think I'm adorable
[Dean, Sam]
Note: La fiera dell'idiozia! No, davvero...guardare "Changing Channels" mi fa male. 





Dean aveva sempre avuto tutto quello che voleva da piccolo, o almeno, tutto quello che poteva avere, solo sbattendo le ciglia.

No davvero, di città in città, se non aveva soldi per comprarsi un gelato gli bastava andare dalla prima mamma che trovava al parco e sbattere un po' gli occhioni per farselo comprare.

Sam ricordava perfettamente quella volta in cui l'avevano beccato a rubare in un supermercato, l'agente di guardia l'aveva portato nel suo ufficio a dopo due minuti in cui Dean aveva sgranato un po' gli occhioni e sbattuto un po' le ciglia era di nuovo in libertà. Mai più successo che lo prendessero dopo quell'episodio, comunque.

Anche a scuola, quando voleva una ragazza gli bastava fare quello sguardo da pesce lesso e subito l'oca di turno cascava ai suoi piedi.

Addirittura suo padre a volte si lasciava andare a causa di quelle dannate ciglia e faceva quei sorrisini pregni di un'inquietante amore paterno.

Ma lui no. Con Sam non funzionavano quelle armi, ormai si era troppo abituato.

Niente e nessuno poteva smuoverlo se aveva preso una decisione, nemmeno gli occhioni di Dean con quelle dannate ciglia per contorno.

-Dai Sami. Dieci minuti.-

Sammy guardò per l'ennesima volta il fratello aggrottando la fronte e cercando di essere serio:

-No Dean, è uno schifo. Dovresti averne abbastanza dopo quello che ci ha fatto Gabriel.-

-...è un peccatuccio nascosto.-

-No.-

A quel punto Dean, ogni volta, tirava avanti le labbra come fosse un bambino a cui si è versato il gelato a terra e stia per scoppiare a piangere.

Oltre gli occhioni, anche le labbrucce. Dannato.

-No.-

-Ma perchè no?-

-Ne ho abbastanza del Dottor Sexy o di quello che è!-

Alla fine, però, tutti i buoni propositi di Sam andavano in fumo e faceva finta di niente uscendo per mezz'oretta, lasciando la tv in balia del suo folle, folle ma adorabile, fratello.

Dopo tutto quello che aveva fatto per lui, gli doveva un po' di pace con "Doctor Sexy MD".

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Capitolo 7
*** Per i tuoi occhi ***


I love your eyes
[Cass/Dean]
Note:un po' di fluff? Si? <3




Hai passato mesi a cercare di convincere Castiel che no, il Natale non è una presa in giro, ma un'antica tradizione che come scusante per continuare a esistere usa la nascita di Gesù e che no, Babbo Natale non esiste davvero è che per questo è impossibile che lui lo conoscesse o ci avesse parlato.

Insomma, mesi e mesi passati a tornare sull'argomento solo per far capire a Cass che in fondo il Natale è solo una scusa per essere più gentili con gli altri e dimostrarsi il proprio reciproco affetto con un regalo.

Non avresti mai pensato di arrivare questo però.

Era impossibile anche solo immaginare che si sarebbe arrivati a questo punto.

Castiel tiene ancora in mano il regalo che con tanto amore è andato a comprare per te e tu non riesci ancora a concepire il motivo per cui qualcuno abbia anche solo avuto il coraggio di inventare una cosa del genere.

Insomma, no. Il motivo lo conosci, e anche bene. Su una ragazza quella cosa avrebbe anche sortito un certo effetto ma non sicuramente su di te! Insomma!

-Non. Non lo metterò mai.-

Cass guarda il regalo poi guarda te, incapace di capire perchè non accetti un regalo fatto con amore quando sono mesi che lo stressi per fargli capire che i regali sono solo una facciata e che anche se fanno schifo bisogna accettarli lo stesso perchè le persone che ce li fanno vogliono solamente dirci che ci vogliono bene.

Oh tu sei davvero contento che Castiel ti voglia bene al punto da farti un regalo di Natale ma siamo seri, questo è troppo per chiunque.

-Perchè no?-

Ecco, l'innocenza di quell'angelo è qualcosa di davvero velenoso. Come fai a dirgli davvero in faccia che non te ne importa nulla se lui ha sbattuto le sue alucce fino alla stanchezza per trovare qualcosa da regalarti, perchè questo sembra davvero uno di quei regali pensati apposta per la persona alla quale sono destinati; come fai a dirgli che non te ne frega niente se sai perfettamente che quello è il primo regalo che Castiel fa in tutta la sua lunga, lunghissima esistenza e come fai a dirgli che, siamo sinceri, non te ne frega un cazzo se ai suoi occhi è sembrato qualcosa di cui avevi bisogno?

Non puoi. Ecco. O meglio, vorresti davvero riuscire a dirglielo ma l'unica cosa che ti esce è:

-Cass io non sono una donna.-

-Oh...quindi è da donna.-

-Mi sembra evidente.-

-Scusa.-

Castiel tira indietro il braccio e risistema il regalo nella sua scatola.

-Non avevo idea. Non sono abituato a queste cose.-

Sam ti guarda come se avessi appena tirato un calcio a un cucciolo abbandonato e tu sospiri, rumorosamente anche, prendendo il regalo dalla scatola.

-Posso tenerlo però. Magari trovo qualcuna a cui sta da dio, che dici?-

-Da Dio?-

Sospiri cercando i trattenere la calma e non tirargli quell'affare in faccia. Insomma, anche tu hai dei limiti a un certo punto:

-E' un modo di dire. E' come “trovo una ragazza a cui sta
benissimo.”-

-E a cosa ti serve?-

-Beh sai, in genere glielo tolgo subito.-

Sorridi e riponi la camicia da notte semitrasparente nella scatola mentre Cass, ancora confuso, ma soddisfatto che tu abbia accettato il suo impegno, sorride a sua volta.

-Perchè mi hai comprato questa cosa Cass?-

-Mi sembrava che il viola s'intonasse con i tuoi occhi.-

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Capitolo 9
*** Chiudi gli occhi ***


The best teacher ever
Prompt: Sam insegna come si bacia a Castiel.
[Sam/Cass, Dean/Cass]

Erano giorni che Castiel spariva e riappariva senza dare spiegazioni. Non che in genere facesse diversamente, ma semplicemente ora sembrava davvero voler andare via il prima possibile mentre stava con loro, e Sam credeva anche di aver capito il motivo.

Un giorno lo fermò un attimo prima che spiccasse il volo e , mentre Dean era appollaiato da qualche parte a guardare la tv, lo portò fuori per chiarire una volta per tutte quella situazione.

Cass dapprima si fece nervoso e iniziò a parlare piano, più piano del solito, borbottando.

-Io...non...non so.-

-Cass sei troppo strano ultimamente. Dimmi che non c'entra con Dean.-

L'angelo sgranò gli occhi e per un istante li tenne fissi nei suoi per poi chinare sommessamente il capo facendo ridere Sam.

-Dai amico. Non puoi fare sul serio.-

-Io...non lo so. Ok? Lasciami solo in pace.-

-E' Dean, è...non sei il suo “angelo custode” o qualcosa di simile?-

Cass alzò di nuovo lo sguardo, pieno d'orgoglio ma anche qualcosa che si poteva leggere come vergogna:

-Non l'ho fatto apposta Samuel. Non so neanche cosa sia e non ho idea di come controllarlo, altrimenti l'avrei fatto. Credimi.-

Sam rimase per un po' in silenzio poi si morse il labbro alzando gli occhi per guardarsi intorno come se la risposta a quella situazione spuntasse fuori da dietro l'Impala.
-Senti. So come ti senti, è una cosa normale.-

-Normale per te.-

-Sì, normale per me. Non è difficile capire cosa devi fare.-

Cass emise qualcosa che assomigliava tanto ad un sospiro e il suo atteggiamento cambiò, passando da ostile a totalmente abbandonato:

-Cosa devo fare?-

Sam incrociò le braccia al petto:

-Normalmente se ti piace qualcuno vai lì e glielo dici.-

-No.-

-Ok. Ehm. Che ne dici di...un approccio più diretto?-

-Più diretto...?-

-Sì, come un bacio per esempio.-

-Un bacio.-

Mentre Castiel ripeteva le parole cercando di memorizzare il loro suono nella sua mente, Sam rideva in cuor suo perchè, andiamo, era davvero possibile restare seri davanti a una situazione del genere?

Un angelo, o meglio, Castiel, innamorato di suo fratello.

-Cosa devo fare?-

Sam alzò le spalle con un gesto che sottolineava l'ovvietà della sua risposta:

-Vai lì e lo baci.-

-Come?-

-...appoggi le tue labbra sulle sue. Cass non lo sai davvero?-

L'angelo arrossì chinando la testa e Sam lasciò cadere le mani lungo i fianchi chinandosi leggermente verso lui:

-Non hai mai dato un bacio a nessuno?-

-Non...non ne ho avuto l'occasione.-

Dopo un profondo sospiro, il più piccolo dei Winchester decise che la situazione era più seria di quello che sembrava.

-Senti, non è difficile. Basta conoscere il principio.-

-Cioè?-

-Come te lo spiego...?-

Cercò in vano le parole adatte nella sua mente, provò a spiegarli la sensazione che avrebbe dovuto provare o quello che avrebbe dovuto fare, ma la verità era che Sam non ci aveva mai riflettuto su, era sempre venuto tutto da solo, senza logica.

Evidentemente per Castiel non doveva essere così semplice.

-Va bene. Senti...- sbuffò all'orlo dell'esasperazione:-te lo mostro, ma non dire a Dean né a nessun' altro che l'ho fatto.-

-Va bene.-

La faccia di Cass era così piena di aspettative che Sam quasi si diede dell'idiota per aver proposto una cosa simile, ma era per una buona causa no?

Quindi si sporse leggermente verso il viso dell'altro:

-Cass...dovresti..chiudere gli occhi.-

-Perchè?-

-E' così che si fa.-

Senza obbiettare ulteriormente l'angelo serrò le palpebre, e la sensazione che lo investì dopo fu qualcosa che non aveva mai provato: calore, un incredibile calore, ma anche attaccamento, e un senso di abbandono infinito quando Sam si staccò.

-...cos'era?- sussurrò quasi senza fiato.

-La tua lezione. Ora ascolta. Se ti allontana non insistere, ok? Potrebbe non ricambiare.-

Cass chinò la testa e serrò le labbra.

-Cass...puoi aprire gli occhi adesso.-

-Grazie Sam.-

-Vai e colpisci amico.-sorrise: -ah e...muovi la lingua.-

L'angelo annuì e entrò di nuovo nella stanza.

Quello che avvenne in seguito Sam potè solo immaginarlo. Ma la cosa certa era che Dean, come insegnante, si era spinto molto più avanti di lui.

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