The Dark Side

di Sarija
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il vento sferzava violento sulla cresta delle dune che si stagliavano nere contro il fuoco del tramonto.
Mi sfregai le mani per riscaldarmi un poco e contrastare il gelo che soffiava impetuoso.
Sbuffai.
Il giorno stava giungendo al termine, eppure non mi decidevo a tornare in quel buco spartano e buio che chiamavo casa, perché sapevo, con certezza assoluta, che quando mi sarei svegliata la giornata si sarebbe ripetuta.
Come il giorno precedente.
Così come era stato per anni.
Mi alzai lentamente e mi rassettai le vesti facendo cadere i piccoli granelli di sabbia che poi venivano spazzati via dalla violenza del vento. Mi incamminai verso casa, passando davanti alla capanna dove soleva stare Poe, Poe Dameron. Sospettavamo fosse della resistenza, e sapevamo che se lo avessimo denunciato al Primo Ordine avremmo ricevuto qualche vantaggio, ma nessuno osava farlo.
Sapevamo che il senso di colpa sarebbe stato terribile.
Allungai il passo: non volevo sapere assolutamente di cosa stavano parlando lui e quel vecchio; giravano strane voci sul comandante del Primo Ordine, Kylo Ren, come il saper leggere la memoria utilizzando … ah sì, la Forza. Se solo sapessi cosa sia … ma nessuno di noi lo aveva incontrato personalmente.
Fortunatamente.
Sapevo poche cose di quel uomo (se mai fosse vero ciò che mi era stato detto): sempre vestito di nero, una voce diabolica e una spada laser rossa, rossa come il sangue.
Sentii nella capanna BB-8 in fermento: il piccolo droide di Poe aveva captato qualcosa.
Quel piccoletto aveva un radar per i guai!
Non feci in tempo a correre via che Poe uscì e mi vide.
“Ti prego Sahr, proteggilo”, mi supplicò indicando il droide.
Alzai le mani in segno di resa, “Non voglio averci a che fare, Poe”, risposi scuotendo la testa.
“Ma aiuteresti la Resistenza!”.
“Appunto per questo!”, indietreggiai di qualche passo.
In lontananza sentii dei rombi di motore che, sapevo con certezza, appartenessero a dei caccia imperiali e … merda.
“Muoviti BB-8! Dobbiamo nasconderci” urlai e voltandomi intravidi un lampo di gratitudine passare sul volto del pilota.
Corsi velocemente nella direzione opposta ai caccia mentre il sole spariva alle mie spalle. Accelerai all’avvicinarsi dei rombi e la sabbia iniziò ad alzarsi impetuosa come durante una tempesta.
Mi coprii il volto come potei senza perdere di vista il droide, che con i suoi versetti spaventati cercava di stare al mio passo.
Un cerchio di luce si disegnò ai miei piedi, proiettando la mia ombra nera sulla sabbia bianca.
Mi avevano vista.
Non ero stata abbastanza veloce.
Tirai un calcio a BB-8 per toglierlo dal cerchio di luce, sperando che il buio del deserto lo avrebbe nascosto.
Mi fermai con il fiato corto e mi voltai lentamente.
Non vedevo assolutamente nulla a causa della luce accecante e il turbinio della sabbia; il rumore attutito di urla e colpi di blaster delle truppe del Primo Ordine che sentivo scendere infinite dalle navi.
La luce si spense e potei finalmente vedere la figura imponente dell’uomo più temuto da tutti,
scendere anch’egli dalla rampa: Kylo Ren.
Deglutii rumorosamente mentre una piccola goccia di sudore freddo si faceva strada lungo tutta la schiena tremante.
Cercai di muovermi, ma le gambe erano come bloccate, ma ai miei piedi non vedevo nulla, se non sabbia. Guardai Kylo Ren appena sentii un colpo di blaster poco lontano da me: Poe aveva tentato di sparargli.
Pazzo.
Chiusi gli occhi in attesa dei colpi delle truppe, ma non successe nulla di tutto ciò  che la mia immaginazione si era aspetta.
Nulla.
Lentamente aprii gli occhi timorosa di ciò che avrei visto e rimasi interdetta, attonita … allibita!
Il colpo di blaster era sospeso a mezz’aria, mentre Poe era in ginocchio ai piedi Kylo Ren. Lui, con il volto coperto dalla maschera nera, si volse nella mia direzione e, con un lieve gesto delle dita, mi indicò di avvicinarmi.
E così il mio corpo fece.
Con il respiro affannoso per lo sforzo di fermare le mie gambe che inesorabilmente avanzavano, capii dove malauguratamente stavo andando: proprio sulla traiettoria del colpo di blaster.
La tipica fortuna!
Mi fermai, o meglio, il mio corpo si fermò, a soli pochi centimetri da quella che sarebbe stata la causa della mia morte.
Una lieve folata di vento mi asciugò un poco la fronte imperlata di sudore.
Mi costrinsi a rimanere calma, mentre Kylo Ren e Poe si scrutavano in silenzio.
Avevo il cuore a mille e l’impressione che, in quel silenzio insopportabile, tutti quanti potessero sentire il frenetico battito del mio cuore.
“Dimmi dov’è”, la sua voce. Così profonda, mostruosa, mi invase la mente come una piena. Un lungo e piacevole brivido mi percorse la schiena. Ma che problema avevo?
Poe rimase in silenzio.
“Altrimenti lei …“ e mi indicò con un dito inguantato di nero, “… morirà … con lo stesso colpo che hai sparato tu stesso”.
Merda.
Cercai nuovamente di ordinare alle mie gambe di muoversi, ma invano. Ero completamente paralizzata dalla sua semplice volontà. La sentivo bruciare come fuoco nelle vene, nella mia mente confusa.
“Lei è fuori da tutto questo. Non sa nulla”, finalmente Poe parlò.
“Questo lo so”, risposte l’altro.
Altra confusione.
Altri dubbi.
Come faceva a …
Mi scappò un risolino: se poteva paralizzarmi, perché non leggermi nel pensiero?
Poe mi guardò con un sopracciglio sollevato.
Effettivamente …
Tornai quindi seria e alla consapevolezza che molto probabilmente Kylo Ren mi avrebbe uccisa.
Ma che bella serata.
Io ero abbastanza inutile per lui.
Lo guardai: speravo di aver un’espressione sicura ed imperturbabile, ma mi conoscevo abbastanza da sapere che in realtà avessi il volto stravolto dalla paura.
Kylo Ren tese il braccio verso Poe, che si accasciò a terra immediatamente dopo.
Non dirmi che …
Si volse verso di me e …
 
… un lieve e continuo dondolio, come di mare, mi cullava dolcemente.
Un piacevole torpore mi invadeva le membra, e nelle tenebre del dormi-veglia mi lasciai coccolare da quelle piacevoli sensazioni …
 
… il bagliore di una luce bianca attraversò le sottili palpebre; il lieve cullare del mare era sparito, lasciando il posto alla carezza leggera di lenzuola setose.
Aprii gli occhi lentamente per abituarmi alla luce che invadeva la stanza. Mi guardai attorno confusa: dove cavolo ero?
La stanza era spartana e vuota se non per il letto su cui ero sdraiata, coperta da lenzuola candide, le pareti completamente bianche eccetto per la porta nera.
Scesi dal letto e mi accorsi di essere scalza appena sentii il freddo del pavimento. Controllai nella stanza e trovai gli scarponi ben sistemati in un angolo. Nell’avvicinarmi la porta si aprì.
Aggrottai la fronte: non ero una prigioniera?
Indossai velocemente i miei fidati e sfondati scarponi e uscii.
“Signorina, aspetti!”, un soldato del Primo Ordine era appostato alla porta da cui ero appena uscita.
“Kylo Ren arriverà a momenti. La prego di aspettarlo qui”.
Lo guardai dubbiosa: prima mi voleva uccidere e ora … ?
“Perché?”, chiesi.
“Non ero autorizzato a chiedere”, e si rimise sull’attenti con le spalle al muro.
Rientrai nella stanza e mi sdraiai nuovamente sul letto tenendo i piedi a terra per non sporcarlo.
Sospirai profondamente.
Non sapevo neanche quanto tempo fosse passato dagli avvenimenti su Jakku. Sapevo solamente che la mia vita era stata drasticamente cambiata.
Forse il detto “attento a ciò che desideri” era corretto: volevo una vita diversa e ora dovevo affrontare Kylo Ren.
Chiusi gli occhi cercando di scacciare quei pensieri fastidiosi …
 
Un uomo incappucciato.
Gli occhi ardenti, lo sguardo di fuoco.
“Anakin”, la voce di una donna, lontana, un sussurro indistinto.
“Anakin …”
 
Aprii gli occhi di scatto e mi spaventai ulteriormente nel vedere chi stava seduto ai piedi del letto (sperando che quel gridolino non fosse stato mio …): Kylo Ren.
Ritrassi i piedi e mi sedetti a gambe incrociate vicino a lui, in attesa, cercando di rallentare il respiro frenetico.
“Hai paura”, ancora quella voce distorta dalla maschera che indossava mi fece rabbrividire senza farmi comprendere se fosse paura … o altro …
Deglutii, “C-credo sia una reazione abbastanza normale”, lui inclinò il capo per guadarmi meglio in volto, “Da quanto tempo sono qui?” chiesi.
“Da poche ore”.
Beh, almeno quello …
“Ti starai chiedendo perche non ti ho uccisa”, riprese.
Io annuii lievemente, “Già. Non credo sia solo fortuna”, risposi incrociando le braccia al petto. In effetti, perché dovrei aver paura?
Aveva avuto l’occasione per uccidermi … eppure …
“L’uomo che hai sognato poco fa. Non è la prima volta che ti accade vero? L’ho visto … nella tua mente”, affermò.
Oramai non mi chiedevo più come facesse a sapere cosa avevo sognato o cosa stessi pensando …
Avvicinai le ginocchia al petto e vi ci appoggiai il mento, “Sì, è vero. Se vuoi sapere chi sia … ho solo un nome che mi ronza in testa: Anakin”.
“No, io so già chi sia. Sono più interessato al fatto che tu lo veda”.
“Davvero sai chi sia!?” esclamai euforica. Quel uomo esisteva veramente! Non ero pazza!
Gli presi la mano con la mia, “Ti prego, dimmelo”, lo supplicai con voce tremante.
Sentii la mano bruciare al contatto con la sua e la ritrassi subito, aggrottando la fronte.
Lui si alzò in tutta la sua altezza facendomi sentire minuscola … indifesa … quale ero.
“Tutto a tempo debito. Tra poco arriverà qualcuno per portarti un pasto”.
Allungò una mano verso il mio viso, e le sue dita inguantate di nero mi accarezzarono lievemente una guancia facendomi arrossire violentemente.
Lui, come se fosse rimasto scottato, si ritirò velocemente e velocemente uscì dalla stanza, lasciandomi sola in quelle pareti bianche.
Tutti mi avevano preparata alla sua pericolosità, malvagità e brutalità, ma nessuno, dico nessuno, mi aveva preparata alla possibilità di trovar piacevole la sua compagnia.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Mi alzai dal letto e camminai avanti e indietro per la tutta la lunghezza della stanza: dopo ciò che mi aveva detto, dopo aver avuto la conferma che questo Anakin esisteva davvero, non potevo stare ferma. La curiosità e l’emozione di questa rivelazione di cui, però, non sapevo nulla, mi stava torturando. Non potevo di certo mangiare in queste condizioni.
Forse …
Mi avviai decisa alla porta e appena si aprì, la oltrepassai senza indugi e, come pensavo (o meglio speravo) la guardia non accennò a volermi fermare.
Ero libera di andare dove volevo.
Beh forse non proprio dovunque, ma sempre meglio di quel buco di stanza!
Camminando tranquilla senza meta vidi che in quasi ogni corridoio si aprivano porte nere, come quella della mia stanza, con altrettante guardie.
Sahr …
Un sussurro alle mie spalle.
Mi voltai.
Aggrottai la fronte. Dietro di me non vi era nessuno … E senza un motivo apparente decisi di tornare sui miei passi.
Era come se sapessi in che luogo dovessi andare, eppure non avevo idea di che luogo fosse.
Wow.
Mi lasciai trascinare dai miei piedi che si muovevano sicuri in quei corridoi a me sconosciuti.
All’improvviso mi bloccai.
Mi guardai intorno: era un corridoio come gli altri. Poi mi accorsi che l’unica porta del corridoio aveva bisogno di un codice d’accesso per poter entrare.
Ah che sfortuna!
Incrociai le braccia.  Certo che ultimamente mi accadevano cose strane.
Sospirai rassegnata e decisi di tornare indietro.
Feci in tempo a fare soli due passi, che la porta davanti a cui ero poco prima, si aprì silenziosamente.
Il battito del mio cuore accelerò: la mia curiosità non conosceva il termine “linea limite”.
Mi guardai alle spalle per constatare se qualcuno mi potesse vedere e lentamente entrai nella stanza.
Era un luogo abbastanza buio, illuminato solamente da una piccola e fioca luce ad un angolo della stanza. Al centro vi era un piccolo tavolinetto circolare su cui vi era posato qualcosa.
Mi avvicinai un poco per accertarmi di cosa si trattasse: un … casco? Una maschera? Era sfondata sulla destra, in generale abbastanza ammaccata e totalmente ricoperta di polvere.
Chissà quanto è vecchia …
Mi voltai di nuovo verso la porta, la quale era rimasta aperta.
Dai, non c’è nessuno …
Allungai la mano tremante verso quella maschera, che inesorabilmente mi attirava come un magnete, come la forza di gravità che mi teneva ancorata al pavimento.
La sfiorai leggermente lasciando una linea nera, in quanto avevo tolto la polvere che ricopriva tutto il resto.
“Come hai fatto ad entrare”.
Mi paralizzai al suono della sua voce, impetuosa con una leggera sfumatura di rabbia.
Ops.
Deglutii rumorosamente.
“C-ci credesti se ti dicessi che la porta … si è aperta … così? Senza che io facessi nulla?” mi voltai lentamente verso di lui, che rigido se ne stava sull’uscio.
Lui rimase in silenzio ad osservarmi.
“Sì, ci potrei credere …”, disse alla fine. Mi rilassai un po’ … Meno male …
Fece un passo indietro e con un movimento del braccio mi indicò gentilmente di uscire da quella stanza. Prima di farlo guardai nuovamente ciò che avevo trovato: chissà a chi apparteneva …
“Ad … Anakin”, mi rispose, indugiando sul nome.
“Potresti … non leggermi la mente in continuazione?”, gli chiesi un po’ irritata incrociando le braccia al petto.
“Ci proverò”. Ne ero sicura: sotto quella maschera nera aveva accennato un sorrisetto divertito e questo pensiero fece sorridere anche me.
“E … che collegamento ha Anakin … con te?” gli chiesi cercando di mostrare indifferenza quando invece morivo dalla voglia di sapere, di sapere tutto quanto.
Lui si fermò in mezzo al corridoio e si volse verso di me, “Era mio nonno”, riprese a camminare, “Ora devo parlare con una persona”.
Lo rincorsi e mi posi davanti a lui per fermarlo, “Non mi puoi dire una cosa del genere per poi liquidarla così!” affermai sconvolta. Non può certo pensare che rimarrò calma e buona in un angolino.
“Invece speravo di sì”, rispose.
Lo guardai di traverso, “Lo hai fatto di nuovo!”.
Lui scrollò le spalle e mi sorpassò riprendendo a camminare.
Ripensai per bene a ciò che aveva detto: “Era mio nonno”. Era.
“Aspetta …”, dissi con un filo di voce, ma fu abbastanza per farmi sentire da lui, che si fermò nuovamente dandomi le spalle.
“Sì, era”, e riprese a camminare con passo veloce.
Abbassai lo sguardo a terra sentendo un macigno pesante tonnellate gravare sul petto, sul cuore. Una strana malinconia prese il sopravvento: non lo conoscevo questo Anakin, eppure ne sentivo la mancanza. Io non avevo nessun ricordo dei miei genitori e provavo quella stessa malinconia. Quindi, perché quei sentimenti mi si presentavano nei confronti di un perfetto sconosciuto?
“Perché quella malinconia non è tua”, Kylo Ren era lì appoggiato al muro al finire del corridoio a braccia conserte, “E ora non farmi aspettare ulteriormente”, una nota irritata alleggiava nella sua voce cavernosa.
Quando lo raggiunsi cercai in tutti i modi di stare zitta ma la mia curiosità vinse e sperai con tutta me stessa che non mi uccidesse per quello, “Quindi … riesco a sentire ciò che … provi?”.
“Se sei collegata ad Anakin, lo sei anche a me” rispose.
Mi bloccai e così fece anche lui, “È per questo che riesci a leggermi nel pensiero …?”, chiesi titubante.
“Sì e no. Potrei farlo comunque utilizzando la Forza”, ripose, “E ora muoviamoci”.
Poe.
Stava andando ad interrogare Poe.
“Tu non verrai con me”, mi disse prevedendo la mia domanda.
Annuii lievemente in quanto non volevo assolutamente assistere a ciò che gli avrebbe fatto.
 
Erano ormai passate quasi due ore da quando mi ero divisa da Kylo Ren: il mio legame con lui stava diventando sempre più reale, tangibile, quasi come se lo potessi toccare e vedere.
Mi sedetti più comodamente sul letto: erano solo poche ore che ero qui, eppure mi sentivo veramente bene, quasi come se fossi a casa.
Casa. Casa dovrebbe essere il luogo con le persone a cui si vuole bene, il luogo dei ricordi più felici.
Pensandoci bene c’era una sola persona con cui avevo parlato per più di un minuto sentendomi … felice
Arrossii lievemente: c’era qualcosa in lui che mi attirava incondizionatamente. Fino ad un giorno prima associavo ben poche cose al nome Kylo Ren, mentre ora ...
È possibile che possa succedere una cosa del genere? Provare dei sentimenti per una persona di cui non si sa quasi nulla?
Se “sentimenti” sia la parola giusta per descrivere questa situazione …
Non avevo mai visto qualcuno innamorarsi su Jakku, tutti quanti pensavano a sopravvivere: i sentimenti erano un intralcio.
Possibile che questo legame possa influenzare le mie sensazioni?
Non era da escludere quest’ipotesi; non sapevo nulla di legami sentimentali né del legame che a quanto pareva collegava me a lui: non credo sia normale poter leggere i  pensieri “dell’altro” in una coppia … Oppure sì?
Aspetta: ho appena definito me e lui … una coppia?
Sbuffai. Avevo solo dubbi in mano e nessuna certezza. Dovevo parlargli nuovamente …
Uscii felice dalla stanza: finalmente avevo qualcosa da fare. Stressare Kylo Ren … potrebbe essere un lavoro …
Ridacchiai contenta.
Girai l’angolo nel corridoio in cui prima avevo notato l’assenza della sorveglianza e …
Senza sapere come, mi ritrovai con il sedere a terra ed un forte dolore al naso.
Ahia, che botta”, mi lamentai massaggiandomi il viso sentendo un preoccupante *crack*.
Alzai lo sguardo e rimasi di sasso: Poe.
“Che cavolo ci fai qui!?” chiesi allarmata mentre mi rialzavo da terra. Non doveva essere con …
“Oh no, e ora che problema c’è!?”, guardai oltre le spalle di Poe e vidi un soldato con la stessa uniforme indossata dalla guardia che stava impettita alla mia porta.
“Non preoccuparti”, Poe si voltò verso l’altro uomo, “Anche lei è una prigioniera di quello … non dico altro!” esclamò.
“Una prigioniera? E come ha fatto a liberarsi scusa!?”, si poteva vedere lontano un chilometro che era abbastanza nervoso e in ansia …
Già, abbastanza.
Poe si volse nuovamente verso di me, “Che succede Sahr?”, una ruga di preoccupazioni si stagliava profonda sulla fronte: probabilmente aveva capito la verità.
Abbassai lo sguardo, non riuscivo a guardarlo in faccia.
Mi vergognavo.
Mi vergognavo di ciò che provavo, di ciò che pensavo.
“Hei …”, Poe mi appoggiò una mano sulla spalla, “Mi dispiace di averti coinvolto in questa situazione” e mi regalò un sorriso tirato.
“Dai, dai andiamo!” lo incitò l’altro e Poe fece una cosa che mai mi sarei aspettata: mi abbracciò dolcemente stringendomi a sé gentilmente. E mi sentii in pace con me stessa. Poe aveva capito che c’era qualcosa di strano in me: mi ero presa una sbandata per un uomo di cui non avevo mai visto il volto. Ovvio che è strano.
Aggrottai la fronte e un forte mal di testa mi costrinse ad appoggiarmi al muro poco lontano da noi: il cuore impazzito, il respiro mozzato.
La rabbia mi invase come un rumore acuto e fastidioso che non puoi far altro che ascoltare: quella rabbia non era mia. Con uno spintone sgraziato allontanai Poe con forza, che si era avvicinato preoccupato dal mio improvviso cambiamento.
“Sahr …”, Poe tentò di avvicinarsi nuovamente.
“Sta’ lontano Poe!” urlai più del dovuto, “Vattene”, sussurrai ormai allo stremo delle mie forze.
Quella rabbia, così invadente, impetuosa e distruttiva mi stava consumando a poco a poco. Non avevo mai provato un sentimento così forte, così …
La vista iniziò ad appannarsi e scorsi la figura sfocata dei due uomini che si allontanavano di corsa da me, mentre io mi accasciavo a terra con la schiena al muro.
Strinsi le braccia al petto con forza e il muro di fronte a me iniziò a diventare sempre più indefinito, sfocato, senza forma, finché tutto quanto divenne nero.
 
Autrice: Un bacione a tutti i lettori che sono giunti fin qui! Vi voglio bene *-*
Kylo Ren: Non lo hanno fatto per te, questo è sicuro …
A: Hei, hei. Guarda che ti licenzio u.u
KR: Sì, e così potrai dire addio alla tua storia.
Sahr: *-*
KR *face palm* : è arrivata la mitragliatrice di domande …
A: Non fare il cattivone, Kyloruccio u.u
KR: COME MI HAI CHIAMATO, SCUSA!?
*interruzione delle comunicazioni*

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


A poco a poco ripresi la percezione del mio corpo.
Ero distesa sotto una coperta leggera e morbida, il cuscino soffice. Aprii lentamente gli occhi e guadandomi attorno constatai, per quel che potevo vedere nel buio, di essere in una camera differente da quella in cui ero stata nelle ultime ore.
Appena mi sedetti lasciando le gambe stese una fitta di dolore alla testa mi fece gemere: qualcosa di normale no eh?
“Dovresti riposarti ancora un po’”, una voce così familiare e al contempo sconosciuta giunse dalla penombra della stanza alla mia destra.
Kylo Ren si staccò dal muro e si avvicinò sedendosi facendo sprofondare un poco il letto.
Era senza maschera.
Strinsi gli occhi per poter veder meglio il suo viso: una massa di capelli ondulati neri di pece gli incorniciavano il viso dolcemente, gli occhi più scuri della notte più nera, più profondi dell’abisso mi incatenarono come un magnete, sulle guance un leggero accenno di barba.
Arrossii lievemente: insomma. Wow.
Le sue labbra si mossero in un piccolo sorriso divertito.
“Prima … cos’è successo?”, chiesi titubante.
“La mia rabbia ti ha … fatto svenire”, rispose scrollando le spalle.
“Oh giusto … Qualcuno ha aiutato Poe a scappare … si sarà infuriato per quello …“, sussurrai più a me stessa che a lui.
“Sì”, sospirò, “Un traditore”, riprese.
Incrociai le braccia al petto. Bugiardo.
Lui sbuffò, “Almeno non mi faccio abbracciare da piloti della resistenza!”, sbottò alzandosi.
Gli afferrai lesta una mano per fermarlo, “Grazie …” sussurrai, e mi meravigliai del fatto che fosse senza guanti: le sue mani, così forti e calde.
Lui aggrottò la fronte guardandomi dall’alto, “Perché ti importa di me, no?”, spiegai titubante inclinando la testa. Lui continuava a guardarmi dritto negli occhi, rimanendo in silenzio.
Abbassai lo sguardo: non riuscivo a sostenere l’intensità del suo sguardo nero.
Lui lasciò la mia mano e lo sentii sedersi nuovamente alla mia destra. Con due dita mi sollevò il volto costringendomi a guardarlo.
“Adoro i tuoi occhi …” sussurrò. Il suo respiro caldo mi solleticò il volto.
Arrossi e socchiusi le labbra appena. Il cuore che batteva follemente, come se volesse scappare dal petto.
Non riuscivo a staccare lo sguardo dai suoi occhi … così magnetici … così vicini …
Il contatto delle sue labbra con le mie mi provocò un lungo brivido che si estese per tutto il mio corpo. La sua mano si mosse sicura tra i miei capelli attirandomi più vicina a lui. Mi prese delicatamente il labbro inferiore con i denti e mi lasciai sfuggire un gemito. L’abisso dei suoi occhi mi aveva fatto perdere la cognizione dell’ambiente esterno: esistevamo solo noi due.
Incoraggiata dalle sue mani, che vogliose si muovevano continuamente esplorandomi, appoggiai le mie mani sul suo petto, muscoloso e solido … Mille sensazioni mi travolsero impetuose. Provavo sia le mie emozioni che le sue … Il fuoco della passione bruciava in entrambi …
Non riuscivo a ragionare.
Potevo solo pensare alle sue mani, alle sue labbra …
Mossi le mani verso le sue spalle e gli accarezzai il collo con i pollici dolcemente.
Ci allontanammo entrambi e ci guardammo intensamente mentre i nostri respiri affannosi si mescolavano.
Wow.
Lui ridacchiò e si alzò dal letto, “Ti senti meglio?”.
“E-ehm … credo di sì”, riposi imbarazzata abbassando lo sguardo nuovamente.
Un silenzio opprimente ed imbarazzante alleggiava su di noi. Alzai lo sguardo e lo vidi mentre indossava la maschera: era uscito fin troppo allo scoperto … ora aveva bisogno di nascondere i suoi sentimenti …
Mi schiarii la gola, “Che cosa mi sono persa mentre … dormivo …?”, chiesi per spezzare il silenzio.
“Poe Dameron è riuscito a fuggire aiutato da un nostro assaltatore. Si sono schiantati su Jakku”, rispose.
Speriamo stiano bene …
Percepii il cambiamento di umore di Kylo Ren sulla mia pelle: un brivido, fuoco vivo nelle vene … Ah, sta volta non sarei svenuta per la sua rabbia!
Scesi dal letto intenta ad avvicinarmi a lui, ma uno strano riflesso sul muro catturò la mia attenzione. Avvicinandomi capii: uno specchio!
Raramente avevo visto il mio aspetto, e tutte le volte era solo grazie ad un pezzo di latta molto lucido.
Lunghi capelli castani e… gli occhi di color diverso. Mi ero sempre chiesta se fosse normale una cosa del genere e vedendo gli occhi delle altre persone mi ero sempre sentita... strana.
Insomma. Non avevo mai visto una persona con l’occhio sinistro azzurro e quello destro verde!
“Il diverso non è sempre da disprezzare …”, la voce di Kylo Ren mi sorprese alle spalle, a pochi centimetri da me.
“Ora cosa farai?”, chiesi cercando di cambiare discorso.
“Devo scambiare due chiacchiere con Hux”.
“Hux …? Chi è?”, domandai incuriosita.
“Il Generale Hux …”. Non fece in tempo a terminare la frase che scoppiai a ridere. Annaspai in cerca di aria mentre gli addominali bruciavano.
Lui rimase a fissarmi in silenzio.
Presi un bel respiro, “Non andate proprio d’accordo vero?”.
Lui sospirò profondamente, “No. Direi di no”.
Mi avvicinai ulteriormente a lui.
“Fammelo conoscere. Saremo in due ad odiarlo!”, ridacchiai.
Lui fece un cenno con il capo, “Seguimi”.
Ah, finalmente!
 
Dopo un infinito dedalo di corridoi identici uno all’altro arrivammo finalmente a quella che sembrava la cabina di comando dell’intera base. Al suo centro, un uomo spiccava su tutti gli altri: il Generale Hux.
A pochi metri da lui, l’uomo si volse: occhi di ghiaccio, sguardo penetrante e peculiari capelli rossicci.
“Finalmente ho … l’onore di conoscere la nostra nuova mascotte”, disse fissando con astio Kylo Ren.
“Com-“, venni interrotta dalla mano di Kylo Ren prima che dicessi … stupidaggini …
Insopportabile. Spocchioso! Neanche due secondi e già lo odiavo.
“Non sono qui per parlare di lei”.
“Oh quindi è solo un cagnolino che ti segue ovunque”, ribatté Hux.
Ok. Ora è troppo.
Senza neanche accorgermene, la mia mano si era mossa verso il volto del rosso, ma per sua fortuna Kylo Ren mi aveva bloccata a pochi centimetri dalla sua faccia. Faccia da schiaffi.
Sentii nuovamente la sua rabbia fluire bruciante nella mia anima, “Non hai nessun motivo per definirla in tal modo. E ora abbiamo problemi ben più grandi”, disse lasciandomi la mano, “Un nostro assaltatore ci ha traditi. Snoke deve prendere in considerazione l’utilizzo dei cloni” riprese.
Snoke? Aggrottai la fronte: avevo la sensazione che lo avrei conosciuto di persona …
“I miei soldati sono ben addestrati, Ben”.
Ben? Era forse questo … il suo vero nome? Ben …
Sorrisi. Mi piace …
“Allora non avranno problemi a recuperare il droide, vero Hux?”.
L’altro rimase in silenzio. Sentivo che il Generale Hux, men che meno Kylo Ren, era sicuro della riuscita del recupero di BB-8.
Non si fidavano dei loro stessi soldati.
“Perché non mandate me?”, chiesi impulsivamente.
Entrambi si voltarono a guardarmi. Entrambi perplessi.
Hux sollevò un sopracciglio, “Tu?”.
Annuii lievemente, “BB-8 si fida di me …”.
Abbassai lo sguardo mentre una stretta dolorosa si chiuse sul mio cuore: volevo davvero infrangere la sua fiducia, anche se si trattava di un droide? L’avevo salvato una volta … mentre ora volevo consegnarlo a loro …
Hux volse nuovamente lo sguardo verso Kylo Ren, “Beh, ora vedremo se la mascotte è utile”.
 
Era passata solo una decina di minuti dalla discussione avuta con Hux e già ero a bordo di un caccia imperiale: arrivata su Jakku avrei dovuto fingere di essere una fuggitiva al pari di Poe e del traditore.
Mi avevano impostato il pilota automatico con le coordinate in prossimità dello schianto del caccia utilizzato da Poe: una zona né troppo vicina e né troppo lontana da una zona abitata.
Guardai meravigliata i miriadi puntini luminosi delle stelle che rendevano magico il nero dello spazio, mentre la sfera marroncina di Jakku si avvicinava.
In prossimità dell’atmosfera del pianeta iniziarono le turbolenze a causa dell’enorme attrito con l’aria. Chiusi gli occhi: non ero molto esperta come pilota perciò  … non voglio assolutamente vedere!
Feci un respiro profondo: sarebbe andato tutto bene … no?
Le turbolenze diminuirono con il passare del tempo ma tenni gli occhi serrati finché il pilota automatico mi avvertì dell’inizio delle manovre per l’atterraggio.
Appena atterrata lontana da occhi indiscreti mi fiondai all’esterno del caccia e il calore cuocente del deserto mi invase. Socchiusi gli occhi e mi feci ombra con una mano per contrastare la luce accecante del sole a picco.
Corsi verso la vetta di una duna che mi occludeva la vista e vidi finalmente la zona abitata di cui mi avevano parlato: non vi ero mai andata, ma sapevo ci fossero vari mercanti di rottami.
Mi avvicinai senza farmi notare troppo e giunta al mercato cercai di nascondermi tra la folla ignorando completamente i venditori che mi esponevano la loro merce.
Mi guardavo attorno attentamente in vista di Poe: forse lui sapeva come trovare il droide.
Se solo fossi fortunata troverei direttamente BB-8
Svoltai velocemente sulla strada principale su cui i negozianti facevano a gara per avere il posto più in vista, e avere quindi più clientela.
Mi passai la mano sulla fronte sudata: Jakku non mi mancava per niente.
Girai a vuoto per il mercato un paio di volte prima di notare un uomo che portava la giacca in pelle di Poe, l’unico problema era che quell’uomo non fosse Poe …
Quello è il traditore. La voce forte e chiara di Kylo Ren mi attraversò la mente.
Sorrisi: ora anch’io potevo sentire i suoi pensieri.
Lo seguii da una certa distanza senza farmi notare facendo finta di comprare qualche rottame ai vari mercanti. Il fatto di non vedere Poe e neanche il droide da nessuna parte stava iniziando a preoccuparmi.
Presi un respiro profondo: ce la posso fare!
Ritornai nuovamente sulla via principale accelerando il passo in direzione opposta a quella del traditore: era comunque un soldato addestrato … avrebbe potuto capire di essere seguito.
Mi voltai leggermente e fu allora che li vidi: BB-8 e una ragazza al suo fianco.
 
 
Autrice: Eccoci qui, finalmente pronti per l’azione!
Generale Hux: E finalmente sono apparso in questa storia …
Kylo Ren: se fosse per me …
Hux: uuuh pauuura.
Sahr *sussurra*: Rosso Malpelo versione nazi …
A: Calma ragazzi! * si volta verso la telecamera* Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ciao a tutti! Scusate per il ritardo, ma a quanto pare i miei prof. si son messi d’accordo per rendere infernali queste settimane (Eh già, niente vacanze per carnevale -.-).
Spero che questo capitolo vi piaccia :3
Ciauz!
 
Feci il giro della bancarella davanti a cui ero per poter guardare nascosta e indisturbata l’assaltatore, BB-8 e la ragazza che lo accompagnava. BB-8 sembrava stesse dicendo qualcosa, ma ero troppo lontana per poterlo sentire.
Mi avvicinai di qualche passo.
Probabilmente anche il droide aveva notato la giacca di pelle di Poe portata dal ragazzo. Il traditore iniziò ad indietreggiare mentre la ragazza iniziò a correre nella sua direzione.
Lui entrò in un capannone pieno di casse di rifornimenti e qualche rottame: li dovevo raggiungere.
Uscii allo scoperto e camminai a passo sostenuto anziché correre per non attirare l’attenzione anche su di me.
“Dice che quella giacca non ti appartiene!”, la voce limpida e con una nota di rabbia della ragazza mi giunse alle orecchie e mi nascosi veloce dietro a una pila di casse.
“Sì lo so! Appartiene a Poe Dameron”, rispose l’altro che giaceva a terra con la lancia della ragazza a pochi centimetri dal viso.
Lei guardò il droide che confermò ciò che aveva detto il soldato, il quale si sollevò da terra dolorante.
“Mi dispiace. Io … l’ho aiutato a scappare ma … è morto”, sussurrò.
Un colpo. Una morsa. Un peso sul cuore.
Sbattei più volte le palpebre impedendomi di piangere mentre la gola mi si stringeva sempre più.
Feci un respiro profondo.
Non dovevo lasciarmi trasportare dalle emozioni.
BB-8 si allontanò un poco addolorato dalla notizia. Poverino …
“Sei anche tu della resistenza?”, chiese la ragazza indicando la fascia rossa sulla manica della giacca.
Lui rimase un poco spiazzato dalla domanda, “S-sì! Certo! I-Io sono della resistenza. Sì ovvio, della resistenza!”, continuò a ripetere.
Sollevai un sopracciglio: ma cos-
Fa’ il suo gioco. La voce di Kylo Ren mi attraversò la mente come un lampo a ciel sereno e annuii inconsapevolmente al nulla davanti a me.
Uscii piano dal mio nascondiglio, “Sì è vero. Lui è della resistenza”, dissi rimanendo alle spalle del ragazzo, che si volse spaventato.
La ragazza si rimise in guardia puntandomi contro la sua lancia, “E tu chi sei?”, mi chiese. Aveva i capelli raccolti e lo sguardo deciso.
“Tu! C-come hai fatto?”, mi chiese allibito il soldato, mentre una ruga preoccupata si stagliava sulla fronte scura: si starà chiedendo perché ho mentito pure io …
La ragazza corrugò la fronte confusa, “Voi vi conoscete?”.
“Sì, anch’io sono fuggita dalla Star Killer”, risposi alzando le spalle, “Li ho fregati per bene …”, ripresi. Sentii nella mia testa rimbombare la sua risata sommessa. Quanto vorrei vederlo di persona mentre ride … E sorrisi leggermente al pensiero.
Lui continuò a guardarmi dubbioso.
Dei versetti concitati si avvicinarono a noi e BB-8 mi corse incontro felice, “Eh sì mio caro! Eccomi qui di nuovo”, dissi rivolta al piccolo droide.
“Ma che-“, il soldato era ancor più confuso di prima.
Io scossi la testa, “È una lunga storia … non ho afferrato il tuo nome”.
Lui indugiò un attimo, “Finn”.
Gli sorrisi, “Sahr” e volsi lo sguardo all’altra ragazza inclinando il capo.
“Rey”, e mi restituì il sorriso.
Presi un sospiro di sollievo. Per ora tutto bene …
Uscii dal capanno guardandomi attorno guardinga per constatare se qualcuno avesse sentito la nostra conversazione e vidi alcune truppe d’assalto del Primo Ordine.
Mi ritirai lesta e mi ricordai che dovevo agire esattamente come una fuggitiva.
“Ragazzi … alcune truppe del Primo Ordine sono qui. Dobbiamo scappare … o nasconderci!”, dissi agli altri.
Vidi Finn agitarsi: ma che fifone …
Uscimmo dal capannone in cui eravamo e ci dirigemmo pian piano in un altro nascondiglio qualche decina di metri più lontana da quelle truppe.
“Aspettate …”, sussurrò Finn.
Qualche secondo e iniziai a sentire il rombo dei motori dei caccia imperiali in avvicinamento: ma che cavolo!
“Via! Correte!”, urlai mentre iniziai a correre disperata nella direzione opposta ai caccia. L’aria calda del deserto mi investì il viso mentre i piedi affondavano un poco mentre correvo.
Il vuoto sotto i miei piedi.
La sabbia rovente a pochi centimetri dal mio viso.
Un acuto e fastidioso fischio mi ronzava nelle orecchie.
Il fianco dolorante su cui ero caduta.
Che botta! Un colpo dei caccia era esploso pericolosamente vicino.
Vidi Rey tornare indietro di qualche passo allungando una mano verso di me. Allungai anche la mia e la strinsi con forza mentre mi alzavo riprendendo a correre.
“BB-8 sta’ vicinissimo a noi!” urlai al droide cercando di contrastare il fischiare delle orecchie.
Mi sfiorai il fianco con le dita e le ritrassi appena il dolore si fece più acuto … Livido assicurato …
“Fuggiremo con quello”, Rey indicò un Quad Jumper poco lontano.
“Ma non riusciremo ad andare lontano!”, ribattei tentando di smorzare il fiato corto, “Perché non usare quella!?”, indicai un’astronave di cui non si vedeva quasi nulla poiché coperta da un telo grigiastro.
Intanto i caccia imperiali si stavano avvicinando pericolosamente a noi bruciando i metri che ci dividevano.
Avevo l’adrenalina a mille: la vita del fuggitivo non è poi così facile …
“Quella!? Ma è un rottame!”, Finn quasi non finì la frase che il Quad Jumper indicato da Rey esplose fragorosamente.
Mi bloccai e mi coprii il viso con le braccia.
“Ok, il rottame va bene!”, dicemmo tutti quanti all’unisono mentre BB-8 scorrazzava zigzagando sulla sabbia.
Altri colpi volarono sopra le nostre teste mentre ci dirigevamo verso il rottame. Giunti alla nave Rey premette il pulsante di apertura esterna della rampa di accesso ed entrammo veloci.
“Le postazioni difensive sono laggiù”, Rey ci indicò due scale a pioli che scendevano al piano inferiore e si diresse sicura verso la cabina di comando armeggiando con i vari pulsanti e … lucette. Non ci capivo proprio nulla …
Guardai Finn, “Beh, lei guida … noi spariamo!”, mi disse e scendemmo le scale entrambi verso le postazioni delle torrette laterali.
Mai avevo sparato prima d’ora, ma come si sa c’è sempre una prima volta …
Deglutii rumorosamente mentre mi sedevo. Presi tentennante i comandi della torretta e cercai di capire l’interfaccia grafica per poter mirare al meglio: era un piccolo schermo giallo con una griglia.
Annuii lievemente: forse ce l’avrei fatta …
I motori della nave iniziarono a rombare e dalla mia postazione potei vedere che ci stavamo staccando da terra.
Incassai la testa fra le spalle infastidita quando facemmo il pelo ad una costruzione della zona: il rumore più fastidioso dell’universo. Tralasciando la voce di Hux. Ridacchiai per il mio stesso pensiero e tornai a concentrarmi per quello che avrei dovuto fare.
Sparare. Dai, non può essere così difficile …
I caccia erano in vista: mossi leggermente i comandi della torretta e mi ritrovai sbalzata con il sedile dall’altra parte della postazione.
Ok, erano molto sensibili …
Mi morsi il labbro inferiore: non potevo fallire. Presi un respiro profondo ed ebbi la sensazione che qualcuno mi avesse appoggiato una mano sulla spalla destra.
Sapevo bene che dietro di me non vi era nessuno. O almeno di “concreto”.
Una nuova forza, volontà, invase prepotente ogni singola molecola del mio essere. Il mio cuore accelerò di battiti e strinsi con maggior sicurezza i comandi della torretta.
Mi sentivo diversa, mentre acquisivo la consapevolezza della realtà che mi circondava.
La sua forza stava fluendo in me.
Per un momento vidi il suo riflesso sul vetro.
Anakin.
Erano passati pochi secondi, eppure mi erano sembrati minuti e minuti.
Percepii lo sconcerto di Ben. Era … meravigliato da ciò che era appena successo: Anakin aveva appena ceduto parte della sua forza a me.
Aspetta. Lo avevo chiamato Ben? A lui non sembrava aver dato fastidio …
La concezione dello spazio era completamente cambiata. Ero come fusa con l’ambiente esterno, con qualsiasi essere vivente che mi circondava, come se non vi fossero più confini tra me e l’aria. Tutto era come connesso da trame invisibili e intoccabili eppure esistenti: la forza.
Con questa nuova consapevolezza mi concentrai meglio.
Due caccia imperiali ci stavano inseguendo, mentre Rey faceva manovre evasive per scansare i colpi.
“Ok, ce la posso fare”, sussurrai a me stessa.
Un colpo colpì lo scafo della nave e ricevetti un leggero contraccolpo.
“Non hai alzato gli scudi!?”, urlò sguaiatamente Finn.
“Non è così facile senza copilota!”, urlò di rimando Rey.
Uno dei caccia entrò nella mia visuale e mossi la torretta finché non lo vidi apparire all’interno dell’interfaccia grafica.
Feci un respiro profondo e premetti il grilletto.
I colpi non andarono a segno in quanto il pilota del caccia aveva effettuato varie manovre per evitare di essere colpito.
Ah dannazione!
Cercai di seguire gli spostamenti veloci del caccia trovando qualche difficoltà.
Devo prevedere le sue mosse …
E funzionò.
Alcuni colpi andarono a segno e fecero esplodere fragorosamente il caccia con un grande nuvola nera.
Evvai!
Sentii Finn urlare dall’altra parte, “Wooo! Grande Sahr!”.
L’altro caccia era completamente fuori dalla mia visuale.
Ora era compito di Finn.
Speriamo bene.
Sentii i suoi vari tentativi di abbattere l’altro caccia. Tutti colpi a vuoto.
Non va affatto bene.
“Dobbiamo cercare un riparo”, ulrò Finn.
“Ci provo!”, percepii chiaramente l’ansia di Rey.
E capii anche il perché …
Ci stavamo avvicinando ad una corazzata imperiale sommersa quasi del tutto dalla sabbia del deserto.
Non dirmi che …
Sentii l’ansia crescere sul mio cuore.
Un lungo brivido freddo mi scosse la schiena.
Entrammo nei motori a reazione della nave e la luce accecante del sole appariva spariva attraverso le piccole fessure delle pareti.
“E questo lo chiami riparo!?”, strillai con una voce quasi non mia.
“Fidati di me Sahr!”, la sicurezza e la determinazione di Rey mi tranquillizzò un poco.
Quella ragazza è un fenomeno!
Eravamo però sulla traiettoria ideale per i colpi del caccia imperiale che determinato ci stava alle calcagna.
“Reeeeey!”.
L’improvviso cambiamento di traiettoria della nave mi spostò con forza e …
Sul serio aveva spento i motori?
Sentii una strana sensazione di vuoto all’altezza dello stomaco mentre la nave ribaltandosi ricadeva sotto la forza di gravità.
Sentii Finn sparare nuovamente e finalmente i suoi colpi andarono a segno facendo schiantare a terra il caccia.
Sospirai sollevata.
Salii velocemente la scaletta a pioli, “Aaaah, è così che si spara, siete stati dei grandi!”, Rey era semplicemente entusiasta.
“No, no tu sei stata grande, Rey”, replicò un altrettanto entusiasta Finn.
BB-8 espresse la sua felicità con i suoi strani versetti facendomi sorridere.
“Beh, devo dire che per essere un pilota alquanto pazzo, sei stata brava Rey!”, e le sorrisi.
Un piccola nuvoletta bianca risalì da una grata sul pavimento.
“Oh no! Devo assolutamente riparare il guasto, altrimenti …”, Rey armeggiò con l’apertura delle grata e la rimosse.
“Altrimenti?”, la incalzò Finn.
“Altrimenti la nave si riempirà di gas tossici!”.
Sospirai rassegnata.
Niente sarebbe stato normale. Non più.
 
Autrice: Ed eccoci qui con un nuovo capitolo!
Sahr: Aaaaah! Io e nonno Anakin facciamo faville!
Kylo Ren: NONNO!?
Sahr: perché, non siamo ancora sposati u.u?
Hux: E non mi avete mandato i confetti??
Sahr: ma chi ti vuole u.u
Kylo Ren *fugge*
Sahr *lo rincorre*: non mi lasciare ammmoreeee!
Autrice: Ah non vi preoccupate! Torneranno u.u Ci si vede al prossimo capitolo :3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Buonasera lettori! O buongiorno u.u Ultimamente ho un pochiiiino di tempo in più e quindi spero di riuscire ad aggiornare in tempi più brevi :3 volevo ringraziare coloro che lasciano una recensione ogni qualvolta leggono un capitolo … mi incoraggiate moltissimo a continuare! Spero che il capitolo vi piaccia e … buona lettura!
 
Rey si calò nella piccola stanzetta al di sotto della grata piena di cavi e di chissà cos’altro!
“Pensi che ci riuscirai?”, le chiesi preoccupata.
Non volevo assolutamente morire in quel modo.
Figuriamoci.
Il volto di Poe mi apparve nella mente pur avendolo nascosto sotto cumoli di pensieri.
Sentii gli occhi bruciare e mi schiarii la gola per togliere quella sensazione di oppressione, che come una mano nemica mi stringeva con forza la gola.
Sentivo la voce ovattata di Rey mentre Finn le passava gli attrezzi opportuni, finché non sentii una frase che mi risvegliò da quel mondo nero.
“Devi dirmi dove portare il droide”.
“Beh, ovviamente alla base della Resistenza”, vidi Finn agitarsi un poco.
Rey sparì di nuovo sotto la linea del pavimento, “Come se sapessi dove si trova”.
Finn mi guardò agitato mentre mi chiedeva a gesti come avrebbe dovuto fare.
Mi strinsi nelle spalle: non ne avevo idea!
Dì al droide la verità. Ovviamente non tutta.
La voce calda e forte di Ben mi raggiunse come se le sue labbra fossero a pochi millimetri dalle mie orecchie.
Rabbrividii piacevolmente mentre sentivo il sangue fluire alle guance.
Possibile che mi facesse questo effetto ogni volta?
Se poi ripenso a quel bac-
Scossi la testa ritornando con i piedi per terra.
“Senti BB-8 …”, il droide si volse verso di me, “Né io né Finn siamo della Resistenza”, sussurrai.
Il piccolo droide indietreggiò un poco.
“Ma non vogliamo farti del male … Ti porteremo a casa”.
“Passatemi del nastro isolante”, la testa di Rey riapparì; le passai veloce ciò che le serviva e tornò a lavorare nuovamente.
“Allora?”, riprese Rey.
“Dai BB-8 diglielo”, lo incalzò Finn.
Vidi l’indecisione del droide mentre guardava ora Rey, ora Finn.
Alla fine lo disse.
D’Qar, sistema di Ileenium.
“Ah! Nel sistema di Ileenium!”, esclamò Rey.
“Esatto, proprio lì!”, esclamò a sua volta Finn.
La ragazza uscì dal cubicolo in cui aveva finalmente riparato la perdita e-
Tutte le luci si spensero. Aggrottai la fronte: strano … Cosa stava succedendo?
Rey si diresse velocemente alla cabina di comando e la vidi armeggiare con qualche leva … e bho.
Aspetta. Se io so dove si trova la base della Resistenza … lo sa anche Ben … e quindi Kylo Ren e il Primo Ordine.
Un macigno enorme e freddo chiamato senso di colpa mi colpì in pieno stomaco. Mi sentivo … sporca …
Percepii alle mie spalle la presenza di qualcuno e mi voltai sapendo con certezza assoluta di chi si trattasse.
La figura di uomo incappucciato, gli abiti completamente neri se non per la mantella marrone, una spada laser alla cintola.
Si tolse il cappuccio lentamente e potei finalmente vedere il suo volto con chiarezza: i suoi capelli richiamavano quelli di Ben, tranne che per il colore; gli occhi, pur essendo azzurri, riflettevano la stessa determinazione del nipote.
Anakin.
“Tutto andrà come deve andare”, e sparì come era apparso.
Percepii l’inquietudine di Ben che si rifletteva in egual misura nel mio animo.
Tutto era già stato deciso. Ma cosa?
Sentivo la sua lotta interiore, in cui Kylo Ren cercava di imporre la sua supremazia su Ben. Non sapeva se sferrare un attacco su D’Qar o proseguire come se non lo sapesse.
Sua madre. Sua madre era lì.
Uno strano sentimento si fece largo nel mio cuore: rancore, delusione e … amore.
C’era ancora speranza.
E addirittura la vidi.
La vidi nel suo cuore come una flebile e piccola luce nell’abisso nero.
Chiusi gli occhi e mi concentrai. Non sapevo come parlargli telepaticamente, ma visualizzai le parole che avrei voluto dirgli come se fossero presenti fisicamente nella mia mente.
Ti prego, non farlo.
Mi sentii respinta con violenza e riaprii gli occhi di scatto per la sorpresa.
Avevo osato troppo …
Ma non me ne pentivo. Mi aveva respinta utilizzando la forza, perciò il messaggio era giunto a destinazione … anche se ora percepivo con chiarezza dei muri che piano piano si ergevano attorno alla sua mente impedendomi si percepire i suoi pensieri ed emozioni.
Uno strano silenzio si fece largo nella mia testa.
Era così … strano.
“Siamo stati agganciati. Hanno preso i comandi!”, una leggera sfumatura di preoccupazione aleggiava nella voce di Rey.
Finn si arrampicò come poté per avere una miglior visuale sull’altra nave.
“È il Primo Ordine”, sentenziò.
Aggrottai la fronte.
Non era il Primo Ordine. Ne ero certa.
Han Solo.
Non avevo idea di come lo sapessi, ma ne ero sicura.
“La perdita dei gas tossici?”, chiese Finn con lo sguardo pensieroso.
“L’ho appena riparata …”, rispose Rey aggrottando la fronte.
“E non la puoi rompere di nuovo?”. Capii cosa avesse in mente.
“Ma noi come faremo?”, chiesi.
Rey si avvicinò alla grata rimuovendola con l’aiuto di Finn, “Ci sono delle maschere anti-gas”.
Meno male.
Scesi nella stanzetta insieme a Finn, “Prendi tu BB-8?”, chiese rivolta all’altro.
“Certo”, e per poco non cadde per il peso del droide.
Effettivamente era abbastanza pesante …
Aiutai nel rimettere la grata e indossai la maschera appena Finn me ne passò una.
Rey strappò il nastro isolante e alcuni fili su cui aveva lavorato e i gas tossici tornarono a  fuoriuscire con una serpentina bianca.
E aspettammo.
Pochi secondi e sentii dei rumori di passi.
Sono in due.
Scambiai uno sguardo d’intesa con Finn e Rey.
Respirai a fondo.
“Siamo finalmente a casa, Chewbe”, uno dei due parlò e ricevette come risposta degli strani e … animaleschi … versi.
Ah, fantastico!
Sentii i loro passi avvicinarsi a noi, “Perfetto! C’è già un guasto”.
Guardai allarmata gli altri: merd-
La grata venne rimossa e …
Un uomo sulla settantina e un wookiee ci puntarono le armi contro.
“Dov’è il resto dell’equipaggio?”. Sì, era lui Han Solo.
Ci togliemmo le maschere, “Siamo solo noi”, risposi.
Il wookiee fece alcuni versi contrariati, “È vero!”, esclamò Rey.
“TU CAPISCI QUELLA COSA!?”, Finn guardò spiazzato la ragazza.
“E quella cosa capisce te!”, Han lo redarguì, “Se siete solo voi … dov’è il pilota?”, continuò.
Rey si schiarì la voce, “Sono io”.
“Cosa!?”, esclamò allibito, “Il Falcon in mano ad una ragazzina?”.
Vidi Rey sgranare gli occhi e si arrampicò fuori dalla piccola stanza sottostante il pavimento.
“Questo è il Millennium Falcon!?”, chiese entusiasta mentre sia io che Finn la seguimmo.
Una fitta di dolore al fianco più forte delle altre mi fece gemere piano.
Diamine.
“L’unico e il solo”, ripose Han orgoglioso.
“Quindi tu … tu sei Han Solo! Colui che ha combattuto contro l’Impero!? Il Generale della Resistenza?”.
Han abbassò lo sguardo, “Così si dice …”. La sua voce era ricolma di tristezza, ma si riprese velocemente, “Dai Chewbe, scarichiamoli sul primo pianeta abitato”.
“Come scusa!?, strillai.
“Dobbiamo portare questo droide alla Resistenza”, intervenne Rey.
“Oh, sono sicuro che ve la caverete bene anche da soli!”, ci rispose scendendo insieme al wookiee dal Falcon seguiti a ruota da noi tre.
Mi guardai attorno: eravamo in un hangar illuminato da luce gialle e rosse appese al soffitto.
Sentii delle voci provenire da degli schermi appesi ad una parete, e se ne accorse anche Han, “Bene … abbiamo compagnia. Vado e li stendo con un fiume di parole!”, esclamò.
Il wookiee disse qualcosa inclinando la testa, “Hei! Ci sono riuscito sempre”, si difese Han e girandosi verso di noi continuò, “Faremo così: io e Chewbacca, con il droide, cercheremo di mandarli via, mentre voi rimarrete nascosti sotto il pavimento”.
Chewbacca si abbassò rimuovendo con facilità una grata sul pavimento e con qualche verso ci incoraggiò a scendere.
Annuii lievemente mentre scesi con un piccolo salto.
Ci inginocchiamo tutti e tre, e appena il wookiee risistemò la grata, fecero il loro ingresso diversi uomini.
“Han Solo!”, l’uomo che aveva appena parlato era decisamente frustrato.
Iniziarono a parlare di prestiti, di debiti e di come Han fosse sempre riuscito ad evitare di pagarli.
Sollevai un sopracciglio: ma che bravo …
Dall’alta parte del corridoio la porta si aprì rivelando un altro gruppo di uomini armati.
“Il droide! Casualmente il Primo Ordine ne sta cercando uno identico … insieme a tre fuggitivi”.
Sgranai gli occhi e scambiai uno sguardo preoccupato a Finn e Rey.
Eravamo tutti quanti nei guai.
“Non so di cosa tu stia parlando …”. Han aveva deciso di difenderci: ne fui sollevata …
“Guardate”, sussurrò Rey mentre si avvicinò ad un pannello, “Se resettiamo correttamente i fusibili potremmo riuscire a chiudere entrambe le porte: escluderemmo le due bande!”, e così tentò di fare.
Guardai attraverso la grata: le porte non si erano chiuse.
Delle urla disumane riecheggiarono nei corridoi fino a giungere a noi.
“Ops. Fusibili sbagliati”, Rey mi guardò sollevando le spalle.
Sospirai.
Perfetto.
 
Sahr: <.<
Autrice: che succede cara c.c?
Sahr: il Generale Hux è un cattivone c.c non mi fa accarezzare Millicent ç.ç
Hux *urla dal corridoio*: REN! GIURO CHE TI AMMAZZO!
Kylo Ren *fugge con la gatta*: LEI NON TI AMA!
Millicent: Meow :3
Autrice: O-ok. Ci vediamo al prossimo capitolo o.o
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ciao ragazzi! *saluta con la manina*
Premessa: ho avuto qualche difficoltà nelle scene con i Rathtar … ma spero che questo capitolo vi piaccia xD Sperem e.e Non uccidetemi c.c
 
 Degli enormi tentacoli rossi spuntarono dal nulla e sentii le urla agonizzanti e terrorizzate degli uomini che venivano afferrati con violenza.
Con l’aiuto di Finn tolsi la grata dal pavimento sovrastante e uscimmo velocemente guardandoci attorno con cautela.
“Dove andiamo ora!?”, ero nel panico. Cosa diavolo erano quei cosi!?
“Direi di tornare al Falcon! Han solo e il wookiee saranno andati lì!”, Rey corse nella direzione da cui eravamo arrivati.
Annuii, “Buona idea”.
Rincorsi la ragazza seguita da Finn, che guardingo controllava ogni due secondi se ci fossero quei cosi alle nostre spalle.
Girammo l’angolo e … sbattei la faccia contro la schiena di Rey.
“Ma che succ-“, mi bloccai.
Cos’era quel …
Premetti la mano contro la bocca cercando di contrastare il conato di vomito.
Quel coso stava … divorando un uomo di una delle due bande.
“Quei due sono pazzi … Dei rathtar a bordo??”, Finn si asciugò la fronte imperlata di sudore freddo.
Il rathtar si accorse della nostra presenza.
In un lampo infinitesimale i suoi tentacoli furono a pochi millimetri da noi.
Strillai con tutto il fiato che avevo in corpo e di riflesso mi protessi con le braccia.
Aggrottai la fronte e aprii lentamente gli occhi: il rathtar era come pietrificato, immobilizzato di fronte a noi.
“Ma … cos’è successo?”, Rey mi guardò meravigliata.
A quanto pare mi è rimasta ancora un po’ della Forza di Anakin …
“Su, andiamocene!”, gridai agli altri evitando l’argomento.
Oltrepassammo il … mostro … e corremmo verso la porta da cui eravamo entrati. Di Han e Chewbecca nessuna traccia.
“Da questa parte!”, avevo un presentimento: li dovevo trovare.
Sentii dei colpi di blaster mentre ci avvicinavamo ad un altro corridoio.
“Finalmente! Chi ha combinato questo casino??”, Han ci fulminò con lo sguardo.
Rey si schiarì la gola mentre io sollevai le spalle innocentemente.
Chewbecca cercava per come poteva di contrastare il fuoco nemico con la sua balestra, finché non venne colpito al braccio.
BB-8 emise vari versi spaventati mentre si nascondeva ancor di più dietro le gambe di Han.
“Aaaah dammi qua!”, mi nascosi dietro ad uno stretto pilastro del corridoio mentre prendevo la balestra del wookiee che si lamentava sonoramente per il dolore.
Presi la mira verso il pannello di controllo di entrata della porta che dava sull’hangar.
Premetti il grilletto e con alcune scintille la porta si aprì.
Han mi guardò con un sopracciglio alzato, “Umh. Mi piaci ragazza”.
Corsi insieme agli altri verso il Millennium Falcon al centro dell’hangar cercando di non essere colpiti dai colpi di blaster.
Rey e Han si diressero verso la cabina di comando, “Che ci fai qua ragazzina!?”.
“Ti serve un copilota no?”, Rey si sedette al suo fianco.
“Ho già un copilota”.
“Sì ok, ma è ferito!”, testardo eh?
Accompagnai il wookiee  sul retro della nave dove avevo notato una branda, “Sdraiati, provo a medicarti la ferita, ok?” e gli sorrisi leggermente.
Il wookiee annuì mentre si sdraiava sul lettino.
Appoggiai la balestra a terra e rovistai in una cassetta dove speravo di trovare qualcosa di utile.
Forbici … pinze … nastro adesivo …
BENDE!
“Mi sento abbastanza inutile …”, Finn si appoggiò ad una parete del Falcon.
Sollevai le spalle mentre sentivo Rey e Han discutere sulla velocità luce. Mi sporsi leggermente con la testa e rimasi meravigliata da ciò che vidi: le stelle sembravano diventare lunghe linee bianche mentre la nave raggiungeva la velocità richiesta.
Wow.
Strinsi maggiormente la benda attorno al braccio di Chewbe ignorando i suoi versi contrariati, “Avanti! Lo faccio per te”, dissi mentre lui annuiva mestamente.
Sia Rey che Han ci raggiunsero, “Molto bene … Ora cosa faremo?”, chiesi titubante.
“Beh, non possiamo raggiungere D’Qar con il Falcon?”, Finn si staccò dal muro avvicinandosi a noi.
Han scosse la testa energicamente, “Se siamo riusciti ad intercettare il Falcon con i nostri radar, figuriamoci il Primo Ordine …”, rispose, “Andremo su Takodana e lì utilizzeremo un’altra nave … ma cos’ha di così tanto importante quel droide?”, chiese.
“Ha una mappa per trovare Luke Skywalker”, intervenne Finn.
Aggrottai la fronte.
Non sapevo né come né perché, ma quel nome mi suonava familiare …
“Hai appena detto Luke Skywalker?”, percepii la sorpresa di Han.
Finn annuì deciso, “Tu lo conosci vero?”.
“Certo che lo conosco …”, un altro macigno di tristezza nella sua voce.
“Quindi sai perché … è in elisio?”, chiese curioso il soldato.
Han sospirò passandosi una mano sul volto, “Un … suo allievo passò al lato oscuro e …”, respirò profondamente, “questo allievo … uccise tutti gli altri allievi. Il senso di colpa per il suo fallimento lo ha portato in esilio …”, continuò.
Un silenzio opprimente si stese su di noi.
I muri che mi dividevano da Ben si spezzarono improvvisamente e alcuni frammenti dei suoi ricordi mi invasero la mente.
Un bambino rannicchiato in un angolo, lo sguardo umido di tristezza.
Un ragazzo, dal viso contratto, seduto in meditazione su un masso.
Un uomo … un uomo che aveva fatto la sua scelta … una scelta nel sangue.
Era lui quel allievo …
Han si volse di scatto verso di me aggrottando la fronte.
Io sollevai un sopracciglio, “Che c’è …?”.
Lui scosse la testa, “Nulla … ma, mi sembri familiare …”.
Che sentisse Ben …?
Lo vidi assottigliare lo sguardo.
I pensieri di Kylo sparirono nuovamente dietro ad un muro nero.
Han distese il volto sbuffando, “Ah, la vecchiaia gioca brutti scherzi … Ero convinto avessi lo stesso sguardo di …”, scosse la testa lasciando in sospeso la frase.
Possibile? Io lo sguardo di Ben??
Un pensiero mi balenò in mente: Han Solo era suo padre …
La bocca dello stomaco mi si chiuse con forza.
Mi sentivo fuori posto: sapevo cose che non avrei dovuto sapere …
Vidi Rey fissarmi con lo sguardo dubbioso. Sollevai le spalle facendo finta di non sapere ciò che Han stava dicendo, mentre lui  tornava alla cabina di comando.
“Tra poco usciremo dalla velocità luce. Siamo quasi arrivati”, disse l’uomo.
Lo vidi armeggiare con i comandi e il Falcon decelerò fino ad uscire dal tunnel nella velocità luce.
Un pianeta verdeggiante si presentò davanti a noi: era magnifico …
L’espressione estasiata di Rey era lo specchio della mia. Passato il momento delle turbolenze attraversando gli strati più alti dell’atmosfera, potei vedere finalmente il volto di quel mondo da vicino.
Vi erano alberi e alberi in ogni dove.
Specchi d’acqua che riflettevano l’azzurro del ciel sereno.
“Non pensavo che ci potesse essere così tanto verde in tutto l’universo …”, annuii concordando pienamente con Rey.
Han ci guardò con un mezzo sorriso: per lui molto probabilmente tutto ciò era normale.
Con l’aiuto di Rey, Han fece atterrare il Falcon in una radura in mezzo al bosco e mi precipitai a scendere la rampa.
Respirai a fondo quell’aria così diversa da quella di Jakku. Profumi così diversi, così freschi e delicati mi invasero le membra.
Mi avvicinai al lago che avevamo sorvolato poco prima, e con la mia irruenza feci scappar via spaventati alcuni pesciolini.
Sentivo il cuore leggero e ogni cosa su cui posavo lo sguardo mi meravigliava, e alzando lo sguardo al cielo senza nuvole, sorrisi estasiata.
“Ti senti bene?”, Finn mi guardò stralunato.
“Mai stata meglio!”, risposi felice. L’emozione era così forte che non riuscivo a stare ferma neanche un secondo.
“Tutto questo è … meraviglioso!”, e assaporai di nuovo quella freschezza.
Han e Rey erano a qualche metro da me che parlavano tra di loro. Mi sporsi di qualche centimetro per sentire cosa si stessero dicendo: “Mi stai offrendo un lavoro!”.
“Sarà sottopagato e …”.
“Mi stai offrendo un lavoro!”, ripeté Rey, ma il suo entusiasmo scemò in pochi secondi, “Però non credo di poter accettare … Devo tornare su Jakku”.
Han annuì lievemente, “Fammi sapere se cambi idea”.
Lei lo guardò estasiata e annuì decisa.
Molto probabilmente le aveva chiesto di unirsi all’equipaggio del Falcon, e sorrisi per lei.
Se lo meritava!
Han si schiarì la gola, “Allora. Tu Chewbe rimarrai qui al Falcon …”, il wookiee annuì, “mentre voi … seguitemi”.
BB-8 fece alcuni versetti felici: presto sarebbe tornato a casa.
Ci addentrammo in un piccolo boschetto finché non uscimmo su una strada sterrata di fronte ad un alto edificio nero con numerose bandiere appese.
Oltrepassata la porta dell’edificio tutti i clienti di quel apparente bar si voltarono verso di noi, “Han Solo!”, la voce di una donna sopraggiunse da un gruppo di persone.
Mi guardai attorno attentamente: ovunque guardassi incontravo lo sguardo di razze aliene mai viste.
Questo pianeta è un crocevia …
“Maz! Da quanto tempo ...”, gli altri clienti ricominciarono a parlare tra loro.
“Dov’è Chewbecca? Amo quel wookiee!”, Maz era piuttosto bassa, la pelle arancio e strani occhiali con le lenti molto spesse.
“È al Falcon. Ma sono sicuro che ti saluta”, rispose Han.
Maz ci guardò attentamente, “Ovviamente sei qui per un favore. Andiamo al punto! Seguitemi”.
Ci sedemmo tutti quanti attorno ad un piccolo tavolo rotondo e Maz ordinò qualcosa da mangiare.
Il mio stomaco brontolò rumorosamente: ora che ci pensavo avevo talmente tanta fame che avrei perfino mangiato le gambe del tavolo …
“Allora, che ti serve Han?”.
“Una nave, per D’Qar. Questi tre …” e ci indicò con un cenno del capo, “… ci devono portare il droide”.
“Solo loro tre? Han …”, Maz scosse lievemente la testa, “stai evitando questa cosa da troppo tempo! E comunque …”. Quale cosa?
Il cameriere arrivò con il cibo ordinato, “Non credo che troverai qualcuno disposto a ciò”.
“Cosa!?”, protestai.
Tutta ‘sta fatica per cosa? Per un no? Neanche per sogno.
“Se aiuti noi, aiuteresti la Resistenza!”, intervenne Rey.
Maz scosse nuovamente la testa, “È diventato troppo pericoloso …”.
Presi uno dei frutti al centro del tavolo e lo addentai sentendo il gusto meravigliosamente dolce che mi invadeva la bocca.
“Senti ma …”, iniziò Finn, “Pensi che troverei qualcuno disposto a portarmi lontano da qui?”.
Aggrottai la fronte, “Cos-“.
“E BB-8!? Non lo vuoi aiutare?”, Rey era sempre più indignata.
“Come se il Primo Ordine non sapesse già che siamo qui!”.
Maz si allungò sul tavolo e guardò con maggior attenzione il ragazzo, “Se vivi abbastanza a lungo puoi vedere lo stesso sguardo in persone diverse, e il tuo sguardo l’ho visto in tutte quelle persone che vogliono scappare, fuggire dalla manifestazione concreta del male. Ieri era l’Impero, oggi è il Primo Ordine …”, indicò due clienti seduti poco lontano, “Loro possono portarti all’orlo esterno in cambio di lavoro”.
Finn annuì lievemente, “Grazie”, e si alzò dal tavolo allontanandosi.
“Ma-“, allungai la mano verso di lui, ma vedendo la sua decisione la lasciai cadere.
“Non ci posso credere …”, e anche Rey ci lasciò rincorrendo Finn.
Un silenzio imbarazzante calò su di noi. Ognuno che guardava fisso il piatto sul tavolo.
Sospirai profondamente e tentai di avvicinarmi con la mente a Ben, ma incontrai solo dei muri.
Perché mi stava escludendo …?
Mi mancava …
Vidi Rey e Finn discutere animatamente finché il ragazzo non si voltò lasciandola sola.
Mi alzai dal tavolo per raggiungerla: non mi piaceva vederla così abbattuta …
“Hei …”, richiamai la sua attenzione e lei mi guardò tristemente.
Passando davanti ad una rampa di scale che portavano al piano inferiore sentii qualcosa.
Un rumore.
Un sussurro indistinto.
Mi bloccai insieme a Rey e la guardai dubbiosa, “L’hai sentito … anche tu?”.
Lei annuì lievemente.
Ancora quel sussurro.
Una voce che chiamava.
La curiosità ebbe la meglio sulla paura dell’ignoto e scesi lentamente la scala a chiocciola completamente in ombra seguita da Rey.
Arrivate al piano inferiore vidi che il piano era occupato da un largo corridoio scarsamente illuminato su cui si aprivano alcune porte.
Percorsi piano il corridoio per tutta la lunghezza attratta da quella voce flebile.
Ci fermammo entrambe davanti ad una porta che lentamente si aprì. Rey vi entrò per prima, mentre io rimasi nel corridoio a guardarla.
Sollevò il coperchio di uno scrigno e rimasi spiazzata dal suo contenuto: una spada laser!
Appena la prese in mano iniziò a strillare e spaventata la lasciò cadere mentre indietreggiava velocemente finché non cadde vicino a me.
Mi inginocchiai preoccupata, “Tutto bene Rey!?”.
Lei scosse la testa senza dire una parola.
Mi avvicinai piano alla spada laser a terra e la strinsi con forza tra le mani.
“Tienila …”, Anakin era apparso in un angolo di quella stanza ricolma di cianfrusaglie ricoperte da strati e strati di polvere.
“Ti prego … Salvalo”.
Annuii decisa mentre lui tornava a essere invisibile ai miei occhi.
Avevo capito a chi si riferisse. Anakin aveva riposto la sua fiducia in me, per questo potevo sentire tutto di lui. Era lui che dovevo salvare. Ma per farlo avrei dovuto avere un pizzico di collaborazione del diretto interessato …
Quando uscii non vi era alcuna traccia di Rey.
Aggrottai la fronte. Dove cavolo era finita?
Percorsi la strada a ritroso e salendo le scale sentii il rumore di urla sempre più forte.
Uno strano e oscuro presagio si fece largo nel mio animo.
Mi feci schermo con una mano per poter vedere meglio appena uscii dall’edificio e rimasi allibita da ciò che vidi.
L’angoscia prese il sopravvento sul mio cuore: la Star Killer avev-
“Hai visto?? Quella era la Repubblica! La Star Killer l’ha spazzata via!”, non mi ero neanche accorta della presenza di Finn.
Non dissi una parola.
Ero paralizzata mentre una morsa d’acciaio stringeva sempre più la mia gola, il mio cuore.
Capii perché non potevo sentire i pensieri di Ben: dovevo prima oltrepassare l’ostacolo di Kylo Ren …
“Ma dov’è Rey?”, mi chiese Finn preoccupato.
Mi ripresi scuotendo la testa, “Non lo so. Ma ora la vado a cercare, ok?” e corsi verso il bosco più vicino mentre tenevo ancora in mano la spada laser di Anakin.
Probabilmente stavo girando a vuoto …
Gli alberi erano tutti uguali e non avevo alcun punto di riferimento.
Vidi gli alberi diradarsi un poco e arrivai al limite di quel bosco … ancora nessuna traccia di Rey.
Guardai verso l’edificio da cui ero uscita e … quella stessa nave da cui era sceso Kylo Ren la prima volta che lo avevo incontrato, passò alle sue spalle.
Era arrivato.
Uno strano sentimento si diffuse nel mio cuore come una macchia d’olio.
Sarebbe stato Kylo Ren o Ben Solo?
 
Autrice: Aaaaah oggi sono produttiva eh?
Sarh: Già! Che figata avere una spada laser *-*
Kylo Ren *sussurra*: Adesso taglierà le mani a qualcuno …
Hux *sbadiglia*: Magari a te. Non sarebbe una cosa anormale per un Skywalker …
Autrice: Dai ragazzi! Come siete scorbutici!
Kylo e Hux: HA INIZIATO LUI!
Autrice: Aham. Ci vediamo al prossimo capitolo … :D

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Oooook! Eccoci qui con un nuovo capitolo! Spero tanto vi piaccia, e volevo ringraziare di cuore chi è arrivato fino a questo punto xD buona lettura :3
 
Presi un respiro profondo calmandomi un poco e tornai suoi miei passi incrociando BB-8.
Mi inginocchiai vicino a lui, “Devi scappare nel bosco e stare il più lontano possibile dalle truppe del Primo Ordine e … NO! Non mi devi seguire”.
Alzai lo sguardo al cielo ora sempre più grigio appena sentii il rumore dei caccia imperiali. Erano … Troppi.
Mi alzai da terra, “Su va’!”, lo incoraggiai. Lui fece ancora qualche versetto contrariato mentre lentamente si allontanava da me, “Sono sicura che ci rincontreremo …”, sussurrai.
Almeno, lo spero …
Espirai con forza. Devo trovare Rey.
Ripensai a cosa era successo prima, nel seminterrato dell’edificio. Che cosa aveva visto per spaventarsi a tal punto …?
Incamminandomi raggiunsi uno spiazzo dove moltissime truppe del Primo Ordine erano sbarcate e fu allora che lo vidi.
Vestito di tenebra.
L’incedere sicuro e deciso.
Si accorse del mio sguardo e si fermò ad una decina di metri da me.
Con quella nostra nuova vicinanza, il legame che ci univa indissolubilmente si rafforzò.
Fu come una scossa, una lingua di fuoco indomata.
Strinsi con forza la spada laser di Anakin: sarei stata capace?
Lui si volse di scatto nella direzione opposta alla mia e si incamminò a passo svelto. Cosa aveva visto o … sentito?
“Sahr diamine!”, Finn sussurrò preoccupato da dietro un masso, “Dobbiamo scappare!”.
Scossi la testa, “Devo trovare Rey! Kylo Ren la sta cercando!”, e corsi nella direzione in cui lo avevo visto andare.
“Tu sei pazza!”, la voce di Finn mi giunse lontana lontana.
Ero pazza? Forse …
Mi addentrai tra gli alberi fitti seguendo l’istinto finché non sentii Kylo Ren molto, molto vicino.
Mi guardai attorno confusa e disorientata, e il mio sguardo venne catturato da una piccola collinetta e decisi così di andarvi.
Alzai lo sguardo di scatto mentre nuove navi passavano sopra la mia testa: sullo scafo avevano lo stesso simbolo che avevo visto sulla fascia rossa della giacca in pelle di Poe.
La Resistenza.
Salii il piccolo pendio e … Rey era paralizzata, proprio come era successo a me su Jakku, mentre Kylo Ren era alle sue spalle con alcuni soldati appostati sull’altro versante del piccolo colle.
Vidi la ragazza sgranare gli occhi appena posò lo sguardo su di me. Aveva paura per me …
Kylo allungò una mano verso di lei facendola svenire e si accasciò a terra con un tonfo sordo.
“Dimenticate il droide, abbiamo ciò che ci serve”, fece un cenno con il capo ai soldati che velocemente si avvicinarono a Rey per trasportarla sulla nave.
Ben mi ignorò completamente pur essendomi passato di fianco, a pochi centimetri.
Non mi aveva chiesto di seguirlo.
Non aveva ordinato ai suoi uomini di scortarmi.
Guardai con sguardo assente la spada laser di Anakin.
Mi aveva lasciata di fronte ad una scelta: se lo avessi seguito sarebbe stato per mia volontà, non per sua come su Jakku.
Allacciai la spada laser alla cintura marrone che mi cingeva i fianchi e mi incamminai verso Ben.
Non volevo abbandonarlo …
Accelerai il passo per raggiungerlo, e nel farlo sentii chiaramente il suo cuore alleggerirsi.
Sorrisi lievemente quando oramai stavamo per salire la rampa per entrare nella nave che ci avrebbe portati alla Star Killer.
Mi sentii osservata e voltandomi incrociai lo sguardo allibito di Han e lo sguardo preoccupato di Finn. Abbassai gli occhi a terra: avevo un compito, non avrebbero capito fino al suo compimento.
Ripresi a camminare e salii la rampa trovandomi all’interno di un grande spazio ben illuminato occupato da soldati, tecnici e schermi.
Mi guardai attorno, ma non vidi né Kylo Ren né il soldato che aveva preso Rey.
Sospirai. Mi sentivo delusa …
Avevo fatto un passo avvicinandomi a lui … Mentre lui … nulla.
Pensavo che …
Sbuffai e sconsolata mi sedetti in angolo della stanza ad aspettare e guardare il via vai dei soldati.
I fianco dolorante protestò, ma lo ignorai bellamente. Avevo troppi pensieri, emozioni …
 
Appena arrivati alla Star Killer scesi veloce e mi ritrovai nello stesso hangar da dove ero partita con il caccia imperiale diretta verso Jakku. Ricordavo abbastanza bene la strada e difatti trovai una delle tante porte di uscita.
“Dove stai andando?”, mi spaventai al suono della sua voce, così vicina a me.
“Da qualche parte lontana da te”, più il tempo passava e più la delusione si tramutava in rabbia.
Lui rimase in silenzio alle mie spalle.
Ah sì? Bene così.
Oltrepassai la porta velocemente, e mentre camminavo furiosa senza neanche sapere dove andare, sentii la porta richiudersi.
Il rumore dei nostri passi echeggiavano nel corridoio vuoto.
“Dovresti andare in infermeria … Ti ci accompagno io …”, si era tolto la maschera e la sua voce aveva una nota di dolcezza che non avevo mai sentito.
“Non importa”, risposi, eppure rallentai il passo facendomi raggiungere da lui.
C’era una nuova tensione tra noi.
Era viva. Forte. Come una fiamma ardente che aleggiava su di noi.
Ora camminavamo uno a fianco dell’altro con la stessa cadenza dei passi, con lo sguardo puntato davanti a noi cercando di ignorare invano quella strana elettricità che mi faceva battere il cuore.
Rabbrividii quando sentii la sua mano appoggiarsi sul fondo della mia schiena per indirizzarmi in un corridoio secondario sulla destra.
Cercai di non far trapelare l’emozione di quel apparente innocuo contatto.
Che idiota. Tanto lo sa ciò che provo …
Mi concentrai su di lui. Neanche lui era immune a quella situazione …
Sentii le sue dita contrarsi contro la mia schiena.
Presi una bella boccata d’aria. Stava diventando sempre più difficile respirare quell’aria rovente …
Poco più avanti vi era un gran via vai di soldati senza parti di armatura, dove intravedevo fasciature sporche di sangue.
Lui si schiarì la gola, “Siamo arrivati”.
Il mio cuore ebbe un sussulto.
La sua mano sulla mia schiena.
La sua voce.
La sua vicinanza a me.
Tutto mi annebbiava la mente.
Inspirai profondamente e annuii.
Entrammo in un locale asettico, le pareti ingombre di scaffali con medicine di ogni genere. Vi erano parecchie brande, per la maggiore occupate da soldati feriti.
Una donna in camice bianco si avvicinò a noi, “S-signore. Come posso esserle utile?”, chiese rivolgendosi a lui con voce tremante.
Io sollevai in parte i miei abiti per mostrarle il fianco: una larga macchia nera si estendeva dal bacino fino alle prime costole.
“Mi potresti aiutare con questo?”. La donna si concentrò sul mio ematoma, “Dovrei controllare che tu non abbia costole incrinate …”, rispose pensierosa mentre estraeva dalla tasca del camice qualcosa di molto simile ad una penna.
Girò un’estremità e puntò la penna sul mio fianco, generando una griglia blu sulla mia pelle. Girò nuovamente la penna e lesse il risultato sul piccolo schermo, “Oh, perfetto! Nessuna costola incrinata. È solo un brutto ematoma”, sentenziò.
Prese da uno scaffale una bomboletta spray e ne spruzzò il contenuto sul mio livido.
Sgranai lo sguardo: la macchia nera e violacea si ridusse velocemente fino a sparire.
“Molto bene. Andiamo”, mi voltai aggrottando la fronte: non mi ero accorta che si fosse rimesso la maschera …
Mi ricoprii nuovamente e sorrisi gentilmente al medico, il quale ricambiò il sorriso.
Seguii Kylo Ren nei vari corridoi e quando fummo abbastanza lontani dall’infermeria e dai soldati sussurrai, “Grazie …”.
Lui non mi degnò neanche di uno sguardo.
Mi fermai in quel corridoio vuoto mentre la rabbia tornava a ribollire, “Ma che cavolo!?”. Ero frustrata dal suo comportamento. Mi impediva di leggere completamente i suoi pensieri ed emozioni.
E di certo la maschera non aiuta …
Il suo atteggiamento era così … Così contradditorio!
Anche lui si fermò, “Cosa c’è, Sahr?”, mi chiese.
Un nuovo sussulto a cuore. Mai prima d’allora aveva pronunciato il mio nome. Scossi la testa tornando alla frustrazione.
“E me lo chiedi!? MI STAI FACENDO IMPAZZIRE!”, urlai con tutto il fiato che avevo in corpo.
Ansante rimasi in attesa di una sua risposta, ma non arrivò.
La delusione cadde come un macigno sul mio petto schiacciandomi il cuore ferito.
“Forse … Tutto questo non è nulla … Mi stai usando per … Non so, Anakin … Io …”, sussurrai ormai senza forze con lo sguardo incollato al pavimento.
Sentii qualcosa di metallico cadere a terra, ma non alzai lo sguardo.
In un secondo mi ritrovai sbattuta con forza contro il muro freddo del corridoio.
Il suo viso stravolto dalla rabbia.
Il suo corpo solido che schiacciava il mio.
“Non. Dire. Mai più. Una cosa. Del genere”, scandì ogni parola con forza.
“Anzi, non pensarlo neanche”, continuò.
Aveva le mani a pochi centimetri dal mio volto. Ero completamente imprigionata.
Il suo sguardo … Lo avevo ferito …
“E come faccio …?”, sussurrai.
Lui respirò profondamente mentre il suo volto si rilassava.
Mi baciò con forza, con possessione.
Uno strano calore si diffuse nel mio ventre.
Gemetti sommessamente mentre mi aggrappai a lui facendo aderire ancor di più i nostri corpi.
Dischiusi le labbra e la sua lingua famelica andò in cerca della mia. Spostai le mani nei suoi capelli setosi mentre le sue si fecero strada fino al mio seno, che strinse con forza facendomi gemere nella sua bocca.
Sentivo la sua erezione che dura premeva contro la mia pancia.
Annaspai in cerca di aria, ma neanche un secondo che riprese a baciarmi con foga. Non mi lasciava neanche un momento, quasi come se avesse un disperato bisogno di me …
Avevo i polmoni in fiamme, il piacere mi aveva ormai invasa completamente come una calda marea.
Sentivo il ventre contrarsi sempre più mentre senza accorgermene, come se fosse un’altra persona a compere le mie azioni, iniziai a strusciarmi su di lui languidamente in cerca di sollievo.
Non era abbastanza vicino.
Emise un verso gutturale facendomi rabbrividire, mentre una mano si era infilata sotto le mie vesti.
Gemetti di nuovo. Non potevo più ragionare, potevo pensare solo alle sue mani, al suo corpo che si sovrastava.
Volevo di più, e anche lui.
Riportò le mani sui i miei fianchi e mi prese in braccio. Allacciai le gambe attorno al suo bacino stringendo con forza e mi appoggiai alle sue braccia sentendo quanto fossero duri i suoi bicipiti.
Non sapevo dove mi stesse portando, ma poco importava. Ero totalmente rapita dalla morbidezza delle sue labbra, alla durezza dei suoi muscoli …
Mi fece sdraiare su un letto morbido e comodo mentre lui velocemente si spogliava lanciando i suoi vestiti per la stanza.
Lo guardai estasiata mordendomi il labbro fino a sentire il sapore ferroso del sangue: i muscoli, così perfettamente cesellati, facevano capolino sotto la sua pelle diafana.
Fu su di me in un attimo. Il suo peso che gravava su di me mentre mi strappava con forza, con urgenza, i vestiti.
Non mi ero mai mostrata nuda davanti ad una persona, figuriamoci ad un uomo! Eppure … Non provai alcun imbarazzo quando ormai nuda mi ammirò, come se fosse normale.
E lo era.
Mi passò un pollice sulle labbra dove poco prima mi ero morsa con forza e rimasi incantata dal movimento della sua lingua mentre si inumidiva le sue.
Mi lasciò una lunga scia di baci infuocati sul collo … sul seno …
Gridai estasiata quando prese, con lentezza calcolata, un capezzolo tra i denti. Inarcai la schiena offrendomi completamente a lui.
Lo volevo.
Ero sua. E mi possedette più e più volte, mentre marchiavo con le unghie la sua schiena come prova del piacere immenso che mi fece provare sia fisicamente che nel cuore, sempre più leggero, sotto lo sguardo silenzioso delle stelle.
 
Seguii leggera con le dita la linea di una delle tante cicatrici che si stagliavano sul suo petto mentre lui giocherellava distratto con una ciocca dei miei capelli.
“Ora dovrei …”, iniziò.
“Lo so …”, lo interruppi.
Rey.
Mi rannicchiai ancor di più sul suo petto, “Non le farò del male …”, mi tranquillizzò.
Alzai lo sguardo su di lui, “Ma perché … perché lei?”.
Lui inspirò profondamente mentre vedevo l’abisso dei suoi occhi diventare sempre più profondo e nero, “Preferirei non parlarne con te …”.
“Ben …”.
Lui mi strinse con più forza a sé, “Non posso essere Ben … Lo sai”.
“Ma in questo momento non sei neanche Kylo Ren … Chi sei allora?”.
Sospirò, “Non lo so …”, si sedette lasciando che mi sistemassi sulle sue gambe, “Ma di una cosa sono sicuro …”, e mi fece un mezzo sorriso.
I miei sentimenti non erano a senso unico … E sentii, anche se solo per un secondo, il suo amore caldo che teneva nascosto sotto cumoli di oscurità fredda.
Doveva tenerlo nascosto a Snoke …
Quel pensiero mi fece rabbrividire e di riflesso mi strinsi ancor di più a Ben facendomi investire dal suo calore.
Mi accarezzò piano la testa, “Lo so …”.
Si alzò dal letto dandomi le spalle e … arrossii violentemente: non mi ero accorta di averlo graffiato così tanto …
Lui ghignò soddisfatto mentre si rivestiva con calma, tornando ad essere in apparenza Kylo Ren.
“Tu … Riposati. Appena posso tornerò da te …”, mi disse mentre tornavo a sdraiarmi comodamente sotto le coperte nere.
Annuii lievemente mentre la stanchezza prendeva il sopravvento.
Abbracciai il cuscino sospirando: come potevo essere preoccupata e felice allo stesso tempo?
Avevo fatto breccia nella sua anima, ma sarebbe stato abbastanza?
 
Sahr: ma cosa mi fai fare!? >//<
Autrice: seh u.u intanto metà pianeta ti sta invidiando u.u
Fangirls dell’universo: solo metà pianeta u.u?
Kylo Ren e Hux *indietreggiano lentamente*: non dobbiamo farci notare da loro…
Ragazza random: George Clooney is inside!
Kylo e Hux: CHI!?
Sahr: ma che casino per un caffè …

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Buon pomeriggio cari lettori! Eccoci qui con un nuovo capitolo :3 buona lettura :)
 
Sentii il tocco leggero di dita calde, che sulla mia schiena nuda disegnavano strani cerchi e ghirigori.
Senza neanche accorgermene mi ero addormentata e Ben era già tornato.
Aprendo gli occhi lentamente vidi la spada laser di Anakin appoggiata con cura sul comodino in legno scuro.
Sospirai piacevolmente lasciandomi accarezzare finché non sentii i suoi sentimenti che invano cercava di nascondermi.
Volsi la testa verso di lui, che sdraiato con la schiena appoggiata al muro stava alla mia sinistra.
Vidi il suo sguardo spento e perso nel vuoto, “Cos’è successo?”.
Lui inspirò profondamente, “Rey … Rey mi ha resistito utilizzando la Forza …”, aggrottò la fronte, “Il che è strano … era troppo piccola per ricordarsi gli insegnamenti Jedi …”, sussurrò più a se stesso che a me.
Sgranai lo sguardo, “Cos- Tu la conoscevi!?”.
Mi guardò dritto negli occhi, assente, “Sì. È l’unica allieva di Luke Skywalker che è … sopravvissuta”. *
Sentii un colpo al cuore ricordando ciò che Han aveva raccontato. Avevo sepolto quel pezzo di storia sotto altri pensieri, cercando in tutti i modi di ignorarlo.
Lui distolse lo sguardo e scattò in piedi allontanandosi, “Ecco. Ecco perché non volevo parlartene”, si passò nervoso una mano tra i capelli disordinati.
Mi alzai lentamente dal letto lasciando che il lenzuolo nero scivolasse lungo il mio corpo nudo.
Lo abbracciai con forza appoggiando la testa nell’incavo del suo collo e, respirando profondamente, mi inebriai del suo profumo.
Una lacrima scappò dalle mie ciglia serrate: sentivo il suo dolore, il suo rimorso e l’agonia che pian piano gli divorava l’anima.
Le sue braccia forti mi cinsero dolcemente e appoggiò le labbra sul mio capo.
Rimanemmo lì per minuti, ore … Non lo sapevo con certezza, ma nulla mi importava mentre mi accarezzava la schiena come un ossesso, come se accarezzare la mia pelle nuda fosse un balsamo per la sua anima dilaniata.
“C’è un’altra cosa … Snoke vuole incontrarti”.
Al suono di quel nome mi irrigidii all’istante. Potevo vederlo attraverso i ricordi di Ben: era mostruoso.
Lui mi strinse con più forza tra le sue braccia, e sentii con maggior chiarezza la ruvidezza delle sue vesti contro il seno, “Non ti preoccupare … Ci sarò anch’io”.
Si schiarì la gola mentre mi allontanava da lui, “Lì ci sono alcuni vestiti dato che i tuoi …”.
Arrossii violentemente ricordando che fine avessero fatto.
“C-certo”, risposi imbarazzata.
Lo vidi rimettersi la maschera mentre si voltava dandomi le spalle per lasciarmi un po’ di privacy.
Un top rosso brillante, pantaloni neri aderenti e una giacca dello stesso colore a maniche lunghe.
Il tutto stona un po’ con i miei scarponi …
E appena lo pensai notai degli stivali in pelle ai piedi del letto, su cui mi ci sedetti per indossarli e rialzandomi mi sentii … più alta.
Wow.
Il tessuto dei nuovi vestiti era ben fatto e mi fasciava perfettamente. Presi da terra la cintura marrone a cui vi allacciai la spada laser di Anakin.
“Andiamo …”, la sua voce era nuovamente metallica, deformata dalla maschera.
Lo seguii nel dedalo dei corridoi della Star Killer, tenendomi alle sue spalle.
Non imparerò mai ad orientarmi …
Il rumore dei tacchi accompagnavano la processione, perché era così che mi sentivo, diretta al patibolo.
Avevo paura, anche se sapevo che Ben mi avrebbe protetta.
Si fermò di scatto davanti ad una porta  e digitò sicuro il codice d’accesso.
La stanza era immensa e completamente in ombra, tranne che per qualche spiraglio di luce. Vi era una larga navata centrale fiancheggiata da un colonnato semplice e antico. In fondo alla sala vi era un trono enorme, occupato da una figura oscura dal volto sfregiato e spettrale.
Snoke.
“Avvicinati cara …”, il tono mellifluo stonò con la sua persona, con il luogo. Con tutto.
Camminai lentamente verso di lui con il cuore a mille, mentre il rumore dei miei passi riecheggiavano in modo sinistro.
“Un essere così unico e particolare …”, avvicinò una mano scheletrica a me.
Sentii una presa infuocata attorno alla testa, mentre dita fredde scavavano nei miei pensieri e ricordi. Strillai dal dolore acuto che si diffuse in tutto il corpo. Non era preparata a quel assalto. Sentii quelle dita scavare ancora di più, mentre un secondo cerchio di fuoco mi circondò la gola.
Non riuscivo a respirare e caddi sulle ginocchia. Volevo urlare ma dalla mia bocca uscì solo un flebile ansito.
Sentii i passi di Ben avvicinarsi con irruenza, “Non interferire, Kylo Ren …”.
Mi concentrai come potei per oppormi.
Sentii quelle dita perdere terreno nella mia mente e le prese di fuoco allargarsi.
Un muro fragile e già incrinato si contrappose all’avanzare di Snoke, e lui ritrasse la mano.
Ero esausta e respirando profondamente riempii di aria pulita i polmoni.
Alzandomi lentamente da terra guardai lo spettro. Era … soddisfatto.
Lui guardò Kylo Ren, “Ho compreso il motivo del tuo fallimento con quella ragazza”, si stava riferendo a Rey, “Il legame che collega te a lei”, mi indicò con un dito scheletrico, “In modo così viscerale … Ti rende debole. La sua iterazione con il lato chiaro le permette di utilizzare la Forza, come poco fa, e questo ti influenza. Lei … è la tua debolezza. Ma … se usata in modo corretto può essere molto utile”.
Usata? Ero forse un oggetto!?
Volse lo sguardo su di me, “Se fossi portata al lato oscuro della Forza, potresti essere in grado di interagire con i potenti Sith che si sono ricongiunti alla Forza alla loro morte”.
Sgranai lo sguardo spaventata.
Era possibile?
Guardai Ben, che stava alla mia destra, ma lui mi ignorò completamente.
Abbassai lo sguardo ferita.
“Portale entrambe al lato oscuro della Forza e sarai pronto per completare il tuo addestramento”, continuò Snoke e il suo ologramma sparì di fronte a noi.
Kylo Ren si incamminò verso l’uscita e io lo seguii come un automa.
Sentivo il nostro legame raffreddarsi, diventare nero mentre le mie gambe tremavano ancora.
Sospirai profondamente cercando di contrastare quel dolore alla testa che dilagava sempre più nella mia mente.
Un caos di pensieri sia miei che suoi risuonavano fastidiosamente.
Ci stavamo comportando come estranei … Come se non avessimo condiviso nulla.
Un brivido di freddo mi costrinse ad abbracciarmi cercando di farmi calore con le braccia.
Entrammo in una stanza al cui centro stav-
“NO!”, una rabbia folle.
Bruciante.
Esplosiva.
Vidi la sua mano prendere la spada laser.
Il suo bisogno di … distruggere, spaccare qualsiasi cosa era dilaniante.
Mi buttai davanti a lui un secondo prima che lui accendesse la spada.
Si era bloccato.
Il calore del laser a pochi millimetri della mia gamba.
Il mio sguardo vagava indeciso in quella piccola fessura della maschera dove speravo di intravedere i suoi occhi.
“Non puoi continuare a mentire a te stesso …”, iniziai, “Sei e stai cambiando …”, continuai.
“Non c’è nulla di diverso in me”, e si volse rabbiosamente spegnendo la spada laser crociata.
“Allora perché ti sei fermato per non farmi del male?”, gli chiesi alle sue spalle.
Sentii scricchiolare la pelle dei guanti sotto la forza dei suoi pugni stretti.
Uscì dalla stanza senza dirmi nulla. Doveva trovare Rey.
Oltrepassai anch’io la porta e … una voce. Quella stessa voce che mi aveva condotto alla maschera di Darth Vader.
Aggrottai la fronte.
Darth Vader? Quando mai avevo sentito questo nome?
Scossi la testa e decisi di seguire quel sussurro, andando nella direzione opposta a … Kylo.
 
Dopo qualche minuto sbuffai frustrata. Mi ero sicuramente persa.
Girai l’angolo … e sbattei la faccia contro qualcosa.
Ahia …”, e alzando lo sguardo mi resi conto che quel qualcosa era Finn.
Mi stava guardando con … disprezzo?
Mi puntò il blaster contro e io indietreggiai istintivamente impaurita.
“Ma che cavolo fai!”, Han gli fece abbassare l’arma e mi guardò intensamente, “Tu … Ben …”, non sapeva come descrivere cosa provava e pensava.
Mi avvicinai e gli presi una mano rugosa tra le mie, “Credimi. Sono qui per aiutarlo”, vidi il suo sguardo addolcirsi.
“Chi cavolo è Ben?”, chiese Finn.
Volsi lo sguardo a lui mentre lasciavo la mano di Han, “Dicendolo in modo semplice … è Kylo Ren”, risposi mentre vidi Han irrigidirsi.
Finn spalancò gli occhi esterrefatto, “COSA!?”.
“Lo so … Lo so”, la tristezza nella voce di Han era palpabile nell’aria, “È mio figlio …”, e a questa rivelazione Finn si azzittì improvvisamente.
Han scosse la testa riprendendo in mano la situazione, “Siamo qui per recuperare Rey e distruggere la Star Killer”.
“Sai dove si trovi Rey?”, mi chiese speranzoso Finn.
Scossi la testa, “No. È scappata”.
“Prendi queste”, intervenne Han mentre Chewbecca mi porgeva due granate, “Per posizionarle dovrai premere il pulsante al centro e attaccarle ad una parete il più nascoste possibile”, continuò mentre Finn mi spiegò la strada per giungere al luogo dove avrei dovuto piazzare le cariche.
Annuii decisa e-
Una scossa nell’aria.
“Dobbiamo muoverci. Lui sa che tu sei qui”, dissi rivolta ad Han, che abbassò lo sguardo a terra.
“Dimmi …”, aggrottai la fronte, “Perché lo vuoi aiutare?”.
Ripensai per un istante alla richiesta di Anakin e in quello stesso istante capii che non era quello il reale motivo, “Perché lo amo …”, sussurrai e velocemente mi allontanai da loro.
Non volevo sapere cosa ne pensavano, non volevo vedere i loro pensieri farsi largo nei loro occhi.
Dovevo ora nascondermi dalle guardie: sarebbe stato sospetto vedermi con quelle cose in mano.
Sinistra, a destra alla seconda. Dritto. Sinistra e subito a destra.
Mi ripetevo la strada come un mantra finché non arrivai.
Era una zona che non avevo mai visto, con scale di acciaio che portavano ai piani superiori. La zona dove ero io era collegata ad una seconda per mezzo di un ponte incredibilmente alto da cui non si vedeva il fondo del crepaccio, nascosto dalla nebbia fitta.
Piazzai nascoste le cariche e vidi Chewbecca fare lo stesso dall’altra parte al piano superiore.
Mi paralizzai alla sua vista.
Era come un fantasma nero uscito dall’oscurità.
Era furioso.
Con me?
No. Con se stesso.
Stava camminando verso di me, era ora sul ponte.
Il rumore metallico dei suoi passi decisi riecheggiavano in modo regolare.
“Ben!”, Han era lì, sul lato opposto al mio, che lentamente si avvicinava.
Kylo Ren si fermò e si volse verso il padre, “Han Solo. Era da molto che attendevo questo momento”.
Un frammento di ricordo, sfuggito al suo controllo ferreo.
Dovrai uccidere Han Solo … Tuo padre!
Non conta nulla per me.
Sgranai lo sguardo: Han era terribilmente in pericolo.
Io mi fidavo di Ben, non di Kylo Ren.
I due uomini erano ormai a pochi passi uno dall’altro, al centro di quel ponte vertiginoso.
“Togliti quella maschera, non ti serve”.
“E cosa pensi che vedresti?”, chiese di rimando sprezzante.
“Il volto di mio figlio!”, esclamò con forza avvicinandosi ulteriormente.
Sentii uno strano sentimento farsi largo nel suo cuore: era da così tanto tempo che non si identificava come suo figlio.
Si tolse velocemente la maschera, come togliersi un cerotto.
Il silenzio si stese come un velo su di noi.
“Mi sento dilaniato …”, la voce rotta dall’emozione.
Mi avvicinai anch’io, facendo echeggiare il rumore dei miei passi leggeri.
“Torna a casa Ben …”, Han fece un sorriso tirato.
“Non so se ho la forza per farlo …”.
“Non sei solo … Lo possiamo fare assieme”, lui incassò la testa tra le spalle facendosi più piccolo sotto il peso delle mie parole.
Lo abbracciai dolcemente appoggiando la testa tra le sue scapole.
Ben lasciò la maschera, che cadde con un tonfo metallico, per potermi prendere le mani tra le sue.
“Esatto … non sei solo. Io, la mamma … e anche Sahr”, a quelle parole mi strinse con più forza le mani, accarezzandomele dolcemente con i pollici.
Sciolsi l’abbraccio lentamente e mi posi tra lui e Han.
Percepivo il suo conflitto interiore come se fosse mio.
Sentivo un terribile peso sul cuore, i muscoli doloranti e deboli, mentre le lacrime iniziarono a sgorgare come un fiume.
Come faceva a sopportare quell’agonia?
Mi prese il volto tra le mani, cercando di frenare invano il mio pianto angosciato con le dita.
“Mi fa male vederti così …”, si abbassò alla mia altezza appoggiando la sua fronte calda alla mia.
Era ancora fortemente connesso al lato oscuro della Forza …
“Ben …”, lo vidi sgranare gli occhi mentre riconobbi quella voce.
Ben era rigido, scosso. Era la prima volta che Anakin si presentava anche a lui.
Gli appoggiò una mano sulla spalla, ma lui non si volse e continuò a guardarmi esterrefatto.
“La morte prende la tua vita, e in cambio ti lascia un dipinto, il dipinto di tutti i tuoi errori e … mi dispiace così tanto che abbia tracciato un linea nera su di te … ma nulla è perduto …”, Ben si irrigidì avvicinandomi a lui in un abbraccio bisognoso, “Lascia che la Luce salvi anche te …”, appoggiai la testa sulla sua spalla e vidi Anakin sparire in una lucente scia bluastra.
“Cos’è successo …?”, chiese dubbioso Han.
Probabilmente lui non aveva visto nulla.
“Ci proverò …”, sussurrò Ben mentre prendeva la spada laser allacciata alla sua cintura.
Mi sentii invadere … dal suo amore. Non si stava più nascondendo dietro al lato oscuro e lo strinsi a me con maggior forza mentre sorrisi felice.
Sospirò profondamente e sentii, sotto la mia mano, il suo cuore che batteva con una nuova forza.
Sciolse l’abbraccio e mi porse la sua spada laser, “È meglio se la tieni tu …”, e la allacciai alla cintura assieme alla spada laser di Anakin.
La poca luce che c’era in quel luogo sparì all’improvviso.
Aggrottai la fronte, “Che succede?”.
“Dannazione! Quasi me ne dimenticavo … La Star Killer è pronta a sparare di nuovo!”, esclamò Ben.
Un brivido freddo mi percorse la schiena.
Han ci diede le spalle, “Chewbe! È ora!”.
Corremmo vero il loro lato del ponte mentre un’esplosione allucinante fece tremare il pavimento venendoci incontro con lunghe lingue di fuoco, e Ben mi protesse con il suo corpo.
Due trooper si contrapposero tra noi e gli altri, e notai Rey insieme a Finn.
L’avevano trovata!
Ben allungò prontamente un braccio e i due soldati vennero sbalzati verso la parete svenendo per l’impatto.
“Seguiteci! Fuggiremo con il Falcon!”, urlò Han davanti a noi.
Ben mi prese la mano trascinandomi via con forza e io intrecciai le dita alle sue.
Ero felice come mai lo ero stata.
Uscimmo all’esterno e alzando lo sguardo vidi innumerevoli caccia imperiali e navi della Resistenza che sfrecciavano veloci colpendo una struttura protetta da diversi cannoni di difesa.
“Da questa parte!”. Ci addentrammo in un bosco e per la prima volta vidi … la neve!
Era così soffice … e bianca … Sorrisi come una bambina felice anche se non era propriamente un bel momento per farlo.
Salimmo la rampa per entrare nel Falcon, e Han e Chewbe si diressero verso la cabina di comando lasciando me, Ben, Finn e Rey.
La ragazza lo stava guardando diffidente. Ne aveva paura …
Sentii i motori del Millennium prendere potenza mentre ci staccavamo da terra.
“Mi dispiace … per tutto”, Ben si schiarì la voce imbarazzato.
Finn si grattò il capo e Rey mi guardò cercando di capire …
Si era appena scusato. Wow.
Sorrisi dolcemente a Ben: era già un inizio.
“Sì! Ha funzionato!”, Han ci raggiunse sorridente, “La Star Killer è esplosa!”.
Un pensiero mi passò per la testa: chissà se Hux si era salvato …
Ben si sedette a terra a gambe incrociate, “Che fai?”, gli chiesi dubbiosa.
“Snoke non deve sapere dove sono né dove mi state portando. Devo nascondere la mia traccia con la Forza”, chiuse gli occhi e sentii un alone caldo diffondersi attorno a noi.
Passai una mano tra i suoi capelli ondulati e vidi Finn sgranare gli occhi. Probabilmente si aspettava che lui mi tagliasse il braccio …
Ridacchiai.
Ben era finalmente tornato.
 
Note *: Il fatto che Rey sia una ex allieva di Luke è solo una mia teoria XD
 
Autrice: allora cosa ne pensate? :D
Kylo Ren: ma non lo dovevo ammazzare?
Autrice: No u.u decido io u.u
Fan girl del mondo: aaaawww che tenerooooo *^*
Sahr: ammmore *-*
Hux *si schiarisce la gola*: Eh sì, sono ancora vivo u.u”
Kylo Ren: peccato ….
Autrice: Ssshhhh! Ci vediamo al prossimo capitolo eheh ;)

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Voglio ringraziare di cuore Emilia Solo ed _Elly_98_ per avermi scritto diverse recensioni, lungo i vari capitoli della storia. Ringrazio anche coloro che hanno messo questa fan fiction tra le seguite, preferite, e ricordate ! Vi amoooo!
Buona lettura :3
 
“Non riesco ancora a capacitarmi che lui sia qui …”, volsi lo sguardo su Han, che guardava meravigliato il figlio.
Sorrisi mentre Ben si alzava finalmente da terra, “Siamo abbastanza lontani … Non è più necessario che io usi la Forza …”.
“Siamo sicuri che ci abbia protetti? Insomma potrebbe aver fatto l’opposto”, Finn incrociò le braccia al petto mettendosi di fronte a lui.
Lo fulminai con lo sguardo, “Non-“.
“Ha ragione a diffidare …”, mi interruppe Ben, “E non so come farò a guadagnarmi la vostra fiducia …”, abbassò lo sguardo imbarazzato e andò a sedersi nella stanzetta attigua isolandosi.
Han si schiarì la gola, “Non sono mai stato bravo con queste cose …”.
Lo interruppi alzando la mano, “Ci penso io …”, e gli sorrisi calorosamente.
Andai nell’altra stanza seguita dallo sguardo preoccupato di Rey.
“Ehi …”, richiamai la sua attenzione sussurrando lievemente.
Ben era seduto in un angolo, pensieroso.
Ora deve fare i conti con tutto ciò che ha fatto …
Mi sedetti a gambe incrociate davanti a lui e gli presi una mano tra le mie. Gli sfilai lentamente il guanto nero per potergli toccare direttamente la pelle calda.
Erano mani forti e ruvide, le sue. Le mani di un guerriero.
Tentai di afferrare qualche suo pensiero e-
“Non ci pensare neanche!”, sbottai, “Hai fatto la cosa giusta …”.
Sollevò lo sguardo vacuo su di me, “Tutti mi odiano …”.
“Beh, non è vero …”, gli accarezzai dolcemente una guancia.
Aveva un così disperato bisogno di affetto …
Mi cinse i fianchi e dolcemente mi attirò a sé.
Mi sentivo così bene tra le sue braccia, con la schiena appoggiata al suo petto che si alzava ed abbassava regolarmente.
Mi sentivo amata.
“Ehi, stiamo per ar-“, Finn si bloccò a metà frase appena ci vide, così accoccolati.
“Senti mostro, non le stare così attaccato”.
Sgranai lo sguardo. Dopo l’esperienza sulla Star Killer era diventato più coraggioso … Ma ora, ora era impazzito?
Ben scoppiò a ridere sguaiatamente e all’improvviso tornò serio, “Strano detto da chi le ha puntato contro un blaster …”, si alzò in piedi e minacciosamente si avvicinò a Finn, “E quasi dimenticavo … Se lo farai un’altra volta … T’ammazzo”, disse duro.
Mi alzai veloce e mi contrapposi tra i due uomini, che si guardavano con astio.
“I-intendeva dire che gli da’ molto fastidio”, e feci un sorriso tirato.
“Intendevo dire esattamente ciò che ho detto”.
Finn sgranò gli occhi come folgorato da un’idea, “Ma- Ma tu come fai a saperlo!?”.
“Sapere cosa?”, chiesi.
“No, lui! Del blaster”.
Guardai Ben e alzammo entrambi le spalle, “Storia lunga e complicata”, risposi infine mentre Finn mi guardava dubbioso.
Sentii cambiare il rombo dei motori: eravamo usciti dalla velocità luce.
“Ancora qualche minuto e arriveremo su D’Qar”, Han urlò dalla cabina di comando e sentii i passi di Finn allontanarsi.
Ben mi prese per mano, era preoccupato. Ancora un po’, e avrebbe incontrato la madre.
Ci guardammo intensamente e mi persi nei suoi occhi color nocciola, mentre Han e Chewbecca eseguivano le manovre di atterraggio.
Con un piccolo sobbalzo arrivammo a terra, ma non distolsi lo sguardo dal suo.
Eravamo come incatenati uno all’altra.
“Sahr, i-io non-“, lo fermai posando un dito sulle sue labbra, “Non sei solo, Ben. Ce la possiamo fare, insieme”.
Si abbassò e mi regalò un bacio sfuggevole, casto, leggero e mi tenne stretta a sé.
Sentii dei passi avvicinarsi a noi, “È ora di scendere …”, Han si schiarì la gola imbarazzato.
Sciolsi l’abbraccio e decisi di lasciarli qualche momento da soli: ne avevano bisogno.
Scesi la rampa velocemente e affiancai Rey, che mi guardò preoccupata, “Li hai lasciati da soli!?”.
Annuii con decisione, “Fidati”.
Vidi la sua indecisione farli largo nel suo sguardo: lei si fidava di me, ma non di Ben.
Mi guardai attorno. Vi era un grande spazio occupato da vari soldati armati, da navi d’attacco e un enorme edificio grigio squadrato e semplice, probabilmente la base.
Finalmente sentii i loro passi metallici sulla rampa e, voltandomi, vidi Han che guardava amorevolmente il figlio.
Una donna si fece largo tra i soldati della Resistenza che puntavano le loro armi contro Ben.
Mi era familiare il suo volto …
“Abbassate le armi, soldati!”, ordinò con voce sicura, e in quello stesso momento ricordai chi fosse.
Sua madre. La avevo vista nei ricordi di Ben …
Vidi lo sguardo della donna inumidirsi mentre Han e Ben si avvicinavano, “Ben …”, allungò una mano tremante verso il suo volto, ma lui si scostò indietreggiando di un passo.
Non era ancora pronto per questo …
Lei ritrasse la mano un poco delusa, ma sorrise comunque e annuì lievemente, “Tutto a tempo debito …”.
La madre si volse Han, “Ci sei riuscito. Hai portato a casa nostro figlio”, disse con voce rotta.
Han scosse la testa, “Sono stato aiutato … Non credo che ce la avrei fatta da solo”, e si volse insieme a Ben nella mia direzione e la donna, seguendo il loro sguardo, mi guardò intensamente avvicinandosi a me.
“Come ti chiami, cara?”, mi chiese dolcemente.
“Sahr …”, abbassai lo sguardo imbarazzata. Erano in troppi a fissarmi!
“Non so come ringraziarti, Sahr. Mi hai resa la madre più felice in tutto l’universo”, e mi commossi dall’intensità dell’amore che sentivo nella sua voce.
“Non c’è bisogno di ringraziarmi … L’ho fatto anche per me stessa”, e guardai Ben oltre la spalla della donna, la quale si volse a guardare anch’ella il figlio.
L’amore nello sguardo di Ben era inconfondibile
“Oh, tesoro …”, e mi abbracciò sorprendendomi e ricambiai l’abbraccio imbarazzata stringendo il suo corpo esile.
“Generale Organa! Perché non ha ancora arrestato Kylo Ren, comandante del Primo Ordine, accusato di numerosi omicidi!?”, un uomo si avvicinò a noi.
Generale Organa?
Sgranai lo sguardo mentre la donna si allontanava da me.
La madre di Ben è un pezzo grosso della Resistenza!
Vidi Ben incassare il colpo con una smorfia e allungò le mani, chiuse a pugno, per essere arrestato.
Mi sentivo uno schifo.
Avevo collaborato alla sua cattura …
Hai collaborato alla mia liberazione
La voce di Ben mi attraversò la mente con un moto di gratitudine.
Si sentiva libero, pur essendo ora un prigioniero.
“Colonnello Armstrong … Lo avrei fatto …”, il Generale Organa incrociò le braccia al petto.
“Non ne sono così sicuro …”, e l’uomo se ne andò.
Feci vagare lo sguardo mentre una decina di soldati scortavano Ben all’interno della base. Sarebbe andando tutto bene. Ne ero sicura
Mi bloccai e sgranai lo sguardo mentre la vista mi si annebbiava a causa delle lacrime.
Poe!
Non c’erano state grandi occasioni per parlare, ma in qualche modo mi era entrato nel cuore.
Corsi verso di lui, “Poe!”, richiamai urlando la sua attenzione.
Lui si volse con sguardo dubbioso finché non mi vide, “Sahr!”.
Si avvicinò di qualche passo, “Lo sapevo che prima o poi ti avrei rincontrata!”.
“Finn aveva detto che tu eri morto …”, altre lacrime calde mi solcarono le guance.
“Ehi …”, mi abbracciò dolcemente.
“Sono contenta che si sia sbagliato”, e sorrisi felice con la testa appoggiata alla sua spalla.
Versetti concitati giunsero alle spalle di Poe, “BB-8!”, sciolsi l’abbraccio e mi inginocchiai a terra salutandolo. Ah, quanto mi era mancato quel piccoletto!
 
Erano passati diversi giorni, quasi due settimane, dal nostro arrivo su D’Qar, e ancora non mi era stato dato il permesso di far visita a Ben nella pigione al seminterrato. Con quell’ansia nel cuore non riuscivo a riposare bene, ed ero costantemente stanca, senza forze.
Presi il vassoio che la cuoca della mensa mi porgeva e mi sedetti tra Poe e Leia, mentre Finn era dall’altra parte del tavolo.
Rey era partita il giorno stesso in cui eravamo arrivati; aveva il compito di trovare Luke Skywalker, e le avevo dato la spada laser di Anakin. Effettivamente apparteneva a lui …
Il rumore assordante delle chiacchiere dei soldati rimbombava tra le mura, eppure io percepivo un silenzio fastidioso. Ben non voleva che io sapessi come si sentisse, in quel posto buio che era la pigione, completamente da solo.
Gli avevo promesso di aiutarlo, ma finora non avevo avuto la possibilità di fare nulla.
Il processo sarebbe stato tra qualche giorno, ma a me e a Leia non era stato comunicato il giorno e l’ora esatti.
Giusto per torturarci …
“Oh, eccoti Sahr! Oggi c’è il tacchino”, Poe mi sorrise gentile, ma aggrottò la fronte preoccupato appena vide la brutta cera del mio volto pallido.
Annuii distratta, “Sai, non so neanche cosa sia …”. Tagliai un piccolo pezzetto della carne per assaggiare e-
Amaro.
Disgustoso.
Un conato di vomito mi fece correre a gambe levate verso il bagno della mensa, fortunatamente molto vicino al nostro tavolo.
Che schifo …”, sussurrai dopo aver vomitato nel lavandino.
Mi sciacquai la bocca con un po’ di acqua e sentii il bussare di qualcuno.
“Tutto bene, cara?”.
Era Leia.
Presi un bel respiro mentre sentivo ancora lo stomaco in subbuglio, “Sì! Penso … non so, credo di essere allergica al … quel coso … al tacchino”, e uscii dal bagno incontrando il suo sguardo preoccupato.
“È un po’ strano sai … Forse è meglio se ti riposi, cara”, disse mente mi accarezzava dolcemente la testa.
Mi incamminai verso il mio alloggio al piano superiore e un foglio appeso alla parete attirò la mia attenzione. Vi erano segnati i giorni e il mese corrente e-
Mi paralizzai all’improvviso appena un pensiero fulmineo mi passò per la testa.
Avevo un terribile ritardo.
 
 
Sahr: Eh!? Cos-
Kylo Ren *sussurra*: Ehi, Hux. Comprami un biglietto di sola andata per il Messico!
Hux: Pff.
Autrice: Cosa mi vai a fare Kylo! Prenditi le tue responsabilità u.u Su su u.u
Hux: Eh già … Vado a prendere pop-corn e patatine
Autrice: Ciboooo *^* Ci vediamo al prossimo capitolo cari lettori! Ciau o/

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Scusate per l’enorme ritardo! XD Spero che l’attesa sia ripagata … Buona lettura :3
 
"Dov'è il Generale Organa? Le devo parlare urgentemente", dissi fermando un soldato.
Ero andata nel mio alloggio, ma il dubbio mi aveva assalita con violenza, e Leia era l'unica con cui avrei potuto parlare di una cosa del genere.
Il soldato mi accompagnò per i vari corridoi spogli della base fino ad una stanza immersa nel buio con schermi e pannelli luminosi controllati da vari tecnici che parlavano a bassa voce tra loro.
Individuai Leia immediatamente. Stava parlando con un droide protocollare dorato, se non per il braccio sinistro rosso.
"Generale Organa, ho bisogno di parlarle in privato ...", dissi mentre il droide si allontanava.
"Oh cara, quante volte ti ho detto di non essere così formale con me?", mi redarguì a braccia conserte, "Ma dimmi, di cosa hai bisogno?", continuò guidandomi al di fuori della stanza, isolandoci.
Abbassai lo sguardo a terra imbarazzata e respirai profondamente per farmi coraggio prima di parlare.
"Quali ... quali sono i sintom- No, così sembra una malattia!", mi bloccai ed espirai con forza, "Penso di essere incinta", dissi velocemente tutto d'un fiato.
Alzai lo sguardo su di lei, che annuì lievemente, "Di quant'è il ritardo?".
"Poco più di due settimane ...", e arrossi violentemente.
Insomma, le avevo appena detto di aver fatto l'amore con suo figlio!
Mi sorrise calorosamente, "Non esserne imbarazzata, mia cara. Vieni", mi tese una mano, "Ti porto dalla dottoressa della base".
Avevo paura.
Una paura viscerale e profonda che mi attanagliava il cuore.
Non sapevo neanche se avessi più paura di scoprire di essere veramente incinta oppure di scoprire che avevo semplicemente saltato un ciclo.
Sentivo le voci delle due donne smorzate, attutite dalla densità dei miei pensieri, dalle mie paure che affollavano la mia mente.
Non mi ero neanche resa conto di aver camminato.
Vidi la dottoressa in camice bianco indicarmi il lettino su cui mi sarei dovuta sdraiare.
Avevo il cuore impazzito, che premeva sul petto quasi volesse scappare.
"Sta tranquilla ...", Leia mi pose una mano sulla fronte delicatamente e stranamente mi tranquillizzai un poco.
La dottoressa mi sollevò lievemente il top rosso, scoprendomi il ventre, che mostrava una piccola gobbetta che non avevo notato.
Leia mi accarezzò piano i lunghi capelli mentre il medico utilizzò una pennetta molto simile a quella vista nell'infermeria sulla Star Killer, solo che la griglia sul ventre era verde anziché blu. Girò l'estremità della pennetta e sorrise felice, "Sì! Sei incinta di circa due settimane".
Un macigno.
Sul cuore.
Sullo stomaco.
Il sorriso della dottoressa si spense in un attimo guardando la mia espressione.
Mi coprii la pancia e mi alzai di scatto dalla brandina, "Ho bisogno di una boccata d'aria fresca ...", dissi guardando Leia con sguardo assente. La vidi annuire lievemente mentre lasciavo con urgenza la stanza, seguita dal suo sguardo preoccupato.
Mi mancava il fiato. Le pareti dei corridoi erano troppo strette.
Era tutto troppo opprimente.
Mi sentivo lo stomaco scombussolato, ma mi trattenni per non vomitare davanti a tutti.
Sguardi dubbiosi e preoccupati seguivano il mio avanzare barcollante. Sembrava fossi ubriaca.
Finalmente l'ultima porta si aprì e l'aria fresca e profumata mi investì, ma quel sollievo durò pochi secondi, quando mi ricordai che Poe era in ricognizione fino al giorno seguente: il Primo Ordine era sulle tracce di Ben.
Ben ... Mi coprii la bocca per reprimere quel singulto che mi fece tremare fin nelle viscere.
Mi incamminai verso una piccola altura e lì mi sedetti su un masso grigiastro dando le spalle al sole calante.
E se Ben fosse stato condannato a morte? Mi coprii la pancia con entrambe le mani. Quella piccola creaturina che stava crescendo in me non se lo meritava. Quel bambino ... il *nostro* bambino ... non era ancora nato, e già sarebbe potuto incappare in un'ingiustizia, l'ingiustizia di non avere un padre.
Lacrime calde mi solcarono il viso giungendo salate sulle mie labbra tremolanti.
"Cosa ci fa una ragazza bella come te sola soletta?", la voce rauca e gracchiante di un anziano mi sorprese alle spalle.
Velocemente mi sfregai il viso con le maniche della giacca per asciugarmi le lacrime, "Oh ehm, mi piace il paesaggio ...", la voce tremante e flebile gridava a gran voce il mio pianto silente.
Mi voltai un poco per vedere il mio interlocutore e vidi un anziano signore con il volto parzialmente coperto dal cappuccio nero. Era ricurvo sotto il peso degli anni e si reggeva a stento su un bastone nero anch'esso.
"Anche a me piace molto ... Posso farti compagnia?", mi chiese.
"Oh, ma certo!", e gli sorrisi facendo un po’ di spazio sul masso per poter osservare meglio le lande verdeggianti. Lui si sedette con molta fatica e infine mi guardò in volto. Aveva il viso completamente ricoperto da rughe che lo sfiguravano. Gli occhi erano di uno strano color giallo.
"Come ti chiami, ragazza?".
Mi schiarii la gola, "Sahr ... e lei?".
Un rombo, quasi come un tuono, rimbombò nella valle. Alzai lo sguardo al cielo e vidi la figura del  Millennium Falcon avvicinarsi a  grande velocità. Rey era finalmente tornata in compagnia di Luke Skywalker. Percepivo la sua presenza con chiarezza.
"Diamoci del tu ... Io sono Sheev, Sheev Palpatine". Si alzò lentamente dal masso, "Ora ti devo lasciare ... devo tornare a riposare", e lo vidi allontanarsi.
Mi sentii scrollare le spalle con forza.
"Cosa stavi facendo!?".
Sbattei le palpebre per mettere a fuoco il volto della persona che mi stava vicino. Aveva gli occhi azzurri simili a quelli di Anakin, i capelli e la barba grigi.
"Allora!?", il tono era preoccupato, addirittura allarmato.
"Ma cos- Io non stavo facendo nulla di male! Sta solo parlando con-", mi voltai per indicargli Sheev e rimasi di sasso quando constatai che non vi era nessuno.
"No, giuro. Stavo parlando con una persona", vidi nel suo sguardo un lampo di preoccupazione, e in quel istante mi resi conto che stavo parlando con Luke Skywalker.
"Sai chi fosse?", mi chiese con un tono più tranquillo e allentò la presa delle mani sulle mie spalle.
"Sì. Si chiama Sheev Palpatine".
Si allontanò di scatto da me, quasi come se quel nome gli avesse bruciato le mani che mi tenevano ferma.
"Sì, quello è il suo nome ... ma è meglio conosciuto come Lord Sidious, l'Imperatore", disse con voce atona. Vidi il suo sguardo farsi vacuo mentre guardava l'orizzonte con sguardo assente.
L'imperatore. Lord Sidious. Un Sith
Mi ricordai all'improvviso le parole di Snoke. Se avevo parlato con un Sith significa che ...
"Luke!", la voce di Leila risvegliò entrambi dai nostri pensieri.
Voltandomi vidi Rey a braccia conserte che ci guardava con una piccola ruga di preoccupazione tra gli occhi. La vedevo diversa. Più forte. Più sicura di sé.
Seguii Luke giù dalla piccola collina, "Credo che dovrò addestrare anche te, Sahr", mi disse pensieroso.
Aggrottai la fronte, "Come fai a sapere il mio nome?".
Lui mi sorrise lievemente, "Rey mi ha parlato di te", il suo sorriso si fece più ampio illuminando i suoi occhi, "Hai rimediato ai miei errori".
Prima di entrare nella grande sala per annunciare il ritorno di Luke, questi mi fermò, "Oh, quasi dimenticavo!", mi appoggiò delicatamente una mano sulla pancia, "Benvenuta in famiglia".
Spalancai la bocca rimanendo inebetita alle sue parole. Come aveva fatto??
Mi regalò un altro sorriso e le mie paure, angosce, si volatilizzarono in un secondo, senza lasciare alcuna traccia della loro esistenza.
Sarebbe andato tutto bene.
 
Erano passati alcuni giorni dall'arrivo di Luke e cercavo disperatamente di convincere  il Colonnello Armstrong di farmi incontrare Ben almeno una volta, ma era tutto invano. Il Colonnello era irremovibile e il Generale Organa non aveva nessun potere in merito, a causa del suo coinvolgimento personale.
Inspirai profondamente mentre cercavo il Colonnello Armstrong per assillarlo per l'ennesima volta.
"Colonnello Armstr-".
"Oh, la stavo giusto cercando. La sentenza verrà letta in aula tra dieci minuti. Abbiamo deciso di farvi assistere", mi interruppe.
"Cosa!? Il processo è già stato fatto!? Quando?". Ero allibita. Frustrata. Non avevo potuto fare nulla per aiutare Ben e il suo destino era già stato deciso!
"È stato deciso di farlo a insaputa sua e del Generale Organa. Ora se mi vuole scusare ...", e se ne andò lasciandomi lì senza altre spiegazioni.
"Sahr!", Leila mi prese per mano, "Hai saputo?".
Annuii lievemente mentre mi voltai a guardarla con aria assente. La paura era tornata. Più forte che mai.
Seguii Leila fino alla grande sala gremita di persone sedute di fronte alla Corte e al Giudice.
Mi bloccai di colpo quando lo vidi. Aveva le braccia incatenate ed era circondato da vari soldati pronti a sparare con i blaster. I capelli corvini erano ora un poco sciupati; il volto era più scarno e pallido e aveva lasciato crescere il pizzetto e i baffi.
Sollevò lo sguardo su di me e il muro, che mi divideva dalle sue emozioni e pensieri, finalmente crollò.
Inspirai profondamente e sentii gli occhi pizzicare lievemente. Mi era mancato tremendamente
Spalancò lo sguardo e annuii lievemente sorridendo.
Sì, sono incinta
Lo vidi restituire il sorriso mentre gli occhi diventavano più lucidi.
Era felice quanto me di quel bimbo, ora solo un puntino che cresceva lentamente nel mio ventre.
Mi sedetti tra Leia e Han quando il Giudice, dopo aver fatto il suo ingresso, diede il permesso di sedersi. Il Giudice era un uomo dai capelli brizzolati, il volto pallido e lo sguardo serio, attento.
Un uomo si alzò dalla Corte con un Pad e lesse la sentenza, "L'imputato Ben Solo, meglio conosciuto come Kylo Ren, comandante del Primo Ordine, dichiaratosi colpevole, è condannato all'ergastolo a vita".
Un brusio si sollevò dalla folla.
Il Colonnello Armstrong si alzò dal proprio posto di scatto, quasi avesse una molla al posto delle gambe, "Impossibile! L'imputato doveva essere condannato a morte!", la sua voce riverberò per la sala azzittendo la platea.
Una morsa mi chiuse lo stomaco e cercai con lo sguardo quello di Ben, ma lui stava guardando le pesanti catene che gli stringevano le braccia.
Leia si alzò e guardò seria il Colonnello, "L'imputato ...", si fermò e guardò per un momento il figlio, il quale sollevò appena gli occhi ricambiando lo sguardo, "Mio figlio ... è stato condannato dalla Corte senza che io potessi intervenire".
Il Giudice si schiarì la voce, "L'imputato non è stato condannato a morte perché si è consegnato a noi volontariamente".   Ben di alzò di scatto e i soldati si misero in posizione per sparargli, "Ho una richiesta, se fosse possibile ...".
"Oh, adesso ha anche delle pretese!", Armstrong sputò quelle parole come acido.
Il Giudice assottigliò lo sguardo, "Colonnello Armstrong, si sieda. Ho già sentito abbastanza la sua voce per oggi", e il Colonnello si sedette indignato. Anche Leila si sedette e le presi una mano tra le mie mentre Han le posò una mano sulla spalla, passando dietro la mia schiena.
"Sentiamo giovanotto", il Giudice lo incoraggiò.
"Chiedo il permesso di iniziare la mia pena solo dopo lo scontro con Snoke. Lui è vicino. Ne sono sicuro".
Un nuovo brusio si fece spazio nella sala costringendo il Giudice a battere più volte il martelletto per riportare il silenzio.
Guardai Leia allarmata e lei mi restituì uno sguardo altrettanto preoccupato.
Luke, seduto alla sinistra di Leia, si alzò lentamente, "Ben ha ragione. Percepisco il lato chiaro della Forza curvarsi sotto il peso del lato oscuro. Non passerà molto tempo prima che Snoke trovi la nostra posizione e sarà allora che avremo bisogno anche del suo aiuto".
Leia mi strinse con forza la mano, "Non me lo porterà via un'altra volta", sussurrò.
Questa volta la sala rimase nel     silenzio più totale. La paura di Snoke, del suo arrivo e della guerra imminente, stava prendendo forma nelle menti di tutti.
Il Giudice guardò Ben intensamente e infine posò lo sguardo sulla Corte, "La Corte si riunirà nelle ore seguenti per deliberare".
Il Giudice annuì lievemente, "Il Giudizio è sospeso", e batté il martelletto nero andandosene.
Vidi Ben essere scortato dai soldati fuori dalla sala e mi voltai verso Leia, "Gli devo parlare ...", dissi con la voce rotta e tremante. Ne avevo un disperato bisogno ...
Leia annuì con forza, "Sì. Ci andremo insieme. Dannazione, sono il Generale!".
"Ben!", strinsi con le mani le sbarre fredde della prigione. Lui quasi cadde dal letto su cui era sdraiato al suono della mia voce.
Mi corse incontro velocemente e sentii i soldati alle mie spalle prepararsi al tiro.
Mi accarezzò piano le mani e mi guardò intensamente.
Quanto mi erano mancati i suoi occhi ...
Allungò una mano tra le sbarre e mi accarezzò dolcemente una guancia facendomi rabbrividire.
Noi non avevamo bisogno di parole ...
"Come hai fatto per poter venire qui ...?", chiese a bassa voce.
"Il Generale ha permessi speciali ...", Leia si avvicinò piano alle sbarre.
Ben ritirò la mano dalla mia guancia e si mise davanti alla madre, "Come stai ... Ben?". Si commosse nel pronunciare il suo nome e si coprì la bocca con una mano, lasciando scorrere le lacrime.
Da quanto tempo non pronunciava il suo nome senza pensare a Kylo Ren?
"Sto bene ... mamma. Sono contento che ti prendi cura di Sahr", e le sorrise mentre le asciugò una lacrima solitaria sulla guancia.
Mi avvicinai a lei e la abbracciai dolcemente cullandola un poco, mentre lasciava sfogo alle lacrime che sgorgavano copiose.
Lo sentivo. Sentivo il cuore di una madre ricomporsi con la carezza del figlio.
"Sahr ...", sciolsi l'abbraccio e mi voltai verso Ben, "Stai attenta. Ho percepito il lato oscuro della Forza fin troppo vicino a te ...", mi disse preoccupato.
Abbassai lo sguardo mordendomi il labbro e annuii lievemente.
"Generale ... il tempo per la visita è terminato ...", un soldato si avvicinò a noi cautamente.
"Sì. Certo", Leia si schiarì la voce e si ricompose.
Stavo per seguirla, quando Ben mi trattenne con un braccio, facendo aderire la mia schiena alle sbarre e mi cinse i fianchi dolcemente, ma con decisone allo stesso tempo. Mi accarezzò piano la pancia, quasi con paura di farmi del male, "Siete bellissimi ...", sussurrò prima di lasciarmi andare.
Due dei cinque soldati mi scortarono verso l'uscita, ma prima di oltrepassare la porta mi voltai un'ultima volta e incrociai il suo sguardo oltre le sbarre.
Ti amo
 
Hux: ma così non è divertente … volevo vederlo penzolare un po’.
Autrice: Hux °^°! Chiedi subito scusa u.u
Kylo Ren: Nah. Ho i suoi stessi pensieri … ovviamente con lui come soggetto.
Sahr: ma come vi volete bene …
Autrice: eh già u.u” Ci vediamo al prossimo capitolo cari lettori! *saluta con la manina*

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Aprii gli occhi di scatto come se mi fossi svegliata per aver udito un rumore improvviso.
Mi sedetti sul bordo del letto rivolta verso la finestra, in ascolto. Era ancora notte fonda e non sentii nulla.
Il comodino scricchiolò all'improvviso e mi volsi di scatto. La spada laser di Kylo Ren era appoggiata con cura.
Sentii quasi un sussurro vicino all'orecchio, ma non mi spaventai. Come se conoscessi quella voce.
Allungai la mano titubante.
Ne ero attirata come un magnete, come se quella spada mi stesse dicendo di impugnarla.
Ritrassi la mano e me la passai tra i capelli, esasperata. Mi alzai dal letto facendolo cigolare e mi allontanai lentamente. Mi fermai davanti allo specchio attaccato alla parete e mi sollevai la camicia da notte scoprendo la pancia.
Mi sentii osservata, come se ci fosse qualcuno dietro di me.
Mi volsi di scatto e constatai che non vi era nessuno ... tranne che per quella spada laser dall'elsa nera.
Mi sentivo ... ammaliata, attratta incondizionatamente verso quel punto di gravitazione.
Mi risedetti sul letto e presi tra le mani la spada laser. Mi alzai nuovamente e diedi l'impulso d'accessione. Il rosso era così vivo, forte ... sanguigno.
Mi volsi verso lo specchio e urlai lasciando cadere la spada laser appena vidi il mio riflesso.
Mi svegliai di scatto, con il fiato corto e la fronte imperlata di sudore.
Abbracciai il cuscino lasciando scorrere le lacrime.
Un incubo.
Il mio sguardo cadde sulla spada laser posata sul comodino e con uno scatto la presi e la buttai nel cassetto chiudendolo a chiave.
Mi alzai dal letto e titubante cercai il mio riflesso nello specchio. Nell'incubo avevo visto Anakin, ma non era veramente lui.
Dovevo parlare con Luke
Mi vestii velocemente e indossai gli stivali, ma arrivata alla porta sentii la serratura del cassetto scattare.
Spalancai lo sguardo e sentii uno spiffero gelato sussurrare. Rabbrividii e istintivamente mi coprii la pancia con le mani. Aprii la porta ed uscii di scatto.
Percorsi correndo il corridoio che mi avrebbe portata all'alloggio privato di Luke.
Bussai più e più volte contro la porta metallica fino a farmi male, "Signor Skywalker!? La prego ...".
Sbattei le mani a palmo aperto ancora una volta sentendomele formicolare e bruciare, "La prego!".
Era ancora notte fonda, e non vi era anima viva nei corridoi.
Sentii gli occhi pizzicare mentre vagavo senza meta. Avevo paura. Paura
Chiusi occhi. Concentrati Sahr
Inspirai profondamente e percepii la presenza di Luke fuori dalla base, in uno dei tanti prati immensi.
Trovai facilmente la via per uscire, guidata ora dalla Forza.
L'aria fresca della notte mi fece stringere meglio la giacca per proteggermi. Salii una piccola collinetta e vidi Luke seduto a gambe incrociate.
Aprì gli occhi e mi guardò serio, "Siediti", e con una mano mi indicò di sedermi davanti a lui, "Ti stavo aspettando".
Mi sedetti come lui a gambe incrociate e aspettai.
"Dimmi cos'è successo. Ho percepito una forte perturbazione nella Forza attorno a te".
Respirai profondamente e gli raccontai per filo e per segno tutto ciò che avevo visto, sentito e percepito.
"Hai detto di aver visto Anakin ... Anakin Skywalker. Dimmi di più", mi chiese.
"Beh era lui. Ma aveva qualcosa di diverso ... Gli occhi, lo sguardo ...", risposi.
Luke annuì, "Quello che hai visto non era Anakin Skywalker, ma Darth Vader".
Vidi l'aria farsi a poco a poco più chiara e il cielo blu si tinse di rosa pallido a levante.
Mi coprii la bocca mentre sbadigliavo e sbattei più volte le palpebre per tenere gli occhi aperti.
Luke mi sorrise, "Va a riposare, Sahr". Ci alzammo entrambi e ci incamminando verso la base, "Oh, è meglio se tengo io quella spada laser ...".
Raggiungemmo il mio alloggio e trovai il cassetto aperto.
"Ma ... io la avevo lasciato il cassetto chiuso ... Era qui!", vidi Luke girare attorno al letto e alzò il cuscino . La spada laser era lì.
"Ma-".
"Hai ragione", mi interruppe, "Questa spada laser ha qualcosa di insolito ... è come se qualcuno la stesse usando per mettersi in contatto con te". Si mise la spada laser alla cintola e con un cenno del capo mi salutò lasciandomi sola.
"E bravo il nostro Luke ...".
Riconobbi subito la sua voce.
Lord Sidious
"Quella spada laser è impregnata del lato oscuro della Forza, è molto utile sai?".
Era alle mie spalle, ma non volevo voltarmi per incontrare i suoi occhi gialli.
Inspirai profondamente e cercai di ripetere ciò che avevo già fatto per allontanare dalla mia mente Snoke.
"Oh, sì. Me ne vado ... ma tornerò presto".
 
Stavo percorrendo il corridoio per raggiungere la mensa per fare colazione, quando incontrai Han.
"Buongiorno Sahr!", mi salutò radioso.
Mugugnai qualcosa come risposta mentre a stento mi reggevo in piedi. Non mi ero più riaddormentata e la gravidanza di certo non aiutava per la stanchezza.
Han si schiarì la gola imbarazzato e mi fermai voltandomi verso di lui.
"Sai ... Leia mi ha detto che ...", si grattò la testa distogliendo lo sguardo.
Sorrisi lievemente, "Già. Tra poco ci sarà qualcuno che ti chiamerà nonno Han", e ripresi a camminare.
Avevo all'improvviso una fame tremenda.
Con il vassoio presi due bicchieri di latte caldo e ... come li aveva chiamati Poe? Ah sì! Cereali ...
Mi sedetti alla destra di Leia, che mi salutò con un caldo sorriso, finché non mi guardò con maggior attenzione, "Hai dormito male, cara?".
Scrollai le spalle, "Sono solo un po' stanca".
Finn, Poe e Rey si sedettero di fronte a noi mentre gli ultimi due stavano discutendo su certe modifiche da apportare al Millennium Falcon.
"Sahr, il Colonnello Armstrong mi ha riferito che sta mattina verrà resa pubblica la sentenza definitiva ... perciò, mangiamo in fretta!", e Leia mi fece l'occhiolino sorridendo.
Mi ingozzai quasi con il latte e mangiai una sola cucchiaiata di cereali sotto lo sguardo stralunato di Finn e lo sguardo divertito di Rey e di Poe.
Mi alzai dal mio posto di scatto, "Andiamo!", dissi con ancora la bocca piena.
Leia ridacchiò piano, "Certo cara, sono impaziente quanto te".
Tutti quanti ci incamminando percorrendo la strada che avevo ormai imparato a conoscere e trovammo Han e Luke vicini alla porta di ingresso dell'enorme sala adibita al tribunale della Resistenza.
Luke ci salutò con un cenno del capo, mentre Han mi sorrise smagliante.
Ci sedemmo ai soliti posti mentre Finn, Rey e Poe si sistemarono alle nostre spalle.
Il Giudice fece il suo ingresso interrompendo il brusio generale e tutti i presenti si alzarono rispettosi. Appena il Giudice si sedette, lo facemmo anche noi.
Ben entrò dalla porta secondaria accompagnato dal solito gruppo di soldati e con le solite catene alle braccia. Quella vista mi infastidì ancor più della volta precedente.
Insomma. Se avesse voluto si sarebbe potuto liberare da un pezzo ... Erano inutili!
Ben cercò il mio sguardo nella platea, e quando mi trovò mi sorrise felice. Han, accortosi, mi pose una mano sulla spalla e strinse lievemente, "Sono contento che lui ti abbia incontrata", mi sussurrò.
Giunsi le mani al ventre e, imbarazzata, rimasi in silenzio. Non ero abituata a tutto questo ...
Un uomo si alzò dalla Corte e prestai attenzione a ciò che avrebbe detto.
"La richiesta dell'imputato è stata accolta. L'imputato Ben Solo inizierà a scontare la propria pena solo dopo  lo scontro inevitabile contro Snoke. L'imputato è ora in libertà vigilata".
Mi sentii improvvisamente il cuore leggero e mi alzai mentre il Giudice batteva il martelletto recitando le parole di rito, "Il caso è chiuso".
Anche Leia si alzò e mi circondò le spalle con un braccio incitandomi ad avvicinarmi a Ben.
Vidi un soldato avvicinarsi con cautela all'uomo che amavo, liberandolo finalmente da quelle pesanti catene che caddero a terra con un tonfo metallico.
Mi bloccai a qualche metro da lui.
Stava davvero succedendo? O era solo un sogno da cui malauguratamente ti svegli?
Ben si avvicinò a noi a grandi passi e dopo aver salutato la madre con un caloroso abbraccio, si volse verso di me.
Aveva gli occhi lucidi, probabilmente come i miei. Mi sollevò il mento con due dita e si avvicinò al mio viso fino a sfiorare le mie labbra con le sue in un bacio leggero.
Mi riscossi da quella momentanea paralisi e lo abbracciai affondando il viso nel suo petto. Le lacrime scesero copiose liberandomi da tutte le mie angosce, paure e ansie.
Mi allontanai percependo la presenza di Luke alle mie spalle.
Mi voltai asciugandomi il viso con le maniche e vidi Luke e Han avvicinarsi a noi, "Giusto ... Ti sto monopolizzando!".
Ben mi circondò i fianchi con un braccio avvicinandomi a lui nuovamente, "Non che la cosa mi dispiaccia ...", disse sorridendomi.
"Ben ...", alla voce di Luke, il sorriso di Ben si spense a poco a poco e il suo sguardo si incollò al pavimento.
Vidi il suo petto sollevarsi e riabbassarsi velocemente, con forza, mentre Luke si avvicinava.
"Zio Luke ...", sollevò gli occhi arrossati, "Mi dispiace così tanto ... Io-", si interruppe di colpo quando Luke gli posò una mano sulla spalla.
Mi morsi il labbro inferiore: era ora che li lasciassi un po' soli ...
Feci per allontanarmi, ma Ben rafforzò la presa del braccio sui miei fianchi tenendomi ancorata a lui.
"Sono orgoglioso di te, mio giovane Padawan".
Per Ben fu come ricevere un colpo allo stomaco, "Ma io ti ho deluso! Non merito nulla da te...soprattutto il perdono ...".
"Hai definitivamente sconfitto il lato Oscuro della Forza ...Come posso non perdonare mio nipote?".
"Ben ...?", Han si avvicinò titubante.
Mi lasciò andare, si avvicinò quasi correndo al padre e lo abbracciò con forza.
"Mi sei mancato, papà".
Vidi gli occhi di Han inumidirsi a quelle parole. Ora era tutto tornato al suo posto, i rapporti stavano tornando limpidi e forti. Tutto quanto stava andando alla grande. Oppure no ...?
"Luke ... non avevi la spada laser di ...", mi fermai per un attimo e inspirai con forza, "di Kylo Ren alla cintola?".
Luke, dopo aver controllato ed essersi accorto di quella mancanza, guardò, con gli occhi sbarrati, la mia cintura.
Abbassai lo sguardo e la vidi. La spada laser crociata era allacciata alla mia cintura.
"No ... Giuro! Io non l'ho presa!".
"Lo so, lo so ... ti credo", Luke si avvicinò di qualche passo.
"Cosa sta succedendo!?", anche Ben mi si avvicinò.
"No, sta lontano!", e allungai una mano verso di lui. Sentii una strana sensazione. Come una spinta, una qualche forza nuova trapassarmi il braccio.
Ben fu sbalzato all'indietro ed impattò contro il muro.
Sbarrai gli occhi mentre si rialzava con una smorfia di dolore sul viso.
"I-io non volevo ... davvero!", abbassai il braccio immediatamente e indietreggiai di qualche passo, terrorizzata da me stessa.
"Sahr. Sahr guardami", la voce decisa di Luke mi riscosse un attimo, "Dammi quella spada laser. Subito".
Annuii lievemente e quando presi tra le mani la spada laser, mi sentii come trafiggere da mille aghi e una scossa mi percorse facendomi tremare.
Per il dolore la lasciai cadere a terra e Luke si abbassò per prenderla.
Mi guardai attorno e vidi lo sguardo attonito di tutti quanti.
Avevano paura di me ...
Abbassai lo sguardo a terra e mi costrinsi a non piangere quando Luke mi appoggiò una mano sulla spalla, "Su, vieni con me ... Iniziamo subito il tuo addestramento".
 
Non sapevo di preciso quanto tempo fosse passato. Forse erano solo pochi minuti che ero lì, sotto il sole del mattino inoltrato, seduta sull'erba fresca e morbida. Forse erano invece passate ore.
"Concentrati Sahr. Libera la mente ...". La voce di Luke mi arrivò lontana, come attutita da una leggera nebbia che mi circondava interamente.
Serrai gli occhi con maggior forza e cercai in tutti i modi di allontanare quell'ombra nera da me.
Un altro urlo di Rey mi distrasse e riaprii gli occhi di nuovo.
Rey e Ben si stavano allenando sulle tecniche di combattimento Jedi e la ragazza, nell'utilizzare tutte le sue forza, talvolta urlava.
Ora erano lì, vicinissimi con i bastoni incrociati a pochi millimetri dai loro visi.
Assottigliai lo sguardo: dovevano proprio state così attaccati!?
"Sahr ... non finiremo mai se continui a distrarti".
"Sarebbe più facile se qualcuno non continuasse ad urlare", sottolineai la parola 'qualcuno' alzando la voce cosicché Rey mi potesse sentire.
Sentivo la rabbia che scorreva nelle vene e per poco non mi diedi uno schiaffo da sola.
Davvero mi stavo arrabbiando per una cosa del genere?
Respirai profondamente e mi concentrai di nuovo.
Smisi di sentire l'erba sotto le gambe. Smisi di sentire la presenza di Luke e degli altri.
Ero come circondata dal solo nero. Era freddo. Non vi era alcun rumore. Nulla.
Vidi una luce tremolante poco più avanti e mi avvicinai sicura.
I miei piedi non fecero alcun rumore sul quel pavimento inesistente.
In quel alone di luce vi era uno specchio anche più alto di me, con una cornice dorata e decorata minuziosamente.
Guardai il mio riflesso e mi accorsi che lentamente la mia immagine cambiava.
Lo sguardo era ... accattivante. Così come il sorriso. Sgranai lo sguardo quando vidi me stessa nello specchio impugnare la spada laser crociata.
Quella ragazza ero io? O lo sarei diventata?
Scossi la testa con veemenza.
No,  assolutamente no!
Tirai un pugno con tutta la forza che avevo e una crepa si stagliò all'altezza dei miei occhi. Nello stesso istante il cielo nero che circondava qualsiasi cosa si crepò lasciando entrare un nuovo spiraglio di luce bianca.
Delle mani, che provenivano dal nero senza fine, mi bloccarono i polsi e la crepa sullo specchio e nel soffitto si richiuse.
"Pensi davvero che sia così facile?", la sua voce gracchiante era inconfondibile.
Lord Sidious
"Perché non ti lasci circondare dal lato Oscuro della Forza?", la sua figura incappucciata entrò nel piccolo alone di luce attorno allo specchio, "Se tu diventassi lei”, ed indicò la me stessa nel riflesso, “Saresti la donna più forte e temuta di tutta la Galassia ... e sconfiggeresti Rey senza alcuna difficoltà ...".
"E perché dovrei?", chiesi dando uno strattone alle mani nere che mi tenevano ferma facendole sparire.
"Non hai paura che lei entri più del dovuto nel cuore di Ben?".
La luce vacillò per un attimo al vacillare del mio cuore.
Le labbra di Lord Sidious si distesero in un ghigno.
Inspirai profondamente, "No".
Nel cielo plumbeo e sullo specchio si aprirono crepe ben più larghe di prima. Il terrore si dipinse sul suo viso rugoso.
"Io non ho paura".
"Non è possibile!", gracchiò prima di essere inghiottito dal bianco.
Sorrisi quando il nero sparì completamente insieme allo specchio.
Mi voltai si scatto quando sentii una presenza alle mie spalle.
Era un ometto piuttosto basso, la pelle verdognola, il volto rugoso con strane orecchie a punta e indossava degli abiti molto simili a quelli di Luke.
"Brava tu sei stata. Il lato Oscuro non più su di te ha appigli".
Aprii gli occhi si scatto e mi rialzai barcollante sotto lo sguardo orgoglioso di Luke, "Ci sei riuscita Sahr!".
Mi guardai attorno e vidi la luce crepuscolare avvolgere la valle verdeggiante.
"È passato così tanto tempo?", chiesi sorpresa.
Luke annuii lievemente, "Rey e Ben sono già andati a mangiare. Raggiungiamoli".
Notai la spada laser di Kylo Ren a terra, vicino a dove poco prima ero seduta.
La raccolsi: ora non mi diceva più nulla, era silente.
"Credo che la terrò ... bisogna aver sempre chiare le proprie paure, altrimenti ci inghiottiranno quando meno ce lo aspettiamo ...", dissi mentre la allacciavo alla cintura.
Luke annuii deciso e ci incamminammo insieme verso la mensa della base.
Prendemmo entrambi un vassoio: oggi minestrina di verdure.
Vidi Luke sedersi al tavolo vicino alla sorella Leia ed altri ufficiali, mentre io mi diressi verso il tavolo a cui erano seduti Ben, Rey, Finn e Poe.
"Mi fate un po' di spazio?", chiesi sorridente alla spalle di Rey e Ben.
"Oh certo!", Rey si stava per scostare un poco, quando Ben la fermò, "Tranquilla. Io ho finito".
Si alzò senza girarsi verso di me e vidi che la sua porzione di minestra era invece a metà.
Avrei preferito essere pugnalata alle spalle ... Ma dopotutto aveva ragione. Gli avevo fatto del male...
Lo guardai mentre si allontanava, lasciando il vassoio negli appositi contenitori ed infine uscì seguito dalle occhiatacce e dai brusii dei soldati della Resistenza.
Mi sedetti al suo posto e non fiatai.
Poe si schiarì la gola interrompendo quel silenzio imbarazzante, "Sapete, questa sera sarà visibile uno sciame di meteore ... Ho letto da qualche parte che una certa civiltà era solita esprimere desideri al loro passaggio...".
"Davvero!? Interessante", disse Rey entusiasta.
Iniziarono a parlare tra di loro mentre io mi isolai guardando il cibo senza mangiarlo. Mi si era chiuso lo stomaco e il solo pensiero di mangiare mi faceva venire la nausea.
"Allora Sahr, vieni anche tu?", Finn mi guardò sorridendo.
"S-sì", risposi ritornando alla realtà.
Uscimmo dalla mensa e vedemmo alcuni soldati già con il naso all'insù.
Alzammo anche noi lo sguardo e dopo qualche secondo vidi una scia bianca tagliare il cielo fino a scomparire.
Rey batté le mani felicissima, "Dai, esprimiamo un desiderio", e a quelle parole mi venne in mente una sola persona, e quella persona era ora nel suo alloggio.
"Ragazzi, scusatemi ma sono piuttosto stanca ... ci vediamo domani mattina, ok?", dissi sbadigliando.
Mi diressi verso la base e salii la scala che portava al piano superiore, adibito agli alloggi privati. A Ben ne era stato assegnato uno grazie alla buona condotta riscontrata durante la sua permanenza in cella.
Mi fermai davanti alla sua porta, a qualche passo di distanza per non fermi vedere dal sensore, indecisa sul da farsi.
Ero forse troppo sfacciata? Forse non mi voleva parlare ... Forse voleva rimanere da solo per un po'.
"Avanti, entra Sahr", la sua voce oltrepassò la porta, giungendomi un poco distorta e smorzata.
Mi avvicinai e la porta si aprì.
Ben mi dava le spalle. Indossava solamente dei comodi pantaloni neri e nient'altro.
"Perché mi eviti ...? Se è per quello che è successo questa mattina ... M-mi dispiac-".
"No. Non è per quello", si girò verso di me guardandomi serio, "È solo che... mi sento in colpa per quanto ti è successo … Non avrei dovuto portarti da Snoke ...", mi interruppe sedendosi sul bordo del letto coprendosi il viso con le mani.
Lo raggiunsi e mi misi tra le sue gambe. Gli tolsi le mani dal volto e lo avvicinai a me accarezzandogli piano i capelli corvini.
"Ma ora è tutto a posto ... Non lo percepisci?", gli chiesi.
"È vero ...", il suo fiato caldo sulla pelle mi fece rabbrividire.
Mi strinse tra le sue braccia avvicinandomi ancor di più a sé e mugugnò soddisfatto quando affondò il viso tra i miei seni.
"Ehi!", e arrossii violentemente mentre si lasciò cadere all'indietro sul letto trascinandomi con sé.
Mi puntellai con le mani sui suoi addominali e mi sedetti a cavalcioni su di lui.
"Comoda?", mi chiese con un ghigno.
Aprii la bocca per ribattere quando mi resi conto che ero seduta proprio lì, "Oh, ti ho lasciata senza parole?".
Incrociai le braccia al petto e assottigliai lo sguardo, "Non mi sfidare!".
"Non aspetto altro ...".
Uhm. E va bene …
Gli accarezzai lentamente il ventre, sentendo i suoi muscoli contrarsi uno ad uno sotto le mie dita al mio passaggio. Lo vidi chiudere gli occhi e aprire la bocca in un gemito soffocato.
Mi morsi il labbro per trattenere un ansito rabbrividendo mentre strusciai il bacino contro la sua erezione dura.
"Cazzo!", si sedette e mi baciò impaziente, vorace, quasi volesse divorarmi.
Un fulmine a ciel sereno. Un brivido freddo e terrificante.
Ci bloccammo entrambi ascoltando il silenzio attorno a noi.
"Lo hai percepito anche tu?", Ben parlò per primo.
Annuii lievemente.
Snoke era vicino. Troppo
 
Autrice: Ed eccoci qui, moooolto vicini al finale! Come vi sentite u.u? Io male XD Ma va beh u.u Vi auguro una felice Pasqua a voi e ai vostri cari :3 Ciau o/

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Il cuore batteva furioso contro  il petto mentre un orribile presentimento si arrampicò sulla schiena con arpioni freddi e crudi.
Ben mi prese il volto tra le mani e percepii la sua calma interiore spianare quelle guglie aguzze della paura.
“Andrà tutto bene, te lo prometto … ve lo prometto”, il suo sguardo e la sua voce sicura mi tranquillizzarono un poco.
Un tremore scosse le pareti solide di quella stanza e l’allarme fastidioso e ripetitivo scattò immediatamente.
Il Primo Ordine
Il Generale Hux … Snoke
“Andiamo”, Ben si alzò dal letto e strinsi le gambe attorno al suo bacino, aggrappandomi  a lui come potevo.
Non volevo lasciarlo andare …
“Sahr …”.
Uff … Sì, lo so” e districai le gambe lasciandolo andare, ritornando con i piedi per terra.
Un altro tremore.
Raccolse da terra una maglia nera e la indossò velocemente mentre uscimmo dall’alloggio dirigendoci verso l’esterno.
Un esplosione.
Cocci nell’aria.
Vetro tagliente, veloce come pioggia battente.
Strillai coprendomi come potei con le braccia, ma niente mi colpì. Nulla
Allontanai lentamente le braccia dal viso e vidi i detriti dell’esplosione fermi a mezz’aria.
“Beh, che ti aspettavi?”, e mi prese per mano trascinandomi via da lì.
E mentre guardavo meravigliata il suo profilo, come se fosse la prima volta che lo vedevo, mi ricordai quando lo avevo visto fare una cosa del genere.
Con il colpo di blaster … con me …
Era cambiato così tanto da quel giorno … Era passato così tanto tempo, eppure mi sembrava solo ieri.
“Sahr! Ben!”, la voce di Leia ci fermò sul posto e si rivolse a me quando ci raggiunse, “Non uscire, non posso farti rischiare così tanto …”.
Ben mi lasciò la mano e mi diede un bacio leggero sulla forte mentre mi prese  la spada laser dalla cintola marrone che mi cingeva i fianchi. Si volse senza dire nulla e mente usciva, verso quella battaglia di urla di terrore e di coraggio, diede l’impulso alla lightsaber che si accese gettando sangue sfrigolante sul prato nero di quella notte oscura.
“Vieni con me, cara …”, la voce sempre calma e dolce come miele, era ora flebile e rotta dalla preoccupazione. Ci incamminammo e camminai attenta cercando di evitare di schiacciare i cocci di vetro nella debole e flebile luce che filtrava dalle crepe: l’elettricità mancava in moltissimi settori.
“Sahr, tu ci aiuterai nell’infermeria … Io devo gestire la situazione dal quartier generale …”, disse e mi spinse piano verso una sala con varie brandine occupate da soldati gravemente feriti.
Mi voltai cercando una rassicurazione da Leia, ma lei era già sparita.
Inspirai profondamente: era il momento di rendermi utile.
“Tu. Aiutaci qua!”, una donna con il camice bianco sporco di sangue attirò la mia attenzione.
Un uomo era steso sulla brandina e ansimava in cerca di aria, il petto era gravemente ferito.
“Prendimi la forbice!”, e gliela passai velocemente prendendola da una vaschetta rossa appoggiata a terra e la guardai stralunata mentre tagliava l’uniforme per scoprire meglio la ferita.
Era una grave ferita da blaster: il laser cauterizzava le ferite, ma di certo non è un bene avere pezzi mancanti di carne …
Repressi un conato di vomito quando mi resi conto che la ferita era talmente profonda da scoprire in parte le costole.
Il soldato ansimò ancora, ora più flebilmente.
“Sta soffocando … I polmoni sono danneggiati”, dissi cercando lo sguardo dell’altra donna.
“Beh, allora passiamo al prossim-“.
Cosa!?”, la interruppi allibita.
Lei si avvicinò ad un’altra branda, “Dobbiamo salvare il salvabile e appena possiamo … Curare quella ferita ci farebbe perdere troppo tempo …”.
Perdere … TROPPO … tempo …
Assurdo
Mi volsi vero il soldato ed incontrai il suo sguardo terrorizzato che mi implorava di aiutarlo in qualche modo. Ansimò qualcosa di sconnesso ed incomprensibile, ma la richiesta d’aiuto era chiara e forte.
“Noi possiamo aiutarlo”.
Anakin
“Ciò che dice vero è”.
Yoda
Allungai le mani verso la ferita da blaster e sentii un dolce torpore circondarmi.
Sgranai lo sguardo: la pelle si stava ricostituendo?
Il soldato prese un respiro profondo e allontanai le mani di scatto sotto il suo sguardo strabiliato.
Ora la ferita era solo superficiale.
“G-grazie …”, e il volto del soldato si distese un poco, ora libero da quel terribile dolore.
“Fate largo, fate largo!”, la voce di un medico sovrastò i lamenti dei soldati che rimbombavano nella stanza. Quel medico stava guidando una barella insieme ad una infermiera e mi coprii la bocca reprimendo un urlo. Nonostante la fuliggine nera, che gli copriva completamente il volto e la divisa bianca e arancione da pilota, lo riconobbi.
Poe
“Non respira!”.
Due parole.
Una condanna.
Mi avvicinai velocemente alla barella e constatai che sotto la testa si stava espandendo sempre più una macchia di sangue. Il medico era tornato sul campo di battaglia là fuori, mentre l’infermiera era rimasta.
“Cosa posso fare per aiutare”, le chiesi.
“Niente, ci penso io con il defibrillatore …”. Quasi non finì la frase che un tremore più forte degli altri fece tremare le pareti e le luci si spensero in un istante.
“Merda! Allora, io farò il massaggio cardiaco, tu la respirazione bocca a bocca!”.
Rimasi un attimo interdetta e l’altra donna se ne accorse, “Aprigli la bocca e quando te lo dico io espira con forza. Devi ossigenargli i polmoni!”.
Aprii la sua bocca delicatamente, imbarazzata.
“Ora!”.
Mi chinai su di lui e, appoggiando le mie labbra alle sue, espirai con forza come mi aveva detto di fare.
Nulla
Una lacrima solcò una guancia e la asciugai frettolosamente con la mano.
Andiamo Poe!
“Ora!”.
Appoggiai nuovamente le labbra alla sue, così morbide ed espirai decisa.
Uno spasmo.
Un respiro profondo.
Occhi sbarrati ed increduli quando incontrarono il mio sguardo.
Inspirò più e più volte mentre si rendeva conto di ciò che era successo.
Abbassai lo sguardo imbarazzata e sentii una sua mano stringere delicatamente la mia, “Mi … hai salvato … la vita”. Rialzai lo sguardo su di lui e ci guardammo intensamente.
Sorrisi lievemente e un brivido freddo mi percorse la schiena mentre il senso di colpa iniziò ad attanagliarmi il cuore.
Dovevo cercare Ben
Corsi via mentre evitavo le persone che affollavano la sala gremita ancora immersa nell’oscurità a causa del blackout generale. Mi dispiaceva per Poe, ma dovevo, dovevo stare al fianco di Ben. Dovevo aiutarlo, affiancarlo nonostante tutto.
La distanza bruciava …
Uscii dalla base e lo spettacolo di fronte a me mi paralizzò sul posto. Fuoco e fiamme lambivano come artigli i prati prima verdeggianti, ora anneriti che quasi scomparivano contro l’orizzonte notturno.
Poco lontano vi era il cadavere di un trooper dall’armatura bianca e presi il blaster da terra vicino al corpo. Mi guardai attorno attentamente mentre mi nascosi dietro ad un masso grigiastro.
Vidi una lightsaber azzurra danzare con leggerezza e leggiadria mentre abbatteva con precisione i trooper respingendo con abilità i colpi di blaster.
Rey
Un piccolo gruppo di soldati del Primo Ordine spuntarono improvvisamente da un piccolo boschetto di confine pronti a sparare verso-
“Rey! Dietro di te”, urlai attirando l’attenzione di quei trooper e puntai il mio blaster contro di loro. Sparai qualche colpo alla cieca senza saper esattamente come mirare con quell’arma e vidi la spada laser impugnata da Rey atterrare i trooper rimasti.
Mi guardò intensamente e con un cenno del capo mi ringraziò.
“Sahr! Perché sei qui?”. Mi voltai incrociando lo sguardo corrucciato di Luke, il quale impugnava la sua lightsaber verde smeraldo.
“Non importa … Dov’è Ben? Non lo vedo …”, sussurrai preoccupata.
Non mi piaceva affatto non vederlo …
Sentii i passi frettolosi di Rey raggiungerci, “L’ho visto oltre la collina, di là!”, e mi indicò un colle poco distante, oltre il quale si vedevano lingue di fuoco, esplosioni e urla strazianti.
Corsi in direzione del versante e appena arrivai mi resi conto che quel campo di battaglia era anche peggio di ciò che avevo immaginato. Il terreno era in gran parte bruciato da vari incendi che sfrigolavano sotto lo sguardo silente della luna, la quale aveva raggiunto il suo apice; diversi velivoli erano schiantati a terra, la copertura schiacciata orribilmente come se fosse fragile quanto il vetro; infinite truppe del Primo Ordine erano schierate contro di noi.
Una nube nera, come di fumo, si condensò da terra a pochi passi da me.
Mi paralizzai a quella vista, come se sapessi cosa avrei visto di lì a pochi minuti.
E forse lo sapevo veramente …
Lentamente quella nube prese forma, una testa, braccia … il busto …
Uno sguardo vuoto e nero.
Una lightsaber rossa, impugnata con destrezza.
Snoke
Tu … Hai mandato in frantumi tutto ciò che avevo pianificato …”.
Deglutii rumorosamente a quelle parole pronunciate con tale odio, con tale disprezzo e con tale furia.
“È ora che io ti distrugga … UNA VOLTA PER TUTTE!”.
Sparai disperata qualche colpo di blaster contro la sua figura imponente che avanzava inesorabilmente verso di me. Caddi rovinosamente a terra mentre con sgomento mi accorsi che quei colpi lo attraversavano senza fargli nulla, come se fosse fatto veramente di solo fumo nero.
“Non sei abbastanza potente nella Forza per potermi nuocere …”.
Mi protessi il viso con le braccia quando vidi cadere su di me quella lama rossa.
Non sentivo più nulla.
Né suoni né dolore.
Niente.
Era forse quella la morte?
Smettere di provare qualsiasi cosa?
Aprii gli occhi lentamente e tolsi le braccia dal mio viso.
Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo fino a sentire il sapore ferruginoso del sangue in bocca.
Ben cadde all’indietro, verso di me, a peso morto, senza che tentasse di fermare quella caduta. La sua lightsaber crociata si spense non appena toccò terra, e lo stesso successe a quella di Snoke.
Snoke
Era incredulo. Si guardava le mani scheletriche e grigie come se non potesse credere a ciò che vedeva. Una folata di vento increspò i suoi contorni e la sua pelle grigiastra e pallida si staccò dal suo volto come piccoli pezzetti di carta bruciati, dissolvendo quel corpo orrendo lentamente.
Abbassai lo sguardo su Ben, che giaceva tra le mie braccia inerme. Non un solo movimento, gli occhi ancora spalancati, il braccio ancora teso nell’azione di trafiggere mortalmente il petto di Snoke.
Fissai quegli occhi spenti, che guardavano lontano, fino a che le lacrime non mi annebbiarono completamente la vista.
“No!”, strillai mentre gli accarezzavo il viso come un’ossessa.
Non era possibile
No …
No!
NO
Un urlo, eco del mio, giunse alle mie spalle e non ebbi il bisogno di voltarmi per sapere chi fosse.
Leia, Leia lo aveva sentito
Si inginocchiò stancamente alla mia sinistra, gli occhi arrossati.
“Il mio … Il mio bambino …”, la voce rotta, flebile, rassegnata.
Un singulto mi scosse nel profondo e la testa di Ben mi cadde pesante sul petto ansante.
“Non … Non sarei dovuta venire qui … È tutta colpa mia! Tutta colpa mia … Mia!”, urlai come impazzita, mentre le mie lacrime salate cadevano dal mio viso bagnando quello di Ben, ora rilassato.
“Ssssh … No cara … No, non dire queste cose …”, Leia mi prese con decisone una mano, accarezzandola dolcemente con il pollice.
Era morto per salvarmi … per salvarci tutti
 
 
[5 anni dopo]
Accarezzai la linea dolce della lapide di granito scuro che si ergeva di fronte a me e mi guardai attorno, ancora meravigliata da quel paesaggio così perfetto.
Naboo era un pianeta rigoglioso, dalle folte piante verdeggianti e dagli innumerevoli specchi d’acqua cristallina collegati da altrettanti fiumi.
Sospirai profondamente guardando le scritte incise su quelle lapidi.
Anakin, Padme e … Ben
Avevamo deciso di seppellire le sue ceneri qui, vicino alla sua famiglia.
Mi accarezzai la pancia piatta, ricordando quanto fosse enorme al nono mese di gravidanza. Era passato tanto tempo.
Padme aveva ragione. Naboo è il posto ideale per crescere un bambino …
Posai delicatamente la rosa che avevo colto dal giardino antistante la grande villa in cui, in questi ultimi anni, avevo vissuto e guardai il contrasto di quel rosso vivo contro il verde smeraldo dell’erba. Un contrasto come quello tra il lato oscuro della Forza e la Luce.
Io avevo conosciuto entrambi a modo mio e avevo capito che era stato fondamentale essere toccata dall’Oscurità. Mi aveva fatto comprendere ciò che non volevo essere, ciò che non volevo diventare. Un contrasto
Alzai lo sguardo al ciel sereno non appena sentii il rombo dei motori del Falcon.
Rey era arrivata
Mi incamminai verso la villa e salii la scalinata in marmo bianco che portava sulla terrazza e fu lì che lo trovai.
“Allora, sei pronto?”, chiesi dolcemente mentre mi sedevo anch’io sulla piccola panca da cui si poteva ammirare il lago e le splendide montagne dai dolci versanti.
“Sì, mamma! Non vedo l’ora”, e mi regalò un sorriso sdentato.
Gli accarezzai dolcemente i capelli corvini e mossi come quelli del padre, mentre guardavo commossa quegli occhi così azzurri da far provare invidia al più sereno dei cieli.
Ci alzammo dalla panchetta e lo abbracciai dolcemente stringendolo a me, “Dai mamma! Oramai sono grande io”, e a quelle parole lo lasciai guardando amorevolmente quel piccolo broncio.
“Ehi, ehi dov’è il campione?”, la voce di Poe ci giunse alle nostre spalle e scompigliò i già disordinati capelli di Johnny facendolo ridere.
Poe mi aveva aiutata molto insieme a Leia e Han. Non si era dimenticato di quando gli avevo salvato la vita e si era particolarmente affezionato a Johnny, a noi.
Sentii i passi leggeri di Rey avvicinarsi e poco dopo la sua figura venne illuminata dai raggi del sole, facendo risplendere il bianco della sua tunica da Jedi.
Aveva da poco completato il suo addestramento con Luke, diventando finalmente anche lei un Maestro Jedi e per l’appunto aveva iniziato ad addestrare giovani Padawan insieme al vecchio Skywalker.
“È ora di andare, Jonathan”, alla voce calma di Rey Johnny annuì deciso e si avviò in sua direzione facendo svolazzare la mantella marrone che era appartenuta a Ben quando era ancora un giovanissimo Padawan.
Guardai Poe e ci sorridemmo dolcemente mentre li accompagnammo alla radura dove il Millennium aspettava di partire.
“Ma … Mamma … ?”.
“Sì, tesoro?”, mi inginocchiai davanti a lui e vidi dilagare nei suoi occhi un dubbio.
“Tu rimarrai qui …?”.
Annuii lievemente, “Ma sono anche qui …”, e gli posai dolcemente una mano all’altezza del cuore, “Insieme a papà, non dimenticarlo mai”.
Jonathan annuì deciso, “Sai mamma … talvolta, quando sono in difficoltà … lo sento. Papà mi aiuta sempre …”.
Una lacrima solitaria solcò il mio viso mentre sorrisi felice, “Ne sono sicura … Lui ti vuole tanto bene”. Mi circondò il collo con le braccia minute e appoggiò il capo sulla mia spalla, “Anche io vi voglio bene, mamma”.
Ricambiai l’abbraccio lasciando scorrere le lacrime senza alcun timore né freno e sorrisi quando sentii la presenza di Ben alle mie spalle.
Le guerre erano giunte a termine e ora era finalmente … PACE.
 
FINE
 
Autrice: Ve lo giuro, sto piangendo ç.ç
Hux: OOOOOLEEEE OLEOLEOLEEEEE OOOLEEEE OOOLEEEEE
Autrice: ma che fai .-. ?
Hux: festeggio, no? Kylo Ren è morto :D
Autrice: GUARDIEEEEE! RIPORTATELO IN CANTINA!
Lettore random: Ah ecco perché nel capitolo precedente non si è fatto vedere …
Autrice: tralasciando il generale idiota … spero tanto che questa storia vi sia piaciuta :3 e che capirete il perché non ho messo “drammatico” tra le caratteristiche della storia … e spero soprattutto che non mi ammazzerete per il finale XD Ringrazio per l’ultima volta coloro che hanno seguito e recensito questa fanfic: vi adoro :3 E ora… è il momento di salutarci … Ciau :3
Hux *urla dalla cantina*: Ciaooooo

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