Non è mai troppo tardi per la felicità

di pampu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Buonasera a tutti!!! Dunque... eccomi qua con una nuova scommessa: una minilong sui nostri Ty e Dyl...
Mi è venuta questa malsana idea leggendo la notizia dell'incidente di Dylan... ho subito pensato: "chissà come l'ha presa Tyler?". E così è partito il mio film mentale... 
Doveva essere una oneshot e invece...
Spero vivamente che possa piacervi... fatemi sapere cosa ne pensate. La storia l'ho già finita quindi vi assicuro che non resterà incompleta.
Un ringraziamento speciale va alla mia Beta che questa volta oltre alla forma mi ha aiutato in un momento particolarmente ostico... Questa storia mi ha particolarmente toccata... Buona lettura!!!


Il sole stava pian piano sparendo all’orizzonte.

Tyler calcò il cappello sulla testa sperando di non essere riconosciuto. Stava sudando ma non era a causa del caldo di Los Angeles. Erano trenta minuti buoni che camminava su e giù davanti a quel campanello, indeciso se suonare o meno.

 

Quando aveva letto la notizia dell’incidente di Dylan sentì una stretta al cuore.

Fosse stato per lui sarebbe salito sul primo aereo per Vancouver per accertarsi delle condizioni del ragazzo. Ma non poteva abbandonare il tour promozionale di Everybody Wants Some e... In più non era certo che al collega facesse piacere la sua presenza.

In realtà erano tutte scuse: la verità è che era un codardo.

Aveva paura di leggere in quegli occhi così espressivi tutta la sofferenza e l’odio che aveva provocato in quel ragazzo quasi un paio di anni prima.

Quando decise di lasciare il cast di Teen Wolf fu un duro colpo per Dylan.

Aveva protestato con tutti quelli della produzione arrivando addirittura a minacciare l’abbandono anche lui. Ma Tyler, insieme a Posey e Holland, erano riusciti a calmarlo e fargli cambiare idea.

I primi mesi di lontananza furono difficili per i due. Erano distratti e sfruttavano ogni momento libero per sentirsi o vedersi.

Purtroppo questa situazione stava diventando controproducente per la loro carriera e Tyler decise di porre fine a quella relazione soprattutto per il bene del più piccolo.

Lasciarlo fu difficilissimo.

Vederlo cadere in pezzi davanti a lui e imporsi di non fare niente, gli spezzò il cuore e continuare a ripetersi che lo stava facendo per il loro futuro, non aiutava.

Si dice che il tempo aiuta a dimenticare, ma per lui non è stato così. I sensi di colpa lo divoravano al punto tale, che decise anche di mettere fine alla sua storia con Brittany.

Troncò praticamente ogni rapporto con i ragazzi del cast, se non quando partecipavano alle convention e anche il quei pochi giorni, nessuno sollevava l’argomento Dylan.

L’unico con cui parlava di lui era Ian, che gli era stato sempre vicino come un fratello.

Era stato lui ad aggiornarlo sulle condizioni del ragazzo.

Sempre Ian lo aveva informato del fatto che l’attore era stato dimesso ed era tornato nella sua casa di Los Angeles, per affrontare la convalescenza.

Questa volta non ci aveva pensato due volte. Finita l’ultima intervista aveva salutato tutti ed era volato fino a lì.

 

E Adesso dubitava della sua decisione.

Se non avesse voluto vederlo? Se lo avesse cacciato via! senza nemmeno farlo parlare? Ma soprattutto...

Se non fosse solo? Una fitta di gelosia lo colpì in pieno e senza rendersene conto suonò.

La serratura del portone scattò.

Titubante percorse i tre scalini che lo separavano dall’ingresso lasciato socchiuso. Stava evidentemente aspettando qualcuno, constatò con una punta di rammarico.

Spinse la porta ed entrò.

Incredibile come in due anni non era cambiato nulla in quella casa...

Una voce arrivò dalla cucina.

- Mamma ti avevo detto che facevi a meno di passare anche stasera. Sono convalescente, ma riesco ancora a prepararmi da mangiare! –

Tyler lo raggiunse.

- Ciao. –

Dylan fece cadere il piatto che aveva in mano frantumandolo sul pavimento.

- Cosa ci fai qui? – chiese con voce fredda.

- Volevo vedere come stavi. –

- Sto bene. Ora che l’hai visto puoi anche andartene. –

- Dyl... -

- Non hai il minimo diritto di stare qui! –

Quelle parole così dure, così poco da lui, ferirono Tyler, ma se le meritava.

Si meritava tutto quello.

- Mi dispiace... - tentò

- Ti dispiace?! Ti dispiace per cosa? Per l’incidente? Per il mio viso sfigurato? Per avermi detto che mi amavi, quando non era così? Per avermi ingannato? Per avermi mentito? Per avermi abbandonato? Per avermi spezzato il cuore? Per cosa ti dispiace? Dimmelo! – urlò fuori di se.

Lacrime di rabbia solcavano il suo viso.

Quell’esplosione fece sobbalzare il maggiore che si avvicinò al castano e gli posò una mano sulla guancia non fasciata.

- Non osare toccarmi! – disse scacciando via la man dell’altro per poi accasciandosi al suolo, vinto dal pianto.

Tyler lo guardava con la morte nel cuore. Era stato lui a ridurlo così!

Cosa poteva fare per rimediare?

Si inginocchiò davanti a Dylan e lo abbracciò.

- Lasciami! Ti ho detto che non devi toccarmi. –

Più tentava di divincolarsi e più il maggiore aumentava la presa.

- Mi dispiace, mi dispiace così tanto. – continuava a sussurrargli nell’orecchio tentando di calmarlo.

Dopo minuti che parvero interminabili il più piccolo cominciò a calmarsi.

- Perché? – chiese con voce flebile.

- Perché cosa? –

- Perché mi hai abbandonato? –

- Non potevo permetterti di rovinarti la carriera per me. Sei un attore brillante e professionale. Farai un sacco di strada! Io... Io ero solo una distrazione. Saresti arrivato al punto di odiarmi e questo, non lo avrei sopportato. –

- Così hai deciso di farti odiare lasciandomi? –

- L’ho fatto per il tuo bene. Prima o poi avresti capito... –

- L’unica cosa che ho capito è che ero solo un peso per te. Non ero abbastanza. –

- Cosa stai dicendo? –

- La verità. Dopo avermi lasciato ti sei lanciato a capofitto in nuovi progetti e ti sei totalmente allontanato da noi… da me. Era chiaro che ero io a limitarti. –

- Non hai capito niente  – disse sollevandogli il viso per poterlo guardare negli occhi  - ti ho lasciato perché ti volevo troppo... ci volevamo troppo e questo, ci stava distruggendo. –

- Avrei rinunciato a tutto per te. –

- E’ proprio questo il problema. Non te lo avrei permesso. –

- Pensi che sia ancora un ragazzino che non sa cosa vuole vero? –

- No, non è così. Sei un ragazzo splendido e talmente altruista da mettere davanti i sogni delle persone che ami ai tuoi e... Non è giusto. –

- Quindi, non mi hai lasciato perché non mi amavi più? –

- No, ti amavo ancora. Dylan io ti amo ancora. –

Lo stupore si impossessò degli occhi color caramello del più piccolo.

- Quindi c’è ancora una possibilità per noi due? –

- Dyl... - sospirò Tyler

- No, no, no, no. Non dirlo! – supplicò Dylan.

- Dylan, ascoltami. Non possiamo. Se adesso tornassimo insieme saremmo ancora al punto di partenza. –

- E allora perché sei venuto qua? Per spezzarmi ancora una volta?! –

- Hai ragione, non sarei dovuto venire. Me ne vado. –

Gli lasciò un delicato bacio tra i morbidi capelli, poi si alzò e si avviò verso l’uscita.

- Non andartene. Resta ancora una volta. Solo per una notte... Ti prego. –

Tyler si fermò sulla porta indeciso sul da farsi.

Sapeva che non era una buona idea, ma lo voleva così tanto. Si girò verso Dylan e quando lo vide con la mano protesa verso di lui il suo corpo agì da solo. Prese il castano per mano e lo aiutò ad alzarsi. Lo strinse a se e lo baciò.

Fu come tornare a respirare.

Il moro lo sollevò e lo portò in camera. Lo adagiò sul letto e cominciò a vezzeggiare quel corpo che gli era mancato così tanto con mani, labbra e lingua.

Dylan si lasciò andare a quelle attenzioni sospirando e gemendo senza vergogna. Alternavano voraci baci a dolci carezze riscoprendo, a poco a poco, il piacere che riuscivano a donarsi a vicenda.

Nonostante il desiderio, mTyler fu dolce e attento, mentre si perdeva finalmente nell’antro caldo del compagno.

- Sei bellissimo. – non riuscì a trattenere il maggiore.

Il primo timido sorriso si dipinse sulla faccia di Dylan.

- Poche chiacchiere e più fatti. – rispose nascondendo l’imbarazzo che i complimenti gli avevano sempre procurato.

Si amarono per tutta la notte fino a crollare esausti.

- Ti amo. – soffiò il più piccolo prima di addormentarsi tra le braccia del moro.

Tyler lo strinse maggiormente a se baciandolo tra i capelli con un peso enorme nel cuore e gli occhi pieni di lacrime.

Aspettò che Dylan dormisse profondamente, si alzò dal letto, raccolse i suoi vestiti, si chinò un ultima volta sul corpo del minore, per lasciargli un leggero bacio a fior di labbra.

- Ti amo anch’io. –

E se ne andò.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Buonasera!!! Come promesso ecco qua il secondo nonché penultimo capitolo di questa storia…
Chiedo umilmente perdono per aver fatto fare la parte del cattivo a Tyler ma lo sappiamo che in realtà ha un cuore grande grande…
Grazie a vfifi per la recensione e a tutti coloro che l’hanno inserita tra le seguite… spero vi piaccia e se volete lasciare un vostro parere a me fa solo piacere… Buona lettura!!!

 
 
11 Marzo 2017.
Tyler non poteva crederci di essere ancora qua... Aveva rifiutato di tornare nel cast per la sesta stagione di Teen Wolf, nonostante le insistenze di Jeff.
Proprio non era riuscito a dire di no a questa nuova proposta. Dopotutto, sarebbe stata la stagione finale e poi le fans avevano addirittura creato un hastag chiedendo il suo ritorno. Non se l’era sentita di deluderle.
Per questi ultimi episodi, l’intero branco si sarebbe riunito per combattere contro un epico nemico finale, per l’ultima spettacolare avventura.
L’emozione era tanta.
Non vedeva l’ora di tornare a lavorare con tutti loro. Gli erano mancati veramente tanto. Ma l’ansia di rivederlo superava qualsiasi altro sentimento. Non lo vedeva da quell’ultima notte insieme, ed erano passati poco più di dieci mesi...
Chissà come stava. Come doveva comportarsi?
 
Man mano che gli attori arrivavano si cambiavano saluti, abbracci e le risate accompagnavano il rientro sul set.
Quando Dylan fece il suo ingresso, il mondo smise di muoversi.
Era bellissimo, come sempre. Il cuore di Tyler cominciò a battere velocemente e le mani presero a sudargli.
Dylan si diresse verso di lui... Per poi oltrepassarlo senza degnarlo di uno sguardo.
Il suo atteggiamento lo ferì più di quanto si sarebbe aspettato.
 
I primi giorni passarono velocemente tra letture dei copioni, allenamenti e prime riprese.
Il rapporto tra i due ragazzi era freddo, molto diverso rispetto alle prime serie, ma erano due professionisti.
Nel momento in cui giravano entravano perfettamente nella parte, evitando di creare imbarazzo ai compagni.
Tyler nonostante il comportamento ostile del ragazzo tentava in tutti i modi di ricostruire un minimo di rapporto, ma ogni minimo tentativo di gentilezza o conversazione, veniva respinto dal più piccolo.
 
Dopo quasi venti giorni di riprese arrivò la prima settimana di pausa.
Il cast, per allevare un po’ lo stress, decise di uscire a farsi una bella bevuta, prima che ciascuno tornasse a casa propria per godersi quei pochi giorni di riposo.
La serata passò allegramente tra battute, risate e fiumi di alcool. Erano tutti un po’ su di giri.
Tyler non è mai stato un gran bevitore, già verso metà sera, la testa cominciò a girare... Al punto da costringerlo ad andare a rinfrescarsi in bagno.
Si alzò velocemente dal tavolo e questa mossa gli provocò un conato di vomito che lo costrinse a correre in bagno. Svuotò completamente lo stomaco nel wc e si accasciò sul pavimento tentando di riprendersi.
Quando si sentì abbastanza in forze si alzò ed uscì dal cubicolo per risciacquarsi la bocca. Si guardò allo specchio e sobbalzò notando la figura dietro di lui.
- Stai bene? –
- Potrei stare meglio... –
- Mi sono sempre chiesto come faccia uno grande e grosso come te a non reggere l’alcool. –
- Le ingiustizie della vita –
Dylan sbuffò una risata.
- Hai un aspetto orribile. È meglio se torni in albergo e riposi. –
- Mi accompagni? – ringraziò mentalmente l’alcool per quel coraggio.
Lo sguardo del castano s’incupì.
- Non credo sia una buona idea. Non sono molto lucido e tu hai detto che è finita. –
- Lo so cos’ho detto. Non voglio certo approfittare di te. Mi manchi... Mi manca averti vicino, sentire la tua voce, esserti amico. –
Ok, ora stava esagerando. Maledetta parlantina alcolica!
- Ty mi manchi anche tu, ma non posso... Non riesco a starti vicino e non pensare a quello che avevamo, a quello che potremmo avere, a noi. –
- Hai ragione. Scusa. Sono solo un egoista. – disse Tyler con un sorriso triste sul volto.
- Vai a riposarti! –
Gli diede un veloce bacio sulla guancia ed uscì dal bagno lasciando il moro confuso e con la guancia in fiamme.
 
 
Rientrati dalla pausa le riprese si fecero più intense e impegnative. Rendere la stagione spettacolare comportava uno sforzo fisico notevole e scene piuttosto rischiose.
Spesso giravano intere azioni in ambienti esterni e, se da una parte aumentava i rischi, dall’altra rendeva il cast più rilassato.
Il rapporto tra Dylan e Tyler era leggermente migliorato.
Il castano non ignorava più il moro e riuscivano anche a scambiarsi qualche battuta tranquillamente.
 
Quella notte aveva piovuto insistentemente e il bosco dove dovevano girare era particolarmente scivoloso.
Stavano avanzando in fila indiana per un sentiero particolarmente impervio. Il silenzio era interrotto solo dai passi della troupe che procedeva facendo attenzione a dove posava i piedi.
Fu questione di un attimo.
Dylan mise il piede su una roccia che si staccò facendolo scivolare verso un piccolo precipizio.
Tyler, che si trovava dietro di lui, lo afferrò per un braccio tirandolo verso la parete rocciosa e facendo leva su un albero che aveva vicino. Albero che però cedette sotto il peso del ragazzo, facendolo precipitare verso il basso.
L’ultima cosa che vide fu il castano che allungava la mano verso di lui, mentre urlava il suo nome...
Un forte dolore alla schiena e poi, il buio.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Che dire?? Eccomi qui con l'ultimo capitolo di questa mini storia... è stata una nuova esperienza chedevo dire mi è piaciuta... proverò a scivere altre storie a capitoli in futuro.
Grazie mille a tutti coloro che mi hanno accompagnata in questo breve viaggio... a vfifi per la dolcissima recensione e a tutti quelli che seguono questa storia... Spero siate soddisfatti dal finale... se vi va ditemi pure cosa ne pensate... giuro che non mi offendo!!! Buona lettura!!!



Bip bip

Bip bip

 

Quel segnale acustico entrava prepotentemente nel suo cervello, rendendogli ancora più insistente il pulsare della sua testa.

Percepiva voci ovattate intorno a lui, ma era troppo stanco per preoccuparsene.

Sentì qualcosa di caldo e famigliare appoggiarsi alla sua mano e questo gli permise di tornare a dormire.

 

Bip bip

Bip bip

 

Ancora quel suono fastidioso. Perché nessuno spegne quel coso?!

La testa pulsa ancora, ma meno di prima.

Gli occhi non ne vogliono sapere di restare aperti.

Qualcosa di umido gli cola sulla mano... Sembra che qualcuno stia piangendo. Vorrebbe aprire gli occhi. Dirgli che va tutto bene. Che sta bene. Ma la stanchezza è tanta.

Ancora buio.

 

Bip bip

Bip bip

 

Finalmente i suoni arrivano chiari.

Gli occhi si aprono lentamente.

La stanza è completamente in penombra, ma fanno fatica lo stesso ad abituarsi a quella poca luce. Sente un peso sul suo braccio.

Qualcuno si deve essere addormentato in quella scomoda posizione. Cerca di mettere a fuoco la figura china sul suo letto.

Quel profilo lo riconoscerebbe tra mille...

Le labbra sottili sono leggermente schiuse. I capelli sono sparati in tutte le direzioni. I lineamenti sono rilassati, come possono esserlo solo mentre si sta dormendo.

La tentazione di accarezzarlo è così forte, che non riesce a resistere.

Solleva lentamente il braccio non imprigionato dal peso del più piccolo e affonda gentilmente la mano in quei soffici ciuffi castani in una dolce carezza.

Dylan si svegliò. Gli occhi si riempirono di stupore nel vedere il moro guardarlo sorridendo.

- Ommioddio Tyler. Ti sei svegliato! – cominciò a strillare pigiando il tasto dell’allarme.

Le infermiere entrarono nella stanza, chiamarono il medico e fecero tutti i controlli del caso.

Dopo minuti che parvero infiniti lasciarono la stanza raccomandando a Dylan di farlo riposare.

Quando nella camera rimasero solo i due ragazzi l’imbarazzo aleggiò nell’aria. Il castano continuava a guardasi attorno, senza mai posare lo sguardo sul maggiore.

- Allora io vado così puoi dormire. – disse grattandosi la testa.

- Sei rimasto qui tutto il tempo e te ne vai adesso che sono sveglio? –

- Allora è vero che, durante il coma, si sente quello che succede intorno a te? –

- Coma? Sono stato in coma? –

- Si. Dopo la caduta ti abbiamo trovato privo di sensi e non riuscivamo a farti rinvenire. Quando sono arrivati i soccorsi ti hanno portato via e ti hanno operato d’urgenza... È stato orribile. Il tempo non passava mai e nessuno ci diceva niente. – spiegò il castano con voce spezzata.

- Ho pensato che... - non riuscì a terminare la frase che Tyler lo afferrò stringendolo a se.

- Va tutto bene piccolo. Sono qua e sto bene. –

- Ma poteva finire male. Ed è tutta colpa mia. Si può sapere cosa ti è passato per la testa? –

- Sinceramente? Ti ho visto cadere e ho solo pensato che non potevo lasciarti andare. Il mio corpo si è mosso da solo. –

- Potevi morire! –

- Ma non è successo. –

Stettero in silenzio per minuti interi godendosi quel loro abbraccio. Tyler cominciò ad accarezzargli i capelli, facendo così rilassare il minore.

- Sai... - sussurrò il castano

- Ho preso la mia decisione. Non mi interessa cosa dovrò fare. Non mi interessa quello che pensi, ma non ti permetterò mai più di lasciarmi. –

- Dyl... -

- No! Ho capito cosa intendevi dirmi, quando dicevi che non dovevo annullarmi per te e probabilmente hai ragione. Prometto che mi impegnerò. Che sarò sempre me stesso, ma non posso esserlo... Non senza di te. –

Tyler sorrise.

- Mi sei mancato sai? –

- Scusa se ci ho messo così tanto a capirlo. Sono pessimo! –

- Ma sei il mio pessimo ragazzo. –

A quelle parole Dylan non resistette più e si attaccò alla bocca del moro in un dolce bacio.

- Ti amo. – gli soffiò sulle labbra prima di riprenderlo a baciarlo approfondendo il contatto.

Le lingue cominciarono a danzare in sincrono, come se non avessero fatto altro per tutta la vita.

Mani curiose di ritrovarsi scorrevano fameliche sui rispettivi corpi.

Il castano salì a cavalcioni sul maggiore senza interrompere il contatto. Nel cercare una posizione più comoda, fece scontrare le loro erezioni quasi formate, provocando un gemito ad entrambi.

- Ty dobbiamo fermarci... – disse Dylan ansimando.

- Perché? – chiese Tyler continuando a vezzeggiargli il collo.

- Sei appena uscito dal coma e devi riprendere le forze. –

- Ho dormito per tanto tempo. Sto bene adesso. E tra un po’ starò anche meglio. – tentò di protestare il moro.

- No. – disse risoluto

- Devi riposare. Avremo tempo quando ti sarai ripreso. –

- Solo se mi prometti che resterai qua fino a quando non mi sarò addormentato. –

- Te lo prometto. E sarò qui anche quando ti risveglierai. –

- Suona quasi come una minaccia. – scherzò.

- Lo è! Non riuscirai a liberarti di me così facilmente. Non più. Adesso fammi un po’ di spazio. –

Tyler si spostò di lato permettendo al ragazzo di coricarsi vicino a lui.

- Considerami tuo prigioniero allora. –

- Non stuzzicarmi! Abbiamo quasi tre anni da recuperare e ho intenzione di riscuotere anche gli interessi... Quindi vedi di guarire al più presto.- disse accomodandosi meglio sul petto del maggiore.

- Credimi. Non vedo l’ora. –

- Non mi lascerai più vero? –

- No. Mai più. –

Con questa promessa i due ragazzi si addormentarono uno tra le braccia dell’altro.

Sicuri che, qualunque situazione gli riservasse il futuro, l’avrebbero affrontata insieme.

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