San Valentine Day

di Josephin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi parte I Evelyn ***
Capitolo 2: *** Ricordi parte II Castiel ***
Capitolo 3: *** La prima volta ***



Capitolo 1
*** Ricordi parte I Evelyn ***


Questa giornata mi sembrò che non finisse mai. 
Avevo visto i miei colleghi dell' università fare come matti. Vedevo i ragazzi che scappavano rincorsi da ragazze mangiatrici di uomini.
Anche il mio dolce Castiel, la mia anima e la mia tortura, era stato accerchiato, ma per fortuna, prima che la mia fedina penale fosse stata macchiata, era riuscito a scappare, la mia gelosia aveva avuto il sopravvento.

Io non ero stata mai una grande fan del simbolismo commerciale del 14 febbraio, ma quest' anno avevo la sensazione che sarebbe successo qualcosa di magico. Almeno così speravo.

Durante la mattinata la preside di facoltà mi aveva convocato urgentemente nel suo ufficio. La causaaaaaaaa!!!!!!! Quella maledetta arpia di Ambra che passava la sua vita ad aggredire persone come me e, secondariamente, cercare di portarsi a letto tutti i ragazzi del mondo, soprattutto Castiel. 
Mi chiedevo come potessi averla ancora tra i piedi dopo il diploma. Non poteva iscriversi in un'altra facoltà?

Entrai nell'ufficio della preside, era molto alterata, alle sue spalle c'erano quella grandissima stronza di Ambra e quelle cozze delle sue amiche. 
La preside iniziò ad urlarmi contro:
- Lei mi ha profondamente delusa!
Mentre guardavo quelle streghe che sghignazzavano, chiesi alla preside:
- Per favore mi può spiegare cosa ho fatto cosicché io capisca di cosa sta parlando?
- Come può fare finta di niente? Si è permessa di vandalizzare i bagni scolastici, non faccia la finta tonta - rispose in un tono poco garbato.
Io, sapevo che sotto ci fosse lo zampino di quella vipera velenosa aiutata dalle sue schiavette, cercai di discolparmi, ma fu tutto inutile. 
Le sciaquette avevano detto alla preside della facoltà che ero stata io a pasticciare i bagni e che loro stesse, con i loro occhi, mi avevano visto mentre lo facevo.
Quella grandissima cortigiana ( per dirla gentilmente ) voleva mettermi fuori gioco quel giorno per cercare di accalappiarsi Castiel e poter passare la serata con lui.
La preside mi costrinse, come punizione, a rimare a scuola dopo le lezioni a pulire i bagni.
Grrrrrrrrrr, strega maledetta! Maledissi Ambra fino all'ottava generazione. 
Questa la pagherà cara, la vendetta è un piatto che va consumato freddo.

Dopo la confusione di quel giorno, la situazione sembrò calmarsi, gli inseguimenti erano finiti e i ragazzi, finite le lezioni, scapparono per prepararsi ai loro appuntamenti.
Feci un sospiro quando vidi quella donna di facili costumi ( detto sempre gentilmente per evitare parolacce ) dirmi sghignazzando:
- Ho vinto io, stasera Castiel sarà tutto mio.
Brutta bambola gonfiabile so io cosa risponderti:
- Seeeeeeee nei tuoi sogni magari, Castiel non starà mai con te neppure se tu fossi l'ultima donna sulla terra.
Ambra mi guardò con disprezzo girò i tacchi e andò via.
La odio! E la cosa è reciproca.

Iniziai a scontare la mia punizione, quando, ad un tratto il mio telefono squillò, mi precipitai a prenderlo e, appena vidi chi era il mittente del messaggio, sorrisi: 
- Ti aspetto alle 21.30 nel ristorante vicino casa mia, non farti strane idee, non è un appuntamento :-P. Un bacio Castiel.
Il cuore iniziò a battermi all'impazzata, avevo quasi paura che esplodesse, il mio presentimento era giusto. Sapevo che non era un appuntamento, sapevo che voleva uscire con me solo per risollevarmi il morale a causa di questo cazzo di punizione, Castiel non era tipo da mostrare facilmente i suoi sentimenti, ma sapevo che mi voleva un gran bene. Già! Un gran bene, peccato che io lo amo e la cosa non è reciproca.
Mi ha sempre detto che l'amore è per i deboli e non per uomini come lui.
Per questo ho deciso di trasferirmi, anche se non voglio, credo che sia la soluzione migliore. Non riesco più a nascondere ciò che provo per lui, non voglio soffrire.
Ma ho bisogno di calmarmi altrimenti non uscirò mai di qui.

Mentre pulivo i bagni la mia mente mi portò indietro nel tempo al primo giorno di scuola al liceo Dolce Amoris.
Avevo appena terminato il 4° anno di liceo in Italia, quando mio padre, che fino a quel momento era stato il mio punto di riferimento dopo la morte di mia madre, decise di mandarmi a vivere negli Stati Uniti da mia zia Michael e farmi diplomare lì.
Lui disse che era la scelta migliore, avrei avuto più attenzioni. Attenzioni che, a causa del suo lavoro, non poteva darmi.
Immaginate lo shock quando sono arrivata negli U.S.A. Nuova casa, nuovo liceo, nuovi amici.
Sin dal mio arrivo nella nuova scuola ero caduta sotto il fascino del segretario delegato, Nathaniel, un ragazzo di due anni più grande di me, che già si era diplomato e lavorava nella scuola. 
Inizialmente si mostrò molto gentile e disponibile, ma con il tempo mi accorsi che in realtà era un gran don giovanni e, fuori dal liceo, un teppista, un poco di buono.
Un giorno mi chiese di uscire e mi provò a baciare, ma io gli diedi un bel due di picche e lo respinsi. Da quel giorno iniziò ad essere ossessionato da me, ma no perché fosse innamorato, semplicemente perché ero stata la prima a rifiutarlo e io dovevo essere, a tutti i costi, il suo ennesimo trofeo.
All'epoca, quando scoprì che razza si persona fosse veramente Nathaniel, ero molto triste, pensavo che mi piacesse un bravo ragazzo dolce e romantico, ma mi sbagliavo.
I miei amici avevano provato ad avvertirmi, ma io non volli ascoltarli, nonostante questo mi rimasero vicini. Ringraziavo il cielo che me ne accorsi in tempo chi fosse realmente quel delegato da quattro soldi. Non oso immaginare se fosse stato lui il primo ragazzo a cui mi fossi concessa???? Per carità!!!!!
I giorni passavano e un ragazzo in particolare, che mai avrei immaginato, mi offrì una spalla su cui piangere, Castiel, fratello minore di Nathaniel, nonché mio compagno di classe e di banco.
Castiel, apparentemente, era il classico bulletto dai capelli rossi con il quale avevo un rapporto di amore/odio. L'avevo soprannominato "Nightmare".
Mi metteva sempre in difficoltà, mi faceva continuamente dispetti e adorava mettermi in imbarazzo.
Quando la vera natura di Nathaniel mi venne rivelata ( lo vidi sul tavolo dell'aula delegati mentre scoppava con Ambra la cortigiana ), scappai via dal liceo in lacrime. Eravamo a fine maggio e la scuola stava quasi per terminare. Castiel mi vide e mi corse dietro, mi prese per un polso è mi fermò, io, pensando che volesse prendermi in giro, gli diedi uno schiaffo gridandogli di lasciarmi andare. Non lo fece, mi tirò verso di lui e mi abbracciò.
Non so per quale motivo, io odiavo quel bulletto, ma mi aggrappai a lui e nascosi il mio viso in lacrime nel suo petto. Lui, per la prima volta, prese il mio viso con dolcezza, facendo in modo che io potessi guardarlo dritto nei suoi occhi grigi, e mi disse:
- Dolce, dolcissima, Evelyn, i cuori spezzati guariscono, le ferite si rimarginano. Se solo riuscissi a guardarti intorno.... Sei così ingenua che non capisci che a scuola c'è un ragazzo che tiene veramente a te, ma tu ti sei lasciata abbindolare da quello stupido di mio fratello.
Quelle parole da un lato mi ferirono, rispecchiavano la verità e la mia stupidità ad essermi invaghita di un donnaiolo, dall'altro, sentirle dire da quel diavoletto, mi fecero tremare il cuore e l'anima.
La rabbia mi assalì e iniziai a battere i miei pugni sul petto del povero Castiel urlandogli:
- Stupida, stupida, sono veramente una stupida, mi sono lasciata ingannare da un coglione che voleva solo portarmi a letto. Te lo giuro Castiel non c'è stato nulla, per fortuna, perché ho sempre immaginato la mia prima volta con la persona che amo dal profondo del mio cuore, Nathaniel si, mi piaceva, ma non ne sono innamorata, non ho potuto, ho capito in tempo che razza di stronzo fosse. 
Castiel, dopo quelle parole, si avvicinò al mio viso e, dopo aver asciugato le mie lacrime, mi baciò con passione.



Rimasi di sasso, ricambiai quel bacio, addirittura, cercavo avidamente le sue labbra ogni volta che lui si staccava per poi ritornare a baciarmi.
Dopo, all'incirca tre minuti, si staccò, iniziò a baciarmi lentamente lungo il collo, io rabbrividì, riuscì a trasmettermi una sensazione meravigliosa, mi piaceva, volevo che continuasse, che non si fermasse. Perché?????????? Io lo odiavo.... 
Nightmare, vedendo che ero completamente in estasi per quei baci, che gemevo per il piacere che provavo dal quel contatto con lui, mi guardò dritto negli occhi e mi sussurò, con voce sensuale:
- Evelyn, sai perché non sei andata a letto con mio fratello? Perché in realtà muori dalla voglia di fare, per la prima volta, l'amore con me, perché, in realtà, dici di odiarmi, ma sappiamo entrambi che sei sempre stata cotta di me e no di Nathaniel, sappiamo entrambi che mi ami gnometta! ( mentre lo diceva, delicatamente, accarezzava i miei fianchi, giocava con l'orlo dei miei jeans )
Dopo quelle parole, dopo quel "gnometta", nomignolo con cui mi aveva soprannominata sin dal primo giorno, lo allontanai da me dicendogli:
- Tzè!!! Ma tu sei scemo, ma chi ti vuole! Fino a prova contraria tu mi hai baciata.
- E a te è piaciuto gnometta, hai ricambiato appassionatamente il bacio, conplimenti! Non tutte riescono a tenermi testa. Replicò Castiel con il suo solito sorrisino da deficente.
Non sapevo cosa rispondere, la faccia mi bruciava per l'imbarazzo e la vergogna.
Castiel, capendo il mio stato d'animo disse ironicamente:
- Dai gnometta, stavo scherzando, sai che mi piace prenderti in giro. Vieni, dai, ceniamo a casa mia stasera, sai che abito da solo da quando i miei genitori hanno divorziato. In questo modo possiamo studiare insieme per prepararci agli esami di maturità che si terranno fra un mese.
Anche se dicevo di odiare Nightmare, in realtà gli volevo un gran bene, quando non si divertiva a farmi i dispetti eravamo molto affiatati.
Ma una domanda mi martellava la mente. Chi diavolo era questo ragazzo di cui dovevo accorgermi che era innamorato di me?
Andammo a casa sua, aveva una casa bellissima, molto curata.
Castiel, che era alle mie spalle, mi fece cenno di sedermi.
Dopo il mio sfogo e il bacio con lui mi sentivo molto meglio. Però, ero nervosa, io a casa del mio amico/nemico, completamente da soli. 
Dato che ancora erano le 17; 00, iniziammo a studiare per gli esami. 
Castiel, anche se era un bulletto, studiava seriamente e i suoi voti a scuola erano eccellenti, questa fu la cosa che mi colpì quando lo conobbi.
Mentre studiavamo, mi distrassi per un attimo e lo guardai, una strana forza mi costringeva a non staccargli gli occhi di dosso. Lo facevo anche a scuola, senza farmene accorgere da lui ovviamente, se no, the beautiful man chi sa per quanto mi avrebbe preso in giro. Solo che stavolta non eravamo in classe insieme agli altri compagni, eravamo da soli, infatti lui si accorse che lo guardavo, alzò gli occhi di scatto e mi beccò mentre lo fissavo. Il mio viso divenne rosso come i suoi capelli e cercai subito una scusa per evitare di essere presa in giro.
- Stavo guardando la tua collana con il ciondolo a forma di chitarra, è molto bella - glielo dissi quasi balbettando.
- Lo so gnometta, non è la prima volta che mi dici, so di essere un gran figo. Dopo la sua risposta, tornò di nuovo a studiare, ma io vidi benissimo che stava ridendo sotto, sotto. Fortunatamente non mi prese in giro.
Verso le 19; 30 posammo i libri e iniziammo a preparare la cena.
- Ma sei un deficiente! Mi butti l'insalata addosso - gli gridavo mentre lui si divertiva.
- Cosa credevi? Che ci sarebbe stata tregua fra noi dopo quel bacio? Ti sbagli - mi rispose Nightmare ghignando.
Dopo quella frase io non potevo dargliela vinta e subito replicai.
- Se tu quello lo chiami bacio, a me non è sembrato un granché. BOOM! Colpito e affondato, almeno credevo.
Castiel si avvicinò a me guardandomi dritto negli occhi, io mi sentì morire, con una mano mi prese il viso e si avvicinò alle mie labbra, mentre l'altra mano si faceva strada sotto la mia maglietta sino ad arrivare al mio reggiseno. Io iniziai ad avere un respiro più pesante ed avere un formicolio, piacevole, al basso ventre. Ma che cazzo mi stava succedendo? Perché desideravo ardentemente che mi buttasse sul divano e mi facesse sua? Perché avevo quei pensieri, poco cattolici, che mi passavano per la mente?
- So che mi provochi solo perché ti piaccio da morire e desideri che ti baci un'altra volta e ti faccia mia, lo sento dal tuo respiro, dalla tua pelle, sento che mi vuoi. Ammettilo gnometta! - queste fu la risposta di Nightmare.
- Seeeeeeeeee, come no!!!!! Ti piacerebbe, dovevi solo provarci - gli risposi.
Lui non rispose nulla, si limitò solo ad allontanarsi con quel sorriso da demente stampato in faccia.
Dopo cena Castiel si mise a suonare la chitarra, la suonava divinamente,quanto adoravo vederlo suonare.
Sfortunatamente si era fatto tardi e io dovetti tornare a casa. 
Mi accompagnò lui, dicendomi che se mi avesse lasciata sola sarei stata capace di perdermi. Tzè deficiente!
Mentre stavo per aprire la porta lui, da dietro, mi prese i fianchi e mi disse:
- Da oggi, fino al giorno degli esami voglio studiare con te, sarà divertente provocarti fino al punto che tu stessa mi dirai di spogliarti e farti mia.
- DEFICIENTEEEEEEEEE te lo puoi sognare - gli urlai. 
Mentre aprivo la porta di casa lui mi accarezzò i fianchi, ebbi un fremito, un brivido e mi sussurò:
- Domani dopo le lezioni a casa mia.
Io annuì. 
Lui sapeva benissimo che quella mia musione era un si. 
Non mi voltai, non gli risposi non volevo che mi vedesse imbarazzata e color porpora in viso, non volevo che capisse che era ciò che in realtà volevo, non doveva vincere lui.
Dopo quella sera capì che non odiavo Castiel, non lo avevo mai fatto, in realtà gli volevo un gran bene, lo amavo, ma sapevo benissimo che per lui era tutto un gioco.

Evelyn smettila di pensare o non finirai in tempo di pulire e andare al tuo appuntamento.
Questo pensiero ad alta voce mi riportò alla realtà e cercai di sbricarmi a pulire quei maledetti bagni.

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Capitolo 2
*** Ricordi parte II Castiel ***


Mi trovavo al bar del ristorante, impaziente, non vedevo l'ora che arrivasse Evelyn.
Dai tempi del liceo era entrata nel mio cuore. Ma a causa del mio orgoglio non gli ho mostrato mai i miei veri sentimenti.
Inoltre avevo un brutto passato, da vero bastardo, e non volevo farla soffrire, non volevo che quella complicità che si era venuta a creare fra noi si distruggesse, non volevo perderla.
Se poi lei non provava ciò che provavo io? Non lo avrei sopportato.
Anche se, ai tempi del liceo, lei si era concessa a me questo non voleva dire nulla. Infatti, quella notte, mi disse che lo fece solo perché, dopo la delusione che ebbe con mio fratello Nathaniel, voleva che la sua prima volta fosse con qualcuno per il quale non provasse nulla, ma che gli voleva un gran bene, così non si sarebbe pentita. Quel qualcuno ero io! 
Che coglione, vigliacco che sono, non ho capito che, tenendola lontana da me, la stavo già perdendo.

Ieri la vidi nel giardino della facoltà, seduta su una panchina, aveva un foglio tra le mani, lo leggeva con uno sguardo triste, piangeva. Non capivo perché piangesse, non sopportavo vederla così. 
Senza farmi notare, mi avvicinai alle sue spalle, era talmente concentrata su quel foglio che non si accorse della mia presenza. Ad un tratto esclamò:
- Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Cercai di decifrare il significato di quelle frase sbirciando sul foglio che aveva tra le mani e lessi "Domanda di trasferimento".
Rimasi talmente perplesso che, con grande rabbia, dissi:
- Cosaaaaaaaaa! Tu non andrai da nessuna parte.
Lei si girò di scatto, con gli occhi pieni di lacrime e lo sguardo sconvolto, capì subito che avevo capito ciò che voleva fare.
Con un filo di voce e senza guardarmi negli occhi,mi rispose:
- Castiel io non posso continuare così, devo andare via.
Ero incazzato, volevo capire il motivo della sua decisione, pensavo che qualcuno le avesse ferita, volevo sapere, dovevo sapere chi, chi ha potuto fare del male alla mia piccola Evelyn.
La presi per i gomiti, la strattonai, affinché parlasse, e con voce alterata gli dissi: 
- Perché vuoi andare via? Qualcuno ti ha fatto del male? - Lei non mi rispondeva e continuava a non guardarmi.
- Cazzo Evelyn! Mi vuoi rispondere? Parla!
Ad un tratto mi guardò dritto negli occhi e, con la voce soffocata dal pianto, iniziò a parlare.
- Castiel sei uno stupido! Tu mi hai fatto del male, tu mi hai ferita, non capisci che io t......
Non finì la frase, ma dopo quelle parole mi sentì trafiggere il cuore da mille spade. 
Cavolo! Il bastardo che la stava facendo soffrire ero proprio io. Porca puttana, aveva ragione. Lei teneva troppo alla nostra amicizia ( tzè, amicizia, per me era qualcos'altro ) e io, per evitare che il mio cuore si spaccase in due, l'ho tenuta lontana da me, senza accorgermi, che così facendo, le stavo arrecando delle ferite dolorose al suo dolce cuore.
La lasciai andare e, prima che andasse via, gli sussurrai:
- Mi farò perdonare, domani andremo a cena insieme, così mi racconterai cosa ti ho fatto. Se non sarai soddisfatta io ti lascerò andare via, non opporò resistenza.
Lei annuì e andò via.
Sono un egoista bastardo, non posso, non devo perderla. 
Ho deciso! Le confesserò i sentimenti che provo, ho paura di essere rifiutato, ma non posso lasciarla andare via così.

Ricordo il primo giorno che la vidi come se fosse ieri.
Le vacanze estive erano finite e rietrai a scuola ( du palle! ). 
Dovevo frequentare l'ultimo anno, finalmente! Dopo il diploma sarei andato all'Università e avrei sfondato nel mondo della musica con la mia band, formata, oltre che da me alla chitarra, da Lyandre, la voce del gruppo e il bassista, e da Kentin, il batterista.
Entrai a scuola e mi diressi nel cortile, era lì che ci incontravamo con i miei amici prima delle lezioni.
Mentre parlavamo del più e del meno, vidi che, ad un tratto, Lyandre e Kentin avevano uno sguardo fisso su un punto preciso con la bava che gli colava dalle labbra. Mi girai per vedere la causa del loro comportamento demenziale e la vidi.
Era bellissima, da mozzare il fiato, aveva un top con una scollatura che risaltava i suoi fantastici seni, già mi immaginavo le mie labbra toccare quelle meravigliose colline. Appena si girò, i suoi short neri abbinati con degli stivaletti alla caviglia, gli risaltavano un culo che avrebbe fatto resuscitare anche un morto. Subito pensai che quella ragazza stupenda doveva essere mia, volevo stare fra quelle gambe meravigliose. 
Si, lo so, sono un maniaco pervertito, ma cazzo! Sono un uomo e a quella vista, anche qualcosa fra i miei pantaloni iniziò a muoversi.
Gli cadde un foglio e, in un gesto involontario,si abbassò sparandoci davanti quel culo da infarto. Dio solo sa cosa mi trattenni. Infatti,avevo la nomina di sciupa femmine e gli stavo per saltare addosso.
Lei si girò e ci vide, capì il gesto provocante, che senza volerlo fece, e presa dall'imbarazzo scappò dentro la scuola.
La mia perversione salì alle stelle, le ragazze timide erano le mie preferite, il gioco si faceva più interessante.
Ovviamente c'era un problema, quel finto buono che in realtà era un maniaco sessuale, mio fratello Nathaniel. Io a differenza sua ero bastardo dentro e fuori e se dovevo andare a letto con una ragazza glielo dicevo benissimo che era una botta e via, se a loro non stava bene, potevano benissimo rifiutarsi. Nathaniel invece non era così, aveva una doppia personalità giocava con i sentimenti delle donne con cui scopava, le illudeva e alla fine le abbandonava. 
Suonò la campanella ed entrammo a scuola ed indovinate un po'! Già Nathaniel era andato all'attacco, era vicino a quella creatura meravigliosa e sicuramente stava recitando la parte del ragazzo perfetto, però notai una cosa, a differenza delle altre ragazze con cui quel pervertito di mio fratello si dava da fare, lei, si, era imbarazzata, ma, anche se le attenzioni di mio fratello le facevano piacere, faceva finta di essere indifferente.
Cosa pensai? Sei mia piccola, non mi scappi, zio Castiel ha voglia di fare un gioco con te.
Feci finta di niente e gli passai affianco, toccando, di proposito, quel corpo meraviglioso, le mi guardò dritto negli occhi con aria di sfida e mi disse:
- Puoi fare più attenzione? Hai 10 metri di corridoio a disposizione dovevi proprio urtarmi?
Però, la piccoletta era suscettibile, la cosa si faceva interessante.
- Scusami gnometta, sei talmente bassa che non ti ho visto - risposi io con un sorriso beffardo.
Lei divenne viola e prima che potesse rispondermi fu travolta da quell'oca di Ambra che mi saltò addosso.
Cercai di scrollarmela di dosso e quando ci riuscì la ragazza già era andata via.
- Ambra perché non vai a dare il tormento a qualcun altro, non voglio ragazze come te al mio fianco - mi rivolsi a lei con uno sguardo che avrebbe fatto tremare anche gozilla.
Mi guardò e, facendo finta di essere offesa, andò via.
Da sempre la bambola gonfiabile mi perseguitava, ma, nonostante andassi a letto con molte donne, non mi piaceva andare a letto con chi si era scopata tutto il genere maschile del mondo, a differenza di Nathaniel a me piacevano le timide, non quelle che te ti tolgono i pantaloni di dosso solo con lo sguardo.
Entrai in classe, visibilmente irritato, mi sedetti da solo, nel mio solito banco, quando ad un tratto la vidi entrare.
- Buon giorno ragazzi vi presento una nuova alunna, Evelyn Wolf, mi raccomando fatela sentire a suo agio. Prego cara siediti accanto a Castiel - disse il professore, quasi come un comando.
Appena si avvicinò, prima di sedersi, mi fulminò con lo sguardo.
Bene, bene, bene, ora si che mi sarei divertito dissi fra me e me.
Mi avvicinai a lei dicendogli:
- Ciao gnometta, io sono Castiel. Ti volevo dire che puoi stare tranquilla, non mi sono offeso per come ti sei comportata poco fa.
- Ma sei stato tu a spingermi, io non ho fatto niente, mi sono solo difesa - rispose lei irritata.
- Ma io non parlavo dell'episodio nel corridoio - glielo dissi ghignando, divertito.
Il suo sguardo cambiò di colpo, come se avesse capito a cosa mi riferissi, con voce tremante e il viso rosso mi disse:
- Di......di..... cosa parli?
Mi avvicinai al suo orecchio, sfiorandolo con le mie labbra, e, con voce sensuale, gli sussurrai:
- Mi riferisco alla scena in cortile. Sai che la tua prospettiva posteriore non è niente male?
- Sei un pervertito, maniaco - replicò a bassa voce.
- Non ti scaldare gnometta, non ti toccherei mai, ho visto di meglio - gli risposi maliziosamente mentre le guardavo la scollatura del top.
Lei se ne accorse, era bordeaux in faccia, si alzò ed esclamò:
- Professore posso andare in bagno?
Uscì dalla classe con i miei occhi puntati addosso.
Dopo qualche minuto la seguì fuori, mi voltai e vidi che parlava con quel deficiente di Nathaniel. 
Lui continuava a fare lo scemo con lei, si vedeva che ad Evelyn faceva piacere la sua compagnia. Ma lei doveva essere mia, non l'avrei più toccata se fosse stata con lui.
Passarono i mesi e più la stuzzicavo e più la guardavo con occhi diversi. Quando la vedevo vicino a Nathaniel impazzivo di gelosia, non ne capivo il motivo, o forse si!
Un giorno la vidi uscire dall'aula delegati piangendo. Cazzo, mi si fermò il cuore. Le ragazze uscivano così da quell'aula quando Nathaniel, dopo essersele scopate, le gettava via come oggetti. 
No, no, Evelyn non poteva essere stata a letto con lui. Dovevo scoprire se si era fatta abbindolare. 
Le corsi dietro e l'afferrai per un braccio incitandola a fermarsi. Lei, credendo che volessi prenderla in giro, mi diede uno schiaffo.



Mi urlò di andare via, ma io non lo feci, dovevo sapere. 
L'abbracciai, non sopportavo vederla piangere e gli dissi:



- Dolce, dolcissima, Evelyn, i cuori spezzati guariscono, le ferite si rimarginano. Se solo riuscissi a guardarti intorno. Sei così ingenua che non capisci che a scuola c'è un ragazzo che tiene veramente a te. Ma tu ti sei lasciata ingannare da quello stupido di mio fratello.
Dopo quelle parole lei si sfogò dicendomi che per fortuna non c'era andata a letto e che la sua prima volta doveva essere con la persona per cui provava dei sentimenti.
Il mio cuore si fermò, ero sollevato. Non solo Nathaniel non l'aveva toccata, ma, addirittura, lei non si era concessa mai a nessuno.
La guardai in viso, le guardai quelle meravigliose labbra, non riuscì a resisterei e la baciai. Lei non mi respinse, anzi, ricambiò con passione il bacio.
Appena si calmo le proposi, dato che si stavano avvicinando gli esami, di studiare e cenare insieme. Lei accettò.
Dopo cena l'accompagnai a casa.
Quando arrivammo davanti la porta di casa sua, mentre cercava le chiavi per entrare, la presi per i fianchi e, con voce più sensuale possibile, prendendola anche un po' in giro, le disse che da quel giorno fino al giorno degli esami avremmo studiato insieme.
Evelyn annuì, io sapevo benissimo che quello era un sì, ed entrò in casa.
Cazzo, mi sento un coglione, ma dovevo ammettere che Evely mi aveva fatto perdere la testa.
I giorni passarono e io e la gnometta non facevamo altro che punzecchiarci. 
Dio quant'era bella quando la facevo arrabbiare di proposito e lei si scagliava contro di me stando a stretto contatto con me.



Arrivammo al giorno prima degli esami, mentre studiavamo, Evelyn mi prese la mano, guardandomi negli occhi, disse:
- Sai Castiel il sesso è piacevole ed è una cosa che avviene occasionalmente, senza sentimenti. Invece fare l'amore è passionale e c'è sentimento. Secondo te se due persone si vogliono bene e finiscono a letto insieme si tratta di sesso o di amore?
Io la guardai titubante, perché me lo stava chiedendo?
Senza pensarci più di due volte gli risposi:
- Secondo me due persone che si vogliono bene e finiscono a letto insieme fanno l'amore. Il bene è un sentimento, quindi! 
- Cosa si prova ad essere innamorati? - disse lei subito dopo.
Non sapevo cosa rispondergli, io ero innamorato di lei, ma non potevo dirglielo per lei non era lo stesso, se no, non mi avrebbe mai fatto una domanda del genere. Andai subito sulla difensiva:
- Non so cosa si prova ad essere innamorati, l'amore non fa per me.
Che gran bugiardo che fui. Come potevo dirgli che, quando ci si innamora, non fai altro che pensare alla persona che ami, come potevo dirgli che era ciò che facevo io nei suoi confronti. 
Lei mi guardò, mi sorrise come se si fosse tolta un penso dal cuore, e si rimise a studiare.
Quando andò via, mi misi a letto, non ero per niente agitato per gli esami, anzi, ero agitato per le parole di Evelyn, cosa intendeva dire? Aveva forse fatto sesso con un amico a cui voleva bene? Si stava forse innamorando di qualcuno? 
No, no, me l'avrebbe detto, ne sono sicuro. E se non l'avesse fatto, sarei riuscito a scoprirlo.
Decisi di scacciare via quel pensiero e di addormentarmi con lei fra i miei sogni che, dolcemente, cullava.

Ad entrambi gli esami andarono bene, li superammo con degli ottimi voti.
Nel pomeriggio, insieme ai nostri amici, decidemmo di festeggiare la maturità con una festa che si sarebbe svolta dopo la cerimonia della consegna dei diplomi. 
Quel giorno cambiò tutto.

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Capitolo 3
*** La prima volta ***


Finalmente avevo terminato di pulire i bagni. 
Essendo tardi, non ho il tempo di raggiungere casa mia per cambiarmi e decido di chiamare Rosalya, affinché mi aiuti.
- Pronto Rosa, perdonami se ti disturbo, ma ho bisogno del tuo aiuto.
- Certo tesoro, dimmi tutto - rispose lei, sembrava si aspettasse la mia telefonata.
- Devo vedermi con Castiel e sono ancora in facoltà per colpa di miss Ambra gambe aperte. Non sono vestita decentemente, sono in crisi, aiutami, ti prego - sto quasi per piangere.
- Aaaaaaaaaaah! Finalmente vi siete decisi ad uscire insieme! Tranquilla Evelyn, stai calma, arrivo subito in tuo soccorso.
Chiudo la chiamata e mi siedo in una panchina.
Mentre aspetto, mi viene da ridere, sembra che si stia ricreando la stessa situazione dell'anno scorso il giorno della festa dopo il diploma.
Pensando a quel giorno, metto una mano sul mio petto, il mio cuore smisse di battere, esclamai:
- La prima volta.

Avevamo finito gli esami e io, Castiel, Lyandre, Kentin e Rosa, per festeggiare il diploma, organizzammo una festa a casa di Nightmare.
- Allora dividiamoci in gruppi così finiremo prima i preparativi per la festa. Castiel ed Evelyn penseranno a sistemare casa, io e gli altri, invece, faremo la spesa - disse Rosa.
Il mio cuore perse un battito, divenni nervosa.
Mentre pensavo alla situazione mi ritrovai il viso di Castiel a pochi centimetri dal mio.



- C...C.....Che vuoi? - gli dissi con voce tremante.
- Che c'è gnometta? Come mai sei nervosa? Non è la prima volta che rimani sola con me a casa mia - mi rispose.
Stavo per picchiarlo, ma mi limitai ad urlargli contro:
- Smettila di fare il cretino, andiamo stupido Nightmare.
Inconsapevolmente, gli servì la risposta in un piatto d'argento, quella risposta che non tardò ad arrivare:
- Mmmmmm, bene, ma come siamo impazienti. Non vedi l'ora di stare da sola con me.
Diventai di mille colori. Si avvicinò ancora di più ed iniziò ad accarezzarmi. Giuro che in quel momento smisi di respirare.
Iniziò dal mento e proseguì lungo tutto il mio corpo.
La cosa stava degenerando, ripresi lucidità, gli bloccai la mano dicendogli:
- Sei un maniaco pervertito, non ho intenzione di stare da sola con te. Ti odio. Vattene sbrigatela da solo.
- No, tu vieni con me, non scappare furbetta. 
Mentre mi diceva quelle parole, mi sollevò e mi mise sulle sue spalle, continuando a parlare:



- Forza gnometta andiamo, che ti piaccia o no, tu mi darai una mano.
- Lasciamiiiiiiii! Mettimi giù!!!!!!!! Ti odio! - continuavo ad urlargli, ma senza ottenere ciò che volevo. In realtà mi piaceva quella situazione, ma non potevo dargli soddisfazione.
Quando arrivammo a casa sua, finalmente mi mise giù. 
Prima di aprire la porta mi sfiorò il viso con le sue dita, aveva uno sguardo malizioso e un ghigno sulle labbra da cretino.
Ad un tratto disse:
- Stasera ci divertiamo.
Era una frase, chiaramente, con il doppio senso. Io feci finta di non capirla e gli risposi:
- Ma quanto sei deficiente! È un festa, normale che ci divertiamo.
Entrammo in casa, lui si sdraiò sul divano.
Iniziai a sistemare la casa, da sola perché Nightmare si era addormentato.
Pensai subito di fargli uno scherzo e vendicarmi.
Presi un pennarello nero dalla mia borsa, mi avvicinai e iniziai a disegnare un paio di baffi sulla faccia.
Si svegliò e, prima che riuscissi a scappare, mi bloccò, mi tirò sul divano e si mise sopra di me.
Appena gli vidi il capolavoro che gli avevo appena fatto incominciai a ridere come una pazza.



Iniziò a farmi il solletico, io lo pregavo di smettere. Era scontato che quel sadico del cavolo non mi ascoltasse.
Dopo un po' smise di colpo.
Avevo il fiatone e, appena mi ripresi, mi accorsi che eravamo in una posizione abbastanza equivoca.
Avevo le gambe aperte intorno al corpo di Castiel e le sue mani erano poggiate sulle mie cosce.



Il mio imbarazzo aumentò a livelli stellari quando sentì la sua virilità eretta che premeva sulla mia intimità.
Emisi un sottilissimo gemito di piacere. 
Ovviamente il maniaco aveva un sorriso malizioso in faccia.
Incominciò a strofinarsi e spingere il suo bacino sul mio. Mi guardava dritto negli occhi mentre lo faceva, voleva farmi eccitare e ci stava riuscendo benissimo. Era in preda al piacere, mi mordevo le labbra, volevo che non si fermasse, che andasse oltre.
Si avvicinò alle mie labbra, iniziò a baciarmi con passione, quel bacio a, poco, a poco diventò più voglioso.
- Castiiiiiiiiiieeeeeel - gli sussurrai, completamente avvolta dal piacere.
Appena dissi il suo nome in quel modo, la sua voglia aumentò maggiormente, accarezzava i miei seni, poggiando le sue splendide labbra lungo tutto il mio corpo.
- Mi fai impazzire, voglio farti mia Evelyn, adesso! - mi disse mentre la sua mano scendeva verso l'orlo dei miei pantaloncini. Stava per sbottonarli quando, all'improvviso, bussarono alla porta. Mi alzai di scatto scaraventando Nightmare a terra che sbraitava:
- Cazzo, cazzo, ma proprio ora, Evelyn vai tu ad aprire, la belva è troppo sveglia, non posso farmi vedere così.
Lo guardai per un attimo, tutta rossa e con le guance in fiamme. Sentivo un caldo! Castiel, invece, aveva una faccia sconvolta, i capelli tutti spettinati. Vedendolo in quel modo non riuscì a trattenere le risate.
- Smettila gnometta di ridere e vai ad aprire e, inoltre, non dimenticare di coprire il passaggio dei miei baci sul tuo collo - disse sghignazzando.
Mi sistemai velocemente e andai ad aprire, erano Rosa e Lyandro che mi guardavano con un sopracciglio alzato e un sorrisetto stampato in viso.
- Come mai ci avete messo così tanto ad aprire - dissero insieme.
- Castiel è in bagno e io ero di sopra - capirono immediatamente che era una cazzata colossale.
- Si, si, come no. Comunque sbrighiamoci a sistemare tutto per stasera - esclamò Rosalya, per evitare che il discorso degenerasse.
Per tutto il tempo dei preparativi evitai Castiel. Non doveva capire i miei sentimenti nei suoi confronti, altrimenti lo avrei perso come amico. Si sa che quando si ama un amico,è l'amore non è corrisposto, non si può avere un rapporto di amicizia e si finisce col non parlassi più.

Quando finimmo io tornai a casa e Rosalya mi disse di aspettarla, mi avrebbe aiutato lei a sistemarmi.
Da un lato ero felice, dall' altro mica tanto. Mi avrebbe, sicuramente, fatto vestire il più provocante possibile.
Infatti, non mi sbagliai. 
Mi fece indossare una minigonna che sembrava una fascia per capelli, talmente era corta, con abbinato un top nero, se uscivo solo con il reggiseno ci facevo più figura, e delle calze alla francesina una diversa dall'altra. 
Più cercavo di coprirmi, più Rosa mi uccideva con lo sguardo.
- Smettila di coprirti Evelyn e andiamo, muoviti.
- Non mi sento a mio agio vestita così Rosa, ti prego, fammi cambiare.
Non mi diete nessuna risposta e mi trascinò alla festa.
Arrivammo a casa di Castiel, ma lui non c'era.
Dopo qualche minuto vidi Nathaniel venirmi incontro.
- Wow! Sei bella da mozzare il fiato. Dai vieni con me, voglio stare un po' da solo con te - disse, tirandomi con la forza.
Non volevo stare con lui, cercai di divincolarmi, ma lo stronzo era troppo forte. Decisi di dargli un morso fortissimo nella mano che mi imprigionava. Lui, per il dolore, mi lasciò e io colsi l'occasione per scappare.
Corsi in giro per la casa, cercavo di nascondermi. Di colpo mi sentì una mano sulla bocca che la copriva e fui trascinata dentro una stanza.
La stanza era buia, non vedevo un cavolo. Merda! Credevo fosse quel porco di Nathaniel che mi aveva trovata. Fortunatamente non era lui:
- Shhhh! Altrimenti ci sentiranno - era Castiel.
Tolsi la sua mano dalla mia bocca e gli dissi:
- Grazie, stavo scappando da quello stupido, maniaco più di te, di tuo fratello.
- Però, pomeriggio, ti è piaciuto il mio modo di fare il maniaco - mi rispose, avvicinandosi a me e accendendo la luce. Appena poté vedermi mi guardò dalla testa ai piedi e, spingendomi con forza al muro, disse:
- Cavolo Evelyn se ti vesti così provocante che cosa ti aspetti! 
- Ma che vuoi, posso vestirmi come mi pare, se Nathaniel cerca di scoparmi con la forza e lui che ha un problema e non io per come mi vesto. Non ti è passato per la mente che lo fatto solo per farmi guardare da te, stupido idiota! - cavolo, ma cosa mi venne in mente di rispondegli. Fu ufficiale, ero una cretina. 
Non riuscì a guardarlo negli occhi e cercai di andarmene, Castiel mi fermò dicendomi: 
- Cosa vuol dire che ti sei vestita così per me?
Il suo sguardo era diverso, dolce, mi mise una mano nel viso accarezzandolo, ormai non potevo più tornare indietro, ma non potevo dirgli che lo amavo e decisi di dirgli mezza verità:
- Castiel ti ricordi il giorno prima degli esami quando ti chiesi se per te due persone che si vogliono bene fanno del sesso o l'amore? - lui con la testa fece senno di si e io continuai a parlare.
- Castiel non voglio che la mia prima volta sia un errore, vog.....
La mia frase venne interrotta, Castiel mi stava baciando, accarezzandomi il collo e scese giù sino al top abbassandolo, uscì fuori i miei seni, ansimai a quel tocco, scese con la testa e iniziò a giocare con la lingua su di essi, poi prese uno dei capezzoli e se lo mise in bocca succhiandolo. Io gli afferai i capelli e lo trattenni sul mio petto.
Si staccò, mi alzò la gonna e spostò le mutandine cominciò a stimolare il mio clitoride ( Cazzo quant'era bravo).
Con voce tremante gli sussurai:
- Ti - ti - prego, fa piano.
Lui mi guardò e, con voce affanosa carica di piacere, rispose:
- Non potrei mai farti del male.
Continuava a stimolare la mia femminilità con le sue possenti mani, non resistevo più, volevo che mi possedesse.
- Smettila di torturarmi, fammi tua - gli dissi in preda ad un brivido di piacere.
Non se lo fece ripetere una seconda volta, tolse le mie mutandine e si sbottonò i pantaloni, uscì fuori il suo pene, era eccitatissimo, finalmente stava per farmi sua. 
Improvvisamente la porta si spalancò. Merda! Impulsivamente mi coprì dietro Castiel. Era Rosalya che appena capì la situazione disse:
- Scusate, non volevo, volevo solo dire a Evelyn che Nathaniel è andato via e non ti romperà più le palle. Io vado.
Come un fulmine andò via, era chiaramente turbata, era l'unica che era al corrente dei miei sentimenti nei confronti di Nightmare e sicuramente si sarà sentita in colpa.
Dato che quel momento fu rovinato decisi di ricompormi.
- Porca puttana è già la seconda volta oggi che veniamo interrotti - esclamò Castiel.
Si vedeva che era arrabbiato, cavolo lo ero anch'io, finalmente stavo per fare l'amore con la persona che amavo e, per ben due volte eravamo stati interrotti.
Sapevo che non si sarebbe più creata una situazione simile, dovevo fare in modo che si ripetesse, mi feci più intrepida, lo desideravo ardentemente. Immediatamente, senza pensarci, gli dissi: 
- I miei sanno che stasera rimango a dormire da Rosa, posso restare qui dopo la festa e continuare il conto in sospeso.
Mi portai una mano alla bocca, mordendomi anche la lingua, che cazzo avevo detto!
Morivo di vergogna, ma cosa mi era saltato in mente.
Castiel aveva uno sguardo beffardo (eh ti pareva!), fece un cenno di vittoria seguito da una frase:
- Bene, bene, bene, lo sapevo che volevi che io fossi la tua prima volta. Zio Castiel lascia il segno.
- Ma smettila imbecille, non tirartela, se voglio che tu sia il primo è per il semplice fatto che non voglio che sia una persona di cui possa pentirmi, ti voglio bene, non mi faresti mai del male, sei perfetto. Però, dato che la pensi in modo sbagliato, sai cosa ti dico???? Smanettati il tuo aggeggio da solo, hai perso l'occasione.
Che bugiarda che fui, mannaggia a me e al mio essere impulsiva, adesso non sarei più stata con lui. Doveva per forza fare il cretino?????
Aprì la porta per andarmene, quando Castiel mi prese da dietro, premendo il suo bacino contro il mio, la sua virilità era ancora accesa. Emisi un sussulto. Si avvicinò al mio orecchio e con voce eccitante mi disse:
- Lo senti Evelyn, senti come ti desidero. Mmmmm ho una voglia matta di te, stasera ti farò ringraziare dio di essere donna.
Mi girai verso di lui e con le mie mani accarezzai il suo cavallo (mi aveva trasmesso la sua perversione. Ok, anche io ero diventata una pervertita) e gli risposi:
- Vedremo, anche se ho i miei dubbi.
Tornai a voltarmi e uscì dalla stanza, volevo provocarlo, anche se avevo la pelle in fiamme.
Quando tutti andarono via, focalizzai nella mia mente quello che stava per succedere.
Ero nervosa, agitata, facevo avanti e indietro. Stavo per fare l'amore per la prima volta, no sesso, puro e semplice amore.
I miei pensieri vennero interrotti dalla presenza di Castiel alle mie spalle, mi abbracciò. Portò le sue labbra al mio orecchio dicendomi, con voce suadente:
- Evelyn sei sicura di voler fare questo passo con me?
Mille brividi attraversavano la mia schiena, seguite da delle fitte sul mio ventre.
Sospirai e, girandomi verso di lui per poterlo guardare nei suoi bellissimi occhi grigi, risposi:
- Voglio che la mia prima volta sia con con qualcuno per cui non provo nulla, ma al quale voglio un gran bene, così non potrò mai pentirmene. Se mi fossi innamorata di tuo fratello Nathaniel, probabilmente, mi sarrei concessa a lui e poi? Mi avrebbe gettato via, facendomi solo del male e farmi pentire di essere andata a letto con lui. Tu, invece, anche se rompi le palle continuamente, mi vuoi bene, non mi faresti mai del male. Meglio un amico che un coglione.
Che gran cazzata che avevo detto, in realtà la mia mente diceva altro ( ti amo. Ti amo da impazzire, ecco perché voglio fare l'amore con te. Ma tu non mi ami e io non voglio perderti, anche se mi userai solo per questa notte).
Dopo le mie parole quel bulletto mi prese fra le braccia, mi portò in camera sua, con delicatezza, mi poggiò al letto e si mise sopra di me.
In quel momento il mio cuore sembrava che stesse quasi per esplodere. 
Respiravo affannosamente, ero troppo nervosa.
Castiel, vedendo la mia agitazione, cercò di rassicurarmi:
- Non preoccuparti piccola, ricorderai questa notte, la ricorderai per sempre, andrà tutto bene.
Già per sempre tzè, peccato che sarà la prima e l'ultima volta, dato che l'amore è per i deboli e tu non lo sei, invece io lo sono perché sono pazzamente innamorata di te. Pensavo questo, fino a quando Castiel affondò la sua bocca sulla mia. 
Le nostre lingue si intrecciaro, avide, vogliose. I nostri respiri si fecero più pesanti.
Mi staccai da lui, poggiai la mia mano al suo petto, incitantandolo a sedersi e mettermi a cavalcioni sul suo sesso, coperto dai vestiti, ma sentivo benissimo la sua virilità. Delicatamente gli tolsi la maglietta per poi avvetare, nuovamente, le sue labbra, strofinando la mia femminilità eccitata sulle sue gambe.
Si sdraiò sul letto e inizia a baciarlo su tutto il corpo fino ad arrivare all'orlo dei suoi pantaloni, cercai di sbottonarli, tremavo un pochino,ma alla fine ci riuscì. Le sue mani erano in tutto il mio corpo che lo desiderava ardentemente. Gli abbasai i pantaloni e i box, guardandolo con malizia, volevo farlo impazzire.
In un gesto fulmineo mi capovolse, adesso ero io sotto di lui.
Mi strappò, letterarmente, il top e il reggiseno avventandosi sul mio seno, lo leccò, succhiò, lo morse, giocava con i miei capezzoli, mi mandava in estasi.
Gemevo, ero vogliosa di lui.
Le sue mani si abbassano sulla mio ventre, alzò la gonna, aprì leggermente le mie gambe, guardandomi negli occhi carichi di piacere, abbassò la testa sulle mie cosce, involontariamente, chiusi le gambe, a quel punto mormorò:
- Apri le gambe Evelyn.
Lentamente, deglutisco, aprendole di nuovo. Con la sua lingua percorse tutto il mio interno coscia. Quando si avvicinò al centro del mio piacere, alzai il bacino, lui ne approfittò per togliere il mio intimo. Poteva farmi sua in qualsiasi momento, ma voleva torturarmi ancora. Con la lingua sfiorò il mio clitoride, ansimai, misi le mani fra i suoi capelli, allargando di più le gambe. La sua lingua si spostò verso l'interno della mia vagina, mentre con un dito continuava a stimolare il mio clitoride, muoveva quella lingua dentro di me. Iniziai a percepire delle leggere scosse, seguite da brividi di piacere, stavo per raggiungere l'orgasmo. Lui capì e continuò senza fermarsi.
Inclinai la testa all'indietro, quando raggiunsi l'apice. Ero in paradiso. 
Risalì lungo il mio corpo e, sempre più voglioso, mi sussurò:
- Sei davvero sicura di voler essere mia stanotte?
- Siiii, Castiel fammi tua - gli risposi.
Si appoggiò su di me, baciandomi, lentamente, iniziò a penetrarmi. 
Un forte dolore mi pervarse, chiusi gli occhi ed emisi un urlò e una lacrima mi rigò il viso. Affondai le mie unghie nelle sue spalle, e gli morsi la spalla, non volevo urlare, anche se mi stava lacerando. 
Sibilando, fra i gemiti, mi chiese:
- Ti faccio male? Vuoi che smetta?
Io, mi morsi il labbro, e scossi il capo.
Sorrise dicendomi:
- Tanto non mi sarei fermato.
- Cretino - gli dissi, mordendolo più forte.
- Resisti piccola, solo un altro po' - mormorò.
- Fa piano - gli risposi sorridendo.
Continuò a spingere e a poco, a poco, i miei gemiti di dolore, furono sostituiti da quelli del piacere.
Castiel si accorse che non soffrivo più e aumentò i movimenti, io li assecondai, le mie mani si serrarono ai suoi capelli, gridai appena raggiunsi l'orgasmo una seconda volta.
Ad un trattò si fermò, non ci misi molto a capire che stava per venire anche lui. Uscì delicatamente da me e io presi in mano il suo fallo e lo portai alla mia bocca. Stando attenda ai denti, iniziai a leccarlo e succhiarlo, prima lentamente, poi velocemente. Stavamo godendo entrambi.
Avvolto dal piacere disse:
- Togliti, sto per ven.......
Non lo feci, sapevo che era una cosa che faceva impazzire gli uomini, continuai, guardandolo con malizia.
Spinse la mia testa più affondo, vedendomi in bocca.
Lo guardai, l'avevo spiazzato. Mi accarezzò la guancia e io mi poggiai a lui.
- Castiel - lo chiamai.
- Mmmmm - rispose lui riprendendo fiato.
- Ti ho deluso? - gli chiesi, quasi spaventata.
Lui non rispose, si limitò ad abbracciarmi forte. 
Ci addormentammo ognuno fra le braccia dell'altro.

Quel ricordo meraviglioso fu interrotto dalla voce di Rosalya.
- Evelyn sono qui, muoviamoci. Stasera Castiel penderrà dalle tue labbra.
- Si, sicuramente - gli risposi sarcastica.
Lei mi guardò malamente dicendo:
- Sei davvero convinta che tu non gli piaccia. Ti sbagli cara mia.
Non mi lasciò il tempo di rispondere che mi diede un vestitino dalla scollatura vertiginosa, cortissimo, per i miei gusti. Stetti zitta, in fondo mi stava aiutando, mi avrebbe uccisa se mi fossi lamentata.
Lo indossai, contemporaneamente, mi truccava.
Quando finimmo, la ringrazia e corsi via come un fulmine.
Mentre camminavo mandai un sms a Castiel per avvisarlo che stavo arrivando:
" Nightmare sto arrivando, sarò la ragazza con il vestitino nero".
Mi rispose quasi subito:
"Sarò l'uomo più fortunato del mondo".
Leggendo quelle parole sorrisi, quando voleva, sapeva come rendermi felice.
Arrivai al ristorante, un signore, gentilmente, mi apre la porta permettendomi di entrare. 
I miei occhi si posano immediatamente sull'uomo che invade le mie fantasie. Il suo sguardo è pensieroso, sorseggia la sua birra nervosamente, chissà perché!
Continuai ad osservarlo, aveva un look diverso dal solito. Indossava una camicia nera e un pantalone dello stesso colore. Era elegantissimo, bellissimo e la sua collana con il plettro, lo rendeva inresistibile.
Mi capitava spesso di guardare quell'accessorio per ore.
Timidemente, mi avvicinai e dissi:
- Buonasera.
Lui gi girò di scatto, appena mi vide, i suoi occhi si illuminarono.

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