Cara Jane

di Cara93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mary Bennet ***
Capitolo 2: *** Catherine Bennet ***
Capitolo 3: *** Mrs Bennet ***
Capitolo 4: *** Mr. Bennet ***
Capitolo 5: *** Caroline Bingley ***
Capitolo 6: *** Charlotte Collins ***
Capitolo 7: *** William Collins ***
Capitolo 8: *** Lady Catherine De Bourgh ***
Capitolo 9: *** Lady Anne De Bourgh ***
Capitolo 10: *** George e Lydia Wickham ***
Capitolo 11: *** Avviso da Jane ***



Capitolo 1
*** Mary Bennet ***


Gentile Miss Jane Austen, autrice di Orgoglio e Pregiudizio,
mi sento molto offesa e oltraggiata da come la vostra penna abbia consegnato nelle imperiture memorie dei posteri la descrizione affettata e stereotipata del mio carattere. Avete descritto la mia persona come saccente, poco incline al mondo, noiosa e grigia. Gradirei da voi delle scuse immediate e la garanzia di un roseo e felice futuro. Sono certa che la vostra svista, più che giustificata alla luce della banalità degli argomenti, non sia stata intenzionale e che la gogna fittizia che mi avete assegnata possa essere un monito alle dame che dopo di voi tenteranno la greve impresa di affidare alla carta pensieri, imprese e, più semplicemente, storie.
Vorrei anche che rispondeste ad una semplice e modesta domanda: perchè non avete ritenuto opportuno che una fanciulla con le mie qualità non trovasse il proprio destino?
In fede, vostra
Mary Bennet

Cara Sign.ina Mary Bennet,
se il mio piccolo tentativo ha urtato la vostra sensibilità, me ne scuso. Avete ragione, il mio comportamento nei vostri riguardi è stato oltraggioso. A mia discolpa, ritengo che un personaggio della vostra levatura non fosse degno di essere descritto dalla mia debole propensione alla scrittura. Non ho ritenuto degno di voi che io scrivessi la vostra storia e del vostro luminoso futuro e soprattutto che questo comparisse in un libello di poco conto quale io ho scritto.
Spero di essere stata abbastanza esaustiva,
Per sempre vostra,
Jane Austen 

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Capitolo 2
*** Catherine Bennet ***


Cara Jane,
spero di potervi chiamare per nome, considerato che avete scritto di me, più o meno. Mi avete descritta come succube di mia sorella minore, Lydia. Non è affatto vero. Tanto per cominciare, i miei abiti sono più eleganti dei suoi. Poi, sono più vivace. Solo il caso ha giocato a favore di Lydia, permettendole di sposare il caro Wickham. Poi, essendo più piccola delle mie sorelle maggiori, è ovvio che Mr. Darcy abbia preferito mia sorella Elizabeth, a lui più affine per età e per di più molto più tollerante di me riguardo la maleducazione di certi "signori". Per di più, Mr Darcy non permette a Elizabeth di dare molti balli. Così come potrò mai trovare marito? Mr. Bingley, invece, è molto più urbano, ma la sua età non l'avrebbe mai reso un partito appetibile. Dà molti balli, ma le persone che vi partecipano sono talmente noiose! Potreste aiutarmi, per favore?
P.S. Per favore, fate in modo che la mia sorte non sia simile a quella della povera Charlotte Lucas, ora signora William Collins.
Con affetto, vostra
Catherine "Kitty" Bennet

Carissima Catherine "Kitty",
certo che potete chiamarmi per nome. Immagino che la parola "succube" fosse sbagliata nel vostro caso. L'evidenza di questo fatto, come avete sottolineato, sta negli abiti, nella loro fattura e nella loro eleganza. Non saprei come potervi aiutare, considerando che conduco vita ritirata non saprei chi presentarvi. Ma sono certa che il generale Custer e l'ammiraglio Nelson, qualora cercassero moglie, troverebbero in voi la coniuge perfetta. Probabilmente, tra i militari trovereste fertile terra per la vostra vivacità.
Vi auguro ogni bene,
Jane Austen

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Capitolo 3
*** Mrs Bennet ***


Sign.ina Austen,
sono indignata. Talmente tanto, che non so come esprimere i miei sentimenti. Tutte le mie figlie, sottolineo tutte, meritano un brillante matrimonio. Certo, tutti i miei conoscenti, i miei fratelli dicono di ritenermi fortunata, in quanto tre delle mie ragazze e sottolineo tre, di cui una a soli sedici anni, si sono maritate e brillantemente, per di più! Lizzie, quella testarda, ha convolato a nozze con un titolato e dire, che dopo che aveva rifiutato Mr. Collins, mi ero terribilmente adirata con lei! Jane, la mia meravigliosa Jane, è entrata nel cuore di Mr. Bingley, un buon matrimonio, anche se non pari a quello di Lizzie. Lydia, la mia piccolina, ha sposato un uomo affascinante. Avessi avuto io la fortuna sfacciata di Lydia e invece, mi è toccato Mr. Bennet, che poverino, non vivrà abbastanza per vedere le sue ultime due figliole maritate. Vi ringrazio infinitzmente per la pazienza e per la gentilezza nell' esaudire la mia richiesta.
Vostra,
Mrs. Bennet

Gentile Mrs. Bennet,
sono lieta della vostra fortuna e mi dispiace che le vostre due ultime figliole non abbiano raggiunto il loro lieto fine. Devo ammettere, però, che non ho ben compreso la vostra richiesta. Siete stata molto gentile e chiara nell'esposizione delle vostre gioie e dei vostri dolori. Ma non saprei come aiutarvi. Vi sono molto vicina, in quanto anch'io vivo nella grigia situazione delle vostre figlie. Il mio lieto fine è lontano, non ho più speranze, ormai, giunta alla veneranda età di trent'anni. Ma, cara signora, la speranza è l'ultima a morire. Le sue figlie sono ancora giovani e hanno ancora tutta la vita davanti. Non perda la speranza.
Sono con voi, in fede
Jane Austen

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Capitolo 4
*** Mr. Bennet ***


Gentile Miss Jane Austen,
vi ringrazio per la cortesia che avete riconosciuto alla mia famiglia scrivendo delle nostre vicende matrimoniali. So che mia moglie vi ha scritto. Probabilmente la sua missiva sarà stata disordinata e incomprensibile, un po' come lei. Sono anche a conoscenza delle lettere che le mie figliole minori vi hanno mandato. Io vi chiedo, cortesemente, di ignorarle. Se una cosa mi ha insegnato la disavventura con l'allora capitano Wickham è il buonsenso. E non credo che nella nostra casa ce ne sia rimasto molto, ora che le mie maggiori si sono allontanate dal seno famigliare, come ben sapete. Mi auguro solo che i poveri diavoli dei miei generi, presenti e futuri, non si debbano lamentare della consorte che si sono scelti. Ora è giunto il momento delle preghiere, direi.
La mia unica richiesta è semplice, Miss. Vi prego, considerato che siete la fautrice del nostro destino, in quanto personaggi di vostra invenzione, non fatemi morire prima di Mrs. Bennet.
Spero di non avervi annoiata,
Mr. Bennet

Egregio Mr. Bennet,
vi ringrazio molto. Ascoltare le mie creature, esattamente come un genitore dovrebbe fare con il proprio figlio, è per me un privilegio. Il mio intento era non proprio dilettare il pubblico, come molti credono, ma vomitare le mie idee. Molti descrivono la scrittura come un parto. Per me non è affatto così. Per me è un pugno nello stomaco, un vortice che cresce, spinge e si agita finchè non fuoriesce. Non so perchè vi sto raccontado le mie sensazioni. E raccontare la vostra storia, la storia di tutti voi è stato esattamente questo: un vortice. O meglio, un uragano buono. O almeno lo spero. Perciò, no. Non mi sognerei mai di far del male ai miei personaggi. Punirli per la loro stoltezza, invece si, ma ciò non significa far loro male, anzi, significa fargli crescere. Gli sbagli fortificano tanto le creature di carta quanto quelle di carne.
Fidatevi delle mie rassicurazioni,
Con affetto,
Jane Austen

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Capitolo 5
*** Caroline Bingley ***


Cara Miss Jane Austen,
mio fratello ha sposato Jane Bennet. Che eresia è mai questa? Avrebbe dovuto sposare Georgiana Darcy, il perfetto angelo del focolare. E il signor Darcy ha sposato Elizabeth Bennet. Avrebbe dovuto sposare me, per completare il felice quadro famigliare. Da voi, mi aspetto solo una spiegazione. Perchè avete privilegiato un quadro campestre, anonimo e di poco valore al posto di un ritratto famigliare perfetto, illustre e che verrà ricordato di generazione in generazione? Si, devo ammettere che mia cognata Jane, non è incolta e rozza; è discretamente bella; fin troppo buona e gentile. Ma il mio Charles meritava di meglio. Di molto meglio. E che dire di Elizabeh Bennet? Una provinciale altezzosa, una snob alla rovescia; non ha dalla sua neppure l'attenuante della bellezza. E la loro famigerata famiglia? Ancora non mi capacito di essere imparentata con quelle donne.
Vi prego. Desidero una spiegazione.
Vostra,
Caroline Bingley

Cara Miss Bingley,
si da il caso che le scene campestri siano quelle più rilassanti e godibili. E che, dopo un paio di generazioni, i nomi dei componenti di un ritratto di famiglia cadano nel dimenticatoio. Preferireste essere dimenticata o far parte, come un papavero in un campo arato a mezzo, di una scena che non necessita di spiegazioni noiose? Detto ciò, il mio intento non era quello di danneggiare il vostro quadro. Mi dispiace deludervi, mia cara Miss Bingley, ma credo  che se non fossero comparse Miss Bennet e sua sorella, la vostra famiglia non sarebbe stata privilegiata comunque, o almeno non nel senso di superiorità che voi credete. Vedete, per persone del ceto di Mr. Darcy, e non sto parlando di lui, badate, solo chi fa parte del suo ceto è alla sua altezza. E mi dispiace deludervi, voi e vostro fratello sareste partiti alquanto svantaggiati. Se vi avessi favorito, ora voi sareste una Elizabeth Bennet, che tanto disprezzate. E vostro fratello sarebbe stato ritenuto un capitano Wickham qualunque. Spero di non essere stata eccessivamente franca e avervi offesa.
Vostra,
Jane Austen 

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Capitolo 6
*** Charlotte Collins ***


Cara Miss Austen,
vi ringrazio per la cortesia che mi avete fatto. So che, contrariamente a ciò che si pensa, nessuna donna anela allo zitellaggio. Io per prima. Infatti, mi sono subito lanciata a mani basse sul pretendente che la mia migliore amica, Miss Elizabeth Bennet, aveva testè rifiutato. Capisco ora che è stato un errore. Non per Mr. Collins in sè, anche se ammetto che non sia esattamente il principe che ogni donna sogna; non troppo bello, troppo logorroico e ha la particolare capacità di trasmettere agitazione anche nel soggetto più placido. Troppo ossequioso, a volte un filo imbarazzante. No, non è colpa del soggetto, anche se sarebbe un'ottima ragione. La colpa è mia. Non mi sono saputa bastare. Ho avuto paura delle ripercussioni economiche. Ho avuto paura di me come donna. Questa è la mia punizione: il matrimonio. Volevo informarvi che ho capito. E che vi ringrazio. Se avrò la fortuna, anche se alquanto remota ormai, di avere delle figlie, trasmetterò loro questo insegnamento:accettatevi per quello che siete, accettate la condizione sfortunata di essere nate donne, senza indipendenza alcuna. Non rimpiangete nulla, anzi, affrancatevi e superate voi stesse.
Ancora grazie,
Vostra,
Charlotte Collins

Carissima Mrs. Collins,
io non avevo alcuna intenzione di punirvi. Intendevo solamente darvi ciò che desideravate. Un marito. E vi ho accontentata. Non era una punizione, quantomeno non voluta. Ma avrei dovuto metterlo in conto, vista l'originalità del gentiluomo in questione. Le scelte si pagano. Le conseguenze sono lo scotto delle nostre aziono. Avete ragione. Ma tutto insegna. Tutto aiuta a migliorarsi. Le vostre figlie, se ne avrete, e sono sicura di si, sarebbero orgogliose di voi. Di come siete diventata fiera ed orgogliosa, non delle vostre qualità, ma del vostro essere. Puro e semplice.
I miei migliori auguri,
Per sempre e sinceramente vostra,
Jane Austen

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Capitolo 7
*** William Collins ***


Cara Miss Austen,
vi scrivo come vostro ammiratore speciale, deluso però, dalla piega degli eventi. La vostra penna sarebbe risultata più degna, più celebre e più particolarmente acuta, se, invece di trattare delle mie sfortunate cugine, vi foste rivolta ad un argomento quantunque più interessante: le lor signorie Lady Catherine De Bourgh e sua figlia. Come poter immaginare soggetti più meritevoli? Come poter privilegiare qualunque altro soggetto? La grazia, la bellezza e l'acume sconfinato delle signore in questione, già di per sè hanno quel qualcosa che nel vostro scritto manca. Ma se queste straordinarie figure fossero state esaltate come giustamente dovrebbero e come io, nel mio piccolo tento di fare, anche se, a vostro paragone, mi reputo uno scribbacchino, ebbene la felicità di queste donne, sarebbe stata Mr. Darcy. Lo stesso Mr. Darcy che ora sta è la metà di mia cugina Elizabeth. Non potete immaginare l'imbarazzo nello scoprire che mia cugna Elizabeth avrebbe rappresentato la fine della felicità di Lady Anne De Burgh. Per fortuna, nella sua magnanimità Lady Catherine, che è sempre enorme, più di quanto io, misero, meriti, ha saputo perdonarmi. Credo, quindi, che dobbiate delle scuse alle signore in questione e che per farvi perdonare, possiate scrivere delle loro straordinarie qualità e virtù, della loro benevolenza e della loro prodigalità meglio di quanto possa fare io,
Misero,
Mr. William Collins

Gentile Mr. Collins,
non credo che io sia in grado di esaltare le virtù delle dame che riferite meglio di voi. Anzi, sono convinta che neppure gli angeli, con i loro sublimi cori, o le muse con i loro canti potrebbero essere in grado di portare a termine l'impresa. Ed è anche per questo che ho scelto come soggetto la vostra famiglia. Non sarei stata la persona adatta a rendere giustizia alla perfezione delle figure che esaltate. Mi scuso se il vostro rapporto con Sua Signoria ha avuto delle intaccature e sono felice che questa incrinatura non sia durata molto, e che in futuro possiate essere degno di vivere la vostra vita a fianco di Lady Catherine De Bourgh.
Vostra,
Jane Austen

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Capitolo 8
*** Lady Catherine De Bourgh ***


Miss Austen,
la vostra cortesia è vana. Il vostro intelletto è scarso e il vostro giudizio ottenebrato. Mio nipote, Mr. Darcy, sposato a quella piccola, insulsa campagnola. Immagino sia uno scherzo. Perchè l'unica degna di sedere al fianco di Fitzwilliam Darcy è e sarà sempre la mia Anne. Lei, immagine della purezza. Lei, così modesta e aggraziata. Così educata e fine. Chi meglio di lei avrebbe potuto adempiere al ruolo di moglie? E invece, avete scelto quella popolana, proveniente da una dubbia famiglia. Senza qualità, ma dalla lingua affilata e veloce, pur nella mancanza di giudizio delle sue considerazioni. Lei, senza talento alcuno. Per di più cugina di quell'inetto, viscido e purtroppo, mio vicino di casa, Mr. Collins. Perchè non avete fatto in modo che accettasse la sua proposta? Perchè avete dato a quella povera Charlotte la croce di un marito simile, alla mia Anne la solitudine e la malattia e a quell'insulsa ragazzetta tutto? Esigo una vostra risposta.
Sua Grazia,
Lady Catherine De Bourgh

Vostra Grazia,
capisco il vostro punto di vista. Posso solo immaginare il vostro dispiacere e la vostra indignazione. Ho creduto, forse a torto, forse no, che la felicità di vostro nipote albergasse in Elizabeth Bennet. Vostra figlia, sono sicura avrà possibilità più grandi e che debba essere grata a voi e al destino se non si è dovuta accontentare di Mr. Darcy. Il futuro di Anne potrebbe vedere come protagonista un principe russo, un duca francese o uno sceicco arabo e voi, avreste tarpato le ali alla vostra pupilla imprigionandola in un legame indegno di lei.
Sero che le mie parole non vi offendano,
Vostra,
Jane Austen

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Capitolo 9
*** Lady Anne De Bourgh ***


Cara Miss Austen,
immagino che la mia lettera non vi sia sgradita. Non vorrei annoiarvi con lamenti e piagnistei inutili riguardo a un ipotetico cuore spezzato. Perchè non esiste. Il matrimonio di mio cugino, Mr. Darcy, non mi ha minimamente toccato, è un uomo adulto e consapevole delle proprie scelte. Non così la pensa mia madre. Crede che mi sia stato fatto un torto. Il torto sarebbe stato fatto sia a me che a Darcy, se ci fossimo sposati sarebbe stato enorme. Più del presunto danno causato a me. I nostri due caratteri insieme sarebbero stati il principio verso l'apocalisse. Perchè sono figlia di mia madre. Credo di essere estremamente snob, noiosa, ipocrita, pronta alle critiche, fredda e autoritaria. Esattamente come lei. Non ho potuto crescere in modo diverso. Immagino abbiate avuto le vostre buone ragioni per dotare mia madre di tale carattere e, di conseguenza, trasmetterlo, per educazione a me. Non vi chiedo di spiegare le vostre ragioni, ma solo di darmi una sorta di conforto, se potete.
Vostra,
Lady Anne De Bourgh

Gentile Lady Anne,
sono dell'avviso che non sia l'educazione a renderci simili ai nostri genitori e neppure una sorta di imitazione. Sono convinta sia una scelta. Miss Bennet e Miss Elizabeth Bennet, a loro tempo, hanno deciso di non assomigliare alla madre e così è stato. I nostri genitori possono fungere, non solo da modello positivo, ma anche da modello negativo. Io stessa ho provao sulla mia pelle la presenza di una madre un poco oppressiva. Vi capisco e, davvero, vi auguro ogni bene. Spero che capiate come potervi affrancare da lei e volare libera. Spero che non uccidiate la vostra anima per una sorta di vendetta contro vostra madre. Non ne vale la pena.
Buona fortuna,
Con affetto,
Jane Austen

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Capitolo 10
*** George e Lydia Wickham ***


Cara Jane Austen,
non mi è piaciuto il modo in cui avete trattato mio marito. Il caro Wickham non è come lo descrivete. Lui è un uomo buono, non mi fa mai mancare nulla. Non è quel cialtrone che mia sorella Elizabeth e suo marito crede. Ora che non è più capitano si arrabatta come può, ma i soldi mancano sempre. Oggi ha cambiato lavoro, mi ha detto di essere diventato segretario di un nobilotto, niente a che vedere con gli ambienti a cui è abituato, ma è un lavoro che gli ha procurato Bingley e non poteva rifiutare. Ma meriterebbe di meglio, molto meglio. So che voi non potete fare nulla, ma credo che una buona parola possa giovare, non credete anche voi?
Grazie dell'attenzione,
Vostra,
Lydia Wickham

Cara Jane Austen,
so che mia moglie vi ha scritto. Spero vivamente che non vi abbia annoiato con le sue chiacchiere. Ho sempre creduto che Lydia sia stata la mia più grande disgrazia. Una ragazzina viziata, inutile e capricciosa. Se avessi potuto scegliere, avrei preferito Elizabeth, che ha più cervello e forse, sarebbe stata più interessante. Maledico ogni giorno il colpo di testa che ha spinto quella ragazzina nel mio letto, obbligandomi a "riparare" all'errore. Fortuna sono riuscito a rimediare qualche spicciolo dalla disgrazia. Certo, se Lydia fosse stata ricca quanto Georgiana, avrei avuto meno rimpianti. Non potete immaginare come sia gratificante essere la causa della disgrazia di una donna altolocata. Desidero con tutto il cuore liberarmi di lei, ma non posso, senza creare uno scandalo e perdere ogni mezzo di sostentamento. E non solo perchè Lydia è estremamente noiosa, ma anche perchè ho un nuovo giocattolo: Grace. Ho conosciuto Grace in un bordello poco fuori Londra, quando sono stato assunto come segretario da un amico di Bingley, mio cognato. Grace è una puttana, viene da una famiglia umile, ma il suo cervello, la sua intelligenza mi affascina, molto più del suo corpo, che, anche se non penso sia un argomento che le vostre tenere orecchie possano ascoltare. Se Lydia non esistesse, potrei far di lei "una donna onesta" come si suol dire. O fuggire con lei verso lidi migliori. Ma Lydia c'è e ha alle spalle una famiglia, che nonostante la sua insulsaggine, la difende e sarebbe pronta a riportarmi all'ovile.
Scusatemi per questo sfogo,
Non vi volevo annoiare troppo,
Vostro,
George Wickham

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Capitolo 11
*** Avviso da Jane ***


AVVISO:
Mando questo avviso a TUTTI i personaggi di mia invenzione insoddisfatti.
Non credo di dovermi giustificare per le mie scelte. Vi ho dato vita e vi ho resi immortali. Non ho più alcuna intenzione di leggere le vostre lamentele. Sono stanca di richieste di matrimonio a breve, di figli, di una salute migliore, di "riscrittura", di una nuova vita, di uno status sociale più consono, di un carattere diverso. BASTA.
Io vi ho dato vita, è vero.
Ma ora sta a voi. O meglio a chi ha voglia di raccontare le vostre vite. Come disse Ponzio Pilato: me ne lavo le mani. Sono malata, che diamine.
Vostra Jane Austen

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