Il cuore della pantera di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Il ricordo di una madre ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Benvenuta ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Grandiosa oscurità ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Il bambino della giungla ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Spiegazioni ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Dall’India all’Africa ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Nella giungla ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Miracolo di Natale ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Un principino albino ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Una vita da favola ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Il ricordo di una madre ***
Ringrazio
anche solo chi
legge.
Scritta
per la Fanfiction challenge II.
Prompt:
Incenso
Cap.1
Il ricordo di una madre
“Non
credevo che in
Russia usaste l’incenso” disse T’Challa.
Si sedette sul bordo della vasca da
bagno e guardò la spia russa immersa al suo interno.
La
donna allungò una
gamba, facendo volare una serie di bolle di sapone
dall’interno della stanza.
“Io
ho creduto che il
tuo popolo fosse il più avanzato del globo. Ora non fare tu
il razzista” lo
rimproverò.
L’africano
chinò il
capo, arrossendo.
“Perdonatemi”
bisbigliò.
Natasha
gli ticchettò
con il piede sulla gamba e ridacchiò.
“Ti
piace l’incenso?”
domandò.
Panther
socchiuse gli
occhi ed annuì.
“Sì.
Mi ricorda mia
madre” spiegò. Congiunse le mani, intrecciando le
dita dalla pelle nera.
“Com’era?”
chiese
Natasha. Si issò, mettendosi seduta. Il sapone le
scivolò lungo il corpo
pallido.
Il
giovane uomo sospirò
e si massaggiò il collo.
“Ho
solo sentito parlare
di lei. È venuta a mancare per darmi alla luce. Mio padre
diceva che gli dei
l’avevano chiamata a sé per renderla una dea tra
loro. Le aveva eretto un
tempietto e lì c’era sempre profumo di
incenso” spiegò.
Natasha
si sporse,
facendo ondeggiare l’acqua nella vasca e gli
appoggiò la guancia umida sulla
gamba. I capelli rossi, dai boccoli gocciolanti, le aderivano al viso.
“Certo
che siete
romantici nella vostra famiglia, dei veri principi”
sussurrò Nat.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Benvenuta ***
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Partecipa alla fanfiction challenge II:
prompt: tribù
Cap.2 Benvenuta
Natasha scattò un paio di
fotografie, inquadrando con l’obiettivo
il palazzo davanti a lei. Dietro una titanica tenda blu,
c’era un grattacielo
senza finestre, arancione, con una serie di cupole verdi e torri di
cemento. Le
nuvole passavano sulla sua sommità, oscurando la superficie
aranciata.
“Con che coraggio vi
definite ancora una tribù?” domandò.
T’Challa
le mise una mano sulla spalla e le sorrise.
“Beh, io non ti avrei fatto
indossare un telo da mettere
sulla testa. Il mio popolo è avanzato, ma non quanto
vorrei” sussurrò. Natasha
lasciò penzolare la macchina fotografica sul proprio seno,
grazie a un laccio
nero intorno al proprio collo.
“Mi sta servendo. Qui sarei
morta di caldo” mormorò. Il
principe le accarezzò la guancia arrossata e sudata.
“Non dovresti rincuorarmi
così” le mormorò. Natasha
allungò
il braccio e indicò una delle due pantere di alabastro nero
ai lati del
grattacielo, alte quanto tre-quarti dell’edificio.
“Tu sei quella. Non
l’altra che si guarda intorno confusa,
ma proprio quella. Con aria seria e bellissima, mentre riflette il
sole”
spiegò. T’Challa ridacchiò e le mise un
braccio intorno alla vita.
“Anche quella statua ti
dà il benvenuto nel mio villaggio”
sussurrò.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Grandiosa oscurità ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Prompt:
tamburi
Cap.3 Grandiosa
oscurità
Natasha si affacciò dalla
balconata, il vento le faceva
ondeggiare i boccoli vermigli ai lati del viso. Chiuse gli occhi e
sospirò,
ascoltando il rumore di tamburi in lontananza, battevano ripetitivi con
un
ritmo veloce.
“Qualcosa non va, mia
principessa?” si sentì domandare. Si
voltò e vide Panther avanzare verso di lei, con passi
cadenzati.
“Metà dei miei
amici in questo momento sono dei fuggitivi e
abbiamo rischiato una guerra mondiale. Mi sembra di averli abbandonati
venendo
qui, con te, rinchiudendomi in questo paradiso mentre là
fuori il mondo è
prossimo alla guerra” spiegò la russa. Strinse gli
occhi e corrugò la fronte.
“Forse non sono la dea
pantera come pensi, ma solo una che
cerca disperatamente una vita normale. E il rumore di quei tamburi mi
calma,
nonostante sembri un battito cardiaco, il mio”
mormorò. T’Challa le si affiancò
e le prese la mano nella sua.
“Non li hai abbandonati.
Loro hanno scelto di essere dei
fuggitivi, loro hanno abbandonato te” ribatté. Si
appoggiò la mano di lei sul
proprio cuore.
“Quei tamburi rappresentano
la gloriosa oscurità nel cuore
della dea pantera e il fatto che tu lo riconosca come battito cardiaco,
vuol
dire che non mi sono sbagliata su di te. Ritirerò le accuse
fatte ai governi
mondiali, sperando che questo aiuti a fermare la guerra in Occidente
ancora per
un po’” rispose. Natasha lo baciò.
“Ti ringrazio”
sussurrò.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Il bambino della giungla ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
prompt: sacrificio
Cap.4 Il bambino della giungla
Natasha
si appoggiò alla parete di cemento arancione e si
nascose la bocca con la mano.
“Dimmi
che non è vero” sussurrò con voce roca.
Clint strinse
le labbra e chinò il capo, massaggiandosi la spalla.
“Mi
dispiace Natasha. Non avrei rischiato di essere
arrestato venendo qui se non fosse vero. Thor e Banner si sono
sacrificati per
fermare un mostro di nome Thanos. Stark sta indagando per capirci di
più”
spiegò. Natasha strinse le labbra fino a farle sbiancare ed
incassò il capo tra
le spalle.
“Non
ti presenti qui nemmeno per il mio matrimonio. E poi
appari dal nulla solo per dirmi che Bruce è morto. Come puoi
definirti mio
migliore amico?” ringhiò. Clint
giocherellò con il monile a forma di freccia
che portava al collo.
“Sono
qui per un altro motivo. Il sacrificio di Banner è
terribile, ma c’è di peggio”
spiegò. Si voltò e vide T’Challa
raggiungerli.
“Ossia?”
chiese Panther, affiancandosi alla sua regina.
Clint si voltò verso la russa.
“Lo
sai che erano anni che viveva in India”. Iniziò.
Natasha
prese la mano del marito.
“Sì,
ci nascondeva, ricordo” sussurrò. Clint
sospirò.
“Vedi,
aveva avuto un figlio con una nativa del posto. Il
bambino era cresciuto in mezzo alla giungla, è una specie di
selvaggio” spiegò.
Le iridi color smeraldo di Natasha s’ingrigirono.
“Un…
un bambino?” domandò. Clint si
mordicchiò un labbro.
“Sì
Nath, aveva adibito te come suo tutore” spiegò.
Panther
gonfiò il petto.
“Allora
sarà cresciuto qui come figlio mio”
sancì.
“Tu
lo faresti?” chiese Nat, voltandosi verso T’Challa.
Lui
le sorrise ed annuì.
“Sembra
essere la volontà degli dei” rispose.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Spiegazioni ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
prompt: famiglia
Cap.5 Spiegazioni
Natasha
camminava avanti e indietro davanti al letto
matrimoniale.
“…
Banner
diceva che non poteva avere figli…”. La sua voce
risuonava nella camera da letto. Panther era seduto ai piedi di una
statua di
marmo dalla forma di una donna con testa di pantera.
“Per
via di Hulk?” chiese. Natasha annuì un paio di
volte.
“Già,
si sarebbe trasformato” rispose. Black alzò il
capo e
osservò la luce della lampada elettrica.
“Ti
è venuto il dubbio che la donna lo abbia fatto con
Hulk?”
domandò. Natasha digrignò i denti.
“E
come mai non è morta?” sibilò.
T’Challa socchiuse gli
occhi e allungò le gambe sul pavimento.
“Potrebbe
essere stata una mutante anche lei, magari di
quelle quasi indistruttibili. Alcune sono di diamante”
ribatté. La Romanoff si
massaggiò il collo.
“E
allora come mai è morta?” borbottò.
Panther si grattò il
petto muscoloso e nudo.
“I
parti per i mutanti spesso sono mortali anche se i loro
poteri rigenerativi sono alti” ribatté. Natasha
allargò le braccia e sospirò.
“Forse
hai ragione tu, ma…”. Iniziò.
“Probabilmente
il bambino avrà delle sorprese da darci, ma
non importa. Pensa che così saremo una
famiglia”.
Concluse
T’Challa.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Dall’India all’Africa ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
prompt: cuor
Cap.6
Dall’India all’Africa
Natasha
guardò il ragazzino davanti a lei, la faccia
tondeggiante di lui faceva contrasto con il corpo, smagrito con le ossa
che
premevano contro la pelle rossastra. Il ragazzetto lasciava ondeggiare
le
braccia ossute, deglutiva ripetutamente e aveva gli occhi scuri
semi-nascosti
dalla zazzera mora.
“Sai
che assomigli tanto al tuo papà? Io sono Natasha, ti
parlato di me?” domandò la russa. Il ragazzino
sbatté un paio di volte le
palpebre.
“Uh
uh” grugnì. T’Challa si avvolse nel
mantello nero regale,
osservando i pantaloncini rossi che il ragazzino indossava come unico
capo di
abbigliamento.
“Ti
piace qui?” gli chiese. Il giovinetto scrollò le
spalle
ossute.
“Sempre
giungla è” borbottò. Natasha
indicò l’atrio intorno
a sé, illuminato dalla luce elettrica.
“E
la casa?” chiese. Il piccolo Banner sbatté un paio
di
volte il piede nudo sul pavimento.
“No.
Usciamo” si lamentò. Natasha cercò di
prendere la mano
di lui nella propria, ma il più giovane si scostò.
“Nel
giardino?” gli domandò.
<
E’ cresciuto con un padre spaventato dalla
civiltà,
ossessivo, compulsivo che diventava Hulk. E nel suo viso terrorizzato,
rivedo
lo stesso che aveva Bruce > pensò. Il giovinetto
scosse il capo facendo
ondeggiare i capelli mori.
“No,
giungla” ribatté. Natasha gli si era inginocchiata
davanti, T’Challa la raggiunse e si piegò a sua
volta.
“Non
preoccuparti, ce lo accompagnerò io. Spesso mio padre
mi ci portava a quell’età” disse alla
moglie, mettendole una mano sulla spalla.
“Stai
attento” disse la Vedova Nera. Sospirò, abbassando
lo
sguardo.
“Il
suo cuor è
come il nostro, anche nei nostri cuori batte
uno spirito selvaggio. Sentirà che siamo spiriti affini e ci
vorrà come
genitori” la rassicurò T’Challa. Il
giovinetto chiuse gli occhi e sorrise.
“Io
Mowgli. Voi mà e pà” rispose.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Nella giungla ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
prompt: braccio
Cap.7
Nella giungla
“Ti
piace davvero tanto stare qui” disse Panther. Il
ragazzino ridacchiò, era appeso a testa in giù al
ramo di un albero a cui si teneva
con le gambe. Dimenò le mani verso il basso e
ridacchiò, lasciandosi cadere. T’Challa
lo prese al volo e lo strinse a sé. Il figlio adottivo
ridacchiò. Smise
sentendo la terra tremare e piegò di lato il capo,
socchiudendo gli occhi.
“Elefanti?”
chiese. Panther negò con il capo e lo mise giù.
“Qui
non ce ne sono, ma tributiamo lo stesso grande rispetto
a queste creature perché la giungla fu creata dal dio
elefante” spiegò.
Il
giovinetto si morse l’interno della
guancia, strofinò un piede per terra ed annuì.
“Pà,
tu buono” sussurrò. Abbracciò il
più grande e gli
appoggiò la testa sul braccio muscolo.
“Braccio pà,
morbido” sussurrò. T’Challa gli
accarezzò la testa, scompigliandogli i capelli.
“Considera
tuo il mio braccio” rispose.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Miracolo di Natale ***
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Partecipa alla challenge 'Prompt sotto l'albero' di 'Il giardino di
Efp':
prompt: immagine nel link:
https://www.facebook.com/IlGiardinodiEfp/photos/a.1848993831981562.1073741848.1746939895520290/1859878847559727/?type=3&theater
Cap.8 Miracolo di Natale
Una lacrima rigò il viso
di Natasha, mentre la rossa
guardava fuori dalla finestra.
“Sapevamo che il bambino
avesse delle sorprese, ma che i
suoi altissimi poteri curativi potessero curare anche gli altri, era
inatteso”
sussurrò Panther. La raggiunse da dietro e le diede un bacio
sulla spalla.
Natasha sorrise e si pulì la guancia con il dorso della mano.
“Quando le sue mani si sono
messe a brillare e mi ha toccato
la pancia, non immaginavo certo la verità” ammise.
Il marito le passò una mano
sulla testa, sopra i morbidi capelli vermigli.
“I dottori non avevano
sbagliato. Ti ha proprio… curato”
sussurrò. Indietreggiò di un paio di passi. Dalla
finestra entrava la pallida
luce delle stelle. Natasha ascoltò il fruscio, simile a un
mormorio,
proveniente dalla giungla. Si voltò e gli sorrise, negando
con il capo.
“Curato è una
parola così riduttiva. Mi ha proprio
rigenerato degli organi esportarti” sussurrò.
T’Challa le sorrise.
La porta si aprì ed
entrò Mogwli, sbadigliando.
“Fate
voi cosa?”
domandò. I genitori adottivi gli sorrisero.
“Parlavamo del mio
personale miracolo di Natale” spiegò Nat.
“Questa è una
tradizione che nel mio regno era ignota”
sussurrò T’Challa. Natasha socchiuse le palpebre
facendo fremere le ciglia.
“Non ti piace?”
domandò. Le luci colorate dell’albero di
Natale le illuminavano il viso con diversi colori sgargianti,
accendendosi e
spegnendosi ritmicamente.
“A me…
piace” balbettò Mowgli. Cercò di
arrampicarsi sull’albero
di Natale, facendolo ondeggiare. T’Challa scoppiò
a ridere, raggiunse il figlio
e gli passò le braccia sotto le ascelle.
“Siamo felici che tu ti sia
abituato a non stare sempre
nella giungla e orgogliosi che tu dica qualche parolina in
più” disse
gentilmente. Lo sollevò, allontanandolo
dall’albero ancora tremante, e lo
rimise con i piedi a terra davanti a una finestra.
“Però che ne
dici di non arrampicarti anche in giro, come
prossimo passo?” domandò.
“In cambio puoi avere della
cioccolata” disse gentilmente
Natasha. Mowgli batté le palpebre un paio di volte e si
voltò verso di lei,
facendo ondeggiare i capelli a caschetto. Raggiunse la russa e le
indicò l’addome
rigonfio.
“Lui prende
cioccolata?” domandò. Natasha si
accarezzò il
ventre e sorrise, socchiudendo gli occhi.
“Il tuo futuro fratellino
la berrà attraverso la mamma”
spiegò.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Un principino albino ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla challenge 'I prompt del lunedì' di 'Il
giardino di Efp':
prompt: chiudi gli occhi
Cap.9 Un principino albino
Mowgli appoggiò le mani
sul bordo della culla e si sporse,
guardando il bambino all’interno della culla. La pelle
candida del piccolo e i
radi ciuffetti ricciolini rossi.
Natasha socchiuse la tenda e
osservò il bambino più grande
fissare il fratellino.
“Occhi rossi”
farfugliò Mowgli, indicando il neonato.
Natasha sorrise, socchiudendo le labbra vermiglie.
“E’ normale, il
tuo fratellino è albino” spiegò.
< E’
fortunato ad avere un fratello con poteri curativi, non sarebbe stato
facile
proteggerlo dalla luce del sole, altrimenti > pensò.
“Il figlio albino del Re
nero e della sua regina russa”
disse T’Challa entrando nella camera da letto. Mowgli si
portò le mani al viso.
“Tu dormi. Chiudi gli
occhi” disse al minore. Il piccolo
gorgogliò e allungò le mani verso il
più grande. Mowgli si coprì gli occhi.
“Chiudi gli
occhi” ripeté. Il più piccolo
imitò il gesto,
coprendosi il visino con le manine paffutelle. Mowgli sorrise e
saltellò fino
al padre, con i piedi nudi.
“Lui chiude gli
occhi” ripeté. Panther si piegò e gli
baciò
la fronte.
“Ha già capito
che quello che gli dici è per il suo bene e
ti ascolta. Hai un fratellino ubbidiente” disse. Mowgli gli
sorrise.
"Fratellino" ripeté.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Una vita da favola ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=QJzSmEbKUmw.
Cap.10 Una vita da favola
T’Challa sfiorò
la mano di Natasha con la propria, la pelle
scura di lui faceva contrasto con quella chiara di lei.
La regina era accomodata sul
davanzale della finestra. Il
vento faceva filtrare dei granelli di sabbia e alcuni
s’impigliarono nei
capelli vermigli della russa. La luce del sole le faceva splendere le
ciocche
di riflessi aranciati.
Le labbra della giovane tremavano
appena.
“I nostri figli crescono
sani e forti, come dei veri
guerrieri. Vorrei si applicassero allo stesso modo allo
studio” sussurrò T’Challa.
Il viso del re era contrato e teneva la fronte aggrottata.
“Sentimi, sembro mio
padre. Anche lui quando ero piccolo mi rimproverava per gli stessi
motivi”.
Aggiunse.
Natasha gli sorrise e
piegò di lato il capo.
“Perché ti
preoccupi per loro, gli vuoi bene, ma non devi
temere. So cosa vuol dire essere privati della propria infanzia,
lasciagli
godere la loro” disse. Prese la mano del marito nella propria
e strinse
delicatamente.
“Amano giocare insieme e
sono due fratelli molto uniti. Dopo
Thor e Loki, posso dire che non sempre tra i fratellastri o i fratelli
adottivi, questo avviene. Siamo fortunati… hanno preso il
tuo buon cuore”.
T’Challa si sporse e le
posò un bacio sulla guancia. Le sue
labbra erano bollenti a contatto con la pelle nivea e fredda della
moglie.
“Tu sottovaluti la
nobiltà e la dolcezza del tuo forte
cuore, mia sovrana” ribatté.
Le gote di Natasha si tinsero di rosa.
“E tu hai sempre delle
parole dolci da spendere per me”
ribatté Natasha. Piegò le sue labbra piene in un
sorriso.
T’Challa si
allontanò da lei e le lasciò andare la mano,
sorridendo a sua volta.
“Mai abbastanza. Ora vado a
controllare i ragazzi” disse. Si
voltò e alzò lo sguardo.
< Mowgli non fa altro che
ripetere che attende con ansia
il giorno in cui il suo fratellino sarà re. Sì,
siamo stati molto fortunati
> pensò. Il mantello nero sulle sue spalle scure
ondeggiava ad ogni suo
passo.
Natasha lo osservò
percorrere la loro camera da letto ed
uscire. Giocherellò con un monile d’avorio a forma
di freccia che portava al
collo e si voltò, osservando il suo regno fuori dalla
finestra.
“Vivo in una favola, io, la
vedova nera che è sempre stata
intrappolata in un incubo danzante” sussurrò.
Chiuse gli occhi e accentuò il
sorriso, mentre una lacrima le rigava il viso, brillando illuminata
dalla luce
del sole.
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