Confession

di Crateide
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***
Capitolo 5: *** 05 ***
Capitolo 6: *** 06 ***
Capitolo 7: *** 07 ***



Capitolo 1
*** 01 ***


 

 

 

 

Prompt: the last love song for you.

Da: _Aris_

Pagina: Il Giardino di EFP.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

No more white picket fences,

No more lace veils or vows,

No more "You're the only one" 'cause that's all done with now,

This is the last love song I'll ever write for you.

-  Last love song, ZZ WARD

 

 

 

 

 

 

 

Come avrei potuto immaginare che quella sera sarebbe stata l’ultima? Come potevo sapere che da quel momento in poi non sarei mai più stato il tuo Angelo della Musica, ma che mi sarei trasformato nel Mostro che appesta i tuoi peggiori incubi?

Chissà, forse avrei dovuto immaginarlo. Ricordo che in quella notte, nascosto dietro al dipinto dell’angelo, ero inspiegabilmente agitato, come se una tempesta mi scuotesse il petto. I tuoi occhi, invece, erano più languidi del solito e le lacrime ne bagnavano le ciglia nere. Avrei dovuto intuire quale tremenda spada di Damocle pendesse sui nostri capi dalla straziante melodia a cui abbiamo dato vita, dalle nostre voci che, unite, parevano un tetro lamento, un tristissimo commiato.

Per la prima volta abbiamo davvero cantato con l’anima. Lo sai anche tu, mia piccola Christine. Forse è stata la prima volta che il tuo puro spirito è riuscito a sfiorare il mio, a farlo fremere come le corde di un violino, a penetrarlo fino in fondo e a coglierne ogni sfaccettatura.

È per questo che sei fuggita via da me, mia Musa, mia amata? La mia anima ti ha spaventata a tal punto, ti ha disgustata fino a volerla rinnegare, allontanare, disprezzare? È forse per questo che alla fine sei scappata con lui, con il tuo Raoul?

Se solo quell’insolente Visconte non si fosse messo in mezzo, tu saresti rimasta qui con me per sempre!

E forse, adesso, staremmo intonando un’ultima canzone d’amore...

 

 

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Capitolo 2
*** 02 ***


 

 

Prompt: ti ho offerto la notte senza vedere che desideravi il giorno.

Da: _Aris_

Pagina facebook: Il Giardino di Efp.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ora che sono solo, certo che non ti rivedrò mai più, l’ho finalmente compreso.

Io ti ho offerto la Notte – la mia Notte – senza pensare, senza capire, che tu desideravi il giorno e la sua Luce!

Oh Christine, sono stato un folle egoista e adesso ne pagherò le conseguenze, trascinandomi in un’esistenza senza di te, come un’anima condannata per sempre sulle sponde dell’Acheronte, senza la speranza di posare l’occhio e il calcagno sui prati benedetti dell’Elisio.

Sono rivolti a te, Christine, questi miei ultimi pensieri, mentre m’infilo nel passaggio segreto e striscio nel dedalo di corridoi, lasciandomi alle spalle ciò che è stato e ciò che sarebbe potuto essere.

Non so nemmeno io perché mi sto salvando, perché non permetto alla folla di farmi a pezzi, di uccidere il Mostro che sono!

Nella mia miserissima vita mi hanno insegnato che quando si desidera qualcosa – o qualcuno – ciò che bisogna fare è prenderselo. Nel momento in cui nasce in te quel desiderio, l’oggetto delle tue brame ti appartiene, è tuo e puoi farne ciò che vuoi: me l’hanno insegnato gli zingari, me l’ha insegnato quel lontano Dio che – se esiste – si diverte nel vedermi soffrire!

È stato così per il teatro, per la musica e infine anche per te, mia Musa.

Ma non è questo l’amore, Christine!

Rispettare il tuo volere, è amore. Regalarti ciò che davvero desideri, è amore. Lasciarti andare, renderti libera, è amore...!

Ti chiedo perdono, Christine, per aver cercato di importi le tenebre del mio cuore.

 

 

 

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Capitolo 3
*** 03 ***


 

 

Prompt: ispirati alla poesia “Io sono” di John Clare.

Pagina facebook: we are out for prompt.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi fermo.

Tendo l’orecchio.

Nessun suono mi giunge, la folla ha smesso di inseguirmi. Prendo un profondo respiro e mi lascio scivolare lungo la parete rocciosa, versando le mie ultime lacrime.

Cosa farò adesso che ho perduto tutto, anche la mia identità? Se prima ero il Fantasma dell’Opera e l’Angelo della Musica, ora chi sono?
- Chi sono...? – sussurro raucamente, chiudendo gli occhi su una realtà che fatico ad accettare, che mi dilania come un ferro arroventato sulla pelle.

“Ma a chi vuoi che importi?” mi risponde una voce maligna nella testa, “sei e sarai sempre una creatura maligna e deforme!”.

Ha ragione. Ha dannatamente ragione. Non importa a nessuno, né alle persone che volevano uccidermi né a colei che fu la mia Musa.

Un brivido mi scuote in tutto il corpo, spezzandomi il respiro. Mi sfioro la metà sfigurata del volto e inorridisco. Alla fine, sono tornato ad essere il Figlio del Diavolo!

A cosa mi è servito sopravvivere, se adesso dovrò ricominciare tutto da capo, se adesso non ho più ragioni per vivere? Perché sono qui, nelle fogne di Parigi, disorientato e perso, nutrendo la vana speranza che si sia trattato tutto di un sogno?

E invece, quella che sto vivendo – perché io sono ancora vivo – è la cruda realtà. E fa male.

Avrei preferito morire, forse...

Oh Christine, non dimenticherò mai il tuo volto smarrito e pietoso, mentre ti confessavo il mio amore! Tutti i miei sogni sono andati in frantumi in quel disgraziato momento, quando senza rispondere mi ha donato l’anello che ancora stringo nel palmo e te ne sei andata via senza dir più nulla. Il solo pensiero che non ti rivedrò più mi devasta, mi abbatte, mi lacera cuore, mente e animo!

Mi rimetto in piedi, prendendo aria. Il lezzo delle fogne mi avvelena i polmoni. Gettò uno sguardo a destra e a sinistra e tutto intorno a me sembra uguale in questo dedalo di corridoi bui.

Ho bisogno di andar via, di abbandonare Parigi e di dimenticare, se possibile, ciò che ho visto, provato e vissuto. Cambierò anche animo, oltre al cielo, e spero che basti per lasciarmi scivolare addosso questo dolore che mi opprime il petto.

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** 04 ***


 

 

 

Prompt: non è amore il nostro, non lo è mai stato. Noi siamo innamorati del concetto che abbiamo l'uno dell'altra.

Da: Khamsa.

Pagina facebook: we are out for prompt.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo tutti questi anni, dopo tutto ciò che ho fatto per te, è davvero difficile ammettere che il nostro non è mai stato amore.

Non ti ho mai amato, Christine: è questa la verità che adesso brucia e mi tormenta. Me ne rendo conto solo ora, dopo troppo tempo.

Mi concedo un sorriso amaro, mentre le note di Beethoven riempiono l’aria intorno a me. E fremono come la mia anima.

Ho amato la tua voce, Christine, la tua innocenza e i tuoi occhi di bambina. Ti ho amata, come avrei potuto amare una mia creazione. Ed era così, infatti, che ti vedevo: tu eri mia, perché io ti avevo creato. Ho plasmato la tua voce e il tuo spirito come avrebbe fatto un artigiano con l’argilla e ti ho resa perfetta ai miei occhi, come desideravo che fossi. Eri talmente bella e attraente, da essere diventata una droga per la mia anima derelitta. Passavo le giornate nel tormento, in attesa che la notte arrivasse presto, solo per poterti udire cantare, solo per raggiungere con te l’Estasi. Quanto ho pregato affinché quelle ore si protraessero all’infinito, affinché tu rimanessi con me per sempre, avvinta dalla Musica della Notte!

Eri la mia splendente e irraggiungibile Musa, la fonte di tutta la mia ispirazione, ma nient’altro. Nient’altro, Christine. E l’ho capito solo ora, che forse è troppo tardi.

 

 


*  *  * *  *  *



 

Mi sono chiesta spesso se ti amassi. Quando ho accettato il tuo anello, Erik, l’ho fatto illudendomi che quel sentimento che mi si agitava nel petto, fosse davvero amore. Credevo davvero che avrei potuto amarti. In fondo, eri la Voce, eri il mio Angelo... perché non saresti potuto essere anche l’uomo della mia vita? Il tuo volto non mi ha mai disgustata e credo che, alla fine, l’avessi capito anche tu.

Avrei accettato volentieri di vivere nell’oscurità insieme a te, perché il buio non fa paura se si è in due ad affrontarlo. E questo me l’hai insegnato proprio tu, Erik, parlandomi ogni notte, quando i timori tornavano ad affacciarsi nuovamente nel mio cuore.

Scuoto il capo, guardando la neve che cade sulle pietre grigie della strada. Oggi Parigi mi sembra davvero triste, forse più del solito.

Il nostro non era amore, Erik. Non lo è mai stato.

L’amore che credevo di provare nei confronti dell’Angelo della Musica si è infranto quando ho capito che dietro la Voce non c’era altro che un uomo con l’animo a pezzi.

Tutto il resto è stata un’amara illusione.

 

 

 

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Capitolo 5
*** 05 ***


 

 

 

Prompt: Mi manca, ogni giorno. Non va ad ondate, è un dolore continuo – Grey’s Anatomy

Gruppo facebook: Il Giardino di Efp.

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

La neve è fredda. Penetra la stoffa dell’abito e mi morde le ginocchia, facendomi male.

Il cimitero tace. Un alito di vento scuote le fronde dei cipressi, spira fra le statue degli angeli piangenti e, per un istante, ho come l’impressione di udire la tua voce chiamarmi.

Sollevo il capo e osservo la cappella dove è seppellito mio padre, in attesa che il tuo violino inizi a suonare. Ma l’unica cosa che odo è il mio respiro simile ad un rantolo, che si condensa davanti al mio volto rigato di lacrime.

Maestro... Angelo...

Erik.

Non avrei mai creduto che mi saresti mancato ogni giorno, così tanto. Non avrei mai creduto che avrei sofferto tutte queste pene, che sembrano infinite. La tua lontananza è un dolore costante che mi squarcia il cuore, che mi trafigge l’animo.

Se solo quel giorno avessi scelto te, a quest’ora saresti ancora qui accanto a me.

Raoul mi ama, ma io – sciocca! – mi sono accorta troppo tardi di non ricambiare i suoi sentimenti. E adesso sono intrappolata in un matrimonio che forse, alla fine, nessuno di noi due voleva davvero.

Il cielo riprende a piangere e la neve, lenta, cade tutt’intorno a me, mi bagna il capo scoperto. Congiungo le mani e prego con tutto l’animo di poter udire nuovamente la tua voce chiamarmi, anche se so che è tutto vano, anche se so che sarebbe sbagliato. Io ti ho rinnegato, Erik, e non merito il tuo perdono.

La tua mancanza, questo dolore costante e dilaniante, è la giusta punizione per non aver capito in tempo quanto ti amavo – quanto ti amo – e per averti abbandonato ad una folla pronta ad ucciderti.

In cuor mio, sento che sei ancora vivo. Mi chiedo se mi hai dimenticata o se anche tu, chissà dove, soffri per la mia mancanza.

Quale ironia! So che manterrai la tua parola e non mi cercherai, ma se tu ora lo facessi, se tu ora comparissi davanti a me, io sarei disposta a seguirti e ad essere tua. Per sempre.

L’oscurità non mi fa paura, non se ci sei tu accanto a me, Erik.

Tendo di nuovo l’orecchio. Un eco mi giunge, ma è solo la voce del cocchiere che mi chiama indietro, che mi esorta a tornare nella mia prigione dorata.

Mi sollevo, scrollandomi la neve dalla gonna nera. Sospiro e do le spalle alla tomba del mio amato padre, là dove un giorno di tanti anni fa stavo per seguire l’Angelo della musica nel suo Regno.

Christine...

Mi volto, strabuzzando gli occhi. Alle mie spalle, vedo solo un angelo che piange.

 

 

 

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Capitolo 6
*** 06 ***


 

 

Prompt: They can say what they want,

We're not going away.

This is bigger than Life.

This is more than a game.

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Ho paura.

Il cuore ruggisce nel petto, mentre corro fra i corridoi dell’Opéra.

Ho paura.

Il respiro si condensa davanti al mio volto, mi annebbia la vista. M’infilo nel passaggio segreto seguendo Madame Giry, e rivolgo il pensiero alla creatura che sto per affrontare.

Ho paura.

Il Fantasma dell’Opéra è temibile e, forse, dovrei dare retta agli altri e fuggire via, lasciare per sempre Parigi e la Francia.

 

Forse, dovrei abbandonarti, Christine.

 

In fondo, la mia vita – la vita di un Visconte – vale molto più di quella di una cantante d’Opera!

Ma sai cosa riesco solo a pensare, mentre mi precipito giù per queste scale di pietra, verso quello che mi sembra l’Inferno? Che non mi importa di ciò che dicono gli altri.

Io t’amo, Christine, e sono disposto a rischiare la mia vita per salvare la tua, per renderti libera. Sono disposto a sfidare il Diavolo in persona per poterti raggiungere.

Il Fantasma, questa creatura deforme e geniale, resta pur sempre un uomo e come tale lo affronterò. Supererò ogni suo trucchetto, vincerò ogni sua trappola e, finalmente, io e lui concluderemo la battaglia interrotta nella neve, al cimitero.

Questa volta non c’è in gioco solo la mia o la sua vita, ma anche la tua, Christine. E io ti amo troppo per poterti abbandonare senza aver fatto nemmeno un tentativo per salvarti.

Una folata di vento mi scompiglia i capelli, sento che sono vicino.

“Resisti, Christine” penso, “sono qui!”.

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** 07 ***


 

 

 

Prompt: è troppo facile essere mostri, proviamo a essere umani.

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Da: __Aris__

 

 

 

 

 

 



 

 

In quella notte, sarebbero stati solo Erik e Christine. L’avevano deciso di comune accordo, con uno sguardo scambiato nell’oscurità della Dimora distrutta.

Sarebbero stati solo un uomo e una donna.

Solo due persone che si amano.

Solo due anime indifese e messe a nudo l’una di fronte all’altra, senza maschere e senza pregiudizi.

In quella notte senza Luna, il Mostro si trasformò in essere umano e le sue carezze divennero dolci, su quella pelle liscia e bollente.

Christine ansimò, abbandonata su quel letto che mai avrebbe voluto rivedere, con le braccia aperte per accogliere l’uomo dentro il mostro, a supplicare baci insperati.

Alla luce della Luna sarebbe stato troppo facile per l’uno essere il Figlio del Diavolo e per l’altra soffermarsi sulla deformità di un volto che tanto aveva patito e pianto. Ma quella notte... quella notte, nel buio senza Musica, entrambi provarono ad essere umani. E ad amarsi.

Il piacere li rapì nel proprio vortice di delirante lussuria, mentre il tempo pareva dilatarsi all’infinito. Sospiri e gemiti furono le uniche note che vibrarono nell’aria, insieme a promesse che – lo sapevano entrambi – nessuno dei due avrebbe mai mantenuto.

 

 

 

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