La Legge del Malandrino

di I4Malandrini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - La Leggenda dei Grandi Quattro ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno - L'inizio di un viaggio ***
Capitolo 3: *** Capitolo Due - La Sfortuna non ti abbandona mai ***
Capitolo 4: *** Capitolo Tre - Ambientarsi (Parte Uno) ***



Capitolo 1
*** Prologo - La Leggenda dei Grandi Quattro ***


LA LEGGE DEL MALANDRINO

Prologo - La Leggenda dei Grandi Quattro

 

 

 

“Questa è la storia di come quattro ragazzi, appartenenti a quattro casate diverse..“ - Narratore

“No! La storia parla di come una ragazza cambiò il suo destino, e di come ha evitato di sposarsi!” - Merida

“Silenzio Ricciolina! La storia parla di un ragazzo che salvò sua sorella e di come sia diventato una leggenda! - Jack

“Che storia orribile! Meglio la mia” - Merida

“Ragazzi, state sbagliando, la storia parla di come un ragazzo non diventò come suo padre.” - Hiccup

“Wow! Che storia intrigante! Che pathos!” - Jack

“La storia non è nessuna di queste..” - Rapunzel

“Esatto! Sono io il Narratore e decido io!” -  Narratore

“Guastafeste..” - Merida

 

“Come stavo dicendo, questa è la storia di quattro ragazzi, destinati ad incontrarsi. Ripercorrendo le orme dei Grandi Quattro riveleranno grandi poteri che non sapevano di possedere, ma un grande male stava per risorgere portando oscurità in tutto il mondo. Ecco cominciamo da lì.” - Narratore

 

Era una notte buia e inquieta, il cielo era pervaso da enormi nubi oscure che espellevano fulmini e saette dal bianco più puro ma, che sprofondavano nell’oblio di quella foresta. La Foresta Proibita. Era buia e lugubre come i suoi rumori e le sue ombre, e tutto ciò che si nascondeva dietro di esse. Le folte chiome degli alberi s’irroravano di un grigiastro perlaceo, i rami bassi sembravano braccia e mani scheletriche. Il vento muoveva le foglie e creava rumori spettrali, le ombre sembravano creature feroci pronte ad assalire qualsiasi cosa si muovesse.

Il terreno scalfito ripetutamente da quell’acqua gelida e pervasa da saette, portava in una grotta, stretta e lunga simile a un corridoio, illuminata solo da una tenue luce rossastra che si scorgeva lontano. Aveva un soffitto basso pieno di fori rocciosi nei quali fuoriuscivano piccole gocce d’acqua che cadevano nelle numerose pozze d’acqua stagnante, appartenenti alla tempesta che ergeva all’esterno; negli angoli bui si nascondevano neri pipistrelli, che di tanto in tanto aprivano i loro occhietti rossi e spiegavano le ali in un breve volo. C’era un silenzio quasi innaturale, destinato a durare poco. Nelle profondità della grotta si rilevava un’ampia stanza costellata da candele decomposte.

Una leggera brezza spense l’unica candela rimasta accesa, rendendo la stanza nera come la pece. I pipistrelli diventarono irrequieti, come se qualcosa riempisse il vuoto tombale che si era creato. Volarono via, lasciando quel silenzio che stava per avere fine.

Una figura oscura si erigeva e due occhi ambrati osservavano il posto. Scivolò come un’ombra fuori dalla grotta e attraversava quella foresta mentre una flebile luce lunare lo accompagnava mostrando il suo volto. Pitch era tornato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A.A.

Eccomi qui, dopo un bel po’ di tempo che non aggiorno.

Dopo aver riletto i capitoli e leggendo le vostre recensioni, ho voluto riscrivere il prologo, un vero prologo. La storia procedeva troppo veloce e non rispettava ciò che avevo in mente inizialmente. Quindi ho deciso di “riscrivere” gli altri capitoli, saranno simili a prima ma mi soffermerò su molte cose. Detto questo ringrazio i recensori e spero continuate nella lettura! Un bacio ;)

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Capitolo 2
*** Capitolo Uno - L'inizio di un viaggio ***


 

Capitolo Uno - L’inizio di un Viaggio

 

 

 

L’espresso era lì sui binari, aspettando l’arrivo di nuovi e vecchi studenti pronti per andare a Hogwarts. I ragazzi del primo anno erano nervosi e agitati, si notava nei loro sguardi, non volevano abbandonare i genitori.

Tranne Merida. Già, a lei non dispiaceva, beh...non proprio, avendo passato l’intera estate sentendosi dire “Merida non fare quello!” “Merida non fare questo!”, non vedeva l’ora di partire verso Hogwarts.

 Si ok, era una scuola, tra studio, compiti e quant’altro, non c’era di che divertirsi. Ma non poteva credere che tra lì a qualche ora si sarebbe ritrovata nelle mura del castello di Hogwarts, la scuola per maghi e streghe più famosa al mondo.

 Avrebbe frequentato lezioni di magia avanzate, non i soliti trucchetti, o per meglio dire disastri, che praticava a casa, avrebbe incontrato creature magiche di ogni tipo. Immaginava in che modo avrebbe trovato la camera dei segreti, possedere una GiraTempo e avventurarsi nelle aule del castello in piena notte. La sua impresa stava per iniziare, sarebbe diventata come il protagonista della sua saga preferita. Harry Potter.

- Merida, mi stai ascoltando? - la riportò alla realtà la madre vedendo la figlia sognare ad occhi aperti.

Elinor DunBroch. Una donna dall’aspetto elegante e raffinato, che prestava la sua attenzione a curare ogni dettaglio. Essendo la loro una famiglia di Purosangue e altolocata doveva sempre fare una buona impressione. Ma non per la figlia, totalmente diversa dalla madre. Ricci indomabili, maniere poco eleganti, con una vera passione per il cibo. Si poteva definirla un maschiaccio.

- Ehm…Si mamma - le disse confusa, mentre cercava di ricordare ciò che la madre le stava dicendo, evitando di ricevere il solito rimprovero.

-Davvero? Allora ripetimi ciò che ti ho detto - appunto. Merida, con una nota di ansia, cercava di non incrociare lo sguardo della madre finendo con il notare dietro di lei un ragazzo gracile che tentava senza successo di portare il suo baule all’interno del treno.

- Hiccup! - gli urlò la rossa cercando di attirare l’attenzione dell’amico - Mamma e papà, devo andare prima che occupino tutti i vagoni - così dicendo salutò entrambi i genitori in un enorme abbraccio e velocemente si diresse verso di lui con lo sguardo della madre che la seguiva.

- Ciao Merida! - esclamò il ragazzo, felice di rivedere la rossa dopo la lunga estate. Si son conosciuti da piccoli e da lì la loro amicizia iniziò a sbocciare, passavano le intere giornate ad avventurarsi nei boschi con l’entusiasmo di Merida e il solito disappunto di Hiccup. I loro padri, Stoick e Fergus, erano amici di vecchia data ed erano appagati nel vedere i loro figli così uniti anche essendo molto diversi caratterialmente.

 Hiccup aveva capelli scuri, tendenti al rossiccio, e grandi occhi verdi, proprio come sua madre, morta quando lui era ancora un piccolo bambino. Non ricordava molto di quella notte, solo alcuni frammenti, ma una cicatrice sul mento lo riportava in quel momento. Stoick non ne parlava molto, e al sol ricordo i suoi occhi mostravano malinconia, ma dopotutto erano passati anni e suo padre Stoick, il più grande cacciatore di draghi, era pronto per vedere suo figlio diventare esattamente come lui.

 “Finalmente mio figlio ha ricevuto la lettera! Sono certo che finirai a Grifondoro!" risuonavano nella mente del ragazzo le parole del padre. Non voleva deluderlo, ma era sicuro che quella casa non gli appartenesse, era così diverso da lui, la caccia ai draghi, l’impavidità non facevano per lui, quelle erano cose da Merida.

- Pronto per la scuola? - disse la rossa all’amico con uno strano sorriso.

- Sì, sono solo preoccupato per lo smist.. aspetta fammi indovinare, vuoi che ti aiuti con la tua “grande impresa”, vero? - roteando gli occhi al cielo, la conosceva troppo bene.

- Esattamente! E sarà una grande impresa! Allora mi aiuterai? - incrociando le braccia fingendo di essere offesa.

- ..Okay d’accordo - sbuffò Hiccup, sapeva già che sarebbe finito nei guai ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. E spinse amichevolmente Merida.

Si sentì un fischio partire dal treno. Le undici erano rintoccate e i due ragazzi si dirigevano velocemente verso gli scompartimenti, molti dei quali erano pieni.

Erano arrivati infondo all’espresso, fortunatamente c’era uno scompartimento libero e isolato dal resto.

- Una cabina tutta per noi! - esclamò Merida soddisfatta, buttandosi come un sacco di patate sul sedile, lasciando Hiccup sistemare il baule negli appositi contenitori.

- Merry, il tuo baule è ancora lì - la avvisò, non intuendo che avrebbe dovuto essere lui a sistemarlo.

Guardò l’amica lanciargli sguardi da cucciolo che cercava invano di convincere l’amico a sistemarglielo per lei.

- Eh no, non ci pensare nemmeno - alzò le mani e si rilassò sui sedili.

Merida sbuffando si apprestava a sistemare il proprio baule quando la porta della cabina si aprì e un ragazzo dai capelli castani si sistemò all’interno, con aria da sbruffone, lasciando i due ragazzi sorpresi.

- Ehi! - richiamò l’attenzione del ragazzo, irritata, essendo entrato senza chiedere il permesso.

- Cosa c’è? - gli rispose sorridendo e poi prendendo posto di fianco al finestrino.

- Come cosa c’è?? Umprf.. - Merida stava per tirargli il baule ma l’amico la fermò - Ehm niente, piacere io sono Hiccup - calmò gli animi della rossa, dimenticando quando appena successo, non voleva iniziare la scuola con odio nell’aria.

- Jack Frost - rispose il ragazzo - E tu Ricciolina? - rivolgendosi divertito a Merida, che appena sentì quanto detto, i suoi occhi accennarono uno sguardo infuocato.

- COME MI HAI CHIAMATA?! - gli urlò ma prima che potesse saltargli addosso, si aprì di nuovo la porta della cabina, una ragazza dai lunghi capelli biondi, si affacciava timidamente nello scompartimento - Ehm ciao, vorrei sapere se posso unirmi a voi, le altre cabine sono piene - chiese speranzosa.

- Certamente - rispose Merida e lanciò uno sguardo omicida verso Jack che da fare da innocente alzava le mani per poi tornare a guardare fuori dal finestrino.

Mentre la bionda tentava di entrare, sentì i propri capelli essere tirati fuori dallo scompartimento. Voltandosi per tirarli a sua volta notò un ragazzo inciampato su di essi. 

- Ops…scusami - gli disse rossa d’imbarazzo - forse dovevo legarli - li raccolse e tornò dentro la cabina trovando posto accanto a Merida.  All’interno i presenti la fissavano intensamente, o per meglio dire i suoi capelli. Non li aveva mai tagliati fin dalla tenera età, e non lasciava nessuno avvicinarsi. Al sole i suoi capelli risplendevano donandogli riflessi dalle mille sfumature. Quando la madre si ammalò, la ragazza le stava accanto in ogni momento, le cantava spesso la stessa canzone che da piccola la madre cantava a lei, non ricordava bene le parole ma una notte i suoi capelli iniziarono a splendere come il sole, prese la mano della madre e continuò a cantare. La madre si svegliò notando un bagliore provenire dalla figlia, per un momento fu spaventata ma dentro di lei sapeva che era stata sua figlia ad aiutarla.

- Mi chiamo Rapunzel - disse lei porgendo la mano ai ragazzi, cercando di distogliere l’attenzione dai suoi capelli.

- Piacere Merida e lui è Hiccup - si presentò la rossa e indicando poi l’amico che le porse la mano sorridendole.

- Piacere sono Jack…allora, sono mooolto lunghi i tuoi capelli - affermava osservandoli.

- Ha parlato il ragazzo tinto! - ribatté Merida che non ci pensava due volte a contrastare Jack, tra loro era guerra.

- Cosa? Non sono tinti, e comunque..- iniziando a fare il solito sbruffone - mi preoccuperei della tua di chioma, chissà cosa ci potrei trovare lì dentro se ci dessi un’occhiata - affermò ridendo.

- COSA HAI DETT- Merida fu interrotta dalla porta della cabina che si aprì (ancora), salvando Jack da una brutta fine. Una vecchia signora, coperta da un mantello grigio e logoro, osservava i ragazzi e chiese loro - Qualcosa dal carrello, cari? - sorrise mostrando una storta dentatura e un lungo naso bitorzoluto che non si riusciva a non notare.

La rossa si fiondò sul carrello, Gelatine TuttiGusti+1, Zuccotti di Zucca, Api Frizzole, Cioccorane! Per Merida è il paradiso!

- Allora tre bustine di Gelatine TuttiGusti+1, due pacchetti di Cioccorane e una bustina di Api Frizzole, voi ragazzi? - continuando osservare le squisitezze presenti nel carrello, per poi tastare la tasca alla ricerca dei soldi.

Rapunzel guardava i dolci incuriosita, non ne conosceva nessuno - Che cosa sono le Cioccorane? - chiese mentre prendeva un pacchetto.

Sono rane di cioccolato, e all’interno ci puoi trovare figurine di maghi famosi, io sto ancora cercando quella di Harry Potter - disse Hiccup mentre pagava la signora.

- Rane? Ehm…meglio di no. Prendo un pacchetto di TuttiGusti+1 - disse Rapunzel mentre riponeva l’altro dolce.

- E tu Jack? - chiese Hic notando il ragazzo che restava seduto non avendo preso ancora nulla.

- Eh? No, non voglio niente…sai non mi piacciono molto - disse Jack evasivo, sebbene non conoscesse i sapori di ognuno di quei dolci. Era un Nato Babbano e la sua famiglia non passava bei momenti, possedevano una piccola casa dove lui, sua madre e la sua piccola sorellina, Emma, vivevano. Non avevano molto e ogni giorno cercava qualcosa da dar loro ma puntualmente finiva nei guai, e ora che lui non c’era, passava ogni momento a pensare come stessero andando le cose. La madre lo aveva convinto ad andare a Hogwarts “Avrai un’opportunità migliore lì” gli disse, ma si chiedeva spesso se non avesse fatto un errore a lasciarle.

Hic notò tristezza nel suo sguardo tuttavia non gli chiese nulla e cercò di offrirgli qualcosa.

- Ragazzi che ne dite di assaggiare tutti insieme le gelatine? - propose Merida tornando a sedersi e guardando gli altri con sfida.

- Sì, perché no - dissero all’unisono i ragazzi, e presero ciascuno una.

- Pronti? Uno..Due..Tre! - esclamò Merida e tutti si misero una gelatina in bocca.

La degustarono attentamente, a Merida capitò una alla fragola e continuò a masticarla con un sorriso soddisfatto, a Hic una alla mela verde e a Rapunzel al limone, mentre Jack d’istinto la sputò appena cominciò a masticarla, il suo viso era disgustato e con le maniche della felpa si puliva rapidamente la lingua rabbrividendo a quel sapore.

- Di cosa sapeva la tua? - chiese ridendo il moro, notando l’espressione disgustata del ragazzo.

- Ah ragazzi! Fareste meglio a non saperlo - tutti scoppiarono in una risata, persino Merida “Dai non è poi così male quel ragazzo” pensò.

Il viaggio continuò senza intoppi e l’amicizia tra i quattro cresceva, con qualche solito litigio tra Jack e Merida. Parlarono del mondo magico, spiegando come avveniva lo smistamento, come si disponevano le case e quali caratteristiche richiedeva ognuna.

 

Il treno cominciò a fermarsi, e fuori dagli scompartimenti gli studenti che si accalcano nel corridoio per uscire. Entusiasti per l’arrivo.

I ragazzi aspettarono che l’ondata di gente passi, per non ritrovarsi spiaccicati all’interno del treno, nell’intento di uscire.

Ma come non detto, i quattro si impigliarono nei capelli di Rapunzel e caddero per terra, aggrovigliati nella chioma bionda.

- Ehm…ragazzi tutto bene? - chiese imbarazzata, anche lei per terra impigliata nei suoi stessi capelli.

- Si non c’è male qui, un po’ stretti - sdrammatizzò Jack, facendo ridere gli altri.

- Ok ma è meglio se ci sbrighiamo, non vorremmo rimanere la notte qui sul treno - disse Hiccup ansioso mentre si alza dalla forte presa dei capelli.

Dopo essersi liberati, i ragazzi scesero dal treno e si diressero verso la voce del guardiacaccia. Che richiamava i ragazzi nuovi.

- Primo anno! Primo anno! Da questa parte! - un omone con una gamba di legno e un uncino al posto della mano, richiamò gli undicenni verso di lui.

Alcuni nuovi studenti bisbigliavano tra loro chiedendosi se fosse sicuro avere un uomo con un uncino in giro per la scuola.

- Hey! Skaracchio - esclamò Hiccup andando verso la direzione del guardiacaccia.

- Ciao Hic! Pronto per la scuola? - chiese al ragazzo voltandosi verso di lui, dopo aver radunato i nuovi.

“Ma perché tutti me lo chiedono?” pensò, - Ehm..si lo sono - gli disse, mentre guardava gli amici sconvolti. Avevano gli occhi e la bocca spalancati, increduli.

- Lo conosci?! - chiesero spostando lo sguardo da Hic al guardiacaccia.

- Sì.. è un amico di mio padre - spiegò evasivo il ragazzo, che aveva notato lo sguardo dei ragazzi.

- Che cosa è successo alla tua mano? - chiese Rapunzel osservando l’uncino dell’uomo, incuriosita.

- Allora tutto è cominciato quando ero solo un ragazzo.. - iniziò l’uomo che adorava raccontare quella storia, Hiccup si batté una mano sulla faccia, aveva ascoltato quella storia tantissime volte - Meglio un’altra volta, ora dobbiamo proprio andare - gli disse spingendo gli amici verso le barche.

Per sfortuna di Hiccup, Skaracchio era con lui e Jack nella stessa barca e si dovette sorbire di nuovo la storia di come perse la mano. Incrociava le dita sperando che non raccontasse anche quella della gamba.

Merida e Rapunzel erano su un’altra barca e guardavano il castello imponente che si ergeva oltre il lago che stavano solcando. Le ragazze erano meravigliate, non avevano mai visto qualcosa di così possente.

 

Scesi dalle barche, una professoressa li accolse, aveva lunghi capelli ricci e corvini e un vestito che tendeva al mogano. Guardava con interesse ogni nuovo studente soffermandosi di volta in volta.

-Benvenuti a Hogwarts ragazzi! Io sono la vostra professoressa di pozioni, il mio nome è Gothel. Seguitemi verso la Sala Grande, lì ognuno di voi sarà smistato in una delle quattro case - disse mentre si dirigeva verso la sala.

- Hic, dici che i suoi capelli superano quelli di Merida? - sussurrò Jack in una risata, essendo poi sorpreso dallo sguardo adirato della professoressa che, a quanto pare, aveva sentito.

I ragazzi la seguirono ed entrarono. La Sala era immensa, delle candele levitavano sopra quattro tavoli e si poteva notare oltre ad esse un enorme cielo notturno stellato, dove erano presenti tantissime costellazioni. In fondo, erano presenti i professori e il preside North. Un grande uomo, con una folta e lunga barba bianca che accoglieva i nuovi studenti con un forte accento russo.

- Benvenuti ragazzi, io sono North, vostro preside. Professoressa Gothel chiamerà nome di uno di voi, e sederete qui indossando cappello che deciderà quale casa appartenete - indicando lo sgabello vuoto, dove un vecchio cappello logoro li aspettava per lo smistamento.

Molti dei ragazzi erano sorpresi, altri abbozzarono dei sorrisini poiché un cappello, e per lo più vecchio, avrebbe dovuto decidere in quale casa sarebbero stati, dopotutto era un cappello.

Gothel prese una pergamena arrotolata, e quando la aprì, rotolò per terra ai piedi dei ragazzi.

- Arendelle, Anna - esclamò la professoressa, la ragazza corse verso il cappello entusiasta, lanciando sguardi speranzosi verso una ragazza seduta al tavolo dei Serpeverde.

Le fu posato il cappello sulla nuca, e dopo un paio di attimi urlò: -TASSOROSSO! - dal tavolo della casata si sentirono urla e applausi, e la ragazza in modo goffo corse verso di essi.

- Corona, Rapunzel - esclamò Gothel, soffermando il suo sguardo su di lei.

Rapunzel sussultò per un momento, poi l’amica Merida la spinse verso la direzione del cappello e la incoraggiò ad avanzare. Si sedette sullo sgabello e appena il cappello si posò sulla nuca, tutto intorno a lei sparì.

- Ciao, Fiorellino - disse il cappello.

Impaurita, la ragazza spalancò gli occhi - Ma…ma tu parli? Sei un cappello! - continuò lei.

- Beh sì, siamo nel mondo magico ricordi? - le disse - allora vediamo, sei una ragazza dolce, buona e che tieni agli amici, ma anche molto curiosa con una grande voglia di imparare -

Rapunzel non sapeva cosa rispondere, lasciando il cappello continuare - Ci sono... CORVONERO! - Dal tavolo si levarono fischi e urla e lei rassicurata, si avviò verso di essi che la accolsero con allegria, sussurrando agli amici “Buona Fortuna”.

- DunBroch, Merida - la rossa si avviò verso il cappello, sicura di se stessa e sicura che sarebbe andata a Grifondoro, dopotutto era tale e quale a suo padre.

- Mmh…è difficile, sei coraggiosa e hai una grande nobiltà d’animo ma anche molto ambiziosa.. - Merida malediceva il cappello per averla paragonata a una Serpeverde.

- Ignorerò ciò mi hai detto…GRIFONDORO! - entusiasta si diresse verso il tavolo, ma continuando a prestare attenzione agli amici, era preoccupata per Hiccup, conoscendo il padre.

- Frost, Overland Jackson - “Doveva proprio dirlo tutto il nome” pensò mentre malediceva il cappello.

- Ignorerò anche tu ciò che hai detto…vediamo ti piace il divertimento non pensando alle conseguenze, testardo ma anche molto furbo. Bene…SERPEVERDE! - si girò verso il tavolo e notò una ragazza dai capelli molto chiari che lo fissava.

- Haddock, Hiccup Horrendus III - si levarono dei risolini mentre si avviava verso il cappello. Era nervoso, gli sudavano le mani e notò che i professori si scambiavano parole guardandolo.

“Si chiederanno se sono un vero Haddock” pensò Hic.

- Si lo sei, un po’ diverso, allora curiosità, ingegno, gentilezza proprio come tua madre - iniziò il cappello.

- Mia madre? Aspetta cosa? - chiese Hic stupito dal fatto che la conoscesse, dopotutto era un Mezzosangue.

- Non c’è tempo…TASSOROSSO! - si diresse verso il tavolo ancora stupito da cosa gli aveva detto di sua madre. Come faceva a conoscerla?

- Ciao Hiccup, giusto? Mi chiamo Anna, sono Tassorosso anch’io, beh si lo sai già, visto che sono seduta a questo tavolo, anche se volevo ci fosse mia sorella che è seduta lì al tavolo dei Serpeverde accanto al tuo amico, sai non ci parliamo molto, comunque volevo sapere se tuo padre è Stoick Haddock il cacciatore di draghi… - la ragazza continuava a parlare, non si fermava un attimo, e Hic non riusciva a scorgere nulla di quanto detto.

- Ehi, che ne dici di iniziare a mangiare? - propose alla fulva.

Poi si voltò per guardare gli amici, non sapendo che questo era solo l’inizio.

 

 

 

 

(A.A.)

Ciao a tutti! Ecco il capitolo uno aggiornato, noterete che mi sono soffermata sullo spiegare il passato dei quattro. Spero vi piaccia in questo modo, aspetto recensioni e anche le critiche sono ben accette, aiutano a migliorarmi.

Alla prossima ;)

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Capitolo 3
*** Capitolo Due - La Sfortuna non ti abbandona mai ***


 

Capitolo Due - La Sfortuna non ti abbandona

 

 

Sui tavoli erano comparse tantissime pietanze: pollo arrosto, salsicce, patatine fritte, salmone affumicato, ali di pollo. Gli studenti del primo anno rimasero sorpresi. Non avevano mai visto tanto cibo. Tutto era squisito, e si riempivano i piatti con un po’ di tutto.

Merida mangiava tutto ciò che aveva davanti, non aveva mai assaggiato cibo così delizioso, soprattutto quello cucinato da sua madre. Vide la compagna seduta accanto che giocherellava col cibo, era molto pensierosa e di tanto in tanto lanciava occhiate al tavolo dei Tassorosso.

- Ciao! Lo mangi quello? - gli chiese vedendo le ali di pollo lasciate intatte e abbandonate al loro destino.

- Eh?  No.. tieni, comunque piacere Astrid - disse e li porse il piatto.

- Io sono Merida, come mai tanto interesse al tavolo Tassorosso? - chiese curiosa, avendo notato che lo guardava.

- Cosa? Ehm no, nessun interesse, mi chiedevo…conosci Hiccup? - cercando di essere evasiva.

- Sì, fin da quando eravamo piccoli, i nostri genitori sono amici di lunga data, perché lo chiedi? - disse e iniziò a mangiare quelle dolci ali di pollo che nella sua mente continuavano a chiamarla.

-No, così per sapere, vi avevo visto parlare e.. - Astrid fu interrotta da una ragazza abbastanza alta, carnagione chiara, capelli tendenti all’arancio, Merida avrebbe giurato che potesse essere una dei Weasley.

- Tutti i nuovi Grifondoro, venite con me! - urlò e si diresse fuori dalla Sala Grande, mentre la rossa tentennava a lasciare quelle care ali di pollo che dovevano ancora essere finite, quindi le ripose in un fazzoletto e le nascose nel mantello, soddisfatta, e scorse che, anche i suoi amici si stavano dirigendo ai dormitori.

Avrebbe tanto voluto salutarli ma, siccome avevano due giorni liberi per ambientarsi prima che le lezioni cominciassero, l’indomani avrebbe iniziato la sua avventura insieme a tutti, eh.. doveva ammetterlo, avrebbe coinvolto anche Jack.

I Grifondoro si diressero su delle rampe di scale che si muovevano a loro piacimento, le adorava e soprattutto adorava il mondo magico.

Arrivati al settimo piano, si fermarono davanti a un grande quadro con dipinta una grossa signora. Leggermente si poteva notare un movimento nei suoi occhi.

- Parola d’Ordine? - disse con tono cortese quella signora squadrando i nuovi alunni.

- Diffindo - disse il prefetto, con un leggero inchino il quadro si aprì e gli studenti entrarono.

Merida era sorpresa, una grande sala circolare, con diversi tappeti, divani, arazzi tutti di colore oro e scarlatto. Un camino enorme padroneggiava la sala. Era meravigliata aveva finalmente un posto tutto suo senza l’intrusione di sua madre.

- Ragazzi, ascoltatemi, prima di tutto vorrei presentarmi: sono Kimberly Anne Possible, ma potete anche chiamarmi Kim, sono un Prefetto del quinto anno, e volevo darvi il Benvenuto qui tra i Grifoni - iniziò la ragazza sorridendo.

- I dormitori sono lì, in fondo quelli maschili, mentre in cima alla scala quelli femminili. Vicino a ogni letto troverete i vostri bauli, all’interno le divise, e tutti i vostri averi personali. Ogni mattina dovrete essere alle sette nella Sala Grande per la colazione. L’orario per le lezioni vi sarà consegnato da me domani durante la giornata, non preoccupatevi le lezioni non cominceranno prima di questi due giorni - i nuovi ragazzi erano sollevati.

- Non voglio trattenervi ancora, sarete molto stanchi, il regolamento lo troverete sui vostri bauli.. - Merida si diresse su per le scale nel dormitorio, era eccitata per questa scuola, e non vedeva l’ora di incontrare i suoi amici.

Si buttò sul letto, e chiuse gli occhi, sentiva qualcosa nel mantello di solido, provò a schiacciarlo pensando fosse qualche piega ma.. si tirò una manata sul viso ricordandosi del cibo nascosto.

 “Accidenti!”.

 

Hiccup seguì il prefetto verso le cucine, si chiedeva dove stessero andando, avevano appena finito di mangiare, cosa ci facevano lì.

Arrivarono davanti ad alcuni barili. La ragazza batté tre volte su un barile e due su un altro intimandoli a ricordarla se non volevano farsi un bagno, poi si aprì una botola accanto a loro, Hic si appuntò mentalmente la sequenza non voleva certo farsi una doccia d’aceto.

Gli studenti scesero le scale e, attraverso un cunicolo, entrarono in un’accogliente sala rotonda, dal soffitto basso, un caminetto al centro e un quadro sopra la mensola raffigurante Tosca Tassorosso.

- Salve Tassi, io sono Belle Dubois, innanzitutto benvenuti nella nostra Casa! Ai lati del cammino troverete i vostri dormitori, a destra i ragazzi e a sinistra le ragazze. Qui di fianco a me c’è una bacheca, domani troverete il regolamento. Gli orari per le lezioni vi saranno consegnati nella mattinata.. - continuava a spiegare il prefetto ma Hiccup era troppo stanco e si diresse verso il dormitorio, appena entrò, vide diversi letti a baldacchino nero e giallo.

Scrutò i bauli alla ricerca del suo, e vide una lettera indirizzata a lui, pregò tutti gli dei che conosceva sperando non fosse suo padre ma essendo la sfortuna sempre dalla sua parte, era stata mandata da lui.

“Accidenti!”

 

I Corvonero si dirigevano verso il dormitorio, si trovava in una torre nella sala ovest del castello. Salirono le scale a chiocciola e si trovarono di fronte a un grande portone nero. Il prefetto iniziò a bussare:

- Chi viene prima, la fenice o la fiamma? - una voce proveniente dal batacchio di bronzo domandava agli studenti.

- Ragazzi, vediamo se siete dei veri Corvonero, chi sa rispondere? - il prefetto guardò i ragazzi.

“Beh facile, un cerchio non ha inizio” sussurrò Rapunzel tra sé la risposta.

- Ehi tu! Come ti chiami? - indicando la bionda.

- Ra-Rapunzel - disse timidamente, non si aspettava che tra tutti quei ragazzi proprio lei avrebbe notato (tralasciando i capelli). Non era abituata ad avere l’attenzione di tutti e le gote iniziavano ad arrossarsi.

- Bene Rapunzel, rispondi all’indovinello - la intimò il prefetto.

La bionda si sentiva gli occhi dei compagni addosso, quando una ragazza dai capelli neri a caschetto le sussurrò: “Dai, puoi farcela, è la prima volta per tutti”.

Le sorrise e la ringraziò per il conforto, seppur minimo - Beh, la risposta è c-che un cerchio non ha inizio.. - disse un po’ insicura.

- Esatta! Sei una vera Corvonero! - esclamò la voce dal batacchio, e questo si aprì mostrando un’ampia Sala, con finestre ad arco, le pareti erano tappezzate di blu e bronzo, il soffitto e il pavimento erano ricoperti di stelle. Uno spettacolo da poter godere in qualunque momento.

 Rapunzel non aveva mai visto niente di ciò, essendo Nata Babbana non aveva potuto godere appieno della magia.

- Benvenuti ragazzi Corvi! Io sono Mulan, il vostro prefetto. Sulla scala a chiocciola troverete i dormitori, sinistra i ragazzi e destra le ragazze. Gli orari saranno consegnati… - spiegò il prefetto ai ragazzi, il regolamento, gli orari, le lezioni e non poteva mancare la storia dei Corvonero.

- Grazie! - disse dolcemente Rapunzel verso la ragazza che l’aveva aiutata prima.

- Figurati, piacere sono Mavis - porse la mano alla bionda, sorridendo mostrava dei lunghi canini appuntiti.

- Rapunzel, sei un…vampiro? - chiese un po’ titubante, aveva sentito molto parlare dei vampiri quando non era ancora  a conoscenza della sua natura magica, ma lei era diversa come li descrivevano i film o libri.

- Sì, non avrai paura? - chiese tesa, sorridendo e cercando di non incrociare lo sguardo.

- Ehm, no no, ma sei diversa dai vampiri che conosco, beh quasi, ne ho solo sentito parlare - sorrise impacciatamente.

- Non siamo quel genere di vampiri.. - le ragazze furono interrotte dal prefetto che le invitava ad andare a riposarsi era tardi per restare ancora sveglie.

- Si dovremmo proprio andare a dormire.. che ne dici di parlarne domani a colazione? - propose la vampira, sciogliendo la tensione.

- Sì, mi piacerebbe - con ciò si diresse verso il dormitorio, ma la sfortuna era sempre in agguato e Rapunzel inciampò sui suoi stessi capelli insieme ad altri compagni Corvonero. Era imbarazzata, le gote erano diventate più rosse dei capelli di Merida.

“Accidenti!”.

 

Jack percorreva quei lunghi corridoi diretti verso il sotterraneo, seguendo il gruppo del primo anno. Di tanto in tanto scorgeva porte e corridoi ma doveva sopprimere l’istinto di andarci avendo lo sguardo del prefetto continuamente addosso.

- Wow, dovete essere proprio cattivi, per essere stati rinchiusi qui sotto - disse Jack con il solito fare da sbruffone. Si rimediò occhiatacce dal prefetto e risate dai nuovi compagni.

Si fermarono davanti a una grossa parete di pietra, e il prefetto si mise di fronte ad essa:

- Avifors - urlò il ragazzo, la pietra si ritrasse e poi scivolò di lato, consentendo l’accesso alla Sala.

Era spaziosa, le vetrate si affacciavano sul lago nero, rivelando le profondità. Erano presenti cinque camini, divani e poltrone di pelle nera, con vari ritratti e dipinti che incorniciavano il tutto.

- Allora Jack, che ne dici? - il prefetto era soddisfatto della Sala della propria casa, era la più grande di tutte, infatti, c’erano biblioteche, sale studi e il piano di sopra con ampie camere.

- Okay, okay mi devo ricredere - gli disse, continuando ad ammirare il posto, non aveva mai visto un luogo così ampio e tutto per lui.

- Benvenute Serpi! Io sono Hans, il prefetto Serpeverde. I vostri averi personali sono nelle vostre camere, nei bauli.. - spiegò ai nuovi studenti come si svolgeva l’anno.

Jack dopo aver sentito dove si trovavano le camere si diresse verso di esse, era stanco e le palpebre non sarebbero resistite ancora per molto.

Nella camera erano presenti dei letti a baldacchino, tende e arazzi verdi-argentate con delle poltrone che arredavano il tutto.

Si avviò verso il proprio baule, dove di fianco si trovava un piccolo specchio, guardandosi notò un particolare.

I suoi capelli avevano striature platino. Pensava a ciò che aveva detto Merida, ma non era stato lui a tingerli. Sorpreso, esclamò:

“Accidenti!”.

 

 

 

 

(A.A.)

Rieccomi! Allora ho inserito alcuni personaggi della Disney/Pixar, li avrete conosciuti immagino, e ce ne saranno molti altri.

Hiccup ha ricevuto una lettera da suo padre, Jack ha scoperto la sua nuova tinta, Merida ci ha rivelato il suo amore per le ali di pollo e Rapunzel deve legarsi i capelli.

Spero vi sia piaciuto e mi piacerebbe sapere che ne pensate.

Un saluto, alla prossima! :)

 

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Capitolo 4
*** Capitolo Tre - Ambientarsi (Parte Uno) ***


Capitolo Tre - Ambientarsi (Parte 1)

 

Erano le sette di mattina e molti studenti si dirigevano in Sala Grande per la colazione. Hiccup era concentrato sul percorso da seguire per arrivare lì.

Hogwarts era pieno di scalinate, che giocavano brutti scherzi, moltissime sale, stanze, sgabuzzini e porte che non si aprivano.

Alcuni ragazzi lo fissavano e bisbigliavano tra loro. “Cosa c’è di tanto interessante da parlare di me?” si chiedeva Hiccup, irritato da tali comportamenti. Dopo la lettera ricevuta da suo padre, voleva solo rilassarsi e non pensarci.

Scrutava di tanto in tanto le lezioni scritte sulla pergamena ricevuta quella mattina, deluso di avere Cura delle Creature Magiche soltanto due volte al mese, se capitava ovviamente. Infatti gli alunni del primo, secondo e terzo anno avrebbero tenuto lezioni di Divinazione, Babbanologia, Aritmanzia e Cura delle Creature Magiche per avere almeno una conoscenza basilare su di esse.

Entrando in Sala notò Merida al tavolo, intenta a servirsi abbondanti porzioni di frittelle. Gli sembrava che non mangiasse da giorni.

Si avvicinò al tavolo dei Grifondoro - Buongiorno Merida! - esclamò l’amico sollevato di poter parlare finalmente con lei.

- Ehi Hiccup! Buongiorno - rispose la rossa masticando ancora il cibo.

- Come va questo primo giorno? - sedendosi accanto a lei, nonostante quello non fosse il tavolo della sua casata.

- Con queste frittelle, va mooolto bene! - sorridendo mostrava pezzi di frittelle, con l’equivalente di una risata da Hiccup, - Tu piuttosto, sembra non hai chiuso occhio.. - preoccupata chiese l’amica, notando lo sguardo stanco.

- Mio padre ha saputo che sono un Tassorosso, non riesce a capire che sono completamente diverso da lui  - spiegò il ragazzo, e poi alzandosi disse - “Scusami cameriera, devi avermi servito il marmocchio sbagliato..” - iniziò ad imitare la voce del padre - “..avevo ordinato un bambino extra-large, con braccia di toro, fegato extra e gloria per contorno, questo invece.. questo è una lisca di pesce parlante!” - Merida non poté fare a meno di trattenere le risate, era così buffo quando lo imitava.

- Dai Hic, dagli tempo per abituarsi - lo confortò Merida, conosceva Stoick, l’unica cosa che potesse fare era il tempo.

- Facile a dirsi, mi guarda sempre con quello sguardo deluso e torvo - si sedette di nuovo, e si massaggiò le tempie - piuttosto.. strano sentirlo dire da te - si rivolse all’amica, essendo nella sua stessa situazione.

- Tuo padre è diverso rispetto a mia madre, è ostinata a farmi diventare “un elegante strega..” - alzando il mento, imitando a sua volta l’atteggiamento di sua madre.

- E io un cacciatore di draghi - cercando, invano, di mostrare uno sguardo minaccioso.

Si lanciarono occhiate complici, e scoppiarono in una fragorosa risata, molti Grifondoro li osservavano, chi infastidito a prima mattina e chi invece curioso di tale divertimento.

- Ecco prendi una frittella! - la rossa mise la frittella davanti al naso del ragazzo.

- Il potere delle frittelle - esclamò Hiccup per poi prendere la forchetta della rossa, ne mangiò una intera con lo sguardo dell’amica divertito.

- Cosa succede di tanto divertente? - dietro di loro un ragazzo stava addentando un biscotto di zucca, osservando i due amici.

- Nulla che ti interessi, Frost - concluse Merida, con fare antipatico, incrociando le braccia.

- Come vuole, principessa - gli fece un inchino con un sorriso malizioso.

- Non chiamarmi principessa! - esclamò cominciando a diventare più rossa dei suoi capelli, odiava essere chiamata così.

- Ragazzi, anche di prima mattina dovete litigare? - chiese Hic, notando sguardi indiscreti verso di loro.

 - Okay, okay.. allora abbiamo due giorni liberi prima che comincino le lezioni, che ne dite di un’avventura? - propose la rossa agli amici, aspettava da tanto questo momento.

- Mmh.. di che tipo? - chiese Jack, incuriosito.

- Prima di tutto.. dov’è Rapunzel? - disse agli amici, non si era vista questa mattina, probabilmente aveva saltato la colazione, ed era rimasta nella sala comune dei Corvonero.

- Su andiamo a cercarla  - concluse Hic dirigendosi verso l’uscita insieme agli amici, dividendoli di tanto in tanto, non perdevano occasione di infastidirsi a vicenda.

 

***

 

Quella mattina Rapunzel, appena svegliata, si vestì di tutta fretta, legando i capelli in una lunga treccia, “Almeno non ci si impiglia più nessuno!” pensò tra sé la ragazza.

Aveva ricevuto la pergamena contenente l’orario delle lezioni, e si apprestò ad arrivare in Sala Grande per la colazione.

Se non fosse che non si ricordava dove si trovava. Aveva girato per tutto il piano, ma niente.

Si trovò un enorme portone davanti, incuriosita e speranzosa di trovare la Sala, lo aprì. Una grande stanza piena di libri padroneggiava. Ok non era ciò che cercava ma l’effetto era quello.

Curiosò ogni scaffale presente, alla ricerca di qualche libro interessante.

Si soffermò su uno scaffale, era molto in alto e non potendo raggiungerlo prese una sedia e ci salì sopra, cercando di fare il minimo rumore.

 Dietro alcuni libri, nascosto su un vecchio telo malconcio, un grosso tomo polveroso sembrava chiamarla.

- Il Libro del Destino - sussurrò la bionda, leggendo il titolo sulla rilegatura. Appena lo prese, notò quanto fosse pesante.

Perse l’equilibrio, si ritrovò sul pavimento, con il libro sul torace, incapace di muoversi.

- Serve una mano? - una ragazzo alto, si mise accanto a lei, non potendo fare a meno di sorriderle, per quanto fosse buffa la ragazza.

- Ehm.. S-si, g-grazie - non volendo incrociare lo sguardo del ragazzo per l’imbarazzo.

Le tolse il tomo di dosso, e l’aiutò ad alzarsi. Era un Serpeverde, notò Rapunzel dalla divisa che indossava.

- Piacere, sono Flynn - si presentò il ragazzo, le sorrise guardando le gote della ragazza farsi rosse.

- R-Rapunzel - si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sfuggita dalla treccia, ormai arruffata.

- Allora è vero che voi Corvi amate leggere di tutto - scherzò il ragazzo, e sistemandole un ciuffo ribelle. Facendo andare in iperventilazione la bionda, che emise una risatina da ebete. Per poi darsi una manata per tutte le figuracce che le stavano accadendo, “Complimenti Rapunzel, continua così!”.

- Bene, meglio che vada, non vorrei disturbarti, ci si vede! - le fece l’occhiolino e si diresse verso l’uscita.

Rapunzel era immobile, non rendendosi ancora conto di quanto fosse successo, poi si ricordò del libro.

Lo prese e ci soffiò sopra, una grande nube di polvere la circondò facendola emettere diversi starnuti ripetutamente. Quando la nube si dileguò nell’aria vide delle rilegature sulla copertina molto antiche e un grosso lucchetto teneva saldi entrambi i lati.

- Alohomora! - disse con la bacchetta in pugno, ma non accadde nulla, solo un leggero sbuffo dal libro.

Lo rigirava tra le mani, in cerca di qualche indizio per aprirlo, esaminava ogni angolo..

- Biondina! - una voce la fece sobbalzare. Si girò di scatto, colpendo lo stomaco del ragazzo che l’aveva appena chiamata.

 

***

 

- Allora dove pensate che possa essere? - chiese Merida agli amici, mentre girovagavano nei corridoi.

- Non ne ho idea.. - Jack si appoggiò al muro stanco, avendo girato per due piani interni, ma di lei nessuna traccia.

- Ehi Mavis, sai dove è finita Rapunzel? - chiese Hic alla mezza vampira, essendo una Corvonero doveva saperlo.

- In effetti no, dovevamo vederci a colazione ma non si è vista - gli disse confusa.

- Va bene, grazie lo stesso - la ringraziò e proseguirono lungo i corridoi, dove poteva essere andata?

- Allora i Corvonero che fanno di solito? - chiese Jack agli amici, iniziando a pensare anch’egli.

- Beh i Corvonero amano stud… ma certo! Perché non ci ho pensato prima! - esclamò Hiccup - Seguitemi! - dirigendosi di fretta verso le scale.

- Hic lo vuoi dire anche a noi? - dissero all’unisono i due, stando al passo dell’amico che correva velocemente.

- In Biblioteca! - quasi urlò, mentre aspettava che le scale cambiavano direzione.

- E come fai a sapere che si trova qui la Biblioteca? - chiese curiosa Merida, era il loro primo giorno, come faceva a saperlo.

- Beh.. diciamo che ho avuto modo di scoprirlo.. la.. scorsa notte.. - disse evasivo Hic, le mani iniziavano a sudargli, e notò lo sguardo di Merida indagatore, e quello divertito di Jack.

- Non riuscivo a dormire, e.. ho curiosato per il castello.. - disse infine, e vide l’amica che iniziò a ridere.

- Hic non credevo che trasgredissi le regole - divertita punzecchiò Hic - Stanotte allora preparati - propose l’amica, avendo un’opportunità per iniziare le avventure notturne con l’amico, avendo sperato che succedesse, come fece Harry nei suoi primi anni di scuola.

Hic si maledì, adesso non avrebbe più dormito per tutto il semestre.

- Contate pure su di me stanotte - disse Jack, poi si rivolse a Hic - allora non sei tanto noioso come credevo - scherzò, poi si incamminò per le scale.

- Ehm grazie.. credo - gli rispose, non capendo se doveva essere felice o irritato da quella affermazione, ma lasciò perdere, seguendo gli amici.

Proseguirono lungo il corridoio, poi un ragazzo uscì dal grosso portone che padroneggiava la parete, aveva un grande sorriso sul volto, e notando i tre ragazzi si rivolse poi a Jack - Novellino, sei amico di una Grifondoro e un Tassorosso? - e proseguì sghignazzando per il corridoio.

Jack era abbastanza irritato, aveva i pugni serrati, e la temperatura nel corridoio sembrava scesa tantissimo. Il suo respiro era rallentato e si notava nell’aria. Hiccup e Merida non sapevano da dove proveniva quell’improvviso gelo, era pungente ed intenso che si infilava sotto la pelle come scaglie. I due strofinavano velocemente le mani per riscaldare notando poi l’indifferenza di Jack verso quella temperatura.

- Lascialo perdere, uomo di ghiaccio - disse Merida stranita da come sopportava il freddo l’amico.

- Già.. Ma non senti questo freddo? - chiese Hic incuriosito da ciò.

- Cosa?.. Ragazzi la temperatura è nella norma - esclamò Jack, sembrava non rendersi conto di quanto appena accaduto.

Hic e Merida si lanciarono sguardi confusi poi entrarono nella biblioteca e videro l’amica con un grosso libro in mano.

Jack le si avvicinò ed esclamò - Biondina! - ma si ritrovò il grosso libro sullo stomaco, così cadde per terra.

- Grande Rapunzel! Mi stupisci ogni volta! - entusiasta la rossa si avvicinò all’amica, che al contrario era preoccupata e allo stesso tempo imbarazzata.

- Guarda, me ne stupisco anch’io - disse Rapunzel all’amica, e aiutò Jack a rialzarsi, spostando il tomo con tutta la forza che aveva.

- La prossima volta porto un casco, non si sa mai cosa può succedere - esclamò il ragazzo ridendo, ma notando invece lo sguardo scomodo della bionda - Scherzo ovviamente - e le sorrise.

- Allora Punzie, come mai non sei scesa a fare colazione? - chiese Merida, sistemandosi in una sedia.

- Beh, mi ero persa, ho girovagato dappertutto ma non trovavo la Sala Grande, e sono finita qui.. ah ragazzi, dovete assolutamente vedere questo libro - prese il tomo, e lo sistemo sul tavolo, stanca.

- Che tipo di libro è? - chiese Hiccup avvicinandosi alla bionda.

- E’ questo il punto.. non lo so - rispose, ricontrollando ancora.

- Il Libro del Destino, strano titolo.. non sarà un libro di favole? - alluse Jack, curiosando.

- Ci ho pensato anch’io, ma perché chiuderlo con un lucchetto..? - Rapunzel si diresse verso lo scaffale dove aveva trovato il tomo, in cerca di indizi.

- Ora capisco perché non sei un Corvonero.. - disse la rossa riferendosi a Jack con fare antipatico, rimediandosi un occhiataccia da quest’ultimo - Non c’è la bibliotecaria? - poi chiese Merida, andando a cercarla.

- No, c’ero solo io, e un altro ragazzo - disse la bionda continuando a curiosare.

- E’ abbastanza strano.. - concluse Merida - dovremmo portarlo con noi! - propose agli altri.

- Faremo a turni, ci state? - disse Hic, prendendo il tomo, con sforzo.

- D’accordo - dissero all’unisono gli amici.

Merida si ricordò soltanto ora che aveva un appuntamento con Kim, il prefetto, per parlare del Quidditch.

- Ragazzi, ci vediamo dopo, devo andare! - correndo si diresse a tutta fretta verso l’uscita.

- Strana la rossa, sembra un riccio bagnato quando si arrabbia - esclamò jack, facendo ridere tutti gli altri.

- Meglio che non ti sente! - disse ridendo Hic, conoscendo la reazione dell’amica.

- Ma dove è andata? - chiese poi Jack, curioso.

- Quidditch, uno sport famoso qui a Hogwarts - disse Hic, prendendo posto su una sedia e ispezionando il libro.

- Quidditch eh? Sembra interessante.. Ragazzi, vado anch’io ci si vede più tardi - e con ciò se ne andò anche lui, lasciando Hiccup e Rapunzel nelle ricerche.

 

***

 

Jack si diresse verso il pian terreno, dopo aver chiesto indicazioni verso il campo di Quidditch.

Urtò accidentalmente una ragazza, aveva lunghi capelli biondo platino raccolti in una treccia.

- Ahia! - esclamò la ragazza, massaggiandosi la testa.

- Scusa, non guardavo dove andavo, comunque piacere Jack - si presentò sorridendole, e tirandosi i capelli all’indietro.

- Piacere, Elsa - all’inizio un po’ diffidente, ma, poi gli ricambiò il sorriso.

Restarono a guardarsi per un paio di minuti, sorridendo, quando Jack si ricordò dove stesse andando.

- Io.. vado.. a dopo! - disse sorridendole maliziosamente, per poi tornare sui suoi passi.

Arrivato al campo nota un grosso cespuglio rosso muoversi.

- Ehi, principessa! - esclamò, adorava farla arrabbiare.

Merida irritata si voltò verso Jack, serrando i pugni.

- TI HO DETTO DI NON CHIAMARMI COSI’! - urlò adirata la rossa, con il volto paonazzo di rabbia.

- Hai ragione sei troppo aggressiva per poterlo essere! - disse ridendo, vedendo il volto diventare ancora più rosso.

Gli arrivò un pugno in testa, e Merida incavolata, si diresse verso il prefetto Grifondoro, lasciando Jack che si massaggiava il capo dolorante.

- Non è per niente una principessa - disse tra sé il ragazzo, sorridendo.

Andò  verso il prefetto della propria casata, scrutando Merida lanciargli sguardi assassini. Già, si divertiva troppo ad infastidirla.

Inoltre notò che anche Hans era infastidito dalla presenza dei Grifondoro.

- Odio nell’aria? - chiese divertito al prefetto, guadagnandosi occhiatacce da parte sua.

Alzò le mani da fare da innocente, e chiese ad un suo compagno cosa succedesse.

- Hanno occupato il campo prenotato noi - rispose irritato anche lui dai Grifoni.

“Ma in che casata sono finito!” si chiese, e poi disse - Ma perché invece di stare qui ad osservali con sguardo torvo, non fate qualcosa? - domandò agli altri, vedendoli irritati e infastiditi.

Il prefetto si voltò verso Jack, e con un sorrisino disse - Hai ragione, bene Jack, vediamo di che pasta sei fatto - e lo spinse verso i Grifondoro.

“Vigliacchi!” si disse Jack, proseguendo verso gli altri studenti, si parò davanti al prefetto Grifone.

- Sentite Grifoni, noi Serpeverde abbiamo prenotato prima il campo, quindi potete anche girarvi e tornare al castello - rispose con il solito sorriso da sbruffone.

- Dì al tuo caro prefetto, che venisse lui a parlare di persona e non a mandare un messaggero - rispose Kim irritata.

-  Ehi calma, Carotina! Ti sto solo dicendo la realtà dei fatti - i Serpeverde si avvicinarono sostenendo Jack, molti Grifoni si stavano scaldando, iniziava la rissa!

Alcuni ragazzi si stavano picchiando, era molto evidente l’odio che c’era tra le due casate.

- E’ COLPA TUA FROST! - urlò la rossa a Jack, che guardava la sua opera.

-Non è colpa mia se vi scaldate in fretta, principessa - sorrise alla sua battuta, Merida era rossa di rabbia, i suoi capelli sembravano prendere vita. Stava per tirargli una sberla quando entrambi notarono qualcosa brillare lontano dal campo.

Incuriositi si avviarono verso quella luce, era un piccolo medaglione, consumato e malandato. Merida stava per prenderlo, ma esso scivolò lontano da lei.

I ragazzi si guardavano straniti, stavolta Jack cercò di prenderlo con successo.

Aveva delle strane scritte su di esso, sembrava fosse una lingua antica.

- Strano si faccia prendere da te.. - disse infastidita Merida, notò le scritte e si ricordò il libro - Jack, ma non sono le stesse scritte di quel libro? - chiese al ragazzo.

- Si.. credo - mettendolo in tasca - Dobbiamo portarlo agli altri! - esclamò, e si diressero verso il castello, lasciandosi alle spalle, la rissa ancora in corso.

 

 

 

 

(A.A)

 

Bentornati! Che ne pensate di come sta procedendo la storia? Il vostro personaggio preferito?

Okay! Basta con le domande :D

Ci sono delle novità in questo capitolo, Il misterioso libro e lo strano medaglione..

E’ ancora l’inizio di tutto!

Come al solito, una vostra recensione sarà gradita, almeno so cosa pensate di questa FanFiction. ;)

Un saluto, alla prossima!

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