Fiori, fulmini e distintivi

di gallade01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: colleghi ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: indagini I ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: indagini II ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: prologo ***


Insieme, da adesso fino alla fine

 

 

Capitolo 1: prologo

 

La città di Fungopoli, la più grande metropoli del Regno dei fungi, vantava del più efficiente corpo di polizia  di tutto lo stato e lei, il tenente Daisy Flower, era appena stata trasferita all'unità investigativa in seguito alla sua promozione.

Erano le 8 di mattina e Daisy si avviava verso l'ufficio  del dipartimento per sapere dove l'avrebbero assegnata, dato che le avevano dato solo i moduli di trasferimento e un'altra montagna di fogli, inutili, a parer suo, su cui non c'era scritto assolutamente niente in proposito.

Dopo aver aspettato quasi venti minuti in coda, finalmente arrivò il suo turno

- Buon giorno, mi chiamo Daisy Flower e sono appena stata trasferita in questo dipartimento- disse alla ragazza dietro al vetro

-Oh  certo, ci avevano avvisato del tuo arrivo. Molto piacere io sono Toadette, guarda prendi la prima scala a destra e sali al secondo piano li c'è il tuo nuovo ufficio, poi il tuo capo ti darà tutte le direttive. -

-Grazie mille, e i moduli che mi hanno dato li devo dare a te?-

-Ah giusto! lasciameli qui, li sistemerò appena avrò tempo-

-Ok grazie ancora, arrivederci-

-Arrivederci. Vedrai che ti troverai bene - la salutò con un sorriso sulle labbra.

"Che ragazza gentile" pensò "spero che il mio capo lo sia altrettanto".

Daisy imboccò le scale e salendo incrociò due persone che le parevano familiari,

ma che non ricordava dove le avesse viste:

il primo era all'incirca sul metro e cinquanta, un po' paffuto, con baffi folti e neri, un grande naso a patata, occhi azzurri, capelli castani, indossava la tipica divisa da ispettore e uno strano cappello rosso con davanti una M dello stesso colore dentro un cerchio bianco;

il secondo era decisamente più mingherlino e alto, all'incirca sul metro e settanta, naso a patata, baffi neri  un po' meno folti di quelli dell'altro, capelli castano chiaro, anche lui con la divisa da ispettore e un buffo cappello simile a quello del suo compagno solo che verde e con una L al posto della M.

Daisy si incamminò verso il suo nuovo ufficio continuando a chiedersi dove li avesse visti, ma senza riuscirci.

Arrivata alla sua scrivania cominciò a sistemare le sue cose; casualmente le capitò tra le mani il giornale che aveva comprato per passare il tempo in metropolitana e lo sguardo le cadde sull'articolo in prima pagina dove era stampata una foto dei due tizi che aveva incontrato sulle scale!

L'articolo recitava :

Un altro clamoroso successo per i fratelli ispettori

 L'altro giorno è stata portata a termine una grossa retata al porto

in cui sono stati arrestati più di 20 criminali.

L'operazione, capitanata dell'ispettore Mario, era  il frutto

del lavoro di più di un mese da parte dall'ispettore Luigi.

Questa è l'ennesima prova dell'abilità di questi fratelli

votati alla giustizia...

 A Daisy bastarono quelle poche righe per comprendere  in che situazione si trovava: avrebbe lavorato con i più famosi investigatori dello stato,lei, che aveva sempre lavorato in una piccola cittadina.

I dubbi le attanagliavano la mente così intensamente che non si accorse delle due persone che la fissavano dalle scale da una decina di minuti.

 

 Note autore:

ciao a tutti e grazie mille per aver letto fino a qui, spero che vi sia piaciuta.

Questa è la mia seconda fanfic e la prima in più capitoli, io cercherò di aggiornare il più puntualmente possibile.

Se avete pareri o critiche lasciatemi una recensione dopo averla letta e se per caso avete idee su come migliorare la storia o proprio avete in mente piccole parti che vorreste aggiungere non esitate a contattarmi, vedrò di accontentarvi il meglio possibile

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: colleghi ***


Insieme, da adesso fino alla fine

 

Capitolo 2: colleghi

 

Mario e Luigi erano da cinque minuti fermi sulle scale a fissare quella ragazza sconosciuta seduta alla scrivania intenta a sistemare le sue cose.

A rompere il silenzio fu Mario “ Secondo te, chi è quella ragazza?”

“Non saprei proprio, ma vedendo che si è seduta a quella scrivania direi che è la nuova arrivata, quella di cui ci ha parlato Toadette .” rispose Luigi senza staccarle gli occhi di dosso.

“Allora direi di andare a presentarci. Mi sto stufando a star qui a fissarla»

“Si, direi che hai ragione” i due si avviarono verso la ragazza, che sarebbe stata la loro futura collega.

Arrivati alle sue spalle Mario parlò “Mi scusi?”

 

Daisy in quel momento era ancora immersa nei suoi pensieri e quando sentì quella domanda saltò letteralmente sul posto, spaventando anche le due persone alle sue spalle “Si!” rispose meccanicamente.

Dopo un primo momento di sorpresa  Mario si riprese e ricominciò

“Posso sapere chi è lei?”

“Ah..si, sono il tenete Daisy Flower. Sono appena stata trasferita qui “ disse lievemente in imbarazzo per la sua reazione di prima

“Molto piacere, io sono l'ispettore Mario” disse allungando la mano

Daisy rispose a quella stretta di mano ancora un po' titubante

“ E lui”continuò, portando una mano sulla spalla del compagno “ è l'ispettore Luigi, nonché mio fratello”

“ M-Molto piacere” disse allungando la mano

“Piacere mio” rispose Daisy.

Mentre gli stringeva la mano lo suo sguardo le si posò sul volto del giovane uomo che aveva di fronte: i lineamenti erano molto dolci, come quelli di un bambino,

i baffi bruni avevano un aspetto ben curato e ordinato, come se li avesse appena sistemati,e nascondevano lievemente una piccola bocca dischiusa in un tenero sorriso. Gli occhi invece erano di un azzurro cielo ed trasmettevano gentilezza e tenerezza. Allo stesso tempo però, emanavano sprazzi di arguzia e intelligenza, come se potessero leggerti dentro in una attimo.

Daisy era così presa dalla bellezza di quel viso che non si accorse che anche Luigi era rimasto immobile a fissarla.

Quella ragazza possedeva il volto più bello che avesse mai visto in tutta la sua vita:

i lineamenti erano gentili e delicati proprio come i petali di un fiore appena sbocciato,

i capelli castani chiaro incorniciavano il viso risaltandone la pelle candida, mentre nascondevano le piccole orecchie, adornate  con dei graziosi orecchini a forma di fiore. Gli occhi poi, erano due lapislazzuli bellissimi, di un colore azzurro intenso da cui balenavano lampi di vivacità e intelligenza pronti a travolgerti in tutta la loro energia.

I due continuarono a contemplarsi per altri dieci minuti e avrebbero continuato ancora se Mario, letteralmente il terzo in comodo, non si fosse stufato di star lì ad aspettare una qualche reazione da i due.

Certo, all'inizio si era divertito non poco della reazione del fratello di fronte alla nuova arrivata e aveva continuato a sogghignare per i primi due minuti, ma orami era arrivato all'esasperazione e decise di intervenire.

Si mise abbastanza vicino fra i due in modo che lo sentissero ma senza essere troppo brusco e si schiarì sonoramente la voce.

La sua idea portò l'effetto desiderato: i due imbambolati sentendo Mario si risvegliarono dal loro stato di catalessi e distolsero lo sguardo un po' imbarazzati per essere rimasti immobili a fissarsi per chissà quanto tempo.

"Qui ci sarà da divertirsi" pensò Mario guardando i due in preda all'imbarazzo

e sorridendo come chi la sa lunga.

Decise di rompere il silenzio prima che si protrasse come la situazione di prima

“Bene, ora che ci conosciamo direi di tornare al nostro lavoro. Io adesso devo andare un attimo via, torno fra poco. “

“Ok fratello, a dopo” lo salutò Luigi mentre o guardava dirigersi alla sua scrivania

“Ehm.. Ispettore Luigi? Io cosa dovrei fare? Sono appena arrivata mi hanno detto che sarebbe stato lei a darmi le direttive” disse Daisy che aveva appena ripreso il suo colorito naturale

“Oh! Ehm...” Luigi era rimasto un attimo spiazzato, non tanto per la voce cristallina della ragazza, ma anche perchè non aveva mai avuto sei colleghi al di fuori di suo fratello e quindi non sapeva cosa dirle “Per cominciare direi di “

 

 

"Oh no, non ancora" fu il primo pensiero di Mario che non aveva fatto in tempo a prendere le sue cose dalla scrivania. Sapeva che se li avesse lasciati in quella situazione quando sarebbe tornato li avrebbe trovati nello stesso stato.

Stava per proferire parola quando il telefono sulla scrivania di Luigi cominciò a squillare. "Grazie al cielo " pensò mentre guardava il fratello andare a risondere.

“Pronto, qui ispettore Luigi. Aha.. si...... L'indirizzo? Ok, arriviamo subito “ disse scrivendo sul suo taccuino e  abbassando la cornetta.

“Mario, Daisy preparatevi abbiamo un caso” annunciò mentre si preparava

“Benissimo” rispose Mario, ormai praticamente pronto

“Eh? Oh.. subito! “ disse Daisy un po' sorpresa dalla notizia.

Prese pistola, distintivo, cellulare e giubbotto della divisa e si diresse dietro ai due ispettori  che già si incamminavano verso le scale.

"Questa sarà una lunga giornata" pensò prima di concentrarsi sul lavoro che la stava aspettando .

 

Note autore:

salve e grazie per essere arrivati fino a qui. Comincio con lo scusarmi per aver cancellato e

ripostato subito il capitolo appena pubblicato ma non mi ero accorto di un po’ di errori dovuti a come avevo scritto il file

Lasciate una recensione per farmi sapere se vi è piaciuto(soprattutto dopo la modifica) e se avete visto degli errori non esitate a dirlo, le critiche sono bene accette.

Per il prossimo capitolo penso di riuscire a pubblicarlo fra due settimane, ma vedrò di accorciare questo tempo

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: indagini I ***


Capitolo 3: indagini I

 

Daisy era  salita quasi istintivamente dall’ispettore Luigi quando erano scesi nel parcheggio, mentre lui non si era neanche accorto del passeggero in più.

Mario invece aveva preso la moto ed era partito a razzo, come se stesse inseguendo qualcuno, quindi non li aveva nemmeno notati.

Il silenzio regnava sovrano, finché Daisy non decise di romperlo

“Come mai l’ispettore Mario non è venuto con noi? ”

“A Mario è sempre piaciuta la velocità e dice sempre che con la moto la sente direttamente sulla pelle” rispose Luigi senza staccare gli occhi dalla strada.

“Inoltre” aggiunse “con la moto riesce ad evitare la maggior parte del traffico.

E a non arrivare in ritardo ”

“Capisco… gli da forse fastidio? Intendo arrivare in ritardo” chiese Daisy.

L’imbarazzo provato prima in ufficio ormai era svanito e i due ormai parlavano come se si conoscessero da sempre.

“Non lo sopporta, nel modo più assoluto. Come non sopporta chi arriva in ritardo, l’ultima volta che un’agente l’ha fatto… è stato terribile!” rispose Luigi con un tono spaventato nella voce.

 <<  Cosa può aver fatto da essere definito terribile?  >> pensò Daisy.

Il tono con cui l’ispettore l’aveva detto non faceva presagire niente di buono, tipo una settimana a dirigere il traffico o a fare la gavetta. Ma la curiosità era troppa e quindi prese il coraggio di chiedere “Cosa è successo l’ultima volta?”

Luigi rimase un attimo sorpreso dalla domanda della tenente, ma vedendone lo sguardo deciso prese un respiro e decise di dirglielo

“Quell’agente continuava ad arrivare in ritardo ogni volta. Sulle primi Mario ci passò sopra, ma dopo un mese che continuava…” un brivido lo percorse, a testimoniare quanto non fosse stato una cosa normale.

Dall’altra parte Daisy era sulle spine, la reazione dell’ispettore al solo ricordare cosa il fratello avesse fatto era un’ulteriore prova di quanto potesse essere orribile.

“Gli ha fatto una di quelle lavate di capo da avergli fatto venire la voglia di nascondersi sottoterra! Persino tutti gli altri presenti aveva abbassato la testa come se fossero colpevoli! ” esclamò Luigi infine.

Ci fu prima un attimo di silenzio, poi Daisy scoppiò a ridere, senza alcun freno.

La serietà con cui Luigi aveva detto l’ultima frase era completamente in antitesi con il testo di quest’ultima. Insomma, lei si aspettava una punizione esemplare,non una semplice ramanzina! Le cominciarono a scendere delle lacrime da quanto stava ridendo.

Dall’altro lato Luigi era rimasto completamente spiazzato dalla reazione della tenente.

<< Che lo abbia preso come uno scherzo? >> pensò, mentre l’imbarazzo cresceva.

“Guardi che io ero serio! ” disse rosso in volto

“Scusi, scusi” disse calmandosi “è che mi aspettavo qualcosa di diverso” concluse asciugandosi le lacrime.

Tornando seria chiese: “Parlando d’altro, di che tipo di caso ci occuperemo? Prima ci ha detto solo l’indirizzo ”

“Oh, giusto!”esclamò ”Me ne ero completamente dimenticato. Si tratta di un furto con aggressione ad un domicilio”

“Sappiamo altro?” chiese la ragazza

“No, per adesso. Alcuni agenti sono già sul posto insieme alla scientifica ”

“Capisco, quanto ci metteremo ad arrivare?”

“10 minuti massimo” rispose.

 

10 minuti dopo

“Siamo arrivati” esordì Luigi scendendo dalla macchina.

“Era ora! Mi ero stufato ad aspettarvi” disse Mario venendo loro incontro.

Daisy scese dalla vettura osservando il luogo del misfatto: era un condominio di sette piani  color beige, tipico delle costruzioni di dieci anni prima. Solo l’ultimo piano presentava un colore differente, un verde pistacchio sbiadito dal tempo. Bastava guardarlo per capire che non si avrebbe potuto far affidamento su qualsivoglia telecamere o ascensore. << Cominciamo bene… >> pensò Daisy.

Il reato era stato commesso al quinto piano, nell’appartamento la cui porta dava direttamente sulle scale. Il locale presentava un ampio salotto con un divano letto al centro e una modesta televisione attaccata al muro, una cucina ben fornita con tavolo da pranzo, un bagno e una camera da letto matrimoniale. In quest’ultima sembrava essersi compiuto il tutto. La cassettiera era stata letteralmente demolita: i cassetti erano stati estratti completamente e distrutti, in cerca probabilmente di doppifondi, il comodino svuotato completamente e il letto smembrato. Sul pavimento inoltre vi erano anche delle gocce di sangue, dovuti alla colluttazione.

“Bene, cominciamo! ” disse Luigi infilandosi un paio di guanti in lattice.

“Ok ” rispose Daisy automaticamente cominciando a scattare foto ad ogni oggetto prima di muoverlo in cerca di indizi.

“Io vado a vedere quali sono le condizioni della vittima all’ospedale, vi lascio campo libero. A dopo.” Disse Mario avviandosi verso la porta dell’appartamento.

“A dopo fratello.” Lo salutò Luigi

“A dopo” concluse Daisy.

I due continuarono per una mezz’ora buona a fotografare e a catalogare le varie prove. Dopo Luigi ruppe il silenzio“Tenente, potrebbe andare ad interrogare i vicini? Qui dovrei farcela a finire da solo.”

“Va bene” disse Daisy appoggiando macchina fotografica e guanti sulla valigia degli agenti della scientifica “A dopo ”.

“Ok sul piano ci sono 5 appartamenti compreso quello della vittima, e due sono vuoti. Niente di più semplice!” pensò Daisy.

Oramai era quasi mezzogiorno e l’idea di avere un po’ di tempo in più per la pausa pranzo la allettava molto.

Con il primo appartamento andò discretamente bene: era abitato da una coppia di sposi ed erano stati loro ad avvisare la polizia. Di conseguenza sapevano poco di come fosse successo. Da loro ottenne solo informazioni riguardanti la vittima e la sua routine.

Con la seconda andò decisamente peggio: era la classica vecchietta impicciona affamata di gossip. Daisy ci spese un’ora intera insieme, cercando di estrapolarle ogni informazione possibilmente utile. Quando uscì sapeva vita, morte e miracoli di praticamente tutti i condomini, inclusa la vittima per fortuna.

Erano circa le 13:20 quando uscì << Dio ma quanto parla quella lì?? >> pensò mentre si dirigeva verso l’appartamento della vittima. Essendo venuta con Luigi doveva per forza tornare con lui.

“Ispettore io avrei fini..to..” Daisy non riuscì a terminare frase dopo aver visto La scena che le si presentava davanti: Luigi si muoveva quasi al rallentatore tra un lato della stanza e l’altro con un’espressione sul volto di pura concentrazione, come se stesse ricostruendo ogni singolo fatto accaduto in quella stanza.

Daisy non seppe quanto tempo passò prima che l’ispettore si accorgesse della sua presenza, ma quando lo fece il suo volto ritorno ad essere quello di prima, tenero e serio allo stesso tempo.

“Oh tenente, bentornata. Com’è andata con i vicini?” chiese Luigi dirigendosi verso di lei

“Abbastanza bene, sono riuscita a ottenere alcune informazioni utili” rispose

<< insieme a qualche centinaio di pettegolezzi >> aggiunse mentalmente.

“Molto bene. Io ho finito qui, direi di andare a pranzo. Andiamo? ”

“Per me va bene” rispose Daisy,

La coppia di poliziotti fece solo un breve salto ad una paninoteca poco distante perché prima di decidere in che ristorante andare, Luigi ricevette un messaggio da Mario che recitava : ”Io ho finito con la vittima, vi aspetto in centrale per le 14:20. Non tardate! P.s. vedi di darti da fare fratellino!

Su cosa intendesse sull’ultima frase Luigi non aveva dubbi, ma finse che si riferisse solo al caso, quando Daisy gli chiese spiegazioni proprio su quell’ultima. Ci mancava solo che suo fratello si mettesse a fare la parte di cupido.

 

 

Ore 14:15 centrale di polizia

“Oh bene, vedo che siete arrivati.” Esordì Mario dalla sua scrivania.

Si era alzato subito dopo che aveva visto Luigi e Daisy arrivare dalle scale, tenendo sottomano un foglio completamente scritto.

“Spero che tu abbia un buon motivo per avermi messo fretta!” rispose Luigi con un finto tono arrabbiato, lasciandosi però scappare una leggera risata.

“Contando che i media ci stanno alle costole come al solito, direi di sì” continuò Mario attaccando una foto alla lavagna

“Si tratta della vittima, non è vero?” chiese Daisy prendendo il suo taccuino

“Si, è esatto” rispose Mario “Il suo nome è Maria Carel, 64 anni, pensionata. Ha visto la porta di casa forzata ed entrando in camera, ha sorpreso il ladro mentre frugava.” Cominciò a spiegare

 “Il ladro l’ha colpita appena è entrata” continuò Luigi “ poi ha continuato a frugare nella stanza, ed infine è scappato dalla finestra utilizzando la scala antincendio come via di fuga. A giudicare dalle impronte di pneumatici deve aver utilizzato un motorino, probabilmente un Yamaha.”  

“Non ti smentisci mai eh?”lo interruppe Mario ridacchiando “Sfortunatamente la vittima non è riuscita a dirmi nient’altro, è già tanto che sia riuscita a parlarle ” disse con aria avvilita”Il colpo l’ha debilitata molto”

“Io ho qualcosa ” disse Daisy sfogliando il taccuino “Secondo la vicina un tipo strano si aggirava sul piano circa per le 10. Era un maschio, circa sui vent’anni. Non era di sicuro del vicinato, altrimenti lo avrebbe riconosciuto. Sempre secondo lei quel ragazzo non è uscito dalla porta principale, altrimenti lo avrebbe visto. ”

“Bene allora! Abbiamo un sospettato!” esclamò Mario”Ora manca solo da scoprire cosa è riuscito a prendere” 

“Veramente avrei delle informazioni anche su quello…” continuò Daisy sfogliando il suo taccuino in cerca della pagina giusta

Intanto i due ispettori erano esterrefatti; non si aspettavano che lei avrebbe trovato tutte quelle informazioni  da sola.

“A, ecco!” esclamò “sempre secondo la vicina, la vittima teneva solo un gioiello a casa, per valore affettivo. Si tratta di una collana di platino con un pendente a forma di cigno, sui cui è incastonato un piccolo brillante ” concluse

Quando alzò lo sguardo dal taccuino vide i due ispettori con un’espressione corrucciata sul volto.

“Hmm… per un gioiello simile… c’è solo un posto in cui cercare… ” insieme a quella frase a Luigi uscì anche un sospiro rassegnato. Evidentemente non era esattamente un posto normale, o comunque non gli piaceva andarci.

Mario invece era un misto tra il preoccupato e il divertito, il che non aiutava affatto su capire che posto fosse. “Non c’è altra scelta” aggiunse infine.

“Dov’è che dobbiamo andare?” chiese la tenente

“A trovare due nostre vecchie conoscenze ” le dissero i due in coro

 

 

 

 

Note autore:

innanzitutto mi scuso immensamente con tutti quelli che seguono questa storia dato che nell’ultimo capitolo avevo detto due settimane, e invece è passato più di

un mese. Per il prossimo capitolo spero di non metterci troppo ma non faccio promesse. Grazie ancora per chi continua a leggere la mia storia.

Lasciate un recensione per dirmi cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere.

Alla prossima

Gallade01

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: indagini II ***


Capitolo 4: indagini II

Arrivarono a destinazione mezzora dopo essere partiti dal commissariato. Mario aveva preceduto Luigi e Daisy con la moto, ma non era ancora entrato ancora nel negozio.

Quando Daisy aveva letto l’insegna era rimasta un attimo perplessa, recitava:

“Banco dei pegni e gioielleria W&W”. Quali genere di informazioni avrebbero dovuto trovare in un posto del genere?

Mentre fissava l’edificio Luigi le si avvicinò

“I proprietari di questo negozio hanno le mani in pasta un po’ dappertutto in questa città. Se si viene qua si riesce ad avere informazioni un po’ su tutto” le disse

“Capisco… lei conosce i proprietari?” gli chiese

“Sì, siamo stati compagni, per un certo periodo” Luigi fu un po’ insicuro sulla parola ”compagni”

“comunque” continuò, sospirando “cerchi di non sorprendersi troppo”  disse entrando nel negozio.

“Cosa intende?” Daisy non capiva, di cosa non doveva sorprendersi? La domanda la attanagliava mentre entrava.

Il negozio era enorme: c’erano scaffali enormi con ogni genere di merce, dai cappotti ai televisori, disposti in modo che risaltino all’occhio in ogni posto. In fondo, dietro un bancone con esposti vari oggetti di bigiotteria, c’era un uomo in giacca gialla che sistemava delle statuine in uno scaffale posto tra due porte, una gialle ed una viola. L’uomo sembro accorgersi che c’erano delle altre persone oltre a lui e cominciò a sistemare le statuine più velocemente.

“Benvenuti signori, un attimo solo e sono da voi.” La voce era profonda e roca, a con una nota acuta. Decisamente strana.

“Non preoccuparti Wario, abbiamo tutto il tempo che vuoi.” A sentire quelle parole l’uomo sussultò e, dopo aver riposto l’ultima statuina, si voltò lentamente, rivelando un volto decisamente irritato.

Aveva la faccia più brutta che Daisy avesse visto: tozza, un po’ sproporzionata con un naso rosa scuro enorme.

“Allora dovrai aspettare un bel po’! Per te non ho mai tempo” disse riferendosi a Mario, quando poi osservo meglio l’ispettore la sua espressione si rilassò un attimo, cambiando in una più sorpresa che irata.

“Oh? Come mai siamo così in ghingeri?” chiese riferendosi all’uniforme ”Pensi di far dimenticare alle persone quanto sei basso con l’uniforme? ” concluse con tono derisorio, cominciando a ridere .

“Almeno io non ho bisogno di un rialzo di trenta centimetri nascosto per sembrare intimidatorio” Gli rispose Mario fissandolo negli occhi. Wario si zittì, contraccambiando lo sguardo di fuoco che Mario gli stava lanciando.

“Non ho niente da dire ad un nanetto rosso in divisa” sputò con acredine, senza distogliere lo sguardo dal suo interlocutore.

“Come. Mi. Hai. Chiamato?” scandì Mario, la voce intrisa di rabbia e lo sguardo iroso.

“Oh? Non mi hai sentito? Ti ho chiamato nanetto rosso” gli rispose, marcando le ultime parole.

“Questa non la passi liscia! Fatti sotto!” Gli urlò Mario togliendosi giacca e fondina.

Non aspettavo altro!” gli rispose di rimando Wario alzando i pugni.

In un attimo Mario saltò oltre il bancone colpendo l’uomo con un pugno, spingendolo dentro la stanza alle sue spalle, richiudendosi la porta una volta entrato.

 

Luigi sospirò, quella scena si ripeteva ogni volta che andavano lì, ed era necessario che succedesse, ma comunque non capiva perché dovessero sempre arrivare alle mani.

“Succede sempre così?”La voce di Daisy lo destò dei suoi pensieri, facendogli alzare lo sguardo.

La ragazza era immobile e fissava la porta dietro la quale erano spariti l’ispettore e il commesso, con una nota di… delusione, forse? Luigi non era sicuro, ma probabilmente era indirizzata a Mario.

 

Daisy non sapeva descrivere con che parole descrivere quello che provava in quel momento se non con una parola: delusione. Mai si sarebbe aspettato che un ispettore del calibro di Mario sarebbe arrivato alle mani solo per essere stato preso in giro da una persona che, probabilmente, lo faceva ogni volta che lo incontrava.

“Si, non c’è mai stata una volta che fosse andata diversamente” La risposta dell’ispettore accanto a lei confermò i suoi pensieri, portandole un pizzico di tristezza nell’animo.

“Capisco… allora non sarebbe  meglio che l’ispettore Mario non venga qui, dato che finisce sempre in questo modo?” chiese voltandosi verso l’ispettore.

“Sfortunatamente, non è possibile” le rispose Luigi sospirando ”Con me Wario non spicca una parola, e se c’è lui la bancone l’altro proprietario non verrà mai fuori” Poi, voltandosi verso la porta viola, alzò la voce

”Non ho forse ragione, Waluigi?”

Dopo  quell’affermazione, la porta si aprì e  uscì un uomo vestito come il precedente solo con una camicia viola. Era alto almeno due metri e dieci, incredibilmente mingherlino, aveva la faccia spigolosa, le orecchie grandi, appuntite e a sventola, due occhi a spillo con delle strane occhiaie azzurre ed un enorme naso rosa scuro, con due piccoli baffi neri e dritti.

“È da tanti che non ci vediamo, spilungone verde. Cosa ti porta qui?” chiese il nuovo arrivato appoggiandosi al bancone per essere all’altezza di Luigi.

“Sentirsi chiamare spilungone da te sembra una presa in giro, lampione viola” gli rispose Luigi ridacchiando appena, mentre gli lanciava saette con lo sguardo.

“Ma è una presa in giro, ovviamente” rispose l’uomo alzando le mani ”Comunque non mi hai ancora risposto, cosa vuoi?” chiese, diventato serio.

“Stiamo cercando una collana, con un pendete a forma di cigno sui cui è incastonato un piccolo brillante. Te ne è giunta notizia?”

Waluigi si prese il mento fra le mani ci pensò su per qualche minuto, poi concluse ”no, non mi viene niente”

“Ne sei sicuro, proprio nessuna idea?” insistette Luigi, sapeva che Waluigi aveva  sempre bisogno di un incentivo.

“Assolutamente,  nessun cigno, nessun brillante, nessuna collana di platino” insistette con aria annoiata. Luigi stava per parlare ma Daisy lo precedette “Lei come fa a sapere che la collana era di platino?” chiese avvicinandosi.

“E lei chi è?” chiese Waluigi osservando la ragazza. Non si era minimamente accorto della sua presenza lì.

“Sono il tenente Daisy Flower, e lei non ha ancora risposto alla mia domanda. Come faceva a sapere che la collana era di platino?” insistette, incatenando il suo sguardo a quello dell’uomo.

Bhe’, l’ha detto lui” disse indicando l’ispettore.

“Non è vero. L’ispettore Luigi ha parlato del cigno e del brillante, ma non ha mai fatto cenno al materiale della collana.” Daisy aveva fatto centro: Waluigi era senza paralizzato, incapace di controbattere. Luigi invece se ne stava in disparte, piacevolmente divertito di vedere Waluigi in difficoltà . Daisy era stata veramente brava.

Waluigi non sapeva che fare, ormai si era tradito e quella ragazza non avrebbe demorso, quindi decise di arrendersi.“Datemi un secondo” disse semplicemente, prima di sparire dietro la porta.

“Ottimo lavoro” le disse Luigi una volta che rimasero soli ”L’hai messo nel sacco”

“Grazie”

Dopo qualche minuto Waluigi tornò anche se gli si leggeva in faccia che voleva essere da tutt’altra parte “ un ragazzo era venuto qui volendo vendere un gioiello simile. Noi abbiamo rifiutato ma ci ha lasciato il suo indirizzo” detto questo diede a Luigi un bigliettino scritto

“Grazie Waluigi, spero ci rivedremo presto” disse Luigi avviandosi verso la porta seguito da Daisy.

“Io invece spero proprio di no” gli grido Waluigi dal bancone.

 

Quando uscirono Daisy notò che la moto dell’ispettore Mario non c’era più.

“L’ispettore Mario è già andato via?” chiese a Luigi

“Ogni tanto lo fa” disse salendo in macchina “ dovrebbe essere in sull’argine adesso. Di solito va lì per calmarsi” concluse rispondendo alla muta domanda di Daisy.

 

Quando arrivarono all’appartamento del ladro non servì neanche calcare la mano: nel momento stesso in cui aveva sentito la voce dell’ispettore Luigi si era arreso senza opporre resistenza.

Il ladro non era altro che un ragazzo con debiti da gioco in bolletta, aveva rubato spinto dalla disperazione.

Daisy si sentiva quasi in pena per lui: neanche ventun’anni e già dipendente a tal punto da rubare.

Non poteva farne a meno, la sua parte femminile doveva sfogarsi in qualche modo. La cosa che la sorprendeva di più fu vedere l’ispettore Luigi nella sua stessa situazione, non se lo sarebbe mai aspettato. Ma dopotutto lo conosceva solo da un giorno, quindi si sentiva abbastanza soddisfatta di come era andata alla fine. Erano riusciti a chiudere un caso, anche se piccolo, in una giornata, aveva ottenuto informazione che in futuro le sarebbero tornate utili e le era stato detto che poteva anche andare a casa nonostante non fosse finito il suo orario.

Daisy non poteva pensare che potesse andare meglio poi ricevette un messaggio.

Cia Daisy sono Toadette, ho preso il tuo numero dai fogli. Ti andrebbe di fare una chiacchierata fra donne? ” sorrise, la serata si preannunciava interessante ”Certo. Conosci un buon bar?

Nel frattempo sulla riva del fiume.

Mario se ne stava ad osservare il corso d’acqua in completo silenzio, immergendosi nella fantasia in quel flusso argenteo che scorreva a pochi metri da lui. Poi il suo telefono squilò, lo prese e lesse il nome de chi lo stesse chiamando.

Luigi. Prevedibile.

“Risolto il caso fratellino?”

Si, si. Non era niente di che. Sei ancora sull’argine?

“Sì, è estremamente rilassante. Dovresti provare.”

Magari un’altra volta. Comunque, l’hai fatto apposta, vero?

“Non so di cosa tu stia parlando”

Non fare il finto tonto, sai a cosa mi riferisco.

Di solito non reagisci così facilmente alle

provocazioni di Wario, nemmeno durante le tue giornate nere”

“Probabilmente mi andava di farlo, chi lo sa.”

“Smettila, ho capito cosa vuoi fare.”

“Allora saprai anche cosa devi fare. Ciao luigi”

No Mario, aspe…

Mario interruppe la telefonata, silenziando il cellulare nel caso lo richiamasse, poi prese il casco e salì in sella la moto. << Ne avrai di strada da fare fratellino >> pensò prima di ripartire diretto verso casa.

 

 

Note autore:

due mesi. Sono due mesi che non aggiorno. Perdonatemi, ma la mia fantasia decide da sola quando venire e si è fatta attendere, tanto. In questo capitolo ho provato a cambiare il punto di vista narrativo senza scriverlo, fatemi sapere se è stata una scelta azzeccata o se ho sbagliato completamente.

Fatemi sapere.

Gallade01

 

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