Nel limbo della vita.

di Lisa Lawer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


  Capitolo 1
 
Una stupenda trentenne dai capelli rossi si accingeva a salutare il custode del cimitero con un sorriso di circostanza e lui ricambiò con un cenno del capo.  Ichigo vi si recava li ogni mese da otto anni, e un mazzo di rose rosse l’accompagnava sempre. Si recò davanti alla lapide, si inginocchiò, disse delle preghiere, buttò le rose del mese precedente e ripose quelle nuove. Notò con disappunto della polvere sulla lapide: ne avrebbe parlato con il custode, d’altronde cosa lo paga a fare? Deve fare semplicemente una cosa: tenere quel posto immacolato, non avrebbe accettato obiezioni.
Come sempre le lacrime iniziarono a scendere sul suo bellissimo viso. Dopo otto anni ancora non si capacitava che lui fosse morto.
“mi manchi…”

/Flashback/
Il progetto mew era terminato e Ryan e Kyle decisero di ritornare in America poco dopo. Era passato un anno dalla loro partenza e Ichigo stava sempre con Mark, ma la loro relazione non andava più bene da tempo. Ichigo aveva iniziato a soffrire per la partenza di Ryan, oramai non se ne dava più pace. Voleva parlare con lui, litigare con lui!!! Qualunque cosa pur di riaverlo accanto! Dopo l’ennesima notte insonne aveva preso la sua decisione: avrebbe lasciato Mark e poi sarebbe andata a New York da Ryan rivelandogli i suoi sentimenti, se lui avesse rifiutata pazienza, ma lo doveva assolutamente fare… solo così sarebbe stata in pace con se stessa.
Stava facendo i calcoli su quanto sarebbe venuto a costare il viaggio verso New York quando sentì suonare alla porta. Era sola in casa e abbastanza scocciata si diresse verso la porta. Dallo spioncino vide  che era Pam e subito sorrise al pensiero che la sua amica sempre super impegnata avesse trovato un momento per andarla a trovare. Apri subito la porta ma il sorriso scomparve subito dal suo volto. La gelida e impassibile Pam era davanti a lei con gli occhi lucidi e gonfi. Ichigo era sicura che avesse pianto e che stesse sul punto di rifarlo.
  • Pam… ma cosa… -
  • Ichigo ti devo parlare. –
La rossa la fece entrare in casa e si accomodarono nel salone. Da quel momento in poi tutto andò sgretolandosi. Si ricordava solo di Pam che piangendo le raccontò di aver ricevuto una chiamata da Kyle che la informava che Ryan aveva avuto un incidente stradale… e che era morto. Di quel giorno Ichigo non ricordava altro, se non il dolore straziante che le lacerava il cuore. Ryan era morto… e lei… non gli aveva detto nulla….
Poco dopo ci furono i funerali e la salma venne portata in Giappone per poterlo seppellire lì. Nessuna delle ragazze riusciva a darsi pace, mentre Kylie, anche se difficilmente, cercava di mantenere un sorriso di circostanza per poter ringraziare i presenti.
Ichigo lo aveva visto li, nella bara, inerte… quella scena le fece capire che non era un sogno ma la realtà. E il tutto le fece ancora più male perché nella sua testa tutto si stava concretizzando… ora era tutto vero.
Ryan Shirogane era morto.
//
  • Dopo otto anni il pensiero che tu non ci sia mi sconvolge ancora. –
E iniziò a parlare, raccontando a una lastra di marmo, quello che le era accaduto nell’ultimo mese. Oramai era un’abitudine: lei era consapevole del fatto che non ci fosse nessuno ad ascoltarla, ma aveva bisogno di farlo. Per un’ora al mese aveva bisogno di credere che lui fosse li ad ascoltarla.
Poi terminò il racconto con un – Ryan ti amo e ti amerò sempre. –

Se ne andò, ma prima andò a parlare con il custode del cimitero. Salì poi sulla sua lussuosissima auto per recarsi verso l’ufficio. Ichigo era oramai una donna di successo, la presidentessa della PMM company che gestiva i numerosissimi café mew nel Giappone. Dopo la morte di Ryan, con l’aiuto dei genitori decise di rilevare il café. All’inizio vi ci lavorava anche lei, come cameriera, e nel frattempo aveva scelto economia e marketing all’università. E quegli studi diedero i suoi frutti. Adesso era una manager di successo, aveva creato una catena di café che in Giappone aveva surclassato Starbucks. Nei café aveva creato dei laboratori di pasticceria che facevano invidia a chiunque, tant’è che molte volte erano richiesti per i catering. Ora la sua azienda aveva addirittura gli uffici a Tokyo, un palazzo enorme dove venivano gestiti gli affari della sua catena. Oramai i café mew erano di moda. E lei lavorava, lavorava e lavorava. Dalla morte di Ryan si era buttata a capofitto nel lavoro e nello studio, anche se la fede che portava all’anulare sinistro, le ricordava che ogni sera doveva rientrare a casa perché c’era un marito ad aspettarla.

Nonostante il suo cuore avesse smesso di amare, alla fine qualche anno dopo accettò la proposta di matrimonio di Mark, ma ad una sola condizione: niente figli. Era consapevole di voler ancora bene al moro ma non lo amava così come lui amava lei e per questo decise di non mettere al mondo dei figli. Lo sapeva di essere egoista: accettare di sposarlo nonostante lei non lo amasse… si faceva schifo da sola. Dopo la morte di Ryan, lei aveva lasciato Mark, ma lui le era stato accanto lo stesso. Un anno dopo nonostante fossero amici, continuavano a frequentarsi e lui le fece la proposta, dicendole che l’amava troppo da poter rinunciare a lei. Ichigo oramai aveva il ghiaccio attorno al cuore, l’idea di amare di nuovo qualcuno le sembrava impossibile, ma decise di accettare la proposta. Voleva ancora un po’ di bene a Mark e sperava con il tempo di ritornare ad amarlo come prima. Ma oramai erano passati 6 anni di matrimonio e lei non lo amava ancora. Certo c’era affetto da parte sua, ma niente di più. Lui invece era sempre affettuoso, si lamentava solo degli orari di lavoro della moglie, perché a volte lei ritornava molto tardi, ma per il resto sapeva che qualcosa in Ichigo era cambiata dopo la morte di Ryan.  Oramai per lei il lavoro era tutto, considerava il suo ufficio come la sua vera casa. Ovvio che le facesse piacere tornare da Mark a casa, ma non era a stessa cosa.
Con le ragazze poi, non si vedeva quasi mai, giusto 3-4 volte l’anno. Aveva interrotto quasi tutti i rapporti perché le ricordavano troppo Ryan.
Entrata in auto si guardò nello specchietto retrovisore. Asciugò l’ultima lacrima, diede una passata di cipria sul viso e si avviò verso l’ufficio. Ora era il momento di pensare al lavoro. Era da mesi che aveva deciso di cambiare i macchinari di pasticceria e gli interni dei suoi café aperti nei primi anni. Era ora di dare una svecchiata a quei locali e la sua ditta aveva aperto una gara di appalto per trovare il miglior offerente. Erano in ballo un mucchio di soldi e la scelta doveva essere molto accurata, e Ichigo sapeva fare il suo lavoro molto bene. Vinse l’appalto una ditta americana di Los Angeles e ora dovevano concludere l’affare. Tutti erano in fermento, da giorni Ichigo studiava i documenti per poter essere preparata a contrattare:  i contratti più importanti erano sempre gestiti e conclusi da lei. Aveva una cerchia di pochi fidati per poter concludere i contratti minori, ma quelli più importanti no… lei voleva avere il controllo.
L’indomani sarebbe dovuta partire per l’America, e per quello rientrò a casa prima. Mark, che ora era un insegnante di storia, ma sempre un profondo ambientalista, stava preparando la cena.
  • Ciao amore, bentornata. –
  • Ciao caro. –
Come sempre era lui che si avvicinava per darle un bacio. Per quanto riguardava queste cose e soprattutto l’intimità era sempre lui che prendeva l’iniziativa, perché Ichigo non lo avrebbe fatto mai. Oramai il suo cuore non provava più nulla, era vuoto.
Cenarono e si raccontarono la loro giornata, ma poi Ichigo si preparò la valigia e andò a dormire presto. La limousine sarebbe andata a prenderla l’indomani alle 5 del mattino, per poter prendere il volo.
Alle 7 era finalmente seduta in aereo, ovviamente in prima classe. Riposò per le prime ore e poi rivide tutti i documenti del contratto. Era pronta, ma un po’ di inquietudine la rendeva nervosa. Stava andando in America per la prima volta nella sua vita… nell’America di Ryan, il luogo che le ha portato via il suo amore. Forse aveva sbagliato ad andarlo a trovare il giorno prima della partenza, ma sapeva di doverlo fare anche per la sua salute mentale. Alla morte del ragazzo, lei era entrata in depressione così tanto che stava diventando anoressica per quanto non stesse mangiando. Poi i genitori decisero di portarla da uno specialista e quindi iniziarono gli anni della psicoterapia. Dopo due mesi di sedute ricominciò ad uscire di casa e si buttò nel lavoro e nello studio, ma la terapia continuò per 3 anni e alla fine anche la dottoressa concordò con Ichigo, che le visite al cimitero avrebbero potuto solo che aiutarla. Solo che avrebbe dovuto diminuirle, Ichigo ci andava quasi tutti i giorni e quando non ci andava, era perché era troppo debole per potersi muovere a causa dell’assenza di cibo.
Allora avevano deciso per una volta al mese e Ichigo non mancava mai.
atterrata in America una limousine con autista l’attendeva e la diresse all’hotel più lussuoso di LA.
Il giorno dopo avrebbe avuto il primo incontro di lavoro, quindi si fece una doccia e poi andò a riposare, e il suo ultimo pensiero andò a Ryan Shirogane.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
Si svegliò di ottimo umore e si preparò per l’incontro con Jake Collins il proprietario della ditta di forniture per pasticcerie. Fino ad ora si era occupata la sua segretaria di tutto, ma poi le pratiche erano arrivate nelle sue mani. Era una ditta nata da poco, da circa una decina di anni, ma era cresciuta molto in fretta e sembrava promettente. In America si stava già costruendo un nome e magari si sarebbe rivelata utile anche per loro.
Arrivata agli uffici della Jake Collins corp., venne accolta subito da una segretaria che l’attendeva all’entrata. Venne trattata con tutti i riguardi e venne fatta accomodare nella sala riunioni. Ichigo immaginava questo Collins come il tipico americano, mascellone e palestrato ma le sue aspettative vennero disilluse quando, nella sala riunioni, entrò una bellissima donna sulla quarantina.
  • Salve, sono Michelle Scott, piacere di conoscerla. Mi occuperò io del contratto al posto del signor Collins. –
  • Lei? Sapevo di dover trattare l’affare proprio con lui in persona. – rispose Ichigo in un inglese perfetto.
  • Ne sono consapevole e ce ne scusiamo, ma il signor Collins ha avuto degli impegni improrogabili dell’ultimo minuto e purtroppo non potrà essere presente alle riunioni. –
Una Ichigo un po’ contrariata iniziò subito ad entrare nel vivo del discorso. Non capiva l’assenza di Collins in questo affare. La sua ditta gli avrebbe pagati fior fior di soldi per le forniture e lui nemmeno si presenta? Bah, poco importava, era meglio iniziare.
Ma dopo un’ora, Ichigo si stava abbastanza infastidendo: la signora Scott sembrava non essere minimamente preparata, e sembrava non avere la minima idea di alcuni punti del contratto, tanto da non riuscire a rispondere ad alcune delle domande poste dalla giapponese.
  • Signora -  disse Ichigo – ho fatto molte ore di viaggio per essere qui e lei non sembra nemmeno sapere di quello che si sta occupando. Sinceramente mi sento presa in giro. Le consiglio di rivederci domani, sempre che lei decida di presentarsi preparata. Mi faccia chiamare dalla sua segretaria per un nuovo appuntamento. Ora mi scusi. – si alzò, le strinse la mano e andò via.
Michelle Scott era solo riuscita a scusarsi, poi dopo aver visto dalla finestra che l’auto della signora Momomiya era andata via, si diresse furiosa verso l’ufficio del suo “capo”. In effetti lei e Jake erano amici da molti anni.
Entrò senza bussare e lui la guardò stranito. Stava parlando con la sua segretaria, e quando vide lo sguardo furioso di Michelle la mandò immediatamente fuori.
  • Michelle cosa succede? –
  • Cosa succede, Jake? Cosa succede????? - gridò furiosa – succede che per colpa tua ho fatto una grande figura di merda davanti alla signora Momomiya e stiamo quasi rischiando di perdere il contratto!! Ti rendi conto di quanto abbiamo, di quanto hai investito su questo affare??? Ci sono di mezzo un sacco di soldi! Quindi mi fai il cavolo del piacere che domani, ti presenti TU alla riunione e te ne occupi tu, come era previsto sin dall’inizio!!! – oramai le sue urla le sentivano anche i palazzi accanto. – ho una marea di lavoro da fare, e tu non mi puoi chiamare la sera prima dicendomi di dovermi occupare di un contratto che non avevo mai visto, senza darmi nemmeno una spiegazione, mentre TU te ne stai qui in ufficio e io sto di là a fare una figura di merda colossale rischiando di perdere un mucchio di soldi!! Ma ti rendi conto di quanto mi sia sentita umiliata, Jake? La signora Momomiya era più che contrariata e ancora non mi spiego come non ci abbia mandato a quel paese scegliendo un’altra compagnia!!! –
Nonostante lui fosse il suo capo, oltre che ad essere suo amico, Jake Collins non si arrabbiò con lei per la sfuriata, anzi sapeva di essere lui in torto.
  • Michelle, perdonami, io non volevo farti trovare in questa situazione. –
  • Ci mancherebbe pure, Jake! –
Jake Collins era un bellissimo uomo di 35 anni, biondo e con gli occhi azzurri. Si rendeva conto di aver combinato un casino, ma non poteva fare altrimenti.
Michelle si avvicinò alla scrivania e gli gettò il prospetto del contratto sulla scrivania. – che sia l’ultima volta, Jake. È vero che tu sei il capo ma non è giusto essere umiliata in questo modo. Io sono molto brava nel mio lavoro, la migliore, e tu non dovresti mettermi in queste condizioni. Ne vale anche del mio nome. – e fece per andarsene.
Jake la fermò cercando di farla calmare.
  • No Michelle, ti prego, ascolta, non posso occuparmi io di questo contratto, devi farlo tu. –
  • Ma tu ci lavori da settimane, nessuno è preparato quanto te! Non vedevi l’ora di concluderlo, dicevi che era l’affare del secolo. La PMM company è una grande azienda in Giappone, hanno una marea di café, se va in porto questo contratto diventeremo i loro fornitori! Ti rendi conto?? –
  • Lo so Michelle, hai perfettamente ragione, ma non posso. –
Lei lo fulminò con gli occhi – perché? –
  • Cosa? -  fece lui
  • non fare l’idiota Jake, ti ho fatto una domanda molto semplice ti ho chiesto il perché. –
  • mi dispiace Michelle, non te lo posso dire. –
  • io mi rifiuto di occuparmi di questo contratto. Licenziami se vuoi, ma io mi rifiuto. –
  • no ti prego, ci lavoreremo insieme, tutto il giorno e anche tutta la notte. Ti prego, non ti posso dire il perché, ma per me è una cosa importante. Ora calmati un pochino, prendi una boccata d’aria, fuma una sigaretta e poi ci vediamo qui e ne parliamo ok? Lo studiamo insieme e così domani sarai pronta. Ti prego, amica mia… -
  • ora giochi la carta dell’amica?
  • Ti pregooo. –
  • Ringrazia solo che adoro te e tua moglie. Altrimenti ti avrei mandato a quel paese. –
  • Ti adoro!! – disse abbracciandola
  • Ora vado a fumarmi una sigaretta, anzi… ce ne vorranno molte! Ci vediamo tra poco! –
  • A dopo Michelle. –
Jake Collins si accasciò sulla sua poltrona in pelle nera. Si coprì le mani con gli occhi. Cosa stava combinando? Era dalla sera precedente che non capiva più nulla. Da quando aveva visto il nome della proprietaria della PMM company era come impazzito. Ichigo Momomiya… la sua gattina…
Ma non poteva incontrarla, tutti lo credevano morto da otto anni e oramai lui aveva una vita, ed era sposato da tre anni con Claire. Non poteva, non poteva! Lei era stata, anzi era l’amore della sua vita, la sola ed unica. Nonostante fosse sposato, l’amore che provava per sua moglie non sarebbe mai stato paragonabile a quello che provava per Ichigo… anzi la signora Aoyama… già perché lui sapeva che si era sposata e da allora cercò di cancellarla dalla sua vita.
La sera precedente, verso le otto, praticamente in panico, decise di chiamare Michelle per darle l’incarico del contratto. La donna lo studiò per tutta la notte, ma era così lungo e complesso, che poche ore non sarebbero servite e lui ne era pienamente cosciente.
Ma mai si sarebbe aspettato di trovare Ichigo alla guida di una grande compagnia dallo strano nome. PMM company, ma poi, durante la notte insonne capì il significato di quella sigla ignota a tutto il mondo: “Project Mew Mew”. Chissà se lei lo aveva dimenticato… si sentiva un verme a pensare quelle cose con una fantastica moglie al suo fianco. Ma in fondo lui non l’aveva mai dimenticata, nemmeno quando dovette inscenare la sua morte e cambiare identità.
/flashback/
Ryan Shirogane era a casa sua con Kyle e l’FBI. da anni l’azienda di Ryan, che gestiva i café di New York, era minacciata da alcuni malviventi. Per lo più erano lettere minatorie e qualche bravata, ma quando lui era ritornato in America alla fine del progetto Mew, ed aveva preso in mano le redini dell’azienda, dalle minacce erano passati ai fatti. Avevano messo due bombe in due café diversi nel giro di un mese. Le lettere minatorie non arrivavano più a nome dell’azienda ma erano dirette a Ryan e una di queste arrivò con un proiettile all’interno. Ryan non viveva più serenamente e l’FBI non riusciva a risalire agli autori delle minacce. Secondo loro la vita di Ryan era in pericolo e decisero di farlo entrare nella sezione protezione testimoni. Il processo fu lungo e complicato. Avevano inscenato la morte di Ryan con un incidente stradale, la compagnia venne venduta da Kylie e quei soldi vennero riutilizzati da entrambi per trasferirsi alla costa opposta dell’America per poter ricominciare una nuova vita. Ma questa volta decisero di non aprire dei café, ma si occuparono dei macchinari e degli interni per pasticcerie.
//
Il successo dell’azienda fu dovuto soprattutto alle idee innovative che misero in atto e anche per questo Ichigo era interessata a concludere quell’affare con loro. 
Poi un giorno, Kylie ricevette l’invito per il matrimonio di Ichigo e Mark, e Ryan, anzi, Jake Collins  disperato, quel giorno decise di ricostruirsi una vita anche nel campo amoroso. Poco tempo dopo conobbe Claire e qualche anno dopo si sposarono. Purtroppo Claire era sterile e quindi non riuscirono ad avere figli.
Kylie da parte sua, non andò al matrimonio di Ichigo: non voleva incontrare le altre e mentir loro in faccia. Le aveva viste al finto funerale di Ryan e si sentiva un verme a non poter dire loro la verità.
In realtà il matrimonio di Ichigo era stato molto semplice. Erano presenti le ragazze, un paio di amici di Mark e i rispettivi genitori, e dopo la cerimonia fecero un semplice pranzo al ristorante e basta.
Kylie era diventato un bravo manager, mai ai livelli di Michelle, che aveva molti anni di esperienza alle spalle, ma anche lui non poteva incontrare Ichigo per ovvie ragioni, tra le quali il fatto che tutti erano convinti che lui abitasse a New York e non a Los Angeles.
Si riprese dai suoi pensieri quando Michelle, ora più calma, entrò nel suo ufficio e iniziarono a lavorare. Il colloquio venne fissato per il giorno dopo alle 17.00 così avrebbero guadagnato altre ore preziose. Dal canto suo Michelle, ancora non riusciva a capire il comportamento del suo amico.
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Ichigo ritornò nel suo hotel nervosissima: cosa credevano,  che lei fosse andata li per perdere soldi e tempo? A quel punto decise di dedicarsi un po’ a se per distrarsi. Prenotò manicure e pedicure, un massaggio, la sauna, il parrucchiere e alla fine, la sera andò in giro per LA e girovagò un po’. Raramente aveva il tempo di visitare una città quando andava a concludere un contratto. Solitamente stava rinchiusa in un ufficio con dei vecchi bavosi, per giorni, per poi ritornare a casa sua immediatamente. Per anni era stata sottovalutata: tutti la consideravano troppo giovane per dirigere un’azienda, ma in realtà lei sapeva il fatto suo e lo dimostrò ben presto.
Il giorno dopo si presentò puntuale alla Jake Collins corp., e questa volta non solo l’aspettarono all’entrata ma le servirono anche dello champagne. La trattavano meglio di un re. Sperava di incontrare il sig Collins, invece della signora del giorno prima.
Mentre la dirigevano nella sala riunioni, notò una grande porta in legno di un ufficio. Sopra vi era la targa “Jake Collins presidente”. Fuori alla porta, a qualche metro di distanza vi era la scrivania della segretaria del presidente. Un uomo vi si avvicinò e consegnò alla segretaria dei documenti, dicendo che il sig collins avrebbe dovuto firmarli entro un’ora e la segretaria lo azzittì con uno “shhhh”. A quel punto Ichigo pensò che lui fosse in ufficio e che quindi si sarebbe presentato. In quel momento proprio la porta di quell’ufficio si aprì, ma invece di veder uscire il presidente, uscì Michelle Scott.
La ragazza subito si avvicinò a Ichigo, si scusò nuovamente per “l’incidente” del giorno prima e la loro riunione iniziò immediatamente e questa volta andò meglio del previsto. Dopo tre ore di riunione decisero di continuare la mattina dopo, quindi si salutarono e Ichigo ritornò con la limousine verso l’hotel.
Jake intanto attendeva nervoso nel suo ufficio, e quando vide Michelle entrare con un gran sorriso stampato in volto si rasserenò. Però il pensiero di aver avuto Ichigo a due stanze di distanza lo logorava dentro. Aveva voglia di abbracciarla e di sentire ancora la sua voce…
  • Jake è andata benissimooo! -  disse Michelle – domani parleremo delle modifiche al contratto. Le ho dato una copia in modo da poterla revisionare prima dell’incontro. –
  • Ahhh Michelle non avevo dubbi!! Sei la migliore! –
  • Ehi non credere che mi sia dimenticata quello che è successo ieri! Mi devi un grosso aumento!! –
  • Certo! Tutto quello che vuoi, te lo sei meritato! -  e Michelle non sapeva quanto davvero se lo meritasse.
  • Ora vado a casa, mi merito un bel bagno caldo! Ci vediamo domani capo! –
  • A domani! –
  • Ma, tu che fai, resti qui? –
  • Eh si, ho lavoro arretrato, durante le tue tre ore di riunione non sono riuscito a fare niente. Ho guardato la porta come un’idiota! –
  • Ehi, non trascurare troppo la mia amica! –
  • Tranquilla, finisco le cose principali e poi torno a casa dalla mia Claire! –
Intanto Ichigo, nella limousine, visionava le modifiche al contratto e vide scritta una cifra spropositata: - ma sono impazziti??? Autista mi riporti immediatamente indietro!! –
Ichigo entrò subito nell’edificio e la guardia non la fermò, oramai conoscendola. L’edificio era praticamente vuoto. Erano le otto e mezza ed erano di sicuro tutti a casa, si diresse al 21esimo piano, dove stavano gli uffici del presidente e dei suoi più stretti collaboratori. Questo piano era deserto, tanto che anche la segretaria del presidente era andata via. Stava già perdendo le speranze e tornando su i suoi passi quando sentì un forte rumore provenire dall’ufficio del presidente. Animata dalla speranza di trovare qualcuno e anche dalla rabbia di aver letto quelle cifre sul contratto, si diresse a passo spedito verso la porta, bussò e appena le venne dato l’ok, entrò immediatamente. Vi ci trovò un uomo intento a raccogliere delle scartoffie da terra. Quando lui alzò il capo e i loro sguardi si incrociarono, i cuori di entrambi smisero di battere.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ciao a tutti! Ecco qui il terzo capitolo. Prima di Iniziare vorrei ringraziare chi ha letto la storia e in particolare raf 96,angi3l e babuci che l’hanno recensita. Torno a scrivere da non so quanto tempo e sono sincera: le vostre recensioni mi hanno resa molto felice. Non c’è niente da fare: è bello essere recensiti, soprattutto se sono positive J. Accetto volentieri i rimproveri per avervi lasciato in sospeso J, ma con questo capitolo spero di essere perdonata J. Mi scuso se ogni tanto troverete delle parolacce, ma secondo me, anche il più santarellino, quando perde la pazienza, le dice! E io seguo la “filosofia” di Luciana Litizzetto: - ci sono cose nella vita che si risolvono solo con un vaff… -  
E ora vi lascio alla mia coppia preferita, buona lettura!
Capitolo 3
  • Ry… Ryan – Ichigo era impietrita sulla porta dell’ufficio di Jake Collins. Le caddero tutti i documenti che aveva in mano e la borsa. Tutto il suo corpo tremava e le lacrime le stavano riempiendo gli occhi. – Ryan… -
Ryan, anzi Jake, si mise in piedi e la guardò con sguardo corrucciato. – Mi scusi signorina, ma evidentemente ha sbagliato ufficio, io mi chiamo Jake Collins. – disse porgendole le mano – Piacere di conoscerla. –
Ichigo si calmò e ricambiò la stretta di mano – mi scusi, e che lei… Comunque, piacere, sono Ichigo Momomiya del PMM company. –
Il tocco tra le loro mani fu carico di elettricità: Ryan desiderava solo annullare quella distanza tra loro e stringerla a se. Ichigo si perse negli occhi di quell’uomo che le ricordavano tanto Ryan. Ma immediatamente si diede della stupida: “ quell’uomo non può essere Ryan… Ryan era mo… lui era… lui era morto… “ perché era così difficile dire quella frase?
A rompere il ghiaccio fu Jake: - Signorina Momomiya! Piacere di conoscerla! Mi perdoni per essere stato assente in questi due giorni. Cosa la porta qui a quest’ora? –
  • Signor Collins, finalmente! A dir la verità sono qui perché ho notato un errore sulle modifiche al contratto e volevo parlarne assolutamente stasera. -  “lo spero che sia un errore” pensò tra se e se “perché se avevate intenzioni di fregarmi, avete proprio sbagliato persona” – speravo di trovare la signora Scott, ma sono stata fortunata ed ho trovato lei. –
  • La mia collaboratrice è già tornata a casa, ma si accomodi, vedremo di risolvere insieme il problema. –
Jake l’aiutò a raccogliere le cose che erano cadute ad Ichigo precedentemente. Poi prese il contratto e lo esaminò in silenzio. – mi dia qualche minuto, per favore. – le disse.
  • Certo, tutto il tempo che vuole. –
Intanto Ichigo era seduta davanti a lui. Era persa nello sguardo di quell’uomo: quegli occhi… sembravano proprio quelli di Ryan. Il viso era più maturo, i capelli erano di un taglio diverso e il corpo era più robusto e muscoloso. Aveva voglia di allungare la mano verso il suo viso per poterlo accarezzare. Dopo più di cinque minuti lui le prestò nuovamente attenzione.
  • Signorina… -
  • Ehm… signora… -
  • Ah mi scusi. – disse lui sorridendo -  Ovviamente qui c’è un errore. La cifra è spropositata: mi scuso per i problemi che sta affrontando. –
Ichigo ne approfittò per fargli qualche domanda e trovò piacevole parlare con quell’uomo, anche se si trattava solo di affari.
  • Io – disse Ichigo dopo una lunga conversazione – preferirei concludere il contratto con lei in persona. –
  • Ma, signora è un po’ difficile… -
  • Sono disposta a lavorare anche di notte se è necessario, ma il contratto lo voglio chiudere con lei e non accetto obiezioni, altrimenti non se ne fa niente. –
  • Mi dia un minuto. – fece per prendere l’agenda per far finta di controllare i suoi impegni. Ma sapeva già cosa ci avrebbe trovato: niente. Per quella settimana non aveva preso appuntamenti proprio per dedicarsi completamente a quel contratto.  – dovrei poter spostare questo appuntamento e domani potrei dedicarmi completamente a lei. Ma mi dica, è insoddisfatta della mia collaboratrice? –
  • Bene, a parte il primo giorno, dove si è presentata completamente impreparata, oggi se l’è cavata abbastanza bene, ma ho notato che lei è molto più informato dei fatti. Sig Collins, ci sono di mezzo troppi soldi e errori, come ad esempio quello che le ho fatto notare prima, non sono ammissibili. Vorrei creare una stretta collaborazione con la vostra azienda, soprattutto per le innovazioni apportate ai vostri macchinari, ma sono una perfezionista e se non vedrò serietà e preparazione mi affiderò ad un’altra azienda. –
Ryan era rimasto affascinato da lei… quanto era cresciuta in questi anni! Non era più una ragazzina, ora era una donna di successo a capo di una grande azienda.
Lui sospirò. Sapeva che Ichigo aveva perfettamente ragione. – va bene signora Momomiya, cancellerò tutti i miei impegni e mi dedicherò completamente a lei. –
  • Perfetto, allora ci vediamo domani. Mmm, facciamo alle 9? –
  • Va benissimo. –
Entrambi si alzarono e si strinsero nuovamente la mano. Questa volta c’era la scrivania che li separava ulteriormente. La stretta durò più del dovuto: per un attimo si persero nuovamente uno negli occhi dell’altro e una valanga di emozioni li riportarono indietro nel tempo.
  • Arrivederci sig Collins. –
  • Arrivederci sig. Momomiya. –
Quando lei fu uscita dalla porta, lui si accasciò sulla sua poltrona. La mano che aveva toccato quella di lei iniziò a tremare, tutto il suo corpo iniziò a tremare e le lacrime iniziarono a sgorgare silenziose dai suoi bellissimi occhi blu.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
Visto che il capitolo 3 è molto piccolo, oggi mi sento buona e posto anche il quarto J buona lettura!!
Il giorno dopo Ichigo era distrutta. Non aveva dormito per niente: quell’incontro l’aveva turbata più del dovuto. Come al solito, indossò uno dei suoi tailleur, gonna e giacca, e nel momento di decidere la camicia, ne scelse una con un decolté generoso. Non sembrava volgare, ma in compenso era molto sexy. Ichigo era consapevole di essere una bella donna: era magra, alta, con delle curve mozzafiato, e suoi capelli, lunghi e mossi, le cadevano dolcemente lungo la schiena. Si truccò con molta cura: quel girono voleva essere guardata dal sig. Collins, ammirata da lui.  
Era cosciente del fatto che si stava facendo del male da sola: voleva passere più tempo con lui, infatti il giorno prima si era inventata quella scusa pur di vederlo il più possibile. Si era resa conto anche lei che la signora Scott si era rivelata molto brava nel suo lavoro, ma, anche se per poco, voleva vivere nell’illusione di avere Ryan di nuovo accanto a lei.
Alla Jake Collins Corp. , il presidente e Michelle stavano avendo una brutta discussione:
  • Mi dai un contratto all’ultimo momento, mi fai fare una figura di merda, rischiamo di perdere una grossa cliente, mi supplichi e  sottolineo supplichi di occuparmene io… e ora ti riprendi il contratto??? Jake sei impazzito per caso? –
  • Michelle alla fine mi sono reso conto che stavo facendo un errore madornale, quindi perdonami ma mi riprendo il contratto. –
  • Ahhhh!!!!!! Fa come ti pare, tanto qui comandi tu! Io mi prendo un giorno di ferie! A domani! – e se ne andò.
 
Jake si rendeva conto di quello che stava combinando in quei giorni. Inoltre sua moglie aveva iniziato a fargli delle domande, essendo venuta a conoscenza da Michelle di quello che stava succedendo in ufficio. Ma lui non le poteva dire la verità e quindi iniziò a dire una marea di bugie alla moglie, e questo lo faceva stare ancora più male. Lei era una donna fantastica, bellissima… però lei non sapeva niente di Ryan Shirogane, lei conosceva solo Jake Collins. Le basi del suo matrimonio erano fondate sulla menzogna: aveva rimandato per troppo tempo e ora, dopo tanti anni di matrimonio, non le poteva più dire la verità.
Quando vide Ichigo entrare nel suo ufficio ne rimase estasiato.
A parte i convenevoli, iniziarono subito a lavorare. Lui rimase colpito da come lei parlasse fluentemente inglese. Ricordava benissimo che la ragazza non conosceva nemmeno mezza parola in quella lingua. Lui poi evitava di parlare in giapponese per evitare che Ichigo avesse dei sospetti.
All’ora di pranzo andarono insieme ad un ristorante poco distante dagli uffici. Li le conversazioni divennero meno formali, e iniziarono a conoscersi. Scoprirono così di condividere lo stesso destino anche se in due parti del mondo diverse. Entrambi a capo di un’azienda, sposati e senza figli. Ichigo però non gli disse che era stata una sua decisione quella di non avere dei figli.
  • Signora Momomiya… -
  • Ahhh basta, - disse lei sorridendo – mi chiami Ichigo. –
  • Va bene, solo se lei mi chiama Jake. –
  • Ok. Diceva? –
  • Ero curioso di sapere il significato della sigla PMM. – lui lo sapeva benissimo il significato, ma lo voleva sentir dire dalla sua bocca.
Per un attimo il suo sguardo si fece più cupo, poi si stampò sul viso il suo solito sorriso di circostanza e gli rispose – mi dispiace, ma è un segreto che mi porterò nella tomba.  –
  • Suvvia! –
  • Mmm… ti posso solo dire che è legata a un bellissimo ricordo del mio passato. –
  • Va bene, non insisto. –
  • Forza Ryan, torniamo a lavor… - lei si azzittì. Chiamarlo Ryan le veniva così naturale.
  • Ryan? Ichigo non è la prima volta che mi chiami così… -
  • Lo so… perdonami… e che tu… - sapeva che stava per scoppiare a piangere e non poteva farlo davanti a lui. – vado ad incipriarmi il naso, torno subito. –
Ryan sapeva di essere stato un stronzo, ma non era riuscito a trattenersi.
Tornarono a lavoro, alla fine Ichigo era riuscita a calmarsi e ad evitare le lacrime. Proseguirono fino alle dieci di sera, fino quando i loro stomaci reclamarono del cibo. Decisero di ordinare del cibo tailandese, che arrivò nel giro di un’ora. Così ebbero modo di rimanere in ufficio a lavorare.
Ma quando arrivò il cibo, iniziarono a parlare del più e del meno: Jake si rivelò molto simpatico e lei dopo otto anni riuscì a ridere a crepapelle. Verso l’una si salutarono e si diedero appuntamento al giorno dopo.
Il giorno dopo a pranzo rimasero in ufficio, ma la sera, già verso le nove decisero di smettere di lavorare: non si fermavano da 11 ore e la fame si faceva sentire, soprattutto perché a pranzo avevano mangiato solo dei tramezzini.
  • Ichigo che ne dici di fermarci qui per oggi? -
Lei si stiracchiò, lo guardò e sorrise. – concordo, anche perché ho molta fame.  –
  • Mmm… allora posso invitarti a cena? –
  • Perdonami, ma non hai una moglie che ti aspetta a casa? –
  • Purtroppo no, oggi è partita per un paio di giorni, per andare a trovare i genitori. Invece di cenare entrambi da soli, potrei portarla in un buon ristorante. –
  • … perché no… -
  • Forza allora, andiamo! –
Jake la portò in un ristorante lussuosissimo. Ichigo si stava divertendo: era una cosa che non pensava da molto tempo e invece, alcuni giorni a L.A. le portarono il buon umore. Rideva di gusto e il cuore quasi le faceva male a causa di tutta quella felicità. Oramai la sua vita sociale era praticamente nulla. Si limitava alle uscite con il marito, e qualche volta entrambi uscivano con i loro amici. Ma lei dopo la morte di Ryan, non si era legata più a nessuno. Il suo rapporto di coppia era molto tranquillo e molte volte vi erano momenti felici, ma Ichigo considerava Mark alla stregua di un fratello, e a volte non si capacitava di quanto lui la amasse nonostante questo suo atteggiamento spesso freddo e distaccato.
Ma questo Jake… lui era diverso…  così simile a Ryan, divertente e intelligente e si, anche molto sposato… come d'altronde lo era lei. Ma decise di godersi questi piccoli momenti,  per poi conservarli nel cuore nel momento in cui sarebbe tornata a Tokyo.
  • Ichigo, raccontami com’è nata la tua impresa. –
  • Ah beh, lo devo ammettere,   io non ho creato un bel niente! Ho solo preso le redini di un’attività già avviata. Da ragazza lavoravo per il café mew mew, poi qualche anno dopo il proprietario, colui che creò tutto, morì e io decisi di mandare avanti la sua attività per portare avanti il suo ricordo. I miei mi aiutarono a rilevarla e io continuai a lavorarci come cameriera e intanto mi iscrissi ad economia e marketing. Dopo la laurea iniziai ad investire sul mio stesso café e ne creai una catena. Con il tempo ebbe così tanto successo che mi servirono degli uffici veri! –
  • È stato un gesto molto nobile da parte tua… -
  • Io non credo… penso di averlo fatto più per me… è stato un modo per andare avanti. -
Ryan rimase stupito di tutto ciò. Ovviamente sapeva che era stata lei a comprare il café, ma dopo che si fu sposata decise di non informarsi più su di lei e rimase stupito nel notare quanto fosse cresciuta.
La luce negl’occhi di Ichigo si spense.
  • Ichigo perdonami… - le disse stringendole la mano.
  • Oh, non è niente. –
Era un idiota, lo sapeva, si comportava malissimo, ma lui voleva sapere.  
 
Ichigo ebbe modo di conoscere meglio Jake, il falso lui. Di certo non le poteva dire che aveva una marea di lauree, che era già stato in Giappone, infatti le disse di non esserci mai stato. Non le disse di aver perso entrambi i genitori quando era piccolo e di essere stato un grande scienziato autore del project mew mew.
Lei dal canto suo, raccontò poco di se. Ryan si rese conto che non era più la ragazza allegra e spensierata di una volta, ora era molto più fredda e chiusa. Ichigo spese poche parole su suo marito e sulla sua vita privata.
Al quarto giorno, Ichigo sapeva che tutto si sarebbe concluso e quella piccola illusione sarebbe terminata. Era mattina e anche quel giorno, anche se in anticipo rispetto al solito, si stava recando verso l’ufficio di Jake. Ne vide uscire una donna stupenda, e la riconobbe subito: era Claire. Aveva visto la foto di lei ogni giorno sulla scrivania di Jake. Stupenda, statuaria con i capelli biondi e lisci… forse era più grande di Jake
Quando furono vicine e Claire la notò,  quest’ultima sussultò e si mise le mani alla bocca.
Ichigo, sorpresa le chiese se ci fosse qualche problema.
  • Oh, mi scusi, ma lei assomiglia terribilmente alla sorella di mio marito. Purtroppo è morta quando era giovane, ma una volta vidi una sua foto e lei le assomiglia terribilmente. – forse è per questo motivo che suo marito si comportava così stranamente, si disse tra se e se.
Ichigo le sorrise e basta. Jake non le aveva mai raccontato di sua sorella, ma forse era un ricordo troppo doloroso per lui… ma c’era qualcosa che non quadrava. Lei era visibilmente giapponese e Jake americano… bah, alla fine poco le interessava. Si salutarono cordialmente e ognuna proseguì per la sua strada. Mentre si avvicinava all’ufficio di Jake, vide che la porta si stava aprendo e quello che ne vide uscire la lasciò senza parole. Da quella porta uscirono Jake e Kylie. Ichigo rimase paralizzata sul posto e i due ragazzi sbiancarono a vederla, tutto volevano eccetto far sapere della presenza di Kyle in quell’azienda. Inoltre tutti lo sapevano a New york.
Kylie -  Ichigo… -
La rabbia prese possesso del suo corpo.
  • Figlio di puttanaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. – disse tirando un pugno a Ryan.  Il ragazzo cadde a terra, e Kylie bloccò Ichigo per i polsi, ma lei continuava lo stesso a dimenarsi e a gridare. – maledetto se ti prendo giuro che ti uccido per davvero questa volta!!! –
Claire che era ancora sul piano, gridò alla segretaria di chiamare la sicurezza. Tutti i dipendenti erano rimasti allibiti.
  • NON AZZARDATEVI A CHIAMARE LA SICUREZZA!  – ordinò Ryan, rialzandosi.
Intanto Ichigo continuava a dimenarsi – Kyle LASCIAMI PRIMA CHE AMMAZZI PURE TE!!  SIETE DUE PEZZI DI MERDA, IO VI UCCIDO ENTRAMBI! –
Intanto Claire si era avvicinata alla segretaria : - CHIAMA IMMEDIATAMENTE LA SICUREZZA!! –
-ma… ma… - la segretaria allibita non sapeva che fare e cercava lo sguardo del suo capo.
- NON CHIAMATE LA SICUREZZA! – gridò nuovamente Ryan - ANDATE VIA TUTTI, TUTTI FUORI DA QUESTO EDIFICIO! –  i dipendenti del piano esitarono un attimo – ORA!!! –
Ichigo intanto aveva smesso di parlare, il suo corpo era scosso dalla rabbia e dal pianto. Piangeva e piangeva senza ritegno, sempre bloccata per i polsi da Kylie. – perché… perché mi hai fatto questo… -
Il piano era completamente vuoto, ma Claire non aveva accennato a muoversi. Jake le si avvicinò e le disse dolcemente di tornare a casa.
  • Jake chi è quella donna? Cosa vuole da te? Perché assomiglia a tua sorella morta? Chi è? –
  • Tesoro ti spiego tutto a casa, ora risolvo questa faccenda e poi ne parliamo.  –
  • È la tua amante, Jake? –
  • Oddio tesoro, no… - e l’abbracciò. – ti prego fidati di me, appena torno a casa ne parliamo. –
Seppur con difficoltà, si convinse a tornare a casa sconvolta da quello che aveva visto e dal pianto disperato di quella ragazza.
Quando furono completamente soli, Kylie portò Ichigo nell’ufficio di Ryan e la fece sedere sulla poltrona nera in pelle. La ragazza era disperata, piangeva così tanto che non aveva più le forse per muoversi. I suoi occhi era diventati improvvisamente vuoti.
Ryan si inginocchiò davanti a lei. – Ichigo… Ichigo ti prego rispondimi… - le disse cercando di accarezzarle il viso.
Lei lo scansò: - NON MI TOCCARE! –
  • Ti prego… dammi modo di spiegare. –
  • Perché Ryan, perché mi hai fatto questo… perché? – disse tra i singhozzi – otto anni, ti rendi conto? Ancora, dopo otto anni, non riuscivo a superare la tua morte… la settimana scorsa… PARLAVO ALLA TUA STRAMALEDETTA TOMBA! Ma io… no non puoi essere tu, io ti ho visto in quella bara, ho visto seppellirla davanti ai miei occhi… -
Ryan e Kyle la ascoltarono straziati da ogni sua parola. Ryan l’abbracciò e nonostante lei cercasse di divincolarsi la tenne lo stesso stretta a se. Ichigo continuò a piangere senza ritegno… - io ho smesso di vivere quando tu sei morto, e quando ci siamo visti, quando ti ho chiamato Ryan tu ti sei spacciato per un’altra persona… -
Kylie uscì dall’ufficio e decise di aspettare fuori: era il caso che loro due parlassero da soli.
Ryan iniziò a raccontarle tutto quello che era accaduto e lei lo ascoltava sconvolta.
  • Ichigo, mi dispiace non averti rivelato chi fossi in realtà, ma non potevo. Come potevo dirti che in realtà non ero morto? E poi c’era di mezzo la protezione testimoni… -
  • Perché tua moglie ha detto che assomigliavo a tua sorella morta? –
Lui sbiancò a quella domanda. Poi uscì dalla sua tasca il portafoglio e ne estrasse una foto di Ichigo.
  • Questa foto la porto con me da quando sono partito dal Giappone. Claire non sa niente del mio passato, lei mi conosce come Jake Collins, non sa nemmeno dell’esistenza di Ryan Shirogane.  Quando la vide, per poterla portare sempre con me, le dissi che era la foto della mia sorellina/adottata che era morta nell’incendio con i miei genitori. Non potevo dirle che portavo sempre con me la foto del mio primo amore. –
  • Tu mi amavi? –
  • Si, e non credo di aver mai smesso di farlo. –
  • Allora perché… -
  • Ichigo tu non avevi occhi che per Mark, per troppo tempo sono stato a guardare ma alla fine del progetto decisi di andar via perché era troppo doloroso vederti con lui. –
Ichigo lo guardava sconvolta.
  • Io ti ho visto nella bara, tu eri li! –
  • Quello era un fantoccio realizzato dall’FBI. il funerale è avvenuto in Giappone per  evitare che quei pazzi andassero a dissotterrare la mia bara e scoprire tutto.  –
  • Il giorno in cui mi hanno detto che eri morto, io stavo vedendo quanto mi sarebbe costato partire per l’America… per dirti che ti amavo. –
  • Oh… Ichigo… -
Lei iniziò a toccargli il volto, ancora incredula che fosse lui. Ryan la lasciò fare e sentì le sue dita segnare i lineamenti del suo volto.
Quando lui fece per accarezzarla lei lo fermò nuovamente. – non mi toccare mai più. –
Si alzò e andò alla ricerca della sua borsa e la trovò per terra fuori dall’ufficio di Ryan. La aprì e ne estrasse il contratto e lo strappò in mille pezzi.  – sei un figlio di puttana, e io non concluderò mai un affare con te. NON VOGLIO AVERE NIENTE A CHE FARE CON TE! Ora come ora ho solo voglia di ucciderti, e non so quale forza divina mi stia fermando! – fece per andarsene, ma poi si girò un’ultima volta verso di lui: - Avrei preferito che tu fossi morto per davvero… -

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 
Ciao a tutti! Ecco il capitolo 5! Come sempre, grazie per le bellissime recensioni! Sono stata felicissima di leggerle!
Capitolo 5
Ichigo fermò il primo taxi che trovò e si diresse all’hotel. Arrivata si richiuse in camera e non ne uscì per 3 giorni. Piangeva in continuazione e ogni tanto dormiva qualche ora, ma poi gl’incubi la svegliavano e quello che riusciva a fare era solo piangere. In testa aveva solo le immagini di quando aveva scoperto che Ryan aveva lasciato il Giappone senza dire niente a nessuno, di quando Pam le diede la notizia della sua morte, dei giorni in ospedale a causa della depressione… e poi il nulla. Ad un certo punto il vuoto andò a sostituire tutti questi pensieri e lei riuscì solo a rimanere inerme nel letto.
Dalla reception preoccupati la chiamavano in camera, ma lei non rispondeva mai. Furono rassicurati del fatto che fosse viva solo perché il secondo giorno entrò la donna delle pulizie e lei la cacciò.
Un giorno Kylie andò a vedere se Ichigo fosse ancora li in America e alla reception gli diedero notizie preoccupanti. Non la vedevano uscire dalla stanza da giorni, nemmeno per mangiare. A quel punto, spaventati, diedero la chiave della stanza a Kyle e lo accompagnarono al piano: quando lui aprì la porta lo spettacolo non fu dei migliori. La stanza era tutta buia, c’era un tanfo nell’aria e trovarono Ichigo sul letto. Per un attimo Kylie pensò al peggio, poi quando vide che Ichigo respirava si rilassò. Ma la ragazza respirava in un modo strano… sembrava facesse fatica. Aprì le tende per far entrare un po’ di luce, che gli permise di vedere delle fosse al posto delle guance di Ichigo. Da quanti giorni non mangiava e beveva?
  • CHIAMI UN’AMBULANZA! – gridò al receptionist, che era rimasto rispettosamente fuori la porta.
Intanto lui cercava di svegliarla, ma Ichigo non rispondeva, emetteva solo dei mugolii. L’ambulanza arrivò e la portò immediatamente in ospedale: un altro giorno in quelle condizioni, o forse anche poche ore, sarebbero bastate per portarla alla morte. Nel giro di un paio di giorni si riprese, ma guardava sempre il vuoto e non parlava mai.
Intanto all’hotel ricevevano ogni giorno le chiamate da parte di Mark che oramai non sentiva la moglie da troppi giorni. Ogni volta il receptionist passava la chiamata alla camera, ma Ichigo non aveva mai risposto. Il giorno in cui venne portata in ospedale, Mark chiamò nuovamente, ancora più preoccupato dal fatto che il cellulare di sua moglie fosse spento: Ichigo magari non rispondeva ad una chiamata, ma una donna di successo come lei non aveva mai il telefono spento.
Quando lo informarono di quello che era successo, Mark si diresse immediatamente all’aeroporto prendendo il primo volo disponibile per L.A.
Arrivò al secondo giorno di degenza della moglie. La vide inerme nel letto, il dottore gli aveva detto che non parlava, rifiutava di mangiare, infatti era legata ad una flebo e aveva il viso scavato a causa della mancanza di cibo. Solo una volta la vide in quelle condizioni, e fu quando Ryan morì. Cosa poteva essere successo? Nessuno glielo sapeva dire.
 Era seduto accanto al letto della moglie, per fortuna le avevano dato una stanza privata. Voleva svegliarla e dirle che ora c’era lui li con lei e sarebbe andato tutto per il meglio. Notò un mazzo di rose rosse su un tavolo della stanza, pensò fossero da parte dell’hotel. Ma la cosa più strana erano gli infermieri… sembrava quasi che stessero facendo la guardia a Ichigo…
Da quando era arrivato si sentiva incredibilmente osservato: forse perché era straniero?  No, si ritrovava infermieri ovunque andasse.
Ad un certo punto vide qualcuno entrare nella stanza e quando alzò lo sguardo vide che era Kylie. Subito sorrise, un volto amico faceva sempre piacere. Scambiati i convenevoli, Mark iniziò a tartassare di domande Kyle: - era con te? Cosa è successo? Chi l’ha trovata? –
Ma lui rispondeva in modo vago e Mark stava iniziando a innervosirsi, ma nel giro di pochi minuti avrebbe ricevuto la risposta che cercava. Ryan entrò in camera di Ichigo: in un primo momento Mark rimase allibito, poi si girò verso la moglie e poi guardò lui… il primo istinto fu quello di picchiarlo… e fu quello che fece.
  • MALEDETTOO!! – disse Mark, tentando di mettergli le mani al collo – SEI UN FIGLIO DI PUTTANA!!  -
Subito, gli infermieri che si trovavano fuori alla porta, entrarono nella stanza e in 2 lo bloccarono e un altro chiuse la porta.
  • LASCIATEMI!! –
  • FBI, la dichiaro in arresto per aggressione… -
  • Fermi! – disse Ryan – fermi tutti! Usciamo solo da questa stanza. –
Mark non capiva, ma quelli erano infermieri o agenti dell’FBI? e poi perché erano lì?..... cosa aveva combinato Ichigo? Sorprendentemente, quest’ultima stava ancora dormendo.
Uno degli “infermieri “ si rivolse a Mark: - ora la lasceremo e lei si comporterà come un bravo cittadino. Ci seguirà senza fiatare in un’altra stanza. Faccia solo un passo falso e finisce in prigione. –
Mark era sempre più confuso. Seguì tutti in un ufficio dell’ospedale a temporanea disposizione dell’FBI.
Gli venne raccontata tutta la storia e quello che poi era accaduto… Mark era sconvolto, non riusciva a crederci. – 3 anni… -
  • Cosa? – chiese Ryan.
  • È stata in psicoterapia per tre anni a causa della tua morte!! –
Ryan e Kyle rimasero impietriti a quelle parole.
  • La vedi come sta adesso, eh Ryan? È stata peggio di così! Per qualche tempo ho creduto che morisse! E sai un’altra cosa? Ancora adesso, ogni tanto ha bisogno della psichiatra, perché lei non ha mai superato la tua morte! –
Ryan era sempre più sconvolto…
  • Lei crede che io non lo sappia, ma lo sai che fa? Ogni mese visita la tua tomba, ci piange sopra. E sai perché ci va ogni mese? Perché la psichiatra le ha detto di limitare le visite, perché prima lei stava sempre al cimitero! Non ti rendi conto di quanto male le hai fatto? Da quando sei “morto” è morta pure lei! E ora… dobbiamo solo sperare che non cada nuovamente in depressione. – si azzittì per qualche momento e poi sgranò gli occhi : - devo chiamare la sua psichiatra! –
Intanto Ryan era seduto con la testa tra le mani: stava succedendo di tutto, ed era pure coinvolta l’FBI.
/flashback/
Pochi giorni prima.
Dopo che Ichigo se ne fu andata, Ryan tornò a casa dalla moglie. Lei lo aspettava sul divano, ansiosa. Temeva che il marito le dicesse, nonostante le rassicurazioni, che quella ragazza fosse la sua amante.
Appena arrivato, Ryan abbracciò e baciò la moglie per rassicurarla. Poi si sedette accanto a lei sul divano e iniziò il lungo racconto. Le disse tutto, tranne del progetto Mew. Quello semmai in un altro momento. Lei rimase inorridita: - quindi tu chi sei? –
  • Mi chiamo Ryan Shirogane. –
  • Quindi tu per tutto questo tempo hai continuato ad amare il tuo primo amore? Hai continuato a portare la sua foto con te, nonostante fossimo sposati? Mi hai detto che era tua sorella!!! –
  • Claire tesoro… -
  • Per te il nostro matrimonio è stato un gioco? –
  • No amore, no! Io ti amo e ti amerò sempre! –
Lei lo guardò glaciale: - ora come ora del tuo amore non me ne faccio nulla! –
  • Claire…
  • Jake o chiunque tu sia… tra noi è finita… -
  • No Claire, ti prego ascoltami! –
  • No, ti prego… basta così… avrei preferito sapere che lei fosse la tua amante, invece mi hai detto che la nostra relazione è stata tutta una bugia. Tu non sei l’uomo della quale mi sono innamorata, tu sei un estraneo. –
//fine flashback//
Nonostante le suppliche di Ryan, quel giorno Claire se ne andò di casa… erano giorni che non la sentiva. Lei non rispondeva alle sue chiamate, ma ora il problema era un altro. Ryan aveva dovuto avvisare l’FBI ed ora loro cercavano Claire e tenevano d’occhio Ichigo e Mark. Il programma di protezione testimoni si stava sgretolando e l’FBI minacciava di escluderlo. A parte Kyle, erano vietati ogni tipo di contatti con il passato, infatti per quel motivo era stata messa in atto tutta la messa in scena del funerale.
Poco dopo Ryan si rese conto che gli agenti dell’FBI stavano parlando con Mark. Quest’ultimo doveva firmare dei documenti di riservatezza nei confronti del programma protezione testimoni… e lo doveva fare anche Ichigo altrimenti non avrebbe potuto lasciare il paese.
Mark decise di andare dalla moglie. Lei era sveglia e fissava il vuoto, ma quando vide Mark iniziò a piangere. -  ti prego, portami via da qui! – disse con voce rauca… era da giorni che non parlava.
Lui la abbracciò: - amore se vuoi andare via da qui devi prima rimetterti in forze, ti prego mangia qualcosa. -
In camera entrò un uomo dell’FBI, sempre vestito da infermiere. – signora Momomiya, FBI, dovremmo parlarle. –
 Ichigo guardò Mark smarrita. Sembrava così indifesa… solo in momenti come quelli si poteva vedere che l’immagine della donna di successo, forte e glaciale, era solo una maschera costruita per proteggere quel suo lato tanto fragile.
  • Mia moglie – disse Mark con tono glaciale – si deve ancora riprendere. Quando sarà il momento le parlerete. Di certo non ora. Tanto in queste condizioni non andrà a spifferare niente a nessuno. –
L’agente contrariato andò via dalla stanza.
Uscito l’agente entrò Ryan.
  • Esci. – disse Mark
  • Vorrei parlare con Ichigo. –
  • Io… - era Ichigo che parlava, anzi provava a parlare. – io… non ti voglio vedere… Mark… -
  • Certo tesoro, ora Ryan andrà subito via… - disse guardandolo in modo glaciale.
Ryan uscì dalla stanza a testa bassa … consapevole di non poter insistere. Quella fu l’ultima volta che Ryan e Ichigo si parlarono.
Da parte sua, Mark era preoccupato per la moglie, ma allo stesso tempo era molto felice perché,  nonostante fosse sposato con Ichigo, sapeva che in realtà in quel matrimonio erano in tre: lui, Ichigo e il fantasma di Ryan… ma ora… era la moglie ad allontanarlo, nonostante lui fosse vivo. Aveva vinto… dopo tanti anni in quel matrimonio sarebbero stati in 2.  Ma ora doveva pensare solo a Ichigo, darle il tempo di riprendersi e poi il cuore della ragazza sarebbe stato tutto suo.
Nei giorni successivi, Ichigo iniziò a mangiare qualcosa e appena riprese un po’ di forze lei e Mark partirono per il Giappone. Dovettero firmare una marea di documenti dell’FBI: con l’ultima firma Ichigo decretò definitivamente la morte di Ryan Shirogane.
Eccoci qua!!! Spero che il capitolo vi sia piaciuto!! Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
L’arrivo in Giappone non fu dei migliori. Per tutto il viaggio Ichigo non era riuscita a dormire, e quelle volte che si addormentava, faceva incubi su Ryan. Doveva occuparsi dell’azienda, e soprattutto cercare altri fornitori, ma lei non le aveva le forze e delegò tutto al suo assistente migliore.
Dal momento che erano saliti sull’aereo, Ichigo  aveva smesso di rivolgere la parola anche a Mark. Non riusciva proprio a parlare. Arrivati in Giappone, le sue amiche preoccupate andarono a trovarla, ma a causa degli accordi di riservatezza siglati con l’FBI in America, i due coniugi non poterono dire loro niente.
Ma in quell’accordo venne siglata una clausola dettata da Mark: solo Yukiko Tanaka, la psicoterapeuta di Ichigo, poteva venire a conoscenza di tutto per poterla curare.
E ben presto Ichigo ricominciò la psicoterapia: poco a poco riprese a mangiare e a parlare e nel giro di due settimane trovò anche la forza di andare a lavoro e da li per Mark fu un ritorno al passato. Ichigo lavorava 24 ore su 24, in ufficio, a casa, non importava dove: faceva solo quello. Le uniche pause erano per la psicoterapia e per dormire,ma duravano poco. Incominciò a saltare la psicoterapia, andava a letto alle 2/3 di notte e si svegliava ogni giorno alle 6. Molte volte si addormentava in ufficio, ma tanto poco le interessava dormire: dormire significava rivedere Ryan e oramai non era più una bella cosa, nemmeno rivederlo in sogno. Faceva incubi su incubi e si svegliava in continuazione durante quelle poche ore di sonno. Mark, che credeva oramai di aver vinto il cuore della moglie, si rese conto che in realtà questa cosa gli aveva allontanati ancora di più.
  • Ichigo -  disse Yukiko durante una delle sedute  - perché sei qui? – oramai Ichigo si stava riprendendo, e aveva deciso di iniziare la fase di attacco.
  • Come, perché sono qui? È ovvio no? Sono qui per superare la morte di Ryan! –
  • Ichigo, Ryan non è morto e tu lo sai bene… lo hai detto pure tu, ha solo un altro nome. –
  • Come posso fidarmi di lui? Mi ha mentito, lui è un completo estraneo ora! –
  • Ti ha mentito per farti un torto o per salvarsi la vita? –
  • Bhe… per salvarsi la vita, ma… -
  • Ma, cosa? –
  • Ecco lui poteva dirmelo… -
  • E per quale ragione? Sei stata tu a dirmi che lui era tornato in America perché non sopportava l’idea di vederti con Mark. Non c’era niente tra voi prima della sua partenza, nemmeno tu sapevi di amarlo. Anzi, tu amavi un altro. –
  • Ma… ma quando l’ho rivisto mi ha mentito spudoratamente! –
  • Ichigo, ti ricordi i documenti dell’FBI che hai firmato? Ti ricordi quante clausole hai accettato pur di tornare in Giappone? –
  • Ehm… si, erano tante e molto dettagliate… -
  • Per entrare nel programma protezione testimoni, bisogna dire addio a tutto! Ancora non mi capacito,  di come abbiano permesso a Ryan di continuare a frequentare Kylie! Devi pur capire che la sua è stata una scelta obbligata… Ichigo te lo richiedo di nuovo… perché sei qui? –
Ci furono momenti di silenzio, Ichigo la guardava e non riusciva a rispondere.
  • Quindi? –
  • Sono qui per superare la notizia di Ryan ancora vivo… -
  • Qui con me? –
  • Beh… certo… lei è la mia psicoterapeuta –
  • Ma Ryan è vivo, a quest’ora potresti stare in America a parlare con lui. Potresti fargli delle domande, potresti passare del tempo con lui e vedere se è ancora il Ryan della quale sei innamorata. –
  • E se rifiutasse di farlo? –
  • Sono certa che non lo farà… avete entrambi allungato il brodo con la storia del contratto, con il semplice scopo di passare del tempo insieme. Tu lo facevi per avere l’illusione di avere Ryan al tuo  fianco, ma lui lo ha fatto sapendo benissimo chi fossi tu. Ancora adesso porta la tua foto con se. –
Yukiko si azzittì un attimo per dare alla ragazza il tempo di pensare e poi proseguì: - sai perché non hai mai superato la morte di Ryan? Perché, non gli hai mai potuto dire di persona che lo ami. Ora hai la tua occasione. In caso di rifiuto di certo avrai la forza per dirgli addio per sempre. –
 
  • E Mark? –
  • Lo ami quanto ami Ryan? –
  • Ora io non so cosa rispondere. –
  • Secondo me lo sai benissimo. E al posto tuo andrei a casa a fare le valigie e prenderei il primo volo per l’America. –
Ichigo la guardò smarrita. La dottoressa le sorrise e le prese le mani fra le sue. – io sono qui, se avrai bisogno di me potrai tornare quando vuoi, il mio numero lo conosci… non ti abbandonerò mai, ma questa cosa la devi fare da sola, con le tue sole forze. Perché Ichigo tu ne hai tanta di forza, sei una ragazza formidabile, hai costruito un impero dal nulla e niente e nessuno può abbatterti. -
 
  Grazie a tutti per le recensioni del capitolo precedente, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi auguro una buona Pasqua :)

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ichigo decise quindi di tornare da Ryan. Mark voleva accompagnarla ma lei gli rassicurò che questa volta sarebbe andato tutto bene e che non avrebbe avuto nessun crollo. Ichigo doveva chiudere questa storia una volta per tutte. Diede un lungo bacio a Mark, il quale lo interpretò come un bacio di addio.
Volò nuovamente verso l'America e una volta atterrata decise di contattare Ryan. Il ragazzo in un primo momento fu riluttante, poi le diede appuntamento in ufficio la sera stessa, quando tutti se ne fossero andati. Quando si rividero, per un attimo rimasero a fissarsi, poi Ryan le andò incontro e la abbracciò così forte che sembrò annullare tutti quegli anni passati lontani. Inizialmente parlarono di quello che era stato di loro dopo la "morte" di Ryan.
Lui parlò di Claire e di come ora stesse cercando di risolvere la situazione. Entrambi si resero conto che avevano davanti a loro degli sconosciuti.
- Sono contenta che tu abbia conosciuto Claire. - non sembrava sincera e Ryan se ne accorse. Lui si alzò di scatto dalla sedia dove era seduto, - Ichigo io ho un matrimonio da salvare... cosa pensavi che avrei passato al vita a guardarti amare lui? - aveva il viso sofferente ma dalla sua voce e dal suo tono traspariva anche tanta rabbia - ti rendi conto di quanto anche io abbia sofferto. di quanto il mio amore per te sia stato forte dal primo giorno che ci siamo visti? sai quanto avrei dato per far si che quei sguardi e quei sorrisi fossero rivolti a me soltanto? - oramai gridava senza nemmeno rendersene conto vederti accanto a lui mi fa ancora male!! sai quanto è stato difficile cercare di dimenticarti? non avere notizie su di te? Lei si era avvicinata a lui e gli stava accarezzando un braccio, con la speranza di calmarlo. era rimasta sconvolta da tutti i sentimenti che lui stava esternando. Lui le afferrò il polso e la guardò intensamente negl'occhi. Ryan iniziò a calmarsi visibilmente. Non mollando la presa, appoggiò la sua fronte a quella della ragazza e chiuse gli occhi. Sentiva il respiro di lei sul suo viso , la mano, dal polso la spostò per stringere il palmo di quella di lei. - io - disse con voce spezzata - mi sono dovuto rifare una vita. e purtroppo tu non eri prevista, Claire si. -
Lei lo attirò a se e iniziò a baciarlo con tutta la passione che aveva in corpo. Ryan rispose al bacio lasciandosi trasportare dalle emozioni. Entrambi si sentivano come se stessero rinascendo. Non riuscivano a fermarsi nemmeno per riprendere fiato. Il ragazzo la spinse contro la scrivania e la fece sedere su di essa. Le baciò il collo e l’orecchio, mentre le mani erano impegnate a toglierle la camicetta. Non vennero distratti nemmeno dalla lampada e dai fascicoli caduti per terra. C’erano solo loro e nessun altro. Ichigo gli tolse la giacca, la camicia e la cavatta. Lui era li mezzo nudo con il corpo statuario come sempre. Con estrema sensualità ichigo gli slacciò la cinta dei pantaloni, mentre lui con le mani risaliva lungo le gambe di lei fin sotto la gonna. Quando le scostò la mutandina e iniziò a toccarla, la rossa non riuscì a trattenere un gemito di piacere. Intanto anche lei aveva raggiunto il sesso di lui ed aveva iniziato a toccarlo manenendo lo stesso ritmo di Ryan. Le loro bocche non smettevano di cercarsi e presto Ryan la prese lì sulla scrivania. Insieme arrivarono all’orgasmo, intenso e travolgente.
Sfiniti, lei si distese sulla scrivania e lui si accasciò sulla sedia.
- Mi sei mancato Ryan. – disse guardandolo negli occhi.
- Anche tu… tanto… - Si rivestirono e si abbracciarono per un’ultima volta.
- Mi dispiace averlo capito tardi. – disse Lei.
- A me dispiace non averci provato a strapparti a lui. –
Una lacrima solcò il viso di Ichigo. – è bello saperti vivo. Avrai un posto speciale per sempre nel mio cuore. –
- E tu nel mio. – Si diedero un ultimo ma intenso bacio e poi Ichigo andò via.

Quello fu l’inizio della sua nuova vita. Ryan Shirogane era un capitolo oramai chiuso. Ora basta brutti ricordi, si sarebbe dedicata all’azienda e a suo marito. Non avrebbe mai amato Mark come aveva fatto con Ryan, ma sapeva che era la cosa giusta da fare e doveva restare con lui. Non seppe mai se Jake riscì a riconquistare Claire. La parte egoista di se sperava di no, ma la parte di lei che voleva solo il bene di Ryan, sperava che tutto fosse adato per il meglio. Quando ritrò nel suo appartamento in Giappone, trovò Mark sul divano intento a leggere. Era convinto che lei non sarebbe più tornata e il suo sguardo faceva trasparire il suo stupore. Lei lo guardò e sorrise – sono a casa. –

The end

Ciao a tutti. Per prima cosa ci tengo a scusarmi per il ritardo.In realtà il finale è scritto da mesi, ma non era così che volevo che andasse a finire. Di certo vi starete chiedendo il perché di tutto ciò, visto che sono io l'autrice. Ebbene, la storia ad un certo punto A preso una strada tutta sua e questo non poteva che essere il finale più adatto. Dopo otto anni di distanza e crescita da parte di entrambi personaggi non sono riuscita a creare o immaginare un happy Ending per Ichigo e Ryan. Spero mi possiate perdonare e che abbiate apprezzato questo il mio primo tentativo di fan fiction drammatica. Ringrazio tutti coloro che hanno seguito la storia e che forse avranno voglia di leggere anche questo ultimo capitolo. Grazie anche a chi ha commentato E grazie a chi lo farà in futuro.

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