Oni senza Luna

di ArisuWolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Prima fase: Novilunio ***
Capitolo 3: *** Seconda Fase: Luna Crescente ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


Oni senza Luna
 
L'unica cosa che ricordo di quella sera è una bellissima luna che
fluttuava in un cielo nero senza stelle...l'avevano abbandonata al suo
destino. Proprio come me. Mi sentivo spossata, senza forze. E non
sapevo proprio come fare. Poi, il buio.
 La mancanza di qualcosa di immancabile.
 
Mi risvegliai davanti al portone di una residenza... Non avendo alcuna
forza nelle gambe decisi di non alzarmi e di aspettare che una buona
anima avesse pena e compassione di me..
TSK.
Un Oni del mio calibro che chiede aiuto.. Inaccettabile. Ma anche inevitabile, purtroppo. Nello stato in cui mi trovavo non avrei fatto granchè. Continuai a
riposarmi, cercando di concentrare le mie forze, molto lentamente.
Fino a quando non vidi delle persone correre verso di me.
<< Ohi, c'è qualcuno davanti al portone! >>
<< Una donna?! Che ci fa una donna qui davanti?!? >>
<< Non vedi che è ferita? Dobbiamo medicarla! >>
<< E se fosse una spia del Bakumatsu?! >>
<< La interrogheremo più tardi, ora ha bisogno di cure!>> Fu così che mi curarono. Dormii per più di tre giorni. Quando mi svegliai non ricordavo quasi nulla dei giorni precedenti.. Poi all'improvviso un Flash.
Dannato! Mi aveva derubata!!
Me l'avrebbe sicuramente pagata, con la VITA! Poi un odore molto
familiare mi invase.
<< Siete sveglia? >>, chiese una voce sconosciuta. A quanto pare i miei sensi erano rimasti, anche dopo l'enorme perdita. Non potevo dire lo stesso per la forza.
<< Si, potete entrare. >>, risposi, cercando di mascherare la mia
inquietudine.
<< Con permesso >>. Entrò una ragazzina, vestita da
uomo. Il suo odore era molto simile a quello del ladruncolo che mi
aveva derubato.. ma allo stesso tempo era molto diverso. Forse per via
della convivenza stretta con gli umani?
<< Prego. >>, dissi con un sorriso leggero sulle labbra.
Sembrava un Oni molto gentile, come non se ne trovano più. Mi portò la colazione e rispose ad alcune mie domande.
<< Se posso chiedere, come mai un Oni del vostro calibro vive
insieme a degli umani? >>, chiesi cercando di dare un tono gentile
alla mia voce.
<< Come fate a sapere che io sono un Oni? >>, chiese stupita.
La guardai sorpresa mentre rispondevo: << Ovviamente perchè
anche io lo sono. Ma a quanto pare non avete sviluppato appieno il
vostro potenziale. Comunque non ho chiesto il vostro nome. >>.
 << Ehm, io sono Yukimura Chizuru, ma potete chiamarmi Chizuru. >>, rispose
gentilmente.
<< Yukimura? >>, chiesi sconvolta. Che sia una delle sue figlie? Non può essere!! Però se così era avrei potuto carpirle molte informazioni!
<< Hai... >>, rispose confusa.
<< Oh, scusami. >>, dissi accennando un sorriso. << Solo mi chiedevo se conosceste un certo Koudo-san. >>
<< Si! E' mio padre!! Lo avete visto per caso? >>. Nei suoi occhi leggevo preoccupazione... Quindi non sa veramente dove si trova? Questa donna mi è del tutto inutile.
<< Speravo me lo diceste voi. Vostro padre mi ha rubato una cosa molto importante, e preferirei riaverla al più presto. >>, risposi con tono duro. Vidi nel suo sguardo un lampo di terrore. Questa Oni, si è ambientata così bene con gli umani che ora crede di essere come loro. Vabbè, peggio per lei.
Non è un problema mio.
<< Comunque, mi scusi per la scortesia. Il mio nome è Arisu Tsukiyama. Ma puoi chiamarmi semplicemente Ari! >>
Continuammo a parlare del più e del meno, cercando di non toccare il
tasto "Padre Koudo".
Parlare con Chizuru-chan mi alleggerì la giornata. Il peso che sentivo crescere di minuto in minuto sulle mie spalle stava svanendo. Anche se per poche ore gliene fui veramente grata. Però tutto quel potere mi stava facendo soffocare.
 
"Maledetto Koudo!! Spero che tutto il potere che mi hai sottratto ti serva.
Perchè se così non fosse, giuro sul mio orgoglio che ti ucciderò
subito dopo averlo ripreso!!"
 
I giorni passarono, e con loro la mia energia si stava lentamente
riformando. Almeno non mi aveva sottratto tutto il potere, altrimenti
non sarei riuscita nemmeno a respirare, figurarsi camminare! In quei
giorni scoprii di essere nella sede dello Shinsengumi e come da
protocollo mi interrogarono cercando di capire se fossi o meno una
spia. Capito il misfatto, decisero di farmi stare nella loro residenza
fino a che non avessi recuperato le forze. E dato che quel giorno era
ormai vicino avvisai il Vice-Capitano che da li a poco me ne sarei
andata per conto mio e lui acconsentì.
Nel giro di due giorni, massimo tre, me ne sarei andata. Il mio piano era di farmi aiutare dal mio potente Padre. Purtroppo non potevo fare alcunchè con il corpo che mi ritrovavo. Ero solo una debole Oni di basso rango con conoscenze di arti marziali. Ma nella notte del secondo giorno, mi svegliai di
soprassalto.  
<< Che diavolo succede?! >>, sussurrai in preda al panico. Mi avvicinai allo shoji e lo aprii delicatamente, facendo attenzione a non fare rumore. Mi affacciai leggermente, per vedere cosa stesse succedendo. Quello che vidi mi fece rimanere di stucco.
Non appena mi ripresi dallo shock mi alzai di scatto e iniziai a
correre lungo il corridoio. Quel profumo, come ho potuto non
riconoscerlo?!
Mi fermai davanti al cortile urlando il suo nome, con un groppo alla gola. Un misto di gioia e un misto di commozione.
<< Chikage!! >>.
Lui si girò verso di me. Nello sguardo c'era un misto di sorpresa e felicità... che si trasformò in rabbia subito dopo.
Non dovevo scoprirmi, cazzo!
<< Sei viva dunque? >>, disse con tono duro.
Sentii un brivido di terrore scorrermi lungo la spina dorsale. Ma non
mi sarei fatta intimorire da lui. Lo conoscevo sin da quando era un
moccioso, e di certo non mi sarei fatta spaventare da lui ora!!
<< Sì, viva e vegeta. Anche se non per molto. >>, risposi inespressiva.
<< Spiegati meglio. >> Nel suo tono c'era un pizzico di interesse.
Presi la palla al balzo. << Koudo. Ha rubato i miei poteri da Oni. Ora sono
solo una semplice umana con dei sensi molto affinati. Lo sto cercando,
ma non so dove potrebbe essere andato. Tu ne sai qualcosa? Sapevo, un
tempo, che lavorava con il Bakumatsu. >>, dissi, cercando di tenere la
mia rabbia in un angolino del mio cuore.
<< No, non so. Ci ha traditi tempo fa. >>, rispose.
<< Mh, Capisco. >>, decisi di terminare così la nostra conversazione. Mi girai verso i samurai dello Shinsengumi.
<< Mi scuso per il trambusto che i miei amici d'infanzia e compagni hanno
causato. Io ne approfitto per andarmene. Preparo le mie cose e parto. >>.
<< Ari-chan, sicura? >>, chiese Chizuru spuntando dal nulla.
<< Sì, non preoccuparti. Con permesso. >>
Mi dileguai e tornai nella mia camera per preparare la mia roba. Mi vestii e subito dopo uscii.
Davanti al portone c'erano tutti i membri dello Shinsengumi per un
ultimo saluto. Li abbracciai uno a uno, imprimendomi nella memoria e
nel cuore i loro profumi e i ricordi che avevo condiviso con loro.
Una cosa della quale mi stupii fu vedere i miei compagni Oni che mi
aspettavano alla fine della via. Sorrisi vedendoli e li ringraziai
silenziosamente.
<< Ce ne hai messo di tempo. >>, mi disse uno di loro.
<< Sono pur sempre una donna, Kyo. Ho i miei tempi. >>, risposi, sorridendo sorniona.  << Dove andiamo? >>
<< Nella residenza che i Satsuma ci hanno gentilmente concesso. >>, mi rispose Chikage.
<< Dopo tanto tempo finalmente sei tornata. >>, disse Shiranui Kyo con un
sorriso sghembo.
<< Non montarti la testa, Kyo, non l'ho fatto per te! >>, risposi con tono scherzoso.
 << E allora per chi? >>, chiese fintamente scioccato.
<< Ma è ovvio no? Per Kyuuju! >>, risposi, scoppiando subito dopo a ridere. Insieme a me si unirono anche Kyuuju e Kyo, mentre Chikage sorrise illuminato dai raggi della Luna.
Quella stessa Luna che non potevo più toccare.

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Capitolo 2
*** Prima fase: Novilunio ***


Dopo più di un anno mi sono finalmente decisa a riprender in mano questa fanfic. :) 
Ringrazio chi ha letto il primo capitolo, e chi mi ha recensito, ma sopratutto un enorme ringraziamento alla mia
Beta chan, che se non avesse ri-accettato di aiutarmi questo capitolo non ci sarebbe stato!!
Un Bacione a chi leggerà e a chi recensirà il secondo capitolo di "Oni senza Luna"

*BUONA LETTURA!!*







 


Ormai erano trascorsi molti giorni da quando me ne ero andata dalla residenza degli Shinsengumi. Per essere degli umani erano in gamba e, anche se  mi costava ammetterlo, mi mancava la loro esuberanza..

Nei giorni passati nella residenza dei Sastuma, grazie alla vicinanza dei miei compagni Oni, i miei poteri -o quel che ne rimaneva- avevano iniziato a stabilizzarsi e ora riuscivo a controllare maggiormente la mia trasformazione in Oni e la mia forza. Mi sembrava di essere ritornata una bambina e la cosa mi destabilizzava piu di qualsiasi altra cosa, ma non intendevo arrendermi.

Una domanda però frullava nella mia testa... una domanda insistente a cui non riuscivo a dare una risposta, non sapendo le conseguenze a cui avrebbe potuto portare. 

"Dovrei avvertire il mio Potente Padre, Re della Luna Calante?", mi spaventava l'idea di ciò che avrebbe potuto fare mio Padre di fronte alla verità. 

La figlia che tanto lodava e di cui era orgoglioso, colei nota come "Principessa della Luna Crescente", aveva perso i suoi poteri... o per meglio dire se li era fatti rubare. Avrebbe ucciso Koudo -cosa che in cuor mio non mi sarebbe dispiaciuta- ma non si sarebbe fermato a ciò, avrebbe ucciso anche Chizuru e lei non se lo meritava. Non era colpa di quella fanciulla se il padre era un pazzo suicida. 

Sarei riuscita a riavere i miei poteri? Mi sentivo così debole, emotivamente debole. Mi mancavano quelle lunghe notti ad osservare la mia unica compagna di Vita...

<< Non dormi? >>, mi girai verso la voce. Chikage... dovevo immaginarlo. Solo lui riusciva ad avere questo effetto di terrore e sicurezza su di me.

<< Chikage. Mi hai spaventata. Come mai sveglio a quest'ora? >>, chiesi fingendo tranquillità. 

In realtà sapevo perchè era sveglio. Riesce sempre ad entrare nella mia testa, oltre che nei miei sogni e pensieri, come nessun altro.

<< Come se non lo sapessi.. Ti va una bevuta, Onna? >>, rispose sorridendo. 

Illuminato dalla Luna, che non riuscivo più a sentire, sembrava più bello e affascinante che mai.

<< Molto volentieri. Servi tu, mio samurai? >>, chiesi con tono giocoso.

<< Non dovrebbero essere le donne a servire? >>, mi guardò falsamente dubbioso.

<< Oni di mala fede, i tempi sono cambiati, ormai. Gli Oni si mischiano con gli umani, e altri Oni rubano potere a quelli sbagliati, e le donne non servono più gli uomini, anzi, si fingono maschi. >>, dissi con tono melodrammatico.

<< Parli di Yukimura Chizuru? >>, chiese fingendosi sorpreso, passandomi una tazza di sake.

Sapeva che prima o poi glielo avrei chiesto. 

<< Ho sentito della tua curiosità nei suoi confronti da Kyuuju. Volevo saperne i dettagli da te, e dato che siamo ormai amici da molto tempo, speravo che ti saresti aperto. >>, dissi senza guardarlo e bevendo un sorso di sake.

Arricciai il naso. Ormai non ero più abituata a berlo.

<< Perchè lo vuoi sapere? >>, chiese con fare neutro. << Non penso che la cosa ti riguardi. >>

Quel suo commento mi ferì e non poco. Non solo la prima donna Oni "particolare" (o pazza per come la vedevo io) me lo aveva rubato, ma non voleva nemmeno dirmi il perchè. Certo, in un certo senso la cosa non mi riguardava, però... volevo sapere cosa avesse lei in più di me!

"Oltre il danno anche la beffa", pensai in preda all'angoscia.

<< Sì, hai ragione, non mi riguarda. Ma speravo che l'unico uomo di cui mi fido ciecamente, quello con cui ho parlato anche dei miei più oscuri segreti, si fidasse di me e parlasse a cuore aperto della ragazza di cui si è innamorato. >>, risposi stizzita.

<< Innamorato? Voglio sposarla solo perche il suo clan è uno dei più forti, in modo tale che il casato dei Kazama non si estingua. Ecco il motivo della mia "curiosità". >>, rispose, asciutto.

Cosa? 

Una parte di me (quella più piccola) era felice, ma l'altra era furiosa!

<< Ah, capisco. Giustamente ti diverti di più nel cacciare la tua "preda" per costringerla a diventare tua sposa e a violarla con la forza, non è così? Ricordavo questa tua insana passione per il gioco del gatto e del topo, ma non pensavo che da Oni adulto sarebbe diventata così perversa. >>, risposi guardandolo con occhi furenti. << Sei diventato più crudele di quanto ricordassi, Chikage. >>

<< Crudele? Gioco del gatto e del topo? Non farti strane idee Onna, il mio è solo sano interesse per il mio casato. E dato che è uno dei più forti, pretendo avere come moglie una donna con sangue puro. >>, rispose freddo.

<< E la proposta del mio Nobile Padre? >>, chiesi furiosa. Stava confrontando il casato degli Yukimura (il cui capo aveva rubato i miei poteri) e quello degli Tsukiyama, uno dei clan più potenti e puri dell'intero Giappone. Stiamo scherzando? << Ti ricordo che ti ha promesso in sposa La Principessa della Gibbosa Crescente, la mia Nobile Sorellina. >>

<< Voi Tsukiyama tendete ad avere la malsana idea di contaggiare il vostro sangue, come è successo gia con la Potente Regina della Gibbosa Calante. >>, parlò con tono duro, e guardandomi con ribrezzo.

<< Ha contagiato il suo sangue mettendo al mondo un mezzo Oni, e se ricordo bene, anche tu hai avuto questa strana ed inutile tendenza, per questo il Potente Re, quale tuo Nobile Padre, ha promesso a me, erede del casato Kazama, La Principessa della Gibbosa Crescente. Per avere la certezza di un nipote dal sangue Puro. >>

Lo guardai, ferita.

<< Come ti permetti?! Siamo amici, Chikage, ma non puoi permetterti di parlare in quel modo della mia Nobile Madre. >>, risposi con voce tremante. 

Non potevo credere alle sue parole. << Io avrò sbagliato ad innamorarmi di un umano, sperando che Lui volesse avere una famiglia con me, sperando che potesse esistere una famiglia. Ma ciò non ti autorizza a parlare male di mia madre!>>

<< Ho solo detto ciò che ha fatto. Non l'ho insultata, ho insultato il tuo fratellastro. >>, rispose a tono.

<< Potresti sforzarti di fingere di avere un tono dispiaciuto, almeno. >>, risposi stizzita.

Aveva ragione. Ha detto la verità, che mia Madre, Regina degli Tsukiyama, si era fatta ingravidare da un umano, e di consegueza era stata esiliata. Ha portato disonore alla famiglia reale, e su questo non vi era dubbio alcuno.

<< Comunque, sono certa che tu non sia venuto qui per parlarmi della tua insana passione per il clan Yukimura e per la Oni Yukimura Chizuru, non è così? >>, chiesi, sorseggiando il poco sake rimasto.

<< Esattamente. >>, rispose, riempendomi la tazza.

<< E allora di cosa? >>, domandai mal nascondendo un pizzico di curiosità.

<< Glielo dirai? >>, domandò, fintamente indifferente.

<< Non sono sicura. Ucciderà la tua futura sposa se glielo dicessi. >>, risposi, sicura che sarebbe andata a finire con una tragedia.

<< Un rischio che sono disposto a correre. >>, disse guardandomi negli occhi, sorseggiando del sake.

Restituii lo sguardo con uno di derisione.

Occhi verdi che si perdevano nella propria Luna personale, due pozzi color rosso sangue che mi guardarono in attesa di una risposta. 

Cosa vuoi che ti risponda, Chikage?

<< Un attimo prima eri pronto a sguainare la tua katana per averla in sposa, e ora la sacrifichi? Non riuscirò mai a capirti, Chikage. >>, dissi sussurrando il suo nome.

<< Se morirà avrò sempre un altro Oni con sangue puro da sposare, così da avere un erede degno del nome Kazama. >>, rispose non staccando i suoi occhi dai miei.

<< Mia sorella non è più in vendita, Nobile Chikage. >>, distolsi gli occhi dai suoi sorseggiando il mio sake.

<< Non parlavo di quella mocciosa insistente. >>, disse sprezzante.

<< E di chi? Forse della bella Oni del casato Kumamura, la Nobile e forte Kotomi? >>, chiesi stranita.

<< La forza fisica non mi interessa, ma bensì voglio sangue puro di Oni. >>, rispose alzando gli occhi per guardare la luna.

Lo imitai.

<< E di chi parli, di grazia? >>, domandai con tono spazientito.

<< Di te, baka Onna. >>, disse esasperato. Lo guardai sconvolta, indicandomi. << Sei l'unica Onna che non prova paura a mettersi contro il casato Kazama, per non parlare del fatto che i nostri clan hanno rapporti di amicizia secolari. Saresti più vantaggiosa tu come sposa che quella stupida Oni violenta quale è Kotomi. >>, terminò.

Risi, cercando di tenere il mio tono basso.

<< Perchè ridi Arisu? Il mio discorso non doveva essere ilare. >>, domandò irato.

<< Ah no nulla... e io che pensavo mi stessi per confessare il tuo amore. >>, dissi tra una risata e l'altra, asciugando una piccola lacrima dovuta alle troppe risa.

Sospirò spazientito.

<< Per ora qual è il tuo piano? >>, domandò interessato.

<< Godermi la luna, dormire tutta la mattina e pensare al prossimo piano domani sera. >>, risposi sorridendo leggermente. << A parte gli scherzi, non lo so Chikage. Vorrei sbrigarmela io, ma so che se mio padre dovesse venire a conoscenza della mia preziosa perdita, si infurierebbe. >>

<< Diglielo, e placa la sua furia. Ci penserò io a farti riavere i tuoi poteri. Koudo è anche un mio obiettivo. >>, mi consigliò

<< Seguirò il vostro gentile consiglio Nobile Chikage. >>, lo presi in giro sorridendo.

Lui in risposta mi guardò e mi sorrise leggermente.





*Fine Capitolo*
Spero di riuscire ad aggiornare presto, vi assicuro che le idee ci sono...tante anche!
Alla prossima!!
Un "Grazie" a chi a letto e chi ha recensito! Sono ben accetti consigli e critiche! ^^

Ja neeeeeee *saluta con la mano*


 

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Capitolo 3
*** Seconda Fase: Luna Crescente ***


Ultimamente la confusione regna sovrana nel mio cuore e nella mia mente. Il motivo? Sempre e solo lui, Chikage.. La rivelazione della sera precedente l'aveva stabilizzata. Cosa voleva dire, che forse era la su seconda scelta?

Inutile negarlo..ormai per Chikage lei è, e rimarrà, l'ultima ruota del carro.

Ero sempre stata innamorata di lui, sin dalla tenera età, ma lo aveva scoperto troppo tardi e per puro caso: quando sua sorella minore era stata promessa a lui in sposa. Nonostante a quel tempo stessi con un umano, che amavo, provai un moto di gelosia verso la neo coppia. Non mi spiegavo tale sensazione, tale emozione: cosí forte e devastante. Io amavo il ragazzo umano, ma amavo anche Chikage? Non riuscivo a darmi risposta a quel tempo. Forse troppo piccola e ingenua.

Decisi infine di rinchiudere quel sentimenti devastanti e logoranti dentro il mio cuore, in attesa di sbocciare -cosa che non sarebbe mai successa-.

Ed ora eccomi, pensierosa e con il cuore che ripercorreva i tempi passati e le emozioni rinchiuse in me, mentre sgranocchiavo dei biscotti ed osservavo la Luna -per me irraggiungibile-, attenta ad ogni minimo cambiamento.

Di li a poco sarei dovuta partire con il mio amico d'infanzia verso la residenza degli Tsukiyama, dove avrei chiesto aiuto al Re della Luna Calante -Mio Padre- per riottenere i miei poteri da Oni. Ma il mio cuore era in subbuglio, sapendo già la piega che avrebbe preso la sera successiva.

Sospirai in preda all'ansia continuando ad osservare la Luna, mentre con la coda dell'occhio notai Lui che si dirigeva verso di me.

<< Ultimamente dormi poco, da come noto.. >>, disse sedendosi affianco a me per poi riempire un bicchiere di sake -spuntato dal nulla- e porgermelo.

<< Eh gia.. Il pensiero che il mio Sommo Padre reagirà male alla notizia della mia perdita, mi terrorizza al punto da non farmi dormire la notte .>>, risposi semplicemente, totalmente sincera. Non mi preoccupavo di farmi vedere debole davanti a lui. Sapevo che, in un modo e nell'altro, Chikage mi avrebbe sempre protetta.

<< Reagirà sicuramente male. Si infurierà con tutta la famiglia Yukimura, lo sai. Lo conosci meglio di me. >>, disse sorseggiando del sake per poi passare a mangiare degli stuzzichini che aveva portato.

<< Il tuo ottimismo invade il mio piccolo cuore pessimista, Chikage. >>, risposi, con una punta di malcelato sarcasmo. << Però hai dannatamente ragione.. >>, continuai bevendo tutto d'un sorso il liquido trasparente.

Presi poi la bottiglia di sake e ne versai un po nel mio bicchiere, riempiendolo sino all'orlo. Lo portai sulle labbra e lo ingurgitai in un attimo. Sentii il liquido scendere lungo l'esofago mentre la mia gola iniziò a pizzicare.

<< Cosí ti ubriacherai... >>, disse Chikage, bevendo un sorso di sake e mangiare ancora un po di stuzzichini, senza guardarmi in volto.

Lo sapevo, non reggevo l'alcool molto bene, ma quella sera non se ne preoccupò. Voleva dimenticare quei piccoli tormenti che sera dopo sera le stavano attanagliando il cuore.

Non risposi, limitandomi a riempire di nuovo il bicchiere, e rubando un cetriolino dal piatto degli stuzzichini.

<< Domani ne subirai le conseguenze. >>, continuò il biondo affianco a me, facendomi sospirare rassegnata. Da sotto il naso, poi, Chikage le rubò la bottiglia e il bicchiere. Misi subito dopo il broncio, guardandolo adirata. Sapevo che aveva ragione, ma per una volta voleva sgarrare..cosa c'era di male in ciò?

<< Eddai Chikage. >>, dissi piagnucolando, e sporgendomi verso di lui per prendere almeno il mio bicchiere. Non seppi come, ma caddi sulle sue gambe e senza vergogna alcuna -sicuramente dovuto dal fatto che ero già alticcia- mi accoccolai a lui per poi abbracciando la vita e spalmando il mio viso contro il ventre di lui.

<< Sei cattivo... >>, borbottai stringendomi a lui. << Lo sei sempre con me. Con Chizuru chan invece sei sempre gentile. Mi ha parlato di come la tratti, e ne sembri innamorato. Oppure è finzione? Non capisco... Perché sono sempre la seconda scelta di tutti? >>, dissi infine sussurrando appena.

Non mi aspettavo di certo una risposta da lui, lo conoscevo troppo bene, e nemmeno la volevo vista la situazione in cui mi trovavo.

Decisi dunque di stare li, sperando in cuor mio di essere stata la prima e unica nel sentire il battito accelerato del cuore di Chikage.

Prima di addormentarmi sentì le mani del biondo posarsi sul mio capo e accarezzarlo delicatamente, quasi con dolcezza. Dopodiché mi addormentai del tutto con un dolce sorriso sulle labbra.
 

Mi svegliai la mattina successiva senza ricordare nulla della sera precedente e di come fossi arrivata in camera mia. Non appena mi alzai sentí la testa pulsare in modo atroce.. Ah, mi sono ubriacata, ma poi? Non ricordavo nulla.

Indossai il mio kimono azzurro cielo, mentre con maestria attorcigliai attorno alla vita un obi giallo girasole e preparai i bagagli per la partenza che sarebbe avvenuta nel pomeriggio.

Non feci colazione e ne pranzai, mi feci semplicemente trovare davanti alla carrozza che ci avrebbe condotti verso la mia casa. Chikage arrivò pochi secondi dopo, bello come il sole e letale come un coltello. La sua bellezza sarebbe dovuta essere illegale.

Durante il viaggio ne approfittai per dormire, spalmando il viso sul finestrino. Mi svegliai di colpo grazie al una buca che la carrozza aveva preso in pieno, notando poco dopo che la residenza era lontana si e no 10 minuti.

Non mi erano mai piaciute quel tipo di visite, si sentiva oppressa a farne parte -grazie alla sua posizione-, e smetteva quasi di respirare ogni volta.

Decisi infine di andare dal mio Sommo Padre, con sguardo quasi terrorizzato. Non appena arrivammo, Chikage chiuse la porta alle sue spalle e con eleganza si sedette al mio fianco facendo un inchino a mio Padre.

<< Figlia, ti vedo diversa. È forse per tale motivo che sei venuta a farmi visita? >>, chiese con tono duro. Ma solo Arisu sapeva trovare la nota dolce nella sua voce.

Vidi mio Padre alzarsi e venire incontro a me con passo lento e calcolato. Sorrisi, sapendo gia cosa voleva fare. Si abbassò per poi scoccare un dolce bacio sulla mia fronte. Chiusi gli occhi per godermi quel tenero momento, che solo mio Padre riusciva a donarmi.

<< Si, Padre. Sono rammaricata nel darti questa orribile notizia. Vedi, il capo del clan Yukimura mi ha teso un agguato e ha rubato una parte dei miei poteri insieme al mio orgoglio di Guerriera >>, confessai mentre mi inchinavo in segno di scuse. Lo avevo offeso, e avevo infangato il nome del mio clan, un gesto imperdonabile per una Principessa come me, prossima erede.

Sentí il movimemto improvviso di mio Padre. Alzai la testa e lo vidi mentre di trasformava in preda alla rabbia.

I capelli bruni diventarono candidi come la neve, mentre delle corna spuntavano ai lati del capo diventando sempre piu grandi ed attorcigliandosi su se stesse, mentre gli occhi da prima smeraldini, diventarono ambrati.

<< Come diavolo è potuto accadere Arisu?! >>, urlò in preda all'ira.

<< Ero debole Padre! Non so come ma Yukimura Koudo è venuto a conoscenza del nostro punto debole. Ero impreparata e quell'uomo ne ha approfittato! >>, urlai di rimando, con tono disperato.

Lo avevo visto diverse volte arrabbiato, ma non cosi. Era una sorpresa, una terrificante sorpresa. Lo osservai, mentre lui di scatto si girava verso il biondo, che ci guardava con il suo solito sguardo freddo e distaccato.

Con passo spedito si avvicinò a lui, per poi prenderlo dal bavero del kimono per metterlo in piedi e fronteggiarlo con guardo fiero e adirato. Chikage nel mentre non aveva perso la sua solita compostezza.

<< Avevamo un patto mi sembra, Kazama Chikage! La dovevi proteggere, a costo della tua stessa vita, a patto che io avrei disdetto il vostro matrimonio. Allora spiegami perchè ora, la mia adorata figlia, è ridotta in questo stato! >>, chiese urlando, ad un palmo dal viso di Chikage.

Nel mentre il biondo Oni, con fare stizzito e duro, ma senza perdere la sua solita calma,rispose: << Non ero presente, avrei adempiuto alla mia promessa senno. Ma la vostra adorata figlia ha preferito girovagare di notte con la sola compagnia di un inutile umano. >>

Mio Padre non disse nulla, si limitò a rimanere in silenzio tornando composto al suo posto, mentre con lentezza prendeva le sue solite sembianze.

Beh, io? Ero immobile e bianca. Eh si, mi avevano ammutolito con quella rivelazione. Stavo cercando di immagazzinare le poche e quasi incomprensibili informazioni che mio Padre si era lasciato sfuggire. Promessa in sposa, di Chikage? Quando? E perché? Ma sopratutto per quale ragione non ne sapevo nulla, essendo la diretta interessata? Non me lo spiegavo..

Mi alzai, lentamente, e con tono duro affermai: << Cosa vuoi dire ciò che poco fa è uscito dalle tue labbra, Padre? >>

Rivolsi un'occhiata di fuoco verso l'unico genitore presente in quella stanza. Voleva, anzi, doveva avere delle spiegazioni. Le pretendeva, e tutti in quella stanza sapevano quanto poteva essere testarda a volte.

Vidi mio Padre sbiancare, per poi rivolgere uno sguardo colmo di aiuto verso Chikage, che ovviamente non arrivò.

<< Cosa diavolo vuol dire? Io avrei dovuto sposare Chikage? Perche diavolo non ne sapevo nulla, eh?!? >>, Chiesi furiosa, preda di una rabbia che mi rendeva cieca.

Aspettai una risposta, che non arrivò da nessuno dei due uomini. Decisi di andarmene, mentre la rabbia prendeva possesso del mio corpo. Mi diressi in un batter d'occhio nelle mie stanze, mentre mille domande affollavano la mia mente e il mio cuore, facendo sprofondare la mia anima in un oblio di confusione ed insicurezza.

Il giorno dopo avrebbe chiesto spiegazioni al suo amico d'infanzia, sperando in una risposta non elusiva. Non sapeva cosa pensare..

Oramai per lei, Chikage, stava diventando un mistero.

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