Un altra vita

di ImFederico
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo processo:Paul Brown ***
Capitolo 2: *** Il secondo processo:Frank Christoph e Daniel Mayland ***



Capitolo 1
*** Il primo processo:Paul Brown ***


Nel tribunale regnava il silenzio.

Le cento persone che formavano la giuria erano tutte riunite, sedute sui loro spalti.

I due assegnatori erano seduti nelle loro sedie, uno alla sinistra, e uno alla destra dei giudici.

Al centro dell'attenzione di tutti c'era un uomo; Era giovane, sui venti anni, vestito con la classica tenuta blu della persona sotto giudizio.

Tutti erano in silenzio, in attesa che arrivasse l'annunciatore. Altri cinque minuti passarono prima che i suoi passi echeggianti risuonassero nella sala.

“La legge è del popolo!” esclamò, era la classica formula di inizio del processo.

“Il signor Paul Brown è presente per rispondere alle accuse?”

“Purtroppo sì, volevo andare al bar a fare colazione, ma sai com'è?È difficile resistere a delle persone che ti sedano”

Tutte le persone della giuria erano seccati dal sarcasmo, e lo erano anche gli assegnatori, ma il volto dell'annunciatore rimase impassibile.

“È stato denunciato da trentasette persone di averle disturbate con musica a volume molto alto”

Non appena disse questa cosa trentasette persone della giuria si alzarono e se ne andarono.

Era così che funzionava, non esistevano processi penali, tutto era civile, qualunque cosa venisse fatta era legale, ma se qualcuno ti denunciava cento persone avrebbero deciso se eri o meno da punire, e altre due avrebbero scelto come. Essendo che si doveva essere giudicati colpevoli o meno da cento persone, se trentasette ti avevano denunciato era come se trentasette persone ti avessero già giudicato colpevole, e quindi la giuria nel processo si riduceva.

Proprio per questo se ti denunciavano cento o più persone al processo erano presenti solo i due assegnatori, per darti la pena.

“È stato anche accusato di aver urtato la sensibilità di qualcuno con quelle stesse canzoni”

Nei casi in cui “si urtava la sensibilità di qualcuno” se ne andava una sola persona dalla giuria.

Erano rimasti sessantadue giudici.

“Ehi, in questo caso anche io voglio sporgere denuncia!” disse Paul.

“Per quale ragione?” chiese l'annunciatore.

“Quelle canzoni erano canzoni che parlavano della mia vita, quindi se le hanno trovate offensive, significa che hanno trovato offensiva la mia vita. Sa com'è?” disse per poi aggiungere sarcastico “questo urta la mia sensibilità”.

“In un secondo momento la questione sarà approfondita” disse con voce seria l'uomo.

“Ora esponi le ragioni che ti hanno spinto ad alzare così tanto il volume”

“Mi piacevano un sacco quelle canzoni” disse semplicemente.

“Che i giudici votino” disse l'annunciatore.

Sessantuno mani si alzarono.

“Sei stato considerato da punire, ora gli assegn...”

“Sì lo so, lo so, ora gli assegnatori decideranno la mia pena” disse il signor Brown interrompendo.

I due uomini si alzarono e si consultarono e dopo qualche decina di minuti andarono dall'annunciatore per comunicargli la pena decisa per poi tornare a sedersi.

“È stato deciso che non potrai usufruire dei servizi pubblici, né ascoltare musica, per una settimana”

A quel punto entrarono due ragazzi con dei vestiti, li porsero a Paul Brown e attesero che si spogliasse così da poter prendere i vestiti ufficiali.

Si spogliò e si rimise i suoi vestiti, consegnando quelli blu.

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Capitolo 2
*** Il secondo processo:Frank Christoph e Daniel Mayland ***


 Un'altra aula e un altro processo.

Tutto il silenzio che c'era prima del processo di Paul, c'era anche qui, prima di quello di un certo Frank.

Lui non era soltanto vestito di blu, anche i suoi occhi e i capelli lo erano. Ovviamente ciò non era artificiale, non era voluto dal tribunale, ma erano le fattezze naturali dell'uomo.

Un pregiudizio molto radicato nella società era che le persone blutinte, come venivano chiamate le persone con occhi e capelli blu, fossero dei miserabili, destinati solo a vivere contro il comune senso di civiltà; D'altronde perché la natura gli aveva dato il colore di chi è sotto giudizio?

La voce dell'annunciatore arrivò ancora prima del suo corpo.

“La legge è del popolo!” urlò dal fondo del corridoio prima ancora che chiunque potesse vederlo.

Era giovane, cosa molto strana; Normalmente gli annunciatori avevano almeno quarant'anni, e lui ne aveva al massimo una trentina.

“il signor Frank Christoph è presente per rispondere alle accuse?”

“Sì… signore”, aveva avuto una piccola incertezza se chiamarlo o meno signore, vista l'età.

“Anche se devo dire che non mi sono state dette le accuse a cui devo rispondere”

“Vi sarà comunicato adesso” disse mentre da un ologramma piatto, e del blu dei documenti ufficiali del tribunale, leggeva per cosa lo avevano denunciato.

“Quattro persone sono venute al tribunale per riportare un omicidio” disse l'annunciatore.

Quattro persone si alzarono, le altre rimasero a sedere pazientemente.

Solo alcuni dei giudici, quelli più anziani, ebbero un moto di disgusto e disprezzo verso l'azione che venivano chiamati a giudicare.

Ormai nella cultura moderna non c'era più un disprezzo radicato per un qualunque atto.

“Le quattro persone erano formate da quattro testimoni oculari” continuò guardandosi attorno senza vedere nessuno.

“Non sono qui presenti per dirci cosa sia successo?”

Nessuno parlò, nessuno si alzò, non c'era traccia di quelle persone che, tanto affrante per la propria perdita, avevano denunciato Christoph.

“in questo caso ritengo che il processo possa essere sospeso, ritengo infatti che le persone che hanno denunciato il fatto non fossero poi così interessate” disse volgendo lo sguardo alle tribune dei giudici.

“Chi di voi è d'accordo?” chiese.

Solo venti mani si alzarono.

“il processo sarà continuato per volere della maggioranza, chiedo quindi al signor...” disse guardando nuovamente l'ologramma per leggere il nome.

“Al signor Christoph di esporre il motivo delle sue azioni”

Frank si alzò in piedi, guardando le novantasei persone rimaste, nessuno guardava mai l'annunciatore durante l'esposizione, non era lui che si doveva convincere.

“immaginate di essere in un locale a vedervi una gara di moto antigravitazionali” disse.

“Voi siete molto interessati, e un coglione spegne l'ologramma dove veniva trasmessa”

continuava cercando di far capire i motivi alla giuria.

“Voi non sareste arrabbiati? in caso la vostra risposta sia no, beh, io lo ero, ed ecco perché l'ho ucciso” disse concludendo e risedendosi.

“L'esposizione è conclusa, inizi il giudizio” disse Daniel Mayland, questo il nome dell'annunciatore.

“Chi lo giudica da punire?”

Si alzarono quarantotto mani, di cui alcune dei vecchi, che per principio volevano punirlo, alcune di persone spinte dai pregiudizi verso i blutinti.

La metà precisa dei giudici lo considerava da punire, l'altra metà no; La decisione finale spettava quindi al Daniel.

“Che gli assegnatori si siedano”, era una maniera come un'altra per dire che non si voleva punire.

Entrarono, come al solito i ragazzi dei vestiti, e Christoph prese i suoi vestiti blu, per restituire gli altri blu. A quanto pare gli piaceva quel colore.

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