Mystic Mountain Adventure - la Spada del Goblin

di Aittam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jenesis ***
Capitolo 2: *** Il Guerriero, il Barbaro e lo Stregone ***
Capitolo 3: *** L'Arciere, la Strega e la Valkyria ***
Capitolo 4: *** Ramingo Armato ***



Capitolo 1
*** Jenesis ***


                                                                                                                                                            PROLOGO

Ho avuto l’idea di scrivere questa Fanfiction ispirandomi a un elemento in particolare che compare in un episodio: parliamo infatti di Mystic Mountain Adventure, videogioco comparso nell’episodio della nuova serie “Il Videogioco”, su questo gioco sappiamo non troppe informazioni ma nemmeno pochissime, le sfrutterò al massimo per ottenere qualcosa di più fedele possibile, la trama è ovviamente basata su Alvin & co e quindi tutti i personaggi compaiono in questa Fanfiction più alcuni effettivamente esistenti ma quasi del tutto sconosciuti e altri inventati da me, ovviamente non gli stessi personaggi (Alvin ad esempio non sarà il cantante famosissimo internazionalmente ma un condottiero valoroso ma con lo stesso aspetto e carattere dell’Alvin che conosciamo noi).
Spero che la mia idea possa piacervi, vi auguro una buona lettura.
 
                                                                                      JENESIS

Arrancava stancamente lungo un sentiero, se si poteva definire “sentiero” costituito da rocce sporgenti e fratture di quasi cinque centimetri. Rigagnoli d’acqua scorrevano mesti tra sassi e fratture. Sopra di lui incombeva un nero cielo nebuloso pieno di sfumature grigie, bianche e corvine sempre in movimento.
Dietro di lui si stendeva un mondo brullo, un grigio e tetro deserto composto da pietra che, man mano, allontanandosi dal sentiero, si disgregava nello spazio incontaminato che incombeva sull’uomo.
Davanti a lui però si alzava un picco scuro e buio la cui punta era illuminata da una luce incorporea. una strana apertura si spalancava al termine del sentiero, era rettangolare con i lati stretti che salivano fino a due metri d’altezza, l’uomo procedeva stancamente e seguiva i corsi d’acqua putrida di sostanze velenose che entravano nell’apertura con lentezza disumana.
Egli entrò nell’apertura e procedette stanchissimo verso la fine del misterioso ingresso, in lontanaza intravedeva l’uscita che irradiava una luce benefica e pulita. Era quasi arrivato.
Ormai si sentiva le forze abbandonarlo, si reggeva al bastone nero e marmoreo e dei tanto in tanto si appoggiava con la spalla ossuta alla dura pietra delle pareti per poi continuare, giunse così fuori dal passaggio e ciò che gli si parò davanti fu un panorama magnifico: un fiume roboante e limpido scorreva tra una folta vegetazione, alberi colossali crescevano rigogliosi con foglie verdi come non ne aveva mai viste, la luce filtrava tra rami bruni e verdi, l’erba era costellata da fiori meravigliosi e i versi di numerosissimi animali risuonavano ovunque, lui però non poteva riconoscerli essendo nato in un mondo distrutto da un’apocalisse atomica e infettiva, il genere umano era ormai completamente estinto e rimaneva solo lui per ultimo; si era ritrovato solo sulle pedici di qel monte e aveva deciso di seguire le ultime acque che sembravano dirigersi in un punto unico, aveva camminato per giorni e giorni e ora si trovava li. Ne aveva sentito parlare ma ora ne aveva la certezza, quella era la Montagna del Mondo, quella era Mystic Mountain.
L’uomo uscì dall’apertura e si diresse lungo il prato fiorito che lo separava dal fiume, superò alcune rocce e giunse sulle sponde del fiume.
Si accovacciò lentamente e protese le mani verso l’acqua, ne raccolse un po’ e iniziò a bere lunghi sorsi di liquido limpido e trasparente. Sentì la forza irradiarlo dentro e la lucidità lo riprese, ora si sentiva riposato e rilassato, decise allora di avviarsi verso la vetta luminosa del monte e raggiungere la fonte del fiume che pareva scorrere infinitamente.
Camminò per ore e ore e, quando vide la gigantesca cascata, non riuscì a trattenersi dall’emettere un sospiro sognante. Ammirò a lungo la scrosciante caduta dell’acqua ma una voce improvvisa lo distolse.
<< Hotim, finalmente sei giunto nel mio regno, l’eterno regno! Io sono colui che veglia sul pianeta dalla sua nascita, ho assistito alla sua vita fino ad ora, quando di questo è rimasto solo l’angolo più nascosto e irraggiungibile, Mystic Mountain! Eppure io prevedo una rinascita e una rifioritura, afferra il tuo bastone Hotim e estrai la tua spada, ora, dopo tanti anni, potrai utilizzarla per fendere qualcosa, nel corso della tua vita l’hai usata per proteggerti e proteggere vite. Ora la tua spada non verrà usata per uccidere ma per dar vita, stendi le tue armi nelle acque bagnate dalla cascata e facendo così tornerà la vita e con essa il pianeta rinascerà. >>
<< Chi sei? >>
<< Non ha importanza chi sia io, ha importanza ciò che farai: tu sarai l’uomo che garantirai la vita sul pianeta che d’ora in poi non si chiamerà più Terra bensì Whasthus. Sarà un luogo intoccabile e farò si che gli abitanti non lo danneggino come è successo con la Terra, se tu continuerai a distendere l tuo bastone sulle acque bagnate dalla cascata questo, tanto antico quanto potente, infonderà nella vita il desiderio di preservare e di non inquinare, tu farai si che Whasthus rimarrà una terra intoccata e idilliaca. La natura rimarrà invariata e la tua forza ritrovata permetterà un’immediata crezione, dunque, fa ciò che ti dico e ti troverai complice della rinascita del mondo! >>
Un tuono scosse il cielo.
Hotim allora, spinto da una forza interiore, si avviò verso un punto esattamente di fronte alla fonte e percosse l’acqua con il bastone.  Questa divenne solida ma corrente, lui tentò di salirvici e notò con piacere che la superficie era liscia ma non scivolosa, camminò lentamente fino alla fine del passaggio che terminava perpendicolare alla cascata, vide poi che i suoi abiti erano diventati bianchi, non erano più un grosso giaccone nero e dei pantaloni pesanti d’identico colore, ora era una lunga tunica bianca con una specie di Peplo candidissimo.
Hotim raggiunse così una roccia che sporgeva dall’acqua ed era bagnata per metà dall’acqua che si tuffavai ìn se stessa. Lui si eresse ben stabile sulla roccia, non sentì l’acqua cadergli addosso e distese, nella mano destra, il bastone e, nella mano sinistra, la spada sulla superficie, una luce irradiò le acque e questa si ampliò per il letto del fiume fino a un punto impanceh su l’recisato in lontananza, la luce brillò anche sull’uomo e la voce dell’essere risuonò nuovamente gridando: << VITA TORNA SUL PIANETA! >>
 
Da quel giorno il tempo ricominciò a scorrere e la vita tornò nel mondo: da quel giorno iniziarono i Sei Mesi di Creazione.
Primo Mese: il sole rinasce e il celo torna a vivere, le stelle brillano nuovamente e il pianeta si riforma.
Secondo Mese: si formano le nubi e una lunghissima pioggia torrenziale ridona vita alle acque che vengono alimentate anche da quelle che scorrono in Mystic Mountain. Le acque scavano fiumi e laghi, i continenti si delineano finalmente.
Terzo Mese: dal terreno fecondato dall’acqua nascono piante di ogni genere che si diffondono in tutta Whasthus.
Quarto Mese: l’Entità riporta in vita gli animali diffusi nel mondo prima dell’inizio della fine. Con essi rinascono gli umani.
Quinto Mese: l’Entità permette che il mondo già nel pieno della vita venga investito da un’ondata magico-mistica che egli trattenne in se stesso e immagazzinò in se stessa ogni elemento fantastico ideato dall’uomo; L’entità permette la venuta solo di alcuni elementi scelti da se stessa.
Sesto Mese: il clima, il tempo, la fisica e l’ordine si stabiliscono definitivamente, rinascono anche le stagioni, la morte e la vita tornano ad alternarsi, gli esseri viventi non sono più impassibili e iniziano a provare emozioni, odio e amore si infondono nei cuori e la vita come noi la conosciamo tornerà anche nel mondo successivo.
Finiti questi sei mesi durantei l quale il mondo rinacque, ne succedettero altri sei durante il quale alcuni esseri in particolare si civilizzarono: è l’ovvio esempio degli umani ma anche degli animali antropomorfi o Lakemeir, tutte le creature animali civilizzate con leggeri caratteristiche umane, tra questi anche i Chipmunks. Non mancano in oltre i popoli mitologico-fantastici, giganti, nani, orchi, troll, goblin, folletti, fate, elfi, gnomi, ecc. e popoli non passati al mito come alcuni casi di animali evoluitasi in creature simili ad umani (cito ad esempio le fantasiose teorie di Charles le Brun).
Il mondo era finalmente completo.
 
Anno 1328 (era della civilizzazione): nel continente di Kilimantersis è presente una penisola situata nella parte a Sud-Ovest, viene chiamata Chipmunkaris ed è abitata da animali comuni e fantastici ma non da popoli civilizzati; giungono però in questo anno una popolazione ancora primitiva di Chipmunks che vi si stabilisce, qui fiorisce e diviene potente come poche.
Anno 1900 (era del Dominio del Forte): nel corso del tempo si verificano avvistamenti di popolazioni di orchi che avanzano da nord, presto, in questo anno, il popolo guidato da Korlarg giunge a Chipmunkaris dove battono i Chipmunks in un combattimento impari e nel qale i Chipmunks vengono ridotti a popolo minore e infimo, una plebe disonorata e malconsiderata fin a ridursi a diventare fonte di nutrimento per i bellicosi orchi.
Anno 2000 (Era dei Regni Sorti): in questo anno, dopo cent’anni di schiavitù, un Chipmunks decide di insorgere contro gli orchi e per far ciò ricorre al numero e alla forza del branco; nasce da quindi il fiorente regno dei Chipmunks… ma prima…
 
Un gruppo di Chipmunks decise di fuggire da Chimunkaris ormai dominata completamente dagli orchi, Korlarg ha permesso la caccia al Chipmunks e ormai la loro vita è costantemente in pericolo, una madre, un padre, una figlia e un neonato. Fuggirono verso nord ma furono sfortunatamente uccisi da un gruppo di orchi che li incrociò lungo il cammino per le Foreste Grigie, si dimenticarono però del bambino lasciandolo erroneamente nella neve a gelare. Fu trovato poi dallo stesso Korlarg che inizialmente pensò di mangiarlo ma vedendo che la sua pelliccia era bianca, simbolo di veleno per gli orchi, decise di gettarlo dalla scogliera che dava sul Mar Craterico. Giusne li e, con il pretesto di gettarlo giù, lo espose alle onde del mare in tempesta ma fu fermato da un anziano uomo che chiese di avere pietà per il bambino.
<< Egli ha il pelo bianco, è simbolo di veleno interiore ed esteriore, so che costui potrebbe arrecare morte al mio               da cui proviene! >>
<< Non puoi farlo, egli è ancora troppo piccolo ed è una decisione assurda da prendere, pensaci bene prima di mieter delle vittime innocenti. >>
<< Non prendo ordini da te vecchio! Io faccio come mi sento di fare, ho divorato Chipmunks fin dalla mia salita sul loro dominio e se volessi potrei divorare persino te! >>
<< Mi sottovaluti Korlarg, non sai chi sono veramente! >>
<< E chi sei veramente? >>
Per tutta risposta l’uomo si calò subito il bianco cappuccio rivelando il volto di un Chipmunk barbuto con gli occhi verdi.
<< Un Chipmunk? Ma come hai fatto a diventare cos… >>
<< Ricorda questo Korlarg, quando un sovrano non ha pietà è un tiranno e il tiranno va detronizzato, ricorda il mio nome: Leks, dato che sarà l’ultimo che sentirai! >>
Il chipmunk fece un gesto fulmineo distendendo il braccio e allargando la mano mostrandogli il palmo, da li partii un raggio bianco che colpii Korlarg in pieno petto facendolo volare in mare, il Chipmunk bianco rimase però  sospeso nell’aria e cadde tra le zampe dell’uomo.
<< Piccolo, hai assistito alla fine di un tiranno, vedo in te colui che potrà riportare in vita il nostro regno. >>
L’uomo abbarcciò il figlio e disse: << Benvenuto Jason! >>
Passarono gli anni e la morte di Korlarg no fu accolta bene dagli altri orchi, passarono due anni di disordini, per loro, ma dopo poco tempo decisero di eleggere un nuovo sovrano, era un giovane orco di nome Lughen, esercitò una pressione infinita sui Chipmunks per evitare che insorgessero, a nulla valse ciò quando Jason prese finalmente l’iniziativa, fu soprannominato così “Iasor il Bianco” e insieme, sfruttando il numero spropositato e la forza del gruppo, i Chipmunks uccisero per primo Lughen e poi i suoi sudditi, gli ultimi orchi rimasti giurarono vendetta al Bianco e se la filarono sulle montagne.
Jason divenne così il primo re dei Chipmunks dopo ben cento anni di schiavitù; egli fu eletto sovrano dei Chipmunks e regnò con saggezza sulla penisola e fece si che anche le numerosissime isole che la circondavano, le cosiddette “Huniversi” potessero diventare una valida protezione per il regno. Egli sposò Daria, detta “Darysen la giovane” e generò Cayus, detto "Kay il giusto" che si sposò a sua volta con Isabell detta Hysa la saggia che gli diede tre figli: Thedore, Simon e Alvin, colui che sarebbe diventato il sovrano di Chipmonkaris.

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Capitolo 2
*** Il Guerriero, il Barbaro e lo Stregone ***


2. il Guerriero, il Barbaro e lo Stregone
 
Jason era morto e il figlio sedeva sul suo trono pensieroso, osservava distrattamente i piccoli Alvin, Simon e Theodor inscenare un piccolo combattimento con spade di legno e per scudi dei coperchi di alcune pentole; li guardava e pensava tra se e se: “Figli miei!” era tranquillo, il suo regno era sempre rimasto in pace fino a quel momento e da quando suo padre era al potere non era accaduto nulla all’infuori di qualche sporadica incursione degli orchi ma ciò era stata debellata; lo stesso valeva per il suo regno che era prosperoso e grande, dominava senza problemi sugli altri Chipmunks esercitando un potere benevolo e pronto alla decisione del popolo, interpellava infatti, per ogni importante decisione, i sindaci delle diverse cittadine sul quale si estendeva il regno glorioso e pacifico di Chipmunkaris che raccoglievano tutte le idee, opinioni e pensieri di ogni abitante.
Era un posto tranquillo, la sala del trono era decorata con stemmi rappresentanti figure stilizzate o meno di Chipmunks rampanti, rami a forma di C, stemmi a forma di Ghianda che racchiudevano il profilo di uno scoiattolo… questi erano appesi alle pareti in perfetto ordine e nella sala erano sistemati i cinque tavoli nel quale sedevano coloro che pranzavano la sera e a mezzogiorno e, durante le riunioni dei sindaci consiglieri, si sedevano i rappresentanti delle città; i tavoli però ora erano sgombri e il legno riluceva sotto le luci delle candele e dei lampadari.
<< Non puoi battermi putrida bestia! >> gridava Alvin verso Theodore che stava interpretando magistralmente un Orco.
<< E invece vi batterò principi di Chipmonkaris! Vi ho in pugno, sgretolerò le vostre ossa con le mie mani e masticherò le vostre carni con i miei sporgenti denti inferiori!!! VI UCCIDERÒ!!! >>
<< Non ci avrai orrido demone! >> gridò Simon puntando la sua bacchetta finta; fin da quando era piccolo Simon aveva sempre desiderato diventare uno stregone e sapeva che, per puro caso, era possibile… solo che era molto difficile.
<< Mi hai colpito! Getterò una maledizione su te e sulla tua famiglia! >>
<< Non puoi farlo, sei un orco! Gli orchi non lanciano maledizioni! >> ribadì beffardo Simon.
<< Ma io sono un orco magico, uso la magia come te e sono più potente! >>
<< Oh no! Fratello, come faremo a ucciderlo, dovremo unire i nostri pateri, io la mia magia e tu la tua spada per battere questa lezza bestia! >>
<< D’accordo compare, al mio tre attacchiamo: uno, due, tre! >>
Alvin e Simon si gettarono sul fratello e il primo fece finta di conficcargli la spada nel ventre, Theodor finse un lamento e Simon gli lanciò un potente sortilegio che lo fece cadere di peso sopra i due.
<< È incredibile! Voi pivellini mi avete battuto! >> gemette l’orco accasciandosi a terra.
Theodore spalancò gli occhi e fece: << BUUU!!!, voglio passare la mia vita a combattere con gli orchi! >>
<< Ma non volevi diventare un barbaro una volta? >>
Chiese ridendo il padre.
<< Si papà, sarò un barbaro forte e temibile, e combatterò al servizio del regno per il bene di tutta la popolazione! Sarò un potentissimo guerriero e batterò tutti gli orchi che si presenteranno al mio cospetto! >>
<< Amo la tua perseveranza ma… vediamo se sai affrontare questo! >> e Alvin colpì Theodor con la spada giocattolo sui polpacci facendolo cadere sul sedere.
<< Ehi! >>
<< Prima regola del buon guerriero, tenere sempre alta la guardia! >> ribadì Cayus ridacchiando fra se e se.
 
Passarono alcuni anni e quell’innocenza aveva lasciato il posto a una ferma decisione; ormai avevano undici anni e tra poco le loro storie sarebbero cambiate, quello di cui Re Cayus però si preoccupava era Simon, se non fosse stato per un caso fortuito, lui non sarebbe potuto diventare qualcuno; non ci vedeva molto bene e combattere corpo a corpo con un paio di occhiali non era la miglior cosa in cui cimentarsi; Simon però era destinato a diventare mago fin dalla nascita, Cayus lo sapeva dato che la notte della sua nascita, primogenito, gli apparve in sogno un chipmunk vestito di bianco che si levò il cappuccio rivelando il suo volto barbuto, gli disse che lui era colui che uccise, tempo fa, il re degli Orchi (non specificò quale ma è ovvio che noi lo sappiamo) e gli disse che quel suo figlio sarebbe diventato il suo degno erede per poi muovere le dita in modo ipnotico e creando una sfera di luce elettrica con le mani che fece scomparire unendo queste, aveva inteso tutto prima che lo stregone sparisse.
Passarono infatti alcuni giorni e Theodor fu pronto a salutare i fratelli per partire verso nord, verso le Foreste Grigie e le montagne degli Orchi.
Quella stessa sera Simon si trova nella foresta in cerca di noci quando una strana luce lo investì in pieno e una voce si levò dal buio della foresta: - TU ERI DESTINATO A DIVNETARE UNO STREGONE E DUNQUE È CIÒ CHE QUESTA NOTTE SARAI FINO ALLA FINE DELLA TUA VITA! –
Dal folto del fogliame comparve uno spirito luccicante e perlaceo che gli tese la mano, Simon la prese e si tirò su, lo spirito era corporeo e riusciva a percepirlo.
<< Chi siete? Un fantasma? >>
<< Non proprio, ti basti sapere che salvai tuo nonno da morte certa e uccisi il re degli orchi; io sono infatti Leks, distruttore di Korlarg, vidi tuo padre quando era in fasce efui il primo chipmunk a diventare uno stregone, vissi per anni e anni proteggendo la comunità dei Chipmunks a lor insaputa ma non riuscì a fare molto; salvai numerose vite ma ne feci perdere altre; voglio che tu diventa il più potente stregone che sia mai esistito, anche io come te ero partito con il presupposto di esserlo ma scoprì le difficoltà che ne implicavano, dovrai tenere la schiena alta e il volto diretto all’orizzonte per continuare, un giorno diventerai forse più potente di me; intanto io ti insegnerò tutto ciò che so ma, fino ai tuoi dodici anni, dovrai tener nascosta questa tua abilità! >>
<< Cosa intendi con… oooh! >>
Simon allargò le braccia in basso e fu stupito nel vedere dei sottili archi di luce bianca protendersi per poi scomparire.   
<< Quella è una sciocchezza, ti basta pensare che accada e succede, sono le scie del pensiero; ma puoi molto di più: governare gli elementi, dominare le correnti aeree e acquatiche, controllare il tempo e la materia, lanciare maledizioni, controllare il pensiero delle persone, utilizzare armi potenti incantare oggetti, uccidere, far rifiorire le piante, donare fertilità e vitalità a una pianta secca o a un animale sterile, e, talvolta, e molto raramente, riportare in vita i morti, in un modo o nell’altro! >>
<< Cosa? Tutto questo! Non riuscirei a farlo, sono ancora troppo giovane per imparare tutte queste cose! >>
<< Non ti preoccupare, ogni cosa a suo tempo, l’importante è che riesci a fare ciò che ti chiederò; Non sarà ne facile ne difficile, ti devi solo esercitare ma la cosa più importante è che non devi parlarne prima dei dodici anni. >>
Trascorsero diverse sere a provare i diversi incantesimi: ormai Simon aveva imparato a padroneggiare cose semplici come le scie del pensiero (ci era voluto pochissimo) e ora era in grado di controllare a piccoli passi gli elementi: sapeva smuovere la terra, sollevare di poco i sassolini controllare un liquido in un bicchiere e decidere la direzione della punta di una fiammella; ancora un po di allenamento e questi poteri sarebbero potuti diventare molto pericolosi.
Nel frattempo Theodore stava vivendo la sua vita da barbarico guerriero solitario; ogni sera, prima di addormentarsi nel giaciglio che ogni mattina era costretto a disfarsi per dirigersi sempre più lontano da casa; gli mancavano i suoi fratelli e aveva decisodi intraprendere questa vita proprio perché amava molto la sua famiglia e voleva proteggerla; era comunque un’inguaribile golosone e cucinava da dio: ogni mattina catturava un bel pesce, qualche coniglio, talvolta un cervo o un’roso e capitava non di rado che gli capitasse tra le mani un Landrevo, un grosso cavallo con corna di cervo e coda di cinghiale; era ottima la carne di quell’animale e si sposava perfettamente con qualunque cosa; il problema è che era difficile da uccidere ma in fondo era questo il bello, faticare per ottenere qualcosa di gratificante.
Quella sera camminava stancamente nella neve, la coda ben nascosta nel mantello da viaggio di un pesante tessuto bruno rossastro; camminava con la pesante ascia a tracolla, il cappuccio nascondeva il volto che  alla reggia era conosciuto per la sua dolcezza e paccioccosità ma che in quelle regioni significava pericolo per i nemici: troll, orchi, Androscimmie e Minotauri delle Nevi lo temevano come pochi altri Chipmunks; era diventato una leggenda in tutta la regione: era infatti conosciuto come “Darnak il Terribile” e il suo nome lo aveva acquisito combattendo contro un gigante che lo aveva avvisato di aver avuto una premonizione “Ricordo che un uomo mi avvisò sull’arrivo di un Chipmunk di nome Darnak ma che comunque non sapeva di chiamarsi con questo nome; lui mi avrebbe ucciso e avrebbe riconosciuto il nome che avrebbe portato fino alla morte!” ciò lo disse prima di venir ucciso, si chiamava Laker ed era un gigante di ben dodici metri, una stazza considerevolmente grande dato che sono rari quelli che raggiugono i dieci metri.
Ma quella sera forse sarebbe cambiato tutto; era un bosco buio e freddo e Theodore, anche se non lo voleva ammettere, aveva una paura matta del buio e sapeva benissimo quante terribili insidie si nascondevano li… aveva solo undici anni ma era diventato temuto come un guerriero di cinquanta e, malgrado tutto, aveva paura di incappare in qualche brutta bestia che gli avrebbe teso un agguato nelle tenebre… non sarebbe stata la prima volta ma… Guardia Alta!
Theodore camminava silenzioso nella neve e poteva sentire degli strani fruscii attorno a lui quando un’ombra immensa si parò davanti a lui, sarà stata alta due metri.     – Darnak, per te è finita! – gridò una voce cavernosa sollevando una pesante clava.
- Questo è sleale, non ero pronto! – si sfilò l’ascia dal lungo manico al qual l’elmo era appeso; si accovacciò imbracciando l’ascia di ferro chinando il capo e indossando l’elmo dorato con de grandi corna bianche con la punta nera; sollevò lo sguardo e dai buchi degli occhi nell’elmo il suo sguardo luccicò di furia.
- Ora sono pronto! – e partì all’attacco verso l’orco; combatterono avanzando lungo il sentiero, a un certo punto Theodore vide un lago ghiacciato ed ebbe un’idea: si diresse correndo verso lo specchio gelato e fu inseguito dall’orco che raggiunse senza problemi la lastra ghiacciata; ci saltò sopra ma non sembrò nemmeno incrinarla; forse era più spessa di quanto pensasse.
Combatterono per tanto tempo, ora sotto la luce della luna poteva vederlo bene: aveva la pelle verde-giallastra e due occhi piccoli e neri che sovrastavano una bocca enorme con grossi canini inferiori ricuri versoil nasone a grugno; aveva una muscolatura spaventosa che pareva esplodere sotto le due fasce nere borchiate che scendevano da ogni spalla unendosi alla cintura che racchiudeva una specie di gonnellino di maglie di fero pieno di frange; l’orco combatteva con ferocia e ruggiva mostrando i denti affilati e durissimi; a un certo punto un colpo di clava fece cadere all’indietro Theodore che batté violentemente la testa si rialzò e fece roteare la lunga asta che reggeva l’ascia loa cui lama colpì il fianco del mostro acendolo stramazzare al suolo per poi rialzarsi grondante di sangue da una lunga e profonda ferita sul fianco; Theodore però era storidito dal pungente odore del sangue di orco che era talvolta usato come arma dagli stessi, non vide la durissima massa della clava che gli volava addosso, non vide lo spuntone d’argento conficcarsi nel suo addome e fargli rizzare il pelo venendo scosso da un’ondata di adrenalina purissima; la prima cosa che pensò fu infatti: “Voglio morire di nuovo!” per poi stramazzare al suolo senza vita mentre l’Orco moriva dissanguato.
L’ultima cosa che vide in assoluto però non fu l’orco bensì il cielo dove una strana figura aleggiava su di loro: su quello strano animale luminoso, forse un cavallo, era ben eretta una creatura anche essa luminosa ma piuttosto piccola e forse simile a un Chipmunk dato che vedeva benissimo la coda… aveva due trecce corte che le volteggiavano serpentine attorno all’elmo vichingo e venivano sovrastate da due ali dorate che sbucavano dai lati di questo, aveva una silouette, da quello che riusciva a vedere, non troppo magra ma atletica; era stupenda.
Poco prima di morire, Theodore, detto Darnak il Terribile, sentì di essersi innamorato.  

P.S.: mI sembra superfluo dire che il titolo è un chiaro omaggio a Clash Of Clanse, in oltre farmi perdonare per qualsiasi errore grammaticale .
mi raccomando, recensite!

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Capitolo 3
*** L'Arciere, la Strega e la Valkyria ***


                                                                 3. L’Arciere, la Strega e la Valkyria
 
Theodore credeva di essere morto, almeno è quello che pensava, inizialmente era stato doloroso poi si era sentito risollevare; all’improvviso però successe una cosa davvero strana; si sentiva ancora vivo e percepiva un corpo integro; sentiva un buon profumo nell’aria e all’improvviso sentì chiaramente di essere vivo, spalancò gli occhi e poté constatare di essere vivo più che mai, era riposato e non sentiva alcuna ferita, sentiva di indossare ancora gli abiti e si sentiva disteso su un letto morbido e setoso, si voltò e constatò che era un letto a una piazza con un lenzuolo bianchissimo e tanto candido da brillare; una coperta intessuta di fili lo copriva fino alle spalle. Si dirizzò di scatto e il lenzuolo gli cadde attorno alla vita, prima guardò la sua coperta: come aveva stranamente sospettato i fili erano d’oro puro; si guardò un po’ attorno e vide pareti di legno con finestre triangolari dai lati obliqui curvi, come delle grandi A tondeggianti, osservò l’arredamento: c’erano mobili in legno scuro e un focolare riscaldava l’ambiente già accogliente di suo; osservò il pavimento che era tutto formato da assi di legno ben solide e con una strana parvenza dorata. Osservò alla sua destra e notò un tavolo lucido e apparecchiato per due, c’erano due sedie: qualcuno ovviamente l’aveva portato li, ma chi?
Si alzò lentamente dal letto e scese da questo, era tutto a misura di Chipmunk!
Guardando alla sua destra vide che la stanza continuava dall’altro lato proseguendo in una rientranza, come in un edificio con cortile interno; osservò poi fuori dalla finestra che si affacciava da sopra la testiera del letto e ebbe la conferma della sua tesi: fuori si apriva un bel giardino pieno di alberi frondosi, un ruscello e un’orto nell’angolo a destra, nell’altro lato.
Si voltò osservando il fuoco, sembrava essere acceso da diverso tempo ma la legna era ancora abbondante e lo scomparto sotto il focolare era ricolmo di tronchi e legnetti; poi si diresse verso la porta, in quercia massiccia, che era decorata con motivi floreali e un largo rubino si trovava incastonato nel legno pesante.
<< Oh! Il mio mantello! E li c’è l’elmo >> esclamò guardando l’appendiabiti accanto alla porta dove il lungo mantello da viaggio bruno era ben stirato e appeso, notò che anche un altro mantello era appeso all’appendiabiti ed era di un rosso fuoco, di chi era? Poi la sua attenzione cadde sul magnifico elmo che fino a poco tempo fa era incrostato di neve e ghiaccio; ora era ben lucidato e le corna erano perlacee con la punta di un nero profondo, come nuove! Un altro elmo però era assicurato alla mensola, non sarebbe mai potuto cadere dato che i bordi erano rialzati, come gli orli di una vasca, uguale alla sua. A questo almo diede molto più interesse dato che, come per il mantello rosso, non era suo: era d argento lucente e brillante come un diamante puro, i guanciali erano decorati con disegni identici di un fiore per ciascuno, circondati da un orlo decorato con borchie dorate; al centro della parte frontale si sviluppava la maschera, i buchi degli occhi erano ellittici e larghi circa cinque centimetri mentre l’escrescenza nasale che scendeva a proteggere questo, era lunga dieci centimetri ed era decorata da una fila di borchie d’oro; la parte della testa era uguale a quella del suo elmo ma, a differenza delle corna taurine, l’elmo misterioso aveva de larghe ali dorate con piume finemente intagliate e perfettamente scolpite. Theodore si chiese allora chi vivesse li, doveva essere un guerriero con grande senso dell’ospitalità!
Una cosa era certa, non era un orco dato che la casa era troppo piccola per ospitare un orco! Sarebbe potuto essere un folletto o, in casi estremi, un nano, ma lo trovava praticamente impossibile: era grande anche per un nano… tra le mille possibilità gli balenò in mente questa: e se fosse un Chipmunk?
Theo si avviò nell’altra ala dell’edificio e trovò un divano accogliente, alcuni mobili e una vasta libreria, a percorrere tutto il settore erano presenti svariati tappeti e, tra questi, poteva benissimo vederne di diversi tipi, da tappeti persiani riccamente elaborati e tinti con gialli e blu, a comunissimi tappetini simili a zerbini, erano presenti anche vari piedistalli con busti di vari personaggi con il loro cartellino che diceva i loro nomi; erano presenti infatti i busti di numerosi eroi, umani e non, di cui aveva sentito parlare numerosissime volte: vedeva, ad esempio, Colberien il Temibile, primo grande conquistatore umano, con una pronunciata mascella quadrata e una lunga ferita sulla guancia, Lorkenmir il Resistente, il glorioso re dei Nani, con una folta barba bianca trattenuta in trecce e code, Hurleg Monozanna, uno dei più terribili e spietati guerrieri orchi, con un’unica lunga zanna affilatissima che gli arrivava a toccare le ciglia superiori, Hamendesis la Gloriosa, la più grande regina degli elfi mai esistita, bella da fare schifo con due occhi da cerbiatta, Likonsar, il Mistico, il più potente mago ricordato, con il volto incorniciato da lunghi capelli neri, uno sguardo astuto e un cappuccio azzurro con gli orli dorati e ricamati… si stupì poi vedendo uno incredibilmente bello e sorprendente: era il busto di un Chipmunk smaltato completamente di bianco se non fosse stato per il mantello rosso, l’armatura dorata, l’elmo di ferro con la visiera alzata e il pennacchio composto di fili scarlatti. Lesse la dicitura: “Iasor il Bianco, primo re di Chipmunkaris” rimase stupito, quel busto apparteneva a niente popò di meno che suo nonno! Rimase a fissarlo per un po’ gettando un altro sguardo agli altri busti, tutti erano titni con una sostanza che rendeva molto realistica la pietra facendola somigliare davvero molto a carne, anche se era palese che fossero in pietra; gli elmi e i monili parevano essere veri e propri elmi e monili: Il pennacchio del Chipmunk bianco ad esempio era realizzato da autentici filamenti rossi lucenti e i bracciali di Hamendesis erano d’oro puro e vero mentre il medaglione di Likonsar sarebbe potuto passare per una copia davvero realistica! Erano stupendi e chi li aveva scolpiti doveva averli conosciuti per averli realizzati in maniera tanto perfetta!
Camminò ancora verso la porta infondo gettando uno sguardo anche agli altri busti, continuò fino a raggiungere la porta e la trovò aperta, la varcò e, sentendo che qualcuno si muoveva nella stanza, si mosse più silenziosamente possibile; l’aroma di buon cibo lo attirò fuori dall’anticamera e sbirciando nella stanza vide una cucina ben arredata con mobili di legno ben lucidi, una piccola figura delle sue dimensioni armeggiava dietro a un bancone con appoggiati alcuni bicchieri, tazzine, piatti, posate e utensili vari da cucina; da dietro poteva vedere che era anche lei una chipmunk con due corte code di cavallo all’altezza delle tempie che le ricadevano sulle spalle coperte da una candida veste; lei si voltò rivelando il volto: Un viso dolce e sensibile ma allo stesso tempo forte e deciso, aveva degli occhi bellissimi e celesti con sfumature verdi acqua; i capelli biondi le ricadevano in una larga frangia tra gli occhi senza coprirli e il suo viso non era certo magro, al massimo paffuto ma incredibilmente bello.
<< Ti sei svegliato! Era ora! >> disse la Chipmunk posando un recipiente pieno di insalata accanto a una torta alle mele.
<< Dove sono? E, soprattutto, chi sei? >>
<< Sei nella mia casa, e sia io che te siamo morti. >> lo disse con tranquillità, come se nulla fosse.
<< MORTI? >> chiese lui d’un tratto spaventato.
<< Morti, hai presente? Quando il corpo non funziona più e l’anima abbandona la sua normale sede? >> disse la ragazza.
<< So cosa significa morire, l’ho appena sperimentato! >>
<< Idem, sai che sei il primo Einherjar che io abbia mai preso, fino ad ora non ho mai avuto ospiti qua! Anche perché sono morta da solo tre settimane! >>ridacchiò uscendo dal bancone e mostrandosi completamente, aveva una veste bianca legata alla vita e il colletto era dorato con una specie di cerniera a forma di freccia che scendeva fino a metà petto con una punta abbozzata.
<< Chi saresti esattamente? >> chiese poi Theodore non avendo ricevuto la risposta che voleva.
<< il mio nome dovrebbe essere Heleonore, ma se vuoi puoi chiamarmi con il mio nome da viva, Eleanor, preferisco così! >>
<< Sei morta? Quindi sei come me? Sei una…come hai detto? Enerjiar? >>
<< Einherjar! Comunque no, son una Valkyria. >>
<< Che differenza fa? I maschi si chiamano Einherjar e le femmine Valkyrie? >> chiese lui ancora più confuso.
<< Non esattamente; quando un guerriero cade in battaglia gloriosamente e con valore, la sua anima non discende ne agli inferi ne a nessun’altro luogo di morte bensì si reincarna in un corpo identico a quello di prima e qui le strade si dividono: quando una donna cade in battaglia con valore diventa una Valkyria e ciò accade quando gli appare al fianco un Valkhorse, un cavallo di luce che diverrà il suo destriero e la accompagnare nel difficile compito di prelevare le anime degli uomini caduti in battaglia; io, fortunatamente, ero, e sono, un Chipmunk quindi non avrei problemi in questo compito essendo parte di una specie pacifica ma per altre è un’impresa ardua e davvero faticosa. >>
<< E riguardo agli Einherjar? >>
<< Voi maschi invece, se morite con valore, verrete prelevati da una Valkyria e portati nella sa casa, li rimarrete con lei per un breve lasso di tempo e potrete decidere se rimanere o tornare a vagare per il mondo come dei raminghi eroi, compiendo imprese eroiche e vigilando sui deboli e gli indifesi. >>
<< E se ciò non accadesse? >>
<< Resteresti qui. >>
Theodore aiutò Eleanor a portare le cibarie al di là della stanza dei busti e continuò ad osservare bramosamente il busto di suo nonno.
<< Sei un suo parente? >> chiese la giovane Valkyria.
<< Si, ero suo nipote, come hai fatto a indovinarlo? >>
<< Presentimento femminile. >> rispose lei.
<< È considerato il più grande Chipmunk della storia! Un grande guerriero e un giusto re, liberò la vostra terra dall’oppressione degli orchi e eresse la specie dei Chipmunks a esseri regnanti. >>
<< Verissimo, purtroppo non l’ho conosciuto, è morto prima che io nascessi, mio padre mi diceva che avevo ereditato i suoi occhi e il valore! >>
<< Ho parlato solo di me fino ad ora, parlami di tè! Che sbadata, non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami. >>
<< Theodore, detto Darnak il Terribile. >> rispose addentando un pezzo di ghianda ripiena.
<< Interessante >> disse lei abbassandosi e mettendo le dita intrecciate sotto il mento e socchiudendo gli occhi.
<< Vedi, fin da piccolo volevo essere un barbaro per difendere il mio popolo da incursioni da nord, ho iniziato a vagare per i Boschi Grigie e le Montagne degli Orchi per circa un anno fin che mi sono trovato in questa zona di confine e mi sono trovato a lottare contro un Orco su un lago ghiacciato, ho cercato di sfruttare il ghiaccio che pensavo fosse fragile ma a quanto pare era uno strato spesso; abbiamo combattuto per un bel po’ fin che non ci siamo feriti a morte a vicenda: io un colpo d’ascia nel fianco e lui una clavata sul cranio! >> si tastò la capoccia per controllare che fosse ancora integra.
<< Fa parte dei potere del’Einherjar: sei invulnerabile e le ferite, anche se mortali, si rimarginano come le cicatrici che spariscono. >>
<< Ci sono altri poteri? >> chiese Theodore afferrando una forchettata di insalata.
<< Oh si! Immortalità fino alla fine del mondo, forza fisica, agilità e velocità raddoppiate, invecchiamento fino ai trentacinque anni… si e no questi poteri valgono anche per noi. >>
<< Davvero Interessante! Posso osare prendervi una fetta di torta? >>
<< Prendete pure messere, l’ho preparata apposta per voi! >> rise sotto i baffi e scoppiarono a ridere entrambi.
<< Sei divertente Eleanor, o meglio: Heleonor la Salvatrice. >>
 
Nel frattempo a Chimpunkaris la morte di Theodore non era ancora stata annunciata dato che il cadavere sarebbe stato trovato solo alcune settimane dopo.
Simon diventava sempre più bravo e, dopo un anno di addestramento con lo spettro dello stregone era diventato molto bravo, ora sapeva modificare l’ambiente e controllare gli elementi, stava per imparare a usare la telecinesi e la lettura del pensiero.
<< Come sto andando? >> chiese il ragazzo rivolto al mago.
<< Perfettamente Simon, io mi assento qualche minuto, intanto continua a esercitarti con la telecinesi! >> disse lo stregone bianco prima di scomparire.
Simon stese la mano verso una pietra e con la mente le fece fare un lungo volo e una doppia giravolta con avvitamento. Ormai se la cavava davvero bene e provò allora con la lettura del pensiero, anche se sapeva che il suo maestro era lontano da lui provò lo stesso, per vedere semplicemente se si ricordava come fare.
“Allora, fissare intensamente nella direzione della persona designata e spremere le meningi ripetendo mentalmente e lentamente: Comprendi, Comprendi, Comprendi, Comprendi!” pensava di non avvertire nulla eppure sentì una flebile voce venire dalla direzione in cui aveva puntato: un cespuglio verde illuminato dalla luna.
<<”Spero che non mi scopra!”>> Simon era stupito, chi pensava?
Si diresse allora verso il cespuglio, ci girò intorno e decise di entrarvi per vedere se c’era qualcuno.
Ora vi ricordo che si parla di un Chipmunk e, per un Chipmunk, il cespuglio è abbastanza grande.
Entrò in quell’intrico di rami e foglie e notò un moviemtno sopra di lui, un’ombra buia si dileguò a destra in una macchia di rami fitti; lui si arrampicò e iniziò a seguire la creatura che continuava a sfuggirgli, era molto veloce e sembrava quasi trasferirsi da un punto all’altro.
Tentò di acciuffarla ma ci andò molto vicino, la creatura era sempre più veloce e sembrava quasi essere in più posti contemporaneamente; continuò ad inseguirla fin che non le afferrò quella che era probabilmente la coda, era un Chipmunk.
Il Chipmunk perse l’equilibrio e caddero entrambi giù dal ramo finche non atterrarono sul suolo terroso che si trovava sotto il cespuglio, osservò ci si trova accanto a lui: era una Chipmunkcon gli occhiali, simili ai suoi ma viola; aveva gli occhi del medesimo colore e capelli mossi bruni legati in un piccolo Chignon dietro alla testa; due ciocche di lunghi capelli le ricadevano sulle guance lisce.
<< Chi sei? >> chiese lui.
<< Mi chiamo Jeanette. >> disse lei rialzandosi con la schiena dolorante. In piedi era alta come lui e si guardarono dritti negli occhi.
<<  Come mai mi spiavi? >> chiese Simon
<< Vedi, ho visto che sei un mago e… io sono una strega… volevo imparare nuove cose. >>
<< Sei una strega? >> chiese Simon stupito.
<< Si, sono ancora una principiante ma perché la mia insegnante morì prima di insegnarmi tutto. >>
<< Oh, mi dispiace, come è successo? >>
<< Goblin, l uccisero perché mi volevano rapire! >>
<< Perché avrebbero dovuto rapirti? >>
<< Ero principessa di un piccolo regno che si trovava a sud del Golfo Sintersico, non troppo vicino ai Goblin, comunque loro hanno deciso di invaderci e hanno ucciso buona parte dei sudditi di mio padre. >>
<< Un regno governato dai Chipmunks non troppo lontano dal regno dei Goblin… non venivi forse da Chipetarsis? >>
<< Si, vivevo li! >>
<< Mi ricordo di quel regno, la seconda città dei Chipmunks, il Dominio di Settentrione come lo chiamiamo noi.

un regno circondato da paesi ostili
e sotto continua minaccia                  
ma resistente come il Marmo di Ykary            
di cui conserva la traccia,      
splendido come i lucenti diamanti                                                                
comparabile solo e soltanto                                                                                    
alla bellezza dei suoi abitanti >>
 
<< Siete un vero poeta! >>
<< Questa poesia c’era già e, comunque, grazie… me la cavo… >> Simon era leggermente imbarazzato dato che si era accorto della figuraccia appena fatta per aver citato gli ultimi versi.
<< Usciamo, forse lui ti accetterà volentieri come allieva! >>
Fortunatamente lo stregone decise di addestrare anche lei.
<< Jeanette, ti conosco da quando eri ancora molto piccola, ho vegliato su di te per tanto tempo e ho detto alla tua insegnante di introdurti nelle arti magiche e nella divinazione! >> disse una di quelle sere il vecchio.
<< Divinazione? Sai leggere il futuro? >>
<< Beh! Non bene ma posso dire di capire che domani sarai vivo! >> Jeanette ridacchio seguita dagli altri due.
Trascorsero svariate sere durante le quali Simon e Jeanette si incontravano nella radura ad aspettare il vecchio Leks, impararono insieme nuovi trucchi e incantesimi e presto riuscirono a padroneggiare l’arte della magia… ora però Simon si chiedeva dove poteva sistemare Jeanette per le notti seguenti: non avrebbe potuto dormire nella foresta per tutto il tempo, anche se è paradossale dato che i Chipmunks sono animali silvestri.
Decise dunque che, quella sera, avrebbe presentato Jeanette a suo padre e avesse chiesto di ospitarla a palazzo.
Cayus accettò volentieri e fu felice di avere in casa una degli ultimi superstiti di Chipetarsis, passarono alcuni giorni e stranamente di Theodore non arrivavano più notizie ne lettere.
<< Sto iniziando a preoccuparmi! >> disse Alvin alla madre mentre stavano cenando attorno al grande tavolo della sala del trono.
<< Non ti preoccupare caro, vedrai che tornerà, sarà impegnato a fronteggiare qualcosa di grosso e perdura da un po’. >>
<< Si ma un combattimento non può durare così tanto! >> ribatté Simon.
<< Non saprei, tuo fratello sarebbe in grado di lottare per un anno intero contro un troll senza mai ucciderlo, per il gusto di farlo. Quanto a te Jeanette, ti stai trovando bene da noi? >>
<< Oh si, vostra altezza, sono molto felice che mi accogliate così a braccia aperte! >>
<< Per noi è il minimo cara. >> disse lei cingendole la spalla con il braccio e guardando con sguardo malizioso Simon.
Nel frattempo Alvin si alzò da tavola e si diresse verso la biblioteca.
<< Al? Dove vai? >> chiese Simon.
<< Ho un dubbio, vorrei consultare una cosa. >> e si chiuse nella grande sala ricolma di volumi.
Scartabellò tra vari documenti, consultò i calendari e lesse i libri più storici più recenti: tutto coincideva, sarebbero arrivati domani e nessuno se lo ricordava!
Alvin uscì di scatto fuori dalla stanza irrompendo nella sala del trono.
<< È TERRIBILE! DOMANI ARRIVERANNO E FARANNO CiÒ CHE FARANNO! >>
Cays si alzò di scatto dal trono. << Chi figlio mio? CHI? >>
<< I GOBLINNN! >>
Il silenzio scese nella sala da pranzo, tutti i commensali, reali e non , smisero di mangiare e guardarono Alvin preoccupati.
<< Ho no! Quelle bestie sataniche! Perché? Ogni anno, con la precisione di un orologio, arrivano e, con i loro modi da distruttori abbindolanti ci distraggono con i loro modi giocosi e da giullari mentre il nostro regno viene distrutto! Non voglio che accada di nuovo! >> si commiserò Cayus.
<< Padre, non vi preoccupate, uniremo un esercito che potrà difenderci! >> declamò Simon alzando la mano in segno declamatorio.
<< E come senza Theodore? È lui il rappresentante bellico qua! >>
<< Ci riusciremo fratello, come è vero che il mio nome è Simon! >>
Quella notte rimasero tutti svegli, Alvin e Simon reclutavano guerrieri e Jeanette li segnava su una pergamena.
<< OK, siamo giù a 500 soldati, ce ne servono altri 500 e siamo mille giusti! >> decretò Jeanette dopo aver scorso tutto l’elenco, i nomi erano tutti molto vari, tra i guerrieri si erano inseriti anche donne e anziani colpiti da un’improvvisa ondata di vigore.
<< Che Chipmunkaris e Lokmotis, il grande dio dei Chipmunks vegliano su di noi! >> decretò poi Alvin assieme al fratello che unirono le mani in gesto di intesa.
<< Ora vi spieghiamo il piano altri centocinquanta si offrano! >> disse Simon.
<< I Millecinquecento che ora verranno scelti si apposteranno in vicoli, zone strette, strade, insenature nei muri, tetti e sottopassaggi, tutti i punti adatti a imboscate e attacchi improvvisi, vi unirete in gruppi non troppo numerosi ma di minimo tre individui per sorprendere e uccidere i Goblin che passeranno accanto a voi, spargetevi più ovunque e omogeneamente possibile, gli altri Millecinquecento seguiranno noi della famiglia reale che è, volente o nolente, costretta a assistere allo spettacolo dei Goblin, penso che come al solito ci intratterranno con spettacoli di danza, sfilate e cose simili, nel frattempo gli altri Goblin faranno varie razzie ma ci sarete voi a fermarli, una parte dell’esercito, l’esercito completo, come faremo credere ai Goblin, dovrà essere presente al loro spettacolo così da illuderli di non avere scampo. >>
Vennero scelti gli ultimi Millecinquecento e l’esercito fu completo, più di tutti, i soldati dovevano dormire e tutti si unirono alla veglia; dormirono ammassati nella sala del trono con dei sacchi a pelo e, quando il canto del gallo li destò, si udì un verso strano, come il grido di un’uccello unito a l’urlo di un uomo; Cajus uscì con i figli, Jeanette e la moglie e videro Armand, la sentinella, accompagnato da una strana creatura. Aveva il corpo uamanoide ricoperto di piume grigie, zampe d’uccello e mani artigliate, la testa era quella inconfondibile di un gufo e le piume delle braccia e deelle gambe erano molto lunghe, ma non lunghe quanto quelle delle ali che spuntavano dalle scapole ed erano lunghe fino al ginocchio e alte fino a venti centimetri sopra il capo; era quello che si poteva definire un Hulmen, un Uomo Gufo. Alla sola vista i Chipmunks indietreggiarono spaventati, gli Hulmen erano una popolazione che viveva nella parte a Sud Est della Foresta Grigia, confinavano con la penisola di Chipmunkaris per pochi chilometri e si verificavano molto di rado attacchi di questi uccelli ad un singolo abitante essendo per fama degli animali molto saggi e intelligenti ma, no si sa mai, dopotutto l’istinto e la fame sono sempre i più avvantaggiati.
<< Vengo in pace, sono qui per donarvi assistenza, saprete giù che i Goblin sono già alla periferia del regno e stanno arrivando con un esercito. Noi siamo qui per darvi manforte in caso la situazione vi sfugga di mano, quando ciò avverrà, se avverrà, fateci un fischio. >> e consegnò un lungo tubo bianco a Cajus.
<< Soffiateci dentro e noi vi raggiungeremo. >>
Volò via.
<< ARRIVANO!!!! >> si sentì gridare da ogni dove nella penisola mentre l’esercito si riuniva, i millecinquecento destinati a appostarsi in giro per la città si avviarono verso le loro postazioni; passarono alcuni minuti, o forse una mezz’ora e li videro arrivare: una schiera di esseri più piccoli di esseri umani (circa 1 metro d’altezza), avevano occhi gialli con l’iride arancione e la pupilla nera, pelle umana ma di un verde ramarro, mascella pronunciata negli individui più vecchi e canini inferiori affilati che sporgevano dalle labbra, avevano lunghi capelli e barbe arancione vivo e indossavano armature costituite da maglie di ferro, piastre per proteggere il ventre, il torace, le gambe e i fianchi, bande di cuoio nere borchiate, spade, scudi e lance rozzamente intagliate nella pietra più dura e resistente, quelli erano i Goblin!
Ma alla loro testa era presente un Goblin diverso, alto più degli altri, con capelli arancioni più corti e un lungo mantello verde, aveva uno sguardo omicida e il suo volto era concentrato in un ghigno malvagio, brandiva in una mano un pesante scudo di bronzo con disegnato, al suo centro, un simbolo simile a due parentesi aperte verso l’esterno: “)(“ e unite tra loro in un piccolo punto di giunzione. Nell’altra mano invece brandiva una spada con l’elsa decorata troppo bene per essere stata forgiata da un Goblin, anche la lama era dipinta con simboli runici e arcani, l’orlo e la spina della lama erano tinte di un color rosso sangue mentre il resto era doro purissimo, la spada pareva brillare per la sua maestà!
Mentre i Gobin avanzavano iniziarono a cantare una canzone dal tono potente e impetuoso:
       
        EHI VOI!
        DI QUA!
        DAI LASCIATE OGNI MESTIER
        È ARRIVATO IL GRANDE DÌ
        EHI VOI!
        SI VA!
        NON ESISTERETE PIÙ
        VI RIDUCIAMO IN SCHIAVITÙ
        OGGI È IL GIORNO IN CUI
        SI
        PUÒ       
 
Il canto terminò all’improvviso con l’ultima parola gridata a pieni polmoni da tutti i Goblin.
Poi fu il Capo dell’orda a cantare, aveva una voce squillante ma si avvertiva una punta di perfidia.
       
        Una volta all’anno ormai chi non lo sa?
        Noi buttiamo all’aria tutta la città.
        Ogni re potrebbe ritrovarsi un Clowun (indicandosi)
        Oggi comandiamo solo noi!
        Oggi la follia diventa un ordine
        E possiamo fare l’impossibile!
        Benvenuto ad ogni pazzo,
        Questo è il giorno suo.
 
<< M chi è? >> chiese Jeanette.
<< Lorgark, Re dei Goblin! >> le sussurrò Alvin preoccupato. << Preparati al peggio! >>
Jeanette ovviamente sapeva chi era, aveva giù incontrato Lorgark, lui stesso era intenzionata a rapirla per farla prigioniera, ma era riuscita a sfuggirgli per un soffio, a differenza di sua sorella.
 
        Tutto quanto è Sottosopra!
        Tutti sembrano Impazziti!
        Resti a casa chi non ce la fa,
        A buttare all’aria la città!
 
       
Coi tamburi e con le Trombe!
 
Gridò Lorgark mentre i rullii delle percussioni risuonavano per tutto il paese e gli squilli delle trombe li accompagnavano.
 
        Coi Barboni e i Farabutti!
 
E pochi si accorsero che dalle retrovie alcuni Goblin si gettavano verso le case abbandonando la via principale, Alvin, Simon, Jeanette, Cayus e la Regina sapevano benissimo perché ma nel frattempo dovevano guardare.
 
        Liberiamo il peggio che c’è in noi!
        Per un giorno solo all’anno
        L’Obbiettivo è far del danno
        E buttare all’aria la città!
 
In lontananza si sentì un forte rumore di lotta ma Lorgard non parve curarsene, fece invece spazio a un carro che procedeva lungo la strada, la carovana si dispose e, a un suo schioccar di dita, decorazioni e nastri da festa si disposero sopra di loro da una casa all’altra mentre il rumore della battaglia risuonava ma veniva attutito dal canto dei Goblin.
       
        Di qua!
        Ehi voi!
        L’occasione è questa qua!
        Per scoprire la Beltà!
        Per voi!
        C’è lei!
        Tra i Chipmunks! Un’entità!
        Per Bellezza è Rarità!
        Ecco a voi…
        BRITTANNEAAAA!
 
Il palco del carro che si trovava di fronte ai Chipmunks si aprì mostrando una Chipmunks dalla pelliccia color rame, occhi grandi e lucidi, indossava un abito rosa che le arrivava alle caviglie e tra i i capelli legati in una coda spiccava una coroncina principesca, aveva un’espressione tristissima ma cantò comunque.
       
        Eccomi!
        Io sono qua!
        Or sono costretta a danzare solo per voi!
        Ma lo capite che
        Io non voglio ma costretta sono stata!
        Da Chipetarsis io son stata ormai rapita!
        Io mi salverò solo se danzerò!
        Se danzerò!
 
La ragazza iniziò allora a danzare con passi aggrazziati e a certi punti sensuali
       
        Io sono certa!
        Si lo sono!
        Che io vivrò! 
        Si vivrò!
        Ma poi come mai potrei salvarmi?
        Ma non mi salverò!
        Sono pri-gioniera!
        Io sarò per sempre qua!
        Rimarrò qua!
        Mai tornerò alla mia vecchia vita!
        Rimarrò qua!
        Non fuggirò, non lo farò
        Non posso più… sfuggire a lor…
        Sfuggire a lor!
        Perché son qua!
        Ma che farò?
        E solo così
        Lo so
        Che io vivrò!
 
La ragazza chinò la testa, Alvin pareva rapito dalla bellezza di quel canto e della fanciulla appena esibitasi.
<< Come ha detto che si chiama? >> chiese a Simon.
<< Britanea, mi pare >>
<< Il suo vero nome è Brittany, ed… è… mia sorella! >>
Alvin rimase stupito.
<< Cavolo! Altro che il luogo comune della Sorella Figa, questa è bella da fare schifo! >>
<< Alvin! Un po’ di contegno! >> lo rimproverò Simon dandogli una capocciata.
Brittany guardò intensamente Alvin come a dirgli: “Ti prego, liberami da sto supplizio!”
Il tendone si chiuse e arrivò un Goblin al cospetto di Lorgard.
<< Maestà! Un’imboscata! Sono stati furbi! Ci sono soldati Chipmunks ovunque! >>
<< Perfetto! Missione fallita, attaccheremo presto, intanto posizionate i carri un po’ in giro e diamo a questi roditori un po’ di festa! >> disse il re all’orecchio del Goblin.
I carri si posizionarono ai lati della piazza e i Chipmunks fecero finta di niente, finsero di divertirsi e di gioire, nel frattempo Alvin cominciò a girare e a osservare la scena, voleva trovare la ragazza che aveva ballato allo spettacolo! Voleva liberarla a tutti i costi.
Una mano leggera gli si posò sulla spalla, si voltò e vide un Chipmunk avvolto in un manto nero con il cappuccio calato sui baffi.
<< Chi siete? >> chiese Alvin.
<< Non è il luogo adatto, li non ci sentiranno ne ci vedranno >> disse il Chipmunk celato indicando con il muso un vicolo dove non sembrava infuriare alcuna battaglia. Si diressero li e, al sicuro da occhi indiscreti, il Chipmunk si levò il cappuccio corvino rivelando la testa della danzatrice.
<< Tu? >> chiese Alvin.
<< Son Brittany, prima però ero chiamata Brittanea la Scoccatrice. >>
<< Bell’Epiteto! Strano che io non ne abbia ancora uno, eppure sono il futuro sovrano di Chipmunkia, principe dei Chipmunks e erede al trono, non capisco perché… >> Brittany gli tappò la bocca.
<< Quando un principe è destinato a diventare re riceve il suo epiteto solo quando è salito al trono, ora sei solo Alvin, futuro Imperatore di tutti gli Huniversi >>.
<< È già un inizio, manca solo il nome ideato… >>
<< Non c’è tempo, ero la principessa di mezzo nel regno di Chipetarsis, come mai c’è anche mia sorella Jeanette cn voi? >>
<< Mio fratello l’ha trovata e si è unita a noi, però nostro fratello minore, Theodore, non si è fatto vedere da circa due settimane! >>
<< La nostra sorella minore, Eleanor, è morta per salvarci, forse c’è sotto qualcosa, siamo tutti tre fratelli e tre sorelle e tra di noi ci assomigliamo molto, è normale? >>
<< Non è esattamente il momento, ora iniziamo a vedere cosa possiamo fare! >> disse Alvin concentrandosi sul ciuffo di capelli che le scendeva appena sopra l’occhio sinistro.         
Brittany tirò fuori dal mantello un grande arco d’argento decorato finemente con un manico intrecciato di fili d’oro, fori larghi e stretti nei bracci e una punta che reggeva un filo teso di puro argento.
<< Io sono pronta, è grazie a questo che mi sono guadagnata il soprannome di “Scoccatrice”, è un’arco magico, dalla mira infallibile! >> e estrasse una freccia d’argento dalla faretra che fu scoccata verso un goblin davanti a loro, la freccia lo colpì tra le scapole e cadde in avanti; il dardo scomparve e ricomparve nella faretra.
<< Qualcuno ha ucciso un Goblin! >> gridò una voce seguita da altre, si radunarono tutti li attorno e si scatenò il Caos.
Brittany sbucò all’improvviso con la freccia incoccata gridando: << Ora, o mi liberate e lasciate questo regno o vi faccio secchi uno dopo l’altro! >> e scoccò un’altra freccia che volò in cielo per poi colpire un altro Goblin dritto sul cucuzzolo del cranio, il sangue zampillò e Lorgard sguainò la spada.
<< Ora ti ribelli? >>
<< Si, viscido rettile! >>
<< L’hai voluto te, piccola impertinente >> e gridò a pieni polmoni: << LA FESTA È FINITA! FATE CiÒ PER CUI SIAMO VENUTI! >> stese il braccio che reggeva la spada in orizzontale e gridò ancora più forte: << GOBLIN! ATTACCATEEEE!!!! >> e  l’orda partì all’attacco: fu uno scontro colossale: schiere di Goblin iniziarono a sferrare colpi di spada e di scudo a destra e a manca sui Chipmunks che reagivano sguainando spade e lance a loro volta, fu un combattimento epico senza esclusione di colpi, le frecce argentate della danzatrice volavano ovunque e, quel che è peggio, è che molti Chipmunks caddero in quello scontro, ma all’improvviso l’attenzione di Alvin fu colpita da uno strano bagliore, si fece strada a colpi di spada tra i combattenti e poté osservare Simon scagliare una potente raffica di fuoco contro Lorgark che aveva catturato Jeanette; lei premette le sue dita contro quelle artigliate del re dei Goblin e una potente scosse elettrica investì il terribile essere che cadde indietro gridando di dolore, la spada gli cadde di mano e finì sul selciato della piazza, Simon la osservò, l’elsa dorata incastonata di rubini e zaffiri, decorata a maestria come solo una divinità potrebbe farlo.
Lorgard si dirizzò all’improvviso e brandì la spada sui due Chipmunks: << Dei Chipmunks Stregoni? Questa è nova! >> rise con la sua voce flautata mostrando le zanne affilate quanto quelle che sporgevano dal labro inferiore.
Alvin balzò in avanti brandendo la sua spada e iniziò a colpire Lorgard, lui riusciva a parare ogni suo colpo con il piatto dorato e rosso della spada.
<< Giovane Principe, forse no sai che questa è la Spada delle Mille Previsioni? Un’arma potentissima in grado di prevedere ogni colpo dell’avversario e di vincere ogni battaglia? >>
<< Bhe! Vediamo se riesce a prevedere questo! >> disse Alvin saltando contro all’essere e brandendo la sua contro l’armatura di Lorgard; il re dei Goblin però scomparì di colpo e riapparve dietro di lui.
<< E ti pareva! >> imprecò Alvin voltandosi e trovandoselo davanti che ridacchiava maligno.
<< Non mi sconfiggerai mai!!! Sono troppo potente per te misero roditore! >>
<< Ma come ti permetti? Misero roditore a me? >> Alvin fu colto da una furia cieca e andò a colpire Lorgark sulla guancia facendolo cadere indietro, la guancia gli sanguinava copiosamente.
Si rialzò e sferrò un colpo rotante con la spada per poi essere raggiunto da un servitore.
<< Oh grande Lorgard, i nostri guerrieri sono sempre di meno e siamo rimasti in poche decine! >>
<< Ritirata Kamartrachor! Ritirata! >>
E si rialzò. << Come mai siamo così diminuiti? >>
<< Tra i Chipmunks è apparso quello che sembra un guerriero invincibile, è accompagnato da una Chipmunk bionda a cavallo, sembrano, barbari! >>
<< Barbari? >> chiese improvvisamente Alvin.
<< Tu stanne fuori >> disse Lorgard stendendo il braccio nella sua direzione e facendo volare via sia lui che l’arciere.
Presto si trovarono in quattro a lottare contro alcuni Goblin che sembravano inarrestabili.
<< Simon, Jeanette? Dove avete imparato a usare la magia? Perché non me l’avete detto? >>
<< In realtà ci siamo conosciuti assistendo a delole lezioni di magia, non ti riferisco i dettagli ma sappi che è un’anno che mi alleno di sera con un bravo maestro e qualche mese con lei! >>
<< Già! Giù! >>   confermò lei prima di chinare la testa schivando il colpo di una spada per poi voltarsi e colpire il malcapitato con una bacchetta abbastanza lunga e dura da sopportare i colpi di una spada.
Il malcapitato volò indietro battendo la testa su un gradino del municipio e morendo sul colpo.
Dopo poco giunse un urlo stridulo ma chiaro, proveniva da pochi metri di distanza e un Chipmunk con mantello bruno e verde muschio combatteva roteando l’ascia dal lungo manico lungo quanto quello di un’Alabarda, si muoveva velocissimo e agilmente malgrado la bassa statura e la mole robusta, Alivn non ci credeva a quella scena e a quanto pare anche Brittany osservava qualcosa con stupore incredulo, seguì io suo sugardo e vide una ragazza molto simile a lei ma con il pelo più chiaro, i capelli biodni legati in due trecce, un ciuffo che le ricadeva tra gli occhi, una lancia e uno scudo che cavalcava un cavallo con la criniera e la coda di pura luce bianca, aveva uno sguardo omicida negli occhi e combatteva con foga e perizia, il mantello rosso fuoco aleggiava sotto vorticoso sopra le vesti bianche tenute insieme da un filo dorato e le ali dell’elmo d0’argento sembravano farla veramente volare.
Alvin gridò così forte che l’avrebbero potuto sentire nell’Emisfero Sud: << THEODORE!!!! >>
E lo stesso fece Britt: << ELEANOR!!! >>
Si guardarono negli occhi: cos’era successo ai loro fratelli, fino a poche ore fa non erano dati per morti, un conto per Theodore ma per Eleanor, la sorella che morì per salvare le altre due da Lorgark il Re dei Goblin? Come facevano ad essere ancora vivi… o forse…
 
PS: questo capitolo è abbastanza corposo: avvengono numerose cose che non sarei riuscito a descrivere in due capitoli a se stanti dato che le Chipettes si incontrano e si uniscono tutte con i Chipmunks in questo capitolo.
Anche questo titolo è un rimando a Clash Of Clanse ma, come ormai sembra scontato, è totalmente casuale dato che, ad esempio, Eleanor rispecchia molto di più la Valkyria della Mitologia Norrena più che quella che compare nel noto gioco.
Menzione va fatta a Lorgark, personaggio più volte nominato e presentato anche nell’episodio da cui la Fanficiton prende spunto; ho semplicemente preso il personaggio di Basil, compagno di classe dei Chipmunks che dovrebbe essere Lorgark nel gioco, e l’ho rielaborato facendolo somigliare più ad una creatura con poteri magici e abilità superiori ai suoi pari; menzione va fatta anche alla Spada delle Mille Previsioni, arma che viene nominata nello stesso episodio e viene rubata da Dave (su questo parleremo poi in un altro capitolo), si: piccolo spoiler!
In oltre, avrete notato l’ovvia citazione al film della Disney “Il Gobbo di Notre Dame” dato che Lorgard canta proprio la canzone, rielaborata e adattata al momento, che viene cantata da Chopin durante la Festa dei Folli e, cosa più importante, la canzone di Brittany è stata scritta sulle note della canzone “Via da Qui” presente nel già citato film, solo però sulle note cantate da Frollo nella prima parte della canzone. E dopo questo spero di non essere accusato di plagio.
Al massimo mi scuso per la lunghezza del capitolo e per i possibili errori grammaticali.
Recensite numerosi!

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Capitolo 4
*** Ramingo Armato ***


                                                                                      4. Ramingo Armato
 
Sedeva sul suo alto trono nero drappeggiato di verde. Era stanco e affaticato, la fronte imperlata di sudore e gli occhi incurvati in un’espressione incattivita. Lanciava piccole occhiate ai suoi lati e non sembrava molto tranquillo. Come se qualcosa tramasse nell’ombra.
<< Maestà? Siete triste per l’esito dello scontro? >> chiese un vecchio Goblin appoggiato a un bastone che si avvicinò al trono.
<< Avevano previsto tutto! Ogni anno aveva funzionato a meraviglia fino a questo, l’anno in cui intendevo sopprimere definitivamente Chipmonkaris, dimmi Korgan, cosa devo fare? >>
<< Consiglierei una guerra aperta, giusto per far caprie che non sappiamo fare solo i buffoni. >> disse il saggio consigliere.
<< Ci penserò, grazie mio carissimo amico. Intanto andrò a vedere come sta il nostro caro Gholght. >>
<< Andate, andate. Ricordate di salutarmelo e di non farlo deperire così tanto, potrebbe morire di fame! >>
<< D’accordo, lo farò. >> si alzò stancamente e, a passo deciso, Lorgark si diresse verso una porta laterale che aprì e vi si introdusse. Camminò lungo il buio corridoio che lo portò al di la del grande palazzo che era la sua residenza e salì una scala a chiocciola.
Giunse così davanti a una porta, vi si appoggiò le mani e con voce cavernosa disse alcune parole che non posso rivelarvi. A quelle parole la porta si spalancò rivelando una residenza abbastanza umile, le pareti erano composte da grigi e nudi mattoni, una pota aperta fa entrare nella piccola e angusta stanza un po’ di luce solare, seppur sia poca, che investe il tavolo e le due sedie nel centro della stanzetta. Mentre, appoggiato al letto, era sistemato alla bell’è meglio un letto fatto di tutto punto con le lenzuola abbastanza pulite.  Su questo letto era seduto un uomo di circa venticinque anni, volto basso, occhi chiusi e mani che reggevano il ginocchio sinistro.
- Golghth, come va? –
- Sono pensieroso. –
Lorgark gli si  sedette accanto, appoggiò la spada delle mille previsioni alla gambga del tavolo e gli chiese mettendogli una mano sulla spalla: - Ragazzo mio, cosa ti affligge? –
L’uomo sollevò la testa rivelando il volto incavato e triste di un uomo dalla barba incolta e dagli occhi scavati, i capelli pendevano sulla fronte come ghiaccioli di ghiaccio e il volto era sporco.
<< Dimmi che succede. >> ordino il re dei Goblin.
<< Stavo pensando, e se provassi a vivere una vita al di fori di questa torre? >>
<< Guarda ragazzo mio, te l’ho detto già svariate volte, solo qui troverai una vera casa: tu sei diverso, non verresti accettato di buon grado dagli altri la fuori! Devi caprie che solo qua troverai conforto. Il mondo è abitato solo da esseri come me, Lorgarkia è solo uno dei molti regni abitati solo dai Goblin, solo noi siamo la razza padrona. La più intelligente e abile del mondo. Gli altri sono tutti animali non senzienti, incapaci di provare emozioni! >>
<< Io non sono un Goblin! Allora cosa sono? >>
<< Sei un umano, una razza estinta da secoli e secoli, ti trovai anni fa quando eri ancora un’infante e io un giovane principe. Mi affidò a te il mare, so di averti trovato su una chiatta che navigava da chissà quanto tempo, devi essere stato il figlio di una delle ultime umane che si salvarono anni e anni fa. >>
<< Ma non riceverei gloria e onore per essere il vero superstite di una razza estinta? >>
<< Sono cinquant’anni che non si vedono più umani in giro e sono sicuro che ti tratterebbero più come un fenomeno da baraccone oppure come u fossile vivente. Ti rinchiuderebbero e ti metterebbero in esposizioni chissà dove. >>
<< Io però sono stanco di vivere qua! Sono ormai venticinque anni che sono qua confinato. >>
<< No Golghth, te lo ripeto: non te ne puoi andare, solo qui sarai felice! >> disse in tono di rimprovero alzandosi per poi avviarsi verso la porta aperta e facendo segno all’uomo di seguirlo.
Si affacciò al balcone e gli fece vedere il panorama di quel tetro regno: la fioca luce rosso-grigiastra che entrava nella stanza era irradiata da delle scure nubi che coprivano il regno, Golghth però aveva notato più volte che all’orizzonte quella luce si faceva più forte e meno scura… quasi gialla. Le poche volte che l’aveva fatto notare a Lorgark lui aveva detto che era una sua illusione ottica e che lui non vedeva alcuna differenza, per poi cambiar subito discorso.
<< Non vedi Golghth? Vivresti in questo regno desolato e triste? Questo mondo è tutto fatto così: cieli bui e terra scura, nulla di interessante, nulla di affascinante per un uomo che vuole girare per il mondo! Ti annoieresti! >>
<< Ma? >>
<< Niente ma! Ora riposati, guarda il panorama e pensa a ciò che devi pensare. >> lui si avviò poi verso la spada che era appoggiata alla gamba del tavolo ma fu improvvisamente bloccato.
<< Un’ultima cosa: in caso dovessi fuggire, sappi che tutti i Goblin saprebbero che tu sei libero e ti daranno la caccia per riportarti da me. Non ti conviene, la nostra razza sa essere molto violenta. >> decretò poi aprendo la porta e uscendo chiudendosela poi con la formula già da lui usata.
Lorgark si era dimenticato la spada e, per sua sfortuna, Golghth non era stupido e aveva avuto un’idea geniale: sapeva che la spada aveva qualità magiche e che avrebbe anche potuto aiutarlo.
Entrò nella stanza, si guardò attorno e, con aria furtiva, afferrò il manico dell’arma e, incredulo, vide che nella sua mano l’Elsa si faceva poco più grande allargandosi di spessore e ingrandendosi anche nelle misure. Persino la lama si allargò e si allungò fino a raggiungere la lunghezza di poco più di un metro: la spada era diventata della sua misura ma, per sua grande sfortuna, non aveva un fodero a tracolla che doveva essere utilizzato per l’arma (come le Katana dei samurai) ma ora non gli serviva. Afferrò la spada con tutte e due le mani premendo la destra sul manico verde intrecciato di strisce di cuoio e tenendo la sinistra delicatamente sulla parte centrale del basso della lama.
<< Spada delle Mille previsioni! >> declamò a bassa voce allargando il palmo della sinistra e premendo con il pollice della destra.
<< Tu vedi, prevedi e la tua intelligenza supera ogni cosa , oh lama senziente! Dimmi  dunque, come da questa torre possa io evadere senza incorrere in problemi terribili! >>
La lama sibilò e una voce tuonante risuonò nella sua testa: << da questa torre evadere non potrai se alla mia forza non ti affiderai: porgi la lama premendomi con foga, distendimi sul muro che t’imprigionava, vedrai ch’accadrà dopo che tu avrai fatto. Libero sarai e il misfatto sarà fatto. Portami con te, ti proteggerò e fabbricati un fodero dove mi nasconderò cosicché non ti farai scoprire. >>
L’uomo afferrò l’arma e accostò la lunga lama ad una rientranza nella parete, i contorni della lama iniziarono a brillare e uno squarcio si spalancò come se la parete si disintegrasse in leggerissimi coriandoli, svelto Golghth si introdusse nell’apertura e vide che alcune sporgenze della torre avrebbero potuto creare una serie di gradini e appigli per discendere dalla torre senza suicidarsi.
Brandendo così la spada lui iniziò a scendere dalle svariate sporgenze, appigli e gradini non voluti per poi ritrovarsi, con un lungo balzo, sulla superficie che circondava la sua torre. Si voltò e vide l’imponente costruzione tetra che si levava contro la luce rossastra.
Fece uno scatto veloce verso una direzione che presagiva portargli buon auspicio, doveva raggiungere la luce chiara all’orizzonte.
Corse velocemente con la spada sollevata per tenersi pronto in caso di attacco. Era comunque molto tardi, o molto presto, perché fossero già svegli e quindi non correva molti pericoli.
Corse per un lungo tratto gettandosi nelle boscaglie e abbandonando spesso il sentiero principale per seminare le sue impronte e le sue tracce. Giunse poi, verso la mattina tarda, sule sponde di una grande distesa d’acqua illuminata da una luce che non aveva mai visto, si schermò la vista con la mano e ci mise qualche minuto per abituarsi. Poi si accovacciò sulla riva della distesa e ne toccò la superficie. La sua mano affondò e quando la ritrasse vide che non aveva lasciato tracce. << Attraversò queste acque per arrivare al di la della distesa, li forse troverò un luogo migliore. Sono ben certo che Lorgark mi ha sempre mentito riferendosi al resto del mondo, se qua c’è una luce migliore, ciò significa che anche altre zone è cosi! >> e, detto ciò, si mise a correre lungo la riva del mare cercando della legna per costruirsi una zattera. Fortuna volle che trovò un boschetto di  pini mediterranei che crescevano a pochi metri dalla costa.
Con la spada spaccò un po’ di legna e, con alcune corde che aveva portato dalla torre legò i tronchi formando una zattera, non avendo teli per le vele si affidò al vento e, con tutta calma, si lasciò trasportare dal vento che, fortuna volle, fosse abbastanza rapido ma tranquillo per quella giornata.
Quando Lorgark  si accorse della sua assenza decise di far si che, in caso un Goblin lo avesse trovato, sarebbe divenuto quattro volte ricco di quanto fosse già. Molti lo cercarono ma, Golghth, era ormai fuggito e nessuno sapeva più dove fosse: aveva attraversato il grande Golfo Sintesico sostando su alcune delle isole facenti parti del grande arcipelago Damisinterico abitate dai Seanter, creature simili agli uomini ma di grnde bellezza, con la pelle blu, i capelli bianchi e le branchie. Essi erano creature semiacquatiche molto sagge che rivelarono all’uomo che, di gente come lui, ce ne era numerosissima. Prima di andarsene però, grazie al buon Seanter che lo aveva ospitato che gli donò tutto ciò di cui aveva bisogno: di una vela, di un cambio d’abito, di una buona scorta di cibo, doni da offrire ai possibili futuri ospitanti poté ripartire soddisfatto ma, ovunque andasse, si presentò con il nome di Sevilmir, il Ramingo.
Ebbe quindi la conferma che ciò che gli aveva detto Lorgark erano menzogne giacché quelle terre erano tutte luminose e piacevoli a differenza del tetro regno di Lorgarkia.
Raggiunse quindi l’altra sponda e si addentrò nella grande piana di Ikalimante per poi raggiungere la grande città di Blosu, abitata solo da umani hce lo accolsero a braccia aperte: venne infatti a sapere che quella era una delle pochissime città abitate da esseri umani.
<< Qui, nel continente di Klimantersis è assai difficile trovare degli umani: un tempo erano perseguitati ma ora la nostra razza, seppur ristretta, vive in pace e prosperità con le altre specie e con noi stessi. Se vuoi cercare altri umani ti consigliamo di recarti nel continente di Antropya, è quello in cui noi siamo la razza dominante! >> gli disse il sovrano che lo aveva ospitato con piacere.
<< Comunque, per raggiungere Antropya ti consiglierei di attraversare il Mar Golfico e raggiungere le coste di Dramènda. Ricordati comunque di partire dal porto di Chipmunkaris, è l’unico regno governato dalla razza dei Chipmunks e, te lo dice uno che c’è stato spesso, sono rispettosi e molto amichevoli. Penso che ti troverai bene, ricorda di salutare da parte mia il loro sovrano, Cajus e digli che sarò sempre suo alleato nella buona e nella cattiva sorte! >> gli disse poi prima che Golghth partì verso quella magnifica città.
Viaggiò per un giorno fino ad arrivare ai piedi delle Montagne degli Orchi e la superò con poca facilità, non si preoccupò però degli Orchi che incontrò in rarissimi casi e di sfuggita, bensì delle terribili tempeste di neve e dei sentieri sconnessi che fiancheggiavano i pendii quasi verticali di quelle dannate montagne.
Discese poi, diretto a Sud-Ovest, pronto a valicare il confine che divideva questa nuova ed altrettanto aspra regione, la Foresta Grigia, per poi giungere nel regno di Chipmunkaris, una piacevole penisola che si allungava crogiolandosi al sole in mezzo a una miriade di isolette, scogli e atolli che la proteggevano, i cosiddetti Huniversi.
 
Alcuni giorni prima:
<< Quindi… voi due siete morti? >>
<< Si Alvin, siamo morti. >>
<< No Theodore? Seriamente? >>
<< Si Simon, con tutta la serietà! Avete delle ciambelle? >>
Jeanette si alzò dalla tavolata e andò  a prendere un vassoio con delle ciambelle a più gusti e lo pose davanti a Theodore che, con foga eccessiva, ne agguantò una e se la cacciò in bocca con golosità.
<< Oh Dei che buona! >> disse con la bocca piena e imbrattata di cioccolato.
<< Non fare il bambino! >> disse Eleanor sfregandogli un fazzoletto sulla bocca pulendolo dl cioccolato.
<< Dai Eleanor! >>
<< Lo faccio per il tuo bene. >> rispose lei di tutta risposta poi, rivolgendosi a Alvin, continuò.
<< Vedete: quando una creatura combattente muore con onore ottiene una specie di immortalità: si cresce fino a trent’anni per poi fermarsi li. Dopo di che si diventa praticamente immortali, però c’è la possibilità di scegliere di invecchiare e morire ma, dopo questa scelta no si torna indietro.
Chi diventa un Warrior Revived, così ci si chiama collettivamente, si può essere, se maschi, un’Einerjhar e, se femmine, una Valkyria. >>
<< Aspetta un attimo, questi nomi non mi sono nuovi! >> osservò Simon recandosi in biblioteca e ricomparendo subito con un libro dalla rilegatura verde acqua.
Giunse a capo tavola e gli altri cinque si avvicinarono a lui spingendo per vedere bene: era un libro dalla copertina verde mare rigida e con scritte e decorazioni dorate. Sopra il titolo vi era il disegno di una barca vichinga e tra il titolo e il sottotitolo erano disegnati alcuni personaggi: un uomo con la barba rossa su un carro trainato da due capri neri che brandiva un corto martello dalla testa triangolare, un vecchio vestito di cenci con due corvi e una lancia, una donna bellissima con una treccia color rame, un ragazzo vestito di rosso e nero con un bastone bianco, una bocca sfregiata e dei capelli color del fuoco. Tutti e tre circondavano una strana raffigurazione che sembrava un albero nero con numerosissime lettere bianche dalla grafica spigolosa.
Il titolo diceva: “CULTO E MITO NORRENO” mentre il sottotitolo diceva: “TUTTI I MITI E LE CREDENZE DEL MONDO VICHINGO E NORDICO”.
<< Che cos’è? >>
<< Parte del patrono dei tempi di Hearth. >> (i tempi di Hearth sono i nostri, i tempi della Terra).
<< Di cosa parla? >>
<< La mitologia norrena, il culto del popolo barbarico che abitava una regione chiamata Scandinavia, è una delle mitologie più complesse e articolate che si svilupparono dopo l’Impero Romano e parte della storia degli stregoni  è archiviata in questo libro. La questione però è un’altra… >>
Iniziò a sfogliare il libro fin che non raggiunse una pagina il cui titolo recitava: “IL VALHALLA, IL PARADISO DEGLI EROI” poi con il dito puntò un punto tra le righe scritte nelle pagine del libro e iniziò a leggere: << Il Valhalla ospita gli eroi caduti con onore e coraggio, gli Einerjar… >> Theodore spalancò gli occhi e stava per parlare ma Simon gli tappò la bocca con la zampa.
<< …guerrieri scelti dalla forza e dalle capacità fisiche incredibilmente sviluppate quanto l’intelletto e la genialità. Ruolo importante è poi quello delle Valkyirie, anch’esse guerriere scelte dallo stesso Odino come sue ancelle e compagne di battaglia che hanno l’arduo compito di scegliere i soldati che morranno con onore. >>
Simon terminò di leggere e sollevò lo sguardo tutti lo guardavano con trepidazione.
<< In conclusione: la vostra concezione è ben più antica di quanto pensavamo, Eleanor e Theodore non sono nel palazzo di Odino, il re degli dei norreni ma il principio è comunque lo stesso. >>
<< Quindi: siamo, un erede al trono di un regno potente e forte, un’arciera provetta erede di un regno estinto, uno stregone intellettuale, una strega mistico-profetica, un guerriero redivivo con prospettive eroiche e, per finire, una salvatrice semidivina, meglio di cosi! >> disse Alvin colpito dalla situazione in cui si trovava e abbracciando gli altri spalancando le braccia.
I giorni seguenti passarono tranquilli fin che non si presentò il viandante: diceva di chiamarsi Sevilmir il Ramingo e di provenire dalle terre tetre di Lorgarkia, disse di essere stato rapito e imprigionato da Lorgark quando era ancora piccolo e di chiamarsi in realtà Golghth ma che non voleva che trapelasse in giro il suo nome per non attirare la furia dei Goblin su Chipmunkaris.
<< Ah Beh! Non che sia l’ultima volta. >> disse con sarcasmo Alvin.
<< Vi saluta Davermon, sovrano della piana! >> disse il ramingo.
<< in questo caso sei accolto con tutti gli onori alla nostra casa, io e lui siamo grandi amici e sarei felice di rivederlo di nuovo in giro, magari, speriamo, in qualche bella battaglia! >> disse ridacchiando Cajus.
<< Sarei felice se mi ospitassi qui mio sovrano, giusto il tempo per riprendermi dal lungo viaggio. >>
<< Resta pure quanto vuoi, a noi piace avere ospiti qua.. in caso vorresti stanziarti qui permanentemente… ne saremmo più che felici, sembri ben addestrato e intelligente, sarei fiero di averti come mio soldato più valente.. ovviamente dopo Theodore, lui non lo batte nessuno! >>
<< Oh no mio sovrano! Non posso proprio accettare simile cortesia, solo in circostanze drastiche vi chiederei un simile peso. >>
<< Non farti scrupoli riguardo a questo mio caro  Golghth… a proposito: dovremo cambiarti a più presto il nome altrimenti ti beccano subito, è usanza fissa in tutta Wasthus avere un nome comune e uno di battaglia e se ti chiedessero quello comune saresti in grossi guai! Cosa mi proponi? >>
<< Vorrei che fosse il vostro successore Alvin a scegliere il nome per me! >>
<< COSA? Oh… beh… mi sento un po’ confuso… su che criterio lo scelgo? >>
<< Vai a caso amico mio. >> lo incoraggiò Golghth.
<< Che ne dici di… Dave? >>
<< Perfetto, da oggi sarò Dave, detto Sevilir, il Ramingo Armato! >>
 
P.S.: in questo capitolo ho introdotto uno dei personaggi più significativi: David Seville nelle vesti di Dave, alias Golghth (nome Goblinese) detto Savimir, il Ramingo. Il Nickname inventato da me che inserirà alla fine del fatidico episodio… ma la scena non si svolge in         quel momento bensì un po’ di tempo prima, quando il suddetto inizia a giocare con la fantasiosa copertura di DavidSeville702LibertyLine durante la quale inizia a giocare in maniera ossessiva (e nei prossimi capitoli vedremo anche il perché).
Piccola parte è riservata anche ad Alvin e company che vediamo discutere tra loro dopo la battaglia e qui viene anche introdotta una nuova cosa che ho trattato in maniera molto superficiale forse in qualche altro cpitolo: gli odierni abitanti di Wasthus conservano memorie risalenti ai tempi antecedenti alla nascita del loro pianeta, al tempo prima della grande disgregazione e all’apocalisse atomica. Quello che già noi chiamiamo passato: si dimostra ad esempio nel loro modo di vivere, nel loro modo di parlare e nella forte connessione tra Terra e Wasthus (madre e figlio) e, soprattutto gli stregoni, come conservatori del tempo antico, preservano queste memorie nei libri, come ad esempio il volume consultato da Simon che non è altro che uno dei libri che compongono la collana di volumi trattanti di mitologia più noti e importanti del mondo, una delle memorie più grandi che in parte ha dato difatti origine a questo mondo pieno di magia e, in un modo o nell’altro, mito.

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