Tutto al contrario

di unika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** capitolo26 ***
Capitolo 28: *** capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Epilogo ***
Capitolo 36: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

-Alexia!... Alexia svegliati dai dobbiamo andare al centro commerciale- riconobbi la voce della mia amica Queen ma la ignorai.
Avevo un gran mal di testa e non avevo voglia di alzarmi dal letto per nessun motivo al mondo.
-dai... ieri alla festa ti sei data alla pazza gioia, ma ora devi alzarti- mi incitò togliendomi le coperte da dosso con un unico gesto.
-m... non mi ricordo niente della festa Queen, ti prego dimmi che non ho fatto nulla di imbarazzante- mugugnai nascondendo il viso sotto il cuscino morbido.
-niente di che, hai solo raggiunto Kendall e gli hai stampato un bacio sulla bocca, poi tra te che eri sbronza e lui pure c'è stata l'aggiunta di un bel po' di lingua- minimizzò con un tono di voce non curante.
Mi alzai di colpo sconvolta da quelle parole. Non poteva essere vero, non doveva!
-l'ho baciato! Oddio no- piagnucolai coprendomi il viso con le mani.
-non gli hai mica confessato quello che provi per lui, l'hai solo baciato... forse- mi rassicurò lei non molto convinta, così mi allarmai ulteriormente.
-come forse?!- ora mai ero più che sveglia e mi alzai in piedi sconvolta.
-beh si, poco dopo siete entrati in una camera, e quando un ragazzo e una ragazza entrano in una camera poi si suppone che scopino anche, non che giochino a poker...- spiegò con il solito modo molto pratico.
Mi bloccai di colpo e la guardai con gli occhi sgranati.
Non ci posso credere! Kendall è il mio migliore amico e nonostante io nutri qualcosa per lui oltre all'amicizia lui invece per me... nulla.
Guardai Queen che sembrava imbarazzata da quello che mi aveva appena detto e mi chiusu in bagno per farmi una bella doccia. Ne ho proprio bisogno.
-ok, tempo di fare una doccia e possiamo uscire- gridai intanto che mi stavo spogliando.
Feci un respiro profondo e mi scostai i capelli che stavano sul collo. Sotto l'orecchio destro c'era un succhiotto che sapevo già non sarei riuscita a coprire con un po’ di fondotinta.
Qualsiasi cosa io e Kendall avessimo fatto ieri sera, se lui non lo menzionerà mai non sarò certamente io a farlo.




Hei! ciao a tutti, dopo circa quattro mesi di letargo sono tornata con questa nuova storia!
Totalmente differente dalle altre che ho già scritto ma che dentro vi troverete alcuni miei modi personali di pensare.

Spero proprio che questo piccolo pezzo vi sia piaciuto e vi ispiri a tal punto da continuare a seguirla sino alla fine.
Un bacio grande e un grazie a tutti voi che vi siete fermati a dedicare un po del vostro tempo a questo mio nuovo inizio.
By unika :3


 
Capitolo revisionato 9 Maggio 2017
 

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Capitolo 1

-Alexia STOP! Basta, stop, fermati!- mi bloccai di colpo e confusa mi girai verso l'uomo che si occupava della sfilata.
-qualcosa non va?- chiesi facendo qualche passo verso di lui ripercorrendo al contrario la pedana.
-si, TU!- mi indicò con tono accusatorio.
-come io?- balbettai confusa.
-si proprio tu... sei ingrassata parecchio nell'ultimo mese e il seno ti si è ingrossato, sei una modella non una escort! Ho lasciato correre all'inizio sperando tornassi in forma ma sei ingrassata ancora- mi urlò in faccia rabbioso.
Indietreggiai di qualche passo senza sapere di preciso cosa dire. È vero nell'ultimo mese mi è venuto uno strano appetito verso tutto ciò che una modella come me non dovrebbe mai e poi mai toccare, ma ho provato anche a fare più esercizio fisico per compensare la cosa.
-mi dispiace... è un brutto periodo e non sto molto bene- risposi giustificandomi.
-non mi interessa, ciò non giustifica il buttarsi dentro ad un vasetto di nutella! Non me ne frega un accidente dei tuoi problemi! Sei licenziata!-
-Cosa? No la prego!- balbettai scioccata. Non poteva essere vero... non deve.
-risparmiami le suppliche sei licenziata punto e basta vattene via immediatamente- ribatté secco indicandomi con un gesto del braccio l'uscita del salone.
Con le lacrime agli occhi corsi in camerino e presi tutte le cose che mi appartenevano per poi gettarle con foga nella borsa.
Rimasero solo un vaso di vetro e l'appendiabiti nel minuscolo stanzino in cui mi trovavo.
Scossa da un moto di rabbia presi il vaso e lo gettai contro il muro rimanendo immobile a fissarlo durante l'impatto mentre si frantumava in centinaia di frammenti.
-Alexia cosa succede?- dalla porta del mio ormai ex-camerino sbucò Kendall, fotografo in prova e mio migliore amico.
-quel figlio di puttana mi ha licenziata! E mi ha dato della escort!- esclamai arrabbiata in un fiume di lacrime.
Kendall fece un respiro profondo e si avvicinò a me con le braccia aperte. Non era mio solito arrivare a dire parolacce, non le uso praticamente mai se non quando sono veramente esausta.
-abbraccio?-
Annuii appena e mi fiondai fra le sue braccia nascondendo il viso e trattenendo dei singhiozzi.

---

Per la seconda volta di fila in meno di dieci minuti mi ritrovai con la faccia china sulla tazza del gabinetto a vomitare l'anima, con Kendall che premurosamente mi tiene i capelli sollevati.
Mi pulisco la bocca con un asciugamano e mi siedo sul pavimento esausta.
-credo di aver vomitato anche più dell'anima- biascicai disgustata dal gusto che mi era rimasto in bocca.
-sarà un virus- commentò Kendall massaggiandomi una spalla.
-un virus stronzo, mi passi l'astuccio viola sul lavandino per favore?-
-quale? quello dei trucchi o quello con lo spazzolino e pettine che sbucano- mi chiese mostrandomeli entrambi.
-questo grazie- in effetti entrambi i miei astucci erano viola.
Presi il secondo e tirai subito fuori spazzolino e dentifricio per potermi lavare i denti. Purtroppo però un particolare che non avrei mai dovuto scordare catturò la mia attenzione.
-merda!- esclamai a denti stretti.
-cosa succede? Un altro conato di vomito?- si allarmò Kendall subito pronto a sollevarmi di nuovo i capelli.
-peggio- scossi il capo con lo sguardo un po’vacuo.
-ho un ritardo di quasi un mese...- mormorai terrorizzata.
Non poteva essere vero.
Non posso essere incinta, ho solo diciassette anni.
La mia carriera di modella era appena nata e proprio ora pochi mesi dopo era anche già finita.




Ed ecco il primo capitlo!
spero che vi sia piaciuto più del prologo :D
grazie a tutti voi che sbirciate la mia storia appena iniziata e che ha deciso di volerla continuare a leggere 
spero tanto mi lasciate un piccolo commento su cosa ne pensate così mi faccio un idea di cosa potrebbe non andarvi molto a genie ;D
un bacio unika :3
 
Capitolo revisionato 9 Maggio 2017

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


Capitolo 2

Mi lavai i denti e corsi subito nella prima farmacia che trovai.
Non avrei mai voluto doverlo fare alla mia età, ma comprai due test di gravidanza.
Il farmacista non mostrò alcuna emozione nel vedere una diciasettenne a comprare dei test di gravidanza, io invece ero rosso come un pomodoro per l'imbarazzo.
Tornai a casa di Kendall e mi chiusi in bagno con quelle due stecchette maledette.
Nonostante sapessi come si dovessero usare pur di ritardare quello che temevo lessi due volte le istruzioni.
Ero talmente agitata che dovetti chiedere a Kendall di portarmi un bicchiere d'acqua. Altra cosa imbarazzante della giornata, non riuscivo a fare la pipì...
Dopo aver nominato una decina di santi mentalmente ero seduta sul pavimento con le ginocchia strette al petto ad espettare che il primo test mi mostrasse il risultato.
-Alexia... tutto bene?- chiese Kendall dall'altra parte della porta preoccupato nel non sentirmi fiatare.
-non lo so ancora- ammisi con gli occhi che mi si stavano colmando di lacrime per la paura.
Presi coraggio e controllai se il risultato fosse apparso. Il simbolino non poteva essere più chiaro di così. Mi si mozzò il fiato e appoggiai la testa contro il muro ad occhi chiusi.
-non è possibile, adesso faccio il secondo test e sarà negativo... lo sarà sicuramente, si perché questo è sbagliato- balbettai cercando di auto convincermi il più possibile.
Sperai con tutto il cuore che non fosse vero, misi addirittura i due test a pochi centimetri dagli occhi di Kendall per chiedergli che ciò che vedevo non fosse vero.
-io vedo due lineette verticali in entrambi- mormorò mortificato.
-e adesso chi lo dice a mio padre...- ansimai spaventata.
-vuoi che ti accompagno?- si propose gentilmente, ma soprattutto generosamente.
-grazie ma no, poi penserebbe che sia stato tu a mettermi incinta- lo ringraziai abbracciandolo, non potevo certo metterlo in mezzo a questo mio pasticcio.
-dimmi poi cosa dice- si raccomandò ricambiando la mia stretta e dandomi un bacio sulla guancia.
Annuii mestamente e uscii dal suo appartamento con un enorme macigno addosso.

---

-ma cosa ti è saltato in mente? Incinta! Ti sei fatta scopare come una puttana da uno sconosciuto per di più- sbraitò mio padre, come minimo lo avranno sentito i vicini e anche chi passava fuori dal palazzo.
Sbatté un pugno sul tavolo e bevve un altro sorso di birra, sarà stata almeno la ottava bottiglia che si beveva oggi come minimo.
Trattenni le lacrime e abbassai gli occhi pur di non vedere lo sguardo vacuo da ubriaco e arrabbiato di mio padre.
-o abortisci o quella è la porta! Non voglio una puttana incinta sotto il mio tetto!- quelle parole mi colpirono come una schiaffo, non poteva star dicendo sul serio.
Scappai in camera mia e tirai fuori le mie valige. Se l’opzioni per restare in questo buco di casa era uccidere una creatura innocente non sarei certo potuta rimanere con le mani in mano. Iniziai a svuotare l'armadio piegando i vestiti alla ben e meglio e a frugare fra i cassetti, dovevo riuscire a prendere lo stretto necessario e anche di più se la valigia me lo avrebbe permesso.
Scacciando via le lacrime iniziai anche a raccogliere i libri di scuola e metterne quanti più potevo nella zaino mentre gli altri nella valigia.
Ormai non ci stava più nulla dentro e avevo ancora un po' di cose da portare via con me. Facendo più silenzio possibile uscii dalla mia camera con le due valige e lo zaino in spalla.
Chiusi a chiave la porta di camera mia e nascosi in tasca la chiave, prima di uscire di casa andai nel cassetto dove mio padre teneva i soldi e ne presi buona parte  senza far troppo rumore, poi finalmente uscii dall'appartamento.
Per fortuna mio padre dopo la sfuriata si era addormentato sul divano e russava come un porco, d'altronde lo era anche.
Quel l'uomo con cui condividevo metà del mio DNA aveva portato mia madre al suicidio con tutte le violenze che le faceva ogni giorno.
Purtroppo però non lo denunciò mai così io fui costretta a rimanere in casa con lui alla sua morte.
Non appena fui ad un isolato da casa presi il telefono e con le dita tremanti e composi il numero di Kendall.
-pronto Alexia- nella sua voce trovai la preoccupazione, sapeva com'è mio padre e sapeva che avrei avuto bisogno del suo aiuto.
-Kendall... ho bisogno di aiuto, mio padre mi ha fatto un ultimatum o abortivo o me ne sarei dovuta andare via di casa- balbettai fra le lacrime, non ne potevo più.
-ehi, Alexia respira tranquilla. Tu cos'hai deciso?- mi chiese premuroso.
-mi sono chiusa in camera e ho iniziato a fare le valige, io sono contro l'aborto lo sai non potrei mai sopportarlo specialmente se il bambino è mio... ora sono uscita e... e...- dei singhiozzi soffocarono le mie parole non facendomi finire la frase.
-ehi, stai tranquilla ora ti passo a prendere e starai da me-
-g... grazie-
-ok, dimmi solo ora dove sei-
Mi guardai bene intorno e tirai su col naso.
-sono vicino alla caffetteria dove abbiamo lavorato insieme l'estate scorsa.
-arrivo subito- mi rassicurò prima di chiudere la telefonata.




Ehi! rieccomi qui e questa volta col secondo capitolo.
Spero vi sia piaciuto                                                      
  e spero vi piacciano anche i volti che ho dato ai tre giovani Queen, Kendall e Alexia :D
un bacio 
by unika :3


 
Revisione capitolo 9 maggio 2017

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3

Quando sono andata dalla mia ginecologa ha confermato che ero incinta e mi ha anche detto che ero già al secondo mese quasi terzo.
Beh... ora sono effettivamente al terzo mese dato che sono già tre settimane che mi sono trasferita da Kendall. Quando gli ho detto che me ne sarei andata presto, tempo di racimolare i soldi necessari per un appartamento aveva rifiutato categoricamente dicendo che non potevo assolutamente e che avevo bisogno di qualcuno che si prendesse cura di me in questi mesi.
Queen non appena glie lo dissi mi abbracciò forte e si propose subito di passarmi i compiti dato che avevo deciso di finire l'anno scolastico a casa tramite computer.
L'argomento padre del bambino era un Tabù assoluto.
La realtà era che non sapevo chi fosse, tutta colpa mia che avevo fatto sesso a quella festa con uno che non conoscevo neanche, di lui ricordo solo che aveva una garza sulla clavicola destra.
Proprio come Kendall in quel periodo...
-oh no!- esclamai sgranando gli occhi terrorizzata.
-tutto bene Alexia?- chiese Kendall facendo capolino dalla cucina verso la sala dove mi trovavo io.
Annuii energicamente con un sorriso tirato e mi alzai dal divano fiondandomi nella camera degli ospiti che era diventata mia.
-ho dimenticato di chiamare Queen per... i compiti di fisica!-

---

-di cosa mi dovevi parlare Alexia- mi chiese Queen porgendomi una tazza di te deteinato.
-credo di sapere chi sia il padre- mormorai con la tazza vicino alle labbra.
Queen per poco non si strozzò col suo te nel sentire le mie parole sorpresa.
-davvero?-
Annuii mestamente e iniziai a giocare con il cucchiaino nervosamente, nonostante lo zucchero non ci fosse più nel fondo della tazza.
-beh, chi è?- mi incitò con un sorriso incoraggiante poco prima di bere un altro sorso di tè.
-credo sia successo a quella festa a cui eravamo andate un po' di tempo fa e... credo sia di Kendall- dissi tutto d'un fiato.
Queen sputò il tè che aveva in bocca bagnando la rivista che aveva poggiato sul tavolo.
-il nostro Kendall?- chiese con la voce strozzata.
-quanti ne conosci?-
Si passò una mano sugli occhi e si appoggiò al tavolo.
-glie lo devi dire-
-ma che scherzi! Non posso- mi sentii subito colpevole.
-è il padre, già ti sta aiutando che non sa chi è il padre di quella creatura se lo sapesse ti starebbe vicino anche dopo che è nato-
-no, lui quest'anno è all'ultimo anno delle superiori, il prossimo anno deve andare nell'università che tanto ama così che il suo sogno di fotografo si concretizzi- spiegai subito sapendo che però lei non era affatto convinta.
-glie lo dirò... quando sarà il momento giusto- la rassicurai.
-...non posso costringerti a fare qualcosa che tu non ti senta, ma quella creatura- e mi indicò la pancia -un padre ce l'ha ed è giusto che ci viva insieme e venga amato da entrambi i genitori-
-ho detto che glie lo dirò... poi-
Trattenni un connato di vomito coprendomi la bocca con la mano e mi affrettai a correre in bagno.
Vomitai ripetutamente e quando finalmente stetti meglio mi appoggiai con la schiena contro il muro.
Queen mi portò un asciugamano e mi mise una mano su una spalla si sedette vicino a me rimanendo in silenzio.
-che razza di te era quello?- mormorai con la voce un po' rauca.
-il te di sempre, io l'ho sempre bevuto deteinato e non è la prima volta che lo bevi, perciò non incolparlo- si difese con un sorriso.
-ok, ma non sono io che non lo apprezzo è il bambino- sorrisi.
-che madre degenerata che sei, non è ancora nata quella povera creatura che già lo accusi di qualcosa-
Scossi il capo e mi misi una mano sulla pancia che iniziava a farsi notare.
-non è colpa sua, lui è solo il frutto di una notte di passione fra due persone un po' brille... non potrò mai incolparlo di esserci, siamo stati io e Kendall a sbagliare- mormorai con un peso sul cuore.
-e non sarebbe meglio se il padre lo sapesse?- riprovò Queen .
Scossi il capo e mi alzai in piedi chinandomi sul lavandino per togliermi quel gustaccio dalla bocca.
-io sognavo di essere una modella e non ho potuto continuare perché inconsapevole di essere incinta iniziavo già a mangiare a più non posso, Kendall ha il sogno di diventare fotografo professionista, se scoprisse che il bambino è suo... dovrebbe iniziare a giostrarsi tra il bambino, gli studi e magari anche un lavoro-
Restammo a guardare per un po' la televisione e a parlare del più e del meno.
Quando però arrivò la madre di Queen a casa dal lavoro capii essere veramente tardi. Controllai l'ora sul telefono e mi sorpresi nel apprendere che fossero le 19:45.
Il tempo era passato così in fretta che nessuna delle due se ne era accorta.
Indossando la giacca e recuperando la borsa mi affrettai ad uscire subito dopo ovviamente aver salutato la mia amica e sua madre.
Tempo di uscire dal palazzo che il mio telefono iniziò a squillare, iniziai a trafficare dentro la mia borsa e finalmente lo trovai. Era Kendall.
-ma dove sei? Sono quasi le 20:00 e non sei ancora tornata- chiese preoccupato non appena accettai la chiamata.
-sono appena uscita dal palazzo di Queen scusa, arrivo subito- gli risposi sentendomi in colpa per il non averlo avvertito; anche se io per prima non mi ero accorta dell'ora.
Incastrai il telefono fra la spalla e l'orecchio per aprire la macchina e salirci.
-hai già cenato?- mi chiese più calmo.
-no, tu?- domandai a mia volta.
-neanche, preparo qualcosa di veloce così quando arrivi è già pronta e mangiamo subito-
-ok, grazie. A dopo-
-a dopo-
Appoggiai il telefono sul sedile del passeggero e abbandonai la testa contro il poggia testa. Un casino dopo l'altro mi stavano seguendo.
Prima rimango incinta e ora mi rendo conto che il padre del mio bambino mi sta ospitando a casa sua.
Feci un respiro profondo, legai la cintura e partii.
-dai piccolo che andiamo a mangiare-





Hei! rieccomi di uovo qui con il terzo capitolo :D 
Spero proprio vi sia piaciuto, e se non tanto quanto a me piaciuto scriverlo spero vi abbia strappato un sorriso data la mia voglia di mettere sempre qualcosa che faccia un pò ridere.
Al prossimo capitolo!!!
By unika :3
 
Revisionato 9 Maggio 2017

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


Capitolo 4

"cercasi commessa" quelle parole mi colpirono subito rimanendo ben impresse nella mia testa. 

Un lavoro è proprio ciò di cui ho bisogno, almeno sino a quando non nascerà il bambino.
Così potrò iniziare a condividere una parte delle spese dell'appartamento di Kendall già che mi ospita, e poi potrò mettere qualcosina da parte per il bambino.
In quel momento non ero potuta subito entrare nel negozio perché di fretta ma memorizzai bene come si chiamava.
"Mondo libro" è una libreria che devono inaugurare a breve e sono ancora in cerca di personale, così tenterò la fortuna.
-a cosa stai pensando piccola donna- mi chiese Kendall uscendo dal bagno con capelli bagnati e solo un asciugamano legato in vita.
Il mio sguardo non poté che cadere sui suoi addominali tonici, caspita erano davvero belli.
-m... oggi ho visto un annuncio che cercano ancora del personale per la nuova libreria che aprono e volevo chiamare per vedere se mi potessero prendere a lavorare. Aspetta, come mi hai chiamata?-
Chiesi sorridendo, poi il mio sguardo cadde sul tatuaggio che aveva sulla clavicola destra.
Era una "N" scritta in corsivo elegante.
-sicura di voler lavorare? E comunque ti ho chiamato piccola donna perché lo sei, sei ancora minorenne avendo 17 anni e aspetti un bambino- spiegò con un sorriso incamminandosi verso la sua stanza.
-ah, comunque si ho bisogno di un lavoro, non posso vivere a scrocco, specialmente anche quando tu te ne andrai all'università dovrò mantenere me e il bambino in qualche modo, meglio che inizi sin da subito a guadagnare i soldi che mi serviranno per culla, carrozzina, tutine, pannolini e altro-
Mi alzai in piedi dal divano e lo seguii appoggiandomi allo stipite della porta proprio nel momento in cui si stava finendo di mettere i boxer, regalandomi una breve visuale del suo fondoschiena, beh niente che non abbia già visto dato che tre mesi fa ubriachi marci abbiamo fatto sesso.
-beh, avvertili che sei incinta, così non ti daranno compiti troppo pesanti- si raccomandò indossando i pantaloni di una tuta girandosi verso di me.
Poi vedendomi sullo stipite della porta sorride divertito.
-che fai guardi?-
-niente che non abbia mai visto, o ti devo ricordare l'estate scorsa il bagno da nudo che ti sei fatto in mare?- lo stuzzicai, c'era stata anche quella pazza evenienza.
Alzò le mani in segno di resa e annii riconoscendo la colpa.
-comunque stai tranquillo, principalmente dovrei stare dietro ad un bancone a far passare i libri alla casa per quando i clienti li dovranno pagare, o magari sistemare i libri nuovi che arrivano sugli scaffali- 
-tu diglielo lo stesso- mi consiglio comunque.
In quel momento suonò il campanello di casa e guardai Kendall con sguardo interrogativo.
-puoi andare ad aprire tu?- mi chiese intanto che si stava mettendo la maglietta.
Andai ad aprire e mi ritrovai una ragazza bionda con seno enorme e troppo trucco in faccia con una macchina fotografica appesa al collo.
Ma lo sa che siamo a Dicembre?
-sono Kimberly una compagna di corso di Kendall dobbiamo fare una ricerca scolastica, c'è?- si presentò con una vocetta acuta.
-si, entra pure- dissi facendola entrare.
-oh, ciao Kendall- esclamò un po' giuliva la bionda intanto che lui era entrato in salotto.
Come darle torto, Kendall è un bel ragazzo, alto con un fisico da Dio greco, cappelli mossi castano chiaro un poco lunghi, occhi color del grano saraceno e un sorriso luminoso.
Posso stare tranquilla che mio figlio con un padre così sarà bellissimo.





Ciao a tutti quanti :D
Mi sono liberata di fisica e e mi rilasso un pò pubblicando questo capitolo
spero proprio vi piaccia e se ve la sentite di dirmi cosa ne pensate per adesso sarò ben contenta di leggerli (belli o brutti che siano)
al prossimo capitolo
un bacio
by unika :3
 
Revisionato 9 Maggio 2017

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


Capitolo 5

La ricerca che aveva nominato la bionda credo sia su quanti orgasmi una persona riesca ad avere in un solo rapporto, o su quante ore di sesso di fila riescono a fare prima di crollare stremati sul letto.
Aveva lasciato il, per modo di dire, "materiale di ricerca" sul tavolo in salotto e si erano chiusi nella camera da letto di lui.
Non appena avevo iniziato a sentire le urla di lei e qualche gemito di lui ero corsa a prendere il mio mp4 per coprire quello schifo.
Iniziai anche a cercare nomi su internet per il bambino facendo due piccole liste con nomi maschili e femminili per portarmi avanti.
Dopo un po' però delle lacrime iniziarono a rigare le mie guance e repressi un connato di vomito, mossa sbagliata dato che un altro ancora più forte si è fece sentire.
Spostai in malo modo il computer sul divano e gettai le cuffie via.
Una fitta allo stomaco mi fece accasciare a terra e senza volerlo mi aggrappai alla tovaglia del tavolo in salotto trascinando per terra un vaso di ceramica che si frantumò.
Nella casa calò il silenzio.
Cercai di alzarmi coprendomi la bocca con una mano per non vomitare sul pavimento ma fu tutto inutile.
-Alexia!- mi sentii chiamare dalla camera chiusa.
Un altro connato mi assalì e non potei rispondere.
Sentii la chiave girare nella toppa e la porta aprirsi, subito dopo mi ritrovai Kendall in boxer che mi stava sollevando i capelli.
-che cos'è successo?- chiese in un sussurro preoccupato massaggiandomi la schiena.
Fra le lacrime iniziai a tremare e a stringermi le braccia attorno all'addome.
-ehi, respira, fai respiri profondi- continuò a massaggiarmi la schiena.
Mi strinse a se in un abbraccio da cui avrei tanto voluto sciogliermi, aveva addosso l'odore di quella bionda che solo poco fa stava gridando in preda ad un orgasmo come una gallina, ma ero troppo debole per farlo.
-stavo per-per andare in bagno quando una fitta allo stomaco mi ha fatto cadere a terra e-e ho fatto che aggrapparmi alla tovaglia, così è caduto il vaso e non sono riuscita ad alzarmi per evitare di vomitare qui- spiegai ancora fra le lacrime.
Kendall mi strinse di più a se e mi lasciai circondare dalle sua braccia con la consapevolezza che lui aveva appena smesso si scoparsi la bionda solo per venire a sapere come stessi.
-ti accompagno in bagno così ti cambi questi vestiti sporchi e ti lavi, io intanto dico a Kimberly di andare via e pulisco qui non ti preoccupare-
Mi accompagnò in bagno e poco dopo mi portò dei vestiti puliti.
Chiusi la porta a chiave non appena fui sola e aprii il rubinetto della vasca da bagno intanto che mi stavo spogliando.
Mi immersi nell'acqua calda e sentii delle voci vicino la porta del bagno.
-che schifo! Ma cos'ha la tua amica che non va?- chiese inorridita la bionda con la sua voce da gallina.
-Alexia non ha niente che non vada è incinta e si è sentita poco bene, niente di anormale- rispose secco Kendall.
Sorrisi sentendo il mio cuore fare le capriole di gioia.
Nonostante avesse appena fatto sesso con quella ragazza mi stava difendendo.
-ma ha solo... quanti anni ha? E perché non se ne prende cura il padre del bambino- chiese evidentemente offesa dalla risposta secca ricevuta prima.
-perché il padre del bambino è un bastardo che non vuole prendersi le sue responsabilità- rispose ancora più infastidito di prima Kendall.
-oh, no Kendall... in realtà non voglio rovinarti il futuro che ti aspetta- sussurrai facendo increspare l'acqua.
-e deve stare proprio qui? Avremmo potuto fare ancora qualcosina noi due-
L'insinuazione di quella bionda mi fece ribollire di rabbia.
-Kimberly quest'appartamento è mio, e decido io chi ci entra o no e se voglio ospitarla la ospito. Ora per favore devi andartene che devo pulire il pavimento- aveva provato ad essere educato, ma si sentiva che non ne poteva più.
Non sentii la risposta della bionda, ma sentii la porta d'ingresso chiudersi e capii che se ne era andata via.
Non so perché ero contenta, ma con improvviso buonumore mi passai delicatamente la spugna sul corpo e mi concessi delle tenere carezze sul mio ventre che iniziava ad arrotondarsi.
Uscita dal bagno notai che i cocci del vaso e il vomito erano spariti, per fortuna.
Kendall era seduto sul divano con due fogli in mano, mi avvicinai e riconobbi le liste dei nomi.
-cosa fai?- chiesi timidamente sedendomi al suo fianco.
Kendall mi sorrise dolcemente e mi sporse i fogli e vi notai subito delle modifiche.
In entrambi le liste aveva cerchiato due nomi: Asia ed Elisabeth tra quelli femminili e Nial e Simon tra quelli maschili.
-ho segnato i miei preferiti- disse appoggiandosi allo schienale del divano con le braccia sui bordi.
Improvvisamente capii il motivo del tatuaggio con la "N" sulla clavicola.
Mi girai verso di lui con gli occhi lucidi e vidi il suo sorriso smorzarsi preoccupato.
-scusa non avrei dovuto- disse subito per farsi perdonare.
Era ancora a torso nudo, aveva solo messo i pantaloni rispetto a prima, così con le dita tremanti gli accarezzai il tatuaggio sulla clavicola.
Abbassò leggermente lo sguardo e sembrò capire.
-perché te lo sei tatuato?- anche la mia voce tremava ora e avevo paura della risposta.
-mio fratello... la notte prima di quella festa è morto, il cancro se l'è portato via. Il giorno dopo sono andato a farmi tatuare la sua iniziale, come se così lo potessi avere sempre vicino a me, poi alla festa avevo talmente tanto rancore nei confronti del destino che me lo aveva portato via che non mi importava niente se mi fossi ubriacato sino a vomitare l'anima- la sua voce era cupa e c'era dentro ancora del rancore.
Lasciai che le lacrime mi offuscassero la vista e trattenni un singhiozzo.
-non me lo avevi detto che tuo fratello è morto-
-mi sono chiuso e ho staccato i ponti con la mia famiglia, in pratica è un argomento tabù per me- confessò.
-domani vieni con me alla visita- gli chiesi un po' imbarazzata.
Kendall mi guardò un po' sorpreso ma poi annuii.
-m... ok, ma perché mi vuoi la con te?-
-così sapremo insieme se fra sei mesi partorirò Nial o Elisabeth- mormorai timidamente.
Kendall mi abbracciò e baciò sulla fronte.
-grazie- mi sussurrò all'orecchio.





Ehi! ciao a tutti ed eccomi col quinto capitolo :D

Le cose lentamente cambiano, si comlicano, si semplificano, si chiariscono e si incasino.
spero prioprio vi sia piaciuto grazie a tutti voi che leggete e sostenete in silenzio Alexia.
un bacio 

by unika :3

 
Revisionato 9 Maggio 2017

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Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


Capitolo 6


Arrivati dalla mia dottoressa dovemmo aspettare un po' prima che fosse il mio turno.
Mi ero seduta su una seggiola di plastica e mi contorcevo le mani da un improvvisa ansia; il padre del mio bambino era seduto vicino a me, anche se lui non lo sapeva e in poco tempo l'idea di sapere il sesso del bambino mi spaventava, sarebbe solo stata un ulteriore conferma che non sto sognando, che sono veramente incinta...
...incinta del ragazzo per cui ho una cotta da quattro anni.
-Alexia- mi chiamò Kendall mettendomi una mano sulla spalla.
-si- mi voltai trattenendo il respiro.
-so che sei preoccupata per il bambino dopo che ieri non ti sei sentita bene, ma stai tranquilla sono sicuro che sta bene- mi tranquillizzò con una carezza ai capelli, convinto che fosse quella la mia paura.
E dovevo esserlo! Tra non molti mesi sarò madre a tutti gli effetti e non dovrò sottovalutare in nessun modo qualsiasi cosa riguardi il mio bambino.
Accennai ad un sorriso ed annuii grata che fosse qui con me.
-di quanto siete?- mi chiese una donna che sedeva vicino a me, molto più avanti con la sua gravidanza che la mia.
Mi voltai un po' sorpresa ed imbarazzata.
-oh, sono al terzo- mormorai un po' timorosa.
-sei molto giovane ma è bello che il tuo ragazzo ti stia vicino- mi sorrise.
Diventai un po' rossa ed iniziai a balbettare.
-i-in realtà lui non è il mio ragazzo, è il mi-mio migliore amico, mi ha solo accompagnato- mi vergognavo da morire per l'imbarazzo.
La donna sembrò dispiaciuta ma mi rivolse un ultimo sorriso prima di tornare al proprio giornale.
Trattenni una lacrima e per fortuna in quel momento uscì la Dr.ssa Mitchell che mi chiamò per la visita.
-Grace Alexia- mi chiamò controllando sulla sua lista.
Mi alzai e seguita da Kendall entrammo nel piccolo studio.
-coricati su quel lettino e alza la maglia-
Feci come richiesto dalla dottoressa e aspettai pazientemente che si avvicinasse a me.
-non stare li in disparte, da li non vedrai nulla giovane papà- disse la Mitchell notando che Kendall era rimasto in disparte vicino alla porta.
-oh, ma lui no-non è il padre, è un mio amico, mi ha solo accompagnato- balbettai spiegando subito come stavano le cose... più o meno.
Kendall un po' rosso in viso si avvicinò al lettino dove ero coricata e mi fece l'occhiolino un po' divertito.
La dottoressa iniziò ad armeggiare con il monitor e a spalmare il gel per l'ecografia.
Quando apparvero le prime immagini sullo schermo ammetto che non capivo nulla, era solo un ammasso strano in bianco e nero, ma era il mio ammasso strano.
-si può già sapere il sesso del bambino e se sta bene?- chiesi con lo sguardo incollato sullo schermo.
La dottoressa annuì con un sorriso comprensivo e materno.
-certo, i gemelli stanno benissimo tutti e...-
-gemelli!- esclamammo in coro sia io che Kendall stupiti interrompendo la -sono due?- mormorai incredula.
-sono tre- mi corresse la dottoressa.
Sgranai gli occhi e mi afferrai la testa con le mani, com'è possibile?
Tre addirittura! Caspita, a quella festa io e Kendall ci avevamo proprio dato dentro.
Mi uscirono delle lacrime che con sorpresa erano di pura felicità, non di paura.
-ti prendo qualcosa al bar?- mi chiese a Kendall.
Non so perché me lo chiese, ma comunque annuii.
Rimasi ancora qualche secondo in silenzio sino a quando un singhiozzo non mi uscì dalla bocca che credevo sigillata.
-è molto premuroso il tuo amico-
-i miei figli non potrebbero aver un padre migliore... anche se lui non lo saprà mai- non mi resi conto di averlo detto ad alta voce invece che averlo solo pensato, così rivolsi subito uno sguardo supplicante alla dottoressa.
-non glie lo dica per favore, non è per egoismo che non glie lo voglio dire, ma già io ho rinunciato alla mia possibile carriera come modella perché sono rimasta incinta, voglio solo che lui realizzi il suo sogno senza che tre figli in arrivo glie lo impediscano distogliendolo dal suo obiettivo- dissi tutto d'un fiato.
-stai tranquilla, non mi intrometto nella vostra vita privata, mi limiterò a fare il mio lavoro- mi rassicurò.
-grazie-
In quello stesso momento arrivò Kendall con una bottiglietta d'acqua in mano, che mi porse.
Bevvi una sorsata generosa e diedi il via alla dottoressa Mitchell per saper il sesso dei bambini.
-bene allora qui c'è una femminuccia- disse indicando una porte laterale dello schermo.
-Elisabeth- mormorai stringendo la bottiglietta fra le mani.
-qui invece c'è un bel maschietto-
-Nial- questa volta Kendall si unì a me nel pronunciare il nome.
Istintivamente spostai una mano vicino alla sua che mi strinse infondendomi pace.
-mentre qui un'altra femminuccia- disse infine con un largo sorriso.
-Elisabeth, Nial ed Asia- dissi con un sorriso.
Tre bellissimi bambini avrò, due femmine ed un maschietto.
Quando lo dirò a Queen le verrà un colpo di sicuro, già è una sorpresa che io sia incinta, figuriamoci di tre gemelli!



Ehi! ciao a tutti come vi è sembrato?
spero vi sia piaciuto e che lasciate un commentino per farmi sapere cosa ne pensate sul corso della storia :)
un bacio e grazie per essere numerosi nel leggere la mia a storia!
by unika :3


 
Revisionato 9 Maggio 2017

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Capitolo 8
*** capitolo 7 ***



Capitolo 7

-bene, noi inizieremo a lavorare fra una settimana, dato che fra due settimane sarà Natale molti faranno gli acquisti degli ultimi giorni e come prima settimana noi faremo uno sconto del 20% come "regalo di natale" ai clienti- quando il signor Allen mimò col le virgolette le tre parole capii che voleva cercare di invogliare i clienti.
Ovvio! Io stessa se dovessi comprare qualcosa se ci fossero dei saldi mi darei di buon grado al risparmio.
-perciò fra una settimana precisa si presenti qui un po' prima delle 7:00, così conoscerai le altre ragazze. Ricordati che i tuoi turni saranno: lunedì, mercoledì, venerdì dalle 8:00 alle 14:00, martedì, giovedì e sabato dalle 14:00 alle 20:00 mentre la domenica sarà il tuo giorno libero- mi porse un foglio con il mio orario.
-grazie e le volevo dire per la mia gravidanza...-
-non ti preoccupare, avrai diritto ai cinque mesi di maternità in cui non lavorerai e starai a casa venendo pagata-
Non mi aveva fatto finire la frase che aveva subito parlato dicendo, si una cosa importante per me, ma non quella giusta.
-certo, ma io volevo comunque avvertirla che ho una gravidanza trigemellare, solo questo- balbettai un po' spossata da tutto quel parlare del mio futuro datore di lavoro, o almeno credo che lo sia.

---

-oh mio Dio!-
Lo stupore di Queen fu molto evidente quando le dissi dei gemelli.
-ma Kendall è un cecchino! Hai addirittura tre piccoli lui nella tua pancia- si complimento ancora con gli occhi sgranati.
-in effetti- sorrisi divertita dalla sua reazione, che non assomigliava minimamente a quella che avevo avuto io alla notizia.
-allora sarò zia di tre piccoli demonietti- commentò alzandosi a sedere sul letto.
-esagerata, non sono ancora nati e già li definisci dei demoni, guarda che sono io che dovrei fare certi commenti- le feci notare abbracciando il cuscino.
-hai ragione tutti i giorni quei tre demonietti ti fanno avere uno o due incontri romantici con la tazza del gabinetto- disse ironica.
Sbuffai divertita e la colpii col cuscino.
-non dare dei demonietti ad Elisabeth, Nial ed Asia- la rimproverai fingendomi offesa.
-due femmine ed un maschio? Che bello le donne vincono sempre, si!-
-se ragioni così sarai zitella a vita- la canzonai.
-sarò anche zitella, ma la mia vita sessuale sarà lo stesso molto attiva fidati- rispose come se fosse una che la sa lunga.
-non voglio sapere- dissi alzando le mani in segno di resa con un sorriso divertita.
-sarà un pigiama party mooolto interessante- annunciò Queen con un sorrisetto furbo.
-non ho intenzione di ascoltare il resoconto dell'ultimo rapporto che hai avuto!- dissi subito.
Conoscendola sin dai tempi delle scuole elementari so già che ne è capace.
Si attorcigliò al dito un riccio castano e mi guardò con sguardo da cucciolo.
-ma ti pare che mi importi delle tue imprese sessuali? Ma veramente! Sei seria?!- strabuzzai gli occhi -io me ne torno a casa- feci per alzarmi in piedi ma Queen me lo impedì prendendomi per il polso.
Scoppiò a ridere e si coricò con un una mano sulla fronte.
-non lo farei mai!- si difese.
Alzai un sopracciglio diffidente.
-primo giorno dopo le vacanze di natale di prima superiore- le dissi.
-non mi ricordo- mentì fingendosi ingenua.
-sei venuta vicino al mio armadietto e mi hai detto "io e Ricky abbiamo stappato via la mia verginità"- le ricordai imitando il suo tono di voce.
-oh... forse hai ragione- ammise.
Scossi il capo sconsolata e mi coricai vicino a lei.
Passammo il resto della serata a chiacchierare di ragazzi, di scuola e di avvenimenti passati che ricordiamo sempre con tante risate.
Ogni tanto avevo voglia di mangiucchiare qualcosa e Queen mi accontentava con qualche critica scherzosa, come li chiama lei, ai "tre demonietti".
Era tanto che non rimanevo a dormire da lei, così finii col non riuscire a chiudere occhio.
Mi rigiravo nell'etto e nessuna posizione era quella giusta.
Verso le 2 piegai il cuscino e mi ci appoggiai con la schiena.
La finestra non era coperta ne da tende che persiane, così al chiaro di lune, con la luce fioca bianco latte mi alzai la maglia del pigiama scoprendo la mia pancia che iniziava a sporgere e ad attirare l'attenzione.
L'accarezzavo con le punta delle dita e seguivo la sporgenza da un lato all'altro della pancia come a disegnare linee immaginarie.
Accesi il telefono e controllai sul gruppo di whatsaap quanti messaggi non avevo ancora letto.
Il gruppo che avevo con alcuni miei compagni di classe aveva scritto tantissimi messaggi chiedendomi perché non fossi più a scuola, perché ora facessi le lezioni a casa, cose del genere.
Risposi semplicemente dicendo "devo prendermi cura di Elizabeth, Nial ed Asia" in allegato vi avevo anche mandato una foto che Kendall aveva insistito a farmi dove mi si vedeva la pancia.
Pochi secondi dopo mi arrivò un messaggio, ma non proveniva dal gruppo, era di Kendall.
"dovresti dormire, non inviare messaggi sul gruppo... ma non volevi tenerlo per te?" 
In effetti è vero, all'inizio non volevo farlo sapere, ma presto o tardi tutti sarebbero venuti a saperlo.
Sentii qualcosa muoversi nella mia pancia e mi sorpresi, non potevano essere i bambini è troppo presto.
"ho anticipato l'inevitabile. Credo che si siano mossi i tre demonietti, ma non ne sono molto sicura perché credo sia troppo presto" non so perché glie lo scrissi, so solo che però ne sentivo il bisogno.
"com'è? Sei quasi al quarto mese più o meno è il periodo in cui dovresti sentirli muoversi, credo abbia detto questo la tua dottoressa... Demonietti? :)"
Quella semplice faccina mi colmo il cuore di felicità.
"Queen li chiama così mi ha contagiato. È una strana sensazione" risposi con un sorriso.
"strana buona, strana cattiva o strana paura?"
"strana buona :)"
"sono felice per te :)"
"grazie :) Ora vado a dormire che è meglio, buona notte zZ... :)"
"buona notte :)"

Con quell'ultimo messaggio ci salutammo.
"troia" c'era scritto e non mi stupii neanche di vedere chi lo avesse scritto.
"ti sbagli Mick sono madre non troia" risposi semplicemente.
Mick era il mio ex e non mancava mai di schernirmi da quando lo avevo lasciato.
Non aspettai una risposta, spensi internet e il cellulare.
Una lacrima mi rigò la guancia.
"troia" è per questo motivo che non volevo farlo sapere, ma che senso avrebbe avuto?
Sarebbe bastato incrociare un mio compagno di classe in giro fra qualche mese che sarebbe lo stesso venuto fuori.





Ehi! eccomi con il settimo capitolo :D
Questa storia mi fa impazzire (positivamente) e sono stra felice che il capitolo 6 sia stato visitato da ben 101 persone in quasi una settimana.
Vi ringrazio molto per la vostra continua lettura silenziosa perchè vedere il numero delle visite che continua ad aumentare mi soddisfa veramente moltissimo!
Un bacio
by unika :3

 

 
Revisionato 9 Maggio 2017

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Capitolo 9
*** capitolo 8 ***


Capitolo 8

-stai tranquilla, è il primo giorno di lavoro, la parte più importante del tuo lavoro è il sorriso, poi tu sarai alla cassa giusto?- mi chiese Kendall intanto che mi stava accompagnando al mio primo giorno di lavoro.
-si io starò alla cassa-
Kendall parcheggiò la macchina e insieme ci incamminammo verso la libreria in cui da oggi lavorerò.
-rivedrai tuo padre per Natale?- mi chiese Kendall.
Scossi il capo in silenzio abbassando lo sguardo.
-non lo voglio mai più vedere- mormorai piano piano, che quasi non mi sentii nemmeno io.
-se vuoi puoi venire con me dai miei, prendo l'aereo il 23 alle 9 di mattina e si arriverà alle 9 del giorno dopo-
-un viaggio di 24h... non so e poi non voglio disturbare i tuoi, penseranno addirittura che sia stato tu a mettermi incinta- gli dissi.
Mi sembrava di approfittare troppo della sua gentilezza, vivo con lui addirittura andare con lui a passare il natale... sarebbe un sogno, ma anche un continuo inganno.
-ci sarà anche mia sorella, tu e Kara eravate inseparabili prima che tornasse in Australia per finire gli studi- provò ad aggiungere.
-ci penserò... promesso- dissi per accontentarlo.

---

-tu devi essere Alexia-
Mi chiese un ragazzo sui 23 anni porgendomi la mano con un sorriso al quanto abbagliante.
-m... si sono io- cercai di suonare cordiale ma era ovvio che in realtà ero confusa.
-so il tuo nome perché anche io lavoro qui e il capo mi ha dato una tua descrizione-
Annuii non molto convinta e mi tolsi la giacca appoggiandola su una sedia dentro al piccolo stanzino che era riservato al personale.
-e mi aveva detto che sei incinta- aggiunse come se fosse una battuta divertente.
-eh, già. Sono facile da riconoscere- risposi imbarazzata.
Mi porse una maglietta con le maniche corte nera e su scritto: nome del negozio, numero di telefono, la via in cui si trovava e il mio nome.
-questa è la nostra uniforme per il lavoro, una semplice maglietta tinta unita con le scritte- mi spiegò.
-oh, allora vado nel bagno a cambiarmi la maglia-
Mi affrettai ad entrare nel bagno e mi chiusi dentro a chiave.
Era un tipo un po' strano, ma sembrava anche a posto.
Il signor Allen ci diede le ultime dritte e poi aprimmo ufficialmente il negozio, da un lato c'erano degli stuzzichini per l'inaugurazione.
Molte delle persone che entrarono si diressero subito al banchetto mentre altri comprarono anche già dei libri.
C'erano volti conosciuti e volti che non conoscevo affatto.
Anche alcuni miei compagni di classe si erano presentati, stupiti di vedermi dietro al bancone.
Quando mi ritrovai Queen davanti al bancone sorrisi contenta di avere la mia migliore amica con me.
-devo comprare questo libro, me lo potrebbe impacchettare? Sa è per una mia cara amica- disse comicamente gesticolando con una mano.
Presi il libro in mano e scossi il capo vedendo che era un libro sulla maternità, iniziai ad impacchettarlo standole al gioco.
-la sua amica lo gradirà molto, sono 17,90 $-
-oh si, tenga-
Mi porse i soldi che velocemente contai e le diedi il resto di 10 centesimi.
-sei proprio anti sgamo - le dissi girando attorno alla cassa e andando ad abbracciarla.
-dai che a natale ci scambiamo i regali- disse lei ignorando quello che le avevo detto io.
-non ne sono sicura... forse vado con Kendall in Australia dai suoi e sua sorella- ammisi colpevole.
Queen si allontanò da me di qualche centimetro con gli occhi sgranati dallo stupore.
-davvero?- mi chiese con un sorriso.
-me lo ha proposto intanto che mi accompagnava qui-
-che bello! Un natale in famiglia, tu lui e i demonietti!- esclamò tutta contenta.
Le tappai la bocca sperando che nessuno l'avesse sentita.
-più sua sorella e i loro genitori- le feci notare.
-dettagli- mugolò contro la mia mano con una piccola alzata di spalle.
-lo sai che meno persone sanno chi è il padre meglio è, così lui non lo verrà a sapere e non si rovinerà la carriera- le ricordai per la centunesima volta.
Annuì poco convinta e mi salutò prima di andare via.
-carina la tua amica, me la faresti conoscere?-
Sobbalzai portandomi una mano al cuore e mi voltai.
Davanti a me avevo il ragazzo che mi aveva dato la maglietta.
Sbirciai sulla sua maglietta per vedere come si chiamasse e lo guardai un po' confusa.
-Edgar, mi hai fatto spaventare- mormorai cercando di regolarizzare il respiro.
-scusa Alexia, ma che ne dici, la tua amica è libera?- mi chiese nuovamente.
-...Queen si, è libera- mormorai non molto convinta.
-mi daresti il suo numero?-
Sgranai gli occhi e cercai di soffocare una risata un po' isterica.
-scusa ma io non ti conosco neanche e Queen è la mia migliore amica. Non trovi che io prima debba conoscerti un po' prima di fidarmi a darti il suo numero e poi dovrei anche avere il suo permesso- gli feci notare.
-sciocchezze- fece spallucce lui.
-non sono sciocchezze!- esclamai infastidita.
-senti il proprietario è mio zio, basta che gli dica qualsiasi cosa e lui ti licenzierà, poi se non ho capito male il padre dei tuoi pargoletti è quel tuo amico che ti ha accompagnata che però non lo sa, perciò tu mi dai il numero della tua amica e io farò il bravo con mio zio e il tuo amico, perché tu non vuoi che lo sappia vero- mi minacciò strafottente.
Rabbrividii e strinsi forte il mio telefono fra le mani.
Senza troppi complimenti me lo strappò di mano e si servì da se.
Sapevo che avrei dovuto bloccare il telefono, perché non l'ho fatto.
-noi si che ci capiamo- disse con un sorriso falso restituendomi il cellulare.
S'allontanò perdendosi fra la gente e per fortuna non lo vidi più sino all'orario di chiusura.
-com'è andata oggi?- mi chiese Kendall che mi stava aspettando fuori dal negozio.
-bene, c'era molta gente-
-ci si vede Alexia- riconobbi la voce di Edgar e avrei tanto voluto schiaffeggiarlo per bene.
-ciao Edgar- mi finsi cordiale per non dare spiegazioni a Kendall.
Quello stupido mi rivolse un ampio sorriso da perfetto stronzo e io gli rivolsi il sorriso più falso al mondo che avevo nel repertorio.
In quel poco tempo che ho fatto la modella nemmeno un ottavo dei sorrisi che facevo erano sinceri, tutti falsi come le firme di mio padre per le giustificazioni a scuola, essendo costantemente ubriaco è così che ho iniziato a cavarmela da quando mia madre è morta.
-chi era?-
La domanda di Kendall mi distrasse dai miei pensieri.
Scossi il capo appena e con un sorriso iniziai ad incamminarmi.
-è un mio collega, si chiama Edgar Allen-
-Allen come il tuo capo- osservò lui.
Annuii mettendo le mani nella tasca della giacca per ripararle dal freddo.
-è il figlio?-
-il nipote- lo corressi.
-ahia, mi sa che qui abbiamo un bulletto a lavoro- osservò un po' preoccupato.
Avrei tanto voluto dirgli che aveva perfettamente ragione, ma Edgar avrebbe potuto farmi licenziare o peggio dire a Kendall che è il padre dei gemelli.
-no, é un bravo ragazzo lui- la menzogna, mia unica salvezza.
Ecco a chi mi dovevo appellare per il mio segreto, alla peggior consigliera che esista al mondo.





Ehi! ciao a tutti ed ecco il capitolo 8 :D
Come vi sembra? Spero vi sia piaciuto anche perchè vi anticipo gia che fra pochi capitoli accadrà qualcosa di un pò bruttino,
ma non vi preoccupate io per prima non voglio che ci siano troppi problemi ;)
Un salutone, un abbraccio e dun bacio
by unika :3

 
Revisionato 9 Maggio 2017

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Capitolo 10
*** capitolo 9 ***


Capitolo 9

-Alexia!-
-arrivo arrivo!- borbottai prendendo per il manico le due tazze di cioccolata calda coi marshmallow.
Lentamente mi avviai in salotto dove trovai Kendall stravaccato con il telecomando in mano.
-non hai ancora messo il film!- mi lamentai appoggiando le due tazze sul tavolino basso dove già stava il computer portatile.
-si ho fatto, devo solo accendere la tv, potresti farlo tu-
Schiacciai il pulsantino dell'accensione e mi sistemai bene sul divano.
Quando alzai lo sguardo due volti familiari mi sorridevano dallo schermo 42 pollici del salotto.
-Alexia che bello poterti conoscere!- esclamò la signora bionda con un sorriso splendente.
-sig-signora Reyes che sorpresa...- balbettai sorpresa rivolgendomi a Kendall con in viso stampata una espressione che diceva solo "cosa sta succedendo?!"
Lui finse di non campire e mi ignorò sorridendo ai genitori un po' malinconico.
-ciao mamma, ciao papà-
- Kendall è molto che non ci sentivamo, ora mai tre mesi- disse mestamente il signor Reyes.
Già c'era un po' di tensione, con quel commento aumentò ulteriormente.
Kendall si irrigidì un po' ma accortosi del mio sguardo si rilassò un poco.
-già- disse portandosi alla bocca la sua tazza di cioccolata calda.
-allora ragazzi!- esclamò la signora Reyes per rompere il silenzio che era calato.
-per natale ci raggiungerete entrambi-
Non sembrava una domanda ma un'affermazione, perciò questa volta fui io ad irrigidirmi.
-Alexia non ha ancora confermato mamma- si affretto a spiegare Kendall.
Bevvi un sorso della mia bevanda calda e mi schiarii la voce.
-non vorrei creare disturbo- spiegai a bassa voce.
-ma figurati! È un piacere per noi, Kara non fa che dire che brava ragazza sei e Kendall ogni volta non fa che parlare di te, è come se ti sconoscessimo da sempre-
Probabilmente con queste parole i genitori di Kendall volevano rassicurarmi e convincermi, peccato che in realtà mi fecero sorgere dei dubbi.
Kendall mi aveva nominata più volte con i suoi genitori, ma cosa gli avrà detto?
-beh, spero che entrambi abbiano detto cose positive su di me- provai a scherzare.
La signora Reyes si mise a ridere, mentre il marito mi rivolse un sorriso paterno.
Non avevo mai visto mio padre rivolgermi quel sorriso, mi guardava sempre di sbieco, arrabbiato e ovviamente ubriaco.
Quel sorriso era un gesto d'affetto da parte di un uomo che per la prima volta mi vedeva e che prima mi aveva solo sentito nominare.
-Kendall ha praticamente fatto le tue lodi- ridacchiò la signora Reyes.
-mamma!- la richiamò Kendall a denti stretti.
Mi si scaldò il cuore e sorrisi nascosta però dalla tazza di cioccolata e Marshmallow.
-sono sicura che ci divertiremo molto di più se venissi anche tu Alexia- osservò la donna più come un affermazione.
-dai Alexia, mia sorella è una noia mortale se ci sarai anche tu sarà più bello, poi l'anno scorso ti avevo promesso che un giorno ti avrei portato in Australia a visitare le spiagge e il posto- aggiunse lui.
Feci un respiro profondo e sorrisi stringendomi nelle spalle.
-wow, sono molto desiderata- mormorai un po' in imbarazzo.
-beh, ok. Verrò volentieri-
Tre grandi sorrisi mi accecarono dalla loro autenticità.
I signori Reyes avevano iniziato a parlottare già sul viaggio e che avrei avuto la stanza degli ospiti a fianco della camera di Kara.
Kendall mi abbracciò con le sue braccia forti e rassicuranti.
Arrivò anche Kara nella videochiamata che non appena mi vide si mise in mezzo ai suoi genitori.
-vedo che Kendall ti ha messo una pagnotta in forno- disse con un sorriso.
Lei sapeva della mia cotta per il fratello ma eravamo d'accordo sul fatto che lui non avrebbe mai dovuto saperlo, io ero d'accordo lei era di tutt'altra idea.
Diventai bordeaux e iniziai balbettare di tutto.
-in realtà no-non sono suoi è una lunga storia-
La mia amica non sembrava molto convinta, ma non chiese spiegazioni, anche perché lo avrebbe fatto non appena fossi arrivata in Australia.
-sono due gemelli- si sorprese la signora Reyes.
-sono tre: Elisabeth, Asia e-e Nial- fui un po' titubante sul dire il nome del mio unico maschietto, avevo paura di possibili versi di scherno, che si offendessero ma così non fu.
Gli sguardi di Kara e la madre si appannarono, mentre il padre abbassò un po' lo sguardo.
Mi strinsi forte le braccia al petto e mi pentii di aver detto i nomi dei bambini, la morte di Nial era ancora un ferita aperta e difficilmente si sarebbe rimarginata presto.
Kendall mi mise una mano sulla spalla come se la persona da consolare fossi io e non lui.
-sono dei nomi bellissimi, grazie Alexia- aveva mormorato la signora Reyes con un sorriso appannato dalle lacrime ma sincero.
Non seppi cosa dire, fui solo in grado di fare un debole sorriso.
Kendall scambiò ancora due parole con la sua famiglia, poi li salutammo entrambi prima di chiudere la videochiama.
Presi le due tazze ora mai vuote e le portai in cucina poggiandole nel lavandino.
A testa bassa iniziai a lavare le due tazze più i piatti della cena.
Le lacrime copiose iniziarono a bagnarmi le guance.
Mi scivolò un piatto dalle mani e si ruppe sparpagliando i cocci misti schiuma nell'acquaio.
In fretta cercai di raccogliere i cocci ma mi tagliai un dito e quando sentii due mani poggiarmisi in vita sobbalzai.
-sono io- mi rassicurò Kendall.
Mi prese la mano con dito ferito e con delicatezza la passo sotto l'acqua corrente.
Non fiatammo, ci stavamo solo vicini.
Kendall mi fece sedere su una sedia vicino al tavolo della cucina e finì di lavare i piatti ancora coperti dal sapone, poi ci spostammo di nuovo in sala questa volta a vedere veramente un film.




Ehi! ciao a tutti :D eccomi qui di nuovo con questo capitolo fresco fresco
spero proprio vi sia piaciuto e continuiate a seguire Alexia insieme a me 
un saluto, un bacio e un abbraccio
by unika :3

 
Revisionato 9 Maggio 2017

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Capitolo 11
*** capitolo 10 ***


Capitolo 10
Oggi ho l'ultimo giorno di lavoro prima di natale e appena arrivata a casa dovrò fare le valige per il viaggio.
Edgar non mi ha più infastidito, ma in compenso sta prendendo in giro Queen.
Qualche giorno dopo aver preso il suo numero Queen mi ha chiamato chiedendomi perché avessi dato il suo numero a lui, così decisi di dirgli una mezza verità.
Le dissi che lui si era dimostrato interessato a lei (vero) e che io gli avevo proposto di dargli il suo numero (falso) solo che però prima di dirgli di scriverle volevo parlarle di lui (vero).
Lei non se la prese, mi disse che voleva provare a conoscerlo.
-Alexia ci sono degli scatoloni da portare di sotto- guardai Edgar di sbieco con un sopracciglio alzato.
Poggiai lo sguardo sugli scatoloni e li vidi uno impilato all'altro pieni di libri.
-è uno scherzo?- chiesi sgomenta.
-perché dovrei scherzare, quelli sono gli scatoloni e la c'è il magazzino- rispose serio.
Scuoto il capo e con enorme fatica inizio a portare il primo scatolone.
Mi fa male la schiena e spero che lo sforzo di tutto quel peso non nuocia al mio stato interessante.
Porto anche la seconda e quando faccio per prendere anche l'ultima ma la vista mi si appanna.
Mi appoggio ad uno scaffale e mi porto una mano alla testa.
Tutto intorno a me gira e sento le vertigini in tutto il corpo.
Le gambe deboli cedono sotto il mio peso e mi sento cadere, solo che l'impatto col pavimento non arriva.
---
-ehi, Alexia... Alexia svegliati ti prego- la voce che mi stava chiamando era molto vicina e familiare.
Aprii gli occhi e scorsi Queen in ginocchio che mi stava guardando preoccupata.
-finalmente- sospirò sollevata non appena i nostri occhi si incrociarono. Mi guardai intorno e non capii dove mi trovassi.
Le pareti bianche mi davano fastidio agli occhi e il rumore della pioggia mi sembrava fortissimo.
-cosa, dove sono?- mormorai spaesata.
-in ospedale, sei svenuta a causa di uno sforzo un po' eccessivo data la tua gravidanza e hai perso i sensi- mi spiegò preoccupata.
-i bambini?-
-stanno bene- mi rassicurò con un lieve sorriso.
Feci leva sulle braccia per quanto le sentissi instabili per alzarmi a sedere.
Queen mi aiutò subito sistemandomi il cuscino e assicurandosi che fossi seduta comoda e che non mi facesse male nulla.
-Edgar mi aveva chiamato dicendo che eri svenuta al lavoro, ha anche detto che nonostante lui avesse insistito per portare lui gli scatoloni tu non hai voluto  farti aiutare. Sei una stupida orgogliosa! Sei incinta per quanto possa sembrare uno sforzo da nulla uno scatolone in realtà è pesante- mi sgridò.
Mi copro gli occhi con i palmi delle mani incredula, quel ragazzo era un bugiardo e avrei tanto voluto strozzarlo.
Non solo come se niente fosse mi aveva ordinato di portare quegli scatoloni e poi fare la parte del bravo ragazzo facendo fare a me la figura dell'orgogliosa che non vuole aiuto.
Quegli scatoloni io li avrei lasciati tutti a lui se non avesse fatto lo stronzo!
-scusa- sospirai.
-dovresti chiedere scusa a lui, era molto preoccupato- mi corresse Queen.
Io non chiedo scusa a quel figlio di papà, stupido ed egoista.
Annuii mestamente e guardai fuori dalla finestra.
-è qui fuori, lo faccio entrare, io intanto avverto Kendall che ti sei svegliata, era molto preoccupato... devi dirglielo! È il padre e ne ha tutto il diritto devi smetterla con questo tuo comportamento da egoista e tenertelo per te!- il suo tono è accusatorio e le parole mi colpirono come schiaffi.
Mi rannicchiai con le ginocchia al petto e nascosi il viso per non far vedere gli occhi lucidi.
Sentirmi dire quelle parole da lei mi fece capire quanto mi stessi facendo del male da sola.
-sai benissimo perché non lo deve sapere- risposi con voce tremante.
-sei impossibile- borbottò lei seccata.
Non alzai lo sguardo ma la sentii uscire per poi sentire altri passi, diversi da quelli precedenti.
Alzai lo sguardo e quando incontrai lo sguardo annoiato con un po' di risentimento di Edgar.
-mi dispiace-
-allora perché hai detto a Queen che ho rifiutato il tuo aiuto - volevo essere scortese, ma la voce tremante mi fece sembrare patetica.
-non sono poi così tanto stronzo in realtà- si difese.
Alzai un sopracciglio diffidente.
Edgar sbuffò esasperato.
-non mi interessa se mi credi, io faccio la mia vita e tu fatti la tua piena di menzogne-
-da che pulpito- lo interruppi.
-cazzi tuoi, Queen mi ha parlato un po' di te e il tipo e sei una stupida a non dirglielo- mi accusò.
-lasciami in pace! Non mi conosci! Vuoi solo portarti a letto la mia migliore amica e poi passare alla prossima ragazza- esplosi con le lacrime che irrefrenabili scendevano copiose.
-nemmeno tu mi conosci se per questo- mi fece notare.
-sino ad oggi mi hai solo mostrato i tuoi lati negativi fai un po' tu-
-sentimi bene, io volevo chiederti scusa dato che è colpa mia se sei qui in Ospedale, ma se continui così beh vaffanculo!- esclamò lui uscendo dalla stanza sbattendo la porta e facendomi sussultare.
Non passò molto che si sentì un lieve bussare e poi Kendall che fece capolino. Mi sorrise e camminando lentamente si sedette in fondo al letto.
-ho visto il tuo collega un po' alterato quando è uscito da qui- mi comunicò un po' preoccupato.
-divergenze di opinioni - mormorai con un'alzata di spalle.
-Queen sembra felice di sentirsi con lui-
-io lo sarò quando la smetterà di darmi motivi per credere che voglia solo portarsela letto- mormorai con lo sguardo fisso sulle mie ginocchia.
---
Dopo il mio risveglio un po' burrascoso un dottore mi visitò e mi raccomandò di stare a riposo, successivamente potei tornare a casa dove mi affrettai tirar fuori le valige ma Kendall mi fermo facendomi sedere sul letto.
-niente sforzi, ti faccio io le valige, tu dimmi solo cosa devo prendere e io lo metterò in valigia-
-la c'è il tempo estivo giusto?- chiesi sporgendomi verso il comodino.
-si sarà un natale in costume da bagno- scherzò allegro.
-molto bene, allora prendi quel vestito che è fatto con la parte sopra blu e la gonna è fiorata- gli indicai un punto esterno dell'armadio.
Kendall lo trovò subito e mi guardò un po' confuso.
Spostò lo sguardo da me e il vestito un paio di volte poi si decise a parlare.
-ma è stretto in vita- commento ancora perplesso.
-sbagliato è stretto sotto il seno. E poi cos'hai contro la mia vita?- chiesi un po' offesa.
-nulla- esclamò subito alzando le mani in segno di resa.
-solo che essendo incinta non potrai permetterti i vesti stretti in vita- spiegò.
-mi stando della grassa?- chiesi sull'orlo delle lacrime.
-no! Ma se stai benissimo. Intendo che sei incinta di ben tre gemelli e... e la pancia ovviamente sta crescendo intanto che crescono anche loro- corse subito ai ripari appoggiando il vestito su una sedia ed inginocchiandosi davanti a me prendendomi le mani fra le sue.
-ma dicendo che non posso permettermi i vestiti stretti in vita- gli feci notare con le guance bagnate di lacrime.
-si, ma perché sei incinta, ed è una cosa molto bella- mi incoraggiò con un sorriso dolce.
-ma ho solo 17 anni non dovrei essere incinta! Perciò non è affatto una cosa bella- scoppiai in un pianto singhiozzante.
-è vero hai solo 17 anni, ma ci sono io qui con te. Sono o non sono il tuo migliore amico- disse con un gran sorriso incoraggiante.
No, sei il padre dei miei bambini e il ragazzo che non smetterò mai di amare.
Mi costrinsi ad annuire nonostante il dolore al petto e mi asciugai le lacrime.
Anche se non ne sono affatto sicura credo di aver percepito una lieve incrinazione nella sua voce quando ha detto "migliore amico".
-scusa, sono gli ormoni da donna incinta che mi hanno fatto avere questa reazione- mormorai tirando su col naso.
-non importa- mi rassicurò dandomi un bacio sulla fronte e soffermando dolcemente le sue labbra un po' più a lungo.




Ehi! ciao a tutti ed eccomi qua col capitolo 10!!!
come avete già letto non è esatammente un capitolo felice e spensierato ma ci tenevo a mettere una punta di
ironia, quel qualcosia che avrebbe potuto farvi sorridere nelle ultime righe anche se molto leggero.
grazie a tutti voi leggete la storia
un saluto, un abbraccio ed un bacio
by unika :3

 

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Capitolo 12
*** capitolo 11 ***


Capitolo 11
-hai paura di volare?- mi chiese Kendall non appena l'aereo si era librato in aria.
Scossi il capo lentamente e guardai fuori dal finestrino. Pessima idea, afferrai il sacchetto di plastica e vomitai.
Un hostess si presentò vicino ai posti dove io e Kendall stavamo e mi chiese se soffrissi il volo e se per caso volevo qualcosa che potesse aiutarmi.
-oh, non soffro l'aereo sono solo le nausee- borbottai un po' in imbarazzo toccandomi il ventre.
L'hostess mi sorrise comprensiva e con molto coraggio mi chiese di darle il sacchetto pieno di vomito per darmene uno vuoto.
-sicura di non soffrire l'aereo-
-Kendall se me lo chiedi un'altra volta ti scaravento giù dall'aereo- risposi secca.
Mi pentii subito del tono che avevo utilizzato, così gli poggiai una mano sulla spalla e lui mi guardò un po' preoccupato.
-scusa non volevo- dissi dispiaciuta.
-e di cosa, sono troppo apprensivo con te, i figli non sono neanche miei l'hai detto tu stessa-
-io, non l'ho mai detto, cioè forse ma...-
-sono miei?- mi interruppe lui serio.
Mi agitai sul sedile e non capii perché mi stesse facendo quella domanda.
-Kendall, noi-noi non abbiamo mai, non lo abbiamo mai, insomma non è mai successo fra di noi- mormorai confusa e preoccupata.
Il suo viso si contrasse in una smorfia appena impercettibile e annuì senza però guardarmi negli occhi.
-già, mai- mormorò amaramente.
-Kendall, io- incominciai con il cuore in gola.
-meglio se dormo questa notte ero un po' irrequieto, meglio se dormi anche tu il viaggio è lungo- disse appoggiando la testa al sedile e chiudendo gli occhi.
Lo osservai a lungo tempo sino a quando il suo respiro non si regolarizzò e capii si fosse addormentato.
Gli accarezzai una tempia mordendomi il labbro.
Era così bello, il suo viso rilassato mi colmò il cuore di gioia, è per questo che non posso dirglielo.
-lo faccio solo per te- mormorai.
Avevo bisogno di dirglielo, anche se non mi avrebbe sentito necessitavo di dirlo ad alta voce e non solo nella mia mente.
---
Quando finalmente atterrammo all'aeroporto di Sydney mi girava la testa dopo tutte quelle ore di viaggio.
Gran parte del tempo l'avevo passata a dormire o a giocherellare con il mio braccialetto portafortuna, mentre Kendall aveva passato quasi tutto il tempo a sfogliare un giornale, guardare un film che c'era sull'aereo e a studiare su un libro di scuola.
Dovetti correre in bagno data una forte nausea improvvisa.
Vomitai sicuramente anche l'anima e quando uscii dopo essermi sciacquata la bocca trovai Kendall ad aspettarmi con le valige vicino alla porta del bagno delle donne.
-tutto bene?-
Annuii con un lieve sorriso e presi le mie due valige pronta ad uscire dall'aeroporto.
Kendall però mi permise di poetare una solo valigia insistendo che non dovevo affaticarmi portandone due.
In Australia erano appena le 20:00 e mi pareva strano che in America invece fossero le 6:00 del mattino circa.
All'aeroporto trovammo Kara e il signor Reyes ad attenderci con un gran sorriso.
-Alexia!- esclamò correndomi incontro e abbracciandomi forte.
Ricambiai la sua stretta felice di poterla rivedere dopo tutto quel tempo.
-quanto mi sei mancata Kara, ma come ho fatto senza di te- scherzai dandole delle pacche affettuose sulle spalle.
-ma vedo che te la sei cavata egregiamente- mormorò affinché la potessi sentire solo io.
Mi staccai un po' dall'abbraccio e le mostrai la confusione sul mio viso.
-sarò zia di tre pargolettini- sussurrò fingendo di volermi stringere di nuovo in un abbraccio.
-Non adesso per favore, lui non lo deve sapere- la pregai.
Lei annuì leggermente e poi si staccò da me saltando in braccio al fratello in modalità koala.
-ma quanto mi è mancato il mio fratellino caro!- esclamò stampandogli un bacio sulla fronte.
Kendall la prese al volo e per poco non andò a sbattere contro una comitiva di turisti Cinesi che scattava foto a tutto e tutti, anche a me.
-finalmente ti conosco Alexia- disse con un sorriso il signor Reyes appoggiandomi una mano sulla spalla con fare molto paterno.
-anche io sono molto felice di conoscerla signor Reyes- balbettai un po' in imbarazzo.
-oh ma ti prego, chiamami Alexander, non mi piacciono molto le formalità con gli amici dei miei figli- mi pregò.
-specialmente se l'amica di mio figlio porta in grembo i miei nipotini- aggiunse facendomi l'occhiolino.
Abbassai lo sguardo all'istante e feci una risata un po' forzata.
-dammi le tue valige, le porto in macchina- disse il signor... disse Alexander.
Gli porsi una valigia ma insistetti per portare io l'altra.
Giunti al bagagliaio mi feci coraggio e pregai Alexander di spiegarmi meglio la sua frase precedente sperando che il lungo viaggio mi avesse portato a fraintendere.
-hai capito bene, so che il padre dei bambini è mio figlio- affermò prendendo la valigia che gli stavo porgendo.
-e, come?- balbettai preoccupata.
-ci è bastato vedere il tuo comportamento e la tua reazione quando Kara ha tirato fuori l'argomento e il fatto che vuoi chiamare il bambino Niall- mi spiegò bonario.
-Kendall però non lo sa, non sa che sono suoi- mormorai sentendomi in colpa.
-hai intenzione di diglielo?- mi chiese allora Alexander.
-no, non voglio che vedi svanire il suo sogno di diventare un fotografo come io ho visto svanire la mia carriera di modella dopo solo 6 mesi- dissi a mia discolpa.
-ti capisco, ma... beh suppongo di non essere il primo a dirtelo, ma dovresti dirglielo-
-non è il primo infatti- annuii mestamente.
Kendall e Kara ci raggiunsero e salimmo tutti in auto.
Io e Kendall dietro mentre Kara davanti al posto del passeggero con il padre che guidava.
Dopo 20 minuti di viaggio non eravamo ancora arrivati che Kendall nel frattempo si era addormentato appoggiandosi con la testa alle mie gambe.
Gli accarezzai i capelli e sorrisi al pensiero che i miei figli avrebbero avuto quella stessa espressione serena ogni qual volta si addormenteranno.
Con quel pensiero appoggiai una mano sulla mia pancia e sentii le mie creature muoversi dentro di me.
Sentirli mi commosse terribilmente facendomi anche piangere. Una lacrima cadde sulla tempia perfetta di Kendall e lui aprì gli occhi un po' assonnato.
Mi guardò e notò subito le mie lacrime, ma non sapendo che erano per la commozione e gioia credette fossero per tristezza.
-cos'hai? Non ti senti bene?- mormorò con la voce un po' impastata.
Scossi il capo con un lieve sorriso.
-si sono mossi- gli risposi un po' imbarazzata.
-d'avvero?- chiese incredulo.
Annuii non sapendo cos'altro avrei potuto dire o fare e lo osservai.
Avvicinò l'orecchio alla mia pancia accarezzandola con un tocco lieve delle dita, probabilmente per sentirli muovere.
Non successe più nulla ma lui rimase così per il resto del viaggio e si allontanò solo quando arrivammo alla casa dei suoi genitori che stava vicino ad una immensa spiaggia.




Ehi! ciao a tutti ed ecco l'undicesimo comandamento! Ops scusate in realtà è l'unicesimo capitolo ;D
Qui fra poco pochino è natale un capitoletto e babbo natale arriverà!!! peccato che in vece a ni machi ancora un mesetto :(
Ma non importa! e indovinate un pò il perchè? Vi dico solo che venerdì 4 Dicembre 2015 vi farò una sorpresa!
Chissà cosa sarà bho!
Ma passiamo alle cose serire ;D
come vi sembra che la storia stia procedendo? Ogni capitolo prima di pubblicarlo lo rileggo io e una delle mie due povere vicine di banco
che hanno fatto l'errore di dire "unika la storia sembra interessante, quando vuoi facci leggere qualche capitolo" e io puntualmente "C. leggi questo capitolo e mi dici come ti sembra così saprò se sono riuscita a renderlo come volevo" "G. leggi questo capitolo per dirmi se trovi degli errori"
si sono un approfittatrice e le torturo con le mie storie lo ammetto.
ma ora non vi assillo più lo giuro!
Un saluto, un abbraccio ed un bacio
By unika :3

 

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Capitolo 13
*** capitolo 12 ***


Capitolo 12
La sveglia iniziò a suonare da prima con una melodia calma successivamente la musica cambiò diventando più ritmica ed insistente.
Aprii gli occhi controvoglia e cercai a tastoni la sveglia vicino a me, ma non la trovai.
Mi alzai in piedi per cercarla e la vidi su una cassapanca sotto la finestra.
Scostai le coperte e con passi pesanti andai a spegnere la sveglia che avrei tanto voluto rompere talmente era insistente.
Scostai le tende candide e vidi il sole che illuminava la spiaggia e si rifletteva sul mare come piccoli cristalli.
Abbassai lo sguardo e vidi Kara e Kendall sotto un gazebo in costume da bagno a mangiare.
Vederlo a petto nudo mi fece venire una gran voglio di ripetere l'esperienza che ho avuto con lui la sera della festa, solo che magari da sobri sarebbe meglio.
Presi un vestito che avevo nella valigia e con le infradito ai piedi scesi al piano di sotto dove tutta la famiglia Reyes al completo stava facendo colazione nella loro ampia e candida cucina collegata al gazebo che avevo visto dalla camera.
-Alexia cara buon natale- mi accolse con un abbraccio la signora Reyes.
Ricambiai l'abbraccio contenta di aver accettato l'invito per il natale qui nella soleggiata Australia.
Per la prima volta dopo anni ero felice il giorno di natale.
Se prima che mia madre morisse mio padre tollerasse il giorno del 25 dicembre ora non lo sopporta proprio.
Sono ora mai 3 anni che il giorno di natale beve più del solito.
I miei pensieri vennero interrotti da altre due paia di braccia che si unirono al nostro abbraccio.
Kara e Kendall ci avevano raggiunti, ed entrambi avevano un cappello natalizio in testa.
-Auguri di buon Natale a tutti- ricambiai fra le risate di tutti.
-ho un regalo per voi- disse Kendall correndo su per le scale.
-in realtà con voi intende per te e i bambini- mi spiegò Kara con un sorriso.
Annuii emozionata ed andai a sedermi vicino al tavolo della cucina .
Iniziai a spiluccare una brioche alla crema e poco dopo arrivò Kendall con una piccola borsa beige in mano.
Me la porse e quando lessi "Tiffany" strabuzzai gli occhi e rimproverai subito Kendall dicendo che era di certo un'esagerazione.
Lui sminuì tutto con un sorriso incoraggiante incitandomi ad aprile il regalo.
Delicatamente sciolsi il fiocchetto e con me dita tremante aprii la scatolina molto delicatamente.
Al suo interno vi trovai una catenina con tre ciondoli uguali.
Erano tre piccole chiavi lunghe circa 2 cm, nella parte superiore in ognuna di esse vi era un cuoricino di qualche pietra preziosa, due rosa ed una azzurra. Con quelle rosa ai lati.
-oh mio Dio- mormorai incredula.
-le due chiavi in quarzo rosa sono per Elisabeth ed Asia, mentre l'acquamarina per Nial- mi spiegò con po' di emozione che tradiva la sua voce.
-sono bellissime- aggiunsi con le lacrime che mi offuscavano la vista.
Delicatamente appoggiai la scatolina sul tavolo vicino a me e mi gettai su Kendall per abbracciarlo.
Mi accolse fra le sue braccia con un caldo sorriso e mi parve quasi che fossero fatte apposta per accogliere il mio corpo.
-è il più bel natale di tutta la mia vita, anzi è praticamente il mio primo natele- sussurrai nascondendo il viso nel suo collo ed ispirando il suo profumo che tanto mi rassicurava.
Per me in realtà c'era ben poco dei regali, dato che molte cose erano per i bambini.
I signori Reyes mi regalarono delle tutine, Kara un buono spesa per un negozio di New York specializzato nei neonati e Kendall quella bellissima collana che rappresentava i miei tre piccoli amori.
Io gli regalai cose molto insignificanti come, un vestito a Kara, una polo ad Alexander, una cornice per le foto alla moglie e a Kendall due biglietti per la partita di Football della sua squadra del cuore.---
Dopo il pranzo abbondante mi godo il sole e il mare australiano.
Kendall è scomparso tra le onde con la sua tavola da surf in acrobazie spericolate che mi fanno temere che i miei figli saranno orfani di padre.
Ma per fortuna un padre ce l'anno ancora e sta giocando parecchio sporco dato che mi sta venendo incontro con il suo bel fisico gocciolante dell'acqua del mare.
Sarà il fatto anche che sono incinta e che dicono che a molte donne potrebbe venire voglio di fare più sesso proprio in gravidanza, e magari il fatto che aspetto addirittura tre bambini ingigantisce le cose, ma se non avessi con me anche una vagonata di buon senso il mio istinto di diciasettenne innamorata ed in astinenza mi direbbe di saltargli addosso e fare il sesso migliore della mia vita con lui proprio su questa spiaggia.
Ma appena mi resi conto del pensiero formulato seppi con certezza che la mia faccia ebbe assunto tonalità sgargianti di rosso.
-tutto bene Alexia? Sei tutta rossa in faccia- si preoccupò Kara porgendomi un po' d'acqua.
-...si si, stai tranquillo- balbettai spostando subito lo sguardo da un Kendall versione bagnino sexy della spiaggia, alla mia pancia che iniziava pericolosamente a mandare messaggi del tipo "pappette! Pannolini! Notti insonne! moltiplicato per tre solo per te in una fantastica offerta" pf... avrei fatto volentieri a meno dell'offerta.
Sentii Kara mettersi a ridere e la guardai incuriosita.
-stavi facendo pensieri sconci su mio fratello?- chiese cercando di non farsi sentire dal diretto interessato- ma cosa dici! Ma ti pare?!- mi aveva scoperto.
-non mentire Alexia- mi incalzò lei.
Alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia sul mio ventre.
-ti sbagli! Solo un pochino... oh  senti! Ne riparleremo quando anche tu sarai incinta di tre gemelli e ti ritroverai una visione del genere davanti, insomma sono una ragazza anche io no? Ragazza madre, ma ragazza. È tutta colpa degli ormoni della gravidanza amplificano qualsiasi cosa!- mi gettai in una spiegazione che non so neanche come io abbia potuto concepirla.
Kara scoppiò a ridere e alzò le mani in segno di resa.
-ok, ho capito ma non ti scaldare tanto-
-tu mi provochi- mormorai come una bimba di cinque anni.
-oh piccola non piangere stavo solo scherzando- mi scongiurò lei portandosi una mano al cuore e avvicinandosi a me per abbracciarmi.
-se mi porti una fetta della torta che ha fatto tua  madre potrei anche non offendermi- minimizzai fingendo di prestare attenzione alle mie unghie.
-subito! Ma non te ne approfittare- sorrise Kara entrando in casa.
-dov'e andata mia sorella?- mi chiese Kendall che nel frattempo ci aveva raggiunte.
-a prendergli una fetta di torta- risposi con un sorriso.
Ma i miei occhi caddero sui suoi addominali e bicipiti, Kendall non è il tipico ragazzo pallone gonfiato tutto palestra, ma il classico ragazzo che comunque ci tiene ad avere una buona muscolatura anche se non eccessiva.
Poi spostai lo sguardo sui suoi occhi e vederli che mi sorridevano, con le ciglia bagnate, i capelli attaccati alla fronte che gocciolavano ancora un po' l'acqua del mare mi fece avete un caldo improvviso.
-prenderla a chi?- mi un po' confuso.
Bevvi un sorso d'acqua per schiarirmi bene la mente e farla tornare lucida.
-come direbbe Queen "per i tre demonietti"- dissi scherzosamente.
Tamburellai un po' su una gamba e poi mi alzai in piedi.
-vado in casa o mi scotterò - lo salutai con una mano.
-ok, ci vediamo dopo- ricambiò lui.
Non appena entrai nella cucina della famiglia Reyes vi trovai Kara intenta a portare un piatto con delle fette di torta fra le mani e un sacchetto di patatine fra i denti.
Le tolsi le patatine dalla bocca e le appoggiai sul bancone evitando una catastrofe.
-quanta roba- dissi vedendo praticamente metà torta sul piatto che aveva in mano e prendendone una fetta.
-beh devi praticamente mangiare per quattro- si giustificò lei.
Strabuzzai gli occhi e sperai che non l'avesse detto veramente.
-non devo mangiare per quattro Kara, solo quanto mi sento e ogni volta che ho una voglia così poi mi verrà un sedere grande come la Casa Bianca- mormorai intenta a mordere la fetta di torta.
-se lo dici tu- disse un po' perplessa.
-lo dico io e ti dico anche un'altra cosa; tuo fratello dovrebbe girare con un bollino rosso appuntato sul petto perché potrebbe scandalizzare milioni di bambini-
-addirittura!- scoppiò a ridere lei.
-con un padre del genere questi tre pargoletti come minimo da grandi saranno dei modelli famosi oppure famosi pornostar- dissi certa accarezzandomi la pancia.
Kara scoppiò a ridere ancora più di prima e quasi non cadde a terra.
Io invece consapevole dell'assurdità della cosa risi con lei ma molto meno forte.




Ehi! sarò breve ma cosa dico brevisiima!
Perchè? ahahaha ecco la sorpresa oggi che è il mio diciottesimo compleanno ho deciso di fare un regalo a voi pubblicando due capidoli! tranquilli adesso arriva anche il cap. 13 ;)
un saluto, un abbraccio ed un bacio
by unika :3

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Capitolo 14
*** capitolo 13 ***


Capitolo 13
I vecchi amici di Kendall mi avevano studiato quel secondo di troppo che me li fece subito diventare antipatici.
Già appena lui aveva la porta di casa loro avevano fatto che piazzarsi sul divano come se fossero a casa propria, uno addirittura mi stava per schiacciate con il suo dolce peso di più di 85 kg.
E poi avevano subito iniziato a parlare forte come se ognuno si trovasse in una stanza diversa, così dopo le presentazioni a cui non diedi importanza mi ritirai nella stanza dove dormo la notte.
Kendall aveva provato a convincermi a restare ma gli dissi che sentivo un po' male alla caviglia e che preferivo coricarmi sul letto.
Dormii un po' e quando mi risveglia la nausea mi assalì e mi affrettai ad andare in bagno.
Mi sentivo peggio delle volte scorse, infatti vomitai anche di più attirando l'attenzione della signora Reyes che stava nella camera a fianco.
-mi ricordo che quando aspettavo Kendall e Niall avevo delle nausee spaventose- disse scostandomi i capelli dal viso.
Come facevo ogni volta che rimettevo mi appoggiai alla parete e ringraziai debolmente Julia, la madre di Kendall e Kara.
-mi chiedo quando queste nausee smetteranno, fra poco sarò al quarto mese e non le sopporto più- ammisi abbracciandomi l'addome.
-mi dispiace doverti dire che non c'è un mese preciso della gravidanza in cui smettono le nausee. Nella mia prima gravidanza, quella con Kara le ho avute si o no i primi due mesi, durante la seconda invece l'avevo sino al settimo mese- confessò dispiaciuta.
-sono la madre del padre di queste tre creature- mormorò appoggiando una mano sul mio ventre -non ti dico che in lui vedo amore per te perché così ti mentirei, ma quello che vedo in lui è molto meglio dato che lui non sa neanche che aspetti i suoi figli. Lui per adesso ti vede come una parte importante della sua vita, ti vuole stare vicino ed aiutarti proprio come tu lo hai aiutato in questi quattro anni che ha passato in America vicino al fratello, se prima rimaneva in America solo per Nial ora lo fa perché sente che aiutandoti riuscirà dove è convinto di aver fallito con suo fratello- mi spiegò con gli occhi lucidi.
-sono un po' come una missione- mormorai con un sorriso ad occhi bassi.
Julia si asciugò una lacrima e mi abbracciò.
Accolsi il suo abbraccio timidamente ma ne fui molto felice.
Scendemmo in cucina e Julia mi servì un succo di frutta alla pera.
-vuoi qualcosa da mangiare, c'è ancora del budino al cioccolato che ho fatto ieri- mi propose mettendomi sotto il naso la ciotola di budino sotto il naso.
Sta giocando sporco! Sono incinta e ho le voglie, ovvio che non dico di no ad un budino al cioccolato.
Mi massaggiai la pancia non molto convinta ma nonostante ciò accettai.
-li sto già viziando troppo con tutte queste cose dolci che mangio- borbottai mettendomi il cucchiaino in bocca.
-ma figurati se ne hai voglia non devi mica resistere poi sei tu che ci rimetti-
-ora nessuno direbbe mai che da Giunio ad ottobre ho fatto la modella, bensì che ho fatto parte dei calendari taglie forti- brontolai non riuscendo a resistere al budino e prendendo un'altra cucchiaiata abbondante.
-oh, ma non devi essere così negativa, sei meravigliosa e molte donne pagherebbero per essere così in forma per anche solo un mese di gravidanza-
Sorrisi grata a Julia e bevvi un altro sorso del succo.
-per curiosità, ma come sei arrivata ai nomi dei bambini?-  mi chiese lei unendosi con me mangiare il budino facendomi compagnia.
-io avevo fatto due liste con tutti i nomi maschili e femminili che preferivo, poi Kendall dopo aver curiosato un po' fra i miei fogli senza che io lo sapessi aveva cerchiato due nomi ciascuno che erano i suoi preferiti e a me piacevano molto- spiegai sentendomi un po' in imbarazzo.
Alla fine li avevamo scelti insieme i nomi, proprio come se lui fosse al corrente che i bambini sono suoi.
-sei una brava ragazza Alexia e spero proprio che mio figlio se ne renda conto prima che il tuo cuore appartenga ad un ragazzo più sveglio di lui e che ti chiederà subito di essere la sua ragazza-
Feci spallucce non sapendo in realtà cosa poter rispondere, quello che mi stava dicendo era bellissimo, mi stava augurando di riuscire a stare con Kendall proprio come coppia.
-Alexia, io e i ragazzi questa sera andiamo a berci qualcosa, tu vieni?-  mi chiese Kendall raggiungendoci in cucina con i ragazzi.
-Kendall! Alexia non può bere lo sai- lo rimproverò la madre.
-lo so mamma, ma ci sono anche le bevande analcoliche- si giustificò lui.
-no grazie, sono un po' stanca e ho un po' di mal di testa. Resterò a casa e mi farò una bella camomilla- dissi subito per evitare che fra madre e figlio potesse sbucare qualche battibecco sul mio stato interessante.
Uno degli amici di Kendall mi guardò da testa a piedi con un'occhiata un po' inquisitoria.
-tu sei Alexia Grace una delle modelle emergenti che lavora nel set di New York?- mi chiese il ragazzo.
-ero una delle modelle emergenti che lavorava dello studio di New York, però si sono io perché?- mi sembrava strano che sapesse il mio nome e cognome.
-mio cugino ci lavora e diceva che eri una delle migliori fra le emergenti perché hai smesso? Ci sono molte modelle che hanno posato e sfilato anche se incinte-
-beh... io sono stata licenziata prima di capire che il mio aumento di peso fosse dovuto alla gravidanza, per quello che mi ha licenziata mi stavo buttando dentro un vasetto di nutella fregandomene della mia carriera- spiegai mangiando un altro cucchiaio di budino.
-ora lo posso fare però, ho pure la gravidanza come motivo aggiuntivo- aggiunsi con un'alzata di spalle.





Ehi! rieccomi qua di nuovo nello stesso giorno poi! :D
Ve lo avevo detto! oggi è il mio compleanno e voglio farvi un regalo :)
la sorpresa che vi avevo promesso è quasta spero vi sia piaciuta e spero che anche io cpitoli vi siano piaciuti! ;)
vi ricordate che vi avevo detto che fra non molti capitoli sarrebbe successo qualcosa di un pò antipatico? ehehehe il capitolo è ormai alle porte
alla prossima settimana
un saluto, un abbraccio ed un bacio
by unika :3

 

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Capitolo 15
*** capitolo 14 ***


Capitolo 14
Sono 2:10 del mattino e io mi rigiro nel letto incapace di trovare una posizione comoda.
Mi metto sul fianco destro e non va bene, sul sinistro idem, a pancia in su non ne parliamo.
Mi siedo, mi corico, cammino un po' vado alla finestra, mi risiedo, corico e tutto si o a quando non mi deciso a scendere in cucina e farmi un po' d'acqua calda.
Indosso i pantaloncini da stare in casa e indosso una canottiera che però inizia a no coprirmi bene la pancia.
Infilo le infradito ai piedi e scendo facendo comunque piano per non svegliare qualcuno.
Arrivata in cucina metto l'acqua a bollire e tamburello sul piano in marmo con le dita.
Quando finalmente è pronta stando ben attenta a non scottarmi riempio il bicchiere quasi sino all'orlo.
Sento la porta finestra aprirsi e mi giro di scatto spaventata.
Per fortuna era solo Kendall, ma mi sembra diverso, già solo dal fatto che sia arrivato alle 2:10 passate del mattino.
In America quando andavamo alle feste lui era un po' il cenerentolo della situazione, a mezzanotte se ne andava per tornare a casa.
Ora invece è arrivato tardi e barcolla tutto.
Mi si strinse il cuore quando mi resi conto che era ubriaco, ma non quel tanto da essere ancora abbastanza lucido, proprio ubriaco da non sapere manco da che parte sei girato... come alla festa dove avevamo fatto sesso, ma forse anche di più.
-ehi, Alescia...- biascicò notandomi impalata a circa tre metri da lui.
Non era neanche riuscito a dire il mio nome corretto me l’aveva storpiato.
-bentornato- dissi preoccupata.
-non rompere il cazzo come una mammina che mi dici... bentornato tutta preoccupata quando non te frega una minchia- sputò quelle parole con fastidio e noia.
Perfetto ha la sbronza cattiva, quella sera mi era andata di lusso allora.
-a me si che importa, poi si dia il caso che sono una mamma- precisai cercando di non farlo arrabbiare ancora di più ma credo di aver sbagliato completamente parole.
Infatti mi rise in faccia.
-tu non sei una mamma sei una troia che si è fatta mettere incinta da uno sconosciuto qualsiasi!- mi accusò barcollando verso il lavandino.
Mi si gelò il sangue nelle vene perché nonostante avessi già sentito quelle parole uscire da mio padre sentirle dire da lui era mille volte peggio.
-ah e sai una cosa? Sei anche una bugiarda- non capii se stesse parlando a me o al rubinetto ma per buon senso era ovvio che si riferisse a me.
-non sono una bugiarda Kendall- mormorai intimorita.
-invece si!- mi sbraitò in faccia.
Indietreggiai con una mano al cuore e gli occhi sgranati dalla paura, quello non era il buono e dolce Kendall che conoscevo e che si era offerto di ospitarmi da lui.
-tu hai detto che non abbiamo mai fatto sesso insieme ma invece si! Io quella sera me la ricordo perfetta mente, perché si ero ubriaco ma non abbastanza da non ricordare- faceva lenti passi verso di me e io ne facevo altrettanti lontano da lui.
-io non me lo ricordo, so solo che quella sera ti ho baciato, ma lo so solo perché me lo ha raccontato Queen, di quella sera non ho alcun ricordo- balbettai.
In realtà con passare del tempo qualche tassello è tornato al suo posto e ora mi ricordo abbastanza da essere certa che quella sera io e Kendall l'avevamo fatto.
-io invece mi ricordo di averti sbattuta per bene e averti fatto venire gridando il mio nome- disse con un orribile sorriso misto sbronza e compiacimento al ricordo.
In effetti ricordo di aver gridato il suo nome mentre venivo e ora parlarne e pensarlo mi imbarazza moltissimo.
-e sei una bugiarda anche perché io quella notte non avevo usato il preservativo e ti ero venuto dentro perciò o subito dopo ti sei fatta sbattere da un altro o io sono il padre-
Non riconoscevo più la sua voce, era impastata, arrabbiata, infastidita e anche qualcos'altro.
-te l'ho detto non sei tu- dissi decisa.
-e allora sei solo una troia!- grido arrabbiato.
D'istinto alzai la testa convinta di aver sentito dei rumori dal piano di sopra.
Da prima non sentii nulla ma poi sentii dei passi muoversi.
-hai svegliato i tuoi- mormorai preoccupata.
-non me ne frega niente. Tu rimani una troia bugiarda- continuò senza abbassare il tono di voce.
-smettila Kendall non ti sto mentendo- lo pregai con lo sguardo.
In quel momento apparve la signora Julia dalle scale parecchio confusa.
-Kendall, sei ubriaco?- chiese preoccupata.
Lui la ignorò con stizza e mi fulminò con lo sguardo.
-si mi stai mentendo- continuò.
-ok, hai ragione... tu sei il padre dei bambini- dissi fra le lacrime.
-e perché non me lo hai detto subito!-
-perché io non voglio che tu debba rinunciare al tuo sogno di fotografo per loro! O che ti giostrassi come un pazzo fra lo studio al college e i bambini!- ora mai piangevo fiumi di lacrime.
Kendall perse completamente l'espressione accusatoria e cattiva sostituendole con una confusa e sorridente.
-ma è quello che dovrei fare, se sono anche i miei figli è giusto che io faccia la mia parte e che rinunci a qualcosa di mio per loro- disse avvicinandosi a me e appoggiando la mano sulla mia pancia di quasi quattro mesi.
-ma non è giusto- mormorai con gli occhi socchiusi mordendomi il labbro.
Kendall era completamente cambiato e io non sapevo cosa fare o dire.
Mi stava accarezzando la pancia delicatamente e sembrava quasi incantato.
-ragazzi meglio riprendere l'argomento domani mattina ora andate a dormire- ci consigliò Julia.
Kendall annuì senza dire nulla e se ne andò di sopra un po' barcollante.
Io ero rimasta immobile allibita da come fosse cambiato da un momento all'altro.
Continuavo a piangere e sconsolata mi sedetti su una sedia della cucina nella speranza di riuscire a calmarmi.
Julia invece mi si avvicinò evidentemente dispiaciuta.
-mi dispiace molto Alexia, erano anni che non si lasciava andare così quando beveva e non è mai stato un suo problema. Qui in Australia è successo due tre volte, poi mi ha detto che in America si era lasciato andare una sola volta dopo poco che erano arrivati-
-beh è successo anche il giorno che venne a mancare Nial alla festa, e oggi- mi dispiaceva doverlo confessare proprio a Julia, ma è sua madre e lo deve sapere.
-meglio andare a dormire ora, non fa bene ne a te che ai bambini fare le ore piccole- disse sforzandosi di fare un piccolo sorriso che però non nacque.
---
Quando mi risvegliai erano 10:00 Kendall si era svegliato da poco.
Tempo di scendere le scale ed arrivare in cucina che lo sentivo lamentarsi per il mal di testa.
-quei cretini mi hanno convinto ad ubriacarmi- mugugnò con la testa fra le mani.
- Kendall dovresti chiedere scusa ad Alexia per le cose orribili che le hai detto ieri sera- lo ammonì Julia severa.
-cosa le ho detto?  Non ricordo nulla- mormorò stringendo i capelli fra le mani.
Chiuse gli occhi per sforzarsi ma non sembrò riuscirci.
-non ricordo di averti offesa...-
-non importa Kendall, è meglio se tu non le ricordi- cercai di convincerlo nonostante mi sentissi un nodo alla gola.
Mi guardò preoccupato e incominciò a sfregarsi la nuca.
-non è vero che non importa, se ti ho detto delle cattiverie voglio sapere cosa di preciso- continuò.
-meglio di no Kendall- mi appoggiò Julia.
-ti prego- mi supplicò frustrato.
Mi sedetti su una sedia non lontano da lui e feci un respiro profondo.
-diciamo che, mi hai ripetuto un paio di volte ciò che mio padre mi disse prima che me ne andassi di casa- non volevo dire le parole esplicite.
Kendall ci ripensò su un po' e quando se ne rese conto sbiancò.
-no, io non te lo direi mai... non lo penso neanche cavolo! Sei la mia migliore amica, come una sorella- si fiondò subito in scuse e spiegazioni.
"sorella" questa semplice parola mi fece più male che gli insulti di ieri sera.
-lo so Kendall per questo non importa- cercai di tranquillizzarlo.
-come fa ad andare bene? Ti ho dato della troia come quel disgraziato di tuo padre! Cavolo Alexia io non lo penso affatto, ti giuro che non si ripeterà mai più una cosa così schifosa. Dio, perdonami ti prego- continuò con evidente rimorso negli occhi.
-Kendall, un po' di rispetto per suo padre- lo rimproverò di nuovo La signora Reyes.
-oh no Julia non si preoccupi, dare del disgraziato a mio padre è ancora un complimento. Tutte le sere picchiava mia madre prima che lei si togliesse la vita, poi negli ultimi anni 4 giorni su sette picchiava me- mormorai con le lacrime agli occhi.
Julia sconvolta si mise una mano sul cuore e scosse il capo come a cancellare le mie parole.
Kendall ora aveva le braccia tese e i pugni ben stretti che tremavano.
Mi avvicinai a lui asciugandomi una lacrima mi sedetti sulle sue gambe e gli presi il volto fra le mani.
-calmati, il passato resta passato ora preoccupati solo del tuo sogno di fotografo, e della tua fetta di torta- gli sorrisi.
-la torta?- chiese lui perplesso con un sorriso mesto.
-si, perché se non la mangi tu te la mangio io- dissi rubandone già un pezzetto e infilandomelo in bocca.
Il suo sorriso si allargò appena e mi porse la fetta.
-fai pure, oggi passerò la giornata a servirti e riverirti per farmi perdonare-
-allora devi assolutamente farti dare la ricetta da tua madre perché è buonissima e credo che nei prossimi sei mesi la sognerò la notte- ne approfittai iniziando a mangiare tutta la fetta.
-te la darò volentieri Alexia- mi rassicurò Julia con un sorriso.
Prese carta e penna e poco dopo mi porse la ricetta della formidabile torta allo yogurt e cioccolato.
---
Kendall non scherzava affatto quando aveva detto che oggi mi avrebbe servito e riverito per farsi perdonare.
Non mi permetteva di muovere un muscolo nonostante gli avessi detto di fare qualcos'altro.
Se avevo sete me lo andava a prendere lui, se avevo fame mi serviva lui se volevo guardare la tv l'accendeva e CAMBIAVA lui i canali.
Rendetevi conto non potevo neanche schiacciare un misero pulsantino.
Ero seduta sul divano e sfogliavo un libro, quando mi accorsi di dover andare in bagno.
Ero da sola finalmente e Kendall era con Kara a giocare a pallavolo in spiaggia.
Mi alzai in piedi lasciando il libro sul divano e mi incamminai verso il bagno.
-Alexia!-
Sobbalzai dallo spavento e mi girai.
Kendall si era avvicinato alla vetrata e mi stava scrutando preoccupato.
-dove stai andando?- mi chiese.
-in bagno- risposi un po' esausta.
-ok, per qualsiasi cosa chiamami- mi ricordò per la centesima volta.
-allora Kendall stammi bene a sentire, sono incinta non andicappata o una malata terminale. Non ho bisogno che tu faccia qualsiasi cosa per me, sii solo il mio migliore amico, te l'ho detto quello che hai detto ieri l'ho già dimenticato- dissi esasperata.
Fece per aprire bocca ma lo guardai storto allora tacque.
-e ti giuro che se non la smetti subito, quando torneremo in America te la farò pagare nel modo peggiore. Ovvero quando saranno nati i bambini saresti tu ad alzarti ogni notte a vedere cos'hanno se piangono, se non ho voglia di cambiargli un pannolino lo farai tu e se sarò così sfortunata da soffrire anche di depressione post partum avrai un pacchetto completo con una diciottenne depressa e tre bambini per casa che urlano per qualsiasi cosa- lo avvisai.
-credo che abbia capito Alexia, è addirittura impallidito- si congratulò Kara entrando in casa e dirigendosi verso la cucina.
-capito... vado in camera- disse Kendall un po' triste.
Finalmente potei andare in bagno e quando tornai mi sedetti vicino a Kara.
-glie le hai cantante, brava ragazza- disse dandomi una lieve pacca sulla spalla.
-credo però di aver esagerato- ammisi sentendomi un po' in colpa.
-no, sei incinta i tuoi ormoni sono molto sensibili e reagiscono per qualsiasi cosa in modo più energico. Lui ti stava rompendo le palle e tu ti sei espressa benissimo di smetterla, non ti sentire in colpa ti ha messo in cantiere ben tre palazzi mica uno solo è fortunato che tu non l'abbia insultato-
In effetti aveva ragione, non lo avevo neanche insultato... rimedierò presto me lo sento.




Ehi! Ciao a tutti ed ecco il capitolo 14 tutto per voi!
Forse con un pò troppo preavviso vi avevo annunciato questo capitolo dicendovi che sarebbe successo qualcosa di poco piacevole,
Excuse me!!! Comunque spero vi sia piaciuto, so che non è proprio il capitolo più bello al mondo dato che non sono cose molto carine quelle
che Kendall dice ad Alexia, ma l'alcol è cattivo consigliere e spesso può far soffrire gli altri. Non per niente sono fiera di essere astemia.
In realtà non ho scrittto questo capitolo come "messaggio" contro l'alcol, affatto, io non ci pensavo neanche.
Ora però mi sento in dovere comunque di consigliare tutti voi di non esagerare e restare nei limiti della ragione quando si decide di bere degli alcolici, poi è una vostra libera decisione se esagerare, moderarvi, o come nel mio caso eserene contro e rifiutarlo categoricamente.
Un saluto, un abbraccio ed un bacio
By unika :3

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Capitolo 16
*** capitolo 15 ***


Capitolo 15
Il primo giorno di lavoro del nuovo anno fu una vera sorpresa.
Edgar si era dato il buono proposito di non farmi finire più all'ospedale causa svenimenti, così senza farselo ripetere una sola volta  correva vicino ad uno scatolone che era da mettere in magazzino per assicurarsi che non lo portassi io.
Non voleva dare a vedere nulla ma io comunque apprezzavo.
-è  mezzogiorno e mezzo vuoi che ti prenda dal panificio qui vicini intanto che mi prendo qualcosa- gli chiesi intanto che mi stavo mettendo il cappotto.
-no grazie- borbottò distratto intanto che metteva dei libri negli scaffali.
Mi chinai a prendere la borsa e sentii uno stomaco brontolare, il mio non era e di ciò ne ero sicura.
Alzai la testa incuriosita e notando che per adesso nel negozio non c'era nessuno fu semplice capire che era stato Edgar.
-ok, allora vado e torno, ci metto cinque minuti, ciao- lo salutai ricevendo in cambio un semplice gesto del capo.
Per strada salutai una mia ex compagna di classe e via subito dentro alla panetteria.
L'odore di pizza, pane e focaccia mi fece aumentare il languorino che già avevo e fortunatamente non c'era prima di me così fui subito servita.
-cosa desidera?- mi chiese uno donna sulla cinquantina con un sorriso.
-salve, volevo quei due pezzi di focaccia, un pezzo di pizza e... con cosa sono quelle brioches?- ero in preda dalle voglie e la visione di quelle brioches mi fece impazzire completamente dalla fame.
In contemporanea i bambini iniziarono anche a scalciare, perciò non ero l'unica affamata.
-cioccolato, crema e marmellata di albicocche- me le indicò una ad una.
-allora prendo una brioche alla crema e una con la marmellata- aggiunsi con sorriso.
-certo-
Mise tutto in un sacchetto di carta e fece il calcolo del prezzo.
-sono 7, 50 $- disse mentre finiva di battere lo scontrino.
Pagai e me ne andai con il mio bottino di guerra, di una guerra tra me e le voglie che cercavano di possedermi.
---
-tieni- porsi uno dei due pezzi di focaccia a Edgar.
-ma io non volevo nulla- mi fece notaro.
-il tuo stomaco aveva detto altro poco prima che io uscissi- gli feci notare a mia volta mettendogli il pezzo di focaccia il mano.
-oh beh, anche il tuo stomaco ha parlato quando eri in panetteria. In quel sacchetto vedo anche un pezzo di pizza e ben due brioches- mi prese in giro.
Gli schiaffeggiai il braccio e gli feci la lingua.
-sono incinta non sfottere. E poi una brioche è per te, scegli tu quella che vuoi una è alla crema e l'altra alla marmellata di albicocche-
-sono allergico alla crema- mugugnò con la bocca piena.
-tranquillo sarò lieta di salvarti la vita mangiando io la brioches alla crema- scherzai.
La cosa che mi stupì di più era che Edgar ricambiò il sorriso.
Da li mi venne da pensare che forse abbiamo solo incominciato col piede sbagliato.
Cosa non fanno l'orgoglio e l'ego per difendersi.
---
-sei una balena!- esclamò Queen venendomi incontro all'uscita dal lavoro.
-ma grazie, simpatica come sempre mi dicono. Proprio una botta di autostima il tuo commento ti ringrazio di cuore-
Queen rise del mio commento e mi abbracciò.
-Pietro, al canto del gallo mi rinnegherai e verranno dei cacciatori di balene ad uccidermi-
-oh ma smettila stavo solo scherzando- si lamentò immusonendosi.
-ok piccola Queen- la presi in giro.
-oh, mamma posso andare a salutare un mio amichetto. Per favore mammina cara- fece gli occhioni dolci sporgendo anche il labbro inferiore fuori.
-vai prima che ti dia un calcio-
Mi fece la lingua di nuovi ed entrò dentro alla libreria.
Non so quando mi renderò conto pienamente di quello che mi sta accadendo.
Figuriamoci a sentirmi dire mamma da tre bambini.
Chissà se uno di loro per farmela pagare la prima cosa che diranno sarà proprio papà.
Mi sporsi a vedere dentro il negozio stufa di aspettare, ma quanto ci mette!
Perché non me ne sono stata buona ad aspettare? Maledetta impazienza.
Non appena avevo riconosciuto la folta chioma riccia di Queen vidi anche Edgar chino su di lei, non si poteva dire che si stessero baciando ben si che si stessero compiendo atti osceni in luogo pubblico.
Ma che! Edgar si stava divorando la mia amica, li avrei anche lasciati fare se 1 non fossero in un negozio con gente attorno e 2 Queen mi serve tutta non solo una parte.
-Edgar, non per disturbarvi ma io e Queen dobbiamo andare- dissi avvicinandomi un po' a loro per non dover urlare.
I due si scollarono di colpo e risi di gusto.
-tieni non stai bene col rossetto- ridacchiai porgendo ad Edgar un fazzoletto.
Senza dirmi nulla prese il fazzoletto e si pulì.
Presi sotto braccio Queen e la trascinai via a forza.
---
Ad un certo punto il mio cellulare prese a squillare insistemente.
Ero nel bel mezzo di una di una scelta molto importante, LE TUTINE PER I BAMBINI.
Lo ignorai ma iniziò a squillare di nuovo.
-pronto?- ma chi cavolo era così insistente.
-ciao Alexia!-
Non appena riconobbi la voce allontanai il telefono dall'orecchio e controllai il numero e inorridii non appena lo riconobbi.
-Lucas ma che... piacere- borbottai spostando la mia attenzione dalla conversazione di nuovo sulle tutine.
-oh saputo della tua lieta notizia-
Che falso.
-che lieta notizia, sai ne ho tante- mi finsi ingenua.
-ma della tua gravidanza ovvio!- disse euforico.
Quanto lo odio, quanto lo odio!
L'ho già detto che lo odio?
Prima mi licenzia e ora viene a fare il simpaticone congratulandosi con me.
-ho diciassette anni e sono incinta di tre gemelli, nemmeno la mia migliore che adora i bambini ha fatto i salti di gioia quando glie l'ho detto- gli feci notare stizzita.
-Alexia guarda che bello che è questo orsacchiotto!- mi chiamò Queen.
Mi voltai a vedere questo bellissimo orsacchiotto e mi ritrovai addosso un orso di peluche più grande di un bambino di 10 anni.
-mio Dio cos'è sto coso!- sobbalzai spaventata.
-è un orsacchiotto- disse sorridente.
-ah... non te lo compro Queen e scusa ma sono al telefono con Lucas- le feci notare indicando all'orecchio occupato.
Annuì poi con le labbra mimò “il figlio fi puttana che ti ha licenziata?”
Adoro questa ragazza ha subito capito di che stessi parlando.
Le feci l'ok con le dita poi torni al disgraziato numero due.
-si, si comunque volevo proporti di essere la protagonista per un set fotografico-  passò al dunque.
-mi hai licenziata perché avevo tre chili di troppo e ora vuoi che posi per un set fotografico? Ora che sono al quarto mese di gravidanza?- chiesi scettica.
-certo! Guarda è un set fotografico contro il fumo, e non c’è cosa migliore di prendere una futura mamma che dice di no al fumo. Sei al quarto mese che importa si deve vedere la tua pancia, mostrare che non avveleneresti mai e poi mai i tuoi figli-
 ne era talmente convinto che non si rendeva conto della stupidaggine appena detta.
La mia pancia non è un oggetto!
-sabato alle 9:00 allo studio di sempre e... sono un totale di 15mila dollari come paga- disse prima di riagganciare.
-che stronzo- borbottai cacciando il telefono nella borsa in malo modo.
-che succede?-i chiese Queen notando la mia espressione contratta.
-da per scontato che io accetti, che ne dici di questa tutina?- le chiesi mostrandole una tutina rosa con un orsacchiotto ricamato sopra.
Queen la prese in mano e me la appoggiò sulla pancia.
Il quel momento i tre demonietti iniziarono a scalciare come matti.
Mi accarezzai il ventre e si calmarono presto.
-ogni tanto si mettono a scalciare come matti, se già adesso non si sopportano non voglio sapere come si comporteranno a 4 o 5 anni quando vorranno lo stesso giocattolo- mormorai continuando ad accarezzarmi la pancia.
Quando facevano così era diventava un'abitudine, era una specie di contatto che avevo con loro e mi sembrava come se comunicassimo.
-è molto carina e starà benissimo ad Elisabeth- approvò Queen mettendo il mio primo acquisto per i bambini nel cestino.
-bene, prendiamo ancora qualche tutina e poi passiamo a biberon e cose varie, per culle o passeggini aspetto ancora un po' guardo solo i prezzi- dissi prendendo in mano già un'altra tutina.
Queen correva tra gli scaffali e mi faceva vedere ogni sorta di tutina  le piacesse, a vedere i giocattoli si intenerì completamente e mi diceva che lei avrebbe regalato il primo giocattolino ai bambini.
Mi fece vedere un tiralatte e riluttante le diedi ragione sul fatto che ne avevo bisogno, non potevo mica allattarli tutti e tre al seno, così per lo meno mi sarei potuta far aiutare a dagrli da mangiare nei primi mesi se avevano fame contemporaneamente.
I biberon, Queen me li mostrò tutti, alla fine optai per tre tutti uguali ad eccezione dei disegni sopra che avevano tre colori diversi.
Quando passammo alle culle non so perché mi feci convincere da Queen ad andare vedere quelle per i gemelli. Costavano una fucilata così mi diressi subito da quelle singole che mi fecero tirare un sospiro di sollievo. Ce ne erano di molto carine e con un prezzo abbordabile così me le segnai subito come possibili acquisti.
Le carrozzine a quelle dovetti convenire che se ne prendevo una trigemellare era l'unica soluzione essendo anche il mio caso.
Avrei dovuto risparmiare molto e probabilmente accettare di fare quel set fotografico così avrei potuto coprire buona parte delle spese sulle cose basilari e per poter risparmiare di più per l'appartamento.





Ehi! Ciao a tutti e decco capitolo quindici!
Chiedo scusa per non aver aggiorno ne il sabato che la dometica, ero in allarme regali di natale e mi mancavano anche le idee, purtroppo ho un fratello troppo complicato e di solito ad ogni natale è a lui che faccio più fatica a trovare un regalo. Incolpate lui non me.
Ma allora! vi è piaciuto il capitolo? spero prorpio di si :)
Ci vedremo col prossimo capitolo dopo natale perciò

 
Buon Natale a Tutti!!!
Un saluto, un abbraccio ed un bacio
By unika :3

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Capitolo 17
*** capitolo 16 ***


Capitolo 16
-è una bella notizia Alexia!- esclamò sorridente Kendall intanto che stavo cucinando la cena.
-si, hai ragione-
Io in realtà non ne ero molto entusiasta, ma era un'opportunità da non ignorare.
-un set fotografico, wow chi l'avrebbe mai detto che Lucas sarebbe tornato indietro e capisse il suo errore- si stupì iniziando a fare il giocoliere con delle arance.
-beh si... sarà all'insegna di tutti coloro che sono contro il fumo come messaggio- gli spiegai cercando di convincermi da sola che stavo facendo la cosa giusta.
-beh allora non è così stupido se appena saputo che eri incinta ti ha voluto per il set fotografico- commentò lui facendo centro nel portafrutta per tre volte consecutive.
-lui vuole che la mia pancia si veda- disi mimando il tono di voce che aveva usato Lucas e con una mano creando un cerchio immaginario che la circondava.
-se mi fa posare nuda lo ammazzo!- esclamai infastidita.
-magari creeranno un'atmosfera tropicale dove tu dovrai stare in costume, con un vestito aderente boh non saprei- ipotizzò Kendall avvicinandosi a curiosare nella pentola.
-che buon profumino- commentò.
Sorrisi e continuai a rimescolare la carne tritata con il sugo di pomodoro per evitare che si bruciasse.
-però non sembri molto felice-
Ecco l'ha notato, inizio a pensare che sono veramente un libro aperto ogni tanto.
-non mi va che la mia pancia venga pensata come un oggetto pubblicitario, già non dovrei essere incinta alla mia età ma dato che lo sono voglio prendermi cura di loro. Non centrano nulla con quello che mi è successo in passato, la colpa è solo mia-
-e del padre- aggiunse Kendall con un po' di risentimento.
Fosse stato per lui picchierebbe chi mi ha messa incinta perché non si sta prendendo le sue responsabilità, ma il fatto è che lui non si può picchiare da solo perché in realtà già mi sta aiutando molto.
-credevo che quell'argomento fosse chiuso- mormorai intanto che passavo alla pasta.
-per te lo è certo, ma per me è una grande idiozia il fatto che a te non importi-
Stavamo iniziando ad alzare i toni e non andava bene.
-ti prego, un'altra volta- lo supplicai.
Neanche lo guardavo più in faccia, continuavo a guardare la pasta e il sugo che cuocevano.
-ogni volta è un'altra volta Alexia!- esclamò alzandosi di scatto dal tavolo.
-perché becchi sempre il momento sbagliato per parlarne!- esclamai al limite della sopportazione.
-il fatto è che per te non è mai il momento, chi è il padre? E perché ti rifiuti di dirglielo? Sei così certa  che ti riderebbe in faccia se gli chiedessi aiuto!- sbatte un pugno sul tavolo.
-al contrario! Lui mi aiuterebbe eccome, ma se non glie lo dirò mai è perché non voglio che anche lui si veda passare davanti i propri sogni e non poterlo realizzare perché a diciott'anni si è ritrovato tre bambini d'accudire! Io invece avrò sempre la strada sbarrata, non ho neanche più mia madre su cui poter contare e fare affidamento, dovrò sempre assicurarmi che tutti e tre stiano bene che vadano bene a scuola e che  i loro vestiti siano sempre belli puliti e stirati, non potrò mai trovare un lavoro che mi permetterà un futuro come si deve dato che non potrò frequentare nessuna università!- mi tremavano le mani e le lacrime mi scendevano copiose a bagnarmi il viso.
Kendall perse la sua voglia di discutere e assunse un'espressione mortificata.
-Alexia mi dispiace, non volevo farti arrabbiare e piangere così-
-che vuoi che sia avevo solo bisogno di sfogarmi un po'...- borbottai non molto convinta asciugandomi delle lacrime.
-non si direbbe che sei appena al quarto mese- sorrise.
Mi guardai la pancia e vi poggiai una mano sopra appena sotto il seno.
-lo so, sembro al quinto... tu pensa quando sarò all'ottavo quasi nono, sembrerò una balena in piena regola-
Ora c'era la calma e ne sono molto felice, discutere, soprattutto con Kendall non mi piace.
Quando iniziammo a mangiare non proferimmo parola, ci limitammo a svuotare il piatto, sparecchiare e poi io mi ritirai in camera mia a leggere alcuni appunti scolastici.
Anche se seguivo i corsi online stavo andando bene a scuola ed ero addirittura un po' migliorata.
Prendevo tutte B e B+ e qualche A.
---
Sento un dolore al basso ventre e vi poggio una mano come a placarlo.
Mi alzo di scatto a sedere sul letto emettendo un piccolo gridolino spaventata.
Mi guardo attorno ma è tutto buio e non riesco a vedere nulla.
-Alexia dormi o svegli i bambini- mormorò una voce calda non molto distante da me.
Iniziai a respirare a fatica e con respiri affannosi cercando di scorgere qualcosa attorno a me.
Ma che bambini?
Una luce fioca illuminò appena la stanza e quando mi resi conto dove fossi sussultai.
-amore non stai bene-
Mi voltai e vidi Kendall scostare le coperte per avvicinare a me.
Mi accarezzò in pancione di otto mesi e me lo massaggiò.
Cosa? La mia pancia... Cosa mi sta succedendo!
Si avvicinò ancora di più a me e mi baciò una guancia.
-tutto bene amore?- mi chiese di nuovo.
Amore?
Scossi il capo leggermente e Kendall subito si allarmò.
-ti si sono rotte le acque per caso?-
Scossi di nuovo il capo.
-ho sentito un rumore...- mormorai.
In realtà non era vero ma le parole erano uscite da sole.
Feci per alzarmi ma venni bloccata da Kendall che mi fece rimanere seduta.
Si alzò lui al mio posto e usci dalla stanza.
Mi guardai di nuovo intorno e notai un grande specchio a figura intera.
Mi alzai in piedi facendo piano e  andai a specchiarmi.
Ero sempre io, ma la mia pancia era esageratamente da ottavo mese.
La studiai attentamente e la accarezzai con delicatezza.
In quello stesso momento tornò Kendall che solo ora mi resi conto essere in boxer.
Mi venne vicino e mi circondò con le braccia in un abbraccio molto intimo.
-non c'e nessuno e i bambini dormono come angioletti- mormorò baciandomi la spalla.
Mi girai per poterlo guardare in faccia e uno strano impulso mi spinse a baciarlo.
Le nostre labbra da prima si sfiorarono con dolcezza successivamente iniziarono ad assaporarsi l'un l'altra.
-a cosa devo tanta passione così presto?- mi chiese mordicchiandomi il labbro inferiore.
- mi hai offerto una vista mattutina che mi ha fatto venire una certa voglia...- ansimai sentendo le sue dita scorrere leggere sul mio ventre per poi avvicinarsi al mio intimo.
-amore sicura? Sei quasi al nono mese...- non lo feci finire che lo spinsi contro il letto.
-sta zitto e scopami- ansimai sedendomi sulle sue gambe.
Lo sentii ridacchiare e protendersi verso di me baciandomi di nuovo con passione.
-gli ormoni sono esaltati... li accontenterò più che volentieri- ansimò scendendo a baciarmi i seni prosperosi per la gravidanza.
In un attimo fummo senza la biancheria e io sempre sopra di lui stavo per calarmi sulla sua erezione di tutto rispetto.
-mamma!- disse una voce assonnata che sembrava venire da molto lontano.
Mi fermai sorpresa ma Kendall mi prese per i fianchi e mi calò giù completamente riportandomi al nostro momento.
-mamma- sentii di nuovo.
Io e Kendall stavamo continuando a muoverci in sincronia nonostante fossi io a muovermi sopra di lui, Kendall mi stava aiutando molto venendomi incontro ad ogni spinta.
-mamma- questa volta la voce era vicina, molto vicina.
Alzai lo sguardo un secondo e vidi tre bambini di circa tre anni fermi dalla porta.
Mi stavano fissando con i loro grandi occhi azzurri e sembravano confusi.
 Rimasi di sasso sentii che sarei anche potuta sprofondare dalla vergogna.
 
Mi alzo di scatto dal letto col fiatone.
Accendo immediatamente la luce e sono di nuovo in camera mia.
Nessuno che dice ne "amore" che "mamma" solo silenzio.
La sveglia segna le 7:00 ma essendo inverno fuori è ancora buio.
Abbasso lo sguardo sul mio ventre  e per fortuna è ancora come ieri sera.
Non riesco a capacitarmi di aver fatto un sogno simile e nemmeno a capirne il senso.
Devo per forza aver mangiato qualcosa che mi abbia fatto male.
Ma avevo mangiato solo la pasta con sugo un po' di insalata e una mela.
-oh povera me...-
Mi coricai di nuovo nella speranza di poter riposare ancora un po', d'improvviso ogni posizione mi sembrava scomoda.
Alla fine vi rinunciai e mi alzai a fare colazione con i cereali.
Con una coperta mi coprii tutta per stare al calduccio e bella comoda sul divano.
Accesi la Tv e appoggiai la ciotola di cereali in equilibrio sul mio pancione.
Sgranocchiavo qualcosa e mi guardavo un film in tutta tranquillità, sino a quando non ci fu un flash che mi fece sobbalzare.
-ma che?- esclamai con una mano sul cuore.
-sei venuta bene- mi disse Kendall che dal corridoio si riguardava la foto che mi aveva appena fatto a tradimento.
-no dai cancellala farò sicuramente schifo!- mi lamentai.
-non è vero è molto bella e stai benissimo- mi corresse.
Non mi piaceva quando faceva le foto di nascosto, venivo sempre male. Se per lo meno io lo avessi saputo avrei potuto fare un sorriso.
Non sapevo neanche cosa ci volesse fare con tutte queste mie foto del periodo della mia gravidanza, era un segreto che non voleva svelarmi.






Ehi! Ciao a tutti ed ecco il capitolo 16!
Scusatemi sono più in ritardo del solito, chiedo venia. ieri volevo pubblicare ma poi mi sono persa e non lhò più fatto.
Sono lo so, ma non so proprio cosa mi stia succedendo in questo periodo, la fantasia è pari a zero, la voglia di studiare per la scuola non ne parliamo 
e sono proprio giù di corda... e meno male che sono le vacanze di natale figuriamoci fra sei mesi quando sarò in pieno esame di stato!!!
Prometto di darmi una svegliata e non deludere voi con la mia storia e giustamente la mia famiglia.
Uh... ma che deprimente che sono... uf! Spero vi sia piaciuto il capitolo, e lo sò un sogno un pò bizzarro quello di Alexia che poverina non ci capiva nulla.

Come avete visto Kendall non riesce molto ad avercerla con Alexia, nonostante non sia giusto tutto questo mistero sul padre dei bambini.
Alla prossima :)
Un saluto, un abbraccio d un bacio
By unika :3

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Capitolo 18
*** capitolo 17 ***


Capitolo 17
-Alexia! Ma che bella che sei- esclamò Lucas con un sorriso da coglione.
Mi prese una mano e mi fece fare una giravolta per guardarmi bene.
-grazie Lucas...-
-sono contento che tu abbia accettato, faremo un ottimo lavoro-
Mi dava fastidio averlo vicino, dopo che mi ha licenziato in quel modo.
Ecco Lucas è un ottimo esempio di 40 anni sprecati.
-spiegami bene il progetto- dissi iniziando a togliermi la giacca dal caldo.
-certo, tu intanto accomodati pure li che i truccatori inizieranno a metterti la base- disse indicandomi una postazione trucco.
Mi sedetti sulla sedia e mi sorpresi fosse così comoda, a vederla non lo avrei mai detto.
Subito un truccatore armato di spugnetta e fondotinta si presentò vicino a Lucas ed iniziò a lavorare sul mio viso
-molto bene, il lavoro che ti sto proponendo è offerto dalla sanità che vuole inviare un chiaro messaggio contro il fumo- incominciò con tono concentrato.
-ci saranno piccoli cortometraggi da cui saranno tratte le foto-
Ma di cosa stava parlando?
Per telefono mi aveva raccontato cose un po' diverse e nessun cortometraggio.
-tu mi avevi parlato solo di un set fotografico- gli feci notare.
-oggi c’è un set fotografico ed imbastiremo il cortometraggio, vogliono anche un piccolo spot pubblicitario  da mandare in tv e noi abbiamo pensato a diversi momenti di vita di molte persone, tu ad esempio saresti la futura madre che toglie la sigaretta di bocca al compagno per il bene del nascituro. Una ragazzina di 15 anni di nome Maryclare sarà la giovane ragazza che convince l'amica a smettere di fumare per il bene della proprio salute. Whitney che ha 26 anni invece sarà la ragazza che resasi conto del proprio errore e del pericolo che sta correndo grazie all'aiuto di amici e parenti, in questo caso tu ed Maryclare, deciderà di smettere- mi spiegò molto velocemente trafficando con il proprio iPhone.
Non era una brutta idea e sono sicura che non è affatto farina del suo sacco.
-ok- dissi intanto che il ragazzo era passato a truccarmi gli occhi.
-le ragazze sono qui e anche loro stanno finendo di prepararsi, presto le conoscerai e poi si faranno le foto per le locandine che verranno sparse in giro e per i giornali eccetera eccetera- blaterò.
-Camilla! Vieni a fare i capelli ad Alexia, è di nuovo con noi- esclamò ad una corvina poco distante da noi.
La ragazza si girò e mi sorrise calorosamente.
-arrivo subito prendo solo il ferro per i boccoli la lacca e le forcine- disse sparendo dietro una porta per tornare subito indietro con le mani occupate da tutto l'occorrente.
-bene ti ho spiegato tutto, appena hanno finito con trucco e parrucco vai nel tuo vecchio camerino che ci sono alcuni abiti che devi provare, nulla che tu debba far passare dalla testa sta tranquilla, ora vado da Maryclare- se ne andò finalmente via.
Tirai un respiro di sollievo e mi abbandonai completamente alle mani di Camille che sembrava stesse maneggiando della seta al posto dei miei capelli e il truccatore che mi stava trasformando in una delle tante me che lavorano come modella. Ad ogni trucco ed abbigliamento io equivalevo ad una persona diversa esternamente ma sempre me stessa dentro.
Quando finirono li ringraziai andai a cambiarmi.
Erano aviti molto semplici ma optai per una camicia maniche corte azzurra ed il colletto bianco con delle salopette in jeans e semplici converse azzurre.
Il trucco era spettacolare, una semplice riga di eyeliner un po' di blush sulle guance a rendere il viso più roseo.
I capelli invece erano morbidi boccoli con una treccia all'attaccatura dei capelli.
Studiai attentamente il mio corpo riflesso bello specchio e per la prima volta dopo tanti mesi mi vedevo come una qualsiasi donna che aspettava il suo primo figlio che sprizzava gioia e non come una ragazza di diciassette anni che cerca di affrontare al meglio una gravidanza trigemellare non voluta.
Bussarono alla porta ed una ragazza poco più piccola di me coi capelli castano chiaro raccolti in una coda morbida si sporse dentro al camerino.
-tu sei Alexia vero?- mi chiese un po' timida.
-si, di cosa hai bisogno?- le chiesi amia volta rivolgendole un sorriso rassicuratorio.
-posso parlare un secondo?- mi chiese aprendo un po' fi più la porta.
-certo, vieni pure- la invitai facendole segno di sedersi pure sulla sedia vicino a dove ero in piedi.
La ragazzina si chiuse la porta dietro se camminò con piccoli passi sino alla sedia.
-volvevo chiederti, beh... com'è stato per te aver incominciato a lavorare qui? Cioè com'è giostrarsi fra sfilate, set fotografici, scuola, fidanzato e ora addirittura una gravidanza-i chiese evidentemente preoccupata.
-beh... in realtà non ho un ragazzo, la mia gravidanza è un po' complicata, ma all'inizio non posso negare che far coincidere scuola e passerella era un po' complicato, non volevo trascurare nessuno dei due perciò studiavo la notte tardi e a scuola ero uno zombie, poi le volte che non dovevo venire qui mi sono messa a dormire nel pomeriggio per recuperare le ore di sonno perse. Ma poi ho trovato un equilibrio e sono tornata a dormire la notte-
-e in questi mesi come hai fatto con la gravidanza, cioè in teoria non dovresti affaticarti, e a volte non è un po' faticoso qui?-
Sembrava me quando chiedevo a mia mamma com'era fare la modella prima che mio padre le tarpasse le ali e l'obbligò a rinunciarvi.
Passavamo intere giornate a giocare alla sfilata di nascosto da lui e a parlarne.
-in realtà mi hanno appena appena ripresa, Lucas mi aveva licenziata perché stavo iniziando ad "ingrassare"- mimai tra le virgolette.
-come ingrassare?- mi chiese stupita.
-beh si, non ho scoperto subito di essere incinta, ma bensì quando ero già al secondo mese perciò stavo già iniziando a prendere peso cambiare un po' ma non sapendolo lui mi licenziò convinto che avessi mandato a quel paese la mia dieta- le spiegai.
-oh... non è stato molto carino da parte sua- commentò contrariata.
-ci puoi giurare, ma dimmi come ti chiami?- le chiesi.
Stavamo parlando da circa dieci minuti e ancora non sapevo il suo nome.
-oh, scusa. Io sono Maryclare e saremo insieme per questo set/spot contro il fumo-  si presentò porgendomi la mano.
Glie la strinsi lieta e pensai che saremmo potute andare molto d'accordo.
In quel stesso momento bussarono alla porta.
-avanti- dissi avvicinandomi alla porta.
Da essa vi entrò una donna sulla quarantina con i capelli corti castani, non tanto alta.
-oh eccoti Maryclare ti stavo cercando, e tu devi essere Alexia...-
Come a lei morirono le ultime parole in gola io sentii come se mi stesse cadendo il mondo addosso.
-oh mio Dio Alexia ma sei proprio tu!- esclamò mettendosi una mano sul cuore esterrefatta.
-zia Clare!- esclamai gettandomi ad abbracciarla.
Quanto tempo che non la vedevo... Dio ben 6 anni!
-ma come sei cresciuta! O mio Dio piccola non sarà mica tuo questo pancione, hai solo diciassette anni- mormorò con la voce incrinata dall'emozione.
-sono incinta zia, e sono tre gemelli- mormorai cercando di non piangere.
-tre! Oh piccola ma come... com'è possibile? Almeno il padre si sta prendendo le sue responsabilità sin da adesso?- era così preoccupata.
-non glie l'ho detto che i bambini sono suoi, ma mi sta aiutando lo stesso- la rassicurai.
Clare scosse il capo non molto convinta e mi accarezzò il con la mano tremante.
-assomigli così tanto ad Elisabeth, se solo fosse ancora qui con noi sono sicura che sarebbe orgogliosa di te-
-lo spero proprio- mormorai con la voce tremante.
-mamma...- disse Maryclare che sino a quel momento era rimasta seduta impalata a vedere la scenetta.
-oh, tesoro. Ti ricordi della zia Elisabeth siamo andate a trovarla qualche volta insieme- le chiese un po' impacciata.
-si- fu la sua flebile risposta.
-beh, Alexia è sua figlia. Vi eravate già viste voi due, ma molto raramente perciò e normale se non vi siete riconosciute-
-siamo cugine- mormorammo all'unisono un po' spaesate.
---
-tua zia! Hai una zia???- si stupì Kendall rischiando di tagliarsi una guancia con il rasoio.
-si, sarebbe la sorella di mia madre- gli spiegai andando a sedermi sul bordo della vasca da bagno.
-e hai anche una cugina...- continuò in po' confuso.
-si, ha 15 anni e si chiama Maryclare- confermai annuendo.
-e tu le hai invitate a cena qui domani sera-
Forse prima avrei dovuto chiedergli il permesso.
-m... si. Scusa! Erano anni che non vedevo mia zia e mi è venuto spontaneo invitarle a cena-
-no no, non c'è problema volevo solo capire bene tutto- mi rassicurò iniziando a sciacquarsi il viso.
-davvero?- mi stupii.
-si- affermò.
Sorrisi e andai ad abbracciarlo.
-grazie- e gli stampai un bacio sulla guancia.
Kendall ricambiò l'abbraccio e come se fosse un gesto normale fra di noi mi accarezzò il pancione.
-figurati- mi sorrise.
Un brivido mi percorse lungo tutta la schiena e sobbalzai per la sorpresa.
Kendall mi guardò confuso e io finsi un altro sobbalzo.
-il singhiozzo, mi è venuto il singhiozzo- balbettai affrettandomi ad andare in cucina.
Iniziai a sentire come piccolissimi movimenti diversi dai calci che mi davano i bambini provenire dalla mia pancia.
-ora lo avete voi il singhiozzo, che grandi attori che siete- sorrisi intanto che mi versavo dell'acqua in un bicchiere.
Bevvi lentante e i piccoli singhiozzi dei tre piccolini cessarono.
-il rimedio è bere sette sorsi di acqua bambini, ricordatevelo-
Mormorai intanto che mi andavo a sedere su una sedia.
Ora mai sentirli muovere o scalciare è all'ordine del giorno e devo dire che è piacevole sentire che ci sono, non mi fanno mai sentire sola.






Ehi! ciao a tutti ed eccoil capitolo 17!
Buon 2016 a tutti voi!!! spero che questo nuovo anno sia incominciato  bene per tutti voi :)
Fra poco rincomincerà la scuola, che brutta notizia io mi trovo così bene a dormire sino a tardi e non dovere sedere vicino ad un banco.
Spero che almeno voi abbiate più volgia di studiare, e che questo capitolo vi sia piaciuto.
Qualche buona notizia per Alexia finalmenteè che ha ritrovato dopo tanto tempo sua zia e che ha una cugina!
Visto che questa volta sono in orario ;)
unsaluto, un abbraccio ed un bacio
by unika :3

 

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Capitolo 19
*** capitolo 18 ***


Capitolo 18
-cos'è questo casino?-
Mi voltai imbronciata verso Kendall che appena arrivato nella mia stanza  aveva subito notato il piccolo disordine che avevo fatto.
-niente- mormorai.
Presi in mano una maglia dall'armadio la squadrai per bene e poi la lanciai all'indietro non soddisfatta.
-si può sapere cosa stai facendo?- mi chiese con un sopracciglio alzato.
-non mi sta nulla!!!- esclamai sedendomi di scatto sul letto.
Incrociai le braccia sul petto e sbuffai.
-come fanno a non starti? Sono tutte cose che hai comprato nel reparto maternità la settimana scorsa- si stupì.
-sono ingrassata ancora!- esclamai battendo i pugni sul materasso.
-sarebbe grave il contrario- mi fece notare.
-ma mi sono troppo stretti sui fianchi!-
-Alexia sei incinta, non puoi pretendere di riuscire a navigare dentro ad un vestito-
-mi stai dicendo che sono grassa!-
Mi girai di scatto offesa.
-no! Dico solo che sei già al quarto mese ed è naturale che gli stesssi abiti non ti vestano più allo stesso modo-
-invece si! Ed è tutta colpa tua!- esclamai tornando a cercare qual cosa nell'armadio.
Niente tutte cose troppo strette! Tutte cose che non mi entreranno mai più, perché sicuramente dopo il parto come molte donne mi lascerò andare.
-come colpa mia, io che centro?- chiese tra il preoccupato e il confuso.
Perché sei tu che mi hai messa incinta, vorrei dirgli.
-perché... perché tu mi hai detto che devo ascoltare le mie voglie e mangiare se voglio qualcosa. Io ti ho ascoltato e ora sono una balena!- mi inventai scoppiando in lacrime.
Presi un altra maglia e glie la lanciai contro.
Si scansò velocemente e mi guardò con un misto di divertimento e sorpresa.
-io non te lo mai detto, questo l'ha detto mia madre a Natale- si difese iniziando a raccattare alcune maglie e ad appoggiarle sul letto in un mucchio unico.
-è come se lo avessi detto tu, tua madre è praticamente la tua versione femminile- mormorai imbronciata.
Kendall sghignazzo sotto i baffi e di mise davanti al mio armadio sistemando alcune cose.
-hai ragione, sono l'unico capio espiatorio- disse ridendo.
Lo fulminai con lo sguardo gli schiaffeggiai un braccio.
-maleducato- mugugnai.
-la mammina si è offesa- si finse pentito.
-non fare lo stronzo- mi lamentai.
-la mammina offende anche- disse avvicinandosi con un sorriso beffardo protendendo le mani verso di me.
Iniziò a farmi il solletico e io presa alla sprovvista urlai.
-ahhh! No no... no! Il solleticahhhh- non riuscii neanche a formulare una frase di senso compiuto che Kendall non mi dava pace.
-la mammina ora non è più tanto sfrontata e risponde male ne- mi prese in giro.
Provai a divincolarmi ma era inutile, la sua presa era ben salda e le sue mani mi continuavano a far ridere senza sosta.
-ahhh ti prego, ti prego noooo- urlai non sopportando più quella tortura.
-chiedimi scusa- mi ricattò.
Scossi il capo troppo orgogliosa anche per una sciocchezza simile.
-ah si e...- mi sfidò.
-ahhhh no noooo! Scusa scusa Kendal- ansimai non facendocela più.
Kendall si fermò di colpo e si coricò al mio fianco spalla contro spalla.
Lo guardai e mi resi conto che anche lui mi stava guardando.
Ma i suoi occhi non lasciavano più trapelare il divertimento di pochi secondi fa.
Ma bensì qualcosa di molto più profondo, misterioso e riservato.
Sembrava mi stesse studiando e mi persi a mia volta nei suoi occhi color del ciel sereno.
Anche se impercettibile notai le sue pupille spostarsi leggermente in basso.
Stava guardando le mie labbra e deglutii a fatica non sapendo cosa fare.
Mi venne spontaneo fissare le sue e mai come adesso desiderai che quelle labbra perfette si poggiassero sulle mie.
Anche se in realtà era un desiderio che da anni mi logorava da dentro e ora mai ho abbandonato, l'unica volta che l'ho baciato ero ubriaca perciò non ne ho il minimo ricordo, se non le famose parole di Queen.

"eri seduta vicino a me e ti eri appena bevuta uno shot di vodka, quando arriva Kendall barcollante e si è messo a trafficare con le bibite. Ti sei alzata senza dire nulla e lo hai raggiunto. Lo hai fatto voltare e poi assalito baciandolo come se ti fossi voluta far scopare sul bancone e poco ci mancava. Poco dopo vi siete staccati, vi siete detti qualcosa e poi sei tornata a sederti con un sorriso da ebete. Tempo di due risate ed un altro shot che avevo provato a toglierti dalle mani e te ne sei andata dicendo che dovevi andare in bagno. Ma in bagno ci vogliono cinque minuti non circa due ore abbondanti. Ti sono venuta a cercare e quando finalmente ti ho ritrovata stavi uscendo da una stanza sistemandoti alla cazzo il vestito e i capelli. Mi hai guardato come se non fosse successo nulla e hai detto -uno scambio di favori- minimizzando tutto. Poi quando ti stavo per portare via dalla festa ho visto Kendall uscire da quella stessa stanza e ho capito fin troppo bene che non era un semplice scambio di favori..... uno scambio di favori non può durare due ore e comportare una gravidanza di ben tre bambini, una scopata versione long si uno scambio di favori no"

Mi aveva detto con parole molto esplicite e facile da capire.
Kendall avvicinò al mio viso il suo e fummo a pochissimi centimetri di distanza.
Mi accarezzò una mano e con l'altra mi prese in viso avvicinandolo al suo per baciarmi.
Rimasi spiazzata da quel gesto e mi irrigidii.
Dopo poco sentendo le sue morbide labbra al contatto con le mie mi sentii pervadere da un senso di calore il tutto il corpo e mi rilassai.
Il campanello di casa suonò e sia io che Kendall ci separammo per lo spavento.
Ci guardammo per un periodo che mi sembro infinito negli occhi e mi parve di scorgere un po' di rammarico per il momento interrotto.
Suonarono di nuovo al campanello e Kendall allora si alzò in piedi e uscì dalla camera.
-mettiti la maglietta azzurra stretta sotto il seno ti mette in risalto il fisico- mi disse gentilmente soffermandosi sulla porta e rivolgendomi un sorriso molto dolce, che mi fece venire le farfalle allo stomaco.
Guardai la maglietta azzurra che avevo barbaramente lanciato in un angolo della stanza e la presi fra le mani.
Ringraziai mentalmente Dio per il fatto che la maglietta è fatta di un materiale che non fa pieghe e mi cambiai in fretta.
-Alexia si sta cambiando adesso arriva-
Sentire la voce di Kendall calda, cordiale e familiare mi sciolse il cuore facendomi venire i sensi di colpa.
È il padre e ha diritto di sapere.
Ma ha anche il diritto di affrontare il percorso per il suo sogno senza che ci sia io con un'improvvisa gravidanza non programmata a complicargli il tragitto già arduo di per se.
Ecco alla fine arrivo sempre alla stessa conclusione, ma allora perché non riesco a smettere di rimuginare su una cosa che ora mai anche io sono stufa di sentire dentro la mia testa.
-Alexia, vieni sono arrivate tua zia e tua cugina-
Mi girai sorpresa e vedendo Kendall dalla porta mi mancò il fiato, il cuore iniziò a battere fortissimo e come se non bastasse anche i bambini iniziarono a volersi far sentire attirando la mia attenzione usando la mia pancia come un tamburo.
-arrivo- sussurrai piano.
Kendall se ne andò e io rimasi di nuovo sola con la stanza in disordine.
-ma cosa mi fa il vostro papà....?- sussurrai ancora più piano accarezzandomi il ventre.
---
-tutto bene Alexia?-
Quella domanda mi riportò alla cena a cui non partecipato molto.
Mi voltai verso Kendall che mi stava scrutando preoccupato e gli feci un sorriso tirato.
-si, solo un po' di mal di testa- mentii portandomi una mano alla tempia.
Avevo salutato mia zia e Maryclare un po' assente ma comunque contenta di avere qualcuno della mia famiglia che ancora mi stava vicino.
All'inizio avevamo conversato sul lavoro che io e Maryclare condividiamo, alle nostre impressioni su la nostra collega Whitney e su alcune cose che lei voleva approfondire.
Poi mia zia mi fece la domanda che non avrei mai voluto sentirmi dire.
"e tuo padre?" Mi aveva chiesto preoccupata.
So benissimo che era a conoscenza della violenza che faceva alla sorella, più volte l'avevo sentita pregarla di denunciarlo, ma mia madre si era sempre rifiutata.
Subiva e non voleva denunciare.
Ma io ero stufa di dover subire ciò che per mia madre era la quotidianità, non potevo permettere che presto o tardi anche i miei figli avrebbero rischiato di entrare in quel mondo di dolore.
"a casa sua, credo” gli avevo risposto spostando lo sguardo altrove.
"come credi? Non vivi con lui" si era stupita Maryclare alla mia risposta.
"Kendall è circa due mesi che mi ospita qui, da quando me ne sono andata non ho più saputo nulla di lui"
Per fortuna era intervenuto Kendall dicendo che la cena era pronta così il discorso non venne più a galla e mangiammo in tranquillità.
Mangiammo in tranquillità sino a quando il pensiero di quel bacio non tornò a lottare contro il senso di rimorso.
-anche io soffrivo di mal di testa durante la gravidanza, ma sta tranquilla che passerà presto- mi consolò zia Clare con un sorriso dolce.
Le sorrisi grata e mi congedai un secondo dalla tavola per andare in bagno.
Non appena mi chiusi la porta  dietro le spalle  e mi sciacquai il viso con un po' d'acqua. Mi guardai riflessa bello specchio e sorrisi.
Se mi aveva baciata voleva dire che qualcosa lo ha spinto a farlo e che probabilmente non era poi una semplice amicizia la nostra... ma a cosa sto a pensare!
Mi sto solo auto illudendo, sono proprio disperata.
-forza Alexia ancora pochi mesi e poi non sarai più un disturbo per il povero Kendall- mi dissi battendomi le mani sulle guance.
-Alexia- era Kendall.
Apro la porta ed esco.
-eccomi- dissi con un sorriso.
-scusa se ti faccio sempre preoccupare-
-non mi fai sempre preoccupare- negò mentendo spudoratamente.
-bugiardo, hai già il naso più lungo e le gambe corte- gli feci notare con una linguaccia.
-a cosa pensavi a cena?- cambiò completamente argomento.
-a niente, solo al mal di testa che non mi vuole dare tregua- mormorai un po' a disagio sentendomi scoperta.
-ti conosco- mi rammendò.
-ci mancherebbe altro, altrimenti non avrebbe senso il fatto che mi ospiti qui a casa tua sino a poco dopo il parto- gli feci notare decidendo di tornare al tavolo dove stavano mia zia e Maryclare.
-arriva il dolce- sentenziai iniziando a togliere i piatti vuoti del secondo.
-hai cucinato molto Alexia sarai sicuramente stanca- si congratulò  zia Clare.
-ma figurati zia, poi mi ha aiutato Kendall. Gli insegno piatti diversi dal panino, piatti surgelati e pizze sino a quando mi fermo qui. Non appena mi trasferirò non potrò cucinargli pasti decenti- le sorrisi divertita.
-i miei panini sono ottimi, e li mangi anche tu- si difese Kendall.
-si, ma sono monotoni e non molto sostanziosi. Poi sono incinta lo dice anche tua madre che devo mangiare cose salutari e sostanziose per me e i bambini- dissi prendendo in giro i suoi panini sapendo che lui ne andava orgoglioso.
-la vaschetta di gelato alla vaniglia è sparita, eppure mia madre non ha menzionato il gelato-
Stronzo!
-tu avrai la tua bella tartaruga sotto a quella felpa, io la tartaruga l'ho momentaneamente rovesciata, perché ci sono tre... tre tartarughini che pretendono il gelato alla vaniglia- mi difesi dandogli le spalle.
-permalosa- si mise a ridere.
Mi voltai verso di lui e lo puntai con un cucchiaio.
-molto peggio, in piena tempesta ormonale per ancora cinque mesi-
Alzò le mani in segno di resa e mi porse i piattini con le fette di torta già pronte.
-molto convincente- furono le sue uniche parole accompagnate da un sorriso.





      
Ehi! ciao a tutti ed ecco il capitolo 18!!!
Come vedete ho anche dato un volto a: Alexander (papà Kendall), Julia (mamma Kendall), Clare (zia Alexia), Edgar, 
Kara (sorella Kendall), Maryclare (cugin Alexia) e Whitney! ve li immaginavate come me li sono immaginata io?
E il capitolo vi è piaciuto? Spero proprio di si ;)
Al prossimo capitolo!!!
Un saluto,un abbraccio ed un bacio
By unika:3  

 

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Capitolo 20
*** capitolo 19 ***


Capitolo 19
-sono, 24 $ signora- dissi mentre impacchettavo il libro.
La signora mi diede i soldi che contai rapidamente constatando che erano giusti e le porsi il pacchetto regalo dentro ad una borsa con lo scontrino.
-grazie e buona giornata-
-arrivederci- le sorrisi.
Finalmente l'ultima signora della fila era stata servita e io potei sedermi e bere un sorso d'acqua.
Devo dire che il lavoro andava molto bene e anche il set per il progetto contro il fumo.
La settimana prossima dovrò girare il mio piccolo cortometraggio e poi dovremmo aver terminato.
Whitney però mi ha chiesto di sfilare ad una sua linea personale di abiti da sposa che avrà fra tre mesi a New York.
Non è una grande stilista ma mi ha raccontato che il suo sogno è sempre stato quello di aprire una boutique di abiti da sposa con anche una propria linea.
L'idea mi è subito piaciuta molto e senza pensarci neanche le ho detto di si.
In più a quanto pare conosce Kara e mi ha già detto che la inviterà alla sfilata.
Queen appena ha avuto la notizia mi ha pregato di venire con me al set per vedere come andava il mio lavoro, anche se il vero motivo era che lei voleva conoscere Whitney e scambiarci due parole nella speranza che proponga anche a lei di sfilare.
All'inizio Whitney non accennò a nulla in sua presenza ma poi mi chiese se a Queen avrebbe potuto interessarle e le assicurai che non cerano problemi.
Ora devo solo dare a Queen la notizia.
Dovrebbe arrivare a momenti ma se non si spiccia io non le dirò un bel niente.
-scusa  il ritardo-
Alzo lo sguardo e vedo arrivare Queen col fiatone.
Si appoggia al bancone e le porgo lamia bottiglietta d'acqua.
-idratati maratoneta- sorrisi.
-non scherzare, la macchina non partiva e tra il bus dove sono scesa una fermata dopo e la gente che mi spintonava sono tutto un acciacco- mi spiegò bevendo un grande sorso di acqua.
-come l'auto non partiva! E io come ci torno a casa? Avevi detto che mi avresti accompagnato tu dopo il giro di shopping- esclamai preoccupata.
-non ti preoccupare, io sto benissimo grazie... e mi dispiace ma almeno sono qui- rispose un po' acida.
-scusami Queen- esclamai pentita di aver ignorato i suoi sforzi per arrivare a prendermi in tempo.
-ho una bella notizia però- aggiunsi in fretta per farmi perdonare.
-Edgar mi sta aspettando nello sgabuzzino per fare sesso?- chiese un po' speranzosa.
Quelle parole mi turbarono non poco e scossi subito la testa.
-allora non è una bella notizia- disse bevendo un altro sorso di acqua.
-peccato allora dovrò dire a Whitney che non sei interessata a fare ad modella nella sua sfilata di abiti da sposa-
Queen si drizzò subito sull'attenti e mi guardò con gli occhi sgranati.
-Edgar può anche starsene nello stanzino ad aspettare, ma dici veramente?- mi chiese con un sorriso da orecchio a orecchio.
-si, Whitney mi ha chiesto se potrebbe interessarti-
-certo! Le hai detto di si vero- mi chiese estasiata.
-le ho detto che molto probabilmente avresti accettato ma che comunque te lo avrei chiesto-
Queen si sporse oltre il bancone e mi abbracciò attirandomi a se.
-sei la migliore! Ma quanto ti voglio bene da 1 a 10-
-non credo tu me ne voglia molto dato che mi stai stritolando con il tuo abbraccio e vorrei farti notare che sarebbe un quadruplice omicidio sommando anche i gemelli-
-scusa, ma su andiamo! Il tuo orario di lavoro è già finito e io voglio viziare i miei nipotini- esclamò facendomi fare il giro del bancone e spingendomi verso la parto che diceva "riservato al personale"
---
Queen mi stava caricando di tutine e io dopo che lei me le lanciava addosso le riponevo tutte al loro posto.
-sono così belle queste tutine! Non vedo l'ora di avere un bambino anche io- sospirò sognante la pazza.
-prima diplomati, laureati, trova un lavoro e poi ti metti d'accordo con il tuo compagno sul fare un bambino. Perciò fra circa sette od otto anni sarò io a riempirti di tutine dalla testa ai piedi-
Come volevasi dimostrare Queen non aveva ascoltato una mia sola parola.
Prese una tutina e con un sorriso 32 denti si voltò a guardarmi.
-ma ti immagini un piccolo o una piccola me!-
-aiuto, corriamo ai ripari!- esclamai fingendo un tono allarmato.
Queen mi guardò trucemente e sbuffò.
-hai riposto tutte le tutine che ti avevo passato, come faccio a viziare i miei nipotini se mi tarpi le ali in questo modo???- melodrammizzò tutto.
-perché poi farai passare me per la madre degenerata che non compra mai niente loro- le feci notare strappandole di mano l'ennesima tutina, che però mi conquistò e allora la tenni.
Era proprio adorabile, aveva lo stile dei giubbotti che indossano i giocatori di football e per il mio unico maschietto questo ed altro!
-guarda che ti ho visto- mi disse Queen orgogliosa.
- ti sbagli-
-finalmente hai graziato una delle tante tutine che ti ho mostrato- si fece subito raggiante.
-ti sbagli, dovresti smetterla con quel tè deteinato a te fa uno strano effetto -
Andarle contro è una soddisfazione troppo grande per poterla ignorare e questa è un occasione che non mi posso far scappare.
-buggiardaaa!!!-esclamò col suo tipico modo di mettere lettere doppie a destra e manca.
-non volevo farti preoccupare, però è un po' che ti vedo più pallida del solito-
Ora mai la presa in giro era in atto e toccare il pallore fi Queen è una cosa che mi diverte moltissimo.
-cosa!-
Aprì la propria borsa strattonando la cerniera e tirò fuori il suo specchietto a forma di zampina.
-e hai anche delle brutte occhiaie... non va bene Queen, no no no- dissi con una voce che ricorda molto quella delle ochette che si credono le più belle del mondo, con anche tanto di dito indice che faceva segno di disapprovazione.
-non scherzare domani ho un appuntamento con Edgar- si agitò iniziando a torturarsi un ricciolo bruno.
Improvvisamente Queen si bloccò e mi fissò con un sorriso colpevole.
Questa volta fui io ad avere un sorriso che partiva da orecchio ad orecchio e le presi le mani racchiudendole fra le mie.
-ma allora è una cosa seria! Non solo questione di sesso fra voi due- mormorai al settimo cielo.
-l’ultima volta che ci siamo visti a casa sua mi ha confessato che vorrebbe uscire con me e provar ad avere una relazione seria- mi confesso con gli occhi che le sfavillavano.
-devo ricredermi allora, non è poi l’idiota che pensavo fosse-
Le strappai una risata e la trascinai alla cassa per pagare quell’unica tutina che avevo benedetto.
-sono le 17:10 adesso, abbiamo ancora un’ora e la voglio sfruttare al meglio pe aiutarti a preparare al tuo appuntamento! Allora dove andrete?-
-appuntamento a sorpresa, mi passerà a prendere alle 16:30- mi informò.
-adoro le sorprese- esclamai non appena varcammo la porta del primo negozio.



Ehi! ciao a tutti ed eccoco qui il capitolo 19!!!
Un pò di shopping per il gemelli ed un pò per la divertente Queen che sotto sotto aveva sperato sin da subito che Edgar le proponesse un appuntamento serio.
W IL CERVELLO DI EDGAR CHE HA PRESO A FUNZIONARE ED IL SUO CUORICINO CHE SEMBRA BATTERE PER QUEEN!!!
Chi non ama lo shopping? domanda stupida datoche io per prima non ne faccio molto però per tenere alto il mio onore di RAGAZZA posso sempre rimediare, sopratutto che ora ci sono i saldi ;)
Alla prossima settimana :)
Un abbraccio, un saluto ed un bacio
By unika:3

 

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Capitolo 21
*** capitolo 20 ***


Capitolo 20
-sembri nervosa- mi fece notare Whitney intanto che stavamo aspettando che anche Maryclare finisse d girare la sua parte di video.
-devo andare a fare un’ecografia e me ne ero scordata, ero d’accordo con la mia amica Queen di vederci ma devo annullare- le spiegai cominciando a rosicchiarmi le unghie.
-ehi, ehi! Non ti mangiucchiare le unghie o l'estetista di ucciderà, poi sei incinta e il letto unghiale e più debole e si sfalda più facilmente- mi ammonì Whitney.
-uf... ok, hai ragione- mugugnai sconfortata.
-scusa ma non puoi farti accompagnare dalla tua amica? Così non devi disdire con lei-
-hai di nuovo ragione, adesso la chiamo e glie lo propongo-
Presi subito il telefono fra le mani composi il suo numero.
---
-che bello vedrò i miei nipotini- batté le mani tutta contenta quella pazza della mia migliore amica.
Mi coprii il viso con una mano per non vedere la perplessità e il divertimento delle altre future mamme.
-è solo un ecografia Queen, calmati un po'- la pregai.
-ma finalmente vedrò i tre demonietti-
-sarà come l'immagine della scorsa ecografia, solo le macchie che li rappresentano saranno un po' po' più grandi- insistetti.
-non affronti nel giusto modo la tua gravidanza Alexia, sono più emozionata io di te- si immusonì.
-forse perché io ho tanta paura- dissi buttando fuori l'aria come a liberarmi da un peso.
Era ciò che sentivo dentro di me e nonostante ogni giorno vivessi come se non fossi incinta cercando di fare cose normali, solo... stando più attenta.
Anche Kendall se ne era accorto di come cercassi di affrontare tutto questo e con piccole cose mi aiuta.
-hai ragione, se fossi io nella tua situazione probabilmente sarei spaventata anche più di te- ammise.
-cambiamo argomento, tu mi devi ancora dire com'è andato l'appuntamento con Edgar. È una settimana che siete usciti insieme e ti sei rifiutata di parlarmene per messaggio- le feci notare.
Queen si illuminò di nuovo e si sedette nella sua posizione da: "non ti immagini neanche" schiena dritta, mani intrecciate e sorriso furbetto.
Un marchio di fabbrica in pratica.
-mi ha portata a pattinare sul ghiaccio, mamma mia quante sederate e ginocchiate che gli ho fatto dare! Ogni volta che stavo per cadere mi aggrappavo a un suo braccio o alla spalla e lui perdeva l'equilibrio. Poi dato che eravamo tutti infreddoliti siamo andati a berci una cioccolata calda in quel bar che hanno aperto vicino al negozio di giocattoli, era buonissima te li giuro! Uno di questi giorni ti ci devo portare ad assaggiarla, ah! Poi prima di riaccompagnarmi a casa..-
-ti ha anche accompagnata casa, wow un bell'appuntamento- ammisi.
-si è stato dolce-
Ok forse posso smettere di crederlo un idiota.
-beh, prima abbiamo testato gli armmortizzatori della sua nuova macchina- disse piano.
Testato?... Oh no! È un super idiota.
-tu mi stai dicendo che al vostro primo appuntamento avete fatto sesso in macchina!- bisbigliai a denti stretti incredula.
-e allora?-
-il primo appuntamento deve essere dolce romantico e il vostro per un po' lo è stato, non subito sesso-
-parlò quella che ad una festa si baciò e scopò il proprio migliore amico- di quelle parole se ne pentì subito.
Non voleva essere cattiva ma lei sa molto bene quanto mi faccia sentir male ricordare quel avvenimento.
-Grace Alexia- mi chiamò la dottoressa Mitchell.
Vidi Queen  guardarmi  con sguardo un po' assente.
Le diedi un pacca amichevole sulla spalla e l'esortai ad alzarsi insieme a me.
-se non ti alzi non vedi l'ecografia -
Sa quanto odio che ci sia qualcosa che non vada fra di noi così mi sorrise riconoscente e mi seguì nello studio.
---
Quando la Mitchell mi versò il gel sulla pancia inorridii.
Se non fosse che è l'unico modo per scoprire come stanno i bambini ne farei volentieri a meno.
Le cose gelatinose no mi sono mai piaciute, sono così viscide e fastidiose.
Passò la sonda sul gel e apparvero le mie tre piccole macchie.
-questi sono i gemelli-
Spiegò più a Queen che a me dato che io sapevo già riconoscerli.
-loro sono le femminucce e lui è il maschietto- indicò sul monitor.
-come stanno? Tutto a posto?- non seppi resistere.
-si, sono tutti e tre in ottima forma direi. Tu invece come ti senti, problemi?-
-nessuno, per adesso solo tanta voglia di cose dolci e salate-
-tutto normale, perfetto allora lo prossima volta che ci vedremo sarà per fare un ultimo controllo due settimane prima che tu entri nel nono mese così vedremo bene come stanno i bambini e vedere bene quando dovrebbero nascere-
-ok-
---
Alla fine presi un pullman per tornare a casa e mi sentivo un completo disastro.
Per fortuna che non avevo dato retta a Queen quando stavamo guardando i negozi che vendevano articoli per neonati e sono rimasta fuori dal negozio.
Se le avessi dato retta ora avrei un centinaio di pacchetti fra le mani.
Inserii la chiave nella toppa e aprii la porta.
Me la chiusi dietro le spalle e mi ci appoggiai sfinita.
-Alexia sei tu?- domandò Kendall dalla cucina.
-si sono io!- risposi iniziando a togliermi la giacca.
All'improvviso tutte le luci si spensero e io sobbalzai gridando.
Odio il buio, e lo temerò per sempre.
Mi ricorda le volte che dormivo nel letto con mia madre e mio padre irrompeva nella stanza ubriaco prendendola per i capelli e insultandola, poi se non si era sfogato abbastanza con mia madre stuprandola iniziava a tirarmi gli schiaffi dicendo che ero una puttana come mia madre.
Il respiro mi si affannò e le gambe iniziarono a tremarmi.
-Kendall- piagnucolai tastando con le mani sul muro in cerca dell'interruttore.
Vidi una flebile fiammella avvicinarsi e sicuramente sono sbiancata più di prima.
-Alexia, sono qui-
Nel tenue bagliore prodotto da quella candela riconobbi i suoi lineamenti e mi fiondai su di lui.
Kendall mi strinse forte con il braccio libero ed iniziò ad accarezzarmi delicatamente la schiena.
-va tutto bene, ci sono qua io- mi sussurrò all'orecchio.
Riuscii a calmarmi appena un po' e respirai a fondo il suo profumo.
-non te ne andare ti prego- mormorai ancora con la voce tremante e gli occhi bagnati dalle lacrime.





Ehi! ciao a tutti ed ecco il capitolo 20!!!
Chi lavrebbe mai detto che sarei arrivata a ben venti capitoli, io per prima ne dubitavo pensavo già che al quindicesimo avrei avuto la classica crisi in un cui non riesco a scrivere nulla, più comunemente chiamato come "blocco dello scrittore"... quanto lo odio!!!
Bhe in realtà sono un pò bloccata nei capitoli più avanti ma ogni tanto cerco di scrivere due tre righe e ci riesco, spero solo di riattivarmi prima di arrivare al fatidico capitolo X così non vi farò attendere troppo.
Un abbraccio, un saluto ed un bacio
By unika :3

 

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Capitolo 22
*** capitolo 21 ***


Capitolo 21
Erano le 10:30 quando mi svegliai e mi ritrovai nel letto accoccolata al petto di Kendall con lui che mi stringeva a se.
Pian piano mi ricordai quello che fosse successo la sera prima.
Dopo tutto quel casino Kendall aveva preso una torcia e me l'aveva passata, poi era andato dal quadro elettrico a riattaccare la luce.
Dopo dato che ancora ero agitata si era coricato vicino a me nel letto e mi rassicurava che era tutto finito.
Mi libero dalle sue braccia e esco dalla camera.
Mi faccio una doccia e ancora in accappatoio vado in cucina per fare colazione
Quando arrivai in sala notai il tavolo del pranzo era apparecchiato per due.
La tovaglia bianca con ricami color panna, i bicchieri a calice, della pasta già nei piatti e dei fiori.
Cos'aveva in mente per ieri sera Kendall.
E se avesse avuto in programma di cenare con una ragazza? Gli ho rovinato i piani...
Sfioro con delicatezza il tavolo e mi sento terribilmente in colpa.
Domani andrò a cercare degli appartamenti da affittare che non costino troppo così non gli sarò più di impiccio, potrò trasferirmi in un trilocale, iniziare a preparare la cameretta per i bambini e di nuovo a risparmiare più soldi possibili per assicurarmi che avrò il denaro necessario per farli crescere e chissà magari riuscirò a mandarli anche al college.
-Alexia-
Mi giro sorpresa e mi ritrovo Kendall a pochi passi da me.
-ciao Kendall, scusa per ieri ti ho rovinato i piani- dissi subito per farmi perdonare.
-non...-
-per colpa mia hai dovuto annullare la cena mi disdice - stavo iniziando a parlare a macchinetta.
Kendall muoveva le mani come a dire no e avrebbe anche parlato se non avessi rincominciato io.
-ora vado a cambiarmi, che mi vedo con mia zia Clare-
Con uno slalom rapido raggirai prima Kendall e poi il divani.
Mi chiusi in camera a chiave e spostai lo sguardo sui molteplici pacchetti e scatoline che contengono le cose che ho comprato sino ad ora per i bambini.
Tiro fuori la mia valigia e inizio a svuotare l'armadio mettendo le cose che non uso in questo periodo dentro al suo interno.
La ripongo dove si trovava prima così Kendall non si accorgerà che ho già iniziato a preparare la mia partenza.
Essendo ancora in accappatoio lo slaccio e lascio che ricada sul pavimento scoprendo il mio corpo.
Indosso la biancheria intima e indosso i collant dato che ho deciso di mettere un vestito corto oggi.
È molto semplice e ha una vaschetta nera sottile che mi passa sotto il seno.
Essendo color crema mette ancor di più in risalto la rotondità del mio pancione di ora mai cinque mesi quasi sei.
Ai piedi metto degli stivaletti neri e un po' di fretta esco di casa con la borsa in mano e la giacca indossata a metà.
---
-tesoro ma ne sei sicura?- domandò mia zia corrucciata.
Alla fine ho deciso di andare a vedere l'appartamento oggi stesso e di farmi accompagnare da mia zia Clare.
-si, non potrò mica vivere sempre li anche dopo il parto-
Gironzolavamo dentro ad un trilocale niente male.
Il bagno era di medie dimensioni e vi era una vasca da bagno di quelle dove ci si può sederee che hanno uno sportello per chiederla.
La cucina era piccola ma accogliente con un angolo cottura e un tavolo rettangolare posto accanto alla parente con un totale di quattro posti liberi.
Poi cerano le due camerette molto carine, una un po' più grande che sarebbe stata perfetta per i bambini.
Era anche a buon prezzo 450$ al mesi di affitto con luce, gas e acqua già compreso. Si trova al secondo piano e ha pure l'ascensore.
-non lo trovo mai più un appartamento così che chiede così poco d'affitto- le feci notare.
Era già. Il quarto appartamento ed era quello giusto.
-lo prendo- mi rivolsi all'uomo che avevo chiamato per farci vedere l'appartamento.
L'uomo mi sorrise e mi fece firmare i documenti.
Non appena mi porse le chiavi mi sentii al settimo cielo.
-queste sono le chiavi dell'appartamento, e luce, gas e acqua si attiveranno a partire dalla prossima settimana. Nel frattempo potrà già iniziare a portare qui le sue cose- mi avvisò.
-ok, la ringrazio molto, arrivederci- gli strinsi la mano.
Non appena se ne andò abbracciai mia zia estasiata.
-da oggi è casa mia! Mia e dei bambini- esclami contenta.
Zia Clare mi strinse a se e mi diede dolci colpetti sulla schiena.
-sono felice per te Alexia, sono felice per te- sussurrò.






Ehi! ciao a tutti ed ecco il capitolo ventuno!
Vi chiedo scusa se sono tornata a pubblicare in ritardo ma tra sabato che non avevo tempo e ieri che sono stata malissimo ho dovuto rmandare a questa sera.
Non mi dilungo perchè devo andare a dormire e ancora farmi doccia e capelli... spero di non fare troppo tardi la prossima volta.
Spero soprattutto che il capitolo vi sia piaciuto :)
Un abbarccio, un saluto ed un bacio

by unika :3

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Capitolo 23
*** capitolo 22 ***


Capitolo 22
-come te ne vai!- esclamò Kendall rimanendo a bocca aperta.
Si fermò davanti alla porta della mia camera e fisso le mie valige inorridito.
-tre giorni fa sono andata con mia zia a vedere degli appartamenti, e ne ho trovato uno perfetto così l'ho preso- gli spiegai.
-ma, ma sei ancora minorenne, non puoi ancora prendere affittare un appartamento a tuo nome- mi fece notare.
-lo so, infatti è a nome di mia zia, ma il proprietario da che ci vivrò io. Poi non appena avrò fatto i diciotto anni il contratto verrà intestato a me. Mancano solo tre mesi al mio compleanno e quattro al parto devo sbrigarmi con l'appartamento e la cameretta-
-ma se tu avessi bisogno? Se ti sentissi male? Io non dare li- chiese preoccupato.
Mi massaggiai la pancia e con una mano dietro la schiena e mi raddrizzai.
Le caviglie mi facevano un po' male così mi sedetti  sul letto.
-non ti preoccupare, sto solo iniziando a portare la le mie cose,  me ne andrò fra una settimana e poi è a un isolato e mezzo da qui se avessi bisogno e chiamassi te non saresti troppo lontano- lo rassicurai.
Kendall si gratto nervosamente la nuca.
-sei più lontana dal lavoro-
-ho la fermata del bus sotto casa-
-e come farò ad essere sicuro che starai bene?-
-potrai venire a trovarmi tutte le volte che vorrai e anche chiamarmi-
Spostò lo sguardo sul pavimento e fece un respiro profondo.
-te ne vuoi proprio andare-
-Kendall, fra non molto sarò madre di ben tre bambini. Se restassi qua ti sarei solo di impiccio e non riusciresti a studiare  perché magari si metteranno a piangere a qualsiasi ora del giorno e della notte. In più tu ti diplomerai molto presto-
Mi dispiaceva vederlo così abbattuto, però era una cosa che avevamo chiarito sin dall'inizio che presto o tardi me ne sarei andata dall'appartamento, anche se l'idea iniziale era di dopo il parto.
Kendall sembrò metabolizzare le mie parole.
-ok, ma...- iniziò fissando i suoi occhi ben dritti nei miei.
-usciremo insieme- aggiunse dopo.
-certo, l'abbiamo sempre fatto Kendall- risposi tranquillamente.
-intendo un appuntamento- mi corresse.
-u-un appuntamento, io e te- balbettai sorpresa.
-esatto- affermò aspettando una mia risposta.
-oh-mio-Dio- sussurrai.
---
-OH-MIO-DIO!- esclamò Queen dall'altro capo del telefono.
-è la stessa cosa che ho detto io- mormorai tenendomi la testa con una mano.
-e-e tu cos'hai risposto?- era super emozionata lo si capiva lontano un miglio.
-ci devo pensare- mugugnai.
-tu sei pazza! Kendall, il ragazzo per cui hai una cotta stratosferica da anni, il padre dei tre demonietti, finalmente si sveglia e ti chiede un appuntamento e tu cosa gli rispondi!!! Ci devo pensare. Sei una pazza- gridò.
Allontanai il telefono dall'orecchio e fissai lo schermo come se fosse un mostro.
Beh in effetti Queen lo era diventata, con le sue urla rimproveratorie.
Dato che non c'era nessuno in negozio appoggiai il telefono davanti a me e accesi il vivavoce.
-Queen il fatto è che non voglio rischiare di rovinare la nostra amicizia ne caso non funzionasse- le spiegai speranzosa di placare un po' la sua isteria momentanea.
-fregatene! Tu pensa ai bambini, hai l'opportunità di farli vivere con il loro padre. E adesso ovunque tu sia muovi quel culo va a casa di Kendall digli che uscirai con lui, baciatevi e vedete di scopare un po' che ho letto che fare sesso durante la gravidanza fa bene!- esclamò.
Rimasi sconvolta dalla sua affermazione e sbiancai totalmente quando alzando la testa mi ritrovai una signora anziana di circa 85 o anche di più con un libro in mano.
Oooooh merda!
-Queen sono al lavoro- mormorai ancora con lo sguardo rivolto verso la signora e chiudendo subito la telefonata
Caspita, che vergogna!
-prendo questo libro signorina- disse porgendomi il libro che aveva fra le mani tranquillamente.
-certo signora- mi affrettai a rispondere prendendo il libro e registrandone la vendita.
-sono 9,90$-
L'anziana signora mi porse 10$ e le restituii il resto che le dovevo.
-ecco a lei, e... mi scusi per quello che ha sentito prima-
-ma si figuri, anzi la sua amica ha perfettamente ragione, sa anche io quando ero incinta di mio figlio andavo a letto con mio marito. Non c'è di male d'altronde in qualche modo l'avrete pur concepito il bambino. Solo avrebbe potuto essere un po' meno scurrile ai miei tempi una ragazza così sarebbe rimasta zitella a vita e presa per una donnaccia- mi confidò rassicurandomi che per lei andava tutto bene.
-e poi io non ho proprio sentito nulla signorina, non si deve far scusare di nulla- mi fece l'occhiolino.
-la ringrazio-
Era il minimo che potessi fare.
-e di che? Sono solo stata servita da una cara ragazza molto bella. Buona fortuna per il tuo appuntamento- mi augurò allontanandosi dal bancone per uscire dal negozio.
-arrivederci, e grazie ancora signora-
Mi sarebbe piaciuto rincontrarla di nuovo.
Rivederla in negozio sicuramente mi avrebbe fatto bene.
Flashback (PV.Kendall)
-oh-mio-Dio-
Non disse altro.
Si guardò le mani, iniziò a torturarsi le dita e a ad aprire la bocca senza smettere alcun suono.
Perché glielo avevo chiesto?
Siamo migliori amici da sempre
Potrebbe dire di no.
Ma che cazzo è anche incinta! Magari penserà che voglia prendermi qualche responsabilità coi bambini solo perché mia amica.
Beh se fra noi funzionasse lo farei sicuramente, anche se non sono miei.
-Alexia- la chiamai vedendo che si era bloccata e mi fissava con gli occhi sgranati.
Si alzò in piedi e uscì dalla stanza come in trance.
-ci devo pensare- sussurrò poco prima di uscire.
Se ne andò. Uscì di casa e la rividi solo la sera quando tornò per cena dopo il lavoro, ma era assente e non mi rivolse più la parola.





Ehi! ciao a tutti ed eccomi di nuovo con il capitolo 22!
Lo so sono un pò scostante, prima pubblico il sabato, poi la domenica ed il lunedì, il fatto è che pubblico quando riesco.
Sappiate che però per me i giorni giusti sono il sabato o la domenica, se pubblico il Lunedì vi autorizzo a rintracciarmi e picchiarmi... magari non troppo forte nella mia vita ho fatto solo danza e nuoto non sono capace a difendermi ;)
Come sempre spero proprio vi sia piaciuto il capitolo :D
Alla prossima volta (spero proprio di fare la solita ritardataria però ;)

Un Abbraccio, un saluto ed un bacio
by unika :3

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Capitolo 24
*** capitolo 23 ***


Capitolo 23
Continuo a picchiettare  con la biro sul foglio della scheda di italiano che mi ha passato Queen.
Domani dovrei andare a scuola per incontrare i prof e decidere quando darò il prossimo test.
Mi devo anche sbrigare a dare una risposta a Kendall che è. Due giorni che aspetta che io smetta di pensare e gli dica "si" o "no". Un appuntamento, con Kendall!!! È un sogno che diventa realtà. Ma almeno non saremmo potuti uscire una volta prima di passare alla fase “concepimento di tre creature”, non mi sembra di chiedere poi così tanto.
Terminai di compilare la scheda e la riposi nel quaderno di scuola. Avevo già portato parte degli indumenti nell'appartamento e stavo già montando le culle nella cameretta.
Sentii la porta chiudersi e mi affrettai a mettere via il quaderno assieme al resto. Mi affaccio alla sala e vedo Kendall impacciato tra borse della spesa zaino della scuola e macchina fotografica al collo.
-aspetta che ti aiuto- gli tolsi una borsa di mano e nonostante il suo peso notevole l'appoggiai sul tavolo della cucina.
Poco dopo mi raggiunse Kendall liberatosi dello zaino con l'altra borsa.
-ho preso la pasta,  frutta, verdura, gli ingredienti per la torta che volevi fare, lo sciroppo d'acero per i pancake, la panna, la carne di pollo, il blocco di fogli A4, matite colorate... ma queste cose a cosa ti servono?- domandò intanto che stava sistemando le cose sul tavolo.
-sono rimasta indietro con i disegni del corso di Arte... non ci sono le fragole- mi rattristai scorgendo sul tavolo mele, kiwi, banane, mandarini ma non le fragole.
-non c'erano, poi non dovresti mangiarle non essendo di stagione-
Misi il broncio e mi sedetti su una sedia con le braccia incrociate sul petto.
-per i bambini sarebbe meglio se tu cercassi di mangiare frutta e verdura di stagione-
-la mela non mi sembra molto di stagione- gli feci notare immusonita.
Kendall si passò una mano fra i capelli e si dondolò sui piedi.
-facciamo un patto- mi propose.
Lo guardai un po' diffidente e lo seguii con lo sguardo. Dall'altro lato del tavolo fece il giro e si accucciò vicino a me.
-ok- acconsentii.
Volevo quelle fragole, anzi erano i bambini che le volevano io stavo solo rendendo pubbliche le mie voglie.
-bene-  sospiro sollevato.
-allora?- mi incuriosii.
-ti vado a comprare le fragole subito, ed intendo proprio adesso esco di nuovo e te le compro. Se tu esci con me-
-me lo hai già chiesto- mormorai un po' confusa.
Perché me lo stava chiedendo di nuovo? Rimasi di nuovo spiazzata, ma questa volta non potevo andarmene di nuovo senza dargli una risposta.
Con un gesto istintivo portai una mano sul mio ventre gonfio e puntualmente i bambini iniziarono a scalciare come se non ci fosse un domani. È la mia unica occasione che stiano con il padre anche se in un modo un po' falso dato che non avrò mai il coraggio di dirlo a Kendall. Pure loro volevano il loro papà e stavano insistendo affinché accettassi una volta per tutte.
-ok, ma le fragole facciamo domani-
-ai tuoi ordini- sorrise raggiante.
Si alzò in piedi e mi attirò a se facendomi alzare.
Circondò i miei fianchi in un abbraccio delicato ed immerse il viso sul mio collo.
-grazie- sussurrò con le labbra che sfioravano il mio collo.
Una leggera scarica percorse tutta mia spina dorsale e sentii il cuore battere forte.
-e di cosa?- mormorai piano allacciando le braccia intorno al suo collo.
Respirai il suo profumo e mi strinsi di più nell'abbraccio, per quello che il pancione mi consentiva.
-per permettermi di farmi posto nel tuo cuore nonostante il periodo difficile-
-nel mio cuore è parecchio tempo che c'è un spazio dedicato a te, ora che lo hai scoperto mi dispiace che lo dovrai dividere con i tre demonietti- mi lasciai sfuggire.
Gli avevo appena confessato che era da molto tempo che pensavo a lui come più di un amico. A cosa starà  pensando? Lo avrò mica spaventato dicendogli questo?
Mi strinse ancora di più a se con fare possessivo.
-scusa se non me ne sono accorto prima, ora però voglio fare le cose come si deve-
Allontanò  un po' il viso per guardarmi negli occhi.
-domani ti accompagnerò al tuo appartamento e ti aiuterò a sistemare le ultime cose, ma dopo ti porterò a cena fuori- lo disse con un sorriso e io non resistetti alla sua contagiosità.
-ok- acconsentii.
Poco dopo i bambini reclamarono la nostra attenzioni con una buona dose di calci, che sentì anche Kendall dato che eravamo ancora corpo contro corpo.
Kendall con una mano accarezzò il mio ventre soffermandovi la mano su un lato.
-e spero che mi permetterai di prendermi cura anche di loro oltre che te-
Quelle parole mi lasciarono completatamene senza fiato. Voleva prendersi cura dei bambini nonostante non sapesse minimamente che fossero anche suoi. Ora non so proprio come reagire se con lusinga o determinazione.
---
Finalmente sono nel mio primo appartamento. L'ho personalizzato con le mie cose e ho messo a posto tutto nell'armadio. La stanza dei bambini è in fase svolgimento e io sono coricata sul letto a viziare i tre demonietti con cioccolata e carezze circolari sulla mia esagerata e sporgente pancia di quasi sei mesi, per chiedergli un po' di tregua da tutti quei calci.
Da quando sono nel nuovo appartamento non fanno che scalciare e sembra quasi che riescano a capire quando Kendall è nei paraggi o no. Quando lui è con me sono bravi e non mi massacrano l'utero a suon di capriole, mentre quando non c'è è la mia fine. Inizio seriamente a preoccuparmi. Non è che la placenta si danneggi in questo modo? Sono ben tre bambini mica uno solo.
Sento suonare il campanello e con molta fatica mi alzai a sedere e  facendo leva sulle braccia mi misi in piedi.
-chi è?- chiesi al citofono.
-sono Kendall, mi apri?-
-sali- risposi schiacciando il pulsantino.
Caspita la cena fuori! Me ne ero scordata completamente. Eppure me lo ha ricordato anche prima di andarsene quattro ore fa.
Socchiudo la porta e mi affretto ad arrivare in camera da letto.
Spalancai l'armadio e cercai quel benedetto vestito nero, con scollo e maniche in tessuto trasparente con i pois neri che Withney era stata gentilissima a regalarmi.
-eccoti!- esclamai non appena riuscii a trovarlo. Era ancora piegato dentro la sua borsina e per fortuna non aveva neanche una piega.
Andai in bagno e fui molto lieta di aver fatto la doccia non appena Kendall se ne era tornato a casa, così ora dovevo soli più truccarmi, vestirmi e pettinarmi.
-Alexia!-
-cazzo!- borbottai sbagliando la riga dell'eyeliner.
-sono in bagno che sto finendo di prepararmi! Scusa ma ho calcolato male i tempi-
-tranquilla sono io che sono in anticipo- mi rassicurò.
Controllai l'ora e vidi che era in anticipo di ben trenta minuti. Ma stiamo scherzando???
Feci un respiro profondo e corressi la riga che avevo sbagliato.
Ok, il trucco l'ho finito, ora il vestito.
Andai in camera per cambiarmi ma mi paralizzai sorpresa.
Un bouquet di rose rosse era stato posato sul mio letto in tutto il suo splendore.
-oh mio Dio!- esclamai mettendomi una mano sulla bocca.
-tutto bene Alexia!-chiese Kendall irrompendo nella camera.
Mi guardò preoccupato e si incupì nel vedere i miei occhi lucidi.
-non ti piacciono, le tolgo se vuoi..-
-sono bellissime- lo bloccai prima che dicesse altre fesserie.
Come potrebbero non piacermi delle rose rosse? Sono veramente stupende, solo una pazza non le apprezzerebbe.
-stai piangendo però- mi fece notare avvicinandosi ad asciugarmi una lacrima.
-perché sono emozionata, ed è colpa tua! Se non mi avessi regalato quelle rose i miei ormoni non avrebbero fatto i salti mortali e ora non mi starei rovinando il trucco- tentai di incolparlo, ma ovviamente non ci riuscii.
Kendall sorrise e mi abbracciò.
-ti aspetto di la intanto che finisci di prepararti-
Uscì dalla stanza e rimasi immobile con un sorriso ebete stampato in viso.
-mi devo sbrigare- mormorai dandomi un pizzicotto su una guancia.
Come scarpe optai per un paio nere ma da ginnastica. Quando avevo detto a Queen che avrei voluto mettere i tacchi mi ha urlato contro che ero una pazza. “ma sei pazza! Non puoi mettere i tacchi, sei incinta! Potrebbe essere pericoloso. Butta nel cassonetto l'idea dei tacchi e vedi di metterti un bel paio di scarpe comode” in effetti aveva ragione, se non fosse che amo essere un po’ più alta così le scarpe che avevo scelto avevano un po’ di taccò interno. Non potevo mettere i tacchi alti nelle mie condizioni, soprattutto perché i più bassi che ho sono 10 cm.
Diedi un colpo con la piastra per i boccoli ai capelli e finalmente ero pronta.
Quando mi presentai in salotto Kendall stava giocherellando con un orsacchiotto di peluche.
-eccomi, sono pronta- dissi mettendomi davanti a lui.
-sei bellissima- mi stava guardando con gli occhi che sembravano estasiati.
-grazie, quello sarebbe di Niall non sono sicura che gli farebbe piacere sapere che giochi con il suo orsacchiotto-
Ci sorridemmo entrambi e con un gesto improvviso Kendall mi attirò sulle sue ginocchia.
-sono pesante- fu l'unica cosa che dissi con le guance che si stavano infiammando.
-non è vero- smentì la mia osservazione.
-ho preso sui sei chili, si che peso-
-ok, ma non per me- mi accarezzò il ventre e mi baciò la guancia.
-andiamo? Ho una fame- non sapevo cos'altro dire, così optai per la poco consona frase del “ho fame”.





Ehi! ciao a tutti ed eccomi con il capitolo 23 :)
Se prima Alexia non sapeva proprio cosa rispondere, ora lo sa! Uno spiraglio di speranza le fa battere forte il cuore
e ha deciso di godersi l'appuntamento seppur un pò nervosa. Ma chi non lo sarebbe daltronde ;)
Al prossimo capitolo per scoprire come andrà
un abbraccio un saluto ed un bacio 
by unika :3

 
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Capitolo 25
*** capitolo 24 ***


Capitolo 24
Kendall mi aveva portato in un ristorante molto carino. Non era super lussuoso con quei piattini miseri che dopo ti fanno venire voglia di andare a mangiare al McDonald più vicino. Ma un modesto ristorante con piatti tipici italiani che era anche molto accogliente.
Si stava comportando da vero cavaliere. Mi aveva aperto la portiera della macchina la porta del ristorante, mi aveva avvicinato sedia e solo dopo aveva iniziato a vedere il proprio menù.
Io avevo optato per dei ravioli, mentre lui per delle tagliatelle a funghi.
Una serata piacevole e che era da tanto che sognavo, solo in circostanze un po' differenti. Nessuna notte brava che è stata seguita da una gravidanza tutt'altro che programmata, o perlomeno che l'appuntamento fosse avvenuto prima.
Dopo la cena facemmo una passeggiata per le vie del centro e quasi non mi si fermò il cuore a sentire la mano di Kendall cercare ed intrecciarsi con la mia.
Era un gesto molto dolce che mi fece sorridere e arrossire.
Passeggiammo, ridemmo senza mai staccare le nostre mani.
Ad un tratto mi sembrò di scorgere una figura famigliare ma che non riconobbi così lasciai perdere.
---
-mi ha fatto piacere passare questa serata con te Kendall- dissi prima di tirare fuori le chiavi dalla mia borsa.
-posso sperare in un altro appuntamento allora?-
Sorrisi ancora più ampiamente ed annuii. Un sogno. Sicuramente sto sognando.
Questo però non è un sogno! Sgranai gli occhi sorpresa e ci misi un po' a comprende il gesto di Kendall.
Mi stava baciando. Lui aveva poggiato le sue labbra sulle mie.
Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata e la mia mente ad annebbiarsi. Un gesto che avevo tanto desiderato, da sobria, e che ora mi stava mandando in paradiso.
Allo stesso tempo ci avvicinammo ancora di più e le nostre mani si strinsero con più forza. Mi cinse la vita con il braccio libero e io mi aggrappai al colletto della sua giacca. Contemporaneamente socchiudemmo le labbra e sentii la sua lingua accarezzare la mia.
Era magia per me e sarei anche andata avanti all'infinito con quel bacio che mi stava letteralmente mandando fuori di testa. Purtroppo però le porte dell'ascensore si aprirono e per la prima volta conobbi la mia vicina di pianerottolo.
Era la stessa signora che mi aveva sentita parlare al telefono con Queen. Io e Kendall imbarazzati ci staccammo e abbassammo lo sguardo. La signora ci guardò sorridente e poi incominciò a trafficare nella propria borsa.
-è il giovanotto di cui parlava la tua amica al telefono?- mi chiese.
Le annuii un po' imbarazzata e ricambiai il sorriso.
-è un bel giovanotto, non preoccupatevi per me io ho il sonno pesante non mi sveglierò per lamentarmi- disse poco prima di aprire la porta e chiudersela dietro le spalle.
Oddio che imbarazzo! Guardai Kendall che sorrideva tra il divertito e l'imbarazzato.
-di cosa parlava la tua vicina?- chiese curioso.
-può darsi che quella signora sia una cliente di dove lavoro e che abbia sentito un certo commento di Queen che mi incitava ad accettare il tuo invito ad uscire- spiegai a bassa voce.
-che tipo di commento?- mi chiese lui un po' preoccupato.
-vuoi le testuali parole?-
Annuì e allora io feci un respiro profondo.
-“ovunque tu sia muovi quel culo va a casa di Kendall digli che uscirai con lui, baciatevi e vedete di scopare un po' che ho letto che fare sesso durante la gravidanza fa bene” ti giuro che è stato super imbarazzante sentirglielo dire e rendermi conto che quella signora aveva sentito il suo commento- mormorai appoggiandomi allo stipite della porta.
-ora capisco  perché la signora ha detto di avere il sonno pesante- commento facendosi scappare una risata.
-già- risi anche io.
-beh, se fa bene in gravidanza lo terremo in considerazione per una possibile occasione- sussurrò al mio orecchio, poi mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò via.
Sicuramente sono diventata bordeaux. Ha appena accennato al fatto che non gli dispiacerebbe venire a letto con me anche quando sarò ancora incinta. Oddio! E se nasceranno dei bambini fissati col sesso poi? Non voglio ritrovarmi una delle mie figlie a dodici anni con un test di gravidanza positivo in mano, basto già io con una gravidanza precoce.
---
“driiiiin, driiiiin” sono solo le 7:30 del mattino e qualche rompi scatole suona alla porta.
-arrivo- mugugnai intanto che mi stavo alzando.
Indossai i pantaloni del pigiama che da quando sono incinta la notte non li sopporto proprio e trascinando i piedi esco dalla stanza.
“driiiiin”
-arrivo!- dissi schiarendomi la voce.
Tolsi il lucchetto e aprii la porta.
-le ho portato una torta- disse subito la signora del pianerottolo porgendomi una teglia che aveva un odoro buonissimo.
Sgranai gli occhi sorpresa ma poi le sorrisi.
-oh, grazie signora... entri pure le offro un tè- l'invitai.
Era il minimo che potessi fare, la torta ancora fumava bella calda chissà a che ora si era alzata per prepararla.
-ti ringrazio accetto volentieri, mi raccomando solo te deteinato, la teina fa male in gravidanza - mi sorrise intanto che la facevo entrare.
-stia tranquilla ho solo te deteinato, mi sono informata su cosa è meglio che non mangi in questo periodo- la rassicurai intanto che poggiavo sul tavolo due piattini e due tazzine.
Misi l'acqua sul fuoco a bollire e preparai anche già la bustina.
-vado un secondo in bagno e torno subito- mi congedai uscendo dalla stanza.
Era mattina e i bambini non avevano di meglio da fare che premere sulla mia povera vescica.
Mi guardai allo specchio e per poco non mi spaventai. Caspita i miei capelli erano un ammasso pieno di nodi e i miei occhi dicevano “ti prego lasciaci riposare ancora!”
Sciacquai il viso e districai i nodi per sembrare meno “una ragazza incinta disperata” e più “una ragazza incinta che sta bene”
Quando ritornai in salotto la signora stava versando l'acqua  nelle due tazze.
-oh, stava bollendo l'acqua e allora ho pensato di versarla- spiegò.
-non si preoccupi ha fatto bene signora...- non seppi come continuare la frase perché mi resi conto di non sapere il suo nome.
-Agnes, mi chiamo Agnes-
-la ringrazio molto signora Agnes-
Era una compagnia molto piacevole e non mi sarebbe dispiaciuto se ogni domenica continuerà a farmi queste sorprese con tanto di torta.
Quella torta alle mele è veramente buonissima solo facendo colazione ne ho mangiata un quarto da sola.
Mi aveva raccontato che lei abita nell'appartamento da ben dieci anni e che ha cambiato tanti vicini che quando glie lo chiedevano si occupava dei figli degli altri inquilini. E si è anche già dichiarata disponibile a occuparsi dei bambini una volta nati se volessi uscire qualche volta con delle amiche o con “il bel giovanotto di ieri sera” sue parole.
Le ho promesso che ci avrei pensato, in effetti sarebbe l'ideale se quando sono al lavoro lei mi potesse occuparsene, così non dovrei pagare una baby-sitter che sicuramente prosciugherebbe dopo poco i soldi che sto cercando di mettere da parte sin da ora.
Se ne era andata insistendo a dire che la torta fatta era per me e che la teglia glie l'avrei restituita il giorno dopo.
L'ora di pranzo si avvicinò ed iniziai a cucinare un po' di riso e a far scaldare il sugo di pomodoro in un pentolino.
“driiiiin”
Guardo l'ora e mi sento presa in giro.
Caspita solo le 13:20, vorrei mangiare! E non solo io ma anche i tre demonietti.
Sbuffo contrariata e abbassando il fuoco andai dalla porta.
Non ho neanche il tempo di aprirla che sento una voce chiamarmi.
-Alexia apri!-
Kara? Ma non era in Australia?
Aprii la porta titubante e una pazza, piena di boccoli biondi mi assalì abbracciandomi di slancio.
-cognata!- esclamò  perforandomi un timpano.
Salvatemi vi prego!!!






Ehi! ciao a tutti ed ecco anche il capitolo 24!
Sarò breve dato che la filosofia mi stà chiamando (in realtà mi stà puntandoun fucile alla tempia dicendomi di fare in fretta e tornare a fare il saggio breve, ma questi sono dettaggli... forse) Alora! Alexia si è trovata veramente bene al''appuntamento e c'è stato un bacetto, la nostra cara vicina svela piccoli divertenti misteri e offre ad Alexia una torta e poi arriva il tornado dai boccoli biondi Kara!
Ta-ta-dan!!! Chissà cosa sarà venuta a fare in america e come mai è venuta trovare Alexia.
Un abbraccio, un saluto ed un bacio
by unika :3
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Capitolo 26
*** capitolo 25 ***


Capitolo 25
-cognatina mia!- esclamò di nuovo questa volta allontanandosi da me.
Mi fece girare su me stessa e mi abbracciò di nuovo.
-senti mi sono appena passate le nausee non farmele tornare- la pregai fermandola prima che mi facesse fare un altro giro.
-come stanno i miei nipotini? Non gli farai mica saltare i pasti vero- disse rivolgendosi però alla mia pancia.
Alzai gli occhi al cielo e solo ora notai che c'era anche Withney.
-fidati con le voglie che mi fanno venire è impossibile che saltino uno solo dei tanti spuntini della giornata. Ciao Withney-
-scusa per l'ora, ma dopo che ieri abbiamo visto te e Kendall mano nella mano per la città è impazzita-
-i miei nipotini stanno con il loro papà e io sono contenta!- si difese la bionda facendo che entrare in casa.
-entra pure Withney, Kara ormai ha già fatto. Comunque... non stanno proprio con il loro papà-
Dovevo avvisarla che in realtà a Kendall non ho detto nulla.
-cosa intendi Alexia con “non proprio”- si fece subito seria.
-che non glie l'ho detto, questa cosa dell'appuntamento mi ha scombussolato molto. Un paio di giorni fa gli dico che mi sarei trasferita in questo appartamento e lui di punto in bianco mi chiede di uscire, poi l'altro ieri dato che non gli avevo ancora risposto l'ha messo come patto. Dato che avevo voglia di fragole lui ha detto che sarebbe andato a comprarle in quel preciso momento se avessi accetto di uscire con lui. Ho accettato, ma non per le fragole, ma perché volevo uscire con lui e dato che era tanto che speravo che me lo chiedesse gli ho detto di si- spiegai andando a spegnere il fuoco sotto la pasta.
-eh lui ti ha comprato le fragole, che dolce il mio fratellino- sorrise Kara commossa.
-no perché poi gli ho detto di prenderle un altra volta-
-ai miei nipotini non si rifiutano le fragole!- esclamò offesa.
Si avviò verso la porta di casa e andò via.
-dov'e andata?- mi stupii.
-a prenderti le fragole, venendo qui ha dichiarato di voler viziare i suoi nipotini- mi spiegò Withney sconsolata.
-è pazza- commentai
-tu pensa che io essendo la sua ragazza mi devo sorbire sempre le sue pazzie-
-state insieme? Ero ancora alla sua ragazza precedente io- mi stupii.
Di solito Kara mi diceva sempre come andava con la sua compagna, ma questa volta mi sono lasciata prendere talmente da ciò che stava accadendo che non mi sono preoccupata più di tanto di chiederle come andasse.
-non da molto, ci siamo conosciute quest'estate quando ancora stava con la sua ex, all'inizio eravamo solo amiche, poi lei si era lasciata. Io le stavo vicina come un amica ma speravo in qualcosa di più. A capodanno poi quel qualcosa è arrivato e da allora stiamo insieme-
Sorrideva mentre me lo raccontava perciò era proprio felice.
-Kara è un po' pazza, c’è lo ha appena dimostrata, ma è una brava ragazza- sorrisi intanto che facevo cenno di sedersi pure sul divano.
-si è vero. Uh! Già che Kara voleva venire a tutti i costi qui da te ho colto l'occasione di portarti tutte foto dei vestiti da sposa che ci saranno alla mia sfilata- disse tirando fuori un album che misurava sui 33x48 cm.
-tu apriresti e chiuderesti la sfilata e indosserai un totale di tre abiti. Hanno una linea molto simile tra di loro e dato che quel giorno saresti al settimo mese sono tutti abiti a stile impero-
-perfetto. Wow, Sono bellissimi!-
Erano veramente belli, Withney li aveva disegnati su un manichino che mi rappresentava con il pancione e già le acconciature che avrei avuto.
Il campanello inizia a suonare ripetutamente e io appoggio la testa sullo schienale del divano.
-io devo mangiare però, Withney ti prego apri tu la porta a quella pazza della tua ragazza- mormorai alzandomi e dirigendomi verso il tavolo della cucina già apparecchiato.
Il mio stomaco brontolava affamato e non ce la facevo più ad aspettare. Perché sono venute proprio a quest'ora?!
-ecco le fragole!- esclamò Kara come se fossero la cosa più importante del mondo.
Me le appoggiò vicino al piatto di pasta e si sedette stremata su una sedia.
-brava mangia che i miei nipotini devono essere belli e forti! Come la lora mamma e il papà- commentò con un sorriso.
-stai tranquilla che sono anche troppo forti già da adesso. E poi per prima cosa sono i miei figli dopo, di conseguenza sono i tuoi nipoti-
-prima i figli tuoi e di Kendall dopo di conseguenza i miei nipoti non fa una grinza. Mio fratello è il padre perciò io sarò la zia- accordò.
-glie lo dirò Kara! Basta con questa cosa che mi continuate tutti a sbattere in faccia il fatto che il padre è Kendall e devo dirglielo. Ok, è lui che mi ha messa incinta quando entrambi eravamo ubriachi, io non ricordo neanche quella serata lui invece a quanto pare si, ma non osa affrontare l'argomento. Perciò non sono l'unica che tace anche se dovrebbe parlare!- esclamai infastidita.
Tutti a dirmi cosa devo fare o no. È la mia vita e voglio gestirmela per conto mio. Quelli che ho in grembo sono i miei figli e voglio crescerli io senza l'aiuto di gente che crede che io non ne sia in grado. Si, è vero che Kendall è il padre ma ho paura di perdere questa mia unica possibilità di stare con lui se ora gli dico la verità.
Mi scuso subito con Kara e Withney  per il mio comportamento ma entrambe cercano di farmi credere che non è successo nulla.
Poco dopo se ne vanno e io rimango d'accordo con Withney che fra una settimana farò le prove dei vestiti dalla sarta.
---
-come va con l'appartamento?- mi chiese zia Clare porgendomi alcune cose che lei essendo già madre sa che mi serviranno.
-bene, è tutto tranquillo li e riesco a rilassarmi senza che Kendall metta la sua musica a tutto volume-  le sorrisi sentendomi veramente più rilassata.
-non era meglio rimanere da lui? Può darti una mano almeno sino al parto, e se ti sentissi male la sera? Prima che tu riesca a chiamarlo  i bambini potrebbero subire qualche conseguenza senza parlare che prima che lui arrivi e ti porti in ospedale passerebbe altro tempo-
-zia se ti tranquillizza stiamo uscendo insieme, non come amici ma come... come possibile coppia- ammisi rassegnata all'idea che qualcuno la smettesse di farmi notare che date le mie condizioni se ho qualcuno vicino sarebbe meglio.
-davvero? Allora gli hai detto dei bambini- si stupì lei evidentemente sollevata.
-quella tutina l'ho già comprata io, preferisco non averle doppie, già mi chiedo se riuscirò a distinguere le bambine. E comunque no devo ancora dirglielo-
-Alexia-
-ti prego non anche tu zia!- esclamai girandomi a guardarla esasperata.
Sospirò sconsolata e scacciò con una mano l'argomento  accontentandomi.
-c'è un'altra cosa però- mi avvisò un po' dispiaciuta, ma di cosa?
-dimmi pure-
-tuo padre- due sole parole disse e bastarono a farmi venire la nausea e raggelare il sangue nelle vene.
-cosa?- chiesi disgustata.
-l'ho incontrato per caso mentre stavo venendo qui e...- si fermò impacciata faticando a sostenere il mio sguardo.
-non gli hai detto nulla di me, dei bambini e di Kendall vero?- la pregai con gli occhi che mi pungevo dalle lacrime che mi offuscavano la vista.
Fece un espressione dispiaciuta e compresi tutto.
-gli ho parlato dei bambini, e di te che stavi da Kendall sembrava pentito..-
-lui non è pentito! Lui mi ha cacciata di casa dandomi delle puttana! Quello non è mio padre e non lo è mai stato! È un mostro che ha ucciso mia madre e mi ha reso la vita uno schifo, lo sapevi che dopo la morte della mamma picchiava me? Mi picchiava e mi insultava dandomi la colpa della sua morte dicendo che ero un fottuto errore e che avrebbe dovuto tirare un pugno nello stomaco alla mamma appena gli disse di essere incinta più tosto che permettere che io nascessi! Voleva che abortissi se in cambio volevo rimanere a vivere sotto lo stesso tetto. Ma io sono scappata per dire basta a tutto quello che sopportavo e perché mai e poi mai i miei dovranno sapere che quel mostro biologicamente è un loro parente, non voglio che conoscano la violenza e non voglio che si sentano degli errori come quel mostro ogni giorno mi faceva sentire- ansimai tra le lacrime senza essermi neanche resa conto di esser scoppiata a piangere in modo isterico.
-lui mi cercherà solo per rincominciare tutto da capo con loro- singhiozzai appoggiandomi una mano sul pancione.
Mia zia mortificata mi fece sedere su una sedia e assicurò le persone che mi fissavano preoccupate.
Chiese ad una commessa dell'acqua e me la fece bere nel frattempo che si era allontanata a fare una telefonata.
Poco dopo tornò e mi accarezzò i capelli chiedendomi scusa.
Pagò quel poco che avevamo deciso di comprare e uscimmo dal negozio.
-siediti sulla panchina un attimo- mi consigliò.
L'ascoltai e con una mano tremante tentai di asciugarmi le guance.
Poco dopo vidi arrivare Kendall preoccupato e sedersi vicino a me.
-Alexia come stai?- mi chiese accarezzandomi una guancia.
Tirai su col naso e inspirai il suo profumo.
-meglio... credo- mormorai appoggiando la testa sulla sua spalla.
-vieni con me che ti porto a casa io, ho parcheggiato l'auto dietro all'incrocio- disse prendendo le borse che prima tenevo ai miei piedi.
-ok-
Mi voltai vera mia zia e con un cenno debole della mano la salutai.
---
-resta qui con me per favore- mormorai prima che Kendall uscisse camera mia.
Era rimasto per cena e mi aveva anche accompagnato a letto per darmi la buona notte prima di andarsene. Ma ora volevo che rimanesse anche a dormire qui con me.
Mi guardò pensieroso poi acconsenti con un sorriso.
Appoggiò giacca, sciarpa e berretto su un pouf che c'era in un angolo, poi si tolse i pantaloni e la felpa rimanendo in boxer e maglietta con le maniche corte di cotone bianca.
Deglutii un po' a fatica data la visione dei suoi pettorali che sfacciati si intravedevano dalla maglietta e gli feci spazio vicino a me.
Si intrufolò sotto le coperte e  mi attirò a se cingendomi le spalle.
Sentivo il battito del suo cuore proprio sotto il mio orecchio e sorrisi, è rassicurante averlo qui con me.
-grazie Kendall- mormorai.
Mi sollevò appena il viso e sfiorò appena le mie labbra con le sue.
-non devi ringraziarmi Alexia, non devi- mormorò contro la mia fronte.
Mi strinsi forte a lui e chiusi gli occhi.
Mi lasciai cullare dal dolce suono del battito del suo cuore e dal suo respiro che delicato mi soffiava su una guancia.






Ehi! ciao a tutti ed eccomi finalmente col capitolo 25!
Lo so scusate sono in ritardo ma proprio oggi avevo una buttissima verifica della mia acerrima nemica Fisica e ho passato il fine settimana su quel brutto, noioso ed inutile (pensiero soggettivo) libro che mai riaprirò una volta superato finalmente l'esame della maturità (speruma ben!)
Ma allora ditemi ditemi ragazzuole e nellevetualità ci fossero lettori maschi ragazzuoli, vi è piaciuto questo capiolo anche se postato in ritardo?
Spero proprio di si anche perchè mi ha divertito molto scrivere di quando Kara è arrivata dichiarandosi ufficialmnte zia dei bambini e avevo gli occhi a cuoricino quando Kendall è rimasto tutto il tempo con Alexia :)
Un saluto un abbraccio ed un bacio
by unika :3

 
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Capitolo 27
*** capitolo26 ***


Capitolo 26
-se stringe un po' sul seno o è da stringere dillo pure cara- mi informerò la sarta intanto che stavo provando il primo vestito che avrei indossato alla sfilata di Withney.
Uscita dal camerino vidi Queen rimanere a bocca aperta. Anche lei aveva oggi la prova degli abiti e  a turno aspettavamo di vedere l'altra.
-se ci fosse Kendall qui sta tranquilla che ti riporterebbe dentro a quel camerino, e non per aiutarti a provarne un altro- commentò lasciando parecchio intendere cosa volesse dire in realtà.
-smettila Queen. Comunque no è perfetto l'abito- assicurai la sarta con un sorriso.
-non mi dire che non vorresti però- replicò con la faccia da chi la sa lunga.
-sono incinta- le feci notare.
-fa bene in gravidanza- esclamò da dentro al camerino.
-tu invece fai male alla mia gravidanza-
Un dito medio sbucò dal camerino e scoppiai a ridere. Come farei senza di lei.
---
-erano stupendi gli abiti, Withney ha un grande futuro come stilista- esclamò Queen prendendomi sotto braccio intanto che stavamo uscendo dal palazzo dove c'era il negozio.
-hai ragione-
Withney ha un vero talento e spero proprio che riesca a diventare la stilista di linea d'abiti da sposa a cui tanto aspira.
Ricevevo una gomitata da Queen che con un sorrisino mi fa cenno di guardare verso la sua sinistra.
 
Guardo nella sua direzione e noto Kendall che scende dall'auto venirmi incontro.
Mi allontano da Queen e gli vado incontro abbracciandolo.
-cosa ci fai qui?- gli chiesi sorpresa.
-sono venuto a prenderti che ho una sorpresa per te-
-che sorpresa?- chiesi curiosa.
Se c'è una cosa a cui non resisto sono le sorprese e alla tentazione di scoprire subito di così tratta.
-che sorpresa sarebbe se ti dicessi di cosa si tratta- disse con un sorriso.
Non fa una piega il suo ragionamento.
-Queen te la porto via, ci vediamo domani a scuola- disse Kendall cingendomi i fianchi intanto che ci allontanavamo verso la sua auto.
Mentre stavo salendo in machina notati Queen farmi l'occhiolino divertita e salutarmi con una mano.
---
Il viaggio non durò molto, circa 30 minuti ed una volta arrivati ancora non capivo dove fossimo e cosa avremmo dovuto fare.
Eravamo in un paesino e vedevo cani ovunque.
In ogni casa be vedevi uno affacciato alla finestra.
I bambini coccolavano dei cuccioli e cani il doppio di loro.
Kendall mi stava tenendo per mano e si era appeso al collo la sua macchina fotografica.
-a cosa ti serve la macchina fotografica?- chiesi non riuscendo a contenere la curiosità.
-lo scoprirai presto- promise  bussando ad una porta.
-chi è?- chiese una voce femminile più tosto anziana.
-sono Kendall Reyes il fotografo- si presentò.
Poco dopo una signora di circa sessant'anni ci aprì ed invitò ad entrare.
-scusi per il ritardo ma l'auto ha fatto un po' i capricci- si scusò.
In realtà i “capricci dell'auto” si chiamano “bambini che saltano sulla mia vescica”-
-ho portato anche un'aiutante- disse a mo’ di giustificazione tutto sorridente.
-vedo che ha più di un aiutante- disse la signora anziana stando alla battuta di Kendall riferendosi al mio pancione.
-già- affermai un po' imbarazzata seguendola insieme a Kendall.
-è la tua ragazza?- le chiese la signora con un sorriso materno.
Sentii subito le guance andarmi a fuoco per la sua domanda e volevo subito dire che non era così che si sbagliava, ma Kendall mi prese per mano e annuì sorridente.
-bella vero- disse rivolgendomi un sorriso che mi fece battere il cuore a mille.
-si, e congratulazioni per il bambino. I cuccioli sono qui- aprì una porta e una marea di cuccioli da cane mi investì con i loro guaiti e le minuscole zampettine.
Sgrano gli occhi meravigliata e sento il mio cuore sciogliersi.
-ma sono bellissimi- mormorai.
-ecco la sorpresa, io devo fate un set fotografico ai cuccioli in previsione di una campagna contro l'abbandono dei cani in autostrada e la loro vendita illegale. Tu dato che adori i cani ti godrai le loro richieste di attenzione e se vorrai portai anche coccolarli un po'- mi spiegò Kendall incominciando già a preparare la macchina fotografica con la giusta lente.
Lo abbracciai al settimo cielo e gli stampai un bacio sulla guancia.
-grazie- e mi chinai subito per fare due carezza ad un cucciolo di Pastore cecoslovacco.
-vado a prendere anche i nostri veterani- ci comunicò l'anziana signora con un sorriso.
-certo- le rispose Kendall facendo qualche scatto di prova.
Poi un flash improvviso mi accecò.
Sbattei le palpebre sorpresa e notai Kendall che stava mirando di nuovo l'obbiettivo sui cuccioli poi mi rivolse un sorriso angelico e mi fece l'occhiolino.
-dovrai spiegarmi prima o poi a cosa ti servono tutte queste foto che mi scatti a tradimento- gli feci notare prendendo un cucciolo fra le mani.
-a tempo debito lo scoprirai-
La porta si riaprì e tre cani che sembrano già molto vecchi fanno la loro comparsa precedendo la signora di prima.
Un alano e due meticci fecero la l'ora comparsa con evidenti segni di vecchiaia e maltrattamenti subiti in passato.
Appoggiai il cucciolo sul pavimento e accolsi con una tenera carezza uno dei due meticci.
Stava a testa bassa e con la coda scodinzolava, chissà cos'avrà dovuto sopportare.
-lo abbiamo salvato da un laboratorio dove facevano degli esperimenti qualche anno fa-
Guardai sconvolta l'anziana donna tornai a osservare quel tenero cane che ne aveva passate tante.
-sei bellissimo- gli sussurrai facendogli dei grattini sotto il collo.
-se ci sono tutti allora incomincerei a fare le foto- annunciò Kendall avvicinandomi una sedia per permettermici di sederci sopra.
-grazie- gli sorrisi.
I cuccioli erano un vero tornado e continuavano a muoversi, i veterani invece non osavano più di tanto muoversi.
Kendall non sapeva se ridere o piangere dalla situazione.
Ero una forte attrazione per quei cuccioli, ne mettevano uno a posto ed un altro mi veniva vicino reclamando la mia attenzione.
-di questo passo non finirò mai- mormorò sconsolato grattandosi la nuca.
-mi dispiace sono attratti da me come api col miele- mi scusai.
-non scherzare dai- mi ammonì bonariamente venendomi vicino e sedendosi sul pavimento.
-li capisco perfettamente, c'è una così bella e brava ragazza e loro vogliono le sue attenzioni- spiegò prendendone uno fra le mani e coccolandolo un po'.
Un cucciolo iniziò cercare di salirmi sulle gambe e non avendo molti risultati iniziò a guaire per attirare maggiormente la mia attenzione. Provai a chinarmi per prenderlo ma la pancia me lo impedì.
-Kendall potresti porgermi questo cucciolo impaziente di coccole- gli chiesi sfiorandogli appena una spalla.
Lo vidi chinarsi a prenderlo e porgermelo con un sorriso.
-grazie, ehi piccolino- mormorai facendogli delle carezze sotto il collo.
-potrei essere geloso lo sai?- sorrise Kendall accarezzandomi un braccio.
Arrossii per il suo commentò e gli restituii il cucciolo.
-di un cucciolo, esagerato. Non è mica colpa sua se è piccolo e bellissimo- gli feci notare divertita.
-stai forse insinuando che sono brutto solo perché sono più grande? Dovrò competere con il piccolo Nial allora quando nascerà- si fece pensieroso avvicinando il viso al mio pancione. Poi si alzò in piedi e mi diede un bacio veloce sulle labbra.
-possiamo rincominciare adesso- disse soddisfatto.
Finalmente i cuccioli si erano decisi a fare i bravi e nel giro di una mezzoretta Kendall riuscì a finire il suo lavoro.
-se non avessi già ben tre bambini che a breve riempiranno le mie giornate, non mi sarebbe dispiaciuto adottare un cucciolo- ammisi intanto che mi stavo sistemando la cintura di sicurezza dell'auto.
-non hai mai avuto un animale da piccola?- mi chiese Kendall intanto che stava facendo manovra per immettersi sulla strada.
-no, mio padre non ha mai voluto...  non voleva una figlia ma eccomi qua, figuriamoci un animale-
-io avevo un gatto in Australia, si chiamava Dioniso-
-perché come il Dio del vino?- chiesi stupita.
-perché quando lo abbiamo trovato eravamo vicini ad una cantina di vini e ne stava bevendo un po' da una ciotola- sorrise al ricordo.
-che gatto moderno- ridacchiai.
---
-fra due settimane c’è la sfilata degli abiti di Withney, verrai?- gli chiesi intanto che aprivo la portiera della macchina.
Kendall fece il giro velocemente della macchina e mi porse una mano per aiutarmi a mettermi in piedi.
-certo che verrò, la mia ragazza sfila non posso perdermelo- esclamò cingendomi la vita in un delicato abbraccio.
-l-la tua ragazza- balbettai confusa.
Intendeva veramente me?
-beh, si per me tu sei la mia ragazza... sempre che a te vada bene ovviamente. Cioè mi piacerebbe moltissimo se fossimo una coppia vera e propria noi due- spiego leggermente imbarazzato.
Il mio cuore prese a battere fortissimo, non poteva essere vero! Mi ha appena chiesto se voglio essere la sua ragazza, se voglio che siamo una vera coppia!
Le lacrime mi offuscano la vista ma con una mano le scaccio via e lo abbraccio forte sorridente.
Sono al settimo cielo, non mi sembra vero.
-si, voglio che siamo una coppia- sussurrai accarezzandogli una guancia.
Nei suoi occhi vidi gioia e soddisfazione e sono sicura che lui nei miei riesce a leggere tutto quello che mi sono sempre tenuta dentro.




Ehi! ciao a tutti ed ecco il capitolo 26!
Sssssssssscccccccccuuuuuuuuuussssssaaaaaaaattttttttteeeeeeeeeeemmmmmmmmmiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!! Lo so, lo so dico sempre saboto o domenicae voi ne avrete le "palline" piene. Ma facciamo così, quando non pubblico in quei due giorni è perchè dovevo studiare per una verifica (in questo caso avevo la simulazione per la terza prova ho dormito 5 ore per poi voler insultare la prof di matematica ma non importa...) così almene voi non mi insultete per il solito ritardo ;'D
Cosa molto più importantie!
Alexia e Kendal stanno insieme!!!!! dopo 26 capitoli yeh!!!!!!!! cpitolo relax e divertente per i miei figliuoli Alexia e Kendall (si considero miei figli i miei personaggi e devo dire che tra una storia e laltra ho almeno 40 figli se non di più ;'D)
Perciò adesso non mi resta che salutarvi
Un abbraccio, un saluto ed un bacio
By unika :3

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Capitolo 28
*** capitolo 27 ***


Capitolo 27
Quando diedi la notizia a Queen, lei iniziò subito a battere le mani contenta come una bambina il giorno di natale.
Lo stesso  giorno si era fermata a dormire da me e mi aveva tenuta sveglia sino le due di mattina.
Tra me e Kendall lo vivo come un sogno, sono già passate due settimane e ancora non ci credo.
È dolcissimo e premuroso con me, non perde occasione per stringermi fra le sue braccia dove felice mi ci rifugio sentendomi al sicuro.
-a cosa pensi- mi chiese Kendall accarezzandomi i capelli.
Era arrivato da poco e ci eravamo seduti sul divanetto abbracciati.
-niente in particolare, sono solo un po' emozionata per la sfilata. Sono mesi che non sfilo più spero che vada tutto bene- mormorai intrecciando una mano con la sua.
Mi baciò una tempia e strofinò la punta del naso sulla mia guancia.
-sarai la più bella e brava- sussurrò dolcemente.
-grazie-
Mi baciò una guancia e iniziò a fare piccoli piccoli cerchi col dito sul mio pancione.
Passammo tutto la serata a coccolarci e al momento che Kendall doveva andarsene mi rattristai.
-ehi, domani ci rivediamo, ti ricordi che ti passo a prendere io per accompagnarti alle prove per la sfilata di domani sera- mi chiese con un sorriso dolce intanto che si era alzato in piedi.
Annuii, ma subito dopo lo attirai vicino a me per baciarlo.
Fu un bacio lento e dolce che mi scombussolò completamente.
-resta qui questa notte- lo pregai con gli occhi incastrati nei suoi.
I suoi magnifici occhi azzurri mi scrutarono intensamente e la sua risposta fu un altro bacio, completamente diverso da quello appena dato.
Era un bacio pieno di passione e desiderio che desideravo da tempo.
Mi fece coricare sul divano chinandosi a baciarmi il collo. Chiusi gli occhi per godermi meglio quelle attenzioni che mi stava riservando von tanta brama e gli accarezzai le spalle.
-Alexia, voglio fare l'amore con te questa notte... e tu?- mi chiese strofinando i nostri nasi uno vicino all'altro.
Il mio cuore fece mille capriole e un sorriso mi increspò le labbra.
-si, anche io voglio fare l'amore con te Kendall- mormorai sfiorando le sue labbra.
Sorrise e si fiondò a baciarmi con trasporto.
-di la però- mormorò aiutandomi a mettermi in piedi.
Tra baci rubati e carezze piene di promesse andammo nella mia camera da letto dove si compì la vera magia che aspettavo da tanto.
---
Quando mi svegliai ero in un groviglio di lenzuola con la testa appoggiata sul petto di Kendall.
Al ricordo della notte appena passata sorrisi radiosa e mi commossi per le dolci attenzioni che mi aveva dato, mi ero sentita veramente importante in quei momenti e amata. Col mio ex non mi era mai successo, la prima fu un disastro che lui attribuì alla mia inesperienza, non al fatto che eravamo in gita con gli amici ed era ubriaco fradicio, era colpa mia.
Nonostante gli impedimenti un po' del mio pancione ingombrante Kendall era riuscito a rendere tutto speciale, come se fosse questa la mia prima volta.
-ehi, già svegli- biascicò assonnato accarezzandomi un braccio.
-si- mormorai baciandogli il petto.
Mi accarezzò il pancione e mi baciò dolcemente.
-è stato bellissimo questa notte- sussurrò accarezzandomi una guancia.
-lo pensi davvero?- mi stupii.
-si, non esserne così sorpresa, è la verità e io ti amo-
Mi si riempirono gli occhi di lacrime e sorrisi.
Mi ama, ha detto che mi ama!
-anche io ti amo e sappi che per me è stata la volta più bella di tutte- mormorai fra le lacrime.
Kendall con un sorriso mi asciugò delle lacrime e mi baciò.
Com'è possibile che sia vero!
---
-cosa ci fai tu qui?- domandai sorpresa nel vedere Edgar aggirarsi fra i posti a sedere vicino alla passerella.
-sono qui con la mia ragazza, ti sei già scordata che Queen sfilerà con te e le altre questa sera?- mi ricordo.
-oh è vero scusa-
-figurati, ma allora com'è col tuo tipo? Queen mi ha detto che ora state insieme- commentò sedendosi sul palco.
-si, da due settimane- sorrisi beata.
Mi accomodai su una sedia davanti a lui e bevvi un sorso d'acqua.
-e glie lo hai detto?-
-cosa?-
-che è il padre dei bambini- disse Edgar con tono ovvio.
Un tonfo sordo mi fece sobbalzare e non appena mi girai per capire cosa fosse successo sentii che mi cadesse il mondo addosso.
Kendall era impalato a pochi metri da noi con a fianco la mia borsa per terra.
Non può aver sentito vi prego...
Il suo sguardo completamente confuso e arrabbiato cercava una risposta nel mio terrorizzato.
-Alexia, cosa intende con “che è il padre dei bambini”- mi chiese sconvolto.
Trattenni un respiro e cercai di cacciare indietro le lacrime che però iniziarono a scendere copiose.
-io... io volevo dirtelo- balbettai.
Aveva sentito era inutile mentirgli ancora.
-i bambini sono miei allora- mi accusò offeso.
Mi alzai in piedi facendo un passo verso di lui ma mi fece cenno di non muovermi.
-non sapevo come potertelo dire... non volevo che... avevo paura... io...- scoppiai a piangere ancora più convulsamente scossa da degli spasmi e mi sorressi con una sedia.
-scommetto che a Kara l'hai detto, se lo sa pure lui che è solo un tuo collega chissà quanti si saranno fatti delle risate alle mie spalle-
Era arrabbiato, offeso e si sentiva tradito come biasimarlo.
-nessuno ha riso di te solo perché non lo sapevi Kendall- mi difese Edgar.
-si certo- borbottò scuro in volto.
-Kendall...- Edgar mi fece segno di stare zitta e tornò a rivolgersi a Kendall.
-senti non so perché non ha voluto dirtelo sino ad adesso, ma di sicuro un motivo valido perché anche tuoi accettassero il suo silenzio c'era-
Feci un verso strozzato e terrorizzata puntai gli occhi su Kendall che a bocca aperta non riusciva a crederci.
Fece per andarsene e calciò una sedia via.
-Kendall!- provai a seguirlo ma mi trafisse con lo sguardo.
-Alexia in questo momento sei l'ultima persona con cui voglio avere a che fare- mi avvertì.
Mi sedetti su una sedia con le guance bagnate ed il cuore spezzato a metà.
Ciò che temevo ma ignoravo si è avverato, l'ha scoperto e ora mi odia.
Proprio oggi che ci eravamo detti “ti amo” era tantissimo che l’aspettavo e adesso non lo avrò mai più.
-mi dispiace Alexia- si scusò Edgar appoggiandomi una mano sulla spalla.
Presa da una rabbia improvvisa gli mollai un ceffone.
-è tutta colpa tua! Avrei dovuto dirglielo io in privato, perché non ti fai gli affari tuoi una volta per tutte!- esclami fra le lacrime.
Edgar sbigottito mi guardò da prima confuso poi infastidito.
-e quando avresti pensato di dirglielo scusa? Fra dieci anni quando saranno la sua copia perfetta! Si certo poi volevo proprio vederti a spiegargli perché gli assomigliassero tanto. Ti ho fatto solo un favore-
-smettila di impicciarti nella mia vita! Limitati a farti la tua e lasciami in pace- esclamai di rimando intanto che il respiro mi si stava facendo corto.
Mi misi una mano sul petto mentre con l'altra cercai di sporgermi verso la borsa.
Mi stava mancando il respiro e non riuscivo a trovare il mio inalatore.
Edgar preoccupato mi porse la borsa e per fortuna trovai subito l'inalatore.
-da quando soffri d'asma?- mi chiese confuso.
Feci dei espiri profondi e fissai il pavimento incapace ancora di parlare.
-da sempre... ma ho sempre e solo preferito stare attenta al massimo per averne bisogno il meno possibile- ammisi.
Una mano si appoggiò alla mia spalla e presa alla sprovvista sobbalzai.
-ehi scusa non volevo spaventarti-
Era Kara per fortuna.
-mi hai solo sorpreso, non importa- la rassicurai abbracciandola.
-Alexia cos'è successo? Ho incrociato mio fratello prima ed era sconvolto. Ho fatto per salutarlo ma mi ha mandata a quel paese-
La guardai scura in volto e mi asciugai le lacrime.
-lo sa... l'ha  scoperto- mormorai sentendomi terribilmente in colpa.
Kendall mi aveva dato la possibilità di dirgli la verità sull'aereo. Me lo aveva esplicitamente chiesto se i bambini fossero suoi, ma come una stupida ho negato e ho solo peggiorato le cose.
Se gli avessi detto la verità dato che era un suo dubbio personale le cose sarebbero andate sicuramente diversamente, magari sarebbe stato tutto più facile.
-cosa Alexia?- mi chiese accarezzandomi la schiena.
Tirai su con naso e trattenni un singhiozzo.
-sa di essere il padre dei gemelli- ammisi.
Kara mi guardo comprensiva e mi strinse in un abbraccio in cui mi rifugiai terrorizzata di scoprire come sarebbero andate le cose.




Ehi! ciao a tutti ed ecomi col capitolo 27!
Spero proprio vi sia piaciuto e mi dispiace che non appena si sono messi insieme è venuto fuori la panerità di Kendall.
Ma prima o poi doveva saltar fuori ed il povero Kendall si è sentito preso in giro dalla ragazza che ama.
Spero anche che se qualcuno di voi abbia letto la one shot che ho pubblicato 8 marzo gli sia piaciuta :)
Un abbraccio, un saluto ed un bacio
by unika :3

 

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Capitolo 29
*** capitolo 28 ***


Capitolo 28
La sfilata fu un vero successo. Gli abiti avevano colpito molte delle giovani donne che erano proprio in cerca di un abito per il loro grande giorno.
Ho fatto fatica a riprendermi per la serata ma Queen si era fatta per mille persone pur di risollevarmi il morale e devo dire che per un po' ci è riuscita.
Ma tempo di finire la sfilata che ero già seduta su un divanetto con fazzoletti in mano e una spalla su cui piangere.
Ora mi sono appena calmata e stando a braccetto tra Queen e Kara mi lascio accompagnare sino alla macchina di Edgar.
Li però vedo Edgar parlare in modo concitato con qualcuno nascosto dalla sua macchina.
-non mi interessa! Sono venuto qui solo per restituirle ciò che aveva lasciato a casa mia-
Kendall??? Com'è possibile...
-almeno ascoltala, tu cosa ne sai del motivo che l'ha spinta a nascondertelo! Non le sto dando ragione ma nemmeno torto- rispose il moro poco prima di notarmi.
Vidi sbucare anche Kendall che mi trafisse con lo sguardo, indugiò per qualche secondo sul mio ventre dove c'erano i nostri bambini e scosse il capo.
Spinse fra le braccia di Edgar un borsa e se ne andò  via.
-ti accompagno a casa Alexia- mormorò Edgar aprendomi la portiera del passeggero.
-ehi, tu riposati e prenditi cura dei mie nipotini. Non fa bene ne a te che a loro lo stress, io provo a parlare con mio fratello tu adesso non ti preoccupare- si raccomandò Kara.
---
“non ti preoccupare” mi avevo detto Kara due settimane fa.
Andavo avanti ma non convincevo nessuno del mio star veramente bene.
Persino il signor Allen, mio capo e zio di Edgar aveva notato che non c'ero molto ultimamente.
Mi aveva concesso tre giorni di ferie credendo che mi sarei ripresa, ma non servì a nulla.
Senza contare che dovrei essere già in maternità essendo da poco entrata nell'ottavo mese.
Dopodomani ho promesso sia al signor Allen che a Queen che sarei finalmente andata in maternità, così mi sarei dedicata meglio a me stessa e all'imminente arrivo dei bambini.
Kendall mi evita da quando ha scoperto la verità.
Ho provato ad aspettarlo fuori da scuola due o tre volte, ma non mi considerava e se ne andava via nonostante lo avessi  pregato di lasciarmi spiegare.
Inutile dire che non ho ottenuto nessun risultato.
-mi scusi avete il libro “mia figlia è una puttana”-
Alzai di scatto la testa e mi ritrovai davanti il mio incubo.
La barba ispida ed incolta era più lunga, il viso smunto e la puzza di birra che emanava il suo alito fetido mi fece venire la nausea.
-vattene- bisbigliai non sopportando la sua presenza qui.
Mi ha trattata male per un sacco di anni e nel mio unico vero momento di bisogno mi ha fatto un ultimatum dove il risultato era lo stesso, la mia sofferenza.
Prese un libro e fingendo di esservi interessato poco dopo lo lasciò cadere a terra.
-ma che sbadato, raccoglilo- biascicò divertito.
-chi rompe paga, hai rovinato quel libro spendi meno soldi in birra vino e alcolici e lo paghi- mormorai infastidita.
-senti, ho incontrato la sorella di quella disgraziata qualche tempo fa e mi ha detto una sacco di cose interessanti di te- disse scalciando il libro di lato.
-esci dalla mia vita una volta per tutte e non provare ad avvicinare ai miei figli in futuro- dissi a denti stretti.
-due femminucce ed un maschietto. Posso semplificarti la vita se vuoi, c'è un mio caro amico che non riesce ad avere figli con la sua compagna e ne vorrebbe adottare uno dei tuoi-
Mi irrigidii di colpo e appoggiai una mano sul pancione come a proteggere le mie tre piccole creature.
-non darò a nessuno uno solo dei miei figli- esclamai offesa.
Quel mostro di mio padre mi prese per il polso e mi strattono violentemente.
-sentimi bene ragazzina. Non ce la farai mai con tre marmocchi, permetti ad almeno uno di loro di fare una vita decente-
Mi tirò uno schiaffo e mi strattonò facendomi cadere a terra.
-la lasci subito stare- esclamò una voce non molto lontana.
-ts... Tomas sempre fra i piedi!- esclamò mio padre barcollante rivolgendosi al signor Allen.
-Mat se non ti fossi intromesso nella mia vita diciotto anni fa potrei anche smetterla di assillarti. Ma se tu vieni anche ad infastidire una mia commessa allora permettimi di essere incazzato con te- rispose il mio capo di rimando.
Come facevano a conoscersi quei due?
-la tua commessa ts...- si mise a ridere appoggiandosi ad uno scaffale e con un gesto brusco tentò di colpire il mio capo.
-è solo una puttana figlia di un'altra puttana che mi hai rifilato una volta che te ne eri stufato- sibilò con gli occhi iniettati di sangue.
-smettila di dare della puttana a mia madre!- esclamai arrabbiata.
-Elizabeth era proprio quello che tu ti ostini a negare stupida- mi trafisse con lo sguardo appannato.
-cosa centra Elizabeth? Non l'hai mai amata ma ti sei ostinato a volerla per te- esclamo Tomas con i pugni serrati.
-sei tu che non l'hai voluta dopo che l'hai messa incinta! Solo dopo il tuo rifiuto si è ricordata di essere fidanzata con me bastardo-
Ma cosa stanno dicendo? Cosa centra mia madre con loro? Perché si conoscono? Perché si insultano così pesantemente e con così tanto rancore?
-ma cosa stai dicendo! Elizabeth non aspettava nessun figlio da me, quando glie lo chiesi mi giurò che era tuo- si difese con la voce leggermente incrinata.
-mi sono sorbito per diciotto anni quella che in realtà era tua figlia stupido! E ora scopro che lavora pure per te! Mi hai rubato tutto nella vita, la donna che amavo e il figlio che sarebbe dovuto essere mio- sbraito colpendolo in pieno volto Mat.
...in realtà era tua figlia...lavora pure per te...
Orripilata vidi il sangue sulle nocche del responsabile della mia triste infanzia e due ragazzi fermi alla porta.
-la figlia di Elizabeth era mia?- chiese sconvolto Tomas passandosi una mano sul labbro spaccato.
-si, quella è tua figlia- mi indicò Mat rabbioso.
Non è possibile... perché allora non siamo sempre state con lui io e mia madre?
Tomas mi guardò sbigottito e gli si inumidirono gli occhi.
-Zio...- mormorò Edgar con al suo fianco Kendall.
-sta per arrivare la polizia- ci informò Kendall intanto che lentamente si stava avvicinando a me.
Si chinò vicino a me e mi accarezzò una guancia.
-come stai?- mi chiese insicuro.
Aprii la bocca ma non riuscii a dire nulla. Riuscii solo a scoppiare a piangere in modo isterico gettandomi fra le sue braccia che mi erano mancate moltissimo.
Mi strinse a se ricambiando l'abbraccio e mi sentii sollevata, non mi stava respingendo.
-fermo li o ti spacco la faccia- sentii esclamare Edgar.
Aprii gli occhi e lo vidi minacciare l'uomo che per tutti questi anni ho creduto essere mio padre.
Il tempo passò veloce e confuso.
Fui interrogata per testimoniare dell'aggressione e fui visitata da un medico dato il mio stato di ragazza gravida.
Edgar stava parlando con il signor Allen... forse dovrei dire mio padre a questo punto, ma non lo so.
Tomas mi fissava per brevi istanti completamente incredulo poi tornava a tenersi la testa fra le mai confuso.
Come biasimarlo all'improvviso si ritrova padre di un adolescente incinta di otto mesi.
Kendall invece mi è stato tutto il tempo vicino nel più religioso dei silenzi, mi ha accarezzato il ventre e ha sentito i nostri bambini scalciare.
Finalmente posso dire nostri.
-Alexia- mi chiamò.
Alzai la testa di scatto sorpresa.
-sono ancora arrabbiato con te, sono deluso e ferito... ma sono venuto qui perché Edgar mi ha convinto ad ascoltare il motivo per cui non volevi dirmi che in realtà è a causa mia se sei incinta- mormorò piano.
Lo guardai negli occhi e annuii appena, ora dovevo dirgli tutta la verità e quella soltanto.





Ehi! ciao a tutte ed ecco il capitolo 28!
Per un pelo sono riuscita a pubblicare oggi!
Ma allora, riassuntino. Kendall sembra non volerne sapere di personare Alexia ma sono a sapere il motivo del suo silenzio. Alexia continua astare male e nonostante l'inattesa rivelazione su chi sia veramente suo padre improvvisamente deve dire una volta per tutte come stanno le cose a Kendall.
Che dire se non al prossimo capitolo!
un abbraccio, un saluto ed un bacio
by unika :3

 

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Capitolo 30
*** capitolo 29 ***


Capitolo 29
Kendall e io eravamo usciti dal negozio e una volta saliti in macchina lui iniziò a guidare verso casa mia.
Ci fu silenzio per tutta la durata del viaggio, sino a quando non arrivammo nel mio appartamento.
-ti ascolto- disse sedendosi su una sedia davanti al divano su cui avevo sentito l'enorme necessita di coricarmi.
Mi accarezzai il pancione soffermando una mano sulla sua sommità e feci un respiro profondo.
-all'inizio non sapevo chi fosse il padre, ero solo certa che fosse successo alla festa che purtroppo coincise con la morte di Niall... sapevo dai racconti di Queen che a quanto pare avevamo fatto qualcosa quella sera, ma all'inizio non ci badavo. Poi il dubbio si è impossessato di me e facendomi ripetere da lei il racconto mi resi conto che i miei dubbi erano fondati così qualche giorno dopo le dissi la mia idea e per poco non la feci strozzare con il te che beveva- feci una pausa e sbirciai nella sua direzione.
Mi stava ascoltando attentamente.
-mi stai dicendo che la tua è solo una supposizione? Non sei neanche certa che il padre sia io- mi chiese stupito.
-non ho finito, io vedendo quello che era successo con la mia carriera di modella e non volevo che anche tu rischiassi di vedere il tuo sogno di essere un fotografo sfumare via, così iniziai ad intestardirmi nel non volerti dire neanche della mia supposizione. Poi siamo arrivati a Natale, li tu stesso inconsapevole me ne hai dato la conferma-
-come inconsapevole?- chiese non capendo.
-sai la notte che passasti con i tuoi amici e finisti per ubriacarti?- gli chiesi con un nodo alla gola.
Annuì ancora confuso.
-quella sera oltre ad insultarmi come ti ho detto iniziasti a dire che tu di quella notte ti ricordavi tutto, lo dicesti in malo modo, ma mi confermasti che avevamo fatto sesso. Poi iniziasti a dire che se i bambini non erano tuoi voleva dire che ero una troia, che subito dopo aver fatto sesso con te ero andata a letto con un altro, ma la cosa era impossibile perché Queen mi disse che quando uscii dalla stanza dove ci eravamo chiusi mi aveva subito portata a casa sua- mormorai con le lacrime agli occhi.
-perché quando ti ho chiesto cosa ti avevo detto la sera prima mi hai risposto solo con una parte della verità?- mi chiese dispiaciuto.
-ho visto il tuo non ricordarti nulla come un chiaro segno che i bambini sarebbero dovuti essere solo una mia responsabilità e che tu eri destinato a rimanerne all'oscuro- confessai.
Kendall si chinò vicino a me e mi baciò il ventre.
-sono una responsabilità di entrambi nonostante la nostra giovane età-rispose lui.
-poi tu all'improvviso ti sei interessato a me e io ero finita come in un sogno. Tu mi sei sempre piaciuto e vedere come ti stavi preoccupando per me e che stavi nutrendo un sentimento più profondo dell'amicizia mi rese felice ed estasiata. Iniziai a pensare un modo per dirtelo, ma nessuno andava bene... poi è arrivato quel ti amo che mi ha completamente fatto toccare il cielo con un dito e mi ero ripromessa che dopo la sfilata e dopo aver consultato Queen e Kara ti avrei detto tutto, ma poi lo hai scoperto nel peggiore dei modi...- conclusi sentendomi il cuore a pezzi.
Tutto questo caos l'ho creato io bugia dopo bugia, non so se riuscirò mai a farmi perdonare per quello che gli ho fatto. Perciò sarò paziente e lo aspetterò.
-perché lo volevi chiamare Niall ancor prima di avere la certezza che fossi io il padre- mi chiese guardando fuori dalla finestra.
-perché era fra i nomi preferiti che avevi cerchiato e una volta scoperto che tuo fratello era mancato sentivo che era quello il nome che avrebbe avuto il bambino se fosse stato un maschio-
-in tutti questi mesi mi hai reso partecipe nonostante io non lo sapessi- mormorò più a se stesso che a  me.
Chissà a cosa stava pensando, cosa voleva fare adesso che lo sapeva.
Non credo voglia portare avanti ciò che era nato fra noi, però spero che per il bene dei bambini le cose si possano acquietare.
-farò il fotografo e sarò il loro papà- disse incastrando i suoi occhi nei miei.
-all'inizio magari farò un po' di fatica, ma non importa. Voglio prendermi le mie responsabilità e ti aiuterò il più possibile, così anche tu potrai oltre a fare la madre, la modella-
Non era arrabbiato e non mi stava chiedendo di restarne fuori.
Voleva anche che io riuscissi a riprendere il mio sogno.
Invasa da un impeto di gioia  mi sporsi ad abbracciarlo e fui ancora più felice quando lo sentii ricambiare la stretta in modo caloroso.
-e vorrei che noi due ci dessimo una seconda possibilità- mormorò accarezzandomi i capelli.
-non sai quanto mi renda felice saperlo Kendall- mormorai gioiosa.
-cosa che mi prenderò le mie responsabilità così potrai rincominciare la tua carriera o che voglio provare veramente a creare un noi?- mi chiese confuso.
-che nonostante tutto tu mi stia proponendo di creare un noi- sorrisi accarezzandogli una guancia.
Kendall ricambiò il sorriso e si sporse a baciarmi.
Quanto temevo che non avrei mai più assaporato le sue labbra, che non avrei più potuto godere delle sue parole dolci, il suo sorriso, le carezze, i baci e gli abbracci.
Io lo amo e questa volta non commetterò errori.
---
A lavoro si è creata una strana situazione. Io ed Edgar siamo un po'... impacciati.
Abbiamo appena scoperto di essere cugini di primo grado e la cosa fa strano a tutti e due.
Non voglio neanche immaginare come sia per il signor All... Tomas, anzi mio padre.
Ho scoperto che lui e mia madre si amavano, però lei stava con l'uomo con cui ho vissuto in tutti questi anni, perciò finse che il bambino fosse suo invece che del vero padre.
Ora che ricordo lo notai al funerale della mamma, ma ero piccola e quando lo rividi per la prima volta non lo riconobbi.
Queen ha subito visto il lato positivo, siamo cugine!
Ha subito fatto il ragionamento che essendo la ragazza di Edgar, che è mio cugino, lei automaticamente è mia cugina.
-Alexia- mi girai sorpresa e non appena vidi chi fosse ne fui ancora più sorpresa.
-signor Allen- mormorai.
-chiamami Tomas, non ha più molto senso avere tante formalità-
Annuii impacciata e mi sedetti su uno sgabello.
Tomas mi imitò sedendosi non molto distante da me.
-come ha vissuto Elizabeth prima... prima della sua morte. Come stavate a casa?-
-la mamma cercava di sopportare i suoi modi di fare, spesso la insultava e quando era ubriaco fradicio la picchiava anche- mormorai torcendomi le mani.
-e tu?- mi chiese titubante.
-picchiava anche te?- notai la fatica che faceva nel trattenersi dal esplodere e mi sentii quasi un mostro a dovergli raccontare tutto.
-fino a quando c'era la mamma si limitava ad insulti e a qualche schiaffo. Poco dopo la sua morte però  iniziò anche a picchiarmi. Per questo ho sempre cercato di stare a casa per lo stretto necessario, ero quasi sempre da Queen, Kendall, in biblioteca e prima di scoprire di essere incinta anche sulla passerella. In questo modo aveva poche occasioni di maltrattarmi- spiegai.
Mi ero fatta la mia strategia per soffrire il meno possibile e per un po' ha funzionato.
-lo ha fatto in questo periodo? Intendo ti ha picchiata anche ora che sei incinta?- riuscivo a percepire il dolore nella sua voce e mi dispiaceva.
Scossi subito il capo per rassicurarlo.
-quando ho scoperto di essere incinta me ne sono andata di casa e mi ha ospitato Kendall-
Fece un sospiro di sollievo e si abbandonò con la schiena contro il muro.
Mi faceva strano pensare che lui fosse mio padre, sapere che tutte quelle cose che non trovavo in quell'uomo che temevo in realtà le avevo prese proprio da lui.
-be... per qualsiasi cosa sappi che ci sono, se avrai bisogno di aiuto-
-ti ringrazio ma non ce n'è bisogno, sto finendo gli studi da privatista, ho questo lavoro in più ho anche ripreso a fare la modella, economicamente non ho problemi e poi Kendall mi starà vicino- lo rassicurai.
-non ho potuto farti da padre, spero di poter fare almeno il nonno- disse con un mezzo sorriso.
Non era un affermazione bensì una richiesta di renderlo partecipe della mia vita nonostante tutto.
-sono tre gemelli gli farà bene avere un nonno in più- sorrisi scherzosamente.
Una persona in più che mi avrebbe aiutato e non giudicato era quello di cui avevo bisogno.





Ehi ciao a tutti ed ecco il capitolo 29
Prima cosa: Buona pasqua a tutti quanti!!!!!!!!!!!
Seconda cosa: Kendall ed Alexia hanno fatto pace!!!! Edgar in realtà è il cugino di Alexia e a Queen si è subito aggregata alla parelentela se pur non
di sangue. Il signor Allen cerca di capire meglio come sua figlia abbia vissuto con la madre in tutti questi anni e si offre per lo meno di essere un buon nonno.
Tante cose in poco tempo, dovrei migliorarmi e prometto che ci proverò. Come sempre spero vi sia piaciuto.
un abbraccio, un salto ed un bacio
by unika :3

 

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Capitolo 31
*** capitolo 30 ***


Capitolo 30
Kendall mi ha bendato gli occhi e io mi sto tenendo ben stretta alle sue mani.
Continua a farmi camminare non so dove e ho paura di inciampare o andare a sbattere contro qualcosa.
-c'è uno scalino da salire- mi avvisò.
Feci un piccolo passo e scontrai il piede contro lo scalino che mi affrettai a salire.
-Kendall, non mi piace tutto questo, sai quanto odio il buio- mormorai continuando a seguirlo.
-tranquilla, siamo arrivati. Un secondo e ti scoprirò gli occhi- mi promise.
Poco dopo ci fermammo e tenendomi per i fianchi mi fece girare un po' vera destra.
Sentii il nodo della benda allentarsi e ben presto mi ritrovai in una stanza piena di persone.
-AUGURI!!!- esclamarono tutti in coro.
Mi misi una mano sul cuore per lo spavento e fissai tutti i presenti a bocca aperta.
-auguri… ma mica è il mio compleanno- mormorai confusa.
Queen si avvicinò a me e mi fissò preoccupata.
-scherzi vero? Certo che oggi è il tuo compleanno Alexia, sbaglio o sei nata l’18 maggio?- mi chiese non sapendo se ridere o preoccuparsi veramente.
-oggi è veramente il 18 maggio!- mi stupii prendendo subito il mio cellulare fra le mani e guardando la data.
-te ne eri dimenticata- constatò divertito Kendall.
-o mio dio è il mio compleanno! Faccio diciotto anni non ci posso credere- esclamai eccita.
Abbracciai Queen stritolandola e la ringraziai.
Mano a mano stavo ringraziando tutti: Kara, Whitney, Edgar, Tomas, mia zia, Maryclare, di nuovo Queen ma soprattutto Kendall.
-o Dio grazie!- Esclamai abbracciandolo con le lacrime agli occhi.
-temevo che mi si sarebbero rotte le acque per lo spavento- ammisi ridendo.
-in effetti manca poco armai, due settimane e poi potrebbero nascere da un momento all'altro- disse Kendall poco prima di baciarmi.
Un compleanno meraviglioso, tutte le persone a me care sono qui con me e ho una nuova famiglia con cui condividere la mia gioia.
I regali erano tutti per i bambini in realtà, ma non mi interessa, loro già da adesso sono la mia priorità assoluta.
Finalmente il famoso passeggino trigemellare è in mio possesso! Non voglio neanche immaginate il costo, avranno fatto una colletta, donato un organo non saprei! Ma sono certa che il prezzo di un passeggino così non è da ignorare.
Queen ebbe la rivincita su tutte le tutine che gli avevo scartato regalandomene ben quindici! Cinque ad ognuno dei gemelli.
Kara invece mi aveva riempito di giocattoli per neonati e tutine per già quando avrebbero avuto un anno circa.
Tomas invece mi regalò un braccialetto con tre omini di cui due femmine ed un maschio.
All'inizio pensai che rappresentassero i tre gemelli ma poi notai che una delle figure femminili era più piccola.
-rappresenta la famiglia che saremmo dovuti essere io, Elisabeth e te- mi spiegò leggermente sulle spine.
Una lacrima solitaria mi rigò il viso e lo abbracciai forte.
-grazie Tomas- mormorai.
Lui ricambiò l'abbraccio sollevato e mi accarezzo i capelli.
Poi fu il turno del regalo di Kendall, che sotto il mio sguardo incuriosito mi stava porgendo una scatola rettangolare spessa sui 4 cm.
L'aprii e dentro vi trovai un album fotografico con sopra scritto “I nove mesi più belli della mia vita”.
L'aprii confusa e lo scoprii pieno  di foto mie mese per mese durante la gravidanza.
In alcune ero da sola in altre magari ero con Queen, Kara, Whitney, mia zia, Maryclare, Edgar, io e Kendall, i cuccioli e pure io con la vicina di casa.
-ditelo che vi siete coalizzati contro di me per farmi commuovere nel tentativo di vedere sino a quante lacrime una ragazza incinta riesce a versare in un giorno solo- mormorai cercando di fermare quel fiume in piena che continuava a scorrere libero.
-ti è piaciuto?- mi domandò Kendall con un sorriso divertito.
-non ridere, voglio vedere quando ti manderò in bianco se avrai ancora voglia di ridere- lo rimproverai dandogli una live sberla sulla spalla.
Subito dopo però mi gettai fra le sue braccia e lo baciai sulla guancia.
-è il regalo più bello che potessi desiderare- gli sorrisi.
In quel momento sentii i bambini scalciare e sorrisi ancora di più.
-anche a loro piace il regalo- commentò accarezzandomi il pancione.
Annuii felice e mi godetti quella festa di compleanno con tutte le persone che amo.
---
-e se ti trasferissi di nuovo da me? Questa volta però in modo definitivo- mi propose Kendall intanto che stavamo entrando nel mio appartamento.
Lo guardai sorpresa ma gli sorrisi raggiante.
-sarebbe bello, solo non c'è la stanza per i gemelli- gli feci notare.
-stiamo insieme noi due perciò potremmo benissimo stare entrambi nella mia camera da letto, mentre quella che prima era la tua camera diventerà quella dei bambini-
-è un'ottima soluzione- convenni.
-e se incominciassimo già domani von il trasloco delle cose per i bambini e pian piano anche delle tue?- mi propose attirandomi a sedere sul divano vicino a lui.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e presi ad accarezzarmi il pancione con la mano destra che non era intrecciata con quella di Kendall.
-si, sarebbe perfetto. Potrei chiamare Edgar per chiedergli se ti da una mano con i mobili, mentre chiederei a Queen se potrebbe darmi una mano con il mettere le tutine in  un po' di borse per il trasferimento-
-presto saremo una famiglia-
Alzai gli occhi per vederlo meglio e lo vidi fissare il celo sereno attraverso la finestra.
-si, papà- lo provocai.
Levo vedere che reazione gli avrebbe dato sentirsi chiamare in quel modo.
Lo vidi sorridere e avvicinarsi per lasciarmi un bacio sulla fronte.
-una numerosa famiglia, mammina- stette al gioco.
Sollevò la mono che era intrecciata con la mia e la mise in controluce.
Era bellissimo, amo vederlo così rilassato spero non ci sia mai motivo che il suo volto debba cambiare con una smorfia di dolore, tristezza o rabbia.
Sentii una lieve fitta al ventre ma per fortuna passo subito.
Kendall però se ne accorse e mi guardò preoccupato.
-sembra che stiano facendo la box invece muovere e tirare solo qualche calcio occasionale- mentii.
-manca poco ormai, fra un po' non scalceranno più dandoti un po' fastidio- mi rassicurò.
-hai ragione faranno di peggio, tireranno i capelli- sorrisi.
Mi piaceva l'idea di vedere Kendall con un piccolo fagottino di un paio di mesi in braccio e che agitando i pugnetti per sbaglio gli avrebbe potuto tirare un ciocca di capelli proprio mentre lui gli da un tenero bacio sulla guancia.





Ehi! ciao a tutti ed ecco il capitolo 30!
Fatico a credere che ho scritto davvero tutti questi capitoli e vi avviso che a breve la storia finirà.
Alexia è quasi al nono mese, i bambini stanno per nascere, fra lei e Kendall le cose sembrano andare bene e tutto si sistema.
Non credete che vi lascierò con la semplice nascita dei gemelli. Ho gia scrittto altri capitoli che racconteranno come Alexia si prendera cura dei suoi figli e come crescerannoe anche il punto di vista di uno dei gemelli.
Vi lascio con queste piccole notizie sperando che vi incuriosiscano, come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto.
un abbraccio, un saluto ed un bacio
by unika :3

 

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Capitolo 32
*** capitolo 31 ***


Capitolo 31
Oggi ho l'ultima ecografia e Kendall pur di esserci si è saltato una verifica e come giustificazione per il ritardo ha scritto “la mia ragazza aveva l'ultima ecografia prima del parto” avrei tanto voluto strappargli il libretto di mano e scrivergli al suo posto il classico “motivi di famiglia” (che era pure vero alla fine) oppure “causa problemi con i mezzi di trasposto” non una dichiarazione così esplicita che sarà padre.
Niente in contrario, ma ricordo gli sguardi che mi lanciarono i prof quando comunicai il motivo per cui volevo finire l'anno da privatista, e non erano piacevoli da sostenere.
-insisto che dovresti cambiare giustificazione- ripetei corrucciata.
-non ti preoccupare Alexia, è solo una giustificazione e poi dico solo la verità- mi rassicurò lui facendomi l'occhiolino.
-ok- mi rassegnai abbandonando la testa contro il muro.
Subito dopo però mi chiamarono per l'ecografia.
Seguita a ruota da Kendall che mi stava tenendo per mano.
Come mio solito mi stendetti sul lettino e scoprii la mia pancia sollevando la maglietta.
Nello stesso momento in cui la dottoressa stava versando il gel sentii una lieve fitta che però sparì subito.
-le capita spesso?- mi chiese la dottoressa intanto che appoggiava la sonda.
-cosa?- chiesi confusa.
-le fitte- mi spiegò.
-oh... no. Molto di rado- ammisi.
-molto bene. Allora i bambini stanno benissimo e ormai manca poto al parto- disse intanto che mi porgeva dei fazzoletti per pulirmi dal gel.
-fra pochi giorni dovresti entrare nel nono mese e fra altrettanto pochi giorni dovrebbero nascere. Quello che ti sto per dire non è solo un consiglio ma un ordine, il tuo è un caso molto raro avendo tre gemelli, perciò riposo assoluto, muoviti solo se devi andare in bagno o in cucina per mangiare, se hai impegni in questi giorni è meglio se li disdici. Le fitte che hai avuto sono un piccolo anticipo delle contrazioni, perciò è meglio che ci sia sempre qualcuno con te a casa in caso ti si rompessero le acque all'improvviso-
Kendall mi aiutò ad alzarmi e mi strinse un fianco attirandomi vicino a se.
-io fisserei la data del parto in torno il prima possibile per evitare appunto qualcosa di improvviso e aldi fuori delle mire ospedaliere, dato che tu Alexia soffri anche d'asma- mi spiegò.
Sua io che Kendall annuimmo e salutammo la dottoressa Mitchell con una stretta di mano.
Appena usciti dallo studio Kendall mi bloccò e mi fece sedere su una sedia.
-di che fitte parlava Alexia? Perché non me ne hai parlato- mi rimproverò evidentemente molto preoccupato.
-perché non sapevo fossero da tenere conto così tanto, erano fitte appena accennate che davano appena fastidio e sparivano subito- gli spiegai.
-Alexia sei incinta, qualsiasi cosa è da tenere sotto controllo per il tuo bene e quello dei bambini- replicò.
Non era sgarbato ma mi infastidì il fatto che mi stesse rimproverando di una cosa di cui io non potevo sapere nulla.
-Kendall, sono incinta non una malata terminale e non mi trattare come se fossi una bambina di due anni a cui bisogna spiegare qualsiasi cosa- mi arrabbiai alzandomi di scatto e incamminandomi verso il fondo del corridoio.
-Alexia dove vai!- mi chiamò raggiungendomi subito.
-a casa mia- risposi piccata.
-perdonami non volevo fartene una colpa, è che sono preoccupato- disse piazzandomisi davanti.
Feci un respiro profondo ed annuii.
Ha ragione, sono stata una stupida permalosa.
-scusa è che l'idea che si avvicina il parto mi fa stare sulle spine- ammisi.
Mi accarezzò una guancia e mi attirò in un tenero abbraccio.
---
-non ti muovere- esclamò Queen puntandomi un dito contro con sguardo minaccioso.
Da quando le avevo riferito i raccomanda menti della dottoressa Mitchell era diventata il mio cane da guardia.
Se provavo a dare minimo cenno di volermi alzare in piedi lei mi fulminava con lo sguardo o gridava un “non ti azzardare ad alzare il culo da quel divano!” molto convincente anche perché la prima volta mi stava puntando contro una scopa.
Questa volta però dovevo andare in bagno e non me la faccio addosso per colpa sua.
Mi alzo in piedi ed inizio ad incamminai verso il corridoio.
-dove vai che ti si rompono le acque così!- mi strillo dietro.
-Queen devo andare in bagno, fare un break di salute come vuoi chiamarlo non lo so, ma io ho bisogno di quel bagno- esclamai infastidita.
-non ti arrabbiare o ti si...-
-Queen!!!- esclamai esasperata.
-ok, ho capito vai in bagno- alzò le mani al cielo.
Preferisco quando è Edgar da farmi da cane da guardia, lui non mi dice ad ogni mio movimento di stare ferma.
Appena arrivò a casa per il suo primo turno di stare insieme a me abbiamo subito messo le cose in chiaro.
“azzardati a essere asfissiante come Queen e ti faccio diventare donna” lo avevo minacciato.
“non ho la minima intenzione stai tranquilla”
mi rassicurò lui divertito dal mio esser così prevenuta.
Di solito ci piazziamo davanti alla TV a guardarci un film oppure qualche gioco da tavolo.
O quando sono in vena di sentimelalismo gli chiedo della ormai nostra famiglia.
Da quello che ho capito suo padre è più grande di dieci anni del mio e i nostri nonni sono morti.
Sua madre è ammalata di un tumore al seno ma è in via di guarigione con buoni risultati.
Lui avrebbe dovuto avere una sorella ma che a causa di un aborto spontaneo non nacque mai, eravamo due figli unici.
Ho una zia a quanto pare (sorella di Tomas ed il padre di Edgar... che stupida è una cosa ovvia che sia loro sorella) che vive in Italia.
Ho una famiglia cittadina del mondo, Kendall e tutta la sua famiglia sono australiani, la madre di Edgar è argentina, questa mia fantomatica zia sono anni che sta in Italia e noi altri siamo degli stati uniti.
-sono tornato- esclamò Kendall dalla porta.
Mi affrettai a lavarmi le mani ed uscii dal bagno andandogli incontro.
-potresti licenziare Queen dal suo ruolo di cane da guardia? Non voleva neanche farmi andare in bagno- gli chiesi implorante subito dopo avergli dato un bacio.
Kendall sorrise divertito e mi cinse le spalle.
-Queen io sento Alexia sempre lamentarsi quando torno a casa e tu sei con lei, non voglio spargimenti di sangue-
Queen mi fece la linguaccia e io ricambiai divertita.
-va beh, ora vado che questa sera io ed Edgar usciamo a vederci un film- ci salutò Queen intanto che raccoglieva le sue cose.
Mi avvicinai a lei per salutarla e ci stringemmo forte.
-ci vediamo domani Alexia, riposati e statemi bene-
-stai tranquilla, ora come minimo Kendall mi proporrà l'ennesimo film romantico sapendo che mi piacerà pur di farmi stare ferma e rilassata- scherzai.
-fino ad ora non ti sei lamentata- si vantò lui.
Sorrisi divertita e salutai un ultima volta Queen prima di chiudere la porta di casa.
-che film hai architettato per questa sera?- chiesi intanto che stavo camminando verso il divano.
Kendall si sedette vicino a me e appoggiò l'orecchio sul pancione stando ad ascoltare i bambini.
-nessun film questa sera, saremo solo io, tu e i bambini- mormorò allungandosi verso di me e dandomi un bacio sul naso.
-ah, si?- gli chiesi con un sorriso luminoso.
Annuì e si coricò vicino a me abbracciandomi.
-si, voglio passare tutta la notte abbracciato con te e riempirti di attenzioni dolci- mi sussurrò all'orecchio facendomi il solletico con la punta del naso sul collo.




Ehy! ciao a tutti ed ecco il capitolo 31, lo aspettavate? spero priorpio di si ;)
Ma allora ecco la cose importante ho preso 8- di filosofia!!!! no scherzo ;) (è si importante, ma a voi giustamente non importa un emerita mazza)
No la cosa importante della storia è che ormai la fine si avvicina e quando meno ve lo aspetterete i pargoletti nasceranno.
Il tempo è volato mi sembra appena qualche settimana che ho iniziato a pubblicare la storia e fra non molto sarà terminata.
spero prorpio (come sempre) che il capitolo vi sia piaciuto :)
un abbraccio, un saluto ed un bacio
by unika :3

 

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Capitolo 33
*** capitolo 32 ***


Capitolo 32
La luce mi arriva sul viso e mi abbaglia.
Alzo una mano per farmi ombra e sento le braccia di Kendall stringersi più saldamente attorno ai miei fianchi.
Mi bacia la spalla e strofina il naso contro il mio collo.
-buongiorno- biascico con la voce ancora un po' impastata dal sonno.
-buongiorno-
Mi baciò il collo e con la mano accarezzò il mio pancione.
Lo fa spesso la mattina ed è una cosa che mi rende felice.
Giro la testa vera di lui si  gli do un bacio leggero sull'angolo delle sue labbra perfette.
-questa notte eri un po' agitata, hai fatto un brutto sogno?- mi chiese accarezzandomi un braccio.
-no, erano i tre demonietti che giocavano a chi tirava i calci più forte- dissi girandomi un po' per essere faccia a faccia.
-e ora?- mi chiese poggiando la mano sul mio pancione e massaggiandolo.
-dormono, o stanno pianificando un altro attacco- sorrisi divertita.
-lasciate riposare la mamma- mormorò avvicinando il viso al mio ventre di nove mesi e baciandolo.
-se non ci ascoltano adesso fino adesso figuriamoci quando avranno 15 anni e vorranno iniziare a fare mille esperienze e un possibile fidanzato o fidanzata- scherzai io accarezzandogli i capelli scompigliati.
-invece tu come hai dormito?-
-bene, ho fatto bei sogni e ti ho ammirato dei ultimi istanti del tuo sonno-
-e cos'hai sognato di bello?-
-te- mi baciò le labbra.
-i bambini- mi baciò di nuovo.
-e noi- mi baciò un ultima volta.
Sorrisi alle sue parole e alle sue attenzioni per me.
Lentamente mi metto a sedere e mi avvicino al bordo del letto per potermi alzare.
-aspetta che ti aiuto- disse e Kendall alzandosi velocemente e raggiungendomi.
Si posizionò vicino a me e porgendomi una mano e cingendomi la vita mi aiutò ad alzarmi.
Era una cosa che non sopportavo ora mai, faticavo ad alzarmi in piedi da sola e la mia pancia era veramente esagerata, non mi stupirei sei ci fosse un quarto bambino.
-non ce la faccio più, la dottoressa Mitchell ha detto che è questione di tempo, non posso fare un bel cesario?- sbuffai contrariata.
-presto nasceranno stai tranquilla. Anzi ora pensiamo a fare colazione, cosa vuoi che ti preparo?- mi chiese iniziando ad avvicinarsi alla porta.
-m... pancake con li sciroppo d'acero-
-e così sarà!- esclamò con un sorriso sparendo dietro la porta.
Andai a cambiarmi e proprio  mentre mi stavo legando i capelli sentii un lieve dolore al basso ventre.
Feci una piccola smorfia e mi appoggiai ad un mobile facendo dei respiri profondi.
Quando il dolore passò mi drizzai di nuovo e con una mano sul grande pancione che avevo mi incamminai verso la cucina.
L'odore dei pancake che c'era nell'aria mi fece venire ancora di più fame.
Facendo attenzione a non urtare il tavolo con il mio ventre mi sedetti  e bevvi un sorso di thè che Kendall aveva già preparato.
-ecco qua i tuoi pancake- disse porgendomi un piatto abbondante pieno del mio piatto preferito.
-che profumino- mormorai poco prima di mangiare un pezzo.
Il gusto dolce dello sciroppo d'acero insieme ai pancake fu un paradiso per il mio palato.
Poco dopo anche Kendall si sedette a tavola ed iniziò a mangiare.
Aveva preparato anche del backom croccante e uova strapazzate.
Assaggiai un po' di tutto e bevvi un sorso d'acqua prima di alzarmi da tavola.
Un'altra fitta si fece sentire ma questa volta fu un po' più forte.
-tutto bene?- mi chiese subito Kendall preoccupato.
-passa subito- minimizzai con un piccolo gesto della mano.
Infatti poco dopo passò e mi incamminai verso il bagno.
Un dolore ancora più forte mi colpì appena arrivata in sala e sentii come un piccolo "pop" e del liquido trasparente colare dalle miei gambe sino al pavimento.
Sgranai gli occhi terrorizzata e mi aggrappai al divano per sorreggermi.
Non può essere... non ora, non adesso!
-oh mio Dio!- mi feci sfuggire con voce strozzata.
-Alexia!- si allarmò Kendall correndo subito fuori dalla cucina.
Mi guardò preoccupato e notò subito il liquido trasparente sul pavimento.
-oh mio Dio- mormorò incredulo capendo subito cosa fosse successo.
Mi fece sedere sul divano dandomi un bacio sulla fronte e corse subito nella camera dei bambini a recuperare le borse che da giorni tenevamo già pronte.
Il dolore andava e veniva ad intervalli ancora sostenuti fra di loro, ma ciò no cambiava il fatto che mi si erano appena rotte le acque e una insana paura nei confronti del parto mi aveva assalito.
Improvvisamente non volevo fare un parto naturale, il dolore mi terrorizzava e la paura di non essere in grado di partorire tutti i tre i bambini mi agitava ancora di più.
Nel giro di non molto eravamo già all'ospedale e Kendall ignorando i miei insulti nei suoi confronti mi stava vicino e si assicurava che se avessi avuto bisogno di qualcosa avrei potuto averlo.
Dopo due ore di travaglio ero dilatata di appena 3 cm e le contrazioni aumentavano di dolore e frequenza.
Passeggiavo per l'ospedale con Kendall al mio fianco e mi appoggiavo ai muri per fare respiri profondi.
Mentre stavo per rientrare nella mia stanza vidi Queen tutta agitata guardarsi in torno con tre palloncini in una mano ed Edgar nell'altra che se lo stava trascinando dietro come una pazza.
Non appena mi vide rifilò i palloncini al suo ragazzo venendomi incontro.
Mi abbracciò delicatamente nonostante riuscissi a percepire tutta la sua agitazione per me.
-allora fra quanto dovrebbero nascere?- mi chiese con un sorriso.
-troppo, non ce la faccio già più... Queen ho paura!- esclamai con le lacrime agli occhi.
Mi aiutò a sedermi su un divanetto e mi massaggio una spalla come gesto consolatorio.
-non posso dirti che lo so perché è una bugia bella e grossa ma la verità è che sarebbe grave se tu non fossi spaventata. Ne hai tutto il diritto, hai appena diciotto anni e ti ritrovi a dover partorire tre bambini una cosa molto più grande di te. Ma io tu conosco e so che ce la farai-
-non ne sarei tanto sicura fossi in te, tra calci e contrazioni mi sento un... un... non lo so neanche come mi sento- mi lamentai appoggiando la testa al muro.
-come sta la futura mamma?!- esclamò Edgar entrando nella stanza come se dovesse intrattenere dei bambini ad un compleanno.
-ah... vaffanculo, come vuoi che stia!- sbottai sopportando un'altra contrazione.
Queen trattene una risata e si alzò a consolare Edgar che era rimasto ammutolito.
-tesoro te le cerchi, ma non te la prendere l'hai solo beccata in un momento che è parecchio tesa, non voleva mandarti a quel paese- lo rassicurò dandogli un bacio sulla guancia.
-invece si- mormorai.
-ok lo voleva, ma cerca di comprenderla, tu non sopporterai mai un dolore simile perciò ti è più complicato capire, ma io comprendo che quando avrò il mio primo figlio se non mi faranno l'epidurale ti insulterò pesantemente, perché avendomi messa incinta darò a te la colpa di tutto- gli spiegò tranquillamente.
-e ma mica l'ho messa incinta io, non se la può prendere con me, e cos'hai detto che IO ti ho fatto?-
A ogni parola era sempre più confuso e io vedendolo sempre più confuso ero sempre più irritata.
Non poteva trovare un fidanzato più intelligente Queen?
-niente amore- aveva minimizzato, poi un po' confusa si guardò intorno.
-dov'e Kendall?-
-è andato un attimo al bar a prendere qualcosa da mangiare- risposi sistemandomi meglio a sedere.
-ma tu non dovresti mangiare-
-infatti non è per me è per lui, sono le 12:00 adesso almeno lui pranza-
Proprio adesso entrò Kendall.
-oh ciao ragazzi- disse salutando Edgar e Queen.
Poi si mise in ginocchio davanti a me e mi prese le mani con le sue baciandomele.
-come sta andando?- mi chiese dolce.
-le contrazioni iniziano ad essere più vicine, ma tutto bene. Ah... un'altra-
-fai respiri profondi e vedrai che sentirai meno male- mi rassicurò Kendall accarezzandomi una guancia.
Feci ciò che mi aveva appena consigliato e in effetti riuscivo a sopportare meglio il dolore.
-giuro che divento astemia- dissi appoggiando le mani sui fianchi.
-anche io- mi sorrise Kendall.
-è tutta colpa tua, sei tu che eri quello meno ubriaco quella notte, avresti dovuto fermarmi o perlomeno metterti il preservativo, cavoli esiste anche il coito interrotto per casi come il nostro- mi lamentai imbronciandomi.
Kendall trattenne una risata e con lo sguardo fisso sul mio enorme pancione come incantato vi appoggio una mano sopra.
-entrambi non eravamo nelle condizioni di renderci conto se avevo il preservativo o no, poi anche se ho ricordi leggermente vaghi mi ricordo bene di te che mi stavi avvinghiata come un koala e dicevi che dovevo sbrigarmi-
-che vergogna, una notte di sesso fra ubriachi e nove mesi dopo eccoci ad aspettare che nascano i bambini... gli farò una testa tanta a forza di dirgli di non bere alcolici che mi odieranno-
-ci sarò anche io a darti man forte sul vietargli gli alcolici stai tranquilla odieranno tutti e due, così si lamenteranno di entrambi e non solo di te o me-
Sorrisi, Kendall sapeva come distrarmi e farmi sopportare il dolore delle contrazioni che stava diventando più insistente.
Dopo un'altra ora era passata la dottoressa Mitchell a chiedermi come stessi e a controllare a che punto ero con la dilatazione.
Fatemelo dire vi prego. Cazzo ero solo 5 cm, ancora troppo poco per poterli far nascere.
Ero solo a metà dopo circa tre ore, questo vuol dire che molto probabilmente ne avrò ancora per molto.
Convinsi Kendall a chiamare i suoi genitori per avvisarli che mi si erano rotte le acque.
Julia e Alexander erano in Australia e anche se avessero preso il primo volo che c'era per venire qui in America prima di domani non ci sarebbero stati.
Kara invece eravamo d'accordo che l'avremmo avvisata solo dopo il parto quando mi sarei anche ripresa.
Era molto emozionata all'idea di diventare zia e quando ci incontravano prestava più attenzione alla mia pancia che a me.
Mia zia Clare invece l'avevamo avvertita subito dato che in teoria questo pomeriggio sarei dovuta andare con lei al centro commerciale.
Queen era dovuta andare via alle 13:00 perché non voleva saltare l'ultima verifica che aveva nel pomeriggio.
Edgar invece avendo il turno di pomeriggio anche lui se ne era dovuto andare.
Io e Kendall eravamo tornati a passeggiare per l'ospedale, avevo avuto la curiosità di andare a vedere i bambini appena nati così pian pianino avevamo raggiunto i bambini.
Due neonati stavano piangendo e mi chiedevo come mai non si fossero svegliati gli altri.
Quei due piccolini avevano dei polmoni veramente grandi da quanto piangevano.
-spero che i nostri non piangeranno così tutte le notti- commentò con un sorriso Kendall.
-se avranno preso da me passeranno intere giornate a dormire e si sveglieranno solo per mangiare e farsi cambiare i pannolini- gli dissi con una piccola lacrime che mi rigava il viso.
-beh speriamo di si, a detta di mia madre io piangevo sempre mentre mio fratello dormiva beato- sorrise asciugandomi la lacrima.
-allora spero che Nial oltre il nome abbia anche il carattere dello zio-
L'ennesima contrazione mi colpi e questa volta fu talmente forte che mi piegai in avanti.
-torniamo nella tua stanza, a forza di girare e riposarci su sedie occasionali è passata più di un ora-
-ok-
---
-a cosa pensi?-
-cosa?- chiesi sorpresa.
-sei pensierosa, lo capisco- mi fece notare Kendall.
Sorrisi appena e guardai fuori dalla finestra.
-non mi sembra vero, anche se sono nel bel mezzo del travaglio non mi sembra reale. Ho paura che sia tutto un sogno: Io e te, i bambini... tutto. E ho paura di non farcela- ammisi.
Kendall con un sorriso si alzò dalla sedia e mi abbracciò, mi baciò una tempia e accarezzò il ventre.
-è tutto vero, noi siamo reali e lo sono i bambini. E so per certo che ce la farai, so per certo che quando la dottoressa Mitchell darà il via libero per il parto tu sarai in grado di far nascere tutti e tre i bambini. Non sono esattamente frutto del nostro amore ma più di una notte brava, ma ora noi due stiamo insieme, io so che loro sono miei e tu anche, perciò per me saranno sempre simbolo del nostro amore indipendentemente dal concepimento- mi rassicurò.
Un altra contrazione mi colpì e strinsi forte la sua mano, alche lui baciò la mia.
-bene Alexia dovremmo esserci ormai, controllo a che punto sei con la dilatazione e se tutto è a posto ti porteremo in sala parto- comunicò la dottoressa entrando nella stanza con un sorriso.
Fece il contro che doveva fare e una volta finito mi sorrise raggiante.
-perfetto sei dilatata al massimo e ora dovrai solo più spingere per far nascere i bambini, la sala parto è già pronta avverto un infermiere di venirti a prendere subito con una sedia a rotelle-
Uscì subito dalla stanza e poco dopo  arrivo un infermiere con la sedia rotelle sui cui mi fece accomodare.
Guardai Kendall con un misto di paura ed emozione.
Era arrivato il momento, Elisabeth, Nial ed Asia a breve sarebbero nati e dopo tutto questo tempo finalmente li avrei conosciuti.
Sullo viso di Kendall lessi le mie stesse identiche emozioni, paura ed emozione ma anche tanta gioia.




Ehi! ciao a tutti ed ecco il capitolo 32!!!
Mamma mia che agitazione addosso è un tema delicato quello della storia e spero di averlo trattato nel modo migliore possible, in questo capitolo si preannuncia il tanto atteso momento in cui i gemelli nasceranno, ta-ta-tan!!!
chiesdo scusa per l'ora, sono le 00:14 e dato che non sono normale aggiorno a quest'ora. Vi spiego subito il motivo, semplicemente oggi non ho avuto tempo e domani ne avrò meno ancora perciò ho approfittato della pubblicita di Amici per pubblicare.
un abbraccio un saluto ed un bacio 
by unika :3

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***


Capitolo 33

5/06/2015      

Dopo 6:30 h di travaglio, alle 16:45 è nata la piccola Elisabeth, alle 16:50 Nial e alle 17:00 Asia.
Nello stesso ordine in cui avevo scoperto il loro sesso erano venuti al mondo.
Con molta fatica sono riuscita a dare alla luce con il parto naturale tutti e tre i miei figli.
Alla sola vista di Elisabeth ero scoppiata in lacrime dall'emozione, ma avevo ancora da spingere così il pianto ben presto fu rimpiazzato un verso di sfinimento e una stretta stritolatoria alla mano di Kendall.
Quando era nato Nial era stato Kendall a piangere, con una mano tremante gli avevo accarezzato il viso e gli stavo sorridendo nonostante all'appello mancasse ancora Asia.
Purtroppo con Asia ero talmente sfinita che i medici hanno dovuto attaccarmi alla bombola di ossigeno, alla fine è nata anche lei, ma ho vissuto momenti di terrore nel apprendere che la mia piccola soffre d'asma.
Una volta tornata nella mia camera mi sono subito addormentata e cinque ore dopo al mio risveglio ebbi la più bella delle visioni.
Kendall teneva in braccio il nostro piccolo ometto.
-come stanno?- avevo chiesto con la voce piena di stanchezza.
Kendall mi aveva sorriso e venendomi incontro mi porse il bambino.
-stanno tutti e tre bene, anche Asia nonostante la scoperta che soffre d'asma. Tu più tosto come ti senti? Sei stata bravissima- mi chiese lasciandomi un bacio sulla fronte.
-ora sto meglio grazie. Dio... è bellissimo, la perfezione fatta a neonato. Credo che ti tradirò per nostro figlio- scherzai accarezzando quella tenera guanciotta con l'indice.
-sono diventato padre da solo poche ore e mi devo già preoccupare di un avversario. È sleale però Nial è un bambino meraviglioso non ho chance- si imbronciò scherzosamente.
Gli diedi in bacio leggero sulle labbra e sorrisi.
-se è così bello è perché ha preso tutto dal padre, non ti preoccupare ho solo diviso il mio cuore in quattro parti, una per ognuna delle persone più importanti della mia vita: Te e i bambini-
-ti amo Alexia mi hai reso il ragazzo più felice al mondo-

---

-sono bellissimi i miei nipotini! Oh Dio ne voglio uno anch'io!- aveva esclamato Queen aggrappandosi a Edgar che a quella dichiarazione stava per strozzarsi con la saliva.
-vedremo- aveva borbottato tutto rosso.
Kara si era arrabbiata con Kendall offesa dal fatto che non l'avevamo avvisata appena mi si erano rotte le acque.
In compenso però avevamo inviato una foto della nuova famigliola non appena mi ero svegliata.
Julia ed Alexander sarebbero arrivati nel pomeriggio del giorno dopo.
Mia zia e Maryclare appena saputo che mi ero svegliata ci hanno raggiunto in Ospedale e si sono congratulate.
-ha fatto tanto male?- mi chiese Maryclare incuriosita intanto che ammirava Elisabeth che beata dormiva.
-mentirei a dire di no, ma niente che non si possa sopportare e che non passi in secondo piano appena li vedi- risposi serenamente.
-sei stata bravissima Alexia, alla tua età hai partorito in modo naturale ben tre bambini, ci sono donne che con solo uno vogliono il cesario- si complimentò zia Clare toccandomi un braccio.
-credo che però sia scontato che mi fermo qui con i figli, d'altronde tre è il numero perfetto- sorrisi incantata dai miei piccoli angioletti.
Erano stati messi uno vicino all'altro al fianco del mio letto e io ancora un po' stanca li contemplavo ancora incredula.
I miei tre bellissimi bambini ora sono nati e da oggi sono una mamma in piena regola.
-ora dobbiamo andare Alexia, verremo a trovarti anche domani magari un po' prima che oggi- mi salutò Clare con un bacio sulla fronte e Maryclare con un abbraccio.
Dieci minuti dopo che se ne furono andate Kendall si sveglio.
Dopo una giornate così movimentata anche lui era stanco e si era addormentato non appena aveva appoggiato la testa sul divanetto.
-che ore sono?- biascicò stiracchiandosi.
Guardai l'orologio sulla parete e mi sorpresi fosse così tardi.
-22:45, vai a casa a riposarti ci vediamo domani mattina- gli consigliai.
-non vi lascio qui da soli neanche per sogno, resto qui questa notte- disse venendomi vicino.
Mi baciò la fronte e poi mi baciò con leggerezza ma tanto amore le labbra.
Mi spostai un po' al bordo del letto e gli feci cenno di sedersi.
-allora mettiti qui, ho voglia di abbracciarti- dissi circondando il suo corpo con le mie braccia.
Kendall a sua volta mi cinse le spalle con le sue braccia ed io appoggiai la testa sul suo petto proprio dove stava il cuore.
-buona notte mamma- sussurrò vicino al mio orecchio.
Guardai verso di lui e sorrisi.
-buona notte papà- e lo baciai.
Ci addormentammo abbracciati l'uno all'altro e ci svegliammo allo stesso modo.
Un'infermiera mi mostro come cambiare al pannolino ai bambini e mi spiegò come li dovessi tenere durante l'allattamento.
Kendall da bravo neo padre si era subito offerto per fare pratica, nel cambiare i pannolini ovviamente nel dare da mangiare ai bambini lui usava il biberon.
La dottoressa Mitchell si accerto che sia io che i bambini stessimo bene e ci fece le congratulazioni ufficiali.
Queen tornò in mattinata e si portò dietro Edgar che sorprendentemente era molto amorevole con i bambini.
Kara quando si presentò nella stanza con Whitney aveva le braccia occupate da tre orsacchiotti giganti di cui uno azzurro e gli altri due rosa.
"sono la loro zietta devo viziarli" aveva detto con semplicità scaricando i peluche a Kendall e correndo ad abbracciarmi.
Whitney molto più discretamente ci fece i complimenti per i bambini e chiedendomi il permesso prese imbraccio la più piccola dei miei tre angioletti.
Asia sembrava molto felice di stare imbraccio alla sua zia acquisita e lo fu ancora di più quando conobbe nonno Alexander, nonna Julia e nonno Thomas.





Ehi! caio a tutti ed ecco il capitolo 33!
scusate non sono morta ma peggio, verifiche e simulazioni tutte concentrate.
Questo è il penultimo capitolo vi avviso! e si il prossimo è l'epilogo mi dispiace, ma tutte le storie hanno una fine e io dovevo porre fine anche a questa altrimenti non riesco più a finire le altre che ho sotto mano.
un abraccio, un saluto ed un bacio
by unika:3

 

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Capitolo 35
*** Epilogo ***


Epilogo

6 ANNI DOPO 10/10/2021

Kendall è uscito con Nial a loro detta "per fare cose da uomini" ma io conosco bene il mio picolo angioletto e con le sue continue risatine avevo capito che mi stavano nascondendo qualcosa.
Elisabeth ed Asia invece erano particolarmente emozionate all'idea di fare una torta insieme alla loro mamma, così correvano per la casa con grandi sorrisi.
Erano due bambine bellissime e piene di gioia.
Elisabeth aveva lunghi capelli lisci biondi e due grandi occhi grigi che  guardavano tutto con meraviglia.
Asia invece aveva i capelli castani pieni di morbidi boccoli e come la sorella due grandi occhi grigi.
Per fortuna gli è capitato una volta sola di avere un attacco d'asma e fu quattro anni fa nel periodo in cui io e Kendall avevamo litigato, mi ricorderò per sempre quei momenti di terribile paura che mi aveva assalito nel vederla stare male.
Elisabeth e Nial si erano aggrappati alle mie mani quando eravamo in ospedale ed erano preoccupatissimi per la loro sorellina.
Io per quanto mi fossi ripromessa che davanti ai miei figli non avrei mai pianto stavo piangendo in silenzio terrorizzata.
Avevo avvertito Kendall fra le lacrime e non appena era arrivato i bambini erano corsi da lui con gli occhi lucidi dicendo "la mamma pange! Mamma pange!" Kendall si era precipitato vicino a me e mi aveva circondato in un caldo abbraccio in cui mi ero rifugiata.
"andrà tutto bene, è forte la nostra piccolina è forte come la sua mamma" a quelle parole lo avevo baciato d'impulso dimenticandomi il motivo del nostro distaccamento.
-mamma!- esclamò Asia abbracciandomi.
-posso vedere la tua pancia?- mi chiese con un sorrisino timido.
Le accarezzai i morbidi capelli castani  annuii.
Andai a sedermi sul divano con entrambe le bambine ai lati e mi scoprii la pancia.
Fra soli due mesi alla famiglia Reyes si sarebbero aggiunti anche Rose e Andrew.
Altri gemelli ma questa volta due e non tre.
Asia guardava la mia pancia di sette mesi con grande stupore mentre Elisabeth vi aveva appoggiato l'orecchio sopra.
Con un gesto che non mi sarei mai aspettata entrambe le bambine mi baciarono la pancia e mi sorrisero.
Probabilmente avevano visto Kendall mentre tutte le sere lo faceva e lo avevano imitato.
Kara era scoppiata a ridere con le lacrime agli occhi quando avevamo annunciato che sarebbero stati due gemelli e si era congratulata con il fratello per la precisione con cui aveva colpito di nuovo il segno.
"sei peggio di un cecchino Kendall, prima tre gemelli e ora due se non colpisci il segno più di una volta non sei contento!" aveva detto battendogli una mano sulla spalla.
Nel frattempo però anche io e Kendall eravamo diventati zii.
Edgar e Queen un anno fa sono diventar genitori di un bellissimo maschietto di nome Jace.
Mentre Kara e Whitney tramite l'inseminazione artificiale pochi mesi fa sono diventate le mamme di Eleanor.
Mi ricordo ancora di Kara che continuava a lamentarsi dicendo che Whitney non la faceva dormire la notte dato che aveva sempre le voglie.
Durante il travaglio di Whitney aveva scherzato dicendo che se la bambina avesse urlato troppo la notte lei si sarebbe trasferita da noi. Whitney l'aveva presa malissimo e per il resto del travaglio l'aveva insultata e tenuta a debita distanza con occhiate omicida sino a quando non era nata la bambina e si erano riappacificate.
Mio padre Thomas è felice di fare il nonno e fra noi si è instaurato un buon rapporto.
Julia e Alexander non potevano che essere due nonni straordinari.
I bambini li adoravano e ad ogni natale tutti e cinque prendevamo l'aereo per l'Australia e andavamo a passare la festività da loro.
Quest'anno sarebbe stato come gli altri anni solo che forse per natale i biglietti da comprare sarebbero stati molto probabilmente sette invece che cinque.
-siamo a casa!-
Dopo neanche un minuto dall'annuncio di Kendall il mio ometto mi era saltato addosso.
-ciao mamma!-
-ehi ciao ometto- dissi stampandogli un bacio sulla guancia.
-bambini aspettateci in cucina per favore- gli aveva chiesto Kendall sedendosi al posto di Asia.
I bambini corsero in cucina tutti contenti e io ed il loro papà rimanemmo da soli.
-come stanno la mia mogliettina e i gemelli- chiese baciandomi con trasporto.
Adoravo quando mi chiamava "mogliettina".
Erano appena passati due anni dal matrimonio ma ogni giorno lo viviamo come se fosse ancora il primo.
-bene, stiamo tutti e tre molto bene- risposi con un sorriso ampio.
-hai fame?- mi chiese appoggiando una mano sui nostri due gemelli che ancora stavano beati nella mia pancia.
-m... avrei proprio una certa voglia di torta al cioccolato- ammisi colpevole.
-rimedio subito- mi fece l'occhiolino.
-Nial porta il nostro piccolo segreto alla mamma!- esclamò rivolto verso la cucina.
Poco dopo vidi arrivare il mio bellissimo ometto con i riccioli biondi e gli occhi azzurri con una torta al cioccolato fra le mani.
Me la porse e prima di prenderla gli diedi un bacio sulla fronte.
-grazie amore- sorrisi.
Sulla torta con la glassa anche quella al cioccolato c'era scritto "sei la mamma migliore del mondo E.N.A."
Riconobbi subito le iniziali dei miei figli e una lacrima di emozione mi rigò una guancia.
-è bellissima Kendall, ti amo- mormorai dandogli un bacio.
-ora mancano le bambine- mi avvisò.
-cosa?-
-Elisabeth, Asia venite-
In quel momento arrivarono Elisabeth con in mano un mazzo di rose rosse, mentre Asia teneva fra le sue manine una scatolina molto graziosa.
-oddio ma quanta roba- mi sorpresi.
Annusai le rose e quando passai alla scatolina vidi di nuovo la scritta "Tiffany" guardai incuriosirà la scatolina e poi Kendall che mi sorrideva emozionato.
Aprii la scatolina e vi trovai due piccole chiavi identiche a quelle che già avevo al collo.
Una azzurra e l'altra rosa.
-sei pazzo- mormorai senza sapere cos'altro dire.
-per i due futuri new entry della famiglia, però in realtà è stata un'idea dei bambini. Gli ho chiesto cosa volevano regalarti per ringraziarti di essere la mamma migliore al mondo e hanno detto: Una torta al cioccolato, le rose e le chiavi per i fratellini- mi spiegò Kendall sorridente.
Appoggiai su un tavolino la torta, le rose e la scatolina e allargai le braccia verso i miei angioletti che si buttarono subito a ricambiare l'abbraccio.
-siete stati bravissimi! E sono molto, molto contenta. Grazie bambini vi amo- li baciai uno ad uno.
-mamma! Rose e Andrew hanno scalciato- esclamò Nial sorpreso.
-perché anche loro vi vogliono  bene- gli spiegai accarezzandogli il viso.
-e io voglio un mondo di bene a tutti voi- si unì Kendall con un grande abbraccio.

Fine





 
Ehi! ciao a tutti ed ecco il tanto agognato Epilogo!
Dopo tanto tempo siamo arrivati alla fine di questa storia e dato che siamo alla fine ci terrei a ringraziare: 
coloro che hanno messo fra i preferiti la mia storia: 
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coloro che hanno messo fra le ricordate: 
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coloro che hanno messo fra le seguite: 
Alilys, Alirabel, allemari, angelikawhite, aras n, beatrice26, beno89, BrightIncubus, Cami1XD, cici_saretta, CinziaCullen, Eli12, Elieth, elisabeth89, emabel, emi2193, eyes1984,fiqirete96, fire_love_blade, hergalaxy, HeyAM, hurry, jo90, kikkandyou, laragosta, Lily_LunaPotter, Liyanin, luisabarly, MariaAngela64, Marty_0202, mary028, maura91, meryj, miky_koishi, Minerva McGonagall, Miss_Panda, MyLandOfDreams, nanna63, Nhial. orny81, pcs, perlabianca90, piano, PulCece, rosaa93, Saretta87, Selene97, sitita, Sonnia, T13_l, taccy01, valentinagm, valeserenity, valy72, vitasnella, yrisa_alep_, _Malvine_, _Vas Happenin

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Capitolo 36
*** Avviso ***


Ho appena pubblicato il primo capitolo di Tutto al contrario-the future spero possa interessarvi :)
ecco qui il link
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3443742&i=1

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