Verrano le stelle, le tacite stelle.

di BalthierSan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Inviti. ***
Capitolo 2: *** Preparativi ***
Capitolo 3: *** Tutti pronti! ***



Capitolo 1
*** Prologo - Inviti. ***


"Mia dolce Maestà,
è con gioia che rispondo alla vostra lettera. Ovviamente, non mi perderei la cerimonia da voi indetta per nulla al mondo, senza contare che, forse non lo sapete ancora,  adoro i balli in maschera. E' un momento importante per il vostro regno e anche per tutta Ivalice, va sicuramente celebrato e ricordato. 
Purtroppo, il Senato richiede la mia presenza proprio ora, per una seduta speciale. Sapete quanto mi rammarica non potervi rispondere come vorrei, ma sapete bene, che se potessi, la mia risposta sarebbe ben più lunga. Il dovere mi chiama e pare che dovrò accantonare il piacere fin quando non sarò a Rabanastre. 
Sempre vostro, 

                            Al-Cid Margrace."


Ashe era sul balcone del proprio palazzo mentre i suoi occhi stanchi scorrevano le lettere scritte da quel damerino rozariano, non le importava poi così tanto della lunghezza della lettera, la sua premura era che la risposta all'invito fosse positiva. 
Appoggiò la carta raffinata sul gelido tavolo in ferro prima di dirigersi verso la ringhiera della balconata. La vista da quella terrazza era così suggestiva: guardava il sole sorto da poco che ancora si nascondeva dietro i colli mentre la Bahamut impediva la completa visione di quel terso cielo che si apprestava ad offrire una tranquilla giornata. 

Benchè rimanesse sempre la regina impassibile e fredda che il suo ruolo pretendeva, il suo cuore sussultava ogni volta in cui si fermasse a fissare l'imponente fortezza simbolo della sconfitta dell'Impero. Il ricordo era ancora vivido dentro di lei, i tempi erano cambiati, ma quell'avventura le aveva donato la conoscenza di persone che mai avrebbe potuto dimenticare, per questo voleva che tutti loro fossero presenti a quella festa. Rimase lì, immersa tra i propri pensieri, a fissare il vuoto fin quando qualcuno non bussò al vetro riportandola alla realtà.


***


Non era ancora orario di apertura quando qualcuno bussò alla porta dell'emporio di Migelo, il vecchio Bangaa, un po' nervoso, iniziò a borbottare tra i denti ancor prima di aprire la porta. 

-"Buongiorno signore, vogliate scusarmi per l'orario, ma sto cercando i giovani Vaan e Penelo, mi hanno detto che avrei potuto trovarli qui."- 

Migelo rimase un po' sulle sue, la giovane dal viso candido che aveva bussato alla sua porta indossava una mantella con tanto di cappuccio e non sembrava potesse avere cattive intenzioni, ma come l'esperienza gli aveva insegnato, bisogna sempre diffidare degli estranei. 

-"E chi siete voi per richiedere la loro presenza?"- Le rispose in modo burbero il Bangaa. 

La giovane rimase interdetta un momento nel sentirsi dare quella risposta, ma poi, non esitò oltre.

-"Scusatemi, mi chiamo Josephine e vengo per conto di sua Maestà Ashelia, la Regina."-

Visto che si trattava di Vaan e Penelo, al vecchio non sembrò poi così strano che proprio la regina li cercasse, quindi rispose immediatamente con un piccolo inchino in segno di scuse. 

-"Entrate signorina, vi chiamo Penelo. Per quello che riguarda Vaan, invece, credo sia già uscito per fare manutenzione alla sua aeronave."-

Fece gesto di sedersi alla giovane prima diavviarsi per il retro del negozio.


***


Larsa fece appena in tempo ad appoggiare la liscia carta profumata prima di sentire il rumore metallico dell'armatura che annunciava l'arrivo di Gabranth. 
Era seduto su una sedia di velluto rosso, davanti allo scrittoio nel giardino pensile sul retro del suo ufficio. 

-"Mio Signore, tutto bene?"- 

-"Abbiamo ricevuto un invito."- Disse il giovane imperatore mentre fissava la limpida acqua che scorreva in quella splendida fontana marmorea che decorava quel luogo. 

-"Un invito? Da parte di?"- Chiese curioso come un giudice non dovrebbe mai essere.

-"Sua Maestà Ashe, la regina di Dalmasca."- 

Dopo quella risposta, Larsa si voltò sorridente verso l'amico. 

-"Si tratta di una cerimonia seguita da una festa in maschera, non voglio mancare. Inoltre, questa credo sia per te.... Basch."- 

Tese la mano verso il giudice che afferrò deciso la busta in carta paglia con sopra impresso il suo nome, rimanendo immobile come una statua. 


***


-"Ciao Penelo, è un piacere incontrarti."- Sul volto della minuta Josephine si fece largo uno smagliante e spontaneo sorriso, sembrava proprio che avesse abbandonato ogni formalità.

-"Il piacere è mio, è sempre gradevole ricevere una visita e poi.. Migelo mi ha detto che vieni per conto della regina."- disse penelo senza pensare, era troppo curiosa di sapere cosa volesse Ashe per mantenere un qualsiasi tipo di formalità.

-"Sì, esatto. Ma non sono qui in veste ufficiale. Io lavoro proprio per sua Maestà, mi occupo principalmente della cura dei suoi capelli e della sua stanza, così ogni mattina quando le spazzolo i capelli lei si rilassa e mi racconta delle avventure dei suoi amici preferiti... Ma venendo al dunque, sono qui per invitarvi alla cerimonia, che sarà poi seguita da un ballo in maschera, che si terrà tra una settimana a palazzo, la vostra partecipazione è piena espressione della volontà della regina."-

Penelo era sorpresa, si emozionò immediatamente, l'idea di rividere Ashe e di partecipare ad una festa in maschera a palazzo la rendeva veramente gioiosa, non riusciva a togliersi quel sorriso dalla faccia e i suoi occhi sembravano brillare. 

-"C.. Certo che verremo. Non mancheremo di certo!"- In un attimo di silenzio un pensiero sembrò attraversarle la mente -"Hei..."- sussurrò quasi tra sè e sè -"Sai dirmi se ci saranno anche gli altri?"-

La domanda le era già uscita di bocca prima di rendersi conto che, forse, era ingenua e fuori luogo. 

-"Se intendi coloro di cui sua Maestà mi parla sempre, beh, gli inviti sono stati spediti ad ognuno di loro."- rispose pronta la ragazza.

Il sorriso di Penelo sembrava farsi sempre più grande e splendente. Già immaginava come sarebbe stato rivedere Basch, Larsa, Fran e Balthier. Anche la giovane Josephine notava che la bionda non stava più nella pelle, non disse nulla, si limitò soltanto a sorridere alla giovane dalla gioia contagiosa. 

-"Allora lo devo dire subito a Vaan! Non posso aspettare, sarà felicissimo anche lui! Vuoi venire? Te lo presento!"- 

-"Ti ringrazio, ma sarebbe bene che faccia ritorno a Palazzo, per ultima cosa.."- Si avvicinò a Penelo tendendole un biglietto. -"Sua maestà si è raccomandata di darti questo segui lìindirizzo in caso avessi bisogno di un abito per la festa, basterà che vi annunciate con i vostri nomi e la sarta vi sistemerà a dovere. Ora vado, Buona giornata Penelo, spero di rivederti a Palazzo."- 

La giovane uscì prima che Penelo potesse aggiungere altro, quet'ultima si mise a fissare il biglietto, il nome era quello della sarta più famosa di Rabanastre e Penelo lo sapeva bene. Tutta quella situazione le pareva un sogno e quindi corse verso l'aerodromo per condividerlo anche con Vaan.  


***


Erano ormai diverse ore che Nono lavorava al cambio di vololiti della Strahl quindi decise di asciugarsi il sudore un'ultima volta per poi dirigersi verso il salone principale. 

Fran e Balthier stavano consumando un leggero pasto dopo aver vagato per ore tra i monti Mosfora alla ricerca di qualcosa che non voleva farsi trovare. 

Entrambi erano esausti e stranamenti silenziosi e, benchè non volessero darlo a vedere, Nono li conosceva ormai da diversi anni,perciò era quasi impossibile che qualcosa passasse inosservato a quei piccoli occhi marroni. 

-"Siete tornati, kupò, tutto bene?"- chiese la piccola palla di pelo mentre saltellava continuamente con lo sguardo dal viso del capitano a quello della viera. 

-"Finalmente ti sei fatto vivo, pensavamo fossi scappato."- rispose Balthier con il suo solito asciutto sarcasmo. 

-"La nostra ricerca non è andata a buon fine, ma almeno abbiamo riportato a casa la pelle."- constatò Fran. 

-"Ma siete feriti, kupò?"- Nono era il solo di quell'equipaggio più unico che raro a mostrare preoccupazione.

-"Nulla che un giorno di riposo non possa sistemare."- 

Balthier si alzò dalla sedia per andare nella sua stanza.

-"Aspetta, kupò, ho una cosa da darti. Me l'hanno consegnata alla posta moguxi quando sono andato all'accampamento per i rifornimenti."- 

Nel mentre, Fran, fece la stessa mossa di Balthier ma ci mise più tempo ad alzarsi, in quell'istante Nono si accorse delle bende improvvisate che le avvolgevano la gamba. 

-"Kupòòòòòòò! Fran, ti senti bene? Che ti sei fatta?!"- 

Fran sorrise cercando di calmare il piccolo Moguri. -"Sto bene, vado a fare una fasciatura come si deve, tanto è per Balthier quella cosa, no?"-

-"Uh... in realtà credo sia per entrambi, kupò."- Nono tirò fuori dalla tasca della propria giacca verde sgargiante una busta piegata in due. -"Ecco, non vorrei azzardare, ma credo sia la carta usata dalla famiglia reale di Dalmasca."-

Benchè viaggiasse da tanti anni Nono era pur sempre un moguri di Rabanastre e dalla buona memoria, tra l'altro. Benchè l'avesse tenuta in tasca tutta la giornata, non aveva dubbi sul mittente della lettera, non parlava mai a vanvera, soprattutto sulle cose della sua Patria.

-"Una lettera dalla nostra Regina preferita?"- Disse sornione Balthier afferrando la busta. 


***


Basch si chiuse in sè stesso, le mani quasi gli tremevano, perchè Ashe avrebbe dovuto scomodarsi per scrivere una lettera tutta per lui?
Aprì la busta e fece scorrere lentamente verso l'alto il biglietto all'interno. 

"Caro Basch,"

Così iniziava la lettera, ma il giudice non fece in tempo a leggere il resto che la voce del giovane imperatore a cui dava le spalle lo riportò alla realtà. 

-"Vorrei che le portassi tu la risposta, a voce. Hai lavorato sodo, quindi credo che potresti restare a Rabastre fino al giorno della festa, in cui verrai ad accogliermi quando arriverò."- 

Larsa restava comunque sempre formale, ma le sue parole erano premurose, preoccupate per Basch che era veramente stremato dalla carica che ricopriva, per quei motivi, aveva preso quella decisione. 

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Capitolo 2
*** Preparativi ***


Penelo corse dall'emporio di Migelo fino all'Hangar c-23 dell'aerodromo dove il gioiellino di Vaan stava riposando. Attraversò la città in direzione ovest senza mai fermarsi, neanche a guardare gli orfanelli come lei che portavano ancora sulle spallegli orrori della guerra. Mentre il vento le accarezzava la pelle, Penelo pensava quanto fosse cresciuta e maturata in quegli ultimi anni, nonostante tutto quello che avevano passato si riteneva fortunata. Quel gruppo così singolare si era dovuto dividere per motivi, per lo più, di dovere, ma lei continuava comunque a sentirli vicini. La loro premura, determinazione e conoscenza era come se si fossero trasmesse a lei: da ognuno di loro veva imparato qualcosa e giorno per giorno ne stava facendo tesoro. 
Aveva preso anche una decisione importante: aveva scelto chi essere, si era imposta di tirare fuori il meglio da se stessa ogni volta, aveva scelto di restare al fianco di Vaan sempre e comunque, e anche di aiutare Migelo tra un viaggio e l'altro dimostrandogli continuamente infinita gratitudine oer tutto quello che aveva fatto per lei e i suoi amici. 
Era ormai una giovane donna che solcava i cieli con il suo emergente compagno aviopirata, mentre il suo cuore restava sempre a Rabanastre. 

-"Hey Vaan ho una novità importante!"-

l'odore in quell'Hangar ra quasi nauseante, quello di olio e carburante mentre a terra giacevano sparsi numerosi attrezzi da meccanico. 

-"Anche io ho grandi novità, Pen!"- Vaan sbucò improvvisamente da dietro la propria aeronave -"Ho scambiato gli anelli al motore della Galbana, ora dovremmo volare più veloci... Certo, non ai livelli della Strahl, ma prima o poi ci arriveremo!"-

-"Sì, va bene, sono contenta, ma calmati per favore e fa parlare anche me."-

Solo dopo le lamentele di Penelo, Vaan smise di parlare a raffica rassegnandosi.

-"Scusa.. Di.. Dimmi.."-

-"Ashe ci ha mandato un invito, per una festa! A palazzo! E' tra una settimana, ovviamente non ho potuto che accettare."-

-"Ma.. Pen.. Una festa a palazzo, non credo di essere portato per questo genere di eventi.."-


Apparentemente Vaan sembrava non condividere l'entusiasmo di Penelo, ma la giovane sapeva bene come tentarlo.

-"Non devi preoccuparti per questo, è una festa in maschera e Ashe ha pensato anche ai vestiti: dovremo solo recarci dalla sarta indicata sul biglietto. Avanti Vaan, ci saranno anche Balthieri e Fran e potremo rivedere Basch, Ashe e persino Larsa!"- 

-"Ba.. Balthier.. Ba.. Basch.. Larsa.. Tutti quanti.."-

-"Esatto! Per favore, Vaan! Non possiamo deludere Ashe!"- 


-"E va bene, allora non ci resta che andare da questa sarta!"- 

Gli occhi di Vaan sembravano essersi riaccesi, non appena l'amica aveva nominato tutti gli altri. Era ovvio che Vaan non avrebbe potuto resistere. 

-"Dovremo andare il prima possibile!"- 

Penelo saltò al collo di Vaan, abbracciandolo e il neo aviopirata si sentiva felice, avrebbe per una volta fatto qualcosa per la sua dolce Penelo.


***


-"Vostra Maestà, è appena atterrata un'aeronave proveniente da Archades, dicono che il Giudice Magister Gabranth sia venuto di persona per portare la risposta dell'Imperatore al vostro invito."- 

-"Se così è, conducetelo qui, lo aspetterò."-

-"Come vostra maestà desidera."-


L'umile uomo se ne andò, così come era entrato, in silenzio quasi come un'ombra.

"Basch perchè hai deciso di venire fino a qui.. Perchè ora.. Perchè proprio tu.."


***


Il tramonto era ormai inoltrato sui Monti Mosfora, il sole colorava le rade nubi di un piacevole arancione rosato. 
L'interno della Strahl era quieto e silenzioso; Fran, seduta sul proprio letto, aveva appena finito di fasciarsi a dovere la ferita, quando si accorse di una presenza appoggiata all'uscio della porta che non azzardava a staccarle gli occhi di dosso. 

-"Hai mandato quel povero Moguri fino all'accampamento con questo freddo e la notte che sta calando. Sei veramente un capitano senza scrupoli."- 

-"La sua missione è di vitale importanza."- Balthier appoggiava la testa stanca mentre incrociava le braccia al petto.

-"Ci tieni davvero tanto che quella lettera parta con la carovana di questa notte."- 

-"Non vorrei far aspettare più del dovuto sua Maestà. Ma ci terrei, allo stesso tempo, a sapere come sta la mia socia."-


-"uh.."- Fran alzò il viso con quell'espressione stizzita che il suo partner conosceva fin troppo bene. -"La tua socia sta magnificamente, visto che mentre tu ti dilettavi con parole mielose per la tua amata Regina, lei si è medicata le ferite riportate in giornata tutta da sola."-

Il giovane sospirò e dopo essersi seduto a fianco della Viera si lasciò cadere con il busto sulle morbide coperte di quel letto. Non rispose alla provocazione della compagna era davvero troppo stanco, anche se non l'avrebbe mai ammesso. Diede la risposta che Fran voleva sentirsi dire. 

-"Era un invito. Tra qualche giorno, poco meno di una settimana. Una cerimonia e una festa in maschera. Andiamo?"-

-"Non chiedermelo se hai già deciso"-
Disse lapidaria la Viera.

-"Potremmo sempre dare buca."-

-"Non daresti mai buca ad una regina soprattutto a quella Regina."-
Fran provocava, come sempre, ma in fondo, le sue parole avevano un gusto rammaricato. 

-"L'unica a cui non darei mai buca, sei Tu."- 

Fran si voltò a guardarlo qualche istante. Quella pelle così perfetta, i lienamenti del viso così nobili e delicati, l'apparenza di un ragazzo frivolo nascondeva in verità un cumulo di sofferenze e delusioni chiuse dietro una porta di apatia e indifferenza. Lei lo sapeva e sapeva riconoscere quando, in periodi più stressanti di altri, quella porta veniva aperta e,anche se nulla da dentro usciva, si poteva intravedere il contenuto con degli occhi più attenti di altri. 

-"Alla luce degli imprevisti dovremo modificare la nostra tabella di marcia allora."- Replicò la Viera cercando di richiudere quella porta e mettere a suo agio il proprio compagno.

-"Forse dovremmo semplicemente accantonarla."-

-"Non è da te questa pigrizia sul lavoro."-

-"Semplicemente preferisco che quelle ferite non ti diano problemi."- 


Balthier si alzò senza incrociare lo sguardo della compagna, ma quest'ultima lo fermò proprio sull'uscio in cui si era fermato poco prima.

-"Io invece preferirei lasciare questo posto con quello che stiamo cercando senza tornarci per un po'. In meno di una settimana dovremmo riuscire, no?"-

Balthier si voltò di nuovo verso la viera, sembrava essere tornato sempre il solito, benchè sul suo viso, l'occhio esperto di Fran riuscì ad intravedere un lievissimo sorriso. 

-"Hai cambiato idea sulla festa?"-

-"La prenderemo come una specie di paura e visto che sarà in maschera nessun ospite sospetterà di avere due aviopirati così vicini."- 


l'allusione di Fran era ben evidente per il socio che la colse al volo e si diresse verso la propria stanza per la notte dopo aver risposto.

-"Come il vice pilota desidera. Buona notte mia cara."-


***


Gabranth era partito quella stessa mattina e così Larsa potè dedicarsi a cose di carattere esclusivamente burocratico, ma non prima di essersi tolto un piccolo sassolino dalla scarpa. 

Il giudice Zargabaath percorse l'enorme salone calpestando il raffinato tappeto rosso fino ad arrivare al cospetto del giovane imperatore, il quale sedeva su quel trono che era stato per tanti anni del suo caro padre. 

-"Lord Larsa vi ho portato la giovane che avete convocato, ovviamente me ne sono occupato personalmente."- 

La giovane rimasta fino a quel momento alle spalle del giudice si mise al suo pari, chinando il 
capo di fronte all'imperatore. 

-"Vi ringrazio Zargabaath, ora potete lasciarci."-

Il difensore della legge non fece una piega, andandosene come ordinato. 

-"E' un piacere averti qui e poterti rivedere, Artemis."-

-"Per me è un onore, eccellenza, ma potrei sapere perchè mi avete fatta chiamare?"-


-"Certo, ma proviamo ad abbandonare le formalità, almeno per ora. "-

La giovane alzò finalmente il viso per rivolgerlo al giovane. La sua innata bellezza lo fece vacillare, era da un po' di tempo che non si incontravano e ora Artemis non gli sembrava la stessa di un tempo.

Non se la ricordava proprio così, forse quella ragazza  di oltre vent'anni con i capelli liscissimi e lunghi fino al fondo schiena  di quel colore totalmente inusuale che gli rivolgeva lo sguardo in quel momento era diventata una vera e autentica donna. 

-"Hai impegni inderogabili per la settimana a venire?"- 

-"Nulla che non possa cancellare se si trattasse della vostra volontà."- 


I loro sguardi si incrociarono in quel momento dopo tanto tempo e Larsa provò nuovamente la freddezza di quegli occhi ghiacciati che incorniciavano quello splendido viso mentre sembravano perforare il giovane Solidor. 

-"Vorrei portarti con me a Rabanastre."-

-"Fino a Dalmasca?"-

-"La Regina Ashelia ha indetto una cerimonia con a seguito una festa in maschera. Sono sicuro che non ci saranno problemi nel portarti e tenerti al mio fianco come mia personale ospite."- 


La giovane chinò nuovamente il capo e una cioccia argentata dei suoi finissimi capelli le scivolò davanti il viso. 

-"Sarò felice di accompagnarvi allora."-

-"E io sarò ben lieto di presentarti una certa persona.."-


I loro sguardi si incrociarono di nuovo ma questa volta sul viso dell'imperatore si presentava un sereno sorriso, forse era contento di poter passare di nuovo del tempo insieme a lei. 


***


Rimase per quegli interminabili minuti di attesa immobile a giocherellare tra le dita con un bracciale di perle. 
Nel palazzo si sentiva un po' di trambusto, mancavano pochi giorni alla cerimonia e Ashe voleva che tutto fosse perfetto, così ogni impiegato dava il massimo per far sì che i preparativi continuassero senza intoppi. 
Ashe rivolse lo sguardo fuori, oltre il vetro di quell'imponente finestra e vide uno stormo di rondini volare lontano passando  dall'essere un mare di onde nere a delle piccole macchiette quasi invisibili ad occhio nudo. Bastava poco per farla diventare pensierosa, ma quei piccoli uccellini non potevano che metterle in mente i suoi vecchi amici. 
Si sentiva una piccola rondine in gabbia in confronto a loro, a quel gruppo di rondinini che le sembravano tanto Vaan, Penelo, Fran e Balthier; loro avevano conquistato quella libertà tanto desiderata e potevano volare lontano, ovunque avessero voluto. Un misto di invidia e gioia aveva pervaso il suo corpo, quel dovere che da sempre la legava a quel palazzo, quel cognome e quel sangue che tanto le pesavano. Le sue ali non avevano mai spiccato il volo, ma non era l'unica. L'immagine di Basch le passò davanti come un fulmine. Un cavaliere rimane per sempre un cavaliere, ma dentro di sé lo malediva quell'uomo dal grande onore che era fin troppo cavaliere e si maledì da sola allo stesso tempo per tutto quello che gli aveva fatto passare, per tutte le cose che gli aveva precluso. Avrebbe voluto piangere, sarebbe voluta essere quella ragazza fragile da consolare che la sua età pretendeva. Ma il bussare alla porta la riportò alla realtà.

-"Avanti.."- Mise il bracciale al suo posto ad adornare il suo candido polso.

Un servitore si fece avanti. 

-"Come precedentemente annunciato, vostra maestà..."-

Fece un gesto con la mano permettendo all'uomo in armatura di entrare.

-"È un piacere potervi ospitare a Rabanastre giudice Gabranth."-

-"Vi ringrazio, è sempre e comunque un onore ritrovarsi al vostro cospetto." -


Dopo i dovuti convenevoli il servitore se ne andò chiudendo dietro di sé la porta.

Rimasero in silenzio, avevano così tanto da dirsi che non sapevano da dove cominciare dopo le solite frasi di rito. 
La voce metallica dietro quell'elmo freddo aveva raggelato il sangue di Ashe che era rimasta immobile, si sentiva in svantaggio. Non avrebbe mai potuto capire cosa passasse per la testa al suo vecchio Capitano, ma non poterlo nemmeno guardare negli occhi non le piaceva per niente.

-"Fammi un favore.. Toglimi quell'elmo."-

Ashe si voltò dandogli le spalle. Lo voleva guardare in viso eppure  si voltò subito dopo averglielo chiesto, non riusciva a capire nemmeno lei il motivo di quel comportamento. Basch si tolse l'elmo, prendendolo sotto braccio.

-"Degnatemi di uno sguardo però."-

Lei lo sapeva. Sapeva di essere fragile davanti  a lui, sapeva che avrebbe visto la tristezza nei suoi occhi e non poteva permetterselo, non poteva farsi vedere fragile.

-"Volevo informarvi che l'imperatore ha accettato di buon grado il vostro invito, arriverà la mattina della cerimonia, mi occuperò io stesso di riceverlo."-

-"Ne sono lieta." -


Finalmente si voltò scambiando uno sguardo di malinconica nostalgia con il vecchio amico.

-"La tua stanza è già pronta."-

-"Vi ringrazio."-


Basch tendeva a chinare il capo evitando gli occhi della regina, forse mandarlo lì non era stata una grande idea.

-"Basch.."-  All'udire quel nome alzò subito il capo notando gli occhi lucidi della regina.  -"Ti piace la tua nuova vita?"-

Era troppo anche per lei, non aveva più forze per tenersi tutto dentro, voleva tornare a quando poteva parlargli senza contenersi... a quando avevano una loro intimità.

-"Lady Ashe..."-

Il tentennare di Basch la fece rinsavire.

-"Perdonami, ho pensato ad alta voce. Allora ti prenderai qualche giorno di pausa?"-

-"Così mi ha detto di fare Larsa."-

-"Hai qualche cosa in mente.?"-

-"Non so, girare per la città senza pensieri non mi sembra il caso. Il mio volto è ancora noto a Rabanastre, sarò particolarmente discreto. Pensavo di tornare un po' ai vecchi tempi, facendo una passeggiata tranquilla quanto pericolosa, magari tra le sabbie del deserto." -


Ashe sorrise ricordando le avventure che avventure vedano passato tra le sabbie del deserto di Damasco.

-"Ti accompagnerei volentieri se non avessi tutte queste cose da fare.."-

-"Tutte queste cose.. Come fare la Regina..?"-

-"Basch.."-


Anche lui aveva pensato ad alta voce, ma alla fine chi se ne importava.. Era solo loro due. 

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Capitolo 3
*** Tutti pronti! ***


~~~
Salve a tutti, sono tornata con un nuovo capitolo, questa e' una piccola nota a proposito. 
Sicuramente ci saranno degli errori all'interno di questo capitolo, se non nella forma, nella formattazione sicuramente. Questo perche' l'ho scritto con il mio tablet mentre ero in viaggio, quindi e' un po' piu' difficile di un normale pc XD. (Per esempio, dove dovrebbero esserci gli accenti ci sono tutti apostrofi, perche' la tastiera aggiuntiva che ho nel tablet non supporta tutte le lettere accentate.) Ma, beh, non fateci caso, godetevi il capitolo e recensite. Buona lettura!

~~~




Quella notte nessuno stava dormendo sonni tranquilli sulla Strahl, regnava il silenzio ma nessun letto era comodo come le altre notti. La giornata era stata lunga quanto proficua, Nono era riusciuto ad ultimare i cambi che servivano alla Strahl mentre Balthier e Fran era riusciuti nella loro missione, tutto il giorno prima della partenza per il Palazzo di Rabanastre. Avevano trovato lo scrigno, indentico a quello disegnato nella loro mappa, all'interno di una caverna sui Monti Mosfora, la fatica era stata doppia: per la Viera a causa delle ferite dei giorni precedenti, per il suo compagno a causa dei pensieri che gli frullavano in testa, senza contare la preoccupazione per la sua partner. Erano rientrati a bordo, avevano salutato Nono con un monotono "Missione compiuta" senza neanche ascoltare le novita' del piccolo Moguri e poi si erano infilati a letto senza nemmeno cenare. 
 Balthier si sveglio' di soprassalto, con il fiatone, guardandosi intorno come se non si aspettasse di ritrovarsi nel proprio letto. Si disse che per quella notte poteva essere abbastanza, si tiro' via le coperte di dosso e si alzo' subito dopo sentendosi un po' mancare a causa di un giramento di testa. Si ristabili' e non appena i suoi occhi si abituarono al buio apri' la porta della cabina avviandosi per il corridoio.

Fran non stava dormendo da un po', aveva fatto un sogno strano e non aveva intenzione di riaddormentarsi per paura di rivedere quella scena che sembrava cosi' vera ancora e ancora. Si era girata piu' volte nel letto fino a quando non aveva trovato una posizione poco scomoda, si sarebbe potuta alzare, ma non avrebbe saputo dove andare, Balthier stava sicuramente dormendo. Stava ripensando a quel sogno quando la porta della sua cabina si apri' lentamente, riconobbe in quei passi che si avvicinavano Balthier, rimase immobile fingendo di dormire. Il suo partner si accuccio', sedendosi a terra con la schiena contro il letto della sua compagna. Fran si volto' dopo qualche minuto dando ora il volto alla porta, allungo' un braccio verso il compagno, la sua mano si poggio', con una tenera carezza, sui capelli del capitano, ma venne subito raccolta dalla mano di quest'ultimo, il contatto con la sua pelle cosi' fredda le fece subito capire che qualcosa non andava.

-"Io non ti abbadonero' mai, Fran."- Balthier sussurro' quelle parole con un misto di dolcezza e paura, come se dovesse dirle a se stesso piu' che a Fran.

Da li' la viera capi' che per dire una cosa del genere e per comportarsi in quel modo, quel qualcosa che non andava era piuttosto grave...


***


A Rabanastre il sole era sorto da poche ore e i negozianti si erano gia' messi in moto per iniziare la giornata, quella giornata ch none sarebbe stata come le altre, ma molto piu' movimentata. Tutto era in subbuglio per la festa, gli organizzatori piu' ritardatari stavano finendo di montare gli ultimi stendardi per i lunghi viali della capitale, a Palazzo, invece, anche gli ultimi preparativi erano quasi ultimati. 
Ashe sedeva tranquilla mentre le parrucchiere le sistemavano al meglio i capelli, da quando le avevano messo le mani addosso non si era guardata ancora allo specchio e forse, neanche voleva. I suoi pensieri vagavano come una nave in mezzo al mare in cerca di una rotta, in qualsiasi direzione andasse quella nave sarebbe tornata al punto di partenza, cosi' i pensieri di Ashe tornavano sempre li': a quella stupida conversazione con Basch avuta qualche giorno prima, da quando era arrivato non lo aveva piu' visto e pensava che magari avrebbe anche potuto cercarla, in qualche modo, in qualche veste, ma poi, si diceva che sarebbe finita esattamente come era finita l'ultima volta.

-"Vostra Maesta' abbiamo finito, potete andare nell'altra stanza a provare il vostro vestito, ormai manca poco, torneremo per gli ultimi ritocchi prima del vostro discorso."

-"Grazie."-
rispose fredda la Regina all'anziana collaboratrice che ormai da decenni lavorava a palazzo, mentre si avviava nella stanza indicata: Ashe era ancora assorta nei suoi pensieri.




***



L'aerodromo era quasi sovvraffolato, tra guardie, invitati in arrivo, turisti e personale vi era un gran trambusto. Gabranth stava aspettando davanti l'uscita dell'Hangar 26-D l'arrivo dell'imperatore. Non dava molto peso a chi aveva intorno, a quello che dicevano o quello che facevano, voleva solo che Larsa arrivasse cosi' da non aver piu' scuse, cosi' da dover essere il Giudice Gabranth sempre sull'attenti e pronto all'ordine. Nonostante la sua militare compostezza, quella citta' e il nome con cui lo aveva chiamato Ashe gli pesavano non poco. Quell'elmo sembrava piu' una maschera che sigillava il vecchio Lui in un angolo oscuro, come se fosse costretto a vedere la propria vita scorrere senza potervi partecipare, piu' che proteggerlo, sembrava opprimerlo. La voce metallica dell'annunciatrice gli diede un paio di minuti per rimettersi in sesto: il convoglio di aeronavi imperiali stava arrivando.

I giudici e le guardie imperiali furono le prime a scendere per aprire una strada sicura al loro signore, mentre Larsa preceduto dall'altro giudice Magister di sua fiducia e con a seguito la giovane Artemis percorreva la strada verso il portellone principale.

-"Devo prepararmi subito? Mi attende qui la persona che volete presentarmi?"- disse Artemis quasi sussurrando all'orecchio dell'imperatore.

-"Vorrei tenerti un po' sulle spine, mia cara, probabilmente non lo incontrerai fino a stasera... ma non preoccuparti ho gia' molte altre persone interessanti da presentarti prima di lui." - rispose il giovane con un sorriso che diceva tutto quello che lui non voleva dire.

La ragazza torno' al suo posto, dietro l'imperatore, e dentro di se' iniziavano a farsi largo pensieri cupi. "Perche', Larsa?"



***



I due giovani orfani stavano tornando al negozio di Migelo per cambiarsi, Vaan teneva il proprio vestito e quello dell'amica sulle braccia tese a meta' in avanti.

-"Hey Pen, sei sicura di non dover andare da nessuna altra parte? Ormai e' quasi ora e non vorrei dover tonare indietro ad un negozio nuovamente.."

-"No." - La risposta lapidaria fece sobbalzare Vaan che quasi fece cadere i vestiti. 

-"Hey Pen.. ma dai.. ce l'hai con me?"

Penelo si volto' verso il compagno con la faccia imbronciata.

-"Non dovrei?! Saresti anche potuto essere piu' gentile e riguardato, non hai fatto altro che lamentarti tutto il tempo, Ashe ci ha fatto il favore di farci preparare i vestiti, quella ragazza e' stata gentilissima e tu ti sei comportato come il solito bambino! Chissa' che figura avremo fatto!"

-".. In realta' credo di essergli simpatico."


Penelo prese di scatto i vestiti dalle braccia di Vaan e dandogli le spalle affretto' il passo. -"Allora torna pure da lei!"

-"Ma.. ma Pen.. dai non puoi essertela presa per questo... Pen!"


***



Si erano alzati senza dirsi una parola, Balthier aveva fatto per primo una doccia cosi' da mettersi subito alla guida senza neanche mangiare in completo silenzio con la rotta verso Rabanastre. Non appena Fran fini' di spazzolarsi i lunghi capelli argentati passo' nella camera del suo pilota per vedere se ci fosse qualcosa di strano, noto' lo scrigno trovato il giorno precedente poggiato sul como' piu' lontano dal letto, nessuno sembrava averlo toccato, sembrava l'unica cosa a posto in quell'aeronave. 
Attraverso' il ponte e si ando' a sedersi nel suo posto, guardava Balthier con la coda dell'occhio, un estraneo qualunque non lo avrebbe mai notato, ma lei si': il suo viso era stanco, i suoi occhi persi in un mare di nuvole, i suoi pensieri, probabilemte navigavano in un mondo tutto loro, ma nonostante cio' fu Balthier il primo a rompere il silenzio che durava da quella notte.

-"Dovresti mangiare qualcosa, posso farcela benissimo da solo qui."

-"Ora ti preoccupi per me?"

-"Come sempre, Fran."-
Il tono di Balthier era pacato, sembrava tranquillo, ma Fran sentiva il suo cuore inqueto. 

-"Ti ha turbato quel sogno?" - chiese Fran cambiando totalmente discorso.

-"Quel sogno?"- Balthier fece finta di niente, ma c'era una cosa che non voleva sapere, ed era proprio quella che la sua socia stava per dirgli.

-"Lo stesso che ho fatto anche io, credo."

Balthier rimase in silezio, affogando ancor piu' nei propri pensieri, chiudendo la porta del suo animo persino a Fran.

-"Bene, se vuoi tenerti tutto per te senza parlarmene, io vado a mettere qualcosa sotto i denti, cosi' magari una preoccupazione inutile te la togli.."

Fran si alzo' e si diresse in cucina chiudendo la porta della cabina di comando dietro di sè.

-"Ecco perche'." Disse Balthier, quasi come se si volesse rivolgere solo a se stesso con un appena accennato sorriso sulle labbra imposto' il pilota automatico e si diresse verso la cucina anche lui, mangiare qualcosa non avrebbe potuto che fargli bene.




***




-"Spero che il viaggio sia filato liscio, Mio Signore."- Disse Gabranth acogliendo l'imperatore con un lieve inchino. 

-"Come l'olio Gabranth, il tuo?"-

-"Tutto come previsto. Possiamo avviarci, alcuni invitati sono gia' arrivati, noi siamo attesi a Palazzo dove ci daranno subito la nostra sistemazione." - Il giudice fece per andare via, ma venne fermato dalla voce dell'Imperatore.

-"Vorrei, prima di arrivare a palazzo, presentarti una mia personale ospite"- Larsa lascio' che la giovane venisse avanti per presentarla con un gesto della mano -"Lei e' Artemis, ci conosciamo da anni, ho deciso di portarla con me come rappresentante dei nobili Arcadiani."-

Artemis capi' che la rappresentanza non era altro che una scusa per coprire le vere intenzioni dell'imperatore, gli resse il gioco, d'altronde non poteva far cadere la propria copertura prima di aver scoperto chi fosse la persona che Larsa doveva presentarle.

-"E' un piacere potervi conoscere di persona Giudce Gabranth."

-"Il piacere e' mio My Lady."- Gabranth fece un nuovo inchino, questa volta alla ragazza in segno di saluto. 

-"Hai per caso visto se e' gia' arrivato il mio amico Al-Cid Margrace?"

Gabranth si rivolse di nuovo al proprio signore -"Non l'ho visto ancora di persona ma credo che il suo convoglio vi abbia preceduto di un'ora circa e che lo stesso Al-Cid si sia diretto gia' a Palazzo.'

-"Bene, allora andiamo anche noi."- Concluse l'imperatore con un sereno sorriso sulle labbra.



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