Timeless

di _Akimi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A kiss on the cheek ***
Capitolo 2: *** Indirect Kiss ***
Capitolo 3: *** A kiss on the nose ***
Capitolo 4: *** First Kiss ***
Capitolo 5: *** A Kiss on a scar ***
Capitolo 6: *** Tickle Kiss ***
Capitolo 7: *** A Kiss on the ear ***
Capitolo 8: *** Gentle Kiss ***



Capitolo 1
*** A kiss on the cheek ***


{409 parole – A kiss on the cheek}
7 anni

 
Eren osservò Armin abbastanza a lungo da notare il rossore delle sue guance, un paio di ciuffi biondi gli ricadevano flosci e umidi sulle gote color porpora e con i denti sfiorava il labbro inferiore, fine e screpolato, ormai in procinto di piangere.
Il grembiule azzurro con uno dei suoi supereroi preferiti era ormai divenuto di un celeste scuro, attaccato agli abiti leggeri che indossava sotto di esso.
Un paio di fini gocce solcavano il suo collo pallido, finendo con il nascondersi al di sotto del colletto della divisa, facendolo singhiozzare infreddolito.
Era rimasto lì, in un angolo della piccola sala dei giochi, rannicchiandosi tra i numerosi modellini di macchine e bambole per evitare di essere guardato, vergognandosi di come il suo piagnucolare riecheggiasse nella camera silenziosa.

Alcuni bambini lo guardavano divertiti dal suo comportamento, si congratulavano con Connie e Jean, migliori amici nella classe, che avevano lanciato un simpatico gavettone al biondo, ora preso da spasmi di freddo.
Così, Eren aveva cominciato a sbraitare contro i due rumorosi compagni: aveva tirato un calcio contro il banco di Jean, facendogli cadere tutti i suoi pennarelli, e poi aveva nascosto nel grembiule di Connie uno dei piccolo rettili che conservavano accuratamente nelle teche per le lezioni di scienze, ridendo non appena Springer si era messo a gridare e a muoversi convulsamente per tutta l'aula.
Armin, invece, non aveva smesso di piangere, ma non appena Eren era stato sonoramente sgridato dalla maestra Petra, vittima anche di una fastidiosa tirata d'orecchi, aveva deciso di asciugarsi il viso e di avvicinarsi all'aggressivo Jaeger, stringendolo in un abbraccio imbarazzato, ma dolce.

«Non mi ha fatto male, sono forte, lo sai?»
Eren bisbigliò vicino al suo collo e il respiro caldo contro la sua pelle morbida gli provocò un brivido lungo la schiena, arrossendo non appena la punta dei loro nasi si sfiorò, facendo sorridere allegramente Jaeger.
«Lo so, grazie.» Armin mormorò timidamente; lasciò che Eren gli sistemasse i capelli lontano dalla fronte e, prendendo silenziosamente coraggio, il biondo avvicinò le labbra umide alla sua guancia, schioccandogli un piccolo bacio che fece arrossire l'altro che, pur di evitare il suo sguardo, si voltò verso la lavagna, ove Mikasa aveva osservato quella scena intima sin dal principio.
«Sei stato gentile.»
La precaria disattenzione di Jaeger permise ad Armin di stringere le spalle, un sorriso contento ad illuminargli il volto e le mani che tremavano appena, desiderose di poter stringere Eren ancora contro il proprio petto.

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Capitolo 2
*** Indirect Kiss ***


{445 parole- Indirect Kiss}
12 anni

 
Armin, alla semplice domanda dell'amico, era rimasto immobile, le iridi celesti puntate verso la lattina di aranciata aperta e un sorriso di circostanza ad illuminargli il bel viso.
Per la prima volta in tutta la sua vita da quando conosceva Eren, aveva provato imbarazzo a quell'abituale proposta e, seppur non avesse voluto dare nell'occhio, non poteva evitare di arrossire agli sguardi involontari che Jaeger gli aveva dedicato dall'inizio della partita di basket dell'istituto.
I suoi occhi verdi seguivano i movimenti veloci di Mikasa nel campo, la vedeva spesso schiacciare a canestro e non appena un po' di confusione si creava negli spalti, eccola lì, l'occhiata maledetta di Eren Jaeger verso il suo migliore amico.
Armin arrossiva, fingeva di non accorgersene, ma non riusciva più a pensare al match ancora in corso e tutto ciò che lo teneva occupato erano i sorrisi spontanei dell'altro, i movimenti accidentali che portavano le loro gambe a sfiorarsi l'una contro l'altra e poi quella domanda.
«Vuoi un sorso?»
Jaeger alzò la lattina di bibita gassata verso Armin; era quasi finita e non voleva buttarla nel cestino prima del dovuto.
Sapeva che Arlert non apprezzasse particolarmente condividere da bere – questione d'igiene e abitudine – diceva lui, e Eren non prendeva mai la questione sul personale perché lo conosceva abbastanza dall'essersi abituato a tutte le sue teorie a riguardo del contatto fisico e dei germi; eppure, Eren aveva chiesto lo stesso nella speranza che Armin potesse fare un'eccezione solo per quella volta e, in attesa della sua risposta, ritornò ad osservare sua sorella giocare in campo, divertito dal lamentarsi degli studenti che erano tifosi della squadra opposta alla sua.

«Grazie.»
Il biondo mormorò piano: si sentiva uno stupido perché non aveva sete, non aveva bisogno di quella dannata aranciata, bensì, si sforzò di stringere tra le dita quel pezzo di alluminio freddo e lo avvicinò alle labbra, umettandole senza neppure rendersene conto, prima di poggiarle contro il bordo della lattina.
La bibita non aveva un particolare sapore, non era abituato a berle costantemente, ma in quel momento gli sembrò di aver provato la bevanda più buona della città, se non dell'intera nazione, e si ritrovò ad arrossire vistosamente per via degli stupidi pensieri guidati dalla parte più irrazionale di sé.
Eren Jaeger aveva poggiato la sua bocca prima di lui, in quell'esatto punto, nello stesso punto; che fosse quel piccolo dettaglio a rendere il liquido color arancio più gustoso?
No, Armin voleva cancellare quelle sciocche conclusioni dalla propria testa, ma era inutile, la stessa idea ormai aveva conquistato il suo animo e una silenziosa cantilena riecheggiava nella sua mente sino a portarlo ad una resa incondizionata, accettando i suoi desideri da tempo repressi.

"Ho baciato Eren?„

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Capitolo 3
*** A kiss on the nose ***


{387 parole - A kiss on the nose}
14 anni

 
Eren osservò il biondo al suo fianco; il petto si gonfiava ad ogni piccolo respiro e con un'espressione beata dipinta sul volto, Armin occupava buona parte del materasso, lasciando che Eren si ritrovasse in un piccolo spazio del letto, obbligato a poggiare la propria gamba contro le sue.
Arlert sospirava lentamente, la bocca semiaperta, un paio di ciuffi chiari a coprirgli il viso e la mano che stringeva un lembo della maglia dell'amico, sfiorando con la punta delle dita il sue ventre piatto.

Jaeger era stanco, ma non riusciva ad addormentarsi a quell'ora del pomeriggio e, per quanto si fosse annoiato al festival scolastico, aveva trovato modo di intrattenersi con l'osservare l'indaffarato Armin che, vestito elegantemente per l'occasione, aveva organizzato un intero stand su una qualche ricerca del club di scienze a cui, a dire il vero, Eren non aveva mai dato granché importanza.
In quegli attimi aveva solamente pensato al sorriso spontaneo del biondino, alle sue gote arrossate quando si era complimentato con lui e infine, l'imbarazzato 'grazie' che aveva bisbigliato perché di buone maniere e riconoscente della gentilezza dell'altro.
Tuttavia, Eren aveva anche pensato spesso al comportamento che Armin aveva nei suoi confronti, sopratutto nell'ultimo periodo.
Sapeva che l'amico fosse di indole timida, ma mai lo aveva visto così buffo e sbadato con altri e il suo essere impacciato lo rendevano adorabile agli occhi di Jager che, seppur suo conoscente da una vita intera, aveva solo ora riflettuto su quanto la propria presenza influenzasse la vita del biondo.

«Armin?»
Lo chiamò, più per assicurarsi che stesse realmente dormendo e ne ebbe conferma quando quest'ultimo si sistemò contro di sé, poggiando involontariamente il capo contro il suo petto.
Così Eren si fece coraggio, bastò un sospiro profondo e avvicinò la propria mano al suo viso, scostandogli quei ciuffi lisci che gli coprivano la fronte; poco dopo, senza riflettere molto sul significato di quel gesto, poggiò le proprie labbra contro il piccolo naso del biondo, stupendosi non appena lo sentì bisbigliare qualcosa nel sonno, parole all'apparenza del tutto incomprensibili.

«Eren, mi dispiace...»
Quell'affermazione improvvisa disorientò Eren, le sue iridi smeraldine si bloccarono sulla figura rilassata dell'altro e le sue labbra, seppur sentisse il bisogno di domandare e di sopratutto di scoprire, rimasero serrate, in attesa di una verità che sarebbe stata – prima o poi – rivelata.
 

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Capitolo 4
*** First Kiss ***


{524 parole- First Kiss}
16 anni

«Che cos'hai?»
Eren lo chiamò, il viso illuminato dalle luci psichedeliche della sala e un bicchiere di plastica nella mano, colmo di una qualche bibita alcolica che qualcuno aveva passato alla festa senza permesso.
«Nulla, sono solo stanco.»
Armin alzò la voce, ma finì con il bisbigliare a pochi centimetri dal viso del più grande e arrossì non appena Eren si avvicinò a lui, mormorandogli lentamente all'orecchio perché costretto dalla musica alta che riecheggiava nel salone.
«Hai bevuto?»
Domandò senza malizia, più preoccupato all'idea che qualcuno avesse offerto al biondo qualcosa contro la sua volontà.
Gli dedicò un'occhiata: aveva un paio di occhiaie a sciupargli il viso, le labbra screpolate e le gote ancora color porpora perché a disagio; non era abituato a stare in luoghi affollati, rumorosi, odiava i commenti che gli altri bisbigliavano al suo passaggio ed evitava, seppur non riuscisse ad allontanare le preoccupazioni da sé, di non incontrare i loro sguardi.
Sì, si sentiva fuori luogo,lì dentro, e più passava il tempo, più si domandava che cosa ci trovasse Eren in lui; era timido, impacciato, spesso insicuro delle proprie abilità e non bastavano i complimenti dei suoi amici per migliorare la situazione.

«No, sono solo...»
«Assonnato?»
Armin accennò con il capo, evitando lo sguardo di Jaeger che, ancora una volta, si avvicinò per parlargli.
Il biondo sentì il respiro caldo dell'amico sul viso, un sospiro familiare a tranquillizzarlo e a fargli comprendere che poteva non mentire, se desiderava.
«Sai, sei carino questa sera.»
Quelle parole lo stabilizzarono; si ritrovò ad arrossire da capo a piedi, alzando il capo timidamente per incontrare gli occhi di Eren che non si erano allontanati per un attimo dalla sua figura insicura: iridi smeralde ne incontrano di celesti in uno scambio equo di emozioni.
«Grazie, io...»
Le parole gli morirono nella gola; mai aveva immaginato di essere osservato così dolcemente da Eren; certo, si conoscevano da una vita intera, ma solo ora, finalmente, Jaeger lo guardava come Armin aveva sempre desiderato.

«Posso,» Il biondo cominciò a parlare, la voce a mancargli e la mano a raggiungere la canotta che Eren stava indossando, stringendo la stoffa leggera tra le dita.
Sapeva che non poteva perdere quell'occasione e per quanto nervoso, voleva rendere i propri sentimenti reali, facendo comprendere all'altro che cosa stesse occupando la sua mente ormai da anni. «Posso darti un bacio?»
La domanda di Arlert parve fermare il tempo, tutto attorno a loro divenne sfuocato,un insieme di futili dettagli e di suoni confusi, disturbanti a confronto dell'eterea sensazione che Armin provò non appena Eren abbassò lo sguardo su di lui.

La bocca di Jaeger incontrò così quella di Arlert in un bacio lento, poco passionale e pieno di inesperienza, ma entrambi si persero in quel momento, quasi surreale, che portò Jaeger a imprimere nella propria mente l'immagine del biondo davanti a sé, delle sue ciglia a sfiorargli il viso e delle sue guance, ancora rosse, solo per lui.

«Eren, io sono...»
Le sue parole furono solamente un bisbiglio che andò a perdersi nel vuoto quando, pochi secondi dopo, il più grande venne trascinato dagli amici sulla pista da ballo, lasciando Armin abbandonato ai suoi pensieri.
 

 

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Capitolo 5
*** A Kiss on a scar ***


{ 525 parole - Kiss on a scar}
16 anni
 
Eren si buttò sul letto, quest'ultimo cigolò sotto il suo peso e il ragazzo rimase immobile, con lo sguardo ad osservare il soffitto chiaro, ricordando ciò che era appena accaduto quel pomeriggio quando, dopo qualche ora di studio con Mikasa e Armin, la mora li aveva abbandonati, lasciandoli completamente soli.
I due avevano passati lunghi attimi in silenzio, non sapevano cosa dirsi, come dirlo, e quel bacio scambiato alla festa non poteva essere dimenticato, ignorato come se nulla fosse in realtà successo.
Arlert fu il primo a parlarne, intimidito, certamente, ma Jaeger ebbe modo di sentirlo discutere su ciò che aveva da sempre provato per lui, chiarendo che quel gesto, quella richiesta improvvisa non era stata un errore e che, nonostante tutto, «non devi mentirmi, se vuoi rimanere solo un amico, posso accettarlo.»

Quelle parole erano state pronunciate tristemente, poco convinto di desiderare davvero una semplice amicizia, ma fu in quel momento che Eren pensò, rifletté davvero sulle proprie sensazioni, su che cosa avessero significato per lui i comportamenti di Armin sino a quel momento e ora, ritornato a casa, non poteva scordare il sorriso dolce del biondo, le sue lacrime a solcargli le guance arrossate e l'abituale movimento della mano che, portandosela al viso, serviva a scostarsi un paio di ciuffi chiari dietro all'orecchio.
Sì, Eren aveva imparato ad osservare ogni piccolo gesto dell'altro e fu proprio quel pomeriggio che si accorse di un dettaglio: una sottile cicatrice percorreva la pelle chiara di Arlert, attraversando il palmo della sua mano destra, probabile ricordo di un qualche esperimento nel club di scienze.
E così, senza un motivo ben preciso, Jaeger aveva stretto le proprie dite attorno al suo polso, aveva di poco abbassato il capo e sfiorò con le labbra inumidite quel punto esatto, ove quel segno creava discordanza nella sbadata perfezione di Armin Arlert.
Al contatto lieve con la bocca del più grande, il biondo era arrossito, aveva abbassato lo sguardo e si era fatto piccolo, stringendo le spalle in segno di resa.
Voleva ringraziare Eren per tutto ciò che aveva fatto per lui, ma non ne trovò le parole.

Il ricordo di quel silenzio piacevole ora colmava la confusa mente di Jaeger e sebbene fosse da solo nella propria stanza, gli parve quasi di avere Armin ancora lì, sdraiato di fianco a sé.
 

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Capitolo 6
*** Tickle Kiss ***


{567 parole - Tickle kiss}
18 anni
Armin era sdraiato sul letto di Eren, la maglia abbandonata sul pavimento e la piccola lampada sulla scrivania come unica fonte di luce.
I capelli gli ricadevano delicatamente sulla fronte, gli coprivano parte degli occhi e si ripromise di tagliarli al più presto, anche se al momento, ringraziava il suo continuo rimandare, sollevato dal poter nascondere l'espressione imbarazzata sul suo viso.
Eren era poggiato delicatamente contro di lui, la sua mano era scesa lungo il corpo sottile e pallido del fidanzato, finendo con l'intrufolarsi sotto l'elastico dei suoi pantaloni; il contatto con le dita fredde di Jaeger provocò un brivido lungo la sua schiena che, contro la sua volontà, si inarcò, lasciando che i loro petti si sfiorarono l'uno contro l'altro.

«Mi piace quando usi il mio bagnoschiuma, hai un buon profumo.»
Eren mormorò vicino a lui, il respiro ad infrangersi contro il collo esposto alle sue attenzioni e passarono pochi attimi prima di vedere Armin accennare un sorriso tra l'imbarazzato e il contento, carezzando la nuca del più grande che, come sempre, pareva uno di quei gatti ormai abituati alle coccole degli altri.
«E' il tuo profumo.»
Il biondo bisbigliò in modo quasi impercettibile: si vergognava ad ammettere quanto fosse semplice riconoscere il sapore della pelle dell'altro su di sé, ma anche nell'intera camera perché, dopo tanti anni di amicizia, Armin aveva imparato tutti di Eren e anche i piccoli dettagli non era mai così tanto insignificanti.
Sì, il profumo di Jaeger non era dei più delicati; rispecchiava la sua personalità difficile, ma Arlert aveva da sempre sopportato i suoi peggior difetti e quest'ultimi lo avevano spesso aiutato nei momenti in cui si era sentito insicuro di sé o in quelli in cui altri lo avevano disturbato, trattandolo come una persona debole.

«Allora mi piace l'idea che tu lo abbia addosso.»
Il commento di Eren lo fece arrossire; sentì una sensazione di calore avere la meglio sul proprio corpo e d'istinto strinse le gambe, bloccando involontariamente la mano dell'altro ora poggiata contro la propria intimità.
Conosceva l'indole di Jaeger; mentre Armin era solito a soppesare ogni piccola azione o parola, era proprio Eren a dare più passione alla loro relazione; al biondo piacevano le cose semplici come poter vedere un film assieme, osservarlo addormentarsi contro le proprie gambe mentre leggeva un libro oppure, semplicemente, parlare di come fosse andata la giornata, senza mai pretendere di avere una vita avventurosa.
Così, Jaeger riusciva sempre a stupirlo per la sua spontaneità: dapprima c'erano stato dell'imbarazzo tra di loro, ma era stato proprio grazie ad Eren che Armin aveva accettato l'importante passo di concedersi a qualcuno e quel qualcuno non era altro che un ragazzo capace di mostrare un lato di sé completamente nuovo.

I suoi pensieri vennero interrotti da un conseguirsi di baci caldi del più grande, la bocca poggiata contro il pomo d'Adamo provocò una reazione improvvisa in Armin che, sebbene contento di essere al centro delle attenzioni di Jaeger, non riuscì a trattenersi dal ridere, stringendolo in uno strano abbraccio che mostrava più la volontà di fermarsi che del semplice affetto.
«Eren, mi fai il solletico così.»
Esclamò senza che un sorriso divertito scomparisse dal suo viso e alla fine, nonostante Eren non fosse particolarmente contento all'idea di lasciare in pace il collo fine del ragazzo, si convinse a dargli un attimi di tregua, osservando un'espressione infantile dipinta su quel volto che apprezzava sempre di più.
 

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Capitolo 7
*** A Kiss on the ear ***


{421 parole- A kiss on the ear}
19 anni

 
Armin frequentava Eren ormai da un paio di anni; il biondo era stato presentato alla famiglia Jaeger come suo ufficiale fidanzato davanti alla madre, al padre e alla sorella Mikasa e nessuno dei suoi parenti aveva avuto nulla da ridire sull'improvvisa dichiarazione del figlio perché, in fondo, già conoscevano Arlert e la stessa Mikasa non era stata così sciocca da non comprendere ciò che teneva i due legati, ormai più di semplici amici.
Un grande passo era così concluso, ma nonostante il proseguire della loro relazione, Armin aveva deciso solo successivamente di far conoscere il suo fidanzato all'ormai anziano nonno che, nonostante l'avanzare dell'età, non mancava di rispondere simpatico e ironico al nipote.
Era proprio il biondo ad essere il più nervoso dei due, anche se Eren non era di certo immune allo sguardo dell'uomo quando, scoperto che il suo ormai non più piccolo Armin si fosse innamorato del suo migliore amico, l'aveva osservato da capo a piedi, lasciando che un silenzio colmo di tensione riempisse il salotto di casa Arlert.

«Non sono cieco, almeno non ancora, giovanotti!»
Esclamò lui, togliendosi la montatura degli occhiali dal viso e cominciando ad agitare la mano follemente, anche se un sorriso divertito stava a poco a poco illuminandogli il volto.
Voleva davvero bene ad Armin e sapeva quanto Eren lo rendesse felice; certo, ai suoi tempi vedere due ragazzi assieme non veniva considerata la più naturale delle cose, ma l'uomo aveva seguito attentamente l'evolversi della società e l'importante era vedere suo nipote sorridere, ricordandosi della prima volta in cui sua madre le aveva presentato il suo futuro genero.
«Non sono stupido, io.» Iniziò a parlare, donando ad Eren un sorriso spontaneo che, finalmente, permise lui di rilassarsi e di stringere la mano di Armin in segno d'affetto.
«Vi ho visto baciarvi, quando stavi ritornando a casa.»
Quell'improvviso commento lasciò in silenzio entrambi i ragazzi: il biondo arrossì, abbassando lo sguardo per evitare di incontrare quello del nonno, mentre Eren, forse un poco più coraggioso di lui, si grattò la nuca, scusandosi per il gesto un po' troppo avventato.

«Allora, vuoi fermarti a mangiare o no?»
Domandò dopo lunghi attimi di silenzio e solo dopo quella naturale proposta, i due compagni si guardarono negli occhi e risero entrambi alla spontaneità dell'anziano.
«Direi che è andata bene.»
Bisbigliò Eren ad Armin e quest'ultimo, senza smettere di sorridere, si avvicinò al più grande, schioccando un piccolo bacio contro l'orecchio arrossato di Jaeger, trovando piuttosto buffa l'espressione ancora dipinta sul suo viso.
«Sì, per fortuna è andata bene.»
 
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
Approfitto per dire due parole; intanto ringrazio per chi ha recensito sino ad ora, per chi ha messo la storia tra i  preferiti/ricordati/seguiti; amo la Eremin, ma purtroppo è una pairing che trova sempre poco posto su EFP e la sezione de L'Attacco dei Giganti mette davvero una tristezza;(non me ne vogliate, davvero, ma siamo sempre alle stesse pairing..) per questo mi rifiuto quasi sempre di leggere qualcosa perché ho sempre gusti "strani" e non trovo mai nulla che mi piace.
Questa raccolta non credo sia delle mie migliori, ma spero di poter scrivere qualcosa di diverso - che sia una coppia dimenticata o non calcolata non importa.
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo :)

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Capitolo 8
*** Gentle Kiss ***


{464 parole- Gentle Kiss}
22 anni

 
Eren osservò per tutto il giorno Armin alla scrivania che, nascosto tra libri e altre scartoffie, non aveva alzato il capo per un attimo, troppo nervoso nel concludere la sua tesi di laurea.
Il biondo si svegliava sempre presto per assistere alle lezioni, aveva aiutato alcuni suoi compagni di corso e trovava il tempo di stare anche con lui, trovando quelle ore in cui tra lavoro o studio, entrambi riuscivano a liberarsi dai propri impegni.
«Non ce la faccio più a guardarti, rilassati un po'.»
Jaeger esclamò a bassa voce, avvicinandosi all'altro che, spaventatosi nel sentire le mani del più grande sulle proprie spalle, si fece convincere una volta per tutte.
Abbandonò il computer in stand-by e Eren lo strinse in un abbraccio affettuoso, cercando di scioglierlo un po' perché, da quando si era messo a lavorare sulla tesi, Armin pareva fin troppo agitato per i suoi standard e passavano delle serata in cui lo vedeva camminare avanti e indietro nella propria stanza, ripetendosi date, avvenimenti e teorie di personaggi che Eren neppure conosceva.
«No, ora devo passare in biblioteca prima che chiuda. Ho ancora un paio di libri da prendere e poi... »
Eren aveva già smesso di ascoltarlo, alzando lo sguardo con fare annoiato perché, come sempre, Armin non riusciva mai a comprendere quanto fosse giusto prendersi attimi di pausa e neppure obbligarlo a guardarsi allo specchio bastava per rendersi conto di quanto si stesse trascurando.

«Lavorerò tutta la settimana, abbiamo moltissimi ordini. Pensavo che fossimo d'accordo su come trascorrere il week-end.»
Non voleva rimproverarlo, anche se Arlert non sembrò molto entusiasta alla costatazione del fidanzato; nonostante questo, si sforzò di non pensare più ai propri impegni e nascose il viso contro il petto del più grande, borbottando qualcosa inizialmente non comprensibile.
«Hai ragione, è solo che...» Armin si fermò non appena sentì le dita di Eren sfiorargli la guancia calda, obbligandolo ad alzare il capo per potersi guardare negli occhi.
«No, hai ragione; ti va un po' di Netflix?»
Il biondo domandò ingenuamente e Jaeger, seppur poco convinto dal sorriso che l'altro gli aveva appena dedicato, decise di non insistere troppo oltre, avvicinandosi al suo viso quanto bastasse per schioccargli un bacio semplice, mentre le dita sfioravano un paio di ciuffi dorati che si preoccupò di spostare dietro alle sue orecchie.

«Che c'è? Ho qualcosa in faccia?»
Eren si allontanò non appena le guance di Armin si fecero rosse, un'espressione imbarazzata ad allarmare il più grande e di nuovo un altro sorriso, questa volta più sincero, conseguenza dell'inusuale, ma più che apprezzata dolcezza di Jaeger.
«No, non è nulla. Sono solo contento, ecco.»
Quell'esclamazione lasciò piuttosto confuso Eren, ma ciò che più gli interessava era vedere Armin privo di futili pensieri e sopratutto, sapere di essere parte della sua stramba felicità.


 
ANGOLO DELL'AUTRICE
Finishhh; grazie a chi ha seguito la storia. Ci tenevo a scrivere una Eremin perché adoro davvero molto questa pairing e aver trovato questa challenge è stata la giusta occasione.
Le flashfic non sono il mio stile preferito (infatti con alcune ho fatto 500+ parole), però le oneshot mi avrebbero tolto molto più tempo (che non ho, causa maturità/altre storie in corso) e quindi ho optato per piccole fanfic che si collegassero tra loro.
La Kiss Challenge non finisce qui: la mia prossima pairing sarà la YmirKrista (perchè io vivo per lo yuri e questo due sono fatte per stare assieme), quindi mi ritroverete presto in sezione! (di nuovo, sìsì.)
 

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