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di Scarlet Jaeger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1-Jeans ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Amico ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3-Mercato ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- Emozioni ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 -Sergente ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- Bucky ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- Ubbidire ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Colpe ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - History ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Armi ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - Nome ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1-Jeans ***


Capitolo 1 - (J) Jeans




Bucky si era lasciato addietro i resti dello scontro avuto contro Captain America. L'aver salvato la vita di Steve lo aveva reso stranamente inquieto. Continuava a chiedere a sé stesso perché lo avesse fatto, nonostante non ricordasse assolutamente nulla di lui.
I dubbi e le inquietudini passarono dopo essere stato allo Smithsonian nei panni di un qualsiasi cittadino Americano.
Con indosso un paio di jeans, una maglietta, un giubbotto ed un cappellino, dove aveva sistemato i capelli, si era avviato verso il museo.
Lungo la strada si era soffermato a guardare gli alti edifici e le strade affollate, uno sprazzo di vita per lui completamente nuovo. Non si era mai mischiato alla gente, avendo sempre indossato i panni di un sanguinoso soldato pronto ad obbedire agli ordini.
Mentre camminava lungo il marciapiedi si fermò di fronte alla vetrina di un negozio. Non era stata l'insegna a fermarlo, o la diversità della merce che i commessi avevano esposto.
No.
Era stato il suo riflesso. Sembrava un normale ventisettenne con l'espressione tirata e gli occhi malinconici, ma ciò che stava osservando andava al di là del suo viso. Erano stati quegli strani indumenti a catturare la sua attenzione. Era assolutamente sicuro di non aver mai indossato nulla di simile, nonostante la maggior parte delle persone accanto a lui fossero vestite quasi alla stessa maniera. Non ricordava altro sul suo corpo se non la divisa del soldato d'inverno ed armi.
James storse il labbro, portando le mani alla cintura dei Jeans e tirandoli leggermente più su di dove gli erano arrivati camminando.
« Non mi abituerò mai. »
Pronunciò quelle parole distrattamente, mentre distoglieva l'attenzione dal riflesso di sé stesso, riprendendo a camminare per la sua strada.
Fine.

Angolo autrice:
Salve a tutti ^^ So che ho già all'attivo una long, però lo stare a lavoro senza avere molto da fare porta la mia mente a concepire pensieri strani xD Mi è sembrata comunque una cosa carina da scrivere, no? :D
Per questo primo capitolo, e quindi la prima lettera del suo nome, ho pensato ai Jeans. Lo abbiamo visto alla fine di "The Winter Soldier" con i panni civili, così come in Civil War e mi sono immaginata come avrebbe reagito una persona come lui.
Spero comunque di non aver fatto troppi disastri di ortografia eheh in caso ditemelo ^^
Un bacione a tutti
alla prossima lettera del suo nome!




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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Amico ***


Name 2 Capitolo 2- Amico


Aveva raggiunto l'ala dello Smithsonian dedicato alla seconda guerra mondiale, dove enormi foto di coloro che l'avevano combattuta vi erano affisse. Si era fermato di fronte ad una di esse, così familiare da lasciarlo confuso.
Era assolutamente sicuro di aver già visto i lineamenti di quell'uomo, colui che aveva salvato dal fiume non molto tempo prima. Lo stesso uomo che aveva deciso di salvare lo stava guardando indirettamente attraverso una foto e lui stava ricambiando quello sguardo talmente rapito da dimenticarsi quasi di respirare.
"Lo hai incontrato una settimana fa in un'altra missione." gli era stato detto, ma sapeva per certo che quello non coincideva alla realtà. Il soldato d'inverno ricorda ogni volto, ogni missione ed ogni dettaglio nonostante non sia in grado di controllare la sua mente ed il suo corpo.  La sua memoria non gli aveva mai giocato brutti scherzi in tutti quegli anni, passati come una marionetta dell'HYDRA. L'unica cosa che non ricordava, la più importante, era la vita passata come sergente Barnes. Non ricordava di essere stato semplicemente Bucky.
« Steve Rogers. » Lesse con curiosità il nome dell'uomo in foto, voltandosi a guardare un video che lo ritraeva insieme ad un altro soldato.
Fu lì che si bloccò con la mascella serrata.
Riconobbe i suoi lineamenti in quel ragazzo ben vestito e sorridente. Aveva un taglio corto di capelli ed il suo viso era privo della barba, ma fu certo di non essersi sbagliato.
« Lo conoscevo. » Sospirò tra sé e sé senza dare troppo nell'occhio delle persone che gli erano attorno.
Gli tornarono alla mente gli attimi prima della fine dell'ultima battaglia affrontata contro Captain America e le parole che gli rivolse. Ripensò alla prima volta che lo vide, sul ponte, quando era rimasto spiazzato dall'espressione sorpresa che aveva sul volto.
I tasselli del puzzle si stavano ricomponendo e quella domanda irrisolta piano piano stava trovando la risposta.
L'uomo a cui aveva deciso di salvare la vita era il suo migliore amico.
Fine


Angolo autrice:

Salve a tutti e buona domenica :3 Eccomi qua con il secondo capitolo, questa volta dedicato al legame con Steve che pian piano inizia a ricordare. Certo la strada è ancora lunga ma, è un buon inizio no? In più ho immaginato che al museo non si fosse soffermato solo sul memoriale di sé stesso, ma anche quello del Capitano, così da sapere perché in tutti quel tempo si era comportato amichevolmente col suo nemico!
Penso non ci sia altro da aggiungere, a voi la parola :D
Un bacione!
Alla prossima!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3-Mercato ***


Name 3  Capitolo 3 - Mercato


Si era lasciato l'America alle spalle Bucky, dopo essere riuscito a mettere da parte qualche soldo per il biglietto aereo di sola andata per Bucarest ed essere riuscito ad essere in regola con tutti i documenti. Si era allontanato il più possibile da Washington DC e da quello che era accaduto laggiù, presentandosi a tutti solamente con un nome inventato.
Gli piaceva la Romania, nonostante il caos della grande città. Nessuno lo guardava, troppo impegnata nei loro via vai frettolosi per le strade principali. Poteva mimetizzarsi tra i cittadini con solo un cappellino in testa e vestito con l'abbigliamento che via via si stava abituando a portare.
Ma la cosa che più piaceva a James era il mercato. I banchi situati sulle strade attiravano le persone verso di loro, immergendo il luogo con i suoni e gli odori dei loro mestieri.
Non ricordava di esserci mai stato, ma nonostante l'amnesia voleva curiosare anche lui come vedeva fare a pochi altri che aveva attorno per via dell'ora mattutina.
Prendendo un copioso respiro si diresse verso il banco della frutta e rimase piacevolmente colpito dalla vastità di prodotti esposti.
Voltò lo sguardo a destra e sinistra cercando qualcosa che neanche lui sapeva, osservando tutto ciò che i suoi occhi chiari riuscivano a catturare. Ad accorgersi della sua meraviglia sincera fu il commesso: un signore di età avanzata che se ne stava dietro il bancone con indosso il tipico grembiule.
« Posso aiutarti ragazzo? » Gli sorrise l'uomo, avvicinandosi verso di lui che, stupito della cordialità nei suoi confronti, serrò la mascella.
Non era mai stato a contatto stretto con le persone, perché in quei pochi mesi passati a lavorare aveva sempre eseguito lavori manuali ed in solitaria. Anche quando era stato il soldato d'inverno le uniche persone che aveva attorno erano stati i dottori della base HYDRA, che lo spingevano a fare cose orribili. Ovunque andava si lasciava dietro solo una scia di morti.
La cosa che lo meravigliò ancora di più però, fu il fatto che avesse capito perfettamente la lingua del commesso e che si stava apprestando a rispondere nella medesima, nonostante sapeva per certo di non conoscerla.
« No. » Riuscì solamente a dire, spostando l'attenzione su una cassetta dai frutti scuri, che guardò con desiderio.
« Sono prugne. Sono ottime! » L'uomo sorrise ancora porgendogliene una, incitandolo ad assaggiarla prima di dedicarsi ad altri clienti.
Rimase così Bucky, con il frutto in mano ed il non sapere se riporla con le altre ed andarsene o fare come gli era stato proposto di fare.
Decise di assaggiarla, sorridendo nel gesto di masticarla.
Ne comprò subito dopo alcune, che sarebbero state il suo pranzo. I suoi risparmi si stavano esaurendo ed il bisogno di trovare una nuova occupazione era per lui una necessità impellente.
Tuttavia il suo desiderio si esaudì dopo alcuni giorni, che aveva passato a pranzare con le prugne che l'anziano e stanco signore vendeva al mercato.
I muscoli di un sanguinario soldato d'inverno creato dall'HYDRA adesso alzavano pesanti cassette di frutta ad un uomo solo.
Fine

Angolo autrice:
Salve a tutti e ben trovati ^^ Questo aggiornamento è stato più breve dello scorso perché in un momento di improvvisa e sana ispirazione l'ho scritto di getto per essere sicura di non dimenticare nulla.
Come avete capito questa scena riprende un pochino le vicende di Civil War, dove vediamo Bucky intento a comprare le prugne al mercato di Bucarest...forse è stata proprio quella scena a darmi ispirazione ;)
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo ^^ insomma, anche il soldato d'inverno deve poter vivere nella società odierna eheh
E siamo arrivati alla "E" del prossimo capitolo ^^ che spero continuerete a seguire <3
Intanto ringrazio le fantastiche HallisonHermioneEverdeen & Barby_Ettelenie_91 per le recensioni ed il supporto <3 e le altre splendide persone che hanno messo questo piccolo progetto tra i preferiti/ricordati/seguiti <3 Lo apprezzo molto!
Detto questo non mi resta che salutarvi e mandarvi un bacione!
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- Emozioni ***


Name 4 Capitolo 4 - Emozioni



Camminava nel centro di Bucarest Bucky, dopo aver finito di lavorare al mercato. Era un lavoro faticoso per chiunque, ma non per lui. I suoi muscoli ed i suoi sensi sviluppati di soldato e guerriero gli permettevano di tollerare un limite di stanchezza non raggiungibile a chiunque.
Arrestò i suoi passi di fronte alla plancia di un giornale, che ritraevano un uomo a lui non del tutto sconosciuto.
L'uomo del ponte. L'uomo di Washington DC.
Captain America.
L'uomo ritratto insieme al sé stesso del passato nello Smithsonian.
Alzò meravigliato un sopracciglio per la sorpresa di trovarlo nella routine di tutti i giorni. Sembrava che quell'uomo gli fosse strettamente legato e se ripensava agli eventi passati sembrava proprio di sì. Lui lo conosceva, lo percepiva, nonostante fosse sicuro di non averlo mai visto nelle primitive missioni, quando era ancora sotto l'attena vigilanza dell'HYDRA.
Da uomo libero aveva voglia di saperne di più su di lui, per ricostruire quel passato che continuava a tormentarlo e che sembrava così strettamente necessario per ricordarsi appieno di Steve Rogers. Non avrebbe mai dimenticato la sua espressione interdetta e meravigliata, quando per la prima volta gli era apparso davanti senza la maschera a copertura del viso.
"Bucky"
Dopo essere stato allo Smithsonian, il mistero del suo nome era stato svelato. Così come altri piccoli frammenti del puzzle che era James Buchanan Barnes per il soldato d'inverno.
Dopo essere riemerso dal circolo dei suoi pensieri però, il ragazzo si avvicinò spedito all'espositore dei giornali, dove in prima pagina capeggiava l'immagine di quello che un tempo era stato il suo compagno d'armi, e sfogliò rapito il contenuto. Parlava delle sue gesta, arrivate fin lì quasi dall'altro capo del mondo, e quelle dei suoi alleati. Erano tutti fatti recenti, successi dopo la sua fuga, che lo avevano colpito fin nel profondo del cuore.
Non riuscì a dire quali sentimenti lo mossero. Curiosità? Forse, ma sapere che in quel mondo e corpo sconosciuti una sola persona sembra conoscerti, d'un tratto quella persona diventa importante per te. Ed è ciò che accadde a lui.
Quando uscì dall'edicola teneva fiero in mano alcuni volumi di giornale, vecchi e nuovi articoli, contenenti tutto il materiale possibile su Captain America. Il porta monete adesso era meno pesante, ma non riusciva ad esserne triste.
Prima di arrivare al suo appartamento, Bucky si fermò a comprare un'agenda dove avrebbe attaccato in ordine cronologico tutto quello che era riuscito a trovare.
Era emozionato, come un bambino che attacca per la prima volta le figurine nell'album. Era emozionato perché nella vita di Steve Rogers, era sicuro di ritrovare sé stesso.
Fine

Angolo autrice:
Salve a tutti :3 ce l'ho fatta ad aggiornare nonostante la brutta giornata :( e spero comunque che non sia un disastro! In verità l'avevo già in mente e cercavo di tenere l'ispirazione ben salda durante le ore lavorative aspettando di avere la pagina per scriverla, ed eccola qua!
Per questa quarta lettera del suo nome ho scelto le emozioni, perché ho pensato che dopo essere scappato da Washington e chi in realtà sia ( un assassino fomentato dall'HYDRA), piano piano impara a provare qualcosa di veramente suo. Negli anni passati come soldato d'inverno, lui no ha potuto scegliere nulla. Uccideva sotto l'ordine dei suoi superiori e basta, non provando né pietà né qualcos'altro. Ma adesso, dopo essere tornato il Bucky che è sempre voluto venire fuori, anche le sue emozioni stanno facendo capolino :3
Ditemi cosa ne pensate e se vi sia piaciuto anche questo capitolo :D
Come mio solito ringrazio tutti voi lettori per essere giunti fino a qua, le mie due sostenitrici :3 e le persone che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite. Un grazie davvero immenso!
Un bacione ed al prossimo capitolo!
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 -Sergente ***


Capitlo 5 – Sergente

 

 

Nonostante quella mattina di festa dal mercato, si era comunque alzato presto Bucky, perché la sua mente continuava a rimandargli immagini sfocate su tutto il passato che pian piano stava ricordando. Erano piccoli passi che, per un uomo come lui, confondevano i sensi.
Si mise a sedere tra le coperte, in quella piccola stanza semi buia. I raggi del sole che stavano pian piano sorgendo, entravano prepotenti dai buchi della tapparella lasciata di proposito semi aperta.
Non amava il buio James, gli ricordava gli orrori della sua vita e la costrizione a passare gli anni più importanti in un sogno senza sogni.
Il sonno criogenico lasciava l'amaro in bocca al soldato d'inverno. Se fosse stato capace di provare paura, forse sarebbe stato il sentimento giusto. Ma lui no, non riusciva a provare queste emozioni complesse.
Tuttavia si passò la mano sana tra i capelli spettinati, togliendoseli da davanti gli occhi chiari, e scrutò pian piano tutto il perimetro della stanza. La vigilanza era un senso che Bucky non avrebbe mai perso.
Quando si rese conto che tutto attorno a lui era esattamente come lo aveva lasciato la sera prima, decise di alzarsi e vestirsi.
Con indosso una maglietta logora ed un paio di pantaloncini altrettanto consumati si diresse in bagno, dove lo specchio gli rimandava di fronte la sua immagine.
Si fermò a scrutare ogni lineamento tirato del suo viso, chiaro segno che non riusciva a rilassarsi neanche così lontano dall'HYDRA, spostando pian piano lo sguardo su tutta la superficie di specchio che catturava il suo corpo muscoloso.
Il braccio bionico era disteso lungo il fianco, splendente sotto la luce artificiale accesa e così immobile che quasi stentava a credere che fosse vero.
“E se quel braccio non fosse mai esistito?”
Mandò giù un groppo amaro di saliva, stringendo la mascella e chiudendo di colpo gli occhi, perdendosi nei ricordi.
Quando li riaprì, per un momento stava osservando un sorridente e vispo ragazzo col viso pulito dalla barba, i capelli corti ed indosso il cappello e la divisa che ricordava vagamente di aver indossato.
Per una manciata di secondi, era tornato ad essere il sergente James Buchanan Barnes. Lo stesso uomo che aveva osservato silente al museo Smithsonian.

Fine

 

 

Angolo autrice:

Eccomi qua ad aggiornare il quinto capitolo di questo progettino :3 che dire, per questa lettera ho scelto “sergente”, colui che pian piano sta ricordando di essere stato. Tuttavia è ancora difficile per lui rendersi conto di tutto ciò, nonostante abbia ricostruito alcuni pezzi della sua storia al museo. Ma ci vuole pazienza per la memoria, no? ;)

Bene, detto questo spero sempre che vi sia piaciuto ed aspetto sentenze eeheh

Un bacione a tutti

alla prossima!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6- Bucky ***


Capitolo 6 – Bucky

 

 

 

 

Era appena tornato dal mercato dopo un'estenuante giornata di lavoro, anche se la sua non poteva definirsi certo stanchezza fisica. Erano le prime volte che stava a contatto col pubblico, riprendendo mano mano confidenza con il mondo esterno. Riscopriva piccoli momenti che in tutti quegli anni si era purtroppo lasciato addietro.
Si distese sul letto dopo una doccia rilassante, che gli aveva lasciato umidi i capelli che oramai gli arrivavano alle spalle.
Chissà com'era stato portarli corti?
Ci pensò per un attimo, immedesimando nella sua mente la persona che un tempo era stato, e quando ebbe assimilato tutte le informazioni utili, si voltò di scatto per prendere dal comodino la sua inseparabile agenda, dove aveva appuntato tutte le informazioni utili che era riuscito a trovare su Steve Roger e la sua passata identità.
Si soffermò a fissare il nome scritto sulla stampa del giornale scolorito che teneva tra le mani. Sotto l'immagine del sorridente Sergente Barnes, c'erano dei brevi caratteri scritti in nero.
“Bucky”.
Rilesse quel suo nome una miriade di volte, come per imprimerlo nella memoria. Era lo stesso nome con cui lo aveva chiamato Captain America la prima volta che lo aveva incontrato a Washington DC; lo stesso nome scritto tra virgolette allo Smithsonian; lo stesso nome che gli risuonava nella mente e che oramai aveva preso il posto di “James”.
Chiuse gli occhi di nuovo, riponendo con cura l'agenda al suo posto, per scavare in ricordi lontani e perduti che la sua mente pian piano riportava a galla.
C'erano due bambini insieme alle rispettive mamme. Uno moro ed uno biondo. La signora che teneva per la mano il bambino dai capelli color del miele sorrise al figlio, rivolgendogli parola con voce amorevole.
« Lui è James Buchanan Barnes. » Disse indicando il sorridente bambino di fronte a loro, spostando poi l'attenzione sull'altra signora. « E questa signora è una mia più cara amica. » Sorrise infine alla donna.
Dopo le presentazione i due piccoli si squadrarono a vicenda, fino a che Steve non si aprì in un meraviglioso sorriso e pronunciò una sola parola con la vocina impacciata.
« Bucky! »
Il suo nome era stato “storpiato” da un bambino che non riusciva ancora pronunciarlo per intero. Un bambino che aveva da poco iniziato a parlare e che probabilmente faticava a reggersi in piedi. Un bambino che da quel momento aveva iniziato ad essergli amico...
e che probabilmente non avrebbe mai smesso.

Fine

 

 

Angolo autrice:

Salve a tutti :3 Eccomi tornata con l'aggiornamento (scritto al volo per il poco tempo!). Purtroppo la stanchezza sta iniziando a prendere il sopravvento su di me, per questo sto faticando a tenere il passo degli aggiornamenti (sopratutto per Winter Heart) ma non temete, continuerò a scrivere in tutti i momenti possibili!

Per questo sesto capitolo ho iniziato la prima lettera di “Buchanan” (che non ho ancora capito se è il secondo nome oppure il secondo cognome xD ma dettagli) con “Bucky”. Abbiamo sempre sentito Steve chiamarlo così, ma non ci è stato mai detto il perché (o forse sì e non me ne sono resa conto...), così ho provato ad immaginarlo. Al tempo Stevy era il ragazzino minuto e fragile del primo film, così me lo sono immaginata in quel modo anche da bambino.

Ditemi come vi è sembrata :3 ci tengo sempre molto!

Un bacione a tutti

alla prossima lettera!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7- Ubbidire ***


Capitolo 7 – Ubbidire

 

 

 

Il vortice dei pensieri quel giorno non riusciva ad abbandonarlo neanche per un attimo. Ogni volta che tornava dal mercato aveva imparato qualche lezione che la sua vita come Soldato D'inverno non gli aveva insegnato. L'aver vissuto anni al servizio forzato dell'HYDRA, risvegliato solamente per prendere parte ad alcune delle missioni più importanti, lo aveva strappato alla routine di tutti i giorni .
Il sonno criogenico lo aveva tenuto in completo isolamento dal resto del mondo che pian piano stava cambiando.
Del suo passato vissuto come macchina da guerra ricordava ogni volto ed ogni missione, come tutta la poco rispettosa ubbidienza che era costretto a servire.
Ogni ordine impartito era seguito da un'accozzaglia di parole che servivano per mettere a soqquadro la sua mente, così che ogni cosa che l'HYDRA gli aveva impiantato tornasse in superficie.
Non ricordava le parole esatte di quella cantilena russa, ma rabbrividiva al sol pensarci di nuovo. Ogni volta era come tornare a nuova vita, come se fosse morto la missione precedente e risorto in quella successiva. Era un circolo vizioso che lo vedeva sempre protagonista, sempre pronto a prendere comandi, sempre pronto e ricettivo ad ogni ordine impartito dal comandante.
Quella volta però, la mente lo riportò ad alcuni fatti successi più di recente, proprio nei suoi giorni di lavoro al mercato cittadino.
Aveva accettato il lavoro dallo stanco signore della bancarella della frutta senza starci molto a pensare. Non seppe dire se il suo consenso fu dettato dalla leggera umanità che stava pian piano ritrovando, o solo per interesse a guadagnare qualche soldo per mantenersi in quella città sconosciuta.
Già dal primo giorno, essendo lui stato un estraneo, l'anziano signore gli impartiva ordini dirigendolo sul da farsi. Si soffermò a rievocare le parole del suo datore ed il tono di voce con il quale le pronunciava e notò come essenzialmente fosse diverso da quello del comandante alla base HYDRA, colui che si era sempre ritrovato davanti una volta destato dal sonno.
Le parole del primo erano pacate e tranquille...amichevoli addirittura, mentre quelle dell'ultimo non ammettevano replica.
In quei momenti la fiducia negli altri riaffiorava nel cuore troppo congelato del ragazzo, fino ad arrivare a pensare che non tutte le persone volevano usarlo per i loro scopi.
Alcuni avevano bisogno del suo aiuto, e lui era pronto a darlo a chi lo meritava.

Fine

 

Angolo autrice:

Salve a tutte/i :3 eccomi qua ad aggiornare (dopo un'inizio di week end di fuoco :S). Non sono soddisfatta al 100% del capitolo :( avrei potuto impostarlo e scriverlo meglio, ma purtroppo il tempo e la stanchezza mi giocano brutti scherzi :(
Comunque mi fa sempre piacere ricevere un vostro parere ed un vostro commento :3
Ringrazio dunque tutte le persone che si sono fermate anche solo un momento per scrivermi due paroline *-* grazie grazie grazie! Grazie della vostra fiducia in me :3
Grazie anche a chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate *-* ed a te, lettore silenzioso che sei giunto fino a qui :3
Un bacione a tutti (giuro che in settimana aggiorno “Winter Heart”, dovrei avere un giorno libero *_*) .

Alla prossima lettera! 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Colpe ***


Capitolo 8 – Colpe

 

Si sentiva in colpa Bucky quando guardava negli occhi delle persone che aveva di fronte, perché si rendeva conto di essere vivo invece che essere morto già da parecchi anni.
Lui era stato graziato da un destino che non aveva chiesto, mentre tutte le persone che il soldato d'inverno aveva ucciso non avevano avuto possibilità di scelta.
Nemmeno lui, certo, però aveva avuto una seconda possibilità...anzi, terza, che non aveva certo cercato.
Adesso che giorno dopo giorno riprendeva la consapevolezza di come funziona il mondo, dell'umanità nel cuore che pensava di non ritrovare più, si rendeva conto di aver commesso così tante atrocità da non essere nemmeno in grado di contarle.
Invece se ne stava a servire i clienti al mercato, come se nulla fosse.
« Grazie, a domani! » Gli sorridevano quelli mentre porgeva loro i sacchetti con la frutta che aveva pesato ed imbustato. Uomini, anziani, donne e bambini non facevano eccezione. Non riconoscevano quel volto come quello di un assassino, nonostante rimanesse sempre leggermente tirato in un'espressione seria.
Tutta quella gentilezza lo spiazzava. L'aveva ricevuta solamente da Steve, che dopo la visita allo Smithsonian sapeva essere il suo migliore amico.
Ma tutti gli altri?
Lo trattavano come l'uomo che aveva dimenticato di essere. Come James, o come il Bucky che non si ricordava a pieno di essere stato.
« A domani... » Rispose leggermente ad una signora che aveva appena finito di pagare la sua spesa, nonostante la sua mente fosse ancora lontana nei pensieri.
Quando James voltò lo sguardo alla destra di quella però, noto un bambino che lo stava osservando di sottecchi, incuriosito. Provò allora a sorridergli lievemente ed impacciato, così per non spaventarlo con la sua solita espressione truce incorniciata dai lunghi capelli.
« Ciao! » Provò anche a dire, oscillando leggermente la mano in segno di saluto che l'altro catturò con gli occhi di chi osserva il mondo quasi per la prima volta.
Era la mano fasciata dai pesanti guanti neri.
« Perché gli indossi? » Si sentì chiedere dalla sua vocina tranquilla, mentre la madre si scusò subito dopo per la scortesia del figlio.
Ma Bucky sorrise di tutta risposta, meravigliato per quella presa di parole così prorompente.
Pensò vari secondi a cosa rispondere, ma quando le parole non gli uscivano di bocca il bambino se ne accorse.
« È un segreto? » Chiese ancora più curioso, al che Bucky rispose con un cenno affermativo del capo ed un piccolo sorriso che convinse il più piccolo.
« Io sono James! » Gli disse poi, porgendogli la piccola mano in segno di presentazione.
Il soldato ci pensò qualche secondo ancora, spostando lo sguardo dagli occhi magnetici del piccolo alla sua mano tesa che, infine, titubante decise di stringere.
« Anche io sono James, ma puoi chiamarmi Bucky! » Rispose in un filo di voce, dopo che il piccolo gli tastò la mano metallica non del tutto convinto.
« Wow! » Fu questa la risposta meravigliata del bambino, mentre lo osservava con rinnovato vigore e curiosità.
« Da grande voglio essere come te! » Gli disse infine, mentre la madre scusandosi lo trascinava via.
Fu con quelle parole che ancora gli rimbombavano nelle orecchie che lo osservò allontanarsi. Non riusciva a capacitarsi di come un bambino volesse essere come lui.
Se soltanto sapesse...” Pensò sospirando, ripiombando immerso nelle sue colpe.
Questa volta però, il peso di esse non lo trascinarono troppo a fondo.

Fine

 

Angolo autrice:

Salve a tutti! :3 Scusate il ritardo ma purtroppo per questi due mesi le mie due fic non saranno aggiornate molto frequentemente :S sto entrando nel pieno del lavoro e sto iniziando il binomio vincente: letto-lavoro xD Ma non mi sono dimenticata di voi e della scrittura ( che mi serve anche per svagare il cervello D:)

Ma, tralasciando tutto ciò, questo piccolo capitolo l'ho incentrato sulle colpe di Bucky e di come il mondo non è poi un posto così crudele <3 e chi se non i bambini ce lo possono dimostrare?

Spero davvero che vi sia piaciuto, perché come mio solito in questo periodo scrivo con tutte le ossa ed i muscoli che mi chiedono pietà (sopratutto la mia schiena e le mie braccia...xD in più esco fuori -e non ancora del tutto- da 3 settimane di antibiotici T.T povera me!)

Beh, non ho altro da dire se non ringraziare i recensori <3 voi lettori che siete giunti fino a qua e chi ha messo la storia tra le preferite e seguite <3

Un bacione a tutti

alla prossima lettera!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - History ***


Capitolo 9 - History

 

 

Bucky non lo avrebbe mai detto che, un giorno, si sarebbe ritrovato nel silenzio di una biblioteca a leggere libri di storia. Sinceramente ed ultimamente c'erano molte cose che James non avrebbe mai pensato di fare, ma sentiva che pian piano stava abbandonando la morsa dell'HYDRA sulla sua mente, e quest'ultima, grazie al lavoro al mercato, stava tornando quasi alla normalità.

Ogni tanto sentiva il bisogno di distaccarsi dalle persone, stare lontano da quella marmaglia che, per il momento, non riusciva a comprendere. Il genere umano era ancora una rara scoperta per lui che ricordava ben poco dei rapporti sociali. Sopravviveva, e per lui era già tanto.

In quei giorni però, aveva sentito il bisogno di saperne di più. Di mettere insieme alcuni pezzi di quel grande puzzle che erano stati 100 anni di vita, vissuti sia da uomo che da mostro.

Era la sua vita da uomo che andava cercando, il suo ricordo perduto e la speranza di tornare ad essere quel ragazzo sorridente visionato allo Smithsonian.

Sicuramente ci sarebbe voluto un tempo imprevisto, ma si era attaccato alla speranza della riuscita.

Così, col braccio metallico avvolto nella felpa e nel guanto, sfogliava quante più pagine riusciva ad assimilare, leggendo famelico tutte le informazioni, cercando di ricordare episodi che poteva aver già vissuto.

Ne ricordava ben pochi sicuramente, e la guerra era una di quelle. La storia dell'America, la sua storia, forse non era del tutto perduta.

 

Aveva passato su quei libri quasi tutto il pomeriggio, rimanendo solo senza accorgersene tanto era concentrato, fino a quando una commessa non si avvicinò titubante a lui.

Lo aveva visto nei giorni precedenti, incuriosita da quell'uomo distaccato dal mondo -che a malapena accennava un saluto entrando ed uscendo dalla biblioteca- ed in quel momento si era fermata di nuovo ad osservarlo, quella volta più vicina.

Poteva notare la sua concentrazione, visto che non si era accorto del suo arrivo nonostante i suoi sensi di soldato ben accennati.

Osservò dapprima il suo fisico ben serrato dentro una larga felpa ed un paio di calzoni anonimi, poi il cappello da Basebal adagiato sul tavolo, momentaneamente dimenticato, ed i capelli tenuti fermi dietro le orecchie per non permettere loro di ricadergli davanti agli occhi distraendo la sua lettura. Non li poteva vedere dalla sua posizione, ma bastò un leggero colpo di tosse in quel silenzio a farlo scattare sull'attenti e voltarsi rigidamente verso la provenienza di quel rumore.

In un primo momento fu spaventato dall'accaduto Buchy, ma notando il sorriso della ragazza soffiò via tutta l'aria trattenuta nei polmoni in quella manciata di secondi.

Aveva gli occhi color acquamarina puntati su di lei, che si aspettava tutto ma non quegli occhi e quello sguardo così disarmante da lui, ed arrossì lievemente abbassando lo sguardo, quasi pentita di averlo disturbato.

« Mi dispiace disturbarti, ma dovrei chiudere. » Si scusò lei in vero tono di scuse e lui voltò immediatamente l'attenzione verso il grande orologio posto su una parete.

Erano passate tutte quelle ore senza che se ne accorgesse e rimanendo piantato su quella sedia, aveva fatto il viaggio più lungo che avesse mai percorso.

Quello negli anni passati.

« Non mi sono accorto dell'ora, me ne vado subito. » Disse con voce piatta ed espressione dura come il suo solito, ma quelle parole fredde erano velate da una punta di rammarico. Non avrebbe voluto andarsene, ma purtroppo ne era “costretto”. Era stato fregato dal tempo trascorso troppo velocemente e quasi gli veniva dal ridere. Lui che al tempo aveva fatto beffe. Insomma, era oramai quasi un centenario nel corpo di un ventisettenne.

« Se vuoi puoi prendere i libri che vuoi. » Gli disse la ragazza, piegando leggermente la testa incuriosita, ma lui scosse la sua in un segno di negazione.

« Tornerò domani. » Concluse pronto a lasciare l'edificio, riponendo prima i libri dove li aveva presi, sotto lo sguardo attento di lei che, prima che uscisse definitivamente, lo bloccò di nuovo.

« Ho notato che leggi solo libri di storia. Sei un'appassionato? »

Lui si bloccò di fronte alla maniglia, soffiando una lieve negazione, non prendendosi neanche la briga di girarsi.

Tuttavia, prima che lei si azzardasse a continuare una conversazione che lui avrebbe preferito evitare, continuò:

« Sto cercando un ricordo. » Disse, prima di fare forza sulla maniglia con la mano metallica ed uscire nel caldo afoso della città, non voltandosi nemmeno per un secondo, con un piccolo accenno di un sorriso sulle labbra.

Insomma, non incuteva più tanto terrore alle persone e di questo era fiero a sé stesso.

Fine capitolo 9

 

 

Angolo autrice:

Prima che inizia a parlare lo so >.< Diamine, sono in un terribile ritardo! Mi scuso principalmente con chi aspettava questo aggiornamento e con chi stava seguendo la storia regolarmente, notando che da un momento all'altro sono sparita.

Purtroppo il lavoro stagionale è duro e mi leva praticamente ogni forza! Sono stanchissima ed anche un po' destabilizzata dagli antibiotici (sì, penso di essere l'unico essere umano ad essersi preso una placca in gola a Giugno ed ora a fine Luglio >.<). Agosto sarà ancora più catastrofico, quindi non so se riuscirò a postare, ma ci proverò :3 Settembre invece sarà più calmo, spero, e posso riprendere in mano tutte le storie *-* e siccome stiamo quasi giungendo a metà della storia, posso divi per certo che l'ultima parola, e quindi l'ultimo capitolo di questa storia, farà da anteprima ad un progetto che ho in mente per una long fic :3 (che non so quando inizierò perché vorrei andare prima avanti con “Winter Heart” *:3)

Insomma, questa tizia super impegnata vi manda i suoi più cari saluti nella speranza che, che nel caldo di questo periodo e gli impegni che capisco avete, volete scrivermi due paroline :3

Ringrazio ancora chi ha recensito fin ora ed ha messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite!

Grazie di cuore a tutti

a presto!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Armi ***


Capitolo 10 – Armi

 

 

James era solito uscire di casa con una pistola infilata sotto il giaccone, nella fondina stretta al petto. Non aveva mai abbandonato il pensiero della guerra, di essere infinitamente seguito dall'HYDRA o dal pensiero di liberà che lo assillava giorno dopo giorno.

Quella libertà che stava vivendo da giorni gli aveva fatto dimenticare in parte gli orrori della vita che, purtroppo, era stato costretto a vivere. Ma l'aver cambiato alcune cose di sé stesso lo faceva sentire quasi parte integrante della società. Era solo, ma al mercato e col nuovo lavoro lo era meno che mai. Magari era solamente una sua sensazione, ma gli andava bene così. Le persone lì non lo avevano riconosciuto come il soldato d'inverno, mantenendo sempre il braccio metallico coperto da una maglia a manica lunga ed un guanto spesso. Nessuno aveva mai intuito che sotto quel “travestimento” c'era l'arma peggiore che l'HYDRA avesse creato ed usato.

Quel braccio con la stella rossa adesso era sotto disposizione del suo capo, anche se non ne era a conoscenza, per spostare grandi pesi che solo il ragazzo riusciva ad alzare.

In poco tempo, si era creato una nomina diversa da quella che era abituato a sentire.

“Sanguinario”

“Assassino”

“Soldato d'inverno”

Oramai quelle parole risuonavano solamente come un eco lontano nella sua mente.

Adesso c'era solo James, il ragazzo dalle braccia d'oro.

 

Tornato a casa, quella sera, aprì l'armadio per cercare sotto l'infinito caos lasciato giorno dopo giorno un cambio da indossare dopo la doccia rilassante che lo aspettava.

Osservò a lungo sotto maglie dimenticate sul piano qualcosa che potesse assomigliare ad un pigiama, ma quello che vide fu il calcio di una pistola dimenticata lì da...da quanto tempo? Bucky è un uomo e si sa, un uomo da solo in casa fa la differenza. Aveva pochi vestiti e tutti erano riposti alla bene e meglio a coprire ciò che ne era stato della sua vita precedente.

Aveva vissuto tutti quei giorni avendo dimenticato quelle armi, messe lì appena arrivato in quell'appartamento. Era un buon segno.

“Forse è il caso di toglierle da lì”, si disse sospirando.

Non erano molte, tutte quelle di cui era equipaggiato dall'ultimo scontro a Washington DC...

Così, girando lo sguardo da una parte all'altra della casa, notò uno zaino abbandonato in un angolo remoto della casa, dove dentro aveva infilato con prepotenza l'abito del soldato d'inverno.

Era grande l'oggetto, ma dovette fare molta fatica per farci entrare tutto.

Quando chiuse definitivamente la cerniera, era come se avesse appena rinchiuso una parte di sé stesso.

Poteva sentire un peso in meno nella sua coscienza?

Questo non seppe dirlo, ma seppellì quello zaino sotto un asse del pavimento distaccata, lontano dalla vista, prima di entrare definitivamente sotto il getto d'acqua della doccia e lasciando che lavasse via i sensi di colpa.

Fine capitolo 10


Angolo autrice:
Salve a tutti e, con mio solito ritardo, oggi sono tornata a scrivere un altro capitolo da aggiungere alla lista :3 (in verità oggi ho il giorno libero, per questo ho avuto tempo xD)

Comunque, un'altra lettera A e questa volta dedicata alle armi.
Non so, mi sono immaginata che, alcuni sensi di colpa di James derivassero proprio da esse perché, molte delle persone da lui uccise, l'ha uccise con armi (credo).
Bé, spero di non aver fatto troppi danni >.<

Ringrazio come sempre i recensori <3 chi ha messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite ed i lettori silenziosi!

Inoltre, mando avanti la campagna di solidarietà per le vittime del terremoto del 24 Agosto :( Chi ha la possibilità di donare 2€, può farlo tramite il numero 45500.

Un bacione grande a tutti, al prossimo capitolo!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 - Nome ***


Capitolo 11 – Nome
 
Ricordava quel momento come se fosse il giorno prima. Ricordava lo Smithsonian come se fosse un luogo visitato di routine. Ma più di tutti ricordava la sensazione di scoprire finalmente chi fosse.
Certo, su quelle fotografie vecchie di molti anni non riconosceva nulla di sé stesso, ma ciò che lo rapì era ben altro che una fotografia del passato – che era comunque intenzionato a visionare per bene prima della chiusura del museo –
No, in quel momento delle semplici lettere scritte in grande catturarono la sua attenzione.
James Buchanan Barnes.
Dunque era quello il suo nome? Il suo “codice” di riconoscimento come poteva essere un dettaglio o la sua impronta digitale?
Buffo come in tutti quegli anni al servizio dell’HYDRA, quando il suo codice di riferimento era semplicemente il “soldato d’inverno”, se ne fosse dimenticato. Ma non era colpa sua, questo riusciva a riconoscerlo.
James
Scandì il suo nome con la mente osservando una ad una le lettere di fronte a sé, toccandole col polpastrello della mano in modo da imprimerlo di nuovo nella memoria, per paura che qualcuno si prendesse di nuovo quella parte di sé appena ritrovata.
Nonostante però quel singolare nome non gli dicesse ancora nulla, nel suo cuore sentiva la pesantezza della malinconia.
Fine capitolo 11

 
Angolo autrice:
Salve a tutti e ben trovati! Mi scuso innanzi tutto per la brutale assenza ma purtroppo i molti impegni, seguiti dal “blocco dello scrittore” mi hanno tenuto lontana dal sito per molti mesi…Ma spero di non essere tornata dopo così tanto ed aver fatto un disastro.
Spero di ritrovare i miei cari recensori che avevano apprezzato questa mia storia e mando loro un saluto enorme perché mi hanno reso davvero molto felice sapendo che questa storia sia apprezzata ^^
Poi saluto i nuovi lettori che sono arrivati fin qua, sperando di averli attirati in modo positivo ;)
Prometto di non sparire, ho ancora qualche capitolo in serbo per questa storia!
Un bacione
Alla prossima!

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