FUGA DAL BUIO

di Shiro93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 9 ***
Capitolo 9: *** 10 ***
Capitolo 10: *** 11 ***
Capitolo 11: *** 12 ***
Capitolo 12: *** 13 ***
Capitolo 13: *** 14 ***
Capitolo 14: *** 15 ***
Capitolo 15: *** 16 ***
Capitolo 16: *** 17 ***
Capitolo 17: *** 18 ***
Capitolo 18: *** 18 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


~~Era buio pesto, le catene strette ai polsi, dolevano incessanti, lei anima persa e sofferente con speranza quell’unico spicchio di luna tra due vecchi mattoni forati.
La cella, da che aveva ricordi non aveva illuminazione, ricordava come le prime volte avesse tentato di ribellarsi, urlando a squarciagola , ma da subito capì di aver commesso un errore, poiché i suoi aguzzini, entrarono subito zittendola a suon di calci e pugni.
Veniva soprannominata da loro come lady bug, le sussurravano all’orecchio parole , dicevano che lei era il contenitore di arcani poteri, ma lei non vi credeva, credeva che fossero dei pazzi, ancor peggio esaltati di una qualche setta segreta, fino a quando un giorno o una sera, mentre veniva percossa essa reagì, mandandosi a schiantare sulla parte opposta della cella uno dei suoi aguzzini, da quel momento venne completamente immobilizzata.
Lady bug non riusciva a comprendere quanto tempo fosse passato, e in quella sera lei non potè udire niente, in quanto chi l’aveva imprigionata, aveva creato una gabbia insonorizzata, ma notò solamente che la porta si aprì con più violenza del normale e non potè fare niente quando le infilarono rudemente un ago nel braccio, iniettandole una dose letale, la quale provocò un dolore acuto, trascinandola in un doloroso oblio.
Lui era entrato in quel tugurio, dopo settimane di appostamenti, era riuscito a capire di aver centrato il bersaglio, i prossimi a conoscere CHAT NOIR, il famoso ladro della notte , e mai avrebbe immaginato che il bottino di quella notte si sarebbe mostrato con le fattezze di una giovane ragazza.
Quando Chat, arrivò finalmente alla stanza , trovò la ragazza riera a terra, priva di qualsiasi forza vitale, era forse arrivato troppo tardi?.
Liberò quella povera anima, dalle catene adagiandola con cautela, era pronto per lascila li, quando percepì un leggero moviemto delle dita, controllò di nuovo e si c’era risposta, allora era ancora in tempo.
Sollevò la ragazza, ormai gli aguzzini si erano dati alla fuga , avevano preferito salvarsi loro, e non il loro prigioniero, ma questo a Chat non importava, la missione era conclusa , ora era tempo di rientrare alla base. ùè LA PRIMA VOLTA CHE SCRIVO SU DI LORO, SIATE BUONI

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Capitolo 2
*** 2 ***


~~La sera a Parigi era sempre stupenda , con tutte quelle lucette, che sembravano stelle, ma in quella determinata sera creavano solo confusione.
Come pensava il nostro bel ladro, il tempo era tiranno, correva agilmente fra i tetti, il fardello che portava sulla schiena non poteva attendere, dava segni di cedimento, sicuro che questa volta, la povera ragazza non si sarebbe più svegliata dal suo sonno.
Chat noir, in quel momento svoltò in un vicolo , la luce non lo raggiungeva, poco male faceva al caso suo, discese lungo la parete arrivando fino ad una finestra, che all’apparenza sembrava chiusa.
Bastò un colpetto ed essa si aprì, anche l’interno era scuro, ma ciò non creava nessun fastidio al ladro, la sua vista era più sviluppata del normale, potremmo dire quasi felina.
Si muoveva con agilità, sembrava una danza, finì per raggiungere una porta, aprendola in lontananza si vedevano delle luci, e li seguendole finalmente arrivò al nascondiglio, dove ad attenderlo vi erano Le Bulleur(nome in codice di NINO) un ragazzo pratico per quanto riguarda l’informatica e con un accenno di musica la sua passione, non che capo indiscusso in campo di haker, Lady wifi(ayla) regina del gossip ecc, mentre gli altri erano ancora dislocati in altre missioni quindi ci sarà tempo di conoscerli tutti.
 

AL MOMENTO MI LIMITO A FARE BREVI CAPITOLI, QUANDO AVRò TEMPO LI ALLUNGHERò

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Capitolo 3
*** 3 ***


~~Delicatamente posò la ragazza, su di una branda, in un’infermeria improvvisata e la ragazza di nome Ayla si fece subito avanti, aveva conoscenze mediche e guardando la giovane, capì immediatamente cosa le era stato somministrato, mosse le mani con straordinaria velocita e altrettanta delicatezza.

< Chat, prendimi le siringhe anti-veleno presto, sono lassù, vicino alle bende >, il ragazzo allungò un braccio e prese ciò che era stato richiesto.

, la ragazza lo fissò solo per un secondo, gli diede solo una lieve pacca, per poi tornare a concentrarsi sulla sua paziente, la quale anche se in modo impercettibile ,dava segni di ripresa e questo era un bene, anche se avrebbe dovuto risvegliarsi come minimo un’ora dopo, sicuramente, la giovane doveva avere una specie di immunità ai medicinali, dovevano fare in fretta, cercando di provocare meno dolore possibile.

Il buio in cui era caduta, oramai l’avvolgeva completamente, la luce era sparita e ciò la scombussolava parecchio, lei che fin da piccina aveva amato il sole e gli spazi aperti, essersi arresa all’oblio ,l’aver ceduto in questo modo non fece altro che far crescere in lei una cocente sensazione di depressione costante.
Il buio, per la giovane coccinella ad un certo punto cominciò ad incrinarsi, era come se dei piccoli spiragli luminosi cercassero imperterriti di scacciare tutto quel nero, che l’ammantava dalla testa ai piedi.

Non sapeva che fare, ma ciò inconsapevolmente la rese felice, rendendosi conto che quella stilla battagliera non era del tutto spenta, no anzi era ancora accesa e quella luce fu come vento , aizzandola e facendola crescere e così fu, urlò a pieni polmoni , si lei era viva e lo sarebbe stato ancora per molto.

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Capitolo 4
*** 4 ***


~~Urlare, le diceva sempre sua madre, alle volte faceva bene, perché tutti i pensieri che opprimono così hanno modo di uscire.
Si sentiva la gola veramente distrutta, quando aprì gli occhi , per un momento credette di essere ancora dento l’oblio, ma mettendo attentamente a fuoco si rese conto che ai suoi piedi c’era una piccola lucina, la stanza in cui si era risvegliata non era più la sua cella, non era legata con delle catene , era distesa su un letto, un letto vero.
Questa sensazione, la rincuorò tantissimo, qualche lacrima sgorgò dai suoi occhi, lacrime così dolci non né emetteva da molto, chiunque l’avesse salvata, avrebbe ricevuto in eterno la sua gratitudine.


Chi l’aveva salvata non si fece attendere troppo, Marinette girò piano la testa, lì sulla porta era fermo un ragazzo , indossava una maschera sul viso, era nera ma gli occhi che incorniciavano il viso erano di un verde intenso, portava in mano un vassoio, sicuramente con dell’acqua e qualcosa da mangiare,il ragazzo le fu accanto appoggiò tutto su di un comodino laterale e poi si sedette accanto al letto.


< Ben svegliata, mia giovane…..>, la ragazza fu veloce < Marinette!>, Chat la alzò leggermente, stando alle indicazioni di Ayla, il paziente doveva essere sotto effetto dell’antidoto, ma Marinette sembrava stare bene, infatti sembrava….
Marinette nello slancio di ringraziare ebbe un capogiro violento, che rischiava di diventare un bel bernoccolo, se non fosse stato per la prontezza di riflessi del giovane ladro.
< Ecco apposto, troppe emozioni fanno male, Marinette, e se il medico in questione ti avesse visto fare un così dinamico slancio,
stai più che sicura che le sue urla sveglierebbe pure i morti, quindi con cala ora riposati, il tempo dei ringraziamenti attenderà ancora un po’> disse un allegro e sereno Chat Noir.
 

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Capitolo 5
*** 5 ***



~~La notte non era ancora finita, sempre a parigi ma in un altro luogo in una villa che si ergeva su tutta la città parigina al cui interno era costituita da un grande spazio ,dove era stato costruito quello che sembrava un grosso laboratorio scientifico all’avanguardia, un uomo dalla maschera argentata, sbraitava contro quegli incompetenti dei suoi sgherri lanciando fogli e tavoli ovunque, i quali pur di salvarsi la pellaccia avevano abbandonato nelle mani di quel lurido gattaccio come lo definiva il loro padrone, la chiave del suo maestoso progetto.

Gli c’erano voluti anni di ricerche e studi per arrivare finalmente alla chiave dei suoi desideri-
Aveva condotto esperimenti su tutto e tutti, non aveva risparmiato nemmeno il suo unico erede, ormai nell’uomo non albergava più nessun sentimento umano e si era sbarazzato così del figlio, come se fosse un mero pezzo di una qualche macchina difettosa.

, gli sgherri indietreggiarono, stare vicino al loro capo portava a conseguenze pericolose, < ma capo, noi……>, un omone aveva azzardato la parola, ma finì schiacciato alla parete, senza essere sfiorato, il loro capo possedeva un potere veramente pericoloso, egli stesso più volte né aveva fatto mostra su di loro per renderli partecipi a quali punizioni sarebbero andati incontro, in caso di missione fallita.


< niente ma! Ricordate che senza di me voi non siete nulla…….., ma ancora potremmo fare qualcosa, in previdenza di ciò avevo installato nello strato sotto cutaneo della chiave un chip con quello dovremmo essere in grado di localizzarla e naturalmente alla nostra ospite procurerà una serie di problemi, che a me non interessa, voglio solo il suo potere.!>, l’uomo dal vestito viola e dalla maschera d’argento, non era altri che lo scienziato di fama internazionale LE PAPILLON, l’uomo più influente del mondo e niente e nessuno, nemmeno un gatto di strada l’avrebbe fatto vacillare.


, Papillon, abbandonò la sala principale, imboccò un oscuro corridoio e passò davanti a numerose porte, per andare ad aprirne una che recava il numero 34.
L’interno della stanza era in penombra, le luci non troppo forti, non illuminavano abbastanza, l’uomo avanzò lo stesso quello che lo interessava era contenuto in una piccola sfera, dove al suo interno dimorava in uno stato semi cosciente un esserino dai colori vivaci.


Papillon afferrò la sfera e con inumana crudeltà la agitò fortemente mandando l’esserino al suo interno a sbattere contro le pareti della sua piccola gabbia.
, l’esserino rinchiuso, ebbe come un fremito, a Papillon non scappò il movimento e continuando quella tortura finalmente ebbe la reazione sperata.
La sfera divenne incandescente, l’esserino si destò completamente emetteva una calda luce rossa e cercava di uscire dalla sua prigione.

< Papilooooonnnnnnnnnnnnnn…………. Tu non puoi, non devi assolutamente toccarla, lo saiiiiiiii!!!!!!!, non te lo permetteròòòòòòòòòò!!!>, Papillon rise di gusto a quella reazione e infine disse< mia cara TIKKI, tu finchè sarai rinchiusa in questa bolla non potrai fermarmi e per quanto riguarda la chiave , non mi interessa se sarà viva o morta, lei mi darà ciò che voglio e finalmente regnerò su questo modo a mio piacimento,addio mio piccolo KWAMI alla prossima!!!>.

Uscì dalla stanza con ancora le urla del KWAMI alle spalle, la porta attutì tutti i rumori e sulla faccia dello scienziato andò a crearsi un ghigno davvero poco rassicurante.

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Capitolo 6
*** 6 ***



~~La notte cede il passo al giorno e la giovane Marinette si risvegliò sola, ricordava vagamente che qualcuno le era stato accanto durante la notte.
Con cautela si tirò in posizione eretta, aveva la sensazione che la parte inferiore del corpo non le rispondesse a dovere, cercava di mettercela tutta a far un piccolo passo, ma rimaneva impalata li, il ciò rendeva tutto un po’ più difficile.

Si forzò ancora , quando ecco che una scarica violenta l’attraversò strappandole urla di dolore, cadde violentemente a terra sberciandosi un po’.
Le scariche erano insopportabili , si muoveva a scatti, le venne lla schiuma alla bocca e stava anche per strozzarsi, se in quel mentre non fosse entrato Nino , che accortosi del rumore era corso per accertarsi delle condizioni della ragazza.

Rapidamente si accostò a Marinette sollevandole il capo e con mano ferma riuscì a farle vomitare la schiuma, i tremori la sconquassavano e i movimenti a scatti non terminavano, non sapendo il motivo pensò che fosse ancora a causa del veleno e prendendola in braccio corse a cercare il dottore.

Nino< presto che qualcuno mi dia una mano, sta avendo un rigetto!!!>, il ragazzo bussò alla porta della sala di AYLA, la quale era intenta in una ricerca e non capiva il tono allarmante  dell’altro.

Ma quando mise la testa fuori, si accorse subito della situazione ed impugnata una siringa  si avventò contro la giovane, iniettandole una dose calmate , se lo era immaginato un possibile residuo di veleno, doveva essere rimasto, ora la paura più grande della giovane medico era vedere che genere di conseguenze, il veleno avesse effettivamente causato.

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Capitolo 7
*** 7 ***


Il nostro gatto ladro invece era assente in quel momento, la situazione lo chiamava da tutt’altra parte, in quanto doveva vederci chiaro su tutta la situazione, la sua strada da che ricordava erano i tetti di Parigi, la era al sicuro veloce e scattante, scendere a terra quelle rare volte non portavano a niente di buono eppure quella volta dovette scendere dai tetti, il suo informatore, un uomo basso di statura e dall’aria mite che si faceva chiamare Maestro, il quale abitava in una viuzza lontana comunque dalla parte caotica della città e comunque essendo giorno avrebbe dato nell’occhio con i suoi indumenti neri, ecco perché adottava il total white.

Alla fine quando scese a terra , Chat era come un comune ragazzo normale, dal fisico asciutto , un viso sereno contornato da una corona d’oro di capelli e due pozzi azzurri, che avrebbero fatto svenire un centinaio di ragazze.

Chat prese un respiro profondo e si immerse nel caos, il Maestro attendeva a pochi passi da un ba all aperto, seduto come niente fosse sorseggiando un the verde, bello fumante anche in piena estate, il ragazzo arrivò di fronte e scostando una sedia si accomodò ordinando un succo di frutta .
Maestro< buon giorno , mio piccolo gatto , oggi come posso aiutarla!>, il ragazzo lo guardò in silenzio e mosse leggermente la bocca, una cosa che aveva imparato a sue spese era di non urlare mai o comunque parlare a voce troppo alta.

Maestro< capisco, e così un’ altro esperimento è stato portato avanti, ma questa volta qulcosa non vaè vero, su ragazzo raccontami.!>, chat diede un ultimo sguardo in giro, e con attenzione cominciò a spiegare.
Chat< la ragazza che ho salvato nemmeno pochi giorni fa, ho sentito che la chiamavano Lady bug , ma del suo spirito nemmeno traccia, quando l’ho recuperata, non era in formissima, avevano cercato di ucciderla, penso per nascondere i loro intenti.
Per togliermi ogni dubbio, sono tornato a controllare, ma il bunker è stato fatto sparire, ora non vi sono più indizi ed ecco perché sono venuto da te!>.

Il piccolo signore, aveva terminato da un po’ il suo te e mentre ascoltava il ragazzo aveva notato dei movimenti sospetti negli ultimi posti del bar, e senza scatenare nessun allarme, avverti il giovane ragazzo, riferendoli anche le informazioni che era venuto a cercare.

Si alzarono all’unisono, ognuno prese strade differenti , chat, si avviò verso un vicolo apparentemente senza via di uscita, come aveva detto il maestro, uomini sospetti , li stavano tenendo d’occhio già da un po’, e il luccichio di un determinato stemma, diede finalmente ragione al ragazzo, Papillon stava cercando la ragazza.

Pensò benissimo di concedersi un po’ di svago, prima di rientrare alla base, giusto un po’ per rompere le scatole a quella persona.
Gli uomini che avevano pedinato i due soggetti , cominciarono a correre, non dovevano sparire oppure il loro padrone , di loro ne avrebbe fatto polpette , si divisero , solo in due entrarono nel vicolo, fecero un grosso errore, perché da quel vicolo non sarebbero usciti , che a sera inoltrata.

Un’esplosione davanti ai loro occhi che li resero momentaneamente ciechi e poi fu tutto nero, una botta fra capo e collo e giù come sacchi vuoti.
Chat< il mio lavoro qui è finito , posso rientrare , by by uomini falliti.>, agilmente il gatto ladro risalì sui tetti e sparì. KASCIATE UN COMMENTINO SE VI VA

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Capitolo 8
*** 9 ***



~~Ci vollero delle ore, sia Ayla che Nino, furono vicini al letto della ragazza, ogni tanto una scarica colpiva ancora la ragazza distesa, e Nino cercava, con delicatezza di bloccarla.

Quando Chat rientrò alla base, si allarmò non trovando i suoi compagni alle postazioni.
Pensava a tutto, tipo come un attacco improvviso da parte di qualche mal vivente, anche se ragionando era un po’ impossibile, in quanto il loro nascondiglio non era facile da trovare( non vi svelo dove esso sia, sarà come la casa di Peter pan),0 che uno dei suoi amici si potesse esser sentito male,(non era tanto lontano dalla verità!).

Scavalcò agilmente la postazione dei computer  di Nino, drizzò le orecchie giusto in tempo per sentire un rumore metallico, arrivava dall’infermeria, entrò con impeto per poi arrestarsi interrogativo, la scena ai suoi occhi non aveva senso, Nino era completamente spalmato sulla loro ospite, mentre Ayla con una siringona contenete della morfina cercava di iniettarla a Marinette, in preda alle convulsioni.

Intervenne immediatamente aiutando l’amico , tennero la ragazza ferma, cosi che il medico compii l’ennesima puntura.
Ayla, Ayla era fortemente preoccupata, sentiva che qualcosa sarebbe andato storto.
Nino, finalmente lasciò Marinette, ora respirava normale, e più attentamente notò che la giovane si stava svegliando, la ragazza si ridestò e come a dar ragione al medico, fitte lacrime solcavano quel magro viso.

MARINETTE< è buio , e tutto buio, aiuto, aiutoooooooooo!!!!!!>, Ayla le fu accanto, la abbracciò sussurrando parole di conforto , strinse finchè il pianto si regolarizzò, infine Chat pose le mani su quelle di Marinette, stringendole e portandosele al cuore.
Marinette ascoltò, infine capì, anche se aveva perso l’uso della vista, poteva sempre vedere attraverso il contatto,MAR, chat sorrise , sorrisero anche gli altri , Nino< bene , visto tutto ciò chi vuole una bella tazza di zuppa? La più buona di parigi?>, il ragazzo strappò un sorriso a Marinette, la quale timidamente alzò la mano annuendo, il suo stomaco aveva già protestato, voleva la sua pappa.

Chat rimase nella stanza, stringeva ancora le sue mani, voleva fare riconoscere tutto, affinché potesse rendersi autosufficiente, almeno dentro labase.
Chat < marinette, non demordere, farò qualcosa in proposito, così tornerai a guardare l’incantevole cielo parigino, devi avere pazienza!>, marinette ascoltò con calma, ascoltò la voce del cuore dell’altro, capiva che non mentiva, dall’andamento tranquillo del battito, e con fare calmo pose una domanda.

Mar< chat io voglio che mi insegni, dico, in pratica insegnami a muovermi, i tuoi passi sono così leggeri, e difficilmente si avvertono, sei come un gatto ed io anche se senza vista , vorrei potermi rendere utile anche se poco……>, Chat le rispose, la fece felice assecondò il suo desiderio, era sicuro in lei aveva visto una scintilla battagliera, che mai nessuno avrebbe potuto spegnere, se non il sotto scritto un giorno.( CHAT , sa molte cose, e sa che un giorno lei potrebbe essere sua!).

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Capitolo 9
*** 10 ***


~~Tre giorni dopo, l’accaduto nella base, troviamo Marinette che si aggira con cautela tra le varie stanze, sotto lo sguardo vigile del medico Ayla, la quale interveniva solo se strettamente necessario.

Il nostro chat come sempre era fuori alla ricerca di informazioni, sta volta accompagnato da Nino, aveva bisogno della sua magia coi pc.
Teoricamente alla base erano rimaste solo le due giovani, ma nemmeno dopo una ventina di minuti e siamo ancora in un orario relativamente presto ( 10.30), ecco che sbucano altri 2 componenti e compagni di Chat , Volpina( il suo nome reale è Lila’) e Nathaniel.( Il ragazzo ha il soprannome di Dessinateur)

La prima è un po’ attacca brighe, ama stare al centro dell’attenzione, ma tutto sommato non è male , anche se alle volte esagera, il suo compagno di avventure/Disavventure e Nathanael timido ed introverso, con un gran talento nel disegno, appunto il poveretto e l’unico che sappia come trattare Lilà, anche se odia ammetterlo.

Due caratteri così diversi, messi assieme, spesso Ayla si chiedeva come facessero e meno male che non c’era quella vipera di Chloe ancora, se no addio giorni sereni. Ayla si precipitò all’ingresso, trovandosi un Nathaniel indispettito e arrabbiato , che sbraitava come un matto ,e infine borbottava cose come,, mentre la ragazza dietro di lui faceva le boccacce a mo’ di parodia.

Ayla< sempre a litigare voi due , mai una volta un rientro con calma, e meno male che non c’è Adrien, se no sapete cosa vi fa!>, sia volpina che Nathaniel annuirono e poi si guardarono, in effetti non erano stati richiamati come al solito, possiamo dire che per una volta la dea bendata aveva voluto risparmiarseli.

Giustamente non avevano notato ancora Marinette, che stava ferma immobile nella stanza, si era trovata li perché aveva seguito con la mano tutto il bordo del bancone, ma una volta finito, sapeva per intuito che intorno a lei non c’erano più mobili da poter toccare e quando per errore il medico Ayla arretrò , la schiacciò completamente a terra.
Mar< ahi, che male!>, a quel punto due teste curiose spuntarono da dietro la schiena di Ayla e guardarono la ragazza e all’unisono dissero le stesse parole< e lei chi è?>.

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Capitolo 10
*** 11 ***


~~I quatto, cambiarono stanza, per la prima volta Marinette si addentrò in uno spazio nuovo, capì di essere in una sala mensa, lo percepiva dal numero di sedie che le rendevano il passaggio abbastanza complicato, ma non chiese aiuto, anche se doveva immaginare che i tre ragazzi le ruotavano intorno per evitare di farsi male.

Una volta seduti Ayla spiegò per sommi capi la presenza di Marinette, e perché essa si trovasse li con loro. All’inizio Lilà ascoltò con interesse, aveva stretto le mani alla ragazza tutto il tempo, ma quando uscì fuori il nome di Adrien che le aveva promesso di farla combattere, suscitò del fastidio e di questo Marinette se né accorse proprio perché le mani della ragazza nelle sue ebbero un piccolo fremito.

Marinette, capì che non andava qualcosa e prese la parola< Non intendo essere un peso morto per voi, ho solo chiesto che mi venga insegnato un modo per essere indipendente e con ciò vorrei l’aiuto di tutti, capisco appieno che Adrien/Chat Noir sia impegnato ecco perché mi affido a voi, anche col difetto che ho addosso.>, il discorso sincero della ragazza toccò profondamente il giovane Nathaenel il quale esplose in un pianto liberatorio e tra i singhiozzi rispose< tu sei forte, non aver timore sei capitata nel posto giusto, vero Lilà?>, la ragazza chiamata in questione annui, ma una volta allontanatasi disse qualcosa a bassa voce, indirizzata alla sottoscritta< oh certo, la piccola coccinella avrà pane per i suoi denti!>.

Chat e nino, che erano usciti molto presto dal loro rifugio, giravano per le strade, come normali ragazzi,il loro peregrinare li portò vicino ad un parco per bambini, e all’ombra di alcuni alberi, si sistemarono.
Il loro obiettivo era primo trovare il covo segreto di Papillon e quindi il kwami ( penso si scriva così) della coccinella, che doveva appartenere alla ragazza presa in custodia e in secondo luogo trovare un rimedio per gli abitanti della città caduti preda di qualche virus particolare.

Da quando erano fuori avevano notato, che a volte le persone comuni si accasciavano come niente a terra, prive di forze, ma dopo un po’ ritornavano lucide, ascoltarono delle mamme che guardavano i figli e riuscirono a captare qualche discorso < io ho portato ieri mio figlio centro medico P.A., gli hanno fatto il vaccino per la nuova malattia, quella che fa ti fa svenire!<, le altre ascoltavano impensierite, un'altra disse< si , sono andata anche io , ho portato tutta la famiglia, dicono che non è niente di grave, però con tutto quello che corre non si sa mai!>.

I discorsi ruotavano sempre li, e sia Nino che Adrien erano al punto di partenza fin quando una giovane madre disse< se possiamo stare tranquille , questo lo dobbiamo allo scienziato Agreste Gabriel, avrete letto di lui e della sua storia , del fatto che abbia perso suo figlio e moglie in un incidente sfortunato, ed ora si prodiga per salvare le persone.>.

Bastò quel nome , a far ruotare la testa ad Adrien, lui sapeva chi era in realtà quell’uomo e sapeva anche che l’incidente era una copertura, per apparire umile alle persone, ma la furia dopo tanto tempo non era ancora sopita e l’ amico Nino’ lo sapeva, era stato lui insieme agli altri a salvarlo, da morte certa.
Nino< Adrien calmati, o salta tutto. Ora sappiamo che dietro questi vaccini c’è lui, ma dobbiamo continuare ricordi!>, il biondo ebbe un fremito e ritornò seduto ,fece ricadere la testa fra le gambe sussurrando un'unica parola< Madre.>.

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Capitolo 11
*** 12 ***


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Aspettarono con calma, e poi i due ragazzi chiamarono alla base< rispondete, c è nessuno, passo…!>, chi rispose fu Nathaenel, afferrò il ricetrasmettitore e aprì la conversazione< qua Nath, riceviamo, novità?>, Nino parlò per un bel quarto d’ora, nel frattempo Chat teneva i sensi all’erta, visto che il parco era semi vuoto, eccezion fatta per un uomo seduto all’estremità di una panchina, ma il suo istinto suggeriva di fare alla svelta.

L’uomo seduto all’estremità stava tenendo d’occhio i due già da un po’ di tempo, e per non farsi scoprire aveva assunto l personalità di un vecchio signore che dava da mangiare ai piccioni.
Osservare e riportare ogni cosa era il suo compito, il suo capo aveva specificato di essere cauto in quanto il portatore di Kawami Chat Noir aveva i sensi ben sviluppati, doveva avvicinarsi con cautela, e quale miglior modo di inscenare una caduta.

Alzatosi in piedi prese a camminare come un comune vecchietto e arrivato a metà strada cadde, naturalmente vide i due ragazzi alzarsi per aiutarlo, ma sul più bello intervenne un altro vecchietto.
Il vecchietto in questione era l’informatore di CHAT, quando lo vide capì , con una pacca sulle spalle a Nino si allontanarono, lasciando i due soli.

Il signor Maestro si mise in posizione da combattimento, tenendo a terra l’altro< rivelami chi sei in realtà!>, l’altro costretto dovette obbedire< non potete fare nulla, ormai la città è in mano al mio signore, ovunque voi sarete, noi lo sapremo!>, ciò era un male, e il Maestro doveva porci rimedio e riempiendolo di botte, riuscì a farsi dire come, in sostanza nelle telecamere cittadine era stato inserito un chip che rendeva possibile localizzare all’istante chiunque avesse a che fare con i kwami.

saltò via dall’avversario e sparì, lo scagnozzo si diede una sistemata ricominciando a respirare, doveva stare calmo e riferire.
CHAT e Nino, allontanandosi , si erano rifugiati in una libreria e sistematosi a du tavolo aspettavano il Maestro, arrivò loro una chiamata, bastarono due parole e puff sparirono, l’informazione ricevuta era importantissima, presto sarebbero arrivati al covo di Le Papillon.

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Capitolo 12
*** 13 ***


;Signor Gabriel, grazie per la vostra visita al centro, il numero di vittime del virus si è ridotto notevolmente, ancora la causa e sconosciuta ma col suo aiuto, tutti ne stanno giovando dei benefici.>, un medico di bassa statura si stava congratulando con lo scienziato, il sig. Gabriel era al pari di una celebrità dentro all’istituto P.A., era grazie a lui che il misterioso virus era tenuto a bada, ma gli ignari medici, non sapevano che lo stesso che li aiutava in realtà era il loro peggior nemico.

Finalmente arrivò al suo ufficio, dove un ‘austera segretaria già l’attendeva in piedi con i fogli in mano< Signore hanno chiamato dagli altri centri vorrebbero….>, la segretaria venne zittita< non ora Mira, ci sono questioni più urgenti , passami la telefonata sulla linea privata.!>, Gabriel come entrò chiudendo la porta, vide già brillare il telfono, alzò la cornetta e rispose.< Allora, novità?>, dall’altro capo vi stava l’uomo del pomeriggio , una volta riavutosi si era fermato in un bar e aveva digitato il numero< ho fatto come ordinato, ma c’è stato un inghippo un uomo ha fatto fuggire i due ragazzi, però ha voluto che le riferissi che il ragazzo sta venendo a prenderla signore!>, bastarono quelle poche parole perché al sig, Gabriel gli si illuminassero gli occhi , ma solo per un attimo, poi tornò alla rigidità di sempre< bene , e ancora presto ma comunque dai il via agli altri, oggi stesso dovremmo far sparire tutto, non deve rimanere niente , ricordati la volta scorsa, sta volta non sarò clemente.> e riattaccò la chiamata e solo in ufficio sfoderò uno dei suoi ghigni più freddi< su avanti gatto aspetto la tua prossima mossa >.

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Capitolo 13
*** 14 ***


Pedinarono il ,grazie a Nino divenne tutto più semplice, stavano utilizzando un mini drone radio telecomandato, con un potente tracciatore quindi, non fu difficile capire dove si stesse dirigendo.

Chat ribolliva di rabbia, avrebbe volentieri raso al suolo il laboratorio di quell’uomo folle , non avrebbe dovuto esistere un uomo così eppure esisteva.
Erano ormai anni che con l’aiuto di qualche medicina evitava di fare quei sogni così soffocanti, ricordi così cupi lo mandavano in depressine e liberava in una sola volta il suo poter, che avrebbe potuto anche distruggerlo, era un arma a doppio taglio e più di una volta era capitato che stava per morire.

Il mini drone emise un bip, segno cui capirono che erano arrivati a destinazione, l’uomo si era fermato su una collinetta isolata dove si trovava una casa bifamiliare abbastanza anonima, lo videro aggirarsi circospetto, entrare dal cancello e sparire nella porta di destra.
Dentro alla casa bifamiliare,c’era fermento, tutti gli uomini di Papillon nell’ordine più assoluto avevano preso quasi tutto.

Dico quasi perché il nostro caro Papillon aveva omesso di dire qualcosa ai suoi uomini e sicuramente questo lo avrebbe mandato fuori di testa, non aveva detto loro di aprire anche quella porta e di prendere quella determinata cosa, visto che era di vitale importanza.
La cosa in questione era una piccola sfera con all’interno un esserino rosso a macchie nere, il quale captò con le sue antenne che qualcosa stava succedendo, era sempre stata messa a dormire forzatamente e nel suo inconscio ora sorrideva sorniona< finalmente, arriva per tutti prima o poi!>, era questo il pensiero della piccola kwami.

All’ esterno della casa erano già passate delle ore, doveva essere ora di pranzo , quando da dietro un cespuglio Chat Noir decise di entrare, era abbastanza strano cha ancora non fosse uscito nessuno , ciò stava a dire che vi era più di un uscita di emergenza e senza troppi indugi si catapultò all’interno.

La prima cosa che videro fu che non era una comune casa, era un vero e proprio laboratorio, si aspettavano della resistenza, ma di agenti o scienziati nemmeno l’ombra , l’occhio di Nino’ si fisso sopra gli schermi spenti dei pc, per quanto siano stati veloci, c’era sempre la possibilità che contenessero ancora qualche traccia su cosa stessero lavorando e senza perdersi d’animo il re degli Haker si mise al lavoro.

Nel frattempo Chat discese più in profondità , girando per il laboratorio cercava un indizio, doveva capire poi anche lui si ritrovò per un lungo corridoio che si diramava in tante direzioni e ognuna aveva una porta numerata, fu li che la sentì una piccola voce.

La voce risuonava nella sua testa, era simile a quella della ragazza salvata , simile ma non uguale a sciogliere ogni suo dubbio fu il suo Kwami< Chat ascoltami, io so di chi è? E la voce di un altro Kwami e di uno in particolare, lei è potente e va liberata, corri e la davanti!>, Plagg era il Kwami del Deterioramento un piccolo essere nero dagli occhi verdi simile ad un piccolo gatto,deteneva un potere utilissimo in battaglia, ma se usato troppo causava danni.

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Capitolo 14
*** 15 ***


Il salvataggio riuscì, sembrava che il Kiwami della coccinella fosse finalmente rilassato, chat tornò sui suoi passi, di sopra l’aspettava Nino’, che dal rumare che produceva, doveva aver scoperto qualcosa.

, nino saltellava contento, quando vide l’amico lo portò vicino allo schermo, mostrandogli numerosi file, sicuramente tra quelli avrebbero trovato, la parte mancante del folle piano di le Papillon.

Fu l’addestramento più faticoso di cui lei abbia avuto memoria, anche se non ricorda praticamente nulla, Volpina ha mantenuto fede alle sue parole, subito dopo la chiacchierata,andò a preparare la sala degli allenamenti,chiudendo fuori Nathaenel , non voleva impiccioni nel suo modo di fare, disseminò la stanza di ostacoli, possiamo dire che lo fece apposta, infatti quando entrò Marinette, la prima cosa che fu, era appunto cadere,< su alzati, non ho tutto sto tempo da perdere,!>, Volpina le girava intorno, non allungò nemmeno una zampa per aiutare l’altra, nossignora.

Marinette, imparò a sue spese come poteva essere umiliante il fatto di essere inferiore a qualcuno, forse il non vedere in qualche modo poteva aiutare, ma in quel momento si sentiva assai persa.
< allora da cosa potremmo cominciare……, ah si lo so le basi , su ragazzina mettiti in riga!>, Volpina la fece appoggiare ad un muro e urlandoli nelle orecchie le diede la prima carica di ordini.

Corsa, salti schivate, tutto reso difficile dal fatto di non vedere, cadde molte volte, la sua insegnate usò il bastone su di lei,non che la bastonò ma dava abbastanza colpi , uno le arrivò vicino al volto e solo per un caso riuscì a schivarlo.
Marinette capì di aver finito l’allenamento solo quando una voce a lei familiare risuonò in quella stanza e sentendosi felice ebbe un cedimento che la portò ad afflosciarsi sul pavimento, ormai priva di forza;

prontamente venne risollevata, dalle braccia di Chat , il ragazzo dopo essere rientrato dalla missione era passato in infermeria a trovare la ragazza e non trovandola chiese spiegazioni.
Nathaenel fu felice (di fare la spia) e disse dove poteva trovarla, già pregustava la sfuriata che avrebbe fatto alla sua compagna.( anche il più ,mite si può trasformare in un diavolo!).

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Capitolo 15
*** 16 ***


La ragazza dal kwami della volpe ricevette una sonora strigliata da Adrien, il quale di umore nero la esonerò dall’allenamento con Marinette, definendola non all’altezza.
Prontamente la portatrice della volpe uscì con la coda fra le gambe dalla stanza dell’infermeria, ma non prima di aver gettato un’occhiataccia gelida alla diretta interessata, per poi uscire definitivamente dal covo e andare a sbollire la rabbia altrove.

Marinette che per una serie di circostanze nuove, si ritrovava di nuovo sulla sedie girevole nella stanza di Ayla, il medico, stava prendendo dei calmanti, in quanto la situazione l’aveva un bel po’ agitata.

Si era resa conto che solo con il rientro DI Chat le acque si erano calmate, ma a rigar di logica sapeva che questa tregua sarebbe durata poco, ciò la spinse a motivarsi, essa stessa aveva richiesto questo favore e ora non avrebbe fatto la ragazza in pericolo per molto.
Ayla che le stava dando gli ultimi farmaci, la vide alzarsi e con passo sicuro la guardò uscire dalla stanza, l’unica cosa che fece fu aprirle la porta e poi con calma la ide allontanarsi.

Nella testa di marinette, c’erano tante piccole lucine, la guidavano per la strada, alle volte sentiva anche una vocina, ma più ci pensava, e più credeva fosse solo una fantasia, ma quando stava svoltando per andare a cercare il ragazzo, ecco la vocetta di prima, sta volta più forte, ERA COME AVERE QUALCUNO CHE TI FRACASSA LE ORECCHIE  e poi di nuovo< avanti bambina mia , segui la mia voce, per di qua!!>. ed ecco che le lucette diventano più forti , in questo momento non sa dove sta andando, da quello che ha detto Ayla il nascondiglio è molto grande e nonostante lei sia da più tempo in quel luogo, ancora ci sono zone che non consce bene.

Eccola Marinette si appoggia ad un muro, nel suo petto il cuore martella incessantemente, ha le mani calde e sudano, questa sensazione non è spiacevole anzi le ricorda qualcosa, che al momento le risulta assai lontano, ma che ha già provato.

La ragazza si trovava in un corridoio di moderata lunghezza, essendo sprovvista dello sguardo, non potè vedere le pareti che emanavano uno strano bagliore, causato da una piccola sfera che galleggiava in aria e dove il piccolo essere rosso a macchie nere attendeva trepidante la sua padrona.
Come per magia, la cella in cui era stata rinchiusa per moltissimo tempo finalmente si frantumò, lasciandola libera, l’esserino aprì le sue piccole ali sfarfallando contenta e quando ne ebbe abbastanza, posò il suo dolce sguardo sulla ragazza di fronte a lei.

Il Kawami volò dritto davanti a lei e sempre telepaticamente parlò alla giovane< mia piccola bambina, io sono il tuo più grande potere , sarò la tua vista e soprattutto sarò tua amica e grande guida il mio nome è TIKKI.!>

Tikki che nome buffo, pensava Marinette, all’inizio credeva fosse uno scherzo, scacciò con la mano quel cosino, solo nelle favole o nei cartoni animati succedevano queste cose, ma il kawami era li davanti a lei , anzi nelle sue mani.
 

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Capitolo 16
*** 17 ***


Tikky le si era accomodata sul palmo delle mani, ora la guardava felice , strusciandosi contro le sue dita, Marinette ancora non aveva detto mezza parola, eppure sapeva che quel coso era vivo, caldo, da sola si dette un pizzicotto faceva male, quindi non stava sognando era vero.

Qualcosa in lei scattò, sentì proprio uno scatto, il suo corpo formicolava, sentiva caldo e la sensazione continuò, sciolse la coppa fatta di mani, il kawami le svolazzò di nuovo accanto stava assistendo alla manifestazione del potere della giovane e come per incanto ecco una bolla d’aria compressa sgretolare la parete frontale, di essa rimasero solo due colonne portanti, tutto il resto polvere.

La scossa causata dall’onda d’urto venne udita da tutti, Plagg che si manifestava solo poche volte, uscì dalla sua tana d’ombre drizzando le orecchie e avvertendo Adrien, entrambi si scambiarono un occhiata e dopo corsero per tutto il nascondiglio.
Anche Nino, Ayla e Nataenhel accorsero, ognuno penso aveva perso qualche anno per lo spavento improvviso, si riversarono per i corridoi alla fine la videro, Marinette seduta su un cumulo di terra sbriciolata, stanca e poi videro il cratere alle sue spalle ed infine il piccolo Kawami rosso seduto sulla sua testa e capirono.

Lo stesso Plagg svolazzò vicino a Tikky ,Adrien nel frattempo avvicinatosi a Marinette, rise , rise di gusto, tranquillizzò la ragazza< nn ti spaventare , perché la tua reazione l’ho avuta anche io , però forse mi sono contenuto un po’ , ma wow tu si che sai far tremare come si deve>.

L’ironia di Adrien non era fuori posto anzi risollevò il suo morale, essa rispose anche< questo vuol dire che a far rumore sono più brava di te , gattino!>, lo disse ridendo, finalmente udiva se stessa ridere, ed era un riso gaio da sentire, trascinò nel momento anche gli altri ragazzi, che guardavano attoniti il muro, risero tutti e risero ancor di più perché il muro come ovvia penitenza l’avrebbero fatto riparare a Volpina, anche se non lo dava a vedere era un efficiente tutto fare(povera volpìna ma anche no XD)-

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Capitolo 17
*** 18 ***


I giorni si susseguirono, ad allenare la coccinella ci pensava Adrien, Volpina invece si limitava a qualche piccola dimostrazione, sempre osservata da Nataenhel , il quale non si fidava di staccarle gli occhi di dosso( non è che lo facesse per male, no è solo che questo tenero fanciullo rispetto ad altri capiva realmente che tipo di persona fosse Lilà).

Le ricerche di Ninò continuavano senza sosta, stava ore davanti alla sua postazione, a lui ci pensava Ayla il medico, portandoli integratori e vitamine.
Sembrava anche che l’epidemia sparsa in giro per la città si fosse un’attimo diradata, poiché sempre più nei telegiornali se ne parlava di meno, ma la banda del Gatto teneva sempre tutti i sensi all’erta.

Ma il temuto scienziato Papillon sicuramente era già a lavoro, quando aveva dato ordine di sparire si era reso contro, troppo tardi di non aver detto di andare anche in quella stanza e recuperare il prezioso essere che a sua volta era custodito, ciò infatti l’aveva reso super indaivolato e non potè nemmeno prendersela con i suoi uomini.

Certo di una cosa era sicuro, il gatto doveva averlo già recuperato e con molta probabilità consegnato al suo proprietario, quanto avrebbe vouto esserci, perché si dal caso che la ragazza già di suo avesse del potere magnifico, l’aggiunta del Kwami serviva solo a trattenerla , dato che il potere circolava già nelle sue vene.

Girovagando per il suo ufficio sempre immerso in una penombra parziale, si arrestò davanti alla scrivania, sul quale torreggiava un sior computer che in quel momento stava inquadrando due ragazze bionde, le stava tenendo d’occhio , poiché grazie ad una soffiata, esse appartenevano alla banda del Gatto , quindi quale miglior modo se non osservarle e farle credere di essere invisibili, ciò che Papillon notò subito fu come la seconda ragazzina non avesse così  tanta voce in capitolo, si appuntò mentalmente questo perché le sarebbe tornato utile mentre l’altra doveva essere caparbia e arrogante, bastava come si muovesse e guardasse in giro, nessuno la poteva avvicinare tranne lui che avrebbe avuto sicuramente qualcosa da offrirle solo che ancora non sapeva cosa , m non ci avrebbe messo molto, per ora le avrebbe continuato ad osservare ,anche questo era parte del suo lavoro.
 

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Capitolo 18
*** 18 ***


Eppure era una semplice missione di raccolta informazioni, ma cloè ancora non era riuscita a racimolare niente.

La sua compagna si era fermata ad amoreggiare con qualche infermiere, al solito, poi intravide una sagoma, un uomo più precisamente sulla quarantina, abbastanza avvenente , ed uno sguardo così freddo da mettere soggezione.

La ragazza rimase impietrita, il suo istinto che quella persona non era come tutte le altre, doveva fuggire ma non vi riusciva , lo vide avvicinarsi ,non indietreggiò e quando fu davanti a lei ebbe un giramento.

Cloè sbattè atterra. L’altra se ne accorse ma ormai era tardi, il nemico le aveva scoperte e se non voleva finire anche lei come la compagna si diede alla fuga, voltandosi solo per vedere , cloe tra le braccia di quell’uomo dallo sguardo freddo che le rivolgeva uno sguardo cattivo.

Remi( perdonatemi non ricordo il suo nome , l’ho inventato) corse fra le strade, col cuore in gola erano stAte scoperte e lei si sentiva una codarda, non aveva fatto niente per cloè , lei si sentiva male, corse mescolandosi nella folla, urtò i passanti ed infine raggiunse uno dei tanti vicoli bui.

Nell’ombra si accasciò piangente , tremando tastò il terreno alla ricerca dell’ingresso (uno dei tanti), schiacciò verso il basso e si aprì una botola che la inghiottì all’ istante.

Chat era nella camerata maschile , quando il sistema collegato al rifugio scattò, una lucina verde lampeggiava, guardandola capì che qualcuno era rientrato, con calma si avviò.

Remì rimase dov’era, si stringeva le ginocchia piangeva, quando Chat la vide , si precipitò non capendo il suo comportamento.
La sollevò, la scosse un po’, ma lei non accennava a smettere, finchè non intervenne Ayla.

A, la ragazza fermò di poco il pianto e con voce tremolante raccontò cosa fosse successo.
Quando finì sul volto dei presenti era sceso il gelo, questa cosa non andava per niente bene.

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