Brothers Conflict

di Gray Qrow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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Capitolo 1

Ho sempre ritenuto la mia una grande famiglia. Insomma, due sorelle, un fratello e una mamma non formano poi una famiglia così piccola.
Vi chiederete perché manca mio padre : i miei genitori divorziarono quando ero molto piccola , percui lui non ha mai realmente fatto parte della mia vita.
Di lui so molto poco , solo che vive dall’altra parte della città e che tradì mia mamma 6 volte. Tra l’altro non porto nemmeno il suo cognome, ma quello di mia mamma, Lee.

Non ho mai sentito la mancanza di mio padre, la vita scorreva tranquilla per noi. Ma un giorno alla mamma venne diagnosticato un cancro in fase terminale. Un mese di vita. Non avevamo altri parenti in vita : mamma era figlia unica, i nonni erano morti prima della nostra nascita . Soli. E lei fu costretta a fare l’unica cosa possibile : mandarci da papà. Ci disse di stare tranquilli, che eravamo suoi figli e ci avrebbe amato.

Pur essendo tre fratelli siamo molto diversi, sapete?
Minhyuk è il più grande e il più maturo, ama molto la musica anche se cerca di negarlo, probabilmente perchè è una passione che abbiamo preso da nostro padre. Io e mia sorella, 3 anni più piccole di lui, siamo invece molto diverse.
Hyemin è molto più femminile di me, per esempio: ama truccarsi quando esce, si veste in modo femminile e alla moda, cura i suoi capelli ; e poi ci sono io : Mina , mascolina forse anche più di mio fratello ( a volte penso di essere io il vero uomo di casa ), amo i vestiti extra large, mi trucco solo per le occasioni importanti e ho letteralmente solo un paio di tacchi. Noi due poi non ci somigliamo neppure, poiché siamo eterozigoti. Ma io e mia sorella abbiamo una cosa in comune: un armadio al quasi solamente pieno di vestiti neri.

Di cosa stavo parlando..? AH GIA’. La morte della mamma.

Chi prese peggio la morte della mamma fu mio fratello, Minhyuk. Lui ha sempre odiato papà, profondamente. Non credo di aver mai visto amore nei suoi occhi quando si parlava di lui. Per quanto riguarda me e mia sorella, ne eravamo prettamente indifferenti, senza odio né amore. Ma non avevamo scelta e il giorno del trasloco arrivò in fretta. Forse troppo.

Nostro padre abitava dall’altra parte della città, e l’appartamento che dividevamo con mamma dovette restare vuoto. Minhyuk avrebbe potuto diventarne proprietario solo ai 21 anni compiuti. Ne aveva solo 19 percui non poteva, in quel momento.
Papà viveva in una grande casa in mattoni : non ho mai capito che lavoro facesse, ma doveva certamente avere molti soldi. Giunti lì, scaricammo le valigie dal pullman e ci fermammo ad ammirare la casa.
- Bella casa, no? – chiesi contenta ai miei fratelli, sperando di risollevare il morale almeno un po’. Minhyuk teneva ancora il muso, Hyemin invece sbuffava e chattava con qualche amica, che aveva dovuto lasciare nella vecchia scuola. Ah già, avremmo dovuto cambiare scuola, data la lontananza. Che merda. Ho sempre odiato dovermi ambientare, per questo speravo di andare d’accordo con i miei fratellastri.

Fui io a suonare il campanello, come si poteva facilmente pianificare.
Venne ad aprirci un qualcosa di vagamente simile a uno gnomo. Era alto più o meno quanto noi, quindi dedussi che probabilmente si trattava di uno dei miei fratelli ; mi presentai cordialmente :

- Buongiorno sono Mina, questa è mia sorella gemella Hyemin e mio fratello maggiore Minhyuk. Se non abbiamo sbagliato indirizzo, da oggi vivremo qui. – il ragazzo mi salutò sorridente e prese la mia valigia.

- Felice di conoscerti! Io sono Taeil , ora a breve qualcuno verrà ad aiutarci con le valigie. JIHO, JIHOON VENITE SUBITO, ABBIAMO VISITE. – sentimmo dei passi per le scale e due figure sbucare all’improvviso.
Erano forse quanto di più alto io avessi mai visto.
Cominciai a canticchiare il motivetto de L’Attacco dei Giganti , facendo scoppiare a ridere mia sorella, che aveva capito la battuta.
Il più basso dei due si presentò come Jiho, più grande di noi di alcuni mesi , mentre l’altro si rivelò essere il “ piccolo di casa”, Jihoon , di un giorno più grande di noi, tra l’altro.
Ci aiutarono a portare le valigie al piano superiore e ci presentarono la nostra stanza.
Io e Hyemin avremmo dormito assieme, essendo le uniche ragazze, mentre Minhyuk sarebbe finito in camera con un tale Yukwon che a detta di Taeil era “ un tipo strano ma con cui si può convivere”. Domandai curiosa dove fosse papà, ma mi dissero che purtroppo era in viaggio di lavoro e sarebbe tornato la mattina successiva, motivo per cui quella sera avremmo mangiato solo noi fratelli.
D’un tratto vedemmo un ragazzo curioso affacciarsi sul nostro uscio : capelli abbastanza lunghi, bel sorriso, orecchini di dubbio gusto, bei vestiti, occhi stretti.

- Oh buon cielo, lasciatemi sola con lui un secondo e non sarò padrona di me stessa .- mi sussurrò mia sorella e io dovetti trattenermi dallo scoppiare a ridere :

- Salve ragazze, benvenute in famiglia, io sono Yukwon e spero davvero che vi troviate bene. – ci disse contento. Ma che fagottino di tenerezza.

- Manca qualcuno? – chiesi sarcastica a Taeil , visto quanti fratelli erano usciti fuori ; lo vidi annuire e ci fece segno di seguirlo : si fermò a qualche porta di distanza, bussando alla porta con moderata forza :

- Kyung, posso entrare? – domandò e , ricevendo un mugolio sommesso in risposta, aprì la porta.

Un ragazzo non troppo alto stava provando qualcosa a una tastiera, con delle cuffie : le tolse e finalmente si girò verso di noi e … oh buon cielo, avrei voluto qualcuno lì a sorreggermi. Era tutto ciò che di più bello potesse esserci.

-Piacere, sono Kyung. Avevo dimenticato il fatto che dovreste arrivare oggi , percui scusate se non vi ho accolto. Stavo studiando per un esame importante, percui ero sovrappensiero.-

-Nessunissimo problema! – mi affrettai a rispondere – anzi ora togliamo il disturbo così torni a studiare, mh? Bye bye. – dissi e , imbarazzata come poche volte in vita mia, corsi fuori dalla stanza assieme a mia sorella, che oramai tratteneva a stento una fragorosa risata.
Taeil uscendo fece un rapido riepilogo: - Dunque avete conosciuto me, Jiho, Jihoon, Kwon , Kyung… chi manca? – restò in silenzio poi di bottò lo vidi alterarsi – MA CHE DOMANDA IDIOTA, CHI PUO’ ESSERE? AHN JAEHYO DOVE DIAVOLO SEI? – d’un tratto una porta davanti a noi si aprì e ne uscì la reincarnazione di Gesù Cristo in abs e asciugamano in vita.

- EHY, COSA CAZZO URL- oh ciao.- disse notando la nostra presenza – siete amiche di Taeil?- : quest’ultimo lo fulminò con lo sguardo e un silenzio calò tra di noi.

-….Era oggi, vero?-

- Già. –

- E l’ho dimenticato, giusto? –

- Mh-mh.-

-E sono un coglione, ho ragione? – , il maggiore annuì e l’altro ragazzo fece una smorfia e si chiuse in bagno, urlando nel mentre qualcosa come “ Comunque benvenute” .

Taeil sospirò pesantemente e alzò le spalle mormorando qualcosa come “ Giuro che non siamo tutti così imbecilli” per poi guidarci verso la cucina.
Caso volle che mamma morisse poco prima dell’ inizio della scuola, verso marzo. Scoprimmo in seguito che aveva già preso accordi con papà , che aveva pagato la retta scolastica e comprato le divise.
La scuola che frequentavano i miei fratelli era un edificio che racchiudeva ogni indirizzo possibile.
Erano fondamentalmente due edifici comunicanti : in uno vi erano le sezioni relative agli istituti tecnici e generici ( nda. L’istituto generico è praticamente come il liceo. ) , nell’altro vi erano gli indirizzi artistici (Potevano mancare? Ovviamente no. ) .
Taeil fu molto bravo nell’illustrarci tutto nei minimi dettagli, dalle divise, alle regole, alla scuola : era facilmente intuibile che fosse il più grande di noi.

La giornata passò in fretta e presto arrivò ora di cena : i ragazzi scesero tutti puntualissimi e iniziarono a preparare la tavola, mentre io , Minhyuk e Hyemin aspettavamo in piedi ; notai accanto al frigo una lista con dei nomi scritti sopra , due per ogni giorno .

- Cosa sono questi? – chiesi curiosa attendendo risposta, che mi venne data da Yukwon :

- Sono i turni per apparecchiare, sparecchiare e lavare i piatti. Due di noi a turno lo fanno ogni giorno. Oggi sarebbero stati di turno Kyung e Jiho, ma siccome siete arrivati voi, lo facciamo tutti assieme da bravi fratelli. – gli altri annuirono, tranne Jaehyo, troppo occupato a capire come mettere la tovaglia .

A tavola apparecchiata, cercammo di assegnare i posti a sedere : io venni presa per un braccio da Jihoon che ripeteva qualcosa tipo “ Tu vicino a me, vero Mina? Vero?” con una quantità infinita di vero dopo la domanda e , poiché mi sembrava simpatico, accettai di buon grado. Jiho e Kyung presero posto vicino a Jihoon, Taeil di fronte a noi, affiancato da U-kwon , Hyemin e Minhyuk mentre Jaehyo prese posto accanto a me, dal lato opposto. A capotavola vi era poi un posto vuoto, presumibilmente occupato da papà, considerando la mancanza di altre figure in famiglia. Mangiammo e chiacchierammo allegramente, raccontandoci qualcosa gli uni degli altri, era un bel clima : sembravamo un gruppo di amici , e andava bene così, visto che non saremmo riusciti a presentarci come fratelli, visto che ci conoscevamo da appena qualche ora.
Finita la cena, mi offrii volontaria di sparecchiare, cosa che generalmente mi divertiva fare anche nella mia vecchia casa, specialmente se potevo canticchiare.

- Ma no Mina, tranquilla, ce ne occupiamo noi, tu vai a disfare le valigie. – disse un Jiho estremamente premuroso , interrotto da un Jaehyo sorridente :

- Dai ragazzi voi andate, le do una mano io . A volte mi va di fare il bravo fratello maggiore. – suscitando una risata più o meno generale ( l’ unico a non ridere fu Minhyuk, che fece una faccia abbastanza confusa) , dunque, il suddetto riuscì a convincerli .
Chiacchieriammo un po’ mentre iniziavamo a sparecchiare e mi fece ridere parecchie volte : era parecchio impacciato a dispetto dell’apparenza. All’inizio ammetto di aver pensato che potesse essere una testa vuota , un babbeo, ma mi ero ricreduta.

- Come mai si è offerto di aiutarmi lei? Non sembra un gran lavoratore.- dissi scherzosamente

- Facciamo così : prendilo come un modo per farmi perdonare della brutta figura di prima . – disse ridacchiando, e io risi con lui. Terminato di sparecchiare, iniziammo a lavare i piatti , canticchiando allegramente , come in una moderna versione di Cenerentola o Biancaneve.
D’un tratto fece una battuta che ricordo mi fece morire dal ridere e feci cadere un piatto a terra, che stranamente non si ruppe ; mi piegai per prenderlo e accadde un qualcosa che fino a quel momento credevo esistesse solo nei drama : ci piegammo entrambi e prendemmo il piatto sfiorandoci le mani. Pensate termini qui? NO. Alzammo la faccia nello stesso momento. Capite? LO STESSO MOMENTO. E non so se avete la più pallida di quanto lui possa essere stato figo, perché io la ho. Credo di ricordarmi a memoria ogni suo poro a causa di quella scena. Fatto sta che ci guardammo per istanti incredibilmente lunghi, poi io decisi di alzarmi e terminare di pulire : potrei giurare per un minimo secondo di aver visto dispiacere nei suoi occhi.
Una volta terminato, rigorosamente senza dire una parola, ero sul punto di andarmene quando mi sento trattenere per un braccio : “ O buon dio , o santo cielo, aiuto.” penso istintivamente per poi voltarmi ; lui era lì che mi fissava nello stesso modo di prima :

- Ti serve qualcosa..? Ho sbagliato qualcosa nel mettere a posto? – chiesi preoccupata .

Lui scosse la testa e mi fissò ancora , per poi lasciarmi andare :

- No, no. Va tutto bene. Tutto bene. – ripetè , uscendo dalla cucina.

Lo fissai confusa per poi salire anche io ; tornando all’inizio , dicevo : ho sempre ritenuto la mia una grande famiglia . In seguito capii che una famiglia di 4 persone non è grande, in confronto a una da 10 : da quel giorno infatti avrei dovuto abituarmi alla nuova vita con mio padre e i miei 6 strambi fratellastri.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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Capitolo 2

Ricordo che quella notte dormii abbastanza serenamente, facendo anche un sogno , che però dimenticai la mattina dopo.
E quella mattina, mentre fuori dalla finestra gli uccellini cinguettavano e il sole si alzava, io venni interrotta nel mio sonno da della forte musica dubstep, che mi fece sfuggire dalle labbra infiniti complimenti verso le anime del Paradiso: dopo aver emesso infiniti mugolii, decisi quindi di alzarmi dal letto, maledicendo mia sorella e domandandomi perché ancora non avessi sostituito le canzoni di Skrillex sul suo MP3 con qualcosa di Mozart. Mi diressi quindi verso il bagno, avvolta dal mio pigiamino grigio con i gattini arancioni , per potermi lavare in santa pace ma abbandonai l’idea dopo che la mia testa ebbe un incontro intimo e ravvicinato con la porta.
Optai quindi per scendere giù in cucina, facendo questa volta più attenzione a non rischiare la vita : entrata lì trovai quella meravigliosa bestia di mia sorella col suo kigurumi di Stitch (nda. pigiamone intero di origine giapponese) intenta a chiacchierare con un assonnato Jiho in pigiama di Hello Kitty ( nessuno mi faccia domande a riguardo ) mentre Taeil e Jihoon facevano i toast , Kyung faceva il caffè e Minhyuk dormiva sul tavolo .

Ma mancava qualcosa.

- Ragazzi dov’è Jaehyo? – domandai perplessa dalla mancanza del ragazzo ; mi rispose Kyung, già pimpante di prima mattina, chiedendomi cortesemente di andare a svegliarlo .

Mi diressi quindi nella stanza del mio oppa, che ricordai essere a due di distanza dalla mia : una sveglia suonava insistentemente, dedussi quindi che Jaehyo la stesse bellamente ignorando. Entrata in camera sua, il suddetto era beatamente sotto le coperte, ignaro di tutto ciò che accadeva intorno :

- Jaehyo, sveglia o faremo tardi. Se non ti svegli ti butto giù! – minacciai, per poi togliergli le coperte, buttandole a terra . Solo in quel momento notai che il suddetto aveva dormito tutta la notte con la maglia del pigiama e le mutande. A marzo. Con le minime di un grado centigrado. Lui mugolò , dopodiché mi guardò con gli occhi ancora assonnati .

- Ti piace fissarmi il pacco o cosa?

- MA COSA – STAI SCHERZANDO? MA VEDI TE, ED IO CHE ERO VENUTA A SVEGLIARTI. – urlai imbarazzata, facendolo scoppiare a ridere:

- Dai scherzavo, ma ti conviene uscire, noi ragazzi abbiamo un “problema” la mattina e non credo tu voglia assistere. – disse ; io annuii imbarazzata e uscii correndo in cucina.

Tornata dagli altri mi avvicinai a Kyung, avvisandolo che Jaehyo stava scendendo :

- Era di nuovo in mutande? – mi chiese e io scelsi di annuire e basta, facendolo anche ridere un po’ .

- Scusa se ti ha traumatizzato, è sempre così ! – annuii di nuovo rossa e presi semplicemente un toast, sedendomi a tavola. Ahh, questi fratelli.

In seguito a molti momenti di cazzate, ci preparammo finalmente per andare a scuola.

La divisa non era troppo male, anche se un po’ triste: felpa grigia, camicetta bianca, gonna sempre ugualmente grigia e un fiocchetto scuro al collo: decisi di abbellirla un po’ con due piccole spille nere e bianche a forma di gatto , per poi mettere le calze nere e le mie amate Converse altrettanto nere.
Uscita dalla stanza , ammirai soddisfatta nello schermo del telefono il mio caschetto corto e rosso, per poi scendere all’ ingresso.
Lì mi aspettava quella squilibrata di mia sorella, apparentemente uscita da una band kpop : capelli viola, spillette punk sulla felpa (un teschio fucsia e una minispilletta viola) , e le mie stesse scarpe e calze. Sembravamo esattamente l’opposto, come sempre poi : lei sempre curatissima, io molto trasandata.
Accanto a lei era fermo Yukwon, mentre gli altri sarebbero scesi di lì a poco : vidi Jihoon scendere e non feci in tempo a farmi domande che mi sentii prendere per mano e trascinare via, pur tenendo ben salda la mia tracolla di Death Note (manga che amavo con tutta la fierezza possibile).

Quando eravamo per strada, il ragazzo farfugliò qualcosa sul “volermi accompagnare e farmi fare un giro prima degli altri” per poi riprendere a camminare con calma: l’altezza spropositata lo rendeva incredibilmente goffo e la cosa mi fece abbastanza ridere.
Iniziammo poi a chiacchierare dei nostri passatempi e delle nostre passioni: il suo sogno era lavorare per un emittente tv e organizzare programmi, dirigerli e cose così, per questo si era iscritto a Broadcasting.
Io invece gli raccontai della mia passione per la scrittura e per il teatro, che mi spinse poi a iscrivermi a Playwriting in quella scuola.
Mia sorella invece, più brava nel disegno e nella tecnologia, aveva optato per il dipartimento di Animazione.
Da che mi raccontò lui, gli altri invece si dividevano tra canto, ballo e recitazione : non potevo aspettarmi diversamente, degni figli di mio padre, che da giovane aveva una band e recitava in una piccola compagnia teatrale.
Io e mia sorella avevamo preso da mamma invece, che amava l’arte in ogni forma, nonostante si concentrasse più sulla pittura : Minhyuk aveva scelto il dipartimento di Danza, unica materia artistica che non gli ricordava nostro padre o nostra madre.
Iniziammo presto le lezioni quel giorno: venni accolta calorosamente dai miei compagni e tutto sembrava andare bene, ma ero leggermente preoccupata per mia sorella che , nonostante fosse molto espansiva spesso veniva giudicata strana dai compagni, specialmente per il fatto che avesse i capelli viola.
Ora vi racconterò quanto mi riferì appena tornata a casa .

Era arrivata a scuola accompagnata da Yukwon, in quanto gli altri avevano deciso di far tardi quella mattina; separatasi dal ragazzo, si diresse verso l’aula che le era stata assegnata, e non ebbe problemi a trovarla, né ad ambientarsi : i compagni erano simpatici e le postazioni incredibilmente belle, con computer e cuffie meravigliosi.
Per le ore di lezione andò tutto liscio: il problema giunse durante la pausa pranzo. Mentre si dirigeva verso la mensa venne raggiunta da un gruppo di ragazze che incominciarono a tempestarla di domande su Yukwon: se uscivano assieme, da quanto tempo si frequentavano, addirittura una le chiese se fossero già andati a letto assieme!
Lei rimase parecchio confusa e cercò quasi di rispondere, quando proprio il diretto interessato si parò tra loro:

- Che rapporto abbiamo non vi riguarda, è un segreto! – sussurrò ridendo – Ora,resterei volentieri con voi fanciulline, ma la mia dongsaeng avrà fame, quindi la scorterò fino alla mensa. Ci si vede ragazze! –.

Dopo averle liquidate in modo superbo, il nostro Yukwon accompagnò Hyemin fino alla mensa, per mangiare insieme:

- Oppa, come mai non hai detto che siamo fratello e sorella? – chiese lei curiosa ; l’altro le rispose sorridendo :

- Preferisco che non abbiano una risposta, è più divertente. –

- Ma Oppa, potrebbero pensare che siamo una coppia, cioè che stiamo insieme! - esclamò mia sorella, che venne interrotta dallo stesso ragazzo con una domanda, alquanto strana.

- A te dispiacerebbe? A me no. In fondo di considero già come una persona molto cara: sei la mia piccola, la mia piccola dongsaeng. – disse , lasciando quella tontolona di mia sorella senza la possibilità di ribattere : non che io non la comprenda, si tratta di un gran bel ragazzo. Solo avrei voluto vedere la faccia di Hyemin.

Il resto della giornata passò abbastanza tranquillamente e senza problemi, il che ci permise di tornare a casa nel pomeriggio, stavolta tutti e 9 assieme. Jiho e Kyung camminavano tranquillamente chiacchierando assieme a Minhyuk, Hyemin chiacchierava con Taeil , io a mia volta chiacchieravo con Jihoon e Yukwon e Jaehyo erano in disparte. D’ un tratto mi si avvicinò Jaehyo mentre Yukwon si avvicinò a mia sorella, per chiacchierarci tranquillamente:

- Bhe bimba, com’ è andato il tuo primo giorno di scuola? – mi chiese mettendomi un braccio intorno alle spalle, con fare protettivo .

Cercai mia sorella con lo sguardo ma notai che Taeil si era allontanato, e lei parlava con Yukwon, che la teneva dolcemente per mano, percui rinunciai all’ impresa di chiedere un qualsiasi consiglio.

Arrivammo a casa poco dopo e lasciammo aprire Taeil, che entrò per primo : appena tornati notammo una figura sul divano e il mio sguardo corse su Minhyuk, che stringeva i pugni.

- Ehi papà! – lo salutò Jihoon andandolo ad abbracciare felice, mentre nostro padre ricambiava la stretta: un uomo alto e robusto, sulla cinquantina, capelli grigi , non sembrava una cattiva persona; lui ci guardò e si avvicinò a noi :

- Mina.. Hyemin.. e anche tu Minhyuk, siete cresciuti così tanto. Minhyuk, che bel ragazzo sei diventato, Mina e Hyemin, oramai siete due signorine. Non mi aspetto mi abbracciate, è passato tanto tempo, riprenderete l’abitudine. –

- Grazie papà – dicemmo io e Hyemin inchinandoci leggermente, niente affatto offese da come lui si era presentato.

Lui ci sorrise e ci disse di lasciare gli zaini, senza problemi, ma mentre salimmo le scale, lo sentii chiamare mio fratello:

- Minhyuk tu.. mi odi ancora vero?- lui non rispose completamente, mormorò solo un: “ In realtà mi è indifferente… signor Pyo.”, per poi salire con noi.

Mi dispiacque molto per mio padre, alla fine si era impegnato per noi e sicuramente soffriva per il suo comportamento: lo guardai e aveva solo abbassato lo sguardo, probabilmente perché in fondo non lo biasimava neppure.

- Non pensi di essere stato troppo duro con lui? – gli chiesi alla fine, arrivati in camera ;

- Sai come la penso – mi rispose – lui non è mio padre, una persona che mi ha accolto in casa al limite, ma questo non mi vincola al rispetto. –

- E’ tuo padre. –

- Non l’ho scelto io. – decisi di chiudere il discorso e uscii dalla camera, mentre Yukwon entrava.

Andata in camera, trovai Taeil seduto sul mio letto che mi aspettava:

- Volevo sapere come mai tuo fratello ha reagito così, non me lo aspettavo da un tipo calmo come lui. – disse – Ha avuto la reazione di chi effettivamente detesta davvero qualcuno. – .

Gli raccontai dunque tutta la storia dal nostro punto di vista: mamma abbandonata con delle figlie piccole di pochi mesi, un padre praticamente visto poco e niente e un bambino che deve soffrire vedendo la propria madre piangere per un uomo che l’ha abbandonata.

Lui mi ascoltava e annuiva pazientemente, quando ebbi finito sorrise amaramente:

- E’ stata colpa mia. Io sono la causa del divorzio dei tuoi genitori. – io non capivo, e lui decise di spiegarmi la sua storia.

Lui, essendo il più grande di noi, fu il primo tradimento di mio padre, mentre mia mamma era incinta di Minhyuk; la mamma di Taeil, tuttavia, non disse mai a mio padre della gravidanza, e smise di vederlo poco dopo, continuando solo una corrispondenza. Tornando da lavoro, perse la vita in un incidente stradale, lasciando orfano un bambino di soli tre anni: quando si cercò di risalire al padre, mia mamma scoprì tutto e chiese il divorzio; a mio padre venne affidato il bambino e così fecero tutte le altre madri, che non volevano occuparsi da sole di quei bambini, frutto di un amore che non poteva essere definito tale.

-Non la ricordo neanche mia mamma. O meglio, ho una sua foto, che mi ha dato mio padre. A volte mi manca, ma lui non mi ha fatto mancare nulla. Per questo lo stimo. – disse e poi si alzò sorridendo, tornando in camera sua.

Aveva davvero fatto quelle cose? Mi fidavo di Taeil, percui pensai che doveva essere vero.

Decisi che avrei indagato il giorno dopo sulle storie degli altri miei fratelli, così da far cambiare idea al mio fratello biologico su nostro padre; Hyemin mi appoggiò e ci coalizzammo assieme: il piano "Vita armoniosa tra fratelli" iniziava da quel momento.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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Capitolo 3

Il piano mio e di Hyemin non era complicato da attuare: in realtà dovevamo solo chiedere ai miei fratelli il loro passato.
Compito ingrato, certo ma come fare altrimenti?
Dovevamo fare in modo che Minhyuk capisse che non era stato difficile solo per nostra madre soffrire, ma che molte altre donne avevano sofferto allo stesso modo e che nostro padre voleva solo farsi perdonare. Ma quel testone ci avrebbe dato retta? Lo avremmo scoperto solo vivendo.
Ciò che conta è che non avevamo idea di quanto fossimo stati fortunati, rispetto ai miei fratelli, a condurre la vita che avevamo condotto.

Il primo con cui parlammo fu Yukwon, dato che con Taeil avevamo già parlato.
Non avevamo idea di come aprire l’argomento, in fondo non era qualcosa di cui avrebbe potuto parlare facilmente, si trattava pur sempre della madre. Entrammo in camera sua e, dopo uno scambio di sguardi tra me e la mia gemella, a me venne relegato l’ingrato compito ti porre la domanda, poiché ero la più diretta delle due.
Sperai soltanto che la sua storia non fosse troppo dolorosa, così da non dovermi sentire in colpa: ovviamente, con una sfiga degna della peggior legge di Murphy, mi sbagliavo.

-Mia mamma faceva la prostituta- ci raccontò –certo, non è il migliore dei mestieri, ma ci permetteva di vivere. Quando uno dei tanti uomini che aveva amato la tradì lei, reduce dalla storia con papà, non capì più nulla: iniziò a ubriacarsi e ad essere violenta nei miei confronti, urlava e rompeva oggetti contro i muri. I vicini presto chiamarono i servizi sociali, avevo 4 anni: restai fino all’età di 5 in una casa famiglia e un giorno, quell’uomo venne a prendermi. Non avevo mai avuto un papà ma, vista la mia situazione, ne ero felice perché finalmente potevo conoscerlo: ero solo un bambino, l’odio per me era sconosciuto.- ;
in seguito al suo racconto ci dirigemmo da Jaehyo, che pur inizialmente incuriosito dalla mia richiesta, accettò di parlare non smettendo mai di guardare me, che gli avevo posto la domanda, per tutto il resto del racconto:

- Mia madre non l’ho mai conosciuta. Da che mi raccontava mia nonna, sembra fosse morta di parto. La ricordo solo in foto, una bellissima donna, con i capelli neri come la pece e gli occhi piccoli; sono stato cresciuto da mia nonna, che non mi fece mai mancare nulla, nonostante dovessimo vivere della sua pensione. Quando avevo 7 anni papà venne a trovarci, sperando di trovare mamma e scusarsi, ma non la trovò mai. Accettò di prendersi cura di me e, nonostante all’inizio fossi restio, alla fine acconsentii: tutt’ora spesso vado a trovare mia nonna, mi manca troppo anche se sono passati anni.-.

Jiho e Kyung invece condividevano una storia analoga, e questo spiegò, almeno a me, quel loro rapporto così stretto.
Tanto per cominciare, entrata in camera trovai loro che componevano assieme con un feeling e una dolcezza che avrebbe fatto invidia a ogni Larry shipper esistente sulla terra (nda. per chi non lo sapesse la “Larry” è la ship formata da Louis e Harry degli One Direction, nonché una delle ship supreme tra le adolescenti, la quale spesso è ritenuta “unica vera ship, reale oltre ogni limite” e blabla, NON INTENDO COMUNQUE OFFENDERE LE SHIPPER, E’ SOLO IRONIA).
Tralasciando i miei discorsi inutili, proseguirò nella narrazione.

- Ci incontrammo in orfanotrofio, dove eravamo cresciuti. – raccontò Kyung
– Nessuno dei due ricordava nulla del proprio passato e questa cosa ci unì molto: facemmo subito amicizia e crescemmo assieme divenendo migliori amici. – dopo di lui, proseguì Jiho:
- Un giorno vennero a chiamarci le assistenti che lavoravano lì: stavamo per incontrare una persona. Per un bambino cresciuto in orfanotrofio vuol dire molto essere adottato: una vera casa, una vera famiglia; noi scoprimmo di avere un padre in quel modo. Ma non un padre a testa, ma uno per entrambi: all’inizio pensavamo volesse adottarci entrambi ma poi si scoprì che egli era il nostro padre biologico e che in realtà eravamo fratelli. Fu un grande shock, ma probabilmente sarebbe stato peggiore separarci.- dopo questo racconto si sorrisero e, dopo una breve chiacchierata, ci congedammo.

In seguito ci dirigemmo in camera di Jihoon e io ero già pronta a piangere, conoscendo la sensibilità di mio fratello.

-Ehy, Hyemin e Mina, che sorpresa! Non tanto, visto che viviamo assieme ma, prego ditemi!-
- Senti Jihoon, vorremmo farti una domanda.- chiesi io e questo già lo fece preoccupare:
-Dimmi, è successo qualcosa? – gli spiegai le motivazioni della nostra piccola “inchiesta” e lui si rabbuiò quasi.
Ecco, avevo toccato un tasto dolente, facevo schifo.
-Quindi fammi capire: Minhyuk odia papà perché ha fatto soffrire vostra mamma?- chiese, e io annuii, al che egli si alzò in piedi e ci disse di aspettarlo lì.
Io ben poco mi fidai di mio fratello, percui decisi di seguirlo: come sospettavo, si diresse verso camera di Minhyuk e subito lo sentii urlare:

-Lee Minhyuk! Siediti, c’è una cosa di cui devo parlarti.- feci segno a mia sorella di restare dietro di me e di ascoltare semplicemente.
- Molto spesso è più facile pensare a cosa le persone ci hanno negato, piuttosto che a quello che hanno fatto per noi.
So che odi papà, ma io voglio raccontarti la mia esperienza,e darti un punto di vista differente. Quando venni affidato a papà ero ancora in fasce, Taeil hyung me lo racconta sempre.
I vostri genitori avevano appena deciso di divorziare e la trattativa era in corso. Ma ti chiedo di soffermarti su un dettaglio, sul fatto che io fossi un bambino in fasce.
E sai perché? Perché mia mamma mi aveva abbandonato, fregandosene di me, ritenendomi un errore. So chi è mia madre, ho fatto delle ricerche su di lei: le possibilità di mantenermi le aveva, il suo unico problema era la carriera: un figlio l’avrebbe ostacolata sul lavoro, sai? Ma non è questo il punto saliente della questione.
Il problema è che tu hai avuto una mamma che ti ha amato. E non lo dico perché io non l’abbia avuta, ma perché l’unica persona che odi è la stessa persona che ha me ha fatto “da mamma” , crescendomi e amandomi, senza farmi mancare nulla.
Ed è la stessa cosa che probabilmente vuole fare con te. Si sente in colpa, è umano.
Percui, fammi l’enorme piacere di interrompere quell’atteggiamento orgoglioso e goderti tuo padre, ora che lui vuole essere tale.-

-E perché non lo è stato in tutto questo tempo? Dov’era il giorno dei nostri compleanni? Durante i nostri natali di famiglia? Durante il primo giorno di scuola di Hyemin e Mina?
Lui non c’era, non c’è mai stato, ha sempre sbagliato!-

-Non lo metto in dubbio, ma le persone cambiano. Lui magari è cambiato, ci hai mai pensato?
Sono passati più di 15 anni, non pensi sia ora di metterlo alla prova?
Pensa a tutto ciò che potrebbe fare per te per il resto della tua vita, pensa a quanti natali, compleanni e feste di fine anno potreste fare insieme. Potremmo farle tutte insieme. Ci staresti?
Siamo la tua famiglia ora. Tutti noi, anche lui.
Percui va lì, digli in faccia che fa schifo e lascia che lui ti chieda scusa.
Non devi perdonarlo subito, ma almeno fai in modo di lasciargli provare il suo cambiamento.
Lui potrà impegnarsi quanto vuole, ma se da parte tua c’è un’opposizione ostinata come questa, non cambierà mai nulla e vivrete entrambi con un peso nel cuore. – non lo avevo mai visto così arrabbiato, Jihoon. Quando lo sentii alzarsi, decisi di aspettarlo fuori: quando uscì dalla stanza ci guardò e alzò le spalle mormorando un “Tanto sapevo che non mi avreste dato retta”, per poi tornare in camera sua.

Decisi che era meglio lasciare Minhyuk da solo.
Non so che ragionamenti possa aver fatto, o che cosa abbia pensato durante la sua riflessione, sta di fatto che non parlò fino alla sera successiva, a cena: pensai che il discorso di Jihoon non avesse avuto effetto, dato il prolungato silenzio ma, quando papà fece per sparecchiare, Minhyuk si alzò dicendo “Aspetta, ti aiuto io.. papà.”.
Non penso si possa descrivere il sorriso di mio padre in quel momento.
Vidi Jihoon alzarsi soddisfatto e andare in camera, con un sorrisetto sulle labbra.
La serata era trascorsa tranquilla, ma quella sera Hyemin si precipitò da me per raccontarmi una cosa successa dopo cena.

La mia sorellina dai capelli viola era rimasta particolarmente scossa dalle storie dei nostri fratelli, si era quindi recata in camera di Yukwon, mentre Minhyuk sparecchiava.

-Oppa, posso entrare?- lui annuì, e le fece segno di sedersi sul letto, vicino a lui.
-Certo, vieni e dimmi pure. – lei gli raccontò di come fosse rimassa scossa dai loro racconti e , sotto sollecitazione del ragazzo, gli narrò anche di come si era sentita a crescere sola, senza un padre.
Lui non smetteva di accarezzarle la testa, e notai anche una leggera tenerezza da parte sua nel raccontarmelo; d’un tratto, lui le alzò il viso e le diede un bacio leggero sulla guancia:
-Se hai bisogno di qualcuno, vieni da me, okay? Lasciami essere il tuo principe, ti va?- nel ripeterglielo, le sorrise e le baciò anche la fronte, per poi stringerla a sé , lasciando che lei poggiasse la testa sul petto di lui. Rimasero così per molto tempo, dopodiché lei decise di venire da me e lo baciò sulla guancia per andarsene, ma lui si alzò e la bloccò, avvicinando il proprio viso a quello di mia sorella.
Restò fermo per molti secondi, dopo di che sorrise e la lasciò andare.

Lei per un attimo aveva pensato che l’avrebbe baciata, e per qualche motivo aveva trovato questo pensiero per nulla imbarazzante.
-YAH!- le dissi io – cosa fai? E’ tuo fratello, non puoi pensare certe cose.- lei rise della mia reazione e annuì:
- Lo so tranquilla, non voglio fare nulla con lui. Ma se mi baciasse, non penso lo respingerei. Cioè ma l’hai visto, che figo?-
- LEE HYEMIN. – la feci di nuovo scoppiare a ridere e mi lasciò un bacio sulla guancia, per poi andare a dormire.
Bhe, un bacio non era nulla, solo… essendo fratelli, non sembrava una cosa corretta, almeno a me.
Sbagliavo io? O era lei ad essere in errore? Lo avrei scoperto solo molto più tardi.

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