In the air
1) Sono una terrorista, lo giuro!
“Se si dovesse verificare una
perdita di pressione nella cabina, maschere per l’ossigeno saranno calate dal
pannello sopra la vostra testa. Per favore, appoggiare la maschera sopra il
vostro naso e la vostra bocca prima di assistere bambini o adulti che si
comportano da bambini.”
-La vera assistente di volo
Ci sono
delle cose nella vita che semplicemente non vanno d’accordo, non importa quanto
tu voglia che lo facciano. Per esempio, cani e gatti non stanno bene insieme
per niente, e nemmeno lo fanno leoni e antilopi o criceti ed auto. Paris Hilton e la classe si repellono a vicenda come due puzzole
flatulente, ed altrettanto Tom Cruise e il buon
senso, e Orlando Bloom e la bruttezza. Ci sono alcune
parole o caratteristiche che non associ ad un certo oggetto, e sarà così per
sempre.
Sushi e
maionese.
L’Antartica
e il caldo soffocante.
I Clinton e le moralità.
Ross
senza Rachel.
Gabriella
Montez e gli aeroplani.
Gabriella
Montez e Albuquerque.
Gabriella
Montez e un’assistente di volo che non crede che lei sia, davvero, una pazza
terrorista che farà scoppiare tutti in tanti piccoli pezzettini e che per
questo non dovrebbe essere fatta salire sull’aereo.
L’assistente
di volo, la cui bianca targhetta scintillante del nome riportava Sophie, soffocò
un sospiro rumoroso: “Signorina Montez,” cominciò di nuovo, con tutta la
pazienza che poteva raccogliere “Le assicuro… lei non è una terrorista.” Gabriella aprì la bocca per replicare,
ma l’assistente glielo impedì irritata “Salga sull’aereo. Sua madre mi ha detto
precisamente che avrebbe reagito così e mi ha anche informata che lei in nessun
modo, forma o maniera, farà scoppiare tutti in,” fece una pausa e fissò
l’inquieta ragazza dai capelli corvini di fronte a lei “tanti piccoli pezzettini.”
Gabriella
si morse il labbro: “Ho… una pistola.” sibilò in fretta “Non può farmi salire.
Ho una pistola e potrei diventare pazza come Micheal Jackson
e sparare a tutti.”
Sophie
roteò gli occhi: “Lei non ha una pistola.”
Gabriella
fece una smorfia scandalizzata: “Come se non avessi una pistola!”
Sophie
alzò un sopracciglio in attesa, e Gabriella sbuffando aprì la sua valigia. Ci
rovistò per qualche istante, imprecando ogni tanto sottovoce, prima di
emergere, trionfante: “Ecco!”
dichiarò vittoriosa.
“Quella è…
una pistola ad acqua?” le labbra di Sophie s’incresparono
mentre osservava la pistola gialla e verde con ‘WaterBlastah
Version 6’ stampato a grandi caratteri sui lati.
Gabriella
posò velocemente la mano sopra la scritta ‘WaterBlastah
Version 6’: “Uhm,” replicò nervosa “No.”
“C’è
dell’acqua che cola dai lati.”
“Magari si
sta… sterilizzando,” gridò Gabriella convulsamente “Si sta sterilizzando con
acqua bollente!”
Sophie
sorrise di forza e per un breve momento, considerò un cambio di carriera:
“Signorina Montez, lei deve salire sull’aereo. Terrorista o no, sua madre mi ha
dato ordini precisi.” strinse il polso della ragazza e, ignorando le sue
smorzate proteste, la tirò oltre la porta “Le prometto che l’aereo non si schianterà.
Questa compagnia ha un tasso del 99,8% di sicurezza.”
Gabriella
impallidì: “E l’altro 0,2%?” squittì mentre Sophie la
trascinava lungo il corridoio.
Ma non
ebbe risposta. Sophie l’assistente di volo l’aveva
lanciata dentro l’aereo e aveva chiuso il portellone dietro di lei. Con
un’espressione addolorata sul viso, Gabriella Montez incespicò lungo il
corridoio e decise che Gabriella Montez e la morte assieme erano sempre più
verosimili ad ogni minuto.
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Gabriella
Montez era una newyorkese. Per mancanza, i newyorkesi erano costretti ad odiare ogni luogo tranne Manhattan. Gabriella Montez e New York erano un’accoppiata
vincente. Gabriella Montez e qualsiasi altro luogo negli Stati Uniti no. Non
che lei fosse una snob (benchè New York fosse davvero la città migliore del
mondo; dove altro si poteva trovare un ratto da venti chili a zonzo per le
strade? Non a Parigi o Londra, questo è certo), era solo che aveva passato
l’intera vita là e le era quasi fisicamente impossibile immaginare la vita da qualche
altra parte. Anche con le gastronomie che continuavano a dare il resto
sbagliato e gli scarafaggi che sembravano amara New York quanto lei, Gabriella
Montez e New York erano un’accoppiata vincente. Fine della storia.
Ma sua
madre e la compassione erano due cose che ovviamente non andavano d’accordo. A
metà del suo penultimo anno di liceo, annunciò che si sarebbero trasferite ad
Albuquerque e mentre di solito Gabriella Montez e l’imprecare non andavano
d’accordo, quel giorno lo fecero. Ma sua madre fu irremovibile, cosa che
spiegava perché lei fosse al momento appollaiata in un sedile di un aereo,
cercando di ricordarsi come respirare.
Non che
Gabriella Montez e gli aeroplani non andassero d’accordo. Erano gli aeroplani e
la fisica che non andavano d’accordo.
Come poteva un solido blocco di metallo stare sospeso a diecimila piedi in aria
per cinque ore?
“Scusami,”
una voce al suo fianco la distolse dai suoi pensieri. Di cui avrebbe
probabilmente dovuto essere grata, visto quanto stava pensando a cosa sarebbe
stato meno doloroso: se l’aereo fosse scoppiato in fiamme o se l’aereo fosse
sceso in picchiata nel deserto del Nevada. Rubando un’occhiata di fianco a lei,
vide che la voce apparteneva ad un ragazzo di circa la sua età con i capelli
castani e gli occhi più blu che avesse mai visto in tutta la sua vita. Le
lanciò un sorriso veloce, e sotto normali circostanze, lei avrebbe potuto
svenire internamente e diventare un disastro che arrossiva, ma sfortunatamente,
la morte vinceva i bei ragazzi su un aereo.
Tamburellando
iperattiva le dita sul bracciolo, avvertì il motore
dell’aereo ronzare sotto il suo posto. Si girò di scatto verso il ragazzo
accanto a lei, sentendo lo stomaco arrotolarsi in un complicato pasticcio:
“Vengo da New York,” sbottò nervosamente “Ai newyorkesi
piace camminare. Voglio dire, non prendi la metropolitana perché ti puoi
prendere la tisi solo a respirare l’aria, e nessuno prende i taxi perché
comunque i tassisti non parlano inglese. Quindi davvero i newyorkesi
sono dei camminatori. Noi non usiamo gli aerei perché, per mancanza, siamo
obbligati ad odiare ogni luogo tranne Manhattan.
Insomma, le persone si siedono sugli
aerei, e con la crisi dell’obesità in questa nazione, non possiamo permetterci
più di sederci. Per questo, davvero,
gli aerei patrocinano l’obesità e per questo dovrebbero essere aboliti.”
La bocca
del ragazzo si arricciò: “Paura di volare?”
Gabriella
sbuffò: “No,” alla sua smorfia apprensiva, sospirò “Okay, va bene. Ma gli aerei
rendono le persone grasse. E le persone grasse hanno problemi di cuore. E i
problemi di cuore uccidono. Perciò, se andrai su un aereo, ingrasserai, ti
verranno dei problemi di cuore e morirai.”
Il ragazzo
rise leggermente, i suoi occhi si corrugarono in un sorriso: “Come ti chiami?”
“Attenzione, passeggeri. Benvenuti
sul volo 049 da New York in New Messico via Connecticut. Inizieremo il decollo
tra qualche istante. Assicuratevi di avere la cintura allacciata e di essere a
conoscenza di tutte le procedure d’emergenza. Vi auguriamo un buon viaggio.”
Gabriella
sentì tutto il colore svanire dalle sue guance: “Ehm,” si girò ancora verso il
ragazzo, cercando valorosamente di calmare il battito irrefrenabile del suo
cuore “Qual’era la domanda?”
Lui
sorrise: “Come ti chiami?”
Lei
strinse più forte il bracciolo, sentendo le punte delle nocche diventare
bianche: “Non riesco… non riesco a ricordarmelo.” balbettò.
“Decollo iniziato.”
Deglutendo,
Gabriella cercò di respirare, concentrandosi solo su fare entrare l’aria e far
uscire l’anidride carbonica. Sotto di lei, il ronzio dei motori aumentò e lei
avvertì l’insalata che aveva mangiato a pranzo sul punto di riapparire ancora. Deglutì
di nuovo, con la testa che girava e il cuore che le saliva in gola.
All’improvviso, al suo fianco, sentì una mano spuntare dal nulla e stringere la
sua. Nella mente, immaginò che fosse la mano della morte che l’andava a
prendere per portarla via, ma il Tristo Mietitore aveva sempre avuto delle mani
così morbide? Forse le idratava.
Il suo
sedile tremò sotto di lei, scuotendo ogni arto del suo corpo come un vento
invernale scuote i rami di un albero. L’aria attorno a lei era pesante e uno
stridio acuto le risuonava nelle orecchie: “Che sta…” sussurrò tossendo “Che
sta succedendo?”
“E’ solo
un po’ di turbolenza,” replicò la voce al suo fianco e la stretta attorno alla
sua mano si fece più forte, rassicurante “Resisti.”
Attorno a
lei, poteva vedere l’intero corpo dell’aereo tremare, agitarsi avanti e
indietro, avanti e indietro. Scuotilo
come una foto Polaroid, scherzò debolmente con se stessa Oh, per l’amor di Dio, la morte non è
esattamente il momento conveniente per fare delle battute, Gabriella! Strinse
i denti e rubò un’occhiata al suo fianco: “Ci siamo, non è vero?” chiese
patetica “Stiamo per morire, giusto? Siamo lo 0,2%, giusto? Oh Dio, se muoio,
ucciderò Sophie l’assistente di volo.”
“E’ solo
un po’ di turbolenza,” le assicurò il ragazzo, fiducioso “Fidati di m…”
all’improvviso, fu spinto in avanti nel suo sedile, sbattendo la testa contro
il vassoio per il cibo “Seriamente,” ripetè, suonando ora meno rassicurante
“Solo turbolenza. Niente di cui preoccuparsi.”
Gabriella
strinse nervosamente i denti e cercò di ignorare le scosse: “E mia madre.
Ucciderò mia madre. Dio, chi estirpa i suoi figli dalla loro casa di diciassette
anni per trasferirsi a metà del continente? Seriamente, se non avessimo dovuto
trasferirci, io non sarei su questo aereo adesso, e se non fossi su questo
aereo adesso, non morirei tra cinque minuti. Dio, io odio mia madre.”
“Potresti
fare un sacco peggio per una madre.” rispose brusco il ragazzo accanto a lei.
“Per
esempio?”
“Beh,
avresti potuto essere allevata da… lupi.”
“Mio padre
era uno.”
“Tuo padre
era un lupo?”
“Beh, era
un veterinario.”
“Mi sembra
sia difficile confondere i due.”
“No,” Gabriella
chiuse gli occhi quando le scosse divennero più violente. La mano del ragazzo
si strinse attorno alla sua e lei potè quasi avvertire il suo cuore rallentare
di una frazione “Ci ha lasciate. Ha lasciato me e mia mamma quando avevo
quattordici anni. Non ha lasciato un biglietto, niente. Ha preso e se n’è
andato. Come un lupo.” si fermò “In realtà, non è per niente come un lupo.
Perché stiamo parlando di lupi?”
“Esattamente
non lo so.” il ragazzo le scoccò un sorriso.
“Vedi
quanto sono isterica? Forse è a causa di mia mamma. O forse è il mio papà
lupesco. A volte, mi sveglio e mi dico ‘Perché sei ancora viva?’. Ho paura dei germi, dei ragni, degli aerei, dei cani, del
buio e… del formaggio.”
Il ragazzo
sbuffò: “Come fai ad avere paura del formaggio?”
“In realtà
sto lavorando sul formaggio. Sto facendo grandi progressi sul formaggio.”
l'aereo brontolò violentemente per un momento e Gabriella osservò nervosamente
le hostess che smettevano di servire bevande e si legavano nei propri sedili “A
meno che io mi sbagli…” si fermò mentre l’aereo si piegava su un lato “cosa
che, sai, non faccio, allora stiamo per morire ora.”
“Devi
avere un po’ di fede.” il ragazzo le sorrise come un birbante, e il suo cuore
iniziò a velocizzarsi ancora. Dannata turbolenza.
“La fede è
il peggio. Devi essere un po’ scettico,” rispose lei ansiosa “Altrimenti
finirai per credere in tutto. UFO, elfi, rimborsi delle tasse sul reddito…”
l’aereo tremò ancora, e Gabriella deglutì rumorosamente.
“Passeggeri, per favore
assicuratevi di avere la cintura allacciata. Stiamo attraversando una pesante
turbolenza e la vostra sicurezza è la nostra priorità.”
“Okay,
siamo morti,” sentenziò Gabriella “Non ha detto ‘Tutto andrà bene’ o ‘Ne usciremo presto.’ Solo ‘la vostra sicurezza è
la nostra priorità’ e sai cosa significa? Significa
‘Sì, forse possiamo condividere la stessa nuvola in Paradiso!’” con una mano,
arraffò il sacchetto per il vomito dal vassoio in fronte a lei e iniziò a
respirarci istericamente dentro.
“Okay,
okay,” il ragazzo la guardò con l’apprensione negli occhi “Guardala da questo
punto di vista. Preferiresti essere quassù dentro
un aeroplano o essere quassù senza un
aeroplano?” si fermò e Gabriella alzò le sopracciglia interrogativa, lasciando
che il sacchetto di carta si sgonfiasse sulla sua bocca per un momento “Okay,
non era rassicurante, vero? Ma seriamente… rilassati. Andrà tutto bene, lo
prometto. Senti, ti puoi calmare e possiamo aspettare con calma che finisca, oppure possiamo cantarci le musiche dei
programmi finchè non è passato tutto. È una tua scelta.”
Gabriella
riflettè per un secondo: “Maria, I’ve
just met a girl named Maria…”
[Da “West Side Story”, Ndt] iniziò a
cantare.
Il ragazzo
la fissò per un istante prima che le sue labbra tremassero convulsamente ed iniziasse
a ridere: “Tu sei un bel diavolo di ragazza,” disse ghignando “Ma guarda,”
indicò l’anziana donna che sedeva dall’altro lato del corridoio, che era
calmissima e leggeva tranquilla il suo giornale “Quella vecchia signora non si
sta facendo prendere dal panico. Va tutto bene, non preoccuparti.”
“Quella
vecchia signora non si sta facendo prendere dal panico perché è vecchia, cretino! Avrà, quanto,
cent’anni? Morire è praticamente il suo lavoro!”
All’improvviso,
come se l’aereo l’avesse sentita, il dondolare e lo scuotersi si fermarono e
l’aereo si rimise in asse. Le persone ripresero ad aprire i loro vassoi del
cibo e le hostess si slegarono dai loro sedili ed iniziarono a controllare i
passeggeri.
“Ci scusiamo per la turbolenza. La
buona notizia è che da ora, il viaggio in New Messico sarà tranquillo.”
“Ecco,”
disse in modo quasi trionfante il ragazzo. La fissò con i suoi perforanti occhi
blu “Non te l’avevo detto? Staremo bene.”
Gabriella
aprì lentamente un occhio: “Davvero? E’ finita?”
Il ragazzo
sorrise: “Sì. E, guarda caso, siamo tutti e due ancora vivi.”
“Appena,”
mugugnò Gabriella “Ehm, ma ehi, grazie per essere stato con me. Sei un perfetto
sconosciuto e so che avevi cose migliori da fare in questo viaggio che
ascoltare le mie pazzie. Quindi, grazie.” gli sorrise cortesemente, e lui
ricambiò, quasi nervoso.
Voltandosi,
Gabriella rovistò nella tasca del suo sedile per trovare le sue cuffie, e le
inserì nella porta per la TV, come ansiosa di fare qualcosa, di muoversi e
dimenticare l’imbarazzo precedente.
“Aspetta,
allora, ehm, io sono Troy.” snocciolò il ragazzo.
Lei lo
guardò nervosamente: “Gabriella.”
“Piacere
di conoscerti.”
Lei non
gli rispose, invece gli offrì un ultimo sorriso, e si mise le cuffie.
Ci sono
delle cose nella vita che semplicemente non vanno d’accordo. Ma le mani di Troy
Bolton e Gabriella Montez non sembrano essere due di quelle visto che non fu
che alla fine del viaggio che entrambi realizzarono che si stavano ancora
stringendo con tutte le loro forze.
To be continued…