Lei di nuovo

di VeganWanderingWolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sparando alle nuvole ***
Capitolo 2: *** lei scavalca le finestre perchè trova le soglie ostili ***
Capitolo 3: *** solo per un giorno - per sempre e ancora sempre ***
Capitolo 4: *** Ah, no, eri tu ***
Capitolo 5: *** e lei balla anche stasera - parte I ***
Capitolo 6: *** Qualche volta la notte... ***
Capitolo 7: *** e lei balla anche stasera - parte II ***
Capitolo 8: *** RI VO LU ZIO NI ***
Capitolo 9: *** Che le zucche ti rispondono quando chiedi loro che ora è ***
Capitolo 10: *** dimmi tutto, trasformista ***
Capitolo 11: *** regina di Saba ***
Capitolo 12: *** Sarà quel che fu - Favola medievale ***
Capitolo 13: *** e lei balla anche stasera - parte III ***
Capitolo 14: *** Dolcenoce ***
Capitolo 15: *** jUNGLE to jUNGLE ***
Capitolo 16: *** e lei si sveglia anche stamattina ***
Capitolo 17: *** fast runner to the cloud ***
Capitolo 18: *** lei, di tutto e di più ***
Capitolo 19: *** cenerentola, esci fuori ad ascoltare le storie del vento... ***
Capitolo 20: *** lei, ancora e sempre, con te ***
Capitolo 21: *** tornaci incontro ***
Capitolo 22: *** cattiva esposizione ***
Capitolo 23: *** al volo ***
Capitolo 24: *** lungo addio (sulla riva est del canale) ***
Capitolo 25: *** Punto Linea Triangolo scaleno ***
Capitolo 26: *** per sempre e ancora sempre - 2 ***
Capitolo 27: *** perdendoci ***
Capitolo 28: *** sentieri di caccia ***
Capitolo 29: *** nastro ***
Capitolo 30: *** è tutto finito ora, bambina triste ***
Capitolo 31: *** senza capo né coda ***
Capitolo 32: *** lei è una strega, lei è una stronza ***
Capitolo 33: *** Persefone ***
Capitolo 34: *** tutte le differenze ***
Capitolo 35: *** ti vedo dritto attraverso ***
Capitolo 36: *** non il tipo da ***
Capitolo 37: *** fiaba ***
Capitolo 38: *** Unghie sulla lavagna ***
Capitolo 39: *** la natura del velluto leopardato ***
Capitolo 40: *** midnight was lost ***
Capitolo 41: *** mandarina ***
Capitolo 42: *** indomata ***



Capitolo 1
*** Sparando alle nuvole ***


La signorina speranza-in-cenere alzò
il braccio armato verso la nuvola candida

prese la mira con un occhio scettico

Aveva mangiato una mela rossa e dolce

all'orecchio le insinuò il verme sincero

le nuvole non sono di zucchero filato

Aveva comprato un abito nuovo

per ballare nel castello sulle nuvole

qualcuno aveva dimenticato di dirglielo

(che non esisteva nulla del genere)

La luna affatto generosa si era nascosta piena

d'imbarazzo, le sue favole dolci mute ma

il sole era diventato opaco dietro stracci sottili

 

Chiuso l'ombrello pastello stava in disparte

non piovevano mai confetti o polvere dorata

ma col ghiaccio secco si era tagliata

 

La signorina senza illusioni in borsetta

il grilletto tirò tremando d'emozione infranta.

Con gran gentilezza la nuvola le sparò per prima.

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Capitolo 2
*** lei scavalca le finestre perchè trova le soglie ostili ***


 

 

 

lei sembra sapere tutto ciò che le serve

e non esita, esce e se lo va a prendere

pensa di poter vivere con poche cose

e se non le trova lasciamole perdere

l'ho vista scivolare nelle grandi mani della notte

e non aveva paura mentre tutto diventava più scuro

 

vorrei stendere un velo bianco e pulito

su tutto ciò che ha visto e ingoiato

e ridisegnare cieli blu e mari senza fondo

sui quali potrebbe dormire senza sogno

ma lei mi strappa tutto di mano, mi fa a pezzi

se ne va sbattendo la porta mentre cado sulle ginocchia

 

lei non si ferma mai anche se non ha un solo posto

al mondo verso cui dirigere il suo volo di ali spezzate

ogni tanto cade e rotola come una pietra muta

poi si rialza spazzando la polvere come se non fosse mai inciampata

nessuno sa dire da dove accidenti venga e dove

diavolo stia andando con quegli occhi piantati avanti a

 

lei mi ferma il cuore quando si muove attorno

e mi ubriaca quando mi parla guardandomi

con le grida manda in pezzi i suoi specchi per le allodole

poi raccoglie le schegge e incolla impressionanti puzzle astratti

lei potrebbe ascoltarti attentamente e appena ti volti

scappare dalla finestra che hai lasciato aperta

(è sicuramente al di sopra di qualsiasi cosa puoi rinfacciarle o proporle)

era lì quel giorno che aspettava il destino col suo regalo di compleanno

ma nel bel mezzo d'estate hanno fermato l'auto e l'hanno gettata in mezzo alla strada

vorrei saper dire quanto io sento che vorrei ucciderli

andarla a raccogliere e fare l'amore con lei fino alla fine di questo mondo

 

lei ti guarda dritto negli occhi per dirti

di starle alla larga se non cerchi problemi

lei ti parla piano e chiara,diretta come una lama

e ti fa capire che lei è un gran nodo di problemi

lei se ne va senza guardarti mentre tu rimani proprio lì

e ti chiedi se era reale o uno stupendo fantasma

scappato dagli incubi grotteschi di un poeta ubriaco

 

lei va per la sua strada e se vuoi accompagnarla

stai al suo passo e non porle domande scorrette

lei non ti guarda nemmeno se e quando ti parla

ma forse se è un buon giorno puoi seguirla ovunque (lei vada)

lei non programma cosa farà domani o il giorno dopo

e tu potresti farle la cortesia di non parlare di cose come il tempo o le regole

il passato è solo qualcosa di cui non ci si deve più (pre)occupare

 

lei cammina come se il suo migliore amico fosse il terreno

e tu non le interessi certo di più se non riesci a stupirla

lei ti guarda obliquo come se avessi fatto una sciocchezza

ma da quel momento ti chiamerà per nome e non le darai più fastidio (la maggior parte delle volte)

lei non si aspetta niente da te e sa che nessuno si aspetterebbe

davvero che lei si aspettasse che... e così via fino a che perdi il conto

l'ago della bussola gira impazzito come il vortice dentro cui lei ti invita (e buonanotte)

 

lei ha questo modo di fare e nessuno può farci proprio niente

al di sopra di una sigaretta guarda tutto con occhio diffidente

lei scavalca le finestre perchè trova le soglie ostili

e non sai mai quando torna finchè non la ritrovi da qualche parte

lei non ti chiede di accarezzare quel gatto che non è tuo

e tu vedi una certa somiglianza tra loro ma non osi stendere la mano

potrebbe guardarti così male che vorresti metterti a chiederle perdono

 

lei tiene un coltello a serramanico tra i denti e ti guarda

ti sfida a rimproverarle qualcosa o a chiederle dove è stata

lei ha la pelle selvatica e sembra avere conosciuto moltissimi lampioni

ma non si ricorda il nome di nessuno tranne forse il tuo

lei si chiede perchè la ascolti e le chiedi come sta e cosa fa

ma non ti chiede niente di niente, certe volte vorresti solo

poterla stringere e farla stare con te fino all'alba

 

lei ha gli occhi vuoti e i piedi così stanchi, ma non smette di camminare

e se chiedi di riposare puoi anche andartene al diavolo

lei non smette di sbattere contro ogni muro che si trova davanti

e poi inizia a correre come se la inseguissero tutte le sue ombre

lei ti sputa in faccia se le porgi una mano per un aiuto

si suppone che tu stia a guardare mentre accoltella le sue ultime speranze

e sprezzando le lacrime e la paura chiede ancora da bere

 

lei è andata a chiedere a tutto il quartiere se hanno visto il suo compleanno

non ricorda quando è nata ma è certa di essere in debito di molti regali

lei dice che il Bianconiglio l'ha truffata barando a poker ed è scappato

così va cercandolo e Alice non è stata gentile con lei a riguardo

lei non si ricorda più dov'è la strada da dove è venuta perciò non può tornare

tu ti fermi e la guardi girare su stessa e la afferri e lei grida

sai che potresti romperla del tutto oppure...

per questo non la lasci più andare

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Capitolo 3
*** solo per un giorno - per sempre e ancora sempre ***


io

 

 

 

io

io posso ancora immaginare, sarò un pascià

e tu

riguardo a te, sarai la mia concubina favorita

per niente

per niente svenderemo il nostro regno per essere liberi

e loro

bè loro ci inseguiranno senza mai prenderci

 

galopperemo liberi e spensierati, solo per un giorno

non avremo zavorra né problemi, ma solo per un giorno

 

tu

tu sarai la mia musa, la mia luna di giorno e notte

e io

io cercherò di non affogarmi nel mio bicchiere di vino

perchè gli amanti

gli amanti non devono spiegare niente a nessuno

no sai gli amanti

gli amanti risplendono di loro propria abbagliante luce

quel che è vero è vero

 

e loro

bè, loro ci diranno che stiamo sbagliando tutto quanto

ma noi

bè, noi ci saremo già tolti le scarpe dai piedi per correre alla stazione

 

saremo così veloci da seminare le frecce (1)

sarà così meraviglioso, per sempre e ancora sempre

che ne diresti?

 

tu

tu per me splenderai al di sopra di ogni cosa luminosa

come una stella

come una stella in un sacco a pelo, posata ai miei piedi dalle maree spaziali (2)

nessuno

nessuno scommetterebbe un centesimo sul nostro successo

i senzatetto della metrò

guardandoci hanno sbraitato tutti insieme: per sempre e ancora sempre (3)

 

già ci vedo chiaramente, legati solo a noi tra noi

sfavillanti nella rugiada del mattino in un prato fuori città

solo per un giorno

 

io

io ti giuro che non piangerò quando ti porteranno via

e tu

tu sarai sempre la metà in ombra della mia anima

naturalmente

naturalmente tutto questo finirà male come spazzatura informe al lato del marciapiede

ma noi

noi saremo ancora strabilianti, rari come coralli nel deserto

solo per un giorno

 

noi gli unici

gli unici che hanno gridato così forte da farsi sentire al di sopra del traffico

lo rifacciamo questa domenica?

 

io

io ti rivedrò nei sogni di ogni dannata notte che non dormirò

domani

domani scenderò di nuovo in strada a cercarti, col freddo

le forbici

le forbici che hanno tagliato il tuo filo (4) sono germogliate, sotto la metropolitana

i fiori

i fiori che ne sono nati mi chiamano ogni volta con voce stridente

e chi può dire

chi può dire che scendendo a coglierli non potrei tornare da te (5)

quei guastafeste

quei guastafeste mi hanno di nuovo tarpato le mie splendide ali di farina (6)

tu dovrai

tu dovrai aspettare che trovi un altro modo per precipitarmi da te

noi saremo

noi saremo poi favolosi supereroi che non hanno paura di niente

per sempre e ancora sempre

saremo angeli d'acciaio ed eroina (7)

per sempre e ancora sempre

saremo folli allo sbaraglio

per sempre e ancora sempre

 

e niente

e niente ci tenderà una mano per porgerci aiuto e conforto

allora noi

allora noi ce ne infischieremo andandocene senza mai voltarci

faremmo davvero meglio a non restare

davvero nessuno

davvero nessuno esiste che ci salverebbe tenendoci al sicuro

nemmeno per un solo giorno

 

 

 

 

 

 

 

 

N.B.:....

 

1) Specifico che benchè alcuni di questi, hum, componimenti azzardati?, si concentrino sulla descrizione di una lei (ognuno per una diversa lei, ma ci sono ripetizioni che si riferiscono alla stessa), alcuni riguardano lei e qualcun'altro, e in alcuni casi il sottoscritto scrive di altre due persone, di cui una è la 'lei' in questione. Forse detto così non si capisce niente. Sorry.

 

2) A David Bowie quel che è di David Bowie. Questa è stata ispirata dalla canzone Heroes/Helden, in parte, e in parte da alcune personali impressioni.

 

3) Non so se tutte le metafore, o diciamo più che altro gli abbozzi di immagine e le simbologie, sono chiare...A me lo sono state solo dopo che ho riletto quello che avevo scritto e che sono riuscito a interpretarlo (eh, i poteri del subconscio...), ma non sono sicuro che si capisca un accidente. Essendoci un abbozzo di senso compiuto e una sorta di dispiegarsi di "trama", per chi volesse capirle può leggere qui sotto qualche chiarimento, per chi preferisce digerire abbandonandosi alla libera interpretazione non legga quanto segue.

 

(1) LE FRECCE

sono tre cose contemporaneamente. Le frecce in senso letterale, quelle composte da bastoncino di legno con piume in fondo e punta acuminata in cima che si scagliano con gli archi (sì, è una descrizione penosa e auto-ironica): sono sia le frecce in senso di velocità diritta e sicura (come le

loro ambiziose illusioni e progetti), sia le frecce nel senso di ammonimenti e rancori che gli scagliano dietro coloro che inseguono e cercano i due "protagonisti". Infine, sono anche i treni...presente la famosa 'Freccia Rossa' di recente inaugurazione? Nel senso che le loro idee e sogni corrono anche più veloci dei treni che prendono per andarsene.

 

(2) se avete mai dormito in un sacco a pelo all'aperto di notte abbastanza lontano dalle illuminazioni artificiali l'immagine potrebbe esservi famigliare...

 

(3) c'è un fraintendimento tra quello che intendono i senzatetto, che vedendoli pensano che finiranno male e ne faranno i conti per sempre (senso che poi l''io' afferra più avanti), e quello che credono di capire i due "protagonisti", che credono che intendano che il loro essere insieme e

sentirsi liberi e alquanto su di giri durerà per sempre e ancora sempre.

 

(4) secondo la mitologia greca a ogni essere umano è destinata una vita lunga quanto un filo che viene tessuto da una dea, curato da un'altra e infine tagliato (con cesoie) da una terza (le Moire o Parche). Il taglio coincide con la morte inesorabile della persona a cui corrisponde il filo.

 

(5) in genere i funerali, le bare e le tombe qui da noi sono accompagnati da molti fiori. C'è l'usanza di buttare una manciata di terra e/o un fiore sulla bara prima che venga ricoperta di terra. Su alcune bare viene fissato come ornamento un fiore dorato. Scendere a prendere il fiore...letteralmente si

parla di cogliere fiori sui binari di una metropolitana...il che, più letterariamente, potrebbe coincidere con lo scendere nella fossa a raccogliere il fiore che è stato gettato o che è fissato sulla bara, e farsi seppellire con essa.

 

(6) 'farina' in certi gerghi è sinonimo di droga. Ali di farina...o meglio: la farina mette le ali al cervello...

 

(7) angeli di acciaio ed eroina…per l’una la morte arriva in forma di acciaio, per l’altro in forma di eroina, o almeno così pensa.

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Capitolo 4
*** Ah, no, eri tu ***


 

 

Ah, no, eri tu

(per G.)

 

Ero andato a un incontro

sconosciuti tutt'intorno

in cerchio confuso di conclave

a sentire istruzioni date al vento

c'era c'era, l'ho visto davvero

uno spettro pallido e in nero

ma era troppo bello per temerlo

Ah, no, eri tu

 

Ero andato a sedermi in una stanza

le persone entravano con riluttanza

non sapevo cosa ero venuto a fare

salvo forse continuare a cercare

arrivò dal nulla, il fantasma incarnato

si sedette al mio fianco non invitato

in un attimo del tutto mi ha stregato

Ah, no, eri tu

 

Camminavamo su prati riarsi

andavamo insieme tutti sparsi

una comitiva allo sbaraglio

di studenti senza più guinzaglio

sapevo già sempre la tua posizione

ti avevo in testa senza cognizione

a tutti sai sembravi un po' strana

Beh, sì, eri tu

 

Tornavo dal pranzo a stomaco vuoto

ti circondarono senza scopo

il giostraio ti stava tendendo la lenza

ora, a chi toccava far penitenza?

gli ho abbaiato così forte

cadde dalla panchina senza scorte

c'era un sogno che rideva per me

Ah, no, eri tu

 

Stavo andando a chiedere consiglio

mi risposero ero già senza appiglio

il genio della lampada si è affacciato

mi chiese se ero del tutto andato

è arrivata una persona stupenda

le feci un torto e chiesi ammenda

degli occhi verdi mi hanno investito

Ah, no, eri tu

 

Era una mattina senza rancori

mi stavo interrogando sui miei errori

mi si è fuso il cervello senza dubbio

ebbi una visione da cui ancora rifuggo

la porta è scivolata sul pavimento

alzai lo sguardo per presentimento

un'allucinazione con un sorriso soave per me

Ah, no, eri tu

 

Ho chiesto aiuto alla fortuna

no, disse senza esitazione alcuna

ho raccolto tutto il mio coraggio

anche per un solo assaggio

ultimo giorno sul treno del destino

volevo rapirla senza inchino

qualcuno disse ci vedremo ancora

Ah, no, eri tu

 

Ho ritrovato le scarpe con dentro la sabbia

non ricordo più dove, in quale spiaggia

acqua gelata di ottobre amaro

le tue risa suonano ora come uno sparo

ho fatto l'autostop alle onde

declamarono: per voi niente sponde

c'é un bagliore nei miei ricordi

Ah, no, eri tu

 

 

 

 

 

 

Colgo l’occasione per ringraziare molto dei commenti Alice e moonwhisper. A dirla tutta i vostri complimenti mi hanno imbarazzato. Conosco bene i vostri nick perché da un po’ seguo quello che scrivete su questo sito, anche se non ho mai osato commentare perché avevo seriamente l’impressione che non mi sarebbe mai venuto fuori un commento all’altezza di quello che avevate scritto… che spesso comunque mi lasciava senza parole e basta. Probabilmente non ha molto senso farlo, ma vedendo i vostri commenti mi sono chiesto, e ancora mi sto chiedendo, come possa piacere quello che ho scritto a chi scrive come scrivete voi. Grazie davvero...

 

Sinceramente odio la rima, o meglio, odio usarla. In questo caso è spuntata accidentalmente all'inizio e stranamente mi è venuto naturale continuarla oltre. In fondo la rima e il tono leggero si addicono alla persona di cui ho scritto qui. Dette queste noiose inutilità… fine. Cioè, non del tutto, ho qualche altra riga da parte.

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Capitolo 5
*** e lei balla anche stasera - parte I ***


Avvertenza prima dell’uso: questo capitolo e quelli a venire che porteranno il medesimo titolo parlano di una coppia lei-lei (o lesbica, od omosessuale, o yuri e così via a seconda del termine di preferenza). A chi si ritenesse offeso o disturbato da questo, benché il problema sia chiaramente suo, per evitare che – come a volte accade – per un paradossale capovolgimento della situazione il problema diventi invece mio perché l’ho scritto e messo online, si consiglia di evitare di leggere e/o di farsi problemi inutili. Tutti gli altri capitoli di questa raccolta invece si riferiscono perlopiù a coppie eterosessuali, per chi si ritenesse offeso da ciò può fare riferimento sempre alle stesse indicazioni sopraddette.

 

 

E LEI BALLA ANCHE STASERA

 

e ora guarda un po'

mentre le ombre si stringono assonnate

sono ancora qui

schiena dura contro il muro morto e freddo

e gli occhi in avanti

le mie fantasie ubriache barcollano sul pavimento

(troppo liscio)

 

ma dimmi un po'

e la notte mi sta alitando sconcezze all'orecchio

mi vedi oppure no

le piante rampicanti mi stanno prendendo i piedi

ai margini di tutto questo

vado alla deriva su una foglia in balia di onde alcooliche

 

sul serio credevo

di meritare molto meno di te e molto più di questo

il mio compito ignorarti

fallito dal momento in cui ti ho visto muovere stasera

e allora dimmi

posso avvicinarmi e venire a farti ballare sul serio?

 

hai perle candide

arrossirebbero a sentire quello che immagino su te

tu affatto

il tuo pudore è affogato in un calice tra le bollicine

ho visto come

un passo dopo l'altro passo dopo passo per afferrarti

 

non lo sanno no

per chi ti muovi in quel modo in quell'abito con quel corpo oh

tutta la sala gira intorno

i tuoi occhi ammalianti che non sanno ammiccare su di me

signorina candida

fai un altro ballo solo per me per farmi ammattire del tutto

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Capitolo 6
*** Qualche volta la notte... ***


 

 

Qualche volta la notte…

 

 

hey piccola bambina, sbaglio o tuo padre è uscito?

ti ha lasciato tutta sola nel salotto livido al buio

senti, mi è venuta una cattiva idea

andiamo a dare fuoco alla notte

 

dimmi un po' ragazzina adesso se è tutto ok o no

se non puoi fare proprio niente per uscirne perchè

senti, potrei portarti molto in alto

hai mai visto la città ardere la notte?

 

qualche volte di notte nel mio letto sento la tua voce

parli e ridi e scoppi a piangere senza ritegno all'improvviso

nel bel mezzo della notte afferro il cappello e un cappotto

prima di accorgermene mi fiondo fuori dalla porta per cercarti

senti, avrei un favore da chiederti

se chiudo gli occhi ti farai ritrovare dalle mie mani?

se sto zitto continuerai a parlarmi di quello che ti succede?

se non dico di amarti smetterai di temermi?

 

hey signorina, sbaglio o hai sulla faccia un'altra bugia?

scommetto che nemmeno lo specchio di tua madre ti riconosce

per stasera ho una proposta per te

lascia perdere le tue storie e afferrami la mano

 

dimmi ragazza se le tue gambe reggono ancora

ti alzerai dal marciapiede e accetterai se ti offro da mangiare

senti, ho qualche soldo in tasca

pensavo che potremmo seppellirlo in terreno fertile

 

qualche volta appena sveglio ripenso a quello che abbiamo fatto

dalle monete che ho sepolto non è nato nemmeno un granello di sabbia

dal tuo dolore silenzioso è eruttata la mia furibonda ira

dalle mie promesse è nato il tuo coraggio per alzare la mano?

la classe delle persone conosciute ti guardava con ammirazione

mentre camminavi la cattedra è tramutata nel banco dei testimoni

lo so, credevi ti volessero mangiare, ma hai guardato me e poi nessuno

le tue parole e loro come statue di sale arrossite, io sono uscito per cacciare

 

hey bellissima, se non ho visto male hai sorriso

attraverso il vetro opaco di confidenze impronunciabili

senti, so che non puoi ritardare

io sarò qui, tu vai fuori a prenderti il mondo

 

hey madame hey, sono certo che non mi riconosci

abbassa gli occhiali scuri e scendi dai tacchi alti

senti, no che non mi offendo

ma il tuo vestito sofisticato non è più adatto per ballare

 

qualche volta incontrando la sera ti rivedo, ripenso te

e le tue parole che quella notte hanno guidato la mia mano assassina

di tutte le notti che abbiamo stregato ricordo che ti ho riportato a casa

e non credo ai miei occhi

dove sputai quei semi legnosi  ora c'è un albero che fa ombra alle mie sbarre

le sue susine sanno di magia buona, amore

 

 

 

 

 

 

 

 

...per tutte coloro che hanno in casa qualcuno che le tratta come stracci, qualcuno che usa la violenza e il terrore su loro privatamente e pubblicamente è tutto sempre normale, va tutto sempre bene. Reagire, agire, alzarsi e parlare chiaramente, esporsi e denunciare, non è di fatto semplice e definitivo come può sembrare nelle pubblicità informative, nelle campagne di sensibilizzazione... Dedicato a quella lei che ha avuto il coraggio, finalmente, di raccontare la verità e che ha iniziato la sua battaglia personale e perlopiù solitaria per ottenere quel diritto, che anche altri dovrebbero forse impegnarsi maggiormente a garantirle, di non subire più abusi con la scusa del sangue comune. Sperando che non si arrenda, che trovi la forza ancora e ancora per affrontare tutti i colleghi del suo aguzzino perbene, tutti i suoi avvocati ben pagati e la sua immacolata, famosa, ricca e perfetta fedina sociale. Augurando per sempre che possa lasciarsi alle spalle tutto quello che le è stato fatto e smetterla di punire stessa, ma soprattutto che riesca a non aprirgli più la dannata porta di casa, dovesse cascare il maledetto mondo...

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Capitolo 7
*** e lei balla anche stasera - parte II ***


PARTE II

PARTE II

 

 

Mi rialzo dal pavimento

mentre gli incubi gocciolano via

Tra le mie dita dure filtra

una luce dolce come neve mielata

Potrei essere morta e il cielo

essere andato a pezzi con me

 

Dimmi un po' tu ragazzina

cosa ci trovi da sorridere così

Non sai di che parli

e mi dai troppo da pensare

Malditesta nel girarmi intorno

e i miei occhi sono abituati al buio

 

Così bella, così disponibile

non ti rendi conto di cosa rischi

Bella sì e troppo precoce

tendi la mano e non potrai ritrarla

Vorrei che restasse qui sul mio cuore

per controllare che batta ancora

 

So che sono al tappeto di nuovo

dopo tanto non l'odio o rabbia nè altro

A colpirmi così alle spalle servivi tu

arrivata in punta di piedi sui talloni

La bambagia che ti ricopre brucia

loro vengono intorno al falò a scaldarsi

 

Ho sognato una colomba che cadeva

le ali in fiamme e gli occhi pazzi di paura

Ho sognato una fenice che risorgeva

ma moriva così facilmente al primo tocco

Dimmi che non eri tu tesoro

Dimmi che non sei tu, ti prego

 

Mentre maree di fuoco e sangue

e fiumi di inchiostro scivolano sul terrazzo

Vorrei metterti in guardia anche da me

spalancare la porta e correre via dovresti

Salvarci entrambe è così semplice

chiudi le labbra incantevoli sulla voce incauta

 

Dammi un altro momento per riprendermi

mi sono sciolta come zucchero incandescente

Ma qui la tua assenza fa freddo

volti gli occhi ovunque tranne che su me

Morirei per chiederti il perchè

ma non ho più niente da sacrificarti

 

E ora dimmi un po' come usciamo

uccellino del pensiero suggeriscimi

E auguri oh auguri tesorino

traverso te e intorno a te il caos

Distesa su un piatto alla mercè

di qualsiasi forchetta abbastanza luccicante

 

Sono ladra ma non gazza

sei impossibile ma un amore

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Capitolo 8
*** RI VO LU ZIO NI ***


RI VO LU ZIO NI

 

*Ad ogni asterisco corrisponde un approfondimento alla fine per capire alcune cose, a chi interessa avere qualche esplicazione su questo...*

 

[Dedicato alle ragazze che battagliano, ballano, ridono, s'incazzano, bevono, piangono, dormono, discutono, corrono, si allucchettano, scherzano, urlano, megafonano, si sbagliano, si informano, ragionano, viaggiano, s'ingegnano, s'arrangiano, reagiscono, si intristiscono, suggeriscono, condividono, accompagnano e si fanno accompagnare, organizzano, cucinano, propongono, scrivono e leggono, costruiscono, progettano, ironizzano, si divertono, intuiscono, zittiscono e tutto il resto... con noi o senza di noi, in particolare alla Stella della Senna* che conosco io)

 

 

Lungo il marciapiede di una qualche città

si aggirano a volte megafonando, urlando, occupando "terreno pubblico"

possono sembrare tranquille magari quasi insignificanti

chi le conosce riderebbe a sentirlo dire

hanno grinta da vendere e poco tempo per esitare

Dopotutto, il 7 gennaio c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Rosagatta parla sempre in parole sincere

sorridiamo tra noi sentendola gridare con sentimento

mai la vedi vegetare, sempre a fare, dire, progettare

tra le varie sbronze senz'altro decisa

ha detto che occuperà e accidenti se lo farà

Lei è sicura, il 13 novembre c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Non le puoi conoscere per sentito dire

avanti se vuoi venire a fare un commento sgradevole

ti restituiranno più di quanto hai gettato loro addosso

avanti se pensi sono solo ragazze, avanti pure

i ragazzi staranno a guardare mentre ti conciano per le feste

Problemi tuoi se non sai che, il 28 aprile c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Piccola Pantera ha sempre i nervi tesi in superficie

ti parla diretto, ti trapasso a sguardo, touché

l'intelligenza viva corre più forte delle sue arguzie

falle un torto e voltale le spalle e vedrai che ti combina

anche se non ha potuto allagare del tutto il commissariato

Lei è sempre pronta per tutto, il 2 agosto c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Attento amico perchè non hanno la mano leggera

attento avversario, hanno così tanti modi per batterti

perderesti il tuo tempo a contarne solo alcuni

e non rimanere sorpreso se ad ogni sgambetto hanno già scartato

se ti rigirano contro ogni colpo basso e ti sgonfiano con l'ironia

Te lo dicono chiaro che, il 30 giugno c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Matrioska spalanca gli occhi stupendi quando ti parla

amichevole e affettuosa se solo ti conosce

puoi scambiare due parole in qualsiasi momento

ma se deve parlare non lascia dire certo al vento

se c'è bisogno arriva con un sorriso fiducioso di vittoria

Lei sa già, il 21 ottobre c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Potrebbero anche andare solo loro avanti

non hanno bisogno della tua mano, del tuo appoggio, della tua presenza

potresti pensare che siano più facili da picchiare

non vorremmo essere al tuo posto quando ci proverai

non saremo noi ad avvertirti di cosa scoprirai sulle tue ossa

Loro stanno già andando perchè, il 10 marzo c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Alzata con Pugno ti adora se le piaci

la guardi e pensi che sembra forte ma potrebbe essere fragile

poi eccola che viene spinta a terra e si rialza di schianto

ci dev'essere un grosso livido là dove ha abbattutto il pugno vendicativo

dovresti capire al volo che è meglio non farla incazzare

Lei sarà in prima linea se n'è convinta, il 3 maggio c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Potresti sì pensare che siano il punto debole da mirare

ti spiegheranno loro quanto sono da evitare

allora dirai che sono intrattabili e inavvicinabili ma in realtà

sono dolci, terribili, care e temibili, gentili e irremovibili

spudorate e sensibili, inquiete e sicure, gagliarde e intuitive

E tanto altro ma sempre c'è che, il 19 settembre c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Bambolina di porcellana non è, benchè potrebbe sembrare

ad occhio diresti che non combina niente in concreto

ma ha tatuato sulla zampa la sua convinzione

non si mostra, spettacolo non da presso pubblico alcuno

non sto a spiegare l'errore che si commette a non notarla

Lei ragiona e s'impegna aspettando che, il 17 febbraio c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

No non so, non capisco bene perché

quelli arrivano e le sottovalutano come se

le pensano incapaci di combattere per altri e per sé

poi sbattono il muso sulla ruvida realtà del loro valore

e vogliono spiegarci che la parità dei sessi significa che ce le danno ugualmente**

Proprio non hanno capito ma così resta ed è, il 23 dicembre c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Egiziana commenta con le ciglia sottili ogni cosa

si muove come se ogni luogo fosse potenzialmente il suo salotto

dispensa sorrisi meravigliosi e ti incatena con lo sguardo

ma in caso di necessità scatta la sua lingua tagliente

bella ma difficile balla il ballo degli egizi*** muovendo le gambe lunghe

Lei non ha alcuna fretta perché sa in fondo che, il 18 maggio c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Si potrebbe pensare di averle capite parlandoci un po'

ma non si sa niente di loro se a farti sapere non ci tengono

possono sbagliare, avere paura e dubbio a volontà

idealizzarle o denigrarle non aiuterebbe mai a capire cos'é

ma alla fine prendono lo slancio e partono per lottare per te e con te

Non si tirano mai indietro se una remota possibilità c'è, il 14 febbraio c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

Stella della Senna come un tornado mai si posa

sembra che niente la sconfigga, nulla la stanchi, niente la scoraggi

entra nella tua vita con un turbine di sentimento del momento

ti trascina nella mischia delle sue molteplici avventure d'un balzo

elfo dalle mille sfaccettature, la più cara e incasinata delle persone

Lei ti può urlare entusiasta che, il 4 luglio c'è la RI VO LU ZIO NE!

 

 

 

 

* Stella della Senna è il nome della protagonista della serie animata giapponese tradotta in Italia col titolo di Tulipano Nero, titolo ingannevole dal momento che la vera protagonista della storia è la Stella della Senna, eroina mascherata che si batte per la giustizia dalla parte del popolo francese tiranneggiato da leggi e soldati del re (Francia, Luigi XVI, poco prima della Rivoluzione). La Rivoluzione Francese inizia ufficialmente con la presa della Bastiglia del 14 luglio, ma nella canzone-sigla italiana del  cartone animato per errore si parla di 4 luglio. Avendomi fatto conoscere questo cartone animato una delle ragazze di cui parlo qui, le ho appunto dato il soprannome di Stella della Senna, anche perché pare quando da piccola guardava questo cartone si identificasse molto con la protagonista. Le date "a casaccio" sparse lungo queste righe prendono mossa dall'errore della sigla di questo cartone, a cui ho dato un particolare significato...dal momento che queste ragazze fanno delle loro vite, del loro quotidiano, un'impegno continuativo per una rivoluzione (non intesa in senso strettamente politico o sociale, ma in senso ampio e diverso da persona a persona...per qualcuna può essere questione soprattutto di femminismo, per qualcun'altra di giustizia in senso ampio, per qualcuna di anarchismo, o di antifascismo o antirazzismo e anti-omofobia e così via...ci sono tante rivoluzioni in una qui) alla fine non importa la data, ogni giorno è un pezzo di rivoluzione fatta da loro. Il punto è la grinta, il coraggio e la passione che sono capaci di tirare fuori nei loro momenti migliori...

** Questo fatto è realmente accaduto, e vorrei portarlo come "testimonianza" di certo tipo di mentalità che si aggira per il mondo...diciamo così...per questo lo racconto un po' più estesamente. In occasione di una manifestazione, autorizzata e non violenta, una ragazza in particolare è stata buttata e trascinata per terra da alcuni poliziotti. In seguito, alcuni di loro vennero a parlare con atteggiamento che richiedeva comprensione per il loro agire. Alcuni dei ragazzi e delle ragazze presenti gli dissero che avevano esagerato a trattare a quel modo la ragazza. Uno di loro chiese loro se credevano nella parità dei sessi e loro, senza capire cosa centrasse, dissero di sì. Questo tizio rispose che dunque dovevano accettare il fatto che una ragazza venisse trattata come avrebbero trattato un ragazzo. Da ciò, mi pare di intuire, ci sono persone che ritengono che il significato della parità dei sessi sia che loro possono prendersi la libertà di picchiare una ragazza altrettanto come farebbero con un ragazzo...e di conseguenza anche che senza questo credo di parità dei sessi riterrebbero una ragazza più debole e incapace di difendersi rispetto a un ragazzo. Lascio i commenti e le riflessioni del caso a chi legge...io mi sono già fatto le mie... Posso solo dire, basandomi su mia esperienza, che si sbagliano sulla presunta maggiore debolezza di una ragazza. E i fatti gliel'hanno già dimostrato più volte...

*** mi riferisco a 'Walk Like an Egyptian' delle 'Bangles'

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Capitolo 9
*** Che le zucche ti rispondono quando chiedi loro che ora è ***


quel che è indubbio ora è che: sei una strega, sì dillo pure a me

quel che è indubbio ora è che: sei una strega, sì dillo pure a me

no, non ti ho scoperta perchè di notte vai a ballare mezza nuda

hai dimenticato il gatto nero sopra ai tetti e ti infili in un locale alcoolicamente rifornito

socializzi, non formalizzi, lanci maledizioni e incantesimi, vocalizzi

 

confessalo ora che sei in tempo, sì, quella cosa proprio, che sei una strega

fingerò di non averlo indovinato

eh sì che gli altri saranno sorpresi, non l'avrebbero capito da quella cosa

che le zucche ti rispondono quando chiedi loro che ora è

 

quel che c'è da fare ora sai, ora che puoi dirmi che sei strega

è una bella indagine nell'ambiente, sapere chi favorevole, chi dissente

poi arrivi a cavallo di un bel rospo

mandi a fuoco le mutande del capo e con urlo bestiale terrorizzi e galvanizzi

 

ora vorrei sapere proprio perchè, già chiaro lo è, che sei una strega

mi guardi confusa e chiedi chi sono, eh no, non attacca con me

ma forse nemmeno con te visto che te ne vai

va bene, ammetto era serata noiosa, e di quegli aperitivi ho perso il conto

 

il barista premurosamente irritato e innervosito mi guarda

qualcun'altro che suppongo dovrei conoscere mi mette mano alla spalla

ed ecco tutti di sasso guardano fuori

ma l'hai vista che roba?, quella sulla scopa ha bruciato il semaforo

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Capitolo 10
*** dimmi tutto, trasformista ***


dietro gli occhiali sgranati gli occhi castani

dietro gli occhiali sgranati gli occhi castani

camminavi a piccoli passi uguali

attraversavi le strade solo sulle strisce pedonali

fino davanti al portone della scuola

in anticipo solitario arrovellavi pensieri silenziosi

spiavi tutti estranei con sospetto

morta piuttosto che rivolgere la parola per prima

com'era, innanzitutto disciplina?

 

avevi gli occhi azzurri come il mare sotto il sole

le lenti colorate fanno miracoli

avevi sciolto le trecce e i vestiti diventati multicolore

sempre almeno una amica fedele al fianco

convinta d'aver afferrato le regole principali del gioco

ancora nessuno ti aveva invitato al banco

voti a calare e determinazione a salire a ritmo tuo

ma ricordi perchè mi rivolgesti la parola?

 

avevi gli occhi blu come il braccialetto d'opale

speranza e buoni propositi a volontà

raccontavi del tuo futuro a chiunque prestasse orecchio

nel frattempo carpe diem

tutto bilanciato scuola-casa-divertimento-lavoro

l'armadio pieno di vestiti per occasione

mi toglievi le sigarette dai denti e dispensavi ramanzine

come profumavano le d'allora tue mattine?

 

guizzavi attorno gli occhi di gatta furba gialli

i capelli corti sbarazzini e i movimenti fuggenti

avevi scoperto i ragazzi, dio quanti tormenti

ti ascoltavo sorridendo

racconti disparati di avventure improvvisate il sabato sera

mi chiedevi una sigaretta e da bere

così tanto per provare ballavi lasciandoti circondare

dì, davvero solo per giocare?

 

avevi gli occhi grigi e la brace estinta

il tuo ragazzo sicuro, il tuo meraviglioso futuro...

cercavi una spalla ad occhi chiusi

come una trottola senza fortuna facevi polvere girando

a volte mi dicevi ciao solo per chiedere una sigaretta

perso il conto dei tuoi passatempi, eventualmente viventi

il tempo scappava a gambe levate

cosa, ti avrebbero dovuto dare olio di ricino e sculacciate?

 

occhi, capelli, unghie e labbra come buio neri

vagavi come un fantasma tra lunghi silenzi e sorrisi a stenti

forse era la moda forse era la mente

va bene, non ti ho mai visto controcorrente

adoravi déi pagani, lussuria, ragnatele, perenni impallidimenti

convinta di tutti quella più sofferente

alzavi le spalle a ogni evento 'commercial-banale' per il disgusto

ammettilo, mai costretta a fare niente?

 

occhi di tutti i colori sotto i raggi di discoteca

al rallentatore mi hai afferrato chiedendomi di riconoscerti

il sudore scorreva sulla pelle abbronzata

bene, dovrai capire se con sorpresa ti ho squadrata

tacchi alti, nessuno spreco di stoffa

principessa del cubo col nome d'arte e tutta la disponibilità

forse volevi essere rapita prima che non tornassi a casa

quanti programmi avevi per la serata?

 

occhi verde pallido morbidi come l'erba avevi

trovata sulla strada con troppa roba nelle vene

naufragata su un letto d'ospedale

mi han detto impazzita e pure sguardo maniacale

lucidissima parlasti di te e su te e il resto

la mano con cui stringevi mentre ti accompagnavamo fuori, presto

cosa dicesti lo saprà solo il vento di allora

ripensandoci sorrideresti così ancora?

 

occhi ambrati come d'oro e lo sguardo attento al tuo tesoro

una borsa di chilometri e storie abbastanza vere

dappertutto a gambe incrociate in terra a scambiare opinioni

piangi, ridi, parli, vivi, tutto per davvero

forse è sempre mancato a me il coraggio di essere sincero

mi prendi la mano per camminare

amico mio, quanta strada ancora da fare

narrami, raccontami tutto, cara trasformista

 

 

 

..........................................................................

 

 

Up, down, turn around

please don't let me hit the ground

tonight I think I'll walk alone

I'll find my soul as I'll go home

 

Oh, you've got green eyes

Oh, you've got blue eyes

Oh, you've got grey eyes

 

And I've never seen anyone quite like you before

No, I've never met anyone quite like you before

                                               [Temptation - New Order]

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Capitolo 11
*** regina di Saba ***


e mentre le distrazioni strisciano via

 

 

 

e mentre le distrazioni strisciano via

rimani attonito per la dolce sorpresa

no non l'avresti mai detto

che lei avesse gli occhi così splendenti

così accendi la musica per lei

non devi nemmeno pensarci due volte

è più abbagliante della neve più pura

sciolta con miele e lampone

lei ha gli occhi come diamanti che bruciano

 

e ti chiedi se non ti abbia visto

attraverso la folla delle sue esigenti ambizioni

magari giusto perché tu...

e lei sa che potresti anche fartene un problema

lei arriva, mentre tu ancora esiti abbagliato

e ti porta con sé sulla pista

 

e adesso prendile la mano

non lasciare che si sottragga

lei non ti darà una seconda opportunità

le sue ciglia ammiccano in modo ambiguo

non lasciare spazi in mezzo

lei non è così paziente da aspettarti

il suo sguardo potrebbero correre via da un momento all'altro

 

avanti portala a casa senza paura

ti sta sorridendo ancora

ti rompe il respiro in gola

e ti fa chiudere gli occhi al suo sapore

getta le tue complicazioni dalla finestra

come se non avessi niente da perdere

e lei ti dice qualcosa all'orecchio, che tu...

non senti nient'altro che il suono della sua voce

 

e ti mostrerà cosa dovresti imparare

prima di correre il rischio di lasciare che entri (nella tua vita)

lei è prorompente, e spera che tu te ne sia accorto

non è nei suoi programmi avvertirti una seconda volta

 

hey! ragazzi, fate largo e togliete il cappello

lei arriva camminando come una regina di Saba

 

offrile il meglio che puoi dare

lei potrebbe pensare di meritare anche di più

non lasciarti ingannare ora dalle sue parole

dovresti aver capito che dice cose

dovresti aver capito che pensa altro

mentre ti guarda con quegli occhi...

 

oh sì, lei davvero

ha gli occhi di un'ammaliatrice

 

dovresti giusto capire lei non è facile per te

non ti chiederà mai scusa o per favore

lei è precocemente esigente

e sa il prezzo esatto di ciò che vale

non è disposta a spiegare come deve essere trattata

 

hey! ragazzi, tirate fuori i vostri sorrisi migliori

lei arriva e pretende come minimo il massimo

 

lei ti guarda, lei alza il sopracciglio

proprio come ti piace

ha gli occhi come cieli d'estate

e vuole giusto spiegarti

e tu vorresti proprio capire

in fondo sa bene che tu

faresti tutto per lei

 

allora tu osa… adesso o magari mai più

or ora lei decide… ma forse non per sempre

lei ha comunque in mano tutte le carte vincenti

sì dicon tutti che fai poste troppo alte…

ma vedi, nessuno scommetterebbe che domani…

lei sia ancora qui o altrove a far tutt'altro…

non farle notare però…

che non è più solo la seconda volta che torna...

 

 

 

 

-------------------------------------------------------------------------------

 

N.d.A.

> preso ispirazione da ‘Bette Davis’ Eyes’ e ritoccata sulle misure della lei in questione, l’ammaliatrice, e dedicata un po’ a tutte le sue vittime, con la giusta malignità del caso in certi casi, e a tutte coloro che potrebbero assomigliarle, in special modo al personaggio di Asuka Soryu Langley di Neon Genesis Evangelion o almeno al ricordo che ho di questo personaggio <

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Capitolo 12
*** Sarà quel che fu - Favola medievale ***


Sarà quel che fu – Favola medievale

Sarà quel che fu – Favola medievale

(per S.)

 

 

Vorrei non ricordarti così bene, innanzitutto

vorrei non ricordarti affatto, talvolta

vorrei non averti mai conosciuto, sarebbe meglio?

vorrei poterti dimenticare con ogni garanzia di non ritorno

ma arrivi con passo deciso e quando ti vedo sei già sulla porta

 

Parliamo dei suoi capelli biondo quasi abboccolato

del viso non bello, colpa del cipiglio severo direi

dei suoi vestiti da eterna bambina di campagna

degli occhi attenti, diretti, ottusi, inespressivi

dei modi rigidi e perfettamente intonati alla situazione del momento

(ogni momento)

 

Secondo te certo mossa sleale provare a farti ricordare

prima di tutto il dovere e la dedizione ad esso

prima di tutto autodisciplina e correttezza estrema

avresti potuto disegnare il bene e il male sul quaderno

avrei dovuto starti lontano per molto meno, sai lo sapevo

 

Non riesco proprio a ricordare, come iniziammo a parlare

il silenzio sembrava il tuo scudo più collaudato

alle interrogazioni solo potevi parlare per ore

ti guardavo divertito e dispiaciuto per la tua semplicità ingenua

molto dopo mi accorsi che non riuscivo a staccare lo sguardo

 

Pensavo che sarebbe sempre stato eterno baratro a dividerci

leggevi la bibbia e insegnavi catechismo, capelli sempre pettinati

tutta le lezioni a memoria, vestiti puliti e a messa ogni domenica

dedizione alla famiglia e al padre cacciatore con i cani ingabbiati

aspettando di correre tra pallettoni di fucili in mano a perfetti stronzi

 

Ancora non mi è chiaro come abbiamo iniziato

mai avrei creduto se me lo avessero raccontato prima o dopo

così vicine e confidenti, due persone agli antipodi di ogni mondo

Giovanna D'arco a braccetto con un drago anarchicheggiante

sputavi sentenze moralmente ineccepibili, io ruttavo allegramente

 

Inventavo le parole e tu mi passavi le lezioni quando mi perdevo

boicottavo la scuola, la mia salute e cura, ore di sonno e ogni compito

ma ogni mattina eri lì, la prima a sistemare i libri sul banco

mentre dormicchiavo tra i miei incubi reali e i sogni immaginari

mi dispiace di aver morso all'inizio quella mano che tendesti in silenzio

pensavo volessi solo colpirmi

 

Poi che è successo? imparasti il sapore delle lacrime non versate

imparasti a farti male senza rompere le tue abitudini

le tue linee di condotta si contorcevano e rivoltavano come serpenti impazziti

la tua rigidità, le tue convinzioni non davano più risposte utili

alzai la testa dal banco e ti guardai attonito tremare e sanguinare

pur senza emettere un lamento

 

Mi ricordo mi era cresciuta coda di lupo e dente di lampreda

ma tu non avevi più nonne buone e cappuccio rosso

tutti pensavano che avessi giusto scoperto le spine nelle rose

oh certo che so, certo che ricordo, non eran rose che volevi cogliere

il fatto è che quando fu il mio turno di indicare la strada

mi toccò ricordarti che non l'avevo mai imparata a memoria

 

Lo confesso, da buon lupo volevo portarti nel bosco

di certo non t'avrei proprio mangiato diciamolo

ma dai cacciatori t'avrei nascosto e potevam correre insieme

ma tu piangevi, tu non facevi che avere nostalgia del mondo perbene

non avevo più dita e mani per chiamare ambulanze al telefono

e dovetti imparare che i miei sentieri non erano per le tue scarpe

 

Era facile allora, dar tutta la colpa a chi t'aveva fatto torto e dimenticare i torti miei

ricordo ancora, sotto una certa luna e in una certa notte d'averti incantato

ma al mattino sei tornata a casa dai tuoi comandamenti e parenti serpenti

io son corso a cercare altri modi per spacciarmi l'anima

son stato bravo come un san bernardo alla fine

hai trovato alcool con cui lenire le ferite e il mio amico cavaliere arrivò

 

Lui non andava a caccia di draghi e lupi, no

non aveva una coda e perciò non potevo fidarmi troppo personalmente

tutto quel che feci fu assicurarmi che procedesse bene e velocemente

e tu avevi ancora il tuo abito della festa ripiegato al sicuro nell'armadio

e lui aveva un cavallo, una passabile armatura e capelli angioleschi

mi hanno detto che vi siete già costruiti un discreto nido amoroso

 

Vorrei esser contento, e potermi meritare per i sensi di colpa più riposo

perciò ti chiedo a muso duro che altro ci fai lì sulla porta a guardarmi

di tutto quello che ti ho offerto, di male e di bene

di tutto quello che hai fatto per me, di male e di bene

alla fine abbiam ripreso sconfitti le nostre reciproche strade dopo la biforcazione

tanto che ancora adesso mi chiedo come abbiam fatto a camminar vicini per così lungo tratto

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Capitolo 13
*** e lei balla anche stasera - parte III ***


oh mia bambina vieni un po' qui

oh mia bambina vieni un po' qui

dimmi se fa già giorno o no

e non farmi quella smorfia sciocca

non ho più appetito e non so dove

ho lasciato il cervello

 

oh amore guarda fuori un po'

dimmi se le stelle son cadute o no

mentre eravamo impegnate in altro

vorrei capire dove ho lasciato

il mio senso del tempo

 

ma tesoro torna da me per un po'

con quello sguardo addosso e le tue mani

e dimmi dimmi un po' dove

abbiamo lasciato cadere quel discorso

perchè era così bello

 

hey, luce dei miei occhi bui

ricordami un po' dove finisce

il lenzuolo e iniziamo noi

e dove finisco io e inizi tu

ho perso ogni traccia

 

parlami stellina raccontami un po'

come sei diventata così bella

così precoce e dolce come miele

e graffiante come un gatto

fatti pure le unghie su me

 

ma sii sincera e rispondimi un po'

quanto tempo ancora mi dai o no

per rimettermi addosso le mie sicurezze

e scivolare di nuovo fuori

senza poterti tenere la mano

 

ma ascoltami bambina un altro po'

che questo ti diverta o no

i miei occhi ti seguono ancora

e non posso non respirare intorno

cercando il tuo odore

 

mormorami all'orecchio ancora un po'

dimmi se faccio bene o no

vorrei afferrarti e tenerti a me

ma svolazzi sulla pista come

se t'avesse rapita la corrente

 

in quale fiume consigliami un po'

dovrei annegare questo di me o no

che non sento più niente senza te

dammi un suggerimento valido

e ci ripenserò molte volte

 

ora guardami e comanda un po'

se devo alzare ancora la musica o no

che ti assordi completamente finchè

non mi sentirai più affatto

e senza rumore andrò

 

ma guardati ora un po'

scarmigliata e spaventata, o no?

a rincorrere la mia ombra senza scopo

e io ero la tua oh se lo ero

ma è tempo di scappare

 

dammi retta un po'

vuoi lasciarmi la mano o no

resterei per sempre proprio così

ma il nostro tempo chiama

il tuo alle stelle della ribalta

il mio nella notte stellata

mai come i tuoi occhi

mai come i tuoi occhi

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Capitolo 14
*** Dolcenoce ***


DOLCENOCE

 

qui dove non fa mai buio e i lampioni

i lampioni mi fanno le docce di giallo e arancione

qui dove le macchine non si fermano mai

e la gente è sempre lì che ti guarda come cieca

qui dove sembra che niente dorma mai

eppure tutto, io dico, dorme un incubo da zombie

io sono la bellezza che non ha mai sonno

io sono la regina della fortuna che gira sempre

io sono la principessa delle stelle che non si vedono

io sono la gitana che potrebbe sfidare il cemento a piedi nudi

io sono quella che vortica con la gonna a ventaglio

 

certe volte qualcuno mi chiede il nome

allora sorrido a qualcos'altro dietro di me

e porgo il cappello a chi ha gli occhi più buoni

e sono come smeraldi, come brillanti come zaffiri

un tesoro di rame e di oro da poco dritto dritto nelle mie mani

dritto dritto nelle mie mani belle senza anelli senza gioielli

ma gli occhi, quelli se li vendessi mille compratori

ma la bocca se la offrissi diecimila scommettitori

ma le gambe se le mostrassi un milione di spettatori

ma la mia pancia se la affittassi milioni di acquistatori

ma io se mi prestassi quanti, tanti quanti albergatori

 

ma io sono di chi sono, io son di nessuno, ma un po' di lui sì

ed egli non mi comprò, lui non mi giocò a carte

lui non mi vinse alle corse, non mi conquistò sulle piste

non mi offrì di tutto e anche di più, mari castelli

non mi scambiò con preziosi e un cavallo nero come il carbone

non mi stregò con malie da quattro bottoni bucati, no

lui passò e io andai con lui, lui andò e ci accompagnammo

 

e certe volte mi sembra così

di passare la vita a cercare da bere

e qualche posto dove dormire la sbronza

ma certe volte mi sembra com'è

cercare qualcuno su cui parcheggiare per un po'

e fare di tutto tranne pensare a domani

ma tu sei qui e allora niente è un problema

 

noi che non abbiamo passato

noi che non abbiamo promesse

noi che non abbiamo proposte

noi che non abbiamo un porto fisso

noi che abbiamo tutta la libertà del mondo

così dici, e allora io so che così è

 

il mio nome, il mio nome che cos'è

un ritornello, uno scherzo

un ripieno dolce di guscio vuoto

il suo nome, il suo nome ora dov'è

vola nel vento e cade nell'acqua

e via, via si fa portare, dritto fino al mare

 

io, io non sono un salmone

non risalgo le correnti a primavera

io, io non sono buona da mangiare

e chi mi rompe non trova nessun tesoro

nessun segreto che si possa raccontare

nessuna storia che si possa nascondere

e chi mi rompe, chi mi rompe che trova?

quattro ossa e due chicchi di giada grezza

e chi mi scaglia, chi mi scaglia dove lancia?

verso l'orizzonte, là verso il mare blu

 

mi affido ai gabbiani amici cari

ladri e vagabondi, come me, come me

loro capiranno, loro mi prenderanno nel becco

porteranno le loro ali bianche al largo sul blu

mi lasceranno cadere come una pietruzza

brillerà piano al sole del tramonto

e sotto lo specchio che balla andrò

a baciare il mio amore che dorme tra le alghe

ad abbracciare l'altra metà del mio orizzonte

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Capitolo 15
*** jUNGLE to jUNGLE ***


 

JUNGLE TO JUNGLE

 

 

Le luci della giungla

sono ancora lontano per il momento

vado da solo

come un ragazzo distratto

Il gheppio ha detto

non troverò buoni giochi fuori dalla foresta

solo affari di scimmie che si fan chiamare uomini

 

Luci di giungla

mi sto aggirando in mezzo a sguardi aperti sul nulla

hanno già cercato di raggirarmi in ogni modo

Per quanto mi riguarda

non me la sono presa

io vado in cerca di un oceano dagli occhi blu

Ho trovato che il cielo è diverso e mi chiedo

se il mio messaggio ti è mai arrivato

 

Notte dopo notte

dammi un appello per favore

Mi ha preso la notte

rimettimi in ordine per favore

Notte alla notte

prestami ascolto per favore

 

Stile di vita di giungla efficiente

non sei mai troppo lontano da niente

Bisogna dire: va tutto bene

anche se non puoi parlare davvero con nessuno

Dammi la possibilità

di trovarti e di camminarti sui passi

finchè non ti verrà voglia di voltarti per vedere

se questa storia ha una speranza di sopravvivere

 

Questo tipo di giungla

tutti pensano di vivere al di sopra

e con l'andare del tempo

cerca di mangiarti il cuore

Non riesco a capire

come può loro piacere

fare sempre tutto da soli

e aggirarsi come in una foresta morta

affari di scimmie stupide, così diceva il gheppio

 

Notte un'altra notte

dammi un segnale luminoso per favore

Cogli questa notte

lascia perdere i tuoi divieti

Vedi stanotte

sono venuto a chiederti di seguirmi

Proprio stanotte

vorrei mostrarti la foresta

Anche solo per stanotte

vieni a vedere la differenza

da giungla a giungla

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Capitolo 16
*** e lei si sveglia anche stamattina ***


N.d.A. -> 'E lei balla anche stasera' contava per la verità altre 2 parti che sono andate perdute grazie alla distruzione della mia chiavetta (per la quale ho già tirato accidenti di ogni sorta), perciò continuo comunque a parlare di queste due Lei, ma tento un cambio di ritmo, o meglio, mi è venuto spontaneo e perciò perché non assecondarlo? Diciamo la prospettiva si sposta decisamente, da un momento preciso in cui le avevo inquadrate, una certa notte, una certa festa, al più ampio (e forse noioso?) scenario di quotidianità. Note positive secondo me: se le storie son di notte non per forza son solo notturne...e quindi tiro in ballo altri squarci di giorni, ore, momenti etcetera... Se qualcuno tra coloro che aveva apprezzato le precedenti "puntate" dovesse trovare questo cambio di ritmo veramente sgradevole e volesse consigliarmi di tentare di recuperare il ritmo notturno e lasciarlo come esclusiva..., sono aperto a consigli e suggerimenti. Ma tanto non scrive mai quasi nessuno. Non mi dispiace troppo. Così posso illudermi di lasciare senza parole chi legge, in senso buono o cattivo che sia  ;)

E’ da dire, chi legge e chi commenta o inserisce in tutte quelle categorie di preferiti, seguite, e così via mi fa molto piacere, ovviamente, ma non solo per pura vanagloria personale, perché mi piace pensare di dare un contributo alle cose che piace leggere… tant’è, ecco qua.

 

Avvertenza per i sensibili alle cose belle e normali: si tratta di una relazione lesbica (tra due ragazze). E con questo io non mi assumo responsabilità se chi continua a leggere ripensa ai suoi metodi di giudizio e condanna con un pochino di senso critico oppure se cerca di scagliarmeli addosso (fino ad ora mi hanno sempre mancato e mi son pure divertito, siete avvertiti).

 

 

 

 

 

 

 

Ho preso la pistola di primo mattino

bang bang ho pensato rivolta nello specchio al mio profilo

nel letto disfatto giaceva scomposta una sorta

di principessa senza più 'perché mai...?'

 

Acqua gelata di mattina ingrata

cancella odori deliziosi di momenti uh veramente graziosi

penso alle roulette russe, alle ore schivate e quelle colpite

lei sospira e si volta, arrotolandosi nel sonno, forse delusa

che i sogni potrebbero non essere all'altezza delle sue aspettative

 

Di tutti i modi in cui potrei svegliarla...

mi batte sul tempo la radiosveglia berciante

nonostante la stia mirando con perizia cecchina insiste

alla fine senza fretta la sua mano languida la tace

ohi l'amaro ritorno al quotidiano signorina cuscino

sbadiglia mostrandomi quasi più di quel che s'è visto nottetempo

 

E lei si sveglia anche stamattina

vanta un aspetto da novella sbarazzina

punto il revolver al cuore con indecisione

e lei alla fine mi sorride, tutta un contento bagliore

già vorrei metterla ad indagine sui suoi sogni

pare persino contenta di trovarmi di umore già cattivo

un lento discendi dalle stelle del letto

con piglio ottimistico si incammina verso una nuova giornata

io già offesa perché oggi non mi ha ancora baciata

 

Allora andiamo a fare colazione, al tavolo di famiglia s'intende

dove io son quella, son quella là, siamo giusto amiche s'intende

tutta arzilla di capricci e lamentosa di noie e routine lei

a mentire si sa abbiam la lingua pronta tutti quanti

un giorno si stancherà del gioco e lo manderà all'aria

nessuno a dir la verità sarà sorpreso di dover gettare i suoi dadi finti

il punto è... com'è amore?...

ah sì: non si mente se non si dice quel che si vuol tacere

allora siam tutti giocolieri con la realtà e pagliacci della commedia trita e ritrita

 

Dunque oggi, quindi ora, si va alla sua scuola, cammina sul marciapiede

io son quella, proprio quella, dallo sguardo falconesco e il grilletto facile

bang bang, minaccio a denti stretti ogni fastidioso ostacolo di turno

non che sia di mia proprietà, si capisce, lei è di tutti e di nessuno

fatto sta che stan così le cose, io ho il mio revolver, lei moine e pose

le sue amiche arrivan tutte di gran carriera, qui per me si guarda e basta

il mio arruolamento, il mio dovere, non richiede scucire false smancerie

allora lei mette da parte me con le mie sigarette, e si getta nella mischia

oh, un altro giorno sopra ai banchi

per tutti i demoni e i loro santi, non c'è chi me ne scampi

dite che sui banchi si studia solo?

, avendone l'occasione potrei dimostrare valide alternative

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Capitolo 17
*** fast runner to the cloud ***


prendendo la via per la città

guidando forte come se mi inseguissero

feroci tutti i miei sbagli

per prendermi attraverso lo spazio

e crocifiggermi per terra

 

avevo questi bellissimi capelli

dovevo pur farci qualcosa

dovevo pur farli funzionare

non mi sembrava così terribile

 

adesso mi chiedi

adesso ti evito

un giorno mi chiederò un perchè

 

se dovessi schiantarmi

alla prossima curva

tu avresti il tempo

di passare oltre?

perchè tu non hai idea

di quanta strada ho fatto

e io è come se non ti avessi visto....

seguirmi

 

e adesso non stare a chiedermi cosa mi chiedo

non ti ho nemmeno domandato se hai pensato a me

tutto sembra così sbagliato adesso che ti metti a giudicarmi

con tutti i tuoi preziosissimi metri di valutazione

 

ora ti dico

non ti mancherò

e non mi sto sorprendendo

 

se potessi fare un inversione

tornare indietro

pensi che avresti tempo

di fare un incidente

come se non mi avessi visto?

perchè io lo so come vanno queste cose

io ti ho giusto visto chiaramente

 

se potessi uscire di strada

e volare dritta nel vuoto

non stare a prendere tempo

rispondimi: mi faresti l'autostop?

perchè tu non hai idea

di cosa ho il coraggio di fare

ora che mi sono lasciata tanto alle spalle

perciò ti chiedo solo

vuoi salire a bordo o no

adesso?

 

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Capitolo 18
*** lei, di tutto e di più ***


lei, di tutto e di più

 

 

Ho lasciato perdere tutto il mondo da oggi

aveva così tanto di buono da darmi

ma io non volevo dare niente in cambio

sto cercando di parlarti seriamente

ma tu non fai altro che guardarmi

come se fossi un'angelo in fondo in fondo

 

L'altro ieri stavo piangendo per qualcosa

oppure qualcuno stava piangendo per me, non ricordo

ti raccomando che resterai molto confuso su di me

e io non ti invidio proprio per niente

sono troppo occupata a prendermi tutto per me

arrovellati pure da solo

 

Sono una dea, sono un demone

sono una sfida, sono cosa facile

sono una sbandata, sono tutta per bene

non ti perdono se ti senti in imbarazzo per me

sono il tuo boia, sono il tuo aiuto

non sono mai una mezza misura

e non puoi avermi in nessun'altro modo

 

Allora dimmi cosa ne pensi davvero

so di aver lasciato alle spalle uomini affogati

adesso guarda come ti faccio diventare nervoso

e sto già per schizzare verso un nuovo estremo

domani potrei già essere qualcosa di completamente diverso

e in ogni caso non hai il diritto di giudicarmi mai

 

Sono limpida, sono incomprensibile

sono diversa, sono sempre uguale a me

sono abbastanza idiota, mostruosamente intelligente

comunque non mi vergogno mai di niente

sono il tuo successo, sono la tua disperazione

non sono mai niente che stia in mezzo

e non osare dire che mi preferiresti in altri modi.

 

C'è solo una cosa che potresti fare per me:

non stare tra i piedi quando sto mutando

e credo che sia simpatico come ti affanni

anche se non ti darò mai una chance per prendermi

 

Sono un trucco, sono un regalo

sono principiante, sono un'esperta

sono una caramella, ripieno al veleno

e tutti quelli che mi guardano vorrebbero fare uguale

sono il pugnale nella tua schiena, sono il tuo fiore all'occhiello

non posso essere niente a mezza strada

e mi stupisco che ancora non lo capisci in nessuna maniera

 

E sono un zuccherato, sono peperoncino bruciante

sono quello di cui ho bisogno, niente che mi sia utile

sono un rimedio naturale, sono alcool sulle ferite

e me ne frego se sta iniziando a farti male

sei tu che hai scambiato una persona per un'idea

sono quello che brami, sono ciò che non vuoi

ed è inutile che chiedi un'altro giro

non posso essere in nessun'altro modo, assolutamente

 

 

 

vagamente ispirata da 'I'm a bitch, I'm a lover' (se si chiama così, credo di sì) di Alanis Morissette, e accomodata sulla lei di cui parlo...

 

E grazie a Malitia per le gradite recensioni! :)

Avevo appena finito di dire che non scrive mai nessuno, ma che bella figura che mi hai fatto fare, uh uh ^^

Grazie ancora, ciau!

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Capitolo 19
*** cenerentola, esci fuori ad ascoltare le storie del vento... ***


Dedicata a M., con la speranza che continui ad ascoltare le storie del vento… e che si liberi, un giorno o l’altro, di quelle maledette scarpette di cristallo! Che a piedi nudi è meglio…

 

 

quando questa sorta di storia è cominciata

non sapevo che farmene dei baci nella spazzatura

lei aveva questo aspetto, con gli occhi ingenui,

i capelli comunemente castani

le guance colorate di troppi imbarazzi

a volte guardava alle persone in quel modo

come se cercasse oracoli o principi mezzo eroici

 

invece io, con i jeans stracciati nel fare

le solite serenate di protesta per le strade

non so cosa mi dissero per molti notti

lo scrosciare dei fiumi in cui si specchiavano lune

non ci avrei creduto se mi avessero detto

che cosa ne sarebbe stato di me

 

e lei intanto andava in giro come una cenerentola

nel suo vestito da cocktail mai usato

e non la lasciavano uscire di casa

né prima né dopo nessun tipo di mezzanotte

aveva tutti i numeri per essere una ragazza per bene

e pensava di poter riconoscere a colpo d'occhio

se un diavolo avesse tentato di carpirle la mano

ma in fondo era pronta per il primo che l'avrebbe sparata

 

mi prendo un minuto per ritornare indietro con la memoria

mi prendo su le mie cose e ritorno a camminare per la notte

 

e i tempi che cambiavano nel cielo

non sembravano più grandinate ma rivelazioni

sapevo riconoscere i suoni e gli odori nell’aria

avevo imparato a riconoscere i fuochi amici sull'orizzonte

 

lei disse che aveva sempre saputo che eravamo buoni

ma quando iniziai a diradare l'oscurità

che le avevano pigiato fin dentro gli occhi

lei scosse la testa e si tirò indietro di colpo

mi guardò, ci guardò, come se fossimo quelli che lei chiama 'cattivi'

e io mi chiesi, allora: dove sono le nostre vecchie paure?

in modo da poterle parlare da chi teme a chi teme

ma guardandoci in faccia ci rispondemmo tra noi…

 non lo sappiamo più…

 

la sua testa era così avvelenata

ho guardato il cielo, respirando profondamente

cercando di non rispondere con i miei denti buoni

alle sue parole di spregio e di accusa, non a me

ma a loro... loro che non sono capace di lasciare

che ancora gli facciano anche più male

basta... davvero, basta... è già troppo, è già più che abbastanza!

e quando riaprii gli occhi su di lei

ah, bruciavo!

 

ho visto una cenerentola in un vestito da ballo

che non aveva mai usato con nessuno

serviva solo per le sfilate delle perenni debuttanti in vetrina

e lei si aspettava di essere sempre trattata con correttezza e cortesia

e credeva che chi si arrabbia sia una specie di diavolo

purché non fossero coloro ai quali affidava le sue catene

si teneva pronta per gli shows che avrebbero continuato a svuotarla

e continuava a dire che aveva capito male

a proposito di me, di noi, di loro

pensava che fossimo tutti bravi e buoni

avrei voluto alzare una mano in segno di saluto

prendermi su e scappare via prima di perdere il controllo

 

non riesco a stare fermo e zitto quando

vedo qualcuno che vi scaglia qualcosa addosso

ah, io scatto prima di pensarci

anche se so che sbaglio a volte

ma scappando dalle mie reazioni che non so controllare...

scappando prima di di nuovo sbagliare...

correndo mi pare di alzarmi in volo...

e nel vento che soffia...

risentire le vostre voci vicine vicine...

e il cielo si aprì rivelandomi...

che cosa dovevo davvero fare per voi...

e mi sono voltato su me stesso...

e sono riatterrato...

e sono tornato indietro...

e tornai indietro...

e vi sentivo come se foste con me...

fianco a fianco...

 

e quella cenerentola non era ancora andata a letto

senza cercare scappatoie mi chiese scusa

riprofessò fedeltà alle sue autorità e ai suoi palazzi vuoti

e mi disse che aveva bisogno di qualcuno

ma doveva essere una persona con la morale pulita e limpida

le sue parole mi pungevano i nervi come chiodi

ma sulle spalle avevo il ricordo del tocco delle vostre mani

ho provato a ritornare indietro a quando come lei non sapevo niente

ma un po' credevo di sapere tutto ciò che mi serviva per funzionare

e trattenendo la mia rabbia e ridimensionando il mio orgoglio

tra me e me le offrii il beneficio minimo dell'ignoranza, della malconoscenza

ah, ma lei non vi aveva mai nemmeno rivolto la parola...

non aveva mai saputo, come so io, che cosa siete...

e trovai, a fatica, a duro impegno personale

parole che lei potesse capire, per iniziare davvero a raccontare...

 

 

 

 

 

n.b.: questo è stato scritto molto di getto… per questo potrebbe subire modifiche o aggiunte in futuro… ma per ora è quel che è…

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Capitolo 20
*** lei, ancora e sempre, con te ***


(Dedicato… a quella meraviglia che è lei…)

 

 

 

gli avvocati del diavolo esistono... e io ne avevo uno bravissimo...

 

 

 

sì, lo so lo so lo so...

che lei sta con te, che tu stai con lei

yauh!

sì, lo so lo so lo so...

che lei ti piace come mai

che tu le piaci assai assai...

già, già...

sì, lo so lo so lo so...

che quando voi siete insieme... splendete

doppia supernova che non ha bisogno di dire niente

oh, beh….

 

mi abbagliate, davvero

mi fate sentire bene a tempo pieno

il solo vedervi insieme

come sorridete tra di voi

ah, mi accecate e rido solo per la gioia

non so che razza di cosa mettete nell'aria

ma potrebbe far levitare i più depressi

ma potrebbe far meravigliare i più compromessi

ah, sì, io lo so bene

 

ma lei, ma lei, ma lei...

quando la incontrai

e non c'eri tu

no, no, no, no...

dove diavolo eri, dove diavolo sei?

avrei voluto evocarti seduta stante

per riuscire a starle più distante

senza dover remare controcorrente

ahimé, ahimé, ahimé...

mi ha mandato fuori di testa!

un circuito da corto-shock

e non me ne sono accorto nemmeno

oh no, oh no, oh no...

 

non voglio il dottore, non voglio un'occasione

voglio che tu vieni qui, ora

come se squillasse un'allarme impellente

che ti metta lì vicino a lei

e che mi rimostriate da capo

perché per voi è così giusto

che per me lei non va bene, no!

 

poi a casa, mi raccontavo di lei

con cortese moderazione...

no, non ci siamo, no

e poi, e poi, e poi...

ah, non ti arrabbiare

che da solo mi faccio già abbastanza male

ma pensai così

proprio così, proprio così, così...

che se qualcosa tra voi va male

io sarei andato a cercarla senza te

e quando mi resi conto del pensiero

ho preso a testate la parete!

 

ma tu, dove sei, dove sei, dove sei?

perché non vieni a metterti tra me e lei?

a darmi una mano senza saperlo

a mantenere le distanze di sicurezza?

e io, e io, io...

io ci ho ripensato, a come sono stato

con lei, solo noi, così bene, da ubriacarmi

e non era colpa del caffé che ci siamo offerti

né della sigaretta che non sapevo più arrotolare

mentre con lei stavo a parlare

e rendendomi conto che non so nemmeno più

cosa accidenti ci siamo detti

perfettamente realizzo, che non son riuscito

a vedere nessuno dei suoi difetti!

ah, no, no, no... così non va! non va!

 

c'è questo strano tizio, affabilissimo!

mi segue ovunque vado

e porta elegantemente una coda e un forcone

più un completo da ufficio alla moda

e una valigetta ventiquattr'ore

credo sia solo nella mia testa, sì

ma mi ha teso la mano e si è presentato

è un'avvocato del diavolo in persona!

tutto per me!

mi consiglia squallide cose all'orecchio

e ogni volta che camminavo per qualche parte

mi deviava sulla strada per cercarla da sola

e si vedeva uno litigare da solo per la strada

ah ah ah!

ero io...

 

vorrei lanciarti un SOS, sai?

o, davvero, chiederti di farmi fuori prima!

fai qualcosa, levamela dalla testa...

no che non so come, dannazione!!

perché se non ti portassi tanto rispetto

non ci avrei mai pensato due volte

a cercare di rubartela, ah no

non più mezza volta, no!

 

e tutte quelle volte che son passato

vicino a dove lei sta, quando non è con te

ohimé, ohimé, ohimé

non saprei dire come ho fatto

a non cercarla più senza avere

la certezza che ci fossi anche tu

 

ma sai, ma sai, ma sai...

c'era questo avvocato del diavolo

che mi tirava per i lacci delle scarpe

e mi diceva che erano solo pochi passi

per favore... no, no e poi no!

quando l'ho steso con un pugno

sorridendo, sagaciamente, mi ha detto questo

che non funziona così, che lo devo

rimuovere dall'incarico, insomma licenziare

ma io non so come si fa, non lo so no...

ed era già lì quando l'ho visto

aspetta... da quanto era lì? non lo so

non l'ho assunto io no, ma el diablo!

ma io sono cliente, volente o nolente

 

allora ho chiamato: la mia coscienza 2

quel bambino razionale, che è stato mio fratello

che attraversa e riattraversa a punto croce

le maniche di canale, lasciando

il suo amore ad aspettare

e gli ho detto tutto sì

e mi ha detto di smetterla

con le testate alle pareti ed altri stravolgimenti

mi ha detto di starle lontano, ah...

come no! facilissimo!

e tutto sommato, guardandomi a straccio

mi ha riconosciuto che non sapevo come fare

e in fondo non lo sapeva neanche lui

bene... e buonanotte...

lui, super efficiente, alla fine mi ha

lasciato di nuovo a me stesso affrontare

e continuo a camminare con quell'avvocato

che non smette mai di parlare!

di suggerirmi colpi bassi e trucchi sporchi

e tante altre nefandezze

ma dov'è la controparte, a parte me?

 

e ora, e ora che te sei così lontano...

per non si sa quanto...

io lei, avevo ancora paura dannata

di rivederla senza di te

ahi, ahi, ahi...

mi sono messo vetri rotti in bocca

per non rivolgerle parole di zenzero

e mi legherei da qualche parte per un po'

per non correre ancora a cercarla, ancora...

come si fa, come si fa?

a licenziare gli avvocati del diavolo?

ah, ma tu, possibile non ne hai uno?

sì, ce l'hai, è vero...

ma di ben altre cose ora

per te si deve occupare...

 

e pur sentendo la tua mancanza...

inutile dirlo, la volevo ancora

e con riluttanza ho cercato mille modi

di esserci vicino a condividere la tua mancanza

senza farne occasione, senza farne menzione

ma lei, ma lei, ma lei...

lei per me è sempre un richiamo

ma da quando tu sei come sei

da quando sei lontano...

non certo per tua volontà...

da quando ho ricordato come sei...

da quando ti rivedo nei ricordi...

da quando ho visto il suo dolore per te...

e come non lo avrebbe detto a nessuno...

com'è per voi essere distanti...

il mio avvocato del diavolo mi ha guardato

mi ha guardato in faccia

mi ha riconosciuto lo sguardo negli occhi

e senza una parola se n'è andato, per ora

persino per lui era chiaro

ora per me quanto sia troppo sleale

 

e lei, lei, sì lei sai...

come te lo vorrei raccontare

lei è più brava, lei ne sa di più...

di noi due messi insieme, probabilmente

lei è più forte di non so chi...

lei ha messo tra me e lei...

un grazioso motivo colorato di simpatia

a mantenere le distanze

ora così giuste, ora senza tentazioni brucianti

sai, beh... sopra c'è scritto il tuo nome...

 

e noi non lo diciamo...

ma ora guardandoci... vediamo solo te...

e ti aspettiamo, ti aspettiamo sempre

e quel giorno arriveremo insieme

noi due, e tutti gli altri

ah, sì, a raccattarti

e ridendo fino alle lacrime vere

non ti diremo quanto ci sei mancato

penso che solo... ci ritroveremo

come siamo sempre stati

delle mancanze non parleremo più

ah, riaverti tra noi, beh...

forse allora ritornerà l'avvocato del diavolo

con tutti i suoi azzeccaingarbugliamenti

e guardandolo di nuovo lo risaluterò

e gli riderò in faccia fino a farne cenere

poi mi volterò di nuovo verso di voi

e ce ne andremo tutti insieme

a far festa anche per te

come se non avessimo mai smesso

e in un certo senso è così...

i tuoi spazi, nessuno li ha toccati

rimangono anche loro ad aspettarti

per quando tornerai

 

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Capitolo 21
*** tornaci incontro ***


(per lei... che non oso nominare senza temere una lavata di capo…)

 

 

hai lasciato perdere tutto, e forse...

ti sei stancata di remare contro

tra noi gente ribelle

fino a dove arriviamo

 

tu hai afferrato il gioco al volo

non interessa cosa si dice

e se tutto suona metallico

cosa importa?

 

ma i tuoi occhi, i tuoi occhi...

i tuoi sorrisi, le tue espressioni...

lascia che ti chieda

quante bugie?

ma tu non rispondermi, per carità!

fa come se non ti avessi detto niente

e ridi ancora insieme a me

 

forza vieni a incontrarci

facci sorridere al rivederti

fai tutto quello che ti pare

nessuno chiederà perché

 

non c'è niente di meno

tutte le pistole che ci puntano addosso

non trovano più obbiettivi

magari si sono stancate, come te

giusto per un momento

 

è questa la prova

un'occasione per giocare di scherma

e quando perdiamo

non è difficile ritrovarsi a riderci addosso

 

questo è proprio...

questo è...

sei proprio tu in tutta te stessa

non hai che da dire 'ciao'...

di nuovo

 

avanti vieni a farti rivedere

e guardaci sorriderti

faremo quello che ci andrà

e non ci chiederemo perché

 

non c'è niente di più di così

prendere tutto ciò che ci capita

perché io credo in...

oh, non lo so dire

mi ricordi madre terra

 

e tu strattona pure

la mia fiducia, in qualsiasi cosa

anche se ti giuro ancora mi chiedo

cosa sia genuino, te compresa

aspetta, aspetta un attimo prima di scappare

e magari dì che puoi riprovarci a tornare

 

allora vienici incontro un giorno come un altro

facci sorridere all'improvviso nel riconoscerti

faremo quello che ti andrà, o perlomeno ci proveremo

non ci sarà bisogno di perché

ma ci manchi terribilmente

 

e torneremo a sederci sul treno

ti lasceremo riprovare

a versarti i cicchetti nei tappi di bottiglia

e quando scoppierai a ridere senza freno

rimetterò la mia mano sotto alla tua

non so neanche adesso

se era per non sprecare quel ben di dio

o per non farti sporcare la gonna lunga

da folletto proprio, proprio da te

e torneremo a scappare lungo il treno

e quando ci risiederemo

mi griderai ancora che diavolo faccio

seduto per conto mio laggiù!

costringerai lui a tirare giù i piedi

dal sedile, quello di fianco a te

per fare di nuovo spazio per me

 

e faremo finta di non sorridere

quando riprenderai a litigare per scherzo

con qualche tuo ex, basito eccome!

e se lui, se lui non è qui ora...

, lo aspetteremo insieme

lo so, lo so che fa male

tanto da non poter dire

lo sappiamo tutti quanti

e ti dirò il mio trucco

quello che ho usato per riuscire

a scrivergli qualche parola

senza che mi si spezzasse la coscienza

anche se non so ancora

come andare a patti con la sua assenza

 

ah, e chiuderò un occhio

quando ridi per qualche mia sciocchezza

perchè fai ridere anche me, comunque

e mi allontanerò ancora e ancora

per non assordarti con le mie urla di rabbia

e ballerò ancora con te, anche se tu

non vuoi mai ballare come si deve

e farò finta di non sentire quando

ti attribuisci il merito delle mie ricette

e poi di nascosto mi chiedi consiglio

per dare le istruzioni giuste

ma le sbagliate vanno benissimo!

segreto delle mie forchette

 

mi sa che ti richiederò un passaggio

e mi ascolterò tutta la musica che

tu e lei mi vorrete propinare

e quella canzone benedetta

quella che odiavo, anche se parla

proprio di una ragazza lupo

, da allora la riascolto

ancora non mi piace, ma è come

se mi parlasse di te, di quel che

abbiamo combinato, diamine!

e quando qualcuno le diede addosso

ah, noi facemmo coro pronto di difesa

ma mentre io non facevo che abbaiare

tirasti fuori quell'assolo pungente, spiazzante

e l'aguzzino se ne andò con la coda tra le gambe

e mentre ti guardavo, sorridendo stupito

borbottando irritata hai detto 'va là, andiamo'

quanto ti ho adorato...

dicesti: i miei amici non si toccano!

e ti capii, perfettamente

 

e certe volte, quando mi prende una rabbia bruciante

e certe altre, una tristezza assordante

quando mi faccio abbattere dall'impotenza

e quando mi rifaccio male senza coscienza

quando mi lascio schiacciare dallo sconforto

vorrei risentire la tua voce che si alza nel silenzio

vorrei risentire le tue sferzate taglienti, senza peli sulla lingua

lui sai... forse come me... senza te ci si sente

orfani senza alcuna speranza di affetto

e scrivigli, ti prego, trova il modo

fosse anche solo 'ciao', per lui sarà tanto

perché quando ci chiede di te

rimaniamo ancora senza parole...

 

davvero, tutte le volte che ci hai fatto vergognare

perché tiravi in faccia a certa gente

ciò che davvero pensavi veramente

d'accordo, metà colpa di quel che bevevi

ma inconfessabilmente eravamo d'accordo

e se lui se ne andò mentre ancora

proclamavi sentenze senza speranza d'appello

era per non ridere per quelle tue sagaci parole

senza mezzi termini, sempre tu

e lascerò che mi confondi ancora con lui

d'accordo, ci assomigliamo abbastanza

e mi ricordo quando mi raccontasti

di come ti risvegliasti per terra

con la macchina in un campo di grano

e io, ascoltandoti, ancora rido

quando dicesti cosa facesti

ti rialzasti, ti rimettesti al volante

e guidasti fino a casa

senza lasciarti dietro niente

olé, risolto il mistero dei cerchi nel grano

 

ma tu, ti prego, rialza il telefono

ti parlerò come se ci fossimo sentiti solo ieri

ti chiederò di rivederci ancora

con o senza gli altri a farci da corrente

e credo che qualche modo lo troverò

se mi rispiegherai la strada di casa tua

verrò fin lì sotto alla finestra

a chiederti di nuovo di scendere

a riportarmi le agende dimenticate

e ridere insieme di quelle parole avventate

quando dicevano di bandire l'alcool

e noi stavamo zitti, chiedendoci

come fosse possibile un mondo così

io non lo ancora, ma ho un sacco

di altri aneddoti da raccontarti

se solo ci fossi stata tu

sarebbe stato certamente più...

imbarazzamente, eloquentemente

sorprendentemente, eccezionalmente

molto più interessante e pungente

 

e lo so, mi hanno detto

che hai troppi amanti da gestire

e ne ho riso davvero tanto

con un po' di pietà per loro

li starai facendo ammattire

senza mai farti beccare, probabilmente

e lo so, che forse te ne bastava uno

ma sai, non ti parlerò mai della sua lei

anche se mi ha dato da fare, eccome

e tra i miei piani malefici

c'era quello di allearmi con te

per riformare le coppie a piacimento

ma sai... in fondo so che lo sai

che è giusto così, anche se sì, lo so

che non è una ragione che dia pace, no

ma adesso, noi abbiamo ancora

ancora bisogno della tua presenza

potrai dettare ogni sorta di penitenza

non che ci sottometteremo, ah, sarebbe la fine

ma sarà comunque un bel gioco

 

forza vieni a sgridarci tutti quanti

facendoci sorridere di dolcezza ironica

faremo come dici, e anche no

non ti chiederemo mai perché...

eri sparita senza salutare

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Capitolo 22
*** cattiva esposizione ***


 

 

 

i “giovani” vogliono tutto in tavola

io gli romperei il sorriso a calci.

vogliono tante belle emozioni

allora ci do un taglio

 

la mia macchina fotografica è pronta

tutto il mio mondo in una fotografia

 

loro scuotono la testa

hey, stanno solo comprando e vendendo se stessi!

(che male c'è?)

ok, forse ho dimenticato

lasciato il cervello sul tetto

 

loro vogliono sensazioni forti

e allora posso dar loro un taglio rapido

 

la televisione è nuova, ultrapiatta, design accattivante

decine e decine di finestre su un mondo finto per me

 

e quando loro schioccano le loro magiche dita

gliele strapperei via a grandi morsi

oh, scusami, ora non posso

mi è appena arrivato un altro sms

 

e tu che mi parli e parli di colori tutto il giorno

questione di opinione, di arte, di gusto, di cultura, di schieramento, di interessi

ma io credo una cattiva esposizione ti abbia reso cieco

e tu ridi, chisseneimporta purché tu sia felice come lo zucchero

 

resta qui per un momento

tornerò tra un istante per ricordarti

non sono giusto la stronza nel tuo giro alternativo

e non sono qui a far da specchio al tuo narcisismo

dici che vogliono emozioni e tanto spettacolo

allora sono arrivata alla mia conclusione

 

lo schermo del computer è acceso

per poter perdere tempo a piacere in un mondo falso

 

oh, il tuo fascino mi ha dato proprio alla testa

potresti darmi un paio di monete...?

oggi infrango le abitudini e vado alla svendita di colori bugiardi

perché la cattiva esposizione non mi rende più cieca

guardo i colori sorridendo tutto il tempo

loro tutti accecati dalla cattiva esposizione pensano che io sia felice

ma io non abbastanza accecata da sorridere per niente

oggi compro dinamite e miccia, domani più niente

 

loro tutti ridenti e lamentanti

la benzina costa troppo, in africa muoiono ancora di fame

nessuno coglie alcun nesso

temo proprio che la cattiva esposizione alle cazzate li abbia imburattinati, o imburrati

quando la fetta cade, si spiaccicano sempre per terra

ma continuano a pensare convinti che sia colpa dell'altro lato

 

oh mio dio, oggi ho dimenticato le mie pillole colorate

per addormentarmi la coscienza, essere tutta a posto e non sentire più niente

potrei fare loro la pubblicità, guarda le devi proprio provare

vanno giù come caramelle e poi non hai un problema più per niente

potrebbe passarti sopra il mondo e ti sentiresti ancora così normale

non crei più problemi ad amici parenti commessi e serpenti

sei tutta brava come se ti avessero lavato e stirato proprio di recente

sei sempre simpatica e non fastidiosamente intelligente

e tutti hanno solo aggettivi deliziosi per te, ti piaci proprio come regina demente

ma oggi le pillole non le ho prese, le ho finite nell'acqua corrente

perciò: dieci secondi per uscire dalla porta prima che ti arrivi uno scarpone sul naso

l'ultimo che mi disse 'hai avuto una brutta giornata'…

giuro non so che ne è stato, dicono che è morto prima di dubitare nel paradiso

 

oggi sono una tigre che divora tutti quelli che dicono come scusa 'sai com'è la gente'

voglio un circo intero per colazione ed ho l'imbarazzo della scelta

 

pensano tutti che si vogliano solo belle esperienze

allora gli tiro uno sputo in faccia e oggi

splendida giornata per entrare e uscire dalla centrale

mi sono accucciata davanti e ci ho pisciato sopra

il pop(olo) ribelle mi fa un baffo, sono votata al trash

mi scuotono i loro sorrisi in faccia e cercano di legarmi

mi imboccano con miele e zuchero ma torno a vomitare da capo

 

dicono che una cattiva esposizione mi ha reso completamente pazza

ho girato la foto, e dietro avevano tutti facce orrende

temo proprio, dice il dottore, che la cattiva esposizione le abbia fatto male

alla fine torno a casa con la mia sporta della spesa

oggi sono arrivata a una preziosa conclusione che scoppia

 

e ora schioccano le dita per chiamarmi a bacchetta

mi metto il grembiule e gli rovescio la pentola rovente in faccia

oh, scusa un momento, mi devo seppellire col telefono intelligente

una bara di elettro-shock, suicidio catodico, dolce e lento come oppio fresco

ma a me piacciono i fili arrotolati per strangolare con la cornetta

e oggi ho lo smalto trasparente che in realtà sono le mie nude unghie

caffé in mezzo ai denti, cerco la fonte dell'odore di bruciato

più buchi che calze, e la lavatrice che parla da sola

 

amore, carino, bellino, vieni qui che ti faccio sognare

un sogno molto bello dove tutto va a fuoco e tu sei il primo a bruciare

hai visto quella stronza che ti sorrideva con i denti storti e le tette grosse?

e poi ti tirò un pugno dritto attraverso il finestrino, facendoti volare

io sono caduta per terra tenendomi la pancia dal ridere

 

ma loro dicono che bisogna prima di tutto comunicare

trovo che i miei vaffanculo siano eloquentemente espressivi

 

ma di me non ti dovrai mai tanto preoccupare

io dico le cose, fingono di non capirmi, ma voglio solo che girino al largo

 

quelli che non capiscono mai niente si mettono ad imitare

hanno voglia di fare i ribelli, di prendersi qualche serata piena di emozioni

li scosto dalla strada gridando da spezzar loro i vetri in testa

ho sul comodino una foto del loro culo pieno di schegge

 

sono piena di colore tutto il giorno

potrebbe essere il vino o l'incerta timidezza

oggi sono piena di energia tutto il giorno

potrebbe essere il correre o il ballare fino al mattino

oggi sono piena di dolore tutto il giorno

potrebbero essere le zuffe e le condanne giudiziarie

ma oggi sono estremamente bella tutto il giorno

spaccando illusioni col solo ridere, agguanto ciò che mi piace

e ne avrò cura per sempre, in ogni caso

masticando il guinzaglio e rosicchiando caviglie

di me non voglio importi a nessuno più niente

 

sono pronta, sono attiva e operativa

non mi possono accendere o spegnere

non ho spina o elettrica corrente

non ho schermo, gettone o portafoglio

non ho niente da vendere o comprare

ma mi sento molto più di merce o di niente

sarò marcia, allora, fino alla radice

e la loro radice di civile dibattito

per me è andata a male e puzza da far schifo

 

dicono tutti che vogliono emozioni forti da comprare

io gratis faccio tutto quanto brillare

 

la mia mano non trema con l'accendino

la miccia si arrotola deliziosa su questo terreno

mi accendo una sigaretta e vado a prendere il prossimo treno

e tutto salta per aria con un battito di ciglia

schiocco le dita per riaccendere la magia

faccio un inchino,

e sono già troppo lontano per le sirene che piangono 'accidenti'

 

 

 

 

*in omaggio ad alcune canzoni di Honey Bane, in particolare 'Negative Exposure'

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Capitolo 23
*** al volo ***


 

ho fatto una specie di sogno:

c'era questo coleottero cobalto

ti si posava sul naso quando sorridevi

e io lo afferravo al volo e gli cantavo una lezione

perché in fondo ero geloso

 

ho lasciato che il vuoto mi inghiottisse le parole

ma tu le sentivi comunque, lo so

hai lasciato che la pelle ti scivolasse via

e quando ti sono corso dietro per riportartela

hai riso e quasi cadevi, ma ti ho preso al volo

 

e mentre giocavamo a scacchi, spiluccando lucciole

il cemento si sbriciolò senza che realizzassimo

c'era il sidro di fuoco che mi scorreva addosso

eri capace di tossire fuori dai polmoni poesie di nicotina

stavo cadendo in un tombino, e allora mi afferrasti al volo

 

le stringhe slacciate scorrevano per chilometri

tutte le carte che giravo erano bianche

ed eri sicura che la luna fosse nera

quando l'etere si spezzò di schianto

e urlando precipitasti, intercettai la tua caduta al volo

 

spiralizzavano verso l'alto le nubi elettriche

una tempesta in black-out giù in città

carezzando a tentoni i muri cercavo le vecchie strade

nelle foglie del the mi hai visto cieco prima che inciampassi

mentre la moto slittava oltre il semaforo spento, mi hai frenato al volo

 

il necromante venne a chiederti motivazioni

gli offrii cubetti di ghiaccio e il mio dito dell'osso

raccomandò che gli anelli arcobaleno non dicono chi sei

gli diedi ragione su tutto finché non si stancò

mentre se ne andava gli feci lo sgambetto, e te ti presi al volo

 

fu quando facesti quella sorta di sogno:

serpenti di fiamme scappavano dall'inondazione

il becchino cantava di vigne perdute

quando annunciarono l'inizio della danza successiva

la signora in nero sorrise ma mi mancò

la maschera le cadde dalla mano che tremava

attonita rimase in mezzo al suo sabba fallito

 

e mentre correvamo via, tu ed io, ci afferrammo al volo

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Capitolo 24
*** lungo addio (sulla riva est del canale) ***


LUNGO ADDIO (SULLA RIVA EST DEL CANALE)

 

 

la riva est del canale schiamazza oggi

come se cantasse, a modo suo, lo fa

la senti tu, ora?

 

mentre lasci la città lasciandoti dietro

che starnazzino pure tutti insieme

non li senti più vero, ora?

 

ma senti me, un momento

 

certe volte esploderà

come il tuono di uno sparo dritto al centro del petto

qualche volta reclamerà giusto inconsistenza

mentre si sbriciola per giorni come cenere infinitamente sottile

talvolta ci sarà bisogno di aggrapparsi coi denti

per non precipitare a peso morto per miglia vuote e spente

tal'altra sarà solo da averci a che fare

e tenere duro un altro po', mentre si scivola in avanti in qualche modo

io ti avvertii

…e d'altro canto non ti dimenticherò mai

 

lasciando una città per un'altra

come se una non valesse l'altra

lo sai già tu, no, ora?

 

tentando giusto di lasciar perdere

di venirci a patti in qualche modo

mi chiedo se ci riuscirai tu, ora

 

le persone che continuano a svanire

e trova la forza di lasciar loro un sorriso di scherzo

credo che sia loro possibile portarlo con sé

e ovunque vadano li accompagnerà in silenzio

mentre il canale porta via l'eco dei loro passi su questa terra

 

e tu non vorrai mai comunque dire addio

già ti vedo, e ancora ti vedo

impelagata in addii troppo lunghi, senza trovare il modo

ma io già lo so

…d'altro canto, non smetterò mai di separarmi da te

 

e ripeti pure, con ferrea sicurezza…

un addio mai

stabilisci ancora, voce lì per infrangersi…

un addio mai

 

ma già mi viene da ridere al sole che gioca sull'acqua sporca

tutto quello che c'è in questa città drena via qua sopra

e se ci potessi camminare mi taglierei i piedi centinaia di volte

che solo lasciare portare via i propri cocci non li fa sparire

 

perciò vi leggo di tutto, un libro aperto, le cose da non ammettere mai

bandite e gettate via persino dai ricordi, si lasciano fluttuare lontano

e penso ti stiano accompagnando, fino alla tua nuova città

 

allora, mentre tu ripeti nella mia testa 'mai la parola 'mai''

mi gratto un angolo della bocca, e sorrido perplesso

proprio come quella volta che lo dicesti

 

e mi addormento sulla riva del canale, pensando

di raccomandare alla spazzatura della città di scortarti

di trincerarti il cuore e i piedi senza toccarti mai

tenerti lontane altre cose molto più appestate

ma non gli dico

…che non finirò mai di dirti addio

 

 

 

 

 

 

* questo è uno di quelli che com’è stato scritto – particolarmente di getto – allo stesso modo ho deciso di mettere online – senza pensarci una seconda volta -. Ha a che fare col fatto che nel momento in cui l’ho scritto avevo chiare le sensazioni di fondo che lo hanno accompagnato (di cui ho goffamente cercato di tracciare una piantina particolare cambiando il font, ma tant’è, è più una “piantina tattile” a mio uso, perché già immagino che tra qualche tempo perderò il contatto diretto con l’atmosfera che ha delineato queste parole, e forse allora mi sembreranno solo casuali, mal raffazzonate, disgraziatamente insufficienti per mia mancanza di abilità a trovare le parole appunto – e forse per fortuna – per rendere ciò che avevo addosso quando le scrissi.) *

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Capitolo 25
*** Punto Linea Triangolo scaleno ***


Punto – linea - triangolo scaleno

 

 

tu mi piaci

e io ti piaccio, indubbiamente

non è tutto questo molto carino?

 

tu fai su il gomitolo

e io ti faccio il filo

con dolce pazienza

non è tutto questo davvero molto carino?

 

solo non capisco perchè quel tuo vecchio amico

(a proposito da dove è spuntato?)

venga sempre a parlare con te

onestamente mi verrebbe estremamente facile

dargli il benservito senza scontrino

(non ci rimarresti male, no?)

 

e tu dici un giorno ti presento il mio amico

(amici amici?)

e lui dice 'a proposito come ti chiami?'

(e mi sorride. affabilmente!)

e tu dici che sono tuo caro amico

(dio!)

 

ma tu, oh tu, sei così leggera

oh, tu sei così libera

come il vento di primavera

così delicata e tranquilla

così gratuita e semplice

questa è la storia

 

tu mi piaci

(ma non te l'ho ancora detto?)

non è che ora ti piace lui?

(potresti anche chiarirmelo)

e lui credo che gli piaci

(ci mancava anche questa)

e dice, ha detto proprio, che crede di amarti

(non è romantico? da affogare)

oh... e come la mettiamo adesso?

 

lui ti piace

(sì, ho visto, ho capito)

e spero proprio che tu non pensi di amarlo

(ah, lo chiedi a me)

diavolo, sono cose che dovresti sapere

(e io?)

dici che proprio non sai come fare

(sì, capisco, situazione complessa)

e io? dico piano

(ma proprio con fil di voce)

e tu mi baci

(sì, l'hai fatto, l'hai fatto davvero)

 

allora dico

di quel tuo vecchio caro amico

(ma sì, proprio una cara persona)

ora possiamo anche sbarazzarci

(dico bene?)

tu sorridi, gli vai incontro

(giusto, liberarsene con spensieratezza)

lo prendi per mano

(mi è sfuggito qualcosa)

lo tieni con noi

(c'è qualcuno di troppo qui, sì)

 

e lui mi chiama amico mio

(certo, contaci)

non è carino il mio vecchio amico col mio nuovo amico?

(cosa hai detto?)

sarebbe proprio carino che andaste d'accordo voi

(prego?)

ora non la prendere sul personale

ma credo proprio che gli vomiterò addosso

lui mi da pacche sulla spalla

ma i miei pugni in qualche modo frenano

davanti ai tuoi sorrisi

e ai tuoi baci finisco per sciogliermi

neve al sole

dannazione

 

va bene ora sia chiaro

(mi stai ascoltando attentamente)

qui le cose prendono una piega strana

ma io le cose le ho capite

il tuo amico dice che son simpatico

per mio conto a volte con trasporto

gli darei quasi quasi un po' fuoco

questo ti dispiace seriamente

sì lo so e capisco, anche se in verità no

e lui dice che io gli piaccio

ma prima che io possa ribattere

tu ridi nel sole e dici

che è veramente molto carino tutto questo

(, per me no!)

 

ma tu, oh tu, così calma

così spontanea e dolce

baci come carezze e mani calde

e come si muovono i tuoi capelli

leggeri nella brezza

e come si accendono i tuoi sguardi

e come sorridi e illumini le cose

sbatti le ciglia come ali fatate

ci travolgi e ci porti in giro

a vedere le cose

punti di vista privilegiati

oh, e sei così gratuitamente

così leggermente

così scioltamente

oh, sei zucchero filato

alla fiera di tutte le giornate

la cosa più buona e golosa

in tutta la tua semplicità

...proprio una brutta storia

 

e poi arriva il tuo vecchio amico

sorride a me quasi quanto a te

e dice amici con le mani

le mani confidenziali

sulle nostre spalle

quale discrezione lui ha

nel far quadrare un triangolo

e sembra gli spigoli van di traverso

solo a me, hey, non la vedo bene

tu ridi e ridi e sei felice come una caramella

io completamente fatto di zucchero

il tuo amico trova tutto questo

che tutto questo è veramente carino

(eh??)

 

dai, fammi un sorriso, dici tu

(io non resisto)

e lui dice che gli piaccio

(e qui sì resisto)

lei trova che è proprio bello

tutto va a meraviglia pare

tranne che io ancora

no, proprio non mi convince

quante volte mi rivolto nel letto

e nei giorni che mi si stirano addosso

e se lui mi capitasse davanti alla macchina

me lo chiedo seriamente se frenare

ma poi mi faccio un altro giro alla fiera

e i tuoi baci sanno di caramello e zucchero

e la tua mano nella mia è stretta

e lui insiste per andare sulle giostre

(eh...)

allora devo proprio dirtelo

ma tu...

 

tu sei, oh davvero, così bella

col vestito che ti balla addosso

e i sorrisi dolci come miele

che distribuisci come confetti

ma nel tuo mondo ci siamo

solo io

(, sì, ok, e anche lui)

solo io e lui per te, è chiaro

ma non è mai stato detto

quali siano le regole e i confini

di questa maledetta geometria

roba da sbatterci la testa

e rompersi i denti

farne una collana

che tu indosseresti

con eleganza sbarazzina

 

e oh, tu sei così leggera

così frivola e carina

così furba e vivace

così intelligente e non complicata

e il tuo profumo non è dozzinale

hai sempre un buon odore

e lui pensa che io abbia proprio ragione

(ma chi lo ha interpellato?)

questa è una storia...

 

ma adesso senti un po'

lo devo urlare fuori adesso

a me non piace il tuo amico

a me, no, non mi piace

e sì so che tu gli piaci

e sì so che io ti piaccio

e sì so che lui ti piace

ma lui a me no

proprio non va giù

 

lui dice che gli piaccio

tu dici che ti piaccio

e tu piaci a me, oh sì

e lui dice che gli piaci

e tu dici che ti piace

mi guardate stranamente

è chiaro che sto facendo

faccio scenate inutili

(ah, sì? beh...)

ma ora senti questa

potremmo essere anche in due

sì, insomma, va bene due qualsiasi

 (sarebbe a dire: o io o lui!)

e tu dici che sarebbe carino

sarebbe proprio carino

se io e lui facessimo una passeggiata

per chiarirci tra noi i problemi

nessun problema, dice lui

dice che io gli piaccio

ma hey, tesoro, lui a me no

lui a me proprio no

 

ma tu, oh, tu sei così raggiante

tu, ti lasci trasportare dall'aria

oh tu, profumi di vaniglia e viole

tu, così scherzosa e zuccherosa

così dolce e impertinente

tu, la semplicità in persona

mai cosa più leggermente bella

frizzante come la soda

tu, oh, sei così libera

senza nessuna complicazione

tu, sei così gratuita

ma non scontata, no, mai

tu, sei così spassionatamente appassionata...

è questa storia

 

lui dice gli vado a genio

(ma lui a me no)

lui dice sono una brava persona

(che mi importa)

lui dice sono un buon amico

(non per lui)

lui dice che ti piaccio

(sì, lo so)

e dice che a me piaci

(grande intuizione)

e dice che a lui gli piaci

(il problema)

e lui ti piace

(senza soluzione)

lui dice che non c'è nessun problema

(davvero?)

che tutto va bene tra noi

che io gli piaccio

 

ma lui a me no

lui a me no

lui non mi piace

lui non mi va a genio

non lo trovo simpatico

vorrei non ti piacesse

vorrei non gli piacessi

(ma questo non importa poi)

e vorrei non piacergli

e se gli piaccio, hey!

che diavolo mi importa

lui a me no

lui a me non piace

non mi piace no

 

ecco guardaci che torniamo

tu sorridi nel tuo vestito

tu sei dolce e bella

nella tua estate splendente

una dolcezza assoluta

in tutta la tua semplicità

oh, sei così libera

così gratuita

così spassionata

ci sorridi

e poi non sorridi più

 

non è carino?

(dico io)

il tuo vecchio amico col tuo nuovo amico

(ma tra loro amici no)

che vanno a spasso insieme

(proprio così)

e non è carino forse?

come sanguina il naso del tuo vecchio amico?

dopo che il tuo nuovo amico lo ha colpito?

e siccome quando non sei contenta non ridi

diventi pesante come una pietra sullo stomaco

me ne vado senza rimorsi

lasciando che il tuo vecchio amico

sì, quello a cui io piaccio

si faccia cullare come un bambino

con le ginocchia sbucciate dal marciapiede cattivo

io e il marciapiede sghignazzamo insieme

non è carino?

 

 

 

 

Note dello scribacchiatore: ebbene sì, se fossi buono avrei scritto questo come premessa, ma io sono notoriamente crudele. Tutta quella trafila sopra vi ha esasperato in maniera inverosimile? Esatto. È una specie di roba – non ho idea come si chiami la tecnica specifica, lo saprete voi che ne sapete più di me di letteratura e roba varia insomma – che dovrebbe “servire” a rendere le emozioni del protagonista, cioè l’esasperazione, il ripetersi della cosa che apparentemente cambia forma, ma alla fine… insomma sì, ha il suo senso, ma da leggere è una cosa fastidiosa e basta, perché è venuto fuori lungo, ripetitivo eccetera eccetera, aggiungeteci una critica a vostro piacere se credete. Io scommetterei che la stragrande maggioranza di coloro che arriveranno in fondo a questa roba (non barando! Leggendosela tutta!) mi odieranno. Per farmi “perdonare” ne aggiungo subito un’altra nel prossimo “capitolo” della raccolta, pescando tra quelle che c’ho sul pc con scelta non casuale. Il tono generale di questa è comunque volutamente canzonatorio e “saltellante” e via dicendo, niente di impegnato né impegnativo, lo ammetto. Quando mai scrivo in maniera impegnata? Mah, ogni tanto mi capita, ogni tanto… non quando ho scritto ‘sta roba, no. Forse vi chiederete che cos’è il titolo. Ha un suo senso. Ma ora non mi va di spiegarlo, anche perché sospetto non interessi a nessuno.

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Capitolo 26
*** per sempre e ancora sempre - 2 ***


Io

già posso vederlo

tu

già mi prendi in giro

Per niente al mondo

noi getteremo la spugna

Si è detto che prenderemo

il mondo a morsi nel sedere

oh, diavolo se lo faremo!

almeno per una volta

sarà come per sempre

 

E tu

tu partirai per la luna

e io

io ti starò a guardare dalle nuvole

non ci perderemo mai di vista

ne sono sicuro

ruberò un missile spaziale

e ti verrò a riprendere

 

Nessuna difficoltà

potrà impedirci di ritrovarci insieme

Se necessario fermeremo il tempo

e lo ripoteremo indietro

almeno un centinaio di volte

sarà come farlo sempre

 

E tu

non stare a prendere le distanze

già mi sembri

una chimera che nuota controcorrente

potrà anche essere che nessuno

crederà mai a ciò che affermiamo

la polizia per le strade

ci sta ancora ricercando

e noi saremo anni luce lontano

almeno per un altro giorno

e noi saremo alcool e nitroglicerina

ancora un'altra volta

 

Io

sarò la tua miccia scintillante

tu

come una dinamite di stelle multiple

persino la regina ci chiederà consiglio

e noi risponderemo che vogliamo la sua corona

avremo tutto ai nostri piedi per un'ora o due

oh, io credo che basterà

 

Poi potranno anche condannarci a morte

e noi ci andremo a festa

come se contasse solo fino a domani

 

Io

posso ancora vederlo

e tu

non smettere mai di contarci

domani sarà un altro giorno

le sirene non ci incanteranno più

attraverso flutti oceanici

avremo sempre la nostra isola del tesoro

tutti i dipendenti verranno da noi

a chiederci una buona cura

noi li getteremo in mare al volo

lì impareranno finalmenta a nuotare

 

La mia stella polare del sud

sarai sempre e comunque tu

e possono anche precipitarmi in un pozzo

so che verrai a tirmarmi su

Danzeremo attraverso l'etere

come se fosse per sempre

Scioccheremo tutto il comprensibile

come se fosse per sempre

Accenderemo luci per abbagliare l'alba

come se fosse per sempre

Trufferemo il tramonto con l'aperitivo

come se fosse per sempre

 

Noi nessuno ci teme

e nessuno temiamo noi

noi abbiamo un regno di bugie

loro ancora non ci stanno dietro

Nessuno più ci potrà rintracciare

come se fosse per sempre

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Capitolo 27
*** perdendoci ***


C'era della pioggia tra le mie palpebre, che scossi via

per poter vedere meglio il colore dolce dei tuoi occhi

Ponendo in contatto la ruvidità dei miei colpi sulla faccia della gente

mi ricomparivi davanti come un buon motivo e avrei dovuto realizzare...

che non era pioggia a rendermi così lo sguardo

che non erano le differenze a farmi da spatola per definirmi

che ero io

che non potevo tirarmi via di dosso ciò che mi ha reso tale

 

Oh, per favore ora

conta-cicatrici sorellina dimmi

di quelle cose che non ho mai saputo trovare

il perché non riesco a fermarmi adesso

che sia a fiottare sangue che sia a trafiggere il suo cuore

niente che io riesca più a fare per evitarlo…

io sto diventando folle credo

E nonostante ciò lo sto perdendo

 

Ho sentito chiaramente l’urlo come vento di scialle stracciato

e la polvere mi ha graffiato sul viso presentendoti arrivare

Quel modo in cui puoi stare ferma in mezzo alla strada

forse avrei dovuto diffidare del momento, e ascoltarti allora…

che non era la notte a farti apparire così

che nemmeno fu il trauma, che razza di inganno

che mi rivendico di essere io il colpevole

che maledicimi pure ogni passo falso, ma prego di incontrarti ancora

 

E allora ti prego ora

soffice luna dimmi adesso

di quelle cose che non riesco ad afferrare

come posso fermarmi ora, come posso smettere?

se non c’è niente che riesca a fare tranne…

mi si sta sbriciolando completamente il senno

E nonostante ciò continuo a perderla

 

Allora ti imploro ora

crudele pozzo ingoia-lacrime dicci

se tra le cose che possiamo scoprire e fare, almeno una che…

e come possiamo non fermarci più, ma spezzare

il non poter far altro che niente fare, e devastandoci…

stiamo smarrendo noi stessi, ci stiamo giocando ciecamente

E nonostante questo ci stiamo reciprocamente perdendo

 

 

 

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Capitolo 28
*** sentieri di caccia ***


.sentieri di caccia.

 

Potrebbero passarti accanto un giorno che vale l’altro

Non guardarli, fingi di non accorgerti di loro del tutto

Perché sono in caccia aperta, e giocano tra loro solo per distrarti

Se lo senti lanciare un richiamo acuto come una corda spezzata dall’impeto

Se la senti cantare dalla gola come se sapesse di tutti i dolori e d’ogni gioia

Potrebbe essere il momento buono per iniziare a correre, ne sentirai il bisogno

Qualsiasi cosa succeda non farlo, perché allora ti inseguiranno

E conoscono tutte queste strade al millimetro, palmo nudo su terra fredda

Farebbero curve da capogiro, ti taglierebbero la strada, ti prenderebbero

Non provare nemmeno per un momento l’illusione di fregarli, sono micidiali

 

Giocano al mercato illegale quando il giorno è completamente nero

Ballano come fottuti indemoniati quando la notte è di liquido argento

Perché non hanno niente da perdere e hanno tutto da scommettere

Si dice che lei insegua per rabbia e uccida per odio puro, e lui resta a guardare

Si dice che lui possa oscurarti lo sguardo se mal gli gira, e lei gli è complice

Potrebbe essere il momento buono per serrare tutte le porte col ferro fuso

Non disegnare niente come amuleto, t’annuseranno attraverso le fessure

E conoscono tutti questi trucchi centimetro per centimetro, sono in giro da tanto tempo

Farebbero un casino tale da far tremare il pavimento, e nessuno sa

Perché o percome alla fine, sorriso enigmatico, aprendo le grinfie ti lascino andare

 

Corrono per ore, senza precisa direzione, semplicemente a fiaccare il fiato

E macinano strade su strade, occasionalmente su passi già fatti, senza ordine alcuno

Perché il caos è il loro unico arbitro, e hanno un cuore troppo vivo

Se lo senti volare alto, e le penne frusciare irresistibile ninna nanna

Se la senti arrivare con passo fermo e leggero, come se venisse esattamente per tutti e nessuno

Potresti dipingerti di bianco, rosso, verde, grigio o nero

Ma ti leggeranno nello sguardo solamente, e non sai cosa ci troveranno, per quanto ti conosca

E se già t’hanno trovato potrebbero comunque tornare a cercarti

Non ti chiedono niente, ma li lasci entrare a tuo rischio e piacimento

 

Si sguinzagliano in giro senza preavviso, e te li ritrovi già a piede libero

Sono dappertutto e da nessuna parte, perché non sono sempre nello spazio che occupano

E non hanno padroni né servi, sono compagni unicamente di se stessi

Se lei non vede niente quando si muovono tra palazzi, le fa da alfiere sicuro

Se lui perde la vista di notte, gli offre il fianco mettendogli alla prova l’affidamento

scambiano le loro migliori prede con compagni che nessuno sa com’abbiano scelto

Ma non si muovono mai sulla linea della sopravvivenza, come non li toccasse minimamente

Nessuno li citerà nemmeno se li conosce perfettamente, è un segreto senza alcun fondo

Se vai a cercarli t’attendono al varco, nel migliore dei casi: un solo avvertimento

 

Possono combattere per ore, pur se la fatica e la sfiducia li straziano brano a brano

Come girando intorno, ma alla fine il bersaglio lo trovano a colpo sicuro, un tutt’uno

Non hanno mecenati né giudici, non hanno nessuno a parte loro stessi, e lo sanno

E che lui si sia fatto crescere gli artigli a strappo di pelle, o li abbia rubati a tradimento

E che lei abbia fabbricato le sue lame dalle sue ossa stesse, o le abbia strappate alla morte

Non importa davvero quando sequestrano le tue migliori illusioni e ti trascinano sul filo

Ti chiederanno semplicemente di aprire gli occhi su un vuoto da capogiro

Come se non credessero a niente, fede, legge, regole o puro capriccio di caso e destino

Non ti chiederanno di saltare, ti lasceranno là solo, svaniranno in un momento

 

Possono scomparire a tempo indefinito, come se morissero e rinascessero in un battito

Come se non temessero più niente, ma per alcune cose spargerebbero tutto il sangue che rimasto è loro

E sono loro, spauracchio e sogno di incubi che evaporano prima del seguente mattino

Lei che ha zanne più affilate dei fili invisibili, di costrizioni fare una pira senza fine

Lui che ha un furore più saldo delle sbarre mai contate, di gabbie fare un fragore di macerie

Giacché si sono liberati come esalazioni mortali da veleni gettati negli occhi di chi

Chi si pretendeva cieco mentre tutto intorno andava chiaramente alla malora

Piantano maledizioni d’erbe infestanti laddove c’è un meccanismo, lei sputa acido stregonesco

Brillano incarnazioni di fiamme impazzite a seccare l’olio della rassegnazione, lui ordisce battaglie con pieno fondamento

 

Con più cicatrici di qualsiasi balena bianca, alla fine affondano comunque la nave

Se devono toccare il fondo non temono di non avere abbastanza ossigeno nelle branchie

Di quell’aria che serviva a soffiare vita, cedono tranquillamente un soffio sulle braci calde

Lui che ha un abito cangiante per tramutarsi in ogni sorta di valido camuffamento

Lei che ha tessuti strappati dai rami che cercano di trattenerla quando parte per incursione

Si diceva che sarebbero caduti al punto da esaurirsi nel cercare di mostrare cosa intendevano

Ma un giorno ci rinunciano e quello dopo ricominciano, nessuno sa dove si rifocillino

Quando avevano una taglia troppo pesante a gravare sulle loro spalle per soggiogarli

Se la scrollarono di dosso con fare sinistramente amichevole, e scrissero ‘chiuso per fallimento’ sulle prigioni già vuote di loro

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 29
*** nastro ***


. nastro .


lei ha camminato per tre giorni

cercando di riavere indietro qualcosa che le apparteneva

ma non so cos'ha trovato, è sfumata nella nebbia

è rimasto sulla strada un nastro consumato troppe volte

le sue ore passate raccolte in una traccia rovinata


tutto quello che è stato sembrava allora

estremamente prezioso, incancellabile

una linea a battito di cuore come un eco

si ripeteva all'infinito, memoria consumata

e ora sei solo un nastro smagnetizzato che gira a vuoto


lei cammina, porta a spasso la sua balena bianca

un guinzaglio verde smeraldo come un lampo nel giorno

prato infinito, talvolta luccicante di argento non metallico

o è una lama che solca il grigio di un persistente limbo

ognuno dei suoi passi come vuoti a rendere mancati


tutto quello che è stato era per davvero

per quanto ora rimanga come tempo buttato

è dura rendere merito a qualcosa che non ha costruito niente

il fine a se stesso cerca di darsi senso ma zoppica girando in tondo

e ora sei solo un disco incantato su un'affermazione mutilata


lei cerca di riassumere in un mosaico multiforme

fa le sue stesse carte per riconoscersi in immagine semplificata

ma essa non basta e suggerisce invece a proposito della bellezza esteriore

non imposta ma tutto ciò che rimane, guscio vuoto

questi fantasmi che vagano pretendendosi vivi in un incubo senza fine


tutto quello che si è messo insieme più o meno a fatica

crollato in un battito di ciglia che suonava risibile a vedersi

mentre l'affanno di tenere valide le cose spirava in un attimo

quella beffarda semplicità che faceva impazzire per molto meno

del sibilo affranto di un nastro bruciato dal troppo rigirarselo tra le dita


lei faceva scorrere tutto il serpente della camera oscura

interrogando le sue testimonianze sulle presunte significanze

per essere certa ci fossero state, non abbaglio di una memoria falsata

per persuaderla a fare base altrove praticamente colluttazione

strapparle dalle mani le prove concrete per costringerla a riaversi in fiducia


tutto quello che è accaduto sembra un sogno perverso

rinnegheresti la schizofrenia su ogni cosa che vorresti tenerti salva

il giorno in cui avrai bisogno dei ricordi buoni per trarti dall'abisso

mentre stregoni incamiciati ti scrutano le ombre ignorandoti lo sguardo

essi non riescono a sentire il nastro che gira, per loro vale solo ciò che ha pulsanti


e sussurravi...

non è niente, andrà tutto bene, passerà

ma non ci credevi

non è niente, andrà tutto bene, passerà

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Capitolo 30
*** è tutto finito ora, bambina triste ***


. è tutto finito ora, bambina triste .


è tutto finito ora, bambina triste

puoi raccogliere i tuoi vestiti dal mucchio sul pavimento

infilarli sulle ferite ancora aperte, alzati in piedi

il vento ti aiuterà ad aprire la porta, e allora, poi, vai

non importa dove, ma lo senti il suono

qualsiasi cosa sia, è chiaramente diverso dal silenzio che regna qui


sono già molte notti che il lupo veniva

sentivi il rumore delle unghie con cui raspava il vetro

tu che lo conosci, il caro vecchio demone, sempre lui

sai che non viene per mangiarti

apre le fauci non per crudeltà, ma per metterti alla prova

e anche se è già lontano, oggi puoi camminare da sola

aspettando il tramonto, aspettando la luna, e poi il nuovo giorno


è tutto finito ora, bambina triste

la clessidra si è infranta, la sabbia tutta sparsa

hai pianto mentre non riuscivi ad afferrare la sabbia tra le dita

come se mille pugnali ti trafiggessero, soprattutto alle spalle

e il vento ha portato via tutti i frammenti, sgombrandoti lo sguardo

ora cammini senza tagliarti, con un enigmatico sorriso ad angolo di labbra


la signora della notte con gli occhi di gufo è venuta a trovarti

ti carezzava la testa mentre dormivi sussultando per gli incubi

ti ha insegnato come danzare per schivare, colpire, giocare

ti ha sussurrato qualche trucco all'orecchio, poi non era più lì

ti sei svegliata e non l'hai più richiamata, lei non risponde

ma sai che scivola da qualche parte in silenzio confidente

e tanto ti basta, mentre ti alzi e vai, che tu sia ancora in pezzi o no


è tutto finito ora, bambina triste

senti sempre quel canto spezzato, come un ululato straziante

al di sopra di una rupe lontana, al di sopra del ferro di un tram

la prigione di vetro si è rotta, il passato si è disperso in nuvola

tradendo la disperante immobilità del tempo perduto

i giorni smarriti, quasi non ricordi dove li hai piantati, e calpestati con furioso dolore


e il serpente che ti strisciava addosso

stringendoti per morderti e consigliarti, veleno e lucida diffidenza

ti ha comunicato il senso sottile che separa il rischio dal fallimento

poi udì il fischio lontano dell'ala del falco e svolse le spire

ti strizza l'occhio, triangolo di sguardo astuto e talvolta falso

se ne va sussurrando 'ma questa è un'altra storia', mentre ti chiedi

dove tutto ciò che è andato perso vada a finire


è tutto finito ora, bambina triste

puoi lasciare andare la presa attorno alla sputafuoco ormai fredda

e fidarti del fiuto che ti fa volgere le spalle al marcio olezzo dell'inerzia

il sole piange come un bambino picchiato senza ragione

mentre tutte le tue anime sante passano a porgerti un raggio di calore

ti ricordi, che rifiuti di guardare in faccia la morte ogni volta che non sia una sfida aperta




nota: come forse qualcuno di voi avrà notato già dal titolo (oltre che da qualche pezzo puramente preso in prestito nel resto di questa scribacchiatura), si ispira alla canzone 'it's all over now, baby blue' di Bob Dylan. Questa volta (e non è la prima né l'unica a dire il vero), non è partito tutto da una canzone declinata poi nella storia che volevo raccontare, ma all'inverso, perché la storia che volevo raccontare ha trovato le parole in questa canzone che già conoscevo. Ho sempre pensato che il 'è tutto finito, ora', avesse un senso non solamente di 'fine', bensì anche un senso di sollievo: è finito il dolore della fine, o, perlomeno, non è il dolore a essere senza fine, così come ciò che lo ha provocato.


nota di traduzione: so bene che 'baby' in inglese non ha lo stesso senso nell'uso comune che in italiano, e che la traduzione più adatta per rendere il senso vezzeggiativo-affettivo sarebbe piuttosto 'piccola' invece che 'bambina'. Tuttavia, ho preferito 'bambina' per sensibilità mia e implicitamente collegata a come volevo rendere questa scribacchiatura.

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Capitolo 31
*** senza capo né coda ***


. senza capo né coda .


partiamo dall'inizio

o dalla fine di tutto

dal concetto di tutto

e da quello di senza fine

ma temo ancora che continuerà

a non avere né capo né coda


dimmi della consequenzialità logica

e ti infrangerò in un attimo tutto quanto

dimmi di come fare l'agopuntura

ma non mi sentirò ancora meglio

di tutto quello che ti fa paura

e di quando sono qui e non mi vedi


confrontiamoci sulle cose che non vanno

e dimentichiamoci di quelle che funzionano

perché solo le prime sono da risolvere

mentre le altre non analizziamole mai

così da non poter replicare artificialmente

e prova ancora a convincermi che non è niente


accusiamoci di tutto come se ci volessimo distruggere

e non rendiamoci merito di niente

forse sbaglieremo ancora tutto

e non capiremo mai cosa ci fa ricominciare

non cercare di capire il meccanismo

così nessuno di noi potrà incastrarlo apposta


non preferiamo davvero l'ignoranza

anche se talvolta è un toccasana lasciare che vada

afferra l'attimo e segui il tuo corso

non tutti possono fidarsi del proprio istinto

e ci ho messo un po' ad imparare che è così

ma se mi chiedi cosa ci ho ricavato rido e rido


trasciniamoci fino in fondo e ancora oltre

per puro principio di sfida

per non dare mai retta ai nostri limiti

per testardaggine ci negheremo il legame

e quando non potremo farne a meno saranno affari nostri

non sono il tuo inghippo, non sei forse tu la mia costanza?


non hai ancora colto alcune differenze

di te che mi psicanalizzi e io che ti faccio domande stringenti

hai tutte le risposte che possono servirti a niente

ho tutte le domande alle quali non so rispondere neanch'io

trovati la soluzione che preferisci ma non aspettarti eco immediato

e mi adori per molto meno, e ti ammiro per ben altro


fingiamo ancora di ignorare, finché potremo

come sei la maggior parte delle mie vittorie e delle mie sconfitte

tante quante sono io delle tue ore e delle tue giornate

quante cose incateniamo per tenerle punto fisso

mentre ci giriamo attorno insieme o reciprocamente

e tutto il resto dovrà pur trovare il modo di averci a che fare


mentre tu hai bisogno della tua terra sotto i piedi

e io ci devo andare avanti e indietro liberamente

mentre evado e poi ritorno, ho tutta la fedeltà

e tu scaravolti una zolla dopo l'altra per prepararti il giaciglio

hai scavato fosse profonde che ti incidono lo sguardo

e tutto quello che non ho potuto strapparti te lo concedo


confrontiamoci su quanto possiamo essere terribili

e vantiamoci di quanto possiamo essere fantastici

possiamo essere entrambe le cose ma solo una alla volta

tu rimani al buio su quel che puoi tirarmi fuori o scagliarmi addosso

e io mi rendo conto sempre tardi di quello che posso combinarti

giocando giochi diversi, in ogni modo non ci diamo tregua


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Capitolo 32
*** lei è una strega, lei è una stronza ***


.lei è una strega, lei è una stronza.

 

 

mi sussurrò di andare dritto al punto

proprio mentre ormai le giravo in tondo

le vendetti il mio argento per le armi

ma potrebbe cavarti le budella con le posate

le donai i miei denti per i pugnali e il ferro per le spade

ma lei ride e morde e a volte entrambe le cose contemporaneamente

mi manda ai matti, e io non potrei peggiorarla credo

e se lei potesse migliorarmi, non vorrebbe mai sentirselo dire

 

lei è una strega, ammaestra il fuoco

balla tra le lingue fiammeggianti del falò in cui la cacciano

non so se è lei o le fiamme che sciolgono le corde ma ne ride

lei è una stronza, terribile

l’ho seguita dentro al fuoco e mi sono ustionato

mi ha curato e non so se sorrideva di me per sfottere o per darmi ragione

 

le ho visto addosso le penne nere

è un corvo nell’alba, vola alto e si nasconde

gioca con le nuvole e scende a cavare occhi

non sai cosa voglia dire il suo canto, se è triste o in guerra

se sta solo facendo la sciocca o è particolarmente seria

ma a forza di sferzate di becco ho iniziato a capire le sue virate

odia che io preveda le mosse, ma adora la sfida aperta

e non so ancora quante vittorie mi abbia concesso per sconfitta o per affetto

 

lei è una strega, ha le righe della tigre e le spire del serpente

si annoda attorno agli alberi e li attraversa

non so se le viene spontaneo o lo decide, ma ne ride

lei è una stronza, fa il fantasma di se stessa

poi spicca il balzo sul baratro come se bastasse il vento a superare l’abisso

le brillano gli occhi all’improvviso, solo il diavolo sa cosa sta prendendo di mira

 

le ho visto addosso il pelo di lupo, si muoveva dentro una gabbia

incantava e attirava con la minaccia celata

attira e incalza finché non sei abbastanza vicino da prenderti

ti userebbe le ossa per aprirsi la gabbia

e ti rimette insieme solo se ti va bene che la porta rimanga sempre aperta

nessuna pietà e nessuna grazia, questione di sopravvivenza

teme il dolore come se avesse visto il bastone calare troppe volte

ma per ciò a cui tiene si butta tra le spine dopo una scrollata di spalle

 

lei è una strega, ha il piombo nelle vene e il sangue leggero

quelle pupille che possono aprirti il cielo o trapassarti come fulmine

sei suo ostaggio e il suo carnefice, e sai che distruggerà ogni ruolo che costruisce

lei è una stronza, una parca con troppi fili in mano e ogni cognizione dell’affilatura delle forbici

butta all’aria il destino e lo ritesse momento per momento, ispirazione misteriosa

sente le cose prima che arrivino, anticipa o ritarda ma quasi sempre eccessivamente

 

le ho visto addosso la speranza e il cinismo, e li mischiava nel suo caffè amaro mescolato con unghia nuda e lunga

quando gettava lo zucchero diventava sale sulle ferite

con calma garantiva che disinfettava e cullava chi sceglieva vicino tranne se stessa

correva per seminarsi e per rincorrersi, si perdeva e ritrovava nello stesso bicchiere

un brindisi a quando andava bene e un brindisi a quando andava tutto a fottersi

quando ho cercato di definirla, era la mia ombra nera per consolare

era il mio angelo sterminatore, la mia migliore leggenda, buco nel sole

era compresa tra le sue stesse contraddizioni, per questo, penso, sempre così viva

 

lei è una strega, scocca la freccia in mezzo al cerchio della congrega

spappolerebbe seguaci e ammiratori, ma è capace di accompagnarsi con te fino in fondo al mondo

se solo le lasciassi fare strada saprebbe come insegnarti il trucco  delle ceneri che diventano fiamma

lei è una stronza, ti ha attirato nella foresta di notte dimenticando di dirti dei sassi bianchi per la luna

e quando aveva già giocato la sua ultima fortuna non ti ha nemmeno chiesto aiuto

ma quando glielo porti a prescindere, rimane ancora incredula che sei lì davvero per lei

 

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…perché lei è una strega

Ha i diavoli che le tintinnano tra i capelli…

La lingua del serpente e i denti di lupo

L’elettricità del lampo su pelle

L’argento nelle ossa

Le gambe di cerva

E gli occhi come frecce tra gli alberi la notte

Il sangue come fuoco liquido

Il palmo aperto per accoglierti e studiarti

Le dita per tessere sensibili e sottili ragnatele

Ci sputa sopra la rugiada come perle delicate

Vibrano ad ogni passo

Le infrange con la punta delle unghie, pensosa

Nessuno sa a che diavolo pensi

Mentre fissa il l’alba tenue e si alza in volo come un sussurro d’ali nere

Mentre alza il capo dal lago carminio del tramonto e dalla gola un canto

Ulula…

 

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Capitolo 33
*** Persefone ***


e lei passeggia attraverso un prato blu

e non ho mai saputo come facesse

cantava muta e andava dritta senza veder nulla

e mi chiedevo se era andata là sapendo cosa la aspettava

il guizzare di un serpente come freccia a pelo d’erba

aveva gli occhi come sangue di tempio maledetto

si sentì chiaramente il rumore del dente che affonda

e ancora si alza quando spira il vento qui

ma lei non emise suono

ma lei non emise suono

se lo strappò dalla caviglia in un solo gesto

e lo gettò lontano, ridendo mentre le calava addosso il velo opaco

lampo di nastro sfrangiato, su un cielo già nero

 

la vedi camminare se non la guardi

perché può apparire solo in corrispondenza della coda dell’occhio

non puoi mai sapere che espressione abbia

e temi il gelo delle sue dita sottili e bianche, come candele spente

lei potrebbe dirti fin troppe cose, ma resta silenzio

e se grato chiedi cosa vuole, sorriderà di questo

lei che non ha bisogno di nulla, lei che non ha bisogno di (nien)te

ti segue da rispettosa distanza, come se sapesse

prima di te dove vai

prima di te dove ti porterà il tuo essere te

non si stupisce mai, ma è capace di ridere per un niente

e quando accarezza con le palme nude il marmo intagliato, ha lo sguardo dolce

dì un colore, lei li ha tutti, ma non addosso a sé, distante

 

e lei cammina sulla pietra di cenere

le fa solletico tra le dita la polvere morta

ma non ride se non c’è un filo d’azzurro sull’orizzonte

e ti chiedi se è sicura di dove va o che non le importi di niente

lo scatto di un lupo come una saetta rasoterra

s’alza come un’ombra in cui la affonda alle spalle

e lei non si gira perché già sa del rumore che verrà

l’infranto del canino spezzato sulla scapola

ma lei non trema nemmeno

ma lei non trema nemmeno

volta lo sguardo e afferra la scheggia di zanna tra le dita

e chiudendo a pugno inghiotte il frammento con aria di sfida

di un mezzo canino in più o in meno, già s’è fatto veleno

 

la senti parlare piano, se non le chiedi niente

perché lei detta gioco per rivelarsi, lasciati chiudere lo sguardo dalle sue mani

non puoi sapere cosa pensa mentre studia il suo modo

appoggiarti due monete sulle palpebre, affinché tu non bari

e, orecchio appoggiato sul cuore, s’accerta che respiri

se curioso chiedi se almeno così va bene

lei che si rende conto benissimo, riderà della tua arrendevolezza

si lascia seguire come se non le importasse che la accompagni

lei che s’è tolta i capelli che si impigliavano in anelli santi

lei che quando gridava perdono era nelle stanze di uomini santi

ma qui si volta con gli occhi come scariche di corrente

un dito sulle labbra, chiede in cambio la stessa promessa

lasciare che l’acqua sporca scorra via, non dire niente

 

e lei cammina sulle alghe traslucide di meduse appiccicose

la urticano le sostanze, ma è come se non sentisse niente

e non scivola nemmeno una volta, se non per puro scherzo

e quando alza le braccia in alto, battendo forte le mani, un faro buio

lo sfarfallio impazzito di ali venate blu-nero-viola, stridore in caccia

e lei rimane immobile, un sorriso impalpabile sulle labbra

mentre una nuvola di pipistrelli avvolge l’aria di frullare disordinato

e lei non teme i graffi e gli schiaffi che va a provocare

ma lei non cede nemmeno

ma lei non cede nemmeno

ti guarderebbe in faccia dicendoti che ha avuto carezze

di quelle che uccidono cercando di ridurre ad oggetto disgraziatamente vivo

se solo non si fosse lasciata le parole alle spalle molto tempo fa

 

la senti muoversi come se seguisse un incanto tutto suo, fingi di dormire

perché non sai fino a che punto si consente di non essere sola

non puoi sapere cosa si mormora gutturalmente

cantilena pressante di giornate appositamente svuotate

un sole freddo le unisce i passi pellegrini mentre ascolta il richiamo a udire solo lei

traccia piede nudo cerchi concentrici tra le macerie delle disillusioni

e quando ti guarda, è per accertarsi che tu segua il messaggio alla lettera

traccia un disegno di linea tra sé e tutto il resto che c’è, cancello aperto da non solcare

lei che sa di ora in ora lungo quale china sta rotolando

lei che sa di momento in momento su quale abisso si sta sporgendo

ma qui si tira indietro con disinvolta e franca agilità

una mano a solcare l’aria come se non ci fosse da pensarci troppo

in ogni caso, tu non puoi guardarci dentro, né con domanda né con menzogna

 

e lei cammina sulla sponda umida di un fiume che se ne va

la staffilano le fronde e la impasta il fango, scorrendo senza pattini

e non esita nemmeno una volta, non si lascia dietro niente

come solca l’aria con le braccia aperte come ali inutili

una danza di falene nere intorno, un sogno di mezzanotte

e lei si lascia avvolgere, come se essere padrona di sé più che abbastanza

potrebbe togliersi gli spilli dalla pelle e inchiodarle al vetro, alla carta, al vento, alla parete

eppure ad ogni ago, nemmeno a guardarlo, lascia cadere inconsistente

ma lei non esige nemmeno

ma lei non esige nemmeno

si colleziona le spine addosso e soffia petali tra le dita, senza baciarli

e le ciglia le fan gioco di luce ed ombra su un infinito a tempo perso

perché non c’è filo capace di legarla più ad una terra da cui s’è sputata fuori, infeconda

 

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Capitolo 34
*** tutte le differenze ***


.tutte le differenze.

 

Lei dice: quelle piccole cose che…

che ti fregano, penso io

Le fa degli esempi

che mi sembrano insufficienti

Hai un elefante nella stanza e chiudi gli occhi

Forse se non lo guardi finirà per andarsene

 

Lei dice: quelle cose che mi stanno uccidendo

ma per lui ha continuato a morire poco a poco

Spero che basti il ricordo del tempo migliore precedente

Ma io ogni volta che mi volto indietro davvero non

non mi riconosco, talvolta non so ciò che ho fatto

non capisco più perché, non ha più senso per chi

 

Lei dice: l’importante è che lo fai per il tuo bene

forse perché spera che io riesca dove lei ha fallito

Oh, ma io riesco sempre, in un modo o nell’altro

Prima il sollievo, librarsi in aria ali spalancate libero dal peso

e poi il fuoco che brucia ogni cosa, e tu lo guardi divorarti

e infine il vuoto profondo, in cui morire e rigenerarsi

 

Lei dice: qualcuno per te, alla tua altezza,  e poi l’amore

Ma io ho perso l’illusione, rido con chi mi piace ridere, e ricordo

tutte le volte in cui non ‘cera

chi avrei voluto al mio fianco in quel frangente

Tutte le volte in cui ho trovato

al mio fianco chi non avrei davvero pensato

 

Lei dice: che crede nell’andare bene di ogni cosa alla fine

ma io ne dubito al guardarla, così forte che si spezzerebbe facilmente

Vorrei soffiarle via ogni dolore e fatica, solo per un momento

ma lei è andata a rifugiarsi lontano per diverso tempo

Amore, dice lei, e forse sa di che parla

Qui corrono tutte le differenze che ci uniscono e ci separano

Ho spezzato le catene una ad una, con le unghie e con i denti

E l’unico amore che resta per sempre, è quello per la libertà

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Capitolo 35
*** ti vedo dritto attraverso ***


.ti vedo dritto attraverso.

 

Aspetta un momento, uomo

Hai pronunciato male il mio nome

Forse avresti bisogno di qualche informazione in più, prima di poter girare al mio fianco

Avrai tutto ciò che ti serve sapere, quando inizierò a contare i secondi di vantaggio che ti darò

 

Aspetta un momento, “signore”

Non puoi leggere ciò che penso e provo

Sì, so bene che cercherai di cavarmeli a suon di ogni tipo di tortura, rivoltandomi come un calzino

Ma tutto ciò che otterrai, dovessi avere la bocca piena di sangue, sarà uno sputo in faccia e meglio per te che le mie mani siano sempre legate strette lontano dalla tua gola

 

Ti vedo dritto attraverso

Non sempre, ma chiaramente, per quanto tu possa essere un gioco di specchi, mentire a te stesso

Ti vedo dritto attraverso

Ma non ti leggerò ad alta voce per auto-compiacermi o per farti un favore gratuito

Tutto ciò che puoi darmi

È una buona ragione, per farti a pezzi in poche mosse, per graziarti con il silenzio su ciò che potrei dire di te

 

Mi hai preso per uno scherzo, o magari per farti da madre, a te e poi ai tuoi figli

Mi chiedo quanto tempo ti serva per capire quanto profondamente hai sbagliato, oh, ma te ne renderai presto conto

Vuoi giocare come se fossi un pesce dentro una boccia piena d’acqua, mi vuoi portare sulla testa come un bel cappello?

Allora prendi tutto il fiato che hai e usa tutti i muscoli alla massima potenza, perché non ti darò un secondo avviso

E se non capisci da solo quanto sia abbastanza girarmi al largo, inizierò a correre per darti la calcia e lasciarti a terra

 

Ti vedo dritto attraverso

Dove potresti mai nasconderti per sfuggirmi se mi hai dato motivo? Da nessuna parte, in verità

Ti vedo dritto attraverso

Non puoi cercare di issare ruoli con me, trovare un avvocato o un giudice, non credo in queste sciocchezze

Tutto ciò che puoi fare

È cogliere il momento esatto in cui la misura è colma, e toglierti dalla mia vista finché ne hai il tempo

 

Oh, buongiorno signor qualcuno, come? Non credevi sarei tornata?

Potrei aver dimenticato da queste parti qualcosa che mi appartiene, ma la mia schiena è ancora girata verso di te

Salve di nuovo, signor fango, come? Non hai ancora avuto modo di seccarti immobile?

Non aver paura ora, perché non ti sfiorerò

Devi essere ancora in cerca della spiegazione del perché ti abbia risparmiato, ma sarà mio piacere non dartela

 

Ti vedo dritto attraverso

Cosa hai potuto mai fare per meritarti tutto questo, sono certa che se fossi capace di guardarti bene lo sapresti

Ti vedo dritto attraverso

Non puoi osare più nemmeno chiedermi cosa vedo, e sappiamo entrambi perché è decisamente meglio per te

Tutto ciò che puoi fare

È lasciare che vada dove meglio credo e dove voglio, e lasciare perdere se ancora non capisci, a che varrebbe provare a spiegarti ormai?

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Capitolo 36
*** non il tipo da ***


.non il tipo da... .

 

 

Rivedo quelle barche eleganti sui canali

e chi togliendo il cappello della sua dignità

e chi raccogliendo le gonne dell'amor proprio

si inchina chiedendo favori a 'sua grazia'

Trine e trine a ricoprire il vuoto che riecheggia

sulle case di queste strade strette, con le quali

sono in intimità profonda, amichevole e nemica

l'unica grazia che riconosco è quella del tuo ladreggiare

 

e non sono il tipo

da lasciarti vedere troppo facilmente quanto ti voglio

e non sei il tipo

da farti legare troppo strettamente a qualcosa

e non sono il tipo

da lasciarti capire così bene quanto si può avere bisogno...

perché no? (dici)

...di te...

 

non manco stamattina

di trovare la via giusta dove incrociarti

e sorrido di rimando

a come il sole beccheggia debole d'autunno

credi che

non abbia sentito i messaggi incomprensibili recati

in volo dai gabbiani qualche giorno fa?

rimando giù le parole

come fossero dopotutto cose insane

trattieni ancora le parole

come se temessi poi di dovertene pentire

 

e non sono il tipo

da dirti cose da farti montare la testa

e non sei il tipo

da ascoltare le chiacchiere delle vespe per quanto siano ammalianti

e non sono il tipo

da stare a giocherellare con le questioni importanti...

quando mai? (sorridi)

...che ti riguardano...

 

trovi che sia qualcosa

che può riaccadere sempre così tutte le volte?

chiudendo gli occhi

sul punto in cui un giorno potrebbe diventare un crimine

capisci bene...

 

e non sono il tipo

da permetterti di trovare il modo di intrappolarmi

e non sei il tipo

da dovermi chiedere di ora in ora cosa succede

e non sono il tipo

da poterti nascondere tanto a lungo quanto...

sul serio? (mormori)

...ci si possa perdere nel cercarti all'infinito...

 

vado perdendoti, vado perdendoti, vado perdendoti

vado ritrovandoti, vado ritrovandoti, vado ritrovandoti

vado cercandoti, vado cercandoti, vado cercandoti

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Capitolo 37
*** fiaba ***


.fiaba.

 

Vibrando a lungo, poi si cade come un sospiro di falce,

trapassando lievi strati della consistenza

ingannevolmente fragile e tradevolmente sottile

di bolle di sapone infranto di sogno illusorio ed occhi sbarrati.

 

Con la lentezza paziente e apparentemente infinita con cui si insinuano

in ogni spazio membra vegetali – e non si fermano per quanto sforzate, piegate, strappate….

mi districo nelle morbose pieghe di questi convulsi lacci che mi costruiscono

e avvinghiano in impegnativo, assiduo, premente abbraccio.

 

‘State lontani voi, che già n’ho abbastanza di me?’ chiede ridendo

una graziosa ragazza con cui ho ingaggiato una danza sperimentale e soave,

trapuntando volteggi leggeri in pavimento liscio e tralucente.

Attorno sono altri danzanti, è festa e musica, vociare

e tintinnare di vino e chiocciare di risa senza peso.

 

Ma i sorrisi di lei son genuini, quando non ride,

quando un’espressione come un ago rapido e pungente

sfugge dalle buone maniere che a memoria sa,

e, padrona per un balenante momento del viso,

la fa reagire senza mediazioni a me;

crogiolo il cuore a questi lampi

e mi sento in gola la filigrana che porta al collo,

come gliel’avessi sottratta in un morso giocoso,

e ingoiata per sbaglio.

 

Quando siamo diventati invisibili agli altri sguardi la invito con me,

la conduco fuori, tra i prati gelidi della provvida notte,

in cerca di un gufo che vedendoci rida, prometto serio,

e lei crede di capire ed è così gioiosamente fiduciosa.

 

Poi si infrangono i confini curati di giardini elegantemente modellati

e nel ritaglio che ho fatto con le unghie

anche lei scorge il bosco senza sentiero,

la luce della luna senza remore

che compare e riappare

senza promesse ma in sensuali agguati.

 

Gentile chiedo ‘vieni?’,

ma già il suo viso ha mille risposte tutte negative.

Niente luccica nel folto del bosco,

niente schiamazza tra i tronchi immobili, le fronde mormoranti

e gli odori strani, sottili, poco avvezzi a lei,

ma non si dovrebbe pensare che non sia viceversa forse.

 

Piano le lascio la mano, piano mi scosto e m’allontano.

‘Vieni’ chiamo ancora, più piano e più speranzoso,

ma non è rimasto più nulla, si vede bene,

e i miei occhi dardeggianti cambiano colore

sotto la luna, all’ombra del bosco.

 

Non ho false promesse per nessuno, nemmeno per lei,

che quelle vorrebbe per scegliere e non importa così tanto

che io sia stato come un involontario incanto.

Chiede lei piuttosto di restare, ancora,

a raccontarle oscure storie e paurose verità,

che già tante ne ha sentite.

 

Ma ecco, lei vuole sentire storie e racconti e favole

e io in quelle devo tornare,

il lupo delle malsane fiabe non può mai troppo restare.

Che questi palazzi stregati di splendidi giorni caldi e sicuri

lo avvelenano piano, con strisciante lentezza gli addormentano il cuore,

gli velano gli occhi, gli spuntano unghie e denti,

gli insegnano cose che già sa e che non vuole imparare.

 

‘Vieni’ chiama per ultima volta, appena un pulviscolo di speranza

mentre gli si adombrano del tutto gli occhi prima ingannati

da troppo sfavillanti imbrogli.

Ma la fanciulla di fragile filigrana

è rimasta dispersa sull’ordinato prato,

come figurina di un albero ritagliato.

 

Il lupo deve andare e non può promettere di ricordare.

Lei che non si volta, non si muove, come trapassata

nel taglio improvviso di un sogno non male,

tentenna al freddo fulminante e al buio sconosciuto.

Non ci sono eroi, draghi, cavalli o cavalieri,

al massimo una principessa che si recita con grazia affettata

e uno spazio vuoto e muto,

dove prima la aspettava speranzoso un ambiguo lupo.

 

Cosa l’ha inghiottito?

Ma no, sognava forse, ed ecco ora è sveglia;

ma no, era una fantasia era, che ora si è rotta;

ma no, era una scelta era, andata perduta.

E il sentiero che prima appariva è scomparso

dietro la punta di coda di un lupo silenzioso.

 

Ecco, è il tempo di tornare indietro nelle luminose stanze,

a danzare con passi già conosciuti, a sorridere e brillare

come una stella riccamente decorata, e lasciare i sogni

alla notte rapace che sorride sibillina, ironica, lì accanto alla porta di casa.

 

Si torna al caldo della realtà così esorcizzata, mondata

dalle inquietudini che fanno suonare male la melodia,

chiude la porta lei sul ghigno della notte fuori dagli occhi

che feriscono come se ingoiasse una tenera lingua di ardente brace.

 

Ma ecco sui pavimenti si scivola e le finestre spalancate,

che entra il vento e precipitano senza suono le persone, sono di cartone,

brancolano alla cieca foglie morte e imputridiscono tutte le cose che son fatte di materia,

che sono cadaveri di uccisi per esser a forza pigiati nell’ingordigia estetica d’uomo.

 

Una grande tigre siede sul letto della terrorizzata fanciulla,

è vuota, solo pelle morbida,

‘che un uomo mi ha ucciso  e rubato il manto’ spiega.

‘E tu’, dice ancora, ‘vai a nasconderti bene,

che tra poco verrò a cercarti per mangiarti.

Ma siccome davvero non vedevi, ti ingoierò in un solo singulto.

Sono già morta, ma anche tu!’

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Capitolo 38
*** Unghie sulla lavagna ***


.Unghie sulla lavagna.

 

Lei fa il tiro al piattello con le stelle cadenti

pescando proiettili croccanti dalla ciotola dell'happy hour

con le dita troncate sul più bello dall'arrivo precoce

di una consapevolezza tagliente come coltelli a serramanico

Mi sorveglia le vene al di sopra del bordo dell'anfibio

dal quale sorseggia inchiostro di un colore sconvolgente

ma ha la lingua macchiata di viola quando mi fa una linguaccia

e sorridendo stortamente sostiene che devo avere qualcosa

come una prospettiva inclinata in maniera troppo sghemba

Troppo davvero, per poter far finta di non vedere ogni cosa

attraverso membrana sottile di cuore asmatico

e quando ti manca il fiato e ti sembra di soffocare

forse è solo questione di incidere la suppurazione col bisturi

dopo essersi diligentemente astenuti dal preoccuparsi di infilarsi guanti sterili

 

E quando lei dipinge il cielo con un dito

mentre le nuvole sono polmoni che vanno in fumo di nicotina

cerco in ogni dove solo una cosa: il colore indaco

perché so che è l'unica cosa che lei sopporti le sia accostato

semplicemente trovando il blu troppo bello negli oceani

per essere sprecato con la definizione di uno stato d'animo

E diventa una falena che corre incontro alla fiamma

il volo che si dispiega attraverso l'aria notturna

con un'implacabilità di cui non si può che ridere per fugarne il timore

e io sono molto occupato a cucirmi  il bozzolo al buio

tutti ci trasformeremo in cose morte alla fine, mi ha detto lei

così le ho chiesto solo di lasciarmi l'illusione che le fenici siano quelle che ne sanno più di tutti

 

Lei si imbuca in una classe qualsiasi di una scuola qualsiasi

insegnando le cose veramente importanti di cui nessuno ancora in tenera età dovrebbe fare a meno

come avere all'orecchio in modo estremamente familiare

il suono vuoto che fanno i passi trascinati per interminabili giorni lungo i corridoi

se non si è vista una scuola di notte, nel rifulgere degli echi da cattedrali ingannevoli, non si è capito nulla

E guardandola mi ritrovo certo del fatto che

se non si fosse già morsicata via le unghie come inutili orpelli

le striscerebbe contro la lavagna finché lo stridore non si tramutasse in strisce di sangue

un metodo infallibile per illustrare il sottile esperimento di andare alla vera natura delle cose

all'operosa e instancabile ricerca del midollo delle verità, persino delle più ossute

senza farsi distrarre da quanto spigolosamente pungano le ossa nude

Riguardo alla maniera in cui si potrebbe ostentare una collana di denti di squalo appesa al collo

o imparare a menadito l'esatta sequenza di movimenti per fabbricare una lancia con cui trapassare la balena bianca

terminare la caccia prima che la barca affondi o che i peli siano diventati più bianchi della balena stessa

prima che l'erba sia diventata cosa grigia e morta  ai bordi dello schermo di un cinema d'essai

 

E quando lei tradisce le stelle con uno sputo

mentre le costellazioni sono solo frantumi di schianti infiniti

vago un po' in ogni luogo come fosse sempre lo stesso

sapendo benissimo che ognuno è guida solo di se stesso, ed è proprio così che ci si perde

Nessuno ti vende mai una spola che non ti sei intagliato da solo

e lei mi ricorda che il legno brucia con stupefacente semplicità

perciò ad ogni modo posso disegnarla solo  sulla carta

che può distruggersi in migliaia di modi ancora più estremamente rapidi

Mentre lei mi legge la punta delle dita nude dei guanti rotti

ride delle mie rughe sulla pelle perché persino le impronte digitali sono transitorie come i nostri corpi

ma io la guardo incantato in tutta la meraviglia di un istante

in cui vorrei che potesse non cambiare mai per com'è inappuntabilmente stupenda

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Capitolo 39
*** la natura del velluto leopardato ***


.la natura del velluto leopardato.

 

E allora dimmi, ora

Che prezzo ha avuto

Doversi conservare così intatta

Da ritrovarsi da sola

Ogni notte e ogni giorno

Non senti forse

Quei momenti in cui

Vorresti qualcuno

Al tuo fianco

Al tuo fianco giusto per te?

 

Soltanto se tu mi confessi, ora

Che costo ha avuto

Doversi sacrificare così puramente

Allo scopo di servire un uomo bambino

A cui scusare ogni partenza e ritorno

E il perdono dopo il pentimento

Non senti forse

Come se qualcosa di te fosse andato perduto

Per sempre

Nel sacrificio di ogni giorno

Giusto per aver qualcuno accanto?

 

Indossi l’orgoglio come un’armatura contro il mondo

Come tu indossi tacchi alti per far girare la testa a chi vuoi incantare

Al punto che sai mostrare i denti più nel morso che nel sorriso

E tiri fuori immediatamente la dolcezza per ottenere qualcosa

Ma ogni giorno c’è qualcos’altro per cui ti devi dimostrare di essere forte

Ma solo di notte puoi fermarti a pensare se non è solo questione di essere apprezzati dagli altri piuttosto che da te stessa

Portando addosso lo sfregio di chi ti ritiene intrattabile come un riconoscimento del tuo saper combattere

Sapendo strappare l’apprezzamento a favor di chi vuole compiacerti per auto-compiacersi, e non sai più smettere

Però ti odieranno perché non stai ai giochi che tutti in qualche modo hanno imparato

Quei giochi che ti hanno imprigionato, quando pensavi che quello fosse il trucco di volta per ogni cosa

E tra le macerie di un mondo che aspetti di veder cadere in rovina, ululi nella solitudine

E quando sarà tutto finito, potrò sorridermi senza bisogno di guardare in faccia uno specchio

 

 

-----------------------------------------------------------------------

 

N.d.A.:

raramente mi piace scrivere note  alle mie nonsense, ma in certi casi mi sembra possa essere interessante potenzialmente per voi che leggete se faccio un’eccezione. In questo caso, propongo una sorta di “guida” alla lettura un po’ esplicativa, ma metto appositamente la nota DOPO la nonsense perché vi consiglio prima di leggere la nonsense e poi questa nota. Così, se qualcuno/a ci può vedere qualcos’altro in queste parole, può continuare a mantenere la sua prima impressione/sensazione/etc. anche dopo aver letto questa nota un po’ esplicativa. I colori sono due perché questa nonsense è nata un po’ come una sorta di dialogo tra due lei diverse, o più che altro un confronto. Ci sono differenze contrastanti più o meno apparenti, ma il gioco è forse anche a specchio e dunque diventa una sorta di gioco ambiguo (nel senso sia “buono” che “negativo” del termine, se proprio dovessi dare questo tipo di “giudizi”). Dunque, in realtà potrebbe essere un dialogo in realtà tra due “modi di essere” della stessa persona, modi di essere che convivono eventualmente nello stesso tempo, oppure in due periodi diversi della vita della stessa persona? Mah, da questo punto di vista, non ho (e quindi non do) nessun tipo di indicazione.

Il titolo non mi convince del tutto, ma mi spuntò fuori così (essenzialmente da chissà dove, come sempre nel caso delle mie nonsense) quando la scrissi, e non avendo al momento niente di meglio (anche perché è ormai “andata” l’ispirazione momentanea precisamente focalizzata su questa nonsense), lo mantengo.

 

Nota per la comprensione: ‘trucco di volta’ è un mio gioco di parole (liberamente azzardato) sul termine ‘pietra di volta’ (all’incirca e sommariamente: in architettura, è la pietra centrale di un arco, quella che mantiene l’equilibrio centrale tra i due semiarchi di pendenza opposta, e anche quella “di passaggio” da una pendenza all’altra; ma il termine si usa anche al di fuori dell’architettura, in genere per indicare un momento/evento/altro che sia come una chiave per capire qualcosa che ci fa cambiare direzione/prospettiva/etc. in maniera significativa e più o meno come se avessimo avuto un’”illuminazione”)

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Capitolo 40
*** midnight was lost ***


.midnight was lost.

 

La mezzanotte si avvicina con un felpato passo

di danza magistralmente elegante

e tu sei un corvo sul ramo fuori dalla finestra

mi guardi, di sbieco

il becco non può sorridere ma so cosa pensi

lo vedo nel modo in cui un inesistente vento t'arruffa le penne

sei divertita

chiedendomi se credo nelle streghe, nei fantasmi, nelle stregonerie

e so che non darti così tanta soddisfazione di risposta

ti farà emettere il verso cupo e sottilmente inquietante

lo sgraziato gracchiare che un tempo si credeva auspicio di morte

Oh, sorella, ma non saremo che morti quando cesseremo di vivere

o meglio, non saremo più, e allora perché preoccuparsene in anticipo?

Spicchi il volo e te ne vai, con un ché di irritatamente annoiato

e riconosco il trucco, pretendi di sparire così

ma credimi, so il gioco quanto te oramai

 

La mezzanotte scivola via mentre si è distratti

si dimentica la questione di controllare che non succeda niente di insolito

giacché l'insolito è dietro l'angolo ad ogni ora di notte e giorno, forse

dacché l'insolito è una regola, forse, per chi non ha bisogno di lineari illusioni

e qualche incrollabile certezza confezionata a puntino e venduta con fanfare di saldi

O forse è solo l'età, perché anche quella scorre via

e se va bene si è ugualmente distratti, tante cose... così tante cose e persone...

Ma i pensieri accellerano e il cuore batte più forte

il sangue assume una limpidità greve, una rapidità fluida e densa

si aggrovigliano, ricordi di un passato che si teme qui e là di non ricordare così bene

annotazioni sommarie di un presente sfuggente coagulato in una scintilla di istante

la preziosità è relativa, come ogni cosa, ma sarebbe sciocco usare bilance

Infinite variabili, prometti, raspando con le unghie alla porta socchiusa

il manto pelame di qualsiasi forma tu abbia assunto sussurra

volutamente troppo piano per distinguere le parole dischiuse

ma non hai bisogno che ti sia aperta la porta, eppur vorresti strappare un invito

 

Ed è solo all'una che inizia il vero viaggio perduto

a dimostrazione che ogni regola è viva solo quando infranta

ma il tempo ormai smette di aver senso, semplicemente continua a scorrere

e non si fa più caso, non si può più, alle consuete leggi spaziali o di senso alcuno

poiché il significante diventa sottile e a mille facce

e il significato ambiguo come una madreperlacea chimera inafferrabile e sinuosa

Tu sei entrata, alfine, accolta o meno, sai di essere bene accetta

che ti sia concessa udienza formale o pazienza affettuosa, perché dovrebbe far differenza?

che ti sia recata benedizione o maledizione, perché dovrebbe importare?

che ti si dia corda oppure si cerchi vanamente di ignoranti, perché dovrebbe ostacolarti?

Hai preso sembianze qualsiasi o nessuna affatto, sei rapace di natura

ma sai pingerti benevolmente gentile o misteriosamente enigmatica

multiforme quanto l'ingegno più drasticamente complesso e la più fulgida delle candide fantasie

ogni definizione, alfine, ti scivolerebbe addosso come seta sull'olio

affondando in un infinito incalcolabile che rifiuta indifferentemente ogni guida

poiché solo l'artifizio importa, di sapersi abbandonare, perdendosi senza andare perduti

 

Verso le due insorge un tagliente sospetto

a proposito dell'essere matti troppo santificati o troppo dannati lucidi condannati

perpetuamente in balia di una danza apparentemente senza inizio né fine

si inizia a dare udienza a chiunque, porti doni o torture, spesso entrambi dopotutto

indistinguibilmente avvinghiati in un vorticoso artelato senza superficie né fondo

aggrapparsi da qualche parte ridurrebbe in raggiati strappi

farsi prendere dalla paura farebbe precipitare tutto quanto nell'oblio

e cercar salvezza quando si sa di esser pur sempre scampati sarebbe pretenziosamente ridicolo

Hai perso ogni forma, dimensione e contorno, sei tutto e niente insieme

potenzialmente, un'ispirazione così elevata da dare le vertigini e pensare

eccoci, alfine abbiamo bucato il soffitto e stiamo fuoriuscendo dall'atmosfera a scoppiare

troppo ossigeno, o forse troppo poco, e possiamo solo ridere di noi stessi per tenerci legati a terra

potenzialmente, una caduta così rapida da traforare strati fino al centro bruciante planetare

potremmo ridurci in una poltigliosa lava infuocata e tanta profondità ci darebbe alla testa

troppo denso, o forse troppo poco, e dobbiamo per forza riconoscere come siamo nel bene e nel male

poiché solo con una riserva di acuta e pungente ironia, alfine, ci traiamo dagli estremi assoluti e accecanti

 

Intorno alle tre è ormai divenuto chiaro come il sole

poiché sebbene l'astro sia dall'altra parte del pianeta

e l'altr'astro affondato oltre l'orizzonte od ormai vers'esso avviato con placida calma

che siamo dalla testa ai piedi in un mondo molto diverso, ampliato e amplificato

non si contano le fascinazioni per questo o quel menù di bizzarrie

le possibilità appaiono davvero infinite nell'intersecarsi e separarsi selvaggiamente

E come avevi promesso, sei qui in tutto il tuo splendore, sei ovunque e da nessuna parte

inconsistente, meno di un filo di rugiada sulla pelle dura delle ali di una libellula,

ninnananna di una fortuna che non si preoccupa di tenere il conto delle sorti

inconcepibile come il sogno che si è tralasciato di dormire per queste notti e diventa comunque fiaba

tauromachia di una pericolosa sfida alla ferocia della belva che si ciba di illusioni e ne fa racconti ad occhi aperti

innegabile come uno spirito che non si riesce a seppellire e abbandonare finché si ha respiro

Dunque, ho cercato di ricordare se eri già lì quando nacqui, o se fummo separati più avanti

se torni a cercarmi quando l'ora è proficua e il senso comune benpensante è placato nel suo sano riposo

magari fermando gli orologi che credono di continuare a scorrere, per sciogliere il sangue dalle corde

 

Quando tra le cinque e le sei l'appressarsi dell'alba inizia a rischiare il mondo

e la luce ancora non disturba ma fa sbattere le palpebre, sorpresi di essere ancora tutti interi

di essere lì dove ci si era lasciati e allo stesso tempo dopo aver percorso incalcolabili miglia

in chissà-un-dove che si inizia a intravedere sempre più confusamente ora

mentre il burlesco modo dell'indaco fumo da finale imminente inizia a spirare in una gioconda nebbia

si sa con certezza che non si saprebbe mai raccontare esattamente, nemmeno a noi stessi

Inizi a sembrare piuttosto stanca, ora, felinamente soddisfatta ma anche annoiata

l'equilibrio inesistente si sta lentamente e inesorabilmente iniziando a scheggiare di troppo nitidi graffi

lo stato di indecente grazia mistica si sta irriguardabilmente spiegazzando ai margini

ricominci ad assumere forme svarianti, mentre la danza diviene un po' troppo rigida e quasi meccanica

il tempo sta tornando, i meccanismi fremono per scaldarsi, saranno presto pronti a ripartire

cerco di trattenerli, ma sorridi divertita, apprezzando comunque l'omaggio del tentativo

onestamente cavalleresco, per la verità totalmente donchisciottesco, di rimandare la tua dipartita

E mentre le mie forze iniziano a frammentarsi in un'irritante discontinuità, ballando ancora ma incespicanti

e zoppicanti, poiché qualcuno sembra sostenere che dovremmo rimetterci le scarpe per poter essere in piedi

indiscretissime domande artificiali iniziano a turbare l'incantesimo senza magia, come un esercito di gelido raziocinio

 

E da qualche punto in poi non meglio individuato, il sole sta sbucando dalle sue vie sotterranee

non si può resistere al carro che arriva a conquistare ogni cosa non voglia rifugiarsi in ombra

e l'effluvio di diversi ragionamenti si scontra micidiale con ciò che lo aveva preceduto, spazzandolo via

Se la natura ci è data quanto ce la diamo, se il coraggio si conquista quando non ti si sfugge vanamente

rinchiuderti non ti lasceresti, negarti ne rideresti, distruggerti si rivolterebbe contro

farti assecondare regole ti rovinerebbe e lasciarti far come vuoi sdoppierebbe tutto in alternanza

la sovrapposizione è consigliabile, ma ancor meglio è la commistione perpetua

fragile come il cristallo di un vetro assottigliato con perizia da pellegrino incallito

farti prevalere e inchinarsi ti renderebbe così grandiosa che divoreresti ogni cosa, finanche me, completamente

per cui un’incredula sorta di risveglio da una veglia presso ad un lumicino buio quanto l'oscurità e sfavillante come stella

mi riscopre come un vecchio gufo rattrappito che cerca di capire cosa l'abbia investito, forse un'auto pirata

perché è parso come di essere rotolati su se stessi per ogni angolo di cervellotica e favolesca galassia

prima di essere lasciati di nuovo lì da dove si era partiti, e rivedendo i propri pensieri non ci si crede

Inizia una preoccupante processione di improbabili teorie e trucchi da acrobati di ben cesellate se va bene mezze verità

qualcuno chiama alla sbarra divinità, demoni, scherzi della mente, allucinazioni, stati alterati, sostanze, geometrie stellari...

Ed è allora che so per certo, senza nemmeno gettar sguardo, che te ne sei andata

o forse ben camuffata, assisti allo show di chi tenta anche solo di descriverti, sorridendo estremamente divertita

un poco orgogliosa di aver generato tanto scompiglio, e vagamente smorfiosita da tante attenzioni

 

 

 

 

Note (no, non sta diventando un vizio, ma questo è un altro dei pochissimi casi in cui ne necessitavo) – in ogni caso consiglio di leggerle solo dopo aver letto quanto sopra

-      Alcune parole non esistono proprio in italiano. Sono miei “giochetti” scaturiti dall’”ispirazione”, ma soprattutto sono una sorta di necessità laddove le ho usate, ovvero mi era impossibile trovare dei corrispettivi che mi dessero altrettanta soddisfazione dal punto di vista di suono e significato etc. etc. Dovrebbe essere in ogni caso per ognuna di esse intuibile il significato per quanto inventate, specialmente perché spesso sono “deformazioni” di parole realmente esistenti.

-      Questa scribacchiatura l’ho buttata giù (diverso tempo fa) come una sorta di ‘omaggio’ all’ispirazione. Il motivo per cui è incentrata nelle ore notturne non è casuale. Come forse saprete bene se siete scribacchiatori/trici anche voi, è proprio in queste ore notturne che si vive più facilmente una sorta di sabba di ispirazione come mai in altri momenti della giornata. Non per niente diverse culture mistiche insistono proprio su questi orari (ore delle streghe, dei fantasmi, dei morti che camminano sulla terra, di predizioni da oracolo, allucinazioni mistiche, deliri più o meno ispirati o creativi, quello che volete). Personalmente tendo a credere al fatto che semplicemente il nostro biologico interno è sincronizzato su robe tipo l’andamento di ore di luce e ore di buio e luna e via dicendo (come le maree insomma he he), e quindi in questi orari (e a queste latitudini, altrove non so, forse le regole cambiano) il cervello si accende come un albero di natale (n.b.: i neuroni sono le lucine, in pieno cortocircuito peraltro). Aggiungere a questo il dato molto pragmatico (ma non per questo meno importante, sia detto) che probabilmente molti di noi scribacchiatori/trici della domenica (appunto) non troviamo facilmente tempo tra gli altri impegni della nostra vita per scribacchiare e finiamo per farlo di notte (hem, già, quando sarebbe molto più sano dormire, tipo). Ma il mio omaggio piuttosto che per i fenomeni puramente fisiologici o pragmatici opta, per puro sollazzo (esercizio) scribacchiatorio, per una sorta di “impersonificazione” (naturalmente in versione mistico-aulica e decisamente poco tangibile, eventualmente con sfumature da divinità) dell’ispirazione. Come avrete intuito, naturalmente ho giocato anche su altre possibili interpretazioni e parallelismi… e quindi, per quanto scaturito originariamente come omaggio all’ispirazione, può essere letto anche come un incontro con una lei decisamente realmente esistente che però viene narrata e descritta poeticamente sotto diverse sembianze. Per questo, aldilà di questa mia nota o di qualsiasi altra cosa, lascio del tutto alla vostra libera interpretazione come prendere questa scribacchiatura. La natura di omaggio resta. Omaggio disincantato ma non per questo meno dedito (anzi).

-      Confessione: non l’ho riletta interamente prima della pubblicazione, mi sono arreso all’altezza dell’inizio dell’ultima parte per via di tempo etc. Tuttavia non dovrebbe esserci niente di orribilmente erroneo, considerato che l’avevo riletta altre volte nel frattempo da quando la buttai giù.

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Capitolo 41
*** mandarina ***


.mandarina.

 

 

stavo misurando l'ombra della meridiana alberata

stavo giusto cercando un modo per trovare qualcosa

di ripennellare un po' col verde qualche grigio

ed ero del tutto impreparato

quando ho visto qualcuno camminare lungo la strada

 

mandarina, mandarina

sembravi il riflesso di un sogno di tanto tempo fa

io ero un buffone, e tu eri la mia regina

ma sai quante miglia ci sono ora di mezzo?

 

cercando di indovinare come sei solita essere ora

ma con la sensazione che non sia il momento, in tempi come questi

di stare troppo a pensare a cosa è già successo ormai

quando ho visto il tuo viso riflesso nei miei occhi

 

mandarina, mandarina

tutti hanno un limitato numero di spicchi da dare

tu li hai già dati uno per uno, senza chiedere in cambio

e adesso credi che seppellendoti crescerà un albero

 

 

******************************************************************

Credits: ispirata da 'Tangerine' dei Led Zeppelin

(scribacchiata prima di leggerne il teso, le assonanze sono perlopiù ad orecchio)

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Capitolo 42
*** indomata ***


.indomata.


Sembrano passati secoli da quando mia madre mi reggeva tra le braccia

Sorridendo solo per le foto, in camere di bambole che sembrano fatte per essere spaccate

Tempo dopo qualcuno diceva al primo sguardo che aveva già capito, che ero pericolosa

Allora sapevo che si erano innamorati, lo trovavo noioso

Pensai che avrei potuto essere una vip se solo avessi venduto l’atteggiamento

A patto di un’icona da non cambiare mai finché rende

Continuavano a dirmi come potevo supporre di sapere cosa volessi, troppo giovane

Abbastanza giovane allora, da andarmene senza sprecare uno sguardo dietro le spalle


La verità tesoro, mi disse una prostituta sul ciglio della strada

È che tutti sono sempre pronti a dare consigli e giudizi su come dovresti essere

Ma poi si contorcono su loro stessi se li fissi più a lungo di un momento

E se proprio ti mettono all’angolo, tiragli un pugno e scappa, perché non meritano altro

Che ne può sapere chiunque, di chi sei, dopotutto

E quando mi dedicavano i loro corteggiamenti e protezioni, li vedevo

Volevano giusto fare di me quello che volevano fossi per loro

E no, chiunque tu sia, non facevi eccezione, che lo sapessi o meno


Oh, forse sono stata maleducata

Davvero non volevo sembrarlo, è che lo sono

Temo di aver bruciato il velo da sposa e rifiutato di aderire alle gioie della maternità

E sì, un’auto rubata e qualche altra cosa, ma sai

Dovevo schiodare molto in fretta, prima che potessero fermarmi


Era tutto pieno di vestiti e scarpe luccicanti, una specie di shopping per distrarsi

Ma io non volevo andare da nessuna parte e solo sedermi a pensare per un po’

Attraversare la città a piedi da capo a capo scegliendo i vicoli definiti sbagliati

E poi uscirne e ricordarsi di saper correre senza aver nessuno che ti insegue

Andare in altri posti dove non fosse così complicato essere se stesse senza condizioni

Una pazza delle bettole mi ricordò che sapevo ridere delle loro regole assurde, e rise con me

Ma se ridi e non capiscono nemmeno perché sono ridicoli, scappa o ti rinchiuderanno, raccomandò


Oh, forse sono stata indecorosa

Davvero non volevo sembrarlo, è che lo sono

Temo di aver vomitato su qualche bandiera e bestemmiato quando pregavate per la mia salvezza

E sì, sputato medicine e qualche altra cosa, ma sai

Dovevo scavalcare la finestra rapidamente, prima che potessero mettere le sbarre


Era il mio amore, ma lei sceglieva la vergogna e voleva diventare normale

Gettai il mio cuore per terra, e credo si spaccò alle mie spalle

Avevo troppe lacrime negli occhi, ma lei si strappò il velo e chiamò con un ululato

Spezzai la scopa e presi un ramo cavalcandolo per volare con loro

Streghe e stronze, furiose e maledette, le mie sorelle erano una tempesta a ciel sereno

Precipitai quando mi trafissi con la paura che sarebbe finito un giorno

Ma lei mi disse che lo ero sempre stata, indomata, e non potevo che essere felice


Oh, forse sono stata ribelle

Davvero non volevo sembrarlo, è che lo sono

Temo di aver tradito le vostre aspettative e infranto le vostre illusioni

E sì, lo rifarei e lo rifarò e qualche altra cosa, ma sai

Dovevo vedere i re per imparare che erano nudi senza saperlo


Come diceva lei…

Ascoltali, perché si tradiranno con le loro stesse parole

Allora potrai sorridere e sapranno di dover temere il peggio

E guardali, perché si tormenteranno con le loro stesse certezze

Allora potrai offrire loro una mano tesa e sapranno di stare strisciando

E gira loro intorno, perché avranno una catena con cui tenderti un agguato

Allora potrai tirarla e si accorgeranno che ci si sono legati da soli e l’hanno dimenticato

E precedili, perché ti inseguiranno pensando di essere loro i cacciatori

Allora tira fuori i denti e lo sgambetto, così potrai ridere quando finiranno nella loro trappola


Oh, forse sono stata sconclusionata

Davvero non volevo sembrarlo, è che lo sono

Temo di aver saltato le spiegazioni e aver già raggiunto le mie conclusioni

E sì, non era uno spettacolo o qualche altra cosa, ma sai

Dovevo fingermi qualcuno che stesse solo recitando mentre infrangevo il lucchetto dell’uscita sul retro




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