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Capitolo 3 *** solo per un giorno - per sempre e ancora sempre ***
io
io
io posso ancora immaginare, sarò un pascià
e tu
riguardo a te, sarai la mia concubina favorita
per niente
per niente svenderemo il nostro regno per essere liberi
e loro
bè loro ci inseguiranno senza mai prenderci
galopperemo liberi e spensierati, solo per un giorno
non avremo zavorra né problemi, ma solo per un giorno
tu
tu sarai la mia musa, la mia luna di giorno e notte
e io
io cercherò di non affogarmi nel mio bicchiere di vino
perchè gli amanti
gli amanti non devono spiegare niente a nessuno
no sai gli amanti
gli amanti risplendono di loro propria abbagliante luce
quel che è vero è vero
e loro
bè, loro ci diranno che stiamo sbagliando tutto quanto
ma noi
bè, noi ci saremo già tolti le scarpe dai piedi per correre
alla stazione
saremo così veloci da seminare le frecce (1)
sarà così meraviglioso, per sempre e ancora sempre
che ne diresti?
tu
tu per me splenderai al di sopra di ogni cosa luminosa
come una stella
come una stella in un sacco a pelo, posata ai miei piedi
dalle maree spaziali (2)
nessuno
nessuno scommetterebbe un centesimo sul nostro successo
i senzatetto della metrò
guardandoci hanno sbraitato tutti insieme: per sempre e
ancora sempre (3)
già ci vedo chiaramente, legati solo a noi tra noi
sfavillanti nella rugiada del mattino in un prato fuori
città
solo per un giorno
io
io ti giuro che non piangerò quando ti porteranno via
e tu
tu sarai sempre la metà in ombra della mia anima
naturalmente
naturalmente tutto questo finirà male come spazzatura
informe al lato del marciapiede
ma noi
noi saremo ancora strabilianti, rari come coralli nel
deserto
solo per un giorno
noi gli unici
gli unici che hanno gridato così forte da farsi sentire al
di sopra del traffico
lo rifacciamo questa domenica?
io
io ti rivedrò nei sogni di ogni dannata notte che non
dormirò
domani
domani scenderò di nuovo in strada a cercarti, col freddo
le forbici
le forbici che hanno tagliato il tuo filo (4) sono
germogliate, sotto la metropolitana
i fiori
i fiori che ne sono nati mi chiamano ogni volta con voce
stridente
e chi può dire
chi può dire che scendendo a coglierli non potrei tornare
da te (5)
quei guastafeste
quei guastafeste mi hanno di nuovo tarpato le mie
splendide ali di farina (6)
tu dovrai
tu dovrai aspettare che trovi un altro modo per
precipitarmi da te
noi saremo
noi saremo poi favolosi supereroi che non hanno paura di
niente
per sempre e ancora sempre
saremo angeli d'acciaio ed eroina (7)
per sempre e ancora sempre
saremo folli allo sbaraglio
per sempre e ancora sempre
e niente
e niente ci tenderà una mano per porgerci aiuto e conforto
allora noi
allora noi ce ne infischieremo andandocene senza mai
voltarci
faremmo davvero meglio a non restare
davvero nessuno
davvero nessuno esiste che ci salverebbe tenendoci al
sicuro
nemmeno per un solo giorno
N.B.:....
1) Specifico che benchè alcuni di questi, hum,
componimenti azzardati?, si concentrino sulla descrizione di una lei (ognuno
per una diversa lei, ma ci sono ripetizioni che si riferiscono alla stessa), alcuni
riguardano lei e qualcun'altro, e in alcuni casi il sottoscritto scrive di
altre due persone, di cui una è la 'lei' in questione. Forse detto così non si
capisce niente. Sorry.
2) A David Bowie quel che è di David Bowie. Questa è stata
ispirata dalla canzone Heroes/Helden, in parte, e in parte da alcune personali
impressioni.
3) Non so se tutte le metafore, o diciamo più che altro
gli abbozzi di immagine e le simbologie, sono chiare...A me lo sono state solo
dopo che ho riletto quello che avevo scritto e che sono riuscito a
interpretarlo (eh, i poteri del subconscio...), ma non sono sicuro che si
capisca un accidente. Essendoci un abbozzo di senso compiuto e una sorta di dispiegarsi
di "trama", per chi volesse capirle può leggere qui sotto qualche
chiarimento, per chi preferisce digerire abbandonandosi alla libera
interpretazione non legga quanto segue.
(1) LE FRECCE
sono tre cose contemporaneamente. Le frecce in senso
letterale, quelle composte da bastoncino di legno con piume in fondo e punta
acuminata in cima che si scagliano con gli archi (sì, è una descrizione penosa
e auto-ironica): sono sia le frecce in senso di velocità diritta e sicura (come
le
loro ambiziose illusioni e progetti), sia le frecce nel
senso di ammonimenti e rancori che gli scagliano dietro coloro che inseguono e
cercano i due "protagonisti". Infine, sono anche i treni...presente
la famosa 'Freccia Rossa' di recente inaugurazione? Nel senso che le loro idee
e sogni corrono anche più veloci dei treni che prendono per andarsene.
(2) se avete mai dormito in un sacco a pelo all'aperto di
notte abbastanza lontano dalle illuminazioni artificiali l'immagine potrebbe
esservi famigliare...
(3) c'è un fraintendimento tra quello che intendono i
senzatetto, che vedendoli pensano che finiranno male e ne faranno i conti per
sempre (senso che poi l''io' afferra più avanti), e quello che credono di
capire i due "protagonisti", che credono che intendano che il loro
essere insieme e
sentirsi liberi e alquanto su di giri durerà per sempre e
ancora sempre.
(4) secondo la mitologia greca a ogni essere umano è
destinata una vita lunga quanto un filo che viene tessuto da una dea, curato da
un'altra e infine tagliato (con cesoie) da una terza (le Moire o Parche). Il
taglio coincide con la morte inesorabile della persona a cui corrisponde il
filo.
(5) in genere i funerali, le bare e le tombe qui da noi
sono accompagnati da molti fiori. C'è l'usanza di buttare una manciata di terra
e/o un fiore sulla bara prima che venga ricoperta di terra. Su alcune bare
viene fissato come ornamento un fiore dorato. Scendere a prendere il
fiore...letteralmente si
parla di cogliere fiori sui binari di una
metropolitana...il che, più letterariamente, potrebbe coincidere con lo
scendere nella fossa a raccogliere il fiore che è stato gettato o che è fissato
sulla bara, e farsi seppellire con essa.
(6) 'farina' in certi gerghi è sinonimo di droga. Ali di
farina...o meglio: la farina mette le ali al cervello...
(7) angeli di acciaio ed eroina…per l’una la morte arriva
in forma di acciaio, per l’altro in forma di eroina, o almeno così pensa.
Colgo l’occasione per
ringraziare molto dei commenti Alice e moonwhisper. A
dirla tutta i vostri complimenti mi hanno imbarazzato. Conosco bene i vostri nick perché da un po’ seguo quello che scrivete su questo
sito, anche se non ho mai osato commentare perché avevo seriamente
l’impressione che non mi sarebbe mai venuto fuori un commento all’altezza di
quello che avevate scritto… che spesso comunque mi
lasciava senza parole e basta. Probabilmente non ha molto senso farlo, ma
vedendo i vostri commenti mi sono chiesto, e ancora mi sto chiedendo, come
possa piacere quello che ho scritto a chi scrive come scrivete voi. Grazie
davvero...
Sinceramente odio la rima, o
meglio, odio usarla. In questo caso è spuntata accidentalmente all'inizio e
stranamente mi è venuto naturale continuarla oltre. In fondo la rima e il tono
leggero si addicono alla persona di cui ho scritto qui. Dette queste noiose inutilità… fine. Cioè, non del tutto, ho qualche altra riga
da parte.
Capitolo 5 *** e lei balla anche stasera - parte I ***
Avvertenza prima dell’uso: questo capitolo e quelli a venire
che porteranno il medesimo titolo parlano di una coppia lei-lei (o lesbica, od
omosessuale, o yuri e così via a seconda del termine
di preferenza). A chi si ritenesse offeso o disturbato da questo, benché il
problema sia chiaramente suo, per evitare che – come a volte accade – per un
paradossale capovolgimento della situazione il problema diventi invece mio perché
l’ho scritto e messo online, si consiglia di evitare di leggere e/o di farsi
problemi inutili. Tutti gli altri capitoli di questa raccolta invece si riferiscono
perlopiù a coppie eterosessuali, per chi si ritenesse offeso da ciò può fare
riferimento sempre alle stesse indicazioni sopraddette.
E LEI BALLA ANCHE STASERA
e ora guarda un po'
mentre le ombre si stringono assonnate
sono ancora qui
schiena dura contro il muro morto e freddo
e gli occhi in avanti
le mie fantasie ubriache barcollano sul pavimento
(troppo liscio)
ma dimmi un po'
e la notte mi sta alitando sconcezze all'orecchio
mi vedi oppure no
le piante rampicanti mi stanno prendendo i piedi
ai margini di tutto questo
vado alla deriva su una foglia in balia di onde alcooliche
sul serio credevo
di meritare molto meno di te e molto più di questo
il mio compito ignorarti
fallito dal momento in cui ti ho visto muovere stasera
e allora dimmi
posso avvicinarmi e venire a farti ballare sul serio?
hai perle candide
arrossirebbero a sentire quello che immagino su te
tu affatto
il tuo pudore è affogato in un calice tra le bollicine
ho visto come
un passo dopo l'altro passo dopo passo per afferrarti
non lo sanno no
per chi ti muovi in quel modo in quell'abito con quel corpo
oh
tutta la sala gira intorno
i tuoi occhi ammalianti che non sanno ammiccare su di me
signorina candida
fai un altro ballo solo per me per farmi ammattire del tutto
hey piccola bambina, sbaglio o tuo
padre è uscito?
ti ha lasciato tutta sola nel salotto livido al buio
senti, mi è venuta una cattiva idea
andiamo a dare fuoco alla notte
dimmi un po' ragazzina adesso se è tutto ok o no
se non puoi fare proprio niente per uscirne perchè
senti, potrei portarti molto in alto
hai mai visto la città ardere la notte?
qualche volte di notte nel mio letto sento la tua voce
parli e ridi e scoppi a piangere senza ritegno
all'improvviso
nel bel mezzo della notte afferro il cappello e un cappotto
prima di accorgermene mi fiondo fuori dalla porta per
cercarti
senti, avrei un favore da chiederti
se chiudo gli occhi ti farai ritrovare dalle mie mani?
se sto zitto continuerai a parlarmi di quello che ti
succede?
se non dico di amarti smetterai di temermi?
hey signorina, sbaglio o hai sulla
faccia un'altra bugia?
scommetto che nemmeno lo specchio di tua madre ti riconosce
per stasera ho una proposta per te
lascia perdere le tue storie e afferrami la mano
dimmi ragazza se le tue gambe reggono ancora
ti alzerai dal marciapiede e accetterai se ti offro da
mangiare
senti, ho qualche soldo in tasca
pensavo che potremmo seppellirlo in terreno fertile
qualche volta appena sveglio ripenso a quello che abbiamo fatto
dalle monete che ho sepolto non è nato nemmeno un granello
di sabbia
dal tuo dolore silenzioso è eruttata la mia furibonda ira
dalle mie promesse è nato il tuo coraggio per alzare la
mano?
la classe delle persone conosciute ti guardava con
ammirazione
mentre camminavi la cattedra è tramutata nel banco dei
testimoni
lo so, credevi ti volessero mangiare, ma hai guardato me e
poi nessuno
le tue parole e loro come statue di sale arrossite, io sono
uscito per cacciare
hey bellissima, se non ho visto
male hai sorriso
attraverso il vetro opaco di confidenze impronunciabili
senti, so che non puoi ritardare
io sarò qui, tu vai fuori a prenderti il mondo
hey madame hey,
sono certo che non mi riconosci
abbassa gli occhiali scuri e scendi dai tacchi alti
senti, no che non mi offendo
ma il tuo vestito sofisticato non è più adatto per ballare
qualche volta incontrando la sera ti rivedo, ripenso te
e le tue parole che quella notte hanno guidato la mia mano
assassina
di tutte le notti che abbiamo stregato ricordo che ti ho
riportato a casa
e non credo ai miei occhi
dove sputai quei semi legnosiora c'è un albero che fa ombra alle mie
sbarre
le sue susine sanno di magia buona, amore
...per tutte coloro
che hanno in casa qualcuno che le tratta come stracci, qualcuno che usa la
violenza e il terrore su loro privatamente e pubblicamente è tutto sempre
normale, va tutto sempre bene. Reagire, agire, alzarsi e parlare chiaramente,
esporsi e denunciare, non è di fatto semplice e definitivo come può sembrare
nelle pubblicità informative, nelle campagne di sensibilizzazione... Dedicato a
quella lei che ha avuto il coraggio, finalmente, di raccontare la verità e che
ha iniziato la sua battaglia personale e perlopiù solitaria per ottenere quel
diritto, che anche altri dovrebbero forse impegnarsi maggiormente a garantirle,
di non subire più abusi con la scusa del sangue comune. Sperando che non si
arrenda, che trovi la forza ancora e ancora per affrontare tutti i colleghi del
suo aguzzino perbene, tutti i suoi avvocati ben pagati e la sua immacolata,
famosa, ricca e perfetta fedina sociale. Augurando per sempre che possa
lasciarsi alle spalle tutto quello che le è stato fatto e smetterla di punire sè stessa, ma soprattutto che riesca a non aprirgli più la
dannata porta di casa, dovesse cascare il maledetto mondo...
*Ad ogni asterisco corrisponde un
approfondimento alla fine per capire alcune cose, a chi interessa avere qualche
esplicazione su questo...*
[Dedicato alle ragazze che battagliano, ballano, ridono,
s'incazzano, bevono, piangono, dormono, discutono, corrono, si allucchettano, scherzano, urlano, megafonano,
si sbagliano, si informano, ragionano, viaggiano, s'ingegnano, s'arrangiano,
reagiscono, si intristiscono, suggeriscono, condividono, accompagnano e si
fanno accompagnare, organizzano, cucinano, propongono, scrivono e leggono,
costruiscono, progettano, ironizzano, si divertono, intuiscono, zittiscono e
tutto il resto... con noi o senza di noi, in particolare alla Stella della Senna* che conosco io)
Lungo il marciapiede di una qualche città
si aggirano a volte megafonando,
urlando, occupando "terreno pubblico"
possono sembrare tranquille magari quasi insignificanti
chi le conosce riderebbe a sentirlo dire
hanno grinta da vendere e poco tempo per esitare
Dopotutto, il 7 gennaio c'è la RI VO LU ZIO NE!
Rosagatta parla sempre in parole
sincere
sorridiamo tra noi sentendola gridare con sentimento
mai la vedi vegetare, sempre a fare, dire, progettare
tra le varie sbronze senz'altro decisa
ha detto che occuperà e accidenti se lo farà
Lei è sicura, il 13 novembre c'è la RI VO LU ZIO NE!
Non le puoi conoscere per sentito dire
avanti se vuoi venire a fare un commento sgradevole
ti restituiranno più di quanto hai gettato loro addosso
avanti se pensi sono solo ragazze, avanti pure
i ragazzi staranno a guardare mentre ti conciano per le
feste
Problemi tuoi se non sai che, il 28 aprile c'è la RI VO LU
ZIO NE!
Piccola Pantera ha sempre i nervi tesi in superficie
ti parla diretto, ti trapasso a sguardo, touché
l'intelligenza viva corre più forte delle sue arguzie
falle un torto e voltale le spalle e vedrai che ti combina
anche se non ha potuto allagare del tutto il commissariato
Lei è sempre pronta per tutto, il 2 agosto c'è la RI VO LU
ZIO NE!
Attento amico perchè non hanno la
mano leggera
attento avversario, hanno così tanti modi per batterti
perderesti il tuo tempo a contarne solo alcuni
e non rimanere sorpreso se ad ogni sgambetto hanno già
scartato
se ti rigirano contro ogni colpo basso e ti sgonfiano con
l'ironia
Te lo dicono chiaro che, il 30 giugno c'è la RI VO LU ZIO
NE!
Matrioska spalanca gli occhi stupendi quando ti parla
amichevole e affettuosa se solo ti conosce
puoi scambiare due parole in qualsiasi momento
ma se deve parlare non lascia dire certo al vento
se c'è bisogno arriva con un sorriso fiducioso di vittoria
Lei sa già, il 21 ottobre c'è la RI VO LU ZIO NE!
Potrebbero anche andare solo loro avanti
non hanno bisogno della tua mano, del tuo appoggio, della
tua presenza
potresti pensare che siano più facili da picchiare
non vorremmo essere al tuo posto quando ci proverai
non saremo noi ad avvertirti di cosa scoprirai sulle tue
ossa
Loro stanno già andando perchè, il
10 marzo c'è la RI VO LU ZIO NE!
Alzata con Pugno ti adora se le piaci
la guardi e pensi che sembra forte ma potrebbe essere
fragile
poi eccola che viene spinta a terra e si rialza di schianto
ci dev'essere un grosso livido là
dove ha abbattutto il pugno vendicativo
dovresti capire al volo che è meglio non farla incazzare
Lei sarà in prima linea se n'è convinta, il 3 maggio c'è la
RI VO LU ZIO NE!
Potresti sì pensare che siano il punto debole da mirare
ti spiegheranno loro quanto sono da evitare
allora dirai che sono intrattabili e inavvicinabili ma in
realtà
sono dolci, terribili, care e temibili, gentili e
irremovibili
spudorate e sensibili, inquiete e sicure, gagliarde e
intuitive
E tanto altro ma sempre c'è che, il 19 settembre c'è la RI
VO LU ZIO NE!
Bambolina di porcellana non è, benchè
potrebbe sembrare
ad occhio diresti che non combina niente in concreto
ma ha tatuato sulla zampa la sua convinzione
non si mostra, spettacolo non da presso pubblico alcuno
non sto a spiegare l'errore che si commette a non notarla
Lei ragiona e s'impegna aspettando che, il 17 febbraio c'è
la RI VO LU ZIO NE!
No non so, non capisco bene perché
quelli arrivano e le sottovalutano come se
le pensano incapaci di combattere per altri e per sé
poi sbattono il muso sulla ruvida realtà del loro valore
e vogliono spiegarci che la parità dei sessi significa che
ce le danno ugualmente**
Proprio non hanno capito ma così resta ed è, il 23 dicembre
c'è la RI VO LU ZIO NE!
Egiziana commenta con le ciglia sottili ogni cosa
si muove come se ogni luogo fosse potenzialmente il suo
salotto
dispensa sorrisi meravigliosi e ti incatena con lo sguardo
ma in caso di necessità scatta la sua lingua tagliente
bella ma difficile balla il ballo degli egizi*** muovendo le
gambe lunghe
Lei non ha alcuna fretta perché sa in fondo che, il 18
maggio c'è la RI VO LU ZIO NE!
Si potrebbe pensare di averle capite parlandoci un po'
ma non si sa niente di loro se a farti sapere non ci tengono
possono sbagliare, avere paura e dubbio a volontà
idealizzarle o denigrarle non aiuterebbe mai a capire cos'é
ma alla fine prendono lo slancio e partono per lottare per
te e con te
Non si tirano mai indietro se una remota possibilità c'è, il
14 febbraio c'è la RI VO LU ZIO NE!
Stella della Senna come un tornado mai si posa
sembra che niente la sconfigga, nulla la stanchi, niente la
scoraggi
entra nella tua vita con un turbine di sentimento del
momento
ti trascina nella mischia delle sue molteplici avventure
d'un balzo
elfo dalle mille sfaccettature, la più cara e incasinata
delle persone
Lei ti può urlare entusiasta che, il 4 luglio c'è la RI VO
LU ZIO NE!
* Stella della Senna è
il nome della protagonista della serie animata giapponese tradotta in Italia
col titolo di Tulipano Nero, titolo ingannevole dal momento che la vera
protagonista della storia è la Stella della Senna, eroina mascherata che si
batte per la giustizia dalla parte del popolo francese tiranneggiato da leggi e
soldati del re (Francia, Luigi XVI, poco prima della Rivoluzione). La
Rivoluzione Francese inizia ufficialmente con la presa della Bastiglia del 14
luglio, ma nella canzone-sigla italiana delcartone animato per errore si parla di 4 luglio. Avendomi fatto
conoscere questo cartone animato una delle ragazze di cui parlo qui, le ho
appunto dato il soprannome di Stella della Senna, anche perché pare quando da
piccola guardava questo cartone si identificasse molto con la protagonista. Le
date "a casaccio" sparse lungo queste righe prendono mossa
dall'errore della sigla di questo cartone, a cui ho dato un particolare
significato...dal momento che queste ragazze fanno delle loro vite, del loro
quotidiano, un'impegno continuativo per una rivoluzione
(non intesa in senso strettamente politico o sociale, ma in senso ampio e
diverso da persona a persona...per qualcuna può essere questione soprattutto di
femminismo, per qualcun'altra di giustizia in senso ampio, per qualcuna di anarchismo,
o di antifascismo o antirazzismo e anti-omofobia e così via...ci sono tante rivoluzioni
in una qui) alla fine non importa la data, ogni giorno è un pezzo di
rivoluzione fatta da loro. Il punto è la grinta, il coraggio e la passione che
sono capaci di tirare fuori nei loro momenti migliori...
** Questo fatto è
realmente accaduto, e vorrei portarlo come "testimonianza" di certo
tipo di mentalità che si aggira per il mondo...diciamo così...per questo lo
racconto un po' più estesamente. In occasione di una manifestazione,
autorizzata e non violenta, una ragazza in particolare è stata buttata e
trascinata per terra da alcuni poliziotti. In seguito, alcuni di loro vennero a
parlare con atteggiamento che richiedeva comprensione per il loro agire. Alcuni
dei ragazzi e delle ragazze presenti gli dissero che avevano esagerato a
trattare a quel modo la ragazza. Uno di loro chiese loro se credevano nella parità
dei sessi e loro, senza capire cosa centrasse, dissero di sì. Questo tizio
rispose che dunque dovevano accettare il fatto che una ragazza venisse trattata
come avrebbero trattato un ragazzo. Da ciò, mi pare di intuire, ci sono persone
che ritengono che il significato della parità dei sessi sia che loro possono
prendersi la libertà di picchiare una ragazza altrettanto come farebbero con un
ragazzo...e di conseguenza anche che senza questo credo di parità dei sessi
riterrebbero una ragazza più debole e incapace di difendersi rispetto a un
ragazzo. Lascio i commenti e le riflessioni del caso a chi legge...io mi sono
già fatto le mie... Posso solo dire, basandomi su mia esperienza, che si
sbagliano sulla presunta maggiore debolezza di una ragazza. E i fatti
gliel'hanno già dimostrato più volte...
*** mi riferisco a 'WalkLikeanEgyptian' delle 'Bangles'
> preso ispirazione da ‘Bette Davis’ Eyes’ e
ritoccata sulle misure della lei in questione, l’ammaliatrice,
e dedicata un po’ a tutte le sue vittime, con la giusta malignità del caso in
certi casi, e a tutte coloro che potrebbero assomigliarle, in special modo al
personaggio di Asuka Soryu Langley di Neon Genesis Evangelion o almeno al
ricordo che ho di questo personaggio <
Capitolo 16 *** e lei si sveglia anche stamattina ***
N.d.A. -> 'E lei balla anche stasera'
contava per la verità altre 2 parti che sono andate perdute grazie alla
distruzione della mia chiavetta (per la quale ho già tirato accidenti di ogni
sorta), perciò continuo comunque a parlare di queste due Lei, ma tento un
cambio di ritmo, o meglio, mi è venuto spontaneo e perciò perché non assecondarlo?
Diciamo la prospettiva si sposta decisamente, da un momento preciso in cui le
avevo inquadrate, una certa notte, una certa festa, al più ampio (e forse noioso?)
scenario di quotidianità. Note positive secondo me: se le storie son di notte non
per forza son solo notturne...e quindi tiro in ballo altri squarci di giorni,
ore, momenti etcetera... Se qualcuno tra coloro che aveva
apprezzato le precedenti "puntate" dovesse trovare questo cambio di
ritmo veramente sgradevole e volesse consigliarmi di tentare di recuperare il
ritmo notturno e lasciarlo come esclusiva...bè, sono
aperto a consigli e suggerimenti. Ma tanto non scrive mai quasi nessuno. Non mi
dispiace troppo. Così posso illudermi di lasciare senza parole chi legge, in
senso buono o cattivo che sia ;)
E’ da dire, chi legge e chi commenta o inserisce in
tutte quelle categorie di preferiti, seguite, e così via mi fa molto piacere,
ovviamente, ma non solo per pura vanagloria personale, perché mi piace pensare
di dare un contributo alle cose che piace leggere…
tant’è, ecco qua.
Avvertenza per i sensibili alle cose belle e normali: si tratta
di una relazione lesbica (tra due ragazze). E con questo io non mi assumo
responsabilità se chi continua a leggere ripensa ai suoi metodi di giudizio e
condanna con un pochino di senso critico oppure se cerca di scagliarmeli
addosso (fino ad ora mi hanno sempre mancato e mi son pure divertito, siete
avvertiti).
Ho preso la pistola di
primo mattino
bang bang ho pensato rivolta nello specchio al mio profilo
nel letto disfatto
giaceva scomposta una sorta
di principessa senza
più 'perché mai...?'
Acqua gelata di
mattina ingrata
cancella odori
deliziosi di momenti uh veramente graziosi
penso alle roulette
russe, alle ore schivate e quelle colpite
lei sospira e si
volta, arrotolandosi nel sonno, forse delusa
che i sogni potrebbero
non essere all'altezza delle sue aspettative
Di tutti i modi in cui
potrei svegliarla...
mi batte sul tempo la
radiosveglia berciante
nonostante la stia
mirando con perizia cecchina insiste
alla fine senza fretta
la sua mano languida la tace
ohi l'amaro ritorno al
quotidiano signorina cuscino
sbadiglia mostrandomi
quasi più di quel che s'è visto nottetempo
E lei si sveglia anche
stamattina
vanta un aspetto da
novella sbarazzina
punto il revolver al
cuore con indecisione
e lei alla fine mi
sorride, tutta un contento bagliore
già vorrei metterla ad
indagine sui suoi sogni
pare persino contenta
di trovarmi di umore già cattivo
un lento discendi
dalle stelle del letto
con piglio ottimistico
si incammina verso una nuova giornata
io già offesa perché
oggi non mi ha ancora baciata
Allora andiamo a fare
colazione, al tavolo di famiglia s'intende
dove io son quella,
son quella là, siamo giusto amiche s'intende
tutta arzilla di
capricci e lamentosa di noie e routine lei
a mentire si sa abbiam la lingua pronta tutti quanti
un giorno si stancherà
del gioco e lo manderà all'aria
nessuno a dir la
verità sarà sorpreso di dover gettare i suoi dadi finti
il punto è... com'è
amore?...
ah sì: non si mente se
non si dice quel che si vuol tacere
allora siam tutti giocolieri con la realtà e pagliacci della
commedia trita e ritrita
Dunque oggi, quindi
ora, si va alla sua scuola, cammina sul marciapiede
io son quella, proprio
quella, dallo sguardo falconesco e il grilletto
facile
bang bang, minaccio a denti stretti ogni fastidioso ostacolo di
turno
non che sia di mia proprietà,
si capisce, lei è di tutti e di nessuno
fatto sta che stan così le cose, io ho il mio revolver, lei moine e pose
le sue amiche arrivan tutte di gran carriera, qui per me si guarda e
basta
il mio arruolamento,
il mio dovere, non richiede scucire false smancerie
allora lei mette da
parte me con le mie sigarette, e si getta nella mischia
oh, un altro giorno
sopra ai banchi
per tutti i demoni e i
loro santi, non c'è chi me ne scampi
dite che sui banchi si
studia solo?
bè, avendone l'occasione
potrei dimostrare valide alternative
Capitolo 19 *** cenerentola, esci fuori ad ascoltare le storie del vento... ***
Dedicata a M., con la
speranza che continui ad ascoltare le storie del vento…
e che si liberi, un giorno o l’altro, di quelle maledette scarpette di
cristallo! Che a piedi nudi è meglio…
quando questa sorta di storia è cominciata
non sapevo che farmene dei baci nella spazzatura
lei aveva questo aspetto, con gli occhi ingenui,
i capelli comunemente castani
le guance colorate di troppi imbarazzi
a volte guardava alle persone in quel modo
come se cercasse oracoli o principi mezzo eroici
invece io, con i jeans stracciati nel fare
le solite serenate di protesta per le strade
non so cosa mi dissero per molti notti
lo scrosciare dei fiumi in cui si specchiavano lune
non ci avrei creduto se mi avessero detto
che cosa ne sarebbe stato di me
e lei intanto andava in giro come una cenerentola
nel suo vestito da cocktail mai usato
e non la lasciavano uscire di casa
né prima né dopo nessun tipo di mezzanotte
aveva tutti i numeri per essere una ragazza per bene
e pensava di poter riconoscere a colpo d'occhio
se un diavolo avesse tentato di carpirle la mano
ma in fondo era pronta per il primo che l'avrebbe sparata
mi prendo un minuto per ritornare indietro con la memoria
mi prendo su le mie cose e ritorno a camminare per la notte
e i tempi che cambiavano nel cielo
non sembravano più grandinate ma rivelazioni
sapevo riconoscere i suoni e gli odori nell’aria
avevo imparato a riconoscere i fuochi amici sull'orizzonte
lei disse che aveva sempre saputo che eravamo buoni
ma quando iniziai a diradare l'oscurità
che le avevano pigiato fin dentro gli occhi
lei scosse la testa e si tirò indietro di colpo
mi guardò, ci guardò, come se fossimo quelli che lei chiama
'cattivi'
e io mi chiesi, allora: dove sono le nostre vecchie paure?
in modo da poterle parlare da chi teme a chi teme
ma guardandoci in faccia ci rispondemmo tra noi…
non lo sappiamo più…
la sua testa era così avvelenata
ho guardato il cielo, respirando profondamente
cercando di non rispondere con i miei denti buoni
alle sue parole di spregio e di accusa, non a me
ma a loro... loro che non sono capace di lasciare
che ancora gli facciano anche più male
basta... davvero, basta... è già troppo, è già più che
abbastanza!
e quando riaprii gli occhi su di lei
ah, bruciavo!
ho visto una cenerentola in un vestito da ballo
che non aveva mai usato con nessuno
serviva solo per le sfilate delle perenni debuttanti in
vetrina
e lei si aspettava di essere sempre trattata con correttezza
e cortesia
e credeva che chi si arrabbia sia una specie di diavolo
purché non fossero coloro ai quali affidava le sue catene
si teneva pronta per gli shows che
avrebbero continuato a svuotarla
e continuava a dire che aveva capito male
a proposito di me, di noi, di loro
pensava che fossimo tutti bravi e buoni
avrei voluto alzare una mano in segno di saluto
prendermi su e scappare via prima di perdere il controllo
non riesco a stare fermo e zitto quando
vedo qualcuno che vi scaglia qualcosa addosso
ah, io scatto prima di pensarci
anche se so che sbaglio a volte
ma scappando dalle mie reazioni che non so controllare...
scappando prima di di nuovo
sbagliare...
correndo mi pare di alzarmi in volo...
e nel vento che soffia...
risentire le vostre voci vicine vicine...
e il cielo si aprì rivelandomi...
che cosa dovevo davvero fare per voi...
e mi sono voltato su me stesso...
e sono riatterrato...
e sono tornato indietro...
e tornai indietro...
e vi sentivo come se foste con me...
fianco a fianco...
e quella cenerentola non era ancora andata a letto
senza cercare scappatoie mi chiese scusa
riprofessò fedeltà alle sue
autorità e ai suoi palazzi vuoti
e mi disse che aveva bisogno di qualcuno
ma doveva essere una persona con la morale pulita e limpida
le sue parole mi pungevano i nervi come chiodi
ma sulle spalle avevo il ricordo del tocco delle vostre mani
ho provato a ritornare indietro a quando come lei non sapevo
niente
ma un po' credevo di sapere tutto ciò che mi serviva per
funzionare
e trattenendo la mia rabbia e ridimensionando il mio
orgoglio
tra me e me le offrii il beneficio minimo dell'ignoranza,
della malconoscenza
ah, ma lei non vi aveva mai nemmeno rivolto la parola...
non aveva mai saputo, come so io, che cosa siete...
e trovai, a fatica, a duro impegno personale
parole che lei potesse capire, per iniziare davvero a
raccontare...
n.b.: questo è stato scritto molto di getto…
per questo potrebbe subire modifiche o aggiunte in futuro…
ma per ora è quel che è…
Capitolo 24 *** lungo addio (sulla riva est del canale) ***
LUNGO ADDIO (SULLA RIVA EST
DEL CANALE)
la riva est del canale
schiamazza oggi
come se cantasse, a modo suo,
lo fa
la
senti tu, ora?
mentre lasci la città
lasciandoti dietro
che starnazzino pure tutti
insieme
non
li senti più vero, ora?
ma senti me, un momento
certe volte esploderà
come il tuono di uno sparo
dritto al centro del petto
qualche volta reclamerà giusto
inconsistenza
mentre si sbriciola per giorni
come cenere infinitamente sottile
talvolta ci sarà bisogno di
aggrapparsi coi denti
per non precipitare a peso
morto per miglia vuote e spente
tal'altra sarà solo da averci
a che fare
e tenere duro un altro po',
mentre si scivola in avanti in qualche modo
io ti avvertii
…e d'altro
canto non ti dimenticherò mai
lasciando una città per
un'altra
come se una non valesse
l'altra
lo
sai già tu, no, ora?
tentando giusto di lasciar
perdere
di venirci a patti in qualche
modo
mi
chiedo se ci riuscirai tu, ora
le persone che continuano a
svanire
e trova la forza di lasciar
loro un sorriso di scherzo
credo che sia loro possibile
portarlo con sé
e ovunque vadano li
accompagnerà in silenzio
mentre il canale porta via
l'eco dei loro passi su questa terra
e tu non vorrai mai comunque
dire addio
già ti vedo, e ancora ti vedo
impelagata in addii troppo
lunghi, senza trovare il modo
ma io già lo so
…d'altro
canto, non smetterò mai di separarmi da te
e ripeti pure, con ferrea sicurezza…
un addio mai
stabilisci ancora, voce lì lì per infrangersi…
un addio mai
ma già mi viene da ridere al sole
che gioca sull'acqua sporca
tutto quello che c'è in questa
città drena via qua sopra
e se ci potessi camminare mi
taglierei i piedi centinaia di volte
che solo lasciare portare via
i propri cocci non li fa sparire
perciò vi leggo di tutto, un libro
aperto, le cose da non ammettere mai
bandite e gettate via persino
dai ricordi, si lasciano fluttuare lontano
e penso ti stiano accompagnando,
fino alla tua nuova città
allora, mentre tu ripeti nella
mia testa 'mai la parola 'mai''
mi gratto un angolo della bocca, e
sorrido perplesso
proprio come quella volta che
lo dicesti
e mi addormento sulla riva del
canale, pensando
di raccomandare alla
spazzatura della città di scortarti
di trincerarti il cuore e i
piedi senza toccarti mai
tenerti lontane altre cose
molto più appestate
ma non gli dico
…che non finirò
mai di dirti addio
* questo è
uno di quelli che com’è stato scritto – particolarmente di getto – allo stesso
modo ho deciso di mettere online – senza pensarci una seconda volta -. Ha a che
fare col fatto che nel momento in cui l’ho scritto avevo chiare le sensazioni
di fondo che lo hanno accompagnato (di cui ho goffamente cercato di tracciare
una piantina particolare cambiando il font, ma tant’è, è più una “piantina
tattile” a mio uso, perché già immagino che tra qualche tempo perderò il
contatto diretto con l’atmosfera che ha delineato queste parole, e forse allora
mi sembreranno solo casuali, mal raffazzonate, disgraziatamente insufficienti
per mia mancanza di abilità a trovare le parole appunto – e forse per fortuna –
per rendere ciò che avevo addosso quando le scrissi.) *
non
è carino il mio vecchio amico col mio nuovo amico?
(cosa
hai detto?)
sarebbe
proprio carino che andaste d'accordo voi
(prego?)
ora
non la prendere sul personale
ma
credo proprio che gli vomiterò addosso
lui
mi da pacche sulla spalla
ma
i miei pugni in qualche modo frenano
davanti
ai tuoi sorrisi
e
ai tuoi baci finisco per sciogliermi
neve
al sole
dannazione
va
bene ora sia chiaro
(mi
stai ascoltando attentamente)
qui
le cose prendono una piega strana
ma
io le cose le ho capite
il
tuo amico dice che son simpatico
per
mio conto a volte con trasporto
gli
darei quasi quasi un po' fuoco
questo
ti dispiace seriamente
sì
lo so e capisco, anche se in verità no
e
lui dice che io gli piaccio
ma
prima che io possa ribattere
tu
ridi nel sole e dici
che
è veramente molto carino tutto questo
(bè, per me no!)
ma
tu, oh tu, così calma
così
spontanea e dolce
baci
come carezze e mani calde
e
come si muovono i tuoi capelli
leggeri
nella brezza
e
come si accendono i tuoi sguardi
e
come sorridi e illumini le cose
sbatti
le ciglia come ali fatate
ci
travolgi e ci porti in giro
a
vedere le cose
punti
di vista privilegiati
oh,
e sei così gratuitamente
così
leggermente
così
scioltamente
oh,
sei zucchero filato
alla
fiera di tutte le giornate
la
cosa più buona e golosa
in
tutta la tua semplicità
...proprio
una brutta storia
e
poi arriva il tuo vecchio amico
sorride
a me quasi quanto a te
e
dice amici con le mani
le
mani confidenziali
sulle
nostre spalle
quale
discrezione lui ha
nel
far quadrare un triangolo
e
sembra gli spigoli van di traverso
solo
a me, hey, non la vedo bene
tu
ridi e ridi e sei felice come una caramella
io
completamente fatto di zucchero
il
tuo amico trova tutto questo
che
tutto questo è veramente carino
(eh??)
dai,
fammi un sorriso, dici tu
(io
non resisto)
e
lui dice che gli piaccio
(e
qui sì resisto)
lei
trova che è proprio bello
tutto
va a meraviglia pare
tranne
che io ancora
no,
proprio non mi convince
quante
volte mi rivolto nel letto
e
nei giorni che mi si stirano addosso
e
se lui mi capitasse davanti alla macchina
me
lo chiedo seriamente se frenare
ma
poi mi faccio un altro giro alla fiera
e
i tuoi baci sanno di caramello e zucchero
e
la tua mano nella mia è stretta
e
lui insiste per andare sulle giostre
(eh...)
allora
devo proprio dirtelo
ma
tu...
tu
sei, oh davvero, così bella
col
vestito che ti balla addosso
e
i sorrisi dolci come miele
che
distribuisci come confetti
ma
nel tuo mondo ci siamo
solo
io
(bè, sì, ok, e anche lui)
solo
io e lui per te, è chiaro
ma
non è mai stato detto
quali
siano le regole e i confini
di
questa maledetta geometria
roba
da sbatterci la testa
e
rompersi i denti
farne
una collana
che
tu indosseresti
con
eleganza sbarazzina
e
oh, tu sei così leggera
così
frivola e carina
così
furba e vivace
così
intelligente e non complicata
e
il tuo profumo non è dozzinale
hai
sempre un buon odore
e
lui pensa che io abbia proprio ragione
(ma
chi lo ha interpellato?)
questa
è una storia...
ma
adesso senti un po'
lo
devo urlare fuori adesso
a
me non piace il tuo amico
a
me, no, non mi piace
e
sì so che tu gli piaci
e
sì so che io ti piaccio
e
sì so che lui ti piace
ma
lui a me no
proprio
non va giù
lui
dice che gli piaccio
tu
dici che ti piaccio
e
tu piaci a me, oh sì
e
lui dice che gli piaci
e
tu dici che ti piace
mi
guardate stranamente
è
chiaro che sto facendo
faccio
scenate inutili
(ah,
sì? beh...)
ma
ora senti questa
potremmo
essere anche in due
sì,
insomma, va bene due qualsiasi
(sarebbe a dire: o io o lui!)
e
tu dici che sarebbe carino
sarebbe
proprio carino
se
io e lui facessimo una passeggiata
per
chiarirci tra noi i problemi
nessun
problema, dice lui
dice
che io gli piaccio
ma
hey, tesoro, lui a me no
lui
a me proprio no
ma
tu, oh, tu sei così raggiante
tu,
ti lasci trasportare dall'aria
oh
tu, profumi di vaniglia e viole
tu,
così scherzosa e zuccherosa
così
dolce e impertinente
tu,
la semplicità in persona
mai
cosa più leggermente bella
frizzante
come la soda
tu,
oh, sei così libera
senza
nessuna complicazione
tu,
sei così gratuita
ma
non scontata, no, mai
tu,
sei così spassionatamente appassionata...
è
questa storia
lui
dice gli vado a genio
(ma
lui a me no)
lui
dice sono una brava persona
(che
mi importa)
lui
dice sono un buon amico
(non
per lui)
lui
dice che ti piaccio
(sì,
lo so)
e
dice che a me piaci
(grande
intuizione)
e
dice che a lui gli piaci
(il
problema)
e
lui ti piace
(senza
soluzione)
lui
dice che non c'è nessun problema
(davvero?)
che
tutto va bene tra noi
che
io gli piaccio
ma
lui a me no
lui
a me no
lui
non mi piace
lui
non mi va a genio
non
lo trovo simpatico
vorrei
non ti piacesse
vorrei
non gli piacessi
(ma
questo non importa poi)
e
vorrei non piacergli
e
se gli piaccio, hey!
che
diavolo mi importa
lui
a me no
lui
a me non piace
non
mi piace no
ecco
guardaci che torniamo
tu
sorridi nel tuo vestito
tu
sei dolce e bella
nella
tua estate splendente
una
dolcezza assoluta
in
tutta la tua semplicità
oh,
sei così libera
così
gratuita
così
spassionata
ci
sorridi
e
poi non sorridi più
non
è carino?
(dico
io)
il
tuo vecchio amico col tuo nuovo amico
(ma
tra loro amici no)
che
vanno a spasso insieme
(proprio
così)
e
non è carino forse?
come
sanguina il naso del tuo vecchio amico?
dopo
che il tuo nuovo amico lo ha colpito?
e
siccome quando non sei contenta non ridi
diventi
pesante come una pietra sullo stomaco
me
ne vado senza rimorsi
lasciando
che il tuo vecchio amico
sì,
quello a cui io piaccio
si
faccia cullare come un bambino
con
le ginocchia sbucciate dal marciapiede cattivo
io
e il marciapiede sghignazzamo insieme
non
è carino?
Note
dello scribacchiatore: ebbene sì, se fossi buono
avrei scritto questo come premessa, ma io sono notoriamente crudele. Tutta
quella trafila sopra vi ha esasperato in maniera inverosimile? Esatto. È una
specie di roba – non ho idea come si chiami la tecnica specifica, lo saprete
voi che ne sapete più di me di letteratura e roba varia insomma – che dovrebbe “servire”
a rendere le emozioni del protagonista, cioè l’esasperazione, il ripetersi
della cosa che apparentemente cambia forma, ma alla fine…
insomma sì, ha il suo senso, ma da leggere è una cosa fastidiosa e basta,
perché è venuto fuori lungo, ripetitivo eccetera eccetera,
aggiungeteci una critica a vostro piacere se credete. Io scommetterei che la
stragrande maggioranza di coloro che arriveranno in fondo a questa roba (non
barando! Leggendosela tutta!) mi odieranno. Per farmi “perdonare” ne aggiungo
subito un’altra nel prossimo “capitolo” della raccolta, pescando tra quelle che
c’ho sul pc con scelta non casuale. Il tono generale
di questa è comunque volutamente canzonatorio e “saltellante” e via dicendo,
niente di impegnato né impegnativo, lo ammetto. Quando mai scrivo in maniera
impegnata? Mah, ogni tanto mi capita, ogni tanto… non
quando ho scritto ‘sta roba, no. Forse vi chiederete che cos’è il titolo. Ha un
suo senso. Ma ora non mi va di spiegarlo, anche perché sospetto non interessi a
nessuno.
Capitolo 30 *** è tutto finito ora, bambina triste ***
. è tutto finito ora, bambina
triste .
è tutto
finito ora, bambina triste
puoi raccogliere i
tuoi vestiti dal mucchio sul pavimento
infilarli sulle
ferite ancora aperte, alzati in piedi
il vento ti
aiuterà ad aprire la porta, e allora, poi, vai
non importa dove,
ma lo senti il suono
qualsiasi cosa
sia, è chiaramente diverso dal silenzio che regna qui
sono già
molte notti che il lupo veniva
sentivi il rumore
delle unghie con cui raspava il vetro
tu che lo conosci,
il caro vecchio demone, sempre lui
sai che non viene
per mangiarti
apre le fauci non
per crudeltà, ma per metterti alla prova
e anche se è
già lontano, oggi puoi camminare da sola
aspettando il
tramonto, aspettando la luna, e poi il nuovo giorno
è tutto
finito ora, bambina triste
la clessidra si è
infranta, la sabbia tutta sparsa
hai pianto mentre
non riuscivi ad afferrare la sabbia tra le dita
come se mille
pugnali ti trafiggessero, soprattutto alle spalle
e il vento ha
portato via tutti i frammenti, sgombrandoti lo sguardo
ora cammini senza
tagliarti, con un enigmatico sorriso ad angolo di labbra
la signora della
notte con gli occhi di gufo è venuta a trovarti
ti carezzava la
testa mentre dormivi sussultando per gli incubi
ti ha insegnato
come danzare per schivare, colpire, giocare
ti ha sussurrato
qualche trucco all'orecchio, poi non era più lì
ti sei svegliata e
non l'hai più richiamata, lei non risponde
ma sai che scivola
da qualche parte in silenzio confidente
e tanto ti basta,
mentre ti alzi e vai, che tu sia ancora in pezzi o no
è tutto
finito ora, bambina triste
senti sempre quel
canto spezzato, come un ululato straziante
al di sopra di una
rupe lontana, al di sopra del ferro di un tram
la prigione di
vetro si è rotta, il passato si è disperso in nuvola
tradendo la
disperante immobilità del tempo perduto
i giorni smarriti,
quasi non ricordi dove li hai piantati, e calpestati con furioso
dolore
e il serpente che
ti strisciava addosso
stringendoti per
morderti e consigliarti, veleno e lucida diffidenza
ti ha comunicato
il senso sottile che separa il rischio dal fallimento
poi udì il
fischio lontano dell'ala del falco e svolse le spire
ti strizza
l'occhio, triangolo di sguardo astuto e talvolta falso
se ne va
sussurrando 'ma questa è un'altra storia', mentre ti chiedi
dove tutto ciò
che è andato perso vada a finire
è tutto
finito ora, bambina triste
puoi lasciare
andare la presa attorno alla sputafuoco ormai fredda
e fidarti del
fiuto che ti fa volgere le spalle al marcio olezzo dell'inerzia
il sole piange
come un bambino picchiato senza ragione
mentre tutte le
tue anime sante passano a porgerti un raggio di calore
ti ricordi, che
rifiuti di guardare in faccia la morte ogni volta che non sia una
sfida aperta
nota:
come forse qualcuno di voi avrà notato già dal titolo
(oltre che da qualche pezzo puramente preso in prestito nel resto di
questa scribacchiatura), si ispira alla canzone 'it's all over now,
baby blue' di Bob Dylan. Questa volta (e non è la prima né
l'unica a dire il vero), non è partito tutto da una canzone
declinata poi nella storia che volevo raccontare, ma all'inverso,
perché la storia che volevo raccontare ha trovato le parole in
questa canzone che già conoscevo. Ho sempre pensato che il 'è
tutto finito, ora', avesse un senso non solamente di 'fine', bensì
anche un senso di sollievo: è finito il dolore della fine, o,
perlomeno, non è il dolore a essere senza fine, così
come ciò che lo ha provocato.
nota
di traduzione: so bene
che 'baby' in inglese non ha lo stesso senso nell'uso comune che in
italiano, e che la traduzione più adatta per rendere il senso
vezzeggiativo-affettivo sarebbe piuttosto 'piccola' invece che
'bambina'. Tuttavia, ho preferito 'bambina' per sensibilità
mia e implicitamente collegata a come volevo rendere questa
scribacchiatura.
Forse avresti
bisogno di qualche informazione in più, prima di poter girare al mio fianco
Avrai tutto
ciò che ti serve sapere, quando inizierò a contare i secondi di vantaggio che
ti darò
Aspetta un
momento, “signore”
Non puoi
leggere ciò che penso e provo
Sì, so bene
che cercherai di cavarmeli a suon di ogni tipo di tortura, rivoltandomi come un
calzino
Ma tutto ciò
che otterrai, dovessi avere la bocca piena di sangue, sarà uno sputo in faccia
e meglio per te che le mie mani siano sempre legate strette lontano dalla tua
gola
Ti vedo
dritto attraverso
Non sempre,
ma chiaramente, per quanto tu possa essere un gioco di specchi, mentire a te
stesso
Ti vedo
dritto attraverso
Ma non ti
leggerò ad alta voce per auto-compiacermi o per farti un favore gratuito
Tutto ciò che
puoi darmi
È una buona
ragione, per farti a pezzi in poche mosse, per graziarti con il silenzio su ciò
che potrei dire di te
Mi hai preso
per uno scherzo, o magari per farti da madre, a te e poi ai tuoi figli
Mi chiedo
quanto tempo ti serva per capire quanto profondamente hai sbagliato, oh, ma te
ne renderai presto conto
Vuoi giocare
come se fossi un pesce dentro una boccia piena d’acqua, mi vuoi portare sulla
testa come un bel cappello?
Allora prendi
tutto il fiato che hai e usa tutti i muscoli alla massima potenza, perché non
ti darò un secondo avviso
E se non
capisci da solo quanto sia abbastanza girarmi al largo, inizierò a correre per
darti la calcia e lasciarti a terra
Ti vedo
dritto attraverso
Dove potresti
mai nasconderti per sfuggirmi se mi hai dato motivo? Da nessuna parte, in
verità
Ti vedo
dritto attraverso
Non puoi
cercare di issare ruoli con me, trovare un avvocato o un giudice, non credo in
queste sciocchezze
Tutto ciò che
puoi fare
È cogliere il
momento esatto in cui la misura è colma, e toglierti dalla mia vista finché ne
hai il tempo
Oh,
buongiorno signor qualcuno, come? Non credevi sarei tornata?
Potrei aver
dimenticato da queste parti qualcosa che mi appartiene, ma la mia schiena è
ancora girata verso di te
Salve di
nuovo, signor fango, come? Non hai ancora avuto modo di seccarti immobile?
Non aver
paura ora, perché non ti sfiorerò
Devi essere
ancora in cerca della spiegazione del perché ti abbia risparmiato, ma sarà mio
piacere non dartela
Ti vedo
dritto attraverso
Cosa hai
potuto mai fare per meritarti tutto questo, sono certa che se fossi capace di
guardarti bene lo sapresti
Ti vedo
dritto attraverso
Non puoi
osare più nemmeno chiedermi cosa vedo, e sappiamo entrambi perché è decisamente
meglio per te
Tutto ciò che
puoi fare
È lasciare
che vada dove meglio credo e dove voglio, e lasciare perdere se ancora non
capisci, a che varrebbe provare a spiegarti ormai?
raramente mi
piace scrivere notealle mie nonsense,
ma in certi casi mi sembra possa essere interessante potenzialmente per voi che
leggete se faccio un’eccezione. In questo caso, propongo una sorta di “guida”
alla lettura un po’ esplicativa, ma metto appositamente la nota DOPO la
nonsense perché vi consiglio prima di leggere la nonsense e poi questa nota.
Così, se qualcuno/a ci può vedere qualcos’altro in queste parole, può
continuare a mantenere la sua prima impressione/sensazione/etc.
anche dopo aver letto questa nota un po’ esplicativa. I colori sono due perché
questa nonsense è nata un po’ come una sorta di dialogo tra due lei diverse, o
più che altro un confronto. Ci sono differenze contrastanti più o meno
apparenti, ma il gioco è forse anche a specchio e dunque diventa una sorta di
gioco ambiguo (nel senso sia “buono” che “negativo” del termine, se proprio
dovessi dare questo tipo di “giudizi”). Dunque, in realtà potrebbe essere un
dialogo in realtà tra due “modi di essere” della stessa persona, modi di essere
che convivono eventualmente nello stesso tempo, oppure in due periodi diversi
della vita della stessa persona? Mah, da questo punto di vista, non ho (e
quindi non do) nessun tipo di indicazione.
Il titolo non
mi convince del tutto, ma mi spuntò fuori così (essenzialmente da chissà dove,
come sempre nel caso delle mie nonsense) quando la scrissi, e non avendo al
momento niente di meglio (anche perché è ormai “andata” l’ispirazione
momentanea precisamente focalizzata su questa nonsense), lo mantengo.
Nota per la
comprensione: ‘trucco di volta’ è un mio gioco di parole (liberamente
azzardato) sul termine ‘pietra di volta’ (all’incirca e sommariamente: in
architettura, è la pietra centrale di un arco, quella che mantiene l’equilibrio
centrale tra i due semiarchi di pendenza opposta, e anche quella “di passaggio”
da una pendenza all’altra; ma il termine si usa anche al di fuori dell’architettura,
in genere per indicare un momento/evento/altro che sia come una chiave per
capire qualcosa che ci fa cambiare direzione/prospettiva/etc.
in maniera significativa e più o meno come se avessimo avuto un’”illuminazione”)
lo vedo nel modo in cui un
inesistente vento t'arruffa le penne
sei divertita
chiedendomi se credo nelle
streghe, nei fantasmi, nelle stregonerie
e so che non darti così tanta
soddisfazione di risposta
ti farà emettere il verso cupo e
sottilmente inquietante
lo sgraziato gracchiare che un
tempo si credeva auspicio di morte
Oh, sorella, ma non saremo che
morti quando cesseremo di vivere
o meglio, non saremo più, e allora
perché preoccuparsene in anticipo?
Spicchi il volo e te ne vai, con
un ché di irritatamente annoiato
e riconosco il trucco, pretendi di
sparire così
ma credimi, so il gioco quanto te
oramai
La mezzanotte scivola via mentre
si è distratti
si dimentica la questione di
controllare che non succeda niente di insolito
giacché l'insolito è dietro
l'angolo ad ogni ora di notte e giorno, forse
dacché l'insolito è una regola,
forse, per chi non ha bisogno di lineari illusioni
e qualche incrollabile certezza
confezionata a puntino e venduta con fanfare di saldi
O forse è solo l'età, perché anche
quella scorre via
e se va bene si è ugualmente distratti,
tante cose... così tante cose e persone...
Ma i pensieri accellerano e il
cuore batte più forte
il sangue assume una limpidità
greve, una rapidità fluida e densa
si aggrovigliano, ricordi di un
passato che si teme qui e là di non ricordare così bene
annotazioni sommarie di un
presente sfuggente coagulato in una scintilla di istante
la preziosità è relativa, come
ogni cosa, ma sarebbe sciocco usare bilance
Infinite variabili, prometti,
raspando con le unghie alla porta socchiusa
il manto pelame di qualsiasi forma
tu abbia assunto sussurra
volutamente troppo piano per
distinguere le parole dischiuse
ma non hai bisogno che ti sia
aperta la porta, eppur vorresti strappare un invito
Ed è solo all'una che inizia il
vero viaggio perduto
a dimostrazione che ogni regola è
viva solo quando infranta
ma il tempo ormai smette di aver
senso, semplicemente continua a scorrere
e non si fa più caso, non si può
più, alle consuete leggi spaziali o di senso alcuno
poiché il significante diventa
sottile e a mille facce
e il significato ambiguo come una
madreperlacea chimera inafferrabile e sinuosa
Tu sei entrata, alfine, accolta o
meno, sai di essere bene accetta
che ti sia concessa udienza
formale o pazienza affettuosa, perché dovrebbe far differenza?
che ti sia recata benedizione o
maledizione, perché dovrebbe importare?
che ti si dia corda oppure si
cerchi vanamente di ignoranti, perché dovrebbe ostacolarti?
Hai preso sembianze qualsiasi o
nessuna affatto, sei rapace di natura
ma sai pingerti benevolmente
gentile o misteriosamente enigmatica
multiforme quanto l'ingegno più
drasticamente complesso e la più fulgida delle candide fantasie
ogni definizione, alfine, ti
scivolerebbe addosso come seta sull'olio
affondando in un infinito
incalcolabile che rifiuta indifferentemente ogni guida
poiché solo l'artifizio importa,
di sapersi abbandonare, perdendosi senza andare perduti
Verso le due insorge un tagliente
sospetto
a proposito dell'essere matti
troppo santificati o troppo dannati lucidi condannati
perpetuamente in balia di una
danza apparentemente senza inizio né fine
si inizia a dare udienza a
chiunque, porti doni o torture, spesso entrambi dopotutto
indistinguibilmente avvinghiati in
un vorticoso artelato senza superficie né fondo
aggrapparsi da qualche parte
ridurrebbe in raggiati strappi
farsi prendere dalla paura farebbe
precipitare tutto quanto nell'oblio
e cercar salvezza quando si sa di
esser pur sempre scampati sarebbe pretenziosamente ridicolo
Hai perso ogni forma, dimensione e
contorno, sei tutto e niente insieme
potenzialmente, un'ispirazione
così elevata da dare le vertigini e pensare
eccoci, alfine abbiamo bucato il
soffitto e stiamo fuoriuscendo dall'atmosfera a scoppiare
troppo ossigeno, o forse troppo
poco, e possiamo solo ridere di noi stessi per tenerci legati a terra
potenzialmente, una caduta così
rapida da traforare strati fino al centro bruciante planetare
potremmo ridurci in una
poltigliosa lava infuocata e tanta profondità ci darebbe alla testa
troppo denso, o forse troppo poco,
e dobbiamo per forza riconoscere come siamo nel bene e nel male
poiché solo con una riserva di
acuta e pungente ironia, alfine, ci traiamo dagli estremi assoluti e accecanti
Intorno alle tre è ormai divenuto
chiaro come il sole
poiché sebbene l'astro sia
dall'altra parte del pianeta
e l'altr'astro affondato oltre
l'orizzonte od ormai vers'esso avviato con placida calma
che siamo dalla testa ai piedi in
un mondo molto diverso, ampliato e amplificato
non si contano le fascinazioni per
questo o quel menù di bizzarrie
le possibilità appaiono davvero
infinite nell'intersecarsi e separarsi selvaggiamente
E come avevi promesso, sei qui in
tutto il tuo splendore, sei ovunque e da nessuna parte
inconsistente, meno di un filo di
rugiada sulla pelle dura delle ali di una libellula,
ninnananna di una fortuna che non
si preoccupa di tenere il conto delle sorti
inconcepibile come il sogno che si
è tralasciato di dormire per queste notti e diventa comunque fiaba
tauromachia di una pericolosa
sfida alla ferocia della belva che si ciba di illusioni e ne fa racconti ad
occhi aperti
innegabile come uno spirito che
non si riesce a seppellire e abbandonare finché si ha respiro
Dunque, ho cercato di ricordare se
eri già lì quando nacqui, o se fummo separati più avanti
se torni a cercarmi quando l'ora è
proficua e il senso comune benpensante è placato nel suo sano riposo
magari fermando gli orologi che
credono di continuare a scorrere, per sciogliere il sangue dalle corde
Quando tra le cinque e le sei
l'appressarsi dell'alba inizia a rischiare il mondo
e la luce ancora non disturba ma
fa sbattere le palpebre, sorpresi di essere ancora tutti interi
di essere lì dove ci si era
lasciati e allo stesso tempo dopo aver percorso incalcolabili miglia
in chissà-un-dove che si inizia a
intravedere sempre più confusamente ora
mentre il burlesco modo
dell'indaco fumo da finale imminente inizia a spirare in una gioconda nebbia
si sa con certezza che non si
saprebbe mai raccontare esattamente, nemmeno a noi stessi
Inizi a sembrare piuttosto stanca,
ora, felinamente soddisfatta ma anche annoiata
l'equilibrio inesistente si sta
lentamente e inesorabilmente iniziando a scheggiare di troppo nitidi graffi
lo stato di indecente grazia
mistica si sta irriguardabilmente spiegazzando ai margini
ricominci ad assumere forme svarianti,
mentre la danza diviene un po' troppo rigida e quasi meccanica
il tempo sta tornando, i
meccanismi fremono per scaldarsi, saranno presto pronti a ripartire
cerco di trattenerli, ma sorridi
divertita, apprezzando comunque l'omaggio del tentativo
onestamente cavalleresco, per la
verità totalmente donchisciottesco, di rimandare la tua dipartita
E mentre le mie forze iniziano a
frammentarsi in un'irritante discontinuità, ballando ancora ma incespicanti
e zoppicanti, poiché qualcuno
sembra sostenere che dovremmo rimetterci le scarpe per poter essere in piedi
indiscretissime domande
artificiali iniziano a turbare l'incantesimo senza magia, come un esercito di
gelido raziocinio
E da qualche punto in poi non
meglio individuato, il sole sta sbucando dalle sue vie sotterranee
non si può resistere al carro che
arriva a conquistare ogni cosa non voglia rifugiarsi in ombra
e l'effluvio di diversi
ragionamenti si scontra micidiale con ciò che lo aveva preceduto, spazzandolo
via
Se la natura ci è data quanto ce
la diamo, se il coraggio si conquista quando non ti si sfugge vanamente
rinchiuderti non ti lasceresti,
negarti ne rideresti, distruggerti si rivolterebbe contro
farti assecondare regole ti
rovinerebbe e lasciarti far come vuoi sdoppierebbe tutto in alternanza
la sovrapposizione è
consigliabile, ma ancor meglio è la commistione perpetua
fragile come il cristallo di un
vetro assottigliato con perizia da pellegrino incallito
farti prevalere e inchinarsi ti
renderebbe così grandiosa che divoreresti ogni cosa, finanche me, completamente
per cui un’incredula sorta di
risveglio da una veglia presso ad un lumicino buio quanto l'oscurità e
sfavillante come stella
mi riscopre come un vecchio gufo
rattrappito che cerca di capire cosa l'abbia investito, forse un'auto pirata
perché è parso come di essere
rotolati su se stessi per ogni angolo di cervellotica
e favolesca galassia
prima di essere lasciati di nuovo
lì da dove si era partiti, e rivedendo i propri pensieri non ci si crede
Inizia una preoccupante
processione di improbabili teorie e trucchi da acrobati di ben cesellate se va
bene mezze verità
qualcuno chiama alla sbarra
divinità, demoni, scherzi della mente, allucinazioni, stati alterati, sostanze,
geometrie stellari...
Ed è allora che so per certo,
senza nemmeno gettar sguardo, che te ne sei andata
o forse ben camuffata, assisti
allo show di chi tenta anche solo di descriverti, sorridendo estremamente
divertita
un poco orgogliosa di aver
generato tanto scompiglio, e vagamente smorfiosita da tante attenzioni
Note
(no, non sta diventando un vizio, ma questo è un altro dei pochissimi casi in
cui ne necessitavo) – in ogni caso consiglio di leggerle solo dopo aver letto
quanto sopra
-Alcune
parole non esistono proprio in italiano. Sono miei “giochetti” scaturiti
dall’”ispirazione”, ma soprattutto sono una sorta di necessità laddove le ho
usate, ovvero mi era impossibile trovare dei corrispettivi che mi dessero
altrettanta soddisfazione dal punto di vista di suono e significato etc. etc.
Dovrebbe essere in ogni caso per ognuna di esse intuibile il significato per
quanto inventate, specialmente perché spesso sono “deformazioni” di parole
realmente esistenti.
-Questa
scribacchiatura l’ho buttata giù (diverso tempo fa) come una sorta di ‘omaggio’
all’ispirazione. Il motivo per cui è incentrata nelle ore notturne non è
casuale. Come forse saprete bene se siete scribacchiatori/trici anche voi, è
proprio in queste ore notturne che si vive più facilmente una sorta di sabba di
ispirazione come mai in altri momenti della giornata. Non per niente diverse
culture mistiche insistono proprio su questi orari (ore delle streghe, dei
fantasmi, dei morti che camminano sulla terra, di predizioni da oracolo,
allucinazioni mistiche, deliri più o meno ispirati o creativi, quello che
volete). Personalmente tendo a credere al fatto che semplicemente il nostro
biologico interno è sincronizzato su robe tipo l’andamento di ore di luce e ore
di buio e luna e via dicendo (come le maree insomma he he), e quindi in questi
orari (e a queste latitudini, altrove non so, forse le regole cambiano) il
cervello si accende come un albero di natale (n.b.: i neuroni sono le lucine,
in pieno cortocircuito peraltro). Aggiungere a questo il dato molto pragmatico
(ma non per questo meno importante, sia detto) che probabilmente molti di noi
scribacchiatori/trici della domenica (appunto) non troviamo facilmente tempo
tra gli altri impegni della nostra vita per scribacchiare e finiamo per farlo
di notte (hem, già, quando sarebbe molto più sano dormire, tipo). Ma il mio
omaggio piuttosto che per i fenomeni puramente fisiologici o pragmatici opta,
per puro sollazzo (esercizio) scribacchiatorio, per una sorta di
“impersonificazione” (naturalmente in versione mistico-aulica e decisamente
poco tangibile, eventualmente con sfumature da divinità) dell’ispirazione. Come
avrete intuito, naturalmente ho giocato anche su altre possibili
interpretazioni e parallelismi… e quindi, per quanto scaturito originariamente
come omaggio all’ispirazione, può essere letto anche come un incontro con una
lei decisamente realmente esistente che però viene narrata e descritta
poeticamente sotto diverse sembianze. Per questo, aldilà di questa mia nota o
di qualsiasi altra cosa, lascio del tutto alla vostra libera interpretazione
come prendere questa scribacchiatura. La natura di omaggio resta. Omaggio
disincantato ma non per questo meno dedito (anzi).
-Confessione:
non l’ho riletta interamente prima della pubblicazione, mi sono arreso
all’altezza dell’inizio dell’ultima parte per via di tempo etc. Tuttavia non
dovrebbe esserci niente di orribilmente erroneo, considerato che l’avevo
riletta altre volte nel frattempo da quando la buttai giù.