Power game: l'importante è vincere!!!

di LuxKatoUlisse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dalle stalle alle stelle ***
Capitolo 2: *** Una promessa troppo ambiziosa ***



Capitolo 1
*** Dalle stalle alle stelle ***


POWER GAME: L'IMPORTANTE È VINCERE!!!

CAPITOLO 1
DALLE STALLE ALLE STELLE

PROLOGO:
- No, non è questa la vita che avrei sempre voluto avere. - continuavo a ripetermi spesso in mente, mentre fui convocato alla centrale di polizia per via di una accusa ingiuriosa nei miei confronti. 

Venni accusato di corruzione e doping alle gare di corsa dei GR, ovvero i "gravity rollerblade". 
Dopo due anni di vittorie da capogiro, glorie e di fama, mi ritrovo qui ad affrontare le peggiori calunnie che mai mi erano state fatte fino ad ora e mentre attendo impaziente qui in sala d'attesa e aspetto che il tenente della polizia "Walter Rice" mi venga a chiamare, vi racconto chi sono, perché mi trovo catapultato qui e come è la mia epoca di questo futuro.
Perché vi devo descrivere il futuro? Ovvio, perché siamo nel futuro, tranquilli.
Prima di cominciare, vorrei solo dire una cosa: 
- Vai a farti fottere, Kevin Kline!


Futuro
Se non avete ancora letto (o semplicemente non vi siete interessati) dei racconti precedenti che descrivono la nostra epoca, non c'è problema; sono sicuro che riuscirò a stupirvi:
in questo momento ci troviamo nell'anno 3020 e in mille anni la Terra e l'umanità hanno avuto degli incredibili sviluppi secolari:
dopo la conquista di Marte e la costruzione di colonie spaziali su altri pianeti, il nostro sistema solare, concepito come una nazione, si chiama "Human Nation", forte è?
La Terra si chiama "New Gaia" ed è la capitale di Human Nation. Forte anche questa, vero? Aspettate di leggere anche gli altri pezzi forti:
abbiamo dal 3008 un presidente rettiliano alla Casa Bianca, megalopoli di città con grattacieli altissimi e automobili volanti (le solite tecnologie fantascientifiche che avrete sicuramente visto in tanti film di fantascienza), in internet ci si può entrare personalmente interagendo con tutti i nostri 5 sensi con il mondo virtuale, siamo interconnessi a 360° in maniera ininterrotta e la nostra tecnologia è fusa con quella degli alieni. 
Ormai è da un pezzo che effettuiamo anche viaggi nel tempo, sia per turismo e sia per scopi militari.
La nostra società?
Ormai sono secoli che non ci identifichiamo più come americani, italiani, francesi, inglesi, giapponesi o altre minchiate del genere; siamo esseri umani e condividiamo il nostro tetto con altre specie, che sono:
  • alieni (una parte dei grigi, i Nordici, i Clariani, gli Elohim, Pleiadiani, Minuscoli Marziani e dal 3005 anche con i rettiliani, diventati collaborativi con noi);
  • robot (cyborg, bionici, cyber cyp e droni autonomi);
  • mutanti (la maggior parte hanno sembianze animali);
  • creature digitali (di qualsiasi tipo);
  • ibridi (nati da relazioni di specie diverse come tra umani e alieni, umani e androidi, umani e mutanti, alieni e mutanti, ecc).
l'idea di "urbanizzazione" si suddivide in quattro livelli + 0 da noi: 
  1. livello zero: colonie sotterranee, o marine;
  2. livello uno: megalopoli di superficie;
  3. livello due: colonie del cielo (Sky lands);
  4. livello tre: colonie spaziali intorno a ogni pianeta;
  5. livello quattro: colonie digitali (ci sono alcuni di noi che hanno deciso di abitare nel mondo virtuale, distaccandosi da una società magari troppo complessa per loro).
- Naaaa, sono tutte baggianate, ma che scrivi? - state pensando voi, vero? Al posto vostro anche io la penserei in ugual modo, a giudicare dalla vostra epoca. 
Infatti la vostra è un'epoca fatta da conflitti intestini:
  • ricchi VS poveri;
  • xenofobi VS omosessuali;
  • carnivori VS vegan;
  • politici VS cittadini;
  • stato laico VS la chiesa;
  • youtubers VS haters;
  • fighi VS sfigati;
  • illuminati deviati VS l'umanità;
  • ecc...
Per via di tutte queste lotte, si ha una visione pessimista sul futuro (pessimismo mascherato dal realismo). Quando da voi si parla di futuro, concretamente lo si immagina con poche ma utili tecnologie rivoluzionarie, basate sulla comunicazione e sul virtuale: 
si evolveranno gli smartphone, il web, l'idea di selfie e via dicendo. 
Non lo so se nella vostra linea temporale avrete le stesse cose che abbiamo avuto noi, ma noi siamo stati fortunati, a partire da quel giorno in cui una razza aliena si è rivelata pubblicamente a noi.

Cross over: preoccuparsi per un possibile spoiler?
Questo sarebbe un continuo della trilogia del romanzo "Il ragazzo del futuro". Su questo sito sono stati pubblicati soltanto le due opere (la seconda ancora da terminare) e non è stata pubblicata la terza, ma state tranquilli; vi parlerò solo delle mie avventure e dei miei contatti. Non vi spoilerò nulla. 
Che maleducato, non vi ho detto come mi chiamo: 
il mio nome è Thomas Becker (per gli amici "Tom") e ho ora 19 anni.

Sabato, 5 giugno 3018, Boston, periferia di Belmont
Da quando i miei genitori perirono nella cruenta guerra di dieci anni fa su tutta Human Nation, vivo con i miei zii: mia zia Margaret e mio zio Giorge, fratello maggiore di mio padre. 
Come? Mi state dicendo che questi sono i due tipici nomi americani? Beh, così si chiamano i miei zii, che ci volete fare?
Scherzo, dai, ritorniamo al racconto:
la mia periferia è costituita da strade larghe a pianta romana (non vi sono curve), aventi delle case a base rettangolare senza tetti a spioventi; sono le cosiddette "case ecologiche", tutte uguali, ma aventi un numero civico diverso per ognuna. 
L'entrata è costituita da una porta spaziale che si abbassa e si alza ogni volta che entriamo, o usciamo di casa e il prezzo dell'abitazione è il più economico che ci sia. 
Ah, mi sono dimenticato di dirvi che non siamo tanto ricchi.
Come mio solito, ogni mattina mi dirigevo a lavorare in un pub della città per aiutare economicamente la mia famiglia; il sabato, invece, facevo solo mezza giornata, ma quella fu una mattinata alquanto particolare:

mentre camminavo, cominciai ad avvertire delle sensazioni alquanto strane, come se qualcuno mi stesse seguendo, ma ogni volta che giravo il capo indietro non vidi nulla di sospetto. 
Più camminavo, però, e più quella sensazione continuò a perseguitarmi, fino a quando mi ritrovai di fronte ad un uomo incappucciato che mi fece vedere un coltello laser uscire dalla sua manica destra dell'indumento. 
Come per i coltelli analogici, anche quelli digitali sono pericolosi, ragion per cui è sconsigliabile qualsiasi azione che tenti di disarmare il criminale; non mi restava altro da fare che assecondare le richieste del delinquente.

- Tieni!!! - gli risposi, mostrandogli la mia "money card" (nel futuro tutti i soldi, monete e cartacei, sono racchiusi all'interno di una card particolare). 
- Non voglio i tuoi patetici soldi, str***to - mi disse quello con tono sinistro e sorridente - Voglio la tua VITA!!!
- M***da, questo è PAZZO!!! - mi dissi in mente, con il cuore che mi battette a mille. 

Senza che me ne accorgessi, i miei piedi agirono prima della mia mente, scappando a più non posso dal criminale per poi intrufolarmi tra la folla per seminarlo.
Il mal vivente continuò ad inseguirmi come un forsennato.

- Caspita, quello dovrebbe partecipare alle olimpiadi!!! - dissi io, continuando a correre, fino a quando mi ritrovai in un vicolo cielo.

- Non puoi più sfuggirmi, ragazzino. SEI MIO!!! - disse lui, avanzando lentamente verso di me.
- Non te l'ha mai detto nessuno di fare un lavoro onesto? Non sei mica nell'era Digitale. - gli dissi io.
- Ti farò chiudere quella fogna che tu chiami "bocca"! SEI MORTO!!!

Mentre quel mentecatto stava avanzando verso di me, improvvisamente l'asfalto (per qualche strana ragione) si distrusse e noi due cademmo giù, fino a giungere a un sistema fognario. 
Io ebbi la fortuna di atterrare nell'acqua della fogna, mentre il mal vivente morì all'impatto con il suolo; si ruppe gravemente la testa.
Uscito dall'acqua, guardai i suoi occhi persi nel vuoto e la parte superiore del cranio fratturata con il... Ok, vi risparmio i particolari; sicuramente avrete già in mente la scena.

- Peccato che la fogna ti abbia messo per sempre fuori gioco. - dissi io al cadavere del criminale, guardandolo con disprezzo.

Prima di salire in superficie, adocchiai in lontananza quella che mi sembrava una montagna di rifiuti; che ci faceva proprio lì nelle fogne?
La montagna era formata da strani oggetti dall'aspetto antico, come alcuni giocattoli, qualche bambola, delle sedie e alcuni barattoli di pomodoro; uno di essi aveva come scadenza "13 settembre 2008". 
2008??? Ma che storia era questa???
Poi, ad un tratto, i miei occhi vennero attratti da piccoli luccichii all'interno dei rifiuti e vidi alla luce quelli che sembravano dei rollerblade bianchi del 21° secolo; tutte le rotelle erano scomparse, c'era solo una ma era rotta.
Mi piacquero subito, mi sembravano della stessa misura dei miei piedi, perciò li presi, salì in superficie su una scaletta e arrivai al mio posto di lavoro. 
Il mio capo, un Clariano dall'aspetto umano di nome "Denzer", si chiuse il naso, chiedendomi poi:

- Cos'è questa puzza???
- Un mal vivente voleva farmi fuori, ma per fortuna siamo caduti tutte e due in una fogna. - risposi io.
- "PER FORTUNA"??? A me sembra che sei appena uscito da una pattumiera di escrementi bovini durante una fiera del formaggio di paese. 
RITORNA SUBITO A CASA!!! Ti dò la giornata libera per oggi, ma giusto il tempo per ripulirti da quella... m***da.

E già... Se il mio capo fosse un numero della smorfia napoletana, sarebbe sicuramente un 71 (consultate Wikipedia se non sapete cosa rappresenti questo numero). 

Appena tornai a casa, mio zio, che leggeva dai suoi occhiali digitali un giornale virtuale, mi chiese: 

- Come è andata la giornata, figliolo? Hey, aspetta un attimo... Come mai sei già di ritorno a casa?
- Come posso spiegarti brevemente? Mal vivente, minaccia di morte, caduta nelle fogne, ramanzina del capo e ritorno a casa. - risposi io con tono sarcastico, solo per sdrammatizzare un po' la situazione. 
- Sei stato licenziato?
- No, tranquillo. Mi ha dato la giornata libera, giusto il tempo per lavarmi. 
- Cosa è questa puzza, oohh. - intervenne mia zia che stava scendendo per le scale. 
- Ti racconta tutto mio zio. Mi faccio una doccia. 
- Santo cielo, figliolo... Sei tutto sporco. Che ti è successo? 
- Tranquilla, zia, è tutto ok.

Dopo essermi fatto la doccia, tornai nella mia stanza dove avevo posato sul mio comodino i rollerblade. 
Vi ho mai detto che sono un inventore? Nel mio tempo libero mi piace costruire e inventare oggetti, ma ancora nessun ufficio brevetti le accettata qualcuna. Solo una volta mi venne accettato il brevetto della macchina della verità, versione 12.8.
Grazie a questa, senza volerlo, feci divorziare una coppia apparentemente molto unita; non sapevo se sentirmi felice, o dispiaciuto per ciò, ma l'assegno incassato mi fece tornare di buon umore.
Non è stata colpa mia se quel bugiardo cronico del marito amava andare a donne.

Ritornando a noi, esistevano già i gravity rollerblade:
in assenza di rotelle, questi hanno dei sensori che fanno lievitare in aria chi li indossa e all'epoca riuscivano ad andare solo fino a 750 km/h; io decisi di provare a superare quella soglia, così subito mi misi a lavoro.
Volevo creare i gravity rollerblade più veloci del mondo; non era affatto facile, ma volevo provarci ugualmente.
Cosa ne uscirà da questo mio intervento?


Copyright di Bruno Rinaldo (alias LuxKatoUlisse).

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Capitolo 2
*** Una promessa troppo ambiziosa ***


POWER GAME: L'IMPORTANTE È VINCERE!!!

CAPITOLO 2
UNA PROMESSA TROPPO AMBIZIOSA


Notte tra il 5 e il 6 giugno 3018
- Caro diario, ... - e già qui mi sento una donnicciola, che vergogna - ... non vedo l'ora che arrivi domani, così potrò provare i miei rollerblade modificati... oh, ma che caspita sto scrivendo?

Non riuscivo a chiudere occhio quella notte: 
mi trovavo fisicamente nel mondo digitale, ovvero in "internet" (attraverso degli apparecchi elettronici speciali) a scrivere con le dita puntate in cielo i miei appunti su ciò che mi era successo quella mattinata. 
Mi domandavo una cosa però:
scrivevo per condividere con tutti questa voglia di provare i miei rollerblade, oppure lo facevo perché non avevo un tubo da fare?
Ecco le mie solite pippe mentali che mi facevo puntualmente ogni serata. 
Un piccolo aneddoto sulla questione: 

quando ero piccolo, i miei mi portarono dai nonni in campagna. 

- Non ce ne frega una mazza, Tom!!! - qualcuno di voi starebbe pensando in questo momento.
- Hey, keep calm. Voglio solo citare una cosa inerente a quello che stavo facendo.
- Ah, ok, bro.

Ritornando alla storia, i miei mi portarono in campagna dai nonni e mio nonno, conosciuto in paese come "Mastro taglia legna" (praticamente un "veterano" nel suo mestiere), era un artista che si divertiva a produrre in legno oggetti da antiquariato come sedie, sculture e raffigurazioni di palazzi e di case. 
Tutti lo conoscevano per i suoi lavori e proprio per questo tutti li acquistavano. 
Un giorno lui, guardandomi attentamente negli occhi con le sue enormi pupille, mi disse queste testuali parole (tranquilli, non stava sul letto di morte):

- Ricordati di una cosa, Tom, alla fine il mondo è suddiviso in due mandrie:
quella delle pecore e quella dei lupi
Le pecore, non avendo nessuna capacità di difesa e nessun senso di iniziativa, sono costrette a seguire il gregge, il lupo, invece, avendo la capacità di correre, di uccidere e di nutrirsi senza problemi, agisce come da creatura libera e indipendente.
- Non capisco, nonnino. - gli risposi io confuso (provate ad immaginarmi in quel momento con le tipiche guance arrossite e paffutelle come quelle di ogni bimbo che si rispetti) - Perché mi dici questo?
- Figliolo, se ti senti da dentro di possedere qualche capacità, USALA!!! Fregatene di tutte quelle "pecore tristi" che ti dicono cosa fare e cosa non.
Se vuoi essere felice nella vita, non seguire il gregge, ok? Sii tu il lupo del tuo destino.

Parole più che veritiere, caro nonnino. 

Arriva Ted
Mentre scrivevo virtualmente ciò che mi era successo quella mattina, mi venne a trovare un utente, un mio amico che apparve accanto a me con un fascio di luce biancastra (così ci presentiamo agli altri nel mondo digitale), il quale, con un sorriso stampato sulla faccia, mi domandò con tono ironico:

- Facciamo le ore piccole, eh?
- Che bello vederti qui, Ted. - gli dissi io contento. 

Ted ed io siamo sempre stati grandi amici fin dall'infanzia, poiché i nostri genitori si conoscevano già da tempo. 
Lui, con i capelli biondi, occhi verdi, naso alla francese, occhiali dalla montatura rossa sottile, fisico tra l'esile e il robusto, e un sorriso che ti mette sempre allegria (me lo sono sempre domandato, mah...), mi ha sempre aiutato sia con la scuola e sia con le invenzioni digitali.

- Ti faccio subito notare che hai scritto "ho" verbo avere senza la "H". - mi annotò lui. 
- Oh, che cretino, hai ragione. - lo replicai imbarazzato. 

Ah, dimenticavo:
l'unica pecca di lui è che è un grande "Grammar nazi", ovvero un grande rompiscatole... ma gli volevo lo stesso molto bene, dai.

Quando gli ho raccontato dei rollerblade modificati, entrambi ritornammo nel mondo reale a casa mia e lui, fissandoli, mi disse:

- Posso darti una mano, se vuoi. 
- Voglio superare la soglia dei 750 km/h... - replicai io con determinazione - ... ma il disco all'interno non riesce a girare più veloce di così. 
- Il disco antigravitazionale vorrai dire? 
- Esatto!!!
- Ci serve più energia, allora. 
- Ho solo questo magnete stellare come unica fonte energetica. 
- Io ho portato con me un altro come questo. Basterà solo fondere i due magneti per riprodurne uno ancora più potente!
- Oddio, che baggianata!!! 
- Come, prego?
- No, volevo dire:
una baggianata così la potevo pensare anche io.... nel senso che è GENIALE come cosa!
Perché non ci ho pensato prima?
- Perché forse eri distratto?
Prendi un becker e versiamo il liquido siliconato blu... Ah, non dimenticarti anche del mini forno, che poi dobbiamo riscaldare il liquido fino a 200° C. 
- Vuoi giocare al "piccolo chimico"?
- No, scemo! In questo modo fonderemo i due magneti stellari. 

Per la precisione, i magneti stellari sono dei corpi celesti di asteroidi che emanano un campo elettromagnetico energetico; nel futuro, gran parte della tecnologia (fonti energetiche comprese) dipenderà da questi.

6 giugno 3018, ore 8:00 del mattino
- Notte... prima degli esami.  

Avevate in mente questa canzone, è? In vero noi abbiamo fatto la nottata solo per fondere i magneti e quando vedemmo dalla finestra un fascio solare sorgere all'orizzonte, quello fu il momento della verità:
"Abbiamo finalmente superato la soglia dei 750 km/h?"

Dopo aver inserito il magnete nei rollerblade, scendemmo giù, mi tolsi le scarpe e mi infilai ai piedi la nuova invenzione, dopo di che le accesi l'interruttore attraverso un comando vocale. 
Un solo suono deciso e subito sentì i miei piedi sospesi nel vuoto a pochi centimetri da terra, ondeggiando leggermente su e giù come un fantasma; ciò mi costrinse in automatico a stendere lateralmente le braccia per mantenermi in equilibrio.

- Rilassato, Tom! - mi consigliò Ted. 
- Ho paura di andare a sbattere contro un'abitazione per l'alta velocità. - confessai tremolante io.
- Scusa, ma non sarebbe stato meglio se fossimo andati tra i campi? Sono a pochi metri da noi.
- Hai ragione, amico, ma sai? Non vedevo l'ora di provare questi cosi.
- Tranquillo, è tutto sotto controllo... Fidati.

Ted è sempre stato bravo con la tecnologia, magari più di me, ma ogni volta che mi diceva "fidati" non avevo mai un buon presentimento. 
Lui, tenendomi per un braccio, mi accompagnò fino ai campi, fuori dalla nostra periferia, in modo tale che se qualcosa fosse andato storto non avremmo coinvolto gli altri e, ovviamente, non avremmo avuto guai con la Giustizia.
Ero teso come una corda di un violino, ma ormai ero deciso a portare al termine questa mia promessa ambiziosa, facendo così onore alla memoria di mio nonno (ecco, ora è morto, così potreste fargli un tributo... Scherzo). 

- Sei pronto? - mi chiese il mio amico. 
- PRONTISSIMO!!! - gli risposi io con tono deciso, dopo aver indossato anche degli occhiali di plastica per riparare i miei occhi dal vento.
- 3... 2... 1... Partenza... VIA!!!

In quel momento fu tutto così veloce, talmente tale che per un attimo ebbi una piccola amnesia per pochi secondi e poi subito mi ritrovai a gridare come un pazzo per via dell'incredibile velocità raggiunta. 
La mia adrenalina stava salendo a mille, il mio cuore battette all'impazzata e le mie orecchie mi fischiavano continuamente a causa del forte vento che mi avvolgeva tutto il corpo.
Non riuscivo nemmeno a distinguere dal lontano le colline, gli alberi e gli animali che pascolavano, tutto mi sembrò un pazzesco "forward" accelerato; pensate che quando partì, Ted mi gridò:

- AH, MI SONO DIMENTICATO DI DIRTI CHE SE VUOI FRENARE BASTA PIEGARE LE GAMBE A 30°!!!
- CHE COSA HAI DETTO??? - gli domandai io con il forte vento che non mi fece sentire nulla, ma ormai era troppo tardi.
Impiegai solo meno di un minuto per salire su una collina molto ripida, per poi scendere giù a valle e ritrovarmi così in una zona montuosa.
Salivo e scendevo da ogni monte ad una velocità impressionante, pazzesco, senza contare che fui inseguito da orsi, api, cervi e lupi di montagna (stranamente si erano messi di mezzo anche i castori) e che rischiai più volte di andare a finire contro un albero. Per fortuna che non provammo tutto questo in città. La gente avrebbe subito pensato a un attacco terroristico.
Dal lontano, poi, vidi una fattoria e come un fulmine ultra potente distrussi una stalla, facendo scappare gli animali che vi erano all'interno. 

- IL MIO BESTIAME!!! - gridò spaventato e arrabbiato il padrone della fattoria con il forcone in mano. 
- COME CAVOLO MI FERMOOOOOOOOO??? - gridai disperato, con la lingua che mi uscì dalla bocca.

Due ore dopo
Finalmente, fermo come un palo, riuscì a videochiamare il mio amico attraverso un orologio digitale (in allegato agli occhiali digitali) che funge come smartphone del futuro, dicendogli con aria arrabbiata e un sorriso sarcastico: 

- Caro Ted, voglio darti due notizie: una buona e una cattiva. 
- D'accordo, dimmi tutto. - replicò lui con aria tesa.
- La prima è che abbiamo superato la velocità prefissata; questi rollerblade sono andati a 800 km/h.
- WOH, FORTE!!! Ma... e quella cattiva? 
È che sei un cretino!
- WHAT??? 
- Vienimi a prendere a Myrtle Beach, nella Carolina del sud! 1182 km ho fatto e in soli due ore.

Senza blaterare, Ted usò il teletrasporto per venirmi a prendere, prendendo dalla sua borsa due cerchi di plastica:
uno lo mise a terra e l'altro se lo tenne in mano, impostò la rotta attraverso un monitor di tale cerchio e subito da esso fuoriuscì un portale dimensionale (che aveva la facoltà di unire i due punti dello spazio, trasportando subito a destinazione il viaggiatore). 
Un fascio fece apparire di fronte a me il mio amico, dopo di che, usando l'altro cerchio, tornammo subito a casa. 

I rollerblade più veloci del mondo
Mentre passeggiavamo come da buoni amici per le strade della periferia di Belmont, eravamo soddisfatti nell'aver realizzato un obiettivo molto prestigioso da raggiungere.
Quasi non riuscivo a crederci che ci volle solo un giorno per esaudire la mia promessa molto ambiziosa e quello che avevo fra le mani (i miei rollerblade, ovviamente) erano il mio biglietto da visita verso lo sport più amato del momento (i GR, ovvero i "Gravity rollerblade"). 

- Pensa se grazie a questi tu potresti diventare un grande campione dei GR. - mi fece notare Ted. 
- Ed è proprio quello che sto pensando. - risposi io, fissando con amore i miei gioiellini - Dovremo ancora perfezionare qualcosa, ma come inizio non c'è male. 
- Sei stato davvero in gamba, Tom. 
- Beh, in vero io non ce l'avrei mai fatta senza il tuo aiuto; sei stato tu ad illuminarmi con la storia dei magneti stellari.
- Secondo me ci saresti arrivato anche da solo, credimi.
- Davvero?
- Sei un ragazzo determinato e sono sicuro che un giorno tu diventerai un grande campione. 
- Così mi fai arrossire, dai. 
- Come? Ah ah ah, ma allora sei una donnicciola, eh?
- COME???
- Hey, stavo scherzando, amico. 
- A parte gli scherzi, io voglio veramente diventare un campione dei GR... come lo era mio padre.
- Sai come si dice in questi casi? "Buon sangue non mente".
Per esperienza diretta, ti posso dire che se deciderai di entrare nel mondo della competizione sportiva, troverai un sacco di persone che saranno invidiose di te, ragion per cui non esiteranno a toglierti di mezzo in qualsiasi modo... ma ci saranno anche altre persone che, invece, vorranno darti una mano.
Ascolta quello che diceva tuo nonno e scegli di essere un lupo.
- Lo farò di sicuro, tranquillo. 


Copyright di Bruno Rinaldo (alias LuxKatoUlisse).

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