The game of death

di Inazumiana01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Scelta Oc ***
Capitolo 3: *** 1^ Capitolo ***
Capitolo 4: *** Il Messaggio.parte1 ***
Capitolo 5: *** Il Messaggio.parte2 ***
Capitolo 6: *** Nuove reclute ***
Capitolo 7: *** Halloween ***
Capitolo 8: *** Extra ***
Capitolo 9: *** Heart Attack ***
Capitolo 10: *** Life or Death? ***
Capitolo 11: *** Madness ***
Capitolo 12: *** Non so che titolo dare ***
Capitolo 13: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




In quel che era un grigio e freddo giorno d’autunno un gelo decisamente poco normale per quel periodo albergava all’interno della maggior parte del territorio Francese.
La pioggia battente cadeva ferocemente, inzuppando completamente una ragazza provocandole brividi.
Aveva lo sguardo rivolto verso il basso, i capelli scuri attaccati al viso che le oscuravano il volto e teneva un quaderno rilegato in pelle stretto tra le braccia.
-Tu non puoi farlo...- sussurrò -Io ti servo...non mi puoi uccidere- continuò. Le persone che passavno di lì la guardarono sbalorditi, credendola pazza.
-Ti prego...-continuò in tono supplichevole mentre delle calde lacrime le rigavano il volto.
-Oramai non servi più. Sei completamente inutile- una voce dietro di lei alla penobra di un albero la fece sobbalzare, facendola voltare velocemente.
-E tu chi saresti?- disse in tono sprezzante e cercando di mettere a fuoco la figura davanti a lei, senza riuscirci. Con tutta quella pioggia non riusciva ad individuarla.
-Io? Nessuno di importante. Passavo solo di qui- rispose con voce falsamente ingenua.
-Ma tu riesci a vederlo. Perchè?- domandò la ragazza indicando il vuoto dietro di lei.
-Perchè...- disse avvicinandosi -Perchè lui è esattamente come me- continuò fino a trovarsi a pochi centimetri dalla ragazza.
-M-ma è impossibile...tu sei normale...n-non gli somigli affatto.- disse la ragazza leggermente impaurita. -E poi...anche se fosse, cosa vorresti da me?- domandò facendo qualche passo indietro.
-Te? A dire il vero non mi servi affatto.-
-Allora cosa ci fai qui?- domandò.
-Semplicemente, volevo assistere alla tua morte- disse con molta nonchalance impaurendo la ragazza -Ora ti svelo un segreto- disse avvicinandosi mentre la ragazza si trovava a spalle a muro -Ho voglia di giocare. Mettiti al mio posto...anni e anni senza sapere chi fossi veramente, vedi cose che gli altri comuni mortali non possono e ti mandano in un manicomio. Poi ad un tratto...la tua vita cambia- fece una pausa ad effetto -Capisci che, il fatto di vedere cose che gli altri non possono, non è assolutamente da pazzi. Comprendi di essere potente...molto più di quelli..- disse continuando ad indicare il vuoto -Perchè sei speciale...riesci a controllarli...puoi comandare su di loro. Comprendi che questo potere non può essere sprecato e che lo devi portare verso nuovi orizzonti. -
-E quando avresti scoperto questo potere?- chiese la ragazza con le lacrime agli occhi.
-La settimana scorsa- disse con un'alzata di spalle. -Sai...ho osservato i ragazzi di questa scuola..- disse indicando la struttura dietro di sè - Tu eri solo un'esperimento...ed anche riuscito direi!- disse con entusiasmo.
-Allora perchè vuoi uccidermi?-
-Perchè non mi servi più...ho ottenuto ciò che volevo.Ed a quanto pare siamo anche in ritardo!- disse guardando l'orologio che aveva al polso sinistro. -Su forza, uccidila- disse con fare sbrigativo per poi allontanarsi.
-No! Aspet- la ragazza non ebbe il tempo di finire la frase che si accasciò al suolo portandosi una mano alla gola e cercando di prendere più aria possibile nei polmoni, ma dopo pochi secondi si ritrovò a terra senza vita.
La persona le rivolse un'ultima occhiata.
-Che peccato...era così giovane- disse con voce falsamente dispiaciuta -Vieni, abbiamo un lavoro da svolgere-









Angolo dalla Killer.

Salve giovane pulzelle dall'animo puro e intoccabile! Io sono inazumiana01 ma potete chiamarmi Vale^^
La storia è un crossover con Death Note, non so se avete letto il manga o visto l'anime...ma se  non l'avete fatto...beh fatelo. Non ve ne pentirete. ;)
Dal prologo non si capisce granchè, ma comunque...vedrete meglio in seguito.
In pratica questo gruppo di ragazzi trovano questo quaderno e niente...c'è gente che muore, nuovi amori, un tizio o una tizia che brama di potere...cose da tutti i giorni.
La figura di prima, avrà un ruolo a dir poco fondamentale nella storia e a metà storia sapremo chi è...
Ora passiamo alle regole:

-Non accetto copie femminili di Light o L. Va bene che prendiate spunto, ma non voglio una copia!
-Siate originali! Non accetto Mary Sue o solo un susseguirsi di aggettivi nel campo del carattere.
-Accetto sia maschi che femmine. Quindi, mostratemi anche prodi cavallieri!
-le schede dovrete inviarmele entro il 12/06/ alle 16:30 e come oggetto del messaggio mettere "Nome Oc- Nome Autore"
-Non accetto schede nelle recensioni.
-Potete inviarmi massimo due Oc a testa.


Ecco la scheda:

-Nome:
-Secondo nome*:
-Cognome:
-Età(16-18):
-Aspetto fisico:
-Carattere:
-Cosa ama/Odia:
-Possibile relazione:
-Storia:
-Cosa pensa del death note e come lo userebbe:
-Relazione con altri personaggi (cosa non sopporta e cosa apprezza e con chi potrebbe andare d'accordo):
-Come si comporta con il suo flirt:
-Prestavolto:
-Paure e debolezze:
-Altro*

 

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Capitolo 2
*** Scelta Oc ***


Salve a tutti! Ecco a voi la scelta Oc!
Ammetto che è stato difficile scegliere, erano tutti davvero bellissimi, ma c'erano alcuni che più si adattavano alla storia.
Chiedo scusa a coloro che ho scartato.
Ora vi lascio con la scelta:







Hayden Rose Martin. 17 anni relazione con Alexander Arrow.









Sebastian "Bash" Narcisse Valois. 18 anni. Relazione con Iris. Oc di Nidafijolll.








Erina Eucliffe. 16 anni relazione con Lysandro. Oc di Kire03








Mizu Koike
. 16 anni relazione con Kentin. Oc di Mizu_the little kiseki.







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Cornelia Harley. 18 anni relazion con Leandro. Oc di Lesye








Leandro Ainsword. 18 anni relazione con Cornelia. Oc di Lesye.








Alexiel Vergas. 17 anni Oc di FraZelda33.






Ecco a voi tutti gli Oc!
FraZelda33 non avendo il prestavolto ne ho messo uno io, appena puoi mandami quello che avevi scelto insieme ad un nome specifico per la relazione (hai un'ampia scelta) ;)
Alla prossima!
Un bacio









 

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Capitolo 3
*** 1^ Capitolo ***










Lunedì 12 ottobre. 12:40


-Paradossalmente, il solo modo per recuperare la propria identità è la follia. L'autore infatti, lo usa come tema centrale e vi scrive anche la "ricetta": dire sempre la verità, la nuda, cruda e tagliente verità, infischiandosene dei riguardi, delle maniere, delle ipocrisie e delle convenzioni sociali. Questo
comportamento porterà presto all'isolamento da parte della società e, agli occhi degli altri, alla pazzia.- spiegò Faraize con molta calma.
Nell'aula B non si sentiva volare una mosca. C'era chi dormiva, chi invece, come Ambra e il suo trio si guardava allo specchio o si faceva la mani cure, e infine c'ara un decimo di un decimo della classe che prestava attenzione alle parole del professore.
Alcuni alunni di quarta erano stati divisi nell'aula B, dove una classe dell'ultimo anno stava facendo lezione di letteratura, data la mancanza dell'insegnante di scienze.
Una delle poche persone che ascoltavano l'insegnante era Cornelia Harley. La ragazza aveva un fisico asciutto e slanciato, dalle curve ben disegnate. I suoi capelli erano biondi e lunghi, quasi fino alle caviglie,i suo occhi erano dorati e contornati da ciglia scure.
La ragazza, ormai donna, era come incantata dalle parole dell'insegnate, o per meglio dire, dell'autore.
Le era sempre piaciuto Pirandello, e si era sempre rispecchiata nei suoi ideali e nei suoi pensieri sulla vita.
Osservò la classe con attenzione. La maggior parte degli studenti non prestavano attenzione, ma in fondo...cosa ci si poteva aspettare da degli idioti?
Il suo sguardo si posò su una ragazza di quarta. Aveva i capelli castani legati in due codini alti, la carnagione nivea e gli occhi ambrati.  Chissà che morte avrebbe fatto...magari il cuore asportato e le labbra cucite...
-Conosco quello sguardo...smettila di immaginare la morte delle persone- le sussurrò Leandro, il suo fidanzato. Era un ragazzo alto 1.90, dalla carnagione nivea, i capelli lunghi blu scuro, quasi neri e degli occhi celeste chiaro, che l'avevano rapita.
Si erano conosciuti tra i corridoi della scuola, e non appena gli occhi dorati di lei incrociarono quelli azzurri di lui, fu amore a prima vista.
Sorrise istintivamente. La conosceva bene.
-Abbandonando le convenzioni sociali e morali l'uomo può ascoltare la propria interiorità e vivere nel mondo secondo le proprie leggi, cala la maschera e percepisce se stesso e gli altri senza dover creare un personaggio, è semplicemente persona.- continuò il professore e Cornelia non trovò frase più azzeccata per descrivere il rapporto tra lei e Leandro.
All'inizio entrambi erano titubanti, in particolar modo quando svelarono i loro veri caratteri, ma alla fine si innamorarono comunque.
La campanella che segnava la fine della lezione, suonò ed una massa di studenti si risvegliarono da un lungo sonno.
-Ragazzi, per la settimana prossima voglio che mi portiate una ricerca su Pirandello e qualche accenno su un drammaturgo francese.- disse Faraize prima di vedere tutti gli studenti scomparire dall'aula.



***



Il profumo inebriante delle rose, attirarono la sua attenzione verso quel giardino..davanti ai suoi occhi azzurri addolciti,macchie colorate danzavano con un venticello caldo,i fiori, eleganti e sinuosi erano come ballerine a creare un armonico ondulare.E poi ancora si rivelavano a lei i primi frutti, con il loro odore frizzante e il sapore di terra bagnata e la toccò quella terra viva, genitrice, così calda, corpulenta..la toccò quasi accarezandola.. quasi a ringraziarla per quello spettacolo.
Mizu Koike aveva sempre amato la natura, le piante erano state le sue uniche amiche. Fin da piccola le persone la prendevano in giro a causa della sua bassa statura, arrivava a stento a 1.50, e ciò la portò ad isolarsi e a non rapportarsi con le persone. Trovò rifugio nelle piante, erano come un pezzetto di paradiso, erano il suo eden.
-Oggi l'insegnate la professoressa Danelay ci ha fatto fare una verifica a sorpresa. Chissà se sarà andata bene- sussurrò sedendosi per terra.
-Che stai facendo?- domandò un ragazzo da dietro le sue spalle, facendola sobbalzare. Mizu si voltò di scatto con il viso leggermente arrossato.
-I-io..- iniziò a balbettare.
-Stavi parlando con le piante?- domandò ancora il ragazzo. Era alto, dai capelli castani e dai bellissimi occhi verdi.
-N-non è la natura che parla, sono io che l'ascolto.- rispose mentre il ragazzo si sorprese nel sentire la risposta che la ragazza aveva dato.
-Io sono Kentin-
-Io...Mizu- disse imbarazzata. Era da tempo che non parlava con qualcuno...avrebbe dovuto fare un ripasso sui rapporti umani. Il  soffiare del vento le scompigliò i lunghi capelli bianchi, comprendole la faccia e impedendole la visuale del ragazzo.
La ragazza, sentendosi osservata, cercò molto goffamente di togliere i capelli da davanti agli occhi. Il castano rise leggermente e l'aiutò a spostare i capelli, ma un leggero rossore gli colorò le guance.
Mizu, dopo quel gesto inaspettato, rimase con lo sguardo puntato verso il basso mormorando un fleibile -grazie..-
-Come mai sei qui da sola?- domandò il moro.
-I-io...non ho molti amici, per questo motivo preferisco stare a contatto con la natura- mormorò la ragazza imbarazzata.
Una terza voce giunse alle orecchie dei due.
-Hey, Kentin!- esclamò dal cortile un ragazzo dai capelli azzurri e dagli abiti sgargianti, che per farsi notare dal castano, si sbracciava come un naufrago.
-Devo andare...- disse Kentin alzandosi da terra. -Se vuoi, ti posso far conoscere i miei amci...senza che rimani da sola- disse tutto ad un tratto.
-Preferisco la solitudine- mormorò tenendo sempre lo sguardo basso.
-Non puoi sapere cos'è la solitudine se non hai mai avuto degli amici- disse Kentin in risposta, facendo finalmente alzare lo sguardo della ragazza. -Allora...?- le porse una mano per aiutarla ad alzarsi e anche se un po' titubante, Mizu accettò.



***



Era l'ora di educazione fisica, o per meglio dire... era l'ultima ora e avevano educazione fisica.
Hayden era sicura di aver perso il polmone destro...o forse entrambi. Quello era il quattordicesimo giro di corsa e, per una che per gli sport era negata, equivaleva adun record.
Si fermò per qualche secondo, cercando di prendere fiato. I capelli, solitamente legati in due codini erano andati a formare un unica coda. Alzò la testa, la fronte era imperlata di sudore ed alcune ciocche erano attaccatte al collo, gli occhi abrati saettarono in ogni angolo della palestra, notò che la maggior parte della classe era messa come lei. Tutti tranne lui.
I suoi capelli fulvi e perennemente scompigliati, si muovevano con lui ad ogni passo. Lo aveva visto passare davanti a sè un'infinità di volte in meno di un minuto, ed ogni volta le faceva la linguaccia,divertito nel vederla in quello stato. A che giro era arrivato? Non lo sapeva. Non era neanche sicura che fosse una persona, ogni volta che dovevano correre sospettava fosse un robot.
L'insegnate soffiò nel fischietto.
-Per oggi avete finito. La prossima volta voglio che facciate tutti e trenta i giri.- rispose andandosene, non prima di borbottare qualche insulto su quanto quella classe facesse schifo.
Hayden si lasciò cadere sulla panchina, cercando di trovare la sua bottiglina d'acqua. Con la coda nell'occhio vide una figura avvicinarsi.
-Non riesco ancora a capire come ci riesci- borbottò.
-Te l'ho detto. Faccio jogging ed esercizi nel tempo libero o prima di venire a scuola.- disse con molta nonchalanche.
-E poi mangi ma non ingrassi..- rispose Hayden prendendo finalmente la bottiglina di plastica.
-E' l'unico vantaggio- rispose con un'alzata di spalle sedendosi affianco all'amica. Sebastian Narcisse Valois, o più semplicemente conosciuto come Bush era l'unico della scuola ad essersi guadagnato la stima del professore di educazione fisica.
-Beh, non proprio l'unico...- rispose con un sorrisetto la mora guadagnandosi un'espressione interrogativa da parte del ragazzo -E' un punto a tuo favore per conquistare il cuore della rossa- disse maliziosa, mentre il ragazzo accennò un sorriso al pensiero di Iris.
-E tu, invece? Con quel...Arimi?Amir?- disse cercando di ricordarsi il nome.
-Non è un patito degli sport- disse facendo spallucce -E poi è Armin- continuò scandendo bene le lettere.
-Che ne dici di andare a mangiare qualcosa?- domandò Hayden sentendo il suo stomaco brontolare. A quella frase Bush tese le orecchie e si voltò sorridendo -Basta che non sia piccante.- decretò il ragazzo mentre la ragazza annuì.




***


I passi cadenzati e furenti di Rosalya, rimbombarono feroci tra i corridoi della scuola fino ad arrivare all'interno della biblioteca dove, seduto in fondo a tutto si trovava un ragazzo intento a leggere.
La ragazza appena lo vide scattò verso di lui e con la delicatezza di un bisnte in calore, gli tolse il libro che aveva tra le mani.
-Ehi!- esclamò il ragazzo alzandosi di scatto, che fino aqualche secondo prima era immerso nella lettura de "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde.
-Avevi promesso che mi avresti aiutato in chimica!- disse Rosalya incrociando le braccia.
-E' vero, ma non è certo un motivo per prenderti il mio libro!-
-Te lo ridarò quando mi avrai aiutato!- rispose
-Ma abbiamo il test tra due settimane!-
-Sai perfettamente che sono incapace in quella materia, quindi prima iniziamo meglio è!-
Alexiel Vergas si passò una mano tra i capelli castani. Sapeva che continuando in quel modo non avrebbe riavuto indietro il libro e che per far imparare qualcosa a Rosalya, in particolar modo se era chimica,
avrebbero dovuto iniziare subito.
-Okay, hai vinto- alzò le mani in segno di resa. Il viso di Rosa si addolcì e gli ridiede il libro.
-Allora...cominciamo ora?- chiese l'albina.
-Ora?- domando a sua volta il ragazzo.
-Mancano trenta minuti alla fine dell'ora- disse annuendo.
-Va bene, capo- disse per poi spostare la sedia per far sedere la ragazza.
-Che gentleman...- disse ridendo, facendo sorridere a sua volta il ragazzo.
-Da cosa iniziamo professor Vergas?-
-Direi di comiciare dalla distillazione dei carboni fossili e dai principali prodotti che si hanno dalla
distillazione del catrame, signorina Barraquè- rispose a sua volta.



***



Irina Eucliffe se ne stava seduta in mezzo alle scale a giocare alla console.
Era una ragazza non particolarmente alta ma magra, la carnagione nivea e i capelli neri erano legati in due codini bassi e con un ciuffo che le copriva l'occhio sinistro.
Era concentrata sul suo nuovo gioco, Final Fantasy, che era uscito quella mattina. Aveva passato l'intera giornata a giocarci e già stava a metà storia.
-Scusa...?- una voce e una mano sulla sua spalla la fece distrarre e di conseguenza perdere. Irina lanciò uno sguardo glaciale alla persona che l'aveva fatta perdere. Avrebbe dovuto ricominciare quel livello da capo.
-Che vuoi?- rispose freddamente, scrutandolo con i suoi grandi occhi rossi. Era un ragazzo, alto e dai capelli bianchi che man mano andavano a sfumarsi nel nero, verso le punte. Era vestito in stile vittoriano, ma non fu quello ciò su cui si soffermò. Lo guardò dritto negli occhi eterocromatici per svariati secondi.
-Mi perdoni, non era mia intenzione disturbarla...- disse e la ragazza si sorprese del fatto che le si rivolgesse con il "lei", quando lui sembrava più grande di lei -Volevo solo sapere se per caso avesse visto un taccuino nero, da queste parti.- chiese gentilemente.
Dopo quell'affermazione, Irina capì chi fosse. Era piuttosto famoso a scuola, non solo per aver cantato al concerto, ma principalmente par la sua pessima memoria. Infatti, quasi ogni giorno vedeva un ragazzo dai capelli rossi e il resto della sua classe cercare quel maledetto taccuino.
-No.- disse acidamente per poi ritornare sul suo gioco.
-Se per caso devesse veder- la ragazza non gli fece finire la frase, che ribattè immediatamente.
-Ho di meglio da fare che cercare il tuo quaderno- disse guardando la console -Ora, se vuoi scusarmi, vorrei continuare a giocare- finì.
-Okay...mi dispiace averti interrotto- disse Lysandro, leggermente sorpreso da quella reazione, per poi andarsene.
Avrebbe dovuto rifare tutto il livello d'accapo.
Passarono venti minuti e Irine non riusciva a superare il livello, le continuava a tornar in mente il ragazzo dagli occhi eterocromatici.






"Dovranno  stanare un avversario senza conoscerne né il volto né il nome. E chi si farà scovare ci lascerà la pelle...Gli esseri umani sono uno spasso!"




N.D.A: Salve a tutti! Ecco a voi il primo capitolo. Spero vi sia piaciuto e chiedo scusa se è corto, ma era solo una presentazione Oc. Il bello si vedrà nel prossimo u.u Se non ho rappresentato bene i vostri Oc, o se ho sbagliato qualcosa potete dirmelo...a volte tendo a farli troppo "miei" ^^" Alla prossima! Un Bacio"


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Capitolo 4
*** Il Messaggio.parte1 ***


Mercoledì, 20 ottobre.
 

"Maledetti occhi" continuava a pensare Irina. Si trovava da più di mezz'ora sullo stesso livello a causa di quel ragazzo. Non riusciva a togliersi dalla testa la sua immagine.
Ormai spazientita, decise di dirigersi nel cortile per poi tornare a casa, dove l'aspettava la nonna. Lì sicuramente sarebbe riuscita a finire il gioco.
Stava per rimettere la psp nella tasca dei jeans, quando improvvisamente comparve una scritta sullo schermo del videogioco. Era sicura di averla spenta...
"Ti senti sola?" lesse la frase che era comparsa sul display. "No." disse freddamente.
La frase scomparse per dare posto ad un'altra "Ma se potessi cambiare, lo faresti?".
Irine non ci capiva più niente. Cosa stava succedendo?
"Bene. Allora ti donerò il futuro." comparve un'altra scritta "Devi solo proteggere l'oggetto a cui tieni di più."
Quella fu l'ultima frase, prima che il display si spegnesse.
Cos'era successo? Cercò di riaccendere la psp, ma quando lo fece le scritte erano scomparse.


***

Hayden era affamata. Non vedeva l'ora di mangiare qualcosa ma, sfortunatamente, il pranzo sarebbe saltato.
Iris, la ragazza del terzo anno, aveva chiesto a Bush di aiutarla in una materia. La ragazza sembrava molto imbarazzata, a giudicare dal suo colorito pari a quello dei capelli di Castiel.
In un primo momento, Hayden era stato più che contenta per l'amico, che aveva accettato la proprosta della ragazza con un sorriso a trentadue denti, ma nell'euforia del momento e i vari incitamenti sottovoce, si era scordata che avrebbero dovuto pranzare insieme.
Ma in fondo era per un bene superiore, no? Bush rimarrà da solo con Iris, la conquisterà e vivranno tutti felici e contenti. Fatta eccezione per il suo stomaco, che a quanto pareva, non la smetteva di brontolare.
Decise di andare da sua nonna, sicuramente lì il cibo non sarebbe mancato. Stava per mandare un messaggio al padre per avvertirlo che sarebbe tornata più tardi, quando la casella dei messaggi  segnava che ne aveva ricevuto uno.
"Ti senti sola?"
Non c'era nessun mittente, non era neanche un numero privato.
Hayden guardò confusa lo schermo. Intendeva in quel momento o in generale? Dopo un attimo di rifessione, scrisse la risposta. Si, in quel momento si sentiva sola.
"Bene. Allora ti donerò il futuro." arrivò un altro messaggio "Devi solo proteggere l'oggetto a cui tieni di più."
L'oggetto a cui teneva di più? Non teneva a nessun oggetto in particolare, fatta eccezione per i libri e per i manga.
Decise di controllare se aveva letto bene, ma non appena abbassò lo sguardo i messaggi, ricevuti e inviati, erano scomparsi.



***


Cornelia si trovava a casa di Leandro. La madre, una donna davvero simpatica -ed era raro che qualcuno le stesse simpatico- era uscita a prendere qualcosa da mangiare, principalmente dolci, dato che Leandro li adorava.
Se ne stavano accocolati su una poltroncina baige. La bionda si trovava seduta sulle gambe di Leandro, accarezzandogli i capelli, mentre quest'ultimo finiva di scrivere degli appunti di letteratura su un antico libro, che però aveva le pagine bianche.
"Stai finendo di scrivere il lavoro per Faraize?" chiese Cornelia con tono di voce basso, continuando ad accarezzargli i capelli. E' sempre stata una cosa che la rilassava.
"Si, ho quasi finito di parlare di uno scrittore francese" disse senza smettere di scrivere "Michael Facault."
"Non l'ho mai sentito, di che temi tratta?" domandò interessata. Leandro fece un sorrisetto, alla domanda della ragazza.
"I lavori di Foucault si concentrano su un argomento simile a quello della burocrazia. Studiò lo sviluppo delle prigioni, degli ospedali, delle scuole e di altre grandi organizzazioni sociali. Ma, quello più importante.." si fermò un'istante, voltandosi verso la ragazza e avvicinandosi sempre di più alle sue labbra "è sicuramente quello sulla sessualità.." disse a fior di labbra, per poi annullare la distanza tra le loro bocche e dare inizio ad un bacio appassionato.
"Sai...mi piace questo scrittore.." disse Cornelia tra un bacio e l'altro. Leandro fece vagare le mani sotto la maglietta di Cornelia e lasciandole una scia di baci sul collo. Ma il suono del campanello li fece staccare. Era sicuramente la madre di Leandro che si era dimenticata le chiavi di casa. Seppur contro voglia e con uno sbuffo, Leandro si alzò e scese al piano di sotto per aprire la madre.
Cornelia guardò la sua figura fino a quando non scomparve. Prese un quaderno a forma di cuore dalla sua borsa, ma prima che potesse scriverci qualcosa, apparve una scritta "Ti senti sola?"
La ragazza rimase un'attimo interdetta. Forse gliel'aveva scritta Leandro, ma lui non si era mai avvicinato al quaderno. Decise comunque di rispondere. No, non si sentiva affatto sola.
"Bene. Allora ti donerò il futuro." comparve un'altra scritta "Devi solo proteggere l'oggetto a cui tieni di più."
La bionda capì che non era stato Leandro a scrivere quella frase. Ma come era comparsa lì? E perchè, nonostante avesse scritto che non si sentisse sola, la risposta era stata il contrario?
Cornelia alzò lo sguardo, Leandro aveva appena varcato la soglia della sua camera. Decise di fargli vedere le scritte che erano comparse sul quaderno.
"Guarda qui.." disse facendogli segno di avvicinarsi "Improvvisamente sono comparse queste scritte, all'inizio pensavo fossi tu, ma poi quando ho risposto alla domanda ne è comparsa una nuova.." continuò, mentre Leandro osservava il quaderno. Dopo pochi attimi, alzò lo sguardo e fissò la propria ragazza. "Cornelia, qui non c'è scritto niente...è solo una pagina bianca" disse non capendo cosa la ragazza intendesse. La bionda lo guardò come se fosse un'alieno. Prese con forza il quaderno tra le mani del moro e osservò la pagina. Non era possibile...lei era sicura di averle viste.

***

"Io punto tutto sulla biondina" disse un ragazzo mentre cercava di trovare una posizione più comoda per sedersi sulla poltrona, che ricordava un trono reale. "Non si farebbe scrupoli ad ucciderli tutti" disse ghignado. Era un ragazzo alto, magro ma ben piazzato. I capelli erano neri e gli ricadevano lunghi fino a coprirgli gli occhi, come quelli degli shinigami. Il corpo aveva diverse cuciture bianche, lilla e color carne. Indossava dei jeans aderenti di pelle con una cintura tappezzatta di teschi veri.
Se ne stava seduto su quella poltrona rossa, con il pollice della mano destra sulle labbra, un gesto che faceva continuamente quando pensava.
"Non direi proprio tutti" intervenne una ragazza dalla voce squillante "C'è pur sempre il suo ragazzo...non credo sia in grado di ucciderlo" a parlare era stata una ragazza, non molto alta ma formosa, in alcune parti del corpo mancavano, facendo vedere le ossa. La carnagione era grigia, i capelli lilla ricadevano elegantemente su una spalla, le labbra erano sottili e scure, mentre gli occhi erano completamente neri, contornati da lunghe ciglia del medesimo colore. "Ci sono anche altri concorrenti, mio signore. Forse alcuni la sorprederanno..." disse scavalcando i cadeveri e le ossa per avvicinarsi sempre di più al giovane.
"Per alcuni ho altro in mente...posso soltanto dirti che sarà estremamente divertente" disse ghignando e con un luccichio negli occhi. "Gli esseri umani sono ingenui. Basta saper sfruttare le loro paure e vedrai come si inchineranno al tuo cospetto. Tengono troppo alla loro stessa vita tanto da dimenticarne il significato...sarà divertente vedere come reagiranno" finì senza togliere il sorriso dal volto.



Tizio psicopatico numero 1, nonchè re degli shinigami.

Tizia psicopatica numero 2. Nonchè "serva" del tizio psicopatico numero 1.




Angolo Autrice :3

Salve! Anche se con un super mega ritardo, sono riuscita a scrivere qualcosina...
Ho apportato alcune modifiche alla trama, ma non preoccupatevi, ci sarà sempre gente che morirà u.u
Diciamo che al momento non è ben chiaro cos'abbiano in mente quei due psicopatici (in paarticolar modo il primo) ma sappiate che ci saranno delle complicazioni.
Oltre i personaggi che ho scelto come protagonisti, ci saranno quelli che ho scartato, perchè comunque erano degli Oc stupendi...quindi, mi dispiaceva eliminarli definitivamente.
Chiedo scusa a coloro i cui Oc non sono comparsi in questo capitolo, li vedremo nel prossimo.
Detto ciò, direi di passare alle domandine a cui potete rispondere sia per mp che per recensione:

1) So che vi ho mandato un messaggio, ma ho paura di non averlo mandato a tutte, perciò lo scrivo anche qui...Quel'è l'oggetto a cui il vostro oc è più legato. Dev'essere qualcosa su cui ci si può scrivere, ad esempio in questo capitolo abbiamo visto il cellulare e il quaderno.(la psp l'ho messa solo perchè non avevo ancora una risposta da parte dell'autrice, ma possono essere comunque cose del genere )
2) Il vostro Oc sarebbe disposto ad uccidere chiunque per arrivare al potere? Anche un suo familiare o una persona a cui tiene? Date una motivazione.

Ci vediamo nel prossimo capitolo!
Un Bacio

 

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Capitolo 5
*** Il Messaggio.parte2 ***







Alexiel ci provava. Provava a spiegare chimica a Rosalya, senza distrarsi e pensare a quanto fosse bella o al fatto che il suo cuore palpitasse più velocmente ogni volta che si fissavano negli occhi, ma non ci riusciva. Non si poteva dire che non ci avesse provato.
Ma ogni volta che incrociava il suo sguardo, ne rimaneva letteralmente ipnotizzato.
-Allora? Come sono andata?- domandò dopo  aver finito di ripetere.
-Eh?- domandò a sua volta Alexiel. Non l'aveva prorpio ascoltata.
-Ma come? Non mi hai ascoltata?- domandò incrociando e braccia al petto.
-Beh..ecco...qualcosa ho ascoltato e devo dire che sei andata pure bene, ma ad un certo punto mi sono distratto..- rispose portandosi un braccio dietro la testa. Rosalya lo scrutava dall'alto in basso, come se cercasse di capire cosa gli passava per la testolina. Improvvisamente il volto di Rosalya si trasformò in un espressione maliziosa -Alexiel...- disse quasi come un sussurro, avvicinandosi sempre di più a lui -Non è che...eri distratto perchè pensavi ad una ragazza..- disse con voce suadente, vicino all'orecchio.
-E se anche fosse?- domandò con lo stesso tono di voce per poi voltarsi verso l'albina. La distanza tra i due era minima, mancava poco che le loro labbra si incontrassero. In quel momento Rosalya arrossì leggermente, senza perdere il sorriso sul volto. Poi non si sa come, Alexiel portò una mano dietro la nuca della ragazza, avvicinandola quel poco che bastava a sè e si baciarono. Un bacio lento, senza troppe pretese ma che dimostrava l'amore che provavano.
Quando si staccarono per riprendere fiato si guardarono attentamente negli occhi. -Vuoi ancora sapere qual'è la ragazza che mi piace?- domando con un sorrisetto.
-Forse...non ho ancora ben capito chi sia...me lo ripeti?- domandò con falsa ingenuità. Stavano per riprendere a baciarsi ma, improvvisamente, il cellulare di Alexiel squillò. Non ci fece molto caso, perciò lo ignorò e tornò a baciare Rosalya.
-Su forza, rispondi..- disse l'albina, dato che il telfono non la smetteva di squillare.
Seppur controvoglia, Alexiel prese il telfono dalla tesca dei jeans e vide che gli era arrivato un messaggio. Ma non segnalava il mittente.
"Ti senti solo?" segnava il messaggio. Seppur non capendo, scrisse la risposta "No".
Alexiel pensava che la 'conversazione' finisse lì, invece arrivò un'altro messaggio.
"Bene.Allora ti donerò il futuro. Devi solo proteggere l'oggetto a cui tieni di più."
-Ma che caz-?- imprecò a bassa voce.
-E' successo qualcosa?- domandò Rosalya preoccupata.
-Uh? No, era solo uno stupido scherzo..- disse non tanto sicuro, posando il telefono da dove l'aveva preso. -Allora? Continuiamo?- domandò.-Ovviamente parlo di chimica...per quanto mi attiri di più continuare a baciarti, non mi va che prend uno zero al compito..- disse per poi ricominciare a studiare.



***



-Hey, Mizu!- urlò Alexy, un ragazzo alto e dai strani capelli blu, Mizu si voltò con un sorriso sulle labbra e con le gote leggermente arrossate. Una settimana prima, grazie a Kentin era riuscita a stringere amicizia e a conoscere persone nuove. Una tra questi era Alexy, una persona abbastanza socievole ed estroversa, un carattere nettamente contrastante a quello di Mizu che, nonostante fosse riuscita a farsi degli amici, c'era ancora la timidezza che la bloccava. Ma gli altri non sembravano farsene un problema.
-Ciao Alexy..- lo salutò cordialmente.
-Oggi ti andrebbe di accompagnarmi a fare shopping?- domandò.
-S-shopping?- ripetè Mizu. Ci era andato già la settimana precedente, perchè voleva riandarci?
-Conosco quello sguardo. Lo hanno fatto tutti non appena gliel'ho chiesto.- disse alzando gli occhi al cielo -Ma questa volta è pr una buona causa! Si tratta di un evento che si terrà tra poco e, dato che non voglio ridurmi all'ultimo minuto, preferisco andare oggi.- disse con un sorriso -E poi, verrà anche Kentinuccio..- non appena Alexy pronunciò il nome di Kentin, Mizu non potè fare a meno di arrossire.
-I-io...d-devo studiare...- disse cercando una via d'uscita.
-Non sei brava a mentire..- disse Alexy prendendola per le spalle -L'uscita e l'evento, sarà un buon pretesto per confessare i vostri sentimenti..- disse con sguardo sognante, mentre la ragazza diventò ancora più rossa -M-m-a che dici..!-  esclamò ancora più imbarazzata.
Alexy prese ad accarezzarle i capelli -Cara, piccola e dolce Mizu...non posso credere che tu sia così ingenua...Ah, per fortuna qui c'è lo zio Alexy che è sempre pronto a dare una mano!- esclamò. Lo zio Alexy?
-I-io..- stava per dire qualcosa, ma il ragazzo la interruppe -Non iniziare a dire che non è vero Kentinuccio non ha mai fatto il primo passo anzi, le ragazze le ha sempre evitate! Tu sei la prima...e poi ho visto il modo in cui arrossite quando i vostri sguardi si incrociano..- disse con aria maliziosa e Mizu non sapeva come ribattere, rimasero in silenzio per alcuni secondi.
-Perfetto, allora! Lo prendo come un si, ci vediamo fuori scuola a fine giornata!- disse infine per poi dirigersi verso la sua classe.




***




Il liceo Dolce amoris era infermento. Tutta la scuola non faceva altro che parlare dell'evento "più esclusivo dell'anno", a detta di Capucine.
A quanto si sapeva, l'evento era riservato solo alle prime tre sezioni del quarto e quinto anno, con grande disapprovazione da parte delle altra classi.
Non molti erano estasiati, in particolar modo se si considerava chi era l'organizzatrice che, per attirare l'attenzione di un ragazzo era disposta a tutto. Anche avere più di cento studenti in casa propria ed organizzare una stupidissima festa.
L'organizzatrice in questione aveva pagato e ricattato la maggior parte degli studenti, dato che, non era vista di buon occhio dalla maggior parte della scuola, si era dovuta abbassare a quei livelli. Anche se, il ricattare, minacciare qualcuno l'aveva sempre divertita.
L'evento, non era nient'altro che una stupidissima festa in maschera di Halloween. E, l'organizzatrice era niente e poco di meno che Ambra, una ragazza indubbiamente di bell'aspetto ma dal carattere di merda.
Bash era rimasto sorpreso dal suo invito, non sarebbe mai andato a quella stupidissima festa, in particolar modo se l'organizzatrice era Ambra.
Lui non era il tipo che se ne fregava o che trattava male le persone, ma l'idea di andare a casa di Ambra e Nathaniel, la ragazza che odiava e spesso ignorava e il ragazzo che per lui era un estraneo, non era il massimo del piacere.
Ma si dovette ricredere quando: una Hayden implorante e con gli occhi da cucciolo lo supplicava di andarci e di farle compagnia -dopo aver scoperto che Armin si era fidanzato, aveva avuto un momento di depressione e rabbia...volutamente sfogata su un tronco di un albero- e dopo una certa rossa che, mentre ripetevano storia, gli chiedeva se sarebbe andato anche lui alla festa, non poteva certo dire di no. Così le rispose dicendogli che si, sarebbe andato alla festa e che lei in tutta risposta gli sorrise sornione. Un sorriso in grado di sciogliere i glaciali del Polo nord.
Cosa non si era disposti a fare per una ragazza...



***


Mizu si ritrovava ad aspettare Alexy fuori scuola.
Non era tanto sicura di quell'uscita, sopratutto perchè c'era Kentin. L'unico ragazzo che si era interessato a lei di sua spontanea volontà, che aveva intenzione di conoscerla e che non la prendeva in giro per la sua bassa statura. Sorrise senza accorgersene.
Lui era stato il primo e forse l'unico che le avesse rubato il cuore. Grazie a lui aveva conosciuto Alexy e Iris, gli era davvero grata.
Si strinse il cappotto bianco, stavano a fine ottobre e già iniziava a far freddo...la neva sarebbe venuta prima quell'anno.
Finalmente vide Alexy che, come sempre aveva un sorriso sul volto e che era particolarmente euforico, seguito da un Kentin non particolarmente motivato e con lo sguardo altrove.
-Ciao..- salutò i due ragazzi sorridendo.
-Ciao!- salutò il blu abbracciandola -Doveva venire anche Iris però a quanto pare deve "studiare" con un certo Bash...che poi, che razza di nome è Bash?!- esclamò, fecendo ridacchiare Mizu.
Si incamminarono per il centro commerciale, che distava all'incirca quindici minuti da lì.
-Alexy, sei sicuro che troverai quei vestiti al centro commerciale? E che, sopratutto siano delle tua taglia?- disse Kentin che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
-Si, conosco un negozio che vende costumi anche per adulti...sono sicuro che ti piacerà, già mi immagino te vestito da lupo mannaro!- esclamò sognante.
-Perchè devo essere io il lupo mannaro?- sbottò Kentin.
-Beh, di certo non lo può fare Mizu. E poi, non varrai mica essere banale e fare il solito travestimento da diavolo?- rispose squadrandolo da capo a piedi -E poi non ti si intonerebbe nemmeno.- continuò in fine, lasciando di sasso Kentin che non sapeva come ribattere.
Si immaginava Kentin in versione lupo, sarebbe stato bene con la coda e le orecchie...a quella immagine Mizu scosse la testa arrossendo furiosamente.
-Mizu invece...non saprei. Staresti bene da streghetta...sei così minuta che faresti tenerezza!- disse guardandola, mentre la ragazza arrossiva vistosamente e a Kentin un leggero rossore si formò sulle gote.
-Siamo arrivati!- esclamò Alexy, prima di correre all'interno del negozio. Era abbastanza spazioso, le pareti erano viola, c'erano attaccate tutte decorazioni per Halloween, alcune erano comiche mentre altre mettevano davvero paura. All'interno del negozio c'erano file e file di abiti, si intravedevano delle maschere e anche alcuni boa neri. Sul lato destro c'era la cassiera, una donna sulla trentina d'anni dalla carnagione pallida, i capelli erano a caschetto e sfumavano dal viola all'azzurro, il suo viso era pieno di pircing e appena erano entrati, li aveva salutati con un sorriso enorme. Sembrava conoscere bene Alexy, dato che avevano parlato per un po' prima di iniziare la missione "Trova il costume adatto".
Il ragazzo fece provare una montagna di vestiti ad un Kentin abbastanza scocciato. Alexy non riusciva a trovare niente che andasse bene per il castano. Cercava qualcosa che fosse sexy e che facesse capire allo stesso tempo che era un lupo mannaro, l'impresa non fu affatto facile.
Da parte sua, Mizu, era rimasta seduta in un angolino del negozio intenta a scrivere sul suo taccuino nero con l'immagine di un lupo sopra.
Scriveva di ciò che le accadeva in giro e del fatto che Alexy non riusciva a trovare nulla di adatto a Kentin, quando improvvisamente comparì una scritta. "Ti senti sola?"
A quella domanda, seppur apparsa dal nulla, Mizu non sapeva che rispondere. Se le fosse stata rivolta quella domanda una settimana probabilmente avrebbe risposto che si, sentiva sola.
Ma in quel momento, con Alexy e Kentin non si sentiva affatto sola. Così scrisse una risposta negativa.
"Bene, allora ti donerò il futuro. Devi solo proteggere l'oggetto a cui tieni di più." comparì un'altra scritta.
-Mizu! Ora tocca a te!- la voce squillante di Alexy la distolse dai suoi pensieri. Era passata un'ora e mezza solo per scegliere il completo di Kentin, quanto tempo ci avrebbe messo con lei?
Sarebbe stato un lungo pomeriggio.













Angolo autrice :3

Hola!
Dopo aver saputo che la mia mogliaH ha una seconda mogliaH mi sono buttata a capofitto sulla scrittura. Scrivo per dimenticare (che poi scrivo anche sui suoi Oc...ma dettagli) ESIGO IL DIVORZIO!
Comunque, ecco a voi un nuovo capitolo! Spero che vi sia piaciuto e di aver rappresentato bene gli oc e se trovate errori fatemelo sapere!
Come avrete capito, il prossimo capitolo sarà incentrato sulla festicciola di Halloween a casa di Ambra, così da poter far entrare i nuovi pg.
Ora direi di passare alle domande:
1- Cosa indosserà il vostro Oc per la festa? Non fatemi tutte streghe, ce ne sono anche altri (per l'autrice di Mizu, io in questo caso ho messo strega solo perchè non avevo idee ma se vuoi cambiare non c'è problema)...la mia sarà la moglie di frankestain :3 Se volete potete inviarmi anche delle immagini che possono essere sia in versione anime ma anche reali.
2- Come si comporta il vostro Oc alla festa (balla, si butta sul cibo, sta in un angolino...)? Come lo regge l'alcool? E un tipo che dopo due bicchieri lo vedi fare un karaoke sul tavolo o che con due bottiglie rimane sobrio?
3-Come reagirebbe il vostro Oc alla morte di una persona a cui tiene (intendo non solo i parenti ma anche gli amici)? Ad esempio se Hayden è particolarmente affezzionata alla madre e improvvisamente quest'ultima muore, quale sarebbe la sua reazione? Scoppierebbe a piangere ...o cose del genere?


Un bacio



 

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Capitolo 6
*** Nuove reclute ***






Salve a tutti! Vi avviso di un avviso che vi avvisa (non ho resistito, scusate :3) che ci saranno dei nuovi personaggi! Esatto.
Alcuni saranno dei cattivoni, mentre altri...beh, non so ancora se renderli buoni o cattivi...
Ora vi presento gli OC:








Alexander Sebastian Arrow. 18 anni. Relazione con Hayden. Oc di Parachan_









Laila Mihyar. 17 anni. Oc di Parachan_










Maximillian Foster. 18 anni.









Vanille Jean Hills. 17 anni.









Jace Holland. 18 anni.






Ecco a voi i nuovi Oc!
Già che ci sono vorrei farvi una comunicazione. Allora, per quanto riguarda le recensioni, non mi interessa se recensiate ogni singolo capitolo (siamo pur sempre in vacanza), vi chiedo solo di farvi vivi almeno ogni due cap., giusto per farmi sapere come sta procedendo la storia e se va bene il modo in cui rappresento i vostri Oc.
Le recensioni non sono obbligatorie, ma le domande si. Quindi, vi sarei grate se almeno per quanto riguarda le domande siate puntuali potete mandarle anche tramite messaggio privato se non riuscite a recensire, oppure, creare un gruppo whatsapp.
Ah, quasi dimenticavo...in questa storia c'è un'alta probabilità di morte (come credo si sia intuito) quindi non prendetevela se ad un certo punto il vostro personaggio morirà u.u
Un bacio :*

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Capitolo 7
*** Halloween ***


#N.D.A: Allora, inizio col chiedere scusa agli autori i cui Oc ho trattato beno in questo capitolo. Ho cercato di inserirli tutti, ma ad alcuni ho dato più spazio. Chiedo scusa a Nidafjolll per come ho trattato Bash...ma qualcuno doveva pur fare una figura di merda u.u Non preoccuparti, si risolverà tutto...più o meno...;) Non chiedetemi il perchè dell'immagine qui sotto....mi divertiva e basta XD


















Tutta quella musica troppo alta, gli perforava le orecchie e sentiva i bassi nello stomaco. Le luci erano offuscate, c'erano decorazioni come ragnatele e zucche ma per quanto quella casa poteva essere grande -erano riusciti a mettere anche un angolo bar in quella che doveva essere la cucina- Hayden sembrava non riuscire a respirare con tutta quella folla.
C'erano come minimo duecento persone che ballavano all'impazzata a ritmo di musica in abiti anche abbastanza aderenti. Alcuni si pestavano i piedi, molti altri palpavano il sedere e si strusciavano gli uni contro gli altri.
Forse avrebbe dovuto dar retta a Bash...non doveva andarci.
Ma non poteva mica perdersi un Cupido ubbriaco provvisto di pannolone e arco!
Si era vestita da moglie di Frankestein e oltre il camice e la parrucca nera e bianca, si era colorata la faccia e le braccia di un verde molto chiaro, accompagnato da delle cuciture finte e dei bulloni sulle tempie.
Si trovava da sola ancora vicino alla porta. Bash l'aveva abbandonata non appena aveva intravisto la focosa chioma rossa di Iris. Sbuffò e alzò gli occhi al cielo...sembrava che abbandonarla per una ragazza fosse diventato il suo nuovo hobby. Lui era vestito da pirata, aveva una bandana rossa sulla fronte, una camicia usata e dalle maniche enormi, un pantalone nero e un paio di stivali marroni. Il tutto completato da accessori pirateschi.
Iris invece indossava un semplice abito rosso con lo spacco sul lato destro e un cerchietto con delle corna del medesimo colore. Era vestita da diavolessa, costume contrastante con la sua personalità.
Spostò lo sguardo in ogni angolo della casa, posandosi su ogni individuo.
Ma i suoi occhi si posarono su una figura in particolare, un ragazzo moro, dagli occhi azzurri vestito e da zombie, stava pominciando con la sua ragazza -vestita da gatta- sul divanetto color crema dell'organizzatrice.
Sbuffò ancora una volta nell'arco di pochi secondi.
-È il tuo ex?- domandò una voce estranea, ma non di voltò per vedere di chi fosse.
-No, non siamo mai stati neanche insieme...- ammise sospirando.-Un momento, ma tu chi sei?- domandò voltandosi finalmente a guardarlo. Era un ragazzo alto e dal fisico ben proporzionato, i capelli biondi gli ricadevano quasi fino alle spalle e gli occhi erano di un'azzurro intenso. Era vestito da Howl, e per un momento pensò che fosse lui in persona data la somiglianza.
-Io sono Alexander Arrow ma puoi chiamarmi Axel.- disse cortesemente.
-Ci siamo mai visti?- domandò Hayden sospetta.
-Non ne abbiamo mai avuto l'occassione.-
-Allora perché mi stai parlando?- domandò  con un sopracciglio alzato.
-Perchè stavi da quindici minuti ferma qui e temevo non ti sentissi bene- rispose divertito dalle reazione della ragazza -Ora hai finito con l'interrogatorio alla Sherlock Holmes o hai altre domande da farmi?- domandò senza peli sulla lingua. La ragazza lo fisso per qualche istante accennando a un sorriso per poi voltarsi nuovamente.
-Comunque, io sono Hayden Palmer- disse dopo qualche istante di silenzio senza distogliere lo sguardo dalla coppietta.
Alex la fissò per un po' scrutandola attentamente per poi sorridere.
-Allora, hai intenzione di rimanere qui a fissare quei due facendoti del male da sola...o divertirti e magari avere l'onore di ballare con il sottoscritto?- domandò sorridendo e facendo un mezzo inchino.
Hayden lo fissò sbigottita.
-Mi stai dicendo che sarebbe un'onore ballare con te?- domandò scettica.
-Hai sentito solo quella parte del discorso?- chiese di rimando -Comunque si. Ammettiamolo non è  da tutti i giorni ricevere un invito per ballare da uno come me- continuò  spostandosi i capelli da davanti agli occhi con la mano.
-Okay, hai stuzzicato la mia curiosità. Ma sappi che lo faccio solo perché  il mio migliore amico mi ha abbandonato e perché il ragazzo che mi piace sta limonando con un altra.- disse guardando dal basso all'alto con sguardo severo. Peccato che di severo non avesse  nulla e che risultasse semplicemente  adorabile. Alex alzò  le mani in segno di resa e con uno sguardo le disse di dirigersi sulla pista.
-Se solo provi a toccarmi il sedere, giuro che ti ammazzo!- disse truce.
-Ma per chi mi hai preso?-
-Per un narcisista approfittatore di cuori infranti!- rispose di rimando. Alex non riuscì  a trattenere una risata al modo in cui l'aveva nominato la ragazza.
-Questa mi è nuova...- disse tra una risata e l'altra - Ma, come hai detto tu, il ragazzo che ti piace sta con un altra e il tuo migliore amico ti ha abbandonato. Al momento sembro l'unico realmente interessato a stare con te e farti sentire a tuo agio.- rispose serio- E comunque, non sono il tipo che fa soffrire le ragazze per il semplice gusto di farlo.- disse sorridendo sincero e facendo arrossire Hayden.
-Bene.- disse infine, dirigendosi verso la pista insieme ad Alex.
Lei non era un'esperta nel ballo anzi, era un vero e proprio ceppo di legno. Ma con quell'Alex si sentiva stranamente a suoi agio, perciò non badò molto alla prima impressione.





***



Leandro aveva posato le mani sui fianchi di Cornelia e aderendo con il torace alla sua schiena,dettando il ritmo di un paio di movimenti sensuali. Scesero insieme verso terra muovendo il bacino, arrivarono in basso il più possibile e sempre ancheggiando risalirono.
Lui era vestito da Dracula, i capelli erano tirati indietro, aveva messo le lentine a contatto rosse, i canini e anche un mantello nero.
Cornelia invece, era vestita da infermiera sexy con tanto di sangue che le macchiava il corpo e con un siringone in mano, che in quel momento aveva attaccato alla cinturina del vestito che le fascia la vita.
Entrambi non erano particolarmente intenzionati ad andare alla festa. Ambra, con grande stupore, fece di tutto per convincerli...era disposta a pagarli.
Ma lo stupore sciamò quando i due scoprirono che Castiel aveva scommesso su di loro che, se fossero venuti lui avrebbe baciato o fatto qualcosa di più  con l'organizzatrice. La cosa però non sembrava dare fastidio al rosso, che a quanto pare, era sparito con Ambra da un paio di minuti, evidentemente non aveva resistito a quella gonna  bianca fin troppo corta della padrona di casa.
Cornelia, dal canto suo, non appena scoprì che avevano scommesso su di loro era pronta a realizzare tutte le morti che aveva immaginato solo e esclusivamente su Ambra, e anche se non lo dava a vedere, ci teneva alla sua reputazione e non essere considerata un oggetto di scommesse. Al contrario, Leandro rimase piuttosto impassibile alla notizia sapendo già  che la furia della sua amata sarebbe valsa anche per lui.
Quando quella mattina, Cornelia gli chiese se aveva già preso il costume per la festa, era sicuro che ci sarebbe andata solo per fare qualche scherzo ad Ambra...magari facendole avere un attacco di cuore causato dalla paura. Perciò non si sorprese più  di tanto del lato vendicativo e certe volte bambinesco della sua ragazza.
-Vuoi qualcosa da bere?- chiese alzando leggermente il tono della voce a causa del volume troppo alto. La ragazza annuì  e disse che l'avrebbe aspettato lì.
Il vampiro si diresse verso il bar -ancora non riusciva a capacitarsi di come erano riusciti a metterlo- ordinò  due bicchieri alcolici dato che entrambi reggevano bene l'alcool. Prima che i bicchieri potessero arrivare, una ragazza gli si avvicinò. Era piuttosto bassina, dai capelli castani che le arrivavano fino al fondoschiena, i viso grazioso e due grandi occhi ambrati. Indossava una camicetta nera trasparente che lasciava intravedere il reggiseno, un paio di pantaloncini neri e delle parigine accompagnate da un paio di anfibi. Il suo abbigliamento era normale, ma su lato destro del viso c'era del trucco per l'occorrenza.
-Ciao!- salutò la ragazza sorridente. Leandro si voltò verso di lei sperando che non si stesse riferendo a lui.
In tutta risposta alzò il capo a mo di saluto.
-Non sei un tipo che parla molto, eh?- domandò con voce acuta -Sai mi piacciono i tipi così- disse ancora.
-Non mi interessa- disse il ragazzo sperando che quella conversazione finisse lì.
-Io sono Vanille- disse porgendogli la mano, ma Leandro la fissò senza accettare la stretta.
-Leandro- sussurrò sperando non lo sentisse. Ma quanto ci metteva la tipa del bar a preparare due drink?
Lanciò uno sguardo alla pista per vedere se Cornelia era ancora dove l'aveva lasciata, infatti era ancora lì.
-So chi sei- disse nuovamente la ragazza -E so anche che sei fidanzato- continuò.
-Allora dovresti sapere che non mi interessa avere una relazione o ancor meno una conversazione con te- rispose Leandro gelido.
-Ma...detto tra noi- comiciò avvicinandosi sempre di più al ragazzo -Non siete una bella coppia, siete troppo simili e ad un certo punto ci si annoia. State insieme da un paio d'anni, no? Scommetto che ti annoi con lei ma non vuoi ferirla perché  in fondo ci tieni- disse prendendo per mano il ragazzo che in quel momento la guardava truce, improvvisamente si sentì strattonare da dietro.
-Ascoltami bene ragazzina, te lo dirò una sola volta e spera per te che sia l'ultima- cominciò una voce dietro di lei -Sappi che se oserai anche solo parlare o guardare Leandro, io non esiterò ad ucciderti e a metterti insieme agli altri cadeveri finti che stanno fuori in giardino. Nessuno si accorgerà  della differenza, puoi starne certa- disse Cornelia freddamente e con sguardo di chi non ammetteva repliche. Teneva le mani strette sulla camicia di lei facendola alzare di qualche centimetro da terra, sembrava veramente infuriata.
Vanille, dal canto suo alzò le mani in segno di resa -Va bene va bene, hai ragione- disse quasi arrendevole, ma prima di andarsene, non appena si trovò di finco a Cornelia ghignò -Ricorda...in questo gioco bisogna proteggere l'oggetto a cui tieni di più. Attenta a non morire- disse sogghignando per poi sparire. Cornelia rimase pietrificata da quelle parole. Erano le stesse che erano comparse sul suo quaderno. Stava per girare i tacchi per andare a prendere la ragazza e domandarle come lo sapesse, ma la mano di Leandro la fece voltare.
Appena si girò incontrò gli occhi azzurri di lui -Non c'è bisogno di inseguirla- disse rivolgendole uno sguardo rassicurante e un piccolo sorriso.
-Ecco a voi i drink- disse la ragazza dietro al bancone piuttosto scocciata. Leandro prese i drink e ne porse uno a Cornelia. La ragazza dietro al bancone si schiarì la voce per attirare l'attenzione dei due -la mancia- disse mettendo le mano davanti. Ci aveva messo un'eternità per due miseri drink, e voleva pure i soldi? Leandro lasciò perdere e le diede comunque i soldi, non aveva intenzione di discutere.
-Non posso farti andare a prendere due drink da solo, che già fai conquiste?- domandò con una punta di sarcasmo.
-Al momento, l'unica conquista che amo sei tu.- disse con un sorrisetto per poi baciarla.





***



-Allora? Che ne pensi?- domandò Alexy sedendosi per terra. Si trovavano fuori al giardino, era buio, si potevano vedere le stelle e c'era un venticello abbastanza piacevole.
-E' carino...- rispose sorridente.
-Intendi il luogo o kentin?- chiese malizioso, facendo arrossire Mizu che per il troppo rossore si abbassò il cappello a punta fino a coprire le guance.
Indossava un semplice abito da strega composto da un corsetto nero con le rifiniture viola e le gonna a sbuffo nera con l'immagine di un grande drago alato. Aveva anche delle calze lunghe fino metà coscia a righe nere e viola, un cappello a ounta nero con un fiocco e un bastone con una sfera verde sopra.
-E' inutile che ti nascondi in quel cappello...Sono pur sempre lo zio Alexy..- disse in tono solenne. Lui aveva optato per un semplice vestito da mummia.
-Hai notato che non appena ti ha vista è arrossito peggio dei capelli di Castiel? E ce ne vuole par arrivare a quella tonalità!- continuò. -Quando vi dichiarerete il vostro amore?- domandò.
-I-io...non ne sono sicura...forse lui..-iniziò a balbettare. Non era sicura di piacergli realmente, e per com'era fatto non sarebbe riuscita a dire una frase di senso compiuto.
-Ho capito, ci penso io!- esclamò Alexy notando il suo turbamento.
-Cosa!? No..- disse Mizu mentre Alexy si alzava per cercare il lupo mannaro -Non lasciarmi qui! Non sono pronta...- disse senza balbettare ma con un tono di suppliche che Alexy, ovviamente, non ascoltò e si diresse per la sua strada.
Che avvrebbe pensato Kentin? E cosa gli avrebbe detto quando si sarebbero trovati l'uno di fronte a l'altro?
Iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli. L'avrebbe presa per pazza.
Una figura alta e snella fece capolino davanti a lei. Era un ragazzo, dai capelli lunghi e castani legati in un codino alto, era vestito completamente di nero, portava un mantello del medesimo colore che però all'interno era rosso, un paio di guanti bianchi e una maschera che gli copriva un lato della faccia...almeno fino alle labbra. In mano teneva una bottiglia di Jack Daniels quasi completamente vuota.
-Ehi tu!- disse quasi barcollante avvicinandosi a Mizu. La sua voce era impastata e non scandiva bene le parole.
-I-i-io...?- domandò leggermente impaurita. E se era uno stupratore?
-Si tu!- disse indicandola -Ne vuoi un po'?- domandò mettendole un braccio intorno alle spalle. La ragazza sembrava impaurita e non sapeva come reagire.
-N-no, g-g-razie...sto bene così- disse tremolante.
-Ne sei sicura? Guarde che se lo assaggi e come stare in paradiso!- esclamò euforico -Io sono Jace Holland...e tu, piccola?- le chiese vicino all'orecchio.
-M-mizu..- rispose sempre più rossa dal quel contatto così ravvicinato.
-Mizu...sei sicura di non volerne un po'?- chiese di nuovo bevendone un sorso.
-S-s-sicura..-
-Dai, prova..- insistette lui, prima che Mizu venisse spinta dietro e non avendo più un appoggio rischiasse di cadere.
-Ha detto che è apposto così..- disse Kentin fermamente. Anche se con quelle orecchie e quella coda da lupo, non riusciva a sembrare un duro.
-E tu chi saresti? Il suo ragazzo?- sogghignò divertito Jece.
-Si..- disse Kentin dopo un attimo di esitazione e con il volto leggermente arrossato. Mizu aveva la bocca splancata e il viso ancora più rosso di prima.
-Va bene..se è così è tutta tua..- disse prima di ccamminare nella direzione opposta. Kentin sembrava sorpreso. Si era arreso così presto? Non che volesse iniziare una rissa...ma..
-K-kentin..- la voce di Mizu lo riscosse dai suoi pensieri.
-Stai bene? Ti ha fatto qualcosa?- domandò preoccupato e lei scosse la testa con forza.
-I-i-o...cioè.. tu..prima hai detto..- non voleva cominciare una conversazione che molto probabilmente l'avrebbe fatta soffrire, ma aveva bisogno di sapere se Alexy aveva ragione.
-Oh...intendi..per prima...quando ho detto...- cominciò a tingersi di una forte tonalità di rosso, poi prese un profondo respiro cercando di rallentare i battiti del cuore.
Mizu fece un cenno col capo.
-Senti io...Alexy mi era venuto a chiamare perchè dovevi dirmi qualcosa..- stava cercano di cambiare argomento.
-I-io? N-no...non avevo nulla di importante da dirti..- disse con sguardo basso -Allora...io vado...e grazie- disse cercando di sembrare naturale. Si voltò per andare a cercare Alexy, stare lì da sola con Kentin la metteva a disagio.
-A-aspetta..!- disse prendendola per il braccio. Mizu si voltò ma non ebbe il tempo di chiedere cosa volesse, che Kentin prese il suo volto con le mani e la baciò. Un bacio passionale che trasmettava tutto l'amore che provava per lei.
Mizu rimase con gli occhi spalancati, non sapendo come reagire. Non solo perchè non aveva mai baciato nessuno, ma anche perchè non si aspettava una cosa del genere d parte di Kentin.
Gli ricordava quei film romantici dove i due amanti avevano litigato ma poi si baciavano appassionatamente sotto la pioggia.
Allora, lo zio Alexy aveva ragione...





***



-Stai benissimo- disse Rosalya rivolta ad Alexiel. La ragazza indossava un corsetto rosso, una gonna nera  ampia e di pizzo che davanti era corta mentre dietro più lunga. Un paio di parigine nere e degli stivaletti del medesimo colore, mentre il trucco era abbondante sulle labbra carnose rosse e due punti sul collo come morso di un vampiro. Infatti, Alexiel era vestito da vampiro. L'abito l'aveva confezzionato Rosalya, indossava una camicia bianca, un gilet nero, nei pantaloni terrmibilmente aderenti di pelle e un mantello sempre del medesimo colore.
-Anche tu sei bellissima- disse dandole un leggero bacio. -Ma odio questi pantaloni...davvero, sono strettissimi!-
-Chi bello vuole apparire un po' deve soffrire- disse in tono solente -E comunque, stai bennissimo, ne è valsa la pena.-
-Poi perchè hai scelto di farmi fare il vampiro? Ce ne sono molti con questo travestimento...- chiese dubbioso. Sapeva che Rosalya cercava sempre di essere originale e fuori dall'ordinario, era strano che avesse scelto un vestito così...normale.
-Hai detto bene, ce ne sono molti ma nessuno è bello quanto te- rispose sorridendo -Ed ora, credo sia meglio andare verso il bouffet, posso dire qualunque cosa su Ambra ma per quanto riguarda il cibo e gli stuzzichini ha buon gusto.- disse prima di trascinare Alexiel verso il buffet.
C'erano mele caramellate, marshmallow, cupcakes con sopra la decorazione di teschi e ragni, caramelle a forma di bulbi oculari e poi non poteva di certo mancare l'alcool e il punch.
-Dov'è Lysandro? Non lo vedo da un po..- domandò Alexiel guardandosi intorno. -Non dirmi che si è portato il taccuino anche qui?- domandò preoccupato.
-Ma no, non preoccuparti, gliel'ho severamente vietato. Non sarebbe stato molto educato curiosare in ogni angolo della casa di qualcun'altro per cercare un quaderno.- rispose mangiandosi un muffin al cioccolato - E' andato da una ragazza vestita da Mercoledì Adams...non credo sia la sua ragazza ma a quanto pare lo intriga..- disse, poi una voce la interruppe.
-Rosa!- a sentirsi chiamare, l'albina si girò incontrando due grandi occhi acquamarina e dei lunghi capelli rossi.
-Iris, ciao! Come stai?- domandò squadrando da capo a piedi la ragazza.
-Bene bene, ho ballato un po' ma mi è venuta fame, così siamo venuti a mangiare qualcosa.- rispose con un sorriso indicando lei e un ragazzo vestito da pirata. Rosalya squadrò anche lui per poi vedere i suoi occhi illuminarsi.
-Tu sei il famoso Bash, giusto?- domandò a bruciapelo al ragazzo mentre Iris assunse una tonalità simile al colore dei suoi capelli.
-Si, piacere..- rispose comunque con un sorriso.
-Iris hai davvero ragione, è davvero carino come ragazzo..- disse maliziosa mentre Iris era sul punto di sprofondare.
-N-n-oi andiamo Rosa..- disse Iris co sguardo basso, mentre il ragazzo la guardava interito.
-Alla prrossima, è stato un piacere conscerti..- sorrise in risposta, per poi dirigersi verso il giardino.
-L'hai fatto a posta?- domandò Alexiel alla sua ragazza.
-Avevano solo bisogno di una leggera spintarella..- disse senza perdere il ghigno per poi mangiare un altro muffin.
-Ti sei sporcata qui...- disse indicandole il punto. La ragazza strofinò sul punto dove c'era la macchia ma invece di toglierla la ingrandì ancora di più.
-Lascia, faccio io..- disse posando una mano sulla macchia di cioccolata. -Non capisco tu come faccia a non ingrassare con tutto quel cibo...- constatò osservandola.
-Preferiresti vedermi con più chili a dosso?- domandò leggermente irritata -E' così? Per voi uomini dobbiamo essere tutte delle modelle, eh? Se hai qualche strato in più non va bene...è questo che volevi dirmi!?-
-No..non intendevo questo. Dicevo che sei fortunata a mangiare quanto vuoi e non ingrassare.- rispose sorpreso.-Che centrano le modelle?-
Rosalya sbuffò, poi prese una mela caramellata ma non appena diede il primo morso imprecò dal dolore -Ma quanto sono dure?! Credo di aver perso un dente...- disse toccando la mascella e dando la mela al primo che capitava.
-Andiamo a ballare!- esclamò entusiasta mentre Alexiel la guardava stranito per il cambio d'umore improvviso. -Ma che hai?-
-Ho le mie cose, okay?- rispose spazientita -Ora accompagnami a ballare!- ordinò e Alexiel si trovò costretto a ballare nonostante i jeans fin troppo aderenti.




***



Irina non si sentiva a proprio agio, c'era indubbiamente troppa gente per i suoi gusti. La nonna l'aveva categoricamente vietato di portare un psp alla festa, voleva solo che si divertisse senza uno di quegli aggeggi tecnologici tra le mani. Lei avrebbe fatto di tutto per la nonna, perciò si trovava ad una festa la quale non sarebbe voluta andare, senza nessuno che conoscesse e senza una psp in mano.
-E' libero?- domandò una voce e senza alzare lo sguardo rispose di si. -Come mai sei qui da sola?- domandò sempre quella voce, e Irina si ritrovò costretta a guardare il suo interlocutore. Quando incontrò quegli occhi eterocromatici perse un battito. Non si aspettava di rivederlo.
-Hai perso un'altra volta il tuo stupido quaderno?- domandò più fredda di quanto avrebbe voluto.
-No, l'ho lasciato a casa..- rispose ridacchiando. I suoi abiti era normali, indossava una semplice camicia nera e dei jeans dello stesso colore. Il viso invece era truccato a teschio messicano, e tutto quel nero non faceva altro che risaltare i suoi occhi.
-Non hai risposto alla mia domanda, come mai se qui da sola?- domandò nuovamente senza spostare lo sguardo.
-Non conosco molta gente e dato che mia nonna ci teneva che venissi sono venuta.- disse guardando la pista da ballo.
-Credo che tua nonna ci tenesse a farti divertire e conoscere persone, non andare ad una festa e rimanere da sola tutto il tempo..- disse. -Io sono Lysandro. L'ultima volta non mi sono presentato.- disse porgendole la mano.
-Irina Eucliffe..- rispose stringendogli la mano. -Tu perchè sei qui da solo, invece?-
-Una mia amica mi ha convinto a venirci, ora lei sta sulla pista da ballo col suo fidanzato e il mio migliore amico è sparito da un paio di minuti...- disse guardando davanti a sè -Poi ti ho vista, e sparavo di riuscire a presentarmi dato che l'ultima volta le circonstanze non erano delle migliori.- disse posando nuovamente lo sguardo sulla corvina.
-A proposito dell'altra volta...- cominciò, ma dovette prendere un paio di respiri profondi per dire ciò che voleva dire -Mi dispiace per come ti ho risposto..- disse quasi in un sussurro.
-Non preoccuparti, sono io che ti ho interroto mentre stavi giocando...- rispose accennando ad un sorriso, ed Irina si sentì avvampare, così si voltò dall'altro lato. Quello sguardo era letale ma anche il sorriso non scherzava.
-Parlami di te..- propose e Irina si voltò di scatto a sentire quella strana richiesta. Nessuno aveva mia chiesto di raccontarle di lei.
Sarebbe stata una lunga notte.





***




Bash e Iris se ne stavano seduti su due degli sgabelli vicino al piano bar.
-Che intendeva la tua amica per "il famoso Bash"?- domandò con molta nonchalance per vedere la sua reazione, che fu esattemente quella precedente. Per poco non si strozzava con la bibita, rigorosamente analcolica.
-E' che... beh ecco io...- stava cominciando a balbettare e il suo sguardo si spostava ovunque tranne su lo stesso Bash -Ho parlato a loro delle ripetizioni e di quanto mi avessi aiutato...ecco..- disse semplicemente. -Aspettami qui, devo cercare Violet, torno subito..- disse sparendo e facendo sorridere il pirata. Si guardò un po' intorno, non si sentiva molto a suo agio ma con iris al suo fianco cercava di essere più normale possibile. Spostò lo sguardo sulla pista da ballo, dove c'era Hayden che ballava con un tizio biondo. Sembrava si stesse divertendo, non sembrava avesse intenzione di seguire il suo piano originale: fissare Armin per tutta la serata e magari prendere a calci qualche altro albero.
-Hey!- un rgazzo alle sue spalle lo fece voltare.
-Dici a me?- domandò Bash guardandosi intorno e il ragazzo annuì.
-Reggi bene l'alcool?- domandò il ragazzo vestito da fantasma dell'opera.
-Abbastanza...perchè?- domandò Bash sorpreso da quella domanda.
-Ti va di fare una sfida?-
-Cosa?-
-Una sfida...non dirmi che hai paura di qualche goccetto?- disse con un ghigno.
-No, accetto.- disse fermamente. Una cosa che amava erano le sfide,  e quel tipo aveva istigato la sua parte testarda e che voleva primeggiare.
-Io sono Jace.- si presentò.
-Bash..-
-Allora, Bash...sei pronto?-



Erano già alla terza bottiglia. Bash era un tipo che reggeva abbastanza bene l'alcool, ma in quel momento sentiva la testa scoppiargli e vedere tutto offuscato.
L'altro ragazzo invece, sembrava ancora sobrio, non aveva dato alcun segno di ubbriachezza.
-Bash?- quela voce l'avrebbe riconosciuta anche da ubbriaco.
-Iris!- esclamò a gran voce, con molta più enfasi di quanta ne avesse.-Sono così felice di vederti! Pensavo non tornassi più!- disse barcollante mentre il ragazzo affianco ridacchiava.
-Mi sei mancata così tanto..- disse facendo un'espressione da cane bastonato.
-Quanto hai bevuto?- domandò preoccupata.
-Un drink mi ha sfidato a che beveva di più un ragazzo...ah no, un ragazzo mi ha sfidato a che beveva di più così ho accettato...e,  ora non ho idea di quanto abbia bevuto.- disse Bash, come se ogni parola gli costasse uno sforzo enorme.
-Vieni, andiamo fuori...un po' d'aria ti farà bene..- disse Iris con fare premuroso.
-No, Iris...aspetta- disse prendendola per la manica del vestito. -Ti devo dire una cosa...-
-Bash, sui ubbriaco e stai vaneggiando, andiamo...- disse con il solito tono dolce e preoccupato, fece per andarsene ma Bash l'afferrò per la vit costringendola a voltarsi. Si trovavano a pochi centimetri di distanza, i loro corpi erano vicinissimi e i loro sguardi erano fissi sulle labbra dell'altro -Mi piaci...- sussurrò prima di baciarla. Non c'era dolcezza in quel bacio, solo passione.
Si staccarono per riprendere fiato e Iris con un po' di esitazione si scostò -Bash...sei ubbriaco, non sei tu che detti le tue azioni..- disse rossa in volto e con sguardo basso. -I-io... devo andare-
-Bash, credo sia arrivato il momento di andare..- la voce di Hayden lo riscosse da quello stato di trans.
-Ho baciato Iris..- disse fleibilmente.
-Lo so, ho visto..- disse prendendolo per il braccio per farlo uscire da quella casa.
-Ora mi odia...-
-Non credo che ti odii...in fondo non ti ha respinto. Forse è solo dispiaciuta perchè l'hai baciata da ubbriaco e non da sobrio..- cercò di consolarlo Hayden mentre andavano a casa di quest'ultima, che fortunatamente non distava molto da lì.
-Ho sonno...- sussurrò.
-Dai, siamo quasi arrivati...- rispose Hayden abbastanza stanca di sorreggere il suo amico che di peso non era di certo una piuma.
-Perchè a casa tua?- domandò.
-Perchè se la moglie di tuo padre ti vedesse rientrare in casa conciato così, penso che ti butterebbe fuori a pedate...e quella già ti odia- rispose Hayden -Non mi dire che ora ti imbarazza? Ci conosciamo da quando avevamo due anni e mia madre cifaceva fare il bagnetto insieme e credimi, più imbarazzante di quello non si può. I miei non ci sono e c'è una camera per gli ospiti, quindi fa come se fossi a casa tua...ma guai a te se vomiti sul pavimento..- disse non appena varcarono la soglia della casa di quest'ultima.
Bash sentiva che stava per vomitare e Hayden pregò tutte le divinità che conosceva sperando che non vomitasse in casa sua.





***



-Posso avere l'onore di ballare con la regina d'Egitto?- disse un ragazzo facendo un mezzo inchino di fronte a una ragazza. Lui indossava un completo nero a righe grigie, un paio di guanti bianchi e una maschera di Nigthmare Before Christmas alzata sul capo. I capelli erano bianchi e gli ricadevano lunghi davanti agli occhi che erano di un verde luminoso.
La ragazza accettò timidamente ma senza trattenere un sorriso. Non era particolarmente alta, era abbastanza esile, la carnagione era pallida, i capelli lunghi neri e gli occhi grandi e lievemente allungati, azzurri ma fortemente tendenti al violaceo. Indossava un abito da Cleopatra nero e color avorio, con una cintura dorata con delle pietre azzurre.
-Il mio nome è Maximillian Foster.- si presentò il ragazzo.
-Laila Mihyar.- rispose mentre arrivavano alla pista, era appena iniziato un lento.-Come mai mi hai chiesto di ballare?- domandò timidamente.
-Ti ho visto tutta sola a fare da carta da parati vicino al buffet...e poi, sono stato molto attratto dai tuoi occhi. Sono davvero bellissimi...- rispose e Laila non potè non arrossire.
-Nel villaggio dove vivevo prima di trasferirmi qui, c'erano molte dicerie su i miei occhi. Molti pensavano che fossi maledetta...- disse pogiando le mani sulle spalle di lui.
-Dove vivevi prima di trasferirti qui?-
-In Egitto, ho origini egizie.-
-Immagino che tu sia fiera delle tue origini, dato il costume.- disse guardandola sorridente.
-Già...- disse sorridendo anche lei.
Improvvisamente, un urlo agghiacciante riccheggiò in tutta la casa. La musica si tolse immadiatamente e una gran folla di studenti sciamò verso la cucina, dove proveniva l'urlo.
La ragazza del piano bar era distesa al suolo, la carnagione era cadaverica, gli occhi spalancati dal terrore e le labbra dischiuse. Si sent solo un vociferare, c'era chi aveva paura, chi credeva si trattasse di uno scherzo e altri che chiamarono un'ambulanza. Un ragazzo vestito da Dracula si avvicinò alla ragazza e le prese il polso per sentire i battiti.
-E' morta...- mormorò fleibile mentre un'espressione di terrore si impadronì nella maggior parte degli studenti. C'erano due ragazze in un angolo che piangevano, una di loro era la sorella.
Solo a quel punto l'organizzatrice si fece viva, e ordinò a tutti di uscire da casa sua.



***



-Perchè?- domandò Maximillian a Jace.-Perchè ti ostini così tanto a fare cupido..- disse mentre tornavano alle loro rispettive case. La festa era finita da dieci minuti a causa di un'incidente avvenuto al piano bar.
-Perchè mi annoio...e quelle due coppiette si  lanciano sguardi allussivi da settimane e comunque non hanno fatto niente!- rispose il moro. Sua zia faceva la wedding planner e lui, ragazzo dalla mentalità abbastanza contorta, si sentiva autorizzato ad autodichiararsi prete e celebrare coppie random.
-Come fai a sapere che la rossa ricambi il pirata?- domandò ancora l'altro ragazzo.
-Maximmilian...devi sapere ascoltare e osservare- disse saggiamente.
-Tu l'hai stalkerata...-
-Dettagli...questi sono futili dettagli in confronto alla vastità dell'amore.- disse con aria falsamente romantica.
-Il lupo e la streghetta ti odieranno, lo sai questo?- disse divertito.
-E' un rischio che sono pronto a correre.- disse -E poi, ammettilo, tutti quegli anni di recitazione hanno dato i suoi frutti! Sembravo veramente ubbriaco!- disse con una fragorosa risata.
-E come sai che gli altri due chiariranno?-
-Si amano...quindi lo faranno..- disse con un alzata di spalle -E invece, tu?- domandò rivolto all'amico.
-Cosa?-
-Ti ho visto ballare con Cleopatra prima...ti piace?- domandò con molta nonchalace mentre arrivavano a casa. Abitavano l'uno di fronte all'altro.
-E' carina...e anche molto simpatica. Sfortunatamente non abbiamo parlato molto a causa di ciò che è successo.- disse con sguardo basso mentre l'altro annuì lentamente.
-Notte.- rispose prima di entrare in casa.









Angolo Autrice :3

Salve! Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, ho impiegato tutta la notte per scriverlo ed aggiustare le stupidaggini che mettevo -.-
Se trovate errori fatemelo sapere! ;)
Come avrete potuto notare, la trama è leggermente diversa da come avevo accennato nel prologo. Oramai non è più un crossover con Death Note, è solo lievemente ispirato a due anime (Death Note e Mirai Nikki) ma non preoccupatevi, le morti ci sarranno comunque ;)

Ora ditemi...vi state affezzionando ai personaggi? Anche alle coppiette? Mizu e Ken si sono baciati e Bash e Iris è un po' più complicato ma dettagli. Vi piace il nuovo cupido? E la morte della barista?
Chiedo scusa a Parachan se non ho rappresentato bene i suoi Oc (Axel ho esaltato troppo la parte vanitosa?) Per qualsiasi cosa fammi sapere.
Ora le domandine!:
1- Come va il vostro oc a scuola? (quali materie predilige e in quali fa leggermente o completamente schifo?)
2- Se dovesse avere un'arma, quale userebbe? (Parachan_ per quanto riguarda Laila avevo pensato arco e frecce, se per te non è un problema...diciamo che nella mia testa è tutto programmato)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Avete idea di come sia morta o chi abbia ucciso la barista?

Un Bacio





















 

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Capitolo 8
*** Extra ***









Non era ancora arrivato.
Perchè Leandro non era ancora arrivato? Solitamente era in anticipo.
Cornelia cominciò a preoccuparsi. Non rispondeva neppure al cellulare, cosa poteva essergli successo.
Cercò con lo sguardo in ogni angolo del cortile. Le porte dell'edificio ancora si dovevano aprire, quindi Leandro non poteva essere lì.
Intravide la ragazza che stava flirtando con Leandro alla festa di Halloween, decise che doveva parlarle.
Si avvicinò a lei con passi furenti, poi la prese per il bavero della maglietta lilla e la portò con forza nel giardino. Un braccio stava con forza sul suo collo, in modo che non potesse scappare.
-Dov'è Leandro!?- sembrava più un'ordine che una domanda. Cornelia aveva le sopracciglia aggrottate mentre la ragazza la guardava sorpresa, prima di scoppiare in una fragorosa risata.
-Che c'è? Hai perso il tuo fidanzato?- rispose quasi con le lacrime agli occhi. Cornelia aumentò la stretta.
-Te lo ripeto un'ultima volta: Dov'è Leandro!?- esclamò in preda alla rabbia.
-Perchè dovrei saperlo?- domandò con disinvoltura.
-Perchè alla festa ci hai provato con lui e prima di andartene mi hai detto quella frase. Quindi sono sicura che tu ne sappia qualcosa!- rispose e la ragazza sogghignò.
-Se anche fosse...davvero credi che verrei a raccontarti qualcosa? Davvero credi che mi confiderei con la pazza che vuole uccidermi perchè non trova il suo ragazzo?- domandò retorica. -Com'è che si dice? Ah,si...tutto a tempo debito, mia cara.- disse calma.
Cornelia la fissò per un periodo interminabile. Non sapeva se fidarsi anzi, non si fidava per niente. Ma in quel momento non aveva nessuna prova, così la lasciò andare.
Vanille si sistemò la maglia lilla e la gonna nera. -Comunque...- cominciò mentre  Cornelia la fissava -Hai un pessimo gusto nel vestire..- finì divertita guardando il modo in cui era vestita la bionda. Un semplice vestitino nero di pizzo con una leggera scollatura, che si di lei risultava succinta.
Cornelia stava per ribattere ma l'arrivo della professoressa di chimica la interruppe. Aveva solo perso tempo, avrebbe potuto marinare le lezioni per andare da Leandro ma aveva perso tempo con quella stupida ragazzina. E in quel momento le toccava anche matematica. Come sarebbe sopravvissuta senza Leandro?



***


Doveva riuscire a prestare attenzione alla lezione, si ripeteva. Ma sfortunatamente gli eventi della sera precedente lo avevano scombussolato e non poco!
Aveva baciato la ragazza di cui era innamorato sotto effetto di alcolici, e in quel momento ogni volta che cercava di parlarle lei abbassava lo sguardo e diceva di dover andare in classe.
Sospirò. Doveva trovare una soluzione...e anche l'idiota che gli aveva fatto fare quella stupida sfida.
Non era certo colpa sua se quel tipo aveva toccato un nervo scoperto? La competitività e la voglia di vincere nelle sfide erano il suo punto debole.
Cominciò a giocherellare con la matita. Ascoltare la lezione era fuori discussione. Volse un'occhiata a Hayden, anche lei non era messa meglio di lui.
Armin alla sua destra e la sua fidanzata alla sua sinistra, si trovava costretta a fare da ponte per ogni messaggio che si scambiavano.
Bash ridacchiò, quella sia che era una scena divertente. Hayden cercava di sorridere sincera, ma ogni volta faceva un sorriso da psicopatica, incutendo un leggero timore alla ragazza del moro.
Avrebbe parlato con Iris. non importava se sarebbe sembrato uno stalker o si sarebbe beccato uno schiaffo in faccia, lui le avrebbe parlato.



***


Si erano baciati, quindi voleva dire che stavano insieme?
-Ho visto tutto! Sono così fiero di te!- esclamò Alexy con occhi luccicanti.
-Si sono baciati?- domandò Iris leggermente rossa in volto. -Quindi ora state insieme?- domandò rivolta verso Mizu.
-I-i-io...cred- non riuscì a terminare la frase che Alexy la interuppe.
-Ma certo che stanno insieme! Kentinuccio non l'avrebbe mai baciata se non l'amasse davvero!- disse come se fosse la cosa più logica del mondo.
Iris stava per ribattere e dirgli che una volta aveva baciato Ambra, ma dopo l'occhiata che il blu le lanciò preferì tacere.
-E poi, a quanto pare...Mizu non è stata l'unica a baciare qualcuno, eh?- disse sospetto, mentre Mizu osservava Iris a bocca aperta.
-Quello è...diverso...- disse ancora più rossa -Lui era ubbriaco...-
-L'alcool da il coraggio alle persone di fare ciò di cui hanno paura...e nel tuo caso, dichiararsi!- esclamò saggiamente.
-I-iris...- cominciò Mizu richiamando l'attenzione della rossa -I-i-io credo che...dovresti dare ascolto allo zio Alexy..- disse fleibile e con sguardo basso, mentre Iris la guardava sorpresa.
-E brava la mia nipotina preferita!- esclamò Alexy abbracciandola talmente forte da non farla respirare.
Un tossicchiare dietro di loro li fece staccare.
-Mizu...ti posso parlare?- domandò Kentin con una mano dietro la nuca, leggermente a disagio.
-Ma certo! Vi lasciamo soli, piccioncini..- rispose Alexy prima che Mizu potesse dire qualcosa, per poi trascinarsi via Iris.
Una volta soli, Kentin prese la parola.
-Allora...per ciò che è successo l'altra sera...io.- cominciò a gicherellare con le dita. Mizu sapeva cosa voleva dire, che non provava niente per lei.
Che ciò che aveva fatto, era solo perchè l'aveva vista in pericolo. Molto probabilmente avrebbe detto che sarebbe stato a causa dell'alcool e che non lo reggeva bene e che gli faceva fare cose stupide di cui si sarebbe pentito.
-Capisci che intendo?- disse infine Kentin. Mizu strabuzzò gli occhi, si era lasciata andare dai suoi pensieri e non l'aveva ascoltato. Annuì comunque con la testa.
-Perciò per te va bene?- domandò ancora il castano. Mizu annuì nonostante non sapessse a cosa si riferisse il ragazzo.
-Bene...- disse per poi avvicinarsi sempre di più alla ragazza che stava seduta sul banco. -Mizu Koike..vuoi essere la mia ragazza?- domandò con le mani sul viso di lei, che in quel momento, rossa come un peperone, sorrise annuendo, mentre il ragazzo cominciò a baciarla.




***


-Dov'eri finita l'altra sera?- domandò Axel non appena Hayden uscì dall'aula, facendole venire un mini infarto.
-Ma tu devi sbucare sempre dal nulla?- domandò poggiando una mano sul petto cercando di riprendere il battito regolare. Il biondo ridacchiò.
-Improvvisamente sei sparita, pensavo ti fosse capitato qualcosa...- disse con un velo di preoccupazione.
-Cosa poteva succedermi? Comunque ho aiutato il mio amico, era ubriaco fradicio..- disse dirigendosi verso gli armadietti.
-Ma come, non sai cosa è successo alla festa?- domandò scettico e la ragazza fece di no con la testa, così Axel cominciò a raccontarle ciò che era accaduto quella notte.
-E i medici non sanno come è morta?- domandò preoccupata, il ragazzo scosse la testa.
-Dicono che è morta di attacco cardiaco...-
-E Ambra? Voglio dire, come l'ha presa sapendo che una ragazza è morta in casa sua? E i genitori?-
-Al momento stanno tenendo Ambra e la sua famiglia sotto sorveglianza, hanno percuisito casa sua da cima a fondo e da quanto ne sappiamo non hanno trovato niente, ma per sicurezza li stanno osservando...- rispose ancora. -E...invece il tuo amico? Come sta?- chiese guardando altrove.
-Ora sta meglio, per fortuna ha dormito da me...non oso immaginare come avrebbe reagito la moglie di suo padre a vederlo rientrare in quel modo.- disse e per poco Axel non inciampò.
-C-come? Ha dormito da te?- domandò guardandola con occhi sbarrati.
-Si esatto..- rispose Hayden con un alzata di spalle.
-Avete dormito....e basta?- domandò ancora.
-Si! Si può sapere che ti prende? Ovvio che abbiamo dormito e basta, che pensavi?- esclamò leggermente disgustata dall'immagine di lei è Bash. Insieme. A fare...
Le vennero i brividi al solo pensiero. Bash era come un fratello per lei, non l'avrebbe mai visto che in quel modo.
-Chiedevo solamente...- disse Axel in sua difesa. -E invece...con il ragazzo che ti piace?- domandò cercando di risultareil più spontaneo possibile. Hayden al sentir nominare Armin si incupì di colpo. -Nulla di nuovo.- bonfocchiò. -Ora devo andare a lezione di geografia, ci vediamo...- disse per poi andare verso l'aula nel corridoio principale.



***


-Dobbiamo parlare...- cominciò Bash bloccando Iris al muro con le braccia.
-I-io..- cominciò lei, ma non riusciva a guardarlo negli occhi.
-No aspetta...inizio io..- disse Bash anche lui rosso, prese un respiro profondo -Mi dispiace per il modo in cui mi sono comportato, non era assolutamente mia intenzione...cioè, non era mia intenzione ubbriacarmi ma quel ragazzo mi ha istigato e quando qualcuno mi sfida io non riesco a tirarmi indietro. Perciò scusami...- disse tutto ad un fiato -Ma...per quanto riguarda il bacio...io volevo farlo veramente, e anche da tempo! Solo non ne ho mai avuto il coraggio e mi dispiace di averti baciato in quelle circostanze..- finì, per poi lasciare libera Iris. -E se vuoi darmi uno schiaffo va bene! Lo accetterò!- disse alzando le mani, ma Iris fece una cosa che non si aspettò. Lo baciò. Un bacio diverso dal primo, più dolce e casto...quella volta sapeva di fragole e non di alcool.
-Anche tu mi piaci..- disse Iris guardandolo con le sue iridi acquamarina, per poi ricominciare a baciarlo.




***



*Dopo la festa*

Seduto affianco al tavolo della cucina, Leandro raccontò tutto alla madre.
-Sei sicuro che fosse morta?- domandò la madre preoccupata e lui annuì.
-Le ho preso il polso..-
-E tu stai bene? E Cornelia?-
-Mamma, stiamo entrambi bene. Dopo la festa l'ho riaccompagnata a casa, non preoccuparti..- disse.
-E hai mangiato? Sei sicuro che vada tutto bene? Ti prendo un po' di sangue per vedere se hai ingerito qualcosa di velenoso come la ragazza...- disse la madre alzandosi di scatto -Anzi, chiama anche Cornelia, non sopporterei che le fosse capitato qualcosa.- disse preoccupata prendendo una siringa.
-Mamma...- cominciò Leandro -Stiamo bene...- disse guardandola con sicurezza. La madre sembrò addolcire lo sguardo e si spostò una ciocca di capelli neri dal volto, leggermente rugoso causato dalle espressioni e dall'avero lo sguardo perennemente assottigliato a causa della miopia.
-E' solo che...non sopporterei di perdere anche te...- disse la madre con le lacrime agli occhi.
Leandrò si alzò dalla sedia e si diresse verso la madre e fare una cosa che faceva solo con lei e Cornelia: abbracciarla.
-Vieni qui...- disse la madre ricambiando l'abbraccio con forza.
Leandro si abbbandonò alla sua stretta, affondando la faccia sul suo collo, poi le strinse le spalle intorno alle braccia.
-Ma'?- disse sciogliendo l'abbraccio.
Il corpo della madre era sbiancato, i suoi occhi si erano fatti vitrei. Un'istante, e Leandro se la ritrovò distesa sul pavimento della cucina. Rimase paralizzato.
-Ma'?- ripetè piano. Non ottenne risposta.
Si gettò per terra, la scosse, la chiamò, ma lei rimaneva muta. Le appoggiò l'orecchio al petto, cercò di farla respirare schiacciando forte sul petto.
Non c'era nulla da fare.
Sua madre giaceva sul pavimento della cucina. Morta.







Angolino Autrice

Ve l'avevo detto che ci sarebbero stati delle morti...ma questo è solo l'inizio.
Chiedo scusa a Lesye...la mamma non centrava niente, ma non potevo mica fargli uccidere Cornelia XD
Avete visto? Due capitoli in un solo giorno! Non riaccadrà mai più, me lo sento...
Bash ha risolto con Iris e ora vivono più o meno tutti felici e contenti. Questo capitolo era un extra del giorno dopo a scuola, ho parlato solo dei personaggi che dovevano "chiarire", nel prossimo capitolo appariranno tutti!
Non ho domande, quindi vi lascio!
Un Bacio




 

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Capitolo 9
*** Heart Attack ***


Salve! Scusate il ritardo, ma sto in vacanza e molto probabilmente sarà una mia amica apubblicare il capitolo. Volevo dirvi che ho apportato nuovamente delle modifiche alla trama (lo so che volete uccidermi) infatti ho deciso che la madre di Leandro e la barista siano morte di attacco cardiaco. Ora si entra nella vera e propria trama con il death note e il resto. Spero vi piaccia.














4 Novembre.




Il ticchettio degli stivaletti di Vanille risuonavano per il corridoio, ormai deserto, della scuola.
Erano appena finite le lezioni e, quel giorno, Leandro si era presentato in classe. La preoccupazione di Cornelia era percepibile e anche se cercava di non darlo a vedere, ma gli occhi la tradirono.
Gli insegnati non fecero domande sul perchè dei tre giorni di assenza da parte del ragazzo che, sembrava più bianco del solito.
-A quanto pare ha funzionato.- disse allegra Vanille, dirigendosi verso la biblioteca -Ed io che pensavo fosse uno scherzo.- ridacchiò leggermente.
Una volta entrata nella biblioteca, andò verso la sezione dei libri scientifici e matematici. -Ancora non mi hai detto il tuo parere..- disse seria mentre cercava un libro.
-Il modo in cui lo utilizzi non è affar mio. Sei libera di uccidere chi vuoi, non ci sono regole che ti vietino di uccidere determinate persone.- rispose una voce rauca.
-Hmm...Oh, eccolo qui!- esclamò prendendo il libro di algebra avanzata, ma quando lo aprì non ci trovò quello che stava cercando. Sul suo volto era raffigurato il terrore, gli occhi erano spalancati e stava cominciando a sudare freddo.
-Cercavi questo?- disse una voce di fianco a lei. I capelli erano lunghi e biondi, gli occhi ambrati e se ne stava con la schiena appogiata contro il muro.
-E' mio! Ridammelo!- esclamò furiosa la mora.
-Non credo ci sia scritto il tuo nome...al contrario c'è scritto quello della madre di Leandro e di altre persone che, guarda caso, sono quelle morte negli ultimi giorni.- disse calma Cornelia. -L'hai nascosto in un luogo piuttosto sicuro...chi andrebbe a vedere nel libro di algebra avanzata?-
Vanille strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche -Come facevi a sapere che era qui?- domandò a denti stretti.
-Semplice, ti ho seguito.- rispose la bionda con un alzata di spalle, poi i suoi occhi si posarono su una figura dietro la ragazza, che sambrava sconvolta.
-C-come...mi hai seguito e non me ne sono accorta?- disse più a se stessa che alla bionda.
-Eri troppo presa ad uccidere delle persone, piuttosto che concentrarti su chi ti circonda.- disse -Lui sarebbe lo shinigami, giusto?- domandò avvicinandosi alla figura. Era alta quasi tre metri, se avesse avuto la schiena un po' più dritta. Il corpo era composto principalmente da ossa, le braccia erano più lunghe e anch'esse scheletriche. Il volto era pallido ma aveva diversi simboli sulle guance.
-Lui è mio!- disse facendo scudo con il suo corpo lo shinigami. -Come fa a vederti?- domandò rivolgendosi allo shinigami.
-Ha preso in mano il Death Note. Chiunque lo tocchi sarà in grado di vedermi.- rispose con calma.
-Come funziona questo quaderno?- domandò la bionda.
-No! Ti ordino di non risponderle!- esclamò Vanille guardando furente la ragazza.
-Tu stai utilizzando il mio quaderno, questo è vero. Ma non puoi dettare ordini su di me e, a differenza tua...io posso ucciderti mentre tu non puoi uccidere me.- rispose lentamente. -Ci sono scritte le regole nelle prime pagine.- disse indicando con la sua mano scheletrica il quaderno.
Cornelia aprì la prima pagina del quaderno e mormorò ciò che stava scritto:
"I- L'umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà."
"II- Questo quaderno non farà effetto a meno che chi scrive non abbia in mente il viso della persona mentre scrive il suo nome. Quindi, persone che condividono lo stesso nome non verranno colpite."
-Come facevi a sapere il nome e il volto della madre di Leandro?- domandò con le sopracciglia agrottate. Vanille sbuffò. -L'ho icontrata qualche giorno fa al supermercato...Leandro ha preso il cognome della madre dopo il divorzio dei suoi genitori, e poi si somigliano molto...- disse Vanille con fare ovvio, un tono che Cornelia odiava.
-Ma come hai saputo il nome?- domandò ancora.
-Non sono tenuta a risponderti!- sbottò Vanille incazzata, mentre un ghigno si formava su volto di Cornelia.
-Se non sbaglio, basta scrivere il nome di una persona immaginandosi il suo volto...- disse enigmatica -potrei benissimo ucciderti in questo istante..- disse vittoriosa, al contrario di Vanille la quale si poteva leggere il terrore negli occhi.- Allora? Come hai fatto?-
-Ho fatto lo scambio degli occhi.- disse con sguardo basso. Era in trappoola.
-Spiegati meglio...- le intimò la bionda con fare sbrigativo.
Vanille sospirò -E' possibile fare lo scambio degli occhi con lo shinigami. I loro occhi possono farti vedere il nome e la durata vitale delle persone...- cominciò, poi alzò lo sguardo e i suoi occhi divvennero di un rosso scarlatto -Ma...se accetti lo scambio la tua vita sarà dimezzata.- disse mentre i suoi occhi ritornarono color ambra. Rimasero lì per un paio di minuti. la tensione era palpabile.
Dopo quella rivelazione, un luccichio comparve negli occhi della bionda che, con ancora in mano il Death Note era decisa a non mollarlo. Quel quaderno aveva un potere infinito, avrebbe ucciso tutti coloro che le avrebbero dato fastidio...l'avrebbe condiviso con Leandro.
-Questo lo tengo io.- disse per poi girare i tacchi, ma Vanille la prese per il braccio con una forza che fece rimanere perplessa la bionda.
-Ti ho detto che è mio, non puoi tenerlo tu.- disse seria guardandola con cipiglio.
-Lasciami.- disse Cornelia disgustata dal contatto della mora -E poi, non mi sembra che ci sia alcuna regola che mi vieti di prenderlo, giusto?- disse rivolta allo Shinigami.
-Anche se a scrivere non è il possessore del quaderno, questo sortirà i medesimi effetti, qualora chi scrive il nome di una persona ne ha in mente il volto. Regola numero otto.- rispose.
-Un momento!- disse Vanille -Io non perderò i ricordi, giusto? E tu rimmarrai il mio Shinigami, vero?- disse guardando lo shinigami negli occhi, ma lui scosse la testa.
-E' possibile prestare il quaderno della morte senza perderne la proprietà. Quella persona a sua volta potrà prestarlo a terzi. In questo caso invece, chi perde la proprietà del Quaderno, viene privato all'istante anche di tutti i ricordi relativi al suo utilizzo.Tuttavia, ciò non significa che non avrà più tutti i ricordi dal giorno in cui è entrato in possesso del quaderno al giorno in cui l'ha perso, bensì che le sue azioni non appariranno più come connesse al possesso del quaderno. Regola numero ventidue.- disse lo Shinigami, mentre sul volto di Cornelia si formò un ghigno. -Ma...- cominciò l'essere rivolto alla bionda -Per fa si che sia tuo a tutti gli effetti, dovrai scrivere il nome di una persona. E sarà in quel momento che il possessore perderà i propri ricordi e anche il dono degli occhi.- disse.
-Beh...questo vuol dire che posso ucciderti anche adesso..- disse divertita a Vanille -Perchè no? Infondo, devo pur vedere come si usa il quaderno..- disse vittoriosa mentre con una penna presa a uno dei tavoli della biblioteca, scriveva il nome della sua prima vittima.
Vanille ancora sotto shock per ciò che aveva detto Cornelia, non fece in tempo a supplicarla di lasciarla vivere, che si ritrovò sul pavimento gelido della biblioteca, senza emettere alcun respiro, nessun grido di dolore o alcuna supplica...era morta.
-Questo è per la madre di Leandro...- disse Cornelia gelida per poi andarsene, con alle sue spalle lo shinigami.



***


-O mio Dio!- esclamò Hayden, una volta saputo il bacio tra Bash e Iris.
-Siete una coppia bellissima! A quando il matrimonio?- domandò con occhi luccicanti. Erano appena usciti da scuola, il tempo non era dei migliori, il cielo era oscurato da nei nuvoloni grigi.Fortunatamente aveva appena smesso di piovere, dato che nè Hayden nè Bash avevano portato gli ombrelli.
-Ehi, calma! Ci siamo messi insieme solo tre giorni fa!- disse prendendola per le spalle cercando di farla smettere di saltellare.
-Aspetta! Tre giorni fa? Tu me lo dici solo dopo tre giorni?- domandò con un sopracciglio alzato e con le braccia incociatre.
-Tu eri...ehm..impegnata con il biondino e, poi me ne sono dimenticato.- disse portandosi una mano dietro la nuca. Hayden arrossì di botto -I-io non ero impegnata con Axel!- disse sbuffando -Ah, vabbè non fa niente.- disse alzando gli occhi al cielo.
-Accidenti!- esclamò improvvisamente Hayden - Ho dimenticato il cellulare in classe!- disse e prima che Bash potesse rispondere qualcosa, si girò e corse in direzione della scuola.
-Ehy! Aspettami!- esclamò Bash cominciando a correre anche lui. Hayden avrebbe perso un polmone ancor prima di arrivare a scuola.
Hayden cominciò a rimpiangere tutti i giri di corsa che aveva saltato durante le ore di educazione fisica. Stava per girare l'angolo quando andò a sbattere contro qualcuno facendole cadere ciò che aveva in mano.
-Guarda dove metti i piedi!- disse la ragazza. Hayden non guardò in faccia la ragazza, si abbassò per prendere il quaderno che le era caduto per poi darglielo e ricominciare a correre. La ragazza rimase qualche secondo a fissarla.
-Ti chiedo scusa, la mia amica è un po' sbadata.- disse Bash che aveva appena raggiunto l'angolo dove le due si erano scontrate. Poi ricominciò a correre anche lui.



***




-Allora siete usciti insieme?- domando Jace a Maximillian, mentre finivano di giocare alla playstation.
-Si.- rispose semplicemente l'albino, troppo concentrato a superare il suo migliore amico.
-E...dove l'hai portata?- domandò ancora il moro.
-Volevo fare qualcosa di diverso dal solito. Ho approfittato della bella giornata, dato che ultimamente non se ne vedono molte, e l'ho portata a fare equitazione.- disse.
-Si è divertita?-
-Non è un tipo che riesce ad esternare i suoi sentimenti, ma si vedeva dallo sguardo che si stava divertendo.- disse sorridendo al ricordo di quella uscita. Si erano incontrati alla festa di Halloween e Maximillian si sentì attratto da lei non appena i loro occhi si incontrarono. Nei giorni a venire si parlarono, passando così molto tempo insieme. Dopo un paio di giorni Maximillian, deciso a conoscere meglio la ragazza, l'aveva invitata ad un appuntamento e, con suo grande stupore la ragazza accettò. Aveva deciso di portarla a cavallo, una passione che aveva fin da bambino, dato che tutte le estati andava alla fattoria dei suoi nonni. Si sorprese nel vedere la felicità negli occhi della ragazza, non appena le comunicò dove sarebbero andati, e la cosa non fece che battere ancora di più il cuore dell'albino. Jace, dal canto suo, cominciava a blaterale un probabile abbandondo da parte del suo migliore amico a causa di una ragazza. Perciò decise che per quel pomeriggio sarebbe restato con il suo migliore amico dai tempi dell'asilo.
-Quindi...vi siete baciati?- domandò ancora.
-Cos'è un interrogatorio?- chiese divertito mentre sul volto di Jace si formava un ghigno.
-No, semplicemente se continuo a farti domande sull'appuntamento tu ti distrai e io riesco a vincere.- disse sorpassandolo nuovamente. Stavano giocando da tre ore a Mario Kart, Jace era Yoshi mentre Maximillian era Tartosso, era un continuo capovolgimento di posizioni, si superavano di continuo.
-Razza di imbroglione! Giochi sporco!- si lamentò Maximillian spingendolo leggeremente, giusto il tempo per ritornare primo.
-Io non gioco sporco! Gioco d'astuzia ed è diverso!- disse saggiamente Jace, ma sfortunatamente arrivò secondo mentre Maximillian primo.
-Certo, ma in tanto hai perso.- disse guardandolo dall'alto in basso, mentre Jace gli faceva la linguaccia. Il moro era sempre stato un tipo abbastanza teatrale, tendeva ad enfatizzare tutto quanto, ed era molto possessivo nei confronti delle persone a cui teneva, cioè Maximillian. Jace era stato scappato di casa all'età di quattordici anni e solo all'età di sedici, decise di comprarsi un appartamento e di trovarsi un lavoro. Il padre lo aveva sempre accusato della morte della moglie, dato che non appena lo diede alla luce lei morì. Da quel momento il padre cominciò a trattarlo male e a bere, così un giorno, spazientito, Jace scappò di casa andando a vivere da Maximillian, dove i genitori lo trattavano come se fosse veramente loro figlio. C'era anche da dire che Jace era un donnaiolo, non aveva mai avuto una relazione seria ed era stato a letto con metà scuola, senza curarsi di ferire o illudere le persone. -Non credi dovremmo iniziare a studiare?-domandò l'albino e per tutta risposta il moro fece una faccia disgustata. -Nah...se vuoi inizia tu, io ti faccio da sostegno morale.-
-Sostegno morale? Guarda che non sono io quello a rischio bocciatura.- ribattè Maximillian. -Vieni, cominciamo a studiare..- disse prendendolo per la felpa blu.
-Studierò ad una condizione! Devi rispondere alla domanda che ti ho fatto prima.- disse cercando di far lasciare la presa al suo amico. Loro due erano come due facce della stessa medaglia, totalmente diversi ma molto uniti e anche se entrambi, in particolar modo il moro, non l'avrebbero mai ammesso, sarebbero disposti a morire l'uno per l'altro.
-Quale domanda?- chiese non ricordando la domanda che gli aveva rivolto. Jace sbuffò, a quanto pareva la memoria corta era comune tra gli albini.
-Hai baciato Cleopatra?- domandò nuovamente, guardandolo con i suoi grandi occhi grigi.
-Si chiama Laila...- disse, ma Jace lo guardava con uno sguardo alla "non era questa la mia domanda" -E no, non l'ho baciata.- disse sospirando, mentre il moro alzò un sopracciglio e Maximillian capendo cosa intendesse rispose -La conosco da neanche una settimana...non credo sia il tipo che vuole fare le cose con fretta.- disse semplicemente. -Ora...alza quelle chiappette da terra che abbiamo molti compiti da fare.- disse porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi e, seppur contro voglia e borbottando un "non credo che per la fine dell'anno ne usciremo vivi", Jace si alzò per andare a fare i compiti.



***



-Che ci fai qui?- domandò una voce nell'aula A. Hayden stava affannando, la schiena era curvata, le braccia stavano sulle ginocchia e il volto era chino. Non appena alzò la testa vide Alek...ma non era solo. Inisieme a lui c'erano tre ragazze che la guardavano furenti.
-P-potrei...farti la stessa domanda...- disse ancora ansante.
-Sono rimasto perchè avevo delle ricerche da fare.- disse mentre lo sguardo di Hayden si posava sulle ragazze.-Ah, loro mi aiutan con le ricerche.- disse.
 La porta si spalancò nuovamente e fece ingresso Bash che, nonostante la corsa, era ancora fresco come una rosa. Hayden lo guardò con finto cipiglio -Ti ho già detto che ti odio?- disse e Bash in tutta risposta sorrise.
-Hai preso il cellulare?- domandò e la ragazza si guardò intorno fino a quando non lo vide sul suo banco, il penulto a sinistra.
-Eccolo!- esclamò andando verso il proprio banco -Ora possiamo andare...- disse in direzione di Bash una volta preso l'oggetto. -Buono studio, allora.- mormorò leggermente distaccata per poi uscire dall'aula sotto lo sguardo di un Bash incredulo che la seguì comunque.
-Che ti è preso?- domandò il ragazzo una volta fuori dall'edificio e la ragazza in risposta alzò un sopracciglio.
-Prima...li hai salutati in modo...freddo..- disse ancora incredulo. -Conoscevi quelle ragazze?-
-Sono solo delle oche, potrebbero far parte del trio di Ambra.- disse tesa mentre sul volto di Bash si formava una sorrisetto.
-Hmm...quindi non sei...gelosa, vero?- domandò malizioso.
-Ma che ti salta in mente?! Io? Gelosa di un tipo come lui? Può avere tutte le ragazze che vuole a me non interessa.- disse infine guardando dall'altro lato della strada. Bash divertito dalla reazione dell'amica, decise che era meglio lasciar perdere.
-Se se...certo..- disse ancora divertito mentre Hayden sbuffava. Improvvisamente il cellulare vibrò e Hayden lo prese dalla tasca del cappotto nero. Era un messaggio da un numero che non teneva segnato in rubrica. Decise di vedere chi gli aveva scritto, forse avevano sbagliato numero.
Non appena lesse il testo del messaggio un sorriso si formò sul volto.
-Chi è?- chiese Bash incuriosito.
-Hmm..? Nessuno..- disse riponendo il cellulare nella tasca, mentre il suo migliore amico d'infanzia cercava di capire osa le prendesse tutto ad un tratto.


"Questo  è il mio numero e...non preoccuparti, quelle ragazze che hai visto con me nell'aula non valgono niente ;)"


-Che idiota..- pensò abbassando lo sguardo e ancora sorridente.





***




-Certo che sei proprio sbadata!- esclamò Alexiel a Rosalya. Prima di farle notare quanto sia sbadata, il ragazzo si era assicurato che quel periodo del mese fosse passato.
L'albina correva a passo spedito nei corridoi della scuola con il suo ragazzo Alexiel, Kentin e una nuova amica di nome Mizu. Una ragazzina molto timida che l'aveva intenerita fin dal primo incontro infatti, Rosalya, non appena le aveva rivolto la parola e la ragazzina aveva cominciato a balbettare e ad arrossire, l'aveva spupazzata a dovere, sotto lo sguardo leggermente geloso di Kentin.
-Ho solo dimenticato di prendere un libro dall'aula.- disse sbuffando la ragazza, mentre i due dietro di loro sorridevano divertiti.
Una volta giunti nell'aula trovarono una ragazza dai capelli neri e gli occhi rossi intenta leggere un libro.
Rosalya si schiarì la voce per avere l'attenzione della ragazza, che in quel momento alzò gli occhi dal libro e li puntò sul gruppetto che si trovava sull'uscio della porta.
-Ciao..ehm..scusa il disturbo, ma non è che avresti visto un libro di chimica su uno di questi banchi?- domandò Rosalya.
-Intendi il libro dalla copertina blu con le formule multicolore?- domandò la ragazza e Rosalya accennò ad un "si" con la testa.
-L'ho dato alla bibliotecaria, dato che non c'era scritto nè a chi appartenesse nè la classe..- disse chiudendo il libro che stava leggendo e posandolo nello zaino - Seguitemi, vi faccio vedere dove si trova.- disse andando verso di loro.
-Sappiamo dove si trova la biblioteca.- disse con fare ovvio Kentin, il quale si guadagnò un'occhiata gelida da parte della ragazza.
-Sapete anche dove si trova lo scatolone degli ogetti che gli alunni perdono?- domandò sprezzante la ragazza e Kentin scosse la testa con forza senza staccare gli occhi dalla ragazza. Anche gli altri si ritrovarono ad imitare Kentin.
-Bene. Allora venite.- disse uscendo dall'aula seguita dagli altri. Stavano tutti in silenzio, c'era chi come Kentin non osava parlare pur di non ricevere un'altra occhiataccia, chi non aveva nulla da dire come Mizu e chi come Alexiel si scocciava addirittura di parlare. Fu Rosalya ad interrompere quel silenzio.
-Allora, come ti chiami?- domandò gentilmente e con un sorriso.
-Laila Mihyar.- rispose senza voltarsi.
-Io sono Rosalya. E loro sono Alexiel, nonchè mio ragazzo, Kentin e la piccola Mizu.- disse presentandoli e la mora annuì semplicemente.
-Non sei un tipo che parla molto.- osservò Rosalya -Ed hai uno strano cognome...non sei di qui, vero?- domandò ancora.
-Sono per metà Egiziana..- disse aprendo la porta della biblioteca, dirigendosi verso la scrivania della bibliotecaria.
-Metà egiziana? Forte!- esclamò entusiasta. Laila prese lo scatolone da sotto la scrivania e cominciò a cercare il libro e, quando finalmente lo ebbe trovato lo diede a Rosalya.- E' questo?- domandò e la ragazza annuì.
-Grazie mille, non so come avrei fatto senza di te.- disse con un mezzo inchino.
Intanto Mizu si era allontanata dal resto del gruppo per cercare un libro sulla botanica. C'era un ampia scelta, andò a vedere in  diversi scaffali prima di arrivare a quello di algebra avanzata, un settore non esattamente del suo genere.
Ma quel che vide la pietrificò all'istante. Rimase lì, immobile a fissare il corpo senza vita di una ragazza.
-Mizu! Sei qui!- disse Kentin con alle calcagna gli altri tre -Mi sono girato e non ti ho più vist...- stava per finire ma le parole gli morirono in gola non appena vide dove erano puntati gli occhi della sua ragazza.
Gli altri si avvicinarono, incuriositi dallo strano comportamento dei loro nuovi amici e, quando si avvicinarono la loro espressione fu la stessa.
L'urlo terrorizzato di Rosalya ruppe il silenzio che si era creato. Sembrava l'unica in grado di emettere un suono, gli altri sembravano come pietrificati alla vista del cadavere di una ragazza.










N.d.a
Salve! Prima di tutto ci tenevo a ringraziare la mia amcia che ha pubblicato il capitolo (la pubblicazione era prevista per il 2 agosto e non so se lo leggerete quel giorno) e Lesye, che inconsapevolmente mi ha dato una nuova idea!
Allora, credo di aver spiegato le modifiche che ho apportato alla trama ma se avete domande fatele pure nelle recensioni. Ma al momento dovete rispondere a queste:
1- Se il vostro Oc dovesse vedere improvvisamente uno shinigami, come reaggirebbe?
2-Sarebbe disposto ad uccidere delle persone? Lo farebbe senza alcun rimosso?
3- Cosa indossa il vostro Oc per l'inverno e per un appuntamento? Lo so domana strana, ma vorrei mettere le descrizioni anche dei vestiari.
Alla prossima!
Un Bacio








 

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Capitolo 10
*** Life or Death? ***












Venerdì 14 novembre.



L’inverno era arrivato in anticipo, con il suo vento gelido e l’aria pungente.
In quegli ultimi giorni, il freddo era ancor più intenso del solito: la notte portava con sé grandi gelate, al mattino tutti svolgevano la loro routine con delle sciarpe al collo.
Quella mattina, il Dolce Amoris aveva degli ospiti. Dopo la morte di Vanille se ne susseguirono delle altre, molti erano causate da attacchi cardiaci mentre altre riguardavano il suicidio.
Era passata una settimana dalla morte della prima vittima e la maggior parte erano impauriti, temendo che la stessa fine dei loro compagni potesse capitare a loro.
Tutti quegli omicidi, non passarono di certo innosservati da parte delle forze dell'ordine che, dopo aver constatato che un gran numero delle vittime studiava in quella scuola, avevano deciso di ispezionare l'edificio. Immaginavano che  la causa di tutte quelle morti, stesse nel cibo o dal comportamento di certi professori che portavano gli alunni a suicidarsi. Nessuno avrebbe mai sospettato che la causa fosse un semplicissimo quaderno rilegato in pelle.
Cornelia avanzava nel corridoio come se nulla di tutto ciò che stava succedendo le appartenesse. Leandro, al suo fianco, una volta saputa la verità su come fosse morta sua madre e in particolar modo a causa di chi, abbracciò Cornelia ringraziandola. Lei gli fece toccare il Death Note, così che potesse essere in grado di vedere lo Shinigami di nome Calikarcha. Leandro lo studiò per bene e gli fece varie domande sul quaderno e, seppur non scriveva lui direttamente, aiutava Cornelia a decidere in che modo sarebbero morte le persone e chi uccidere.
Calikarcha gli spiegò che era possibile prestare il quaderno senza perderne la proprietà e che quella persona a sua volta poteva prestarlo a terzi, ma nonostante ciò a Leandro andava bene così.
L'unica cosa che lo fece irritare, era lo scambio degli occhi che Cornelia aveva intenzione di proporre. Si soffermarono molto su quella questione, Cornelia continuava a ripetere che grazie agli occhi avrebbe potuto vedere il nome delle persone senza nemmeno sapere chi fossero e, Leandro le ripeteva che non le avrebbe mai fatto dimezzare la sua vita solo per degli stupidissimi occhi.
Per un po' lasciarono perdere quella discussione, ma sicuramente l'avrebbero ripresa.
-Ci siamo tutti?- domandò dolcemente l'insegnante di matematica, mentre gli studenti prendevano posto nell'aula. -Come avete potuto notare quest'oggi, e molto probabilmente anche nei giorni a seguire, la scuola ospiterà le forze dell'ordine, essendo sospetta di tutti gli omicidi che stanno avveneno.- cominciò camminando un po' per l'aula. Era un uomo abbastanza alto, molto magro e di all'incirca una sessant'anni, i capelli erano quasi del tutto bianchi e leggermente disordinati, gli occhi erano cangianti e i baffi bianchi. Molti lo soprannominavano Einstein a causa del suo aspetto e anche perchè era un vero appassionato di filosofia e fisica. -Vi chiedo di evitare battutine o cose del genere. Non è un buon momento per fare i bambini.- disse soffermando lo sguardo su alcuni ragazzi nell'ultimo banco che, stranamente, acconsentirono con la testa -Tra un paio di giorni ci riuniremo tutti in palestra per commemorare la perdita di molti studenti. Di fatti, siamo arrivati a dodici vittime in meno di una settimana e quest'oggi prendiamo atto di due perdite davvero atroci, Irina Eucliffe e Kim Smith. Ora il dolore che proviamo per queste terribile perdite mi rammenta, ci rammenta, che nonostante proveniamo da luoghi diversi e parliamo lingue diverse i nostri cuori battono all'unisono.- citò l'ultima frase osservando i vari studenti.
Leandro e Cornelia rimasero immobili, sul loro volto non traspariva alcuna emozione, fatta eccezzione per un piccolo ghigno sul volto della bionda.




***




-Come stai?- chiese Bash sedendosi accanto a Iris.
La rossa, dopo aver visto la sua amica morire proprio davanti ai suoi occhi, dopo aver chiesto aiuto era scappata nel sottoscala e un Bash preoccupato dietro di lei.
Erano soli, la ragazza aveva le ginocchia all'altezza del petto e il volto nascosto tra le braccia. Bash non sapeva cosa dire in quella situazione, non era particolarmente bravo con le parole.
-Tu come ti sentiresti se la tua amica fosse morta?- chiese con voce tremante senza alzare lo sguardo.
Bash aprì schiuse leggemrmente la bocca. Molto probabilmente si sarebbe chiuso in se stesso  e sarebbe stato freddo con tutti.
-Scusami...che domanda stupida.- mormorò appogiando la schieda vicino al muro e con lo sguardo fisso nel vuoto.
Rimasero in quel modo per quella che sembrò un'eternità, ma poi un singhiozzo ruppe il silenzio che si era creato.
Il ragazzo si avvicinò di più ad Iris, prendendole il volto tra le mani. Calde lacrime scendevano dai suoi occhi color acquamarina -L-l'ho vista...l'ho vista morire davanti ai miei occhi...- disse tra un singhiozzo e l'altro -N-non ho...potuto fare niente..- disse debole. Bash l'avvicinò a sè, abbracciandola forte.
-Non è colpa tua, Iris.- disse accarezzandole i capelli -E' morta per causa naturale...tu non potevi sapere che sarebbe successo, non potevi immaginare che sarebbe morta..- cercò di calmarla cullandola tra le sue braccia.
La ragazza continuava a piangere, rimasero in quella posizione ancora per molto, fino a quando la ragazza non si fu calmata.




****



-Alexy...- sussurrò Mizu avvicinandosi all'amico. Il suo sguardo era rivolto verso il basso, sembrava che un'aura nera si fosse impossessata di lui. Ma come biasimarlo.
Mizu si avvicinò di più a lui e gli prese la mano cercando di attirare la sua attenzione. Con quel gesto cercava di dargli conforto, dato che le parole non sarebbero servite.
Il ragazzo sembrò notarlo, così la guardò negli occhi facendole un leggero sorriso.
-Kim era una ragazza davvero forte...- sussurrò. Alexy aveva intenzione di far conoscere la ragazza a Mizu, ma a quanto pareva non ce n'era stata l'occasione. Mizu continuò a farlo parlare senza interromperlo. -Sembrava quasi un maschiaccio. Non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno e avrebbe scatenato la terza guerra mondiale solo per proteggerti o per vendicarsi di chi ti aveva fatto un torto. Sarebbe stata un'ottima guardia del corpo..- disse Alexy ridendo amaramente - Peccato che non fosse così brava nello studio...era molto orgogliosa e testarda. Non ammetteva di avere torto o che le servisse aiuto. Stava per rischiare la bocciatura l'anno scorso, e ci vollero tutti i suoi amici per obbligarla a chiedere aiuto al delegato per delle ripetizzioni..- disse guardando il suolo -Ti sarebbe stata simpatica...difficilmente si faceve dei nemici.- finì per poi guardare nuovamente Mizu che gli fece un sorriso incoraggiante.
-Oggi esco prima..- disse tutto ad un tratto il blu -Preferisco andare a casa...ci vediamo domani?- domandò cercando di sorridere sincero e la ragazza annuì convinta. -Vado a richiedere il permesso.. a domani.- finì per poi dirigersi verso la sala delegati.
Mizu osservò la figura di Alexy scomparire. Era dispiaciuta per ciò che stava succedendo, cercava di darsi una spiegazione logica a tutti quegli eventi, ma non trovava niente. Come potevano morire tutti d'infarto?




***



Le ore passarono più lentamente del solito. Nessuno prestava particolare attenzione alla lezione, solo pochi secchioni erano in grado di prendere appunti, la maggior parte di loro aveva la testa da tutt'altra parte.
Rosalya era uscita prima insieme al suo amico Alexy e Lysandro. In un primo momento non era d'accordo, ma poi ha capito che non ce l'avrebbe fatta a reggere il resto della giornata scolastica, dopo la morte di una sua grande amica, le diede man forte.
Così, dopo esser riuscito a superare sette ore di scuola si diresse verso una pasticceria prima di andare dalla sua fidanzata.
Non l'avrebbe di certo lasciata sola, sapeva com'era fatta la sua ragazza, le avrebbe dato conforto.
Fuori era quasi buio, sicuramente si sarebbe messo a piovere. Erano le cinque e dopo aver preso una torta fatta prevalentemente di cioccolato, si diresse verso la casa dell'albina.
Era un quartiere piuttosto rispettabile, quello dove abitava Rosa. Si trovava sotto casa sua, indeciso se bussare al citofono o no. E si ci fossero stati i suoi genitori? E se Rosa l'avrebbe cacciato?
Rimase ancora un po' sotto al portone indeciso sul da farsi.
Osservò tutte le persone che passavano di lì, c'erano i genitori che cercavano di coprire come meglio potevano i figli e poi c'era qualche adolescente che correva ridendo sotto la pioggia coprendosi con lo zaino.
La sua attenzione venne catturata da qualcosa che cadde dal cielo. Strinse gli occhi per cercare di vedere meglio, seguì la traiettoria fino a quando non si posò sul verde prato.
Incuriosito, decise di andare a vedere di cosa si trattasse. Pogiò la torta vicino al portone, dove non si sarebbe bagniata, si alzò il cappuccio bianco e fece una corsa verso il punto in cui era caduto l'ogetto. Non appena vide di cosa si trattasse si guardò in torno. Com'era possibile che un quaderno cadesse improvvisamente dal cielo?
Era un quaderno di media grandezza, rilegato in pelle e con sopra una scritta "Death Note".




***



-Che ci fai qui?- domandò Hayden una volta aver aperto la porta di casa sua. Aveva il naso arrossato, gli occhi assonnati ed era avvolta da una pesante coperta.
-Sono venuto a vedere come stavi.- rispose Alex come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Hayden ci mise qualche secondo ad elaborare la frase.
-E come hai fatto a sapere dove abito?- domandò scettica e con la voce impastata.
-Ho chiesto al tuo amico Bash che fine avessi fatto e quando mi ha detto che avevi la febbre gli ho domandato dove abitassi...così da venirti a trovare.- disse con le mani nelle tasche -Posso entrare? - domandò a sua volta. Stava cominciando a congelarsi la fuori.
-Oh..si, si certo, entra pure..- rispose riprendendosi da quello stato di trance e facendolo accomodare -Non far caso al disordine...- disse facendolo accomodare sul divano davanti al camino.
-Allora...come ti senti?- cominciò Axel una volta preso posto sul divano nero affianco a Hayden.
-Bene. Ancora un po' raffreddata, ma almeno la febbre è passata.- disse sorridendo.
-Un po'? Sembri uno zombie!- disse Axel guardandola meglio, mentre Hayden incrociava le braccia e lo guardava fintamente offesa. -Ha ha ha...molto divertente, davvero..- disse mettendo il broncio. e Axel rise ancora di più nel vedere la sua espressione tenerissima.
-Senti...- cominciò tutto ad un tratto Hayden -Come hai fatto a avere il mio numero di telefono?- domandò incuriosita.
-Prima che arivassei, avevo già addocchiato il cellulare così per vedere di chi fosse l'ho preso e ho controllato il nome del proprietario.- cominciò con un sorrisetto -Così quando ho visto il tuo nome, ho chiamato con il tuo telefono il mio, così da avere segnato il tuo numero.- disse con un'alzata di spalle e Hayden rimase un'attimo interdetta.
-Hai mai sentito parlare dell'esistenza della PRIVACY?- domandò retorica calcando per bene l'ultima parola e Axel scoppiò nuovamente a ridere.
-Se non l'avessi fatto, a quest'ora tu non mi rivolgeresti la parola.- disse avvicinandosi -Dato che la gelosia verso quelle tre ragazze era trop..- non riuscì a finire la frase che gli arrivò un cuscinetto in faccia.
-Io non sono affatto gelosa!- esclamò mentre le guance le si coloravano di rosso. -Semplicemente non riuscivo a capacitarmi di come quelle ragazze si fossero infatuate di un tipo come te!- disse voltandosi dall'altro lato.
-Che cosa vorresti dire? Che non sono abbastanza attraente?- domandò divertito.
-Esatto.- rispose ferma ma ancora col volto arrossato.
-Non credo sia corretto...sai, le ragazze cadono ai miei piedi senza che io faccia niente..-
-E poi se ne scappano quando scoprono che razza di persona sei!- ribattè guardandolo negli occhi con sguardo di sfida. Axel si avvicinò sempre di più, erano a pochi centimetri di distanza. -Allora perchè sei tutta rossa e mi rivolgi la parola?- domandò divertito e leggermente malizioso.
-I-io...- cominciò cercando di riprendere a respirare normalmente. -Non lo so nemmeno io perchè ti continuo a parlare!- disse dandogli un'altro cuscino in faccia facendolo allontanare, così da potersi alzare dal divano.
-Ma da dove li prendi tutti questi cuscini?- domandò con i capelli biondi spettinati, che gli donavano un'aria più attraente. Hayden arrossì ancora di più a qual pensiero. -Però non mi hai detto perchè sei tutta rossa..- continuò testardo.
-E'...il raffreddore...la febbre..- rispose e si ritrovò a sperare che l'avesse scampata. Ma scampata da cosa?
-Vuoi qualcosa da bere?- domandò cercando di cambiare discorso il prima possibile.
-No, si è fatto tardi e devo ancora studiare.- disse alzandosi dal divano -Ci si vede lunedì.- disse scompigliandole i capelli.
-A lunedì..- mormorò imbarazzata da qul gesto così affettuoso.




***




-Quando ci organizziamo per il progetto?- domandò Maximillian a Cornelia, Leandro e Jace. Nessuno di loro sembrava particolarmente entusiasta i collaborare con altri, in particolar modo la biondina.
-Ci divideremo in due gruppi. Io e Leandro e voi due.- disse riservando un'occhiataccia a entrambi i ragazzi.
-Senti..- cominciò Jace -Neanche a me va a genio di collaborare con voi due, ma il professore ha detto che dobbiamo farlo in gruppo, okay?- disse sperando che la ragazza avesse capito.
-Se il professore non lo verrà a sapere, meglio. Non mi va di collaborare con voi due e con nessun altro che non sia Leandro. Perciò ci divideremo gli argomenti da fare e poi il giorno dell'interrogazine prenderemo un buon voto e  non ci rivolgeremo più la parola.- disse con fare sbrigativo Cornelia.
-Nonostante questa idea sia davvero molto allettante, mi ritrovo costretto a oppormi. Non prenderò un brutto voto a causa di una che non vuole collaborare un solo pomeriggio.- disse Jace guardando Cornelia con aria di sfida.
-Ma se non sbaglio, tu già c'è l'hai un pessimo voto in quella materia...e in tutte le altre.- continuò Cornelia.
-Starei cercando di recuperare.- disse senza staccarle gli occhi di dosso. Maximillian decise, saggiamente di intervenire prima che la situazione potesse degenerare. Stessa cosa fece Leandro con Cornelia, attirandola a sè.
-Che ne dite di fare lunedì pomeriggio?- domandò Leandro. Anche a lui non andava particolarmente a genio l'idea di studiare con altre persone, ma comunque si sarebbe trattato i un paio d'ore, lui sarebbe riuscito a sopravvivere. Cornelia lo guardò basita. Davvero voleva studiare con quelli lì?
-Per noi non c'è problema, vero?- disse rivolgendosi a Jace che acconsentì con la testa.
-Bene. A lunedì, allora.- disse Leandro per poi uscire dalla scuola insieme alla fidanzata. Una volta abbastanza lontani da occhi e orecchie indiscrete, Cornelia parlò.
-Ma come ti è saaltato in mente?- domandò irritata.
-Si tratta di due o al massimo tre ore, riuscirai a sopravvivere.- disse Leandro tenendo le mani sulle spalle della fidanzata.
-Io sicuramente riuscirò a sopravivvere, ma non credo sia la stessa cosa per quei due...in particolar modo il moro.- disse sapendo già quali sarebbero state le prossime vittime.
-Non li puoi uccidere.- disse serio e la bionda alzò un sopracciglio per invitarlo a continuare -Se li uccidi, avremo comunque dei nuovi compagni di studio e, se uccidi anche quelli, non farai altro che alimentare i sospetti su di te.- disse serio e Cornelia dovette dargli ragione, seppur contro voglia.
-Dopo la presentazione li posso uccidere?- domandò Cornelia e Leandro sorrise nel vedere la voglia che la sua ragazza aveva di uccidere qualcuno.
-Io direi di uccidere qualcuno in ambito politico. Non credo che mancherebbe a nessuno qualche senatore o sindaco in meno.- disse sorridente, per poi rivolgersi a Calikarcha che per tutto quel tempo era stata dietro di loro. -E' possibile uccidere qualche politico?- domandò.
-Tutti gli uomini, senza eccezione, muoiono.- rispose lo shinigami.
-E dove vanno a finire? All''inferno?- domandò Cornelia curiosa, immaginandosi Vanille all'inferno.
-Per chi è stato ucciso dal quaderno o se il possessore del quaderno muore, non esiste nè l'inferno nè il paradiso. Dopo la morte, il posto dove vanno è il Mu, cioè il nulla.- disse infine.
-Quindi, quando io morirò finirò nel nulla?- domandò Cornelia  e lo shinigami annuì.





***



-Non mi piace.- disse Jace una volta che la coppietta si fosse allontanata.
-Certo, non spiccano di simpatia ma almeno sono bravi a scuola.- disse Maximillian al suo amico.
L'insegnante di scienze aveva avuto la brillante idea di creare dei gruppi di studio, perchè secondo lui con ciò che sta succedendo è meglio contare sui compagni di classe.
-Non mi piacciono.- disse nuovamente il moro, guardandoli andarsene con astio. Quel giorno, Jace, aveva deciso di tenere i capelli neri sciolti e Maximillian, dovette ammettere che stava davvero bene anche senza codino. E lo odiava, in particolar modo perchè su di lui stava bene qualsiasi cosa.
-L'hai già detto che non ti piacciono.- disse l'albino sospirando. -Allora, vogliamo andare o vuoi rimanere un'altro po' qui a scuola?- non finì nemmeno la frase che Jace si voltò di scatto verso di lui.
-Non perdere tempo Max! E' ora di andare a casa!- disse cominciando a camminare verso l'uscita. Maximillian sorrise. Non era cambiato affatto da quando erano piccoli.
Stava per incamminarsi insieme a Jace, fino a quando una figura a lui ben nota lo distrasse facendolo andare a sbattere contro la porta dell'aula B che si era rimasta aperta. La cosa non passò innoservata alla figura che, non appena sentì un tonfo si voltò per vedere cosa fosse successo.
Maximillian divenne leggermente rosso e cominciò a massaggiarsi il naso che sicuramente era diventato rosso.
Un rumore di scarpe si avvicinava a lui e non appena si voltò capì da chi provenissero. Laila, vestita con il suo solito abbgliamento githic lolita che la rendeva estremamente carina, gli si era avvicianato e con estrema delicatezza lo aiutò ad alzarsi, tutto ciò cercando di trattenere un sorriso divertito torturandosi il labbro inferiore.
-Ti sei fatto male?- domandò la ragazza, mentre la risata di Jace risuonava per il corridoio. Maximillian gli lanciò un'occhiataccia intimandolo di stare zitto, ma a quanto pare non aveva funzionato.
-Si...sto bene, grazie.- rispose l'albino sorridente.
-Come sei caduto?- domandò la mora con un velo di preoccupazione.
-Beh...ecco, io ti avevo vista...e non mi ero accorto che davanti a me c'era la porta...così sono andato a sbattere..- disse leggermente imbarazzato. La ragazza arrossì ma sorrise ugualmente.
-Ora hai da fare?- domandò Laila dopo qualche secondo id silenzio. Maximillian rimase spiazzato da quella domanda, per cui ci mise qualche minuto a rispondere.
-Oh...no, non ho nulla da fare. Assolutamente niente.- rispose sorridente.
-Ti va di andare a prendere qualcosa qui vicino?- domandò imbarazzata. Non era da lei prendere l'iniziativa, solitamente preferiva rimanere da sola e  non affezzionarsi troppo alle persone per paura di rimanerne delusa. Ma con quel ragazzo era diverso e dopo averla portata a fare equitazione, le era difficile allontanarsi.
-Si. Mi piacerebbe tantissimo.- disse ancora sorridente. Uscirono dalla scuola insieme e si avviarono in quel bar in stile lolita, che Laila gli aveva detto.
Jace dal canto suo rimase lì immobile, senza emettere alcun tipo di suono, ancora troppo sconvolto per ciò che era successo in meno di due secondi. -Quello stronzo mi ha abbandonato...- mormorò a se stesso. -Glielo rinfaccerò per il resto dei suoi giorni...- borbottò per poi andarse anche lui.









Angolo Autrice

Salve! Il capitolo era già pronto da giorni, ma solo questa mattina ho scoperto che la mia amica ha pubblicato il nono capitolo ieri...ma vbb.
Ora tralasciando ciò...come vi è sembrato il capitolo? Vi è piaciuto? Come ben vedete stanno interagendo un po' tutti gli Oc. Mancano altre due coppiette a formarsi...Maximillian/Laila e Axel/Hayden...e poi c'è Jace...
Avete dei nomi per tutte le coppie? Lealia (leandro e cornelia)? Maxila? Faccio schifo con i nomi, se avete suggerimenti non esitate...vedremo quali nomi saranno i vincitori XD
Ora le domande:
1- consigliatemi un nome per gli Shinigami XD

Ci vediamo al prossimo capitolo!
Un bacio





 

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Capitolo 11
*** Madness ***











18 novembre.


Jace odiava prendere l'autobus. Odiava prendee l'autobus quando era affollato, ma non poteva farci niente. Non abitava abbastanza vicino alla scuola per andarci a piedi e, solitamente lo accompagnava il padre di Maximillian con l'auto. Quel giorno invece, il padre del suo amico doveva andare a lavoro prima e, quel che doveva essere il suo amico, aveva deciso di piantarlo in asso cinque minuti prima che facessero le otto perchè, testuali parole :" Passo a prendere Laila sotto casa sua con la moto, così andiamo a scuola insieme". E, in momenti come quelli, che Jace aveva voglia di uccidere il suo migliore amico.
Non dava di certo colpa alla ragazza, in fondo tutti i ragazzi sono sempre stati attratti dalla fauna femminile...beh, non proprio tutti. La colpa la dava al suo migliore amico perchè, nonostante anche lui aveva avuto ragazze - mai relazioni serie, il suo massimo era stato una settimana - lui non l'aveva mai abbandonato. Ed era sicuro che, se Maximillian l'avesse abbandonato il venerdì video-game perchè sarebbe dovuto uscire con Cleopatra, era sicuro che l'avrebbe ucciso. Perchè era sempre a causa sua, che si ritrovava tra un grassone che sembrava non farsi la doccia da anni e un tizio alto e smilzo che sembrava avere il tic nervoso di controllare sempre l'ora sul cellulare, rischiando di dargli una gomitata nell'occhio ogni tre secondi...ed una volta c'era andato molto vicino.
Finalmente era arrivato a scuola, poteva tornare a respirare.
Si diresse verso la struttura, lanciando, ovviamente sguardi da rubacuori alle prime ragazze carine che gli capitavano, infondo nessuno era riuscito a resistere da quell'aria da rocker che emanava.
I capelli neri gli arrivavano fino alle spalle, che creavano contrasto con la sua carnagione pallida e gli occhi grigi come la tempesta. Indossava dei jeans neri strappati, una meglietta a maniche corte degli Opath, un gruppo metal, una felpa nera e degli anfibi del medesimo colore.
Aveva aumentato la velocità dei suoi passi, non poteva permettersi di arrivare in ritardo, ma poi si bloccò di colpo.
Davanti a lui c'era Maximillian che si teneva mano nella mano con Cleopatra. La ragazza aveva le gote leggermente arrossate, ma sorrideva e chiacchierava tranquillamente con l'albino.
Probabilmente, l'amico, era l'unico in grado di farla sorridere poichè, tutte le volte che l'aveva vista tra i corridoi sembrava un pezzo di ghiaccio.
Rimase lì a fissarli da quel che sembrava un'eternità, entrambi non si erano accorti della sua presenza e camminavano mano nella mano come se non esistesse nessun altro.
Ora che lo vedeva meglio...Maximillian non aveva mai sorriso a lui in quel modo, sembrava stranamente al suo agio.
La campanella suonò, interrompendo i pensieri di Jace. "Oggi è lunedì.." sbuffò al solo pensiero di dover studiare con la coppietta di psicopatici, poi si diresse nell'aula con non molta enfasi.





***




-Lo vedi anche tu...?- sussurrò Hayden senza distogliere lo sguardo da davanti a sè. Era appena rientrata dopo una settimana i malattia, certo, era ancora un po' raffreddata ma nulla che tre pacchi di fazzoletti non potessero risolvere. Axel, da galantuomo le aveva fatto compagnia fino a quando le porte dell'edificio non si fossero aperte, dato che il suo amico Bash era rimasto con la sua ragazza.  Stava camminando tranquillamente per i corridoi, accennando qualche sorriso e qualche risata, quando tutto ad un tratto si ferma di colpo. Aveva iniziato a fissare un punto indefinito daventi a lei, era diventata più pallida di quanto già fosse e aveva sul volto, un espressione terrorizzata.
-Tu lo vedi, vero?- domandò la ragazza ad Axel che la guardava preoccupato.
-Hayden ti senti bene?- domandò posandole le mani sulle spalle e facendola voltare verso di lui.
-Dimmi che lo vedi anche tu...- continuò terrorizzata senza guardare Axel.
-Che cos'è che vedi?- domandò preoccupato. Non riusciva a capire a cosa la ragazza si riferisse. Guardò il punto in cui si posava lo sguardo della ragazza. Oltre a loro due e qualche altro alunno che era appena entrato in classe, c'era solo una ragazza con i capelli biondi lunghi quasi fino alle caviglie; indossava un vestitino nero pesante, una giacca nera che le arrivava lunga quasi fino al vestitino un paio di calze nere e dei tacchi e stava parlottando con quello che doveva essere il suo ragazzo: alto e dai capelli blu notte, indossava un  parka verde militare con il cappuccio munito di pelliccia, jeans aderenti neri e maglione a collo alto, come scarpe anfibi di pelle neri
E in fine c'era la preside, vestita sempre col suo abito rosa cofetto, alle prese col cane che non gli dava ascolto.
-Se ti riferisci a Kiki e alla preside, si. Li vedo anch'io.- rispose ma la ragazza scosse la testa.
-C'è...c'è un essere affianco alla bionda...- disse ma Axel continuava a non capire.
-Hayden, c'è solo il suo ragazzo accanto a lei...nessun altro.- disse.
-Le devo parlare. Devo vedere se lo vede anche lei..- disse cominciando a camminare verso i due ragazzi, ma Axel la prese per il braccio. Hayden si voltò e con lo sguardo gli domandò perchè l'avesse fermata.
-Quei due...beh, non sono esattamente le persone più simpatiche e disponibili a questo mondo...- cominciò spostandosi una ciocca di capelli che gli era ricaduta davanti agli occhi -Molto probabilmente, se ti avvicini chiedendogli se anche loro vedono qualunche cosa tu dici di vedere...ti manderebbero a quel paese senza troppe cerimonie..- disse cercando di convincerla.
-Mi credi una pazza, non è così?- domandò assottigliando lo sguardo.
-Mi è solo difficile crederti...- disse cercando di non farla arrabbiare.
-Ma io lo vedo! E' alto quasi tre metri ed è fatto d'ossa!- esclamò la ragazza alzando leggermente il tono della voce, attirando così lo sguardo della coppia più avanti, cosa che non passò inosservata al biondo.
-Beh, ora hai attirato la loro attenzione e probabilmente ti hanno presa per pazza. - disse lanciandogli un'occhiataccia -Deduco che non sappiano niente. Che ne dici di andare a lezione prima che l'insegnate ci metta un ritardo?- domandò ironico Axel. Hayden rimase ancora un po' a fissarli. Perchè Axel non lo riusciva a vedere? Forse era davvero impazzita...oppure doveva essere l'effetto di uno dei farmaci che ha preso. Forse stava avendo delle allucinazioni...
-Hai ragione, meglio andare...- rispose, prima di correre verso l'aula dove, guarda caso, era appena entrato Armin, lasciando da solo, in mezzo al corridoio e con un espressione affranta il biondo.





***




-Rosalya...- la richiamò Alexiel preoccupato da quello stano silenzio da parte della sua ragazza...non era da lei non dire niente.
-Alexiel mi stai prendendo in giro?- domandò l'albina con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate.
-Cosa? No! Non lo farei mai!- rispose subito il ragazzo.
-E, secondo te, io dovrei credere ad una simile scemenza? Se volevi trovare una scusa per non stare con me bastava dirlo, sai? Senza inventarsi questa storia assurda!- esclamò Rosalya con voce leggermente incrinata.
-Ma che hai capito? Io non voglio rompere con te! Non lo farei per nulla al mondo!- disse serio il moro, pensando che le donne avessero davvero una mentalità complicata e contorta se arrivavano a quelle soluzioni.
-Allora perchè inventarsi tutto?- domandò irritata la ragazza.
-Ma io non ti sto mentendo! Tieni, tocca questo quaderno...- disse prendendo il quaderno dallo zaino per poi porgerlo alla ragazza che lo guardava con aria scettica.
-Death Note...? - lesse -Cos'è un quaderno satanico?- domandò divertita.
-No..beh, non proprio...- a dire il vero nemmeno lui sapeva come definirlo. -Prendi..- disse nuovamente e la ragazza toccò finalmente il quaderno.
-Allora? Lo vedi?- domandò impaziente e la ragazza corrugò la fronte divertita, ma non appena alzò gli occhi la sua espressione cambiò radicalmente, diventando terrorizzata.
-Si lo vedi.- disse Alexiel una volta visto il mutamento della sua espressione. -Non preoccuparti, non ti farà del male...- disse cercando di rassicurare la ragazza - Lui è Saeros...- disse presentando lo Shinigami alla ragazza. Saeros era anche lui alto quasi tre metri, sul suo viso vi erano otto occhi e il suo corpo era coperto da bende come nelle mummie. In alcuni punti, come sul torace e le braccia, le bende erano rotte e si potevano vedere le ossa. Lo Shinigami alzò la mano a mo dì saluto, ma non sembrava particolarmente interessato.
-N-non ha la bocca..- constatò Rosalya ancora sconvolta, ma lo shinigami alzò la mano sinistra e le fece vedere il palmo, dove era situata la sua bocca viola e dai denti abbastanza aguzzi da far invidia ai licantropi.
-Ora mi credi..?- domandò dolcemente il moro e la ragazza annuì.
-P-perciò...tu puoi uccidere le persone scrivendone solamente il nome e immaginandoti il volto?- chiese cercando di capire meglio e il ragazzo annuì con la testa.
-Hai già ucciso qualcuno?- domandò e il ragazzo annuì.
-Chi?- chiese ancora, sorpresa dal fatto che anche un tipo come Alexiel era capace di uccidere.
-Un criminale. Dovevo sapere se avrebbe funzionato davvero e...beh, ha funzionato.- disse sorridente.
-Okay..- rispose e Alexiel alzò un sopracciglio.
-"Okay"? - ripetè incredulo e la ragazza alzò le spalle.
-Si. Sono felice che tu ti sia aperto con me...- disse avvicinandosi a lui e dandogli un leggero bacio a stampo.
-Non sei arrabbiata?- chiese ancora.
-Perchè dovrei esserlo? Certo, inizialmente pensavo mi stessi mentendo e che volessi lasciarmi...ma dopo aver visto quell'essere, ho capito che non era così.- rispose e quella volta fu il turno del ragazzo a baciarla.




***



-Dovremmo studiare qui?- domandò Cornelia una volta entrata nel bar. Era molto grande e spazioso, le pareti erano colo avorio, c'erano dei divanetti e delle poltrone marroni. Le luci erano bianche e si respirava un'aria di tranquillità.
-Avresti preferito studiare a scuola?- domandò Jace squadrando Cornelia.
-No, qui va benissimo.- rispose prontamente Leandro evitando di far rispondere la ragazza che, la sola presenza del moro, sembrava irritarla.
-Prendiamo quel tavolo laggiù in fondo. Così da non essere disturbati.- disse Maximillian cercando di allegerire la tensione, indicando un posticino nell'angolo e vicino al termosifone.
Una volta preso posto, i quattro decisero di iniziare a dividersi i compiti. Ognuno di loro aveva portato dei libri specifici per facilitare le ricerche.
L'insegnate di scienze, aveva deciso di creare dei dibattiti tra studenti. Ogni gruppo si occupava di un obiettivo diverso.
"Scienza e letteratura sono mondi contrapposti, facce di una stessa medaglia oppure entità che interagiscono dinamicamente, trovando equilibri diversi a seconda dei momenti storici e dei protagonisti?" cominciò a leggere Maximillian. -Voi che ne pensate?- domandò rivolto agli altri tre. Erano seduti lì da meno di due minuti e già Cornelia e Jace si mandavone occhiate di fuoco mentre Leandro cercava di far rimanere calma la sua ragazza.
-Mi ascoltate?- domandò nuovamente e finalmente ebbe l'attenzione di tutti quanti. -Allora, che ne pensate?- chiese osservandoli uno ad uno.
-L’ipotesi della contrapposizione è basata, spesso, su una presunta dicotomia di strutture linguistiche.- cominciò Leandro guadagnandosi l'attenzione di tutti - il linguaggio scientifico sarebbe meno ridondante e ambiguo e, contemporaneamente, più strutturato e rigido, con il suo punto di convergenza all’infinito rappresentato dai linguaggi artificiali..- disse.
-Mentre il linguaggio letterario sarebbe, invece, più teso alla comunicazione di emozioni, retorico, libero e basato più su analogie e giustapposizioni che su deduzioni.- continuò Maximillian e Leandro annuì con la testa.
-Dobbiamo trovare anche degli esempi di personaggi famosi, che si colleghino alla letteratura e alla scienza.- disse Cornelia prendendo appunti.
-Beh...abbiamo Dante Alighieri con Convivio. Dove spiega che l'oggetto dell'opera era la filosofia, intesa come disciplina attinente alla fisica, l'etica e la teologia contemporaneamente.- disse Jace e improvvisamente si sentì osservato da tutti con interesse. -Che c'è?- domandò pensando di avere qualcosa in faccia.
-Tu sai chi è Dante Alighieri? E la sua opera Convivio?- domandò scettico Maximillian, un po' come Cornelia e Leandro.
-Mi credete davvero un caso senza speranza? Se vi interessa saperlo, io ho sempre amato la letteratura e quell'opera l'ho letta.- disse Jace fintamente offeso.
-Meglio continuare..- disse Leandro -abbiamo altre icone storiche?- domandò iniziando a cercare nei libri.
-Un’argomentazione forte per chi sostiene la tesi della contrapposizione è, poi, la supposta differenza di scopo.- cominciò a leggere Cornelia, tenendo il segno con il dito - La letteratura sarebbe diversa proprio per la sua tensione a negare e trascendere le rigidità e le limitazioni del ragionamento scientifico. Giacomo Leopardi è considerato uno degli autori principali a supporto, sulla base di affermazioni del poeta di Recanati tipo “Il cuore rifà la vita che l’intelletto distrugge”.- continuò a leggere.
Rimasero lì un paio d'ore e stranamente nessuno si distrasse, fatta eccezzione per qualche futile batibecco tra Cornelia e Jace.
-Possiamo dire, dunque,  che scienza e letteratura si possono vedere come due pianeti che ruotano attorno allo stesso sole. Oggetti sempre in equilibrio, che si avvicinano in certi momenti e si allontanano in altri.- finì di prendere appunti Maximillian ma Jace lo interuppe prima di poter togliere la penna dal foglio.
-Scrivi anche un finale ad effetto. Magari citando qualcuno!- esclamò divertito Jace.
-E sentiamo, quale citazione vorresti scrivere?- disse Cornelia cona aria di sfida. Jace sembrò pensarci qualche secondo, non voleva di certo darla vinta alla bionda. Poi gli venne un'illuminazione.
-Oggetti sempre in equilibrio, che si avvicinano in certi momenti e si allontanano in altri. - ripetè ciò che aveva scritto Maximillian -Ognuno con le proprie specificità, tuttavia, perché, come osserva Battistini, se “è deformante ignorare i tratti comuni, quasi che l’uomo proceda nel suo sapere per compartimenti stagni, altrettanto deformante è credere che si possano cancellare tutte le differenze, rendendole banali o, peggio, facendo finta che non esistano”.- disse solennemente il moro lanciando uno sguardo a Cornelia che a quanto pareva non aveva nulla da ribattere, oltre un occhiataccia gelida.
-Bene. Abbiamo finito.- disse Maximillian alzandosi dal tavolo. -Allora ci vediamo domani a scuola e mercoledì per la presentazione.- disse e gli altri due lo salutarono con un cenno alla testa.






***




Bash correva per le strade di Parigi con le cuffie spiaccicate nelle orecchie. Anche se nevicava, lui continuava a correre senza sosta.
Stava a maniche corte -non aveva mai sopportato il caldo- e quello era già il terzo giro che faceva, non si era fermato un'attimo.
I passanti lo guardavano come se fosse impazzitto. Correre sotto la neve e per di più con quel freddo!
Ma a lui non importava. Gli era sempre piaciuto correre, lo aiutava a liberare la mente dai troppi pensieri e , in particolar modo nell'ultimo perdiodo, erano aumentati.
Si era fidanzato con la ragazza per cui aveva una cotta da anni, e andava tutto bene...più o meno.
La scuola era stata attaccata da una specie di maledizione dove gli alunni si suicidavano ognni giorno e, anche se era da un paio di giorni non si vedevano morti nella scuola, era sempre meglio rimanere in allerta.
Poi, come se non bastasse, la sua migliore amica era impazzita, dicendo di vedere un essere spettrale aggirarsi per la scuola a seguito di una ragazza bionda.
"Non poteva andare meglio!" pensò tra se e sè.
Aveva appena voltato l'angolo, stava per cominciare il quarto giro quando qualcosa gli passò davanti agli occhi.
Si guardò in torno per vedere se era solo un'illusione, ma poi, abbassando lo sguardo vide ciò che era caduto.
Un quanderno. Un quaderno nero era come caduto dal cielo. Si abbassò per prenderlo e vedere a chi appartenesse, ma la sua mano non fu l'unica a posarsi sul quaderno.
Alzò lo sguardo per vedere chi fosse. Era un ragazzo, i capelli biondi gli coprivano il volto ma quando anche lui alzò lo sguardo, lo riconobbe: Era Axel.
Aveva toccato anche lui il quaderno. Nello stesso e identico istante.











Angolino Autrice:

Salve gente! Come andiamo? Ecco a voi un nuovo capitolo!
Axel e Bash hanno toccato nello stesso istante il quaderno....mmhh...chissà che succederà. Chiedo scusa all'autrice per non aver fatto comparire Mizu XD Nel prossimo ci sarà sicuramente.
Avrei una proposta da farvi, ditemi se per voi va bene.
Come avete notato, non ho approfondito l'uscita tra Maximillian e Laila e, l'ho fatto per un motivo. Per prima cosa, non sapevo come inserirlo. Seconda cosa, avrei intenzione di fare una roccolta di One-shoot quando la storia sarà arrivata ad un certo punto. Dove parlo di alcuni momenti passati a scuola (tipo gli appuntamenti, o anche solo dei momenti di vita quotidiana) e poi alcuni sul futuro...sempre se il vostro oc avrà un futuro...
Detto ciò, meglio passare alle domande:
1-Cosa fa il vostro oc per Natale? (compra regali ai parenti? Se si, quali prende? Rimane a casa da solo o la passa con i suoi familiari?)
2- Avete qualche idea su un nome per le coppiette? (Questa è facoltativa)
3- Questa è solo per Lesye...Che ne pensi di Jace e Maximillian? Hai intenzione di ucciderli o ti piacciono?


Come avrete potuto notare, amo la letteratura, per cui la vedrete anche in altri capitoli...perdonatemi, ma è più fort di me.
Domenica parto per Monaco perciò non sono sicura che riuscirò ad aggiornare entro sabato...ma mai perdere la speranza.
Al prossimo capitolo!
Un Bacio


 

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Capitolo 12
*** Non so che titolo dare ***







5 dicembre.




-Dove sta scritto in questa società discriminatoria che un maschio non possa essere una bellezza?- domandò retorico Jace, spostandosi i capelli da sopra la spalla con un movimento fluido -Non capisco perchè la professoressa Dalenay ce l'abbia tanto con me.- domandò dubbioso mentre uscivan dall'aula di scienze.
-Forse perchè ti reputa un tipo vanitoso, testardo e che si interessa solo di apparire bello agli occhi delle ragazze?- disse tutto ad un fiato Maximillian. Dopo la presentazione fatta con Cornelia e Leandro, la quale aveva assistito anche la Delanay, il professore ne era rimasto talmente entusiasta, da organizzare un nuovo progetto. L'insegnate di scienze, anche se non lo dava a vedere, era rimasta colpita dal lavoro svolto da quei ragazzi, fatta eccezzione per Jace. Difatti l'insegnate non perdeva tempo a rimproverarlo per non nulla e, quella mattina, non si era risparmiata sul suo abbigliamento.
-Non mi interessa apparire bello.- rispose torcendo il naso -Io lo sono di natura.- disse con fare ovvio e con un sorrisetto sulle labbra, mentre Maximillian sbuffava cercando di trattenere un sorriso. Stavano percorrendo il corridoio per andare nell'aula A...o almeno così doveva essere, ma Maximillian cambiò direzione per dirigersi verso la lolita della scuola, lasciando Jace lì fermo in mezzo al corridoio.
Il moro trattenne uno sbuffo, decise di andare comunque in aula piuttosto che vedere Maximillian fare la faccia da pesce lesso difronte alla ragazza. Stava per avanzare quando una folta chioma bionda si posizionò davanti a lui.
-Cornelia...?- disse con stupore Jace, mentre Cornelia represse l'azione di alzare gli occhi al cielo. -A cosa devo l'ono...- stava per finire la frase, ma la bionda lo interruppe.
-Ho sbagliato.- disse con un fil di voce mentre il ragazzo strabuzzava gli occhi.
-Cosa?- domandò scettico, sorpreso dal comportamento insolito della ragazza. Non si aspettava che una ragazza come lei chiedesse scusa, o che provasse rimorso.
-Ho detto...- cominciò cercando di non perdere la pazienza -Che ho sbagliato. Ti ho giudicato troppo in fretta e devo ammettere che sei meno stupido di quanto pensassi.- disse con braccia incrociate mentre il ragazzo continuava a fissarla incapace di capire cosa le prendesse.
-Hai la febbre?- domandò non trovando alcuna spegazione logica per quello strano comportamento.
-No, razza di imbecille!- disse Cornelia, che a quanto pareva, per quella mattina aveva già finito la sua dose di gentilezza.
-Un momento! Prima mi fai un complimento e poi mi insulti! Se incoerente, sai?- esclamò sorridendo -E poi quello di prima non sembrava affatto un complimento. Devi migliorare su questo genere di cose...se vuoi posso aiutarti io.- disse aprendo le braccia.
-Sta zitto. Non ho bisogno d'aiuto per fare dei complimenti.- disse Cornelia voltandosi. Ma come le era venuto in mente di chiedere scusa a Jace? Doveva ucciderlo appena ne aveva avuto l'occasione.
-Io sono un esperto! Ed esempio se vuoi una frase romantica...- iniziò avvicinandosi alla ragazza e alzandole il mento con due dita, in modo che potesse guardarlo negli occhi -La cosa splendida del parlare con gli occhi e che non ci sono errori  grammaticali, gli sguardi sono sono frasi perfette.- disse senza smettere di guardarla.
-Questa è una delle tante frasi che dici alle ragazze?- domandò ironica senza smettere di fissarlo -Stai perdendo il tuo charme con queste frasi da quattro soldi.- disse accennando un risata, mentre un angolo della bocca di Jace si alzava -Sai...a volte gli occhi sono un gran problema.- iniziò mettendo le mani nella tasca mentre la bionda lo guardava incuriosita -parlano anche se non dovrebbero farlo.- disse per poi sorpassarla per dirigersi nell'aula.
-Come i tuoi quando ti è davanti.- disse senza voltarsi mentre Jace si fermò di colpo -Devo ammettere che lo nascondi molto bene, o almeno, prima era così. Cosa ti è successo? Hai perso le tue abilità di attore?- domandò divertita. Jace si voltò per guardarla e la bionda fece lo stesso.
-Cosa ti fa credere di avere ragione?- domandò con un sorrisetto sghembo -E poi, io non ho perso la mia abilità di attore.- finì incrociando le braccia.
-Io osservo. Trovo inutili la maggior parte delle persone che sono qui, però mi piace osservarle.- disse guardandolo negli occhi. Jace sorrise abbassando il capo.
-Beh, in tal caso ti faccio i miei più sinceri complimenti.- disse alzando le mani in segno di resa -Sono davvero poche le persone che osservano con attenzione. Cosa sei? Una specie di Sherlock Holmes in versione femminile?- disse divertito. La ragazza sorrise sincera ma cercò di non darlo a vedere.
-Comunque sia, ora credo sia meglio entrare in classe. A proposito...il tuo fidanzato dov'è?- domandò il moro guardandosi intorno. -E' strano vedervi separati.-
-Sta in sala delgati, io lo sto aspettando.- disse con un alzata di spalle. -Allora, che hai intenzione di fare?- domandò curiosa.
-Credevo di averlo detto. Devo andare in aula prima di beccarmi l'ennesimo rimprovero.- disse indicando l'aula alle sue spalle.
-Non intendevo quello.- disse Cornelia alzando gli occhi al cielo. Come poteva essere così ottuso? Jace intuendo lo sguardo capì e sorrise.
-Come mai tutta questa curiosità?- domandò pensando che la ragazza avesse realmente la febbre. Stavano conversando senza scannarsi a vicenda. La ragazza alzò nuovamente le spalle -La curiosità è donna, no?- disse e Jace rise leggermente.
-Comunque non farò niente di niente.Ora vado.- disse con un sorriso amaro - Harley- la salutò con un cenno alla testa.
-Holland.- lo imitò Cornelia per poi vederlo sparire nell'aula.
In quel momento, la bionda si diede una risposta. Si, era veramente ottuso. Forse faceva parte del genere maschile, avere quella mentalità. Fortunatamente Leandro non era così, si poteva dire che lo conosceva come le sue tasche, lui non sarebbe mai stato così arrendevole per lei.
Si sentì stringere una mano intorno alla vita, non ci voleva un genio per capire di chi si trattasse. Si erano toccati così tante volte, che la presa salda ma allo stesso tempo dolce l'avrebbe riconosciuta tra mille.
-Ehy.- mormorò alzando il volto così che Leandro potesse baciarla. -Che volevano?- domandò.
-Vogliono che partecipi alle olimpiadi di matematica. L'ho hanno proposto anche a Maximillian.- disse, pronunciando il nome dell'albino quasi con disprezzo.
-C'è qualcosa che non va'?- domandò Cornelia, a cui non era sfuggito quel tono.
-Niente, è solo che...non so. Non lo capisco. Non riesco ad inquadrarlo bene...mi è anonimo.- disse guardando un punto incerto davanti a sè.
-Gli abbiamo rivolto la parola per la prima volta, tre settimane fa. Da lì in poi non ci siamo parlati.- disse con fare ovvio.
-Non so...voglio saperne di più.- cominciò -Tu, piuttosto. Ti ho visto parlare con Jace...che vi stavate dicendo?- domandò Leandro voltandosi a guardarla.
-Niente di importante.- rispose con un sorrisetto -Su forza, è ora di andare in classe.- disse prendendo per mano il ragazzo e portarlo in aula.




***



-Hey!- una voce sopraggiunse alle sue spalle. L'avrebbe riconosciuta tra mille, una voce calma e che trasmetteva un senso di traquillità. Laila non fece in tempo a voltarsi che si ritrovò le labbra di Maximillian sulle sue. Aveva sempre creduto che un bacio non si potesse descrivere, qualsiasi tentativo di farlo lo banalizzerebbe, verrebbe snaturato dallo sforzo di trasferirlo sulla carta e tradurlo in parole…come può una parola sostituire un bacio?  Era difficile esprimere ciò che provava ogni volta che Maximillian la baciava. Si staccarono per riprendere fiato, Laila era leggermente rossa in volto, ma sorrideva. Adorava quando si salutavano in quel modo. Non era mai stata una ragazza romantica, anzi! Solitamente cercava di sembrare scontrosa, pur di non rimanerne ferita. Ma, da quando aveva incontrato Maximillian più di un mese fa, tutto era cambiato. Lui era l'unico in grado di capirla e di darle quella protezione che tanto si ostinava a non accettare.
Aveva sempre cercato di non farsi amci e di fregarsene di ciò che dicevano su di lei, a partire dal suo abbigliamento fino ad arrivare agli occhi dove, nel villaggio in Egitto, giravano molte dicerie sul fatto che non fosse un buon presagio.
-Che materia hai ora?- domandò Maximillin aggiustandosi i capelli che, quella mattina non aveva intenzione di restare in ordine.
-Francese. Tu?- domandò a sua volta. Erano pochi i momenti in cui potevano stare insieme, dato che stavano in classi differenti.
-Arte.- disse sbuffando -Mi piace la teoria ma sfortunatamente non sono bravo in disegno.- disse.
-Modestamente, sono molto brava nel disegno. Se vuoi posso darti una mano.- disse sorridendo. Raramente Maximillian non andava bene in qualcosa, lui era molto il tipo "topo da laboratorio" mentre lei era molto più portata per le materie umanistiche. Maximillian era nato in una famiglia benestante, per questo motivo fin dall'asilo era sempre stato isolato da tutti. Molti credevano che fosse il tipico figlio di papà che senza genitori non è in grado di fare niente, a causa di questi pregiudizi si è sempre dato da fare a scuola eccellendo in tutto. L'unico ad essergli stato accanto era Jace che, stesso lui vittima di pregiudizi, aveva deciso di diventargli amico. Ben presto non gli importò più di cosa pensavano i suoi compagni, tant'è che quelle voci sul suo sparirono.
-Sai disegnare? Certo che ogni giorno con te è una scoperta nuova!- disse ridendo -Sarei onorato di prendere lezioni da te.- disse esibendosi in un baciamano, che fece arrossire e alzare gli occhi al cielo Laila.
-Lo farò se solo tu mi aiuterai in matematica.- disse -In fondo, chi meglio di te può insegnarmi?- disse divertita.
-Infatti...- cominciò Maximillian -Mi hanno chiesto di partecipare alle olimpiadi di matematica.- disse con fare vittorioso.
-E parteciperai?- domandò Laila e l'albino rispose con un'alzata di spalle.
-Non lo so, non mi interessa un gran chè.- disse poi il suo sguardo si posò sull'orologio appeso al muro -Meglio che vada. Ci vediamo dopo, okay?- disse e dopo aver avuto un cenno di assenso da parte della ragazza, le diede un ultimo bacio per poi dirigersi in aula.




***



Kentin stava scrivendo qualcosa sul quaderno di Mizu e dopo aver finito glielo restituì, intimandole di aprirlo solo quando si trovava a casa.
-C-che hai scritto...?- domandò a bassa voce Mizu, mentre ascoltavano la lezione di geografia. Quella lezione andava avanti da più di un'ora e quasi tutti gli studenti si erano addormentati o facevano altro.
-Nulla di importante.- disse Kentin sorridendo. Si trovavano all'ultimo banco, insieme ad Alexy e Rosalya. Questi ultimi stavano parlando dell'appuntamento della sera precedente di Rosalya. Era la prima volta che Alexiel le chiedeva un'appuntamento e lei ne era rimasta estasiata, tanto che il giorno prima era uscita prima da scuola per vedere cosa indossare.
-Ed è stato davvero romantico! Non mi aspettavo che potesse fare una cosa del genere!- sussurrò l'albina senza smettere di sorridere.
-Tu che ne pensi, Mizu?- domandò l'albina rivolta alla più piccola che, per lo stupere di essere interpellata in una conversazione che non stava seguendo, diventò rossa fino alla punta dei capelli.
-I-i-io?- domandò  e i due ragazza ridacchiarono di fronte a quella reazione -Si, tu. Hai mai avuto un'appuntamento con Kentin?- domandò Alexy.
-Beh...ecco..a-a dire il vero, no.- disse con sguardo basso iniziando a giocherellare con il bordo della maglietta -Oh...strano, credevo te l'avesse già chiesto.- disse Alexy grattandosi il capo -Ormai state da più di un mese insieme, un appuntamento vero e proprio ci vuole.- disse per poi ricevere un calcio da Rosalya che lo guardava truce.
-Prima o poi la inviterà ad un'appuntamento.- disse con fare sicura l'albina -Non c'è fretta...- disse voltandosi verso Mizu e sorridendole dolcemente. La ragazza annuì non molto convinta, ma cercò di non darlo a vedere.
Doveva ammettere che Alexy le aveva fatto venire un bel dubbio. Se Kentin non volesse più stare con lei? Che si fosse scocciato a causa della sua timidezza? Forse non la trovava abbastanza attrente a causa della sua statura bassa.
Si voltò per osservare Kentin. Stava scarabbocchiando sul quaderno con fare molto annoiato. Teneva gli occhi verdi fissi sul quaderno di fronte a lui, alcune ciocche di capelli castani gli andavano a finire davanti agli occhi e teneva il volto immerso in una sciarpa nera. Era davvero bello, pensò Mizu alla vista del suo ragazzo. Ancora faticava a definirlo suo.
La lezione finalmente finì, tutti gli alunni si alzavano e si dirigevano nei corridoi, dato che da lì ci sarebbero stati quindici minuti di intervallo.
Mizu stava per alzarsi e seguire Alexy e Rosa, ma qualcuno la prese per il polso costringendola a voltarsi.
Kentin stava ancora seduto sulla sedia tenendo Mizu per il polso e guardandola negli occhi. Mizu abbassò immadiatamente lo sguardo.
-Cosa c'è che non va?- domandò Kentin senza smettere di fissarla -Ti sei fatta strana verso fine lezione. Alexy e Rosa ti hanno detto qualcosa che non ti ha fatto piacere?- domandò alzandosi.
-Eh? N-no...loro sono sempre gentilissimo con me...- disse continuando a tenere lo sguardo basso. Kentin le accarezzò i capelli.
-Allora che è successo?- domandò cercando il suo sguardo, e Mizu scosse la testa.-Niente...niente di importante.- disse forzandosi di sorridere.
-Mizu...sei davvero dolcissima.- disse improvvisamente Kentin osservandola, mentre la ragazza arrossiva di botto. Non era abituata ai complimenti e non sapeva come comportarsi.
-Essere dolci è una debolezza..- sussurrò senza guardarlo, ma Kentin udì ugualmente. Le prese il volto ra le mani e la costrinse a guardarlo negli occhi -Le persone dolci non sono ingenue. Nè stupide, nè tantomeno indifese. Anzi, sono così forti da potersi permettere di non indossare nessuna maschera. Libere di essere vulnerabili, di provare emozioni, di correre il rischio di essere felici.- disse Kentin per poi baciarla con passione.
Quando si staccarono Mizu era ancora rossa e Kentin sorrise -Se devi dirmi qualcosa non esitare.- disse facendole l'occhiolino. Stava per uscire dall'aula e raggiungere i suoi amici, ma Mizu lo prese per il polso fermandolo. Il castano si voltò sorpreso e la fissò. Aveva appena alzato il capo e lo guardava decisa ma comunque imbarazzata. -I-io...- prese un profondo respiro prima di ritornare a guardarlo negli occhi -Io voglio un'appuntamento!- esclamò rossa in volto.





***




Uno strano silenzio albergava nell'aula di scienze. Era una fredda mattinata invernale, la neve cadeva morbida e si inziava a sentire aria natalizia.
C'era silenzio, un silenzio teso e imbarazzante. Bash e Axel sudavano freddo, aspettando una reazione da parte della ragazza di fronte a loro. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo complice.
-Quindi...- cominciò Hayden con un sopracciglio alzato -Mi state dicendo che non sono impazzita?- domandò con un sopracciglio alzato, scrutando i due che annuirono. -E, da quanto tempo lo sapete?- domandò nuovamente la ragazza.
-Tre settimane.- dissero in coro i due ragazzi, ricevendo uno sguardo torvo da parte di Hayden.
-Quindi lo sapete da tre settimane? E in queste tre settimane, non vi è mai saltato in mente di dirmelo?!- sbraitò Hayden con le braccia incrociate -Avete la benchè minima idea di cosa ho dovuto passare in queste tre settimane? Mia madre mi ha portato dallo psicologo!- disse urlando.
-Oh, tua madre è tornata?- domandò Bash cercando di cambiare discorso, ma ricevette solo un'occhiata gelida da parte della castana.
-Noi...dovevamo capire come funzionava! Avevamo toccato il quaderno nello stesso istante.- disse Axel cercando di far ragionare Hayden, ma non sembrava funzionare.
-E' molto più complicato di quanto immagini. Se non scriviamo qualche nome sul quaderno, rischiamo di perderne il possesso. E, dato che non abbiamo alcuna intenzione di uccidere degli innocenti, dovevamo capire come procedere.- disse Bash.
-Sospettiamo...- cominciò Axel -Che la causa di tutti questi omicidi, provenga da qualcuno che sia in possesso del quaderno. Possiamo scoprire di chi si tratta solo grazie al quaderno o facendo lo scambio degli occhi.- finì Axel sperando che almeno, quel pretesto potesse farla calmare. Infondo loro vogliono agire solo in fin di bene, non avevano intenzione di fare stragi. Non appena avevano toccato il quaderno, di fianco a loro era apparso lo shinigami. Dopo attimi, che sembravano secoli, di smarrimento erano riusciti a digerire la questione. Avevano provato ad usarlo, scrivendo il nome di un criminale sul quaderno, ovviamente se l'erano prima prestati a vicenda così che nessuno dei due potesse perdere la memoria. Bash voleva il quaderno principalmente per usufruire la compagnia dello shinigami, anche se non era un tipo che parlava molto. Si chiamava Fenrir, il suo corpo era gelatinoso ed era in grado di assumere qualsiasi forma volesse, restando sempre di colore nero e di consistenza gelatinosa. Possedeva due maschere su quello che doveva essere il volto, una avanti e una indietro, entrambi rappresentavano dei pagliacci, sorridente e triste.
-Capisci perchè non te l'abbiamo detto prima? E poi non sapevamo come avresti reagito...- disse Bash cercando di farsi perdonare.
-TU!- disse avvicinandosi a Bash puntandogli un dito sul petto -Sei il mio migliore amico, avresti dovuto dirmelo prima! La mia reazione sarebbe stata ben diversa e molto più benevola- disse guardandolo negli occhi. Poi si avvicinò ad Axel -Mentre tu!- disse a pochi centimetri di distanza da lui. Come lo definiva? Dopo ciò che era successo in cortile, come l'avrebbe dovuto definire.-Anche tu avresti dovuto dirmelo prima!- disse per poi allontanarsi e uscire dall'aula, lasciandoli lì come due stoccafissi.
La verità e che erano molto indecisi se immischiarla in quella storia o no. Sapevano cosa stava passando e non volevano crearle altri problemi. Entrambi ci tenevano a lei, seppur in modo diverso.
Bash aveva fatto bene a raccontarle tutto? L'avrebbe detto anche ad Iris?










Angolo Autrice
Perdonatemi *si mette in ginocchio*
Scusate il ritardo, ma non ho avuto proprio ispirazione, per cui una mia amica si è offerta di scrivere questo capitolo di passaggio dato che non avevo proprio idee. Anche se ammetto di non essere molto sicura 🤔 a parer mio è un po' dtrano questo cap....fatemi sapere cosa ne pensate.
Poi, devo ammettere di essere piuttosto fiera di me stessa. Sto portando avanti un interattiva! Ed io ne ho scritte abbastanza u.u
Passo subito alle domande poichè vado di fretta:
1- Il vostro Oc direbbe al fidanzato/a migliore amico/a che è in possesso del death note? Credo di aver già fatto questa domanda a uno di voi, ma se lo riscrivete mi fate un favore.
2- Come potete vedere ho saltato alcuni momenti, poichè ho in mente di scrivere una raccolta di one shote su gli appuntamenti o altri momenti. Voi che ne dite?
3- I vostri oc sono troppo OOC? Vi sembra che stia dando troppo spazio ad Hayden? Non è la protagonista, perciò se la sto facendo risaltare troppo ditemelo.

Ci vediamo nel prossimo capitolo.
Un Bacio

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Capitolo 13
*** Avviso ***


Salve! Scusatemi, ma questo non è un nuovo capitolo. Come ben sapete tra un oo' comincia la scuola (o per alcuni è già iniziata) e non credo che avrò abbastanza tempo da dedicare alla scrittura. Sappiate che ci tengo davvero moltissimo a questa storia, e mi scuso per nin aver pubblicato nulla. Ho avuto vari blocchi dello scrittore, sono stata più volte ad osservare la pagina di word senza scrivere nulla, e mi dispiace moltissimo. Cercherò di aggiornare il prima possibile, chiedo solo un po' di pazienza. Ho cominciato a scrivere la raccolta di one shote, dovrei pubblicarle entro domani/ dopo domani. Spero recensiate e mi facciate sapere cosa ne pensiate. Attenzione! Non abbandono questa storia, semplicemente non appena mi tornerà l'ispirazione ricomincerò a scrivere. Un bacio a tutte.

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