L'alfabeto dell'amore

di PuccaChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A come: ANCA ***
Capitolo 2: *** B come: BACI ***
Capitolo 3: *** C come: CASA ***
Capitolo 4: *** D come: DESTINO ***
Capitolo 5: *** E come: EROTISMO ***
Capitolo 6: *** F come: FAMIGLIA ***
Capitolo 7: *** G come: GABBIA ***
Capitolo 8: *** H come: HANAMI ***
Capitolo 9: *** I come: INSICUREZZA ***
Capitolo 10: *** L come LUNA ***
Capitolo 11: *** M come MANI ***



Capitolo 1
*** A come: ANCA ***


A Kisa piaceva contemplare il corpo di Yukina, preferibilmente quando lo studente era addormentato, così poteva nascondergli agevolmente l’effetto che aveva su di lui (sguardo fisso, bavetta agli angoli della bocca, rossore diffuso, e così via). Aveva scoperto, tra l’altro, che il giovane studente aveva una voglia sul fianco sinistro, proprio all’altezza dell’anca: era piuttosto piccola, aveva le dimensioni di un chicco di caffè, ed era color cioccolata. Kisa amava tracciarne i contorni con la punta delle dita (o con la lingua, se aveva certe intenzioni particolari): era l'unico “segno distintivo” di Yukina, il solo punto di colore nella perfezione assoluta di quel candore uniforme.
Dopotutto doveva pur esserci anche in Yukina qualcosa d’imperfetto; era un essere umano anche lui, giusto?



**NOTE DELL'AUTRICE**
Ma ciao a tutti! Sono tornata! Siete contenti, oppure non ve ne frega nulla? Mi sa che è più la seconda... XD
Vabbè, in ogni caso mi è venuto in mente di scrivere una piccola raccolta su questa coppietta che personalmente adoro: Kisa e Yukina sono due personaggi davvero molto diversi, eppure insieme stanno benissimo, sono proprio due anime gemelle! Per questa raccolta mi baserò sulle lettere dell'alfabeto: ogni flashfic avrà come titolo una parola che inizia con una lettera (A, B, C, ecc). Spero non ne venga fuori una schifezza e che la seguirete insieme a me! Fatemi sapere cosa ne pensate, ok? A presto!
Pucca83~

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Capitolo 2
*** B come: BACI ***


“Buona giornata, Kisa-san!”
Un bacio.
“Grazie per la cena, Kisa-san!”
Un altro bacio.
“Buona notte, Kisa-san ~”
E ancora un altro bacio. Ormai Kisa si stava quasi abituando… quasi, appunto. Se cercava di non pensare al suo cuore che faceva le capriole nel petto in quei momenti, era tutto assolutamente normale. Il suo ragazzo—il suo dolce, bellissimo, sexy ragazzo—gli dava dei baci tutte le volte che lo salutava all’inizio della giornata, che voleva ringraziarlo per qualcosa, o anche se non c’era alcun motivo recondito, come in quel momento, ad esempio, che se ne stavano semplicemente seduti sul divano a guardare la TV.
Yukina gli si era accomodato accanto, gli aveva messo un braccio intorno alle spalle, gli aveva dato un bacio e aveva acceso lo schermo: quella sera trasmettevano Pretty Woman, uno dei suoi film preferiti.
“Ah ~ questa storia non smetterà mai di piacermi! È così romantica!” mormorò dopo soli 10 minuti con lo sguardo già sognante. “A te piace, Kisa-san?”
“Uh… sì, certo… è molto bella…” riuscì ad articolare l’editore.
E a guardarla così, stretto tra le braccia di un ragazzo meraviglioso, lo era davvero. 

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Capitolo 3
*** C come: CASA ***


“Quanto brodo hai detto che ci va, Rio?”
“Mezza tazza… ecco, perfetto. Adesso lascialo bollire per qualche altro minuto.”
“Sì, ma quanti, per l’esattezza?”
“Sta’ tranquillo, Kou, non ti serve il timer! Aspetta un po’ e poi assaggialo.”
Yukina sospirò. Rio non era soltanto sua compagna di scuola e sua buona amica, ma anche una bravissima insegnante di cucina; bisognava dire però che era un po’ approssimativa, con i suoi quanto basta e cose così. Lui invece voleva che tutto fosse perfetto, non gli piaceva trascurare i dettagli, proprio come quando mescolava con attenzione determinati colori tra loro per ottenere l’esatta sfumatura che il suo estro artistico gli suggeriva.
Rio intanto aveva preso un cucchiaio e, dopo averlo immerso nella pentola, stava assaggiando la pietanza (quel giorno si trattava di donburi). “Uhm… bene, è pronto. Complimenti, ti è riuscito benissimo!”
“Davvero?”
“Ma certo. Tieni, assaggia anche tu.”
Yukina prese il cucchiaio pulito che lei gli porgeva e assaggiò: sì, doveva ammettere che non era niente male. A Kisa sarebbe piaciuto senz’altro. A quel pensiero, un lieve sorriso illuminò il viso del giovane.
“Accidenti, com’è tardi! Devo proprio andare. Grazie di tutto, Rio. Allora siamo d’accordo, domani sera ti porto al cinema.”
“Figurati, è stato un piacere!”
La ragazza lo accompagnò alla porta e lo guardò uscire, ma qualcosa la indusse a richiamarlo: “Ehi, Kou. Ma dove vai?”
Yukina si fermò e si girò a guardarla, interdetto. “A casa, perché?”
“Sì, ma casa tua è da tutt’altra parte, no? Che c’è, ti sei scordato dove abiti?”
La ragazza si mise a ridere allegramente, mentre Yukina, con un certo stupore, si accorgeva che aveva ragione lei: per tornare al suo appartamento avrebbe dovuto incamminarsi verso destra. Nella direzione opposta, quella che aveva preso lui, c’era la casa di Kisa.
Era solo una settimana che stava da lui, e a quanto pareva la considerava già casa sua. Yukina non poté trattenersi dal sorridere di nuovo. Sapeva bene che quella situazione era solo temporanea (Kisa era stato molto chiaro in merito) eppure avrebbe tanto voluto restare a vivere per sempre con lui, lì, oppure da un’altra parte, dovunque, non era importante; l’importante era stare insieme a quel ragazzo che amava con tutto il cuore.



NOTE:
-DONBURI: piatto tipico giapponese che si prepara cuocendo in brodo di pesce ("dashi") del pollo con salsa di soia e sakè dolce ("mirin"), oppure sakè  normale. Quando la cottura è ultimata si aggiungono uova sbattute e il tutto si versa in una grossa ciotola piena di riso caldo.

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Capitolo 4
*** D come: DESTINO ***


“Tu ci credi al destino, Kisa-san?”
“In che senso?”
“Al fatto che sia stato il destino a farci incontrare.”
“Ah… beh, vediamo… no, direi proprio di no. E’ stato un caso. Voglio dire, è solo una coincidenza che tu lavorassi proprio nella libreria dove io andavo sempre.”
“Uhm… e invece secondo me noi due dovevamo incontrarci per forza, prima o poi.”
“Tu dici? A me sembra difficile, Yukina, scusa se te lo dico. Tu sei originario dell’Hokkaido, e se non avessi voluto studiare arte probabilmente non ti saresti mai trasferito a Tokyo…”
“Oh, ma perché sei così pessimista, Kisa-san?” disse Yukina, sorridendo e abbracciando stretto il suo ragazzo sotto le coperte. “Era destino, ti dico. In qualche modo ti avrei trovato, ne sono sicuro. La conosci la leggenda del filo rosso?”
Kisa gli lanciò un’occhiata scettica. “Quello che collega due persone destinate a stare sempre insieme? Non dirmi che ci credi davvero!”
“Certo che sì. La mia vita era incompleta prima di incontrare te… e non lo dico tanto per dire. Sono sincero. Certo, avevo la famiglia, gli amici, la pittura… ma sentivo che mi mancava sempre qualcosa, qualcosa di fondamentale. E da quando ci sei tu, quella sensazione è sparita.”
A quelle parole, Kisa arrossì violentemente e cercò di nascondere il viso sotto le coperte; ma Yukina se ne accorse. “Dai, non ti vergognare, Kisa-san! Sei così carino quando arrossisci…”
“Vuoi piantarla di ripetermi che sono carino?! Detto di uno che ha già 30 anni suonati è veramente—!“
“Non m’importa niente della tua età, Kisa-san. Per me sarai sempre carino… adesso, tra 30 anni e anche più in là!” concluse Yukina convinto, con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro. Kisa cercò di sembrare irritato, ma come al solito era impossibile; e perché mai, mentre Yukina diceva così, lui aveva sentito un brivido di felicità scuoterlo tutto da capo a piedi?!

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Capitolo 5
*** E come: EROTISMO ***


Non c’era niente di Kisa che Yukina non trovasse sexy. Assolutamente niente. Era sexy a letto, questo va da sé (al confronto Yukina si sentiva quasi un principiante, ma se non altro stava imparando veramente un sacco di cose in materia di erotismo), e lo era anche nel quotidiano; proprio come in quel momento, mentre cercava—senza troppo successo—di affettare delle verdure per la cena, stufo del fatto che toccasse sempre a Yukina cucinare. Aveva tanto insistito, che Yukina gli aveva ceduto volentieri i fornelli e si era seduto sul divano, osservandolo di sottecchi. Kisa aveva afferrato un coltello a caso e, con un’espressione serissima, si era subito dato da fare con pomodori e carote. Aveva le sopracciglia corrugate per la concentrazione e le guance arrossate per lo sforzo: era semplicemente adorabile.
Yukina non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, finché Kisa non se ne accorse, e ovviamente gli scoccò un’occhiata imbronciata. “E’ inutile che mi guardi in quel modo” borbottò.
“Quale modo, Kisa-san?”
“Oh, certo, fai pure l’innocentino con me. So benissimo che stai pensando che non riuscirò mai ad affettarle come si deve.”
“Beh, mi spiace deluderti, ma non stavo affatto pensando a questo.”
“Uhm… beh, meglio così. Perché io ti preparerò una cena coi fiocchi, aspetta e vedrai!”
“Non ho alcun dubbio in proposito, Kisa-san ~”
E se tutto andava come doveva andare, il dopocena sarebbe stato ancora meglio…

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Capitolo 6
*** F come: FAMIGLIA ***


Quando era piccolo, a Kisa Shouta non piaceva per niente stare in famiglia. Suo padre se n’era andato di casa quando lui aveva solo 4 anni e sua madre era stata costretta a tornare a vivere nella sua città natale, insieme ad una sorella maggiore nubile. La zia era piuttosto rigorosa e comandava la mamma a bacchetta, contando ogni singolo soldo che lei portava a casa e criticando tutto ciò che faceva, come se volesse continuare a punirla per la fine di quel matrimonio che lei non aveva mai del tutto approvato. Anche con lui era molto severa: il piccolo Shouta non aveva il permesso di portare amici a casa né tantomeno di andare lui a casa loro, non poteva alzarsi da tavola se prima non avevano finito tutti di mangiare, doveva essere a letto alle 21 precise, e così via. In quella casa si sentiva soffocare e infatti era andato via appena era stato possibile, subito dopo aver preso il diploma. Con sua madre manteneva contatti sporadici: ormai era da parecchio che non andava più a trovarle, lei e la zia…
“A che pensi, Kisa-san?” disse Yukina, interrompendo il corso dei suoi pensieri.
“Oh… niente d’importante, tranquillo” si riscosse l’editore.
Yukina gli sorrise e tornò a concentrarsi sul libro che stava studiando.
Kisa lo osservò; già, in fondo quei pensieri non erano affatto importanti. La cosa davvero importante—e anche sconcertante—era che in realtà stava pensando che la sua famiglia ormai era proprio lì, in quella casa, nella persona di quel giovane ragazzo con cui aveva iniziato a condividere ogni aspetto della sua vita… era un pensiero quasi spaventoso. Ma anche terribilmente eccitante.

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Capitolo 7
*** G come: GABBIA ***


Per tutta la tua vita ti sei sentito come rinchiuso in una gabbia, senza nessuno che riuscisse a capirti davvero, prigioniero nella tua stessa pelle; cercavi di scacciare il gelo che sentivi dentro con il calore di corpi altrui, pensavi che una notte di passione bastasse a farti sentire vivo e a farti andare avanti. Sbagliavi, naturalmente. Ma ormai ci eri talmente dentro che non potevi fare altro che continuare così, notte dopo notte, nell’attesa spasmodica del “prossimo”.
Anche lui doveva essere solo il prossimo, solo uno tra i tanti. Lo avevi notato quasi per caso e la sua bellezza ti aveva colpito profondamente, non avevi mai incontrato qualcuno come lui, e volevi farlo tuo. Non sarebbe stato difficile, ormai sapevi benissimo come ottenere quello che volevi. Ma poi, in quel bar, è successo qualcosa che non avevi previsto: lui ti ha baciato. E' stato un bacio dolce, delicato, a fior di labbra… quand’è stata l’ultima volta che qualcuno ti ha baciato così? Non sei riuscito a ricordarlo, è passato tanto di quel tempo… o più probabilmente non è mai successo, per questo non te lo ricordi. Tutti gli uomini che hai conosciuto volevano una sola cosa da te, e ormai ti ci eri abituato. In fondo ti andava anche bene: niente impegni, niente seccature, una botta e via, arrivederci e grazie. Lui, invece, ti ha fatto provare emozioni che non avevi mai provato prima: la sorpresa di ricevere un semplice messaggio sul telefonino, la gioia di aspettarlo sotto casa, la tenerezza di addormentarvi l’uno nelle braccia dell’altro, il brivido del sentire la sua voce affievolita dalla passione che ti sussurra parole d’amore all’orecchio…
Lui ha trovato la chiave per aprire la porta della tua gabbia e ti ha accolto nella sua vita con semplicità, come se ti stesse aspettando da sempre. E il tuo posto adesso è lì, accanto a lui, fino al tuo ultimo respiro.


*Note dell'autrice*
Scusate se ci ho messo un pò più del previsto per aggiornare, ma questa lettera G mi ha messo in seria difficoltà... non mi veniva in mente nulla di decente, pensate che sono andata perfino a spulciare il vocabolario alla ricerca di una parola che mi ispirasse! XD Finalmente l'ho trovata ed ecco il risultato, spero vi piaccia... cercherò di aggiornare più spesso d'ora in poi. Ah, ho anche cambiato qualcosina nel capitolo precedente (F come FAMIGLIA) perchè non mi convinceva del tutto, e penso che così vada molto meglio.
A presto e... non abbiate paura di scrivere due paroline per dirmi cosa ne pensate della mia storia, io non mordo! ^^
Pucca83~

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Capitolo 8
*** H come: HANAMI ***


La bambina correva felice tra i petali rosati che coprivano il prato. Era davvero il più bel periodo dell’anno, quello! Tutto si colorava di rosa e sembrava di correre tra le nuvole… e poi il rosa era il suo colore preferito.
Ad un tratto, qualcosa attrasse la sua attenzione: due persone sedute su una coperta all’ombra dei ciliegi, che ridevano e si tenevano per mano. La cosa strana però è che erano due maschi: la piccola non aveva mai visto due uomini che si tenevano per mano.
Corse allora dalla mamma e disse, stendendo un ditino verso i due: “Mamma, mamma, ci sono due signori che si tengono per mano! Perché, secondo te?”
“Abbassa il dito, Ayako” rispose la donna, “non sta bene indicare le persone.”
“Oh! Scusa!”
“Brava. In quanto a quei due signori… beh, penso sia perché si vogliono molto bene. Proprio come mamma e papà.”
“Davvero?? Che strano!”
“Ti sembra strano perché forse non l’hai mai visto; ma non lo è. E’ un po’ come con il Nattō, dicevi che non ti piaceva senza averlo mai assaggiato, e invece adesso è uno dei tuoi piatti preferiti. Non bisogna mai giudicare le cose senza conoscerle, ed è la stessa cosa con le persone. Hai capito?”
“Sì, mammina, ho capito!” rispose la bimba con un sorriso smagliante. La mamma, intenerita, se la prese sulle ginocchia stringendola forte, e lanciò un’occhiata ai due giovani: stavano benissimo insieme, sembravano molto innamorati. E poi quello più alto con gli orecchini era veramente carino… il suo ragazzo era proprio un tipo fortunato.



p.s. Se non sapete cos'è il "Natto", date un'occhiata a questo video.

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Capitolo 9
*** I come: INSICUREZZA ***


Kisa era pessimista di natura. Non appena le cose cominciavano ad andare per il verso giusto, il suo cervello era automaticamente portato a pensare che prima o poi sarebbero andate male, e questo meccanismo si amplificava soprattutto sulle questioni sentimentali. Lui era abituato a non aspettarsi nulla dalle proprie relazioni, a viverle come se non ci fosse un domani, e di sicuro non aveva mai condiviso il proprio spazio vitale con nessun uomo per più di una notte. Quindi, il fatto che Yukina stesse a casa sua da quasi due settimane era a dir poco sorprendente. Kisa però era anche un insicuro cronico e non si era ancora del tutto ripreso dall’incomprensione verificatasi tra loro a causa dell’amica di Yukina, Rio. Alla fine l’aveva anche conosciuta, dopo molte insistenze da parte di Yukina, e gli era sembrata una ragazza a posto, anche se aveva un senso dell’umorismo un po’ strano (non aveva fatto altro che ricoprirlo di complimenti su quanto fosse carino ed esprimere la propria felicità per la sua amicizia con Yukina)…
“Beh, io vado!” disse in quel momento Yukina; era domenica, ma gli toccava comunque il turno di lavoro in libreria.
“Oh… ok” si riscosse Kisa, accompagnandolo alla porta come faceva sempre; ma mentre Yukina stava per uscire, lo abbracciò stretto seppellendo il viso nel suo giubbotto. “Torna presto” sussurrò, con una vocina esile per l’imbarazzo.
“Ma certo” rispose Yukina ricambiando il suo abbraccio, a bassa voce. “Sta' tranquillo: io tornerò sempre da te.”

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Capitolo 10
*** L come LUNA ***


“Dai, Kisa-san, sta per cominciare!”
“Arrivo, arrivo... non mettermi fretta!”
“Vieni, su!”
“Ho capito, eccomi!”
Yukina era eccitato come un bambino e Kisa non capiva proprio perchè: era solo un’eclissi di luna. Cosa c’era di tanto strabiliante?
“Ci sei?”
“Sì, sì...”
Al telegiornale avevano detto che l’eclissi sarebbe stata visibile in tutta la zona e i due avevano deciso di andare a vederla fuori dalla città, in aperta campagna; Yukina era perfino corso a casa sua per recuperare la tenda da campeggio, poichè l’evento si sarebbe verificato solo a notte fonda. Aveva steso una coperta sul prato ed era già seduto col naso all’insù quando Kisa lo raggiunse. Intorno a loro c’era parecchia altra gente che aveva avuto la stessa idea.
“Ecco, ci siamo! Ah, che meraviglia... la luna sta diventando tutta rossa! Guarda, Kisa-san!”
“La vedo... ce li ho anch’io gli occhi, sai?”
Yukina si limitò a rivolgergli un sorriso smagliante e subito tornò a guardare l’astro. Il suo volto splendeva come una gemma ed era più bello che mai... Kisa rimase a fissarlo per qualche istante, incantato; poi, senza rifletterci troppo, gli prese il mento tra le dita, lo tirò verso di sè e lo baciò. Non fu niente di che, solo un bacio a fior di labbra che durò giusto un paio di secondi, ma fu sufficiente a farlo diventare rosso come un pomodoro. Tanta audacia non era proprio da lui... che fosse colpa della luna?
“Ki – Kisa-san...!”
“Beh, qualche problema? Non ci stava guardando nessuno...!”
Ma Yukina non badò al suo tono un pò brusco e gli sorrise nel modo più angelico possibile.
“Non mi lamentavo mica, Kisa-san~”
 
~~~

(angolo dell'autrice)
Ehm... salve! Come state! Da quanto tempo non ci sentiamo, eh?? Ahahaha... ah... ah.
Non è divertente, avete ragione. Tre anni di silenzio non sono affatto uno scherzo.
Mi dispiace. Putroppo la mia ispirazione è andata a ramengo e per tutto questo tempo non ho avuto nemmeno uno straccio di idea nè scritto niente di niente, per dedicarmi invece alle traduzioni. Poi qualche giorno fa, in maniera del tutto inaspettata, mi si è accesa la lampadina e ho buttato giù qualche nuova idea per questa raccolta. E così, eccomi tornata! Comunque vi dico subito che gli aggiornamenti saranno lenti e incostanti: non posso dire in quale giorno pubblicherò il nuovo capitolo e a distanza di quanto tempo, perchè come ho detto è ancora un lavoro in corso. Spero capirete e mi perdonerete per questo. E spero di non deludere le vostre aspettative. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima! ^^

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Capitolo 11
*** M come MANI ***


A Yukina piacevano moltissimo le mani di Kisa. Erano una delle prime cose che aveva notato in lui all'inizio, quando ancora non sapeva chi fosse ma si era accorto di quel ragazzo così carino che lo osservava sempre di sottecchi, in libreria.
Ci si sarebbe potuti aspettare che, come tutto il resto della sua persona, fossero delicate, lisce e giovanili; invece non era così. Erano snelle ma forti, dalle vene in rilievo, quasi come quelle dei quadri di Michelangelo. Sì, le mani di Kisa erano michelangiolesche. Anche quando lo accarezzava, lo sorprendevano sempre: a volte erano leggere e delicate, altre volte (più spesso, in effetti) erano impetuose, totalizzanti, pretendevano la sua attenzione esclusiva. Yukina adorava sentirsele addosso quando facevano l'amore. Kisa gli faceva scorrere le unghie lungo la spina dorsale, gli solleticava i testicoli, gli pizzicava i capezzoli; lo faceva completamente suo, lo marchiava, per dirla con una parola. E lui non ne aveva mai abbastanza; non ne avrebbe mai avuto abbastanza di quel giovane uomo che tanto aveva migliorato la sua vita.

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