Si
svegliarono entrambe all’alba. Sentiva come un pugno allo stomaco, sensazione
che non riusciva a scrollarsi di dosso, neanche per un istante; era un misto
tra adrenalina e paura, come quando corri veloce al galoppo su un ripido pendio
creando nel tuo stomaco un vuoto d’aria che spezza il fiato e ti ritrovi ad
urlare per paura ed eccitazione contemporaneamente.
Andava
nervosamente avanti e indietro, cercando disperatamente di non pensare
all’intera armata persiana. Xena le aveva confidato che mentre era uscita per
badare ad Argo, lasciandola sola, si era spinta fino ai confini
dell’accampamento nemico: aveva contato 30 – 40 tende e questo significava come
minimo 10 uomini per ogni fuoco…una valanga! Troppi per loro due e per di più
con Xena in quelle condizioni.
Appena
sveglie le aveva cambiato la benda con dell’altro impacco e la vide bere ciò
che restava dell’infuso d’erbe preparato la sera prima. La febbre era scesa ma
la vedeva spossata e con il respiro alquanto appesantito ed inoltre, per quanto
lei non lo volesse ammettere, la ferita le doleva…aveva dovuto darle una mano
ad indossare l’armatura.
Le
aveva chiesto di starsene seduta fino all’arrivo dei persiani, così da
risparmiare le forze.
“Tra
un po’ ti serviranno dei calzari nuovi”
Si
voltò di scatto, in allerta “Cosa? Sono qui”?
“No,
non ancora. Devi calmarti Gabrielle. Sei tesa come la corda di un’arpa”!
“Non
chiedermi di stare tranquilla. E’ una cosa che non posso fare adesso”.
“E
invece devi farlo. Rischi di perdere lucidità. Tra un po’ non ci sarà concesso
commettere errori”.
Detto
ciò, ricominciò a tossire. Le si avvicinò di corsa “Stai bene”?
“Il
dolore al petto sta aumentando e respirare diventa sempre più difficile”.
Le
mise una mano sulla guancia “Cosa posso fare? Prepararti dell’altro infuso o…
non so…qualsiasi cosa posso farti stare meglio, tralasciando la Tessaglia”.
“Ah
ah, spiritosa. Parlando seriamente c’è una cosa che puoi fare. Devi
concentrarti Gabrielle. Ho bisogno che tu ci sia”.
Abbassò
la testa cercando di calmarsi “Ok…hai ragione, scusami” e le si sedette
accanto.
“Gabrielle”
“Si”?
“Ho
avuto un incubo stanotte”
“Cosa
hai sognato”?
“Non
voglio pensarci ma…devi farmi una promessa Gabrielle”.
“Dimmi”.
“Se
io dovessi perire, scappa il più lontano possibile”.
“Per
Zeus Xena non ricominciare”
“Parlo
sul serio. Non rischiare ulteriormente la tua vita. Se vedi che le cose si
mettono male scappa”!
“Non
senza di te”.
“
Gabrielle…”
“No!
Adesso ascoltami bene perché non lo ripeterò” Incatenò i suoi occhi a quelli
dell’amica “Io non lascerò che ti accada nulla. Se è destino che oggi io e te
moriremo, che sia, ma non chiedermi di lasciarti in mano al nemico! Neanche da
morta”!!
“Non
voglio….”
“Fino
alla morte, ricordi”?
Lo
sguardo di Xena, ancora inchiodato al suo, si addolcì e le sue labbra si
distesero in un sorriso. “ Si…ricordo”.
Le
accarezzò la testa “Promettimi almeno di stare attenta”.
“Te
lo prometto se…me lo prometti anche tu”.
“Ok
promesso”.
“Ok”
le disse ricambiando il sorriso che subito si spezzò, sentendo le grida di
incitamento dei persiani.
“Ci
siamo”.
Scattarono
entrambe con le armi in pugno in posizione di attacco, preparandosi
all’imminente scontro.
L’edificio
intero tremava all’avanzare dei persiani, come il cuore nel suo petto. Guardò
negli occhi la sua amica ed entrambe annuirono come a confermare il loro
giuramento.
Fu
un attimo: la porta fu spalancata e la battaglia cominciò. Man mano che
entravano non riusciva più a contare gli elmetti.
Cominciò
a colpirli facendo roteare il bastone, cercando di metterne a terra quanti più
poteva ed evitare che si avvicinassero in molti a Xena che, impugnando il
chakram, ne aveva già messi molti fuorigioco. Alcuni tentarono di entrare dalle
finestre ma prontamente Xena fece scattare le mortali trappole che li uccisero
all’istante guadagnando un po’ di tempo. Con le finestre bloccate i persiani
cominciarono a circondare l’edificio per trovare altri accessi, mentre altri si
accalcavano all’ingresso.
Notò
un bastone alla sua destra, messo in una posizione insolita e, guidata
dall’istinto, lo colpì, facendo cadere sui malcapitati dei pesanti sacchi.
Nonostante
ciò cominciavano ad essere davvero troppi.
“Gabrielle”!
Si
voltò verso Xena che guidò il suo sguardo verso i fori alle travi; intuendo
il pensiero dell’amica le fece un cenno ed entrambe saltarono all’indietro
mentre Xena tagliava la corda prestabilita…esercitarsi a saltare le era servito
davvero!
Le
frecce scattarono all’istante colpendone parecchi.
Si
ributtarono nella mischia e nella discesa trovò un martello chiodato ai suoi
piedi, lo raccolse e cominciò a farlo roteare prendendo di sorpresa coloro i
quali ormai, si calavano giù dal tetto.
In
mezzo a quel trambusto si voltò verso l’amica trovandola piegata sulle
ginocchia, come a voler riprendere fiato, quando un soldato la colpì al volto,
facendola cadere. Si mosse per andarle incontro ma fu colpita anche lei, alle
spalle.
Si
ritrovò a terra, incrociando lo sguardo terrorizzato di Xena.
“No,
non finirà così”!
“Gabrielle
sta giù”!! Le urlò Xena
Prontamente
obbedì e sentì il chakram sfiorarle i capelli, conficcandosi nel petto di un
soldato alle sue spalle.
Lo
sforzo aveva prosciugato le energia di Xena. Doveva portarla via da li.
“L’olio”!
pensò. Alzandosi e continuando a far roteare il martello si diresse verso
Xena, la sollevò e la sostenne, portandola verso una scala che le avrebbe
condotto sulla parte sopraelevata del deposito. Continuava a colpire, come una
furia, lanciando ciò che trovava per sbarrare la strada ai soldati.
Riuscì
a condurre Xena al sicuro, le sollevò il viso e la guardò “Xena resisti! So che
ti chiedo molto ma devi darmi una mano a buttare questo giù”!
“Ce…la…faccio
non…preoccuparti”
“Ok
forza”!
Spinsero
il pentolone fino alla soglia riversando tutto l’olio bollente su coloro che si
trovavano al di sotto. Le urla di dolore le sovrastarono.
Vide
Xena prendere un arco con delle frecce nello stesso istante in cui un soldato
persiano le sbucò alle spalle dal tetto. Lo scaraventò giù.
“Gabrielle
vai sul tetto e buttali giù! Io tengo impegnati loro e copro te”
“Ok”
Con
un altro salto si ritrovò sul tetto, incontrandone meno di quanti se ne sarebbe
aspettata; ce l’avevano quasi fatta, dovevano tener durò ancora un po’!
Stava
combattendo con un soldato quando da un foro del tetto vide Xena accasciarsi
stremata e dietro di lei Dorian pronto a colpirla.
“Nooo”!!
Scaraventò
giù il soldato e scese giù ad affrontarlo. Cominciarono a combattere ma Dorian
era forte. Stava per avere la peggio quando da dietro Xena lo colpi con una
freccia alle spalle.
“Tieni
lurido verme! Ora proverai ciò che provo io”! e lo buttò di sotto.
Prese
la sua amica tra le braccia. Non ce la faceva più era al limite.
“Vattene….Gabrielle…
scappa”!
“No!
Non ti lascio”!
Detto
ciò la adagiò su pagliericcio e scese di sotto.
Prese
due spade e sperava che le sarebbero servite solo da effetto scenico e si
rivolse all’ormai esiguo gruppo di uomini “Siete rimasti in pochi ormai.
Eravate un’armata e se due donne ne hanno fatto fuori da sole più della metà, figuratevi
una sola cosa può fare. La domanda è…volete provare”?
Si
stupì di se stessa mentre si sentiva parlare in quel modo.
I
persiani la guardarono con aria smarrita rendendosi effettivamente conto di
cosa stava dicendo quella donna ma soprattutto di quanto fosse vero: erano
stati sopraffatti.
Li
vide rinfoderare le spade e darsela a gambe levate.
“Grazie
agli dei”! Disse tirando un gran sospiro di sollievo, buttando le spade.
“Xena”!
Corse dall’amica, trovandola riversa a terra incosciente.
“Xena!
Xena rispondimi! Per tutti gli Dei sei bollente…”.
Sentì
un fruscio alle sue spalle e scattò pronta ad attaccare: era Dorian…quel verme
era ancora vivo. Stava strisciando verso il corpo di un suo commilitone per
prendergli una piccola bisaccia attaccata al cinturone. Xena lo aveva ferito
con una freccia e gli aveva detto che avrebbe provato ciò che lei stava
provando…”Ma certo”! Pensò. “La freccia è avvelenata! E’ quello che sta
prendendo è l’antidoto”!
Corse
nella sua direzione e gli strappò la bisaccia dalle mani. Lo sguardo impietrito
di Dorian non lasciò spazio a dubbi. “E’ l’antidoto vero? Non c’è bisogno che
tu risponda…la tua faccia dice tutto”. Lo stordì con un cazzotto. “Mi dispiace
ma questo serve a Xena”.
Si
diresse verso Xena, ancora incosciente e gli bagnò le labbra con l’antidoto.
“Xena!
L’antidoto! Dai coraggio! Apri gli occhi”!
Dopo
un po’ vide le labbra dell’amica reagire al contatto con il liquido e pian
piano aprì gli occhi “Gabrielle…”.
“Shh,
non parlare, sei debole. Tieni! E’ l’antidoto. Presto bevilo”!
Xena
obbedì.
“Guarirai
vero”?
“Si…ma
ora…sono tanto…stanca”.
“Riposa
amica mia” le disse accarezzandole il viso.
Il
respiro non era ancora regolare e si ritrovò a fissarla impaurita dal pensiero
che forse era troppo tardi. Si ricordò di Dorian. Gli andò vicino e gli versò
in bocca l’antidoto. Riprese i sensi e fuggì appena si rese conto di chi aveva
di fronte.
Andò
a ridistendersi accanto a Xena e alla fine la stanchezza si fece sentire e finì
per addormentarsi.
“Gabrielle….”
Sentiva
che qualcuno la chiamava da lontano.
“Gabrielle…”
Chi
era?
“Gabrielle
svegliati”.
Era
la voce di Xena…”Xena”! Si svegliò di soprassalto.
“Hey
calmati…va tutto bene. Sto meglio…la febbre è scesa e…respiro molto meglio”.
Le
saltò al collo risollevata nell’animo “Oh Xena! Finalmente! Ho avuto tanta
paura”!
“Ahi…vacci
piano testona. Sto meglio ma ho ancora un buco nella spalla”
“Scusami…ma
ho avuto veramente paura di perderti! Quando ti ho vista incosciente ho pensato
al peggio”!
“Lo
so…ma tutto è passato ora. Gliele abbiamo date di santa ragione”!
“Lo
puoi dire forte”.
“Grazie
Gabrielle”.
“Per
cosa”?
“Mi
hai protetta in ogni modo e mi hai salvata”.
La
guardò dritta negli occhi “Anch’io ti devo ringraziare”,
“Per
quale ragione”?
“Per
non essere andata via da me”.
Si
strinsero in un forte abbraccio.
“Penso
che sia il momento di andarcene via da qui” le disse Xena.
“Lo
credo anch’io”.
Xena
ritrovò Argo, prepararono il tutto e andarono via.
“Però…cosa
siamo state capaci di fare”.
“Abbiamo
sconfitto un’armata” le disse altrettanto incredula Xena. “Allenarti nel salto
ti è veramente servito”.
“Ho
un ottima insegnante”.
Xena
le regalò un altro sorriso sghembo e gli venne in mente ciò che si era
ripromessa.
“Xena…ti
va di parlarmi della tua infanzia”?
“Cosa
vuoi sapere”?
“Tutto
quello che ti va di dirmi”
“Uhm…certo.
La prima cosa che mi viene in mente è che ero una peste”!
“Ma
davvero? Non avevo dubbi” le disse ridendo di gusto.
N.d.a.
Ed
eccoci arrivati alla fine. Scusate se ci ho messo un po’ ma il lavoro non mi ha
dato tregua. Spero vi sia piaciuta questa mia personale rivisitazione.
Ne
sto preparando un’altra, un po’ più lunga, Ci sto lavorando parecchio e spero
che venga bene.
Un
ringraziamento particolare va a Blu lady, Xena85 e GirlWithChakram. Grazie per
il tempo che avete dedicato al mio lavoro!
Un
saluto a tutti e alla prossima!