Cry in the darkness

di Enderman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il risveglio ***
Capitolo 3: *** Un tetto nuovo ***
Capitolo 4: *** Lo specchio dell'anima ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Cry in the darkness :  prologo
 

 

Corri...

Non pensare, corri e basta... 

Hai i CELL alle calcagna...corri finché puoi. 

Proteggi i tuoi cari, perciò corri. 

 

Corri e spera di salvarti,  inizia a pregare... 

 

-Henry,  non è il momento delle visioni, abbiamo un problema. L'evacuazione? -  disse la voce di un giovane, alla mia sinistra. Eravamo barricati come topi nel bel mezzo di una struttura militare,  in una stanza con uno specchio a forma di ferro di cavallo. Una bella giornata insomma. 
- La radio non funziona, dobbiamo cavarcela da soli- dissi mentre mi avviavo verso lo specchio, che aveva qualcosa di anomalo. Sfiorai la superficie avvicinando la mano finché non la trapassò come fatta di gelatina. La ritirai e mi girai dicendo- Ace, dobbiamo attraversarlo. È un portale o una porta, ci tirerà fuori di qui-
Lui si alzò dubitante e s'immerse completamente nel gel. 
Una pallottola mi colpì alla nuca, ma fu inutile dato che la corazza da battaglia avanzata, la nanotuta, la deviò. Mi girai di scatto e con la mitragliatrice recuperata prima e iniziai a fare fuoco su tutto ciò che era vivo mentre indietreggiavo, fino a buttarmi di schiena nel portale...

Non vidi molto nitido, dato che l'energia della tuta era stata scaricata dal passaggio del gel, ma riuscii a riconoscere Ace, sebbene sotto forma di un cavallo grigio scuro, con coda e criniera marroni. Era accasciato a terra, come me ma privo di sensi. Vedendo delle figure in lontananza alzai la mano sinistra, anche se al posto di essa c'era uno zoccolo. Dunque ero anche io un cavallo... 
Quelle sagome erano quadrupedi, azzardai l'ipotesi che fossero dei lupi ma venne subito cestinata dal fatto che fossero di legno. Chiusi gli occhi stanco... Ricordo quell'odore fetido disturbarmi le narici, prima di svenire. 

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Capitolo 2
*** Il risveglio ***


Aprii gli occhi lentamente, focalizzandomi sul soffitto verde acqua. Non ero nel mio alloggio, né nel mio letto, l'odore era diverso, un profumo di lavanda e miele. Mi misi con la groppa eretta,  guardando fuori da una finestra per capire dove fossi finito e la posizione di Ace. Tesi l'orecchio sinistro al sentire un leggero brusio al di sotto, molto probabilmente ero al secondo piano. Mi avviai, aprendo la porta, al piano inferiore; riuscii a distinguere la voce di una ragazza a fatica e quella di Ace. Scesi lentamente le scale cercando di fare meno rumore possibile,  non volevo farmi notare. Mi affacciai alla fine della rampa scrutando la zona sottostante. - Se ti serve qualcosa dimmelo pure, vado a vedere come sta il tuo amico - disse la voce femminile - Ok,  vorrei esserti anche utile, stai facendo anche troppo per noi- Rispose Ace. - Riposati e basta, ok? - Lui si accasciò in un divano verde mentre la ragazza si avvinicò. Sovraccaricai i naniti nella mia pelle per far deviare la luce e rendermi invisibile. Passò un pony giallo paglierino con coda e criniera rosa. Disattivai l'occultamento lasciandomi la puledra alle spalle. Sentii dei piccoli tocchi sulla groppa.Istintivamenti mi girai, presi chiunque fosse e lo atterrai, notando che era di nuovo la cavalla, la quale tirò un leggero urlo. -Flutteshy tutto bene? Ho sentito un grido- mossi gli occhi notando Ace dietro di me. -  Lasciala stare, sta calmo! -  Disse preoccupato. Lasciai la presa permettendo alla pony di respirare. Questa si mise subito dietro il puledro iniziando a piangere, il ragazzo mi fece un cenno con la testa e dissi - scusi,  l'ultima volta che è successo hanno provato ad ammazzarmi-. I suoi occhi verde acqua erano immersi nelle lacrime che sgorgavano ma non mi fece pena,  dopotutto erano una macchina da guerra. La porta principale si aprii e un'altra voce femminile squillò -Flutteshy,  ci sei? -. Si sentirono dei pesi sulle scale e una cavalla arancione si affacciò. Il fatto che tenesse un cappello da cawboy mi stupì dato che non pensavo esistessero in un mondo equino. Rimase lì, immobile, fissandomi con le sue pupille che si stavano restringendo. Entrambi sbattemmo ripetutamente e a gran frequenza le palpebre, il che significa una sola cosa... La testa, mi faceva male, come se esplodesse... Immagini... Raccapriccianti... Quella voce... Di nuovo... Basta, basta! Non continuare... - Uscendo di testa - quel sussurro - Allucinazioni, dejà vu,  falsi ricordi, a volte veri e propri disturbi dissociartivi- Non ne posso più di vedere quelle faccie- Il ceph alfa- Vidi una figura, Flutteshy per l'esattezza, per terra con una tuta in cui era incisa sulla spalla M.T.F., agonizzata dal taglio sulla gola, tossiva e sputava sangue mentre lentamente chiudeva gli occhi, in attesa di una vita migliore... Mi rialzai,  sorretto dalla pony arancione che stranamente mi fissava con dolcezza materna. Appena messo a quattro zampe notai che sia io che Ace che la cavalla paglierino avevamo un paio d'ali e sopratutto e tutti possedavamo un disegno nei fianchi. -Che cosa sarebbero questi? -  chiesi indicando con l'ala la mia coscia. - E' un cutie mark, indica il talento o la personalità del pony e appare quando si trova il proprio scopo nella vita.  Come il mio che lavoro in un meleto ed infatti il mio rappresenta tre mele- disse la puledra arancio. Notai che quello di flutteshy erano tre farfalle rosa, invece quello di Ace un piccone pixellato in diamante. - Non vi ho mai visti, da dove venite? -  domandò la cowmare. Lo stallone prese la parola - veniamo da un altro mondo- le cavalle risero in modo contenuto - Ah, non ci siamo ancora presentati. Io sono Ace, lui si chiama Henry - concluse l'interlocutore seccato. - Il mio nome invece è Fluttershy, mentre lei è Applejack -  disse la pony paglierino indicando prima sé stessa, poi quella arancione. Mi avviai per il piano di sotto dicendo - meglio se mi faccio una passeggiata,  così ne aprofitto per analizzare la topografia di questo territorio - Applejack mi fermò - Se è vero che venite da un altro mondo, volevo chiedervi se avevate già un posto dove passare la notte- Scossi la testa in segno di negazione e venni di nuovo bloccato da lei - Ho una stanza per gli ospiti in caso uno di voi due può vivere da me- - l'altro da me, sempre se non è un problema - concluse timidamente Fluttershy, che si nascose dietro la sua chioma rosa. - Ace,  visto che tu e Flutteshy andate già d'amore e d'accordo dormirai da lei mentre io sarò da Applejack. -  dissi risoluto mentre notai le pupille della cowmare farsi enormi. Uscii dall'abitazione  e mi avvicinai ad un corso d'acqua per vedere le mie sembianze prima di partire. Mi specchiai e vidi un cavallo nero con la criniera anch'essa nera ma con qualche striatura rossa, stessa cosa per la mia coda mentre il mio "cutie mark"  era un mirino PS-2*, vecchio modello. Notai i miei occhi verdi cambiare in azzurri per qualche momento, tornando infine nel colore originale. Mi avviai verso una cittadina in stile medievale, mentre programmai la nanotuta nella mia pelle per scannerizzare il territorio. In qualche modo, questa sarà casa nostra *Nota: siccome molti acessori e oggetti nel gioco hanno una designazione generale, ho assegnato un nome specifico (il mirino PS-2 non è altro che l'ottica da cecchino di Crysis 2)

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Capitolo 3
*** Un tetto nuovo ***


C'erano molti pony di svariati colori e anche di diverse sembianze, come  degli unicorni, che facevano le loro spese in un mercato nel centro città.  Era presente di tutto: da frutta e verdure a dolci, ma una bancherella aveva attirato la mia attenzione poiché vendeva delle lampade a forma di una specie di drago in tutù. Notai inoltre un enorme castello in una specie di diamante, facilmente visibile dato che stonava con lo stile mediovale del resto degli edifici, inoltre assomigliava ad un albero. Una pony completamemte rosa mi si parò davanti, mentre scannerizzavo il territorio, sorridendo e iniziando a saltellare attorno a me. -Ciao! Io non ti ho mai visto qui, sei nuovo? Dove abiti? Ti piacciono le torte? A me sì e... - le tappai la bocca con lo zoccolo permettemdomi di rispondere -  Signorina,  al momento non posso condividere informazioni personali e comunque non mi sembra di conoscerla, perciò le chiedo cortesemente di non di importunarmi- - Orsù dai,  non fare così. Ti farò una festa di benvenuto così ti ambienterai presto, con tanti giochi e così ti farai un sacco di amici! - la sua voce infantile mi torturava le orecchie - Al momento non mi servono degli amici,  in più sono troppo grande per fare dei giochi,  ho vent'anni e avrei da fare- - E allora? Io ne ho diciassette eppure gioco tutto il giorno! Che stupidina,  mi sono dimenticata di presentarmi : io sono Pinkie Pie e tu? Se me lo dici ti presenterò le mie amiche! - Concluse la frase con un sorriso, al che decisi di darle corda - Va bene,io sono Henry. Quali sono le tue amiche? - - La prima è Twilight Sparkle, è una grande studiosa che... -  le feci segno con lo zoccolo di tagliare corto - Poi c'è Rarity,  Rainbow Dash, Flutteshy  ed Applejack- Drizzai le orecchie sentendo quel nome e le chiesi dove abitasse - Abita fuori Ponyville,  nel giardino Dolci mele. Lo noti subito, ci dono tanti alberi di mele e un enorme granaio- La ringraziai e mi diressi verso questo meleto, un nome più serio no? Appena giunsi lì notai la puledra arancione assieme ad una più piccola, gialla con criniera rossa ed uno stallone rosso con criniera color carota che portavano vari cesti con delle mele dentro. Aspettai che entrassero nel granaio per alzarmi in volo, anche se non sapevo come ero in grado di volare perfettamente dato che non avevo mai fatto pratica. C'erano molti alberi, anche se la maggior parte non avevano le mele, dunque Applejack raccoglieva i frutti con quei pony. Adesso sta calando la notte, non poteva venire in un momento migliore. Occultandomi aprii lentamente il portone del granaio, per non farmi sentire,  presi delle ceste e mi avviai all'ultimo pezzo di meli incolti e lavorai, finendo in una mezz'ora. Quando stavo riponendo l'ultimo secchio, una puledra arancione entrò dentro il granaio, fissandomi - Dov'eri finito? - - Stia tranquilla signorina Applejack, sono stato solo al mercato nel centro città, niente di ché - la puledra mi guardò seria e rispose in modo autorevole - Perché mi dai del Lei? Chiamami Applejack, AJ o come vuoi ma ti prego non essere formale, non sono mica il tuo capo! - la fissai serio e la puledra continuò - Vieni, ti faccio vedere dove dormirai- mi accompagnò in una stanza al secondo piano dell'edificio, mostrandomi un letto. Mi sdraiai ringraziandola per l'ospitalità, lei fece per andare nella sua camera, mi guardò prima di uscire e disse - Buona notte zuccherino! - Sbarrai gli occhi. Come cazzo mi aveva chiamato?! La puledra entrò nella stanza. -La colazione è pronta, vieni? C'è la mia famiglia- -No, grazie. Se i tuoi genitori mi vedono potrebbero pensare ad altro, non so se mi spiego. - -I miei sono morti, circa dodici anni fa. Un malvivente li ha assasinati per derubarli, io non ero li quando è successo ma vedendo i loro corpi... - -Hey sorellona, perché non vieni? - una piccola puledra canarino entrò nella camera da letto e vedendomi chese -E tu chi saresti? Il fidanzato di Applejack? - avevo il timore che mi scambiassero proprio per il "ragazzo" di AJ, ma me lo aspettavo più dai genitori o dal fratello più grande. L'arancione mi venne in soccorso dato che non sapevo cosa rispondere - Applebloom, aspettami giù- iniziò a diventare rossa in muso - e lui non è il mio pony! - Forse sperava che non la sentissi, ma appena la piccola se ne andò, la cowmare pronunciò sottovoce un "magari lo fosse" e così arrivai al motivo della sua ospitalità : ci stava provando con me. Sarà una lunga permanenza

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Capitolo 4
*** Lo specchio dell'anima ***


La puledra mi accompagnò fuori dall’abitazione, conducendomi al frutteto fuori casa, camminando per circa una diecina di minuti fino a trovarci in una radura dove il sole illuminava le mele ancora verdi attaccate agli alberi. Applejack si posizionò vicino ad uno di essi e fissò i frutti, come se li ammirasse – Non sono magnifici?- non mi aspettai la domanda e non feci a tempo di rispondere che ella continuò – Le mele stanno crescendo bene, diventeranno così succose che …- si interruppe incrociando il mio sguardo, capendo che non era l’argomento più importante – Senti, ci sarebbe un problema.- -E quale sarebbe?- risposi. -Ecco, mio fratello mentre noi uscivamo mi ha guardata male e ti ha indicato- fece una piccola pausa, iniziando a smuovere la terra con uno dei suoi zoccoli – E molto probabilmente non gli piace l’idea di avere uno sconosciuto in casa- mugugnò, abbassando la testa. -Quindi devo andarmene?- La puledra alzò il muso e fissandomi disse: - Ma no! Ti farò rimanere qui però dovrai lavorare con noi alla fattoria. Farò credere a Big Mac che tu sia stato assunto come suo assistente!- - Così ripagherò anche il mio debito per l’ospitalità- sentenziai- E avrò un motivo per darti del lei- La cavalla arrossì per qualche ragione, ma si riprese in fretta e disse – Beh, dovrai anche ambientarti in questo nuovo mondo quindi che ne dici se ti faccio fare un giro al castello di Twilight?- Il nome era lo stesso che la puledra rosa mi aveva nominato al mercato, annuì in modo che Applejack potesse condurmi in quel posto. Più pony conoscevo meglio era. Ma mi tormentava ancora una domanda: perché era così ospitale? Decisi di chiederglielo, almeno così avrei placato la mia curiosità. - Chiedo il permesso di fare una domanda- la mia improvvisa freddezza quasi spaventò la cowmare che prima di rispondermi abbassò le orecchie e deglutì –Dimmi- - Come mai tutta questa fiducia nei versi di uno sconosciuto, potenzialmente pericoloso e forse anche pazzo, il quale sostiene di venire da un altro mondo?- La puledra sembrò pensarci, indecisa sulla risposta. Mugugnò qualcosa che non riuscii a comprendere da quanto basso era il volume della voce. Chiesi di ripetersi, ma non ottenni risultati, molto probabilmente aveva paura di rispondermi dato il tono freddo che ho utilizzato nella domanda. -E’ un tasto dolente?- -No, è solo che mi vergogno a dirlo, mi crederai folle!- mi rispose, mentre il suo muso diventava di un rosso acceso – Me lo ha insegnato Twilight- - Che cosa?- chiesi -Mi ha insegnato che per capire veramente un pony bisogna guardagli gli occhi; loro sono il riflesso dell’anima – Tutto quello che aveva detto era sensato, ma non rispose alla mia domanda. - E che cosa hai visto?- - Che la tua sofferenza, quello che hai vissuto da piccolo, ti ha segnato. Questo mi ha fatto capire che non mi avresti fatto del male proprio perché non vuoi che si ripeta a qualcun altro quello che hai vissuto te- fece un breve pausa, insieme ad un respiro – Ed è quello che sto facendo anche io- le scese una piccola lacrima nel dirlo. Mi avvicinai a lei e le asciugai la goccia che le scorreva sul muso. Era la prima volta che feci qualcosa del genere e non me ne pentii, anche se andava contro ogni mia aspettativa. Era come un istinto paterno, la puledra aveva ragione e sapevo che non mi stesse mentendo, come un presentimento. -Allora Applejack, non dovevamo fare un giro del castello?-

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